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Cognatina
Mia moglie Monica era da alcuni gironi a fare dei corsi di aggiornamento, per il suo lavoro, in una nota localita' della Versilia. Mia cognata Emma, di 24 anni, voleva sfruttare l'occasione di andare a farsi un week end al mare in compagnia della sorellona. A quel punto mi proposi di accompagnarla, ad una condizione, sarebbe dovuta venire come passeggero sulla mia potente moto. Dopo alcune titubanze accetto'. Per me era la prima volta che rimanevo solo in compagnia della mia cognatina e la cosa gia' mi eccitava.
Giunto il giorno della partenza Emma mi si presenta con un jeans mega attillato e a vita bassa, magliettina leggera non propiamente adatta a fare 200 km in moto, dalla quale spuntano due bellissimi pungiglioni. Partiamo e lei sembra a suo agio, le spiego che se vuole sentirsi piu' sicura deve abbracciarmi, io come sempre da stronzo dopo i primi 5 km comincio ad aumentare il ritmo, ogni volta che freno sento i suoi seni che si spalmano sulla mia schiena, lei mi stringe forte,deve aver paura. Dopo 50 km entriamo in autostrada dove la sento piu' rilassata, si lascia andare molla un po' la presa e appoggia le mani vicino al mio inguine. Non capisco se sono le vibrazioni della moto o se la mia cognatina fa dei movimenti strani con le mani, comunque la tendenza e' quella di portale verso il centro. Il mio cervellino comunica subito con pisellino e in un battibaleno diventa ...one. Lei sicuramente se ne accorge e dopo alcune maliziose strusciatine ritrae le mani. Usciti dall'autostrada decido di fare un po' di curve sulla Cisa vecchia, arrivano i tornanti e metto alla prova Emma, curva e controcurva, pedaline che fanno scintille e la mia cognatina non si scompone. Ci fermiamo sui monti a fare una pausa, vedo nel suo viso un sorriso diverso, mi dice che le scappa la pipi', si allontana pochi passi dietro un misero cespuglio e si cala i pantaloni. Non mi sembra che sia andata a nascondersi propio bene,anzi.., il mio occhio lungo scorge un rotondo culetto bianco, cominciano le palpitazioni, si rialza e intravedo una strisciolina nera che viene coperta subito da un tanga di pizzo bianco. Faccio finta di niente e ripartiamo. Arrivati a destinazione trovo la mia mogliettina come sempre in forma. La sorpresa e' che la stanza dove dobbiamo dormire ha un solo lettone matrimoniale. Io caccio subito la battuta " In mezzo ci sto' io " pensando di sentirmi un cazziatone da Monica che invece ride di me.
Ci prepariamo e usciamo a piedi per la cena, tutte e due rigorosamente in minigonna, mangiamo del pesce con un buon vino bianco. Mia moglie dopo il secondo bicchiere comincia a essere allegra, non e' abituata a bere, io non mi tiro indietro e anche dopo cena , in un localino sulla spiaggia ordino tre Mojito. La serata si sta' per concludere e io torno verso l'hotel con alla mia destra una moglie ubriaca a braccetto e a sinistra una cognatina allegrotta che non smette di lamentarsi di non aver trovato un baldo giovane disposto ad accompagnarla a casa. Arrivati in stanza le donzelle si spogliano in mutandine e reggiseno, io mi lancio nel letto a petto nudo. Tutti sotto le coperte, non mi sembra vero sono nel letto con due donne, e' stato un sogno ricorrente della mia infanzia.
Comincio a fare le mie solite battutine spinte che finiscono sempre in una frase del tipo : sei il solito maniaco. Ci diamo la buona notte e spegnamo la luce. Buio pesto e silenzio, sento solo il mio cuore che va a mille. Cerco contatto fisico, facendo finta di niente ogni tanto con le gambe tocco mia cognata e lei fa altrettanto, come se fossero movimenti da addormentato. Dopo circa 40 minuti di pensieri erotici tutto ancora tace , probabilmente si sono addormentate. Ma ad un certo punto sento Monica che mi da' un morso al lobo dell'orecchio, poi inizia a leccarmelo ed ad ansimare sempre con un tono molto basso, le mie mani vanno subito verso le parti intime di Monica, dove pero' trovo gia' la sua manina all'opera. Accarezzo dolcemente la sua mano tremante, mi sostituisco a lei e trovo delle delicatissime labbra in un bagno caldo, continuo con le mie lunghe dita a fare dei massaggi circolari al suo clitoride e i suoi versi di piacere aumentano. Monica presa dall'eccitazione, dove aver dato una veloce occhiata alla sorellina addormentata, infila la testa sotto la coperta ed inizia ad abbassarmi le mutande con i denti, il mio cazzo esplode, l'adrenalina e' a mille, la calda lingua di Monica scivola sul mio membro, al primo ingoio distinto mi giro verso Emma ansimando, il suo bel visino e' molto vicino al mio, cerco trattenere i miei ululati di piacere. Ma vedo che Emma, sempre con gli occhi chiusi cambia espressione del viso, con un movimento brusco si avvicina alla mia faccia. Siamo propio uno contro l'altro, sento il suo profumo, dalle sue formose labbra ad un tratto spunta una lingua che va ad accarezzare il mio mento,la correggo subito e gli metto la lingua in bocca, solo dopo alcuni secondi Emma apre i suoi splendidi occhi azzuri. Il bacio diventa pasionale. Monica super indaffarata sotto le coperte non si rende conto di niente ma purtroppo io non resisto piu', dal mio cazzo esplode un getto di sperma caldo che da brava moglie Monica ingoia per non lasciare tracce. Emma torna a far finta di dormire e Monica mi fa assaporare un pò del mio seme rimastogli sulle labbra. Ci facciamo due risate malizione e torniamo a dormire abbracciati, voltando la schiena Emma. Monica si addormenta quasi subito e la mia cognatina torna a farmi carezze al sedere, alle palline, mi graffia la schiena, mi lecca il collo. Lentamente mi giro, le mie mani cominciano a esplorare questo corpo nuovo, la terza di seno si sente e i capezzoli sono turgidi, la pelle liscia,la passerina bagnatissima avrei voglia di leccargliela ma lo spazio per muoversi e' ristretto, mi accontento di farla venire con le mie abilissime dita.
E' bellissimo vederla godere, impazzisco a guradarle il viso di una donna che si contrae, si deforma nell'apice del piacere.
La mattina dopo ........
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15 years ago
Paol,
32
Last visit: 1 year ago
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Il nostro primo scambio (II)
(Scrive Vanna)
Non era la prima volta che mi
stringevo a un uomo che non era Carlo, eppure farlo in quel modo davanti a lui
mi eccitò moltissimo. Tenere l’uccello ben duro di Luigi tra le mani, goderne
il tatto e farmi penetrare dalle sue dita nella figa bagnata mentre lui era lì a
un passo da me a fare la stessa cosa con un’altra, mi fece sentire porca come
non mai. Avevo fretta di tenere tra le mie labbra quella bella cappella turgida
sulla quale passavo e ripassavo la mia mano. Quando vidi che Giada si era già inginocchiata
per succhiare l’uccello di mio marito allora non resistetti e cercai anch’io
con la mia bocca l’uccello di Luigi. Luigi però spinse il suo bacino contro il
mio sollevandomi la gonna dallo spacco così che la carne nuda del suo pene
incontrò la stoffa delle mie mutandine. Istintivamente alzai una gamba aprendo
così la strada all’irruenza del suo sesso. Bastò spostare appena la stoffa
leggera dei miei slip per sentirlo già fremere voglioso contro la mia leggera peluria, impaziente
di entrare. Agevolai la sua voglia perché fremevo dal desiderio di sentire
quella verga dura come l’acciaio infilarsi tra le labbra infradiciate della mia
figa. Mi dava colpi leggeri mentre continuavamo a girare stretti nel ballo e ogni colpo
mi strappava un sospiro che arrivava bene a Carlo. Sentivo il suo sguardo su di
me e vedevo come al piacere che gli stava dando la bocca di Giada si sommasse quello
ancora più pungente di vedere come sua moglie si faceva scopare, come non aveva e esitato
un attimo nel prendere l’uccello di un altro nella figa. “Andiamo di là in
camera, lasciamoli soli, poi ci racconteranno†mi sussurrò piano con l’alito
caldo nell’orecchio Luigi. Giada annuì con un cenno di intesa a Luigi quando
vide che noi due prendevamo la via della camera da letto. Avevano pensato a uno
scambio separato. “Non ho resistito, ho voluto sentire come si sta dentro alla
tua figa e si sta divinamente, ma adesso fammi godere con la bocca, troia!†Mi
disse con una durezza che mi eccitò ancora di più. Così mentre di là sentivo
Giada gemere come una gran troia ai colpi che gli infliggeva mio marito, io mi
misi finalmente a spompinare Luigi. Poi mi prese ancora alla pecorina, si fece
cavalcare, mi rimise sotto. Alternava colpi irruenti con altri più lenti mentre
le sue mani non si stancavano di cercare il mio corpo. Mi regalò un orgasmo
portentoso mentre schiacciandomi col suo corpo e menando colpi furiosi nella
figa mi infilò una due dita nell’ano, da prima indagatrici e poi spietate. Dal
soggiorno provenivano rumori che dicevano che anche Giada e Carlo si stavano
divertendo come noi, si sentivano forte i gemiti di lei, l’effetto dell’irruenza
di Carlo che ben conoscevo. A lCarlo piaceva il culo. Che la stesse inculando? Non
ebbi il tempo di far capire a Luigi quanto desiderassi il suo uccello anche nell’altro
canale che lui mi chiese di farlo venire con la bocca. Lo succhiai in fretta,
con ardore, spingendomelo fino giù in gola. Sentii lo spruzzo di sperma
invadermi la bocca proprio mentre immaginavo di avere anche Carlo dietro di me che mi inculava.
Lo sperma caldo e gelatinoso che scendeva dentro di me contemporaneamente a questa
fantasia mi provocò il secondo portentoso orgasmo.
(Fine seconda parte)
4048
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14 years ago
Malte60,
44/43
Last visit: 12 years ago
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Il nostro primo scambio (III)
Sdraiati esausti uno accanto all’altra si sentivano ancora
rumori inequivocabili dalla camera da letto: Luigi si stava ancora sbattendo
per bene mia moglie e la faceva godere da
troia, come lei merita. Giada ascoltava divertita e ancora eccitata, avevo i
suoi lunghi capelli sul volto e mi
passava la mano su corpo in una carezza molto dolce dopo l’irruenza della
nostra scopata. Già mentre l’avevo leccata e passato la mia lingua dalle belle
labbra carnose della sua figa alla rosetta invitante del suo culetto, avevo
pensato che alla fine avrei lasciato il mio sperma proprio lì, che al culmine
del godimento le avrei preso il culo. Ci eravamo lasciati andare a un
lunghissimo 69. Avevo il suo culo e la
sua figa sulla mia faccia e succhiandole
accuratamente le labbra e il clitoridino impertinente, penetrandole la fighetta
infradiciata con la lingua, non avevo trascurato affatto il buchetto del suo
culo. La mia lingua vi ritornava di tanto in tanto e le mie dita, prima una,
poi due e tre, lo avevano allargato quel tanto che bastava per fare strada alla
mia cappella bella turgida. Si girò dopo lungo godimento per farsi penetrare
nella figa cavalcandomi. Aveva cominciato con colpi lenti poi diventati sempre
più forti quando oltre al cazzo nella figa le mie dita le avevano riempito
tutto il buco del culo. L’avevo poi inculala prendendola da dietro e dopo una
infinità di colpi che l’avevano fatto ululare di dolore e piacere avevo fatto
esplodere una potente eiaculazione.
Fu quando non si avvertì più nessun rumore che ricominciò a
occuparsi del mio uccello ancora floscio. Passava un po’ con la lingua
dolcemente sulla sacca dei coglioni, poi succhiava un po’ con dolce avidità la
cappella, passava la lingua sui bordi del prepuzio fin su al canale dell’uretra
penetrandola con la punta della lingua come se fosse una fighetta. In breve il
mio uccello si era indurito di nuovo. “Ora andiamo, voglio vedere come lo metti
nel secondo canale di tua moglie†disse poi. Già sulla porta ci si presentò il
culo ben esposto di Vanna: piegata su Luigi si stava occupando del suo uccello con
grande fervore e piacere. Giada mi accompagnò vicino a lei e fu proprio lei che
prendendo in mano il mio cazzo lo indirizzò con decisione dentro il buchetto di Vanna.
Vanna ebbe un gemito di piacere e di dolore e cominciò a spompinare Luigi con ancora maggior foga. Anche Giada si
mise poi alla pecorina di fianco a Vanna che, con mio stupore e piacere, cercò e
trovò la sua lingua. Avevo a mia disposizione sia il culo rotondo, carnoso
e ben sodo di mia moglie, sia quello meno tondo ma meravigliosamente disegnato
di Giada. Ne approfittai con grande soddisfazione. E anche loro, mi parve
evidente ne trassero grande piacere. Pure Luigi non rimase a guardare e si è
preso a sua volta tutto ciò che mi sono preso io.
5007
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14 years ago
Malte60,
44/43
Last visit: 12 years ago
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Vacanza ai caraibi
Siamo appena tornati da una vacanza in una isola dei caraibi.
Durante le vacanze i rapporti intimi si moltiplicano, credo questo valga per tutti.
Dopo un po di giorni in cui si è dato fondo a tutto l'immaginabile (durante questa vacanza mi chiedeva spesso di essere penetrata analmente, ed io amo questo) le fantasie si fanno strada !
In quel hotel c'erano molte russe e vi dirò: molte di loro te lo facevano rizzare fuori maniera. A giudicare da là sembrerebbe che la Russia sia uno stato dove ci son solo figone ! In realta là forse c'erano i più ricchi. Con le mogli le più troie!! Alcune arrivavano a cena vestite che sembravano pornostar ! Non vi dico le reazioni di Luca !
C'erano anche molte americane, niente male (mica erano ciccione quelle che erano là ! ).
Prima di partire dall'Italia una sera a letto Amanda mi disse che gli sarebbe piaciuto farsi un nero locale, giovane, fisico asciutto, tutto muscoli. Gli risposi che lei avrebbe valutato sul posto ed in base alla situazione.
Ad Amanda quando aveva 28-30 anni piaceva trasgredire con i 50enni, ora che ne ha 39 preferisce i 25enni !
Durante la vacanza Luca commentava spesso con Amanda le ragazze presenti.
Premetto che Amanda a letto mi soddisfa oltremisura, in spiaggia era sempre sexy: in quel modo avevo meno tentazioni!! Un giorno finchè eravamo in spiaggia Amanda mi disse guarda guarda che bello scorpione !
C'era un ragazzo (forse russo) con uno scorpione tatuato sul basso ventre, appena sopra il costume.
Il ragazzo era la' con tre amici, su dei lettini a dieci metri da noi. Era veramente palestrato, quasi esagerato, dal busto in già molto asciutto!
Durante l'oretta che è stato sotto il nostro sguardo Amanda spesso, forse per stimolarmi ed ingelosirmi o forse perché attirata dal suo fisico, continuava a dirmi che è molto interessante il ragazzo e poi dovrebbe essere interessante sentirsi tutti quei muscoli addosso .
La sera a letto finché scopavamo me lo ha nominato ancora.
Due sere dopo abbiamo rivisto i tre che tentavano senza esito di agganciare una americana molto figa, lei sembrava essere in vacanza da sola. Vedendoli mi venne una idea, perversa, di quelle che piacciono ad Amanda.
Avvicinai il solito con lo scorpione e gli chiesi se gli piacesse la tipa che aveva appena tentato di abbordare. Mi fissò, rise e mi disse: e a te ?!?? Gli dissi: a me, tantissimo, è fighissima ! Anche a me piacciono le belle donne ! rispose.
E questa ti piace ? gli chiesi facendogli vedere sul display della mia digitale una foto di Amanda, fatta mezza ora prima al momento di uscire dalla camera, tutta tirata con un vestitino che non la faceva passare inosservata. Mi sorrise e disse chi e' ? Quella lì sul tavolo, mia moglie ! Fantastica ! rispose, riprendendomi in mano la digitale per guardarla meglio.
Bene più tardi saremo al piano bar, guardala senza farti notare più di tanto e se ti va stasera alle 23.00 vieni alla ns camera n° 2221 e bussa. Se ti va', sarai a sua disposizione, mi capisci?? Non te ne pentirai. Comprese tutto al volo.
Alle 22.30 circa io e lei cominciammo a fare l'amore nella ns camera.
Alle 23 qualcuno bussa alla porta, io dissi ad Amanda chi saranno questi rompicoglioni !?!
Consigliai Amanda di ripararsi sotto le lenzuola.
Dallo spioncino lo riconobbi, io uscì in boxer e feci finta di parlare con una delle signore delle pulizie, in realtà gli spiegai come si doveva comportare se voleva incontrare Amanda.
La porta del bagno era vicino all'entrata, lo feci entrare ed infilarsi in bagno e gli dissi di attendere alcuni minuti.
Tornai sotto le coperte con Amanda continuammo a scopare, anche se io ero distratto ed eccitato dall'idea della presenza del terzo, dello scorpione. Infatti son venuto subito dopo, estrassi il pene e schizzai sul ventre e sui seni di Amanda. Non gli restava che andarsi a lavare in vasca e scoprire la sua sorpresa !!
Alzandosi dal letto mi disse: bastardo dovevi aspettare a venire io non sono ancora venuta !
La rincorsi, la fermai prima di entrare in bagno, la abbracciai e gli dieci un lungo bacio con la lingua. Gli sussurrai: bene, mia troia, ho un altro regalo per te. Siccome lei di solito si aspetta gioielli mi rispose: ok ma prima mi lavo un po e, ancora nuda, si diresse in bagno! La accompagnai !
Amanda alla vista della sorpresa fece un urlo! Aaaah !!!
Lo scorpione era in mutande.
La riabbracciai, la ribaciai in bocca con la lingua in profondità accarezzandogli tutto il corpo, e gli dissi: è quello che ti interessava, no? Lo scorpione !
E' a tua completa disposizione ! Amanda era ancora nuda e dopo lo stupore si infilò un perizoma che era vicino al lavandino. Parlammo 10 minuti insieme per sciogliere la tensione, poi Amanda mi chiese cosa poteva fare, gli diedi disco verde: è tuo, è ai tuo ordini ! Si avvicinò a lui e si strusciò con i seni sui gran pettorali. Anch'io gli ritoccai il sedere. Lui era seduto sul piano in marmo del lavello. Lei si allontanava e si riavvicinava strusciandosi a lui con varie parti del corpo. Dopo un po' cominciò a strusciare il culo sul pacco di lui, ancora dentro il costume giusto per farglielo tirare un po', mi disse. Era strano anche il fatto che con lui si parlava inglese e tra noi due in italiano senza che lui intendesse.
Il culo di Amanda lo fece cedere e cominciò a toccarla, prima le gambe, poi i fianchi ed i seni. Lei si girò verso di lui che quindi gli prese tra le mani vogliose il culo; non so ancora perché ma ogni volta che qualcuno tocca il culo di Amanda lei mi fissa con aria da porca... Lei lo baciò per un po' sul collo.
Seppure con l'intimo addosso i due corpi statuari si erano incontrati !
Amanda mi chiese: in che buchi posso farmelo ? Vedi te! Fu la mia risposta. Mi ordinò di prendere i preservativi.
Al mio ritorno lei si fece togliere il perizoma e lui eseguì subito, gli prese la mano e gliela fece appoggiare sulla figa completamente depilata, lui la toccò avidamente per vari minuti poi lei si girò di scatto verso di lui, gli prese il costume e glielo sfilo'. Lui non fece alcuna mossa. Lei si rigirò vi si appoggiò nuovamente con il culo. Ora i due corpi erano nudi !
Amanda lo toccò un po' dappertutto e poi mi chiese un preservativo e dopo averglielo educatamente chiesto con un cenno, glielo infilò. Amanda si mise di fronte a lui ed alzò una gamba appoggiandosi a lui. Messaggio recepito, la prende per le cosce a gambe aperte e glielo infila ! Amanda gridò YESSSS !!!
Lui iniziò a gridolini in non sappiamo che cazzo di lingua!! Amanda era letteralmente tra le sue mani. Data la sua muscolatura la scopava alzandola e abbassandola senza problema alcuno. La figa di Amanda era grondante, lei ansimava finché la scopava! Mi ha poi detto che sono stati tre minuti di estasi. Poi se lo sfilo', si piego' a 90 gradi sul marmo del piano del bagno e lui glielo rinfilo' ancora un po'. Poi lei mi disse: voglio essere troiissima. Lo fece stendere su un asciugamano a terra, lei si sedette sul suo petto, poi si piego' a toccargli il pene offrendogli la possibilità di leccargli la figa con la bocca. Poi si rigiro' e mi chiese di scoparla finché lei era a cavalcioni sul ventre di lui. E' una posizione classica di Amanda quando siamo in tre. Aveva la figa sfondatissima. Così gli proposi di incularla e lei piego' la schiena in avanti per favorire. Cosi' la ribaciai sul petto e sul collo. Dopo 8-10 colpi gli entrai completamente in culo. Glielo pompai per un bel po', io la inculavo e lei lo baciava sul collo e petto! Stavo per venire ma Amanda mi fermo' e propose una doppia: lui in figa ed io in culo, ma lui, stronzo, non so perché ma non accetto'. Aveva paura di rompere Amanda dentro ??? Amanda si rigiro', mettendogliela cosi' sulla bocca e la lingua di lui riparti'. Con le mani lei glielo rimenava.. io non trovai di meglio che scopargli di nuovo il delizioso buchino del culo ! Ogni tanto mi arrivava la lingua del russo sulle palle, cosa che non gradivo.
Dopo un po' lui chiese di scoparla ancora: cosi lei si sfilo' il mio cazzo, si giro' a smorza candela e se lo rinfilo' per un po' finché lui le chiese il buco del culo: lei glielo rifiuto, forse offesa per la mancata doppia di prima !!
Intanto lui comincio' a venire a più non posso cosi Amanda se lo sfilo' !
Dopo che lui si e' lavato Amanda ha chiesto gli massaggiasse il corpo, lui acconsenti'. Venti minuti di massaggi (o palpate) durante i quali, ed Amanda lo sa (per quello se li fa' fare la troia), la mia gelosia va' alle stelle !
Alla fine Amanda consenti' di farsi baciare da lui sul corpo e poi lo invito' ad andarsene.
Quando lui se ne ando' la portai in vasca idromassaggio per un risciacquo al corpo abusato di lei, e per una bella rigenerata.
La' furono altri 30 minuti di palpate in cui ripercorremmo la serata con la mente e lei mi fece rivenire con le sue mani da troia.
Amanda e Luca
10322
0
14 years ago
lucaeamanda,
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Last visit: 4 days ago
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Iniziazione di Lei bendata
Appuntamento alle 22 circa; siamo
puntuali. L'appartamento è in Zona Brera, via Fiori Chiari. Suoniamo. Ci aprono
senza una parola al citofono, ma sappiamo le indicazioni per raggiungere
l'ingresso. Alex ha pianificato tutto via mail con il lui della coppia (LUI).
Neanche una chiamata, non era necessaria. Si sono spiegati
via mail. E d'altronde le richieste per l'incontro erano semplici e
chiare: LEI sarà ad attenderci bendata,
in lingerie e tacchi a spillo vertiginosi. Lui ce la consegnerà e poi da quel momento
sarò io (Christelle) a condurre il gioco.
Entriamo e ci accoglie LUI in
jeans e camicia bianca. L'appartamento non è grande ma accogliente. Beviamo
qualcosa 2 minuti insieme. LEI è nell'altra stanza, ha sentito il nostro
arrivo. Non abbiamo fretta, la lasciamo un pò fremere nell'attesa.Dopo un pò
che parliamo del più e del meno Alex interrompe la conversazione banale e dice
che adesso si può comiciare il gioco. Lui ci introduce in una stanza illuminata
solo da candele, al centro un letto e di fronte un divano. Entrati LUI si
assenta per andare a prendere LEI.
Quando la porta si apre ci appare
LEI, guidata da LUI. Bendata. Vestita con tacchi a spillo vertiginosi,
autoreggenti, un completino particolare molto sexy e fetish, e sopra solo un
leggero spolverino. Niente vestito. Esattamente come volevamo. Io mi avvicino,
le prendo la mano che LUI lascia e l'accompagno al letto mentre LUI si accomoda
sul divano. Lei freme, come una foglia. E' emozionatissima e anche
eccitatissima. La tranquillizzo parlandole nell'orecchio, accarezzandola teneramente
e baciandola, per farla mettere a suo agio, per fare scomparire l'emozione e
lasciare spazio all'eccitazione. Dopo due minuti la sento rilassata e
percepisco la sua eccitazione salire. E il momento di iniziare a giocare.
Le sfilo lo spolverino che
indossa mostrandola agli occhi di Alex e del suo LUI. La giro di spalle e inizio ad accarezzarle il sedere obbligandola
a piegarsi in avanti e a divaricare le gambe in modo da offrire bene la visuale
del suo culo ad Alex e a LUI. I miei ordini sono secchi, decisi ma anche con un
tono dolce, quasi complice. A due carezze segue un pacca sul culo, così per
circa un minuto. Ogni pacca lei sussulta di piacere. La faccio rialzare e la
bacio sulla bocca e lei, per la prima volta allunga una mano e mi tocca il
seno. La fermo e le dico che ogni sua iniziativa, prima deve chiedere il mio
permesso chiamandomi Signora. Lei annuisce docilmente e mi chiede se può accarezzarmi
e col mio consenso inizia a esplorare il mio corpo prima con le mani. La faccio
inginocchiare e lei inizia ad accarezzarmi e baciarmi le gambe scendendo fino
ai piedi, ancora inguainati dai sandali che porto, tacco 12 cm. Inizia a
baciare le punte dei piedi, poi le prendo la testa e le faccio leccare i tacchi
che lei segue con la punta della lingua per tutta la sua lunghezza più volte.
Il suo LUI inizia a eccitarsi e toccarsi il pacco, Alex osserva compiaciuto ciò
che le faccio fare. Mi sorride. So cosa vuole vedere. E' lui la mente e io il
braccio.La faccio sedere sulla sponda del letto, le divarico le gambe e inizio
ad accarezzarla nell'interno cosce. Lei geme e vedo chiaramente che è bagnata.
Inizio ad accarezzarle il clitoride e comincia ad ansimare; poi le infilo un
dito la penetro. Lei geme sempre di più. le infilo due dita e il suo respiro si
fa affannoso. Sento che sta per venire. Accelero il movimento della masturbazione
con le due dita e dopo pochi scondi lei esplode gemendo e singhiozzando
aggrappandosi a me e ringraziandomi: "Grazie mia Signora"
E' il momento di rendere omaggio
anche al Signore. Quando si è ripresa la faccio inginocchiare davanti a Alex e
le ordino di rendere omaggio al Suo Signore baciando le sue scarpe. Lei afferra
le sue gambe poi si china e si dedica per qualche secondo a baciare la sue scarpe.
Poi mi chiede se può accarezzare il suo corpo. Alex è ancora vestito, ha
pantaloni attillati di pelle, una maglietta attillata. Un apollo, peccato LEI
non possa ammirarlo. Ma lo può toccare e non si fa pregare. Sale lungo le
gambe, all'altezza del sedere, quando gli accarezza le chiappe (Alex ha un
sedere fantastico) manda un gridolino di soddisfazione, e quando arriva a
dorsali e pettorali si lascia scappare un complimento entusiasta. Alex le mette
una mano sulla testa e l'accarezza compiaciuto. Lei si volta istintivamente verso
di me, anche se è bendata, e con un tono tipico di una bambina che brama il
giocattolo che desidera intensamente, mi chiede se può spogliarlo e baciare il
suo corpo. Posso rifiutarmi?
Lei gli sfila la cintura, poi si
alza, gli leva la maglietta e inizia a baciarlo sul petto e sui capezzoli, sui
pettorali, sugli addominali scolpiti. Poi scende, si inginocchia nuovamente e
gli sfila i pantaloni. Alex rimane in perizoma, che gli sta da dio. Lei se ne
accorge perché accarezzando il sedere sente solo il filo tra le chiappe,
manifestando compiaciuta la sua approvazione. Alex le prende le mani e avvicina
il suo pacco, che preme sulla leggera stoffa dello slip, al volto di LEI. Lei
lo accarezza con una guancia poi inizia
a fare scivolare le sue labbra appena socchiuse lungo l'asta avvolta
ancora dalla stoffa. Il pacco si gonfia ancora, ma il gioco che dura poco. Alex
si volta e adesso è il suo sedere all'altezza del viso di lei. Con un ordine
secco che non ammette repliche le dice di sfilargli gli slip e lei risponde:
"Si mio Signore".
Tolto il perizoma LEI rimane in
ginocchio, bendata, immobile a pochi cm dal culo fantastico di Alex. Il tempo per un attimo sembra fermarsi.
L'immagine è meravigliosa, cerco di fermarla nella mente. Vorrei fermarla su
una foto. Lei sembra quasi trattenere il fiato in attesa dell'ordine
successivo. Alex divarica lentamente le sue gambe, quasi assaporando ciò che
tra qualche secondo riceverà . Si piega in avanti, poi appoggia una mano sulla
testa di LEI e la attira verso il suo buchetto. L'ordine è arrivato e lei
capisce cosa deve fare. Con il volto affondato tra le chiappe di Alex e
aggrappata con le mani ai suoi quadricipiti, inizia a leccargli il culo, prima
lentamente e poi sempre più con foga. Io ne approfitto per mettermi davanti ad
Alex per succhiargli l'uccello. So che in questa posizione non può resistere
molto perché una Donna che gli lecca il culo e io che gli faccio un pompino è
una delle sue posizioni preferite.
E infatti Improvvisamente Alex si
ferma. Io so già cosa vuole. Mentre faccio alzare LEI vedo il suo LUI eccitatissimo che sul divano si sta gustando
la scena evidentemente compiaciuto e si sta menando l'uccello. Sdraio LEI sul
letto, mi metto tra le sue gambe e inizio a baciarla e a leccarla mentre Alex,
a cavallo dei sui seni, si sta facendo leccare le palle per raffreddare un pò
l'eccitazione. La mia lingua la fa gemere, e inizia a contorcersi dal piacere.
Non mi basta e le infilo due dita. Mentre la penetro la lecco sul clitoride
strappando gridi di goduria che Alex smorza infilandole tutto l'uccello in
bocca fino in gola. Poco dopo lei lancia in un grido prolungato di piacere con l'arrivo
dell'orgasmo, iniziando a tremare tutta. Per un minuto geme e freme, squassata
dal piacere.
Quando si riprende Alex si mette
in piedi sul letto. Faccio mettere in ginocchio LEI e io accanto. Con lei iniziamo
a baciarci e mentre le nostre labbra si cercano contemporaneamente baciamo il
cazzo di Alex, tesissimo e duro, pronto a esplodere. Facciamo scorrere le nostre
lingua e le nostre labbra alternativamente sulla sua asta, sulle sue palle e
sulla sua cappella mentre Alex ha le mani nei nostri capelli. Poi ci blocca, ci
mette l'uccello a contatto con le nostre labbra, da una parte e dall'altra
della sua asta, quasi a sandwich, e inizia a farci muovere le teste
contemporaneamente come una specie di sega, solo che non è una mano che si
sposta ma le nostre labbra e la nostre teste che muovendosi all'unisono
sull'asta lo masturbano. Quando si blocca capisco che sta per esplodere. Prende
la testa di lei, gli dice di aprire la bocca e di tirare fuori la lingua.
Appoggia la cappella sulla sua lingua mentre io gli afferro l'asta e inizio una
lentissima sega. Con una mano io lo sego, mentre lei con la lingua lo solletica
sotto la cappella. Bastano pochi secondi, Alex la stringe per i capelli
tenendola ferma e esplode. Quattro, cinque fiotti violenti di sperma la
colpiscono in pieno volto e le inondano le guance.
E' il mio turno. La invito a
sfilarmi il vestito di pelle che ancora indosso. E' attillato, legato sul
davanti da lacci e a malapena contiene la mia 5^ abbondante. Mi sdraio e metto
il suo volto tra le mie gambe. Le dico che adesso tocca alla sua lingua farmi
impazzire e che se vuole rivedermi dovrà farmi godere da matti. Lei è in
ginocchio sul bordo del letto la sua testa tuffata tra le mie gambe. Invito il
suo LUI ad avvicinarsi e a penetrarla da dietro. Si alza e con un colpo le
infila l'uccello dentro iniziando a pomparla. Un trenino fantastico: lei che
lecca me, che gode dei colpi di lui che sta impazzendo di piacere mentre la
penetra. L'orgasmo arriva insieme per tutti quanti. Io godo sotto i colpi della
sua lingua mentre le afferro i capelli. Lei esplode per l'ennesima volta sotto
i colpi del suo LUI che un istante dopo averla fatta venire le scarica sulla
schiena tutto il suo piacere. Degna conclusione di una bella serata.
Lei sfinita si accuccia
teneramente sulle mie gambe, mentre le accarezzo i capelli. Con l'ultimo rivolo
di fiato che le rimane mi ringrazia. Poi mi alzo mi ricompongo e con Alex
usciamo dalla stanza, non senza prima averla teneramente baciata in bocca. Per
tutto il tempo lei è rimasta con la benda e quando usciamo la indossa ancora.
Non ci ha mai visti in volto. Forse la prossima volta. Il primo step di sottomissione
è stato superato a pieni voti. Lui ci accompagna alla porta. Non trova le
parole per descrivere l'eccitazione e le emozioni vissute. Ci dice solo che è
stata l'esperienza più fantastica che abbia mai vissuto. Per entrambi era la
prima volta.
Christelle&Alex
Mail: [email protected]
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15 years ago
Dominacoppia,
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Tania e il desiderio
Tania e il desiderio
E’ strano a volte ripensare dove ti porta la vita.
Mi considero un Viaggiatore di quelli che guarda fuori per scrutarsi dentro e questo mi porta spesso a cambiare le considerazioni su me stesso in funzione dei luoghi che visito.
Riparto dall’inizio.
Mi sono ritrovato ad un ‘età matura a combattere con la voglia femminile di complicità e trasgressione. Purtroppo, come la maggior parte dei “cristiani”, non avevo ancora capito che la Santa Inquisizione aveva relegato la donna al ruolo comprimario di “oggetto del desiderio”.
Una voce:“Ci sei?”. A volte mi tocca ritornare alla realtà della vita. “Si ci sono”.
Chissà perché abbiamo sempre bisogno di certezze.
Come dicevo la vera sensualità della donna l’ho scoperta avanti negli anni e devo dire che la cosa all’inizio mi ha turbato.
Le considerazioni sull’uomo cacciatore e virile hanno dovuto lasciare spazio alla realtà di un uomo preda e finalmente consapevole del suo ruolo di “oggetto” delle voglie della donna.
“Marco hai chiamato Luca? Ci aspettano al Privè?”. A volte mi domando se in realtà siamo noi maschi a condurre i giochi o se siamo solo delle pedine. “ Adesso li chiamo”.
Da qualche mese abbiamo cominciato a frequentare un locale particolare. C’e’ una sorta di ricerca delle emozioni in quel luogo che ti fa pensare e riflettere.
“Chiamali, altrimenti poi si arrabbiano”. Accidenti, perché mai dovrebbero arrabbiarsi? E’ un gioco in fondo, non ci si deve arrabbiare se un concorrente non può partecipare: “ Lo faccio subito”.
Ho chiamato, ho espletato il mio compito di maschio.
Come dicevo, c’e’ un’ aria di vita che aleggia in questi locali, qualcosa che ti induce a rilassarti e nello stesso tempo ti invoglia alla trasgressione.
Ci sono persone, delle quali non faccio nomi, che con la scusa del miele ti ammaliano con la simpatia e l’avvenenza.
“Tesoro sei pronto?”. Se rispondo di si mi viene giù con la borsetta in mano, se rispondo di no mi sento un urlo : “ Quasi”.
Chissà perché le donne hanno il potere di farti sentire sempre disordinato.
Sono ormai 5 anni che frequentiamo quello che molti definiscono il “mondo trasgressivo” e più passa il tempo e più mi accorgo che la vera trasgressione è quella che viene vissuta dalle coppie che riescono a gestire degli amanti. Qui di trasgressivo trovi il caffè con il miele.
Qui si vivono le fantasie comuni, quelle che hanno tutte, e dico tutte, le coppie normali.
“Se non ti sbrighi arriviamo tardi e finiamo per risultare maleducati”. Si condivido pure io quello che dice Tania, la vera maleducazione è approfittare della benevolenza degli altri. “ Devo solo mettermi il cappotto e sono pronto”. Non è vero, ma mai più le dico che devo ancora vestirmi.
Da quando la conosco ho scoperto tante cose. Tante cose.
Ricordo la prima volta che siamo entrati in un Privè. Che sensazione strana. Tutte le coppie dovrebbero provare ad entrare in un privè una volta nella vita.
Adesso devo incominciare a pensare a qualcosa di simpatico da scrivere sui Privè, me lo sono ripromesso.
Ricordo la prima volta che siamo entrati in uno di questi locali e ci è venuta incontro un venere bionda dicendoci : “ Ciao ragazzi, benvenuti”. L’accento era tipicamente Russo.
Maaaaaarrrrkkkkkk cosa posso dire?.
“Tesoro cosa posso dire sui Privè?”. Attendo la risposta.
“Che se ti sbrighi e molli il Pc andiamo a divertici”. Perché le donne sono così pratiche.
Come tutti i Viaggiatori Erranti anche io non esco dal luogo comune dell’unire l’utile al dilettevole.
Utile è muovere le gambe per poter visitare i luoghi, dilettevole è poter divagare con la mente.
Dovrei parlare di sesso e di trasgressione, ma la mente quando penso ai momenti vissuti “qui” corre sempre. Si dilunga, si perde, si compiace. Forse è questo il vero obblio, e se questo è il vero obblio allora la trasgressione è una cosa buona. Bravo io.
Mi piacerebbe un giorno poter essere una statua granitica, poter vedere senza essere notato.
Ci penso spesso a questa possibilità.
Devo parlare dei Privè, ultima divagazione.
Capitolo I
Le scarpe nuove mi dolevano un po’ e mi domandavo se sarei riuscito a sopportare il disagio per tutta la sera. Premevo sull’ acceleratore anche forse per alleviare il dolore. L’appuntamento era fissato per le ventidue ed erano appena le venti. Tania affianco a me era intenta a spiegarmi le sue considerazioni sulle nuove formazioni politiche. Guardavo ammirato le sue gambe abbronzate e le scarpe con tacco a spillo. Ogni tanto alzavo lo sguardo verso il suo viso e lo vedevo preso dal discorso che faceva. Gli occhi azzurri e belli stonavano con l’argomento. Mentre parlava la continuavo ad ammirare e mi risultava difficile collegare a quel corpo quelle parole piene di enfasi.
“Ma ti sembra giusto che ci possano prendere in giro in questo modo?”. Mi sono abituato a non considerare quello che dicono i politici. Ti dicono : “ Basta alle fabbriche che inquinano” e subito dopo ti dicono “ o produciamo di più o l’economia langue”.
Un giorno, avevo 13 anni, mia madre mi disse : “ Non puoi fare questo, il blasone impone……”.
Mi è rimasta sempre impressa questa frase e mi ha portato nella vita a molte considerazioni.
Ma mi devo comportare così perché l’ etichetta lo impone o perché è la mia indole che mi suggerisce il comportamento? Sono buono di natura o perché me lo impongono?.
I politici dicono le cose perché il colore lo esige o perché le pensano?
Siamo quasi a Milano. Il primo appuntamento intrigante e stiamo parlando di politica.
“Sto meglio con il rossetto rosso o più tendente al rosa?”. La adoro. Eravamo passati dai discorsi seri in cui i colori erano in guerra al colore delle sue labbra. Guardandola mi resi conto che il colore era veramente superfluo, ma sapevo anche che per lei era essenziale: “ Forse meglio tendente al rosa”.
Io guidavo e le scarpe nuove continuavano a darmi fastidio. Lei continuava il suo trucco e la luce dello specchietto di servizio mi dava la possibilità di continuare ad ammirarla. Girai lo specchietto retrovisore un po’ in modo che potevo guardarla da li. Era tranquillissima, come se stessimo andando a vedere un film al cinema o a trovare dei parenti. Nulla traspariva eppure stavamo andando al primo appuntamento “trasgressivo”.
Erano mesi che attraverso la chat avevo conosciuto Luca. Lui un Gip di Milano (Giudice per le indagini preliminari) aveva 35 anni ed era sposato con Lucia da 4 anni. Lucia l’avevo vista in foto.
Bellissima ragazza, 32 anni, mora, a sentire lui occhi verdi e alta 174 per 56 chili ( le foto in internet bisogna interpretarle o avere chi te le interpreta).
“Ma sono carini?”. A volte mi chiedo se le donne sanno veramente leggerti nel pensiero.
“Lei sembra molto bella, lui non lo so”.
Adesso cercava di scrutare dal mio viso se c’era un interesse preciso. “Bella quanto?”
O Dio, essere o non essere.Dire o non dire. Capire e capirsi.
“Non ho mai visto una donna che mi interessi più di te e da delle foto come faccio a dirlo?”
Noi uomini sappiamo salvarci in corner. Ma che poi sia veramente un corner o magari è solo un modo di eludere un discorso che non interessa?
Però c’era da ragionarci. Mi interessava questa Lucia, conoscerla, sentirne il profumo, o in definitiva il vero motivo di questo incontro era che siamo curiosi e propensi alle cose proibite?
“Ti è piaciuta in foto?”. Ecco appunto. La gelosia della donna è come un diesel. Parte piano ma quando parte consuma poco e non si ferma più. Noi siamo dei jet.
“E’ carina e Luca è molto simpatico”.
Intanto eravamo arrivati alla barriera di Milano. Il navigatore mi dava l’arrivo al ristorante per le 21.10, ma l’appuntamento era per le ventidue.
Adesso era assorta. Chissà a cosa stava pensando.
Glielo chiesi : “ A cosa pensi?”
“ Stavo pensando che oggi non mi hai ancora detto di più”.
“Di più di ieri”. La donna sa di essere amata, ma vuole sempre le sue certezze
Capitolo II
Una mattina stavo cercando di far passare il tempo, avevo un appuntamento da li a mezz’ora e in mezz’ora non avrei concluso niente. Allora entrai nella stanza delle mie collaboratrici che analizzano le strutture logistiche dei clienti.
Erano quattro ragazze molto carine. Alcuni miei clienti mi chiedevano spesso se io assumo in base alla bellezza o in base al cervello.
Mi avvicinai di soppiatto da dietro e mi accorsi che non mi avevano sentito entrare.
Francesca stava scrivendo alacremente battendo forte i tasti sulla tastiera. Era molto presa dal suo operato.
Guardavo lo schermo e nulla mi sembrava familiare. Non c’erano le solite videate. C’erano tante finestre grigie e lei ora scriveva in una ora nell’altra.
Mi avvicinai un po’ di più. Ora avevo un’aria furtiva. Volevo leggere e capire cosa occupava così febbrilmente Francesca al punto che non mi aveva sentito arrivare.
- Ma credi che io sia scema?”
- No, però potresti essere una troia.
- Non darmi della troia altrimenti chiudo
- Va be, allora sei una troietta.
Ma che cavolo stava scrivendo? Non volevo approfondire cosa c’era scritto nelle altre finestre, questa mi aveva già sconvolto. Francesca aveva 23 anni, una ragazza serissima, fidanzata da 5 anni. Molto bella, mora, alta. Molti clienti mi dicevano : “bella ma quando viene qui non da spazio, è una mezza suoretta”. A volte li lasciavo parlare i clienti anche se mi dava fastidio che pensassero alle mie collaboratrici come terra di conquista.
Francesca che si faceva dare della troietta da qualcuno? Impossibile
Stavo attendendo la risposta.
- Se io sono troietta tu sei il mio porco
Addirittura. Non riuscivo a crederci. Stavo pensando al suo fidanzato, Paolo. Stava chattando con lui?
“Francesca, ma con chi sei?”. Un fulmine a ciel sereno sarebbe stato meno dirompente.
Dovetti fare un passo indietro per non subire la sedia che cadeva all’indietro. Era scattata in piedi, le guance erano rosse. Mi squadrava immobile e non riusciva a proferire parola.
Adesso cominciavo a capire. Stava giocherellando in chat con qualcuno che facilmente non conosceva. Era un gioco, ma forse il gioco si stava spingendo un po’ oltre il confine del lecito.
Cercai di stemperare la tensione. “ Ma stai prendendo in giro qualcuno?”. In giro, mah. Il gioco sembrava abbastanza serio.
- Ci sei mia troietta?
Il suo amico continuava a scrivere.
“ecco, appunto. Mi sono presa un attimo di relax e sono entrata in questa chat”.
“Si ok, ma questo ti da della troietta”.
Per me Francesca era come una sorella. Non scherzo. Avevamo passato ore uno affianco all’altra a cercare di risolvere problemi dei clienti. Molte volte la vicinanza ci permetteva di sentire i nostri profumi. Avevamo passato nottate in alberghi sempre in stanze separate. “Buona notte”. “ Buona notte Francesca”. Sempre integerrima nel suo tailler. Nulla che potesse far trasparire un bel che minimo interesse alla sfera sessuale.
Ed ora. Ora era li che le davano della troietta e lei che si compiaceva di questo.
Mi accorsi a quel punto che lei stava riprendendo possesso del suo self control e che quello imbarazzato ero io. Ora l’aria che aveva in viso era sorniona e mi sfidava apertamente. Lei era la troietta e io il porco colto in flagrante stato “porcellante”.
Ero imbarazzatissimo pur non avendo fatto niente. Mi trovavo davanti alla troietta, che poi non era troietta. Oppure lo era?
Qualcosa mi uscì: “ Ma chatti spesso?”.
Cercavo di andare in contropiede. Lei era però già in difesa e mi aspettava.
“Mi piace stuzzicare”. Ennesimo colpo basso. Il suo sguardo era ferreo ma nello stesso tempo ammiccante. Eravamo ad una svolta. Subire o continuare l’attacco nonostante la difesa fosse piazzata?
Cercavo di trovare qualche parola, ma l’unica che mi risuonava nella mente era “troietta”. Non era il caso di farla uscire dalla bocca, sarebbe stato un autogol.
In quegli attimi mi risuonavano nella testa tutte le frasi sagge : “Mai unire il lavoro con il sesso”. “Se ti fai la collaboratrice l’azienda non è più tua”. “ Donne e motori gioie e dolori”.
Si era girata, ora mi dava le spalle. “ Adesso riprendo il lavoro. A propositi dei Mancini posso fare di testa mia?”.
Mammaaaa. Ero ancora li in piedi con le gambe che tremavano. Lei aveva ripreso tranquillamente sicurezza di se mentre io ero ancora intontito dal colpo subito.
Senza voltarsi disse un frase che per me rimarrà una pietra miliare sulla strada di Damasco: “ Il sesso è vita, ma il lavoro è un’altra cosa. Vuoi che uniamo le due cose?”
Beata ingenuità. Chiaramente stò parlando della mia.
Prossimamente i capitoli successivi
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14 years ago
marctania,
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Tania e il desiderio (cap. III IV V )
Capitolo III
Il sesso di gruppo mi ha sempre fatto venire in mente le orge romane. Chissà perché. O forse il perché lo so. Sono le uniche orge di cui si parla e ti parlano a scuola.
I romani non si vergognavano di questa pratica e anzi la decantavano.
Io e Tania ci conoscevamo già da 4 anni la volta che siamo usciti insieme da soli per la prima volta.
L’ appuntamento è stato un po’ rocambolesco e preceduto da piccole ripicche da una parte e dall’altra. Forse esisteva la paura che la serata potesse non andare come la si era immaginata per tanto tempo.
Il ristorante era molto carino e i camerieri molto professionali. Il cibo era all’altezza del ristorante e i piatti di pesce che si susseguivano si accompagnavano perfettamente al buonissimo vino scelto per nostra accondiscendenza dal sommelier.
Devo dire che fu la cena in cui mi sentii più a disagio. Lei mi stuzzicava continuamente e la mia virilità continuava a esplodere a dimostrazione che non ero insensibile alle lusinghe e alle belle donne.
Francamente non mi ricordo quanto pagai tanto ero preso da altri pensieri più interessanti. Il ritorno verso Verona fu ancora un tormentone. Lei continuava a provocare e io mi sentivo dentro una forza innaturale. Arrivati sotto casa sua cercai di prendere delle piccole iniziative ma queste venivano subito stoppate. Finalmente Tania si avvicinò e mi baciò con trasporto. Io da buon maschio italiano allungai allora le mani nel tentativo di afferrarmi a qualcosa che mi permettesse di rimanere in equilibrio e mi ritrovai con il suo seno in mano. Lei si distaccò subito con un’aria indispettita: “Non è un po’ presto per andare oltre?”. Sono le due di notte pensai scherzando, dovevo aspettare le tre?.
E’ strano dove ti porta la vita. Ero pronto per partire per una vacanza in barca di 20 giorni. Al mare l’equipaggio mi aspettava già da un’ora eppure io ero li che avrei aspettato volentieri l’ora fatidica delle tre per proseguire e andare oltre. Ma poi le tre era l’ora fatidica? Forse voleva intendere giorni, mesi, appuntamenti e chissà cosa altro.
Si sentivano distintamente le acque dell’ Adige che scorrevano mentre ci guardavamo negli occhi e questo creava un chè di armonioso intorno a noi.
Presi la decisione : “Tania, devo andare e sono in ritardo”.
Lei allora si avvicinò di nuovo e mi baciò. In quel bacio c’era finalmente tutta l’attesa di quattro anni. Sentii delle vibrazioni nuove e piene che non lasciavano dubbi e che soddisfavano tutte le attese. “Ci rivediamo?”. Mentre lo diceva mi fissava negli occhi. Io mi sentivo come un bambino che aveva appena rubato la marmellata. Non sapevo cosa rispondere e cercai di buttarla in ridere: “Se il tempo lo permette e se mi lasciano ritornare”. Penso che Ulisse non sarebbe stato capace di dire di meglio.
Durante il viaggio continuai a ripensare alle ore passate e l’immagine e le parole di Tania mi accompagnarono al punto che le 4 ore mi sembrarono un semplice viaggio verso il lago di Garda..
Il giorno dopo il pensiero dei venti, del mare e delle mete avevano cancellato la bella serata e così il giorno successivo. Il vento rinforzava e le manovre in barca erano sempre più difficili.
La sera finalmente mi ricordai che era il suo compleanno, presi il telefonino e composi il suo numero. Primo squillo, secondo squillo.
La sua voce : “ Pronto”
“Ciao bella, buon compleanno”
“Finalmente mi hai chiamata, è da questa mattina che aspetto la tua telefonata”
Un po’ in colpa : “Non ho potuto farlo prima, abbiamo faticato da Pola a Krk, il tempo è stato inclemente”. Cercavo di scusarmi ma nello stesso tempo mi domandavo perché dovevo farlo. In fondo c’era stato solo un bacio.
“Spero tu abbia passato una bella giornata?”
“L’ho passata con Paola a parlare di te, tutto il giorno”.
“Ma perché allora mi hai tolto le mani?”. In questa frase c’era tutta la mia incertezza, tutto il mio essere maschio che si domandava cosa ero io per lei. E poi si dice che siamo cacciatori. Ma se noi siamo cacciatori loro sono le prede che si fermano come sagome e attendono di essere colpite, ma se non vogliono farsi colpire scappano ad una distanza che il tuo fucile non le può raggiungere.
La sua risposta non si fece attendere : “ meglio desiderare che avere”.
Chiusa la telefonata mi dovetti sedere . Mi veniva in mente il mito dell’androgino, quell’essere completo dei fattori uomo e donna che fu diviso dagli dei perché considerato pericoloso. Per quanto avrei dovuto vagare prima che gli dei mi permettessero di ricongiungere le due metà?
Fino a poco prima l’immagine di Tania era solo un semplice pensiero, ora con una frase che implicava il desiderio stava riempiendo la mia mente di navigatore, di marinaio con una donna in ogni porto. Con il tempo e ripensandoci tutto questo l’ho collegato ad una frase di una coppia conosciuta in un privè nel milanese, Billy e Billina ( vi accorgerete che i soprannomi delle coppie sono alquanto carini) :”A volte i desideri di coppia vanno soddisfatti, a volte è meglio che rimangano dei desideri”.
Il secondo appuntamento lo programmammo al mare, su una barca. Erano passati 22 giorni dalla sera del bacio.
Partimmo subito per la navigazione anche per liberarci dell’imbarazzo che ci stava procurando il vederci dopo un lungo periodo. Il bacio era un ricordo lontano.
Mi dette una mano nelle manovre tanto da potermi accorgere che era una provetta marinaia.
Non successe nulla per tutta la giornata. Al ritorno in porto e nelle manovre di attracco la vedevo impaziente di qualcosa, ma non riuscivo a capire di cosa.
“Andiamo a bere qualcosa giù in dinette?”. Lo disse che un po’ di malizia e questo mi procurò un certo imbarazzo. Eravamo attraccati, dalla dinette si poteva osservare la gente che passeggiava sulla banchina e chiaramente loro potevano osservare noi. Ad un certo punto lei si avvicinò, posò il calice sul tavolino e si spogliò. Rimase nuda, abbronzata ad osservare la mia reazione.
“Ci possono vedere”. Penso di aver proferito queste parole balbettando. I miei occhi erano fissi sul suo corpo. Mi appoggio le mani sulle spalle spingendomi all’indietro sul divanetto.
Mi guardava fisso negli occhi e con un sussurro: “ Speriamo di dargli un bello spettacolo”.
Con le mani mi stava togliendo il costume e cercava la mia virilità. Misi finalmente le mani sul seno e questa volta la reazione fu di abbandono e non si ritrasse. Il seno era bellissimo, sodo e morbido nello stesso tempo e reagiva in modo percettibile ad ogni mia carezza. I corpi si stavano aggrovigliando e il sudore rendeva il suo corpo d’orato e lucido. Mi stavo lasciando andare, i sensi prendevano il sopravvento sulla razionalità.
Con un ultimo sforzo mi uscì di bocca un : “ Se guardano dentro ci vedono”.
Mi fisso dritto negli occhi, i suoi occhi azzurri brillavano, le sue mani stringevano forte le mie parti più care : “ Speriamo che una donna ci veda e venga a farci compagnia”.
Facemmo l’amore in tre, anche se eravamo in due. La terza andava e veniva nelle sue fantasie. Ora ci assecondava, ora ci guardava. Fu una cosa strana, intrigante e nello stesso tempo imbarazzante.
Riusciva a farmi credere muovendo le mani che ci fosse, ma ora non c’era tra di noi, adesso si e mi accarezzava. Ora il mio pene finiva nella bocca della sua ospite, ora stavo facendo l’amore con lei.
Io sudavo, i sensi mi prendevano completamente la mente, non sapevo che nome di donna ringraziare, la ospite non ci aveva detto il nome. L’orgasmo arrivò liberatorio. L’urlo penso che spaventò anche il marinaio della pilotina che stava entrando in porto che prontamente azionò la tromba con i due colpi.
Mi accasciai di lato a lei, ansimavo. Lei mi accarezzò la fronte, mi prese la mano e mi ascoltava il cuore che batteva sul polso.
“Ma chi era la tua amica”.
Gli occhi erano sorridenti, alzò la mano in alto e la aprì verso di me facendola girare di quel mezzo giro, il classico gesto che significa : ‘ e chi lo sà.
Secondo me lei sapeva chi era l’ ospite inaspettata, la sua mente l’aveva modellata, ma io non lo so e facilmente non lo saprò mai.
Ma questo non ha importanza. Da li a poco le amiche si sarebbero intensificate e molte volte venivano anche chiamate da un invito. Io cominciavo a subire questo gioco e volevo poterle dire : “ Ma quando facciamo l’amore in due”.
Più il tempo passava più mi accorgevo che le sue fantasie aumentavano. I nostri giochi non erano mai privati.
Non mi ricordo quando accadde ma una sera arrivò una richiesta precisa : “Perché non invitiamo una sera Manuela a giocare con noi?”.
Manuela era una collega di Tania. Una ragazza che secondo lei aveva delle mire ben precise nei miei confronti. Manuela era molto bella. Piccola di statura ma con un viso molto espressivo. Capelli neri, occhi vispi e un fisico bello e muscoloso al punto giusto. Molte volte loro due scherzavano con me in pubblico e mi facevano passare per l’uomo con due donne. Scherzando mi accarezzavano in ogni parte mentre la gente attorno ci guardava un po’ imbarazzata.
Fino a quel giorno era stato tutto uno scherzo, o forse non lo era mai stato uno scherzo.
“Ma se sei gelosissima”: risposi in maniera seria. Ogni donna che mi guardava era una maledizione caduta dal cielo. Se oltre tutto rispondevo allo sguardo mi sorbivo prediche infinite.
Che strano che è l’ animo umano.
“Ma sono io che scelgo, sono io che voglio. Non è un tradimento”.
Molto tempo dopo una coppia di Milano, joe & nani, usciti da una festa in una villa nel comasco, bevendo un caffè in un autogrill disse una cosa molto accorta : “ Noi giochiamo spesso e volentieri, Nani mi piace vedere che gioca con gli uomini, ma se fuori da questo mondo si permette di fare un apprezzamento su un uomo non la passa liscia”.
Il sesso per il sesso, l’amore e il sentimento per il proprio partner.
Fu il periodo che cominciai a leggermi i classici dell’erotismo. Mi studiai gli usi e costumi degli antichi greci e dei romani. Trovai che nelle terme romane esistevano delle entrate abbastanza nascoste e segrete dove le donne di una certa classe potevano entrare, infilarsi nell’oscurità e nelle nebbie dei fumi delle terme, e li assecondare nell’anonimato le loro voglie sessuali.
Poi il cristianesimo cercò di ovviare a questi desideri femminili di sesso e richiamò la figura del diavolo quale elemento che si impossessava delle donne rendendole vogliose e desiderose.
Cominciavo a capire la figura della donna, tutte le loro fantasie che nascevano da istinti naturali.
Un giorno presi la decisione. Era giusto che Tania avesse la possibilità di esprimere la sua sensualità e che provasse qualche fantasia.
Erano passati ormai 3 anni dal primo rapporto in barca e nel frattempo le fantasie erano sempre più ricche di situazioni. Mi ricordai di quello che era accaduto in ufficio qualche giorno prima con Francesca e mi misi al Computer. Cercai la chat in cui stava chattando Francesca, mi ricordavo un 77.
Scrissi 77 su google, ma niente, troppe pagine. Allora scrissi 77 e chat. Bingo.
Cominciai a chattare , cominciavo a capire un mondo fino a ieri sconosciuto.
Chi cercava maschi , ed era un maschio. Chi femmine, ed era femmina. Chi coppie ed era coppia.
Quelli che seguirono furono giorni intenti a capire sia lo spirito che animava questo gioco e sia le fantasie reali di Tania.
Un giorno sentii parlare di club privè. Cercai di capire cosa erano, cosa si faceva, chi li frequentava.
Ce ne era uno anche vicino a noi. A quel che si diceva era molto carino e dentro c’era da divertirsi.
Una sera a tavola la buttai li : “ Sai che esistono dei locali trasgressivi dove le coppie vanno a cercare sesso? Sembra che dentro giocano, guardano e ci sono anche giochi tra donne.”.
Tania mi fissava incredula. Mi sembrava di essere un altro uomo. Lo sguardo che aveva era diverso dal solito. Proferì poche parole, ma per lei liberatorie di un periodo che penso che lei abbia considerato l’ “oscurantismo” : “Prima o poi lo sapevo che mi avresti accontentata, sei troppo intelligente per non capire”.
Adoro le donne perché con loro non servono alchimie, equazioni, relazioni per farsi considerare intelligenti, basta capirle.
Capitolo IV
Era da un po’ che eravamo arrivati al luogo dell’appuntamento e stavamo aspettando impazienti l’arrivo di Luca e Lucia. Mancavano ancora 10 minuti alle 22 e l’eccitazione mista al disagio cominciava a impossessarsi della mia testa. Notavo in Tania una certa apprensione e ora la mano tremava mentre portava alla bocca la sigaretta.
“Ma da noi cosa vogliono?”.
“Credo che vogliano conoscerci e mangiare qualcosa”
Mentre parlava aveva tirato giù l’aletta parasole e si stava sistemando il trucco alla luce della lampadina di cortesia. La conoscevo bene, era nervosa. Conoscevo perfettamente quel suo modo di mordersi il labbro inferiore mentre cercava di distribuire l’ombretto.
“Sai cosa sto pensando, che se ti è risultato simpatico sicuramente deve essere una bella persona”
“Grazie della fiducia”.
Si girò verso di me, e adesso era calma, dolce come non mai.
Stava giocando con le gambe e se le accarezzava. Le piaceva provocarmi e la sua provocazione partiva sempre dall’accavallamento delle gambe. “Non mi sono messa le mutandine, spero che la cosa non sia disdicevole”.
La frase era stata buttata li a regola. Quasi sempre quando usciva non portava le mutandine, ma dirlo chiaramente mi portava a guardare la dove l’indumento mancava, caso mai non ci avessi fatto caso.
Aveva ricominciato il suo gioco di seduzione e tutto il resto, l’appuntamento, l’ orario, Luca e Lucia ora erano lontani anni luci.
Noncurante della gente che passava attorno la macchina lei come altre volte stava ricreando il suo micro mondo fatto di sguardi e allusioni.
Lo squillo del cellulare mise fine al suo giochetto.
“Ciao Marco sono Luca, dove siete?”
La voce di Luca era tranquillissima, si notava che erano avezzi a queste situazioni : “ Siamo parcheggiati davanti al ristorante, affianco ad una bellissima Ferrari gialla.”
“Si , adesso vi vediamo, parcheggiamo e siamo da voi”.
Mi girai verso Tania, ora era di nuovo agitata, si era ricomposta e cercava con un sorriso di apparire calma e rilassata.
“Scendiamo” e mentre lo dicevo aprii la porta e mi portai in strada.
Lei scese e vidi che cercava febbrilmente qualcosa in macchina. “Cosa cerchi?”
“Le sigarette”.
“Guarda che le hai in mano”.
“Ops, che sbadata”. Mi fece il suo solito sorriso da oca giuliva che piaceva tanto a lei ma ancora di più a me.
Ci mettemmo a ridere e lei girò intorno alla vettura e venne a mettere il suo braccio sotto il mio : “Andiamo mio cavaliere”.
Una coppia si stava avvicinando con passi affrettati, lui denotava una certa allegria nel passo. A occhio era un bel ragazzo. Jeans, camicia bianca fuori dai pantaloni e capelli neri. Poteva essere alto sul metro e ottanta. Girai lo sguardo verso Lucia. Rimasi senza fiato. Un po’ distaccata da Luca, avanzava con un passo deciso ma molto composto.
Era veramente molto bella. I capelli castani lunghi erano scossi dalla brezza della serata, la minigonna arrivava si e no all’inguine e le sue lunghe gambe affusolate ed abbronzate mi stavano ipnotizzando. Alzai lo sguardo verso un top bianco che arrivava appena sotto il seno, piccolo a quel che si vedeva, ma ben formato.
La guardai in viso e vidi un sorriso che in un attimo mi ridonò una tranquillità che dall’attesa dell’appuntamento avevo perso.
Guardai allora Tania e vidi che era intenta a scrutare Lucia.
Il suo sguardo andava dal compiaciuto, al dubbioso e però notavo un certo luccichio che francamente non avevo mai visto così accentuato nei suoi occhi.
“Scusate il ritardo, ma il traffico oggi è maggiore del solito”
“Figurati Luca, Ciao sono Marco”. Mi ero subito allungato per prendere la mano di Lucia e la portai verso la bocca per un baciamano. Lei si apprestò a ritirare la mano e mi abbraccio dandomi tre baci come se ci conoscessimo da moltissimo tempo.
Nel frattempo Luca stava facendo la stessa cosa con Tania.
Sembravamo veramente degli amici che non si vedevano da tanto tempo, ma che avevano vissuto insieme tantissime avventure.
A quel punto Lucia si avvcinò a Tania, la strinse a se e sentti distintamente cosa le disse : “ Sei veramente bella, le foto non ti fanno onore”
Tania abbozzò un “Anche te”. Io che sapevo che lei non aveva mai visto le foto di Lucia feci un sorriso tra me me e pensai, ‘ io le foto le ho viste, ma condivido”.
Fu Luca a quel punto a distogliere l’allegra brigata dall’imbarazzo : “Entriamo che ho prenotato il tavolo per le 22”.
Entrando detti un sguardo verso Tania. Le due ragazze si stavano tenendo per mano. Lucia, qualche centimetro più alta di Tania, la dirigeva all’interno del locale come se fosse la sua amica più intima. Io e Luca stavamo discosti di lato a loro e le seguivamo.
Ci sedemmo al tavolo che ci avevano assegnato e potei notare distintamente il bigliettino di riservato con il cognome di Luca scritto sopra. O mamma. Il cognome mi diceva qualcosa. Mi ricordava qualcosa che riguardava la sfera delle amicizie dei miei genitori.
Guardai in viso Luca per capire o ricordare qualcosa che mi potesse illuminare. Cercavo nei lineamenti qualcosa di noto e già visto.
Nel frattempo Lucia stava fissando Tania con un sguardo che era tra il sogno e l’estasiato.
“Siete di Verona?”. Lucia stava chiedendolo a Tania e mentre lo chiedeva la fissava dritta negli occhi.
Tania vedevo che era tranquilla e ricambiava lo sguardo senza imbarazzo.
“Cosa mi racconti di bello Marco?”. Luca stava cercando un colloquio con me ed io ero combattuto dal rispondere al suo invito o godermi quella situazione particolare.
Ora lo sguardo di Lucia era indirizzato indiscutibilmente verso la scollatura provocante di Tania. Stava mangiandosela con gli occhi. Non avevo mai visto un uomo guardare così una donna, figurarsi una donna.
“Non abbiamo trovato traffico in autostrada e devo dire che Tania mi ha deliziato con un discorso politico che mi ha fatto passare il tempo”.
Lucia si era girata verso di me. Ora mi stava scrutando. Sentivo il suo sguardo penetrarmi dentro. Stava leggendo direttamente nelle mie cellule grigie e stava catalogando tutte le mie imperfezioni scritte nei miei cromosomi.
Non volevo fissarla negli occhi e facevo finta di non essermi accorto del suo guardarmi.
La tenevo d’occhio fissando Luca.
Lei senza dire niente si rigirò verso Tania e protendendosi verso di Lei come nell’atto di sussurrarle nell’orecchio le disse: “ Hai un bell’uomo”.
A quel punto tutti aspettavamo una reazione da parte di Tania. Io cominciavo a sentirmi di nuovo imbarazzato.
Per fortuna la venuta del cameriere distolse noi commensali del continuare la conversazione.
Tania mi stava sorridendo e cercava a mo di muta di dirmi qualcosa. Io cercavo di leggere le sue labbra.
“sumo billi”. Sumo billi. Cosa voleva dire?.
‘Siamo i billi!’.
Con delle smorfie cercavo di farle capire che non avevo compreso.
Prese allora il coraggio e guardando in viso Lucia disse un : “Anche voi siete una bella coppia”.
Ero incredulo e fissandola giravo la testa impercettibilmente di qua e di la e le sorridevo. Ora era lei che fissava con un’aria da “avezza” Lucia. Era lei che aveva mille esperienze alle spalle, centinaia di incontri prima di questo.
Un giorno un mio professore universitario si avvicinò a me
“Marco, secondo me Serena Taddei ti vuole”
“Professore, sono qui per studiare non per divertirmi”
“Tu lascia fare alle donne, appena prende coraggio quella ti spolpa”
Ora vedevo distintamente lo sguardo di una donna nell’ intento di spolpare.
Tania era diventata prorompente. La vedevo che si muoveva sulla sedia e sapevo cosa stava facendo con le gambe. Lo faceva spesso anche con me.
Vedevo il viso di Lucia che adesso era imbarazzato, la tigre si stava trasformando in agnello. Stava subendo delle avances dalla mia donna e questo la stava imbarazzando ma nello stesso tempo la vedevo compiaciuta.
“Ti piacerebbe fare l’amore con me?”
Tania lo disse a Lucia continuando a fissarla negli occhi. Non la conoscevo proprio. Guardai Luca che divertito osservava la scena. Vedendosi osservato da me mi guardò e mi fece l’occhietto. Io continuavo a sorridere, mi sentivo fin stupido. I tavoli attorno non esistevano più, il cameriere era passato di nuovo a ritirare i piatti ma non si era fidato a proferire parola e se ne era andato via.
Cercai di riprendermi e guardarmi attorno ma tutto era offuscato.
Le due donne continuavano a fissarsi.
Fu Luca a quel punto che ci fece ritornare al ristorante dicendo : “Ci fermiamo all’antipasto o mangiamo qualcosa d’altro?”.
Ci mettemmo tutti a ridere. L’atmosfera attorno si stava di nuovo riempiendo di chiacchierii e di tavoli.
“Io una bella putanesca la prenderei”. Era stata Lucia a dire questa frase e la disse allungando un braccio e prendendo la mano di Tania nella sua.
Tania si girò verso di me : “Io questa me la mangio”.
Non so dove mi ha portato la vita ma francamente in quel momento non mi ricordavo nemmeno che lavoro facevo.
Capitolo V
La sera programmata per andare al privè tornai a casa dal lavoro molto tardi. Tania mi stava aspettando impazientemente e mi aveva già telefonato una decina di volte per ricordarmelo.
In ufficio avevo ricevuto le ultime raccomandazioni di Luca in chat. Non lo avevo ancora conosciuto dal vivo ma continuava ad essere il mio maestro occulto del mondo della trasgressione.
Erano le 21 quando riuscii a buttare il cappotto sul divano. Tania stava scendendo le scale con passo baldanzoso.
“Tesoro preferisci pasta o carne?”.
“Va benissimo una pastasciutta”.
Mi si presentò davanti in perizoma nero e nulla altro.
“Sto mettendomi la crema e ho già fatto la doccia”.
“Guarda che mi ha detto Luca che si entra verso le 23 23.30, abbiamo tutto il tempo per prepararci”
Si era seduta sulle mie ginocchia e mi stava sistemando la capigliatura tirandomela indietro.
Ero stanco, ma l’idea della serata mi stimolava. Era la sua serata, una serata desiderata da tanto tempo.
Cominciai ad accarezzarla mentre lei accendeva la televisione.
“C’è un bel freddo fuori”. Mentre lo diceva stava selezionando la pagina di televideo con il meteo.
“Si, d’altra parte siamo al 9 gennaio non si può pretendere”.
Le stavo accarezzando il seno, una cosa che facevo spesso tornando a casa mi alleviava tutte le tensioni della giornata.
Questa volta sentivo una vibrazione diversa, l’attesa della serata creava una certa eccitazione in lei. Mi andava di fare l’amore.
Allungai la carezza verso il ventre e più giù nell’interno delle cosce.
“Mi toccherà rifare la doccia”. Lo diceva con un filo di voce non so se per farmi eccitare ancora di più o perché era già calda.
Scostai il perizoma e trovai una piana umida che si propendeva verso di me. Arrischiai di muovere appena appena le dita e lei incominciò ad adagiarsi su di me. Ora sospirava, le gambe si aprivano e mi lasciavano esplorare in quello che piano piano stava diventando un dispensatore di miele. Era caldissima.
Mi veniva voglia di prenderla così senza ulteriori supplizi, ma volevo continuare il gioco, portala ad urlare di prenderla, di soddisfarla. Il suo corpo cominciava ad imperlarsi di gocce di sudore e brillava alla luce della televisione. Ora le mie mani correvano sul suo corpo esplorandolo dovunque per poi fermarsi per non portarla all ‘ orgasmo. Mi fermavo appena sentivo il suo respiro che diventava affannoso.
Lei allora urlava mi picchiava le ginocchia con i pugni.
Io la stringevo forte fino a farle mancare il respiro.
Lei si strusciava con la schiena sul mio pene e cominciavo a sentire indolenzimento. Cercavo di resistere e ogni volta riprendevo il mio gioco fatto di carezze. Le mie dita entravano adesso in lei senza trovare alcuna resistenza, ogni volta che entravo il suo ventre si protendeva verso di me nell’intento di simulare una penetrazione.
Per l’ennesima volta mi fermai al culmine del suo orgasmo. Questa volta lanciò un urlo, scatto in piedi e con movimenti frenetici cominciò a sbottonarmi i pantaloni. Raggiunto lo scopo si posizionò sopra di me a gambe aperte e si prese tutta la mia virilità in un colpo solo.
Cercavo di frenarla ma il suo movimento ormai era inconsulto. Preda dalla voglia stava andando verso l’orgasmo obbligandomi ad assecondare i suoi movimenti.
Venimmo insieme urlando. Dovetti tenerla perché non cadesse all’indietro per un bel po’. Il suo orgasmo non accennava a finire e anzi aumentava d’intensità. Io sentivo una morsa al pene che essendo già venuto anelava un po’ di pace. Il secondo orgasmo mi prese all’improvviso. La breve successione tra il primo e il secondo mi stava facendo impazzire. Mi sollevai con un colpo di reni e tenendola sempre in braccio con le gambe incrociate dietro la mia schiena la sbattei contro il muro urlando.
Cademmo a terra sul tappeto, esausti, sudati. Avevo tutta la camicia strappata. Rimanemmo sdraiati e ansimanti per un bel po’ poi guardai l’ ora su televideo. “Accidenti sono le 23”.
Quando arrivammo al Privè erano le 1. Tania era bellissima e molto sexy. Per l’occasione si era comprata un vestitino nero a mezza coscia molto elegante in seta. Come al solito aveva scarpe con tacco a spillo e, non lo sapevo, immaginavo che sotto non avesse niente.
La pelliccia le nascondeva il suo collo alto che a me piaceva molto baciare anche quando eravamo in macchina.
Una volta che stavamo andando da Roma a Ostia ad un certo punto una pattuglia della polizia ci superò e ci fece segno di accostare..
Sceso dalla macchina mi apprestai a lamentarmi del fatto che sicuramente non avevo infranto nessun codice della strada quando uno dei poliziotti che si stava avvicinando, scuotendo la testa, disse: “Sono 15 minuti che le siamo dietro ed è quindici minuti che lei bacia il collo della signora, favorisca la patente”.
All’entrata una signora ci chiese i documenti per la registrazione. Mi sentivo imbarazzatissimo e continuavo a guardarmi intorno per vedere se qualcuno poteva riconoscermi.
Il locale era molto carino, gli arredamenti tendevano al rosso e l’atmosfera era invitante. Il locale era pieno e la pista da ballo era stracolma di gente che ballava.
Le donne erano quasi tutte con abitini molto sexy e alla nostra entrata notai che molti volti si erano girati per guardarci.
La musica era molto alta, ma questo non sembrava disturbare le molte persone che al bar stavano chiacchierando tra di loro.
C’erano alcune donne molto belle che al nostro passaggio si giravano e prima squadravano me ma poi si soffermavano molto più volentieri sulla figura di Tania.
Ci andammo a sedere in un divanetto e presi la mano di Tania nella mia. Era calda.
Si avvicinò al mio orecchio. Aveva il viso eccitato e lo sguardo era quasi stralunato.
“Ma è tutta gente trasgressiva?”
“Credo di si”. Mentre lo dicevo mi guardavo attorno. Incominciavo a distinguere le coppie e riuscivo ad abbinare i maschi con le femmine.
Sembrava di essere in una normale discoteca, l’unica cosa che stonava era che alcuni abbigliamenti erano veramente succinti.
Ogni volta che arrivava una coppia nuova molte coppie si appropinquavano verso questa e partivano 1000 baci. Sembravano tutti grandi amici.
Il lui di una coppia affianco a noi nei divanetti ammiccava verso di noi con uno sguardo da lupetto. Il suo sguardo passava dal mio viso, per leggere qualche accenno di approvazione, a Tania.
Tania continuava a guardarsi intorno e si soffermava spesso ad osservare le persone che erano in pista.
Ora la musica era fortemente assordante e i corpi in pista si scatenavano e saltavano. Alcuni gruppetti scherzavano tra di loro e notavo molte carezze e alcune ragazze che avevano le mani di più uomini che le accarezzavano.
L’atmosfera era veramente intrigante.
Ogni tanto fissavo Tania che vistasi osservata si girava e mi lanciava un sorriso.
Si sentiva perfettamente a suo agio.
Io cominciavo a sentire addosso la stanchezza di una giornata di lavoro inattesa e di un super lavoro nel salotto, ma resistevo. Eravamo nel paradiso desiderato da Tania da molto tempo.
“Vuoi qualcosa da bere”. Tania mi prese la mano e sorridendo : “ Si un gin tonic, grazie”.
Andando verso il bar mi sentii di nuovo imbarazzato. Adesso si giravano in molti e mi stavo rendendo conto che il nostro ingresso non era passato inosservato.
Alcuni gomiti urtavano dei fianchi e subito dopo i volti si giravano verso di me.
Incominciai a pensare che Luca aveva divulgato il nostro arrivo in quel privè. Ma come era possibile che conoscesse tutte quelle persone?
Cacciai dalla mente quell’ipotesi.
Allora era qualcosa che avevo addosso che disturbava.
Abbassai la testa e cercai di controllarmi. Mi sembrava che tutto fosse al posto giusto.
Forse Tania mi aveva stampato il rossetto sulla guancia, capitava spesso.
“Due gin tonic, grazie”.
Il barman si avvicinò per prendere la tessera dove segnare le consumazioni e mi rivolse parola : “ Siete nuovi?”
“Cioè se è la prima volta che entriamo qui?”
“Si”.
“Si è la prima volta”.
Si voltò e incominciò a preparare i drink. Porgendomeli mi fece un sorriso : “ Siete una bella coppia”
Non sapevo cosa rispondere, mi sembrava che il barman stesse invadendo la nostra privacy comunque risposi con cortesia : “grazie”.
Arrivato al divanetto non sapevo come riferire a Tania il complimento del barista, mi risultava molto strana la cosa. Se non altro non mi era mai successa una cosa del genere.
“Sai che il barman ha detto che siamo una bella coppia”.
Tania mi squadrò come se fossi diventato scemo tutto un colpo, si mise a ridere : “ e lo dice a te?”.
Risi anch’io. Tutto sembrava irreale. Tutto quel rosso e quell’ atmosfera strana che regnava mi dava una certa euforia.
Pian piano però mi stavo rendendo conto che ero io che consapevole del posto dove mi trovavo stavo dando una tonalità diversa a tutto quello che mi circondava.
Se non avessi saputo in che posto mi trovavo avrei potuto tranquillamente pensare che ero in una normalissima discoteca.
Tania si alzò e si diresse senza dire niente alla pista da ballo.
Incominciò uno dei suoi balli che io chiamo sulla mattonella, cioè senza discostarsi mai di più di 20 cm.
Mi guardava e rideva. Ogni tanto ammiccava qualche bella coscia femminile e poi mi lanciava un occhiolino significativo.
Era al settimo cielo.
Continuavo ad ammirarla e mi accorgevo di non essere l’unico. Forse eravamo la novità. Stavano soppesando i nuovi arrivati.
Alle 1.30 precise la musica si abbasso notevolmente ed ora creava un sottofondo dei rumori e le voci degli ospiti.
I presenti sulla pista si stavano dirigendo verso i divanetti e poco dopo la pista era vuota.
Alcune coppie si stavano dirigendo verso una tenda rossa che sembrava essere un passaggio particolare.
A lato della tenda c’era un segnale luminoso che indicava che superata quella soglia non si poteva bere e la voce doveva essere tenuta bassa.
Ora che tutto il ritmo del locale era calato riuscivamo a parlarci.
“Penso che dietro quella tenda ci sia la parte interessante”. Lo dissi con un sorriso stampato nel viso che Tania ricambio.
“Andiamo a vedere?”. Mentre lo diceva aveva quasi le mani giunte e si notava una certa impazienza. Mi sembrava di rivedermi la notte di Natale, quando ci si metteva tutti davanti all’albero e si aspettava di aprire i regali.
Adesso ero io che volevo aspettare e le proposi di bere ancora qualcosa.
“Non ho sete di acqua, ho sete di conoscenza”.
“Dai, allora andiamo”. Mi alzai e le porsi la mano per favorirla nel seguirmi e lei si lasciò sollevare dal divanetto. Ora si era appiccicata a me e sentivo che cercava di farsi piccola sotto la mia spalla. Aveva desiderio di conoscenza ma nello stesso tempo cercava la mia protezione impaurita da qualcosa che forse considerava più grande di lei.
Incominciai a dirigermi verso la tenda e più ci avvicinavamo e più il cuore incominciava a battere forte. Mi sembrava di andare verso la prima linea, ancora un poco e mi aspettavo di sentire l’artiglieria pesante che creava un fuoco di sbarramento. Scostai la tenda di drappo rosso e ci ritrovammo al buio completo. Immediatamente mi fermai e cercai di capire e di riordinare le idee. Il cuore si stava calmando, l’oscurità mi permetteva di prestare attenzione agli altri sensi e il vociare e i risolini che si mescolavano tra di loro. A poco a poco gli occhi si stavano abituando al buio e si incominciava ad intravedere qualcosa. Nel frattempo Tania era silenziosa e si stringeva sempre di più al mio braccio. Prima di proferire parole volevo capire in che luogo mi trovavo. Feci due o tre passi in avanti e notando una luce che usciva da dei buchi in un muro mi accostai con il viso. Era una stanzetta piena di specchi e al centro c’era un grande letto rosso ottagonale. Sopra il letto c’erano due ragazze molto belle seminude che si abbracciavano. Feci posto a Tania la quale incollò il viso ad uno dei buchi e si scostò da me. La vista delle due ragazze le aveva dato un po’ di sicurezza.
Continuai con lo sguardo nella ricognizione Dovunque mi girassi vedevo sempre le due ragazze riflesse negli specchi e da molteplici direzioni. Le due ragazze si stavano spogliando a vicenda e mentre lo facevano si baciavano e si accarezzavano. Lo spettacolo che davano era eccitantissimo e ogni tanto cercavo di attirare l’attenzione di Tania verso di me per farle capire che mi piaceva. Lei non mi dava bado. Era incollata al buco come rapita da quanto stava vedendo.
Mi rimisi a guardare. Una delle due ragazze, un bellissima mora con i capelli lunghi, stava succhiando con delicatezza uno dei capezzoli dell’altra e con le mani le stava accarezzando il culo piccolo e sodo. L’ altra, un bionda con capelli lunghi con le meches aveva la testa reclinata all’indietro e guardava la scena dallo specchio sopra di lei. Era inginocchiata sul letto, le gambe leggermente allargate e appoggiava il sedere sulle sue caviglie. Aveva la pelle bianchissima e imperlata di sudore e incitava la sua amica a continuare.
La mora stava risalendo dal seno e arrivata all’altezza della bocca dell’amica le infilò la lingua dentro.
Ora i due corpi erano avvinghiati uno all’altro e le due lingue si muovevano velocemente dentro le bocche.
Tania ora mi aveva preso la mano e me la stringeva senza distogliere lo sguardo dalla scena.
Tutti intorno a noi erano in silenzio e dagli altri buchi si godevano il gioco saffico delle due ragazze.
Mi rimisi nel pertugio. Le donne erano completamente depilate e le loro mani correvano spesso tra le cosce dell’altra e ogni volta che succedeva dei forti mugolii uscivano dalla bocca della ragazza. Ero in trance.
I profumi dei corpi sudati arrivavano fino a me ed erano molto dolci e piacevoli.
Mi stavo inebriando di tanto spettacolo e cercavo di divagare con la mente per non rimanerne intrappolato.
“Non hai guardato abbastanza?”, dissi a Tania nella speranza di uscire da quella situazione.
Adesso i miei occhi si erano abituati all’oscurità e potei vedere bene quelli di Tania che si era girata verso di me. Erano brillanti, aveva una luce particolare e il suo viso aveva dei lineamenti rilassati.
Mi disse : “Guardiamo se succede qualcos’ altro?”
Le sorrisi e la presi sotto braccio, mi girai e cominciai a camminare per il corridoio. C’era un gran via vai di coppie che passeggiavano nel corridoio e che lanciavano occhiate interrogative da tutte le parti.
Ci infilammo in un corridoio più stretto e ci trovammo davanti una coppia che ci ostruiva il passaggio. Era una bella coppia, specialmente lei. Era bionda con i capelli vaporosi. Era più alta di un metro e settanta. Aveva un vestitino rosso trasparente che non le arrivava sotto l’inguine. Le autoreggenti lasciavano libero un po’ di coscia e aveva delle belle scarpe rosse. Il viso era veramente bello. Si era messa a fissarmi e non ci lasciava passare. Tania visto lo sguardo di lei che non cessava dal fissarmi si indispettì e cerco di scartarla. Questa allora si mise di fianco ma mentre passavamo allungo la mano e la posò sui miei pantaloni la dove la mia virilità era ancora scossa dalla scena lesbica.
Tania si accorse di quello che stava accadendo e mi tirò con uno strattone per permettermi di proseguire.
Passato il pericolo si fermò, si girò a vedere se la bionda era stata seminata e mi guardò dritto negli occhi.
“Ma quella era scema?”
Non sapevo cosa dire ma in effetti le davo ragione. L ‘ improvviso attacco non era piaciuto nemmeno a me e avrei preferito un abbordaggio più sensuale.
“Secondo me era ubriaca”.
Tornammo sui nostri passi e li ritrovammo. Appena superati mi girai e mi accorsi che si erano messi dietro di noi e ci seguivano. Se ne accorse anche Tania che allungò il passo.
Loro, con la coda dell’occhio, notai che avevano fatto altrettanto. Non riuscivamo a seminarli. Ci fermavamo e loro si fermavano e ci lanciavano occhiate, camminavamo e loro si piazzavano dietro di noi.
Tania cominciava a spazientirsi, non le piaceva questa donna che invece di interessarsi a lei aveva subito dato l’impressione di interessarsi al suo uomo.
Tutte le sue fantasie stavano svanendo e quel luogo che le era sembrato paradisiaco stava diventando un inferno.
Sentivo la sua mano sudata e la vedevo nervosa.
Aveva voglia di scappare. Anni e anni per arrivare in un posto come quello ed una donna qualsiasi stava rovinando tutto il suo sogno. Mi sentivo impotente e nello stesso tempo cercavo una soluzione. Guardavo il suo viso deluso e ora i suoi occhi erano velati di lacrime e cercavano di non guardarmi. Guardava un punto non ben preciso di fronte a lei forse alla ricerca di un pensiero che la risollevasse e la facesse sentire serena. Quella era la sua sera continuavo a pensare qualcosa devi fare. Sforzati, pensa.
La attirai forte verso di me, la abbracciai e mi avvicinai al suo orecchio: “Andiamo a fare l’amore a casa, mi sembri un gattino tutto bagnato, ho voglia di te”.
Scoppio in lacrime e questo pianto la liberò da tutta la rabbia che aveva in corpo. Dopo poco si asciugò le lacrime, si scostò, mi guardò negli occhi e le uscì un filo di voce
“Anch’io ho ancora voglia di te”.
Siamo sicuramente più deboli delle donne nelle situazioni normali, ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
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marctania,
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Tania e il desiderio (cap. VI VII VIII )
Capitolo VI
Io e Tania ci eravamo conosciuti per gentile interessamento di un mio collaboratore che un giorno l’aveva vista e subito aveva pensato che era la donna giusta per me.
Tania era una ragazza di mare, una triestina piena di vita e di voglia di vivere. Esternamente era una ragazza spigliata ma poi con il tempo mi accorsi che era una posa e che il suo modo di porsi così spregiudicatamente al prossimo derivava da una fortissima timidezza che cercava di vincere.
A Franco un giorno durante un viaggio a Monaco di Baviera avevo cercato di spiegare il mio modello di donna.
Bionda, occhi azzurri, amante del mare e ancora meglio nata in una città di mare. La volevo bella, molto bella e anche saggia, molto saggia. Volevo che gli occhi fossero espressivi e il viso mi ricordasse una fata. Non la volevo seria, ma la volevo fedele nelle intenzioni, calda ma nello stesso tempo consapevole che poteva ferire.
Ricordo che dopo la spiegazione mi girai verso Franco con aria seria. Lui mi fissò ridendo e disse : “ Credi ancora a Babbo Natale?”.
Erano passati tre mesi dal quel viaggio quando Franco arrivò nel mio ufficio trafelato e con passo veloce.
“Te l’ho trovata?”
Risposi con il viso da ebete : “Cosa?”
“La tua donna ideale”.
Mi misi a ridere e ricordo che dissi : “Credi ancora a Babbo Natale?”
“No, no è reale, o meglio credo che sia la tua donna ideale”
Farfugliava, cercava di spiegarsi ma la frenesia lo faceva straparlare, sembrava che avesse visto una fata.
“Ok, calmati e spiega”.
“Oggi sono dovuto andare in tribunale e mentre aspettavo che mi chiamassero per una testimonianza ascoltavo una conversazione tra una ragazza che si dichiarava praticante e quello che doveva essere un assistito del suo studio. Più la guardavo e più mi ricordava la descrizione che mi avevi fatto quel giorno in macchina andando a Monaco.”
“eh eh eh , ma dai”, continuavo a guardarlo ridendo.
“Si si credimi. Ho preso il coraggio ad un certo punto e le ho detto che tu hai bisogno di un buon avvocato per una tua causa”.
“Quale causa”, ormai ridevo anche con gli occhi.
“Ma che ti importa quale causa ce ne inventiamo una”.
“Tu sei tutto scemo”. Ridevo e fingevo di farlo passare per visionario.
“Ascolta, ti ho preso appuntamento nel suo studio per lunedì alle 10”.
“Ma stai scherzando”. Ora lo guardavo cercando di capire se scherzava e se era serio. Più lo guardavo e più mi rendevo conto che non scherzava. Franco era impazzito.
“E cosa le racconto, che un cane mi ha pestato un piede e che voglio vederlo in galera?”.
“Ma dai, vedrai che qualcosa ci inventiamo, ti accompagno io”.
Ero basito, avevo un appuntamento galante e di lavoro con una donna che non conoscevo e della quale dovevo essermi innamorato per interposta persona.
Da non crederci.
“Ma scusa, a me piace che ami il mare e che sia nata in località di mare”.
Si mise a ridere : “E’ una velista ed è nata a Trieste”.
Dicendolo mi aveva buttato un foglietto sulla scrivania, si era girato e chiudendo il pugno aveva sollevato il pollice in alto. Chiudendo la porta mi aveva fatto anche l’ occhiolino.
Presi in mano il foglietto giallo che mi aveva lanciato e lessi.
“Dottoressa Tania G. presso studio …….. cell 333 5654 XXX” . Questa o aveva fame di lavoro o aveva fame di uccelli per lasciare a uno qualsiasi il cellulare pensai.
Tra sabato e domenica ricevei e feci almeno 20 telefonate con Franco. Cercava di convincermi che non potevo mancare all’appuntamento del lunedì. Finalmente mi convinsi se non altro per fargli un piacere e mi inventai una specie di possibile causa che avrei potuto inscenare.
Il lunedì mattina trovai, sotto lo studio di Tania, Franco
che mi aspettava e salimmo. Tania non c’era e la signorina ci fece accomodare nello studio del collega titolare dello studio dove Tania lavorava come praticante.
Mi toccò raccontare la causa inventata che volevo che mi seguissero e mi sentivo uno scemo. Ogni tanto guardavo Franco e lo fulminavo con lo sguardo.
Poco dopo fummo distratti dalla porta che si apriva e mentre mi voltavo sentii cadere qualcosa per terra. Il mio sguardo corse sull’oggetto caduto, era un’agenda. Dietro all’agenda scorsi delle bellissime scarpe nere con tacco a spillo e delle gambe affusolate e bellissime. La ragazza si stava chinando per riprendersi l’ agenda e io nel tentativo di aiutarla mi ritrovai all’altezza del suo seno che cercava prepotentemente di uscire dal tailleur. Rimasi colpito da un profumo dolcissimo e alzando il viso ci incontrammo con lo sguardo. Rimanemmo penso più di 20 secondi a guardarci negli occhi, lei ancora china e io rivolto in una posizione scomodissima verso la sua figura.
“Tania, questi signori sono qui per una causa che vorrebbero aprire, la prendi in carico tu?”.
Lei si alzò, si ricompose e senza aggiungere altro disse: “ Si, è il genere di cause che mi piace”.
Non ci capivo più niente. Come faceva a sapere che tipo di causa avrebbe dovuto seguire?
Lei mi fugò tutti i dubbi, si girò verso di me e con aria timidissima disse : “Sono a sua completa disposizione”.
Io non so dove mi porta la vita, ma da quel giorno mi sono lasciato trasportare, e volentieri.
Capitolo VII
Noi, Luca e Lucia uscimmo dal ristorante che stavamo ancora ridendo. Era una bellissima notte di maggio, la temperatura era tiepida e la primavera invogliava a continuare la nottata in modo allegro e intrigante.
Ora per volere di Luca eravamo a coppie invertite. Lucia era sotto braccio a me mentre Tania accompagnava Luca.
Uscendo i camerieri ci avevano lanciato un saluto ossequioso, penso che qualcosa avevano sentito dei nostri discorsi e comunque la bellezza delle due ragazze non era passata inosservata.
Durante la cena a Tania era uscito spesso un seno e questo aveva procurato una certa eccitazione in Lucia ma anche nei camerieri che da li in poi ci servivano in coppia e si davano i turni per rimanere a nostra disposizione vicino al tavolo.
Tania aveva riso di gusto, le piaceva provocare e lo faceva con una nonchalance degno di una regina.
Arrivati alla macchina di Luca lui si girò verso me e Lucia che eravamo subito dietro e disse : “Facciamo un giro per la Milano by night?”.
“Se conosci qualche posto intrigante volentieri”.
“Potremmo fare un puttan tour!”.
Le ragazze annuirono all’unisono e questo rese Luca molto contento di aver avuto un ‘idea così brillante.
Sorridevo. Queste cose le facevo quando ero minorenne ma mai avrei pensato che avrei potuto farle da imprenditore affermato.
Salimmo in macchina sempre a coppie invertite. Lucia prese la guida della macchina di Luca, io mi sedei affianco a lei mentre Luca e Tania si sedettero nei sedili posteriori.
Luca dava le indicazioni a Lucia di come arrivare nei posti più interessanti e ci diceva “Li si che ce ne sono di belle”.
Sembravamo dei ragazzini.
“Quella è bellissima”. Era stata Tania a lanciare un urlo e indicava verso la nostra destra una ragazza con i capelli lunghi color platino. Era in compagnia di un’amica e stava parlando al cellulare. Lucia mise la freccia e rallentò l’andatura. “Si è carina”.
Luca dietro di me stava tirando giù il finestrino e Lucia si fermò. La ragazza finì la telefonata e si avvicinò al finestrino dove Luca nel frattempo si era preparato per cominciare la probabile trattativa.
Era veramente bella e poteva avere 22 o 23 anni. Alta e con due bellissime gambe. La pelle era chiarissima e il viso era molto carino. Con le mani stava sistemandosi i capelli mentre stava chinandosi verso Luca.
“Ma siete in 4, e avete già due donne”.
L’accento denotava che non era Italiana. Poteva essere ungherese e polacca.
Fu Tania che precedette Luca e avvicinandosi al finestrino sulla sua destra si mise a parlare con la ragazza : “Non ti piacciono le donne?”.
La ragazza rimase un po’ colpita dalla frase di Tania e ci guardò ad uno ad uno. Si soffermò poi sul viso di Tania: “Non ho mai avuto rapporti con donne”.
Il suo italiano era corretto e a parte la cadenza si sarebbe potuto dire che era di madrelingua italiana.
Avevo voglia che lo scherzo finisse. Per quanto fosse una bella ragazza, quello che rappresentava mi metteva un po’ a disagio. Lei ci guardava con uno sguardo gentile e il suo modo di fare era molto elegante. In qualsiasi altro posto la si sarebbe potuta scambiare per una studentessa straniera in Italia. L’abbigliamento era piuttosto sexy, ma non volgare. Moltissime ragazze che vanno in discoteca sono molto più discinte e più appariscenti.
“Ti ringraziamo, buona serata”. Avevo proferito il mio saluto nella speranza di indurre Lucia a inserire la D sul cambio automatico e andarcene.
Tania non era della mia idea. Quella sera era euforica e i giochetti con Lucia l’avevano eccitata. Si protrasse ancora un po’ verso il finestrino fino a sedersi in braccio a Luca e adesso stava allungando la mano verso la ragazza.
“Come ti chiami”. L’aveva detto con una voce mielosa e piena di sottointesi e la sua mano stava già scorrendo sulla coscia della “polacca”.
“Juliet”. La voce di Juliet era adesso rotta e meno decisa. La carezza di Tania la stava evidentemente imbarazzando ma non si ritraeva. Fissava Tania negli occhi e il suo sguardo era molto compiaciuto. Io girato verso di loro le osservavo e riuscivo a vedere anche Luca che era molto divertito della situazione e aveva bisbigliato un “Ahhh, però”.
La mano di Tania scorreva sulle cosce di Juliet con fare che solo una donna conosce. Ora indugiava verso l’inguine che ora usciva dalla minigonna leggermente sollevata da Tania e si poteva vedere le mutandine bianche trasparenti contornate da pizzo.
Juliet si era appoggiata al finestrino della macchina in una posa da contorsionista e adesso passava lo sguardo dal mio a quello di questa ragazza che con fare sapiente la stava conducendo all’eccitamento.
“Sei un bella ragazza”. Tania lo aveva detto con una voce sincera e con l’altra mano accarezzava il volto ora arrossato di Juliet.
Juliet a quel punto si scostò dalla macchina si riassetto e cercò di riprendere un po’ del suo controllo. Il suo volto denotava stupore. Lei, professionista del mestiere si stava lasciando coinvolgere in un gioco erotico e si stava anche eccitando. “Si frugò nella borsetta e tirò fuori un bigliettino.
Con fare nervoso lo posò nella mano di Tania: “E’ il mio numero di telefono, magari ci si mette d’accordo per qualche sera, non sempre lavoro”.
Credo che Tania non abbia mai usato quel numero, ma comunque noi avevamo conosciuto “Il Nome della Rosa”.
Capitolo VIII
Mi sono sempre sentito un fervente Cristiano, ma io credo in Dio non per fede ma per deduzioni scientifiche e logiche.
Ci sono molte cose che mi inducono a credere,: prendiamo l’infinito, il grado di pensiero a cui possiamo arrivare con la nostra mente che sicuramente non è casuale, la teoria della relatività, la mancanza di un vero tempo ma la consapevolezza che tutta la storia del mondo è possibile viverla in un lasso infinitesimo.
Da Cristiano, ma meglio ancora mi definisco un essere religioso che è a conoscenza che una cosa più grande di lui vige sopra la sua testa, ho sempre cercato di rispettare le disuguaglianze e i pensieri altrui nella convinzione che le diversità creano la ‘magicità’ della vita.
Quando chattando per la prima volta mi ritrovai a chiacchierare in internet con Luca ricordo che la prima cosa che mi scrisse fù : “Sei nuovo?”
“Diciamo che sono nuovo di questo mondo di chat”.
“Sei in coppia?”
“Nella vita reale si, qui sto cercando di capire che spazio potrei ritagliarmi. Ho una lei che vuole entrare in questo ambiente, io sto cercando di capire se è una cosa buona”.
“C’è di tutto in questo ambiente, come ti chiami?”
“Marco”.
“Marco, per prima cosa dovreste capire voi cosa volete”.
Bella domanda: cosa vogliamo, cosa cerchiamo, dove vogliamo arrivare.
“A dire il vero sto cercando di capire da cosa può derivare un certo desiderio di fare sesso non solo in coppia ma con qualche altro condimento”.
“Ti chiede questo?”.
“Diciamo che non chiede, ma esprime queste fantasie”.
Quella volta aspettai molto una sua continuazione, non capivo se stesse cercando delle frasi adeguate o se invece era impegnato con il suo lavoro.
Precedentemente a questa conversazione ne avevo fatte altre ma erano state ben magre.
Per lo più erano persone che cercavano in maniera diretta di fare sesso. Alcuni proprio ti chiudevano la finestra con un bel “Perditempo che non sei altro”.
Alcuni erano diretti : “Ma alla tua donna piace fare sesso anale?”. “Non avete mai provato a fare sesso in tre”.
Che squallore. Tutto si riduceva a un semplice gesto meccanico. Non cercavano sensazioni od emozioni. Oltre tutto non piaceva nemmeno l’incognita di un incontro casuale, doveva essere già tutto prestabilito. Se lei non faceva sesso anale che ci si trovava a fare?.
“So a cosa ti riferisci, ci sono passato anch’io”.
Finalmente qualcuno che mi capiva. La maggior parte alla quale dicevo che eravamo alle prime esperienze, o meglio alla prima, e riferivo quanto detto a Luca mi rispondeva :”E tu hai una donna che vuole fare la porca e non me l’hai ancora portata qui?”. Questa frase riassume in sintesi la maggior parte dei concetti che venivano espressi.
“E cosa hai fatto tu?”. Lo chiesi con un certo rispetto.
“Quello che sicuramente farai tu, l’ho assecondata, la accontento fin dove posso”.
Adesso volevo capire, avevo trovato finalmente una persona, un essere, un individuo che era passato dal mio stesso stadio embrionale.
Luca, mi spiegò in mesi di email e chattate quale era stato il loro percorso. Naturismo, esibizionismo, Croazia, Corsica , Privè, singole, coppie. Con il passare del tempo cominciavo a capire che i desideri di Tania erano desideri comuni, la differenza era data dal fatto che lei li esprimeva, la maggior parte delle donne no.
Con Luca si era creata una bellissima intesa. Ogni giorno in quell’ ambiente di Windows che è Msn Messenger ci si trovava. Io gli dicevo i miei progressi mentali e lui mi sciolinava le loro esperienze. Per lo più esperienze disastrose intervallate con esperienze esaltanti e piene di pathos.
“La maggior parte delle coppie vive questo mondo perché all’interno del loro rapporto non c’è più niente, sono le coppie da evitare”. Questa era una raccomandazione che Luca mi faceva spesso.
“Una coppia deve potervi dare qualcosa in cambio a quello che date voi, ma se non hanno niente da dare a loro stessi, cosa possono darvi?”. Fin troppo logico.
Ogni tanto mi dava contatti email di coppie con le quali loro avevano avuto dei begli incontri, ma io ero restio a contattarli, mi sembrava di rubare qualcosa a Luca.
Nasceva sempre di più in me la convinzione che il primo incontro che avremmo fatto sarebbe stato con Luca e Lucia.
A Tania ogni tanto riferivo cosa ci dicevamo in Messenger, ma in lei nasceva sempre di più l’idea che non avrei mai fatto il passo per accostarmi ad un mondo che secondo lei consideravo sporco e squallido.
“Ma tu sei geloso?”. Una sera Tania se ne uscì con questa frase mentre stavamo mangiando una buonissima tagliata di cavallo.
“Si sono geloso, ma sono più geloso di quello che pensi e non mi dici piuttosto che di quello che mi metti al corrente”. In questa frase c’era molto di più di una semplice risposta ad un mio stato emotivo. C’era un pensiero a monte di anni di riflessioni su cosa era per me la gelosia. Mi sentivo geloso quando parlavo e lei pensava ad altro, anche quando non dava sufficientemente peso ai miei problemi mi sentivo geloso, o forse era solo una forma di egocentrismo.
Non ero geloso quando facevano apprezzamenti su di lei direttamente davanti a me, anzi mi inorgoglivano,
Capitava spesso che qualcuno mi dicesse apertamente : “E’ proprio una bellissima donna”, o che l’apprezzamento arrivasse direttamente a lei con io che ascoltavo.
Un volta passeggiavamo per Rimini e stavamo entrando in una boutique. Un mendicante si era avvicinato per chiedere l’elemosina e io finsi di cercare qualche monetina. Tirai fuori le mani vuote dalle tasche in segno che purtroppo non avevo trovato niente.
Il signore ci guardò, poi si mise una mano in tasca e tirò fuori una moneta che poi scoprimmo essere un Leva Pesante, una moneta Bulgara. Fece il gesto di porgerla nella mano di Tania , la quale l’accetto, e nel fare questo disse : “ Un omaggio a una bellissima coppia, c’è una scia di amore dietro di voi e la vostra bellezza da serenità”.
Mi vergognai di aver finto di non trovare la questua.
“Ma se una donna cercasse di ‘scoparti’ e magari è anche una bella donna cosa faresti?”.
Tania era gelosissima, ma più che gelosa delle mie intenzioni quello che la preoccupava erano i desideri delle altre donne. Non si preoccupava che io avessi voglia di una donna, ma che una donna avesse voglia di me e mi circuisse.
Quelle volte che dicevo : “ Carina quella tua amica”, lei subito se ne usciva con un : “Vuoi che provo a vedere se riusciamo a coinvolgerla?”.
Al che io mi bloccavo, capivo perfettamente che non scherzava e che se dicevo di ‘si’ si sarebbe impegnata per realizzare l’ incontro.
Luca era un Giudice per le indagini preliminari mentre Lucia era un medico cardiologo. Non che la cultura c’entri molto con il sesso, ma con la sensibilità penso di si. Poi con il tempo mi accorsi che non era tanto la cultura, ma la maturità d’animo. Ho potuto conoscere persone senza un minimo di cultura, ma con una profondità eccezionale. Magari non riuscivano ad esprimere i concetti, ma quello che riuscivano a darti solo per il fatto che erano li presenti vicino a te era enorme. Viceversa ho conosciuto anche gente di cultura che la parola emozione l’avevano letta nei libri ma non sapevano minimamente cosa significava.
“Marco, torno a casa Lucia mi aspetta”.
“Aspetta Luca, domani ho deciso di portarla in un Privè”.
La risposta si fece attendere, pensavo ormai che se ne fosse andato e avesse lasciato acceso il Pc.
Dopo un poco : “Ho chiamato Lucia, le ho detto che faccio tardi, racconta”.
Ora a distanza di tanto tempo c’ è gente che dopo aver conosciuto Coppia_da_sbucciare ( nick di Luca e Lucia in internet) si permette di dire qualche maldicenza su di loro. Questo ammetto che mi fa piacere che avvenga perché mi permette di capire che è una coppia che sicuramente non ha niente da dare all’interno del loro rapporto e sicuramente non ha niente da dare a noi.
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marctania,
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Tania e il desiderio ( cap. XII XIII XIV )
CAPITOLO XII
“Piacere Emanuela, io sono Marco”.Mentre gli porgevo la mano mi ritrovai a guardarla.
Emanuela era una donna sui 35 anni, capelli neri lunghi e lisci, abbronzata e due occhi neri molto belli.
Aveva un vestitino nero, con una spallina sola, che gli copriva l’incollatura dei seni. Non credo che fosse lungo da coprirgli l’inguine.
Il portamento era molto elegante e il modo come si era presentata denotava una certa classe.
“Tania”. Ora era Tania che la scrutava e dal viso notavo una certa soddisfazione nel porgerle la mano.
“Siete nuovi? Non vi abbiamo mai visto qui.”
Fui io a tagliare i 10 secondi di silenzio che la domanda di Emanuela avevano creato.
“Siamo completamente nuovi dell’ambiente e di questo mondo, è la seconda volta che entriamo in un club privè”.
La prima lezione all’università ricordo che arrivai con 3 giorni di ritardo sull’inizio dell’ anno accademico.
Avevo un corso di sci in Austria che si era prolungato oltre la data.
Quando entrai nell’aula un po’ tutti ormai si conoscevano tra di loro e nell’attesa del professore chiacchieravano del più e del meno.
Sentendomi estraneo all’ambiente mi sedetti nel primo banco libero ed essendo l’aula di quelle che i banchi più vicini alla cattedra sono quelli in basso , dominavo tutta l’aula dall’alto.
Il professore entrando mi notò subito e avvicinandosi a me proferì : “ Lei in tre giorni non ha fatto amicizie, è un asociale?”
“No professore , per me è il primo giorno di Università, sono arrivato oggi”.
“ Lei non sa quanto pagherà i tre giorni persi, ogni giorno che si perde al mondo sono nozioni che si devono rincorrere ”.
Chissà perché in quel momento mi veniva in mente quell’episodio.
In effetti mi sentivo in ritardo su tutti quelli che erano in quel locale.
Il fatto che fosse stata una donna ad aprirmi gli occhi e non da solo mi faceva sentire un ritardatario.
A differenza del professore Emanuela fu più umana :” Meglio per voi, avete tutto da scoprire”,
Carina la cosa.
In effetti con il tempo mi sono reso conto del significato di quella frase.
Emanuela si scostò di due passi e lasciò lo spazio ad un ragazzo sorridente di poter porgerci la mano. “Io sono Paolo”. Sorrideva allegramente ed emanava molta simpatia.
“Possiamo offrirvi da bere?”
Risposi io :”Volentieri”.
Stavo notando la differenza dall’aver indugiato in piedi al bar e l’esserci viceversa appartati la settimana prima nei salottini.
Il rimanere li aveva dato quasi un senso di accettazione ad un approccio.
Io e Paolo ci sedemmo sugli sgabelli del bar tenendoci le due donne sulle ginocchia. Loro si erano messe a parlare vicine e nonostante la musica assordante stavano capendosi e vedevo che ogni tanto Emanuela accarezzava le cosce e le ginocchia di Tania.
Il tutto era molto intrigante e nello stesso tempo quasi naturale.
Ogni tanto qualche coppia veniva a salutare Emanuela e Paolo , questi si allungavano in baci e abbracci non dando però l’opportunità alle nuove coppie di conoscerci.
Paolo che aveva notato qualcosa nel mio sguardo che faceva trapelare una certa mia perplessità si affrettò a spiegare: “Questa sera scusate ma vi vogliamo tenere per noi, la prossima volta vi presentiamo tutti”.
Fu li che Tania si girò verso di me. Sorrideva divertita vuoi per le carezze di Emanuela, pensai, e vuoi per il fatto di essere considerata in qualche modo della merce rara.
“Noi siamo commercialisti” disse Paolo” abbiamo uno studio nel Padovano, e voi?”. Spiegammo le nostre attività e la conversazione era veramente interessante ed allegra.
Per quasi un’ora si parlò un po’ di tutto. Della società, del calcio, di politica e cosa principale di sesso. Si di sesso.
Di cosa succede in un privè, di situazioni nelle quali si erano trovati , di desideri, di aspettative.
Prima ancora che finisse la musica assordante e come la settimana precedente il volume si abbassasse Emanuela lanciò la proposta di spostarci nella parte oltre la tenda rossa.
Tania le annui subito con il capo, si sollevo dalle mie ginocchia e sempre sorridendomi mi fece cenno di seguirla.
Salto.
Nel superare la tenda rossa avevo Emanuela che allegramente teneva la mia mano tra i suoi seni mentre Paolo accarezzava il culetto di Tania e la spingeva verso la parte destra del privè.
La gente all’interno stava già cercando alacremente i compagni per la serata e c’ era un gran vociare a bassa voce.
“Ciao Tania”, “ Ciao ragazzi”.
“Ma guarda chi c’è”. Erano Andrea e Luisa insieme ad una coppia che non conoscevamo. Il lui di questa coppia stava copulando allegramente con Luisa nel corridoio e da dietro la penetrava. Lui era concentratissimo nel cercare il suo godimento mentre invece Luisa si godeva la penetrazione ma nel contempo salutava mille amici.
Tania continuava ad ammirare il mio modo di accarezzare Emanuela ora sul seno ora all’inguine e mi faceva segno con la mano tenuta a conetto avvicinandola alla bocca che non sarei sfuggito dal “pompino” di Emanuela.
Emanuela sorrise a Tania e avendone capitone le intenzioni si girò verso di me, si chinò, e cominciò a sbottonarmi i pantaloni.
La mia virilità uscì prorompente per finire in men che non si dica nella bocca di Emanuela che non curante di tutto quello che stava succedendo cominciò a succhiare procurandomi subito dei brividi.
Tania ora la aiutava spingendole la testa verso di me, ora si rivolgeva verso Paolo e lo accarezzava la dove il turgido cominciava a dolergli.
Tutto questo capitava mentre molte coppie sconosciute ed amiche ci passavano vicino e mi inducevano, scherzando, a dei saluti goffi.
“Dai Marco facci sentire l’urlo” .Emanuela voleva farmi venire indubbiamente. Ora mi faceva ridere e mi sforzavo di trattenere l’orgasmo per non fare la solita figura che io definivo di “merda” . L’urlo di Tarzan.
Tania era li vicino a me e aveva tantissime mani che la accarezzavano.
Non ne potevo più.
Sollevai Emanuela togliendole di bocca il mio pene la girai su se stessa e nel farlo la sentivo fremere. Ora non rideva più e i tratti del viso erano contratti.
Posai una mano sul suo sesso. Era un lago in piena.
Lei si sporgava con il culo verso di me e mi costringeva ad una penetrazione con le dita.
“Prendila” Era Tania che estasiata dal momento e dalla situazione mi invogliava a prendere Emanuela. “Spaccala amore”.
Maledizione. Maledizione.
Con una mano stringevo forte uno dei seni di Emanuela che vibrava e sudava.
“Si prendimi ti prego”. Lo disse con un filo di voce.
La serrai fin quasi a spezzarla, e la baciavo dappertutto. La rigirai. Quando appoggiai la testa sul suo ventre senttii che la pelle era impregnata del profumo che Emanuela usava abitualmente. Questo non poteva che significare una cosa pensai : Emanuela si era preparata a scopare quella sera.
Il che decuplico la mia eccitazione.
I soprassalti del corpo di Emanuela mi rendeva impossibile il trattenermi , ma non osavo farlo. Non sapevo se Tania avrebbe accettato veramente che io lo facessi.
Quasi si fosse resa conto del mio imbarazzo “Amore o la scopi o finiscila con una revolverata”.
Non sapevo se ridere. Risi ma nel contempo cercai il suo ventre con il sangue che mi batteva sulle tempie. Emanuela mi aiutava e con le gambe piegate si spostò verso di me.
Affondai in lei con una sola spinta rettilinea. Era apertissima, consenziente. Con le reni accompagnava i miei movimenti.
Ebbi l’impressione che mi si liquefacesse la colonna vertebrale e lasciai che il movimento venisse dettato dall’istinto animalesco.
Il brusio di tutta la gente mi arrivava come attraverso una nebbia. Sentivo distintamente una coppia vicino a noi che mugolava, avevamo dato il do.. Appoggiando il viso a quello di Emanuela lo sentii umido, stava piangendo.
Con la voce roca mi usci un : “ cosa non va, cosa non va”.
“ Va tutto bene , insisti, dai, ancora” . Adesso urlava. Incurante di chi c’era urlava. Sudava e il suo sudore era un miele, un dolce , un nettare degli dei.
Sentii le sue parti intime stringermi a morsa, stava venendo. La testa reclinata all ‘indietro e mugolava , mi malediva, mi adulava.
L’orgasmo mi stava prendendo e mi ritirai dalla morsa.
Il fresco dopo il calore di quel forno mi portò all’orgasmo conclusivo e in quel mentre mi ritrovai di nuovo al caldo.
Ora era Tania che con la bocca succhiava alla mia fonte.
Scoppiammo tutti a ridere. Eravamo grondanti di sudore e le ragazze erano completamente nude. Il tutto ci aveva preso in modo inaspettato e non eravamo nemmeno riusciti a raggiungere una delle stanze . Ridevamo.
Il salto temporale che vi ho fatto fare in questo capitolo è stato di 2 anni. Ma ne valeva la pena.
Era giusto che superando la tenda rossa foste a conoscenza di dove il rapporto con Emanuela e Paolo era arrivato.
Magari un’ altra volta, e se ne avrò voglia, racconterò anche la prima volta che con Emanuela e Paolo superammo la soglia della tenda rossa.
Cosa fece Tania in quel mentre prima di assaporarmi? Francamente non me lo ricordo , una delle poche volte che non ricordo. Ma poi è tanto importante? Semel in anno licet insanire”.
Ahhhh La vita. Quante cose ha da insegnarti e quante cose insegni te a lei. Quel giorno come tante altre volte si è girata dall’altra parte per non turbare la nostra privacy.
CAPITOLO XIII
“Era già l’ora che volge al disio i naviganti e intenerisce il core lo di c’ han detto a’ dolci amici addio”.
Ebbene si , l’entrata in questo mondo è stata un po’ come la partenza di un marinaio che saluta dalla nave parenti ed amici con l’ idea che potrebbe non rivederli. E in parte così è stato. Specie gli amici.
All’inizio tante telefonate per invitarci di qui e di la che poi pian piano si sono diradate. In loro l ‘ idea che si faceva strada che eravamo diventati dei pantofolai.
Ma d’altra parte molti di voi potranno in questo essere d’accordo con me che questo mondo è sicuramente molto più interessante del loro.
Concordo con il fatto che con i “babbani” si mangia bene, si beve bene, si cerca di rubare la donna dell’amico o del nuovo conoscente a sguardi ed ammiccamenti che in questo mondo trasgressivo difficilmente avviene. Però quanta ipocrisia e malafede.
Ricordo di quel periodo una settimana di montagna in quel di Madonna di Campiglio.
Si era in 6 coppie e relativi figli. Ho visto più corna in quel periodo che in una stalla. Ma che volete farci, loro sono sani e puri, i porcelli sono qui. Porcelli, ma senza corna.
Come vedete per merito di Tania ho imparato tante cose, anche a non giudicare le apparenze.
Qui puoi anche imprestare la tua donna, ma non te la rubano. Puoi anche farti imprestare dalla tua donna, ma ti restituiscono a lei.
“Tesoro, come si fa ad ordinare la colazione in camera?”.
Eravamo a Rimini per un mio lavoro e Tania mi aveva seguito in quella due giorni lavorativa.
Eravamo arrivati il giorno prima alle 17 e se non per uscire a mangiare avevamo fatto sesso dalle 18 alle 3 di notte. Non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altra.
“Vediamo”. Presi in mano il Vademecum . “ Devi comporre il 9”.
La colazione che ordinò aveva più la fisionomia di un pranzo completo.
Dopo un po’ ci bussarono alla porta . Andai ad aprire e mi trovai davanti una donna bellissima e sensualissima che indugiava un po’ sulla mia vestaglia semi aperta.
Entrò , depositò il vassoio della colazione e indugiò sul servire o meno i caffelatte che avevamo chiesto.
La cosa era alquanto bizzarra. Di solito il servizio si riduce alla semplice consegna.
Era veramente una bella ragazza.
Poteva avere dai 24 ai 26 anni. Capelli neri raccolti in una coda da cavallo , viso abbronzato e ben truccato.
Poteva essere alta circa 1 metro e 65 centimetri e aveva una bellissima silhouette .
Visto che non proferivamo parola si discostò dal comò dicendo : “ Se non avete bisogno di altro tolgo il disturbo”.
Feci un accenno con il capo di assenso e allora lei si incamminò verso la porta e la chiuse dietro alle spalle.
Io e Tania ci guardammo interrogativamente.
“Forse ieri sera hai fatto una gaffe chiedendo alla sua collega se sapeva dove era l’ Extasia”. Si in effetti adesso mi stavo rendendo conto che il modo di fare della cameriera non poteva che essere legato alle mie domande su quel privè la sera prima.
Qualcosa di strano c’era nel comportamento.
“ E gli sguardi che ha lanciato a me e a te?
Mentre facevamo queste supposizioni avevamo cominciato a mangiare la nostra colazione e più il discorso andava avanti più si realizzava la convinzione che le nostre supposizioni erano esatte.
Ci veniva in mente che entrando aveva chiuso la porta dietro di se, cosa che un cameriere o cameriera non usa fare. Non aveva lasciato il vassoio nelle mie mani ma si era prodigata nel depositarlo sul comò.
Fu Tania che disse la frase che da li in poi ci diciamo spesso
: “Non abbiamo capito che voleva fare qualcosa con noi, che beduini che siamo”.
“Sai cosa facciamo? Ci facciamo portare altri due croissant?”
Tania sorridendomi prese in mano il telefono e con una tranquillità esasperante chiese che ci fossero portati altri due croissant.
Mise giù il telefono , si girò verso di me e si mise a ridere.
“Ora non rimane che attendere”.
Si era distesa sul letto in modo discinto. La vestaglietta lasciava scoperte tutte le gambe e un seno. Sembrava la maja desnuda.
“Adesso vediamo che uomo sei”. Ora provocava. Mi induceva a dimostrare la mia appartenenza al genere Homo Latinus.
“Tania, per favore. Se faccio una mossa e quello che abbiamo pensato non è vero questa mi stampa in faccia un bel cinque. E poi chi va a dire alla direzione che avevamo pensato che lei ci stesse?”.
Rideva divertita.
Due colpi battuti sulla porta ci distolsero dall’attesa.
Non sapevo più cosa fare.
Presi la decisione di fregarmene di tutto quello che si era pensato , di aprire la porta e farla entrare.
Mi sarei fatto consegnare le due paste e l’avrei rispedita nel corridoio.
Aprii la porta e mi si presentò di nuovo di fronte lo stesso sorriso e la bellissima ragazza di poco prima.
Il sorriso ora però aveva qualcosa di diverso, era provocante.
Sentii le gambe quasi cedermi.
Non mi offriva il piccolo vassoio, ma come precedentemente aveva fatto , cercava di entrare per depositarlo.
Non sapevo cosa fare.
Con la coda dell’occhio notavo che Tania non si era ricomposta e continuava a tenere la sua posizione poco consona a ricevere una comanda.
La decisione la prese la ragazza che mi scartò di quel tanto da permetterle di entrare
Come la prima volta chiuse dietro di se la porta e si addentrò nella stanza.
Sicuramente vide benissimo Tania e come si era posizionata su letto ma fece finta di nulla si apprestò a posare il vassoio.
Fatto questo rimase immobile guardandosi nello specchio che aveva di fronte e nel quale poteva vedere Tania sul letto che mi faceva cenno sorridendo di avvicinarmi e toccarla.
Credo che potete capire tutti il mio imbarazzo di quel momento.
Notavo che lei con la coda dell’occhio osservava i miei movimenti e rimaneva immobile.
Mi scrollai di dosso l’imbarazzo ormai nella consapevolezza che la ragazza sapeva che cosa stava succedendo e mi avvicinai.
Lei era sempre immobile ed ora mi osservava dallo specchio. Allungai una mano e le accarezzai un braccio.
Lei aveva chiuso gli occhi quasi a non voler vedere le conseguenze. Vedevo dallo specchio Tania che osservava divertita la scena e aveva ora uno sguardo languido e nello stesso tempo combatteva con qualcosa che non capivo.
La ragazza era sempre immobile.
Volevo accontentare Tania e rendere la mia carezza più audace, ma qualcosa dentro di me lo impediva.
Presi il coraggio dicendomi una frase stupida : “ Sia quel che sia”.
Mi appoggiai a lei da dietro e accarezzandole entrambe le braccia le cominciai a baciare il collo.
Tremava. Fremeva.
“ Tesoro, portala qua”.
Lei aveva riaperto gli occhi e mi guardava dallo specchio.
Aveva degli occhi bellissimi. Lo sguardo era tranquillo anche se pieno di incognite su quello che avrei e non avrei fatto.
Le presi un braccio e la trascinai con me sul letto.
Si lasciava condurre e non apriva bocca.
Una volta sul letto Tania le si mise sopra la faccia e cominciò a baciarla in bocca.
Io allora mi scostai un po’ e rimasi ad osservarle.
La scena era stupenda.
La ragazza allungo un braccio e cominciò lei ad accarezzarmi la mano e il braccio quasi cercasse in quel gesto un mio aiuto all’attacco di Tania.
Il tutto durò qualche minuto. Poi lei all’improvviso si sollevo a sedere e per la prima volta parlò : “ Purtroppo devo tornare a lavorare, posso tornare a trovarvi dopo?” .
Lo disse con una tranquillità come se avesse chiesto se desideravamo ancora qualcosa.
“Torna quando vuoi, noi siamo qui” . Era stata Tania a risponderle e dicendolo la ribaciò sulle labbra.
Mentre la vedevo uscire dalla stanza e con Tania che mi abbracciava tremante mi scoprii grande, grande,grande come non lo ero mai stato in vita mia.
Tutti i soldi del mondo non possono comprare certi momenti.
CAPITOLO XIV
Stavamo percorrendo la A4 in direzione Venezia. Il traffico era scorrevole e Tania distesa affianco a me parlava in modo un po’ alterato della programmazione televisiva.
A suo dire ci vorrebbero delle regole , una commissione, un super partes , che regolino tutto lo scibile che ci propinano.
“Ma chi controlla poi questo personaggio che dovrebbe regolare tutto ciò?”. Era chiaramente provocatoria la mia domanda. La classica domanda chi controlla i controllori. Demagogia pura.
“Per inquadrare il problema, dobbiamo innanzitutto distinguere chi sono i portatori di risorse e chi sono i portatori di interessi, così che ad entrambi sia riconosciuto il diritto di redigere un palinsesto. Ma così facendo si apre una serie ampia di possibilità: posso ottenere questo obiettivo attraverso una opportuna composizione degli organi , posso sostenere un sistema autonomo di conduzione delle risorse, riservando poi ai portatori di interessi e di risorse di valutare se gli obiettivi concordati sono raggiunti.” . Mentre dicevo questo ridevo. Sapevo cosa avrebbe fatto. Per un po’ ci avrebbe pensato per poi guardarmi e cambiare discorso per non creare una disputa. Mi diverte fare della demagogia per farla arrabbiare.
“Sai che è bello rivedere Serena”. Come avevo previsto mi guardava e aveva cambiato discorso.
“Si davvero, tre giorni con Serena e te saranno disastrosi ma interessanti” . Eh si, per l’occasione mi ero portato via una scatola intera di cibalgine. L’idea di avere per tre giorni Tania e Serena che mi avrebbero provocato all’inverosimile mi stuzzicava ma nello stesso tempo sapevo che reggerle non sarebbe stato facile.
Chi è Serena?
Serena è una ragazza di 31 anni piemontese divorziata. Si era sposata all’età di 25 anni per poi separarsi dopo un anno senza rimpianti di sorta. Ci raccontava che non amava proprio il suo ex marito ed anzi non capiva perché lo aveva sposato.
Tra loro si erano conosciuti a scuola, entrambi frequentavano un istituto tecnico per il turismo.
Dopo 7 anni di fidanzamento si erano sposati ma subito lei si era resa conto che la convivenza con quest’uomo non la soddisfaceva. Vuoi per la gelosia vuoi per una mancanza totale di sensibilità.
L’avevamo conosciuta qualche mese prima e dopo varie telefonate ci si era messi d’accordo per trascorrere insieme un weekend in Croazia in barca. Ora noi stavamo percorrendo la A4 e l’avremmo trovata al casello di Padova Est dove avrebbe lasciato la macchina per proseguire con noi. Lei veniva da Rimini.
Ebbene si, Serena è la famosa cameriera che voleva assolutamente imboccarci la colazione.
“Sai cosa penso?”. Tania mi distoglieva il pensiero.
“No, cosa pensi?”.
“Quando ci sarà il passante non ci preoccuperemo più dell’ora di partenza per raggiungere il Friuli o la Croazia”.
“Si vero”.
“Secondo te Serena si aspetta del sesso da noi o viene solo per passare tre giorni in allegria?”.
Era un pensiero che mi attanagliava da quando Serena si era proposta di passare con noi il weekend.
Da una parte mi inorgogliva tutto questo, dall’altro come ora per Tania mi domandavo anch’io se pretendesse sesso o amicizia.
“Speriamo che il suo scopo sia passare tre giorni con noi in allegria”. Era vero quello che dicevo. Non mi piaceva assolutamente l’idea di dover fare sesso per forza.
Il telefono stava squillando.
Serena ci comunicava di essere arrivata e che ci attendeva.
Il viaggio fu eccitante. Ora Serena da dietro abbracciava me e dopo un poco Tania. Sembrava un grillo.
Il fatto di essere con noi la rendeva euforica.
Ogni tanto intonavano la canzone di Patty Pravo “Pensiero stupendo” facendomi capire le loro cattivissime intenzioni per quei tre giorni. Io mi difendevo inventandomi un mal di testa fortissimo che mi avrebbe impedito di espletare le mie funzioni di maschio.
Serena era davvero bella, non me la ricordavo così bella.
Portava un paio di jeans attillati e una magliettina nera con la scritta : I can if you want, tutto un programma.
Non era mai stata su una barca a vela ma appena ci salì cominciò a sciolinare tutto quello che la coppa america era riuscita a imprimere nella sua testa, e non era poco.
“Serena, in questa barca si naviga nudi”, le disse Tania rivolgendole uno sguardo pieno di sottintesi.
“Non vedo l’ora cara mia, ho sempre desiderato fare del naturismo” e così dicendo senza neppure un minimo di pudore stava già spogliandosi.
Come dico sempre, beata ingenuità.
Stavamo navigando al largo di Brioni, L’ isola di Tito, e il tempo era bellissimo. Il mare sembrava olio, purtroppo non c’era un alito di vento e questo ci costringeva a procedere a motore.
Fu Tania a fare la prima mossa di quella tre giorni.
Mentre ero al timone e avevo disattivato il pilota automatico aveva preso per un braccio Serena e chinandola l’aveva fatta passare davanti a me in modo che potesse prendere tra le mani le redini della barca.
Dopo di che aveva staccato dal timone le mie mani e le aveva posate sui fianchi di Serena per poi stringere me da dietro. Un bel trenino.
“Adesso Serena tu porti la barca e non distrarti, e tu Marco approfittane”.
Il gioco era cominciato.
“Attenta agli scogli sulla destra e sta sempre attenta alle rotte di collisione”. Lo diceva con un’aria molto professionale quasi come se quello che stava succedendo fosse una vera lezione di mare.
Io imbarazzatissimo accarezzavo Serena e la sentivo liscia, disponibile e fragrante.
“Ti troviamo un bel maschietto cara Serena, dove stiamo andando è pieno di naturisti e puoi sceglierlo anche per la dotazione” . Ora rideva Tania dicendo questo.
“Cara Tania, con voi sto benissimo, non mi serve trovare un maschietto”.
“E va beh, ma non puoi pretendere che ti presto Marco per toglierti le ragnatele” : ridevano e mentre lo facevano io un po’ accarezzavo Tania e un po’ Serena.
“Facciamo così. Troviamo un maschietto per te e poi tu lo presti a me e io ti presto Marco”.
Eravamo arrivati allo scambio. Al baratto.
Nel frattempo ogni tanto correggevo le rotte di Serena che presa dal momento oppure per inesperienza tendeva a perdere la via stabilita.
Ad un certo punto mi venne in mente un gesto che Tania usava spesso fare per stupirmi. Posai la mia mano sul sesso di Serena e spinsi all’interno di questo un dito.
Lo sentii umido e pulsante.
Lei apri ancora di più le gambe per permettermi meglio di approfondire la esplorazione e nel farlo contraeva i muscoli in modo ritmico. La sensazione era bellissima.
Tolsi il dito da quel paradiso e voltandomi verso Tania glielo appoggiai sulle labbra.
“Questa è l’ambrosia di questa bellissima donna, assaggiane il sapore e beati di questo magico profumo”.
Tania non se lo fece ripetere e il mio dito sparì completamente nella sua bocca.
Io che speravo in una risata per distogliermi da tutto quell’imbarazzo capii che avevo fatto un autogol.
Era solo l’inizio di una tre giorni di sesso.
Forse era il caso che cominciassi a provare il viagra,
La vita è bella. Viviamola
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14 years ago
marctania,
31/29
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un saluto a tutta la community
Un saluto a tutta la community.. mi presento, sono Mara, 28 anni compiuti a giugno.
Scrivo perché.. insomma, perché luca il mio ragazzo me l’ho ha proposto domenica scorsa.. mentre ci intrigavamo leggendo qualche racconto pubblicato sul sito.. io però non sono una scrittrice e non so se ne sono capace.
L’idea di raccontare qualcosa però non mi è dispiaciuta.. non tanto per intrigare nessuno ma cosi.. magari per fare si che qualcuno che magari vuole ci può conoscere un pò meglio!
Oggi poi è la vigilia di natale e sono a casa in relax.. mi sono appena fatta una doccia calda e mi sono riempita di borotalco! J a proposito fuori piove e c’è un tempo da schifo! La verità è che non so da dove iniziare il racconto.. e nemmeno come intitolarlo!
Aiuto!! mica posso raccontarvi la storia della mia vita.. o come abbiamo iniziato io e luca.. dovrei scrivere un romanzo!
Forse abbiamo fatto come tutti.. un pò di curiosità .. un annuncio per gioco! Mamma mia.. sono passati due anni.. J
Fantasie si.. qualche foto, magari msn.. ma di fare incontri, da parte mia non se ne parlava proprio.. e poi saranno veri?
Per un po’ lasciamo cadere l’argomento.. ma passiamo alla svolta altrimenti arrivo a capodanno e addormento i lettori.. se mai invierò.. e sempre che qualcuno decida di pubblicarlo!
Siamo al ponte del 25 aprile.. a cavallo del 1 maggio per intenderci.. luca mi regala una vacanza, l’ultima sciata di una stagione che per una serie di impegni non ci siamo proprio per nulla goduti!
E cosi si parte per l’Austria.. la località è vicina, appena passato il Brennero ma il nome è impronunciabile, proprio non me lo ricordo!
L’hotel che ha scelto il mio amore è meraviglioso.. credo fosse cinque stelle.. la camera è più grande del mio monolocale L con un letto veramente mordidoso.. io però sono un po’ contrariata.. va bene la sorpresa ma se mi avvisava mettevo qualcosa di più in valigia!
Cerco di farmela passare (non perdono facilmente.. soprattutto quando non ci arrivate proprio – mi riferisco a voi maschietti – ma non voglio rovinare la vacanza.) e decidiamo di andare in piscina (e fortuna che un costume era dentro il borsone) dato che ormai il sole sta calando.
La piscina è davvero bella, ampia.. con perfino la cascatella e la palmetta (vera!!) e i pappagalli (imbalsamati?).-
C’è solo una coppia che amoreggia.. siccome io faccio l’imbronciata con luca lui nuota e io li osservo..
Sono piuttosto su di età .. e mi colpisce l’idea che stiano li a pomiciare.. (lo so sono stronza ma è la verità ..) comunque lui è un bel tipo.. abbronzato, capelli un po’ brizzolati.. non posso dire che avesse fascino.. però si.. visto fuori dall’acqua.. La lei invece era di carnagione chiarissima.. la vera nordica insomma, bionda e ammetto decisamente ben messa.. con un bel costume due pezzi elegante.. (io ero li con il mio intero nero da nuoto..un cesso) e uscita dall’acqua era pure alta!
Quando se ne sono andati e ci hanno salutato siamo rimasti soli noi due e anche io ho avuto la mia dose di coccole.. J sono tornata in pace con me stessa ed il resto del mondo.. leconseguenze si sono viste in camera.
All’ora di cena luca si è ripreso la sua parte.. dato che so perdonare ma sono anche vendicativa.. e comunque mi sono tirata insieme con quello che potevo.. un bel maglione pesante.. avevo anche delle calze in microfibra.. per fortuna che me la cavo con le gambe anche se.. messe con i polacchini l’effetto era un pò tra il sexy e il country ma l’alternativa erano i jeans..
In sala da pranzo ovviamente si moriva dal caldo.. in più hanno servito anche delle specie di zuppe..
e comunque io per evitare sviste.. (o meglio.. viste) mi ero seduta di spalle alla sala.. (dimenticavo.. il maglione in piedi era ok.. ma da seduta diventava un pò più impegnativo..)
.. J e quindi andiamo al banco del bar dove ci ha preceduto quella coppia che abbiamo incrociato in piscina..
Ops… interrompo il racconto per pausa cena.. chissa se lo riprenderò.. forse si… mi intriga!
Rieccomi qui.. dove eravamo rimasti..? si la coppia della piscina al banco bar!
Ci salutano.. lui è elegante con una camicia bianca che gli risalta la carnagione.. lei in abito lungo.. accidenti.. non ha nulla sotto e.. la invidio vorrei essere come lei alla sua età .. io nel mio maglione con le calze e tutto il resto..
Ordino un cointreau.. anzi no vedo le grappe ai frutti di bosco.. luca prende una birra.. forse era meglio evitare l’alcol.. ma va giù bene.. finisce che ne prendo un’altra.. e poi una terza!
Grazie al cielo sono svizzeri (ticinesi) ma parlano italiano.. lei (vengo a sapere dopo) è lituana.. comunque lui è simpatico e dopo i primi convenevoli andiamo a sederci..
Io nel frattempo mi sono dimenticata il maglione e tutto il resto.. tanto a lei (irma) si vedono i capezzoli.. io magari sarò indecente ma ho anche voglia di esserlo.. ci manca poco che mi tolgo gli scarponcini che mi danno noia!
La serata è piacevole.. si parla di mare e vacanze.. marco coccola irma ma imbarazza anche me.. il brindisi è dedicato alle donne e io sono alla terza grappa con i mirtilli.. mi scopro a prenderli dal bicchiere con il dito.. gli altri ridono.. io sono fatta! J
Per fortuna nessuno deve guidare.. ricordo i saluti e gli abbracci.. e diritti in camera.. accidenti è dura spogliarsi.. per fortuna c’è luca.. lo lascio fare!
La mattina dopo sono più reattiva.. luca è di sotto.. mi piace cavalcarlo.. sicuro che non mi hai scopato pensando ad irma ieri sera? Ci infoiamo.. mi viene dentro.. mi piace sentirlo pulsare..
Doccia e via… le piste ci attendono! Mi sento carica e ho voglia di scaricare un pò di adrenalina.. e la giornata è fantastica!
Tanto fantastica che a mezzogiorno le piste mollano.. uff! forse era meglio usare lo snoboard..
Ma in fondo qualche discesa l’ho fatta.. sento i muscoli duri.. sono fuori allenamento e pensare che qualche anno fa puntavo all’ammissione nella rosa..
Non ho rimpianti, ci godiamo il sole.. sembra davvero di essere ai caraibi!
Rientriamo presto in albergo.. non ho voglia di diventare un peperone.. e ho voglia di togliermi gli scarponi e liberarmi del senso di unto delle creme solari..
In camera (rifatta a puntino) ci sono due cestini con gli accappatoi e ciabattine (ieri per la fretta non li avevamo notati..) scendiamo subito in piscina.. nemmeno mi lavo.. solo il tempo di infilarsi il costume..
All’ingresso incrociamo marco e irma… due convenevoli, loro sono stati a vedere la fabbrica di swaroski.. stanno andando nel bagno turco e ci invitano a seguirli..
Li raggiungiamo.. il tempo di posare i cestini e prendere due asciugamani.. luca sbircia dalla porta di vetro e mi informa.. “niente costume†;)
Ci sono abituata, ormai è una cosa superata.. (questa sarebbe è un’altra storia da raccontarvi..) ma mentre mi tolgo il costume provo un po di eccitazione…
Entriamo.. sensazione di caldo.. forse avrei dovuto farmi una doccia..
Il bagno turco e piccolo.. due panche contrapposte… a sinistra una fontanella (spenta) e a destra la porta..
Ci sediamo, io ho bisogno di un contatto con luca e gli prendo la mano.. marco e irma sono di fronte che ci sorridono.. li osservo.. entrambi depilati.. marco è dotato.. decisamente intrigante..
Marco è davanti a me.. è da ieri che ho capito che gli piaccio.. mi sento un po in antagonismo con irma che sta davanti a luca.. cavoli il cuore mi batte… ma sarà il vapore caldo..?
Chiudo gli occhi e mi rilasso.. (adesso che ci penso.. ad occhi aperti.. be non sarebbe successo..) ora sono seduta più comoda.. mi è venuto naturale allargare le gambe.. non nascondo di sapere di avere degli spettatori..
Luca che mi tiene la mano mi accarezza piano dolcemente il palmo e le dita.. è un gioco che facciamo spesso forse ho le mani erogene.. e non solo le mani..
Con l’altra mano libera, la sinistra, mi sfioro… le sensazioni sono cresciute forse dall’effetto balsamico del bagno turco.. (può essere.. o sto scrivendo una scemata?) e la situazione mi prende..
Cavoli, davvero mi ero persa alla grande.. e confesso che non sono gran che patita della masturbazione fai da te.... nel senso che non sono un’esperta (in fondo preferisco lasciare fare agli altri.. cioè ricevere.. cosi sono più concentrata)..
Con questo racconto sto mettendo in piazza delle cose che non pensavo.. forse luca aveva ragione a dirmi di scrivere..
Non raggiungo l’apice ma la situazione è quella che definisco.. del non ritorno.. dagli sfioramenti leggeri ho iniziato ad usare due dita.. non sono mancina.. sto quasi per usare la destra..
SBANG.. un rumore improvviso mi risveglia dal torpore.. e ritorno per terra.. apro gli occhi e per un momento non vedo nulla.. solo vapore… c’è un po’ di confusione.. qualcuno ha aperto la porta ed è entrato nel bagno turco.. c’è gente che va e viene… ci alziamo, luca mi dice che è meglio uscire.. non so quanto tempo sia passato.-
Per ora è tutto... per adesso lo metto in rete.. forse ci sarà un seguito..
Un grosso bacio al mio amore! Come vedi l’ho fatto
2599
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14 years ago
AdamDTS,
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Un incontro a Cap d'Agde
L’idea di scrivere questo raccontino mi è venuta “chattando” con un amico di
MSN. Un amico simpaticissimo, con cui ci si doveva trovare a Cap d’Agde,
avendo lo stesso periodo di prenotazione… ma qualche strana situazione ha
impedito questo incontro, oggi a distanza di qualche settimana ci siamo
sentiti ed ognuno ha raccontato le proprie avventure… come vecchi goliardi
di bettola da periferia…
Tutto è iniziato come sempre…i saluti, qualche convenevole, e poi le solite
cose, ma ad un certo punto è scattata la molla, adesso la scrivo per benino,
con tutti i particolari…
Siamo arrivati a Cap il sabato sera, tutto è filato liscio, bellissimo
“studio” al primo piano del complesso di Port Ambonne, ben arredato e ben
tenuto, fa piacere essere sorpresi positivamente, capita sempre il
contrario… ma saltiamo a pie pari al martedì pomeriggio perché Vi voglio
raccontare l’incontro con Max e poi… con sua moglie Madeleine, si non è
avvenuto in un solo momento, ma una cosa per volta.
Quindi dicevo era martedì pomeriggio verso le 15 15,30 io leggevo
tranquillamente sotto una parte frangisole in fondo alla terrazza, mentre
aspettavamo che il sole si abbassasse per andare a fare un bel giretto sulla
spiaggia, una bella passeggiata distensiva, Aleska sdraiata supina sulla
sdraio prendeva il sole nuda, mostrando disinvoltamente tutto il suo corpo
stupendo, il suo seno morbido con la crema, brillava al sole … e fin qui mi
sembra normale in un Villaggio naturista, ma il comprensorio di Port Ambonne
è una costruzione circolare formata da tre piani sovrapposti a catino, chi
abita il primo piano ha delle grosse terrazze con prendisole… quelli del
secondo piano hanno terrazze più piccole ed arretrate, quelli del terzo le
hanno ulteriormente arretrate… insomma le terrazze del primo piano sono una
specie di arena per quelli dei piani superiori. Ovviamente chi è nell’arena,
vede come se fosse al cinema tutti gli spettacolini che vengono presentati
ai piani… alti!
Insomma fra tutti i giochi e le esibizioni vuoi in un senso vuoi nell’altro…
mi aveva attratto l’attenzione, distogliendomi dalla lettura, un
fustacchione che al secondo piano due alloggi più a destra, si esibiva in
tutta la sua potenza mascolina da vero cacciatore, ma subito dopo mi sono
accorto che forse lui non era il cacciatore, ma la preda… Aleska si rosolava
al sole, ma con molta attenzione e femminilità: ora si girava, ora si
spalmava, ora si alzava per prendere il bicchiere, insomma conosciamo bene,
è un film che si ripete sempre uguale e sempre nuovo! Dopo un po’ che
osservo la scena, vado a prendere la macchina fotografica, ed incomincio a
scattare foto prima ad Aleska e lei subito aumenta il tasso di civetteria…
accende la sigaretta, beve, si muove e si accarezza, poi con attenzione al
momento giusto mi guardo attorno come per cercare un posto migliore da cui
fare fotografie…. Ed ecco lui subito pronto mi chiama e mi chiede in
francese se volevo andare su da lui, dal suo balcone si poteva godere di un
panorama completo sia verso il porto che sulla nostra terrazza, verso
Aleska… sottolinea Lui! Rispondo con cortesia in francese, con una frase
interlocutoria, Lui allora, mi ripropone in inglese la stessa cosa, rispondo
in inglese e questa volta accetto, Lui allora mi urla in inglese: “216,
alloggio 216…”.
Salgo, alloggio 216, suono ed un ragazzone alto più di un metro e
ottantacinque, mi apre con una piccola spugna da bagno alla vita,
perfettamente abbronzato e due profondi occhi azzurro chiaro, si presenta in
inglese: “Mi chiamo Max, sono qui con mia moglie Madeleine…. Ma l’altro ieri
è dovuta tornare a casa in Germania a Cologna, perché la nostra cagna sta
per partorire… se va tutto bene arriva domani pomeriggio, altrimenti dopo
domani.” Intanto mi accompagna sulla terrazza da cui appunto si poteva
godere di un bellissimo panorama di Aleska e non solo era vero, intanto apre
una bottiglia di birra e mi offre un bicchiere… scatto due foto, mentre bevo
la mia birra e parliamo del suo lavoro, del suo conoscere molto bene le
lingue: inglese, spagnolo, francese, (fanno parte del lavoro) lo stimolo e
lui mi racconta, io gli dico che capisco meglio il francese e lui subito
cambia in francese… insomma era veramente gasatissimo! Così lo invito per
l’aperitivo alle 20, Max subito, accetta con entusiasmo, fra grandi sorrisi
e strette di mano. Me ne ritorno sotto, intanto il sole si era abbassato un
po’ ed Aleska con quasi indifferenza mi chiede cosa avevo combinato… intanto
sotto gli occhiali da sole stava guardando Max, allora gli racconto di lui,
Max, di sua moglie Madeleine, che non è presente perché assiste il parto
delle loro cagna… e gli dico che l’ho invitato per l’aperitivo: “Poverino
era solo questa sera... “ Lei con aria sorniona, ostentatamente si alza e
saluta con la mano, Max gli manda subito un bacio, e lei sorride
soddisfatta… la preda era catturata!
Usciamo per andare fino in spiaggia, chiacchieriamo del più e del meno, poi
mentre camminavamo sulla battigia, mi chiede: “Com’è Max, bello? Alto?” gli
rispondo si è proprio un fustacchione… bella preda!
Torniamo verso le 19,15 dalla nostra passeggiata, spostiamo la tenda da
sole, prepariamo il tavolo in terrazza, le sedia attorno, dei salatini,
delle patatine, controllo le ostriche che avevo preso al mattino per il
nostro aperitivo serale… tutto perfetto, sposto la bottiglia di Pinot
Chardonnay nella vaschetta del ghiaccio per raffrescarla ulteriormente, e mi
ritrovo solo a finire i preparativi, Aleska era andata a prepararsi… Verso
le 19,55 riappare: bellissima, pettinata, truccata, vestita con un grosso
pareo azzurro, incrociato fra i seni ed annodato dietro il collo, in modo da
mettere in risalto il seno e lasciando quasi scoperto il pube, ben depilato,
all’interno di un lungo spacco, che i due lembi del pareo formavano per
andare a raccogliersi a fianco delle gambe e proseguendo fin dietro dove si
univano per completarsi. Era a dir poco stupenda!!!
Do un ultimo sguardo al tavolo, dispongo tre sedie, due dalla parte della
terrazza ed una verso la casa, sposto le ostriche in un cesto per
presentarle in tavola e Max puntuale come un tedesco suona. Aleska si
accomoda su una delle due sedie verso la terrazza ed io vado ad aprire. Max
saluta calorosamente, anche Lui ha portato una bottiglia di rosè con dei
salatini… gli libero le mani lo faccio entrare Aleska lo stava spettando,
quando è arrivato in terrazza si è alzata, facendo così scivolare il pareo
sui fianchi… scoprendosi. Gli tende la mano, Max gliela prende ma per
attrarla a se con slancio ed abbracciandola la bacia dolcemente sulla
guancia, ed incomincia a fare complimenti, io mi dedico a portare in tavola
le ostriche ed il vino, prendo cavatappi ed il coltello per le ostriche,
mentre Aleska dispone sul tavolo, fa accomodare Max sulla sedia a fianco
alla sua, ed inizia il suo show parla, parla, racconta anche ad Aleska del
suo lavoro, dei suoi viaggi di tutti i villaggi naturisti del mondo che lui
e Madeleine hanno girato. Intanto io ho aperto le ostriche ed apriamo con il
primo brindisi, le ostriche con il Pinot Chardonnay poi finite le ostriche…
passiamo ai salatini di Max con il rosè, intanto Max si era scaldato, si
rivolgeva a me in francese, ad Aleska in inglese, Aleska rispondeva in
inglese ed io come mi veniva…. ora con l’una ora con l’altra, a seconda dei
termini che ricordavo… Ai primi di agosto il sole è ancora alto alle 20… c’è
ancora moltissima luce, ma noi mangiamo, beviamo, chiacchieriamo per una
buona oretta, anche il celo incomincia a tingersi di rosso, non solo le
nostre orecchie… mentre Max sta raccontando di altre sue avventure io
propongo di prendere due formaggi con del miele per completare… Proposta
accettata, ovviamente, entro, apro il frigo, prendo un vassoio depongo i
formaggi che avevamo acquistato al mattino… quando non sento più parlare,
incuriosito alzo lo sguardo verso la terrazza e vedo: Aleska in piedi, Max
anche dietro di lei le stringeva i seni, ma senza aspettare e senza perdere
l’attimo, slega il pareo da dietro, il pareo scivola a terra e lascia Aleska
nuda, bellissima! Le riprende i seni con entrambe le mani, senza riuscirvi
peraltro… Aleska mi vede, io la guardo… lascio che Max la baci sul collo e
che scenda con la mano destra verso il pube… rimetto il formaggio in frigo,
capisco che non è il caso, ripongo velocemente, mentre Aleska continua a
guardarmi quasi interrogativa, esco anch’io, la raggiungo le prendo una mano
che lei mi sta tendendo, e dolcemente la guido verso l’interno
dell’appartamento, Max la segue ed entrando si spoglia lascia a terra la
camicia ed i bermuda, rimanendo anche lui nudo, devo dire niente male!
Porto Aleska in camera da letto, e le faccio cenno di stendersi
tranquillamente sul letto, Max fa il giro attorno al letto e la raggiunge
dall’altra parte, mi sfilo la polo ed i pantaloni in un attimo, ero senza
mutande come sempre a Cap d’Agde e mi stendo anch’io, Aleska nonostante Max
la stesse ricoprendo di baci sul corpo, mi guardava e mi aspettava, la
guardo anch’io, e le chiedo: “Ti piace Max?” lei chiude gli occhi e mi
sussurra: “Si! Molto!” le chiudo la bocca con un lungo e dolcissimo bacio,
lei scende con la mano per toccarmi, ed io le dico: “Rilassati lasciati
godere…”
Da quel momento di parole praticamente non ce ne sono state altre… ma non
erano necessarie, Max si era immerso fra le cosce di Aleska e fra un bacio
ed una serie lunghissima di leccate, un bacio ed un titillare con la lingua,
o con le dita… ha portato Aleska sulle stelle, io dolcemente l’accarezzavo
sui seni, sulle guancie, la baciavo fino quasi a soffocarla… era in uno
stato di eccitazione completa, ed anche io avevo raggiunto una buona
erezione, Max lo era sempre stato!!!!
Io mi sposto lasciando Aleska completamente supina, a dall’alto gli avvicino
il glande alla sua bocca, subito incomincia a leccarlo a prenderlo in bocca
ed a succhiarlo, a quella vista Max si predispone a penetrarla, e la guarda
dolcemente Aleska si ritrae un attimo dal mio glande, le sorride e riprende,
Max in un movimento dolcissimo e ritmico incomincia a penetrarla senza usare
le mani, trovando la strada piano, piano, dentro di lei, il movimento da
parte di Max si fa più veloce ed ossessivo, siamo quasi sopraffatti dal
piacere, quando io piano mi tolgo dalla sua bocca e la guido, in un lento
movimento facendola girare, anche Max intuisce e si ritrae dolcemente, io mi
stendo al suo posto e la faccio accomodare con la sua passerina, fradicia di
umori, sul mio uccello duro e ritto, lei si impala dolcemente, io la prendo
per il volto traendola a me, con quel movimento dolce e morbido lei si
abbassa con la testa e rimane accucciata, esponendo il suo bellissimo culo
alle attenzioni di Max, non si fa attendere scende lungo la schiena fino a
lambirle i glutei si sofferma con la lingua fra i glutei e con la lingua
forza il buchino, morbidissimo e disponibilissimo di Aleska, lo forza: una,
due, tre, volte, poi lo bagna con abbondanza gli appoggia il grosso glande
del suo pene che come per incanto viene risucchiato dentro… Colpi corti
dolci e lenti ritmati con altri lunghi e profondi mandando Aleska alle
stelle, io sento da sotto il movimento di Max lo posso controllare e
coadiuvare… gestendo la spinta ed accompagnandola favorendo la totale
entrata nello sfintere, e la completa riuscita… permettendo così a Max di
fare un lungo e lento movimento… Dentro completo…. Fuori completo…. Questa è
una cosa che manda letteralmente in orbita Aleska, ma non solo lei… Tempo di
concentrarci bene per sentire Aleska fino in fondo… e sento esplodere Max
nel culo… godendo come un animale… emettendo suoni gutturali, Aleska a quel
segnale si lascia andare ed anche lei esplode nel più totale parossismo, io
a tanta eccitazione e bellezza di vita… non so resistere e mi lascio andare,
compensando con il mio movimento pelvico le spinte dell’orgasmo di Aleska,
le eiaculo completamente dentro per sentirla fino in fondo, come sempre
facciamo nei nostri amplessi.
Il sole era tramontato, la luce era diventata scura e bluastra.. erano gia
le 21,55 tutti e tre sfiniti eravamo distesi sul letto… Aleska ed io, sui
cuscini e Max ai piedi…rovesciato con la testa penzoloni dalla parte di
Aleska, con la mano sinistra le stava accarezzando la fighetta, ben bagnata,
ogni tanto cercava di alzarsi… finché prima io, poi Max e Poi Aleska ci
siamo tutti trovati inginocchiati sul letto abbracciati e con tutte e tre le
bocche vicine, scambiandoci bacini ed affettuosità, l’incanto finì quando
Max guardando l’ora scoprì di essere in ritardo per la cena a casa di amici
di oltre un’ora…. Ma come disse lui uscendo dalla stanza: “N’est pas
important!!!!” Riprese la sua roba e ancora nudo usci sui corridoi del
complesso… per ritornare a casa cambiarsi ed andare a cena. Noi rimanemmo
ancora qualche minuto, in quella specie di magia che ci aveva avvolto, io
continuavo ad accarezzare Aleska, sussurrandole quanto l’amassi, poi
decidemmo di alzarci, farci un buon caffè italiano, mangiare ancora due
salatini, rimasti da prima, e preparaci ad uscire per la serata.
Una doccia calda e lunghissima fu la mia ancora di salvezza, certo mi
sentivo leggero come un uccellino, ma i miei 52 anni erano venuti fuori
tutti! Ed una serata movimentata come sono normalmente quelle di Cap. dove
se uno va aletto presto sono le due e mezza!! Altrimenti si arriva all’alba…
beh io non potevo affrontarla…
Verso le 23 siamo quasi pronti, usciamo e non sapendo bene come muoverci per
la serata siamo andati all’ErosBar un locale che funzionava molto bene, si
pagano solo le consumazioni… e si consuma molto…. Però si può entrare uscire
tante volte in una sera, il DJ si comporta come fosse una normale discoteca…
ed ha una bellissima pista sollevata, su di un palco, dove nei momenti caldi
le danze diventano amplessi fugaci e maliziosi!
Era passata da poco la mezzanotte, Aleska stava ballando con Eveline, una
dolce signora francese al cui marito piaceva molto Aleska, erano due sere
che ci facevano il filo… Nel momento preciso in cui entro Max in pista,
Eveline, ed una loro amica stavano ballando con Aleska in mezzo come fanno
spesso le donne per scaldarsi, si strusciano le une alle altre con il ventre
appiccicato, devo dire che la scena non era male, anzi la sensualità e
l’erotismo si percepivano fortissimi, quando Max vide Aleska, ed
improvvisamente, si precipitò da lei con gentilezza, ma con decisione la
prese e la baciò sulla bocca staccandola dalle altre due che rimasero,
basite ed incredule, di vedere sto pezzo di fusto, arrivare, prendere
Aleska, un fustellino, stringerla e baciarla… Non vi dico Manuel, il marito
di Eveline guardava la scena, poi guardava me, si aspettava qualche
reazione, almeno da parte mia, invece io rimasi tranquillo, Aleska si gusto
il bacio, Max ci trascinò dai suoi amici tedeschi, ci presentò loro e poi
veloce come era arrivato se ne andò è per tutta la serata rimanemmo a
ballare ed a ridere dell’accaduto, guardando ancora la faccia incredula di
Manuel.
Max altrettanto velocemente sparì dalla nostra vita, il giorno dopo arrivò
effettivamente la moglie Madeleine, una bella donna sulla quarantina, molto
austera e sicura di se… Non ho mai approfondito, oltre una fugace
presentazione… e due frasi di convenevoli. Questa non è stata l’unica
avventura di quest’estate, ma sicuramente quella che Aleska ricorda più
volentieri!!!Eravamo a Cap già da tre sere, ci eravamo acclimatati e preso i giusti ritmi che offre la cordialità locale, un dolce risveglio fra coccole che per gli altri periodi dell’anno ci sono spesso impedite, l’aperitivo in comune offerto seduti sul parapetto del ballatoio al primo piano di Port Nature, le serate che si prolungano su due periodi: dal tardo dopo cena a più o meno le 2 (ora di chiusura dei bar) in grande convivialità il proseguio come evoluzione dell’atmosfera creata prima.
Alcune settimane prima avevo contattato una coppia italiana, anzi a dire il vero il contatto era avvenuto in modo inusuale e simpatico. L’anno prima avevo pubblicato un raccontino in cui raccontavo un bel pomeriggio passato a Port Ambonne e questa coppia aveva espresso un positivo commento elogiando il mio modo di far trasparire: “…l’atmosfera di grande libertà e disponibilità , che si respira a Cap d’Agde.†Io inorgoglito per il complimento avevo risposto ringraziando e scambiando il contatto MSN. Da quel momento ci eravamo contattati, più volte chiacchierando e comunicandoci le impressioni di vita nonché i reciproci telefoni e numeri di Studiò in cui avremmo soggiornato in villeggiatura, anche loro a P.N. Studiò 508 Colline 5… Non avevamo ancora avuto occasione di incontrarci ma, quella sera, ritornando e passeggiando mollemente dopo due ore di ballo, nel caldo torrido dell’Eros Bar, con la giusta dose di esibizionismo e complicità . Stavamo prendendo una boccata d’aria prima di ditornare a casa o chissà … Dal budello dell’angolo di Port Nature, eravamo subito saliti sulla balconata del primo piano, involontariamente, o forse no.. incomincio a leggere i numeri che si susseguono degli studiò, ..504,…505, …non trovo il il 506, ma vedo in distanza il 508, una bella persona in camicia scura di lino è seduta davanti al tavolo con bicchieri e tazzine, mentre fuma sensualmente, gustandosi la sua sigaretta, al fresco della bella serata, sorseggiando una birra.
Guardo Aleska, e le dico: “Toh guarda! Ecco dove abita, quella coppia di Napoli di cui Ti avevo parlato.†Lei guarda attentamente la figura maschile in terrazza e poi con un leggero sorriso, che ben conosco mi fa un cenno di invito, capisco e con la voce ben impostata mi appoggio al cancelletto che da sulla loro terrazza salutando: “Ciao, sono roberto, ci siamo contattati su MSN… ricordi? Lei è Aleska. Passeggiavamo… Ho visto il 508…†Non riesco a finire la presentazione di circostanza, che subito Lui si alza, ci viene incontro e con un gran sorriso, apre il cancelletto e ci invita a bere qualche cosa di fresco, mentre abbraccia salutando Aleska repentinamente chiama: “Francesca, vieni; ci sono Roberto e Aleska…. Porta fuori la birra!†Poi rivolgendosi a noi: “Sedetevi, gradite magari, un bicchiere di vino… ma di quello buono! Lo fanno con le nostre vigne è una Falanghina veramente genuina!!!†Io non ho dubbi ed accetto con entusiasmo: “Si grazie!†Anche Aleska si associa con un bellissimo sorriso.
Un attimo dopo appare sulla porta scorrevole dello studiò scostando una lunga tenda che ne impediva lo sguardo all’interno, Francesca, alta, solare, due bellissimi occhi azzurri, che sorridendo ci saluta, con un sonoro: “Ciao!†Si avvicina abbassandosi un po’ per baciare Aleska, io lo confesso mi sono incantato un momento a guardare la morbida curva che il suo fondoschiena proponeva in quella posizione e da quel momento non sono più riuscito a non ammirarla, ogni volta che muovendosi me la riproponeva.
Ci sediamo ed incominciamo a parlare del più e del meno, le solite cose… Come va? Cosa Fate? Ecc.. Il tempo passava lento e delicato, l’atmosfera incominciava a farsi interessante…. Difatti, Francesca coglie l’occasione per dire: “Ma caro! Entriamo dentro fa più fresco, fa ancora così caldo qui fuori e poi dentro ci possiamo anche mettere più in libertà sul divano, mentre chiacchieriamo…†Dire che la Sua frase abbia avuto un consenso generale ed automatico è dire poco, ci siamo tutti alzati ed avviati verso il salottino interno, mentre Alex, (così si chiama il nostro amico) stava appunto magnificando, la dolcezza di Francesca e la sua naturale bisessualità , spiegandoci, che per Francesca un dolce contatto con un’altra donna è sempre gradito. Infatti, Francesca invita Aleska a sedersi sul divano vicino a Lei, mentre Alex mi propone una poltroncina di vimini imbottita, proprio di fronte alle due donne, con uno stupendo panorama sulle cosce di Francesca, mentre Lui si affretta ad aprire una nuova bottiglia di Falanghina, che così fresca, scendeva aprendo la strada a tutti i miei pensieri sul fondoschiena di Francesca. E’ vero, purtroppo spesso mi rendo conto di essere un po’ monotematico, ma mi sembra che poche si lamentino del mio difetto. Francesca intanto si era allungata sul divano, alzando le gambe ed avvicinandosi con la bocca all’orecchio di Aleska, io la osservavo in tutta la sua freschezza di donna completa, intellettualmente matura e sicura della propria bellezza e sensualità . L’ambiente si riscalda alquanto, gli argomenti da generici e vaghi si focalizzano sulle nostre eccitazioni e sui nostri desideri, fra una carezza sul seno di Aleska ed una coscia che finisce contro ad uno slippino nero di pizzo e traspare da sotto la gonna pareo di Francesca, Alex ed io, siamo caduti in un attimo di silenzio contemplativo, rapiti nel guardare le due bellissime donne ed è proprio Lui che alzandosi per primo si avvicina alle gambe di Aleska accarezzandole all’interno risalendo dal ginocchio e mettendo in mostra la bellissima vulva perfettamente rasata di Aleska, senza mutande come sempre a Cap. Francesca però si rattrista un attimo ci guarda e ci dice che per ancora qualche giorno sarebbe stata indisposta… e ci chiede: “ Se non Vi dispiace io partecipo con tutta la mia fantasia e le mie carezze…†La nostra risposta è unanime: “FiguraTi, che problema c’è, l’importante è stare bene!â€
Aleska nel frattempo aveva fatto scivolare la gonnellina rimanendo solo con il gilet bianco sbottonato, che metteva in risalto il suo bel seno abbondante, mentre Francesca ci invitava ad avvicinarci al lettone nell’angolo destro in fondo allo studiò, Alex si sfilava i pantaloni ed i boxer, la camicia se l’era già tolta precedentemente e cingeva Aleska da dietro abbracciandola ed accarezzandole voluttuosamente i seni, facendole sentire il suo membro duro fra le natiche. Francesca si era distesa e chiamava con un ampio gesto delle braccia Aleska, la sua bocca socchiusa era pronta a baciarla appassionatamente... La Falanghina, l’eccitazione, il caldo morbido dei corpi, hanno fatto tutto il resto, lo confesso, ho un buco temporale di non so bene quanto tempo… per una buona mezzora io sono rimasto quasi completamente vestito in ginocchio a fianco al letto a baciare ora l’una ora l’altra… coscie, tette, mani, piedi, labbra, avevo solo la camicia sbottonata, me lo ricordo perché sentivo le labbra morbide di Francesca sui miei capezzoli, fin quando mi sono ridestato da questo meraviglioso torpore con le mani di Francesca che mi aprivano la cinghia dei pantaloni, ho sempre gustato moltissimo il momento in cui la donna mi abbassa i pantaloni e mi prende in mano il mio sesso turgido e lo appoggia alle sua labbra…
Ma il risveglio completo l’ho avuto poco dopo, facendomi cadere in un vortice di libido, quando Aleska mi dice con un fil di voce fra un gemito ed un sospiro: “Roberto, sai mi sta inculando dolcemente, sai mi riempie bene!!!†L’eccitazione era a mille, ho guardato oltre Francesca, intenta a succhiarmi l’uccello ed Aleska, come spesso accade in questi momenti mi tendeva una mano ad occhi chiusi, attendendo il mio contatto, per sentire quanto mi ecciti vederla posseduta in culo da un maschio che la soddisfa, Le ho stretto forte la mano, quasi a farle male… poi l’ho lasciata e mi sono dedicato a baciare ed ad accarezzare le natiche di Francesca, fino ad arrivare alla sua rosellina, morbida, umida, mi sono bagnato due dita ed ho incominciato ad accarezzarla insistentemente spostando solo delicatamente il filo della mutandina brasiliana sulla natica sinistra.
Sentivo il suo morbido culetto ammorbidirsi ed allargarsi, man mano che l’accarezzavo con le dita, che lo bagnavo con la saliva, baciandola appassionatamente ora sulla bocca ora sulle natiche, intanto sentivo che Alex stava raggiungendo l’apice del suo piacere, ma quasi di scatto, si è inginocchiato sul letto e con dolce determinazione, prende le mutandine di Francesca e senza indugio le strappa; offrendomi le rotonde chiappe di Francesca nella loro magnifica completezza, evidentemente anche Alex stava guardando la gioia che esprimevo nell’accarezzarle nel titillarle, nel baciale… non ho avuto altri indugi, ho appoggiato il glande turgido sul suo buchino che quasi risucchiato è entrato completamente, mi sono fermato per assaporare il caldo e morbido tepore, poi piano, piano ho incominciato a muovermi, entrando a poco a poco; volevo farla godere, con una penetrazione lenta, dolce ed inesorabile.
Non ricordo bene per quanto tempo sono stato in quella posizione, Lei era inginocchiata sulla sponda del letto, io avevo la gamba sinistra a terra e la destra inginocchiata sul letto, piano piano il suo sfintere si era perfettamente allargato, accogliendo completamente il mio uccello dentro di Lei, entravo ed uscivo facendola mugolare, poi ho sentito Alex che godeva fragorosamente lasciandosi andare e riempiendo di sperma Aleska, bellissimo ed unico, vedere da distante, (specialmente per un ipermetrope) la propria donna nella sua completezza e nella trasfigurazione di un orgasmo così pregnante. Ho continuato ancora per un po’ in questo giochino di “dentro-fuori†e poi madido di sudore ho incominciato a muovermi sempre più velocemente, poi rallentare, per gustare lo sfintere aperto, poi di nuovo velocemente… sempre più velocemente, ricordo molto bene mentre arrivavo all’orgasmo; ho visto Aleska ed Alex abbracciati l’una fra le gambe dell’altro che ci guardavano, ci guardavano con gioia, partecipando a loro volta al nostro climax che è giunto poco dopo!
Ci siamo abbracciati tutti e quattro assieme, tutti i corpi umidi di umori d’amore, assieme baciandoci, ora una bocca, ora l’altra, abbiamo continuato: ancora, ancora ed ancora, fino al mattino, anche se il loro studiò rivolto ad est ci ha fatto avere presto la percezione del nuovo giorno che sorgeva, quando i primi raggi di sole sono penetrati all’interno, ci siamo scambiati le ultime effusioni, gli ultimi baci, le ultime carezze; poi li abbiamo salutati e siamo ritornati al nostro studiò che era poco lontano sulla stessa balconata.
L’eccitazione era ancora fortissima ci siamo subito coricati senza neanche fare la doccia io sentivo un fortissimo bisogno di coccolare la mia Aleska e… lo confesso, di possederla, di incularla per sentire il suo culo meravigliosamente aperto da una notte d’amore! Per sentire la carezza, che il suo culo mi sa dare, solo dopo aver più volte raggiunto l’orgasmo ed essere stata penetrata più e più volte, un meraviglioso guanto di seta infinitamente morbido, caldo, umido di tutti i nostri umori mischiati ed uniti, come uniti siamo stati durante tutta la notte, anche se a penetrarla magari non ero io fisicamente ma l’unicità del sesso si ripropone sempre uguale, sempre perfetta, un rapporto compiuto e mai completo per attendere il domani ed il prossimo incontro d’amore.
Al mattino ci siamo alzati alle 12 durante la doccia sono andato a guardare la mia Aleska, ebbene si! I suoi occhi erano verdi come sempre quando è soddisfatta d’amore. Durante i rimanenti otto giorni della nostra permanenza a Cap abbiamo rivisto più volte Francesca ed Alex, sono venuti a trovarci, siamo passati noi da loro, ma con un tacito accordo, fra me ed Aleska, senza mai più riparlarne abbiamo fatto in modo che non si ripetesse l’occasione di una nuova notte d’amore assieme, ci era sembrato talmente “tanto perfettaâ€, che sicuramente non si sarebbe più ripetuta e forse, chissà , non avremmo ancora un così stupendo ricordo, speriamo che anche per loro sia stato altrettanto… chissà forse un giorno lo chiederò, in qualche incontro casuale in Messenger… ma non vorrei rovinare tanta perfezione, almeno così appare a miei occhi di depravato, forse anche un po’ presuntuoso!
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15 years ago
ask2me,
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Un Lui di Cap...
L’idea di scrivere questo raccontino mi è venuta “chattando†con un amico di MSN.Un amico simpaticissimo, con cui ci si doveva trovare a Cap d’Agde, avendo lo stesso periodo di prenotazione… ma qualche strana situazione ha impedito questo incontro, oggi a distanza di qualche settimana ci siamo sentiti ed ognuno ha raccontato le proprie avventure… come vecchi goliardi di bettola da periferia… Tutto è iniziato come sempre…i saluti, qualche convenevole, e poi le solite cose, ma ad un certo punto è scattata la molla, adesso la scrivo per benino, con tutti i particolari… Siamo arrivati a Cap il sabato sera, tutto è filato liscio, bellissimo “studio†al primo piano del complesso di Port Ambonne, ben arredato e ben tenuto, fa piacere essere sorpresi positivamente, capita sempre il contrario… ma saltiamo a pie pari al martedì pomeriggio perché Vi voglio raccontare l’incontro con Max e poi… con sua moglie Madeleine, si non è avvenuto in un solo momento, ma una cosa per volta. Quindi dicevo era martedì pomeriggio verso le 15 15,30 io leggevo tranquillamente sotto una parte frangisole in fondo alla terrazza, mentre aspettavamo che il sole si abbassasse per andare a fare un bel giretto sulla spiaggia, una bella passeggiata distensiva, Aleska sdraiata supina sulla sdraio prendeva il sole nuda, mostrando disinvoltamente tutto il suo corpo stupendo, il suo seno morbido con la crema, brillava al sole … e fin qui mi sembra normale in un Villaggio naturista, ma il comprensorio di Port Ambonne è una costruzione circolare formata da tre piani sovrapposti a catino, chi abita il primo piano ha delle grosse terrazze con prendisole… quelli del secondo piano hanno terrazze più piccole ed arretrate, quelli del terzo le hanno ulteriormente arretrate… insomma le terrazze del primo piano sono una specie di arena per quelli dei piani superiori. Ovviamente chi è nell’arena, vede come se fosse al cinema tutti gli spettacolini che vengono presentati ai piani… alti! Insomma fra tutti i giochi e le esibizioni vuoi in un senso vuoi nell’altro… mi aveva attratto l’attenzione, distogliendomi dalla lettura, un fustacchione che al secondo piano due alloggi più a destra, si esibiva in tutta la sua potenza mascolina da vero cacciatore, ma subito dopo mi sono accorto che forse lui non era il cacciatore, ma la preda… Aleska si rosolava al sole, ma con molta attenzione e femminilità : ora si girava, ora si spalmava, ora si alzava per prendere il bicchiere, insomma conosciamo bene, è un film che si ripete sempre uguale e sempre nuovo!Dopo un po’ che osservo la scena, vado a prendere la macchina fotografica, ed incomincio a scattare foto prima ad Aleska e lei subito aumenta il tasso di civetteria… accende la sigaretta, beve, si muove e si accarezza, poi con attenzione al momento giusto mi guardo attorno come per cercare un posto migliore da cui fare fotografie…. Ed ecco lui subito pronto mi chiama e mi chiede in francese se volevo andare su da lui, dal suo balcone si poteva godere di un panorama completo sia verso il porto che sulla nostra terrazza, verso Aleska… sottolinea Lui! Rispondo con cortesia in francese, con una frase interlocutoria, Lui allora, mi ripropone in inglese la stessa cosa, rispondo in inglese e questa volta accetto, Lui allora mi urla in inglese: “216, alloggio 216…â€. Salgo, alloggio 216, suono ed un ragazzone alto più di un metro e ottantacinque, mi apre con una piccola spugna da bagno alla vita, perfettamente abbronzato e due profondi occhi azzurro chiaro, si presenta in inglese: “Mi chiamo Max, sono qui con mia moglie Madeleine…. Ma l’altro ieri è dovuta tornare a casa in Germania a Cologna, perché la nostra cagna sta per partorire… se va tutto bene arriva domani pomeriggio, altrimenti dopo domani.†Intanto mi accompagna sulla terrazza da cui appunto si poteva godere di un bellissimo panorama di Aleska e non solo era vero, intanto apre una bottiglia di birra e mi offre un bicchiere… scatto due foto, mentre bevo la mia birra e parliamo del suo lavoro, del suo conoscere molto bene le lingue: inglese, spagnolo, francese, (fanno parte del lavoro) lo stimolo e lui mi racconta, io gli dico che capisco meglio il francese e lui subito cambia in francese… insomma era veramente gasatissimo! Così lo invito per l’aperitivo alle 20, Max subito, accetta con entusiasmo, fra grandi sorrisi e strette di mano. Me ne ritorno sotto, intanto il sole si era abbassato un po’ ed Aleska con quasi indifferenza mi chiede cosa avevo combinato… intanto sotto gli occhiali da sole stava guardando Max, allora gli racconto di lui, Max, di sua moglie Madeleine, che non è presente perché assiste il parto delle loro cagna… e gli dico che l’ho invitato per l’aperitivo: “Poverino era solo questa sera... “ Lei con aria sorniona, ostentatamente si alza e saluta con la mano, Max gli manda subito un bacio, e lei sorride soddisfatta… la preda era catturata! Usciamo per andare fino in spiaggia, chiacchieriamo del più e del meno, poi mentre camminavamo sulla battigia, mi chiede: “Com’è Max, bello? Alto?†gli rispondo si è proprio un fustacchione… bella preda! Torniamo verso le 19,15 dalla nostra passeggiata, spostiamo la tenda da sole, prepariamo il tavolo in terrazza, le sedia attorno, dei salatini, delle patatine, controllo le ostriche che avevo preso al mattino per il nostro aperitivo serale… tutto perfetto, sposto la bottiglia di Pinot Chardonnay nella vaschetta del ghiaccio per raffrescarla ulteriormente, e mi ritrovo solo a finire i preparativi, Aleska era andata a prepararsi… Verso le 19,55 riappare: bellissima, pettinata, truccata, vestita con un grosso pareo azzurro, incrociato fra i seni ed annodato dietro il collo, in modo da mettere in risalto il seno e lasciando quasi scoperto il pube, ben depilato, all’interno di un lungo spacco, che i due lembi del pareo formavano per andare a raccogliersi a fianco delle gambe e proseguendo fin dietro dove si univano per completarsi. Era a dir poco stupenda!!! Do un ultimo sguardo al tavolo, dispongo tre sedie, due dalla parte della terrazza ed una verso la casa, sposto le ostriche in un cesto per presentarle in tavola e Max puntuale come un tedesco suona. Aleska si accomoda su una delle due sedie verso la terrazza ed io vado ad aprire.Max saluta calorosamente, anche Lui ha portato una bottiglia di rosè con dei salatini… gli libero le mani lo faccio entrare Aleska lo stava spettando, quando è arrivato in terrazza si è alzata, facendo così scivolare il pareo sui fianchi… scoprendosi. Gli tende la mano, Max gliela prende ma per attrarla a se con slancio ed abbracciandola la bacia dolcemente sulla guancia, ed incomincia a fare complimenti, io mi dedico a portare in tavola le ostriche ed il vino, prendo cavatappi ed il coltello per le ostriche, mentre Aleska dispone sul tavolo, fa accomodare Max sulla sedia a fianco alla sua, ed inizia il suo show parla, parla, racconta anche ad Aleska del suo lavoro, dei suoi viaggi di tutti i villaggi naturisti del mondo che lui e Madeleine hanno girato.Intanto io ho aperto le ostriche ed apriamo con il primo brindisi, le ostriche con il Pinot Chardonnay poi finite le ostriche… passiamo ai salatini di Max con il rosè, intanto Max si era scaldato, si rivolgeva a me in francese, ad Aleska in inglese, Aleska rispondeva in inglese ed io come mi veniva…. ora con l’una ora con l’altra, a seconda dei termini che ricordavo… Ai primi di agosto il sole è ancora alto alle 20… c’è ancora moltissima luce, ma noi mangiamo, beviamo, chiacchieriamo per una buona oretta, anche il celo incomincia a tingersi di rosso, non solo le nostre orecchie… mentre Max sta raccontando di altre sue avventure io propongo di prendere due formaggi con del miele per completare… Proposta accettata, ovviamente, entro, apro il frigo, prendo un vassoio depongo i formaggi che avevamo acquistato al mattino… quando non sento più parlare, incuriosito alzo lo sguardo verso la terrazza e vedo: Aleska in piedi, Max anche dietro di lei le stringeva i seni, ma senza aspettare e senza perdere l’attimo, slega il pareo da dietro, il pareo scivola a terra e lascia Aleska nuda, bellissima!Le riprende i seni con entrambe le mani, senza riuscirvi peraltro… Aleska mi vede, io la guardo… lascio che Max la baci sul collo e che scenda con la mano destra verso il pube… rimetto il formaggio in frigo, capisco che non è il caso, ripongo velocemente, mentre Aleska continua a guardarmi quasi interrogativa, esco anch’io, la raggiungo le prendo una mano che lei mi sta tendendo, e dolcemente la guido verso l’interno dell’appartamento, Max la segue ed entrando si spoglia lascia a terra la camicia ed i bermuda, rimanendo anche lui nudo, devo dire niente male! Porto Aleska in camera da letto, e le faccio cenno di stendersi tranquillamente sul letto, Max fa il giro attorno al letto e la raggiunge dall’altra parte, mi sfilo la polo ed i pantaloni in un attimo, ero senza mutande come sempre a Cap d’Agde e mi stendo anch’io, Aleska nonostante Max la stesse ricoprendo di baci sul corpo, mi guardava e mi aspettava, la guardo anch’io, e le chiedo: “Ti piace Max?†lei chiude gli occhi e mi sussurra: “Si! Molto!†le chiudo la bocca con un lungo e dolcissimo bacio, lei scende con la mano per toccarmi, ed io le dico: “Rilassati lasciati godere…†Da quel momento di parole praticamente non ce ne sono state altre… ma non erano necessarie, Max si era immerso fra le cosce di Aleska e fra un bacio ed una serie lunghissima di leccate, un bacio ed un titillare con la lingua, o con le dita… ha portato Aleska sulle stelle, io dolcemente l’accarezzavo sui seni, sulle guancie, la baciavo fino quasi a soffocarla… era in uno stato di eccitazione completa, ed anche io avevo raggiunto una buona erezione, Max lo era sempre stato!!!! Io mi sposto lasciando Aleska completamente supina, a dall’alto gli avvicino il glande alla sua bocca, subito incomincia a leccarlo a prenderlo in bocca ed a succhiarlo, a quella vista Max si predispone a penetrarla, e la guarda dolcemente Aleska si ritrae un attimo dal mio glande, le sorride e riprende, Max in un movimento dolcissimo e ritmico incomincia a penetrarla senza usare le mani, trovando la strada piano, piano, dentro di lei, il movimento da parte di Max si fa più veloce ed ossessivo, siamo quasi sopraffatti dal piacere, quando io piano mi tolgo dalla sua bocca e la guido, in un lento movimento facendola girare, anche Max intuisce e si ritrae dolcemente, io mi stendo al suo posto e la faccio accomodare con la sua passerina, fradicia di umori, sul mio uccello duro e ritto, lei si impala dolcemente, io la prendo per il volto traendola a me, con quel movimento dolce e morbido lei si abbassa con la testa e rimane accucciata, esponendo il suo bellissimo culo alle attenzioni di Max, non si fa attendere scende lungo la schiena fino a lambirle i glutei si sofferma con la lingua fra i glutei e con la lingua forza il buchino, morbidissimo e disponibilissimo di Aleska, lo forza: una, due, tre, volte, poi lo bagna con abbondanza gli appoggia il grosso glande del suo pene che come per incanto viene risucchiato dentro…Colpi corti dolci e lenti ritmati con altri lunghi e profondi mandando Aleska alle stelle, io sento da sotto il movimento di Max lo posso controllare e coadiuvare… gestendo la spinta ed accompagnandola favorendo la totale entrata nello sfintere, e la completa riuscita… permettendo così a Max di fare un lungo e lento movimento… Dentro completo…. Fuori completo…. Questa è una cosa che manda letteralmente in orbita Aleska, ma non solo lei…Tempo di concentrarci bene per sentire Aleska fino in fondo… e sento esplodere Max nel culo… godendo come un animale… emettendo suoni gutturali, Aleska a quel segnale si lascia andare ed anche lei esplode nel più totale parossismo, io a tanta eccitazione e bellezza di vita… non so resistere e mi lascio andare, compensando con il mio movimento pelvico le spinte dell’orgasmo di Aleska, le eiaculo completamente dentro per sentirla fino in fondo, come sempre facciamo nei nostri amplessi. Il sole era tramontato, la luce era diventata scura e bluastra.. erano gia le 21,55 tutti e tre sfiniti eravamo distesi sul letto… Aleska ed io, sui cuscini e Max ai piedi…rovesciato con la testa penzoloni dalla parte di Aleska, con la mano sinistra le stava accarezzando la fighetta, ben bagnata, ogni tanto cercava di alzarsi… finché prima io, poi Max e Poi Aleska ci siamo tutti trovati inginocchiati sul letto abbracciati e con tutte e tre le bocche vicine, scambiandoci bacini ed affettuosità , l’incanto finì quando Max guardando l’ora scoprì di essere in ritardo per la cena a casa di amici di oltre un’ora…. Ma come disse lui uscendo dalla stanza: “N’est pas important!!!!†Riprese la sua roba e ancora nudo usci sui corridoi del complesso… per ritornare a casa cambiarsi ed andare a cena.Noi rimanemmo ancora qualche minuto, in quella specie di magia che ci aveva avvolto, io continuavo ad accarezzare Aleska, sussurrandole quanto l’amassi, poi decidemmo di alzarci, farci un buon caffè italiano, mangiare ancora due salatini, rimasti da prima, e preparaci ad uscire per la serata. Una doccia calda e lunghissima fu la mia ancora di salvezza, certo mi sentivo leggero come un uccellino, ma i miei 52 anni erano venuti fuori tutti! Ed una serata movimentata come sono normalmente quelle di Cap. dove se uno va aletto presto sono le due e mezza!! Altrimenti si arriva all’alba… beh io non potevo affrontarla… Verso le 23 siamo quasi pronti, usciamo e non sapendo bene come muoverci per la serata siamo andati all’ErosBar un locale che funzionava molto bene, si pagano solo le consumazioni… e si consuma molto…. Però si può entrare uscire tante volte in una sera, il DJ si comporta come fosse una normale discoteca… ed ha una bellissima pista sollevata, su di un palco, dove nei momenti caldi le danze diventano amplessi fugaci e maliziosi! Era passata da poco la mezzanotte, Aleska stava ballando con Eveline, una dolce signora francese al cui marito piaceva molto Aleska, erano due sere che ci facevano il filo… Nel momento preciso in cui entro Max in pista, Eveline, ed una loro amica stavano ballando con Aleska in mezzo come fanno spesso le donne per scaldarsi, si strusciano le une alle altre con il ventre appiccicato, devo dire che la scena non era male, anzi la sensualità e l’erotismo si percepivano fortissimi, quando Max vide Aleska, ed improvvisamente, si precipitò da lei con gentilezza, ma con decisione la prese e la baciò sulla bocca staccandola dalle altre due che rimasero, basite ed incredule, di vedere sto pezzo di fusto, arrivare, prendere Aleska, un fustellino, stringerla e baciarla…Non vi dico Manuel, il marito di Eveline guardava la scena, poi guardava me, si aspettava qualche reazione, almeno da parte mia, invece io rimasi tranquillo, Aleska si gusto il bacio, Max ci trascinò dai suoi amici tedeschi, ci presentò loro e poi veloce come era arrivato se ne andò è per tutta la serata rimanemmo a ballare ed a ridere dell’accaduto, guardando ancora la faccia incredula di Manuel. Max altrettanto velocemente sparì dalla nostra vita, il giorno dopo arrivò effettivamente la moglie Madeleine, una bella donna sulla quarantina, molto austera e sicura di se… Non ho mai approfondito, oltre una fugace presentazione… e due frasi di convenevoli.Questa non è stata l’unica avventura di quest’estate, ma sicuramente quella che Aleska ricorda più volentieri!!!
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15 years ago
ask2me,
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l'orientale
una picolla avventura!
Ero per lavoro in toscana ed alloggiavo in una piccolo hotel di provincia. Era appena arrivato, appena finito di scaricare le valigie ed era già ora di pranzo. Mi avvincino alla reception per chiedere in zona un buon ristorantino per andare a mangiare qualcosa,
Noto la vicino in un salottino una giovane ragazza dai tratti orientali che mi osservava.
la guardo e mi sorride, Allora lei si alza e si avvicina e mi chiede un'iformazione in inglese, che io conosco un po. Cominicamo una breve conversazione dove appprendo che è una ragazza di 25 anni, cino-americana di New York, in Italia per vacanza nelle Citta d'Arte della Toscana.
Dopo un po, lei mi fa cenno di seguirla nella sua camera. Appena richiusa la porta mi si avvinghia e mi da un gran bacio sensuale e caldo e poi mi toglie la giacca la cravatta mi apre sbottonandola la camicia e mi slaccia i pantalonini. Il mio arnese ra ormai duro. lei lo tira fuori dalla murtande e mi comincia a leccare la punta e poi man mano ad andare su e giu sull'asta con una dolcezza e una tecnica davvero grande. lei seduta ai piedi del letto
io a gambe divaricate coll'arnese preciso alla sua altezza,. Dopo cinque minuti di quel stupendo lavoro sento in mio fiotto caldo arrivare, come anche lei lo sente, Stringe la bocca ed ingoia il tuttom felice, Alza lo sguardo e mi vede godere, toccandosi nel frattempo,,,,Allora io cerco di dedicarmi a lei.
Ma lei sorridendomi mi dice in inglese
"stasera...in camera tua...."
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freelive,
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Incontro
Rientro ieri dall'estero dove ero per lavoro. Stanco, aereo in ritardo, treno perso mi tocca aspettare ancora 30 minuti in stazione Centrale.Per passare il tempo accendo il poratile pensando di leggere qualche messaggio rimasto indietro sulla posta azinedale , ma controllo anche la mail privata.C'è un nuovo messaggio, breve. Coppia lei 40 enne , incontro questa sera zono stazione centrale chiamaci xxxxxxx.Non ne ho voglia ma mando un sms dicendo che sono in Centrale, e subito ricevo risposta....raggiungici siamo proprio a 5 minuti da te, non chiamare vieni in via ...... al numero ... citofona ....Strano, non mi chiedono di chiamarli, non mi dicono cosa cercano ...Incuriosito li raggiungo, è proprio a due passi.Salgo, palazzo vecchio ma di lusso, e infatti salgo all'ultimo piano e suono. Mi apre un distinto signore sui 60 anni, mi porge la mano e mi ringrazia per la disponibilità. La cosa inizia a farsi interessante.Appartamento sfarzoso arredato con cura, lui si presenta mi offre da bere e mi fa accomodare.Ok... nessuna traccia della lei, non ho troppa voglia di perdere tempo, lo seguo sul terrazzo, accetto un martini e gli domando cosa cerca.La sua risposta mi lascia di stucco. "lei è di la, nuda sul letto, bendata. Vai falle un massaggio su tutto il corpo, non toccarle seno e sesso, non parlarle. Fai come ti dico fino a quando arrivo io".Si siede e mi indica dove andare.Va beh ormai ci siamo...facciamolo.Attraverso il salone ed entro nella porta a sinistra che mi ha indicato lui.Un letto a 3 piazze, lei sdraiata, nuda , gambe chiuse braccia lungo i finachi, bendata.Bel fisico, abbronzato, tonico.Mi levo tutto, rimanendo solo in boxer. Sul comodino vedo olio per massaggi. Era tutto preparato.Inizio dal collo, poi spalle e braccia. Massaggio con forza. Sento i sui muscoli contratti e li sciolgo.Lei non dice nulla a parte qualche gemito quando le dita schiacciano i muscoli, il viso è messo di fianco e molto bello, labbra carnose leggermente aperte.Continuo a lungo sulla schiena poi passo alle gambe molto belle e concludo facendo un massaggio sui piedi.Il tutto dura 30 minuti circa, poi, mentre torno sulla schiena per massaggiare in modo leggero sento arrivare lui. Mi fermo. Lui le dice di girarsi. E' completamente depilata come avevo sospettato, il sesso è aperto chiaramente eccitato. Scorgo il lenzuolo umido.Ha un seno splendido. Sono curioso di sapere dove vogliono arrivare...lui mi dice di levarmi i boxer. Lo faccio.Lei non ha ancora detto una parola.Sono eccitato evidentemente.Lui la bacia , poi si rivolge a me e mi dice che posso fare ciò che voglio ma mai levarle la benda. Lui starà di la !Ok, serata fortunata, lei è pronta, mi metto sopra e la penetro facilmente, la sento rispondere, ma ho voglia di giocare a lungo. E così faccio. Gioco con il suo sesso usando la bocca, le massaggio il seno notando che è sensibilissimo sul fianco verso le ascelle, la sento arrivare all'apice e riesco per 3 volte a fermarmi prima, bloccando il suo piacere stringendole in modo deciso i capezzoli. Lei geme , mi chiede per 2 volte di finire e venire dentro di lei, ma ormai sono troppo eccitato per accontentarmi.La faccio alzare e la penetro stando in piedi, sollevandola e facendole stingere le gambe sui miei fianchi mentre le mani la sorreggono palpandole glutei. Non mi fermo e lei viene 2 volte vicine a lungo, la sento sciogliersi e il suo corpo che diventa molle lasciandomi tutto il peso da sostenere. La adagio sul letto e le faccio usare la bocca su di me fino a venirle dentro.Apro gli occhi e lui è li sulla porta. Non so da quanto.Lei è abbandonata sul letto, bellissima.Le si avvicina , la bacia , l'aiuta a sollevarsi e tenedola per mano la porta di la .Mi rivesto e li seguo, andiamo sul terrazzino, lei nuda e sempre bendata.Ci sediamo, lui offre ancora da bere, prosecco questa volta. Dopo qualche minuto si alza mi ringrazia mi chiede di andare ma si preoccupa di come, visto l'ora.Rispondo che prenderò un taxi vista l'ora , e lui si offre di chiamarlo. Declino ma insiste, mi lascia nel salone e dopo qualche minuto torna e mi avvisa che troverò sotto il taxi, corsa pagata.Mi accompagna alla porta, mi dice che mi ricontatteranno ma di non farlo io e di dimenticarmi telefono e indirizzo.Beh devo dire che il ritardo dell'aereo è andato a mio favore!
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schiavo30,
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L'Antiquario
La storia che Vi sto per raccontare, è in tutto vera e attinente a fatti che ci sono realmente successi o che ci stanno succedendo, anche se per ovi motivi, ho cambiato i nomi, di assoluta fantasia ed luoghi degli avvenimenti, perché raccoglie la partecipazione di più persone, le più, coinvolte a loro insaputa negli eventi che sono serviti come “chiave di volta†al consolidamento della nostra vita, della nostra complicità e penso anche del nostro stupendo futuro, con la donna che rappresenta il mio ideale. Questa è una storia che ha origini lontane, nelle fantasie di Aleska, protagonisti: l'erotismo che ha i caratteri di un'ossessione, di una condanna da scontare, e le mie fantasie, di un richiamo che mi spinge a sperimentare, le più varie forme di trasgressione; conseguenza paradossale di una prima parte di vita, tranquilla e rilassata, ma intrisa della violenta e tenera esperienza avuta nelle fantasie del matrimonio e nel rapporto che in due abbiamo coltivato nella lontananza del lavoro o degli amanti, ma uniti nel desiderio reciproco fino a ritrovarsi e percorrere la strada che porta ad oggi, in un rapporto fondato sulla pratica del libertinaggio. Nella prossima età rimane però, irresistibile, l'attrazione per la sessualità più torbida e sfrenata, incarnata nella intensa figura che è comparsa tra di noi, un Antiquario…Forse ignaro, forse attore, forse vittima, ma capace di realizzare l’inconscio, essere oggetto delle attenzioni e soggetto delle azioni, inconsce di Aleska. Provo a spiegare ed a circoscrivere meglio… era ottobre, quando andando in una boutique di quelle che vanno di moda oggi, in cui trovi tutto, dalle scarpe alle mutandine, dalle minigonne ai soprabiti, quelle “boutique†che propongono: “uno stile†Aleska era entrata per comperare un completino di biancheria intima visto in vetrina, quando ha provato una forte attrazione per il proprietario del negozio, arrivando a coinvolgerlo ed a farsi toccare in camerino…. e poi via, subito di corsa a casa a raccontarmi tutto! L’eccitazione che la pervadeva, fece sì che senza mezze misure, sfilatasi le mutande, si girò offrendomi ciò che Aleska ha da sempre più apprezzato, una violenta penetrazione “a seccoâ€, nel suo buchino, racchiuso in mezzo al solco di pesca dei suoi stupendi glutei, nei momenti di grande eccitazione inumidito solo dagli umori interni, urlando a piena voce, quello che le avevo sempre insegnato: le cose si chiamano con il loro vero nome…:â€Marco… inculami!â€. L’unione di queste due cose: l’eccitazione di una mano sconosciuta e furtiva fra le stupende labbra del sesso di Aleska, che la fruga e le titilla il clitoride e la reazione violenta di “un voltarsi ed offrire il culo†è il “fil rouge†che attraversa tutto questo nostro racconto e forse anche tutta la nostra vita. Alcuni mesi dopo, quasi si incominciavano a sentire i profumi delle gemme di tiglio dei viali della nostra Parma, un mattino prima di andare nel proprio studio da commercialista di cui è titolare, Aleska, percorre viale Mentana, quando all’incrocio con una traversa, fu attratta da una bottega artigiana di un restauratore antiquario. Due vetrine fronte strada, un grosso portone subito dopo, che si apre su di un cortile di ciottoli rotondi di fiume, sulla destra appena entrati nell’androne, l’ampio ingresso al negozio, articolato in due ampi locali con in fondo una scaletta che porta all’ammezzato.Nel cortile in fondo, due finestre al pianterreno di fianco alla serranda che chiude il laboratorio di restauro, sulla sinistra un portoncino a doppio battente permette l’accesso alle scale che portano al primo piano sopra il laboratorio. In quella già tiepida mattina di marzo il sole illuminava con forza quasi estiva, sbirciò dentro, attraverso il vetro dell’ampia porta di ingresso al negozio, ma il suo sguardo fu subito attratto da quello di un uomo, alto, con capelli scuri ed un po’ lunghi, ben pettinato, vestito normalmente con una giacca grigia un po’ consunta dall’attività di restauratore, ma complessivamente ordinato, pulito ed attraente, specialmente quel suo sguardo profondo ed intrigante.Automaticamente spinse la porta, entrò guardando un po’ qui e là : comò, credenze, tavolini, maggiolini, severi armadi di fine ‘ottocento, ma di continuo il suo sguardo veniva attratto dall’uomo, fin quando, venne risvegliata dalla voce dell’uomo stesso che con voce profonda la salutava, “Buongiorno signora, desidera?†Un piccolo sussulto, poi riavendosi “Guardavo, oggetti interessanti…. Avrebbe un tavolino secretaire?†Una lunga pausa in cui Aleska si sentiva spogliare con gli occhi, seppure fosse vestita in modo assolutamente “professionale†con impermeabile beige su tailleur blu e maglietta girocollo bianco. Ben lontano dalle “mise†sexy e provocanti di quando andiamo in giro le sera. “ Di sopra†rispose con lo stesso tono caldo di prima, per nulla emozionato, nonostante, adesso fosse Lei a guardalo fisso negli occhi. “Bene, vediamo†disse lei quasi a sfida.“Prego†disse lui, “Le faccio strada†e si avviò sicuro salendo la scaletta, fino all’ultimo scalino, arrivato in cima, si fermò ed aspetto che lei fosse giunta. Lei proseguì facendo alcuni passi, nell’unica direzione possibile, l’ammezzato era colmo di ogni sorta di mobile, ma al centro presentava una specie di passaggio obbligato che conduceva verso delle finestre che si riproponevano sulla strada. “Ho questi due†disse lui attraendone l’attenzione e facendola voltare e tornare in dietro quasi di scatto, ma voltandosi le si aprì il soprabito e lei stessa andò contro la mano tesa dell’Antiquario che indicava i mobili da vedere, ma a quel punto si appoggiò contro il suo seno, ci fu un attimo di gelo, lei non si ritrasse, lui con calma abbasso la mano togliendola da sotto l’impermeabile ed indicando due tavolini appoggiati, schiena-schiena, lui incominciò a spiegarne le peculiarità , ma Aleska per un tempo indefinito non seguì, fin quando tagliò corto: “Oggetto interessante, passerò a rivederlo, Grazie. †Si girò ulteriormente e guadagnò l’inizio della scaletta, con passo leggermente incerto, sfiorando l’antiquario con il fianco ed il braccio, all’altezza della patta dei pantaloni che segnava un evidente rigonfiamento dovuto all’eccitazione che si era creata.Uscì salutando quasi di corsa, voltandosi indietro solo quando era già sull’ampia porta di ingresso, la luce del sole mattutino la riprese e la avvolse completamente, sollevandola ed isolandola dalla realtà che l’aveva completamente conquistata. La mattinata passò in fretta, torno a casa come sempre per pranzo con i ragazzi e tutto fu come prima per due o tre giorni, lei non si rese conto che quello sfiorare quel uomo l’aveva profondamente colpita, lei a 48 anni, come una ragazzina… Il sabato sera dopo le adeguate scuse verso i ragazzi, uscimmo con gli amici, andammo fino a Milano all’Arena, ma Aleska ballò soltanto… fino alle 2, quando mi disse: “Andiamo ho voglia di fare un amore GRANDE…†arrivammo a casa i ragazzi dormivano già , piano, piano, ci spogliammo e velocemente fummo a letto, io incominciai ad accarezzarla, dolcemente, poi sussurrandole nell’orecchio quanto di più dolce riuscissi in quel momento di forte eccitazione, mi avvicinai con una forte erezione per penetrala, ma in quel momento, mi disse: “Sono tre giorni che non riesco a togliermi la voglia di fare l’amore…†un attimo di silenzio e poi continuò: “Da quando ho toccato l’Antiquario.â€Io credo di essere già abbastanza grande, credo anche di avere una certa capacità di riconoscere e distinguere i riflessi dell’animo umano, ma ho avuto un lungo attimo di perplessità e di smarrimento. Il mondo è veramente bizzarro ed io non lo conosco che solo in minima parte. Vi confido questo perché penso di essere stato superficiale ed anche ingenuo, non sono stato capace, fino al quel momento, di capire il vero temperamento sessuale di mia moglie. Poi con voce emozionata e quasi chiusa in gola: “Raccontami cos’è successo?â€, lei dolcemente, con un filo di voce, ha incominciato a descrivermi le atmosfere, le sensazioni, che aveva provato, e man mano che andava avanti nel racconto si eccitava sempre di più, sempre con maggior coinvolgimento, io ero sdraiato supino, lei mi salì sopra si penetrò, con il mio membro in massima erezione e mi confesso che avrebbe voluto avere anche quello dell’Antiquario dentro di sé, assieme, o prima l’uno, poi l’altro, non avrebbe importato tanto, anzi, pur di sentire ben dentro di se tutta la virilità di cui aveva avuto o immaginato la forza.A quell’affermazione non seppi resistere ed eiaculai, scaricando tutto il mio seme dentro di lei, vibrando quattro o cinque colpi di reni e facendola urlare di piacere, cosa che in casa non ci capita mai, per riguardo verso i ragazzi nelle altre stanze. Passarono alcuni secondi, appena ci riavemmo l’abbracciai forte, forte, la strinsi ed incominciai a parlarle, per capire meglio, giuro che all’inizio qualche perplessità o dubbio l’ebbi, ma poi parlando, mi fu chiaro, anzi chiarissimo: era puro sesso!!!Mi raccontò tutto per filo e per segno, tutto quanto ho appena raccontato a voi, la notte passò velocissima ed io non riuscii a trattenermi dal fare l’amore, ancora, ancora ed ancora, fino all’alba, poi ci addormentammo. Passarono alcuni giorni e tutto sembrava “normaleâ€, almeno per me! Fin quando una notte bisbigliando Aleska mi ha raccontato il seguito… Al mattino era passata a vedere il secretaire dall’Antiquario, ma questa volta, aveva ben chiaro il disegno, che si può riassumere in: Scarpe tacco a spillo nere, autoreggenti chiare, tailleur nero con gonna strach ed ampio spacco davanti e dietro, giacca a due bottoni su camicetta di seta semitrasparente… Questa volta, conosceva bene la strada per andare a vedere i mobili, nell’ammezzato. Entra, saluta, si guarda un po’ attorno, e poi: “Sono venuta a rivedere il secretaire…†di rimando l’Antiquario: “Si accomodi Signora†Lei con piglio sicuro, si avvicina alla scaletta, aspetta che l’Antiquario sia alla giusta distanza e poi incomincia a salire, con passo lento ma deciso, sale uno, due, tre, quattro scalini, sente lo sguardo fisso sul culo, sugli spacchi della gonna, sulle sue gambe, ma sale ancora e lui sempre fermo… la guarda da sotto, lei rimane sull’ultimo scalino un piede già sul pianerottolo ed uno ancora sulla scala, si volta in dietro e lo fissa sicura. Lui sale piano, guarda con attenzione, poi alza lo sguardo e lo incrocia con il suo. E’ un momento di grande patos.. Fin quando arriva alla sua altezza e con ampio gesto della mano fa segno di procedere, sfiorandola sulla schiena, come per accompagnarla. Si avvicinano ai due mobili, questa volta Lui è vistosamente emozionato, lei rompe il ghiaccio, chiedendo particolari dell’intarsio, ma lui è quasi ammutolito. Si chinano per vedere da vicino il buon stato dei mobili, lui sfiora con la mano il seno di Aleska la quale, non dice niente, ma lo guarda con sfida, l’Antiquario abbassa la mano ma ovviamente non chiede scusa, non fa finta di essersi sbagliato, sa benissimo cosa vuole! Lui è vistosamente eccitato, ma lei svia il discorso e con una scusa qualsiasi riprende la strada dell’uscita salutando cortesemente.A questo punto, ecco la “chiave di volta†e dico di getto, quasi tutto di un fiato: â€Fallo impazzire, sbattigliela in faccia, scopate selvaggiamente, ma a due condizioni: la prima, che rimangano sempre e soltanto sveltine fra i mobili; la seconda, che tu gli dia soltanto il culo.†Lei mi guarda perplessa, rimane attonita ed incapace di articolare le mille domande che le sorgono dentro, così proseguo io: “Si deve essere il nostro gioco, Tu mi hai confessato che quando gli hai visto la patta gonfia, l’avresti voluto avere, ma non ti sei resa conto che me lo ai detto mentre noi facevamo l’amore… che l’avresti voluto assieme a me, o prima lui poi io o viceversa, ricordi?†dissi tutto eccitato, e poi aggiunsi: “Bene, è come se giocassimo in tre, sempre in tre ma solo in due per volta… Mi vorrai chiedere perchè solo il culo? Bene è semplice questo è il pegno che Ti chiedo io perchè Tu possa andare da Lui sola! Il giorno che saranno infrante queste due piccole regole, saprai che da quel momento sarai con Lui da sola! A Te la scelta.†Rimase per un buon minuto in silenzio, poi mi baciò appassionatamente e scopammo come “ricciâ€. Io non chiesi più niente, ma quasi due settimane dopo, una sera eravamo andati a fare due passi ed a prendere un caffè, come ci capita spesso, quando Aleska mi sussurra: “Questa mattina sono passata dall’Antiquario…†e non aggiunge altro; “Vuoi sapere com’è andata?†Io la guardo divertito ed emozionato. “Certo!†“Bene†dice lei “Te lo racconto dopo, quando scopiamo, così, è come se fossimo in tre! Amore mio!â€E stato un attimo, abbiamo preso il caffè, siamo tornati a casa, ai ragazzi abbiamo raccontato che: “Papà ha bel mal di testa!†e mamma: “E’ molto stanca, così approfitta per riposare†Quindi, rapida doccia e poi a letto… A letto nella penombra della stanza, della nostra stanza, è stato come un fiume in piena, il racconto di Aleska dettagliato e passionale mi ha portato fino alle stelle, fino a quando, parole sue: “Come mi hai chiesto tu, ho organizzato bene tutto il gioco, ho valutato ogni passo da fare, siamo stati a parlare a lungo sotto, poi ho richiesto dei due secretaire e lui mi ha detto che ne aveva venduto uno, ma il più brutto… Quindi piano, piano, sono salita per le scale prima che lui me lo dicesse. Poi l’ho aspettatato sopra, quando Lui è arrivato, non ha resistito, ha allungato la mano, si è infilata nello spacco della gonna, fra le mie cosce e salendo, lentamente, gli ultimi tre gradini delle scale, ho ovviamente lasciato fare, Lui è arrivato con la mano a lambirmi la passera ed il culo… io questa mattina avevo messo quel perizoma piccolo, piccolo, ricordi? Il contatto è stato immediato! Mi sono voltata dandole le spalle, appoggiandomi ad un bellissimo tavolo di noce… lui mi ha alzato la gonna da dietro, poi mi ha abbassato il perizoma, stava per entrare nel mio “fiorellinoâ€, ma io, ubbidiente! Ho abbassato la schiena e piano gli ho detto “Nel culo per favore!†Lui non ha più detto parola, ha appoggiato la sua grossa cappella, mi ha dolcemente bagnata di saliva, con un dito e poi è entrato in un colpo solo….†In quel momento ho sentito un bollire tumultuoso, sono andati avanti a farmi ripetere la scena alcune volte, mentre io, piano, piano, ho incominciato a leccarLe la fica, il clitoride si inturgidiva, ma continuavo a dirLe: “Racconta, racconta, non Ti fermare!†poi quando Lei incominciò ad avere la lingua impastata e balbettando leggermente, capii che si era compiuto il gioco… La penetrai dolcemente prendendola a “cucchiaioâ€, era caldissima, mi tolsi lentamente e con molta dolcezza la penetrai nel culo, morbidissimo, come un guanto di velluto, quasi per magia, mi sembrava di sentire il calore e l’umido dello sperma dell’Antiquario, proseguimmo in quest’amplesso infinito, senza fermarci…. Fino ad addormentarci dopo un orgasmo simultaneo e lunghissimo. La vita scorreva dolce e piacevole, nonostante, il lavoro, le preoccupazioni del quotidiano; la nostra intesa sessuale, aveva preso un tono da “giovani innamorati.†Io un po’ volutamente ed un po’ per il piacevole benessere interiore, non facevo niente per rompere l’incantesimo, anzi… Ho lasciato a Lei la totale iniziativa del gioco. Passarono più di due settimane, quando una sera, in un momento di tranquillità ed intimità , Aleska esordisce: “Domani ho deciso di passare dall’Antiquario, hai qualche idea?†Sinceramente colto di sorpresa, non seppi dire altro che: “No, no, noo!†come un bambino, colto con le mani nella marmellata. Lei prosegue: “Sono passata altre due volte da quando Ti raccontai…†Subito emozionantissimo, riuscii a far uscire un fievole: “A si?†proprio non sapevo che cosa dire, la curiosità mi aveva bloccato completamente e si vedeva bene, Lei mi guarda affettuosa ed aggiunge: “Si sono passata due volte, la prima da sola un pomeriggio tardi, il negozio era pieno… Ho guardato un po’ qui, un po’ la, poi ho salutato e sono uscita. La seconda sono passata con Franca, per farLe vedere una lampada da comperare per lo studio.†Tirai un sospiro, devo confessare che il gioco incomincia a farsi interessante ed anche un po’ emozionante. Ma Lei incalzò: “Domani lo faccio morire… ma non voglio decidere niente prima, dipenderà tutto dall’improvvisazione del momento, però mi vestirò proprio bene… Sai sono ritornata in quel negozio… Quella boutique dove ho comperato quel completino con le “culottesâ€â€¦ C’era di nuovo il marito della Signora… Ricordi?†e come facevo a non ricordare quell’inculata strepitosa… “Certo, ricordo benissimo!†“Mi sono fatta misurare, questa gonna di seta, ti piace?†“Molto, provala? Così Ti guardo†dissi io tagliando corto, “MI ha aiutato a sceglierla ed a misurarla il marito…†Pausa di sospensione, poi aggiunge: “Mi ha accarezzata, ma come posso dire… Mi ha accarezzata come una donna, mi ha toccato dolcemente come toccano le donne… Sono ancora tutta eccitata ma a Lui non è venuto duro…†intanto si era infilata la gonna nuova, molto bella, molto conturbante il tutto, sia il racconto, sia la gonna.“Domani mattina†aggiunge “metto: il completino che avevo comperato, reggiseno a balconcino nero con le culottes, le autoreggenti in tinta, questa gonna di seta, con la giacca di raso, senza niente altro…sotto. Che te ne sembra?†Stavo letteralmente sbavando, cosa potevo dire? Ero attizzato come una forgia da carpentiere….“Non mi dici niente?†Insistette Aleska, io balbettai: “Si bello, bello, molto bello, arrapate…†Non sapevo dire altro, così Lei aggiunge: “Allora usciamo a prendere il caffè?†“Si certo!†Risposi e la cosa per quella sera finì così, uscimmo, poi passammo a trovare amici e rientrammo giusto in tempo per andare a letto. Il pomeriggio successivo, in ufficio, non riuscivo a concentrarmi… Ogni dieci minuti, il pensiero correva da solo in quel negozio di Viale Mentana, poi feci una riunione di verifica, sulla procedura nuova…. Che dramma, mi avessero martellato l’alluce sarebbe stato la stessa cosa!Arrivo a casa, con i ragazzi preparo tavola, come tutte le sere, ma Lei non arrivava, non arrivava mai… Poi verso le 20 arriva, vestita normale da lavoro… Dicendo: “Scusate, mi sono dovuta fermare con Franca per chiudere il mese!†Poi iniziamo cena, mangiamo, parliamo con i ragazzi, anzi Lei parla con i ragazzi, io… Fremevo! Insisto per uscire dopo cena ed appena in garage, chiedo: “Allora… Allora, come è andata con l’Antiquario?†Lei con molta calma e tranquillità , dice: “Bene, mi sono fatta desiderare, ero veramente uno schianto… ma poi te lo racconto, dai andiamo a prendere il caffè!†In quel preciso momento ho capito che questo è e sarà il nostro gioco dell’estate, ho capito che Aleska, ne aveva recepito la vera essenza! Ma veniamo ad oggi ed alla situazione che ci avvolge, allo stimolo che mi ha fatto prendere: carta e calamaio, per scribacchiare queste quattro righe, al motore che ci fa macinare, amplessi esaltanti e situazioni di grande complicità .Aleska è andata complessivamente sei volte dall’amico Antiquario, ha avuto due rapporti completi ed eccitanti, due volte è andata solo a farsi desiderare… Non conosce il nome dell’Antiquario e non lo vuole conoscere… Ha rubato un rapporto diciamo: “lesbico†con un uomo… Il tutto senza chiedere di più o cercare avventure, ma solo vivendo molto consapevolmente e completamente il quotidiano! Perché sto scrivendo? Perché mi piace, mi sto divertendo e stupendamente eccitando contemporaneamente, poi voglio ringraziare: l’Antiquario per la sentita partecipazione, il marito della proprietaria della boutique che è il vero punto di partenza per questa storia, il momento in cui Aleska ha avuto la gioia di essere se stessa sopra tutto e con tutti… Ed in fine il nostro amico Silvano… Che in una piacevole serata, nella loro casa in Francia, in cui ci siamo eccitati tutti raccontandoci, mi ha dato lo spunto e l’idea per mettere in pratica la stesura del racconto e la relativa pubblicazione. Cinque baci a tutti, come dice il mio amico A.
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15 years ago
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Autunno
E’ difficile descrivere un pomeriggio d’autunno nelle colline fra l’astigiano ed il casalese, ma proverò… Le tinte si diffondono con una tonalità che scivola dal giallo, al rosso, al marrone, ma se provate a guardare meglio, scoprirete che ne esistono infinite variazioni con le dominanti che si intrecciano nelle varie ore della giornata. La temperatura, quando c’è il sole, è più che gradevole, jeans e camicia con un leggero pullover per dare conforto e sicurezza. In’oltre la gioventù la faceva da padrona! Si correva fra le vigne, ridendo e sorprendendoci continuamente con sguardi carichi di sensualità e gioia di vivere.
Avevo conosciuto Aleska circa due mesi prima e l’innamoramento si era sviluppato in un rapporto carico di sensualità , complicità e gioia di vivere, non riuscivamo a passare più di due ore assieme senza fare sesso, sempre ogni giornata, ogni momento tendeva al sesso, trovavamo tranquillità solo in un amplesso continuo che si ripeteva ossessivamente alla ricerca non del piacere fine a se stesso ma del pieno appagamento dei sensi che si protrae ancora oggi ,attraverso più lustri, senza mai affievolirsi.
Ma tornando a quel caldo pomeriggio di un giorno d’avanzato autunno… non riesco a pensare a null’altro cha ad un amplesso, appagante ed irriverente. Un amplesso che sarà la fine di una fase critica, ma importante di Aleska… ma andiamo per ordine, ricordando e rivivendo la libidine di quel giorno forte ed irrecuperabile!
La vigna era oramai spoglia, ma come bambini, giocavamo ad inseguirci, nascondendoci ad ogni passo dietro ad una foglia in modo da poterci ritrovare subito e subito abbracciarci, saltarci addosso, rotolandoci nell’erba fresca, toccandoci ed eccitandoci in abbracci sempre più coinvolgenti, correndo sempre più forte, perché entrambi sapevamo che ci aspettava quel vecchio lettone in ferro battuto della zia di Agnese, dove già due ore prima avevamo scopato fino ad essere esausti.
Agnese, la padrona di casa e Francesco il mio amico che ci ospitava, erano oramai lontani, ma intanto quando sarebbero arrivati ci avrebbero trovati nudi e presi in noi stessi, non ci avrebbero disturbati anzi sarebbe stato uno spunto anche per loro…
Gli ultimi metri prima del cancelletto di ferro ci sembrarono bellissimi, ma lunghissimi, nel sole che tramonta rosso ed accecante, l’aria si era però fatta frizzante con il contrasto fortissimo del calore del sole pomeridiano ed il freddo della notte che si stava facendo sempre più vicina. Aleska mi supera apre il cancelletto e mi urla correndo sul praticello ben curato: “Prendimi!!†io mi richiudo il cancello alle spalle e mi tuffo prendendola per i jeans, me la trascino addosso in una finta lotta dove tutto è già previsto quasi scontato, l’abbraccio, la bacio, le sfilo il maglioncino lasciandola in reggiseno, il suo profumo si confonde con la voglia ed incomincio a sfilarle i jeans, ma lei scappa lasciandomi sull’erba, correndo, volutamente lascia scivolare i pantaloni, anzi saltellando su di una gamba se li sfila e li butta. La guardo senza parole, le mutandine nere, basse come si usavano in quel periodo, infilate fra le natiche, mettono in risalto la pelle bianca delle natiche, perfette rotonde e sode, insomma come diceva l’amico Francesco: “Un culo imperiale!†Teso nella corsa e nella voglia.
La raggiungo proprio davanti alla camera da letto della Zia di Agnese, mi sfilo pullover, camicia, pantaloni, tutto in un momento, come se fossi sempre stato nudo, Lei si appoggia allo stipite della porta mi guarda dritto negl’occhi mi bacia e staccando appena le labbra dalle mie, mi dice: “Inculami a secco… Fammi un po’ male… Fammi sentire la Tua troia.. Voglio esserlo da oggi per sempre!†La guardo, incomincio a balbettare, incredulo, e fra mille pensieri… la guardo e le chiedo: “A secco? Ma cosa vuole dire?†Lei risponde: “Ti spiegherò… Stai tranquillo…†Devo precisare che, come già detto, ci conoscevamo da poco, fin da subito, abbiamo fatto sesso in modo completo ed appagante, avevamo giocato più volte, sfregando la cappella bagnata sul suo sfintere, su e giu, un po’ dentro ed un po’ fuori, giocando con il buchino mentre la cappella dopo l’orgasmo diventa sempre più morbida e duttile. Ma mai avevamo fatto sesso anale, rimasi colpito ed un arrapamento mostruoso mi assalì, senza farmi capire cosa mi stesse capitando… in un crescendo parossistico non vedevo l’ora di capire di andare oltre.
Lei si stende sul letto si spoglia completamente, mi allunga le braccia, dicendomi: “Vieni stupido!†non ricordo cosa e come sia successo all’inizio, ma ad un certo punto la stavo baciando su tutto il corpo, sulle tette, sulla schiena, la lecco e scendo…. sempre più in basso, ma improvvisamente Lei mi ferma e mi ripete: “ A secco tesoro… spingimelo dentro†Non capisco più niente, ma ubbidisco quasi automaticamente, Lei si gira e si mette sul fianco sinistro voltandomi le spalle, io mi avvicino avvolgendola con le braccia ed a “cucchiaio†mi avvicino con un’erezione che non credo di aver mai avuto. E Lei che con la mano me lo prende e lo guida, lo avvicina bene al suo buchino, mi dice: “Spingi piano, ma costantemente..†è un momento meraviglioso, sento che Le apre bene il suo sfintere, ma ancora ben lontano dal poter far entrare l’uccello turgido, anzi gonfio dall’eccitazione. Allora Lei, sempre con la mano ben salda alla base del mio uccello lo muove, un po’ in su, un po’ in giù, sfregando la cappella sempre più forte, allargandosi lo sfintere con la mia cappella, piano mi sussurra: “Non aver paura.. Spingi piano, ma spingi sempre… Spingi, su amore spingi… Entra per favore… Fammi male!†Il suo dire, il suo fare.. La mia eccitazione ha fatto il resto, ho sentito la penetrazione diventare sempre più profonda, spingevo sempre costantemente, appena cercavo un riassestamento, Lei mi incitava a spingere, sempre, sempre, fino in fondo… La mia eccitazione nascondeva il leggero dolore che provavo nella penetrazione, così continua, così avvolgente, fino in fondo, quando ho toccato con il mio pube le sue natiche finalmente, l’ho sentita respirare profondamente ed incitarmi: “Siiii! Così, adesso piano, piano, esci tutto e rientra tutto, non ti fermare mai, allargami fammi sentire che sono veramente aperta e completamente Tua!!!â€
Il prepuzio mi doleva, ma sicuramente, l’eccitazione e la gioia indescrivibile mi rendeva insensibile, sempre con maggior foga uscivo completamente dal suo culo e poi la risodomizzavo completamente spingendo lentamente fino in fondo, sentivo scorrere il mio cazzo nel suo culo, sentivo che ogni volta era più morbido, più dilatato ed accogliente, non riuscivo più a distinguere la situazione circostante, Lei ansimava e mi incitava ripetutamente: “Completami, amore mio! Rendimi donna! Fammi sentire che finalmente sono libera da ogni passato… si liberami dal passato!!!!â€
Il suo culo era oramai un guanto di seta, morbido, caldo e completamente bagnato dai suoi umori di libidine, la bramosia ossessiva dell’inculata: “Tutto dentro… Tutto fuori…†ripetevo ad alta voce, anzi man mano urlavo, sempre con maggior foga e tono della voce, senza fermarmi, tutto si era trasformato in piacevolezza, il bruciore, il dolore, nulla ci poteva distogliere… E Lei ad un certo punto mi urla: “Fermati!!! Non sborrare! Togliti e sculacciami!..†Allibito, abbacinato, ubbidisco senza parlare, mi sfilo piano per sentire il suo sfintere scorrere sulla mia verga, la guardo, la giro prona con gesto rapido e deciso ed incomincio… alzo il braccio destro e scendo quasi delicatamente sulla sua natica, un rumore dolce e secco risuona nella stanza, alzo il braccio sinistro e ripropongo un altro tocco, più morbido e dolce, ma Lei mi implora: “Sculacciami ti prego, non accarezzarmi… mi accarezzerai dopo!†Rimango basito ma senza dubbio l’eccitazione ha il soppravvento, ripetutamente solo di destro incomincio a sculacciarla come ho visto fare più volte dalle donne esasperate, verso i loro figli… la natica si arrossa, allora sculaccio la sinistra sempre con maggior lena e determinazione… prima lei mugola un po’ ma poi non smette più di urlare: “Godo!! Godo!! Vengo!.... Inculami fino in fondo e sborra!!!†Il cazzo mentre la sculacciavo, si era assiugato ed inturgidito in modo superbo… il suo sfintere si era richiuso a rosellina, lo appoggio, lo guido con la mano, adesso ero sopra ed il mio peso aiutava a penetrarla, ma non entrava, lei senza dire nulla, alza il culo con una mossa rapida e decisa facendomi entrare completamente, come se lo sfintere potesse essere comandato ed aperto a piacere… Entro, mi muovo prima piano.. poi velocemente.. devo ricreare il patos necessario all’orgasmo, ero talmente eccitato, che avrei potuto prolungare all’infinito il mio movimento, riesco e la inculo in un sol colpo… lei si muove nel mio esatto contrapposto, sincrona e parossitica, mi sollevo sulle ginocchia prendendola con entrambi le mani sotto il bacino la metto alla pecorina, la guardo un attimo, e poi con le mani le allargo le natiche tonde e turgide, aprendo completamente lo sfintere, è un attimo, ma infinito, il mio cazzo sa già da solo dove andare... mi appoggio ed entro, mi muovo sempre velocemente… veloce entro, lentamente esco.. poi mi muovo dentro di fianco, più in alto, più in basso, di fianco, poi sempre dentro ritmicamente, sempre più in fondo, non ho pace e tempo per pensare, devo muovermi, devo farla godere… Tanto! Veloce, veloce, sempre più veloce, Lei urla: “Si!!! Godo!!! Aprimi!! Fammi Tua!!†Con questo grido, ripetuto, ripetuto, ripetuto… raggiungo l’orgasmo eiaculando nel suo sfintere, quanto? Ma non so! A me, è sembrato immenso, continuo, infinito…
Prima mi sono accasciato su di Lei, poi mi sono spostato di fianco ed ho incominciato a baciarla, baciarla in ogni parte del suo corpo, sui seni, sulle mani, sui fianchi, sulle natiche, la giravo come se la gravità non fosse mai esistita, non mi sembrava mai abbastanza, volevo farle sentire che per me, era unica e totale!
Ma piano, piano, tutto si cheta, ed anche la mia voglia di baciarla si trasforma in grande dolcezza, la stringo dolcemente, protettivamente a me, coccolandola con quanta dolcezza io avessi potuto, Lei mi guarda e con lo sguardo soddisfatto e compiaciuto, mi dice: “Come Ti ho già detto prima di fare l’amore, ho bisogno di parlarti e di raccontarti, devo liberarmi, diventare grande. Mi vuoi aiutare? Mi vuoi ascoltare?†Subito rimango allibito, poi mi riprendo e rispondo: “Certo… Amore mio!â€
“Ti ricordi di Arturo? Ma si l’amico di Piero… Ricordi? Suonava con Piero… Sono uscita per un po’ di tempo con Lui, ma poi le cose non si sono messe bene, anzi, fu per me un vero dramma che mi porto dentro fino ad oggi, ma se hai pazienza, adesso Ti racconto.â€
Fuori il buio era calato ed anche Agnese e Francesco erano rientrati, li sentivo in cucina che preparavano, Francesco lottava, come al solito, con il vecchio camino che si ostinava a non tirare su il fumo.. Agnese preparava le bistecche che avevamo comperato, da fare sulla griglia, appunto nel camino… Ma la voce di Aleska mi distrae dai rumori lontani e mi rapisce, quando Le sento dire: “ …si perche Arturo aveva un uccello molto piccolo, e si incazzava moltissimo quando scopando me lo metteva in culo ed entrava senza problemi, anzi, almeno in culo sentivo qualche cosa… invece in figa… poverino era come un ditino, ma almeno, io il ditino lo so usare… e Lui, bhe non voglio essere cattiva, ma il fatto è che Lui si arrabbiava moltissimo, diceva che non era possibile che io non sentissi male… quindi ero una gran troia, e chissà quanti cazzi in culo avevo già preso!â€
La guardo sbalordito, e provo a dire: “A si, si ricordo, Arturo, strimpellava la chitarra, aveva frequentato la mia stessa scuola nelle medie, Lui però non abitava vicino… si ricordo, mi aveva anche invitato qualche volta a casa sua, sua sorella la dava a tutti, non poteva vedere un ragazzo senza farsi scopare, nei posti più assurdi, io l’avevo scopata una sera nell’androne di casa loro…†ma Aleska mi interrompe, sorniona: “Non mi interessano le Tue bravate da ragazzotto, io ero al primo anno di università quando sono uscita con Lui e poteva anche essere una cosa seria, ma poi è diventata la tragedia della mia vita, stai a sentire…†“Si hai ragione, scusa, racconta pure…†“Io come anche Elisabetta. La ragazza di Piero, spesso andavamo a sentirli suonare nella cantina che avevano insonorizzato ed attrezzato per fare le prove. Qualche volta finivamo le prove scopando tutti assieme sulla moquette. Poi la situazione è diventata più pesante, ad un certo punto Lui ha incominciato a dire che siccome ero una gran troia… Che avevo già preso chissà quanti cazzi in culo… Potevo anche prendermi i cazzi dei sui amici quando avevano voglia di svuotare le palle, dopo aver suonato… Ma mi senti?†Io ero talmente allibito da quanto mi stava raccontando, che il pensiero aveva preso da solo una sua logica, stavo inseguendolo, cercando di ricordare i comportamenti di Arturo… le sue bravate di ragazzino viziato.. mi riprendo e rispondo: “Ma si certo… vai avanti!â€
Aleska allora, controllando che la porta, fosse ben chiusa riprende: “Quindi l’avevo mollato! Dopo alcune settimane e sue infinite telefonate avevo riaccettato di uscire con Lui, anche se avevo grandi riserve, perchè nel frattempo, avevo anche conosciuta la sua ex, me ne aveva raccontato di cotte e di crude, anche con Lei si arrabbiava quando, sodomizzandola non si lamentava, “neanche a seccoâ€, pensa, mi ha raccontato che l’aveva obbligata a farsi inculare davanti a tutti.â€
Aleska era tesa, per quanto mi stava raccontando, si vedeva bene che ad ogni piccolo rumore che proveniva dalla cucina, distoglieva lo sguardo e tendeva l’orecchio per capire se stesse arrivando qualcuno, ma rassicurata, riprese: “Ad ogni modo alla fine mi ero fatta convincere per un cinema una sera, figurati che non ricordo neanche più che film proiettassero, ma non è importante. Al cinema c’erano anche due suoi amici che avevo visto solo pochissime volte. Subito dopo il film Arturo mi disse che era necessario andare solo una mezzoretta a provare un pezzo nuovo, che avevano preparato per la serata del sabato successivo, seppure a malincuore accettai, confortata dal fatto che c’erano anche gli altri due amici… Invece purtroppo, non riesco quasi più ad andare avanti, ma credo che solo liberandomi nel racconto, potrò superare e vivere la mia vita futura.â€
Aleska, dopo una piccola pausa riprese: “Appena arrivati nella cantina, come al solito chiusero tutto per bene, per poter suonare senza problemi, nonostante l’ora tarda. Io come al solito mi tolsi il cappotino e mi avviai nella piccola cabina di registrazione per non disturbare, loro si avvicinarono alla batteria ma invece di incominciare a preparare gli strumenti, con una scusa che non ricordo bene mi chiamarono e mi fecero andare vicino a loro, appena mi avvicinai, Arturo mi passo dietro e mi abbracciò, ma in modo inconsueto, da dietro, gli altri due a quel momento mi si avvicinarono, Arturo mi teneva stretta, spingendomi in avanti con il bacino, io avevo come al solito un mini abitino, tanto di moda in quel momento, che subito nell’abbraccio, è salito a livello passera, ma non solo mentre mi teneva mi alzava ulteriormente il vestito e con una mossa veloce, mi prende entrambi le braccia dietro la schiena con una mano e con l’altra intanto incomincia a tirare giù la cerniera, in pochi secondi mi sono ritrovata in collant, mutande e reggiseno. Non avevo parole, ma gli altri due ci raggiunsero e mi abbassarono le mutande assieme ai collant, stavo per urlare, quando prontamente Arturo mi dice: “E’ inutile che Tu ti metta ad urlare, qui è perfettamente insonorizzato, quindi prepara il culo che Ti svuotiamo tutti le palle dentro!†Non riesco neanche a reagire mentre mi sento strappare il reggiseno, rimango nuda e in loro ballia. Ma Arturo non è contento della situazione e dice agli altri: “Mettiamola giù alla pecorina, così la inculiamo meglio! Prendi quella corda Mario, legale le caviglie|†Così fecero, ma non contento Arturo mi legò anche i polsi alle gambe di un piccolo tavolino, sul quale mi aveva spinto e fatto appoggiare con la pancia. Io ero li nuda, sdraiata sul tavolino, con il culo e la figa ben esposta.
Arturo incominciò a deridermi: “Ma guardatela la futura “architetta†che vaccona, ma lo sapete che le potete mettere in culo tutto quello che volete, intanto è già ben rotta!â€
Io ho incominciato a singhiozzare, ma poi appena hanno incominciato a toccarmi, ho smesso subito, non volevo assolutamente dare la soddisfazione di vedermi vinta o tantomeno compiacente.
Il loro toccarmi è diventato ben presto un tormento, chi mi prendeva da dietro, chi mi appoggiava il cazzo in faccia, Arturo ancora non contento disse: “Così non va ancora bene… non siamo ben comodi…†Mi slegò le caviglie ed incominciò a legarmene una ad una gamba del tavolo, poi siccome non allargavo le gambe mi diede una sonora sculacciata, e mi lego anche l’altra, all’altra gamba del tavolino. Ero completamente immobilizzata, messa prona su quel maledetto tavolino con gambe e braccia legati ognuna ad una gamba, per farmi stare con il culo e la figa ben esposti, Arturo, mi infilò sotto la pancia un lurido cuscino di plastica su cui avevano scopato tutti… ancora maleodorante di sperma secco. Putroppo in quel momento non potevo fare altro che subire.
Era sempre Arturo che guidava le iniziative e di volta in volta le proposte erano sempre più pesanti. Prima mi ha fatto scopare un po’ dai due: “Metteteglielo pure dentro, tanto ha una figa come una vasca da bagno!†e poi: “Bagnatevi bene il cazzo nella figa, così le entra meglio in culo, anche se non ne ha bisogno!†A turno i due mi infilarono nella figa, poi me lo misero in bocca, anzi ci provarono ma la posizione non era favorevole, a questo punto ho sentito prima un dito che mi frugava lo sfintere, poi due dita e poi Arturo mi infilato tutto il suo misero cazzo. Pochi colpi ed ha sborrato!!
Così per mascherare la brutta figura dice agli altri: “Adesso che gli ho preparato il culo tocca a voi!†mi si avvicina uno dei due ma non riesce ad entrare, allora ci prova l’altro e devo dire che ci sapeva fare… infatti con lenti e ripetuti colpetti, prima ha fatto entrare la cappella e poi con colpo più lungo è arrivato fino a metà del suo lungo cazzo. A questo punto ho urlato dal dolore, non l’avessi mai fatto! Arturo è andato su tutte le furie: “Ecco vedi troia! Con lui urli! Non come con me! Ti faremo urlare ancora di più questa sera!†A quel punto ho capito che lo scherzo era veramente finito e che le cose si sarebbero messe molto male, ma di più non potevo fare…
Difatti appena mi ero un po rilassata e la penetrazione del primo era stata completa, subito sento Arturo che dice: “Dai Marco, manatelo bene, fallo diventare bello duro che con il Tuo cazzo le rompi per bene il culo!†Putroppo la sborra di Arturo, faceva da lubrificante nel mio culo e la dilatazione fu ancora più dolorosa, perche il suo grosso uccello mi scivolò dentro come niente. Ma non contento si tolse quasi subito e rientrò, piano per sentire bene il culo che si allarga, io a quel punto, non ho resistito ed ho nuovamente urlato, ma ottenni solo un bel po’ di sculacciate, mentre il cazzo di Marco mi sfondava, dentro e fuori, fuori e dentro, ancora e ancora, io sentivo che intanto si era ben dilatato, mi bruciava molto, lo sfintere per il cazzo dentro, le natiche per le sculacciate, ma oramai non mi faceva più neanche male per la rabbia e se devo essere sincera, anche nel dolore provai un certo piacere, che però mi passato subito, quando dopo la sborrata di Marco che è avvuta poco dopo, ho sentito una cosa fredda che si appoggiava fra le natiche.
Arturo dice: “Dai Mario, fammi vedere se il suo buco di culo adesso va bene? Allargale le chiappe, e Tu troia spingi con quel culo rotto, allargati†Mario mi teneva le chiappe larghe, Arturo, con due dita a destra e due dita a sinistra mi allargava, facendomi non poco male, anzi era un dolore lancinante e incontenibile, ma ogni tanto sentivo la cosa fredda che si appoggiava allo sfintere, mentre sono li che soffro, con il culo completamente aperto, sento un fiotto caldo, subito non capisco, ma poi realizzo… Era quel porco di Arturo che mi stava pisciando dentro al culo così dilatato, e poi ho capito che cosa era la cosa fredda, una bottiglietta di Coca Cola, perché appena finito di pisciare disse agli altri due stronzi: “Adesso gli tappiamo il culo finchè non avete voglia anche voi di pisciare, se ne deve ricordare la troia… deve avere tutto dentro sborra piscio!â€
E purtroppo così fu, un’attimo dopo mi sento infilare la botiglia di Coca Cola dentro fino a metà , dove la bottiglia stessa si restringe e diventa impossibile espellerla, e mi lasciano li con la bottiglia dentro proprio come un grosso tappo, ma ciò che ho visto dopo, in qualche modo mi ha ripagato di quanto avevo subito, perché a quel punto, nel silenzio più totale Arturo si è messo sopra di me, appoggiandomi il suo piccolo cazzo sopra la bottiglia, anzi la bottiglia stessa gli dava fastidio e l’ha tolta, ho sentito strani movimenti, ritmici era il suo amico Mario che gli stava allargando con le dita il suo culo poi piano ho sentito che spingevano entrambi sopra di me, un lungo gemito e sospiro di Arturo e poi: “Dai pompami, pompami bene, fai sentire a questa troia come ci si incula bene!!! Falle sentire che non ci frega niente delle donne!!! Dai più forte!!!†Questa situazione si prolungò per molto tempo… tanto da tramutare la situazione. Ebbene si! Sembra incredibile ma la loro inculata tramutò tutto il dolore tutta la rabbia in un parossismo incredibile, fino quasi a raggiungere l’orgasmo, non capivo più niente, ma ad un certo punto si è tolto Arturo e ho sentito nuovamente un cazzo che mi sfondava, era quello di Mario che mentre si prendeva il cazzo di Marco in culo mi aveva infilato il suo cazzo dentro al mio, sentivo le spinte di Marco che si ripercuotevano dentro le mie viscere, sempre più forte… fino alla sborrata finale di tutti e si con grande stupore devo ammettere, si anche io ebbi un orgasmo, un orgasmo incontenibile e parossistico all’unisono con il loro, in una triplice unica sborrata.â€
Aleska alza lo sguardo di scatto e non parla più, sulla porta c’erano Agnese e Francesco che ci guardavano, allibiti e rossi per l’eccitazione del racconto, erano venuti a chiamarci per andare a cena, ma ad un nostro cenno si avvicinarono e si sedettero anche loro sul letto entrambi visibilmente eccitati, bastò una carezza di Aleska ed un dolce sussurro: “Su dai Agnese spogliati anche Tu, mangiamo dopo…†Fu un tutt’uno dirlo e farlo, un attimo dopo eravamo tutti e quattro sul letto nudi che ci accarezzavamo e ci baciavamo, le bocche si univano a due a tre a quttro… senza mai smettere di accarezzarci ci siamo trovati uniti in un amplesso completo ed appagante, in cui il rapporto si dilata in un orgasmo multiplo ed incontenibile, ripetuto, ripetuto ed ancora ripetuto, le penetrazioni dolci e continue portano alla fine del rapporto con un’eiaculazione di entrambi i maschi, unito all’urlo dell’orgasmo delle due donne.
Esausti siamo rimasti tutti e quattro ad accarezzarci per almeno un’ora semza mai dire una parola, ma compiacendoci della nostra perfetta sintonia e gioia.
Fu Aleska che per prima parlò: “Grazie, ragazzi, mi avete liberata da quest’incubo che mi porto dentro, oramai da troppo tempo. Con il vostro dolce affetto mi avete ridato la gioia di vivere e di essere donna, completa, appagata, e sicura che gli uomini non sono tutti stronzi… Potervelo raccontare, poter ricevere il vostro amore, il vostro affetto, mi rassicura e mi ha liberata dall’incubo.â€
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14 years ago
ask2me,
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Il nostro primo scambio
Era
stata indecisa fino al momento della telefonata, “Sì, certo, siamo disposti a
tutto, non vi facciamo venire da Verona solo per fare due chiacchiere†disse
invece con grande naturalezza al cellulare, all’altra “lei†di una coppia
esperta. Per noi era il nostro primo scambio. Doveva finire un lavoro piuttosto
lungo e impegnativo tanto che quando sentimmo suonare alla porta sedeva ancora
davanti al computer. “Mi butto sotto la doccia, va tu ad aprireâ€, mi disse con
una calma che io non avevo. Lei sorrise appena e mi parve subito bella e
desiderabile anche se lasciai scivolare lo sguardo su di lui (avrò tempo per
lei, mi dissi) che sembrava alquanto a disagio dal trovare solo me. Anche se si
sentiva la doccia correre avvertivo in lui un certo imbarazzo che non potei sul
momento mitigare con nessuna offerta di aperitivo. Il suo viso si rischiarò
però subito non appena Vanna comparve sulla porta del soggiorno con i capelli
ancora fradici a sorriderci: non si era allacciata con cura l’accappatoio e un
ampio squarcio si apriva sulle belle forme del suo corpo. “Intanto mi metto
addosso qualcosa, poi vediamo†disse maliziosa dopo avere baciato gli ospiti e
brindato con loro. La gioia che sentiva attenderlo aveva rilassato lui, Luigi, e io potetti concentrarmi su Giada:
indossava una corta gonna svolazzante che di tanto in tanto lasciava
intravedere un reggicalze bianco e una camicetta che, una volta tolta la
giacca, suggeriva come le sue tette fosse belle sode, appuntite e impertinenti.
Quando Vanna si presentò col suo vestito nero che le disegnava alla perfezione
le forme del suo culo e con la scollatura profonda che faceva del suo decolleté
l’obiettivo irresistibile di ogni sguardo, Luigi diventò improvvisamente
loquace. Si mise a parlare delle loro esperienze scambiste, dell’ultima
gangbang di Giada con cinque uomini, delle loro avventure nei parcheggi. Vanna
mostrò subito grande interesse e lasciava libero sfogo alla sua curiosità non smettendo di fare a Giada domande del tipo:
“Non è geloso tuo marito a vederti scopare con altri?
Erano
proprio 5 i maschi che stavano addosso? Ti hanno penetrato in tutte le tue
cavità i loro … cazzi? E al parcheggio
hai succhiato la verga proprio di tutti quelli che si presentavano? Lo hai
ingoiato a tutti lo sperma? Che differenza c’è quando ti lecca una donna?â€
Giada rispondeva con grande naturalezza e descriveva ogni cosa con lo stesso
piacere come se la stesse facendo proprio in quel momento. Io l’avevo di fronte
senza poterle staccare lo sguardo di dosso e immaginare come quella sua bella
bocca carnosa sapesse succhiare, leccare e accogliere completamente dentro di
sé tanti cazzi. Il pensiero che tra breve le avrei infilato anche il mio tra
quelle labbra tumide mi aveva già prodotto una portentosa erezione. Sedendo di
fianco a Vanna allungai con indifferenza la mia mano nello spacco che si apriva
sulla pelle vellutata delle sue gambe. La misi lì dove sarebbe bastato un
nonnulla per raggiungere l’apertura già bagnata della sua figa. Luigi che mi
vide bene immagino godesse già del piacere della certezza che ancora un po’ poi
quelle belle gambe si sarebbero aperte alle sue mani, alla sua bocca e al suo
cazzo voglioso di sentire nel profondo la carne di una donna tanto
desiderabile. E quella bocca che ben conoscevo, il paradiso caldo, morbido e
turgido della sua figa avrebbero accolto e fatto godere da lì a poco senza
alcuna remora il membro di un uomo appena conosciuto. E questo sarebbe accaduto
lì davanti a me mentre io potevo liberare la furia eccitata delle mie mani,
della mia bocca e del mio sesso sul corpo accogliente e disposto a tutto di
Vanna.
Furono
loro a proporci di ballare. Al ritmo lento di una musica da piano bar Vanna si
strinse a lui e io a Giada. Appena le mie mani la sfiorarono non potettero
trattenersi da esplorare il suo corpo nella schiena, sulla natiche e
raggiunsero subito l’apertura della sua figa mentre la sua lingua succhiava
forte la mia e la sua mano aveva già liberato la mia verga dai pantaloni per
massaggiarla con dolcezza e ardore. Anche Luigi e mia moglie non avevano perso
tempo. Vedevo bene come le loro lingue si trovassero, come le sue belle tonde
tette fossero già del tutto denudate e come la mano di Vanna, al pari di quella di Giada, si stesse giÃ
deliziando dentro ai suoi pantaloni. Mentre io infilavo il mio dito nella figa
di Giada vidi bene come la mano di Luigi si infilava tra lo spacco per bagnarsi
nella figa di mia moglie. Quasi contemporaneamente odorammo e assaggiammo sulle
nostre dita l’umore inebriante delle rispettive mogli. Ballammo a lungo
stringendoci, assaporandoci, sentendoci completamente liberi di dare il piacere
di nuove mani, di godere del piacere dei nostri partner procurato da nuove mani
…
(Fine prima parte)
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14 years ago
Malte60,
44/43
Last visit: 12 years ago
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da solo
Cosa ho da essere nervoso….questo mi chiedi …… e me lo dici dopo avermi detto che questa mattina hai preparato tutto, hai lavato e steso, mi hai fatto da mangiare e lo devo solo scaldare, e tu mi chiedi cosa ho per essere nervoso? Ti rispondo come al solito, cazzate,…. …. Il lavoro… ma la verità è un’altra, la verità è che da ieri so per tre giorni non ci si vedrà , la cosa mi angoscia, mi mette nervosismo e non posso farci nulla….. siamo appena tornati dalla mini vacanza passata a Cap…. la prima volta in un campo nudisti, la prima volta in un club a cielo aperto. Appena entrati sgrani gli occhi e con stupore mi fai notare che sono tutti nudi….è normale è un campo nudisti, ti rispondo. Cerchiamo la casa, la troviamo, i nostri amici ci stanno aspettando, il tempo di farci una doccia e rivestirci, no meglio svestirci, e con non poco imbarazzo ci avviamo verso di loro. Ci accolgono con un sorriso, baci ad abbracci, entriamo in piscina fermandoci al bar, avevamo fame, ma eravamo anche intimoriti dal luogo non abituati a tal genere di cose. Mangiamo ma il nostro sguardo vaga, vediamo corpi nudi, distesi, in acqua, o avvinghiati tra loro. Finito il pasto, ci stendiamo al sole, siamo carichi, ma non conosciamo le regole del gioco. Sguardi rilassati si incrociano con i nostri molto più tesi. Muovevi le gambe nervosamente, appoggio una mano e…. e diamo inizio alla nostra danza incuranti di dove fossimo, chi fosse la gente vicino a noi, di ciò che potessero pensare e/o dire. Ci siamo amati per tre giorni, noi soli, noi con amici nuovi o vecchi, ma sempre noi al centro del nostro cuore……
Questa sera sarò solo a casa…..ci vorrebbe un’amico, cantava quella canzone, ma non mi basterebbe di certo, ormai mi sei entrata nella pelle, nel sangue e non ne posso fare a meno. Quando ci sei quasi non ti sento da tanto sei leggera nel tuo essere presente, ma quando non ci sei, il peso diventa enorme, e questa sera lo sarà ancora di più perché dovrò attendere tanto tempo prima di rivederti, questa sera una lacrima scenderà dal mio viso e si asciugherà sul tuo cuscino. Mi manchi amore mio torna presto
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15 years ago
sventola74,
38/39
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sensi
Sento una mano che sfiora il mio sacco letto cerca di aprirlo si
insinua e si ferma vicino al mio braccio.
Anche se sono un poco addormentata mi viene in mente che da quel
lato c’e Marco il mio amico e mio marito è sicuramente
dall’ altra parte.
Mi viene un po’ di ansia ma faccio finta di dormire voglio
vedere cosa succede..
La mano dopo pochi secondi riprende a muoversi e di avvicina accarezzandomi
leggerissima alla maglietta e passa sopra ai miei seni mi sento
fremere si ferma.
Che cosa faccio è sicuramente Marco il mio amico abbiamo
scherzato parecchie volte e spesso lo ho anche provocato e poi mi
piace anche molto.
La mano si avvicina calda e leggera alla mia bocca e un dito inizia
a sfiorarmi le labbra lascio fare la cosa mi spaventa ma mi piace.
Oramai non posso più fingere le labbra si inumidiscono decido
che mi piace socchiudo le labbra le bagno con la lingua e lo lascio
giocare.
In fondo è tutto il giorno che lo stuzzico con pose eccitanti
magliette scollate battute spinte bagni nei fiumi seni scoperti…
La mano è piacevole mi sistemo divento languida mi sento
in calore mordo il dito lo succhio non resisto.
In fondo so che mio marito non è geloso.
Allungo la mano ricambio le carezze ma lui si fa audace si infila
sotto al pigiama afferra le tette con cura le massaggia mi sento
vogliosa anche se vorrei fermarlo.
Tiro su il pigiama e lui scende sulle mie mutandine vorrei dirgli
basta e invece mi inarco vorrei fermargli la mano e allargo un poco
le gambe lui scende e accarezza la stoffa ci passa e ripassa.
Vorrei dirgli basta ma mi piace da morire mi scosta la stoffa e
mi sollevo per fagli sfilare il tanga.
Risale lento accarezza i miei peli trova il clitoride inizia a giocarci
diventa groosso mi sento grondare continua a giocare.
Vorrei fermarlo ma allargo le gambe intanto fa un po’ di rumore
un’ altra mano si avvicina ma questa la conosco è di
mio marito..
Il cuore mi sale in gola non so che fare ma intanto mi piace da
morire.
Lentamente si fa strada mi apre le labbra infila un dito bagnato
e io spingo inizia a muoversi non capisco più niente in qualche
minuto sento che mi lecca e infila la lingua mi inarco e fremo dura
tantissimo sento che si ripetete intanto la mano di mio marito stringe
la mia mi inarco ancora per il terzo orgasmo sono sfinita…
Alzo le ginocchia allargo le cosce vieni ora tocca a te..
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15 years ago
tantra2,
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c'è sempre una prima volta....
 certo che la vita è strana.... eravamo due sconosciuti fino a due anni fa, io impenitente gogliardico, tu innamorata di un’altro, poi ci siamo conosciuti e la vita cambia, cambiano i modi di essere, i modi di pensare, di affrontare i problemi. ora siamo una cosa unica, una unica anima, un unico corpo, un unico cervello anche quando facciamo i nostri giochi, giochi che per i più sono amorali....sporchi....peccati da non confessare....ma noi siamo fatti così, insieme rovesciamo il mondo, separati tu vivresti, io...io forse sopravviverei a me stesso tanto mi sei entrata dentro. ricordo la prima volta in un privè, all’estero...ne avevamo parlato e riparlato, ci eravamo fatti i nostri viaggi di fantasia, con una coppia con un singolo, con un’altra donna, ma mai oltre le fantasie. un giorno decidiamo, andiamo a vedere cosa è. mi ricordo che facemmo l’amore prima di andare, ma ti lasciai lì così, come un’opera incompiuta, non volevo avere ripensamenti dell’ultimo minuto, volevo conoscere, scavalcare quella porta che solo tempo dopo capii che era la porta dell’inferno, del nostro dolce inferno. in macchina si rideva nervosamente, poi in navigatore ci annunciò che eravamo arrivati. dai entriamo, ti davi arie da donna vissuta, donna sicura senza paure,ma poi.... entrando una gentile signora di mezza ètà ci accoglie, paghiamo alla cassa e ci consegna salviette,ed accappatoi, per poi portarci in uno spogliatoio. tra me e me imprecavo, maledetta lingua straniera, vuoi vedere che siamo in un salone massaggi? e tu che ridevi continuamente..... ma che facciamo? ci mettiamo nudi con l’accappatoio, poi vediamo che succede. detto e fatto, entriamo poi nel locale e subito una luce soffusa ci accogli, profumi di incenso, musica soft, temperatura gradevole, bello molto bello. notiamo tante coppie all’interno che ci osservano entrando, capiamo che quello era effettivamente un club privè. beviamo qualcosa di forte per darci coraggio, poi notiamo strani movimenti, dietro di noi c’era una scala che portava al piano di sopra, probabilmente era la che avveniva ciò che avevamo fantasticato. saliamo anche noi e vediamo tante stanze, alcune piccole, altre grandi, alcune con fori, solo dopo ne capimmo il significato. coppie che si amavano tra di loro ci facevano compagnia nella nostra esplorazione. sentivamo la pressione salire, pensavamo che fosse così, ma mai avremmo pensato che avremmo sentito così presto la nostra voglia salire. troviamo un piccolo anfratto vuoto, non vogliamo disturbare nessuno, non conosciamo nessuno e non sappiamo le regole del gioco.... iniziamo la nostra danza..... il sapore che ha una femmina quando decide di concedersi è unico ed io amo sentirmelo sulla lingua......entra una coppia carina, lei bionda alta un kilometro come del resto lo è lui, molto discreti.... si mettono al nostro fianco e anche loro iniziano la loro danza. sguardi che si incrociano, mani che si sfiorano delicatamente, che accarezzano la pelle. vedo noi tuoi occhi una luce mai vista, stiamo facendo l’amore con una foga diversa, siamo insieme ma con altri, forse è proprio questo che ci fa sentire ancora più uniti. la bionda si avvicina sempre più, ormai ti accarezza a piene mani mentre io sotto cerco di darti tutto il piacere del mondo. tieni gli occhi chiusi e non li apri nemmeno quando senti le labbra di lei appoggiarsi sulle tue, quando la sua lingua si fa strada nella tua bocca. mi avevi detto che non ne eri certa che ci saresti riuscita, che non era una delle tue fantasie farlo con una donna, ma da quel che vedo forse la tua sicurezza non era poi così tale. vi lascio stare, vi lascio darvi il piacere che solo una donna può dare. scariche di adrenalina percorrono il corpo, rimango a guardare e sorrido tenendoti stretta una mano, solo dopo l’orgasmo che ambedue avete avuto ti rilassi e torni a cercarmi, ora mi vuoi, ora vuoi il maschio, ora vuoi essere penetrata fino in fondo. gli occhi della tigre, questo è per me i segnale che non puoi più attendere, e ci amiamo in tutte le pose possibili, i nostri amici ci imitano, ma presto arrivano alla loro conclusione. sopra....sotto...davanti.....dietro ormai sono esausto, non so nemmeno quanto tempo è passato, lo capisci e mi inciti a venirti dento e quando succede sei squassata dall’ultimo orgasmo.....ci rilassiamo nella nostra alcova per qualche minuto, una doccia insieme e siamo di novo al bar dove i nostri amici occasionali ci ringraziano. usciamo e torniamo nel nostro albergo, durante il viaggio in auto ci tenevamo la mano stretta, senza dire una parola. non ne abbiamo parlato per una settimana, pensavo che l’esperienza fosse finita li, invece tu mi dici all’improvviso: mi è piaciuta l’esperienza, quando torniamo?.....ma questa è un’altra storia......
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15 years ago
sventola74,
38/39
Last visit: 1 day ago
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il bar
E' un postaccio, sembra che lei faccia la puta. Questa è la risposta che la cameriera del locale, dove io e Anna ci siamo fermati a bere l'aperitivo, ci ha dato alla mia richiesta di informazioni su quel bar li vicino, dalla porta chiusa e pubblicizzato con un cartellone a grandezza naturale che ritrae una bella donna seminuda con in mano due bicchieroni pieni di chissa quale bevanda.
Una risposta così non può che stimolare la  fantasia di un cancerino cerebrale, che coniuga al piacere fisico a quello dell'immaginzione.
Quindi, la sera successiva, senza nessun timore e dubbi entriamo in quel posto a noi misterioso. Anna come al solito sempre in tiro indossa un vestito color rosso libertà, corto a sufficienza, da denunciare la presenza delle calze autoreggenti.
La porta si apre automaticamte , dopo aver suonato. Ci troviamo in una sala piccola con un bancone sulla destra, gremita di persone, uomini e donne che parlano tra di loro in tutte le lingue. Il volume della musica è ad un livello accettabile, i brani sono soft e gradevoli. Da dietro il bancone del bar ci raggiunge una bella femmina capelli rossi, alta, occhi azzurri, la stessa del manifesto esterno al locale, ci abbraccia e bacia entrambi stringendoci forte, il suo profumo riemnpie le mie nari, sa di femmina. Parla in tedesco, le rispondo che non la capisco, lei ci invita a metterci in topples, come tutti gli a altri avventori. In effetti tutti i presenti sono nudi dalla cinta in su, sia femmine che maschi, quindi ci adeguiamoAnna senza problemi mostra le sue belle tette piccole e sode con i due capezzoli che puntano per l'eccitazione.La consumazione ci viene portata al tavolino, sorseggiando la bibita ci guardiamo intorno, le coppie si accompagnano a singoli dialogando e bevendo, ma niente di più'. Dopo poco, la padrona del locale si avvicina al palco e con movimenti sinuosi e calcolati  inizia uno strip molto eccitante, dapprima intorno al palo, quindi, invitato un singolo, strofinandisi in modo, particolarmente eccitante, intorno al maschio fortunato. Da quel momento l'atmosfera nel locale cambia, i singoli si fanno audaci e le mani si allungano sulle donne, con fare delicato, per iniziare lunghe carezze e decisi palpeggiamenti, ben accetti e condivisi. Le femmine, con l'approvazione dei mariti, slacciano le patte dei pantaloni estraggono membri rigidi, tesi, carichi di voglia e sperma. Le carezze sono incontrollate e gli organi maschili iniziano con il penetrare le bocche umide e desiderose delle donne attratte dal profumo del  muschio  selvatico. Si avvicina un uomo, maturo, alto, si presenta e con un sorriso ci fa capire che gli sarebbe gradita la nostra  compagnia. L'uomo  e' prestante  Anna acconsente, lui, senza null'altro dire, si cala la i pantaloni fino alle ginocchia mostrando una nerchia enorme sia in lunghezza che in  diametro, la  mia donna per stupore, sia dell'azione che per le dimensioni, resta a bocca aperta. Bocca che viene immediatamente riempita dal grosso membro  quando l'uomo, rude, le afferra la testa e la penetra fino in gola. Cerco di fermarlo ma la mano di mia moglie mi spinge via mentre cerca di  ingoiare quel bastone di carne stringendo con entrambe le mani la borsa dello scroto che pende piena di liquido prezioso.  Il rapporto orale, intenso, quasi violento, gestito dalle mani del vichingo che trattengono la testa della donna impedendole di sfuggire il destino che presto arriva lento e inesorabile, senza alternativa o concessione alcuna. Lui ruggisce, dapprima affonda l'organo fino in fondo, quindi lo estrae trattenendo nella bocca il glande, dal quale, inizia a fuoriuscire il liquido ricco di spermi, bianco, denso, odoroso, dal forte sapore salato. L'eiaculazione sembra interminabile, lui inclina la testa alla'indietro contraendo gli addominali, lei mugola per il piacere di sentire la sua bocca piena, cerca di ingoiare tutto ma del liquido cola fuori dalle labbra filando sul collo e le mammelle. Trascorrono i secondi che sembrano interminabili, quando il maschio esce dalla bocca e' ancora rigido, la bocca della donna resta spalancata rivestita di un velo vischioso che presto verrà ripulito dalla lingua e ingoiato. Lingua, insaziabile, finisce di gustare il resto del liquido che bagna ancora il pene asportando lo con lunghi e sapienti colpi. L'uomo ringrazia ci offre da bere, quindi si congeda con fare da signore.Noi ci rivestiamo, abbracciano la rossa teutonica e ci avviamo verso nuove avventure.
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9 years ago
azzurri60,
44/43
Last visit: 8 months ago
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Prima volta
Mio sogno:
Andiamo al motel come ti ho detto ci attende un massaggiatore sui 35 anni tu sei molto sexy fai finta di niente ma si vede che sei eccitata, entriamo in stanza io inizio a baciarti e coccolorti passano 10 minuti e bussano alla porta mi guardi come dire e mo? Io apro la porta ed entra un bel giovane si presenta tu sei giai in slip di pizzo e reggiseno si prepara tu ti sdrai ti giri io sto vicino a te lui inizia a psalmarti la schiena di olio e parte con un massaggio tu chiudi gli occhi io ti bacio lui scende alle gambe i piedi poi risale,arrivato ai glutei fa cadere dell'olio tra di loro e lo raccoglie poi ti gira, inizia dalle spalle scende sulle tette e si ferma li, si mette a cavalcioni su di te tu vedi il gonfiore che ha, e io ti dico è eccitato per te ti limono quando mi giro vedo la tua mano che cerca il suo sesso, lui lo tira fuori, tu lo tocchi e fai unop sguardo compiaciuto finalmente un ble cazzone per te mia regina a quel punto mi sposto lascio spazio a lui.
Si cala tra le tue cosce e ti lecca tu con piede cerchi il cazzo lui sente e te lo porge davanti alla faccia i un secondo sparisce nella tua bocca, fai tutto come se io non esistessi e fai bene cosi ti volevo.
Andate avanti per un paio d'ore a giocere e scopare le dai tutto anche tuo culetto, entra a fatica ma ti piace subito dopo finisce con una mega venuta tua e una sua sborrata sulla tua pancia.
Lui si alza e dice se volete questo e mio telefono per prossimi incontri io mi stendo accanto a te ti bacio ti ringrazio e tu ringrazi me dicendomi che adesso vuoi rifarlo che hai goduto come mai, ti stringo e ti dico tranquilla lo rifaremo cosi ti volevo ora dobbiamo recuperare tempo perso.
Chissa se diventa realtÃ
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15 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 hours ago
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AL PRIVE'
Mi sento calda, pronta, sento la mia fighetta battere per l'eccitazione,anche tu hai già il cazzo dritto, Dio mio! ti scoperei all'istante, miecciti da morire..stavolta abbiamo deciso di metterci nel lettone grande, con la consapevolezza che accadrà quello che dovrà accadere..ci sdraiamo,cominciamo a baciarci, e già intorno a noi si avvicinano le prime coppie, iprimi single..insieme siamo un'esplosione di sesso, di voglie, di passione, siamo nettare per gli altri...voglio prenderti per primo, voglio il tuo cazzo in bocca, nella mia figa calda e bagnata, nel mio culo aperto, voglio che sia tu a profanarmi, a spaccarmi in due...sììììììì..che bravo che sei, sei nato per far sesso, sei nato per dare piacere e..sei mio.. Non resisto, devo parlare, ti piace sentirmi parlare, tengo tutto dentro, ma stavolta no, devo dirtelo: -- Ah ah ah ah si cosi’ sfondami. Non smettere, spingi il tuo cazzo piu’ dentro che puoi, fammi male, usami come ti piace. Sei un porco a montarmi cosi come una vacca, a spingere come un indemoniato ma mi piace, non mi e’ mai piaciuto cosi’ tanto. Fottimi tutta sino in fondo, sono qui per questo e sono felice. -- Dimmi che sono la tua femmina, dimmelo, dimmi che sono la tua figa. Dimmi che non hai mai gustato una figa piu’ dolce, dimmi che non ne vorrai altre per godere, che nessuna riuscira’ a farti felice come me. Dimmi che sei mio, adesso e per sempre. Dimmelo !-- Cazzo, brutto porco ! Dimmi che una figa come la mia non l’hai maiprovata, dimmi che non ne hai mai sentita un’altra che ti sappia far godere come faccio io. Adesso ti succhiero’ tutta la sborra che hai e sara’ solo mia, nessuna altra potra’ farsi riempire da te, mai piu’ ! Ah, ah, ah, senti come ti voglio ? Senti come sono tua ? Riempimi di te.-- Si, cosi, non fermarti, lasciati andare dentro di me, riempimi il ventre, non trattenerti, ti sto aspettando per godere con te, non tardare. Quando sentiro’ i tuoi getti bollenti contro l’utero godro’ anch’io e lo spalanchero’ per accoglierti, sono tua completamente. Non farmi aspettare, riempimi, ti prego.-- Dio come sei caldo ! Vieni, vieni dentro di me non fermarti. Ti sento caldo e dolce, hai il cazzo che freme quando schizza, sto impazzendo di piacere. Ma quanta ne hai ? La voglio tutta ! ora è il turno degli altri, non mi sono accorta, ma neanche tu, c'è un'altra coppia nel lettone con noie dei single che si stanno masturbando, l'uomo accanto si volta verso di me, non ha voluto disturbarci nel viaggio del nostro piacere, ma ora vuole partecipare, tu sei sfinito, accarezzo il tuo cazzo, dolcemente, è infuocato, ti guardo, ti chiedo con gli occhi se posso prendere quell'uomo, abbassi la testa in un cenno positivo, ma non vuoi che mi dimentichi di te, come potrei gu, come potrei?..anche la sua donna partecipa, mi sta toccandola figa, sono in ginocchio sul letto, ho l'uomo davanti nella mia stessa posizione, mi tocca anche lui la figa, è bagnata, mi prende la mano e l'avvicina al suo cazzo, inizio ad accarezzarlo, mi china la testa, loprendo in bocca, mentre la donna, da dietro, mi sta leccando la figa,nell'altra mano ho il tuo cazzo, voglio che riprenda vita subito, e così è..ti alzi anche tu in ginocchio, c'è l'altra donna chinata intenta a leccarmi, e la prendi da dietro, infili il tuo cazzo nella sua figa...smetto di spompinarlo, mi voglio gustare la scena, tu che trombi un'altra, mi sdraio sul letto, voglio guardarti, voglio che mi guardi, voglio che pensi a me, allargo le gambe, voglio che l'altro uomo mi prenda così e mi devi guardare mentre l'altro mi monta, ora ti faccio cenno che voglio che mi inculi, ma aspetta, voglio anche l'altro nella figa, mi giro, ora sono sopra di lui, lo sto montando, e tu hai il mio culo a disposizione, dai prendimi, ti prego, ti voglio dietro, sfondami, fammi male, spaccami in due, guarda com'è accogliente, è tuo..sì..sì..sì..eccoti..Dio che bello, un cazzo in figa e uno dietro, l'apoteosi, l'idillio..coordinate i movimenti, mentre io sto godendo come una troia...mmmmmmmmm..che serata..indimenticabile
4492
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15 years ago
fuoriditesta,
40/45
Last visit: 14 years ago
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Giochi alla moda
Il nuovo gioco che và di moda a casa nostra negli ultimi mesi è Luca che scopa Amanda da dietro ed un amico che le lecca il clitoride e/o le grandi labbra (tutto secondo precise e dettagliate indicazioni di LEI ! ).Quando facciamo sesso anale un'uomo che la stimola davanti, se è bravo, riesce a farla venire !Venerdì pomeriggio durante una penetrazione vaginale da dietro, stesi sul fianco, Luca teneva sollevata una gamba di Amanda offrendo così al coinvitato la miglior visione del sesso di lei. L'amico sfruttò la situazione nel migliore dei modi con un encomiabile lavoro di lingua. Amanda sarà venuta 4-5 volte finchè Luca non gli esplose dentro con una copiosa venuta. Amanda era sfinita. Si fece una doccia e tornò in perizoma nel letto. L'amico gli stese con minuziosa cura una crema idratante su TUTTO il corpo. La crema era molto densa e servì un massaggio prolungato per farla penetrare. Amanda non si diede al lui...la troia godeva nel vederlo scoppiare dal desiderio di lei. Lo fece stendere su un lettino da massaggi e le si sedette sopra a smorzacandela, lui aveva addosso i boxer e lei il perizoma. A forza di strusciare sul pacco di lui lo fece venire. Quando Amanda capì che l'amico stava esplodendo glielo prese in mano e glielo segò svuotandogli bene le palle del suo sperma. Lei si ritrovò nuovamente con il ventre ed il seno sporchi del liquido dell'amico sfinito.Lo guardò negli occhi e gli disse: ti sei perso un'occasione !Amanda tornò in doccia e lui a raccontare a Luca quanto si fosse divertito con le esperte mani di lei.Amanda rimise il suo tacco 12 e preparò una succulenta cenetta per tre, dopo la quale ci salutammo, da irreprensibili Signori !
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7 years ago
lucaeamanda,
51/50
Last visit: 4 days ago
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racconto di un regalo
Io e Carlo
un giorno di primavera ci troviamo a sciare in un bellissimo posto, giornata
calda, tempo splendido e la primavera che preme.
Finiamo la giornata stanchi ma ancora belli carichi ed è qui che
lui mi dice: perché non andiamo in una sauna prima di tornare a casa?
l’ idea mi piace anche se non abbiamo costumi e salviette troviamo
un grande albergo.
Io chiedo due asciugamani e mi accorgo che sono un po’ piccoli ma pazienza,
intanto siamo naturisti e non vedo altri nel locale, così ci spogliamo,
ci copriamo per modo di dire e ci infiliamo nel bagno turco; mi accorgo
che Carlo è molto eccitato ma cerco di non farci caso e visto che
il locale è molto umido esco e appendo i nostri asciugamani nello
spogliatoio, tanto per non bagnarli subito.
Rientro e così bella nuda mi godo il caldo distesa sulla panca, dopo
pochi minuti si apre la porta ed entrano due bei giovanotti che subito si
sentono un po’ imbarazzati, ma orami io sono distesa Carlo anche; stringo
un poco le gambe e mi rilasso chiudendo gli occhi, il caldo è piacevole
il vapore non permette di vedere che cosa succede, la presenza di tre uomini
mi fa ribollire, anche sé il vapore è così fitto che
si fatica a vedere gli altri.
Sicuramente Carlo sarà molto eccitato mi ha detto spesso che non
gli dispiacerebbe vedermi con altri uomini, anche se prima era molto geloso,
ora impazzirebbe…
Sento le goccioline di vapore che scivolano sui mie seni e l’umiditÃ
mi fa venire voglia di fare pipì.
Intanto sento qualcosa di molto delicato che mi sfiora partendo dai piedi
è molto leggero vorrei scostarmi ma decido di stare al gioco visto
che mi sento una forte eccitazione premere tra le gambe e nella pancia.
La carezza si fa piacevole e mi sembra sempre più calda anche sé
timida.
Decido di uscire per farmi una doccia e con un po’ di esitazione ma
anche esibizionismo passo davanti ai miei ammiratori sentendomi maledettamente
nuda e osservata, la cosa mi piace da morire…
Mi chiedo come andrà a finire ma non faccio neanche in tempo a spalmarmi
il sapone sui seni, che sono diventati duri,che uno dei due esce e si piazza
nella doccia accanto osservandomi e sfilandosi il costume fa vedere tutta
la sua eccitazione.
La cosa mi carica, mi piace questo gioco e continuo ad insaponarmi con cura,
un po’ maliziosamente apro le gambe e passo il sapone sulla patatina
bella rasata così lascio uscire anche qualche gocciolina di pipì.
Esce anche l’ alto ragazzo e io mi dirigo verso la vasca dell’
idromassaggio, naturalmente i due mi seguono, intanto mi accorgo che Carlo
è passato a dato un’ occhiata compiaciuto ed è entrato
in sauna; dopo pochi secondi riecco la mano che riprende la carezza che
questa volta è molto più decisa, mi diventa naturale sperare
che sia anche audace e per agevolare la cosa mi giro di spalle, intanto
così riesco a trovarmi con la patatina proprio davanti al getto più
forte…e con i seni che, seppur non molto grandi, muovono a pelo dell’
acqua.
Ora i due si fanno più decisi forse il fatto di vedere che mi piace
li rende focosi e le mani iniziano ad accarezzarmi in modo audace, mi sento
i seni palpati e le cosce accarezzate la cosa mi fa godere da morire è
la prima volta che mi capita una situazione del genere, anche se Carlo me
lo aveva proposto altre volte.
Voglio vivere intensamente questa situazione e mi lascio andare completamente
intanto oramai sono loro che mi tengono a galla distesa, mi accorgo di avere
qualcosa che mi sfiora la patatina ma non capisco se è una lingua
una mano o la bocca visto che ho gli occhi chiusi, è una situazione
intrigante da morire.
Ancora qualcosa che si insinua in me penso sia una lingua mi contraggo per
non venire subito in un orgasmo trattenendo un gemito mi riprendo e mi siedo
in braccio ad uno dei due, mentre lui cerca di mettermelo dentro mi ricordo
di Carlo apro gli occhi li prendo per mano e mi dirigo verso la sauna.
Sono sicura che gli piacerà .
La scena che sognavo si realizza subito: ancora tutta bagnata mi distendo
sulla panca afferro la testa del più carino e me la porto in mezzo
alle gambe e lui subito inizia far correre la lingua sul clitoride mentre
Carlo si avvicina e mi accarezza i seni esplodo in un lungo orgasmo.
Uno dei due mi penetra con dolcezza, mentre Carlo mi schizza in bocca, sento
un’ altro affondo, godo tenendomi a Carlo.
Usciamo per mano e dopo una bella doccia torniamo nel bagno turco Carlo
mi guarda e io lo ringrazio per la bella avventura che mi ha concesso, e
che da sola non avrei avuto il coraggio di vivere, mentre qualcosa di caldo
cola dal mio corpo non faccio nulla per trattenerlo anzi assaporo mi contraggo
l’ ultimo brivido di piacere….
3780
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15 years ago
tantra2,
48/56
Last visit: 8 months ago
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regalo di mio marito
Io e Carlo
un giorno di primavera ci troviamo a sciare in un bellissimo posto, giornata
calda, tempo splendido e la primavera che preme.
Finiamo la giornata stanchi ma ancora belli carichi ed è qui che
lui mi dice: perché non andiamo in una sauna prima di tornare a casa?
l’ idea mi piace anche se non abbiamo costumi e salviette troviamo
un grande albergo.
Io chiedo due asciugamani e mi accorgo che sono un po’ piccoli ma pazienza,
intanto siamo naturisti e non vedo altri nel locale, così ci spogliamo,
ci copriamo per modo di dire e ci infiliamo nel bagno turco; mi accorgo
che Carlo è molto eccitato ma cerco di non farci caso e visto che
il locale è molto umido esco e appendo i nostri asciugamani nello
spogliatoio, tanto per non bagnarli subito.
Rientro e così bella nuda mi godo il caldo distesa sulla panca, dopo
pochi minuti si apre la porta ed entrano due bei giovanotti che subito si
sentono un po’ imbarazzati, ma orami io sono distesa Carlo anche; stringo
un poco le gambe e mi rilasso chiudendo gli occhi, il caldo è piacevole
il vapore non permette di vedere che cosa succede, la presenza di tre uomini
mi fa ribollire, anche sé il vapore è così fitto che
si fatica a vedere gli altri.
Sicuramente Carlo sarà molto eccitato mi ha detto spesso che non
gli dispiacerebbe vedermi con altri uomini, anche se prima era molto geloso,
ora impazzirebbe…
Sento le goccioline di vapore che scivolano sui mie seni e l’umiditÃ
mi fa venire voglia di fare pipì.
Intanto sento qualcosa di molto delicato che mi sfiora partendo dai piedi
è molto leggero vorrei scostarmi ma decido di stare al gioco visto
che mi sento una forte eccitazione premere tra le gambe e nella pancia.
La carezza si fa piacevole e mi sembra sempre più calda anche sé
timida.
Decido di uscire per farmi una doccia e con un po’ di esitazione ma
anche esibizionismo passo davanti ai miei ammiratori sentendomi maledettamente
nuda e osservata, la cosa mi piace da morire…
Mi chiedo come andrà a finire ma non faccio neanche in tempo a spalmarmi
il sapone sui seni, che sono diventati duri,che uno dei due esce e si piazza
nella doccia accanto osservandomi e sfilandosi il costume fa vedere tutta
la sua eccitazione.
La cosa mi carica, mi piace questo gioco e continuo ad insaponarmi con cura,
un po’ maliziosamente apro le gambe e passo il sapone sulla patatina
bella rasata così lascio uscire anche qualche gocciolina di pipì.
Esce anche l’ alto ragazzo e io mi dirigo verso la vasca dell’
idromassaggio, naturalmente i due mi seguono, intanto mi accorgo che Carlo
è passato a dato un’ occhiata compiaciuto ed è entrato
in sauna; dopo pochi secondi riecco la mano che riprende la carezza che
questa volta è molto più decisa, mi diventa naturale sperare
che sia anche audace e per agevolare la cosa mi giro di spalle, intanto
così riesco a trovarmi con la patatina proprio davanti al getto più
forte…e con i seni che, seppur non molto grandi, muovono a pelo dell’
acqua.
Ora i due si fanno più decisi forse il fatto di vedere che mi piace
li rende focosi e le mani iniziano ad accarezzarmi in modo audace, mi sento
i seni palpati e le cosce accarezzate la cosa mi fa godere da morire è
la prima volta che mi capita una situazione del genere, anche se Carlo me
lo aveva proposto altre volte.
Voglio vivere intensamente questa situazione e mi lascio andare completamente
intanto oramai sono loro che mi tengono a galla distesa, mi accorgo di avere
qualcosa che mi sfiora la patatina ma non capisco se è una lingua
una mano o la bocca visto che ho gli occhi chiusi, è una situazione
intrigante da morire.
Ancora qualcosa che si insinua in me penso sia una lingua mi contraggo per
non venire subito in un orgasmo trattenendo un gemito mi riprendo e mi siedo
in braccio ad uno dei due, mentre lui cerca di mettermelo dentro mi ricordo
di Carlo apro gli occhi li prendo per mano e mi dirigo verso la sauna.
Sono sicura che gli piacerà .
La scena che sognavo si realizza subito: ancora tutta bagnata mi distendo
sulla panca afferro la testa del più carino e me la porto in mezzo
alle gambe e lui subito inizia far correre la lingua sul clitoride mentre
Carlo si avvicina e mi accarezza i seni esplodo in un lungo orgasmo.
Uno dei due mi penetra con dolcezza, mentre Carlo mi schizza in bocca, sento
un’ altro affondo, godo tenendomi a Carlo.
Usciamo per mano e dopo una bella doccia torniamo nel bagno turco Carlo
mi guarda e io lo ringrazio per la bella avventura che mi ha concesso, e
che da sola non avrei avuto il coraggio di vivere, mentre qualcosa di caldo
cola dal mio corpo non faccio nulla per trattenerlo anzi assaporo mi contraggo
l’ ultimo brivido di piacere….
6035
0
15 years ago
tantra2,
48/56
Last visit: 8 months ago
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giochi con un amico
Mia moglie.......
Poi una sera quasi per caso arriva a casa nostra Roberto un amico
di mia moglie.
Un tipo che sapevo le piaceva parecchio.
Ci sediamo davanti al p.c. e lui che è un tecnico si mette
a sistemare alcune cose intanto vedo che mia moglie è un
po’ turbata forse eccitata ma non ha il coraggio di darlo a
vedere.
Ma la conosco troppo bene per non saperlo, i capezzoli dritti e
duri come fragole spuntano dalla camicia,
stringe più volte le cosce e se ne accorge anche il nostro
amico.
Ogni tanto le dà una veloce occhiata nella scollatura, la
cosa un po’ mi dà fastidio ma mi eccita anche parecchio.
Dopo tutto lo so che prima o poi si sarebbe lasciata andare con
qualcun altro ed allora perché vietarglielo..
Intanto do un occhiata anche io e mi accorgo che è molto
nervosa lascia intravedere le mutandine e si vede chiaramente che
è bagnata con la stoffa che si infila nelle labbra la cosa
incomincia a piacere molto anche a Roberto.
Intanto lui sempre più spesso guarda oltre la scollatura
che non mi ero accorto è decisamente più aperta ma
so bene che mia moglie non farebbe mai il primo passo.
Allora dico così per gioco in un orecchio al nostro amico
di aiutarmi a scaldare ancora un po’ la situazione e lui inizia
a girare un po’ su qualche sito con foto spinte.
Al che mia moglie si alza e se ne và , io penso che ho rovinato
tutto, la seguo e mi accorgo che entra in bagno si spoglia si lava
e cambia biancheria.
Forse non è tutto rovinato e lo confido al mio amico.
Dopo poco la sentiamo arrivare e anche se non lo dà a vedere
capisco che è eccitata ma non ha ancora il coraggio di lasciarsi
andare all’ istinto che preme sempre più forte.
Ma per aiutarla le accarezzo un po’ i fianchi e la spingo
verso la seggiola del mio amico, a quel punto lui non resiste più
si gira un attimino e si trova con la scollatura ad altezza naso,si
avvicina e si trova coi i seni di mia moglie praticamente in bocca.
I due oramai sono eccitatissimi e mi godo incredulo la scena.
Lui è seduto e lei in piedi accanto si lascia aprire la
camicetta ed accarezzare i seni belli duri.
Mentre lui la spoglia e la lecca sfilandole dolcemente la camicia
io le sfilo la gonna e le sfioro ogni tanto la stoffa delle mutandine,
che sono di nuovo umide.
Si gira e mi trovo ora io con i suoi seni in bocca mentre mi accorgo
che ora il mio amico la accarezza in mezzo alle gambe e lentamente
cerca di sfilarle le mutandine ma poi ci ripensa e infila le mani
direttamente sotto alla stoffa.
Lei oramai non capisce più nulla si gira ancora gli tira
fuori un gran bel pisello se lo lecca ben bene mentre io continuo
a spogliarla.
Così eccitata,come poche volte l’ avevo vista, si
appoggia con i gomiti alla scrivania allarga leggermente le gambe
lasciando vedere le labbra umide e bagnate lui si inginocchia ed
inizia a leccarla con grande pazienza facendo correre la lingua
sul clitoride ogni tanto glie lo mordicchia facendola gridare dal
piacere.
Io mi godo la scena estasiato ed incredulo accarezzandole delicatamente
i seni che ora ondeggiano avanti e indietro.
A questo punto continuando ad accarezzarla la guardo in viso perché
mi piace vederla godere.
Quando ad un certo punto mi accorgo che non resiste più
faccio un segno a Roberto di fermarsi gli dico di sdraiarsi e lei
subito gli sale sopra scopandolo forsennatamente.
Dopo alcune penetrazioni lunghe e profonde vedo i fremiti dei due
che godono forsennatamente.
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15 years ago
tantra2,
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Last visit: 8 months ago
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spiaggia -a passeggio col cane... strani incontri
Ho un cane
un magnifico cane, un Alano. femmina, dolcissima ma... grossa!
ieri sera ero a passeggio in spiaggia, in una zona dedicata ai cani chiaramente, con il mio cane. erano circa le 1930, poca gente. provavo a farla entrare in acqua ma gli alani non la amano proprio... e così, lasciate le ciabatte e la maglietta sulla sabbia, ero immerso a giocare col cane e... a guardare una bella ragazza che prendeva il sole... il mio slippino probabilmente non nascondeva troppo la mia emozione.... ad ogni buon conto, prova e riprova... il cane in acqua non ci voleva entrare! ad un certo punto, con balzo felino, eccola correre come un segugio a giocare con due cani portati al guinzaglio dai due padroni! troppo civili per essere locali (peraltro è una spiaggia per cani dove possono stare liberi...). . Vedendoli un po preoccupati dalla mole del mio mi avvicino di corsa. mi guardano incuriositi... ero ancora un po "emozionato" ! dopo le mie rassicurazioni sulla bontà della mia bestia lasciano anche i loro e... i cani giocano e noi ci conosciamo. una coppia tedesca, del Chiemsee in Baviera. Lui sui 65, lei sui 45. Lui cicciottello bianchicio barbuto con bermudoni anni 60, lei palestrata e con un perizoma davvero sexy. Stavo per emozionarmi... ma non ce ne è stato bisogno.
Devo dire che mi gardavano in modo strano, e si guardavano tra di loro. possibile che queste cose capitino davvero????
ad ogni buon conto lei, senza nemmeno guardare il marito, mi chiede di fare un tuffo per giocare con i cani. entriamo in acqua fino alle ginocchia e proviamo a farci seguire. dei loro due uno ci segue e nuota. la segue. va un po verso il largo e mi facenno di seguirla. il marito ci guardava. avido. io non ci credo ma... la seguo. mi avvicino. non perde tempo. mi mette una mano sul pacco e mi guarda. si mette dietro di me baciandomi sul collo e massaggiandomi l'ano con una mano e... il fucilone con l'altra. passa qualche secondo, minuto, non so.
sono una persona controllata ed iper igienista. anche in quella situazione io una sconosciuta senza goldon non me la trombo.
dev dire che ha apprezzato. meno male. siamo usciti dall'acqua in condizioni pietose e ci siamo messi dietro la prima duna. il marito gardava noi e controllava i cani. quei seni li sento ancora oggi in bocca... li ho baciati per ore... e che passerina.... l'ho fistata a mano piena, a pecora. mi scoppiava l'uccello ragazzi! non mi era mai successso. tre orgasmi veri, tutti con le mani. ed un pompino....
stasera riporto il cane alla spiaggia....
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15 years ago
IlVenerabile,
42
Last visit: 2 years ago
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africa
Stava piovendo mentre scendevamo dall'aereo e pensavamo che la nostra vacanza sarebbe stata molto bagnata....... invece una volta arrivati in hotel il sole inizio a riscaldarci e sopratutto a mettere di buon umore la mia compagna che era ansiosa di fare la conoscenza della popolazione locale. Il giorno successivo durante l'escursione in barca lei mi si avvicino dicendomi che i ragazzi dell'equipaggio la stavano fissando e aveva l'impressione che con insistenza commentassero il suo culetto...."non ti preoccupare", dissi scherzando, "non mordono". Alla sera di nuovo mi sussurrò che uno in particolare durante l'escursione gli era piaciuto ma che gli era sembrato particolarmente timido e aveva un po di timore a farsi avanti lei. Presi la palla al balzo, mi stuzzicava vederla scopare da un colored mentre mi faceva uno dei suoi spettacolari pompini e del resto era il suo sogno nel cassetto "delle cose porche". Le dissi che avrei cercato di incoraggiarlo ma che comunque doveva, da parte sua, essere più provocante. La mattina successiva infatti si presentò con un costumino da non lasciar dubbio alle sue intenzioni al punto che in spiaggia non mi trattenni e le chiesi di entrare in acqua per una........... il colored comparve all'improvviso sulla spiaggia, ci fissò e scomparve dietro alle mangrovie senza nessun accenno a me o a lei. Andammo avanti così per qualche giorno fino a che durante l'escursione in jeep andai diretto al nocciolo della questione "senti, tu vuoi portarlo a letto per farti sbattere ben bene e oltretutto vuoi che io sia li, tanto vale che a questo punto sia io stesso a portartelo dentro il letto, mi sposto davanti sulla jeep e dico a lui di venire dietro con te vedi di datti da fare provocalo, toccalo, fagli sentire come ti bagni pensando a lui e poi gli farai capire che questa sera dopo cena potrà venire in camera nostra" Sbirciando dallo specchietto retrovisore potevo vedere l'imbarazzo del colored impaurito dalla mia presenza e però, vedevo anche lei che sotto la gonna, senza lo slip del costume si stava bagnando mentre passava delicatamente la sua mano sui pantaloni del ragazzo. Dopo cena intorno alle 21 andai dove si radunavano i ragazzi che lavoravano in hotel, lo chiamai e lui con un area intimidita venne verso di me "allora sei pronto a scoparti la mia donna?" conosceva l'italiano ma faceva finta di non capire, con un cenno della testa gli feci capire di seguirmi. La trovammo con un vestitino bianco, abbronzata al punto giusto sulla veranda della nostra camera che sorseggiava una bevanda "ciao come stai" furono le sole parole che disse, il ragazzo rispose con un sorriso imbarazzato che si confondeva con la voglia di possedere quella donna bianca..."Bene, vogliamo far vedere al nostro ospite come vuoi che si comporti?", "si dai fagli vedre come fai di solito" mi incoraggiò, "Guarda comportati così che la farai impazzire, prendila senza farla parlare toglile il vestito, sbattila sul letto e lasciala soltanto con le mutandine, spostale e accarezzala mentre cerchi la sua lingua, scendi giu dai suoi seni leccale i capezzoli che dovrebbero essere gia duri, prosegui sul ventre vai giù fino alla sua fica odorosa, leccala bene si proprio qui e aspetta a penetrarla con lingua prima assapora i suoi umori e adesso tienele bel larghe le grandi labbra e leccala penetrandola con la lingua, adora contemporaneamente un dito nel culo, stai ancora un po li, poi alzati cosi e mettigli il tuo cazzo in bocca a questo punto sarà completamenti in estasi e potrai godere della sua follia amorosa......" Mi girai per lasciare il posto al ragazzo e vidi quella bestiola nera che aveva tra le gambe, lo vide anche lei ed entrambi "cazzo!!!" è si era veramente un gran cazzo!!!! A quel punto la timidezza era completamente sparita dal ragazzo che senza tanti preliminari e consigli punto dritto alla fica già più che bagnata e con un poderoso colpo la riempi facendo sussultare la mia donna. Una visione davvero speciale quel corpo muscoloso nero che si muoveva sopra la mia donna, uno due tre colpi poderosi e lei che gemeva, le mani del ragazzo che cercavano una volta i seni e una volta la bocca di lei che si socchiudeva e succhiava avidamente il dito...non resistetti mi tolsi velocemente tutto e mi avvicinai alla bocca di lei ormai eccitatissimo, lei mi guardo e si allungò per prendermelo in bocca. Bastarono pochi secondi e il mio caldo liquido invase la sua bocca ero ubriaco di eccitazione, presi la macchina fotografica e immortalai quel momento. La mia donna con sopra un corpo nero che la sbatteva e la bocca ancora sporca del mio sperma. Che serata indimenticabile, che vacanza!
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15 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 hours ago
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riflessologia plantare...
è incredbile.
ci sono centri massaggi di vario genere ma quello che frequento settimanalmente è frequentat da professioniste non interessate ad "arrotondare". meglio, ci si rilassa davvero.
ieri la mia massaggiatrice era impegnata. ho quindi dovuto "ripiegare" su una ragazza nuova, carina.
entro nel camerino, mi spoglio, metto le mutandine e mi stendo.
entra lei, professionale. due parole, mi spiega che lei segue la riflessologia plantare, ed inizia a guardarmi i piedi. le chiedo qualche considerazione ma tace. inizia a massaggiarli, poi le gambe, il collo
dopo un po mi chiede di girarmi. ritorna ai piedi.
intanto parliamo del più e del meno.
è molto caldo, suda. mi chiede se può togliere il camice. resta con una canottiera (senza reggiseno!!) prosegue
resto perplesso perchè inizia a sfiorarmi. sempre di piu. sempre piu vicino. torna ai piedi e mi guarda. li massagggia e come per incanto il mio amico si sveglia, sempre di piu. le mutandine non sono molto contenitive e... esce a prendere un po di luce! e lei? sorride!!! sono allibito, e pure eccitato
le chiedo, mi dice che sa cosa mi piace
mah, inizia a baciarm i piedi, mi dice che siamo fatti l'uno per l'altra. come corre... che dire: dopo quaranta minuti di massaggio siamo finiti a fare una 69 per mezzora, gemendo entrambi in silenzio per non essere scoperti!!
per settimana prossima ho già prenotato! :-)
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14 years ago
IlVenerabile,
42
Last visit: 2 years ago
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Poesiola
Un ombra estranea oscura il tuo dorso,
la sua pelle, i suoi capezzoli, il suo pene sfiorano la pelle della tua figura distesa prona sul letto.
Il suo sesso,
sempre più turgido,
ora non sfiora più
ma anzi
sembra quasi
col movimento del suo corpo
segnare la tua schiena
come l'aratro fa con la terra.
La sua espressione e la tua
uguali
in una sorta di complice intimo desiderio.
Ed io in disparte osservo
preso da una duplice e contrastante emozione,
un misto di gelosia ed eccitazione,
il tuo ambiguo sguardo
vergognoso e perverso nello stesso tempo
non dipana il dubbio della tua complicità.
In quel mentre mi accorgo che anche il mio corpo reagisce a quelle immagini
quasi come fossi io il fortunato sconosciuto.
Sento i brividi dell'eccitazione,
sento il mio pene ergersi,
e sento i miei capezzoli inturgidirsi
nello stesso momento in cui
i miei occhi vedono le sue mani profanatrici
stringere i tuoi seni come fossero due coppe.
I suoi baci lievi alla base della tua nuca
che ondeggia all'indietro facendo trasparire il piacere da essi provocato.
Porgi lo sguardo verso di me
quasi a cercare un gesto che autorizzi la prosecuzione del gioco
che volutamente non arriva.
Dalla luce dei miei occhi però
percepisci l'eccitazione provocata da quel coacervo di sensazioni.
Ti giri di scatto
il suo pene adesso poggia sul tuo ventre morbido
le mani bramose adesso non sfiorano più i seni
ma li afferrano con energia
non chiedono più bensì pretendono, abusano, violano.
La sua bocca assapora il dolce sapore della tua pelle
le sue labbra stringono i tuoi capezzoli
il suo membro sale ad insinuarsi nel canale delle tue colline
mentre le sue mani stringendole le muovono in un movimento lento ma costante.
A poca distanza dal tuo mento
vedi il suo prepulzio paonazzo
gonfiarsi e pulsare.
Le tue mani sfiorano le sue spalle, la sua schiena
stringono i suoi glutei con forza
quasi ad autorizzare la spregiudicatezza dei suoi movimenti.
Il suo corpo scivola lungo tutta la figura femminile,
fino a che le sue mani non si bloccano sui fianchi sinuosi,
il contatto della sua testa tra le morbide cosce provoca brividi improvvisi.
Mentre la sua lingua assapora la calda umidità della tua intimità,
le vibrazioni del tuo corpo tradiscono un reo trasporto.
Nel culmine dell'eccitazione ti accorgi che
un altro sesso si avvicina al tuo viso,
è il mio,
erto tra la mia mano come la lama di una spada
automaticamente lo sconosciuto arretra
quasi ad evitare un impari disputa tra capobranco,
la tua mano tuttavia lo blocca afferrando il simbolo del sua mascolinità.
In quel mentre la tua bocca è invasa dal mio membro
gonfio di eccitazione.
Il frenetico movimento dei miei fianchi è sincrono con quello della tua mano peccaminosa,
la crescente eccitazione appare sempre più evidente negli occhi dei due maschi voluttuosi,
le espressioni dei visi ed i gemiti tradiscono la crescente intensità
fino a quando una evidente prova del maschile piacere
non si fa strada tra le tue labbra ed i tuoi seni.
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15 years ago
lucrezia13,
52/44
Last visit: 1 week ago
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una coppia extra
cari amici,
voglio raccontare brevemente la mia esperienza di ieri sera. Lo voglio proprio fare perchè di notte, da solo nel letto, ho ripensato e rivissuto tutto. Le gambe ancora mi tremavano.
Conosciuti via internet, parlato al telefono con il lui. Simpatici, lei appariva carina in foto... proviamo!
Ci diamo appuntamento in un motel del milanese. Loro sono già nel parcheggio, una rapida stretta di mano e via. Prendo la stanza, li chiamo, li aspetto.
Mi metto a mio agio, apro uno spumantino. Pochi minuti ed eccoli! devo dire che lei dal vivo non è carina... è splendida! Minuta ma con tutte le curve al posto giusto, un viso bellissimo, dolce e uno sguardo...
iniziamo a parlare, beviamo qualcosa. la tensione si stempera.
"saranno passati venti minuti" penso io. e invece, discorrendo amabilmente, era passata più di un'ora!! Spegnamo la luce, mettiamo un po' di musica. Io vado in toilette e rientro dopo pochi minuti nella stanza avvolto solo da un asciugamano.
Sono già sul letto, lei in perizoma e reggiseno rosso ed autoreggenti neri. Lui nudo.
Mi siedo su una poltroncina e li ammiro fare l'amore come solo marito e moglie sanno fare. Pian pianino lei si sposta in modo da mettermi proprio quel culetto meraviglioso in faccia... allora salgo anch'io sul letto ed inizio a baciarla la schiena ed a giocare con la sua patatina....fradicia! il suo piede velato mi massaggia da sotto e l'asciugamano cade all'istante. Allora lei, con la mano libera, con l'altra soddisfa il suo eccitatissimo marito, inizia ad accudirmi. Le bacio il collo, le accarezzo il seno. La masturbiamo in due, uno davanti ed uno dentro. ansima, già gode.
Credo che raccontare tutto il rapporto rischi di diventare una semplice masturbazione intellettuale ma... vi basti credere una cosa che a me non capita mai: alla fine l'avrei baciata come bacerei la mia sposa. Era lì, sul letto, dopo averci soddisfatti entrambi e dopo aver goduto profondamente, spossata, rilassata, dolce e bellissima.
e tutti e tre, credo, siamo andati via felici, sapendo di aver dato piacere (e di averne ricevuto!)
Alla prossima (spero!)
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14 years ago
IlVenerabile,
42
Last visit: 2 years ago
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L’INIZIO DELLA NOSTRA STORIA
Da quanto tempo non ci vedevamo? Forse erano trascorsi quindici anni, forse un po’ di più
Eravamo stati “insieme†come si usava dire nel gergo giovanile dei nostri sedici anni, qualche bacio sotto casa o ai giardini, una toccatina al seno e poi… “No, lì no!â€. Poi come sempre succede si cresce, nuove scuole, nuovi amici nuovi amori ed anche noi ci eravamo persi, non so’ bene neanch’io dove e perché. Non ti ho più pensato.. forse qualche volta, ma niente di più che un po’ di nostalgia. Poi è successo .
Mi era squillato il telefono
-Pronto?
-Ciao Donatella ti ricordi di me?
Non potevo sbagliarmi era Cecilia la mia vecchia amica del cuore.
-Cecilia! Come stai? Da quanto tempo..
Abbiamo parlato per almeno un quarto d’ora decidendo alla fine di incontrarci il sabato sera per mangiare una pizza. Mi racconta che è sposata, felicemente e vuole presentarmi il suo amore. Sono felice per lei, un po’ invidiosa forse ma felice per lei, io invece con Luca non usciamo più da almeno un mese. Mi presento in pizzeria, sola e aspetto la mia amica. Aspetto un po’ guardando una coppietta un po’ attempata che sta mangiando una pizza a sedere al tavolo vicino a me, mi sto’ iniziando ad annoiare.
Poi Cecilia entra, mi saluta vedendomi da lontano, mi sorride agitando la mano, non è sola un uomo la stringe per la vita, un uomo alto, con i capelli castano chiari tagliati a spazzola, sembra un militare e ho come la sensazione di conoscerlo.
Mi abbraccio con Cecilia felice di rincontrarci dopo tanti anni, dal tempo dell’università a Firenze, mi bacia sulla guancia dicendomi che è felice. Anch’io lo sono.
-Ti presento Enea, mio marito.
Ecco chi è: Enea il sedicenne impacciato dei giardinetti, l’amoroso che nella mia adolescenza tentava di toccarmi e di rompere la mia ritrosia.
Mi ha riconosciuto anche lui, ma fa finta di vedermi per la prima volta. Perché? Se vuole così per me non è un problema. La sera trascorre leggera e piena di ricordi, ma lui non parla quasi mai mi guarda, forse mi giudica, giudica forse come sono diventata, lo so sono un po’ ingrassata ma ho imparato a tenere i capelli sciolti sulle spalle e mi piace portare le scarpe con il tacco alto non ho più vent’anni ma …insomma cosa vuole da me? Accidenti!! Lui però devo ammettere che si è saputo mantenere bene, forse va in palestra? Gli occhi sono sempre gli stessi: grigio- celesti. CAZZO che stronza! Ma è il marito della mia amica. Mentre Cecilia parla, ascolto la metà di quello che dice. Enea sembra guardare altrove e pensare altrove ma so benissimo che appena può volge lo sguardo su di me. Oddio! Speriamo che finisca presto la serata!
fine I° parte
2915
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15 years ago
love.torque,
37/40
Last visit: 3 years ago
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Cena di ufficio
Per andare ad una cena della ditta dove lavoravo indossai un
tailleur con gonna sopra il ginocchio, giacca che lasciava intravedere il reggiseno a balconcino, tanga, e scarpe con tacco. Lui mi
disse che vestita così sexy avrei attirato le attenzioni di molti e, dato che
era un incontro con persone di altre città , avrei potuto anche lasciarmi andare
un po’ per poi raccontarlo. Risposi che forse se c’ era qualcuno gradevole lo
avrei accontentato, ma non promisi nulla, anche se ero sicura che ci avrebbero
provato.Durante la cena ero al tavolo con due che continuarono a sbirciare
scollatura e gambe per tutta la sera. Dopo aver conversato e scherzato mi
proposero di andare a bere qualcosa e andammo in un locale dove continuammo a
scherzare e parlare un po ‘ di sesso e pensarono che dovevo essere abbastanza
disinibita.
Andammo a fare un giro in macchina e quasi subito uno cominciò a
palparmi il seno da dietro e l’ altro le cosce, visto che lasciavo fare arrivò
agli slip e mi prese una mano per farmelo sentire duro dai pantaloni. Fermò l’ auto e continuarono cosi’, poi
abbassò il mio sedile e mi ritrovai con le tette fuori dal reggiseno e la gonna tutta su mentre mi palpavano
dappertutto, facendomi stringere i loro
cazzi duri che avevano tirato fuori. Ormai mi ero comportata come una che ci
sta con la quale divertirsi senza più rispetto e lo facevano capire dicendo che
ero eccitante e che mi piaceva stare con due maschi. Anche se non avrei voluto
comportarmi così la situazione era
eccitante e loro non mi consideravano più un signora rispettabile dicendomi che
mi volevano fare di tutto, risposi che non volevo e di divertirsi così, mentre
cominciai a menare i due cazzi che poi mi convinsero a prendere in bocca a
turno. Con le mani e la bocca arrivarono a godere venendomi sul seno uno e le
cosce l’ altro, poi mi dettero dei fazzolettini e mi ricomposi per farmi
riaccompagnare sentendomi una puttana per ciò che avevo fatto.
Molto gradita corrispondenza
e scambio foto sull’ argomento con coppie come noi
Scrivete a:
[email protected]
4394
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15 years ago
triox,
47/44
Last visit: 15 years ago
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il sogno
Sei appena rientrata dal lavoro stanca e distrutta ti accingi a fare una doccia quando ad un tratto ricevi una telefonata....guardi il display del telefonino per capire chi mai ti rompe a quell'ora..vedi un nome... il mio..rispondi con eccitazione e curiosità e di la del capo del telefono ti invito a farmi salire da te...subito ti neghi poi con titubanza mi dici di salire per solo dieci minuti..lo sai che non lo sono... lo sai a cosa vai incontro.. non vorresti ma lo speri..ti suono e mi ricevi in accappatoio..devi ancora farti la doccia e mi dici dopo avermi fatto entrare di attendere li sul divano che avresti fatto subito e di prepararmi nel frattempo qualcosa da bere....due minuti dopo non c'eri più.. eri in bagno a farti la doccia ma avevi appositamente lasciato la porta socchiusa...uno spiraglio di luce fuoriusciva da quella fessura e guardando la fessura ti si intravedeva mentre ti lavavi ..il tuo corpo sinuoso si muoveva con dolcezza e l'idea di entrare mi eccitava.. ma non avevo il coraggio avevo paura di un tuo rifiuto..ma poi con coraggio entrai il tuo fu all'inizio stupore ma poi ti lasciasti andare...in men che non si dica ti baciai...l'acqua della doccia mi inzuppava i miei vestiti e piano piano iniziai a svestirmi sentivi crescere in me l'eccitazione di possederti ..ne avevi voglia ed io lo sentivo.ora eravamo completamente nudi i nostri corpi si stringevano forte gli uni contro gli altri ed io premevo sul tuo grembo il mio cazzo voglioso e palpitante di te...ti presi la nucca e ti spinsi giù verso il mio ventre e poi ancora più giù sul mio pene ..era turgido e voglioso delle tue labbra e tu non facesti altro con delicatezza di prenderlo in bocca...la tua lingua si soffermava sul mio glande lo vedevi palpitare e ne godevi...ti ripresi la nucca e ti risollevai ti presi nelle mie braccia e ti portai inzuppati sopra il divano ti feci sedere a gambe larghe e mi insinuai in mezzo le tue gambe,,iniziai con la lingua a sfiorarti la tua figa.. sentivo un fremito sul tuo corpo e i tuoi capezzoli diventarono turgidi.. a tale vista li presi fra le mie dita e li strinsi in modo da procurarti piacere...strillavi e più strillavi più mi eccitavo..erano bellissime sensazioni mai vissute da parte mia ..ora eri pronta a ricevermi ..mi volevi mi premevi contro me.. mi alzai e guardandoti negli occhi iniziaicon delicatezza a mettertelo dentro piano piano.. un pò alla volta ..fino ad arrivare al complemeto del la ns unione.. ora era dentro del tutto lo sentivi dentro te palpitare.. allora iniziai a muovermi d'apprima con movimenti lenti e poi sempre più forti fino a sbatterti violentemente..e gemevi stavi per venire lo sentivo..eri al culmine quando ad un certo punto mi sussurasti vengo.. allora io presi ancora più forte a sbatterti fino a quando un getto di sperma caldo ti invase il corpo... era il seme del mio piacere su di te.. il piacere di aver trovato una donna da amare...
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15 years ago
savaila,
31/29
Last visit: 13 years ago
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la notte...
Erano le 23 quando di svegliai di soprassalto....un incubo...andai alla finestra mi sporsi e vide dal buio una figura che avanzava a passi lenti verso la via ....una splendida figura di donna ...slanciata con un vestitino in seta blue..tacchi vertiginosamente alti e si intravedeva dalla camicetta semitrasparente i suoi seni......mi stropicciai gli occhi per sapere se stavo sognando...mi pizzicai il braccio per sapere se era vero...ma quando sentii il male allora capii che era realtà ...frettolosamente mi vestii e scesi in via per raggiungerla ...una scusa banale era il mio primo pensiero per contattarla...ma cosa?....la solita frase...scusa hai da accendere? ed eccola girarsi verso di me prorompente sexy più che mai....con voce dolce e graziata mi rispose con un si...ma da quel si avevo già capito cosa si aspettasse da me.....la invitai a fare quattro passi assieme a me...e lei accettò....le sue gambe lughe e longilinee.. i suoi fianchi stretti e provocanti e il suo seno prorompente mi avevano eccitato....girai la via e vidi un piccolo angolo in penombra ...e subito i mie passi si portarono in quella direzione.......mi fermai ora la avevo a non più di 20 cm da me....ero li che fremevo allora mi prese il coraggio allungai le mie mani sul suo culo e stringendola la portai da me....non disse nulla solo uno sguardo e capii...avevo gia il mio cazzo turgido e lei lo sentiva .......le mie mani esploravano il suo corpo e piano piano arrivai a sfiorarle la sua vagina ..era già bagnata non aspettava altro.......un bacio profondo mi fece capire di averla.. la sua mano era ora già sul mio cazzo lo stringeva da sopra i miei calzoni lo sentiva duro e si eccitava ...poi mi slaccio la cintura apri la cerniera e sfilò il mio cazzo, in un attimo lo aveva già in bocca..lo succhiava bene la sua lingua si fermava sul glande e poi giù tutto fino in fondo fino alle mie palle...che goduria con la sua mano si sfiorava i capezzoli, la presi con forza la tirai su e la feci girare la misi alla pecorina e spostandogli le mutandine la leccai avidamente...un gemito uscì dalle sue labbra godeva ....ad un certo punto mi disse di metterglielo dentro.......non me lo feci ripetere e con un colpo ben assestato inizia a chiavarla... era tutta bagnata come non mai, la sbattevo forte e le sue natiche vibravano sotto i miei colpi.........poi all'improvviso lo tolsi e puntandolo sul suo culo gli feci sentire la mia cappella ...si mi disse...e piano piano allora lo spinsi dentro il suo culo ...era stretto gli piaceva e gemeva ,ancora un pò ed era dentro tutto, eccomi ci sono la sbattevo oh che stretto .......quando sentii lei che mi innondava del suo orgasmo mi tolsi gli presi il viso e gli misi il cazzo in bocca...un getto di sperma invase la sua bocca...lo bevve tutto ...mi fece capire quanto le fosse piaciuto....poi mi chiese da accendere, uno sguardo un sorriso e nel buio si allontanò.....non la rividi più....
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15 years ago
savaila,
31/29
Last visit: 13 years ago
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Da cacciatore a preda...
Questa storia è realmente accaduta tanto tempo fa, quando ero un ragazzo, non alle prime armi ma magari avessi avuto l'esperienza di oggi.
Sono i ricordi che affiorano nei momenti particolari, quando dopo l'ennesima battaglia di letto, intanto che il respiro si normalizza, pensi: "Possibile che a 48 anni ti piaccia ancora così tanto la gnocca?" " Da dove ti è venuta uori questa passione smisurata??".
I fatti:
Lavoravo a quel tempo nel settore della refrigerazione industriale, un pomeriggio verso le 17,00 mi chiama il capo: intervento urgente presso un supermercato della provincia di Modena, banco surgelati fermo e quindi intervento immediato.
Mio malgrado parto, se fossero passati altri 30 minuti sarei stato irreperibile.
Mezzora di strada ed arrivo al supermercato, entro, cerco il responsabile, mi presento un pò impacciato : non era un gestore ma una bella signora sui 40 anni ( io ne avevo 20) di nome Marta (nome di fantasia ovvio). Alta circa 1,70 capelli rossi, occhi inquisitori ma con un sorriso meraviglioso e due tette da 5 dure come il marmo (lo scoprii poi..)
Mi accompagna a vedere il banco, che il personale aveva già svuotato provvedendo a mettere i surgelati in cella.
In alcuni minuti faccio la diagnosi : non è partito lo sbrinamento probabile resistenza rotta, occcorre sostituirla e per farlo occorre liberare dal ghiaccio con acqua calda.
Il supermercato era ormai in chiusura, Marta avvisa le ragazze tra gli sbuffi delle stesse ed iniziamo la processione con secchi d'acqua calda.
Nel frattempo a causa degli schizzi i camici delle ragazze iniziavano a diventare trasparenti e l'occhio osservava estasiato.. beccato in flagrante dalla Marta che però mi sorrise.
Eliminato il ghiaccio, sostituisco la resistenza rotta e faccio partire il frigo. Avviso Marta che non mi serve più aiuto ma che dobbiamo aspettare una mezzora e poi ri simulare lo sbrinamento.
Marta avvisa le ragazze, felici di tornarsene a casa, ed una di queste mentre se ne stava andando mi disse: resti qui col Marta... Auguri..
Non afferrai pienamente il senso.. lo capii di li a mezz'ora.
Visto che dovevamo aspettare Marta mi invitò a bere un caffè nel bar a fianco; mi raccontò di essere separata, di vivere sola e che la solitudine iniziava a pesarle.. Ed io da coglione non capivo...
Tornammo al supermencato completai i test e dichiarai il fatidico tutto OK. Anzi un ultimo controllo allo scarico del banco, mi infilai sotto a pancia all'aria.. tutto ok.. uscii e notai che Marta non aveva gli slip...
Volto rosso
Che faccio?
Marta:" mo' adesso che hai visto che ho tolto le mutandine l'hai capita??"
Io: " Cosa?"
Marta:" che adesso, bel maschietto , ti sbatto come un tappeto".
Mi diede un bacio con decisione che finii appoggiato contro uno scaffale, iniziammo a spogliarci facendo la scia dei vestiti fino allo spogliatoio.
Sulla porta iniziò un pompino deciso, meticoloso e da togliere il fiato... Capì che non potevo durare a lungo, mi buttai sulla panca e lei mi venne a cavalcioni. Iniziò a cavalcarmi come un'esperta cavallerizza su un govane puledro... io affondavo i viso nelle sue splendide tette dure come il marmo. Venne abbastanza velocemente (grazie all'astinenza) con un gemito impressionante poche pompate e si fermò Marta si sollevò, scese ed completò quel sublime pompino, lo ingoiava sino alla radice, faceva un gioco di risucchia a ventosa che Le bastaraono 3/4 pompate e le schizzai tutto direttamente in gola. Diede un colpetto di tosse poi giù ancora e me lo ripulì alla perfezione.
Si sedette accanto a me a gambe divaricate per prendere fiato. Aveva gli umori che le colavano da quella bella fighetta e... mi chinai io a renderle il favore.. Leccai con avidità, poi iniziai a prenderle a morsetti quelle enormi grandi labbra..( le poche e giovani fighette che mi ero fatto le avevano appena accennate..) inizio a gemere e mi venne da allargargliele fino a scoprire un clito di notevple dimensione che sembrava battere come un piccolo cuore... Misi la bocca a ventosa e lo aspirai.. due tre aspirate e sentii staccarmi..
"Mo' guarda questo maschietto che è già tornato in tiro... Ma allora ti piace giocare con la zia Marta , ed io che pensavo di non dover esagerare...
I ferormoni di Marta avevano fatto il loro naturale effetto su di me (forse anche i 20 anni) e avevo il cazzo duro che sembrava mi scoppiasse.
Marta si giro di colpo spingendomi dolcemente a terra, e ci ritrovammo in un furibondo 69, aiutata dalla posizione (la curva del pene coincideva con la sua curva della laringe) sentivo ad ogni affondo il suo caldo respiro sulle palle...
La rallentai in tempo per non venire... ci alzammo,mi disse:"seguimi" .
Andammo nel reparto macelleria stese un po si pellicola sul ceppo di legno, mi disse:" adesso bel maschietto prova ad aprirmi come un pollo ". Si sedette sopra al ceppo con i piedi appoggiati su due cartoni, era ed un'altezza perfetta per me che stavo in piedi, aveva la sua splendida figa con con i riflessi rossastri, le grandi labbra che si erano richiuse tra loro e che lei con una mano apriva e l'altra mi attirave a sè. Avanzando verso lei la penetrai al volo e di botto fino alla radice, emise un sospiro ed iniziai a pompare di buon ritmo.. mi aiutava alzando le gambe sulle mie spalle e tenedosi ancorata al ceppo per non diluire le spinte, aveva le tette che le saltavano violentemente ed ad un certo punto dovette reggerle con un braccio. La girai a pecora e la presi da dietro, appoggiavo con l'inguine contro una protuberanza del ceppo, le diedi 4 / 5 pompate e venne bagnando come un lago. Approfittando della posizione le infilai un dito nel culo.
Marta disse:" va bene che ero in arretrato ma vuoi farmi anche quello? devo recuperare tutto in una volta?"
Io, continuando a infilarle prima due e poi tre dita, le risposi:" Volevi assere aperta come un pollo? Se lo devo fare non lascio l'opera incompiuta"
Tolsi le dita e iniziai a spingere il mio cazzo nel suo culo... lieve resistenza e poi entro di botto "Ahhh come sono troia" fece Marta e sull'esclamazione le inondai l'intestino.....
Rimanemmo alcuni minuti in quella posizione per riprendere fiato, poi uscii da lei, si girò, le diedi un bacio/succhiotto su un capezzolo, alzai la testa e lei mi infilò la lingua in bocca.
Fu un bacio meno impetuoso dei precedenti, ma fu veramente speciale, un modo fantastico con cui ci dicemmo senza bisogno di parole: "E' stato veramente bello e siamo stati veramente bene insieme"
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9 years ago
bikko66,
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una sera particolare
Una sera scegliamo di prendere la Smart anziche' una delle due cabrio e ci addentriamo in una strada sterrata...ci era presa la voglia di trasgredire in modo particolare...e cioe' fare sesso forse visti da passanti, forse no manella consapevolezza che sarebbe potuto accadere. Mi fermo, faccio aprire a Flo la portiera per una questione di praticita' e la invito a farmi un pompino....lei era vestita come una troia, minigonna, camicetta trasparente, bendata, niente indumenti intimi....Mentre mi sta pompando in modo sublime come solo lei sa fare...due mani le sollevano la minigonna e unviso si abbassa all'altezza del suo culo....uno sconosciuto comincia a leccarla dappertutto mentre quelle mani erano impegnatea giocare con i suoi capezzoli.....Facendo uno sforzo terribile mi fermo, invito lo sconosciuto a seguirci a casa....saliamo prima noi..faccio distendere Flo completamente nuda sul letto in posizione supina....lo sconosciuto suona alla porta, lo faccio entrare elo invito a spogliarsi...era sui 30 anni, magro, bel corpo e molto dotato...Do il via ai giochi leccando Flo sul seno e invitandola a continuare quel favoloso pompino che era stato interrotto...lo sconosciuto la prendeda dietro...prima nella fica, poi nel culo....fino a che si sfila da lei, la gira e le sborra in faccia....a quel punto io faccio altrettanto e poi mi chino verso di lei e la bacio chiedendole: "ti e' piaciuto amore?" e lei: "si...ma vorrei continuare, non sono venuta"....Non abbiamo mai piu' visto quel tizio...ma vorremmo riprovare questa esperienza.
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15 years ago
Flo,
47/47
Last visit: 8 years ago
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le chat
Carissimi amici oggi sono ispirato a scrivere e raccontarti i miei incontri trasgressivi.
.........eravamo rimasti che, con la mia ex moglie ci siamo lasciati, e così ho represso le mie voglie trasgressive, buttandomi nel lavoro e nei viaggi all'estero sempre conditi con tantissime scopate di fiche.
Finchè una sera, saltata la serata con gli amici mi sono seduto davanti ad un pc e trovando una chat ho iniziato a chattare con gente, trovando però i canali gay e bisex,
mentre chattavo ero tutto un fremito, come al solito io offrivo il mio culo da sfondare a cazzi vogliosi, inutile aggiungere che in rete di solito ci sono tanti " pacchi " ma una sera venni contattato da un tipo della mia città e anche vicino a dove mi trovavo, dopo esserci accordato andai a casa sua, entrai, il tipo era un tipo normale carino, presentazioni e subito dopo gli presi in mano il pacco soppesandolo mmmmmmmm com'è pieno !! lui mi disse che ero veramente una troia .
andai in bagno e mi spogliai mi detti una rinfrescata al buchetto e tornai in salotto da lui, era seduto su una poltrona nudo con il cazzo in mano, durissimo io mi inginocchiai e iniziai un bel pompino, leccando palle cappella e buco del culo, mentre facevo questo io mi sditalinavo il culo infilando prima 1 poi 2 ed in seguito 3 dita preparandolo così per una bella scopata, che però, per il magnifico pompino mi venne in bocca e non mi scopo più.
mi fece venire con le dita nel culo e un suo pompino.
Quando me ne andai mi sembrò veramente squallido, e mi ripromisi di non tornarci più.
Il giorno seguente m chiamò al cellulare , per invitarmi a pranzo a casa sua, dicendomi che aveva una sorpresa per me.
Accettai, andai all'appuntamento e ..... sorpresa non era solo, con lui c'era un'altro bel ragazzo, ma entrambi erano nudi che si stavano segando, e mi dissero " dai vaccona spogliati che ti sfondiamo a dovere " mi spogliai velocemente e mi inginocchiai davanti a loro iniziando a spompinarli, mi dicevano di ogni tipo di offese, ahhhhhhhh ( mi sono dimenticato di dirti che mentre ti scrivo ho infilato nel culo il mio dildo di 20 cm che voglia di cazzo vero....................se avessi un cane mi farei scopare anche da lui)
ma torniamo a noi, mi fecero coricare e uno si mise seduto sul mio viso e tenendomi le gambe alzate e aperte spalancando il mio culetto che alla vista dell'altro mi diceva che avevo una caverna al posto del culo, mi diede una leccata veloce e poi mi infilò tutto il cazzo dentro fino in fondo, e lì non so come io mi sborrai sulla pancia da solo, i miei stalloni mi scoparono tutto il pomeriggio più volte a testa ed io ero sempre più affamato di cazzo, fino a che loro con i cazzi mosci e spompati mi guardarono mentre io chiededndone ancora mi sditalinavo, e più loro mi offendevano io mi eccitavo e chiedevo cazziiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Il padrone di casa prese dal frigorifero una melanzana e " plof " entrò nel mio culo come se niente fosse, mi pomparono con quella fino alla mia sborrata.
Alla fine ci salutammo dandoci appuntamento per altre occasioni.
P.S andai a casa con la melanzana infilata nel culo...
Per commenti e/o suggerimenti
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14 years ago
mbsx_pr,
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Last visit: 10 years ago
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una sera particolare 2
La mia compagna torna una sera verso le 20 e trova me e un amico in salotto che chiacchieriamo.Dopo le presentazioni le sussurro ad un orecchio "vatti a cambiare...ti voglio troia" e lei che sa cogliere al volo cio' che intendo obbedisce e scompare in camerada letto...io resto in salotto e offro una birra al mio amico (amico che ho conosciuto tramite una inserzione in cui era scritto: bull offresi per coppie disinibite).Al mio amico avevo spiegato che la mia compagna da tempo manifestava il desiderio di voler concedere tutta se stessa, intendo primo e secondo canale e la bocca, ad uno sconosciuto davanti a me che guardavo e morivo dalla gelosia.In un primo momento me l'ero presa e mi arrabbiai poi fantasticando immaginavo come potesse essere quella visione e mi eccitava l'idea di provare realmente a realizzarla.Mentre porgevo una birra al mio amico (un uomo sui 35, spalle grandi, 1.80cm, occhi verdi e capelli neri ne lunghi ne corti, e a dire dell'annuncio che aveva pubblicato con un arnese di 23cm), distinto educato e nei modi signorile...entra la mia compagna in salotto vestita (si fa per dire) con calze autoreggenti e una vestaglietta trasparente nera di seta, senza nulla sotto.Si intravvedevano i capezzoli e le forme delle sue natiche erano stupendamente avvolte mostrando un sedere come pochi uguale, sodo e voglioso.Si siede fra noi sul divano e chiede se posso portare una birra anche a lei. Vado subito in cucina a versargliene una e mentre lo sto facendo sento che ridono e scherzano come se fossero vecchi amici.Torno in salotto e la trovo che parlava del piu' e del meno tenendo una mano sulla patta del mio amico e accarezzargli l'arnese mentre con un visino d'angelo raccontava del traffico che aveva incontrato venendo a casa.La mia compagna vendendomi prende il bicchiere, mi ringrazia e mi dice "caro prenderesti quel foulard nero che e' appoggiato sulla sedia in camera da letto per favore?"Io non capendo cosa ne dovesse fare vado in camera prendo il foulard e glielo porto.Lei allora lo prende e ci dice: "ragazzi, vorrei fare un gioco...vi va?"...e noi: "certo...di che si tratta?" e lei: "mi benderete e vi spoglierete completamente nudi" e io dovro' riconoscere chi siete semplicemente toccandovi con la lingua....Il mio amico allora interviene e dice: "toccandoci con la lingua...ma come?" e lei: "beh...vi chinerete in ginocchio sul divano e io vi lecchero' dietro e cerchero' di indovinare a chi appartengono le natiche che sto leccando"La situazione si stava facendo calda ed intrigante, sia io che il mio amico eravamo palesemente eccitati e l'idea che lei ci avrebbe "assaggiato" ci rendeva pazzi.Obbedimmo, bendammo la mia compagna, ci spogliammo nudi e ci mettemmo in ginocchio sul divano offrendo il nostro posteriore a quella lingua avida di sesso senza limiti.Quello che sentii mi fece impazzire...una lingua che sapientemente si faceva strada nel buchino...che leccava le palle...due mani che mi prendevano il cazzo sapientemente e che lo piegavano all'indietro per poterlo succhiare meglio...Immagino che abbia fatto altrettanto con il mio amico e sentivo i suoi lamenti di piacere, lei disse:" mmmm questo e' Roberto vero? (Roberto era il nome del mio amico)....l'ho riconosciuto dalle dimensioni...un cazzo cosi' che entra a malapena in boccanon appartiene di certo al mio uomo"...io le dissi: "brava...indovinato"...allora leisi alzo', si golse la vestaglia e rimase bendata completamente nuda.Si giro', si piego e si mise in ginocchio sul divano offrendo il suo posteriore e disse: "ora tocca a voi farmi divertire".Noi ci alzammo e scambiandoci un'occhiata complice ci impartimmo al volo i ruoli...io mi misi seduto sul divano e feci in modo che lei si infilasse il mio cazzo nella fica, mentre Roberto comincio' a leccarla a lungo dietro e sotto facendola vibrare di piacere.Ad un certo punto, probabilmente eccitata da morire anche lei, disse: "ora dammelo"...era chiaro che si rivolgesse a Roberto che capi' istantaneamente e appoggio la cappella turgida sul suo buchino e facendolo scivolare dolcemente dentro le fece provare quella famosa doppia che lei da tempo sognava.Lei le grida di stringerle i capezzoli...di tirarli...di staccarglieli e di romperla dietro....intanto stringe i denti e mi dice: "guarda che troia che sono"Vedevo che spingeva all'indietro il suo sedere...che smaniava...che si aggrappava al mio petto e mi graffiava con le unghie...emetteva dei piccoli lamenti di piacere...e disse: "ora riempimi".....lo facemmo entrambi contemporaneamente...e la sborra comincio' a colarle dalla fica e dal culo.Lei allora disse: "ragazzi siete stati bravissimi....ora pero' fatevi pulire per bene, non vorrei che mi sporcaste il divano". Si alzo' e si mise a succhiare i nostri cazzi per non lasciare nessuna goccia disperdersi. Intanto sussurrava" che cazzo...che bel cazzo..." chiaramente riferendosi a Roberto..."mi hai fatto impazzire ..e sento dietro ancora il calore ...mi piacerebbe riprovarlo...ma vorrei provare la stessa cosa anche davanti..e il cazzo del mio compagno non e' certo all'altezza del tuo"....Io restai in silenzio...cosa potevo dire? e lei continuo': "dimmi Roberto...hai qualche amico dotato come te? mi pioacerebbe concedermi a due o tre cazzi grandi come il tuo mentre il mio compagno ci guarda".Roberto le rispose: "certo....ho un amico come me e uno ancora piu' dotato...ma nero...e non so se..." e lei: "pensi sia razzista? nero va benissimo".Prese acordi con Roberto e io ormai in disparte ero relegato ad un ruolo di semplice presenza ....sentivo che parlavano del fine settimana ...sabato...Il mio amico si rivesti'...la bacio' in bocca e ci saluto'...lei a quel punto mi disse: "sono stata abbastanza troia amore?"e io..."si tesoro...spero che sabato tu dia il meglio di te...ti filmero'".. (continua)
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14 years ago
Flo,
47/47
Last visit: 8 years ago