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Ostaggio
- Madonna, quanto ci sta questo alla cassa. Ne potrebbero aprire un’altra.
Penso questo mentre sono seduto in attesa del mio turno per pagare la bolletta. L’estate è scoppiata con tutto il suo calore e qui dentro si soffre. Intanto il brusio di sottofondo di questo ufficio postale aumenta, diventa concitato, agitato, nervoso. Poi una voce femminile:
- Fermi tutti questa è una rapina.
Con la coda dell’occhio scorgo delle pistole puntate ad altezza d’uomo.
Con il volto coperto dal passamontagna si dirige verso la cassa. La cassiera alza le mani. Sono così vicino da sentire l’odore acido, intriso di tensione, della rapinatrice. Ci sono altre due persone sulla porta d’ingresso, ma sono così imbacuccate che non riesco a capire il loro sesso. Anche loro indossano una mimetica e dei neri anfibi.
Mentre la cassiera consegna i soldi alla rapinatrice, irrompe nell’ufficio un vigilantes, ma non ha nemmeno il tempo di intimare l’alt, che la rapinatrice mi afferra e puntandomi la sua arma alla tempia mi utilizza come scudo ed urla
- Getta la pistola o lo ammazzo.
Il sangue cominciò ad accelerare facendo aumentare i battiti del mio cuore. La vista mi si è appannata. Non riesco a distinguere le voci intorno a me, mi sembra quasi che provengano da una stanza lontana. Poi vengo spinto, tirato. Corro, ma sempre prigioniere. Mi ritrovo in un’autovettura che sgommando parte. Subito mi vengono bendati gli occhi.
- Non fare scherzi e presto tornerai a casa.
Il cuore ha rallentato i sui battiti, ma ancora sono un po’ sollecitati e sento l’adrenalina scorrere copiosa nelle vene. Sono accomodato nel sedile posteriore in mezzo a due rapinatori, mentre l’auto corre a velocità elevata, sballottandomi ad ogni curva.
Intanto il mio pisello si gonfia nelle mutande e quindi cerco di coprirmi con le mani.
- Fermo!
Urla la rapinatrice seduta alla mia destra. La voce è femminile. Poi continua a voce più bassa: - Ehi! Guardate qui.
Sento le sue mani che armeggiano con la cintura e la zip, con la camicia. Le mani diventano quattro. Vengo completamente denudato. Le mani corrono lungo il mio corpo peloso su e giù. Una si avventura lungo il linguine e raggiunge i testicoli stringendoli.
- Ahi!
- Devi stare zitto!
L’auto si ferma. Si aprono gli sportelli. Mi tirano fuori nudo. Sento una porta che si apre. Salgo due gradini. Attraverso la porta, perché l’aria che accarezza il mio corpo d’un tratto si fa più fresca. Quindi mi guidano dentro casa fino ad un letto dove vengo disteso a pancia all’aria. Mi ammanettano mani e polsi al letto. Adesso la paura a ripreso il sopravvento e il mio pene si è afflosciato. Intanto sento la porta che si chiude. Ma non sono solo. Sento un respiro leggero.
- Chi c’è? Dove sono?
Nessuna risposta. Provo a liberarmi contorcendomi sul letto. Ma niente. Impossibile svicolare. Allora mi rassegno fermandomi. Cosa accadrà adesso? Cosa mi faranno? Mi libereranno o mi. No. Non voglio pensare a quell’eventualità. Mi addormento.
Quanto ho dormito? Con questa benda non riesco a capire se è giorno o notte. Provo a muovermi ma sono sempre legato a letto. Nudo. La mente torna a farsi quelle domande senza risposta. La mente è sempre in movimento. Non riesco a non pensare a niente. Rivedo ancora l’ufficio postale. La fuga in auto. Sento ancora le carezze sul mio corpo. Ogni volta che il pensiero raggiunge questa situazione sento il pisello alzarsi come una sbarra al passaggio a livello. Vorrei potermi masturbare ma le mani non riescono ad andare al di sotto della testa. Le gambe non si chiudono e non riesco nemmeno a sfregarlo contro il materasso. Dimeno il bacino strusciando le natiche sul lenzuolo. Provo una sensazione piacevole, ma questo mi aumenta solo la voglia di eiaculare. Aumento il ritmo ma il piacere non scoppia. Questo è l’unico modo che ho per impedire alla mente di vagare fra brutti pensieri. Sento la porta che si spalanca proprio mentre mi dimeno. Ma nessuno proferisce una parola. Naturalmente mi blocco restando con l’asta in piedi, gonfia e pronta a scoppiare di piacere. Sento dei movimenti intorno a me. Ma nessuno parla. Tornano alla mente le solite domande: cosa succederà? Cosa mi faranno? Intanto, dalla destra due mani mi accarezzano il petto, concentrandosi sui capezzoli. Li sento indurirsi. Contemporaneamente altre due mani corrono lungo le gambe indugiando sul linguine. Nessuna delle mani si avvicina alla verga, ma il piacere mi pervade e sembra quasi che voglia scoppiare. Provavo ad immaginarmi le loro facce, i loro corpi, i loro seni. Avrei voluto toccarli. Li vedevo, nella mia mente, rigogliosi, sodi, turgidi. Se solo me lo toccassero, ma continuavano ad accarezzarmi. Altre due mani si aggiunsero, ma anche loro si tenevano lontane. Le carezze di quest’ultime sono meno delicate, più decise, esperte. Vi prego toccatelo sto per scoppiare. Adesso le mani che scorrevano sul petto hanno lasciato il posto alla lingua, calda, umida. Sto per scoppiare. Le sue labbra cominciano a succhiarmi il capezzolo. Nessuno lo aveva mai fatto finora. Mi sembra che il glande voglia esplodere. Qualcuno lo tocchi. Anche le mani decise si trasformarono in labbra carnose che si poggiarono sulle mie. La sua lingua ha subito urtato con la mia partita in esplorazione del nuovo palato umido. E così anche le mani che correvano lungo le gambe hanno lasciato il posto ad una lingua, un po’ più ruvida delle altre. Questa ha cominciato a inumidirmi il linguine e finalmente quello che erano i suoi capelli si posarono sulla punta del pisello. Mi ricordarono la mano di Margherita quando mi chiese di mostrargli il mio pisello. Eravamo nel giardino della scuola media. Ci nascondemmo dietro un albero. Sento ancora l’odore del pino. Lo tirai fuori e lei cominciò ad accarezzarlo come si accarezza il proprio animale domestico. Mi divenne duro. Lei continuò ad accarezzarlo finché non suonò la campanella. Durante la lezione successiva continuò ad accarezzalo attraverso i pantaloni. Presi una nota quel giorno perché all’improvviso scappai in bagno senza chiedere il permesso. Però evitai di sporcare i pantaloni con il mio liquido seminale. Mentre penso a quella sborrata giovanile finalmente eiaculo. Una mano lo afferra con decisione e forza cominciando a menarmelo con violenza. Un’altra mano mi strizza i testicoli. La sensazione è contemporaneamente piacevole e dolorosa. Eiaculo ancora.
Quello che è successo dopo è incredibile. Il sogno di tutti gli uomini. Sono l’oggetto sessuale di quattro persone che si alternano sul mio pene. Chi lo cavalca, chi lo lecca, chi lo succhia, chi lo maneggia. Sono ubriaco di piacere e il pisello sembra anestetizzato. Ho infilato la lingua in caverne umide. Quella con il pube peloso è tornata a farsi esplorare più volte. Mentre lecco qualcuno armeggia con i miei genitali. Eiaculo. Eiaculo. Eiaculo ancora.
- Buongiorno caro! Ti sei svegliato finalmente.
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7 years ago
renatofanto,
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Last visit: 4 years ago
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backstage
Non saprei descrivere con esattezza le sensazioni provate quando, completamente nuda, mi trovo di fronte a coloro che, immortalandomi, ritraggono aspetti molto intimi della mia femminilità, ben consapevole che tali immagini potrebbero essere in seguito condivise anche con diverse altre persone a me sconosciute.
Tuttavia le scariche di adrenalina, che pervadono la mia insospettabile essenza, lasciano che sia il corpo ad esprimere linee segrete, esponendomi priva di apparente inibizione.
Quello di cui invece sono sicura è ciò che prova nel frattempo il mio compagno che, seppure complice degli eventi organizzati come sempre dall'anziano artista per il quale ormai poso da tempo, fatica a trattenere le proprie incongrue manifestazioni di gelosia, sapendo della mia nudità esibita in un modo così audace.
Duranti questo genere di convegni, nei quali divengo protagonista, la mente si perde tra fantasie sovente anche molto trasgressive, nelle quali non esistono limitazioni a far si che possano compiersi onirici confronti di ogni tipo assieme alle persone più disparate, rendendo ancora più intensa e del tutto inverosimile una ipotetica variante a ciò che si sta nel contempo verificando.
L'eco di voci che mi vorrebbero più flessibile, anche nell'assumere posizioni ai limiti della decenza, inducono a dover contenere l'euforia degli astanti, offrendomi ad essi attenta a non andare troppo oltre nell'esaudire il preteso.
Eppure è nel concedermi volutamente lasciva che immagino quello che sarebbe se tutte le attrezzature adottate per immortalarmi venissero all'improvviso abbandonate permettendo alle persone che mi attorniano di dare libero sfogo a libidinose attenzioni sino a quell'istante represse.
Allora le mie forme diverrebbe oggetto di ben altre penetrazioni, che non si limiterebbero a sfiorare epidermiche superfici corporee, quanto a trapassare anfratti che in molti so per certo vorrebbero poter invadere.
Persa nell'orgia dei sensi, perdendo facoltà razionali, e profanata da dimensioni capaci di aggredire ogni possibile volontà di opporre resistenza, tra gemiti di palese consenso, mi abbandono al fremito ripetuto di orgasmi altrimenti inimmaginabili dove nulla rimane proibito.
1924
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7 years ago
gloria1951,
42
Last visit: 3 years ago
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Il grande magazzino
l'altra settimana siamo andati a fare un giro alla ovs per acquistare qualcosa. Mia moglie si è vestita elegante, calze nere, tacchi a spillo e siamo andati. Abbiamo guardato cio che ci interessava e poi mi sono accorto che un ragazzino sui 20 anni la stava guardando in maniera molto assidua. Lo dico a lei e lei mi dice che è un ragazzino, di continuare a guardare i vestiti che era meglio. Ma io ero eccitato da questo e dopo un po la convinco a fare qualcosa che o eccitasse, per vedere la sua reazione. Mia moglie quando ci si mette è veramente puttana! Si siede fingendo di provare scarpe e fa in modo che il ragazzo veda bene le cosce e le mutandine. Era tutto rosso poverino, guardava eccitatissimo cercando di non farsi vedere ma era impossibile per lui. Solo che anche Monica si eccita,...cosi nell'orecchio mi sussurra che è carino... La conosco, cosi l.e dico che se vuole puo farsi sbattere da lui..sempre che lui cui riesca. La lascio sola e vedo che gironzola attorno al ragazzo, dopo un po parlano..poi lei viene da me e mi dice che lo ha conosciuto con la scusa di sapere dove si trovano i jeans CARRERA ...mi dice che è molto sveglio! le dico" amore cosa vuoi dire? che vuoi fartelo?". lei mi risponde che è giovanissimo e se sono contento forse ci starebbe. Bene, le dico, vai e fatti fottere..poi mi racconti a casa....!io la lascio sola, fingo di non vedere, e dopo una mezz'ora vedo che escono e vanno ai sotterranei verso l'auto. Li seguo e vedo che lei sale con lui. Partono...stanno via circa una ora e mezza e poi tornano, lei scende e lui riparte, ero eccitatissimo. La chiamo e andiamo subito in auto..chiedo eccitatissimo cosa ha fatto e lei mi racconta...mi dice che l'ha portata appena fuori parma, in auto si è fermato in uno spiazzo nascosto fra gli alberi e subito gli è saltato addosso. Mi descriveva la montata mentre io in auto al parcheggio, eccitatissimo lo tiro fuori e mi faccio fare un pompino. Sentivo con le dita la fica ancora fradicia. Poi Monica mi fa vedere la gonna macchiata di sborra e li faccio una sborrata pazzesca. Mi ha detto che si è fatta chiavare, dopo averlo spompinato...unica opecca è stata che ha sborrato dopo poco...
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7 years ago
parmasex505597,
50/50
Last visit: 7 years ago
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La roulette
Pronto “Gio”?. ….
…Buongiorno Luisa, che bella sorpresa, come va?…..
Bene grazie….Libero giovedì pomeriggio?....
Aspetta che verifico (fingo di verificare in agenda) ..si non ho impegni…..
Ok allora vieni da me alle 3. Ci saranno anche Dari e Ari . Solito accordo ok?…..
Si certo…ovvio.
A giovedì un bacio…. mi raccomando in forma….
Certo Luisa … contaci, ciao.
Chiudo il telefono. Penso mentalmente a giovedì e che Luisa deve essere su di giri. Non è la prima volta che mi “prenota” con le sue amiche e ogni volta è sempre stato qualcosa di particolare, sicuramente da cagnara.
Luisa splendida 49enne (guai a dirle 50enne per arrotondare) donna “liberatasi” dopo legame noia, della “città da bere”, capricciosa quanto basta, senza peli su lingua e stomaco quando decide di avere quello che vuole.
Dari e Ari, come Luisa le chiama, sue amiche di vizio, Daria 40enne single incallita e convinta, Arianna coetanea di Luisa e pure lei.. “liberatasi”.
Luisa la incontro da alcuni mesi e in qualche occasione aveva invitato alternate Dari e Ari, mentre in una sola occasione particolare c’erano tutte e tre, assieme.
Giovedì sono puntuale, parcheggio nel silos e mi dirigo verso casa di Luisa a pochi passi dal centro-centro della ”città da bere”.
Suono, salgo e arrivo alla porta dell’appartamento. Mi apre Luisa, che saluto con affetto e mi accompagna nel salotto “rosa” dove ci sono Dari e Ari che pure saluto con sorriso, abbraccio e bacio sulle guance.
Luisa mi offre da bere la mia gradita Cola, mentre loro stanno sorseggiando un drink.
Alcuni minuti di convenevoli, poi Luisa va al sodo: allora “Gio”…oggi vogliamo giocare alla Roulette e tutte sorridono.
La mia mente ricorda che abbiamo già giocato tutti e 4 alla roulette, in quell’unica volta che siamo stati già tutti assieme…ma Luisa aggiunge: però oggi con una variante rispetto all’altra volta. Giochiamo alla roulette attiva , non passiva.
Bhe spiegami come è l’attiva, dico.
Si..si adesso vedrai che spieghiamo. Andiamo di la? chiede Luisa guardandoci . Tutti diamo l’ok.
Luisa si alza per prima e ci fa strada verso la sua stanza da letto e dice alle amiche: dai scaldiamo un pò “Gio”, altrimenti non riusciamo a iniziare il gioco.
Loro si avvicinano, Daria mi abbraccia davanti e inizia a baciarmi in bocca, Arianna mi accarezza di fianco su una coscia e poi i glutei, Luisa abbraccia Daria e facendosi strada tra me e lei che siamo abbracciati, comincia a sbottonarmi lentamente la camicia, poi me la sfila e rimango a torso nudo.
Luisa mi slaccia la cintura dei pantaloni…intervengo staccandomi dalla bocca di Daria dicendo…aspettate prima tolgo scarpe e calzini. Mai calerò le braghe restando con i calzini… è una ossessione che mi perseguita, una immagine che mi terrorizza perché niente è più brutto di un uomo nudo con i calzini.
Tolto le scarpe e i calzini mi rimetto in piedi e questa volta viene Arianna a slinguarmi in bocca mentre Luisa mi slaccia i pantaloni e delicatamente li fa scivolare a terra.
Sono con il solo intimo e dentro… il mio cazzo si sta gonfiando.
Prima Luisa poi Daria mi toccano con le mani il cazzo da sopra i boxer. Poi Luisa infila la mano da sopra e inizia a toccarlo pelle a pelle.
Daria invece inizia a sfilarmi lentamente i boxer e rimango nudo.
Luisa invita Daria a prendermelo in bocca e dice: dai dobbiamo carburalo per bene poi ci prepariamo alla roulette.
Daria inizia a pomparmi il cazzo, è brava, ma lo so… abbiamo già giocato assieme.
Arianna mi sta sempre slinguando in bocca e intanto mi accarezza il petto e ogni tanto mi strizza lievemente i capezzoli.
Luisa si porta dietro a lei e le toglie la maglietta, sotto non ha il reggi e rimane con le sue belle tette sode eccezionali per la sua età, una opera d’arte del suo chirurgo estetico, inizia a strusciarmele contro il petto e questo è eccitante e mi fa tirare il cazzo ancora di più.
Daria si accorge e intanto che mi pompa il cazzo emette un mugolio di piacere, come per dire: ho avvertito il sussulto del tuo cazzo nella mia bocca, mi piace.
Luisa sfila la gonna ad Arianna che rimane in peri.
Smette di baciarmi in bocca e si abbassa a prendere il mio cazzo in bocca , lasciando libera Daria.
Daria e Luisa si spogliano e intanto ci guardano sorridendo. Rimangono nude…è una bella visione…in effetti sono tutte e 3 delle belle fighe…molto curate. Luisa si avvicina e intanto che Ari mi sta pompando le toglie il peri.
Adesso iniziamo..dice Luisa.
Vieni “Gio” e staccando Arianna da me, mi porta verso il letto e mi sussurra: allora caro “Gio, facciamo la roulette attiva.
Questa volta a differenza dell’altra, saremo noi 3 a giocare con te che sarai passivo.
Il meccanismo è lo stesso, qualche minuto a rotazione per ciascuna di noi…attiva con te da sola, come più gradisce, senza limiti, mentre le altre non possono intervenire.
Però, aggiunge Luisa, sarai legato ai polsi e bendato, cosi non vedrai: dovrai eccitarti solo per quello che sentirai, restando imparziale per il risultato del gioco. Avrai libere solo le gambe.
Fino ad ora non mi ero mai fatto legare e bendare nello stesso momento, ma conosco Luisa e non c’è motivo di preoccuparmi…in fondo è un gioco….e un po’ mi eccita, come tutte le novità.
Luisa mi fa sdraiare in mezzo al letto a pancia in su, intanto Arianna, mi masturba per tenermi eccitato, invece Daria da una mano a Luisa prima e bendarmi forte gli occhi e poi a legarmi i polsi alla testata del letto in ferro battuto con dei nastri di tessuto. Alla fine in effetti non riesco a svincolare le braccia e neppure vedo.
Arianna smette di masturbarmi e sento che scende dal letto, come hanno fatto Luisa e Daria.
Sento Luisa che dice: allora iniziamo rispettando l’ordine come ci siamo messe d’accordo e aggiunge: ricordo che è vietato parlare, salvo per necessità, …solo mugolare senza far sentire la voce…chi sgarra è eliminata.
Sento una di loro che viene sopra al letto, mi accarezza le gambe partendo dai piedi, divaricandomele e va su toccandomi all’interno. Quando arriva alle cosce si sofferma ad accarezzarmele con movimenti circolari e intanto mi sfiora le palle con le dita.
Il cazzo è in tiro appoggiato sulla mia pancia, sento la lingua che mi lecca le palle e poi delicatamente con la punta mi percorre tutto il cazzo fino alla cappella e poi ritorna giù e poi ancora su e poi ancora giu. Il cazzo ha dei sussulti di vigore, sto cercando di capire chi può essere ma le mani e la lingua possono essere di ognuna di loro.
Quando la lingua ritorna sulla cappella , la bocca si spalanca e me la prende.
Percepisco che il mio cazzo è entrato in bocca quasi completamente
Intanto che me lo prende in bocca, sta risucchiando come una ventosa, che bella sensazione. Non posso non mugolare di piacere. La bocca mi lascia il cazzo e comincia a baciarmi il petto, i capezzoli. Che furba mi dico…sta passando il tempo a sua disposizione e non vuole lasciarmi all’altra stra-eccitato… che sarebbe come concederle un rigore e farle fare gol.
Si perché la roulette….la roulette del sesso…questo gioco che stiamo facendo…consiste che a turno cadenzato, una di loro gioca con me e vince quella che raccoglierà il mio seme…cioè quella che starà giocando con me quando io sborrerò……le altre avranno perso…e pagheranno pegno, che ancora non so quale sia.
E’ finito il suo turno si toglie e ..ecco arriva lei…ma chi è …non so....ma sento che comincia pure lei con la bocca sul mio cazzo, ma con una mano mi accarezza prima le palle e poi il cazzo e me lo mena intanto che mi tiene la cappella in bocca.
Poi si toglie sento che mi viene sopra con la figa sul cazzo steso sulla mia pancia e comincia a masturbarmelo con la figa che è già bella umida….come fosse una bocca ..e fa passare tutta l’asta muovendo la figa avanti e indietro sul mio cazzo.
La figa è bella depilata, ma non mi aiuta a capire chi è ..sono furbe…tutte e 3 sono depilate.
Mi caccia un dito in bocca e gioca con la mia lingua. Io lo succhio come fosse un cazzo da fargli un pompino. Con la mano libera mi strizza i capezzoli. Subito penso a Luisa. È un gioco che facciamo spesso quando siamo io e lei. Credo voglia mandarmi un segnale per farmi capire che lei è la seconda del turno…si sta raccomandando…sta barando al gioco…cerca di fregare le amiche. Ma io mi dico: hai voluto giocare? Adesso giochiamo, ma nessuna preferenza.
Il tempo è passato si toglie e arriva la terza. Anche lei mi pompa in bocca …è piegata verso di me sulle mie gambe…sento le sue tette solide e grandi che sbattono sulle cosce intanto che mi spompina. Un lampo: le tette cosi solide e grandi! Cosi le ha solo Arianna che è una quarta abbondante. Luisa e Daria sono una seconda abbondante forse una terza….ma questa è di sicuro Arianna.
Lei intanto si toglie dal cazzo e mi si sdraia addosso cominciando a strusciare tutto il corpo sul mio. Rotea soprattutto con la pancia, masturbandomi il cazzo….pancia contro pancia. E’ brava a scappellarmelo e ogni scappellata è un impulso di eccitazione.. Intanto mi mette la lingua in bocca e mi slingua. Si ricordo le slinguate di Arianna di prima…è lei …mi dico con estrema sicurezza.
Mi sento fiero di avere ricomposto la sequenza delle giocatrici: la seconda Luisa, la terza Arianna, di entrambe sono certo, quindi per esclusione la prima è Daria.
Anche la terza si deve togliere ..finito suo turno, adesso riprende Daria.
Viene sopra di me e mi mette la figa sulla bocca, percepisco che è a cavalcioni sulla mia faccia e inizio a leccarla dentro e fuori sul clitoride….e percepisco quanto è bagnata.
Sento il cazzo che è preso tra 2 tette, quindi segno che lei si è messa a 69 su di me.
Ma…cavolo.. sono le tette grandi e sode…la famosa quarta abbondante…quindi non può che essere ancora Arianna, non Daria.
Un altro lampo mi illumina ..intanto che lecco a fondo la sua figa: che scemo pensare che la furba Luisa organizzasse un giro a rotazione fisso che io potevo capire chi fossero.
Ruotano si tra loro…ma non in maniera fissa.....fregato. Ma chi se ne frega.. che interessa a me…mi dico. Penso al gioco, a goderne e a fare la mia …parte: farle divertire e godere.
E ci do dentro con la lingua come so che a queste amiche troiette piace e lei mi ricompensa strisciando il cazzo forte con le tette..che eccitazione. Intanto con una mano mi stuzzica il perineo e sfiora l’ano. Sento un dito umido che gioca sempre più profondamente con il mio buchino del culo e tenta di entrarci …e un pochino ci entra…che bello.
E’ il momento del cambio.
Sento una mano che mi afferra il cazzo e me lo tiene su dritto…e sento altra mano che mi appoggia qualcosa sulla cappella. Capisco mi stanno mettendo un preservativo…segno che la prossima vuole cominciare i giochi profondi.
Infatti percepisco due mani che mi srotolano il condom lungo il cazzo
Adesso una di loro è sul letto, da come si muove è in piedi perché il materasso si affossa ai lati dei miei fianchi.
Una mano con tocco leggero mi sfiora il cazzo partendo da giù in fondo alle palle e su fino alla cappella. Si toglie… poi ripete… tenendomi il cazzo dritto.
Il mio cazzo risponde con dei forti impulsi di tiro ….è al massimo.
La mano continua diverse volte cosi…e il mio cazzo è bello ritto…a questo punto sento che la mia cappella incontra qualcosa …è una figa…non è una bocca.
Non so di chi sia anche perché il preservativo non mi lascia possibilità di percepire un contatto di pelle che mi dia degli indizi.
E’ una figa e basta. La cappella sta iniziando a entrare in quella caverna.
Immagino lei sia sopra di me a smorzacandela, con le gambe belle larghe.
Entra tutta la cappella.
Lei lentamente si sta abbassando e non si ferma e il cazzo entra sempre più in profondità. Chiunque sia tra Daria o Luisa se la sta giocando bene. Questa “entrata in figa”, cosi lenta mi eccita forte. Meglio di un pompino. Percepisco che le mie palle stanno cominciando a pompare il cazzo di sborra….e il cazzo è bello duro in figa.
Adesso lei si ritrae lentamente fino a quando la cappella è tutta uscita dalla figa e…di colpo… si abbassa sopra il cazzo prendendolo in figa forte e su di colpo e giù ancora di colpo….. mi sta montando forte…sa che fra un po’ deve togliersi e allora sta tentando il tutto per tutto per farmi sborrare …cavalcandomi a più non posso.
Mi godo questi momenti ma cerco di resistere. Come un pugile suonato che aspetta il gong per la sosta…cosi io aspetto che lei si tolga per sfruttare il momento del cambio della troietta che giocherà con me, per scaricarmi un poco dell’eccitazione….e resistere.
Lei si toglie. Dico che ho sete ..di darmi qualcosa da bere. È un trucco per guadagnare tempo e scaricare l’eccitazione..
Dopo un po’ sento una mano che mi tiene su la testa da dietro la nuca e un bicchiere appoggiato alle labbra e mando giù la mia…. cola.
Intanto il cazzo si sgonfia leggermente. Sento la voce di Luisa che dice…e no cazzo cosi non vale..Le altre le dicono di tacere, che non può parlare come da regola, ma a lei..tutto è perdonato. Rido capisco che adesso tocca a lei se si è incazzata perché deve ricarburarmi e perdere tempo. Allora prima era Daria. Mi compiaccio della mia capacità di deduzione, ma anche un ragazzino ci riuscirebbe, non è che io sono un genio.
Lei viene sul letto, mi sfila il preservativo e mi passa un tessuto non identificato sul cazzo per pulirmelo dal lubrificante del condom.
Me lo prende in bocca e inizia a rifarmi un pompino utilizzando le mani anche per scappellarmelo bene. Dopo un poco ritorno in tiro. Mi immagino Luisa… sono certo che è lei adesso…. che sta pensando se eccitarmi tanto, con il rischio di dover smettere e lasciarmi eccitato alla prossima che dovrà giocare.
Opta per eccitarmi al massimo, perché ci mette molto impegno con la lingua anche di punta sul cazzo. Poi sento che si ritrae e poco dopo mi trovo dei capezzoli sulle labbra. Lecco e succhio avidamente ..lei me li calca quasi in bocca , poi si ritrae dolcemente per lasciarmeli sulle labbra e farseli leccare lievemente…intanto mi sta menando il cazzo con una mano ….quanto mi eccita.
Allora Luisa sta giocando duro…forse dopo tocca ancora a lei e vuole sfruttare il…doppio turno.
Si muove nuovamente e poco dopo spostandosi mi da la figa in bocca…ci infilo tutta la lingua dentro , so che le piace e mugola, cosi mi distraggo un pò, perché lei intanto con la mano mi sta menando di brutto e questo mi eccita assai…..lei lo sa.
Percepisco che gesticola…dopo un pò sento che altre mani mi rimettono un preservativo.
Una volta messo lei si toglie dalla mia bocca e poco dopo sento la sua figa che mi prende il cazzo violentemente.
E’ sopra di me a cavalcioni, si abbassa e intanto che mi cavalca mi bacia in bocca infilandomi tutta la sua lingua che io succhio e ricambio con la mia lingua dentro tutta la sua bocca. Si sta eccitando forte e si muove su e giù baciandomi in continuazione. Sicuramente a Luisa, che riconosco bene anche dai baci, tocca il doppio turno come avevo immaginato e se lo gode senza staccarsi.
Mi sta scopando al meglio…come quando siamo io e lei soli.
Non può parlarmi ma ansima, vuole farmi capire bene che è lei…sembra voglia dire: dai “Gio” sono io …godi con me, fammi vincere e godiamo assieme…sarebbe il massimo.
Ma provo un senso di ribellione e allora gioco il trucco del “nonno” per resistere, perché se continua cosi non saprei resistere e mi farebbe sborrare.
Spingo il mio pube contro il suo pube e seguo i suoi movimenti.
Il mio cazzo nella sua figa è come incollato dentro….si, ci muoviamo al suo ritmo… ma non ci “sfreghiamo” cazzo dentro figa….cazzo che entra e esce dalla figa.
Di fatto il mio cazzo e la sua figa sono una unica cosa: si muovono ma non si strusciano e a noi maschietti questo da respiro. Ti sto fregando Luisa…mi ecciti… ma resisto.
Deve togliersi, con enorme dispiacere perché non mi ha fatto venire e perché … lei non è venuta, e forse a questo punto le interessava più quello.
Chi viene dopo non perde tempo con la mano prende il cazzo, sfila velocemente il condom e ne infila uno nuovo e poi si infila il cazzo di corsa in figa e comincia a cavalcarmi forte pure lei. Deve aver notato guardando che ero eccitatissimo.
Sento che le altre due non sono ferme…dai rumori stanno facendo qualcosa…probabilmente come l’altra volta durante la roulette “passiva” …si stanno toccando tra di loro o baciando…comunque stanno eccitandosi e del resto la scena che vedono dovrebbe essere eccitante.
Non capisco chi mi è sopra tra Ari e Dari, ma comincio a non resistere… e capisco invece che se continua cosi… è lei che vincerà.
Ci da dentro su è giù e intanto mugola e con le mani mi strizza i capezzoli.
Comincio ad andare in pressione senza ritorno…capisco che le palle stanno pompando a tutta forza la sborra nel canale del mio cazzo in tiro e percepisco che in quella posizione semi immobile non riuscirò a resistere troppo a lungo dall’esplodere.
Come da accordo, lo dico , preavvisando: “ragazze sto sborrando”.
Sento due …nooooooooooo.
Una è la voce di Luisa l’altra è quella di Daria.....quindi sopra ho Arianna.
Ripeto di nuovo: fra un pò sborro.
Arianna si toglie …mi sfila il preservativo e comincia a menarmelo e pomparmelo assieme.
Io ansimo come un porco perché cosi bendato…e legato…sento il piacere che mi viene su lentamente dal cazzo… Mi dimeno alzando il bacino per quello che posso intanto che lei me lo mena e pompa.
Ci sto arrivandooooooo… lei si toglie con la bocca e riduce la menata manuale del cazzo che diventa dolce… e la sborra comincia a uscire e schizza sulla mia pancia.
Percepisco la sensazione del liquido caldo sulla mia pelle….come è eccitante.
Arianna adesso parla e dice….che bello…ho vinto io…. :”il colpo di canna” l’ho sparato io.
Intanto continua a menarmi piano per farmi uscire tutta la sborra.
Mi lascio andare sfinito ma rilassato.
Arianna toglie la benda e mi sorride, si avvicina e mi bacia in bocca.
Con la coda dell’occhio vedo Luisa e Daria che si stanno baciando e toccando in figa. Adesso che sono rilassato percepisco anche i loro mugugni di piacere. Le troiette si stanno dando piacere….Luisa alza il ritmo della mani sul clito di Daria fino a che lei gode e poi si tocca e si masturba anche lei e dopo un pò gode slinguando Daria come una forsennata.
Arianna assiste con me e quando loro si sono rilassate fa segno di avvicinarsi e dice loro … avete perso, adesso ripulite bene con la bocca e non lasciate neppure una goccia.
Luisa e Daria si abbassano con la testa sulla mia pancia e con lingua e bocca cominciano a leccare e succhiare tutta la mia sborra fino a pulirmi tutto.
Poi Arianna si sdraia allarga le gambe e ride verso Luisa e Daria…che sanno cosa devono fare: devono farla godere.
Si avvicinano a lei …Daria ficca la sua lingua ancora sporca della mia sborra nella sua bocca e la bacia avidamente e quando si sente la lingua ben ripulita, si abbassa sulla figa di Ari e inizia una slinguata voluttuosa come solo una donna è capace , mentre Luisa comincia a baciarle i capezzoli e ad accarezzala tutta.
Continuano cosi per un bel po’ fino a quando Arianna comincia ad ansimare e ad emettere un urlo di goduria inarcando le gambe e stringendole, fermando la faccia di Daria che le sta leccando ancora la figa.
Gode cosi, con un urlo di liberazione…..
Adesso che hanno finito chiedo di slegarmi i polsi, lo fanno e finalmente riesco a sedermi e mi rilasso.
Bevo la mia adorata cola e mi stendo in relax.
A quel punto tutte e tre mi si avvicinano ed iniziano a massaggiarmi e coccolarmi.
E’ un relax piacevole: immagino vogliano riprendere i giochi, ma ho bisogno del mio tempo di ripresa ed è cosi piacevole questo relax, che intanto me lo godo, poi vedremo…riprenderemo…c’è tempo…
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7 years ago
admin, 75
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Papà non è un super dotato
Sono distesa nel letto, cerco di dormire ma non ci riesco, sarà colpa del fuso orario o del fatto che dopo più di tre anni sono di nuovo a casa mia distesa nel mio letto. Mi chiamo Anna e da più di tre anni, lavoro negli Stati Uniti come medico specializzato in urologia. Dopo essermi laureata con dei bellissimi voti riuscii ad avere un posto in America per un Master, e poiche fu subito chiara la mia bravura venni assunta da un grande ospedale. La mia passione per l’urologia è nata quando appena diciottenne mi feci sverginare da un maschio con una dotazione enorme, che mi fece impazzire di piacere, e da allora tutta la mia curiosità sui “gioielli” maschili la riversai nello studio. Abito vicino al grande ospedale, condivido il piccolo appartamento con una collega e amica di nome Nancy, una creola bellissima con due occhi da cerbiatta che ti fanno eccitare, e fra di noi c’è una vera amicizia che ci porta spesso a condividere il letto giocando fra di noi a lesbicare con estrema soddisfazione reciproca, anche se entrambe amiamo molto godere facendo sesso con i maschi. Io a dire il vero ho due veri stalloni che mi sfondano in maniera divina. Miky, un ragazzo di origini irlandesi, con un cazzo da paura, ben oltre i venticinque centimetri, e di buona circonferenza, e Alan un giamaicano dalle misure esagerate specie in circonferenza che supera anche quello di Miky. Li ho conosciuti separatamente, me ne ero innamorata, quando ho scopeto che erano amici e colleghi, entrambi dottori, dell’ospedale, avevo deciso di lasciarli. Loro, saputo quale era il problema si sono dati una occhiata e mi hanno chiesto se per me era un problema stare con entrambi. Così mi scopano a volte separatamente, ma spesso insieme e io ne resto molto appagata, distrutta, ma felice di aver goduto fino allo sfinimento. Di rovescio va detto che quando succede il giorno dopo, spesso, non vado al lavoro perche sono a pezzi, gola dolorante, mandibola indolenzita, culo in fiamme e spanato al punto tale che spesso uso una mutandina da incontinenti, e la micia slabbrata e peggio di tutto sento forti dolori all’utero che ha sopportato i colpi di due cazzi esagerati, ma ne vado pazza e per questo sono disposta a sentire questi dolori. Purtroppo per impegni e motivi di lavoro è circa un mese che non ho più di questi dolori. Sento caldo, mi rigiro guardo la sveglie che segna le 23.00. In silenzio mi alzo per andare in cucina a bere un bicchiere d’acqua, esco dalla camera a piedi nudi indossando solo una T-shirt bianca con ampio scollo e sotto sono completamente nuda. Mentre percorro il breve corridoio sono attratto dalla luce che esce dalla camera dei miei genitori, curiosamente guardo attraverso lo spiraglio della porta. La fioca luce della abat-jour illumina quello che vedo: miei genitori stanno facendo sesso. Incuriosita resto a guardare. Mio padre nudo sul letto, con mia madre piegata su di lui che mi volge le spalle e sicuramente lo sta succhiando dal movimento sta facendo con la testa. Devo ammettere che mia madre ha proprio un bel fisico, e il suo splendido culo è in mostra davanti agli occhi miei, e resto affascinata provando un lieve fremito fra le cosce. È proprio una bella donna, che ha partorito me appena diciottenne, ed oggi alla soglia dei 48 ha un fisico davvero invidiabile. Impiegata di professione, pratica diversi sport e si mantiene in forma con diete alquanto equilibrate. Mio padre invece è un insegnante di educazione fisica in un liceo della città, e inoltre allena la locale squadra di atletica leggera femminile, e praticando tanto sport lui ha un fisico veramente stupendo. Mentre li osservo sento sempre dentro di me aumentare la mia eccitazione e paradossalmente mi rendo conto che non ho mai visto le dimensioni del sesso di mio padre. Dopo qualche minuto la madre si gira mostrandomi la dotazione di mio padre: ma è assolutamente normale, si, sicuramente ha una buona circonferenza, ma la sua lunghezza è assolutamente media, nulla di speciale. Ironicamente sorrido fra me e me pensando a quanto piacere si sta perdendo mia madre giocando con un simile “gioiello” senza immaginare quanto piacere può provare con un super dotato. Vado in cucina, bevo e torno indietro. Quando ripasso davanti alla porta la sento gemere di piacere, incuriosita, mi fermo di nuovo a guardare. Mia madre sta impalata su di lui, ha smorza candela, con le spalle rivolte verso di lui e vedo il suo viso che è una vera maschera di piacere. Stupita osservo meglio la scena, mi rendo conto che sta godendo veramente, questo mi incuriosisce e continuo ad osservarli mentre ora cambiano posizione. Ora sono distesi, guardandosi negli occhi mentre lui continua a scoparla con un impeto ad un ritmo veloce ma continuo, lei gode un orgasmo dopo l’altro. Sono affascinata, e decisamente incuriosita dal fatto che un maschio con una simile dotazione riesca a far godere molto una donna. Ora loro, hanno cambiato di nuovo posizione, lui la prende da dietro ed ha come le tortura bottoncino davanti sono fermamente convinta che la sta sodomizzando con forza e lei ne trae altri due orgasmi, fin quando improvvisamente lui esce da lei e si sdraia supino, lei rapidamente se lo infila tutto in gola. Vedo il corpo di lui tendersi in quello che credo sia il momento in cui sta provando anche lui il suo orgasmo e silenziosamente me ne torno nella mia camera da letto. Lentamente passo la mia mano lungo il solco nel taglio della mia figa, mi masturbo velocemente e provo un intenso orgasmo che anche se non attenua la mia voglia, mi calma, e mi addormento. Quando mi sveglio il sole penetra direttamente dalla finestra in camera mia, guardo la sveglia che segna le 10 del mattino. Immediatamente le mie narici catturano un odore di caffè meraviglioso, una bevanda che non assaporo da anni almeno non come quella che fanno qui in Italia. Mi alzo un po’ assonnata e raggiungono la cucina, indossando sempre la mia T-shirt bianca. In piedi voltato di spalle c’è mio padre che indossa un accappatoio in microfibra che gli arriva a metà della coscia, mostrando il suo splendido fisico da atleta. Lo osservo e immediatamente in me si concretizza l’immagine della sera precedente, lo guardo non più come un padre ma come un maschio che stuzzica sensibilmente la mia curiosità. Mi avvicino a lui da dietro lo abbraccio mentre sento i miei capezzoli indurirsi e premere contro le sue spalle.
“Buongiorno mia piccola, la colazione pronta se ti siedi te la servo subito.”
La nuova cucina dei miei genitori, ha a una penisola come tavolo, formata da una splendida lastra di cristallo trasparente, mi giro faccio due passi mi siedo, e subito mi rendo conto che attraverso il vetro la visione delle mie cosce completamente scoperta sarà perfettamente visibile a lui. In un attimo decido di provocarlo, voglio stuzzicare questo maschio per riuscire a soddisfare la mia curiosità. Lui appoggia un piatto con fette di pane tostato e imburrato, una tazza di caffè, sul tavolo poi si siede, e io per provocarlo accavallò le gambe in maniera che la maglietta salga ancora di più mettendo in mostra il triangolino di peli che sormonta il taglio della patatina. Decido di provocarlo per vedere la reazione, che, dà come si sta gonfiando il tessuto all’altezza dell’inguine credo che già abbia fatto effetto. Lo guardò dritto negli occhi mentre lui mi sorride, poi per stuzzicarlo ancora di più prende un cucchiaino di marmellata e l’appoggio un po’ sopra una fetta biscottata, e m’infilò un cucchiaino fra le labbra succhiando in maniera lasciva e provocatoria. Vedo gonfiarsi la stoffa del suo accappatoio credo che si stia eccitando. Lo guardo, cerco di capire il suo stato d’animo e mentre lui tranquillamente beve il suo caffè il lecco il cucchiaino. Mangiamo continuando ad osservarci in modo provocatorio, poi lui si alza e va a mettere la tazzina nel lavandino. Lo seguo, lo abbraccio da dietro egli infilo le mani sotto l’accappatoio, e ne afferro il cazzo già duro. Lui si gira e prima che possa dire una parola la mia bocca è incollata alla sua. Lo bacio, infilo la lingua dentro a caccia della sua che trovo e con cui intreccio una danza erotica e sconvolgente. Lo sento gemere mentre lo bacio e lo masturbo. Improvvisamente mi stacco, mi abbasso davanti a lui e gli e lo prendo tutto in bocca. Mi entra tutto senza che io senta dolore in gola, scivola liscio e piacevole fra le mie labbra senza impedimenti, mi solletica l’ugola ma non mi da fastidio, non sento conati di vomito, ma solo la piacevole sensazione di un cazzo che si lascia succhiare piacevolmente, è per me una vera novità! Mentre lo succhio mi sto bagnando come una fontana, sento il desiderio di averlo dentro e mi stacco da lui.
…. Dai scopami che non ne posso più!!!...dai ti voglio!!!..
Lui resta un attimo indeciso, poi mi distende sul tavolo, si siede fra le mie cosce, e si mette a leccare la mia lumachina che sta schiumando in maniera sconvolgente. Mi lecca e succhia portandomi in breve al primo orgasmo che scarico tutto nella sua bocca.
….uhmuhhmumuhmmmm……. venGGGGOOOOOooooooo…..siiiiiiiiii…..
Lo afferro per i capelli e lo tiro verso di me.
..ti voglio scopami!!!...
Lui mi solleva, fa un passo indietro e si siede. Lo scavalco e mi infilo il suo cazzo che ora mi sembra anche più grosso tutto dentro di me. Lo sento scivolare agevolmente fino in fondo. Sento la punta appena lambire il collo del mio utero e solleticarlo in maniera piacevole, senza nessun dolore. Il mio clito schiacciato contro il suo corpo mi procura subito un orgasmo che mi fa tremare tutta. È fantastico sentire il corpo di lui a contato con il mio, generalmente devo stare attenta a quanto me ne infilano dentro mentre con lui sto proprio godendo del contatto!. Oscillo avanti/indietro sfregando il clito contro di lui mentre dentro di me il cazzo mi sbatacchia come fossi una campana. Godo e vengo perdendo il conto degli orgasmi che provo mentre lui mi succhia i seni fin quando senza fiato lo abbraccio per costringerlo a fermarsi altrimenti non ho più fiato. Dopo un momento lui mi solleva, mi mette in piedi, mi gira e mi appoggia al tavolo, poi me lo infila da dietro e ricomincia a pomparmi di buona lena. Godo di nuovo, e sempre più stupita dal fatto che pur non essendo un super dotato mi sta facendo impazzire lo stesso, decido, di assaporarlo anche in culo. Mi giro apro le natiche e lo guardo in modo eloquente. Lui mi sorride, si sfila e me lo pianta dentro lentamente. Appena appoggia la cappella sul buchetto, questo si apre e lo lascia entrare agevolmente.
…accidenti figlia mia come sei aperta!!!! Ma quanti ne hai presi in culo per essere cosi spanata??...
Non gli rispondo, sono così intenta a godere del piacere di sentirmi limare il culo senza dovere stare attenta a quanto me ne infilano dentro, ma invece sento solo un bel cazzo che mi fa godere tantissimo. Mi lima e con estrema bravura, vengo e godo meravigliosamente, poi sento il desiderio di assaporare il suo nettare, mi giro e gli è lo dico.
..in bocca..ti prego sborrami in bocca…..
Lui sorride compiaciuto, afferra i miei fianchi e incomincia a pomparmi più forte fin quando, dopo l’ennesimo mio orgasmo lui si sfila e si siede. Mi giro, mi inginocchio davanti a lui e apro la bocca e ne metto la metà dentro in tempo per ricevere direttamente in gola i primi due schizzi che ingioio e poi afferro le palle e mi metto a mungerle spremendo fino all’ultima goccia di quel succo dolcissimo e buono. Dopo averlo spremuto per bene appoggio la testa sulle sue ginocchia e mi rendo conto di una cosa che fin ad ora non avevo mai preso in considerazione: si, è vero le misure contano, un bel cazzo super ti fa godere, ma anche un bel cazzo, diciamo MEDIO, se saputo usare ti porta in paradiso, e poi adesso mi sento appagata, soddisfatta e non sento dolori, ne, alla bocca ne, al culo e nemmeno nel ventre, e per scoprire questo, mi sono dovuta far scopare da mio padre! FANTASTICO!
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7 years ago
admin, 75
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Il mio lui “francesco” ha un amico di nome “francesco”
Domenica dopo pranzo, mentre siamo sul divano, mio marito mi racconta che questa settimana è rientrato in contatto con un amico di gioventù veramente fidato che non vede da oltre trent’anni, ai tempi del militare erano inseparabili. Francesco non mi ha mai parlato di quel periodo della sua vita, gli chiedo di dirmi qualcosa di più e mi racconta volentieri di Francesco, sono omonimi e i commilitoni chiamavano lui Francesco e Franz l’amico. Franz vive vicino a Rimini, fa l’informatico, è sposato anche lui come noi da circa 30 anni e ha due figli. Durante il servizio di leva avevano girato tutta l’Italia per installare e manutenere i ponti radio.
Francesco conclude il discorso dicendo che hanno deciso di trovarsi alla prima occasione che Franz fosse stato nella nostra zona. Ho subito pensato che queste sono cose che si dicono, ma, chissà tra quanto capiterà! Invece dopo solo quindici giorni Francesco mi dice che il mercoledì successivo sarebbe passato Franz, che però aveva declinato l’invito a stare a casa nostra e quindi avevano trovato un agriturismo in collina veramente molto bello e curato che noi conosciamo bene.
Il programma era di trovarsi da Noi nel tardo pomeriggio, accompagnare Franz in centro per fare delle commissioni, e, poi andare assieme a cena all’agriturismo dove alloggiava.
Mercoledì pomeriggio mi preparo per tempo, giacca aderente e gonna blu a portafoglio che si ferma qualche centimetro sopra al ginocchio, camicetta bianca un po' trasparente, intimo bianco, autoreggenti e scarpe col tacco.
Come concordato alle 18:00 arriva Franz che si presenta con una scatola di cioccolatini per la “padrona di casa”, mi è simpatico, ha un atteggiamento spontaneo e solare e un fare accattivante.
Francesco che ha avuto un problema di lavoro arriva dopo pochi minuti, ma deve assolutamente farsi la doccia prima di uscire, quindi mi offro di accompagnare io Franz in gioielleria per districarsi nei sensi unici del cento a patto che andiamo con la mia agile Smart.
Detto, fatto, Francesco e Franz si capiscono con un’occhiata Franz passa le chiavi della sua auto a Francesco che mi dice “ci vediamo direttamente in Agriturismo”, mi meraviglia l’intesa perfetta non si sono quasi parlati.
Prendiamo la Smart per andare in centro, per strada il dialogo è amabile, Franz è bravo a mettere le persone a proprio agio, mi fa raccontare della mia vita, ascolta e mi fa tanti complimenti: per la casa, per i risultati professionali e per il mio abbigliamento, io faccio un po' la civettuola perché mi sento bene.
Lo accompagno in una gioielleria del centro dove deve ritirare un piatto d’antiquariato, lui scende mentre io lo aspetto in auto perché non c’è parcheggio.
Mentre aspetto ascolto musica e, ripensando al dialogo, sorrido, mi rendo conto che molti dei complimenti di Franz erano rivolti al mio fisico, ha lodato il mio sorriso, le mie gambe, il mio lato B, e, soprattutto il mio seno, furbetto questo Franz. Si libera un posto, parcheggio e aspetto su una panchina dell'area verde vicino alla macchina.
Dopo quasi venti minuti torna con il pacco che doveva ritirare e un altro pacchettino, me lo porge dicendomi “ecco per te, bellissima, per farmi perdonare dell’attesa, è solo una sciocchezza” lo dice con una tale gentilezza che non riesco a rifiutare, apro il pacchetto, è un inserto per il mio braccialetto PANDORA, ma allora Franz aveva notato anche quello, che osservatore. Mi piace molto, è un anello con un cuoricino e un ala dal titolo “Charm Amore e Protezione”, abbraccio Franz ringraziandolo e Lui mi bacia prima sulle guance e poi leggermente sulle labbra, io d'istinto contraccambio, non so perché ma mi viene con naturalezza, mi aiuta ad inserire il nuovo pendaglio nel braccialetto.
Ripartiamo per l’agriturismo, sempre chiacchierando amabilmente e Franz riesce a portare il discorso su cose più intime ma sempre con tono scherzoso che non mi imbarazza, parla poco ma sempre al momento giusto e fa parlare molto me che senza quasi rendermene conto gli racconto anche qualcosa delle mie abitudini e dei miei desideri sessuali. Non so perché gli ho detto che non amo fare sesso con il secondo canale, che adoro i preliminari che le mie zone erogene sono molto sensibili, che ho la morbidosa depilata, . . . Durante il dialogo appoggia anche la mano sulla mia coscia, gioca con il bordo della gonna e mi carezza le gambe senza apparente malizia. Che diavolo questo uomo mi fa sentire bene ma sotto sotto ne ho un po' paura.
Mentre sto facendo questi pensieri sento che Franz è al telefono con Francesco che è già all’agriturismo, quindi Franz mi chiede quanto manca, ma non è necessario rispondere siamo davanti all’insegna sul grande sul cancello, percorriamo ancora 500 metri di strada sterrata e siamo arrivati. Mio marito è davanti alla porta e ci saluto con un sorriso, parcheggiamo e lo raggiungiamo... io sono al centro sottobraccio ai miei cavalieri, uno per lato.
Appena entrati ci accoglie una signora, saluta cortesemente e ci guida verso una saletta interna in cui c’è solo un tavolo già preparato per tre, mi ritrovo seduta tra di loro senza che nessuno dica niente sui posti a sedere.
Francesco e Franz iniziano a parlare di come va la vita in generale, mi meraviglio che non è venuto nessuno a prendere l’ordinazione, ma arrivano gli antipasti e noto che la presenza della signora viene preannunciata da una nota melodica che garantisce la nostra privacy e riservatezza.
Mentre gustiamo degli antipasti la conversazione scorre brillante, Francesco fa da spalla alle battute di Franz, e, viceversa, ma fanno parlare molto me, mi ritrovo a raccontare di fatti avvenuti prima che conoscessi mio marito, e, anch’io comincio a capire qualcosa di più sulla conoscenza tra i due, oltre a lavorare assieme e a dormire nella stessa cameretta, uscivano assieme e comincio a intuire che “cacciavano” assieme.
Tra gli antipasti ed i primi Franz va a prendere in macchina il Notebook, appena siamo soli Francesco mi chiede se la serata è di mio gradimento, e, come mi trovo con Franz, io rispondo che mi sto divertendo che Franz è amabile, un’adorabile canaglia e anzi faccio notare al mio maritino che anche Lui stasera ha un occhietto birichino e un fare intrigante ed accattivante. Ma chiedo a Francesco quanto conosca bene le condizioni di salute del Franz di oggi, e, Francesco con un sorriso angelico mi rassicura prendendo dalla tasca alcuni fogli piegati e dicendomi “sono le analisi recenti di Franz se Tu decidessi di giocare non ci sarebbero problemi”. Comincia a fare caldo, mi alzo in piedi e rivolta a mio marito, con movimenti sensuali tolgo la giaca restando con la camicetta semitrasparente.
Sentiamo il solito campanello ma stavolta arriva Franz con il computer che subito viene posizionato davanti a me mentre i due volponi spostano le sedie e mi si avvicinano ai lati per vedere comodamente le loro foto da giovani. La conversazione riprende anche parlando di mie amiche e per ridere le cerchiamo sui social networks.
Mentre armeggiano con il PC, una volta uno, una volta l’altro, sfiorano i miei seni, inizialmente sembra una cosa del tutto causale e involontaria, ma, poi la evidenziano con tono scherzoso, fino ad arrivare a commentare le carezze sul mio seno con complimenti. Ci sono scambi di battute a cui partecipiamo volentieri tutti e tre, fino a che io li fermo un attimo e faccio una magia, senta togliere la camicetta ma aprendo solo i primi bottoni, sfilo il reggiseno e lo metto in borsa dicendo “adesso si che posso gustarmi le vostre carezze porci!”, mio marito mi bacia sulla bocca mentre Franz sgancia un altro paio di bottoni e si mette a gioca con le labbra su un capezzolo, poi Francesco sgancia un altro bottone e prende possesso dell’altro capezzolo. Con azioni delicate, armoniose e molto efficaci mi stanno mandando fuori di testa massaggiano, carezzano, succhiano e leccano i seni poi si concentrano sui capezzoli per tornare a giocare con la mia quarta.
Si sente il campanello e abbiamo tutto il tempo per ricomporci, Franz toglie il PC e la signora, come se fosse la cosa più naturale del mondo, riordina velocemente la tavola in modo che possiamo mangiare restando tutti vicini.
Riparte la conversazione, più intima ed intrigante mentre lentamente mangiamo, stasera voglio stupirli veramente, esco dalla mia posizione passando sopra a Francesco che pretende un bacio passionale come pedaggio, con movimenti sensuali sbottono la camicetta e, poi, tolgo la gonna rimanendo in camicia aperta, mutandine, autoreggenti e scarpe col tacchetto. Mi faccio ammirare ancora un po' pavoneggiandomi e poi torno al mio posto ma stavolta passo sopra a Franz, lui con delicatezza avvicina le labbra alle mie lasciando a me la decisione, con a coda dell’occhio vedo Francesco che mi sorride e mi lascio baciare con passione da Franz, poi scherzando siedo al mio posto e gli dico “Ehi voi, vecchi porci, non starete pensando che io sia una scopata facile.” e scoppiamo tutti a ridere.
Si sente il campanello, chiudo diligentemente la camicia e mi avvicino al tavolo, da davanti non si dovrebbe notare niente, la signora ritira i piatti e serve i secondi mentre noi scherziamo, Francesco racconta anche una barzelletta un po' spinta ma non volgare.
Gustiamo i secondi senza fretta sempre conversando, Francesco racconta una delle avventure di cui abbiamo visto le foto, poi, Franz ne racconta un’altra non dettagli che quasi mi fanno arrossire, e poi all’unisodo chiedono a me di raccontare una mia avventura prima di conoscere Francesco, normalmente mi sarei vergognata ma in quella situazione non mi sono fatta pregare troppo e ho raccontato, intanto vedevo le patte dei miei ragazzi belle tese.
Al termine del racconto ho guardato negli occhi Francesco e l’ho baciato con passione mentre Lui con una mano mi carezzava l’interno della coscia salendo verso la morbidosa. Nel frattempo Franz aveva riaperto la camicetta e si stava coccolando il mio seno, la sua bocca avida si prendeva cura dei miei capezzoli turgidi per l’eccitazione. Le mie mani sono andate con soddisfazione a tastare la consistenza dei birilli, il dito di mio marito giocava sul mio clitoride e con la bocca è sceso sul seno mentre Franz è salito a baciarmi dolcemente sulle labbra, sul collo e dietro i lobi delle orecchie, ero in estasi.
Si sente nuovamente il campanello, e, a malincuore ci ricomponiamo, la signora ci serve i sorbetti e chiede se il dessert lo prendiamo nel salottino della camera, Francesco dospo uno squardo d'intesa conferma, e la signora ci indica la scala di servizio con la quale raggiungere la camera.
Sorseggiamo il sorbetto e Francesco mi guarda negli occhi aspettando la mia decisione, li tengo sulla corda un po', e poi esordisco “forza torelli portatemi nell’arena”, e giù tutti a ridere.
Saliamo al piano di sopra, sul tavolino basso del salottino c’è una ciotola di panna, una di crema al cioccolato calda, una ciotola con del giaccio, un secchiello con lo spumante e una bottiglia d’acqua.
Tolgo la camicia e le mutandine, metto un po' di crema di cioccolata sui capezzoli e chiedo “chi vuole favorire”.
Franz si occupa di pulire il mio seno con la lingua mentre Francesco si spoglia ed intinge il cazzo nella cioccolata per poi darmelo da succhiare, mi inginocchio ed inizio a lavorare il mio maritino, adoro la cioccolata e adoro il sapore del cazzo.
Franz si spoglia e intinge anche lui il cazzo nella cioccolata poi ci raggiunge accanto a Francesco, adesso ho due cazzi da pulire e succhiare, ma, non mi perdo d’animo.
Francesco si siede su una poltrona e mi chiama a impalarmi su di Lui, lo faccio volentieri, dandogli le spalle posiziono la cappella tra le grandi labbra e scendo lentamente assaporando la sensazione di pienezza, lui mette le mani sui miei fianchi ed inizia a muoversi lentamente.
Nel frattempo Franz si mette davanti a me appoggiando il suo cazzo tra i miei seni, con le mai tiene i seni uniti intorno al cazzo e con i pollici stimola i capezzoli. I movimenti dei miei amanti sono sincronizzati Francesco si muove con potenza nella morbidosa e Franz gioca non maestria tra le gemelle portando spesso la cappella a portata della mia lingua che certo non si fa pregare.
Una lunga e stupenda cavalcata che si conclude con un orgasmo quasi simultaneo di tutti, Francesco mi farcisce a dovere, mentre Franz mi schizza la crema in faccia e sui seni.
Il tempo di riprendere fiato, poi vado a fare una rapida doccia, mi sto beando dell’acqua calda e vedo sulla porta i miei cavalieri che mi guardano maliziosi, sono stati fantastici, ma dalla loro espressione non è finita la serata, quando esco mi asciugo con movimenti sensuali ed indosso mutandine, calze e scarpe facendo uno spettacolo per i miei boys poi vado da Franz, lo abbraccio e lo bacio con passione mentre mi lui abbraccia e mi carezza il collo, dopo alcuni momenti per noi, mi giro e mi tuffo tra le braccia di Francesco lo ringrazio “sei un marito fantastico e un amante splendido” e lo bacio con trasporto.
Francesco mi prende in braccio e mi porta sul letto, e Franz ci segue con le ciotole, mi stendono e iniziano a giocare con le creme e le loro bocche su tutto il mio corpo, qualcuno mi toglie le mutandine ed iniziano a darmi piacere con le bocche fameliche.
Mentre uno mi bacia appassionatamente, l’altro mi lecca la morbidosa, poi una bocca è su un seno e l’altra sul clitoride, poi il ghiaccio sul capezzolo, e subito dopo la crema tiepida, una lingua gioca con il mio ombelico e l’altra si intrufola nella morbidosa, ci sono baci passionali e semplici baci delicati, si prendono cura dell’interno delle cosce come del collo senza dimenticare neanche i piedi, perdo la cognizione del tempo, credo di aver raggiunto più volte l’orgasmo, ma voglio ricambiare.
Mi sollevo, guido Franz a sedersi con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, mi accovaccio tra le sue gambe e mi prendo cura del suo pene leccando e succhiando intanto Francesco si mette dietro di me, poggia la cappella sulla morbidosa e lentamente mi penetra facendomi sentire piena e facendomi raggiungere un altro orgasmo, poi inizia a penetrarmi con possenti affondi lenti che dettano il ritmo del mio pompino a Franz quando Francesco si scarica dentro di me sento il calore del suo sperma e godo nuovamente, quasi contemporaneamente Franz mi riempie la bocca ed io ingoio avidamente, sono stremata e mi abbandono sul letto.
Quando mi risveglio sono accanto a mio marito che dormiamo vicini, siamo solo noi e per un attimo penso di aver sognato tutto, ma la stanza non è la nostra e mi sento tutta appiccicosa, mi alzo e vado sotto la doccia Francesco mi raggiunge dopo pochi minuti e ci baciamo appassionatamente, io gli dico “Ti amo tanto”, Lui risponde con dolcezza “Ti amo e Ti amerò sempre”, restiamo per un po' abbracciati rilassati e soddisfati.
Mentre ci rivestiamo osservo la stanza ed il salottino, è un campo di battaglia, il letto poi! ha macchie di cioccolata e di crema, per non indagare oltre, quando stiamo per uscire chiedo a Francesco “hai già salutato Franz” Lui mi guarda negli occhi e risponde “No, ci siamo addormentati subito e mi sono svegliato con te, come hai visto Franz è un vero Amico e ha saputo rispettare la nostra intimità di coppia, vedrai che ci sentiremo nei prossimi giorni”, allora mi sono sentita di dire “Hai un buon amico, se a te non dispiace, qualche volta potremmo vederci di nuovo”.
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4
7 years ago
Balliamo62,
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una foto,il video o.. me?
Un’altro anno e’ passato,si avvicina un’altra  estate e con i primi caldi ritornano in mente certe cose ma soprattutto ritorna  la voglia di uscire,voglia di spazi aperti,di sole e di spogliarsi dopo l’ennesimo inverno imbacuccata di vestiti fino a sembrare un barile.Luca si lamenta perche l’inverno riesce a vedermi nuda poche volte e quando mi vede si meraviglia del mio corpo che,essendo nascosto sotto maglie e maglioni,non lascia piu immaginare alle forme che poi si rivelano tali  quando mi spoglio.E stato un inverno di cambiamenti,il nostro amico medico ha avuto il trasferimento in Sicilia ed  e’ tornato  a casa ,ci siamo visti l’ultma volta il mese scorso(ma questo merita un capitolo a parte) e Dario e Lena stanno cercando di avere un bambino quindi non c’e’ stata piu possibilita’ ed occasioni di divertirsi a modo nostro,complice anche l’inverno e il freddo.Finche’ una sera ,tornato dalla solita partitella settimanale di calcetto ,Luca mi racconto’ della chiaccherata con Dario.Quella sera Luca torno’ quasi un’ora piu’ tardi proprio perche’ erano rimasti  a parlare dopo la partita,a quanto pare Dario e lena avevano qualche problema.
Dario ,confidandosi con Luca ,gli disse che dopo 3 mesi di tentativi Lena non era ancora  rimasta incinta,in piu’,a forza di farlo cosi’ spesso lui aveva un po di problemi a eccitarsi,a suo dire Lena gli chiedeva di fare sesso in momenti e in condizioni in cui non era facile farlo.
Ovviamente Luca giunse alla conclusione ,parlando con me quella sera,che Dario e Lena stessero tramando qualcosa,certi particolari non si raccontano tanto per,io invece la pensavo diversamente,secondo me era un semplice sfogo con un amico .
Ma rimurginando quelle parole ,il giorno dopo,un pensiero inizio’ a solleticarmi la mante,qualcosa mi diceva che Luca non aveva torrto ,cosi chiamai Lena ..tanto per sentire l’altra”campana”.
Beh,rimasi abbastanza sorpresa da quello che  mi disse,mi racconto’ che all’inizio andava tutto bene,poi ,l’ultimo mese ,Dario aveva difficolta’ di erezione oppure, quando ci riusciva durava troppo,durava talmente tanto che poi lei aveva la patata in fiamme e non poteva farlo per un po di tempo,lei mi sembro’ un po demoralizzata per questo e anche un po stanca..
cercai di rassicurarla,le chiesi se avevano provato con degli aiutini tipo film porno o cose simili,lei mi disse di si ma che dopo un paio di volte avevano  abbandonato  quel metodo perche’ sembrava poco romantico ma subito dopo mi sorprese chiedendomi ,a tal proposito,se potevano usare “quelle” foto .Si trattava di foto erotiche che proprio lei volle farci fare per fare un regalo a Dario nel tentativo di toglierli quella  fissa una volta per tutte (e devo ammettere che la cosa funziono’ perche’ dal quel momento Dario non cerco’altre  situazioni per vedermi nuda).Quella volta ,in occasione delle foto,successe di tutto,ci fu il nostro primo vero “scambio” di coppia,
Dario finalmente ,dopo oltre 7 anni,riusci ad avermi tutta,ricordo che fu tanto,tanto eccitante,le foto erotiche fatte subito prima mi avevano liberata da ogni inibizione,ero bagnata come non mai e alla fine volevo solo..insomma desideravo essere scopata ,e Dario mi infilo’ il suo pisello mentre ero distesa su un fianco sul divano  a guardare le foto ,e mentre noi lui mi faceva in ,Luca si scopava Lena che invece era seduta a gambe aperte su un bracciolo del divano,mi ricordo che ero talmente eccitata che venni praticamente non appena  mi penetro’ gia’ all’inizio  facendomi sentire la sua grossa cappella(che  e’ veramente grossa) attraversarmi dentro.Non lo dissi a nessuno e cercai di nascondere trattenendo il piu’ possibile ma venni come una cretina e non seppi trattenermi,poi Dario fece il suo,continuo’ con ritmo lento a fare su e giu’ mentre guardavamo Lena e Luca ,fino a quando non tornammo con i rispettivi partner.A dire il vero,io fui abbastanza passiva ,nel senso che non feci nulla di particolare in quanto a partecipazione,ero solo li,nuda,disponibile ma fu bellissimo e fu la prima e ultima volta,anche perche’ certe cose non si sa mai come possono svilupparsi e, tutti e 4 ,senza dirci nulla,non cercammo piu  di ricreare altre situazioni simili.
Ogni tanto io e Luca  ci siamo riguardati quelle foto,erano belle,sensuali e ci facevano venire voglia di fare sesso,
“Cosi voi volete fare un bambino mentre vi guardate le mie foto?”dissi io a Lena per cercare di capire se era sicura di cio’che voleva fare e lei rispose in un modo del tutto naturale ,disse”Certo che si,magari se facciamo un bambino poi e’ anche un po vostro,noi quattro siamo piu’ che amici,io potrei fare un figlio anche con Luca e tu con Dario ,sarei felice perche’ voi per me siete speciali e io sono sempre stata innamorata di voi due e di Dario.
A quel punto io mi ero commossa,stavo quasi per piangere ,provavo sentimenti diversi e ammirazione per quell’apertura mentale che noi italiani spesso non abbiamo e che in altre parti del mondo invece e’ normale,ancora una volta stavo imparando da Lena un’altra bella lezione di vita,la cosa strana e che quando disse che era innamorata io mi bagnai! . Comunque dissi  a Lena che se Luca non aveva nulla in contrario gliele avremmo fatte avere.Il mio fu uno sforzo non da poco dire di si,in alcune di quelle foto ero in nudo integrale,quelle foto erano troppo intime ,persino in alcune ero con le mie tette sulla faccia di Dario e altre col suo pisello….sulla mia faccia e in...bocca.Ero imbarazzata ma il senso di sentirmi al centro di un desiderio vinceva sull’imbarazzo ,quindi io dissi di si.Farmi vedere nuda e desiderata,mi fa sentire i brividi .
Dopo quella telefonata andai in camera da letto,accesi il tablet e mi masturbai pensando a quella giornata.
Quando torno’ dal lavoro,Luca mi chiese piu’ volte se fossi sicura di dare a loro le foto,per me era solo necessario sapere che erano in mani sicure e basta,per il resto non avevo problemi,gli raccontai della telefonata e del dopo in camera da letto ,e lui mi disse”perche pensi che io non l’abbia mai fatto?
La settimana dopo ero curiosa di sapere come stavano procedendo i “lavori” ,chiamai Lena e stetti al telefono un’ora!mi disse che Dario non lo dava a vedere ma era troppo contento di avere quelle foto,solo che ,tranne che per la prima volta,quel metodo si era rivelato sbagliato perche’ lui,nella volersi gustare le foto fino alla fine ,ci metteva molto a venire e per cui lei aveva sempre la povera patatina in fiamme e ora non sapeva cos’altro inventarsi.
Io le dissi,”ma scusa ,non potrebbe usare la mano?o la tua bocca o...il tuo di dietro,non devo di certo suggertirti io niente….”ma  lei trovo’ per ogni soluzione alternativa una scusa diversa a quel punto non sapevo piu’ che dire se non che augurargli un in bocca al lupo,d’altronde non potevo mica veramente farlo io per lei,”no di certo”,disse lei”ma una mano me la potresti dare,anzi…. piu’ che una mano….servirebbero le tue tette!!!”aggiunse Lena con voce bassa e sensuale.Cosi ora capivo il perche’ di un po di cose….”questo no,questo,no,questo non si puo’ fare,questo e triste..etc..”volevano una aiuto da noi in persona,o forse veramente volevano farci partecipe..
Quelle foto ,che all’inizio avevano reso l’effetto desiderato ,ora si stavano tramutando
in qualcos’altro,Dario voleva passare dal “digitale” al “reale” cosi pensai subito  di divincolarmi facendogli presente che se le mie foto non avevano funzionato forse io non potevo essere d’aiuto,e lei invece diceva di si, tipo un’infermiera che assiste e controlla che tutto fili liscio e,io le dissi subito di no e che anche Luca non sarebbe stato d’accordo,ma lei insisteva dicendo”ma  daii….non devi mica fare tu...devi solo dare un piccolo aiutino “psicologico”.....oppure perche' non ci fate un bel video sexy  tu e Luca?..e io "volevi dire porno?".........
“Non mi sembra una brutta idea”...neanche a dirlo,invece disse Luca quando gli raccontai tutto,quando si tratta di sesso lui non dice mai di no,purche’ in sua presenza.Insomma ,il sabato successivo andammo a cena da loro,ci preparono uno squisito piatto di pesce e tanto vino bianco fresco,Dario era allegrissimo,sembrava non starci nella pelle come se gia’ gli avessimo  dato speranze,almeno fino a quella sera.A un certo punto proprio Lena disse”allora ci presti le tue bellissime tette o no?...eravamo ormai tutti e 4 mezzi ubriachi e molto allegri e non c’era piu’ imbarazzo nel modo di parlare visto che durante la cena molti erano stati i riferimenti espliciti,alle foto,al bel sedere di Lena.Io risposi di si,che le avrei smontate e avrei messo le tette sul loro comodino cosi potevano usarle quando volevano,Luca per scherzare disse di no perche’ non voleva rimanerne senza a meno che non gli si dava in cambio il sedere di Lena,io sotto sotto ero eccitata per in attesa di quel momento in cui qualcuno avrebbe iniziato a parlare di come volevano usarmi per fare il loro bambino invece il livello di conversazione era diventato quasi da bar,privo del tutto di pudore ma allegro e sincero.
Luca ando’ a prendere dal frigo un limoncello ,era gia’ un’ora che avevamo finito di cenare e si continuava a ridere e parlare insieme,lui ando’ verso il divano e subito dopo anche noi,
Dario accese il televisore tanto per avere un sottofondo,Luca ,stava dietro di me,io ero seduta in mezzo alle sue gambe,inizio’ a massaggiarmi il collo,si rivolse a loro e disse a mo di sfida”perche non lo fate adesso un bambino?”e mentre lo diceva mi mise la mano su un seno,io dissi di smettere e  di non metterli in imbarazzo,lui invece mi tiro’ giu la spallina facendola cadere e scoprendo il seno quasi al capezzolo sapendo che quella manovra avrebbe fatto eccitare i nostri amici.In casa faceva abbastanza caldo,io ero vestita con jeans a zampa ,sopra una maglia a collo scoperto e aperta davanti,Lena aveva un meraviglioso fuso’ e una maglia lunga verde oliva...anche Lena pretese un massaggino e Dario non se lo fece ripetere...la fece distendere sul divano a pancia in giu’,dopo di che le sfilo’ di netto la maglia facendole alzare le braccia.Stranamente lei aveva sotto il reggiseno che di solito non usa mai,era un reggiseno color carne,sul rosa,aveva la pelle bianchisima,come me  del resto.Sentivo che dietro di me Luca si stava eccitando e sentivo anche che la serata sarebbe andata in un certo modo.
In pratica io ero seduta all’estremita ‘ del divano in mezzo alle gambe di Luca che a sua volta era appoggiato sullo schienale laterale;Lena era stesa per intero a pancia in giu’ Â con la testa quasi in mezzo mie gambe ,mentre Dario stava sopra di lei ,all’altezza del sedere,con le mani sulla schiena,quelle mani che com un gesto repentino,,un secondo dopo,
avevano tirato giu’ il pantalone aderente di Lena svelando due meravilgiose chiappe ,bianchissime,al limite del trasparente,con un filo di perizoma nero e rosa di una bellezza e di una sensualita’ incredibili.Luca ,per non essere da meno,mi abbasso’ ‘altra spallina mettendo in mostra i rigonfiamenti delle tette,ma io ero rimasta estasiata dalla vista del sedere di Lena,se c’e’ una cosa che mi piace vedere della donna e che mi fa eccitare,e’ proprio il sedere e il suo era  meraviglioso,me lo immaginavo vista dalla parte di Dario che le vedeva in mezzo alle gambe ,da dietro,le labbra della patata.Ora desideravo  solo vederla con un bel “tronco” in mezzo ai glutei,sembrava il suo naturale completamento.Insomma,mi eccitai anch’io,mi infilai senza problemi la mia mano davanti,con i pantaloni ancora leggermente abbottonati ma con quel lasco che mi permetteva di muovermi all’interno con la mano...mi toccai rendendo molto evidente i movimenti della mia mano sulla patata che agiva sotto il mio jeans,Luca giocava con la spallina della maglia,un po giu e un po piu’ su ,mostrava il seno e poi lo nascondeva ancora per ripassarci con le mani subito dopo….. e Dario si infuoco’ ,si sollevo leggermente e si porto’ le mani sulla zip del suo pantalone ,si slaccio’ la cintura e si abbasso’ in sequenza prima il jeans e poi le mutande,io gia’ sospiravo forte per il piacere che provavo :il vino ,la musica,il culo tondo di Lena e Dario che si spogliava ,potevo gia’ venire ma qualcosa mi diceva di resistere ancora.
Il tempo di pensare questa cosa e Dario si era tolto anche le mutande rimanendo col pisello che lui mostrava orgoglioso proprio davanti a me…....continua...
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7 years ago
AdamDTS,
32
Last visit: 3 days ago
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Il turno di lavoro che non ti aspetti...
Tutto succede quanto meno te l'aspetti....Ore 20:00 cominciamo il turno notturno....
noto una collega 6 anni più grande di me che mi guardava intensamente con occhi dolci....
è pensavo 💭 mi è sempre piaciuta....
Lei è bionda, smalto rosso,sempre molto curata è vestita sempre in modo attillato.....
Ho sempre provato una gran voglia....Ma poi pensavo...
che lei è una amica della mia lei....e che fosse meglio non fantasticare....
Quella sera la guardavo è pensavo che ci fosse stata ...
così con qualche battuta e qualche apprezzamento gli misi la mano sul culo!!
💭💭💭pensavo che farà ..ci sta!!
è così...è stato...
durante le nostre pratiche lavorative, davanti ad altri colleghi ...
ma senza farsi vedere inizia a toccarmi il cazzo ....
che mi si fa subito duro come una pietra ...
è continuavo ha pensare 💭💭 lo sempre desiderata..
inizio ha farmi i miei film ...
gli faccio segno con gli occhi ...è dopo poco ...
ci incontriamo nel bagno dove lei dopo svariate toccate...
ci troviamo ha quattro occhi ...
io ne approfitto è parto subito all'attacco baciandola
ma sappiamo entrambi di avere poco tempo
così mentre la bacio
Lei.... mi tira fuori il cazzo è lo comincia a leccare e succhiare
stavo inpazzendo nn sapevo se era un sogno... o realtà...
Ad un certo punto veniamo chiamati, lasciamo tutto e torniamo a lavoro!!!
Dove di li a qualche ora ci sbrighiamo ...
Ormai è notte fonda è si decide di andarsi a riposare un po' ...
L'indomani mattina mi sveglio col rumore della porta che si chiude,
allora mi alzo è noto che erano i miei colleghi che andavano a fare colazione !!
Penso....ora o mai più....
vado nelle stanze e la trovo nel letto con gli occhi aperti...
ci guardiamo ...
💭💭💭💭💭
ed io entro nel suo letto... dove ci siamo baciati !!
ma ha lei piaceva tanto tenermelo in bocca ..
è così mi fa un estasiante pompino ...mentre io gli lecco la patata...
lei inizia ha squirtare è viene la prima volta!!
grazie alla abilità della mia lingua !!
Mi lascio venire in bocca..lei non capisce più niente è continuo a leccargli il clitoride ....
è in estasi...
allora mi monta su ha candela
è dopo avermi dominato per circa 20 minuti
la metto al contrario a testa in giù con le mani sul letto e
le gambe in aria all'altezza del mio bacino...
la fantomatica carriola !!
Lei è eccitatissima è mi dice che ha voglia di sesso anale ...
Ed io la accontento così lei afflitta da una voglia pazzesca ...
Dopo essere venuta due volte !!
Decide di prendermelo in bocca e succhiarmi tutto fino all'ultima goccia 💧
Dove esplodo...
mi sentivo frastornato e nello stesso tempo un leone....
Quando ad un tratto..
sentiamo rientrare i colleghi ...
ci sistemiamo ..
è di comune accordo decidemmo di incontrarci ancora .......
18
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7 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
la paura
Premetto, non sono bravo a scrivere, sbagliero' sostantivi e verbi a iosa, ma questa e' una situazione avuta e vissuta realmente, che per un scambista, credo, spaventi un po'.Scrivero' sintetico, come mia abitudine;Fra i vari contatti avuti ne arriva uno che, cavolo, m' intriga parecchio, foto per niente volgari, corpo integro, piacevole, ecc; beh, do' il mio cell... e ci sentiamo la sera, mi sembra verso le 20... Mi chiama e la voce.. non mi era nuova, ma non riuscivo ad associargli un volto.Appuntamento a casa mia, domenica pomeriggio.Salto i preliminari, ma quando io, tacchi 12, calze, e abitino sexy, apro la porta eeee .. davanti a me vedo il mio collega di lavoro che lavora esattamente seduto di fronte a me, in ufficio...abbiamo le scrivanie una di fronte l' altra, attaccate, per capirci..Momento di ovvio imbarazzo, una scarica d' adrenalina si scatena nelle mie vene, mi sono sentito il volto rosso paonazzo, non riuscivo a muovere un muscolo, ma anche lui non era propriamente.. rilassato;Scendo dai tacchi e gli dico, "vabbe', entra, beviamo qualcosa, tanto ormai ci siamo svelati, no ?"Ero convinto che mi rispondesse: no no, vado ecc ecc, invece..mi dice: "rimetti i tacchi"... e cosi' faccio.. e sono di fronte a lui, alta come lui..istintivamente, e credetemi, senza quasi accorgemene, la mia mano fa scivolare la zip della sua patta, e in un attimo ho il suo cazzo in mano, il tutto stando uno di fronte l' altro, guardandoci negli occhi, senza parlare, ma respirando sempre piu' velocemente..e mille pensieri passano, come freccie che trapassano le tempie....cavoloLui, Marco, suo nome, si spoglia quasi selvaggiamente, gettando tutto a terra, in un attimo...in un' attimo ho il suo cazzo in bocca, non chissacche' grande ma ben propozionato, con un glande ben definito, ci gioco con la lingua nel suo profilo; me lo spinge fino in fondo alla gola, mi sta scopando in bocca, tenendomi e dandomi il ritmo tirandomi per i capelligli dico: "INCULAMI"mi prende ( lui e'ÂÂ 100 kg di muscoli, gioca a rugby )letteralmente mi solleva e mi gira fronteÂÂ a lui, mi mette le gambe nelle sue spalle e comincia a pomparmi, pomparmi, con le mani mi prende il viso e mi stampa una limonata furiosa.. chiaro, abbiamo perso tutti i freni inibitori..sono in sua balia, mi gira e mi volta dandomi della troia ( cosa che gradisco ) , poi trova la posizione, perfetta anche per me, cuscini sotto la mia pancia, culetto bello in alto.. lo sfonda con energia anche grazie al suo peso.. ma perfetto..il suo cazzo mi sfiora e stimola il mio punto "ELLE", la mia prostata, ..sento che sto per venire, sotto le sue energiche spinte..vengo, godo e sento il mio sfintere contrarsi, soffocando il suo cazzo, FANTASTICOOOO, ho spasmi incontrollati di piacereesce da me, si sfila il guanto e mi prende con la mano dietro la nuca, sono ancora in preda all' orgasmo, e..mi schizza, mi gode in pieno viso, e LO BEVOOO, tutto, godendo assieme a lui, sentivo la rosellina che si apriva e richiudeva..Da quel giorno siamo diventati amanti a tutti gli effetti, ci scappava anche qualche pompino nel parcheggio dell' azienda, durante la pausa pranzo.E' durata per quasi due anni, poi Marco e' stato trasferito all' estero, ma quando torna da ste parti non manca mai di venire a trovarmi a casa..
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7 years ago
arbagarba,
42
Last visit: 5 years ago
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In palestra – atto 2°
In Palestra – atto 2°
Nelle giornate di palestra seguenti il trio continuò a funzionare con estrema soddisfazione di tutti e tre. Come al solito ci si attardava a fare la doccia finché non erano usciti quasi tutti e poi…. ci si scatenava in un’orgia di pompini e inculate, dove io facevo la parte della troia per soddisfare i loro appetiti. In quel periodo di allenamenti avevo osservato meglio i compagni di ginnastica, spesso commentando con alcuni di essi gli esercizi che l’istruttore ci faceva fare. Tra di essi avevo notato un tizio, sulla cinquantina, estremamente interessante, che scoprì essere un architetto arredatore di barche e di yacht. Mi ero accorto che spesso e volentieri mi osservava e nel farlo quasi come nulla fosse si strofinava “il pacco”. Facendo finta di niente un giorno, giunto nello spogliatoio per prepararmi per la seduta di ginnastica, lo avevo trovato che anche lui si stava cambiando, attardandosi; mi spogliai e rimanendo in slip, molto mini, tanto che mi si infilava tra le chiappe, mi chinai a 90° per cercare nella borsa i pantaloncini da ginnastica. Così facendo gli mostravo interamente il culo e riuscendo a vedere all’indietro non mi sfuggì che la visione del mio lato B gli aveva causato un’erezione ed immediatamente si era strofinato l’uccello. Si alzò e si diresse verso la palestra, passandomi dietro e, dal momento che lo spazio era ristretto, strofinò il suo pacco sul mio culo, dandomi un brivido. E proseguì come nulla fosse.
Evidentemente, osservandomi, si rese conto che ero sempre tra gli ultimi a fare la doccia e doveva essersene chiesta la ragione.
Una sera che, come al solito, noi tre ci attardavamo, lui fece finta di uscire, salutando a voce alta e noi entrammo nelle docce. Eravamo già indaffarati quando lui entrò nel vano docce sorprendendoci così in posizioni inequivocabili. Senza dir nulla iniziò a spogliarsi. A quel punto il custode, infilandosi un accappatoio, si fiondò a chiudere la palestra, onde evitare altre intrusioni, spegnendo le luci della stessa e rientrando nelle docce quasi di corsa per non perdersi nulla della situazione.
L’architetto si presento con una dotazione di tutto rispetto: saranno stati perlomeno 23-24 cm. di lunghezza ed almeno 13-14 cm. di circonferenza.
Nel frattempo io ero rimasto sempre con ben infisso nel culo il paletto del mio compagno di allenamenti che, per comodità, chiamerò Mario. Pertanto l’architetto mi si presentò davanti e mi offrì il suo scettro affinché finissi di farglielo indurire e lo eccitassi al massimo, preparandolo, così, a quella che sarebbe stata l’azione successiva e che, mi confesserà in seguito, era stata la sua massima aspirazione fin da quando aveva avuto modo di osservare per bene il mio culo: aprirmelo completamente, godendoselo fino in fondo e riempiendomelo di sborra.
Il custode, nel frattempo, se lo stava menando e, improvvisamente, ebbe l’idea di cominciare a palpare il culo di Mario, scoprendo così che lo stesso apprezzava quelle carezze al punto che il piacere si ritrasmetteva al suo uccello, ingrossandolo e procurandomi ulteriore piacere dall’inculata che mi stava facendo. Il custode approfondì le carezze, arrivando a stuzzicare l’ano di Mario che iniziò a rilassare lo sfintere facendo sì che il custode riuscisse a penetrarlo con facilità, tanto che, dopo un po’, vi appoggiò il cazzo e se lo inculò. Eravamo un trenino molto eccitante, con io a fare da locomotiva, attaccato ai fianchi dell’architetto mentre glielo succhiavo voracemente. Mario, stimolato davanti dal mio culo che gli stava succhiando l’uccello con le contrazioni che davo al mio sfintere, e dietro dal custode che se lo stava inculando alla grande, iniziò a godere eruttando come una fontana una quantità impressionante di sborra, riempiendomi a tal punto che iniziò a traboccare dal mio culo.
Subito dopo il custode gli venne nel culo procurandogli un altro godimento, tanto che lo sentimmo borbottare: “ Sii… cosìììì… godoooo !!”
Il tempo che gli si ammosciassero i cazzi, fuoriuscendo dai culi ove erano stati infissi, che l’architetto, vedendo che avevo il culo libero, mi rivoltò, mi fece inginocchiare, e mi infilò in un colpo solo con il suo cazzo spettacolare. Ebbi un soprassalto per la brutalità del gesto e per il dolore causatomi da quella introduzione di un corpo di notevoli dimensioni, ma per fortuna, una volta apertomi ed arrivato a fine corsa, si fermò, dandomi il tempo di recuperare sia il respiro che la sensibilità. Muovendomi un po’ con il bacino lo assestai meglio, il mio sfintere iniziò ad abituarsi a quel palo che mi riempiva completamente tanto che iniziai ad avere delle contrazioni dello sfintere per sentire meglio le dimensioni di quel qualcosa che mi stava violentando e che si era appropriato del mio culo.
Dopo un po’ di contrazioni, il mio sodomizzatore capì che mi ero abituato e diede iniziò ad una inculata divina, senza soluzione di continuità, arrivandomi in gola e poi estraendolo quasi del tutto per poi rinfilarmelo totalmente. Ad un certo punto, tenendomi le chiappe allargate, lo estrasse del tutto, ammirando quanto era aperto il mio buco, tanto che si sentì un “Ohhh” di meraviglia da parte degli altri due compari che nel frattempo si stavano smanettando per riportare i loro attrezzi in erezione, e subito dopo me lo rinfilò tutto, in un unico gesto, procurandomi un piacere perverso nel sentirmi posseduto in tale maniera. E continuò così per una mezz’ora, portandomi al limite della pazzia, tanto che iniziai a dire “Sii, così… ancora… fottimi, godimi, riempimi… sono la tua troia, fai di me quello che vuoi ma… riempimi di sborra !!” Davanti a questa scena i due compari (Mario e il custode) iniziarono a riempirmi di schizzi di sborra il volto, la bocca ed il petto e ciò portò, finalmente, l’architetto a riempirmi il culo con un clistere di sborra calda, densa. Pura libidine, tanto che iniziai a godere anch’io con lunghi schizzi che si andarono a posare sul pavimento. Diventammo, da quel momento, un quartetto di strumenti a fiato: io flauto a pelle, poi il custode l’oboe, Mario il clarinetto e l’architetto il fagotto. Andammo avanti così per diverse sedute, sinché un giorno Mario ed il custode non mi fecero sdraiare con la schiena appoggiata al torace del custode, che iniziò ad incularmi e poi…. Mario iniziò, pian piano, ad infilarmelo insieme a quello del custode.
Mi sembrava mi stessero aprendo in due ma, incredibile ma vero, Mario riuscì ad infilarlo, con qualche lamento da parte mia che, però, dopo un po’ seppi adattarmi ed iniziai a godere di quella doppia penetrazione. L’architetto, intanto, se lo stava segando finché non me lo presentò davanti alla bocca, imponendomi di succhiarglielo. Elettrizzato da quei due cazzi nel culo gli feci un pompino da urlo, tanto che non ci mise molto a riempirmi la bocca di sborra, pastosa, calda, dolce, che inghiottii per non sprecarne neanche una goccia. Il mio lato “femminile” era appagato, mi sentivo una grandissima troia, una grandissima pompinara.
La volta successiva l’architetto, alla fine della lezione, ci presentò il suo autista, nonché mozzo di bordo della barca da 19 m. che possedeva e…. sua “femmina” fissa. E ci convinse a farlo partecipare ai nostri giochini. Ormai il custode, ogni volta, chiudeva la palestra con noi dentro, così potevamo fare i ns. porci comodi. Diventammo, pertanto, tre maschi e due “femmine” in calore. Mentre Mario ed il custode prendevano possesso della novità, riempiendola da tutte le parti, coinvolgendola anche in una doppia, atto in cui ormai erano diventati bravissimi, l’architetto prendeva possesso di me, in tutti i sensi. Stavolta iniziò succhiandomi i capezzoli, che avevo molto sensibili, e poi iniziò a baciarmi, forzandomi ad aprire la bocca per andare a rovistarmi dentro con la sua lingua. Ora dovete sapere che sono molto sensibile al bacio che, in assoluto, è per me la cosa più erotica. Posso godere anche solo grazie ad un bacio ben dato. Pertanto, questa novità del ns. rapporto mi eccitò moltissimo e, mentre lo baciavo menandogli l’uccello per portarlo alle dimensioni adatte alla sodomizzazione, iniziai a godere grazie alle sensazioni datemi dal bacio. Ed iniziai a tremare dal piacere, cosicché, nel mentre mi baciava, iniziò a stuzzicarmi lo sfintere, allargandomelo un po’ alla volta, sin quando, sentendo che ero pronta, mi mise spalle a terra, alzò le mie gambe appoggiandosele sulle spalle e, guardandomi fisso negli occhi, disse: “Ora ti faccio mia, ti apro tutta e ti farò godere come non hai mai goduto in vita tua !” Ed iniziò una cavalcata al piccolo trotto, profonda sia in entrata che in uscita (dopo le prime volte mi ero ormai abituato alle dimensioni del suo pene) e ad ogni penetrazione mi strappava un lamento di piacere. Nel frattempo Mario, che stava sopra la nuova femmina facendo una doppia penetrazione, si sporse verso di me e dando seguito a quello che aveva iniziato l’architetto prima, iniziò a baciarmi. Queste sensazioni, sommate a quelle procuratemi da quel tronco che mi stava inculando mi mandarono fuori di testa e, mugolando, dato che non potevo parlare avendo la bocca impegnata, iniziai a godere riversando lunghi schizzi su me stesso ma anche addosso al torace di chi mi stava possedendo. Godetti come un pazzo mentre lui continuava a stantuffarmi, a stringermi i capezzoli sinché iniziò a godere, mandandomi fuori di testa. Finito di godere rimase ben infisso in me, stimolato dalle contrazioni del mio sfintere che non voleva farlo uscire e lo stava succhiando come fosse una bocca. E dopo un po’… ricominciò a trapanarmi, facendomi uscire letteralmente di testa, pregandolo di smetterla perché ero elettrico, troppe sensazioni, troppo… piacere !
Alla fine la smise, dopo avermi riempito nuovamente, e ci facemmo tutti una doccia. All’uscita dalla palestra mi mise in mano un suo biglietto da visita dicendomi di chiamarlo che avrebbe avuto piacere se, la domenica successiva, fossi uscito in barca con lui. E così fu. Lo chiamai, ci accordammo e quella domenica ci vedemmo a Fiumicino, dove lui aveva la barca, ed uscimmo per una gita. Era una barca stupenda di 19 m., con un albero alto 19 m., tutta in legno, costruita nel 1929, da lui restaurata e modificata nelle ripartizioni interne: aveva un ampia camera da letto matrimoniale ed una singola per lo skipper (il suo equipaggio fisso), un bagno ed una cucina, più i magazzini per le vele e le attrezzature varie.
Una volta al largo, a vela, ci mettemmo tutti nudi. Eravamo io, lui ed il suo skipper (la sua fidanzata fissa). Era splendido sentire solo il rumore del vento nelle vele; per il resto silenzio, odore di mare e… di sesso. Sì, sesso, perché fin dai primi momenti in cui ci mettemmo nudi passò, tra di noi, una corrente magnetica di voglia di sesso, di condividere il desiderio che sin dal primo momento avevamo di ….. godere, di assaggiare il piacere dell’altro. Mentre nudo, in piedi sulla tolda, sostenendomi ad una sartia guardavo il mare, lui mi si appoggiò, da dietro, e mi strinse a se torturandomi i capezzoli. Quindi, palpandomi bene il culo, mi girò verso di se e mi baciò.. Fu un bacio lungo, possessivo, invasivo, che come al solito mi rese inerme e a disposizione dei suoi desideri, facendomi avere un’erezione incredibile e lui, immediatamente, prese in mano il mio scettro iniziando a masturbarmi mentre continuava possessivamente il bacio con cui mi aveva reso senza forze, in sua balia. Evidentemente d’accordo, mi sentì accarezzare, da dietro, ed una lingua intrufolarsi tra le mie chiappe, mentre due mani me le allargavano per riuscire a bagnare il mio sfintere, inumidirlo per bene e riuscire ad intrufolarvisi dentro. Stavo provando sensazioni incredibili. Ero tutto erotizzato e rispondevo a quel bacio in modo ed a quelle carezze con tutto me stesso. Capito di avermi in pugno, pian piano si distese, tirandomi su d se, e facendo sì che il suo partner avesse migliore accesso al mio culo, ed infatti, di lì a poco, mi sentì puntare un cazzo di tutto rispetto che, pian piano, si fece strada nel mio culo, violandolo. Avendomi lubrificato bene non provai dolore ma mi sentì riempito completamente. Rimase infisso, fermo, dentro di me per qualche minuto, godendo del possesso. Quando sentì che mi ero abituato all’intrusione, iniziò un lento va e vieni che, grazie anche al bacio con cui l’architetto continuava a erotizzarmi, mi portò, in breve, a emettere suoni disarticolati per il piacere che stavo provando. Non godette dentro di me, lasciando così il posto pulito al suo mentore che, non appena quello uscì dal mio culo smise di baciarmi, mi venne dietro e, avendo la strada già aperta, nonostante le sue dimensioni fossero maggiori, non ebbe alcuna difficoltà a penetrarmi ed iniziare immediatamente a possedermi, nel mentre il suo partner mi dava da succhiare il suo cazzo che in men che non si dica riversò nella mia bocca una sborrata pazzesca. L’architetto continuava nella sua opera di demolizione: ormai ero uno straccio tra le sue mani, alla sua completa mercé, poteva fare di me ciò che voleva, mentre il mio unico desiderio era quello di sentirlo godere, di sapere di avergli dato il piacere che cercava.
Io ero tutto un tremore dal piacere che stavo provando. Quando alfine iniziò a godere mi morse sulla spalla, quasi a segnare il suo possesso. Non la finiva più di sborrare. Mi sentivo riempito tanto che, quando finalmente uscì dal mio culo dopo una decina di minuti di sborrata, dovetti farmi forza ed andare in acqua per un bagno rigenerante e per svuotare l’intestino da quel clistere di sborra. Ritornai a bordo e mi distesi, senza forze. Viaggiavo su una nuvoletta. Poche volte mi ero sentito tanto desiderato. Dopo un po’ ci rifocillammo con dei panini che lui aveva portato e ci dissetammo con delle birre. Quindi ci distendemmo a prendere un po’ di sole ed io mi ero assopito quando fui risvegliato da una bella sensazione: qualcuno mi stava facendo un bocchino. Aprì gli occhi e vidi lo skipper, inginocchiato tra le mie gambe, che me lo stava succhiando voracemente nel mentre il suo capo lo stava sodomizzando alla grande.
La giornata trascorse così, tra un’inculata, un pompino, un bacio, un 69. Quando tornammo a Fiumicino ero talmente senza forze che feci fatica ad arrivare alla macchina. Andai altre volte a trovarlo a studio.
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7 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
In auto, per una visita, ma.....
Questa storia che racconterò è avvenuta diversi anni fa.....
Mia moglie Roberta mi aveva chiesto di accompagnarla, come facevo sempre, presso uno studio medico, mi sembra un dietologo, con ottime referenze, ed anche se era un po lontano, decidemmo di andare.
Strada dei laghi, saliscendi e curve.
Mia moglie, una bella donna, una quarta di seno, ha sempre avuto il pallino delle diete.
In effetti a volte ha avuto qualche chilo in più del dovuto, ma a me era sempre piaciuta la sua carica erotica....
Quando andavamo in giro in macchina, cercavo sempre di spingerla in qualche situazione erotica, ma in genere lei era sempre restia.
Anche quella volta inizia ad accarezzarla il seno prosperoso, cercando di sbottonare la camicetta, infilando la mano sulle tettone morbide che mi facevano impazzire, specialmente quando si incominciava ad intravvedere il capezzolo.
Quel giorno di estate, stranamente, aveva indossato una ampia gonna al posto dei soliti pantaloni, ed era senza calze.
Quindi cercavo anche ci carezzare le cosce, compatibilmente con le attenzioni alla guida.
Dopo alcune resistenze, riuscii a fare in modo che il seno rimanesse scoperto, ed il vedere quelle tenere aureole rosa pallido con in centro il piccolo ma impertinente capezzolo che tanta goduria mi dava nel leccarlo, mordicchiarlo, succhiarlo......
Ed ora il seno di mia moglie era in bella vista, e lo guardavano, certo che lo guardavano!
E Roberta con i suoi occhioni, un po spaventati ma un po di più eccitati, si faceva guardare, si faceva ammirare, ed io godevo nel saperla mostrata a tutti, il seno della mia donna mostrato a tutti mi eccitava sempre di più...
E volevo sempre di più.
Scopri ancora di più il seno, non coprirlo quando incrociamo mezzi più alti, i cui autisti piantano lo sguardo compiaciuti su tanto ben di dio.
Una bella coppia di tette morbide ed abbondanti messe in mostra per tutti.
Due capezzoli rosa da pizzicare, da stuzzicare per farli diventare eretti....
Voglio di più.
Scopri le gambe, si così, che belle cosce!
Fatti toccare la figona....
Roberta ha una figa importante, molto corposa, ben evidente, con pelo moderato.
E me la fa vedere, spostando di lato il tanga, ed è uno spettacolo, il monte di venere è un po prominente,
Roberta si sta eccitando, ed inizia quel leggero massaggio sulle labbra della figa, prima circolare, poi dall'alto verso il basso e viceversa, premendo verso l'interno, poi picchiettando.....
Ad un certo punto fa una mossa che non mi aspettavo davvero.
Tira un po su l'ampia gonna chiara e si togli i piccoli slip.
E' magnifica!
In preda all'eccitazione, tira su le ginocchia ed allarga le cosce!
Continua a masturbarsi in modo sempre più spinto, quasi osceno, godendo ed eccitandosi per lo spettacolo che sta offrendo!
Non solo i tettoni, ma quella grossa figa aperta, ben esposta!
La vedono tutti.
Vedo le espressioni di chi la vede.
Le facce sono sorprese ed incredule, poi compiaciute.
Non è da tutti i giorni vedere uno spettacolo del genere.
Una bella e succosa figa aperta ed in piena masturbazione!
Ed è la grossa figa di mia moglie!
Roberta ha avuto un orgasmo fortissimo e rumoroso, la sua figa meravigliosa è stato uno strumento nelle sue mani sapienti, ed io ho mi sono estasiato!
Poi si è ricomposta, siamo tornati a casa, e logicamente abbiamo scopato in modo esagerato.
Sono passati tanti anni, ma ricordo con grande piacere quella giornata con quei momenti di trasgressione innocente ma molto intrigante, che purtroppo si sono raramente ripetuti..
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1
7 years ago
medioman4327185, 35
Last visit: 4 years ago -
Di sera in camper a servizio di vanessa trans
Ho sempre avuto un po' invidia del seno della mia amica trans Vanessa di origine brasiliana pelle liscia dotata di un meraviglioso seno della sesta misura naturalmente operata ma non per questo meno sexy e femminile.Qualche volta mi chiama per aiutarla nel suo lavoro di sera quando esce con il suo camper per andare in parcheggi per proporsi a singoli a volte camionisti interessati a godere senza fretta per una botta e via.Nella sua camera, prima di uscire, mi prepara con cura, quindi crema depilatoria su tutto il corpo anche intimamente e successiva doccia per farmi avere la pelle liscia vellutata.Dopo essere stata improfumata con essenze femminili mi allena all'oral infilandomi il suo membro di oltre 25 cm. fino in gola dice che il pompino profondo con ingoio piace tanto ai suoi clienti e quindi devo essere all'altezza della situazione.Messa poi a pecorina sul suo enorme letto, stende con pazienza e perizia intorno al mio buco uno strato di lubrificante, preferibilmente crema LUAN ma a volte al gusto fragola molto apprezzato dai singoli e mi incula con il suo enorme membro per una buona mezz'ora perchè vuole che sia già caldo e pronto all'uso ed in grado di prendere dai suoi clienti, membri di ogni misura per questo motivo da circa un anno e con le dovute precauzioni, guanti, lubrificazione adeguata, creme e falli realistici in gomma, mi ha praticato il FISTING anale, rompendomi di proposito lo sfintere in tre parti che sappiamo tutti essere il muscolo dell'ano. Operazione per la verità, per un buco stretto come il mio e alla sua prima dilatazione estrema, molto dolorosa ma era necessario perchè nel suo lavoro di intrattenimento puo' capitare singoli dotati di misure fuori "norma" di dimensioni decisamente esagerate e vuole che sia in grado di prenderli tutti per cui ha ritenuto necessario che il mio buco fosse in grado di dilatarsi fino ad un diametro massimo di cm 8 piu' che sufficiente per farmi fare la puttana senza correre il rischio di perdere clienti.La vestizione con l'intimo femminile è molto accurata,a volte mi propone del tutto nuda con solo autoreggenti velate a volte se la temperatura non è ottimale mi fa indossare anche la quepierre per il resto vuole che il seno e il culetto siano a nudo ben visibili perchè dice che sono le parti da mostrare a quanti desiderano scopare senza fretta per una botta e via.A volte il cliente è esigente e prima di decidersi vuole esaminarmi da vicino, toccare, palpeggiare infilare un dito nel buco e dopo aver contrattato il prezzo della prestazione la mia amica mi fa attendere a pecorina in camper sul letto bendata dice che per motivi di privasy il cliente non deve essere visto ma solo...sentito!!!!, non prima di aver praticato il pompino di rito naturalmente a pelle senza condom lavorando la cappella con pazienza succhiandola delicatamente operazione necessaria per portare il membro alla consistenza giusta per la monta per poi infilarlo di botto riivestito con il condom, senza non si fa, nel buco per la scopata dovuta con l'immancabile calda sborrata finale nel canale e gridolino di piacere Haaaaaaaaaa!!! godoooo.....solo a quel punto sfilato il membro dal buco mi riposiziono fuori dal camper per poi sculettare come di norma per attirare l'attenzione del futuro cliente.La postura, il saper ancheggiare è importante nell'arte della seduzione in questo sono brava favorita dall'aver indossato scarpe femminili tacco 12 che mi danno un aspetto da vera troia abbinata ad una parrucca esclusivamente bionda molto appariscente un trucco adeguato, sigaretta e borsetta da donna.Molto importante è mostrare il seno che ho molto femminile che la mia amica vuole che sia morbido e di buon sviluppo per questo periodicamente mi porta da una sorellina trans esperta nella pratica del BDSM per farlo sottoporre ad adeguata stimolazione con pinzette, pesetti ed altri accorgimenti per svilupparlo usando prodotti rassodanti e volumizzanti fermminili massaggi delicati, in particolare VANESSA vuole che abbia i capezzoli piu' sporgenti e grandi quindi mi viene applicata su di essi ad ogni seduta un succhiacapezzoli meccanico che per oltre un'ora a ventosa mi munge il seno.A volte se ha clienti mi fa succhiare i capezzoli da loro ma poi eccitati da tale pratica devo farmi inculare a turno dopo essere stata legata ad una panca che si usa per fare clisteri. Questo non è molto gradito dato che non sono in strada o in parcheggio a battere ma per non urtare la mia amica Vanessa non faccio opposizione alcuna.Dopo molte sedute il risultato è ben visibile con un seno che ha raggiunto una buona consistenza pieno morbido circa quarta misura e molto femminile questo ha decisamente aumentato la clientela perchè quando lo mostro di sera in parcheggio subito attiro l'attenzione di singoli interessati a scopare ma anche a giocare con un bel seno femminile infatti in camper vogliono fare tutti una bella poppata succhiandomi a lungo i capezzoli a volte delicatamente a volte mordicchiando e tiracchiando ma senza far male altrimenti si viene allontanati.Molti cliernti a volte, vengono solo per palpeggiare toccare succhiare il seno dicono che neanche la loro signora le ha cosi' morbido e femminile spesso devo anche praticare stando in ginocchio una spagnola infilando il membro tra le tette e farli sborrare sul seno stesso.Dopo un po' dintempo, ho accarezzato l'idea di mettermi in proprio andare a battere in posti adeguati di sera anche tardissimo ma non sono propensa a propormi a scopo di lucro e poi da sola senza la protezione e la compagnia della mia amica VANESSA che ha tutta l'esperienza dalla sua parte non sono in grado di gestire la clientela preferisco propormi in privato quando non sto con VANESSA in posti fuori dalle zone di battuage vero e proprio dove le professioniste fanno il loro duro lavoro in particolare in estate in zone litoranee frequentate dai nudisti mi piace infatti stare tra la natura nel verde della macchia mediterranea piena di profumi.Non ho problemi a trovare la compagnia di tali soggetti amanti naturisti a volte basta stare anche ai margini delle zone a loro riservate che in men che non si dica appena mi spoglio e resto nuda subito vengo circondata da un bel gruppetto di singoli nudisti con i loro membri bene in vista che circondata quasi prigioniera, mi portano all'imbrunire in radure o tra le dune di sabbia per incularmi selvaggiamente a giro.
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7 years ago
PINATRANSGENDER, 32
Last visit: 7 years ago -
Incontro galante
Dopo vari messaggi elettronici, sono riuscito ad ospitare un autentico stallone dotato di 20 centimetri. Avevo appena finito di truccarmi che sento suonare al citofono, rispondo, apro la porta e gli indico l'interno da raggiungere. Appena mi vede mi abbraccia ed io contraccambio baciandolo sul collo, il tipo è anche belloccio. Lo dirigo prima al bagno invitandolo a lavarsi le mani, poi gli sbottono la patta dei pantaloni e rimango sbigottita: il suo cazzone era lungo quando annunciato in precedenza, ma era larghissimo, da fare impressione, anche perché il profilattico entrava a fatica, figurarsi nel mio povero culetto pur abbondantemente lubrificato. Comunque dopo una bella pompa e relativa leccata di palle mi sono decisa a sedermi sopra a quel "supplizio". Di cazzi larghi ne avevo presi, anche da dotatissimi transex, ma questo mi impressionava fortemente. Comunque non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione e, dopo un' ulteriore lubrificazione e allenamento con quattro dita sono riuscita a farmi entrare la cappella, ho atteso alcuni secondi e piano piano l'ho preso tutto, anche con meno dolore delle altre volte con calibri minori, ma con meno preparazione. Ho chiesto al mio maschione di incularmi a pancia in giù, perché mi ricordava la prima volta con un mio amichetto di scuola. Pensavo che in questa posizione non entrasse tutto dentro, ma lui ci sapeva fare e ad ogni affondo mi faceva sobbalzare. Mentre mi sbatteva mi baciava li collo, mi strinceva i capezzoli, e io gli sussurravo che ero la sua troia e ogni tanto gli succhiavo l'indice, cosa che mi ha fatto fare due schizzi senza toccarmi. Comunque la sborrata finale l'ho fatta quando mi incula supina ed io gli stringevo le gambe al collo. Alla fine esausta l'ho fatto sborrare sul mio petto abbastanza pronunciato, tettine da adolescente ragazza. Ci siamo promessi di rincontrarci e magari fare qualche mini video con delle mascherine. Grazie dell'attenzione a tutti. Un bacio
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8 years ago
ginetta,
50
Last visit: 3 years ago
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Cinema a luci rosse
Non mi sono mai piaciuti i cinema a luci rosse… troppa gente che ti guarda con la bava alla bocca… troppi “torelli” pronti a tutto pur di farsi segare un po’…
Ma quella volta era diverso, la coppietta con cui stavo per uscire, conosciuta tempo addietro e con la quale avevo già avuto una esperienza molto soddisfacente, aveva espresso quella fantasia, incontrarci fuori dal cinema ed entrare a guardare un film più o meno di serie z e cominciare a giocare soft e poi chissà…
Ok, accetto con riserva. Se il cinema è troppo affollato da allupati schizofrenici, cambiamo location.
Ci ritrovammo fuori dal cinema, a Nocera Superiore… Cinema affollato (mi dissero) da gay e militari.
C’era un bar poco distante, entrammo e cominciammo a chiacchierare.
Mario (il lui della coppia) è un signore distinto di circa 50 anni, qualche chilo di troppo, una mise sportiva, occhiali e cappello borsalino.
Maria (la lei della coppia) è una donna molto bella, 49 anni, fisico slanciato ed un vestitino stretto che le mette in risalto il seno, non grandissimo, ed i fianchi che si allargano mettendo in evidenza un bel culo tondo e sodo...
Iniziammo a parlare della loro fantasia che da lì a poco sarebbe diventata realtà.
Comprammo i biglietti, il tizio che “stacca” le entrate ci guardò dalla testa ai piedi e poi abbozzò un sorrisino. Probabilmente non eravamo i primi che vedeva e sicuramente si immagina il prosieguo della serata…
Entrammo facendo attenzione a non appoggiarci a nulla… non si può mai sapere, credo che la pulizia non sia il forte di un cinema a luci rosse…
La mia signora di avventura mi fissava da quando ero sceso dall’auto, mi osservava nel bar mentre parlavamo e mi scrutava ancora adesso…
Era un atteggiamento strano, visti i nostri trascorsi, ma non gli diedi molta importanza. In fin dei conti non avevo ancora disilluso le loro aspettative…
Ci sedemmo in ultima fila, in un angolo. Mario, Maria ed io. Lei era al centro, in effetti quella serata ruotava intorno alle sue voglie, ed era giusto che fosse così…
Il film non era ancora iniziato ed io cominciai ad accarezzarle le gamba ricoperta da una calza autoreggente. Non andavo di fretta, volevo fare in modo che la scelta e la fantasia durassero il più a lungo possibile.
Senza troppa fretta, di continuo, accarezzavo la sua gamba fino a dove l’autoreggente finiva e poi tornavo indietro. Era un modo come un altro per risvegliare il suo “appetito”. Dopo qualche minuto iniziai ad accarezzarle la gamba dall’autoreggente all’inguine… sempre la stessa modalità, su e giù, senza ancora toccarle il suo “prezioso frutto”…
Credo di averla stuzzicata troppo, prese l’iniziativa, comincio ad accarezzarmi il cazzo, ma senza sbottonare nulla… Probabilmente mi voleva “restituire le gentilezze”… Mario in tutto questo stava guardando il film da poco iniziato. Si comportava come un marito andato al cinema con la moglie. Non era partecipe ai giochi e fingeva(forse) di non accorgersi di nulla.
Io e Maria eravamo molto presi dal film, tanto che non ricordo neanche quale fosse, ma i gemiti ed i suoni che provenivano dallo schermo e le carezze di Maria, avevano sortito il loro effetto… Il mio cazzo era duro e spingeva contro il pantalone…
Nel frattempo, vista l’insistenza di Maria, io avevo iniziato a toccarle la figa, massaggiandola prima esternamente e poi con le dita all’interno cercavo di provocarle più piacere possibile.
Molto probabilmente ci stavo riuscendo perché era tutta bagnata e c’erano le contrazioni tipiche del piacere…
Allora le presi la mano e la aiutai a sbottonarmi il pantalone. Non ritengo di essere un super dotato, ma credo che le mie misure siano sufficienti a dare piacere.
Molto probabilmente la pensava così anche Maria che cominciò a masturbarmi con una mano, poi con due…
Fu allora che Mario ci guardò per la prima volta, io avevo messo il mio braccio dietro la schiena di Maria e le massaggiavo il seno stringendolo con cadenza meccanica mentre Mario aveva iniziato a masturbare Maria con le dita.
Poi Maria si piegò con la testa sul mio membro ed iniziò a leccarmi la cappella… un massaggio entusiasmante, paradisiaco.
Poi, come nella natura delle cose, iniziò a succhiarlo, lentamente, con ritmi cadenzati, su e giù… a me piace tantissimo questa pratica, tanto da non farmi accorgere che Mario si era inginocchiato e stava leccando la figa a Maria.
Maria iniziava ad emettere gemiti, ma venivano attenuati da quelli provenienti dallo schermo. Almeno nessuno ci aveva ancora notati e tantomeno qualcuno si era avvicinato…
Passò un bel po’ di tempo, sempre la stessa pratica, sempre più arrapante.
All’improvviso si senti Mario che borbottava qualcosa… ci fermammo e chiedemmo cosa stesse dicendo.
Diceva che dovevamo andare via perché c’erano troppi che guardavano… in effetti presi dall’ardore non ci eravamo accorti che si era fatto un capannello di uomini…
Ci ricomponemmo in fretta e guadagnammo l’uscita non senza che Maria ricevesse qualche palpatina…
Ci avviammo verso le auto, Maria ed io salimmo nella mia auto e Mario si accomodò nella sua.
Ci avviammo e Maria mi indicava la strada da seguire sempre accarezzandomi il cazzo, forse per non farlo rilassare troppo…
Ad un certo punto ricordai la strada, stavamo andando a casa loro. Adesso potevo anche chiedere a Maria di succhiarmi un po’ la cappella…
Non ci volle molto per convincerla, in fondo sapevo che le piaceva…
Arrivammo sotto casa, parcheggiammo proprio sotto il palazzo e cominciammo a salire. Mario, il solito signore, si scusò per il cambio di location, ma non sopportava quel comportamento.
Entrammo in casa, forse non era nei loro intenti tornare a casa con un ospite. C’era un po’ di disordine simile a quello che si può lasciare quando si ha fretta di uscire e si dice “quando torno metto tutto a posto”…
Ad essere sincero non ci feci gran caso, capisco le logiche delle cose. Quindi quel leggero disordine non era per svogliatezza congenita ma per fretta momentanea…
Ci sedemmo sul divano tutti e tre ed iniziammo di nuovo a giocare.
Solo che Mario invece di leccare la fighetta di Maria, fece in modo di farla mettere sulle ginocchia e cominciò a leccarle il culo.
Capii che di li a poco il buchetto di Maria si sarebbe dilatato e che io o Mario avremmo avuto l’onore di farla godere.
In tutto il tempo che Maria aveva giocato con me, Mario si era masturbato ed era venuto sul divano su cui avevamo poggiato una copertina…
Quindi, con Mario fuori uso per periodo refrattario, toccava a me far pronare Maria ed approfittare del lavoro svolto prima da Mario…
La invitai a mettersi in ginocchio sul divano, io mi alzai e pian piano inserii il mio cazzo, bagnato della saliva di Maria, nel suo culetto.
Fui molto dolce, Maria emise solo un leggero gemito, poi nulla più.
Cominciai a scoparla come piaceva a lei, poi Mario mi disse di darle colpi più decisi, voleva che Maria sentisse un leggero dolore. Lo accontentai, facendo sempre attenzione a non esagerare…
Eravamo da molto tempo e anche io sentivo di essere arrivato all’orgasmo. Ma non volevo smettere sul più bello, quindi avvertii Maria e dopo poco venni…
Dopo i soliti ancheggiamenti, per prolungare il più possibile quei momenti, estrassi il mio membro e lo posi davanti a Maria con la speranza che lo ripulisse per bene.
La mia speranza venne ripagata, prese una salviettina inumidita e con molta cura mi ripulì iniziando dalla cappella… Tolse la salviettina e prese di nuovo in bocca il mio cazzo che si era “assopito” e con vigore succhio, facendo in modo di fare uscire anche gli ultimi residui umori.
Poi sedemmo a tavola, parlammo per un po’ dell’esperienza del cinema, delle nostre sensazioni.
Prendemmo un caffè e mi accompagnarono alla porta, ci salutammo come si salutano vecchi amici ed andai via…
Attendo con impazienza che il telefono squilli… in fondo sono un tipo romantico, mi affeziono alle persone…
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8 years ago
Hypnos1975495932,
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Last visit: 2 years ago
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Quella sera in riva al mare
Era una sera del mese di Agosto io e mia moglie stavamo passeggiando sulla spiaggia di Viareggio erano circa le 2 di notte quando ci accorgemmo che in lontananza si vedevano 2 persone muoversi in maniere un po’ strana, pensammo questo caldo deve aver dato fastidio pure a loro visto che alle 2 di notte sono in spiaggia, un po’ per il caldo un po’ per la curiosità decidemmo di continuare la nostra passeggiata notturna in loro direzione, appena più vicini ci accorgemmo che erano indaffarati a fare sesso, la cosa non ci stupì più di tanto visto che pure noi molto spesso di notte dopo una nuotata al chiaro di luna ci davamo da fare più o meno nella stessa zona dove erano loro, una volta più vicini con il chiaro della luna vedemmo che erano 2 stranieri una donna bionda sui 25 anni e un uomo di colore sui 30 forse, lui le stava sopra e mentre la penetrava la baciava , pensammo che non si fossero accorti di noi che a 2 metri o poco più li stavamo a guardare, e loro come niente fosse continuavano il loro gioco, la cosa ci fece eccitare entrambi che per calmare un po’ i nostri bollenti spiriti ci gettammo in mare, cosa che servi a poco appena usciti dal acqua eccitati più che mai iniziammo ad amoreggiare a poca distanza da loro, che nel frattempo forse avevano finito o si erano fermati sentendo i nostri tuffi chi lo sa, poco importa cosa stessero facendo loro nel giro di pochi minuti i nostri costumi erano a terra e io ero sopra alla mia compagnia che le succhiavo i capezzoli turgidi e insaporiti dal sale del acqua di mare che li aveva appena bagnati.
Oddio che eccitazione il mio arnese non stava più fermo era un continuo pulsare per la gran voglia di entrare dentro a quella bagnata passera insaporita dal sale, ma no non era ancora giunto quel momento mi spostai interruppi dal leccare quelle due splendide ciliegine per passare a leccare la sua meravigliosa fighetta, tuffai la mia testa in mezzo a quelle cosce abbronzate dal sole tanto abbronzate quasi da assomigliare a quelle di una venezuelana e iniziai a leccare la sua succosa passera sino a farmi venire in bocca, mi spostai per iniziare a penetrarla a pecorina come piace tanto a lei, quando vidi dietro di noi a solo 1 metro un uomo di colore con la sua enorme mazza penzolante mezza dura, ed accanto a lui la signorina bionda di poco prima ci stavano a loro volta osservando e noi per ricambiare il fatto di averli visti a nostra volta scopare iniziamo a scopare sino che io non dissi sto per venire la mia compagnia mi fece uscire e inizio un pompino meraviglioso sarà per l'eccitazione di essere visti da altri 2 sarà che eravamo eccitati dal avere visto loro ma lei lo succhiava come non aveva mai fatto prima leccava tutta la cappella con la punta della lingua scendeva lungo lo stelo e leccava le palle poi lo prendeva sino che le palle non le sbattevano nel mento dopo pochi minuti cosi venni 4 o 5 spruzzi di sperma le raggiunsero dalla bocca la gola non riuscì a reggere tutto quel seme che le colo fuori dalla bocca sino sopra quella bellissima sesta l' effetto della abbronzature faceva risaltare sotto i raggi della luna il mio seme che colava giù sino sulla sua pancia.
Vedendo questa scena la bionda disse in un italiano stentato se volevamo fare con loro ciò che abbiamo fatto da soli se volevamo scambiarci i partner, io e mia moglie ci guardammo e io le dissi quando ti capiterà mai di trovare un uomo di colore con un cazzo cosi grande e quando mi capiterà mai più di potermi scopare un donna bionda cosi figa, e lei disse hai ragione facciamolo per una volta non succede nulla.
Ci facemmo tutti un bagno ristoratore in mare e poi ci spostammo un po’ piu in la io con la bionda e lei con il nero a 2 metri circa uno dal altro di modo che ci potessimo vedere scopare a vicende io inizzia leccare la fica della stupenda bionda anche essa sapeva un po di sale un po dei suoi umori gle la leccai per un bell po, lei mi disse sempre in un italiano stentato che non il suo compagnio non poteva fare sesso anale per via della misure sproporsionate del suo membro e che avrebbe avuto piacere di essere presa dietro da me che avevo un bell cazzo adatto a sfondare il suo culo non mi sembrava vero credevo di sogniare si mise a pecorina mostrandomi un culo spettacolare con un buchetto chiuso sembrava vero che non avesse mai avuto rapporti anali almeno non con lui,
al che sputai nel suo buchino e prima con 1 dito poi 2 poi 3 mi feci strada dentro di lei puntai il mio arnese nel suo splendido culo e lentamente inizzia a possederla lei emise da prima un urlo poi molti mugoli di piacere sino che non sentii un fremito seguito da un urlo che penso abbiano sentito sino dalla strada stava venendo le avevo fatto avere un orgasmo per via anale continuai a pomparla per un altro po poi lei mi disse spostati che ora tocca a me farti godere,mi sdraiai a terra lei mi venne sopra con la sua figa fradicia di umori inizzio a fare su e giu e quando le dissi sto per venire scese di corsa lo prese in bocca e inizzio a leccarlo da li a pochi secondi venni copiosamente dentro la sua bocca e lei ingoio tutto leccandomi la cappella sino a pulirla completamente. Ci sedemmo l'uno accanto al altro a vedere mia moglie che ancora si stava facendo fottere dal nero aveva un cazzo enorme e io dissi alla sua compagnia ma quanto lo ha lungo lei rispose 29, io dissi povera moglie la stara aprendo come una scatola di sardine con un palo simile la sentivo godere a pecorina come piaceva a lei beh con un cazzo simile a pecorina viene bene sicuro dopo poco che la guardavamo la sentimmo urlare godeva come non mai quel cazzo la stava davvero saziando bene, quando fini di urlare vidi il nero uscire da lei ed andarle davanti alla facci come dire ora succhia ma lei gli fece cenno di mettersi sdraiato cazzo dissi io non sarà mica cosi matta da farci lo smorsa candele. La vidi che stava per farlo si posiziono sopra al cazzo del nero e lentamente se lo fece entrare tutto dentro, pensai io ad alta voce come può starci tutto se già con i miei 18 cm dice di sentire male, mi avvicinai per vedere meglio e sorpresa delle soprese stava prendendoselo dritto nel culo una bestia simile, la bionda che mi aveva seguito disse cazzo come fa devo pure io allora provare andò la disse a mia moglie che voleva provare pure lei che se lei ci riusciva come poteva lei non riuscire il nero rimase fermo a terra le la bionda già allargata dal mio cazzo prese prima un po’ poi piano piano tra un urlo di dolore e uno di piacere lo prese a sua volta tutto dentro al culo inizio a fare su e già come una vera furia il suo culo si era dilatato abbastanza per prenderlo come voleva saliva su e giù e mi guardava sorridendo come a dire grazie a te e a alla tua compagnia ora anche io posso soddisfare me stessa e il mio uomo con un rapporto totale, nel mentre in nero stava per venire e lo disse cosi la mia compagnia che ancora non aveva potuto assaporare il sapore del suo seme lo fece mettere in piedi, lei si chino e inizio un poderoso pompino 29 centimetri di cazzo del nero le entravano quasi totalmente in bocca sino a sentirlo contro le tonsille vidi la faccia del nero avere un escrezione di godimento e venne in un modo mai visto prima una quantità di sperma degnai delle sue dimensioni inondava bocca faccia occhi capelli corpo tutto era ricoperto dal suo bianco seme, la bionda vendendo tutto quel seme cadere lungo il corpo della mia compagnia si avvicino a lei inizio da prima a leccare con la mia compagna quella poderosa mazza per poi leccare quello sul corpo della mia compagnia.
Dopo questa meravigliosa avventura di una notte tornammo diverse volte in quella spiaggia ma di loro non vi era più traccia evidentemente erano ritornati a casa la loro vacanza si vede che era finita.
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8 years ago
Desideria80,
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La cugina acquisita
Ciao a tutti ricordate nel mio precendente racconto vi ho raccontato la nostra avventura con la moglie di mio cugino il cornuto questo che segue è quanto è successo in seguito.
Ieri 19 febbraio erano le prime ore del pomeriggio quando squillo il telefono era nostra cugina che ci stava venendo a trovare era appena arrivata in stazione e chiedeva di andarla a prendere, quando arrivammo giù non potevamo credere ai nostri occhi. aveva una minigonna cortissima senza calze tacchi alti e il suo magnifico decolté coperto da una maglietta a V che lasciava poco al immaginazione, la salutammo baci e bacini e ci dirigemmo verso casa nostra appena entrati dalla porta lei si tolse le scarpe e rimase a piedi nudi due bei piedini curati nel minimo dettaglio, non sembrava nemmeno più la ragazza della volta prima vestiva in modo molto più disinibito come volesse dire il mio corpo e qui cosa aspettate a prenderlo.
Passarono alcuni minuti in qui ci prendemmo un caffè e ci fumammo una sigaretta, dopo ciò lei disse non penserete che sono venuta sino qui solo per un saluto sapete benissimo cosa voglio e fu li che tutti in pochi minuti ci ritrovammo nudi abbracciati ad amoreggiare, le due ragazze mia moglie e mia cugina si baciavamo mentre ogni tanto armeggiavano con il mio cazzo ormai duro come un palo di ferro dall’ eccitazione e dalla visione paradisiaca di loro due avvinghiate come serpenti al sole, sul più bello sento suonare il campanello e facciamo a finta di nulla ma continua a suonare, visto che le macchine erano nel piazzale e si capiva bene che eravamo tutti in casa cosi mi misi un accappatoio e andai a vedere chi fosse, era il mio amico Paolo un 40 enne di bella presenza 1 metro e 80 palestrato e soprattutto singol visto la situazione se sapendo che nessuno sicuramente si sarebbe tirato indietro decisi di raccontargli cosa stavamo facendo e chiedergli se fosse interessato, dopo qualche secondi di imbarazzo mi disse o sempre sognato di potermi scopare tua moglie figurati se rinuncio e io scoppiai a ridere lo feci spogliare e entrammo tutti e 2 nudi come mamma ci ha fatti nella stanza, alla sua vista le ragazze dissero ma che fai cosi ci fai passare per zoccole, su ragazze infondo un pò lo siete risposi io e ora che ce anche paolo sapete che belle cose nuove si possono fare.... alla fine dissero bene allora vediamo cosa sanno fare 2 omaccioni come voi che noi da sole non sappiamo già fare, la cugina si avvicino alla mazza di paolo e inizio a succhiarlo sino a farlo diventare duro come un palo e caldo come l'inferno, al che si mise a pecorina e prego paolo di penetrarla di certo non se lo fece ripetere 2 volte, anche se lui avrebbe voluto scoparsi per prima mia moglie iniziò a fotterla prima piano poi sempre più forte, nel mentre io leccavo la figa colante di umori dal eccitazione di mia moglie a un certo punto sento paolo che dice devo devo venire vedi la cugina che subito porse le sue carnose labbra sul membro di paolo e lui con 4 o 5 scrinci le inondò la gola sino a farle uscire lo sperma che colava sul suo seno prosperoso, alla vista di ciò mia moglie non resistette andò verso la cugina e iniziarono a baciarsi e succhiarsi i capezzoli e vicenda vedendo ciò io non resistevo più dovevo svuotare il mio scroto pieno zeppo di caldo seme, andai in mezzo alle loro bocche che si stavano baciando e loro due iniziarono leccare la mia cappella sino che anche io non emisi i miei 4 o 5 scrinci, che invasero le bocce e il viso di entrambe, cosi loro continuarono a baciarsi con le bocche e le facce piene del nostro seme.
Vedendo tutto ciò il cazzo di paolo era ritornato duro e dritto come un palo a quel punto guardò mia moglie e gli disse ora tocca a te essere posseduta da me, lei mi guardo come chiedere il permesso e io li incitai a iniziare paolo diede uno sputo sulla sua cappella lo punto nella figa di mia moglie e inizio a fotterla, fortemente i gemiti si sporgevano per tutta la casa, nel mentre vedendo lei godere come una vera troia il mio cazzo era diventato durissimo e mi stavo per fottere la cugina quando mia moglie urlo lo voglio dietro, ne voglio 2 mi avvicinai a lei diedi uno sputo nel buco del culo e piantai dentro i miei 18 cm di cazzo nelle sue viscere, mentre paolo la fotteva davanti e mia cugina si faceva leccare la figa dalla calda e ansimante bocca di mia moglie, a un certo punto sentimmo i un gemito un urlo di piacere era lei che per la prima volta nella sua vita oltre che essere venuta aveva squirtato abbondantemente bagnandoci entrambi, la cugina a quel punto disse e io chi sono voglio lo stesso trattamento riservato a lei, stavolta io e paolo ci siamo invertiti i ruoli io la fottevo davanti mentre il suo seno mi schiacciava la faccia e non potevo e volevo fare a meno di leccare i suoi turgidi capezzoli, a un certo punto sentii ancora più peso su di me era paolo che aveva iniziato a fotterla di dietro la fotteva come un mandrillo, i colpi facevano muovere le sue splendide tette sulla mia faccia quasi sommersa dall’ corpo di mia moglie che si faceva leccare la figa seduta sulla faccia di lei erano ormai minuti che fottevamo cosi sentimmo un urlo che penso sentii tutto il vicinato era lei che veniva come non mai e mentre veniva pure lei squirtava, ora finalmente toccava a noi rivenire mettemmo le ragazze a pancia in giù sul letto e iniziamo a fotte le loro bocce, sino a quando quasi contemporaneamente io venni nella cugina e lui venne nella bocca di mia moglie, le ragazze con le bocche piene del nostro sperma iniziarono a limonare tra di loro passandoselo a vicenda per poi ingoiarlo tutto, leccando e pulendo per bene i nostri membri, fatto ciò si diressero insieme verso la doccia, passavano i minuti e non uscivano cosi io e paolo curiosi andammo a vedere cosa stessero facendo erano tutte e 2 assieme sotto le doccia che si baciavano e toccavano a vicenda per avere un altro orgasmo la vista di ciò non ci lascio di certo indifferenti cosi entrambi iniziamo a segarci in bagno sino a venire una terza volta, le ragazze uscirono dalla doccia e io e paolo uno alla volte in cinque minuti ci lavammo. Dopo tutto ciò ci incontrammo in cucina dove ordinammo della pizza la mangiammo poi paolo cortesemente visto che gli era di strada accompagno mia cugina al treno con la promessa di vederci ancora dinuovo in 4 o magari pure di più .
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8 years ago
Desideria80,
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Una fredda giornata nevosa
Era il 27 dicembre ed eravamo stati invitati da mio cugino e la sua compagna a passare qualche giorno in una casa di montagna su a Santo Stefano D’ Aveto, di giorno siamo andati a passeggio nei boschi anche se la giornata non prometteva molto bene, faceva un gran freddo dopo un paio di ore trascorse fuori decidemmo di rientrare ci sedemmo tutti e 4 infreddoliti davanti al camino ormai si stava facendo sera erano circa le 17 quando il cellullare di mio cugino squilla, è il suo datore di lavoro che gli chiede se può rientrare, solo per un giorno per stampare dei calendari urgenti per un cliente del ultimo minuto mio cugino accetta perché di questi tempi un po’ di straordinario male non fa e poi si sa ormai chi ha un lavoro deve tenerselo stretto, al che decide di partire la sera subito dopo cena lasciando la sua compagnia con noi, dicendo ci vediamo domani sera tanto sono solo pochi km di distanza una trentina circa faccio presto a scendere e risalire anche dovessi fare tardi domani sera torno.
La sera inizia a nevicare anche nel appartamentino fa abbastanza freddo il camino non riesce a scaldarlo completamente, mia cugina è una donna di 40 anni di bella presenza una bella quarta di seno un bel culo insomma un bel bocconcino sulla quale qualche pensiero io e mia moglie ce lo eravamo fatti nel tempo, ci sarebbe piaciuto chiederle se voleva fare una cosa a tre con noi ma un po’ per rispetto di mio cugino un po’ per non fare brutte figure e un po’ perché è sempre mancata l’occasione non gli abbiamo mai chiesto nulla, nel mentre si fa ora di cena ci si mette a tavola mangiamo e alla fine della sera ecco mia moglie che decide di fare una proposta un po’ ose, dice che ne dite di giocare al gioco indovina la capitale e chi si sbaglia si leva un abito, mia cugina senza esitare dice siii mi piace l’idea iniziamo facciamo la prima domanda e lei sbaglia cosi deve levare il golfino la seconda indovina e tocca a me levare la maglia andiamo avanti cosi per più di un ora, quando ci rendemmo conto che io ero in mutande e loro due reggiseno e mutande reggiseni dai quali un po’ per il freddo un po’ per l’eccitazione di vederci nudi fanno capolino 4 capezzoli turgidi duri come un legno, non potevo distogliere lo sguardo dalla sua stupenda quarta nonostante mia moglie avesse una sesta la sua quarta mi faceva gola, lei che se ne era accorta ci fa cugino ma se vuoi vedere meglio e che fa si sfila il reggiseno e mia moglie dietro a lei se lo leva pure, si fanno i complimenti a vicenda per il stupendo seno a un certo punto le vedo che si avvicinano e iniziano a toccarsi il seno a vicenda io mio arnese già dopo aver visto 4 tette cosi fuori era diventato duro ma dopo quella scena non stava piu nelle mutande, le guardo e vedo che si stanno leccando e succhiando i capezzoli le lascio fare mentre mi godo uno spettacolo lesbo che non mi sarei mai aspettato di vedere, a un certo punto vedo che si stanno tirando via le mutandine a vicenda e iniziano un 69 tra di loro che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia, cosa che non è passata in osservata alla mia cuginetta e nemmeno a mia moglie la cugina mi chiama e mi dice tu non partecipi ci sono qui per te 4 tette 2 culi due passere tutte da riempire e stai li sulla sedia, bhe ovviamente non me lo sono fatto dire 2 volte mi sono alzato ho spostato mia moglie e ho iniziato a leccargliela come un forsennato, poi mi sposto e ricominciano a leccarsela tra loro mentre io infilo il mio palo nella umida plurivenuta vagina di mia cugina, dopo alcuni colpi non ce la facevo più dovevo venire pure io lei se ne accorge si gira di scatto facendomi uscire da lei e inizia un pompino dopo 3 o 4 succhiate ecco che vengo, 1 2 3 4 fiordi di caldo seme gli inondano la gola me lo lecca tutto sino a pulirlo completamente, mi vado a sedere su una sedia ormai stremato vedo lei, la cugina che non credevo cosi maiala avvicinarsi a mia moglie e iniziare a baciarla con ancora il mio seme in bocca se lo passavano lingua con lingua come fosse un dolcissimo cioccolatino, dopo ciò vedo mia moglie dirigersi verso la camera e la vedo tornare con uno dei nostri giocattoli che portiamo sempre con noi un dildo di 24 cm per 6 di diametro, la vedo che si avvicina a mia cugina e iniziano a infilarselo a vicenda da li a poco mia cugina va nella sua camere e prende un dildo doppio e iniziano a scoparsi tra loro, nel mentre il mio arnese si era rifatto duro vedendo codeste scene non poteva di certo rimanere indifferente, decisi si avvicinarmi a loro e dopo che me lo ebbero ben succhiato lo puntai nel sedere della cugina, nel frattempo mia moglie gli si era messa accanto culo al aria aspettando anche essa una dose di cazzo nel suo bel culo, cosi decisi di uscire dal meraviglioso culo della cugina per entrare in un sol colpo nel culo di mia moglie, un grido di dolore emette per la grande botta ma subito dopo mia cugina si era messa davanti a lei con la sua calda figa e mentre che mi inculavo mia moglie loro se la leccavano a vicenda, e venivano in continuo urli di piacere si spandevano per tutta la stanza a quel punto dopo più di mezzora a fare avanti e indietro nei loro culi decisi di venire, le avvisai che ero quasi pronto loro si misero in ginocchio l’una accanto al altra e mi leccavano una lo scroto e l’altra la cappella sino che non resistetti più e inondai e loro visi e i loro seni con 3 schizzi di caldo seme, loro per ringraziamento mi leccarono sino a lasciarmi completamente pulito, andarono in bagno assieme e si fecero la doccia assieme le vedevo attraverso i vetri come si toccavano come se ancora non fossero sazie dalla nottata di sesso estremo passato, il pomeriggio successivo prima che mio cugino tornasse dal lavoro le ragazze hanno voluto fare una specie di sveltina per ricordare la sera precedente le accontentai,
Non mi sarei mai aspettato una vacanza cosi da allora ogni occasione e buona per vederci a 3 e rendere sempre più cornuto quel fessacchiotto mezzo impotente di mio cugino.
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8 years ago
Desideria80,
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Sognando l'America....
Nella vasca dell'idromassaggio, completamente avvolta dalla schiuma da bagno, in uno stato di catatonica assuefazione mentale, mi ritrovo all'improvviso proiettata al centro di un palco, attorno al quale, una moltitudine di persone, mi incita ad uscire da dove sono immersa.
Uno tra gli individui vocianti, salito sul palcoscenico, mi tende una mano aiutandomi ad alzarmi per assecondare tali ovazioni, reggendo nell'altra una piccola doccia, con la quale mi ripulisce il corpo dalla massa di schiuma che, colando lungo le mie forme, le espone totalmente alla visione integrale degli sconosciuti ospiti che assistono allo spettacolo.
Senza più alcun altro baluardo, che possa proteggere da sguardi di palese compiacimento,
mi offro nuda alle manifestazioni di eloquente apprezzamento che mi vengono rivolti mentre, nel contempo, dall'alto appare un trapezio sopra al quale è seduta una figura che si cala al centro della scena come fosse giunta direttamente dall'olimpo, mostrando statuarie forme scolpite direttamente nel nero colore dell'ebano.
Solo un minuscolo drappo di stoffa, a stelle e strisce, ne cela a malapena le intimità, che avvicinandosi mi impone a diretto contatto del corpo, facendomi trasalire alla rigidità sottostante, che non posso in alcun modo evitare di riconoscere estrema.
Le incitazioni che giungono alle mie spalle mi vorrebbero subito presa da quel dio greco il quale invece, giocando con la mia anima, ormai persa tra il fluttuare vibrante che mi avvolge la mente, inizia una perfida stimolazione della clitoride, tale da condurmi repentina verso l'oblio.
Indotta alla resa vengo obbligata alle mansioni pretese anche dal pubblico, inginocchiata ai suoi piedi, calando quel minuto sipario, avvolgo il suo turgido pene tra le labbra dando inizio alla voluttuosa prestazione orale tra le ovazioni dei presenti soddisfatti alla vista della mia magistrale capacità di mungerlo sino allo spasimo estremo.
Ingurgitandone il seme copioso, e cibandomene sino all'ultima goccia, andando a lambire ogni residuo spermatico, leccando golosa ogni sua genitale protuberanza, rivelo la mia insospettabile indole di autentica puttana.
Il tepore del liquido svanisce con il cessare della corrente mentre, ormai appagata, uscendo dalla vasca, mi avvolgo nell'accappatoio, raggiungendo il mio compagno in attesa ignara di quanto appena avvenuto.
1911
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8 years ago
gloria1951,
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Incontro intrigante
Io e Monica ci conoscemmo qualche mese fa,tutti e due separati da poco, un incontro casuale in metrò , si una mattina che sembrava iniziata male , non mi era partita la macchina, un guasto alla batteria, presi la metro come sempre affollata e mi capitò davanti questa bella mora mediterranea formosa,eravamo stretti come sardine e con i movimenti della metro a mio malgrado iniziai ad eccitarmi si il suo splendido culo premeva su di me, io un po imbarazzato, ma molto eccitato non riuscivo ha togliermi da quella strana situazione, arrivò la sua fermata stava scendendo e la seguii titubante pensai tra me e me ora mi manda ha quel paese, invece le chiesi di fare colazione assieme, lei accetto di buon grado e da li nacque una splendida amicizia di sesso, ci incontravamo tutti i fine settimana ha casa mia e scopavamo tutta la giornata, avevamo stabilito di non coinvolgere sentimenti solo piacere, da li ha qualche mese iniziammo a pensare di crearci situazioni trasgressive, ed iniziammo ha cercare coppie dopo alcuni incontri inconcludenti trovammo una bella coppia di professionisti lei una splendida donna del sud alta procace lui alto magro, ci frequentammo per un paio di fine settimana una volta in un disco pub una volta in pizzeria,ci eravamo affiatati e lei Daniela mi lasciava degli sguardi fulmina con degli occhi vedi e profondi, finimmo la serata e li ìnvitammo a cena a casa mia per cena il sabato successivo,arrivarono alle 20 ci sedemmo per un aperitivo in salotto Daniela si era seduta davanti ha me con una gonna vede sopra il ginocchio due cosce splendide tornite ed ogni tanto apriva leggermente le gambe per farmi intravedere le mutandine poi le richiudeva io eccitatissimo, lui invece si era seduto vicino a Monica e parlavano scherzando come vecchi amici, poi Monica si alzo per andare in cucina e in quel mentre Daniela disse al suo compagno Ei ci simo dimenticati il dolce e ora, Allora dissi non c'è problema la pasticceria è vicina ora vado e Daniela Ok ma ti accompagno il dolce tocca ha noi, uscimmo di casa lasciano Monica con Stefano e salimmo in auto, Daniela salendo in auto gli sali un po la gonna vidi due cosce strepitose, rimasi un attimo poi non resistendo le misi una mano tra le gambe, lei lascio fare stringendole un po mordendosi le labbra, andammo in pasticceria prendemmo la torta in fretta e tornammo ha casa rientrando dal garage, ho un villino a schiera, salendo la scala che dal seminterrato porta nel salone Daniela mi disse Facciamo piano vediamo cosa fanno, salimmo senza rumore e arrivati in vista dell salone vedemmo Stefano che stava slacciando la camicetta a Monica e gli prendeva in mano le tette (Monica non porta il reggiseno) mi venne come un tonfo al cuore Daniela mi mise una mano sul pene stringendolo con forza,e disse guardiamo dai, io visto che era un gradino sopra di me le misi una mano tra le chiappe e iniziai ha togliergli le mutandine, frugando tra la fica ed il culo,Nel mentre lui aveva spogliato Monica completamente e facendola sedere sul tavolo aveva ìniziato a leccargli la fica, io presi Daniela e le tolsi tutto sulle scale,una visione splendida, una statua,mi spogliai e mettendomi un paio di gradini sotto mettendola a pecorina le misi il mio viso tra le sue grandi chiappe, leccandogli il culo e la fica,mentre con la mano gli massaggiavo il clitoride,lei gemeva sussurando Uuuumm mi tolsi per guardare e Vidi Stefano che si era tolto tutto sfoderando un cazzo maestoso sembrava un mattarello, pensai ora Monica? lei per tutta risposta lo prese con due mani e spalancando la bocca iniziò a falgli un pompino, io e Daniela eccitatissimi entrammo nel salone, loro come se non ci avessero neanche visto continuarono, io presi Daniela la poggiai a pecorina sul tavolo e la penetrai, una fica fantastica calda umida, e debbo dire anche stretta, cosa che mi sembrava strana visto il calibro con cui aveva ha che fare, come per spirito di imitazione anche Stefano prese Monica e la mise a pecorina dall'altro lato del tavolo,vidi in viso Monica pupille dilatate piena di desiderio, lui le puntò il cazzone in fica e con un colpo la penetrò facendole uscire un forte ululato UUUuuuuuu UUuuuu hhhoo sobbalzando e come in delirio rinculava scuotendo la testa, ha quella vista persi la testa lo sfilai dalla fica di Daniela e lo infilai nel suo culo facendola sussultare ed esplodemmo tutti e quattro io venni nel culo di Daniela Stefano sfilandosi dalla fica lo poggiò tra le chiappe di Monica inondandola e forse entrando un po nel suo culo.
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8 years ago
liberidiessere, 49
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In sauna
Vivevo a Roma ed un pomeriggio in cui avevo del tempo libero decisi di andare in sauna. Sentivo il bisogno di espellere un po’ di tossine, per cui andai all’Hilton a Monte Mario. Era una bella sauna, studiata bene, con una parte per gli uomini ed una per le donne, con un ingresso, un salone con i lettini da riposo, e, per chi desiderava della privacy, delle stanzette con un lettino un comodino, e la possibilità di chiudere la porta. C’era una zona spogliatoio con degli armadietti ove riporre le proprie cose, chiusi a chiave, e poi c’era la zona sauna e bagno turco con, prima, la zona docce e la vasca di acqua ghiacciata. Una volta spogliatomi, riposti i miei vestiti nell’armadietto assegnatomi alla cassa, mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita e mi avviai alle docce. La giunto me ne feci una, rapida e poi entrai in sauna. La sauna era fatta a V con al centro la stufa e poi, sia a sinistra che a destra, due serie di panche, una più bassa e subito dopo una più alta, a gradinata. La porta d’ingresso alla sauna era dotata di una finestrella che permetteva di vedere il lato sx della V e parte del lato dx. Pertanto andai a posizionare il mio asciugamano sul gradone basso della parte dx, non visibile dalla porta e, nudo, mi ci distesi tenendo le gambe piegate così che, chi entrava, poteva avere una bella visione del mio culo e del mio membro, leggermente eretto. Dopo qualche momento entrarono due uomini, uno più giovane (direi sui trentacinque anni) ed uno sulla cinquantina, ambedue, notai, ben dotati. Si sedettero sulle panche di sinistra. Mi guardarono ed io, facendo finta di non notare i loro sguardi, mi passai la mano sul culo, massaggiandomelo ed accarezzandomelo, stuzzicando lo sfintere, poi ritornai a braccia allungate lungo il corpo. I due continuavano a guardarmi e notai che il più giovane, mentre si stava masturbando, accarezzava il membro del più anziano, che si stava erigendo fieramente. A quel punto l’anziano si alzò dalla panca e si diresse verso di me: Io stavo fingendo di avere gli occhi chiusi ma, tra le palpebre, osservavo tutti i movimenti. Il tizio mi si avvicinò e…. gli comparve in mano una bottiglietta di olio Baby Johnson, se ne versò un po’ sulla mano e…. mi unse il culo. Feci un finto sobbalzo, come se fossi stato preso alla sprovvista e ci guardammo negli occhi. Lui, intanto, mi aveva infilato due dita nel culo e mi stava trapanando; fece un gesto al suo compagno e quando questi, che nel frattempo aveva continuato a masturbarsi ed ora era in completa erezione, giunse vicino tolse le dita dal mio culo e, sempre senza parlare, lo invitò ad incularmi. Lubrificato ed allargato com’ero stato non gli fu difficile, rialzandomi le gambe sulle sue spalle, penetrarmi completamente, fermarsi un attimo e poi iniziare un va e vieni che mi portò a mugolare per il piacere che mi stava dando. Nel frattempo quello più anziano aveva iniziato ad ungere il culo di colui che mi stava inculando arrivando, di lì a poco, ad incularlo a sua volta. Il tizio aveva un cazzo di tutto rispetto ma riuscì, comunque, a farglielo entrare con una certa facilità dal momento che, sicuramente, era una pratica abituale tra di loro: il più giovane era la femmina dell’altro, erano una coppia di fatto. Dopo qualche minuto iniziai a godere, schizzandomi addosso tutta la sborra che fuoriusciva dal mio uccello e pertanto il mio sfintere incominciò a contrarsi, portando il mio sodomizzatore a provare quel piacere che lo fece godere, digrignando i denti e spingendosi ancor più nel mio culo. Dopodiché, mentre il suo maschio continuava imperterrito a possederlo, si piegò verso di me, iniziò a leccare tutta la mia sborra dal mio torace e poi ….. mi baciò, infilandomi tutta la lingua nella bocca, cercando di incrociare a mia lingua. Il bacio, per me, è un punto importante in un rapporto sessuale e pertanto finì per rispondere con estrema libidine al suo bacio, iniziando a godere nuovamente. Il più anziano, nel frattempo, smise di inculare il suo partner, lo fece uscire dal mio culo e, a sua volta, mi inculò, trovando all’inizio un po’ di difficoltà nel farlo ma riuscendo, alla fine, a penetrarmi completamente, anche se con un po’ di dolore da parte mia. Si fermò, per darmi modo di abituarmi a quella grossa intrusione e far sì che il dolore arrecatomi si affievolisse e, quando per le contrazioni del mio sfintere capì che mi ero abituato, iniziò a possedermi, con una certa veemenza. Mi stava letteralmente sbattendo arrivando sino in fondo possedendomi totalmente, mandandomi fuori di testa per il piacere che mi stava facendo provare e dopo qualche minuto, iniziò a riversarmi nel culo un vero torrente di sborra. Nel frattempo il più giovane mi aveva dato da succhiare il suo membro e quando il suo compagno iniziò a godermi nel culo lui fece lo stesso nella mia bocca. In tutto questo tempo, da quando cioè il più anziano aveva iniziato a incularmi, non mi ero accorto che erano entrati un paio di altri tizi che stavano facendo da spettatori interessati, smanettandosi i membri allegramente. Coloro che mi stavano usando non si erano minimamente scomposti, continuando uno ad incularmi e l’altro facendosi sbocchinare. Quando colui che mi inculava scaricò tutta la sua sborra nel mio culo e dopo un po’ se ne uscì, i due nuovi arrivati mi rigirarono a pancia sotto e uno si mise seduto davanti a me offrendo il suo attrezzo alla mia bocca e l’altro, mettendomi in ginocchio, mi inculò… Aveva un cazzo meno grosso dell’anziano ma molto più lungo, per cui ebbi l’impressione che mi arrivasse in gola. Non mi avevano dato nemmeno il tempo di riprender fiato, ero completamente elettrizzato, stavo andando fuori di testa, completamente illibidinito dalle sensazioni che mi stavano facendo provare, completamente alla loro mercé, senza forze, ma con una voglia pazzesca che continuassero, che non mi dessero tregua. Approfittando del fatto che ero in ginocchio quello giovane della coppia precedente infilò la sua testa sotto di me ed iniziò a succhiarmi il cazzo, voracemente, portandomi in breve a sborrargli in bocca, sborra che lui deglutì senza alcun problema, anzi continuando a succhiarmelo al punto che, pur con un uccello in bocca, blaterai un “ Basta… per favore…”
I miei seviziatori godettero, mi riempirono di sborra che a quel punto stava fuoriuscendo da tutte le parti e…. rimasero ancora in me. Stavo impazzendo dal piacere, ero completamente elettrico. Colui che era ancora infisso nel mio culo mi torturò i capezzoli, facendomi provare altre scosse. Eravamo tutti un bagno di sudore, completamente grondanti. Mi sfilai e, con le gambe tremanti, uscì dalla sauna ed andai sotto la doccia, per riavermi. Anche gli altri erano senza forze, per lo sforzo fatto in un ambiente così caldo, ma quando finì di farmi la doccia la coppia di fatto mi requisì e mi portò nella lo stanzetta di riposo per palparmi ancora un po’ ed accordarci su quando rivederci a casa loro.
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8 years ago
admin, 75
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Sesso al cinema
Sesso al cinema
Luciana. L’avevo conosciuta diversi anni prima, quando eravamo stati presentati dai nostri “mentori” Nino e Leo (vedi racconto “Quarto seguito a “Ecco come fu.. “) e dopo la loro morte, tristi, ci eravamo avvicinati ancor più. C’era tra noi, già da allora , una intensa intesa sessuale e, pur essendoci una differenza d’età (lei aveva 4-5 anni più di me), a letto la signorina gradiva molto le mie avances ed il mio modo di scoparla. Pertanto ci vedevamo abbastanza spesso, anche perché era andata ad abitare da sola (aveva iniziato a lavorare come infermiera in ospedale) e pertanto c’era un letto disponibile. Quel giorno Luciana decise che voleva andare a vedere un film in un cinema “D’essai”, il Lumiere. Andammo al primo spettacolo. C’era poca gente e ci sedemmo nell’ultima fila di sinistra, completamente decentrata dall’ingresso. Non appena le luci si spensero la Luciana si avvicinò a me e, baciandomi, iniziò ad accarezzarmi “il pacco” facendo rizzare il mio compagno di giochi mentre io iniziai a masturbarla. Ebbi modo, così, di riscontrare che era senza mutande e che non aspettava altro che le pastrugnassi la fica. Non appena iniziai a farlo, mi aprì la lampo dei pantaloni, me lo tirò fuori ed iniziò a smanettarmelo. Quando lo ebbe portato alle sue giuste dimensioni, si inchinò verso di me ed iniziò a succhiarmelo, voracemente. Ma solo per qualche momento. Dopodiché, soddisfatta delle sue dimensioni e durezza, si rialzò la gonna e venne a sedersi sulle mie gambe, volgendomi la schiena, impalandosi. Rimase ferma per qualche momento, assestandoselo meglio nella fica, quindi… iniziò un lento su e giù godendoselo fino in fondo. Intanto io le avevo preso i seni stuzzicando, in particolare, i capezzoli che aveva sensibili e che non ci misero molto ad inturgidirsi così che iniziai a stringerglieli un po’ di più, facendo sì che iniziasse a mugolare facendomi capire che le stavo dando piacere, sino a quando iniziò a cavalcarmi con più intensità sino a sussurrare un “godooo… pazzesco, sto godendo da matti… “ e bagnandomi le palle con i suoi umori. Mi trattenni dal godere ! Volevo poter continuare la scopata, sapevo che lei non sarebbe uscita, che dopo qualche minuto avrebbe ripreso a cavalcarmi. Ed in effetti così fu. Passato qualche minuto, trascorso praticamente appoggiata e tremante sul mio torace, riprese a muoversi su di me, sfilandoselo e rinfilandoselo, prima lentamente, poi con un ritmo più accelerato facendomi capire, prendendo le mie mani e riportandosele al seno, che voleva che ricominciassi a torturarle i capezzoli, cosa che feci con estremo piacere. Dopo una decina di minuti di tale movimento iniziò a contrarre la fica, succhiandomi di fatto l’uccello e portandomi a riempirla con la mia sborra così che, al secondo schizzo, rispose iniziando a tremare e godere come una pazza, facendo fatica a trattenersi dall’urlare il suo piacere. Le passai dei fazzolettini per asciugarsi mentre si alzava per risedersi al suo posto, stravolta. Io ero con il fiatone per l’intensità dell’orgasmo avuto, vuoi per il piacere, vuoi per il fatto che l’averlo fatto in un luogo dove altri avrebbero potuto vederci, aveva acuito il piacere per una forma di esibizionismo nascosto. Nonostante il piacere appena provato, io ero ancora in erezione. Lei se ne accorse ed iniziò ad accarezzarmi il membro, con delicatezza. Una volta che ebbe ripreso un ritmo normale di respirazione, si inclinò verso di me e…. se lo prese in bocca, iniziando a succhiarmelo con delicatezza ma molto intensamente. Godeva a sentirselo crescere in bocca, solleticando il frenulo e poi andando a suggere le palle. Mi portò al punto che stavo per goderle in bocca e… lì si fermò. Tenendolo stretto tra le labbra ma non dandomi la possibilità di godere. Ferma per alcuni minuti riprese poi a succhiarmelo voracemente portandomi, in breve, a goderle in bocca, cosa che lei gradì molto inghiottendo tutto ciò che le riversavo nella bocca. Poi… mi baciò, scambiando con me i miei umori ! Libidine, pura libidine. Ci rilassammo guardando un po’ del film e l’intervallo dello stesso, guardandoci negli occhi e cercando di nascondere il desiderio che avevamo, ma dopo un po’, quando iniziò il secondo tempo, ricominciò a masturbarmi e, una volta che lo portò alle giuste dimensioni, si risollevò dalla poltroncina, si rialzò nuovamente la gonna, si spalmò il culo con della pomata e…. si inculò in un unico movimento. Oddio… che bella sensazione! Ritrovai il mio membro avvolto da un fodero a sua misura che, con brevi contrazioni, lo stimolava all’eccesso.
Iniziò a fare un “su e giù” spettacolare. Feci fatica a trattenermi per cercare di far sì che fosse lei la prima a godere , ma ci volle un buon quarto d’ora, tempo che lei usò con vari “Sì… così… dammelo tutto… oddio, che bello… sei pazzesco, hai la giusta dimensione di cazzo…. Mi stai facendo godere da matti..” ed iniziò a godere come una fontana, bagnandomi tutto.
Le riversai in culo tutta la sborra che avevo ancora nelle palle e…. ci fermammo così.. affannati… completamente soddisfatti e… impossibilitati a fare altro. Ci ricomponemmo e, respirando affannosamente, attendemmo la fine del film.
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Piacere dominante 2
Piacere Dominante 2
Dopo quella prima serata a tre… le signore ci presero gusto. Avevano sperimentato un nuovo modo di godere e, pur continuando a desiderare di essere chiavate, amavano lesbicare arrivando ad essere completamente succubi del fatto di darsi e provare piacere, nel fare sesso in tutte le sue forme. Erano diventate delle erotomani senza limiti e perciò mi ritrovai ad essere cercato in continuazione per poter fare sesso liberamente con me e, nei miei momenti di pausa, continuare tra di loro senza tregua. Una sera (ormai, evidentemente, si erano accordate tra di loro dal momento che si presentavano da me in coppia) vennero, suonarono, attesero che gli aprissi e, non appena entrate, si spogliarono nell’ingresso e si presentarono davanti a me, che le stavo attendendo seduto sul divano. Si sedettero con me, una per lato, ed iniziarono, alternandosi, una a sbocchinarmi e l’altra a succhiarmi i capezzoli e poi baciarmi, lingua in bocca, lasciandosi torturare i capezzoli. Erano due tipe somaticamente molto diverse. Di altezza uguale (circa 1,60 – io ero 1,83) ma mentre Eva aveva i seni piccolini, direi una seconda ma con bei capezzoli che, una volta stuzzicati, si ergevano e diventavano grandi come la prima falange di un dito indice e presi in bocca davano la sensazione di suggere una oliva greca, Sonia aveva dei seni grandi, una quarta abbondante, soda, con capezzoli più piccoli ma comunque moto sensibili. Il culo di Sonia era più conformato, bello sodo, quello di Eva avrebbe avuto bisogno di aggiungerci due fettine sulle natiche. Comunque… inculabile. Alternandosi nel farmi il pompino e baciarmi mi portarono quasi sull’orlo di godere ma… non volevo dare loro tale soddisfazione e pertanto le fermai, ordinando loro di lesbicare. Intanto le guardavo e, riprendendo il controllo del mio piacere, visto che si erano messe a fare uno splendido 69, iniziai a fottere quella che stava sopra, così che l’altra potesse osservasse dal vivo la penetrazione, nel mentre continuava a succhiare il clitoride dell’altra. Colei che stavo fottendo (non ricordo più chi fosse delle due) iniziò a mugolare facendo ben capire il piacere che stava provando, sino a quando, sull’azione congiunta mia e dell’altra, iniziò ad urlare che la stavamo facendo godere, chiedendo tregua perché la stavamo facendo impazzire ma noi, sadicamente, continuammo finché si accasciò inerte, senza forze per il troppo piacere. Ma non smisi di chiavarla. … e lei continuò a godere, cosa che reputavo impossibile. Poi, mi fottei l’altra, senza ancora aver goduto mentre quella che avevo appena fottuto si riaveva ed iniziava a baciare, lingua in bocca, colei che era sotto di me, finché anche questa iniziò a smaniare e godere come una fontana. Dopo un po’, ripreso fiato, mi tirai addosso Eva che, tutta felice, si impalò sul mio cazzo, iniziando a muoversi ed a chiavarsi da sola. Sonia, che delle due era quella un po’ più trasgressiva, prese dalla sua borsa qualcosa che, lì per lì non capì, ma dopo qualche momento la vidi indossare uno strap-on con un fallo interno, che si mise decisamente in fica, ed uno esterno che. dopo un attimo, appoggiò al culo di Eva, dopo averglielo lubrificato, e, spingendola di più sul mio torace mentre si stava chiavando con il mio attrezzo, glielo infilò in culo in un battibaleno, strappandole un urletto di dolore. Una volta preso il ritmo con cui Eva si stava chiavando su di me, iniziò ad incularla con colpi forti e decisi, portandola, dopo qualche minuto, a dire: “Oddio, mi state facendo impazzire…. Godoooo…. Godoooo…” e si accasciò tutta tremante su di me, mentre Sonia continuò ad incularla finché non iniziò, anche lei, a godere dichiarando il suo piacere. Avevo creato un trio libidinoso, che però, dopo qualche mese, mi venne a noia ed a cui misi termine, una sera, chiamando i carabinieri per denunciare una situazione di stalking a cui ero sottoposto da parte di due tizie. Le trovarono in strada che ancora stavano suonando al mio campanello.
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8 years ago
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Ho incontrato gli dei (terza puntata)
La camera di Lucia e Salvatore affacciava sul frontespizio dell’albergo e guardava sul mare da un terrazzino che consentiva di cenarvi se si fosse voluto. Vi si accedeva attraverso un ampio vestibolo sul cui lato destro si apriva la porta di una spaziosa camera da bagno.
Il letto matrimoniale all’americana, come il mio, era di almeno tre piazze.
Lucia vi stava distesa coperta da un leggero lenzuolo di lino che modellava le sue forme accendendo la fantasia di chi, come me la desiderava, con un forte senso di colpa nei confronti del marito.
Con la bottiglia di champagne in una mano e tre coppe nell’altra, le domandai come si sentisse esprimendole il mio rammarico di non aver goduto della sua presenza all’ora di cena.
Mi rispose che era dispiaciuto anche a lei ma che era stato meglio così perché ora stava molto meglio e meglio ancora avremmo potuto salutarci ora.
Si levò dal letto e tutti miei sensi ne subirono un colpo quasi fatale.
Indossava un top da notte nero che ingaggiava una lotta impari per contenere il suo seno perfetto e nondimeno per coprire i suoi glutei dei quali superava appena l’attaccatura alla coscia.
Nall’alzarsi spinse avanti una gamba ed intravidi per un attimo i peli del pube.
Muovendosi nella stanza con la leggerezza d’una gazzella, con una disinvoltura che io non riuscivo più ad avere, raggiunse l’armadio e ne trasse una corta vestaglia, sempre nera, che indossò ..... per coprirsi.
Poi si diresse verso il terrazzino, sistemò i flut sul tavolo, mi tolse la bottiglia dalle mani e cominciò lei stessa ad armeggiare per stapparla.
Al flop del sughero seguì uno spruzzo che le bagno il viso, la vestaglia, il top e la pelle del collo e del seno. Lei scoppiò in una risata un po’ eccessiva ed innaturale; versò lo champagne e brindammo ridendo.
Poi, all’improvviso, mi getto le braccia al collo e mi baciò sulle labbra spingendo il suo corpo bagnato contro il mio.
Ne percepii il tepore mentre la sua lingua frugava nella mia bocca e lei mi mordicchiava le labbra.
Era praticamente quasi nuda e spingeva la sua fica caldissima contro il mio cazzo in procinto di sfondare slip e calzoni pur di entrare nel suo corpo stupendo.
Il tutto si era svolto così fulmineamente che avevo dimenticato il marito.
Con la coda dell’occhio lo vidi seduto sul divano della camera, con il cazzo in mano, che sembrava godersi la scena.
Intanto Lucia, freneticamente mi aveva abbassato slip e pantaloni e si era inginocchiata innanzi a me.
Impugnò il mio cazzo e cominciò a leccarlo con delicatezza sul frenulo, carezzandone la cappella con le labbra calde sulle quali ripassava la lingua per recuperare ogni goccia di liquido che ne usciva per l’eccitazione.
Poi allungò le labbra e lo ingoiò quasi fino alle palle, tanto che lo sentii battere in fondo alla sua gola.
Ero talmente arrapato dalla situazione che se le avessi consentito di continuare l’avrei fatta annegare riversandole in bocca una cascata di sperma caldo che lei sembrava desiderare.
Allora glielo sfilai dalle labbra, la presi in braccio, la denudai totalmente e la stesi sul letto a pancia in giù.
Ero certo che se l’avessi guardata negli occhi, il mio cazzo sarebbe esploso sulla sua faccia.
Ma io me la volevo godere. Cominciai a leccare lo champagne che aveva sul collo mordicchiandola delicatamente anche sui lobi ed infilando la lingua nelle sue orecchie. Fremeva e si lamentava ormai quasi incosciente nella situazione che doveva aver vissuto altre volte innanzi al marito che la guardava masturbandosi.
L’dea che la donna che avevo quasi idolatrato per tutta la settimana potesse essere così puttana, mi eccitò maggiormente e, mentre le leccavo e contemporanemente le accarezzavo la schiena, le misi un dito in bocca che lei cominciò avidamente a succhiare bagnandolo.
Allora, raggiunto il suo bel culo, glielo passai sulla fica cercando il clitoride; lo infilai appena tra le piccole labbra ritirandolo ancor più lubrificato e lo accostai al suo ano infilandoglielo pian piano.
Sussulto con un gemito di piacere, ma non si ritrasse ed io cominciai a muoverlo su e giù con una lentezza che le consentiva di percepirne tutti i movimenti e le facesse pensare che presto l’avrei inculata.
Mi spostai verso i suoi piedi e comincia a leccarli. Passai poi alle caviglie, ai polpacci, alle cosce, fino alla fica.
Allora la girai e lei mi aprì immediatamente le cosce, mostrandomela in tutto il suo roseo splendore che occhieggiava attraverso il pelame scuro che fortunatamente, per i miei gusti, non aveva rasato.
Le baciai l’interno delle belle cosce, calde e lisce, le leccai gl’inguini leggermente sudati e scostai il pelo con misurata lentezza.
Volevo che desiderasse la mia lingua prima e il mio cazzo che aveva già ponderato, poi.
Le baciai delicatamente la fica spennellandola con la lingua finché cominciò a guaire ed a fremere, spingendola contro la mia bocca; allora gliela infilai tra le piccole labbra che colavano il nettare profumato e denso della sua voluttà, che ebbi il piacere di ripulire in punta di lingua, succhiandomi poi le due dita che le avevo infilato nella fica simulando un cazzo, mentre le titillavo il clitoride.
Cominciò ad urlare che mi voleva dentro di se, che voleva sentire il mio sperma caldo nella sua fica, nel suo culo, nella sua bocca, dovunque volessi sborrare.
Voleva essere la mia schiava che avrebbe subito qualsiasi nefandezza mi fosse venuta in mente.
Immaginate l’effetto di quelle parole.
Lasciai la sua fica e la presi per i capelli mordendole le labbra e baciandola rabbiosamente mentre sentivo la sua mano che cercava il mio cazzo e, trovatolo, lo guidò nella fica.
Poi la spinse violentemente in avanti e ci s’inchiodò al punto che sentiì la cappella quasi entrarle nell’utero.
Mi teneva le mani sui glutei e mi tirava dentro di se con tutta la sua forza, impedendomi di chiavarla come avrei voluto.
Respirava a fatica e mi tirava dentro di se come volesse prolungare all’infinito la sensazione del mio cazzo che l’aveva riempiva con tanta sgarbata violenza.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Ho incontrato gli dei (quarta puntata)
A questo punto Lucia raggiunse l’orgasmo. Urlò per liberarsi del fiato che aveva trattenuto e la sua bellissima fica cominciò a stringere e ad allargarsi, a chiudersi e schiudersi intorno al mio cazzo durissimo conducendolo ad una esplosione di sperma di cui lei dovette sentire i fiotti caldi perché urlo con la stessa frequenza dell’ eiaculazione poi mollo tutto e quasi svenne, come svuotata di qualsiasi energia.
Mi era successo lo stesso e mi lasciai cadere sul letto, al suo fianco, senza forze, ma sentendo di amarla per l’intensità del piacere che mi aveva donato, prima esasperando per una settimana il mio desiderio, poi facendolo esplodere in pochi intensissimi momenti di totale annichilazione.
Anche Salvatore era venuto in contemporanea e guardava la moglie con la gratitudine di chi gode di una complicità così totale che gli consente di godere guardando la bellissima amata che scopa con un altro uomo.
In realtà avrebbe voluto partecipare anche lui, magari dandoglielo in bocca, toccandola, sborrandole sulle labbra o indosso, ma tutto si era svolto così rapidamente che nessuno di noi tre aveva avuto modo di pensare, di capire cosa stava avvenendo.
Era solo stato bellissimo! Non avevo mai visto un donna godere in quel modo e capii che si era lasciata andare completamente, forse rassicurata dalla mia signorilità; dal fatto che, pur avendo lei capito quanto mi piacesse, non avevo mai tentato advances o soltanto allusioni.
Certamente ne aveva parlato col marito cukold e mi avevano preparato la magnifica trappola, si fa per dire, del mal di testa, della sera prima della partenza.
Sicché il giorno dopo, non vi sarebbe stato l’imbarazzo d’incontrarci pensando a quanto era accaduto la sera prima.
Avrei voluto restare con loro ma Lucia era così rilassata che, per quanto desiderassi godermela con più tempo e migliore attenzione, preferii andar via, magari a farmi una sega per placare il mio desiderio di lei.
Non mi trattennero, ma restammo d’intesa che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno.
Ma questa è un’altra storia!
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Piacere dominante
Piacere Dominante
Stavo vivendo da solo. Mi ero separato da mia moglie ed ero ritornato a Trieste.
Avevo conosciuto, al mare, una tizia assieme alla figlia piccola, e avevamo iniziato una specie di relazione; ogni tanto lei veniva a trovarmi a casa. Andò a finire, pertanto, che … andammo a letto. Lei era particolarmente “geisha”, disposta a tutto pur di soddisfare i miei desideri. Particolarmente abile nel farmi i “bocchini”, risucchiandomi ogni stilla di sperma ed ingoiandolo fino all’ultima goccia.
Io, all’epoca, sapevo far durare a lungo le mie scopate e ciò la mandava in estasi. Era tutto merito di coloro che mi avevano fatto conoscere i piaceri del sesso, omosex o etero che fosse, e mi avevano insegnato a controllare il piacere e godere solo quando il partner era soddisfatto. Prima regola: far godere il partner.
Il piacere principale nasceva dal sentire il godimento dell’altro e portarlo allo sfinimento. Una sorta di piacere sadico. Sapere di averlo sottomesso. In questo la tizia, che chiamerò Eva, era perfetta. Sottomessa, godeva da matti ed era pluriorgasmica ! Ciò, naturalmente, acuiva quel lato sadico che avevo scoperto in me e mi portava ad usarla come meglio credessi. Era diventata una sorta di “schiava” personale, tanto che, dopo averla legata al tavolo da pranzo, nuda, con le natiche completamente esposte, mi divertivo a penetrarla in tutti i suoi orifizi e poi, quando iniziava a godere a fontana, uscire e lasciarla lì a desiderare di essere nuovamente penetrata. E magari… uscivo di casa, lasciandola in quella posizione, non proprio comoda, per qualche ora.
Ogni volta mi inventavo qualcosa di nuovo: incularla mettendole nella vagina un vibratore acceso, che acuisse il suo piacere, o viceversa metterglielo nella vagina ed il vibratore nel culo, oppure… metterle nel culo le palline cinesi, quelle vibranti, e star a guardare le sue reazioni mentre me lo facevo succhiare. Godevo nell’usarla, senza farle del male fisico, che non concepisco, ma torturandola facendola godere e portandola oltre i suoi limiti. Alla fine mi stancai di lei e le dissi di scomparire ma lei….. iniziò a seguirmi e spesso a venire, la sera, a suonare al mio citofono.
Una sera, stanco del suo modo di fare, decisi di farla entrare e … sottometterla totalmente. Pertanto… feci scattare l’apri portone (avevo visto, guardando oltre le persiane che dopo aver suonato era ferma in mezzo alla strada e guardava le mie finestre) e lei lo udì e …. si avviò verso di esso. Io nel frattempo avevo lasciato la porta d’ingresso accostata e la luce accesa in soggiorno.
Entrò, lentamente, quasi spaurita, e si diresse verso la luce. Sul tavolo del soggiorno avevo fatto a tempo a lasciare un foglio con su scritto, a caratteri cubitali… SPOGLIATI ! Io la guardavo dal buio della cucina, alle sue spalle. Vide il messaggio, appoggiò la borsetta a terra e… iniziò a spogliarsi. Si denudò completamente ! Io mi gustavo la scena. Quando fu completamente nuda le dissi: “Ora appoggiati al tavolo !” E lei, ubbidiente, da vera schiava, lo fece. Solo allora mi avvicinai a lei, le accarezzai il culo, allargandoglielo un po’ ed arrivando a toccarle la fica iniziando a masturbarle il clitoride sin quando iniziò a mugolare “Sì… così…. Ti prego… fammi godere… ho voglia di te… sono tua, completamente tua…. ti prego… prendimi !” Io continuai a masturbala, senza darle tregua né accontentarla. Alla fine, accondiscendendo alle sue reiterate richieste, snudai il mio cazzo e…. la inculai. Aveva imparato presto a godere anche solo con la penetrazione anale, ma in quel caso, mentre me la inculavo, stavo continuando a masturbarle il clitoride il che la portò, in breve, a godere come una fontana.
La portai a chiedere tregua, ma non gliela diedi, portandola così ad avere un secondo ed un terzo orgasmo e, al quel punto, la riempì di sborra ! Ormai non sapeva più fare a meno di me e ogni due/tre sere veniva a suonare al mio portone. Qualche volta le aprivo, ed allora la scena si ripeteva, altre la lasciavo in strada.
Nel frattempo avevo conosciuto un’altra ragazza, più giovane, che mi sembrava avesse le caratteristiche di una geisha. La chiamerò Sonia. Non era vergine ma aveva avuto solo un amante, colui che l’aveva sverginata ma che non aveva saputo farla godere. Pian piano la sottomisi facendola impazzire dal piacere, dedicandomi a lei, suggendole la vulva sino a portarla all’orgasmo e…. continuando a farla godere, fin quando non sveniva dal piacere. Quando non poté più fare a meno del piacere che le davo la legai al tavolo, come Eva, e…. la lasciai a desiderare di essere posseduta, portandola a chiederlo con tutte le sue forze.
Una volta che riuscì a condizionarla come volevo… le feci incontrare. Una sera che Sonia era da me ed avevamo cenato assieme, mentre mi stavo accingendo a legarla al tavolo suonò Eva. Sonia, perplessa, mi chiese chi potesse essere, a quell’ora, a suonare alla mia porta. La portai a guardare dietro le persiane, indicandogliela, spiegandole cosa voleva e dicendole che, quella sera, sarebbe stata la nostra geisha.
Guardandomi negli occhi, sottomessa, mi disse: “Tutto quello che desideri !”
Così aprì il portone e, come al solito, lasciai la porta aperta. Dopo poco sentimmo il portone che si apriva e richiudeva e poi… la porta d’ingresso. Ci facemmo trovare in soggiorno, nudi. Eva arrivò e, vedendoci, venne prima vicino a me, si inginocchiò e me lo prese in bocca. Iniziò a succhiarmelo facendomelo diventare duro poi…. mi guardò negli occhi e vedendo che le accennavo Sonia…. Si diresse verso di lei, iniziò a leccarla tutta finendo per succhiarle il clitoride. Sonia si sedette, allargando le gambe per farsi leccare e succhiare meglio ed io… iniziai ad inculare Eva. Sonia vedeva tutta la scena e …. iniziò a godere sotto i colpi di lingua di Eva. Poi si distese a terra, si infilò sotto Eva e, guardando da vicino l’inculata, iniziò a leccarle la fica, cosa che portò Eva a riprendere a leccare la vulva di Sonia che gradì molto la cosa. Avevo sotto di me due geishe pronte a darsi piacere per darlo a me come meglio gradivo. Quando sentì Eva godere, senza eiaculare mi sfilai e. arrivato dalle parti di Sonia, le rialzai le gambe e, mentre Eva continuava a leccargliela, me la inculai. Sonia, davanti a quella doppia provocazione, iniziò a dare i numeri, iniziando a godere emettendo gemiti ed urletti, chiedendo di fermarci, di darle tregua, ma noi invece aumentammo le nostre stimolazioni. Stava impazzendo e iniziò nuovamente a godere, senza tregua. A quel punto la riempì di sborra e, uscendo, presentai il mio membro ad Eva per farmelo pulire. Come lo vide vicino alla sua bocca…. smise di leccare Sonia e… se lo risucchio tutto, voracemente, goduriosamente, assaporandolo, e alzò lo sguardo verso di me per vedere se gradivo la cosa. Glielo feci capire con lo sguardo e glielo affondai ancor più nella bocca. Sonia, intanto, ancora intontita dal piacere provato, trovandosi praticamente davanti agli occhi il mio culo, iniziò a leccarmelo e, pian piano, infilando tra le mie chiappe la sua lingua, giungere ad infilarmela nello sfintere facendomi provare sensazioni stupende.
A quel punto…. mi sfilai dalla bocca di Eva e ripresi fiato. Loro… si guardarono negli occhi e pensando di farmi felice… ripresero a lesbicare tra di loro. Ormai erano due schiave dei miei desideri, avevano capito che vederle lesbicare mi faceva felice e perciò ce la misero tutta per offrirmi uno spettacolo unico.
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8 years ago
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Ho incontrato gli dei (seconda puntata)
Era capitato per caso che, sulla spiaggia, i nostri ombrelloni fossero piantati sulla stessa prima fila, quasi sul bagnasciuga, ma a distanza di tre, quattro posti.
Questa dislocazione agevolò la mia conoscenza con Lucia e Salvatore, così si chiamavano, e non posso nascondere che la simpatia, la bellezza ed il feeling che si era creato con lei, cominciarono a turbarmi non poco.
Anche nei confronti del marito, avvocato salernitano, sentivo una notevole simpatia che però raffreddava il mio interesse per lei che aveva attirato tutta la mia attenzione sin da qualche ora successiva al baciamano che avevo sentito di farle da vecchio gentiluomo del sud.
Stimavo che avesse intorno ai 45 anni, quell’età in cui le belle donne offrono al mondo tutto il meglio di se stesse.
Una bellezza gestita con classe, senza l’ostentazione aggressiva che avevano avuto da giovanissime misurandosi con se stesse e le coetanee nella provocazione, la conquista ed i giochi acerbi di passione e d’amore; una sessualità maturata dall’esperienza e dalla coscienza di se stesse, che si autoreferenziava degli sguardi ammirati degli uomini e delle stesse donne.
In somma quel quid che le rendeva tanto interessanti da trovarle mentalmente compagne e complici di qualsiasi esperienza possibile.
Lucia, poi, aveva un corpo magnifico che denotava anche un temperamento sportivo che lo manteneva in magnifica forma.
Le cosce, rotonde e lunghe, erano dotate di una muscolatura appena accennata che si esibiva dal bacino al ginocchio in una dimensione che non poteva non continuare con la medesima eleganza di forme, esprimendosi in una caviglia sottile su di un piede perfetto che avrebbe valorizzato qualunque tipo di scarpa, anche per chi non fosse stato amante del genere.
Vita stretta, bel seno rotondo e sodo che ansimava dopo una bella nuotata o una corsetta sulla spiaggia, capelli biondi che incorniciavano un ovale perfetto illuminato dal candore dei denti e da due occhi del colore del cielo.
Ma il marito mi era molto simpatico e sembrava cercare la mia compagnia.
Potevo mai desidera sua moglie?
Mi accadeva, quindi potevo ma, non dovevo.
Quella sera m’invito a mangiare al loro tavolo e ricordo che la serata passò gioiosamente con lei più bella che mai.
Anche tavola mostrava tutta la sua classe che moltiplicava per mille la sua bellezza.
Era un piacere vederla mangiare. Diritta sulla sedia, entrambe le mani sul tavolo, mai gomiti o il braccio. Impugnava forchetta e coltello con le dita, a mo’ di piume leggere; i gomiti stretti ai fianchi, e si muoveva con piccoli gesti misurati e gentili. Talvolta incrociavamo lo sguardo e mi gratifica di un sorriso accennato, che illuminava il suo viso del chiarore degli occhi cerulei ammiccanti e della luce dei suoi denti bianchissimi.
Quasi ne percepivo l’alito profumato e caldo ed a malapena riuscivo a contenere l’irrefrenabile desiderio di stringerla tra le braccia e baciarla con tutta la passione che sentivo per lei.
Così trascorremmo la settimana diventando un terzetto fantastico, quasi sempre insieme, anche in qualche escursione nei dintorni e qualche cenetta a lume di candela in qualche tipico localino del posto.
E lei mi sembrava sempre più bella. Dovevo controllare la disinvoltura con la quale ci rapportavamo l’un l’altra ed evitavamo di parlare della loro partenza alla fine della settimana che avevano goduto sul luogo.
Era chiaro che ci saremmo rivisti a Napoli o a Salerno, ma temevamo, almeno io, che il nostro, come tante conoscenze estive, sarebbe finita lì senz’altro seguito.
E la cosa mi sembrava estremamente crudele, anche perché non sapevo con quale plausibile scusa avrei potuto riavvicinarli.
Sarebbe partiti il sabato mattina e come ormai solito, avremmo cenato insieme.
Invece al tavolo venne solo Salvatore perché Lucia aveva un forte mal di testa ed avrebbe cenato in camera. Però dopo cena potevo salire a salutarla, anche per concordare come e dove ci saremmo rivisti una volta ognuno della propria città, con il proprio lavoro etc. etc.
A cena Salvatore fu molto cordiale ma bevve qualche bicchiere di vino in più. Mi sembrò che lo facesse perché era sfuggito al controllo della moglie, che mi disse di amare come mai gli era successo. In assenza di lei, apprezzai non poco la sua confessione e lo confortai dicendogli che lo capivo perché Lucia mi era parsa subito una donna fantastica, bellissima e dotata di una classe non comune, che avrebbe fatto innamorare chiunque avesse avuto la fortuna del suo interesse, ma anche chi di quella fortuna non avesse goduto.
E lui mi diede ragione raccontandomi che quasi tutti suoi amici, prima o poi, chi più, chi meno, erano stati innamorati di Lucia.
Temendo che “la canzone venisse a me”, finsi di non capire.
Dopo frutta e dessert, guardandomi bene dallo stringere i tempi, bevemmo un paio di cognac e salimmo in camera da Lucia, portandoci una bottiglia di Veuve Clicot per brindare alla nostra bella amicizia.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Ho incontrato gli dei (prima puntata)
Avevo lavorato intensamente tutto l’anno ed avevo deciso di godermi il riposo di cui avevo bisogno, da solo, visto che mia moglie sarebbe stata negli Stati Uniti tutta l’estate per un master in economia.
Volevo godermi la vacanza. Avevo prenotato per quindici giorni una suite in un bell’albergo a cinque stelle in una nota località del Salento e non vedevo l’ora di godermi il mare caraibico che bagna quelle bellissime coste; arrostirmi al sole e scaricare tutte le tensioni che avevo accumulato durante l’inverno nell’esercizio della mia professione medica.
Dopo un viaggio di circa 500 km da Napoli, raggiunsi in serata il posto prescelto; parcheggiai l’auto, ed al fattorino che mi venne incontro, feci prelevare le valige dal bagagliaio perché me le portasse in camera, autorizzandolo a ché la cameriera al piano le svuotasse sistemando tutte le mie cose.
Diedi uno sguardo in giro per orientarmi, lasciai un po’ di contante nella cassaforte dell’albergo; salii in camera per una doccia e cambiarmi per la cena che sarebbe stata servita di lì a poco.
Indossai un pantalone di lino bianco, camicia bleu, scarpe di tela da barca dello stesso colore della camicia, un pulloverino di filo azzurro chiaro, attraversai la hall ed entrai nel ristorante dell’albergo già occupato da una trentina di persone.
Alto un metro e ottantatré, ero già un po’ abbronzato perché in città uso il motorino; i capelli bianchi dei miei quasi sessanta supponevo mi donassero il fascino dell’uomo “interessante”; la mia professione di chirurgo di successo aggiungeva quel tocco di mistero di chi suppone le responsabilità di chi lavora con la vita delle persone.
Sicché mi veniva normalmente perdonato qualche chiletto accumulato innanzi alla buona tavola di quei miei pazienti che, grati della guarigione raggiunta grazie alle mie cure, m’invitavano a casa loro dove le mogli, spesso anche molto carine, gareggiavano in intingoli e manicaretti.
Mi guardai intorno senza cogliere molto di particolare, salvo qualche bella donna a tavola con marito e figli o col marito soltanto.
Ero ancora un bell’ uomo. Le donne mi piacevano molto e ne avevo avute parecchie nella mia vita, ma questa volta, pur credendoci poco anch’io, mi ero ripromesso una vacanza di tutto relax e senza alcuna tensione. Neanche erotica.
Perciò incrociai appena lo sguardo con un paio di mariti e le loro mogli e sedetti per ordinare la cena.
Il maitre in guanti bianchi raccolse le mie indicazioni e poco dopo due camerieri cominciarono a servirmi frutti di mare crudi accompagnati da un Sauvignon ghiacciato e leggermente frizzante.
Poi linguine con taratufoli e filetti di sogliola freschissimi, quindi un filetto di rana pescatrice all’acqua pazza, guarnito di gamberi reali su di un letto di rucola fresca e quasi crocchiante.
Il tutto una vera delizia.
Sorvolo su frutta e dessert perché, nel frattempo mi ero accorto che i coniugi della coppia che occupava due tavoli più in là, mi guardavano come se mi conoscessero; parlottavano tra loro, e lei mi sorrideva garbatamente con fare distratto quando incrociavamo lo sguardo.
Pensai che mi conoscessero ma, in realtà non ci feci molto caso, per quanto lei avesse un bel volto, un accattivante sorriso ed anche dal mio posto di osservazione era evidente un decolleté spregiudicato che mostrava seni, se m’è consentito, anatomicamente perfetti.
Ma ero appena approdato al luogo bellissimo e non avevo alcuna intenzione di corteggiare donne sposate.
Sicché mi recai nel salone dov’era anche la televisione e mi lasciai andare su di una comoda poltrona che mi accolse con la premura e lo stile che si trovano solo negli hotels di ottimo livello.
Accorse un cameriere e gli ordinai un Cardinal Mendoza che mi fu servito alla temperatura giusta ed addebitato al conto della mia camera.
Ne gustai il delicato profumo ed il gusto vellutato e rotondo; poi mi guardai intorno godendomi la bellezza ed il buon gusto della sala e del suo arredamento, pregustando un soggiorno in cui anche tutta la servitù mi avrebbe coccolato esaudendo ogni mia richiesta dei loro servizi.
Crogiolandomi in questi pensieri, mi accorsi che, innanzi a me, stava passando la coppia che avevo casualmente notato nella zona del ristorante e, immediatamente tutti i miei buoni propositi svanirono come neve che si sciogliesse al primo sole primaverile.
Entrambi sul metro e settanta, abbigliati con sobria eleganza estiva.
Incrociammo nuovamente lo sguardo e lei mi sorrise di nuovo.
Mi sembrò inopportuno che lo facesse ma forse mi conosceva; forse erano soli e volevano fare amicizia; forse............
All’impiedi era un meraviglioso esemplare femminile.
Indossava una gonna scura, quattro dita sopra il ginocchio, con un piccolo spacco laterale che faceva intravvedere una coscia ben fatta, lunga e rotonda, già leggermente abbronzata e che s’intuiva liscia come la seta.
Le ginocchia rotonde e il polpaccio ben proporzionato si assottigliava alla caviglia verso il bel piede calzato di un elegante sandalo di pelle argentata, su di un tacco non eccessivo, che le slanciava le gambe esaltandone la bellezza.
Percepì la mia ammirazione come tutte le belle donne che conoscono il seducente linguaggio del loro corpo e mi sorrise di nuovo come per comunicarmi che se n’era accorta e compiaciuta.
Mi sembrò che, per completare il mio omaggio, dovessi lasciare la poltrona e presentarmi alla coppia.
Mi accostai a loro, all’impiedi e chiesi se ci conoscessimo.
Ma non era così, io di Napoli, loro salernitani, ma non c’era stata occasione.
Accostai le mie labbra al dorso della mano che lei mi aveva teso ed il calore ed il profumo della sua pelle investirono i miei sensi ed i lobi temporali del mio cervello.
Mi ci soffermai forse un attimo più del dovuto ma lei non sottrasse la mano.
Il marito, invece, sorridendo mi chiese se volessi rubargli la moglie.
Ridemmo tutti e tre e ci salutammo quasi come buoni amici che si conoscevano da tempo.
Ma io ero in tumulto.
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8 years ago
millumino3dimmenso,
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Costretta legata ad un letto.. 3 parte
Tornò a casa qualche ora dopo, io ero rimasta tutto il tempo legata al letto.. lo sentii rientrare, posare le chiavi sul tavolo, andare in cucina e aprire il frigo... probabilmente bevve qualcosa o controllò cosa ci fosse a disposizione.. accese la televisione e si mise a guardare un film probabilmente.... cambiava spesso canale..... dopo un bel po' finalmente venne in camera, sempre con quel suo sorrisino odioso, e mi scoprì del lenzuolo.. “Buonasera...” accarezzandomi il corpo fini con la mano in mezzo alle mie gambe.. io le chiusi di colpo “No per favore...” “Che c'è?" mi diede un sonoro schiaffo sulla coscia “..non ti piace più quando ti tocco la fica, puttana?” “Devo andare a fare pipì... sono ore che mi tieni qui! Lasciami almeno andare in bagno...” lui inarcò il sopracciglio sorridendo “Ah, devi fare la pipì?” mi allargò le gambe con un gesto deciso, mettendosi con il viso in mezzo a loro cominciò a leccare, prima solo con la punta della lingua, poi iniziò a succhiare e penetrarmi con un dito, girandolo all'interno, mentre con la lingua continuava a stimolare il clitoride e con l'altra mano mi strizzava un seno, tenendolo nella sua mano stretta e chiusa.. mi sembrava di impazzire... sentivo il piacere invadere il mio corpo ma al tempo stesso avevo paura che con l'orgasmo potesse uscire anche dell'altro... cercavo di ritardare il momento, ma quel porco godeva a mettermi in difficoltà, e continuava a leccare e penetrarmi, fino a che mi arresi al piacere e venni mentre la sua lingua era ancora fra le mie labbra.... fortunatamente mi uscì solo qualche goccia, ma al porco non sembrò dispiacere, anzi.... si alzò, mi slegò i polsi e mi fece alzare.. “Vieni con me!” ordinò. Obbedii e lo seguii in bagno. Mi fece mettere a cavalcioni del bidet, senza però farmi sedere... strusciò il suo cazzo turgido contro la mia fica e solo quando mi diede lui il permesso potei urinare.. lui lo fece con me, contemporaneamente... sentivo i due flussi unirsi, proprio nel punto in cui partiva il mio........ “Adesso siedi!” ..mi sedei sul bidet e mi strusciò il suo cazzo sulle labbra “Apri!”. Io rifiutai. “Apri, stronza!” mi prese per la nuca e me lo sbattè a forza in bocca. Io feci un'espressione di disgusto, non mi piaceva quel sapore. Sapeva di lui, di me, delle nostre urine. Ma a lui non interessava, continuò a farsi fare un pompino. “Se non lo fai bene ti punisco!”. Avevo paura, così feci il meglio che potei. Alla fine mi venne in bocca. Il suo sperma era talmente tanto che mi colava fuori. Lo tirò fuori dalla bocca e gli ultimi schizzi li mandò sul viso e sulle tette. Mi accarezzò i capelli, soddisfatto “Adesso pulisci tutto come stamattina, da brava.....” .. passò il suo dito sul mio viso, per raccogliere quegli schizzi e me lo fece succhiare “Ti piace eh.... sei proprio una troietta coi fiocchi tu....”.
Finito il trattamento mi riportò in camera da letto “Torna al tuo posto! Mettiti a pecorina, da brava.....”. Io tornai sul letto mentre lui si tolse i vestiti, prese la cintura e la schioccò in aria.. io lo guardai terrorizzata “Che cosa vuoi farmi?”
“Te l'avevo detto che ti avrei punita..” “Ma..” “Zitta!” la schioccò di nuovo, questa volta dritta sul mio sedere “..tu devi essere educata.....” mi frustò nuovamente “...ammansita..” di nuovo un colpo “...come una brava pecorella...” un altro colpo “...che quando lo dico io si trasforma in una brava puttana....” un colpo “...mi hai capito?”. Annuii. Mi arrivò un nuovo colpo “Non ho capito la risposta!” “Si....”. Un colpo “Più forte, puttana!” “Si..” “Ancora di più!” Ancora un altro colpo. “Sì!”. Un colpo “Ecco così.... dì che sarai la mia puttana!” . “Lo sarò..”. Colpo “Dillo bene!” “Sarò la tua puttana!” . Colpo “Brava.....” . Colpo. Sentivo il sedere bruciarmi e pizzicarmi. Doveva avermelo fatto veramente rosso.
“Adesso dimmi di scoparti!”. Colpo. “Scopami...”. Mi arrivò un colpo. Poi un altro e subito un altro ancora. “Non ci siamo capiti! Tu devi essere una puttana!” colpo “E come le chiedono le cose le puttane?” “Scopami! Voglio essere scopata da te! Devi scoparmi! Devi rompermi tutto! Voglio che mi scopi adesso!!”. Istintivamente mi toccai la fica.. stava gocciolando.. quel porco maniaco mi faceva eccitare terribilmente qualsiasi cosa facesse! Sarebbe stato la mia rovina... Mi palpò il sedere, strizzando le natiche doloranti e cambiando improvvisamente il tono “Ecco.. adesso cominci a capire....” si avvicinò col viso al mio ano. Lo baciò, lo leccò. Entrò con un dito. “E' proprio stretto il tuo culo... te lo sfonderò tutto.....” . Mi lasciò qualche attimo da sola in camera. Tornò con un enorme cetriolo in mano “Spero che tu abbia fame dopo.... questa sarà la tua cena....”. Io rimasi in quella posizione, combattuta sui sentimenti da provare.. una parte di me era spaventata da tutta quella situazione che agli occhi di chiunque sarebbe apparsa pericolosa e surreale, ma un'altra parte di me era tremendamente eccitata, nonostante non avessi mai pensato che il dolore fisico avrebbe potuto procurarmi così tanto piacere.
Lo sentii umettarmi nuovamente l'ano, servendosi dei miei stessi umori che trovava in abbondanza fra le mie gambe.
Improvvisamente mi infilò dentro un dito. Lo sentii rovistare dentro di me. Un attimo dopo divennero due e poi tre. “Ti piace, eh? Si... lo so che ti piace... muovi il culo, da brava... fammi vedere come ti piace.....”. Ubbidii. Mi diede uno schiaffo sulla natica introducendo un altro dito “Così.... continua..... si... dai che ti piace....” . Mi piaceva e al tempo stesso faceva male. Il mio sfintere lo voleva espellere, ma lui continuava a penetrarmi, muovendo le dita, allargandomi, facendo spazio anche al quinto dito. Mentre si muoveva così dentro di me ebbi un orgasmo improvviso, l'ondata di calore mi sorprese ed emisi un forte gemito di piacere. Avevo tutta la sua mano dentro, sentivo che era fin sopra il polso.. mi toccò davanti: la fica era gonfia e totalmente bagnata. Sentii che la sfiorava con il cetriolo, quindi con decisione me lo mise dentro. Dovette girarlo e spingerlo più volte. Lo tirava quasi del tutto fuori mentre girava, quindi lo rimetteva dentro. Ogni volta quei movimenti mi procuravano ondate di piacere ed anche il mio culo ormai si era abituato ad essere dilaniato da quella mano possente. Quando il cetriolo era entrato dentro cominciò a muoverlo, su e giù, sempre più forte. “Adesso continua tu.... fammi vedere come ti masturbi.... puttanella che non sei altro...”.
Sempre con la sua mano nel culo e l'altra che mi schiaffeggiava, cominciai a masturbarmi con gusto.. ebbi due o forse più orgasmi.. avevo sentito una forte ondata di calore e piacere.. subito dopo un'altra.. e poi ancora.. ancora.... non volevo smettere, non volevo che smettesse...... estrasse la mano, si posizionò dietro di me e tenendomi per i fianchi cominciò finalmente a incularmi col suo cazzo ormai duro. Mi diede un sonoro schiaffo “Non ti ho detto di smettere! Continua a masturbarti, forza!” . Ripresi la mia attività, fino a che non mi disse lui di smettere, cosa che avvenne solo dopo essermi venuto dentro.. quindi mi venne vicino e mi baciò, infilandomi la sua lingua tutta in gola e accarezzandomi il viso “Adesso da brava ripulisci tutto.......”. Io obbedii senza replicare mentre lui riponeva il cetriolo sul comodino. Quando lo ebbi ripulito a dovere mi fece sdraiare accanto a lui “Ti fa ancora male li giù?” . Io annuii. Un attimo dopo lui era col viso fra le mie gambe aperte, con la lingua che si prendeva cura della mia fica, tutta rossa e dolorante. Non ebbi un altro orgasmo, ma mi rilassai cullata da quelle coccole speciali.
Mi lasciò andare soltanto il mattino seguente. Quella sera cenammo nel letto. Quel cetriolo, adeguatamente lavato e sbucciato, fu parte del mio pasto. Ma il mio aguzzino fu stranamente gentile e mi offrì anche dell'altro.
Mentre mangiava una porzione di dolce mi chiese di fargli un pompino: i dolci e i pompini erano le cose che più amava nella vita. Glielo feci tornare duro. Quando finì il suo dolce mi fece sdraiare, tornò con la lingua fra le mie cosce e mentre con una mano, un dito dopo l'altro, tornò a penetrarmi, provocandomi un doppio orgasmo – clitorideo e vaginale... estasi!!! - contemporaneamente, con l'altra mi strizzava e torturava un seno. Disse che per quella sera il mio culo aveva già sofferto abbastanza, quindi quando fu sazio dei miei umori mi scopò.
Quella notte dormii accanto a lui, senza manette. Aveva capito che ormai ero totalmente in sua balia e poteva farmi qualsiasi cosa. E in effetti, quella notte non dormimmo molto. Sentivo sempre il suo cazzo che si strusciava contro di me e le sue mani che mi accarezzavano e penetravano dove meglio credevano.
Il mattino, dopo un'abbondante colazione, a base di caffè, latte, biscotti e pompino, con pulizia a seguire, lo salutai con un lungo bacio, mentre la sua mano mi accarezzava sotto la gonna.
Ero diventata la sua puttana.
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8 years ago
ladybutterfly,
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Pretty Woman
Come la più consumata delle puttane, seduta sul divanetto nell'angolo più appartato della hall di un albergo, attendo il sopraggiungere del cliente al quale il mio anziano accompagnatore mi ha destinata esortandomi a seguirlo in quel luogo.
In disparte, nell'angolo opposto, il mio compagno, con malcelata impazienza, osserva da breve distanza ciò che avviene, già consapevole di come il suo orgoglio di maschio verrà usurpato da chi, acquistando il mio corpo potrà possederlo a piacere.
Eccessiva nell'interpretazione del ruolo, reso ancora più audace dalla succinta gonna che abbondantemente mi scopre le cosce, e subito ligia alla perentoria indicazione di sfilarmi nel frattempo le mutandine, consegnandole ubbidiente all'inesorabile fautore del segreto convegno, rimango ad attendere con febbrile apprensione di scoprire chi sarà la persona che devo incontrare.
Pensando a ciò che in quel frangente proverà il mio compagno, immaginandosi il decorso dell'insospettabile convegno di cui sto per rendermi protagonista, volgo ansiosa lo sguardo verso la soglia di accesso, ormai molto curiosa di scoprire chi, varcandola, diverrà l'avventore di quella intima essenza che in molti vorrebbero a loro volta tangibilmente esplorare.
Dalla vetrata di cristallo ecco apparire l'individuo a cui sono stata destinata e che avrei dovuto supporre non poteva che essere scelto con la perversa volontà di rendere quell'incontro ancora più estremo.
Con incedere lento, ma sicuro di poter soddisfare le proprie pretese, si avvicina sovrastandomi con l'immensa figura di cui già percepisco le flaccide nudità che verranno a contatto con la mia vellutata epidermide.
Nella stanza in cui mi conduce vuole immediatamente vedere il mio corpo, ordinandomi subito di spogliarmi degli abiti, non prima di avermi però infilata la tozza mano tra le cosce, per saggiare una fessura incredibilmente umida di passione.
Statuariamente eretta sulle elevatissime calzature, unico elemento consentitomi di tenere, mi osserva con la compiaciuta arroganza di chi sa di potermi fare ciò che vuole mentre a propria volta si denuda confermando quanto già avevo perfettamente intuito.
Piegata in avanti, con le mani poggiate contro ad una cassettiera, sopra la quale lo specchio mi consente chiaramente di vederlo alle mie spalle apprestarsi alla profanazione, ne avverto la molle protuberanza strofinarsi tra le intime labbra aumentare di consistenza entrandomi in corpo a suggello del rito.
Il flaccido ventre di lui, sbattendomi sulle reni, mentre vengo abbondantemente percossa con verve dal pene, che seppure minuto mi impone gementi reazioni emotive, genera quelle frementi convulsioni che indicano una facile resa.
Auto stimolandomi sulla clitoride ne percepisco lo sfogo imminente, che accolgo nelle viscere con urla di gratificante abbandono lasciandomi trascinare sul letto ormai privata di ogni possibile facoltà intellettiva.
Palpandomi in ogni dove, ed infilandomi la lingua in fondo al palato, soffoca impossibili resistenze, nell'attesa di potermi ancora stuprare, questa volta obbligandomi a riceverlo anche analmente, ma non prima di avermi fatto degustare per bene, sino in fondo alla gola, il sapore residuale della sua gelatina spermatica.
Sodomizzandomi senza pietà gode delle mie supplichevoli ovazioni, obbligandomi alla palese ammissione di quanto un simile trattamento riesca incredibilmente ad eccitare la mia recondita indole, fornendo ulteriore conferma di quanto sia realmente quella insospettabile porca che ogni uomo vorrebbe avere tutta per se.
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8 years ago
gloria1951,
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Costretta legata ad un letto.. 2 parte
Quando aprii gli occhi non sapevo dire che ore fossero. Mi aveva svegliato una sensazione piacevole di cui solo una volta uscita dal dormiveglia capii l'origine.. aprii gli occhi e lo vidi: il mio aguzzino era chino su di me, la sua lingua stimolava ogni più remoto antro della mia fica. Era la prima volta che venivo leccata in quella zona, e la cosa mi stava provocando un brivido paradisiaco che faticavo a contenere. Lui probabilmente se ne accorse perchè lo sentii sorridere soddisfatto e leccare con più gusto. Aprii gli occhi e vidi che le mie mani erano ancora legate alla testiera del letto, come la sera precedente. Provai a chiudere le gambe “Ma che sta facendo?” , provai a ribellarmi, ma lui le teneva ben aperte e la mia resistenza era vana. Mi guardò e sorrise, di nuovo quel sorriso di chi si vuol prendere gioco di me. Si spostò accanto a me, “Buongiorno zoccoletta...” accarezzandomi un seno con la mano e baciandomi l'altro “Hai dormito bene?” ..sentii la sua mano percorrermi il corpo e arrivare di nuovo fra le mie gambe.. io le richiusi, tentando di ribellarmi.. non mi avrebbe violato ancora.. ma lui mi guardava con quel suo sorrisino, muovendo le dita fra le mie grandi labbra inferiori “Questa notte non facevi tanto la ritrosa...... ho sentito come ti piaceva mentre ti toccavo, sai? Anche se facevi finta di dormire...”
Era vero. Quella notte il porco era rimasto a dormire accanto a me.. lo avevo sentito muoversi, il suo respiro su di me, il suo corpo nudo contro il mio. Per tutta la notte il suo membro era stato a contatto con la mia pelle, mentre la mano del porco, a suo piacimento, mi toccava, mi esplorava. Io fingevo di dormire: lo sentivo stringermi i seni, baciarmeli, leccarmeli, percepivo le sue dita che si facevano strada dentro la mia vagina. Io non volevo dargli soddisfazione, cercavo di controllare i sospiri di piacere, ma quando sentivo la sua mano allontanarsi da me, stringevo le cosce, fingendo dei movimenti involontari nel sonno, costringendola a rimanere dentro di me.
“A parole puoi dire quello che vuoi, ma io conosco il corpo di una donna.. ti piace essere toccata.. ti piace come ti leccavo poco fa...” mentre diceva così la sua mano ancora mi esplorava “... ti piace quando i ragazzi ti leccano la fica?” “Veramente è la prima volta.. non mi hanno mai leccata” “Ah..” sorrise soddisfatto “..però ti piaceva....e magari vorresti anche che continuassi, eh..?” . Io non risposi, ma i miei occhi timidi erano eloquenti: imploravano, urlavano che ricominciasse. Lui lo capì e tornò col viso fra le mie gambe. Questa volta non feci obiezioni, anzi le mie gambe erano molli e si arrendevano sotto le sue mani. La sua lingua calda mi esplorava, mi accarezzava, mi eccitava. Ebbi il mio primo orgasmo senza bisogno di penetrazioni. Il porco bevve tutti i miei umori assetato.
“Mmh.. sei proprio una verginella coi fiocchi tu..” “ Io non sono vergine..” “Una che non è mai stata leccata per me lo è.... adesso vieni qui... forza!” .. mi piegò le gambe, costringendomi a mettermi seduta.. si mise davanti a me, il suo membro davanti al mio viso. Capii immediatamente cosa dovevo fare. “Fammi un pompino! Voglio godere io adesso! Prima di andare a lavoro..”. Mi spinse la testa contro il suo pene, facendomelo inghiottire quasi tutto d'un colpo: lo sentii sbattere contro la gola ed ebbi quasi un conato. Tenne la mano dietro la mia nuca, accompagnandone il movimento. Ben presto si rese conto che non era necessario guidarla: mi piaceva quello che stavo facendo. Lo succhiavo, baciavo la cappella, la mia saliva cominciava a mischiarsi con i suoi umori, premevo volontariamente il mio viso contro il suo corpo, soffermandomi per diversi secondi con il pene tutto bene dentro, fino in fondo, finchè non mi mancava l'aria ed ero costretta a riprendere fiato. Accelerai il ritmo guidata dal crescendo del suo eccitamento espresso anche a voce alta.
Mi venne in bocca. Continuai a succhiargli il pene anche dopo la fine del suo godimento, quando esausto mi accarezzò i capelli dicendomi “Sei stata bravissima.... adesso vado a farmi una doccia.. quando torno dal lavoro ci penso io a te...” “Aspetta..”. Il mio tono era remissivo, di supplica. “Che c'è?” mi chiese. Io non risposi. Mi avvicinai di nuovo al suo pene sporco del suo stesso sperma: lo leccai, lo inghiottii. Glielo ripulii ben bene, mi leccai le labbra con la punta della lingua e sorrisi. “Adesso puoi andare. Io ti aspetto qui.”
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8 years ago
ladybutterfly,
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Ancora tua
Emmanuelle stava tornando dalla segreteria del suo studio quando improvvisamente sentì le note di "minuetto" provenire dal suo cellulare lasciato sulla scrivania....le gambe le si immobilizzarono, un pugno allo stomaco le impedì di respirare....non sentiva quella suoneria da circa due anni. Un turbinio di emozioni la invase, nessuna delle quali però la avvicinò neanche per un attimo all'idea di cancellare o non rispondere al messaggio.
"Hai vinto tu". Lei sapeva bene a cosa si riferiva ma si crogiolò nell'opportunità di sentirglielo spiegare.
Lui aveva provato in tutti i modi a tenerla lontano ma alla fine era tornato a cercarla, voleva riprendersela e non aveva troppi dubbi sul fatto che l'avrebbe trovata pronta e responsiva, forse incazzata, un pò ferita, ma sicuramente disponibile. E questo lo faceva impazzire.
Tutto ricominciò.
L'attesa, le fantasie, il desiderio, la perversione di un rapporto in cui dominato e dominatore non erano chiaramente distinti.
Lui potente nella consapevolezza di avere sempre un posto caldo tra le sue gambe, lei sedotta da 30 anni di tensione sessuale. Lui che la sera fantasticava sulle possibili esperienze erotiche in cui, con un po' di pazienza, l'avrebbe potuta condurre. Lei che la notte lo sognava e si svegliava sudata e vogliosa.
Nonostante tutto ciò ci vollero mesi prima di riuscire ad organizzare l'incontro, mesi in cui ognuno per sé o insieme dedicarono moltissimo tempo a tenere vivo il desiderio reciproco.
Ma poi il momento arrivò.
Era una giornata fredda, Emmanuele sentiva rimbombare sul marciapiede il suono dei suoi tacchi e provava a sincronizzarlo con quello del cuore che batteva all'impazzata. Continuava a pensare all'incontro, a tutte le cose da dire, alle paure, poi se lo immaginò tranquillo sul treno, a leggere il giornale, a differenza di lei, assolutamente padrone dei suoi sensi e delle sue intenzioni, e questo bastò a tacitare tutte quelle voci nella mente. Si focalizzò sull'idea di tutto il godimento che avrebbe provato e buttò fuori di sé il resto. Niente avrebbe dovuto minare quella giornata.
Di conseguenza spense il cellulare.
Non sto qui a perdermi nei dettagli dei primi istanti... si rinnovò immediatamente per lei la certezza che l’attrazione nei suoi confronti fosse la più potente che avesse mai provato in vita sua, per lui il bisogno impellente d’esserle dentro.
Non ebbero il tempo di chiudersi la porta della stanza d'albergo alle spalle che già la mano di lui era in mezzo alle cosce di lei e lei....prontamente le aprì.
Subito si sentì redarguire: "ahi ahi Emmanuelle...sei proprio dispettosa, perché ti ostini a mettere gli slip? Mi sembrava fossimo d'accordo...."
"Ti sembrava male!" rispose, con un pizzico di astio.
Allora invece di sfilarli, lui se li attorcigliò intorno al pugno, facendo penetrare il filo del perizoma tra le labbra, e cominciò a strusciarli avanti e indietro, guardandola dritto negli occhi, aspettandosi un cenno di dissenso che questa volta non sarebbe arrivato. Anzi il respiro di lei divenne più ritmico e profondo, ma soprattutto, a sorpresa, sostenne quello sguardo avido fino a che lui non cedette alla fame del suo sapore.
La gettò sul letto, e una alla volta, le posizionò le gambe, piegate, aperte, poi infilò la testa sotto il vestito e andò dritto al suo recesso già infinitamente bagnato. La lingua si spinse dentro, leccando e facendosi strada tra i tessuti sensibili. I fianchi di Emmanuelle si muovevano senza posa, e il corpo implorava in silenzio di averne di più.
"Dio" rantolò lui "Ho desiderato posare la bocca sulla tua fica quasi ogni giorno, da quando ti ho conosciuta".
La sua lingua morbida e vellutata guizzò sul clitoride turgido. Lo succhiò con delicatezza e leccò con ardore. Lei si contorse mentre l’orgasmo la scuoteva. "Guardami negli occhi quando vieni per me" e lei, con fatica, li aprì e lì agganciò ai suoi.
La stanchezza durò pochi istanti, Emmanuelle si mise seduta e lo osservò in ogni più piccolo dettaglio, lo conosceva bene ma le sembrava al contempo sempre uno sconosciuto. E questa incongruenza la eccitava da morire: un volto, un corpo noto e al tempo stesso così tanto mistero da scoprire.
Lo avvicinò a sé tirando per la cintura dei pantaloni e cominciò a sbottonargli la camicia, lentamente, senza fretta. D'altra parte lei aveva già potuto godere di uno stupefacente orgasmo, poteva prendersi del tempo. Lui no invece, lui era ancora infinitamente eccitato e quel temporeggiare era una tortura. Emmanuelle lo capì non appena gli sfiorò il cazzo da sopra ì jeans e lo sentì pulsare. Ma non le bastava, voleva fottergli il cervello. Si avvicinò all'orecchio e con non poca fatica gli sussurrò: "ora mi scopi, forte, mi vieni dentro e ti riprendi ciò che è tuo: me!"
Le entrò dentro ad occhi aperti per non perdersi nemmeno un istante di quel momento, di quella connessione, di quel piacere così a lungo rinnegato. "Abbandonati a me e godi" disse con voce rassicurante. E cominciò a pompare, prima lentamente, disegnando col bacino languidi cerchi, poi sempre più rapidamente, parlandole a fatica nell'orecchio, in modo che ĺei mai avrebbe potuto scordare quella voce.
Non ci fu niente di gentile nei loro movimenti, niente di romantico, solo istinto puro e sfrenato. Tutta la tensione accumulata in quei mesi, scaricata in respiri affannati. Il godimento così intenso da togliere il fiato, le fronti imperlate di sudore, i loro movimenti aggressivi e scomposti, come se non potesse essere mai abbastanza, mai troppo profondo, mai troppo intenso. L’asta strizzata dalle ondate di piacere di lei. I testicoli contratti, schiantati contro la sua carne morbida e calda. Emmanuelle venne gridando e lui la seguì, affondando nel suo ventre come se volesse seppellirsi in lei, riversando tra le sue gambe il fiotto caldo di sperma.
Rimasero stesi, sporchi dei loro fluidi appiccicosi, a parlare per diverso tempo. Quasi la fame si fosse saziata e potessero dedicarsi a ricostruire anche l'intimità emotiva tanto minata dai recenti trascorsi. Ma anche con le parole non riuscivano ad allontanarsi troppo dalla tensione erotica che li coinvolgeva.
E poi ricominciarono. Lui la penetrò ancora e ancora.... Scivolava dentro di lei, come fosse il suo rifugio e lei, ogni volta, lo accoglieva con entusiasmo. A volte la trovava già abbondantemente bagnata, altre volte la allargava con le dita e la masturbava sapientemente. Accompagnava l’intrusione ritmica dell’anulare e del medio con piccoli cerchi precisi sul clitoride, piegato su di lei, mentre con la lingua giocava con i seni esposti. Non smetteva finché non vedeva il suo viso, di solito composto, stravolgersi di piacere e finché non l'aveva fatta gemere, chiedendo più o meno esplicitamente di entrarle dentro e scoparla nuovamente.
Emmanuelle guardò l'orologio, sapeva che a breve si sarebbero separati nuovamente per chissà quanto tempo, mesi....forse anni. Non amava fare la prima mossa per cui la prese alla larga. Gli accarezzò a lungo le cosce e poi afferrò il suo membro ora morbido, lo prese in bocca, lo assaporo ' con voluttà, sapeva degli umori di entrambi.
Iniziò a giocare con la punta turgida, seguì la grossa vena inferiore con la lingua, dolcemente, attentamente. Dalla base alla punta, lo leccava e accarezzava, tremendamente alimentata dal suo godere. Era estasiata dal sentirlo crescere rapidamente ad ogni passata di lingua. Aveva le guance rosse, e lo leccava ansimando, chiudendo la bocca lateralmente sull’asta, sensuale, appassionata. Lui le afferrò la testa con entrambe le mani e cominciò a muoversi nella sua bocca accogliente, sempre più veloce. Solo un attimo si fermò, godendosi lo spettacolo della bocca piena del suo cazzo. Emmanuelle sapeva che stava per venire, in altre occasioni si sarebbe scostata ma...in quella no, lo volle prendere completamente, bere il suo seme. Lui s’inarcò per spingersi meglio nella sua bocca e la riempì, guardandola ingoiare a occhi socchiusi.
Quando ebbe finito, Emmanuelle prese un fazzoletto bagnato e glielo passò sul membro che piano piano si stava rilassando, lo fece con delicatezza, con la solita paura di sbagliare, magari di infastidirlo o fargli male. Lo fece con estrema dedizione, pensando "sono venuta al mondo per soddisfarlo" e su questo, invece, non nutriva alcun dubbio.
Fu con quest'ultima consapevolezza che lo lasciò alla stazione, con questa e con i tanti nuovi ricordi che l'avrebbero svegliata di notte, vogliosa e sudata da lì in poi.
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8 years ago
Maja71,
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Alla costa dei barbari 5
Alla costa dei barbari 5
Qualche giorno dopo, come da accordi presi in spiaggia, il “secco” si presentò a casa nostra. Io, la sera prima, avevo preparato un pranzetto gustoso e piccantino in modo da non doverci pensare quando il secco sarebbe venuto ed essere completamente liberi di divertirci con lui, ma nel contempo avere la possibilità di rifocillarci alla bisogna.
Ci prendemmo un caffè e poi ci dirigemmo, immantinente in men che non si dica, in camera da letto per dare il via alle danze erotiche. Sia io che Monica eravamo eccitati e vogliosi,, non vedevamo l’ora di spogliarci e farci possedere da quel magnifico, grandissimo chiavatore.
Giunti in camera ci spogliammo, quasi con frenesia, e non appena il secco fu nudo Monica si fiondò sul suo cazzo, iniziando a suggerlo in maniera vorace. Io, guardandoli iniziai a masturbarmi e, inchinatomi dietro a Monica, iniziai a leccarle la fica arrivando sino al buco del culo. Il secco allontanò la bocca di Monica, si distese, l’attirò su di se e la fece impalare sul suo cazzo dicendole: “Eccolo, prenditelo e giocaci come meglio ti aggrada.” Lei si posizionò sopra di lui e si impalò, aggiustandoselo tutto con rapidi movimenti delle natiche; rimase ferma per un bel po’, gustandoselo fino in fondo. Quindi… dopo una decina di minuti… iniziò un sali e scendi su quello splendido totem che la portò, in breve, ad emettere suoni disarticolati per il piacere che provava. Io, dietro di lei, iniziai a stuzzicarle il buco del culo e, prendendo un po’ di Luan, a massaggiarglielo ed allargarlo con calma, arrivando ad infilarle tre dita nel culo che andai a divaricare per aprirla meglio. Il secco, intanto, le aveva preso in mano i seni e glieli stava pastrugnando, torturandoglieli e stringendole i capezzoli, tanto che lei iniziò, per il piacere che le stava procurando, a godere scuotendo la testa e urlando “ Sì, così,… mi fai impazzire….” E schizzò fuori dalla fica un fiotto di densa crema che sembrava quasi sperma. E si accascio sul petto del secco, una massa inerte e disarticolata. Nel mentre io non mi ero fermato dal masturbarle l’ano, pratica che, pur nella sua goduria, aveva dimostrato di gradire.
Era pronta, perciò, per il secondo atto. Il secco si sfilò da sotto a lei. La fece distendere sul letto (lei era ancora semincosciente per il piacere provato) le salì sopra e…. se la inculò. Una volta penetratala completamente, si fermò aspettando di cogliere qualche segno di vita ma vista la mancanza di reazione da parte di lei iniziò ad incularla, lentamente, con pazienza, senza fretta, colpi lunghi e successiva estrazione quasi totale, affondando nuovamente in maniera completa.
Dopo una decina di minuti di questa pratica lei iniziò a dare segni di riaversi, mugugnando parole senza senso inframezzate da qualche “Sì… così… ancora… Dio che bello..” Iniziò anche ad agitare un po’ il culo, andando ancor più incontro al cazzo che la stava possedendo. Il secco aveva iniziato ad accelerare i colpi, affondandoli ancor più, portandola a chiedere di farla godere. Infilai la mano sotto di lei ed iniziai a sgrillettarle il clitoride, e ben presto la portai a godere urlando “sìììì… mi state facendo impazzire…. Godoooo …. Ancora… continuate…. Ecco… vengoooo … o mio Dio, mi state facendo morire… “ e svenne !
Il secco uscì dal suo culo e le godette sulla schiena, spalmandole la sborra addosso ! Una quantità incredibile ! Io ero eccitato da matti e mi fiondai sul suo cazzo per succhiare e leccare gli ultimi schizzi che stava emettendo, assaporando con gusto il suo piacere, cosa che lui gradì molto. Io rimasi con il suo cazzo in bocca, cercando di farglielo rimanere turgido. In questo il secco era incredibile: non gli si ammosciò neanche un po’ e dopo qualche minuto iniziò a chiavarmi in bocca come se non avesse appena goduto. Pazzesco ! Io ero al settimo cielo: iniziai a succhiarglielo voracemente ma, ad un certo punto, lui mi fermò dicendomi: “Succhi divinamente ma non ti voglio godere così…. Devi sottostare anche tu alla legge del cazzo e… farti inculare.” Immediatamente smisi di succhiarglielo e mi posizionai spalle al letto, rialzando le gambe che lui si mise sulle spalle, e offrendogli il mio culo che lui, prendendo un po’ di crema che avevo appoggiato sul comodino, mi lubrificò per bene e quando capì che ero pronto, guardandomi fisso negli occhi, mi disse: “ Ecco, bella troietta, ora ti faccio mia…” e me lo infilò tutto dentro in un colpo solo. Poi si fermò gustandosi il mio cercare di recuperare il fiato ed il mio contrarre lo sfintere. Quando fu certo, dalle pulsazioni del mio retto, che mi ero abituato alla penetrazione e non sentivo più dolore, iniziò ad incularmi con un lento va e vieni che mi portò quasi alla pazzia poiché avevo iniziato a bramare una maggior penetrazione, ad essere posseduto come la troia qual ero. Invece continuava con il suo lento andirivieni, facendomi agognare di sentirlo godere, di riempirmi completamente con la sua sborra. Andò avanti così per una buona mezz’ora, mandandomi fuori di testa al punto che avevo iniziato a dirgli “Godi, ti prego… riempimi… fammi tua..” Ma lui, sadicamente, (d’altronde aveva goduto poco prima) faceva orecchie da mercante e continuava ad incularmi allo stesso ritmo. Monica, nel frattempo, si era riavuta e lo aizzava a continuare ad incularmi senza ascoltare le mie proteste ed aveva iniziato a torturarmi i capezzoli, aumentando così il mio stato di erotizzazione. Stavo dando i numeri. Mentre lo faceva si girò verso di lui e lo baciò, infilandogli in bocca tutta la lingua e duellando con la sua, ma così facendo provocò in lui una scossa che lo portò a godermi dentro riempiendomi con un clistere di sborra.
Finalmente !! Dovette fermarsi per riuscire a scaricare tutto ciò che aveva nelle palle. Io ero esausto ma sazio ! Come avevo sentito che si stava scaricando dentro di me avevo iniziato anch’io a godere, con schizzi lunghi ed abbondanti, che mi erano ricaduti addosso ma avevano colpito anche lui sul mento. Ci fermammo a riprender fiato e Monica andò a prendere una spremuta per dissetarci un po’.
Dopo una mezz’ora mi accorsi che il compagno di giochi del secco dava ampi segni di risveglio e lui incominciava ad essere irrequieto: aveva iniziato a palpare Monica in maniera possessiva e la stava sgrillettando.
La fece rialzare e la portò nuovamente in camera da letto facendomi cenno di seguirli. Lì giunti mi fece distendere sul letto, ordinò a Monica di farmelo rizzare e, una volta soddisfatto del risultato, la fece impalare sul mio cazzo piegandola verso di me. In quella posizione il culo di Monica si offriva in bella vista ai suoi desideri e dicendomi “Tu hai una culo splendido, ma quello della tua donna mi attizza da morire”… le umettò il buco del culo con della pomata e, una volta contento del risultato, la inculò in un’unica mossa. Mi trovai, così, ad incontrare attraverso il sottile velo divisorio tra culo e fica, con il cazzo del secco.
Una sensazione particolare che Monica sembrò gradire moltissimo. Ce la fottemo a grandi colpi, tanto da farla biascicare “Così… fottetemi…. di più… ancora…ancora… di più…. Dio che bello…. Mi fate impazzire…. Non vi fermate… continuate… più forte…. Ecco, così…. Godoooo…. Godooo…”
E le sborrai dentro, mentre il secco, come un martello, continuava a stantuffarla, a non darle tregua, infaticabile, insaziabile. Monica godette senza limiti di continuità, ululando tutto il suo piacere, senza fermarsi. Godeva e… continuava a godere, senza sosta. Quando sentì di averla portata al limite… godette anche lui, scaricandole nel culo una cascata di sborra. Ristette per un po’, ancora ben turgido dentro di lei e poi….. le pisciò nel culo facendole assaporare un nuovo piacere che la portò ad urlare “Oh mio Dio… non avevo mai provato una cosa così !” … Ma nel contempo la fece scattare e correre in bagno per liberarsi.
Al suo ritorno decidemmo che era ora di mangiare qualcosa. Pertanto ci mettemmo a tavola ad assaporare ciò che avevo preparato la sera prima, il tutto accompagnato da uno splendido vinello (un Gutturnio, un po’ frizzante, che ben si accompagnava). Prendemmo il caffè, ci fumammo una sigaretta e poi io e Monica ci guardammo negli occhi e capimmo che avevamo ancora voglia del secco. Lui si era goduto i nostri sguardi ed aveva capito perfettamente che era lui il nostro padrone, che ci aveva in pugno e poteva fare di noi ciò che meglio gli aggradava. Eravamo succubi dell’erotismo che sapeva trasmetterci e che ci condizionava.
Perciò si alzò da tavola e mise il suo attrezzo (che era già in erezione) davanti al volto di Monica dicendole: “questo è il tuo dolce di fine pasto. Assaporalo per bene !” E nel contempo mi invitava ad avvicinarmi e, una volta vicino a lui, mi metteva< una mano sulle chiappe ed iniziava a masturbarmi il culo mentre mi baciava. Come ebbi già modo di dire, pur nella sua bruttezza emanava un erotismo pazzesco e, a quel punto, baciarlo era una cosa normale. Tra l’altro… sapeva baciare come sapeva scopare. Un maestro. Monica gli stava succhiando il cazzo mettendoci tutto il suo sapere in fatto di bocchini e nel farlo, stando ancora seduta a tavola, si stava sgrillettando a spron battuto, mugugnando dal piacere.
Nel mentre, con l’altra mano, gli stava stuzzicando lo sfintere, cosa che lui dimostrò di gradire, riuscendo ad infilargli almeno un dito e portandolo a goderle in bocca senza che lei se ne facesse scappare una goccia. Il tutto lo percepii attraverso i suoi baci che mi fecero sentire tutto il suo piacere.
Una volta goduto mi lasciò andare per rifiatare ed io potei baciare Monica per assaporare un po’ dello sperma del secco. Che libidine ! Eravamo tutti ad uno stadio pazzesco di erotismo, di goduria e di lussuria. Avevamo superato ogni limite e il livello al quale eravamo giunti non ci bastava più ma…. c’era uno stadio ancor più avanzato ?
Dimostrando una volta di più di essere una vera e propria macchina sessuale, il secco ritornò, in breve, in erezione reclamandomi come sua prossima vittima sacrificale e prendendomi e spingendomi dal culo, mi riportò in camera da letto dove mi fece distendere, posizionò le mie gambe sulle sue spalle, prese dal comodino un po’ di Luan, me lo spalmò per bene dentro e fuori il mio culo, si posizionò in maniera acconcia tra le mie gambe e…. me lo infilò con un unico movimento in avanti, facendomi fare una grossa inspirazione. Dio… che bello sentirsi penetrare da quello splendido cazzo, usato a dir poco in maniera sublime. Ristette per qualche minuto dentro di me per darmi il tempo di assuefarmi all’intrusione e godermelo tutto, poi…. iniziò con un lento va e vieni, come sua consuetudine, per farmi desiderare di essere posseduto.
Dopo una decina di minuti di questa tortura ero già pronto ad urlargli di possedermi più a fondo, in maniera più energica, ma avendo capito che era questo ciò a cui aspirava (sentirmi pregare di essere posseduto, di farmi sua) mi trattenni per non dargli soddisfazione, ma era dura. Mi stava portando alla pazzia, ero una bambola di pezza tra le sue mani. Monica, nel frattempo, aveva avuto una bella pensata: visto che prima, mentre lo stava sbocchinando, era riuscita a stimolarlo ed a infilargli un dito nel retto, si era munita, senza che lui la vedesse, di uno strap-on che le avevo regalato tempo prima per usarlo nei nostri giochi e preso del Luan aveva iniziato a massaggiargli il retto, stimolandolo ed insinuandogli pian piano prima un dito e poi anche un secondo senza che lui dimostrasse fastidio. Anzi… aveva iniziato a fottermi in maniera più decisa, sembrava che la cosa lo stimolasse. Una volta che lo ebbe stimolato per bene gli si avvicinò e, pian piano, dopo avergli allargato le natiche come per guardargli il buco, gli si avvicinò, gli appoggiò lo strap-on al buco, facendo finta che fosse di nuovo un dito e poi….. glielo infilò in un colpo solo. La cosa si ripercosse nel mio culo, poiché fece un salto in avanti che quasi mi sfondò. Per un attimo respirò a fondo, fermo, poi senza dire ne “Hai… ne Bai “ riprese ad incularmi in modo sostenuto, nel mentre Monica, adattandosi al suo ritmo, lo inculava brutalmente.
Fu così che, dopo un po’, iniziò a digrignare i denti, a dire “Mi stai facendo impazzire!” e dopo qualche altro momento urlare “Godoooo… oddio come godooo…. Bestiale… non ho mai goduto tanto…” iniziando a scaricarmi in culo una sborrata pazzesca, un vero e proprio torrente in piena che mi portò a godere anch’io e schizzare tutto il mio nettare sul letto. Monica continuò a chiavarlo ancora per qualche momento finché non godette anche lei, ma rimanendo ancora ben infissa dentro di lui.
Passati dieci minuti finalmente quel groviglio di corpi si sciolse, Monica uscì da lui, lui da me e ci distendemmo sul letto a riprender fiato.
Alla fine… ci guardammo negli occhi e…. quasi contemporaneamente ci dicemmo “Cazzo… che goduta… non avevo mai goduto tanto !”
Andammo a farci una doccia e ci ripromettemmo di riprovarci quanto prima.
P.S.: Graditi commenti, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 years ago
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A sabaudia - 2
A Sabaudia – 2
La mattina dopo ci svegliammo e …. fu come se fossimo una coppia da sempre. Bacini, un po’ di carezze, un po’ di eccitazione ma…. dovemmo sbrigarci perché i tempi erano corti ed io dovevo andare in cantiere.
Fu quasi automatico accordarci per vederci a pranzo e decidere che sarei andato a stare da lui. Nonostante la violenza con cui mi aveva stuprato mi sentivo desiderato e ciò mi provocava uno stato di sottomissione ed un desiderio di darmi a lui completamente. In un battibaleno era diventato il mio uomo e mi sentivo di essere sua, desideravo essere posseduta, permettergli di prendermi ed assoggettarmi ai suoi desideri.
Iniziò, così, una vita di coppia. Solo nel week-end ritornavo ad essere il marito di una donna, rientrando a Roma per due giorni. Durante la settimana ero in parte un geometra professionista ed in parte la “femmina” di un maschio possessivo che mi palpava e mi prendeva ogni volta che lo desiderava, possedendomi con maschia energia.
Normalmente, dopo avermi baciato lussuriosamente, mi stendeva sulla schiena, mi rialzava le ginocchia portando le mie gambe a poggiarsi sulle spalle e, fissandomi negli occhi, mi penetrava profondamente, iniziando a muoversi dentro di me lentamente, cercando di leggere nel mio sguardo il piacere che riusciva a darmi. Piacere che, dopo un po’ di quell’andirivieni, mi portava a chiedergli di aumentare i colpi, di fottermi come una troia qual ero, di farmi sentire quanto mi desiderasse e riempire la mia “fica” con il suo sperma. Ed allora scatenava tutta la sua libidine, aumentando i colpi, portandoli in maniera più forte, possedendomi totalmente, sino ad arrivare a sborrarmi dentro in quantità industriale e schizzandomi le ultime gocce sul viso, così che le potessi leccare e condividerle, poi, con lui con un bacio libidinoso che mi portava a godere. Fu un anno di sesso continuo. Mi aveva aperto il culo totalmente, lo aveva reso così elastico che ogni tanto si divertiva a infilarmi la mano e scoparmi con essa mentre mi martoriava i capezzoli con la bocca. La mia parte “femminile” era più che soddisfatta e mi portava a gratificarlo con dei pompini che lo mandavano fuori di testa.
P.S.: Sono graditi i commenti, positivi o negativi che siano, anche sui racconti da me già pubblicati. Grazie
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8 years ago
admin, 75
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Caraibi 2
Impiegai qualche attimo per realizzare quello che mi stava dicendo, poi riuscii a metterlo a fuoco nel controluce della porta finestra della camera da cui penetrava il sole cubano.
Un languore mi prese nell’osservarlo: pantaloncini corti color cachi in stile militare, camicia bianca di un tessuto simile alla garza, calzettoni bianchi e scarponcini da trekking, portava i capelli sciolti e un berretto con visiera della locale università, era bellissimo.
"Ma tu non dormi mai? – gli chiesi – Sono appena le otto e io sono in vacanza". Proprio non mi andava di lasciare quel letto così accogliente e la fresca atmosfera della stanza immersa nell’aria condizionata. Ma lui era implacabile: "Le otto?, veramente io ho già fatto l’allenamento in piscina, prima di venire qui, cosa desideri per colazione?".
Stiracchiandomi senza ritegno di fronte a lui, gli chiesi una tazza di tè nero e una fetta di pane con marmellata di fragole. Armeggiò per un attimo e poi mi porse il vassoio appoggiandolo sul bordo del letto, sedendosi anche lui sul bordo.
Mi sorrideva, come solo può sorridere un ragazzo della sua età pieno di energie e di entusiasmo. "Ti ho portato degli abiti per l’escursione di oggi, sono di Teresa, penso che dovrebbero starti perfettamente, avete la stessa taglia, mi sembra". La cosa mi stupì, di solito gli uomini, compreso mio marito, non sanno la differenza tra una taglia e l’altra, una misura di reggiseno o di uno slip, Manuel sembrava avermi valutato con molta attenzione il giorno prima. Effettivamente Teresa era molto simile a me, stessa altezza, forse un po’ più seno, ma i fianchi e le gambe erano molto simili, non per niente Teresa era una bella ragazza!
In ogni caso rimasi infastidita al solo pensiero di indossare degli abiti di Teresa, anzi rimasi stupita che avesse acconsentito a prestarmeli, comunque non indagai oltre e mi gustai la colazione, servita da quell’ incredibile cameriere. Mentre mangiavo Manuel non mi perdeva d’occhio un istante, era bello mangiare con lui che ti serviva attento a soddisfare ogni richiesta. Poi fummo interrotti dal suono del telefono della camera, alla cornetta c’era Paolo che mi salutò: "Ciao tesoro, mi passi Manuel che abbiamo un problema con i permessi di pesca!"
Come diavolo faceva Paolo a sapere che Manuel era in camera da me, pensai alquanto irritata mentre porgevo la cornetta a Manuel. Mentre loro parlavano al telefono di autorizzazioni, permessi di pesca, moduli da presentare nella capitaneria di porto, continuavo a rimuginare sul fatto e alla fine giunsi alla conclusione che, conoscendo le mie abitudini, doveva essere stato Paolo a dire a Manuel di buttarmi giù dal letto se volevamo fare l’escursione.
In ogni caso la cosa mi dava fastidio e decisi di vederci chiaro, per cui visto che il mio cameriere era impegnato al telefono mi sporsi in avanti a prendere il bicchiere con il succo d’arancia e nel farlo lasciai scivolare il lenzuolo che mi copriva il seno.
Non feci nulla per trattenere il lembo di stoffa e con tutta la naturalezza possibile continuai a fare colazione a seno nudo come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. A Manuel, poggiando la cornetta del telefono, non era sfuggita la cosa, vidi indugiare il suo sguardo sul mio seno e subito sentii i capezzoli indurirsi, come se lo sguardo li avesse fisicamente accarezzati, rimasi turbata da quella sensazione e come una stupida liceale mi affrettai a ricoprirmi. Manuel si avvicinò, pensai che mi avrebbe baciata dopo quell’ invito malcelato, ma disse: "Attenta ti è caduta la marmellata nel letto" raccogliendo il piccolo contenitore di plastica e rimettendolo sul vassoio.
Irritata, gli chiesi: "E Teresa come mai non è con te?" Per un attimo non rispose, stupito da quella domanda e dal riferimento a Teresa. "La mattina va a scuola, ci vediamo sul tardi eventualmente". Mi pentii subito di quella domanda che rivelava il mio disagio e gli chiesi di voltarsi per permettermi di andare in bagno per prepararmi. Feci una doccia veloce e rientrai in camera con l’accappatoio . I vestiti di Teresa erano proprio della mia taglia e di gran gusto: un paio di short verde scuro e una t-shirt bianca, che indossai sopra il costume acquistato prima di partire. Raccolsi i capelli con un fermaglio elastico e allo specchio decisi che il risultato finale era passabile. Manuel fu soddisfatto che il tutto fosse di mio gradimento e mi porse un berretto simile al suo: "Il sole di Cuba non perdona" aggiunse.
La convertibile ci aspettava di fronte all’albergo e dopo essere saliti a bordo, Manuel si diresse velocemente, come solo sanno fare quelli del luogo alle prese con il traffico disordinato della capitale, verso la periferia.
"Dove mi stai portando?" gli domandai "È una sorpresa, Giulia, sono riuscito a farmi dare dal mio professore di botanica le chiavi della Grotta Majore, dove teniamo le colture del laboratorio genetico; so che sei una appassionata di fiori e sicuramente apprezzerai quello che ti mostrerò"
Non riuscivo a capire come Paolo avesse avuto il tempo, in pochi minuti, di raccontargli anche questi dettagli. Certo non immaginavo che lui e Manuel fossero in contatto via e-mail da un paio di mesi, durante i quali Paolo aveva avuto il tempo di organizzare tutto il nostro viaggio nei minimi dettagli comprese le fortuite coincidenze che mi sorprendevano sempre più.
Quando Manuel mi disse che eravamo arrivati, ci trovammo di fronte ad un cancello con la targa Università dell’Avana, botanica e genetica. "Vieni" mi disse aprendo il cancello.
Fatti pochi passi ci infilammo in un sentiero dove il profumo dei fiori ci raggiunse, era talmente intenso che rimasi stupita. Ci addentrammo e dopo un po’ il sole sparì alla nostra vista a causa dei rami degli alberi che formavano un soffitto vegetale molto fitto.
Manuel proseguiva con passo spedito, soffermandosi di tanto in tanto ad osservare alcuni innesti che portavano delle etichette di legno. "Fai attenzione ora dobbiamo scendere". Mi tese la mano per guidarmi e scendemmo alcuni scalini ricavati nella roccia, l’umidità era molto forte ma la vegetazione circostante attenuava in modo sensibile il calore dei raggi del sole. "Aspettami qui un attimo, poi ti aiuto a scendere". Aiutandosi con un corrimano in corda scese un piccolo dislivello roccioso, e poi mi invitò a fare lo stesso, mi sentii afferrata dalle sue mani che mi guidavano nella discesa, il mio corpo scorreva sul suo mentre mi calavo, per un attimo mi ricordai delle sensazioni che avevo provato la sera prima quando avevamo ballato insieme. Le sue mani percorrevano le mie gambe, i fianchi e mi ritrovai sul pavimento di roccia che costituiva una piattaforma con un foro di ingresso sul lato sinistro.
"Siamo quasi arrivati!" mi disse indicando una pozza d’acqua di mare trasparente. "Dobbiamo immergerci in acqua se vogliamo vedere la grotta, l’ingresso principale, dall’altra parte è ancora chiuso per via dei lavori di costruzione del nuovo montacarichi. Non aver paura si tratta di trattenere il respiro per pochi secondi, lasciamo gli abiti qui".
Manuel cominciò a spogliarsi e rapidamente restò in costume da bagno. Per un attimo restai rapita a guardare il suo corpo, la bellezza di un corpo scolpito dall’attività sportiva e dai vent’anni mi si parava davanti in tutta la sua energia e vigore. Sembrava quasi finto nella totale assenza di qualsiasi traccia di peluria, fatta eccezione per un delicato vello sotto le ascelle appena accennato. Provai uno strano languore allo stomaco ed un rimescolamento mentre mi spogliavo sotto il suo sguardo.
Terminata l’operazione mi parve di notare un cenno di approvazione quando rimasi in due pezzi, Oddio! Due pezzi, un paio ci centimetri di stoffa tenuti insieme da un paio di laccetti sui fianchi e sulla schiena degni più di un bordo piscina che in quella situazione.
Manuel si tuffò in acqua ed attese che lo raggiungessi, l’acqua era talmente trasparente che si poteva vedere distintamente il fondo ricoperto dalla flora acquatica lussureggiante dei carabi. Lo raggiunsi ed insieme percorremmo un paio di metri sotto il bordo della grotta.
Come spuntai dall’altra parte restai senza fiato, la caverna era molto vasta, ci si sarebbe potuta giocare tranquillamente una partita di basket, ma quello che mi colpiva era il pavimento letteralmente ricoperto di fiori, illuminato dalle lampade poste sul soffitto della grotta, dalla tonalità leggermente azzurra.
Tra i fiori, un sentiero attraversava tutta la grotta, si sentiva forte il profumo che emanavano misto ad un aroma di muschio. La temperatura era poco più di ventiquattro gradi tenuta costante dall’isolamento dovuto alla roccia scaldata in superficie dal sole.
"Sei la prima estranea che visita questa meraviglia da molto tempo, ma il professore non poteva rifiutarmi questo favore dopo tutto il lavoro che ho fatto per lui".
Sembrava un angolo di un mondo perduto, mi chinai sui fiori e solo allora notai quanto belli fossero, la flora di Cuba si caratterizza non solo per la varietà delle specie, bensì per il suo essere endemica, essere cioè esclusive dell’isola.
Nella formazione di questo mosaico ecologico di gran ricchezza e diversità hanno influito fattori come la temperatura, l’ umidità, le piogge, i venti, il tipo di suolo e il fatto di essere un’isola.
Diverse varietà del giglio della costa, ma soprattutto le orchidee attirarono la mia attenzione, molte di queste andavano ad alimentare l’Orchideario di Soroa tra L’Avana e Pinar del Rio.
Manuel mi portò in un angolo della grotta e mi fece vedere l’orchidea, frutto del suo lavoro, quella che avrebbe presentato con la sua tesi, era un fiore rosso e carnoso.
Il fiore delle Orchidee è costituito da sei tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti: tepali). Secondo alcuni si tratta di tre petali e tre sepali (foglie modificate).
Il petalo basale unito ad uno stame forma il labello che ha un aspetto tipico a seconda dei generi in questo caso assumeva la forma del sesso di una donna. Si distinguevano le grandi labbra dalle quali prepotentemente usciva il prepuzio di un clitoride rosso fuoco dalla polpa vellutata.
Manuel sfiorò quel fiore come se accarezzasse il sesso di una donna, metteva nel movimento la stessa delicatezza e la stessa voluttà di un amante. "Come l’hai chiamata?" chiesi quasi sottovoce a due passi da lui. Non l’ho ancora deciso, ma ora che ti ho conosciuta stavo pensando di chiamarla Giulia. Cosa ne dici?". "Non mi pare adatto, forse Elisa, il mio secondo nome, sarebbe più appropriato". Nel dire queste parole lo fissai intensamente.
I nostri visi erano molto vicini, troppo vicini, sentivo il suo alito tiepido sulle mie labbra, volevo baciarlo, volevo mordere le sue labbra, volevo leccare la sua lingua, succhiarla, entrare dentro di lui, fu Manuel a risolvere la situazione: "Vieni ti faccio vedere le colture idroponiche" disse alzandosi e versando una cascata d’acqua gelata sulla mia libidine che stava montando.
Mi ritrovai di malavoglia a seguirlo e sorrisi dentro di me nel vederlo assorto nel suo ambiente come un ragazzino, quale mi apparve, che si diverte tra i suoi giocattoli. Era la prima volta dopo l’esperienza con Simone che provavo una forte attrazione fisica per un uomo, ero stupita della mia reazione, non avrei mai pensato di trovare così naturale il pensiero di tradire mio marito, anzi il pensiero di Paolo era l’ultima cosa che passava per la mia testa in quel momento.
Era proprio vero quello che diceva la mia amica Sara, quando si autogiustificava: l’unico modo per non cadere in tentazione è rifuggirle.
Ma le sorprese non erano finite, la mia attenzione fu richiamata da Manuel che mi invitava a seguirlo, attraversammo un cunicolo non molto alto che ci condusse ad una delle uscite della grotta. La forte luminosità che si intravedeva al termine del cunicolo si trasformò in uno spettacolo mozzafiato, un balcone di roccia sospeso sull’oceano come un’enorme finestra da cui la caverna prendeva aria. Il caldo ci avvolse e l’umidità delle goccioline delle onde che si infrangevano poco sotto ricoprì la nostra pelle. Era uno spettacolo da sogno. Rimasi a bocca aperta di fronte al mare che giocava a rincorrersi sino ai nostri piedi per poi esplodere nel fragore delle onde.
Manuel a fianco godeva del panorama come se fosse la prima volta che lo vedeva: "È meraviglioso vero? Io vengo qui a studiare ogni volta che mi è possibile". Lo fissai, il vento che proveniva dal mare gli scompigliava i capelli, sembrava il capitano di una nave mentre affronta il mare in tempesta, non resistetti oltre, mi sollevai leggermente sulla punta dei piedi e mi strinsi a lui che ricambiò l’abbraccio. Era bello sentire le sue braccia cingermi i fianchi, ma lui fraintese le mie intenzioni e con fare innocente disse: "Emoziona anche te, vero?" continuando a fissare l’orizzonte.
A quel punto se non ci fosse stato il precedente di Teresa avrei cominciato a nutrire seri dubbi sui gusti sessuali di Manuel. Di certo il mio amor proprio era sparso tra le onde e gli scogli sottostanti, per cui quando Manuel propose di rientrare in albergo ne fui quasi sollevata.
Quando rientrammo si erano fatte le tre del pomeriggio e rimanemmo d’accordo che ci saremmo sentiti telefonicamente per decidere il programma della serata.
Mi feci portare un paio di sandwich in camera e dopo mi immersi nella vasca decisa a non pensare ad altro che a rilassarmi. Mi svegliò Paolo mentre assopita ero ancora immersa nell’acqua: "Ciao amore, è stata una giornata favolosa, abbiamo fatto una battuta di pesca incredibile, e tu ti sei divertita?" Gli raccontai l’esperienza della mattinata, purgata ovviamente del lato emotivo, e lo invitai a condividere l’idromassaggio, volevo sentirlo, volevo sfogare su di lui le frustrazioni passate con Manuel, ma Paolo cortesemente declinò l’invito: "Faccio una doccia veloce, mi aspettano al porto per mettere a posto l’attrezzatura".
Mi sentii delusa, inappagata, presi la decisione di scoparmi il primo uomo che fosse entrato in camera, stavano giusto bussando alla porta, però quando entrò il vecchio cameriere del piano, che probabilmente aveva fatto la rivoluzione dei primi del 900, piano per ritirare il vassoio della colazione, tornai sulla mia decisione e sfinita mi assopii.
Paolo tornò dopo una ventina di minuti, l’appuntamento al porto era saltato, mi disse che aveva visto Manuel e che per quella sera ci aveva invitati a casa sua.
Anche lui si sentiva stanco dopo un giornata passata in barca e mi raggiunse a letto, si avvicinò e mi sfiorò il collo con un bacio, di spalle a me, mi pressò con dolcezza accarezzandomi i fianchi facendomi rabbrividire, finalmente si accorgeva che esistevo.
"Ti sei divertita questa mattina?" mentendo spudoratamente dissi: "È stata una cosa fantastica", descrivendogli tutto quello che di bello avevo visto. "Manuel è stato all’altezza del compito?" aggiunse. Sentivo che il contatto con il mio corpo cominciava a fare il suo effetto per cui lo stuzzicai: "È stato perfetto, non avrei potuto chiedere di meglio, grazie", aggiunsi sottolineando le ultime parole e aumentando la pressione sul suo inguine.
Di rimando sentii un fremito attraversare il suo corpo. "Ti è piaciuto?" insistette, "Oh! si è un amante fantastico, anche se è così giovane, sa come far felice una donna" e nel dire queste parole presi in mano il suo sesso che reagì alle mie parole con una violenta erezione. "Mi stai dicendo che avete fatto l’amore?" disse incredulo. "Non era questo che volevi? Me lo hai anche mandato in camera". E mentre dicevo queste cose lo guidai dentro di me, il suo calore mi avvolse, finalmente.
Paolo continuava ad interrogarmi ed io gli rispondevo a tono fantasticando le doti di Manuel, le dimensioni del suo sesso, la sua energia. Ad un certo punto mi accorsi di avere esagerato perché Paolo venne dentro di me con un sussulto, mi morsi le labbra per la delusione, quasi procurandomi del male, ma non dissi nulla e restai vicino a lui, ancora dentro di me, sentendo il suo respiro farsi pesante, si era addormentato e anch’io, vinta dalle emozioni della giornata, precipitai in un sonno agitato.
Fui svegliata dal rumore dell’acqua della doccia che scorreva, raggiunsi Paolo sotto la doccia e amorevolmente presi il sapone e gli massaggiai la schiena. Le mie mani percorrevano il suo corpo e lo sentii rabbrividire di piacere quando glielo presi in mano, stranamente era eccitatissimo nonostante avessimo fatto l’amore poco prima, pensai di recuperare l’occasione sfumata, ma lui fu lesto a comunicarmi che Manuel sarebbe passato tra poco a prenderci per la serata.
Non mi rendevo conto di nulla di quello che Paolo mi stava riservando: il suo finto orgasmo, l’astinenza sessuale prolungata, il suo incontro con Manuel nel pomeriggio per fare il punto della situazione ed avere i dettagli della mattinata trascorsa con me. Immaginate le risate di quei due che stavano giocando con i miei sensi in modo spudorato. Evidentemente la lezione di Simone non mi era stata sufficiente per immaginare quanto fosse abile Paolo a circuirmi.
Mente mi preparavo, Paolo mi guardava ammirando la civetteria con cui mi truccavo, e ad un certo punto mi disse tra il serioso e il divertito: "Sai non pensavo che saresti stata capace di andare con un altro senza che io fossi presente, devo preoccuparmi?" All’inizio quasi non capii, poi tentata di confessare la bugia di prima, con una risata decisi di tacere e guardandolo dritto negli occhi gli dissi: "Mi stai trascurando uomo, sai quanto posso essere pericolosa in questi casi, ricordati che la tigre che assapora la carne umana non può più farne a meno."
Lui ridendo aggiunse: "Ti piace la carne tenera dei bambini?" alludendo all’età di Manuel.
"Mi deve essere capitata una parte poco tenera, però! " conclusi strizzandogli l’occhio mentre mettevo il mascara e lo guardavo dallo specchio.
Il citofono squillò. Era il portiere che ci avvisava che Manuel ci attendeva alla reception.
Diedi un ultimo sguardo allo specchio, ero soddisfatta, il completo gonna e camicetta di seta di Baloon con le sue sfumature rosse, gialle e bianche s’intonavano all’azzurro del trucco e degli occhi e i capelli biondi sciolti facevano il resto, restituendomi la vista di una donna sensuale pur se decisamente inappagata.
Come spesso avviene le disgrazie non vengono mai da sole e nel mio caso la disgrazia aveva il nome di Teresa, seduta in macchina a fianco di Manuel, non meno radiosa di me in un abitino bianco di garza leggera con i capelli neri ebano ad incorniciare quel musetto da Lolita impenitente.
Mentre Manuel avviava il motore, Teresa si sporse in ginocchio sul sedile per salutare me e per scoccare un bacio sulla guancia di Paolo, rimasi irritata dal calore con cui Paolo ricambiò il saluto. Al colmo dell’irritazione pensai che Teresa aveva solo 3 anni più di nostro figlio, ma dubitavo fortemente dell’istinto paterno di mio marito nei confronti di quella smorfiosa sgualdrinella.
Dopo baci ed abbracci, finalmente Manuel avviò lauto, mentre Teresa continuava a stare in ginocchio sul sedile sporgendosi pericolosamente dalla parte di Paolo ogni volta che la macchina accelerava e la cretina lanciava un urletto che destava l’ilarità di mio marito.
Quanto possono essere stupidi gli uomini quando la pollastrella di turno gli sventola la sua disponibilità sul viso, perché Teresa ci stava decisamente provando ed in modo anche sfacciato, tirando a sé Paolo e raccontandogli chissà quale baggianata all’orecchio e scoppiando a ridere prima ancora di vedere se il suo interlocutore trovava la cosa spiritosa.
Attraversammo tutta l’Avana vecchia e un pezzo del lungomare prima di arrivare nella periferia dove c’erano alcune case sparse che conservavano intatto il fascino delle costruzioni a due piani, con la terrazza e col tetto fatto di canne. La casa di Manuel stava su una collina dalla quale si vedeva tutta la città e il panorama era bellissimo, fatto di mare, di case colorate, di una folta vegetazione multicolore e del cielo che di sera assume le tinte calde di un quadro ad olio.
Manuel ci fece strada e arrivati sulla terrazza la vista che ci si presentò era di quelle mozzafiato: il sole al tramonto si rifletteva sul mare, si sentiva chiaro il profumo dei fiori e una leggera brezza mitigava l’umidità sempre presente. Restammo tutti e quattro in silenzio ad osservare quello spettacolo naturale. Il primo a riprendersi fu Manuel che propose di bere qualcosa. Il gusto del Mojihto che ci portò era molto fruttato e solo il pizzicore alla lingua rivelava la forte presenza dell’immancabile rum, ma questo era di ottima qualità, decisamente differente da quello dozzinale che servivano nei locali, anzi il gusto leggermente asprigno era decisamente gradevole.
Teresa, che dimostrava molta familiarità con la casa, accese l’impianto stereo e la melodia di un chitarrista emerse come per magia dai bordi del terrazzo diffondendo la musica in sottofondo, lei si mise a danzare in modo molto sensuale ad occhi chiusi, lasciandosi guidare dalla musica. Teresa aveva un modo di muoversi e danzare veramente elegante, frutto di anni di danza; aveva l’incedere classico di chi è abituato a muovere il proprio corpo seguendo le note, le spalle si muovevano indipendentemente dal resto del corpo, i fianchi roteavano, si flettevano imprimendo al busto una rotazione che veniva accentuata o rallentata dalla posizione delle braccia, lunghe e flessuose.
La sua danza aveva catturato l’attenzione di tutti, ognuno di noi provava un piccolo sentimento di invidia nei suoi confronti per la sua capacità di seguire l’armonia della musica. Ad un certo momento si avvicinò a Paolo e lo trascinò verso di lei, mettendolo al centro della sua danza come totem sacro. Paolo, catturato dalla magia di quella danza, non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Teresa, poi si diresse verso Manuel e gli cinse il collo con quelle braccia lunghe e flessuose terminando il movimento in un abbraccio che l’avvolse, con un gamba sollevata a cingergli i fianchi.
Teresa ci aveva conquistati, giovane vestale che danzava in onore dei suoi dei, e quando venne dalla mia parte la seguii, trascinata dalle sue mani. Sentivo il calore che emanava il suo corpo, i suoi occhi neri come la notte si perdevano nei miei, sentivo il battito del cuore che accelerava e la testa leggermente persa nella vertigine che la rotazione del suo corpo mi trasmetteva. Le sue mani sfioravano il mio corpo, poi prendevano il mio viso e lo tiravano a se, quando al termine della musica avvicinò le sue labbra alla mia bocca trovai naturale assaporarle.
Dio mio, come erano morbide, profumate, dolci, come intontita piegai leggermente il capo per gustare profondamente quella sensazione, fu allora che sentii la lingua di Teresa, sottile, agile, nervosa, morbida come solo la lingua di una donna può essere, si allargava sul mio palato, mi massaggiava dall’interno le guance, poi sentii le mani di Teresa che scivolavano sotto la leggera seta della camicetta che afferravano i miei seni e i suoi denti che mordevano le mie labbra sino a quasi farle sanguinare.
Mi staccai da lei con violenza e per un attimo barcollai, poi la fissai dritta negli occhi sembravano quelli di una fiera a cui hanno sottratto la preda, poi mi sorrise, si avvicinò e mi sussurrò: "Scusami, quando ballo perdo la testa". Fui solo in grado di annuire "Me ne sono accorta", ricambiando il sorriso.
Quando ci voltammo verso gli uomini li trovammo con una espressione di stupore stampata in viso per lo spettacolo cui avevano assistito. Teresa fu rapida a commentare: "Piaciuto lo spettacolo?", accompagnando le parole con un inchino che strappò gli applausi di Paolo e Manuel.
Improvvisamente l’ostilità verso Teresa era svanita ed anche il suo atteggiamento non era quello di sfrontata provocazione manifestato nel primo incontro.
Manuel sparì in cucina e tornò con un carrello in cui facevano bella mostra frutti di mare, delle deliziose aragoste e i Camarones (i tipici e gustosi gamberi cubani). Non aspettammo il suo invito e gustammo quella cena improvvisata, questa volta non c’era il mojihto ma la Cerveza Espezial fatta con una lattina di birra, due cucchiaini di zucchero, tre cucchiai di succo di ananas (o d’arancia, pompelmo, mandarino ecc.), un cucchiaio di rum invecchiato tre o sette anni, due o tre cubetti di ghiaccio.
Il discreto contenuto alcolico di questa bevanda e la facilità con cui si gusta ebbe un deciso effetto sull’umore dei convitati. Decisamente su di giri, finimmo stesi sul divano a bere un forte caffè e a gustare, comprese le signore, dei sigari havana di prima qualità dal gusto fortemente aromatico.
Teresa si alzò e mise sul lettore di cd un disco di criolla. Sin dalle prime note cercai di capire se fosse vero quello che avevo letto da qualche parte, e cioè che la musica criolla si nutre di elementi africani, europei e anche nordamericani, ed è caratterizzata da forme quali la contro-danza, il son, il bolero cubano, la conga e la celebre rumba.
Si liberò dei sandali e si lanciò in un ballo frenetico e sensuale. Pareva nuovamente in trance, Manuel abbassò le luci ma lasciò che una lampada multicolore la illuminasse.
Era bellissima, ben presto si liberò anche dell’abito di garza e rimase solo con un minuscolo tanga nero che poco nascondeva del suo corpo di splendida diciassettenne. Seguiva il ritmo della musica iniziando un lieve ondeggiare del corpo che si trasmetteva dalla testa ai piedi, i lunghi capelli neri le coprivano e scoprivano i seni sodi con la punta dolce e tonda e leggermente conica della donna ancora bambina.
Ero ipnotizzata dalla sua figura che danzava per noi e quando con un gesto della mano mi invitò a raggiungerla non fu necessario insistere. In piedi di fronte a me attendeva qualcosa fissandomi, capii che desiderava che mi liberassi degli abiti, slacciai la camicetta e lei slacciò l’unico bottone della gonna che scivolò ai miei piedi. Le sue mani seguirono il contorno dei miei fianchi, sollevai le braccia e lei risalì poggiando le sue mani sui miei seni nudi, rabbrividii e mi avvicinai al suo corpo, sentivo la punta del suo seno carezzare dolcemente i miei capezzoli che si erano fatti turgidi e sensibili. Com’era dolce il contatto con i suoi seni, aumentai la pressione e sentii la loro morbida carezza allargare l’area di contatto mentre le sue mani percorrevano la mia schiena costringendomi ad inarcarla per godere appieno della carezza.
Poi fu la volta di Manuel ad essere invitato al centro di quel fascio di luce che illuminava quella strana compagnia, anche lui si liberò degli abiti e rimase con un ridottissimo perizoma che a stento nascondeva l’emozione della situazione, io stavo tra Teresa e Manuel e quando lei lo abbracciò mi trovai stretta tra i loro corpi, sentivo il sesso di Manuel pulsare dietro di me. Le sue mani risalivano dai fianchi per approdare ai miei seni cominciando ad accarezzarli, mentre la punta scorreva tra le sue dita a v, procurandomi un piacere fortissimo.
A quel punto sentii Teresa che slacciava i piccoli fiocchi che reggevano le mie mutandine, che lentamente caddero ai miei piedi. Si chinò tra le mie gambe e mentre affondava la lingua nel mio inguine abbassava gli slip di Manuel liberando il suo desiderio compresso dalla stoffa. Teresa continuò ad affondare il suo viso tra le mie cosce e facendolo mi costringeva ad accentuare l’angolo del bacino, poi attraverso le mie gambe infilò una mano e prese il sesso di Manuel guidandolo con l’altra mano dentro il mio corpo.
Ero talmente bagnata che non offrii la minima resistenza alla sua invadenza, scivolò dentro di me e lo sentii riempirmi tutta, rabbrividendo di piacere nell’incrociare lo sguardo di Paolo che seguiva la scena ancora seduto nel divano. Fu in quel momento che capii che tutto quello che mi stava accadendo era frutto della sua mente e gliene fui grata, fu giusto un attimo perché i colpi di Manuel mi facevano sussultare spostando la testa di Teresa che con le labbra incollate alle mie grandi mi tormentava senza respiro, vedevo la sua testa ondeggiare al ritmo del suo compagno e ogni tanto ricevere in bocca il suo sesso quando Manuel smetteva di torturarmi.
Teresa era in ginocchio tra le mie gambe ed a un certo punto spostò il sesso di Manuel e lo indirizzò sul fiore di carne tra le mie natiche, aiutando il suo incedere con la saliva.
Ebbi un lieve sussulto quando Manuel superò i due anelli che lo separavano dall’interno della mia pancia. A quel punto Teresa prese Paolo e lo condusse sotto la luce che illuminava la sua mogliettina che gemeva sotto la monta del giovane cubano, la vidi slacciare i jeans di Paolo e abbassargli contemporaneamente gli slip. Il suo membro ebbe un sobbalzo quando si liberò dell’elastico degli slip, ma Teresa fu rapida ad afferrarlo e a farlo sparire tra le sue labbra. La sua invadenza mi diede fastidio, però considerando quello che mi stava facendo il suo uomo alla fine la giustificai.
Teresa stese un tappeto sul pavimento e su di esso fece stendere Paolo, poi mi liberò dalla stretta di Manuel e mi fece inginocchiare sul sesso di Paolo, non capivo il motivo della sua azione, ma fu solo un attimo e Manuel mi raggiunse di nuovo alle spalle, Teresa costrinse la mia schiena a flettersi su Paolo per accogliere anche lui. Essendo quella via già usata non provai molto dolore, ma comunque due lacrime caddero sul viso di Paolo che mi guardò un po’ allarmato.
In quella situazione di precario equilibrio, Paolo aveva poco spazio per muoversi pressato dal mio peso e da quello di Manuel, cercava di rifarsi con le mani che si agitavano sui miei fianchi, mentre le nostre bocche e le nostre lingue tentavano un contatto che i colpi di Manuel ogni tanto interrompevano. Paolo stava godendo sui movimenti del sesso di Manuel che era a stretto contatto del suo. Io facevo solo da tramite al loro piacere, per un attimo mi sentii usata da quei due maschi che si procuravano piacere a vicenda.
Teresa nel frattempo era dietro di noi dedicandoci equamente le sue attenzioni: ora infilando una mano tra me e Paolo accarezzandomi il clitoride, ora premendo le labbra sull’ano di Manuel che solleticava con la punta della sua morbida lingua, o estraendo il suo sesso da me per succhiarlo avidamente per alcuni secondi e poi guidarlo ancora dentro le mie viscere.
Vedevo Paolo attraverso il dondolio impresso al mio corpo da Manuel, con lo sguardo annebbiato dal piacere che stavo provando e dall’effetto dell’alcol contenuto nella Cerveza Espezial, poi percepii dalle contrazioni del suo sesso che stava raggiungendo l’apice del piacere. Tentava di prolungare l’atto, ma il sesso di Manuel implacabile non accennava a rallentare la sua azione, mi chinai sulla sua bocca e, seguendo gli insegnamenti di Simone, gli tolsi il respiro per aumentare il suo godimento.
Lo vedevo soffocare ma tenni la mia bocca sulla sua sino a quando non avvertii l’ultima contrazione del suo sesso dentro di me, solo allora mi spostai e lui prese fiato con la stessa violenza del nuotatore che risale in superficie dopo una profonda apnea.
Lo sentii fuoriuscire dal mio corpo non avendo più il turgore per resistere alla pressione esercitata dal sesso di Manuel. Sentivo l’orgasmo impadronirsi di me ma lo ricacciai indietro con la forza della volontà, non era ancora il momento di cedere al piacere che stavo provando, avevo imparato che questo momento era quello in cui l’uomo è più vulnerabile, soddisfatto il suo piacere vorrebbe sottrarsi, ritirarsi ma mi sentivo implacabile. Ancora una volta si era preso gioco di me e per quanto grande fosse il piacere di cui mi aveva reso partecipe meritava una punizione, anzi forse solo quella punizione poteva appagarlo completamente.
Strofinando il mio sesso sul suo pene senza vita, imbrattato dei miei e dei suoi umori, gli trasmettevo il movimento e i sussulti di Manuel, sorridendogli godevo su di lui, non mi facevo alcuna remora di tacere i suoni che provenivano dalla mia gola scossa dal piacere, lo baciavo in modo lascivo, gli succhiavo il mento, baciavo avidamente con la bocca spalancata il suo collo e mi impadronivo della sua lingua succhiandola come se fosse il pene di Manuel.
Poi sentii le dita della mano di Teresa che si impadronivano del mio sesso: una, due, tre, ed infine fui penetrata da tutta la sua mano, tanto che il sesso di Manuel non riusciva più ad entrare. Teresa con la mano dentro il mio corpo accompagnava il movimento dell’altra sua mano che mi tormentava il clitoride. Sentivo la punta delle sue dita che esploravano tutto il mio sesso e quando raggiunsero il fondo non seppi più resistere a quel dolce supplizio.
Scossa dall’orgasmo, sentivo la vagina contrarsi per espellere quella mano , ma lei la teneva ben salda accarezzandomi tutte le pareti mentre il suo polso sottile e delicato ruotava accompagnando il movimento dei miei fianchi.
Crollai sul ventre di Paolo scossa da quelle sensazioni e provai una violenta fitta di piacere quando Teresa tolse la mano da dentro il mio corpo.
Paolo rimase immobile per un tempo che mi parve infinito, incapace di strapparmi da quel torpore. Furono Teresa e Manuel che dolcemente mi sollevarono e mi poggiarono sul cuscino del dondolo.
Avvertii la presenza di Paolo che si sedeva e dolcemente mi prendeva la testa poggiandola sul suo grembo, passando una mano sul mio viso e tra i miei capelli in un atto di amore che mi tranquillizzò e, vinta dalle emozioni, mi assopii.
Quando ripresi conoscenza, mi sollevai dal dondolo e vidi Manuel e Teresa abbracciati sul divano sul quale probabilmente avevano placato l’eccitazione che ci aveva coinvolti in quello strano baccanale fatto di sesso, alcol e cibo. Il mio sguardo incrociò quello di Teresa che disse: "Ciao Muchacha, ti sei divertita?", le sorrisi facendo segno di sì e pensando che avevamo ancora tre settimane di vacanza davanti a noi pensai: "Questo è solo l’inizio, mia piccola jinetera".
Poi mi strinsi a Paolo e baciandolo gli dissi: "Sei il solito bastardo, ora però mi racconti tutto!"
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8 years ago
gi63capo,
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In collegio
Sciack……. era la decima cinghiata che mi arrivava sulla spalle. Diedi un urlo. Mi avevano sorpreso, mentre facevo l’amore con un altro ragazzo mio coetaneo lui era riuscito a scappare ma volevano sapere da me come si chiamava. Ero legato completamente nudo con le braccia e gambe divaricate ad un arco di legno e l’Assistente del direttore del Collegio mi stava frustando con la cinghia dei pantaloni per farmi parlare.
PASSIONE INFERNALE
All’epoca dei fatti avevo 14 anni e mi ero già accorto di essere diventato uomo. Frequentavo un mio compagno di banco Claudio mio coetaneo un tipo biondo, senza peli, efebico ma con un cazzo notevole (23 cm.) e con una pella vellutata. Era scoppiata la passione tra noi. Era successo durante una punizione che avevamo subito entrambi. Durante la lezione eravamo disattenti. Fummo portati dal Direttore in quale prima ci fece inginocchiare e poi ci fece mettere le mani sotto le ginocchia, ovviamente sul davanti delle ginocchia. Dopo due ore in questa posizione ci diede 40 spalmate a testa.
Le spalmate consistevano i colpi dati sul palmo delle mani con un riga di legno. Nacque tra noi una intima amicizia e quando avevamo occasione facevamo l’amore ma sempre di nascosto sapevano che se ci scoprivano ci avrebbero punito severamente la pena era di 150 frustate sui genitali e sul petto con il frustino corto di cuoio. Io all’epoca avevo un fisico asciutto come può essere il fisico di un adolescente il mio cazzo era leggermente più piccolo di Claudio (19 cm.) ma circonciso quindi sempre scappellato il che costituiva elemento di attrazione infatti Claudio mi aveva visto il cazzo mentre eravamo a pisciare all’orinatoio e mi aveva sorriso da quel momento avevano iniziato a vederci di nascosto. Lo facemmo di notte nella sacrestia della chiesa annessa al Collegio fu bellissimo. Uscimmo di nascosto dalla camerata e scendemmo al pianterreno la sacrestia era sempre aperta. Ci spogliammo completamente nudi io mi avvicinai a lui e lo baciai sulla bocca mentre le sue dita mi tormentavano i capezzoli i nostri cazzi erano duri come granito. Poi io cominciai a lavorargli i suo pettorali e le nostre cappelle si sfiorarono. Quella notte non ci inculammo a vicenda ma facemmo un 69 che durò oltre un’ora e poiché ci piaceva sfidare il Direttore quando sburrammo non ci preoccupammo di pulire. Eravamo due pazzi incoscienti sapevamo che poi se ci avessero scoperto il fatto di averlo fatto nella sacrestia avrebbe raddoppiato la pena da 150 a 300 frustate sulle tette e sul cazzo con il frustino corto di cuoio (1). Io avevo visto due ragazzi subire quella pena era tremendo per coprire le loro urla il sacrestano suonava le campane.
Il giorno dopo scoprirono le macchie di sburro in sacrestia il direttore Don ……..un prete devotissimo fece pulire e benedire la sacrestia e poi ci fece un assemblea invitando i colpevoli a presentarsi promettendo in cambio clemenza ma nessuno si presentò. La sacrestia venne chiusa con un lucchetto e venne disposto un servizio di sorveglianza notturna che veniva fatta dal suo assistente un certo Tommasino un sadico malvagio e il tirapiedi dell’assistente Alfonso un ex collegiale fallito che sbarcava il lunario facendo le pulizie assistendo il sacrestano e aiutando l’assistente nelle punizioni ed interrogatori dei collegiali.
A turno questi due si alzavano intorno alle ore 2 o 3 del mattino e facevano il giro della camerata cercando di individuare le brande vuote. La sorveglianza durò una settimana poi come tutte le cose fu allentata ma noi stemmo buoni per altri due o tre giorni poi facemmo di nuovo l’amore insieme ma questa volta a me venne in mente una idea diabolica in occasione che Il Direttore era andato fuori per una cena serale con i suoi amici. Quindi avevamo tutto il tempo di far l’amore io e Claudio e lo facemmo nel letto del direttore e lasciammo le lenzuola sporche di sburro. Ma non ci inculammo sapevamo che l’assistente ci avrebbe fatto fare da un medico una visita igienica e si sarebbero accorti che avevamo il culo sfondato e sotto le mazzate avremmo potuto parlare come era successo a quei due ragazzi di cui avevamo assistito tutti noi alla loro punizione. Gli avevano trovato il culo rotto dopo una decina di cinghiate i ragazzi avevano parlato. Il giorno dopo subirono la solita pena: 150 frustate sul petto e sui genitali con la frustino corto di cuoio. Ma noi due sapevamo che se ci scoprivano ci aspettavano 300 frustate perché avevamo fatto l’amore in sacrestia.
L’amore nel letto del direttore fu bellissimo oltre al senso della trasgressione io e Claudio sburramo tre volte la terza volta fu bellissimo perché facemmo il gioco dei froci napoletani ci legammo con lo spago le cappelle poi cappella contro cappella, lingua in bocca mentre con le dita io strizzavo i capezzoli a Claudio e lui li strizzava a me…………………….un litro di sburro usci dai nostri cazzi. Quando sentimmo la macchina del direttore che entrava nel cortile ci alzammo andammo nel suo bagno a pulirci e uscimmo dalla sua stanza mentre sentivamo che saliva le scale ci mettemmo a letto. Dopo un po il direttore accese la luce della camerata e si mise ad urlare che se prendeva i colpevoli avrebbero subito delle punizioni tremende. Per una settimana stemmo tranquilli poi la lussuria prese il sopravvento costruimmo dei pupazzi di pezza da mettere in branda e andavamo a fare all’amore nella aula vicino la sacrestia avendo cura questa volta di non lasciare traccia. La cosa andò avanti per due mesi il trucco dei pupazzi funzionava. Ma una notte le cose si misero male. Qualcuno fece la spia. Io e Claudio scendemmo le scale con solo un asciugamano intorno alla vita. Aprii la porta dell’aula, era buio, poi la luce si accese istintivamente gridai a Claudio di scappare, Claudio scappò al piano di sopra in camerata ma io venni preso.
Mi portarono nella stanza degli interrogatori era una stanza sotterranea attigua all’aula. Mi fecero togliere l’asciugamano e rimasi completamente nudo venni legato ad un arco a doppia L con le braccia divaricate e le gambe divaricate. Sollevarono le funi in modo da avere i piedi leggermente sollevati da terra e le braccia in trazione in questo modo avrei sentito di più le frustate. Entro Alfonso con secchio pieno d’acqua e comincio a sciogliere in questo secchio un pacco di sale doppio da un chilo. L’assistente si tolse la cinghia dai suoi pantaloni, era una cinghia di cuoio larga 3 cm.. Si avvicinò e mi chiese se volevo dargli il nome dell’altro ragazzo che stava con me io gli risposi in tono di sfida che da me non avrebbe saputo niente. Fece un cenno ad Alfonso il quale prese la spugna imbevuta di acqua e sale e mi bagno le spalle. Sentii lo scoppio del cuoio della cinghia sotto la scapola sinistra ma il primo colpo fu come se la carne si addormentasse poi dopo qualche secondo avvertii il dolore. Un dolore tremendo in quanto l’acqua e sale aveva raddoppiato la mia sensibilità. Alfonso si avvicino con la spugna lui bagnava e l’assistente colpiva con la cinghia, le spalle, le natiche, le cosce nella parte interna, i polpacci, dopo un sei o sette colpi diedi il primo urlo. Eravamo arrivati alla decima cinghiata, undicesima e io urlavo a squarciagola anche perché la cinghia mi aveva colpito la cappella del cazzo, dodicesima cinghiata anche stavolta quel bastardo dell’assistente mi aveva colpito i genitali questa volta ero svenuto. Dopo trenta cinghiate venni slegato e mi diedero da bere ero tutto un dolore ma non avevo un segno addosso, merito dell’acqua e sale, venni invitato di nuovo a parlare ma io risposi singhiozzando che da me quel nome non l’avrebbe mai saputo allora lui mi rispose con queste parole
“Adesso cambieremo musica e tu parlerai brutto frocetto sarai torturato con le gocce di fuoco” (2).
Venni legato sul tavolo in posizione di squartamento gambe e braccia divaricate ero legato in maniera da non poter fare il minimo movimento poi l’assistente prese della schiuma da barba e mi fece una rasatura intorno all’ombelico e alle zizze dove avevo una leggera peluria. Prese una bottiglietta con un contagocce e mi colo una goccia di liquido vicino all’ombelico poi con il dito fece un leggero massaggio in modo da far assorbire l’alcool in maniera superficiale cioè l’ombelico era umido non inzuppato d’alcool. L’assistente preso un fiammifero acceso e lo passo sull’ombelico l’alcool residuo prese fuoco. Diedi un urlo tremendo il fuoco durò meno di un secondo ma il dolore era insopportabile, la seconda goccia fu sul capezzolo destro altre urla e svenimento. Quando rinvenni l’assistente mi stava facendo lo stesso lavoro sul capezzolo sinistro con l’alcool, fiammifero sfrigolio della fiamma urla tremende da parte mia e ulteriore svenimento. Rinvenni e l’assistente mi fece lo stesso trattamento al capezzolo destro. Poi l’assistente prese una pinza e comincio a strizzare il capezzolo sinistro già dolorante per la scottatura. Altre urla, pianti e svenimento. Fece lo stesso lavoro al capezzolo destro svenni di nuovo. Quando l’assistente si accosto con il contagocce verso la la cappella del cazzo cedetti e gli dissi il nome di Claudio. Anche lui venne interrogato e torturato ma alla decima cinghiata disse tutto. Ci fecero riposare un paio di giorni e poi fummo portati nell’aula e davanti a tutti gli altri collegiali subimmo 100 (50 e 50) colpi di frustino corto di cuoio sul petto e sui genitali ovviamente il sacrestano dovette suonare le campane per coprire le nostre urla………
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8 years ago
sorgiorgio,
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Non è mai troppo tardi
Come tutti, nella vita ho avuto delle esperienze sessuali, e sono sempre state positive, per di più durate per lunghi periodi e qualche volta scappatelle senza storia. Pensavo che oramai la stagione fosse finita, le coppie cercano singoli giovani e fighi, come dargli torto, anch'io trentenne/quarantenne avevo avuto l'eta d'oro.
Grazie a questo sito, ho ricevuto una mail, confesso non attesa da una coppia 55enne, dopo qualche scambio epistolare, decidiamo di prendere un aperitivo per fare conoscenza.
L'inizio e sempre traumatico specialmente per una coppia alle prime armi. Sara stato l'aperitivo un po' troppo carico di gin, ma siamo subito entrati in sintonia, la moglie si capiva che era una persona di cultura, anche se sembrava titubante, chiaramente nessuno doveva sentirsi in obbligo e sinceramente una serata passata a parlare di cose intelligenti non è sprecata.
Il marito, lo chiamerò Mario, sembrava impaziente, vedo che fa cenno ad Aurora, ero pronto a salutarli, quando Lei mi invita a casa loro che è vicino al locale dove siamo.
Arrivati in casa Aurora si congeda da noi, quando ritorna dopo dieci minuti, era uno splendore con un corto babydoll trasparente.
In pochi minuti ci siamo ritrovati nudi sul letto e mentre io baciavo Aurora, Mario mi succhiava il cazzo in modo superlativo, cosa che io ho ricambiato. In certe occasioni quando mi trovo in situazioni cosi eccitanti perdo il controllo.
Aurora ci ha voluto entrambi dentro di Lei, la sua eccitazione era contagiosa, poi io leccavo Lei mentre Mario leccava me.
Il tempo è passato troppo veloce, oramai dovevamo lasciarci, erano trascorse quasi tre ore.
Quando ci siamo salutati Aurora mi ha detto....la prossima volta sara' meglio e ti farò una sorpresa, Mario ha sorriso, ed io aspetto una vostra telefonata.
La telefonata è arrivata dopo 11 giorni di attesa, e la sorpresa anche, ma questa è un'altra storia.
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8 years ago
solocoppiedecise,
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Complice inconsapevole al centro commerciale
Era stata una settimana un pò pesante al lavoro e dato che ho un pò di ferie da smaltire, venerdì avevo deciso di concedermi un giorno di distrazione.
Così, spinto anche dalla necessità di dover far un pò di acquisti, decido di passare la mattinata al centro commerciale.
Nella mia zona, per esperienza, ho notato che un paio di questi cc sono frequentati da coppie piuttosto esibizioniste.
In particolare nel periodo estivo avevo notato un bel giro di cavigliere e vestiti provocanti delle relative donne....ma non avevo mai potuto approfondire e verificare questo aspetto...
Così decido di recarmi in uno di questi centri che reputavo più "trasgressivo", in modo da unire l'utile al dilettevole.
Qualche minuto dopo le nove ero già in giro per negozi, osservando vetrine.
Ho notato subito una coppia di mamma e figlia, ma il mio sguardo si era posato sulla mamma, con stivaletto, calze grigio scuro a fasciare due gambe toniche, per terminare con una gonna aderente sopra al ginocchio, di quelle che fasciano sagomando perfettamente i glutei...direi una bella milf tra i 40 e 45 anni...l'ho osservata mente erano dentro un negozio di bigiotteria, poi mi sono un pò allontanato per non essere sgamato e mi sono ritrovato con lei che mi veniva incontro...
LEI, due gambe affusolate, fasciate da intriganti parigine, stivaletti neri con tacco ed un vestitino corto verde militare con zip centrale che lasciava abbastanza scoperte le cosce.
Procedeva con passo deciso nella mia direzione, con capelli lisci a caschetto che si muovevano a ritmo del suo passo. Quando eravamo ormai a pochi metri, ho incrociato il suo sguardo, due occhi da cerbiatta, che fissavano un punto davanti a sè, quasi ignorandomi.
Non ho potuto far a meno di fermarmi ed osservarla procedere spedita. Ho invertito la mia direzione e l'ho vista fermarsi al bar....Erano circa le 10, giusto l'ora per un caffè.
In quel momento c'era un pò di confusione al bancone del bar, quindi con la scusa di pagare il caffè, mi sono avvicinato alla cassa...lei era su uno sgabello, gambe accavallate con cosce in bella vista, uno spettacolo per i miei occhi...aveva notato che la guardavo e non mi sembrava le dispiacesse... ho preso il mio caffè e mi sono poi spostato rimanendo in zona, osservando le vetrine ma senza perderla di vista. Ma non ero il solo ad averla notata ed ammirata.
Dopo qualche minuto, l'ha raggiunta il suo compagno, azz, non era sola...hanno parlato tra loro, forse gli avrà detto che aveva un pò di occhi addosso.
Mi sono fatto coraggio, e ho provato a seguirli.
Sicuramente lei si è accorta subito della mia presenza e non mi è sembrata infastidita. Sono entrati in un negozio, li ho osservati dalla vetrina, poi ho notato che lei aveva scelto dei capi e sono entrato, avvicinandomi alla zona dei camerini.
Lei era già entrata con lui che gli passava dei capi, una minigonna e una camicetta. Dal mio punto di osservazione, riuscivo ad intravederla perchè aveva lasciato leggermente aperta la tendina del camerino... la situazione stava diventando molto eccitante ma temevo che la commessa mi beccasse.
Così, dopo un pò, mi sono spostato. Lei aveva terminato di provare e uscendo dal negozio mi passò affianco, sempre ignorandomi.
Mi sorgeva un dubbio, mi ignora perchè non si è accorta di me? e la tendina l'avevano lasciato leggermente aperta appositamente?
Continuai a seguirli, sempre con discrezione, non volevo che mi prendessero per un maniaco.
Siamo entrati in uno store di abbigliamento uomo/donna, mi sono avvicinato a lei e anche lei tendeva ad avvicinarsi nella zona in cui mi trovavo, con il suo compagno che la lasciava sola...potevo così ammirare da vicino la sua silhouette, il vestitino non era aderente, ma seguiva le curve del suo corpo, evidenziando un bel culo...non riuscivo però a capire se indossasse le mutandine. Il reggiseno, invece, glielo avevo intravisto mentre si cambiava nel camerino.
Ad un certo punto, si reca nella zona intimo, sempre a pochi metri da me, e si abbassa sulle ginocchia per vedere delle calze, mostrandomi abbondantemente le cosce non più coperte dal vestitino, incrociando il mio sguardo... in quel momento ho avuto conferma che volevano giocare e le piaceva quel gioco. Lui era molto discreto, ha sempre evitato di incrociare lo sguardo e questo mi faceva capire che la mia presenza non lo infastidiva, ma sicuramente gli piaceva che la sua donna si mostrasse.
Si continua con il giro per i negozi, con tappa successiva in un negozio griffato di abbigliamento per donna, compreso calzature. Resto fuori per cercare di capire se entrare o meno.
Si rivolgono ad una commessa che dopo poco le porta degli stivali cuissard, modello sopra al ginocchio per intenderci.
La vedo sedersi rivolgendosi verso la vetrina, mi sposto in modo da averla davanti a me, accavalla le gambe, si sfila i suoi stivaletti, stende la gamba per tirarsi su la parigina, il vestitino è ormai tutto su...la guardo in viso, poi la fisso sulle gambe che accavallandole mi mostra tutto...tutto...intravedo un piccolo ciuffetto che mi conferma l'assenza di intimo...calza gli stivali, sta divinamente, si alza, si avvicina allo specchio, poi ritorna a sedersi esibendosi in un nuovo show... alza gli occhi per vedere l'eccitazione e il desiderio nel mio sguardo...ancora un altro paio di stivali, un altro ancora....al quarto paio mi accorgo che la commessa alle sue spalle mi ha notato, ritorno in me, ormai sono da troppo tempo davanti quella vetrina, decido di allontanarmi.... forse non vedendomi più, decidono di uscire dal negozio... sono troppo eccitato, mi sta facendo impazzire.... Continuiamo a girare per negozi, ora è la volta di uno store di calzature...vuole riprendere lo stesso gioco...lui le porta gli stivali, sempre sopra il ginocchio, mi avvicino a loro, lei si siede, rivolgendosi sempre verso di me, ci guardiamo, inizia ad accavallare le gambe, infila gli stivali mostrandomi il suo tesoro, quasi svengo...purtroppo il gioco dura poco, se li sfila, si ricompone ed escono dal negozio.
Qualche minuto, esco anch'io, e siamo di nuovo in giro per la galleria...altro negozio di abbigliamento, mi avvicino alla zona uomo e, dopo poco, li vedo dirigersi nella mia direzione, con lei che entra in un camerino.
Il camerino ha la solita tenda, ma questa volta è bello ampio e largo... anche ora la tenda viene lasciata semichiusa, la intravedo...tutta nuda, solo un reggiseno nero indosso, a coprire le sue tettine, una seconda bella soda. Lui si allontana per prendere un altro capo, mi posiziono meglio, e al suo ritorno lei lo fa entrare, lasciando la tenda nella stessa posizione...vedo lui che tira fuori il suo cazzo, non capisco bene cosa sta per succedere, poi vedo lei, davanti a lui, si inginocchia, gli prende il cazzo in bocca e si gira per guardarmi....succhia avidamente il cazzo, prendendolo tutto in bocca...il suo sguardo è troppo eccitante, ed anche il mio cazzo inizia ad indurirsi...pochi secondi e si rialza, si volta, appoggia le mani al muro della cabina, piegandosi leggermente in avanti e lui inizia a scoparla, prendendola per i fianchi...pochi colpi, anche perchè il rischio è alto, fuori ci sono solo io ma loro non possono saperlo, sono il loro complice inconsapevole che tiene sotto controllo la situazione...il suo sguardo è ormai da vera porca, ha una gran voglia e me lo fa capire con i suoi occhi....
Lui si stacca, si rivestono ed escono...sono ancora più confuso ed eccitato, non posso credere che stia succedendo per davvero....
Ci spostiamo in un'altra zona, li vedo parlare tra loro, forse sono indecisi su cosa fare o forse iniziano a infastidirsi per la mia presenza...decido di lasciarli, credo di essere stato fin troppo fortunato e mi dirigo al bagno.
Mentre mi sto lavando le mani, entrano entrambi dirigendosi in un bagno per disabili... non posso crederci, la porta si richiude alle loro spalle, resto in attesa di cosa possa succedere... ormai sono passati alcuni minuti, li sento parlare, la porta accenna ad aprirsi per poi richiudersi, ancora voci... che fare? qualche colpo di tosse per far capire che sono ancora lì, ma niente... mi faccio coraggio, busso alla porta, "occupato?", sento qualcosa, ma non capisco, poi la porta accenna a riaprirsi, prendo la maniglia, apro la porta, sento un pò di resistenza, infilo la testa, sono a pochi centimetri dal viso di lei, è tutta nuda, piegata a 90° con lui che la scopa da dietro...tiene la maniglia della porta, ma ad un mio nuovo accenno di voler aprire, lascia la presa, permettendomi di entrare... mi dice di non toccarla, di guardare soltanto senza toccarmi...l'eccitazione è tanta e quindi accetto le condizioni...indossa solo gli stivaletti con le parigine, il reggiseno leggermente abbassato evidenzia un seno piccolo ma sodo con areole scure e piccole e due capezzoli turgidi e dritti a conferma della sua eccitazione...
Mi sfioro il cazzo da sopra il jeans, lui se ne accorge e mi fa segno di liberarmi....la tiene per i fianchi e la sta scopando alla grande.
Libero il mio cazzo, è già grosso e duro, le vene sono gonfie di desiderio, inizio a toccarmelo...mi posiziono davanti a lei che si appoggia al piccolo lavandino, ho il cazzo vicino al suo viso, lei mi guarda negli occhi, con lo stesso sguardo eccitato del camerino, poi abbassa lo sguardo sul mio cazzo...forse vorrebbe prenderlo in mano, magari avvolgerlo con le sue labbra facendomi sentire la sua lingua vogliosa, l'eccitazione è tanta, lui la sta sbattendo sempre più forte, lei accenna qualche mugolio...nel bagno affianco entra un uomo, fortunatamente per poco tempo...
Ancora qualche colpo e lui esce, il suo cazzo è pieno di umori di lei, doveva essere veramente fradicia...
Con una voce un pò bassa e con un pò d'affanno, lei mi dice di sparire e di non farmi vedere più...mi rivesto, esco dal bagno e mi allontano...ormai sono le 12.00 circa, in conclusione non ho comprato nulla ma è stato tutto molto eccitante.
Non so se erano lì per esibirsi o altro, nè se fossero già pratici di questi giochi... ad ogni modo, è stato bello essere loro complice in questa avventura.
Mi è dispiaciuto solo essere dovuto sparire senza conoscere i loro nomi, nè lasciargli i miei contatti magari per ripetere questa esperienza...
Se leggendo questo racconto vi riconoscete, sono stato io il vostro complice!
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8 years ago
admin, 75
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Cercando una padrona
Scorrendo le schede del sito, la sua, le era subito balzata agli occhi. Era quello che cercava: bisex a/p, con decine di foto in cui indossava intimo eccitante e provocante: latex, maschere fetish, stivali e scarpe con il tacco alto, corpetti e lingerie. Come se non bastasse numerosi video mostravano il suo grosso cazzo mentre si masturbava esplodendo schizzi di sperma che poi spandeva o “spalmava” con voluttà. Anche l’annuncio era all’altezza delle sue ricerche e delle sue aspettative: matura come piaceva a lui, assolutamente versatile e disponibile a giochi di ruolo soft. Da tempo cercava una così; una a cui sottomettersi, in modo non violento ma sia cerebrale che fisico, come una puttana ma anche da poter, switchando, trattare allo stesso modo. Un desiderio, quello di giocare con la “sottomissione” che era andato crescendo e maturando nel tempo e ora era diventato manifesto, irrefrenabile proprio come il cazzo che sentiva gonfiarsi negli slip leggendo l’annuncio. Fu con eccitazione, ma anche con poca speranza, visto che sul sito abbondavano i grafomani inconcludenti, che le scrisse il primo messaggio. Un messaggio nel quale esprimeva un misto di eccitazione, ammirazione, deferenza e dove dettagliava i suoi desideri in caso di incontro: le si sarebbe gettato ai piedi chiedendole di imporgli un collare e implorando ordini, poi avrebbe baciato e leccato le sue scarpe e i suoi piedi soffermandosi con la lingua negli interstizi tra le dita, sarebbe risalito sulle sue splendide gambe usando la lingua e le mani, sentendo il nylon che le avvolgeva e il calore del suo corpo, fino ad arrivare al suo cazzo. Le avrebbe con devozione succhiato le palle a lungo e poi sarebbe passato al suo membro, ormai duro e caldo. Avrebbe fatto su e giù lentamente con la lingua, un lento saliscendi alternato all’uso della sua bocca vorace che l’avrebbe inghiottito. Poi sarebbe venuta la volta del suo buco del culo che avrebbe esplorato e ammorbidito con la lingua e riempito si saliva prima di assaggiarlo con il suo cazzo voglioso… Durante la scrittura del messaggio aveva dovuto fermarsi più volte per l’eccitazione. Momenti in cui la sua mente guidava la sua mano che si muoveva lentamente su e giù per il suo membro.
Inaspettatamente la risposta arrivò, nel giro di un paio di giorni. Una risposta pienamente in linea con il messaggio e che già entrava nel gioco, accettando il ruolo di “padrona” e apprezzando quanto proposto. Da lì fu un susseguirsi di mail in cui lei, da perfetta padrona, lo metteva alla prova e gli chiedeva di fare cose: inviargli e condividere video porno dove magnifiche trav. si facevano riempire il culo da prestanti maschi, comprare intimo che poi lui avrebbe indossato, secondo i suoi comandi, durante il lavoro sotto gli abiti maschili, girare mini-video da inviarle in cui si masturbava, commissionargli foto secondo il suo desiderio. Ad ogni “obbedienza” corrispondeva un premio: un nuovo video nel quale usava un grosso dildo su di sé, o magnifiche foto dove il suo sperma schizzava copioso. Un crescendo, in parallelo al quale aumentava inesorabilemente la sua eccitazione e durante il quale il desiderio di obbedire, e di nuovi ordini che lo spingessero sempre un po’ più in la, si faceva sempre più fermo, consapevole e irruente. Poi finalmente venne l’incontro che fu completamnte all’altezza delle aspettative e di quanto si erano scritti: lei gli impose il guinzaglio e poi gli ordinò seccamente di eccitarla così come promesso, lui lo fece e l’eccitazione, densa di comandi e piccole punizioni, crebbe fino a quando entrambi esplosero. Prima lui, nel suo splendido culo dal quale poi leccò e bevve il suo stesso sperma che condivise subito, in un bacio furioso, nella bocca di lei. E poi lei che gli venne, copiosa, in bocca e anche in questo caso giocarono a lungo con lo sperma che passava da una bocca avida all’altra. Fu fantastico, si pulirono e tornarono a indossare normali abiti maschili sotto il quale però la sua padrona gli impose di continuare a indossare la lingerie utilizzata durante il rapporto, compreso il perizoma su cui avevano rovesciato lo sperma, denso di saliva, dopo averci giocato baciandosi. Lo fece con enorme piacere e con la consapevolezza che la sua “carriera” di schiavo switch e versatile, puttana per una padrona dolce e decisa insieme, era solo all’inizio
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8 years ago
erroll, 50
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lo scrittore
Nessuno avrebbe mai immaginato, guardandola camminare per la strada in quel suo incedere statuario, reso oltremodo flessuoso dalle elevatissime calzature dal tacco vertiginosamente appuntito, che sotto a quella maculata pelliccia, in cui stava avvolta, G. fosse vestita solamente della propria nuda epidermide, come altrettanto impossibile sospettare di lei che si potesse recare agghindata in quel modo da un anziano scrittore che in seguito aveva fatto di lei la musa ispiratrice dei propri racconti erotici.
Incontrata presso lo studio dell'artista, per il quale G. si era prestata a fungere da modella, ne era rimasto talmente affascinato dal riuscire, con la propria solerte insistenza, a convincerla a propria volta ad accettare anche la sua amicizia, ma che, a differenza del senile pittore che li aveva fatti conoscere, e senza troppo celarlo, si rivelò un vero porco capace di saperne stimolare le recondite fantasie.
L'istintiva gelosia del compagno di G. non superava il desiderio incongruo di saperla coinvolta in episodi che avrebbero accresciuto le pulsioni morbose che lo eccitavano enormemente permettendo sviluppi inverosimili.
Eccola allora pronta a far emergere cerebrali emozioni, totalmente priva di alcun pregiudizio apparente verso colui assieme al quale avrebbe condiviso momenti di insospettabile intimità.
Liberandosi della pelliccia rimase in equilibrio sulle calzature e con le sole autoreggenti, esposta in tal modo agli sguardi compiaciuti del proprio ammiratore, incurante dell'aspetto di chi le stava di fronte, il quale, masturbandosi freneticamente, manifesto subito il proprio esplicito gradimento.
A molti quella prova sarebbe parsa come una libidinosa dimostrazione di potere da parte dell'uomo a cui G. si assoggettava con palese disponibilità, quando in fondo era lei stessa ad essersi resa complice compartecipe dei segreti convegni durante i quali era consapevole di ciò che sarebbe avvenuto.
L'uomo, iniziando a propria volta a spogliarsi, senza mai distogliere lo sguardo dalle integrali fattezze di G., mettendo in mostra la propria conformazione fisica, pareva non avere alcuna remora nell'esibizione del proprio aspetto decadente.
Neppure G. dimostrava forme di repulsione al contatto epidermico con il proprio senile ammiratore il quale, condividendo l'ultimo racconto da lui realizzato, si faceva masturbare stimolandola a propria volta sulla clitoride.
Chiunque avrebbe creduto impossibile che individuo così potesse esplorarla impunemente, infilandosi con le tozze dita tra quelle intime labbra, facendola inarcare a gambe oscenamente divaricate, mentre nel contempo ne assaporava il palato con golosità, invadendola in un voluttuoso intreccio di lingue a cui G. non poteva sottrarsi.
Tutto ciò solo a preludio delle ulteriori prestazioni orali a cui la sospinse, dirigendola verso il proprio flaccido ventre, ben determinato a vederla suggere con altrettanta compartecipazione i propri organi genitali.
China tra le adipose protuberanze G. si prodigava, con magistrale abilità, lambendo glande, prepuzio e testicoli, alternandosi sino a mungerne la completa linfa che andò ad ingollare senza alcuna apparente repulsione, intercettando le gementi ovazioni di convulso piacere con le quali il senile amico confermava la propria totale soddisfazione.
Distendendosi poi lasciva, in armonica attesa che egli tornasse nuovamente in se, provocandolo nel frattempo con una efficace auto stimolazione della propria clitoride, lo incitò a completare l'opera facendosi ancora profanare dalla irruente volontà dell'uomo di godersela in ogni maniera.
Presa in entrambe gli orifizi, a palese dimostrazione di quanto segretamente fosse puttana, gli si concesse pensando al proprio compagno che, di sicuro torturandosi, in trepidante attesa che facesse ritorno, di certo se la immaginava in quelle insospettabile evoluzioni, che tuttavia riusciva a condividere in modo passivo, eccitandosene a propria volta morbosamente.
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8 years ago
gloria1951,
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Giochi alla moda
Il nuovo gioco che và di moda a casa nostra negli ultimi mesi è Luca che scopa Amanda da dietro ed un amico che le lecca il clitoride e/o le grandi labbra (tutto secondo precise e dettagliate indicazioni di LEI ! ).Quando facciamo sesso anale un'uomo che la stimola davanti, se è bravo, riesce a farla venire !Venerdì pomeriggio durante una penetrazione vaginale da dietro, stesi sul fianco, Luca teneva sollevata una gamba di Amanda offrendo così al coinvitato la miglior visione del sesso di lei. L'amico sfruttò la situazione nel migliore dei modi con un encomiabile lavoro di lingua. Amanda sarà venuta 4-5 volte finchè Luca non gli esplose dentro con una copiosa venuta. Amanda era sfinita. Si fece una doccia e tornò in perizoma nel letto. L'amico gli stese con minuziosa cura una crema idratante su TUTTO il corpo. La crema era molto densa e servì un massaggio prolungato per farla penetrare. Amanda non si diede al lui...la troia godeva nel vederlo scoppiare dal desiderio di lei. Lo fece stendere su un lettino da massaggi e le si sedette sopra a smorzacandela, lui aveva addosso i boxer e lei il perizoma. A forza di strusciare sul pacco di lui lo fece venire. Quando Amanda capì che l'amico stava esplodendo glielo prese in mano e glielo segò svuotandogli bene le palle del suo sperma. Lei si ritrovò nuovamente con il ventre ed il seno sporchi del liquido dell'amico sfinito.Lo guardò negli occhi e gli disse: ti sei perso un'occasione !Amanda tornò in doccia e lui a raccontare a Luca quanto si fosse divertito con le esperte mani di lei.Amanda rimise il suo tacco 12 e preparò una succulenta cenetta per tre, dopo la quale ci salutammo, da irreprensibili Signori !
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8 years ago
lucaeamanda, 51/50
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