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La lesbica leccona
Una mattina stavo in ufficio ad un certo punto squilla il mio cellulare, era mary una mia amica bsx sposata molto porca che frequento ogni tanto e con cui ho un intesa sessuale molto intensa
La mia amica mi dice senti ho conosciuto e incontrato una lesbica, mi piacerebbe fare un esperienza in tre, ma c'e una cosa che devi sapere lei fa tutto ma non vuole assolutamente essere penetrata, io gli dico ok nessun problema la cosa mi intrigava da morire .La mia amica mary ha 47 anni un po’ bassa carnagione molto chiara seno 3a bello sodo capelli corti da maschietto. Il pomeriggio vado a casa di mary le trovo tutte e due in cucina ci salutiamo mi presenta monica sguardo timido ma malizioso capelli lunghi castano chiaro seno terza abbonante culo un po’ formoso, mi si avvicina mary mi bacia sul collo e mi sussurra ti piace la leccona io dico si certo, poi mi dice vuoi prima un caffe' o andiamo in camera , io dico subito in camera, mi si avvicinano tutte due e mi baciano sul viso sul collo monica mi palpa sui pantaloni e dice uhh bello duro, mi dice spogliati io lo faccio e vado in bagno a lavarmi loro restano in camera da sole , torno dal bagno e mi trovo mary distesa sul letto nuda e la lesbica monica in ginocchio nuda anche lei con la testa in mezzo alle sue gambe che gli lecca la figa con avidita’ e ingordigia.Io mi eccito da morire mi dicono guarda ti piace... , certo rispondo mi metto dietro monica e inizio a toccarla gli lecco le spalle scendo sulle sue natiche glie le mordicchio infilo la lingua nel suo culo morbido e una mano la metto in mezzo alla sua figa gia’ umida eccitata sditalino il suo clitoride gia’ duro , poi mi sdraio sul letto monica lecca il mio cazzo dalle palle scivola sino alla mia cappella gonfia, mary mi lecca su’ tutto il corpo mi succhia il petto il collo mi bacia in bocca poi mi mette la figa davanti la mia bocca ….. impazzisco monica continua spompinarmi ha una bocca calda mi succhia con forza e contemporaneamente si mette un dito in bocca e poi me lo infila nel culo prima lentamente e poi con forza e poi su' e giu' con la bocca sul mio cazzo e il dito che va su' e giu' nel mio culo .. non ci capisco piu' nulla il mio cazzo diventa sempre piu' enorme turgido sembra che esplode.Monica mi fa girare di lato mi apre le gambe e inizia a leccarmi il culo con la sua lingua che sembra un cazzo eretto, sento la punta della sua lingua calda che si insinua nel mio buco del culo mary prende il mio cazzo e mi succhia divinamente.Mi alzo apro le gambe di monica distesa sul letto e inizio a leccargli l'orecchio gli infilo la lingua gli bacio il collo scendo sul suo seno scivolando con la lingua, prendo i suoi seni i capezzoli duri davanti a me li succhio li lecco la bacio sulla bocca nel frattempo mary mi lecca il culo scendo con la lingua bagnata fino sull’ombellico di monica lo succhio e piu' giu' scivolo sulle cosce fino ai piedi li lecco li succhio spompinandoli, lei impazzisce si contorce gli piace risalgo sullle sue gambe fino a vedere la sua figa bagnata tutta aperta, la mia lingua scivola sulle grandi labbra umide poi sul clitoride gonfio pronunciato sembra un membro, lecco il clitoride cercando il punto piu' sensibile e alterno il leccare e succhiare lei si contorce vibra fino a sentirla arrivare all'orgasmo urla dai porco fammi godere geme uhhhh si dai vengooooooooooo stringe le gambe e blocca la mia testa quasi a fermarmi e’ un lago di piacere la asciugo la succhio.A questo punto la mia amica dice voglio il tuo cazzo in figa non ce la faccio piu' dammelo mi distende e mi sale sopra prende il mio cazzo lo avvicina al clitoride e lo fa scivolare lentamente nella sua figa bagnata calda umida vogliosa e inizia a cavalcarmi su' e giu' mentre io le stringo i seni a me per succhiargli i capezzoli con la mia bocca ,la lesb monica si mette con la bocca sotto la figa di mary che gocciola e lecca il mio cazzo che entra e esce dalla figa, mary instancabile sopra di me gode come una troia e viene fino all'orgasmo monica toglie la mia amica da sopra di me prende il mio cazzo e inizia a spompinarmi con forza con passione fino a farmi godere con una lunga sborrata che lei si prende tutta dentro la sua bocca.Ora aspetto di poter ancora incontrare monica e mary insieme, e’ stata un esperienza unica e memorabile non l'ho penetrata ma mi ha ricambiato abbondantemente con passione
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Pippe
Scrivo
ho scoperto da poco tempo che la mia amica si masturba al telefono con piero
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5
17 years ago
jenny75,
37/38
Last visit: 17 years ago
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La caletta - terza ed ultima parte ---
-- ricordo di leggere le precedenti parti prima di questa ---
La caletta - Terza ed ultima parte --
Nemmeno il tempo di riprendersi e riacquistare il ritmo della più bella masturbazione della sua vita, che aveva dovuto sostenere un'altra volta il profondo sguardo della donna ... e non solo: quel gesto, quel braccio, quel dito che si slanciava verso lui per poi piegarsi indietro, era inequivocabilmente un messaggio, diceva "avvicinati, avvicinati pure" .... quel poco di materia grigia ancora lucida che aveva faticava a raccappezarsi, si ripeteva con ansia "oddio, ed ora che faccio? che faccio?" ..... il poco di razionalità rimasta gli suggeriva di scappare, gli ricordava la sua totale inesperienza in materia, ma gli ormoni tracimarono liberamente superando il livello massimo e, come uno zombie in coma, si sollevò in piedi, cominciando a procedere a piccoli passi verso lo spiazzo ove si trovava la coppia, col suo sesso che probabilmente per lo stress della situazione aveva perso tonicità e si era un pò sgonfiato.
Si fermò titubante ed in apprensione a fianco della donna: lei percepì il timore del ragazzo e, per dare subito un sigillo alle sue intenzioni, prese in mano il grosso pene semi eretto, sentendo il forte calore che emanava e cominciò a masturbarlo sapientemente, per poi accostarlo alla sua bocca, iniziando un pompino che avrebbe ridato vita ad un moribondo. E continuava pure a cavalcare con ritmo lento ma profondo il suo uomo che, ogni tanto, socchiudeva gli occhi e guardava, con aria un po' divertita ma per lo più eccitata, la sua donna che faceva sesso orale con quel giovane ... e la cosa lo eccitava tanto, spingendolo ad affondare il più possibile il cazzo nella sua figa, che sentiva bagnarsi sempre più per l'eccitazione ....
Quando lei prima le aveva sussurrato che c'era uno spettatore si era agitato, ma rapidamente lei lo aveva tranquillizato ed anzi, le aveva manifestato il desiderio di chiamarlo a partecipare e, senza darle tempo di rispondere, l' aveva ringraziato con un colpo di lingua nell'orecchio e la promessa che avrebbe avuto una esperienza di estasi amorosa mai provata prima, cosa che lo aveva portato a dare praticamente il consenso obbligato; si sentiva da una parte eccitato per questa intensa e nuova situazione erotica, ma anche un po' preoccupato nel vedere le dimensioni del sesso del giovane voyer, decisamente più dotato di lui, con almeno 22 cm con tendenza ai 24 o addirittura 25 cm, lungo e grosso, insomma, quello che in gergo poteva definirsi "una bella sberla" .
Marzia sentiva il sangue, la vita, che riaffluiva prepotente in quel giovane cazzo che succhiava con esperta perizia, assaporandone il gusto un pò salato, ed in breve faticò a mantenerlo in bocca, in quanto era diventato di dimensioni notevoli per lunghezza e grossezza, segno che ormai il ragazzo aveva superato l'iniziale chock della situazione: ebbe l'impeto improvviso di sentirlo dentro di se e staccandosi dal suo uomo indicò al ragazzo di sdraiarsi per terra a fianco a Sandro.
due peni eretti ora svettavano verso l'alto, puntando verso le sue intimità due cappelle gonfie di desiderio e cominciò a scendere verso quella grossa del nuovo giovane amante; un brivido le attraversò il corpo al lieve contatto della calda e turgida sommità del pene che si posizionava tra le sue più intime labbra, chiuse gli occhi è spinse di colpo il suo corpo verso il basso, accogliendolo interamente dentro di se, nella calda vagina che si aprì al rovente pezzo di carne che entrava con un pò di sforzo scivolando tra le pareti fortunatamente bagnate.
Il giovane Paolo era ormai nel pallone, tremava quasi per l'eccitazione e ubbidiva alle richieste della donna, assecondando le sue richieste per agevolarla in quella che per lui era l'iniziazione ai piaceri completi del sesso più evoluto, in una liturgia amorosa celebrata dalla più bella sacerdotessa del piacere che nemmeno nei sogni più ottimistici aveva mai immaginato: lei lo cavalcava selvaggiamente e dopo i primi movimenti più lenti per adattare le pareti della figa al notevole ospite, ora il suo pene era letteralmente travolto dal movimento frenetico, mentre poteva gustare i grossi e sodi seni che lei le porgeva, mentre con la mano masturbava il suo uomo sdraiato a fianco.
Dei rochi sospiri uscivano dalla sua gola, Marzia sentiva di provare delle sensazioni travolgenti, il sole, lo sciabordio dell'acqua nelle rocce, il profumo del mare e l'odore del sesso che ormai aleggiava nell'aria: attirò a se il volto del suo uomo e gli mormorò un richiesta all'orecchio: lui non parlò ma la luce improvvisa nei suoi occhi fù un si chiaro e netto e quindi si alzò andando a posizionarsi dietro la donna, che nel frattempo si accovacciava meglio per offrire il centro del suo culetto al secondo inquilino che intendeva ricevere dentro di se. L'uomo si inginocchiò, lubrificò l'ingresso con un pò di saliva e spinse il pene con decisione e delicatezza, entrando non senza fatica a causa dell'altro ospite nell'ingresso vicino.
Sandro, non credeva ai suoi occhi, stava assistendo all'amplesso selvaggio della sua donna con uno studentello, e per giunta tanto dotato da farlo quasi vergognare, ed ora lei le aveva chiesto di prenderla da dietro per farla sentire completamente piena di loro due: e la cosa di cui si meravigliava era che tutto cio' lo eccitava a dismisura, sentiva godere la sua Marzia, si sentiva partecipe al godimento e quindi volentieri esaudì quel desiderio; cominciando a muoversi con foga, ritmando le sue spinte e coordinandole col movimento dell'altro maschio: si afferro ai suoi seni allungando le mani, li palpo' e massaggiò con forza, entrando pure in contatto con la bocca e la lingua del giovane che ne esplorava ogni poro disponibile.
Il piacere li colse dopo un tempo che non poteva essere misurato con i normali canoni, 1 secondo, 1 minuto, 10 oppure 100, chissà .
Per Paolo sicuramente furono i momenti più intensi provati nella sua giovane esistenza: si senti' quasi mancare mentre con un lamento strozzato si lasciava venire, schizzando tutto il suo sperma nelle intimità della donna, che sentì il fiotto caldo riempirla assieme alla sensazione che il pene del ragazzo con l'orgasmo si fosse ulteriormente ingrossato a dismisura: e il suo piacere fu ulteriormente aumentato dagli ultimi affondi decisi del suo uomo che, aggrappato ai suoi fianchi, spingeva e a sua volta veniva dentro le sue viscere.
Dio mio .... è bellissimo, è bellissimo, questo era l'unico pensiero che ormai girava a circuito chiuso nella testa di Marzia, mentra si lasciava andare all'orgasmo finale: in una ipotetica scala di confronto del gradimento, sicuramente sarebbe stato da ricordare tra i migliori avuti, anche perchè, pur avendo sempre amato il sesso e ritenedosi una donna disinibita, aperta anche ad esperienze bisex, mai aveva avuto l'occasione o aveva cercato nei suoi 32 anni di vita di essere posseduta da due uomini contemporaneamente.
RIpresero fiato tutt'e tre e, dopo aver riconnesso il cervello recuperando il controllo, Paolo guardo' intensamente la sua meravigliosa madrina dell'eros, la sua iniziatrice alla completa sessualità e fece per parlare .... ma lei, dolcemente allungo' la mano al suo volto, con un dito le sigillò le labbra e con l'indice dell'altra mano le fece il segno di tacere: poi avvicinò le labbra alle sue e baciandolo con delicatezza le sussurrò dolcemente: "sei stato dolce e sensuale, sei stato il primo che ho voluto per una esperienza così .... ma l'incanto di un momento deve restare tale ... noi stasera partiremo e probabilmente non ci incontreremo più, ma porterò il tuo ricordo con me, così come sono sicura che non mi dimenticherai mai. Ora và .... senza rimpianti .... ciao, addio giovane e focoso amico ...."
..... Forse mai tragitto fu più duro da fare per Paolo, anche negli anni successivi, quanto quei pochi metri che lo separavano dalle sue cose nell'altra caletta .... si risciaquò con l'acqua di mare, recuperò i vestiti, l'asciugamano ed i libri di scuola e percorse la strada per tornare al mondo reale .... la felicità per quella splendida mattinata era enorme, ma ancora di più era la consapevolezza di quanto fosse stata unica ed irripetibile, lasciandogli una vena di amarezza per questo; forse non avrebbe mai saputo chi era quella magica dea, cosa faceva, perchè aveva scelto lui .... ma di sicuro avrebbe avuto un posto per sempre in primo piano nel suo cuore e nei suoi ricordi, dando anche una piega decisa alle sue future scelte sessuali.
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Note dell'autore: ringrazio immensamente chi ha avuto la pazienza di leggere tutto il racconto nell'interezza delle sue tre parti.
Il racconto in sè come fatto specifico, assieme al suo protagonista, è di fantasia, ma, come in un gran frullato, vi sono mischiati all'interno luoghi, persone, fatti e situazioni reali anche se non strettamente connessi tra loro, pur avvenuti in periodi temporali diversi.
Drake
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17 years ago
drakEva,
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La caletta - parte seconda
... ricordo di leggere le precedenti parti prima di questa ...
--- La caletta - seconda parte ----
Si avvio' con piccoli passi, a piedi nudi, sulle pietre e le rocce del sentiero verso l'ultima caletta: si fermò quasi alla sommita' del piccolo valico di accesso e comincio' a spuntare col capo per avere una visione della zona di accesso.
Il primo pezzo era libero: un piccolo spiazzo abbastanza piatto, di fronte a una grotticina formata da grossi massi incastrati assieme, con l' acqua del mare che entrava dentro liberamente; spinse lo sguardo oltre e riuscì ad individuarli più avanti .
Una ventina di metri avanti riusciva a vedere le loro cose poggiate vicino ad uno dei due grossi massi contapposti alti circa 80 cm, come due grossi mattoni della lego, tra i quali si formava come una specie di trincea larga circa tre metri, dal fondo in roccia quasi piatto ed abbastanza comoda e riservata, quasi una stanzetta con un cielo azzurro per tetto: cercando di essere il piu' possibile silenzioso passò il valico ed entrò nella caletta.
Con passo lento ma costante si sposto' verso degli scogli che delimitavano l'ingresso della grotticina con l'acqua e usandoli a mo' di scala, salì a sinistra, su una delle grandi rocce che facevano da tetto all'anfratto, per poter vedere tra i massi: entrò nel loro campo visivo e pensò soddisfatto che se avesse potuto scommettere sulla sua intuizione, avrebbe vinto un cifra! I due, come aveva immaginato, non avevano certo perso tempo: ambedue nudi, sdraiati sui teli da bagno affiancati, erano avvinghiati in un caldo, passionale abbraccio, cercando di far coincidere il maggior numero di centimetri quadrati di pelle reciprocamente con le mani che accarezzandosi scivolavano sui corpi; in particolare lui indugiava nell'afferrare a mani aperte le rotonde e sode natiche di lei, accarezzandole prima con un movimento rotatorio, poi scendendo sapientemente nel solco con le dita, passando sul delicato sfintere e fermandosi a solleticare con un abile gioco di dita le labbra grandi e piccole di quella fighetta quasi completamente rasata.
Quel particolare fece innalzare di colpo il tasso di testosterone al giovane studente, facendogli salire il sangue alla testa per poi sentirlo scorrere verso il basso come l'acqua di un fiume in piena, affluendo con forza nel suo pene per una energica e rapida erezione: era la prima volta che vedeva dal vivo una figa cosi curata ed arrapantemente depilata; certo, non era mica un pivellino, era pure un bel ragazzo che tra le giovani femmine della scuola riscuoteva un discreto successo e, di giovani passere, ne aveva visto e pure toccato un certo numero ... ma tutte sembrava che avessero una allergia anche solo alle forbicine!! forse le sue compagne, con orientamenti ideologici di sinistra, pensavano che curarsi l'aspetto della figa fosse una cosa di destra, o forse pensavano che del buon pelo in quantita' le avrebbe fatte sembrare più grandi, visto che liscia l' avevano portata fino a poco tempo prima, ma fattosta' ,Paolo si era fatto l'idea che il giorno cui avesse dovuto finalmente penetrarne una, il suo pene si sarebbe dovuto trasformare in boscagliolo per passare attraverso quelle foreste di pelo, e tra le quali vi era pure, manco a dirlo, quella di Cinzia, vera e propria foresta "vergine", o cosi' almeno sperava di trovarla Paolo, visto che, per una serie di coincidenze o forse per pura sfiga, aveva compiuto i 18 anni non avendo ancora inzuppato il biscotto.
E quella cosa lo tormentava, si sentiva quasi un imbranato: forse era uno degli ultimi, se non il solo rimasto, a non aver ancora scopato; persino quell'imbranato di Mario, detto "cagnolotto" per il suo particolare collo e viso tipo bull-dog, era riuscito a possedere una femmina ... certo, non era un gran che', gliela aveva data una ragazza della 4^ F, Marta, decisamente una piccola racchia ma, vox populi, grandissima porca e forse ninfomane nell'immaginario sessuale perennemente arrapato degli studenti. E qualcuno ridendo raccontava che testimoni l' avevano sentita strillare dal piacere sotto l'assalto del "cagnolotto" focoso, cosa che lo induceva a pensare allora quanto di più avrebbe potuto urlare con lui, visto che era decisamente più dotato.
Sentiva il sangue percorrere le arterie, le vene, persino i capillari, schiumante, ribollente, con la furia di un torrente di montagna in piena dopo un nubifragio: cominciava a sentire una strana sensazione di distacco dalla realta', mentre l'eccitazione per quella visione di sesso praticato continuava ad essere di fronte ai suoi occhi.
Si portò con attenzione un po' piu' a sinistra, spostandosi sugli scogli, cercando quasi di praticare una impossibile manovra di mimetizzazione .... ahh, come avrebbe voluto essere un camaleonte in questo momento.
Ora si trovava decisamente in un punto di osservazione migliore, ma era anche più rilevabile ad una ricognizione visiva della coppia: si sentiva come in un trance erotico, quella visone di corpi eccitati che si scambiavano piacere aveva fatto saltare i suoi gia' deboli freni inibitori ed ora, accovaciato come un indigeno, guardava la scena e cominciò a toccare con la mano destra (la sua "fidanzata" preferita) il suo membro grosso ed eccitato, che si ergeva turgido e gonfio, forte della giovane eta' e del carico di ormoni impazziti del suo "padrone".
La donna era gia' sulla strada della massima eccitazione: Sandro, il suo attuale partner da otto mesi, sapeva bene come accenderla, sapeva trovare gli interrutori per far partire il suo motore che, come in una macchina da rally vincente, se guidato e spinto da mani giuste era in grado di fornire spettacolari prestazioni. Godeva come un pazza nel sentire le sue sapienti mani esplorare ogni centimetro della sua pelle, andava in estasi al contatto dell' abile lingua dell'uomo, che dopo aver stimolato i capezzoli alla sommità del suo scultoreo seno, passava poi nei piu' intimi meandri della sua femminilità a far suonate i campanelli del piacere .
E pur fremendo e contorcendosi nel godere, la donna si impegnava comunque a restituire generosamente piacere al suo partner, lo baciava con passione in bocca poi scendeva a mordicchiare il petto ed i capezzoli, passava con le sue mani sul petto forte, sfiorando leggera i muscoli asciutti e ben disegnati e poi con le dita aperte scorreva in una lunga carezza verso il basso, fermandosi a giocare con sapiente maestria col suo pene eretto e gonfio di piacere, impugnandolo morbidamente e scorrendo su e giu: poi languidamente avvicinò il suo volto all'inguine del compagno, labbra socchiuse e la lingua deliziosamente protesa, incominciò a leccarlo dalla base risalendo mentre l'uomo inarcava la schiema, mostrando quanto fosse sentito e gradito quel movimento .... e quando lei cominciò a scorrere con la lingua la tesa cappella un forte sospiro di approvazione scappò all'uomo, per trasformarsi presto in roco gemito quando le labbra di lei si chiusero a sigillare il membro e cominciò a scopare il suo uomo con la bocca .
Paolo stava per esplodere, non aveva mai avuto una sensazione erotica cosi' forte, si sentiva come in una sbornia sessuale e, in un momento di lucidità, si rese conto che rischiava di cadere malamente dallo scoglio dov'era accovacciato, finedo in basso nell'acqua; si spostò ancora di circa due metri a sinistra in un punto più comodo e piatto ed ora si trovava a 5, 6 metri massimo dai due amanti, che ancora non lo avevano visto: ora la sua mano era frenetica nel masturbare il suo grosso pene, sentiva chiaramente i sospiri ed i rumori tutti del sesso, in particolare distingueva il rumore delle dita che con dosata forza penetravano come nemmeno tanto piccoli peni la vagina, 1, 2 fino ad arrivare a quattro assieme, e poi, all'improviso, accadde.......
Marzia, era ormai decollata verso il piacere piu' inteso dopo tanti piacevoli ed intensi preliminari, ormai non desiderava altro che sentire dentro di se il pene duro e caldo di Sandro che aveva sapientemente preparato fino ad allora: si sollevò, fece distendere il suo uomo sulla schiena e si posizionò a gambe larghe in piedi in direzione del pene .... nel farlo si accorse di una presenza vicina e girò la testa verso destra all'indietro, individuando il ragazzo poco distante che, rosso in volto, si masturbava furiosamente con una espressione curiosamente stravolta.
Di solito alla presenza di guardoni, reagiva bloccandosi, non li sopportava, spesso erano volgari e pessimi nell'aspetto, ma, in questo caso, la sua reazione fù diversa: riconobbe il giovane carino incontrato nella caletta precedente, che l'aveva colpita per la sua aria dolce, imbranata e sognante, oltre che, da donna esperta com'era, per le notevoli dimensioni del suo sesso in erezione. In una frazione di secondo prese la decisione di non fermarsi, il suo cervello in qualche altro decimo elaborò un piano incredibilmente intrigante che subito sortì l'effetto di aggiungere pressione erotica nella figa gia' calda ed eccitata; incrociò languidamente lo sguardo dello studente per qualche secondo, leggendo in lui un attimo di smarrimento nel vedersi scoperto e quindi subito cominciò a scendere piegando le gambe puntanto all'atterraggio accovacciandosi sul pene dell'uomo e spingendolo fino in fondo. Rimase ferma un secondo per gustare meglio quel calore improvviso che la scaldava dall'interno e poi comincio' a muoversi su e giù, cercando di stimolare al meglio le sue zone erogene più sensibili, aiutata anche dalla spinta ritmata che imprimevano i fianchi forti dell'uomo . E dopo qualche minuto di sesso si sporse in avanti a sussurrare qualcosa all'orecchio del suo partner, il quale aprì gli occhi improvvisamente sollevando un po' la testa e cercando con lo sguardo qualcosa o qualcuno; lei si avvicinò ancora, lo baciò dolcemente sulle labbra, ancora le sussurrò una frase all'orecchio e quindi l'uomo parve più rilassato e pronunciò a bassa voce "Va bene amore, se è ciò che desideri, fai pure...."
Marzia accarezzò dolcemente il petto di Sandro, come a ringraziarlo e, sempre piena del suo sesso, si girò verso destra, vezzosamente spostò i lunghi capelli con la mano sinistra e, con aria sensuale e languida, guardò il ragazzo negli occhi allungando al contempo morbibamente il braccio destro verso lui, la mano slanciata, chiusa ma con l'indice proteso che ritmicamente si piegava all'indietro nel più classico gesto dell'alfabeto dei segni che significava "Tu, proprio tu, avvicinati ... oggi è il tuo giorno fortunato!!!".
Paolo era in preda al panico .... non riusciva a rendersi conto di cosa stava accadendo: poco prima aveva quasi avuto un collasso nel vedersi scoperto dalla donna, avrebbe voluto scomparire per la vergogna provata, si era sentito intimidito e quasi ladro per aver rubato l'intimità di quella bellissima donna: ma poi, dopo un attimo, il suo sguardo profondo gli aveva trasmesso qualcosa e, proprio mentre si aspettava qualche insulto col quale sarebbe stato rimesso a suo posto, con l'uomo che interveniva sottolineando il suo ruolo di cavaliere a difesa della propria donna lanciando un sasso per scacciarlo, quando pensava che i suoi timori si sarebbero materializzati, lei come se niente fosse aveva cominciato a cavalcare a smorzacandela il pene del suo amante .... ed a questo punto aveva capito di esser stato da lei accettato a partecipare come spettatore.
------ Continua -----
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17 years ago
drakEva,
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Il verduriere
A volte mi piace andare a fare la spesa del giorno en femme, mi eccita vedere certi begli ometti, che incuriositi dall’ambiguità del mio aspetto, mi scrutano per capire se sono una donna al 100% oppure no.
Durante queste mie uscite, la visita che preferisco è il verduriere, un uomo sulla settantina, con cui ho stabilito pian piano un rapporto molto intrigante. Iniziai tempo fa a farmi notare scegliendo e manipolando delle zucchine, con una tale attenzione tale, da incuriosirlo. Dopo un po’ si avvicinò e mi chiese: “cosa ci farà con quelle zucchine signorina?”, ed io candidamente gli risposi, che mi piacciono molto riscaldate. Non so se ci capimmo, ma da quel momento iniziammo a flirtare in modo sempre più spinto, riservandoci a volte momenti di reciproche confidenze. In uno di quei momenti, mi confessò, che ormai aveva chiuso col sesso a causa della scomparsa della moglie e dell’età, che come diceva non faceva sconti, ma che la sua fantasia galoppava ancora. Gli risposi, che la fantasia è quasi tutto nella vita e che a volte bisogna avere il coraggio di provare a realizzare i propri sogni.
Il giorno dopo, presenti alcuni clienti intenti a scegliere frutti ed ortaggi, mi si avvicinò silenzioso e coperto dal proprio corpo, con fare assolutamente indifferente, mi fece scivolare la mano sotto la gonna e mi accarezzò delicatamente le natiche, sussurrandomi nell’orecchio “questa è una fantasia, che ho avuto il coraggio di realizzare”. Emisi un mugolio profondo ed appena percepibile, in segno di gradimento e poi gli sorrisi.
La volta successiva, fui io ad avvicinarmi al bancone, speranzosa e fui accontentata al volo, approfittando, che le due signore presenti discutevano animatamente sulle maestre dell’asilo, la mano galeotta si infilò rapida e dopo un completo giretto esplorativo, mi scostò il filino del perizoma. Il suo dito medio, iniziò ad accarezzarmi il buchino e poi, senza preavviso si spinse dentro. Mi sfuggì un urletto, per fortuna rimasto inascoltato dalle due mamme, troppo prese dalle loro critiche didattiche. Tolse subito la mano imbarazzato e mi chiese se mi avesse fatto male. Gli risposi di no, morsicandomi leggermente il labbro inferiore, per la grande eccitazione, che mi aveva causato. Uscite le due signore mi disse: “domani è il mio compleanno e questo lo considero il tuo regalo, mi hai fatto sognare” e sorrise.
Ero eccitatissima e passai la notte seguente a sognare il suo dito, che mi penetrava, prima timido, quasi tremante, poi più deciso ed infine sfacciato.
Il mattino seguente, appena aperto, andai a trovarlo, gli feci gli auguri e gli dissi, che avrei voluto di cuore fargli un regalo molto più grande. Mi ringraziò e mi chiese di tornare all’ora di chiusura, così avremmo cenato insieme e che quello sarebbe stato un altro regalo meraviglioso.
Mi preparai di tutto punto e mi presentai da lui. Chiuse il negozio da dentro e mi invitò nel retro, dove viveva in un mini appartamento, buio e povero, ma che a me parve una reggia.
Appena entrati mi disse, che con sua moglie aveva l’abitudine di fare l’amore proprio alla chiusura, ma che era una donna all’antica e che tutta la vita avrebbe desiderato provare nuove emozioni, ma aveva sempre trovato la porta risolutamente chiusa.
Gli sorrisi e gli dissi: “perché non ci provi con me?”, e lui sorridente mi chiese se ne ero sicura. Lo ero.
Andò a prendere delle grosse ciliegie e me ne mise una in bocca, poi mi disse di mettermi in ginocchio sul suo tavolo. Ero curiosa, un po’ impaurita, ma molto eccitata. A quattro zampe sul tavolo, aspettavo di conoscere il mio destino. Lui con calma risoluta ed una delicatezza mai vista, mi alzò il vestitino, ripiegandolo sulla mia schiena e mi tirò giù le mutandine fino a mezza coscia. Rimase qualche istante a gustarsi la vista del mio culetto, lo accarezzò a lungo e quindi con indice e pollice della mano sinistra mi aprì bene le natiche mentre col medio della mano destra mi ungeva bene il forellino con dell’olio di oliva. Tenendomi così, col culo per aria, la faccia sul tavolo e la schiena incurvata, inizio piano piano, ad inserire una grossa ciliegia nel mio sederino.
Sentivo l’ano che si dilatava e poi si richiudeva inglobando il frutto. Non riuscivo a stare ferma, con il palmo delle mani accarezzavo il tavolo e mi ciucciavo un dito, mentre il mio culo si muoveva e si spingeva sempre più in alto e sempre più indietro per accogliere tutte le ciliegie una dopo l’altra.
Quando finì mi penetrò col dito, come per cercare le ciliegie, la mia eccitazione mi faceva venire le vertigini ormai più che gemiti erano rantolii.
Mi chiese: “stai bene amore?”, non seppi rispondere a parole e lui “ora dobbiamo farle uscire”.
Presa e riempita una grossa peretta davanti ai miei occhi, iniziò a farmi un lento e lungo clistere. Con la mano mi massaggiava la pancia e a volte sfiorava il mio clitoride turgido come non mai. Ero piena e mi sentivo scoppiare così gli mugolai, che non ce la facevo più e lo pregai di smettere, lui con calma e dolcezza, ma fermamente determinato mi rispose “ne manca solo un pochino amore”.
Non ce la facevo davvero più. Avevo già un rivolo d’acqua che mi bagnava le cosce, quando finalmente mi mise una bacinella sui polpacci e aprendomi il culo con energia mi disse “su da brava, adesso spingi!” Fu un’esplosione liberatoria, uscivano acqua e ciliegie come sparate da un compressore, durante le pause mi infilava due dita dentro senza alcun riguardo, poi le toglieva, mi dava un paio di sculacciate da togliermi il fiato e mi riapriva il culo. Io ricominciavo ad eruttare. Una volta finito, mi pulì delicatamente il culo, le palle ed il clitoride, con un panno morbidissimo. Mi sentivo eccitata, ma molto rilassata, lui mi sorrise e mi disse: “adesso che sei pulita, fammi vedere cosa fai con le zucchine”. Andammo nel negozio, scelsi una zucchina non molto grossa, andai sculettando fino al bancone, dove, dopo essermi appoggiata, rialzato il vestitino, con le mutandine ancora a mezza coscia, mi infilai l’ortaggio, che entrò senza neanche accorgermene. Lui ne prese un’altra, di dimensioni ben diverse ed estrattami la prima, mi penetrò con la seconda. Il dolore fù intenso, altrettanto il piacere.
Gli chiesi di tornare di là e di sedersi sulla poltrona e precedendolo, con tutta la zucchina dentro e solo il picciolo, che faceva capolino fra le mie natiche, sculettai sui miei tacchi altissimi fin nell’appartamento. Una volta, che si fù seduto, mi inginocchiai di fianco, gli presi una mano e gliela misi sulla zucchina. Lui iniziò a scoparmi con quella, io gli aprii la patta e con grande sorpresa vidi, che non solo era messo bene, ma che ce l’aveva anche duro! Glielo succhiai come non lo avevo mai succhiato a nessuno. Leccavo, succhiavo quel cazzo dotato di una cappella enorme fino in gola, fino ad arrivare con le labbra a toccargli le palle. Poi, improvvisamente mi alzai, mi girai ed iniziai a spingere come per andare in bagno, mi aprii da sola le natiche e finalmente la grossa zucchina cadde per terra con un rumore sordo. Due passi indietro e fui su di lui. Mi chinai e me lo infilai da sola dentro. Mi scopò così e poi mi girò sulla poltrona con energia e messa alla pecora mi inculò di nuovo. Alla fine si sdraio sulla mia schiena e con la mano inizò ad accarezzarmi il clitoride dicendomi: “sto per venire amore, stringimelo forte”. E così feci, strinsi le chiappe con tutta la forza di cui ero capace. Lo sentii urlare, sentii che mi stava facendo un altro clistere, ma stavolta di sborra calda e quando mi scappellò con delicatezza esplosi anch’io! Che orgasmo, tremavo come una foglia.
Dopo un po’ mi alzai e mi tirai su le mutandine, che subito si bagnarono della crema, che mi usciva dal culo apertissimo. Lui mi disse: “dormi con me?”, non l’avevo mai fatto, ma accettai.
Quella notte facemmo l’amore ancora due volte… che compleanno….
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17 years ago
francy3sex,
40
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La caletta - parte prima
La caletta. (parte prima) ---
Sole.
Caldo, non torrido, ma forte, col raggio che non brucia ma scalda la pelle, lo senti dentro, ti penetra fino nelle ossa.
Considerato che si era gia' a meta' novembre, era proprio una situazione meteo da far invidia ad una giornata ferragostana.
Quale idea azzecata, saltare la scuola ed andare solo soletto nella caletta naturista nel promontorio a mare della citta', che quasi tutti conoscono ma nessuno ha tanto coraggio da ammettere di andarci, forse perchè intimiditi dal fatto di dover giustificare il motivo della frequentazione .... perchè, è risaputo, che oltre ai "nudisti" ci vanno pure i "caghineri" froci ed i guardoni "boccomeni" e nessun giovane studente vorrebbe certo rischiar di venire catalogato dai compagni di scuola in queste categorie, neppure sapendo magari di appartenerle.
Che bella giornata, pensava Paolo, sdraiato nudo sull'asciugamano a ridosso della ripida parete rocciosa che si slanciava verso l'alto, in una delle piccole anse di quella baia riparata ed intima, un vero microcosmo a se' stante, a due passi dal centro caotico della citta' in piena espansione; e pensava sorridendo ai compagni che in quel momento erano a scuola a sorbirsi la prof di italiano e storia: non aveva manifestato le sue intenzioni a nessuno di loro per non dover dare spiegazioni; aveva però sperato sino all'ultimo di portare con se' al mare Cinzia, la sensuale sedicenne piccoletta e tutto pepe della 2^ G, detta "la sovversiva" per il suo abbigliamento da nostalgica sessantottina, cosa un po' vintage gia' in quell'autunno del 1978 .
Il progetto iniziale era di poter finalmente concludere, in una cornice da sogno qual'era Cala Patella, l'unione carnale tra loro due, fino ad allora limitata, per problemi logistici, ad estenuanti pratiche di petting che, pur permettendo di soddisfare in parte i reciproci istinti sessuali ed in particolare per lui di abbattere il livello degli ormoni del testosterone in circolo, lasciava comunque un senso di incompiuto per non aver potuto congiungere completamente i loro corpi.
Purtroppo quel giorno, la santa protettrice degli studenti in fuga dalle lezioni era in altre faccende impegnata e, quindi, la bella Cinzia non pote' svincolarsi, poichè i genitori gli avevano sequestrato il libretto delle giustificazioni ,avendo scoperto una vela scolastica dei giorni precedenti; ed a malincuore aveva quindi deciso di andare comunque al mare pur senza lei, forte del fatto che ormai grazie ai 18 anni appena compiuti poteva auto giustificarsi a scuola.
Ed ora era li', "sciagalla all'aria" (come in slang i ragazzi definivano il loro pisello), a godersi quei caldi raggi fuori stagione, pensando a cio' che avrebbe fatto avendo la bella Cinzia a fianco, immaginandosi quasi come una divinita' indù con tante mani da passare su quel piccolo corpo vero concentrato di sensualità pura.
La baia era praticamente deserta: nel lato sinistro, molto in fondo, una coppia di attempati omosessuali, che aveva gia' avuto modo di notare qualche altra volta, i quali sorridevano gentilmente ogni volta che gli passava vicino .
Un'altro singolo, sui 35 anni, stava sdraiato nel mezzo della spiaggia di sassi principale, sfoggiando un'abbronzatura scura quasi come un pezzo di brace.
Lui stava nella penultima caletta, prima di quella finale detta "del cucco", in quando la piu' riservata, per la conformazione delle rocce che ne delimitavano il confine, rendendola abbastanza riparata da sguardi indiscreti provenienti dall'alto e prevedeva un unico sentiero d' ingresso, con un passaggio obbligato in una specie di piccolo valico, agevolmente controllabile da chi stava all'interno.
Un rumore distante di passi da sinistra, sui sassi del sentierino, annunciava l'arrivo di nuovi frequentatori; le voci cominciavano a distinguersi e fortunatamente una delle due era cristallina e brillante, facendo intuire una presenza femminile.
Incuriosito si giro' leggermente sul fianco, lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole, posizionadosi per poter vedere meglio i nuovi arrivati non appena avessero passato le rocce che delimitavano quella parte di caletta; e finalmente entrò nel suo campo visivo prima lui, un uomo sui quarant'anni, un matusa pur se ben tenuto, sul metro e settantacinque di altezza, non grosso ma con una muscolatura ben disegnata che si intravedeva dalla camicia completamente aperta davanti.
Di seguito lei: splendidi capelli neri e lunghi, leggermente ondulati, che incorniciavano un viso asciutto ed abbronzato come le parti del corpo scoperte in quel momento: le affusolate gambe che facevano da base ad una figura dalle forme dolcemente mediterrane, slanciando il tutto ad un metro e sessantacinque di altezza, indossava un paio di hot-pants chiari aderenti come una seconda pelle alle perfette forme delle sue rotonde natiche, una camicetta annodata per i lembi inferiori, che a malapena copriva e tratteneva un seno prosperoso inguainato in un reggiseno di tessuto nero, una splendida donna dall'eta' indefinibile con certezza, che poteva essere dai 25 ai 40 portati da dea.
Passo' seguendo il suo compagno, con passo leggero e morbido, camminando sulle sue scarpette da tennis basse in tela: si giro' a guardare il ragazzo disteso nella caletta e noto' che evidentemente doveva essersi appena svegliato da un sogno erotico, perchè le prove erano assai evidenti, eccome se lo erano.
Paolo la segui' con lo sguardo rapito dall'ondeggiare ritmico di quei fianchi morbidi e rotondi: i loro sguardi si erano incrociati per un attimo e lui, era rimasto incantato, come pietrificato dallo sguardo della piu' potente delle Gorgoni, la Medusa, con la differenza che nella mitologia queste pietrificavano il malcapitato per la bruttezza, mentre questa splendida dea con la sua sensuale bellezza.
Scomparvero alla sua vista nella caletta, quindi il giovane studente si aiuto' coi gomiti a tirarsi su e sedersi sul piccolo vecchio asciugamano che furtivamente aveva portato via da casa: si rese conto quindi del suo stato di evidente erezione e si senti' imbarazzato per non aver provveduto a coprirsi al passaggio della donna; ed ora comprendeva il motivo del sorrisetto divertito che lei gli aveva rivolto, mentre per pochi istanti lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi marroni da cerbiatta.
Si tiro' su e cominciò a passeggiare per l'area della calettina: si avvicinava all'acqua, andava verso la zona confinante con quella della spiaggia di sassi centrale, saliva su uno scoglio e distrattamente andava con lo sguardo all'altra parte verso la caletta, che ora aveva come ospiti la coppia appena passata: pur sapendo che era inutile, cercava di vedere cosa succedeva da quelle parti, sapendo per sicuro che chi andava lì solitamente ne approfittava per una botta di trasgressione all'aria aperta ... e magari piu' di una .
Passò una mezzora, nella quale si era dato una piccola rinfrescata nell' acqua, ancora piacevolmente tiepida: pensava a cosa potevano fare i due della coppia dall'altra parte, immaginava che avrebbero fatto l'amore e sperava di poter carpire loro un momento di intimita' .
Prese la decisione di osare, perchè, secondo una sua scaletta di considerazioni tutta maschile, riteneva che il lui non poteva piu' essere con le mani in mano ma, con quella meraviglia di donna sicuramente nuda vicino, le mani non potevano che essere già "in pasta"!
.................. (continua) ...........
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17 years ago
drakEva,
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Conoscerti al mare
Premessa: questo racconto è dedicato ad una spledida ragazza di desiderya (purtroppo lontana 600 km da dove vivo) che mi aveva chiesto di descriverle come mi immaginavo il nostro primo incontro.
Ecco come me lo immagino: Vacanze estive. Spiaggia. Primo pomeriggio.
Fa molto caldo, e decido di mettermi vicino al bagnasciuga dove le onde e la brezza aiutano a sopportare meglio il caldo torrido di metà agosto. Stendo l'asciugamano e mi sdraio a pancia in giù rivolto verso il mare. Fra me e le onde solo un altro asciugamano, libero. Neanche a farlo apposta e dopo pochi minuti la persona dell'asciugamano torna. E' una bella ragazza dal seno ben disegnato, probabilmente una terza, e con un corpo con tutte le imperfezioni al posto giusto. Non posso fare a meno di notarti. Anche perchè, tu maliziosa, ti sdrai rivolgendomi il culetto. Sei così vicina che per sdraiarti devi divaricare un po' le gambe. In pratica mi ritrovo con la testa fra le tue caviglie. Capisco che la cosa non può essere casuale e sto al gioco. Siamo entrambi soli e il resto della spiaggia potrebbe facilmente supporre che ci conosciamo, vista la vicinanza dei nostri asciugamani. Così mi godo quel bel vedere, il tuo magnifico sedere tornito e le linee delle chiappe che si confondono con l'inizio delle grandi labbra. Il perizoma che indossi è davvero sexy da questa prospettiva... ti guardo e assaporo i tuoi particolari e mi accorgo che quel sedere io l'ho visto da poco da qualche parte... ma dove? Ah sì... ma non è mica quello stupendo culo, che ho visto in quelle foto su internet? massì, quello che mi eccitò a tal punto da farmelo rizzare a furia di guardarlo...su cui mi sono persino masturbato ! certo! è la ragazza del racconto erotico del capodanno, quella che si chiavò i due maschioni conosciuti appena pochi minuti prima, durante la festa! A ripensarci mi si rizza ancora adesso. E come potrei confondere quel culetto invitante, sempre a favore di fotocamera, che aveva messo nel suo profilo personale? Sei tu. Non puoi che essere tu. Così capisco che forse posso osare. Per fortuna sono a pancia in giù... aver realizzato chi sei, e la vista delle tue natiche sode mi rendo conto che sta avendo qualche effetto nel mio costume. La voglia si gonfia, e decido di prendere l'iniziativa. Così allungo una mano e ti sfioro una caviglia. Noto un piccolo fremito in te, come se sperassi in questa mossa, ma quasi senza credere che l'avrei fatta. E invece ora mi ritrovo a massaggiarti lievemente la caviglia e a gustarmi la leggera contrazione delle tue natiche. Credo che stia piacendo anche a te... appoggio il viso al tuo piede e annuso il profumo della tua pelle misto alla salsedine e alla sabbia. Ora inizio ad essere parecchio eccitato, e così mi sbilancio... e inizio a leccarti timidamente la pianta del piede risalendo poi fino alla caviglia. Sento i brividi sulla pelle della tua gamba, che scorrono lungo tutta la sua lunghezza, fino a convogliarsi lì fra le pieghe del perizoma che indossi...
Allora mi alzo e ti prendo per mano. Ti alzi anche tu. Siamo uno di fronte all'altro ora. Il mondo intorno per un istante non esiste più. I nostri corpi sono a pochi centimetri. Tutti i miei sensi si godono l'erotismo della tua vicinanza...
i tuoi occhi mi guardano ora per la prima volta e scorrono i miei 2 metri di altezza dal volto ai pettorali lungo le linee definitie del mio corpo, fino al costume aderente che evidenzia il membro turgido e corposo. E' inclinato su un lato, per restare nel costume. Fosse dritto, uscirebbe abbondantemente per metà... è un uccello lungo e largo e subito realizzi quanto sarebbe piacevole sentirlo dentro. Anzi, la sola idea ti bagna e capisci che l'unica cosa che vuoi ora è proprio accogliere quel bel cazzo nella tua fica... sì anche i tuoi pensieri ora si fanno più volgari. E' l'eccitazione che monta e che scatena la libido. Senza dire nulla ti porto per mano fino alla mia cabina, dietro i bagni. Tu capisci che ormai è solo questione di tempo, ma quell'enorme cazzo nel mio costume deve essere tuo. VUOI che sia tuo. Così entriamo nella cabina e ci chiudiamo dentro. Le assi di legno lasciano trapelare i raggi del sole, e la penombra rende tutto ancora più eccitante. E' adesso che lascio scivolare nella sua posizione naturale il pene, che ora infatti traborda dal costume proprio come avevi immaginato. Meglio di come avevi immaginato... una cappella turgida e rosea, che non puoi trattenerti dallo sfiorare. Velluatata al tatto, ma subito dura fra le tue dita. Lasci scivolare la mano completamente nel costume e l'affondi fin sotto alle palle, che scopri essere perfettamente depilate. Io intanto sto scorrendo il tuo corpo con le mie mani, carezzandoti con un lieve massaggio all'altezza prima dei fianchi e poi del seno. I tuoi capezzoli duri e allungati, spingono in modo evidente sul tessuto del costume, quasi come se lo volessero bucare. La mia mano scende dal seno al fianco, sfiorando poi il tuo grazioso obelico, fino a rivolgersi al monte di venere. Scosto il sottile filo del perizoma, scorrendo con il dito lungo tutte le grandi labbra e affondando due dita fra di esse. Le dita scivolano facilmente fra le labbra ormai bagnatissime e divaricate, e si spingono con vigore verso il clitoride... mentre tu ancora esplori con la tua mano lo scroto e tutta l'asta del mio membro ormai teso e gonfio di eccitazione... lo senti pulsare sotto le tue dita, che percepiscono ogni vena ogni rugosità, e ancora una volta torni a immaginare come deve essere piacevole riceverlo fra le tue coscie, sentirlo penetrare fra le labbra della vagina e poi ben più in profondità fino a sentirlo tutto dentro di te... Così mentre io inizio a masturbarti con il pollice il clitoride e con due dita ben dentro la fica, tu inizi a masturbarmi sbattendomi violentemente l'uccello su e giù quasi a volerlo provocare ancor più di quanto già non sia turgido... e se possibile, effettivamente lo senti ancora più grosso fra le tue dita. Inizi a mugolare, mentre i miei ansimi di piacere si sfogano sul tuo collo eccitandoti ancora di più. Siamo sudati, e i nostri corpi ora avvinghiati l'uno all'altra scivolano piacevolmente... ci piace sentire il reciproco sudore addosso, ha un qualcosa di animalesco... qualcosa di selvaggio e di eccitante. Mi accorgo che gli spasmi della tua fichetta e tuoi ansimi si fanno più insistenti, e anche la tua mano si muove in modo più scoordinato e confuso sul mio uccello... mi rendo conto che ti stai letteralmente abbandonando al piacere... e sei affamata di sesso... come me del resto, che vorrei poter urlare dal piacere, gridandoti "quanto sei fica!", ma devo trattenermi visto che comunque siamo a pochi metri dalla folla della spiaggia. Capisco che ora vuoi fare sul serio, così ti prendo con foga e ti metto a pecorina davanti a me... tu ti lasci sfuggire un languido "finalmente, mmmm...." e allunghi la mano vogliosa, all'indietro, cercando di afferrarmi il membro per infilarlo... hai paura che io non capisca, e voglia metterlo nella fica, mentre tu lo vuoi invece sentire penetrare fra le chiappe e affondare nell'ano, fino allo scroto... e così infatti faccio, piuttosto rudemente, in preda alla passione sfrenata... senti un po' male allora, ma è un dolore che si mescola piacevolmente con il godimento intenso che la penetrazione contemporaneamente ti provoca... anzi... ora sei addirittura tu che mi stai sbattendo... sei tu che agiti il culo con forza per prolungare quella strana sensazione di dolore e piacere... E io insisto con i miei colpi di bacino, sempre più ritmati e sempre più vigorosi, non riesci a trattenere i tuoi mugolii di paicere e l'idea che qualcuno là fuori possa sentire mi eccita a tal punto da stantuffare sempre più forte, le mie mani cercano ora i tuoi seni, stimolando i tuoi capezzoli e palpando a piene mani entrambe le tette che senti ondeggiare a ritmo di cazzo.
Ora voglio dimostrarti quanto sono porco, così lo tiro fuori e mi chino sulle tue chiappe, allargandole con le mani e iniziando a leccarti il buco del culo avidamente. Una mossa inaspettata che ti provoca contrazioni vaginali dall'eccitazione. Poi giù con la lingua fin sulla fichetta insaziabile e ormai desiderosa di raggiungere l'orgasmo... la lecco in profondità, scivolando talvolta però, fino di nuovo al buco del culo, per poi tornare fra le labbra e oltre, spingendola fin dove riesco dentro alla tua passione. Ora anche tu vuoi dimostrarmi quanto sei maiala, e il desiderio di prendere in bocca ciò che poco fa stantuffava nel tuo sedere dimostra tutta la tua irrefrenabile eccitazione. Afferri il membro gonfio, lucido e venoso, e appoggi le labbra sulla cappella vellutata assaporando il sottile piacere di prenderlo in bocca, di sentirlo in bocca subito dopo averlo sentito pompare nel culo. Così dopo qualche secondo di indugio, spingi la testa verso di me, lasciando affondare quel grandioso cazzo fino in gola. Mi stai spompinando con passione, vigore e bravura... capisco da come lo succhi che ne devi aver presi tanti di cazzi, ma questo ti piace in modo particolare... e la cosa mi rende ancora più porco... ora sento che anche per me l'orgasmo si sta avvicinando... così ti sottraggo il giocattolo da sotto le labbra senza preavviso, mi guardi stupita ma poi capisci che ora finalmente, verrai accontentata: finalmente il cazzo scivola fra le tue coscie e affonda vigoroso nella tua fica caldissima e bagnata. Al primo sussulto non riesci a trattenerti e reclini la testa all'indietro gemendo di piacere... inizio a ritmare colpi di bacino sempre più vigorosi, sempre più decisi, anche tu muovi il tuo bacino a ritmo, entrambi non ci tratteniamo più e iniziamo letteralmente a gridare di piacere... è in quel momento che entrambi con la testa reclinata vediamo fra le fessure del legno che c'è un ragazzo che ci sta guardando, masturbandosi... la nostra cabina confinante col bagno dei maschietti ci ha regalato una nuova eccitante emozione... e allora ormai infoiati oltre l'inverosimile, continuamo a sbatterci a vicenda per il nostro piacere e per il godimento dell'inatteso spettatore... ora anche lui sta ansimando ad alta voce, ed è in quel momento che tutti e tra raggiungiamo un orgasmo all'unisono, vigoroso, potente, esplosivo... la mia estasi ti bagna fra le coscie e ce n'è ancora per finire sulla tua faccia mentre finisco di godere con la mano... ora sei totalmente appagata, come me... e come il ragazzo che si è masturbato guardando tutto quello che abbiamo fatto... Ci rivestiamo velocemente, e usciamo dalla cabina. Abbiamo già deciso, senza parlarci, che questa sera ci rivedremo... e lo sguardo che hai lanciato al ragazzo con il costume bagnato che ci aspettava fuori dalla cabina, mi fa capire che sta notte non sarò da solo con te. Non ci siamo ancora parlati, nè baciati. Ma quei tre quarti d'ora nella cabina li ricorderemo per sempre come uno dei nostri momenti erotici più intensi della nostra vita...
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17 years ago
erotic3mind255232,
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Il focolare
La tormenta di neve imperversava sulle montagne. era la notte di capodanno ed io e Marco eravamo rimasti così bloccati in quel capanno isolato. La noia di quella desolazione cominciò a farsi sentire ben presto. Litigammo: L'antica rabbia ed il risentimento a lungo covati dopo le sue innumerevoli avventure cominciò ad esplodere.
"Bastardo, cosa pensavi mentre ti fottevi quella troia della tua segretaria?"
"Brutta come un porcospino e piatta come un'autostrada!". L'avevo davvero punto sul vivo.
"Troia ci sarai te, e poi Maria è sempre meglio di quel bagnino deficiente l'estate scorsa a Rimini. Eravate davvero comici così incastrati in quella cabina".
Volarono parole grosse poi come una iena Marco mi fu addosso e cominciò a picchiarmi selvaggiamente.
"Ti piace essere menata come faceva quel porco del tuo capo!"
"Smettila mi fai male!" - i vestiti si squarciarono in un secco STRAP e fui completamente nuda. Con le sue mani delicate e forti allo stesso tempo Marco cominciò a maltrattarmi i capezzoli, mordendoli e succhiandoli poi con avidità, nel frattempo con la mano libera mi batteva forte sul culo. Con una mossa veloce mi scaraventò a terra e freneticamente prese a spogliarsi, sotto la tuta era completamente nudo. Afferrandomi per i capelli mi impose di girarmi e così prostrata a quattro zampe, allargò le mie natiche con forza e cominciò a fottermi in culo.
"Troia ti sfondo tutta, ti piace sentirlo nel culo"
"no mi fai male smettila ti prego",
due lacrime rigarono il mio volto, il dolore intenso, imploravo Marco di smettere ma lui in preda ad un arrapamento animale non mi ascoltava. Piano piano quella condizione di impotenza mi eccitò a tal punto che anche io gemevo ormai persa ne turbinio della libidine. Il suo cazzo era bollente e sentirlo così duro dentro di me mi fece urlare di piacere più di una volta: Venni, venni come un fiume in piena.
Anche Marco ebbe un orgasmo fantastico inondandomi il sedere della sua sborra bollente. Non ci eravamo accorti nella foga dell'amplesso che due figure erano entrate nella baita. un uomo ed una donna ci gurdavano seduti sull'ampio divano. Lui teneva tra le mani un bastone possente e lo menava su e giù con arte, la donna invece si toccava i grossi capezzoli turgidi mentre con l'altra mano affondava le sue esili dita nella fica divaricata dal piacere.
L'uomo dalla lunga asta gemeva, stava per arrivare quindi lasciai perdere Marco e avvicinai il mio volto al suo cazzo gigantesco aspettando di bere i frutti del suo duro lavoro, il sapore della sua sborra era acidulo e aveva un non so che di rancido. A quel punto Marco per niente contrariato affondò il viso tra le gambe della donna dando ampie leccate alla sua fessura e affondandovi la lingua quasi ne fosse risucchiata. La donna urlò e dopo il fantastico orgasmo si staccò da Marco venendo verso di me. Leccò il mio volto pieno di sperma del suo uomo e poi scese giù succhiare i miei capezzoli, così facendo mi aveva spinta sull'uomo che aveva di nuovo la mazza in erezione, facendomela entrare completamente áin culo finendo l'opera che Marco aveva cominciato mezz'ora prima. "Si si sfondami tutta ti prego. Due, ne voglio due". Marco si avvicinò a me e allargatemi le gambe mi fotteva davanti, per non so quante ore fui in balia di due uomini che mi davano piacere da ogni parte in più la donna dalla grande fica mi porgeva ora la sua fessura, ora quel suo buco stretto per leccarli e penetrarli con un grosso vibratore nerboruto. La stanza era ormai un concerto di gemiti, urla e orgasmi, l'uomo sodomizzò anche Marco mentre io gli ciucciavo con forza l'uccello. Dopo ore e ore crollai sfinita, sporca di sborra ovunque e felice di aver goduto così tanto accanto a quel focolare. All'alba la tormenta era passata, Marco dormiva ancora ma l'uomo e la donna erano scomparsi...
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17 years ago
porcellina772007,
33/33
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Desiderio traviante
Desidero Traviante
22.00 in punto, apro la mia solita chat, molti annunci di sedicenti signorine che promettono mirabolanti piaceri carnali in cambio di una ricarica, finte coppie che cercano donne bisex e così via.
A volte tra i vari sola trovi qualche persona reale ed interessante, inizio a scorrere fiducioso i vari nick, niente di che, poi ad un tratto, uno di questi mi colpisce, volgare come pochi e con il nome tipico del messaggio sola: “gran maiala”.
Lo apro, più per verificare il sospetto del solito burlone o messaggio commerciale di qualche sito porno, parto scrivendo un classicissimo “ciao”.
Dopo qualche secondo rimango quasi stupito dal “ciao” che esce dall’altra parte, continuo con un “da dove dgt ?”
Esco il nome di un paesello vicino alla mia città, non ci credo, allora questa volta abbiamo qualcuno reale, interessante, inizio la conversazione, scopre che lei è una trav di 35 anni.
Il discorso si fa interessante, scambiamo i numeri di cell, la chiamo.
Una voce femminile e calda mi risponde, mi spiega dove si trova e mi da indizione di come arrivare e quello che devo fare.
Salgo sulla mia instancabile auto, compagna di mille avventure e inizio ad incamminarmi verso la mia traviante meta.
Trovo il posto, la descrizione è perfetta, numero civico, il portone e il campanello sembrano una fotografia impressa nella mente, un luogo che già conosci prima di visitare, suono tre volte come da precedente accordo, ed ecco sento girare la chiave nella serratura del portoncino, già provo una certa emozione legata alla sorpresa e al fatto che non so chi mi sta aspettando, solo una breve descrizione e sono partito, ora eccomi.
Appare davanti hai miei occhi un sogno erotico vecchio di sempre, lei altissima indossa una parrucca arancione, un vestitino di latex l’avvolge completamente, culo di fuori, bellissimo e statutario, stivaloni in latex nero.
Una vera trav fetish, come non ne avevo mai viste, ma come avevo sempre desiderato, sembrava il personaggio mitico di un manga giapponese, non dice nulla , io abbozzo un timido ciao, strozzato dall’emozione di quella meravigliosa visione, lei mi prende per mano e mi fa cenno di seguirla.
Entro con lei in una stanza molto buia dove c’è un grande letto matrimoniale, lei si mette in ginocchio davanti a me, abbassa lo sguardo e mi dice “sono la tua schiava , fa di me quello che vuoi”.
La patta dei miei pantaloni sta scoppiando devo liberare subito il mio uccello impazzito da quella frase, sembra una cosa viva, un pezzo di me che ha preso indipendenza e il comando della situazione.
Lei inizia a succhiare con avidità il mio cazzo, che esplode dall’eccitazione, lo spingo fino in gola, voglio sentire lei che soffoca e che continua a tirare, sento come dei conati di vomito, la sua gola che non ce la fa, ma continuo come drogato dalla situazione, lei non molla la presa e continua a inghiottire il mio cazzo fino in fondo, fino a che scoppio e le faccio il pieno in gola.
Senza dire nulla inghiotte e continua a tirare, il mio cazzo invece che rilassarsi sembra ancora più grosso ed inesauribile, lo sfila dalla sua bocca, la giro e la metto a pecorina con prepotenza e con la consapevolezza che lei è mia e posso farci quello che voglio, una cagnetta sottomessa ai miei più perversi desideri.
Sputo sulle mie dita, inumidisco il suo culo e la inculo senza troppi preamboli, sento subito un gemito di piacere da parte sua che cerca di trattenere in qualche modo, ma non riesce, la sculaccio per punirla della sua mancanza di rispetto, deve godere solo quando sarò io a volerlo.
Inizio a scoparla con forza, lei sento che non ce la fa e mi inizia a implorare di poter godere, le do il permesso ma dobbiamo arrivare insieme, inizio a incalzare il ritmo, trattiene per permettermi di arrivare con lei, inizia a non resistere e io inizio a venire, sento i suoi gemiti fortissimi, fino a che non inizia ad urlare, non resisto e le vengo dentro, lei esplode.
Ci fermiamo ormai con il fiatone e con un sorriso malizioso stampato sulle nostre facce sudate, lei si gira mi guarda e mi dice “Sarò per sempre la tua cagna”.
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17 years ago
Maestro1980, 38
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Ritorno a casa
E' la mezzanotte milanese di un giovedì qualsiasi di primavera.
L'aria è tiepida e si cammina volentieri con le maniche del maglione
tirate su a mezze braccia respirando i primi odori dell'estate,
ormai imminente. Sono appena uscito dall'ufficio stravolto. Una
giornata lunga, iniziata 15 ore prima e trascorsa davanti al monitor
di un computer valutando numeri e situazioni. L'ufficio è mio,
quindi trovo naturale restare fino a tardi se la cosa può essere
importante per lo sviluppo del lavoro. Ma ora finalmente ho finito,
e sto camminando con sguardo vagamente assente e distaccato verso
casa. Circa mezz'ora a piedi. Potrei aspettare il tram, o chiamare
un taxi. Ma ho proprio voglia di fare una passeggiata per le strade
della mia città. E' così che camminando, passo per una via di pub e
ristoranti che pulsa già della vita notturna di universitari e
giovani ben vestiti con il loro drink in mano poco fuori le porte
dei locali. Non sono molto più grande di loro, forse 3 o 4 anni di
più, ma ho altri pensieri per la testa. Attraverso qualche piccolo
gruppetto di persone, buttando l'occhio fra profonde scollature,
sorrisi vagamente ammicanti e facce super lampadate. Mi lascio tutto
alle spalle, domandandomi se il tempo o la forza per una birretta
prioprio non ce l'avessi. La risposta stasera è scontata, e infatti
proseguo verso casa. Svoltato l'angolo però, qualcosa sta per
cambiare. Ma ancora io non lo so.
Due ragazze sui 27, ben fatte e molto carine, una palesemente
ubriaca, mora, e l'altra, bionda, che le fa da "badante" sono
appoggiate ad una macchina parecheggiata. La mora è vestita con un
paio di fusò rosa dal colore così tenue e talmente attillati da
consentirmi di descrivere anche il tanga nero, sottile e
striminzito, che indossa sull'intimo. Forse è una mia impressione,
ma il tutto è così succinto da lasciar intuire la linea del basso
ventre fin quasi là sotto, dove l'occhio non può non indugiare.
Inizialmente, distratto da una simile vista, non ho neppure notato
il suo top dell'identico rosa, senza reggiseno. L'amica, invece,
veste con un paio di jeans affusolati e dalla vita bassa, quelli che
lasciano a nudo le linee sensuali delle anche che convergono verso
il pube e una magliettina a maniche corte verde che arriva a stento
sopra all'ombelico priva di scollatura, che appoggia su un seno
prosperoso e tondeggiante.
Alla vista dei fusò rosa e di tutto quello che lasciano capire, il
mio pene ha un lieve sussulto, come un pulsare istantaneo che però
si quieta subito. Mi capita spesso, come sensazione, quando assisto
ad una scena carica di erotismo. Qui, dopotutto, non c'era nulla di
particolarmente eccitante, nulla di diverso da ciò che spesso si può
ammirare per le strade del centro o nei locali della città, ma
questa fu la mia sensazione e così ve la riporto.
Avendole squadrate con particolare attenzione (specialmente la mora
alticcia dai fusò rosa), ricevo in cambio un identico sguardo
accurato, quasi provocatorio. Non distolgo lo sguardo e anzi
rallento lievemente il passo quasi ad invitare ad un breve scambio
di parole. Ovviamente la ragazza un po' alticcia è fortemente
disinibita in quel momento ed è la prima ad anticipare tutti
rompendo il giacchio con la più classica delle domande: "ma quanto
sei alto??" (essendo alto 2 metri e 01 è una domanda che mi capita
spesso di sentire). Io, nonostante tutto, sorpreso del fatto che
fosse stata lei ad attaccar bottone, rispondo in modo molto stupido
e noioso: "2 metri e zero uno". Ho centinaia di risposte simpatiche
e inaspettate per la domanda "quanto sei alto?", visto appunto che
in vita mia me l'hanno fatta così spesso da indurmi a divertirmi nel
trovare risposte alternative. Ma questa volta, niente, mi esce solo
la più banale delle risposte. Ma è la mora a stupirmi ancora,
incalzando: "Ma è tanto....!! e allora quanto ce l'hai lungo
scusa???"
Questa domanda apparentemente scherzosa, però, era stata posta con
un leggero tono velato da sincera curiosità e da un atteggiamento
corporeo piuttosto provocante, a tal punto da farmi pulsare
lievemente il pene nelle mutande, di nuovo.
La bionda era intanto arrossita, e non poco, e aveva tirato per un
braccio l'amica strabuzzando gli occhi increduili, stava
probabilmente per parlare, magari giustificando l'amica e
minimizzando la domanda... ma io risposi prontamente: "più di quello
che pensi, ma lo può scoprire solo chi gioca con me...". La bionda,
sorpresa dalla mia risposta quasi di sfida cambia espressione e ho
quasi l'impressione che desideri entrare in competizione con l'amica
(mi confessò più avanti: "ma vuoi vedere che la mia amica ubriaca si
porta a letto questo qui e io, da sobria, mi tocca pure andare in
bianco??").
Sta di fatto che a quel punto la mora insiste testualmente: "Mi
chiamo Elena, e se hai un posto per giocare, io ho molta voglia di
giocare con te". La bionda si intromette ironica: "Si, piacere e io
mi chiamo Jessica... Ma se sei ubriaca! a cosa vuoi giocare? e poi
sono in macchina con te, come ci torno a casa?". Avevo capito che
era il suo modo timido per cercare di intrufolarsi nella cosa.
Conosceva troppo bene la sua amica per non sapere che quella sera,
arrivati a questo punto, non sarebbe mai andata in bianco, e lei
semplicemente non voleva essere da meno come altre volte, invece, le
era capitato per la sua troppa timidezza. Così risposi squadrandole
entrambe da capo, a piedi, e dicendo: "C'è il mio ufficio qui
vicino, e sarà un piacere accoglervi tutte e due". La stanchezza mi
era completamente passata, e l'idea di tornare in ufficio ma questa
volta accompagnato da due fichette del genere mi regalava forza e
vigore inaspettato.
Elena, probabilmente disinibita dall'alcool, si mise una mano sui
fusò, in mezzo alle gambe, a palmo aperto mimando il gesto di una
delicata carezza alla sua voglia e portò l'altra dietro la testa
arruffandosi la fluente chioma sopra la testa: "Allora andiamo a
giocare, che fra un po' mi metto a giocare qui.. hihihi..." e poi
rivolta a Jessica, con un tono di voce più basso ma perfettamente
udibile anche da me: "guarda che questo qui è tutto mio, tu vieni ma
te ne stai a guardare". Jessica, temendo che anche io stessi
sentendo tutto, arrossì, e rispose un po' impacciata: "sì sì, ok.
ok... poi ti porto a casa io" (fingendo di rispondere ad un'altra
cosa). Mi feci avanti, cingendole entrambe sopra i fianchi e
dirigendomi verso l'ufficio. Il breve tragitto di quella decina di
minuti, fu molto eccitante per me. Io facevo loro domande per
"rompere un po' il ghiaccio" e Elena rispondeva sempre con palesi
doppi sensi molto espliciti, jessica sorrideva inizialmente un po'
tesa, poi sempre più sciolta e disinvolta. A pochi metri dal
portoncino d'ingresso, ricordo che per vedere quanto fosse "calda"
Jessica (elena ormai era un vero e proprio vulcano) risalii con la
mano dal suo fianco fino al prosperoso seno, carezzandolo
lievemente, sentendo idurirsi sotto il mio tocco il suo capezzolo a
proiettile. Jessica non disse nulla ma si voltò verso di me
sorridendo: aveva capito che nonostante la sua amica non la volesse
fra i piedi, o per meglio dire fra le gambe, io invece ero molto
interessato anche a lei. Insomma, quella notte ce ne sarebbe stato
per tutte.
Aprii la porta del portoncino e mentre attraversammo il cortile
Elena mi aveva già infilato una mano sotto i pantaloni, dietro,
accarezzandomi voluttuosamente le natiche.
Prendemmo l'ascensore e i 7 piani furono la buona occasione per
iniziare a scaldare i motori. Mi girai verso Elena, guardandola nei
suoi occhi grigi e profondi e baciando le sue labbra rosse e lucide
come ciliegie. La mia lingua scivolò morbidamente fra le sue guance
cercando la sua, che ricambiò il bacio catturandomela fra le labbra
e succhiandola come un pene di sua esclusiva proprietà, quasi
volendomi far capire cosa avrebbe voluto fare con il cazzo fra le
sue mani poco più tardi. Intanto non volevo trascurare jessica, ma
non volevo neppure che Elena si accorgesse che la stavo coinvolgendo
(temevo si arrabbiasse), e così poggiai una mano di lato sul ventre
di Jessica. Sentii solo il suo respiro farsi più intenso e immaginai
il suo volto illuminato da un sottile piacere di complicità.
Elena era probabilmente ancora un po' troppo alticcia per rendersi
conto che stavo flirtando anche con la sua amica e non disse nulla.
Anzi, arrivati al piano mi guardò languidamente mentre mi
accarezzava i pantaloni all'altezza del membro. Cominciava a farsi
duro, e lei lo aveva capito... voleva gustarsi l'evoluzione della
mia erezione e così cercava di stringere leggermente i pantaloni per
sentirlo mentre diventava duro. Capii che le sarebbe piaciuto
gustarlo a dovere, e così mi sforzai di tenerlo "a riposo" il più
possibile... mi girai di scatto verso la porta dell'ufficio e
l'aprii.
Entrammo e ci accomodammo subito nella saletta di attesa dopo la
reception. C'erano alcuni divanetti in stile "old fashion" molto
comodi e che avrebbero fatto proprio al caso nostro. Mi tolsi subito
il maglione, ma gestendo i movimenti in modo molto lento e sensuale.
Elena mi stava fissando senza sosta e jessica si era portata una
mano sul seno che fino a poco fa le avevo accarezzato. Elena si
accorse della cosa, e disse a Jessica: "Sei una puttana, jessica,
sei una puttana ! vai i bagno a masturbarti ! qui ce n'è solo per
me!"
Capii che avevo un buon ascendente su Elena e che toccava a me
cercare di tenere viva la situazione. Così, mentre jessica mi
guardava speranzosa, mi rivolsi ad elena in modo piuttosto deciso e
volgare e le dissi: "qui dentro (spingendo il bacino in fuori) ce
n'è per tutte e due, e scommetto che in tre ci divertiamo tutti di
più...". Volevo essere esplicito e appositamente volgare per
eccitarle ancora di più. Elena tornò a guardami quasi ipnotizzata
fra le pieghe dei miei pantoloni... non rispose, ma si avvicinò come
se si fosse ricordata che voleva assaggiare il mio cazzo mentre
induriva, che voleva essere lei ad essere l'artecifice
dell'erezione, gustandola in tutte le sue fasi. Così mi toccò
nuovamente fra le gambe, e io mi sfilai i pantaloni per agevolarla.
Jessica si era fatta un passo indietro e assisteva senza sapere bene
cosa fare. Elena si protese verso i miei boxer attillati e infilò la
sua mano, voracemente, sin fino alle palle.
Sentii un sussulto, e sentii il sangue pompare nelle vene a mille...
Il pene era ancora quasi del tutto a riposo e notai che
l'espressione di Elena, quando lo palpò, fu proprio quella di una
persona che aveva trovato quel che aveva sperato di trovare: un bel
cazzo da far crescere sotto le proprie dita. Così iniziò a sfregarmi
l'uccello sul palmo della sua mano, mentre io le guardavo il suo
grazioso seno sotto al suo top muoversi lievemente e ondeggiare al
ritmo della sua mano. Vidi i suoi capezzoli indurirsi e spingere
forte contro il tessuto tiratissimo del top, sentii il mio pene
gonfiarsi poco a poco, sotto il massaggio sempre più intenso della
sua mano. Stavo riempiendo i boxer e presto si sarebbe alzato fino a
far capolino fuori dalle mutande. Era abbastanza duro da sentirlo
opporre resistenza alle sue spinte con la mano, ma non era ancora
così duro da superare l'elastico dei boxer... Fu in quel momento che
lei tirò fuori la mano, guardandomi fissa negli occhi, e lentamente,
molto lentamente, se la leccò per sentire l'odore del mio cazzo che
si stava gonfiando di lei. Con la mano umida di saliva, ricominciò a
massaggiarmi l'uccello in modo avido e sempre più frenetico. Sentii
la sua mano umida e calda, sul mio membro sempre più vigoroso,
scorrere come una specie di penetrazione di una vagina dilatata
dall'amplesso. Jessica era sempre immobile, indecisa sul da farsi,
ma nel frattempo si godeva la scena alla grande, cercando il mio
sguardo complice che di tanto in tanto andava a cercare il suo.
Ora il cazzo era perfettamente dritto ed eretto, e sbucava
ampiamente dai boxer per oltre un terzo della sua lunghezza... La
mano di Elena continuava a gustarlo scivolando dallo scroto, lungo
tutta l'asta venosa e calda, fino alla grande cappella rosa e
vellutata che fremeva ad ogni suo morbido passaggio.
Vidi che i fusò di elena erano leggermente umidi proprio lì in mezzo
e capii che doveva davvero essere molto, molto eccitata. Il gioco
l'aveva fatta bagnare per davvero... e i suoi capezzoli spingevano
in modo evidente sul top privo di reggiseno. Infilai una mano sotto
il top e una sotto i fusò... Sotto il top trovai due seni sodi, che
riempivano a fatica il palmo della mano, dall'aureola abbastanza
piccola e con il capezzolo sporgente come un proiettile. Turgido e
flessibile fra le mie dita. Sotto, invece, sentii un calore intenso,
oltre le mie aspettative, e le grandi labbra che avvolgevano il
tanga sottilissimo ormai arricciato; sentii le grandi labbra bagnate
come dalla saliva, quasi grondanti, e il tessuto del tanga stesso,
arricciato fra le pieghe della sua carne, completamente zuppo di
piacere. Iniziai a masturbare il clitoride mentre titillavo il
capezzolo con isistenza... elena si sdraiò supina sul divanetto,
aprendo le cosce e lasciando che i suoi fusò scorressero leggermente
verso il ginocchio, lasciando il pube finemente rasato a striscia
completamente in vista. Sentivo pompare l'uccello come non mi era
mai capitato, e l'idea che Jessica ci stava guardando impotente mi
eccitava terribilmente. Era una spettatrice d'eccezione, che ancora
non aveva neppure ricevuto l'autorizzazione per masturbarsi mentre
ci guardava. Ma sapevo che Elena avrebbe ubbidito ad ogni mia
richiesta ormai, e così dissi a Jessica: "Spogliati per noi e
lasciati andare... ma senza unirti a noi!".
Elena fu sorpresa dalla mia richiesta ma acconsentì eccitatissima,
godedosi assieme a me lo spettacolo.
Eravamo entrambi sdraiati supini sul divano, con la schiena
leggermente appoggiata allo schienale. Io ero nudo, solo con i boxer
ancora calati fino alle caviglie. Elena aveva il top completamente
sollevato sopra i seni, senza più i fusò e con il tanga filiforme
scostato su un lato del pube. La mia mano scivolava sulla pancia di
Elena, fino ad affondare fra le grandi labbra... ma senza
penetrarla, mentre lei teneva il mio pene in mano cercando di
stringerlo completamente fra le dita, senza che il gonfiore glie lo
permettesse. Jessica iniziò a spogliarsi guardandomi lungo tutta la
lunghezza del mio corpo... iniziò ad ancheggiare lievemente, mentre
si infilava una mano sotto la sua maglietta, e nel mentre mi
guardava... sentivo il suo sguardo scorrere sui miei pettorali,
lungo le spalle larghe, il torace che sussultava dal piacere e lì
sotto... indugiando lo sguardo sul mio cazzo stretto fra le dita
della sua amica. Si stava toccando il seno, stimolandosi lievemente
i capezzoli già duri, e sfregandosi con l'altra mano i jeans
all'altezza del pube. Mi guardava insistementente e capii che stava
immaginado di essere lei, ora, al posto di Elena a stringere
avidamente il membro fra le sua mani. Continuò per qualche secondo a
massaggiarsi il seno, poi si tolse la maglietta con un gesto rapido.
I suoi seni prosperosi, almeno una quarta, sobbalzarono nel
movimento. Il mio pene ebbe un sussulto che Elena avvertì. Jessica
aveva due seni grossi, ritti, e con le due aureole molto ampie e
rosee. Ma con i capezzoli molto grossi e turgidi. Da venir voglia di
leccarli voracemente, succhiandoli assieme a quanta più tetta fosse
possibile tenere in bocca... Nel frattempo Jessica si slaccia
lentamente i jeans, e mostra gli slip di pizzo nero che confondono
il pelo chiaro del suo pube. Non ne sono ancora certo, ma non mi
sembra sia rasata così tanto come Elena... sono voglioso di
scoprirlo, ma lei mi fa attendere. Elena credo che abbia capito
quanto la sua amichetta mi stia eccitando. Forse, in questo momento,
anche più della sua calda mano sul mio pene. Intanto Jessica si è
sfilata completamente i pantaloni ed è rimasta solo con gli slip
addosso. "Jessica! Vieni qui, ora" sentenziò Elena con tono deciso.
Mi girai a guardarla e vidi che aveva in mente qualcosa per
distrarmi da quello spettacolino niente male, che la sua amica era
riuscita ad imbastire con tanta malizia per me. Annuii, e Jessica si
avvicinò a noi, fermandosi in piedi davanti ad Elena.
La bella moretta divaricò le gambe, scostando la mia mano che stava
ancora accarezzandola lievemente sul basso ventre, e guardò fissa
negli occhi Jessica. Che capì. Si chinò con qualche incertezza fra
le ginocchia di Elena e iniziò a leccare con dolcezza e attenzione
le grandi labbra della sua amica. Avevo il cazzo che pulsava come un
cuore impazzito, e mai come adesso avrei voluto la mano di una delle
due su di lui. Ma Elena era rapita dalle leccate sempre più
insistenti e in profondità di Jessica, e Jessica stessa ci aveva
preso troppo gusto per distrarsi in quel momento. Così mi alzai e mi
misi a cavalcioni su Elena, che mi aspettava a bocca spalancata,
accogliendo il cazzo che bramava assaporare da tutta la sera e di
cui appena pochi minuti fa aveva assaporato solo il sapore. Ora lo
sentiva scivolare in bocca, morbido fra le labbra e duro sulla gola.
Adorava sentirne il sapore e goderne delle rugose asperità sulle sue
labbra carnose. Tanto più che più in basso, fra le sue cosce davvero
ribollenti, c'era Jessica che si stava dando da fare alla grande,
stimolandole il clitoride nel punto e nel modo più eccitante per
Elena. Era la prima volta che le due amiche si ritrovavano a fare
sesso insieme. Ma Jessica aveva capito subito come far godere
l'amichetta vogliosa, la sapeva leccare come nessuno... Jessica
voleva farla gridare di piacere... e con il mio cazzo che la stava
letteralmente scopando in bocca, Elena riusciva a malapena a
mugulare... Emetteva suoni sempre più gutturali, sembravano
provenire quasi dal profondo della sua fica, e io la pompavo sempre
con più forza...
Elena ebbe un enorme orgasmo, che le fece stringere il mio membro
fra le sue labbra così forte che quasi gemetti dal dolore. Ma il
piacere era tale che si fondeva in modo perfetto a quel piccolo
dolore provocato... e avrei voluto che non finisse mai. Elena venne
credo per mezzo minuto abbondante, gemendo sempre più forte e
afferrando le mie natiche e spingendo il mio cazzo sempre più a
fondo nella sua bocca. Poi, quasi esausta si ritrasse leggermente,
guardando Jessica che sollevava la testa fra le sue coscie
leccandosi le labbra ancora umide del suo umore. Elena era appena
venuta, ed era letteralmente in estasi in quel momento, Jessica
invece aveva ancora su le mutandine e dopo aver leccato la sua amica
fino all'orgasmo, ora voleva essere cavalcata come una vera
maiala... si sentiva maiala... e volva essere posseduta come la mia
troia.
Avevo ancora il cazzo grondante della saliva di Elena, arrossato e
duro come il marmo... ero così eccitato che me lo sarei leccato da
solo, se solo avessi potuto... Così mi avvicinai a Jessica e le
strappai letteralmente gli slip di dosso. Ero eccitato come un toro
da monta e Jessica non distoglieva lo sguardo dal mio uccello...
avevo capito che lo voleva... e tanto !
Si girò, divaricando appena le gambe e chinandosi a novanta gradi.
La presi alla pecorina, strusciando il pene fra le sue chiappe sode
e arrotondate... lei spingeva indietro il suo culo, quando il mio
uccello le sfiorava l'ano. Lo voleva tutto dentro, e lo voleva
adesso!
Ero ancora bagnato della saliva di Elena, e non ci volle molto per
spingere la prima parte della cappella all'interno del suo ano. Non
era la prima volta che lo prendeva evidentemente, anzi... il cazzo
entrò con relativa facilità, e dopo le prime spinte iniziò a
scorrere senza troppa resistenza nel buco del suo culo. Gemeva e
spingeva il sedere fin contro le mie palle... "Dentroooo.... lo
voglio dentroo.... spaccami, spaccami..."... Era diventata davvero
la mia troia! e questo mi faceva spingere con tale foga da spostare
persino il divanetto su cui eravamo appoggiati. Tanto era rimasta in
disparte e tranquilla prima, tanto ora voleva il cazzo e voleva
essere sbattuta. Elena ora l'aveva accettata, e voleva ringraziarla
del fantastico orgasmo che le aveva regalato, consentendole di
accogliere per prima la mia grossa banana rugosa. Sapeva che ce ne
sarebbe stato anche per lei... e già ci stava guardando
ricominciando a sfiorarsi capezzoli e clitoride...
La vedevo che si masturbava con leggerezza, mentre io sudavo
pompando il culo di Jessica. Spingevo dall'alto verso il basso,
cercando di spingere il cazzo da dentro il suo culo, contro la sua
fica... l'effetto fu tale che Jessica ebbe un piccolo orgasmo.
Allora lo tirai fuori e umido e sudato, glie lo infilai fra le sue
tette formose... iniziando a scoparla fra i seni. Vedevo la sua
carne morbida ondeggiare sotto i miei colpi ritmati e decisi di
darle qualche piccolo schiaffetto innocente sui capezzoli, per
mantenerla stimolata. Come se ce ne fosse bisogno! era fuori di sè
dal piacere, e la mano che le avevo appoggiato sul monte di venere
sentiva le sue contrazioni sempre più insistenti...
Continuai a scoparla fra le tette mentre carezzavo e schiaffeggiavo
lentamente il suo seno... ad ogni schiaffetto si mordeva leggermente
le labbra. Intanto Elena era tornata in sè, e ora voleva partecipare
ancora. Si avvinghiò a noi iniziando a strofinare la sua fica contro
le mie coscie e contro le braccia di Jessica, si dibatteva con
voluttosità irreferenabile, strofinandosi ormai per ogni dove. Me la
sbattè anche in faccia, ad un certo punto e io le diedi alcune
leccate profonde, sentendo che era di nuovo bagnata fradicia. Ci
avvinghiammo tutti e tre, in posizioni confuse e contorte, ed
iniziammo a leccare, baciare e stimolare con le dita capezzoli,
buchi del culo, labbra e fiche... Era una piccola orgia senza più
alcun freno inibitorio. Ricordo anche di aver sentito due dita di
una di loro infilarsi nel mio ano... e le lasciai fare perchè la
cosa in fondo, eccitato com'ero, non mi dispiaceva affatto. Ero così
eccitato, e lo dico senza vergognarmene, che nonostante fossi etero
convinto, in quel momento probabilmente avrei potuto anche
spompinare un uccello, se in mezzo a quel groviglio ce ne fosse
stato uno.
Forse una di loro percepì questo stato di eccitazione profonda, e mi
infilò due dita nel culo per farmi vivere un qualcosa di porco che
cercasse di andare oltre la situazione.
Apprezzai, e lasciai fare. Per qualche minuto ricordo che leccai la
fichetta bionda di Jessica senza sapere se le dita nel mio ano
fossero le sue o quelle di Elena, aggroviagliata al mio fianco che
mi leccava le palle.
Avevo il cazzo che non poteva più essere controllato... avevo
l'impressione che al posto del sangue, nelle vene rugose, scorresse
lo sperma... e che cercasse la via per uscire con uno spruzzo
trionfale dalla cappella. Sentivo che stavo per venire, allora mi
scostai e mi misi supino in mezzo a loro due. Me lo afferrarono
contendendoselo. C'erano le due mani di Elena e una di Jessica che
me lo stavano afferrando. Restava libera solo la cappella, che
faceva capolino proprio dalla mano di Jessica. Che fu la prima a
raggiungerla con le sue labbra. Subito dopo arrivò Elena, che iniziò
a baciare Jessica con in mezzo il pene eretto e pulsante. Allungai
entrambe le mani masturbando i capezzoli di entrambe, che mentre
leccavano la mia voglia, avevano iniziato ad agitare entrambe il
loro bacino, masturbandosi a loro volta il clitoride.
Sentii il flusso della sborra schizzare caldo e alto sopra le loro
faccie, e fra le loro labbra. Continuarono a baciarsi mescolando la
loro saliva con il mio sperma, mentre io urlavo come un vero animale
il mio piacere. Quando venni del tutto, ed si contesero l'ultima
goccia del mio piacere, si avvinghiarono a me, ancora fameliche.
Volli premiarle masturbandole ferocemente con una mano ciscuna.
Vennero ancora per la seconda volta, quasi all'unisono, poi restammo
abbracciati per minuti e minuti... si addormentarono sulle mie
spalle, e io stesso chiusi gli occhi per qualche minuto. Albeggiava,
ed era arrivato il momento di liberare l'ufficio e tornare a casa.
Il giorno dopo non sarei andato al lavoro. E di sicuro neppure loro
due sarebbero andate a seguire lezione all'università (erano due
fuori corso di 27 anni).
Quella sera dormirono entrambe a casa mia. Dormimmo davvero e basta,
perchè eravamo tutti e tre davvero sfiniti dal piacere. Ci
svegliammo verso l'una di pomeriggio, e facemmo colazione insieme.
Mi invitarono per quella stessa sera a casa loro, dove condividevano
un piccolo appartamento in zona centrale. E ci andai. Scopammo
ancora tanto, questa volta dedicando il mio uccello quasi
esclusivamente alle loro due fichette accoglienti. Fu molto bello,
ma non fu come quella prima sera inaspettata. Scoprii col tempo che
Jessica non aveva mai fatto sesso con un'altra donna, e che anche
Elena, pur avendo baciato un'amica tanto tempo fa, non si era mai
spinta fino a farsela leccare da nessuna.
Da quella sera, invece, divennero scatenate fra di loro, e per tutto
i due mesi abbondanti che le frequentai, assistetti a giochi erotici
improvvisati molto, molto piacevoli.
Le persi di vista nel periodo estivo, e nonostante al rientro dalle
ferie mi cercassero con insistenza, decisi di non organizzare più
incontri. Al mare avevo conosciuto una donna splendida, a cui volevo
dedicare tutte le mie attenzioni, e non ci sarebbe stato spazio per
nessun altra. Poi il tempo, cambiò alcune cose...
10
2
17 years ago
erotic3mind255232,
36
Last visit: 4 years ago
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La prima volta
Per tutto il viaggio in treno fantasticai su come sarebbero andate le cose.
Quando tra la gente , in quella stazione di una citta' straniera a me sconosciuta , la riconobbi..........lei , che sarebbe stata la donna della mia vita , la madre dei miei figli ...........brillava di luce propria come una stella.
L'abbraccio fu lungo e intenso , il bacio ci fece perdere la cognizione del tempo e dello spazio .............L'AMORE.
Sensazioni bellissime e difficili da raccontare , che solo chi e' innamorato puo' capire..........
A piedi verso casa sua , ci mettemmo un'attimo....
Un caffe' , la borsa sistemata nella camera dei suoi.....Ogni cosa fatta tra un bacio e l'altro fino a finire sul lettone eccitati fino a tremare dal desiderio........
Le sollevai il vestitino estivo leggerissimo , sotto .....niente solo un pelo folto e morbido impensabile ad una ragazza cosi piccola e magra.......... bagnatissima.
La penetrai con dolcezza mentre mi sussurrava di fare attenzione......
I raggi del sole entravano dalle persiane ad illuminarle il viso , la girai alla pecorina e finalmente ebbi l' occasione di guardarle il culo in tutta la sua rotondita'.......perfetto .
La chiavai fino a farla gridare di piacere , la sfinii e quando venni la scopai ancora senza intervallo........Senza sosta per ore.....
Fu bellissimo e lo e' ancora dopo 10 ANNI.............
Grazie amore.
8
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Il massaggio sensuale
Ho 35 anni e per realizzare un gioco simile che vi racconterò, frequento un poliambulatorio.
Ho messo un annuncio su desiderya, dove molte coppie mi hanno contattato, e dove ogni tanto si scambiano idee e sogni.In uno di queste ho conosciuto il lui di una coppia che voleva un incontro con un singolo massaggiatore. Non potendo sfruttare un degno ambulatorio professionale, ho detto al marito che avrebbe potuto mandare la moglie al poliambulantorio dove mi sono attrezzato per fare dei massaggi rilassanti.
La mia idea lo ha subito entusiasmato ed è venuto da me per conoscermi, per vedere se il luogo poteva essere adatto e soprattutto per rendersi conto in quale mani stava affidando la moglie. Contento per aver trovato quel che cercava e dopo avermi avvisato che non sapeva come si sarebbe comportata la moglie ma curioso di quel che lei avrebbe potuto fare le ha dato il mio numero di telefono per prendere appuntamento.Dopo un paio di giorni la signora mi ha chiamato dicendomi che aveva dei dolorini alla schiena e aveva bisogno di una visita e di un massaggio, dopo averle spiegato che mi dilettavo in massaggi per arrotondare (ovviamente era un scusa) e che oramai ero diventato esperto pur non essendo né fisioterapista né ortopedico abbiamo fissato un primo massaggio di prova.
Prima dell'incontro il marito mi ha telefonato più volte per suggerirmi i punti più sensibili della moglie e per consigliarmi di assumere un atteggiamento professionale ma anche di farle complimenti e allusioni per infonderle un certo dubbio...
Il giorno prefissato la signora si è presentata da me vestita in modo elegante, abbiamo parlato qualche minuto, lei mi ha spiegato i suoi problemi ed io le ho illustrato il tipo di massaggio che le avrei fatto.
L'ambiente si presta molto e poi dopo aver acceso qualche candela e messo su un po' di musica soft lei si è spogliata e abbiamo iniziato il massaggio...si è subito rilassata e man mano che procedevamo vedevo che gradiva sempre più...
Durante il massaggio arrivavo ad accarezzarle il sedere e poi tornavo su verso le spalle come se nulla fosse aumentando il dubbio nella sua mente ma comportandomi sempre in maniera professionale...le chiedevo che sensazioni provava...e se lei prima mi rispondeva che si sentiva rilassata poi man mano che procedevo toccando zone un po' più erogene mi rispondeva con dei mugolii...che avevano il potere di eccitarmi...
Durante il massaggio indossavo una tutina leggera in modo che una volta eccitato lei potesse accorgersene, e questo accadeva regolarmente, perché lei era schiena all'aria sul lettino e io mi posizionavo dal lato della testa per poter accarezzare meglio il suo splendido corpo ed era inevitabile che le sue mani venissero a contatto con la mia erezione ogni qual volta io mi spostassi...a volte indugiavo in quella posizione per farle avvertire chiaramente il mio turgore, altre volte mi soffermavo appena in modo che lei avesse sempre il dubbio se la manovra fosse casuale o meno... ogni tanto quando mi allungavo nel massaggio partendo dalle spalle e arrivando al sedere la mia erezione sbatteva sui suoi capelli....poi cambiavo posizione per allentare un po' la tensione e per rendere più divertente e incerto il gioco...la nostra conversazione ora più professionale ora più maliziosa serviva per rendere l'atmosfera rilassata ma sempre più rovente... finché posizionandomi nella posizione critica dal lato della testa e massaggiandola fino all'attaccatura del gluteo non ho avvertito che lei alzava la testa e con la bocca aperta cercava di mordermelo, baciarmelo, non potete capire l'eccitazione a che grado poteva essere arrivata, una cosa pazzesca.
A quel punto ha cercato con le mani di abbassarmi la tuta per
verificare se quello che sentiva era tutto vero...Mi ha fatto i complimenti dicendo che era la prima volta che gliene capitava uno così grande... aveva detto queste parole con una grande malizia come a farmi capire che non era la prima volta che giocava con una persona che non era il marito... Sentirla parlare in questo modo riusciva ad eccitarmi più di quanto credessi possibile e nel frattempo pensavo a quanto era fortunato il marito ad avere una moglie simile... Una volta tirato fuori non ha esitato ad assaggiarlo....sembrava famelica lo voleva sempre di più ed era talmente ingorda che resistere mi è costata una grande fatica....mi sembrava il minimo ricambiarle il favore anche perché, diciamocelo, leccare la sua fichetta era un'esperienza eccezionale...molto ben curata con una striscia di peli al centro...davvero deliziosa...e la signora non ha tardato molto a dimostrarmi che gradiva il trattamento finché non mi detto di montarla e di farla sentire come una vera troia...non volevo credere alle mie orecchie...sapeva come stimolarmi la signora ...sembrava che tutto il mio sangue fosse confluito su un unico punto...il mio cazzo, che infilato a fatica in un profilattico, non tardavo a infilare nel caldo ed accogliente rifugio che mi era stato spalancato davanti... le parole di incitamento erano sempre crescenti, ci stimolavamo a vicenda era quasi una gara a chi riusciva a stimolare di più la mente dell'altro... le ho detto di pensare al marito...lei mi diceva che era un cornuto e io le dicevo di pensare che lui fosse li a guardarsi e di rivolgersi a lui per mostrargli quanto fosse troia...è stata un'esperienza bellissima che si è
ripetuta diverse volte, ovviamente il marito non mancava mai di farsi raccontare da me quello che era successo, visto che la moglie all'inizio non gli aveva raccontato tutto ma solo una parte...poi pian piano spinta anche da me lei gli ha raccontato tutto capendo, forse, che eravamo d'accordo...
A quel punto ho suggerito al marito di venire anche lui e nascondersi al prossimo massaggio che ormai durava solo 5 minuti, visto che la signora preferiva un altro tipo di stimolazione... Così abbiamo fatto e quando siamo arrivati al punto in cui le dicevo di immaginare che il marito la guardasse e lei iniziava a rivolgersi a lui ecco che è spuntato fuori... e dopo averla incoraggiata l'atmosfera si è fatta incandescente con lui che si masturbava e noi che avevamo preso un ritmo folle per finire in un crescendo di piacere davvero incredibile....
Sinceramente non so se lui si è eccitato di più a guardare o dopo a partecipare ma è stata una bellissima esperienza che ho avuto modo di ripetere con persone diverse ma sempre molto eccitante, addirittura con una di queste signore uscivo a cena e poi andavamo a fare sesso in luoghi insoliti chiamando il marito 4-5 volte durante la serata per raccontargli tutto...e lui aspettava a casa il ritorno della mogliettina per farsi raccontare tutto da lei...ma questa è un'altra storia...alla prossima...
Se qualche marito volesse proporre alla sua mogliettina un massaggio o qualche altra situazione particolare può scrivermi a [email protected]
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4
17 years ago
estasi1pura,
40
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Storie di una travestita 2
Era il mese di aprile quando leggo la posta e mi arriva l’e mail di salvo un ragazzo trapani molto dotato, bel fisico sui 30 anni, moro amante del nudismo, che mi proponeva di incontrarci per conoscerci. La cosa mi incuriosiva molto, ma nello stesso tempo ero preoccupata per la sua dotazione, il suo cazzo enorme mi intimoriva, non avevo ancora preso misure eclatanti prima di quell’incontro, ma alla fine mi sono fatta forza e ci siamo dati appuntamento.
Mi è venuto a prendere e mi ha portata a casa sua, dove li mi sono preparata, vestita e truccata da donna, e sono andata nella sua stanza lui era davanti il pc in boxer, sono entrata e lui mi ha osservata per bene,gli piacevo,e dopo avermi fatto girare su me stessa tira fuori il suo bel cazzone che tanto mi preoccupava, ma l’eccitazione era molta che ho cominciato a succhiarlo con avidità cercando di farlo entrare il + possibile in bocca e non lasciare che la mia lingua si facesse sfuggire nessun angolo,mmmmmm ricordo ancora il suo sapore di vero maschio,e ricordo anche che poche volte ho succhiato un cazzo realmente duro come quei 23cm.
Lui mi sentiva ancora tesa perché io gli avevo fatto presente la mia preoccupazione, quindi per smorzare la cosa mi fa sedere sulle sue gambe con il cazzo poggiato sul mio culo, e guardavamo insieme su internet i suoi contatti, quando viene contattato da una ragazza straniera a cui lui dice che è con la sua fidanzata che sta scopando. Salvo accende la cam e la ragazza vede me con lui , la cosa mi eccitava molto quindi ho preso in mano e ho ricominciato a spompinarlo in modo che lei poteva guardarci ed eccitarsi, non ho smesso di leccarlo per un po’ fin quando lui non scelse di farmi sdraiare a pancia in giù sul divano, ero molto eccitata che non pensavo + alla sua dotazione, fino al momento in cui mi stava penetrando a poco a poco…..
Sentivo il mio buco del culo dilatarsi sempre di + fin quando non lo sentito tutto dentro, mi faceva male si, ma sapevo che era solo una cosa momentanea ed io lo desideravo troppo dentro di me, ha cominciato a scoparmi sempre con + ritmo, e sentivo il suo entrare ed uscire come mai lo avevo sentito prima, sicuramente perché il mio buco era stretto per quelle dimensioni, e mi sentivo proprio sfondata da quel bel arnese, che ogni tanto nei colpi secchi mi faceva male…..di piacere.
Abbiamo scopato in diverse posizioni ma la mia preferita io distesa a pancia in su con le gambe in aria e lui sdraiato su di me, lo sentito entrare come se volesse arrivarmi in gola, e sentivo i suo ciglioni sbattere nel mio culo, credevo di morire in quell’istante i suo pene sembrava attraversasse tutto il corpo, ma sempre l’eccitazione prese il sopravvento e non volevo fermarlo.
Lo sentito venire e godere dentro di me il suo seme che si univa alla mia eccitazione visto che ero tutta bagnata nel di dietro…….
Non dimenticherò mai quell’avventura, anche perché è stata quella che mi ha fatto impazzire per le misure eccessive per il mio culo, ma che sicuramente non abbandonerò
12
2
17 years ago
bribri83tp,
30
Last visit: 4 years ago
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Ripetizioni
All’ epoca avevo 23 anni, ero già sposata ma ancora senza lavoro, quindi per arrotondare avendo appena finito gli studi decido di dare qualche ripetizione, non che fossi particolarmente brava ma per dare una mano ad uno studente che non ha solo voglia bastava.
Un bel giorno mi chiama una signora che mi dice di aver avuto il numero da una sua amica dalla quale aveva saputo che io volevo dare ripetizioni, spiegandomi che il figlio che frequenta la terza liceo non ha voglia di studiare per cui va seguito, ci accordiamo sul mio compenso e sull’ orario: una volta la settimana il mercoledì pomeriggio dalle due alle quattro.
Come da accordi mi presento il mercoledì successivo, mi apre una signora sulla cinquantina ma davvero molto bella e distinta, mi fa accomodare in cucina e mi offre un caffè: accetto volentieri, sono un briciolo tesa in fondo è il primo giorno di lavoro.
Parliamo per una quindicina di minuti del più e del meno sorseggiando il nostro caffè, ad un certo punto mi dice: “ adesso devo andare al lavoro ti chiamo mio figlio”.
Arriva un bel ragazzo di 16 anni alto , capelli biondi, occhi marroni con riflessi dorati....insomma niente male a dire il vero: l’ ho subito pensato , comunque si presenta con molta educazione e gentilezza, io gli dico: “diamoci pure del tu: piacere Alessia”.
La madre ci fa accomodare al tavolo del salotto poi ci saluta ed esce raccomandando al figlio di studiare...altrimenti.....
Restiamo soli inizio chiedendogli cosa deve preparare per l’ indomani lui mi dice storia, bene iniziamo a leggere e poi mi ripeti magari prendendo qualche appunto su dei fogli per ricordarci meglio...
Voglio precisare che io mi ero preparata tutta carina per fare bella impressione: un vestito nero con gonna sopra il ginocchio e giacca, sotto una camicetta bianca coi primi bottoni slacciati, collant neri e scarpe nere con discreto tacco ma non troppo sfacciato di otto centimetri; direi che non ero affatto male.
Lui aveva indosso una tuta sportiva che evidentemente usava in casa con sotto una magliettina bianca anonima ma nell’ insieme stava bene.
Mi guardava con una certa insistenza e noto che chinato sui libri ogni tanto gira lo sguardo in basso verso le mie gambe.....sedendomi la gonna era salita e si vedevano bene le mie cosce....velate dal collant.
Passano alcuni minuti, ad un certo punto cade la matita e lui si accovaccia a raccoglierla vedo che indugia....si risolleva...dopo pochi minuti ricade e lui di nuovo, allora gli chiedo se ha trovato ciò che cercava....lui imbarazzatissimo si alza dritto sulla sedia e per quel giorno la matita non cade più......
Passano alcune settimane così ed entriamo sempre più in confidenza ormai è un classico che almeno la matita cada a terra un paio di volte d’ altro canto io per quelle lezioni mi metto sempre la gonna o vestiti coi collant, taluni giorni quando cade scavallo le gambe: la cosa mi diverte e mi piace soprattutto quando vedo le sue reazioni fisiche: attraverso la tuta si intravede un certo gonfiore!
La cosa che mi piaceva davvero era immaginare che quando io andavo via lui sarebbe andato in bagno a farsi una sega immaginando di fare con me chissà quali porcate!! Questo pensiero mi faceva morire di piacere ma tutto finiva lì.
Un bel giorno mentre stavo preparandomi per andare mi trovo in camera mia di fronte all’ armadio: “cosa mi metto oggi?” insomma la solita domanda di noi donne....guardo e vedo una bella gonnellina corta a tubino che non mettevo da un pò, di quelle che quando ti siedi pur essendo lunghe scavallando le gambe diventano inguinali...., sotto decido per un paio di autoreggenti di pizzo con la riga rigorosamente nere: a questo giro mi sarei divertita a farlo impazzire......
Ci sediamo come al solito al tavolo del salotto uno affianco all’ altra......come al solito cade la matita e io allargo un pò le gambe quel tanto che basta per fargli vedere che avevo le autoreggenti e il perizoma nero....si alza di scatto paonazzo in viso...direi che aveva visto tutto.....è soprattutto aveva avuto un’ evidente erezione....io ero molto divertita dalla cosa....; passano una decina di minuti e cade l’ intero portapenne (lui mi ha detto per distrazione: non ci ho mai creduto), gli chiedo: “vuoi una mano?” “no no grazie” risponde lui, e vorrei ben vedere l’ hai fatto apposta per guardarmi le gambe penso io! Sta di fatto che questa volta per raccogliere tutto si accovaccia sotto il tavolo io lo guardavo facendo finta di non accorgermi e ho aperto più volte le gambe sentendo il suo sguardo su di me, sentivo che era vicino e volevo fargli gustare la vista per bene di fronte e di profilo! Il tutto è durato quasi dieci minuti non si rialzava più sentivo anche che mi stavo bagnando.
Lui si rialza rossissimo in volto e io che ormai ero eccitatissima gli dico con voce autoritaria:
“ allora vogliamo studiare o no oggi! in mezz’ ora non abbiamo ancora fatto nulla se non hai voglia tanto vale che al posto di questo libro guardiamo un giornalino porno!”
Detta questa frase vedo che strabuzza gli occhi mi dice: “va bene!”
Io ormai avevo preso la parte e un pò per l’ eccitazione un pò per puntiglio ho acconsentito.
Lui arriva con tre giornaletti di cui non ricordo il nome se non del famoso “leore” (che magari non esiste neanche più) si mette seduto praticamente attaccato a me e iniziamo a sfogliare il primo giornale che assieme alle foto riportava anche una parte di storia a spiegazione .....ci mettiamo tra tutti e due a commentarle e ridiamo a volte di alcune posizioni strane (insomma di quelle che riescono solo a dei professionisti del porno) anche per sciogliere la tensione, lui allora fa scivolare la mano sinistra in basso e inavvertitamente (come no!) inizia a sfiorarmi la coscia e a toccarmi la calza; ad un certo punto gira la pagina e vediamo la foto-storia di una ragazza che mi assomigliava abbastanza (secondo me anche questa cosa era preparata appositamente, lui lo sapeva!) che riceve due idraulici e lei si fa scopare da tutti e due....Ovviamente su questa si sofferma di più e mi fa notare che la ragazza mi somiglia, mi dice: “hai visto che porca? somiglia a te!guarda come lo prende in bocca e nel culo da due sconosciuti...che troia!”
Io ormai ero bagnatissima e gli rispondo: “è vero mi somiglia! Magari sono proprio io tu che ne sai?!”
Senza ulteriori indugi gli ho posato la mano sul cazzo che era di marmo..lui si è girato verso di me mi ha baciata e messo la mano tra le cosce, mi toccava le gambe e su fino al perizoma dove sentiva la mia figa bagnata mi dice: “ sei vestita come una troia! E hai le mutande bagnate..!come sei porca!”
Allora io gli tiro fuori il cazzo dalla tuta, era un bel cazzo nella norma di lunghezza ma molto spesso,e inizio a fargli un pompino....glielo lecco tutto fino alle palle e soffermandomi sulla cappella.....ormai non avevo più freni volevo farmi scopare come una troia....dopo qualche minuto mollo il cazzo lui mi bacia con foga dicendomi che so di cazzo.....mi mette a gambe larghe senza spogliarmi sul tavolo scosta il perizoma e inizia a leccarmi la figa giù fino al culo, mi sputa sopra e spalma lo sputo con la mano , poi tira fuori dal portapenne una di quelle biro grosse a 10 colori e me la infila in figa, sembrava proprio un cazzo e inizia a scoparmi così per un pò mentre mi lecca il buco del culo.....io ero in estasi e gli dico: “ dai ficcamela in culo!” lui vista anche la sua giovane età non si aspettava che io fossi così porca comunque senza troppi indugi mi infila la biro in culo e poi mi inizia ad infilare il suo cazzo: sono tutta piena proprio come piace a me!Il suo cazzo entra con facilità sono un brodo unico mi stantufa così per alcuni minuti io guido il suo ritmo e gli dico di fermarsi per sentirlo tutto dentro mi infila le mani sotto la camicetta e mi stringe i capezzoli che sono durissimi. Gli dico di togliersi e di sedersi sulla sedia mi sfilo la biro dal culo e mi metto a cavalcioni su di lui baciandolo con la lingua mentre mi strucio sul suo cazzo gli chiedo: “mi vuoi inculare?” con un filo di voce mi risponde di si allora prendo il suo cazzo in mano e lo guido nel culo sedendomi sopra di lui, è largo e all’ inizio mi fa un pò male ma lo accolgo tutto lui mi tocca le gambe gli piacciono proprio le mie calze il contatto con la seta.....ci baciamo ancora....io sono ferma su di lui col suo cazzo in culo ma tanto basta.....mi dice che deve venire non resiste più.....io gli rispondo: “riempimi il culo di sborra calda!” e lui: “Si! Sei una troia!”
Mi ha veramente inondato non finiva più di sborrare.....quando ha finito sono rimasta ancora alcuni minuti su di lui baciandolo....mi piace sentire il cazzo che si sfloscia mentre è ancora nel mio culo.
Poi mi sono alzata colavo da tutte le parti e il suo cazzo era sporco, così l’ ho portato in bagno e fatto sedere sul bidè e gli ho pulito per bene il cazzo insaponandolo con la mano quasi a fargli una sega.....poi mi sono fatta pulire io da lui il culo e la figa...con molta delicatezza.
Era già tardi per cui abbiamo finito la lezione ma gli straordinari me li aveva già pagati in natura!
Arrivata a casa mio marito mi ha chiesto come mai ero in ritardo e gli ho risposto che il ragazzo a cui davo ripetizioni non voleva studiare per cui ho fato tardi, senza aggiungere altro mi sono inginocchiata di fronte a lui, che era seduto in poltrona, e gli ho fatto un super pompino con ingoio...mi sentivo davvero una gran porca.......
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17
17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Le mie schiave
un paio di anni fa mi trovavo per lavoro in un paese dell'est,visto che dovevo trattenermi per molto tempo trovai una casa in affitto,e assunsi una cameriera giovane e carina a tempo pieno.non conoscevo ancora il mondo s/m incominciai con la mia cameriera con piccoli ordini,come si doveva vestire,cosa doveva fare,ecc.ecc..un giorno le feci una proposta,di diventare oltre la mi cameriera anche il mio giocattolo personale.le cosec andavano da dio oltre a tenermi pelita la casa mi scaricava tutte le tensioni del lavoro,un giorno le ordinai di trovarmi un'amica per fare un gioco a tre,un paio di giorni dopo ritornando dal lavoro vidi che era in compagnia di una amica mi disse che era il regalo al suo padrone,le cose andavano benissimo,tutte le sere che rientravo avevo la scelta.dopo alquni mesi mi presentò un'altra amica sempre molto carina,e icominciammo un gioco a quatro,il problema nacque quando dovevo scegliere era difficile perche erano tutte tre molto belle.allora mi venne un idea di farle gareggiare una volta al mese.gli preparavo delle prove abbastanza dure:1)il sollevamento pesi(attaccavo ai capezzoli delle mollette con dei pesi e calcolavo il tempo che resistevano)2)le dilatazioni(con grssi falli inseriti sia davanti che dietro)3)la resistenza al freddo(completamente nude le mettevo a sedere furi dal balcone e cronometravo il tempo).alla fine chi vinceva dormiva col padrone,la seconda poteva essere invitata,la terza per l'intero mese doveva ricevere tutte le punizioni che le infliggevo senza mai lamentarsi.
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3
17 years ago
DIAVOLO6660,
41
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Ai tempi della scuola…
Avevo 17 anni e uscivo con un mio compagno di scuola da poco arrivato a Bari da Milano… era molto carino e riscuoteva grande successo tra tutte noi ragazze.
Era da pochi giorni che ci vedevamo, ma tra noi c’era una grandissima attrazione fisica e sessuale.
Un pomeriggio, dato che i suoi erano partiti, mi invitò a casa sua.
Mi venne ad aprire lui. Era in accappatoio, leggermente slegato e potevo intravedere il suo pene.
Sul tavolino c’era una bottiglia di whisky e me ne offrì. Io a quei tempi non reggevo bene l’alcool, ma accettai anche per non fare la figura della bambina. Con la musica in sottofondo bevemmo ancora del whisky… io mi sentivo pervadere da un fuoco, non ci ero abituata e sentivo la bocca bruciarmi e la testa annebbiata.
A quel punto lui si avvicinò e cominciò a baciarmi ed accarezzarmi, iniziando a spogliarmi.
Chiaramente non opposi resistenza, sia perché non era la prima volta che lo facevamo sia perché mi sentivo trasportata dall’alcool bevuto. Mentre lo baciavo, lo spogliai dell’accappatoio. Presi il suo pene e me lo infilai tra le gambe, strofinandolo sulle mutandine che avevo ancora addosso. Un calore non indifferente s’irradiava lungo tutto il mio corpo. Lui intrufolò le sue calde mani sui miei fianchi per poi risalire, accarezzandomi. Lui steso sotto ed io sopra, continuammo a pomiciare. Gli leccavo il torace e scendevo verso la pancia ed il suo pene.
All’improvviso suonarono alla porta. Io andai nella stanza da letto per nascondermi mentre lui apriva.
Sentii delle voci maschili che salutavano. Poi la porta si aprì e mi ritrovai davanti due suoi amici che conoscevo di vista. Ero imbarazzata e cercavo di coprirmi come potevo.
Loro mi guardavano sorridendo e allora capii come la cosa fosse organizzata e la loro visita non fosse casuale. La cosa, che avrebbe dovuto infastidirmi, forse per l’alcool o forse per l’eccitazione di trovarmi così nuda alla loro mercé, mi intrigò non poco.
Io ero sola, vagamente ubriaca, terribilmente eccitata. Non so cosa mi prese, ma improvvisamente mi rivolsi verso di loro chiedendo cosa provassero a stare davanti a me nuda e se fosse la prima volta che si trovavano in una situazione simile.
Nonostante fossero in tre, credo che fossero alquanto imbarazzati e non sapessero bene cosa fare. Avevano organizzato la cosa, l’avevano probabilmente sognata, ma forse non si aspettavano il mio comportamento così disinvolto.
Feci avvicinare i due ragazzi appena arrivati e dissi loro di spogliarsi e di stare fermi a guardare quello che stavamo facendo prima del loro arrivo. Dissi al mio ragazzo di stendersi sul letto e ricominciai da dove avevamo interrotto, leccandogli la pancia e prendendo poi in bocca il suo pene. Mi sentivo davvero bene e mi piaceva tantissimo il fatto di condurre il gioco e vedere i tre ragazzi come rapiti dal mio comportamento. I due ragazzi iniziarono a toccarsi ed erano visibilmente eccitati. Dissi loro di avvicinarsi e iniziai ad accarezzarli…. mi sentivo una dea dell’amore, con un cazzo tra le labbra e gli altri due tra le mani….
Non so cosa pensassero loro tre, ma dopo un po’ di esitazione si lasciarono andare anche loro, prendendoci gusto.
Quel pomeriggio fu davvero indimenticabile e soltanto alle otto e mezza passate, dopo innumerevoli orgasmi, ci salutammo felici e vagamente stupiti, io per prima, di quello che era successo.
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4
17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Storia di una travestita 1
Erano le nove del mattino, una giornata caldissima d’estate, mi ero appena alzata e dopo aver fatto una bella doccia rinfrescante ed aver messo il mio bikini mi sposto sul terrazzo per prendere un po’ di sole. Ad un certo punto suona il campanello, vado ad aprire senza preoccuparmi di chi sia, apro la porta e mi trovo davanti un uomo sulla trentina con una valigetta in mano, canotta bianca cappellino short e scarponcini sportivi, si è lui l’idraulico, dovevo sistemare la tubatura del bagno che perdeva da giorni, e non potevo di certo rovinare le mie unghia, e certamente non sapevo dove mettere le mani.
Lo lasciato lavorare , mentre sono tornata sul terrazzo a prendere il sole, quando ad un certo punto un grido provenire dal bagno, l’idraulico aveva fatto un bel danno, tutta l’acqua usciva a dirotto ininterrottamente allagando tutto il bagno.
Tutto era invaso dall’acqua e lui era inzuppato fradicio, la canotta bianca era diventata trasparente, si intravedeva il suo bel fisico sportivo, pettorali da urlo con altrettanto addominali. Gli passo una tovaglia per asciugarsi, mi chiede se può mettersi un po’ sul terrazzo ad asciugarsi prendendo il sole insieme a me….
Ovviamente non avendo nulla da obiettare lo faccio accomodare nella sdraio affianco alla mia, erano passati 5 minuti quando all’improvviso una mano mi percorre lungo le gambe, poi attraversa i mie glutei fin su la schiena, poi ritorna giù sui glutei, ma io non avevo il coraggio di fermarlo, e girandomi per osservarlo, mi accorgo che qualcosa esce dai suoi short, il cui ho intuito che non portava mutande e la cosa mi eccitava molto.
Mi fa girare e sedere sulla sdraio, fa cadere i sui short per liberare il suo bel cazzo, già duro e pronto per essere spompinato dalla mia bocca, ed essere sfiorato dalle mie labbra.
Aveva un buon sapore, e non mi sono fermata un secondo, mi piaceva leccarlo me sentire dentro tutto fino in gola, mentre lui con le sue mani lo spingeva tutto dentro la mia bocca, con i ciglioni che sbattevano sulle mie labbra. Poi mi fa distendere sulla sdraio e lui su di me, comincia a baciarmi appassionatamente, sentivo la sua lingua ovunque, non avevo il coraggio di fermarlo, soprattutto perché non volevo fermarlo, ma anche perché ero proprio passiva e sottomessa al suo volere.
Mi prende per le gambe e se le porta verso di lui, in modo da farmi attaccare con le gambe al suo bacino, mi mette due dita in bocca che io lecco con avidità, poi porta la mano verso il mio sedere e sento quelle dita umide scivolare sul mio buco del culo, in mo da lubrificarlo per bene….sentivo il mio buco fremere, aspettava lui che mi penetrava, cosa che da li a due secondi successe, è entrato inaspettatamente, tutto in un colpo era dentro, sentivo un male cane, ma superato dal piacere di averlo dentro sentirlo scivolare, entrava ed usciva ed io fremevo di piacere.
All’improvviso mi prende su di lui si alza, ma ancora e dentro di me, comincia a camminare ma senza smettere di scoparmi, sentivo le sue palle sbattere nelle mie chiappe, cerca qualcosa e noto che si dirige verso la mia camera, si china per poggiarmi sul letto esce per un istante e mi mette a pecora, di nuovo comincia a cavalcarmi come un vero maschio, io impazzivo dal piacere, era la scopata + bella della mia vita finalmente qualcuno che mi scopava a dovere, facendomi sentire una vera donna, e soprattutto non pensava soltanto al suo piacere ma anche al mio.
Mi sbatteva ancora con avidità, era passata un ora, un ora d’immenso piacere, che non aveva intenzione di finire, ad un cerco punto si ferma, esce dal mio buco mi fa mettere su un lato alzando una mia gamba e lui affiancato a me, lo sento rientrare sempre duro, mi stantuffava da urlo, mi sentivo bagnata fradicia, e scivolava che era un piacere enorme…..
Poi si mette davanti la mia bocca con il suo cazzo che entrava ed usciva, me lo sbatteva sulle labbra duro e turgido, se lo segava davanti i miei occhi mentre la mia lingua lo sfiorava, fino al momento in cui arriva al culmine del piacere schizzando ovunque la mia faccia lingua e labbra, mentre io con libidine leccavo tutto il suo seme soddisfatta di una bella scopata indimenticabile come quella.
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17 years ago
bribri83tp,
30
Last visit: 4 years ago
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Il singolo di desiderya
Riceviamo una mail e subito qualcosa ci colpi', forse per come era scritta o forse perche' ci sembrava la persona giusta. cosi dopo qualche scambio di mail decidiamo assieme a mio marito di contattarlo via telefono. La sua voce mi entusiasmo' aveva un modo di parlare sicuro e deciso e sapeva coniugare bene i verbi, dote non visto cio' che gira, ancora non me la sentivo di incontrarlo pero' gia' mi sentivo attratta da lui. Cosi ne parlai con mio marito e decidemmo per prenderci un caffe' con lui, per conoscerlo per vedere se dal vivo faceva lo stesso effetto del telefono.......E' stato travolgente ,non credevo di poter trovare una persona cosi su un sito.......... ora se volete sapere come e' andata guardate le mie foto, presto pubblichero' il racconto di quelle splendida serata passata insieme a lui ed a mio marito.
baci
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1
17 years ago
sexandfun260215,
34/34
Last visit: 16 years ago
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Trans, puttane, travesta , guardoni e coppie esibi
....CARISSIMI AMICI TUTTI , VI RACCONTO QUESTA STORIA VERA CHE SPERO VI PIACERA' PER COME E' SCRITTA E PER COME E' STATA VERAMENTE DA ME VISSUTA.
DOVETE SAPERE CHE IO SONO UN' AMANTE DELLA FIGA E DEL CAZZO IN EGUAL MISURA QUINDI, IL MASSIMO GODIMENTO, LO TRAGGO QUANDO IL DESTINO MI PORTA CON UNA COPPIA, ENTRAMBI BISEX.
SINCERAMENTE, IO, SENZA FALSA MODESTIA, SONO COSI' ECCITANTE VESTITO DA DONNA CHE ANCHE L' ETERO PIU' CONVINTO... UNA PALPATINA ME L'HA SEMPRE DATA .....COME MINIMO....
TRAVESTITA ....,DIVENTO UNA BELLA SIGNORA CALDA E LISCIA CON UN GRAN BEL CULO STRETTO STRETTO, E PER NIENTE SLABBRATO E VOLGARE. L'ABBIGLIAMENTO RICERCATO ED ELEGANTE CON TACCHI A SPILLO ALTISSIMI ,GUEPIERE, COLLANA, GONNA ,PERIZOMA ,CALZE PARRUCCA DI CAPELLI NERI E LUNGHI E TRUCCO BEN DATO, FANNO DI ME, UNA VERA FIGA IRRESISTIBILE ...(FINO AD ORA). L'UNICA COSA CHE NON VA IN ME E' SE UNO PENSA DI TROVARE UNA DONNA ATTIVA PER LUI. IO SONO UNA DONNA, E COME TALE... PASSIVA DEL TUTTO. MI PIACE CHE CON GARBO E DECISIONE ME LO SPINGANO IN BOCCA SENZA TANTE STORIE E DOMANDE SCOPANDOMI LA BOCCA CHE COME UNA CALDA E BAGNATA FICA INGHIOTTE TUTTO IL CAZZO 3 VOLTE AL SECONDO PRIMA CHE DIVENTINO COSI' DURI DA FARVI SOGNARE DI ENTRARMI NEL CULO PER MONTARMI IN TUTTE LE POSIZIONI E IN TUTTI I POSTI...IL MIO CULO.... BELLO ....STRETTO.... E CALDO.-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
UN GIORNO UNA COPPIA CHE AVEVO GIA' FREQUENTATO 4 ALTRE VOLTE , AMICI DI AMICHE COPPIE...CHE FREQUENTO REGOLARMENTE MI HA FATTO UN INVITO AD ANDARE A CASA LORO. IO COME AL SOLITO DOPO AVER SCAMBIATO QUALCHE TELEFONATA ED AVER AVUTO IL LORO INDIRIZZO MI SONO RECATO DA LORO VESTITO DA UOMO , HO INFILATO IL BAGNO, ED HO COMINCIATO A DIVENTARE JESSICA. LA LEI MI HA AIUTATO A VESTIRMI , MI HA TRUCCATO MI HA MESSO L'OMBRETTO SULLE CIGLIA, IL ROSSETTO SULLE LABBRA , LA CIPRIA , LA MATITA, LA TERRA SULLE MIE GUANCE PRIVE DI BARBA LISCE E PRONTA !!! SONO USCITA DAL BAGNO BELLISSIMA E FIGA COME SEMPRE!! P.S. HO PRESO IL PRIMO PREMIO IN UNA DISCOTECA DOVE A MIA INSAPUTA VOTAVANO L'UOMO PIU' FEMMINILE E AGGRAZIATO DELLA SALA SU 570 UOMINI PRESENTI.---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LUI VEDENDOMI VESTITA IN QUEL MODO COSI' SEXY HA SUBITO ALLUNGATO LA MANO SUL MIO CULETTO... SOTTO LA GONNA , E IO, DA BRAVA FEMMINA CHE NON TE LA DA SUBITO, HO SVINCOLATO SUBITO QUELLA PALPATA DAL MIO CORPO, CAMMINANDO SUI TACCHI CON GRANDE GRAZIA SULLE MIE BELLISSIME GAMBE VELATE E LUNGHE, SVENTOLANDO I LUNGHI CAPELLI DELLA PARRUCCA FRA LE MIE TETTE E LE MIE SPALLE . LUI AVEVA IN MENTE UN PROGETTO BEN PRECISO A MIA INSAPUTA MA NON SI POTEVA PIU' TENERE DALL'ECCITAZIONE CHE GLI CREAVO CON QUEL MIO SAPIENTE SCULETTARE DAVANTI A LUI MENTRE APPOSTA MI CHINAVO SENZA PIEGARE LE GINOCCHIA E DONANDOGLI LA VISTA DEL MIO BEL CULO QUASI NUDO E COPERTO SOLO DA QUEL FILO IMMERSO NELLE MIE CHIAPPE. LA LEI ...CHE CHIAMIAMO CARLA CON UN NOME INVENTATO MI SI AVVICINA E SAPENDO DI PORTARE LUI AL MASSIMO DEL GODIMENTO MI VENNE VICINO E BACIANDOMI CON GRAN PASSIONE DAVANTI A LUI...MI TOCCAVA IL CULO E LA FICA ALTERNANDO LE CAREZZE A PIZZICOTTI DOLOROSI MA ECCITANTI SUI MIEI CAPEZZOLI MENTRE IO FACEVO LO STESSO CON LEI.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DOPO IL BACIO LEI MI SUGGERISCE ALL'ORECCHIO DI UN' IDEA CHE I DUE AVEVANO MOLTO BEN ARCHITETTATO... A MIA INSAPUTA.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ANDIAMO A FARE UN GIRO IN AUTO SULLE STRADE FREQUENTATE DAI VIADOS E DALLE PUTTANE ...MI DICE. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
IO SINCERAMENTE SONO MOLTO ECCITATO DALL'IDEA MA NON SONO PER NIENTE DACCORDO. NON AMO QUESTE COSE E LORO LO SANNO. TUTTI LO SANNO. IL MIO ESSERE DONNA DA QUANDO ESCO DAL BAGNO A QUANDO RIESCO UNA VOLTA FINITI I GIOCHI ...NON COMPRENDONO L'ANDARE IN GIRO SOTTO UN'ALTRA VESTE ..... PER LA STRADA O IN MACCHINA. ...QUINDI RIFIUTO LA PROPOSTA E LORO PER NIENTE TURBATI NON DICONO NIENTE. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LUI MI SI AVVICINA VESTITO E MENTRE STO ANCORA BACIANDO LEI MI SI METTE DIETRO ATTACCANDO IL SUO CAZZO AL MIO CULO COPERTO DALLA GONNA E COMINCIANDO A MUOVERSI PER SIMULARE UN BALLO OSCENO . IO ECCITATO MUOVO IL CULO COME UNA VERA ATTRICE SU QUEL CAZZO SEMPRE PIU' DURO E SUBITO LE SUE MANI MI ENTRANO DA SOTTO LA GONNA PER FERMARSI SULLE MIE NATICHE NUDE. LEI ALLORA COMINCIA AD INFILARMI LA LINGUA IN GOLA IN MODO DA NON LASCIARMI SCAMPO E LUI CONTINUA A BALLARE STROFINANDO ADESSO IL SUO PANTALONE ARRAPATO SUL MIO CULO NUDO PROTETTO ORMAI DA UN TROPPO PICCOLO PERIZOMA.---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LEI, MI TIRA VERSO IL DIVANO CHE E' SOLO LI A DUE PASSI E IO INEBRIATO DALLA SUA LINGUA , DALLE SUE MANI CHE MI PALPANO IL CAZZO LE PALLE E IL CULO CHE MI STRIZZANO I CAPEZZOLI .... ECCITATO DAL CAZZO DI LUI CHE SENTO APPENA SOTTO DI QUALCHE MILLIMETRO DI TESSUTO DEL PANTALONE SPINGERE ....MA PUR SEMPRE RITROSO A CEDERE ALLA RUDE VIOLENZA DEL MASCHIO .
LEI SI STENDE SUL DIVANO ..IO LE APRO LE GAMBE CON FORZA E COME POCHI LE SUCCHIO IL SUO CLITORIDE INEBRIANTE COME UN VINO STAGIONATO ALTERNANDO LECCATE A PALPATE SAPIENTI SULLE GRANDI E PICCOLE LABBRA CHE POCO DOPO SUSSULTANO TREMANDO DALL'ALTISSIMO GODIMENTO CHE PROVOCO IN LEI. POCO DOPO LEI VIENE E POI VIENE ANCORA, RESPIRANDO SILENZIOSAMENTE MA AFFANNOSAMENTE LANCIANDO DAL SUO CORPO CONTINUI SPASMI DI DOLORE E PIACERE INSIEME CHE SONO GLI SPASMI DELL'ORGASMO VERA DROGA PER TUTTE LE DONNE AL MONDO . -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
INTANTO LUI SI E' ARMATO DI GEL ALL'ACQUA E MI HA SPALMATO IL CULO DI QUELLA CREMA FREDDA ...FACENDOMI INARCARE LA SCHIENA PER POTERMI ACCAREZZARE MEGLIO IL CULO.... COSI' IN FUORI E COSI' NUDO. POI FACENDOMI VEDERE DI AVER INFILATO UN GUANTO DA CHIRURGHI IN LATTICE LEGGERISSIMO... MI COMINCIA A TOCCARE IL CAZZO PROCURANDOMI UN INTENSISSIMO PIACERE ME LO MUOVE UN PO' POI VEDENDO CHE MI PIACE COMINCIA A SCULACCIARMI SEMPRE PIU' FORTE INSULTANDOMI CON LE PAROLACCE PIU' TREMENDE ALTERNANDO LA MANO LIBERA ALLA MANO CHE CONTINUA A TOCCARMI IL CAZZO, SU ENTRAMBE LE MIE CHIAPPE FACENDOMI GODERE DELLA PALPATA E ALLO STESSO TEMPO PROCURANDOMI QUEL LEGGERO FASTIDIO E DOLORE DI CUI NON NE PUOI FARE A MENO QUANDO L'HAI PROVATO UNA VOLTA NELLA VITA.---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ORA LE MANI DI LUI SONO SUL MIO CULO ROSSO E LO STANNO TITILLANDO CON LE DITA LUBRIFICATE MENTRE LA MIA LINGUA NON MOLLA LA FESSURA PLURI ORGASMICA DI LEI CHE ORMAI E' IN PREDA AD UN VERO SOLO E UNICO ORGASMO INTENSO E PROLUNGATO....LE MIE MANI SCIVOLANO DALLE SUE TETTE SUI SUOI CAPEZZOLI TURGIDI AL SUO CLITORIDE DURO, MENTRE OGNI TANTO ENTRO CON DUE DITA NELLA SUA FICA BAGNATA E LUBRIFICATA DALLA MIA SALIVA E DALLA MIA LINGUA PROCURANDOLE LEGGERISSIMI GRIDOLINI DI PIACERE CHE SENTO NEL PULSARE DELLA SUA FICA. DUE DITA DI LUI ENTRANO SENZA PERMESSO NEL MIO CULO ...FINO IN FONDO FACENDOMI EMETTERE UN MMMMGMGHHMHHMHHH E FACENDOMI ALZARE DA LLA MIA PRECEDENTE POSIZIONE MA LUI CI SA FARE E COMINCIA A SCOPARMI CON LE DITA OGNI TANTO ANDANDO CON L'ALTRA MANO SUL MIO CAZZO CHE SBALLONZOLA INUTILE E OGNI TANTO DANDOMI FORTI SCHIAFFI SULLE MIE NATICHE SENSIBILI...SCIAFFF SCIAFFF FTTTHH FHCCTTTHH GODO MOLTO E TUTTI DUE LO SANNO....TUTTI E DUE SANNO CHE SONO IN PERFETTA SINTONIA CON LORO....PER LA LORO ALTA PULIZIA...PER QUEL GRADEVOLISSIMO ODORE DI VANIGLIA CHE SI SPRIGIONA NELL'ARIA DA QUEL PORTA INCENSO URUGUAYANO...DAL PROFUMO INEBRIANTE DI LEI ...COSTOSO E DELICATO ....DA QUELLA ASSOLUTA MANCANZA DI ODORI SGRADEVOLI E DI SITUAZIONI A RISCHIO. SENZA RENDERMI CONTO ARRIVO A GODERE MOLTISSIMO E LEI TIRANDOSI VIA DALLA MIA BOCCA CHE ORMAI NON LAVORA PIU' SI SFILA DA SOTTO DI ME MI FA FARE UN BALZO AVANTI COSI' DA POTERMI APPOGGIARE COMPLETAMENTE E COMODAMENTE ALLO SCHIENALE DEL DIVANO PER ESSERE PENETRATO MEGLIO DALLE DITA DI LUI E PER POTER ESSERE PRESO IN BOCCA COL MIO CAZZO DA LEI. LUI CON DUE DITA E POI TENTA MA INUTILMENTE DA TRE....MI SPINGE VELOCEMENTE IL SUO GUANTO NEL CULO DICENDOMI AD ALTA VOCE:.... TI PIACE E'----PUTTANA , BRUTTA VACCONA PORCA, TI PIACE PRENDERLO IN CULO E'? TESTA DI CAZZO DI UNA SCROFA PRENDI...PRENDI CHE DOPO TE LO INFILO TUTTO MALEDETTA TROIA PUTTANA.....IO SOTTO QUELLA POTENTE SCOPATA DI MANO....LE SUE SEMPRE PIU' FORTI SBERLE SULLE MIE NATICHE... E IL POTENTE POMPINO DI LEI CHE MI ASPIRA IL CAZZO ESPANDENDOSI ALLE PALLE PER FINIRE CON LA LINGUA A LAMBIRE LE DITA DI LUI SUL MIO CULO E QUINDI SUL MIO PERINEO GOOOOOOOODO COME UN MATTO E PENSO DAI...DAI INCULAMI PER FAVORE METTIMELO DENTRO .------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
AD UN CERTO PUNTO DI MIA MASSIMA ECCITAZIONE ....LUI SI FERMA.... E ANCHE LEI MI MOLLA ...IO RESTO FERMA E DOPO INTERMINABILI LUNGHISSIMI SECONDI DOVE PENSO CHE LUI SE LO STIA TIRANDO FUORI PER INFILARMELO NEL CULO ....LUI ACCENDE LE LUCI E MI DICONO CHE HANNO UN APPUNTAMENTO CON UN'ALTRA COPPIA...E CHE LOI DEVO VERAMENTE SCUSARE..... .
IO RESTO SBIGOTTITA DI DOVER RIMANERE COSI ' E NON SO COSA DIRE PER RECUPERARE LA SITUAZIONE CHE MI STA SCAPPANDO DALLE MANI MA SONO INCREDULO E CHIEDO SE STANNO SCHERZANDO....NO FANNO SUL SERIO ...LEI HA GIA' GUADAGNATO IL BAGNO PER CAMBIARSI E LUI SI STA LAVANDO. ABBIAMO FATTO TARDI SCUSACI CI DEVI PERDONARE MA AVEVAMO PRESO DUE APPUNTAMENTI E NON POSSIAMO MANDARE A MONTE CENTINAIA DI EMAIL......
NON CREDO ALLE MIE ORECCHIE DALTRONDE MI ACCORGO CHE E' GIA' NOTTE INOLTRATA E ABBIAMO GIA' GIOCATO DUE ORE. FACCIO PER CAMBIARMI QUANDO LEI DICE... PERCHE' NON VIENI ANCHE TU....DAI SI VIENI CON NOI NON TI DEVI NEMMENO CAMBIARE...---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MI SENTO IMPOTENTE ...NON SO PROPRIO COSA RISPONDERE PERCHE' SE E' VERO CHE MAI ANDREI DA NESSUNA PARTE TRAVESTITA DA TROIA...E' ANCHE VERO CHE CON QUESTA COPPIA CHE CI SA VERAMENTE FARE....MI POTREI ANCHE LASCIARE ANDARE COMPLETAMENTE PER LA MIA MASSIMA LIBIDINE E IL MASSIMISSIMO GODIMENTO DI TUTTI........ ALLA DOMANDA ALLORA COS'HAI DECISO ? CHIEDO CON UN'ALTRA DOMANDA...CHE MACCHINA AVETE? ABBIAMO UNA FIAT ULISSE....VA BENE ALLORA ...RISPONDO...DAI... VENGO!!!!!!.........................................------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
RICORDO ANCORA CON GRAN VERGOGNA LA DISCESA IN ASCENSORE CON UN UOMO CHE SCENDEVA CON NOI CHE SEMBRAVA AVER CAPITO TUTTO E MI GUARDAVA CON FAME DI SESSO E CON GRANDE CURIOSITA' ALTERNANDO LO SGUARDO DA ME ALLE GROSSE TETTE DI LEI SEMI SCOPERTE.
FINALMENTE ERAVAMO IN AUTO.
DI DIETRO C'ERA UN SEDILE UNICO E UN GRAN BAGAGLIAIO ENORME ED IO SONO RIMASTO SUBITO MOLTO CONTENTO PENSANDO DI POTERMI NASCONDERE MEGLIO IN CASO QUALCUNO AVESSE SBIRCIATO SU DI ME...ANCHE SE I FINESTRINI ERANO COMPLETAMENTE NERI E SCURI CHE FACEVI FATICA A VEDERE SE CI FOSSE NESSUNO NEI POSTI DIETRO. COMINCIAMMO AD ANDARE E PRESTO MI RESI CONTO CHE NEI VIALI COMINCIAVANO A VEDERSI CENTINAIA DI FIGURE FEMMINILI E MASCHILI SULLA STRADA. LUI MI DISSE...TI PIACCIONO LE TRANS E LE PUTTANE? TI ECCITANO? SI RISPOSI TOCCANDOMI SUL CAZZO SOTTO LA GONNA SCOSTANDO IL PERIZOMA E GODENDO DI QUELLA VISTA E DELLA MIA MANO SULLA PUNTA DEL MIO GLANDE. LUI MI DISSE PENSA COME SAREBBE BELLO SCOPARE DOVE SCOPANO LORO CON I LORO CLIENTI......
CI PENSAI PRIMA DI RISPONDERE E PENSAI.....MA NON SARA' CHE NON C'E' NESSUNA COPPIA ED E' QUESTA LA SCUSA PER FARE QUESTO NUOVO ARRAPANTE GIOCO? DOPO UN PO' QUELLO CHE AVEVO PENSATO MI SEMBRAVA L'UNICA COSA CHE POTEVA ESSERE VERA DI QUELLA SITUAZIONE....DATO CHE LEI CHE GUIDAVA...ANDAVA TROPPO PIANO IN MEZZO TUTTE QUELLE PUTTANE DI STRADA PER ESSERE IN RITARDO CON UNA COPPIA A CUI TIENI IN MODO PARTICOLARE. E ALLORA CHIESI...NON E' CHE ERA UNA SCUSA QUELLA DELLA COPPIA E CHE VOLEVATE TRASCINARMI FUORI ALL'APERTO VESTITA DA TROIA? LUI GUARDO' LEI PRIMA DI SCOPPIARE A RIDERE E CONFERMARE LA MIA INTELLIGENZA E IL LORO TRUCCO PER PORTARMI CON UN TRANELLO FUORI DI CASA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LEI SI FERMO' E LUI PASSO' DI DIETRO CON ME INVITANDOMI A SEDERMI PER TERRA CON LUI. IO UBBIDII SAPENDO BENISSIMO QUELLO CHE VOLEVA E LEI RIPARTI' PIANO PIANO LA CORSA. AVEVO UNA FOTTUTA PAURA DI TUTTO ...CHE CI AVREBBERO FERMATO I CARABINIERI, LA FINANZA, LA POLIZIA E ANCHE LA GUARDIA FORESTALE PER QUALSIASI MOTIVO IN CUI IO DOVEVO MORIRE DI VERGOGNA DOVENDO MOSTRARE LE MIE VERE GENERALITA' MENTRE ERO TRAVESTITA A FARE LA TROIA PER LA STRADA.... LA LIBIDINE COMUNQUE TI VA ALLE STELLE...IN QUEI MOMENTI LA.
UBBIDII COME UN AUTOMA MI STESI PRONTO PERCHE' IL SACRIFICIO SI CONSUMASSE SU DI ME---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
LUI NON MI LASCIO COSI' TANTO TEMPO PER VERGOGNARMI E TIRANDO FUORI il suo cazzo gia' duro e scappellato...SI SPOGLIO' DEL TUTTO SDRAIANDOSI PER TERRA E SUBITO DOPO PRENDENDOMI LA TESTA CON LE MANI ME LO APPOGGIO' ALLE LABBRA SPINGENDOMELO FORTE SUI DENTI COSTRINGENDOMI A SPALANCARE LA BOCCA PER INGHIOTTIRLO TUTTO FINO A RAGGIUNGERMI LA GOLA FACENDOMI VENIRE UNO SFORZO DI VOMITO. IL SUO CAZZO ERA DURISSIMO E VERAMENTE ECCITANTE COSI' COMINCIAI A PENSARE SOLO A LUI E COMINCIAI A LECCARLO TUTTO.
DAIIII SERVA SCHIAVA UBBIDISCI TROIA BALDRACCA LECCALO E DIMMI QUANTO TI PIACE PUTTANA...MI DISSE LUI. IO COMINCIAI A FARGLI UN SIGNOR POMPINO DI QUELLI MIEI, DI QUELLI FAMOSI CHE NON TI DIMENTICHI FACILMENTE. LUI COMINCIO A GRUGNARE A URLARE DI PIACERE A DIRMI ... DAI TROIA PRENDILO TUTTO CHE TI PIACE E SE SEI BRAVA DOPO TI RIEMPIO IL CULO DI QUESTA MIA BISTECCA....DAAAAAAIIIIIII!!!!!---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
MI RESI CONTO POCO DOPO DI ESSERE IN UN POSTO BUIO BUIO E CHE FUORI ERA PIENO DI MACCHINE DOVE TRA UNA LUCE ACCESA E UNA LUCE IN LONTANANZA SI CAPIVA ESSERCI UNO SCAMBIO DI SESSO TRA UOMINI, DONNE, E TRANS MENTRE A POCA DISTANZA SI INTRAVEDEVA IL FUMO DI SIGARETTA E LA CENERE ACCESA DI UNA SIGARETTA... PROBABILMENTE DI QUALCHE GUARDONE.
SUCCHIA PUTTANA E NON DISTRARTI MI DISSE SUBITO E IO VERGOGNOSO MA UBBIDIENTE LO RICOMINCIAI A SUCCHIARE. LUI VOLLE CHE MI METTESSI CON IL MIO CAZZO SOPRA LA SUA BOCCA MENTRE DI NUOVO, IO SOPRA DI LUI ALLA PECORINA ,RIPRESI IL SUO CAZZO IN BOCCA E LUI POTE' COSI' TOCCARMI LA MIA FICA PENZOLANTE DALL'ALTO E RIPRESE AD UNGERMI CON IL GEL PER SUBITO FOTTERMI CON LE DITA NEL CULO. AAAAHHHH AHHHAAH AJìHHHH AHHHHH COME GODEVO .....MA SENZA MAI AVERE IL RISCHIO DI VENIRE DATO CHE OGNI TANTO MI ARRIVAVA UNA SBERLA FORTE SULLA NATICA DESTRA E POI SU QUELLA SINISTRA MENTRE I SUOI FIANCHI E LA SUA MANO FACEVANO SI CHE IL SUO CAZZO MI TOCCASSE LE TONSILLE E OLTRE ....CON UN MOVIMENTO CONTRARIO FINALIZZATO AD ENTRARMI SEMPRE PIU' GIU' IN GOLA. AD UN CERTO PUNTO HO AVUTO LA PIU' GRANDE SORPRESA DELLA SERATA.....LUI TIRANDOMI IL CULO IN GIU' CON LE SUE MANI SULLA MIA SCHIENA E ALZANDOSI UN PO' PIU' IN SU CON LA SUA TESTA MI PRESE IL CAZZO IN BOCCA E COMINCIO' A SUCCHIARMELO. ERA LA PRIMISSIMA VOLTA CHE UN ETERO MI FACEVA UN POMPINO!!! AGGHHH AHHHHHGAGGGHHH CHE BELLO PENSAVO E CON LA CODA DELL'OCCHIO VIDI LEI CHE CON LE GAMBE APERTE SI STAVA MASTURBANDO DAVANTI A NOI SOTTO LA GONNA...MA MI RITRASSI SUBITO DATO CHE SUBITO DOPO VIDI DELLE OMBRE CHE SI AGGIRAVANO ATTORNO ALLA MACCHINA CHE PERALTRO AVEVA I FINESTRINI APERTI E QUALCHE MANO ERA GIA' ENTRATA SULLE TETTE DI LEI......MMMMMHHH MMMMH FECI PER ALZARMI MA FRANCO MI BLOCCO' E ANZI CON UN GESTO VELOCE APRI ' IL PORTABAGAGLI METTENDOCI IN UN ATTIMO TUTTI E DUE ALLO SCOPERTO DAVANTI A UOMINI CON IL CAZZO IN MANO CHE SI SEGAVANO E A DELLE AUTO CHE PER VEDERCI NEGLIO APRIRONO I FARI.----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ERO MORTO DI VERGOGNA MA STRANAMENTE ERO ANCHE ECCITATO E NON FACEVO NIENTE PER ALLONTANARMI DA QUELLA SITUAZIONE PER ME COSI' IMBARAZZANTE. LUI ME LO FECE SUCCHIARE ANCORA UN POCO POI SI MISE SEDUTO NUDO SUL SEDILE E FACENDOMI ALZARE MI FECE SEDERE SOPRA DI LUI IN GINOCCHIO ATTORNO ALLE SUE GAMBE DAVANTI A LUI PANCIA CONTRO PANCIA E ME LO IFILO' IN CULO ALZANDOMI E ABBASSANDOMI SU DI LUI AFFINCHE IL SUO CAZZO SI IMPIANTASSE SEMPRE UN PO' DI PIU' DENTRO IL MIO BUCO SPALANCATO E OSCENO PALPANDOMI LE TETTE E STRINGENDOMI I CAPEZZOLI. DA FUORI DEL FURGONCINO GLI UOMINI LO INCITAVANO PERCHE' MI INCULASSE SEMPRE PIU' A FONDO ...DAI SBATTIGLIELO DENTRO ALLA TUA TROIA. INFILAGLIELO PERCHE' POSSA USCIRE DALLE TONSILLE ... FINCHE FRANCO MI PRESE E FACENDOMI SMONTARE DA QUELLA POSIZIONE MI PORTO' FUORI E FACENDOMI CHINARE IN AVANTI FACILMENTE ME LO MISE NEL CULO COMINCIANDO A POMPARMI FORTE MENTRE MI SCULACCIAVA E QUALCUNO CHE NON ERA LEI AVEVA COMINCIATO A PALPARMI PALLE E CAZZO. ERO IMBARAZZATISSIMA MA ECCITATISSIMA TANTO DA VENIRE UN ATTIMO PRIMA DI LUI CHE CON IL SUO PROFILATTICO INFILATO NEL MIO CULO CON DENTRO TUTTO IL SUO CAZZO VENNE RANTOLANDO GRIDANDO FRA MILLE SPASMI DATI DAL GODIMENTO CHE LA STRETTA MORSA DEL MIO CULO E LE MANI SAPIENTI ED ESPERTE DI LEI GLI ERANO SULLE PALLE E SUL SUO CULO INSULTANDOMI E SCHIAFFEGGIANDOMI MI DAVA ORA GLI ULTIMI COLPI DI RENI PER SVUOTARSI LE PALLE ....MENTRE NON MI RENDEVO CONTO CHE STAVO PASSANDO LA PIU' BELLA SCOPATA NEL CULO DELLA MIA STORIA .............DA TRAVESTITO. TRANSTRAVEFEMMINILE LA TRAVESTA PIU' BELLA E FEMMINILE DEL SITO. SENZA MODESTIA ... E' VERO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
8
7
17 years ago
transtravefemminile, 40
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Ho riscoperto la puttana che cè in me
Da quando mi sono trasferita a casa da sola ho riscoperto la donna che cè in me.Mi ricordo che quando vivevo con i miei dovevo chiudermi in bagno per indossare il mio perzizoma e i miei collant con il rischio che mi scoprissero;ora ivece sono tranquilla e vado in giro per casa en femme, e quando posso ospitare invito i miei uomini o le mie sorrelline.
Vi voglio raccontare di un giorno quando decisi di andare al cinema porno.Quel giorno mi depilai completamente, indossai perizoma reggicalze e clze velatissime nere, un corpetto con reggiseno sexy e un coprispalla e da sopra un jeas e una felpa.In una busta misi i tacchi a spillo e una minigonna di jeans.Presi il treno ed arrivai ,pagai il biglietto e mi accomodai.C'erano poche persone alcuni vecchi altri giovani;all'improvviso mentre stavo gustandomi il film si sedette accanto a me un vecchio;presa da una voglia irrefrenabile cominciai pian piano a tirarmi giù la cerniera della felpa e mettere in mostra il corpetto;a quel punto il vecchio cominciòa toccare le mie tette e mi sbottonò il pantalone;io lo tirai ancora più giù e rimase in lingerie; il vecchio stava arrapatissimo, e così comonciai a toccargli la patta;gli sbottonai il pantalone e misi la mano dentro e cominciai a masturbarlo;avevo tanta voglia di prenderlo in bocca che quando fù al punto giusto presi e cominciai a fargli un bel pompino;andai su e giù mentre vedevo molti sguardi su di me;le persone passavano mentre facevo il pompino e sussurravano " dai bella troia che c n'è ancora per te" Li sentii e continuai ancora fino a quando non venne e presi tutta la sborra in bocca.Poi se ne andò e rimasi lì a leccami.Mentre mi leccavo la sborra rimasta mi tolsi definitivamente i pantaloni e indossai la minigonna e i tacchi,accavallai le gambe e aspettai che qualcuno si facesse avanti.Vennero due uomini sulla cinquantina che vedendomi completamente donna si sedettero e cominciarono a toccarmi.Inevitabilmente cominciaiai a prendere il loro cazzo in mano;uno di loro mi fece inginocchiare davanti a lui perfargli un pompino l'altro mitoccava il culo; stavo da dio mi piceva, stavo godendo, quando mi dissero di seguirli in bagno. Andarono prima loro ed io li seguii; camminavo sui tacchi tra le poltrone del cinema mi trovavo a passare imn mezzo ad alcuni uomini che inevitabilmente mi toccavano;arrivai in bagno e trovai un gruppo di sei maschi che aspettavano tra cui i miei uomini.Restai li in piedi sui tacchi, in minigonna che non sapevo cosa fare. Mi invitarono ad entrare dentro , andai e mi ritrovai in mezzo a sei uomini arrapati che cominciavano a toccarmi, a baciarmi...Poi mi fecero inginocchiare e cominciaia a spompinare il primo , poi un altro poi un'altro ancora;erano sei uomini coi loro cazzi duri che volevano essere accontentati;uno di loro mi prese , mi alzò la minigonna e cominciò a leccarmi le gambe ,un altrò mi leccava i piedi con le calze, sentivo le cakze bagnate ; un altro mi metteva a pecora e cominciava ad allargarmi il buco,e quando fu ben largo cominciò a infilarmelo,mi piaceva ma faceva molto male,cominciai a gridare dal dolore così uno di loro per farmi stare zitta me lo mise in bocca dicendomi"succhia troia che te ne aspettano altri cinque".Godevo come una cagna in calore, uno usciva dal mio culo , l'altro entrava; era bellissimo, passammo circa un oretta in quel bagno, quando mi misero in mezzo coi loro sei cazzi sul mio viso pronti a sborrare. Non potete immaginarvi quanta sborra presi quel pomeriggio,il mio viso era ricoperta di liquido bianco, molta ne era colata sul corpo e sulle gambe ;loro si ricomposero e se ne andarono emi rimasero lì a leccare.Ma nn finì qui. Uscii dal bagno dopo essermi pulita per bene , ma l'odore della sborra si sentiva ancora;andai di nuovo a sedermi e ricominciai a edere il film,e toccandomi.Ero stanca ma felice stavo quasi per rimettermi i pantaloni quando venne un exra comunitario che mi chiese di non rivestirmi e di fargli un pompino; aveva un cazzo enorme e non riuscivo a prenderlo tutto in bocca,alla fine mi sborrò in bocca e andai in bagno a pulirmi.quando tornai vidi che la mia busta non c era più; mi aveva rubato la busta con il pantalone le scarpe e la felpa.Non potevo uscire così coi i tacchi il reggicalze , la minigonna eil corpetto.Non sapevo cosa fare quando il film finì e accesero le luci in sala. Non sapevo cosa fare ero in panico ora il proprietario del cinema mi avrebbero scoperto.. passò il proprietario per chiudere ed io stavo in bagno nella speranza che non mi vedeva,purtroppo non si poteva nemmeno chiudere a chiave quindi mi misi in un angolino e sperai.Ma quando lui venne per chiudere il bagno , mi vide e disse che me ne dovevo andare pechè doveva chiudere. Cominciai a spiegargli che mi avevano rubato gli abiti e non potevo.Lui mi disse che dovevo andare ed io gli dissi se aveva un qualcosa per coprirmi, ma disse di no.A quel punto pensai che mi serviva almeno una parrucca perchè in giro senza parrucca non potevo andare.Chiesi a lui di andare in un negozio qui vicino a prendere una parrucca , gli diedi i soldi e andò.Tornò con una parrucca mora e capelli lunghi ,lo ringraziai e uscii dal cinema un pò preoccupata.Fuori tuutti mi guardavano, sculettavo sui tacchi , la minigonna era molto corta e nn vedevo lìora di arrivare alla stazione per tornare a casa.Entrai in stazione , non potevo fare nemmeno il biglietto e aspettai il treno seduta ad un angolo.Non ero mai uscita en femme ma in quella circostanza dovevo per forza.Ormai era sera, faceva freddo il vento mi penetrava nelle gambe ricoperte da calze velatissime. Il treno finalmente arrivò ed entrai subito .Mi sedetti.Subito passò il capostazione che mi disse che voleva il biglietto.Mi girai e vidie che non ero una donna e mi disse del biglietto.Io non ce l'avevo e quindi dovevo scendere ma lo supplicai con le lacrime che dovevo andare a casa racontandogli la storia che mi era capitato. Luì capì e mi lasciò stare.Stavo tranquilla seduta quando passò un altro di loro e mi disse del biglietto ; lui però non voleva sentire scuse e mi fece scendere alla prima stazione.Mancavano uana decina di km a acasa e decise di andare a piedi. Per strada sentivo fischiare frasi del tipo "puttana ,quanto prendi" i miei piedi cominciavano a farmi male , camminare sui tacchi era divevntato massacrante avevo freddo e così mi sedetti su una panchina, Mi sentivo come una puttana , una prostituta che andava a battere. Si fermò una macchina e mi disse se volevo salire.Vidi che era un uomo sulla cinquantina e andai.Ci parcheggiao e lui incominciò a toccarmi le cosce dicendomi che ero molto sensuale e alla fine mi fece scendemmo dalla macchina e gli fei un pompino in un bosco.Poi mi fece mettere a pecora e me lo infilò facendomi gridar e dal dolore,alla fine mi sborrò e mi riaccompagnò a casa .Fu una serata molto pericolosa ma bellissima.Ora continuo ad usare la parrucca di quella sera perchè mi rievoca molti ricordi.la indosso quando ho rapporti con uomoni e sorelline. un bacio a tutti a presto.
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3
17 years ago
admin, 75
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La festa del mio compleanno…
Quando avevo 25 anni decisi di organizzare una bella festa di compleanno con tutti i miei amici e amiche dell’università. Affittai un locale per l’occasione e decisi che quella serata sarei stata irresistibile. Per questo mi vestii in modo particolarmente provocante, tutta in nero, con una gonna al ginocchio, autoreggenti, biancheria intima molto sexy, anche questa tutta nera, un top sempre nero e scarpe con un tacco vertiginoso.
In quel periodo ero single ed avevo tantissimi amici ed amiche conosciuti nel periodo universitario.
Bevvi molto, ma mi sentivo molto sveglia e attiva.
La serata finì alle 3 circa. Erano andato via tutti ed eravamo rimasti io e i due titolari del locale che mi avrebbero accompagnato a casa dopo la chiusura. Li conoscevo da qualche tempo… erano miei coetanei e gestivano quel locale da tre anni, oltre ad essere anche loro iscritti all’università.
Io ero distesa sul divano stanca e felice per la bella serata e anche un po’ stralunata dall’alcool… i due ragazzi vennero a sedersi vicino a me portando ancora da bere…. io ero seduta in mezzo a loro….
La gonna, per la posizione in cui ero seduta era risalita lungo le gambe e si vedeva l’inizio delle mie cosce nude sopra le autoreggenti nere… i due ragazzi me lo fecero notare, sottolineando come quella sera fossi davvero irresistibile…
Lo dissero scherzosamente, come erano soliti fare con me, ma in quella situazione mi fece piacere sentirmelo dire. Continuammo ancora un po’ a bere ed io mi sentivo sempre più rilassata ed anche un po’ intrigata dalla situazione…. Il fatto di trovarmi sola con due ragazzi, seduta su un divano in mezzo a loro e vestita in modo provocante ed eccitante non mi imbarazzava, anzi…..
Accavallai le gambe un paio di volte e la gonna risalì ancor di più, scoprendo completamente le mie cosce nude al di sopra delle autoreggenti….. ormai si intravedevano anche le mie mutandine….. non ero del tutto cosciente di quello che facevo, ma sapevo solo che mi intrigava molto l’idea che i due ragazzi seguissero febbrilmente i movimenti delle mie gambe ed il risalire della mia gonna…
Notai che i due ragazzi cominciavano a guardarmi in modo diverso, eccitati e nervosi dalla situazione.
Eravamo tutti e tre molto brilli e l’alcool certamente li aiutò ad essere più sfacciati.
Uno di loro iniziò ad accarezzarmi le gambe e pian piano saliva sulle cosce sino al punto in cui iniziava la carne nuda e poi ancora più su, l’altro iniziò ad accarezzarmi i seni, stimolando i miei capezzoli già turgidi….
Sorpresa, piacevolmente sorpresa, li lasciai fare….
Mi sfilarono il perizoma, il top ed il reggiseno e rimasi così soltanto con le scarpe, la gonna ormai tirata completamente su e le autoreggenti…
Mi sentivo davvero eccitata e mi compiacevo dei loro sguardi così desiderosi… Mi sedetti di nuovo sul divano…. Uno dei ragazzi mi allargò le gambe ed iniziò a leccarmi la vagina, stimolando il clitoride con le dita…. l’altro si mise in ginocchio sul divano accarezzandomi il seno….. fino ad allora ero stata completamente passiva, lasciando fare loro quello che volevano…. Ma in quella posizione non potevo non vedere il rigonfiamento sui pantaloni del ragazzo sul divano vicino a me… gli slacciai i pantaloni e liberai il suo pene già duro, leccandoglielo avidamente e massaggiandogli le palle… l’altro leccava e sentivo la sua lingua sempre più dentro… ero già molto bagnata.
Ormai ero partita… la situazione mi eccitava davvero tantissimo e decisi di condurre io il gioco…. Mi alzai e spogliai anche il ragazzo che mi aveva leccata così avidamente….. anche lui era eccitatissimo… mi misi in ginocchio sul divano e dissi all’altro ragazzo di venire di fronte a me. Era chiaro quello che avevo in mente e i due non se lo fecero ripetere due volte…. Fu straordinario sentirmi così tra due ragazzi, uno che mi penetrava da dietro mentre l’altro di fronte mi porgeva alle labbra il suo cazzo durissimo…
Più uno spingeva più io ingoiavo il cazzo dell’altro, eravamo tutti e 3 in sintonia perfetta… tanto perfetta che dopo pochissimi minuti venimmo tutti e tre quasi in contemporanea….
Fu davvero una gran serata quella della mia festa di compleanno….
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17 years ago
admin, 75
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Mia moglie, dolcemente perversa (parte seconda)
Ed ecco la seconda parte della nostra storia.
Dopo l’invito fattomi da Gianni, ne parlai con mia moglie. Da un certo punto di vista ero lusingato che i miei amici si fossero ricordati di me, ma dall’altro non è che mi andasse a genio portare anche mia moglie per farla scopare con loro. Mia moglie disse che le sarebbe piaciuto fare un giretto, senza accennare al fatto che andarci comprendeva anche un’orgia con i miei tre amici nella quale lei era la sola donna. Glielo feci presente e lei a sua volta mi fece una domanda “credi che non saprei tener testa a quattro uomini assieme?”. La mia domanda non era questa, ma semplicemente non mi andava vederla nel ruolo della puttana. Vederla far l’amore con altre persone sotto i miei occhi mi innervosiva. Eppure dentro di me cominciava a farsi strada l’idea di vederla all’opera, di vederla alle prese con tre bei cazzoni infilati nei suoi tre buchi disponibili, vedere come se la fosse cavata. Quando pensavo a questo, mi veniva durissimo. Rimasi per qualche giorno tentennante. Volevo essere sicuro sia di me che di mia moglie e soprattutto avevo il forte dubbio se dire o meno che Anna in effetti era mia moglie e non un’amica. Riparlai con Anna e lei si disse disposta a fare questo viaggetto e soprattutto di interpretare il ruolo dell’amica troia. Quando lei pronunciava quelle parole io mi eccitavo. Allora voleva significare che mi piaceva recitare il ruolo del marito cornuto. Chiamai Gianni assicurando la mia presenza per quel fine settimana e soprattutto quello dell’amica troia. A letto fui più esplicito con mia moglie e cioè che in fondo ero geloso e la volevo tutta per me, ma mi eccitava il fatto di vederla fare l’amore con altre persone. Anna mi diede una risposta che in un certo senso mi raggelò: “quando dissi a Gianni che mi sono portata a letto, tutti i meccanici dell’officina, guarda che non stavo scherzando. Chi una volta e chi due mi hanno chiavata un po’ tutti li dentro”. Rimasi come un coglione. In officina eravamo una decina di meccanici, più il capo officina. Al che io le chiesi: “te li sei fatti tutti quanti? Undici persone?”. La sua risposta: “certo, ma non contemporaneamente, solo uno ogni sera e nessuno sapeva che ero andata a letto anche con gli altri”. Poi, visto che io non dissi nulla, continuò: “e non solo i meccanici”. “Ah no?” dissi io. “No, anche il personale amministrativo”. Erano altre sei persone di cui due uomini e quattro donne compresa lei. “Non dirmi che sei stata anche con le donne”. “E perché no!” rispose candidamente lei. “Lo abbiamo fatto solo una volta durante una festa di capodanno. Dovevamo essere quattro uomini e quattro donne, ma di uomini ne sono venuti solo due, i nostri colleghi, e quindi una coppia a turno doveva essere formata da due donne”. Ma che razza di donna avevo sposato? Adesso capisco perché quando l’ho vista la prima volte e le ho messo una mano sul culo lei c’è stata; e quando le ho proposto di andare a letto subito ha accettato. Altro che santarellina, proprio una puttanona ninfomane ho sposato. Arriva il giorno della partenza. Sabato mattina ci mettiamo in macchina e partiamo. Guardo negli occhi mia moglie ma non riesco a vederla come un tipo peccaminoso, sa tanto di ingenuità, come se quello che ha fatto sia stato solo un gioco o una cosa da niente. Ed era proprio quello che mia moglie era, un tipo ingenuo anche se non si risparmiava col sesso. Durante il viaggio mi disse che si sentiva eccitatissima e che le piaceva un sacco recitare il ruolo dell’amica troia. Io facevo fatica a guidare perché tutte le volte le che pronunciava quella parola mi veniva duro. Mi dovetti fermare più di una volta e quando le dissi quale fosse il motivo, lei mi abbracciò e mi baciò teneramente dicendomi: “lo vedi che piace anche a te che io mi comporti da troia”. A casa di Gianni trovai anche Flavio e Marco. Ci abbracciammo talmente da farci venire le lacrime per la gioia, sembravamo di essere dalla De Filippi a “C’è posta per te”. E mentre io mi intrattenevo con Flavio e Marco, Gianni si intratteneva con mia moglie in camera da letto. Avevo un forte desiderio di dire che quella non era una amica troia ma era mia moglie, anche se troia lo era lo stesso, ma dovevo stare al gioco soprattutto di mia moglie perché mi diceva che quel gioco le piaceva. Per non essere un ipocrita, quel ruolo che mia moglie interpretava piaceva anche a me, anche se non volevo ammetterlo a me stesso. Passammo una serata con i fiocchi. I miei tre amiconi ci portarono a visitare posti bellissimi fuori città e alla fine della serata rientriamo a casa di Gianni. Qui entra in scena mia moglie. Tutta nuda in mezzo a quattro “scapoloni” con i cazzi protesi verso lei. Prima uno per volta e poi tutti assieme, a godersi quella magnifica femmina. Anna ricevette tanta di quella sborra in figa che quando si alzava le colava lungo le cosce. E lei sembrava sempre più contenta di come venisse trattata. Flavio mi diceva: “sei fortunato ad avere un’amica così troia, così quando hai voglia, lei è pronta ad aprirti le cosce”. Mia moglie lo prendeva da tutte le parti. Aveva il culo sfondato come se vi fosse passata una locomotiva. I tre se la trombavano continuamente usando i suoi tre buchi disponibili e a me dicevano di lasciar loro la precedenza in quanto io potevo fottermela quando ne avevo voglia a casa. Per tutta la nottata mia moglie non ebbe tregua. I tre, a turno, la riempirono di sborra. La mattina fui io ad alzarmi per primo seguito da Gianni. Avevo la testa confusa, forse perché dentro ero combattuto. Gianni, da buon intenditore – è il più sveglio del nostro gruppo – capì che c’era qualcosa che non girava per il verso giusto. Mi chiese cosa avessi. Gli dissi che avevo una confessione da fare e che sarebbe dovuta rimanere tra di noi. Poi mi misi con la testa tra le mani, appoggiai i gomiti sulle ginocchia guardando per terra e mi misi a parlare. Dissi che Anna in realtà era mia moglie e che prima della volta passata non sapevo che avesse una predisposizione così forte per il sesso. Dissi anche delle altre balle che non ricordo più. Gianni, da vero amicone, mi disse che l’aveva capito che Anna non era una semplice amica, in quanto le amiche non si sarebbero comportate come si è comportata lei lasciandosi fare qualsiasi cosa da un perfetto sconosciuto quale era lui la prima volta. Uno per volta anche gli altri due amici vennero in cucina, e ad ognuno dei due io dissi quella che era la pura nuda e cruda verità. “Ma a te piace?” chiese Flavio. “Non lo so” risposi io, “da un certo punto di vista non vorrei, ma da un altro mi eccito tremendamente”. “E allora lasciati andare” disse Marco. “Se sta bene ad entrambi, perché privarvi di questo grandissimo piacere?”. Prendemmo il caffè e il sorriso riapparve sul mio viso. Verso le 10 apparve mia moglie sulla porta della cucina, mezza nuda, coperta solo da una leggera maglietta che le copriva fino all’ombellico. “Buongiorno a tutti” disse. Tutti risposero al suo saluto. Guardandola in quello stato davanti ai miei amici e soprattutto dopo che io avevo loro rivelato che lei in effetti era mia moglie e non una semplice amica, i miei amici si guardarono dall’allungare le mani. Con la mia rivelazione credetti di aver rovinato ogni cosa. Mia moglie si sedette ed io le portai il caffè. Mentre lei beveva le tirai fuori le tette dicendo ai presenti: “chi vuole un po’ di latte?”. Nessuno dei tre si fece avanti. Mi guardavano disorientati ed io capii che loro erano davvero i miei migliori amici in quanto una volta saputa la verità non si sono permessi di sfiorare mia moglie. Mi sono morso la lingua per avere svelato quel segreto. Anche mia moglie si accorse che qualcosa era cambiato. Infatti chiese cosa fosse quel mortorio. Io le dissi che avevo detto loro che lei fosse mia moglie e non un’amica. Il gelo stava per prendere il sopravvento quando mia moglie, con un movimento repentino, scattando in piedi si tolse la maglietta dicendo: “va bene, ma sempre una troia sono”. Ci mettemmo tutti a ridere e lei si diede da fare con i nostri cazzi iniziando a spompinarci facendosi sborrare in bocca. Alla fine si sedette per terra, ci fece mettere tutti attorno a lei e ci disse di pisciarle addosso, soprattutto in faccia e in bocca. Non credevo alle mie orecchie, quella era la cosa più deplorevole mai sentita dalla bocca di una donna e mi venne nuovamente duro. Iniziai io per primo a pisciarle in faccia seguito subito dagli altri mentre mia moglie apriva la bocca cercando di bere quanta più urina le fosse possibile. La mattinata passò tranquillamente. Dopo la doccia andammo a pranzo in un ristorantino tipico dove mia moglie ne fece di tutti i colori soprattutto lasciandosi ammirare le tette dal cameriere attraverso il suo abbondante decolté. Le si vedevano le areole, e lei, vedendo l’insistenza del cameriere che le fissava il seno, ha fatto in modo da far fare capolino ad entrambi i capezzoli. Per fortuna che era di spalle e quindi le altre persone non potevano notarla. Nel primo pomeriggio andammo a fare un giro in campagna dove mia moglie si tolse i vestiti per prendere il sole nuda distesa sull’erba. Noi quattro facevamo la guardia a che non si avvicinasse qualche malintenzionato, ma non potevamo celarla agli sguardi indiscreti di chi guardava da poco lontano. Ormai lei era la nostra puttana. Quando verso sera ci preparammo per tornare a casa, ci abbracciammo con tutti sottolineando la nostra amicizia ritrovata. Decidemmo di vederci più spesso e di non far trascorrere molto tempo tra un incontro e l’altro. Durante il ritorno mi dovetti fermare in una piazzola dell’autostrada perché mia moglie era desiderosa di abbracciarmi e baciarmi ardentemente in bocca per quello che le avevo permesso di fare. Le dissi che piaceva un sacco vederla all’opera con una donna. A casa riprendemmo il nostro tran-tran quotidiano. Un giorno Flavio mi chiama dicendomi che aveva una voglia matta di far l’amore con mia moglie. Gli chiesi se preferisse venire lui da noi o che gliel’accompagnassi io da lui. Mi disse che sarebbe venuto a trovarci. Flavio non fu il solo a venirci a trovare, anche Gianni e Marco, separatamente, presero la via di casa nostra.
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17 years ago
Pellicanoverde,
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Finalmente in tre
Finalmente fra tanto cercare è successo che finalmente abbiamo incontrato il ragazzo giusto!
Prima di'icontrarci abbiamo giocato tanto in cam e stuzzicato con email piccanti ed eccitanti poi tante telefonate e poi un incontro per un caffè e li io tania ho deciso che lui sarebbe stato il fortunato e l'ho detto al mio uomo che a me piaceva era giovane 21 anni bello educato e sopratutto intelligente.
Dopo il caffè ci siamo salutati e detti che ci saremmo rivisti.
La sera io e il mio uomo abbiamo scopato da matti e io godevo gia come se fossimo in tre e li abbiamo deciso il posto in un bel hotel della nostra zona.
cosi il mio uomo (che amo da morire) prenota la camera per il sabato successivo chiama luca e gli dice che la cosa si fara sabato e gli dice tutto cio che si puo e non si puo.
Io non vedevo l'ora che passassero questi 3 gg per finalmente godere come una gran troia a tal punto che dentro di me non reggevo piu nulla ero sempre bagnata e puntualmente ho scopato con mio marito dalle due alle tre volte al giorno.
Finalmente è arrivato il sabato e io ero felice come una matta il mio desiderio si avverarava due bei maschioni tutti x me
la sera mi preparo e mi vesto veramente da super troia.
Miniminiminiganna con calze a rete rette da un fantastico regicalze che si vedeva appena facevo due passi un completino intimo veramente unico acquistato per l'occassione stivali bianchi di pelle fino al ginocchio
sopra una maglietta forata con reggiseno mini dove appena non si vedevano i capezzoli capelli raccolti una vera bomba sexy mi vedevo e dicevo adesso sei veramente te stessa una gran troia!
Mentre mi preparo il mio uomo mi dice che dobbiamo andare io dico prendo i guanti e arrivo lui mi vede e dice ti amo da morire sei fantastica unica ed io rispondo che lui e l'uomo piu bello e unico della terra ci baciamo e chiudiamo la porta alle spalle.
Partiamo e in 30 min stiamo in hotel diciamo al receptionist che aspettiamo un amico e che quando arriva di farlo salire direttamente lui con tanto di sorriso ci consegna la chiave della camera e dice buona serata, con quella frase mi fa sentire veramente un gran troia e già inizio ad eccitarmi per di piu mio marito salendo in ascensore mi accarezza sotto la mini e dice una troia come te c'è ne sono poche e che stasera ti faremo godere come una matta.
Entriamo nella camera bella grande con tanto di panche e vasca idromassaggio apriamo il frigo e decidiamo che nell'attesa era meglio bere qualcosa apriamo un spumantino e brindiamo ci baciamo e ci diciamo che ci amiamo e in fine prima dell'arrivo di luca gli dico che solo un uomo che ama la moglie riesce a non sentir fastidio a vederla godere con un altro, suona la porta vado ad aprire e lui con tanto di bottiglia ci salutiamo e brindiamo in TRE poi come deciso in precedenza lui si siede a bordo letto ed io il mio lui iniziamo a stuzzicarci e lui a spogliarsi fino al punto che lui nudo e io vicino al suo cazzo inizio con toccarlo e li sento un brivido che prende il mio corpo e dice eccoti al punto che volevi finalmente.
Da questo momento in poi sono solo una gran troia con due cazzoni che mi scopano inizio con succhiare il cazzo di luca mentre sento forte dentro l'altro che mi dice succhia puttana succhia e luca dice si fotti zoccola poi lui si toglie dalla mia figa e viene avanti e dice succhia anche il mio ed io subito accetto e inizio a succhiare a vicenda uno e l'altro la mia figa inizia a non resistere più decido che uno deve fottermi viene luca e inizia lentamente per poi procedere con ritmi più veloci e io con più velocita ingoio il cazzo di mio marito che continua a dire che ero la troia piu bella della terra e che da oggi non dovevo far altro che scopare inizio a desiderare di stare sopra e cavalcare ma prima di farlo luca dice di volermi leccare cosi io luca ci mettiamo a 69 e mio marito mi lecca il culo io godoooooo come una matta e dico siiiii sono una puttana una troia fottetemi li voglioooooo
cosi luca mi mette sopra a candela e io prendo tutto il suo cazzo gli dico che mi piace che lo voglio piu dentro fino alla fine poi sento le mani di mio marito che mi aprono il culo io do una mano prende tutto cio che mi esce dalla mia figa e lo passa sul buco del mio culo poi ci infila dentro il dito e inizia scoparlo per bene io gooodoododoodoo ancora e inizio a pregare mio marito di sfondare il mio culo (prima volta per me) lui con molto piacere inizia farmi il suo cazzo sul culo e io con molta voglia dico si dentro amore dentro e a luca dai continua a fottermi cosi sei grande sento entrare il cazzo dietro e sento dolore ma non dico nulla e cio che ho sempre desiderato due cazzi dentro me apro il culo sempre piu fino al punto che sento dentro tutto e li impazzisco siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
come godo di culo e figa mi sento svenire troppo bello siiiiiiiiiii incito loro di non fermarsiii che voglio di piuuuuu e loro mi riempono di cose belle da sentireeee troia puttana stronza con tanto di schiaffi sul culo e schiafetti in faccia per poi strzzarmi i capezzoli e li arrivooooo in una maniera che mai era successo una due tre quatto volte fino a non capire nulla.
MI stacco da loro e gli dico adesso voglio la vostra sborra iniziai un pompino ad entrambii fino a portarli a sborrare contemporaneamente
era talmente tanta che ingoiavo e ne prendevo in faccia da morire.
Finita la trasgressione luca si puli ed ando via io gli dissi grazie e lui deisse grazie a voi beato tuo marito non sara facile trovare una moglie come te!
salutammo e io e mio marito ci mettemmo sul letto ci baciavamo come degli innamorati.
Andiamo a fare la doccia insieme dopo ci mettiamo stesi e parliamo che e stato bellissimo e che dobbiamo rifarlo.
Mio marito dice certo amore e chiamo la reception dicendo che desiderava una bella pizza e il receptionist disse che veniva lui su a portarla...................
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3
17 years ago
siamosexy199344, 34/34
Last visit: 13 years ago -
Il massaggio... seconda parte
ero assolutamente rilassata ed eccitata..... le sue mani sapienti sapevano come accarezzarmi e come stimolare ancora di più le mie voglie.... avevo gli occhi chiusi e così mi sentivo ancora più eccitata, immaginando le sensazioni che poteva provare lui a vedermi così....
lui continuava a massaggiamri dolcemente.... mi chiese di voltarmi e mettermi supina...... aprii gli occhi e vidi che anche lui era molto eccitato..... il rigonfiamento sui pantaloni non lasciava dubbi..... anche questo contribuì a farmi sentire ancora più in preda al desiderio.... mi stesi supina e lui inziò a massaggiarmi le scapole ed il collo, scendendo sul seno.... i miei capezzoli erano già durissimi e lui continuava a stimolarli..... non ce la facevo più, avevo voglia di essere toccata con più vigore ed allargai le gambe, guardandolo negli occhi.... lui non se lo fece ripetere e iniziò a toccarmi sempre più audacemente proprio lì, inserendo a turno tutte le dita della mano...... ero bagnatissima..... ad un tratto lui si sfilò la maglietta ed i pantaloni restando in boxer aderenti.... era evidente la sua eccitazione ed anche che sembrava davvero ben dotato...... si avvicinò alla mia faccia distesa, strofinandosi addosso e continuando a toccarmi la fica ed il culo..... iniziai a leccargli l'ombellico tirando con i denti in giù i boxer.... poi in un colpo gli sfilai i boxer, liberando il suo pene..... rimasi piacevolmente colpita... era in piena erezione ed era davvero notevole..... inziai a leccargli le palle mentre con le mani lo accarezzavo, risalendo dalla base sino alla cappella gonfia.... lo sentivo fremere nelle mie mani e palpitare.... lo presi in bocca, leccandogli la cappella e continuando a menargilelo con e mani.....sentivo che stava per venire, ma non volevo..... volevo sentimelo dentro così duro e palpitante.... mi alzai e lo feci stendere sul lettino..... salii sul lettino e mi misi in piedi sopra di lui.... poi, molto lentamente, e guardandolo fisso negli occhi mi sedetti su di lui..... il suo cazzo entrò facilmente tanto ero bagnata... iniziai a muovermi prima molto piano e molto in profondità, facendolo entrare tutto sino alle palle..... nonostante fossi bagnatissima riuscivo coimunque a sentirlo tanto era duro e grosso..... aumentai il ritmo dei miei movimenti e mi portai la sua mano verso il sedere..... lui comprese quello che volevo e mi infilò un dito nel sedere..... i miei movimenti si fecero frenetici e venni quasi subito, stravolta ma felice..... anche lui era al limite e venne immediatamente dopo......
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17 years ago
admin, 75
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Strap-on prima volta
Era da tanto che desideravo sapere cosa si provava ad essere inculati da un cazzo, stanco di masturbarmi di nascosto, infilandomi le dita nel culo sotto la doccia in quei pochi momenti di vita privata che riuscivo a ritagliarmi. Un giorno decisi di cambiare le cose e cosi andai in un sexy shop e comprai in vibratore di modeste dimensioni, con l'intenzione di regalarlo alla mia lei ma di usarlo anch'io appena ne avessi avuto l'occcasione. Arrivo sera e cosi tra una carezza ed una provocazione la portai in camera dove ci aspettava il suo (nostro regalo). Lo scarto ma la reazione non fu quella che mi aspettavo, anzi fu esattamente l'opposto. Rimase perplessa. Io non sapendo cosa dire cominciai a spogliarla senza dire una parola. Cominciamo bene pensai cominciaia a spogliarla la bendai e cominciai a leccare i suoi umori che caldi grondavano dalla sua fica mentre lei ingoiava il mio cazzo nella sua bocca vogliosa. Presi il vibratore e lentamente lo feci penetrare nella sua fica e un mugolio di piacere provenne dalla sue labbra. Mi scanso di peso da sopra di lei e comincio a masturbarsi da sola con il vibratore mentre con l'altra mano mi segava facendomi un pompino. Mi guardo con il suo sguardo e capi gia in che modo sarebbe andata a finire. Mi rilassai e mi gustavo la scena di lei che si contraeva per l'orgasmo che stava per avere mentre io stavo per esplodere di piacere inondando la sua bocca.
Il sesso che facevamo da quel giorno cambio totalmente era diventata una vera porca ma io volevo ancora di piu. Non mi bastava rubargli di nascosto il vibratore per ficcarmelo nel culo e godere volevo che fosse lei a farlo.
Una sera mentre eravamo a casa ad annoiarci decisi di andare a prendere un film da nolleggiare. Cosi a sua insaputa presi un film porno che avevo gia visto in sua assenza dove c'erano anche dei bellissimi trans. Arrivai a casa ci sedemmo sul divano e accesi il dvd il film comincio e subito due lesbiche cominciarono a darci dentro. Il cazzo mi divenne subito duro ed anche lei non era indifferente. Due minuti ed eravamo gia nudi a fare un bel 69. Le scene si susseguirono e arrivo il momento in cui comparsero due bei trans che si stavano inculando un bisex. Una voglia di cazzo mi prese e senza ritegno le chiesi di leccarmi il buco del culo e di infilarmi dentro un dito per provare. Lei mi chiese se ero sicuro. Deciso risposi di si! Cosi comincio a leccarmi l'ano ed una piacevolissima sensazione mi pervase il corpo mi infilio un dito e comincio ad allargarmi il buco ma io senza ritegno la incitai a metterne un altro. Era fantastico e mi piaceva da morire. Poi le mi disse: Vuoi provare un vibratore nel culo? Non mi sembrava vero che me lo chiedesse. Annui e subito senti l apunta vibrante che prima lentamente poi con piu decisione mi penetrava. Era bellisimo mi sentivo suo. Andammo avanti cosi per una bella mezzora mentre lei mi infilava un cazzo di gomma nel culo e mi faceva un pompino io le leccavo la sua fica eccitata. Mi tolsi appena prima di venire e le chiesi di mettersi a pecorina che volevo farle sentire il mio cazzone nella sua fica. Non esito, si giro e comincio a masturbarsi il clitoride con il vibratore mentre da dietro la scopavo come un forsennato. Duro poco lei venne quasi subito io continuai finche non gli innondai tutta sua fica della mia sborra. Lo tolsi e lei da abile porca me lo lecco tutto fino all'ultima goccia, poi mi disse:" E stata la piu bella scopata che abbia mai fatto."
Ma non finisce qua....
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
La mia prima coppia
La prima coppia con cui ho avuto il piacere di giocare la ricordo sempre con piacere, sono davvero due persone intelligenti e capaci, e li ringrazio di avermi scelto.
Li chiamerò Anna e Mauro, con nomi fittizi.
Ci siamo conosciuti grazie ad un annuncio su Desiderya. Dopo un breve scambio di email ricevo un numero di telefono da chiamare, dicendo che la Padrona voleva parlarmi. L'ordine era iniziare la conversazione con le parole "Buongiorno Padrona". Emozionato compongo il numero, e un po' affannato dico la formula, pensando anche alla figura che potrei fare se fosse uno scherzo, se sbagliassi numero... Subito una voce femminile mi risponde con un seplice "Ciao schiavo". E' il primo contatto con Anna. Il cuore batte a mille, è una vera padrona quella con cui sto parlando!
Scambiamo poche parole, rispondo a domande precise sul mio corpo e sulle mie esperienze, concordiamo le modalità del primo incontro.
Qualche giorno dopo mi dirigo in macchina all'uscita della tangenziale indicatami, devo aspettare un certo furgone nero. Attendo qualche minuto, un furgone nero si ferma dietro di me, ne scende un uomo, che deve essere Mauro, si avvicina e dopo esserci scabiati la frase concordata, mi lascia un pacchettino e se ne torna al furgone.
Apro, trovo una paletta che ho visto spesso sui siti sm, serve perlo spanking, e una lettera di Anna, in cui mi lascia istruzioni dettagliate da eseguire. Segnalo a Mauro come convenuto e lo seguo per strade di campagna per una buona mezz'ora, fino ad un cascinale abbastanza isolato. E' l'imbrunire, Mauro scende ed entra in casa.
La lettera è chiara: come lì scritto mi inginocchio davanti alla porta e busso, tenendo nella mani la paletta. Sono agitatissimo... ma sono determinato ad andare a fondo.
Mi apre Mauro, entro in ginocchio e la porta si richiude alle spalle. Mi ritrovo davanti ad una bellissima donna mora, longilinea, su alti tacchi di scarpe decolletè nere lucide, una minigonna di tessuto morbido, un corpetto molto fetish. L'uomo è nudo a meno di un collare e di un perizoma di pelle nera che vedo gli stringe forte i testicoli e trattiene a
stento un grosso pene depilato.
Rispondo ad alcune domande da parte della padrona, sono intime, devo rispondere guardandola negli occhi, mentre lo faccio arrossisco e mi sento molto umile, e comincio ad eccitarmi...
Mi viene ordinato di spostarmi nella sala accanto, sempre in ginocchio, e spogliarmi nudo.
Mauro viene a prendermi dopo un minuto, mi mette un guinzaglio e mi riporta sempre in ginocchio davanti ad Anna. Come un cane eseguo tutto quello che Anna mi comanda, giro su me stesso, espongo i genitali, lecco le scarpe che lei indossa, vengo sculacciato con la paletta che io stesso ho offerto alla Padrona.
Ma qualcosa dopo un po' sembra non funzionare. Sento che Anna e Mauro parlottano mentre io lecco le scarpe, io noto un apparecchio con una lucina verde in un angolo, temo un videoregistratore, mi raffreddo... Dopo un po' Anna esce dal gioco e mi dice di rimettermi in piedi e parlare liberamente.
Magie dell'sm! Dopo un secondo mi ritrovo a parlare con due persone normalissime, molto gentili ed intelligenti, che si scusano perché evidentemente qualcosa non funziona, e cominciamo a parlare in libertà e da pari delle nostre reciproche esperienze, del mondo sm, di tutto quello che di inutilmente sporco e marcio c'è. La lucina verde è un semplice deodorante d'ambiente, altro che videoregistratore, ma capiscono e insieme ne ridiamo...
Passa piacevolmente una mezz'ora, io sono sempre nudo, Mauro sempre con collare e perizoma, sto molto bene. Raccontandomi di loro mi spiegano quello che gli piace fare, e come Anna ha il gusto delle punizioni corporali, e così per scherzo io e Mauro allunghiamo entrambi il dorso della mano ad Anna, che colpisce delicatamente entrambi, come una maestra due scolaretti casttivi. E' che lo fa con una luce negli occhi... Ci guarda entrambi e ci picchia nuovamente, ma in modo più secco. Io e Mauro diciamo entrambi: "Sì Padrona" ed è un attimo. Sento che mi eccito di nuovo, Anna lo nota e ovviamente i suoi occhi non fanno che indurirmelo ancora di più, e così Mauro...
Anna ci chiede di toccarci l'un l'altro per lei: non ho mai toccato un uomo, ma mi ritrovo accanto a Mauro, in piedi, l'uno con la mano sul cazzo dell'altro, e cominciamo a menarcelo...
Anna diventa un'altra persona: ci guarda, ci accarezza anch'essa, ci infila due preservativi e ci infila entrambi in bocca. Da lì in poi il gioco è in discesa, provo tutto quello che desideravo provare e offro tutto quello che loro vogliono. Mi ritrovo Mauro in ginocchio che mi succhia, poi mi inginocchio io e lo spompino carezzandogli i testicoli mentre Anna si infila uno strap-on. Vengo poi preso da Anna dietro mentre Mauro mi trattiene la testa sul suo cazzo, sono una troietta presa in una morsa infernale, impazzisco perché Anna mentre mi incula mi afferra il cazzo con la mano e me lo schiaccia forte...
E' un continuo cercare sempre cose nuove: Mauro mi passa dietro, mentre io lecco i piedi di Anna, che poi si fa spompinare il suo strap-on mentre Mauro sdraiato spompina me...
Dopo un po' io e Mauro non ce la facciamo più, Anna ci chiede di venirle sui piedi, e io e Mauro entrambi in ginocchio ci seghiamo davanti a lei e sborriamo sui suoi piedini bianchi e profumati, e vengo in modo incontenibile, schizzo fino alle caviglie... che poi mi tocca pulire con la lingua!
Ebbri di piacere rimaniamo un po' ancora a parlare, mi viene offerta una doccia che accetto volentieri, e ci salutiamo con la promessa di rivederci presto, magari con altri amici, chissà...
Anna e Mauro, grazie!
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1
17 years ago
admin, 75
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Mia moglie, dolcemente perversa (parte prima)
Da sempre conosco tre amici e da sempre siamo stati inseparabili soccorrendoci a vicenda. Abbiamo perfino fatto il servizio di leva assieme, cosa non facile. Siamo andati sempre assieme allo stadio, in discoteca, al cinema, a donne. Insomma eravamo quattro bei scapoloni. Poi le circostanze della vita, lavoro principalmente, ci hanno fatto prendere strade diverse. Io mi sono sposato e andato a vivere in un’altra città lavorando come meccanico specializzato presso una famosa casa automobilistica. Mi sono perdutamente innamorato di una delle contabili e quindi l’ho sposata. Al lavoro facevamo finta di non essere marito e moglie, quindi quando ci vedevamo nelle pause, scambiavamo quattro chiacchiere come colleghi ed in compagnia di essi. Un bel giorno arriva un signore che doveva fare il tagliando alla sua auto. Quando l’ho visto, per poco non mi veniva un colpo. Era Gianni, uno dei miei tre amiconi. Faceva il procacciatore d’affari per una multinazionale e quindi era sempre in giro. Quella era l’auto aziendale. Inutile dire che eravamo contentissimi di esserci ritrovati dopo tanto tempo. Presi mezza giornata di permesso per stare assieme a Gianni. Presentai Gianni a mia moglie senza tuttavia dirgli che Anna fosse mia moglie, ma solo la contabile della nostra ditta. Gianni mi disse che era in contatto con Flavio e Marco e che neanche loro si erano sposati. Flavio era proprietario di un bar mentre Marco lavorava al Comune, però tutti e tre vivevano in quella grandissima metropoli che è la nostra città: Milano, ma che non avevano mai il tempo di vedersi. Solo una o due volte l’anno organizzavano una serata pazza riservata a soli “scapoli”. Erano contenti di non essersi sposati e così mi convinsi a dire che neanch’io mi ero sposato. Poi Gianni mi propose di cenare assieme quella sera prima di rientrare Milano. Ero tentato di dirgli che ero sposato e che Anna era mia moglie quando lui mi anticipò dicendomi di convincere quella contabile che gli avevo presentato nella mattinata ad uscire con noi. Le cose si complicavano. Parlai con mia moglie spiegandogli la cosa. Credevo di ricevere degli insulti da parte sua ed invece, con mia grande sorpresa, mi rispose che la divertiva fare solo l’amica e non la moglie. Quella sera io mi presentai con Anna, mia moglie, ma che in quell’occasione era solo una cara amica. Andammo in un ristorantino di lusso prenotato da Gianni. Disse che era uso prenotare in quel posto, datosi che la sua azienda gli rimborsava qualsiasi cosa, anche quando andava con le donne, “purché queste rilascino la ricevuta fiscale” disse Anna. E giù a ridere come matti. Anna era entrata nel personaggio come un coltello caldo entra nel burro. Gianni mi disse che Anna era molto simpatica e che io ero fortunato ad avere un’amica come lei. Mia moglie mi guardava molto divertita e recitava molto bene la parte dell’amica. E quando Gianni si alzò per andare in bagno, lei mi disse che era eccitatissima perché da sotto il tavolo Gianni gli faceva il piedino. Mi stavo incazzando, ma mia moglie mi disse che era molto piacevole quella situazione e che in fondo non stavamo facendo nulla di male. La serata continuò in un localino a modo, dove c’erano degli spettacoli un po’ troppo osé. Anna stava seduta sul divano tra me e Gianni il quale faceva gli occhi dolci a mia moglie. Più volte Anna prese a ballare qualche lento prima con me e poi con Gianni. Poi Anna dovette andare in bagno, quindi Gianni mi confessò che quella mia amica era davvero deliziosa e che mentre ballavano, lui le titillava un lobo dell’orecchio con la lingua e lei spudoratamente gli aveva messo la mano sul cazzo, facendogli capire che ci stava. Io sorrisi amaramente, ma dentro di me stavo friggendo. Cazzo, cazzo, cazzo, il mio migliore amico mi stava insidiando la moglie ed io come un coglione non dicevo nulla. E tutto per colpa della cazzata di essere “scapoli”. Anna torna dal bagno. La vedo sorridente, cercando di capire attraverso i suoi sguardi vergo Gianni se quel che questi mi avesse detto fosse vero. La vedo accavallare le gambe senza curarsi di coprirsi. Aveva le cosce quasi del tutto scoperte e la mano di Gianni gliele palpava non curante della sua eventuale reazione. Anna rideva divertita, pensai per colpa di qualche bicchierino di troppo, ma poi pensai che lei era astemia e che aveva bevuto solo della coca. Porca puttana, vuoi vedere che mia moglie mi fa cornuto col mio migliore amico senza che io possa dire nulla? Tuttavia Anna non si dedica solo a Gianni, ogni tanto si gira verso di me baciandomi e dicendomi all’orecchio che era bagnatissima e che non vedeva l’ora di rientrare a casa per una bella scopatona. Il coltello con cui stava giocando Anna aveva due lame, quindi se io la baciavo, quando si girava verso Gianni, questi si sentiva autorizzato a baciarla. Ed il fatto era che Anna non si tirava indietro. Riceveva il bacio mollandogli anche la lingua. Ero rosso di rabbia, ma facevo buon viso a cattiva sorte. Arrivati ad un certo punto, Anna dice di concludere la serata a casa sua, per l’ultimo bicchiere, quello della staffa. A casa sua? A casa nostra semmai. Salimmo sulle nostre rispettive auto e Anna salì su quella di Gianni. Sicuramente avrei voluto che salisse con me, ma Gianni è stato più svelto di me nell’invitarla nella sua. Giunsi sotto casa per primo, ma per non far vedere che avevo le chiavi, rimasi ad attendere davanti al portone. Gianni e Anna giunsero dopo circa una decina di minuti. Quel ritardo mi mise un’ansia tremenda addosso. Mille e mille pensieri mi balenarono per la testa. Appena Gianni parcheggiò, Anna disse che avevano bucato e che quindi si erano fermati a sostituire la ruota. Salimmo su e naturalmente Anna fece gli onori di casa. Fece vedere l’appartamento a Gianni il quale si meravigliò nel vedere il letto matrimoniale in quanto Anna gli aveva detto di vivere da sola. Lei gli rispose che di tanto in tanto a turno si portava a casa tutti i meccanici dell’officina, compreso il sottoscritto. Naturalmente non era vero niente, ma Anna era solita esagerare e quello che lei aveva pensato fosse solo un gioco, ben presto si tramutò in qualcosa di esageratamente mostruoso, almeno per me. Mentre Anna era un cucina a prendere i bicchieri e da bere, Gianni mi disse che la storia della ruota bucata era tutta una balla, il fatto era che ad un certo punto lei gli aveva abbassato la lampo e glielo aveva preso in bocca e per poco non andavano a finire fuori strada. Io non volevo crederci, anzi non ci credevo, quindi glielo dissi e lo sfidai a fare le avance ad Anna apertamente, con me davanti. Quando Anna giunse con il vassoio in mano, vidi che si era cambiata indossando una delle sue corte vestaglie, quelle che a me piacciono molto perché so che sotto non ha nulla. Mi era venuto il dubbio, a quel punto, se non avesse indossato nulla anche quella volta. Seduto sul divano, cercai di stiracchiarmi per vedere sotto la vestaglia di mia moglie. Ma non ci fu bisogno di chinarmi molto in quanto lei, dandoci la schiena, nel sistemare il vassoio sul tavolinetto basso da fumo, ci mostrò il culo nudo. Gianni mi guarda e mi fa l’occhiolino, come per dire “vedi che avevo ragione che ci sta”. Mi girava la testa, non sapevo cosa dire né pensare. Mi sembrava così tutto surreale, non stava capitando a me quella cosa, ero dentro ad un film a luci rosse. Ma la realtà mi schiaffeggiò beffardamente quando Gianni mise una mano sui glutei nudi di Anna la quale non fece nulla per scostarla, anzi prese a ridacchiare. E quando Gianni, alzatosi, le cinse i fianchi per baciarla, lei lo lasciò fare. Cazzo, quello stronzo del mio “grande amico” stava baciando mia moglie e lei lo lasciava fare, anzi sembrava contenta. Mi stropicciai gli occhi per capire se quella fosse un’illusione ottica o meno. Cazzo, mia moglie gli aveva abbassato la lampo e tirato il cazzo fuori. Ma non aveva detto che lei lo aveva spompinato poco prima? Ce l’aveva di nuovo duro. Ed io che faccio? Vedo mia moglie che si toglie la vestaglietta rimanendo nuda davanti a noi, poi si inginocchia e glielo prende in bocca. Gianni mi fa capire di aver ragione, Anna è proprio una troia. E a dimostrazione della sua tesi, mi invita ad approfittare della nostra padrona di casa. Anna, spudoratamente e come una cagna in calore, mi dice di approfittare di lei da dietro. Mi spoglio e mi accorgo di essere eccitatissimo. La mia mente ha un rimescolamento, non capisco più niente. Mi porto dietro mia moglie e la trafiggo con un sol colpo. La puttana e bagnatissima. La fotto con veemenza e le sborro dentro. Intanto Gianni le sborra in bocca e sul viso. Mi siedo sul divano col cazzo moscio quando vedo che Anna è ancora alle prese col cazzo moscio di Gianni leccandoglielo delle ultime tracce di sborra rimaste e vedo che questi prende nuovamente vigore. È lei stessa a dirgli di fotterla. Gianni la fa distendere sul divano a cosce divaricate facendomi spostare in un angolo, dopodiché la impala selvaggiamente. Mi ritrovo così ad avere la testa di mia moglie appoggiata sulla mia coscia mentre gode sotto i colpi del mio “ex grande amico”. Non so perché, ma mi abbasso su di lei baciandola in bocca e vedo che lei risponde al bacio in modo avido, come se volesse ringraziarmi per la bella serata. Bella solo per lei, penso io. Ad un certo punto mia moglie mi chiede di dargli il cazzo in bocca. L’accontento subito. La scopo in bocca venendo poco dopo in contemporanea con Gianni che scarica per l’ennesima volta la sua sborra in mia moglie. È tardi quando Gianni si riveste. Aveva già prenotato la camera in un albergo, quindi va via. Io rimango a dormire a casa di Anna, che è anche casa mia. Ci addormentiamo subito, e la mattina dopo, per fortuna è sabato e non andiamo al lavoro, ci guardiamo negli occhi senza parlare. Mia moglie ha una specie di riconoscenza nel suo sguardo ed io, forse per non deluderla, le sorrido. Mi bacia dolcemente ed io sento in quel bacio tutto l’amore che mia moglie mi dà ed il bene che mi vuole. Penso che amore e sesso siano due cose distinte e separate. Mi si accuccia accanto ed io la cingo per le spalle. Ci riaddormentiamo. Qualche giorno dopo ricevo una telefonata da Gianni mentre sono in pausa pranzo, naturalmente con mia moglie presso uno snack bar convenzionato con la ditta. Mi dice che quella sera si è molto divertito, ma soprattutto è rimasto contentissimo nel rivedermi. Mi spunta una lacrimuccia perché in fondo lui è rimasto sempre il mio grande amico perché ha messo al primo posto nel nostro rapporto la nostra amicizia ponendo in secondo posto l’aver fatto l’amore con Anna, mia moglie. Prima di chiudere mi dice di avere organizzato un fine settimana, che dice che da loro si chiama “week end”, poco fuori Milano in compagnia di Flavio e Marco, gli altri due nostri grandi amici, descrivendomi quello che avremmo fatto. Prima di chiudere mi dire di portare con me quella grande troiona della mia amica Anna in modo da far divertire anche i nostri amici Flavio e Marco. Cazzo, e adesso?
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17 years ago
Pellicanoverde,
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Una gang a sorpresa
Ciao sono Vale una lei di coppia, 29 anni mora 165 cm, 50 kg, tg 42, un bel seno, vi racconto questa storia, realmente accaduta quest' estate. Ero in macchina con Ale mio marito e stavamo percorrendo l'Autostrada , tornavamo da una serata in una discoteca sul litorale del palermitano. Ale mi disse che aveva sete e voglia di un caffè così ed uscimmo dall' autostrada al primo Autogrill, era tardi e c’era poca gente , tutti uomini a dire il vero. Io ero restia a scendere avrei preferito restare in macchina, ma Ale insistette e allora scendemmo assieme. Indossavo una maglietta a canottiera rossa e dorata e un pantaloncino nero corto ed aderente, scarpe nere col tacco a spillo. Appena entrammo nel bar gli sguardi puntarono tutti su di noi anzi per meglio dire su di me , c’erano 5 o 6 persone tutti uomini. Prendemmo un caffè e una bottiglia d'acqua ed uscimmo di corsa , io ero eccitata da questa situazione e in macchina dissi ad Ale di parcheggiare dietro perché avevo voglia di lui. Lui mi disse di aspettare un attimo , scese al bar e tornò con un pacco di preservativi, dicendomi che ci potevano servire, non capii bene a cosa , dato che noi lo facciamo senza ma non ci feci caso più di tanto, perchè la voglia era tanta. Parcheggiammo sul retro, dove c'era un ampio parcheggio con un decina di camion parcheggiati. Cominciammo a baciarci e la mia eccitazione saliva sempre di più ero tutta bagnata, anche Ale era eccitato , gli presi il cazzo che ormai era duro e pronto e lo misi in bocca , mi ero messa di fianco quando lui mi disse di mettermi a pecorina perchè lo eccitava di più, non mi costo niente farlo anzi mi veniva pure meglio prenderglielo in bocca. Dopo pochi minuti Ale accese la luce dell'abitacolo , gli chiesi che cos'era successo lui mi disse "stai tranquilla e continua a fare quello che stai facendo magnificamente" , ero eccitatissima tutta bagnata stavo per dirli " non resisto più " quando da fuori si sentirono dei rumori, io non vedevo niente ed Ale con naturalezza ed eccitazione mi disse che c'erano degli uomini fuori a pochi metri dalla macchina che guardavano la scena, io ero impaurita ma anche tanto eccitata, stavo sempre a pecorina col mio sedere vicino al finestrino , una bella vista pensai, per loro. Ale cominciò ad abbassare il finestrino e fece un segno a questi di avvicinarsi , gli dissi “se era ammattito”, ma non mi spostai perchè mi stavo eccitando sempre di più , smisi si prenderlielo in bocca girai lo sguardo indietro per vedere chi c’era e vidi 4 o cinque ragazzi sulla 30-40 anni , tornai subito a guardare Ale con un viso interrogativo come a dire "ma che stiamo facendo”, lo Capii subito quello che sarebbe accaduto quando Ale prese in pacco di preservativi e lo lancio fuori il finestrino. Due o tre cominciarono a toccarmi , io avevo ancora indosso i pantaloncini , sentivo spacchettare e scartare i profilattici e questo mi eccitava, ero un lago. Ad un certo punto uno di loro mi abassò i pantaloncini e slip tutti assieme fino a meta coscia, senti le sue mani cercare il mio buco , non fu difficile , quando lo trovò esclamo! "Ragazzi è tutta bagnata" , ci fu una risata generale . Subito dopo mise dentro in suo cazzo , entro con facilità perchè ero bagnata come una vera troietta, stavo godendo da matti. Sentivo i commenti, cominciarono ad alternarsi ,qualcuno di loro era davvero ben fornito lo sentivo come mi apriva mentre mi fotteva. Ale godette subito, mi venne in bocca ansimando ed io bevvi tutto. Dopo un 30 minuti non c'e la facevo più avevo goduto più di quattro volte ma cominciava a farmi male il mio sesso, se non mi sbaglio mi avevano fottuta in cinque , quindi cercai di tirarmi in avanti per liberarmi ma non potevo perchè da dietro mi tenevano per i pantaloncini e davanti Ale mi bloccava le spalle , lo guardai quasi arrabbiata , stavo per dirli qualcosa quando sentii la punta di un cazzo davvero grosso che cercava di entrarmi nel buchetto del sedere , cercai di liberarmi ma quando mi mossi mi entro dentro , provai un bruciore fortissimo , mi aveva inculato alla grande quello stronzo . Strinsi i denti e mugolai di piacere per farlo godere il prima possibile , non ce la facevo più. Dopo una decina di minuti mi per la mia felicità godette , fu un sollievo per il mio sederino. Ale alzo il finestrino della macchina spense la luce accese il motore e andammo via, non ce la facevo nemmeno a rivestirmi tanto ero indolenzita , sia dal troppo piacere che dal dolore, che durò per un bel pò di giorni. Un saluto da Vale.
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17 years ago
Ale1e1Vale262947,
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Tra le ombre del fuoco
La luce del fuoco disegna lampi asincroni e tenui sulle pareti, le fiamme proiettano le nostre ombre in direzioni casuali e mutevoli, è un effetto psichedelico, ma molto rallentato, che riempie lo spazio tra di noi, attori immobili delle nostre immagini del momento.
Mi stai davanti e io ti vedo attraverso il controluce impazzito del fuoco, che arde voluminoso nel caminetto, hai spento tutte le luci, sacerdotessa esperta di questo rito pagano della tua fantasia, le tue linee sono morbide e disegnano intorno al tuo corpo un profilo slanciato, la mia mente si sforza di riproporre un’immagine familiare di te, scorre al suo interno la lista delle foto scambiate sull’e-mail del contrabbando libidinoso, e poi le discussioni e gli orgasmi dentro a un monitor umido di desiderio.
Ora sto cercando di ricondurre questa tua figura di adesso a qualche cosa che so, o che è già stato, il mio pensiero si muove animato da un’energia rapida e urgente: la paura.
Cerco di guardarmi da fuori, mi sforzo di assumere una prospettiva esterna a me stesso, che mi ricomprenda in qualche schema banale e rassicurante, un’avventura, uno sporco incontro, una storia a temine, “sesso e nulla più…” mi dico in tono rassicurante e indolente.
Penso a mia moglie e al bozzolo di inganni in cui l’ho rinchiusa, da lì non mi vede ma non crederebbe ugualmente ai suoi occhi, la immagino muoversi appagata nella sua casa, cerco di reprimere lo stupido senso di colpa che si fa strada facilmente in un punto scosceso della mia coscienza, ma sono troppo concentrato nell’immagine di me stesso per non pensare a lei.
Lei intanto mi guarda, ha accatastato i miei vestiti vicino al camino, mi balena in mente il pensiero idiota del dolce tepore di quando li potrò rimettere, sono completamente nudo, era nei patti della sera prima: “Ti spoglio completamente e tu non mi puoi toccare, sarai il mio giocattolo perverso”.
La mia pelle ha il colore caldo dei riflessi del fuoco, se cominciassi a sanguinare nessuno se ne accorgerebbe. Lei ha occhi di un nero concavo, nell’oscurità della stanza scintillano di una luce residuale e profonda, pozzi bui di stelle lontane, mi catturano con il loro acume melmoso, io mi sento di una nudità ancora più denudata, una figurina secondaria dell’umiliazione fisica, ha le pupille dilatate e la bocca leggermente socchiusa in una sorta di sorriso definitivo e compiaciuto, guardo il suo seno, i suoi fianchi rotondi e sensuali, ha messo la gonna di pelle nera di quella fotografia, piccole linee rigonfie sui glutei delimitano il contorno delle sue mutandine, porta calze velatissime, che sfumano come in un’aureola evanescente intorno alle caviglie sottili. Un tacco lungo affinato e indecente, prolungamento dei suoi stessi pensieri, la fa sembrare altissima, sottile e potente.
Mi rendo conto che il suo abbigliamento rappresenta meticolosamente qualche parte di me, lo conosco già: era in tutte le conversazioni notturne davanti al computer e in ogni fotografia che ci siamo scambiati al mercato osceno della comune perversione.
Questo appuntamento è il capolinea, pericoloso, inopportuno quanto inevitabile, come un destino accessorio e secondario nella mia vita, un ramo della mia fantasia che pensavo seccato dalla banale quotidianità di una vita tranquilla, ma che ora rivive percorso da desideri troppo ingombranti e veloci. Ci sono arrivato per inerzie successive, con la speranza che lei non ci fosse: avrei aspettato un po’ e poi sarei andato via col cuore sollevato.
Ora mi guardi come un felino addomesticato da circo, so che non puoi farmi del male ma ho paura di te.
Mi fa un po’ male a sinistra e sento caldo davanti e freddo alla schiena. Il legaccio al polso lo hai serrato di più e ora mi duole, mi sento aderente e consono alla curvatura di questa sedia, ne seguo gli angoli col mio corpo, formando un segno visibile, come un quattro nell’ombra.
Provo a muovere le gambe ma rimangono serrate alle legature, così pure le braccia, sento formicolii gelidi diffondersi attraverso le vene in una direzione tra fuori e dentro, tra pelle e anima.
“Ora ti lego alla sedia – mi hai detto - vedrai che ti piace, ho portato le corde, lo farei con le calze ma il patto era che io restassi vestita, ricordi?”.
Il pesante nastro adesivo grigio posato sulle labbra da zigomo a zigomo mi obbliga a respirare col naso, sento le mie labbra paralizzate come appiattite in un’espressione di stupore.
Passi i tuoi occhi dappertutto sul mio corpo bianco, li fai scivolare nelle pieghe delle ascelle, fai scrutare loro le spalle, li fai scendere lungo il declinare dolce del torace fino alla pancia, poi verso la piega tenera del bacino, per tuffarli sul mio sesso, e farli poi riaffiorare più avanti e giù veloci e famelici per le gambe, fino alle caviglie serrate alla sedia con la corda sottile e penetrante. Per associazioni di immagini ora guardi i miei polsi, e chiudi il cerchio e la gabbia in cui mi hai rinchiuso.
Non sento emozioni catalogabili nel senso comune del termine, quanto piuttosto un languore, un formicolio, che si diffonde al limite esterno della mia pelle, come a difesa o in attesa di qualcosa. Non sono eccitato, non lo so perché, forse per dispetto o forse è colpa di mia moglie, ma il mio membro se ne sta afflosciato come svuotato o scuoiato da tribù primitive della mia coscienza.
Lei se ne accorge e con un’ombra di disprezzo negli occhi pare all’improvviso animarsi di lussuriose intenzioni.
“Cos’è? Non ti piace? O non ci hai mai provato? Guardami, ora mi tocco per te”.
Avrei voluto darle dei baci, piccoli baci di superficie per capire chi fosse e magari trovare la via, ma ora, da questa posizione, mi stanno balenando nella testa migliaia immagini di sue possibili versioni e possibilità.
Vedo la sua mano salire su per il suo petto, seguire lentamente la curva tenera del seno, insinuarsi nella piega della camicetta di raso, poi in successione rapida vedo il seno nudo, chiaro e il capezzolo viola e turgido. L’altra mano, seguendo itinerari opposti, è affondata tra le cosce, premuta contro un punto basso del ventre, le ginocchia si sono unite e formano una sorta di tenaglia nella quale è racchiuso il suo sesso.
Il suo respiro si fa pesante, sembra assumere forme e volumi e viaggiare sulle stesse onde dei riflessi del fuoco su di noi, sento il cuore che mi batte sul collo, pompa sangue e attesa e sudore.
Ora mi fissa di nuovo e i suoi occhi sono pugnali lanciati, sento un languore su per la schiena gelida, intanto lei si solleva un poco la gonna e si sfila le mutandine, le vedo a terra tra le sue scarpe, si china a raccoglierle, si avvicina e me le passa sulla fronte e poi me le preme sul naso “Senti il profumo del mio sesso, sai quante volte l’ho sentito sulle mie dita quando ci parlavamo di notte.” Parla con una voce sussurrata, che mi arriva trasportata dalla luce del fuoco insieme all’odore denso e pungente del suo sesso, mi viene da pensare all’odore del mare nelle mareggiate d’inverno.
Ora si abbassa, la vedo inginocchiarsi davanti alla mia sedia, vedo la sua testa passarmi a pochi centimetri, ne subisco il profumo, ma ho una percezione dilatata della realtà per cui il movimento di lei mi sembra lunghissimo, infinito.
Ora lei guarda in direzione del mio pene, lo sfiora col suo respiro, ci sento sopra il peso dei suoi occhi che scrutano e del suo naso che aspira, mi predispongo a percepire una qualsiasi sensazione umida di contatto che dia una direzione al tutto, invece lei gira la testa di lato e dice “Dai entra ! Puoi entrare ora !”.
E’ come se si accendesse una flash nella mia testa, per un attimo tutte le idee si fermano abbagliate e non capisco bene cosa stia accadendo, lei ha i gomiti poggiati sulle mie ginocchia nude, sento una pressione e capisco che si sta alzando. Di fianco qualcuno o qualcosa si muove, quasi ne intuisco il calore e il volume, l’ombra si espande laterale e si avvicina a lei, ora lo vedo, un uomo alto e vestito con una giacca blu e pantaloni grigi, ha il viso liscio e un’espressione per bene, gli occhi hanno angolature a scendere, ha capelli lunghi, tirati indietro e raccolti in un corto codino, lei gli va incontro e lo abbraccia, dopo un tempo incalcolabile, si voltano dalla mia parte, mi viene da pensare ai cacciatori dei safari, lei dice: ”Ti presento mio marito”.
Il nastro adesivo mi preme sulle labbra, sento di avere un’espressione acquosa e poco comprensibile, il fatto mi rassicura, mi si allineano nella mente tutte le ipotesi più abiette e banali, mi viene da ridere e comincio a sudare di un sudore immaginario e mi sento ingabbiato in un vicolo dell’infelicità.
Ora lui la gira di spalle, le poggia le mani sui fianchi, non parla, le solleva la gonna, vedo le sue natiche chiare brillare come di bianco vapore, lui ci poggia le mani sopra e le stringe con forza. Lei ha inarcato un poco la schiena e ha chiuso gli occhi, sembra godere di quella stretta energica, ora si volta e si accovaccia piano davanti a lui. Seduta sui talloni mi guarda e mi pare di leggere in fondo ai suoi occhi tutta la scena che seguirà, gli sbottona la patta dei pantaloni e tira fuori il suo pene già eccitato, mi guarda di nuovo mentre passa la lingua sulle palle, poi a salire sull’asta, fino alla sommità della cappella, chiude gli occhi e ingoia tutto con una bramosia animalesca. Vedo il pene dell’uomo apparire e sparire nel senso della lunghezza intorno alle sua labbra, lo ingoia tutto e poi lo fa rispuntare umido e turgido, lui è come svenuto in un’espressione allucinata e contemplativa.
Per lunghi minuti rimango come imbalsamato nel mio stupore, poi lei si accorge che il suo uomo è arrivato, allora si alza, lo porta vicino a me tirandolo per il pene, me lo vedo proprio davanti; lei gli passa alle spalle, e da dietro comincia a masturbarlo, vedo la sua mano vicinissima percorrere ferocemente l’uccello, ogni tanto si ferma e se la passa sulla lingua così per rendere il movimento più fluido, poi, come una scossa a bassa tensione che scuote l’uomo, lei stringe con più forza e lo fa esplodere forte, un fiotto caldo e violento mi colpisce tra il collo e la spalla, sento il contatto tra il liquido e la mia pelle come un tocco leggero ma denso, poi rivoli giù per il petto a sporcare la mia identità frustrata. Lui si accascia quasi svuotato, lei lo aggira, si avvicina mi guarda e dice “Ti amo piccola troietta stupita, ora ti pulisco” si abbassa e comincia a leccare lo sperma del suo uomo, lo raccoglie con la lingua e lo ingoia con movimenti fluidi da palcoscenico, lui intanto ha iniziato a toccarsi di nuovo, ha appoggiato una mano sulla mia spalla per sorreggersi e guarda il mio pene.
Lei lecca, io sento la sua lingua strisciare ruvidamente oppure dolcemente sulla mia pelle, scivola sul seme, se ne impregna e ingoia, piano piano la sento avvicinarsi, come un serpente untuoso al mio membro, ci gira intorno indolente e sorniona, l’odore dello sperma è pungente, mi sento umido e appiccicoso, lui continua a toccarsi, ora la visione della moglie lo eccita di nuovo, lei se ne accorge e con una mano si dedica a lui, contemporaneamente sento come una ventosa umida e viva, guardo e vedo che lei me lo ha preso in bocca e me lo risucchia forte in gola, sento la sua lingua premerlo sul palato, come a volerlo svuotare.
Onde violente mi partono dal cervello e vanno a riempire i campi essiccati dei miei sensi, la vista del pene dell’uomo che si ingrossa riempie tutto il mio campo visivo, sento come un bruciore al ventre, il fuoco continua a illuminarci con variazioni calde e diradate, disegna profili avvinghiati e spudorati, un ritmo lugubre e animale si è insinuato tra le nostre figure e sincronizza i piaceri delle nostre solitudini…vorrei che mi strappassero la benda dalla bocca e sputare lontano questo piacere immondo che mi sta divorando, l’uomo pare leggere qualcosa nei miei occhi, prende il bordo del pesante nastro e lo strappa via. Finalmente liberate le mie labbra si riespandono al respiro, l’uomo ora non guarda più la sua donna ma la mia bocca, lei intanto mi fa sentire il calore della sua lingua tra le cosce mentre con la mano me lo stringe, mi viene come un guizzo rallentato di piacere dal ventre e la disperazione lentamente cambia forma e colore, sono immobilizzato, incastrato e stritolato tra leve di un piacere invincibile, l’uomo libera il suo pene dalla morsa della mano della donna, afferra la mia testa dalla nuca e la spinge in avanti contro il suo uccello di nuovo eccitato, io chiudo gli occhi e lo prendo tra le labbra, poi apro la bocca lo sento scorrere accompagnato da un colpo misurato di bacino.
Ora sono una puttana formidabile, sento il suo cazzo avanti e indietro sulla lingua, io ne seguo il profilo trovando di volta in volta la giusta pressione, ne percepisco le vibrazioni, che si ricongiungono a qualcosa della mia eccitazione, onde della stessa madre che mi attraversano schiantandosi nella bocca di lei che mugola rapita.
Il seme dell’uomo è sgorgato lento e non copioso, l’ho sentito in gola scendere attraverso i miei sensi e bagnare i territori vergini e assetati della mia perversione, lui se lo tiene in mano, quasi dolorante e io gli stillo le ultime gocce con la punta della lingua, lei ha capito, scosta le labbra dal mio il mio pene e inizia a masturbarmi con il ritmo di chi vuole farlo scoppiare subito, lo fissa un attimo, i suoi occhi sono diamanti neri, io mi sento deragliare sopra a un brivido caldo e violento, l’uomo si china e la sua bocca si apre a rubare le prime gocce pure e opaline della mia verginità indecente.
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17 years ago
admin, 75
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It\'s only rock\'n roll
Il concerto era stato un successo, come sempre.
Più di diecimila ragazzi accalcati nello stadio, odore acre di corpi sudati, boati, urla, pogos e violente liti subito sedate da poliziotti stanchi e avviliti, i suoni provenienti dalla band ad un volume al di sopra del sopportabile, luci e laser feroci, violente, un palco colossale, stracolmo di strumenti e attrezzature,e , al centro di questo mondo folle e rutilante, io, il frontman, la voce roca e potente, lo sguardo stravolto dalle anfetamine e dall’alcol, il corpo fasciato in pantaloni di pelle che mostravano il mio cazzo e le palle, quasi come se non ci fossero, il petto nudo e sudato, lacerato da vecchie e nuove ferite autoinflitte, avevo urlato la mia poesia, la mia rabbia, la mia carica sessuale per un’ora e mezza, senza concedermi pause.
Alla fine, senza concedere bis ad una moltitudine di fan indignati ma adoranti, mi ero rifugiato nel mio camerino lussuoso, tavolo da trucco, divano, e l’immancabile mobile bar, lontano da tutti anche dalla amata-odiata band, lontano dal rumore.
Ero stanco.
Non la stanchezza del concerto, della tournèe, una stanchezza interiore, venata di sottile malinconia, di una serpeggiante insoddisfazione, che non riuscivo a definire.
Mi stravaccai sul divano, con una Perrier in mano, e l’immancabile scotch sul tavolino di cristallo.
Mi appisolai, vagamente consapevole del posto in cui mi trovavo.
L’aria era satura di una strana energia, sembrava scurirsi sempre più e la temperatura scendeva inspiegabilmente.
Ebbi un tremito di freddo, e mi svegliai, almeno credo, dal torpore alcolico.
Nella poltrona nell’angolo più buio della stanza c’era una vecchia ma preziosa poltrona di pelle rossa, scurita dal tempo e dall’uso.
Mentre la guardavo mi accorsi che c’era una figura, seduta mollemente, che teneva le mani sui braccioli, le lunghe gambe accavallate. Un paio di splendide Manolo Blahnick aperte sul davanti, tacco da dieci centimetri affilato come uno stiletto, calzavano due piedi dalle unghie laccate rosso fuoco, e dalla pelle lattea, tanto trasparente da mostrare le vene bluastre che pulsavano sotto l’epidermide.
Il mio sguardo ancora offuscato dal liquore risali quelle incredibili chilometriche gambe, fino a raggiungere l’inguine, appena velato da una stretta gonna nera, dallo spacco anteriore, e mi accorsi, mentre qualcosa nel mio corpo cominciava a risvegliarsi, che non portava slip e una peluria appena accennata, colore del grano maturo nascondeva chissà quali delizie.
Il mio sguardo continuò a risalire, seguendo i contorni di una piccola giacca di pelle nera aperta sul davanti a mostrare l’accenno di due seni lattei, che si sollevavano delicatamente al respiro, vagamente accelerato, i capezzoli premevano turgidi quasi penetrando la pelle nera grossi e prepotenti.
Un collo lunghissimo forte e delicato allo stesso tempo sosteneva una testa di proporzioni classiche , una stretta crocchia di capelli splendenti, dello stesso grano maturo incorniciavano un viso che sembrava veni fuori da un cammeo del settecento: naso piccolo, dalle narici piccole e vagamente arroganti, occhi enormi, di un viola impossibile, appena velati da palpebre pesanti, scurite da un ombretto di un viola appena più scuro, le ciglia lunghissime e fitte di un nero quasi assoluto.
… e la bocca.
La bocca! grande, dalle labbra carnose, fameliche, con un lieve sorriso vagamente feroce, dipinte di un rosso scuro denso come sangue, facevano intravedere denti perfetti , il respiro sibilante di una parvenza di eccitazione, che sembrava crescere di pari passo col mio desiderio, ormai evidente attraverso i pantaloni, ormai dolorosamente stretti.
Nel silenzio più assoluto, rotto solo dal leggero ansimare dei due respiri, si alzò, con un movimento felino e, senza muovere un passo, cominciò a spogliarsi, con lentezza esasperante.
Restò completamente nuda, vestita da un’aura luminosa e una nuvola di profumo intenso, riconobbi Angel di Tierry Mugler, un profumo che trovavo follemente arrapante, che mi fece definitivamente perdere il controllo delle mie azioni.
Mi buttai su di lei come un animale infoiato, baciandola, quasi mangiando quella bocca rapace, che reagiva in maniera altrettanto animalesca, a dispetto delle sembianze delicate mordendo le mie labbra e strappandomi gemiti di piacere misto a dolore.
Poi scesi tra le sue cosce e le allargai con violenza, e infilai la mia lingua assetata e rovente nella sua figa pulsante, leccando con forza, brutalmente.
A quel punto lei mi prese per i capelli, tirando fino ad allontanarmi, e con un semplice sguardo mi disse come comportarmi.
Tornai alla carica, leccadole e succhiandole il grosso clitoride rosso e pulsante, come se stessi facendole un vero e proprio pompino, mentre il mio pollice si insinuava nella figa e l’indice esplorava il suo culetto marmoreo, come un doppio dildo di carne. I suoi gemiti di piacere facevano eco alla mia ormai insostenibile foia, e così venne, buttando indietro la testa e urlando al cielo, la bocca meravigliosa spalancata a scoprire i denti bianchissimi.
D’un tratto, mi fece rialzare mi strappò di dosso i pantaloni, scoprendo il mio cazzo ormai dolorante dal piacere, e con un gesto solo, si avvinghiò a me , passandomi le gambe dietro i glutei, e impalandosi sul mio membro fremente.
Cominciò a muoversi ritmicamente, con energia, la lunga chioma ormai disordinatamente sciolta sulle spalle, gemendo e ululando in sincrono con me, su e giù, sempre più veloce, portandomi ad un parossismo erotico mai provato.
Le sue labbra cominciarono a leccarmi e baciarmi il collo, fino a morderlo con delicatezza, anche se sentii scorrere fuori il mio sangue, da quella leggera ferita, cosa che mi eccitò, se possibile, ancora di più.
Ma pochi istanti prima del mio orgasmo, si staccò bruscamente da me, si inginocchiò e si infilò in bocca il mio cazzo fino alla radice,fino alle palle, succhiando con violenza, fino a farmi sgorgare nella sua gola rovente un fiotto di sperma inimmaginabile, mentre io urlavo e mi scuotevo in preda al parossismo erotico.
Mi accasciai a terra, tra le sue cosce aperte, mentre dalla sua figa stupenda un fiotto dorato e liberatorio mi inondavano la faccia, ed io bevvi, per placare il fuoco che mi squassava il corpo.
Mi addormentai spossato e, al mio risveglio il camerino era vuoto.
Sono passati ormai trecento anni da quella sera, ed io, ormai figlio della notte, continuo a fare concerti, fingendo sempre di essere sempre un altro musicista, e ad aggirarmi nei luoghi dove conobbi la mia dea, Colei che mi diede la vita eterna.
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0
17 years ago
admin, 75
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Butterfly
... un lieve fremito, un piccolo sussulto ed un ultimo battito d'ali: cosi' la farfalla poggiata sul ramo, si lascia alle spalle la sua breve esistenza.
Di un'ora? Un giorno? una settimana ? Una vita ? .... ma qual'è veramente il termine di riferimento di una vita?
E' possibile forse che la farfalla sappia quanto corto sia il suo tempo, paragonato al nostro?
No,
........ lei vive intensamente il suo breve tempo, ma non con l'ansia di quanto esso fuggente sia, pur essendo un suo secondo di vita
più prezioso di un intero nostro giorno.
... Noi, forse perchè ci riteniamo ricchi di tempo, non consideriamo quasi il valore di un giorno, figuriamoci di un secondo;
.... per noi, un secondo è quasi un niente, per la farfalla è una grossa parte della sua vita: eppure, un solo secondo puo' cambiare la nostra vita,
..... puoi incrociare lo sguardo con la donna della tua vita e rimanerne ammaliato, incapace di reagire, magicamente legato a lei;
oppure puoi giungere un solo secondo in ritardo, con la porta scorrevole che si chiude beffarda quasi a colpirti il naso e resti sul marciapiede della metro, a guardare il vagone che si allontana verso l'oscura entrata del tunnel, inquieto perchè sai che questo ritardo ti costera' il posto .....
un solo piccolo secondo per un danno così grande;
ma ancora non sai che quel vagone va' incontro al destino avverso, impersonato da un treno fuori controllo che gli si schianta contro:
.... ed allora a suo tempo capirai che quell'unico, piccolo, infinitesimale secondo per te' e' stato grande come una vita intera .
La farfalla forse non sa' quanto e' grande il suo piccolo secondo ..... ma io si, io l'ho capito ...
Un secondo puo' essere una vita, quindi, vorrei vivere una vita con l'intensita' di una farfalla ... saper gioire di ogni secondo passato con te', godere appieno del tuo profumo, del tuo sapore ....
.... fermare la tua espressione accesa nell'estasi amorosa in un universo di vite, di secondi che bruciano sull'altare del tempo che non torna piu', sapere che il piacere restera' nella tua memoria di dieci, cento, mille o piu' vite, o secondi,
.... vorrei credere che non abbiamo sprecato nemmeno un istante o una vita,
... che non siamo stati farfalle che si credono uomini, ma umani che pesano il loro tempo col ritmo del delicato batter d'ali,
.... perche' un secondo puo' valere una vita,
puo' unirci o separarci per sempre
ma una vita non puo', non deve essere solo un secondo ..... ma tanti secondi, tante vite, diverse, uniche e piene di passione
... noi con il nostro lieve battito d'ali a volare in alto, verso la luce dell'amore, travolti da un vento di reciproca passione .
Abbraciati a me e lasciati andare, una vita con te e, ogni secondo, una vita intera di piacere,
mia splendida butterfly .
Drake
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17 years ago
drakEva,
60/60
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Il nostro desiderio
il nostro desiderio conoscere una coppia che come noi piace esibirsi in un cinema a luci rosse esistera?? fatevi avanti
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17 years ago
admin, 75
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Volevo essere come lei......
Adesso ho 24 anni, ma fin da piccola ho capito cosa significa la parola sesso! Ho visto mia mamma far sesso con tanta gente anche con due alla volta le ho, visto succhiare tanti di quei cazzi che un'attrice porno a confronto e una dilettante! Noi siamo tre fratelli due femmine ed un maschio, tutti figli di padri diversi. Quindi in casa mia ci sono stati più uomini che in un spettacolo per soli uomini! Io sono la più grande, poi ce mio fratello 5 anni più giovane di me e poi una sorellina di 14 anni. Come dicevo in casa nostra entrava tanta gente e andava a parlare con mia mamma in salotto, io tutte le volte li spiavo e non li vedevo parlare, ma scopare o vedevo mia mamma con il cazzo in bocca finche non lo faceva venire! Avevo ancora circa dieci anni, ma crescevo e più crescevo più mi eccitavano quelle scene. Allora andavo in camera mia sotto le coperte e finivo lì quello che avevo cominciato dietro la porta del salotto dove c'era mia mamma con quello di turno! Avvolte qualcuno restava a dormire li, ma la mattina scappavano via come dei ladri! Gli anni passavano ed era tutti i fine settimana sempre la stessa cosa, io iniziavo a formarmi il seno il culetto, e qualcuno iniziava a guardarmi diversamente! Ma mia mamma non permetteva a nessuno di esagerare con me. Un giorno conobbe un uomo, questo iniziò a venire a casa tutte le sere, non era un bel uomo ma era simpatico. Lei se ne innamorò, spiavo anche loro e lui oltre che simpatico avevo anche un bel cazzo dritto lungo e grosso, (capisco anche perchè mia mamma se ne innamorò) mi eccitavo a vedere mia mamma con quel cazzo in bocca o in mezzo alle gambe. Spiavo lui anche in bagno quando era da solo, andavo a fare il bagno, quando c'era lui in casa e la mia mamma era al lavoro, nella speranza che mi spiasse anche lui. Lasciavo la porta senza giri di chiave cosi anche per sbaglio poteva entrare. Cosi successe un giorno sentii bussare alla porta, pensavo fosse mio fratello e gli risposi che era occupato, invece era lui, e mi disse: ok aspetto, un brivido mi attraverso la pelle ma rimasi zitta. Dopo un pò mi disse se dovevo ancora stare ancora tanto, perchè doveva solo lavarsi i denti. Io con voce soffocata gli risposi che poteva entrare, (tanto ero immersa nella vasca e non poteva vedermi). Lui entrò e mi chiese scusa, non le risposi gli chiesi solo se la mia mamma era rientrata, e lui mi disse di no, chiedendomi come mai e se mi serviva qualcosa; gli dissi che mi serviva lei per farmi lavare la schiena. Lui posò lo spazzolino si avvicinò e mi chiese: posso farlo io? Non mi diede neanche il tempo di rispondere, prese la spugna si mise sul bordo vasca e inizio a massaggiarmi la schiena, ( aveva capito tutto) io mi chinai in avanti sulle ginocchia cosi nascondevo anche il seno. Lui mi passava tutta la schiena ma quando scendeva verso il basso sentivo le sue dita sfiorarmi il sedere. Ero imbarazzatissima ma anche eccitata, mi chiese se mi fosse piaciuto e se mi stavo rilassando, gli risposi con la testa di si. lasciò la spugna e mi passava solo dell'acqua addosso, mi accarezzava ed ogni volta che si avvicinava al culetto avevo dei brividi, lui se ne accorse allora scese ancora più giù ed io mi inchinavo sempre di più per fargli spazio alla mano. Riprese la spugna e mi versò della schiuma sulle braccia mi alzò il collo e me ne fece colare anche sul seno, ed iniziò a massaggiarmi il collo e le braccia ed ogni tanto si avvicinava al seno sfiorandolo con la mano. Poi prese il bagno schiuma tolse il tappo, ma cadde dentro l'acqua feci per prenderlo, ma feci anche finta di non riuscire a trovarlo, all’ora lui infilo il braccio dentro l'acqua lo prese e nel tirarlo fuori me lo appoggio alla patatina, io ebbi un sobbalzo, come una scossa. Mi guardo e mi diede un bacio sulla testa, si versò un pò di bagno schiuma sulla mano e mi massaggiò il collo poi il petto poi passò alla pancia attraverso il mio seno e mi disse di distendermi. Avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto. Mi appoggiai con la testa al bordo vasca e mi rilassai, ero tutta nuda lì davanti a lui e non mi vergognavo per niente. Mi accarezzò dappertutto si soffermo un pò sui seni, mi prese la mia mano ed insieme scendemmo giù alla patatina e mi disse di toccarmi come quando ero sola, mi piace vederti toccare ti ho spiata tante volte e so anche che mi spii, quando sono in bagno, (cioè, sapeva tutto) sarei voluto sprofondare. Però iniziai a toccarmi da sola, mentre lui mi stringeva i seni, avevo gli occhi chiusi e mi sentii avvicinare qualcosa alle labbra, era la sua mano iniziai a baciarla poi presi un dito e lo infilai in bocca. Mi chiese se lo spiavo anche quando era con mia mamma . Gli risposi di si, mi chiese cosa avevo visto, tutto, gli risposi! E cosa ti e piaciuto di più ? Vedere la mamma in ginocchio davanti a te. Non mi disse nulla, ma era eccitatissimo, mi prese la mano e la portò sul suo cazzo, non mi ero neanche accorta che lo aveva già tirato fuori. Era enorme mi lascio la mano ed io iniziai ad accarezzarlo, lui si tolse i pantaloni si alzò in piedi entro in vasca e mi disse: succhiamelo troietta! Lo presi con tutte e due le mani iniziai a baciarlo, gli leccai la punta e poi piano, lo infilai tutto in bocca!!! Lui con una mano appoggiata alla parete e l’altra sulla mia testa spingeva quel bel grosso cazzo nella mia bocca, mi sentivo riempire tutta e stato un momento bellissimo, lo leccavo lo succhiavo lo accarezzavo, per me in quel momento quel coso era tutto, era quello che avevo sempre desiderato e finalmente era tutto mio. Avrei voluto prenderlo ovunque, ma in quel momento lo volevo solo in bocca e al solo pensiero che mi sarebbe venuto in faccia, mi faceva sentire tanto troia. Nel frattempo ebbi un orgasmo e inizia a toccarmi e godere, lui si godette la scena tirò il cazzo fuori dalla mia bocca iniziò a menarlo chiamandomi troia e dicendomi che ero la sua troia ( anzi la sua piccola troia ), mi infilò due dita in bocca ero eccitatissima, non fece in tempo a dirmi che stava venendo che un primo schizzo mi arrivo dritto in bocca, tirai fuori la lingua e lui da sopra mi schizzava in faccia e in bocca. Mi sentivo al settimo cielo, mi sentivo schiava di quell'uomo avrei fatto tutto quello che mi avrebbe chiesto. Mi colava tutto in faccia lo presi con la mano e lo spalmato sulle labbra, iniziai a leccarlo e succhiarlo toccandogli le palle, lui mi tolse il cazzo dalla bocca e mi fece leccare quelle palle pelose, ma tanto morbide. Gli chiesi se ero stata brava, lui mi accarezzò la guancia e mi assicurò che ero stata bravissima e che ero la sua piccola troietta. E da quel giorno non ebbi più niente da invidiare a mia Mamma, avevo quello che aveva lei ed soprattutto ero come lei, cioè Troia.....
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3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Un desiderio esaudito (aggiornato)
Era venuta da me quella sera e non ne conoscevo bene la ragione. Ma non mi interessava, ciò che più contava era che fosse lì, magari anche lei stava pensando a me nel modo in cui io pensavo a lei ultimamente. Certi discorsi non possono che stuzzicare l’immaginazione.
“Sai, domani io e Peppe incontriamo una coppia” mi aveva detto con naturalezza e con finta disinvoltura. “Davvero? Siete incredibili” avevo risposto con una vaga sensazione di invidia per non essere partecipe di un momento tanto eccitante. “A Peppe piacerebbe vedermi con meno peli sul pube, ma io non riesco a depilarmi da sola” aveva poi aggiunto guardandomi con uno sguardo che sembrava proprio un invito che io, naturalmente, avevo raccolto. La feci sedere sul mio bidè, ma non rivolta verso il rubinetto, ma verso di me. Era lì tutta aperta davanti ai miei occhi, a pochi centimetri dalle mie labbra… Avrei potuto tirare fuori la lingua ed essere lì ad assaggiare il suo sapore a sentire il suo odore. Ma non lo feci. Aprii l’acqua e la bagnai dolcemente, ai lati dell’inguine, sul pube e poi la mano mi scivolò sul suo clitoride. Lei era tesa e quasi non respirava ad mio tocco. La insaponai per bene, con cura. La mia mano si muoveva in senso rotatorio su di lei ed io cominciavo a sentirmi bagnata. A quel punto osai di più, infilai piano un dito dentro di lei. Era calda, morbida, era la prima volta che toccavo una donna, era la prima volta che immaginare di averla mi mandava in estasi. Presi il rasoio e la depilai dolcemente così come mi aveva chiesto, senza avere fretta. Poi passai a risciacquarla delicatamente, non trascurando neanche un millimetro di pelle. Ogni tanto ci scambiavamo un sorriso, ma, ad un certo punto, uno sguardo tra noi era bastato a far esplodere il nostro desiderio. Mi ritrovai ad accarezzarla mentre l’asciugavo, le avevo tamponato il pube, ora le mie mani vagavano in quel punto con sete di conoscenza infinita. Era lì, tutta aperta davanti il mio viso ed io non sapei più resistere. Mi ero avvicinata e la mia lingua cominciò a leccarle il clitoride, le labbra. Mi muovevo su e giù sulla fessura, così come a me piace essere leccata. Poi ho infilato due dita dentro di lei e continuavo a baciarla. Mi ero messa in ginocchio ed avevo incominciato a leccarle i capezzoli. Lei gemeva di piacere ed io mi eccitavo sempre di più. Quello che mi martellava di più in testa era che volevo assolutamente farle raggiungere l’orgasmo, ma che volevo anch’io sapere la sensazione che si prova ad essere scopate da una donna. Non avevo dovuto aspettare molto per avere esaudito il mio desiderio perché aveva appena messo una mano nei miei pantaloni e aveva insinuato le sue dita le mie gambe. Era una sensazione incredibile, talmente eccitante da non saperla descrivere. Anche lei ora era dentro di me. Ci eravamo alzate in piedi e mentre ci masturbavamo a vicenda le nostre bocche si erano unite in un bacio intenso e profondo. Il sapore della sua era diverso, diverso dal sapore della bocca di un uomo. Pian piano ci eravamo spostate nella mia camera da letto e ci eravamo spogliate a vicenda. Io mi aprii davanti a lei, quasi come a chiederle di baciarmela, di giocare con me, lo desideravo come mai avrei potuto credere possibile. Lei si era avvicinata, prima con le labbra e poi con la lingua aveva preso a mordicchiare il mio clitoride. Poi aveva infilato un dito e aveva continuato a leccarmi. Sono venuta praticamente subito. E lei dopo di me. Eravamo stanche ed appagate, ma adesso volevo di più. “A che ora incontrate quei due domani?”. La domanda era venuta fuori così, non sapevo nemmeno io perché l’avevo fatta. “Alle 10” mi aveva risposto “Ti va di essere dei nostri?”. Sinceramente una parte di me sperava con tutte le forze di far parte di quel gruppo, un’altra continuava a ripetermi che ero completamente impazzita. Fare l’amore con mia cognata, va bene, ma con altri tre perfetti sconosciuti no. “No, magari un’altra volta. Ma, comunque, per curiosità, dove vi incontrate?”. Adesso sapevo dove e quando. Quella notte era stata lunga, volevo andare, ma avrei mai avuto il coraggio di assistere o partecipare a quel gioco così trasgressivo? L’indomani mattina, in ogni caso, ero anch’io presente al luogo dell’appuntamento. Erano già lì tutti e quattro seduti a quel tavolino del bar. Le gambe mi impedivano di muovermi, ma dentro continuavo ad implorare me stessa di andarmi a sedere con loro. Passai di lì quasi come se fosse un caso, ma io e lei sapevamo perfettamente che, se ero lì, voleva dire solo che avevo deciso di essere dei loro. Mi offrirono da bere e poi mi dissero che stavano andando a vedere una casetta lì vicino. “Ti va di venire con noi?”, mi aveva chiesto mia cognata. Io avevo annuito. Ci ritrovammo lì seduti, c’era un grande letto nel mezzo di un monolocale arredato in maniera essenziale. Eravamo tutti lì. Ci guardavamo a turno e sembrava che nessuno si decidesse a fre il primo passo, mentre la mia eccitazione saliva all’ennesima potenza. Era stata proprio mia cognata a rompere il ghiaccio. Si era seduta vicino a me sul letto e mi aveva sbottonato la camicetta liberando i miei seni. Aveva preso a leccarmi e, intanto, gli altri intorno a noi cominciavano a scaldarsi a quella vista. Qualcuno mi stava alzando la gonna e mi stava sfilando le mutandine. Di fianco a me si era steso Peppe e mi aveva offerto il suo pene. Era duro e pronto a entrarmi fino in gola. Lo succhiai avidamente, mentre con la mano gli accarezzavo le palle. Lo sentivo vibrare e avevo capito che se avessi continuato lui sarebbe venuto presto, era eccitatissimo. Mi fermai e lo invitai a cambiare posizione. Volevo sentirmelo dentro. Mia cognata aveva lasciato il suo posto a Peppe, ora era lui a leccarmi il clitoride ed io ero venuta la prima volta. Intanto l’altra donna si era accomodata sulla mia faccia ed io mi ero messa a masturbarla con la lingua mentre il suo uomo la prendeva da dietro. Peppe, intanto, era entrato dentro di me ed io stavo godendo come una pazza. Mia cognata ci leccava entrambi, mentre lui entrava ed usciva. Venni un’altra volta. Poi Peppe cominciò a scopare con mia cognata mentre io prendevo a leccarli. L’altro uomo si era posizionato dietro di me e aveva cominciato a prepararmi per penetrarmi dietro. La sua donna mi baciava la fica ormai allagata. Entrò piano e poi cominciò a muoversi più velocemente. Peppe stava per venire ed era uscito fuori da mia cognata per venirle sulla pancia. Anche lei era venuta e si erano girati ad osservare noi. Era il mio terzo orgasmo. Anche l’altra donna aveva raggiunto l’orgasmo masturbandosi violentemente e l’uomo non ci mise molto di più. Era accaduto davvero? O era un sogno? In realtà neanche un sogno sarebbe potuto essere più bello perché quel modo di fare sesso non lo avevo mai provato, farne a meno sarebbe stato difficile, ma ora potevo permettermi di fantasticare su qualsiasi cosa… Mia cognata l’avrebbe esaudita…
P.S.
Io ho scritto la mia storia, mia cognata ha scritto la sua, quella che avete appena letto. Adesso è il turno di Peppe che è alle prese con il suo racconto... A presto
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4
17 years ago
admin, 75
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La punizione
Ferma, con le spalle al muro e gli occhi impauriti stava là a guardarlo.
Quella fredda lama le stava accarezzando il viso ma lei non aveva paura.
Lo conosceva da tanto oramai,aveva imparato a fidarsi di lui.
Adrian avvicinò le sue labbra a quelle di lei,
sfiorandole appena.
- Ci siamo intesi Elena? non mi piace che tu faccia la civetta con gli altri maschi del paese..
- Adrian ma stavamo solo parlando, lo abbiamo sempre fatto..ogni volta che..
- ZITTA!!!
Urlò afferrandole con decisione i lunghi capelli corvini.
- Non costringermi a farti male, non obbligarmi a punirti più di quanto già meriti.
Adrian le accarezzò il volto e il collo con la parte piatta
della lama,
Con un rapido gesto la semplice veste che Elena indossava si ridusse a un piccolo mucchietto di stoffa intorno ai suoi piedi.
Si chinò per raccoglierli ma Adrian con un rapido gesto la immobilizzo'.
Il suo corpo era per la prima volta nudo innanzi a lui.
Elena iniziò ad avere paura, paura di parlare, di reagire, di commettere un qualsiasi errore che, a questo punto, aveva il timore potesse rivelarsi fatale.
- Io sono il tuo padrone, il tuo uomo, IO sono tutto quello di cui tu ti devi preoccupare e tutto quello che deve affollare la tua mente.
Le spinse la testa contro il muro con decisa delicatezza
mentre iniziava a baciarle le labbra.
- TU SEI MIA...inginocchiati adesso.
Elena si inginocchio lentamente senza mai staccare gli occhi da quelli di lui.
Erano intensi, scuri, penetranti, l'avevano sempre affascinata, aveva sempre avuto la sensazione che lui fosse una persona forte, decisa ma non avrebbe mai immaginato quello che le stava accadendo.
- Slacciami i pantaloni mezz'elfa. Adesso. E fallo
lentamente..come una brava mezz'elfa che deve soddisfare il suo padrone sa fare.
Gli tolse il fodero, oramai vuoto della spada,e lentamente, con fare insicuro gli slaccio i pantaloni.
- Accarezzalo...fammelo diventare duro.Strusciaci il viso.
Lei obbedì, iniziò a strusciare la faccia sul suo pene
bagnandosi di quelle piccole goccioline di eccitazione che iniziavano a farsi vedere
- Brava la mia Elena. Sei incline all'obbedienza.
Prendilo in mano..masturbalo..lo voglio duro.
Le alzo' la faccia tirandole i capelli dietro la nuca
- E guardami negli occhi mentre lo fai.
Elena iniziò a masturbarlo, lentamente, sentiva crescerlo tra le sue mani e quel gioco violento iniziava a piacerle.
La cappella lucida era umida proprio a due passi dalla sua lingua.
- Adrian....voglio leccarlo...
- Vuoi leccarlo?...tu vuoi qualcosa??
Con violenza la spinse indietro, sino a farla cadere seduta, con le spalle al muro.
- Apri la bocca...adesso.
Con un gesto improvviso glielo infilò in bocca, sino in fondo alla gola, quasi a soffocarla.
- Tu non devi volere niente...niente.
Ci siamo capiti?. Succhia....succhia forte.
Voglio avere la sensazione che il tuo succhiare tiri fuori il mio sperma.
Lei era immobilizzata contro il muro con quel grosso cazzo in bocca e altro non poteva fare che succhiare e accontentare il suo padrone.
Lui spingeva sempre più forte.
Le stava letteralmente scopando la bocca. Gemeva.
- Sei contenta Elena? adesso lo hai in bocca. Tutto. Lo senti?
Brava.Adesso però devi essere punita.
Si scosto e indicò il letto.
- Sdraiati. A pancia sotto.
Chiedi perdono.
- Perdonami Adrian
Prese la frusta e la fece schioccare con un colpo secco sul pavimento.
Poi si immobilizzò.
- Sei vergine Elena? il tuo culo è vergine?
Lei si voltò a guardarlo, dai suoi occhi trapelava angoscia.
- Sono vergine, in ogni orifizio.
- Allora questa non mi serve....avrai una pena ben diversa...
- No Adrian ti prego...ho paura...fara' male..lo sento.
Lui le sculacciò con forza il sedere.
- Zitta..stai zitta se non vuoi che usi anche la frusta.
Devo farti capire chi è comanda qua dentro.
In un attimo le fu sopra. Prese in mano il suo cazzo. Lo
masturbò velocemente, per fargli mantenere la durezza che si conveniva,lo puntava al suo orefizio mentre si masturbava.
Elena strinse tra i pugni il cuscino, ben consapevole di
quello che stava per accadere.
Lui si fermò, con il cazzo ber eretto. Lo asciugò per bene.
Doveva essere una punizione. Doveva soffrire. Doveva essere penetrata nel modo piu doloroso possibile.
Chiuse gli occhi. Spinse con forza, le fu dentro in un attimo.
Il suo piacere fu forte almeno quanto il dolore di lei.
- Aaaahhhhhhh Adrian! mi fai male!!
- Godi invece di urlare...perchè più urli e meno gemi più male ho intenzione di farti.
Mentre parlava usciva dal suo culo e vi rientrava con la
stessa identica forza.
Era stretto....era un culo vergine come si raccomandava agli Dei.
Lei cercò di godere..iniziò a gemere...ma si capiva che
soffriva.
E piu lei soffriva piu lui godeva.
Si stesa sopra di lei. Spinse ancora piu forte. Glielo mise tutto dentro. E le morse il collo.
- MIA..MIA MIA.
Le prese le mani e le stese sul cuscino.
Iniziò a roteare il bacino. Voleva muoversi in quel culo farle sentire che c'era lui dentro di lei.
Le teneva le mani e mentre lo faceva le mordeva il collo.
- E adesso la tua figa Elena. Voglio Sverginarti anche quella.
Ogni parte del tuo corpo è votata a me. A me e al mio Dio. Tu sei la mia schiava..io il tuo padrone. non mi importa cosa pensa la gente fuori da queste mura ma qua dentro....è cosi.
Usci dal suo sedere, le guardò il buco completamente arrossato ma aperto compiacendosi per il buon lavoro.
La fece mettere a novanta.
La penetro' con altrettanta forza la figa.
La scopava con quanta più forza aveva in corpo.
Le tirava i capelli, obbligandola a inarcare bene la schiena verso il basso e a tenere la testa alta.
Con l'altra mano le graffiava la schiena.
Si rese conto che pur essendo vergine la sua fica era
abbastanza elastica da accoglierlo bene.
Non era una giusta punizione, avrebbe finito con il godere e questo non doveva accadere.
Con un gesto improvviso tornò ad incularla.
Lei iniziò a urlare, a gemere di dolore..ad avere la voce
quasi rotta dal pianto.
- Perdonami Adrian..non lo faro' più..insegnami ad essere brava..insegnami ad obbedirti....Ti prego..
Queste parole furono per lui fonte di piacere..di godimento.
Ma niente premi. Il suo cazzo non avrebbe mai sborrato dentro il suo corpo. non quella sera.
Con forza la giro e la mise stesa sul letto a faccia in su.
La schiaffeggiò con forza.
- Brava Elena..hai imparato la lezione.
Si stava masturbando sulla sua faccia sino a sborrarci sopra con l'intento di umiliarla.
- Questo ti meriti...
Le legò le mani.
- Se vuoi pulirti...fallo con la lingua. Sin dove arrivi. Dove non arrivi. Ci penserai domani mattina.
Le baciò le labbra piene di sperma.
Buona notte Elena.
ciao
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17 years ago
EliotCT,
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L\'urlo
Facevo parte come disegnatore della spedizione archeologica Fullerton-Myers in Polinesia, dove erano stati ritrovati, in un isolotto scoperto da poco, i resti di una misteriosa civiltà, che ci accingevamo ad esplorare.
Appena in vista dell’isola, ciclopiche mura di pietra nera di origine vulcanica, probabilmente, si pararono innanzi ai nostri sguardi stupiti.
Il battello si fermò in una piccola baia coperta da sabbia scura e resti di scheletri di creature marine.
I primi a scendere a terra furono gli archeologi, mentre io scalpitavo dall’eccitazione di andare a vedere di persona quelle meraviglie che erano state raccontate dai primi arrivati.
Mentre l’ansia cresceva, verso il tramonto gli scienziati tornarono, pallidi e cupi, e si chiusero nelle loro cabine, senza rispondere alle domande concitate che ponevo loro.
Frustrato dal loro silenzio, dopo cena, scesi di soppiatto dall’imbarcazione e mi diressi velocemente verso le rovine.
Una luna enorme e rossastra incombeva sulla scena.
Man mano che mi avvicinavo, le mura divenivano sempre più grandi, comunicando una indefinibile sensazione di inquietudine.
Sembrava una muraglia compatta, senza aperture, ma girandoci attorno, mi accorsi che un grande portale, sovrastato da una possente architrave scolpita in bassorilievo con figure semierose dal tempo, indecifrabili, forse creature marine, forse umane, non era dato di capire.
Attraversato il portale, mi ritrovai in un enorme arena, o corte, circondata interamente dalla possente muraglia nera.
Il silenzio, rotto solo dallo stormire delle foglie, e dal ruggito cupo di chissà quale predatore notturno, per fortuna lontano!, avvolgeva come una cappa tangibile lo spazio.
Al centro esatto della piazza, una vasca di gigantesche proporzioni sembrava colma di un’acqua stagnante, vagamente fosforescente, immota.
Mi avvicinai lentamente, ammirato dalla bellezza di quel luogo antico, forse di migliaia di anni.
Mentre camminavo lentamente verso la grande fontana, mi accorsi di un movimento lieve sul bordo riccamente decorato della vasca.
Incuriosito, e vagamente intimorito mi avvicinai.
Sul bordo era distesa mollemente una straordinaria creatura, una femmina, di bellezza sconvolgente, i seni turgidi a sfidare il cielo, fianchi perfetti, viso da divinità pagana e…assolutamente nera! Ma non il nero degli abitanti d’Africa, un nero assoluto, lucido come l’inchiostro più puro!
Lentamente, girò il suo splendido volto verso di me, socchiudendo gli occhi, che fino a quel momento erano chiusi …per abbagliarmi con uno sguardo di un verde intenso, quasi animalesco, sconvolgente nella sua intensità.
La bocca si schiuse in un sorriso di un bianco accecante, scoprendo denti stranamente affilati ma sensualissimi nella loro bestiale bellezza.
Quasi ipnotizzato mi avvicinai fino a sentire un vago odore di muschio e il calore di quel corpo sinuoso.
Lei, senza aprire bocca mi attirò a se, e cominciò a spogliarmi, mentre io accarezzavo quei meravigliosi capezzoli duri e carnosi, neri sul nero, appena mi ebbe del tutto denudato, guardò con voglia famelica il mio cazzo, diventato duro come la roccia, che pulsava di vita propria, e in un unico gesto sinuoso se lo infilò in bocca, cominciando a succhiare avidamente, strappandomi un lungo gemito di godimento.
La sua lingua serpentina correva lungo il prepuzio, ora delicata, ora dura, quasi ruvida, mentre le sue mani accarezzavano e stringevano i miei testicoli, poi passò a leccarmeli, gemendo anche lei di piacere ferino, mentre sentivo l’umore dolce e selvatico della sua figa gocciolarmi addosso, quasi impazzito di piacere, letteralmente mi avventai su quel meraviglioso fiore nero e rosso, succhiando avidamente il clitoride enorme e pulsante leccando e infilando la lingua in quella cavità calda e vibrante, avrei voluto infilarci anche la testa, tanto era il piacere che mi offuscava la mente.
Lei gemeva come una bestia in calore, aumentando ulteriormente il mio piacere, mentre le sue affilatissime unghie graffiavano i miei lombi e la schiena, portandomi ad un parossismo di piacere mai sperimentato prima.
Ma, d’un tratto, si fermò, bloccandosi come una statua d’ebano.
Seguii il suo sguardo, mentre il mio cazzo urlava di insoddisfatto piacere, e vidi che guardava verso l’acqua.
Non era più la pozza stagnante che avevo visto all’inizio, ma si muoveva come se qualcosa si agitasse sotto la superficie, mentre lo strano bagliore verdastro aumentava lentamente.
Qualcosa increspò la superficie e…
Una figura imponente emerse gocciolante dall’acqua, era un maschio, altissimo, con un corpo perfetto, scolpito come una statua greca, glabro, possente…assolutamente bianco! Bianco di marmo pario, in tutti i suoi dettagli, ma anche flessuoso, vagamente animalesco, e con un cazzo lungo e spesso, eretto come se già l’eccitazione di ciò che guardava lo avesse pervaso, e lo sguardo, anch’esso verde, accecante, e la bocca, schiusa in un lieve sorriso ferino, era la perfezione assoluta.
Stranamente non fui intimorito da questo colosso, ma attratto ed altrettanto eccitato.
Lui, senza degnarmi di uno sguardo, si avventò sulla femmina, penetrandola violentemente con quel cazzo enorme, e lei, per niente disturbata, accoglieva i colpi di quei glutei potenti urlando con voce roca suoni mai uditi.
Io ero come impazzito e mi avvicinai per partecipare a quell’orgia di indicibile piacere, quando lui, finalmente cosciente della mia presenza, mi abbracciò con braccia d’acciao, e mi baciò con una forza sconvolgente, insinuando la lingua serpentina ad allacciare la mia, mentre sentivo il suo cazzo premere contro il mio.
Ad un tratto mi spinse la testa verso il suo ventre, e mi ritrovai in bocca quella verga vibrante, che quasi mi soffocava mentre la bocca di lei sapientemente lavorava sul mio, e lui assaporava la fica urlante di lei, in un triangolo di piacere incommensurabile.
Poi, con insolita delicatezza, mi girò sulla schiena, e, trovato il mio buco fremente, vi infilò, dolcemente, il suo splendido cazzo.
Il mio gemito di piacere si mescolò al suo, mentre la donna mi offriva il suo scultoreo culo, che penetrai, forse un po’ bruscamente, tanto era il godimento, ma che lei accettò, ululando di piacere,
Mentre mi contorcevo in vista dell’esplosione orgasmica, lui mi morse delicatamente sulla schiena, senza procurarmi dolore, ma con decisione.
Sentii una strana sensazione, subito sommersa dal piacere che provavo.
Al culmine dell’orgasmo, tutti e tre ci ritrovammo distesi l’uno accanto all’altro, mentre un fiotto enorme e verdastro scaturiva dal suo pene, e dalla figa di lei altrettanto forte un liquido dello stesso colore, che si mescolarono al mio sperma candido nella luce della luna, mentre un lungo urlo bestiale usciva da quelle gole.
Non sono più tornato al battello, e i miei compagni dopo lunghe ricerche hanno desistito, dandomi per disperso.
Adesso nuoto anch’io in quella grande vasca, il corpo trasformato in qualcosa di inumano, in attesa che qualcuno venga a placare le mie voglie, e quelle dei miei nuovi compagni, Urlando, tra le nere mura, alla luna rossastra, nostra madre.
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17 years ago
admin, 75
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Teorema
L'amore è un teorema indimostrabile.. in cui ognuno espone il proprio enunciato plausibile, spesso solo ai propri occhi ; una congettura privata , possibile , deducibile dai miliardi di azioni che ogni giorno si compiono in suo nome ...e come tale assurge a teoria.
Lei mi dice Amore...ti amo. Sono uno dei miliardi di "Amore" che ogni giorno si avvicinano all'amata bramosi di cogliere l'attimo in cui capire il/ la fine di quelle sensazioni fisiche intense. Io l'unico "Amore" che in quell'angusto frammento spazio-temporale la guarda, la tocca, l'annusa. Anzi no, siamo due, io e lo specchio. Un freddo mimo di vetro che partecipa al rito, un minimo di pubblico non pagante che la faccia sentire ancora più desiderata.
Lei è bellissima, coi suoi piccoli difetti lo è ancora di più , è unica. Passo le mani sul suo corpo col sangue che pulsa nelle dita, che si gonfiano di desiderio. Entro nella sua natura, un dito, poi due ,poi tre. E' lei che lo chiede, lo specchio è suo complice, io una comparsa.
Lo voglio dentro, mi sussurra all'orecchio. La inchiodo al muro, le braccia e le gambe aperte. La crocifiggo entrandole dentro con forza.
Lei guarda estasiata soltanto lo specchio, che le mostra le scene di un coito blasfemo.
Dio come vengo, con voce strozzata, Dio quanto ne sto facendo.
Dio ..testimone di quegli istanti in cui partorisce il suo orgasmo.
Si accascia a terra ad occhi chiusi, raggomitolata, le mani strette sul grembo. Sorda alle mie richieste scrolla la testa,muta.
Sola, in quegli attimi di cui mai avrò la chiave.
Cieca alla mia voglia rimasta incompiuta.....
Solo lo specchio mi guarda, mostrandomi un cazzo di uomo con la voglia ancora bruciante , ridicolo ormai, ormai inutile.
Con l'orgoglio ferito mi volto. Lei , l'aria beata, gli occhi velati di lacrime, con un sorriso dolcissimo mi dice .."Amore".
L'amore è un teorema indimostrabile..in cui ognuno..............................................................................................
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17 years ago
admin, 75
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Il sapore delle bocche!
Classico pomeriggio estivo distesi in spiaggia a prendere un po’ di sole…lei mini bikini nero con costumino alla brasiliana, io, boxer corti, e di fianco, la sua amica di infanzia.
Era da poco tempo che stavamo assieme ma avevo capito che si trattava di una gran porca, dal momento che un giorno, mentre la baciavo mi aveva detto “infilami un dito nel culo ti prego!”.
La sua amica invece sembrava più tranquilla ed era la prima volta che la vedevo, avevo visto solo alcune sue foto che mi avevano lasciato senza fiato per quei due occhi blu come il mare e il viso d’angelo che aveva.
Si avvicinano due ragazzi che vista la mia lieta compagnia decide di abbordare grossolanamente l’amica di lei che, in preda al più classico mignottismo, sfila il pezzo superiore del costume e va a fare il bagno, eccitati dalla situazione e per aver avuto davanti tale esempio ci rilassiamo, la mia lei si toglie il top mettendo all’aria le sue tette perfette e io, non posso fare a meno che sfiorarle, sbaciucchiarle senza dare nell’occhio!
Passò una mezz’oretta di effusioni calde e discrete che tornò l’amica, da sola, si avvicina lentamente a noi, infila lingua nella bocca della mia compagna e le chiede “indovina che sapore è!”, “sborra!”risponde sussurrando lei che conosceva bene quel sapore, “si è sapore di cazzo” precisa l’amica! Il mio membro stava per esplodere, non so se ero più eccitato nell’aver visto le bocche delle due ragazze unirsi o per sapere che la mia ragazza aveva in bocca il sapore di altri uomini…le faccio girare e dico “guardate un po’ cosa avete fatto” indicando il mio cazzo che ormai cercava di far capolino fuori dai pantaloni.
Le due iniziarono così a raccontarmi di quando, in preparazione dell’esame di maturità si ritrovavano insieme per studiare…le due passavano il tempo a giocare infilandosi le matite dappertutto favorite da quei vestitini svolazzanti e trasparenti tipici delle ragazze che stanno in casa d’estate. “Raccontatemi tutto”chiesi
“Le cose più belle avvenivano quando giunta l’ora di uscire, ci lavavamo assieme” iniziò così il racconto della mia ragazza “una volta nude nel bagno iniziavamo a baciarci e sfiorarci poi finivamo dentro la vasca insieme, ci masturbavamo con il telefono della doccia sul clitoride!” e l’altra aggiunge “ti ricordi la volta del pino silvestre?” si volta verso di me e continua “una volta stavamo facendo un 69 nella vasca quando lei, porca, prende il tappo del pino silvestre e me lo mette nella passera, ho fatto quasi un salto…sai com’è squamato il tappo del pino silvestre, no? Cazzo le ho fatto questa venuta in bocca che poco ci rimanevo secca, il cuore ancora oggi mi batte!” prende la mia mano e se la poggi sul seno nudo palpitante dall’emozione del racconto appena finito.
Quella naturalezza nel raccontare, il suo seno, le immagini che si rincorrevano nella mente avevano provocato in me un fuoco ormai inarrestabile. Le prendo per la mano le porto nella vicina pineta e inizia il vero gioco.
Mi tolgo i boxer mettendo in vista il mio cazzo rosso e ormai stanco di star li “avete mai succhiato un cazzo in due?” le chiedo…”no” rispondono, “eccone qua uno, avete la possibilità di rifarvi”. Si guardarono solo un attimo e iniziarono a muovere le lingue sulla mia cappella mentre, con la mano dentro gli slip, si stuzzicavano il clitoride. Le faccio sollevare e abbasso le loro mutandine, a destra e a sinistra mi circondavano due bellissime fiche rasate “te la rasi anche tu?” domandai all’amica “sempre, figurati che la prima volta me l’ha rasata la tua ragazza!” Un attimo per pensare a quella scena paradisiaca e mi tuffo tra le loro quattro gambe, loro intanto si baciavano, si toccavano il seno, si accarezzavano il culo, non resistevo più, dovevo scopare, stendo la mia ragazza sulla schiena, le infilo il cazzo fino alla fine della matrice e l’amica si siede sulla sua faccia facendole leccare la passera, l’amica grondava di succo, la mia ragazza era appena venuta e io tirando fuori l’uccello di colpo avevo provocato il grondare di mille goccioline.
A questo punto è il turno dell’amica, mi stendo sulla schiena lei mi salta addosso e la mia ragazza mi mette davanti la sua fica da leccare mentre le due di toccano le tette e gemono come forsennate, una per la verga che ha dentro, l’altra per l’umido dolce della lingua che in un attimo di sposta dalla fica al culo e poi di nuovo la fica. Stavo morendo dalla voglia di venire, dopo aver sbattuto un po’ quella fica e aver bevuto tutto il succo di quella della mia ragazza, mi alzai in piedi, loro in ginocchio cominciarono a leccarmi le palle, avevo in prospettiva la visione dei loro capezzoli che si strofinavano, stavo venendo, piego un attimo il mio cazzo per puntarlo verso le loro facce e vengo sulle loro lingue incrociate, mi avvicino verso di loro e spalmando la sborra che colava sulle loro tette chiedo “e ora che sapore hanno le vostre bocche?”
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8
17 years ago
coppia8,
27/27
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Incontri ravvicinati sulla metro
Era una fredda mattina di Novembre e un pallido sole faceva capolino su una densa coltre di nuvole cariche di neve. Giovanni, come tutte le mattine, ancora mezzo addormentato, stava prendendo la metro per andare a lezione. Quella mattina ne avrebbe fatto volentieri a meno, avrebbe preferito restare a letto al caldo a giocare un po' di più con le sue fantasie.
Nulla però lasciava presagire ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Entrato in uno dei vagoni della linea 2 con destinazione Porta Venezia, dopo aver trovato posto in un sedile congelato, Giovanni si guardò intorno come suo solito per passare il tempo prima di giungere alla fermata dell'università. Ad un tratto il suo sguardo incontrò una splendida donna che era seduta di fronte a lui 3 o 4 file più avanti.
Nonostante il torpore mattutino, gli ormoni frizzanti di Giovanni non poterono che risvegliarsi rapidamente alla vista di quella bellezza TRENTENNE. Aveva i capelli neri lunghi e mossi e un trucco accennato ma che risaltava i suoi splendidi lineamenti. Indossava un cappottino lungo nero che, oltre a modellare dei seni sodi e dei fianchi formosi ma proporzionati, si apriva in fondo lasciando vedere un paio di gambe toniche e quasi infinite, da perdersi nell'accarezzarle. Giovanni già fantasticava nella sua mente. Tante volte aveva pensato all'idea di avere un'avventura con una sconosciuta incontrata nella metro ma l'occasione non si era mai presentata. Ora aveva questa donna davanti a lui e la tentazione era forte.
Soffermandosi sulle gambe, Giovanni notò che non si vedeva il bordo della gonna dal cappottino. Inoltre, nonostante il freddo, la bella sconosciuta riusciva a tenere delle calze a rete sottili che facevano vedere tutta quella carne. "Si vede che in mezzo alle gambe deve avere un bel forno...", pensò il ragazzo ormai completamente sveglio. All'improvviso la donna si voltò, probabilmente sentendosi osservata intensamente, e ricambiò lo sguardo con un misto di incredulità e apprezzamento per essere l'oggetto del desiderio di quel ragazzo.
Le fermate intanto scorrevano, e tra una fermata e l'altra improvvisamente si liberò un posto a fianco della donna. Giovanni, pur essendo abbastanza intimorito, sentiva dentro la voglia di azzardare una mossa, e finalmente si decise a sedersi a fianco a lei. Continuò a guardarla negli occhi e a scorrere con lo sguardo quel corpo che da vicino era ancora più desiderabile. Inoltre fece un sorriso ammiccante alla donna, che contraccambiò alla stessa maniera.
"Salve", disse Giovanni, "dovunque vada lei andrò anch'io". La donna non sembrò minimamente turbata dalla sfrontatezza del giovane e continuò a sorridere ma guardando di fronte a lei. Nel frattempo arrivò la fermata dell'università ma la cosa non scosse minimamente Giovanni, che allungò il braccio sullo schienale della donna e appoggiò delicatamente la mano sulla sua spalla parzialmente scoperta. In quel preciso istante colse qualcosa, una specie di gemito soffocato, da parte della splendida creatura, qualcosa che acuì in lui il desiderio di possederla. Lei si voltò e fissò il suo pacco, visibilmente evidente nelle sue voglie. A quel punto si spostò leggermente in avanti sul sedile per far scivolare la mano di Giovanni più giù... In effetti il suo cappottino nero dietro si apriva lasciando intravedere la schiena nuda, e Giovanni si tuffò in quella carne, palpandola con rispetto ma con decisione e soprattutto senza dar troppo nell'occhio. Andò sempre più giù e arrivò al culo, massaggiando quelle natiche sode. Era estasiato nel vedere che il respiro della donna si faceva sempre più affrettato ma senza emettere alcun suono, allora lui si spinse fino all'ingresso del secondo canale, ma prima di massaggiarlo lei si avvicinò all'orecchio del giovane e gli sussurrò: "Aspetta, quello dopo... Ora scendo. Seguimi".
Il treno si fermò per l'ennesima volta a Cascina Antonietta. Era una zona di periferia, piena di parchi e di posti isolati... L'ideale per sfogare le proprie passioni.
La donna scese e Giovanni, ubbidendole, la seguì. Non sapeva se seguire il suo leggero dondolio a distanza o se affiancarla, ma visto che lei non gli dava indicazioni continuò a seguirla qualche passo indietro.
Lei si diresse verso un parco. La giornata si era schiarita e aveva lasciato il posto ad un sole freddo ma gradevole. Giovanni si azzardò a dire alla donna il suo nome, ma lei ancora non parlava. Continuarono a camminare finché giunsero nei pressi di una specie di baracca ben riparata. Entrarono, e all'interno Giovanni non trovò nient'altro che una sedia pulita e nient'altro. La donna gli disse: "Siediti". Lui ubbidì lasciando la borsa a terra, e lei si mise davanti a lui, fissandolo intensamente e con desiderio. Ad un tratto gli chiese: "Beh, non vorrai mica restare seduto lì all'infinito... Dai fammi vedere di cosa sei capace...". Giovanni si alzò e andò verso la donna, l'appoggiò dolcemente contro una parete della baracca e le sbottonò lentamente il cappotto. Fu solo allora che fu certo di ciò che aveva sospettato durante il tragitto in metro... La donna sotto non indossava niente, e lo spettacolo era indescrivibile. Seni perfetti, capezzoli turgidi, aiuola perfettamente curata... Giovanni si tuffò sulla bocca, avvinghiando la sua lingua a quella della donna. Le sue mani anticipavano le mosse della sua lingua e già erano sui seni. La sua lingua scendeva sul collo e la donna gemeva questa volta con dei sussurri teneri, e questo invogliava ancora di più il ragazzo. Giocò con la lingua sui capezzoli, e ogni tanto lanciava uno sguardo alla donna per cogliere il suo piacere. Scese ancora giù, leccandole il ventre e le gambe, fino ad arrivare alla figa, che pulsava freneticamente. Giovanni iniziò a lavorarla di lingua per poi aggiungere le dita. Le sue dita lunghe e affusolate entrarono in maniera piacevole in quel fantastico tunnel del divertimento. Uno, due, tre... Una mano e la lingua erano dediti a far godere la donna, che si sfogava sui capelli neri del ragazzo. Gli disse: "Continua così, continua...", e lui continuò, penetrandola sempre più forte con la lingua.
Ad un certo punto, dopo aver raggiunto un paio di volte il culmine del suo piacere e dopo aver riempito le dita e la lingua del ragazzo di umore squisito, lo fece sedere. Gli tolse i pantaloni e gli slip in un unico gesto, per scoprire un uccello non gigantesco ma ben proporzionato e già pronto all'uso, oltre che un pelo molto corto e poco fastidioso. Il suo corpo era normale, ma aveva un fuoco giovanile che bisognava assorbire dentro di sé. La donna iniziò a baciare il petto di Giovanni che guardava con un misto di stupore e piacere. Lei arrivò presto al cazzo e iniziò a lavorarlo con la bocca e le mani, con movimenti decisi ma non troppo frenetici. Era stupendo vedere tutto il pesce scomparire tra le labbra bellissime della donna, e sentirlo colpire la gola. Giovanni godeva, e faceva appello a tutte le sue forze per non venire subito.
Dopo un po' di movimento sensuale, Giovanni prese per la prima volta l'iniziativa, alzò la testa della donna e si fece cavalcare di spalle. Era stupendo stare sotto di lei, perché sembrava conoscere quel ragazzo da una vita. Aumentava l'andatura e rallentava nei punti giusti, e Giovanni apprezzò notevolmente. Ormai urlavano entrambi, e la cadenza era ribadita dal rumore della carne di lei che sbatteva sulla carne di lui.
Ad un certo punto la donna si alzò e si fece sbattere appoggiata alla parete, prima di fronte e poi di spalle. Questa volta lei si avvinghiò con le gambe sul bacino di lui mentre erano di fronte, dicendo "Voglio proprio spomparti Giovanni...". Lui era in uno stato estatico quasi allucinogeno... Però tra sensazioni uniche si fece strada un'idea che ancora non era riuscito a realizzare. Disse alla donna che voleva esplorare il suo secondo canale, e lei, soddisfatta della sua iniziativa, accettò.
Lui la voltò e, dopo essersi fatto umidificare ben bene l'uccello con un gran lavoro di bocca, iniziò a penetrarla pian piano, leggendo nei suoi occhi chiusi e nei suoi lamenti un misto di dolore e piacere. Era bellissimo entrare in quel buco inizialmente stretto che poi si adattava alle forme del giovane... Iniziò a martellare con un ritmo crescente e con le mani nel frattempo si soffermava sulle tette e sul grilletto della donna... Aumentò il ritmo sempre di più e godevano entrambi all'unisono... Giovanni sentiva che stava per venire e lo disse. Allora la donna si liberò del pesante fardello e piegandosi sulle ginocchia accostò il suo viso sul cazzo gonfio e gli disse "Scoppiami in faccia!". Giovanni non se lo fece dire due volte, diede l'uccello tra le mani di lei e venne copiosamente sulla fronte, sulle labbra, vicino agli occhi, in bocca... Il viso della donna era pieno di sborra, e per completare l'opera, usò il pesce come un mestolo per spalmare tutta la crema su quei lineamenti indimenticabili e per portare il tutto nella sua bocca ancora aperta. La donna bevve avidamente il piacere del giovane, e dopo averlo aiutato a riprendersi, si diedero da fare sdraiati per terra sul cappotto di lei.
Quando entrambi furono esausti ma appagati, giunse il momento del commiato. I due si ricomposero e all'ingresso della baracca la donna diede un intenso bacio al ragazzo ancora tremante per l'eccitazione e gli disse: "Mi chiamo Monica, non dimenticarti di me...", e iniziò ad allontanarsi."Monica, non potrei mai scordarti!", rispose lui raggiungendola ad ampi passi, "Anzi voglio incontrarti al più presto! Come posso fare?". Lei si voltò guardandolo con uno degli sguardi con cui lo aveva rapito e gli disse: "Non perdere mai la metro delle 7:15, prima o poi potresti ritrovarmi lì...". E si allontanò, lasciando Giovanni da una parte deluso ma dall'altra contento perché dentro di sé si faceva strada la sicurezza che, prima o poi, avrebbe rivisto Monica in metro.
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17 years ago
lince00,
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9° comandamento
Padre, mi voglio confessare, ieri sera ho peccato,
non ho rispettato il 9° comandamento,
non desiderare la donna d’altri,
ma non ho resistito, non potevo resistere,
lei mi guardava con occhi pieni di malizia,
la sua lingua bagnava le sue labbra,
la sua faccia si piegava a gemiti di piacere,
potevo sentire la sua intimità grondare di rugiada,
non potevo resistere, mi dica come potevo resistere,
“Padre, ma cosa sta facendo…”
Tranquillo figliolo, “ i peccati de fregna Cristo non li segna”
Si padre ma “quelli de culo se li segna de sicuro”.
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17 years ago
Maestro1980, 38
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