{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
-
Fughe e ritorni
Mentre l ' aspettavo ero intento a passeggiare su e giù davanti alla finestra del salotto, accendendo una sigaretta dietro l ' altra, eccitato e intimorito da quello che sarebbe successo. Indossavo una maglietta bianca che facesse intravedere le forme dei miei muscoli e un pantalone bianco, leggero, in bilico sull ' inguine. Si capiva che non avevo le mutande. Appena uscito dalla doccia profumavo di muschio bianco. Ero un angelo in attesa. A un certo punto sento fermarsi una macchina. Era lui. Attraversa il mio giardino, lo guardo attraverso le tende, non l ' avevo mai visto, era moro con le tempie sfumate d' argento. Il campanello suona. Apro la porta. Uno di fronte all'altro. L' angelo di fronte all' imminente peccatore. Ci diamo la mano,scambiamo un sorriso e ci presentiamo. Sapevo già che ci stavamo piacendo. Mi raccontò molto di lui, troppo forse, della moglie, del figlio, del lavoro. Non volevo portarlo su quei discorsi, era troppo rischioso,poteva ripensarci e fuggire da me. Lui voleva lasciarsi andare tra le braccia di un ragazzo e sarebbe stata la sua prima volta. Non sapeva cosa gli stesse accadendo, perché a quarant'anni gli fossero venuti in mente certi desideri,certe fantasie proibite, eppure era venuto da me per capire, per capirsi. Il caffé era stato consumato e con esso qualche sigaretta,i discorsi esaurirono e incombe il silenzio,quello imbarazzante tra due uomini che si vogliono ma non sanno come cominciare. Sapevo cosa gli sarebbe piaciuto. Mi alzo e gli faccio cenno di seguirmi. Siamo nella mia stanza, una leggera penombra illuminata da un paio di candele accese, l'incenso che fluttuava nell'aria, un tango dei Gotan Project in sottofondo. Lo lascio solo qualche minuto perché potesse spogliarsi e mettersi a proprio agio. Apro la porta e lo trovo lì ,sdraiato sul mio letto tra le lenzuola scure, supino con indosso un asciugamano rosso che gli avevo preparato sulla sedia. Mi avvicino dolcemente come un gatto pronto a fare le fusa,mi siedo accanto a lui e appoggio le mie mani sulla sua schiena, facendo colare una scia d'olio profumato. Il mio massaggio è dolce e forte allo stesso tempo,una carezza proibita che ti entra nei muscoli sciogliendoli ed eccitandoli. La sua schiena era mia,come il suo collo,le sue braccia, fino a scivolare sulle gambe.Lui non poteva vedermi,non poteva vedere quello che mi stava crescendo sotto i pantaloni. Mi piaceva attraversare la sua peluria e il mio cuore batteva all'impazzata. E la mia mano sale,sale scivolando sulle cosce, correndo silenziosa sotto l'asciugamano.Sento i suoi gemiti,i suoi sussurri.Era il momento. Sentivo con le dita la fessura del suo fondoschiena, azzardo e tocco di sfuggita il suo buco,una scossa ci pervade entrambi. Dolci le sue palle nel mio palmo,ci gioco,accarezzo,tiro e di nuovo deciso torno con due dita sul buco, girandoci intorno. Così sfilo quell'asciugamano,l'ultima barriera.Appoggio le mie labbra tra le sue chiappe e aprendogliele entro con la lingua nel suo buco, a fondo, nutrendomi di lui, dei suoi odori, dei suoi sapori.Si agita sotto di me, si dimena sul letto,lotta contro la mia lingua impertinente e viziosa che se lo voleva leccare tutto. Il suo buco ormai bagnato,le sue palle bollenti,ed ecco il suo cazzo spuntare turgido puntato sul materasso. Lo prendo per i fianchi e lo faccio girare, il suo cazzo ormai è mio,caldo nella mia bocca,bagnato sulle mie labbra. Stava per venire,la prima volta che una bocca maschile,bella e giovane come la mia,era pronta ad accogliere il suo sperma. Entro con due dita nel suo culo e lui esplode, la sborra calda mi scivola in gola, la mia mano spinge con forza dentro di lui. Le sue urla, il suo ansimare, il mio mugolio soffocato dalla bocca piena.Silenzio. Era sconvolto, io sfinito con la faccia tra le sue gambe, con la bocca e il naso impiastrati dallo sperma tra il pelo del pube. Silenzio. Ed ecco che va in bagno a pulirsi e mi lascia solo, ancora vestito ma bagnato.Non mi parla, il suo sorriso è scomparso. In viso ha l'espressione di chi si sente colpevole e imbarazzato. Si riveste in fretta. Mille dubbi e perplessità lo stanno inseguendo e lui fuggì dalla mia casa. Lo capivo bene. Un angelo come me ha creato un nuovo peccatore, le mie tentazioni sono sempre molto profonde. Sorrisi soddisfatto guardandomi allo specchio. Lui tornò da me. Sono passati sette anni e continua a tornare. La moglie,il figlio, il lavoro. Il rimorso e scappa. Ma poi torna sempre.
5
5
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Solo una fantasia???
Da quando frequento questo mondo di trasgressione fatto di tante "sole" e poche "gioie" ...ho sempre avuto una fantasia...sicuramente banale,non originale ma quella che piu' mi gira per la testa...!!!
Ho avuto la fortuna di aver avuto esperienze con delle coppie persone gentili e trasgressive...ma il pensiero che più mi gira nella mente è questo:
Conosco una coppia su internet...loro amano esibirsi e io amo guardare!!!
Non in un appartamento, albergo, prive' ma un'auto una semplice auto che sia di giorno o di notte non fa' differenza...
Ci diamo appuntamento in un posto isolato ma non troppo...
loro mi fanno salire sulla loro auto iniziano a giocare tra di loro io li guardo eccitato ed estasiato...e inizio a masturarbarmi...vedo lei godere mentra lui la monta...io discreto rimango li a fantasticare se arrivera' il mio turno di ricevere qualche attenzione da questa splendida donna...
e dopo che i 2 raggiungono il massimo del piacere lui da' il permesso a lei di rendermi partecipe del gioco e iniziamo agiocare con lui che guarda fino a che lei non raggiunge un nuovo orgasmo ed io impazzisco dal piacere...poi discretamente scendo e lascio loro appagato , felice e grato di aver realizzato questa mia BANALE fantasia...
un saluto a tutti!!!
5
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
La grigliata di carne
Tutto quello che vi racconto è successo veramente otto anni fa con una coppia di miei amici (all'epoca fidanzati) che conosco da più di vent'anni e quindi amici con i quali ho avuto sempre una grande confidenza.
Quello che successe allora non si è più ripetuto nonostante continuiamo a frequentarci ancora. Non so bene il motivo per il quale accadde questa situazione, forse perchè mi ero lasciato da poco con la mia ragazza e fu un modo particolare che i miei amici vollero attuare per consolarmi.
Bho, non lo so. Perchè non è più ricapitato? Non so neanche questo e non mi va di chiedere a loro perchè non mi è mai piaciuto essere invadente.
Periodo estivo (agosto) ci troviamo a Marina di Ragusa sia io, per un paio d'orette di lavoro, sia la coppia di miei amici che invece sono in ferie. Dopo aver terminato il mio lavoretto vado a casa di mia sorella, mi metto in costume e vado in spiaggia a prendere un pò di sole. Mentre sono disteso al sole mi telefona il mio amico Marco (nome inventato) e mi dice che quella sera i nostri amici avevano organizzato una grigliata di carne a Ragusa. Gli dico che per me va bene e chiedo se mi potevano dare un passaggio per tornare a Ragusa in quanto la mattina mi aveva accompagnato un mio collega di lavoro e quindi ero senza auto.
Marco mi dice che sarebbe passato a prendermi sul presto, alle 15:00 del pomeriggio , perchè loro avevano delle faccende da sbrigare prima della serata. Mi vengono a prendere verso le 15:00 di pomeriggio a casa di mia sorella e quindi salgo in macchina, Mara (nome inventato dell'allora fidanzata del mio amico) si siede sul sedile posteriore cedendomi il posto accanto al guidatore.
Siamo ancora tutti in costume, partiamo... Mara dal sedile posteriore si affaccia verso noi per parlare mettendosi tra i due sedili anteriori. Si parla del più e del meno ma Mara sporgendosi tra i due sedili anteriori attira la mia attenzione e non riesco a togliere gli occhi dal suo seno sballonzolante. Marco dirige l'auto verso la strada che porta a Ragusa e nei pressi di una discoteca io incomincio a dire in tono scherzoso: Senti Mara parliamo da circa 10 minuti ma ci credi che non ricordo niente di quello che abbiamo detto? Ricordo solo due belle coppe di champagne che mi sballonzolano davanti e mi si sta surriscaldando il cervello.
Mara accenna una delicata risata e mi ringrazia del complimento ma continua a sporgersi tra i sedili tutta contenta di aver suscitato un così profondo interesse.
E mi dice: addirittura surriscaldare il cervello, ma deve essere da un bel pò che sei a secco?
Io: Si, è vero, sono a secco ma ti giuro che altri 2 minuti di questo sballonzolare di tette e salto sul sedile posteriore.
Lei una risatina.
Marco, rivolto a me: al solito tuo, tutto fumo e niente arrosto, vorrei vedere cosa faresti.
Io: scherza, scherza, forza su, prendi la stradina parallela a questa strada, si...si....quella che sbuca vicino alla casa in campagna di Fabio e fermati con la macchina in quel terreno con la casa di masseria abbandonata, si...si quel posto che tu ben sai.
Marco stando al gioco: si,si, voglio proprio vedere cosa farai.
Mara in silenzio (forse incomincia a pensare che facciamo sul serio). Marco imbocca la stradina di campagna e dopo circa un km prendiamo una trazzera sulla destra fino ad arrivare in quel terreno con la casa abbandonata.
Marco ferma la macchina posteggiando dietro un muro della casa in modo da essere coperti dalla vista di sconosciuti e mi dice: vediamo, ora che fai?
Io (ormai non potevo tirarmi indietro): ora ti faccio vedere.
Scendo dalla macchina e salgo dietro dove c'è Mara.
Lei mi dice scherzando: bhe e ora che vorresti fare?
Io: non lo hai ancora capito?? Guarda che sorta di cosa mi ritrovo tra le gambe, da quando siamo partiti con la macchina, grazie al tuo seno sballonzolante (il rigonfiamento era ben evidente sotto il mio costume). Lei aguzzando gli occhi e sorridendo dice: addirittura... non sapevo di poter fare questo effetto così celere.
Io, non so come, visto la mia timidezza, le prendo la sua mano e la appoggio sopra il rigonfiamento del mio costume.
Dopo un attimo di imbarazzo generale Mara incomincia a palpare il rigonfiamento essendosi eccitata per tutta la situazione vunutasi a creare.
Io mi dico, o ora o mai più, sfilo il mio costume restando a gambe aperte con il mio membro ben eretto offerto alla vista di Mara.
Lei guarda Marco un pò titubante sul da farsi ma non notando in lui nessuna contrarietà mi prende il membro con la mano e poi si abbassa con la testa per prenderlo in bocca. Le sue labbra calde iniziano a scorrere sulla cappella lentamente ed io mi gusto lo spettacolo guardandola e nella mia testa penso "non posso crederci, una mia amica nonchè ragazza di un mio caro amico mi sta...mi sta....mmmmm".
Allora allungo la mia mano verso le natiche di Mara provando ad intrufolarmi sotto il costume ma visto la posizione scomoda non riesco ad entrare bene con le dita ed allora lei capendo cosa voglio fare, stacca la bocca dal mio pene e sale con le ginocchia sul sedile e si riabbassa per riprenderlo di nuovo in bocca. Così facendo si mette alla pecorina sul sedile e ricontinua a prendermelo in bocca ed allo stesso tempo io, con la mano, posso andare sulle sue natiche (che ora sono ben aperte data la posizione) e posso far scorrere le mie dita prima sul suo buchino secondario e poi più giù sulla patatina tutta bagnata dall'eccitazione. Dopo averla toccata in abbondanza con estremo piacere sia mio che suo dico a lei: visto che sei così bagnata che ne dici di farti una bella cavalcatina? Mara non se lo fà dire due volte eccitata com'è, si stacca dal mio pene, si toglie la mutandina del costume, mi scavalca con una gamba posizionandoti sopra di me, io le tengo le natiche ben aperte con le mani per far vedere tutta la scena a Marco che è al posto guida e lei si abbassa facendosi scivolare dentro il mio pene. Mi sento il pene avvolto dal caldo e confortevole ventre di Mara e mi gusto le sue natiche accarezzandole con le mie mani mentre lei va su e giù lentamente sopra di me. Lei si sbottona il reggiseno del costume e se lo toglie restando davanti ai miei occhi con le tette nude, poi si abbassa verso il mio viso per strofinarmi il seno sulla faccia e quindi sento sia il calduccio del ventre di Mara sul pene e sia il seno caldo e morbido sulla faccia e incomincio a mordicchiarle i capezzoli duri tale è l'eccitazione. Lei è quasi al culmine e mentre si muove ritmicamente sopra di me incomincia a dire: sto venendo.... sto venendo ... siiii.....siiii...vengo......mmmmm
Lei se ne viene inondandomi le gambe di umori vaginali così abbondanti da macchiare pure la tapezzeria e resta ferma qualche minuto esausta. Poi mi dice : vuoi venire pure tu? Io (immaginando cosa vuole fare) dico : si , voglio venire anche io , si, ti voglio venire in bocca. Lei allora si rimette sul sedile alla pecorina e si abbassa sul mio pene per riprenderlo in bocca. Marco adesso vede (quando lei si mette alla pecorina) che sorta di buco che ha tra le gambe e avrà pensato
8anche se non me l'ha mai detto) "però.....non avrei mai creduto che il mio migliore amico mi riducesse la mia ragazza così".
Dopo qualche minuto anche io incomincio a raggiungere l'orgasmo: siii...siii. cosii.....sto venendo.....vengo..vengoooooo. Ed ecco che vedo fuoriuscire ai lati della bocca di Mara il mio denso sperma che va a colare lungo la mia asta, lei tenta di riceverlo tutto in bocca ma il getto è molto abbondante ed è costretta a togliere la bocca per evitare di soffocare ma poi si rigira la mia cappella sulla faccia impiastricciandosi tutta. Alla fine (con mio grande stupore, forse lei e lui lo facevano usualmente) si stacca dal mio pene e cerca il mio viso per baciarmi con la sua bocca piena ancora del mio sperma infilandomi la lingua in bocca profondamente e dopo di che mi dice "grazie per questa oretta passata in modo molto gradevole".
Ci ricomponiamo e riprendiamo la strada per Ragusa parlando di tutto ma non toccando mai l'argomento che era accaduto poco prima, la sera ci vediamo con gli amici per la grigliata di carne e salsiccia e che abbuffata che ci facciamo soprattutto io e Mara... dovevamo recuperare le energie perse... he..he..he
top
20
4
17 years ago
ragusa69,
44
Last visit: 10 years ago
-
Moglie troia 2
come dicevo nel precedente racconto ,mia moglie adesso va a letto con mio zio solo un paio di volte all anno perche lui vive in america. da quel giorno la nostra sfera sessuale e cambiata in meglio quando usciamo insieme ricevo molti complimenti per la splendida moglie tutti se la vorrebbero scoparla ma lei mi ha promesso che se andra con uno o piu uomini io saro il primo a saperlo.per domani sera 17marzo ha invitato due persone di colore di 60anni a cena da noi sono dueoperai che hanno fatto dei lavori nel nostro condominio per15 giorni e lei qualche volta le ha offerto il caffe e mi ha detto che i due le hanno fatto i complimenti per la sua sensualita.domani sera arriveranno verso le nove ceneremo poi io con una scusa diro di andare a fare un servizio al resto pensera lei che mi raccontera tutto dopo e mi ha dettoche per tutta la notte io dovro stare fuori casa ma ne vale la pena perche quando mi raccontera tutto io saro contentissimo.continua....
11
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Al distributore...
giorno prima della partenza x le ferie. Vado a fare il pieno al camper e mentre son lì mi metto in fila per l'autolavaggio. Fa caldo ma fuori c'è un bel venticello e decido di scendere dal camper. In fila dietro di me c'è un bel tipo su un'auto sportiva, ha gli occhiali e non capisco dove sta guardando. Io ho un abitino corto di stoffa leggerissima che il vento riesce a sollevare, prendo una sigaretta .. il tipo scende dall'auto con l'accendino e sfiorandomi la mano mi fa accendere e... è prorpio carino penso sorridendo e ringraziando. Cominciamo a parlare e il discorso va sulla meta delle vacanze.. La fila x l'autolavaggio non scorre e decidiamo di metterci seduti all'ombra dell'unico albero del distributore. Parlando ci è inevitabile il contatto tanta è l'attrazione. Il tipo comincia a sfiorarmi un braccio per poi passare al seno. Mi osserva x vedere la mia reazione e forse non si aspettava l'invito a salir sul camper.. Lo faccio salire dietro mentre io mi metto alla guida x spostare il camper dalla fila. Lo raggiungo e lo trovo già steso sul lettino.. con addosso solo i boxer. Ha davvero un gran bel fisico e a giudicare dal gonfiore sotto i boxer è davvero dotato. Non ho intenzione di far passare altro tempo così mi siedo sopra di lui e cominciando a muovermi lo eccito ancor di più, il tipo mi strappa il vestito. Rimango in perizoma x ancora 2 minuti poi via tutto... prendo il suo cazzo in mano e comincio a succhiare quell'enorme palo. Lui intanto mi ha infilato le dita nella mia fica bagnatissima ormai vogliosa del suo cazzo. Mi siedo di nuovo sopra di lui e con pochi colpi ecco che me lo infila tutto dentro.. è stuoendo sentirsi "piene" in questo modo. E' instancabile mi fa cambiare più volte posizione e mentre cerca di farsi strada nel mio culetto sento bussare alla porta del camper.. mi si gela il sangue! la porta si apre e ... o cavoli è il mio uomo. Entra ci guarda e con mia grande sorpresa si spoglia e dice: con 2 cazzi è ancora più eccitante non trovi? così mentre il tipo mi sfondava il culo io lo succhiavo al mio uomo, poi è stata la volta del mio uomo a incularmi mentre il tipo me lo infilava di nuovo nella fica e devo dire che con 2 cazzi super come quelli credevo di non uscirne viva.. li ho sentiti sborrare quasi insieme.. a quel punto il tipo ha salutato e se n'è andato (non so neanche il suo nome) ma io e il mio uomo abbiamo continuato a scopare x un bel pò di tempo ancora. Lui era eccitatissimo e ha voluto fare sesso a "modo suo". A lui piace legarmi e sentirsi padrone del mio corpo, così con le mani legate mi ha fatto sedere sul bordo del lettino e me lo ha infilato in bocca pompando a più non posso. Poi mi ha fatto sedere sul tavolo si è chinato e ha cominciato a leccarmela come solo lui sa fare.. non ne potevo più volevo il suo cazzo dentro di me ma a lui piace giocare a farmi aspettare e ci ha infilato le dita poi ha visto un utensile da cucina lo ha preso e me lo ha infilato dentro scopandomi con quell'arnese.. lui sa che a me piace guradarlo mentre se lo mena così mentre l'arnese da cucina entrava e usciva dalla mia fica lui se lo menava... ero eccitatissima e finalmente dopo un pò me lo ha infilato tutto dentro con mio enorme piacere. Non so quanti orgasmi ho avuto dico solo che è stato indimenticabile!
5
3
17 years ago
isengrim,
38
Last visit: 12 years ago
-
Sales woman
SALESWOMAN
Con un lampo la fiamma dello zippo accese la prima sigaretta della mia giornata, ma la prima boccata non fu un piacere. Il gesto era stato automatico, ma mi ero subito pentito. "Quando mi deciderò a smettere..." Non si può dire che fossi esattamente nervoso mentre aspettavo l'arrivo di Clara all'angolo della fermata, piuttosto mi sarei definito un pochino inquieto. Clara mi aveva chiesto di accompagnarla da un cliente quella mattina. "Sai io non sono brava nelle cose tecniche e se mi fanno certe domande..." Ovviamente esagerava: lei la brava venditrice che in 6 mesi di azienda aveva scalato diverse posizioni ed era entrata nella zona dei migliori, aveva bisogno di me? Io anonimo e mediocre venditore con 10 anni di anzianità facevo il mio onesto lavoro ma senza eccellere troppo: mmmhh, c'era sotto qualcosa.
"Andiamo con la mia macchina, ti devo parlare di come sto impostando la trattativa..." ed eccomi qui a fumare in mezzo allo smog aspettando che fra le auto che scorrono a passo d'uomo appaia... che macchina ha? non mi ricordo più.
Altro lampo: uno sfarfallare di fari mi segnalava l'arrivo della mia collega. Aprendo lo sportello mi venne un paragone squallido: sono come una puttana qualsiasi che viene rimorchiata nei peggiori viali della città. In fondo oggi sono io a rimorchio: dovrò fare come dice lei. Vabbè, facciamo in fretta, pensai buttando la sigaretta ancora a metà.
"Ciao!", mi sorrise e partì rombando. Carino da parte sua non investirmi subito con questioni commerciali e avermi chiesto come sto. "Bene grazie...", Decisi di giocare un pò azzardando un complimento: "Sei elegante oggi... è per il cliente o per me?" Lei si girò e... "il cliente è un ingegnere vecchio stampo, sulla sessantina; dubito che possa fare colpo..." e la pausa successiva mi lasciò libero di completare a piacere la frase. "Allora è per me." stavo per dire, ma Clara mi anticipò con un "...anche tu stai molto bene con quella cravatta".
Chissà perchè questo scambio di battute ebbe il potere di sciogliere la mia inquietudine abbassando le barriere che inconsciamente avevo alzato. Ok pensai, in fondo è brava, ci sa fare, magari oggi imparo anche qualcosa.
Man mano che Clara iniziò a introdurmi allo scenario commerciale della trattativa, la sua voce sfumava sullo sfondo sovrapponendosi alla musica della radio. Io guardavo fuori dal finestrino il paesaggio che sfrecciava cambiando rapidamente.
Ci stavamo avvicinando alle montagne e le cime innevate cominciarono a spiccare sullo sfondo. Era una bellissima giornata di sole e mi allungai sprofondando nel sedile: intendevo godermi questa gita nel modo più rilassante possibile.
Dal finestrino il mio sguardo tornò a concentrarsi su Clara. Avevo afferrato l'ultima frase che parlava di possibili interferenze della concorrenza e le diedi un mio parere improvvisato. Evidentemente lo considerò azzeccato, perchè riprese a inondarmi di parole che io ritornai a spingere sullo sfondo del mio cervello sentendole senza ascoltare. Non so bene perchè, ma provavo un sottile piacere nel continuare a non ascoltarla e nello stesso tempo a investigare l'effetto che mi faceva il suo aspetto: il tailleurino nocciola le stava proprio bene!
La gonna era corta e aderente al punto giusto da suscitare un'ardente curiosità sulle forme che nascondeva, mentre l'effetto sexy delle calze nere era aumentato dallo stivale altrettanto nero e aggressivo. I capelli biondi si adagiavano sulle spalle in modo molto naturale rendendo piacevole il modo in cui scuoteva o inclinava la testa. Gli occhiali da sole poi nascondevano gli occhi e rendevano il tutto più intenso e misterioso. Qual'era dunque questo effetto? curiosità?, desiderio?, sorpresa? Sicuramente non l'avevo mai guardata con questi occhi ed era una sensazione tutta nuova, che sarebbe stato proprio un peccato disperdere in quel momento.
L'incontro col cliente andò molto bene: Clara condusse il gioco da par suo e il vecchio ingegnere non ebbe difficoltà a firmare il contratto. Mi sono sempre chiesto se le donne sappiano vendere meglio degli uomini e quando il cliente è un uomo indubbiamente il loro bell'effetto lo fanno sempre. Uscendo Clara era entusiasta e non finiva di ringraziarmi per il mio apporto determinante a suo dire nel momento più critico, quando una mia risposta contribuì a fugare i dubbi residui sulla fattibilità tecnica della nostra soluzione. "Dobbiamo festeggiare! adesso ti porto al ristorante..." Dopo pochi chilometri l'auto si inerpicava sulle strette vie del paesino limitrofo, le montagne innevate e brillanti sotto il sole sempre sullo sfondo. In fondo ero contento.
Trovammo un delizioso ristorante, e in una sala indondata dalla luce del sole mi trovai a chiacchierare con Clara di tutto tranne che di lavoro: ora sì che l'ascoltavo ed era un piacere scoprire che non era per niente quell'essere insensibile e pronto a tutto che i colleghi invidiosi dipingevano. Man mano che entravo in questa sorta di intimità con Clara, mi accorgevo che mi stavo dimenticando di ogni altra cosa.
Usciti dal ristorante e davanti all'auto, Clara, con in mano le chiavi invece di far scattare il telecomando guardò l'orologio e disse: "Ma... qualcuno forse ci impedisce di fare due passi?" Non che si aspettasse una mia risposta... E così la nostra chiacchierata continuò mentre camminavamo respirando forte l'aria fredda e lo sguardo spaziava sui campi innevati in fondo alla valle. In un punto il marciapiede era coperto da un piccolo strato di ghiaccio e Clara con i suoi stivaloni tacchi a spillo si appoggiò un attimo a me per non scivolare. Il suo braccio si insinuò sotto il mio in un movimento così naturale che non ci feci quasi caso. Solo dopo qualche secondo, quando il ghiaccio era ormai passato, mi resi conto che, anche se non ce n'era più alcun bisogno, stava continuando a stringersi al mio braccio. Mi lasciai andare totalmente a quel contatto stringendo a mia volta il suo braccio verso di me, senza farmi domande sui significati reconditi di quel gesto: stavo bene e mi stavo godendo la passeggiata!
Il contatto si sciolse solo al momento di risalire in auto, ma nessuno dei due si senti in dovere di commentare la cosa. Ora l'auto scendeva verso il fondo valle e per qualche minuto nessuno parlò. I campi innevati scorrevano ancora al di là dei finestrini e il sole si spostava di volta in volta in base alle curve del percorso accecandoci a vicenda. Clara si infilò gli occhiali da sole scuotendo un attimo la testa per spostare i capelli dagli occhi che volarono verso di me atterrando sulla sua spalla. La stavo guardando, pensando a qualcosa da dire quando, all'uscita da una curva, là in alto, in cima ad una rupe apparve un castello. Le mura e le torri brillavano al sole emergendo in mezzo alla coltre bianca che ricopriva la collina sottostante. Era decisamente stupendo e, prima che potessi parlare, sentii Clara che diceva "Bello vero? ci sono stata tanti anni fa...." e poi mi stupì per la seconda volta nella giornata, mentre girava il volante per imboccare una stradina laterale indicata da un cartello marrone: "...qualcuno ci impedisce di andarlo a rivedere???" "Oramai hai già deciso mi pare", ma il mio sorriso diceva in maniera eloquente che ero più che d'accordo.
Dopo un paio di chilometri ci trovammo in un parcheggio semi deserto e, lungo la stradina che saliva su per la collina, questa volta fui io che in maniera molto naturale infilai il mio braccio sotto il suo. Se anche solo uno dei colleghi ci avesse visto avrebbero avuto di che sparlare per mesi! Una volta pagato il biglietto ci trovammo all'interno delle mura di un piccolo castello medievale molto ben conservato e restaurato. Mentre lasciavamo le nostre impronte nel cortile pieno di neve seguendone il perimetro, mi accorsi del silenzio che regnava. Il rumore dei nostri passi risuonava all'interno dell'atrio dove un grande scalone in pietra conduceva in alto a un ballatoio affacciato sul cortile stesso. Una volta saliti poi, l'effetto degli stivaloni tacchi a spillo di Clara sulle tavole di legno del pavimento era ancora più imponente. Qualcosa di magico sembrava averci portato indietro nel tempo: nelle sale del castello gli arredi erano stati conservati o ripristinati, nella antica cucina le pentole annerite dal fumo erano appese sopra il gigantesco camino al centro della parete. Possibile che non ci fosse nessuno in giro? Nessuno di noi aveva ancora detto una parola, quando, fermandoci un attimo ad ascoltare il nostro respiro, udimmo risuonare dei passi che non erano i nostri. Qualche altro sparuto visitatore stava infilando la porta d'uscita. Mi usci di bocca un "caspita, bello!" ma fu come un sussurro, come se avessi avuto paura di turbare il silenzio.
Lungo un corridoio senza volerlo ci separammo: Clara si infilò in una porta alla sua sinistra e io proseguii. Quando udii i suoi passi fermarsi mi trovavo accanto ad una seconda porta che comunicava con la stessa stanza nella quale lei era entrata. Era la sala del trono. Immensa e luminosa, era piacevolmente affrescata in uno stile rustico, ma originale, sicuramente pregevole: una rappresentazione del signore inginocchiato davanti alla Vergine che teneva sotto il suo enorme manto un piccolo castello e tutta la famiglia padronale. Il mio sguardo scese dalle pareti verso il basso notando che al centro della parete corta, in cima a un paio di gradini, c'era un piccolo trono di pietra su cui.... era seduta Clara!. Aveva accavallato le gambe e guardava in alto gli affreschi con i gomiti appoggiati sui braccioli di quel seggio regale, mentre il sole le faceva brillare i capelli. Per sdrammatizzare quella visione mi venne da dire con enfasi: "Io, umile assistente, rendo omaggio alla Regina dei Funzionari Commerciali!!" L'eco del riso di Clara riempì tutta la sala. Poi torno il silenzio e mentre tutti e due ci stavamo godendo i colori delle pitture illuminate dal sole, accadde qualcosa.
Cosa poteva rompere un momento così magico, turbare un istante perfettamente armonico in cui due persone stanno apprezzando la bellezza nascosta del mondo? Un maledetto suono di un maledetto telefonino! Da circa un'ora non ne avevo più la percezione "fisica", avevo smesso di "sentire" la sua presenza attraverso la tasca, di palparmi per verificare che fosse al suo posto, l'avevo per così dire "dimenticato" e lui ha pensato bene di vendicarsi! Quell'osceno tìroriro, tìroriro, tìroriroriiii a ritmo di valzer ci fece prima sussultare, e poi giustamente tornare alla realtà. Era quello di Clara e il nome sul display non lasciava dubbi sulla necessità di rispondere: era il boss. Mi sorrise, si schiarì la voce e premette il pulsantino. Seduta su quel trono in quella sala affrescata, Clara raccontava disinvoltamente al capo come era andata la giornata e l'effetto era strepitoso. "Si, stiamo tornando.... Come? Sii, abbiamo mangiato bene, ... e speso tanto!!" L'eco di questa conversazione riempiva la sala. "Si, certo è stato fondamentale che ci fosse anche lui..." e capii che stavano parlando di me.
In quel momento Clara fece tre gesti la cui miscela accese in me come una miccia: nell'ordine, scosse la testa facendo ondeggiare i capelli, si tolse gli occhiali da sole e mi fece l'occhiolino. Era un cenno di approvazione e in un contesto diverso, che so, in ufficio sarebbe stato completamente normale, ma qui in quella sala principesca, seduta su quel trono da regina, la situazione era strana, eccitante, pazzesca. Era sexy da morire! Mi balenò l'immagine dello schiavo pronto a soddisfare i piaceri della sua signora. Mi avvicinai a Clara e appoggiai la mano sulla sua stringendola piano. Colsi nei suoi occhi un'espressione di sorpresa trattenuta dalla conversazione in corso. Ora stavano parlando di altri clienti e Clara si sforzava di mantenere un tono distaccato, mentre le mie dita le sfioravano la mano. Non so cosa mi guidasse in quel momento, non era un pensiero razionale, ma un istinto, una parte di me nascosta e imprevista che stava emergendo in mezzo a quei colori e a quella luce.
Girai dietro il trono. Ora lei non poteva vedermi, ma poteva sentire le mie mani che le carezzavano il collo scostandole i capelli. Per un attimo la sentii irrigidirsi, mentre le mie dita scivolavano sulle sue spalle scostando il colletto della camicetta, e scendendo piano sul davanti. Infilai le dita sotto le spalline del reggiseno accarezzando la pelle morbida. La mano libera dal telefono si sollevò dal bracciolo per afferrare le mie. "Ora mi dà uno schiaffo" pensai pronto a scusarmi con qualcosa del tipo "Era solo un massaggino per rilassarti un pò..." . Invece la sua mano mi afferrò, invitandomi a girare di nuovo attorno al trono. Clara non aveva troncato la conversazione, ma era chiaro che non ascoltava: "Si, certo, ovviamente, credo di si, non preoccuparti..." erano le parole che le uscivano, ma quando fui di nuovo davanti a lei mi accorsi che aveva gli occhi chiusi, persa nelle sensazioni che le stavo procurando. Aprì gli occhi e, sempre continuando a parlare al telefono, guidò la mia mano sopra la sua coscia e poi piano piano sotto l'orlo della gonna. Le mie dita avevano raggiunto il bordo delle autoreggenti quando mi resi conto che, se volevo continuare nella carezza proibita, avrei dovuto inginocchiarmi davanti a lei. In questo modo ero pericolosamente vicino al suo viso, mentre potevo sentire la voce del boss che dal microfono continuava a vomitare parole. Quando la mia mano era oramai arrivata ad accarezzare il culo, le appoggiai la bocca sul collo e Clara scostò i capelli con quel delizioso movimento della testa per offrirmi la pelle da baciare. Aspirai il suo profumo. Il tutto era sorprendentemente, dolcemente, inesorabilmente lento: quanti minuti erano passati? Dopo un'altra eternità passata a succhiarle e mordicchiarle il collo e il lobo dell'orecchio mi resi conto che Clara non parlava più: non mi ero accorto che aveva chiuso la telefonata e il maledetto arnese giaceva ora come appendice inerte della sua mano mollemente adagiata nell'abbandono. Sollevai il capo, la guardai negli occhi e sorrisi senza avere il coraggio di dire nulla. "Ma che ffai!?, sei impazzito??" mi disse sospirando, con un tono a metà strada fra lo stupito, il compiaciuto, e il malizioso.
Improvvisamente scattò come un fast forward: la lentezza di poco prima lasciò il posto a una brusca accelerazione: le nostre bocche si cercarono, si trovarono con violenza e mi ritrovai a succhiare la sua lingua nella mia bocca. Clara mi stringeva a sè mentre le mie mani iniziarono a frugarla dappertutto. Mi rialzai dalla mia scomoda posizione e la sporgenza nei miei pantaloni potè così rendere evidente l'eccitazione che aveva nascosto finora. Il telefono scivolò sul pavimento e le mani di Clara poterono così dedicarsi entrambe a verificare la bontà della mia erezione. Con foga abbassò la zip e infilò la mano per cercare di estrarre l'oggetto del suo desiderio: mordendosi le labbra lo impugnò, lo strinse forte e lo strofinò come pregustandolo. Alzai lo sguardo e vidi il nostro rilesso in una vetrina sulla parete di fronte: ero come un cortigiano, in piedi accanto al trono e dalla cerniera dei pantaloni del mio gessato blu-elegante sporgeva il cazzo ritto che la mia signora e padrona stava per prendere in bocca. Infatti subito Clara affondò sulla cappella ingoiandola tutta e risucchiando deliziosamente. Si scostò i capelli sistemandoli dietro le orecchie per lavorare meglio e prese subito un ritmo profondo e veloce. Ogni tanto lo estraeva e lo sbatteva contro la lingua quattro o cinque volte prima di ingoiarlo di nuovo. Era un pompino deciso, sfrontato, quasi violento, fra sospiri, mugolii e risucchi provocati dalla bocca di Clara che affondava sul mio uccello. Quel suo guardarmi dritto negli occhi mentre si strofinava e sbatteva la cappella sul viso e sul collo lasciando su di sè un'umida traccia della mia voglia era un modo per dirmi "l'hai voluto tu, mi hai provocato, adesso ti faccio vedere io che so fare...".
Poi, nel pieno dell'azione Clara si staccò e si alzò dal suo seggio. Con decisione mi fece capire che ora dovevo sedermi io e continuare a sottostare ai suoi voleri. Feci il cenno di slacciarmi la cintura per liberarmi dei pantaloni, ma mi fermò. Dovevo continuare ad essere uno strumento, solo il cazzo fuori dai pantaloni e nessun altro centimetro di pelle. Nessuna carezza, nessuna dolcezza, ma il puro sesso da lei dominato e goduto. Così seduto l'uccello svettava ancora più ritto e lucido verso l'alto e Clara si inginocchiò davanti a me per continuare quell'opera sublime con la sua bocca. Accovacciata nei suoi stivaloni alternava con decisione rapidi movimenti con la mano a deliziose leccate lungo l'asta giù giù fino alle palle e mentre la guardavo non riuscivo a fare nessun altro movimento. Mi godevo il lunghissimo pompino assaporando ogni sensazione provocata dalla sua bocca e dal suo sguardo, desiderando che non finisse mai.
Ora Clara si era alzata, in piedi davanti a me con i capelli tutti scompigliati mi guardava negli occhi pensando alla prossima mossa... Lentamente si afferrò l'orlo della gonna e lo tirò verso l'alto scoprendo le cosce. Calze autoreggenti e slippino brasiliano nero si accarezzò i fianchi mentre si girava per mostrarsi meglio. Aveva decisamente un bel culo, snello e morbido. Allargò un pochino le gambe e si sistemò la gonna in modo che non cadesse. Poi si preparò a salire sopra di me, scostando le mutandine per mostrami quanto il suo sesso fosse pronto a ricevermi. Impugnando l'uccello si accovacciò sopra di me guidandoselo verso la fessura. Poi affondò verso il basso e in un solo colpo la penetrai fino in fondo. Era calda, e scivolavo già che era un piacere nella sua figa bagnata di voglia. Appoggiando i piedi sul seggio aumentò il ritmo della penetrazione: mi stava scopando, mi stava possedendo! Affondai le mie mani nelle sue chiappe allargandole per sentirla scivolare meglio e arrivare a sbatterle il cazzo fino in fondo. Ora il ritmo era velocissimo e intenso. Le mie mani accompagnavano i suoi fianchi nella stupenda cavalcata e i nostri sessi si fondevano e sbattevano con un rumore di schiocco selvaggio.
Sto scopando da dio, mi venne da pensare, neanche un attimo di cedimento, solo pura concentrazione sul piacere dei nostri due sessi intrecciati. La stavo facendo godere: la sentivo contrarsi e respirare sempre più velocemente, finchè avvertii distintamente un piccolo lago inondarmi il cazzo e regalarmi un segno tangibile del suo orgasmo.
Ma la mia padrona magnanima non volle negare che anch'io prendessi il mio piacere: si sfilò l'uccello, mi fece alzare e appoggiò una gamba sul sedile facendomi capire che lo voleva sentire da dietro. Ancora nessuna parola aveva accompagnato la nostra selvaggia esplosione dei sensi, e ora Clara disse solo semplicemente, torbidamente un "Dai..." . Le afferrai i fianchi affondando le mani e appoggiando la cappella sul solco allargandolo ancora di più. Di nuovo affondai nella figa morbida e ancora allagata dal suo succo delizioso. Stavolta ero io a ritmare la penetrazione, potente, deciso, verso il mio piacere. Accelerai in maniera costante sbattendola sempre più forte finchè piano piano sentii salire dal basso il flusso del mio orgasmo. Mi godetti lentamente ogni attimo fino ad estrarre al momento giusto il cazzo per pilotare lo schizzo violento sul delizioso culo di Clara e strofinarglielo lentamente addosso, spalmandole il liquido cremoso su tutte le chiappe.
Una volta ricomposti e usciti dal castello, fino alla macchina e poi in autostrada... per tutto questo tempo nessuno disse nulla. Ogni tanto i nostri sguardi e i nostri sorrisi si incrociavano, ma nulla di più. Non era imbarazzo, ma forse era come se temessimo entrambi che le parole avrebbero avuto il potere di risvegliarci da quella specie di sogno. Eppure le macchie del piacere di Clara sui miei pantaloni erano reali! Poi, di colpo guardandoci ancora una volta entrambi scoppiammo a ridere. Una risata liberatoria che ci accompagnò ancora per un pezzo di strada. Poi Clara appoggio la mano sulla mia e mi disse: "Da anni nessun uomo mi faceva godere in questo modo, fino a farmi venire, sai? Grazie." Le sorrisi: "Per le prossime trattative puoi sempre contare sui miei servigi.... mia Signora!"
6
1
17 years ago
littleoverzero,
44
Last visit: 17 years ago
-
Moglia troia
tutto e incominciato 15 anni fa mia moglie aveva 26anni ed io 38. in quel tempo a casa mia v eniva a stare mio zio 65enne ogni volta che veniva dalla germania mangiava e dormiva.mia moglie era un periodo di tempo che voleva sempre scopare mi propose di fare sesso con mio zio tutti e tre insieme io subito risposi di no e la cosa fini la.premetto che io vado a lavoro alle 5 del mattino e la cosa mi dava fastidio che mia moglie rimanesse sola con mio zio cosi misi una telecamera nascosta.quella troia appena uscivo si infilava nel letto di mio zio e scopava come una zoccola dal pompino con lingoio all inculata e il bello che la tresca andava avanti da molto tempo.quando son rientrato ho proposto di fare lamore in tre e stata emozionante vedere mia moglie fare la troia
11
7
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Al mare, nostalgia
Erano gli ultimi giorni d’estate per me. Di mare, voglio dire. Al solito, me ne andavo in spiaggia quasi tutto il giorno. E’ che me ne voglio stare tranquillo, faccio fuori e dentro dall’acqua così non sento caldo. In particolare, me ne andavo e vado tutt’ora, più che per le spiagge, in certi posti proprio sull’acqua, tra gli scogli o in esili spiaggette, dove non va nessuno, o meglio dove nessuno può romperti e viceversa.
Mi sono costruito giorno per giorno una specie di tettoia per coprirmi dal sole la testa, per studiare durante il giorno, ripararmi quando ho bisogno ecc. ecc. Mi butto sulla spiaggia nudo irraggiungibile da chiunque, poi nell’acqua, sensazione meravigliosa, se ci tenete, insomma un piccolo paradiso a saperci fare caso.
Al solito, uno di quei giorni, me ne andai su una fettina di spiaggia, oltre le ferrovie, al limitare di certi scogli in una piccola baia.
Avvicinandomi mi accorsi di una barca ancorata, abbastanza grande, tutta blu lucente.
Me ne andai al mio solito posto, incuriosito, a dire il vero.
Con una certa delusione mi accorsi che da quelle parti si era sistemata una coppietta, sicuramente i proprietari della barca. Questo significava: costume, riservatezza e rispetto. Mi consolai dicendo che fosse solo per quella volta.
Figurarsi se ce l’avevo con loro!
Prima di stendermi me ne andai in cerca di canne, rami secchi e quant’altro per consolidare la mia capannetta.
Arrivai vicino a loro. Eravamo noi tre. Fu inevitabile che si attaccasse discorso.
La coppietta, se ne andava lungo tutto il mare dal Ancona fino in Calabria con la loro barca. Si parlò del più e del meno, di lavoro, politica etante altre cose.
Il giorno dopo, vi tornai. Erano di nuovo lì. Il marito mi prese come compagno di svaghi, mi portò fino alla loro barca, veramente bella, mi portava birre e gassose. Per passare il tempo era sempre lì che mi parlava della sua gioventù dei suoi commerci, delle sue donne, delle orette che faceva di nascosto dalla moglie. A dirvi il vero non me ne fregava molto, in quanto il mio unico pensiero era di farmi un giretto con quella barca. L’unica cosa che veramente mi dava fastidio era il modo assurdo in cui mi parlava della moglie, donna veramente adorabile, prendendola in giro, e disprezzandola senza motivo.
Quello era il brutto. Perché doveva disprezzarla in quel modo davanti a me, ma soprattutto con cattiveria e, questo conta di più, lei era lì che soffriva e lo trattava bene, ed era una bellissima donna tra l’altro.
Quanto sentii questo, anche se una vocina mi diceva: “fatti i fatti tuoi” oppure, “pensa a riposarti, lascia perdere” “non pensare alle donne” ecc. ecc. non ci fu nulla da fare, decisi che la volevo, per farla felice probabilmente, non lo so neanche io, glielo avevo letto negli occhi, quant’era trascurata.
Nei giorni successivi, non mi fu difficile crearmi un ascendente su di lei, che si trasformò in una complicità molto fine, molto silenziosa, tra le righe insomma. Intanto grazie a lei, già mi ero fatto il mio giretto in barca.
Proprio la prima volta che ce ne andammo in barca, in alto mare, la mia dolce signora, si mise davanti sul ponte di legno solo con una specie di costume perizoma. Soltanto un esile triangolino dove serve.
Io invece vicino al volante del timone a sentirmi il marito che mi dava lezioni di navigazione. Però sapevo che lei aveva fatto tutto questo per me, ed ora voleva eccitarmi. C’era proprio riuscita.
Ci guardavamo e basta.
Il giorno successivo e quello dopo ancora, prese l’abitudine di prendere il sole davanti a me, oltre alle ovvie ragioni di spazio. Naturalmente in quella dolce nudità.
Da una parte, le leggevo la voglia che aveva addosso, da una parte quella sofferenza quasi remissiva che quel rapporto le aveva causato.
Pensavo a quanto la desideravo. E poi era così bella, siete coscienti di questa parola?, e le parlavo solo con i miei pensieri mentre mi si mostrava, e le dicevo pure che non doveva farsi trattare così dal marito, con tutte le parole che mi venivano in mente. Non avevo la possibilità di parlarne, ne tanto meno il coraggio di fare un passo che mi pareva comunque troppo azzardato.
Non osavo dirglielo perché non sapevo quanto andare in profondità, ma la us situazione era lampante per tutti. Tra l’altro, il marito andava solo con le prostitute insieme ai suoi amici, e se ne vantava con me, a dimostrazione che a palle stava a zero. Tutti sono capaci. Guarda la moglie, invece, che mi aveva conquistato con un battito di ciglia, e che invece poteva veramente permettersi di tutto, probabilmente lo faceva pure. Roba che se il marito fosse andato davanti ad una ragazza, gli si intoppava la lingua in bocca e se gli andava bene quella gli ammollava al minimo una sberla. Comunque!
Venne l’ultimo giorno per loro, che dovevano proseguire il loro solito viaggio.
Nel primo pomeriggio il marito partì in barca per andare ad una vicina città per caricarsi il vino che si dovevano portare a casa. La mia dolce signora, non voleva andare, e fece qualche finto capriccetto e diceva che voleva prendersi il sole. Quella sera penso che andavano in albergo a dormire.
Insomma costrinse il marito a tornare più tardi per riprenderla.
Da parte mia, la situazione mi si era già chiarita.
Me ne andai proprio al confine tra acque e spiaggetta da dove si videva la barca allontanarsi, mentre salutavamo. La signora se ne stava al suo posto una decina di metri da me. Pensavo: “questa è la tua ultima occasione”.
Cercavo di farmi coraggio, in un certo senso. Prima che mi alzassi io lo fece lei. Quindi rimasi a guardarla. Venne proprio vicino a me. Ci mettemmo a parlare. Cercai di cacciare tutto l’umorismo possibile per farla ridere. Era un po’ la cosa più bella. Mi bastava vederla ridere. Che poi era vederla felice. Da parte mia, mi ero scordato pure i vari intenti amorosi.
Figurarsi!
Il bello però venne dopo. Io mi ero appoggiato un po’ sulla sinistra per vederla bene. Lei quasi di fronte a me, un po’ alla mia destra.
Mentre parlavamo, con non curanza si slacciò la parte di sopra del costume, e mi sbatté in faccia le sue tette.
Sentii subito il cazzo che mi pulsava. Lei se ne accertò credo, quasi subito, con uno sguardo, ma continuammo lo stesso a parlare. Non erano tanto quelle tette o la sua linea, ma quel gesto, così volgare ma allo stesso tempo sicuro e disinibito che mi avevano fatto partire la testa.
Parlando mi strinsi un po’ a lei. La mia bella mi lasciò fare, poiché credo se ne fosse accorta.
Volevo baciarla. Non capivo perché fosse così difficile con lei.
Intanto prendemmo a giocare con i sassi della spiaggia e ce ne andammo all’ombra degli scogli.
Ci ritrovammo spalla a spalla. Finalmente, mi feci coraggio, mi voltai per baciarla, magari farci all’amore…
Lei però si tirò indietro sui gomiti, con i seni distesi su di lei. La segui anch’io. “cazzo!” pensai, “c’ero quasi riuscito!”.
Il cazzo lo avevo dovuto tirare di lato per quanto ero nelle sue grinfie..
Lei si rimise quasi seduta e me la guardavo. Poi, avvenne il fatto scatenante.
Mi guardò, con una faccia mista di sensualità angelica e di porcaggine completa. Quello sguardo mi fulminò. Stavo per lanciarmi all’assalto.
In quel silenzio d’attesa, non me ne diede il tempo. Ci mettemmo in un piccola lotta, come di gioco. Mise le sue mani sui bordi del costume e me lo tolse, per gioco e per davvero. La testa l’avevo proprio persa, ormai. La aiutai inarcandomi in alto, come se facessi finta di continuare a giocare. Si ritrovò il mio coso sbattuto sul suo musetto. Lo guardò solo un attimo. Poi si avvicinò! Credevo me ne venissi in quel momento…
Quella lentezza nell’avvicinarsi, mi accresceva talmente la voglia che mi si induriva al solo pensare quello che stava per succedere. Pose la sua lingua alla base del cazzo e me la tirò su fino alla cappella. Poi tornò a guardarmi negli occhi, mentre mi teneva il cazzo dalla base. Me lo guardò ancora. Poi tornò a succhiare, con dolcezza, e con maestria.
Vincendo le mie forze le allontanai la testa poiché non potevamo finire subito. Toglierle quel triangolino di stoffa tra le gambe, fu un attimo.
Sul fianco iniziammo a giocare con le labbra, le infilai due dita in bocca con dolcezza, vicino alla lingua, ma eravamo in fiamme.
Lei mi toccava con dolcezza. Eravamo troppo meravigliati l’uno dell’altro.
Le mie mani presero a muoversi su di lei. Lei aveva un po’ le gambe aperte. Mi immaginavo il succo che la bagnava. Staccai la mano dalla sua schiena e la feci scivolare silenziosa su di me. Poi la posai sulla sua fica, cogliendola alla sprovvista, toccando il suo clitoride. Gemette pazzescamente e mi disse che ero pazzo. Di certo non si aspettava una mano sulla fica così improvvisa. Non demordetti e le infilai due dita e tirai verso l’alto per farla godere. Raccogliendo le sue forze provò a smanettarmi. Dovetti chiederle di far piano perché mi faceva male quasi, per la foga. Lei era bellissima in quell’estasi. Poi la baciai sul collo e le dicevo che mi piaceva da morire. E gli strinsi in una morsa delicata il pollice sul clitoride e il dito medio ficcato nel suo buco, e le muovevo. Mugolava. “lo voglio dentro” mi disse. Tra me e me, le dissi che doveva soffrire ancora un po’!
Le scivolai dietro. La misi in ginocchio con la faccia sulle pietre. Le strofinavo la fichetta col cazzo e gli davo sui capezzoli e di tanto in tanto coi baci sulla schiena. Ormai, lo voleva dentro.
L’accontentai, perché anch’io non resistevo.
Scivolare su quel succo caldo, in quella fica così dolce!
Divenni pazzo di lei, quando guardai la sua faccia che godeva, la bocca che mugolava, gli occhi aperti a metà, capovolti un pochino. Gli occhi mi si erano appannati, di sudore. Con quello si che si scivolava.
Cambiammo qualche posizione. Si sbatté la mano sul clitoride. Ci misi pure la mia. Insieme era troppo bello, giocare con le dita avvinghiate, l’uno con l’altra. Quando venne volle che le spingessi il cazzo “più dentro” diceva e con una mano mi tratteneva, non mi faceva andare indietro e mi attirava dentro di lei dicendo di spingere.
Lasciò il clitoride, sentii la fica che si allargava, e l’orgasmo che la devastava.
Uscii da lei. Lei comprese quello che volevo.
Mi guardò e mi disse che ora mi avrebbe reso pan per focaccia. Si spinse i capelli di lato con la mano e giocammo con la sua bocca, tutti e due. Poi il mio succo bianco lo vidi nella sua bocca aperta, ai lati della lingua.
Che dire infine? E’ stato fantastico…forse è durato poco…comunque, da pazzi!!!
Ciao a tutti della comunità!
6
4
17 years ago
rico819,
26
Last visit: 12 years ago
-
La mia dolce troia
Tutto comincio circa 3 anni fà, io sono Ercole di 44 anni e la mia dolce metà si chiama Chiara ed ha 40 anni, prima di raccontare l'accaduto devo tornare indietro di circa 20 anni quando io e Chiara ci siamo sposati. In quel periodo Chiara era una ragazza che frequentava i gruppi di Azione Cattolica e quindi i week end lei andava sempre a riunioni o campi scuola, (devo dire che di positivo c'era che la sua preparazione cattolica praticante aveva fatto in modo che er avergine fino al monìmento che non ha conosciuto me) per circa 15 anni la nostra vita sessuale era basata sempre su cose non proibite dalla religone cattolica, ma piano piano con molto sudore ho iniziato a far capire a Chiara che ci sono tante cose belle da fare in coppia. Una sera con la scusa di vedere un film in videocassetta siamo andati in videoteca e nel self-service posto al di fuori abbiamo preso un filmetto che doveva essere una commedia divertente, con il fatto che con lo stesso titolo ma un pò modificato c'era anche in versione porno senza farmi accorgere ho preso il secondo. Dopo aver mangiato e messo a letto i figli ci siamo seduti nel divano di sala e abbiamo iniziato a guardare il film, lo stupore di Chiara e il suo imbarazzo si notarono subito dalle prime immagini, ma visto che l'aveva scelto lei non mi trattò male come di solito fà quando io inizio un discorso o cerco di far vedere a lei foto porno. Io subito ho preso la palla al balzo e ho incitato Chiara a vedere il film visto che l'avevamo preso e non avevamo altro da vedere in alternativa, offrendogli un bicchiere di vino bianco fresco che avevamo nel tavolino. Durante la visione vedevo che lei ogni tanto si toccava sotto la gonna, io la stringevo a me, mentre con la mia mano prendevo la sua e la portavo sul mio membro, lei a capito la mia voglia e non riconoscendola ha iniziato a fare le stesse scene che stavamo vedendo, con molta grazia ed abilità mi ha preso il cazzo e se le messo tutto in bocca facendomi un succulento pompino che si è concluso con un maestrale ingoio, stupito da questa prova di professionalità mi alzo sconvolto e diciamolo molto incazzato (perchè in 15 anni di matrimonio nemmeno un bacino sul cazzo mi aveva dato dicendo che lei certe cose non le faceva, ora mi domandavo come in 2 minuti di video aveva capito tutto sul pompino) e gli domando doveva aveva imparato questa pratica, lei arrossendo e iniziando a piangere mi confida che da circa 5 anni è l'amante del suo capo ufficio (che non è altro un vecchio amico e ex fidanzato) e che con lui fà anche altre pratiche erotiche, ma voleva mantenere questo segreto perchè mi amava e non voleva far soffrire i nostri figli. Io stupito della sua rilvelazione e immutolito per 5 minuti ho riflettuto sull'accaduto e senza gridare ho detto candidamente a mia moglie che se proprio doveva andare a letto con il suo capo ufficio nè traesse il massimo beneficio oltre che sessuale anche economico e di carriera, lei alloara offesa (di cosa non sò) mi rispose con voce alterata che lei non era una troia e che certe cose non le avrebbe ami fatte. Oggi dopo 5 anni mia moglie ha avuto già due volte un aumeto di livello (che le colleghe non capiscono come abbia fatto) e di conseguenza un aumento di stipendio rilevante con annessi regali in oro e diamanti. Io sono un felice cornuto con una dolce troia accanto e una soddisfacente vita sessuale in quanto qualche sera posseggo Chiara ciìon ancora la sborra tra le cosce del suo amante.
9
2
17 years ago
bilgia,
40/40
Last visit: 10 years ago
-
A roma
sono a Roma per lavoro, due sere fa ero a cena con persone nuove e alla fine della serata una coppia mi ha proposto di riaccompagnarmi in albergo...ho accettato volentieri poichè avevo bevuto un pochino ed era tardi per prendere un taxi..mi sono accomodata dietro con la lei e mentre si parlava, ha incominciato a toccarmi le cosce, poi i seni che hanno accettato le carezze indurendo i capezzoli.....presa dal piacere e dall'alcool ho allargato le gambe e mentre lui guardava dallo specchietto, lei ha incominciato a toccarmi la fica con la mano bagnata di saliva....la mia fica si è allargata subito e umida di piacere si è lasciata penetrare da quelle dita vogliose....lui ha incominciato a dire alla compagna" leccala, leccala........ha incominciato a penetrarmi con la lingua come un cazzo pronto a scoparmi.... arrivati in un posto isolato lui ha fermato la macchina abbastanza grande e ha aperto lo sportello..ero sdraiata sul sedile posteriore con le cosce larghe...mi ha infilato il suo cazzo duro in bocca mentre lei mi scopava con due dita in fica ed uno in culo ero tutta bagnata e succhiavo il cazzo con voracità...lei si alza e viene sopra di me per farsi succhiare la fica ..e succhiarmela...mmmmm che 69 di fiche bagnate....mi alza le gambe e dice.." dai il culo è largo ..inculala mentre mi viene in bocca...il compagno mi infila il cazzo nel culo con una botta sola...sbattendo le sue palle sui miei glutei fradici.....un urlo di piacere soffoca sulla fica di lei...che mi viene in bocca con gemiti di piacere.........lui sfila il cazzo dal culo e lo sbatte in fica facendo su e giù tra culo e fica..............ero larghissima non sapevo più dove lo stavo prendendo...........ma godevo da impazzire......sono venuta con il culo e la fica contemporaneamente mentre lui mi schizzava la sua sborra calda in faccia e lei la leccav.......................serata indimenticabile
5
6
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Bagno pubblico
Ciao a tutti/e; ho sempre desiderato vedere mia moglie fare dei pompini ad altri uomini,ma sino a ieri non ne era mai capitata l'occasione!Siccome mentre facciamo l'amore le dico sempre che vorrei vederla con un altro cazzo in bocca, ieri mi ha chiesto se lo desideravo veramente:le risposi di si e lei mi disse che dovevo pensare a organizzare qualcosa!In quel mentre mi sono ricordato che in un bar frequentato giorni prima,c'erano due bagni pubblici concomitanti,con due buchi nella parete!Portai mia moglie in quel bar,andai nel bagno e scrissi in un muro di infilare i cazzi nei buchi per un pompino gratuito.Relazionai il tutto a mia moglie, contenta di soddisfarmi, senza essere vista dagli altri:entrammo nel bagno e dopo 5 minuti apparve il primo cazzo;mia moglie comincio' a succhiarlo con gusto,facendo anche roteare la lingua sulla cappella e poco dopo si fece sborrare in bocca,leccando avidamente!Pensavo volesse andare via,ma mi chiese di rimanere:nel mentre comparvero due cazzi dai buchi e mia moglie inizio' a sbocchinarli a turno:vedevo la sua bocca ingoiare quei cazzi;era meraviglioso,soprattutto quando li faceva venire:fiotti di sborra le riempivano la bocca e lei era entusiasta!Siamo stati in quel bagno 30 minuti e lei per accontentarmi si era fatta sborrare in bocca da 19 cazzi,ingoiando con piacere tutto quel nettare!Prossimamente le chiedero' di farsi sbattere da piu' uomini contemporaneamente,anche nel culo:a lei piace farsi inculare da me,ma io voglio vedere altri cazzi sfondarle l'ano,magari mentre altri membri le inondano il viso di sperma caldo.
55
14
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
La mia prima volta in club
Buonasera a tutti coloro che leggeranno questo mio racconto di una storia veramente accaduta nell'estate del 2000,in quel anno nella ditta dove prima lavoravo avevo avanzato alcuni giorni di ferie dall'anno precedente,quindi sono quasi stato costretto a doverle fare fuori dai miei programmi estivi,quindi piuttosto che perderle visto anche il periodo quasi fine giugno,decisi di prendermi una settimana di meritato riposo,che fare?dove andare?.
I miei fortunatamente quell'anno avevano deciso di fare tutta la stagione in campeggio al CAvallino di Venezia,cosi' ne approfittai e andai per tutta la settimana al mare in campeggio.
Mi ritovai da solo tutta la settimana,ma per fortuna durante la giornata non mi annoiavo,infatti in spiaggia durante il giorno partecipavo a diverse partite di beach volley, la sera invece prendevo la macchina e andavo a jesolo a farmi un giro,fu proprio una delle prime sere della settimane che svoltando per una via per evitare il traffico mi trovai per caso apassare davanti ad un club prive' preso dalla curiosita'mi fermai,ed entrai il prezzo era davvero alto per un single ma ormai la mia curiosita'era tanta ed anche l'eccitazione di poter vedere coppie che si scambiavano era diventata troppo forte.
Pagai il prezzo del biglietto ed entrtai,all'inizio mi sembrava una discoteca normalissima c'erano alcune coppie sedute sui divanetti,che si facevano gli affari propri,io mi diressi verso il bar e presi da beree andai a sedermi su un divanetto rivolto proprio verso il centro pista da dove si poteva veramente vedere tutto quello che sarebbe successo negli altri divanetti,mentr sorseggiavo la mia bibita vedevo che c'era una coppia che mi fissava e sempre guardandomi parlavano tra di loro,io pensai che forse avevo qualcosa addosso che non era consono con la serata,oppure ero vestito troppo appariscente (indossavo una maglia bianca attillata e un pantalone a pinocchietto sempre bianco di prada con un ovviamente infradito,d'estate il mio colore preferito perche' mi risalta troppo la mia abbronzatura).
questa signora veramente bella,con un fisico tenuto benissimo,mora,comincio a ballare sopra la pedana che era al centro pista,prima guardava il marito e poi si girava verso di me,ormai i suoi movimenti cominciavano ad eccitarmi lei si muoveva con un ritmo e una carica erotica impressionante,da li a poco comincio a spogliarsi io la guardavo sempre con piu' interesse,lei in quel momento mi fece cenno di raggiungerla sopra la pedana,io non aspettandomi quel gesto le feci cenno che non volevo,lei comunque continuo'la sua danza e spogliandosi rimase solamente in perizoma e credetemi era veramente fantastica,mi riguardo' e mi rifece il cenno di raggiungerla,a quel punto non potevo piu' rifiutare e salii sopra quella pedana,la signora comincio'dapprima a ballare estrusciarsi davanti a me,allora vedendo che ero un po' titubante perche' era la mia prima volta mi disse di lasciarmi andare,a quel punto comiciai a ballare sempre piu' attaccato al suo corpo che ripeto era fantastico,ad un certo punto lei mi mise le mani sotto la mia maglia e massaggiandomi il petto mi eccito' ancora di piu',mi disse che avrebbe voluto spogliarmi io risposi di fare pure,lei comincio con il toglirmi la maglia e restando a petto nudo avvicino' la sua bocca alla mia le ns linghe si incrociavano a meraviglia,pian piano con la bocca cominciava a scendere passava la sua lingua sopra i miei capezzoli,ando' piu' in basso con le mani cominciava a strofinarsi sopra il mio cazzo che era di marmo mi sbottono' i pantaloni e mi lascio' in mutande,questa scena la stavo vivendo di prima persona davanti a tutti non provavo vergogna,ad un certo punto mi abbasso' anche le mutande e rimasi completamente nudo con li cazzo rivolto verso la sua faccia,davanti anche a suo marito che era seduto sul divanetto a guardarsi lo spettacolo,lei comincio' a massaggiarlo dall'alto verso il basso finche' con la lingua che era un fuoco,la passava su tutta l'asta.
Quel pompino che mi stava facendo era qualcosa di veramente grandioso la sua bocca era calda come il fuoco,ad un certo punto mi disse di distendermi e si mise sopra di me a 69,avevo la sua fica davanti all mia bocca che emanava un profumo buonissimo incominciai apassare la mia lingua in quelle labbra bagniatissime e le tintillavo il clitoride che era diventato anch'esso duro,aveva sempre il mio cazzo durissimo nella sua mano e lo muoveva che era una meraviglia si giro' verso di me dicendomi di continuare a leccarla che stava impazzendo,ad un certo punto vidi che inarco di piu' il suo culo verso il mio viso,ormai la penetravo con la lingua mi sentii colare il suo liquido nella mia bocca era buonissimo,una volta venuta comincio' asucchiarmi ed insalivare tutto il mio cazzo pompava da dio,non resistevo piu' ancora un po' di su e giu' e le rovesciai in bocca tutta la sborra che avevo accumulato e doveva essere tanta perche' non riusci a trattenerla tutta in bocca e vedevo che alcune gocce scivolavano sopra il mio cazzo,in quel momento si rivolto' verso di me dicendomi se poteva continuare a leccarmelo io gli risposi di si e continuo'a leccare ed ingoiare tutto le sperma che le avevo dato,ad un certo punto sentii degli applausi ed era il marito insieme ad altre coppie che si erano visti il nostro spettacolo improvvisato,io e la signora ci recammo nei bagni per darci una pulita e sopratutto una bella rinfrescata,e quando tornammo io andai a sedermi nel mio divanetto,la signora mi fece cenno di raggiungerli nel proprio tavolo,accettai e andai a sedermi vicino a lei,cominciando a presentarmi alle altre persone,parlando del piu' e del meno suo marito si rivolse a me dicendomi che avevamo fatto un bellissimo spettacolo e che si era eccitato molto nel guardarci,spronandomi a ritoccare sua moglie .
il resto al prossimo [email protected]
10
0
17 years ago
bamboo2575, 35
Last visit: 13 years ago -
Pensiero perverso
Chi sono io?---- Scrivo storie. Di persone, vere o false, immaginarie o reali, o forse solo ispirate da fatti visti nella vita di tutti i giorni, come se tutti noi nascondessimo qualcosa di segreto e perverso. Una perversione a cui non possiamo dire di no.
La storia incomincia….eravamo entrambi giovani, con tutta la vita davanti. Entrambi poco esperti nel mondo del sesso e tutto ciò che esso si portava appresso. Molte scoperte le facemmo assieme, altre ognun per sé. All'inizio fui io il “motore”, finchè anche lei non cominciò a lasciarsi andare, così che lei potesse esaudire le proprie voglie e soddisfare le proprie voglie.
Mi piaceva fare sesso con lei, ci metteva passione, ci metteva se stessa. E non c'era soddisfazione più grande per me nel vedere il suo dolce viso trasfigurato dal piacere e dal godimento. Un piacere che ero io a farle provare. Non ero io a dover godere. Il mio piacere era veder lei provar piacere.
Eravamo entrambi studenti e, con sua mamma lavorante, avevamo spesso la casa libera solo per noi. Un piccolo nido dove piaceva stare. Ely, il suo nome.
Avevamo da poco finito di fare l'amore, giacendo abbracciati e vicini, esausti e soddisfatti, nel grande letto a due piazze. Era estate, ed entrambi giacevamo nudi. Io la osservavo, ne osservavo il corpo mentre l'accarezzo dolcemente, lentamente, cullandola.
Poi l'idea, come un lampo nella notte.
“tesoro... potresti depilarti tutta, almeno una volta? così dissi, spuntando dal nulla. Lei mi guardò sorpresa,poi incuriosita.“tutta? dici sul serio?
“certo, senza più neanche un pelo, tranne i capelli.” ci guardavamo, seri, l'espressione di lei incuriosita.
“beh, non l'ho mai fatto.. ma se vuoi proviamo”
“proviamo?” c'era qualcosa, nel suo sguardo che mi incuriosiva.
“si. È da quando sono piccola che ho sempre avuto i peli li. Perchè non me li togli tu?” soddisfatto, entusiasta come un bambino, accettai e inizia a sistemare tutto. La feci salire su un tavolo, sistemando due sedie di lato in modo che potesse tenere le gambe aperte senza star troppo scomoda. Poi presi lametta, schiuma, asciugamano e forbici. Già il solo vederla lì, così, esposta davanti a me, mi faceva impazzire, ma spostai la concentrazione ed iniziai il lavoro.
Dapprima presi le forbici tagliando delicatamente i peli più lunghi, riducendoli. Operazione veloce e poco impegnativa. Ora inizia a bagnarla, inumidendole tutta la pelle coperta dai peli. Pochi istanti dopo avevo la schiuma nel palmo di una mano ed inizia a spargerla.
“fa attenzione a non tagliarmi” aveva paura, ma si fidava e vedevo l'eccitazione brillare nei suoi occhi.
Sparsi la schiuma sulla sua pelle, facendo attenzione a non coprirle né le labbra né il clitoride che tanto adoravo baciare e iniziai ad usare il rasoio, lentamente, dall'esterno verso l'interno. Quasi mi stupii di quanto riuscivo a tenere la mano ferma. Non mi lasciai toccare dall'eccitazione, ma proseguii nel mio “lavoro” con diligenza, cm dopo cm di peli in mano tra le gambe d Eily, scoprendo la sua pelle più delicata.
Con la sinistra tiravo la pelle, cosi da arrivare anche nelle pieghe più ostiche. Lei rabbrividì quando le sfiorai il clitoride e le passai la lama fredda sulla pelle sensibile. Ricordo che presto iniziò ad eccitarsi e le labbra divennero umide.
Quando arrivai alle labbra, le stendevo meglio che potevo con la sinistra e poi passavo il rasoio. Prima a sinistra, poi a destra. Non avevo ancora finito che i suoi umori avevano iniziato a colare lungo il solco tra le carni che portava tra le natiche.
Finalmente l'avevo li davanti a me, completamente nuda, priva di ogni tipo di difesa, protezione, solo e unicamente per i miei occhi. E le mie mani….ma non finisce qui…..
2
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Menage a troix
Ormai era da giorni che nella solita spiaggia naturista veniva la coppia che tanto mi attirava.
Più giovani di qualche anno di me e della mia compagna, lei forse con qualche chilo in più ma comunque una bella ragazza, seducente, lui un bel tipo prestante, si presentavano sicuramente come una coppia affiatata, innamorata e come persone educate e pulite.
Ci era pure capitato di fare l'amore a qualche metro di distanza; magari iniziavamo noi e loro subito dietro a ruota o viceversa e sicuramente la cosa era stata molto più che piacevole, travolgente: diciamo pure che non ci eravamo certo risparmiati nel mostrarci reciprocamente le nostre abilità nell'atto d'amore, quasi un una competizione sfrenata dove però alla fine tutti vincevano e nessuno restava col premio di consolazione.
Ma, per quelle strane situazioni che si creano a causa di una paradossale (visto il contesto) forma di pudore reciproco nemmeno conoscevamo i nostri nomi ... anzi, salvo qualche timido saluto al momento di andare via, in effetti non c'era stato alcun rapporto personale.
Quel pomeriggio, erano abbastanza distanti da noi, mentre vicino si era accomodata un'altra coppia, più occasionale come frequentazione.
Ad un certo punto quest'ultimi, cominciarono a fare sesso, cominciando prima con sensuali e vari preliminari e successivamente, presi dall'impeto amoroso, con un rapporto completo ed appassionato: chiaramente la cosa mi eccitava particolarmente e avrei voluto fare lo stesso con la mia donna, che però, infastidita dalla particolare cafonaggine di alcuni voyer attirati dalla situazione per i quali evidentemente "la classe era acqua (e pure sporca!)", non riusciva a lasciarsi andare.
Chiaramente deluso e scocciato, decisi di fare due passi per distrarmi e mi diressi più avanti passando dal sentiero riparato dai cespugli e andai verso le dune, passanzo nei pressi della zona dove quel pomeriggio stava la ns coppietta "preferita".
Incontrai nel sentiero lui, visibilmente eccitato, che si era spostato per intercettarmi; già stimolato abbondantemente dalla situazione precedente, quest'ultima sorpresa mi caricò ulteriormente e non potei nascondere la mia eccitazione: un po' mi sentivo imbarazzato, non capivo le sue intenzioni, o forse non credevo alle conclusioni a cui mi portava il mio istinto.
In passato avevo già avuto qualche scambio bisex, in occasioni nelle quali mi andava e, pur essendo prevalentemente e decisamente etero, non mi aveva creato problemi.
Passai oltre, poi mi girai, e vidi che effettivamente ed inequivocabilmente mi lanciava come dei messaggi in codice: ero proprio io l'oggetto della sua eccitazione, il movimento silenzioso della sua mano ,sul suo turgido pene eretto, era come la melodia delle sirene che amaliano i marinai per attirali a loro e, in quasto caso, sprofondarmi in un gorgo di sensualità.
La cosa un pò mi rendeva perplesso, visto come ambedue avevamo verificato di avere la passione per le nostre compagne, ma la situazione mi intrigava e, con circospezione, mi avvicinai a lui.
Da quella posizione mi resi conto che la sua compagna aveva il controllo della situazione e quindi poteva vedere che lui si toccava per mantenere l'erezione mentre c'ero io; e poteva pure constatare l'analogo risultato su di me e vedere come anch'io rispondevo alla pari del suo uomo.
La cosa mi stava veramente mandando su di giri; lentamente mi accostai a lui cominciando ad accarezzarmi il pene, ormai eccitato al massimo.
Qualche secondo di stallo e poi lui allungò lentamente la mano cominciando ad accarezzarmi delicatamente il membro turgido.
A questo punto ruppi gli indugi e cominciai a ricambiare prendendo anch'io in mano il suo uccello, duro e di discrete dimensioni, un po' più dotato del mio; la ragazza ogni tanto guardava e la cosa mi faceva impazzire: chiaramente era consenziente che il suo uomo facesse tutto cio', ma fino a che punto poteva arrivare?
Ben presto i miei dubbi ebbero una risposta; lui si inginocchiò davanti a me e prese il mio cazzo in bocca, cominciando a succhiarlo con avidità, facendomi un pompino incredibilmente sensuale.
Ormai avevo la libido che straripava, e cominciai ad accarezzarlo come non avrei mai pensato di accarezzare un uomo: poi lo tolsi dalla sua calda bocca, gli feci segno di mettersi in piedi e nessuna remora decisi di ricambiare il pompino e, dopo averlo lavorato un pò con la mano, mi inginocchiai a mia volta e lo presi in bocca, duro e caldo com'era e cominciai a fare altrettanto.
Mi accorsi che la ragazza nel frattempo, piano piano, si era avvicinata, ogni tanto si toccava visibilmente eccitata dalla situazione: ormai era ad una decina di metri da noi; azzardai un segno verso di lei per farle capire che poteva avvicinarsi.
Quello che ormai poteva dirsi "il mio partner" confermò con un gesto e quindi vidi che lei, con una lentezza che mi sembrò quasi esasperante, comincio' ad avvicinarsi, con un'andatura cosi' sexy e maliziosa che dovetti concentrarmi per non venire troppo presto per l'eccitazione.
Dopo dei secondi che sembrarono anni, impiegati per coprire la distanza che ci separava, potevo averla fianco a me; ero sempre inginocchiato a succhiare il cazzo del suo uomo e lei si inginocchio' al mio fianco ed allungò la mano sul mio pene, cominciando a lavorarlo con un tocco morbido e sapiente.
Allungai la mano verso la di lei zona genitale, dirigendomi alla sua figa sapientemente semi rasata, cominciai a passare le dita in mezzo alle sue labbra, e sentendola già bagnata, introdussi prima uno e poi altre due dita assieme e cominciai a masturbarla. Ormai i giochi erano aperti, le carte scoperte, quindi prendemmo due asciugamani e dopo averli distesi in un punto un po' più riparato ci lasciammo andare a tutto cio' che la fantasia ed il comune accordo ci suggeriva.
Lei spompinava lui e nel mentre mi faceva una sega, io la accarezzavo e la penetravo con le dita, diventate quattro vista la dilatazione che aveva per l'eccitazione; poi io succhiavo il cazzo al suo uomo mentre lei succhiava il mio, lei che inginocchiata prendeva un cazzo per mano e ci masturbava in piedi di fronte a lei, accarezzavo i suoi seni incredibilmente alti quanto grossi e sodi (tutti naturali!!).
Oramai senza più remore, dissi a lui di farmi vedere come la penetrava, così come avevo potuto già vedere nei giorni precedenti e fui subito accontentato.
La sdraiò sull'asciugamano, lei senza attendere si posizionò aprendo le cosce e lui subito fu dentro la calda, bagnata e fremente passera con tutto il pene, spingendo con forza e facendola gemere subito per il piacere; subito le porsi il cazzo in bocca, che succhiò con avidità, mentre continuava a mugolare godendo immensamente: poi mi sollevai un po' e lo posi in bocca a lui che gradì immediatamente succhiando con forza ed intensificando le spinte sulla sua compagna.
Ormai qualsiasi freno era andato, c'erano solo tre persone eccitate che godevano immensamente, mani che accarezzavano, bocche che succhiavano e leccavano, e mi sembrò totalmente naturale ad un certo punto trovarmi a penetrare e spingere il mio sesso duro dentro quella figa calda.
Mi trovai sotto, con Lei che mi cavalcava e vidi che lui si era posizionato dietro di lei: cominciò a toccare il mio pene che entrava nella sua compagna, raccolse un pò di umori e capii che li usava per lubrificare l'ano di lei aggiungendo anche della saliva: confermò le sue intenzioni posizionandosi per bene dietro e poggiando la turgida cappella sul buchetto, poi cominciò delicatamente a spingere.
Mi resi conto che lei si abbassava di più per facilitare l'operazione, i suoi bellissimi e grossi seni quasi mi soffocavano: cominciò a emettere dei gridolini di piacere che diventarono quasi un urlo quando finalmente lui entrò del tutto e cominciò a pompare con vigore.
Sentivo il suo cazzo nel culo che quasi toccava il mio nella di lei figa, mentre lei ormai fuori di testa si agitava, gemeva ed assecondava con i movimenti del suo bacino quelli dei nostri cazzi che si muovevano dentro le sue intimità per trarne ogni minimo godimento. Ero quasi soffocato dalle sue grosse tette, leccavo e succhiavo i suoi capezzoli turgidi ed eccitati. Rotolammo di fianco sugli asciugamani, sempre avvinghiati e continuando i movimenti amorosi, poi ci scambiammo e io la penetrai nel culo messa di fianco e lui la prese nella vagina.
Poi, lui tolse il suo cazzo, prese in mano il mio togliendolo dal culo della compagna e me lo fece mettere di nuovo nella figa bagnata; si posizionò di fronte a lei, sdraiato e con mio stupore cominciò pure lui ad penetrare nella figa, delicatamente.
Lo sentivo che entrava, scivolando dentro, toccando il mio cazzo, e per un attimo pensai che la poveretta rischiava di rompersi veramente; ma questa sensazione fu subito spazzata via, mi accorsi che lei si dilatava ancora di più per accogliere tutti e due i cazzi, ormai grossissimi e durissimi per l'eccitazione parossistica, la sentii godere con voce strozzata, la sentii muoversi come una vera sacerdotessa del sesso per assecondare i nostri movimenti, la sentii vibrare in ogni cellula del suo corpo.
Quanto durò? minuti, ore, anni .... chissà !?! .... il tempo sembrava essersi fermato.
Furono momenti intensissimi, e quando alla fine cominciammo a venire, mi sembrò la cosa più eccitante del mondo dividere lo sperma di lui con la ns bella dea, succhiare con lei quel cazzo così bello e capace, e poi far fare a loro due la stessa cosa col mio.
Dopo qualche minuto passato per riprendere quasi conoscenza, cominciai a realizzare che avevo lasciato la mia compagna sola ed ormai era già passata più di un'ora.
Salutai con discrezione e tornai, facendo un giro largo per non far vedere la vera direzione di provenienza.
Lei mi vide e un pò scocciata mi fece notare che mancavo da un bel pezzo, che aveva dovuto assistere da sola oltre che all'amplesso anche a tutte le varie masturbazioni dei voyer di passaggio.
Insomma, mi presi una bella lavata di capo, giustificandomi che avevo camminato a lungo non rendendomi conto dell'ora: il nostro rapporto, allora, non prendeva in considerazione assolutamente situazioni simili.
------ Nota dell'autore ----
Questo racconto è ispirato, (seppur con molte aggiunte ed amplificazioni della situazione dettate dalla fantasia) a un fatto vero che è realmente accaduto e che ha portato ad una radicale evoluzione (fortunatamente in meglio) della nostra vita di coppia, in quanto dopo qualche mese ho voluto "confessare" tutto alla mia splendida (dentro e fuori) compagna, che contrariamente a quanto pensavo, mi ha capito, accettato ed ora ci ritroviamo più affiatati e complici di prima.
Siamo riusciti (anche grazie a Desideya) a reincontrare la splendida coppietta: c'e' stata una serata incredibile fra tutti e quattro, ed è per questo che vogliamo, io ed "Eva", ringraziare pubblicamente dal più profondo del cuore coloro che hanno, seppur involontariamente, portato questa grande e splendida evoluzione del nostro rapporto.
Siete splendidi !!! come si dice ... GRAZIE DI ESISTERE!!!
Drake
l
8
7
17 years ago
drakEva,
60/60
Last visit: 1 year ago
-
Rosso sangue
ROSSO SANGUE
Sentivo la necessità di rilassarmi un pochino….la mattinata era stata impegnativa e, dopo pranzo, scambiare quattro chiacchiere sulla video-chat più diffusa mi era sembrata l’idea migliore: d'altronde cosa c’era di più comodo che starsene pigramente seduti, senza dover uscire di casa per conversare con qualcuno?!?.
- Adoro scrivere, forse anche perché mi ritengo una persona estremamente timida e riservata; attraverso la scrittura, riesco ad esprimere i miei pensieri “a cuor leggero”….lo trovo un pratico modo di “relazione non diretta” con le altre persone, non immediata.
In questa maniera “aggiro” la mia timidezza, riuscendo ad esternare con naturalezza ed obiettività il mio modo di essere; per assurdo a me accade l’esatto opposto di quello che succede invece a molte persone: per sentirmi veramente me stessa, per poter “liberare” i miei pensieri, per riuscire a denudare i miei dubbi, per poter analizzare obiettivamente i fatti accaduti, spesso ho bisogno di mettere tutto nero su bianco. –
Mi ero comodamente sistemata sulla seduta imbottita della sedia posta di fronte al computer, che a sua volta era appoggiato sulla scrivania dello studio; questa rappresentava per me la “stanza del peccato”, nella quale avevano preso forma i “giochi virtuali” perpetrati in coppia con mio marito, ma anche da sola….
(Tutto in quella stanza evocava l’erotismo…..dal divano rosso acceso, alle tende trasparenti dalle tonalità calde ed avvolgenti che andavano dal giallo oro al rosso cardinale; dal quadro raffigurante un infuocato tramonto indiano, alle candele dai profumi forti ed aromatici; dalle appliques in ferro battuto bucherellato, dalle quali si diffondevano suggestivi raggi di luce, alla piantana in pelle colorata arancione scuro, che creava emozionanti atmosfere visive…..ed infine la tinta delle pareti e del soffitto, che, con la loro tonalità color del thè, ispiravano pensieri tutt’altro che rilassanti….)
Entrai nella chat, e constatai, con un po’ di delusione, che tra le persone che risultavano in linea in quel momento non ce n’era nessuna con la quale avrei voluto conversare.
Decisi dunque di aprire la posta elettronica, anche nella speranza di aver ricevuto qualche messaggio piccante; quel giorno avevo le mestruazioni e il mio desiderio sessuale aveva subìto un impennata verso l’alto…..quella notte infatti, come spesso accade durante i miei giorni di massimo desiderio, avevo fatto un sogno erotico che aveva stimolato la mia immaginazione , proiettando la mia mente verso pensieri decisamente poco pudichi.
La schermata aperta della pagina di posta elettronica, unitamente ai miei pensieri, distolsero la mia attenzione dalla chat: non mi ero accorta infatti che ora in linea c’era il “mio singolo preferito”….e non esitai un istante nel chiamarlo.
Fortunatamente per me non era impegnato in altre conversazioni, così ci salutammo, ci scambiammo qualche battuta piccante e decidemmo di effettuare una video-chiamata per aprire le rispettive web-cams ed attivare i rispettivi microfoni.
…….Caspita!.....Quel giorno lo trovai particolarmente attraente: indossava un completo gessato marrone con righe sottili celestine e camicia celeste - adoro gli uomini che riescono a valorizzare il proprio aspetto fisico anche attraverso il vestiario; trovo assolutamente sacrosanto il proverbio per cui l’abito non faccia il monaco…..ma è altrettanto vero che spesso gli indumenti sottolineano e valorizzano la personalità di chi li indossa - .
Il mio abbigliamento invece consisteva in una loungette bianca aderente con spacco centrale, autoreggenti bianche velate , scarpe bianche in pelle con tacco e cinturino alto che fasciava la caviglia, twin-set turchese con scollatura pronunciata frontale, reggiseno e perizoma bianchi in microfibra, collarino di perle bianche; indossavo inoltre un assorbente esterno (…non fate quella faccia….è vero, gli assorbenti interni sono molto più eccitanti, anche a vedersi….ma la mia scelta non era caduta a caso: mi piace infatti la pressione esercitata dal sangue mestruale lungo le pareti della mia vagina, mentre fluisce copioso: paragono tale sensazione, anche se, ovviamente, in maniera molto più attenuata, a quella che provo durante la pratica del “pissing”).
Conoscevo il “mio singolo preferito” da molti mesi, e mi era subito sembrata una persona totalmente disinibita, la cui sessualità era stata sempre espressa da un legame profondamente simbiotico tra mente e corpo….solo che, in considerazione delle mie intenzioni del momento, che esulavano decisamente dagli “schemi sessuali ordinari”, non avevo idea di come avrebbe potuto reagire.
Una volta accertati i nostri stati d’animo reciproci, tutt’altro che amichevoli, iniziai a mordicchiarmi le labbra; il gesto che apparentemente poteva sembrare non intenzionale, espresse tutta la sua natura peccaminosa quando aprii la bocca e disegnai con la lingua umida il contorno della mia bocca, che andò ad incorniciare un sorriso profondamente diverso da quello esternato fino a pochi istanti prima.
Lui fece lo stesso; si avvicinò alla sua web-cam in modo che la sua bocca potesse riempire tutta l’inquadratura; con la lingua inumidì le sue belle labbra, lentamente, in modo semicircolare…poi si ritrasse senza proferire alcuna parola e si sedette, coma fa uno spettatore che si accomoda per assistere all’imminente “spettacolo”, ansioso di conoscerne il contenuto.
Tolsi il giacchetto e sollevai la maglietta con entrambe le mani, facendola scivolare in alto lungo il mio busto, fino ad arrivare all’attaccatura dei seni: in quel punto premetti la maglietta con maggiore pressione, scoprendo lentamente i dossi lisci e morbidi sottostanti; i capezzoli, dapprima costretti nel reggiseno imbottito, si aprirono al suo sguardo attento in tutta la loro rosea rotondità; faceva molto freddo ed il contatto con l’aria, mischiato con la mia eccitazione li fecero subito inturgidire.
Feci uscire dalla mia bocca una goccia di saliva, che colpì prontamente il capezzolo sinistro; lo afferrai con le dita, stringendo la presa per cercare di tirarlo in fuori il più possibile….mi faceva quasi male, le mestruazioni avevano reso i miei seni tre volte più sensibile rispetto agli altri giorni del mese.
Mi piaceva….
Lui intanto si era slacciato la cinta e sbottonato i pantaloni, tenendo rigorosamente l’inquadratura della cam lontana dal mio sguardo indiscreto.
Mi diceva che avrei dovuto meritare la “ricompensa” e, tutto sommato, a me non dispiaceva affatto, anche perché nel frattempo avrebbe avuto tutto il tempo di eccitarsi completamente, se già non lo avesse fatto.
La sua voce calda e sensuale iniziò a scandire le sue parole decise, i suoi commenti spinti, le sue frasi estremamente esplicite nei miei confronti, provocando in me un’eccitazione intensa ed incontrollabile.
Allargai le gambe ed afferai la web-cam, abbassandone l’inquadratura fino ad arrivare all’altezza esatta del mio sesso; con l’altra mano spostai il perizoma con l’assorbente ed affondai l’indice nella mia carne bagnata: cercai di muovere il dito all’interno della mia vagina in modo che potesse impregnarsi di quanto più sangue possibile, mischiato ai miei umori; lo ritrassi lentamente, avendo cura di riprendere la scena da vicino, lo portai alla bocca e lo assaggiai…..con la punta della lingua raccolsi un po’ del mio sangue e prima di assaporarlo bene offrii la mia linfa vitale al mio singolo che, avendo intuito subito le mie intenzioni si stava masturbando. Si avvicinò nuovamente alla cam e, con mio immenso piacere leccò l’obbiettivo della stessa come “gesto contemporaneo di approvazione e gradimento”.
mmmmmmmm…….ora avevo avuto la conferma di quanto fossimo simili, da quel punto di vista.
Fu una sensazione indescrivibile: mi intrigava sapere che una persona “estranea” si fosse eccitata in seguito alla visione del mio sangue mestruale…si, insomma, che lo avesse attratto un fluido corporeo così intimo e personale.
Nel frattempo continuava a parlarmi con tono di voce basso e profondo; i suoi sospiri vogliosi spezzavano le sue frasi oscene e stimolavano la fuoriuscita di adrenalina che alimentava la mia fantasia, tanto da farle perdere un pò del suo significato irreale…..sembrava infatti che stessimo vivendo concretamente quell’evento, quasi riuscivo a percepire il suo respiro “animalesco” sul mio collo e le sue parole arrivavano dirette al mio cervello.
Volevo che mi scopasse, e l’unico modo era quello di sostituire il suo cazzo duro e gonfio con i miei “oggetti personali”….
Dal cassetto della scrivania estrassi un vibratore non larghissimo in circonferenza, ma molto lungo, su suggerimento del mio uomo, che già conosceva i miei “strumenti di piacere”.
Posizionai bene la cam sulla scrivania, affinché potesse sbirciare nell’inquadratura la totalità della mia figura, dalla testa ai piedi; mi voltai di schiena, sollevai una gamba ed appoggiai il piede sulla sedia: il mio gesto andò a rivelare il pizzo delle autoreggenti bianche; accarezzai il nilon setoso e trasparente che fasciava la mia coscia, poi mirai in alto e andai a svelare lentamente le mie parti intime, precedentemente private del perizoma e del suo assorbente; il sangue uscito nel frattempo aveva rigato la mia gamba e macchiato parte degli indumenti indossati; il solo pensiero mi eccitava ed iniziai a leccare una delle due estremità sporgenti dello schienale di legno della sedia, simulando una fellatio; sentivo il sangue uscire e colare caldo sulla mia pelle….ero in completa balia delle emozioni suscitate da una situazione tanto inusuale quanto, per me, estremamente eccitante.
I miei gemiti salirono d’intensità quando mi voltai verso la web-cam ed iniziai a strusciare il vibratore lungo la linea delle mie aperture lucide e scivolose…penetrai il mio ano senza aver dovuto precedentemente lubrificare l’oggetto utilizzato.
Iniziai a scoparmi a fondo…sentivo la cavità anale opporre una ovvia, iniziale resistenza, per poi piegarsi ai miei movimenti ed alla mia volontà, che la stavano rendendo sempre più cedevole e spaziosa.
Voltai lo sguardo verso di lui, e vidi finalmente l’immagine appagante del suo cazzo pronto, voglioso, eretto, lungo: con la mano destra aveva afferrato il suo membro, rovesciando il polso in modo che potessi godere dei suoi voraci movimenti nella maniera visivamente più ottimale; potevo così notare il suo glande gonfio e levigato sparire e ricomparire al ritmo frenetico scandito dalla sua mano, il sangue bluastro che riempiva il tortuoso reticolo venoso che ricopriva la sua asta, il colore acceso della sua cappella che si piegava alle insistenti sollecitazioni esterne e che contrastava con la tonalità più chiara delle pelle che rivestiva il suo membro.
Il mio orgasmo si manifestò in maniera inequivocabile, provocato da un misto di immagini e sensazioni fisiche e mentali.
Per nulla soddisfatta estrassi dal cassetto un altro fallo di gomma, il cosiddetto “senza palle”, denominato così per via del taglio netto dei testicoli che lo supportavano, apportato dalla sottoscritta per questioni di “praticità e comodità” che riguardavano il suo utilizzo personale (per esempio davanti allo specchio….non mi permettevano una visibilità della penetrazione a 360 gradi….. – beh….mio marito a volte ha paragonato i miei istinti, le mie pulsioni sessuali a quelle di un uomo….non posso dargli torto poiché è l’uomo, rispetto alla donna, ad essere maggiormente legato ad una sessualità “visiva”, statisticamente parlando).
Mi spostai sul divano posto di fronte alla scrivania, continuando a tenere, con l’ausilio di una mano, il vibratore dentro il mio corpo; salii sul divano e mi misi a quattro zampe, inarcando bene la schiena e sporgendo le natiche in fuori: la posizione assunta sottolineava le curve della mia schiena e del mio sedere sporgente, totalmente in fuori, che a sua volta contrastava e contemporaneamente si fondeva visibilmente con la concavità pronunciata della mia zona lombare, intervallata da fasce muscolari tese che ne esaltavano le rotondità.
Appoggiai il mento sui cuscini della seduta del divano e divaricai le gambe. Ritrassi per metà il vibratore, per poter fare maggiore spazio al fallo di gomma che iniziai ad inserire nella mia vagina aperta….la sensazione che provai fu un misto di piacere e dolore che man mano scomparve per lasciare il posto ad un’eccitazione completa, totale, piena. Con una spinta più decisa riuscii ad affondare l’oggetto fino in fondo, e, con entrambe le mani, con la testa che faceva contemporaneamente da appoggio e da perno di equilibrio al resto del corpo, mi scopai in entrambe le parti intime fino al momento di massimo piacere, che irruppe in maniera impetuosa e prolungata.
Estrassi il “senza palle” e mi avvicinai nuovamente alla cam: lo portai alla bocca e lo pulii di tutto il sangue che lo aveva imbrattato; il sapore ferroso del mio sangue misto ai miei umori appagarono i miei sensi e resero il mio viso colmo di espressioni di profonda soddisfazione.
Si avvicinò anch’egli alla cam inquadrando il suo cazzo duro ed i suoi testicoli gonfi di liquido seminale…ora ero io a parlargli con tono della voce basso, ma deciso; le mie parole, i miei sospiri, l’espressione della bocca, i movimenti della lingua incitavano il mio singolo a farmi dono del suo sperma…..desideravo intensamente che godesse e che il suo piacere si trasformasse, di conseguenza, nel mio piacere.
Il suo liquido vivo uscì dall’apertura apicale del suo glande con estrema pressione, nonostante la posizione verticale nella quale si trovava contrastasse con la forza di gravità; i primi schizzi di seme trasparente fluirono disordinatamente, mentre il resto, di consistenza più compatta e di colore bianco si posarono sulla sua coscia destra.
Leccai virtualmente ogni goccia visibilmente inquadrata dalla sua web-cam cercando di immaginare il sapore “dolce” di cui mi aveva tanto parlato…...
Le nostre emozioni si allinearono sulla stessa lunghezza d’onda, rendendo quell’esperienza appagante per entrambi, nonostante la natura non reale del nostro incontro…
E’ proprio vero che il potere della mente…..non ha confini.
6
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Sorpresa ... doppia!
La sera del mio compleanno sta scorrendo tranquilla. Sono a cena a casa con mia moglie, calda 33enne capace di accendere le mie fantasie, specialmente grazie alle sue labbra di fuoco ed alle sue tette ... invidiatissime!
Attendo con ansia il momento in cui lei si avvicinerà a me con il sorriso sulle labbra per colpirmi con il suo classico regalo a sorpresa.
In tanti anni che siamo insieme non sono mai riuscito a capire il contenuto dei pacchetti che mi piazzava davanti agli occhi.
Arriva il fatidico momento e si avvicina con fare sensualissimo (era tutta la sera che la vedevo passarsi la lingua tra le labbra in maniera calda e provocante!) e mi si siede sulle ginocchia, mettendomi in mano un pacchettino piccolo e ben infiocchettato.
Lo soppeso, lo palpo ... ed ancora una volta "sparo" nella direzione sbagliata: "Una cravatta!" le dico.
"Che scarsa considerazione per la mia fantasia ..." e finge il broncio.
Apro il pacco e ... si tratta di una striscia di stoffa nera ... che lei prende subito e che usa per coprirmi gli occhi.
Inizia così uno dei giochi che più mi eccita in assoluto.
Lascio fare a lei i primi passi e mi metto completamente in balia delle sue fantasie e desideri.
Mi conduce per mano sulla parte del tavolo libera ... mi fa sdraiare sopra e con un tovagliolo mi lega le mani dietro la schiena.
Lei inizia a sbottonarmi tutto lo sbottonabile e a giocare a sfiorarmi. Sento le sue labbra giocare col mio cazzo e alitarmi un caldo soffio sul glande.
Mi lecca e mi succhia salendo e poi scendendo sempre più a fondo ... La sua bravura è tale che sento la sua lingua saettare dappertutto ...
Solo quando la morbidezza familiare delle sue labbra preme sulle mie ... mi rendo conto che la lingua che mi perlustra il cazzo ormai tesissimo non è la sua ...
Sorrido pensando a chi potesse essere l'amica di turno ... ma dopo qualche secondo passato a giocare con la sua lingua tra le mie labbra ecco il secondo momento di sorpresa. Lei stacca le sue labbra dalle mie ma percepisco la loro presenza a poca distanza, mentre lei mugola di un noto piacere ...
mi bacia, mi slingua le labbra e poi si stacca e mugola.
Dopo qualche ripetizione di questa manovra sento ancora una volta la sua lingua fare pressione ed aprirmi le labbra ... simultaneamente un morbido intruso accompagna la sua umida lingua e si accomoda tra le mie labbra.
Non faccio in tempo a rendermi conto di cosa sta succedendo che questo oggetto inizia a muoversi dentro e fuori delle mie labbra e sento lei incitarmi a spompinare per bene quel cazzo ...
Non riuscivo a crederci!
Tante volte mi aveva detto che avrebbe voluto fare un pompino ad un uomo insieme a me ... adesso si stava godendo la scena.
Protestai (mentalmente) che era il MIO compleanno ... ma continuai ad assaporare il primo cazzo vero della mia vita.
Perchè in effetti questo gioco con cazzi finti lo avevamo provato tante volte.
Quando lo sentii ritrarsi rimasi quasi ... male.
Sentivo la vorace bocca di mia moglie continuare il lavoro nel suo caratteristico ed arrapantissimo mugolio ...
Poi sentii la voce calda e rotta dall'eccitazione dell'ospite che descriveva minuziosamente le capacità di mia moglie.
Era pacato ma al tempo stesso molto efficace.
Mi descriveva con tale dovizia di particolari la scena che la mia immaginazione galoppava e si arricchiva dei suoni e dei sapori ...
Dopo qualche minuto di nuovo la cappella premeva contro le mie labbra e quel cazzo si insinuava di nuovo dentro di me.
Era molto più duro e grosso rispetto a prima e mentre pensavo al buon lavoro di mia moglie (era proprio una pompinara nata!) giocavo con la lingua (come lei mi aveva insegnato a fare sul dildo) prendendo confidenza con le dimensioni del cazzo ...
Adesso mi sembrava enorme. Quando lo spingeva a fondo mi soffocava quasi e non sentivo nemmeno i peli del suo pube
Era durissimo e lungo e grosso ed il mio cazzo iniziava a sobbalzare di un nuovo incredibile godimento.
Sentii mia moglie fare commenti su questa mia eccitazione mentre prendeva posizione per iniziare un 69 di fuoco ...
Mentre le sue sapienti labbra iniziavano ad igoiare il mio cazzo io leccavo le labbra della sua figa, che continuavano ad emettere umori dolcissimi ...
La mia lingua correva sul suo clitoride e sulle labbra fino a quando il suo posto è combattuto dal grosso cazzo dell'amico.
Percepisco la sua intrusione da molte reazioni: la figa di mia moglie che si allarga a dismisura e il suo clitoride che si inturgidisce; i movimenti di lei sul mio cazzo che si bloccano per lunghi secondi e poi riprendono col solito mugolio e con ritmo ancora più godurioso; infine sento le palle dell'ospite lambire il mio naso e le mie labbra.
A giudicare dal tempo che impiega ad entrare ed uscire completamente ... direi che si tratta di un cazzo davvero super ...
Ad un tratto lo sento scivolare fuori e colgo immediato il sospiro di mia moglie ...
La sua azione sul mio cazzo è sublime ... mi ha bagnato, però, in maniera abbondantissima e solo di rado succhia via gli umori in maniera eccitantissima e rumorosa come ama fare (ed amo che faccia) ...
La sua saliva cola lungo la mia asta e sul mio scroto.
Sento le sue dita giocare con le mie palle e bagnarsi della saliva stessa.
Poi sento la pressione del suo medio contro il mio sfintere e capisco che la mia festa sta solo per cominciare.
Mi allarga le chiappe con le mani, infilando due dita nel mio culo e continuando il pompino senza mani ...
Sono in estasi e la incito a continuare ...
Sento che il momento topico sta arrivando ed il mio culetto inizia a vibrare e ad allargarsi in anticipazione.
Sento lei insalivare bene quel palo e poco dopo la cappella enorme contro il mio buchetto ...
Il cazzo è duro come il marmo .... molto di più del solito dildo che usiamo nei nostri giochi ... lei continua ad insalivare il mio buco ed a usare le mani per allargarmi al massimo ...
Lo sento spingere e dopo qualche secondo di pressione folle sento che il mio sfintere cede e che il mio respiro rimane in sospeso ...
Pochi attimi e sento il calore del suo cazzo che mi profana l'intestino e mentre la percezione dell'enormità del suo cazzo mi sconvolge, mia moglie fa dettagliata telecronaca che mi manda in sollucchero ...
Non posso usare le mani, altrimenti le avrei spinto la testa sul mio cazzo ...
Lei perfidamente non mi sfiora nemmeno, sa bene che verrei subito ...
Vuole godersi e farmi godere al massimo la situazione ...
Solo dopo alcuni minuti di su e giù lento e profondo di quel cazzo la sento esplodere in un orgasmo cosmico ...
Dopo un primo momento di smarrimento il mio culo ha preso le misure all'intruso e ne trae il massimo godimento ...
Ancora qualche minuto e l'amico smania per godere .... Dal movimento repentino capisco che il suo nettare sarà mirato ad altri orifizi ..
Conoscendo l'ingordigia di mia moglie lo immagino togliere il preservativo ed inondare la bocca di lei.
Mi dispiaceva solo di non poterla ammirare in questa performance senza pari.
Invece lei mi toglie la benda, e vedo che il grosso cazzo appartiene ad un ragazzo di colore mai visto prima. Ha un cazzo di marmo e sta per esplodere.
Mia moglie lo impugna e lo lascia sborrare sul suo viso, nella sua bocca e sulle tette.
E' troppo egoisticamente innamorata dello sperma per fare diversamente.
Ma alla fine, le ultime gocce le lascia succhiare a me ... e poi mi bacia giocando con le nostre lingue a passarci lo sperma ...
Sono in uno stato di eccitazione pazzesco e mia moglie sorridendo abbandona le mie labbra per raggiungere il mio cazzo e lo fa esplodere nella sua bocca ... mentre con il suo sguardo più porco mi incita a guardare la sua pelle sporca di sperma ...
8
9
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
La prima volta in macchina con coppia
La mia prima volta in macchina con una coppia.
Adesso vi spiegherò perchè o cambiato idea e voglio esclusivamente incontri in macchina.
Gennaio 2007 tra messaggi con una coppia ci siamo affiatati sempre di più senza mai andare sul particolare su dove trovarci, un bel giorno facciamo il passo
(era una coppia un pò lenta con l'appuntamento) e con il cazzo duro gli srivo vengo da voi quando volete.
Doccia gelata mi rispondono che non possono ospitare e anche io non posso ospitare, mio dio va tutto a monte quando lei mi srive dicendo troviamoci almeno
per conoscerci, ci siamo parlati così tanto che sono curiosa.
Arriva il giorno fatale, venerdì sera ci troviamo in piazza alle 21:00, OK va bene dico io dopo averci detto le macchine che avevamo sono andato al luogo
descritto, passate le 21:30 ho detto bel bidone 40 km per un cazzo poi vedo dei fari che lampeggiano erano loro su un altra macchina che guardavano chi ero
prima di chiamarmi.
Un pò incazzato salgo dietro la macchina e gli dico " brutto scherzo questo avevate paura di un maniaco", lui risponde no ma essendo la prima volta eravamo
indecisi, dopo un pò che parlavamo e occhi indiscgreti di altra gente che non si faceva i cazzi suoi ci guardava, abbiamo deciso di andare nel parcheggio di
un supermercato fermandoci prima a prendere un paio di lattine da bere.
Una lunga conversazione arrivano le 24:00, io dico siete simpatici è un vero peccato che non abbiamo avuto l'opportunità di conoscerci intimamente, mi
dispiace ma adesso vado spero che troviate una persona che possa ospitarvi.
Ad un tratto lui sorride e da una carezza alla sua donna, poi si baciano e si girano e mi guardano con una sguardo fulminante, lei viene dietro con me e
continua a sorridere un pò vergognosa e indecisa se fare il passo mentre il suo lui ci guarda, aspetta un attimo non dice niente si avvicina con la bocca e
mi bacia, un bacio semplice bocca chiusa niente di speciale ma così intimo che il mio pisello comincia a pulsare.
Passa un altro po,lei sorride sempre e mi mette la mano sul cazzo pulsante mi infila la lingua in bocca e slimoniamo per un paio di minuti, dopo il suo lui
ci guarda e dice: a me niente fate tuttu voi? abbassa il sedile si sposta dietro e mi bacia, gli piace, nessuno di noi due è gay ma ci piace esplorare tutto
del sesso.
Lei mi tira fuori l'uccello e comincia a pomparmi l'atmosfera si accende, io tiro fuori l'uccello di lui e comincio anche io su e giù, cominciano i gemiti di
piacere cominciamo a toccarci lui si abbassa e mi spompina insieme alla sua donna, è un pò scomodo ma l'atmosfera è intrigante continuano e non si fermano
alzo la mano e li stacco tutti e due, mio dio stavo quasi per venire, lei si togie le mutande si passa il dito tra la figa e con il suo succo mi mette il
dito in bocca, tutto tenero niente parole o volgarità mi dice adesso tocca a me.
Preso dall'eccitazione mi abbasso e gli lecco la figa, lei urla gli piace urla tantissimo il marito gli dice smettila ci sentono fuori dalla macchina ma a
lei non inporta, il marito si abbassa dietro di me si mette il dito in bocca si infila il preservativo una bella insalivata al culo e mi penetra
delicatamente, quando sono pronto e lui lo sente comincia a pomparmi dentro sempre delicato, è proprio bravo a fare sesso, poi dopo una decina di minuti di
urla di piacere succede una cosa che mi ha lasciato a bocca aperta, la donna alza la voce e gli dice vorrai mica essere un egoista, fammi godere mentre vedo
che ti sfonda il culo!!!, lui si abbassa lei mi mette il preservativo gli lecca il culo gli sputa sopra un po di volte e mi dice adesso inculalo, e così ho
fatto su e giu pompando pompando paompando.
Sempre lei dice adesso uno nel mio culo e uno nella figa che la facciamo finita, voglio godere come una matta, io in figa lui in culo e via siamo venuti a
fiume e anche lei assieme.
Ci siamo vestiti erano le 2:00 di notte un bacio e alla prossima volta, gridando evviva la macchina.
9
4
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Ciuffettino il mio virtuale amore
Tutto è iniziato un anno fà non avevo mai votota una miss sui concorsi ma quella sera vidi la sua foto era bellissima sembrava una dea non era una foto volgare ma bensi' un monumento alla bellezza erotica e sensuale quasi a dire VOTAMI lo feci ed inserii il mo commento nel messaggio privato ero convinto di non ricevere una risposta ma dopo pochi minuti arrivo' GREZIE DEL VOTO mi sentii lusingato risposi pur non vedendo l volto le scrissi come l'immagginavo quasi la conosessi da sempre iniziai con i primi timidi massaggi avevo puura di offenderla poi m'invio' una foto era bellissima ed io iniziai ad messaggiare su cosa avessi voluto fere con le succhiarla leccarla scoparla l iniziammo un dolcissimo ed erotico rapporto virtuale ancora oggi a distanza di un anno contunuiamo a msg a godere virtualmente tramite i nostri messaggi ed ho voglia di farlo sapere a tutti voi utennti ho trovato su desiderya la mia amica del cuore la compagna ideale a questo nostro virtuale rapporto e cosaa dire e bellissimo msg dirgli sti sto succhiando il clitoride sto leccando la tua figa o stiamoscopando alla pecorina davanti ad uno specchio ed e bellissimo ricever i suioi messaggi godiamo virtualmente quindi GRAZIE CIUFFETTINO
12
1
17 years ago
gianfranco53,
53
Last visit: 17 years ago
-
Mia cognata
Non speravo piu' che succedesse, c'era stato un breve incontro fugace quando eravamo ragazzi, io fidanzato con la sorella , lei piu' giovane e maliziosa, piccolina ma con un fisichino da sballo e una 4 di seno. Era stato un linguainbocca veloce e una toccata di tette mentre eravamo un attimo soli a casa di miei futuri suoceri. Da quella volta ci siamo scambiati sguardi complici e ammiccanti , ma non c'e' piu' stata occasione di riprovarci. Antonella si e' sposata, cosi si chiama mia cognata, sono passati diversi anni lei ha due figli e..... un marito che non la apprezza e la trascura. Ci vediamo poco, abitiamo lontano, percio' mi sembro' strano che mi telefonasse per dire di passare a casa sua il sabato mattina seguente. Ero curioso e eccitato , non pensavo che fosse per il motivo che speravo io........ ma fu propio cosi'.
Andai a casa sua verso le 9.30, prima la chiamai sul telefonimo, lei si affretto' a dirmi che era sola fino al pomeriggio , a questo punto c'erano pochi dubbi sulle intenzioni di Antonella.
Percorsi il tragitto come un pilota di formula 1, non volevo sprecare neanche un attimo del tempo che avevamo a disposizione.
Arrivato davanti a casa sua parccheggiai la macchina e scesi, suonai il campanello , lei mi apri' subito, segno che mi aspettava alla finestra e mi aveva visto arrivare. Era bellissima, indossava una minigonna nera che faceva vedere il reggicalze a cui erano agganciate delle calze nere con un pizzo eccitantissimo, portava scarpe con un tacco vertiginoso e completava la mise con una guepiere che faceva vedere le sue tette meravigliose. Ero senza parole.......... mi disse che si era decisa e voleva fare con me tutto quello che aveva sempre solo sognato. Mi prese per mano e mi porto' in camera da letto , io la attirai verso di me e cominciammo un rovente lingua in bocca, la sua lingua frullava nella mia bocca mentre le mie mani le palpavano le natiche sode, non aveva le mutandine e il mio cazzo gia' durissimo si allungo' ancora di piu'(non per vantarmi ma ho 23cm di lunghezza e 6cm di circonferenza...uncazzone!!!!!!). Le lo sentiva premere sulla sua pancia sotto i miei jeans, mi disse che aveva intuito guardandomi spesso la patta che avevo un gran cazzo, ma mai avrebbe sperato tanto. Mi spogliai in un baleno e mi misi sul letto , lei si tolse solo la gonna e mi raggiunse afferando il mio cazzo e iniziando a farmi una sega furibonda, le dissi di andare piano se no sarei venuto subito, mi guardo' con faccia da troiona e mi disse che l'ultina cosa che voleva era farmi venire subito. Io comincia a leccarle i capezzoli... due sassi, ansimava implorandomi di farle succhiare il mio cazzo. L'accontentai subito e, devo dire che era una grande bocchinara, si faceva sparire in bocca il mio cazzone quasi fino a soffocarsi. Ora era il mio turno, le spalancai le gambe e inizia a leccarle il clitoride, era bagnatissima , la sua mano premeva contro la mia nuca incitandomi a penetrarla con la lingua , intanto che la leccavo il mio dito le sollecitava il buco del culo, aveva ormai perso tutti i freni inibitori, mi incitava dicendo " sono la tua piccola troia inculami!". La misi alla pecorina leccandole e insalivandole per bene il suo buchetto che, tanto buchetto non era. Proseguii per qualche minuto il gioco penetrandola con un dito e poi con due, non ne poteva piu' mi prese il cazzo in mano e se lo appoggio' allo sfintere, io spinsi piano piano non volevo farle male, ma appena il mio cappellone oltrepasso' il suo sfintere lei con una spinta decisa prese tutta la mia asta. Il suo culo era un lago, gridava di scoparla forte e mi disse che l'entrata posteriore era la sua scopata prefreita. Cambiammo varie posizioni, poi lei si mise su un fianco dicendomi di scoparle il culo in quella posizione, poi allungo' una mano aprendo il cassetto del comodino.... come per magia usci' un cazzone di gomma nero , lei me lo porse e disse " adesso capisci perche' non ho fatto nessuno sforzo a prendere il tuo?". Era un sogno, mentre la inculavo le scopavo la figa con quel cazzone di gomma, urlava e godeva godeva e urlava..... proseguimmo per piu' di due ore facendone di tutti i colori, lei venne almeno 4 volte, poi al culmine dell'eccitazione mi disse di riempirgli la bocca di sperma, ne avevo un litro che aspettava solo di esploderle in gola... estrassi il mio cazzone dal suo magnifico culo e sborrai come mai avevo fatto fino a quel giorno , non ne perse neanche una goccia bevendola tutta avidamente, l'abbracciai stretta limonandola dolcemente , aveva ancora la bocca grondante del mio seme!!!!! IL mio cazzo non accennava a scendere, lei me lo menava dolcemente mentre la sua lingua non si staccava dalla mia. Antonella mi disse che mi voleva ancora, mi cavalco' furiosamente mentre io le mordicchiavo i capezzoli...
venimmo insieme ansimando e urlando di piacere.
Il tempo era passato in fretta, mi disse che era ora di smettere e mi promise che ci sarebbero state tante altre volte. Da allora la scopo tutte le settimane , a casa sua o a casa mia, e' una grande troia non ne ha mai abbastanza, le ho detto se gli sarebbe piaciuto farsi scopare da piu' uomini, e' venuta solo a sentirlo dire. Naturalmente ho organizzato tutto io........ ma questa e' un altra storia.
10
2
17 years ago
PERIZOMA60, 45
Last visit: 14 years ago -
Incontrandoci
Icontrandoci per strada.
Ti avrò chiamata al cellulare solo poco prima per darti solo le ultime istruzioni.
Ti dirò dove aspettarmi. E come.
Ci incontreremo lì, nel posto che avrò stabilito, in mezzo a mille persone sconosciute che ci fluiranno intorno come se fossimo uno scoglio in mezzo a un mare.
Tu avrai gli occhi bassi, a guardare il suolo. Ferma, le mani e le braccia lunghe lungo i fianchi. E il capo chino in avanti, che chi ti passa intorno debba scansarti quasi. E il respiro che ti sembrerà un tamburo dentro il cuore.
Arriverò e non avrò parole, di me vedrai soltanto le scarpe fermarsi a poca distanza dai tuoi piedi.
Vorrai farlo ma non dovrai. Alzare gli occhi a guardarmi.
Avrò i miei tempi, per guardarti come se tu fossi nuda lì per strada.
Facendoti sentire totalmente nuda in mezzo a tutti.
Non riuscirai nemmeno più a distinguere rumori, voci e suoni intorno.
Avrò i miei tempi.
Per girare intorno al tuo corpo e cingerlo con gli occhi in quanto mi appartiene.
Li sentirai correrti sulla schiena, sul culo, fissarti e spogliarti, aprirti ed esplorarti, ogni millimetro di pelle anche nascosto dai vestiti. Come se gli occhi ti toccasserò la pelle.
Forse davvero ti toccherò. Non lo so ancora se e quando.
Ma a te non sarà dato toccarmi, alzare lo sguardo, parlare.
Il tempo ha tempi suoi che imparerai subito a imparare.
Eterni a volte e liquidi come l’attesa.
Liquido, viscoso, denso, appiccicoso e caldo. Struuggente mentre cola tra le cosce, il tempo.
Tra le tue cosce su quel marciapiedi.
Ti solleverò io il viso e d’istinto non riuscirai tu e non per divieto, a guardare gli occhi con cui ti guarderò viso, labbra, capelli pelle e occhi.
Riuscirai a farlo solo che ti avrò baciata. Dopo aver respirato il tuo respiro senza posare le mie labbra sulle tue per un attimo, pesante come un'ora alle ginocchia tue, che vorrebbero cedere solo.
E aspetterai che in quel bacio io abbia sciolto paura, ansia e desideri.
Ci saluteremo.
Allora.
Come si salutano due persone che si incontrano e fanno conoscenza lì, in quel momento, anche se di se stesse sanno più di quanto abbiano mai ammesso guardandosi allo specchio prima, in vita loro.
Ti porterò in un bar e ti troverai a parlare con me serenamente di qualsiasi cosa come se fossimo amanti da sempre. Con dolcezza e tenerezze che non avranno paura né pudore, solo tremito di pelle ad ogni sfiorarsi delle mani, delle braccia e dei sorrisi.
Sarai timida. Ma non impaurita, solo in attesa.
Al tavolo di fianco a destra e a quello sulla sinistra altri parleranno delle loro giornate, si racconteranno dei figli o del lavoro.
Io ti darò invece guardandoti negli occhi le ultime istruzioni.
Andremo verso la stanza con calma, berremo strada e marciapiedi lenti come un liquore su un divano a sera.
Io ti terrò per mano o ti abbraccerò, dipenderà da ciò che farà sentire più calda e dolce la giornata di autunno vivo.
Varcata quella soglia tu sai.
Che la mia volontà si infilerà come un guanto di cuoio sulla tua. Che l’avvolgerà e la terrà e la porterà fin dove e come voglio io. Che oltre quella porta, sarai tu a chiuderla alle tue spalle anche fisicamente intendo, e non io, io ti ordinerò di spogliarti e metterti in ginocchio.
Nuda nella penombra, le ginocchia larghe sulla moquette dell’albergo, rossa e scura.
Porterai le mani a intrecciare le dita posate alte sulla testa.
Guarderai il suolo.
Ti arriverò alle spalle, non ti toccherò. Ti leccherò con gli occhi, aperta indifesa e nuda.
Ti farò tremare senza sfiorarti.
Colare tra le cosce che sentirai bagnarsi senza bisogno di contatto di corpo, lingua, cazzo o dita alcuno.
Scosterò i tuoi capelli, libererò il tuo volto e farò notte per te.
La benda di raso nero toglierà ogni luce agli occhi ma farà diventare luminosa la tua pelle se la sfioro.
Imparerai a cercare nel buio il rumore attutito di un passo.
A decifrare nel buio un mio respiro per sapere da dove e come sto per prendere possesso. Di te.
Nemmeno gemiti e sospiri mi sarebbero graditi. Sappilo sin d'ora.
Poi io deciderò.
Il dove.
Il come.
Il quando e il quanto.
Darò i perché e le risposte io.
Ti prenderò per mano e ti darò gelo e fuoco. Piacere e dolore.
Deciderò la strada.
Io. Per te.
Ti porterò per mano oltre il piacere. Oltre il dolore.
Fino ad essere mia.
4
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Prima esperienza bisex
Questa cosa è accaduta realmente ,
E' un'episodio successo un pò di anni fà quando avevo circa 17 anni , allora ero nel pieno della mia attività segaiola e con un mio amico ci sparavamo delle grandi seghe assieme, infatti con la scusa che lui aveva casa libera tutto il pomeriggio causa lavoro dei suoi genitori , io andavo sempre da lui con la scusa di studiare assieme , e invece guardavamo film porno a ripetizione sparandoci tantissime seghe, solitamente ci segavamo ognuno il suo perchè eravamo entrambi etero e la nostra eccitazione era tutta rivolta alle fighe che vedevamo nei film , ma io era da tempo attratto da quel bel cazzo che aveva , già a quell'età era ben dotato saranno stati un 18/19 cm bello largo e soprattutto durissimo , si vedeva da coma stava bello dritto .
diciamo che per mlti mesi siamo andati avanti così ognuno si segava il suo , ma un giorno che ero particolarmente eccitato mi sono fatto coraggio e gli ho proposto di segarci a vicenda , perchè poteva essere più divertente, inizialmente lui non ha voluto e così io non ho insistito perchè avevo paura che volesse smettere di segarsi assieme a me, ma ad un certo punto succede l'episodio che dà al svolta al nostro rapporto e ciè al contrario di sempre io sborro prima di lui(cosa che di solito non succedeva mai ) così lui si ritrova adoversi segare da solo mentre io vado in bagno a pulirmi, quando torno lo trovo ancora che si stà segando e così ci riprovo , chiedendogli se vuole aiuto visto che oggi non riesce a sborrare, cos' dopo un pò di titubanza mi dice di sì, mi inginocchi davanti a lui che è seduto sul divano lui apre bene le gambe ,finalmente posso prenderlo in mano è durissimo mi piace da morire e come lo prendo in mano e inizio a segarlo lui chiude gli occhi e sento che gode come un pazzo , lo sento che anzima il suo cazzo è durissimo e inizia a pulsare re e dopo pochi secondi iniziano i getti il primo mi finisce sul viso e così il secondo e il terzo poi un'altro sul petto e continua sborrare , mai visto farne tanta ho le mani piene di sborra , avrei voglie di leccral ma non voglio esagerare per la prima volta , così mi alzo e torno in bagno a lavarmi.
Quando torno lui è ancora tutto nudo disteso sul divano è esausto e mi dice che è stato fantastico e che da oggi in poi lo potrò segari tutti i giorni, ma io ho in mente di più e l'occasione si presenta il Sabato sera successivo.
Infatti , visto che i miei vanno a via per il fine settimana, ho la casa libera e invito lui e la sua ragazza a cena da me dove ci sarà anche la mia ragazza.
E' una sera d'estate e siamo tutti vestiti molto poco e anche il mio amico ha una magliettina e un paio di pantaloncini corti.
La serata và avanti molto allegramente scherziamo ridiamo e soprattutto beviamo alla fine della cena ci siamo scolati tre bottiglie di vino, e siamo tutti 4 belli sbronzi, l'occasione per mettere in atto il mio piano arriva quando le nostre ragazze ritornano dal bagno , dove ovviamente erano andate assieme , e il mio amico dice che deve andare lui, io prendo l'occasione al volo e dico che visto che le donne vanno al bagno sempre in coppia stasera ci andiamo anche noi uomini, così mi avvio assieme al mio amico in bagno , appena entrati chiudo la porta e aspetto che si abbassi i pantalonci ni e le mutande , eccolo il suo bel cazzo è già mezzo barzotto , probabilmente perchè stava trattenendo un pò di pipì, senza dirgli niente mi avvicino e gli prendo il cazzo in mano, lui rimane senza parole , ma quando stà per dire qualcosa , io i ingonocchio e gli prendo il cazzo in bocca , che in un istante diventa duro come il marmo, lui è senza fiato vorrebbe dire qualcosa , ma io inizio a succhiarlo e leccarlo , è fantastico , durissimo ha un ottimo sapore, lo guardo in faccia ha gli occhi chiusi e stringe le labbra per non gemere , altrimenti le nostre tipe potrebbero sentirci.
IO vado avanti con il mio pompino, è fantastico stare inginocchiato a succhiare qul gran cazzo e vederlo godere, mi eccita tantissimo anche il fatto che nella stanza vicina ci sono le nostre ragazze ignare di tutto.
Ma il nostro gioco dura poco perchè dopo nenche due minuti lo sento pulsare , è il chiaro segnale che stà per sborrare, allora me lo infilo per bene in bocca , sento i primi getti che mi arrivano in gola , i primi sono potentissimi poi gli altri diminuiscono di intensità , ma sono moltissimi , saranna 10 /12 getti che mi riempono la bocca , guasi soffoco , ma riesco ad ingoiare tutto, gli do un'ultima succhiata e mi stacco, lui è esausto e io felicissimo.
Lo guardo e esco dal bagno, da allora non sò quanti pompèini gli ho fatto , è un vero torello!
Da allora mi sono sempre chiesta se la sera ,dopo il pompino ,quando o limonato con la mia ragazza , se lei ha sentito il sapore della sborra del mio amico che avevo ancora in bocca!
5
11
17 years ago
drea10, 35
Last visit: 6 years ago -
Troppo bello
un giorno come gli altri,torni a casa,una bella doccia rigenerante e qualche ora davanti al tuo computer,cosi,tanto per farti consumare le ultime energie prima che venga il sonno.
Ma poi,qualcosa cambia.ti imbatti in un sito di quelli dove le persone si incontrano,fanno amicizia e si confidano le loro voglie le loro tendenze.
uno di quei siti dove tutto è possibile.
E allora.... decidi e pensi:perche non posso cercare anch'io? Perchè non esaudire un desiderio che da anni mi passa davanti agli occhi?
Cosi il sogno diventa realtà.divento giacomo162 ed inizio la mia ricerca, dopo poco mi metto in contatto con una coppia che risponde al mio invito.
Si tratta di una coppia che si rivela simpatica e disinibita,con la quale trascorro momenti davvero intensi e piacevoli. allegria,anche a cena, prima o dopo aver fatto sesso con loro.
E arrivato quel momento che da tempo attendevo.il momento in cui sai di essere a tutti gli effetti LIBERO.
ALLORA..... via.Si parte,alla ricerca di nuove avventure,anche in compagnia dei miei due amici coniugi che nel frattempo sono sempre piu fidati. Complici in questa fetta di liberta che mi sono creato.
TROPPO BELLO
5
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Il mio mondo....bagnato.
IL MIO MONDO…..BAGNATO.
- Ci tengo a fare una premessa: e pensare che io e mio marito abbiamo sempre divulgato la notizia di non aver mai avuto "esperienze
a tre"....che balla mostruosa!!!! -
Era una giornata splendida, come poche se ne vedono ai Tropici; il cielo era terso, completamente sgombro da nubi, il sole primeggiava solitario e sembrava volesse abbagliare gli sguardi delle persone (tanto fosse luminoso) e riscaldare i loro pensieri, che, come sembrava trapelare dall’espressione rilassata e distesa dei loro volti, parevano essere decisamente positivi.
Il mare era insolitamente calmo, oserei dire piatto, come mai mi era capitato di osservare prima di allora (è risaputo che il Mar dei Carabi sia spesso battuto dal vento o increspato da brezze marine).Il totale livellamento della superficie del mare aveva valorizzato l’incredibile trasparenza dell’acqua che celava il movimento di molti suoi piccoli abitanti.
Eh….la vacanza…forse era quello il motivo che rendeva tutto così meraviglioso!
All’epoca non eravamo ancora sposati: avevamo finito da circa mezz’ora di fare colazione e, come ogni mattina eravamo scesi in spiaggia muniti di maschera e pinne. Nell’agenzia di viaggio ci avevano parlato di quel luogo (Akumal, Messico), come tra i migliori per praticare lo snorkeling….all’epoca ancora non avevamo conseguito il brevetto per subacquei, ed eravamo in cerca di barriere coralline che fossero accessibili dalla spiaggia, ma che non rispondessero al nome di Sharm el Sheikh e zone limitrofe, nelle quali acque avevamo già avuto modo di “rigenerarci” negli anni precedenti..
La realtà che era apparsa ai nostri occhi aveva di gran lunga superato la nostra fantasia, già straripante dei racconti di nostri conoscenti e completamente satura di eccellenti aspettative inculcateci dagli opuscoli dei vari Tour Operators: la barriera corallina si estendeva a circa 100 metri dalla costa, in un punto facilmente raggiungibile anche da chi non avesse avuto a disposizione un mezzo nautico a motore. Di fronte al nostro albergo si innalzava dal fondo del mare la parte interna della barriera, con la sua laguna piuttosto bassa (circa un paio di metri) mentre per raggiungere la parte esterna, e dunque il mare aperto, occorreva attraversare un canale posto lateralmente alla baia, in un punto in cui potevano passare anche le barche, vista la maggiore profondità del fondale (dieci, dodici metri).
Il mare quel giorno era talmente invitante che pareva chiamarci con un canto non udibile dall’orecchio umano...era il nostro cuore che lo ascoltava e percepiva il suo invito….era la nostra anima che aveva bisogno di sentirsi parte integrante di esso, di quella natura dalla quale mi sono sentite sempre profondamente attratta; di quell’amore per la natura che era da subito diventato un valore prezioso da coltivare all’interno del nostro rapporto di coppia.
Entrammo in acqua….faceva talmente caldo quel giorno che la sensazione di calore sulla pelle dava quasi fastidio; poiché ho sempre gradito il contatto diretto con il mio elemento (l’acqua, appunto), approfittai subito e tornai a riva per posare sia la muta che il reggiseno del costume.
Indossammo l’attrezzatura (pinne, maschera e boccaio) e iniziammo a pinneggiare verso la barriera corallina. Il cuore mi batteva forte…speravo di poter assistere ancora, come era accaduto nei giorni precedenti, allo spettacolo più bello offerto dal mare in quel punto specifico della costa messicana: l’incontro con le tartarughe marine (Akumal significa, appunto, luogo delle tartarughe).
Dopo nemmeno due minuti ne incontrammo una, nuotava verso di noi, forse incuriosita da quei buffi esseri che stavano invadendo il proprio territorio di caccia; era la tartaruga marina più grande che avessi mai visto prima, e si trovava in quel punto interno della barriera per cibarsi di alghe, in meno di tre metri di acqua: che spettacolo….il mare era talmente fermo e trasparente che riuscivo a percepire ogni suo piccolo movimento della testa, anche per la breve distanza che ci separava da essa. Ci fissò con uno sguardo incuriosito…si fermò a circa due metri di distanza da noi….ero in estasi, la sensazione che provai fu indescrivibile….(Ero in vacanza, con il mio uomo, in mezzo al mare, e stavo ammirando uno tra gli spettacoli più belli della natura…ero immersa nel mio mondo bagnato….bagnato perché, oltre al riferimento ovvio con l’acqua di cui è composto, ho sempre intuito una profonda “simbiosi” che mi unisce ad esso…..e ho sempre sperato che il mare godesse e dunque si “bagnasse” del rispetto e dell’amore che nutro nei suoi confronti e nei confronti di tutti i suoi abitanti; una sorta di “simbiosi orgasmica”, perché reciproche ed intense sono le sensazioni che ci ci siamo sempre scambiati vicendevolmente).
Decidemmo di seguire la tartaruga, che ora si stava dirigendo verso il mare aperto…riuscivamo a starle dietro nuotando normalmente, chissà, forse si sentiva a proprio agio…forse aveva intuito la nostra benevolenza nei suoi confronti o, molto più semplicemente (e realisticamente!), era abituata agli esseri umani.
Una volta superato il canale (ci mettemmo buoni venti minuti ad uscire sulla barriera esterna), prese il largo e si dileguò. Rimanemmo fermi, ci mettemmo perpendicolari al fondo marino, pinneggiando con vigore in modo da riuscire a tenere la testa fuori dall’acqua per poter esprimere con le parole le nostre sensazioni riguardo la straordinaria esperienza vissuta; sembravamo due bambini che gioiscono di questioni “banali”, drasticamente semplici…..ma per essi estremamente gratificanti….la nostra complicità era totale, spontanea, riuscivamo a respirarla ed aveva assunto l’aroma salutare della salsedine che circondava i nostri corpi, intesa sia come sale marino presente nell’acqua che come particelle di esso evaporate nell’aria.
Avevamo bisogno di assaggiare la nostra complicità…sentire che sapore aveva, fonderci con l’elemento che la produceva….fare l’amore noi due, nel mare…fare l’amore insieme al mare………renderlo partecipe del nostro piacere, renderlo oggetto del nostro piacere, come fossimo un unico elemento.
In quel punto esterno della barriera avevamo notato parecchi metri di coralli morti, anche se ancora integri, e, nei giorni precedenti avevamo anche scoperto una piazzola sabbiosa quasi affiorante la superficie (un metro e mezzo di acqua circa). Ci dirigemmo subito lì, alzammo le maschere, spostammo il boccaio ed iniziammo a baciarci…un bacio lungo, salato, voglioso, colmo di desiderio, intriso di complicità, straripante delle esperienze vissute insieme fino a quel momento, e di quelle che avremmo vissute in futuro…..un bacio d’amore, reso unico dalla realtà che stavamo vivendo.
Mi staccai dalla sua bocca e mi immersi fino a raggiungere la sua vita…presi in bocca la punta del suo sesso, assaporai la goccia di lubrificante rimasta intrappolata sulla punta, anche grazie la sua consistenza vischiosa…era salata, come salata era l’acqua che riempiva la mia bocca e accompagnava i miei movimenti ritmici. Avevo in bocca il cazzo di mio marito, mentre un altro essere mi circondava completamente e mi possedeva con le sue braccia vive, avvolgenti, bagnate, calde, salate. Riemersi e mi misi la maschera, volevo guardare il suo cazzo lungo e duro sotto l’acqua, godermi ogni centimetro quadrato di pelle, volevo assaggiare il suo piacere mischiato con il seme del mare….. la sua acqua.
Mi immersi di nuovo e, sempre in apnea, lo afferrai con la mano all’altezza della base: ricominciai a succhiarlo avidamente, con la lingua che frugava ogni sua piega, soffermandosi spesso sullo scalino esistente tra il glande ed il tronco del suo sesso (sott’acqua le sensazioni tattili sono meno pronunciate, e quello specifico punto sembrava annullare la differenza della medesima sensazione).
Alternavo “fasi di apnea” a boccate d’aria, tutto in maniera frenetica ed eccitata; il suo godimento si mischiò all’acqua del mare, nella mia bocca. Emersi nuovamente, rimasi qualche secondo con la bocca piena, poi, guardandolo negli occhi feci scivolare il suo seme misto ad acqua sul lato delle mie labbra, fino a riversarlo quasi completamente in mare. Si avvicinò e mi baciò nuovamente, assaporando anch’egli il suo piacere insieme al sapore della mia pelle.
Avevamo appena fatto l’amore sulla barriera corallina….avevamo scopato noi due, l’uno aveva posseduto l'altra e viceversa.....ma sopratutto il mare ci aveva posseduti entrambi.
5
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Memorie di uno schiavo
ÿþMemorie di uno schiavo
di Gianmarco
La mia storia comincia due mesi fa circa.
Essendo in procinto di terminare gli esami universitari, cresceva per me la necessità di trovare un'azienda in cui poter effettuare lo stage, sul quale avrei poi dovuto relazionare per la tesi finale di laurea. Iniziai quindi la mia ricerca con i soliti motori di ricerca, aprendo e visitando i siti web di diverse aziende del settore nel quale avrei dovuto lavorare. Il classico lavoro di routine: aprire il sito, dare un'occhiata, cercare l'indirizzo "info" o "cv" e mandare il curriculum.
Tuttavia alcune aziende non avevano la propria e-mail rintracciabile sul sito, in quanto avevano un form da compilare a mo' di curriculum online per i loro database. Nonostante i più di questi fossero lunghi, mi armai di buona volontà e ne compilai circa una ventina. In più avevo già spedito moltissime altre e-mail con il cv allegato, quindi avevo diverse speranze di poter trovare un posto facilmente.
Di fatto non fu così facile, e mi dovetti ricredere sul mio ottimismo. Ricevetti infatti solo una e-mail di risposta direttamente dal dirigente di reparto del marketing di un'azienda, tale ing. John White. Costui mi rispose con una mail piuttosto risoluta, con toni un po' spavaldi anche se non offensivi, chiedendo di contattarlo telefonicamente per fissare un incontro. Prima di chiamarlo però volli togliermi una curiosità: decidetti di indagare sull'azienda in questione per coglierne le dimensioni e l'importanza. Scoprii con sorpresa che l'azienda in questione era la più grossa multinazionale del settore, e molto probabilmente il dirigente del marketing di una corporate di tale livello, tale John White, avrà avuto sotto di sé parecchi dipendenti, quantomeno (per esperienza) direi 70-80 persone. Mi stupì quindi che fosse stato proprio lui a contattarmi di persona, ma non più di tanto in quanto ero consapevole che il mio corso di laurea era selezionatissimo ed inoltre avevo già un po' di esperienza nel campo.
Inizia quindi da qui il racconto di questa mia esperienza. Ma vorrei, prima di continuare, raccontare un episodio che meglio possa descrivere il mio carattere docile e remissivo. Senza questa prima esperienza non sarebbe possibile comprendere il mio comportamento per quanto riguarda il resto della storia e, quindi, della mia vita.
L'iniziazione
Era un caldo pomeriggio d'estate, e miei amici erano tutti in vacanza. Io però non volevo stare a casa, e così decisi di recarmi al centro commerciale vicino a casa, per fare due passi ed ammazzare un po' il tempo. Una volta entrato, notai che il posto era quasi deserto, sicuramente per il fatto che era agosto ed inoltre era un giorno lavorativo.
Decisi di prendere una coca in un bar e di uscire a sedere su una panchina all'ombra. Nell'uscire abbasso l'aletta del mio capello sulla fronte, visto che c'era molta luce e non avevo occhiali scuri, e notai che anche all'esterno non c'era praticamente nessuno, se non un gruppo di giovani, che conoscevo di vista, provenienti dalle case popolari. Erano tutti di origine siciliana, a giudicare dal dialetto che utilizzavano per parlare tra di loro.
Avvistata una panchina ombreggiata, mi avvicinai e mi sedetti, mentre il gruppo in questione stava seduto sulla panchina a fianco alla mia, circa a 3-4 metri di distanza, o sul muretto appena dietro la panca. Probabilmente il fatto che io fossi l'unica persona in zona oltre a loro attirò la loro attenzione, ed iniziarono a guardarmi, mentre continuavano a parlare tra loro.
Il gruppo era composto da quattro ragazzi e due ragazze. Il modo di fare che avevano era piuttosto arrogante e, di qualunque cosa stessero di volta in volta parlando, dimostravano di esserne sprezzanti ed insolenti. La cosa iniziava ad infastidirmi e a mettermi in imbarazzo, cosa che non sfuggì loro.
Uno di loro disse ad un altro che il suo capello era ormai vecchio e rovinato, da buttare, iniziando a guardarmi con insistenza. L'altro confermò e alzando il tono di voce consigliò all'amico di chiedermi in prestito il mio. Così il giovane si avvicinò e con aria decisamente boriosa mi rivolse la parola:
«Hey bello, fammi provare il tuo cappello, su!»
Vedendo il soggetto in questione, iniziai ad esserne intimorito. Al contrario di me, che sono basso e mingherlino, oltre che debole e docile, lui era alto e con un fisico palestrato, ben visibile sotto la maglietta attillata che portava. Non risposi alla sua provocazione, forse per la troppa paura. Il giovane riattaccò a parlarmi:
«Allora? Sei sordo oltre che sfigato?»
Mi prese il cappello dalla testa afferrandolo per l'aletta. Io feci per alzarmi in piedi, ma con un semplice spintone mi rimise a sedere e si mise a ridere.
«Meglio che stai buono lì, sfigato!»
Detto questo si rivolse ai suoi amici chiedendo cosa pensassero del "suo" nuovo cappello; essi risposero con una risata generale di consenso. Ma ormai il bullo si stava divertendo e non aveva intenzione di smettere lo show.
«Senti sfigato, fa caldo e voglio prendermi da bere. Dammi 5 euro. Anzi, 10 euro, visto che ho finito le sigarette, eheh!»
A quel punto io stavo vistosamente tremando e avevo gli occhi rossi; il centro commerciale era in fondo ad una strada chiusa, in mezzo ad una zona industriale. Essendo agosto tutte le fabbriche erano chiuse e, non essendoci nessuno nei dintorni, l'area era veramente deserta e nessuno avrebbe potuto prestarmi aiuto.
«Che c'è? Hai 5 secondi, poi ti prendo a mazzate oltre che a prendermi tutti i tuoi soldi, è chiaro?»
Non avevo nemmeno la forza di rispondere, e mentre tremavo presi il portafogli, che mi cadde dalla mano. Mi abbassai dalla panchina per raccoglierlo ma il giovane, prima che la mia mano lo potesse raggiungere, ci mise la scarpa sopra. Io alzai la testa per guardarlo, e lui disse:
«sai, ho cambiato idea: innanzitutto la tua coca diventa mia, e poi, visto che mi hai fatto perdere troppo tempo, mi prenderò comunque tutti i tuoi soldi. Però mi fai un po' pena alla fine& riprenditi il tuo cappello.», che si tolse dalla testa e gettò e terra.»
Risate di tutto il gruppo.
«Se però non ti sta bene dimmelo, così l'altro piede te lo metto direttamente in testa!»
Ero completamente annichilito, e così mi rimisi a sedere sulla panchina senza nemmeno rispondere. Il ragazzo raccolse il mio portafogli e si rallegrò del bottino con il proprio gruppo.
«Bravo sfigato! A buon rendere!»
Non ebbi la forza di rispondere nemmeno in quell'occasione.
Mentre tornava nel gruppo, lo guardavo con gli occhi arrossati dalla rabbia e dalle lacrime, sapendo di non poter fare nulla. Ed ecco l'episodio che, per primo nella mia vita, mi fece scoprire che la mia indole mi avrebbe portato ad essere per sempre umiliato.
Mentre guardavo con rabbia il ragazzo andar via, una ragazza del gruppo si alzò di scatto in piedi scendendo dal muretto dove sedeva con gli altri, e guardandomi disse: «tu ti sei appena permesso di guardare con aria di sfida il mio ragazzo, vero?» e, detto questo, iniziò a camminare verso di me. Gli altri la incitavano «Avanti Lety! mettilo a posto!».
Letizia era una ragazza fisicamente robusta ma non sgraziata, con un bel corpo e con un seno enorme, almeno 20 cm più alta di me. Quando arrivò a un paio di metri da me perse quel suo sguardo arrogante e aggressivo di qualche secondo fa& ora sembrava più maliziosa; poco dopo scoprii che con me si voleva proprio divertire, molto più di quanto aveva appena fatto il suo ragazzo.
«Se guardi così Miro significa che hai fegato, allora siediti lì con noi, forza!» e detto questo mi afferrò per la maglietta e mi trascinò fino al muretto. I 4 ragazzi si erano seduti un po' più in là su un'altra panchina, guardando la scena, mentre l'altra ragazza, Loredana, era seduta sul muretto.
Loredana era leggermente più bassa di Letizia, con i capelli tinti di color mogano / prugna, un fisico snello e slanciato e uno sguardo molto penetrante e determinato che, associato al suo sorriso di scherno, mi faceva sentire ancora più impaurito e senza difese. Letizia si sedette sul muretto, a circa 50 cm di distanza da Loredana, dopodiché mi ordino i sedermi per terra appoggiandomi al muretto, nello spazio tra loro due. L'altezza del muretto era tale che le loro gambe penzolavano facendo arrivare i loro piedi poco sotto l'altezza delle mie spalle. Avevo quindi le loro scarpe da ginnastica Stan Smith polverose a pochissimi centimetri dalle mie spalle.
Come se niente fosse, le due presero a parlare di argomenti abbastanza forti e con atteggiamenti molto focosi, che mi fecero subito tornare in imbarazzo e sentirmi a disagio, soprattutto seduto lì, in quella posizione già di per sé umiliante.
A un certo punto Letizia mi riprese:
«& e tu, mezza sega, cosa ne pensi?»
io purtroppo non ero attento al dialogo, e così balbettai un «N-non saprei& »
Era probabilmente il pretesto che lei aspettava per iniziare a divertirsi con me.
«Allora non ascolti eh? Pensi di poter fregartene!»
Prima che io avessi avuto il tempo di replicare lei si abbassò verso di me e mi mollò un sonoro ceffone, il cui schiocco fu notevole. Subito dopo Loredana attirò la mia attenzione toccandomi la testa col piede e ordinandomi di chiedere scusa a Letizia, cosa che feci all'istante, tra le risate generali delle due.
A questo punto Letizia scese dal muretto e mi fece mettere in ginocchio, eretto, vicino al muro sempre davanti / in mezzo a loro; mi tolse il cappello dalla testa,
«questo non ti serve più»
e, rivolta a Miro,
«Amò! Vieni, ho un regalo per te»
Il ragazzo, che prima mi aveva già umiliato, si avvicinò e Letizia posizionò il cappello sulla sua testa.
«Ti sta proprio bene!»
commentò, guardandomi con un sorriso di scherno e, afferrandomi la testa per i capelli e alzandomela verso l'alto (io dopo lo schiaffo ero seduto a terra), mi disse:
«guarda un vero uomo come bacia la sua donna, schiavo!».
Detto questo, lui la abbracciò ed iniziarono a baciarsi appassionatamente, mentre lei con una mano palpava il cazzo di lui e con l'altra mi teneva per i capelli in modo che fossi costretto a guardare la scena, mentre Loredana rideva di me.
Dopo pochi secondi si staccarono e Miro tornò dagli amici; Letizia tornò a sedere sul muretto.
Mentre continuava a conversare con Loredana, ogni tanto mi afferrava la testa per i capelli ma senza forzare, solo per il gusto di avermi come giocattolo, alternando carezze di scherno a strattoni per i capelli, pressandomi la testa al muretto. In alternativa, visto che stavo sempre a testa china, mi prendeva con dolcezza il mento facendomi alzare la nuca, per poi spararmi dei ceffoni, anche 3-4 di fila, il tutto tra le risate generali di Loredana e dei 4 ragazzi che nel frattempo si erano accesi una canna stando sempre sull'altra panchina.
La situazione stava via via scaldandosi, e le percosse di Letizia si facevano più pesanti. Tuttavia quello che era particolare era che si facevano anche sempre più umilianti: il suo scopo era la dominazione, e io con mio stupore non ero più terrorizzato, ma iniziavo a provare che quanto stava accadendo era giusto: chi domina, sopra; chi è dominato, sotto, in ginocchio, proprio come ero stato messo da lei. Intanto anche Loredana aveva iniziato a dimostrarmi che ormai ero il suo verme, oltre che di Letizia, e quando quest'ultima non mi stava schiaffeggiando, lei teneva appoggiato un piede fisso sulla mia spalla, sfregandone il lato sulla mia guancia, come se questa fosse uno zerbino.
Letizia, notando la cosa, disse sarcasticamente:
«Lory, le tue scarpe sono un po' impolverate, vediamo se la mezza sega più aiutarti con le sue guance da checca.»
Così mi afferrò la faccia per il mento e si avvicinò con il suo viso al mio con un sorriso di scherno, lasciò fuoriuscire dalla sua bocca un grande fiotto di saliva sulla mia guancia che stava dal lato di Loredana, la quale riappoggiò il suo piede sulla mia spalla e cominciò a sfregare il lato della scarpa sulla mia faccia proprio dove c'era la saliva, non mancando di commentare:
«Bene, pare che mezza sega ora possa essere battezzato: dimentica per sempre il tuo nome, da ora ti chiamerai semplicemente schiavo! Hai capito?!».
Io, imbambolato, non risposi, e mi arrivò così l'ennesimo schiaffo di Letizia.
«Allora non hai capito! Ti spiego una cosa: da adesso sei nostra proprietà, proprio come un oggetto, e dovrai chiamarci Dee, è chiaro?!»
«sì Dea»
«bravo!»
e mi sputò in faccia, alché le due scoppiarono a ridere. Letizia continuò:
«altra regola: ogni volta che ti sputo in faccia devi ringraziare, lasciar colare la saliva fino alle tue labbra, bere e ringraziare di nuovo. È chiaro?»
«sì Dea, grazie Dea»
e questa volta fu Loredana ad umiliarmi piazzando direttamente la sua scarpa sulla mia testa, visto che ormai il mio cappello non c'era più da tempo, ormai propriet0 del ragazzo di Letizia.
La situazione si era temporaneamente calmata, con le due che parlavano tra di loro mentre mi usavano per sporadiche risate. Loredana si era letteralmente sdraiata sul muretto a aveva ancora la scarpa sulla mia testa. Era particolarmente cattiva, si divertiva a muovere il suo piede sulla mia testa come un giocatore fa quando è immobile e ha il piede sul pallone, avanti e indietro.
Dopo circa 20 minuti di poggiapiedi per Loredana, che alternava le gambe, e di oggetto di sputi per Letizia, le due decisero di divertirsi ancora un po'. Loredana scese dal muretto, si voltò, si abbasso i jeans fino a sotto il sedere e disse a Letizia di metterci la mia faccia. Letizia mi afferrò con una mano per i capelli e con l'altra per il collo e mise il mio naso a pressione con l'ano di Loredana, la quale lasciò uscire una scoreggia potente e molto puzzolente, alla quale tutti e sei risero come forse mai nella loro vita. La ragazza si divertì a tal punto che disse a Letizia di tenermi fermo così, e quindi mi ordinò:
«ora tira fuori la lingua, schiavo, e leccami il buco del culo come fosse un gelato. Quando dico "stop" dovrai aprire la bocca e farla aderire al mio buco del culo, perché significa che ci devo scoreggiare dentro, chiaro?»
«sì, mia Dea»
a questo punto Letizia, che come ho detto sopra era molto forte, mi strappò letteralmente la t-shirt di dosso, lasciandomi a dorso nudo in modo che tutti potessero vedere il mio fisico mingherlino da checca sottomessa. Loredana poco prima si lamentava con Letizia che a mezzogiorno non avrebbe dovuto mangiare così pesante, ed io ora ne assaporavo le conseguenze mentre le due donne ridevano a crepapelle. Leccavo e aprivo la bocca, leccavo e aprivo la bocca, a ripetizione, proprio come mi era stato ordinato di fare, visto che ormai ero uno schiavo.
Dopo un quarto d'ora passato così, Loredana lamentò di essere stata in piedi troppo a lungo e che era stanca, così si tirò su i jeans e si rimise a sdraiare sul muretto. Letizia allora disse:
«Hai visto, merda! Hai fatto stancare Loredana! Ora devi rimediare!»
Stava per iniziare l'ennesima umiliazione: mi ordinò di inginocchiarmi davanti ai piedi di Loredana.
«Ora toglile le scarpe, ovviamente devi fare tutto con i denti!»
L'impresa fu ardua ma alla fine ci riuscii& Loredana non indossava calzini e, nonostante i suoi piedi fossero solo un po' polverosi, emanavano un fetore incredibile.
Neanche il tempo di toglierle che Loredana disse:
«aaah& che bella sensazione. Ottima idea, Lety!»
A questo punto iniziò a passarmi i piedi in faccia, guardandomi sempre da sdraiata con quel sorriso ironico e penetrante che era già di per sé sufficiente per avermi ai suoi piedi.
Letizia mi afferrò quindi per i capelli:
«allora sei proprio coglione! È stata in piedi fino ad ora per causa tua, ed ora vorresti che muovesse i piedi sulla tua faccia da verme? Prendili e strofinateli in volto, merda! Quando hai finito li voglio vedere puliti come appena asciugati dopo la doccia.»
accompagnando il tutto con uno schiaffo. Mentre eseguivo, Letizia era in piedi dietro di me e si era accomodata appoggiando un piede sulla mia spalla. Io, che ero già in ginocchio sulla ghiaia, dovevo quindi anche sopportare il suo peso, che lei scaricava sadicamente tutto su quella gamba.
Loredana apprezzava molto umiliarmi coi suoi piedi, che per altro erano esteticamente perfetti: me li fece baciare, quindi leccare, e quindi me li mise in bocca a mo' di pediluvio, per poi finire ordinandomi di asciugarli con i miei capelli. Nel frattempo Letizia si stava godendo tutta la scena e iniziò ad eccitarsi, toccandosi i capezzoli.
Loredana capì e mi allontanò calciandomi via in volto e Letizia, che era dietro, mi fermò al volo, mentre ero ancora inginocchiato. Mi guardo negli occhi e mi ordinò:
«ora stai fermo e guarda la tua Dea!».
Si spogliò completamente, scarpe e calze comprese. Ora era nuda a gambe divaricate davanti a me:
«prostrati, merda!»
e mi calciò io volto. Dopo essermi rapidamente rialzato, mi prostrai come fanno i credenti di alcune religioni mentre pregano.
Lei iniziò quindi a ridere apertamente:
«alza solo la testa», e così feci.
Lei mi stava osservando imperiosa: il suo corpo era statuario, e la sua vagina molto pelosa. Giusto il tempo di alzare la mia testa e la Dea, a gambe aperte che mi sovrastava, lasciò andare un grande getto di urina direttamente sulla mia testa e sulla mia faccia, con grandi risate di Loredana. Quindi lo trattenne, e mi disse:
«ora avvicinati e bevi. L'unica cosa che berrai oggi uscirà da questa fonte! Ahahah!»
e così feci. Avvicinai la mia bocca, che ormai in quel giorno aveva già assaporato ogni altra umiliazione, e bevetti tutto quanto usciva dalla mia Dea.
Non era finita: Letizia si stava eccitando; così, appena finì di scaricarmi tutto in bocca, mi afferrò per i capelli e mi ordinò:
«lecca ora! Fino a che non ti sono venuta in bocca, piccola troia!»
e il piacere aumentava di pari passo agli insulti:
«sììì& sei la mia puttana, nata per togliere lo sporco dai miei piedi con la tua lingua& per bere la mia piscia! La tua vita da oggi dipenderà dagli scarti del mio corpo, HAI CAPITO?!»
fino a che raggiunse l'orgasmo e sfinita si sdraiò sul muretto, completamente nuda e a gambe aperte.
Guardandola da quella posizione, io in ginocchio nella mia miseria e lei una Dea trionfante, capii che era quello per cui ero nato. Nel frattempo, Loredana era raggiante per lo spettacolo appena visto; si alzò e venne verso di me, mi prese per i capelli e mi trascinò fino ai piedi di Letizia:
«Li vedi questi?! Lety si è spogliata completamente prima e i suoi piedi ora sono tutti impolverati in quanto è stata nello sterrato! PULISCILI, TROIA SCHIAVA!»
Ed eccomi di nuovo asservito a dei piedi tanto belli quanto polverosi e puzzolenti, a baciarli, leccarli, ciucciarli dito per dito e poi tutti insieme, con Letizia semiaddormentata che si godeva il servizio e Loredana che nel frattempo si era spogliata a sua volta. Ora toccava a lei; si portò di fronte a me.
«Come puoi pretendere di pulire bene quei piedi se hai la bocca completamente secca per la polvere, idiota!»
e con questo mi appoggiò un piede sulla met0 destra della faccia, e facendo pressione sul mio corpo si abbassò avvicinando la faccia alla mia, e quando fù a pochi centimetri fece il suo magnetico sorriso di vittoria, e disse con fare lascivo:
«ora ti sciaquerò la bocca, amore& »
tolse il piede dalla mia faccia, mi fece aprire la bocca. Portò il piede di Letizia direttamente all'interno delle mia bocca, e iniziò a pisciarle sulla caviglia in modo che la piscia confluisse tutta nella mia bocca.
«Champagne!»
e si lasciò andare ad una risata trionfale, mentre la cosa andava avanti, lei in piedi, a gambe aperte, con una mano sul fianco e il busto eretto e l'altro braccio teso a tenermi per i capelli.
Terminata anche quest'ennesima completa e totale umiliazione, la situazione si stabilizzò e si calmò. Mentre Letizia riposava semiaddormentata, Loredana si mese a sedere sul muretto, mentre io ero ancora in ginocchio completamente fradicio delle loro urine. Appena sedutasi, Loredana, che era ancora completamente nuda, mi fece un cenno indicandosi con un dito i suoi piedi: non c'era neppure bisogno di parlare per darmi degli ordini; tutto ciò che disse fu:
«non provare ad alzarti in piedi per venire qui. Sei uno schiavo e devi stare a quattro zampe. Guarda i miei meravigliosi piedi: sono completamente impolverati. Visto che sei al mondo per me, ora ripuliscili per bene o ti farò rimpiangere di esistere»
il tutto con una calma e una pacatezza incredibili, segno che ormai la mia situazione era stabile. Ero loro, sotto tutti i punti di vista.
Le due dee si rilassarono così per un po' di tempo. Nel frattempo i loro quattro amici se n'erano andati e, nella zona, non c'era nessun altro all'infuori di noi tre; ciò che mi stava succedendo aveva dell'incredibile perchè mi avevano trasformato in uno spettacolo umano di sottomissione in un luogo pubblico, cose che probabilmente non si vedevano nemmeno 2000 anni fa indietro nell'antica storia. Per fortuna la zona era deserta e non c'era proprio anima viva nei dintorni.
Loredana era talmente stanca che si addormentò, ma poco dopo che questo avvenne fu Letizia a svegliarsi. Neanche il tempo di aprire gli occhi che già mi stava guardando con quell'area da padrona malvagia che non vede l'ora di abusare del suo schiavo e di farlo soffrire a suon di umiliazioni devastanti. È proprio questo il termine giusto: voleva farmi soffrire psicologicamente, era questo che si leggeva nei suoi occhi. A quanto pare il riposino le aveva giovato parecchio, sembrava più in forma che mai; guardandomi mentre ancora leccavo i piedi di Loredana addormentata, commentò:
«molto bene! Hai finalmente capito dov'è il tuo posto. Continua, intanto ora ti spiegherò il tuo futuro»
Letizia iniziò un discorso, non troppo lungo, con cui espose in parola quello che poco prima era stato realizzato in fatti. Avrei dovuto scordarmi per sempre la mia vita normale. Le due ragazze abitavano insieme e avrei quindi dovuto andare a vivere con loro, dove avrei mangiato per terra direttamente dai loro piedi, avrei dovuto essere il loro cuoco e la loro donna di servizio per pulire tutta la casa, essere pronto in ogni momento ad ogni tipo di abuso.
Disse chiaramente che Miro era una copertura, entrambe le due erano lesbiche e segretamente fidanzate: disse questo per farmi capire che io non avrei nemmeno potuto sognare di poter avere del piacere dalla mia condizione di schiavo, perché per loro sessualmente non esistevo nemmeno. Al termine di quest'ultima parte mi guardò in silenzio per alcuni secondi, ordinandomi di guardarla negli occhi. Ero lo sguardo della vincitrice assoluta, che umilia il perdente e lo sottomette.
Scese quindi dal muretto e si avvicinò al mio volto, mentre io ero costretto a stare in ginocchio su ordine di Loredana. Mi prese la faccia per il mento, spalancò le gambe, e mi appoggiò la fica in pieno volto, ordinandomi di tenere la bocca chiusa, e di assaporare l'odore di quella che era, da quel momento in poi, la mia unica ragione di vita. Mi lasciò nel frattempo il mento e mise entrambe le mani sui fianchi, in una classica posa da Dea. Mentre io annusavo, lei approfondì il discorso fatto poco prima, intanto roteava lentamente e leggermente il busto per sfregarmi il suo cespuglio sul volto, sottolineando la mia condizione di oggetto inerme.
«Mentre Lory dorme, inizierò ad insegnarti come mi devi trattare. Mettiti già a quattro zampe, prendi i miei due calzini» eseguii.
«Bene, hai fame per caso?»
e me ne forzò uno in bocca ridendo, legando l'altro intorno al mio volto all'altezza del naso, in modo che fossi sublimato sia dall'odore che dal sapore del sudore dei suoi piedi. Mi ordinava di ciucciare la sua calza e di annusare l'altra, ed io obbedii come il cagnolino che ero, mentre lei si sedette a cavalcioni sulla mia schiena. Il suo peso non era indifferente, e quando si accorse che stavo soffrendo, sia alla schiena che alle ginocchia, commentò scocciata:
«soffri per così poco?»
e ridendo aggiunse:
«allora adesso facciamo una passeggiata. Avanti, cammina schiavo!»
e con questo iniziò a calciarmi col tallone, come i fantini. Il dolore era forte ma non avevo scelta, iniziai a muovermi ed andai avanti per circa 5 metri, quando la Dea mi fece fermare sul marciapiede, in prossimit0 della pozzanghera che si era formata quando mi scaricarono addosso le loro urine.
Con voce dolce di scherno disse:
«visto che sei dolorante, ti concedo di riposarti almeno le braccia.»
Dalla schiena spostò il suo peso tutto sul mio sedere, e aggiunse:
«ora più abbassare la parte anteriore almeno, no? Ringrazia, verme!»
e detto questo mi diede un calcio in faccia, lasciando il piede davanti al mio volto in attesa del mio bacio di ringraziamento, incombenza che sbrigai a tempo zero.
«avanti, abbassa la tua faccia e le tue spalle fino a terra, in modo che potrai riposarti& ovviamente la faccia dovr0 poggiare nella pozza della mia piscia, ahahah!».
Ero in una posizione indescrivibilmente umiliante: in ginocchio con il sedere alzato, dove sedeva a cavalcioni la Dea, e la parte davanti del corpo abbassata con la testa di profilo nella pozza di urine. Letizia dalla sua posizione andò quindi ad allungare le sue lunghe e statuarie gambe, appoggiando un piede sul lato della mia faccia che dava verso l'alto, e l'altro direttamente nella pozza di piscia, davanti al mio volto.
Una volta delineatasi la posizione, la Dea pareva essere molto soddisfatta e trionfante. Iniziò così a muovere il piede sulla mia faccia facendo pressione come se stesse spegnendo una sigaretta, mentre nel frattempo mi insultava nei modi più vari. Non soddisfatta, mi ordinò di aprire la bocca cosicché la sua piscia potesse entrarvi e di bere, ma bere era impossibile vista la posizione del mio corpo.
Se ne accorse:
«oh, ma che peccato! Pare che tu non riesca a bere& ti aiuto io allora& »
detto questo iniziò a buttarmi l'urina in faccia e in bocca con il piede che fino a poco fa era nella pozza di fronte al mio viso, mentre rideva fragorosamente. Era veramente una situazione indescrivibile; eppure il peggio, il degrado assoluto, doveva ancora arrivare, e nemmeno troppo presto.
Ormai il pomeriggio andava verso la sera, e il sole si stava abbassando. Loredana si svegliò e Letizia, che se ne accorse, disse all'amica:
«ben svegliata Lory, ho buone notizie: arriva il bidet a domicilio!»
Loredana sapeva bene cosa stava per succedere, e le due scoppiarono a ridere. Letizia scese dalla mia schiena e mi prese per i capelli tirandomi in posizione eretta ma sempre rimanendo in ginocchio. Mi trascinò quindi fino alla figa di Loredana e mi ordinò di leccarla fino ad un suo ordine di stop. Letizia iniziò quindi ad accarezzare il seno e la pelle del corpo della sua compagna; lei due si lasciarono andare ad una serie di effusioni, baciandosi ed accarezzandosi a vicenda, mentre la mia lingua lavorava. Per potersi meglio esplorare, decisero di farmi sdraiare a terra a pancia in sù, salendo sul mio corpo e calpestandomi dal pene al volto mentre si baciano appassionatamente e si toccavano. Di tanto in tanto una delle due si posizionava all'altezza del mio viso, a gambe aperte e, dandomi un piccolo calcio in faccia, mi faceva capire che dovevo aprire la bocca per un getto di pioggia dorata in arrivo. Quando questo accadeva le due ridevano mentre continuavano a baciarsi, giocherellando con piccoli morsi e colpi di lingua.
Ad un tratto Loredana ricominciò a lamentarsi per il suo infausto pranzo... ma questa volta aveva trovato la soluzione ai suoi problemi:
«Tesoro, quella peperonata mi sta uccidendo! Ho un mal di pancia incredibile, e non mi va di andare a casa per andare al bagno proprio ora!»
ma Letizia suggerì un metodo ottimale per risolvere il problema, bisbigliando nell'orecchio della compagna che si dimostrò subito felice di tale idea.
Le due di fatto contarono a baciarsi e a toccarsi, ma questa volta l'atmosfera si era fatta di fuoco e Letizia, dopo essersi leccata un dito, ando con questo a massaggiare dolcemente il buchetto dell'ano della sua compagna. Fece il tutto con lentezza e delicatezza, fino a penetrarla completamente, mentre Loredana iniziava a godere vistosamente; il tutto mentre io ero ancora sotto i loro piedi, a petto nudo e fradicio delle loro urine. Letizia estrasse il suo dito medio dal culo di Loredana, vedendo che era completamente inzuppato delle feci del suo amore. Alla vista di ciò, Letizia esclamò ghignando:
«Ma tesoro! Avresti dovuto dirmelo prima che ti serviva così urgentemente un bagno! E a quanto vedo è molto molle, quasi liquida& » le due si scambiarono uno sguardo di intesa.
Loredana scese dal mio volto e Letizia, che era in piedi sul mi petto, si rannicchiò per poter avvicinarsi al mio volto, guardandomi con aria trionfante.
«Allora schiavo, cos'è quella faccia terrorizzata? Beh d'altronde è comprensibile: le mezze seghe come te sono nate per essere dominate, ed è logico che tu sia un codardo e che abbia paura di due donne come noi, non credi?»
lasciando scivolare un getto di saliva sul mio occhio destro. Io affrettai la mia risposta affermativa, sapendo cosa mi avrebbe aspettato in caso contrario.
Letizia sospirò un «bene», e si mise comodamente a sedere a cavalcioni sul mio petto, a gambe aperte.
«ora sarai iniziato ad una delle attività che presto sarà per te un incombenza quotidiana. Sai, sei proprio peggio di una puttanella, di una femminuccia timida e spaurita, quindi è giusto che tu abbia almeno un po' di make up.»
e sorrise in modo perfido. Appoggiò quindi il suo dito inzuppato della diarrea di Loredana all'angolo delle mie labbra, e le percorse come per mettermi un rossetto. La sensazione data dall'odore era terribile, tuttavia la mia paura e devozione era tale che non mi ribellai per nulla, anche se avevo paura di scoppiare per l'emozione. Mentre lo faceva, Loredana si posizionò dietro di me e mi bloccò la testa mettendo un piede sulla mia fronte e facendo pressione, in modo che anche se avessi avuto un impeto di rigetto non avrei potuto muovermi.
Chiaramente, nel frattempo, le due erano molto divertite e mi deridevano in continuazione, mentre Letizia mi "truccò" anche gli occhi. Per concludere il mio make-up in bellezza mi ordinò di fare con le labbra quel movimento che fanno le donne dopo che si sono messe il rossetto, facendomi sentire una vera puttanella. Le due ridevano a crepapelle:
«Lory, ma perché abbiamo deciso di chiamarlo schiavo? Lui è una schiava!»
«Hai ragione amore!»
risate.
«Bene Lory, ora la puttanella è pronta, cosa ne dici?»
la compagna asserì e così Letizia mi ordinò di spompinare il suo dito imbrattato di diarrea. Io proprio non ce la feci ad aprire la bocca, così Letizia iniziò a prendermi a schiaffi fino a che non la aprii.
«Perfetto, vedo che ti sei rassegnata al tuo ruolo, piccola troia!»
con un sorriso solare di chi vive questa situazione da sopra da anni.
Spompinai così il suo dito, la sensazione era orrenda eppure ero decisamente sorpreso dal non provare nemmeno la minima voglia di voler tentare di ribellarmi, anzi, ero deciso a ripulire quel dito nel modo migliore possibile per soddisfare le mie Dee.
Quando il mio lavoro terminò, Letizia si alzò: stava per arrivare il peggio. Loredana si accovacciò sul mio volto:
«Sei pronto? È un po' presto per cenare, ma la tua cena non è di quelle si possono cucinare quando si vuole eh!»
entrambe scoppiarono a ridere. Dall'ano di Loredana, che lei aveva provveduto a posizionare sulle mie labbra, iniziarono ad uscire una serie di scoregge terribili e molto rumorose, che mi fecero sentire ancora più inferiore e nullità che mai. Prendendomi per i capelli mi ordinò di iniziare a leccarle il culo ,e poco dopo, di aprire la bocca.
Ormai era degradato a cesso. Mi aspettavo che uscissero dei pezzi, ma come vi ho già detto la Dea aveva la diarrea, e il risultato fu per me travolgente. Dapprima iniziarono ad uscire dei rivoli marroni, i quali fui ordinato di raccogliere con la lingua.
Loredana, con tono dolce di scherno, disse:
«ho deciso di offrirti un po' di caffè! Su, bevi! Non vorrai rifiutare un mio regalo mi auguro».
Ad un certo punto il suo volto si fece più rossastro:
«il caffè è finito, adesso la torta.. anzi, il budino!»
le due risero a crepapelle&
«apri, schiava!».
La mia bocca e il mio viso furono inondate di diarrea. Letizia rideva e applaudiva, mentre Loredana mi teneva per i capelli con entrambe le mani, strattonandomi la testa e ordinandomi di gustare ed ingerire tutto. Obbedii con gioia e con la soddisfazione della schiavetta che compiace la propria padrona. Arrivarono altri getti, che però la Dea volle divertirsi a farmi cadere sulla fronte, sugli occhi, ovunque.
«ora torna alla pozza di piscia e lavati la lingua in fretta, poi torna e fammi il bidet, schiavetta! Ci andrai strisciando!».
Feci come disse. Ma Letizia, che si stava annoiando, si avvicinò a me e mi bloccò con un piede sulla testa prima che io potessi partire.
«povera mia, non voglio lasciarti andare così, potresti sentirti sola& ti ci accompagno io, tesoro!»
e mi salì in piedi sulla schiena.
«Avanti, andiamo al tuo pozzo personale!»
Risate di entrambe. Sempre con Letizia sulla schiena, mi pulii la lingua e tornai da Loredana che mi porse di nuovo il suo ano, Letizia scese e iniziai l'opera di pulizia.
«Aaaah, non c'è niente di meglio di avere una schiavetta da poter usare anche come carta igienica umana! Dovresti provarla Lety!»
«non preoccuparti, lo farò senz'altro al più presto ahah!».
Al termine del mio bidet, Loredana riflettè ad alta voce:
«non è giusto che tu abbia mangiato la mia merda e non quella del mio amore& Lety, ti prego, fai uno sforzo& ce la fai?»
«posso provare!»
«ma falla sul marciapiede, ho un'idea!».
Letizia si accovacciò e dopo qualche minuto sfornò un escremento solo, ma bello corposo, di colore chiaro.
«Dimmi Lory, cosa vuoi fare ora?»
«guarda» rispose Loredana, che rivolgendosi a me ordinò:
«schiava, qui subito! Lo vedi questo pezzo di merda? Vale più di te, quindi ora prendilo in mano con cura e bacialo con devozione!»
Letizia nel frattempo rideva come una pazza mentre si godeva l'imperiosità del suo amore.
«Riappoggialo a terra, e avvicinati con la faccia di lato ad 1 cm!», detto questo io eseguii nuovamente, quand'ecco che capii le intenzioni della Dea: d'un tratto salì a piedi pari sulla mia testa, schiacciandola tra la pianta dei suoi piedi e lo sciotto di merda. Era l'apice definitivo:
«ecco cosa meriti!» mi urlava da sopra la mia testa «sei meno di niente, zero, una troia di merda, in tutti sensi ahahah! Meriteresti che ti pestassimo, che ti facessimo sentire il dolore, ma fai così pena e schifo che non meriti niente. Sei nata per essere schiava!».
A quel punto le due donne furono soddisfatte. Loredana scese dalla mia testa, ed entrambe si rivestirono ad eccezione delle scarpe e delle calze, che lasciarono in giro. Rimaste quindi a piedi scalzi, calpestarono la merda in modo da avere i piedi il più sporchi possibile e tornarono a sedersi sul muretto, mentre io giacevo dolorante a terra con la faccia completamente inzuppata di urine e feci delle due padrone.
Letizia parlò:
«È da questo muretto che tutto è iniziato qualche ora fa, ed è qui che finirà! Guarda i nostri meravigliosi piedi di Dee: sono sporchi di terra, di merda e di piscia. Ora sentiamo, cosa deve succedere in questi casi, piccola schiava perdente che non sei altro?»
Io non accennai nemmeno a parlare: mi misi subito a quattro zampe nonostante tutto il mio corpo fosse a pezzi e mi diressi ai loro piedi, che iniziai a ripulire alla perfezione con la mia lingua.
«Molto bene, sei una schiavetta intelligente. Fai un buon lavoro altrimenti vedrai!».
Nei successivi 20 minuti ripulii i loro piedi mentre loro parlarono del più e del meno, di cosa potevano farmi fare in futuro, alternando gli argomenti ad insulti questa volta pesantissimi. Quando ebbi finito, Letizia mi ordinò di rimetterle i calzini, ma entrambe erano ancora senza scarpe.
Loredana sembrava avere un piacere particolare per la mia umiliazione attraverso piedi e scarpe, mi ordinò quindi di rimettere le scarpe a Letizia e quindi di inginocchiarsi davanti a lei. Lo feci, e mi ordinò:
«ora stai in ginocchio eretto e lecca le suole delle mie scarpe prima di rimettermele. Devi farlo molto lentamente, con la lingua completamente piatta, e mentre lo fai guardami negli occhi!».
Era il suggello finale della mia posizione di schiavo effeminato perdente. Svolta quest'ultima incombenza, rimisi le scarpe anche a Loredana. Le due scesero dal muretto, fresche come due rose, e se ne andarono senza nemmeno guadarmi, mentre parlavano tra loro.
Nella situazione in cui ero, dovetti aspettare il buio per poter tornare a casa senza farmi notare, nelle condizioni appariscenti in cui ero. Quel pomeriggio fu l'iniziazione del fuoco e l'inizio di tutto per me.
L'incontro in azienda
Ritorno ora ai tempi recenti.
Dopo aver quindi ricevuto l'e-mail dall'Ing. John White ed essermi informato un minimo sull'azienda in questione, decisi di chiamarlo. Rispose il centralino, che mi passò la segretaria. Essere sempre stato timido e remissivo, il tono di voce malizioso e quasi suadente della segretaria, che mi disse di attendere, mi mandò un po' in confusione. Dopo un primo scambio di battute, infatti, la segretaria, che scoprii poi chiamarsi Helen, probabilmente intuì il mio carattere debole (visto che al telefono ero emozionato e balbettavo continuamente) ed iniziò quindi a darmi del tu e a parlarmi con un tono vagamente sprezzante che mi fece già da subito capire che non aveva grande rispetto per me.
Inoltrò la mia chiamata all'ingegnere. Subito dalle prime parole e dalla rapidità con cui volle liquidare i combenevoli, notai che si trattava di una persona certamente altezzosa e scaltra, nonché intelligente e di indole aggressiva; la sua parlantina faceva inoltre emergere scaltrezza e prontezza nella risposta. Del resto, era quanto più o meno mi aspettavo dopo aver letto la sua risposta alla mia e-mail iniziale.
Mi indicò quindi la sua disponibilità per il colloquio e fissammo un appuntamento (di fatto fu lui a dirmi quando venire, senza nemmeno attendere una mia conferma).
Cercando l'indirizzo dell'azienda venni a scoprire che questa si trovava all'interno di uno dei più moderni, alti e prestigiosi grattacieli dell'area di Manhattan.
Quel giorno puntai la sveglia onde evitare il ritardo, mi vestii di tutto punto, scesi al bar sotto casa per fare rapidamente colazione e presi la metropolitana, arrivando con 15 minuti di anticipo sul posto. Appena entrato nell'atrio di accoglienza, una centralinista mi ricevette e mi indicò il piano e l'ufficio dove dirigermi, specificando che lì sarei stato accolto dalla segretaria dell'ingegnere, con la quale avevo parlato al telefono pochi giorni prima.
Presi l'ascensore per raggiungere l'ufficio, che si trovava all'ultimo piano dell'immenso edificio. Notai con sorpresa, una volta arrivato, che l'ultimo piano, quello dedicato ai massimi dirigenti, era alto circa tre volte un normale piano, conferendo all'ambiente un'area di maestosità nonché di ricchezza, visto il lusso degli arredi del largo corridoio. Arrivai all'ufficio della sig.na Helen Silverstone, dove bussai due volte prima di sentire un sonoro «Prego!».
Aprii la porta, formale scambio di saluti. Prima di avere il tempo di chiuderla, la voce di Helen, che sembrava seccata ed irritata, mi riprese subito con tono severo:
«È in anticipo rispetto all'orario concordato.»
«M-mi scusi, non pensavo di dare problemi& », fui subito interrotto dal suo fare incalzante.
«L'ingegner White è impegnato in una telefonata ora, si sieda qui nel frattempo, ho qualche domanda da farle.»
Obbedii prontamente al suo tono autoritario senza fiatare. La stanza di Helen era piuttosto grande, con una parete completamente a vetri che rendeva il locale molto luminoso ed accogliente. La sua scrivania doveva essere sicuramente lussuosa, così come gli altri complementi d'arredo, ed inoltre la tecnologia dell'ufficio (pc, lampade, fotocopiatrice, etc.) parevano essere all'ultima moda con dei design ultra-moderni.
Helen era una donna sulla trentina, con capelli lisci castani, carnagione chiara e due splendidi occhi verdi, che emanavano sicurezza ed eleganza; sensazione confermata dai lineamenti del suo volto.
Prima di iniziare con le domande di cui mi accennò, andò all'armadio poco distante dalla scrivania per prendere un raccoglitore. Notai così il suo gusto nel vestire un elegante abito che metteva perfettamente in mostra la bellezza del suo corpo, longilineo e proporzionato, anche se non era molto alta. Ai piedi portava dei sandali aperti con tacco alto neri, che si abbinavano alla perfezione con i suoi collant scuri di spessore medio. I suoi piedi erano meravigliosi, con delle caviglie fini e le dita smaltate di blu scuro; non il minimo segno di graffi o vene esposte.
Ad un certo punto iniziò a farmi domande, con un tono di voce e un modo di parlare che si fecero via via sempre più arroganti e aggressivi.
«Dunque, innanzitutto mi ripeta il suo nome, visto che qui di ragazzini come lei ne arrivano a decine ogni mese& »
Questo modo sprezzante di iniziare mi fece subito sentire in soggezione ed un po' impaurito. Risposi alla domanda, e prima ancora che potessi pronunciare per intero il mio cognome, con aria di chi è assolutamente disinteressato, mi incalzò nuovamente:
«La avviso subito: non cerchi di impressionare l'ingegnere durante il colloquio. Quelli come lei dovrebbero ringraziarci anche solo per il fatto di essere ammessi ad un incontro. Ha capito?»
Ero impietrito dal suo tono, non sapevo cosa risponderle.
«Hai capito sì o no?» mi riprese, iniziando a darmi del tu forse in segno di sprezzo, mentre mi fissava con il suo sguardo severo ed ipnotico.
«Certo..»
A quel punto si abbassò i suoi occhiali sul naso, e alzando leggermente la testa (stava guardando il raccoglitore preso dall'armadio mentre mi parlava), e con un sorriso di scherno ed una voce sensuale continuò:
«Molto bene. È importante che tu ti dimostri fin da subito disposto ad obbedire e a stare agli ordini, perché questa è una caratteristica essenziale per chi vuole lavorare con l'ingegner White& anzi, PER l'ingegner White.»
Detto questo mi sorrise e si mise comoda sulla sedia, allungando le gambe e urtando leggermente le mie gambe con la sua scarpa sotto la scrivania, dopodiché appoggiò un piede direttamente sopra una mia scarpa, che era nera e di pelle e appena lucidata.
Con aria ironicamente sorpresa disse:
«Oh scusami! Ho appoggiato le mie scarpe sopra le tue& ora si saranno sporcate& » senza però muoverle minimamente e, vedendo che io più che altro tremavo e stavo in silenzio mentre la fissavo imbambolato, aggiunse:
«Vedo che non ti spiace& meglio così, sono molto comoda.» Muovendo e calcando la sua scarpa sopra la mia come se stesse spegnendo una sigaretta.
Silenzio per alcuni minuti. Helen non mi degnava nemmeno di uno sguardo; continuava ad interessarsi al report che aveva estratto dal raccoglitore. D'un tratto, con voce autoritaria mi ordinò:
«Và a prendermi un bicchier d'acqua al distributore.» Mi alzai ed obbedii, il distributore era all'angolo destro del locale rispetto alla porta, vicino alla parete-finestra. Glielo porsi senza ricevere nemmeno una parola di ringraziamento, né il minimo segno. Ad un certo punto suonò il telefono della sua scrivania.
«Sì? Certo ingegnere, lo faccio entrare subito.»
E poi, rivolgendosi a me, «Ora puoi entrare.» e aggiunge, con un sorriso di scherno, «A dopo».
Bussai alla porta e ricevetti dall'interno l'invito ad entrare. Una volta aperta la porta, prima ancora di guardarmi intorno, decisi di voltarmi e chiuderla con decisione, per cercare di fare una figura migliore di quella fatta con Helen.
Appena voltatomi, vedo l'ingegner White di spalle, davanti alla parete-finestra. Era un uomo alto e di certo con un fisico atletico, capelli corti neri un po' ingellati. Si voltò lentamente, mi squadrò rapidamente; mi fece quindi accomodare:
«Buongiorno! Si sieda.»
John White era un uomo sui 30-32 anni, con la carnagione appena scura, forse anche per via di una probabile abbronzatura, con zigomi alti e pronunciati che gli davano l'espressione della persona che mi ero immaginato: autoritaria, arrogante, acuta, penetrante. Aveva un leggero pizzetto e le sopracciglia perfettamente disegnate. Era vestito di tutto punto: splendida giacca grigio scuro, accompagnata da una cravatta di stile con un fermacravatta in oro; ai piedi portava delle scarpe di pelle marrone chiara senza stringhe e con un solo laccio laterale, lucide alla perfezione e molto signorili.
Mi sedetti ed iniziammo a parlare. Il suo tono di voce era a tratti rilassato, e improvvisamente sapeva diventare severo ed imperioso. Sembrava si stesse divertendo in questa alternanza, in quanto molto probabilmente si era accorto del mio carattere docile e remissivo.
Era perfettamente padrone della situazione, e seppe dirigere la nostra chiacchierata sugli argomenti che voleva e al momento, con un gioco psicologico che mi portò presto a rispondere affermativamente ad ogni sua domanda pur di non dover incorrere nel suo sguardo ipnotico e severo da dominatore.
Mi spiegò nel dettaglio quale sarebbe stato il mio compito all'interno della pianificazione aziendale di marketing, cosa che mi piacque molto. La svolta della nostra discussione si ebbe quando si iniziò a parlare della retribuzione. La situazione stava cambiando: l'ingegnere si mise comodo sulla sua sedia-poltrona, iniziò a fissarmi con quello sguardo magnetico, e attaccò:
«quanto richiede come retribuzione mensile?»
Alla mia risposta, che consisteva in realtà in una somma piuttosto modesta, ebbe un sorriso sprezzante, e disse, iniziando così anch'egli a mostrare la sua vera personalità e a darmi del tu:
«Voglio immaginare che tu stia scherzando! Al massimo posso farti avere un terzo.»
L'ingegnere assunse un'aria irritata mentre pronunciò queste parole; credo avesse interpretato la mia risposta come un atto di arroganza, e a quanto pare la prese davvero male e la mise sul personale, vedendola come un atto di sfida da parte mia.
La situazione per me si stava mettendo male: non ero nella posizione di rifiutare, per due ottime ragioni. La prima era che quell'opportunità fù l'unica che mi si presentò nonostante tutti i cv inviati, e la seconda era che ormai ero alle strette con i soldi, visto che avevo già due arretrati di anticipo da pagare dell'affitto del mio monolocale.
Non ci pensai quindi più di tanto ed accettai, ma lo feci attendere troppo prima della mia risposta, ed ormai l'irritazione negli occhi dell'ingegnere si era trasformata in sfida. Si alzò in piedi, passeggio brevemente davanti alla parete-finestra, e tornò a sedere, mettendosi comodo sulla sua poltrona a rotelle, tipica degli uffici dei dirigenti di massimo livello.
«Vedi, mi hai dato una sensazione di arroganza, e con la gente come te è difficile lavorare» incominciò con un ghigno, mentre io tremavo.
«Dovresti essere un po' più umile, non credi?» e si lasciò andare ad una breve risata.
Stavo iniziando a pensare che per me era finita; l'unica cosa che rimaneva da fare era tirar fuori il mio orgoglio, mandarlo al diavolo ed uscire sbattendo la porta. Tuttavia, la questione economica per me aveva la priorità assoluta. Iniziai ad abbassarmi:
«Io credo di essere umile, signore, è per questo che ho accettato la sua controproposta& »; questo fu molto probabilmente quello che l'ingegnere sperava di sentire. Mi guardò con sfida negli occhi:
«Bene, avrai la tua possibilità allora, se mi dimostri fino a che punto sai essere umile. Avanti, come pensi di convincermi?»
Ormai era chiaro dove voleva arrivare: mi voleva vedere umiliato.
Mi alzai dalla sedia su cui sedevo, e feci il giro attorno alla scrivania. Nel frattempo lui seguiva i miei passi girando la sua sedia, e quando fui di fronte a lui mi gettai ai suoi piedi, e a testa bassa lo supplicai:
«La prego, sono disposto a tutto pur di essere suo dipendente, ho bisogno di lavorare, mi servono soldi& la scongiuro» mentre singhiozzavo e le lacrime iniziavano a cadere dal mio viso. Era il suo trionfo, ed ora poteva fare di me quello che voleva; ero praticamente a testa bassa con il suo piede accavallato proprio davanti alla mia faccia.
Mentre lo supplicavo se ne stava seduto bello comodo, con le braccia sui braccioli e le gambe accavallate davanti a me. Quando finii la mia scenata umiliante, mosse il piede della gamba accavallata, e fece aderire la punta della sua scarpa al mio mento, forzandomi lentamente ad alzare la testa per guardarlo in faccia. Con un'aria trionfante mi disse:
«Vedo che inizi a capire chi comanda qui. Torna a sedere, muoviti! Da oggi ogni volta che ti ordinerò qualcosa voglio vederti scattare, hai capito?!"
«S-sìssignore.»
«Ora siediti e avvicinati alla scrivania il più possibile. Mentre ti parlo mi devi guardare da vicino!»
Obbedii, avvicinandomi a tal punto da appoggiare i gomiti sulla scrivania per essere il più vicino possibile. Girò la sua sedia verso di me e, ormai semisdraiato nella sua lussuosa poltrona, mise i piedi sulla scrivania e li accavallò proprio a pochi centimetri dalla mia faccia, ordinandomi di non muovermi.
Ora stava passando dall'essere arrabbiato al godersi la situazione. Mi chiese ironicamente se mi piacessero le sue scarpe, e alla mia immediata risposta affermativa rise di nuovo.
Dopo pochi minuti di silenzio, in cui il mio ormai nuovo padrone godette a guadarmi in quella posizione, mi ordinò di alzarmi e di avvicinarmi nuovamente.
Una volta di fronte a lui, che aveva voltato la sedia verso di me, mi ordinò di mettermi di nuovo in ginocchio, con le mani a terra e le braccia dritte, quindi in posizione semieretta, e a testa bassa.
Prese quindi uno dei suoi costosi sigari e se lo accese, guardandomi dalla sua posizione dominante e di superiorità. Dopo il primo tiro, iniziò a dominarmi anche fisicamente.
Disaccavallò le gambe e le aprì, dandosi una sistemata con la mano tra le gambe, dopodiché alzo il piede destro e lo appoggiò sulla mia spalla, ridendo leggermente.
«Spero che tu sappia cosa significhi la tua accettazione incondizionata alle tue dipendenze, ora che vedi come tratto i ragazzini effeminati come te, vero? Altro che pianificazioni di marketing, tu da oggi sarai il mio schiavo, e mi chiamerai Padrone. Sono stato chiaro, schiavo?»
«Sì, padrone»
«Molto bene, eheh!» e fece pressione sulla mia spalla come per pulirsi la suola della scarpa.
«Verme, le mie scarpe non dovranno mai avere la suola sporca. E, secondo, io non dovrò mai affaticarmi per pulirla. Ora traine le conclusioni corrette, o pagherai le conseguenze!»
Era chiaro dove voleva arrivare: gli afferrai la caviglia e mi strofinai sulla giacca e sulla cravatta la suola della sua scarpa, più e più volte, mentre lui si godeva la scena con area di dominatore assoluto.
«Cosa credi? Non basta» disse quindi, guardandomi con gli occhi stretti e con il sigaro in bocca. Detto questo, rimise il suo piede sulla mia spalla e fece pressione:
«Giù! Ai miei piedi adesso!»
La pressione che esercitava era troppo forte per il mio fisico esile, e così mi sdraiai a terra a pancia in giù con la testa tra i suoi piedi. Allungò il piede destra sulla mia schiena, mentre quello sinistro me lo appoggiò direttamente sulla testa, pressandomi la faccia contro il parquet del suo ufficio.
La piega che stavano prendendo i fatti era evidente. Mentre sentivo la sua scarpa premere sulla mia guancia, immaginavo che cosa avrei presto passato e la cosa, al posto di risvegliare almeno in minima parte il mio orgoglio, mi eccitava e mi faceva venir voglia di essere ancora più sottomesso, ancora più usato.
Dopo avermi calpestato e aversi pulito i piedi a dovere, mi tolse i piedi di dosso.
«Ora lecca a fondo le mie scarpe. Da oggi sarà un tuo problema quotidiano pulirle!»
Mi diedi di fare per eseguire l'ordine. Ormai ero totalmente pervaso da uno strano desiderio di sottomissione: non mi importava più nulla, l'unico pensiero nella mia testa era servire il mio padrone come meglio potevo, perché ormai ero suo, ero il suo schiavo. Utilizzai quindi tutta la cura possibile: leccai a lingua piatta ogni parte della pelle della scarpa, con lentezza e d accuratezza, e dopo pochi minuti le scarpe scintillavano.
«Bravo schiavo, il tuo Padrone si è accorto che, oltre ad aver capito chi comanda qui, sei anche abbastanza bravo da esserti volontariamente sottomesso. È la logica conclusione, non credi?» detto questo mi appoggiò una scarpa direttamente sulla faccia, senza premere. Io rimasi immobile e risposi: «Certo mio Padrone. Spero di essere all'altezza di poter servirLa, lei è il mio Dio.»
A questa affermazione il mio Padrone, il mio Dio, aspirò nuovamente dal suo sigaro con gli occhi chiusi ed un sorriso stampato sul suo volto. Abbasso quindi lo sguardo verso di me, mi soffiò in faccia il fumo del sigaro e disse:
«Completa il tuo lavoro!»
Intuii che voleva che gli leccassi anche le suole, e non ci pensai due volte. Così come per la tomaia, lavorai con la lingua piatta e con leccate lunghe e lente, sia per pulire bene sia perché notai che questa tecnica era molto umiliante per me e, al contempo, altrettanto soddisfacente per il mio Padrone.
«Bene! Ora toglimi le scarpe, il tutto con i denti.»
Ovviamente ormai non avevo più alcun potere di rifiuto, ne se l'avessi avuto l'avrei esercitato, visto il mio stato psicologico. Con molta fatica obbedii ed eseguii, ma ne valse la pena per quanto i miei sensi percepirono a compito terminato.
Per la mia vista fu un vero spettacolo naturale: i piedi del mio Padrone erano avvolte da calze di seta / nylon velatissima, probabilmente molto costose, che pressappoco sembrano come i collant da donna. Si poteva intravedere così il piede, forse un 42, perfetto, con le dita affusolate e le unghie veramente belle.
Per quanto riguarda il mio olfatto, la goduria fu ancora superiore in quanto sentii proprio quello che volevo: i piedi del mio Padrone erano accaldati e leggermente sudati, così da sprigionare sia l'odore di cuoio della soletta interna, sia un certo odore stantio di piedi, che adoravo letteralmente. Quest ultimo particolare rese il tutto ancora migliore, in quanto probabilmente significava che il mio Padrone il giorno precedente non si era lavato i piedi e nemmeno cambiato le calze. Ottimo, visto che presto ai suoi piedi avrei pensato io.
«allora, ti piace l'odore dei miei piedi? Sei proprio un verme, una puttanella nata per essere mia schiava ed essere umiliata. Dimostrami quanto ami l'odore che stai annusando, che ti sta inebriando.»
Sempre sdraiato a pancia in giù ai suoi piedi, ne afferrai il destro con le mani ed inizia a baciarlo con devozione, cosa che lo fece ridere di gusto mentre appoggiò l'altro piede sulla mia spalla; ne sentivo il contatto sul mio orecchio.
A quel punto iniziai a sentire che il desiderio di dominazione iniziava a farsi sempre più forte. Presi a leccare a fondo il suo piede ancora nella calza e me lo misi in bocca iniziando a succhiarlo. Mentre feci quest'ultima cosa, lo guardai dal basso con lo sguardo che forse più mi si addice, quell'aria dello schiavo che si dà da fare alacremente e che con aria dolce e remissiva sembra chiedere il consenso sull'operato. Il mio Padrone mi ordinò allora di fare lo stesso con l'altro piede, sul quale stetti concentrato per un buon quarto d'ora.
«Ti sei meritato di togliermi i calzini, coi denti ovviamente. Guai a te se li rovini, te li faccio mangiare schiavo di merda hai capito?!»
«Sì mio Padrone, non succederà, lo giuro.»
«Sarà meglio per te.»
Tuttavia, ahimé, fù proprio quello che successe, ma non a causa mia. Il mio padrone, mentre stavo rimuovendo la parte finale del secondo calzino, ne trattenne apposta una parte tra le dita dei piedi, e così al mio movimento finale il calzino si strappò, e il rumore si sentì chiaramente.
Il Padrone l'aveva fatto di proposito perché voleva avere il pretesto per coronare la sua supremazia.
Si alzò in piedi di colpo:
«Stupida schiava! Guarda cosa hai combinato!» Io ero sempre sdraiato a faccia in giù tra i suoi piedi, mentre lui ora era in piedi ed il senso di dominazione era totale da quella posizione.
Mi mise un piede in testa ed iniziò a schiacciare:
«Ora vedrai come me la pagherai questa!» sputò a terra e mi ordinò di leccare. Con immenso senso di sottomissione obbedii. Quindi sputò di nuovò, ci mosse sopra il piede e mi fece leccare lo sputo direttamente dal suo piede. A quel punto si risedette.
«il tuo posto da oggi è uno ed uno soltanto: sotto la mia scrivania, ma nudo. Quindi ora spogliati, e tieniti solo i boxers e& la cravatta, che sarà il tuo guinzaglio. Ora ci divertiamo!».
Eseguii rapidamente e corsi ad accovacciarmi sotto la scrivania.
«Pancia in su, schiava!» e fatto questo, mi mise un piede in faccia e l'altro sul membro, che chiaramente era in erezione da tempo.
«Aaah, e così godi molto mentre ti domino eh? Bene& inginocchiati sotto la scrivania tra le mie gambe, verso di me& subito, verme!»
Nonostante la scrivania fosse grande, lo spazio tra le sue gambe non era molto ma comunque ci stetti. A questo punto il Padrone mi afferrò per la cravatta e mi mise la faccia tra le sue gambe.
«A quanto pare è questo che vuoi& » e detto ciò, con l'altra mano, mi afferrò la nuca da dietro e presso con forza la mia faccia contro il suo membro. Io stavo letteralmente impazzendo ed avevo una specie di pianto isterico.
«Sei proprio meno di zero, fai schifo! Abbassami la zip e poi i boxers con i denti, schiavetta.» Ero in visibilio, non riuscivo quasi più a controllare la mia voglia. Fatto ciò, mi spostò la faccia con la mano, ed estrasse il suo membro.
Era meraviglioso: di dimensioni un po' maggiori alla media, di una certa larghezza, depilato quasi completamente e con due palle perfette. Era già in piena erezione, la cappella era perfetta e non c'era nemmeno una vena in vista. Non vedevo l'ora del suo prossimo comando, che per fortuna non tardò ad arrivare.
«Dai schiavetta, voglio vederti baciarmi il cazzo con cura e devozione mentre sei lì in ginocchio ai miei piedi. Avanti!»
Il suo cazzo era fantastico; lo baciavo come se fosse la mia ragione di vita, dando di tanto in tanto qualche colpetto di lingua, cosa che lo faceva godere visto il leggero crescere della sua respirazione. Poco dopo ne ebbi la conferma:
«Ora succhialo, puttanella!» e, detto questo, mi afferrò per il retro della testa per i capelli e mi mise d'un colpo solo tutto il suo uccello in bocca, fino a solleticarmi la gola. Stavo godendo quanto lui, io per la dominazione subita e lui per il mio lavoretto; iniziai presto a gemere come una troia in calore, cosa che gli piaceva molto.
«Sai che gemi come la mia segretaria quando me la sbatto? Però c'è una differenza: lei la sbatto sul tavolo perché è una vera donna mentre tu, che sei una schiavetta, non meriti altro che stare lì sotto, ahahah!»
Mi tirò quindi indietro con uno strattone tramite la cravatta, e mi ordinò di leccargli le palle. Mentre eseguivo mi rendevo conto che gli piaceva quasi più del pompino, nonostante avesse esplicitamente dichiarato che sembravo nato per quello, e così le prese direttamente in bocca ed inizia a succhiarle leggermente in modo ritmato, a mo' di massaggio. Ormai era terribilmente eccitato, ed inizia a muovere la lingua sulle sue palle ancora nella mia bocca, il tutto mentre con una mano lo stavo masturbando ormai velocemente.
Presto mi prese per i capelli e mi staccò, mi mise l'uccello davanti al naso e mi venne copiosamente in faccia. La sua sborra sembrava non finire più, dovevo aver fatto proprio un buon lavoro. Alcune gocce mi scesero sulle labbra e le assaporai con la lingua. Il gusto era delizioso, ne avrei voluta molta di più. La prossima volta mi sarei fatto scaricare tutto direttamente bocca, proprio come il cesso umano che sono.
Mi ordinò quindi di ripulirgli in cazzo, cosa che feci immediatamente, godendomi i rimasugli di sperma che c'erano sulla sua cappella perfetta.
Ma non era ancora soddisfatto. Per fortuna, aggiungerei.
«Non credo di averti degradato abbastanza; tu devi capire che qui vali meno delle donne delle pulizie, hai capito?»
«Sì Padrone.»
Fece un sorriso di soddisfazione e supremazia, aveva un sorriso inquietante. Mentre ero ancora in ginocchio ai suoi piedi con la faccia davanti al suo cazzo (ancora duro), mi prese per i capelli e tirò indietro la mia testa, come per meglio vedermi in viso.
«Sai, sei proprio una mezza sega, e ho voglia di pestarti. Cosa fai se te le suono, eh? Ti metti ad urlare?» il tutto con quel ghigno terribile.
Io iniziai ad essere preso dal panico, e iniziai a tremare e mi si arrossarono gli occhi.
«Padrone la prego, non mi faccia male, sono il suo schiavo& »
«La mia schiava, vorrai dire, puttanella!» e con questo, mentre con una mano mi teneva per il sopra della testa per i capelli, costringendomi in posizione eretta, con l'altra iniziò a colpirmi con schiaffi leggeri, dritto e rovescio, scandendoli con ritmo ed il tutto mentre mi insultava in un modo veramente umiliante e degradante. Mentre questo accadeva io iniziai a singhiozzare e a piangere per l'emozione, ma di fatto ero felice, perché era giusto che fosse così, mentre lui rideva di gusto.
Poco dopo smise e mi ordinò di mettermi a quattro zampe, con la faccia però a terra in modo che la parte davanti del corpo poggiasse sulle spalle e quindi con le braccia a terra distese verso le gambe; era probabilmente la posizione più umiliante, forse per questo la mia preferita, soprattutto per essere dominato da un uomo vero come il mio Padrone.
Sapevo che cosa voleva fare. Mi abbassò i boxer, e sputo un paio di volte sul buco del mio culetto, dopodichè mi afferrò per i polsi delle mani, e con un colpò secco fece entrare tutto il suo meraviglioso cazzo nel mio culetto da schiava. All'inizio soffrii molto, ma l'idea di esser dominato in un modo così totale mi fece subito dimenticare il dolore. Ansimavo come una vacca e lui mi stava sfondando il culo mentre tirava le mie braccia.
Era fantastico; a quanto pare il mio culetto gli piaceva molto perché in poco tempo arrivò sul punto di venire. Fu allora che, proprio come speravo, estrasse il suo cazzone dal mio culo, mi alzo la testa da terra per i capelli e me lo mise tutto in bocca, scaricandoci dentro tutto il suo meraviglioso sperma, mentre io ovviamente glielo ripulivo con la lingua e con le labbra (cosa che lo mandò in visibilio).
Non era ancora finita: una volta finito di venirmi in bocca, mi disse:
«Guarda che non è finita qui, nella tua bocca ci entra tutto quello che voglio io, schiava! Apri bene adesso!»
Mi fece spalancare la bocca ed iniziò a pisciarci dentro ordinandomi di bere tutto. Ero al settimo cielo, cercai di bere il più possibile ma purtroppo qualcosa finì sul parquet. La sua piscia era interminabile, e circa a metà del getto mi prese la testa e mi infilò il cazzo in bocca. Gli stavo facendo un pompino mentre mi pisciava in bocca e mentre bevevo! Fu probabilmente l'esperienza sessuale più bella e degradante di sempre.
Quandò finì, sempre mentre mi rideva in faccia, estrasse il suo cazzo e mi iniziò a prendere a cappellate sulle guance mentre stava con le mani sui fianchi e mentre mi ripeteva in continuazione insulti di ogni genere. Ero lì in ginocchio, schiavo totale e asservito davanti a un essere superiore che adoravo come un Dio.
«Come la mettiamo ora con la piscia per terra, eh? Vuoi che si rovini il parquet, troia?»
Capii che dovevo leccare, e c'era molto da fare. Mi misi quindi a quattro zampe e, a testa bassa, inizia a leccare la sua piscia, mentre lui rideva apertamente mentre se ne stava in piedi di fronte a me con le braccia conserte e un piede sulla mia spalla, col quale mi schiacciava a terra come il verme che ero.
«Molto bene schiava, per ora mi sono divertito abbastanza, ora rimettimi calze e scarpe che devo andare ad una riunione.» Obbedii non prima di avergli leccato nuovamente a fondo i suoi bellissimi piedi. Mi ordinò di alzarmi in piedi e di seguirlo, anche se io non sapevo proprio cosa stava per succedere, e mi chiedevo se volesse farmi uscire in corridoio nudo ed in quelle condizioni.
Ma chiaramente aveva già mente chi doveva occuparsi di me o, meglio, abusare di me mentre lui non c'era. Entrammo così nell'ufficio confinante che era ancora quello di Helen, dove avevo atteso proprio poco prima.
«Helen, guarda questo verme, è addirittura meglio dei suoi predecessori! Ahahah!»
Ed Helen, che mi guardava sorridendo mentre ero nudo come un verme e a quattro zampe, commento sorpresa: «Davvero? Ottimo signore!»
«Bene, te lo lascio per divertirti un po' mentre sono in riunione& e visto quanto è docile, puoi praticamente fargli e fargli fare tutto quello che vuoi.»; uscì dall'ufficio di Helen e chiuse la porta.
Ero quindi ora in mano ad una padrona. Per come la vedevo, non era tanto importante se si trattasse di un padrone o di una padrona, o di chi fosse; il mio ruolo era quello di essere schiavo per colui o colei a cui venivo asservito, e quindi di servire lui / lei totalmente. Il fatto che Helen fosse una vera dea, sia mentalmente (molto forte) che fisicamente (praticamente perfetta) non cambiava le cose. Io da quel momento ero al pari della sua scrivania, della sua sedia, della suola delle sue scarpe: poteva fare di me ciò che voleva.
Ero in ginocchio a fianco della scrivania. Helen era una donna focosa, questo lo capii subito, il che la portava ad arrivare subito al dunque.
«Vieni qui, sdraiati a pancia in sù sotto la scrivania.»
Eseguii. Appoggiò il suo piede destro sul mio petto, accavallando l'altra gamba in modo che il suo piede sinistro, con il suo elegante sandalo nero con tacco alto, fosse proprio sopra la mia faccia.
Guardò sotto la scrivania a cercare il mio sguardo debole e sottomesso, mi penetrò con un'occhiata da vera padrona e mi derise.
«Guardati, verme: hai appena leccato i piedi di un uomo e bevuto la sua sborra e la sua piscia nonostante tu non sia gay, solo perché sei una vera merda che non sa reagire. Beh ora ti umilierò ancora di più, stanne certo. Per iniziare, devi leccare le suole di miei sandali, come un buon cane.»
La mia lingua da schiavo lavorò fino a che la suola non fu perfetta, dopodichè dovetti farlo anche per l'altra. Quindi Helen si divertì ancora un po' con le sue scarpe.
«Guarda i miei tacchi, sono un po' larghi. Beh, le scarpe le compro apposta così per farli spompinare agli schiavi come te, coglione! Ahahah! Avanti, succhia, fammi vedere quello che hai fatto con il cazzo dell'Ingegnere, ahahah!».
Notai subito che Helen era sicuramente molto più perfida del Padrone, glielo si leggeva in faccia quando escogitava qualcosa da farmi fare. Infatti la pratica del pompino al suo tacco non prevedeva che io usassi le mani: lei appoggiò il piede sulla mia faccia, e la parte anteriore rimaneva sempre aderente sulla parte alta del mio viso, da cui faceva leva muovendo il tallone su e giù per farmelo spompinare. Così, oltre all'umiliazione di dover succhiare il suo tacco, mi umiliava anche calpestandomi il volto e pressandolo, oltre che facendomi male. Era veramente una sensazione non descrivibile a parole, qualcosa di paradisiaco per uno schiavo.
«Sai, ho buone notizie per te: è dal giorno in cui ti ho fissato il colloquio che non mi lavo i piedi, proprio perché al telefono ho capito subito che eri nata per essere mia schiava.» e mi derise di nuovo.
«Ora toglimi le scarpe, in fretta!» obbedii, e appena fatto mi fece aderire al volto entrambe le piante dei piedi, calpestandomi la faccia come fosse uno zerbino.
L'odore dei piedi della Dea era davvero fortissimo e terribile, avevo paura di soffocare. Quando iniziò a sentire i miei colpi di tosse iniziò a ridere apertamente, e mi diede un calcio in faccia per farmi smettere.
«Che c'è, non ti piace? Bene, allora apri la bocca e succhialo. Mi raccomando schiava, alternalo con l'altro ogni qualche minuto.»
La cosa andò avanti per un'ora buona, durante la quale a volte mi ordinava espressamente di leccargli a fondo le piante dei piedi. Era una tortura tanto umiliante quanto favolosa, e ben presto non solo mi abituai al fetore dei suoi piedi, ma iniziai ad amarlo.
Ad un tratto rientrò il Padrone dalla riunione. Aveva un sorriso smagliante.
«Cara Helen, ti comunico che alla riunione annuale il reparto che è andato meglio è stato ancora una volta il nostro!»
«Fantastico! Sarà che gli schiavi ci tengono di buon umore e lavoriamo meglio!»
Risate di entrambi. Quindi Helen, mentre mi guardava negli occhi, gli disse: «Bisogna festeggiare con il nuovo collega, cosa ne pensa Ingegnere? Ahah& »
«Ottima idea! Portalo di là, assicurandoti che non si alzi mai in piedi. Anzi, prima gli ho permesso di venire di qui in ginocchio& » e poi, guardandomi, «ora tornerai nella tua posizione naturale: strisciando!»
Di nuovo risate generali. Il Padrone ci anticipò ed andò a sedersi alla sua scrivania mentre Helen, veramente sadica, si divertiva a prendermi a calci nei fianchi mentre strisciavo ordinandomi di essere più veloce:
«Muoviti, verme! È questa la velocità con cui pensi di eseguire i nostri ordini? Bene, questa lentezza significa che hai bisogno di allenamento»; mi si sedette quindi sulla schiena appoggiando i suoi piedi sulle mie spalle, e mi spronava tenendomi per i capelli.
Fu molto doloroso ma alla fine arrivai in prossimità della scrivania del Padrone, il quale se la rideva godendosi la scena. A quel punto Helen si alzò in piedi sulla parte bassa della mia schiena, ed il padrone lasciò la sua poltrona e con le sue scarpe salì anch'egli su di me, pressandomi con una scarpa la testa a terra. I due si abbracciarono ed iniziarono a baciarsi, il tutto in piedi su di me mentre io ero faccia a terra, con un piede del mio padrone che mi schiacciava la guancia. Una situazione per me ideale: una coppia di Dei che, trionfanti, si amano sul proprio inferiore, sul loro schiavo.
La Padrona si stava scaldando, e la sua passonalità aumentava vistosamente. Invertì la sua posizione sul mio corpo con quella del Padrone, il quale quindi era in piedi sul mio petto rivolto verso il mio volto, mentre lei scese per un attimo dal mio corpo. Guardandomi dall'alto con il suo sorriso arrogante e sadico, si chinò verso di me:
«Sei pronto? Ora mi farai il bidét con la lingua mentre spompinerò un vero uomo, cioè non una schiavetta ridicola come sei tu!» detto ciò, mi sputò in faccia e mi calpestò il viso con un piedi (entrambi ancora senza scarpe ma coi collant), il che provocò ilarità generale tra i due.
Si spogliò quindi completamente. Il suo corpo nudo era veramente divino, statuario: il suo seno era perfetto, una terza abbondante con dei capezzoli piccoli e ben visibili nella forma, la sua pancia era perfettamente liscia e le sue gambe sembravano una vera opera architettonica da quanto erano perfette, così come le sue caviglie ed i suoi piedi.
Si mise in ginocchio quindi a cavalcioni in modo da avere i piedi ai lati del mio volto, e l'ano proprio sopra la mia bocca, dandomi le spalle e quindi rivolta verso il Padrone.
Il suo viso era perfettamente davanti alla verga di Lui, ed iniziò subito ad accarezzarla con le sue mani di velluto, per poi prendere a baciarlo.
«Ingegnere, lei ha proprio un cazzo perfetto, è un vero onore poterla soddisfare!» e sorrise perversamente al suo amante, che rispose: «Il piacere è mio! Hai una bocca e delle mani che qualunque pornostar invidierebbe!»
Risate di entrambi. La Padrona si volse per un attimo a guardami in faccia, e mi ordinò con impeto:
«Idiota! Cosa pensi che ti abbia messo il buco del culo in faccia a fare, eh?! Sei sottomesso, e quindi devi obbedire! Ora LECCA!" urlò, ed io impaurito inizia con foga ad eseguire, cosa che portò i due a deridermi nuovamente.
«Del resto se è stato assunto è giusto che lavori, no?» disse ridendo il Padrone, e ribattè Helen: «Oh sì, e ancora è solo all'inizio!» e i due sghignazzarono.
Chissà che cosa avrebbero avuto in serbo per me, solo il futuro lo avrebbe poi rivelato.
Il lavoro di Helen doveva essere davvero di ottima qualità, visto che presto il Padrone fù sul punto di venire. A quel punto Helen, estremamente eccitata, si alzò di colpo, afferrò il Padrone facendolo scendere dal mio corpo, ne prese il cazzo e se lo mise in figa.
«Sì, voglio sentirti dentro, voglio sentire il tuo sperma riempirmi per la vacca che sono& sììì& !!»
Il Padrone la riempì di sperma, mentre lei ansimava e si agitava.
Dopo pochi secondi, la padrona aveva già in mente l'ennesima umiliazione da infliggermi.
«In ginocchio eretto, schiava!» e mi alzò praticamente per i capelli.
«Lo vedi questo cazzo? È un vero cazzo, di un vero uomo, virile, potente. Tutto ciò che non sei, insomma» e ridendo continuò: «vedi, è pieno dei miei liquidi oltre che del suo stesso sperma. Ora ci dimostrerai quanto ami lavorare qui! Prendilo in bocca e lavalo alla perfezione, forza!»
Detto questo si mese dietro di me, mentre il Padrone mi era proprio davanti a pochi millimetri con il suo cazzo eretto di fronte a me. La Padrona mi prese quindi la testa da dietro per i capelli e mi forzò il cazzo in bocca.
«Succhia, puttana! Succhia» mentre mi muoveva la testa avanti e indietro. Il Padrone sembrava godersi la scena a giudicare dall'espressione del suo volto.
Lei, da dietro di me, tolse allora la mano dalla mia testa, e appoggiò il suo bacino dietro la mia nuca, comandando il movimento del mio pompino spingendo col busto ogni volta che indietreggiavo. Non potevo fare altro che stare al gioco, per forza di cose, e due si divertivano alla grande.
La scena si prolungò per qualche minuto, fino a quando il Padrone fu ancora in procinto di venire, allorché Helen intervenne nuovamente. Corse a sedersi sul divano dell'ufficio, proprio lì a pochi metri, e disse al Padrone di andare lì e di venirgli sulle piante dei piedi, che lei aveva alzato. Il Padrone mi allontanò allora dal suo pene, avvicinandosi al divano e continuando il mio lavoro masturbandosi. Venne quindi copiosamente sui piedi di lei, quasi completamente bianchi.
Helen allora mi chiamò a sé:
«Schiavo, vieni qui, sempre stando a quattro zampe!» era chiaro che mi voleva far leccare lo sperma dai piedi. Beh, questa volta la sua crudeltà fu ancora maggiore.
Una volta arrivatole davanti a quattro zampe, disse al Padrone di sedersi a cavalcioni sulla mia schiena e di tenermi ferma la testa prendendomi per i capelli. Cosa che il Padrone fece con gusto. La sensazione di averlo sulla schiena mi faceva sentire ancora più inerme e sottomesso, e quindi eccitato.
Una volta immobilizzatami la testa in questo modo, la Padrona prese a sfregarmi con una certa forza i suoi piedi sulla faccia, imbrattandomela completamente di sperma. La cosa la fece letteralmente scoppiare a ridere, mentre continuava nel movimento. Non contenta, dopo pochi secondo che iniziò mi ordinò di stare a bocca semiaperta con la lingua completamente fuori, in modo da farle da vero e proprio zerbino completo.
«Allora ti piace lavorare qui? Vedi, non hai neanche bisogno dei gettoni per la bevanda del pomeriggio. Meglio che avere la solita macchinetta, no?»
Risate di entrambi.
Helen era davvero una donna crudele, e mi trattava come se mi odiasse più di chiunque altro al mondo. La cosa, ovviamente, mi piaceva molto: mi era perfettamente chiaro che essere dominato da una donna perfetta come lei era un fatto naturale per me, anzi, forse un privilegio.
I due iniziarono a dare segni di stanchezza. Si sedettero quindi l'uno accanto all'altra sul divano, ordinandomi di andare a prendere dal frigo (nell'ufficio di lei) una bottiglia di Champagne e due bicchieri. Una volta tornato mi fecero sdraiare davanti al divano, sotto i loro piedi, che si fecero leccare e succhiare mentre bevevano e brindavano al successo della riunione di reparto, ridendo e scherzando con me lì sotto come se fosse la cosa più naturale del mondo. Helen, sempre per umiliarmi, concesse di rovesciarmi qualche goccia di Champagne per terra che avrei poi bevuto con la lingua o, se lei ci metteva i piedi, direttamente dai suoi piedi.
Dopo circa un'ora così, si fece tardo pomeriggio, e i due erano quasi ubriachi. Mi ordinarono rispettivamente di masturbarli con la lingua fino a che lui mi venne nuovamente in bocca e lei in faccia. Helen, non essendo soddisfatta ed essendo ubriaca, sembrava ancora più incazzata con me, e mi ordinò di bere la sua piscia direttamente dalla sua figa, mentre mi teneva per i capelli. Al termine di questa ennesima incombenza, disse che ormai per quel giorno non voleva più vedermi, e quindi mi ordinò di sparire e di tornare il giorno dopo.
«Aspetta, ho un'ultima cosa per te oggi!» e, prima che io potessi alzarmi per andarmene, tirò la mia testa per i capelli vicino al suo culo e, immobilizzandola con entrambe le mani, si lasciò andare ad una scoreggia che fece scoppiare entrambi in grasse risate.
«A proposito, da domani avrai la tua scrivania personale. Sarà la mia! Solo che tu starai sotto di essa& e anche sotto i miei tacchi aggiungerei. Buona serata, cesso umano! Ahahah!» e mi allontanò con un calcio in faccia.
E fu così che si concluse il mio primo giorno di lavoro. I successivi, senza il bisogno di dirlo, furono tutti di questo genere, mentre Helen con me si faceva sempre più cattiva, utilizzandomi per cose progressivamente sempre peggiori: scat, umiliazioni da parte di colleghe (via via sempre più pesanti), sottomissione completa nella vita oltre che in ufficio.
Ad oggi, il Padrone e la Padrona si sono sposati e vivono insieme in un lussuoso appartamento di vari locali in piena Manhattan, ed io vivo lì, in uno stanzino adibitomi. Non vado più al lavoro, in quanto il Padrone mi ha licenziato e costretto a svolgere tutti i lavori domestici, oltre che a soddisfare le sue voglie e tutte le cattiverie della moglie. La Padrona adora invitare le amiche le colleghe, belle o brutte che siano, e obbligarmi a soddisfare le loro voglie e a sottostare ad ogni loro crudeltà. Di recente ha iniziato anche ad affittarmi alle stesse, alcune delle quali sono ex-colleghe con cui all'inizio non fui molto gentile, e che trovarono quindi ogni modo possibile per rifarsi su di me& ma questa è un'altra storia.
Mai avrei sognato di poter arrivare ad una vita così stupenda.
---
Per ogni commento scrivetemi a [email protected]
6
1
17 years ago
alessioX, 26
Last visit: 17 years ago -
Mattinata di colore
E il sole.... alto in cielo a scaldare quella mattinata di inizio marzo. E io,seduta su quella veranda a fumare svogliata una sigaretta...di fronte a me un uomo di colore. E lo guardo,e getto il fumo dalle narici...e non riesco ad immaginare il seguito di quella conversazione. Sembra una persona piacevole...educata,gentile e soprattutto sembra capire il gioco che da lì a poco andremo a fare. Gli altri non li vedo,saranno sotto la doccia, lui mi avvicina....””- ho visto la fede che porti al dito-dice sorridendo e mostrando in tutta la sua bellezza negra i denti bianchissimi- con me puoi stare tranquilla...so come funzionano certe cose.
Beh,lo sa eccome -penso tra me- lui c'è sempre in questi festini mattutini!!
guardo l'ora,già le dieci e io non ho molto tempo...al massimo alle 11,30 devo andare via. Spengo la sigaretta, mi dirigo dentro la casa,lui mi segue. Mi siedo sul divano, lui mi segue e si siede accanto a me. La tv è accesa,ma trasmette un programma estero che non capisco e nemmeno mi interessa. Lo guardo,mi guarda. Mi mette una mano tra le gambe, io le divarico leggermente. Mi solleva la gonna,scoprendo le autoreggenti e il perizoma neri che indosso solo per loro,per quella mattinata di trasgressione...per quella mattinata da puttana.
Ad un tratto la mia mente no pensa più a nulla.. solo al cellulare che ho riposto nella borsa,avendo cura di spegnerlo. Ed ecco apparire gli altri due. Uno dal fisico davvero spettacolare,alto,glutei sodi e scultorei..l'altro un po' più basso ma anch'esso ben messo. M:,quello alto,si mette dietro la spalliera del divano, esce il cazzo e me lo mette in bocca... inizio a succhiarlo mentre J. Si inginocchia e mi lecca la figa. L'altro,il terzo,il bassino...x il momento si limita ad osservare la scena spostandosi man mano che le posizioni cambiano. Succhio avidamente il cazzo di M.,salgo e scendo con la lingua verso le palle e poi ancora su... ad assaporare quell'etnia diversa dalla mia eppure cosi simile a me. J. Continua a leccarmi,mi piace...ha una passione nel farlo simile a quella di una donna.
Mi spogliano,mi mettono alla pecorina sul divano e mentre J. Si infila il preservativo,continuo a succhiare M. sono eccitata...la musica afro esce dall'impianto hi-fi a volume altissimo,x mimetizzare le grida di piacere...nel caso qualche vicino curioso si mettesse ad origliare. Mente continuo a spompinare M., J. Mi infila secco il suo cazzo nella figa e scopro che è enorme.
Però mi piace,e pure tanto. Inarco ancora di più la schiena per ricevere appieno quel corpo estraneo ma per niente estraneo. E lui spinge,colpi possenti,decisi vigorosi...e io inizio a gemere...e ad urlare. io...che non urlo mai durante un coito,adesso urlo..col cazzo di M: in bocca e quello di J. Nella figa. E l'altro continua a guardare,masturbandosi.... e lo guardo e mi sorride.
Non sei bella,milena...sei di un fascino indescrivibile.
E meno male-penso io- se mi dicevi bella ti avrei quantomeno ucciso!.
Continuiamo cosi x altri interminabili minuti....la figa mi brucia, ma non voglio rinunciare a prendere quel cazzo che mi riempie totalmente. E più mi sembra di esplodere dal dolore,più J. Sembra capirlo e spinge più forte.sento il suo pube sbattere forte contro il mio culo non capisco più nulla.... ma il tutto sa anche di dolcezza,perchè J. Mi accarezza la schiena, e mi sculaccia e riprende ad accarezzarmi....gioie e dolori per milena.
Non mi basta,non mi basta,ne voglio di più -penso ad un tratto-cosi mi sposto...faccio sedere J. Sul divano,guardo il bassino del quale non so nemmeno il nome e lui sembra capire al volo.... mi siedo su J.mi ficco il suo cazzo nella figa e dico all'altro vieni....mettiti dietro.
Si mette dietro e come per magia,li ho entrambi nella figa...due cazzi che si muovono in sintonia differente,,,e io che cavalcandoli non smetto di godere,M. Si sposta,x vedere la scena da un'altra angolazione ma non smette di toccarsi...nè di toccarmi. E continuiamo così...tutti e tre all'unisono,,,,a godere di quei corpi,di quelle sensazioni porche e strane che nessuna situazione normale può regalarti......
mi sento aperta,e felice...non chiudo gli occhi,voglio che tutta quella scena mi rimanga impressa nella mente...voglio ricordarla x molto tempo ancora....J. Mi bacia,lo bacio.....il suo sapore sa di buono...e io non sono per nulla razzista...!
j. mi prende in braccio e mi sposta verso il tappeto a terra.....in ginocchio.... -stai ferma....-dice- xke adesso non saprai più quale cazzo avrai nella tua bella figa-
rimango in quella posizione,,,eccitata e pronta... così ad uno ad uno li sento dentro di me...colpi forti e decisi...colpi diversi,cazzi diversi e io sempre più bagnata.non mi muoverei da lì nemmeno se cascasse il mondo..... anzi mi abbasso ancora di più..voglio sentirmi esplodere lo stomaco!
Gemo,godo,urlo.....e sto bene... è la mia dimensione,la dimensione giusta x milena..che ha negli occhi la voglia di godere,di trasgredire...eppure appartiene a una vita troppo normale.poi M. si mette di fronte a me-succhiami il cazzo troia.....che voglio venirti in bocca-e io obbedisco.. lo succhio,gli lecco le palle..mentre vengo sfondata dagli altri due. M. viene....con un gemito nella mia bocca e nello stesso istante vengo anche io....( che sintonia!!)
poi mi giro.... allargo le gambe e J. Si mette su di me..... sembra affatto stanco della mia figa..e continua a spingere ma io ormai sono davvero al limite...e più dico basta più lui spinge...mi fissa negli occhi
-non dire basta,troia,lo so che ti piace....sei venuta con lui...ora verrai con noi e farai venire anche noi....
come non detto-penso-e chi replica???
bi bacia,,,mi succhia i capezzoli mentre il piccoletto si fa una sega ai piedi del divano..pronto a sborrarmi chissà in quale parte del corpo.... quei colpi sembrano non finire mai...sono davvero distrutta...ma non cedo,.,,,se lui dice che devo venire con lui..verrò di nuovo e con lui.
Finalmente il colpo finale......e J. Esce da me..si sfila il preservativo e mi sborra sul seno....una sborra copiosa e bianchissima che esce dal suo cazzo nerissimo. Allora anche il piccoletto sembra pronto..... ma io mi giro..... mi rimetto alla pecorina....-adesso tu mi sobrri sul culo-dico...
presto fatto.... si mette dietro di me.... mi infligge gli ultimi colpi di cazzo e anche lui viene...... sul mio culo.
Ci alziamo......ci ricomponiamo.... ma è difficile tornare normali dopo un tale stravolgimento....eppure si torna,piano piano si torna alla normalità... e usciamo in veranda.... sotto quel sole tiepido di una mattina di inizio marzo...e fumiamo un'altra sigaretta..stavolta più buona,meno carica di stress....ma strapiena di trasgressioni. M.J. E il piccoletto mi baciano in fronte.... guardo l'ora è tardissimo...prendo la borsa,infilo il giubotto....
alla prossima ragazzi-dico sorridendo sull'uscio della porta-
quando vuoi bella....-dicono-noi siamo qua...
e milena va via.... prende la macchina e torna alla sua normale vita...alle scopate stranormali con suo marito....ma nel corso delle quali non potrà fare a meno di pensare a...... e di godere....
milena
6
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
L\'assaggio
Il mio lui dorme scoperto sul mio letto, è nudo. Io sto pensando di fare colazione, scendo giu' in cucina quando mi viene un'idea: prendo un barattolo di miele e torno su. Mi è sempre piaciuto il miele, ne tengo in casa diverse varietà, ma stamattina ne voglio provare una nuova. Torno di sopra. Mi fermo a guardare il mio compagno, ed è bellissimo. Ha il torace ampio, un poco muscoloso, la pelle liscia come quella di un bambino. I suoi begli occhi neri sono chiusi in un sonno tranquillo. Sui pochi peli scuri alla base dell'addome si poggia il suo uccello, meraviglia, estasi di lunghe notti passate a stringersi e ad amarsi fino a rimanere senza fiato, due lunghe gambe ben fatte, leggermente aperte. Mi avvicino. La fronte completamente rilassata, la bocca, le guance, dorme profondamente. Con grande delicatezza riprendo il mio posto sul letto accanto a lui, mi siedo, aprò il mio barattolo di miele e lo annuso. Profuma delicatamente di fiori. Con il dito gli faccio un breve sbaffo ambrato sotto l'ombelico. Ora immergo il dito piu' profondamente nel miele e ne lascio colare lentamente una striscia lungo il suo uccello addormentato.
Quando il suo uccello è rigido ha due venuzze gonfie che lo percorrono e una grande cappella rosa... Quando lui mi vuole io di solito mi nego e mi faccio inseguire un pò... lottiamo, e quando finalmente riesce a togliermi i vestiti e ad immobilizzarmi c'è un tempo, forse dieci secondi, in cui io sottomesso aspetto la spinta di quella grande cappella rosa contro la mia carne... In quei brevi attimi sono così eccitato che non riesco neanche a respirare. Nel vederlo adesso così, placido, spento, quell'idea risveglia le mie voglie e mi getto senza pensare a leccare il suo ventre. Subito mi giro per controllare se l'ho svegliato, ma sembra non essersene nemmeno accorto. Allora diventa una sfida.
Comincio a leccarlo sempre piu' languidamente fino ad asciugare lo sbaffo. Poi lo tocco con la punta umida della lingua sulla cappella. Il miele è profumato e insieme alla sua pelle sa di buono, e così molto presto mi ritrovo a fargli un lento pompino. Il suo uccello reagisce alla mia bocca calda e umida e comincia a inturgidirsi. Scherzo con un dito nel suo ano, e comincio a sentire la base della sua asta che pulsa. Adesso la sua cappella è diventata enorme, lui è durissimo e finalmente emette un lieve gemito. Alzo la testa e vedo che il mio compagno si muove appena. Incredibile. Torno a concentrarmi sul suo meraviglioso attrezzo e sento un secondo gemito piu' lungo. Mi sta guardando. Tolgo le labbra dal suo uccello, gli sorrido e gli dico "buongiorno...". Lui sembra non capire. Mentre scendo nuovamente su di lui lo vedo sorridere. Una goccia di miele piu' grossa è rimasta alla base dell'asta. La pesco con la punta della lingua e, senza staccarmi, la tiro su in cima. Intanto infilo due dita nel suo ano e lo sento finalmente gemere piu' forte di piacere. E' un breve gemito, sorpreso, estatico, di attesa. Sulle mie dita dentro di lui sento pulsare la sua mascolinità che vuole uscire. Le muovo un pò. Le mie labbra sono delicatamente appoggiate sul mio miele e finalmente, nell'urlo di godimento del mio lui, mi calo ad assaggiare la mia varietà personale.
5
2
17 years ago
shanghai163528, 29
Last visit: 10 years ago -
Fantasie sotto la doccia
FANTASIE SOTTO LA DOCCIA
-questo racconto è stato postato dalla sottoscritta sulla scheda personale del concorso di Miss Desiderya nel mese di dicembre 2006; ho provveduto a modificarne il titolo poiché il precedente, su suggerimento anche di alcune persone, risultava non adatto al contenuto dello stesso-
Erano circa le 15…avevo appena finito di chattare con il mio amico milanese, un ragazzo che mi aveva colpito sin dall’inizio per la sua dolcezza, i suoi modi gentili, il suo spiccato senso dell’umorismo (adoro scherzare quando si parla e/o si fa sesso), nonché per un…ehm…diciamo “fratellino minore” alquanto cresciutello…(eh si, lo ammetto….ho un debole per i superdotati, essendo un’appassionata di fisting, anche se non di quello estremo).
La conversazione, che aveva avuto come argomento principale quello riguardante il mio forte desiderio di fare sesso con una donna, aveva messo in subbuglio i miei ormoni… avevo il perizoma umido, e , muovendomi, sentivo la sensazione di bagnato attraverso le grandi labbra.
Non mi sentivo affatto soddisfatta… il colloquio intercorso non aveva fatto altro che alimentare la mia voglia di sesso ed il pensiero di una fanciulla “tutta per me” era sempre più presente nella mia vita quotidiana.
Avrei potuto masturbarmi davanti al computer, godere e sentirmi appagata…ma non l’avevo fatto, o perlomeno non in modo tale da raggiungere l’orgasmo - forse in questo sono un po’ masochista….mi piace il gioco cerebrale perpetrato fino all’inverosimile, adoro creare aspettative, anche solo per me stessa…e poi concretizzarle dopo aver fatto passare un po’ di tempo, dopo aver stuzzicato a dovere i miei cinque sensi –
Era arrivato il momento di appagare il mio corpo e la mia mente…
Avevo appena telefonato a mio marito per renderlo partecipe delle mie intenzioni…era al lavoro, mi aveva detto, e non si era potuto “esprimere” più di tanto, anzi, mi aveva liquidata con freddezza, frettolosamente…in un modo che non gli era mai appartenuto, fino a quel momento.
“Strano”…, avevo pensato…”eppure ieri mi aveva chiesto lui di chiamarlo…sapeva che avrei conversato al computer, lo faccio ogni pomeriggio…e sapeva anche con chi avrei conversato, se fosse stato in linea”.
“Beh…pazienza”.
Ora avevo voglia di entrare nella doccia e fare l’amore con le mie fantasie, attraverso il mio corpo.
Come spesso accade, avevo aperto l’armadietto e scrutato un po’ di oggetti. Il mio interesse si era soffermato sulla boccetta di acetone per le unghie, e , soprattutto, su quella del disinfettante verde per uso esterno.” Perfetta!”…pensai.
Mi spogliai di corsa ed entrai…come al solito estrassi la cornetta della doccia dal gancio sul muro, la svitai e presi il tubo…aprii l’acqua e regolai la temperatura.
Mi misi comoda, seduta, con la schiena appoggiata al muro, le gambe ben divaricate con i piedi contro la porta della doccia, in modo da poter contrastare l’impeto di una sensazione fisica immediata e intensa qual' è per me l’orgasmo provato con la masturbazione, con la forza delle gambe che spingono in avanti.
La mia mente intanto, contemporaneamente ad ogni mio gesto, stava fantasticando sulla mia presunta (ho avuto, finora, solo esperienze virtuali) bisessualità…mi ritornava in mente l’immagine che forse più di tutte aveva fatto scattare “la molla” nel mio cervello, quella cioè di un fumetto erotico nel quale era stata raffigurata una vagina in primo piano, divaricata leggermente dalle dita di una stessa mano, in modo da spostare le grandi labbra per lasciare intravedere il liquido succoso che stava fluendo (e sui fumetti ne disegnano in abbondanza!).
Era così invitante…il solo pensiero di poter assaporare l’eccitazione di un’altra donna, mi faceva andare in estasi…chissà che consistenza, che odore avrebbe avuto.
Tornai ai miei gesti…afferrai il disinfettante, lo bagnai con la saliva e lo feci penetrare nell’ano…la boccetta è di forma irregolare, la base è più larga della parte dell’apertura, che termina con un tappino bianco. Non poteva uscire, nemmeno se mi fossi mossa o non l’avessi tenuta ferma con le mani.
Mentre l’acqua continuava a scorrere, presi anche la bottiglietta dell’acetone per le unghie, e l’affondai senza troppi sforzi nella mia fica bagnata…sentivo le boccette toccarsi attraverso la sottile membrana che separa il condotto vaginale da quello anale…mamma mia…avrei desiderato tanto essere “iniziata” da una donna, in quel momento. Anche a mio marito avevo parlato molte volte di questo mio “particolare desiderio”, e l’idea non era dispiaciuta affatto nemmeno a lui, anche se questo discorso poi non aveva avuto, sinora, alcun riscontro reale.
Afferrai il tubo della doccia, precedentemente svitato dalla cornetta, e lo diressi sul clitoride, già molto sensibile perché sollecitato in precedenza, durante l’intercorsa conversazione con il mio amico milanese.
Il mio pensiero ora era tutto incentrato sulla mia bella amica….l’amica dei miei sogni, nei mie sogni, quella che ho scopato più volte, che ho leccato, che ho tastato, che ho succhiato, che ho mordicchiato…ora la sua lingua era il getto dell’acqua che stava frugando il mio clitoride dolcemente, minuziosamente…disegnava dei cerchi perfetti intorno alla mia “nocciolina” turgida e gonfia di piacere, lasciando uscire dei gemiti tra un respiro e l’altro. Immaginavo la sua voce…
Con una mano impegnata a dirigere il getto dell’acqua, afferrai l’acetone e iniziai a muoverlo avidamente, su e giù….stantuffando fino ad affondare la boccetta il più possibile, vista la scomodità della posizione nella quale mi trovavo.
Gemevo ad alta voce, in casa non c’era nessuno, mille pensieri attraversavano la mia mente…era la sua mano femminile che stava appagando il mio sesso, mentre la sua bocca era ancora riversa sul mio clitoride…non gli dava tregua, era una continua sollecitazione che infiammava i miei sensi…
Provai un orgasmo fortissimo, ad occhi chiusi, per essere più vicina alla mia amica dei sogni…
Dovetti spostare immediatamente il getto dell’acqua…ora, subito dopo il momento di massimo piacere, mi dava fastidio, tanto era diventato sensibile. Tolsi anche le boccette.
In quel preciso istante mio marito entrò in bagno…mi salutò sorridendo maliziosamente dicendomi…”ciao…naturalmente ero qui fuori dalla porta, e ho goduto di ogni gemito che hai emesso…ora rivestiti, ti ho preparato una bella sorpresa…abbiamo un impegno stasera…”
Ci guardammo negli occhi, con quello sguardo che accomuna solamente due persone legate da una complicità profonda…capii le sue intenzioni.
Finalmente, da quella sera in poi, avrei potuto guardare negli occhi e parlare con le donne dei miei sogni…
6
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
La giovanna del negozietto sotto casa..
Era una giornata come tante altre, stavo tornando a casa dal lavoro ed ero molto stanco!
Improvvisamente mi sono ricordato che non avevo nulla per cena e la mia pancia brontolava già...dovevo fermarmi a comprare qualcosa...Il negozietto di alimentari che si trova vicino a casa mia è sempre interessante....La padrona è una 50enne,grintosa iperattiva strabordante di simpatia, mora , alta, formosa mi lancia delle occhiate ed è molto molto sensuale….Il marito non c'è mai e lei lavora sempre con il sorriso e con quegli occhietti da furba che……..
Con quel suo camice bianco con solo l'intimo sotto mi fa sempre un certo effetto...Potrei andare lì ed accontentare la pancia ma anche l'occhio.....
Uno sguardo all'orologio sono già le 19.30!!!..Cazz...è sicuramente chiuso!...Arrivo e...infatti si conferma la mia ipotesi...Busso e guardo oltre la vetrata....con faccina implorante guardo la Giovanna...così si chiama.. e lei con un grande sorriso annuisce....Mi apre la porta con quel suo andamento da zoccola che mi fa passare tutta la stanchezza....Mi chiede come mai sono lì e le spiego tutto....E' particolarmente attraente oggi...intimo bianco di pizzo....le sue forme generose che trasbordano dal camice....truccatissima...e come sempre disponibile…..
Si gira, intravedo il perizoma che le raccoglie quel mezzo chilo di patata che si deve trovare lì....Sono preso dai miei pensieri quando lei mi dice se voglio anche della carne.....comincia ad alludere si avvicina...mi sussurra all'orecchio..."io ne voglio…."
A questo punto non capisco un cazzo la guardo ed è chiaro ad entrambi che non farò la spesa oggi....o meglio la farò al completo!!!!!!...E' un attimo ...le nostre lingue si intrecciano, lei è mora abbronzata, le stringo un seno è grande non mi stà nella mano...che spettacolo ...è profumata e selvaggia....gira la lingua dentro la mia bocca e mi sorride....vengo trascinato dietro il bancone ci inciampiamo e ci ritroviamo per terra ...mi slaccia i jeans e con la sua bocca avvolge il mio cazzo...Mi sembra di non averlo mai avuto così grande....mi slingua per bene, stantuffando con la bocca e con le sue mani …leggermente ruvide….., mi lecca la pancia le palle il buco del culo con le mani mi stringe i capezzoli....credo di venire ma lei si ferma....ha capito!....Si alza in piedi e senza dire nulla si toglie il camice......è splendida "ho 50 anni ti sembro vecchia?"....La pelle abbronzata è liscia, levigata,.. tra l'intimo intravedo la figa è aperta rossa ….il pelo nero curatissimo due gran belle tette...ancora turgide…....sono eccitato da matti lei capisce al volo.....si tocca e mi dice ancora "ti sembro vecchia?...."...non finisce la frase che le sono addosso me la carico in braccio gambe spalancate le nostre pancie si toccano e le nostre lingue si attorcigliano...La siedo sul bancone e comincio a leccarla ...le grandi labbra ....il clitoride si rizza.....come fosse un membro…… io non ce la faccio più le ansima comincia a mugolare....si eccita……. dice " ancora…ancora……mmmm… continua"..…….."sei una splendida meravigliosa libidinosa sensuale maiala!!!!!..altro che vecchia!!!!!!"...Lei gradisce e mi spruzza addosso la sua eccitazione mista a urina.....mi arriva in faccia e mi sembra di essere un animale …non connetto più e nemmeno lei….
La prendo e la sbatto su tavolone .....il dito in culo ed il mio cazzo che la penetra selvaggiamente…"non smettere ….non smettere" mi mugola…e urla…come una gatta in calore…….che chimica… che meravigtlia!!!!!
Godiamo come bestie .....sto per venire…….. ma lei come d'incanto urlante e ansimante mi esorta a venirgli in faccia lo tiro fuori dalla sua accogliente calda e morbida figa avvolgente…e…. lei me lo prende in bocca...comincio a perdere i sensi....lei comincia a deglutire ...un brivido...le vengo in bocca in gola lei si spalma del mio succo biancastro …mi dice " ne voglio ancora……ancora…" e se lo lecca dalle dita…….
Non può bastare …e allora la prendo la lecco tutta quanta……comincio dai piedi lei gradisce…e comincio a salire tra le sue gambe le sue cosce….e la figa è li che mi aspetta…….PULSA…..sono fuori di me……comincio a metterci dentro tutto lingua naso capelli fronte….lei impazzisce …"mi sento veramente una maiala…e tu sei un maiale !"……sento il suo fluido dolciastro sulla lingua sulle narici l'odore del piacere……..bevo tutto …con grande sete….e con grande godimento…..lei è lì ancora tremante…mi guarda mi abbraccia e mi sussurra all'orecchio…"torna quando vuoi………. a fare la spesa"……..
Che donna magnifica……ci baciamo ancora…….con le lingue che si intrecciano e mentre lo facciamo ci rivestiamo ….un sorriso sulle bocche rosse fuoco ci unisce…..l'odore del sesso ha invaso il negozio….il sapore dei nostri umori ci profuma la pelle …ci salutiamo….dandoci ancora un bacio e …….guardandoci negli occhi capiamo entrambi che non sarà finita qui…..il suo sguardo è indicativo…..mi guarda….intensamente "ho ancora molte cose da farti vedere….e credo anche tu….."……la mia voce trema quasi…" lo so ……sei una splendida femmina…e io sono disposto a darti ancora molto"….ci baciamo ancora.
Esco dal negozio…ancora in trance….Sono felice salgo in macchina e …….cazzo la spesa!…….anche stasera andrò al ristorante……….comunque sia…..grazie Giovanna…alla prossima.
8
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Giovanissima coppia lui cuckold
sono un singolo toscano di 28 anni.. con la passione per le coppie con il lui cuckold.. e comunque per le coppie che amano coinvolgere un lui aggiunto nei loro giochi…
da circa due anni frequento chat e forum dove l'argomento "sesso" la fa da padrone...
( avevo avuto complessivamente 5 esperienze con coppie.. di età variabile dai 30 ai 50 ma l’ultima, la sesta è stata davvero la più bella in assoluto)
Avevo conosciuto la coppia su di una chat, il loro nick mi aveva incuriosito fin da subito "aspirante cuckold", e sono così passato subito alla sua conoscenza..
il lui (luca) mi spiegava le sue fantasie.. del fatto che avrebbe voluto vedere la propria ragazza (paola) alle prese con un altro ragazzo, di come avrebbe voluto vederla e di come lei avesse reagito quando gliene aveva parlato...
Ero titubante credendo di trovarmi di fronte al solito cuckold virtuale che passa ore a fantasticare sulla propria donna senza però arrivare alla fase reale dell'incontro...
Ero ancora + titubante quando mi ha detto la loro età: lui 26 lei 19.. ero sicuro che finisse in una bolla di sapone come un sacco di altre volte.
Alla fine della chiacchierata ho cercato di stringere.. e di concludere per capire se effettivamente era interessato.
Lui mi ha confermato le sue intenzioni, abbiamo mostrato le ns foto e dopo mi ha dato l'indirizzo di un campeggio dove dalla settimana successiva si sarebbero trovati. Mi ha lasciato il suo cell e mi ha assicurato del fatto che era veramente interessato.
Puntuale come un orologio svizzero, la settimana successiva chiamo luca e con mia grande sorpresa mi conferma l'incontro per le 17.00 del giorno successivo, al campeggio.
Arrivo di fronte all'entrata alle 16.50.. cerco di riconoscere luca.. che non tarda ad arrivare.. ci salutiamo e dopo i convenevoli mi fa strada verso l'interno...
Inizio a chiedergli dove si trova paola e come devo comportarmi.. con un pò di vergogna mista ad eccitazione parliamo dei particolari e mi conferma che ne stanno parlando dal giorno precendente e che non vedevano l'ora di vedermi...
mi spiega che paola è poco distante, che mi sta aspettando e intanto mi guida lungo le viuzze tra le tende e dopo qualche scalino mi porta alla loro piazzola allestita con una veranda ed una roulotte... fra gli alberi.
mi spiega che quel fine settimana i suoi non ci sono e che quindi possiamo stare tranquilli.
Luca avverte paola del nostro arrivo e mi conduce verso la roulotte..
lei è seduta sul letto con i piedi appoggiati sul pavimento e le mani sul bordo del letto.. in evidente imbarazzo.
Si alza titubante.. mi presento e cerco di portare la conversazione su qualcosa di generale.. il campeggio, il caldo, la roulotte... chiedo qualcosa da bere e cerco di scherzare del più e del meno con luca...
Lei torna seduta sul letto.. la guardo.. è davvero carina il piercing sul labbro inferiore, i capelli castani chiari poco sotto le spalle.. le piccole tettine ed i capezzoli che spiccano sul vestitino che mette in evidenza un corpo asciutto.. non dimostra l'età che ha.. sembra più piccola..
Come d'accordo dopo pochi minuti di studio, azzardo.. mi alzo, vado verso di lei, la prendo per le mani e gli faccio segno di alzarsi…
lei imbarazzatissima mi guarda con le guance rosse dalla vergogna e si alza.. gli tengo le mani, la guardo negli occhi gli dico: “ allora paola… il tuo ragazzo ti ha regalato questo momento… tutto per te… vuole che tu ti lasci andare.. mi ha detto che sei davvero brava… nel farlo eccitare… e gli piacerebbe assistere quando ti concedi a me… ti va di farlo contento? Gli vuoi dimostrare quanto sei brava?”
lei lancia un’occhiata al lui, eccitato al massimo, abbassa lo sguardo e mi fa cenno di si con la testa…
cerco di metterla a proprio agio, l’accosto a me e rivolti verso luca.. inizio a sussurrargli sul collo.. la bacio .. la sfioro… la stringo a me.. qualche minuto e lascio cadere le spalline del vestitino… sento il suo corpo ancora rigido…
gli chiedo di aiutarmi a spogliarmi… lei mi toglie la maglietta… io gli abbasso il vestito fino alla vita.. le tettine non sono grandi ma sono davvero sode.. le sfioro e cerco di stringerla per sentire il contatto con il suo petto… la bacio sulla bocca.. cerco la sua lingua… lei chiude gli occhi ed io faccio cadere il suo vestito fino alle caviglie… continuo a baciarla… a sfiorarla… passo le dita sul suo culetto sotto il bordo del costume… sento il suo corpo + rilassato… insisto per qualche minuto..
quando la sento più tranquilla la porto sul letto, mi lascio cadere e mi sdraio… la invito a slacciarmi la cintura… l’aiuto… inarco la schiena e mi lascio sfilare i pantaloni… con sua sorpresa non ho le mutande.. il cazzo in evidente erezione salta fuori senza troppi riguardi, turgido, le vene in rilievo, la cappella gonfia... mi sfilo i pantaloni completamente e rimango nudo con il cazzo in tiro… sono ancora + eccitato quando vedo i suoi occhi puntati sul cazzo..
gli domando se può andare.. se gli piace… lei lo fissa e dice: “è grande… “ il suo visetto è davvero eccitante e la sua timidezza mi intriga ancora di +…
prendo le sue mani sottili e le avvicino al cazzo,.. le sue dita lo avvolgono ma non riescono ad afferrarlo interamente.. gli stringo le mani e la invito a tenere salda la presa.. inizia ad salire e scendere lentamente…
mi fermo ad osservare la scena, il suo ragazzo seduto fissa paola attentamente, osserva ogni suo piccolo movimento, lei ancora vergognosa, mentre stringe il cazzo con due mani lo guarda e gli sorride… FANTASTICOOOOO
Sono troppo eccitato per fermarmi.. la tocco sul collo sui capelli… sfrutto la situazione e la spingo con la faccia verso il cazzo… è timida, ingoia la saliva, poi apre la bocca, la vedo mentre cerca di prenderlo in bocca.. è inesperta… riesce a fatica a succhiare la cappella .. tiene saldo il cazzo con le mani.. si stanca presto.. coglie l’occasioni per riposarsi togliendosi i capelli dalla bocca.. voltandosi di lato per spostarli sulle spalle… tiene ancora saldamente il cazzo in mano, lo bacia, lo lecca lateralmente e lancia occhiate birichine verso luca…
Azzardo ancora… gli chiedo di aprire la bocca, di tirare fuori la lingua e di provare ad affondare il cazzo dentro la gola… poi in fondo la richiesta di luca era quella di vedere trattata la sua ragazza da troietta… quindi devo cercare di dimostrarmi in grado di soddisfare le sue richieste…
Oppss… forse mi sto dilungando troppo… se vi ho annoiato scusate.. ma per me è stata davvero la giornata più intrigante della mia vita… se non vi ho annoiato e volete sapere come è andata a finire la giornata fatemelo sapere…
(la mia mail se a qualcuno interessa è markkkino ((chiòcciòla)) yahoo.it)
61
5
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Sesso al cimitero
Era un caldo pomeriggio di Luglio, abitavo da pochi giorni in quel paese,per cercare un po di fresco e fare una passeggiata mi diressi verso il cimitero.A voi sembrerà strano ma,nei cimiteri si può trovare il fresco e la pace del traffico,per me passeggiare in un cimitero mi rilassa,non so voi.Ero entrato da poco,quando la vidi.Alta,snella capelli lunghi neri,un tailleur blu,all'incirca una 35enne.Era davanti ad una tomba che stava sistemando i fiori nel vaso.Mi soffermai a guardarla,forse troppo, lei mi vide e mi sorrise, da parte mia le sorrisi un po imbarazzato per essere stato sorpreso a guardarla, e ripresi a il mio giro.Erano già le 17,00 quando entrai nella chiesetta del cimitero mettendomi a sedere sulla panca.Non sono cattolico,ma le chiese hanno un certo fascino che mi attrae. Di lì a poco sentii dietro di me aprirsi e richiudere la porta, non mi girai,ma chi si sedette accanto la vidi.Era "Lei"REstammo un po in silenzio,ma io la sbirciavo di traverso,era troppo eccitante,la gonna le era salita sopra il ginocchio di almeno 5 cm. ed io mi immaginavo che avesse autoreggenti con ghepiere ,la mi mente fantasticava sul fatto della tomba chi era? marito?padre? Poi "Lei" parlò.Disse che era triste dato che suo marito era morto lasciandole un vuoto incolmabile dentro.Così da buon samaritano cercai di tirarle su in morale come meglio potevo.Sicuramente ciò ebbe un effetto positivo su lei,dato che mi appoggio una mano sulla coscia.Ero già eccitato da prima figuriamoci a sentire il suo contatto,come mi sentii.Eppure non sapevo cosa fare.Ebbi un po di panico,era pur sempre una sconosciuta e non sapevo bene come comportarmi.Fece tutto lei.La sua mano si mosse fino ad arrivare sul cazzo,inizio,prima strusciarci la mano sopra,poi mi aprì la cerniera.Lei mi guardava dritto negli occhi ed io non potevo distogliere il mio sguardo dal suo,ero come ipnotizzato.Quando ebbe estratto il cazzo dagli slip,sempre guardandomi,si abbasso ed inizio a leccare e succhiare il cazzo.Da quel momento mi mossi come in un film,come se io fossi lo spettatore,di me stesso.Mi vidi : affondarle il cazzo fino alle tonsille e poi tirandole su la gonna strapparle il perizoma e leccarle la fica con avidità.Il suo clitoride era rosso e duro,lei respirava a fatica ansimando,le aprii la giacca e non aveva il reggiseno,iniziai a pastrugnarle il seno,facendole divenire i capezzoli duri come capocchie di bullette.Poi la misi sopra al cazzo duro come uno sfollatore,e la invitai a muoversi sopra.Poi mi alzai con lei sempre attaccata al manganello e mi diressi verso l'altare,la misi sopra e iniziai a trapanarla,sempre mantenendo il cazzo dentro di lei la girai su un fianco e poi supina,da lì potei arrivare ad aprirle il suo buchetto del culo ed iniziare a farle un ditalino anale.Lei dal canto suo sentendo il dito nel culo iniziò ad incitarmi perche glielo sfondassi,no mi feci pregare troppo,anche perche riconosco le donne da culo,cioè quelle che godono più nel culo che nella fica,e lei era una di queste.Quindi senza perdere troppo tempo ci sputai e,togliendolo dalla fica,inziai a chiavarla nel culo.Lì lei cambiò di colpo,se prima nella fica godeva,lì inziò a dire che si sentiva troia,cagna e di sfondarla tutta senza riserve.La chiavai in varie posizioni, in tutta la chiesa ,facendola spostare senza toglierle il cazzo da dentro.Poi le sbrodai dentro al culo e lei,con la lingua,volle ripulirlo completamente.Avevamo perso il senso del tempo,avevamo iniziato verso le 17,30 ed erano le 20,15.Quando vidi l'ora mi venne una sincope,il cimitero chiudeva alle19,00.Gli dissi siamo chiusi dentro,ma lei non si scompose e mi disse che c'era un passaggio laterale nella rete da cui si poteva uscire.Così ci avviammo verso l'uscita,appena fuori ci salutammo e lei mi disse ciao ci vediamo.Dal canto mio pensai"di sicuro civediamo",anche perchè il paese è piccolo.Tempo dopo seppi che la mia esperienza era stata fatta anche da altri del paese,dicevano che veniva da fuori,nessuno la conosceva.Infatti non l'ho più rivista,ma io al cimitero ci vado ancora,non si sa mai.
5
3
17 years ago
desideriocaldo,
40
Last visit: 17 years ago
-
Marisa moglie insaziabile
Mi chiamo Marisa e ….dopo due anni di matrimonio….bè….mio marito si ritiene più innamorato che mai, io comincio a desiderare altri... ehm... cazzi! Allo stesso tempo il mio desiderio verso di lui si è completamente esaurito.
Così ieri sera, dopo il lavoro sono uscita con un mio collega ….qualche cocktail mi ha resa più allegra e disponibile, la sua simpatia il suo sorriso e quel suo modo di fare……..così una volta usciti dal bar ci siamo appartati con la macchina in un posticino.
Era un bel po' che non capitava, non avevamo avuto il tempo di vederci tra i vari impegni lavorativi e familiari... per fortuna!
Ma ieri sera volevo volevo volevo…...
A dire il vero, ho insistito perché mi portasse a casa che ero stanca. Ma niente... mi ha spinta con forza nei sedili posteriori, abbastanza spaziosi (quelli della Golf plus) per la mia corporatura minuta. Con la stessa forza mi ha sdraiata. Io mi tenevo la gonna del vestitino nero ben tirata sù, mentre lui con forza mi allargava le gambe. Il compito gli è costato comunque un po’ d’impegno, viste le ore passate ogni giorno in palestra a tonificarmi - anche - la parte interna delle cosce: il che lo ha eccitato ancor di più (e il mio scopo era proprio quello!). Mentre dimenavo corpo, gambe e mani è riuscito a togliermi il perizoma in pizzo. I miei “no!” ansimanti aumentavano il suo appetito, affondando labbra e lingua nella mia figa. Presa da una voglia incontenibile di scopare, ho alzato il bacino mentre con la mano gli premevo il viso tra le grandi labbra. Calde slinguazzate raccoglievano i miei umori e stimolavano la clitoride. Poi con un colpo secco quattro dita mi hanno penetrata. Il dolore alla pareti della mia figa e quello provocato dai morsi al clitoride e alle grandi labbra, mi provocavano un calore fortissimo nel basso ventre che cominciava ad aggrovigliarsi in quello che di lì a poco sarebbe stato un orgasmo. Quando ho gemuto tutto il mio piacere mi trovavo ancora in quella posizione, con il bacino alzato e il suo viso spinto in mezzo alle gambe, ma queste cominciavano a tremare e le mie forze cominciavano a cedere. In quel momento poteva fare di me quel che voleva. Espressamente gridavo i miei “no!” mentre spingeva le 4 dita dentro di me, ma nello stesso tempo pensavo ed ansimavo che lo volevo dentro . Il mio piacere e la mia risolutezza devono essergli parsi tanto eccitanti quanto il mio volto e le mie espressioni, a dir suo, da pornodiva di classe. Continuava a penetrarmi così, ed io provavo a fermargli il polso. Mentre mi dimenavo perché il suo cazzo non mi finisse completamente in bocca, lui me lo sbatteva forte velocemente fino alla gola, schizzandomi il suo seme in fondo alla cavità orale e facendomelo ingoiare tutto per bene, tenendomi la bocca aperta con la mano.
Ed è stato un fiume in piena quello che ho sentito bagnarmi la figa all’apice della sua stimolazione...
“Brava! Sei stata veramente brava stasera! Una gran brava troia!”
Non era mai successo che lo avesse ancora duro poco dopo (non ero mai riuscita prima ad ottenere più di un amplesso per volta!). E invece era lì che se lo meneva marmoreo, mentre cercava di spalancarmi le gambe: “adesso ti stupro, maiala!”. Ripetevo “no!” con veemenza ma sapeva benissimo che ero piena di voglia. Poi ho sentito il suo cazzo penetrarmi con forza fino in fondo, tanto da farmi male. E più spingeva violentemente e più godevo. Di lì a poco sono stata percossa da una scarica di orgasmi ogni 10 minuti. Una cosa mai provata prima, merito di M. che pensavo di avere davanti. Poi è uscito velocemente, mi ha girata prona, tenendomi le braccia dietro la vita. Mi ha alzata fino ad inginocchiarmi, ma col il viso sul sedile. Mi stava stimolando l’ano col pollice, mentre si è avvicinato all’orecchio per sussurrarmi: “adesso ti do una ripassatina al culo, bella porcona”.
Mi è assalita la paura, mi dimenavo, ma lui riusciva a tenermi ferma. Mi ha sculacciata con forza: “Non si fa così, bambina cattiva! Adesso ti devo punire”. Con una veloce steccata il suo cazzo mi ha spaccato il culo. I miei tentativi di protestare si strozzavano in gola. Ma quella sensazione cominciava a piacermi. Con la stessa violenza lo ha ritratto, per poi piantarlo ancora e rimuoverlo e piantarlo e rimuoverlo... Quando ha sentito che gli stavo bagnando l’asta, si è di nuovamente ritirato: “E adesso godi anche!”. È stata la tortura peggiore: mi penetrava solo con il glande, stimolando le mie voglie, desideravo sentirlo tutto, ma così mi piaceva lo stesso. Ad un certo punto, senza accorgermene mi sono spinta indietro, avviluppando nel mio sfintere tutto la sua mazza. Sentivo stille fortissime di bruciore alle pareti, il suo pisello era veramente ingrossato, si preparava a venire. Ho cominciato involontariamente una danza ondulatoria prendendolo sempre più velocemente, aumentando il desiderio di venire di tutti e due. Il suo orgasmo fu un’esplosione bollente dentro di me e simultaneamente anch’io ho provato quell’estasi. Ormai era sfinito. Io mi sono abbandonata sul suo corpo.
Tutto da a pensare ad una riconciliazione pacifica. The happy end. Ed invece no!
Mi ha scostato bruscamente.
“Adesso toccati! Si voglio vederti venire mentre pensi a quell’altro!”.
Stupita! Mi sentivo stupida quanto stupita! Avevo la conferma: sono davvero una troia! E mi piace davvero che lui mi guardi con questa parola riflessa negli occhi.
Ed è stato un fiume in piena quello che ho sentito bagnarmi la figa all’apice della mia stimolazione...
“Brava! Sei stata veramente brava stasera! Una gran brava troia!”
31
2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Il mio capo donna!!
Sophie è una gran vacca!...Si si proprio così...Lavora con me una specie di capoufficio....e dopo i primi incontri di lavoro subito mi ha fatto capire cosa voleva realmente da me...non la relazione sull'andamento finanziario della tal azienda ma ....il mio cazzo!
Quando la vedo con quello sguardo capisco e vado da lei....Ci chiudiamo nel suo ufficio e ...scopiamo come bestie....Come quella volta che mi invitò ad entrare e ...si mise sulla scrivania con le gonne sulle ginocchia e le gambe spalancate.....senza mutandine...mi disse inginocchiati e lecca....io mi misi a fare ciò che voleva penetrando con la mia lingua le sue labbra rosso carminio e sentendo il suo clitoride che si rizzava ....le mie mani toccavano i sui splendidi seni turgidi....piccoli e sensualissimi...La biondina...,già Sophie è bionda, godeva come una pazza....37 anni sposata .....gran bella gnocca di donna... maiala dentro...e io ho la fortuna di leccarla.......Urlava ansimava e mi diceva non ti fermare ti prego non ti fermare.....un fiotto di umori dolciastri mi invase la bocca....gocce di nettare di Sophie...poi non contenta mi disse....
Mi disse…ora voglio prendertelo io un po in bocca…..e non aveva nemmeno finito la frase che era già scesa dalla scrivania mi aveva slacciato i pantaloni spinto sulla scrivania e accovacciata a gambe larghe sotto di me….ERA UNA FURIA…stantuffava come un'ossessa….in preda a piacere mugolii di soddisfazione e quegli occhi che vedevo già roteare su ses tessi come una ..folle folle…….. di sesso……..io ero venuto dentro di lei con la bocca ancora gocciolante del MIO piacere mi disse……ED ORA VOGLIO SENTIRLO DENTRO!!!…..ricomincioò con quella sua lingua ad accarezzarmi il glande ed in men che non si dica era già duro per la sua evidente felicità……mi disse …
….mi disse ora devi mettermelo dentro finchè non urlo e non fermarti mai……Presi il preservativo affannosamente nel cassetto…della SUA scrivania…non capivo pi ù niente …e nemmeno lei……….le tirai su la gonna….da manager….e le slacciai la camicetta…….la TROIA GIA' ansimava e miagolava piacere……..la afferai per i fianchi e la misi con la pancia sulla scrivani….Le leccai bene la passera che oramai pulsava…….le sputai dentro lo sfintere e piano piano cominciai a sollecitare il suo buco con il mio glande…lei quasi sussurrante mi disse di metterglielo dentro che non ce la faceva più …la presi e piano piano glielo infilai dentro spingendo come un matto lo sentivo gonfio e sentivo Sophie che……urlava di piacere mordendosi le labbra per non gridare…
6
0
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Esperiensa over 60
Da almeno 15 anni conoscevo quella signora bionda che aveva 20 anni piu di me non bellissima ma con un corpo disegnato e un seno che pareva volesse scoppiare una 5. Ogni volta che la vedevo erano mille le fantasie che attraversavano la mia mente ma non avevo mai avuto il caraggio di dirle piu di un buongiorno o buonasera ,del resto era una donna sposata con due figlie dal comportamento irreprensibile conoscevo bene anche il marito,un giorno mia moglie mi chiede di andare a fare la spesa al supermercato mentre vagavo fra gli scaffali alla ricerca della roba che dovevo comprare la intravedo torno indietro vedo che e sola non ci sono ne le figlie ne il marito mi avvicino e lei mi saluta dicendomi "oggi tocca a te" gli rispondo e poi mi avvio facendomi guidare da lei per trovare gli oggetti ad un certo punto non ho piu resistito ed ho incominciato a sfiorarla come per caso la cosa vedevo non le dispiaceva ora era quasi lei a creare le circostanse per essere toccata ad un certo punto quando il gioco incomincio a farsi piu pesante mi disse"certo che sei sveglio "dopo averli fatto i complimenti sei una bella donna ecc ecc arrivammo alla cassa aspetto che abbia fatto anche lei e ci avviamo alle macchine la aiuto a posare la roba e lei fa altrettanto con me scambiamo ancora due chiacchere le chiedo di vederci lei non acconsente ma mi da il suo num di cell .Il giorno dopo la chiamo e le dico che io vorrei tanto fare all amore con lei e dopo qualche ci vediamo .. no...perche no decidiamo di incontrarci mi procuro le chavi dell appartamento di un mio amico e all ora fissata ecco che arriva dapprima dice ma perche in casa ma poi la convinco sai siamo entrambi sposati arrivati in casa era un po in inbarazzo cosi io rompo subito il ghiaccio baciandola sulla bocca fu un bacio appassionato io ero eccitatissimo ,la sognavo da 15 anni,ci spogliamo e ci sdraiamo sul letto incomincio a baciarle quei grossi seni maturi e poi scendo piu in basso incomincio a leccarla tutta e lei incomicia a gemere dopo un po mi dice ora tocca a me me lo prende in bocca e incomincia a succhiarmelo siamo andati avanti cosi x un po poi mi dice dammelo dentro ti voglio non me lo sono fatto dire due volte o incominciato prima piano poi con colpi sempre piu forti io godevo in un modo unico anche lei gemeva e si bagnava continuamente poi mi a detto quando stai x venire lo voglio in bocca non ho mai provato e cosi ho fatto quando ero quasi arrivato glielo messo in bocca e lei a bevuto fino all ultima goccia .Dopo circa mezzora di chiacchere e carezze ci siamo guardati e abbiamo detto lo rifacciamo e tardi non importa trovero una scusa quando torno a casa abbiamo rincominciato no vi dico altro e stata una mattinata meravigliosa da quel giorno ci siamo visti almeno una volta a settimana questa esperiensa non la dimentichero mai ora vorrei ripeterla sto cercando una persona se ce qualche donna interessata o qualcuno che conoscete contattatemi
27
1
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Bionda 3
Ero riuscito finalmente a vedere la tanto sospirata figa BIONDA avevo in mente,mentre tornavo a casa .sponato eaccaldato le parole lecca piano dolcemente gusta il sapore allarga bene le labbra della mia figa succhia dolcemente il clitoride dai senti com'è bagnata e poi i quella sua lingua che slinguettava sulla mia capella e scivolava giù fino alle palle ricordo che la mia durata fu breve non era una bocca sembrava un aspiraopolver la notte la passai a cazo in mano ne contai4 poi mi addormentai.passarono 4 giorni ed ecco l'incontro mi dice oggi pomeriggio quella mattinata non passava mai ,arrivo sempre più accaldato lei mi fa sdraiare poi inizia con la sua lingua a succhiarmi i capezzali poi scende giù sento la sua lingua impadronirsi della mia capella lecca succhia poi si ferma dice ora tocca a te inizio a leccare i capezzoli poi scendo lie dice metti in atto quello che ti ho detto mi avvicino allargo le labbra della figa avvicino la bocca al clitoride inizio a succhiare lo sento indurirsi sotto la mie labbra succhio lentemente credo lo abbia succhiato per una decina di minuti pio mi fa sttendere e sedendosi sopra di me si fa scivolare il cazzo in figa avvertivo una sensazione di caldo mi dice non mouverti ci penso io ed inizia un lento salire e scendere mi dice succhiami i capezzoli quanto sia durato non lo ricordo so' sola ke stavo iniziando a scoprire casa era il sesso .
5
1
17 years ago
gianfranco53,
53
Last visit: 17 years ago
-
Bionda 2 parte
me la ritrovavo davanti la tanto amata figa biondo ero eccitatissimo la caina se ne reso conto afferro' la mia mano e lentemente la fece scivolare sulla sua figa ero impacciato sudatoun po per il coldo agosto promo pomeriggio e l'emozione mi disse ti piace prova ad avvicinare la bocca lo feci un odore misto a profumo di deodarante mi entro nelle narici avvicinai la bocca lei disse tira fuori la lingua lo fesi ma laccavo solo peli lei allera allargo' con le dita la figa e indicandomi con il dito disse lecca qui lo feci sembravo un cucciolo che beveva il latte ero veloce avevo voglia di leccarla le prese il mio viso mi guardo' e disse lentamente vai lentamente con la lingua pensa sia un gelato lecca gustalo non so' quanto tempo stetti li a leccare e perfezionare il mio modo di succhiare e leccare so'solo che ancora oggi quando lo faccio sento mentalmente cio' che lei mi suggeriva di fare finita la leccata lei volle gustare il mio cono ma di questo vi parlero' domani
4
0
17 years ago
gianfranco53,
53
Last visit: 17 years ago
-
Bionda
Vorrei dedicare questa storia ad una splendida anica CIUFFETTINO Era lìestate del 68 avevo 15 anni si andava al mare a formia io mio padre l'amante di mio padre sua figlia oora mia sorella 8 anni a l'amica dell amante di mio padre una bionda che al dire dei paesani una scopatrice d.o.c al mare con la scusa di non saper nuotare passava le ore appiccicato in acquacol culo attaccato al mio cazzo e poi dopo lie usciva ed io rimanevo altri 15 minuti in acqua perchè non potevo certamente uscire con il cazzo in tiro e quindi in acqua per farlo ammasciare durante iil viaggio di ritormo approffittandi del buio via la sua mano poggiata suòl mio cazzocon il risultato che la sera a letto giù seghe fino a 4 a notte rischiavo l0anemia immagginavo la sua figa BIONDA 15giorni di seghe rischiavo il ricovero poi un giorno la bionda caina pur di non rischiare di avere un giovane cadavere sulla coscienza decise di svezazarmi Ricordo erano le 15.00 del pomeriggio agosto in giro per l mio paese non c'era anima anche le mosche se ne stavano al fresco io solo mi dirigevo a casa sua salgo lei era li sul letto slip e reggiseno ventilatore accaso mi fece sedere invitanddomi a sedere vicino a lei morivo dalla voglia di vedere quella figa bionda mi accontento'
5
2
17 years ago
gianfranco53,
53
Last visit: 17 years ago
-
Intercity bollente
Son appena tornato a casa da un lungo viaggio in treno, e questo che racconto è realmente successo circa due ore or sono.
Mi chiamo F., molto piacere. Ho 23 anni, son alto 1.86 x 94 kg, occhi verdi e capelli scuri. Son quello che si definirebbe 'il classico ragazzo della porta accanto', discreto, educato, simpatico e buon conversatore.
Per motivi personali, mi capita spesso di viaggiare in treno nei week-end, ed essendo io una persona quadrata e regolare, come tutti ho bisogno di momenti di sfogo, di evadere dal grigiore quotidiano e fare una bella immersione nella pazzia.
La mia follia preferita è riprendermi con il telefonino mentre mi masturbo nei luoghi più vari e insoliti, facendo sempre molta attenzione per non suscitare il minimo dubbio.
Sta sera tornando a casa dal week end fuori porta, nei pressi della stazione di Alassio mi sale una voglia tremenda e istintivamente mi porto le mani al pene, onesto nei suoi 18 cm di durezza.
Dovendo scendere a Bordighera ed avendo pertanto ancora un pò di tempo a disposizione, decido di passare all'azione: chiudo le tendine dello scompartimento a 6 del mio Intercity, spengo la luce, mi metto la giacca per sicurezza sopra le gambe e, slacciata la patta, estraggo il mio pene per iniziare il lavoro. Odore di cazzo di espande subito nella carrozza, e di colpo sento fra le dita un pezzo di roccia solida e possente.
Inizio a fare 'up & down', e una sensazione di torpore mi prende subito a salire fra le gambe. Adoro questi attimi che procedono l'orgasmo, mi fanno sentire in pace con il mondo. Chiudo gli occhi per gustare appieno il mio piacere, ma proprio in quel momento la porta si aprì. Non mi spiego il perchè, non sò come possa essere successo, ma dal contraccolpo mi mossi quel tanto che bastò per far cadere la giacca e restare a pacco scoperto di fronte ad un ragazzo che avrà avuto la mia età, chiaro di carnagione e dai capelli biondi rasati ai lati e corti corti sopra. Aveva gli occhi straordinariamente azzurri, non era particolarmente alto nè filiforme, ma nel complesso non era brutto.'Che cazzo stai facendo segaiolo?' mi dice. Io divenni paonazzo, farfugliai qualche parola di scusa e inizia rapidamente ad inbragarmi. Lui però continuò:'Ma quanto fai schifo pervertito? Ti faccio sbattere giù dal capotreno, ricchione!'. 'No - feci io - ti prego, non facevo nulla di male! Prima è passata una figa da urlo, non ho resistito. Ti prego non dire nulla!'. Ma lui imperterrito:'Cazzo dici? Sei un finocchio schifoso..mi fai schifo!'. 'Ti prego - replicai - stai buono, farò quello che vuoi!' Lui era diventato paonazzo, sembrava spiritato. Ma a quelle parole chissà come si calmò, gli occhi tornarono vividi 'Te sei una puttanella, lo sai vero? E le puttane fanno i pompini! Li fai te i pompini, puttana?'. Non credevo alle mie orecchie, stavo sognando, non c'era altra soluzione. 'No sono una puttana, e non voglio prendermi l'AIDS!'. Il tipo allora si sedette vicino a me, senza staccarmi per un momento gli occhi do torno. Sentivo i suoi occhi glaciali su di me, il suo sguardo mi pesava come un macigno. Mi sentivo piccolo, indifeso, umiliato! Dopo un pò parlò, ma subito non capii cosa disse. Allora ripetè:'Fammi una sega, puttana!'.Ero inebetito, non capivo nulla.'Se vuoi che stia zitto, fammi una sega troietta!'. Senza rendermene conto, mi prese una mano e me la mise sulla cerniera dei suoi jeans. 'Al lavoro, puttana!'. Durante tutto lo scambio, il suo tono era deciso e grave, ma non pesante, non gridava, parlava con naturalezza, e il tono era accentuato dagli occhi, color cielo! Si abbasso i jeans, e dai boxer neri fece capolino un salsicciotto piccolo e tozzo come un vermetto. I peli del pube erano anche essi biondi, non folti e scuri come i miei. Lo presi in mano, e subito mi stupii per il suo calore! Sembrava una stufetta, incredibile. Subito s'irrigidì, lo sentii diventare duro sotto le mie dita.Lui mi bisbigliò all'orecchio:'Accarezzami le palle, troia!. E così feci. Lui rabbrividì non appena gliele sfiorai, e il suo corpo vibrò non appena gliele afferai con l'altra mano libera. Il pene duro era vivo come se dentro scorresse elettricità. Il tutto era tremendamente aggraziato, e per la pelle liscia e chiara sembrava un bimbo. Era incredibilmente bello, e per un attimo fui vicino a chinarmi e prendere in bocca quel paletto rosso! Iniziai a massaggiare lentamente, e lui inizio ad emmettere piccoli respiri regolari che erano indubbiamente di piacere. Io ero fuori, non capivo più nulla. Era la prima volta che avevo un rapporto diretto con un uomo, e benchè avessi sempre fantasticato a riguardo, mi meravigliava il come mi stesse capitando tutto ciò. 'Per fortuna che non ho un gondone, se nò te lo mettevo in culo, puttana!.
Pensai che io ce lo avevo dietro, e se avesse voluto non mi sarei fatto scappare quel bel pisello così carino, quando lui iniziò a godere. Con mossa sagace e appurata, strinsi con forza la cappella durante l'orgasmo. Lui si irrigidì come un tronco, sipunto con i piedi e inarcò la schiena. Il verso che emise mi scatenò. Tirai in dietro la pelle con forza, e dal suo pene partì uno schizzo di seme talmente potente che colpì il sedile di fronte. Mai visto così tanto sperma, pensai eccitatissimo. Questo come minimo non viene da un mese! Doveva aver versato un litro di succo,ce n'era dapperutto:sulle mie mani, sul sedile, ovunque. Fissai le mie dita rese bianche dal suo piacere come intontito, e mentre facevo questo lui mi strizzò fortemente il capezzolo! Non sò come successe..ma venni anche io! Allagai i calzoni, sentivo il mio seme colarmi giù tra le cosce! Ero in estasi, non capivo nulla..era troppo bello! Lui si rivestì, sorrise vedendo le scempio che avevamo combinato, si girò sui tacchi e se ne andò. Scese a Sanremo, intravidi la sua sagoma inboccare il tunnel verso l'uscita. Avevo ancora fra le mani il suo liquido caldo. Cavolo, non avevo mai provato un orgasmo così! Alla faccia della trasgressione! Come disse qualcuno..questa tensione è insopportabile..speriamo che duri!
5
3
17 years ago
admin, 75
Last visit: 1 hour ago -
Diventare una puttana a pagamento!
Ricordo come se fosse ieri che giocando in chat arrivo una proposta molto frequente ma quella volta fu reale e sincera.
io e il mio lui stavamo al pc a giocare in cam ci chiamo' un certo renato e viste le mie foto voleva farci una proposta noi prima ignorammo poi decidemmo di parlare con lui. solite domande come ti chiami etc etc poi lui disse che io gli piacevo molto e se realmente ero io in foto lui era disposto a pagare pur di avermi e chiese di vederci in cam, mio marito un porco esagerato decise di vedere chi era costui e attivammo la web in msn lui vide che nn mentivo e ci fece una proposta incredibile 15000 euro per un fine settimana con lui. Noi dicemmo che non era possibile e ringraziammo per l'offerta ma lui disse che non scherzava e noi di nuovo a dire grazie ma non si puo fare.
Dopo tanto insistere decidemmo di giocare e accettammo l'offerta e ci scambiamo i num. di telefono nel parlare con lui la cosa si fece seria fino al punto di accettare di incontrarci e cosi facemmo. Un ristorante in costiera e incontrammo un signore di 42 anni molto piacente parlavamo del piu e del meno fini il pranzo e uscimmo dal ristorante e decidemmo di andare a serdere su una panchina e li il discorso si fece rovente. lui consegno 5000 euro in contanti al mio lui e disse ora voglio che lei venga con me e tu sparisci la vieni a riprendere stasera.
Il mio lui si incazzo e disse non si fa un cazzo senza di me la mia lei nn la lascio da nessuna parte chiaro.
Io arrivata al punto da essere tutta bagnata dissi andiamo tutti in hotel e divertiamoci in tre. Cosi si fece scopammo divinamente per tutta la giornata poi in nottata noi ci ritirammo nella nostra camera pagata da lui.
La mattina successiva ci arrivo un biglietto e un assegno da €.35000!
con la richiesta che io dovevo andare in camera sua.
io e il mio lui ci guardammo e dicemmo questo e pazzo!
Decisi di andare sola da lui (mi piaceva un casino) entrai in camera e trovai lui e 3 amici...... lui mi disse se fai la brava puttana dopo hai un bel regalo io solo a guardar loro colavo in maniera pazzesca e decisi di scoparli tutti. mi cavalcarono in una maniera pazzesca mi sentivo puttana con la p maiuscola ho goduto e fatto godere tantissime volte.
Il finale fu veramente unico tanta sborra in faccia e via con altri €.15000.
Andai in camera dal mio lui e gli dissi la cosa lui mi scopo in una maniera che non conoscevo ma so solo che ora io e lui scopiamo come nn mai.
Ragazzi solo nel scrivere questo racconto di fantasia io e il mio lui ci eccitiamo in maniera fantastica. Ci domandiamo a quando la realta'?
UN BACIO DALLA COPPIA PIU' SEXY DI DESIDERIA.
12
12
17 years ago
siamosexy199344, 34/34
Last visit: 13 years ago -
Giuditta
GIUDITTA
di peppe
allego questa storia vera che rimarrà unica ed indelebile nella mia memoria .
--------------------------------------------------------------------------------
I miei passi stropicciavano lenti sull’asfalto reso umido dalla pioggia appena caduta ed i miei sospiri si nebulizzavano nella fredda aria invernale. Un venerdì sera di inizio dicembre, un fine settimana come tanti, apparentemente noioso, con il pensiero della spesa nel week-end ed in quale ristorante mangiare il sabato sera. Mi trascinavo verso casa e forse non volevo neanche entrarci, da quando lei se n’era andata sbattendo la porta, l’euforia per la mia costosa ma ritrovata libertà aveva lasciato spazio alla malinconia. Uscivo poco anche con gli amici, con quei pochi rimasti, scapoli o separati.
L’unico motivo di piacere me lo dava lei, Giuditta, con quel nome un po’ retrò che io prendevo in giro, una mia collega assai più cresciuta di me, intorno alla cinquantina, divorziata per scelta e single per convinzione, senza figli, con tanti amici sparsi per il mondo che spesso ospitava od andava a trovare. Agli inizi l’avevo giudicata male, un po’ troia, un po’ lesbica, non capivo chi fosse e cosa fosse. Capitata nel mio ufficio per caso, assunta come interprete a tempo determinato, poi con carica definitiva, dopo il grande aumento di esportazioni della nostra ditta.
Agli inizi era strana, scontrosa, con un abbigliamento da femminista nostalgica. La evitavo, poi l’hanno trasferita nel mio ufficio, di fianco alla mia scrivania. Abbiamo cominciato a parlare, prima timidamente poi sempre con maggiore confidenza. La consideravo quasi come una zia e lei stava cambiando atteggiamento nei confronti di tutti. Anche il suo look era modificato, dalle gonne larghe con scarponi a quelle fascianti con tacchi a spillo e calze nere, velate, che lasciavano trasparire un fisico intatto e degno di una ventenne.
Fu con lei, spinto da questo rapporto che si era trasformato involontariamente dentro di me un mix di amicizia ed attrazione, che un giorno decisi di confidare il mio segreto di essere sottomesso e sculacciato da una donna. Lo feci comunque senza secondi fini, volevo solo sentire un parere, che mi incoraggiasse della mia normalità e sentire se dall'’alto della sua esperienza di donna già sposata e grande viaggiatrice e conoscitrice di culture diverse si era mai imbattuta in personaggi con le mie stesse aspirazioni. Ero arrivato a fidarmi ciecamente di lei e mi rispose proprio come una zia, rassicurandomi e confidandomi che ha numerosi amici molto più bizzarri di me e che praticano con le proprie partner tantissimi giochi particolari. Per quanto riguardava lei, trovava assolutamente normale qualsiasi pratica svolta con partner consenzienti e quindi ben vengano la sottomissione e le sculacciate.
Forse un po’ mi vergognavo ad avere raccontato queste cose, ma alla mia “zietta” come avevo cominciato a chiamarla non riuscivo più a nascondere nulla. Il trillo del cellulare mi sorprese nel silenzio, davanti alla porta di casa, la voce fu diretta e forte senza alcun saluto, non ebbi neanche modo di rispondere, “per realizzare i tuoi sogni pensi di scrivere una letterina a babbo natale o di venire qui subito?”. Era lei, balbettai qualcosa ma la chiamata si interruppe. Sapevo dove abitava ma ero timoroso a presentarmi e poi cosa mai voleva dire quella frase? Uno scherzo, una presa i giro?
Non capivo ma mi feci coraggio e mi presentai. Arrivai dopo circa una mezz’oretta, la salutai cordialmente ma lei glaciale mi accolse con un “ce ne hai messo del tempo”. Mi fece accomodare sul divano e nel silenzio mi offrì da bere poi ruppe gli indugi “non chiedermi niente e nessun perché, vivi la situazione e basta. Non feci in tempo a capire che si alzò di scatto, mi alzò una gamba all’altezza del petto comprimendomi sul divano, “da questo momento per un po’ sarò la tua padrona, e mi devi obbedire”. La fissavo quasi vuoto, guardavo il suo sguardo severo e la sua bella gamba, le calze nere ed intravedevo la pelle bianca sulle cosce ed il gancio del reggicalze. Fu un attimo ma subito risposi “sì padrona”. “Bene cominciamo, puliscimi le scarpe con la lingua. Eseguii subito l’ordine, mentre dentro me avveniva una tempesta. Poi mi fece spogliare completamente nudo, non mi vergognavo, mi ordinò di levarle le scarpe e di baciare e leccare per bene i suoi piedi avvolti dalle velatissime calze nere.
Lei era seduta mentre io completamente nudo in ginocchio avidamente leccavo e baciavo. Poi mi fece stendere a pancia in su, mentre lei spalmava i suoi piedi sulla faccia ,e dovevano essere ben leccati. Me li imboccò, prima uno poi l’altro. Poi mi ordinò di mettermi carponi e di seguirla come un cane senza mai alzare la testa. Feci il giro dell’appartamento, ma non era finita, mi montò in groppa e dovetti portarla, sempre più in fretta, sollecitato dai suoi tacchi a spillo che mi stringevano le cosce ogni qualvolta il mio ritmo diminuiva. Ero stanco, affannato, ansimante. Giuditta si rialzò e si ricompose, andò in un'altra stanza senza dire nulla. Tornò con in mano una spazzola per capelli. “Sei un pessimo schiavo ti devo punire e molto forte” disse. Prese una sedia e si sedette, alzò la sua gonna mostrandomi finalmente l’orlo delle sue calze. “Ti devo sculacciare per bene, così imparerai l’educazione e ad essere un bravo schiavo”.
Mi ordinò di avvicinarmi e di stendermi sulle sue ginocchia, io obbedì mentre mi stavo abbassando cambiò la mia posizione, mi fece abbassare sulla sua coscia sinistra, chiudendo a forbice le mie gambe con la sua coscia destra, “così starai più fermo e ti colpirò meglio” precisò. Ero lì pronto, a novanta gradi con il mio sedere nudo ed indifeso e lo sguardo sul pavimento, “adesso cominciamo” disse ed il primo colpo del dorso della spazzola si abbatté sulla mia natica destra, poi un secondo su quella sinistra e così via prima una poi l’altra, i colpi si susseguivano forti e precisi e la mia resistenza prima vacillò poi crollò. Sentivo il sedere che si scaldava sempre più. Cominciai prima a lamentarmi poi a lacrimare a dirotto, ma lei implacabile continuava nella sua punizione. Inflessibile e severa. Al contempo la mia eccitazione era al culmine. Finalmente smise, ne presi tante, il mio sedere era rosso fuoco, piangevo come un bambino e cercavo disperatamente di calmare il bruciore massaggiandomi. “Così impari ad essere cattivo” commentò ridendo e adesso vai in bagno a masturbarti prima che mi sporchi il pavimento.
Così feci, quando uscì il suo atteggiamento era quello di sempre dolce e comprensivo. Mi fece rivestire e si assicurò sulla mia salute che era perfetta, “mai stato meglio”. Sorridevo anch’io, l’ambiente era disteso quello solito, “vedi mi disse, non ho voglia di innamorarmi di nessuno ne di illudere me o qualche altra persona, se anche non abbiamo fatto l’amore, questo era un modo per dimostrarti che ti voglio bene, ma qui è cominciata e qui finisce, torneremo ad essere i colleghi di sempre. La abbracciai forte e la ringraziai. Mi chiusi la porta dietro rientrando nella notte invernale, guardavo il cielo stellato, respiravo a pieni polmoni, le natiche erano ancora caldissime. Grazie Giuditta sei tu babbo natale.
[email protected]
7
0
17 years ago
Shoe3fetish,
31
Last visit: 17 years ago
-
La zietta 2
La zia
di PEPPE
--------------------------------------------------------------------------------
In una calda mattina d’estate mi ero recato a far visita alla zia a Genova . Seguivo la costa come si fa a Genova, la strada grigia e caotica propria di una città industriale, era spezzata dalla visione di quel buio mare dietro ogni curva. La zia , i suoi 45 anni se lì portava egregiamente, la statura gia' come nel racconto precedentemente narrato, era aiutata dalla vertiginosa altezza dei tacchi che spesso le avevo visto portare, sempre in ordine e truccata i suoi vestiti tendevano a far notare le forme meravigliosamente armoniose, e due belle gambe. Io ero lì per una ragione ben precisa il suo computer era in tilt e la zia vi lavorava molto, in fatti scriveva per un giornale d’oggetti per la casa, da quando era in rotta con l'ultimo amichetto, non l’avevo più vista. Erano separati da circa un anno, mi aveva chiamato perché essendo agosto il suo programmatore di fiducia era in ferie, e l’unica persona che masticasse informatica di sua conoscenza ero io. Da quanto mi aveva descritto si trattava di un virus abbastanza diffuso in quei tempi "Sword"; dove un simpatico guerriero barbaro cominciava ad affettare lo schermo con tutto quanto vi era compresa buona parte della memoria. Così armato del mio potente antivirus iniziai a debellare il maledetto dall’hard disk, fu facile ma per recuperare i dati non c’era più speranza. Formattai il tutto e rinizializzai i programmi base. Chiesi alla zia di consegnarmi tutti i suoi dischetti perché vagliandoli uno ad uno avrei scoperto la provenienza del virus. Lei un po’ perplessa mi rispose.< Proprio tutti ! > le dissi che se voleva essere sicura di non ribeccarsi il virus dovevo capire la fonte, altrimenti tutti i dischetti non controllati non dovevano essere utilizzati finché lei stessa non avrebbe imparato ad usare l’antivirus, compresi tutti i cd room. In oltre ero fermamente convinto che avrebbe dovuto rettificare tutti i dati prima di scaricarseli da Internet. Avevo già eseguito gran parte del lavoro, quando la zia, vista l’ora decise di andare a far spesa per mettere qualcosa sotto i denti. Proprio in quel momento la mia attenzione fu carpita da un cd dalla copertina nera, su cui troneggiava una scarpa da donna rosso scarlatto dal tacco altissimo ed una scritta dell’identico colore chiarissima nella sua bellezza: "Raccolta impg s/m". Ora siccome anch’io conosco il significato di quelle due letterine capivo, inserii il cd immediatamente: era un cd artigianale fatto passando le foto migliori allo scanner con un breve commento fatto dall’autore che si rivelava essere lo schiavo personale della zia, nonché il suo programmatore di fiducia.Capii in quel momento di nn essere l'unko schiavo che lei avesse. Eccitato e rosso come un peperone decisi, conoscendo i gusti dell’ora più che amatissima zia padrona, di sfruttare a mio vantaggio il fatto.
Al suo rientro mi precipitai ad aiutarla raccogliendo l’esigua busta della spesa incominciando a belare mille scuse e quasi genuflettendomi. Subito perplessa, ma con uno sguardo divertito e birichino mi disse: "Ehi guardami, scusa di che cosa". Stando ben attento a non alzarmi perché non ordinatomi farfugliai qualcosa circa il cd e la sua natura poi sempre più timido le dissi " scusi Padrona , sono uno schiavo devoto …..". A quel dire mi ritrovai tirato per i capelli, così strattonato mi ritrovai il naso a due millimetri dallo stupendo piedino con le unghie laccate di smalto azzurro, le dita nervose ed affusolate erano totalmente scoperte tranne quel grazioso cinturino dorato che s’infilava tra l’alluce e l’altro dito, proprio delle infradito che usano tanto d’estate. La Zia disse "Sfacciato bastardo in calore, ti dai anche l’aria da timido, ora leccali perbene, per la calura sono molto sudati ".Sfilandosi le scarpette me li cacciò in bocca fin quasi a metà, uno per volta, premeva tanto che rischiavo di vomitare. Aveva ragione i piedi erano caldi e appiccicosi accompagnati da quel sapore salino e polveroso che li rende tanto appetitosi per noi cagnolini. L’effetto era prepotente il mio membro pulsava come non mai da sotto i jeans. Appena la Zia si accorse della mia erezione mi allontanò con un poderoso calcio in faccia e disse: "Sei eccitato vermiciattolo, allora vediamo come lecchi bene le suole". Rinfilandosi le ciabattine mi trascinò sempre per i capelli alla sua poltrona preferita, ordinatomi di spogliarmi mi costrinse supino a forza di calci, premendomi con forza la suola a schiacciare naso e bocca mentre con l’altro piede calzato schiacciava e torturava le mie palle tanto che l’erezione per il dolore era totalmente scomparsa. Giocò parecchio, il dolore non era causato tanto dal peso quanto dalla sapiente strofinio della suola ruvida con le parti più sensibili del mio membro. Quando mi sembrò soddisfatta reggendosi allo schienale della poltrona si erse totalmente su di me con un piede sul mio stomaco ed uno sulla bocca e mi domandò: " Stupido schiavo ora sei disposto a far godere la tua padrona?". La risposta fu attesa invano perché proprio il suo piede sulla bocca mi impediva di parlare, dopo due domande ripetute disse: " Tu verme schifoso che non sei altro ti rifiuti di risponderà alla tua Signora?" per quella mancanza rimediai un bel pestone sullo stomaco, ed ad ogni domanda inevasa, i calci si moltiplicavano e il la pressione sui denti cominciava a far sì che l’interno labbra sanguinasse leggermente. Soddisfatta lasciò che rispondessi dopo di che mettendosi a cavalcioni sulla mia faccia cominciò una danza frenetica fatta di saltelli. Sentivo a tratti il suo sesso da sotto le mutande lo sentivo pulsare bagnato ma la cosa più difficile era quella di non leccare divieto imposto e non sopportabile, Tanto che nei rari momenti di respiro concessomi, la mia infame lingua saettava, e la zia accorgendosi del misfatto una volta soddisfatta mi promise nuove sofferenze, ma questa volta mi disse: " poiché è la prima volta che io sono una padrona all’antica voglio vedere godere i miei schiavi vediamo se ci riesci".
Dopo avermi legato al muro andò verso una cassapanca estraendone un guanto di crine, avete presente quello che le donne usano per il peeling, canapa intrecciata non trattata, così ruvida da morire.
Dapprima iniziò con un massaggio leggero e dolce quando il mio membro turgido e pulsante fu cotto a puntino la stretta si fece energica e lo sfregamento velocissimo in pochi attimi il piacere divento calore poi bruciore, sconfinando nel dolere continuo ed acuto. Nel frattempo la padrona con tono canzonatorio mi derideva: " Cosa fai troietta non godi? Non ti piace forse il mio massaggio, godi puttana guarda il tua virile cazzetto come si sgonfia?" Era vero l’erezione stava svanendo ed il mio pene era rosso peperone lo sfregamento di prima e quello successivo l’avevano irritato all’inverosimile, mi concentrai sapendo che la tortura non sarebbe finita fino al mio orgasmo, fu allora che forse per pietà la zia rallentò fino a farmi godere. Congedandomi mi ordinò di prepararle la cena e mentre lei finiva il suo lavoro al computer io esauriti i compiti fui obbligato a mangiare restando sotto la sua scrivania e prendendo il cibo dalle sue adorate pantofoline,poi una volta chemi prese a noia,mi congedo',dandomi appuntamento per il giorno seguente. ringraziando me ne andai.
[email protected]
8
0
17 years ago
Shoe3fetish,
31
Last visit: 17 years ago