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Dopo il covid
Ormai erano più di due anni che non giocavamo. Mia moglie, una stupenda 50enne non voleva più fare incontri di alcun genere, sapevo che forse mancava l'occasione per ricominciare a trasgredire. Le nostre passeggiate in auto con lei vestita in modo sexy ( gonna cortissima-autoreggenti in bella vista-camicia semiaperta ) continuavano però e quindi decisi di organizzare un sexy car con qualche ragazzo disposto per il momento al solo guardare mentre in macchina io la masturbavo e la facevo eccitare. Fu così che un mese fa un tardo pomeriggio uscimmo per eccitarci e avendolo saputo prima organizzai con un ragazzo di 30 anni disposto ad essere solo spettatore e magari mostrarsi a mia moglie. Dopo una decina di minuti dopo esserci fermati il ragazzo, riconoscendo l'auto che gli avevo descritto, si avvicinò e abbassando il finestrino tirò fuori la testa cominciando a guardarla mentre veniva da me masturbata prima con un dito poi due e poi tre. Lei, vedendolo, non voleva che si avvicinasse di più e lui rimanendo seduto nella propria auto tirò fuori il suo cazzo che era davvero notevole. Le dissi di girarsi e vedere quanto fosse grande e lei girandosi confermò . Presi uno strap on e piano piano lo feci entrare nella sua figa ormai bagnata sussurrandole nell'orecchio quanto fosse stato bello vederla scopare con quel ragazzo e che avrebbe sicuramente goduto tantissimo. Non rispondeva, ormai non staccava lo sguardo da quel ragazzo che continuava a masturbarsi mostrandosi a mia moglie. Le chiesi se potevo abbassare il finestrino ma lei non mi rispose , continuai a stuzzicarla insistendo sempre sulla volontà di far avvicinare il ragazzo, ormai mi ero reso conto che era al massimo dell'eccitazione e cosi senza chiederlo più abbassai finalmente il vetro che ci separava. i ragazzo capì subito e scese dalla sua auto e pian piano con molto tatto cominciò a sfiorarle la gamba fino ad arrivare alla figa. Mia moglie ormai aveva finalmente deciso di giocare e stendendo la mano cominciò a masturbarlo. Intanto il ragazzo avendo il pieno possesso della sua figa e aprendo la portiera si abbassò per leccarla e fu li che lei non capì più niente, il ragazzo, dopo 5 minuti sostituì la sua lingua col suo cazzo. Una scopata incredibile io venni subito e poco dopo anche il ragazzo le venne sopra il seno. Appena finito chiesi al ragazzo di scendere dall'auto e lei mi chiese subito di farmi dare il numero di telefono, chissà forse ricominceremo a vivere e a goderci la vita.
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2 years ago
profcouple70,
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Abbiamo scopato mia moglie in tre
Mi chiamo Mauro, ho 55 anni, carnagione scura e fisico asciutto; a detta di qualche amico particolare, anche un bel culo ed una discreta dotazione. Sono sposato con Laura, che ha un anno più di me. Lei è alta un metro e 65 dai capelli lisci e biondi, perché li tinge per mascherare l’inizio di qualche capello bianco. Ha una splendida quinta di seno coppa C, labbra sottili, occhi verdi, curve morbide, ma non grassa, anzi ritengo sia piena nei punti giusti. Quando l'ho conosciuta era vergine e non aveva mai succhiato un cazzo. Col tempo sono riuscito a farla diventare una discreta porcellina a letto. Oggi succhia, scopa, ingoia, gioca con un sottile dildo in culo, senza ancora prendere il cazzo, perché dice che le fa male; solo un po' di tempo fa, per due volte, sono riuscito a metterglielo e godermi anche quel pertugio. È una moglie fedele, innamorata e con tante fantasie: quando scopiamo, quasi sempre immagina che siamo in tre. Io, invece, sono bisex versatile e, spesso e volentieri, amo gustarmi dei nodosi membri, che spremo con piacere. Naturalmente lei questo non lo sa, anche se, dentro di me, è forte il desiderio di renderla partecipe anche di questo mio piacere. Poi, l’estate scorsa, è successo un fatto che ha cambiato completamente le cose fra di noi. Per motivi di lavoro, mi sono dovuto recare, per l’intero mese di luglio, in Corsica e, poiché lei aveva un eccesso di ferie da smaltire entro la fine di settembre, abbiamo deciso che sarebbe venuta con me e, anche se per circa mezza giornata ero impegnato nel lavoro, potevamo pur sempre stare insieme il resto del giorno e goderci le meraviglie di quell'isola. Appena preso possesso della nostra abitazione, abbiamo scoperto che essa era ubicata a poca distanza da una delle spiagge più belle dell’isola. Così, al mattino, io mi recavo al lavoro e mia moglie si sdraiava a prendere il sole in spiaggia. Essendo un’isola particolarmente votata al nudismo, dopo il secondo giorno, mia moglie ha preso ad eliminare prima la parte di sopra del costume, mettendo in mostra il suo meraviglioso seno. Il pomeriggio, quando l'ho raggiunta in spiaggia, mi son reso conto che molti maschi la guardavano con occhi carichi di desiderio e così, con calma e pazienza, l’ho convinta a mettersi nuda. Vederla desiderata da altri maschi mi eccitava molto e, soprattutto, non mi dispiaceva il fatto che molti di quei maschi, anche se con una certa discrezione, mostravano le loro erezioni. Era eccitante anche per me vedere quelle splendide mazze, che immaginavo avrebbero potuto penetrarla e, nello stesso tempo, immaginavo di sentirle nella mia bocca e, possibilmente, anche dentro di me.
L'eccitazione accumulata in spiaggia in quelle occasioni, si trasformava in esuberanti erezioni per me e molto desiderio per lei, così, la sera, nel letto scopavamo con sempre con più impeto e passione. Mia moglie, da persona scaltra quale è sempre stata, ha capito subito che il gioco mi eccitava moltissimo, quindi abbiamo cominciato a parlarne e confrontarci.
«Mi fa piacere apprendere che ti eccita vedermi osservata da altri maschi: infatti ho notato che il sesso, fra noi, ha mutato consistenza, è diventato più ardente, più intenso e decisamente più appagante.»
La guardo, sento dentro di me il desiderio di condividere anche il fatto che mi piacerebbe giocare, assieme a lei, con un altro maschio, ma, pensandoci, mi rendo conto che ancora non si è creata la giusta condizione per coinvolgerla in tutto questo. Decido di procedere per gradi e, dopo averla baciata, azzardo qualche ipotesi.
«È vero, mi eccita moltissimo vederti desiderata da altri maschi: è un misto di piacere/gelosia, che mi travolge al massimo grado quando ti possiedo e mi fa impazzire sentirti godere.»
Lei sorride dicendomi che son tutto matto e che, forse, tutto questo è un po’ troppo per il nostro rapporto. Rimango sul vago e, per un paio di giorni, non torniamo sull’argomento. A metà settimana, devo recarmi per lavoro dall’altra parte dell’isola e, poiché starò fuori per l'intera giornata, le propongo di venire con me. Raggiungiamo un paese con una lunga spiaggia di ghiaia bianca, dove la lascio a prendere il sole, mentre io mi reco ad incontrare la persona con cui dovrò passare tutta la mattinata. Durante quell'incontro di lavoro, scopro che Gianni, il mio referente nell’isola, è una persona molto simpatica e, soprattutto, ha l’aria di essere un gran porcellone. In un momento di relax dal lavoro, scambiamo qualche parola e lui si mette a ridere quando gli racconto che ho lasciato mia moglie grassona in spiaggia.
«Devi amare molto tua moglie ed esser molto sicuro di lei, per lasciarla da sola in spiaggia. Sicuramente ci sarà una caterva di maschi che la corteggerà. La cosa non ti infastidisce?»
Il suo tono curioso e, soprattutto, alquanto allusivo, mi spinge ad aprirmi un po’ nei suoi confronti.
«Mia moglie è una bella donna e, quando sposi una bella donna, si deve mettere in conto la possibilità che un altro maschio possa insidiarla, poi dipende da lei se andare oltre o, garbatamente, rifiutare ogni attenzione. In ogni caso, conoscendo mia moglie, son sicuro che ne sarei immediatamente informato.»
Lui sorride compiaciuto e mi dice che, finito il lavoro, gli farebbe molto piacere se gliela presentassi e ci invita, entrambi, a pranzare con lui in un piccolo ristorantino dove si mangia dell'ottimo pesce, cucinato in maniera speciale. Circa due ore dopo, insieme, raggiungiamo la spiaggia e trovo mia moglie in topless, sdraiata sul lettino vicino all'ombrellone, letteralmente circondata una decina di maschi, che se la stanno mangiando con gli occhi. Il nostro arrivo suscita la delusione di tutti, tranne di mia moglie, che mi sorride e mi abbraccia sollevata.
«Meno male che sei arrivato, altrimenti, ero decisa ad andarmene, perché, come hai visto, mi avevano letteralmente accerchiato e ti assicuro che, di proposte più o meno velate, ne ho ricevute davvero molte.»
Le sorrido compiaciuto e le presento il mio amico, cui lei si mostra subito compiaciuta per il suo bell'aspetto. Allora esorto mia moglie di andare a far una doccia, mentre noi due avremmo approfittato per far un bagno in mare, per poi andare a pranzo insieme. Non faccio in tempo a finir di parlare, che Gianni ci fa una controproposta.
«Ma quale doccia dello stabilimento?! Adesso andiamo tutti e tre a fare un bel bagno, così ci diamo una bella rinfrescata, poi andiamo in paese, a casa mia, e ci faremo la doccia nel mio bagno personale, che di certo è igienicamente più sicuro. Poi andiamo a mangiare e, poiché al molo ho una bella barca, se non avete impegni nel pomeriggio, potremo andare a vedere il tramonto alle isole Sanguinarie, che è lo spettacolo della natura più bello che ci sia da queste parti.»
Accordatici in tal senso, facciamo un bel bagno rinfrescante, poi ci rechiamo velocemente a casa sua.
Giunti nel piccolo paese, percorriamo una stretta stradina che ci porta nella parte alta del paese, dove è situata una piccola abitazione, molto in alto, da cui si gode davvero uno splendido panorama. La casa è arredata con semplicità ma, nello stesso tempo, con gusto e si presenta molto graziosa.
È costituita da un open space con angolo cottura ed una camera con bagno, un’altra cameretta con un terrazzino, da cui è visibile il porto sottostante, dove lui ci indica la sua barca: uno splendido Ferretti 40 roadster, di 12 metri, che conosco benissimo, perché ne possiede uno uguale, anche mio cugino. Dopo aver sorseggiato un flute di prosecco, mia moglie va in bagno a farsi la doccia, mentre noi due parliamo un po’ e lui mi racconta un po' della sua vita. È stato sposato, per alcuni anni, con una donna dal carattere duro e dispotico, senza un minimo di umorismo, bigotta e molto restia a qualsiasi tipo di trasgressione. Ha anche un figlio, che vive in Francia, mentre lui ha deciso di restare nell’isola e di godersi la vita quando gliene si presenta l’occasione. Quando torna, mia moglie è completamente nuda sotto un telo di spugna bianco e Gianni mi invita ad andare, a mia volta, a far la doccia, mentre sorseggia con lei ancora un calice di prosecco. Mentre sparisco oltre la porta della camera e prima di entrare in bagno, mi giro e li osservo; lui le fa una battuta, cui lei ride di gusto, e mi rendo conto che fra i due si sta instaurando un bel feeling, che mi appare di buon auspicio a certe mie perverse idee. Impiego pochissimo tempo a farmi la doccia, perché sono eccitato all’idea di lei completamente nuda insieme a lui e, questo, mi provoca un’erezione talmente forte che quasi ne ho male. Quando torno, li trovo che stanno ancora ridendo e lui, prima di andare in doccia, le dice una frase che mi incuriosisce non poco.
«Credo che tu dovrai cambiare idea, perché, in genere, non mi sbaglio mai nel giudicare una persona.»
Laura sorride e sorseggia ancora del prosecco, mentre io la guardo, cercando di capire, ma lei non mi dà nessuna spiegazione. Sono molto eccitato, la stringo a me, baciandola e allungo le mani sotto il telo di spugna, alla ricerca della sua intimità, che trovo già bella umida. Vorrei scoparla seduta stante, ma lei mi respinge con decisione.
«No, ti prego! Ora non è possibile! Siamo ospiti e non siamo soli e, soprattutto, non sarebbe bello nei confronti di Gianni.»
Io, invece, sono infoiato da morire e continuo a stringerla e palparla, fin quando la faccio abbassare e le offro il mio cazzo duro, davanti alla bocca.
«Hai ragione, come vedi sono talmente eccitato che mi fanno male anche le palle e, se non mi scarico un po’, starò davvero male per tutto il giorno. Ti prego, almeno succhiamelo un po’.»
Lei un po’ a malavoglia, lo prende in bocca e subito le blocco la testa con entrambe le mani, scopandole la bocca velocemente e sono così eccitato che mi basta davvero poco per inondarla con quattro schizzi generosi, che lei ingoia all'istante. Poi si stacca, si solleva e mi bacia con passione. Resto stupito dal gesto, mentre la sua lingua invade la mia, facendomi assaporare ciò che resta del mio piacere. È un bacio carico di passione e lei si stringe con forza a me, poi si stacca e mi guarda dritto negli occhi.
«Credevo che non avresti accettato di baciarmi, perché sapevi benissimo che avresti sentito il sapore del tuo piacere nella mia bocca.»
La guardo e la sento ancora più eccitata di prima. Mi rendo conto che era ora di condividere con lei qualche altro mio desiderio.
«Perché dovrebbe infastidirmi? Non trovo niente di spiacevole nel gustare dalla tua bocca, dove ho appena goduto, il sapore del mio sperma. Se piace a te, perché non dovrebbe piacere anche a me?»
Lei mi guarda e mi sorride con malizia.
«Credi che ti piacerebbe anche se fosse quello di un altro maschio?»
Ora sono io che le sorrido e le rispondo in maniera alquanto allusiva.
«Certo che mi piacerebbe, anzi, sarebbe sicuramente molto intrigante. Se un altro maschio ti avesse riempito la bocca col suo seme, significherebbe che, finalmente, hai deciso di vivere un’esperienza particolare e diversa dal solito. Sarebbe stupendo e il mio coinvolgimento sarebbe al massimo, quindi, perché non dovrebbe esser piacevole condividere anche lo sperma di un altro maschio?»
Non ho tempo di ricevere una risposta, perché lei si stacca da me e inizia a vestirsi e, mentre anch’io sto quasi per completare la mia vestizione, ritorna Gianni già completamente vestito e, insieme, raggiungiamo il piccolo ristorante posto proprio all’inizio del molo. Il pranzo è davvero ottimo, il pesce cucinato in maniera straordinaria e il tutto viene innaffiato da un vinello frizzante fresco, che ci rende allegri e spensierati. Appena pranzato, ci rechiamo sulla sua barca e subito lasciamo il porticciolo e ci dirigiamo verso sud, in direzione delle isole Sanguinarie. Appena impostata la rotta, Gianni ci suggerisce di fare un riposino nella cabina posta sotto la plancia di comando. Laura declina l’invito, perché le piace sentire il vento sulla pelle e Gianni le propone a mettersi comoda, anzi, se lo desidera, può sdraiarsi tranquillamente a prendere il sole nuda, cosa che lei fa, senza pensarci su due volte. Anche lui, appena finito di parlare, si spoglia completamente e resto affascinato dalla sua dotazione: le grosse palle, sormontate da un cazzo che, pur non essendo in erezione, dimostra di esser lungo e grosso in spessore. Vedo lo sguardo compiaciuto di mia moglie, mentre resto stupito dalla facilità con cui ha accettato la sua proposta e mi impongo di cercare di non esser, in questo momento, di intralcio a ciò che, evidentemente, frulla in testa a mia moglie. Quindi, silenziosamente, scendo di sotto e mi sdraio sul letto. Lascio la piccola porta socchiusa, mentre nella mia mente si formano immagini di mia moglie, completamente nuda, sola con lui, lontana dalla mia percezione visiva e questo mi eccita in maniera sconvolgente. Chiudo gli occhi e immagino scene erotiche, dove la protagonista è mia moglie insieme a Gianni. Sono così assorto nei miei pensieri che, ad un tratto, avverto un leggero rumore: apro gli occhi e vedo Gianni che sta chiudendo un piccolo armadio, da cui ha preso due teli da mare.
Mi guarda e sorride, poi, con un cenno del capo, indica la mia mano che ancora stringe con forza il mio sesso duro e teso.
«Complimenti! Hai un bell’attrezzo! Un'ottima mazza!»
«Stai scherzando! Qui chi dei due ha una bella mazza, se tu! La mia è assolutamente nella norma.»
Lui mi sorride, si avvicina, si inginocchia sul bordo del letto e, così facendo, il suo cazzo si trova preciso davanti alla mia faccia. Allungo la mano e, con un semplice gesto porto quella splendida cappella rossa alla mia bocca e, dopo avervi dato una bella leccata, me la infilo il più possibile in gola. Lecco ed assaporo quel cazzo, succhiandolo, mentre con la mano lo sego e, subito, sento che sta crescendo in maniera incredibile. Sentirlo lievitare fra le mie labbra, mi eccita da morire e, ben presto, riesco a tenere in bocca solo la punta di quella splendida mazza, che ora si erge in tutta la sua fierezza. Lui appoggia la mano sul mio capo e, oscillando con il bacino, mi detta il ritmo della pompa. Lo sento gonfiarsi ancora di più e, quando mi rendo conto che, di sicuro, fra poco mi riempirà la bocca di crema calda, lui si ferma e con voce rotta dal piacere, si stacca da me.
«No, non voglio ancora venire. Voglio godere ancora di più questo magnifico momento.»
Senza aggiungere altro, esce e torna a far compagnia a mia moglie. Resto disteso, stordito dal piacere appena provato e, anche se non ho avuto il premio di ricevere in bocca la sua crema, sono ancora stordito dalle vibrazioni che ho provato, nel sentire fra le labbra crescere quella splendida mazza. Resto ancora per un po’ disteso, poi decido di andare a vedere come si evolve questa storia. Silenziosamente mi avvicino al boccaporto e, quando sto per salire i pochi gradini che mi porteranno fuori, vedo mia moglie sdraiata sul divanetto, con la testa reclinata all’indietro, le cosce completamente spalancate e Gianni, inginocchiato fra esse, che la sta leccando, facendola godere molto. Noto che lei serra di colpo le cosce intorno alla testa di Gianni, geme ed urla di piacere, mentre il suo corpo viene scosso da fremiti che annunciano un suo potente orgasmo. Osservo la scena estasiato, consapevole del fatto che, finalmente, sto realizzando un sogno che stavamo coltivando da tempo. Li osservo ancora, e lui, dopo averla lasciata godere, si alza in piedi e si posiziona davanti a lei e, di sicuro, perché in realtà non vedo, deve averle offerto da succhiare quella splendida mazza, che poco prima si trovava fra le mie labbra.
Non resisto, esco e, senza dir nulla, mi inginocchio fra le cosce di mia moglie che, solo allora, si gira e mi vede. I suoi occhi brillano di una luce carica di voluttà ed io appoggio la punta del cazzo fra le labbra della sua fica fradicia e, con un affondo deciso, le entro tutto dentro, mentre lei prosegue a leccare quella splendida mazza che tiene con entrambe le mani. Il mio affondo le fa inarcare il corpo, mentre le sue gambe ora si stringono e si aggrappano ai miei fianchi. Scivolo nel suo ventre caldo e umido e mi allungo verso il suo viso. Lei, per un istante si gira verso di me, mi bacia, poi si sposta un po’ indietro ed avvicina il mio viso a quella splendida mazza, dura e pulsante. Sono indeciso: è chiaro che mi sta invitando a prenderlo in bocca insieme a lei, ma io sono ancora titubante.
«Dai, prendilo in bocca! Non esitare, ho visto che ti piace e, sicuramente, succhiarlo insieme, sarà piacevole per entrambi.»
La guardo un po’ stupito, ma non è il momento delle spiegazioni e, con decisione, spalanco la bocca per ricevere la grossa cappella fra le mie labbra. Anche lei si dedica a leccare l’asta e, mentre ci alterniamo con entrambe le bocche a scorrere lungo quella mazza vogliosa e dura, Gianni appoggia le sue mani sopra le nostre teste e muove il bacino avanti/indietro, permettendo che le nostre lingue e labbra gli procurino piacere. Per me è troppo, sento l’orgasmo esplodere nella mia mente, mentre sto scopando mia moglie, senza rendermi conto che preso dal piacere di succhiare il cazzo di Gianni, mi ha eccitato così tanto che in breve le inondo il ventre con tutto il mio piacere. È un orgasmo forte, devastante che mi lascia stordito e, nello stesso tempo, svuotato. Mi sfilo e dalla fica di mia moglie fa capolino un rivolo di sperma bianco, mi abbasso, lo lecco avidamente. Il gesto non sfugge ad entrambi, che sorridono con evidente compiacimento.
«Come vedi, Laura, avevo ragione io! Tuo marito, oltre ad essere un bisex convinto, è pronto a ricevere un sontuoso paio di corna, che ora, con la tua collaborazione, gli vorrei regalare.»
Si sposta, mi spinge, con una mano sulla spalla, a lasciar libero il posto tra le cosce di mia moglie ed appoggia quella grossa cappella sulle labbra della figa fradicia di Laura e, con due spinte decise, la penetra, fin in fondo. Lei inarca il corpo per meglio ricevere la spinta e, una volta giunto al fondo, la vedo spalancar la bocca e guardarmi con occhi esagitati. Dalla sua bocca non esce nessun suono, mentre con la mano afferra il mio cazzo, ancora duro e, mentre Gianni inizia a pomparla, lei gira la testa e si infila il mio cazzo in gola. È estasi pura, veder mia moglie posseduta con forza da quel toro; quelle immagini mi sconvolgono e mia mandano ai pazzi; poi, ad un certo punto, lei serra le labbra intorno al mio membro, mentre il suo corpo viene scosso da un orgasmo squassante, che la fa vibrare tutta. Gode ed urla a bocca piena, mentre ora Gianni la pompa con impeto sempre più crescente e mentre io sento la sua bocca che succhia il mio cazzo, in maniera decisa e vigorosa. Gode ancora e quel nuovo orgasmo la fa tremare come una foglia al vento, mentre lui prosegue senza sosta nel suo continuo pompare, con colpi sempre più veementi, che la squassano tutta, mentre sciorina tante lodi per lei.
«Meravigliosa! Che fica calda e stretta, meravigliosa! Mi fa impazzire! La voglio godere tutta, fino in fondo! Te la sfondo tutta! Te la voglio farcire e riempire di sperma, fino all’ultima goccia!»
Il corpo di Laura è tutto un fremito per i tanti, continui orgasmi che si avvicendano senza fine; ad un tratto, lui l’afferra per i fianchi e la scopa ancora con più forza e più velocemente, fin quando, con un urlo che ha poco di umano, si svuota tutto dentro di lei. Nello stesso istante in cui lui le inonda l’utero con tutto il suo seme, io, eccitato come un pazzo, le scarico in bocca ciò che resta del mio piacere, e lei si ritrova gratificata da tutto quel seme che la riempie in ogni dove. Restiamo immobili, poi, lentamente lui si sfila e quando si alza in piedi, appoggia la mano sinistra sulla mia spalla e mi esorta ad inginocchiarmi fra le cosce di mia moglie.
«Guarda che capolavoro! Guarda come ho slargato e slabbrato la fica di tua moglie! Adesso è piena e, poiché so che desideri assaporare anche il mio sperma, ti invito a leccare e ripulire tutto il mio piacere che sta sgorgando dalla fica di tua moglie. Dai non esitare, che son certo che è davvero ciò che vuoi.»
Non ho nessuna esitazione, mi inginocchio e vedo la fica di mia moglie oscenamente aperta, dilatata, da cui fa capolino il suo seme, che lecco e ingurgito fino all’ultima goccia, estasiato da quel premio appena ricevuto. Quando ho finito di leccare tutto, fino all’ultima goccia, eravamo giunti nel punto esatto per vedere lo spettacolo del tramonto e, gettata l’ancora, ci invita a fare un tuffo in mare. Una bella nuotata e, quando ritorniamo in barca, siamo tutti e tre consapevoli che quello che abbiamo appena vissuto, è stato solo l’inizio e, sicuramente, avremo ancora voglia di provare altre emozioni. Trascorriamo la serata in attesa del tramonto, che effettivamente si rivela uno spettacolo da non perdere. Mentre vediamo il sole scendere all'orizzonte, in un caleidoscopio di colori bellissimi, io sono inginocchiato davanti a lui e gli sto succhiando quel meraviglioso cazzo, che sta tornando immediatamente duro; nel contempo lui è intento a leccare la fica di mia moglie e, dopo l’ennesimo suo orgasmo, la fa salire su di lui e, impalata su quella meraviglia della natura, lei gode a ripetizione, mentre io le offro da succhiare il mio cazzo e, improvvisamente, sento anche le labbra di Gianni aiutare mia moglie nel farmi godere. Passiamo insieme a lui l’intera notte, durante la quale anch’io mi godo quella splendida mazza: mentre scopo mia moglie, lui mi incula con forza e determinazione, facendomi provare un nuovo tipo di emozioni.
Dopo questa esperienza, abbiamo passato con lui altre giornate veramente interessanti, durante le quali è riuscito a convincere mia moglie a prendere il mio cazzo in culo, mentre lui la scopava con forza e questo, per lei, è stata un'esperienza indimenticabile.
Oggi siamo una coppia che, spesso e volentieri, senza alcun problema, si regala momenti di piacere puro, godendo entrambi con terze persone senza distinzione di genere: insomma femmine o maschi, per noi non fa nessuna differenza.
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2 years ago
baxi18, 55
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Carpe diem!
Mi chiamo Enzo, ho 55 anni e sono sposato da 35 anni con Giulia che ha un anno meno di me. Sono di statura media, capelli scuri e fisico abbastanza asciutto, con, soprattutto, una bella dotazione fra le gambe, che mi ha sempre permesso di far godere mia moglie in maniera molto appagante. Giulia è una bella donna, con un bel fisico, ben proporzionato ed un seno che non passa inosservato, una quarta misura piena, che attira spesso lo sguardo degli uomini. Lei, però, è una persona che, nella vita di tutti i giorni, ha un comportamento ed un modo di fare piuttosto normale, senza grilli per la testa, ma, in certe situazioni, se le scatta quel particolare momento di libidine incontrollata, si trasforma in una donna viziosa e questo ci permette di vivere esperienze assolutamente fuori dal comune. Inoltre, fra noi, vige una buona intesa e, in questi ultimi cinque anni, il nostro rapporto si è evoluto in maniera alquanto appagante per entrambi.
Dopo una prima timida esperienza, con il tempo sono riuscito a convincere mia moglie a vivere il sesso in maniera libera ed appagante. Insieme o, a volte, singolarmente, amiamo approfittare di tutte le situazioni erotiche che la vita ci offre. Molto spesso tutto questo avviene casualmente, rendendo il gioco ancora più eccitante. Non importa se ci troviamo coinvolti a far sesso con una coppia, con un singolo o con persone conosciute in maniera occasionale o imprevista; ciò che desideriamo è solo godere e, se la cosa avviene in maniera separata, quando ci ritroviamo di nuovo assieme, colui che ha vissuto l’avventura la racconta all’altro e questo gioco ci provoca un’eccitazione tale da farci scopare con profonda passione.
Una recente avventura, avvenuta in maniera alquanto casuale, mi ha permesso di constatare che mia moglie, quando avverte dentro di sé il forte desiderio di vivere un momento di intensa libidine, non si pone remore, non si preoccupa proprio di niente: in quel preciso momento, vuole solo godere.
Ci trovavamo in un’altra città, a circa quattro ore di volo da casa nostra, perché ero stato invitato ad un simposio, attinente al mio lavoro. Una bella cittadina posta in riva al mare, con una lunghissima spiaggia. Poiché il secondo giorno avrei dovuto partecipare, nel pomeriggio, ad una tavola rotonda, la mattina, mentre facevamo la corsetta mattutina, ci siamo fermati sul lungomare di fronte ad un cantiere edile in attività, dove lavorava un ragazzo sui ventitré anni con un fisico da urlo, visti i muscoli che si evidenziavano sulla maglietta e ovunque, mentre era intento a preparare della malta. Pensavo che ci fossimo fermati solo un attimo per riprender fiato, ma ho subito notato che Giulia era rimasta attratta da quel giovane ed ha cercato subito di attirare la sua attenzione. Così, mentre lo fissava, ha preso a fare un po’ come i gatti: mi faceva le fusa, strisciando il suo corpo sul mio, con ciò attirando l’attenzione di quel ragazzo che non poteva fare altro che guardare a distanza. Di colpo mi son reso conto che mia moglie aveva voglia di qualcosa di speciale. Allora l’ho assecondata e così abbiamo cominciato a pomiciare, prima con dei piccoli bacini sul collo, fino ad arrivare a quelli passionali, limonandoci la bocca a vicenda, costringendo il giovane a guardarci molta attentamente. In pratica, disinteressatosi del tutto del cantiere, si è avvicinato a noi che, intanto, ci masturbavamo a vicenda. Questa scena ha fatto eccitare anche lui, che si è avvicinato sempre di più a noi, facendoci constatare che era munito di un voluminoso pacco che stava crescendo fra le sue gambe.
Giunto vicino a noi, Giulia ha allungato le mani e lui ha ricevuto subito i primi palpeggiamenti della mia lei. Infatti si è subito prodigata a tirar fuori il suo maestoso membro, che cercava di farsi strada tra quell’involucro ormai stretto e reso umido per l’eccitazione.
Io son rimasto, all’inizio, bloccato, perché impreparato a quella scena, dove lei, senza curarsi del luogo dove ci trovavamo e con una certa spudoratezza, gli ha estratto il membro e, prima carezzandolo con le mani e poi avvicinandovi la bocca, gli ha propinato un pompino da paura, trasformandosi, quando vuole, in una magnifica succhiacazzi, davvero esperta.
Non credevo ai miei occhi. Veder lei impegnata tra il mio e l'altro, prima con le mani e poi entrambi in bocca, con un fare famelico e godurioso, era qualcosa di infinitamente bello; sì, mi piaceva vedere con quanta bravura alternava i nostri cazzi nella sua bocca e, a volte, spalancava le labbra per accoglierli entrambi. Improvvisamente siamo stati interrotti dalla voce del capo cantiere, venuto alla ricerca del suo operaio smarrito e, trovatolo, assiste alla scena hard che gli si presenta davanti agli occhi. Si avvicina quasi a contatto con noi e lei, attratta dalla sua statuaria presenza, si disinteressa a me e, tirato fuori anche il membro del capo cantiere, prende a spompinare anche quello. Sempre più meravigliato dal comportamento disinvolto e lussurioso di mia moglie, preferisco starmene in disparte ad ammirare lei che si gode i due membri dei muratori e, estasiato da quella superbe scena erotica, comincio a masturbarmi come farebbe un cuckold. Dopo un lungo interminabile momento, il capocantiere ci invita a spostarci in un luogo più appartato, lontano da occhi indiscreti. Raggiunto l’interno della casa in costruzione e, riparati da alcune cataste di materiali, lei si prende cura di quei due, accogliendo in bocca i rispettivi membri. Ero estasiato a guardarla come si dedicava a quegli enormi falli, che le riempivano la bocca, quando, d'improvviso, alle mie spalle, è comparso un altro soggetto, sicuramente anch'egli addetto nel cantiere. Era un giovane dall’aspetto gracile, ma con in mano un cazzo non molto lungo, ma di una circonferenza del tutto fuori dal comune. Subito quello che era il capo l’ha invitato ad unirsi alla festa.
«Vieni anche tu! Avvicinati, che qui abbiamo questa troia che vuol godere e farsi riempire tutti i buchi. Però, tu la scoperai per ultimo, altrimenti, dopo che le avrai spanato i buchi col tuo paletto così grosso, i nostri sembreranno dei grissini.»
Lui sorride compiaciuto e, senza tanti complimenti, avvicina quella mazza fuori misura alle labbra di Giulia, che sembra gradire anche la presenza del nuovo arrivato. Improvvisamente il capo, dopo averla fatta piegare, le si posiziona dietro e, dopo aver abbassato i pantaloncini della tuta, spennella la sua grossa cappella lungo lo spacco della fica di Giulia e, appurato che è già completamente fradicia, l’afferra per i fianchi e glielo spinge dentro con un affondo secco e deciso.
«Accidenti! Questa vacca è un lago!»
Nello stesso istante in cui viene penetrata nel suo caldissimo nido, si gira e, guardandomi negli occhi, mi comunica tutta la sua soddisfazione per ciò che prova. Mentre il capo la pompa con impeto e passione, gli altri due si alternano nella sua bocca, fin quando il giovane, che per primo avevamo visto, invita il suo capo a sdraiarsi per terra, sopra un cartone, e trascinare su di sé Giulia. La vedo impalarsi su quello splendido membro e, appena lo prende tutto dentro, il giovane si posiziona dietro di lei con la chiara intenzione di penetrarle il culo.
Resto sorpreso dalla condiscendenza che Giulia dimostra nell'abbassarsi sul petto dell'altro, per far sì che il capomastro afferri le sue natiche, le apra il buco del culo e, con un po’ di difficoltà, riesca a prendere dentro di sé anche questo secondo membro, che la sfonda alla grande.
«Meravigliosa! Questa maiala dimostra una capacità ricettiva senza uguali in tutti i buchi. Che meraviglia! Che bel culo caldo!»
Il terzo, intanto, è rimasto in piedi e, in qualche modo, tiene Giulia con entrambe le mani sulla testa e, dopo averle appoggiato il cazzo sulle labbra, la scopa in bocca, cercando di spingere il più possibile il suo grosso membro dentro la gola di mia moglie, che, a stento, riesce giusto a far entrare un po' più della punta.
È una scena sconvolgente, dove lei gode a ripetizione, finché quello che le sta pompando il culo viene con un urlo, scaricando dentro di lei copiosi fiotti di sborra che le riempiono il retto.
«Meraviglioso, lo sento! Mi sta inondando il culo!»
Le assesta ancora qualche altro colpo, poi si sfila e lascia il posto all’altro amico, che ora cerca di infilare quella grossa mazza nel culo di Giulia. Nel tentativo di raggiungere il suo scopo, viene però interrotto dall’altro, che la sta scopando dal basso e, anche lui, con un grugnito da vero porco, le riversa nella fica tutto il suo piacere. Vedo Giulia scossa da brividi di piacere e, con la sua bocca spalancata, divenir preda del primo che ha goduto, che ora le infila fra le labbra il membro ancora barzotto, ma sporco dei suoi umori per farselo pulire. Per un lungo istante tutti e tre restano in silenzio, poi il capo la spinge di lato e lei si ritrova in ginocchio con il viso rivolto verso il basso e il culo in aria, mentre il giovane più dotato ora la prende per i fianchi e con una spinta decisa, lo infila nel primo buco a disposizione. Giulia spalanca la bocca, cerca di parlare, ma nessun suono viene fuori dalle sue labbra, mentre il giovane le spinge dentro, con forza, il suo enorme cazzo e, solo allora, mi rendo conto che glielo sta piantando tutto davanti.
«Fantastica! Che bella fica stretta! Accidenti, è tutta da spanare!»
La scopa con impeto, battendo con forza il suo corpo contro quello di mia moglie, che spinge indietro il bacino, andando incontro a quel membro che le sta letteralmente slabbrando la fica. Gode a ripetizione e lo incita a sfondarla ancor di più.
«Più forte! Spingilo più forte! Voglio sentirlo tutto dentro, fino in fondo!»
Poi la sua bocca viene ancora usata dagli altri due, che continuano a farsi succhiare i loro membri. In particolare, quello del giovane è ancora bello duro e chiede all’amico di cambiare posto, perché anche lui vuole scopare questa splendida maiala, capitata per caso. Vedo il giovane che si sfila dalla fica di mia moglie e, con un movimento lento, ma deciso, glielo spinge tutto nel culo. Giulia spalanca di nuovo la bocca e gli chiede di far piano, perché deve gestire l'ingombro non indifferente che ha nella fica. Il ragazzo la tiene per i fianchi e quando è riuscito ad infilarlo tutto dentro, allunga le mani ed afferra i seni di mia moglie, facendola inginocchiare, poi entrambi si sdraiano di lato e, a quel punto, invita l’altro amico a posizionarsi davanti per scoparla insieme. L’altro solleva la gamba di Giulia e, in un certo modo, riesce ad infilare anche il suo cazzo fra le cosce di mia moglie che ora gode è scossa da un orgasmo continuo. La pompano come forsennati e, in breve, anche loro due raggiungono il piacere, riversando nel ventre e nei buchi slabbrati di mia moglie, tutto il loro piacere. Lei gode ed urla quando riesce ad avere la bocca libera dal cazzo del capocantiere, che, imperterrito, continua a scopare la bocca di mia moglie. È bellissimo vederla godere ed io mi sono eccitato così tanto, che ho iniziato a sborrare, riempiendomi la mano del mio succo, mentre lei viene irrorata di caldo sperma in ogni buco, prima dai due giovani e poi seguiti dal capomastro, che le schizza in faccia un’ennesima sborrata. Lentamente, quel groviglio di corpi si è sciolto e uno dei tre le offre degli scottex per farle pulire il viso e asciugare il più possibile quei suoi buchi, che tracimavano tutto il piacere che vi era stato riversato dentro.
Dopo essersi in qualche modo ricomposta, lei fa un cenno della mano e li saluta. Poi, uscita dal cantiere, ha ripreso a correre sulla spiaggia come se nulla fosse successo, come se niente fosse avvenuto.
Ecco, questa è la cosa che mi fa impazzire di mia moglie: è capace di farmi vivere momenti di pura follia erotica e poi, quando tutto è finito, riesce a tornare sempre la meravigliosa donna di tutti i giorni.
Ora io vivo sempre nella speranza di un altro possibile incontro, perché mi rendo conto che siamo diventati dei veri porci e lei, soprattutto, una grande maiala.
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2 years ago
baxi18, 55
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La mia prima volta con un uomo maturo
La mia voglia di conoscere e sperimentare nel mondo del sesso, unita al mio aspetto femminile, e perche' no, ad un'amore viscerale per gli uomini di una certa eta', mi ha portata a realizzare fantasie fino ad allora solo sognate. Sono nata transgender, con un aspetto femminile ma si fatto maschio, ed e' proporio grazie al mio aspetto, che ho potuto scoprire le gioie che puo' dare prendere il cazzo. Scusate il francesismo, ma non ci sono altri modi per esprimere questo concetto del tutto naturale.
Sono sempre stato timido di carattere, molto introverso, non ho mai fatto amicizie volentieri, ho avuto sempre un carattere abbastanza schivo e chiuso, non ho mai legato facilmente con la gente, per questo motivo non ho mai avuto amicizie vere, quelle poche che trovai nel corso degli anni, le abbandonai ben presto, avendo trovato solo serpi che ti usano per i loro tornaconti, e una volta terminato i servigi, ti piantano senza uno straccio a cui appoggiarti. Di amicizie simili ne ho sempre fatto a meno, e ho preferito affidarmi a diciamo, affetti temporanei piuttosto che stabili.
Iniziai a imparare ad atteggiarmi a donna, e proprio dalle donne che imparati tutto cio' che so oggi nel sedurre gli uomini, dal trucco all'abbigliamento, dalle movenze al comportamento, in sostanza, feci un bel pieno di femminilita', grazie anche a delle VHS che sgraffignavo nelle edicole dove i proprietari erano meno attenti. Studiavo ogni particolare delle attrici che vedevo su quelle immagini forti ed esplicite, immaginando di essere una di loro, e guardavo per ore intere quelle movenze, mentre una bella donna si faceva scopare da maschi bianchi e di colore, ero attenta ad ogni particolare che potesse istruirmi a diventare perfetta, piu' perfetta di una donna biologica, pur non avendone gli stessi organi sessuali. imparai ad usare il mio culetto come una figa, e imparai anche abbastanza in fretta devo ammettere. La mia prima vera iniziazione, fu nemmeno farlo apposta, con un'uomo del mio quartiere, che conoscevo benissimo, e al quale non ero proprio indifferente, ad ogni incontro casuale non faceva altro che farmi complimenti e mangiarmi con gli occhi. Era un signore vedovo, sulla cinquantina d'anni, io ne avevo appena compiuti sedici.
Incontravo spesso quest'uomo al discount dove mi recavo per la spesa, d'estate, capitava uscissi con degli shorts sgambatissimi addosso, mostrando le mie belle gambe e forse anche qualcosina di troppo. Un culo favoloso, che non mi vergognavo di mettere in mostra, nonostante i pettegolezzi che sentivo dietro le spalle dalla gente del mio quartiere. I miei genitori, si erano trasferiti da poco tempo in veneto per questioni di salute, dopo mille battaglie, si erano convinti a non portarmi con loro, ma ad affidarmi l'appartamento in citta', lo stesso dov'ero nata e cresciuta. Appartamento, che usufruivo da solo, mantenendomi a volte con dei lavoretti, a volte aiutato da loro stessi.
Fu una mattinata di caldo luglio che ebbi l'occasione di addescare l'uomo. Sempre gentilmente, si offriva di darmi un passaggio con la sua auto fino a casa, evitandomi di farmi portare il peso delle borse della spesa. Era un'uomo gentilissimo, dai capelli brizzolati, un accenno di pancia, ma tutto sommato un'uomo apprezzabile, lo invitai da me a bere una bibita fresca o per un caffe' in modo da ringraziarlo per il passaggio. Non ho mai sopportato il caffe', mi ha sempre dato nausea solo a sentirne l'odore, ma avevo una scorta lasciato dai miei che tenevo da parte per situazioni di emergenza come quelle.
Feci dunque salire in casa l'uomo, che mi aiuto' con le borse, che si offri' di sistemarmi lui stesso in frigorifero. Ci scontrammo petto a petto, dopo aver preso delle lattine, mi voltai di scatto, e mi trovai senza volerlo tra le sue braccia. Restammo un'istante a fissarci senza parlare, era evidente che entrambi cercavamo di rompere il ghiaccio, e quello sembrava il momento piu' adatto. Istintivamente, portai il mio visetto dai lunghi capelli biondi e le mie labbra carnose, accando al suo, e ci baciammo. Fu un bacio cosi' passionale e naturale, che lasciai cadere a terra le lattine e mi avvinghiai a lui, buttandogli le braccia al collo, mentre le sue braccia, stringevano i miei fianchi stretti.
Non ci fu bisogno di parlare, parlarono i nostri occhi per noi, l'intesa fu immediata, come se ci conoscessimo da sempre. Lo aiutai a denudarsi, in piedi in cucina, tra le borse ancora da sistemare, lui denudo' me, togliendomi a fatica gli Shorts stretti e appiccicosi dal sudore, oltre la t-shirt che indossavo. Continuammo a baciarci appassionatamente contro la parete della mia cucina, entrambi liberi dai vestiti. Fu tutto anche troppo naturale, avevo visto mille volte le videocassette e avevo studiato a lungo le riviste, per non sapere cosa fare in quell'istante. Era il momento di verificare cosa avevo imparato, tirando fuori tutta la mia femminilita'.
Mi inginocchiai davanti a lui, prendendogli in pugno il cazzo gia' bello duro e pronto all'uso, lo sentivo bello gonfio nel mio pugno, mi scostai da un lato del collo i lunghi capelli, e aperte le labbra, lo infilai dentro tutto in gola, iniziando a spompinarlo con la destrezza di una vera troia da strada. Era il primo vero pompino che facevo in vita mia, e me lo gustai fino all'ultimo secondo. Fu una sensazione particolare, sentirmi riempire la bocca da quel palo caldo e duro di carne, mentre con l'altra manina masturbavo lentamente il mio. Lo sentivo gemere dal piacere, mentre mi accarezzava la testa, e mi faceva fare avanti e indietro a tempo con le sue grosse manone. Furono attimi bellissimi, credo sbrodolai anche, ma non me ne accorsi.
Ero decisa a tirare fuori tutta la mia femminilita' e a concedermi anima e corpo all'uomo dei miei sogni, lo feci sbrodolare riempiendomi la gola di caldo , che prontamente come avevo imparato, ingoiai davanti ai suoi occhi e al suo viso soddisfatto. Mi alzai in piedi, ancora con le labbra grondanti del suo seme, e lo baciai condividendo con lui la sua sperma. Fu fantastico, e per quella mattina fu anche troppo, decidemmo di vederci con piu calma nel pomeriggio. Nel trascorrre il resto della mattinata, non combinai molto, continuando a segarmi e sborrando a fontana, ripensando a quel meraviglioso atto d'amore, che mi era appena stato concesso. Ero un fiume in piena, e bramavo di raccontare la mia esperienza a qualcuno.
Come accennato poc'anzi, non avevo amicizie con cui potermi confidare, ma volevo e dovevo parlarne con qualcuno, non potevo tenermi tutto dentro. Feci la cosa piu naturale al mondo, chiamai mia madre, e confidai a lei cio' che mi era appena accaduto. In quel periodo, mio padre era ancora vivo, ci lascio' qualche anno piu' tardi per un'operazione di bypass al cuore. Mio padre, era un calabrese trapiantato in Lombardia da piccolino, aparte la vergogna che avrei avuto avesse saputo certe cose, non le avrebbe comunque mai accettate, quindi sapevo di poter contare sull'appoggio e la comprensione di mia madre.Cercai in un momento in cui mio padre non era in casa, di parlarle, e con una punta di orgoglio che non mi sentivo di nascondere, mi confidai a lei. Mia madre, era una donna di sani principi, cresciuta con un'educazione cattolica e puritana, certe situazioni non le comprendeva, ma si sforzava almeno di consigliarmi.
Mi diede dei consigli da mamma, che io ovviamente non ascoltai, volevo quell'uomo le dissi, lo volevo ad ogni costo, e non mi sarei fermata. Mi ero calata nella parte in tutto e per tutto, ed ero fermamente convinta di portare a termine il mio primo vero rapporto con un'uomo. Nel pomeriggio finalmente, l'uomo dei miei sogni arrivo' da me, stavamo per iniziare la nostra prima esperienza d'amore, e la cosa mi mandava fuori di testa.
Mi ero preparata a dovere per quell'incontro, e adesso dovevo solo mettere in pratica tutto cio' che avevo imparato. Era se vogliamo, una specie di esame per me da superare a pieni voti. Ci sistemammo nella camera da letto, sul lettone matrimoniale, dove per anni i miei genitori avevano dormito prima del loro trasferimento, ma anche il posto in cui fui concepita io stessa. L'idea di profanare quel lettone, mi eccitava oltremodo. Fu piu semplice e naturale di quel che pensassi, tutta la mia ansia e preoccupazione, svanirono appena fui al centro del letto insieme a lui, sotto disteso di schiena sul posto dove aveva dormito mamma, ed io sopra di lui, appoggiata con le braccia distese, mi lasciai andare, l'uomo guido' con la sua manona, il suo grosso e duro cazzo tra le mie natiche sudaticce e burrose, spinse, la sua grossa e turgida cappella scivolo' dentro al mio buchetto, facendomi chiudere gli occhioni e tirare un lungo sospiro di piacere. Mi scostai i lunghi capelli da un lato del visetto, e lasciai che spinse nuovamente il bacino in alto, per affondare ulteriormente dentro di me, il suo bel cazzo.
Sospirai ancora e ancora, sentendo che mi il suo palo duro, si faceva largo tra le mie natiche, aprendomi per bene. Venivo penetrata con dolcezza e amore, affondo' l'ultimo colpo, facendolo entrare del tutto fino alle palle pelose. Sospirai e lui gemette, mise le sue mani sulle mie natiche, aiutandomi a saltellare muovendomi a tempo con lui, mentre a pochi passi da noi, le tende trasparenti, ci coprivano alla vista esterna del palazzo difronte. La situazione era al massimo del piacere, sbrodolai in pancia al mio uomo, che mi apriva le chiappe con il suo bel cazzo duro scopandomi alla grande come mai avrei creduto in vita mia. Ho benedetto il suo cazzo in quell'istante, e mi dichiarai innamorata di lui. Stavo provando per la prima volta, sensazioni e piaceri, che ben presto avrei imparato a riconoscere all'istante con mille altri uomini.
Non posso certo descrivere a parole cio' che provai in quegli attimi benedetti, era sicuramente al di la' di come me lo ero immaginato. Sognare una cosa e un conto, provarla e tutt'altra faccenda, e il piacere che stavo provando mentre l'uomo mi sfondava le natiche con il suo bel cazzo duro e grosso, andava al di la' di ogni mio pensiero. Ah l'amore... Stavo avendo il mio primo rapporto completo con un'uomo finalmente, e mi sentivo femmina dalla punta dei piedi, alle punte dei capelli. Ora sapevo cosa provavano le donne che avevo visto fin troppe volte nelle riviste e nelle cassette porno, sapevo e mi piaceva, non mi preoccupai nemmeno una volta del fatto che potessi essere gay o meno, non mi importava di essere etichettata o additata, ero innamorata, mi sentivo femmina, e il mio unico desiderio, era che tutti potessero sapere quando ero troia. Ero nel periodo piu bello della mia adolescenza, e stavo avendo il mio primo rapporto d'amore con un vero uomo maturo, cosa potevo desiderare di piu? Peccato solo che mia madre non fosse li a vedermi.
Anche l'uomo sembrava assai coinvolto dalla situazione, godeva con me di questa esperienza fantastica che stavamo vivendo insieme, continuando a dispensarmi parole d'amore e di affetto, mentre godeva dentro di me. Ogni tanto, voltavo la testa verso la finestra a pochi passi da noi, per controllare se la fuori, qualcuno ci spiasse, vedevo distintamente, le figure dei vicini sui loro balconi parlottare o fare le loro cose, ma dubito potessero vedere attraverso le anche sottili tende della camera. Mi era presa una voglia assurda, di far vedere a qualcuno quanto stavo facendo, non chiedetemi perche', sara' stato il momento, l'amore, il piacere non so che dirvi, so solo che volevo che qualcuno assistesse a tutto cio'.
Ma al momento non avevamo proprio nessuno a cui far assistere la scena, e la prudenza nell'esporci la vinse su tutto il resto. Nel momento piu' impensato, ecco che il cordless sulla testiera del letto squillo', ero tentata di non rispondere, ma allungai il braccio e lo presi sempre senza staccarmi dall'uomo con cui continuai a saltellare su e giu e a cavalcare il suo bel cazzo dentro me. Mia madre, e chi poteva essere in un momento simile? Era preoccupata per la faccenda dell'uomo, e mi aveva cercato per esortarmi a lasciar perdere, ma era troppo tardi, dato non avevo pubblico con cui sfogarmi, decisi che sarebbe stata mia madre la mia vittima scelta. Una cosa, che poi imparai a fare spessissimo durante i primi anni, ovvero chiamarla per farle ascoltare in diretta le mie scopate con gli uomini, tutto inizio' proprio da li.
Cavalcando il cazzo del mio uomo, iniziai a sospirare di piacere al telefono con mia madre, cercando di raccontarle nei minimi particolari, il piacere che provavo, e la bellezza di quell'atto d'amore che stavo facendo nel suo letto tra l'altro. Mamma cerco' con la calma e la pazienza che la contraddistingueva, di assecondarmi, altro non poteva fare ormai, cercando di lasciarmi sfogare e cercando di comprendere i farfugliamenti che le raccontavo, tra un gemito e un sospiro. Da parte mia, ero in estasi completa, e non ricordo nemmeno cio' che le dissi, ma saranno state sicuramente sciocchezze dettate dal piacere che provavo, o comunque dall'amore che mi pervase in quel preciso momento. Ricordo vagamente di averle detto che me lo volevo addirittura sposare.
Mia madre, donna di santa pazienza, cerco' di ascoltare i miei deliri da troia infoiata, finche' pote' almeno, non so se mio padre fosse in casa quel giorno, o lei mi avesse chiamata da un'altra stanza, sicuramente, cerco' di ascoltarmi fino all'ultimo, prima di ciudere la telefonata. Volevo che anche l'uomo conoscesse e parlasse con mia madre, ma lui preferi' non farlo per rispetto e per vergogna chiaramente, ma io continuai fino alla fine a blaterare a mia madre tutto il piacere che stavo provando, fino a che il mio amore, non mi allago' le viscere di caldo sperma venendo con un sospirone aggrappandosi ai miei fianchi stretti. Dovetti lasciar cadere il cordless sul lettone, e venire a mia volta gemendo forte, e accasciandomi sul petto sudato del mio uomo che mi abbracciava teneramente.
Fu una scena meravigliosa vi giuro, mi sentivo ancora piena di lui e bagnata da ogni lato, non solo per il sudore, ma anche per la sperma che ancora era dentro di me, ingravidata dal mio primo uomo, sul letto dove io stessa fui concepita. Eravamo entrambi esausti, col fiato corto ma felici, ci fissammo e sorridemmo. Non sapevo se mia madre fosse ancora li al telefono, ma raccolsi il cordless, chiamandola, due volte non ebbi risposta, ma alla terza, mamma rispose, era ancora in ascolto. Credo volesse sincerarsi che stessi davvero bene, prima di chiudere la conversazione, la rassicurai che stavo benissimo, mai stata meglio di allora.
Lasciai mamma, con la promessa di risentirci verso sera, e rimasi ancora abbracciata al mio uomo, con il suo cazzo ormai afflosciato dentro al mio culo slargato. L'uomo divento' presto il mio uomo ufficiale, e restammo insieme per quasi un'anno, prima che le nostre strade si dividessero. Con mia madre invece, da quel giorno, iniziai una confidenza sempre piu' stretta, che culmino' poi nell'incontro dove mi rivelai a lei completamente, e di cui ho gia' parlato in un'altro racconto. Fu la scoperta dell'amore a portarmi a frequentare mille altri uomini di quell'eta', e a farmi raggiungere, piaceri mai immaginati ad ogni esperienza fatta.
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3 years ago
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Corna a parigi.
Mi chiamo Paolo, ho 57 anni, sono di media statura, pochi capelli, quelli rimasti, bianchi, occhi scuri e il fisico un po’ in sovrappeso. Sono sposato da 35 anni con Elisa, che ha più o meno la mia stessa età. Lei è una bella donna, alta più o meno come me, occhi scuri, capelli castani che le scendono fino alle spalle, una bella quarta di seno, fianchi un po’ larghi, e un bel culo, le cosce non sono molto lunghe, ma nell'insieme è una bella donna, che quando si veste elegante, fa la sua porca figura. Il sesso fra di noi è sempre stato molto appagante, sono munito di una discreta dotazione, ma soprattutto non ho fretta di godere, perché mi piace molto di più sentire lei quando raggiunge l’orgasmo e viene scossa dai fremiti di piacere. In tutti questi anni, abbiamo sempre scopato e ci siamo divertiti in maniera molto appagante, ma sempre fra noi e lei si è sempre prestata ad esaudire le mie fantasie. Più di una volta abbiamo goduto nell’immaginare che lei fosse una puttana ed io un suo cliente. Questa fantasia c’era sempre piaciuta molto, perché, in questo modo, io le potevo chiedere qualunque cosa: ad esempio prenderlo nel culo, succhiarmi il cazzo fino ad ingoiare la mia sborra, oppure farsi sborrare in faccia. Un’altra fantasia, cui abbiamo spesso fatto ricorso era quella di immaginare che lei mi stesse tradendo con un altro. Io la scopavo fingendo di essere il suo amante e di inondarle la fica con il mio seme.
«Prendilo tutto, troia! Ti inondo la fica, così vai a casa e la fai vedere a quel cornuto di tuo marito!»
Lei godeva molto in questo contesto e mi assecondava, soprattutto quando la invitavo ad immaginare di dover mostrare la sua fica, piena del mio sperma, al suo cornuto.
«Sì, bravo! Riempimi la fica! Pompamene dentro tantissima, così, poi, la faccio leccare a quel cornuto di mio marito!»
Inutile dire che queste fantasie ci facevano godere da matti. Per festeggiare il nostro anniversario di nozze, abbiamo deciso di passare quattro giorni a Parigi. Abbiamo prenotato dal giovedì alla domenica, presso un piccolo hotel vicino all'Arco di Trionfo, un hotel pulito, e molto carino. Le due settimane prima di andare in vacanza, non abbiamo avuto molto tempo per fare sesso, e così ci siamo ripromessi di divertirci e di godere moltissimo a scopare in vacanza, perché saremmo stati liberi da tutto e da tutti. Così, quando siamo arrivati a Parigi eravamo belli carichi. Giunti a destinazione, la sera, dopo esserci sistemati in albergo, siamo andati a cena in un piccolo ristorante posto su una terrazza, vicino alla Torre Eiffel e il tempo è volato via; per tutta la serata, ci siamo rilassati ed abbiamo iniziato ad assaporare il piacere della vacanza. Tornammo in albergo che era tardi, eravamo stanchi e mia moglie si è addormentata, mentre io avrei desiderato scoparla. Purtroppo però, lei non ha voluto sentir ragioni e così, anch’io mi sono addormentato, sebbene con il desiderio di fare sesso. Abbiamo dormito fino a tardi ed abbiamo superato l'ora di colazione, così ci siamo alzati per far la doccia ed uscire. Prima è andata mia moglie e poi, quando sono uscito dalla doccia, ho visto mia moglie agghindata in mutandine e reggiseno. Mi sono subito eccitato e le ho chiesto di scopare prima di uscire. Lei mi ha respinto, dicendomi che non era il caso di sprecare altro tempo di quella giornata, avendo intenzione di girare per la città e fare un po’ di shopping. Per far sesso, ci sarebbero stati i pomeriggi o le sere. Io, però, ho insistito così tanto, che si è offerta di masturbarmi prima di partire, con la promessa di scopare a sera, con molta più tranquillità. Dentro di me, ho pensato che, in fondo, una sega era meglio di niente. Inoltre pensavo di coinvolgerla, di farla eccitare e così, alla fine, avremmo scopato lo stesso. Mi sono tolto l'accappatoio e mi sono sdraiato supino sul letto e le ho chiesto di farlo bene, come lei sa fare. Mia moglie è molto brava, ti prende il cazzo e te lo masturba con lentezza esasperante. Quando vede che sei in procinto di sborrare, scende fino ai testicoli, li accarezza e li stringe con una morbidezza deliziosa, poi succhia un dito e te lo infila nel culo, con delicatezza. Mentre ero sdraiato, con lei inginocchiata di lato intenta a farmi la sega, ho notato che avevamo lasciato la finestra aperta e che c'era la possibilità d'esser spiati da qualche voyeur. Era molto eccitante l’idea che qualcuno potesse vederci e, anche se lei non era completamente nuda, la cosa diventava veramente piccante. Eccitato dall’idea che potessero vederci, ho pregato mia moglie di togliersi il reggiseno e lei ha accettato. Era la prima volta, che facevamo questo nuovo gioco ed era evidente che, anche a lei, la cosa piaceva moltissimo, inoltre è profondamente attratta dal mio cazzo quando è in completa erezione. Lei ha preso a segarmi in maniera lenta, facendomi assaporare bene il piacere della masturbazione. Poi ha abbassato la mano ed ha iniziato a giocare con i coglioni, delicatamente, per poi scivolare fino alla mia zona anale. Mentre mi accarezzava le palle e l'ano, la mia mano giocava con i bordi delle sue mutandine, così ho potuto insinuare le mie dita dentro di lei, percorrendo i rilievi della sua vulva, tastando i peli delle sue grandi labbra ed avvertendo l'umidità delle sue piccole labbra. Sentire le mie dita bagnate dai suoi umori, mi hai eccitato ancora di più e, così, le ho portate prima al naso e poi le ho succhiate, assaporando il suo nettare. Poi, quasi istintivamente, ho afferrato il bordo superiore delle sue mutandine e l'ho tirato giù. Invece di impedirmi di toglierle, si è messa in una posizione che mi ha reso più facile farlo ed è stata proprio lei a tirarle giù completamente e a gettarle a terra. Era ovvio che quella manovra la stava ulteriormente eccitando. Esser completamente nuda e ben in vista da parte di chiunque, per caso, si fosse trovato ad affacciarsi a qualsiasi balcone o finestra dall'altra parte della strada. Nuda, di spalle, in ginocchio accanto a me e, con le gambe leggermente divaricate, le mie mani nella sua figa e il suo culo in bella mostra, era tutto esposto allo sguardo di un eventuale voyeur. Non volevo accontentarmi di semplici tocchi e carezze. Ho messo due dita nella sua vagina, ho inserito il mio indice nel suo ano, ho cercato di masturbare il suo clitoride. Lei si mostrava sempre più eccitata nel ricambiare il piacere che ci stavamo donando. Mi ha masturbato con più forza, con più vigore, fino a quando ho capito che il mio orgasmo era imminente. Le ho chiesto di chinarsi e di succhiarmi, così da poterle venire in bocca. Lo ha fatto chinandosi per prendere in bocca il mio cazzo e, dallo specchio dell’armadio ho potuto ammirare le sue natiche aperte e la sua figa offerta in tutto il loro splendore, mentre il mio sperma era pronto a riversarsi nella sua bocca. Preso dal piacere, non ho fatto caso ai rumori fatti dal personale delle pulizie dell'hotel e, essendo rientrati stanchi la sera prima, avevo dimenticato di mettere il cartello "Non disturbare" sulla porta. Allora si verificò una cosa che ebbe a rendere la vacanza indimenticabile. Una chiave fu inserita nella serratura della nostra camera ed aprì la porta; subito dopo un ragazzo ha varcato la soglia della nostra camera. In quel preciso momento, mia moglie stava succhiando il mio cazzo e sapeva che, fra pochi istanti, sarebbe esploso nella sua bocca, mentre si godeva le mie dita infilate nei suoi buchi. Io ero stordito dal piacere che stavo provando e, quindi, nessuno di noi due era in grado di interrompere quello che stava facendo e, soprattutto, non avremmo potuto prevedere quella sorta di intrusione. Il giovane, appena entrato, ha cominciato a guardarci senza mostrare il minimo imbarazzo e, vedendo che non chiudeva la porta della nostra camera, gli ho fatto segno di farlo e, quando ha chiuso, gli ho fatto segno di avvicinarsi. Era un ragazzo giovane, bello e atletico. In quel momento, né mia moglie, né io eravamo infastiditi dalla sua presenza, anzi, ci eccitava molto. Si è avvicinato, finché non è stato in prossimità del culo di mia moglie. Lo stava fissando con un'espressione di ammirazione e desiderio. Mi ha guardato ed io gli ho rivolto un sorriso di approvazione. Ero sicuro che mia moglie non si sarebbe tirata indietro per quanto era eccitata. La sua mano, dapprima un po’ timidamente, con evidente incertezza, si è avvicinata alle natiche di mia moglie e le ha accarezzate amorevolmente, gustandone la morbidezza, il calore, e soprattutto il candore della sua pelle. Lei, per un attimo, ha smesso di succhiarmi il cazzo e mi ha guardato in faccia con un sorriso malizioso; poi ha fatto un cenno di approvazione, che mi ha fatto intendere che era disposta ad accettare tutto ciò che potesse succedere. Son tornato a guardare il ragazzo e gli ho fatto un cenno d’assenso con la testa. Lui, senza indugio, ha aperto la patta dei pantaloni e, messa la mano nelle mutande, ha tirato fuori un cazzo enorme, in perfetta erezione. L'ha indirizzato alla vagina di mia moglie e, una volta che ne ha irrorato la cappella con i suoi succhi vaginali, ha spinto con decisione quel palo in profondità. Mia moglie ha smesso di succhiarmi per poter urlare, ma la sua bocca spalancata non ha emesso nessun suono. Era una scena estremamente erotica. Mia moglie, a quattro zampe, infilzata in bocca e nella figa da due cazzi, che la pompavano in maniera vigorosa e profonda. È stato un momento di così forte intensità che le sono esploso direttamente in bocca. Con un grido strozzato, le ho riversato in gola una quantità industriale di sborra, che lei ha cercato di ingoiare. Ne iniettai così tanta che non riuscì a contenerla tutta, per cui rivoli bianchi le scorrevano lungo il mento, fino a colare sui suoi seni. Anche il giovane, nel veder mia moglie ingoiare la mia sborra, l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a scoparla aumentando sia il ritmo che la potenza. Le dava colpi bestiali, mentre lei godeva a bocca piena. Quando ho finito di svuotarmi dentro di lei, mi son spostato di lato e, dopo l’ennesimo orgasmo, in cui mia moglie ha cominciato a tremare ed urlare tutto il suo piacere, lui le ha riversato dentro la sua sborrata. Si è piantato tutto dentro di lei e, con un grugnito, ha cominciato ad eruttare sborra che non poteva esser trattenuta dalla sua vulva, perché quello continuava a pomparla come un pazzo. Continuava ad entrare e uscire dalla sua vagina, fino a depositare l'ultima goccia ancora presente nei suoi testicoli. Che piacere veder mia moglie scopata da uno sconosciuto, che continuava a inondarle il ventre con il suo piacere. Lo spettacolo era straordinariamente bello. Poi, dopo esser rimasto immobile e piantato dentro di lei, si è sfilato e, dalla sua fica slabbrata, è colata giù una striscia di sborra bianca. Lei, consapevole di ciò che aveva appena fatto, è andata in bagno per espellere ciò che aveva così appassionatamente ricevuto, sia in bocca che in figa. Il giovane si è ricomposto e, come era venuto, così se n’è andato, in silenzio, senza il minimo rumore, come se nulla fosse avvenuto, come se tutto fosse stato frutto della nostra immaginazione. Quando mia moglie è uscita dal bagno, mi ha abbracciato e, baciandomi in bocca, mi ha stretto con forza a sé.
«Andiamo, Parigi ci aspetta ed io non voglio farla aspettare. Questa sera, cerca di essere in forma, perché voglio scopare con te in maniera così forte, da immaginare di esser insieme ad un altro.»
Mentre parlava i suoi occhi brillavano e, a pensarci bene, mi è venuto in mente che avremmo potuto usufruire, per la cena, del servizio in camera
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Per piacere scopa mia moglie. ultima parte.
Al ritorno lui è più sereno. Carlo lo nota e velocemente gli spiego il motivo. Lui approva subito la scelta del genero, e si offre per aiutarlo a convincere la figlia, anche se entrambi siamo convinti che non ve ne sia molto bisogno. Stefano ne parla con Luisa in presenza della madre. Luisa guarda la madre che la esorta a provare, anzi li consiglia di andarsene, dopo pranzo, a casa loro e di fare un primo tentativo. A pranzo l’atmosfera è divertente, si scherza e si fanno battute allusive, specie fra madre e figlia. Più tardi, a pranzo finito, i ragazzi mi chiedono di andar da loro: avrebbero desiderio di fare un viaggio nelle zone del Sud, dalle mie parti, e vorrebbero che suggerissi loro i posti più belli. E' chiaramente una scusa, ma tutti recitano bene la loro parte e, poco dopo, entro in casa loro. Un bellissimo appartamento in una zona nuovissima. Appena dentro, l’imbarazzo è totale, devo stemperare la tensione.
«Ragazzi, deve esser chiaro che io sono qui per darvi un aiuto, non per dividervi. Io posso star fermo a guardarvi, nascondermi, o far tutto o non far nulla, l’importante è che voi due siate ben convinti che io sono un amico fidato e discreto.»
Lei ascolta, guarda lui, poi con decisione lo prende per mano e mi fa cenno di seguirli.
«Se questa è la soluzione del nostro problema, lo voglio scoprire adesso; andiamo in camera e dicci cosa fare.»
Entriamo dentro una camera bellissima e ultra moderna. Chiedo a lui se è disposto a lasciare che lei lo ecciti. Lui scuote il capo.
«Non lo so, il mio primo impulso è quello di scappar via.»
Allora mi rivolgo a lei e le chiedo se ha delle corde. Mi risponde che ne ha in un sacco nell'armadio a muro: lui è alpinista. Lei va a recuperarle e leghiamo Stefano, nudo, al letto.
«Adesso lei ti farà provare del piacere toccandoti, poi tu farai a lei la stessa cosa.»
Lei si spoglia, e non posso fare a meno di notare che è veramente bella; è Matilde da giovane, e ne resto così affascinato, che ho una violenta erezione. Anche lui ha un’erezione e non è messo male: forse la metà del mio. Lei, intanto, ha gli occhi lucidi dall’eccitazione e, lentamente lo accarezza, lo tocca, poi si avvicina al cazzo e lo sega piano, quasi con devozione. Lui ha lo sguardo fisso su di lei e, quando gli afferra il cazzo duro, lui tende le corde, poi si rilassa, mentre lei lo masturba dolcemente, poi spronata da me, che non ho resistito al piacere di accarezzarle la schiena, si avvicina con la bocca alla cappella del marito e la lecca. Per un momento Stefano ha il corpo teso. Poi, pian piano si rilassa e comincia a godere del più bel e sontuoso pompino che abbia mai visto. Lo lecca tutto, facendo scorrere la lingua e succhiando l’asta, le palle, e certa di averlo in suo potere, adesso si scatena. Lo succhia con tanta passione da provocargli un’improvvisa sborrata. Lui l'avverte che sta per venire e la esorta a toglierselo dalla bocca, ma lei non lo fa e, anzi, lo serra ancora più stretto fra le labbra, lasciandosi riempire il cavo orale, senza perdere una sola goccia del suo seme. Lo succhia e lecca sempre facendo in modo che lui non si perda lo spettacolo. Sfinito, lui crolla e si rilassa. Ma lei è di tutt’altro avviso, si avvicina a lui e lo bacia in bocca. Lui non si sottrae.
«Quello che hai appena ricevuto è un bocchino con l’ingoio, che non vedevo l’ora di poterti fare. Adesso, ascolta e guarda come fa Luca, per poi imitarlo. Se vuoi ti slego.»
Lui non vuole essere sciolto. Preferisce restare ancora legato, si sente più sicuro. A quel punto faccio distendere Luisa a gambe aperte e lei si masturba, facendosi guardare da lui. Io gli spiego casa farò a sua moglie, poi mi abbasso e le lecco la fica, completamente fradicia di umori. Lei comincia subito a godere ed esplode. Doveva essere così piena, che mi sono bastate appena tre colpi di lingua per farla godere. Si rigira, mi sposta di lato per offrire a lui una maggior visuale, e prende a succhiarmi il cazzo, in un 69 da infarto. Gode e succhia come una furia scatenata. Lui osserva, ha il cazzo in tiro; lei non resiste e, dopo l’ennesimo orgasmo, mi sale sopra e se lo infila dentro. Volto lo sguardo verso di lui. Ha un’aria soddisfatta, contenta, al massimo della felicità.
«Dai, Luca, fa che goda. Sì, scopala, che poi lo faccio anch’io.»
Lei inizia una lunga ed energica cavalcata, fatta di orgasmi in rapida successione. Non avevo mai scopato una donna così eccitata e vogliosa. Per un tempo indefinito, lei mi pompa senza fermarsi un attimo, poi, sfinita, si accascia sul mio petto e si gira verso di lui.
«Amore, ti amo. Adesso voglio te!»
Si toglie da me, gli sale sopra e si scopa anche lui. Godono molto, lui mi chiede di scioglierlo e, a mani libere, lo vedo impacciato. Gli spiego dove e come accarezzarla per farla godere. Lei gode, lui impara velocemente. Poi lei si gira, mi guarda, mi afferra il cazzo e se lo porta alla bocca: lui osserva compiaciuto. Dopo averlo succhiato un po', mi guarda e mi fa capire che lo vuole nel culo. Mi abbasso dietro di lei, lo lecco e vi infilo due dita, che scorrono bene perché lubrificate dai suoi stessi umori, poi appoggio e vi infilo la cappella. Lei si ferma mentre ha lui dentro, ed è allora che glielo infilo tutto, di colpo. Mi muovo lentamente. Lui non ha esperienza, quindi lascio muovere lui, che ora la sbatte con colpi fortissimi; lei impazzisce di piacere e lo bacia. Intanto io la penetro dolcemente in culo, è fantastico. Sono entrato senza difficoltà in lei, segno che la ragazza lo ha usato abbastanza e la cosa mi eccita ancora di più. Lui non regge all’emozione del momento e sborra dentro di lei; io mi fermo e resto immobile dentro di lei. Dopo che Stefano ha goduto, la trascino su di me, senza sfilarle il cazzo dal culo, cosa che lei gradisce molto. Le apro le cosce, lei, rivolta al marito, si accarezza la fica, da cui esce la sua sborra: allora lo incito.
«Dai toccala, leccala tutta.»
Lui comincia prima con i seni e lei gli indica dove e come fare; lui è raggiante dalla felicità. Poi lentamente scende verso il basso. Sento la sua lingua scorrere lungo lo spacco della fica ed arrivare a leccare anche il mio cazzo. Luisa, intanto, gode anche per il mio cazzo nel suo culo. La sbatto con più impeto e le inondo il culo. Resto un momento fermo, lei si rigira, mettendo Stefano sotto di sé. Poi lentamente si sfila il mio cazzo dal culo, si distende e comincia un bellissimo 69 con lui. Sicuramente è la loro prima volta e li osservo contento, senza intervenire; voglio che sia un momento tutto loro. Si leccano a vicenda; lui si scatena e la lecca tutta, fica, culo e gode. Lei intanto gli succhia così bene il cazzo, che gli torna di nuovo duro. Lei si rigira e lo esorta ad incularla, cosa che lui fa con impeto, costringendo lei ad intimargli di fare più piano; intanto il suo sguardo tradisce una realtà diversa. Mi afferra il cazzo e lo succhia, lui ci sorprende, incitandola:
«Dai…succhialo, bocchinara…ingoialo…tutto!»
Ci scambiamo un’eloquente occhiata: è guarito o sta per esserlo. L’incula di brutto, le dà dei colpi tremendi. Mi invita a sfondarle anche la gola. Lei mi guarda compiaciuta, mi succhia e, ben presto, sono di nuovo in tiro. Lui se ne accorge, la solleva e mi consente di stendermi supino, poi la fa impalare su di me, mentre si rimette dietro di lei, che sta già godendo di nuovo con il mio davanti. Improvvisamente sento che anche lui vuole entrare davanti.
«Dai, Luca che le riempiamo la fica. Questa troia deve impazzire!»
Le sue parole mi eccitano, ma lasciano lei letteralmente basita. Lo stupore sul suo volto è totale.
Mi fermo, lo agevolo, lei apre la bocca per urlare, quando lui entra con impeto, insieme a me, davanti. Gode, urla, e lui si muove con la stessa furia cieca di un toro scatenato. Le slabbriamo la fica, facendole raggiungere diversi orgasmi, poi, non pago, esce e mi esorta a ripetere quel gioco in culo. Lei, sfinita, ci guarda stupita e rassegnata. La mettiamo di nuovo in mezzo a noi e, con qualche difficoltà, le sfondiamo in due il culo, anche se sono convinto che questo giochetto, per lei, non sia la prima volta.
«Ti piace, troia? Lo sapevo che eri sfondata. Lo avevo scoperto casualmente alcuni mesi fa; uno al bar ti ha riconosciuto e diceva ad un altro, che un pomeriggio ne avevi presi sei, tutti a due per volta, in fica e culo. Adesso godi, ti amo e voglio sempre sentirti godere; sei la mia troia, la mia puttana!»
Si muove con rinnovata energia e mi rendo conto che nemmeno io resisterò molto; lui mi guarda, lo intuisce e suggerisce:
«Schizziamole in bocca!»
Entrambi le inondiamo viso, bocca e capelli. Lei è sconvolta, lui ora è deciso. Il timido ragazzo ha lasciato il posto ad un vero toro. Sfiniti, restiamo distesi. Loro si baciano, si scambiano coccole, mentre io mi rivesto, li saluto e me ne vado.
«Aspetta, che fretta hai? E poi... almeno un grazie te lo dobbiamo.»
«Non mi dovete nulla; adesso avete intrapreso la strada per essere veramente felici e non avete più bisogno di me. Tu, Luisa, sei esperta e sai cosa insegnare a lui. Quanto a te, Stefano, hai fra le braccia una donna meravigliosa, che vale più di un tesoro; io non ho mai avuto una simile fortuna.»
«Non è esatto; mi risulta che spesso e volentieri tieni mia madre, con la complicità di papà, fra le braccia, e, da quello che mi ha detto, con infinito reciproco piacere.»
Mi ribatte Luisa con un sorriso, che ci contagia tutti. Torno a casa, sono stanco. Mi suona il cellulare: è Matilde.
«Grazie. Mi ha telefonato Luisa e mi ha detto che hai fatto un miracolo; ora sono veramente uniti. Sperano di averti ancora nel loro letto; mi ha detto che non puoi cavartela così, ne vuole ancora; devo preoccuparmi e pensare che ti dimenticherai di me?»
«Mai! Di te non posso farne a meno, lo sai. Quanto a loro, credo che ne hanno di cose da sistemare; tua figlia è decisamente molto più troia di te, ma, con un po’ di buona volontà, potresti arrivare al suo livello.»
Scoppiamo a ridere e ci diamo la buona notte. L’indomani Carlo si complimenta con me, per l’ottimo risultato ottenuto. Passano alcuni giorni e le cose hanno ripreso il normale corso. Matilde continua ad ospitarmi nel suo letto, mentre mi racconta che il rapporto dei ragazzi va alla grande. Stefano è diventato un perfetto "porcello", anzi, un maiale come suo padre, lo definisce Luisa. Sabato mattina andiamo insieme al centro commerciale; Matilde desidera un nuovo costume, quando, improvvisamente, sento due mani che mi coprono gli occhi. Cerco di capire chi possa essere e, alla fine, intuisco che si tratta di Luisa. Mi abbraccia e, dopo un attimo di euforia, si gira: c’è anche Stefano. Luisa mi chiede:
"Ma dov'eri finito? Non ti sei più fatto vivo.»
Mi rimprovera scherzando. Anche Stefano è molto felice di vedermi e mi racconta che la vita è diventata decisamente bella, ma ha ancora tante cose da chiedermi.
«Quando vieni a cena da noi?»
Poi mi racconta che, adesso, fra loro, si è creata una bellissima complicità, ed è lei ad esortarlo sempre più in là, nella ricerca del piacere. Inoltre lui ha trovato molto eccitante vedermi scopare sua moglie. Poi, passiamo a parlare di ferie e a loro, avendo già fatto il viaggio di nozze, ne sono rimaste poche per quest’anno.
«Domani, andiamo al mare. Luca ci ha fatto scoprire un posticino veramente fantastico, venite anche voi con noi?»
Propone Matilde. E così, il giorno successivo ci ritroviamo distesi sulla sabbia della nostra solita spiaggia nudista. Non conoscendo bene che tipo di reazione potessero avere, ci siamo spostati un poco più in fondo alla baia, dove la duna fa un mezzo arco e dei grossi massi ci riparano alla vista della maggior parte della gente, offrendoci maggior intimità. Solo due singoli, che ci hanno visto arrivare, si distendono vicino a noi. Consapevoli che dalla signora, la volta precedente, avevano ottenuto un bello spettacolo, degno di sega, oggi, ancora meglio, dal momento che le donne sono due. Discreti e mai invadenti, noi, tolleriamo la loro presenza. Visto con quanta disinvoltura si spoglia nuda Matilde e noi, anche gli sposi non hanno un attimo di esitazione, e quindi ci distendiamo al sole. Stefano si complimenta con la suocera per il bellissimo corpo ostentato e, in considerazione del fatto che ne ha sposato la figlia, si sente rincuorato per il futuro.
«Devo però precisare che, se tua figlia continua a far così tanto la zoccola, presto se lo troverà sciupato.»
Esordisce, lasciandoci tutti muti. Matilde e noi lo guardiamo, mentre Luisa ride. Poi lui si spiega.
«Devi sapere, che durante il periodo che ha passato a fare la specializzazione, si è anche divertita a specializzarsi nell’uso e consumo del cazzo. Non solo si è fatta sbattere da molti maschi, ma, una volta, addirittura da sei, che l’hanno presa anche in doppia, sia in fica che nel culo.»
Matilde la guarda stupita, lei ride e Stefano non sembra affatto risentito.
«Figlia mia, io mi sono divertita tanto da quando mi faccio scopare da Luca; con lui ho provato molte emozioni, piacere e cose decisamente fuori dal normale. Siamo stati anche, con lui e tuo padre, in un prive', dove mi hanno scopato anche in tre, riempiendomi tutti buchi, ma sempre uno per buco; se è vero quello che dice tuo marito, allora sei veramente una zoccola!»
Scoppiamo tutti a ridere e poi andiamo a farci una bella nuotata. Ci distendiamo di nuovo. Luisa, di lato rivolta verso la madre, con dietro, Stefano, mentre Carlo sta dietro Matilde, che chiede qualche spiegazione alla figlia.
«Non voglio mettere in dubbio quello che ha detto tuo marito, ma mi spieghi come si fa a finire in mezzo a sei maschi, che ti scopano in doppia?»
«È stato tutto per caso. Tornavo in metro dall’università; avevo dato un esame ed era andato benissimo. Vestivo il completo scuro, quello con le spalline rosse, una camicia bianca, calze auto reggenti e stivaletti non troppo alti. Mi tenevo al sostegno con la destra, mente nell’altra mano avevo un mazzo di fotocopie. Ad una fermata salirono sei ragazzi, tutti ben vestiti, parlavano di lavoro e, d'improvviso, la metro fece una brusca frenata; uno perse l’equilibrio e mi cadde addosso. Subito mi soccorrono tutti assieme; mi raccolsero i fogli e, per farsi perdonare, m’invitarono a pranzo. Li guardai e mi piacquero; ero in astinenza da cazzo da venti e più giorni, mi sentivo umida tra le cosce, ed accettai.»
Mentre parla, Stefano le accarezza il corpo; i capezzoli sono tesi e duri; lo stesso sta facendo Carlo con Matilde, che si sta eccitando al racconto della figlia; io li guardo in silenzio.
«Durante il pranzo furono estremamente carini, poi, all’uscita, m’invitarono a casa loro poco distante sia da lì, che da casa mia. Appena dentro prepararono il caffè, poi li ritrovai tutti intorno a me e quello che mi era caduto addosso, parlò per tutti»
«Siamo consapevoli che noi siamo in troppi e, poiché non vorremmo darti l’impressione di volerti saltare addosso, se non fosse chiederti troppo, vorremmo esortarti a farci divertire un po', magari con mani o bocca; naturalmente sei libera di andartene quando vuoi.»
«Li guardo tutti, sono così dolci e carini, che non mi sembra giusto rifiutare. Dico loro che accetto e che, a quello che solo io deciderò, perché magari mi risulta più interessante, lo farò scopare, mentre gli altri dovranno accontentarsi del resto. Per non perdere tempo li invito a spogliarsi e, in un momento, erano tutti nudi: meravigliosi, fisici stupendi e, che cazzi, mamma! Nella media di Luca. In un momento mi sono resa conto che li volevo tutti. Mi hanno portata in camera e distesa su di un matrimoniale, poi, immagina che sei bocche ti leccano e succhiano dappertutto, sei cazzi ti si strusciano e vogliono essere succhiati in fila, con calma, dodici mani ti fanno tante di quelle carezze che tu impazzisci. Per un tempo indefinito, mi hanno eccitato da morire, poi sono stata sollevata e messa su uno di essi, disteso supino e con il cazzo dritto, facendomi impalare. Subito un altro si è messo dietro e, in un attimo, mi ha fatto il culo; gli altri, a turno, mi infilavano cazzi in bocca, mentre alcuni mi toccavano il seno o mi masturbavano. Ho cominciato a godere e mi hanno fatto sborrare almeno tre o quattro volte; poi anch'essi mi hanno inondato i buchi. Usciti quelli, sotto altri due. Il tizio sotto è entrato bene, mentre l’altro, quello dietro, non ci riusciva. Improvvisamente, per errore, ha infilato il suo cazzo insieme a quello dell’amico davanti.»
«Accidenti! Ne ha presi due davanti! Ragazzi, è fantastica! Che troiona!»
«Per un momento ho avuto l’impressione che mi stessero sverginando di nuovo, ma è stato solo un attimo, perché quando si sono mossi e hanno cominciato a pomparmi, ho preso a godere come mai avevo fatto in vita mia. Mi hanno fatto perdere il conto di quante volte ho urlato vengo. Poi anche loro mi sono schizzati dentro e ti assicuro, mamma, che è stato meraviglioso sentire la loro sborra riempirmi la fica. Finito anche questi, ecco altri due, sempre davanti. Questi sono entrati meglio, io ho goduto subito: ero in preda ad una vera frenesia erotica, mi facevano morire di piacere. I primi due che mi hanno scopato, frattanto si erano fatti succhiare il cazzo, dicendo che anche loro mi volevano venire dentro insieme. Completato il giro, ne avevo già altri, tutti di nuovo duri. Mi hanno sollevato e impalato di nuovo; credevo volessero un secondo giro, invece si erano già accordati; mentre mi mettevano giù, mi hanno girato e distesa sul petto del giovane che stava sdraiato. Il suo cazzo è entrato dietro facilmente e, solo allora, mi sono resa conto che lui aveva, sotto di sé, due cuscini per far sì che io rimanessi più alta. Appena entrato il primo, un altro si è inginocchiato davanti, ha afferrato il cazzo dell’amico e via dentro, dietro, insieme. Nel culo li ho sentiti proprio bene. Proprio perché duri e grossi, mi sono scivolati dentro con qualche difficoltà. Fortunatamente vi aveva già sborrato il primo. Per un momento ho temuto che potessero squarciarmi il culo, invece sono scivolati gradualmente dandomi il tempo di abituarmi. Quando li ho sentiti che erano entrati fino in fondo, è iniziato il mio delirio. Ho goduto come una vera troia. Dopo un primo attimo, loro mi hanno pompato da infarto. Mi masturbavano la fica e addirittura uno ha cercato di entrare davanti. Quando mi hanno schizzato dentro, credo di aver perduto i sensi dal piacere provato. Quando tutti si sono divertiti a fare il doppio giro in culo, mentre altri mi hanno anche sborrato in bocca, in faccia, su capelli e tette, io ero sì, distrutta, ma felice. Finito, mi hanno permesso di fare una doccia e uno mi ha portato a casa in auto; non mi reggevo in piedi. Per due giorni, ho avuto il culo in fiamme, ma ne ti assicuro che ne è valsa mille volte la pena.»
Madre e figlia si abbracciano, visibilmente eccitate.
«Tesoro mio, sei proprio una vacca, una zoccola preziosa, che tuo marito dovrà badare a tenere ben stretta a sé.»
Sono abbracciate con le bocche a poca distanza l'una dall'altra e finiscono per congiungersi in un bacio pieno di passione. Di colpo cade anche un altro tabù, l’incesto non è più un problema. Si accarezzano, si toccano sotto lo sguardo di noi uomini che siamo molto eccitati. Mentre loro si baciano e iniziano a toccarsi, dentro la mia testa prende forma una strana idea. Mi alzo, guardo in giro, vi sono solo i due singoli che ci osservano, già con il cazzo in tiro, e si segano. Guardo i miei amici e, con un gesto eloquente della testa, indico i due e le donne abbracciate; mimo con la mano i due e poi ancora due. Stefano intuisce subito e lo spiega a Carlo, che mi guarda felice.
«Spostiamoci più sotto quei due grossi ginepri, altrimenti arrostiremo al sole.»
Chiaramente è un pretesto per conquistare un po' di privacy in più. Mentre ci spostiamo, faccio cenno ai due di avvicinarsi. Loro ascoltano le poche, ma significative direttive che io gli impartisco, poi sistemano i loro teli intorno ai nostri, dove ora vi sono madre e figlia impegnate a leccarsi le fighe in un infuocato 69. Godono del reciproco piacere; Matilde è scatenata, lecca la figa della figlia, facendola godere tantissimo. La prima ad accorgersi che il numero dei cazzi intorno a loro è aumentato, è Luisa. Mi guarda. Le indico la madre e il numero due. Lei guarda verso il padre ed il marito, inginocchiati intorno con il cazzo duro, ed essi le sorridono, annuendo con la testa. Lentamente anche la madre si rigira, poi, invitata da me, comincia a succhiare i cazzi, pronti accanto ed intorno a lei. Carlo invece, dopo aver assaggiato con piacere la bocca di Luisa, si mette dietro la moglie e l’infila di colpo. La scopa eccitatissimo sotto lo sguardo del genero che, intanto, sta assaporando le labbra della suocera. Carlo non regge il piacere che prova e sborra, gridando, dentro di lei. Appena uscito lui, dalla fica di Matilde cola la crema bianca del marito, e subito si fa avanti Stefano, che si distende supino e con il cazzo dritto, pronto a ricevere la fica della suocera, distesa su di lui. Si guardano, lei è visibilmente felice, e a lui sembra di vivere un sogno: poter scopare la suocera. Mi inginocchio dietro di lei e Luisa afferra il mio cazzo e quello del marito, e li spinge insieme verso la figa della madre, che si gira e mi guarda, con un viso stupito, ma felice. Entriamo lentamente dentro Matilde. La sentiamo dilatarsi. La sua bocca si apre, il corpo si inarca e tende, ma dalla bocca esce solo un gemito. Dopo essere arrivati in fondo ed aver preso atto che lei ha già raggiunto un orgasmo, cominciamo a pomparla velocemente. Lei gode, urla e trema, scossa dal piacere. Carlo le fa succhiare ancora il cazzo durissimo, mentre Luisa sta leccando gli altri due per averli ben in tiro. Sbatto Matilde e sento Stefano spingerle con forza il cazzo dentro. Il gioco lo eccita e ben presto viene. Sento distintamente i suoi getti inondare la fica di Matilde e anche il mio cazzo che, adesso, provoca rumori tipo sciabordio dentro di lei. Lascio anch’io il posto ai due ragazzi, che la prendono anche loro, insieme davanti. Entrano decisi agevolati dalla lubrificazione della sborra che cola. Matilde gode, si scuote in preda ad orgasmi sempre più devastanti, che la fanno fremere in maniera incontrollata. Ben presto anche loro schizzano, mentre Luisa ha fatto in modo di far restare tesi e duri sia il mio cazzo che quello degli altri. Sollevano Matilde, mentre io mi distendo con lei sopra, rivolta verso di me. Luisa, anche questa volta vuole che siamo noi a iniziare il servizio. Dietro le si inginocchia Carlo e incula la moglie che mi abbraccia e mi sussurra "grazie" in un orecchio. Lui è eccitato e, ben presto, le schizza dentro, consapevole di averle solo lubrificato il culo. Poi si toglie e lascia il posto a Stefano, che è davvero impaziente di poter penetrare nel culo della suocera. Entriamo anche qui molto lentamente, anche se sento che lei è ben lubrificata. Quando Stefano le è tutto dentro, mi guarda e mi chiede di farla impazzire. La scopiamo in maniera devastante, senza nessun riguardo. Stefano viene, io sono al limite, lei mi chiede di sborrarle in bocca, quindi appena lui esce e i due ci sostituiscono, mi presento davanti alle sue labbra e mi lascio segare da Luisa. Schizzo in bocca e sul viso delle due donne, che si baciano e leccano da vere troie tutta la sborra che sgorga dal mio cazzo. Anche i due giovani le infilano i cazzi in culo, facendola tremare di piacere, poi si svuotano in lei. Matilde rimane distesa, in preda al piacere che l’ha stordita; i due raccolgono i teli, ci salutano e lasciano soli. Mamma e figlia piangono lacrime di pura gioia, sono abbracciate dai loro mariti, mentre io osservo compiaciuto quanto sono diventate zoccole e troie le due femmine. Da quel giorno, sono passati cinque anni bellissimi, ricchi di situazioni fantastiche, poi io sono tornato nella mia terra e sono diventato direttore di una filiale di banca. Sono rimasto in bellissimi rapporti con loro. Luisa ha avuto un bel maschietto, che oggi ha quattro anni.
Di recente ho saputo che è di nuovo incinta. Spesso vengono in vacanza giù da me, e allora torniamo e divertirci insieme.
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3 years ago
baxi18, 55
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Un momento di intenso piacere.
Sono passate da poco le 22:00, quando entro nel prive'. È la seconda volta che vengo in questo posto, dove, prima, c’era un altro locale in cui passavo le mie serate trasgressive.
Mi chiamo Carlo e sono un over 60, industriale, benestante, attualmente single e sto trascorrendo queste ennesime vacanze in un angolo della Croazia, dove la trasgressione è elevata all’ennesima potenza. Si, mi piace molto trovarmi in zone o posti dove si può trasgredire liberamente. Questo piacere è stato da sempre il filo conduttore della mia vita. Infatti, appena ventenne, immerso nelle calde acque di Saturnia, una donna, con accanto il marito, mi fece una splendida sega, mentre io le accarezzavo la figa. Da quel momento, la trasgressione, il gioco con le coppie, l’esibizionismo sono stati per me il mio costante piacere. Da quel momento in poi, ho cercato posti e spiagge, sempre più trasgressive. Da Cap d’Agde a capo Rizzuto, dal Lido di Dante alle spiagge della Toscana, per me il sesso è stato sempre e solo un gioco di esibizionismo e trasgressione pura. All’inizio ero attratto, oltre che dalla semplice masturbazione o penetrazione, dai giochi manuali, ma poi, a seguito della diffusione dell’AIDS, ai giochi penetrativi son divenuti sempre più interessanti quelli esibizionistici. Col passare degli anni, mi è sempre più piaciuto il gioco che si instaura quando ti trovi a guardare una donna sconosciuta che, sfrontatamente, si masturba per te e si eccita a vedere il tuo cazzo duro che seghi per lei. Ammetto che adoro anche partecipare alla masturbazione della femmina. Infatti, in più occasioni, specie nel periodo in cui ho frequentato le dune di Maspalomas, oltre alla masturbazione, ho anche goduto nel portare la femmina al piacere, usando più la lingua che le mani. Sono state esperienze intense, forti ed appaganti. Oggi, invece, preferisco spiagge come Punta Kryzia, qui in Croazia, dove il sesso si esprime in maniera libera da preconcetti. Appena dentro il locale, sono nel salone principale e vedo con piacere che c’è tanta gente. Non potrebbe essere diversamente, trovandoci alla vigilia di Ferragosto, il periodo più clou dell’anno. Vedo, fra le persone sedute, molte coppie che, durante il giorno, avevo ammirato fra le scogliere di Punta Kryzia. Molte di quelle donne, si erano tranquillamente accoppiate con tutti i maschi che venivano a tiro, quelle stesse che mi avevano rivolto le loro attenzioni. In particolare, c’è una bionda che, sicuramente, deve esser di razza germanica, forse tedesca o austriaca, che oggi era sdraiata vicino a me e, nell’arco della giornata, si è lasciata scopare da una ventina di maschi, con la stessa naturalezza con cui si beve un bicchier d’acqua. Ora la vedo circondata da alcuni singoli che, sicuramente, la porteranno nel retro, dove, oltre una tenda rossa, ci sono camere per dare sfogo a qualsiasi fantasia. Io, però, questa sera, voglio qualcosa di diverso, qualcosa che mi scopi prima la mente e, poi, faccia godere il mio corpo. Prendo un drink, cerco un posto per mettermi seduto, ma, essendo il locale molto affollato, devo destreggiarmi un po’ fra i tavoli, alla ricerca di una poltrona libera. Ne trovo una in fondo al locale, probabilmente è libera perché davanti vi è una colonna che, in qualche modo, limita la visuale dell’intera sala. Mi siedo e, sulla mia sinistra, c'è la piattaforma della lap dance, dove una splendida femmina sta eseguendo numeri attaccata al palo e sotto lo sguardo estasiato, sia di donne che di uomini, che indugiano con lo sguardo su di lei, allungando anche le mani per toccare quel corpo che si muove in modo sinuoso e lascivo. Mentre sorseggio il mio drink, giro lo sguardo dall’altro lato e, oltre la colonna, sulla mia destra, la mia attenzione viene attratta da un tavolo posto quasi all’angolo, dove si trovano sedute quattro persone: due uomini e due donne. Quella che mi volge le spalle, è una mora lei capelli corti e, poiché si è girata, ho potuto notare che deve avere un’età apparente al di là dei 40. Alla sua destra siede un giovane, sicuramente non oltre la trentina, con i capelli neri, fisico asciutto e ben piantato. Davanti a lei vi è un uomo con i capelli bianchi, la faccia simpatica e, alla sua sinistra, la mia attenzione viene attratta da una splendida femmina bionda, con i capelli lunghi che le cadono sulle spalle nude. È seduta di lato, rispetto a me e questo mi permette di ammirare il suo splendido profilo. Il seno, appena coperto da un miniabito che le arriva sopra i capezzoli, deve essere, come minimo, una terza abbondante. Ma quello che risalta nel suo profilo è sicuramente il suo splendido culo. Il tessuto elasticizzato del vestito ne delinea i contorni, così come le splendide cosce che lei tiene accavallate: sono, nel loro insieme, uno spettacolo da non perdere.
Indossa dei sandali d’argento dal tacco alto, come minimo un 12 e parla e ride con gli altri muovendo le mani, che appaiono splendide, con dita lunghe, affusolate ed unghie laccate di rosso. Non vedo il suo viso, ma, sicuramente, deve avere più o meno l’età del ragazzo che le sta di fronte. Ridono e scherzano fra loro e, anche se non sento le parole perché coperte dalla musica, è evidente che stanno parlando di sesso e, forse, di piacevoli esperienze. L’altra donna spesso e volentieri le accarezza le mani, le sussurra parole all’orecchio e sembra che, fra loro, vi sia molta complicità. Ad un tratto la bionda si alza in piedi e allunga una mano verso l’uomo dai capelli bianchi, che si alza e, insieme a lei, vanno verso il bancone del bar. Ingoio l’ultimo sorso del mio drink e li seguo, perché ho desiderio di vedere quella femmina nuda mentre gode con quel maschio che tiene per mano. Si fanno largo fra i vari tavoli e, sicuramente, spariranno dietro la tenda rossa, che separa questa zona dall’altra parte del locale. Invece, appena giunti in prossimità del bar, anziché dirigersi verso la tenda, salgono su una scala a chiocciola, posta sul lato destro del bancone. Sollevo lo sguardo e mi rendo conto che sopra il bancone vi è un piccolo soppalco, con una piccola balaustra di legno. Non avevo mai fatto caso a quel dettaglio che consideravo un semplice arredo del locale e prendo anche atto che il maschio, facendo salire davanti a sé la donna lungo la scala a chiocciola, deve aver goduto di meraviglie davvero eccezionali. Vedere quelle splendide cosce muoversi davanti ai suoi occhi ed averlo eccitato in maniera così diretta, ammirare quel meraviglioso culo inarcato a causa dei sandali dal tacco alto, deve aver reso la visione davvero paradisiaca. Lascio passare qualche attimo, poi, a mia volta e lentamente, salgo anch’io i pochi scalini che portano al piano di sopra. Quando vi giungo, guardo in giro e vedo che lo spazio è arredato con un divano munito di penisola, ed un tavolino, situato davanti al divano, dove la coppia si è seduta, scambiandosi effusioni. Le luci sono soffuse e, quando si rendono conto della mia presenza, l’uomo sussurra qualcosa all’orecchio della donna che mi guarda e poi torna a baciare il suo uomo, senza mostrare alcun fastidio per la mia indiscreta incursione. Ciò mi rassicura sul fatto che non disdegnano la mia presenza e ne traggo immenso piacere; per non disturbare, mi sposto sul lato sinistro, vicino alla parete, a circa un paio di metri da loro e, nella penombra, li osservo mentre giocano. L’uomo la bacia e l’accarezza con passione, la stringe a sé e lei gli accarezza il pacco gonfio, che si nota attraverso la stoffa dei pantaloni. Poi, ad un tratto, l’uomo scavalca la piccola penisola e, seduto, attira la donna a sé, voltata di schiena, e le apre le cosce, rivolte verso di me. Ammiro la splendida visione di quella figa che viene oscenamente offerta alla mia vista. Posso notare il rosa di quella conchiglia succosa che ora l’uomo accarezza con le dita di entrambe le mani, lasciandole scivolare all’interno delle cosce fino ad arrivare alle labbra della figa, senza però accarezzarla. È evidente che la donna si sta eccitando, perché appoggia la testa all’indietro sulla spalla dell’uomo, volta lo sguardo verso di me, incrocia i miei occhi, abbassa lo sguardo e vede che ho già il mio cazzo in mano, che ho provveduto a tirar fuori dai pantaloni: è bello duro e mi sto segando per lei. È evidente che ne è compiaciuta, perché mi sorride e passa la lingua sulle labbra, in maniera lasciva e provocante. L’uomo continua ad indugiare nell’accarezzare cosce e ventre della donna e lei, d'un tratto, afferra la mano dell’uomo e la comprime contro la figa, ma lui, per tutta risposta, con un gesto rapido, abbassa il vestito di lei mettendo in mostra due seni stupendi, con i capezzoli già duri e tesi, e le impone di accarezzarsi il seno, mentre lui torna a ripetere il gioco delle carezze sulla coscia e lungo le labbra della figa. La donna freme, eccitata dal gioco e dal fatto che mi sto masturbando per lei, oltre che dal desiderio di esser toccata. Ad un tratto porta la mano destra dietro di sé e, in qualche modo, riesce ad estrarre il cazzo dell’uomo, che è teso, duro e di buona consistenza. Lo sega, stringendolo forte fra le dita, mentre lui a quel punto le infila due dita nella fica e comincia a masturbarla velocemente, con la stessa intensità con cui lei masturba lui. Li osservo in silenzio, estasiato dall’intensità del gioco che si è creato fra di noi, che mi sta eccitando e decido di raggiungere il piacere nello stesso momento in cui sentirò godere lei. L’uomo la masturba con la mano sinistra, muovendola velocemente dentro e fuori quella fica slabbrata ed offerta alla mia vista, mentre con la destra risale il corpo della donna e, dopo aver afferrato il seno destro libero, ne stringe un capezzolo fra le dita, facendola gemere ancor di più e, dopo aver impastato un po’ quelle splendide tette, porta la mano ancora più in alto, fino alla bocca della donna e ne accarezza le labbra. Lei spalanca la bocca, l’uomo le infila due dita dentro, poi la costringe a girarsi verso di me. I nostri sguardi si incrociano e intuisco, dal gesto che l’uomo ha fatto, che la donna deve immaginare che quelle dita in bocca siano il mio cazzo, che io tengo in mano e che sto masturbando con il loro stesso ritmo. È un gioco di sguardi, di movimenti e desideri che, dalle nostre menti, si trasferiscono alle nostre mani, che si muovono all'unisono sui nostri sessi. Ora la donna sta masturbando l’uomo molto più velocemente e lui ricambia il piacere con la stessa intensità; io, con la mano sinistra, prendo un fazzolettino da una mensola posta di lato e lo posiziono esattamente sotto la mia cappella. Sia l’uomo che la donna hanno recepito il mio gesto ed hanno capito che sono in attesa del loro piacere per poter sfogare anche il mio. L’uomo ora le sbatte la mano in figa con più vigore e il corpo della donna si tende sempre più, finché, con una mano si toglie le dita dalla bocca ed emette un urlo che attesta il suo potente orgasmo. Il frastuono della musica non ha permesso che altri lo udissero, ma non è sfuggito né a me, né all’uomo, che ora continua a tenere le dita ben piantate dentro di lei, mentre anche lui con un sussulto le riempie la mano destra di sborra. In quel preciso istante, anch’io, con un gemito schizzo il mio seme sul fazzolettino e il gesto riesce gradito anche alla ragazza, che lo testimonia passandosi la lingua sulle labbra. È un attimo intenso, dove il piacere, dettato dallo sguardo, si è tramutato in un orgasmo reciproco. L’uomo, con la mano libera, prende la mano della donna farcita della sua sborra e gliela porta in alto, davanti alla bocca; lei raccoglie l'invito, tirata fuori la lingua, lecca il palmo di quella mano, per raccogliere tutta il nettare che vi è contenuto. Nel fare questo gesto, si è girata verso di me, quasi a voler significare che la voglia di leccare la sborra del compagno era maggiormente diretta a quello che il mio cazzo avrebbe potuto eruttare sul suo viso. Quella sensazione, quello sguardo, carico d’intense emozioni, è un piacere sottile che, partito dalla mente, ha percorso i nostri corpi, materializzandosi in un orgasmo che ciascuno di noi ha provato, giocando di fantasia e con i propri sessi. Resto per un lungo istante a guardare quella coppia e, soprattutto lei, il cui bel corpo ancora trema per il piacere provato, poi asciugo le ultime gocce del mio piacere e getto il fazzolettino in un piccolo recipiente, posto di lato. Ripongo il mio cazzo dentro i pantaloni e lei, prima che io me ne vada, mi sorride e, con la mano ancora lercia, mi manda un bacio. Scendo lentamente le scale, la mia presenza non è più necessaria; il gioco è stato intenso, emotivamente carico di piacere, che ha soddisfatto la mia voglia di godere in maniera assoluta, appagante, anche se fra noi non vi è stato nessun contatto. Quando sono di nuovo nel salone, vedo l’altra coppia, che era seduta al tavolo con loro, che si avviano verso la tenda rossa per accedere nell’altra parte del locale, dove sicuramente lei si godrà istanti di piacere profondo insieme a lui. Non li seguo, non mi interessa, per questa sera sono ampiamente soddisfatto per la forte ed intensa emozione che ho vissuto, e che mi ha fatto ulteriormente amare la mia vita libertina e trasgressiva.
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3 years ago
baxi18, 55
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La nostra prima esperienza bisex.
Mi chiamo Silvia, ho 39 anni. Sono alta un metro e 77, occhi verdi, capelli biondi che amo portare lunghi, terza di seno, ventre piatto, uno splendido culetto a mandolino alla fine di due vertiginose cosce, lunghe e affusolate, che lo rendono, a detta di tutti, il mio pezzo forte. Sono sposata con Luca, un uomo che ha dieci anni più di me. È un bell'uomo: fisico asciutto, dotato, che ama le cose belle, la buona cucina il sesso trasgressivo. È stato lui che mi ha fatto conoscere la trasgressione, realizzando molte delle nostre fantasie. Con lui ho sempre vissuto esperienze molto intriganti e molto appaganti dal punto di vista erotico e sessuale. Inoltre mi è sempre piaciuto, quando si andava nei club, che qualche donna facesse un pompino al mio Luca, essendo lui molto dotato sia in lunghezza che in circonferenza, ed io mi esaltavo a premere la bocca della femmina sull'uccello di mio marito, che mi limonavo con passione. Una delle sue fantasie più ricorrenti, era quella di vedermi all’opera con un’altra donna. All’inizio pensavo che fosse solo il desiderio di vederla nel letto insieme a me che giocava con lui, ma poi mi son resa conto che, invece, la sua fantasia era quella di vedermi proprio interagire con lei, in un rapporto saffico, che, in qualche modo, fosse appagante per tutti e tre. Anch’io, dentro di me, ho provato a desiderare la stessa cosa per lui e, casualmente, una volta è capitato che siamo riusciti a realizzare questi nostri desideri. Un’estate, abbiamo organizzato, all’ultimo momento, una settimana di ferie da trascorrere insieme e ce ne siamo andati in Corsica. Un pomeriggio, mentre eravamo in una spiaggia quasi deserta, l’ombrellone di una coppia, appena giunta lì vicino, venne spazzato via da un improvviso colpo di vento. Loro erano in acqua e l’ombrellone finì su mio marito, che si trovò graffiato su un braccio. Loro accorsero mortificati e, una volta constatato che anch'essi erano italiani, ci mettemmo a chiacchierare fra noi. Fatte le presentazioni, lui Carlo e lei Giulia, scopriamo che sono di una città vicino alla nostra. Dopo le solite cose, il discorso cadde sul sesso. Mentre parliamo, vedo Giulia che indugia sempre più, con uno sguardo malizioso, su di me e, alla fine, andiamo insieme, mano nella mano, in acqua. Lì, ci divertiamo spruzzandoci l'acqua addosso e, ridendo e scherzando, ci ritroviamo abbracciate, mentre a riva i nostri uomini ci osservano, a loro volta, divertiti. A questo punto, preferisco che sia Luca a proseguire il resto del racconto.
Luca.
Osservo mia moglie, ridere e scherzare assieme alla nuova conoscenza e, compiaciuto, assecondo il commento espresso da Carlo.
«Credo che fra le nostre donne sia scattata la scintilla: non ho mai visto Giulia divertirsi così tanto con una donna appena conosciuta.»
«Si, mi sembra proprio che fra loro ci sia feeling e, se tua moglie ha qualche tendenza bisex, allora direi che il gioco è fatto.»
Lui specifica che Giulia ha conosciuto da poco il piacere saffico, che è stata con due o tre donne, ma sempre molto tesa e passiva, mentre ora sembra aver preso l’iniziativa, forse per aver intuito la disponibilità di Silvia. Passiamo l’intera giornata con loro e, al rientro, ci invitano a cena da loro. Accettiamo e giunti al nostro residence, Silvia è talmente eccitata che la vorrei scopare subito, ma lei mi chiede di esser paziente visto che la serata è destinata a finire a letto tutti e quattro insieme. Quando torniamo da loro, la serata si accende subito dopo una breve cena, durante la quale le due donne si sono scambiate languide occhiate. Giulia prende Silvia per mano e la porta in camera, seguita da noi che, di conseguenza, ci spogliamo; vederle nude ed avvinghiate in un 69, è uno spettacolo da sballo totale. Godono, si leccano e si “mangiano“ i sessi senza sosta, mentre io e lui abbiamo i cazzi in tiro. Carlo mi chiede se può toccare il mio, confessandomi di esser bisex, e, per vero, a me la cosa non dà alcun fastidio. Si inginocchia davanti a me e me lo prende in bocca. Lo succhia e lecca benissimo. Lo ingoia tutto e non è che abbia un membro piccolo: ho un cazzo di quasi venti centimetri, per cinque di diametro, ma lui se lo infila giù per la gola con estrema disinvoltura. Giulia osserva il marito succhiarmi il cazzo, si stacca e viene ad aggiungere la sua bocca vicino a quella di Carlo, mentre Silvia va a succhiare il cazzo di Carlo, che è ben messo anche lui. Ci distendiamo e, mentre loro succhiano il mio, io mi metto a leccare la micetta di Silvia, ormai ridotta ad un lago. Mi fanno distendere supino, poi Giulia sale su di me e si impala, infilandoselo tutto dentro, con un solo affondo. Silvia guarda Carlo e lo invita a scoparla, cosa che lui fa subito. In breve la stanza si riempie dei gemiti di piacere di noi tutti. Le donne godono nel sentirci dentro di loro, finché Giulia, eccitata al massimo nel guardare il marito che scopa Silvia, lo incita a prenderla nel culo. Silvia, rimasta libera, si mette di lato, apre le chiappe dell’amica che, subito viene infilata dal marito, con un solo colpo, secco e deciso. Lui affonda tutto il cazzo dentro di lei, che geme e gode all’istante.
«Si! Vengo! Sfondami il culo!»
Carlo la pompa con impeto e passione, fin quando non dichiara di esser sul punto di sborrare. Lei, allora, gli urla di riempirle la bocca, e lui, ubbidiente, si sfila dal culo di sua moglie e glielo pianta in gola.
«Bevi, mia dolce troia! Ingoialo tutto!»
Lei succhia e pompa il cazzo del marito, spremendolo per bene, poi si gira verso Silvia, le mette una mano sulla nuca e l’attira a sé. Le incolla le labbra alle sue e si scambiano il nettare che lei ha raccolto in bocca. Le lingue sguazzano con piacere in quel fluido, che, per vero, viene anche condiviso da lui, allorché si unisce al lubrico bacio delle donne, assaporando un po’ del suo stesso seme. Io, allora, mi sfilo da Giulia e prendo a scopare Silvia, infilandole il mio cazzo nel culo, cosa che lei gradisce molto, poi la rigiro e la faccio distendere su di me, in modo da consentire a Giulia di poterle leccare la passera, con l’aiuto di Carlo, che la masturba infilando due dita, sia nella fica di mia moglie che in quella della sua. Ben presto, a Carlo ritorna duro e lo offre a Silvia, che lo succhia con estrema bravura e, alla fine, lui si pianta dentro mia moglie, regalandole una doppia come era già accaduto con Giulia. Gode mia moglie infilzata da due cazzi, e ci incita a sfondarla di più, mentre Giulia le succhia a morte i capezzoli, strappandole continui urletti di piacere. Io e Carlo siamo al limite e ci sfiliamo, poi, fatte avvicinare le due donne guancia a guancia, sborriamo sui loro visi. Esse cercano di accogliere in bocca, quanta più sborra possibile poi si leccano il viso reciprocamente, raccogliendo quanto cola da ogni parte. Stremati, ma felici, ci distendiamo a riprender fiato e, senza accorgercene, ci addormentiamo tutti e quattro nello stesso letto.
All’alba vengo svegliato dai gemiti di piacere di Silvia, che si sta facendo leccare la fica da Carlo ed il culo da Giulia. Mi eccito e infilo il culo di Giulia, mentre lei, insieme a Silvia, succhia il cazzo di suo marito, fino a che sborra, inondando le loro bocche. Poco dopo è anche il mio turno di fornire una calda dose di seme a queste due troie insaziabili.
Trascorriamo dei giorni fantastici, fra sesso, esibizionismo e, alla fine, nell’ultima sera, mi prendo anche il culo di Carlo, sotto la sapiente regia di Giulia, che vuole vederlo godere su un cazzo che lo sfondi a dovere. Dopo quell’esperienza, Giulia e Silvia si sono incontrate spesso ed hanno passato, fra loro, degli indimenticabili momenti, godendo ognuna del corpo dell’altra. Ci siamo anche rivisti in occasione di un Capodanno in montagna, dove ho potuto di nuovo assaporare il piacere di sentire la bocca di Carlo, succhiarmi il cazzo assieme alla lingua di sua moglie.
Questa nostra è stata un’esperienza bisex bellissima e Silvia si è ripromessa che, in ogni altra occasione, in cui ci abbandoneremo ai piaceri del sesso in compagnia, se sarà presente una donna, le chiederà di poter provare il piacere di assaporare il nettare di Venere direttamente alla sua fonte.
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3 years ago
baxi18, 55
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Corna segrete.
Mi chiamo Lucrezia, ho trentasei anni, sono di media statura, capelli biondi, occhi chiari tendenti all’azzurro, un seno che è una terza abbondante, ventre piatto, cosce affusolate culminanti in un bel culetto a mandolino. Sono sposata da dieci anni con Marco, un bel ragazzo che ha un anno più di me, un bel fisico mantenuto in perfetta forma, praticando molti sport. Siamo una coppia come tante che vive e lavora in una grande città. La nostra è un’esistenza alquanto piatta e ripetitiva: Sveglia al mattino, doccia e via al lavoro, per ritrovarsi la sera di nuovo insieme, cena, un po’ di tv, e poi a letto. In questi ultimi anni, anche il sesso è diventato alquanto ripetitivo. Il sabato mattina, prima che Marco esca per andare in bici con i suoi amici, mi sveglia, si insinua fra le mie cosce e mi penetra; mi scopa un po’, poi, quando lo sento muoversi più velocemente, mi scarica dentro il suo piacere. A volte, riesco ad avere un orgasmo, ma, molte altre, mi arrabbio con lui, perché mi sento solo usata.
«Cazzo! Quante volte devo dirti che così non va! Non puoi fare il tuo porco comodo, senza aspettare che anch'io raggiunga almeno un orgasmo.»
Lui però non mi ascolta, anzi sorride e mi dice che, in fondo, mi fa un piacere se non sono costretta ad impegnarmi molto per farlo godere, in quanto a lui va bene così. Mi sento frustrata e, ultimamente, ogni volta che questo succede, la cosa mi infastidisce ancor di più, soprattutto perché il giorno dopo, la domenica, sono io che prendo l’iniziativa, perché, avendo tempo, vorrei godermi una scopata fatta bene, ma lui trova sempre un pretesto per non accontentarmi: una volta è dovuto al fatto che siamo tornati tardi, altre volte perché lo abbiamo fatto il giorno prima e, quindi, lui non ne ha voglia. Tutto ciò aumenta la mia depressione, la mia profonda insoddisfazione che, naturalmente, si scontra con il fatto che, al di là di questo, lui è un marito veramente bravo, simpatico, allegro, ottimo lavoratore. Però, dentro di me, mi sento costantemente e profondamente insoddisfatta. Poi una mattina, casualmente, si verifica un piccolo fatto che, in qualche modo, ha cambiato la mia vita. Uscita dalla metro, mi sono infilata nel bar che c’è davanti al mio ufficio e, dopo aver ordinato un cappuccino con brioche ai frutti di bosco, mi son voltata per sedermi ad un tavolo. Nel movimento fatto, ho rovesciato interamente il mio cappuccino addosso alla persona che era in fila dietro di me e che aveva in mano la sua consumazione, facendo cadere tutto in terra. Mortificata, mi son trovata davanti un uomo più alto di me, dall’età apparente sulla cinquantina, di bell’aspetto, capelli bianchi, occhi scuri che, nonostante l’incidente, è rimasto calmo e, a sua volta, avendo notato la mia profonda agitazione, ha cercato di calmarmi e rassicurarmi subito.
«Oddio, mi scusi! Accidenti a me, ho fatto un disastro! Sono profondamente mortificata! La prego, accetti le mie scuse e le assicuro che le risarcirò il danno provocato, pagando la lavanderia di cui vorrà servirsi; spero solo che, al momento, questo piccolo incidente non le crei dei problemi.»
Lui mi ha sorriso e, con voce calma, mi ha rassicurato.
«Signorina, stia tranquilla, non è successo niente e le assicuro che si tratta di un danno, cui si può porre rimedio senza alcun assillo.»
Senza aggiungere altro, ha girato i tacchi e se n’è andato. Sono rimasta stupita, da quanto era successo e, dentro di me, mi son riproposta di offrirgli la colazione, appena lo avrei rivisto. Il giorno successivo, quando sono entrata nel bar, ho visto che era seduto ad un tavolo e, mentre consumava la sua colazione, con un dito scorreva lo schermo del suo cellulare. Mi sono avvicinata e mi sono offerta di pagargli la colazione, ma lui, con tutta tranquillità, ha declinato la mia offerta, specificando che la cosa era del tutto irrilevante. Poi, finito di consumare, è uscito salutandomi con un semplice gesto del capo. Dentro di me, sono rimasta amareggiata per il fatto che, pur avendogli creato un problema, non mi permetteva, in qualche modo, di disobbligarmi. Mi sono ripromessa che il giorno successivo sarei arrivata più presto, in modo da pagargli la colazione appena l'avrei visto giungere nel bar. Nei tre giorni successivi, invece, non l'ho visto e, quando ormai consideravo la faccenda chiusa, una mattina lui era davanti a me e stava già ritirando la sua consumazione. Allora mi son diretta prima alla cassa, provvedendo al pagamento della sua consumazione, poi, senza aggiungere altro, sono uscita. Lui mi aveva notato, perché, quando ero entrata, mi aveva sorriso, ma è rimasto sorpreso quando mi ha visto uscire, senza consumare nulla. Volutamente, per tre giorni, ho evitato di fermarmi nel bar e solo la quarta mattina, prima di entrare, ho aspettato che egli entrasse e, subito dopo, sono entrata dietro di lui. Giunti insieme al banco, lui si è girato e mi ha sorriso, ordinando due cappuccini con una brioche ai frutti di bosco per me ed una alla marmellata di albicocche per sé. Insieme ci siamo seduti ad un tavolo e con fare sereno, ci siamo presentati.
«Piacere, sono Paolo; devo ammettere di esser stato scortese nei tuoi confronti; in fondo volevi solo offrirmi la colazione. Spero che oggi mi darai la soddisfazione di ricambiare.»
Mentre parlava, i nostri occhi si sono incrociati ed il suo sguardo mi ha penetrato dentro, facendomi avvertire una strana sensazione: era come se quegli occhi fossero arrivati fin nel profondo della mia anima, provocandomi uno strano brivido che, dalla nuca è scivolato giù, lungo tutta la spina dorsale, per concentrarsi fra le mie gambe in maniera da farmi bagnare le mutandine.
Sono rimasta sorpresa da questa sensazione. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Mai, in vita mia, uno sguardo così penetrante mi aveva provocato una sensazione di piacere così forte, intensa.
«Piacere, sono Lucrezia e non sei stato affatto scortese, anzi, fra noi due, quella scortese credo di esser stata io.»
Mi ha di nuovo guardato negli occhi e ci siamo messi a ridere, e così, per tutta la settimana, ci siamo trovati al bar a far colazione insieme. Una decina di minuti, durante i quali io, nello stare insieme a lui, sentivo dentro di me sensazioni molto contrastanti. Per un verso, lui era semplicemente una persona distinta che, con il suo "aplomb", riesce a mettere le persone a loro agio, mentre nella mia mente, anzi, fra le mie cosce, la sua presenza, il suo sguardo, il suo magnetismo, la sua carica ironica, ma, soprattutto il suo modo di esprimersi, di gesticolare mentre parlava, lo rendeva intrigante. Al sabato mattina, come sempre, Marco mi scopò frettolosamente, ma, questa volta, non protestai: insolitamente, mentre subivo la sua monta, il mio cervello ebbe come un rifiuto per quello che subivo e, di conseguenza, sovrappose l'immagine di Paolo a quella di mio marito. Non so spiegare come avvenne, ma mi ritrovai a pensare di esser sotto di lui che mi scopava. Marco nemmeno si accorse che, nel momento in cui mi scaricava dentro il suo piacere, io, ad occhi chiusi, godevo nel pensare che fosse un altro maschio ad inondarmi il ventre. Egli, come di consueto, andò in bagno e poi se ne uscì, lasciandomi raggomitolata nel letto. Mi stupì notevolmente la sensazione di quel pensiero, di quell'adulterio mentale che, inconsciamente, desideravo e che mi aveva fatto godere, seppur in silenzio. Pensai molto a Paolo e mi resi conto che mi mancavano quei dieci minuti giornalieri con lui. Il lunedì attesi con ansia il suo arrivo, ma non arrivò, facendomi rimanere malissimo e, per tre giorni, non lo vidi. Il giovedì mattina, mentre ero in fila al banco, sentii, dietro di me, una voce che suggeriva una consumazione.
«Per me una brioche all’albicocca e, se per te va bene il solito, io passo alla cassa.»
Mi son girata e gli ho sorriso, mentre, dentro di me, ho fatto un notevole sforzo per non saltargli al collo, abbracciarlo e baciarlo. Ero strafelice! Si è scusato con me per la sua assenza nei giorni precedenti e poi, mentre si parlava, mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto assistere ad una mostra, che aveva organizzato un suo amico. Ho pensato che la sera dopo Marco sarebbe stato fuori per giocare a "padel" e poi, come sempre, finiscono in pizzeria, quindi ero libera.
«Quindi sei libera già nel tardo pomeriggio? Potremmo andare alla mostra e poi a cena in un ristorantino davvero carino.»
La sera stessa, parlando con Marco, scopro che dopo la partita, andranno a festeggiare il compleanno di uno di loro e che, quindi, dopo la pizzeria, ci sarà anche qualche altro festeggiamento. In pratica mi dice che tornerà molto tardi. La cosa ovviamente non mi infastidisce e già, dentro di me, sento i brividi di piacere che mi provoca l'idea di poter trascorrere una serata con Paolo. Al mio rientro nel pomeriggio del giorno dopo, trovo in camera i segni del passaggio di mio marito, che deve esser tornato ed uscito velocemente, lasciando indumenti sparsi un po' dappertutto. La cosa mi tranquillizza non poco, perché già, dentro di me, avevo ben chiaro tutto ciò che avrei fatto prima dell’arrivo di Paolo. Una bella doccia veloce, poi mi sono osservata allo specchio, prima di indossare il mio tubino nero elasticizzato, scelto per la sera. Ho tirato in alto i capelli, per valorizzare l’ovale del mio viso, ben truccato per evidenziare il colore degli occhi e le labbra rosse. Ho osservato il mio splendido seno, compresso in un reggiseno che lo conteneva a stento ed il mio culetto, appena fasciato da una sottile brasiliana che, nel lato posteriore, si era già infilata nel solco delle natiche, le splendide autoreggenti con dieci cm di pizzo ed un paio di scarpe nere, con il tacco dodici. Mi sono complimentata con me stessa per quello che vedevo: una bella donna di 36 anni che, questa sera, aveva deciso di vivere un’avventura capace di archiviare la tristezza e la monotonia di un rapporto divenuto troppo ripetitivo, ma, soprattutto, punire l’egoismo di un marito, capace di pensare solo ai propri bisogni. Avevo bisogno di quel momento particolare, per rientrare in possesso di tutta la mia autostima. Puntuale, sono scesa e, fatti pochi passi, ho raggiunto il luogo dell'appuntamento con Paolo. Lui era già lì ad aspettarmi, con un enorme SUV nero e, da perfetto cavaliere, mi ha aperto lo sportello dal lato passeggero, rivolgendo uno sguardo ammirato alle mie cosce, rese più affascinanti dalle mie autoreggenti. Ho notato nei suoi occhi, il compiacimento per ciò che aveva visto.
«Sei veramente splendida! Questa sera, credo proprio che la gente avrà più occhi per te, che per i quadri in esposizione.»
Traversata la città, abbiamo raggiunto un vecchio palazzo della zona centrale e, al piano terra, in ampi locali, era stata allestita la mostra dell’amico di Paolo. Appena giunti ed entrati, egli ci è venuto subito incontro e non smetteva di rivolgermi complimenti per il fascino che irradiavo: sembrava non avere occhi che per me.
«Paolo, dannato brigante! Ma dove le trovi donne così belle? È vero che ne hai avute sempre molto belle, ma, credimi, questa le batte tutte! Piacere, sono Luigi, e sono molto onorato di avere la sua presenza alla prima di questa mostra, dove la sua bellezza spero sia di complemento alle mie opere. Mi piacerebbe, e questo glielo dico in maniera assolutamente sincera, averla come modella per i miei quadri.»
Paolo ha sorriso ed ho visto nei suoi occhi lo sguardo compiaciuto per il fatto di aver suscitato l’ammirazione del suo amico. Siamo rimasti con lui per circa un’ora, durante la quale sono quasi sempre stata in compagnia di Luigi che, con la mia presenza, riusciva a calamitare l’ammirazione di tutti i presenti e questo mi ha, in qualche modo, riempito d’orgoglio. Era chiaro che mi esibiva e, dentro di me, questa sensazione di esser mostrata mi lusingava immensamente.
Era la prima volta che un maschio anteponeva la mia persona al proprio piacere e lasciava che altri ammirassero il mio corpo e ne provassero desiderio.
Inutile dire che tutto questo mi aveva già fatto inumidire fra le cosce. Poi, ad un certo punto, Paolo mi ha preso sottobraccio e mi ha detto che era ora di andare a cena. Luigi ci ha lasciato andare ad una sola condizione: dopo cena, saremmo passati nel suo appartamento, per un intimo rinfresco, riservato solo a poche persone. Quando son salita in auto, Paolo mi ha sorriso e mi ha chiesto se la cosa fosse stata di mio gradimento.
«Ammetto che mi è piaciuto molto, anzi è stato davvero elettrizzante. Per la prima volta mi son sentita al centro delle attenzioni di tanta gente. Spero che il fatto che il tuo amico mi abbia, in qualche modo, monopolizzato, non ti abbia fatto sentire trascurato.»
Egli ha sorriso e mi ha detto che osservarmi, mentre venivo esibita, era stato per lui un momento di puro piacere, qualcosa che non provava da tempo. Giunti al ristorante, abbiamo preso posto ad un piccolo tavolo e io gli ho chiesto perché un bell’uomo come lui, non era sposato. Lui mi ha guardato e mi ha detto che quanto prima mi avrebbe risposto, ma ora voleva sapere quanto fosse poco soddisfacente la mia vita matrimoniale. Gli ho risposto in maniera chiara ed esauriente. Gli ho raccontato della monotonia del rapporto in cui eravamo caduti e, soprattutto, ho evidenziato il fatto che il sesso era diventato solo una cosa meccanica, anzi, invero, solo qualcosa capace di sfogare la libidine di mio marito. Lui mi ha ascoltato in silenzio, poi, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, mi ha raccontato la sua storia.
«Capisco che tu possa esser meravigliata che un uomo di 55 anni, sia da solo. Purtroppo, fino alla età che hai tu adesso, mi son preso cura dei miei genitori, che mi avevano avuto in tarda età. Entrambi malati, dipendevano dalle mie cure e, se vi aggiungi il fatto che già lavoravo per l’azienda di cui oggi sono un dirigente, non ho avuto molto tempo da dedicare ad una relazione stabile e duratura. Non ho mai cercato, né desiderato, impegni sentimentali, perché richiedevano tempo e dedizione, cose che non avevo disponibili. Dopo la morte dei miei genitori, ormai il mio modo di vivere è diventato questo ed ho continuato a vivere un’esperienza dopo l’altra, senza mai pormi il problema di una relazione stabile. L’unica cosa che, però, non mi son mai negato, è stata quella che, quando frequento una persona, mi dedico esclusivamente a lei e questo, in qualche modo, mi soddisfa moltissimo. Quando ti ho conosciuta, aveva appena troncato il rapporto con una persona con cui ero stato molto bene, per tre anni. Anche lei era un po' come te, più giovane di me e, ad un tratto, si è accorta che, nella sua esistenza, era giunto il momento di trovarsi un marito. Così mi ha lasciato ed io, ne sono rimasto profondamente dispiaciuto. Naturalmente non ho interferito nella sua volontà per nessun motivo e l’ho lasciata andare. Per questo, all’inizio, non volevo in nessun modo avere un dialogo con te, perché mi sei piaciuta subito, dal primo istante che ti ho visto, ed ho cercato anche di starti lontano, ma il tuo sguardo mi aveva già colpito nel cuore e non ho saputo resistere alla tentazione di rivederti. Mi sei entrata nel sangue ed ora ho forte il desiderio di possedere anche il tuo corpo. Sono consapevole che sei sposata e, quindi, non ti chiederò di divorziare anche perché non son sicuro di esser in grado di garantirti una vita insieme, ma, per quel che vale, ti posso assicurare che, fin quando sarai tra le mie braccia, cercherò in tutti modi di farti vivere momenti indimenticabili. Ora, quindi, intendo precisare che, semmai, fra noi, si instaurerà un rapporto affettivo, sarai solo e sempre tu a decidere fino a che punto far giungere questo gioco.»
Sono rimasta sorpresa, anche se dentro di me il mio cuore, scoppiavo di gioia per le parole che avevo sentito. Mi voleva ed io non desideravo altro che di esser nuda fra le sue braccia. L’ho guardato negli occhi e l’ho pregato di andarcene, perché non avevo più fame, almeno non di cibo, ma ero assolutamente assetata del suo piacere, del suo corpo, di tutto quanto avrebbe potuto donarmi. Siamo usciti e, senza dire una parola, abbiamo percorso la strada dal ristorante fino a casa sua in pieno silenzio. Una volta giunti, lui mi ha abbracciato e baciato. Ho sentito la sua lingua entrare nella mia bocca e giocare con la mia: quel bacio era così carico di passione, che un profondo languore ha percorso tutto il mio corpo e mi ha inumidito le mutandine. Senza dire una parola, mi son lasciata guidare fino alla camera da letto e, una volta giunti, ci siamo spogliati guardandoci negli occhi, nel più assoluto silenzio. Mi sono ritrovata nuda davanti a lui, in piedi al lato del letto. Ho guardato il suo corpo; era bello, nudo, tonico, magro ed il suo cazzo era grosso e duro. Mi ha delicatamente spinto indietro, in modo che potessi sdraiarmi sulla schiena. Esser nuda davanti a lui, non mi ha intimorito per la differenza di età, quanto, piuttosto, ho percepito la fiducia che mi irradiava il suo viso. I suoi occhi mi studiavano dappertutto e potevo dire che era contento. Ho abbassato entrambe le mani e le ho appoggiate sulle cosce, poi ho cominciato a sollevare le ginocchia. In silenzio ho allargato oscenamente le cosce nel tentativo di trasmettere il mio invito. Lo volevo. Lui si è infilato tra le mie gambe in ginocchio. Si è sporto in avanti e, messe le mani di fianco alle mie spalle, ha iniziato ad abbassarsi lentamente e, così facendo, il suo cazzo ha toccato la mia figa quasi completamente rasata. La sua durezza mi stava trasmettendo calore e pulsava sulla mia apertura, mentre iniziava a lambirmi il collo con le labbra. Quel contatto, mi ha provocato un sussulto che non potevo controllare. Intensi brividi di piacere hanno percorso il mio corpo, ero pronta a prendere il suo cazzo quando si sarebbe deciso a darmelo. Invece di balzarmi addosso per un giro veloce, ha continuato a baciarmi il collo. Senza fretta, ha fatto scorrere il suo cazzo lungo il solco più che irrorato della mia figa, mentre le sue labbra mi procuravano brividi di piacere. La sua calma era la evidente dimostrazione di una notevole esperienza e mi ha convinto che ero fra le braccia di una persona che sicuramente desiderava donarmi tanto piacere, e per far questo avrebbe usato tutta la sua esperienza e delicatezza, che non avevo mai ricevuto da parte di mio marito. Ho allungato la mano per avvolgere le mie dita intorno alla sua asta e l'ho premuta contro la mia apertura. Tenendo ben stretto quel membro, mi stavo stuzzicando, facendolo scorrere lungo le labbra, fradice dei miei umori. Si è posizionato in modo che potessi godere della sua dotazione meravigliosa, passandola ripetutamente sulla mia affamata intimità. Poi, con estrema dolcezza, ha iniziato a scivolare dentro di me, con facilità. Lentamente e con molta delicatezza, continuava a sprofondare in me, avvolgendomi con amorevoli carezze. Quella lenta penetrazione, mi regalava sensazioni che non avevo mai provato prima. Non ero abituata a simili delicatezze, non le avevo mai ricevute in tanti anni di sesso fatto con Marco, che era stato il mio unico uomo fino a quel momento. I miei respiri sono diventati sempre più corti ed i suoi affondi sempre più decisi, scivolando dentro di me in maniera completa, fino a raggiungere il fondo, procurandomi, ogni volta, quella meravigliosa sensazione di pienezza che provavo nel sentire quello splendido membro, di ottime dimensioni, scorrere dentro di me, come una spada infuocata nel suo fodero. Molto accorto, ha studiato il mio corpo in modo da farmi provare il massimo del piacere. Mentre continuava a pomparmi con dolcezza, sempre più dentro, lo sentivo crescere quasi pronto ad esplodere dentro di me, ma, ogni volta che sembrava che stesse per raggiungere l'orgasmo e riversarmi dentro tutto il suo sperma, era in grado di controllarsi e ritardare il momento finale, cosa che non mi ha affatto deluso. Ho goduto ripetutamente, con una serie di orgasmi lenti, ma molto appaganti, che mi hanno stremato in maniera piacevole, in attesa di ricevere dentro di me il suo piacere. Egli, ad un tratto, ha cominciato a muoversi sempre più velocemente fino a quando ha eruttato come un idrante: sembrava non aver mai fine. Ho sentito dentro di me un’ondata di calore che ha invaso la mia vagina, procurandomi una sensazione di piacere che ha percorso tutto il mio corpo, facendomi gemere di un ennesimo orgasmo, mentre lui continuava a riversare dentro di me tutto il suo piacere. Entrambi respiravamo a fatica e gemevamo di soddisfazione. Quando ha finito di riempirmi, è stato allora che ha ripreso a baciarmi sul collo, mentre il suo cazzo duro era ancora dentro di me, come a non voler rinunciare a godere del mio corpo. Sono scivolata di lato e, spingendomi verso il basso, ho preso fra le labbra quella splendida mazza, che mi aveva fatto godere così intensamente e ho preso a leccare a succhiare, raccogliendo ogni singola goccia del nettare, sia mio che suo, di cui era ricoperta. Lui è rimasto in silenzio, assaporando il piacere che la mia bocca gli stava regalando, poi, quando l’ho infilato tutto in gola, il suo corpo si è teso di nuovo e, dopo averlo succhiato a lungo e constatato che era ancora bello duro, mi son staccata da lui e giratami di spalle, gli ho offerto anche una cosa che mio marito non ha mai tenuto nel giusto conto: il mio culetto.
«Ti prego, prendimi anche dietro, ma cerca di esser delicato, perché lì praticamente sono vergine. Quel fesso di mio marito ci si è provato solo una sera a mettermelo dentro, ma avendo sentito che provavo dolore, ha immediatamente desistito, lasciandomi con la voglia di provarlo anche dietro. Considera questo come un dono che ti voglio fare e che, spero, ti sia gradito.»
Lui mi ha abbracciato da dietro, ha continuato a baciarmi sul collo e poi lentamente è scivolato più in basso; la sua bocca si è incollata alla mia rosellina e la sua lingua si è insinuata dentro, leccandola, così da rendere quel foro più morbido, più rilassato e pronto a ricevere quella splendida mazza, che sicuramente mi avrebbe fatto male, ma anche riempita d’orgoglio per il fatto di poterlo accogliere tutto dentro. Dopo aver indugiato a lungo all'ingresso del mio culo, egli ha cominciato a spingere il suo splendido membro, dopo averlo lubrificato dentro la mia figa, affinché fosse impregnarlo degli umori che continuavano a sgorgare da essa e, man mano e con un movimento lento, ma deciso, ha iniziato a penetrare dentro di me. All’inizio pensavo che il mio culo non volesse cedere, ma, quando la punta è riuscita a vincere la resistenza dello sfintere, per un attimo, ho sentito dolore e, poi, di proposito ha spinto il mio corpo indietro, affinché la penetrazione fosse totale e completa. Lui non si è fatto cogliere impreparato e, sentendo il mio corpo in movimento, con un affondo secco e deciso è entrato tutto dentro di me. Per un momento mi è sembrato come se mi stessero spaccando in due, non tanto per il dolore, ma per quella sensazione di fastidio che stavo provando nel sentirlo dentro di me. Contemporaneamente la sua mano è scivolata fra le labbra della mia figa ed ha iniziato subito a masturbarmi intensamente, mentre il suo membro restava immobile, piantato dentro di me. Le sensazioni di piacere, che le sue dita mi davano davanti, hanno presto contribuito a lenire la sensazione di fastidio che provavo nel sentirlo tutto dentro nel culo e, di conseguenza, mi son accorta che ero io stessa a muovere il mio corpo avanti/indietro, dando ritmo all'inculata, mentre lui contribuiva a limarmi il buchetto, in maniera sempre più decisa e completa. È stato molto bello sentirmi squassare il culo da quella splendida mazza e, ad un certo punto, ho pure goduto quando lui, dopo avermi scopato a lungo, si è ben piantato dentro di me, riversandomi nell’intestino tutto ciò che era ancora rimasto, all’interno delle sue palle. Un’ondata di calore mi ha invaso le viscere, facendomi godere all’istante. Siamo rimasti a lungo distesi, poi, dopo essere scivolato fuori da me, ci siamo recati in bagno e, insieme, siamo entrati sotto la doccia per eliminare le tracce del nostro piacere. Nonostante avessi goduto ripetutamente, non riuscivo a staccarmi da quel corpo che mi aveva reso totalmente femmina, facendomi godere e provar brividi e sensazioni per me ancora sconosciuti. Mi sono ricomposta e rivestita, poi lui mi ha riaccompagnato a casa. Sdraiata nuda nel mio letto, ho ripensato alle emozioni provate e ancora sentivo, dentro di me, brividi di piacere che quell’uomo, per merito della sua esperienza, era stato capace di instillarmi. Dopo circa un’ora, quando stavo per addormentarmi, ho sentito rientrare mio marito che cercava, in qualche modo di spogliarsi, evitando di far rumore. Ho finto di dormire, poi, quando ho capito che si era addormentato, sono andata in bagno, perché avvertivo ancora colare il piacere di Paolo dalla mia vagina. Seduta sulla tazza, mi sono ancora accarezzato la figa e, ad occhi chiusi, ho ripercorso ancora i momenti di piacere che avevo vissuto con il mio primo amante. Il giorno successivo, come al solito, Marco si è alzato per andare in bici, e, stranamente, non ha voluto far sesso, anzi se ne è andato senza far rumore, e la cosa mi ha incuriosito; quando, per far la doccia, ho deposto i miei panni nella cesta di quelli sporchi, ho notato un dettaglio che, in un certo senso, ha fugato ogni mio dubbio sul fatto che mio marito potesse avere un’altra donna. La sua camicia, nell’angolo in basso, vicino all’ultimo bottone, era sporca di fondotinta e, forse, vi era anche qualche traccia di rossetto. Allora ho chiuso gli occhi, ho fatto un respiro profondo e, dentro di me, ho deciso che, da quel momento in poi, Paolo era stato il primo, ma non sarebbe stato l'unico dei miei amanti.
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3 years ago
baxi18, 55
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Un sogno diventa realtà. seconda parte.
Lei torna vicino ai tavoli e si mette a raccogliere le nostre cose, essendo quasi ora di tornare, mentre io e lui, a turno, entriamo in macchina e ci liberiamo del costume bagnato, indossando di nuovo i nostri bermuda e maglietta. Mentre io e Bruno siamo soli, gli chiedo di raccontarmi la sua esperienza vissuta con sua moglie.
«È avvenuto casualmente. Come ricorderai, lei mi aiutava nella gestione della macelleria ed io, da tempo, avevo notato che mi piaceva molto quando vedevo qualche cliente ammirare le sue splendide forme, o fare qualche complimento o qualche velata proposta, quando sembrava che io non potessi sentire. Lei, in genere, li bloccava sul nascere e, in maniera sempre seria, lasciava intendere che non amava quelle avances. Poi, tre anni prima della sua morte, una sera che eravamo usciti a cena, siamo entrati in quel piccolo ristorante che c’è su in centro, quello che sta immediatamente dietro il Duomo. Quella sera Lucia era meravigliosa. Indossava un abito leggero che le modellava il corpo in maniera davvero sexy e provocante. Il suo seno era praticamente in bella mostra e le sue cosce, velate da calze sottili, erano quanto di più bello si potesse ammirare. Le sue labbra, ricoperte di rosso, erano un invito al bacio da parte di chiunque le stesse osservando. Appena entrati, ci siamo diretti al nostro tavolo e, per fare questo, abbiamo attraversato la piccola sala, dove vi erano solo una decina di tavoli. Il suo passaggio, il suo incedere sinuoso ed elegante, ha suscitato l’ammirazione dei presenti ed io, in quel momento, mi son sentito più che orgoglioso e veramente eccitato, per il fatto che tante persone stavano ammirando mia moglie. In quel momento, ho avuto una forte erezione che ho potuto mascherare solo sedendomi al tavolo. Appena seduti, si è avvicinato a noi il proprietario. Un uomo alto, sulla sessantina, completamente calvo, dallo sguardo carico di desiderio, che ha indugiato, per alcuni istanti, sul corpo di Lucia e poi, quasi ignorando la mia presenza, le si è rivolto, chiedendo cosa poteva servire a quella splendida signora. Dopo aver fatto le ordinazioni, è stato lui stesso a portare al tavolo le nostre pietanze e, per tutta la durata della cena, è stato sempre vicino a noi, continuando ad ammirare Lucia, che si sentiva notevolmente lusingata da tante attenzioni. Ero in uno stato confusionale incredibile, perché la cosa mi stava eccitando in maniera così forte che, ad un certo punto, ho deciso di alzarmi e di andare in bagno, perché dovevo masturbarmi: mi faceva male il cazzo, da quanto era in tiro. Appena giunto in bagno, mi sono toccato l’uccello e, immediatamente, un'abbondante sborrata è schizzata in ogni dove. Sono rimasto per un istante senza fiato per la forte eccitazione provata, ma, soprattutto, avevo ancora il cazzo in tiro, al pensiero che avevo lasciato mia moglie da sola, esposta alle attenzioni di quel porco, che per tutta la serata non aveva fatto altro che mangiarsela con gli occhi. Solo l’idea di loro due soli, mi faceva sentire l’uccello ancora in tiro e, dopo essermi dato una rinfrescata, sono uscito e, dal mio punto di vista, ho potuto ammirare che lui era seduto al mio posto e parlava e rideva con lei. Quando sono giunto di nuovo al tavolo, lui, alzatosi in piedi, si è rivolto a me per la prima volta, avendomi ignorato per tutto il resto della serata.
«La sua splendida signora mi ha detto che voi avete una rinomata macelleria e, poiché necessito, per il mio locale, di carne fresca tutti i giorni, vorrei passare da voi per verificare se la qualità della vostra carne rientra nei miei standard e, quindi, divenire vostro cliente.»
Inutile che stia a raccontarti il seguito della serata. Non ci ha fatto nemmeno pagare il conto e, una volta giunti a casa, ho scopato Lucia con una furia tale che lei stessa è rimasta stupita dalla passione esternata. Dopo averla fatta godere tantissimo ed esser venuto dentro di lei, siamo rimasti a lungo abbracciati. Nel silenzio della nostra camera, lei mi ha chiesto se la mia eccitazione era stata provocata dai complimenti che Pietro, il proprietario del ristorante, le aveva fatto. Dopo un lungo istante ed una profonda riflessione, le ho confidato tutte le mie impressioni, le mie sensazioni, insomma tutto ciò che avevo provato nel vederla corteggiata da un altro. Anche lei mi ha confessato di essersi, per la prima volta, sentita lusingata dalle attenzioni di quell’uomo, che l’aveva colpita per il suo carisma, la forte personalità e determinazione, al punto da riuscire ad intrigarla. Entrambi abbiamo convenuto che, sicuramente, lui non si sarebbe fermato ai soli complimenti e, infatti, il giorno dopo la fatidica cena, Pietro si è presentato nel negozio ed ha voluto vedere quali erano i migliori tagli di carne che avevo in laboratorio. Io ero impegnato con una cliente e, dopo aver dato un’occhiata d’intesa a Lucia, l’ho pregata di accompagnarlo nel retrobottega, dove vi era sia la cella frigorifera, che il mio laboratorio. Ero eccitato al massimo al solo pensiero di loro due da soli dentro quel locale, fuori dalla mia vista. Appena uscita la cliente, ho chiuso la porta del negozio e sono entrato nel laboratorio; lo spettacolo che mi sono trovato davanti, era esattamente quello che stavo immaginando: lui in piedi, con il cazzo di fuori e lei, inginocchiata davanti a lui, che glielo succhiava con ingordigia. Il mio sopraggiungere non ha per niente interrotto quello che lei gli stava facendo, anzi, lui, con un gesto della mano, mi ha invitato ad avvicinarmi.
«Fantastica! Questa donna è veramente strabiliante! Ho desiderato il suo corpo dal primo istante che l'ho vista ed ora me lo sta succhiando in maniera divina.»
Ho aperto il mio grembiule e, tirato fuori il mio cazzo durissimo, ho iniziato a segarmi lentamente, mentre osservavo quella scena sconvolgente: non avrei mai potuto immaginare che fosse possibile quanto ora si svolgeva sotto i miei occhi; eppure, a vederla realizzata nei fatti, mi stava veramente facendo impazzire di piacere. Lui le teneva una mano sulla testa e, con un movimento lento, le dettava il ritmo della pompa. Spingeva il suo cazzo tutto dentro la bocca di Lucia, che lo ingoiava e restava, per qualche istante, con quel membro ben piantato nella gola. Pietro non aveva una super dotazione, anzi direi che, quanto a dimensioni, il suo era, forse, più spesso del mio, ma, sicuramente, meno lungo e, ciononostante, sembrava far impazzire mia moglie, che se lo gustava in bocca con grande impegno. Poi, ad un tratto, l'ha fatta sollevare, si è abbassato e, con un semplice gesto, le ha sfilato le mutandine, poi, con una mano, le ha accarezzato le cosce e, una volta giunto alla fica, ha iniziato a masturbarla. Lei si contorceva dal piacere che stava provando.
«Meraviglioso! Questa troia è già bagnata fradicia!»
Ad un tratto, ho visto sul volto di Lucia una smorfia di piacere: stava godendo! Un orgasmo improvviso la stava facendo tremare tutta. Lui ha continuato ancora un po’ a masturbarla, poi, ad un tratto, l'ha fatta girare e appoggiare al tavolo posto dietro di lei; le ha sollevato la gonna sulla schiena e, con una mano, le ha avvicinato la punta del cazzo fra le labbra fradice della fica; poi, dopo averle fatto divaricare le gambe, con un affondo deciso, le è entrato tutto dentro, fin in fondo. Ho visto Lucia inarcare la schiena, voltarsi verso di me e spalancare la bocca senza emettere alcun grido, ma anzi un sospiro di soddisfazione; poi ebbe ad abbassare la testa in avanti e, con lui che la teneva stretta per i fianchi, la vidi aggrapparsi con le mani ai lati del tavolo, per reggere l’impeto della monta cui era sottoposta. Ad ogni affondo, vedevo il suo corpo letteralmente sollevato da terra; lui la pompava con forza, ma con una cadenza non troppo veloce, dandole modo di assaporare sia il piacere di sentirsi riempita, che quello di sentire un membro diverso dal mio entrare dentro di lei. Ero immobile, come inebetito a quella scena altamente erotica che, in maniera così repentina, aveva stravolto il nostro rapporto; mi sentivo travolto da un misto di dolore/piacere, gelosia/orgoglio, nel vedere la mia donna montata come una vacca. Lui la scopava con un vigore inaudito e le assestava delle sonore sculacciate sulle candide chiappe. Dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi ha guardato e, con tono deciso, mi ha intimato un ordine preciso.
«Avvicinati! Sdraiati in mezzo alle nostre gambe, così potrai assistere in posizione privilegiata, come monto questa splendida vacca. È meravigliosa! La sua fica stretta mi sta facendo impazzire; il piacere che sento scorrere lungo il suo corpo, mi eccita ancor di più. Sdraiati sotto e apri bene la bocca, perché le voglio inondare l’utero con il mio sperma, per poi vederlo colare dalla sua fica nella tua bocca.»
Credimi, amico mio, a sentire quelle parole, sono rimasto letteralmente sconvolto. Ero stordito, inerme, incapace anche di visualizzare mentalmente ciò che mi stava chiedendo. Come un automa, mi sono disteso sotto di loro ed ho infilato la testa fra le loro cosce. Effettivamente aveva ragione lui; vedere quel membro che entrava e usciva, slabbrando la fica di mia moglie, era uno spettacolo da infarto! Mi faceva impazzire vederla posseduta con forza e sentirla gemere di piacere, nel sentirsi posseduta da quel maschio taurino; il tutto era qualcosa che sconvolgeva la mia mente. Ad un tratto, lui ha iniziato a pomparla più velocemente, per poi rimanere immobile con metà membro piantato dentro di lei. Ho visto delle contrazioni percorrere tutta l’asta, indice che le stava inoculando in fica tutta la sua sborra. Ammetto che, in quel momento, dentro di me, ho provato un forte brivido di paura: me la stava ingravidando?! Non ricordavo se Lucia aveva ricominciato a far uso di anticoncezionali, dopo che, una volta l’anno, per un mese, sospendeva la pillola. Questo brivido di paura, che avrebbe dovuto far inorridire la mia mente, in realtà mi ebbe a procurare un piacere simile a un orgasmo molto forte, intenso, al punto tale da realizzare che, anche se fosse stata ingravidata, non me ne sarei preoccupato più di tanto. Per un lungo istante, lui è rimasto immobile dentro di lei, poi si è abbassato e le ha sussurrato qualcosa che non ho capito, ma, appena si è sfilato, è stato ben chiaro ciò che le aveva ordinato: si doveva girare e far combaciare la fica con la mia bocca, in modo che il suo seme sarebbe sgorgato dal suo ventre per finire direttamente nella mia bocca. Lei ha puntualmente eseguito e, dentro di me, ero quasi inorridito all’idea di dover leccare la sborra di un altro uomo, però, nello stesso tempo, quando ha sentito quella crema bianca riempire la mia bocca ed assaggiare quel sapore dolciastro, ogni dubbio è scomparso ed ho iniziato a leccare e succhiare il sesso di mia moglie per raccogliere ogni singola goccia. Lei, intanto, si prendeva cura di quel cazzo che l’aveva fatta godere moltissimo, e lo stava leccando e ripulendo, mentre lui, compiaciuto, le esternava tutto il suo piacere.
«Magnifica! Mi stai leccando in una maniera sublime! Sei una meravigliosa succhiacazzi! Una vacca straordinaria!»
Poi, quando lei ha lucidato perfettamente quel membro che ora stava perdendo consistenza, mentre io continuavo imperterrito a dissetarmi a quella fonte, lui, dalla tasca ha estratto un piccolo foglietto e, appoggiatolo sul tavolo, ha dettato le sue condizioni.
«Qui c’è l’ordinativo della carne che voglio per il mio ristorante da cucinare questa sera: l'aspetto per le 18:00; manda lei.»
Poi, senza aggiungere altro, se n’è andò e lei, lentamente, si è sollevata dalla mia faccia e, appoggiatasi al tavolo, teneva la testa bassa, con l’aria un po’ mesta. Io mi sono alzato e l’ho guardata dritta in faccia, mentre lei cercava di sfuggire al mio sguardo inquisitorio.
«Perdonami! Non riesco a capire cosa mi sia successo! Non sono riuscita a resistere alla sua forte personalità e, quando mi ha baciato e messo le mani fra le cosce, non ho capito più niente. Mi sono abbassata ed il resto lo hai visto. Sono dispiaciuta perché ti ho, indegnamente, tradito e, se per questo non mi vuoi più, posso anche andarmene via.»
L’ho guardata dritta negli occhi e lei, in silenzio, aspettava la mia risposta, che è arrivata in maniera del tutto inattesa. Senza dir niente, l’ho sollevata di peso e l'ho messa seduta sul tavolo; le ho allargato le cosce ed ho appoggiato il mio cazzo su quella fica ancora fradicia dei suoi umori e della sborra che continuava a colare e, con un affondo deciso, le sono entrato tutto dentro ed ho cominciato a scoparla come un pazzo, mentre lei mi guardava con occhi carichi di lacrime di gioia, mentre io la scopavo sempre più forte.
«Ti amo! Non mi hai tradito! Non so come spiegartelo, ma era una cosa che, dentro di me, desideravo da tempo. Lo so che sono un pazzo, ma ti amo, e vederti godere fra le sue braccia, mi ha reso ancor più schiavo del mio amore per te; sono certamente impazzito di gioia, quando ti ho visto godere. Ho solo titubato quando lui ti è venuto dentro, pensando che poteva ingravidarti.»
Ero così eccitato, che mi sono bastati pochi colpi per riversare nel suo ventre tutto il mio piacere, intanto che lei, stringendomi con le gambe annodate dietro la schiena, mi ha impedito di uscir da lei.
«Amore mio, pazzo, non sono incinta; hai dimenticato che già da una settimana ho ricominciato a prendere la pillola! In ogni caso, non avevo, in quel momento, pensato a questa eventualità ed ora che mi ci fai pensare, avverto un brivido lungo la schiena che non so spiegare se di piacere o di paura, ma sicuramente sconvolge tutta me stessa.»
Puntuale, all’ora stabilita, lei è andata a consegnare la carne ordinata e lui l’ha scopata di nuovo, sulla scrivania del suo ufficio. Quando è tornata, dopo un’ora, stavo servendo dei clienti e, quando l’ha vista ritornare in negozio, aveva un aspetto radioso e quella sera, a letto, abbiamo di nuovo scopato. Da quel giorno, per tre anni, lui è diventato l'amante fisso di mia moglie. Era una persona molto educata, gentile, che la riempiva di mille attenzioni e, anche se la scopava ripetutamente, non mi ha mai estromesso dal piacere di godere con mia moglie. Anzi, spesso e volentieri, chiedeva la mia partecipazione, per aumentare ancor di più il suo piacere. Ripetutamente l'abbiamo posseduta anche in doppia e lei sembrava diventata ancor più bella e radiosa. Abbiamo anche fatto delle vacanze insieme e, in quelle occasioni, erano loro la coppia, mentre io assumevo il ruolo di singolo. In certe particolari occasioni, lui era libero di gestire Lucia a suo piacimento e, credimi, le ha fatto vivere delle esperienze meravigliose. Le ha insegnato a star nuda su delle spiagge, dove era permesso farlo, ad esibirsi, ad indossare indumenti molto succinti che nulla lasciavano all’immaginazione e io, che li osservavo a debita distanza, era fiero ed orgoglioso che quella splendida femmina era mia moglie e poi, la sera, organizzavano di andare in locali, dove lui la faceva scopare da altri uomini. In ogni caso, lei era felice e anch’io ero contento nel vederla così soddisfatta in questa nuova condizione. Poi, al ritorno dalle vacanze, lei ritornava ad essere la moglie tranquilla che tutti conoscevate e, solo una volta, proprio tua moglie, è stata lì per scoprire che, fra lei e Pietro, vi era una tresca. Infatti, una delle tante volte in cui Pietro veniva al mattino ad ordinare la carne, per poi ritirarsi con lei nel laboratorio per scoparla, è entrata tua moglie e, mentre la servivo, cercavo di far quanto più rumore possibile, per coprire i gemiti di piacere che provenivano da oltre la porta, dietro di me. Quando è uscita, ho notato che ha indugiato ancora un po’, prima di allontanarsi dal negozio, e non son sicuro che non abbia visto Pietro uscire dal negozio subito dopo. In ogni caso, non ne ha mai fatto menzione con Lucia e nemmeno con me. Sono stati tre anni meravigliosi e, quando lei è morta, anche lui ne ha sofferto tantissimo e credo che tu te lo ricordi bene, perché al funerale era al mio fianco ed era straziato dal dolore, come me. Dopo la sua morte, Pietro veniva ogni giorno in negozio e, mentre parlavamo di lei, ebbe a confessarmi che si era veramente innamorato di Lucia, ma, conoscendo la sua spontaneità, non avrebbe mai fatto nulla per portarla via da me, in quanto era fortemente convinto che l’amore che lei nutriva per me, era qualcosa di diverso dal piacere del sesso che provava con lui. Anche con lui il destino è stato cattivo. Ricorderai quella rapina andata male all’ufficio postale, dove lui fu ucciso, con un colpo al cuore, proprio mentre stava entrando ed i banditi uscivano.»
Guardo il mio amico ed i suoi occhi sono carichi di lacrime, ma la voce di mia moglie che ci chiama per raccogliere le nostre cose, ci fa interrompere il discorso ed insieme la raggiungiamo. Anche gli altri stanno raccogliendo ciascuno le proprie cose, perché era ora di tornare in paese. Non tanto perché fosse tardi, ma per il semplice fatto che, questa sera, in paese, ci sarà festa grande, con musica e balli, e si concluderà con uno spettacolo pirotecnico, che si annuncia da non perdere. Raccogliamo in fretta tutte le nostre cose e salutiamo gli altri che, alla spicciolata, se ne vanno. Alla fine restiamo solo noi tre e, mentre io e mia moglie portiamo le nostre due ceste in macchina, Bruno si occupa di controllare che la cenere sia spenta e che tutto sia lasciato pulito, come lo avevamo trovato. Mentre raggiungiamo la macchina, mia moglie mi guarda e mi chiede cosa avevo da chiacchierare tanto con Bruno. Le spiego a grandi linee che stavamo parlando di Lucia, di quanto fossero innamorati e di che splendida coppia erano, insieme. Lei mi guarda e scuote un po’ il capo, poi, con un tono di rammarico, pronuncia delle parole che mi lasciano un po’ stupito.
«Lucia era una mia amica, era una persona che amavo moltissimo, anche se, ho avuto l’impressione che tradisse Bruno.»
Intuisco che il suo riferimento è basato su quanto accennato da Bruno e, quindi, decido di passare al contrattacco.
«Sei sicura che lo tradiva? Che cosa significa tradire? Forse fare una cosa all’insaputa dell’altro? Chi ti dice che, invece, lui non ne fosse al corrente? O, meglio ancora, sei sicura che lui non fosse complice di lei, in quello che tu ritieni sia stato un tradimento?»
Lei mi guarda, il suo viso si illumina come se tutto d'un tratto, le fosse stata chiara una cosa che probabilmente sospettava o immaginava e, quando sta per ribattere qualcosa, l’arrivo di Bruno le tappa la bocca. Saliti in auto, lei si siede immediatamente dietro di me, mentre Bruno è al mio fianco e mentre stiamo tornando, ricordiamo quante belle feste abbiamo trascorso assieme lì, sulle sponde del lago e, dopo un primo momento, noto che lei si sposta al centro del sedile posteriore e, quando Bruno si gira per parlare con lei, ho come l’impressione che le sue cosce si aprano e, non avendo nessun tipo di intimo, è chiaro che a lui si rivela una splendida visione: quel meraviglioso triangolino di peli che c’è sulla fica di mia moglie. I nostri sguardi si incrociano più volte nello specchietto e i suoi occhi sembrano maliziosi, quasi a volermi far intendere qualcosa, senza parlare e, anch’io, qualche volta mi giro verso di lei e, in quel momento, lei stringe le cosce, quasi ad impedirmi di vedere ciò che mostra a lui. La cosa però che, per noi due davanti, è evidente, è il fatto che entrambi abbiamo il pacco gonfio, che preme sotto la stoffa dei nostri pantaloni. Giunti a casa, sono molto eccitato e vorrei scoparla, ma la presenza dei nostri figli, nuore ed altro, ce lo impediscono, quindi, una volta fatta una rapida doccia e cambiati gli indumenti, ci avviamo tutti alla festa. Giuliana indossa una gonna che le arriva al ginocchio e, sopra, una camicetta un po’ trasparente, da cui si indovina il bianco del reggiseno che fascia le sue splendide mammelle; un paio di sandali con il tacco abbastanza alto, che servono ad inarcarle lo splendido culo, rendono il suo incedere molto sensuale. Raggiunta la piazza del paese, ci ricongiungiamo a lui, che ci aspetta seduto ad un piccolo tavolo e, mentre i figli e mia moglie, partecipano ad uno dei tanti balli di gruppo, noi due ce ne stiamo seduti a sorseggiare del buon vino. Vedo con piacere che anche lui, come me, non ama i balli di gruppo, ma il suo sguardo continua a seguire mia moglie in tutte le sue evoluzioni e, quando tornano al tavolo per sorseggiare un po’ di vino, l’orchestra sul palco intona un valzer e mia moglie mi prende per mano ed insieme andiamo a ballare. La stringo a me e la faccio volteggiare, mentre mi inebrio dei suoi occhi allegri e della sua felicità, stampata sul volto. Finito il ballo, ce ne torniamo al tavolo e, dopo qualche minuto, l’orchestra inizia a suonare un tango e, poiché Bruno e sua moglie erano veramente molto bravi in quel ballo, quando mia moglie mi chiede di ballare di nuovo, io mi volto e le propongo di farlo con l'amico, che prontamente si alza in piedi, la prende per mano ed insieme vanno in pista. Nell’alzarsi in piedi, ho notato che anche lui era, come me, eccitato ed ora, l’idea che il corpo di Giuliana si struscia contro il membro di lui, mi fa eccitare ancor di più. Li osservo ballare e noto, con estremo piacere, che non si sprecano continui contatti, più o meno voluti, durante i quali, sicuramente, lui ha avuto modo di far sentire la sua vigoria premere fra le cosce di lei. Dopo quel ballo, riprendono i soliti balli di gruppo e, per un po’, ce ne stiamo seduti, a ridere e scherzare con qualche amico che passa, poi, ad un tratto, dopo aver consultato l’orologio, Bruno ci prende per mano e ci invita a seguirlo. Percorriamo metà della via principale e poi, raggiunto un piccolo vicolo, entriamo dentro un portone e saliamo al terzo piano, dove è posta l’abitazione del nostro amico. Una volta entrati, da una scala a chiocciola, raggiungiamo la mansarda e da lì, affacciati ad un finestrone, ci troviamo su un piccolo terrazzo ricavato nel tetto, da cui si vede tutta la città e, poco dopo, cominciano i fuochi d’artificio che possiamo ammirare da questa posizione senz'altro privilegiata. Restiamo tutti e tre appoggiati al piccolo moretto, con lei in mezzo a noi due, mentre io sono eccitato da morire e, ad un tratto, mi sposto leggermente dietro di lei, le stringo le braccia, i fianchi e, con la punta delle labbra, le bacio il collo, dietro la nuca. Lei emette un profondo respiro, spinge indietro il bacino ed il suo culo aderisce perfettamente al mio cazzo, che si insinua fra le sue chiappe. Conosco mia moglie e so che baciarla sul collo la fa letteralmente illanguidire ed io voglio che proprio questo si verifichi. Sollevo leggermente le mani ed afferro i suoi splendidi seni, inizio a massaggiarli, a strizzare i capezzoli. Da sopra la stoffa, li sento duri e gonfi, mentre il cielo viene rischiarato dai fuochi d’artificio. In quello stesso momento, dentro di noi, stanno esplodendo altri fuochi, ancor più esplosivi. Faccio scivolare una mano in basso e le accarezzo la fica da sopra la stoffa della gonna, poi volto lo sguardo e vedo Bruno che si accarezza il pacco, vicino a noi, mentre ci osserva estasiato. Con un gesto del capo e con un dito, gli indico i bottoni della camicetta e lui, intuito il mio desiderio, si avvicina, allunga una mano ed inizia a slacciare, uno dopo l’altro, lentamente, i quattro bottoni che la tengono chiusa. Giuliana manda la testa all’indietro e l’appoggia alla mia spalla, mentre tiene gli occhi chiusi; il suo respiro è sempre più affannato. Quando lui ha aperto l’ultimo bottone, immediatamente le mie mani si insinuano sotto il reggiseno e, con un gesto naturale, lo sollevo verso l’altro, liberando quelle splendide mammelle. Lui mi guarda e io, con un cenno d’assenso, lo invito ad accarezzare quella meraviglia della natura. Quando le sue mani toccano i capezzoli di mia moglie, sento che il suo corpo viene percorso da un brivido e, nel contempo, dentro di me, una forte eccitazione mi fa fremere dalla testa ai piedi. Bruno, dopo aver strizzato, accarezzato e torturato i capezzoli con i pollici, si abbassa e, con la bocca, si impossessa di uno di essi, succhiandolo con forza, mentre lei ora geme e, in uno sprazzo di pudore, cerca di fermarci.
«No, ragazzi, fermi! Che cosa mi state facendo? Vi prego, fermatevi, altrimenti non so dove tutto questo possa condurci.»
Il tono della sua voce è però rotto dall’emozione e nessuno dei due si ferma, anzi, lui si inginocchia davanti a lei e allunga le mani lungo le sue cosce e, con un gesto rapido. le sfila le mutandine, poi, con una mano, risale e le accarezza la fica, mentre io, dopo aver aperto la patta dei pantaloni e tirato fuori il cazzo, così duro da farmi male, la faccio piegare verso di me e glielo infilo in bocca. Mi appoggia al muretto e inizia a infilarsi il mio cazzo giù per la gola, mentre lui, dopo averle fatto divaricare le gambe, infila la testa da dietro e comincia a leccarle la fica. Deve fare un buon lavoro, perché, ad un certo punto, lei si blocca e il suo corpo comincia a tremare, scosso da brividi di piacere. Si sfila il cazzo dalla bocca e, con un lungo gemito, cerca ancora disperatamente, ma con minor convinzione, di fermarci.
«No! Così no, ti prego! Così mi fai venire! Vengo!»
Le rimetto il cazzo in bocca e, con una mano, le tengo ferma la testa, mentre comincio a muovere il bacino avanti/indietro, scopandole la bocca. Bruno solleva lo sguardo dopo averla sentita godere e, incrociato il mio, riceve, a mezzo di un cenno del capo, la mia intenzione a vederla scopata. Lui allora si solleva e, tirata su la gonna, appoggia la sua cappella fra le labbra della fica di mia moglie e, dopo averla afferrata per i fianchi, glielo spinge tutto dentro. L'affondo è così deciso da spingerla ad ingoiare tutto il mio cazzo, fino a sbattere, con la testa, contro il mio inguine, poi solleva le mani e, appoggiatasi a me, cerca in qualche modo di resistere all’impeto di quella monta. È un toro scatenato quello che la sta scopando, mentre lei inizia a vibrare, vicina a godere di un secondo orgasmo, mentre lui le urla tutto il suo piacere.
«Finalmente! È una vita che desideravo questo momento! Non sai quante volte, insieme a Lucia, abbiamo desiderato avervi nel nostro letto, ma lei diceva che tu non avresti mai ha accettato. Ma ora, finalmente, posso godermi questa tua fica, che è cosi bollente da invogliarmi scoparti fino allo sfinimento.»
Le assesta dei colpi tremendi che la fanno tremare tutta e poi, dopo che lei esterna il sopraggiungere di un ennesimo orgasmo, lui mi guarda, si sfila e mi invita a fare a cambio, perché vuole gustare anche il piacere della sua bocca. Mi posiziono dietro mia moglie e la penetro anch’io con un solo affondo. La trovo calda, bagnata, ben aperta e, soprattutto, desiderosa di godere. La scopo con forza, le sbatto il mio cazzo dentro come un toro scatenato, mentre lui le tiene la testa ferma e la scopa in bocca. La cosa è talmente eccitante che, ben presto, siamo prossimi all’orgasmo; intanto lei freme per l’ennesima volta mentre si abbandona ad un orgasmo tanto devastante da farle venir meno le gambe, al punto da doverla sorreggere. Nell’istante in cui in cielo esplodono i fuochi d’artificio per il gran finale, io, con un urlo che non ha niente di umano, mi svuoto dentro di lei. Dopo averla riempita di una colossale sborrata, invito l'amico a prendere il mio posto. Ci scambiamo di nuovo la posizione e, mentre Giuliana mi lecca e ripulisce il cazzo, lui si pianta di nuovo dentro di lei e la scopa con forza e ritmo tale finché anche lui non lui le riversa dentro tutto il suo piacere. Restiamo tutti e tre appoggiati al muro della terrazza, sfiniti, ma appagati. La prima a reagire è proprio mia moglie che raccolte le sue mutandine, si gira e ci guarda con occhi carichi di rimprovero, poi rientra in casa e, in qualche modo, si pulisce, cosa che facciamo anche noi, poi salutiamo Bruno e ce ne andiamo. Appena in strada, lei si gira verso di me e, con tono serio, mi parla piuttosto determinata.
«Spero che sarai soddisfatto: hai avuto quello che volevi; quindi accontentati e non tirare troppo la corda.»
La guardo, la bacio, la stringo a me, e sento che anche lei è rimasta soddisfatta. Sono contento che abbia partecipato volontariamente al gioco e, anche se ora, da appagata, si mostra restia ad approfondire il discorso, in realtà ha solo detto di non tirare troppo la corda, facendomi sperare che, in futuro, ci sarà ancora tanto da scrivere.
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3 years ago
baxi18, 55
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Un sogno diventato realtà. prima parte.
Mi chiamo Alfredo e ho 57, sono sposato con Giuliana che di anni ne ha 53. Sono di media statura, e oggi ho i capelli quasi tutti bianchi, mentre Giuliana, è una donna dall’aspetto tipico mediterranea. Alle forme leggermente arrotondate, ma non è affatto grassa, anzi, il suo corpo è bello e tonico. Il seno però, è decisamente fuori dal comune; una quinta piena. Siamo una coppia, con sani principi, come ce ne sono tante nel nostro paese, ci, siamo fidanzati molto giovani e sposati, molto giovani, e io per lei sono stato l'unico uomo, con il quale ha conosciuto l’amore, e il sesso. Io ho avuto qualche storia prima è dopo il matrimonio, grazie anche al fatto che faccio lavoro che a volte mi porta a passare delle notti fuori casa, mentre lei, si è occupata di far crescere i nostri figli dedicando tutto il suo tempo alla famiglia. Poi un giorno, ti ritrovi sulla soglia dei cinquant’anni, e con i figli grandi, questa rinnovata libertà, questo tempo da dedicare a noi, ti fa riscoprire il piacere del sesso fatto con la donna con cui vivi da sempre. In effetti, lei ha sempre soddisfatto ogni mio desiderio, assaporando come il piacere del sesso in tutte le sue forme. Col tempo è diventata molto brava nel succhiare il cazzo, e di ingoiare il piacere che le riverso in bocca. Dopo che con calma, l’ho sverginata, ha sempre goduto e trovato molto piacere nel godere con il mio cazzo. Anche nel rapporto anale, venuto in un secondo tempo, le ha procurato molto piacere anche questo modo diverso di fare sesso. Poi una sera mentre ero fuori città per lavoro, sono uscito dall’albergo situato vicino alla stazione centrale, percorrendo la via alla ricerca di un posto dove consumare un pasto. Entrato in un piccolo ristorante, mi sono seduto vicino alla vetrata da cui si vedeva la via, e mentre consumavo una bistecca con un contorno di insalata, fuori era già scesa la notte, essendo quasi alla fine di novembre, quando la mia attenzione è stata attratta da una insegna che era stata accesa dall’altro lato della strada, in un piccolo vicolo quasi invisibile fra due enormi palazzi. Nulla di particolare, se non il fatto che l’insegna vi era scritto: sexy shop. Da tempo, nella mia mente aveva preso forma una strana fantasia dovuta ad un fatto avvenuto in maniera quasi casuale, ma che aveva suscitato il mio interesse. Una sera casualmente, mentre la stavo scopando sdraiato di lato e ho messo un dito in bocca, e lei lo ha succhiato come se stesse succhiando un altro cazzo. Probabilmente nessuno di noi due in quel momento ha dato tanta importanza quel gesto, mentre io nella mia mente ogni volta che ripensavo a quel semplice gesto, sentivo sempre più forte la mia eccitazione e di conseguenza la scopavo con più impeto e passione. Quel gesto apparentemente semplice, mi ha in qualche modo eccitato perché per un attimo, quel dito era diventato nella mia mente un altro membro che la stava scopando in bocca. Ricordo di aver goduto nell’istante stesso in cui lei continuando succhiare il mio dito, ha avuto un orgasmo molto forte, sicuramente più intenso degli altri fino ad ora provati e questo ha provocato in me un forte piacere e le ho inondato il ventre con il mio seme, in maniera abbondante e copiosa. Così nel vedere quel insegna dentro di me ha preso forma l’idea di visitare quel luogo dove non era mai stato. Entrando, ho trovato un uomo sulla quarantina, che dopo avermi accolto con un sorriso, mi ha chiesto se avevo particolari richieste da soddisfare. Io semplicemente risposto che volevo fare un giro per farmi un’idea di quello che volevo eventualmente comprare. Ho indugiato a lungo fra gli scaffali e le vetrine, osservando tante cose di cui nemmeno sapevo l’esistenza, e alla fine nella mia incertezza più totale, ho deciso di acquistare un semplice vibratore, abbastanza realistico, che nelle mie intenzioni era destinato a stimolare ancora di più la mia compagna. La sera dopo, quando ci stavamo accingendo ad andare a letto, le ho mostrato il pacchetto anonimo che conteneva appunto questo strumento. Lei lo ha aperto con curioso interesse, e quando si è resa conto che era un semplice vibratore, la sua reazione è stata quanto di più sconvolgente mi sarei mai aspettato di sentire dalla sua bocca.
«Con questo che devo fare! Almeno portalo in carne e ossa!»
Nel sentire le sue parole, mi sono eccitato tanto è da allora è nata questa fantasia di farla godere, con un altro uomo. Nei giorni a seguire, ho continuato immaginare mia moglie stretta fra le braccia di un altro maschio, e questo mi ha provocato sempre delle forti erezioni, e in ogni occasione, l’ho scopata sempre intensamente, e a lei questo non è passato inosservato.
«Non riesco capire cosa ti stia succedendo, ma da qualche tempo, ti sento sempre eccitato e voglioso. Spero che tu non sia ricorso a delle pasticche blu di cui ho sentito parlare che sicuramente te lo faranno tirare tanto, ma di sicuro sono dannose per la tua salute. Io sono felice del fatto che tu desideri il mio corpo, ma non voglio per questo vederti stare male.»
Le ho garantito che non era assolutamente dovuto al fatto che mi stavo impasticcando di viagra, ma ad una certa idea che mi stava frullando per la mente da un po’ di tempo. Lei mi ha guardato sorridendo, e mi ha chiesto cosa fosse di tanto sconvolgente da eccitarmi così in maniera continua. In quel momento non mi sono sentito pronto ad esporre la mia idea, ma dentro di me ho cominciato ad elaborare un piano per convincere mia moglie a lasciarsi andare con un altro uomo. All’inizio ho cominciato a metterle di nuovo il dito in bocca, quando la scopavo con veemenza e lei questo lo ha subito accettato senza nessun problema. La fase successiva, è stato aggiungere il vibratore, e anche se lei all’inizio non ha voluto inserirlo dentro la vagina, io l’ho usato per stimolare il suo clitoride e farla godere così tanto fin quando stremata dal piacere, non ha accettato di sentirlo vibrare dentro di sé. Il piacere che ne è derivato è stato molto forte, e questo mi ha fatto sperare che piano piano sarei riuscito a farle cambiare idea. Muovendomi con calma e senza fretta, durante una delle nostre scopate più belle, le ho chiesto se in vita sua aveva mai desiderato tradirmi. Lei mi ha guardato molto stupita, mi ha detto che non aveva nessun desiderio di tradire la mia fiducia, il mio amore, e soprattutto nessuna voglia di trovare un altro cazzo in quanto con il mio si divertiva in maniera molto soddisfacente. Ho capito che se continuavo un discorso così frontale, non sarei arrivato nulla così ho deciso di aggirare l’ostacolo e una delle tante volte in cui la stava scopando, quando le ho messo il dito in bocca le ho sussurrato all’orecchio di immaginare che fosse un altro cazzo. La sua reazione è stata esattamente quello che mi aspettavo.
«Ma tu sei pazzo! Tu sei scemo fino nel profondo del tuo cervello! Perché dovrei avere un altro cazzo mentre sto godendo con il tuo?»
Io l’ho tranquillizzata continuando a scoparla lentamente, e poi con voce calma le ho spiegato la mia idea.
«Stai tranquilla! Calma, perché non ho nessuna intenzione di discutere con te, ma faccio notare che ti ho semplicemente chiesto di immaginare un altro cazzo nella tua bocca. Non ti ho chiesto di prendere un altro cazzo nella sua bocca, ma soltanto di immaginare che vi fosse. Ormai io e te facciamo sesso da tanti anni, e quindi un po’ di fantasia non fa altro che spezzare un po’ la routine del nostro rapporto. Non c’è niente di male a giocare con la fantasia, ed è questo che da un po’ di tempo mi fa tirare il cazzo, così tanto che anche a te mi è sembrato la cosa non dispiace.»
Lei è rimasta un attimo perplessa, poi dopo aver avuto da me la conferma che era solo fantasia, mi ha detto che in fondo la cosa la stuzzicava abbastanza, e se questo era il motivo per cui il mio cazzo era perennemente in tiro non le dispiaceva affatto assecondare queste mie pazze fantasie. È stato un punto di svolta importante, perché da quel momento, ho cominciato a sussurrarle ogni volta di immaginare una situazione sempre più coinvolgente, cercando in tanti modi di stimolare anche la sua fantasia chiedendo lei quali fossero i suoi desideri più nascosti, le sue fantasie, le cose che la facevano eccitare in maniera diversa da tutto quello che era stato fino a quel momento il nostro rapporto. All’inizio è stata molto titubante, ma dietro la mia costante insistenza, alla fine sono riuscito a farla sciogliere e lentamente, anche se all’inizio provava molto imbarazzo, sono riuscito a farle dire quanto le piaceva immaginare un altro cazzo dentro di sé. Sentirla dire che le sarebbe piaciuto succhiare un altro cazzo, mi ha fatto quasi sborrare all’istante. Cercare di realizzare questa fantasia a questo punto mi sembrava non più impossibile, ma dovevo trovare il modo, e soprattutto la persona giusta affinché questo potesse avvenire, e rendere la cosa assolutamente indimenticabile per lei. All’inizio ho cercato qualcuno di cui potermi fidare, ma ben presto mi sono reso conto che questa era la strada sbagliata. Ho cambiato tattica, e così mentre la scopavo pompandola lentamente, le ho chiesto di chiudere gli occhi, e di immaginare, una persona, anche un conoscente, un amico, o qualcuno che lei intrigava particolarmente e che le sarebbe piaciuto avere in quel momento nel nostro letto. Ovvio, le prime volte lei ha cercato in tutti modi di sviare la risposta.
«Non ti sto chiedendo di averlo realmente nel nostro letto, ma di immaginare come se ci fosse. Se mi dici chi ti piacerebbe fosse qui, renderebbe l’immagine e la fantasia molto più realistica anche a me, e questo non fa altro che accrescere la nostra eccitazione.»
A seguito di questa spiegazione, lentamente lei ha cominciato, all’inizio in maniera molto titubante a dire che vi era una persona che particolarmente stimolava in qualche modo la sua fantasia. Ho cercato di capire chi fosse, poi alla fine la sua risposta mi ha lasciato alquanto stupito.
«Hai presente il parroco che è venuto a sostituire Don Matteo che è ricoverato in ospedale per la frattura del bacino? Diciamo, che è un uomo come lui in qualche modo mi intriga, e mi fa pensare, che averlo qui con noi potrebbe in qualche modo aumentare la nostra libidine.»
Devo ammettere che la sua risposta mi ha lasciato senza parole. Avevo visto la persona di cui lei parlava, solo alcune volte, e tutto mi era sembrato tranne che fosse un libertino, anzi aveva avuto l’impressione che fosse una persona molto distaccata e riservata. Ero spiazzato, non sapevo come aggirare quest’ennesimo ostacolo. Non potevo certo andare dal reverendo, e invitarlo ad entrare nel nostro letto e scopare mia moglie. Ho lasciato passare un po’ di tempo, e poi quando è tornato il nostro parroco, sono ritornato a chiedere a mia moglie chi altri avrebbe potuto ospitare con me nel letto e fra le sue cosce. Lei, ha scosso il capo, e mi ha detto che era un pazzo, che questa stupida fantasia stava diventando troppo ossessiva. Mi sentivo sconfitto, non ero riuscito ad andare oltre nel mio progetto e questo mi riempiva molto di sconforto. Poi arrivò l’estate e un sabato mattina, poi avvenne un fatto che in qualche modo ha riacceso le mie speranze. Dovevamo acquistare la carne per una grigliata che avremmo fatto il giorno dopo assieme ai miei figli, alle loro fidanzate, e ad un altro gruppetto di amici, sulle sponde del lago che c’è non lontano da casa nostra. È una consuetudine che tutti anni, in occasione della festa del Santo Patrono, ci piace rinnovare e che in qualche modo ci coinvolge tutti. Ogni anno ciascuno di noi a rotazione porta la carne, mentre gli altri portano tutto il resto e quest’anno era compito nostro. Giunti davanti al macellaio di fiducia, non ho trovato subito posto per parcheggiare l’auto, e dopo aver fatto scendere mia moglie, ho cercato un parcheggio. Dopo circa una decina di minuti sono arrivato nelle vicinanze del negozio, e attraverso la vetrina ho visto che mia moglie era rimasta l’unica cliente e Bruno il macellaio, uno che ha più o meno la nostra età, e di cui siamo amici, fin da quando eravamo ragazzi, stava parlando ridendo e scherzando con lei che sembrava gradire le sue battute. La porta era aperta per via del caldo, e così nascosto dalla colonna, ho potuto ascoltare ciò che lui le diceva.
«Ecco a te, cara Giuliana un bel pezzo di carne. Peccato solo che accetti solo questa da me, che è fredda, mentre una bella donna come te ne meriterebbe altra più calda e viva.»
Lei rideva, e comprendendo appieno il doppio senso, mi rispondeva per le rime.
«Caro Bruno, devi sapere che ho già chi mi fornisce l’altra carne in gran quantità, e sazia tutta la mia fame.»
Lui continuava tra una bistecca l’altro, a ribadire utilizzando ancora i doppi sensi.
«Ne sono assolutamente certo, e mi dispiacerebbe che così non fosse perché sei una bella donna ti meriti tutto di più, però a volte mangiare sempre lo stesso filetto, può venire a noia, e assaggiare un po’ di carne di porco, marinata bene, può essere una novità in qualche modo stimola l’appetito.»
Lei lo ha guardato, e con un tono deciso ha detto qualcosa che mi ha fatto diventare l’uccello così duro da farmi male.
«Io non ho affermato e nemmeno escluso, che si tratti sempre dello stesso pezzo di carne, potrei avere più varietà di scelta di quello che tu possa mai pensare.»
Basito! Sentivo mia moglie, lasciar intendere al nostro amico che avrebbe potuto aver assaggiato anche altri cazzi oltre al mio, perché il senso della sua risposta era esattamente questo, mi ha fatto diventare il cazzo così duro da farmi male. Poi sono entrato, per non rischiare di farmi vedere dalla gente spiare dentro il locale che avrebbe potuto creare domande imbarazzanti. Appena dentro, mia moglie ha girato lo sguardo cercando di non incrociare i miei occhi, mentre io ho guardato verso Bruno, e con un cenno del capo, ho cercato la sua complicità.
«Amico mio, mi raccomando dammi la tua carne migliore, perché voglio fare bella figura con tutti, ma soprattutto anche con mia moglie, che di carne pregiata se ne intende.»
Lui con un sorriso sornione, ha intuito il doppio senso delle mie parole e da subito ribadito in maniera complice.
«Tranquillo caro amico, sono consapevole che la donna che hai sposato, non è una sprovveduta e sicuramente di pezzi pregiati se ne intende. Sei fortunato ad avere una moglie così bella.»
Lei sentendo quelle parole si è girata di scatto, e fingendo indignazione, ha ribattuto colpo su colpo.
«Smettetela di fare di stupidì, e compratevi un paio di occhiali entrambi. Da tempo nello specchio, non vedo più tutta quella bellezza di cui voi parlate. Ci sono tante ragazzette, o anche giovani donne molto più belle di me.»
Stavo per ribattere, ma Bruno mi ha preceduto.
«Giuliana non scherzare! Personalmente preferisco la carne di manza, meglio se un po’ stagionata, ad una vitellina da latte! Che ci fai con tutta quella roba così tenera e poco consistente, che al fuoco si brucia subito, mentre un bel pezzo di manza che devi marinare bene, e cuocere a fuoco lento, e, già durante la cottura assapori il piacere che proverai nel gustare quella carne che stai preparando.»
Lei nel sentire quelle parole, cariche di doppio senso, ha abbassato lo sguardo senza incrociare il mio, che continuando a guardare verso di lei rincaravo la dose a doppio senso del mio amico.
«Parole sante! Non c’è nessun confronto! Personalmente la penso esattamente come te, e poi vuoi mettere che mentre la prepari e la porti a giusto punto di cottura quanto piacere ti dà rispetto alla carne tenera, che messa sul fuoco è subito cotta. Non c’è paragone.»
Lei colta in contropiede dal nostro esserci coalizzati, scatta sulla difensiva.
«Ma smettetela di fare gli scemi! E poi tu Bruno mi sorprendi, perché mi sembra che fin quando era viva quella buonanima di tua moglie Lucia, non mi sembra che avessi da lamentarti su come veniva cucinata la carne. E adesso fatela finita e prepariamoci ad organizzare questa grigliata come si deve.»
Le sue parole, mi fanno venire in mente proprio il fatto che Bruno essendo vedovo da cinque anni, domani passerà la festa da solo e quindi decido di coinvolgerlo nella nostra grigliata, perché ho come la netta sensazione che con lui forse il mio progetto potrebbe fare un passo avanti. In fondo, è una persona che conosco dalle scuole elementari, e sua moglie Lucia, era molto amica di Giuliana. Fu proprio in quell’occasione che noi quattro diventammo rapidamente amici, e le donne decisero per noi con chi stare. Infatti Lucia si innamorò subito di Bruno, mentre io Giuliana abbiamo impiegato un po’ più di tempo. Per tanti anni siamo stati amici, e abbiamo fatto tante feste insieme, e vedevo il loro una coppia molto innamorata e complice, solare e allegra. In effetti Lucia era una gran bella donna, e all’inizio piaceva molto anche a me, quando ho visto che avevo occhi solo per Bruno, ho lasciato al mio amico la possibilità di stare al suo fianco. Forse per questo che ho impiegato un po’ di tempo a convincermi che anche Giuliana era una donna con cui si poteva stare bene insieme.
«Mia moglie ha perfettamente ragione, dobbiamo organizzarci bene e spero che tu domani non abbia nessun impegno perché non vieni con noi alla grigliata al lago. Ci farebbe molto piacere avere la tua presenza. Da quando è morta Lucia, sei sparito e questo giorno lo passi sempre da solo, quindi interpretando anche il desiderio di Giuliana, ci piacerebbe averti insieme a noi domani a fare festa.»
Nel sentire quelle parole, lei si gira mi guarda e sorride, poi rivolta verso di lui rinnovo anche lei il mio stesso invito. Lui rimane un attimo titubante, guarda me, poi guarda lei e cerca una scusa per non venire, ma è palese il fatto che la cosa gli faccia veramente piacere.
«E va bene, verrò anch’io, ma ad una sola condizione: che voi due adesso ve ne andate e mi lasciate preparare tutto l’occorrente per la grigliata, perché accetto solo a patto che sia io a portare la carne. Domani mattina passi a prendermi, e mi aiuti a caricare tutto l’occorrente, così andiamo insieme al lago.»
Cerco di obbiettare che questo non mi sembra giusto perché era compito nostro portare la carne, ma lui è irremovibile, e così ce ne andiamo. La sera nel letto, facciamo sesso, ma sia io che lei sembriamo distratti, poi Giuliana si addormenta velocemente mentre io cerco di studiare un modo per coinvolgere Bruno nel nostro gioco, facendo ben attenzione però di non rovinare la nostra amicizia, ma di capire se lui è realmente interessato a vivere questa esperienza con noi. Il giorno dopo ci troviamo con tutti al lago, e poiché è situato in una riserva di un parco naturale, vi sono state realizzate delle strutture per poter accendere fuochi, in tutta sicurezza. Poiché è una cosa che si fa quasi tutti gli anni, molte di queste strutture, sono già occupate e alla fine siamo costretti a percorrere quasi tutto il lago fino all’altezza della diga, in uno dei pochi bracieri ancora rimasti liberi per il semplice motivo che è situato in alto sopra lago, e ed essendo vicino alla diga vi è il divieto assoluto di fare il bagno. Passiamo metà della mattinata preparare tutto l’occorrente, ed essendo una decina di persone che conoscono Bruno da tanto tempo, tutti sono molto felici del fatto che siamo riusciti a coinvolgerlo di nuovo in quanto da tempo era veramente sparito in occasione di questa festività. Poi, quando rimasto solo da griglia della carne, tutti quanti decidono di scendere giù al lago percorrendo un piccolo sentiero per raggiungere una spiaggetta dove possibile fare il bagno e così restiamo solo noi tre ad occuparci del braciere. Io e Bruno, indossiamo dei bermuda, sotto cui abbiamo che ho il costume, mentre Giuliana splendida, perché indossa un abito tenuto chiuso davanti da una dozzina di bottoni, di cui solo la metà sono allacciati. Vedere le sue splendide cosce apparire ad ogni passo dalla stoffa del vestito, mi intriga moltissimo soprattutto bello anche il fatto che gli ultimi bottoni in cima sono slacciati e mostrano il solco bellissimo delle sue splendide mammelle. Anche Bruno vedo che indugia spesso con lo sguardo su quelle cosce bianche e soprattutto quando lei si piega e mette in mostra il suo splendido culo, la cosa non lo lascia affatto indifferente. Entrambi in più occasioni nel vederla piegata, ci siamo scambiati delle occhiate complici dove lui con un cenno d’assenso del capo ha dimostrato di gradire ciò che era ben in mostra davanti a noi. Inoltre durante questo periodo in cui siamo solo noi tre, tra di noi è tutto un gioco di battute, risate, scherzi e frasi cariche di doppi sensi, ai quali Giuliana risponde con altrettante battute, ma soprattutto ridendo e scherzando e accettando le nostre velate provocazioni. Atmosfera tra noi tre è diventata alquanto intrigante, e anche il ritorno degli altri, e anche durante il pranzo, l’atmosfera rimane molto complice soprattutto per il fatto che quando ci mettiamo seduti ai tavoli, per consumare le nostre libagioni, lei si siede sulla panca fra me e lui, ed entrambi possiamo ammirare, le sue splendide cosce, e soprattutto i suoi seni che sono stretti nella stoffa del costume che indossa sotto quel semplice abito. Dopo aver assaporato e gustato appieno il piacere delle nostre libagioni, come è consuetudine ci si distende all’ombra delle grandi querce costituiscono il bosco alle nostre spalle, per riposare. Mentre avviene tutto ciò, vedo che sia io propongo a Giuliana e Bruno, di scendere giù al lago di fare un bagno ristoratore anche noi. Subito la proposta viene accettata da entrambi, e presi i nostri zainetti nella vettura, Scendiamo lungo il sentiero. Bruno ci precede, poi dietro c’è Giuliana, ed infine io chiudo la fila. È lui che in alcuni tratti dove sentiero è un po’ più impervio aiuta lei nello scendere, ed essendo più in basso, noto che ogniqualvolta lei devi scendere un qualsiasi scalino, lui da sotto può ammirare le sue splendide cosce, e sicuramente lo sguardo arriva fino al blu del costume che lei indossa. Giunti alla spiaggetta, la troviamo deserta e dopo aver adagiato i nostri zaini sotto arbusto che offre un minimo di ombra alla forte calura del giorno, subito ci mettiamo in costume. Noto con piacere che lui indugia sulle splendide forme di Giuliana, soprattutto sul suo seno stretto e compresso nel costume due pezzi che la rende particolarmente eccitante. Sia lui che io indossiamo dei semplici costumi a slip, da cui si può notare il fatto che entrambi abbiamo una discreta erezione che anche se in maniera casuale, Giuliana nota perché mi guarda in faccia con finto disappunto.
«Mettiti della crema protettiva, altrimenti ti bruci subito le spalle.»
Era esattamente quello che volevo sentire, perché immediatamente me ne spalmo un po’ sulle spalle, e poi si gira e fa la stessa cosa con Bruno, ed io ho deciso che a questo punto voglio che sia lui a spalmarla su di lei. Senza aggiungere niente mi tuffo immediatamente in acqua, e mi allontana dalla riva. Quando mi giro a guardare, vedo lei inginocchiata sul suo telo, con Bruno in piedi dietro di lei che le spalma la crema sulle spalle, e quando si gira, per restituirle il flacone, il pacco ben gonfio di lui si ritrova davanti alla faccia di lei che lo osserva per un attimo poi alza lo sguardo, scuote il capo si mette a ridere. Non sento quello che si sono detti, ma è evidente che la battuta deve averla intrigata perché ora si distende sul telo, e lui continua a spalmare la crema lungo la schiena, e sulle cosce. La cosa mi eccita così tanto che sono costretta ad abbassare un po’ il costume per dare un minimo di sollievo al mio cazzo che mi sta scoppiando da quanto mi sta eccitando. Lentamente tornano a riva, e l’uscita dall’acqua lei mi rimprovera fingendo un certo disappunto.
«Ma sei pazzo! Mai a fare il bagno dopo che abbiamo mangiato tante cose pesanti che richiedono la lenta digestione? Ma vuoi proprio morire.»
Io la guardo, e poi girò la testa verso di lui che mi guarda quasi sorridendo.
«E che problema c’è! Tanto se muoio io sicuramente ho un amico che si prenderebbe cura di te.»
Lei scatta in piedi, e fingendo di essere adirata, ci rimprovera entrambi.
«Siete proprio due scemi! Io non ho intenzione di essere nella tua vedova né di trovarmi un’altra persona che mi consola. E adesso mi hai proprio fatto arrabbiare!»
Senza aggiungere altro, si gira, si tuffa in acqua e si allontana anche lei facendo alcune bracciate. Restiamo seduti ad osservarla, poi sono io che rompo il silenzio.
«È proprio una donna dal carattere deciso, anzi, col passare degli anni, è sempre più determinata. Però mi piace da morire, vederla così premurosa ed attraente.»
Bruno si gira verso di me, poi, dopo aver notato che sono a cazzo duro, guarda ancora verso di lei e le sue parole mi stupiscono più di quanto avrei potuto immaginare.
«Giuliana è una bella donna e di lei ho sempre ammirato questo suo splendido carattere; sei fortunato ad averla come moglie. Mi stupisce solo che tu abbia impiegato tanto tempo prima di giungere a desiderare di vederla fra le braccia di un altro uomo.»
Lo guardo cercando di capire e lui, con un sorriso malinconico, mi elargisce la sua spiegazione.
«Stai tranquillo! Io, rispetto a te, ho impiegato molto meno tempo a desiderare Lucia fra le braccia di un altro e, soprattutto, ho goduto come un maiale nel vederla scopata da un altro e godere senza remore. Questo non significa che io non l’amavo, anzi era proprio perché ne ero profondamente innamorato che ne godevo nel vederla soddisfare il suo piacere anche con altri maschi. La stessa cosa sta succedendo a te. L’ho notato da tanti piccoli dettagli, che solo chi, come me ha vissuto determinate esperienze, riesce a percepire. Mi auguro solo che tu abbia trovato la persona giusta con cui vivere questa esperienza, perché sono convinto che anche lei lo desideri, ma non ti sarà facile farle accettare una cosa così particolare che può rischiare di mettere in crisi il vostro rapporto, oppure lo può esaltare e farlo diventare qualcosa di veramente unico e irripetibile. Per me Lucia era diventato tutto questo. Era piacere allo stato puro, complicità totale e, soprattutto, qualcosa che rendeva il nostro rapporto unico e la nostra unione ancora più rafforzata.»
Lo guardo ancor più sbalordito, ma non posso aggiungere altro perché Giuliana torna riva e lui, prontamente, scatta in piedi e, preso il telo, glielo avvolge intorno al corpo, stringendola da dietro e, guardandomi da dietro a lei, mi fa un sorriso complice. Poi si gira anche lui e si tuffa in acqua, lasciandomi solo con Giuliana, che mi guarda, cercando di interpretare i miei pensieri.
«Sono proprio contenta che Bruno si sia unito a noi; mi sarebbe dispiaciuto non averlo più nella nostra comitiva. Inoltre ho la netta sensazione che voi due stiate architettando qualcosa e, sicuramente, conoscendo quanto sia maiale lui, sarà una cosa che probabilmente coinvolge anche me. Mi ricordo che, a suo tempo, Lucia mi raccontava che anche lui aveva le tue stesse fantasie e, quindi, son convinta che voi due abbiate raggiunto un’intesa davvero particolare. Cosa devo aspettarmi da questo vostro gioco complice?»
La guardo e noto che lei non è affatto adirata, anzi, le sue parole dal tono mite mi fanno sperare che, forse, anche lei, si stia adeguando a qualche novità. Non le rispondo, perché Bruno torna a riva, si asciuga e si distende con noi al sole; parliamo un po’ dei tempi passati e, soprattutto, dell'assenza della nostra amica Lucia. Poi, improvvisamente, la tranquillità della spiaggetta viene spazzata via per l’arrivo di un gruppo di ragazzini con famiglie, che iniziano subito a fare un gran baccano e noi tre, datoci un'occhiata, optiamo a tornare con il resto della comitiva. Nel risalire, non posso far a meno di notare che, né Giuliana, né io e Bruno ci siamo rivestiti, avendo indosso ancora i costumi bagnati e, quella condizione ci offre la possibilità di ammirare le splendide cosce e culo di Giuliana. Giunti in prossimità della nostra comitiva, decido di avanzare un lieve azzardo.
«Se ci vogliamo rivestire, dovremmo toglierci i costumi bagnati.»
Giuliana mi guarda un po’ stupita, poi anche lei riconosce che questa cosa è strettamente necessaria.
«Accidenti! Mi son dimenticata di portare un ricambio; se tolgo il costume, non avrò niente da mettere sotto il vestito.»
Guardo Bruno che sorride compiaciuto e, avvicinatosi a mia moglie, le sussurra che, in ogni caso, quel piccolo dettaglio sarà noto solo a noi tre. Lei ci dà un’occhiata, fingendo di esser contrariata e, dietro mio suggerimento, sale nella vettura e, protetta da sguardi indiscreti, si toglie il costume e, quando ritorna in mezzo a noi due, entrambi notiamo che i suoi capezzoli puntano la stoffa del vestito, rendendosi abbastanza evidenti e la cosa ci intriga moltissimo.
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3 years ago
baxi18, 55
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Una bellissima esperienza. quinta parte.
L’esperienza vissuta mi aveva davvero sconvolto. Per tutto il giorno della domenica e, per alcuni giorni a seguire, continuavo a sentire dentro di me quelle intense sensazioni provate: inutile dire che mi erano piaciute. In quei momenti avevo toccato vette del piacere mai nemmeno immaginate e, soprattutto, la libidine provata mi procurava ancora, ogni volta che ripensavo a quei momenti, un brivido lungo la schiena che mi faceva inumidire le mie mutandine. Ma oltre a queste sensazioni, dentro di me, la moglie, la madre, la donna di tutti i giorni, mentalmente rimproverava la Silvia puttana per essersi venduta, in cambio di sensazioni così forti e devastanti. Queste impressioni contrastanti, non sono passate inosservate a mio marito, che aveva assistito a tutta quell'esperienza attraverso il tablet e, ora, in maniera molto discreta, scrutava il mio comportamento, cercando di capire se essa avesse, in qualche modo, intaccato il nostro rapporto. Anche Mario mi aveva cercato, facendomi sapere di aver parlato con Luca, in quanto vi erano altre richieste, da parte di altre persone, che volevano godere del mio corpo, ma Luca gli aveva risposto che questa decisione spettava solo ed esclusivamente a me. Inoltre, parlando con mio marito, ho capito che forse non era il caso di ripetere quel tipo di gioco.
«Sono convinto che hai vissuto un’esperienza bellissima, anche se pensavo che, finalmente, ti avrei visto all’opera con un’altra donna. In ogni caso, vederti godere con quei tre cazzi, mi ha eccitato moltissimo e mi ha reso fiero di avere una moglie straordinaria come te.»
Le sue parole, in qualche modo, mi hanno toccato e, soprattutto, la sua affermazione "vederti all’opera con un’altra donna" mi ha evidenziato il fatto che, forse, all'inizio, era questo il suo più forte desiderio, vedermi cioè interagire con un’altra donna e, eventualmente, potersi inserire anche lui nel gioco a tre, anche se, tra le sue fantasie più ricorrenti, vi è sempre stata quella di lasciarmi giocare con un’altra donna anche da sola, senza la sua presenza. Questo mi ha fatto riflettere ed ho capito che avevo già vissuto due esperienze molto intense, mentre lui ancora non era riuscito a realizzare nessuna delle sue fantasie. Certo, vedermi all’opera con altri maschi, era comunque il suo desiderio primario, ma non serviva a realizzare la sua fantasia; quindi, dentro di me, ha preso vigore l’idea che era ora che anche lui trovasse piacere nel realizzare ciò che desiderava. Ho rifiutato ogni altra proposta di vendermi che mi aveva fatto Mario, anche se, il giorno dopo che avevo vissuto quest’esperienza, è venuto a casa nostra e mi ha consegnato la considerevole cifra che quelle tre persone avevano pagato per avere il mio corpo. Era, nell’insieme, più di quanto io possa guadagnare in un mese di lavoro, ma non erano i soldi ad avermi spinta a provare quell’emozione, bensì l'intimo desiderio di sentirmi comprata ed usata. Ha preso la decisione che, prima di realizzare qualunque altra mia esperienza, dovevo in qualche modo soddisfare i desideri di mio marito. L’occasione si è presentata circa due mesi dopo, in occasione delle vacanze natalizie. È consuetudine, anche se in questi ultimi due anni a causa della pandemia non è stato sempre possibile, riunirci in montagna, in una baita che, tutti gli anni, i miei suoceri affittano, perché è adiacente ad una casa che, in quel paese, ha il fratello di mio suocero. Ogni anno abbiamo trascorso dei bellissimi momenti tutti insieme, i miei figli, i miei genitori, i miei suoceri e il fratello e la moglie di mio suocero, che sono due persone veramente piacevoli. Sempre allegri, sempre disponibili e, soprattutto, non avendo avuto figli, adorano i miei, che ricambiano con un affetto che va oltre il normale rapporto zio/nipoti. Con tutte le dovute precauzioni, ci siamo ritrovati tutti insieme e abbiamo festeggiato il Natale in maniera veramente bella, allegra e, soprattutto, serena, dopo il lungo tempo che ciò non succedeva. Il giorno 27 di dicembre, io e mio marito ci eravamo recati nel capoluogo per fare degli acquisti necessari per organizzare la cena di Capodanno, quando, passando davanti ad un ufficio turistico, abbiamo notato una locandina che parlava di una struttura, non molto lontano da dove eravamo noi, che era composta da un hotel, con annesso una Spa. La cosa ci ha un po’ incuriositi e siamo entrati per chiedere maggiori informazioni. La ragazza, che ci ha accolto, ha specificato che la struttura era particolarmente rinomata per due motivi: la prima perché tutto il complesso era dedicato al relax, era abbastanza capiente e, nello stesso tempo, capace di donare momenti di assoluto riposo. La seconda perché, essendo una struttura only adult, la tranquillità e la pace erano assolutamente garantite; inoltre, al godere di piscine termali riscaldate, dotate di ogni comfort e di ogni tipo di idromassaggio, era aggiunta la possibilità di abbandonarsi a massaggi a quattro mani, massaggi di coppia, grotta del fieno, grotta del sale, bagno turco, sauna finlandese e tante altre cose, tutte specificamente dedicate alla cura della persona e al totale relax. Ha aggiunto che vi era un particolare pacchetto dedicato al Capodanno, con inclusa la cena di mezzanotte. Ho guardato mio marito e, consapevoli del fatto che non saremmo rientrati al lavoro prima del 6 gennaio, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto trascorrere almeno due giorni in quel posto. Insieme abbiamo però convenuto che non era possibile approfittare dell'offerta predisposta, ma che era possibile andare prima di Capodanno, oppure immediatamente dopo. La ragazza ha consultato la disponibilità nelle date da noi indicate, ma nei giorni antecedenti il Capodanno era tutto completo, mentre era libera almeno una notte tra il due ed il tre gennaio. Dopo un attimo di riflessione, ho guardato Luca negli occhi e lui, con un cenno di assenso, ha chiesto alla signorina di prenotarci per quella notte, aggiungendovi tante altre cose comprese nell'offerta più ampia. La sera, a cena, ne ho parlato con mia madre, che era seduta a tavola accanto a me, la quale ha trovato giusto il fatto che ci prendessimo due giorni tutti per noi, ma non mi è sfuggito il cenno che si erano scambiati mia zia Simona e zio Davide, quando ho riferito il nome della struttura in cui avevamo prenotato. Ero stata colpita dal sorriso sornione con cui Davide aveva leggermente annuito guardando Simona, quasi a sottintendere che vi fosse qualcosa di particolare a proposito di quella struttura. Anche Luca lo aveva notato e, guardando me, aveva cercato di indagare se vi fosse qualcosa che ci fosse sfuggito. Nei giorni successivi non ho avuto modo di rimanere da sola con Simona, ma nel pomeriggio del Capodanno, mentre stavamo preparando alcuni manicaretti da cucinare per la cena, ho avuto modo di restare da sola con lei e, con una certa indifferenza, le ho chiesto alcune informazioni su quel posto.
«L’altra sera, mentre parlavo con la mamma dell’imminente vacanza che ci prendiamo io e Luca, mi è sembrato di capire, da un'espressione del tuo volto e di quello dello zio, che voi due conoscete quel posto. Per un attimo, ho avuto l'impressione di aver fatto un grande sbaglio e vorrei saperne di più, visto che il posto non è molto lontano da qui.»
Lei mi ha sorriso e la sua risposta è stata più esauriente di quanto mi sarei aspettata.
«Io e Simone andiamo spesso in quel posto, perché amiamo rilassarci e, soprattutto, godere di momenti di assoluto piacere. È un posto un po’ particolare, dove non sono ammessi bambini, perché, come potrai costatare tu stessa, vi è gente che si immerge nelle vasche anche senza costume e questo può suscitare qualche imbarazzo. Ma, in ogni caso, è un posto che regala meravigliose sensazioni e, soprattutto, ci si rilassa e se ne ricava molto piacere.»
Ho potuto notare che nelle sue parole vi erano precisi sottintesi, molti doppi sensi voluti, anzi abbastanza specifici e avrei voluto saperne di più, ma l’arrivo di mia suocera ha interrotto il discorso. Il giorno prestabilito, ci siamo incamminati e, dopo circa un’oretta, eravamo a destinazione. Siamo stati accolti alla reception da una splendida ragazza che, dopo averci assegnato la camera, ci ha illustrato tutto quello che c’era da sapere per poter passare due giorni in assoluto relax. La struttura, in sé e per sé, era molto bella, tutta in legno, e le camere erano stupende. Situata sul crinale di una collina, da qualsiasi angolo o finestra si guardava fuori, vi era, tutt'intorno, un panorama mozzafiato. Sul letto, come previsto, abbiamo trovato piegati due accappatoi bianchi e relative ciabattine infradito e, subito, ci siamo recati nel settore dedicato al relax. Lì siamo stati accolti da una signora e da una ragazza, che ci hanno informato su tutto quello che c’era da sapere in ordine al pacchetto che avevamo acquistato. Per prima cosa, ci hanno invitato a fare una doccia sensoriale, cui avrebbe fatto seguito un massaggio di coppia, per poi rilassarci in un luogo dove saremmo stati completamente nudi. Quando mi sono distesa sul lettino per ricevere il massaggio dopo la doccia, ho potuto notare che, accanto a me, anche Luca era disteso nudo e veniva massaggiato da una splendida ragazza, mentre io mi sono ritrovata addosso le mani di un uomo dall'apparente età di una trentina di anni che, con fare molto esperto, ha percorso con le sue mani tutto il mio corpo, sfiorando anche le mie parti intime, ma senza mai toccarle direttamente. Inutile dire che, quando mi sono rigirata supina, lui ha continuato a massaggiarmi, passando ripetutamente le sue mani anche sui miei seni: i capezzoli mi si sono gonfiati, mentre, con la coda dell’occhio, ho notato che anche il sesso di mio marito era diventato bello gonfio e duro. I due si sono detti qualcosa parlando in portoghese, lingua che conosco benissimo perché ho una collega di lavoro che viene da quella terra e, anche se non ne ho compreso l'esatto significato, era ovvio che stavano parlando dei nostri corpi eccitati. Dopo il massaggio, ci hanno lasciato da soli in quella stanza, distesi sui nostri lettini e, per un attimo, ho avvertito forte il desiderio di godere con mio marito, cosa che, in questi ultimi tempi, non era stato possibile, data la vicinanza delle nostre camere con quelle dei nostri parenti. Dopo qualche minuto, è tornata la ragazza e ci ha invitato ad entrare nella piscina con l’idromassaggio per completare il ciclo del rilassamento totale. Ci siamo recati nella grande vasca e abbiamo notato che, all’interno, vi erano solo una decina di coppie, quasi tutte di età superiore alla nostra, ad eccezione di una donna, più o meno nostra coetanea, che non poteva passare inosservata per la sua meravigliosa capigliatura rossa. Il colore dei suoi capelli era assolutamente naturale e ciò la rendeva particolarmente visibile in mezzo a tutti gli altri. Nell’entrare nella vasca, ho notato lo sguardo di tutti indugiare sui nostri corpi: molti uomini hanno ammirato con particolare cupidigia il mio corpo, mentre dalle donne presenti è partito un brusio di apprezzamento per l'attrezzo che sfoderava Luca che, anche se in fase di riposo, rappresentava un esempio di potenza mascolina bella a vedersi. In relazione a quest'ultima considerazione, la certezza me ne derivava dal fatto che, in altre occasioni, su spiagge nudiste, molte donne non potevano far a meno di indugiare con lo sguardo sul sesso di mio marito. Inutile dire che, sentire quegli sguardi addosso, mi hanno risvegliato ancor di più il desiderio di fare sesso con lui. Appena entrati nell’acqua calda, mi sono spostata, insieme a lui, verso un angolo dove, sommerse, vi erano delle piccole sdraio in acciaio, sotto cui sgorgava il getto dell’idromassaggio. Una sensazione infinitamente piacevole e, mentre mi accingevo a sedere sull’unica disponibile, mi son resa conto che accanto a me vi era la splendida ragazza dai capelli rossi. Ho appoggiato la testa al bordo della vasca ed ho chiuso gli occhi, cercando di rilassarmi il più possibile. Le nostre posizioni erano molto ravvicinate, quasi a contatto e, mentre le bollicine tonificavano i nostri corpi, ad un tratto ho avuto come la sensazione che la sua mano stesse sfiorando la mia coscia e, piano piano, risaliva lungo il mio corpo. Sono rimasta con gli occhi chiusi e, quando ho sentito di nuovo quella carezza, ha sollevato il braccio in maniera da agevolare il contatto in maniera più diretta, per esser certa che la sensazione non fosse generata dal flusso delle bollicine. Il mio gesto ha avuto l’effetto sperato e, ad un tratto, ho sentito la mano che, dopo aver accarezzato la mia coscia, anziché continuare a salire, si è spostata all’interno di essa e, con fare molto delicato, ho avvertito il contatto delle dita sfiorare la mia intimità. Ho emesso un sospiro, quasi un gemito, di piacere e, lentamente, ho divaricato ancor più le cosce. Quel gesto deve aver indotto la proprietaria della mano ad osare ancora di più e, ben presto, ho sentito distintamente due dita scivolare fra le labbra della fica, per poi insinuarsi dentro di essa, movendosi lentamente, ma in maniera decisa e costante. Un’onda di piacere ha invaso il mio corpo e, girando il viso dalla parte opposta, ho incrociato lo sguardo di mio marito, cui non era sfuggito quanto stava accadendo. Egli, avendo tenuto gli occhi aperti, aveva potuto osservare, attraverso la trasparenza dell’acqua, anche se increspata dalle bollicine, l’audace manovra della ragazza dai capelli rossi. In quel momento, ho desiderato, con tutta me stessa, che quel gioco proseguisse il più a lungo possibile. Dopo un certo tempo, che a me è sembrato infinito, durante il quale lei ha continuato a masturbarmi dolcemente, d'un tratto il getto delle bollicine è cessato e, immediatamente, lei ha tolto la mano dalla mia figa, mentre io, invece, continuavo a tenere gli occhi chiusi, finché la voce di Luca mi ha riportato alla realtà. Aprendo gli occhi, ho visto che lei stava uscendo dalla vasca e, preso l’accappatoio, si stava dirigendo verso la sala adibita a ristorante, annesso alla struttura. È stato in quel momento che Luca mi ha fatto notare che era ora di pranzo e che quel servizio era compresso nella nostra prenotazione, quindi siamo usciti anche noi e ci siamo incamminati sulle orme della rossa, che giunta in sala, si era seduta ad uno dei pochi tavoli ancora liberi. Nel sedermi a mia volta, ho, di proposito, scelto il posto davanti a lei, a poca distanza e, con fare quasi distaccato, ho fatto in modo che il mio accappatoio si aprisse in modo da offrirle una perfetta visione del mio seno. Per tutta la durata del pranzo, c'è stato un continuo scambio di occhiate, di piccoli sorrisi e di gesti intriganti, volutamente provocatori, come leccare in maniera molto languida il cucchiaino con cui mangiavo il dolce. Anche lei, in qualche modo, mi ha provocato, mentre mio marito osservava tutto questo in silenzio, ma con il viso carico di felicità, perché finalmente si stava realizzando il suo sogno: vedermi interagire con un’altra donna. Finito il pranzo, ci siamo diretti verso le altre zone dell’area relax ed ho notato che lei ci seguiva a poca distanza, così, quando noi due abbiamo imboccato un piccolo corridoio, è stata lei stessa che ci ha suggerito un altro posto.
«Non vi consiglio di andare in quella direzione, perché vi è la grotta della neve ed il freddo non è molto indicato per la digestione, al contrario, se andiamo da questa parte ci sono tanti altri posti, molto caldi.»
Noi due ci siamo scambiati un’occhiata ed un sorriso compiaciuto, per il piacere che provavo per essere riuscita ad intavolare un discorso con lei, che, a quel punto, si è presentata.
«Mi chiamo Katia e mi sembra che per voi sia la prima volta che venite in questo luogo, perciò sarei felice di farvi un po’ da guida.»
Siamo entrati nella sauna e la temperatura è di colpo aumentata, come è aumentata rapidamente la confidenza che si era instaurata fra me e lei, che sembrava avere occhi solo per me. Per un attimo ho pensato che la cosa potesse infastidire Luca, ma è bastato uno sguardo fra noi, per farmi capire che mio marito non si sentiva affatto escluso, ma si stava veramente gustando quest’esperienza abbastanza particolare. Distese nude, su delle assi di legno, nella penombra della sauna, dove eravamo assolutamente noi tre soli, improvvisamente ho sentito la mano di lei che mi ha accarezzato ancora lungo la coscia destra e, guardandomi dritta negli occhi, quasi a verificare se mostrassi dissenso e, al contrario, ottenuto un sorriso di compiacimento, la sua mano ha proseguito ad indugiare all’interno della mia coscia ed io l'ho incoraggiata ancor più, aprendo le gambe onde godere di quella carezza che volevo più intima, ma che lei continuava a ritardare. Ho teso il mio corpo che già veniva scosso da brividi di piacere, cercando di andare incontro a quella mano che in nessun modo voleva toccarmi la fica. Alla fine, ho allungato una mano e, afferrata la sua, l’ho schiacciata contro il mio sesso, gemendo dal piacere che quel contatto mi stava dando. Lei ha sorriso compiaciuta, ha abbassato la testa e la sua bocca si è impossessata di un mio capezzolo; lo ha succhiato e leccato in maniera magistrale, procurandomi intense ondate di piacere che stavano percorrendo tutto il mio corpo e che mi stavano già facendo bagnare in maniera incredibile. Per un po’, son rimasta passiva nell'assaporare il piacere di quella intima carezza, che, ora, si era trasformata in una vera e propria masturbazione. Sentire le sue dita dentro di me che mi scavavano dentro, che si muovevano veloci e sicure, mi stava procurando un’ondata di piacere che, a breve, mi avrebbe portato di certo all’orgasmo. Mi son girata dall’altro lato ed ho visto gli occhi di Luca che brillavano di gioia, mentre la sua mano, molto lentamente, accarezzava il membro, ora, teso e duro; allora mi son girata di nuovo verso di lei e, timidamente ho allungato una mano per accarezzare il suo corpo disteso accanto al mio. Lei, ha sollevato la bocca dal mio seno e si è allungata verso di me; un attimo dopo, le sue labbra si sono appoggiate alle mie e un dolcissimo, quanto intenso, bacio è iniziato fra di noi. È stata una cosa meravigliosa, altamente sensuale, molto diversa da come sei baciata da un uomo. Un bacio delicato, ma, nello stesso tempo, carico di erotismo, che mi ha fatto vibrare così tanto che, improvvisamente, ho sentito il piacere partire dal cervello e scorrere lungo tutto il corpo per, infine, concentrarsi sulla mia fica, sotto forma di esplosione di un orgasmo prepotente ed intenso. Katia, nel sentire il mio corpo vibrare, ha ripreso a mordermi il capezzolo, mentre ora le sue dita si muovevano dentro di me come impazzite, scopandomi dentro e fuori e muovendosi sempre in senso rotatorio, oltre che puntare il pollice contro il mio clitoride, facendomi godere immensamente. È stato un orgasmo intenso, prolungato che mi ha squassato tutta, dalla testa ai piedi. Lei mi ha lasciato il tempo di respirare, di assaporare il piacere così profondo e poi, sollevatasi, si è spostata e dopo essersi inginocchiata davanti a me, ha impresso la sua bocca su quella fonte da cui sgorgava copioso tutto il mio godimento. La sua lingua ha cominciato ad esplorare ogni piega della mia fica, scorrendo dal basso verso l’alto e indugiando con la punta contro il bottoncino, provocandomi scariche di piacere così devastanti, da lasciarmi quasi stordita. La sua bocca si è incollata alla mia fica e la sua lingua ha iniziato a scorrere in lungo ed in largo, così velocemente come un piccolo membro che mi stesse scopando, ma che, ogni volta, raccoglieva sempre più del succo che sgorgava dalla mia intimità. Ho sentito improvviso un ennesimo orgasmo e, con entrambe le mani, le ho afferrato la testa, schiacciandola contro la mia fica, mentre emettevo con la bocca un lungo gemito che ha fatto fremere il mio corpo. Ho stretto le cosce intorno al suo collo, quasi temendo che potesse smettere da un momento all'altro, mentre, in me, desideravo che quel piacere continuasse all’infinito. Quando i sensi si sono placati, le ho liberata la testa e lei, rivolgendomi lo sguardo, ha potuto vedere i miei occhi estatici, languidi e resi umidi dal piacere appena provato, mentre i suoi brillavano di gioia. Si è sollevata e con la bocca è tornata a baciare la mia; in quel momento ho potuto assaporare il piacere del mio orgasmo sulle sue labbra. L’ho spinta di lato, l’ho costretta a distendersi supina e poi ho incominciato ad accarezzarla, cercando, in qualche modo, di restituirle il piacere appena provato. Lei ha socchiuso gli occhi ed ha lasciato che le mie mani indugiassero sul suo corpo liberamente, fin quando le mie dita si sono insinuate all’interno della sua intimità ed ho cominciato a muoverle, a ruotarle nello stesso modo in cui lei lo aveva fatto a me, e, ben presto, il suo corpo si è teso e con un grido soffocato, l’ho sentita godere, stringendo con forza le cosce contro la mia mano, per impedire di continuare, ma io, con le dita affondate dentro di lei, pur avendo la mano immobilizzata, ho proseguito a muovere le dita, procurandole altro piacere. È stato un orgasmo rapido, intenso anche il suo, cui ha fatto seguito un lungo bacio forte, passionale, carico di desiderio. In tutto questo tempo, Luca ha continuato ad osservarci, senza mai intervenire, senza in nessun modo disturbare quel momento magico che si era creato fra noi due. Placati i sensi, lei ha continuato a tenermi sdraiata sul suo corpo, coccolandomi dolcemente. Dopo un po’, siamo uscite e siamo tornate di nuovo ad immergerci nella vasca con l’idromassaggio e, sedute una accanto all’altra, abbiamo iniziato a parlare un po’ tra noi. Tra una confidenza e l’altra, abbiamo appreso che lei abita e vive in una cittadina non molto lontano dalla nostra e che svolge un lavoro molto importante: viceprocuratore della Repubblica e questo le impone un comportamento assolutamente irreprensibile. Per questo, di tanto in tanto, quando decide di evadere, percorre così tanta strada, fino a raggiungere questo posto, alquanto fuori mano, dai grandi flussi turistici per venire a rilassarsi. Ovvio che, come in questo caso, quando le si presenta l’occasione, si abbandona anche a godere del piacere del corpo di una donna. Siamo rimaste fino all’ora di cena immerse nell’acqua, poi, dopo una bella doccia, ci siamo vestite in maniera abbastanza elegante e, assieme a Luca, siamo andati a mangiare in un ristorante situato ancora più in alto, verso un famoso passo montano. Durante il tragitto, io e lei eravamo sedute dietro e, per tutto il tempo, le nostre mani hanno indugiato sui nostri corpi con carezze che ci hanno eccitato in maniera incredibile. Sentivo le sue mani sul mio corpo, mentre con lo sguardo osservavo gli occhi di mio marito che, mentre guidava, ci osservava attraverso lo specchietto retrovisore. Durante la cena, lei si è rivolta a mio marito, precisando che, in realtà, non è lesbica, che le piacciono gli uomini, solo che, quando mi ha visto entrare nella vasca, ha avvertito dentro di sé, il forte desiderio di godere del mio corpo. Tornati in albergo, ci ha invitati ad andare in camera sua, dove ci siamo distesi sul suo letto e, mentre noi due eravamo impegnate in uno splendido 69, Luca, da dietro, mi ha penetrato, scopandomi con lei sotto che mi leccava la fica. È stato giocoforza che la sua lingua potesse indugiare anche lungo l’asta di mio marito che mi penetrava, facendomi godere moltissimo. Dopo alcuni orgasmi, lei ha cambiato posizione ed ha messo me sotto di sé e, giratasi verso Luca, l’ha invitato a prenderla nel culo.
«Ti prego, lo voglio sentire nel culo: mi piace molto esser chiavata, ma avendo la lingua di Silvia che mi lecca, voglio sentire la tua splendida mazza che mi sfonda il culo.»
Inutile dire che Luca, dopo averla afferrata per i fianchi, si è piantato tutto dentro di lei e ha cominciato a pompare lo splendido culo che, nonostante fosse abbastanza stretto, ha completamente assorbito la splendida mazza di mio marito, che l'ha pompata a lungo, fin quando non ci ha detto che era prossimo all’orgasmo. A quel punto, noi due ci siamo staccate e, inginocchiate davanti a lui abbiamo preteso che ci sborrasse in bocca ad entrambe, cosa che lui ha fatto in maniera copiosa e generosa, riempendo le nostre bocche con tutto il suo piacere. Un attimo dopo aver ricevuto l’ultimo schizzo in bocca, noi due ci siamo unite in un bacio lungo e passionale, durante il quale ci siamo scambiate ripetutamente la sua sborra. Siamo rimaste abbracciate ed un sonno ristoratore ci ha avvolto fra le sue braccia. Mi sono svegliata sentendo le dolci labbra di Katia, che mi leccava fra le cosce, mentre Luca le ricambiava il favore, leccando la sua fica. Io sentivo l’onda del piacere percorrere il mio corpo e, giratami, mi son trovata davanti il cazzo di mio marito, che si stava lentamente eccitando, mentre leccava con avidità la fica della nostra amica. Ho aperto la bocca e me lo sono infilato tutto in gola, facendolo subito godere. La prima a raggiungere l'orgasmo è stata Katia, che sotto le sapienti leccate di mio marito, ha emesso un gemito profondo, il suo corpo ha iniziato a tremare intensamente e, a quel punto, lui l'ha distesa supina e, inginocchiatosi in mezzo alle sue cosce, ha appoggiato il suo cazzo fra le labbra di quella figa ancora scossa dall’ultimo orgasmo e, con delle spinte decise, le è entrato tutto dentro. Lei ha inarcato il corpo, per ricevere meglio quella splendida mazza che la stava penetrando, poi si è girata verso di me e mi ha invitato a sedermi con la fica sulla sua bocca. Sentire la sua lingua che mi leccava, mentre inginocchiata su di lei baciavo mio marito che la stava scopando, è stato qualcosa di veramente forte, intenso, che mi ha fatto subito godere di un orgasmo squassante, che mi ha fatto tremare tutta. Anche lei ha goduto nel sentirsi sfondare da quello splendido membro e, quando Luca è stato prossimo all’orgasmo, gli ho chiesto, ancora una volta, di eiaculare nelle nostre bocche. Però ho visto Katia incrociare le gambe intorno ai fianchi di lui per non farlo uscire, così lui, con un ennesimo affondo, ha sborrato tutto dentro di lei. Mi sono sollevata ed ho osservato lei che assaporava il piacere di sentirsi inondare il ventre del seme di mio marito e, poi, quando lui è uscito, lei mi ha fatto distendere supina e, sdraiatasi di nuovo nella posizione del 69, mi ha offerto la sua fica da leccare, quando da essa sgorgava il seme di mio marito. Mentre leccavo quel nettare, lei, sollevata la testa, ha preso in bocca il cazzo di mio marito e lo ha succhiato con forza, facendolo restare bello duro, e poi, si è sollevata su di me, mettendosi nella stessa posizione in cui ero io mentre lei veniva scopata da Luca, e l’ha invitato a fare la stessa cosa con me. Naturalmente Luca era molto eccitato da tutta la scena che aveva visto e, senza nessuna difficoltà, è entrato dentro di me, spingendo il suo cazzo fino in fondo e facendomi subito godere. Impazzivo di piacere, nel leccare quella fica da cui ancora sgorgava il seme di mio marito, mentre, a mia volta, venivo pompata con forza da lui, fin quando un orgasmo molto forte mi ha scosso il corpo. Stremata, sono rimasta distesa sul letto, mentre lui, segandosi velocemente, ci regalava gli ultimi schizzi di sborra ancora presenti nelle sue palle. Sentire il suo seme sul mio viso, mi ha, in qualche modo, ridestato e, subito dopo, la lingua avida di Katia ha cominciato a pulire il mio viso, leccando ogni singola goccia del piacere di cui era cosparso. Siamo rimasti per alcuni minuti distesi sfiniti sul letto, poi, presi i nostri accappatoi, siamo scesi e, dopo aver fatto colazione, ci siamo recati nell’area relax, dove abbiamo potuto usufruire di tutte le altre opzioni comprese nella nostra prenotazione. Nel pomeriggio inoltrato, ci siamo salutati, con la promessa di rivederci a casa nostra. Durante il viaggio di ritorno, le parole di Luca mi hanno riempito d’orgoglio.
«Grazie, amore mio! Era una cosa che desideravo da tempo, e non mi sarei aspettato di viverla in questo momento e, soprattutto, in maniera così bella e appagante. Ti avevo visto così presa dal gioco con Mario che non volevo in nessun modo interrompere le bellissime esperienze che stavi provando, quindi, questa nuova ed esaltante prova del tuo amore, mi rende particolarmente felice e, anche se non ce n'è bisogno, conferma ancor di più che ho, al mio fianco, una donna stupenda che amo da impazzire.»
Ho appoggiato la testa al sedile ed ho guardato fuori dal finestrino il magnifico panorama che scorreva, mentre, in me, mi sentivo particolarmente fiera e lusingata per aver fatto vivere a mio marito una cosa che desiderava da tempo.
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3 years ago
baxi18, 55
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Una serata speciale
Capitolo 1.
Entri nell'atrio felice di lasciarti alle spalle la pioggia, che non smette di scendere da quando siete usciti di casa. L’interno è affollato e l'aria calda e umida. Se almeno potessi sbarazzarti del cappotto che ti ho chiesto di indossare, così pesante e ingombrante! Per fortuna, una hostess sembra averti letto nel pensiero e si avvicina per aiutarti a disfartene. Con aria complice, la giovane sconosciuta ti fa scivolare una busta tra le mani. Non hai nemmeno il tempo di reagire che lei è già scomparsa nel guardaroba col tuo cappotto. Guardi la busta, sulla quale ho scritto a penna il mio nome: Andrea. Istintivamente alzi lo sguardo. Mi cerchi tra le persone che ti sono vicine. Ma a causa della pandemia e della maledetta mascherina che tutti devono indossare, e che rende tutti uguali, non riesci a riconoscermi. Apri la busta. Dentro c'è un piccolo oggetto. Bianco. Molto leggero. Di forma ovoide. Assomiglia ad un piccolo proiettile. Un filo molto sottile, impalpabile al tatto, termina in un LED, così piccolo da apparire quasi invisibile, se non fosse per la luce verde che lampeggia lentamente. All’improvviso, la luce diventa rossa e una leggera scarica elettrica ti sorprende. Tuo marito è ancora fuori, sta cercando un posto libero dove parcheggiare e dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Alzi lo sguardo. C'è troppa gente intorno a te e i bagni sono troppo lontani. Ma non hai tempo. Con il cuore che prende a battere più veloce, ti metti in disparte, dietro una tenda rossa. Con movimenti rapidi, sollevi la gonna. Abbassi le mutandine blu notte, quelle che ti avevo chiesto di indossare. Con il piccolo oggetto tra le dita esiti. Ma quella fioca luce che lampeggia nuovamente di verde ti attira tremendamente. Impaziente come sei, decidi di non aspettare. Il piccolo ovulo bianco scivola tra le tue labbra umide di eccitazione senza alcuno sforzo. Lo spingi dentro la tua figa con due dita. E una leggera scarica elettrica ti sorprende di nuovo. Il minuscolo LED, l'unico elemento rimasto al di fuori del tuo sesso, lampeggia di rosso. Hai il respiro corto mentre una seconda scarica elettrica, più intensa questa volta, ti assale. Il LED rosso prende a lampeggiare più velocemente. Chiudi gli occhi. Una terza scarica, decisamente più forte delle precedenti, ti fa tremare le ginocchia. Il LED rosso sembra impazzito. Senti la corrente elettrica attraversare il tuo corpo. Dal tuo sesso scende giù, verso la pianta dei piedi. E sale su, verso i capelli. Non vedi più niente. Non senti più niente. Un orgasmo tanto rapido quanto intenso ti scuote tutta. Cerchi di soffocare un gemito quando percepisci una presenza al tuo fianco. Riapri gli occhi. È tuo marito, che finalmente ti ha raggiunta. Ti guarda e capisce. Nonostante la mascherina, ha notato immediatamente il rossore sulle tue guance, la tua eccitazione. Ha notato anche la tua gonna sollevata, le mutandine abbassate. Anche lui eccitato, ti fa scudo e tu, con gesti rapidi, alzi le mutandine prima che qualcuno possa vederti. Le luci sono già abbassate quando vi affrettate verso la sala. Segui tuo marito un passo dietro di lui, le gambe che ti tremano ancora di piacere. Senti gocce di liquido vaginale colare dalla tua figa e rigarti le cosce. Ti senti così bagnata che immagini di lasciare una scia vischiosa dietro di te. Sorridi tra te e te immaginando che qualcuno potrebbe scivolare e rompersi una gamba a causa del tuo orgasmo. Di che riderci sopra. Mi cerchi di nuovo tra le poche persone che ancora si trovano nell’atrio, ma non mi vedi. Tuo marito fa lo stesso, e nemmeno lui mi vede. Nella sala, cercate rapidamente i vostri posti e andate a sedervi. Il concerto sta per iniziare e tu non puoi evitare di pensare al piccolo ovulo rimasto dentro la tua vagina. Alle scariche elettriche che ti ho inviato e che ti hanno provocato un piacere che non ti aspettavi e che ti ha travolta. Vuoi controllare se la piccola luce lampeggiante è ancora lì, tra le tue cosce. Per tua fortuna, il posto accanto a te è vuoto. Con una mano inizi a far scorrere verso l'alto i bordi della gonna. Lentamente. Sul palco, i cantanti hanno voci meravigliose, ma per quanto sei concentrata, potrebbero anche ragliare come asini e non noteresti la differenza. Un centimetro alla volta, i tuoi sforzi vengono finalmente premiati. Nessuno, tranne tuo marito, si è accorto di ciò che stai facendo. Quando senti che la gonna è sufficientemente alzata, fai scorrere le mani verso le tue cosce. In modo molto discreto, con il pollice sollevi il bordo delle mutandine, mentre fai scorrere l’indice sotto il tessuto. Cerchi il filo con il LED luminoso, ma non lo trovi. Forse lo hai perso, pensi. Eri così bagnata nell’atrio, che potrebbe esserti scivolato fuori senza che te ne accorgessi. Chiudi gli occhi e ti mordi il labbro. No, non può essere! Ti ricordi che quando avevi aperto la busta, avevi notato che il filo era così sottile da essere quasi impalpabile. Devi cercare meglio. Andare più in profondità. Fai quindi scorrere il dito indice nella tua vagina. Fremi un po'. Forse è stato l'effetto delle scariche elettriche, che hanno sensibilizzato la tua figa. Oppure è la condizione di pericolo che ti eccita. Comunque sia, decidi di approfittarne. Il tuo dito, che si lascia inghiottire dalla caverna buia e umida, ti regala una sensazione di dolce piacere. Senza che tu lo abbia veramente deciso, il dito medio segue l'indice e l'anulare lo accompagna. Ora hai tre dita che si muovono dentro di te, tre dita che spingi più in profondità, che ti scaldano le guance. Quella che provi è una sensazione di piacere che viene da lontano. Che ti riporta indietro nel tempo. Quando eri solo un'adolescente che scopre il proprio corpo. Che cerca piccoli momenti di piacere senza preoccuparsi di nulla. Che ne parla liberamente con la sua migliore amica. Che approfitta di ogni momento, di ogni occasione, senza alcun senso di colpa. Col pollice stimoli il tuo clitoride, mentre imprimi mezzo giro con le tre dita. E finalmente lo tocchi. Il piccolo ovulo è ancora lì. Adesso ne hai la prova. Puoi finalmente tirare fuori le dita dalla tua fica. Ma ogni millimetro della tua vagina, che pulsa di piacere, ti reclama. E neanche le tue dita, in fondo, vogliono ritirarsi. Stanno bene lì dove sono. E allora le fai girare in tondo. Avanti e indietro. Di nuovo in tondo. Pieghi le dita a gancio e spingi, spingi, spingi, finché non arriva l’orgasmo. Veloce, morbido, lui se ne fotte degli altri spettatori, se ne fotte della musica e delle magnifiche voci che vibrano nell'aria come il tuo piacere, profondo, leggero, libero come i tuoi sedici anni. Il primo pezzo sta per finire e tu hai il tempo necessario per sistemare le mutandine, per rimettere la gonna al suo posto. E solo in quel momento ti accorgi della mia presenza, nel posto accanto a te che era rimasto libero. Tuo marito ti sorride, sono seduto lì già da qualche minuto e lui se ne era accorto, ma non tu, troppo presa dal tuo piacere. Il pubblico si alza in piedi per applaudire. Ne approfitto per prenderti per mano. Insieme scivoliamo via dalla fila, seguiti da tuo marito. Passiamo una porta. Vi faccio segno di stare in silenzio. Alla fine del corridoio ci sono i camerini. Entriamo. La luce è fioca. La moquette rossa che ricopre pavimento e pareti riscaldano l’ambiente, simile al più lussurioso dei gironi infernali. Un grande divano ci accoglie. Ti faccio stendere, ti allargo le gambe, mentre tuo marito si accomoda su una poltrona, davanti a noi. Pronto a godersi il vero spettacolo della serata… (continua)
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3 years ago
Andre374,
22
Last visit: 3 years ago
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Voleva solo un piercing
Lavoro in uno studio di tatuaggi e piercing da anni e quotidianamente ho a che fare con gente di tutti i tipi.
Dal gigante palestrato che sviene per un foro al lobo alla ragazzina che ride serena durante la foratura dei capezzoli.
Ma come Laura e il suo compagno non ne avevo mai incontrati.
Il primo contatto con Laura l'ho avuto attraverso la mia pagina social, mi seguiva da tempo e ogni tanto mi faceva i complimenti per i miei lavori.
Un bel giorno, tramite messaggi privati, mi chiese se eseguissi piercing genitali. Ovviamente la mia risposta fu affermativa, purtroppo per le regole dei vari social, certe immagini non possono essere pubblicate e quindi non aveva mai visto quel genere di lavori.
Le mandai qualche foto in privato e si disse interessata ad un piercing al monte di venere.
Non conoscendola personalmente ma avendo a che fare con tanti perditempo le chiesi subito se intendeva prenotarsi, disse che ci doveva pensare e che ne doveva parlare col compagno e la chiudemmo lì.
Passò qualche settimana durante la quale notai una certa insistenza dei suoi mi piace alle mie foto, anche personali, e commenti di apprezzamento sempre meno velati.
Ad un mese esatto dalla richiesta di informazioni sul piercing, ecco arrivare la richiesta di appuntamento.
Trattandosi di un piercing intimo ebbi cura di piazzare il suo appuntamento in chiusura così da non avere spettatori indesiderati e rompiscatole vari.
Puntuali come orologi svizzeri, all'orario stabilito, ecco arrivare Laura e compagno.
Lei uno splendore, non altissima ma con un fisico moderatamente palestrato e tonico, un sorriso furbetto e un seno da giramento di testa. Lui fisicamente ok ma molto riservato, si limitava ad annuire quando interpellato.
Rompemmo subito il ghiaccio parlando del più e del meno, poi lei mandò lui a prendere qualcosa da bere al bar di fronte lo studio.
Non aveva fretta di bucarsi, sembrava avesse più interesse per la conversazione.
Al ritorno di lui bevemmo, loro una birra ed io una redbull (non bevo alcolici durante il lavoro), continuando tranquillamente a discutere.
Dirottai la conversazione sul piercing, su come va eseguito e soprattutto su come va curato, le consigliai dei prodotti specifici per l'igiene e le diedi tutte le raccomandazioni del caso, poi finalmente passammo nella saletta dei piercing, la mia stanza delle torture.
Un febbraio così freddo non lo avevamo mai avuto per questo mi ero premurato di riscaldare preventivamente la saletta.
Laura era molto a suo agio, si sfilò rapidamente scarpe e jeans e si accomodò sul lettino.
Indossava ancora l'intimo, un perizoma nero che niente lasciava all'immaginazione. Culo tornito e sodo, cosce muscolose e il pube accuratamente depilato insieme a tutta la patata.
Mantenevo una calma apparente ma la carica erotica di Laura aveva acceso un fuoco dentro di me e lei non tardò a notarlo, complice il fatto che da sotto la tuta che indossavo il cazzo si faceva notare in maniera arrogante.
Sfilò via anche il perizoma e un profumo delicato di detergente intimo e fica raggiunse le mie narici.
Puntai la luce sulla sua fica e notai subito il luccichio di qualche perla di piacere tra le sue piccole labbra.
Misi i guanti e iniziai ad esaminare la zona da forare. Oddio, si stava bagnando.
Dopotutto le stavo sfiorando il cappuccio del clitoride, pensai che la reazione fosse più che normale, quindi continuai a fare il mio lavoro.
Giusto un attimo prima di prendere l'ago, mi ferma e mi chiede: "ma dopo il piercing, quanto tempo deve passare prima che possa di nuovo usare la mia fichetta?".
Le dico subito che almeno per un mese deve attendere, poi la guarigione è variabile per ognuno di noi, ma un mese è il minimo.
Lei guarda il suo compagno, lui si china e si scambiano qualche parola all'orecchio, lui annuisce e lei raggiante come se avesse scoperto chissà quale segreto universale, esordisce con: "allora prima di procedere verso la strada della castità mi sembra doveroso fare almeno un piccolo festino."
Adesso ho gli occhi di entrambi puntati contro, lui mi guarda in faccia, lei è più interessata ai sussulti del mio pacco e per rompere ogni indugio inizia a massaggiare il pacco di lui che data la posizione le preme quasi sul viso.
Con un gesto sapiente libera il cazzo di lui e inizia a leccarne prima la punta poi tutta l'asta fino alle palle.
Io sono ancora attonito per lo spettacolo che mi si è parato davanti ma ci vuole davvero poco a riprendermi.
Adesso il suo piede strofina contro il mio uccello, ne saggia le dimensioni e la consistenza. Io non resisto all'invito e vista la posizione favorevole mi fiondo su quella fica profumata e pulsante.
Inizio a leccarla sempre più insistentemente, passando dal perineo fino al clitoride, poi mi concentro sul nettare che esce e con la punta della lingua la penetro dolcemente.
Lei ha la bocca piena di cazzo, lo ingoia fino alle palle e oltre. Io ho tutta la lingua nella sua fica che ora gronda di umori e saliva, pulsa e si dilata come se dovesse inghiottirci tutti.
E' il momento di riempirla per bene. Togliermi la tuta è un gioco da ragazzi, in meno di un secondo sono col cazzo svettante, la sto puntando ma non voglio scoparla subito. Voglio farglielo desiderare, quindi inizio con lo strofinare la cappella contro il suo clitoride. Per quanto è gonfio di desiderio sembra una piccola cappella. Cappella al cospetto della quale è doveroso inchinarsi e ungersi con quel liquido santo.
Si toglie il cazzo di bocca solo per implorarmi di fotterla e quando le sono dentro lei può riprendere il suo pompino.
I suoi orgasmi non si contano, il lenzuolino protettivo è zuppo e i rivoli gocciolano giù dal lettino.
Questo è il momento di cambiare posizione. Mentre mi sposto per raggiungere la sua bocca lei si rigira per mettersi a pecorella; lui prende a stantuffarla con rabbia io mi limito a premerle la testa contro il mio uccello.
I sui occhi sono praticamente rivoltati al contrario per quanto sta godendo. La sua fica sembra un idrante che vuole spegnere i nostri cazzi.
Ci alterniamo tra bocca e fica quando lei decide per una bella doppia penetrazione.
Sono sdraiato sotto di lei, la sento armeggiare col mio cazzo e lo vedo scomparire nel suo culo stretto. Mi cavalca con veemenza, poi si ferma e accoglie il suo compagno nella fica. Come un meccanismo perfettamente rodato e sincronizzato ci muoviamo al ritmo del suo piacere. L'eccitazione ha raggiunto livelli altissimi e anche noi stiamo per esplodere. Consapevole del fatto che non potevamo durare in eterno, Laura decide di raccogliere il frutto delle sue fatiche. Scende dal lettino, libera finalmente quelle due tettone enormi, si inginocchia tra noi due e ci lascia sborrare su di lei.
E' ancora inginocchiata ed è letteralmente grondante di sborra. La faccia, il collo e le tette sono cime innevate. Incurante di tutto lui la bacia appassionatamente mentre lei si strofina lo sperma caldo sulle tette.
Accenna pure a sgrillettarsi per regalarsi l'ultimo orgasmo prima della castità.
Siamo stremati, sudati ma altamente soddisfatti. Fornisco asciugamani puliti e salviette imbevute per ripulirci alla meno peggio. Disinfetto il lettino e metto un nuovo lenzuolino, rimetto i guanti e sono pronto per fare questo benedetto buco quando lei esordice con: "dai è tardi, magari lo facciamo domani, non vedo l'ora di tornare qui in studio da te".
Non so se Laura farà mai il piercing ma so che non vedo l'ora di vederla tornare...
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3 years ago
unabottaevia,
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Last visit: 7 months ago
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Una bellissima esperienza. quarta parte
Dal giovedì al sabato, il tempo sembrava essersi fermato. Più si avvicinava l’ora fatidica e più cresceva la mia indecisione. Volevo quell’esperienza con tutte le mie forze, ma, nello stesso tempo, la temevo. Mille pensieri contrastanti affollavano la mia mente e, soprattutto, le mie notti. Cosa dovevo aspettarmi? Sarei stato in grado di sostenere il gioco? Avrei avuto il coraggio di andare fino in fondo? E se poi qualcuno mi avesse riconosciuto? Qualcuno che conosco nella vita di tutti i giorni, come ne sarebbe uscita la mia immagine di brava moglie, madre esemplare, che nella realtà si prostituisce per soldi? Troppe domande, troppi dubbi, che mi facevano sentire ancor più impotente davanti a tutto questo strano gioco, in cui mi ero infilata. Certo, avrei potuto uscirne, ma intanto, il solo pensiero di essere usata da degli sconosciuti come oggetto di piacere, mi faceva bagnare così tanto fra le cosce, che a volte ero costretta a rifugiarmi nel bagno aziendale e masturbarmi per alleviare momentaneamente quella sensazione di piacere, quella forte eccitazione che stavo provando al pensiero di quello che sarebbe successo sabato. Inoltre Mario ci metteva del suo, inviandomi dei messaggini con cui mi informava che, per sabato, avrebbe provveduto lui al mio abbigliamento. Anche questa cosa mi incuriosiva ed eccitava, perché, dentro di me, avevo sempre pensato che sarebbe stata sufficiente una minigonna ed una camicetta per essere una puttana perfetta. Ma non con lui, che teneva a precisare che avrebbe provveduto a far sì che io, sabato, non fossi vestita come una puttana da strada, bensì una "escort" d’alto bordo. Altra ondata di adrenalina nel considerare che, evidentemente, il livello delle persone che avevano pagato una cifra, che tra l’altro ignoravo, ma che sapevo essere molto alta, doveva essere quello di gente dell'alta società. Sabato mattina, sono andata prima dall’estetista, per una pulizia completa del corpo, sia dei peli che della pelle, poi dalla parrucchiera affinché mi dotasse di un'acconciatura all'altezza della situazione e, quando son tornata casa, ho trovato un pacco contenente un abito con scollo a V, a manica lunga avvolgente, con uno spacco laterale in velluto nero, scarpe decolté estreme, nero vernice, tacco 15 metal oro, autoreggenti con riga posteriore ed un completo che io stessa avevo visto in un negozio di intimo molto famoso, denominato: Carioca - Prive' - Miss Butterfly. Sono rimasta davvero stupita per le cose molto fini ed eleganti che mi erano state recapitate. Puntuale, alle 20:00, Mario si è presentato a casa mia e, mentre mi accingevo ad uscire con lui, ho visto che consegnava a Luca un tablet; poi, girandomi intorno, si è accertato che tutto corrispondesse a quanto da lui voluto, ha raccolto i miei lunghi capelli biondi, facendoli cadere sulla spalla sinistra e mi ha invitato a fare alcuni passi. Camminare su quelle scarpe dal tacco esagerato, rendeva il mio incedere sinuoso e sensuale, e si è complimentato con me, per tutto quello che i suoi occhi stavano vedendo.
«Sei veramente stupenda! Credo che questa sera potrei vivere un’esperienza indimenticabile, ma, in ogni caso, sei così bella che Luca può considerarsi orgoglioso di avere al suo fianco una donna come te. Ti scoperei, qui, in piedi, senza nessuna esitazione.»
Mi sono girata a guardare mio marito, che mi ha sorriso e, con un abbraccio, mi ha salutato, aggiungendo:
«Sei ancora in tempo a fermare tutto, ma, se non lo farai, sono sicuro che vivrai un’esperienza bellissima ed io starò qui ad aspettare il tuo ritorno.»
Ho ricambiato il sorriso e, insieme al mio accompagnatore, sono uscita. Durante la ventina di minuti che abbiamo impiegato per raggiungere il luogo, dove avrei dovuto vivere la mia nuova esperienza, Mario è rimasto sempre in silenzio, mentre, in cuor mio, provavo un misto di paura, eccitazione, indecisione e tanta adrenalina, che formavano un cocktail tale da rendermi come ubriaca, stordita: tra poco sarei stata palpeggiata dalle mani di persone sconosciute, che avrebbero potuto utilizzare il mio corpo a loro piacimento. Quando siamo giunti a destinazione, dopo aver varcato un imponente cancello, lui ha arrestato l’auto davanti ad una splendida villa; è sceso dall’auto, mi ha preso sottobraccio, e, insieme, ci siamo presentati alla porta. Un attimo prima di bussare mi ha guardato e mi ha ricordato che potevo ancora decidere di rinunciare a tutto, ma, una volta entrata, sarei stata completamente a disposizione di chi aveva pagato lautamente per avermi. Un mio profondo respiro gli ha comunicato che ero determinata in quello che era stato deciso, e lui, allungata una mano, ha schiacciato il pulsante del campanello. Un attimo dopo, la porta si è aperta e, davanti a me, si è presentata la signora che era seduta al tavolo, accanto al nostro, alcune sere prima. Alta più o meno quanto me, con i capelli neri tenuti corti a caschetto, gli occhi chiari e la bocca non troppo ampia, indossava un completo giacca e pantalone, con scarpe che dovevano esser, più o meno, identiche alle mie e, sotto la giacca, si poteva ben vedere una camicetta di pizzo, finemente ricamata, il cui collo sovrastava quello della giacca. Mi ha accolto con un sorriso e, allungata una mano, ha afferrato la mia e mi ha invitato ad entrare.
«Buonasera, mia cara; sono Giulia e sono molto contenta di averti qui, con me, stasera.»
Per un attimo ho immaginato che fosse lei la persona che aveva pagato per avermi, ma, entrata in un ampio salone, mi sono trovata davanti anche gli altri due commensali di quella fatidica sera. Uno dei due, completamente calvo, mi è venuto incontro.
«Buonasera, io sono Carlo, mentre lui è il nostro amico Giorgio. Ti diamo il benvenuto a casa nostra.»
Nello stringermi la mano, ho avvertito un brivido particolare e, mentre seguivo Giulia ed accomodarmi in uno splendido divano, non ho potuto fare meno di notare che Giorgio, nel parlare con Mario, gli ha consegnato una busta dalla forma rettangolare: ho ipotizzato fossero delle banconote. Lui, dopo averle messe rapidamente in tasca, si è girato verso di me e, con un cenno, mi ha salutato, avvertendomi che, dopo, uno di essi mi avrebbe riaccompagnato a casa.
Una volta uscito, mi sono sentita avvolta come in una coltre di silenzio: sentivo il mio cuore battere come un tamburo impazzito per la strana ed insolita situazione in cui mi trovavo. Il silenzio è stato interrotto dall’entrata di una giovane cameriera che portava un vassoio contenente quattro calici e, per prima, sono stata invitata a prenderne uno, per poi, insieme, far un brindisi.
«Mia cara Silvia, sono molto onorata del fatto che tu, questa sera, abbia scelto di partecipare al nostro gioco. Io e mio marito, come pure il nostro comune amico, nonché suo socio in affari, amiamo, di tanto in tanto, inserire nel nostro ménage à trois, una persona che desideri vivere un’esperienza quanto mai singolare e ci eccita molto pagare la disponibilità di questa persona. Siamo tutti e tre a conoscenza del fatto che sei una persona tranquilla, una madre, una donna che, nella vita di tutti i giorni, non svolge il mestiere più antico del mondo, ma che questa sera, per il suo e nostro piacere, ha deciso di accettare la nostra offerta. Nessuno di noi ti farà del male e il tablet che Mario ha consegnato a tuo marito, gli permetterà di seguire, attraverso delle telecamere che abbiamo all’interno di questa abitazione, tutto ciò che noi faremo con te. Una volta uscita da qui, nessuno di noi, incontrandoti nella vita di tutti i giorni, ti rivolgerà la parola o farà qualsiasi gesto che possa in qualche modo far capire che noi ci conosciamo ed è quanto pretendiamo anche da te. In cambio di tutto questo, speriamo di farti vivere un’esperienza indimenticabile.»
La piacevolezza di quel Prosecco, che scivolava giù nella mia gola, mi ha, in un certo qual modo, rilassato ed ero pronta a sentirmi oggetto del loro godimento, ma, invece, Giulia, presami per mano, e con un sorriso sulle labbra, mi ha accompagnato oltre una porta scorrevole, dove una tavola imbandita era già pronta per consumare una cena. Ci siamo seduti a tavola come quattro vecchi amici, parlando anche di cose banali, di piccoli aneddoti e, soprattutto, di situazioni piccanti che loro hanno vissuto in tempi passati. Questo modo di fare, mi ha permesso di rilassarmi ancor di più, e, ben presto, ho avvertito in cuor mio un desiderio imperioso di vivere questa esperienza, che era cominciata con una tanta indecisione, ma che ora si era davvero rivelata intrigante. Finita la cena, siamo tornati nell’altro salone e ci siamo sistemati vicino ad uno splendido caminetto acceso, quando Giorgio si è seduto ad uno splendido pianoforte a coda ed ha iniziato a suonare una delle melodie di Richard Clayderman, Ballade pour Adeline, melodia che conosco benissimo, in quanto è stata la colonna sonora del video del nostro matrimonio. Sono rimasta stupita e mi sono appoggiata al piano, mentre Giulia ballava con suo marito sulle note di questa musica, che amo moltissimo. Guardavo le mani di Giorgio muoversi con estrema sicurezza sulla tastiera del pianoforte ed ho immaginato di sentirle sul mio corpo e, questo mi ha provocato un lungo brivido, che mi ha fatto inumidire fra le cosce. Vedevo nei suoi occhi il desiderio di ammirare il mio corpo e, nello stesso tempo, questa attesa rendeva il gioco ancor più intrigante e sensuale. Ad un tratto, Carlo e Giulia si sono avvicinati al pianoforte e, in un attimo, Carlo si è seduto ed ha preso a suonare al posto di Giorgio, che si è messo in piedi ed ha proseguito il ballo con Giulia. Ora vedevo bene gli occhi di Carlo che indugiavano sul mio corpo, mentre le note di quel motivo continuavano ad illanguidire il mio corpo. Dopo alcuni momenti, anche l’altra coppia si è avvicinata al piano e, con un po' di stupore, ho potuto vedere Giulia prendere il posto di Carlo e, Giorgio, allungata una mano, mi ha invitato a ballare con lui. Sentire il suo corpo aderire al mio, mi ha subito dato piacere. Lo sentivo forte, tonico e, soprattutto, al contatto ho potuto verificare la presenza di un pacco già gonfio, che ha cominciato a premere contro il mio basso ventre. Per un attimo, ho socchiuso gli occhi, assaporando quel momento di piacere, ma subito sono stata riportata alla realtà da due mani e da un altro corpo che, appoggiatosi delicatamente dietro di me, mi ha stretto, mentre delle calde labbra hanno preso a lambire il mio collo, alla base della nuca e, dopo aver spostato un ciuffo di capelli, ha preso a baciarmi da dietro, mentre sentivo premere sul solco dei miei glutei, un altro pacco, anch'esso di generosa consistenza. La sensazione di esser stretta in mezzo a quei due uomini, che continuavano a muoversi lentamente, seguendo la melodia suonata da Giulia, mi ha fatto eccitare ancora di più. Sentivo le loro mani scivolare sul mio corpo, ma senza soffermarsi in nessun posto in particolare e, nello stesso tempo, le sentivo passare dappertutto, sui seni, fra le cosce, sul mio culo. Ero inebriata dal piacere che stavo provando, quando, ad un certo punto, Giulia si è alzata dal piano e, giunta in mezzo a noi, mi ha preso per mano e, senza dir nulla, mi ha condotto oltre una porta e, insieme, abbiamo percorso un breve corridoio, seguite dai due uomini che, dietro di noi, in silenzio, osservavano il nostro incedere sinuoso, su quei vertiginosi tacchi che inarcavano in maniera provocante i nostri culi. Certamente viste da dietro, dovevamo offrire una visione molto eccitante. Siamo entrate in una stanza piuttosto particolare, dove vi era un letto rotondo molto ampio e, su due delle quattro pareti, erano installati immensi specchi, così come sul soffitto. Un lungo brivido mi ha percorso la schiena quando, delicatamente, Giulia ha iniziato a spogliarmi, rivelando il pregio delle cose che coprivano le mie intimità. In un attimo, mi sono ritrovata solo con quella ricercata lingerie, che indossavo. Il tempo di mettermi sdraiata sul letto e ruotare il viso dall’altra parte ed ho potuto ammirare lo splendido fisico dei due maschi che, in un attimo, si erano denudati. Nonostante entrambi potessero avere l'apparente età di non meno di cinquant’anni, il loro aspetto era quello di due uomini dal fisico asciutto e forte, con due ottime dotazioni. Ero pronta, psicologicamente, a vivere questa esperienza con due uomini ed una donna, quando, girato lo sguardo per poter ammirare il corpo di Giulia, sono rimasta letteralmente basita. Lei indossava una lingerie assolutamente identica alla mia, diversa nel solo colore, bianco, ma ciò che mi ha tolto il fiato è stato il fatto che, in basso, fra le sottili strisce che avrebbero dovuto coprire una figa, lei aveva un membro di notevoli dimensioni, che svettava duro verso l’alto, imponente, con una cappella grossa e due coglioni, a malapena contenuti nello striminzito indumento. Mi son, quindi, resa conto, che Giulia, in realtà non era una donna, bensì un trans. Che delusione! Io che mi aspettavo di sentire la lingua di una femmina fra le cosce, in realtà avrei goduto con tre maschi. Ma la cosa che, più di tutte, mi ha lasciato stupita, erano le dimensioni del membro di Giulia. Non tanto per la lunghezza: di sicuro quello di Carlo era più lungo, pur sempre di ottime proporzioni, mentre quello di Giorgio, anche se più sottile, era sicuramente il più lungo dei tre, ma lo spessore di quel cazzo era decisamente fuori del comune. Con i miei giochi soft sulle spiagge nudiste, di cazzi ne avevo visti di varie dimensioni, ma uno come quello di Giulia non lo avevo mai visto: il suo spessore era pari al mio polso e la grossa cappella rosso/viola che lo sormontava, lo rendeva come qualcosa di assolutamente unico.
«Leggo nei tuoi occhi, tutto lo stupore che ti ha assalito, nel prendere atto che, in realtà, questa sera saranno tre i cazzi che riempiranno i tuoi buchi. Spero che questo non sia un problema per te, perché ho desiderato il tuo corpo dal primo istante che ti ho visto. Quella sera, quando eri bendata ed i miei compagni ti hanno fatto succhiare i loro cazzi, ho volutamente tenuto il mio lontano dalla tua bocca, perché volevo che lo assaporassi in un altro momento, come ora, con calma e in tutta la sua vigoria.»
Ho tremato, ma, nello stesso tempo, ho sentito un’ondata di calore invadere la mia vagina, bagnando quell’esile string, che venne rapidamente rimosso dalle abili mani di Carlo. Subito la lingua di Giorgio è andata ad infilarsi fra le grinze della mia fica, da cui sgorgava nettare in quantità. Mentre osservavo lo splendido corpo di Giulia, costituito nella parte superiore da un seno bellissimo e, nella parte inferiore, da quel membro incredibile, nell’insieme appariva molto femminile, con tratti decisamente inadatti ad un uomo. Stupita, e nello stesso tempo eccitata fino al massimo livello, ho iniziato a godere subito in maniera intensa, sia per la lingua di Giorgio, che mi leccava avidamente, ma anche per le abili mani di Carlo, che accarezzavano i miei seni, fin quando ho avuto, fra le mani, il suo duro scettro, che ho portato alla bocca e iniziato a leccare, sotto lo sguardo attento di Giulia, che, in ginocchio, appoggiata alla spalliera del letto, ci osservava mentre si masturbava molto lentamente. Ben presto di gemiti del mio piacere hanno riempito la stanza e, ad un tratto, ho sentito Giorgio, che ha appoggiato il suo membro fra le labbra della mia fica e, con una spinta decisa, me lo ha infilato tutto dentro. Ho inarcato il corpo nel sentire la mia fica riempita da quel cazzo che, in tutta la sua lunghezza, è penetrato fino in fondo, facendomi subito gemere di piacere. Ha preso a pomparmi con una lentezza esasperante, infilando tutto il membro dentro per poi sfilarlo altrettanto lentamente e, subito dopo, riaffondarlo ancora, e poi ancora, con un ritmo veramente snervante. Succhiavo il cazzo di Carlo, che sentivo ingrossarsi sempre di più nella mia bocca, fin quando Giorgio, dopo avermi afferrato, mi ha trascinato e fatta sdraiare su di lui. Continuando ad avere la bocca piena del cazzo di Carlo, ho sentito la bocca di Giulia lambire l'esterno del mio forellino anale e la sua lingua ha iniziato ad insinuarsi dentro, mentre mi si leccava il buco del culo. È stata una sensazione bellissima, che mi ha procurato, insieme a tutto il resto, un orgasmo che ho urlato a bocca piena, mentre il mio corpo ha preso a tremare, come percorso da mille scariche elettriche, che si traducevano in ondate di piacere che provocavano diverse emissioni di umori dalla mia fica, magistralmente pompata da Giorgio. Per un attimo temuto che quell’enorme membro di Giulia potesse penetrarmi il culo, mentre ero scopata da Giorgio, ma lei, saggiamente, ha lubrificato e fatto rilassare i miei muscoli anali, preparandoli opportunamente ad una doppia penetrazione che, poco dopo, Carlo, posizionatosi dietro di me, ha eseguito in maniera esemplare. Sentirmi piena di quelle due splendide mazze che mi pompavano con un ritmo ben sincronizzato, facendomi assaporare sempre un cazzo dentro, mentre l’altro usciva, mi ha fatto provare un ennesimo orgasmo, facendomi urlare di piacere. La bocca avida di Giulia si è posata sulla mia e, baciandomi con passione, la sua lingua è penetrata nella mia bocca ed ha iniziato a leccare e succhiare la mia, mentre il piacere scorreva, ormai incontrollato, lungo tutto il mio corpo. Dopo aver limonato a lungo fra noi due, lei si è spostata e, inginocchiatasi sopra la testa di Giorgio, mi ha offerto alle labbra la sua splendida mazza. Era talmente grossa che non riuscivo a congiungere la punta delle dita, quindi ho appoggiato la bocca su quella splendida fragola rossa che era la sua cappella ed ho iniziato a leccare, cercando di farmela penetrare il più possibile in bocca. I gemiti di piacere di Giulia, che hanno fatto intendere quanto gradiva ciò che le stavo facendo e la sua voce rotta dall’emozione, ha, in un certo modo, spezzato il silenzio che si era creato nella stanza.
«Bravissima! Mi sta leccando in maniera divina! Sei una meravigliosa succhiacazzi e, sicuramente, sapresti essere una vera puttana, ma sapere che non lo fai di professione e sentire che mi lecchi in maniera così sublime, mi fa godere ancora di più. Fammi impazzire, fammi godere il più possibile con la tua bocca, perché poi vorrò godere anche con tutti i tuoi buchi.»
Sentire le sue parole mi hanno letteralmente sballato e, dopo l’ennesimo orgasmo, i due maschi si sono sfilati da me e, con un rapido gesto, mi hanno semplicemente rigirato. Mi sono trovata nel culo il cazzo di Giorgio, che è entrato fino in fondo, mentre ora la bocca di Carlo leccava la mia fica slabbrata, ma fradicia del piacere che aveva appena provato. Ha indugiato a lungo con la sua bocca fra le pieghe della mia fica e, alla fine, quando ero prossima all’ennesimo orgasmo, anziché scoparmi, egli si è spostato, lasciando il suo posto a Giulia che, inginocchiata fra le mie cosce, ha appoggiato la sua enorme cappella fra le labbra della mia fica, resa ancor più stretta per l'altro cazzo che avevo nel culo. L’ho guardata e per un attimo ho avuto il terrore che quell’enorme membro non sarebbe riuscito ad entrarmi dentro, ma lei, con un sorriso, ha appoggiato quella splendida mazza e, con un movimento lento e delicato lo ha spinto tutto dentro di me. Mi sentivo aprire, dilatare le pareti della vagina al passaggio di quell’enorme massa che lentamente scivolava tutta dentro il mio ventre. Mi sono stupita del fatto di averlo preso tutto dentro e quando raggiunge il fondo, un orgasmo devastante ha sconvolto il mio corpo, facendomi urlare con tutto il fiato che avevo in gola. Lei è rimasta immobile, lasciandomi il tempo di assaporare il piacere appena provato, poi, assecondando i movimenti dell’altro, ha iniziato a pomparmi con un ritmo più sostenuto rispetto a quello che era stato fino a quel momento, portandomi, in men che non si dica, a godere un orgasmo dopo l’altro, senza fine. Era incredibile quell’enorme mazza che mi slabbra la fica, me la slarga tutta in una maniera devastante e, nello stesso tempo, mi faceva godere come mai provato in vita mia. Non so per quanto tempo ho goduto di continuo, ricordo solo che, ad un tratto, lei mi ha afferrato e mi ha trascinato su di lei che, sdraiata sotto di me, mi ha impalato su quel membro grosso e duro facendomi sollevare il corpo verticalmente su di lei. Per un attimo, mi è sembrato che mi fosse arrivato in gola, per la profondità raggiunta dentro di me. Subito gli altri due si sono messi in piedi ai miei lati e, a turno, mi hanno offerto da succhiare i loro cazzi, mentre Giulia, dopo aver inarcato le gambe, mi sbatteva dal basso, devastandomi la fica. Ho goduto così tanto che penso di aver perso i sensi e, quando lei mi ha disteso ancora sul suo corpo, è stata la volta di Carlo che, appoggiatosi dietro di me, mi ha infilato il suo cazzo nel culo fino in fondo. Sentire anche quest’altra mazza dentro, ha devastato ancor di più i miei sensi, provocandomi un ennesimo orgasmo, che ha avuto il suo apice quando lui, dopo avermi pompato alla grande ha urlato il suo piacere, scaricando nelle mie viscere tutto il contenuto delle sue palle. Un’ondata di calore mi ha invaso l’intestino, facendomi godere tantissimo. È rimasto per un lungo istante immobile, poi si è sfilato da me, mentre il suo posto veniva occupato dal cazzo di Giorgio, che mi è entrato dentro, facendo fuoriuscire la sborra che vi era contenuta, mentre Carlo mi presentava il suo cazzo da pulire davanti alla bocca. L'ho leccato, succhiato, raccogliendo fino all’ultima goccia del piacere da cui era ricoperto, mentre anche Giorgio, con un ritmo molto sostenuto, mi riversava nel culo la sua copiosa sborrata. Durante tutto questo, Giulia era rimasta immobile, mantenendo piantato dentro di me il suo splendido cazzo, assecondando i movimenti degli altri due che, in qualche modo, mi stavano inondando il culo di sborra. Poi, appena Giorgio si è sfilato, lei mi ha fatto togliere da sopra di sé e, posizionatasi dietro, ho sentito la cappella tendere con forza le pieghe del mio buchetto posteriore, che si è teso cercando di inglobare quella mazza enorme. Un gemito di dolore è uscito dalla mia bocca, quando improvvisamente la sua cappella è entrata dentro di me e solo a quel punto mi son resa conto che, avendomi gli altri sborrato nel culo, hanno agevolato il passaggio della bestia, che ora mi stava letteralmente sventrando. L’ho sentito scivolare dentro di me come un palo infuocato, mi ha aperto in due, sfondandomi le reni e quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi son resa conto di averlo tutto dentro; stranamente questa cosa, anziché preoccuparmi, mi hai eccitato in una maniera incredibile e quando lei ha cominciato a muoversi avanti/indietro, limando in maniera incredibile il mio culo, ho iniziato a godere, pisciando letteralmente il mio piacere. Carlo si è sdraiato sotto di me e, ben presto, ho sentito la sua lingua leccare la mia fica, mentre Giulia continuava sfondarmi il culo; Giorgio mi ha presentato il suo cazzo davanti alla bocca e, in un'incredibile girandola di orgasmi, li ho sentiti godere entrambi dentro di me. Il primo a riempirmi la gola è stato Giorgio che, con un grido soffocato, mi ha riversato in gola una sborrata, poi, quando lui si è tolto, ho abbassato la testa e mi son trovata davanti alla faccia il cazzo di Carlo che, stando sdraiato sotto di me, continuava a leccarmi la fica. L’ho succhiato con forza, fin quando anche lui non mi ha riversato in gola il suo piacere, mentre sentivo il cazzo di Giulia sfondarmi il culo, con colpi sempre più forti, fin quando, d'improvviso, con un grido acuto mi ha riversato in culo tutto il suo piacere.
«Troia, ti stai facendo riempire il culo, e allora ti farcisco anch'io questo culo da puttana! Te lo sfondo tutto e te lo inondo tutto!»
È rimasta immobile, mentre sentivo chiaramente le pulsazioni di quel cazzo che mi eruttava in culo tutto il suo piacere, mentre io venivo scossa da un ennesimo orgasmo. Carlo si è sfilato da sotto di me, mentre Giulia, lentamente, è uscita dal mio culo e, quando ha tolto il cazzo, mi è sembrato come se il mio culo fosse così tanto dilatato, da esser simile ad una voragine. Anche lei, mi ha presentato la sua splendida mazza davanti alla bocca per farla pulire. L’ho fatto con estremo piacere, godendo del fatto che, nonostante avesse appena eiaculato, la sua erezione non si era indebolita per niente. La mia bocca lo ha leccato, pulito e succhiato fino all’ultima goccia di sborra e, alla fine, l'ho reso bello, lucido e dannatamente ancora duro. Lei mi ha sorriso e, facendomi sdraiare supina, si è di nuovo infilata fra le mie cosce e, dopo avermelo piantato di nuovo davanti, si è allungato sulle braccia, ha portato il suo corpo su di me, in modo che la mia bocca fosse perfettamente all’altezza dei suoi seni. Mi ha invitato a baciare e a succhiare i suoi capezzoli.
«Succhiami, succhiami i capezzoli, leccali forte, mordili, fammi male così godo di più!»
Non me lo son fatto dire due volte. Ho preso a succhiare e mordere quei capezzoli, mentre lei mi stantuffava la fica sempre più forte, sotto lo sguardo estasiato degli altri due uomini che, a turno, hanno infilato i loro cazzi ancora barzotti fra le nostre bocche. Era incredibile il piacere che stavo provando e, nello stesso tempo, mi eccitava molto quel giocare con la sua bocca, sopra un altro cazzo. Spesso le nostre lingue si sono incontrate mentre leccavano una cappella, o le palle del maschio di turno che ce lo aveva infilato in bocca, finché segandosi entrambi velocemente, ci son venuti sul viso. Appena due schizzi, ma sufficienti ad imbrattare il mio viso, che Giulia prontamente ha pulito, leccando la mia faccia coperta di sborra. Ho goduto anche in questo nel sentirmi posseduta e, nello stesso tempo, schizzata, leccata come una cagna. La cosa deve avere eccitato molto anche lei, perché, improvvisamente, ha cominciato a muoversi più velocemente dentro di me e, ben presto, guardandomi negli occhi, mi ha riversato dentro un’ondata di calore, urlando il suo ennesimo orgasmo.
«Troia vengo! Vengo dentro di te, puttana! Ti inondo il ventre, troia!»
Per un lungo istante, è rimasta immobile, piantata dentro di me, poi lentamente si è sfilata e sdraiata al mio fianco; ha preso il mio viso fra le mani e, con gli occhi resi umidi dall’emozione, mi ha baciato, mentre ho sentito una lingua farsi strada fra le pieghe della mia figa tumefatta e gonfia, da cui sgorgava tutta la sborra che vi era stata appena riversata, che ha preso a sorbire tutto il piacere che ne usciva. Ho stretto istintivamente le cosce, sfinita dall’emozione per l’intenso piacere provato, ma anche perché sentivo ancora stimolare la mia vagina ormai resa insensibile per il troppo piacere.
«Grazie, sei stata veramente fantastica e, soprattutto, ti ringrazio per avere ospitato dentro tuo corpo il mio cazzo. Come vedi non è facile, per me, trovare una donna capace di ricevere una simile mazza nel ventre, ed è per questo che troviamo giusto pagare, ma devo ammettere che questa è stata una delle poche volte, in cui veramente ho visto una donna godere mentre la penetravo, sia davanti che dietro, e questo mi ha riempito estremamente di gioia. Silvia sei una puttana stupenda, sei una femmina meravigliosa e una troia capace di farsi sbattere, come poche altre. Se vorrai, mi piacerebbe ancora avere il tuo corpo, ma dovrebbe essere una tua libera scelta e, soprattutto, mi piacerebbe avere la tua amicizia anche al di fuori del letto. Come avrai capito, per il fatto che sono una trans, non ho molte amicizie ed è per questo che, quando trovo una donna speciale come te, le chiedo sempre se gradisce la mia compagnia e la mia amicizia.»
Nonostante fossi stordita dall’immenso piacere provato, le ho dato un bacio sulla bocca e le ho assicurato che anche per me sarebbe stato bellissimo poter coltivare il nostro rapporto anche al di fuori del sesso, che, in ogni caso, era stato bello ed appagante. Poi mi hanno aiutato a rivestirmi e Giorgio mi ha accompagnato a casa; quando sono entrata, poiché stremata, sono stata aiutata da Luca a mettermi a letto, non prima di avermi abbracciato e baciato con estrema passione.
«Amore mio, sei stata stupenda! Ammetto, che quando ho visto cosa c’era tra le gambe di Giulia, per un attimo ho avuto paura per te, ma, vederti godere così tanto con lei, mi ha riempito di gioia e di profondo orgoglio nel vedere quanto troia sia mia moglie. Ti amo, ora riposa; il futuro è tutto ancora nelle tue mani.»
Ho chiuso gli occhi, e ho sentito ancora un brivido di piacere percorrere il mio corpo, mentre la stanchezza mi ha fatto addormentare.
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3 years ago
baxi18, 55
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una bellissima esperienza. terza parte.
Erano passati circa una decina di giorni dopo quella prima esperienza vissuta con Mario, quando, un mercoledì mattina, mi chiama mio marito, mentre ero al lavoro, per comunicarmi che quella sera saremo stati a cena, insieme a Mario, in un ristorante, dove già c’era un tavolo prenotato per noi. La notizia non mi vide per niente entusiasta, perché avevo messo in conto che, avendo avuto le mestruazioni fino al giorno precedente, quella sera avremmo potuto darci al nostro piacere da soli, fra noi due. Questi ultimi otto giorni erano stati molto impegnativi sul piano lavorativo per entrambi e, in genere, quando ho le mestruazioni, sono sempre molto calda e vogliosa, per cui, per soddisfare i miei bisogni sessuali, davanti inserisco un assorbente interno e mi faccio inculare. Mi piace molto sentire il suo membro che mi sfonda il culo con forza e passione, facendomi godere moltissimo, ma questa settimana non era stato possibile e, questa sua proposta mi lasciava alquanto perplessa, pensando che la volta precedente mi aveva lasciato nelle mani di Mario e, anche se la cosa mi era piaciuta molto, sentivo, dentro di me, il desiderio di godere con mio marito. Quando sono rientrata dal lavoro, ho trovato mio marito già in casa e, dopo aver fatto una breve doccia, nell’entrare nella mia camera, ho notato, sparso sul letto, tutto l’occorrente che avrei dovuto indossare quella sera. Un abito bianco, tenuto chiuso alle spalle con una lunga zip, autoreggenti velate color carne, mini string bianco ed un reggiseno a balconcino, che avrebbe ancora di più posto in risalto il mio seno. Completavano il tutto, un paio di scarpe nere, con tacco 12 ed una piccola linguetta che le teneva legate alla caviglia. Ho cercato di capire quali fossero le intenzioni di Luca, ma lui, con aria sorniona, mi ha solo detto che questa sera avrebbe rappresentato l’inizio della mia esperienza da libertina. Lungo tutto il tragitto fino al ristorante, lui non ha aggiunto nulla, mentre io mi sentivo eccitata, ma anche inquieta, per questa nuova condizione che andava a delinearsi. Mi sentivo pronta per vivere una nuova esperienza, ma, nello stesso tempo, la parte razionale di me, mi imponeva di riflettere se questo era quanto volevo. Giunti al ristorante, per raggiungere il nostro tavolo, dove ci aspettava Mario, dovemmo attraversare tutta la sala ed ho potuto notare lo sguardo di tutti i maschi presenti: la cosa mi ha provocato un brivido di intenso piacere, che mi ha fatto inumidire fra le cosce. Quando me lo sono trovata davanti, per l’ennesima volta ho potuto ammirare questo maschio, così carismatico, bello, con la sua aria arrogante e dominante, che in un certo qual modo mi fa impazzire. Appena seduta al tavolo, ho potuto osservare che esso era posto in un angolo un po’ appartato del locale e vi era solo un altro tavolo, con tre persone, due uomini e una donna, a poca distanza dal nostro. Dopo aver fatto le ordinazioni e per tutta la cena, sia Luca che Mario hanno continuato a parlare tra di loro, quasi fossi invisibile. Questo loro atteggiamento mi ha, in un certo qual modo, un po’ indispettito: mi sentivo bistrattata. La cosa strana era che entrambi parlavano di cose banali, mentre io mi sarei aspettata di essere al centro delle loro attenzioni. Quando eravamo prossimi al dolce, Mario si volta verso di me e, con un tono imperioso, mi impartisce un ordine che mi lascia particolarmente stupita.
«Vai in bagno!»
Lo guardo e gli rispondo che non ho nessuna esigenza per andare in bagno, ma lui, senza tradire nessuna emozione, con una voce calma e decisa, mi impone di recarmi in bagno.
«Va in bagno e, nel farlo, attraversa la sala in maniera lenta, sculettando come farebbe una puttana che cammina su un marciapiede, mentre si mostra ai suoi potenziali clienti.»
Lo guardo stupita e, guardandomi attorno, mi rendo conto che la sala è piena e che il mio modo di fare sarà notato da molte persone. Un brivido percorre tutto il mio corpo e mi costringe a stringere le cosce, perché, quando mi giunge alla fica, mi fa bagnare ancora lo string. Sono ancora indecisa su quanto richiestomi, quando lui, prima che io mi alzi in piedi, appoggia la sua mano sulla mia e, fissandomi dritto negli occhi, mi rivolge un’ennesima domanda:
«Ti eccita esibirti? Pensi che il piacere che colerà lungo le tue cosce sarà visibile?»
Lo guardo e scuoto il capo in segno negativo, dicendo che comunque, anche se indosso un mini string, sicuramente i miei umori non saranno visibili. Nel sentire quelle mie parole, lui mi guarda con occhi di fuoco.
«Mi stai dicendo che indossi l’intimo? Ti avevo detto che il reggiseno era tollerabile, ma le mutandine non dovevi proprio indossarle! Se così è, vai subito in bagno e toglile immediatamente! E che non succeda mai più che disobbedisci ad un ordine così importante, altrimenti sarò costretto a punirti davanti a tuo marito. In ogni caso, questa tua mancanza non sarà tollerata né passerà impunita.»
Dal tono delle sue parole e, soprattutto, da quello che mi aveva detto, ho avvertito un forte languore nel ventre per la potente eccitazione provocatami. Mi sono alzata e, muovendomi lentamente, sculettando come una troia, ho attraversato la sala. Ho fissato con lo sguardo la porta del bagno e, incurante del brusio che il mio passaggio ha provocato, sono entrata in bagno e, quando mi sono chiusa dentro, mi sono resa conto che ero così eccitata che, veramente, se non avessi avuto lo string, i miei umori avrebbero potuto benissimo colare lungo le cosce, per quanto tutta quella situazione mi stava eccitando. Ho tolto l’indumento ormai bagnato fradicio e, con della carta igienica, ho provato ad asciugarmi la figa, ma, appena le dita hanno sfiorato le grandi labbra, fino ad arrivare clitoride ho dovuto soffocare un gemito, perché stavo quasi godendo. Sono rimasta immobile, a guardarmi nello specchio. Riflessa, vedevo l'immagine di me, mentre la mia parte razionale mi suggeriva di uscire, di andarmene, di tornare a casa, di tornare ad essere la moglie tranquilla e morigerata che ero sempre stata e di accontentarmi di giochi soft, come quelli che, fino ad allora, avevo fatto con mio marito, senza imbarcarmi in questa nuova avventura che, sicuramente partiva da qui, ma ignoravo fin dove sarebbe potuta arrivare. A quel punto, ho fatto un profondo respiro e sono uscita, recandomi al tavolo. Nell’uscire dalla porta del bagno, ho guardato nella direzione del nostro tavolo ed ho avuto la sensazione che una delle tre persone che erano sedute al tavolo accanto a noi, aveva, in qualche modo, scambiato qualche parola con Mario, ma è stato solo un istante.
Seduta al tavolo, Mario mi ha chiesto di mostrare il mio indumento ed io, ubbidiente, ho aperto la mano, dove era custodito allo stesso modo della volta precedente. Lui l’ha preso con un ghigno ironico e, dopo averlo per un attimo annusato, si è voltato ed ha chiamato un cameriere che stava a poca distanza da noi. L’uomo si è avvicinato e Mario gli ha sussurrato qualcosa all’orecchio e gli ha consegnato il mio string, ancora bagnato dei miei umori. L’uomo mi ha scrutato da cima a fondo, poi, accennando un sorriso ironico, se n’è andato. L’ho visto scomparire oltre l’angolo del salone verso l’uscita, mentre, dentro di me, ero fortemente confusa. La penetrante occhiata di quel cameriere, mi aveva fortemente intrigato, soprattutto quando aveva preso il mio indumento in mano e si era, di sicuro, reso conto che era bagnato fradicio dei miei umori, mentre ancora la parte razionale di me, mi ha fatto avvampare di vergogna per quel gesto tanto intimo, che ha rivelato ad uno sconosciuto il fatto che ero priva di mutandine. Poco dopo lui è tornato e, con assoluta impassibilità, ci ha servito il dolce e, a seguire, il caffè. In tutti quelle operazioni, non ha mai fatto nulla che lasciasse trasparire quanto era successo poco prima. Solo il suo sguardo, spesso, aveva indugiato su di me. Finita la cena, ci siamo alzati e ci siamo diretti verso l’uscita e, quando Luca è andato alla cassa per pagare, il proprietario con un sorriso galante, ci ha comunicato che la nostra cena era già stata offerta da altre persone. Ho visto lo sguardo di Mario che annuiva a Luca, il quale ha sorriso e tutti e tre siamo usciti dal locale mentre io ero ancora di più in uno stato confusionale incredibile. Sentivo, dentro me, un coacervo di emozioni, sensazioni contrastanti di piacere, ma anche di imbarazzo: ero consapevole di essere stata esposta come una puttana, come merce di scambio, come qualcosa da quotare, da soppesare, da offrire e, soprattutto, da acquistare. Sentivo, ad ogni passo, la mia fica sempre più gonfia è umida, perché tutte queste sensazioni mi stavano donando un carico di adrenalina sconvolgente. Usciti dal locale ci siamo diretti sul retro, dove c’era il parcheggio con la nostra vettura parcheggiata quasi in fondo, in una zona non troppo illuminata e, quando mi sono avvicinata insieme ai miei due compagni alla nostra auto, ho notato che, appoggiata ad essa, c’era il cameriere cui avevo regalato le mie mutandine. Quando siamo giunti vicino a lui, Mario mi ha preso per un braccio e mi ha messo davanti a lui che, nel frattempo, si accendeva una sigaretta.
«Inginocchiati e fargli un pompino. Cerca di fare una cosa in fretta e fatta bene, perché questa sera hai avuto un’offerta come puttana e, se questa offerta è molto generosa, lo devi, in parte, anche a lui, che ha consegnato il tuo string al tuo cliente; quindi, succhiagli bene il cazzo, ma fa in fretta, perché lui ha solo il tempo di fumare una sigaretta.»
Senza aggiungere altro, mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho tirato fuori il cazzo già duro. Non era molto lungo, anzi assolutamente nella norma, ma sicuramente aveva un’ottima consistenza. Ho iniziato a leccarlo ed a succhiarlo con calma, ma l’uomo mi ha appoggiato una mano sulla testa, mentre, con l’altra, continuava a tenere la sigaretta.
«Così non andiamo da nessuna parte! Sta ferma!»
Senza aggiungere altro, con una mano mi teneva la testa ferma, mentre ha iniziato a scoparmi in bocca, muovendo il corpo avanti indietro, velocemente. Ad ogni affondo quel membro mi entrava tutto in bocca e me la riempiva con la sua circonferenza. L’ho succhiato con forza e, ben presto, l’ho sentito gonfiarsi, pronto ad eruttare, nella mia gola, tutto il suo piacere. Infatti, poco dopo, si è piantato tutto dentro di me e mi ha regalato due copiose sborrate che ha ingoiato con avidità. L’uomo, nel preciso istante in cui veniva, ha buttato in terra la cicca e, con un cenno di saluto verso i miei compagni, se n’è andato, lasciandomi stordita e, soprattutto, stupita per la forte eccitazione che avevo provato nel sottopormi a quella prova; nel fare quel bocchino così veloce, mi ero sentita usata come uno sborratoio da un maschio sconosciuto e la cosa mi aveva procurato un tale piacere che ero venuta senza nemmeno toccarmi. La mano di Mario, che mi ha afferrato sotto l’ascella, facendomi di nuovo alzare in piedi ed entrare in macchina, seduta dietro assieme a lui, mi ha riportato alla realtà, mentre Luca, seduto davanti, al posto del conducente, ha iniziato a guidare lentamente, lungo le strade della città e, subito dopo essere partiti, Mario ha aperto i pantaloni e mi ha invitato a continuare a fare quello che avevo appena fatto allo sconosciuto.
«Continua, succhiarmi il cazzo!»
Sentirmi usare, essere trattata da puttana e da troia, mi ha fatto eccitare in una maniera esagerata, al punto che i miei capezzoli si erano così induriti da farmi sentir male. Non so per quanto tempo l’ho pompato, mentre giravamo a vuoto per la città e, poi, ad un tratto, lui mi ha sollevato e mi ha fatto sistemare su di lui, facendomi impalare sulla sua splendida mazza, che mi è entrata tutta dentro, fino in fondo. Ho goduto all’istante, nel sentirmi riempire e sfondare da quel cazzo che, appena giunto in fondo, ha sbattuto con forza contro la bocca del mio utero, provocandomi un dolore che non ha fatto altro che accrescere ancor di più il mio piacere. È stato un orgasmo continuo: uno dopo l’altro, senza limite di continuità. Mi ha scopato per più di un’ora. La cosa che tra l’altro mi sconvolgeva era che Luca, seduto davanti osservava con attenzione tutto quello che Mario dietro mi stava facendo e si complimentava con lui ogniqualvolta io urlavo tutto il mio piacere.
«Bravo Mario! Sfonda questa troia! Sbattila quasi fosse una puttana che abbiamo rimorchiato su un marciapiede! Lei gode nel sentirsi trattare da puttana e, soprattutto, nel provare queste nuove emozioni che, per lei, sono tutte assolutamente nuove.»
Era impazzita di piacere e, ad un tratto, Luca ha guidato l’auto in una zona periferica della città e, entrato in un parcheggio parzialmente illuminato, è andato a fermarsi nella zona più buia, dove vi era un carosello di auto e, sicuramente, vi erano coppie che stavano facendo sesso, mentre alcuni maschi da fuori li guardavano e si masturbavano. Non ho avuto il tempo di rendermi conto di quello che stava succedendo, perché mio marito, appena fermata l’auto, è sceso e, dopo aver aperto lo sportello dall’altro lato, ha solo atteso che Mario, dopo avermi afferrato per i fianchi, mi ha fatto distendere sul sedile posteriore ed ha continuato a scoparmi con ancora più forza, con più veemenza, facendomi urlare di piacere. Le mie grida, però, sono state ben presto soffocate dal cazzo di mio marito che, inginocchiatosi sopra la mia testa, me lo ha infilato tutto in bocca, intimandomi di succhiarlo, perché voleva godere di questa puttana che questa sera avrebbe dovuto farli impazzire. Morivo di piacere, nel sentirmi usare da questi due maschi che, in quel momento, erano semplicemente, per me, nella mia mente, due clienti. Ho avuto la sensazione che, anche altre persone, ci stessero osservando, mentre di continuo l’interno dell’auto veniva illuminato da fari di auto che ci volteggiavano intorno, in un carosello infernale, che mi sconvolgeva in un misto di piacere/paura, che non faceva altro che accrescere ancora di più la mia eccitazione. Ad un tratto, quasi all’unisono, Mario ha cominciato a scoparmi con più forza e, improvvisamente, ho sentito inondarmi la vagina di tutto il suo piacere, mentre lui, con un grido, sborrava dentro di me. Un istante dopo, anche Luca ha cominciato a scaricarmi in bocca schizzi di sperma tali che sembrava non dovessero mai finire. Quattro o cinque volte mi ha fatto gonfiare le guance, riempendomi la bocca con il suo seme che ho ingoiato avidamente. Quando ho finito di pulire il cazzo di mio marito, lui è di nuovo salito al posto di guida e ce ne siamo andati, mentre io, ancora seduta dietro, ero sconvolta e stremata per la forte esperienza vissuta. Mario mi ha munito di alcuni fazzolettini ed io ho appoggiato la mano sulla fica, da cui colava tutto il suo seme; ho stretto le cosce, rannicchiandomi quasi in una posizione fetale, mentre restavo sdraiata sul sedile posteriore. Ero così sfinita ed esausta per le forti emozioni provate che, senza rendermene conto, mi sono quasi assopita e, solo quando ho sentito Mario che, dopo aver salutato mio marito, si è rivolto a me, spiegandomi di prepararmi con estrema attenzione, perché sabato, dopo le 20:00, sarebbe venuto a prendermi per farmi vivere la prima esperienza da puttana; infatti l’offerta, ricevuta dalle tre persone che stavano sedute al tavolo accanto al nostro, era quanto di più sostanzioso avessi potuto immaginare. Ho cercato di ricordare le facce delle persone che stavano sedute accanto a noi, ma, per quanto mi sono sforzata, non riuscivo a focalizzare nessuno dei tre, tranne il fatto che uno di essi era una donna. Quando siamo giunti a casa, aiutata da mio marito, poiché le gambe non mi reggevano per la forte emozione provata, mi sono distesa nel letto e, immediatamente, il sonno ha avuto ragione di me.
Prepotente, la sveglia, il mattino dopo, mi ha di nuovo riportato alla realtà e, quando ho cercato di sollevarmi dal letto, ho sentito i muscoli del corpo un po’ indolenziti, mentre un lieve bruciore fra le cosce mi ha ricordato che ero stata scopata, per più di un’ora, dal cazzo di Mario. Mentre cercavo di riordinare i miei pensieri, Luca è uscito dal bagno e, essendosi svegliato prima di me, aveva già fatto la doccia e, mentre iniziava a vestirsi, si è girato e mi ha guardato: si è avvicinato a me e, dopo essersi seduto sul letto, mi ha dato un lungo bacio.
«Buongiorno, amore mio, mi sembri ancora stanca. Ho avuto l’impressione che l’esperienza di ieri sera ti abbia, in qualche modo, provato un po’ troppo, quindi, poiché da oggi fino a sabato sera hai ancora del tempo, puoi sempre decidere di tirarti indietro, di lasciar perdere, di rinunciare a questa esperienza che sicuramente sarà estremamente significativa. Pensaci, puoi interrompere tutto in un qualsiasi momento; fin quando non scenderai dall’auto di Mario, puoi sempre tirarti indietro, mentre, da quel momento in poi, dovrei accettare tutto quello per cui quelle persone hanno lautamente pagato. Quindi ti rinnovo il mio consiglio: pensaci attentamente. Per me va bene anche così, sono fiero e molto soddisfatto di te, delle emozioni che ieri sera ho provato nel vederti scopare con Mario sul sedile posteriore dell’auto, così come mi ha eccitato molto vedere mia moglie esser trattata da puttana di strada.»
Mi sono alzata e mi sono infilata sotto la doccia. Lo scorrere dell’acqua sul mio corpo, non ha fatto altro che risvegliare i miei sensi e, nello stesso tempo, sentire forte il desiderio di fare una cosa che ancora non avevo fatto: scopare con mio marito. Così mi sono lavata in fretta e, uscita dalla doccia, ancora bagnata, sono tornata in camera e l’ho trovato che stava quasi per completare la sua vestizione; allora, giunta davanti a lui, mi sono inginocchiata e gli ho preso il cazzo in bocca, meravigliandolo. Mentre lo succhiavo, facendolo diventare immediatamente duro, ho alzato lo sguardo e lui deve aver letto nei miei occhi la voluttà da cui ero presa; infatti, dopo un attimo di indecisione, mi ha afferrato per le ascelle e, sollevatami da terra, mi ha spinto verso il letto e mi ha fatto sdraiare a cosce aperte. Si è inginocchiato e subito ha iniziato a leccarmi la fica, da cui già grondavano umori in quantità, al pensiero di accogliere il cazzo del mio uomo dentro di me. Il tempo di slacciare i pantaloni e di abbassarli fino alle caviglie, che mi ha penetrato con un solo affondo, entrando tutto dentro di me con estrema vigoria. Ho sollevato le gambe e le ho annodate sui suoi glutei e, spingendo il bacino in alto, sono andata incontro ad ogni suo affondo, per ricevere dentro di me, con più forza, il suo cazzo, che subito mi ha fatto godere in maniera intensa e squassante come piace a me. Ho goduto all’istante e, quando sono stata prossima al secondo orgasmo, l'ho baciato con passione e, con la mia lingua, sono andata a cercare la sua, con cui ho iniziato una danza erotica scomposta. Quel mio momento di libidine, deve averlo eccitato ancor di più, perché ha preso a scoparmi con maggior forza e ritmo accelerato.
«Scopami! Scopami più forte! Fammi sentire che sono la tua donna! Perché io ti amo, perché quando faccio il sesso con te, mi fai impazzire, perché voglio esser l’oggetto delle tue fantasie, voglio essere il tuo desiderio costante. Sarò una puttana, se tu lo vorrai; sarò tutto quello che la tua fantasia mi chiederà di essere, ma adesso scopami, scopami con forza e riempi il mio ventre del tuo piacere. Fammi sentire il tuo orgasmo dentro di me, fammi sentire completamente tua.»
L’ho sentito pomparmi con più forza, con più impeto e passione fin quando, con un grido quasi soffocato, mi ha scaricato nel ventre tutto il suo piacere. Sentivo la mia fica inondata dal suo piacere e l’ho abbracciato forte, mentre lacrime di gioia mi rigavano il volto. È rimasto un lungo interminabile momento immobile dentro di me, poi ha sollevato il capo e i nostri occhi si sono incrociati. Il suo viso era una maschera di felicità, mentre i suoi occhi brillavano di piacere.
«Ti amo e mi emoziona moltissimo sentire che la mia donna vuol sentire dentro di sé ancora il mio piacere, il mio cazzo che la sfonda, che la scopa con forza. Io non voglio nulla che non sia ciò che desideri anche tu. Puoi esser quella che sei stata finora, oppure qualcosa di nuovo che, in qualche modo, sconvolga il nostro modo di far sesso, ma, nello stesso tempo, mantenga ben forti e saldi i cardini del nostro rapporto, basato su un sentimento che ci lega in maniera così forte, che ci permette di vivere esperienze, tese solo alla ricerca del piacere reciproco. Che tu sia santa o puttana, per me va tutto bene, ma solo se anche tu senti questo desiderio dentro di te.»
Si è alzato e, dopo essersi dato una rinfrescata, se n’è andato, mentre io ero ancora profondamente incerta su cosa fare sabato sera.
18
1
3 years ago
baxi18, 55
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Una bellissima esperienza. seconda parte.
Lo guardo e, per un attimo, resto sorpresa; la sua richiesta mi sorprende, ma, nello stesso tempo, mi eccita; nell’insieme sono meravigliata perché giunge inaspettata. In ogni caso mi alzo ed eseguo. Mi reco in bagno, sotto lo sguardo di molti maschi che sicuramente ammirano il mio corpo e poi torno da lui, tenendo in mano l’esiguo indumento, che è talmente sottile e minuscolo da nascondersi perfettamente nel pugno chiuso della mia mano. Mi siedo per riprendere la cena, ma lui, con tono calmo e deciso, mi ordina di fare una cosa che mi sconvolge non poco.
«Alzati e appoggia il tuo indumento sul tavolo di quei signori.»
Sono allibita! Ma lui non aggiunge altro e io, provando un certo brivido, mi alzo e, cercando di tenere un'aria disinvolta, mi avvicino a quel tavolo, dove ora tutte le persone mi guardano con estrema attenzione e, quasi tremando, appoggio il mio indumento sul tavolo, poi mi giro e, ben sapendo che essi ammireranno il mio splendido culo, mi muovo lentamente, facendolo oscillare volutamente, da vera puttana. Riprendiamo la cena, sotto lo sguardo attento di quelle persone che, a bassa voce, parlano tra loro, sempre continuando a guardare verso di noi e, quando noi siamo quasi al dolce, essi si alzano e uno dei sei, quello dall’aspetto più autorevole, tenendo in mano il mio perizoma, si avvicina al nostro tavolo e, mentre si china verso di me, mi fissa il decolleté e con un tono calmo e pacato, parla con lui:
«Ok va bene, possiamo giocare, le condizioni le conosci.»
Lo guardo senza capire, mentre lui continua a consumare la cena con una calma esasperante, che, da me, è interpretata quasi come un’espressione di ennesima arroganza. Questo maschio mi domina, ha preso il totale controllo di me, e questo mi eccita, ma, nello stesso tempo, mi intimorisce.
Finita la cena, ce ne andiamo e lui, senza dire niente, una volta saliti in auto, dal cassetto porta oggetti, estrae una benda nera e, con fare deciso mi copre gli occhi, incutendomi maggiore incredulità e tensione. Non so quanto sia durato il viaggio, l’unica cosa di cui sono certa è che dobbiamo essere arrivati a destinazione, perché lui ha fermato l’auto e mi ha aiutato a scendere. Saliti alcuni scalini, ho sentito che bussava ad una porta, che subito si è aperta e, nel totale silenzio, sono entrata, spinta da lui che mi imponeva la direzione. Tutt'intorno vi era un silenzio totale e questo, in qualche modo, mi ha inquietato ancora di più. La sua voce ha risuonato nel silenzio dell'ambiente.
«Spogliati completamente nuda, ma senza mai togliere la benda.»
Con gesti un po’ nervosi, mi sono spogliata e sono rimasta solo con le mie autoreggenti ed i tacchi alti. Intorno a me avvertivo la presenza di altre persone, ma, essendo bendata, le mie erano solo sensazioni, quando, improvvisamente, nel totale silenzio, ho sentito delle mani sul mio corpo.
Son trasalita, ma la voce calma di Mario mi ha quietato.
«Tranquilla, nessuno ti farà del male, devi solo restare in silenzio ed ubbidire ad ogni cosa ti verrà richiesta.»
Ho sentito una mano sfiorarmi lentamente lungo il corpo ed un brivido intenso l’ha percorso dalla testa ai piedi. Ero fradicia, sentivo la fica che si bagnava in maniera incredibile a causa della strana ed imprevista situazione che stavo vivendo. Mi piaceva esser toccata, goderne oppure esser goduta, tutto, tranne quell'esasperante silenzio, in cui solo il mio cuore sembrava far rumore, con il suo battito accelerato. Ho sentito ancora altre mani sul mio corpo, forse erano semplicemente le sue, che hanno cominciato ad esplorare la mia intimità, risalendo lungo le cosce. Mi sono aperta, piegandomi leggermente in avanti, per offrire meglio, a colui che esplorava il mio corpo, la possibilità di insinuare le sue mani dentro la mia vagina, completamente fradicia. Quelle dita hanno indugiato a lungo, scorrendo lungo lo spacco della fica e fermandosi più volte a titillare il mio clitoride, mentre cercavo di spingere in avanti il mio corpo per avere un contatto più intenso e diretto. Ero protesa al godimento, mentre quelle mani non facevano altro che centuplicare quell'attesa, continuando a scorrere sul mio corpo. Poi, improvvisamente, la sua voce mi ha chiesto di spostarmi qualche passo più avanti e la sua mano, appoggiata sulla spalla, mi ha imposto di sedermi. Il mio corpo nudo è venuto a contatto con la pelle di quello che, ho pensato, potesse esser un divano, ma ancora tanto silenzio. Tremavo, sia per l’eccitazione, sia per la mia incapacità di comprendere quello che stava succedendo intorno a me. Una sensazione incredibile, di impotenza totale, che mi procurava sensazioni contrastanti, ma, nello stesso tempo, mi eccitava in maniera esponenziale. Ad un tratto, ho sentito una grossa verga appoggiarsi alle mie labbra e una mano poggiata sulla nuca indicavano, in modo incontrovertibile, cosa desiderasse il loro proprietario. Ho aperto la bocca e, sempre nel più assoluto silenzio, mi son subito ritrovato uno splendido fallo infilato in gola, che cercava prepotentemente di penetrare il più possibile. Mi sono adoperata ad imboccare con gusto quello splendido membro, che mi scopava la gola con un movimento lento ma deciso, e che, ad ogni spinta, penetrava sempre più in profondità. Non c’era violenza in quell'azione, ma la forte determinazione a farmi ingoiare la totalità di quel membro. Sentivo le mie labbra tese nello sforzo di accogliere, sempre più, quel membro in bocca, mentre la mia lingua, impazzita, cercava, ad ogni affondo, di stimolare meglio quella splendida verga. Dalla bocca mi colava tanta saliva e, sollevata una mano, ho afferrato quel fallo, ma mi è stato subito strappato dalla bocca ed ho udito di nuovo la voce di Mario che, nel silenzio, ha tuonato:
«Non ti permettere mai più! Quando e se dovrai usare le mani, ti sarà chiesto. Se ti viene richiesta la bocca, è solo quella che devi usare.»
Ero basita: non avevo fatto nulla di strano, ma era chiaro che la mia iniziativa non era risultata gradita. Dopo un lungo interminabile silenzio, ho sentito di nuovo la presenza di un membro davanti alla mia bocca ed ho provveduto a spalancarla di nuovo. Ho subito percepito la sensazione che non fosse lo stesso cazzo che avevo succhiato prima, perché mi sembrava di una circonferenza più piccola, ma di certo era più lungo. Anche quest’altro membro ha cominciato a scorrere fra le mie labbra, e, ad ogni affondo, scivolava sempre più agevolmente in fondo alla mia gola. Si muove avanti e indietro con un ritmo lento, ma costante, mentre sentivo la fica colare per il piacere che stavo provando in questa insolita situazione. D'un tratto altre mani hanno cominciato ad accarezzare il mio corpo, facendomi vibrare sempre di più, in maniera intensa e incontrollata. Sentivo ogni singolo centimetro del mio corpo vibrare sotto quel numero imprecisato di carezze e baci, dati nel più assoluto silenzio, mentre quel membro continuava a scorrere nella mia bocca ad un ritmo accelerato, finché si è fermato e, bloccatami la testa, mi ha riversato in gola tutto il suo piacere. Solo un lungo gemito, come di bestia ferita, ha fatto seguito al suo orgasmo, mentre il mio corpo veniva scosso da un ennesimo orgasmo, nel sentire quel seme inondare la mia gola. Il tizio è rimasto per qualche istante immobile dentro di me, poi se ne è uscito ed è stato subito rimpiazzato da un altro, mentre ora diverse dita scivolavano fra le pieghe della mia fica, fradicia dei miei umori per l'orgasmo appena raggiunto. Senza alcuna fretta, uno dopo l’altro si sono avvicendati nella mia bocca, riversando il loro piacere, mentre io venivo scossa da orgasmi continui. Mi sarei aspettata di esser posseduta, penetrata, scopata in ogni orifizio, invece, tutto ciò che mi avevano fatto, erano state solo copiose sborrate nel profondo della mia gola, mentre mani avide e bramose mi avevano masturbato fino a sfinirmi. Poi, improvvisamente, come tutto è cominciato così è finito. Ad un certo punto ho avvertito di esser sola in quel posto, quando la voce di Mario mi ha rincuorato: ero di nuovo fra le sue braccia e mi ha sussurrato:
«Puoi toglier la benda, è tutto finito.»
Mi sono sollevata la benda e ho potuto notare che eravamo in un ambiente completamente buio, appena rischiarato da una flebile luce che filtrava da una porta. Mentre mi stavo rivestendo, lui si è avvicinato e mi ha aiutato; poi, mentre mi accompagnava fuori, mi ha consegnato un fascio di banconote. L’ho guardato sorpresa, cercando di capire il perché di quel gesto. Lui mi ha guardato, ha sorriso, e poi mi ha spiegato il motivo per cui mi stava dando quel danaro.
«Sono tuoi, sono stati donati dalle persone che hanno avuto il piacere di toccare il tuo corpo, di accarezzarti, di assaporare il piacere di avere una bella ninfa come te fra le mani. Se vuoi, la cosa non finisce qui, perché ognuno di loro, dopo aver avuto questo, che considerano semplicemente un antipasto, vorrebbe averti ospite nel suo letto, ma sempre pagando, come hanno fatto questa sera, perché li eccita da morire sapere di avere una donna che vende il suo corpo, per il piacere di farlo. È chiaro per essi che tu non sei una puttana e che non fai questo per vivere, però è proprio questa condizione che li eccita di più: sapere che sei una donna come tante, ma che ama mettersi in gioco, che sa offrirsi, e godere nel sentire le mani degli uomini sul suo corpo. Lascio a te di decidere se questa esperienza potrà aver un seguito, o meno.»
A quel chiarimento, sono rimasta in silenzio, leggermente incredula, mentre, dentro di me, un lungo fremito di piacere ha percorso tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi: ero stata offerta a dei maschi che avevano pagato per avere il mio corpo! Mi sentivo tremendamente eccitata nell’essere stata usata, goduta e comprata. Lungo il percorso, per tornare a casa, ho ripensato a quante volte avevo barattato il mio corpo in cambio di favori, ma in nessuna occasione qualcuno mi aveva pagato in maniera così esplicita, facendomi sentire una vera puttana. In effetti, mi è venuto in mente che durante il periodo universitario, mi ero imbattuta in un professore cinquantenne dall’aspetto per niente invitante. Non troppo alto, grassoccio, con una pancia prominente ed anche semicalvo, che mi guardava con occhi carichi di desiderio. Ero arrivata ad una fase di studio in cui mancava solo l’ultimo esame con lui e, ottenere un voto abbastanza alto, avrebbe potuto significare per me, passare ad una fase successiva dove tutto sarebbe stato molto più facile. Avevo sentito due studentesse, che di nascosto, avevano parlato di lui come di un porco, che amava indugiare con lo sguardo nelle scollature delle sue studentesse o fra le cosce, se lasciate opportunamente aperte. Ero titubante, perché una parte di me rifiutava di prendere in considerazione la possibilità di offrire il mio corpo in cambio di un bel voto, ma un'altra parte mi suggeriva ad aderire a quel tipo di mercimonio, perché mi avrebbe, in qualche modo, fatto vivere un piacere più pruriginoso e particolare. Così decisi di fare in modo che lui avanzasse una proposta per avermi, per una sera, a sua disposizione. Durante le ultime elezioni, ogni volta che parlavo con lui, lasciavo la mia camicetta sempre più sbottonata e vedevo che lui indugiava con lo sguardo sulle mie tette. In più, due o più volte, ho fatto in modo che le mie cosce fossero alquanto aperte, quando lui rivolgeva lo sguardo verso di me. Carpita la sua attenzione, decisi di passare all’attacco.
«Professore, prima di andare ad iscrivermi per dare l’ultimo esame con lei, avrei bisogno di ripassare ancora alcuni dettagli, che non mi sono chiari e, quindi, mi chiedevo se lei potesse, in qualche modo, darmi qualche lezione privata.»
Alle quelle mie parole, lui sollevò gli occhiali e mi guardò dritta negli occhi, mentre vedevo la sua lingua bagnare ripetutamente le labbra, già pregustando il piacere di poterla far scorrere sul mio corpo.
«Signorina, sono molto impegnato, ma per lei potrei fare un’eccezione; purtroppo sono libero solo domani sera, dopo le venti, se per lei va bene, ci possiamo vedere a casa mia.»
Ovviamente accettai. Così la sera dopo, mi preparai accuratamente per recarmi nella tana del lupo. Indossai una mini di pelle nera, molto aderente, che esaltava ancor più il mio fondoschiena, calze nere velate trattenute da reggicalze, scarpe rosse tacco 12, un sottile reggiseno coperto da una camicetta bianca, che esaltava ancora di più le mie forme, un mini string quasi invisibile e, sulle labbra, un rossetto rosso fuoco, che le rendeva ancor più invitanti. Ero certa che avrei scopato con lui, anche se, come aspetto, non era per niente invitante. Avevo deciso, dentro di me, che avrei fatto di tutto, pur di rendere la serata, in ogni caso indimenticabile per entrambi. Sì, perché, mentre mi preparavo, ammirandomi allo specchio, non avevo potuto esimermi dal rivolgermi complimenti, per quanto, in quel momento, mi sentivo veramente puttana; il mio scopo non era più quello del voto, che comunque volevo, quanto quel barattare con lui il mio corpo: era una situazione che mi eccitava talmente tanto da farmi decidere ad accettare qualsiasi cosa lui mi avesse chiesto. Quando sono entrata in casa sua, lui mi ha accolto con indosso solo dei pantaloni e camicia, senza la classica cravatta, e con le maniche leggermente ripiegate sull'avambraccio.
«Complimenti! Il suo aspetto è decisamente molto bello, ma mi lascia pensare che non è solo una ripetizione quel che vuole. Forse è disposta ad accettare qualcosa di più interessante?»
L’ho guardato, ho sorriso e con voce maliziosa gli ho espresso i miei desideri.
«Ammetto, di essere venuta qui da lei con uno scopo ben preciso; ma, durante la preparazione ed il tempo che ho impiegato per arrivare fin qui, in me è maturata l’idea di poter accettare qualsiasi cosa lei possa chiedermi.»
Lui mi ha guardato con occhi colmi di cupidigia, poi, dopo essermi girato un po’ intorno, si è seduto sul divano e con la sua voce calma, ma decisa, mi impartì un ordine.
«Spogliati completamente, e lascia solo le scarpe.»
Eseguii un lento striptease, che lui poté ammirare senza perdere nemmeno un gesto e, quando son rimasta nuda, con indosso solo le mie scarpe rosse, ho visto il rigonfiamento dei suoi pantaloni crescere in maniera esponenziale. In quel momento mi son resa conto che dovevo far qualcosa, per accendere la serata, così mi sono inginocchiata ai suoi piedi e, credo, la mia voce lo abbia stupito.
«Padrone, punisci questa "zoccola", perché osa pensare di ricevere le tue attenzioni.»
Questa mia totale soggezione, dovette averlo eccitato al massimo, perché si alzò in piedi, mi girò intorno, facendomi mettere gattoni. Improvvisamente gli sentii armeggiare sulla sua cintura e, dopo averla sfilata dai pantaloni, mi colpì due volte, con forza, sulle natiche, facendomi gridare dal dolore.
«Zitta, cagna! Sei una troia! Sei venuta fin qui, perché vuoi qualcosa da me e lo avrai! Ma, per averlo, dovrai accettare tutto quello che ti chiederò.»
Dopo i primi due colpi, sentii le chiappe infuocate sotto i colpi precisi della sua cintura e, ben presto, mi ritrovai bagnata come mai mi era successo prima. Quando smise di frustarmi e le sue dita presero a sfiorarmi lo spacco della figa, mi resi conto che quel contatto mi procurava un piacere sconvolgente: lo esternai in un lungo gemito che emisi quando le sue dita si infilarono con forza dentro di me.
«Lo sapevo che eri una cagna! Adesso godi, perché questo è solo l’inizio.»
Rimase per qualche istante immobile dietro di me, mentre io vibravo dal piacere e, quando si fu di nuovo seduto sul divano, potei notare che si era denudato completamente. Il suo petto, ricoperto di peli, lo rendeva quasi repellente e la sua pancia sporgeva inelegantemente, ma, sotto di essa, svettava lungo e duro un bel cazzo, di notevoli dimensioni. Lungo, con delle grosse vene, era sormontato da una fava violacea molto grossa e, sotto l’asta, erano visibili due grosse palle pelose, ma gonfie e dure. Allungò una mano su di me e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi costrinse ad avvicinarmi ed a prenderglielo in bocca.
«Succhia, troia! Fallo giungere fin giù in gola, perché prima ti scopo la bocca, poi ti spaccherò fica e culo.»
Nell’infilarmi in bocca quel grosso fallo, sentii un lungo brivido di piacere percorrere il mio corpo, per trasformarsi in copiosi umori che sgorgavano dalle labbra della mia fica. Mi spinse con forza quel palo giù per la gola ed io mi diedi immediatamente da fare per ingoiarlo quanto più possibile. Quando la punta del mio naso si trovò a sbattere contro la sua pancia, lui emise un grido di soddisfazione.
«Brava, la mia troia! Questo sì che si chiama prendere in bocca un bel cazzo!»
Tenendomi ben ferma per i capelli, impose il ritmo della pompa facendomi scorrere la testa su e giù con affondi sempre più decisi. Poi, ad un tratto, mi lasciò libera di muovermi a mio piacimento e, allora, con una mano afferrai quella splendida verga, mentre la mia bocca cominciava a scorrere lungo tutta l’asta, scivolando verso il basso e, una volta raggiunte le grosse palle piene e pelose, ne presi una per volta in bocca, succhiandole avidamente. Lui mi ha spinto ancora più in basso, e spingendo il bacino in avanti mi ha impartito un ennesimo ordine.
«Brava troia, mi piace come mi succhi le palle, ma voglio che mi lecchi anche il buco del culo!»
Mi sono piegata ancor più in basso e con la punta della lingua ho cominciato a lambire la sua rosellina, facendolo gemere di piacere nel sentire con quanta devozione gli stavo leccando il culo.
«Brava! Brava, la puttana che mi lecca il culo come una cagna! Sei una vera troia lecca culo. Continua.»
Ho leccato e succhiato avidamente quel buco, continuando a farlo gemere, poi, lentamente, son risalita ed ho di nuovo infilato in bocca quella mazza, spingendomela giù per la gola, fin quando ho avuto la sensazione di soffocare ed avere le lacrime agli occhi, mentre fiumi di saliva mi colavano dalla bocca.
Improvvisamente mi ha afferrato per i capelli e mi ha tirato su di sé, facendomi impalare su quello splendido membro, che, con un solo affondo, mi è arrivato tutto dentro. Ho sentito la mia vagina aprirsi, dilatarsi per accogliere al suo interno quella maestosa verga che, con forza, andava a sbattere sul fondo, facendomi subito godere ed offrendo a lui motivo di compiacersi nel vedermi in estasi.
«Che cagna meravigliosa! La tua fica stretta mi piace tantissimo, ma son sicuro che, quando avrò portato a termine questa chiavata, sarà bella larga. Mi fa piacere vedere che godi, perché intendo farti impazzire di piacere e poi, alla fine, dopo averti spaccato anche il culo, ti inonderò tutto il corpo di sperma.»
Mentre pronunciava queste parole, io ero già in preda ad un delirio erotico, che mi portava a saltellare su e giù, sopra quello splendido membro, ed intanto lui, dopo aver afferrato con forza i miei seni, prese a stringerli e morderne i capezzoli, donandomi ancora infinito piacere. Mi scopò a lungo, cambiando spesso posizione, e facendomi raggiungere un orgasmo dopo l’altro, fin quando, sfinita, l’ho pregato di concludere. Allora lui mi ha guardato e, con un ghigno sadico, mi ha inferto un'ennesima pacca sul culo.
«Mi deludi troia! Io mi sono appena scaldato e tu, già sei sfinita? E poi, ancora non ti ho fatto il culo; quindi dovrai far di meglio, poiché ancora non intendo smettere questo magnifico gioco.»
Senza aggiungere altro, mi fece inginocchiare per terra e sistemandomi con i seni sulla seduta del divano, si inginocchiò dietro di me e, dopo avermi aperto le chiappe, appoggiò la grossa cappella sul mio buchetto. Ero quasi vergine lì, avendolo fatto, poco e male, una sola volta, ma ero talmente decisa a sottomettermi alle sue voglie che, quando l’ho sentito spingere deciso, feci un profondo respiro, strinsi i denti, cercando in ogni modo di agevolare la sua intrusione. Mi teneva ben salda per i fianchi e, con due poderose spinte, mi entrò tutto nel culo.
«Accidenti! Che bel culo stretto che hai! Mi piace spaccare i culi stretti e questo tuo non mi sembra molto usato. Stai tranquilla che adesso rimedio subito.»
Un toro scatenato. Prese a pomparmi il culo con colpi sempre più energici, assestandomi sonore sculacciate ad ogni affondo e facendomi godere di quel misto di dolore/piacere che quel trattamento mi procurava. Impazzivo, nel sentirmi usata, abusata da quel maschio così autorevole, che stava godendo del mio corpo come un porco, un maiale che, alla fine, con un grugnito che non aveva nulla di umano, mi riversò nell’intestino un’intensa ondata di calore.
«Troia! Il tuo culo, così stretto, mi ha portato all’orgasmo!»
Rimase per qualche istante immobile dentro di me, mentre sentivo quella verga pulsare e iniettarmi nel culo, ad ogni contrazione, una ennesima ondata di calore. Poi, dopo essersi sfilato, mi afferrò per i capelli e, fattami girare, mi presentò alla bocca il suo membro ancora turgido, ma imbrattato dei miei umori anali oltreché del suo piacere, e mi intimò di ripulire tutto quanto. Eseguii alla perfezione, provando uno strano piacere nel sentirmi, ancora una volta, usata peggio di una puttana. Dopo averlo pulito per bene, lui insistette a tenermi la testa ferma tra le mani ed a muovere il bacino avanti indietro, scopandomi la bocca, finché, con un ennesimo grugnito da perfetto porco, mi riversò in bocca quattro schizzi di crema calda e bollente, dal sapore un po’ acido che volle ingoiassi fino all’ultima goccia.
«Manda giù! Se ne perdi anche solo una goccia, tutto quello che hai fatto per avere un bel voto, sarà stato completamente inutile.»
Ero talmente eccitata e sconvolta dall’esperienza vissuta, che non c'era bisogno temere quella minaccia: non avevo intenzione di perdere una sola goccia di quel piacere che, scivolando nella mia gola, mi regalava sensazioni ancora più incredibili, dimostrando a me stessa quanto fossi diventata puttana nelle mani di un maschio, capace di dominarmi. Dopo averlo pulito perfettamente, lui, con un gesto quasi disgustato, mi intimò di andarmene.
Due giorni dopo, me lo son ritrovato davanti all’esame e, con tono sereno e pacato, mi fece sostenere l’esame, assegnandomi un bellissimo voto.
Dentro di me, potei realizzare che, in quel momento, non m'importava nulla del voto, quanto piuttosto mi sarebbe piaciuto vivere di nuovo l’esperienza esaltante provata con lui.
Non ebbi più modo di rivederlo, le nostre strade non si incrociarono più, ma, dentro di me, era rimasto forte il desiderio di vivere una nuova esperienza da puttana.
La proposta di Mario di farmi scopare da altri maschi in cambio di soldi, mi ha portato a quei ricordi e, nel contempo, mi sta eccitando ogni giorno di più, perché non sono i soldi che mi interessano, quanto la sensazione di vendere il mio corpo: è quello che mi fa impazzire.
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3 years ago
baxi18, 55
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Una bellissima esperienza. prima parte.
Mi chiamo Silvia, ho 39 anni, sono una bella donna con un passato da modella. Sono alta un metro e 77, occhi verdi, capelli biondi che amo portare lunghi, terza di seno, ventre piatto, uno splendido culetto a mandolino alla fine di due splendide cosce, lunghe e affusolate, che lo rendono, a detta di tutti, il mio pezzo forte. Ho un lavoro da impiegata e sono sposata con Luca, un uomo che ha dieci anni più di me.
Fisicamente parlando è bell'uomo: fisico asciutto, un uomo che ha classe, eleganza, gusto e raffinatezza, che ama le cose belle, la buona cucina e svolge un lavoro importante. Economicamente stiamo bene, proprietà, automobili, e ciò che vogliamo c'è lo permettiamo senza sacrifici. È stato lui che mi ha fatto conoscere la trasgressione, sia in qualche club che in qualche festa con coppie, in maniera soft. Diversamente, quando siamo insieme e decidiamo di trasgredire, non ho limiti: mi piace trasformarmi nel suo oggetto del desiderio. Mi piace qualsiasi cosa lui mi proponga e, quando dico qualsiasi cosa, significa dal pissing allo sputo, agli schiaffi, all'esibizionismo, mi piace tutto, anche il turpiloquio. Ho sempre avuto la sensazione di essere stata, in una vita precedente, una cortigiana, insomma la classica puttana d'alto bordo. Inoltre mi piaceva, quando si andava nei club, che qualche donna gli facesse un pompino, essendo lui molto dotato sia in lunghezza che circonferenza, ed io mi esaltavo a premere la bocca della femmina mentre succhiava l'uccello di mio marito, che mi limonavo con passione.
Poi, circa cinque anni fa, abbiamo deciso di mettere al mondo un figlio e, la sua nascita ha, in qualche modo, spento lo svago della trasgressione per concentrarci nella dimensione di genitori. Prima di questo cambiamento, uno dei suoi desideri più ricorrenti, anche se a livello di fantasia, era quello di aggiungere una donna nei nostri giochi, una femmina in più nel nostro letto, che avrebbe potuto interagire sia con me che con lui. Ora, invece, in quelle poche volte che facciamo sesso, in quanto presi dalle necessità di tutti i giorni, dai problemi della famiglia e dalla crescita dei figli, lui insiste a chiedermi di trovarmi un amante, di farlo cornuto, di vedermi scopata da un altro uomo. Vorrebbe fare il regista di questi incontri, insomma, ha maturato il desiderio di vedermi fare la troia con un altro. All’inizio, interpretavo quel desiderio come l'ennesima sua provocazione, una fantasia, per esplorare un nuovo universo dell'erotismo, dal momento che i party ed i prive' erano diventati banali e ripetitivi. Ero convinta che mi proponesse questo nuovo gioco non seriamente, invece in lui questo desiderio si era rafforzato sempre più.
«Silvia, voglio che trovi un uomo, un vero maschio, che sappia scopare la tua mente prima ed il tuo corpo dopo. Una persona capace di intrigarti e che sappia solleticare al massimo le tue notevoli qualità di troia, puttana esibizionista, vera zoccola. Per quel che mi riguarda, vorrei condividere ogni istante del gioco, sia nei momenti in cui sfodererai la tua malizia, sia all'atto pratico, e se, per caso, la particolare occasione non mi permettesse d'essere presente, vorrei che mi informassi sempre su quello che succede.»
Dopo una così esplicita dichiarazione di intenti, ho dovuto convenire che quel suo desiderio meritava attenzione da parte mia e così ho cominciato a guardarmi attorno e fare una accurata selezione, allo scopo di trovare l’elemento giusto da poter inserire in questo nostro gioco. All’inizio pensavo che non fosse difficile trovare un bel cazzo che mi scopasse, ma, ben presto, mi sono resa conto che quanto mi chiedeva mio marito era più complesso di quanto potesse apparire a prima vista. Pensandoci a fondo, ho scartato molti possibili candidati, perché nessuno di essi possedeva le peculiarità da me accarezzate. Poi, come spesso accade, è il destino che ti mette in mano le carte che devi saper giocare, anche se, all’inizio, quella non ti sembra una mano vincente.
Un pomeriggio, mentre cercavo di tornare a casa più in fretta possibile in quanto era il compleanno di mio figlio, resto bloccata sulla tangenziale a causa di un incidente. Fortuna volle che ero in prossimità di un’uscita e mi sono ritrovata su una strada secondaria che corre parallela alla statale, ma, anche qui, un ennesimo tamponamento aveva bloccato tutto il traffico.
Stizzita per tutti quei contrattempi, che non avrebbero impedito un involontario congruo ritardo, ho imboccato una strada bianca laterale, che sembrava correre parallela alle due strade bloccate e, dopo aver percorso un certo tratto di strada, improvvisamente la mia auto ha cominciato a diventare ingovernabile. Lo sterzo era molto duro e, a fatica, riuscivo a tenerla sulla direttrice da tenere, così mi sono vista costretta a fermarmi e, quando sono scesa, ho potuto constatare che la mia ruota anteriore sinistra era a terra: avevo forato! Imbufalita ancor più, per l’ennesima disavventura, ho preso il cellulare e, guarda caso, non c’era campo. Mi sono appoggiata alla vettura, cercando di fare mente locale per vedere come risolvere questo ennesimo disastro. Proseguire con la ruota bucata era impensabile; raggiungere la strada secondaria, era troppo distante e, tra l’altro, stava cominciando scendere la sera, così, mentre mi accingevo ad abbandonare l’auto e tornare indietro, sui miei passi, ho visto sopraggiungere i fari di un’auto. Mi sono messa al centro della strada e, quando la vettura mi ha raggiunto, è stata costretta a fermarsi. Mi sono avvicinata ed ho constatato che, all’interno, c’era un uomo cui ho chiesto aiuto. Quando è sceso dall’auto, mi sono trovata davanti un bell’esemplare di maschio: alto, spalle larghe, capelli completamente bianchi, braccia forti ed occhi scuri. Indossava una divisa da conducente di autobus e, quando gli ho esposto il mio problema, subito sul suo viso è comparso un sorriso ironico, quasi arrogante. Senza dire nulla, ha aperto il cofano della mia auto, dove ho scoperto esserci tutto l’occorrente per sostituire la ruota bucata e, con gesti semplici ma rapidi, in pochi minuti mi ha risolto il problema. Vederlo lavorare inginocchiato davanti a me, mi ha fatto venire voglia, in qualche modo, di provocarlo, così, anche se indossavo dei jeans molto attillati, più volte mi sono girata e piegata, in maniera da mettere in mostra il mio splendido fondoschiena, che lui ha potuto ammirare ripetutamente. Quando ha completato il lavoro e rimesso tutto nel bagagliaio, ho potuto notare un discreto rigonfiamento all’altezza del pacco. Soddisfatta per averlo in qualche modo provocato, ho preso il portafogli ed ho cercato di offrirgli del danaro, come ricompensa per quanto aveva fatto per me. Lui è rimasto un attimo sorpreso, poi, con la sua aria ironica e arrogante, ha rifiutato l’offerta.
«Mi chiamo Mario e, per quanto mi riguarda, non mi sono mai fatto pagare una cortesia! Al massimo, posso accettare una cortesia in cambio?!»
Ho guardato quel maschio che, in un certo modo, mi stava intrigando. Generalmente sono abituata a vedere uomini che sbavavano per me, che immediatamente si offrono di compiacermi in tutti modi, mentre lui, in questo momento, mi stava semplicemente trattando come una povera incapace, che era stata appena salvata da uno esperto. Questo suo modo di fare, mi ha un po’ irritato, ma, nello stesso tempo, ha stuzzicato la mia curiosità, in quanto, per la prima volta, avevo, davanti a me, un maschio capace di resistere al mio fascino.
«Ok, va bene; allora? Come posso ricambiare la sua cortesia?»
Lui mi ha chiesto di dargli il mio cellulare e, su di esso, ha digitato il suo numero di telefono e mi ha invitato ad inviargli uno squillo, quando avrei avuto di nuovo campo, così da avere anche lui il mio numero, oppure di contattarlo nei giorni a seguire, per poter prendere semplicemente un caffè e pareggiare la cortesia. Senza aggiungere altro, è risalito in auto e se n’è andato. Sono rimasta ancora una volta stupita; mi sarei aspettata che, in qualche modo, avesse cercato un contatto più diretto; onestamente ero anche disposta a fargli un pompino per ripagarlo di quanto aveva fatto per me, invece lui se n'era andato, lasciandomi veramente basita. Per un momento ho pensato che fosse gay, ma il fatto di aver visto il pacco gonfio, mi ha fatto abbandonare questo pensiero; allora, per un attimo, ho avuto timore che la mia sensualità stesse perdendo attrattiva, che non fossi più la femmina irresistibile che ho sempre ritenuto di essere. Nei due giorni successivi, ho ripensato molto al suo comportamento e mi sono anche ricordata di avere una gomma da riparare; così, ho deciso di verificare se ero ancora in grado di far impazzire un maschio. Mi sono vestita con una mini decisamente corta ed una camicetta, che lasciava ben poco all’immaginazione e, con scarpe dal tacco alto, mi sono recata dal gommista per riparare la gomma. Quando mi ha visto scendere dall’auto, l’uomo ha sgranato letteralmente gli occhi e subito ho visto crescergli un notevole bozzo sulla tuta.
Soddisfatta del risultato, ho atteso che lui completasse la riparazione e, quando ho chiesto cosa dovevo, lui mi ha detto che era gratis. Eravamo soli e, quindi, ho deciso di verificare fino a che punto ero ancora in grado di soddisfare un maschio; così l'ho seguito nel suo ufficio ed ho lasciato che lui mi accarezzasse fra le cosce, mentre si masturbava violentemente. È bastato pochissimo per vederlo schizzare sulle mie scarpe e, questo, mi ha letteralmente esaltato. Così sono tornata sui miei passi contenta e soddisfatta, e, a quel punto, ho deciso di chiamare Mario e verificare se ero ancora in grado di eccitare anche lui. Il mio telefono ha suonato diverse volte, poi, ad un tratto, con un messaggio vocale, lui mi ha pregato di non insistere, perché in quel preciso momento non era in grado di rispondere; mi avrebbe richiamato lui, dopo circa una ventina di minuti. Sono rimasta ancora una volta sorpresa: questo maschio mi imponeva la sua volontà; ho aspettato e, devo riconoscere che, quei 20 minuti, mi sono parsi un'eternità. Alla fine, quando ne erano passati 25, lui mi ha richiamato e mi ha invitato a prendere un caffè in un bar, che ho raggiunto rapidamente. Mi sono seduta ad un tavolo ed ho aspettato che lui arrivasse, e questa, per l’ennesima volta, per me è stata una novità, in quanto, di solito, sono gli altri ad aspettare. Ero seduta a cosce larghe e mostravo con orgoglio la mia intimità a due giovani ragazzi, che strabuzzavano gli occhi nel vedere la mia fica ben esposta. Ad un tratto l’ho visto arrivare, alto, fiero, con un’aria da maledetto, che mi ha provocato un brivido lungo la schiena e, quando ha raggiunto la vagina, si è tramutato in puro piacere. Ho sentito fremere il mio corpo nell’osservare quel maschio forte e con l’aria autoritaria, che si è seduto davanti a me, quasi ignorando le mie grazie ancora esposte e, mentre sorseggiavamo il caffè, ho cercato di capire perché, con lui, non riuscivo ad essere la femmina dominante.
«Oggi sono andata a riparare la gomma bucata e, così, ho anche deciso di pareggiare il conto con te.»
Alle mie parole, dette con tono malizioso e fortemente allusivo, lui ha scosso il capo in senso di diniego e poi la sua voce, dal tono duro ed arrogante, mi ha di nuovo colpito.
«Capirai, che sforzo! Sicuramente quel povero gommista avrà dovuto faticare sette camicie per concentrarsi sul lavoro, con te che ti offrirvi in maniera così esplicita.»
L’ho guardato stupita; pensavo di costringerlo a chiedermi di fare sesso con lui, mentre, al contrario, lui mi stava semplicemente dicendo che mi stavo comportando da puttana.
Non che non fosse vero, ma mi sentivo in qualche modo oltraggiata.
«Non capisco cosa ci sia di sbagliato nel mio abbigliamento e nel mio comportamento, dal momento che mi piace molto provocare.»
Lui mi ha fissato negli occhi, ha appoggiato la tazzina al tavolo e, poi, con tono quasi sprezzante, ha ribattuto alla mia ennesima provocazione.
«A fare le puttane son tutte brave; a mettersi in mostra poi, basta anche meno, ma ad essere una vera troia esibizionista è una cosa che solo poche sanno fare, e tu hai ancora tanto da imparare. Peccato! Perché con il fisico che ti ritrovi, potresti veramente far impazzire chiunque ti guardi.»
L’ho guardato basita e veramente furiosa.
«Ma chi credi di essere? Io ho avuto ai miei piedi schiere di maschi che lasciavano scie di bava, solo per avere il piacere di venire a leccare i miei piedi, ed ho goduto ripetutamente, in tutti i modi possibili e immaginabili e, soprattutto, mi sono esibita ogni qualvolta che ne ho avuto voglia, con la complicità di mio marito. Come ti permetti di dire che ho ancora molto da imparare?»
Lui mi ha guardato in maniera severa e decisa e le sue parole sono state come uno schiaffo.
«Potrai sicuramente avere avuto tanti maschi ai tuoi piedi, ti sarai mostrata e offerta come una puttana, ma per esperienza, poiché ho avuto modo di constatarlo tante volte, ti ripeto che essere una troia esibizionista è qualcosa di completamente diverso da quello che tu hai vissuto finora e, se non capisci questa differenza, è inutile stare a perdere altro tempo.»
Senza aggiungere altro, si è alzato e se n’è andato, lasciandomi sbalordita dal suo comportamento arrogante e duro. Quando sono tornata a casa, ero ancora visibilmente alterata e la cosa non è sfuggita a mio marito, che ha voluto conoscere il motivo della mia inquietudine. Gli ho raccontato nel dettaglio tutto quello che era successo e mi aspettavo la sua comprensione, il suo appoggio, il suo sostegno morale, invece lui mi ha guardato e, dopo avermi ascoltato attentamente, ha sorriso, ha scosso il capo e le sue parole mi hanno confuso ancora di più.
«Accidenti! Questo sì che è un vero maschio! Finalmente hai trovato la persona giusta che riesce a resistere al tuo fascino. Uno così lo devo assolutamente conoscere; vorrei il suo recapito.»
Stupita e letteralmente sbalordita dal suo comportamento, gli ho abulicamente dato il suo recapito telefonico e, per circa due giorni, la cosa è rimasta ignorata.
Il giovedì, mi comunica che sabato sera andremo fuori a cena, perché intende regalarmi una bellissima serata per farmi distrarre un po' e, soprattutto, per farmi divertire in qualche prive'. La notizia mi stuzzica non poco e mi infonde tanta felicità. Così, il sabato mattina, prima mi reco dall’estetista, poi dalla parrucchiera ed infine saccheggio due negozi di scarpe e intimo, compreso uno di abbigliamento, dove acquisto un meraviglioso abito bianco, con una profonda scollatura dietro e, sul davanti, delle sottili strisce di tessuto riescono appena a coprire il seno, in quanto agganciate a delle catenelle dorate; il tutto valorizza al massimo la mia silhouette. Mentre mio marito, a sera, accompagna nostro figlio dai miei genitori, che sono molto felici di ospitarlo, io mi preparo e, quando sono pronta, leggo nei suoi occhi tutta l'ammirazione che ha per me nel constatare che, sia l’abito che tutto il resto, comprese scarpe dal tacco esagerato, fanno risaltare ancor più le splendide rotondità del mio corpo.
Percorriamo circa un’ora di strada per raggiungere il ristorante da lui scelto, che si trova in prossimità di un lago e, quando arriviamo, purtroppo inizia a piovere; allora lui ferma la vettura davanti all’ingresso e mi invita ad entrare da sola, mentre lui andrà a parcheggiare. Entro e vengo accolta da una splendida signora, che mi accompagna al nostro tavolo. Per raggiungerlo, attraverso tutta la sala che è piena di commensali e scopro che quel tavolo è posto in un angolo del salone e, vicino, ce n’è un altro con sei persone, che restano piacevolmente attratte dal mio arrivo. Avverto i loro sguardi su di me e questo mi infonde un sottile piacere che mi fa inumidire fra le cosce. Sono voltata di spalle all’ingresso e, mentre attendo l’arrivo di Luca, d'un tratto mi trovo davanti Mario, che indossa un completo, con camicia e cravatta, molto elegante e ben diverso dalla divisa di autista, che si siede alla mia tavola e mi sorride, con la sua aria di arrogante malizia. Lo guardo e sto per invitarlo ad andarsene, quando squilla il mio cellulare: è mio marito, che mi informa:
«Amore, la persona che è seduta al tavolo con te, questa sera sarà il tuo cavaliere, sarà colui con cui passerai la serata e, finalmente, riuscirai a farmi provare quelle sensazioni che ti sto chiedendo da tempo. Ho avuto modo di parlare con lui, e sono giunto alla conclusione che è la persona giusta per farti iniziare un percorso di trasformazione, che ti porterà ad essere la femmina che voglio: una vera troia esibizionista, capace di godere e far godere, a suo piacimento.»
Lo guardo, sono confusa; una parte di me mi indurrebbe ad alzarmi e andar via, ma la mia vagina, che ha iniziato a fremere nell'udire le parole di mio marito, ha il sopravvento sulla ragione e illanguidisce il mio corpo, facendomi provare un misto di paura ed eccitazione, nel considerare a cosa sto andando incontro.
Lui con tono calmo e pacato, ma fermo, mi espone il suo intento.
«Come ha detto tuo marito, stai per intraprendere un percorso che trasformerà una puttanella come te, in una vera troia esibizionista, una vera vacca da letto, una puttana d’alto bordo, capace di soddisfare ogni singolo desiderio del maschio. Ovviamente puoi alzarti ed andartene, oppure restare e cenare, e poi tornare a casa, facendo finire tutto così, ma, se invece accetti quello che io ti propongo, ti assicuro che non te ne pentirai. Tutto quello che devi fare è darmi la tua assoluta obbedienza e devota sottomissione a qualsiasi mio ordine. Non sono ammessi rifiuti, perché sarebbero puniti severamente. Tu sei una femmina abituata a dominare, ma, a partire da questo momento, sarai tu ad essere dominata. Pensaci bene, perché quello che ti propongo è qualcosa che sicuramente tu non hai ancora provato.»
Le sue parole hanno sollecitato ancor più in me il desiderio di vivere questa nuova esperienza, di assaporare questo nuovo modo di godere. In effetti lui ha ragione; in tutto questo tempo, ho vissuto magnifiche esperienze: sempre in compagnia di mio marito, mi sono offerta e mostrata a tanti maschi che mi hanno fatto godere molto ed io stessa ho goduto nel soddisfare il mio potere seduttivo, mentre, effettivamente, non ha mai provato la sensazione di essere dominata. Lo guardo, gli sorrido: ho preso la mia decisione.
«Cosa ordiniamo per cena?»
Nel preciso istante in cui ha capito che ho accettato il gioco che mi propone, il suo sguardo è divenuto ancora più arrogante e, dopo aver ordinato le varie pietanze, con fare disinvolto, si volta a guardare verso il tavolo accanto a noi, dove le sei persone, tutti uomini eleganti e dall’aria perbene, continuano ad osservarmi con vero interesse. Senza mai voltare lo sguardo, lui mi chiede quali sensazioni stavo provando nel sapere che quelle persone desideravano ed ammiravano il mio corpo. Per un attimo, giro lo sguardo ed incrocio quello di alcuni di loro, che annuiscono compiaciuti e, subito un ennesimo brivido percorrere la mia schiena per diventare umore che mi bagna ancora. A metà cena, lui mi guarda e con tono deciso, espone uno dei suoi ordini:
«Vai in bagno, togliti il perizoma e torna al tavolo.»
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3 years ago
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Un sottile piacere
Mi chiamo Laura, ho quarantacinque anni e sono sposata con Angelo, che ne ha due più di me. Sono alta un metro e settantacinque, capelli biondi e lunghi, occhi chiari e seno grosso, una quinta piena. Sono, nell’insieme, una donna solare, allegra, spiritosa e dalla spiccata ironia. Ho anche un bel culetto: bello e sodo. Spesso è oggetto delle attenzioni di mio marito, che ama molto scoparmi analmente. Io non sempre sono d’accordo, ma poi, alla fine, piace anche a me. Amo anche succhiarlo, anche se non ingoio: la sua sborra è troppo densa e lo yogurt a me non piace. Angelo è un tipo longilineo, un po’ peloso, occhi e capelli scuri, ha una buona dotazione, che gli serve per appagare la sua infinita voglia di sesso. Sì, è un vero porco! A seguirlo, ci sarebbe da scopare dalla mattina alla sera. Non che la cosa mi dispiaccia, ma è che non si accontenta mai. Abbiamo percorso insieme le varie tappe del piacere: con lui mi sono disinibita più di quanto potessi immaginare. Dopo i pompini, ha voluto il culo, poi mi ha fatto mettere a seno nudo in spiaggia. Gli piacerebbe lo scambio, ma io sono un po’ gelosa; non mi va di vederlo godere fra le braccia di un’altra donna. Onestamente ammetto che quello che mi propone, spesso e volentieri mi eccita tantissimo, ma per ora vorrei restare un po’ nell’ombra, anche se lui insiste che io mi apra di più, in tutti i sensi. Spesso mentre facciamo sesso, lascio che mi porti ad immaginare la presenza di un altro maschio o di una lei che mi lecca; la cosa mi incuriosisce, anche se non so se ne sarei capace, in ogni caso ci godo moltissimo. Quando mi propone una serata in un prive' o un carsex, non ho il coraggio di assecondarlo. Troppa paura! Di cosa? Di tutto! L’anno scorso in estate c’è stata l’occasione per un nuovo gioco che non avevamo mai fatto. Tutto è capitato casualmente e senza che ne sapessi nulla. I nostri vicini di ombrellone erano una coppia come noi. Lui, Antonio, un bel tipo, alto, moro, occhi profondi che ti entravano dentro fin nel profondo dell’anima, sicuramente con una bella dotazione, da quello che ho potuto ammirare più di una volta da sotto il costume. Lei una donna sempre nervosa, scostante e spesso molto critica nei confronti di lui e anche un po’ con me, che indossavo dei costumi non proprio casti, se confrontati con i suoi, sempre rigorosamente interi. Per tutta la settimana con lui, che siamo stati sdraiati vicini, è stato un continuo scambiarci di occhiate e battute più o meno spinte. Angelo poi, ha fatto in modo di fargli capire che gli sarebbe piaciuto fare qualche cosa fra noi, ma non c’è stato nulla da fare. Devo ammettere che la cosa mi eccitava non poco, ma, soprattutto, eccitava tanto mio marito, che mi immaginava sempre a pecora con l’altro ben piantato dentro di me. Finisce la vacanza e ci scambiamo i contatti, anche se sarà improbabile rivedersi causa la notevole distanza che separa le nostre città. Dopo una settimana ci chiama lui. Passiamo diversi minuti al telefono, durante i quali, lui comincia a farmi una corte sempre più esplicita, incitato da mio marito. Una sera Angelo mi riferisce che ha creato un contatto su Skype. All’inizio non ho capito bene a cosa serviva, ma appena accesa la cam è stato tutto chiaro: dall’altra parte c’era Antonio. Ben presto abbiamo cominciato a chattare fra noi, sempre con la complicità di Angelo, che mi spingeva ad osare di più, fin quando, una sera, mi sono esibita in cam con Antonio dall’altra parte, che si masturbava per me. Sconvolgente! Abbiamo goduto tantissimo, Angelo che mi masturbava seguendo le indicazioni dell’altro, che ci andava giù pesante con il turpiloquio.
«Dai zoccola! Sei una troia…puttana, fammi vedere come godi…troia, apri la bocca che ti sborro in gola!»
La cosa aveva preso una piega decisamente inaspettata per me, ma con una grande gioia per Angelo, che mi ha fatto impazzire prima di scoparmi, fino a sfinirmi. Ben presto, io e Antonio abbiamo cominciato ad avere una vera e propria relazione a distanza. Lui mi suggerisce come mi devo vestire per andare al lavoro, mi esorta a masturbarmi nel bagno dell’ufficio, con la promessa di inviargli il video che servirà a far eccitare anche Angelo. Mi è stato creato anche un profilo su Telegram, col risultato che, adesso, Angelo è escluso dai nostri momenti intimi, e questo lo fa impazzire di piacere, specie quando gli racconto le porcate che mi induce a fare Antonio. Confesso che questo gioco mi sta coinvolgendo sempre più. Chi non si lamenta e, anzi, mi spinge ad osare sempre più, è Angelo, che mi immagina su di un letto, mentre sto succhiando l’altro e lui che mi sfonda il culo o, mentre gode dentro di me, che ingoio il seme dell’altro. Questa sua fantasia eccita tantissimo anche a me. Recentemente, Antonio mi ha rivelato che, per motivi di lavoro, si avvicinerà a casa nostra e questo, ovviamente, mi ha messo in subbuglio. Quando Angelo lo ha scoperto, mi ha sfondato il culo scopandomi come un pazzo. Mi sono lamentata un po' per il dolore, ma lui si è scusato, dicendo che per quando arriverà lui, dovrò esser pronta a riceverli in entrambi i buchi, e la cosa mi procura un sottile piacere. Dentro di me non vedo l’ora e, anche se non sono così sicura di volerlo fare, mi eccito da morire. Il tempo passa inesorabilmente ed arriva il giorno di Antonio. Mi prendo la giornata libera dal lavoro. Sono eccitata, tesa come una sedicenne al suo primo appuntamento. Dentro di me ho mille dubbi, paure e indecisioni. Cosa metto? Come mi devo comportare? Ce la farò? Mi sento tesa: mi farà godere? Sono tutte domande cui non riesco a rispondere. Fortunatamente ho Angelo che mi dà una scossa: mi obbliga ad andare sia dall’estetista, che dalla parrucchiera. Devo però precisare che, in tutto questo tempo, sono emersi i nostri due caratteri contrastanti. Io, nella vita di tutti i giorni, dirigo e comando a bacchetta almeno venti persone, mentre lui è un tranquillo impiegato statale. Dopo aver iniziato a giocare, i ruoli si sono invertiti: ora sono loro due a comandarmi. È strano, ma mi sento felice nel sentirmi usata. Ho accettato la totale sottomissione nel gioco, sia di lui che di Antonio: insomma ho scoperto questo sottile piacere di essere comandata. Per l’occasione mi ha comperato un completo intimo che, quando lo vedo resto basita. Uno string che, dire minuscolo, è dire tanto: sembra piuttosto un filo interdentale. In aggiunta, calze nere velatissime e autoreggenti, un mini abito elasticizzato nero, che modella ed evidenzia le mie forme, in specie il seno e, ovvio, il culo che si inarca, quando salgo letteralmente su dei trampoli, come li chiama lui, dal tacco quindici. Riflessa sullo specchio, con le labbra coperte dal rossetto rosso fuoco, mi sento infinitamente zoccola! Angelo, invece, è al settimo cielo e, quando raggiungiamo Antonio per andare a cena, lui mi guarda irretito dalla mia bellezza.
«Accidenti! Sei bellissima! Angelo, hai una moglie molto bella e zoccola!»
«Mio caro amico, questo è niente: desidero che, questa sera, diventi una perfetta puttana!»
Ridono divertiti e già eccitati. Durante la cena mi costringe a sedermi fra di loro, a restare sempre a gambe aperte, ben sapendo che altri potrebbero vedere, che sono quasi nuda. Essi si divertono nel loro gioco, specie quando il cameriere si accorge che ho quasi un capezzolo fuori dal vestito. Quando se ne accorgono, scoppiamo tutti in una risata complice. Antonio lo guarda divertito e rincara la dose.
«Caro amico, questa sera coronerai il tuo sogno di vedere tua moglie chiavata! Ho intensione di scoparla fino a sfinirmi e farla godere tantissimo».
Gli occhi di mio marito brillano di felicità. Dopo cena andiamo al suo albergo. Durante il tragitto, io e Antonio, in auto, siamo seduti dietro. Ben presto sento le sue mani sul mio corpo e, dopo un attimo di brivido, mi lascio andare con estrema disinvoltura, che stupisce anche me. Lui mi accarezza i seni, li stringe, mi bacia in bocca. Sento la sua lingua entrare di prepotenza dentro di me, mentre cerca la mia e ci limona un po'. Poi mi succhia il labbro, mi impone la sua vigoria baciandomi con impeto e passione. La sua mano è, da subito, risalita lungo l’interno delle cosce e così ha trovato la mia intimità, già bagnata e fradicia. Dopo un attimo di stupore, lo sento infilare due dita dentro la mia fica grondante e subito emetto un gemito di piacere. Mi masturba lentamente, senza mai portarmi all’apice del piacere. Mi travolge, tenendomi in uno stato di limbo erotico che non avevo mai provato. Angelo, davanti, attraverso lo specchietto, si gode la sua mogliettina che sta facendo la troia con un altro ed approva l’idea a non farmi venire subito.
«Bravo così! Lascia che senta arrivare l’orgasmo, ma non farla venire. Siamo noi che decidiamo, quando la nostra zoccola deve godere».
Arrivati in albergo, appena saliti in camera, Antonio mi spoglia lentamente, centellinando le mie grazie. Lo invito a spogliarsi, mentre Angelo è già completamente nudo. Siamo tutti e tre ad un livello di eccitazione che ci stordisce. Antonio sfoggia un cazzo enorme: lungo sicuramente oltre i venti centimetri, e con una circonferenza da paura ed una cappella grossa e rossa, come uno di quei fragoloni belli maturi. Anche Angelo ha un bel cazzo di buone proporzioni e la sola idea di averli dentro contemporaneamente mi fa tremare le gambe. Il letto ci accoglie tutti e, mentre Angelo resta un attimo ad ammirami, io gli rivolgo uno sguardo con occhi pieni di felicità. Mi distendo e, immediatamente, sono preda delle mani di Antonio, che mi accarezza con estrema delicatezza. Vorrei essere posseduta subito. Brucio di desiderio, ma sono anche intimorita da quelle dimensioni. Ma lui e poi anche mio marito hanno deciso di farmi impazzire.
«Dai…Antonio…facciamo impazzire di piacere questa troia!»
Antonio non se lo fa ripetere due volte. Mi masturba da davanti con due dita ben piantate dentro ti me, mentre Angelo mi ha bagnato il culo. Mi sta inculando con un dito che ben presto diventano due. Godo e, d'improvviso, vengo con un getto di squirt che non avevo mai avuto prima. È Angelo che lo esorta.
«Dai, Antonio, più forte, che squirta!»
Li inondo di piacere. Mi sembra di urinare, da quanto godo.
«Dai, puttana, godi! Dillo che sei la nostra troia!»
Tremo, mi sento veramente un’altra, e li assecondo.
"Sì…sono la vostra troia! La tua puttana, amore! Sfondatemi…vi voglio dentro!»
Ma non basta! Continuano a masturbarmi sempre più forte. Io godo sempre più, invocando i loro cazzi dentro di me.
«Scopatemi! Vi…voglio! Prendetemi…scopatemi! Fatemi sentire la vostra vacca!»
Ottengo solo che loro si mettono in ginocchio, sul letto, e mi presentano i loro cazzi durissimi da succhiare.
«Dai, troia, facci sentire come ce lo succhi!»
Usano le maniere forti con me. Li sento complici, dominanti e la cosa mi fa eccitare ancora di più. Afferro i due pali e cerco di ingoiarli, ma sono troppo grossi. Angelo non mi risparmia nulla.
«Apri bene la bocca, vacca, che adesso ti scopiamo la gola».
Detto questo, me lo spinge in bocca fino a che non sento il mio naso toccare il suo inguine. Avverto conati di vomito, ma lui non ammette repliche, mi tiene dentro il cazzo per un tempo che a me sembra infinito. Quando lo tira fuori, ho un colpo di tosse, ma non ho il tempo di fare altro, perché la mia bocca viene riempita dall'altro cazzo: adesso ho quello di Antonio che mi sfonda letteralmente la gola.
«Dai troia, ingoia, che ti voglio scopare la bocca!»
Mi usano. Ho un orgasmo incredibile nel sentirmi soffocare, umiliare e godere della loro perversione nei miei confronti. Sono diventata il loro giocattolo! E ci godo da impazzire! A fatica e non so come abbia potuto farlo, ingoio anche l’altro cazzo. Sento la gola che mi fa male, ma non demordo, anzi cerco di succhiarlo e di muovermi, spompinandolo. Lui se ne accorge.
«Brava la troia!! Adesso sì che ci divertiamo. Angelo, sta vacca comincia a godere di bocca, dai, sfondale il culo, che poi ci passo anch'io».
Mi mettono a quattro zampe. Mio marito dopo aver bagnato il suo cazzo fra le labbra fradicie della mia fica, mi incula di colpo. Sento un po’ di resistenza all'inizio, ma quando entra dentro con la potenza di un toro che mi sfonda mi fa quasi godere di nuovo; mi piace il fatto che non usa nessuna pietà. Godo e loro lo sentono. Di riflesso si sincronizzano a prendermi insieme. Quando lui mi incula, l’altro affonda il cazzo nella gola. Mi sfondano senza pietà. Godo, e vengo, perdendo la cognizione. sia del tempo che di quanti orgasmi ho raggiunto. Per diversi minuti mi sfondano di gusto, poi Angelo chiede ad Antonio di fare il cambio.
«Dai vieni ad incularla pure tu. Io mi voglio godere la sua bocca, senza fondo».
Di colpo escono. Mi sento vuota. Per un lungo istante, sento il mio buco del culo dilatato, le labbra restano aperte e poi, Antonio comincia ad infilarmi dentro il suo arnese mostruoso. Spinge di colpo tutto il palo dentro, vorrei gridare, ma ho già la bocca piena fino in gola del cazzo di Angelo.
«Bravo, Antonio, spacca il culo a 'sta troia! Faglielo uscire dalla gola! Dobbiamo sfondarla a dovere questa vacca…Perché è questo che vuoi vacca?»
Mi sfila il cazzo dalla bocca e mi costringe a parlare.
«Sì…lo voglio! Sfondate la vostra VACCA! Più forte!»
Mi stupisco di come godo, nel sentirmi sempre più usata ed umiliata. Ci godo tantissimo, scopro un aspetto della mia personalità del tutto sconosciuto. Godo nella sottomissione ad uno o più maschi autoritari e dominanti. Mi scopano di brutto. Mi sento stringere i fianchi e pomparmi il culo con una veemenza che spesso mi fa sbattere il viso sul corpo di mio marito, che incita l’altro a sfondarmi di più. Non so per quanto mi sbattono. Godo a raffica. Poi Angelo, che si dimostra il più perverso dei due, decide di cambiare gioco. Fa distendere Antonio supino, sempre ben piantato dentro il mio, ormai slargato, culo e si presenta, con il cazzo in mano, davanti alla mia fica strettissima, per il palo che ho dietro. Cerco di dissuaderlo, ma è inutile.
«NO! No! Ti prego...no! Non c’entra! Non può entrarci!»
La sua voce non ammette repliche.
«Zitta, troia, che ti voglio sfondare tutta!»
Antonio resta immobile. Mentre lui lentamente affonda il suo cazzo dentro di me. Lo sento aprirsi la strada a fatica, ma complice la ingente lubrificazione, infine arriva ad entrare, tutto dentro. Apro la bocca per urlare, ma nessun suono esce dalla gola. Lui si compiace con me e invita l’altro a scoparmi ancora.
«Visto che troia! L’ha preso tutto…dai, sfondiamole entrambi i buchi!»
Inarcano le gambe e per me inizia un momento di vero paradiso! Due pali che mi trafiggono senza sosta portandomi all’apice del piacere. Godo tanto che quasi svengo. Angelo se ne accorge e mi strizza con forza un seno. La sensazione di dolore accentua quella del piacere. Poi, non contento, mi infila in bocca due dita, mentre invita Antonio a giocare con i miei seni.
«Dai, facciamo impazzire questa vacca! E tu, zoccola, prendi e immagina di averne anche uno in bocca!»
Vengo urlando. Anche loro, sembrano all’apice, il primo è Angelo, che accentua il ritmo delle pompate e mi inonda il ventre.
«Adesso… vacca …sborro! Ti inondo!»
Mi sento riempire di caldissimo nettare, che provoca sciabordio fra le pareti della mia fica slabbrata. Resta immobile per un attimo, poi esce e subito Antonio prende a pomparmi il culo energicamente. Angelo non resta inattivo. Appena sfilato il cazzo da davanti, me lo presenta in bocca. Me lo infilo in gola e sento che la sua erezione è appena un po' scemata; mi adopero per succhiarlo e lui si rinvigorisce quasi subito. Antonio gode nel mio culo.
«Sei una troia, rotta in culo! Ti inondo, sborro! Cazzo, che bello ti riempio il culo!»
Avverto subito una sensazione di calore, inondarmi le viscere. Mi inocula dentro un vero clistere di sborra! Si muove ancora un po', poi esce seguito da un fiotto di liquido che mi cola tra fica e cosce. Angelo, non sazio, lo invita a farsi succhiare da me, mentre lui torna a infilarlo nel mio culo, ancora aperto. Ingoio il cazzo di Antonio che, nonostante sia venuto, è ancora molto turgido. Basta poco per farlo tornare durissimo. Sono distesa di lato, con mio marito che mi scopa il culo, con poca soddisfazione.
«Accidenti…è proprio bella sfondata! Ha il culo ormai aperto 'sta troia! Ben fatto, amico! Adesso scopala davanti, così l’avremo aperta tutta!”
Antonio incomincia a prendermi davanti. Sollevano la mia gamba, e subito lo sento entrare dentro, fino a metà. Angelo dietro di me, non riesce a restare nel culo troppo aperto, scivola più in basso e me lo ritrovo che sta infilandosi davanti. Cerco di dissuaderlo, ma lui non mi ascolta, anzi mi incita a prenderli in doppia, davanti.
«Rilassasti, troia, che adesso ti apriamo del tutto, così sarai perfetta!»
Lentamente, lo sento entrare davanti. Mi sento i muscoli vaginali tendersi, tremo al pensiero che mi lacerino. Poi, quasi di colpo, sono tutti e due dentro di me. Ho un orgasmo improvviso.
«VENGO! vengo! Mi fate morire!»
Incominciano a sincronizzarsi. Mi scopano insieme e mi fanno squirtare di nuovo. Mai goduto tanto. Loro sono meravigliosi. Mi stupisco quando li incito ancora a scoparmi più forte.
«Più forte! Sfondatemi…sono una vacca che vuole i suoi tori la sfondino!»
Godo e svengo. Il dolore di un capezzolo strizzato forte mi ridà i sensi, ma sono sfinita, mai goduto tanto. Il gioco della doppia davanti, sta portando anche loro alla seconda sborrata. Il primo ad uscire e ad infilarlo nella mia bocca è Antonio. Esce e me lo mette fra le labbra.
«Bevi troia! Ingoia!»
Lo sento schizzare con forza contro il palato. Sentirmi imporre l’ingoio, cosa che non amo, mi dà nuovamente quel sottile piacere di sentirmi sottomessa ai loro voleri. Bevo, ingoio e pulisco tutto alla perfezione. Angelo alla vista del mio ingoio, me lo mette anche lui fra le labbra.
«Dai…anche questo devi bere. Stasera ti ho avuto come mai in passato. Sei veramente la mia troia! Bevi!»
Succhio e bevo pure lui; poi sfiniti ci distendiamo sul letto. Per un momento restiamo in silenzio, abbiamo tutti il fiato corto, poi Antonio guarda Angelo e ride divertito.
«Direi che abbiamo superato ogni più rosea aspettativa. Te lo avevo detto che, una volta iniziato questo gioco, avrebbe portato lei al massimo del piacere e tu avresti avuto quello che desideravi da tempo: goderti tua moglie assieme ad un altro maschio. Per me è stata una serata memorabile. Avrei scopato tua moglie già da questa estate. Adesso mi devi restituire il favore; appena possibile, venite una sera da me e chissà che non portiamo anche mia moglie a questi livelli».
Angelo lo guarda compiaciuto.
«Certo, anche se credo che sarà difficile che la tua si trasformi come ha fatto la mia. Ma se tu lo vuoi, possiamo provare. Sentirsi su What's app ha dato i suoi frutti, grazie sei un vero amico».
Li guardo e mi rendo conto che sono sicuramente stata al centro di un gioco di cui non conoscevo tutti i dettagli e chiedo spiegazioni. Ben presto scopro, che loro due si sentivano fin da quando era finita la vacanza e che Antonio ha sempre tenuto al corrente di tutto Angelo, anzi era lui che lo incitava, spiegando come e dove, farmi giocare. Mi sento di nuovo usata, e ancora questa cosa mi procura un sottile piacere che, da oggi, voglio provare con maggior intensità.
Amo quel porco di mio marito: è stato capace di regalarmi sensazioni bellissime, e tutto perché anche lui mi ama e vuole che io abbia il massimo del piacere.
Tutto è davvero fantastico!
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3 years ago
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Due coppie particolari. seconda parte
Passano alcuni giorni e un pomeriggio Cristina e Flavia si incontrano nella Città Mercato. Per un attimo si guardano senza dire nulla, poi una risata fa svanire l’attimo di tensione che le aveva assalite.
«Allora si mangia bene nell’agriturismo?» Chiede Flavia.
«Certo e poi si digerisce meglio». Risponde Cristina.
Si siedono ad un bar e, davanti a due caffè, cominciano a scambiarsi facezie. Prima un po’ sul vago, poi, lentamente, come se fossero amiche da sempre, scendono sul personale e intimo. Cristina spiega in breve, come sia nata la nostra storia e, soprattutto, di come ci amiamo e ci piace godere.
«Sì, l’ho sentito quanto ti ha fatto impazzire».
«Beh, se è per questo, nemmeno il tuo ha scherzato: urlavi così tanto che ti avranno sentito fino in città!»
Ridono davvero di cuore, poi Cristina le chiede di raccontarle di sé.
«Mi sono sposata che avevo appena 26 anni. Lui, Giulio, era il mio professore di Giurisprudenza all’Università ed ha venti anni più di me. Ero la sua assistente, dopo la laurea, e ne ero innamorata pazza. L’ho sposato contro tutto e tutti. I miei genitori non volevano, ma io non ho ascoltato nessuno. I primi dieci anni sono volati via senza che quasi ce ne accorgessimo. Lui è un marito meraviglioso, dolcissimo, premuroso e attento ad ogni mia esigenza. A letto non è un super, ma mi ha sempre portato al piacere, con le sue carezze e la sua bocca. Mi fa morire quando mi lecca. Poi lui ha avuto un grave problema alla prostata, e le sue erezioni sono diminuite fin quasi a scomparire. Inoltre, dopo dieci anni, io desideravo un figlio, ma lui mi ha detto di essere completamente sterile. Non ti dico quanto ci sono rimasta male e, per un po’, i nostri rapporti si sono raffreddati. Poi, molto lentamente, ho metabolizzato il problema: ho capito che non era il caso che gliene facessi una colpa; purtroppo la natura non era stata benevola con lui, penalizzandolo sotto l'aspetto procreazione. Per il resto, potevo anche accontentarmi: facevamo l'amore abbastanza spesso, ma il nostro rapporto era cambiato. Le sue erezioni erano quasi nulle, ma lui compensava benissimo con mani e lingua. Poi, casualmente, una sera, a casa di amici, si finì sul discorso del tradimento. Io ribadivo che non era possibile amare un uomo e poi tradirlo. Era inconcepibile per una donna godere con un altro che non fosse il proprio uomo. Lo dissi con tale convinzione, che lui ne fu colpito. Per tutta la serata mi osservò, pensando a me con un altro maschio e questo gli procurò una discreta erezione. A casa, poi, nel nostro letto, mi fece sua, come non capitava da anni. Era straordinariamente eccitato all’idea di me con un altro. Rimasi stupita, ma non feci domande. Per un po’ non disse nulla, ma poi, lentamente, questa sua fantasia emerse e fu sempre più presente nei nostri momenti di sesso. Lui impazziva al solo pensiero di sapermi fra le braccia di un altro. Io ero sconvolta, ma lo assecondavo per fargli piacere, mentre, dentro di me, ero impaurita da come quell'idea, che ormai era divenuta una fissa, avrebbe potuto rovinare la nostra unione. Con la sua preparazione didattica, ho vinto il concorso per diventare legale della banca. Ben presto sono diventata responsabile della sezione informatica e, quando la banca ha iniziato a digitalizzare tutte le operazioni, io mi sono ritrovata a gestire la modernizzazione del sistema. È così che ho conosciuto Mario. La sua azienda si è aggiudicata tutta la sezione informatica e la relativa manutenzione di mezzi e programmi. Come hai visto è un bell’uomo, discreto e molto riservato. È vedovo, la moglie è morta nel dare alla luce sua figlia. Per lui è stato un colpo durissimo, facendolo catapultare esclusivamente nel lavoro. Per i primi tempi non c’era che un normale rapporto di collaborazione nel lavoro, poi lentamente è subentrata una certa confidenza e, da un caffè ad un breve pranzo di lavoro, ne è nata una profonda amicizia. La sua discreta corte mi ha lusingato fin da subito. Era piacevole ricevere le sue attenzioni, e poi, una volta, in ascensore, mi sono involontariamente appoggiata a lui ed ho sentito premere fra le mie natiche, un vero palo di carne durissima che mi ha fatto letteralmente bagnare le mutandine. Ne rimasi così sconvolta che, anche la sera, mio marito ebbe ad accorgersi di questo mio stato d'eccitazione e, poiché fra noi non ci sono segreti, gli ho riferito il motivo del mio turbamento. Eravamo a letto e lui, a quella mia confessione, ha avuto un'erezione, non fortissima, ma sufficiente per farmi godere Mi ha scopato con calma e passione, fino a godere dentro di me, con una sborrata appena percettibile. Sono rimasta sconvolta da un simile evento. Non riuscivo a comprendere come fosse possibile che avesse un'erezione, nelle sue condizioni. Ero rimasta veramente impaurita per la sua salute; ero convinta che avesse assunto dei medicinali pericolosi, invece lui mi ha giurato che era solo dovuto ad un pensiero che, ormai da tempo, gli dava una carica di erotismo fuori dal comune: me con un altro! Da quel momento mi ha esortato a frequentare Mario assiduamente. Impazziva al solo sapere che potessimo essere insieme. Mi ha suggerito di farmi scopare da Mario; io mi sono opposta, ma lui è stato irremovibile. Lo desiderava con tutto sé stesso, ma, ad una sola condizione: che la cosa avvenisse in casa nostra, per non dare adito a nessun sospetto. L’occasione fu creata proprio da lui, comunicandomi che si sarebbe assentato per due giorni, per un convegno. Io ero turbata al solo pensiero, ma, dentro di me, si era insinuato il germe dell'adulterio; quella di farmi scopare da Mario, era un'idea che aveva preso corpo anche nella mia mente, ma ciò che mi sconvolgeva era che fosse stato proprio mio marito ad offrirmene l'occasione. Ho invitato Mario a cena da me, e mi sono preparata a dovere: abito nero elasticizzato, appena sopra il ginocchio e calze auto reggenti con pizzo, micro string ed un reggiseno a balconcino, che evidenziava il mio decolleté. Lui si è presentato in giacca e cravatta. Abbiamo cominciato a cenare, poi, a metà serata, mi ha stretto fra le braccia e io non ho capito più nulla. Mi ha baciato con impeto e passione. La sua lingua è entrata prepotentemente dentro la mia bocca ed ha cercato la mia, intrecciando una danza che dava il senso della frenesia che ormai dominava ogni nostra emozione. Ho portato una mano in basso ed ho sentito il suo cazzo durissimo premere contro la stoffa dei pantaloni. Era di marmo e molto consistente; niente a vedere con il cazzo di mio marito, che mi ero abituata a vederlo appena barzotto. Un bel cazzo che esprimeva una vigoria da sballo. Dopo aver limonato un po' in salotto, ci siamo trasferiti in camera da letto, dove lui mi ha spogliato con tanta di quella delicatezza, quasi fossimo degli sposini alla loro luna di miele. Quando ho lasciato cadere il mio reggiseno, lui era già nudo ed ho ammirato, con non poca meraviglia, la colonna di carne durissima che, finora, avevo solo percepito, ma che già mi aveva provocato un umidore incredibile fra le cosce. Mi ha disteso sul letto e si è infilato fra di esse. La sua lingua è scesa verso il basso per leccarmi, ma io l’ho trattenuto, stringendo il suo viso fra le mie mani.
«No! Ti… prego…Prendimi! È da tanto che voglio sentire un cazzo che mi sfonda! LO VOGLIO!»
Dopo una breve, interrogativa esitazione è risalito lungo il mio corpo e, quando ho sentito la punta scivolare lungo lo spacco della fica ho spalancato le cosce per meglio riceverlo dentro di me. Ha dato una lieve spinta ed è scivolato tutto, fino in fondo. Mi sentivo aprire. Scivolava lungo le pareti della mia vagina, che si dilatava come mai prima d’ora; nel sentire quel palo entrare deciso e duro, fin quando non ha sbattuto con la punta in fondo, ho avvertito subito il mio primo orgasmo. Ho goduto in una maniera sconvolgente, mai provata prima.
Tremavo di un piacere che mi stordiva. Non ero abituata a sentirmi dilatare e sfondare così, da un maschio possente e vigoroso. Da quel momento non ho più smesso di godere. Per tutta la notte mi ha scopato con impeto e passione, sfondando e inondando tutti i miei buchi. Sì, lo ammetto, con lui mi sono lasciata andare ad ogni piacere, incluso quello anale, che, per vero, non avevo mai fatto, nemmeno con mio marito. E che dire del piacere di sentirlo eiaculare nella mia bocca. Una vera delizia! Quello che non sapevo era che mio marito aveva fatto installare, per motivi di sicurezza, un sistema a circuito chiuso, che ha ripreso tutto e non ti dico quanto si è divertito quando è tornato e mi ha mostrato le riprese di tutto quello che avevamo fatto noi due. Per un momento ci sono rimasta male; poi ho capito e da allora non mi faccio più scrupoli, se non quello di essere discreta quando usciamo a cena fuori. La sera che ci avete visti, festeggiavamo un anno insieme e mio marito ha voluto che andassimo fuori a cena, con relativa scopata. Naturalmente al mio rientro, gli ho raccontato tutto; lui ne ha goduto a modo suo. Dopo tre mesi, che avevo intrapreso la relazione con Mario, una sera che era a cena a casa mia, mio marito è entrato mentre noi stavamo scopando. Per un attimo, il silenzio ha regnato sovrano, poi, lui, con fare allegro, ci ha esortato a continuare, promettendo che non ci avrebbe dato alcun fastidio: voleva solo assistere al mio godimento. Mario mi ha scrutato in viso e, stante la mia serenità, ha ripreso a farmi godere. Da quella sera, lui viene e va da casa nostra, a suo piacere. E' divenuto amico di mio marito e lui lo ringrazia sempre del piacere che mi dona».
Dopo quella chiacchierata Flavia e Cristina sono diventate amiche e lei l’ha fatta trasferire nella sede centrale, dove lavoro sia io che Mario. Per noi le cose sono decisamente cambiate. Ci possiamo vedere sempre, e anche loro, spesso, prendono un caffè con noi, senza che la cosa desti sospetti. Dopo circa un mese abbiamo organizzato una cena tutti e quattro assieme e ne è risultata una serata sconvolgente. Ci siamo divertiti tantissimo, risate e giochi fra di noi, a non finire. Complice qualche bicchiere di troppo, le due donne si sono ritrovate abbracciate a baciarsi. Nessun di noi è stato capace di spiegarsi come è successo, ma è successo. Il giorno dopo nell’ufficio di Flavia la cosa si è ripetuta con immenso piacere delle due donne che, da quel momento in poi, non rinunciano a qualche momento saffico; hanno anche maturato la decisione di coinvolgere anche noi nei loro divertenti piaceri. Questa sera siamo invitati a casa di Flavia, a cena con Mario e Giulio, il marito di Flavia e, per questo, sto aspettando Cristina in questo piazzale. Eccola, è arrivata; vedo la sua vettura entrare nel parcheggio, la lascia e sale con me. BELLISSIMA!! Ci dirigiamo a casa di Flavia, dove ad attenderci troviamo anche gli altri e per tutta la sera ci divertiamo tantissimo, con le donne che ci fanno impazzire e, alla fine, io mi scopo anche Flavia, mentre Mario scopa Cristina, per poi prenderle in doppia, sotto lo sguardo estasiato di Giulio, che avrà scattato mille foto, soprattutto di sua moglie mentre gode. Questa serata non è stata unica: l'abbiamo rivissuta tante altre volte, almeno fin quando Cristina ha deciso di separarsi dal marito, il quale, all'inizio, non voleva concedere il divorzio, ma si è convito dietro alla minaccia di lei di raccontare tutte le porcate che lui ha fatto in tema di appalti e soldi versati in nero. Anch'io mi sono separato da mia moglie. Non ha voluto il divorzio, ma ha accettato la separazione e adesso vivo con Cristina lei aspetta un figlio da me. Le nostre vite sono diventate molto più belle e divertenti; giochiamo sempre con i nostri amici, che ci regalano continui momenti indimenticabili di sesso e piacere.
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3 years ago
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Due coppie particolari prima parte
Sento il bip del cellulare che mi avverte che un sms è arrivato, lo leggo e sorrido.
“Amore, sono in auto, e sto arrivando.”
Appoggio la testa al sedile, guardo fuori le luci delle macchine che passano e ripenso a come tutta questa storia è cominciata. Avevo appena 23 anni quando ho conosciuto Chiara, quella che poi sarebbe diventata mia moglie. Tre anni di fidanzamento e poi il matrimonio. Chiara è una bella donna: madre esemplare, e perfetta donna di casa, ma, a letto, un totale disastro. Proviene da una delle famiglie più all’antica che io abbia mai conosciuto. Il padre, un vero despota che ha sempre comandato tutti a bacchetta e lei è cresciuta con dei concetti suoi che, se all’inizio uno ci passa sopra, poi, dopo le nozze, diventa una rovina. Era vergine e come tale è voluta restare fino alle nozze. Tre anni di fidanzamento, sono trascorsi con solo qualche bacio e lievi palpate, da sopra i vestiti, del seno; altro? Zero! Dopo le nozze speravo in un cambiamento che di fatto non c’è stato. La prima notte di nozze, lei era così tesa che quasi non si voleva spogliare e, allora, ho lasciato perdere, aspettando che si rilassasse un poco. Ci ho messo tre giorni per poterla sverginare e con molte difficoltà! Un vero disastro. Vestita della sua camicia da notte, si è adagiata sul letto supina, ha chiuso gli occhi ed è rimasta immobile. Ho cercato di infilare la mia testa fra le sue cosce, ma lei mi ha bloccato dicendo che, se la leccavo, non mi avrebbe mai più baciato. Impensabile, quindi, anche a farselo prendere in bocca.
«Lo fanno le puttane e io non lo sono!»
Ho considerato tutto, la cultura dei suoi genitori, il suo essere spaventata, ho immaginato qualche trauma o esperienza negativa scioccante, Ho dialogato con lei, cercando di capire per quale motivo odiava tanto il sesso. L’unica cosa che alla fine ho capito è stato che il suo concetto di sesso era questo: serve solo per procreare, quindi, tu fai quello che vuoi, fin quando io non resto incita. Tutto qui! Ho pensato di convincerla con discorsi, incazzature, litigate, musi e altro, ma lei niente. Fuori è una donna allegra, bella e simpatica, ma fra le lenzuola una vera frana. Dopo due anni è rimasta incinta e, allora, la sua disponibilità a farsi scopare è diminuita col crescere della pancia e il massimo è stato quando, durante un controllo, è emerso che aveva anche un problema all’utero e che, dopo il parto, ovviamente cesareo, sarebbe stato asportato. Partorita nostra figlia Lucia e asportato l’utero, per lei è stato un momento di grande svolta. Mi aspettavo un cambiamento, ma si è rivelato il peggiore che potessi immaginare.
«Adesso che non posso procreare, il sesso, fine a sé stesso, non lo voglio più fare. Io mi limito a far crescere nostra figlia, ma tu stammi alla larga. Se vuoi puoi avere tutte le donne che vuoi, io non ti dirò niente, a patto che sei discreto e che non le porti in casa».
Ci ho messo un mese a rendermi conto che non scherzava. L’ho minacciata di divorziare, ma è stato anche peggio.
«Di che ti lamenti? Puoi fare quello che vuoi, io non ti limito in niente, ma non divorzio, per me il matrimonio è uno e basta. Puoi andare con le altre, ma con me niente».
Alla fine mi sono arreso: ho una moglie frigida!
A ventisei anni sentirsi dire così dalla donna che ami, ti spezza il cuore. Per un po’ ho cominciato ad andare a puttane; era l’unico modo per sfogarmi, ma poi non mi divertiva più, troppo ripetitivo, meccanico e molto dispendioso. Ci si aggiunga che io lavoravo in banca come cassiere e una mattina, un rapinatore mi ha puntato una pistola alla tempia, intimandomi di consegnare i soldi. Sono rimasto così sconvolto, stordito e scioccato che il vecchio direttore mi ha raccomandato per esser trasferito al nuovo centro contabile della banca. Il nuovo incarico non era male. L’ufficio, da poco creato, all’epoca, era composto da un capo ed io. Oggi lo comando io e ho sei persone che lavorano con me. Il lavoro era semplice e tranquillo, l’unica cosa che dovevamo fare erano i corsi di aggiornamento periodici. Un pomeriggio, mentre andavo ad un corso, in una strada poco trafficata, ho incontrato una donna che, con la vettura in panne, mi fa cenno di fermarmi. La guardo per un attimo: era bellissima! Alta, con dei jeans attillati che le modellavano un culo da infarto, e due tette, strette e alte, che cercano di vincere la resistenza del bottone, che tiene chiusa la camicetta.
«Mi aiuti, la prego: si è fermata e non funziona».
Vedo del vapore uscire dal cofano, lo apro e trovo un tubo del radiatore rotto, con l’acqua che esce. Le offro di accompagnarla dove so esserci un meccanico.
«Devo andare ad un corso, e non posso aiutarla diversamente».
«Beato lei che ci va, io pure doveri andare ad un corso, ma, fra la macchina rotta ed il meccanico, con tutto il tempo che perderò, credo che non potrò esser presente».
La guardo, è decisamente bella. Le chiedo dove si tiene il corso e lei mi indica l’indirizzo della sede centrale della banca dove lavoro io. Scoppio in una risata, lei mi guarda stupita e le spiego che, dopo la sosta dal meccanico, andremo insieme al corso. In due parole scopro che lei lavora in una sede periferica e immette i dati nel computer, quelli che poi io elaboro.
«Mi chiamo Giorgio».
«Piacere, Cristina».
Lasciamo le chiavi al meccanico, che ci dice che, per oggi, la riparazione non sarà possibile; ha troppo lavoro da finire, ma ci assicura che andrà a prendere al vettura e, domani sera, sarà pronta. Arriviamo al corso cinque minuti prima che inizi. Ci sediamo vicini e le tre ore passano veloci e, in sua compagnia, decisamente belle. È simpatica, allegra e con una carica di ironia veramente unica. Mi offro di accompagnarla a casa e, quando la lascio, un po' mi dispiace. Ci scambiamo il numero di cellulare e l’indomani mattina, appena sono in ufficio, le mando un sms di buongiorno. Lei mi risponde e, lentamente, durante la giornata, è un continuo scambiarci di messaggi: alcuni di lavoro, mi chiede dei suggerimenti, altri puramente personali, nei quali ci scambiamo notizie di noi. Durante la pausa pranzo la chiamo e le comunico che il meccanico mi ha detto che la vettura è pronta.
«Spero che quando andrai con tuo marito a riprendere l'auto, non ci siano dei problemi»
«Se aspetto lui, sto fresca; faccio prima ad andare a piedi. Per lui esiste solo la sua impresa edile ed il calcio, la sua squadra del cuore, tutto il resto è relativo e passa in secondo piano, se poi riguarda me, anche in terzo piano o giù di lì».
Mi offro di accompagnarla e, all'uscita dal lavoro, sono lì e lei arriva bella, come non mai. Appena dentro la vettura la guardo e mi appare bellissima. Lei nota lo sguardo interessato e, dopo aver sorriso, si mette a parlare chiedendo di me. Le racconto in breve la mia vita e lei mi fa un sorriso ironico.
«Sei così gentile, premuroso che mi lasci stupita; non sono abituata a tutte queste attenzioni che mi usi. Come faccio a sdebitarmi?»
«Vieni a cena con me».
Lei ci pensa un momento.
«Va bene, ma deve essere un mercoledì; lui non c'è, va alla partita e va via nel pomeriggio per tornare il giorno dopo. Mi devi portare in un posto fuori mano, dove non ci conoscono».
Accetto e lei mi lancia un bacio con le dita. Da quel momento mi sembra come se il tempo si fosse fermato. Ci continuiamo a scambiare interminabili messaggi, arrivando a desiderare che il mercoledì arrivi presto. La sera fatidica l'aspetto nel parcheggio di questo centro commerciale e, quando arriva, ho come un colpo al cuore. Bella, elegante, indossa un leggerissimo abito nero elasticizzato, che le copre appena metà busto superiore ed arriva a mala pena a metà coscia. Quando sale, le si vedono le autoreggenti e le scarpe con un tacco da capogiro. L'osservo estasiato, lei sorride e mi chiede se sono soddisfatto di quello che vedo.
«Accidenti! Sei bellissima! Se dovessi dare retta al mio istinto, dovrei saltarti addosso subito: tutta la serata mi farai impazzire al solo ammirarti».
Lei mi guarda accennando un sorriso carico di aspettative.
«Spero che non ti limiterai solo a guardare. Mi aspetto un dopo cena da ricordare per tanto tempo».
Ci allontaniamo velocemente. Ho prenotato in un posto lontano. Ne avevo sentito parlare, casualmente, una volta mentre ero in bagno, da un collega che lo indicava ad un altro, dicendo che il quel particolare agriturismo, dopo cena, si poteva prendere una camera senza documenti, bastava farla aggiungere al conto della cena. La cena è tutto un continuo di scambi di occhiate. Per smettere con quella specie di adorazione che le dedicavo, le chiedo di lei e suo marito.
«Pietro è un marito come tanti, innamorato solo di sé stesso. Ero la sua segretaria, fra di noi ci sono venti anni di differenza e poco dopo che lavoravo per lui, mi chiese di sposarlo».
“Ti farò fare la vita da regina!”
«Ebbe a promettermi. E su questo potrei dire che ha mantenuto la sua promessa, ma sapessi quanto costa vivere in una reggia. Per lui io sono solo una bella figa da esibire quando va alle cene con i politici, con cui è ammanicato per ottenere i lavori più importanti per la sua ditta edile. Se fosse necessario, mi farebbe scopare da tutti loro, pur di avere un buon appalto. Nel sesso poi, è un vero egoista. Mi scopa quando vuole, incurante di dove vado e cosa faccio, e se ne ho voglia o no. Mi infila dentro il suo cazzo, abbastanza grosso, e mi pompa con foga, fin quando viene. Che io abbia goduto o meno, non gliene frega nulla. Ero vergine quando l'ho sposato. Lui, la prima notte di nozze, mi ha scopato senza nemmeno togliermi il vestito. Lì, sul letto, a gambe aperte, senza nessuna preparazione o delicatezza. Tre colpi ed era tutto dentro di me. Mi ha fatto un male da morire. Ma lui non se n'é preoccupato. Dopo, mi ha lasciato lì ed è andato a bere con gli amici, che aveva invitato nel bar dell'hotel. Ho immaginato che prima o poi mi avrebbe sfondato il culo, quindi mi sono sempre tenuta a portata di mano un tubetto di lubrificante e ti assicuro che ho fatto appena in tempo e metterne un poco, che lui era entrato tutto dentro, facendomi male lo stesso. Ultimamente, dopo aver scopato con lui, quando andavo a pulirmi in bagno, mi mettevo due dita dentro e mi masturbavo, ma questo non faceva che accrescere la mia frustrazione».
Mentre finisce la frase e sorseggia del vino, vede che la coppia vicino a noi ha ricevuto il conto e lei nota che l’uomo, oltre alla ricevuta prende una chiave, mi guarda in cerca di una spiegazione, che le do immediatamente.
«In questo posto oltre al cibo puoi chiedere una camera, insieme al conto».
Lei mi sorride e con fare malizioso mi guarda.
«Chiediamo il conto? Ho ancora molta fame... ma di te».
Cinque minuti dopo siamo in camera. Ci spogliamo rapidamente ed io resto basito dalla sua bellezza. La faccio adagiare sul letto e la bacio con passione e poi scendo lungo il suo corpo: le succhio i seni, mordo delicatamente i capezzoli e lei geme di piacere. Da tempo non mi capitava di godere del piacere di eccitare una donna, e allora voglio farlo per bene. Lei dopo aver assaporato un po’ del mio gioco, mi si proietta addosso e, senza esitazione, s'infila tutto il mio cazzo in bocca. Lo succhia, lecca, se lo gode facendolo strusciare sia sul viso che sul petto e poi di nuovo in bocca. Lo adora!
«Si … mi piace, dai leccami … ora vengo!»
È scossa da un primo orgasmo. Trema tutta. Le lascio assaporare il piacere che sta provando, memore del fatto che con il marito non ha quasi mai goduto. Sono eccitato. Mi sto godendo una femmina e non la devo pagare, lo fa per il suo piacere e non per soldi. Mi trascina su dii sé.
«Dai…Ti prego scopami! ... Non ne posso più! … Ti voglio!»
Inarco il bacino, appunto la cappella fra le fradice labbra della sua farfalla e spingo dentro. Entro lentamente, le lascio assaporare il piacere della penetrazione e lei inizia a godere sempre più. Quando sento la punta battere il fondo, lei gode.
«ooooohhh … Si … ORA! ... Vengo!»
Resta stupita dal tanto piacere. Mi abbraccia forte, stringendomi a sé e piange. La guardo, lei mi bacia.
«Mi fai impazzire, non ho mai goduto così tanto, ti prego continua».
La scopo per un tempo indefinito. Perdiamo il conto di quante volte lei è venuta. Quando è arrivato il mio momento, mi ha stretto le gambe dietro la schiena, facendomi venire dentro di lei. L’ho inondata! Era da tempo che non godevo a pelle dentro una donna e siamo rimasti abbracciati per un lungo tempo. Così è cominciata la nostra storia. Siamo andati avanti per diversi mesi. Ogni volta che lui andava alle partite, io e lei andavamo a scopare in qualche albergo, facendola passare per mia moglie. Dopo un anno, eravamo di nuovo in quel agriturismo, dove l’avevamo fatto la prima volta e festeggiavamo il suo compleanno, avvenuto sei giorni prima, quando vicino a noi si siede una coppia. Io li riconosco subito. Lei è la direttrice del personale della nostra banca, lui il tecnico della ditta che ha in appalto la manutenzione di tutti i nostri computer e si occupa di fare la manutenzione. È venuto nel mio ufficio ad installare un sistema nuovo, appena tre giorni fa. Lo conosco bene, si chiama Mario, mentre lei è Flavia, una donna molto bella, che a volte ci fa lei stessa il corso di aggiornamento e, quasi tutti i maschi della banca, almeno con la fantasia l’hanno ingravidata. Faccio un semplice gesto del capo e Cristina annuisce; pure lei l’ha riconosciuta, mentre non sapeva di lui.
Per un attimo si fa prendere dal panico, ma io la rassereno; se noi siamo una coppia clandestina, lo sono anche loro; lei non è con suo marito, poiché io so chi è lei. La coppia si rende conto di noi, ma ci ignora come noi ignoriamo loro. Al momento del conto vedo che anche loro hanno una chiave e, salendo sopra, resto un attimo a spiare dalla porta, per vederli entrare nell’appartamento di fianco al nostro. Da quel momento le due donne cominciano a lodare i rispettivi amanti. Se la mia urla di piacere, l’altra, dall’altra parte del muro, risponde con altrettante grida, in un gioco che ci coinvolge entrambi.
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3 years ago
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Per piacere scopa mia moglie. seconda parte.
Mi chiamo Luca, e nel precedente racconto ho narrato come sono diventato il bull di una coppia. Lui è il mio capo, direttore di una filiale di banca. Fra noi sono ben chiari i nostri ruoli. Lui, è il capo al lavoro, un amico fuori, ed un cuckold quando mi scopo la moglie. Con lei, invece, posso fare tutto quello che voglio, anche se siamo fuori dal letto: lei lo tratta con carattere autoritario e lui le ubbidisce ciecamente.
Dopo le feste natalizie sono tornato ed ho conosciuto la loro figlia, la famosa Luisa. Alta quasi quanto me, veramente una ragazza bellissima, mora, riccia, occhi verdi ed un corpo da sballo, con un culetto perfetto, rotondo ed alto, con una terza di seno, arrogante fin dentro il midollo osseo. Ha lo stesso carattere duro e dominante come quello della madre, ma con la sostanziale differenza che, essendo giovane non sa dominarlo e agisce impulsivamente. Per prima cosa ha portato il fidanzato. Stefano, appena un poco più basso di lei, biondo, occhi chiari, un bravo ragazzo, timido, annunciando loro che, appena torna, si sposeranno con il benestare del padre di lui, un importantissimo e potente primario del più grande ospedale della città. Ovviamente noi comprendiamo subito lo scopo di questo matrimonio. Prima Carlo e poi Matilde cercano di dissuaderla, ricordandole che suo zio Augusto le ha già preparato un bel posto in clinica, ma lei non ammette storie: ama Stefano e lo sposerà. Si trattiene appena due giorni con noi, poi passa il Capodanno a casa dei futuri suoceri e, quando riparte, passa solo per prendere la valigia e saluta solo Matilde. Ovviamente loro ci restano malissimo, per l’improvvisa decisione della figlia, nonché per la mancanza di rispetto nei confronti dello zio. Avrebbero dovuto passare anche la sera di Capodanno insieme, ma ora che la figlia ha cambiato idea, non se la sentono di partecipare al raduno con lui, quindi mi chiedono quali fossero i miei progetti per la serata. Avevo letto una proposta interessante fatta da un club prive': cena a buffet e serata eros. Matilde resta un po' titubante, mentre Carlo esplode in un grido di gioia. Nel pomeriggio del giorno dopo, insieme andiamo in una cittadina vicina, dove sappiamo esservi un fornitissimo sexy shop. Carlo è talmente entusiasta dell’idea che non sa cosa comprare. Gli consiglio un bellissimo abito lungo rosso, con spacco e scollatura drappeggiata, che lasciano scoperte le spalle ed il seno è in bellissima mostra. Un paio di scarpe dalla proibitiva altezza, tacco 20 e plateau da 10, calze autoreggenti, tutto ovviamente rosso. Quando lei indossa quel capo, il mio cazzo si gonfia esageratamente, mentre Carlo quasi sborra. Raggiungiamo il locale e, all’ingresso, ci offrono anche la possibilità, per rendere ancora più intrigante la serata, di indossare una maschera. Matilde ne sceglie una con le piume rosse sul lato destro, mentre io e Carlo optiamo per una che ci copre molto rigorosamente nera. Entriamo nel salone e noto che lei è tesa, perché il suo abbigliamento attira lo sguardo di molti maschi. Mentre ci serviamo al buffet, alcuni si avvicinano e la sommergono di complimenti, cui lei non può restare indifferente. Sono le undici di sera e l’atmosfera è carica di erotismo; molte persone stanno ballando ed io invito lei a ballare con me. Poco dopo faccio cenno a due maschi, che non ci hanno staccato gli occhi di dosso, di avvicinarsi e gradualmente uno lo faccio mettere dietro di lei; lui si appoggia e lei, che si ritrova stretta tra noi, non può non sentire il pacco duro dell'estraneo che preme sullo spacco delle sue natiche; il contatto la fa gemere, la sento pronta, ma la mia intenzione è di farle vivere una gang. Lascio il mio posto all’altro estraneo, lui la stinge e le schiaccia il vistoso bozzo davanti, mentre, con lo sguardo recupero Carlo, lo faccio avvicinare e gli dico di controllare la situazione, perché devo fare una cosa. Cerco altri tre maschi e, una volta recuperati lei con gli altri, ce ne andiamo in una saletta privata. All'interno siamo sette uomini, sei più Carlo, che osserva attentamente. Matilde è distesa sul letto e tutti le accarezziamo il corpo; lei impazzisce di piacere, e Carlo si sega in disparte. Uno dopo l’altro le facciamo succhiare il cazzo, lei mi chiede di non venire; ha altre idee per me. Loro, a turno, la scopano e la prendono in tre per volta. Stretta tra quei maschi e con i buchi pieni, Matilde gode, urlando con tutto il fiato che ha in corpo. Quando si avvicina la mezza notte, dopo che tutti hanno sborrato nei preservativi, restiamo noi tre. Usciamo e, invece di andare verso il salone, da dove proviene il rumore di una baraonda pazzesca, ci dirigiamo verso un locale adibito a sauna. Ci spogliamo e, presi gli asciugamani entriamo dentro. Ci sediamo su di una lastra di marmo bianco. Mi appoggio alla parete dietro di me, inarco le gambe e lei si siede su di me, impalandosi ed appoggiando le spalle sulle mie ginocchia. Si muove oscillando lentamente, vuole godersi il momento centellinando il piacere in maniera misurata e totale, nonostante sia stata ripetutamente chiavata da tutti. Carlo osserva in silenzio, seduto vicino a noi. Mentre lui si sega, la vedo godere in silenzio, in maniera dolce ed estenuante: le sue mani accarezzano piano il mio viso, il petto, la testa, poi si gira verso il marito, e lo bacia.
«A mezzanotte esatta, voglio godere in contemporanea con voi: tu sborri nella mia bocca e lui in fica.»
Un piccolo orologio digitale, dietro un vetro, ci mostra che mancano dieci minuti. Carlo l’accarezza, mentre lei continua ad ondeggiare su di me. Quando mancano due minuti, la distendo sul marmo e la scopo che forza, poi le faccio la conta degli ultimi secondi.
«…cinque…quattro...tre...due...uno…ORA…sborro!»
Carlo le spruzza in bocca una copiosa sborrata, mentre io le inondo la fica cui fa seguito il suo urlo di piacere. Lei rimane immobile per un attimo, poi si solleva, abbraccia Carlo e lo bacia in bocca. Ma non è un bacio di passione, quanto di vero amore.
«Amore, ti amo. Sei l’uomo più dolce e comprensivo del mondo; sono stata veramente fortunata ad essermi unita a te», gli dice astringendolo forte.
«Ma cosa dici? Sono io l’uomo più felice del mondo ad avere una donna meravigliosa come te, intelligente, sensuale, che mi fa provare incredibili emozioni, come ora qui stasera.»
Poi si voltano e mi integrano nel loro abbraccio; lei mi bacia sfiorandomi appena le labbra. Poi si distende di nuovo.
«Adesso voglio godere del primo orgasmo dell’anno nuovo e, lo vorrei nel culo.»
Lei si mette a pecora, ma io, forse per il troppo caldo, non sono bene in tiro. Improvvisamente Carlo si abbassa e mi succhia velocemente il cazzo che, per l’imprevista novità, diventa subito durissimo, poi lui si distende sotto di lei e sporgendo indietro la testa, le lecca il culo. Mi prende il cazzo in mano, lo bagna con la bocca e lo spennella sul taglio fradicio dei nostri fluidi, poi lo indirizza sul forellino di lei, che ora gli succhia il cazzo. Entro lentamente, ma con decisione. Incomincio a pomparle il culo, con lui che, da sotto, lecca sia lei che me. Per un poco andiamo avanti così, poi lei ci ferma e mi fa uscire.
«Usciamo da qui. Non resisto più: si soffoca.»
Usciamo e torniamo nel salone. Lì, ci troviamo davanti ad una colossale orgia: tutti che scopano, succhiano, sborrano, inculano e altro, in ogni anfratto. Troviamo un tavolo in fondo e ci sediamo, noi tre soli, su delle poltroncine. Carlo riesce a trovare una bottiglia di spumante ancora chiusa, io gli faccio saltare il tappo e brindiamo. Improvvisamente la nostra attenzione viene catturata da una ragazza davanti a noi, è Flavia la mia collega singol. Nonostante indossi anche lei una minuscola mascherina color oro, notiamo un piccolo tatuaggio appena sopra la scapola destra, una FB all’interno di un sole e, mentre alza una gamba per farsi leccare da una donna, si vede distintamente anche l’altro tatoo, sulla caviglia sinistra: uno scorpione nero, con, sul dorso, inciso una FB. È senza dubbio lei, e ce lo confermano anche i capelli, di uno scuro come i suoi e le tette, una quarta abbondante. Ci rendiamo conto che non ci ha riconosciuti; è intenta a farsi leccare da una giovane ragazza. Carlo le offre da bere, io invece chiedo a Matilde di convincerla a seguirci in un nuovo gioco. Flavia, viste le chiare intenzioni di Matilde, la prende per mano e ci conduce dietro un separé, poi si inginocchia e comincia a succhiare Matilde fra le cosce. La cosa è molto intrigante, Matilde sta incominciando a godere e si dà da fare per restituirle il piacere, ma io ho una idea diversa. Mi apro i pantaloni e le mostro il cazzo in tiro. Lei si stacca dalla fica, mi prende il palo in mano e lo succhia con evidente piacere; Matilde, intanto, ha ripreso a leccarla. Flavia eccitata si distende e mi implora, trascinandomi su di lei.
«Ti voglio! Scopami!»
Lentamente le entro dentro. Lei si contorce, mentre sento le pareti dilatarsi e il mio cazzo scivolare fino in fondo, dove lo spingo con un poderoso colpo secco. Immediatamente ha un orgasmo. Trema, scossa dal piacere. Limo lentamente la figa, sfilandomi piano ed affondandolo di colpo. Ad ogni affondo è un grido di piacere. Improvvisamente sento altre mani su di me che mi fanno distendere; è Matilde che vuole anche la sua parte. Flavia le lascia succhiare un po' il mio cazzo, poi si riprende il palo, ma lo fa girandosi e questo mi mette in corpo un desiderio covato da tempo. Matilde intuisce e si abbassa a leccarle il culo; consento che mi succhi ancora il cazzo, poi la prendo da dietro ed entro tutto dentro, con un colpo secco.
«aaahhhhiiiiii…piano…mi spacchi!»
Non le do retta, ma guardo Matilde che sorride compiaciuta. Pompo il culo di Flavia, mentre ho lo sguardo fisso su Matilde, che ora mi accarezza il petto e mi bacia. Tengo la troia per i fianchi e le sfondo il culo, incurante del dolore/piacere che possa provare; mi eccita il solo sguardo estasiato di Matilde. Poi, sfinita, Flavia si accascia in avanti, facendo uscire il mio cazzo che le lascia il culo aperto, e Carlo le sborra in faccia. Matilde ci prende per un braccio e ci trascina via.
«Andiamocene a casa, sono stanca ma soddisfatta.»
Guido io, fino a casa, Carlo è stanco e, appena dentro, si addormenta sul divano. Matilde lo copre, poi mi prende per mano e, entrati in camera, ci spogliamo e mi trascina sotto la doccia.
«Adesso, qui, con calma, voglio godere il primo orgasmo del nuovo anno con te.»
Ci laviamo, poi lei si abbassa e lo succhia mentre l’acqua scalda i nostri corpi. Quando lo sente bello duro, si solleva, appoggia una gamba sul piccolo sedile interno e mi attira dentro di sé.
«Ti amo, ma non mi fraintendere; adoro Carlo, è quanto di meglio una donna possa desiderare, ma, quando tu mi entri dentro, io impazzisco. Sei diventato la mia droga, il mio momento di assoluto piacere, mi sconvolgi quando mi fai tua, quando siamo insieme. Mi sono rimproverata spesso; io sono vecchia e tu sei giovane, non posso né devo considerarti mio. A volte vorrei che tu mi trattassi più da troia, che mi umiliassi, mi facessi fare cose che non vorrei, per avere una scusa per non desiderarti troppo. Adesso scopami forte, fammi male, spaccami, ma fammelo sentire tutto! Da domani sarò tutto quello che vorrai, ma ora, ti prego, fammi sentire il vero toro che sei, che mi sfonda tutta.»
Appoggiata al muro, la sbatto con furia selvaggia. Gode, urla e m’incita a fare ancora più forte. Ha alcuni orgasmi che la fanno fremere tutta. Poi si calma, lo sfila e si gira.
«Adesso completa l’opera: inculami fortissimo. Spaccami e fammi male. Poi, quando sarai pronto a sborrare, voglio qualche schizzo anche in bocca.»
Senza un attimo di esitazione le infilo il palo durissimo nel culo. La sbatto come una furia scatenata. Gode e continua gridare di sfondarle ancora di più il culo. Sento il piacere arrivare, le schizzo un getto dentro poi lei, in attimo, si gira, si inginocchia, le appoggio la cappella sulle labbra e le regalo l’ultimo schizzo. Si rialza, mi abbraccia forte, mi bacia in bocca. Questa volta è un bacio tremendamente carico di passione. Sento ancora il sapore del mio seme nella sua bocca, ma la cosa non mi disturba e lei si stringe a me con forza.
«Ti amo. Sei un vero toro, voglio essere la tua vacca, rendimi tale, ti prego; lo sarò per te, ma scopami sempre così forte.»
Quando usciamo fuori, è quasi l’alba. Lei prepara del caffè, delle fette biscottate e facciamo colazione. Allo spuntare del primo raggio di sole, lei è seduta sulle mie ginocchia e mi bacia con tantissima dolcezza. Il giorno dopo andiamo al lavoro e ci raccontiamo del capodanno. Cinzia dice che ha passato la serata con i parenti del futuro marito, si sposeranno in primavera. Flavia, si siede lentamente: saranno i postumi dell'inculata. Con noi rimane sul vago, ma, alla pausa caffè, racconta tutto a Cinzia e noi, che siamo a pochi metri, ce la ridiamo sotto i baffi. Ciò che viene in risalto nel suo racconto e che l’ha lasciata perplessa, è che il tipo che le ha rotto il culo, quasi vergine, dal momento che lo usa raramente, senza nessun riguardo e aveva una certa somiglianza con me. Ebbene quel tipo l’ha sfondata così brutalmente, che questa mattina le brucia ancora. Le cose riprendono il regolare corso. Quasi tutte le sere dormo con Matilde. Carlo non ha mai avuto un attimo di esitazione: adora sentirci o, al limite, guardare mentre lei scopa con me. Poi, se lei lo permette, lui le lecca devotamente ogni buco pieno della mia sborra, complimentandosi con me per il piacere donato alla sua dolce mogliettina. Dal canto suo, lei si è trasformata nella più ubbidiente puttana che abbia mai avuto a disposizione. Ogni mio perverso desiderio è subito esaudito, ogni fantasia realizzata, dall’abbigliamento alle situazioni tremendamente eccitanti, con la più assoluta complicità di lui. A volte siamo usciti soli e, al ritorno, gli raccontava le nostre porcate: tipo giochi di puro esibizionismo, uscire senza indossare intimo, scopare o succhiare cazzi a sconosciuti nei bagni, o altro, e lui impazziva di piacere. Ma come ogni bel gioco, prima o poi finisce. Il ritorno della figlia ha messo Matilde in un vero stato di prostrazione. Lei comandava entrambi a bacchetta su tutto, in particolare il matrimonio. La casa da ridipingere, i parenti selezionati, riducendone il numero ad appena una ventina, ritenendo tutti gli altri o troppo vecchi, brutti, grassi, maleducati o altro. Ovviamente io pure escluso, lei non mi sopporta. Stefano, il futuro marito non metteva bocca su nulla, bastava lei. Alle prove della cerimonia in chiesa, il padre dello sposo non vi è mai venuto, essendo la madre più che sufficiente per accompagnarla. Stronzo! Una sera che li avevo accompagnati io, mi sono seduto in disparte ed ho osservato il comportamento della madre dello sposo. Coetanea dei miei amici, era una despota unica. Tutto doveva ruotare sulle figure di lei e lo sposo, ad eccezione della sposa. Fisicamente alta come Matilde, ma sciatta anche se ostentava tanti gioielli sulle dita; aveva poca classe, vestiti troppo larghi, forse per nascondere il suo corpo, di sicuro, flaccido. Era assolutamente evidente, dal tono acido della voce, che non scopava da mesi. Tutto questo deprime Matilde e Carlo non riesce a trovare modo per farle tornare il sorriso, né ci riesce una bellissima scopata con me. Poi una mattina, a tre giorni dalle nozze, ho modo di vedere il potente padre dello sposo. Un tipo alto, spalle larghe, sguardo perennemente a caccia di donne, chiaramente un maiale con la cravatta. Ho una folgorante ispirazione. La racconto a Carlo che la trova magnifica. Insieme ne parliamo a Matilde che, all’inizio, resta titubante, poi, vedendo che io ne sono entusiasta e Carlo eccitatissimo, accetta. Faremo un bello scherzo al porco! Ci bastano appena tre giorni per prepararci, poi arriva il tanto atteso giorno. Appena vestita la sposa, che è in uno stato di fibrillazione paurosa, si preoccupa del padre che dovrà accompagnarla all’altare e, quando vede l’abbigliamento della madre, commenta con Carlo a denti stretti.
«Ma, proprio oggi, doveva vestirsi da puttana!»
Matilde è veramente bellissima. Con il fisico che si ritrova, indossa un bellissimo abito nero che le arriva appena sotto il ginocchio. Un vistoso spacco davanti, con drappeggi di stoffa a pieghe, lascia intravedere le auto reggenti con un pizzo bellissimo e la parte della gamba dal ginocchio in giù. Quell'abito la fascia lasciando intravedere le sue forme, ma senza nessuna volgarità. Le spalline sono costituite da fili d’oro intrecciati e, sul petto, uno spacco diagonale, mette in risalto il suo meraviglioso decolté. Però lo spettacolo è reso ancora più intrigante, quando lei sta seduta: la stoffa si allenta e le si possono sbirciare i seni, fin quasi ai capezzoli. Ovviamente lei non indossa alcun tipo intimo, sarebbe evidente e vanificherebbe l'eccezionale risultato. Stivaletti neri, con tacco dieci, una stola bianca per coprire le spalle, un cammeo di corallo nero al collo, legato con un nastro, sempre nero, un filo di trucco e lucida labbra, completano il tutto. Quando scende dalla vettura, tutti la guardano: è chiaro che sta rubando la scena più alla madre dello sposo che alla figlia, ed io, davanti alla chiesa, osservo il meraviglioso effetto che fa. Francesco, il padre dello sposo, le offre il braccio per accompagnarla dentro e, per tutta la durata della cerimonia, non si allontana mai da lei. Alle venti mi chiedono, a mezzo sms, se posso andare a prenderli; sono venuti con la sposa ed ora sono a piedi. Arrivo al ristorante, loro escono poco dopo rincorsi dal padre dello sposo, che mi guarda e mi dice che posso andarmene, in quanto penserà lui a riaccompagnarli a casa, cosa che Matilde rifiuta categoricamente. Faceva parte del piano, farlo eccitare come un bufalo e lasciarlo a bocca asciutta.
«Per piacere, Francesco, devo andare a casa, sono stanca; i miei parenti se ne sono già andati da un pezzo, gli sposi partiti e non ho voglia di ballare: ho male ai piedi, le scarpe nuove mi danno i tormenti.»
Lui ignora tutti, sembra che esista solo lei, ha un vistoso bozzo e credo che sia stato così per tutto il giorno. A casa, Matilde si diverte a raccontarci tutte le proposte e porcate che lui le ha rivolto; lei non ha mai rifiutato, ma nemmeno ha accettato e, questo, lo ha fatto morire dal desiderio. Lui aveva sempre gli occhi sui suoi seni, si è strusciato contro di lei ad ogni occasione e, in particolare, quando hanno fatto una foto di gruppo, lui in piedi, dietro di lei, le ha fatto sentire il suo voluminoso pacco sul culo, ma lei ha finto di non farci caso.
«Adesso, miei adorati maschi, fatemi godere, sono stata umida per un giorno intero, ed ho voglia di esplodere!»
Dice questo, buttandomi le braccia al collo. La spoglio e la trovo davvero molto eccitata. La scopo con impeto, sotto lo sguardo compiaciuto di lui che sborra; poi, stanco, si addormenta sulla poltrona, mentre lei dopo avere goduto molto in fica, pretende il servizio completo. Allora la penetro anche nel culo e, lì, lei ha un momento di forte eccitazione, al ricordo del palo che il consuocero le ha strusciato contro per tutto il giorno. La faccio godere con dolcezza, poi le sborro in bocca. Da ultimo ha dimostrato tanto ardore a voler ingoiare il mio seme: dice che la fa ringiovanire. Dal quel fatidico giorno, passano quattro mesi, durante i quali Francesco l'ha ripetutamente insidiata per portarsela a letto, ma lei ha sempre rifiutato. La vita scorre al meglio; arrivano le prime giornate di sole e andiamo al mare, in una spiaggia nudista. La situazione la eccita così tanto, che non aspetta di tornare a casa: si fa scopare davanti a tre maschi, quattro con Carlo, che si segano a vederla chiavata con vigore. Un sabato andiamo a giocare a tennis. Al ritorno, com’è nostra consuetudine, facciamo la doccia in casa, ma, una volta entrati, ci troviamo Luisa che sta parlando, anzi, piangendo con la madre. Intuisco che sono di troppo e me ne vado. Sono più che sorpreso; dal matrimonio della ragazza sono passati solo quattro mesi ed avrà chiamato i genitori non più di tre volte. Non li ha mai invitati a cena a casa sua, è venuta a cena da loro solo due volte, ed ora si presenta piangendo? Cosa sarà successo?
L’indomani torniamo al mare. Distesi sulla sabbia, mi raccontano il problema che ha la figlia. Con il lavoro ed il suocero tutto bene. Il matrimonio anche sarebbe perfetto, se non vi fosse un piccolo dettaglio: Stefano, a letto, è tremendamente impacciato. Si scopa a luci spente ed in assoluto silenzio, nella sola posizione "alla missionaria", niente preliminari, niente cazzo in bocca e nemmeno leccate di fica. Parlare di bocchini o inculate lo terrorizzano. Lui la penetra, si muove in assoluto silenzio, poi, poco dopo sborra, si mette di lato e dorme. Sono quattro mesi che Luisa non si fa una sana scopata. Lei non ne può più. Ha provato a parlargli, ma l'unico risultato ottenuto è stato quello di vederlo ancora più chiuso, insicuro, diradando le occasioni per scopare.
«A tuo genero ci vorrebbe uno come Luca.»
Commenta Carlo, ad alta voce.
«Certo - intervengo io - per voi è facile. Tra voi v’è complicità, fiducia, amore, rispetto e un’intesa profonda, ma fra loro? Stefano ama Luisa, fino a questo punto? Quindi dovremmo iniziare proprio da lui, capire se, e fino a che punto, è disposto a sacrificarsi per lei.» Matilde ci guarda.
«Dobbiamo trovarle una soluzione - propone lei - ma come? Non posso, di sicuro, invitarla a scopare con te? Certo, se avesse un bel maschione che la sfonderebbe, non sarebbe così depressa. Ma come si fa a risolvere questo problema?»
Nei giorni seguenti, elaboriamo un piano. Matilde desidera la felicità della figlia al di sopra di qualunque altra cosa. Mi chiede di aiutarla: è convinta che può contare solo su di me.
«Per prima cosa - suggerisce - sarà opportuno entrare in confidenza con lui.»
In quest'ottica, il sabato successivo li invitiamo a giocare con noi a tennis. Ovviamente, lei accetta dietro suggerimento della madre, cui, ora, Luisa sembra dare molto ascolto. Ovviamente la doccia la facciamo a casa. Mentre mi asciugo i capelli, Matilde le chiede di andare nella sua camera, convinta che vi sia Stefano. Quando Luisa entra, resta a bocca aperta.
«Scusa non sapevo che…»
Mi fissa il cazzo per un lungo interminabile momento, poi esce. Torna in cucina e racconta tutto alla madre.
«Ma lo sai che palo si ritrova Luca fra le gambe?»
È quanto Luisa chiede, sbigottita, alla madre.
«Ma tu, hai la minima idea di cosa potrebbe farti un simile palo nel ventre?»
Le ribatte convinta, la madre. Le due donne si scambiano le loro impressioni con tutta l'intimità possibile e, finalmente, Luisa comprende il ruolo di Luca, nella casa dei genitori. Il primo passo è fatto.
Da quel giorno, il suo atteggiamento nei miei confronti cambia radicalmente. Ora non resta che lavorarci il marito. Matilde l’invita la domenica ad una grigliata di pesce da loro. Mentre Carlo è in giardino a preparare la grigliata e le donne sono in cucina, io e Stefano, con l'auto, andiamo a prendere il dessert in una gelateria. Noto che il ragazzo è muto, depresso. Conosco il motivo, ma voglio che sia lui a parlarne, magari scherzando.
«Come mai sei così abbattuto? La vita matrimoniale si è rivelata deludente?»
«No, è bellissima; sono io che mi sento incasinato.»
Mi risponde a denti stretti. Lo guardo, lui abbassa gli occhi; è proprio triste. Insisto
«Che ti succede? Problemi di lavoro? Soldi? Salute o cosa?»
«No, sono io che non vado bene e non trovo una soluzione al problema, anzi, temo che nemmeno esiste.»
Mi risponde con un filo di voce.
«Solo alla morte non v'è soluzione; per tutto il resto, basta trovare una persona o un amico che ti ascolti o ti dia una mano, e vedrai che si risolve tutto. Certo, se ti tieni tutto dentro, diventa difficile poterlo risolvere.»
Lui scuote il capo, è al massimo della pressione e deve decidere se aprirsi o no; mi guarda, e poi parla:
«Il problema sono io. Da ragazzo ho avuto una maledetta governante che mi ha sorpreso a spiare mia madre, mentre mi segavo. Un casino. Sono stato portato davanti a lei, che mi ha punito. Consapevole che questo poteva nuocermi, lei non ha trovato di meglio che ordinare alla megera di terrorizzarmi, con punizioni e urla, dicendomi che ero un porco, un pervertito. Cresciuto per anni in questo clima, ho mentalmente associato il sesso ad una cosa estremamente sporca, peccaminosa e da compiere senza troppa enfasi o leziosità. Timido e chiuso quale sono, non ho mai, anche in seguito, cercato di saperne di più, fin quando ho conosciuto Luisa. Per me è come aver incontrato un angelo. Lei mi ama e io impazzisco per lei. Le ho confidato di esser vergine, mentre lei, in tutta sincerità, mi ha messo a parte di aver avuto altri ragazzi; alla notizia, non me ne sono fatto un problema. Le voglio troppo bene. La prima notte di nozze è stato subito evidente che io non ero per niente esperto di sesso. Lei è stata molto dolce e paziente. Mi ero documentato un poco su internet, ma una cosa è leggere, un’altra è metterlo in pratica. Insomma, un vero disastro!»
Lo ascolto in silenzio; molte cose mi erano già note, ma lascio a lui il compito di sfogarsi, perché sono certo che gli sta facendo bene.
«La cosa peggiore è che non trovo una soluzione. Non voglio vedere Luisa soffrire così, ma non posso di certo andare da un amico e chiedergli di spiegarmi come si scopa una donna. Lo immagini che casino? Mio padre, poi, nemmeno mi vede: per lui sono solo un capriccio di mamma. Come posso trovare una soluzione a questo problema?»
Mi guarda depresso, deluso, sconfitto. Al che lo guardo negli occhi e gli chiedo:
«Ciò che conta è quanto tu ami Luisa? Cosa faresti per avere per te il suo amore? Quanto ti sta a cuore la sua felicità? Tu hai bisogno di una persona fidata, fuori dal tuo ambiente e dal vostro giro di amicizie, che ti insegni a scopare tua moglie.»
«Darei la vita per lei. Nessun sacrificio sarebbe troppo grande, pur di vederla tornare a sorridere, felice e allegra com’era quando l’ho conosciuta. I miei suoceri hanno molta considerazione di te, quindi ti chiedo: scopa tu mia moglie, io ti guardo e poi ripeterò tutto quello che fai tu; anzi lo insegni anche a me. Con un maestro come te, dovrei riuscire a venirne fuori.»
Mi risponde molto seriamente. Dentro di me, avverto la stessa sensazione provata tanto tempo prima: un altro marito che mi chiede di scopare sua moglie? Come non esserne lusingato?
«Sei sicuro che saresti capace di permettere che un altro uomo si goda tua moglie, magari in tua presenza? Non sarebbe meglio andare con una puttana ed io ti insegno con lei? E poi, chi ti dice che Luisa accetti?»
Ribadisco serio, anche se sono convinto che lui, ormai, ha già deciso.
«Non voglio nessuna puttana, voglio lei e poi, se non trovo una soluzione, finisce comunque che un altro uomo, prima o poi, se la scoperà a mia insaputa; quindi, farlo insieme e, con la persona giusta, mi sembra la miglior soluzione.»
Mi risponde molto determinato.
«Non mi sento di contestare questa tua decisione. Credo anch'io sia la giusta soluzione. Però, per convincere tua moglie, dovresti farti aiutare da Matilde; sai, fra donne, è più facile e poi, anche loro, in passato, hanno avuto dei problemi e li hanno risolti insieme: l’esperienza aiuta.»
Mi guarda decisamente convinto.
16
1
3 years ago
baxi18, 55
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Pantera e il suo bull
Dopo avere scambiato dei messaggi con i vari bull del sito, ecco che la mia donna inizia ad avere un feeling particolare con Eros, un bull un po’ spocchioso, ma simpatico: 45 anni, esperto, bel fisico, bella mazza, ottimi feedback. Le poche altre coppie che lo avevano incontrato ne erano state entusiaste per come era stato bravo nel gioco e a farlo durare a lungo....
Certo ogni tanto aveva qlk sbavatura nei messaggi, da tipico bull pieno di se, che simpaticamente la mia donna coglieva al volo per provocarlo e canzonarlo. Diana pur convinta di provare questa esperienza, non aveva ancora trovato il giusto bull che la intrigasse veramente. Eros però la divertiva ed il fatto che tentasse di dimostrirsi sicuro di se e molto dominante la incuriosiva e quasi eccitava.
Dopo qlk giorno concordammo di sentirlo di nuovo. In quella occasione ci entusiasmò. Decidemmo che lei lo avrebbe sentito da sola al tel e chattato in wa per qlk giorno prima di decidere. Tanto comunque lo avrebbe potuto bloccare in qls momento, sia al tel che in wa.
Io ne fui un po’ geloso, ma lei seppe come tranquillizzarmi, facendomi capire che era così cotta di me che neanche se fosse stato fantastico in tutto, lo avrebbe mai incontrata da sola.
I giorni passarono e lei lo senti qlk altra volta. Dopo alcune settimane mi disse che era il giusto bull per l’esperienza che da anni avevamo rimandato a causa della pandemia.
Mi confermò che mai avrebbe intaccato il ns rapporto, ma che voleva condurre il gioco lei. Mi fidavo ciecamente e quindi dissi subito di si, nascondendo la mia gelosia.
Concordammo di incontrarlo nel mio appartamento al mare. L’idea era di farci raggiungere verso le 14,30 e lasciarci verso le 20, così la cosa non avrebbe modificato i ns programmi da fidanzatini di passare la notte insieme. . Ed inoltre in un'ora lui sarebbe potuto rientrare a casa.
Era un donatore Avis e quindi avremmo potuto evitare i profilattici. Infine dopo 2-3 giorni Diana avrebbe avuto il ciclo e quindi potevamo riempirla...
L’idea era di vederci io, lei ed il marito verso le 12 e pranzare insieme fuori casa, altrimenti già ci saremmo saltati addosso. Rientrare a casa verso le 13,30. Il marito avrebbe incontrato da solo Eros alle 14 e passato con lui mezz ora ad un bar per avere le ultime certezze sulla serietà dell’uomo.
Io invece avrei indossato la gabbietta di castità ...per una lunga e piacevole sofferenza....
Quando entrammo in stanza alle 13,30 avevo un desiderio di lei spaventoso, ma non potevo. Lei era un po’ tesa, ma fra le mie braccia si senti rassicurata. Avevamo deciso di “addobbare” il suo corpo per entrare nel ruolo. Slip e reggiseno sexy, reggicalze un vestitino leggero e ben scollato è corto. Un bel tacco...un filo di trucco. Insomma uno schianto! Rimasi senza parole quando uscì così dal bagno. Non potevo non stringerla a me. Avevo un desiderio folle di lei. Era si tesa, ma decisa e già un lago. La distesi sul letto e le affondai la lingua nel suo sesso. Venne subito con un orgasmo molto forte. Era eccitata da paura ed un desiderio folle di essere penetrata. Mi confesso che non vedeva l'ora che arrivasse il bull. Un po’ si vergognava a confessarmelo, ma io ne ero entusiasta e le dissi che l'amavo alla follia. Le dissi che mi doveva promettere che non lo avrebbe più sentito per un po’ e solo se entrambi d ‘accordo rivederlo.
Quando bussarono alla porta io uscì dalla camera per andare incontro al maroto ed al bull. Lei era eccitata come una cagna ma volle 2 minuti per se per ricomporsi. Quando la raggiungemmo era un incanto ed il bull la riempi di complimenti. Aprimmo una bella bottiglia di vino e lei ne bevve 3 bicchieri pieni a stomaco quasi vuoto. Lui era un uomo affabile, sicuro di se con grande fascino. Curato e profumato. Non sembrava avesse fretta. La mia donna ne era incantata. Con la scusa di ammirarla meglio l'abbraccio senza esagerare. Le sfiorò i fianchi e la bacio accanto alle labbra.
Lei era rossa in viso dall'eccitazione prolungata e dal vino bevuto.
Dopo qlk minuto mi chiese di raggiungerla un attimo in bagno. Appena entrai si buttò al mio collo e mi abbraccio con una passione inaudita.
Mi chiese se poteva rimanere da sola con lui, ma nn lo avrebbe fatto se rischiava di farmi del male. La guardai con occhi innamorati e le dissi che per me era ok, ma mi doveva giurare che mai nulla avrebbe cambiato il suo amore per me. Mi sorrise e mi disse che non ci sarebbe mai stato questo rischio ne con lui ne con altri. Lei si sentiva attratta fisicamente, ma nulla più.
Ok le dissi che io ed il marito saremmo usciti per una quarantina di minuti, ma poi li avremmo raggiunti.
Lei mi disse che 40 minuti le sarebbero bastati per superare l'imbarazzo e dedicarsi adeguatamente a lui.
Rientrammo in sala e trovai una scusa per andare a fare un giro per il paese. Eros capì subito l’antifona e ne fu entusiasta, visto che desiderava tanto star con lei da solo almeno all’inizio.
Li lasciammo soli.
Il tempo non passava mai. Contavo ogni singolo secondo. Dopo precisi 40 minuti entrammo silenziosamente in casa, sentii dei gemiti ed ebbi la pelle d’oca per l’ansia di aver organizzato questa trasgressione e la paura di perderla. La porta della stanza era appena socchiusa e intravidi una scena che mi lascio ammutolito: lei lo cavalcava in modo forsennato e godeva di continuo. Ogni tanto si abbassava per un bacio appassionato. Appena mi vide le brillarono gli occhi, scesa dal bull e corse ad abbracciarmi. Mi baciò con una intensità unica e mi sussurró che mi amava da morire. Tutti le mie ansie e i miei timori svanirono . Non l’avevo persa, anzi era lei a temere che ciò che era successo avrebbe potuto incrinare il ns amore. Rimanemmo abbracciati in silenzio x qlk minuto, che sembro infinito. Non ci vollero parole x capire che quello che era successo e sarebbe ancora successo avrebbe cementato in modo indissolubile il ns grande amore.
Fu lei a spogliarmi e lasciarmi solo con la gabbietta. Mi fece sedere sulla poltrona che aveva preparato accanto al letto e chiese al marito di guardare dalla porta appena appannata senza distrarla e che gli sarebbe stata grata che dopo qlk minuto fosse andato via per tornare solo dopo oltre un’ora.
Mi disse: ora vedrai cosa sa fare la tua cagna con un altro bull. Mi disse che era stato dolcissimo e bravissimo, tanto da convincerla a prenderlo già nel culetto con la scusa che così lei sarebbe stata pronta per la doppia al mio ritorno. Non ci poteva credere di essere riuscita a prendere una mazza ancora più larga e lunga della mia senza quasi soffrire.
Tornò dal bull, che un po’ aveva perso l’erezione, e lo baciò con grandissima intensità ed a lungo. La cosa mi causo dei brividi mai avuti ed un senso di eccitazione mentale unica. Dopo di che lo baciò su tutto il corpo fino a prendergli in bocca il grosso cazzo, tornato durissimo. Si dedico alla sua mazza con delle attenzioni che nn conoscevo. Voleva sbalordirmi e quel uomo, così discreto, era la persona giusta. Un pompino fatto con un desiderio unico che lo porto quasi all orgasmo. Lui non resistette più e con decisione la mise a pecora ed iniziò a penetrarla con decisione ma senza farle male. Così lei poteva guardami e farmi capire quanto stesse godendo e quando mi amasse. Continuarono così ancora per altra mezz ora in tutte le posizioni. Ogni occasione era per lei buona per guardarmi e dirmi che mi amava e lo diceva mentre aveva degli orgasmi fortissimi.
Poi volle che mi avvicinassi e la baciassi. Era a pecora e guardandomi negli occhi disse al bull di incularla di nuovo prima dolcemente e poi con decisione. Lui lo fece con maestria unica e con movimenti lenti così che lei potesse continuare a baciarmi e dirmi che mi amava da morire. Sempre con la gabbietta mi misi sotto ed iniziai a leccarla finché ebbe un fortissimo orgasmo convulsivo, mentre veniva inculata in modo lento ma deciso.
Dopo di che prese la chiave e, mentre continuava ad essere inculata, mi tolse la gabbia. Iniziò a dedicarsi alla mia mazza “martoriata” con una dolcezza unica. Crebbe in un attimo nella sua bocca, mi baciò dovunque e dopo qlk altro minuto fece uscire il bull dal culetto e mi monto sopra. Iniziò a cavalcarmi con una eccitazione unica. Stavo perdendo il controllo e stavo x venire subito. Lei lo capì e si fermò e iniziò a baciarmi con tutto l amore che poteva. Intanto il bull si era andato a lavare e quando tornò glielo mise in bocca, con lui in piedi sul letto. Rimasi incantato da quando fosse grosso nella sua piccola bocca. Io riuscii a riprendere il controllo. Allora lei gli disse ora è il momento. Gli chiese di incularla ancora e mentre lo faceva si calo per baciarmi ancora con tanta voglia. Attraverso la sua bocca sentii il desiderio che scorreva in lei e attraverso la membrana che divideva il suo culetto dalla tana, l’incombro dell’altro membro. Iniziammo a sincronizzarci e facemmo una doppia da favola con lei che godeva di continuo. Non si era neanche accorta che da qlk minuto era entrato il marito che si era spogliato e si stava segando in silenzio. Lo invitò a salire sul letto per succhiarlo. Tre maschi eccitati tutti per lei. A quel punto il bull non resse più e le venne nel culetto con affondi inauditi. Lei fu orgogliosa di aver donato tanto piacere. Il marito corse dietro a leccare tutto il succo di quel maschio che le usciva dal culetto ormai una voragine. Ne era tantissimo ed anche pompato fuori dai miei movimenti. Mi disse nell'orecchio di non venire, perché era ancora eccitatissima e voleva rimanere da sola con me. Allora uscii da lei e cedetti il mio posto al marito, che in pochi minuti venne x la forte eccitazione dell'aver visto sua moglie, dopo averlo desiderato per una vita, presa da due bull. Anche il marito corse in bagno. Lei si stese accanto a me e non sapeva dirmi altro che mi amava alla follia. Dopo 10 minuti rientrarono in stanza sia il marito che il bull. Scese dal letto e corse ad abbracciare Eros dandogli un bacio passionale che nn sembrava finire mai, che mi eccitò in modo inaudito. Anche Eros era di nuovo in tiro! Diana mi guardò con occhi da gattina e mi chiese se poteva rimanere di nuovo sola con il bull, perché non voleva che andasse via ancora "duro". Le feci cenno di sì e lei corse da me a baciarmi e maliziosamente mi disse che era necessario rimettere la gabbietta xchè non voleva che mi toccassi. Prese dei cubetti di ghiaccio e me li mise sul cazzo, che subito si "ritirò" pronto a rientrare in gabbia. Mi rivestii ed uscii con il marito a prendere un caffè, ma avendo la mente altrove. Dopo c.a. un'ora Diana mi chiamò e tornammo a casa. Eros era vestito e pronto per andarsene con il marito di Diana.
Appena uscirono dalla stanza e ci lasciarono soli. Forse per ingelosirmi, mi raccontò che con il bull aveva fatto sesso dolcemente come amanti ed era venuto nel suo sesso, mentre lei lo baciava senza sosta. Lei era venuta ancora tante volte. Facemmo io e lei dolcemente l'amore ancora per oltre un ora. Aveva una dedizione per me, come nn mai. Capii che nn solo non ci eravamo persi, ma il ns legame era diventato ancora più profondo. Mi disse che era arrivato il momento di venirle in bocca ed ingoiare tutto.
Le dissi di no. Ci sarebbe stata altra occasione. Erano state già tante le emozioni di quel giorno.
Le chiesi se voleva rivedere quel bull e mi disse che lo avremmo deciso in seguito insieme e comunque dopo l’estate, se non addirittura nel 2023.
Era mia e soltanto mia. Neanche il bull più bravo e bello ed affascinate me l’avrebbe mai portata via.
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3
3 years ago
admin, 75
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Vi racconto come ho scoperto di essere un cuckold
Vi racconto come ho scoperto di essere un cuckold.
Molto tempo fa è successo un episodio che mi ha fatto cambiare il modo con cui guardavo sessualmente le mie compagne.
La mia compagna dell’epoca, Chiara, 30 anni, capelli castani e occhi azzurri, aveva un fisico molto proporzionato, con un volto davvero carino. Lavorava come responsabile regionale per una catena nazionale di librerie, quindi, di solito era sempre vestita in modo abbastanza formale, quasi mai sexy.
Un fine settimana ha dovuto sostituire uno dei suoi manager in quanto malato. Normalmente lavorava dalle 9 alle 17, ma dal momento che sostituiva il collega alla vendita al dettaglio, aveva il compito di chiudere il negozio.
Il negozio era a brevissima distanza da casa nostra, quindi quando non è arrivata a casa subito dopo l’orario di chiusura mi sono preoccupato.
Ho provato a chiamare il negozio più volte, ma il telefono era sempre occupato. Il suo cellulare suonava ma lei non rispondeva.
Bene, dopo aver provato diverse volte mi sono davvero preoccupato e ho deciso di andare al negozio per vedere se tutto era ok. Ho preso le chiavi di riserva del negozio che la mia compagna teneva in casa e sono saltato nella mia auto per raggiungerlo.
Quando sono arrivato davanti ho notato che il parcheggio adiacente era piuttosto vuoto, tranne l'auto di Chiara e altre due. Ho guardato attraverso la vetrina, ma la maggior parte delle luci erano spente tranne quella dell’ufficio. Ho controllato e le porte erano chiuse a chiave, quindi, ho iniziato ad armeggiare con le chiavi di Chiara per entrare.
Fortunatamente non ci è voluto molto per aprire. Quando sono entrato, all'interno ho sentito alcuni suoni ovattati provenienti dall’ufficio. Curioso, sono andato in punta di piedi per controllare, stavo per entrare quando ho avuto la più grande sorpresa della mia vita!
C'era la mia adorabile compagna, sdraiata sulla scrivania con la gonna arrotolata intorno alla vita, collant sul pavimento e camicetta aperta. Le carte erano sparse lungo tutto il pavimento assieme al telefono.
Allo stesso tempo un giovane nudo dai capelli biondi era in ginocchio e le stava praticando un rapporto orale tra le gambe spalancate. Mentre lui stava facendo un numero sulla figa della mia compagna un altro ragazzo, completamente nudo, era intento a spingere il suo grosso cazzo nella bocca di Chiara.
La mia prima reazione era stata quella di entrare e allontanare quei due ragazzi che stavano armeggiando sulla mia compagna, ma presto mi sono reso conto che lei non era una vittima ma, al contrario, partecipante attiva e con molta soddisfazione. Sotto shock rimasi lì a guardare, il mio respiro cresceva velocemente e il mio cazzo stava diventando duro come una roccia.
Accidenti, in realtà mi piaceva vedere la mia compagna che si faceva due altri uomini.
Non volendo essere visto, ho fatto un passo indietro nell’oscurità mentre guardavo il ragazzo dai capelli biondi far scivolare il cazzo nella figa gocciolante di Chiara. Mentre lo dimenava dentro e fuori ho sentito i familiari lamenti di piacere di Chiara, ovattati dalla presenza del grosso cazzo in bocca, evidentemente era pienamente soddisfatta e stava raggiungendo l'orgasmo.
Il ragazzo dai capelli scuri che si stava facendo succhiare il cazzo da Chiara, si arrampicò sulla scrivania e cominciò a scopare la sua bocca, all'unisono i due si sbattevano Chiara.
Ricordando di non aver bloccato la porta anteriore del negozio, mi sono assicurato di chiuderla per ogni evenienza.
Quando sono tornato, il ragazzo che scopava la mia compagna era intento a mantenere un ritmo costante tenendo Chiara per i fianchi.
Dalla vista delle sue rapide spinte, si capiva che non poteva durare molto più a lungo. E, con un affondo finale, spingendo in profondità il suo cazzo dentro Chiara, venne mentre il suo corpo tremava all’unisono con quello della mia compagna, anche lei aveva raggiunto l’orgasmo aiutandosi con la masturbazione del clitoride. Il suo caldo sperma aveva portato la mia compagna a godere, anche lei ha iniziato a contorcersi in un orgasmo lungo e potente. I suoi capezzoli erano turgidi e lei si contorceva in estasi gemendo.
Il ragazzo dei capelli scuri tolse il suo pene dalla bocca di Chiara sperando di poter, anche lui, sfondarle la figa. Ma il biondino non gli cedette il posto restando nella stessa posizione con il suo cazzo sepolto nel profondo della figa, assaporando il post orgasmo e i suoi tremori.
A quel punto, il ragazzo dai capelli scuri girò Chiara dalla sua parte mentre si preparava a scoparla. Il biondino, tirando via il suo cazzo ormai quasi moscio, faceva sgorgare dalla figa un rivolo denso di bianco sperma.
Fece un passo indietro per un secondo per ammirare la sua sborra. È stata una tale eccitazione vedere la figa rosa di Chiara spalancata e luccicante di una miscela dei suoi succhi e dello sperma del ragazzo. Ho desiderato di avere la mia macchina fotografica per immortalare la situazione.
I due ragazzi hanno poi aiutato Chiara a scendere dalla scrivania e a farla sedere sul pavimento di moquette. Mentre lo facevano, il ragazzo dai capelli scuri l'ha aiutata a togliersi la gonna e la camicetta. Fecero sdraiare Chiara sulla pancia con il culo leggermente arcuato e la figa spalancata, il ragazzo con i capelli scuri si posizionò di dietro per avere facile accesso.
Ho notato che il biondo era di nuovo in tiro. Era di nuovo duro in meno di cinque minuti ed arrapato, ha strisciato davanti a lei e si è sdraiato in modo tale da poter leccare la figa di Chiara e lei la sua verga di nuovo pronta.
Il ragazzo dietro Chiara, con un movimento rapido, spinse il suo cazzo nella figa, facendola sussultare.
Ho pensato che lei volesse finire rapidamente il pompino che stava facendo al biondino per concentrarsi sul suo piacere, perché ha iniziato a pompare catturando per intero la verga del ragazzo fino a farlo scomparite nella sua vorace gola ed a usare tutta la sua arte nel succhiarlo.
In pochi minuti il biondino raggiunse un altro orgasmo, scaricandole la crema in gola. Chiara ha ingoiato ogni goccia. Non è rimasto sperma sul suo cazzo mentre lo ritirava dalla sua bocca.
Esausto, il ragazzo biondo si alzò e crollò su una delle sedie dell’ufficio dietro Chiara e il ragazzo bruno, godendosi da spettatore la monta di quest’ultimo.
Dopo alcuni minuti di pompaggio su Chiara, il brunetto smise di infilare la sua verga in lei, smontando e spostandosi per ottenere lo stesso eccellente pompino che prima era stato fatto al biondino.
Fino a questo punto mi sono accontentato di essere un voyeur, tuttavia, il mio autocontrollo stava diventando davvero duro da mantenere. Ho riflettuto per un momento e ho deciso di unirmi al divertimento. Chiara stava ancora succhiando il cazzo del ragazzo dai capelli scuri, mi spogliai silenziosamente e mi posizionai dietro il suo lussureggiante culo senza farmi vedere.
I ragazzi si sono raggelati vedendomi. Senza dire nulla, ma con segni, chiesi loro di tacere. Inutile dire che hanno mantenuto il silenzio ma erano ancora sorpresi. Io penso che si fossero resi conto che tutto ciò che volevo era un po’ di quello che loro fino a quel momento avevano avuto dalla mia compagna.
Mentre Chiara continuava a pompare il suo giovane stallone, io cominciai a sondare la sua figa inzuppata con le mie dita. Lei era così bagnata che non ho avuto problemi a infilarvi tre dita nel suo buco. Ho continuato a masturbarla sollecitando anche il suo clitoride fino a quando non implorato, con una flebile voce, di essere scopata. Per tutto questo tempo sono stato dietro senza farmi vedere, quindi, lei pensava che fossi il ragazzo biondo.
L’ho presa dai fianchi, quindi, l’ho montata selvaggiamente. Questo ha portato lei ad accentuare i suoi “lamenti” di piacere ovattati per via della presenza nella sua bocca del cazzo del ragazzo scuro. Inconfondibili lamenti di piacere che mi eccitavano sempre di più, quindi, ho accelerato il mio movimento e, lei, la pompa che stava facendo portando il suo giovane amante a godere.
Infatti, il suo meraviglioso lavoro sul cazzo del ragazzo ha dato rapidamente i suoi frutti. Il ragazzo dai capelli scuri si è contratto dal piacere e ha iniziato a spruzzare un carico enorme di sperma nella sua bocca. Ho guardato con estrema eccitazione come Chiara si è goduta l’orgasmo del ragazzo. Lei ha ingoiato quello che poteva del suo sperma ma molto di esso fuoriusciva sulle sue labbra e sul suo mento. Essendo avida, leccò la verga del ragazzo fino a ripulirla del tutto.
In quel preciso frangente ho modificato il ritmo del movimento nella sua figa con lunghi tratti lenti di penetrazione profonda ed altri movimenti rapidi e veloci, la sensazione che mi trasmettevano lo strofinio con le sue lisce e umide pareti era inebriante.
Ogni volta che la accarezzavo sui seni o sul clitoride emetteva mugolii osceni che mi spronavano nel montarla sempre più intensamente. Ho aumentato il mio ritmo, il che ha causato a lei lunghi sussulti di piacere.
A quel punto lei girò leggermente la testa e aprì gli occhi. i nostri sguardi si incrociarono. Fu sorpresa vedendomi ma nulla di tutto quello che avevo immaginato per la situazione accadde. La sua reazione mi stupì, invece di fermarsi a iniziato a contrarsi intorno al mio cazzo aumentando i suoi movimenti e, quindi, raggiunse un orgasmo intensissimo. Tutto mentre mi fissava dritto negli occhi.
Non riuscivo più a trattenermi e ho iniziato a trapanare furiosamente il suo buco caldo e lubrificato. Il mio corpo era irrigidito dal piacere, il cazzo arava furiosamente la figa della mia compagna. Ho sentito il mio sperma pressare, stavo avendo uno dei migliori orgasmi della mia vita.
Sembrava che le stessi spruzzando litri di sborra. Lei con la sua bella figa continuava a dimenarsi sempre di più. Sono venuto così forte che ho letteralmente visto le stelle.
Quando finalmente tornai in me, vidi che Chiara stava ancora fissandomi con la lussuria negli occhi e con un sorriso
da orecchio a orecchio. Ero ancora dentro la sua calda e accogliente figa e lei stava contraendo i suoi muscoli vaginali per massaggiare il mio cazzo, cosa che sapeva fare in un modo meraviglioso. Piano piano la mia verga si sgonfiava.
Dopo aver finalmente ripreso fiato, Chiara mi presentò i due ragazzi, il biondo, Luca e il ragazzo dai capelli scuri Pietro, ragazzi part-time che lavoravano nel negozio.
Inutile dire che sapevano già chi fossi. Imbarazzati, hanno rapidamente borbottato un saluto, si sono rivestiti e sono andati via.
Dopo che se ne sono andati, la mia compagna che era ancora completamente nuda, mi raccontò cosa era successo. Sembra che, dopo che il negozio era stato chiuso al pubblico, stavano facendo il solito lavoro di ricollocazione dei libri. Chiara stava rimettendo alcuni libri sullo scaffale superiore quando ha perso l'equilibrio. Fortunatamente Luca era nelle vicinanze e l'ha tenuta evitandole la caduta, ma nel farlo, ha accidentalmente rialzato la sua gonna fino alla vita. Dal momento che tutto ciò che lei aveva di sotto erano solo collant trasparenti, tutte le sue parti intime erano visibili.
Continuò il suo racconto dicendomi che Luca si era bloccato per un momento a quella vista così inusuale ma, poi, aveva cominciato ad accarezzarle le cosce e piano piano anche la figa. La situazione venutasi a creare la face fremere di piacere. Presto Luca aveva le mani su tutto il corpo, accarezzandole le tette e sondando tutti i suoi angoli e fessure.
L'altro ragazzo, Pietro, sentendo il rumore provocato dalla caduta della scala, li aveva raggiunti e, rapidamente, si era unito a loro.
Chiara ha detto che dopo pochi minuti di caldi baci e accarezzamenti, i ragazzi l'hanno portata nel back office, l’hanno fatta salire sulla scrivania e hanno continuato nel massaggiare il suo corpo, io avevo visto il resto.
Dopo aver sentito il suo racconto, il mio cazzo era di nuovo duro. Chiara se ne è accorse e, con molta voglia ancora in corpo, ha preso a spompinarmi, succhiarmi intensamente. Siamo stati di nuovo insieme in una lunga scopata. Questa volta ha preteso di essere prese sia nella figa che nel culo. Cosa, quest’ultima, che mi ha fatto molto piacere perché non era solita concederlo.
Fu una di quelle scopate memorabili, intensa e coinvolgente. Si sentivano ancora nell’area i profumi e gli umori dei precedenti rapporti avuti con i due ragazzi, la figa e la bocca di Chiara erano ancora impregnati dallo sperma ricevuto e la cosa, sbalordendomi, mi eccitava enormemente.
Dopo averla abbondantemente leccato il clitoride e tutta la figa facendole raggiungere un intenso orgasmo, come detto, l’ho presa prima nella figa e, poi, con intenso piacere, su sua richiesta, nel culo. Le sue rotondità posteriori sono per me la cosa più bella che si possa avere in una donna, il poterla penetrare guardandole mi eccitava intensamente.
Il suo buco era ancora molto stretto, non era usuale per lei concederlo. La sensazione e il piacere che mi provocava erano intensissime, come il piacere che il mio movimento lento e profondo suscitava il lei. La sua voglia di essere scopata intensamente nel culo era evidente, lei mi incitava a fotterla con lunghi lamenti di piacere e intensi movimenti per facilitare la penetrazione.
Raggiungemmo un intenso orgasmo all’unisono, restammo fermi per qualche minuto per riprendere le forze senza allontanarci l’uno dall’altro. Quando usci il pene dal suo buco, il mio sperma, pian piano, sgorgò e lei lo raccolse e con un gesto che non pensavo potesse fare mai, lo lecco con avidità. Eravamo tutti e due pienamente soddisfatti dell’esperienza appena fatta.
Questo è quello che è successo tempo fa, Chiara e io siamo andati avanti insieme per un lungo periodo durante il quale abbiamo pianificato altri incontri di gruppo con più partner.
29
1
3 years ago
Al2016,
62
Last visit: 2 days ago
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Per piacere, scopa mia moglie! prima parte.
Sentirsi fare questa richiesta mi ha lasciato un attimino perplesso, ma andiamo con ordine. Otto anni fa lasciai la mia nativa terra del sud per lavorare nel ricco nord. Impiegato in un gruppo bancario, per me non fu subito facile ambientarmi; gli altri, una ventina di persone lavoravano insieme da anni, io mi trovai a sostituire un tipo carismatico, ma per loro ero sempre e solo un “terrone.” Con la mia pazienza, disponibilità ed una buona dose di allegria e spiccato senso dell’umorismo, riuscii a inserirmi abbastanza bene. Passarono otto anni senza nemmeno farci caso e stavo già accarezzando l’idea di un riavvicinamento, quando la mia azienda si fonde con un altro gruppo. Mi propongono un nuovo trasferimento, non a casa, ma a metà strada. Accetto, per il semplice motivo che, oltre ad essere più vicino a casa, nella nuova destinazione avrei avuto il mare, elemento che mi era mancato di più in questi anni, a solo trenta chilometri, diversamente da qui. Mi trasferisco e scopro che nella nuova filiale, siamo in quattro: Carlo, il più anziano, quaranta sette anni, sposato, alto un metro e ottanta, spalle larghe, bel fisico, capelli appena brizzolati, è il direttore: aveva già ricoperto la carica di vice per circa dieci anni ed ora questa nomina lo ripagava per tutta la professionalità profusa nel tempo; Io, Luca, di quasi trent'anni, capelli ed occhi neri, altro un metro e settantacinque, fisico massiccio, ma non grasso e, grazie al tanto nuoto praticato, ho pettorali in bella evidenza, con otto anni di esperienza; Cinzia, ventenne, fidanzata, una bella ragazza bionda, occhi chiari, una bella faccia da porcellina, molto appariscente, due tette, per vero un po’ piccole, ma molto spiritosa, con esperienza nel settore quasi zero. Flavia, ventiseienne, single, mora, occhi scuri, alta, bel culo, tette quarta abbondante, ha l’aria di una a cui piace divertirsi senza troppe complicazioni, è da un anno nel settore. Con questa situazione, è chiaro, fin da subito, che il capo può contare solo sulla mia esperienza. Ci dividiamo i compiti: le ragazze allo sportello ed a noi tutte le altre beghe. Passa un mese e siamo già diventati una squadra affiatata. Il lavoro gira bene e vi regna una bella armonia. Le ragazze si rendono subito conto che noi ne sappiamo più di loro e, per ogni cosa, pendono dalle nostre labbra; anche se io, le loro labbra, le userei diversamente, né io né il capo offriamo il fianco a far pensare di voler storie in ufficio, eppure, dopo i primi giorni, le gonne sono diventate più corte, le camicette più aperte e gli sguardi più ammiccanti. Dopo una breve ricerca, mi sono trovato un bell’appartamentino poco distante dal posto di lavoro. Sessanta metri quadri, una camera con bagno e cabina spogliatoio, oltre ad un salotto con angolo cottura, si rivelano una vera reggia per me. Scopro anche che, a poca distanza, una fermata del bus mi permette di raggiungere comodamente l’ufficio, senza nemmeno usare l’auto. Un giovedì ero in attesa del bus, quando una macchina si ferma davanti a me.
«Che stai aspettando? Sali ti do un passaggio.»
Riconosco Carlo al volante. Parliamo e lui mi dice che abita poco più avanti e che percorre tutti i giorni questa strada, per cui si offre a ripetere la cosa giorno per giorno. Da quel giorno la nostra amicizia è rafforzata: non siamo più capo e subalterno, ma due persone che si rispettano e che lavorano bene insieme. Il venerdì, mentre si torna, mi chiede se mi piacerebbe fare due tiri a tennis, la domenica mattina. Accetto volentieri perché mi piace fare sport; di solito pratico il nuoto, ma anche il tennis mi rilassa e, soprattutto, mi tiene in forma. La domenica successiva, quindi, passa da me e, insieme, raggiungiamo un complesso sportivo, composto da campi da tennis e calcetto; vi è poca gente e, anche se al coperto, fa un po' freddo, del resto siamo quasi a Natale. Carlo si rivela un energico avversario, leale ma fortissimo e, alla fine delle due ore, siamo pari; lui si complimenta con me e andiamo a fare la doccia. Mi spoglio e mi ci infilo sotto; le docce non sono separate, quindi ciascuno può guardare l'altro. Appena lì, mi insapono e prendo a lavarmi. Lui arriva subito dopo: era andato a pisciare e, quando apre l’acqua, io mi giro e vedo che, stupito, sta fissando il mio cazzo in posizione di riposo. Non mi reputo un super, perché credo di avere un cazzo di circa venti centimetri, abbastanza grosso quello sì, ma direi appena sopra la norma. Per un momento lui mi fissa, io fingo di lavare i capelli e chiudo gli occhi: per un attimo avverto un certo disagio. Ho fatto tante volte la doccia insieme ad altri uomini, ma non mi sono mai sentito così imbarazzato. Chiudo l’acqua ed esco. Poco dopo mi raggiunge, non dice nulla, si asciuga e poi si mette sotto il fon da parete, per asciugare i capelli; quando alza le braccia per passare le mani sui capelli, l’asciugamani, che ha annodato ai fianchi, cade e rivela un cazzetto di minuscole dimensioni. Se io non mi reputo super, lui è decisamente piccolo, ma proprio tanto piccolo. In posizione di riposo, sarà come un dito di un adulto. Credo che, eretto, non superi i dieci centimetri e, poi, è sottile; ora comprendo il suo stupore quando aveva visto il mio. La settimana successiva non vi sono cose di rilievo, il lavoro gira, e l’atmosfera si fa sempre goliardica. Per la domenica successiva, mi rinnova l’invito a giocare ed accetto, anche perché non ho ancora trovato una piscina dove riprendere a nuotare; quindi, per non arrugginirmi, il tennis va bene; vengo però avvertito che, stavolta, dovremo andare un poco più tardi, perché la mattina presto i campi sono già prenotati; per me non ci sono problemi. Alle nove arriva con la macchina, salgo dietro, perché alla guida c'è sua moglie:
«Piacere, sono Matilde, oggi è il primo giorno di apertura festiva dei negozi nel periodo natalizio; vi accompagno e, mentre voi giocate, vado a dare un’occhiata a due negozi nei pressi.»
Seduto dietro ho modo di osservarla per bene. È decisamente una bella donna, mora, capelli lunghi fino alle spalle, veste sobriamente, dei pantaloni ed un maglioncino, coperto da un giacchetto di pelle, le donano una certa eleganza, senza eccessi. Un filo di trucco le colora le labbra, senza renderle volgari, ma, al contrario, sono molto fini. Noto anche la perfetta complicità, intesa ed amore, che regna fra loro. Parlando, mi dicono che hanno una figlia di nome Luisa, ma che si trova all’estero; tornerà per le feste, è un medico chirurgo e si sta specializzando in oncologia. Ci lascia al complesso sportivo e se ne va. Giochiamo, ma questa volta Carlo è un po’ più distratto; mi appare pensieroso e, alla fine delle due ore, ho vinto io. Andiamo a fare la doccia, ma c’è un grande marasma. Nello spogliatoio ci sono due squadre di calcetto ed altri atleti: chi si fa la doccia, chi si cambia, una vera baraonda. Lui prende il cellulare, parla un momento e mi suggerisce di andarcene.
«Faremo la doccia a casa mia: qui c’è troppa confusione.»
Prima che possa obiettare qualcosa, lui mi trascina via. Appena fuori, c’è lei che ci aspetta. Andiamo a casa sua e m’invita a pranzo; cerco di opporre un qualche rifiuto ritenendo che non fosse il caso, così senza preavviso, ma lei è molto decisa e insiste perché accetti. Appena arrivati, lui mi porta nella loro camera da letto e mi mostra il bagno annesso; mi spoglio perché sarò il primo a fare la doccia. Ne esco dopo pochissimi minuti, lui entra ed io mi sto rivestendo, quando la porta della camera si apre di colpo:
«Carlo, credi che possa piacer… Oddio, scusa! Credevo vi fosse Carlo!»
Nell'attimo in cui lei entra, io mi giro e non posso far a meno di notare il suo sguardo incollato al mio basso ventre: il mio cazzo è in bella mostra. Esita un momento, indugia ancora un attimino, poi esce.
«Scusa, volevo solo sapere se ti piace la pasta con le melanzane.»
Mi chiede da dietro la porta chiusa. Rispondo che va benissimo e, nello stesso momento Carlo esce dal bagno: sorride, quasi divertito. Mi rivesto, gli racconto l’accaduto e lui non si mostra sorpreso. Vado in cucina, mentre lui finisce di vestirsi; lei mi guarda per un momento negli occhi e si scusa ancora; mi offro di aiutarla ad apparecchiare, accetta, sembra più rilassata: l’imbarazzo deve essere svaporato. Il pranzo è ottimo e, mentre stiamo mangiando, scoppia un temporale tremendo; tuoni, fulmini, una vera bomba d'acqua. Finito il pranzo, sta ancora piovendo moltissimo per cui mi invitano a restare; l'atmosfera di casa mi piace ed accetto volentieri. La loro casa è una villetta in cui, nel seminterrato, vicino al garage, è stata ricavata una taverna veramente bella. Un grande caminetto troneggia al centro della parete. L’arredamento è composto da due poltrone ed un divano di vimini, con dei cuscini, un mobile bar e una vetrina che contiene tanti album di foto, dvd, apparecchiature fotografiche e videocamera. In un angolo, un televisore da quarantasei pollici, appeso alla parete, completa il tutto. Ci trasferiamo lì sotto, accendiamo il camino e lui mi versa del limoncello. Anche lei ne beve un poco. Parliamo di vacanze, della mia terra e mi mostrano delle foto di sé stessi in vacanza: devo riconoscere che, vedere mamma e figlia, anche se molto giovane, in costume, mi fa un certo effetto. Matilde poi ha un corpo decisamente bello, sento il sesso crescere dentro i pantaloni, e credo che lui se ne sia reso conto, ma fa finta di nulla. I discorsi proseguono e parliamo d’altro: dell’imminente ritorno della figlia, ad esempio e, nell’insieme, si crea una bellissima atmosfera mentre fuori piove a dirotto. Parlando, si ride, e mille aneddoti ci vengono alla mente, sia sul lavoro che su vacanze ed altro. Mi parlano della figlia, di come si è laureata ed ora, appena finita la specializzazione, fra tre mesi, tornerà a casa, dove lo zio, primario di una clinica privata, le ha già riservato un posto di lavoro. Senza rendercene conto, siamo giunti a sera, Carlo propone di fare una grigliata sulla brace del focolare, mentre io cerco di negarmi per recare il meno disturbo possibile; ma lei, appoggiata al caminetto, di spalle, riempie l'ambiente di fantasie non proprio pudiche: Il suo culo tondo ed alto, mi sta eccitando i sensi.
Poi si gira, mi sorride ed esordisce:
«Non dai nessun disturbo, anzi, oggi hai reso molto sfiziosa una domenica che, altrimenti, sarebbe stata noiosa, e ti assicuro che non accadeva da tempo. Generalmente lui passa il tempo a guardare lo sport in tv ed io a leggere. Era proprio da tempo che non mi divertivo così.»
Mi dice con un malcelato senso di tristezza. A fine cena, lei mi chiede quando partirò per le vacanze natalizie, cui rispondo che è previsto per il sabato successivo, poi lui mi riaccompagna a casa. Nei giorni seguenti il lavoro ci sommerge, poi il giovedì lui m’invita a cena a casa sua, per la sera dopo. Declino l’invito, ho mille cose da fare, gli ultimi regali e la valigia, poi sabato devo essere in aeroporto alle sette di mattina. Lui mi ascolta, prende il cellulare, chiama Matilde e me la passa.
«Non vorrai andar via, senza salutarmi? O consideri l'incontro di domenica un futile momento da archiviare? Dammi la possibilità di dimostrarti che brava cuoca sono.»
Il suo tono supplichevole e deliziosamente malizioso non mi lascia alternativa; la sua voce è di un erotismo tale che devo girarmi per non dare a vedere che mi sto eccitando. Il venerdì, usciti dall’ufficio, mi chiede se possiamo fare una piccola deviazione.
«Devo passare a prendere due regalini, se mi accompagni, mi fa piacere, anche perché, per uno, non ho le idee ben chiare.»
Lo seguo, ci fermiamo davanti a una gioielleria, dove acquista un bellissimo bracciale d’oro per la figlia, poi dopo è la volta di un negozio di intimo. Entriamo, lui consente che la giovane commessa esegua una distesa, sul bancone, di modelli diversi di completi intimi; uno rosso, bellissimo per la figlia, poi esita, non sa quale prendere per la moglie. La scelta è fra uno di color rosso scuro, con una mutandina sottile, un mini string quasi invisibile che, al solo pensiero di sapere lei con quell’intimo, mi si drizza, e l’altro, nero, bellissimo che, oltre ad un tanga, ha un reggicalze e la commessa non omette di mostrare delle calze che richiamano il pizzo del tanga; insomma roba da lasciare un maschio senza parole. Lui mi chiede un parere, ed io propendo per il nero; lo prende e ce ne andiamo.
"Passiamo a casa mia, vorrei farmi una doccia."
Suggerisco, ma lui mi dice di farla casa sua, poiché anche lui ha l'abitudine di farla prima di cena, però mi esorta a portare la valigia:
«Potrai dormire da noi, tanto il letto di Luisa è vuoto e l'indomani partire direttamente per l'aeroporto.»
Poco dopo siamo casa sua, lei ci accoglie elegantissima. Indossa dei pantaloni scuri, quasi attillati, scarpe alte, una camicia color salmone chiaro, che fa risaltare al massimo la sua splendida capigliatura scura, trucco ed unghie laccate di rosso come le labbra, completano la mise. Mi abbraccia e sento uno strano brivido corrermi lungo la schiena; mi piace ed il suo profumo mi eccita.
«Avete cinque minuti, poi è pronto in tavola; vi aspetto in taverna.»
Si gira e sparisce di sotto. Deposito la mia roba in camera della figlia, poi entro nella loro, lui si è già spogliato e si sta lavando. Poco dopo mi chiama, si sta asciugando i capelli, mi indica la doccia: è nudo, io entro e mi lavo, quando esco, lui mi guarda e mi esorta:
«Per piacere, scopa mia moglie!»
Lo guardo stupito, ma lui mi si avvicina ed aggiunge:
«Non sono matto; lei è la persona che più amo al mondo, ma, dopo aver visto te, mi rendo conto che, forse, con me non deve essersi divertita tanto; io ho solo un cazzetto, mentre tu hai un bel cazzo, quello che lei non ha mai avuto dentro di sé. Sono alcuni giorni che ci sto pensando. A lei farebbe sicuramente piacere; ho sondato il terreno e posso affermare con la massima sicurezza che le piacerebbe, ma teme che tu possa trovarla vecchia e poco desiderabile. Tu sei giovane, lei ha la mia stessa età. Credi che sia vecchia? Se non ti piace dimmelo, altrimenti ti prego, aiutami a farla godere.»
Dopo un momento di iniziale sbigottimento, mi rendo conto che non sta scherzando e, devo riconoscere che quella proposta mi sta provocando un'eccitazione incredibile al solo pensiero di poterla scopare.
«Vecchia? Ma sei matto! È una vera bellezza, anzi, oserei dire, una gran fica! E se questo è quello che vuoi, non vi sono problemi.»
Il suo viso si illumina, si rilassa e mi rivolge uno sguardo di totale gratitudine. Ci vestiamo e la raggiungiamo. La cena è superba; ha cucinato tutto alla perfezione. Dopo il dolce ci accomodiamo sul divano, vicino al caminetto. Io mi siedo su di una poltrona, lui sul divano e lei, dopo averci portato il caffè, si distende quasi su di lui.
«La cena è stata di tuo gradimento?»
Chiede rivolta a me, poi si alza e prende la tazzina che avevo ancora tra le mani; lui mi fa un cenno d’intesa, mente lei ci volge le spalle.
«Sei una perfetta e brava cuoca; Carlo è davvero fortunato ad avere una donna come te affianco.»
Lei sorride compiaciuta e mi ringrazia per il complimento.
«Certo che lo sono, ma lei, purtroppo, non è stata fortunata come me.»
Esordisce lui e lei gli rivolge uno sguardo molto sorpreso.
«Dimmi cara, sei consapevole che, in quanto a certe dotazioni, la natura è stata abbastanza avara con me? Ti chiedo questo perché ci hai visti entrambi nudi e, di certo, non puoi non aver fatto il debito paragone; sei convinta che lui abbia davvero un gran bell'arnese fra le gambe?»
Lei rimane un attimino perplessa e non fa niente per celare al marito la sorpresa che quelle sue parole le hanno provocato. Io me ne sto tranquillo ed osservo con attenzione la sua reazione: non mi sembra affatto turbata, bensì alquanto rilassata ed è con quel tono che risponde:
«Sì, decisamente non sei molto dotato, ma lui l’ho appena intravisto.»
Con ciò volendo quasi affermare di non aver proceduto ad alcun paragone. Io, intanto, mi sto eccitando e noto che lui è nelle stesse mie condizioni, ma con la differenza che il mio bozzo è molto più evidente.
«Allora, perché non ti avvicini a noi e li osservi per bene?»
Propone lui e mi invita ad alzarmi in piedi davanti a lei. Dopo un momento di esitazione, lei si avvicina, si mette fra noi due e si siede sul divano. Lui apre la patta dei pantaloni e tira fuori il suo cazzo eccitato che sembra un po' più grande, ma non di molto. Io attendo che lei giri lo sguardo verso di me, poi lentamente lo tiro fuori. Lei, da seduta, si trova all’altezza dei nostri membri, li prende in mano, ne saggia la durezza, poi lentamente sega un po' lui, che però la fa girare verso di me.
«Guarda e senti quanto è duro e potente; egli è felice di fartene dono e non vede l’ora che tu possa assaggiarlo.»
Mentre parla, prende a segarsi lentamente. Lei lo guarda perplessa, esita un poco e, poi, fra il serio ed il faceto, gli risponde:
«Sei proprio sicuro che questo è quello che vuoi? Sei convinto? Io mi trovo bene anche con te, non mi sono mai lamentata; certo, lui ha un cazzo bellissimo, e se tu mi chiedi di godermelo, lo farò solo per te.»
Lui ha il viso raggiante e le fa cenno di sì con la testa.
«Dai, amore, goditi questo bel cazzone, lascia che ti prenda in tutti buchi, dai, non esitare, lo desidero più di ogni altra cosa al mondo.»
A quelle parole, lei si è girata verso di me, mi ha guardato con voluttà, poi, afferrato il mio cazzo con la mano, ha cominciato a segarmi piano, osservando la mia reazione. Era meraviglioso, la delicatezza del gesto, la maestria, mi stava scombussolando i sensi. Lui si è abbassato di lato ed ha cominciato a spogliarla. Liberatala dalla camicetta, ha fatto scattare il gancio del reggiseno e due tette favolose sono balzate prepotentemente fuori, bellissime. Lei ha preso a leccarmi lentamente la cappella; sentivo la sua lingua scorrere lungo tutta l’asta, leccare le palle e poi risalire lentamente, fin quando ha serrato le sue rosse labbra intorno al glande. Lui l’ha fatta alzare e lei, senza staccare la bocca dal membro, gli ha permesso di abbassarle i pantaloni. Con un movimento lento, lui l’ha spogliata completamente. Stando in piedi, ho potuto ammirare il suo meraviglioso culo; la rotondità dei suoi glutei era spettacolare e non ho potuto far a meno di allungare la mano per carezzarglieli. Lui si è inginocchiato dietro di lei ed ha cominciato a leccarla, provocandole un lungo gemito emerso dalla sua bocca piena di me. Ho sentito fremere il suo corpo, scosso da un lungo brivido. Carlo, dopo un po’, si è alzato in piedi e, da dietro, l’ha presa con decisione.
«Lo so che non vedi l’ora di avere lui, ma sarà bene che io ti schizzi dentro un po’ della mia sborra, così da lubrificarti e far scorrere meglio il suo tanto più grosso. Intanto succhialo bene e bagnalo, che fra poco ti scoperà come si deve!»
Eccitato dal gioco, è venuto quasi subito. Lei è rimasta ferma per un istante, poi si è girata e l’ha guardato; lui se n'è uscito e lei, rivolta a me, ha chiesto di prendere il suo posto. Si è staccata dal mio cazzo e, distesa sul divano a cosce aperte, mi ha invitato con le braccia tese ad adagiarmi su di lei. Lui, segandosi, ci osservava con occhi di fuoco; nonostante la sborrata era ancora in tiro. E lei:
«Vieni, prendimi; fa vedere a questo cornuto cosa significa scopare una donna. Fammelo sentire tutto dentro, ma fa piano; dimensioni come le tue, per me sono una cosa assolutamente nuova.»
Ho appoggiato la cappella fra le labbra della sua figa sbrodolante ed ho cominciato a spingere lentamente. La sentivo aprirsi piano e le davo tempo per abituarsi a me; la sentivo veramente stretta, mentre spingevo ed entravo dentro; lei mi guardava con occhi pieni di languore, la bocca aperta senza emettere alcun suono, ed io avvertivo che le pareti della sua vagina si aprivano, permettendo il passaggio del mio palo; quelle sensazioni, mie ma anche sue, le provocavano moltissimo piacere.
«È bellissimo! Quanto ti sento! Spingi! Dammelo tutto!»
Ho spinto fin quando ho sentito la cappella sbattere sul fondo dell’utero. Sono rimasto immobile, le ho dato il tempo di abituarsi al mio ingombro; lei si è girata verso di lui che si stava segando con gli occhi spiritati: era al massimo dell’eccitazione.
«Dai, spaccala, falle sentire il tuo cazzo fino in gola, dai, spingilo tutto dentro!»
Il suo incitamento era del tutto inutile, le avevo spinto dentro tutta la verga e le palle le battevano sul perineo. Lei, dopo aver guardato lui, si è rivolta a me:
«Dai, magnifico toro, scopami, dai, fammi godere, facciamo vedere a questo cornuto cosa significa godere e tu, che hai voluto tutto questo, goditi la scopata che sto facendo; dai, Luca, pompami, fammi impazzire.»
Ho incominciato un lento va e vieni. Ho impresso il mio ritmo della pompata e lei ha cominciato a godere sempre più forte; urlando di sbatterla ancora di più, ha goduto, urlato e goduto di nuovo; ero quasi al limite, lei se ne è accorta.
«Stai per sborrare vero?»
Mi ha chiesto fermando il mio corpo. Allora mi ha fatto sfilare ed ha ordinato a lui di distendersi supino; si è inginocchiata, poggiando la sua figa aperta, a contatto della sua bocca.
«Leccami, e mentre tu lo fai, mi farò inculare da lui; è troppo bello sentirlo dentro, che non voglio perdere questa occasione; Luca, ti prego, scopami nel culo, ma fa piano: lì, sono quasi vergine.»
Mi sono inginocchiato dietro di lei; sentivo la bocca e la lingua di lui che le succhiava il clito; ho indugiato un poco, ho abbassato la punta e ho sentito la sua bocca ghermire il mio cazzo. L’ha succhiato un poco, bagnandolo di saliva, lei ha allungato il braccio dietro di sé, me lo ha preso in mano e l’ha appoggiato sul suo buco, per poi invitarmi ad entrare.
«Dai, spingi…sì, ti sento, mi apri, spingi! Oddio, mi spacchi, sei enorme…aahhii!»
A quelle grida, mi sono fermato, lei si è voltata e con occhi di fuoco mi ha gridato:
«NO! Che fai, ti fermi? Spingilo tutto dentro, mi devi spaccare il culo! E tu, cornuto, leccami, fammi sentire la lingua che me la succhia e mangia tutta!»
L’ho afferrata per i fianchi e, in un colpo solo, le ho piantato tutto il cazzo dentro. Ho cominciato a pomparla, senza più nessun riguardo. Lei godeva e lui le tramestava la figa a colpi di lingua.
«Dai, Luca, spaccale il culo a questa troia! Dai, falla godere come una vacca, dai…ancora più forte!»
«Ti sfondo, vacca che non se altro, ti rompo il culo ed fra poco sto per riempirtelo di sborra!»
Le ho gridato. Sentivo l’orgasmo imminente. Lei, dopo l’ennesimo urlo di piacere, mi ha fermato di nuovo, si è girata e mi ha guardato con due occhi carichi di infinita lussuria.
«Ti prego, non dentro il culo; sì, vorrò sentirla anche lì la tua sborra, ma questa prima voglio sentirla dentro l’utero, è da tempo che non sento questo piacere: ti dispiace riempirmi la passera?»
Ho annuito, mi sono fermato e sfilato da lei, ero al limite. Si è alzata, e sistemata sul bracciolo del divano, con un piede sulla seduta e l'altro per terra, offrendo la fica, oscenamente aperta. Mi sono avvicinato, le ho sollevato le gambe, ho appoggiato la punta sulla figa aperta, dilatata, e sono entrato di nuovo in lei. Sono entrato molto più facilmente e lei ha cominciato a tremare. In un momento ero tutto dentro di lei, fino in fondo. Mi ha cinto i fianchi con le gambe, incrociandole dietro di me e, di fatto, ha bloccato i movimenti: ero inchiodato dentro di lei e sono rimasto immobile. Poi mi sono reso conto che, tutto il canale vaginale, così come i suoi muscoli pelvici, hanno preso a contrarsi e rilassarsi ritmicamente, era come se mi stesse mungendo il cazzo con la vagina; io, immobile, avvertivo il piacere, risucchiato dai suoi muscoli. Immobilizzato, ho preso a contrarre i miei muscoli del pene e lei l’ha percepito. Ha preso a tremare come scossa da una scarica elettrica ed il mio orgasmo è esploso incontrollabile, dentro di lei. L’ho sentita stringere ulteriormente le gambe, quasi temendo che potessi uscirne, mentre lui si è segato e ha sborrato con noi.
«Che bello! Luca, schizza tutto dentro di lei…Schizzo pure io!»
Per un lungo momento siamo rimasti immobili ed in silenzio; io, lentamente, ho ripreso a muovermi dentro di lei che, dopo aver goduto, ha sciolto le gambe, liberandomi i fianchi. Ancora eccitato e, con il cazzo che nemmeno si sognava di ammosciarsi, ho ripreso a pomparla con ritmo sempre più forte e veloce. Lei ha ripreso a godere e sentivo la sborra schizzare fuori ad ogni affondo, lei si è girata e ha detto a lui di rimettersi sdraiato; poi si è risistemata nella stessa posizione di prima, e gli ha intimato:
«Dai, cornuto mio, lecca la sborra del maschio che mi ha fatto tanto godere, leccami, mentre io ora lo riprenderò nel culo; ti prego, Luca, inculami di nuovo e questa volta sborraci anche!»
Carlo non ha esitato un momento, si è rimesso disteso e lei sopra; lui le ha aperto le chiappe e lei mi ha afferrato il cazzo e, con un sorriso di compiacimento, mi ha chiesto di entrare dentro di lei. Sono entrato come un toro scatenato, l’ho inculata con forza e lei ha cominciato ad urlare di nuovo il suo godimento.
«Sei tremendo! Bravo, sfondami il CULO!»
L’ho pompata per circa quindici minuti; era fantastico sentire le sue grida di piacere e la lingua di lui che, da sotto, leccava lei ma lambiva anche me. Poi mi sono reso conto di essere in procinto di schizzare di nuovo, per cui mi sono piantato tutto in lei e le ho sparato dentro tre schizzi in rapida successione, mentre lei raggiungeva, anche con l’azione del suo lui, l’ennesimo orgasmo. Lentamente ci siamo sciolti dall’amplesso; lei aveva il viso stravolto dal piacere, lui era raggiante di felicità ed io prendevo atto di aver vissuto un momento senza precedenti e che sarebbe stato difficile dimenticare.
«Grazie Luca, per averle fatto provare tanto piacere, sei un vero amico; amore, spero che ti sia piaciuto e che, in futuro, gli permetteremo di tornare, vero?»
Ha detto Carlo.
«Si è stato effettivamente travolgente. Ho visto che è piaciuto tanto anche a te. Ti sei segato almeno tre volte, quindi, se non hai nulla in contrario, tu questa notte te ne andrai a dormire in camera di Luisa, mentre io e lui staremo nel nostro letto. Se Luca non è sfinito, vorrei continuare la notte di sesso appena cominciata.»
Detto questo, mi ha preso per mano e raggiunta la scala, ha cominciato a salire, poi si è fermata e, rivolta ancora a lui, gli ha detto:
«Metti tu a posto qui, tanto hai tempo; poi, domani mattina, ci porterai la colazione a letto. Fai in maniera di svegliarci in tempo, lui deve prendere un aereo.»
Lui le ha sorriso soddisfatto e noi siamo saliti in camera; la notte è proseguita con ancora tanti orgasmi da parte di entrambi: sembrava insaziabile ed ha perfino ingoiato la mia ultima sborrata. Al mattino, lui ci ha svegliato dolcemente, presentandosi con un vassoio contenente biscotti e caffè.
«Grazie, Luca, ti sarò sempre debitore per il piacere che hai dato a mia moglie; e tu, amore, che ne pensi di questo maschio che ti ha fatto tanto godere? Mi sono segato tutta la notte, mentre vi sentivo godere; siete stati meravigliosi.»
Lei mi ha carezzato una guancia, mi ha baciato e poi, sorridendo, gli ha risposto:
«Carlo, dolcissimo amore, cosa vuoi che dica? Se Luca mi vorrà ancora scopare, io sarò sempre a sua disposizione e, dopo di lui, è chiaro che il tuo cazzetto non potrà più darmi piacere. Se sarai bravo, ti permetterò di leccare i miei buchi farciti della sua sborra; sei d’accordo amore?»
Lui l’ha abbracciata e baciata, dichiarandosi perfettamente d’accordo e, se io volevo, avrei potuto dormire con lei tutte le volte che volevo. Ci siamo abbracciati e baciati, poi mi sono vestito e lei mi ha accompagnato al volo; nel salutarmi mi ha detto:
«Tu non sei sposato ed io comprendo bene di non essere più tanto giovane, ma, se ti può interessare, ho una figlia nubile; accetteresti di entrare in famiglia, sposandola? Poteremmo restare tutti insieme e divertirci tanto; mi prometti di farci un pensierino?»
Le ho sorriso e promesso di pensarci; per vero la cosa mi stuzzicava non poco.
«Ne riparliamo quando torno.»
Le ho risposto, cominciando già a pregustare quell'idea. Mi ha dato un lungo bacio pieno di trasporto e passione; poi, senza neanche nasconderlo troppo, mi ha accarezzato il cazzo.
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3 years ago
baxi18, 55
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Alla ricerca del proprio limite.
Ho conosciuto Monia casualmente cinque anni fa a Barcellona. La nostra storia è subito diventata seria, ci siamo innamorati al primo sguardo. Dopo una settimana lì, siamo tornati ognuno alle proprie case, ma non riuscivamo a stare lontani, così le ho proposto di venire da me e di convivere. Ha accettato. Oggi, siamo una coppia molto affiatata. Monia è una bella ragazza, ventotto anni, quattro meno di me, non molto alta, mora capelli lunghi, terza di seno, bocca ampia e labbra da vero urlo. A letto è stato subito intesa: mi sono ritrovato una vera donna, calda e ricca di passione. Abbastanza esperta nel sesso, ha subito messo dimostrato la sua disponibilità in ogni tipo di rapporto: aperta davanti e dietro, ottima fellatrice, con lei non ci si annoia mai. Per tre anni le cose sono andate secondo i classici canoni del vivere di coppia, poi lo scorso anno, in vacanza al mare, ho fatto una scoperta che ha decisamente cambiato la nostra vita. Un pomeriggio, lei è tornata in spiaggia, mentre io ero rimasto ancora in casa ad attendere il proprietario che ci doveva fornire una nuova bombola di gas per la cucina. Dopo circa mezzora, sono sceso in spiaggia e ho trovato solo il telo da bagno di Monia, disteso sul lettino sotto l'ombrellone. Ho guardato un po' in giro e, non vedendola, ho dedotto che avesse deciso di fare una passeggiata, così, pure io mi sono incamminato verso il fondo della baia, dove la spiaggia si incunea all'interno di una pineta, con un sottobosco molto fitto. Arrivato in prossimità della pineta e, non trovandola, me ne stavo quasi per tornare indietro, quando la mia attenzione è stata attratta da due ragazzi di colore che, ridendo correvano dentro la boscaglia. Mi sono avvicinato ad un punto da dove sentivo provenire delle voci e, scostato un ramo, ho fatto una scoperta che mi ha gelato il sangue: inginocchiata in mezzo a un gruppo di ragazzi di colore, c'era Monia che li spompinava allegramente. Per un momento sono stato tentato di intervenire, pensando che stesse subendo violenza, ma, quando uno dei ragazzi le ha schizzato in bocca e sul viso il suo sperma e lei ha emesso un grido di piacere, ho capito che si stava divertendo.
«Evvaiiiii! Sotto un altro!»
Sono rimasto per un po' ad ammirarla mentre li succhiava, mentre altri, fattala posizionare carponi, la toccavano e infilavano le mani in ogni parte del suo corpo nudo. Poi uno dei ragazzi si è inginocchiato dietro di lei e le ha infilato un membro di notevoli dimensioni, mentre lei ne teneva un altro in bocca. Ho sentito, dentro di me, come una fitta di dolore, ma, nello stesso tempo, ero orgoglioso del fatto che lei stesse dando piacere ad una decina di maschi, tutti di colore e con membri enormi. Mi sono guardato il mio eretto che non raggiungeva nemmeno la terza parte di quello più piccolo che la stava scopando e, così, me ne sono andato. Dopo circa quattro ore è tornata; io ero rientrato in casa e, vedendola muoversi malferma sulle gambe, le ho chiesto per quale motivo si era fatta sbattere da quei ragazzi. L'ho guardata: era sfinita; si vedeva che aveva goduto tantissimo ed ancora aveva addosso tracce di sborra nei suoi lunghi capelli neri, e non solo: tutto il corpo era ricoperto di sborra. Mi ha fissato, poi, senza dire nulla, ha aperto l'armadio e presa la sua valigia ha cominciato a riempirla; l'ho fermata e le ho chiesto di nuovo una spiegazione.
«Ti amo da impazzire; sei l'uomo più meraviglioso che una donna possa desiderare, ma io, oggi, ho fatto una sconvolgente scoperta: non riesco a resistere al desiderio di farmi riempire da ragazzi come quelli di oggi. Sono dei senegalesi e mi hanno scopato ed aperta al massimo; ho goduto come una vera troia e non sono pentita, quanto, piuttosto, sono molto felice di questo: ne ho spompati una decina e ne sono fiera. Ora, però, mi rendo conto che tu non vorrai più avermi al tuo fianco e ti capisco, ma è più forte di me: quando vedo un senegalese, vado fuori di testa, non desidero altro che di essere sfondata dalla sua mazza; perciò faccio la valigia e me ne vado.»
Ha detto queste cose, tenendo la testa bassa e con un filo di voce, tipico di chi è davvero dispiaciuto. Per un momento il mio cuore ha smesso di battere: solo l'idea di poterla perdere, mi ha, di fatto, sprofondato in una tristezza infinita.
«Dove vai? Cosa ti fa pensare che io non ti voglia più; se proprio hai questo desiderio, vuol dire che cercherò di far in modo che tu possa soddisfarlo, al limite ti accompagno o, se vai da sola, mi racconti tutto, ma non lasciarmi, ti prego.»
È quanto le ho detto, tenendo il suo viso fra le mani. Allora mi ha abbracciato forte e mi ha coperto di baci.
«Amore, ti amo, ti amo; amore mio, quanto TI AMO!»
Come impazzita ha preso a baciarmi e stringermi a sé, dopo di che è andata a farsi una doccia e, per il resto della vacanza, non è più andata con i ragazzi senegalesi, anche se, prima di partire, si sono accordati per una nuova Gang che, Kalambay, il tizio che l'ha conosciuta e scopata per primo, le ha promesso di organizzare con un minimo di quindici maschi, tutti di colore e rigorosamente extra dotati.
Fin qui ho descritto tutte, o quasi, le mie impressioni, quindi faccio spazio a Monia affinché racconti gli eventi successivi, in quanto è lei che li ha vissuti in prima persona.
Monia
Come ha detto Nico, il mio uomo, io sono Monia, una normale ragazza con la fissa delle Gang con ragazzi senegalesi che, dalle nostre parti, sono una comunità abbastanza numerosa e ben inserita nel contesto sociale. Dopo quel giorno al mare, ero sempre in conflitto con me stessa, combattuta dal desiderio di rivivere quella emozione e la paura di ferire il mio uomo, che amo al di sopra di ogni cosa, perché non mi ha impedito, quanto piuttosto mi ha permesso, almeno a parole, di ripetere quel gioco. Dopo circa una ventina di giorni, mi chiama Kalambay, il mio amico senegalese, che per primo mi ha scopato, facendomi scoprire il piacere di sentirsi riempire da un super cazzo che, fino a quel momento, ne avevo solo sentito parlare, senza mai provarlo.
Il sabato successivo, aveva organizzato una Gang con una ventina di suoi amici, tutti rigorosamente senegalesi e super cazzuti e, per farmi capire che non era uno scherzo, mi manda a mezzo mail, una decina di foto di ragazzi di colore, tutti forniti di mazze notevoli. Alla vista di tanti cazzi neri, resto sbalordita: sento le ormai famose farfalle allo stomaco e mi si bagna subito la figa. Lo comunico a Nico, facendogli intendere la voglia che ho di partecipare a quel festino organizzato per me. Lui mi risponde dice che, se voglio, posso andare; per quanto riguarda lui, deciderà al momento se partecipare o meno. Il giorno della Gang, lui decide di partecipare, rendendomi felice, ma poi, appena entriamo nel casale, dove si tiene la “mia festa”, mi rendo conto che, forse, lui si sentirà a disagio. In effetti, lui si siede in disparte e vede me che, appena entrata vengo salutata da tutti con toccate e palpeggiamenti in ogni parte del corpo. Mi sento subito bagnata, la vista ti tutti quei maschi di colore, con le loro mazze già in tiro e in bella evidenza, mi sta mandando letteralmente fuori di testa. Per un momento, guardo verso di lui che mi abbozza un sorriso, poi Kalambay, mi fa inginocchiare e incomincia la festa.
«Dai, bella vacca bianca…succhia tutti questi cazzi.»
Mi dice e si mettono tutti in fila per darmi le loro cappelle da succhiare. Per un momento regna un lieve imbarazzo da parte di tutti; la presenza di Nico un po' li trattiene, ma io mi scateno. Stregata e resa incapace di dominare la mia irrefrenabile voglia di sentirli dentro, mi sfreno come una ninfomane: li succhio tutti, alcuni non resistono e mi schizzano addosso la loro sborra. Sentire gli schizzi sul viso, sul corpo ed il turpiloquio che mi rivolgono, mi eccita e li incito ancora più. Dopo averli succhiati, si cambia posto. Mentre loro si preparano per scoparmi, io mi riprendo dalla fatica della succhiata e, vedendomi ricoperta di sborra sul viso e sul corpo, sento che la mia eccitazione aumenta esponenzialmente. Il profumo che avverto è diverso dai precedenti: quelli che ho bevuto fin ora sanno di speziato, acido, denso e cremoso. Mi eccito ancora, mentre vedo che Kalambay, il mio amico, si distende su di una panca e m'invita a cavalcarlo; m'impalo sul suo svettante cazzo, avvertendo come e quanto mi apre, dilata e sfonda, fino a che la sua dura cappella colpisce il fondo della mia vagina: è allora che godo e urlo, chiedendogli di scoparmi ancora più forte. Subito mi mettono un durissimo cazzo in bocca e uno per mano; in vero ne vorrei anche uno in culo, ma Kalambay non lo permette:
«Prima io!»
Ordina a tutti: è chiaro che vuol esse il primo a spaccarmi il culo. Godo al solo pensiero! Mi sbatte e godo sempre più, poi dopo aver bevuto l'ennesima sborrata in gola, lui esce da sotto, subito rimpiazzato da un altro e si mette dietro di me; sento il suo palo entrare deciso, mentre davanti mi sfondano la figa. Sentirmi due cazzi dentro, mi fa godere; vorrei urlare ma ho la bocca e le mani piene; faccio godere cinque maschi per volta e la cosa mi fa impazzire di piacere. Godo e faccio godere; sento il cazzo sotto scaricare dentro la mia fica un fiume di sborra caldissimo, mentre dietro Kalambay, mi sfonda il culo gridando e mi riempie del suo seme. Uscito lui, un altro prende il suo posto, poi un altro ancora e ancora, fino a che tutti mi scopano e godono dentro di me. Per circa tre ore, sono la loro troia; l'oggetto di tutte le loro ingiurie ed i miei buchi tracimano sborra a non finire. Poi, dopo avermi concesso un po' di riposo, Kalambay decide di dare il via al gran finale: così tutti si mettono in fila per incularmi e sborrare dentro di me. Incomincio a sentire una grande stanchezza, le gambe non mi sorreggono più, ma lui non demorde; mi fa inginocchiare su di un divano, in modo che io non abbia difficoltà a prenderli tutti in culo. Alla fine sono stremata, aperta, sfondata e colante sborra da ogni orifizio; lui è aiutato da un altro e, solo allora, mi rendo conto che Nico se n’è andato; mi prendono in braccio e mi riportano a casa. Mi sorreggono fin sul portone e, quando Nico apre loro, lo salutano.
«Questa cagna stasera ci ha fatto veramente divertire; le abbiamo sfondato il culo e la figa; falla riposare che più in là, ne organizzeremo un’altra, ancora più numerosa, perché ha dimostrato di reggere bene e non le basta mai.»
Guardo sfinita il mio uomo, che mi prende in braccio e mi porta direttamente dentro la vasca da bagno; mi ci immerge con tutto quello che resta dei miei vestiti, perfettamente incollati al corpo da tutta la sborra riversatami addosso. Mi lava, mi accarezza il corpo con una spugna e delicatamente mi ripulisce, poi, avvolta in un telo, mi depone sul nostro letto, mi dà un bacio e mi augura la buona notte. Sono davvero esausta e stremata, ma sono oltremodo fiera: sono stata capace di spremere fino all'ultima goccia, i coglioni di venti maschi senegalesi dalle grosse dotazioni. Per la stanchezza, dormo fino al pomeriggio del giorno dopo e, quando mi alzo, sono ancora malferma sulle gambe, mi sento il culo in fiamme e prego Nico di lenire il bruciore con qualche crema.
«Accidenti, sei tutta rotta: credo proprio che ti abbiano slargato oltre ogni immaginazione; lo hai così irritato da far paura; per non parlare della figa: è ancora molto dilatata e ci vorrà un po’, prima che ritorni nella normalità.»
Gli rivolgo uno sguardo colmo di affetto: che uomo amorevole è il mio! Chi altri al mondo, avrebbe permesso una cosa del genere?
«Quando te ne sei andato, e perché?» gli chiedo.
Lui abbassa il capo, poi mi risponde.
«Ti stavi divertendo, eri felice; essi ti stavano trattando da vera troia con i loro cazzi enormi: il più piccolo, per dimensioni, era tre volte il mio; perciò che ci stavo a fare? Non c'era bisogno che restassi e, così, me ne sono andato.»
lo bacio, lo stringo a me, e vorrei donarmi a lui per ricambiare il piacere che mi aveva permesso di provare. Ma, al solo pensiero, mi sento male. Dopo quella sera, me ne sto buona per circa quindici giorni. Poi, finalmente, i miei buchi si sono richiusi ed ho fatto sesso con Nico; non che lo abbia sentito molto, ma a lui è piaciuto ed io sono felice così. Dopo tre settimane, mi sento un po' inquieta; mi manca l'ennesima abbuffata di cazzi neri. Mando un sms al mio amico e gli chiedo se, almeno lui, mi può accontentare. Mi risponde che a breve organizzerà una gang talmente numerosa, che nemmeno lui sa se sarò in grado di soddisfare tutti. Sono protesa ad immaginare come potrà essere ed il solo pensiero mi provoca un'eccitazione incredibile. Nella mia mente sono sempre più frequenti le immagini di me che sono scopata da loro e, quando mi comunica il giorno della “festa”, ho quasi un orgasmo al solo saperlo. Un pomeriggio mi passa a prendere Kalambay, mi accompagna in un casale di proprietà di un suo cugino, sperduto in mezzo alla campagna e dove già trovo ad attendermi circa trenta persone, tutti senegalesi vogliosi di prendermi in ogni buco. Appena arrivata mi fanno spogliare, mostro un acquisto che ha fatto il mio amore: un paio di scarpe bellissime, con tacco da quindici e un plateau da sei; mi rendono più alta e soprattutto inarcano ancor più il culo, che quindi ne risulta più provocante; ero in mezzo a loro, che già si masturbavano. Vedere tutta quella carne viva e pulsante in attesa di potermi penetrare, mi porta ad un tale livello di eccitazione che mi inginocchio e comincio a spompinarli tutti. Le loro incitazioni mi eccitano tantissimo, sono come in trance, non capisco più nulla, voglio solo godere con tutti quei cazzi che, in fila, mi si parano davanti al viso. Dopo averli succhiati e messi in tiro tutti, mi fanno distendere supina su di un tavolo e prendono a scoparmi uno per volta. Uno dentro, uno in bocca ed uno per mano: che bello, sono fantastici! Godo, urlo il mio piacere che li incita ancora di più. Kalambay si distende su di una poltrona e mi infila dentro il suo mostruoso cazzo: lo sento arrivare direttamente nel ventre, poi, quando penso che uno mi sfonderà il culo, mi rendo conto che, invece, sta provando a penetrare nello stesso buco: la figa! Godo, urlo e impazzisco di piacere. Mi sfondano tutta, mi scopano in doppia davanti e poi anche uno dietro e uno davanti, mi fanno ingoiare un lungo cazzo e contemporaneamente ne sego due. Sono al massimo! L'orgia va avanti per diverse ore; ogni tre quarti d'ora, si fermano e mi lasciano riposare un poco, poi danno stura al grande finale: si sistemano in fila e ciascuno mi incula, ma noto che solo alcuni mi sborrano dentro, la maggior parte, invece, eiacula in un recipiente e, quando sono quasi stremata, mi fanno inginocchiare e, tutti in cerchio, mi passano il contenitore pieno di sborra e me lo versano sul capo, sul viso e su tutto il corpo. Manca poco che svenga dal piacere che provo nel vivere una simile esperienza. Tornando a casa, la sera tardissimo, Kalambay mi dice che, alla fine, sono stati trentotto maschi che mi hanno scopato. Mi accompagna fino al portone di casa, perché effettivamente non mi reggo in piedi. Nico apre, lui lo guarda e gli sorride.
«Sei un pazzo; io con una femmina così, non mi perderei una sola serata; questa sera è stata insuperabile; ci ha spremuti tutti ed erano davvero tanti.»
Gli dice, depositandomi fra le sue braccia.
Nico mi lava, mi mette a letto e mi lascia dormire anche per tutto il giorno successivo. La sera, quando a mala pena mi reggo in piedi, lui mi chiede della serata. Gli vorrei dire che sono impazzita di piacere, ma sembra quasi che manchi ancora qualcosa; ho scopato, goduto e mi hanno spaccato tutta, eppure...? Cosa c'è che ancora manca? Non capisco cosa possa essere. Una settimana dopo è lui stesso a farmi capire cosa mi manca.
«Amore, mi va di dirti che ho navigato molto su internet, ed ho scoperto che ci sono molti uomini che amano vedere la propria donna soddisfare altri maschi; mi sono eccitato moltissimo ad immaginarti alle prese con loro ed avrei deciso di partecipare anch'io la prossima volta, sempre che la cosa non ti dia fastidio. Ho capito che, se tu godi con loro, io devo condividere il momento in cui tu raggiungi l'apice del piacere, altrimenti la nostra complicità, il nostro scambiarci sensazioni non ha senso; se tu godi ed io non colgo quel momento, perderei le più belle sensazioni che possano esistere.»
lo bacio, lo abbraccio e, solo allora, capisco cosa stavo cercando: lui! Certo, se lui non mi vede godere, che senso ha tutto quel darsi da fare? Io potrei scopare con mille uomini, ma se non lo condivido con l'unica persona che amo, che piacere è? Aspetto con impazienza la prossima gang: non mi importa in quanti saranno; l'unico che vorrò lì con me, sarà lui, il mio amore.
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3 years ago
baxi18, 55
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Prima era la mia fidanzata troia, adesso diventa mia moglie puttana. terza parte. il giorno delle nozze.
Dopo questa esperienza, Augusto è entrato a far parte della nostra vita in maniera molto più incisiva. Scopava Sara anche in mia presenza e, in più di un’occasione, l'ha accompagnata presso la società bocciofila del suo amico, Carlo, datore di lavoro di Sara, dove un selezionato gruppo di persone mature potevano scoparla ripetutamente. L’ultima occasione è stata il campionato regionale, dove lei, vestita piuttosto sexy, ha consegnato i premi ai vincitori del torneo. In quell’occasione, sono stati in nove a godere sia della sua fica che del suo culo e, in più, ha fatto la conoscenza di Mattia, un fotografo professionista che, quando ha saputo che eravamo in procinto di sposarci, si è offerto di farci il book matrimoniale. Per parlare di tutti dettagli, una sera è venuto a casa nostra e, dopo una cenetta alquanto simpatica ed allegra, mentre io preparavo il caffè, lui è Sara si sono seduti sul divano e, quando son tornato con il vassoio, lei era già in ginocchio davanti a lui e gli succhiava avidamente il cazzo. Un bel membro, lungo e duro, sicuramente molto più del mio, che lei golosamente infilava tutto in bocca. Dopo un attimo di smarrimento, sono rimasto ad osservarla e lei, dopo averlo guardato negli occhi ed avergli sorriso, si è voltata verso di me e mi ha invitato a sedermi.
«Amore siediti e ammira questo splendido membro, che adesso voglio godermi fino in fondo. Guarda che splendida mazza e guarda come me lo godo, come lo succhio e mi farò riempire fino in fondo. Se vuoi puoi segarti, perché da ultimo ho visto che ti piace molto vedere la tua futura mogliettina fare la puttana con altri maschi.»
Mi sono seduto ed ha cominciato a segarmi lentamente, mentre lei, dopo aver leccato e succhiato a lungo quello splendido membro, si è sdraiata sul divano ed ha aperto le cosce, offrendo la sua fica già bagnata e fradicia. Lui si è inginocchiato ed ha affondato la sua lingua tra le pieghe della fica della mia futura moglie. Lei ha cominciato subito a gemere di piacere, poi lui ha allungato una mano e le ha scoperto il seno, titillandole i capezzoli, mentre si dissetava a quella fonte, da cui sgorgava nettare puro. Ad un tratto, lei lo ha afferrato per i capelli e lo ha trascinato su di sé con l’intento di farsi scopare. Lui non ha esitato un attimo e, appena poggiata la punta del proprio membro fra le labbra della sua figa, con un deciso affondo, le è entrato tutto dentro. Sara ha spalancato la bocca ed ha inarcato il corpo, cercando di reggere quella monta così impetuosa. Lui le è scivolato tutto dentro, poi è rimasto immobile; allora lei ha sollevato le mani verso di lui e, afferrato il suo viso, lo ha tirato verso di sé e lo ha baciato con ardore e passione. Lui, mentre rispondeva al bacio, ha cominciato a muoversi dentro e fuori, pompando quel corpo così meravigliosamente desideroso di godere. Sara ha impiegato poco a raggiungere un orgasmo molto intenso, che l’ha fatta fremere tutta, lasciandola quasi esausta. Lui è rimasto immobile, aspettando che lei si godesse quel momento di puro piacere, poi ha ripreso a scoparla a fondo, spingendo sempre di più dentro di lei quel membro grosso e duro. Lei ha goduto ancora e, dopo l’ennesimo orgasmo, si è girata verso di me e mi ha fatto avvicinare.
«Amore mio, voglio che mi metti il tuo cazzo in bocca, perché adesso voglio il suo nel culo e, mentre lui me lo sfonda tutto, voglio succhiare anche il tuo cazzo.»
Pertanto si è sfilato dalla fica quel membro lucente, bagnato dei suoi umori e si è girata appoggiandosi allo schienale del divano, offrendo così il culo. Lui ha appoggiato la cappella su suo buchetto che, dopo una lieve pressione, si è aperto accogliendolo tutto dentro con estrema facilità.
«Accidenti, amico! Questa troia ha il culo già così sfondato, che il mio cazzo è entrato, quasi fosse nella figa.»
Ho guardato Sara ed i suoi occhi brillavano di piacere, mentre lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a pomparla con decisione. Lei ha sollevato il capo ed ha preso il mio cazzo in bocca, appoggiando le mani ai miei fianchi; mi ha fatto restare immobile, mentre ad ogni affondo da dietro dell'altro, il suo corpo si spingeva in avanti e, a bocca spalancata, riceveva il mio cazzo fin dentro la gola. Era stupendo vedere come godeva, mentre entrambi le infilavamo i nostri membri energicamente, fin quando io, prossimo all’orgasmo, le ho afferrato la testa e tenendola bloccata ho mosso il bacino così da scoparla in bocca, fino a che le ho inondato la gola con il mio piacere. Lei ha serrato le labbra ed ha succhiato ogni singola goccia uscita dal mio cazzo. Anche Mattia, era giunto all’apice e, tenendola bloccata per i fianchi, ha preso a scoparla con maggior forza ed irruenza, fin quando, con un grido che non aveva nulla di umano, le ha riversato in culo tutto il suo piacere. Siamo rimasti per un lungo istante tutti e tre immobili, poi lei si è alzata ed è andata in bagno, non senza inginocchiarsi davanti a lui e pulirgli il cazzo di tutti i residui di sborra ancora presenti su di esso. Rimasti soli, lui, scrutandomi negli occhi, si è complimentato con me per quanto fosse troia Sara.
«È una femmina stupenda, come ce ne sono poche: sa godere dei piaceri del sesso e non ne fa mistero. In questi giorni, l’ho vista godere in mezzo a quei maschi maturi, giù alla bocciofila. Ho visto poche femmine godere così tanto nel farsi scopare da uomini maturi. Sei veramente fortunato ad avere una donna così e spero che la nostra amicizia duri a lungo. Per quanto riguarda il matrimonio, mi piacerebbe, oltre alle normali foto, creare un album fotografico molto particolare, con foto belle piccanti di voi due e, se sei d’accordo, anche un po’ porno.»
L’idea di avere delle foto piccanti di noi due nel nostro "wedding day", mi ha intrigato molto e, quando Sara è tornata, anche lei ha accettato, subito entusiasta; poi, dopo aver riflettuto un attimo, ha detto che aveva già in mente qualcosa di veramente carino. In men che non si dica, arriva la vigilia del giorno delle nozze e Sara, insieme ad Augusto, sono usciti da soli per l’addio al celibato, mentre io ero di turno in ospedale. È tornata a notte inoltrata e la mattina dopo era ancora a letto a dormire; così, solo nel primo pomeriggio, mi sono fatto raccontare come aveva trascorso la serata.
«Appena siamo usciti, ci siamo recati in un posto, dove le coppie fanno del carsex, ma, giunti sul posto, abbiamo visto delle persone che stavano litigando; allora ce ne siamo andati, per non trovarci invischiati nella rissa. Siamo arrivati al mare ed Augusto mi ha portato in un locale, che sta sul molo grande. Appena entrata, mi sono sentita addosso gli sguardi delle persone lì presenti; del resto indossavo solo una mini, dei sandali con tacco ed una camicetta, senza nessun tipo di intimo, che nulla nascondeva dei miei seni in bella mostra. Ci siamo avvicinati al bancone ed il proprietario, senza mezzi termini, ha chiesto ad Augusto se fossi stata disponibile a farmi scopare; lui si è girato intorno ed avendo notato le poche persone lì presenti, gli ha risposto che non ero altro che una puttana in cerca di cazzo. A quelle parole, il proprietario del bar ha abbassato la saracinesca e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha fatto sedere su uno dei tavoli al centro della sala e, senza dire niente, si è aperto la patta dei pantaloni ed ha tirato fuori un cazzo che si stava già indurendo. Poggiatami una mano sulla testa, mi ha chiaramente invitato a prenderglielo in bocca. Non era molto pulito e sapeva di piscio, ma questa cosa, anziché disgustarmi, mi ha eccitato ancora più. Anche gli altri si sono avvicinati e, ognuno di loro si è fatto succhiare il cazzo, mentre il primo mi ha aperto le chiappe e, con un affondo deciso, me lo ha piantato tutto dentro. Ho cominciato subito a godere nel sentirmi usata come una puttana; intanto loro mi scopavano in continuazione, facendomi godere, finché Augusto gli ha detto che dovevano prendermi in doppia e riempirmi anche il culo di sborra. Allora hanno cambiato sistema: uno di loro si è disteso ed io mi sono ritrovata impalata nel culo, con le cosce in alto, e subito un altro me lo ha piantato davanti, facendomi godere all'impazzata. Non so per quanto tempo mi hanno scopato, l’unica cosa che ricordo è che ho goduto così tanto da esser quasi svenuta, finché mi son trovata così piena di sborra, che mi colava da tutti i buchi perché abbondantemente riempiti. A quel punto, Augusto mi ha portato a casa, e mi ha messo a letto, dove tu mi hai trovato questa mattina. Inoltre ho deciso di invitare Augusto al nostro matrimonio e, per non destare sospetti fra i parenti, diremo che lui è l’autista della sposa e, per avvalorare questa tesi, lui ha messo a disposizione la sua Maserati. Spero che tu sia d’accordo.»
Durante tutto il racconto, il mio cazzo è diventato durissimo e, subito dopo che lei ha finito di parlare, le ho presentato il cazzo davanti alla bocca: lei lo ha succhiato e ingoiato all’istante, facendomi sborrare anche l’anima. Arrivato il giorno delle nozze, già al mattino Mattia è venuto a casa per scattare foto, di cui, alcune, anche di me nudo. Ero così teso, che il mio cazzo non voleva in nessun modo diventar duro, così lui si è avvicinato e mi ha sussurrato che, una volta uscito da casa mia, sarebbe andato casa di Sara e si sarebbe fatto fare un bel bocchino dalla mia futura moglie, di modo che, quando l’avrei baciata, avrei sentito, nella sua bocca, il sapore della sua sborra. Al solo immaginare quanto mi riferiva, il mio cazzo ha avuto un’erezione tremenda, così lui ha potuto scattare alcune foto, poi, ridendo, mi ha detto che potevo anche farmi una sega, mentre lui ora sarebbe andato a farsi fare il famoso bocchino. Ero un po' perplesso sul fatto che chiunque avrebbe potuto chiedersi come mai una persona del tutto estranea potesse guidare la macchina con all'interno la mia sposa, ed ora non era da sottovalutare anche il rischio sul proposito di Mattia a volersi far succhiare il cazzo da Sara. In piedi, davanti all’ingresso della chiesa, ho atteso con impazienza l’arrivo della mia fidanzata, che sapevo essere in macchina con il suo toro da monta preferito assieme a suo padre, che ignaro, l’avrebbe accompagnata all’altare, senza immaginare quanto fosse diventata puttana sua figlia. Quando è scesa dall’auto, io e Mattia ci siamo dati uno sguardo d’intesa; lui mi ha sorriso ed io mi sono avvicinato a Sara, che era bellissima nel suo vestito da sposa, che lasciava libere le spalle, mentre, davanti, il seno era ben in vista; così mi è giunta all’altare. Per tutta la cerimonia, ho aspettato l’attimo in cui avrei baciato la sposa, impaziente di sapere quale sapore aveva la sborra di Mattia. Al momento del bacio, Sara mi ha guardato, mi ha sorriso e, incollate le sue labbra alle mie, mi ha fatto conoscere, finalmente, il sapore del maschio, cui aveva appena fatto un pompino. Il resto della giornata è passato come da copione e, soprattutto, quando eravamo al ristorante, uno splendido casale in mezzo al verde, Mattia ci ha invitato a riuscire nel parco per fare qualche foto. Avremmo anche voluto fare qualche scatto un po’ piccante, ma la presenza continua dei nostri parenti, ci ha fatto desistere, per non rischiare domande imbarazzanti. Alla fine della giornata, quando tutti sono usciti dal locale, siamo rimasti solo io, mia moglie, Augusto e Mattia. Tutti e quattro siamo andati a casa nostra e, nel momento in cui ho sollevato la sposa per varcare la soglia di casa, il suo vestito si è aperto, scoprendo la coscia fasciata con delle autoreggenti bianche. Naturalmente lui ha immortalato subito l'evento con uno scatto e poi, dopo aver coperto la coscia, ne ha fatto un’altra per l’album ufficiale. Una volta tutti e quattro dentro, Sara ci ha fatto accomodare sul divano ed è sparita in camera nostra. Io guardavo Augusto e Mattia che, sornioni, mi guardavano sorridendo, finché non è ricomparsa Sara, più bella che mai: aveva indosso solo le autoreggenti e le scarpe con il tacco alto. Subito lo sguardo dei due maschi si è illuminato, mentre io sono rimasto un momento attonito, cercando di capire che cosa voleva fare. Lei, si è diretta espressamente verso di me, mi ha abbracciato e baciato, poi guardando loro, mi ha messo al corrente del suo progetto.
«Amore mio dolcissimo, oggi abbiamo coronato un sogno che stavamo coltivando da tempo, ma io, questa sera, vorrei, non solo instaurare la mia vita con te come moglie, ma anche iniziare un percorso fatto di complicità con te, che mi faccia diventare una troia vera e propria, una puttana capace di godere con altri maschi in tua presenza e, per far questo, vorrei che, nella mia prima notte di nozze, fossero questi due magnifici tori a farmi godere e riempirmi i buchi con il loro piacere. Poi mi aspetto che tu, da bravo e consenziente cornuto, ti adoperi per ripulire ogni traccia del loro piacere, per poi possedere il mio corpo, lasciando dentro di me anche il tuo piacere.»
Per un attimo sono rimasto alquanto sbigottito nell’apprendere che era desiderio di mia moglie che, nella prima notte di nozze, due maschi, diversi da me, dovevano farla godere, ma, scrutandola negli occhi, ho trovato l’amore che provava per me e, soprattutto, il piacere che gliene sarebbe derivato nel farsi ammirare mentre godeva con loro. Senza obiettare alcunché, mi sono spostato di lato e mi sono seduto su di una poltrona, mentre gli altri due hanno cominciato ad accarezzare il corpo di Sara, che ha preso a fremere, impaziente, per il desiderio di essere posseduta da quei maschi ben dotati. Mattia si è inginocchiato dietro di lei ed ha cominciato a leccarla da dietro, strappandole gemiti di goduria infinita, mentre Augusto l'ha fatta piegare a 90° e le ha offerto la sua splendida mazza da succhiare. Lei non si è certo risparmiata e, lentamente, ha cominciato ad ingoiare quello splendido membro che le occupava completamente la bocca.
«Meravigliosa! Sei una bocchinara stupenda! Dai, prendilo tutto dentro, che poi te lo pianto nel culo e ti faccio impazzire!»
A sentire le parole di Augusto, che elogiavano la bravura di mia moglie nel succhiargli il cazzo, mi è venuto subito duro e, così, ho aperto i pantaloni ed ho cominciato a segarmi lentamente. La cosa non è sfuggita a Sara, che si è girata verso di me e, sfilatosi per un istante il cazzo di Augusto dalla bocca, mi ha tassativamente vietato di sborrare.
«Mio dolce cornuto, non ti azzardare a venire, altrimenti mi vedrò costretta a chiedere a questi due stalloni di romperti il culo! Quando essi avranno riempito i miei buchi, tu dovrai leccare tutto il loro seme che ne sgorgherà e, solo allora, io vorrò che tu mi sborri dentro.»
Avvertivo su di me lo sguardo di pura devozione di quella donna che ora si stava preparando a prendere nel culo il cazzo di Augusto, mentre Mattia, davanti, avendole sollevato le gambe, le stava già piantando il suo nella fica. Hanno cominciato a scoparla con calma, senza fretta, facendola godere ripetutamente, mentre io, più di una volta, ho dovuto stringermi le palle fino a sentir dolore, per non venire; il primo a riempirle la fica è stato Mattia, che vi ha sborrato dentro con un grido rauco, poi si è sfilato e le ha offerto il cazzo in bocca per farselo pulire tutto.
«Brava, puttana! Adesso che ti ho farcito la fica per bene, puoi pulirmelo tutto, fino all’ultima goccia!»
Vedere la sua fica slabbrata, da cui già colava un rivolo di sborra bianca, mi ha fatto quasi venire e ho dovuto mordermi le labbra per non godere. Dopo qualche istante, in cui lei ha, con estrema cura, pulito il cazzo di Mattia, Augusto mi ha chiesto di mettermi disteso sul pavimento e, subito dopo, mi sono ritrovato la fica di Sara sulla bocca, mentre lei, piegata in avanti, si è trovata il mio cazzo duro davanti alle labbra e lui, da dietro, le pompava il culo, con un ritmo piuttosto sostenuto. Era impressionante vedere quel membro che sfondava il culo di mia moglie, mentre nella mia bocca colava tutto il piacere che Mattia le aveva scaricato in fica. Sara ha avuto un lungo e intenso orgasmo per la ricevuta doppia penetrazione e, mentre io assaporavo in bocca il cocktail di sborra di Sara/Mattia, lei si teneva il mio cazzo ben piantato in gola, serrandomi con forza le palle, affinché non sborrassi. Ad un tratto Augusto si è piantato tutto dentro di lei e, con un grugnito da autentico maiale, le è venuto dentro, scaricando nel culo tutto il piacere che aveva nelle palle. Ad ogni schizzo potevo osservare le vene di quel grosso cazzo tendersi e lui, ad ogni colata, lo sfilava sempre più, finché l’ultima l’ha espulsa tenendo la cappella appena appoggiata sull'ano, cosicché si è trasformata in un rivolo che è scivolato giù, ha attraverso la fica ed è giunto dentro la mia bocca. Lui si è tolto da quella posizione e si è sistemato davanti al viso di mia moglie in modo da farsi succhiare e pulire il cazzo; Sara, naturalmente, ha provveduto ad eseguire in maniera perfetta e precisa. Sono rimasto disteso sotto di lei, continuando a leccarla, mentre i due maschi si sono rivestiti e, salutandola, si sono complimentati con lei per quanto fosse diventata troia.
«Sei una troia meravigliosa; puttane come te, non ne nascono tutti i giorni e, soprattutto, è stato immensamente bello poterti scopare la prima notte di nozze, per rendere tuo marito indiscutibilmente cornuto, ma anche veramente fortunato ad avere una moglie puttana come te. Spero che in futuro avremo modo di passare altre serate insieme. E tu, da bravo cornuto, continua a leccare ed a ripulire i buchi di questa magnifica femmina.»
Senza aggiungere altro, se ne sono andati, mentre lei si è di nuovo tuffata sul mio cazzo e, dopo averlo preso in bocca, lo ha succhiato; poi si è sollevata e si è impalata su di me, infilandoselo tutto nella fica. La sentivo calda e bagnata, ancora pregna della sborra che gli aveva riversato dentro Mattia e lei, movendosi avanti/indietro ha avuto un orgasmo e poi, dopo essersi abbassata su di me ed avermi baciato per assaporare dalla mia bocca il sapore di quei due maschi, mi ha guardato con occhi languidi e mi ha invitato ad incularla. L’ho sollevata, l'ho sdraiata sul divano, e tirate su le sue gambe, fino a farmi appoggiare i talloni sulle spalle, ho appoggiato il mio cazzo sul suo buco di culo ancora aperto e, con un affondo deciso, l'ho spinto tutto dentro. Ovviamente sentivo il mio cazzo che sguazzava allegramente in quel buco di culo pieno del piacere dell’altro maschio, ma questa sensazione, invece che amareggiarmi, mi ha eccitato ancora di più e, dopo averla scopata quasi con violenza, sono venuto e, dopo il primo schizzo dentro di lei, sono uscito e mi sono svuotato sul suo corpo. Il secondo ed il terzo schizzo le hanno bagnato il seno fino alla gola e lei, sorridendo, si è compiaciuta con me.
«Bravo! Bravo il mio amore cornuto, così si fa! Devi sempre avere degli schizzi generosi e violenti da ricoprire il mio corpo ogniqualvolta mi farò scopare da un altro maschio; alla fine della sessione di sesso che mi godrò con altri, l’ultima sborrata dovrà essere sempre la tua.»
Nel sentire quelle parole, il mio cazzo è rimasto ancora più duro e, senza nessuna esitazione, l’ho appoggiato alla sua fica e gliel'ho spinto dentro, continuando a pomparla sempre più velocemente, facendola godere ancora. Sfiniti siamo andati a letto. Il giorno dopo, Augusto ci ha accompagnato all’aeroporto, da dove siamo partiti per la nostra luna di miele. Naturalmente, anche in questa occasione, lei, durante il tragitto, si è seduta sul sedile posteriore e, mentre io guidavo, si è fatta scopare da Augusto che, quando è venuto, le ha scaricato in bocca tutto il suo nettare.
Anche durante il viaggio di nozze, si sono verificati non pochi momenti, in cui ho potuto verificare quanto mia moglie fosse diventata troia, per me è cominciato il periodo più bello della mia vita.
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3 years ago
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Prima era la mia fidanzata puttana. parte seconda. a breve diventerà la mia moglie troia.
Mi chiamo Antonio, sono alto un metro e settanta, per settantacinque kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, e ho completato il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni, con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta un metro e cinquanta, per cinquanta kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Poco tempo dopo che ho finito il tirocinio, quando mancano appena tre mesi al nostro matrimonio, Sara ha ereditato una bella casetta a schiera nel quartiere vecchio della nostra città. Comunque sono case costruite in una zona abbastanza bella, che meritava una certa ristrutturazione, ma idonea a concederci la possibilità di convivere, quindi abbiamo provveduto a fare una bella ristrutturazione. Anche la casa accanto alla nostra era in vendita da quasi un anno, ma nessuno sembrava interessato ad acquistarla. Io e la mia fidanzata abbiamo pensato che, forse, il prezzo richiesto era troppo alto. È una casa molto bella, con molti extra, ma decisamente troppo cara. Solo quando il prezzo è stato ridotto, in solo pochi giorni è stata venduta. Un pomeriggio abbiamo conosciuto il nuovo vicino. Il suo nome è Augusto ed ha 50 anni; divorziato per 15 anni, non si è più risposato. Una grande azienda commerciale lo ha assunto come dirigente, perché effettivamente è una persona che non sa stare senza far nulla; sa fare di tutto e noi ci siamo subito sentiti tranquilli ad avere un vicino come lui. Ad esempio, mi ha consigliato come ornare il giardino e altre piccole cose molto utili, nelle quali sono davvero una frana.
Ho notato che Sara era molto ben disposta verso di lui; spesso li vedevo parlare fra loro e ridere di gusto. Il suo aspetto fisico è alto e muscoloso, magro, molto bello ed educato. Quasi ogni volta che lo vediamo, durante la sera o nei fine settimana, indossa solo un paio di pantaloncini da jogging. Ha un'abbronzatura incredibile! Ci sono cose di lui che mi piacciono molto, cosi ho iniziato ad elaborare nella mia mente l'immagine di lui con Sara. Di recente ho iniziato a stuzzicare Sara, evidenziando di aver notato con quanto interesse Augusto la guardasse. Lei si schermiva, sostenendo che lui aveva ben ventiquattro anni più di lei, che era canuto e che, probabilmente, non gli si rizzava più; perciò che importanza poteva avere il fatto di esser attratto da lei? Ma io insistevo, ribadendo un vecchio detto delle mie parti:
«Sol perché c'è neve sul tetto, non significa che non ci sia fuoco nel camino.»
Intanto, però, ho capito che questi miei discorsi avevano fatto breccia in Sara, tant'è che ha cominciato ad osservarlo con sempre più interesse. Ma adesso voglio che sia lei a raccontare il suo punto di vista sulla storia.
Sara
Quello che il mio adorato marito, nonché meraviglioso cornuto, ignora, e che io conosco il nostro vicino da prima di lui. L’azienda dove lavora è sempre a stretto contatto con la mia e quando lui, la prima volta, è venuto a parlare con il mio capo, gli avevo sentito dire che stava cercando una casa dove poter vivere. A quel punto, sono stata proprio io a suggerirgli di acquistare quella vicina alla nostra, cosa che lui ha fatto con immenso piacere, perché quando mi ha visto per la prima volta, ha indugiato a lungo con il suo sguardo su di me e questo mi ha fatto bagnare oltremodo. Naturalmente, in seguito, quando per la prima volta mi ha visto insieme ad Antonio, si è reso conto che io non avevo riferito al mio fidanzato del suggerimento datogli e questo lo ha spronato ad esser più audace con me. In ordine a quella circostanza, avevo preferito tacere col mio fidanzato, perché volevo vedere fin dove il tizio si fosse spinto con me, avendo intuito che, come persona matura, ma dall’aspetto ben curato, aveva suscitato il mio interesse. Così ho iniziato ad abbigliarmi in maniera più audace, soprattutto quando ero in giardino o quando, per un qualche motivo, dovevo entrare in casa sua assieme ad Antonio. Mi è stato subito chiaro che ad Antonio piaceva che Augusto mi guardasse e non cercasse di nascondere che mi stava ammirando, soprattutto mi intrigava molto sentirmi desiderata da quel maschio, così affascinante. Naturalmente il gioco eccitava molto anche il mio fidanzato, che non perdeva occasione, la sera, nel nostro letto, per scoparmi con foga e rinnovato vigore. Poi, un sabato mattina, mentre Antonio era fuori, impegnato con degli amici a fare un giro in bici, ho visto che, alla porta di Augusto, si sono presentati due uomini più o meno della sua stessa età. Uno lo conoscevo bene, perché altri non era che il mio capo, mentre l’altro era sicuramente il proprietario dell’azienda dove lavora Augusto e questo mi ha intrigato molto. Da tempo, sento su di me, lo sguardo del mio capo ed ho capito che vorrebbe scoparmi, ma è anche evidente il fatto che, essendo una sua dipendente, non può spingersi oltre certe formalità di facciata. Ora, però, a vederli tutti e tre seduti vicino alla piscina, a ridere e scherzare, mi ha provocato una certa voglia di giocare un po’ con loro. Così, indossata una delle canottiere di Antonio, che su di me appariva come un prendisole corto, ho suonato alla porta del vicino. Augusto è venuto ad aprire e, dal modo in cui mi ha guardato, ho capito che si è fatto un'idea di quella che poi era la realtà: quella canottiera era l'unico indumento che avessi addosso.
«Scusami, mi era venuta voglia di un caffè, ma ho scoperto che abbiamo finito le cialde. Posso approfittare della tua ospitalità?»
Dopo un attimo di stupore, mi ha invitato ad entrare e, appena dentro, ho notato una mal celata semi erezione nei suoi pantaloncini, messi su per venir ad aprire la porta. Augusto si è reso conto che avevo notato l'effetto che gli avevo provocato, ma, soprattutto, ho intuito che fosse felice nel sapere che me ne fossi accorta.
«Accomodati pure, lo stavo preparando anche per i miei ospiti, che saranno di sicuro felici di poterlo gustare insieme te.»
Dalla cucina, siamo passati sul retro della casa, dove, una volta fuori, seduti sulle sdraio accanto alla piscina, c’erano le persone che avevo visto entrare. Carlo, il mio datore di lavoro, si è subito alzato in piedi, e mi è venuto incontro.
«Buongiorno Sara, mi fa molto piacere vederti; posso presentarti Luigi, il proprietario dell’azienda dove lavora Augusto?»
L’altro si è alzato in piedi ed è venuto subito verso di me; senza staccarmi un attimo gli occhi di dosso, ha preso la tazzina di caffè che gli offriva Augusto e l’ha offerta a me, in evidente segno di cortesia.
«Il piacere è tutto mio e, non sia mai detto che, in presenza di una signora, io riceva una cosa prima di lei.»
in un attimo, mi sono trovata stretta fra quei tre maschi stupendi, che mi stavano spogliando con gli occhi. Luigi indossava un paio di pantaloni bianchi molto attillati e, subito, il mio sguardo si è posato sul pacco gonfio e ben evidente che lui teneva in bella mostra. Anche Carlo aveva una palese erezione che non nascondeva per niente, mentre io avvertivo, dentro di me, il forte desiderio di giocare con tutti e tre. Dopo aver sorseggiato il caffè, mi sono girata piegandomi a 90°, ed ho poggiato la tazzina sul piccolo carrello da giardino. Quel mio movimento ha reso evidente a tutti che indossavo solo quella maglietta e, giratami di nuovo, ho letto la libidine nei loro volti, mentre i loro cazzi, belli gonfi, premevano contro la stoffa dei pantaloni, quasi a volerla bucare. Augusto mi si è avvicinato e, allungate le mani sull'orlo inferiore della maglietta, me l'ha sfilata sopra la testa, con me che alzavo le braccia per consentire la manovra.
In un attimo mi sono ritrovata nuda davanti a loro. Tutti e tre mi guardavano con occhi carichi di desiderio; io, allora, senza dire una sola parola, mi sono inginocchiata davanti a lui e, infilati i pollici dentro l'elastico dei suoi pantaloncini, li ho tirati giù. Il suo sesso, lungo e duro, è balzato fuori come una molla, proprio davanti al mio viso. Con la mano destra ho iniziato a maneggiare le sue palle. Il suo cazzo duro svettava davanti alle mie labbra ed io mi sono sporta in avanti per prenderglielo in bocca. Prima, con la mia lingua, ho esplorato la sua asta ed ho voluto saggiarne la virilità. Bello, duro e profumato, me lo sono spinto giù in gola, fin quando il mio naso non si è infilato tra i peli del suo inguine; lui hai emesso un gemito di piacere ed un apprezzamento per quello che stava ricevendo.
«Meravigliosa! Sara, sei una bocchinara stupenda!»
Anche gli altri due si sono avvicinati e i loro cazzi tesi e duri aspettavano di essere succhiati da me, che già mi stavo sbrodolando fra le cosce. Le parole di Carlo, hanno ancora di più incendiato i miei sensi.
«Finalmente! Con quella rompiballe di mia moglie sempre in giro per l’ufficio, non sono mai riuscito ad assaporare la bocca di questa troietta. Ho sempre saputo che era una puttanella pronta a succhiare ogni cazzo, ma purtroppo non ne avevo ancora assaporato le labbra e oggi, già che ci sono, voglio anche riempire i suoi buchi.»
Dopo quelle parole, ha appoggiato una mano sulla mia testa e mi ha fatto girare verso di lui; mi ha infilato il suo cazzo direttamente giù per la gola. Un po’ più corto di quello di Augusto, ma decisamente più grosso in circonferenza, ho faticato un po’ ad ingoiarlo tutto. Dopo aver leccato tutta l’asta, fino a scendere alle palle, che ha succhiato facendolo gemere di piacere, sono risalita ed ho accolto la cappella fra le labbra, succhiandola avidamente.
«Meravigliosa! Lo sapevo che eri una succhiacazzi stupenda! Dai, succhialo per bene che te lo voglio piantare tutto nel culo! Sì, tutto nel culo, troia, perché è una cosa che desidero dal primo giorno che sei stata assunta.»
Le sue parole mi mettevano le farfalle allo stomaco e, intanto, sentivo la fica ancor più bagnata. Anche Luigi si avvicinato e mi ha offerto il suo cazzo da succhiare. Dei tre era decisamente quello che lo aveva più lungo, ma in quanto a spessore era certamente il più sottile. Ho giocato con entrambi, alternandoli nella mia bocca, mentre Augusto si era inginocchiato dietro di me e ora le sue mani giocavano all’interno dei miei buchi, ormai fradici e pronti a ricevere queste tre mazze stupende.
«Ragazzi è fantastica! Questa troia è già tutta bagnata! Le ho messo due dita nel culo e si è aperto subito, immediatamente. Dal primo momento che l'ho vista, ho immaginato che fosse una gran puttana ed ora prendo atto che la mia prima impressione era quella giusta.»
Mi sollevano in piedi e, subito, Carlo si sdraia supino sopra uno dei lettini della piscina, attirandomi su di sé. Lo scavalco, gli monto sopra e, afferrato il suo grosso cazzo, lo punto con decisione fra le labbra della mia fica, che sta già sgocciolando dal piacere. Mi lascio andare su di lui e me lo sento entrare tutto dentro; mi apre e dilata la fica, facendomi subito gemere di piacere. Mi sento aperta e riempita nello stesso tempo, da quel cazzo stupendo, che ora mi fa anche godere. Ho giusto il tempo di abituarmi alle dimensioni di quel membro ben piantato nel mio ventre, che subito Augusto mi spinge allo scopo di farmi sdraiare sul petto di Carlo, così da poter posizionare il suo cazzo sul forellino posteriore, che, alla prima pressione, cede e lo lascia entrare tutto fino in fondo. Mi sento piena, riempita da quelle due mazze stupende, che ora mi sfondano culo e fica, alternandosi nei movimenti, che hanno sincronizzato alla perfezione. Vorrei urlare il mio piacere, ma ho la bocca piena perché Luigi, senza nessuna esitazione, mi ha offerto il suo cazzo da succhiare. Mi tiene ila testa bloccata fra le mani e, mentre gli altri due mi sfondano i buchi, lui mi scopa la bocca, spingendo lentamente tutto il suo lungo membro fin giù nella mia gola. Godo di orgasmi a catena, senza più capire dove finisce uno e ne cominci un altro. Improvvisamente, mi sento di nuovo sollevare, e ora è il cazzo di Carlo che si appoggia sul mio culo ben aperto e, con un semplice affondo, lo spinge tutto dentro di me. Sento le pareti anali stirarsi e, nello stesso tempo, aprirsi per accogliere tra loro quella grossa mazza, che ora mi sta slargando il culo. Luigi chiede ad Augusto il piacere di scoparmi e lui, da perfetto padrone di casa, gli lascia il posto nella mia fica; è un attimo e sento quello prendere posto nella fica, mentre Augusto mi infilare il suo grosso uccello in bocca. Come non godere anche in questa nuova situazione? Luigi mi spinge con ritmo sostenuto il suo cazzo dentro, che sento strusciare contro quello di Carlo, che mi sta letteralmente sfondando il culo. Godo e urlo il mio piacere, alternando il cazzo di Augusto nella mia bocca. Dopo l’ennesimo orgasmo, che ha fatto tremare tutto il mio corpo, sento Luigi che aumenta il suo ritmo e ben presto si svuota dentro di me.
«Eccomi! Sto sborrando dentro di te, troia! Ti inondo la fica, vacca!»
Un getto caldo, inonda il mio ventre, mentre quel cazzo continua a pomparmi come una furia. Provo un nuovo orgasmo, mentre sento che anche Carlo si muove, cercando di raggiungere il suo piacere, ma Luigi si sfila da me e lascia il posto ad Augusto, che lo sostituisce. Prendo il cazzo di Luigi in bocca, ancora sporco del suo piacere, ma ancora abbastanza teso e duro, mentre vengo penetrata con forza da Augusto, che non smetteva di chiavarmi con la sua verga dura come il marmo. Lo sento scivolare alla grande perché ben lubrificato dallo sperma dell'altro, che ora inizia a colare dalla mia fica slabbrata. Anche lui mi pompa con ritmo veloce, ma è Carlo che chiede all’amico un ennesimo cambio. Dopo avermi fatto godere ancora una volta, i due mi fanno cambiare posizione. Ora sono inginocchiata sul lettino, con Carlo posizionato dietro di me, che mi scopa in maniera vigorosa e sostenuta. Sento i suoi colpi affondare con decisione dentro la mia fica e, ad ogni colpo, fuoriuscire schizzi di sborra, di cui la mia vagina è ormai piena. Improvvisamente anche lui si pianta tutto dentro di me e mi riempie con il suo nettare.
«Finalmente! Finalmente, ti sborro dentro! Senti come ti riempio la fica, troia!»
Sentire i suoi schizzi caldi riempirmi la vagina, mi provocano ancora un orgasmo, che quasi mi fa svenire, mentre continuo a succhiare il cazzo di Luigi, con Augusto che, silenziosamente, ci osserva e si sega. Dopo poco, Carlo, che si è completamente svuotato dentro di me, sfila il suo cazzo ancora barzotto e me lo porge davanti alla bocca. È Luigi, che ora si sdraia sul lettino e mi fa salire su di sé, però voltata di spalle. Apre le mie natiche e, appoggia il suo lungo uccello al mio culo, lo penetra con un solo affondo. Lo sento arrivarmi fin dentro lo stomaco, mentre lui afferra i miei seni e mi trascina su di sé. Ho le cosce aperte, la fica slabbrata, da cui cola tutta la sborra che vi hanno riversato fino a quel momento e subito Augusto approfitta di nuovo e mi penetra con forza. Serro le labbra sul cazzo di Carlo e succhio, mentre lui mi incita a farlo tornare duro, perché vuole sborrare anche nel mio culo, mentre ora Augusto mi pompa con un ritmo forsennato; mi sta sfondando la fica e mi fa raggiungere un nuovo orgasmo da infarto. Mentre tremo, scossa dal piacere, sento che anche lui raggiunge il suo orgasmo, svuotandosi dentro di me.
«Eccomi! Ci sono anch’io! Senti come ti riempio la fica, vacca!»
Un’ennesima ondata di calore si riversa nel mio ventre, mentre godo sotto i colpi di questi due maschi, che mi fanno veramente impazzire di piacere. Augusto resta per un tempo che mi sembra infinito nella mia fica, poi esce ed io avverto l'impressione come se mi fosse stata staccata qualcosa dal corpo. Non ho molto tempo per reagire, perché Luigi mi gira di lato e prende a fottermi il culo come un treno e, ben presto, anche lui si svuota dentro di me.
«Meravigliosa! Sei una troia meravigliosa! Ecco, ti riempio il culo!»
Gli sento spingere il suo cazzo fino in fondo, restare immobile e subito una sensazione di caldo bollente, comincia a riempire il mio retto, mentre dalla mia fica slabbrata, cola tutta la sborra che vi è stata riversata dentro. Luigi si sfila, mentre Carlo mi afferra per i fianchi e mi fa inginocchiare, sempre stando sul lettino e, senza soluzione di continuità, mi penetra il culo, con il suo grosso attrezzo. Mi tiene stretta per i fianchi e mi chiava il culo come un pazzo scatenato, mentre io ho ancora la bocca piena del cazzo di Augusto, che sto succhiando onde scongiurare che possa afflosciarsi. Carlo è talmente eccitato per aver avuto l'occasione di sfondarmi il culo, che mi pompa con un ritmo fortissimo e mi procura un piacere particolare. In effetti, quando vengo scopata nel culo, godo molto di più e questo mi dà una sensazione ancor più spiccata: mi fa sentire una vera troia succhiacazzi e rotta in culo.
Lo sento piantarsi dentro di me e subito il suo grido di piacere viene seguito dal calore della sua sborra, che mi riempie il culo.
«Sborro! Ti sborro nel culo, troia! Finalmente! Ho sempre desiderato da matti poterlo fare ed ora prendila tutta nel culo, questa mia sborrata!»
Anche lui si svuota dentro di me e, quando si sfila, il suo posto viene preso da Augusto.
«Lasciami posto, perché voglio inondare il culo di questa vacca!»
Mi entra dentro, come un ariete impazzito, spingendo il suo grosso cazzo, fino in fondo. La sua attività è agevolata dalla larghezza, tipo voragine, assunta dal mio culo, ma e soprattutto dalla abbondante lubrificazione fornita dalle precedenti eiaculazioni. Alla fine anche lui si svuota dentro di me. Gli sento farcire il mio culo con tutto il suo piacere, poi anche lui lentamente si sfila ed io, sfinita, mi distendo sul lettino, mentre dai miei buchi, ridotti a tunnel, cola tutto il piacere che questi tre maiali mi hanno riversato dentro.
Antonio
Mentre sono in giro in bici, uno dei miei amici cade e riporta delle escoriazioni che necessitano di cure mediche. Dopo averlo accompagnato al pronto soccorso, decidiamo che per oggi la giornata finisce così, quindi rientro a casa mia e, passando dal garage, salgo direttamente in casa, convinto di trovare mia moglie. Salgo al secondo piano e, entrato in camera mia, mi spoglio nudo e mi faccio una doccia. Quando esco dalla doccia, mi avvicino alla finestra del bagno per aprirla e permettere la fuoruscita del vapore prodotto dalla doccia. Quello che vedo oltre la finestra, mi sconvolge e mi eccita non poco. Dall’altro lato del giardino, c’è Sara stretta fra tre maschi. La stanno scopando ripetutamente, facendola godere all'impazzata. Sono immediatamente eccitato ed il cazzo, divenuto duro con il marmo, quasi mi fa male. Mi sego con furia e subito sborro con tre schizzi che scarico nel water. Ancora stordito dal piacere, apro ancor di più la finestra e mi avvicino, mentre vedo che quei maschi, a turno, tutti e tre, le sborrano in figa. Per un attimo, avverto, dentro di me, il terrore, perché non ricordo se Sara si trovi o meno nei giorni fecondi. L’idea che quei tre maschi la stiano ingravidando, mi fa tremare le vene, ma, nello stesso tempo, mi eccita così tanto, che sono costretto a segarmi di nuovo. I tipi, dopo averla scopata e ben farcita, la salutano tutti e tre e, quindi, lei raccoglie una mia T-shirt e torna verso casa, mentre sento i complimenti che quei maschi ancora le rivolgono.
«Accidenti! Che troia stupenda, hai per vicina di casa!»
Non conosco la persona che ha detto questo, mentre gli altri due, si compiacciono e concordano con l’amico che ha perfettamente ragione. È il mio vicino di casa, che si gira verso di me, e per un attimo i nostri occhi si incrociano.
«Lo sapevo che era una gran puttana, lo avevo sempre immaginato e sono sicuro che quel cornuto del suo fidanzato ne è ben consapevole, oltre che felice.»
Pronuncia queste parole mentre sento Sara salire le scale ed entrare in camera. Per un attimo, si mostra sorpresa, mentre io faccio cadere l’accappatoio e nudo, mi giro verso di lei con il cazzo ancora durissimo. Lei, dopo un attimo di indecisione, viene verso di me, mi bacia e mi abbraccia, stringendomi forte. Sento sul suo corpo, l’odore dei maschi che l’hanno scopata e farcita, ma lei, subito si inginocchia, prende il mio cazzo in bocca e lo succhia, mentre io sono costretto ad appoggiarmi alla finestra, perché sento le gambe cedere per il piacere che sto provando. Così eccitato, la faccio sollevare e, giratala l’appoggio alla finestra; l’afferro da dietro e la penetro con un colpo solo. Sento la sua vagina aperta, sfondata, colma di seme maschile, da cui sta colando di tutto. La scopo come un pazzo e lei urla il suo piacere; lo fa così forte che i tre, dall’altro lato del giardino, si girano a guardare la scena, mentre quello che so essere il suo datore di lavoro, parla con gli altri due.
«Guardate come se la sta scopando quel cornuto e, sicuramente, la troverà ben aperta e lubrificata. Domani pomeriggio ho un piccolo torneo presso l’associazione bocciofila di cui sono socio, chissà se tu, Augusto, sei libero e puoi portare questa troia a vedere la gara, così che, tra una partita l’altra, ci facciamo succhiare un po’ il cazzo.»
Augusto sorride e, mentre io sto sborrando dentro la fica di mia moglie, che gode ancora, lui assicura che parlerà con me e cercherà di convincermi a lasciar andare Sara a vedere quella piccola gara, dove, certamente, ci saranno dei maschi maturi: il genere che lei preferisce e che potranno riempirla in ogni buco. Dopo essermi svuotato in lei, mi sfilo, lei si gira, mi abbraccia e mi bacia con passione, mentre io sono ossessionato da un dubbio.
«Amore, quei tre maiali ti sono venuti dentro? Ma non eri nei giorni fertili?»
Lei mi bacia e mi abbraccia, poi, sorridendo, si prende un po’ gioco di me.
«Amore, dolce cornuto, scommetto che ti eccita l’idea di avere la tua dolce mogliettina puttana, farcita e ingravidata da quei tre maiali. Lo sento come preme il tuo cazzo, mentre ti dico queste parole, ma, purtroppo, ti sei dimenticato che, dal mese scorso, ho di nuovo iniziato a prendere la pillola.
Però riconosco che mi piace l’idea che ti ha eccitato: esser cornuto in maniera così permanente.»
La stringo e la bacio, mentre penso che fra tre mesi ci sarà la cerimonia in cui io e lei ci sposeremo. Non oso nemmeno pensare, a ciò che sarà quel giorno.
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3 years ago
baxi18, 55
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La mia fidanzata è una puttana! mi scopro cuckold. prima parte.
Mi chiamo Antonio, sono alto1,70, per 75 kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, che sta completando il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta 1,50 per 50kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Siamo una coppia abbastanza affiatata, con un bel gruppo di amici, con i quali, spesso e volentieri, usciamo per vivere serate all’insegna del divertimento e dello svago. Fra di noi c’è una bella intesa e, nel sesso, la trovo sempre soddisfatta da me, che non sono un superdotato. Le piacciono molto i preliminari, in specie quando raggiunge l’orgasmo nel farsi leccare la fica o masturbare a lungo. Quando invece la scopo, aspetto sempre che lei raggiunga l'orgasmo e poi le riverso dentro tutto il mio piacere. È molto brava nel succhiare il cazzo e lo ingoia facilmente, anche perché, come ho detto, il mio non è né troppo lungo e nemmeno troppo grosso, ma questo a lei sembra non dispiacere affatto. Per reciproca comodità, abbiamo deciso di convivere e all’inizio abitavamo in un miniappartamento, costituito da un angolo cottura, un piccolo salone ed una camera con bagno, il tutto in pochi metri quadri. Ci piace molto vivere assieme e quando, circa sei mesi fa, a seguito della dipartita della nonna materna, ha ereditato una bella villetta a schiera, grande e spaziosa, anche se un po’ datata, abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione per renderla più funzionale ai nostri bisogni, facendola diventare il nostro nido amore.
Per fare questi lavori, ci siamo rivolti ad un geometra, conosciuto da lei per aver fatto dei lavori nel condominio dove abitano i suoi genitori.
Il signor Giuseppe è un uomo sulla cinquantina, ben portati, spalle larghe, mani forti e robuste, dal carattere piacevole ed allegro. Subito si è reso disponibile ad organizzare e realizzare i lavori, che noi avevamo in mente di fare in quella casa. Tutti e tre abbiamo fatto un sopralluogo per stabilire ciò che era assolutamente necessario o urgente da fare: ad esempio il rifacimento di entrambi i bagni, la sostituzione delle tubature e della caldaia, posta in una piccola nicchia esterna, su uno dei due ampi terrazzi; questo avrebbe inevitabilmente comportato il rifacimento dell’intero pavimento del salone, sotto cui sarebbero passate le tubature. La volta successiva, ci siamo trovati ancora in quell'appartamento insieme a lui e ad una squadra di cinque persone, di cui lui si avvale per realizzare ristrutturazioni e dove ciascuno è esperto in un apposito settore. Mi sono trovato davanti cinque persone dall’aspetto imponente e massiccio. La particolarità consisteva nel fatto che erano tutti rumeni e, premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di queste persone, il loro modo di fare mi ha subito messo in allarme: fra essi vi era molta intesa e, soprattutto, tutti, nessuno escluso, staccava gli occhi dal corpo della mia fidanzata. Lei quel giorno indossava un semplice paio di jeans attillati ed un maglioncino che le modellava il seno; a completamento della mise, un semplice paio di scarpette da ginnastica, la rendevano, nell'insieme, una gradevole e bella visione; essi hanno posato a lungo gli occhi sul corpo di lei, che non credo abbia notato tutto questo interesse, in quanto presa dal parlare con il geometra e, di volta in volta, a seconda dell’argomento, con ciascuno dei cinque, mentre gli altri quattro se la mangiavano con lo sguardo.
Li osservavo, stando un po’ in disparte e, dentro di me, ho sentito una strana inquietudine, un misto di sensazioni contrastanti, che andavano da una folle gelosia ad una terribile eccitazione; sensazioni altalenanti che proprio non riuscivo a conciliare e tenere a freno. I cinque erano comandati da Dimitri, il più imponente di loro, colui che, in pratica, aveva creato quell’insieme di maestranze per realizzare ogni tipo di lavori. Subito dopo di lui c’era Pavel, forse il meno imponente fra i cinque e, a seguire, Igor, l’esperto d'idraulica e, sicuramente, quello dall’aspetto un po’ più inquietante, avendo le braccia coperte da tanti tatuaggi ed i capelli quasi rasi a zero. Il quarto, dal nome impronunciabile, che tutti chiamavano semplicemente Pietro, era il più taciturno, ma, nello stesso tempo, era quello che non smetteva un solo istante a mangiarsi la mia ragazza con lo sguardo. Infine Andrei, che non ho capito quale fosse la sua mansione, era sicuramente quello più loquace, che chiedeva sempre a Sara il parere su ogni cosa. Dopo aver stabilito tutto quanto, abbiamo dato inizio ai lavori, che si sarebbero dovuti protrarre per circa una decina di giorni. Dopo circa tre giorni, ci chiama Giuseppe, il geometra, e ci prega di passare a casa essendo giunto il momento di scegliere i materiali da sistemare nel bagno ed il pavimento del salone. Era una giornata particolarmente calda, io indossavo un paio di pantaloncini corti, e una semplice T-shirt, mentre Sara indossava un vestito leggero, bianco abbastanza trasparente, dove sotto si intravedeva, l’intimo bianco che, anche se non particolarmente sexy, la rendeva comunque un conturbante vedere. Giunti nella casa, abbiamo trovato solo il cinque personaggi sopra descritti e, subito, si sono attivati a spiegare, rivolgendosi soprattutto a lei, le scelte a farsi. Per prima cosa, ci hanno mostrato le mattonelle del pavimento del salone e, per fare questo, hanno invitato Sara ad avvicinarsi alla grande finestra, da cui proveniva molta luce, nonché il sole, elemento fondamentale per valutare il riflesso sulla mattonella. Lei non si è resa conto che, posizionatasi con la mattonella, fra loro ed il sole e piegandosi in avanti, il suo vestito è divenuto ancora più trasparente. Vista in controluce, si potevano intravedere benissimo le sue splendide forme, il suo meraviglioso culo che, anche se era coperto da una casta mutandina, era comunque un gran bel vedere. Anche in quest’occasione, ero leggermente più indietro rispetto agli altri, che le stavano tutti intorno ad attendere la sua decisione. Quando lei si è abbassata sulle ginocchia, per cambiare una mattonella con un’altra, il vestito è leggermente salito ed una bella porzione delle sue splendide cosce bianche è stata esposta alla vista di tutti. Tutti si sono guardati e, in particolare, Igor e Pavel, si sono scambiati un’occhiata d’intesa, mentre, a mia volta, in quel momento ero di nuovo assalito da quelle sensazioni contrastanti, che assumevano sempre più il sapore di un misto di gelosia/eccitazione nell'osservare di quanto desiderio fosse oggetto la mia fidanzata. Anche Dimitri la guardava da vicino e, forse, tra i cinque è stato quello che, essendo davanti a lei, ha goduto di più dello spettacolo offerto dalle sue cosce, al punto che, quando si è girato verso gli altri, ho visto che si inumidiva le labbra con la lingua; ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di notare un notevole rigonfio all'altezza del pacco; inoltre, guardando verso gli altri, ho notato che anch'essi avevano i pacchi gonfi e, questo, dentro di me, non ha fatto altro che aumentare il mio senso di inquietudine.
Dopo il salone, siamo passati al bagno, il più grande dei due; oltre a Sara, sono entrati Dimitri, Pavel e Andrei, mentre gli altri due si sono fermati sulla soglia, con me dietro che, a malapena riuscivo a vedere quello che succedeva dentro. Mentre parlavano, Dimitri l’ha fatta posizionare nell’angolo dove sarebbe stata installata la doccia che, creata in muratura su tre lati, era opportuno stabilirne le dimensioni.
«Signorina, venga qui, immagini di essere all’interno della sua doccia e ci dica se lo spazio creato sia sufficiente.»
Nel dire questo, lei si è ritrovata con Pavel sul lato destro, che simulava essere una parte del muro, mentre Andrei, era l’altro muro sul lato sinistro, mentre Dimitri le stava davanti. Vederla stretta fra quei tre grossi maschi, ho sentito crescere la mia erezione che è diventata insostenibile quando Dimitri le ha chiesto di fare un ulteriore esperimento.
«Signorina, immagini che le è caduto il sapone e si abbassi per raccoglierlo; così avremo modo di accertare se lo spazio è sufficiente.»
Quando Sara si è abbassata, chinandosi davanti a lui, il suo culo è andato a sbattere contro il pacco gonfio di Pavel, che è sì rimasto immobile, ma in ogni caso le ha fatto sentire fra le chiappe la consistenza del suo membro, perché lei, dopo un attimo di indecisione, si è girata e, nel fare quel movimento ha strusciato anche contro il pacco gonfio di Andrei. Allora si è abbassata ancora, sempre fingendo di raccogliere il sapone e, a quel punto, si è trovata davanti alla faccia il grosso pacco di Dimitri, che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei, dopo essere rimasta un attimo immobile ed abbassata in mezzo a loro, si è sollevata rossa in viso: è uscita da quello strano angolo, visibilmente turbata. È venuta verso di me e, senza guardarmi in volto, ha detto che andava tutto bene e si è avviata verso la porta. Essi sono rimasti tutti in silenzio, ma, nel venire verso di me, sicuramente Dimitri si è accorto che il mio cazzo era duro come il loro, anche se era evidente che le loro dotazioni erano più generose delle mie. Durante il viaggio di ritorno verso casa, nessuno di noi due ha aperto bocca e, quando le ho chiesto se andava tutto bene, lei si è girata verso di me con aria assente e, senza guardarmi negli occhi, mi ha detto che era tutto a posto. Due giorni dopo, il geometra ci chiede se possiamo passare per decidere la sistemazione dei vari sanitari in entrambi i bagni, ma io sono impossibilitato a farlo perché impegnato nel mio lavoro e, quindi, chiedo a Sara se, durante la pausa pranzo, fissata fra le 13:00 e le 15:00, può andare lei per decidere quello che era opportuno. Preso dal lavoro, non mi rendo conto nemmeno che ho chiesto alla mia ragazza di tornare a farsi ammirare da quei cinque maschi e, solo a sera, di ritorno a casa, la vedo un po’ confusa, assente, ma in ogni caso, allegra e felice. Le chiedo il motivo di tale soddisfazione e lei, dopo aver tentennato un attimo, quasi inseguendo un suo pensiero, mi risponde che la casa sta divenendo veramente bella e che non vede l’ora di poterci vivere insieme. Il resto della serata si svolge nella solita maniera, e dopo cena, mentre lei segue un reality in tv, io, stanco per la dura giornata di lavoro, decido di andare a letto. Mentre sono in bagno e mi sto lavando i denti, la mia attenzione viene attratta da un piccolo dettaglio che spunta dalla cesta dei panni sporchi. Incuriosito mi avvicino e, sollevato il coperchio, vedo che il piccolo cintino nero che fuoriusciva dalla cesta, non era altro che parte del reggiseno a balconcino di pizzo nero che le ho regalato per il suo ultimo compleanno. Incuriosito ho osservato meglio sia quell’indumento che il piccolo perizoma nero, ad esso abbinato e presente nella cesta. Quando ho controllato il perizoma, ho potuto osservare che la parte che è a contatto con la fica era completamente ricoperta dei suoi umori, quasi a significare che doveva aver vissuto un momento di libidine talmente intenso da averle provocato la emissione di abbondanti umori che avevano letteralmente intriso quell’indumento. L’ho annusato ed ho sentito forte l’odore di femmina di cui era impregnato. Senza neanche rendermene conto, l’ho immaginata in mezzo a quei cinque maiali, che la guardavano, la toccavano, la facevano godere come una troia. Il mio cazzo è diventato durissimo, quasi a farmi male. Portata la stoffa alla bocca, l'ho leccata e succhiata avidamente, poi, senza neanche rendermene conto, mi sono segato in maniera furente, ricoprendo l’indumento con una sborrata colossale. Ero sfinito. La sensazione provata era stata sconvolgente. Dentro di me, non riuscivo a comprendere quello strano cambiamento che stavo maturando nei confronti della mia fidanzata: una parte di me, la voleva casta e pura, mentre un'altra parte desiderava che fosse la più troia delle puttane, la più zoccola delle vacche mai vissuta sulla terra. Turbato, me ne sono andato a letto, con la mente stravolta da mille pensieri. Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno terribile, popolato da tanti cazzi tutti intorno alla mia Sara, che se li godeva e succhiava uno dopo l’altro, mentre loro ridevano di me, e mi davano del cornuto! Mi sono svegliato di soprassalto, ed ho visto lei che dormiva tranquillamente; stranamente mi sono ritrovato ancora con il cazzo duro. Ho cercato di riaddormentarmi, ma, alla fine, sono andato in bagno e, dopo aver preso di nuovo le sue mutandine ed averle avvolte intorno al mio cazzo, mi sono segato ancora, immaginandola scopata da tanti maschi. Sfinito sono tornato a letto. Il giorno successivo, mi ha chiamato di nuovo Giuseppe, il geometra, dicendomi che vi era un problema nella collocazione di uno dei mobili del bagno più piccolo e mi ha chiesto se era possibile fare insieme un sopralluogo. Ho cercato di contattare Sara, ma risultava irraggiungibile e, quando l'ho cercata in azienda, una sua collega mi ha detto che aveva preso due ore di permesso. Ho richiamato il geometra e gli ho dato appuntamento nel mio appartamento. Siamo arrivati quasi insieme davanti al palazzo e, quando siamo entrati dentro casa, ho sentito uno strano silenzio, rotto solo da strani rumori che provenivano da quella che era la vecchia camera da letto della nonna di Sara. Ho guardato Giuseppe che ha stretto le spalle senza dir nulla e, insieme, ci siamo avviati verso quella camera. Quando ho aperto la porta, ho visto una cosa che mi ha fatto gelare il sangue: Sara era nuda su quello che era il vecchio letto di sua nonna ed era alle prese con tutti e cinque gli uomini, che dovevano essere lì per fare i lavori dentro casa.
Ciascuno le stava offrendo il proprio cazzo da succhiare, mentre era impalata su quello di Dimitri che, dal basso, la pompava sbattendola alla grande.
Sono rimasto basito, ma nello stesso tempo, ho sentito forte un’erezione quasi dolorosa, che non è sfuggita ad Giuseppe.
«Aveva ragione Dimitri, nel dire che sei un cornuto, cui piace vedere la sua donna sbattuta e sfondata da altri maschi. Guarda come ti tira il cazzo! E allora, cornuto, tiralo fuori, perché adesso mi voglio godere anch’io quella puttana della tua fidanzata.»
Sono rimasto immobile a guardarla, mentre lei era così presa dal godere che quasi non ha notato la mia presenza. Anzi Giuseppe, dopo aver tirato fuori il cazzo, l'ha spinta a distendersi sul petto di Dimitri e, scavalcando le gambe di lui, glielo ha infilato dritto nel culo. Lei ha emesso un grido quasi strozzato, perché aveva la bocca piena di un altro cazzo, mentre gli altri due si stavano facendo masturbare da lei, che teneva i loro cazzi uno per mano. Ero furioso, ma nello stesso tempo tremendamente eccitato e, senza neanche rendermene conto, ho iniziato a segarmi e son subito schizzato. Pavel, quando mi ha visto sborrare, si è messo a ridere:
«Ragazzi! Guardate il cornuto: appena si è toccato il cazzo, è subito schizzato. Accidenti! È così eccitato nel vedere la sua donna godere in mezzo a noi, che sborra appena si tocca.»
Sara, si è tolta per un attimo il cazzo che aveva in bocca, si è girata verso di me ed i suoi occhi esprimevano l'implorazione di non far niente per interrompere quello che stava facendo. Dentro di me, in quel preciso momento, mi sono subito reso conto che ciò che stavo vedendo era ciò che realmente volevo: avere una fidanzata e, di certo futura moglie, molto troia. Ciascuno di essi le ha sfondato il culo e la fica, riempendola di sperma fino all’ultima goccia, poi, quando tutti si son sentiti soddisfatti ed io ero venendo tre volte, masturbandomi, Dimitri e Giuseppe sono venuti verso di me e mi hanno dato una pacca sulla spalla.
«Complimenti! La tua donna è una vera vacca da letto! Ci ha fatto godere tutti e sei e, sicuramente, se ce ne fossero stati altri, li avrebbe spremuti fino all’ultima goccia. Adesso, per completare l’opera, dovresti inginocchiarti fra le sue cosce e leccare tutta la sborra che sta colando dai suoi buchi. Sei un bravo cornuto e quindi spetta a te lenire l’arrossamento che le abbiamo provocato, per averla scopata così intensamente.»
Non hanno aggiunto altro e sono usciti, lasciandoci soli. I miei occhi hanno incrociato quelli di Sara, che ha abbassato lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio totalmente sorpreso ed irretito. Per un lungo istante siamo rimasti in silenzio: ero indeciso sul come comportarmi, poi mi sono avvicinato ed ho visto il suo corpo cosparso di sborra, i suoi buchi dilaniati e slargati, da cui fuoriusciva tutta la sborra che le era stata riversata dentro. L'ho guardata negli occhi ed i miei hanno scorto nei suoi la soddisfazione e l'appagamento da cui erano pervasi. Quando mi ha rivolto la parola, il suo tono era incerto e la voce tremolante.
«Scusami amore! Non sono riuscita a resistere alla tentazione di provare come sarebbe stato concedermi a questi cinque maschi superbi che, con i loro cazzi enormi e duri, mi hanno fatto godere fino allo sfinimento. Capisco che sarò giudicata una puttana, una troia che ha tradito, ma devi capire che questo è il mio temperamento ed è più forte di me; è una cosa cui non so resistere. Io ti amo e i miei sentimenti per te sono fortissimi; tutto quello cui hai appena assistito è solo sesso, appagamento del corpo che, di tanto in tanto, desidera sconfinare e godere con un vero maschio. Tu mi piace moltissimo, il tuo modo di scopare è dolce, delicato e mi fa anche godere, ma la mia indole mi fa avvertire forte il desiderio di sentirmi usata, sfondata e slabbrata da uno o più cazzi che mi fanno godere proprio tanto. Se tutto ciò non è da te gradito, possiamo anche finire qui la nostra storia, altrimenti vieni fra le mie braccia e godiamo insieme del piacere che tutto questo ci potrà dare in futuro. Ho visto come e quanto ti sei masturbato, quindi sono convinta che la cosa, in qualche modo, sia piaciuto anche a te.»
L’ho guardata, l’ho baciata ed ho sentito il sapore del seme di tutti quelli che l’avevano riempita di sborra in faccia, in bocca e su tutto il resto del corpo. Mi è piaciuto molto ed ho sentito, dentro di me, che era quello che volevo e così, da quel momento, la nostra storia ha avuto una profonda trasformazione ed entrambi abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a vivere esperienze che non credevamo possibili.
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3 years ago
baxi18, 55
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Alle volte basta il regalo giusto...
Circa un paio di settimane fa si fa vivo quel mio famoso amico...insomma, quell'amico che finiva sempre per farsi fare un pompino ogni volta che ci vedevamo . Per delle cose che non sto' qui a raccontare e, sopratutto, per il virus non ci siamo visti per qualche tempo...alche' si fa sentire dicendomi che siamo in Dicembre e sarebbe una buona occasione per farci gli auguri. Io acconsento e ci siamo visti per un caffè, un paio di chiacchiere e poi ci siamo salutati, come fanno gli amici normali. Pochi giorni fa mi richiama, dicendomi se avevo piacere di andare a prendere il caffe' con lui visto che era dalle mie parti, cosa alla quale acconsentii...e una volta usciti, prima dei saluti mi da un pacchetto, dicendommi che era un piccolo pensiero per le festivita' in arrivo . Lo ringrazio e ci salutiamo . Una volta a casa apro il pacchetto, pensando "sembra una grande busta ed e' soffice al tatto..insomma tolgo la carta e mi viene un sussulto, quasi un tremore e mille pensieri . Era si una busta...con delle calze grigio perla con punta e tallone rinforzato. Lui ha sempre saputo della mia passione per le calze vintage e alle volte mi ha regalato anche dei collant , forse come premio per i lunghi e succosi pompini...ma regalare delle calze cosi', di quel colore...ha un unico messaggio. O perlomeno, lo e' per me. Il giorno dopo gli mando un messaggio chiedendogli di passare da me, perche' anche io avevo un presente da consegnargli...arriva l'orario dell'appuntamento e gli mando un nuovo messaggio scusandomi che ero in ritardo e chiedendogli se poteva salire , perche' dovevo assolutamente finire una cosa sul pc . Nel messaggio lo avvertivo che avrei lasciato socchiusa la porta in modo che potesse tranquillamente entrare . Dopo 5 minuti o giu' di li' sentii chiudere la porta e mi sentii chiamare..ma questa volta il sussulto l'ebbe lui. Mi ero preparata con un reggicalze alto in vita, bianco, con 6 bretelline le quali tenevano su' le bellissime calze velatissime grigio perla che mi aveva regalato. Mi sono messa un tanga trasparente cosi' come il reggiseno trasparente
e gli immancabili seni in silicone. Sandali col tacco e cinturino alla caviglia, parrucca rossa riccia e un bel rossetto. Quando mi vide rimase in silenzio eanche io non dissi nulla. Mi avvicinai ,gli sbottonai i pantaloni e, inginocchiandomi e col fare da gatta in calore cominciai a palpargli il cazzo dicendogli : sei un porco...e' questo che vuoi..cominciava a gemere e glielo tirai fuori sempre palpandolo languidamente e, massaggiandogli le palle, cominciai a mettermi la cappella sulla bocca. Mi bagnavo le labbra e le strusciavo sulla cappella, alle volte gliela ciucciavo un pochino solo la punta e poi nuovamente di labbra, aggiungendo anche qualche leccata . Il cazzo gli si induri' e cominciai a leccarglielo per tutta la lunghezza, soffermandomi a strusciare le labbra sulla punta facendogli capire che ero una troia infoiata bramosa di ciucciargli il cazzo ! Cominciai a fargli forse il piu' bel, languido, succoso pompino di sempre...smettendo per attimi per dirgli mi piace succhiarti il cazzo...mi piace quando mi vieni in bocca...mi fai sentire troia e femmina. Ormai ci sapevo fare e ero io a guidare le danze...quindi alle volte accelleravo e altre volte smettevo di succhiare per leccarglielo per tutta la lunghezza, giocando con la cappella un po' come si faceva con i chupa chupa. Alla fine non resistetti e lo pompai con foga ...e lui schizzo' la sborra come pochissime volte lo avevo sentito fare . Continuai a ciucciarglielo per alcuni minuti, strizzandolo e massaggiandogli le palle in modo da gustarmi ogni singola goccia rimasta. Gli chiesi di rimanere, che saremmo usciti per il caffe' ma che, ovviamente, non potevo uscire cosi vestita. Andai in bagno, mi risciacquai la bocca e la faccia , tolsi calze mutandine e reggicalze ma misi un
paio di collant tutto nudo e ripassai il rossetto . Quando uscii lui mi vide e mi disse : scusa ma non ti dovevi preparare per uscire ? E io, candidamente, camminando verso di lui gli risposi : ho cambiato idea...invece del
caffe' ho voglia del gelato. Beh, fu un pomeriggio intenso..
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3 years ago
Infermierina3Trav,
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Il cugino pittore
Rieccomi qua, sono Nikole, è passato moltissimo tempo dal mio ultimo racconto, ma ho continuato a leggere i vostri, sempre bellissimi e eccitanti, ho ripreso a scrivere perché molti amici ed amiche mi hanno invogliato a farlo, dicono che scrivo bene e i racconti sono belli, e così mi sono convinta.
Ero sempre attratta dal mondo femminile, e a far aumentare la mia attrazione erano sempre mia sorella, mia madre e le loro amiche, un susseguirsi di emozioni e eccitazioni da farmi star male, continuavo a spiarle e ad indossare il loro intimo, oltre alle avventure con il mio amichetto e con il prof (leggi “Infanzia e gioventù 1-2) ne sono capitate altre.
Mamma e papà avevano deciso di imbiancare le pareti e mettere dei parati, avevano chiamato un loro nipote (figlio del fratello di papà), era pratico della cosa e al momento non era impegnato, così pensavano che avessero fatto del bene anche a lui, e naturalmente io lo dovevo aiutare, visto che papà e mamma lavoravano. Giovanni era molto più grande di me, e veniva spesso a trovarci, ci voleva bene e stava bene con noi.
Mio cugino era un uomo di 24 anni aveva una personalità molto forte, io lo ammiravo tanto, rimanevo incantata a guardarla mentre parlava o discorreva di qualsiasi argomento con i miei o altri amici , quando si rivolgeva a me, piccolo ometto di 13 anni io mi esaltavo e ne rimanevo affascinatae entusiasta dell’importanza che mi dava, qualsiasi cosa mi chiedesse o che mi voleva far fare era difficile che gli dicessi di no, anzi per me fu davvero gratificante come mi trattava, come una persona adulta con la quale poter instaurare un vero rapporto di amicizia.
Il lunedì mattino successivo si presentò a casa , io ero già sveglio, mia sorella ci avrebbe preparato la colazione e poi sarebbe sparita anche lei (da un amica fino all’ora di pranzo), non voleva rimanere nella polvere.
Iniziammo a prepararci e a preparare tutto l’occorrente, lui indossò un pantaloncino comodo e una canottiera, io anche un pantaloncino (di quelli stretti e cortissimi, avevo solo quelli) e una maglietta, una volta preparato il tutto iniziammo a lavorare, lui mi faceva vedere cosa fare e io ubbidivo, si iniziava dall’alto a pitturare e mettere i parati, provai a farlo io e lui mi teneva lo scaletto, era proprio sotto di me, notai che non guardava come stavo lavorando, ma i suoi occhi erano fissi sul mio culetto e sulle mie cosce, sarà stato, forse, causa dei pantaloncini mah! , quando stavo per scendere dallo scaletto con secchio e pennelo in mano, mi disse “aspetta ti aiuto” invece di prendere il secchio mi strinse le cosce e poi i fianchi aiutandomi a scendere, sfiorando anche il culetto, appena misi i piedi a terra, i nostri corpi si trovarono a contatto, mi scansai e andai a posare il pennello, la cosa si ripetè per diverse volte nella giornata, non ci badavo la consideravo una cortesia da parte sua.
Il giorno dopo continuammo a lavorare, mamma ci aveva preparato anche il pranzo, perché mia sorella non ci sarebbe stata per tutto il giorno. Dovevamo mettere i parati, io passavo la colla sullo scaletto e lui sotto, mi aiutava a scendere sempre tenendomi le cosce, e questa volta si soffermò di più sul culo, io gli dicevo che non c’era bisogno, ma lui insisteva dicendo che era responsabile,
nel mettere il parato, io stavo sullo scaletto e lui due gradini sotto di me, che mi guidava a farlo scendere dritto, in pratica stava con la testa all’altezza del culo e le braccia intorno alle cosce, una volta messa, mi prese quasi in braccio e mi fece scendere, prendendomi mi aveva abbracciata e stretta a se, sentivo una cosa dietro, ma poi mi divincolai, ogni occasione era buona o per toccarmi le cosce e per sfiorarmi il culo o per abbracciarmi, io non sapevo che fare, non mi aspettavo quelle attenzioni, iniziò pure a farmi i complimenti, diceva che ero proprio un bel ragazzino e che avevo un bel fisico per la mia età; era finita la colla e scendemmo per andarla a comprare, lui aveva la vespa e mi invitò ad andare con lui, accettai, mi piaceva , una volta saliti, disse di stringermi a lui e di mantenermi, mi strinsi a lui e misi le braccia intorno al suo petto, mentre ci avviavamo, mi disse di spostare le braccia che così non poteva guidare, le spostai sulla sua pancia, mentre si andava, me le spostò lui e le portò più in basso, quasi sopra il cazzo, io stavo ferma, al ritorno mi disse di mettermi come prima , che così guidava meglio, mi posizionai e misi le mani sotto la sua pancia, lui aveva una camicia svolazzante, la alzò e coprì le mie mani, mentre si ritornava, iniziò a toccarmi le mani, e poi con una leggera pressione cercò di spingerle più in basso, io opposi un po’ di resistenza, ma lui disse che così gli davano fastidio, e le spinse più giù, in pratica me le fece mettere sul suo cazzo, le tenevo solo poggiate, lui accellerò un po’ e disse di tenermi forte, e istintivamente strinsi le mani proprio sul suo cazzo, non era deltutto duro, pensai che fosse una pratica per chi andava in moto.
A casa riprendemmo il lavoro, poi ci fermammo per pranzare, mentre pranzavamo mi faceva i soliti complimenti, mi chiedeva anche se avevo la ragazza, io diventavo rosso e rispondevo di no, lui insisteva in questi discorsi, ero un bel ragazzino, un bel fisico , belle cosce, e mentre lo diceva me le toccò, io sempre più rosso stavo zitto, eravamo uno affianco all’altro, io con le cosce completamente scoperte fino all’inguine, cosce lisce e ben fatte, lui invece con le gambe piene di peli, presi la sua mano e gliela scostai, gli dissi che dovevamo continuare a lavorare, e così fu.
Il giorno riprendemmo il lavoro, si doveva pitturare il soffitto, lo faceva lui e io stavo sotto tenergli lo scaletto, poi scese dallo scaletto e una volta a terra, inavvertitamente inciampò e cadde su di me rovesciandomi addosso la pittura rimasta nel secchio, mi ritrovai tutta sporca, maglietta, pantaloncini e cosce, un po’ di pittura era andata anche su di lui, mi disse , dai subito in bagno prima che secchi, in bagno lui si tolse subito canottiera e pantaloncini, io rimasi un po’ interdetta, non mi aspettavo che saremmo entrati insieme, mi disse di sbrigarmi , che mi avrebbe aiutato a pulirmi, dai entra nella vasca e togliti tutto, io molto lentamente mi tolsi la maglietta, e i pantaloncini, lui disse dai, non avrai mica vergogna, siamo maschi tutti e due, e dicendolo si tolse le mutande, mettendo in mostra un cazzo di tutto rispetto, anche se ancora moscio e contornato da tantissimi peli, una foresta, io ferma ero rimasta incantata, allora lui mi prese le mutande e me le abbassò, io diventai di fuoco, non ero mai stata così nuda in bagno con un altro uomo, mi vergognavo tantissimo, il mio cazzetto era diventato piccolissimo, e mi vergognavo ancora di più per l’assenza completa di peli sul cazzo, con le mani lo coprivo, la vergogna era tanta, cercava di incoraggiarmi, mi diceva che non c’era niente da vergognarsi, la differenza tra noi è dovuta all’età e basta, poi prese il soffione della doccia, e iniziò a spruzzarmi sulla pancia e sulle cosce, con le mani toglieva la pittura dalla pancia e dalle cosce, e mentre lo faceva, “inavvertitamente” mi toccava l’uccello, stai tutto sporco, guarda che cosa ho combinato, e dicendolo mi puliva gambe e cosce con la mano, e l’altra la teneva prima dietro la schiena a man mano la faceva scendere fino al culo, io ero bloccato, eravamo tutti e due nella vasca , io in piedi e lui seduto sul bordo, poi mi fece girare e mi puliva la parte posteriore delle cosce, partiva dalle gambe, poi cosce e finiva sul culetto, mi diede dei schiaffetti dicendo che avevo proprio un bel culetto non mi giravo, il mio cazzo a quel contatto era diventato duro, molto duro, lui continuava a pulire le cosce , ma si tratteneva di più sul culo, anche se non ne necessitava, era l’unica parte che non si era sporcata, ero tutta insaponata, mi sciacquò e mi fece girare, io cercavo di coprire il cazzo, che era diventato come il marmo, mi guardò, vide le mie condizioni, non disse niente, si alzò e disse che se lo aiutavo a pulirlo, anche il suo cazzo era diventato abbastanza duro, no mi vergogno risposi, lui insistette e io presi il soffione e iniziai a pulirlo, si girò e si fece pulire anche il culo, anche quello pieno di peli, mentre tenevo il soffione lui si lavava, io ero bloccata, una volta finito di lavarci prese l’asciugamano e iniziò ad asciugarmi, prima il petto poi la pancia, le cosce e il cazzo, durissimo, lì si soffermò molto, mi piaceva, e mentre mi asciugava il cazzo con l’altra mano mi accarezzava il culo, più lo accarezzava più il cazzo mi diventava duro, finì di asciugarmi, interrompendo anche la sega che mi stava facendo, dicendo che adesso toccava a me asciugarlo, mi porse l’asciugamano e si girò, procedetti ad asciugargli il culo e le cosce, poi si girò di nuovo, e disse asciuga anche davanti, rimasi un pò interdetta, il suo cazzo era diventato durissimo, bello grosso e lungo abbastanza, direi un 18-19cm, lo presi in mano con l’asciugamano, e lo asciugavo da sopra a sotto, appena mi staccavo per asciugare altre parti, mi prendeva le mani e le riportava sul cazzo, tenendomele ferme , si vedeva che era molto eccitato, mi accarezzava il culo, saliva lungo la schiena fino alla nuca, mentre guidava la mia mano nella sega, poi mi chiese se mi piaceva, non risposi, tenevo gli occhi bassi, mi vergognavo, poi mi chiese se volevo baciarlo un po’, gridai di no, mi venne istintivo, insisteva ma io sempre no, poi lo sentii gemere e accelerare il movimento della mano, fino a che lo vidi schizzare 4-5 volte, una marea di sborra.
Ci pulimmo, rimettemmo un po’ a posto, di li a poco sarebbe rientrata mia madre, e infatti, appena entrata mamma chiese se era tutto a posto, rispondemmo di si e le facemmo vedere il lavoro fatto si complimentò con noi, e dopo Giovanni andò via dicendo che sarebbe venuto l’indomani.
Ero rimasta sbigottita da quanto accaduto, non mi aspettavo che mio cugino si fosse comportato così, l’avevo sempre considerato un normale e bravo ragazzo, avevo constatato che anche a lui piacevo e piaceva molto il mio culetto.
Il giorno dopo, arrivò che mia madre e mio padre erano già andati via, mia sorella sempre dalla zia, io ancora in pigiama, aprii la porta e lo feci entrare, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, mi salutò, domandando se ero arrabbiato per ieri, titubai, ma dissi di no, lui mi rassicurò dicendo che era un gioco che facevano quasi tutti e che quindi potevo stare tranquillo, io sempre zitta. Adesso mettiamoci a lavorare, andammo in camera a cambiarci, lui subito si spogliò, rimase in mutande mentre cercava gli abiti da lavoro, io un po’ titubante e molto lentamente mi tolsi il pigiama, ero rimasta con le mutandine anche io, lui mi guarda e dice, togli anche quelle, così non si sporcano, anche io le tolgo e tengo solo il pantaloncino, e così rimase completamente nudo, con il cazzo in bella mostra, mi facevo forza a non guardare, ma il mio sguardo andava sempre là, lui si avvicinò e disse, ecco ti aiuto io, non ti devi vergognare siamo sempre tra maschi e poi siamo cugini, rimane tutto tra di noi, non lo diciamo a nessuno,e nel frattempo mi abbassava le mutandine, vide subito che ero eccitato, e infatti disse, poi si vede che ti piace, e mi toccò il cazzetto. Adesso però mettiamoci al lavoro, infatti iniziammo a tinteggiare un po’ e a mettere il parato, con una variante che per aiutarmi a scendere dallo scaletto mi metteva le mani sul culo e sulle cosce . Poco prima di pranzo, mi disse che avevamo fatto un bel lavoro e anche tanto e che ci eravamo meritati una pausa, ci sedemmo e bevemmo un po’ d’acqua, eravamo tutti sudati, e infatti lui propose di darci una rinfrescata prima di riprendere, andammo in bagno, io mi apprestai al lavandino, lui mi fermò e disse: no sciacquiamoci qua è più comodo e possiamo farlo insieme risparmiando tempo, si tolse la maglietta e i pantaloncini e entrò nella vasca, invitandomi a fare altrettanto,mi avvicinai alla vasca e mi tolsi la maglietta, il pantaloncino non ancora, ci pensò lui a togliermelo, ecco disse così siamo più liberi e possiamo rinfrescarci meglio, prese il soffione e iniziò spruzzarmi, io ero di spalle mi vergognavo a farmi vedere con il cazzo duro, con la mano mi lavava, le spalle, il culo, le cosce e poi risaliva subito al culo, dove si soffermava parecchio, mi lavava il solco, e iniziò insinuare la mano tra le chiappe fino a toccare la mia rosellina, appena la toccò ebbi un sobbalzo, mi piaceva e mi eccitavo, si fermò un attimo , poi rimise la mano e ce la lasciò, io sobbalzai ma poi mi calmai, capì che la cosa mi piaceva, insisteva nella carezza, io immobile, posò il soffione e con l’altra mano iniziò ad accarezzarmi il petto, la pancia e sempre più giù insisteva sulla parte subito sopra il cazzo,era molto liscia, non avevo neanche l’ombra di un pelo, sembrava la pelle di una bambina, poi mi prendeva il cazzo che era durissimo, la sua mano insisteva con queste carezze tra cazzo e pancino subito sopra il cazzo, l’altra mano era sempre sul culo e sulla rosellina, io ero in piedi nella vasca, in estasi era bellissimo, proprio come piaceva a me, essere toccata sia davanti che indietro mmmmm , lui era seduto sul bordo, staccò le mani e mi fece sedere sulle sue cosce, riprese a segarmi, io ero seduta sulle sue cosce , sentivo il suo cazzo duro sulla schiena, mi prese per le cosce e mi fece sistemare meglio, adducendo che si stava facendo male in quella posizione, mi fece salire più su, sistemando il cazzo tra le mie chiappe, in questa posizione riprese a farmi la sega, ogni tanto si fermava e mi accarezzava pancia e le palle, la sua faccia era attaccata al mio collo, sentivo il suo fiato sul collo, con il mio cazzo in mano e l’altra mano sulla coscia, mi faceva muovere il bacino, come se si stesse facendo una sega con il mio culo. Stemmo un po’ così, mi piaceva tanto quella posizione, mi solleticava il culo e mi stava facendo una sega, che volere di più? Mi fece alzare a mio malincuore, e mi disse di inginocchiarmi, si alzò anche lui, vedevo il suo cazzo durissimo e grosso, mi chiese di baciarlo un po’ ce lo avevo proprio davanti alla bocca, feci segno di no col capo, insistette, solo un bacetto dai, vedrai che ti piacerà, insisteva e poi mi assicurò che appena fatto e se non mi fosse piaciuto si sarebbe tirato indietro, ero molto indecisa, magari mi sarebbe piaciuto, ma mi vergognavo, non volevo essere giudicata male, come una puttana o un ricchione, insisteva dicendo che sarebbe stato un nostro segreto, avrei voluto scappare ma mi teneva ferma tenendomi schiacciata nella vasca con le mani sulle spalle, cedetti e gli baciai la cappella, un bacio casto dato con le labbra, era morbida, dai un altro mi disse, e così feci,gliene diedi due, apri un po’ le labbra, aprii le labbra e un po’ di cappella entrò, una sensazione nuova, non lo avevo mai fatto, non seppi giudicare, ma non mi dispiaceva, mi teneva il capo e la mia bocca era sul suo cazzo, apri un altro po’ dai, aprii tutta la bocca e lui piano piano entrò, ,il cazzo era duro, ma in bocca non dava fastidio, anzi, era bello e eccitante, mi disse di succhiare, mentre andava avanti e indietro, una sensazione bellissima, mi piaceva, non riuscii a prenderlo tutto in bocca, troppo grosso o io non sapevo come fare, mentre succhiavo mi diceva “brava così, sei molto brava”, appena si rilassò mi staccai e mi alzai, gli dissi che non volevo, lui non insistette,ok mi disse, mi attirò a se , ero in piedi tra le sue gambe, mi accarezzava il cazzetto, durissimo, e con l’altra mano mi palpava il culo, e di tanta intanto la insinuava nel solco, mi piaceva tantissimo, con il dito mi solleticava la rosellina, prese un po’ di sapone e lo spalmò sul forellino, “laviamolo un po’” disse, il dito indugiava sulla rosellina, poi forzò un po’ e lo fece entrare un po’, sobbalzai, e cercai di divincolarmi, dicendogli di smetterla che non volevo, mi teneva ferma, con la mano sul cazzo, mi piaceva e opponevo poca resistenza, tenne fermo ii dito dentro di me, poi lo faceva uscire e poi di nuovo dentro, non sentivo dolore, anzi mi piaceva, e poi già lo avevo preso nel culetto , tante volte sia dal mio amichetto che dal prof., mi fece abbassare un po’, mi accarezzava le chiappe e poi mi infilò il dito dentro, entrò tutto, facilmente, agevolato anche dal sapone, mi stava chiavando con il dito, poi ne aggiunse un altro, stavo godendo come non mai, anche con il cazzetto, sentivo sensazioni bellissime sia davanti che dietro, stavo ferma e lui continuava chiavarmi con le dita, sentivo il suo cazzo contro la coscia che era diventato di marmo, tirò fuori le dita, uscimmo dalla vasca , ero alla sua mercè, mi fece piegare facendomi poggiare le braccia sulla vasca, si posizionò dietro di me, mi fece allargare le gambe, prese un altro po’ di sapone e me lo mise sulla rosellina e anche dentro,poggiò il suo cazzo sulla mia rosellina, mi ribellai un po’ dicendogli che non volevo, però stavo ferma chissà perché, iniziò a spingere, con una mano mi teneva il cazzetto e con l’altra il bacino, spingeva, gli dissi che mi stavo facendo male e di smetterla, si fermò e mi rassicurò dicendomi, che avrebbe fatto piano e che mi sarebbe piaciuto, mi rilassai, ricominciò a spingere, una fitta più forte mi fece gridare, si fermò dicendomi di stare ferma che il più era fatto, e infatti il dolore stava diminuendo ( come capitava quando venivo chiavata dal prof.) lui fermo nel mio culo, mi accarezzava le chiappe e le cosce, prese il mio cazzo in mano, iniziando a farmi una sega, e continuò a spingere, piano, lentamente, il suo cazzo scivolava nel mio culo facilmente, bellissimo, sempre più dentro, fino a che sentii i peli del suo pube che toccavano il mio culo, era tutto dentro, quel palo così grosso lo avevo tutto nel culo, iniziò a chiavarmi, e ad ogni spinta il mio cazzo sobbalzava dal piacere, stavo per venire, gli presi la mano e la muovevo rapidamente,mi contorcevo tutta e così venni, senza sborrare (non lo facevo ancora, troppo piccolo ), lui tolse la mano dal mio cazzo, mi prese per i fianchi e iniziò a chiavarmi con furia selvaggia, fino a quando si irrigidì e con tanti grugniti mi riempì il culo di sborra, si accasciò sulla mia schiena, mi sussurrò nell’orecchio “BRAVA”, sentivo il suo cazzo che si ammosciava lentamente, lo tirò fuori, mi alzai, tornai nella vasca e mi lavai tutta, mentre lui si lavava nel lavandino, si rivestì, io mi asciugai, presi le mie mutandine, misi un po’ di carta igienica sulla rosellina, indossai mutandine e pantaloncino e tornai fuori, la carta igienica ci voleva, perché la sborra per uscire dal mio culo impiegava tanto tempo, subito dopo chiavato il mio culetto si restringeva subito come se tornassi vergine. Facemmo colazione e riprendemmo a lavorare, mentre si lavorava, mi disse che gli era piaciuto tantissimo e che io ero molto bravo e che questo sarebbe dovuto rimanere un nostro segreto, non risposi, mi feci solo rossa, la vergogna in quel momento aveva preso il sopravvento.
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I lavori durarono altri due giorni, ma non andavamo più in bagno , ci mettevamo sul divano, e dopo un po’ di coccole, alla fine me lo metteva sempre nel culo, con mio sommo godimento.
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Nikole2,
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La troia di mio suocera.
Quando Marco mi portò a conoscere i suoi genitori, non avevo il minimo sospetto di stare all’interno di una famiglia molto particolare. Avvenne a pranzo, nella casa dei genitori posta sulle colline al di sopra della città, dove si erano trasferiti una volta in pensione: la madre era stata un'insegnante, il padre un avvocato. Ambedue godevano di pensioni cospicue e si erano potuti ritirare in giovane età. Quando li conobbi, avevano cinquantacinque anni ciascuno e chi deteneva la guida della casa, contrariamente ad ogni stereotipo, era lei: una donnetta autoritaria, magra ed antipatica, con degli occhiali spessi che le davano l'aspetto di una caricatura. Era lei ad interessarsi di tutto e con tutti, chiamava il figlio più volte durante il giorno, decideva gli orari di casa, ne controllava ogni singolo istante della sua vita. Il pranzo era stato preparato da una gastronomia esclusiva, vicino casa. Almeno non era tirchia! Il padre, mio futuro suocero, se ne era stato tranquillo e silenzioso, per quasi tutto il tempo. Osservava e parlava poco, quasi soffocato dalla ingombrante presenza della moglie, che preferiva in nessun modo contraddire. Che pazienza, e quanta noia! Marco sembrava soggiogato dalla madre, mentre io mi sforzavo, con notevole fatica, di restare tranquilla e gentile. In fondo, sposarmi con Marco, avrebbe significato mettere mano alla cospicua eredità di quella famiglia e, a sentire Marco, i suoi genitori erano davvero ben messi a finanze. Fu dopo pranzo che i ruoli all'interno della casa cambiarono. La madre e Marco se ne salirono al piano di sopra, adducendo di doversi occupare di alcune questioni burocratiche. Non feci in tempo a sentirmi offesa, che il padre, Giulio, mi prese sottobraccio per condurmi in giardino. Non disse una parola, mi prese e basta. Il giardino era davvero grande e dotato di una vista superba sulla città. C'erano alberi da frutto, siepi ben curate e deliziosi angoli con panchine. Curiosa di sapere il motivo del suo comportamento, mi guardavo intorno, cercando di capire le sue intenzioni. Poi, di colpo, ruppe il silenzio:
«Che intenzioni hai con mio figlio?»
La domanda mi arrivò cogliendomi assolutamente di sorpresa.
«Beh, le migliori. Vorremmo sposarci».
«Lo so, lo so. Non sto parlando della facciata. Voglio sapere quello che hai nella mente, nel cuore e fra le cosce».
Lo guardai, rimanendo non poco sorpresa da questa domanda, così diretta ed intima.
«Rispondimi, Silvia».
Avevo ventitré anni e non mi ero mai sentita in imbarazzo come in quel momento.
«Giulio, le ho detto e sono seria a ripeterlo, che io e Marco siamo innamorati».
«Bene, bene».
Si voltò, guardandosi attorno, nel chiaro intento di controllare che non ci fosse qualcuno. Poi, di spalle rispetto a me, mi fece una domanda che non mi sarei mai aspettata dal mio futuro suocero.
«Ti scopa bene?»
Rimasi basita, incredula, per quello che aveva sentito.
«Cosa?»
«Hai capito benissimo: ti ho chiesto se ti scopa bene?! Le sue ultime due fidanzate lo tradivano ripetutamente e non ho avuto bisogno di indagare troppo a fondo per capire che mio figlio non è un vero stallone e voi donne siete tutte uguali: al cazzo ci tenete».
Era sintomatico il repentino cambiamento di comportamento del mio futuro suocero; completamente un'altra persona rispetto al personaggio silenzioso e tranquillo che avevo appena conosciuto. Inspiegabilmente ho avvertito, dentro di me, il desiderio di essere sincera con lui, anche se sono più che stupita, questa volta, dal mio comportamento.
«Non...non mi scopa bene».
Lui si girò di scatto; evidentemente era rimasto sorpreso dalla mia sincerità e prese a scrutarmi intensamente. Sentivo i suoi occhi penetrare nei miei ed arrivarmi in fondo all'anima. Rimanemmo in silenzio per un po', poi si avvicinò a me e, allargando le braccia, mi strinse forte a lui.
«Vieni qui, figlia mia, apprezzo la tua sincerità».
Mi sentivo strana; la mia mente era come spenta, quasi fossi drogata, incapace, di rinunciare al contatto con quell’uomo. Ma ero lucidissima: a pranzo non avevo bevuto nemmeno un bicchiere di vino. Poi riprese a parlare con voce calma, ma ferma.
«Hai fatto bene ad essere sincera con me. Lo apprezzo. È la maniera giusta per impostare un buon rapporto fra noi. D'altronde, se dobbiamo diventare una famiglia, è giusto che ci conosciamo bene e a fondo».
D'improvviso, la mano che mi stringeva alle spalle, scese giù e, insinuatasi sotto la gonna, mi palpò il culo. Ero impietrita: non riuscivo a reagire.
«Marco sarà anche un potenziale cornuto, con il cazzo piccolo che si ritrova, ma ha buon gusto in fatto di femmine; glielo devo riconoscere. Tu sei una bella femmina».
Le sue dita mi scostarono le mutandine e mi toccarono la figa. La trovarono umida, contro ogni supposizione. Mi stavo bagnando.
«Brava, Silvia. Brava, vedo che ti piace».
Cercai di dissuaderlo, adducendo a pretesto che avremmo potuto essere visti da qualcuno e questo non avrebbe deposto a favore di nessuno dei due.
«Ci possono vedere: potrebbe arrivare Marco improvvisamente».
«Non ti preoccupare; conosco mio figlio e conosco quella scassa cazzo di mia moglie. Ci metteranno un sacco di tempo, lassù. È una donna molto pignola, e ama avere tutto sotto controllo, soprattutto se la cosa riguarda suo figlio».
Le sue dita iniziarono un movimento circolare e sapiente, che mi sciolse tutta. Stavo godendo come una troia e soltanto con la mano di un uomo, che avrebbe potuto esser mio padre. Ormai preso di me, sollevò entrambe le mani e prese a palparmi le tette, prima da sopra la camicetta, poi le infilò prepotentemente dentro, tirandomi le mammelle fuori dal reggiseno e lasciandomi seminuda. Dopo averle massaggiate e strizzato i capezzoli, stringendoli fra indice e pollice, procurandomi un perverso piacere nel sentire quello strano dolore, si spostò davanti e si chinò a leccarmi un capezzolo, mentre io emettevo un gemito.
«Ti piace, piccola troietta, eh? Si sente. Bene, bene. Adesso ti faccio assaggiare anche il mio cazzo».
Armeggiando rapidamente con i pantaloni, liberò il suo cazzo. Grosso, di una notevole circonferenza, scuro, vigoroso, non molto lungo, già praticamente duro e ardito. Chissà perché Marco non aveva preso da lui?! L'espressione di piacere dipinta sul mio volto lo fece sorridere: aveva scoperto che godevo di quella visione, aveva scoperto la versione più intima e oscena di me, quella di puttana. Non era la prima volta che vedevo il cazzo di un uomo maturo. Ai tempi dell'università, feci un pompino, insieme ad una mia amica, al gestore di un locale, un tizio sulla cinquantina che, in cambio, ci offrì l’ingresso e consumazione gratuita per tutta la serata. Accettammo le sue condizioni, stando inginocchiate nel bagno del locale e leccandogli il cazzo, che, per fortuna, non durò molto a venire e me ne sentii sollevata. Ora dovevo misurarmi con il cazzo di mio suocero, completamente diverso da quello che avevo leccato e succhiato quella sera. Questo era un invito alla lussuria, ispirava il desiderio di godere. Mi stavo bagnando, ero fradicia, e mi assalì la voglia di quella mazza superba.
«Prendilo in mano, dai, muoviti».
Lo feci senza esitare. Era caldo, pulsava. Muovevo il polso e lo segavo. Data la rilevante circonferenza, le mie dita quasi non riuscivano a congiungersi.
«Ora succhialo».
Alzai gli occhi e lo guardai, trasferendogli il mio sentimento di paura misto a desiderio. Lui mi premette sulla nuca ed io inghiottii quel magnifico fallo.
«Su, da brava, leccalo e succhialo».
Lo lavorai per qualche minuto, cercando in tutti modi di farne entrare il più possibile nella mia bocca. Lui si appoggiò ad un muretto ed io mi ritrovai con le tette di fuori e la figa gocciolante, mentre succhiavo il cazzo al mio futuro suocero. Sollevai il volto per scrutare sul suo quali emozioni gli davo e cercando la sua approvazione che, puntuale, giunse insieme ad un ennesimo ordine.
«Sei brava, un’ottima bocchinara. Toccati la figa».
Lo feci e venni quasi subito: ne avevo proprio bisogno. La sera prima, con Marco, avevamo giocato un po' e mi aveva fatto venire leccandomela, mentre io gli avevo regalato una sega veloce. Ovviamente non era niente in confronto a quello che stavo facendo adesso. Poi, mentre mi riprendevo dall'orgasmo sempre con il cazzo di Giulio in bocca, lui si filò e si rese visibile un filo di saliva che univa le mie labbra alla sua cappella gonfia. Mi fece alzare e, dopo avermi impastato ancora un po' le tette, mi spinse ad appoggiarmi al muretto che c’era dietro di lui. Ero sconvolta, eccitata ed incapace di negare a quell’uomo qualsiasi cosa.
«Mettiti qua, appoggiati al muro».
Mi fece chinare sul muretto e mi alzò la gonna da dietro. Abbassò in un istante le mutandine e prese a baciarmi il culo. Dilatava i glutei e vi insinuava la lingua in profondità, scorrendo fra il buco del culo e lo spacco della fica.
«Come sei bella e quanto sei puttana!»
Diede una leccata alla mia figa umida, facendomi gemere ancora, poi riservò la sua completa attenzione al buco del culo, che cominciò a lavorare con dovizia e bravura. Mi faceva impazzire, dovevo serrare forte le labbra per non urlare per il piacere che stavo provando. Mi leccava il buco del culo e mi stuzzicava la figa. Venni ancora, senza freni e, mentre stavo per riprendermi da quel secondo orgasmo, lui, dopo aver fatto colare della saliva lungo il solco dei glutei e averne spalmato un po' sul buco, mi infilò il cazzo nel culo. Lo fece con un gesto naturale, quanto deciso, spingendo il suo grosso cazzo fino in fondo. Rimasi senza fiato. Mi rompeva, mi slargava il culo, facendomi sentire tutta la sua potente virilità fino in fondo ed io non mi ribellavo. Mi voltai a fissarlo negli occhi.
«Fai piano, per favore! Mi stai spaccando il culo!»
«Zitta, troia! Da quello che sento, il tuo culo è già allenato ad accogliere cazzi».
Lo spinse tutto dentro, fino alle palle, e rimase lì, immobile, per alcuni secondi. Il suo cazzo pulsava ed anche il mio sfintere. Effettivamente non ero vergine di culo, già da quando mi ero messa con Marco; due o tre volte, lo avevo concesso al mio ex per non rischiare d'esser ingravidata e da lui mi ero fatta inculare godendo tantissimo. Dopo un lungo istante di completa immobilità, iniziò a muoversi piano. Sapeva quel che faceva. Mi prese per i capelli, prima e poi, per le tette. Mi trattava come una vacca che veniva montata; gli piaceva farmi capire che lui era il mio toro e mi stava montando in maniera stupenda: era proprio così. Io, inutilmente e, quasi per mettere a tacere la mia coscienza, lo pregavo di smettere, anche se, dentro di me, volevo che mi sbattesse, se possibile, ancora più forte. Lui sempre più eccitato, mi inculava e mi apostrofava con i peggiori epiteti possibili:
«Ti sfondo il culo! Te lo spacco tutto, vacca! Te lo voglio rendere così largo, che lo dovrai sentire aperto per molto tempo! Sei una gran puttana! E da oggi sarai la MIA puttana!»
Stavo tradendo Marco e, assurdo, lo stavo facendo con suo padre. Questo mi faceva sentire immensamente troia, una vera puttana e, dentro di me, sentivo proprio di voler appartenere a questo maschio, che mi stava dominando, sfondandomi il culo con il suo cazzo stupendo. D'improvviso aumentò il ritmo e subito mi resi conto che mi avrebbe inondato il culo.
«Ora sborro, mi svuoto nel tuo culo di troia».
Lo fece con forza ed impeto, finché emise un grugnito da vero maiale. Ci eravamo accoppiati, mi aveva fatta sua. Non pensavo a cosa sarebbe successo in futuro, non volevo pensarci. L’unica cosa che, in quel momento, per me aveva valore, era il fatto che questo maschio mi aveva fatto godere come una vacca, anzi la sua vacca. Avevo tradito Marco ed era vero: lo avevo già fatto all'inizio del nostro fidanzamento, con un mio ex. Ma avevo poi deciso di non farlo più, mentre ora mi sentivo pronta a soddisfare ogni desiderio di quest’uomo, che mi aveva inondato il culo con il suo seme bollente, quasi a sottolineare il fatto che lui era il mio toro da monta. Per un lungo istante, rimase piantato dentro di me, poi quando si è sfilato, ha appoggiato una mano sulla mia testa e mi ha fatto inginocchiare davanti a lui: in buona sostanza ha preteso che io, con la bocca, gli cancellassi ogni traccia del piacere che c’era ancora sul suo cazzo. Me l’ha infilato subito in gola ed ho assaporato i miei e i suoi umori, leccando e succhiandolo con estremo piacere. Poi ci siamo ricomposti e, prima di tornare dentro casa, lui mi ha guardato dritto negli occhi, mentre teneva entrambe le mani appoggiate alle mie spalle. La sua voce calma e ferma, mi ha impartito un ordine cui io stessa ho subito sentito il desiderio di obbedire.
«Quando avrai voglia di scopare alla grande e, sono sicuro che ti capiterà, ora sai chi devi cercare, perché, ho deciso che tu sarai la moglie di quel cornuto di mio figlio, cui daremo anche un erede. Se scopro che vai a scopare in giro con altri, te ne farò pentire amaramente. È chiaro quello che ti ha chiesto?»
Abbassai lo sguardo. Sentivo, dentro di me, che ero entrata in un meccanismo incredibilmente erotico, tremendamente peccaminoso ed infinitamente lussurioso, che, di sicuro, mi avrebbe portato a godere con quel maschio in maniera completa e totale. Lo guardai dritto negli occhi e gli giurai la mia completa disponibilità ad essere sua, solo sua. Dopo quella volta, scopammo altre volte in posti e luoghi diversi. Nella nostra futura casa, in un parcheggio, in auto, mentre aspettavo Marco che era andato a fare delle commissioni e, persino, in casa sua, con sua moglie chiusa in bagno a fare la doccia. Fui sua anche la prima notte di nozze, dopo che gli avevo anticipato un pompino nel bagno del ristorante.
Lo sarò ancora tra poco, mentre ripenso a tutta questa storia, e lui, adesso, sta arrivando a casa mia, perché mio marito sarà fuori per lavoro per due giorni, e lui passerà la notte, qui con me. Ha espresso il desiderio di volermi ingravidare ed io non vedo l’ora di accontentarlo. Forse sono una puttana, una donna disonesta, ma non me ne importa nulla; lui mi fa godere, mi fa sentire femmina, troia, puttana fra le sue braccia e questo è ciò che voglio.
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3 years ago
baxi18, 55
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In giro a cercar funghi, trova cazzi duri e lunghi!
Mi chiamo Paolo, ho 56 anni e sono sposato con Mara, che di anni ne ha 52. Siamo una bella coppia che sta insieme da tanti anni e, insieme, abbiamo vissuto tante belle esperienze erotiche, che ci hanno sempre procurato molto piacere. Lei sicuramente, non è molto alta, ma il suo corpo, ha le curve al posto giusto: di seno, una bella quarta ed anche il culo è abbastanza grosso. Io sono un maschio come tanti con una discreta dotazione e, con lei ho sempre avuto una forte intesa, del resto ci conosciamo da tanti anni ed eravamo adolescenti quando abitavamo nello stesso quartiere, dove lei aveva succhiato tutti i cazzi che le erano capitati a tiro. Tutti dicevano che era una troia ed anche i miei coetanei la trattavano come una vera puttana. Tutti la disprezzavano per questo, anche se poi si facevano succhiare il cazzo e le riempivano la bocca di sborra; inoltre la insultavano dicendo che era solo una "puttanella" e che, una volta adulta, avrebbe sicuramente fatto la zoccola di professione.
Io, invece, ero affascinato, anzi, forse ero l’unico del quartiere che la trattava bene. Fra di noi c’era una vera amicizia e anche molto dialogo, perché anche a lei piaceva stare con me, in quanto la rispettavo e la trattavo da vera femmina, senza disprezzare le sue qualità erotiche, ma anzi trovandole superlativamente attraenti. Poco dopo aver superato i 20 anni, abbiamo deciso di andarcene da quel posto e ci siamo trasferiti in una città molto lontana, dove insieme abbiamo aperto un bar, che ben presto è diventato una perfetta miniera di soldi. Col passare del tempo, lei ha continuato a farsi sbattere da tutte le persone che suscitavano il suo interesse, ma sempre con la mia complicità, e questo ha fatto sì che divenissimo una coppia ancor più intima ed unita. Lo stesso ho fatto io con le clienti del bar che, in qualche modo suscitavano il mio interesse, e lei, spesso e volentieri, si compiaceva per il mio buon gusto nello scegliere le mie amanti. Cosi, dopo tanti anni, la nostra attività e ancora fiorente e vi abbiamo inserito anche i nostri due figli. Sia il maschio che la femmina, si trovano a loro agio dietro il bancone e, entrambi, non disdegnano di avere delle relazioni sessuali con gli avventori. Mia figlia, poi, è la copia esatta della madre soprattutto sotto il profilo sessuale e, devo ammettere, che sicuramente è anche una gran troia, quando scopa con qualche cliente. Infatti, mi è capitato di sentire qualcuno di essi complimentarsi per la sua bravura nel succhiare il cazzo o l’estrema disinvoltura nel prenderlo nel culo. Anche mio figlio riscuote molto successo fra le ragazze che frequentano il nostro bar. Spesso e volentieri, ne ho sentito alcune elogiare la sua bravura nel portarle ad un elevato livello di piacere. Fra le tante cose che io e mia moglie amiamo fare, vi è quello di andare per boschi alla ricerca di funghi, o altre prelibatezze, come asparagi, castagne, tartufi. Proprio in questo periodo, dopo una estate alquanto calda, ha piovuto abbondantemente in tutta la nostra zona, in maniera lenta e insistente e, dopo alcuni giorni di sole, ad entrambi è venuta la voglia di una lunga passeggiata nel bosco, alla ricerca di funghi prelibati. Decidiamo di andarvi mercoledì mattina presto, anche se il luogo scelto per la nostra ricerca non è proprio molto indicato in questo giorno particolare della settimana, perché, sulla sommità della collina dove sorge il bosco, ci sono delle postazioni adibite alla caccia della fauna migratoria. Poco dopo il sorgere il sole, lasciamo la nostra auto ai piedi della collina e, lentamente, ci inoltriamo nel bosco. Dopo circa un’ora in giro per la foresta, abbiamo già raccolto una discreta quantità di funghi molto pregiati, quando sentiamo l’eco di alcuni colpi di fucile. Mara, che fino a quel momento si era tenuta un po’ distante da me, mi raggiunge e, alquanto impaurita, continua con me la raccolta, rimanendo nelle mie vicinanze. Continuiamo a salire la collina e di nuovo la nostra attenzione viene catturata dall’ennesimo eco di colpi di fucile. Lei mi guarda un po’ impaurita e mi chiede se non sia il caso di andarcene, onde evitare di esser feriti. La rassereno informandola che le postazioni adibite alla caccia, sono poste in alto, sopra delle vere e proprie piattaforme aeree e che, comunque, difficilmente chi partecipa alla caccia, spara verso il basso. Continuiamo a salire ancora un po', quando, d'improvviso davanti a noi si materializza la figura di un signore, che sta, evidentemente, cercando qualcosa. Quando ci avviciniamo, ci rendiamo conto che è un cacciatore venuto a recuperare qualche preda abbattuta. Immediatamente egli si avvicina noi e, vista la nostra titubanza, ci tranquillizza e ci invita a raggiungere la sommità della collina, poiché, ci informa, appena oltre il capanno di caccia, sull’altro versante del rilievo, quello più esposto al sole, è più facile trovare i funghi che noi stiamo cercando. Quando raggiungiamo il punto adibito alla caccia, ci troviamo davanti ad un capanno in legno perfettamente integrato nel bosco, con un grosso tavolo davanti ed un braciere acceso. Il nostro arrivo, suscita la curiosità degli altri cacciatori e, in un attimo, ci ritroviamo, oltre alla persona che ci ha accompagnato, tra altre tre persone più una quarta che esce dal capanno, portando in mano un vassoio con della carne da arrostire sul braciere. All'istante, mi rendo conto che la presenza di mia moglie, che indossa dei jeans che ne modellano lo splendido culo ed una camicia abbottonata solo nella parte centrale, suscita l’interesse di quei cinque maschi, che la guardano con occhi carichi di desiderio. Anche mia moglie nota il fatto che tutti e cinque le stanno intorno e, con la scusa di guardare l’interno del suo canestro di funghi, indugiano con gli occhi nella scollatura della sua camicia, da dove è ben evidente il solco dei suoi seni. Io mi volto e vedo lo sguardo di mia moglie che, incrociato il mio, mi lascia capire che la cosa la sta intrigando. In breve prendo atto del fatto che è passato diverso tempo da quando, insieme, ci siamo abbandonati ad un po’ di trasgressione. In effetti, negli ultimi anni, ad entrambi è sempre piaciuto trovare situazioni intriganti, cariche di lascivia, dove entrambi ci siamo lasciati andare a goderne assieme. Sì, in questi ultimi anni, a mia moglie è piaciuto molto godere con altri maschi e sempre in mia presenza, sempre sotto il mio sguardo, ma, soprattutto, anche con la mia partecipazione. Non riesco a spiegare con precisione questo suo modo di fare, ma è sempre stato palese che poter fottere sotto i miei occhi, o magari con la mia partecipazione a qualsiasi sua porcata, le aumentasse la libido in maniera esponenziale. Sembra quasi che non provi interesse a godere, se non lo fa sotto il mio sguardo, attento, e la mia reale partecipazione. Così, mi determino che, in qualche modo, debba regalarle momenti di infinito ed estremo piacere.
«Amore, approfitta della gentilezza di queste persone per riposarti un momento, mentre io do uno sguardo qui intorno, per vedere se ci sono funghi da cogliere.»
Dico questo mentre, con lo sguardo, accenno ai maschi che le stanno intorno, così da farle intuire che la mia esortazione è senz'altro tesa al desiderio di vederla in azione con altri maschi e quindi mi asseconda.
«Grazie, mi fermo solo un attimo, giusto il tempo di bere un po’ d’acqua, per poi raggiungerti.»
Mi allontano di proposito, lasciandola in compagnia di quei cinque maschi, ma, dopo un breve giro, ritorno sui miei passi e mi avvicino per vedere quello che succede. Lei tiene in mano un bicchiere e tutti gli altri le stanno intorno; ridono e scherzano con lei, che era il punto focale della loro attenzione. Osservo un po’ la scena e già mi sto eccitando, immaginando che anche lo sia, quindi, senza far rumore, mi sposto un po’ lateralmente e mi avvicino ancora di più per poter ascoltare distintamente quello che le stanno dicendo. Giunto a breve distanza, osservo che uno dei cacciatori è entrato nel capanno e ne è uscito tenendo in mano un bel salame, che impugna tenendo la base e mostrandolo, quasi fosse un lungo e grosso cazzo.
«Signora, se oltre l’acqua, vuole anche fare uno spuntino, qui abbiamo un bel salame, che, di sicuro, le farà piacere assaggiare.»
Le parla con un tono alquanto allusivo, chiaro indice di un vero e proprio doppio senso, cui mia moglie non si sottrae, rispondendo a tono.
«Se si tratta di fare uno spuntino, un bel salame così lo gradisco a fette, diversamente, preferisco assaggiarlo intero.»
Essi tutti si rivolgono uno sguardo e restano un momento indecisi sul da farsi, in considerazione della mia presenza che, anche se in quel momento non è palese, è chiaro che, trovandomi nei paraggi, li trattiene dall’osare ancora di più con lei. Uno di loro, un po’ più audace degli altri, rincara un po’ la dose.
«Sicuramente, questo lo offriamo volentieri a fette, ma se li gradisce interi le assicuro che ne abbiamo altri che, certamente, saranno di suo gradimento.»
Lei sorride e resta immobile in mezzo a loro che, in ogni caso, sono ancora titubanti e, quindi, per sbloccare la situazione, lentamente, inizia a sbottonare i pochi bottoni che tengono chiusa la sua camicetta. Loro si scambiano uno sguardo e, quando stanno per allungare le mani sul suo seno, ancora ricoperto da un sottile reggiseno, io rientro in scena. La mia ricomparsa li lascia per un attimo indecisi, mentre mia moglie, vedendomi presente, ora si abbassa davanti a uno di loro; rapidamente gli apre la patta dei pantaloni e ne estrae un bel cazzo, quasi barzotto. Lo impugna decisa, lo porta alla bocca e prende a succhiarlo. Gli altri, incoraggiati dalla chiara piega assunta dalle circostanze, tirano fuori i loro cazzi e si sistemano tutti intorno a lei, per farselo succhiare. Intanto il primo si sta già godendo la bravura di mia moglie nel prendere il cazzo in gola.
«Accidenti! Questa troia lo succhia veramente bene! Ragazzi! Che spettacolo! Che bocca!»
Come sempre in questi casi, resto leggermente in disparte e mi gusto la scena: per me è molto eccitante vedere mia moglie alle prese con più cazzi. È intrigante, eccitante ed esageratamente stuzzicante vederla all'opera, profondamente troia proprio come piace a me. Uno di seguito all'altro, li succhia tutti, mentre con le mani insiste a tenerli perfettamente in tiro. Poi, di colpo, chiede a uno di loro di spostarsi, di aprire il cerchio che hanno fatto intorno a lei, e mi cerca con lo sguardo. Mi guarda, mentre io sono ancora immobile ed estasiato ad ammirare la sua maestria nel succhiare i cazzi. Improvvisamente si alza di scatto, e la sua voce è ferma e decisa.
«Tu, che fai lì? Devi venire qui, assieme a loro, perché voglio succhiare anche il tuo cazzo, altrimenti il gioco finisce qui!»
Immediatamente, sento lo sguardo di altri cinque che, in qualche modo, attendono la mia decisione; mi avvicino e mi inserisco in quel cerchio di maschi che, ora, allungano le mani su di lei, le toccano il culo ed accarezzano i seni, mentre lei si inginocchia davanti a me e, preso il mio cazzo in bocca, inizia a succhiarlo con evidente piacere. Assaporo, il piacere della sua bocca, poi mi abbasso, la faccio sollevare e la bacio in bocca, in maniera forte e passionale. Quando mi stacco da lei, le mani degli altri hanno già provveduto a sfilarle camicetta e reggiseno, così da liberare le sue splendide mammelle, che sono divenute trastullo delle mani di tutti: vengono toccate, palpate e strizzate, mentre altri le hanno abbassato i pantaloni, e sfilati dalle caviglie. Uno di essi invita tutti ad entrare nel capanno, cosa che facciamo mentre lei tiene un cazzo per mano e, sculettando ci precede all’interno della piccola costruzione in legno. Dentro, oltre ad un tavolo, vi è anche un piccolo divano, dove, uno di loro la invita ad inginocchiarsi. Lei prontamente si inginocchia e subito uno di loro provvede a toglierle il piccolo tanga, che ancora copre fica e culo. Subito uno di loro le si inginocchia dietro e comincia a leccarla, facendola gemere di piacere, ma a bocca piena, perché un altro, che si è posizionato dall’altro lato del divano, le ha già piantato il suo cazzo in bocca, facendoglielo succhiare per bene.
«Succhia troia! Succhialo bene, perché te lo voglio piantare tutto dentro, fino in fondo.»
Osservo eccitato la scena di lui che le tiene la testa fra le mani e letteralmente la scopa in bocca con un grosso cazzo, non troppo lungo, ma di una circonferenza che le riempie la bocca e che lei accoglie con gusto fin dentro la gola. Anche gli altri, a giro, si alternano davanti alla sua faccia, mentre il primo che lei ha succhiato e reso duro, ora si posiziona dietro di lei e, dopo aver spennellato un po’ la cappella lungo lo spacco della fica, gliela spinge dentro fino in fondo, facendola gemere di piacere. Lui la tiene ben stretta per i fianchi e poi comincia a pomparla con un ritmo sostenuto e, nel mentre, ne elogia la capacità di prendere il suo cazzo fino in fondo.
«Caspita! Questa vacca è così ben aperta, che l’ha preso tutto, fino in fondo, senza preoccuparsene. Ragazzi è fantastica! Ha una fica veramente bollente, calda e molto accogliente. Meravigliosa!»
Io mi avvicino a lei, le prendo la mano destra e la porto sul mio cazzo, cosicché lei possa segarlo con calma. Intanto il tizio che la scopa, sta aumentando il ritmo, e immagino che a breve le sborrerà dentro. Guardo gli altri che sembrano impazienti ad attendere il loro turno; così decido che è giusto che anche mia moglie, prima di esser riempita, raggiunga il suo piacere.
«Coraggio ragazzi datevi il cambio: non sborrate troppo in fretta, ma alternatevi a scoparla, così che lei possa godere molto e più a lungo.»
La mia proposta viene subito accolta e uno di loro invita l'amico, che la sta scopando, ad uscire dalla fica e lasciare il posto libero per qualche altro. In breve si alternano tutti dentro di lei e, quando anche il quinto, l'ha chiavata per bene, facendole avere un ennesimo orgasmo, lei si gira verso di me e mi incita a scoparla come hanno fatto tutti gli altri.
«Non stare lontano; lo sai benissimo che, oltre ad altri cazzi, voglio sentire anche il tuo che mi sfonda, quindi sbattimelo bene dentro, fino in fondo.»
Mi avvicino e subito mi lasciano il posto per infilare la fica di mia moglie, ormai completamente fradicia del suo piacere. Le spingo dentro il cazzo fino in fondo, e la sbatto con forza e decisione, serrandole i fianchi. Lei gode mentre continua a tenere in bocca, alternandoli, altri cazzi, affinché nessuno abbia il benché minimo cedimento. Quando sento che ha raggiunto l’ennesimo orgasmo, mi sfilo dalla figa e lo appoggio al culo, con un movimento lesto e deciso, e glielo spingo tutto dentro, sotto lo sguardo meravigliato degli altri, che si complimentano con me e con lei.
«Accidenti ragazzi! Questa zoccola l’ho preso tutto nel culo senza batter ciglio! Complimenti amico, la tua donna è una vera "zoccola"! Il sogno che ognuno di noi ha nel cassetto: avere una femmina come questa nel proprio letto, capace di far godere più maschi e di prenderlo anche nel culo con estrema disinvoltura.»
Le pompo il culo per un po’ e, quando sento che sono prossimo al piacere, giro lo sguardo e invita un altro a prendere il mio posto. Immediatamente riprende la girandola di cazzi che ora le sfondano il culo con estremo piacere. Quando anche l’ultimo ha assaporato questo ennesimo buco, decido che è giunto il momento di fare impazzire mia moglie e, di nuovo, le entro con forza nel culo, poi l’afferro per i fianchi e, sollevatala, mi siedo sul divano in modo da averla di spalle e, nello stesso tempo, con la fica a disposizione di chi ne voglia approfittare, elargendole il piacere della doppia penetrazione. Subito questa mia idea viene colta e uno di essi si inginocchia fra le sue cosce e, con estrema facilità la penetra fino in fondo. Lei gode, urla il suo piacere e ci incita a sfondarla ancora di più, con più forza, con più impeto, spingendo sempre più a fondo i nostri cazzi. Lei gode, raggiunge in breve un orgasmo dopo l’altro e sento che anch’io sono prossimo ad inondarle il culo; così, dopo che quello che la scopa davanti si sfila per cedere il posto ad un altro, io la metto di lato e la scopo nel culo con forza velocemente e, infine, le scarico dentro una sborrata tale che la fa urlare di piacere ancora di più. Mi sfilo e, dal suo culo slargato, fa capolino un rivolo di sborra bianca, che cola giù lungo la coscia. Subito il mio posto viene preso da un altro, che le pianta il cazzo nel culo senza tanti complimenti e si mette nella stessa posizione in cui ero io prima, con ciò agevolando un altro che la può scopare da davanti. Entrambi ora la pompano con forza e decisione, fin quando, dopo che lei ha goduto di nuovo, quello che la scopa davanti le svuota nella fica tutto il suo piacere. Anche quello che la sta inculando vuole venire e la gira di lato sul divano; la sbatte con forza fin quando anche lui non le riversa in culo tutto il suo piacere. Per un attimo rimane immobile sul divano, stremata dal piacere provato, mentre gli altri tre, che ancora non sono venuti, reclamano il loro turno. Uno di loro si siede sul divano e la invita a salire su di sé, per farsi cavalcare; lei obbedisce senza remore e, afferrato quel grosso randello, se lo pianta nella fica, da cui sta colando tutto il seme dell’ultimo maschio che le ha sborrato dentro. Appena il tempo di infilarselo dentro, che un altro si inginocchia dietro di lei e glielo pianta con decisione nel culo. I due incominciano a scoparla con forza, mentre il terzo, si posiziona sulla parte posteriore del divano e, con una mano appoggiata sulla testa di mia moglie, la esorta a prendergli il cazzo in bocca. Ora tutti e tre la scopano con decisione, mentre lei, immobile, subisce questi maschi che le sfondano ogni buco. Il primo a raggiungere l'apice del piacere è quello che la sta inculando: viene, con un grido roco, mentre si svuota tutto dentro di lei. Si sfila e subito il suo posto viene preso da quello che lei stava succhiando; anche lui le pianta con decisione il suo cazzo nel culo.
«Vacca sfondata! Hai il culo aperto come una galleria e sei così piena di sborra che il mio cazzo scivola come se fosse sul sapone. Adesso ti sfondo il culo anch’io, poi te lo riempio con tutta la mia sborra. Tieni, eccomi, adesso ti sborro in culo!»
L’uomo la tiene per i fianchi e la scopa velocemente, poi, improvvisamente, rimane immobile piantato dentro di lei e si svuota le palle, riversando tutto il suo piacere nel culo di mia moglie. Lei gode nel sentire l’ennesima ondata di sborra che le si riversa nell’intestino, poi, quando l’uomo si sfila, continua a cavalcare il cazzo che ancora ha nella fica, ma che, ben presto, eiacula tutto lo sperma prodotto.
Quando anche l’ultimo maschio le ha goduto dentro, lei si solleva e dai suoi buchi, oscenamente aperti, cola tutto il seme che le abbiamo riversato dentro. Per un lungo istante, tutti restiamo in silenzio ed immobili a guardarla, mentre lei allunga una mano e, presi dei tovaglioli, si asciuga la sborra che le sta colando lungo le cosce. Poi si gira, cerca il mio sguardo, osserva gli altri e, senza dire nulla, si inginocchia di nuovo davanti ad ognuno di essi, gli prende il cazzo in bocca e lo succhia e pulisce, ripulendoli da tutte le tracce di sborra che ancora erano presenti. Due di loro, vedendo quanto sia troia mia moglie, hanno ancora un accenno di erezione e, con la bravura delle sue labbra, ben presto quei due cazzi tornano ad essere duri e tesi.
«Cazzo! Questa vacca è talmente troia, che me lo sta facendo di nuovo diventare duro. Prima le ho sborrato nella fica: vuol dire che adesso farò in modo di gustare
anche il culo.»
Senza aggiungere altro fa inginocchiare mia moglie sul divano e con un semplice affondo secco e deciso, glielo pianta tutto nel culo. Lei geme, mentre tiene ancora l’altro cazzo in bocca, che è di nuovo bello duro. L’uomo se lo lascia succhiare e, con entrambe le mani le tiene ferma la testa; comincia a scoparle la bocca, muovendo il bacino avanti indietro, mentre l’altro le pompa il culo con colpi vigorosi e devastanti. Lei gode di nuovo, mentre io, osservando la scena, mi sto eccitando ancora. Mi avvicino e la guardo mentre gode ancora; allungo la mano e le afferro i seni, strizzando con forza i capezzoli fra l’indice ed il pollice; di proposito le procuro un misto di dolore/piacere che so essere molto gradito e, infatti, ben presto ha un nuovo orgasmo, mentre quello che si sta facendo succhiare il cazzo, improvvisamente glielo spinge tutto in gola, esortandola a bere il suo seme.
«Bevi, troia! Ingoialo tutto! Ti sborro in gola, troia!»
Lei serra con forza le labbra, succhia e ingoia tutto ciò che le viene versato in bocca, e questo suo modo di fare, così lascivo e porco, scatena anche l’orgasmo di quello che la sta chiavando nel culo.
«Cazzo! Cazzo, quanto è puttana questa femmina! Adesso sborro... le inondo il culo!»
La pompa con forza, tenendola ben ferma per i fianchi, fin quando con un grido, non le riversa dentro tutto il suo piacere. Anche gli altri, nel vedere quanto sia troia mia moglie si sono avvicinati e alternandosi nella sua bocca, sono riusciti di nuovo ad avere il cazzo duro e, uno dopo l’altro, si alternano dietro di lei, infilando, a volte il culo, a volte la fica di mia moglie, per poi schizzare dentro tutto il loro piacere. Durante questa ennesima tornata di cazzi, io mi sono posizionato davanti alla sua bocca e lei ha stretto fra le sue labbra il mio cazzo, succhiandolo con forza, e quando l’ultimo le sborra dentro la fica, io le scarico in bocca tutto ciò che è rimasto nelle mie palle. Stremata, e con i buchi ridotti a caverne, da cui cola di tutto e di più del piacere che le abbiamo riversato in corpo, crolla sul divano, mentre tutti applaudono e si complimentano con lei, esternano il loro entusiasmo dando pacche sulle spalle a me, congratulandosi per la sua bravura.
«Complimenti! Sei una troia stupenda! Una vacca meravigliosa! Una puttana come poche ce ne sono al mondo e tu, amico, sei fortunato ad avere una troia come lei, al fianco. Grazie, ci hai fatto godere tantissimo.»
Io mi ricompongo un po’, poi esco fuori e raccolgo i suoi indumenti; poi, tornato dentro, la trovo circondata da loro, che le offrono tovaglioli imbevuti d’acqua, per potersi pulire al meno peggio. Sono tutti molto gentili e cordiali con lei, la trattano come una vera regina. Poi, prima che ce ne andiamo, ci offrono di restare a pranzo con loro, per mangiare la carne alla brace che intendono cucinare, ma mia moglie, sorridendo, declina l’invito, rinviandolo ad un’altra occasione.
«Grazie ragazzi! Ma oggi di carne ne ho mangiata anche troppa: non vorrei che mi facesse male!»
Uno dei cacciatori le dice, ridendo, che la prossima settimana, se vuole, poco distante da quel posto, ci sarà una battuta di caccia al cinghiale con circa una dozzina di persone. Lei sorride, mi guarda e dice che ci farà un pensierino. Riprendiamo i nostri cesti con i funghi e ce ne torniamo nel bosco, dove lei, una volta rimasti soli, mi abbraccia e mi bacia con forza.
«Ti amo! Sei un uomo meraviglioso; avevo proprio voglia di una ripassata di cazzi, ma non volevo che fosse una cosa programmata, mentre questa, così improvvisata, mi ha proprio soddisfatto e fatto sentire più che bene. Come sempre, sei la persona che di più amo al mondo, perché sai intuire i miei desideri, le mie voglie, ma, soprattutto, sai come soddisfare i miei pruriti. Mi dispiace solo che ho dovuto chiederti di partecipare, quando invece vorrei che tu fossi come sempre più presente, più partecipe, e non esservi costretto perché sono io a chiederlo.»
La guardo, le sorrido e le spiego semplicemente, che non stavo in disparte per non partecipare, bensì per ammirare la sua meravigliosa porcaggine, il suo modo di esser puttana, zoccola, vacca: cosa che a me piace da morire. Insieme, torniamo alla nostra auto e alla vita di tutti i giorni, in attesa che, casualmente, capiti di nuovo un piacere inaspettato, da vivere al momento
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3 years ago
baxi18, 55
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Trav scopata dal prof
Dovevo dare l'ultimo esame all'università, ma era un esame ostico e poi non avevo più voglia di studiare molto. L'appuntamento per sostenere l'esame era nell'ufficio del professore, un uomo di mezza età dal fisico atletico. Era un venerdì pomeriggio ed io ero l'ultimo della lista, sicché venni interrogato molto tardi (erano le 18 passate e nei corridoi non c'era più nessuno).
Iniziai male l'interrogazione e il professore pareva spazientito, forse anche stanco vista l'ora tarda. Ad un certo punto, controllando il mio libretto, mi chiese come mai non mi fossi preparato a sufficienza, visto che era il mio ultimo esame. Mi propose quindi la possibilità di prendere un voto sufficiente, a patto che io facessi una cosa per lui: voleva infatti scattarmi delle foto vestito con intimo femminile, diceva che aveva fatto una scommessa con un amico, che una ragazza si sarebbe spogliata per lui o una cosa del genere (non si espresse bene) e subito estrasse da un cassetto un reggiseno e un perizoma, mi disse che se li avessi indossati sarebbe stato clemente per il voto, del resto aveva questa "scommessa" da fare e non mi avrebbe fotografato il viso ma solo il corpo da lontano in quanto doveva fare questa scommessa.
Io ero molto titubante, non volevo accettare, quindi il professore iniziò a dire che la mia mancata collaborazione poteva ostacolare il superamento dell'esame...
Allora accettai, mi spogliai completamente ed indossai un reggiseno e un perizoma neri in pizzo. Il professore disse quindi che doveva rendere la foto più credibile ed estrasse da un altro cassetto un paio di tette finte in silicone, una parrucca e un paio di zeppe con tacco vertiginoso! Nemmeno ebbi il tempo di pensare il motivo per il quale avesse tutta quella roba e su sua indicazione le indossai: ora sembravo veramente una femmina! Mi fece alcuni scatti senza inquadrarmi il viso, poi mi chiese di sedermi perché voleva continuare l'interrogazione!
Io ero spaesatoa mentre iniziammo l'interrogazione fece cadere di proposito una penna sotto la scrivania, io mi chinai per raccoglierla e rimasi di sasso nel vedere che aveva tirato fuori l'uccello! Mi risedetti senza sapere cosa fare, lui pareva contrariato e disse che se volevo passare l'esame dovevo fare una buona scena orale! Di nuovo fece cadere la penna, mi chiese di raccoglierla e di pensare attentamente alle sue parole.
Quando fui di nuovo sotto il tavolo mi disse ancora "l'esame lo passi solo se fai una buona prova orale". Ormai ero lì, vestita da femmina con un cazzo in tiro davanti...aspettai un poco quindi mi avvicinai e lo presi in bocca! La sua esclamazione fu di soddisfazione "molto bene " disse "continua così che ti vedo preparata" . Quel darmi della lei, il sentirmi vestita da femmina e soprattutto con un cazzo enorme in bocca mi eccitò e inizia a spompinarlo a una velocità sempre maggiore, mi piaceva! Avevo un cazzo molto grosso in bocca e mi sentivo come una di quelle troie che vedevo nei film porno. Lo succhiavo di gusto, mi era venuto duro, ad un certo punto mi prese la testa con le mani ed accelerò i miei movimenti. "Sei una grandissima pompinara, ti meriti un bel voto" mi disse. A me però del voto non interessava piu niente perché mi piaceva succhiare quel cazzo turgido. Era una goduria, era morbido e io mi sentivo una puttana!! Chiusa nel suo uficio a tirare una pompa!!
Poi si alzò e mi fece mettere a pecorina e glielo succhiai in quella posizione. Succhiavo avidamente, poi si spostò, prese un tubetto di lubrificante e di mise dietro di me. Capii immediatamente cosa voleva farel e lo implorai di fermarsi, lui mi abbassò le mutandine, fece uscire del liquido sul mio culo e iniziò a strofinare il proprio uccello dicendo che mi voleva solamente eccitare così... Improvvisamente invece me lo infilò dentro con un colpo secco. Urlai ma lui mi disse "adesso ti inculo troia" ed iniziò a penetrarmi, dapprima piano poi sempre più veloce. Dopo una prima sensazione di dolore iniziai invece a provare piacere e a chiedergli io stessa di continuare sempre più forte. Era evidente che mi piaceva da matti vestirmi da femmina e farmi inculare così come spompinare. Passammo infatti una buona ora di anal-oral, fin quando sborrò dentro al mio culo. "Hai un culo stretto che è fantastico" diceva, "aprimi il culo" replicavo io "sì aprimi il culo" mentre si sentiva lo sciaf-sciaf eccitante del suo andirivieni. Parlando così mi sentivo proprio una pornostar. La sborra mi colava a rivoli dal culo "mi hai fatto sborrare come una fontana" mi disse. Non si fermò e continuò a fottermi. Evidentemente anche per lui era soddisfacente trovare la mia collaborazione ed io ormai ero in estasi.
Dopo questa scopata mi fece andar via, ma rimasi con la lingerie femminile indossata sotto. Non mi mise il voto ed anzi, via email mi chiese di tornare a farmi interrogare perché mi voleva dare la lode... la lode però consisteva nelle sue parole volgari nei miei confronti, e solo dopo svariati incontri riuscii ad avere il voto e quindi a laurearmi. Non cessai però di far visita al professore ed anzi lo ringraziai per avermi fatto entrare nel mondo delle travesta. La sera stessa del primo incontro, quando tornai a casa volli continuare ad indossare l'intimo femminile e mi masturbai pensando a quel primo incontro che si era concluso con un fiume di sborra dentro nel mio culo. Ero diventata Troia e mi piaceva da matti. Da quel giorno andavo in cerca di uccelli duri vestita da troietta.
[racconto inventato, magari fosse vero!]
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3 years ago
LaTravTroia,
40
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Due vicini speciali.
Sono passati circa tre mesi dal terribile incidente che ha strappato i miei genitori all'affetto mio e di mio marito. Abitiamo in un appartamento in affitto ed il proprietario ci ha informato che non potrà rinnovarci il contratto, in quanto il figlio si sposa e lo vuole per sé. Per me ed Alex, la perdita dei miei genitori è stata un duro colpo. Sono sempre stati un punto di riferimento. Allegri, solari, sempre disponibili. Da più di quindici anni, avevano preso questo appartamento, posto al sesto piano di un bel palazzo degli anni sessanta. La cosa che mi è sempre piaciuta è la sua posizione: a metà della collina, che degrada dolcemente in basso verso il centro della città. Ne consegue che il meraviglioso terrazzo, posto ad occidente, è un bellissimo osservatorio, sui tetti della città sottostante. Mamma ne era fiera. Vi aveva realizzato un piccolo gazebo con fiori, comodi divani in vimini, un bellissimo barbecue, che papà usava in maniera ottimale. Alex ed io siamo figli unici. Lui aveva perduto da anni i suoi genitori, allora mamma e papà erano tutta la sua famiglia. Oggi, appena finito il lavoro, mi accingo a rientrare in casa. Appena apro il portone, incontro i nostri vicini di casa. Lei si chiama Mara, ha sessanta quattro anni, è un po' come mia madre, piccola di statura, al massimo un metro e sessantacinque, lui invece si chiama Antonio, ma tutti lo chiamano Nino, ha sessantasei anni ben portati. Con i miei genitori erano molto amici e, quando è successo l’incidente, stavano andando a trovare loro al mare. Durante il funerale ci sono stati molto vicini, anche per loro la perdita dei miei cari è stata fonte di un grande dispiacere. Mi salutano cordialmente, si informano di come stiamo e, quando li metto al corrente che verremo a vivere in questo appartamento, si scambiano uno strano sguardo, poi mi salutano e se ne vanno. Apro casa ed entro. Sento odore di chiuso: non potrebbe esser diversamente. Apro tutte le finestre e comincio dalla cucina a vedere cosa tenere e cosa buttare. L’appartamento è costituito da un ingresso, cucina, salone, una camera matrimoniale con bagno privato, due camere un po' più piccole, con un bagno molto grande, che le divide. Dopo un rapido inventario, mi rendo conto che quella casa ha tutto per esser semplicemente abitata, quindi passo ad ispezionare la camera dei miei. Dentro è tutto in perfetto ordine. Se non fosse per la polvere, potrei dire che è pronta per essere abitata. Apro il grande armadio: noto che la mamma aveva buon gusto nel vestire. Abiti molto belli appesi in perfetto ordine, nei cassetti ci sono le camicie, tutta la sua biancheria intima, molto casta. Anche la parte del babbo è perfettamente in ordine, l’unica cosa è che dovrò togliere tutta questa roba: non so cosa farne; io sono molto più alta della mamma, i suoi vestiti non mi stanno. In quanto poi ai vestiti di mio padre, Alex ha gusti un po’ più moderni. Osservo le cose e mi rendo conto che non mi sono mai soffermata ad osservare attentamente mia madre. Guardo le loro cose, mi convinco che erano una bella coppia, assolutamente normale. Certo, non che noi siamo chissà che, ma da quando stiamo insieme, io e Alex, di cosette un poco piccanti ne abbiamo fatte. Siamo sposati da tredici anni, adesso ne abbiamo io trentotto, lui uno di più. Avevamo io diciotto anni, lui diciannove, quando ci siamo incontrati. Ben presto abbiamo scoperto che stare insieme ci piaceva, ancora di più, però, ci piaceva scopare. Non ero vergine: era stato un ragazzo all’ultimo anno delle superiori ad aprirmi prima il culo, poi la micetta. Ad Alex la cosa non importava, anzi era contento che sapevo gustare il suo cazzone. Sì, lui è molto dotato e, quando me lo infila in culo, lo sento per bene. Lui era stato iniziato ai piaceri del sesso da una vicina di casa, una donna quasi sessantenne, che glielo succhiava, facendolo godere senza limiti e, ovviamente, a lui la cosa non dispiaceva per niente. Dal matrimonio in poi, abbiamo sperimentato il piacere delle spiagge nudiste, lo scambio di coppia, varie situazioni di esibizionismo, nelle quali io mi mostro a giovani che arrossiscono nel vedere le mie grazie esposte ai loro sguardi. Il mio armadio è ben fornito di indumenti idonei per questi giochi, invece vedere il guardaroba di mia madre, mi fa quasi ridere. Dopo la camera dei miei, passo in una delle due stanze più piccole. La prima è adibita a studio. Dentro ci sono un pc, molti DVD di musica, foto ed altro. Tante immagini appese alle pareti: mio padre era un vero cultore della fotografia. Ci sono le sue macchine fotografiche, tutti gli accessori per le foto. Guardo con ammirazione gli splendidi ingrandimenti di me, mia madre bellissima, Alex, mentre lui appare solo in una foto, insieme a Nino. Passo nell’altra stanza, che mamma aveva trasformato in una cabina spogliatoio, con due armadi a muro enormi. Apro il primo e non posso non notare la precisione di mamma. Appesi ci sono cappotti, giacconi, tanti altri indumenti, perfettamente conservati dentro buste di cellofan, un vero insieme di cose in perfetto ordine. Poi apro il lato più grande, quello che ha pure l’angolo: dentro altri abiti, una scarpiera e, nel punto che fa angolo, ci trovo un piccolo armadio a tre ante, chiuso. Mi stupisce la cosa: che ci fa un armadio nell’armadio? Cerco di capire come aprirlo, ma non ci sono chiavi. Cerco il mazzo di chiavi di papà, non trovo nulla che lo apra, ma noto una piccola e semplice chiave, che ho sempre creduto fosse del portone o di un altro posto. Per quanto mi sforzi, non ne cavo nulla. Guardo meglio, mi ricordo che mamma aveva fatto installare, da mio padre, una cassetta di sicurezza dentro il suo armadio. Era nascosta dietro un cassetto. La cerco, sfilo i cassetti in camera sua, la trovo. La chiave del mazzo di mio padre l’apre e dentro, oltre alle gioie, i monili d’oro dei miei genitori, ci trovo un cofanetto di madreperla con tre chiavi dentro. Vado nell’altra stanza, apro la prima anta. Non credo ai miei occhi. Appesi in perfetto ordine, ci sono dei vestiti che non mi aspettavo certo di trovare. Nell’ordine ci sono allineati: una divisa da cameriera sexy, uno da infermiera, minigonne di pelle nera, cortissime, due vestiti trasparentissimi, una tuta nera in latex, una tuta a rete, un vestito elasticizzato con delle trasparenze spettacolari. Un miniabito in pizzo, con nastri regolabili, un elegante mini-dress in chiffon, sexy miniabito ad effetto wetlook, un miniabito con top trasparente, un miniabito in latex per spanking e, a completare il tutto, un sexy abito in micro rete. Resto basita! Nemmeno io ho un simile armamentario! E' tutta roba di gran classe, mica le schifezze del cinese! Tutti gli abiti, hanno la taglia di mamma. Dopo un momento di reale sconcerto, decido di aprire anche la seconda anta. È divisa in due parti: nella parte superiore, ci sono appese una collezione di babydoll stupendi; sotto ci sono quattro ripiani, colmi di scarpe dal tacco e forma proibitiva: nere, dorate, addirittura un paio trasparenti; poi stivali bassi, alti fino al ginocchio; bellissimi, sempre con tacchi altissimi. Convinta di aver visto tutto, ho aperto l’ultima anta. Anche questa parte è divisa in due. Sopra ci sono appese varie cose, di vario colore, corsetti di ogni genere. Mi ha colpito in particolare, un corsetto in latex nero a coppe aperte, con cerniera davanti, reggicalze, una guepière bianca in raso, pizzo con tanga, reggicalze ed un'altra uguale nera. Sotto, apro il primo cassetto e trovo una collezione di tanga sottilissimi, trasparenti, con aperture e perizomi bellissimi. In quello sotto, una collezione di reggiseni stupendi, di tutte le fatture, colori e grandezze, tutti di una quarta, la misura di mamma; io, al massimo, indosso una terza stretta, diciamo che in una quarta ci sto comoda. Credevo di aver visto tutto, ma, aprendo il terzo cassetto, ho dovuto ricredermi. Era stracolmo di sexy toys, di tutte le misure, fattezze, persino un doppio fallo a due punte. Ma la cosa che mi ha lasciato senza parole, è stato vedere che ci sono anche due strap-on: uno con una mutandina con due falli, uno all'interno, per far godere chi lo indossa, l’altro fuori, dove è possibile agganciare un fallo di diverse misure; il cassetto ne è ben fornito, compreso uno nero dalle misure proibitive anche per me. Incredula e decisamente molto sorpresa, mi son resa conto che della vita dei miei genitori non sapevo nulla. Mi sono chiesta dove e quando giocavano con quelle cose. Noi li vedevamo una volta a settimana, generalmente il giovedì, poi loro erano sempre in compagnia, ma di chi? Ma certo! Accidenti, ora capisco! Mara e Nino. Sicuramente loro devono sapere qualche cosa. Cerco di aprire l’ultimo cassetto, ma è chiuso con una chiave che non ho. La cerco, ma non mi riesce di trovarla. Ripenso al mazzo di chiavi di mamma, ce n'è una con una plastica rossa, piccina. La cerco e, quando la trovo, scopro un tesoro inaspettato. Dentro ci sono una decina di album di foto, dei DVD, alcune penne drivers; guardo i book, sono divisi per anni, ne sfoglio uno, il più vecchio. Ci sono foto di mamma nuda, poi in pose sempre più oscene, in fine con il cazzo di mio padre in bocca. Guardo altre foto, di due anni dopo. Ci sono anche Mara e Nino. Sono intenta a guardare e talmente presa che non ho sentito arrivare Alex. Lui mi sorprende alle spalle, mi struscia il suo bastone sulle chiappe, ed io, eccitata da tutte quelle cose, mi giro, e glielo prendo in mano mentre lo bacio; mi lascio scopare in piedi, appoggiata all’armadio. Godo come una vacca, guardo le cose appese, penso al piacere che mio padre deve aver provato nel vedere mia madre vestita così, da troia. Alex mi sfonda anche lui, vede le stesse cose, si eccita ancora di più, mi inonda il ventre, sborrando come un cavallo. Dopo aver leccato e ripulito il suo cazzo gocciolante, gli mostro tutto quello che ho trovato. Insieme andiamo nell’altra stanza e, acceso il PC, ci mettiamo a vedere i DVD, le penne drivers, che sono piene delle porcate fatte insieme ai due vicini molto porcelli. Ci sono immagini di spiagge, nudismi, scambi di coppia, leccate fra donne, poi restiamo basiti, quando vediamo delle foto in cui prima mio padre, scopa il culo di Nino, poi è Mara, che indossato uno strap-one incula mio padre, mentre mamma gli succhia il cazzo. Scoprire che i nostri vicini sono dei maialini, ci mette molta allegria. Alex si eccita all’idea di scopare Mara e già sogna di sfondarle il culo. Quanto a me, ho visto che Nino non è messo male a cazzo, certo ha sicuramente la sua età, ma non dispero. Elaboriamo un piano, li invitiamo a cena, poi li convinciamo a giocare anche con noi. Per tutto il giorno restiamo in quella casa. Abbiamo da pulire tutto, ma non riusciamo a vedere i nostri desiderati vicini. Nei giorni successivi non li vediamo, non c’è neppure la loro auto nel parcheggio interno. Solo dopo dieci giorni mi riesce di parlare con loro. Non dico nulla di quanto ho scoperto, li invito a cena, ma lei rifiuta dicendo che la sera mangiano poco, poi Nino ha subito sonno, meglio a pranzo. Ci accordiamo per la domenica. Finalmente arriva il tanto sospirato giorno. Lei è molto bella. Piccola di statura, tiene i bianchissimi capelli, in una traccia, che poi arrotola dietro la nuca. I suoi occhi sono piccoli e furbi, il seno grande prosperoso, le gambe piccole ma ben fatte. Indossa una gonna al ginocchio, abbastanza casta, una bianchissima camicetta, che stenta a contenere i seni. Mentre i maschi si dedicano al barbecue, io e lei siamo in cucina, dove io sto ultimando di preparare il pranzo.
«Mettendo via la roba di mamma, ho trovato il suo armadio. Sono rimasta davvero sorpresa: non avrei mai creduto che mamma avesse il piacere di indossare certi vestiti e, ad averlo saputo, saremmo stati ben felici di giocare con voi».
Lei mi guarda sorpresa a sua volta, mentre sbianca in viso.
«Tranquilla! Non siamo moralisti né vogliamo esserlo adesso; però ci piacerebbe giocare con voi, proprio come facevano i miei genitori. Ho visto che vi siete divertiti davvero tanto».
Lei, dopo un momento di timore, ha ripreso colore in viso. Sorride e mi dice che, sia mia madre, che mio padre, erano due maialini sconvolgenti. Più di tutti e quattro, lo era mamma. Quando si vestiva da troia, era pronta per ogni cazzo ed in tutti i buchi, senza distinzione se maschio o femmina. Poco dopo siamo a tavola; i due maschi ridono, mentre ci guardano divertiti, ma è Alex che introduce il discorso.
«Decisamente mi sarebbe piaciuto scopare con voi ed i miei suoceri. Mia suocera era una donna che ha eccitato tanto la mia fantasia: sono convinto che a letto era una porca incredibile».
Nino ride di gusto, Mara lo guarda, poi si gira verso di me e mi bacia in bocca.
«Mia cara, tua madre era la donna più troia che sia mai apparsa sulla terra. Gli piacevano indistintamente uomini e donne. Ha sfondato tante volte il culo a tuo padre, a mio marito, ed a tutti i maschi con cui si accoppiava; ti assicuro che non era seconda a nessuno. Personalmente sono orgogliosa di averla conosciuta, di aver goduto della sua bocca, di tutti i momenti di sesso sconvolgenti che mi ha fatto provare. Una sera mi ha fistato la fica: credevo che me l’avesse rotta e, in un certo senso, è andata così, ma... credimi, lei era unica, spero che tu sia in grado di assomigliarle almeno un poco».
Abbandoniamo il pranzo e ci trasferiamo in camera da letto. Lei si spoglia; sfoggia un bellissimo reggicalze e calze con pizzo altissimo.
«Sono un regalo di tua madre: le indossava la prima volta che si fece rompere il culo, da due maschi contemporaneamente. Era unica: lo prendeva in fica a due per volta e lo ha insegnato anche a me; è una pratica che ti consiglio: è davvero una esperienza unica. Adesso baciami, voglio leccare la tua fichetta e mi voglio godere lo splendido cazzo di tuo marito».
La spoglio completamente, mentre sento Nino che, da dietro, mi lecca il culo; immagino che sia uno dei suoi desideri, perché quando lo lecco a lei, sento che non è aperto. La guardo stupita, ma lei ci informa che non è mai riuscita a rilassarsi al punto tale da farsi sfondare il culetto. La cosa mi stupisce, ma, intanto, la lecco e lei gode; geme sotto i colpi della mia lingua. Sento il cazzo di Alex, premere fra le labbra fradice di lei, per cui mi sposto, facendogli spazio. Lui lo infila dentro con un colpo deciso che la fa godere immediatamente. Sborra a fontana. Sono ancora distesa sotto di lei e mi godo lo spettacolo di Alex che la sfonda, mentre io sento che Nino, dopo aver tolto la lingua dalla mia fica, ci spinge dentro il suo cazzo. Mi scopa bene, con calma, ma in maniera decisa e costante; poco dopo godo pure io, mentre sento Nino scoparmi ancor più intensamente. Mi scopa ancora un poco, mentre Alex ora si è disteso, permettendo a lei di impalarsi su di lui, che ha inarcato le gambe e la sbatte dal basso, facendola godere ripetutamente. Sborra come un fiume in piena ed io non sono da meno. Dopo l’ennesimo orgasmo, Nino mi fa girare e, senza troppi complimenti, me lo pianta nel culo, con un solo affondo deciso. Protesto, ma lo faccio solo per eccitarlo di più.
«Piano! Mi sfondi il culo, però mi piace anche così, quindi vai».
Dopo avermi slargato per bene, comincia a pomparmi con decisione. Afferra i miei fianchi e mi ingroppa molto velocemente. Ben presto anche lui è al capolinea e sborra direttamente dentro il mio martoriato culetto, commentando il piacere che prova.
«Adorabile vacca, lo senti che sborro dentro questo tuo stupendo culetto?»
Mi inonda il culo. Quando lo sfila, lo succhio sotto gli occhi per niente sorpresi di Mara, che si posiziona dietro di me e mi lecca la sborra del marito, che cola dal mio culo ancora aperto; la sua iniziativa mi fa godere da matti. Alex la scopa come un forsennato e, alla fine, è pronto anche lui a sborrare. Mara lo prega di schizzare in faccia a lei e me. Lui ci accontenta e, poco dopo, abbiamo i volti coperti di crema calda e bianca.
«Siete due ottime vacchette e vi accontento subito!»
Aveva risposto a Mara. Come due consumate puttane, ci disponiamo a leccarci il viso, nel disperato tentativo di raccogliere tutta la sborra di Alex, che ci cola da tutte le parti. Sfiniti, ci concediamo una pausa. Poi io e Mara, andiamo nell’armadio e indossiamo un strap-on per ciascuna; dopo di che, ci presentiamo davanti ai maschietti che, sorridendo, si voltano e ci offrono i loro culetti da sfondare. Ce li godiamo molto e, alla fine, per ricompensa, veniamo gratificate di una calda sborrata in bocca ciascuna, per poi, da perfette troie, abbandonarci in un lungo e profondo bacio, scambiandoci il cocktail di sborra.
La visione che offriamo ai nostri maschi, fa sì che si eccitino al punto che, anch'essi si fiondano a succhiarsi i cazzi a vicenda; poi, quando son ridiventati duri, ce li godiamo di nuovo noi. Mara mi ha voluto sussurrarmi che, fra le mie braccia, si è sentita tanto bene e rilassata, e, chissà, forse un giorno si farà rompere il culo anche lei. Per ora abbiamo scoperto che è bello godere con loro, e questo è solo l’inizio di una intrigante storia di buon vicinato.
17
3
3 years ago
baxi18, 55
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Emy 4 °parte
Nei nostri giochi entrò la fotografia e riprese video. Incominciammo a mettere le foto su siti ..così per giocare per leggere i commenti che ci eccitavano...poi abbiamo inserito lo slave...si abbiamo comprato il collare guinzaglio manette ...bello vedere la propria moglie sottomessa ai tuoi voleri ..farla camminare a quattro zampe legarla imbavagliarla ...la vera pratica slave o bondage l'avremmo poi ricevuta da un master in quel di Amsterdam...un altra pratica che adottiamo è il clistere...utile per rapporti anali e per il fisting anale di Emy.
Incominciavano a sentire scambio di coppie club privè..etc etc..cosa che ci stuzzicava..lei è stata la prima a darmi l'idea..dopo aver vagliato su i siti quale club scegliere ...decidemmo di andare...per i nostri giochi di foto o video riprese Emy si era comprata delle parucca per non dare riferimenti nel viso..per non farsi riconoscere belle foto..
Quella sera ..visto che richiedevano eleganza..lei si presentò con parucca a caschetto vestito a tubino sotto solo un reggicalze ad alta fascia a 6 ganci nero finta pelle e calze nere con riga anni 50 Cuban nylon e tacchi.
Questo club elegantissimo però poche coppie e molti singoli..tutto molto cordiale..ammiccamenti di sguardi tanti...dopo poco si è presentato un bellissimo ragazzo elegante cordiale molto rassicurante(si chiama Luca sarà il nostro mentore) be ci conosciamo parliamo e poi parte nella sala una musica latino americana ad Emy piacciono questi balli così Luca ed Emy vanno a ballare...questi balli sono molto erotici.
Luca fa sentire il suo pube addosso il culo di Emy ..lei è di schiena verso di lui...con una mano tocca un seno di lei e con un altra gli tira su il vestito fino all'attaccatura delle calze..lei con le braccia intorno al suo collo con la testa riclinata ..e il tutto mentre dondolano i bacini..
Dopo poco vedo Emy in estasi(la conosco quella espressione)...lui che bacia il suo collo e intanto ha spostato la mano dalla coscia sulla sua fica sotto il vestito...la sta masturbando...io meravigliato ma eccitato....
Però questo idillio finisce perché Emy adirata mi viene incontro e vuole andare via...la convinco di rimanere e andiamo alla sala cinema..qui nella penombra vediamo uomini con i cazzi di fuori che si masturbano una donna in ginocchio a sponpinare due un altra seduta con uno che sta leccando la fica un cazzo in bocca e uno in mano..
Ci sediamo e dopo poco baciandoci ci stiamo masturbando a vicenda la sento eccitata al quadrato.. mi accorgo che Luca è di nuovo presso di noi ..con gli occhi lo invito a partecipare ..la sua mano accarezza la coscia di Emy...lei la sento che ormai sbrodola...lui si era tirato fuori il cazzo(un cazzo .a detta di lei come quello di Rocco Siffredi) prende la mano di Emy ...lei inizia a masturbarlo. .la invito ad assaggiare quel cazzo...lei si gira si china e inizia a leccare baciare...poi per mettersi comoda si mette in ginocchio tra le gambe di Luca ed invia a spompinarlo ..tutto in bocca con la lingua che gli accarezza le palle ...io gli avevo tirato su il vestito e suo o tre dita in fica. Lei si gira e mi c'è di scoparla...ma Luca ci blocca e ci invita a seguirlo...
Credo che Emy per lo stato in cui si trovava non si era accorta che il tragitto dal cinema alla camera l'abbia fatto con il vestito tirato su ..fica e culo al vento con i nostri cazzi in mano e con le nostre mani sul suo culo
Entrati non so raccontarvi minuziosamente quello che successe lì dentro
So soltanto che ci furono prime volte..
Per la prima volta Emy baciò in bocca uno in mia presenza...leccato il culo ad uno"sconosciuto"
Per la prima volta le doppie erano vere ..con due cazzi veri ..il tutto senza preservativi
Per la prima volta ho visto Emy squirtare ..rimanere senza fiato...si è fatta fistare avanti e dietro....
Successivamente è sopraggiunto un amico di Luca(fa parte anche lui del nostro gruppo) l'abbiamo sbattuta per quasi un ora...tre cazzi uno in culo uno in fica uno in bocca contemporaneamente ..che troia continuavano a ripetere ..puttana ...che troione tua moglie .lecca qua ..leccami il culo porca. Sborrata in bocca in culo in faccia ..le calze inzuppate di sborra. Ingoio di sborra ...e l'amico di Luca che aveva una pratica tutta sua.. sputare in bocca a mia moglie....cosa intusiasmante che dopo aver preso mani nel culo e Acer subito inculate per un ora...be ogni volta che entrava un cazzo nel culo ....be l'aria che entrava e il cazzo comprova..il culo di Emy faceva il rumore di una scoreggia ..
È stato meraviglioso abbiamo toccato quello che inconsciamente volevamo...così inizio il nostro scambio..con coppie singoli anche di colore ..il rammarico di quel giorno?mi sarebbe piaciuto vederla pisciata addosso da tutte e tre ..ma ci sarebbero stati altri giorni...
Vi potremmo raccontare altre vicende con i neri soprattutto. I parcheggi .etc etc ...se volete fatecili sapere...credo che abbiamo spiegato chi siamo e che cosa ci piace ..Mogliecompleta? Completa in tutto senza remore ..
12
6
3 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
La femmina dominante.
Anna diede un’altra occhiata nella stanza ed ebbe la conferma dei suoi sospetti: il compagno, si scopava sua figlia. Lui non era suo padre, in quanto lei era rimasta vedova, quando sua figlia aveva due anni e se l'era sposato in seconde nozze. Uscì in punta di piedi: i suoi pensieri erano tutti protesi a questa conferma. Lo aveva sospettato, ma averne la conferma le aveva ingenerato una sensazione di angoscia; non tanto per il fatto in sé e per sé, cioè lo scoparsi sua figlia, quanto perché si sentiva messa da parte, e questo proprio non lo sopportava. Mentre guidava verso l’ufficio, la sua mente cercava di elaborare la cosa, ma non trovava una soluzione. Certo suo marito aveva fatto presto a capitolare. Cinzia era una cresciuta bene, la bambina era diventata una bella adolescente e poi una donna: sì, a venti anni, era proprio bella. Un fisico scolpito da anni di nuoto e danza classica, l’avevano resa una splendida donna, dal fisico slanciato e con le curve al posto giusto: seni tondi e sodi, culetto a mandolino perfetto, cosce affusolate e snelle, un viso dolce dall'ovale perfetto, sormontato da una folta capigliatura nera e riccia, con occhi azzurri come quelli del padre. Anna aveva percepito i segnali di pericolo che lentamente le erano passati davanti agli occhi e, come donna, avrebbe dovuto capire che la piccola era cresciuta, che i suoi slanci ed abbracci verso il patrigno, avrebbero potuto portare a questo epilogo. Il girare quasi nuda per casa, le occhiate, i sorrisi complici erano tutti segnali che una donna doveva carpire, ma, come madre, aveva volutamente ignorato fino ad ora che ne aveva avuto conferma. Il suono di un clacson al verde di un semaforo, la riportò alla realtà, guidò fino al parcheggio dell'ufficio come un automa e rimase in auto per due minuti e più, prima di decidersi ad andare al lavoro. Si sentiva frustrata, lei che fino ad oggi era stata una madre affettuosa, moglie integerrima, casalinga modello, ora era spodestata da sua figlia. Certo, lei era giovane, bella, carne fresca e per questo non biasimava suo marito, in fondo lui era un maschio e che maschio! Alto bello, fisico da nuotatore, occhi azzurri e capelli ricci, e poi aveva una dotazione di tutto rispetto. Sì, Luca era un bel maschio, super dotato sia in lunghezza, appena sopra i venti, ma anche in circonferenza, molto oltre la norma. In piscina, dove la sera, dopo l'ufficio, allenava le ragazze della squadra di nuoto, lei che ci andava con la figlia, per mantenersi in forma, aveva visto gli sguardi delle madri che divoravano suo marito. Eppure si era sentita lusingata da quegli sguardi dei padri che la spogliavano con gli occhi, quando lei usciva dalla vasca con indosso il suo costume intero. appiccicato al corpo liscio e ben modellato. Aveva messo in conto che lui potesse farsi qualche scopata extra e non ne era gelosa, perché non gliene aveva mai dato motivo, ma... con Cinzia, sua figlia? No, questo non lo accettava: si sentiva tradita e messa da parte. Lei era stata sempre disponibile con lui; certo non era una bomba sessuale, non vestiva sexy, ma a letto lo aveva accontentato in tutto, o quasi. Si lasciava scopare in ogni posizione, o luogo, assecondando ogni sua fantasia e lui era bravissimo a farla godere. Anche il rapporto anale gli aveva concesso, se pur riluttante, perché lei non lo amava, ma era anche convinta che, se non glielo avesse dato lei, lui l'avrebbe cercato altrove, per cui si era armata di pazienza e glielo aveva concesso. All'inizio, era stata dura ospitare nel suo stretto culetto quel grosso palo, ma lui era stato delicato e paziente e, col tempo, il gioco aveva prodotto i risultati sperati: lo prendeva volentieri e ci godeva pure. Ad usare la bocca, invece, le era stato più difficile: non amava succhiarlo e nemmeno ingoiare la sua sborra; ce l'aveva troppo grosso e si sentiva soffocare. Generalmente si faceva schizzare in faccia, per poi andare a pulirsi, e lui le sembrava soddisfatto; ma ora? Come poteva competere con la figlia? Come poteva riprendere il dominio sul suo maschio? Sì, considerava suo marito un suo dominio, e doveva trovare il modo per imporre, una volta per tutte, che quell'osso era suo. Passò metà della mattinata a rimuginare sul da farsi, ma non le venne in mente nulla. Decise di andare a prendere un caffè al distributore in fondo al corridoio. Mise la moneta e selezionò il caffè, lo prese e, mentre lo mescolava per sciogliere lo zucchero, arrivò una giovane collega, che mise i soldi dentro il distributore, ma la moneta s'inceppò. La ragazza cercava di riavere i soldi, pigiando il bottone di resa, allora Anna le fece cenno di fermarsi, strinse la mano a pugno e dette un secco colpetto su un lato della macchinetta. Immediatamente la moneta riprese il suo corso ed erogò il caffè.
«Come hai fatto?»
Chiese la giovane stupita.
«Esperienza, mia cara, esperienza!»
Se ne andò e, mentre rientrava in ufficio, ebbe il colpo di genio, quel colpo d'ala che le rese immediatamente chiara la soluzione che cercava: l'esperienza!
Certo, era la soluzione del problema, la tattica giusta per riavere quello che era suo. Elaborò immediatamente un piano; fece un paio di telefonate e incominciò a studiare i dettagli. Poiché era sola in ufficio, fece delle specifiche ricerche su dei siti non convenzionali, anzi, addirittura vide un paio di video porno che le suggerirono altre idee. Soddisfatta, decise che era ora di dare una svolta completa alla sua vita. Alle due, uscita dal lavoro, andò direttamente dalla parrucchiera. Fece tagliare i suoi lunghi capelli con il pretesto che erano sfibrati e dalle doppie punte; in realtà voleva cambiare decisamente look. Si fece fare un taglio corto dietro e leggermente più lungo ai lati. Quando si vide allo specchio, si trovò subito più bella, con un'aria più giovanile e sbarazzina.
Poi si rivolse all'estetista. Si fece depilare tutta, ma la ragazza le chiese se voleva lasciare un piccolo triangolino di peli, appena sopra il Monte di Venere. Lei sorrise e, mentalmente, ironizzò sul triangolino, così decise per il sì. Depilò tutto: pube, ascelle, si fece assottigliare le sopracciglia e pure il culetto lo volle rasato a zero. Poi si fece mettere uno smalto rosso fuoco, sia sui piedi che sulle mani, e prese un rossetto dello stesso colore. La tappa successiva fu di recarsi alla Città Mercato, ma la tangenziale era completamente intasata, allora prese una strada secondaria che, anche se più lunga, passava per la zona industriale, le permetteva di arrivare velocemente. Quando stava per lasciare la zona industriale, il suo sguardo fu attratto da un cartellone che indicava un sexy shop. Non c'era mai stata e, dopo un attimo di riflessione, decise di esplorare anche questo negozio, così insolito per lei. All'ingresso l'accolse una bella ragazza, in abiti alquanto succinti e, visto il suo smarrimento, le rimase al fianco mostrandole il negozio. Rimase sorpresa ed affascinata dalle tante cose che vedeva esposte, di alcune non ne conosceva l'esistenza, né l'uso, ma la solerte ragazza apriva le vetrine, mostrava il prodotto, ne illustrava l'uso ed il diletto che se ne poteva ottenere. Fu colpita significativamente da delle scarpe bellissime, nere con un tacco proibitivo da 20cm. e con un plateau da 10. Affascinata e, non senza una certa ironia, chiese se vi fosse, a corredo, anche un paracadute, in considerazione del fatto che lei, al massimo, aveva scarpe con tacco 5. Le volle provare e le trovò fantastiche, anche se doveva abituarsi ad indossarle, poiché abitualmente calzava scarpe da ginnastica, sandali bassissimi o ballerine ad alzo zero. Allora la ragazza la tentò, adducendo che se le avesse comprate, avrebbe ricevuto, in omaggio, un bellissimo paio di calze nere velate e relativo reggicalze. Le prese. Poi, mentre andavano alla cassa, vide un oggetto di cui non le era chiaro l'uso; chiese informazioni alla ragazza che le fornì tutte le spiegazioni. Si trattava di uno strap-one. Disse, mostrandoglielo, che era un oggetto speciale, capace di dar piacere sia a chi lo indossava, per via di un piccolo, ma ben modellato fallo esistente all'interno della mutandina, ma anche a chi ne avrebbe subito l'uso, in quanto, al suo esterno, era munito di un piccolo aggancio, su cui si potevano applicare falli di dimensioni variabili. Lo prese, insieme a tre falli di grandezza e colore diverso. Al momento non le era chiaro come l'avrebbe, e con chi, usato, ma lo prese. La tappa successiva fu il negozio di intimo. Decise che era ora di buttar via tutte le mutandine caste che aveva finora indossato, ivi compresi i collant. Comprò diverse paia di string, perizomi e tanga, così ridotti che alcuni le apparivano come dei francobolli attaccati al filo interdentale. Prese anche quelli, assieme a tre reggicalze: uno nero bellissimo, uno rosso scuro di pizzo stupendo ed uno bianco, molto sexy. Ad abundantiam, prese anche completi intimi, dove selezionò con cura i reggiseni: ne scelse quasi tutti di quelli che avevano una coppa che innalzava e modellava di più la sua splendida quarta, che, quindi, si presentava più gonfia ed opulenta. Passò nel negozio di abbigliamento e non rimase soddisfatta di quello che vide, per cui ne visitò quattro prima di trovare quello che cercava: aveva deciso che era ora di rinnovare il suo guardaroba. Basta con i jeans, ora voleva gonne, ma non troppo corte, da ragazzina, si sarebbe sentita ridicola, ma da donna elegante e sexy, come desiderava essere. Prese quattro gonne che non superavano il ginocchio in lunghezza, ma avevano degli spacchi laterali, o dietro, molto intriganti. La più intrigante di tutte era quella di pelle nera: sul davanti aveva una cerniera lampo dorata, che si poteva lasciare aperta a piacimento. Aggiunse un completo scuro lungo, da sera, che lasciava scoperta tutta la schiena, attillatissimo, sotto il quale era proibito l'intimo. Completò il cambiamento con l'acquisto di tre paia di scarpe, tutte rigorosamente con tacchi proibitivi, ed un paio di stivaletti, che avevano, in accessorio, una cavigliera dorata. Ritornò a casa, non c'era nessuno e decise di provare i suoi acquisti. Si spogliò nuda e, davanti allo specchio della sua camera, cominciò la trasformazione. Per prima cosa voleva provare le calze e le scarpe del sexy shop. Indossare quelle meraviglie velate la facevano sentire diversa; mai provata la sensazione del fruscio: lei, che fino ad allora aveva indossato sempre e solo collant che, a volte, erano anche molto spessi, si eccitò al lieve tocco del merletto di pizzo che avevano in cima. Poi fece scorrere le piccole strisce del reggicalze e si ammirò allo specchio. Subito dopo fu la volta dello string; appena indossato si rese conto che non copriva nulla, ma sentire quel filo fra le natiche, che penetrava anche fra le labbra depilate della sua micetta, la fece inumidire. Era una sensazione bellissima, da vera porca. Per indossare le scarpe si mise seduta sul letto. Appena in piedi, dovette esercitarsi a camminare con dei tacchi così alti, ma, per vero, bastarono pochi passi e prese subito il suo equilibrio. Si avvicinò allo specchio per vedere il risultato e, lì, aggiunse anche il reggiseno, che spinse verso l’alto i suoi seni, facendoli apparire ancora più grandi e gonfi.
«Credevo che una sconosciuta si fosse intrufolata dentro casa».
La voce di Luca la fece trasalire. Vide il suo uomo sulla soglia che guardava sbalordito da tanta bellezza. Lei si girò verso di lui ed aprì le braccia, in un gesto che chiedeva solo un parere.
«Sei bellissima, non so a cosa devo questo, ma sei finalmente come ti volevo, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, per paura di offenderti».
Mentre parlava, lui si era avvicinato e lei vide già il pacco gonfio, che faceva tirare il tessuto della tuta ginnica che indossava. Senza dir nulla e con un gesto repentino, lei si inginocchiò davanti a lui e tirò giù tuta e slip insieme, liberando il mostro che lei sapeva esser celato sotto la stoffa. Alzò lo sguardo verso di lui e vide i suoi occhi lucidi e sorridenti; allora prese il palo di carne con le mani, senza riuscire a congiungere le dita, da quanto era diventato grosso e duro, e dette due colpi di lingua e poi, lentamente, come aveva visto in un video porno, prese a percorrere e bagnare l’asta con la lingua, per poi incominciare ad infilarlo in gola; gli afferrò i fianchi con le mani e spinse la testa in avanti. Sentiva che, lentamente, le stava entrando in gola; ignorò sia la tosse, che i conati di vomito e spinse giù e sempre più giù, fin quando, al limite del soffocamento, il suo naso andò a sbattere sul corpo di lui. Ce l'aveva tutto in gola! Mosse a mala pena la lingua e lui emise un gemito di piacere. Era quello che lei voleva: sentirlo godere del lavoro di bocca che gli stava propinando. Lo sfilò lentamente, sempre guardando lui che aveva una espressione estasiata, e se lo rimise in gola. Spinse e succhiò, facendolo scorrere fra le sue labbra: era eccitata e contenta di veder Luca godere. Aveva sempre succhiato il cazzo a suo marito, ma mai così. Era diverso, lo voleva. Non lo faceva tanto per accontentarlo, ma voleva farlo godere, desiderava dargli l’impressione che era una donna porca che lo succhiava, e lui recepì il messaggio. Avrebbe anche voluto prolungare di più il gioco, ma lui la sollevò e, inginocchiato davanti a lei, le sollevò una gamba appoggiandola sulla sua spalla e, scostato l’inutile e sottile lembo di stoffa, si mise a leccarla.
«Accidenti! Ti sei depilata?! Che meraviglia!»
Luca era fantastico a leccare, lei lo aveva sempre apprezzato. Sentire la lingua scorrere lungo lo spacco e raggiungere il forellino anale, per poi tornare indietro e dedicarsi al suo bottoncino, la faceva sempre godere molto. Ora, a pelle nuda, la sensazione era ancora più viva ed intensa. Sentiva il piacere a pelle e l’orgasmo montare velocemente. Un gemito di piacere uscì dalla sua bocca: lento e prolungato. Lui si sollevò velocemente e la fece girare, appoggiandola allo specchio dell’armadio e, dopo aver passato la bollente cappella lungo lo spacco, con tre colpi decisi la penetrò fino in fondo. Sentirsi dilatata e piena, era una sensazione stupenda. Luca aveva un modo tutto suo di scoparla: glielo spingeva dentro quasi tutto, e poi dava un colpo secco, facendo sbattere la cappella sul fondo della vagina. La sensazione di dolore/piacere che gliene derivava, la sconvolgeva, portandola ad avere un rapido orgasmo, che la fece vibrare tutta. Si appoggiò all’armadio e, girato lo sguardo, vide una cosa che la fece godere ancora di più. Appoggiata alla porta c’era sua figlia, che li guardava con occhi increduli e pieni di lacrime. La bocca balbettava e tremava, scuotendo la testa in segno negativo. Quando il suo sguardo incrociò quello della figlia, costei fuggì via. Quanto visto aumentò ancor di più sia il suo piacere, che le grida con cui lo manifestava. Incitava Luca a scoparla con più energia, tanto da far capire a Cinzia che era lei che lui faceva godere. Lo sentì aumentare il ritmo e si accorse che era prossimo all’orgasmo, perché fin troppo eccitato dalla novità e dal gioco che lei gli aveva riservato. Anna si girò verso di lui, ed esclamo:
«In bocca, vienimi in bocca. Voglio bere, ho sete!»
Lui, seppur stupito, non resistette oltre. Si sfilò da lei, che si inginocchiò davanti a lui e, preso il cazzo in mano, le appoggiò la cappella sulle labbra e queste la cinsero con una stretta che non lasciava scampo. Immediatamente lui le scaricò in bocca tutta il suo godimento. Per un attimo, Anna avvertì quel sapore agrodolce, ma ingoiò tutto, come mai aveva fatto per poi pulire la cappella e spremerne anche l’ultima goccia. Dopo si alzò e andò, a sorpresa, a baciare Luca. Stupito dal gesto, lui rimase un attimo interdetto, ma poi rispose con trasporto e passione a quel bacio, cosi sensuale e perverso. Si staccarono e, guardandosi negli occhi, lei gli sorrise.
«Non mi aspettavo da te un cambiamento così totale: devo ammettere che sei ammirevole e desiderabile oltremodo».
Le parole di lui suonarono come conferma della sua vittoria, ma volle anche esser certa della disfatta di sua figlia.
«Sono meglio di mia figlia?»
Un attimo di panico si dipinse sul viso di suo marito. Lei gli sorrise, attenuando l'impatto della sua affermazione, e lui si rilassò.
«Sta tranquillo, non voglio incasinare il nostro rapporto, quanto, piuttosto, se scopi con lei, non devi omettere di far altrettanto con me. Capisco che lei è giovane e bella, ma io non intendo farmi mettere da parte: tanto a lei e tanto a me, altrimenti vado in giro per strada, così conciata, e mi faccio sbattere da tutti quelli che incontro».
Lui restò un attimo perplesso, ammirò la sua donna e si rese conto che aveva messo in atto un cambiamento tale che, quella che ora aveva davanti, era una donna completamente nuova.
«Tranquilla, tu non sarai messa da parte; sei sempre, e resterai, la mia donna, la mia compagna e, se ti fa piacere saperlo, la numero uno. Tua figlia non ha la tua classe, né la tua esperienza e, forse, col tempo, diventerà come te, ma ne deve fare di strada. L’unica cosa che avete in comune è che, quando volete una cosa, non v'è niente che vi fermi. Ti amo e sono irretito dal tuo cambiamento: mi piaci, sei una vera femmina. Sapevo che dentro di te c’era una donna così sensuale e porca, ma non sapevo come farla emergere. Sei e resterai la mia donna».
«La tua donna... porca e troia?!»
Ribadì con forza Anna. Lui la strinse a sé, abbracciandola e lei, dentro di sé, si sentì soddisfatta: aveva ristabilito la gerarchia, era lei la padrona del suo maschio e, se quella cagnetta di sua figlia voleva arrotare i denti sul suo osso, avrebbe dovuto chiedere il permesso a lei. Non escludeva che avrebbe potuto anche farglielo rosicchiare; amava Cinzia, ma era lei che lo concedeva e non la piccola che se lo prendeva; questa sensazione la fece sentir bene e soddisfatta. Aveva vinto usando l’arma più potente che aveva:
l’esperienza.
«Andiamo a cena fuori?»
«D’accordo, a patto che resti così...»
«Posso almeno mettermi un vestito?»
La guarda, sorride e dice che, per lui, andrebbe bene anche così.
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3 years ago
baxi18, 55
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Emy 3°parte
Tra leccate di culo pissing e scopate si stava avvicinando il matrimonio.
Mancavano circa 2settmane al matrimonio quando dopo una giornata di stress la sera siamo andati al solito posto in auto(quell'esperienza è indelebile)mi stavo inculando Emy a pecorina con violenza come piace a lei tutti nudi lei solo con reggicalze e calze...mi fanno impazzire.ma piace indossarle anche a lei...con turpiloquio che ormai faceva parte del nostro DNA..troia rotta in culo ...etc etc e lei di rimando sfonda la tua troia rompimi il culo sono una puttana etc etcprrso dall'eccitazione forse ho aperto gli sportelli ...forse per fare vedere la troia a qualche guardone di passaggio...non so..ad un certo punto si è materializzato un tizio a pochi centimetri da noi con il cazzo in mano che si segava...
A quella visione ho invitato Emy ad aiutarlo lei mi ha guardato con uno sguardo sbalordito per poi cambiare espressione compiacente sorridendomi con un aria da diva porno passandosi la lingua sulle labbra e sempre guardandomi ha iniziato a segarlo ...sempre guardandomi ha iniziato a passare la lingua sulla cappella del tizio per poi farsi scomparire il tutto in bocca .
A quello spettacolo ho incarato la dose di troia bocchinara etc etc mentre con la mia mano sulla nuca della troia dettavi i tempi del pompino ...lei ansimava godeva...gli piaceva..siamo venuti insieme ...il tizio in bocca ad Emy.
Girandosi mi guardava a bocca aperta per farmi vedere la sborra in bocca invitandomi a baciarla sentivo il sapore del cazzo e della sborra del tizio abbiamo ripreso a scopare ancora più forte di prima incuranti se c'era qualcuno che ci stava vedendo...non prima di avergli lavato la bocca con il mio piscio.
Non abbiamo dato peso all'accaduto...abbiamo dato la colpa allo stress dovuto alla preparazione del matrimonio....forse!
Da sposati ?tutta un altra storia scopavamo sul letto in bagno nel salone e poi le sue fantasie...
Quando andavamo nei centri commerciali...a fare la spesa.. al cinema ..sotto il soprabito..be niente solo greppiere reggicalze e quelle calze anni 50 con riga o tacco e punta che compriamo in un sito on line dove ci sono queste calze anni 50 Cuban. Bellissime di seta o Nylon...quando ritornavano a casa era pronta per una o più dosi di cazzo.
Il sabato e la domenica pomeriggio la passavamo a vedere DVD porno ...Extreme o quelli eleganti francesi.
Usiamo falli finti di diverse dimensioni anche molto grossi per le doppie penetrazioni ..anche cunei anali uno nuovo molto spaventoso(grazie a questi oggetti ho iniziato a fistare Emy prima in fica e poi nel culo .
Poi uno strap on che usava per il mio di culo
Capite prima di avere incontri con coppie e singoli era diventata una vera troia
Un altra cosa in spiaggia sempre nuda se non c'era possibilità di spiagge naturiste be lei in topless senza slip ma una sorta di cerchietto per capelli da una parte larga e dall'altra più fina che si incastrava sulla fica ma il dietro aveva come un filo che gli passava tra le natiche il tutto moto rigido. Una grande esibizionista.
Alla prossima inizierò a raccontarvi del primo incontro in un club privè dove è iniziato il nostro mondo di scambisti......CONTINUA
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3 years ago
admin, 75
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Emy 2° parte
.......il sesso andava a gonfie vele...lei all'università io al lavoro non vedevamo l'ora d'incontrarsi per stare insieme e per farci delle belle scopate...certo limitati in quanto il tutto si faceva in auto.
Il suo modo di vestire sempre femminile gonne tacchi e quelle calze anni 50 e quel camminare sensuale faceva si che la gente si girava per osservarla (a lei piaceva questo) da una parte mi ingelosivo ma da un altra mi eccitava...comunque abbiamo iniziato ad inoltrarci su un sesso più "spinto"
Pissing....quella volta era estate stavamo in aperta campagna avevo messo una coperta sul prato tutte e due nudi lei anche in estate se dovevamo scopare si metteva le calze in auto prima di farlo...non mi dilungo...quando mi sono messo con i ginocchi a bloccare le sue braccia ed a quel punto gli dissi che gli volevo pisciare in faccia lei stupita ha iniziato a ridere..ed io l'ho innaffiata...lei rideva si contorceva mala gradiva infatti appena ho finito mi ha preso il cazzo e leccava le ultime gocce anche lei ha voluto farlo su di me etc etc...da quel giorno il pissing è divenuto una cosa istintiva e naturale per noi era lei che mi diceva e dici di pisciargli in culo fica e bocca.
Leccare il culo.....questa è forse la cosa che molti di voi non approveranno ma vi giuro che è la cosa più divina se è fatta in modo volontario...e non costrittiva
Comunque successe che sempre in auto dopo avergli leccato la fica e il culo mi rivoltò a pancia sotto inizio a leccarmi le spalle scendeva con la lingua fino a fermarsi sul mio culo mi mordeva le chiappe rideva e poi ho sentito il suo alito sul mio buco e a poco a poco la sua lingua lambiva il mio buco...un eccitazione indiscrevibbile...e quando mi sono messo a pecorina per masturbarmi lei mi prese il cazzo e ha iniziato a menarmelo con la sua lingua che andava dalle palle al buco di culo (sapevo che non aveva un buon sapore visto che al lavoro ero dovuto andare in bagno)lei gradiva in quanto con l'altra mano si stava masturbando come un indemoniata da quel giorno anche questo è divenuto un abitudine
Ok..,.leggetevi anche questa storia la prossima inizierò con quella che ci ha portato ad entrare nel mondo di trasgressione con singoli e coppie.......CONTINUA
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3 years ago
admin, 75
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Inizio emy 1°parte
Vorremmo raccontarvi come è iniziato il tutto precisiamo che siamo una coppia navigata in questo mondo per noi è un gioco e tale deve rimanere non ci piace il sesso mordi e fuggi di coppie e singoli anche di colore ne conosciamo molti...il primo incontro sempre e solo in un club viaggiamo siamo presenti in vari siti anche stranieri per i video ...sono presenti in un sito straniero dove non possono essere scaricati saremmo noi a inviarvi un link per email ... sarà una nostra scelta .
Ogni settimana cambieremo foto sul nostro profilo così potrete conoscere cosa gli piace fare. (tutto) poi se c'è qualche marito che piace scambiare le foto sexy della propria moglie ...senza censura del viso ben venga solo ripetiamo sexy no hard
Emy anche prima che la conoscessi era stata sempre un po' esibizionista sprizzava femminilità da tutti i pori gonna tacchi calze gli piaceva che qualcuno la guardasse uno ero io sapevo che già dai 16 anni faceva sesso con gente un po' più grande un giorno ad una festa entrando nel bagno vidi lei a pecorina che prendeva il cazzo del suo ragazzo nel culo rimasi imbambolato come un fesso ma mi cacciarono via.
Molto tempo dopo i'ho rivista in un locale ci siamo conosciuti lei 18 io 25. Era molto spigliata elegante sapeva quello che voleva una ragazza di classe.prima sera .
Riaccompagno a casa in auto nel sedersi la gonna si alza si sposta e vedo i ganci del reggicalze(ne vado pazzo )non capisco più niente parliamo intanto il mio sguardo va sulle sue gambe velate dalle calze nere
Se ne accorge rimane tranquilla arriviamo mi fa parcheggiare un po' distante da casa mi bacia ed iniziamo a pomiciare la sua mano va sulla mia patta me lo tira fuori e rimane entusiasta (ho un bel cazzo)me lo mena e poi va giù di bocca un pompino superbo lecca bacia tutto in gola io intanto gli avevo tirato su la gonna. Non portava l'intimo toccavo fica e buco di culo ho lottato contro me stesso per non sborrare subito lei godeva come una troia gli avevo messo due dita nel culo nell'eccitazione gli sono venuto in bocca lei godendo ingoiava e mi ripuliva il cazzo.finito il tutto è scesa mi ha salutato e mi ha dato l'appuntamento per il giorno dopo.Durante il viaggio di ritorno annusavo i miei siti che erano stati dentro la sua fica e dentro il suo bucio di culo.
La sera dopo mi ha portato in un parcheggio dove c'erano altre coppiette ma sapevo pure che qualche guardone girava da quelle parti messi i giornali ci siamo spogliati completamente rimasi estasiato nel vederla con un reggicalze rosso e le calze color carne con tacco e punta(anni 50 le mie preferite.)Mi ha prosciugato per ben due volte ho sborrato .
Quando lo messa a pecorina sul sedile dopo averglielo messo in figa mi ha invitato ad incularla (non abbiamo e neanche adesso usiamo i preservativi)quindi nel culo potevo fargli quello che volevo.
La cosa che non mi scorderò mai (ancora oggi è così)la voglia di essere inculata con violenza e quello che diceva tipo"rompimi il culo...sfondalo...sono una troia rotta in culo e così via..."ma la cosa meravigliosa fu quando venuto nel suo culo se le preso in bocca pulendolo.
Li decisi che doveva essere la mia ragazza e state sempre a lei
La mia ragazza troia............. CONTINUA
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3 years ago
admin, 75
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