{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
-
Il pacco tanto atteso
Stanco di giocare con oggetti, mi ero finalmente deciso ad ordinare sul sito di un sexy shop un dildo realistico: un bel fallo con ventosa lungo 20cm e 4cm di diametro… almeno così diceva la scheda del prodotto. Smaniavo dalla voglia di provarlo e non vedevo l’ora che arrivasse. Finalmente, il giorno previsto per la consegna, qualcuno suonò il mio campanello.
Era il corriere con il mio tanto atteso regalo. Aprii la porta e lo vidi con il mio pacco in mano: altro che spedizione anonima! Sulla scatola campeggiava ben visibile la foto del grosso dildo, e sulla faccia del ragazzo un sorrisetto che era tutto un programma. Bella figura davvero. Mi sentiranno, pensai, dopo questa bella figura di merda.
“Alex?” disse il corriere con un gran sorriso.
“Ehmmmm…. Sì…” risposi imbarazzato.
“Allora questo è per te… ottima scelta” disse porgendomi il pacco.
“Grazie” risposi con un filo di voce prendendo il pacco tutt’altro che anonimo.
Chiusi la porta in fretta e ci misi un po’ a riprendermi dalla brutta figura. Feci una bella doccia per rilassarmi e poi decisi di provare il mio nuovo giocattolo senza aspettare, anche per scacciare con l’eccitazione la figuraccia appena fatta. Mi asciugai, mi misi a pecora sul pavimento della camera da letto, con il culo rivolto verso il grande specchio dell’armadio, e presi il grosso fallo che sembrava davvero realistico, con la grossa cappella e le vene in rilievo. Lo lubrificai per bene, bagnai per bene anche il mio buchetto, e lo appoggiai, iniziando a spingere. La cappella entrò lentamente, allargandomi piacevolmente il culo e poi, spingendo pian piano, il grosso fallo entrò tutto. Mi lavorai il culo a lungo, alla fine pienamente soddisfatto del mio acquisto, anzi, dal mio acquisto.
La sera, dopo una cena leggera, mentre mi rilassavo in accappatoio sul divano, suonarono alla porta. Mi chiesi chi potesse essere a quell’ora e andai ad aprire, trovandomi davanti il ragazzo che la mattina mi aveva consegnato il pacco.
“Buonasera!” mi disse con un largo sorriso.
“Buonasera” risposi un po’ sorpreso e interdetto “C’è… qualche problema?”
“Oh no, certo che no” rispose lui. “Ero solo passato a vedere se eri rimasto soddisfatto del pacco che ho consegnato oggi… mi sembrava abbastanza… impegnativo” aggiunse con un sorrisetto malizioso.
“Oh beh… ecco… no, tutto a posto grazie” risposi senza nemmeno sapere perché, ma ritrovandomi a pensare che quel ragazzo sulla trentina, moro, occhi scuri, non sembrava niente male.
“Mi fa piacere saperlo” disse lui “E’ un bene che i clienti siano soddisfatti di ciò che acquistano” aggiunse entrando in casa.
“Grazie… mille” risposi titubante.
“Ottimo” disse sorridendo “Anche perché se ti è piaciuto quello che hai comprato, sono sicuro che ti piacerà anche questo…” aggiunse abbassando gli short sportivi che indossava e mettendo in mostra un cazzo di dimensioni davvero notevoli, già duro e pulsante.
Rimasi senza parole nel vedere quel grosso tronco di carne davanti a me, per cui lui avanzò ed entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
“Guarda che se non ti piace hai sempre il diritto di recesso…” disse mentre i suoi short erano ormai sul pavimento e lui si sfilava anche la maglietta, sicuro di sé e del fatto che difficilmente mi sarei tirato indietro davanti a una tale offerta.
“Non vuoi proprio fare una prova?” disse mentre lo faceva ondeggiare davanti a me, a destra e a sinistra, catturando il mio sguardo come avrebbe fatto un ipnotizzatore. Lasciai cadere per terra l’accappatoio e mi inginocchiai davanti a quella meraviglia, afferrandola e iniziando a segarla, saggiandone dimensioni e durezza. Era ben più grosso del fallo con cui avevo giocato quel pomeriggio, con una splendida cappella turgida e svettante sulla cima di quello splendido pezzo di carne.
La presi avidamente fra le labbra, iniziando a succhiare e pompare, con la bocca che si riempiva rapidamente del sapore di quel cazzo imponente. Lui non perse tempo e con le mani mi prese la testa, tenendola ben ferma ed iniziando a scoparmi la bocca con foga. Il suo cazzo correva rapido fra le mie labbra e sulla lingua, mentre lui spingeva deciso ansimando. La saliva iniziava a colarmi dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo diventava sempre più padrone della mia bocca.
Ad un tratto mi sfilò il cazzo dalla bocca, ed io rimasi a bocca spalancata, con filamenti di saliva che univano le mie labbra al suo uccello, ed altra saliva che mi colava abbondante sul mento. Lui continuava a tenermi la testa ferma, ed iniziò ad affondare il cazzo nella bocca e a sfilarlo, con rapidi e abili movimenti di bacino, con la mia saliva che ormai aveva reso lucido e fradicio il suo cazzo. Dopo qualche affondo con una mano afferrò il suo cazzo alla base, ma continuò a tenermi sempre ben salda la testa con l’altra: iniziò a colpirmi il viso con forza con quel durissimo tronco di carne, facendo schizzare saliva ovunque. Alternava colpi sulle guance e sulla lingua che avevo prontamente tirato fuori, restando a bocca spalancata, per poi affondare in gola con decisione, ritirarlo fuori, e ricominciare a schiaffeggiarmi con forza.
“Sei proprio una brava troietta” disse con voce piena di voglia “e meriti un regalo da parte del nostro servizio clienti” aggiunse, prendendo accanto alla porta di ingresso un pacchetto che non avevo nemmeno notato quando era entrato in casa.
“Da aprire in camera da letto” disse con un sorriso sornione. Io sorrisi a mia volta, presi il pacchetto alzandomi e mi avviai verso la camera da letto, seguito dal ragazzo che nel frattempo finiva di spogliarsi buttando i suoi vestiti per terra.
“Davvero un gran culo…” lo sentii dire dietro di me “fa venire una gran voglia di sfondarlo” aggiunse provocandomi un brivido di piacere per quello che pregustavo sarebbe successo.
Arrivati in camera lui si guardò intorno e si sedette sul letto. “Su, aprilo” disse. Io in piedi davanti a lui aprii il pacchetto e ne tirai fuori un paio di autoreggenti nere e una mini a pieghe. “Erano in omaggio con il pacco che ti ho consegnato oggi” disse lui ridendo. “Su, mettile” aggiunse con un tono più serio.
Mi sedetti sul letto ed indossai le calze, che erano della misura giusta, avvolgendo le mie gambe lunghe e magre fino alla coscia. Mi alzai in piedi guardandomi nel grande specchio dell’armadio, eccitato dalla sensazione che mi davano.
“Anche la mini” disse lui in tono un po’ più deciso.
Non me lo feci ripetere, e indossai quella mini a pieghe leggermente svasata che sembrava quella di una cameriera di un film porno… Anche perché era davvero cortissima, arrivando appena sotto i glutei, con le autoreggenti in bella mostra…
“Davvero splendida” disse lui alzandosi, col cazzo durissimo.
“In ginocchio” mi ordinò poi…. Io ubbidii e mi ritrovai in un attimo il suo grosso cazzo di nuovo fra le labbra, durissimo e voglioso, che mi stantuffava deciso la bocca, facendomi di nuovo bagnare di saliva. Mi scopò brevemente la bocca, finché il suo cazzo non fu nuovamente grondante della mia abbondante saliva, e poi lo sfilò di colpo.
“Così può bastare” disse facendomi rialzare e spingendomi verso il letto, dove finii a pecora con lui in piedi dietro di me a sollevarmi la mini. “Adesso vediamo se il pacco che ti ho consegnato stamattina ha fatto un buon lavoro” disse dandomi una sonora sculacciata. Sentii la sua cappella passarmi più volte sul buco che si bagnava della mia stessa saliva, e poi fermarsi un momento.
Me lo spinse dentro il culo con decisione, piantandomelo a fondo con un’unica energica spinta che mi tolse il fiato. Il cazzo era decisamente più grosso del mio giocattolone, che almeno aveva avuto il merito di prepararmi a quel tronco di carne durissimo. Inarcai la schiena quasi senza fiato, mentre lui iniziava a incularmi con spinte che lentamente ma inesorabilmente aumentavano di intensità.
“Mmmmmmm… direi che ci siamo…. Ti ha allargato per bene…” disse lui, mentre io annuivo con la testa, ancora incapace di dire nulla. “Ma si può fare di meglio, troia” aggiunse. Lo sentii stringermi più forte i fianchi e iniziare a dare spinte sempre più energiche, affondando il suo splendido cazzo con forza nel mio culo sempre più aperto.
“Così brava” disse mentre le spinte si erano fatte potenti “Hai un culo fatto apposta per il cazzo… Ti piace vero troia?”.
“Oh sì” ebbi la forza quasi di sussurrare. Lui mi diede un colpo vigoroso tirandomi a sé a con forza e facendo penetrare il suo cazzo più a fondo che poté.
“Non ho sentito troia!” disse lui imperioso.
“Mi piace da impazzire” dissi ansimando.
“Non ho sentito!” disse ancora assestandomi un altro colpo potente e sculacciandomi.
“Lo adoro… mi fa impazzire” dissi in tono sempre più alto “Inculami ti prego non fermarti”.
“Non ho alcuna intenzione di fermarmi, troia” disse lui ricominciando a sbattermi con forza. Le sue spinte erano vigorose, ma anche la velocità andava aumentando. Dopo lunghi minuti di spinte da estasi, lui sfilò d’improvviso il cazzo e rimase a riprendere fiato ansimando.
Anche io ripresi fiato, e mi girai a guardarlo, vedendo che stava con gli occhi puntati al centro del mio culo, evidentemente soddisfatto del lavoro fatto fino a quel momento.
Mi guardò e mi sorrise… “Da oggi basta giocattoli per il tuo culo… da oggi sarai tu il mio giocattolo… Ti userò per godere ogni volta che voglio” disse con tono che non ammetteva repliche.
“Usami” gli dissi con voce piena di voglia. Non se lo fece ripetere, e mi piantò di nuovo nel culo il suo cazzo durissimo, ricominciando a incularmi con forza.
“E’ questo che vuoi troia? Vuoi essere una troia dominata da un vero maschio?” disse lui conoscendo già la risposta.
“Il mio culo è tuo” dissi ansimando con il corpo scosso per le sue spinte “Sei tu il padrone… io voglio solo che mi sfondi il culo!” aggiunsi prima di iniziare a mugolare ad ogni sua potente spinta, lasciandomi andare col corpo che veniva scosso ad ogni affondo.
“Ti accontento volentieri troia” disse lui quasi a denti stretti mentre imperterrito continuava a incularmi come un toro. “Vedrai come te lo spacco a dovere!” aggiunse mentre le spinte erano ormai talmente potenti che il letto tremava e scricchiolava.
Ad un tratto mi sfilò dal culo il suo grosso uccello, e lo sentii salire sul materasso, mettendosi in piedi all’altezza del mio culo. Piegò le gambe abbassando il bacino, finché il suo cazzo non fu di nuovo al centro del mio culo.
“Guarda troia” mi disse imponendomi di girarmi a guardare nello specchio “Guarda come entra bene nel tuo culo sfondato”.
Vidi nello specchio il mio culo incorniciato dalle autoreggenti e dalla mini tirata su, e il suo grosso cazzo puntato sul mio buco spalancato. Appena fu certo che io stavo guardando la scena riflessa nello specchio si abbassò ancora, affondando di nuovo il suo splendido tronco di carne nel mio culo che lo accolse docilmente. Il cazzo scivolò dentro con facilità fino ai coglioni, sparendo in un attimo nel mio buco affamato.
Iniziò così un’eccitante monta, con il ragazzo che mi scopava dall’alto verso il basso, affondando con forza il suo grosso cazzo dentro il mio culo che ormai lo lasciava entrare senza opporre più alcuna resistenza. Lo vedevo nello specchio sparire dentro di me fino alla radice, e lo sentivo spingermi verso il basso ad ogni affondo. Dopo poche spinte il vigore dei colpi era di nuovo aumentato e il ragazzo, ormai padrone del mio culo, mi usava pensando solo al suo piacere. Ma aveva ragione lui: essere dominato da un vero maschio maestro nell’inculare mi eccitava da impazzire, e più lui usava il mio culo e più io andavo in estasi… e più ovviamente lo supplicavo di darmene ancora e ancora.
Si sistemò meglio dietro di me, mi afferrò saldamente per i fianchi, e riprese a spingere con forza, tirandomi a sé allo stesso tempo. Con gli occhi chiusi, il viso contro il cuscino, il corpo sottoposto a spinte vigorose contro il letto, mi godevo quella monta animalesca, ormai totalmente in balia del ragazzo e del suo durissimo cazzo che mi entrava nel culo prendendosi il piacere come più gli piaceva. Non riuscivo a fare altro che mugolare “ancora… ancora… ancora…” ad ogni potente spinta, ricevendo piacere nel sentire che lui godeva nell’usare il mio culo.
Ad un certo punto mi spinse improvvisamente in avanti, e mi fece rigirare rapidamente a pancia su. Con un balzo fu sopra di me, giusto un attimo prima che dal suo cazzo iniziassero a schizzare potenti fiotti di sborra che iniziarono a bagnarmi il viso. Il ragazzo era sopra di me e, rantolando come un animale, si menava furiosamente il grosso cazzo, inondami le guance, il mento e le labbra di nettare bollente. Dopo i primi schizzi aprii la bocca in cui lui infilò prontamente la grossa cappella, finendo di svuotarsi i coglioni nella mia gola.
Ingoiai quell’abbondante quantità di sperma, segno inequivocabile che il ragazzo si era davvero goduto il mio culo a suo piacimento, finché lui non lasciò il suo cazzo che ancora pulsava per l’orgasmo, e si appoggiò con le mani alla spalliera del letto per riprendere fiato. Io afferrai il suo cazzo iniziando a slinguarlo e a ripulirlo di ogni goccia di sperma, col viso fradicio del suo seme, ancora intontito per quella monta durissima appena conclusa.
“Soddisfatto del nostro servizio clienti?” mi chiese il ragazzo con un sorriso sornione una volta ripreso fiato.
“Moltissimo” risposi baciandogli la grossa cappella. “Credo che però restituirò il giocattolo che ho comprato…. Se posso tenere questo” aggiunsi segando lentamente il suo splendido uccello. “Non c’è proprio confronto fra i due…”.
“Per il tuo culo quell’affare non va bene… sarà mia cura provvedere alla restituzione… e a sfondarti il culo ogni volta che vorrai” aggiunse mentre sentivo il suo cazzo indurirsi fra le mie dita… Un servizio clienti perfetto.
21
3
2 years ago
AlexBsxPass,
51
Last visit: 1 day ago
-
Il sottile piacere del tradimento. prima parte.
Mi chiamo Carla, ho 47 anni e sono sposata da 27 con Paolo, che ha la mia stessa età. Oltre noi due, la nostra famiglia è costituita anche da Michele, nostro figlio di 25 anni e nostra figlia Giulia, che di anni ne ha 23. Abitiamo in una splendida villa di proprietà di Pietro, mio suocero che, da oltre 15 anni è vedovo. Lui è una persona molto autoironica, simpatica, allegra e divertente, che, però, cambia quando entra nella fabbrica, da lui messa su nel settore della lavorazione del vetro che, col tempo, è diventata molto rinomata. Anch’io lavoro all’interno dell’azienda e mi occupo del settore amministrativo, mentre mio marito si occupa del settore produttivo ed è aiutato da nostro figlio Michele che, con il tempo, dovrà sostituire il padre. Giulia, invece, dopo aver completato gli studi di ragioneria, è entrata a far parte del mio staff e si occupa con me della contabilità. Fisicamente parlando, sono la classica bellezza mediterranea, abbastanza alta, con una folta capigliatura nera, le curve un po’ morbide, ma non grassa, a causa delle due gravidanze portate a termine. Curo il mio aspetto in maniera quasi maniacale, perché mi piace molto esser sempre in perfetta forma. Anche nel vestire, amo l'eleganza e la raffinatezza, fino a sfiorare il provocante: trovo insostituibili per me, indossare, d’inverno, autoreggenti con scarpe dal tacco impossibile. Giulia, invece, è ancora più pignola di me nel suo aspetto. Nella nostra immensa abitazione, abbiamo ricavato uno spazio dove è stata creata una fornitissima palestra, dove, ogni mattina, io e lei ci alleniamo in maniera intensa, allo scopo di mantenere il nostro fisico sempre tonico. Anche mio marito e nostro figlio praticano diversi sport e anche il loro aspetto è assolutamente gradevole e ben curato. Sessualmente parlando, quando ho conosciuto Paolo, ero ancora vergine, ma non illibata, perché qualche bel cazzo lo avevo già succhiato alla grande, considerando questa pratica tra le mie preferite. Lo stesso Paolo, quando eccitato, non perde occasione di infilare il suo bel randello nella mia bocca, godendosi alla grande il piacere che possono dare le mie labbra. La nostra vita matrimoniale è stata simile a quella di tante altre coppie, con alti e bassi, con momenti di intensa felicità, alternato ad altri costellati da tensioni e/o piccoli conflitti, tipici di chi vive e lavora insieme. Come ho detto, anche a letto dà il meglio di sé, scopandomi bene ed a lungo e, quasi sempre raggiungo il piacere, anche se, in questi ultimi mesi, il sesso è andato un po’ calando a causa del fatto che la nostra azienda è un po' troppo sotto pressione per la produzione di contenitori in vetro per uso medico. Non c'è dissapore tra noi, ma, la sera, siamo talmente stanchi che difficilmente riusciamo a far del buon sesso e, onestamente, questo mi manca un po’ troppo. Quando sembrava che tutto fosse tornato nella normalità, abbiamo dovuto far fronte ad un’altra esigenza che, nel tempo, era stata sempre rinviata. Pietro, mio suocero, da oltre due anni soffriva per una fastidiosissima discopatia che, da ultimo, era diventata veramente insopportabile e gli procurava dolori così forti che, alla fine, ha deciso di farsi operare. Il nostro medico di base, una persona molto esperta e competente, ci ha consigliato una clinica privata dove, a suo dire, sono molto esperti in questo tipo di interventi, anche perché, dovendosi intervenire a ridosso della spina dorsale, è bene che chi esegua l'intervento sia davvero competente, onde evitare problemi ancora più gravi. Non potendo abbandonare la fabbrica a sé stessa, Paolo mi ha chiesto se potevo occuparmi io della faccenda, seguendo Pietro in questa sua, non certo semplice, avventura. Dopo svariati contatti telefonici, siamo riusciti a fissare un appuntamento per una visita specialistica in quella clinica, che però si trova ad alcune centinaia di km da casa, comportando un viaggio di alcune ore che, naturalmente, non sono state per niente piacevoli né per me, che ho dovuto guidare, ma nemmeno per lui che comunque è dovuto stare alcune ore seduto, cosa che, per la sua schiena, è stato un vero calvario. Giunti a destinazione, ci siamo trovati nei pressi di una clinica moderna e molto bella. Dopo un’attesa di alcuni minuti, siamo stati ricevuti da Roberto, il medico che si sarebbe preso cura di mio suocero. Entrati nel suo ufficio mi sono trovata davanti un bell’uomo, sulla quarantina: alto, spalle larghe, occhi scuri e profondi, molto penetranti ed una voce pacata che ha subito messo mio suocero a suo agio, in quanto era alquanto teso e nervoso. Lui, dopo aver consultato tutti i risultati dei vari esami clinici, radiografie e quant’altro c'era nella cartella, gli ha spiegato esattamente tutto quello che avrebbe fatto per alleviare il suo dolore e risolvere definitivamente il suo problema. Mentre parlava, io ero seduta di fianco a mio suocero, lo osservavo attentamente e, dentro di me, ho provato uno strano brivido, ogni qualvolta lui, girando lo sguardo, incrociava i miei occhi che, seppur nascosti dietro i miei immancabili occhiali da sole, lo scrutavano intensamente. Dopo la sua esauriente spiegazione, ha comunque visitato Pietro e, mentre mio suocero era disteso prono, Roberto, nel muovere le mani sulla schiena di mio suocero, teneva gli occhi fissi su di me che, seppur non indossavo niente di provocante, avevo in qualche modo stimolato la sua attenzione, perché, in più di un’occasione, ho notato con quanto interesse cercava di fissare lo sguardo all’interno della mia camicetta che, con qualche difficoltà, riusciva a contenere la mia splendida quarta misura di seno. Finita la visita, lui ci ha congedato, dicendo che la direzione ci avrebbe contattato a breve per fissare la data dell’intervento. Ci ha congedati, facendo in modo che Pietro uscisse dall’ufficio avanti a me e, mentre mi accingevo ad uscire, ancora una volta i nostri sguardi si sono per un lungo istante incrociati, facendomi provare uno strano brivido che, in qualche modo, mi ha fatto inumidire il perizoma. Circa una settimana dopo, fu fissato l'appuntamento per il ricovero ed il relativo intervento chirurgico, che avrebbe messo fine alle sofferenze di mio suocero. Naturalmente, anche in questa occasione, sono stata io che l'ho condotto lì, alla clinica, e giunti in tarda mattinata, lui è stato immediatamente ricoverato. Qualche minuto dopo che aveva preso possesso della sua camera, è arrivato Roberto che indossava dei pantaloni blu scuro, con sopra una casacca da medico, sempre dello stesso colore, e, in testa, una strana bandana dai colori sgargianti. Mi ha quasi ignorato per tutto il tempo che è stato in quella camera, poi, mentre io me lo bevevo con gli occhi, prima di uscire, si è girato verso di me e mi ha chiesto come mi ero organizzata per l’alloggio e, scoperto che avevo prenotato nel vicino Bed & Breakfast, mi ha consigliato, per il pranzo, di recarmi poco distante, dove c’era un grazioso ristorante, che preparava piatti tipici del posto ma, soprattutto, ad un prezzo abbastanza contenuto, poi è uscito per completare il suo giro di visite. Sistemato mio suocero, mi son recata nella palazzina posta a poca distanza dalla clinica, dove avevo prenotato una camera, ne ho preso possesso, e mi sono recata nel ristorante indicato da Roberto. Il proprietario, un uomo molto alto, dall’aspetto imponente, con una pancia prominente, dopo avermi spogliato con gli occhi, mi ha fatto sedere e mi ha subito elencato i vari piatti del giorno. Io ho consumato un pasto breve e mi sono informata sugli orari del ristorante.
«Generalmente siamo aperti a pranzo e cena, tranne che domani, martedì, che è il nostro giorno di chiusura.»
Ho preso atto che il giorno successivo avrei dovuto, in qualche modo, arrangiarmi; ho consumato un veloce pasto e poi son tornata da mio suocero. Quando sono arrivata, ho constatato che già avevano provveduto a fare i vari accertamenti ed esami propedeutici per operarlo il successivo mercoledì, ma lui sembrava abbastanza sereno, perché Roberto aveva conquistato la sua piena fiducia e questo lo faceva ben sperare per la perfetta riuscita dell’intervento. Alle 20:00, una solerte infermiera, con tono garbato ma deciso, mi ha fatto uscire, perché era finito l’orario delle visite e così ho deciso di andare al ristorante per consumare una cena, prima di ritirarmi in camera mia. Quando son giunta nel locale, l’ho trovato completamente pieno e il proprietario, quando mi ha visto, mi è subito venuto incontro e mi ha assicurato che, in pochi minuti, mi avrebbe in ogni caso procurato un tavolo. Stavo osservando la variegata moltitudine di avventori di quel locale, costituito da alcune famiglie con bambini molto piccoli oppure da giovani ragazzi che stavano festeggiando qualcosa, quando, inaspettatamente, dietro di me, ho sentito una voce che, per un attimo, mi ha fatto trasalire.
«Scommetto che è tutto pieno!»
Mi son girata, mi son trovata davanti Roberto, che mi ha sorriso e, dopo avermi preso garbatamente per un braccio, mi ha invitato a sedermi al suo tavolo, che era riservato esclusivamente per lui. Il proprietario del locale, quando ci ha visto insieme, ha subito sorriso compiaciuto e, quando si è avvicinato a noi, ci ha dato un suggerimento per il menù della serata.
«Caro dottore, questa sera, che è in compagnia di questa splendida signora, mi permetta di consigliare delle linguine all’astice, che mi è stato consegnato proprio fresco questa mattina dal mio pescatore di fiducia.»
L’ho guardato un po’ stupita, ma Roberto mi ha assicurato che, essendo a poca distanza dal mare, il pesce che cucina il titolare del ristorante è assolutamente di prima qualità, anche perché il pescatore che glielo fornisce è suo cugino. Poco dopo, una giovane cameriera ci ha portato acqua e vino, mentre lui continuava a non togliermi gli occhi di dosso.
«È ammirevole la dedizione e l’affetto che lei nutre per suo padre, assistendolo in questo momento così delicato.»
L’ho guardato e sorriso, mentre lui mi versava del vino in di un calice.
«Mettiamo subito in chiaro due cose: Pietro è mio suocero e, poiché è titolare, insieme a mio marito, di una prestigiosa azienda nel settore del vetro e non ha figlie femmine, ha chiesto a me di assisterlo, non potendo, mio marito, lasciare la fabbrica che, in questo momento, è nel pieno della produzione.»
Lui mi guarda un po’ sorpreso e si complimenta per il fatto che una nuora si prenda così cura del proprio suocero, avendo, per anni, visto, con il lavoro che fa, spesso molte tensioni in quel genere di rapporto parentale. Decido che voglio conoscere meglio questo giovane, che ho davanti.
«Piuttosto, visto che ora il lavoro in sala operatoria è finito e, non dovendo indossare altro che i guanti durante le operazioni chirurgiche, non le sembra sia giunto il momento di rimettere la fede nunziale?»
Ora è lui che ride e scuote il capo, in senso di diniego.
«Non c’è assolutamente nessuna fede nunziale da rimettere: non sono sposato e nemmeno fidanzato.»
Sono incuriosita e, in maniera discreta, gli chiedo maggiori spiegazioni.
«La storia è un po’ lunga, ma, poiché abbiamo tempo, te la voglio raccontare. Fin da ragazzo, sono stato al fianco di mio nonno, che era un bravissimo chirurgo ortopedico. A volte mi faceva indossare un camice e mi teneva al suo fianco in sala operatoria, perché ero molto affascinato dal suo lavoro. In casa, oltre a lui, anche mio padre era chirurgo ortopedico, mentre mia madre era cardiologa, quindi, quando pranzavamo tutti insieme, era per me normale sentir parlare di interventi chirurgici. Quando mi sono diplomato, mio nonno mi ha pagato gli studi all’estero, perché voleva che diventassi un bravo chirurgo. In effetti, studiare, per me, era come fare un ripasso di tante nozioni che avevo visto nel reale e sentito per tanto tempo, quindi la laurea è stata solo una formalità e l'ho ottenuta con il massimo dei voti. Ovviamente in quella nazione, quando una scuola sforna gente veramente brava, subito la segnala ad aziende che sono interessate ad assumere personale giovane da inserire nei loro quadri. Io ho ricevuto tre offerte, due tramite e-mail ed una terza mi è stata consegnata a mano da una splendida signora, dal fisico veramente bellissimo, e questo mi ha convinto ad andare a lavorare in una clinica privata, dove avevano la necessità di specializzare un giovane laureato in nuove tecniche ortopediche. Dopo solo tre mesi, ero già l’amante di quella splendida signora che, seppur sposata, impazziva fra le mie braccia quando facevamo sesso. Per cinque anni, sono stato il suo amante e lei, ogni giorno, ogni volta che godeva con me, sembrava non esser mai sazia e, contemporaneamente, diventava sempre più gelosa e ossessivamente protettiva. La sua estrema gelosia era diventata qualcosa di veramente soffocante, così, quando son tornato nella mia città per il funerale di mio nonno, mio padre ha colto l’occasione per farmi conoscere il proprietario di questa clinica specializzata, che aveva bisogno di un nuovo ortopedico. Ho accettato e subito mi sono trovato al fianco di un medico molto esperto che, quando ha scoperto di chi ero il nipote, mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi ha insegnato a diventare quello che, credo oggi, io sia diventato: un bravo chirurgo specializzato in interventi molto delicati, come quello cui dovrò sottoporre tuo suocero. Naturalmente, dopo l’esperienza vissuta con quella donna, dall’appetito sessuale insaziabile, paragonabile solo alla sua intransigente gelosia, ho sempre cercato solo avventure sporadiche: il classico sesso mordi e fuggi, ma, soprattutto, nulla di serio ed impegnativo.»
Appena finito di parlare ci portano le linguine e, devo ammettere che erano buonissime, poi lo guardo e mi rendo conto che un maschio così, di fatto, meriterebbe di avere al fianco una donna veramente in gamba.
«Caspita! Hai avuto proprio ragione: queste linguine all’astice sono davvero una delizia. Domani sarà dura pranzare e cenare con un tramezzino consumato al bar!»
Lui mi guarda e, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, risponde con tono calmo e pacato alla mia battuta.
«Ma quale tramezzino?! Domani, a pranzo ci può anche stare, ma a cena ti porto in un ristorante che prepara della carne alla griglia in maniera squisita.»
Lo guardo con aria cattiva.
«Giovanotto, forse ti è sfuggito il fatto che io sono qui per assistere mio suocero, non per fare vita mondana!»
Lui scuote il capo e sorride.
«Non mi è sfuggito nulla, soprattutto il fatto che, ad una certa ora, ti fanno uscire dalla clinica e, poiché tuo suocero lo opero il giorno successivo, domani sera non avrai nessun problema a venire a cena con me. Non si tratta di fare vita mondana, ma semplicemente passare un momento tranquillo, assieme ad una persona che, spero, goda della tua fiducia.»
Lo guardo e son sempre più convinta che questo maschio mi intriga moltissimo, ma non voglio che la sua estrema sicurezza gli faccia credere di avere buon gioco con me. Rimango sul vago e gli rispondo che, a domani, ci dobbiamo arrivare. Finita la cena, lui mi offre di fare due passi, ma io ho bisogno di riflettere su questa strana situazione che si sta creando, perché avverto, dentro di me, il forte desiderio di spezzare, in qualche modo, la monotonia che si è creata nel rapporto fra me e mio marito e, nello stesso tempo, ero decisamente lusingata perché, alla mia età, ancora riuscivo a suscitare l’interesse di un giovane maschio
«No, grazie, non faccio nessuna passeggiata, perché adesso torno in camera mia, mi distendo e mi riposo, perché la giornata è stata particolarmente lunga e faticosa, e una “vecchietta” come me comincia ad avvertirne gli effetti.»
Lui, che mentre io parlo cammina al mio fianco, si gira di scatto e, guardandomi dritto negli occhi, mi parla con un tono di voce che mi fa bagnare le mutandine.
«Vecchietta tu? Accidenti, ma ti sei guardata bene? Guarda dietro di te, osserva le persone che sono ancora sedute dentro il ristorante, e dimmi quante di loro non vorrebbero esser belle come te, alla tua età. Oppure, guarda quelle giovani madri con i bimbi piccoli, che già sembrano molto più vecchie di te. Per non parlare di quelle ragazzette sedute a quel tavolo, che sembrano così libere e spigliate, ma se le metti davanti un maschio, ne ottieni solo due cose: o che si chiudono a riccio, per paura di un confronto, oppure bastano quattro carezze e cinque minuti di sesso per renderle stremate. Quindi, togliti dalla testa lo stereotipo della vecchietta, perché tu sei una bella donna, con un fisico prorompente e invidio tuo marito solo per il fatto che può averti nel letto tutte le sere, mentre io, onestamente, vorrei tenerti fra le braccia anche solo un ora, per farti impazzire di piacere.»
Scuoto il capo, cercando di fingere che la cosa non mi abbia in qualche modo lusingato e, nello stesso tempo, lo saluto cordialmente e mi ritiro in camera mia. Sdraiata sul letto, cerco, in qualche modo, di riflettere su tutta questa situazione, quando vengo interrotta dal telefono. Vedo che è mio marito che mi sta chiamando. Parlo con lui di tutte le cose che son successe durante il giorno, tranne del fatto che ho cenato con il medico che poi dovrà operare suo padre. Stranamente questa cosa mi eccita, perché, in vita mia, non ho mai tradito mio marito. Lavoriamo insieme e, fra i nostri dipendenti, nessuno di essi ha mai fatto delle avances nei miei confronti, né tantomeno altre persone che conosco nella vita di tutti i giorni. Però la stessa cosa non posso dire di mio marito che, sicuramente, qualche anno fa, durante una vacanza, era diventato molto intimo della giovane ragazza che prendeva il sole in topless, sdraiata accanto al nostro ombrellone. Non ho mai avuto la certezza del suo tradimento, anche se il sospetto è stato fortissimo; ora però sento, dentro di me, il sottile piacere provocato da questa situazione e decido che mi va di viverlo molto intensamente. Il giorno successivo, lo trascorro assieme a mio suocero, che continuava ad esser oggetto di esami e verifiche per l’imminente operazione, che avverrà il giorno dopo. Nel pomeriggio, riceviamo la videochiamata di mio marito, con il quale parliamo di tante cose, fin quando non siamo interrotti da un giovane infermiere, che entra e controlla alcuni dettagli della sua scheda. Appena uscito, mio marito fa una battuta che mi irrita terribilmente.
«Accidenti! Che bei ragazzi ci sono in questa clinica: mia moglie avrà modo di divertirsi moltissimo!»
Offesa gli rispondo a tono, all’istante.
«Stai insinuando che son venuta qui a far la puttana? Se non sbaglio sei stato tu a chiedermi di seguire tuo padre in questo momento così delicato.»
Restano entrambi in silenzio, mentre mi guardano sorpresi dal mio scatto e, solo allora, mi rendo conto che lui aveva semplicemente fatto una battuta, mentre io, decisamente tesa e nervosa, ho reagito in malo modo. Torniamo a parlare subito di lavoro, ma, chiusa la comunicazione, è Pietro che mi guarda dritto negli occhi.
«Ragazza mia, che cosa c’è che non va fra voi due?»
A testa bassa, farfuglio una scusa, cui naturalmente lui non crede.
«Carla, ti conosco da tanto tempo ed ammiro e apprezzo la tua serietà, la tua intelligenza, soprattutto la tua onestà intellettuale, quindi, non offendere la mia intelligenza. Tua suocera, buonanima, ti adorava e io stesso ho sempre pensato che mio figlio avesse trovato una donna veramente speciale, e sono molto orgoglioso di come curi gli interessi della nostra azienda, ma, lasciamelo dire, adesso voglio che mi parli liberamente: forse mio figlio ti crea dei problemi o, più semplicemente, ti trascura? Perché, se così fosse, ne avrei molto dispiacere.»
Lo guardo, sono irritata e così decido di sputare il rospo con lui, senza omettere di difendere mio marito.
«Non è che mi trascura; è che stiamo vivendo un momento un po’ troppo difficile, in cui il lavoro ci logora e, a volte, penso che non abbiamo un solo momento per noi.»
Lui mi guarda e la sua voce è calma e risoluta.
«Mi stai dicendo che mio figlio ti trascura? Che antepone il lavoro alla vostra intimità? Oppure, in breve, tanto per esser chiari, ti scopa poco, oppure, quando lo fa, non ti fa godere?»
Sono sbalordita dalla sua franchezza: è quel che si dice "dar a Cesare quel che è di Cesare". Non avevamo mai affrontato argomenti così intimi e, senza dire nulla, abbasso la testa e la muovo in senso negativo.
«Accidenti a me! Ho un figlio che è un bravo industriale, ma un fesso di prima categoria?! Ora, non ho nessuna intenzione di star a spiegarti certe cose, ma voglio che tu mi prometta una cosa: se, ne avrai l’occasione, durante questo periodo che stiamo in questa città, dove non ti conosce nessuno, voglio che tu ti diverta o, meglio, tanto per esser più chiari, desidero che tu ti faccia una magnifica scopata. Non mi chiedere perché ti dico questo, ne riparleremo a tempo debito, per ora promettimi che esaudirai questo mio desiderio.»
Ho appena il tempo di annuire, che viene un infermiere e lo porta via con sé, per completare la preparazione per l’imminente intervento del giorno successivo. Mi ritrovo con un po’ di tempo libero, così propendo ad assecondare il volere di mio suocero. Esco dalla clinica e percorro un breve tratto di strada, dove avevo notato un piccolo centro commerciale, con negozi di abbigliamento. Una volta entrata in uno di questi, cerco qualcosa di provocante da indossare per la serata, non avendo nel mio bagaglio nulla di adatto. La mia scelta cade su di un vestito di lino bianco, con nove bottoni davanti, che lo tengono chiuso e la solerte commessa mi consiglia di abbinarvi uno dei tre tipi di scarpe di quello stesso tessuto. La differenza fra le scarpe è costituita solo dal tacco: basso, medio e alto. Naturalmente scelgo quello alto e prendo anche un reggiseno a fascia, molto sottile, assieme ad un perizoma veramente striminzito. Quando torno in clinica, trovo mio suocero che sta parlando con Roberto, il quale ci informa che il giorno successivo sarà il primo ad esser operato, poi mi lancia solo un’occhiata e se ne va, mentre io resto ancora un po’ con Pietro, che però non fa che parlare dell’imminente intervento. Quando si fa ora di uscire, lui mi sorride e mi dice di non disattendere le sue parole. Uscendo trovo ad aspettarmi Roberto, che mi chiede se è sufficiente una mezz’ora per prepararmi e mi dà appuntamento davanti alla mia residenza. Entro in camera, faccio una doccia, poi massaggio il mio corpo con una crema per la pelle che la rende ancora più morbida e vellutata, poi indosso l’intimo, che mi soddisfa molto, soprattutto il perizoma che, dietro, sparisce completamente nel solco delle mie natiche e, quando indosso il vestito di lino bianco, sembra quasi che il mio culo sia completamente nudo. Mi inerpico sui sandali a zeppa che si legano alla caviglia con un fiocco dello stesso tessuto del vestito e, quando mi guardo allo specchio, decido che, dei nove bottoni, i primi due in alto, vanno lasciati aperti, così da mostrare il solco del mio florido seno. Lascio aperti anche gli ultimi tre in fondo, in modo che la mia coscia sia visibile ben oltre la metà, ad ogni passo. Un leggero filo di trucco e un po’ di lucidalabbra completano il mio outfit e, soddisfatta, scendo e trovo Roberto appoggiato ad una splendida Maserati. Sorride compiaciuto nel vedermi e, quando apre lo sportello per farmi salire, faccio in modo che abbia un completo panorama delle mie cosce. Parte velocemente e guida in maniera sicura e tranquilla. Durante il percorso, parliamo solo di cose banali, fin quando vedo che lui, lasciata la tangenziale, si inerpica su per la collina ed entra nel piazzale di una casa colonica, dove ci sono solo altre tre auto parcheggiate. Entrati in quel particolare ristorante, attraversiamo un piccolo salone, per uscire dall’altro lato, dove ci troviamo su uno splendido terrazzo con davanti, in forma degradante, si delinea l’intera città illuminata. Appena seduti, un’anziana signora si avvicina, ci sorride e subito inizia a servire bevande e cibo, senza che nessuno di noi due abbia ordinato nulla. Mangiamo assaporando con estremo piacere il gusto di quelle pietanze veramente squisite; intanto guardo Roberto con occhi carichi di desiderio e noto che anche lui non riesce a non indugiare sul mio corpo. Lui mi offre un pezzo di carne di agnello veramente squisita, ma io ho voglia di lui, e quando lui mi chiede il mio giudizio sulla pietanza, le mie parole sono pervase da un chiaro e lampante doppio senso.
«Decisamente molto buona, ma io, questa sera, ho fame di carne di "porco", possibilmente cruda.»
Lui mi guarda, sorride e mi prende per mano; insieme, dopo aver pagato il conto, ce ne andiamo velocemente. Nessuno di noi due parla e, ad un tratto, mi trovo davanti all’ingresso di una villetta molto carina, dove lui mi invita ad entrare. Appena dentro, mi stringe a sé e mi bacia con trasporto. Poi, si siede sul divano, lasciandomi in piedi davanti a sé e, mentre penso che vorrà spogliarmi, lui ha altre idee e, per me, in quel momento, inizia un vero percorso di piacere mai provato prima. Allunga le mani e mi accarezza le gambe, partendo dalle ginocchia per poi risalire, lungo l'esterno coscia, fino al culo. Poi, sempre quelle mani, hanno preso a salire lungo i miei fianchi, portandosi al seno, pizzicandomi i capezzoli, attraverso la sottile stoffa. Poi è sceso di nuovo sotto il mio vestito, mi ha sfilato il perizoma ed ha iniziato ad accarezzarmi la fica, passando le dita della mano destra, lungo le labbra della mia vagina, pronta ed offerta. Dopo avermi fatto divaricare le cosce, ha iniziato a dedicare tutte le sue attenzioni al clitoride, perché con le gambe così aperte lo lasciava totalmente esposto. Lo massaggiava con l'indice e il medio facendo dei cerchi con la punta delle dita e altre volte. con l'indice e il pollice, lo strizzava. Non ci vollero che pochi minuti per avere il primo orgasmo. Tutto il mio corpo tremava al punto che ho dovuto appoggiarmi alle sue spalle, per non cadere. Ho serrato di colpo le gambe, cercando di stringere la sua mano fra le mie cosce, perché il piacere che provavo era forte e intenso. Stavo urlando di piacere, mentre lui continuava a strofinare le dita molto lentamente, sul clitoride. Non mi ero ancora ripresa dall'orgasmo, quando mi ha sollevato facendomi tornare dritta e aperte di nuovo le gambe mi ha infilato ancora due dita dentro la figa. Le muoveva dentro senza portarle fuori, fin quando io, in preda ad un orgasmo, ho iniziato a muovere i fianchi, abbassandomi sulle ginocchia per cercare di far entrare quelle dita ancora più in profondità dentro di me. Ero totalmente in preda al piacere con le gambe aperte, muovendo i fianchi avanti e indietro, accarezzandomi il seno con le mani, mentre mi lasciavo scopare dalle dita di quest’uomo, che mi stava sconvolgendo con il piacere che mi stava procurando. Ho avuto un altro orgasmo, mentre lui continuava imperterrito a muovere le dita dentro di me, poi a tirarle fuori e inserirle di nuovo dentro, molto lentamente, utilizzando il suo pollice per strofinare di nuovo il clitoride. Di tanto in tanto aumentava il ritmo di quel dentro e fuori, facendolo molto velocemente, cosa che mi faceva impazzire perché dosava sapientemente il piacere e, quando si rendeva conto che ero prossima ad un orgasmo lui rallentava il ritmo facendomi arrivare sull'orlo della follia. Ad un tratto, mentre stavo per avere un ulteriore, ancor più forte e intenso del precedente, ho afferrato la mano di Roberto in modo che non smettesse di muovere le sue dita dentro di me. Lui ha assecondato il gioco ed io ho avuto un orgasmo così forte che lui ha dovuto sorreggermi, per poi adagiarmi delicatamente sul divano. Non mi aveva neanche spogliato e nemmeno scopato, e già avevo avuto alcuni orgasmi devastanti. Ora lo desideravo, lo volevo con tutta me stessa, al punto che, allungate entrambe le mani, l’ho afferrato per i fianchi e ho tirato il suo corpo davanti alla mia faccia, cercando velocemente di aprire i suoi pantaloni, perché volevo il suo cazzo in bocca. Lui ha indugiato ancora qualche secondo per aumentare ancor di più il mio desiderio, poi ho visto davanti ai miei occhi uno splendido membro di ottime dimensioni, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, con un bel glande. Quando l'ho avuto praticamente vicino alle mie labbra, l’ho bagnato sulla punta passandoci sopra la lingua e, chiusi gli occhi, ho iniziato a succhiarlo molto lentamente, facendo scorrere la lingua tutt'intorno, mentre muovevo la mano su e giù, segandolo lentamente. Lui ha appoggiato la mano sopra la mia testa e mi ha spinto quello splendido membro tutto in bocca. Ho appoggiato le mani sui suoi fianchi ed ho deciso che ora volevo esser io a fare impazzire lui. Lo lasciavo scivolare dentro lentamente e quando lo avevo tutto in bocca lo tenevo immobile, tutto piantato in gola, fin quando non ho avuto diversi conati di vomito; solo allora ho deciso di tirarlo fuori e poi, di nuovo, l’ho affondato tutto in gola, ripetendo questo gioco diverse volte, facendolo gemere di piacere. Solo quando quello splendido membro scivolava agevolmente lungo tutta la mia gola e io lo pompavo in maniera veloce e costante, consapevole che così l'avrei fatto sborrare, lui di colpo mi ha fermato, mi ha afferrato per le ascelle e, muovendoci velocemente, in pochi passi siamo entrati nella sua camera da letto. Rapidamente ci siamo spogliati completamente e lui mi ha messo supina sul letto. Mi ha preso per i fianchi, tirandomi a sé, facendo in modo che le mie gambe fossero appoggiate sul letto e le cosce oscenamente aperte, con la fica in bella vista. Si è inginocchiato ai piedi del letto e con l'indice ed il medio di una mano, ha aperto le labbra vaginali e così, con la fica completamente aperta ed esposta al suo sguardo, ha iniziato a leccarla. Se con le dita mi aveva già fatto impazzire, con la lingua è stato un autentico delirio. Ho avuto un orgasmo così forte e intenso, che ho abbassato le mani, gli ho afferrato la testa, l’ho schiacciata contro la fica, perché non volevo in nessun modo che smettesse di succhiarmi il clitoride. Era sconvolgente, mi stava facendo impazzire e ancora non mi aveva scopato! Dopo aver goduto intensamente, l'ho trascinato su di me con la speranza di sentire quel membro dentro la mia vagina e l’ho anche implorato di scoparmi.
«Fottimi! Per favore, prendimi! Voglio sentirti dentro di me, adesso! Spingimelo tutto dentro, fammelo sentire fino in fondo!»
Lui ha avuto un sorriso sornione e, reggendo il suo cazzo, ha preso a scorrere con la cappella lungo lo spacco, colpendo con la punta il mio clitoride. Quella manovra mi procurava fitte di piacere incredibili, che aumentavano sempre più il desiderio di averlo dentro. Ha giocato ancora un po’ con me, poi ha iniziato a spingermelo dentro, lentamente. Ha messo dentro solo il glande e lo ha tirato fuori, poi lo ha di nuovo affondato e così via, fino a quando, d'improvviso, l’ha messo tutto dentro ed allora ho sentito le sue palle sbattere contro le chiappe. Senza muoversi lo ha tenuto dentro per alcuni secondi, finché non ha iniziato a pomparmi lentamente, ma, ogni volta, il ritmo delle spinte aumentava sempre più. Ho provato un piacere infinito che andava aumentando sempre di più e, quando il mio corpo si è teso, pronto ad esplodere in un ennesimo orgasmo, lui, in maniera sadica, l'ha tirato fuori dalla fica per alcuni secondi, per poi rimetterlo dentro, prima lentamente, e poi sempre più velocemente. Follia pura! Mi stava facendo impazzire con questo gioco incredibilmente erotico, ma tremendamente sadico. Lo ha ripetuto un sacco di volte. Ero sull'orlo della follia. A suo piacimento lui smetteva di pomparmi, cioè si fermava ed ero io a muovere i fianchi avanti e indietro sempre più velocemente mi infilavo e mi toglievo il cazzo dalla fica. Gli piaceva restare immobile, facendo in modo che fossi io ad imprimere il ritmo all'amplesso e, di nuovo, quando stavo per venire, l'ha tirato fuori e ha aspettato qualche secondo prima di rimettermelo dentro. Ho urlato tutta la mia libidine.
«Basta, ti prego! Fammi godere! Voglio venire! Fammi impazzire! Non ti fermare! Sto venendo! Non ti fermare, ti prego!»
Lui, improvvisamente, l’ho messo dentro in un colpo solo. Ha preso a sbattermi molto velocemente ed io, guardandolo negli occhi, ho desiderato con tutta me stessa che non si fermasse, e lui, con il suo ego appagato, ha continuato a pomparmi in maniera bestiale, facendomi godere così tanto che quasi sono svenuta. Mi ha lasciato immobile, facendomi assaporare l’orgasmo devastante che mi aveva assalito e così a lungo desiderato, poi sue labbra si sono unite alle mie in un bacio sconvolgente e passionale. La cosa che mi stupiva era che io avevo già goduto moltissimo, mentre lui ancora non era venuto. L'ho lasciato scivolare di lato e, sdraiato supino, mi sono impalata su di lui. Leggevo nei suoi occhi l'immensa soddisfazione per la prova cui mi aveva sottoposto, così ho deciso che non poteva finire così. Ho preso a muovermi avanti/indietro, facendo scivolare quel membro tutto dentro di me; lui ha sollevato le mani ed ha afferrato i miei seni, strizzandoli con forza, mentre io godevo un orgasmo dopo l’altro, impalata su di lui. Alla fine, sfinita, mi sono adagiata sul suo petto e, con un filo di voce, l’ho supplicato di venire.
«Sei fantastico! Non ho mai goduto così tanto, anche se il mio unico punto di confronto è mio marito che, in ogni caso, fino ad oggi, mi ha sempre soddisfatto. Con te mi sto rendendo conto che il vero piacere è tutt’altra cosa. Ora voglio il tuo piacere, voglio bere il tuo nettare, lo voglio dentro il mio corpo, nella mia bocca, per apprezzare il sapore che ha il seme del maschio che, questa notte, mi ha fatto letteralmente impazzire.»
Lui mi ha spinto di lato e, dopo avermi fatto girare, mi ha penetrato da dietro, sollevando una gamba, mentre con le dita è tornato a stimolare il mio clitoride, facendomi nuovamente impazzire. Il ritmo ora era diverso, molto più veloce e più profondo e, all’improvviso, ho sentito il suo corpo rimanere attaccato al mio e un’onda di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui, con un gemito, quasi soffocato, ha preso a godere dentro di me. Ho lasciato che mi inondasse la vagina, poi mi sono girata di scatto e con la bocca sono andata a cercare quel membro stupendo, che continuava ad emettere schizzi sborra bollente. L'ho preso tutto in bocca, succhiandolo avidamente e continuando ad ingoiare fino all’ultima stilla di quel nettare prelibato, che sgorgava da quella verga che, dopo avermi fatto impazzire, continuava ad esser duro e potente, come se fino a quel momento non avesse goduto. Sorpresa da tanta vigoria, ho deciso che volevo esser sua fino in fondo e, guardandolo dritto negli occhi, mi sono inginocchiata davanti a lui e, senza dire una parola, con entrambe le mani ho dilatato le mie natiche e, praticamente, l’ho invitato a penetrarmi anche analmente. Quando lui ha lubrificato la cappella lungo lo spacco della mia fica, da cui sgorgava ancora sborra, ho aperto ancor più il buco del culo, consentendogli di affondare quel grosso membro dentro il mio culo che, non senza qualche dolore l’ha inglobato tutto, fino in fondo. Mi è sembrato che mi stesse sfondando le reni da quanto mi sembrava dilatare il mio buco, ma, nonostante ciò, la cosa mi piaceva moltissimo e, dopo aver allungato una mano sotto di me, ho preso ad accarezzarmi la fica impastata del suo seme e, ben presto, il ritmo della pompata cui mi ha sottoposto, mi ha procurato un altro orgasmo, mentre insistevo nel pregarlo di inondarmi anche quel buco. Mi ha scopato a lungo tenendomi ferma per i fianchi, fin quando, con un gemito, non si è svuotato completamente dentro di me. Siamo crollati entrambi abbracciati ed il sonno ci ha sorpreso. All’alba, il suono della sveglia ci desta e, rapidamente, recupero il mio vestito e, in un attimo. sono pronta ad uscire con lui che, lungo la strada, mi lascia davanti al mio residence. Entro in camera, mi metto stessa nel letto e rifletto su quello che è avvenuto durante la notte. È stato qualcosa di fantastico, di sconvolgente e, nello stesso tempo, sono presa a pensare quali spiegazioni potrò dare a mio suocero. All’orario convenuto, entro in clinica, ma lui ancora non è tornato in camera sua e devo aspettare più di un’ora.
25
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Il toro di famiglia
Mi chiamo Antonio, sono alto un metro e settanta, capelli e occhi scuri, magro, e sono sposato con Sara, alta uno e cinquanta, bionda con occhi azzurri, belle tette, una seconda piena e soda di seno, bel culo grande e belle labbra carnose. Entrambi abbiamo venticinque anni e, mentre io sto completando gli studi medici, lei lavora come segretaria per un'azienda grafica. Siamo sposati da tre anni, ma, già da fidanzati, sono sempre stato incline a far la parte del cornuto e lei ha sempre favorito questa mia indole, regalandomi delle sontuose corna, sempre più complici. Un'esperienza abbastanza recente mi ha regalato tali e tante belle emozioni, da farmi schizzare direttamente nei calzoni, senza neanche toccarmi l’uccello, ed è capitata quando Sara ha partecipato ad un evento particolare, organizzato in occasione delle nozze d’oro di sua nonna. All’evento non ero presente, perché impegnato in ospedale a sostituire alcuni colleghi risultati positivi al covid. Nei pochi giorni precedenti all'evento, noi due non avevamo avuto molto tempo per noi e ancor meno per fare sesso. Era una situazione che si stava protraendo da oltre una decina di giorni, avendo avuto lei, la settimana prima, un ciclo mestruale particolarmente abbondante, che l’aveva molto debilitata. Eravamo entrambi eccitati e desiderosi di far sesso, ma per una serie di circostanze, abbiamo sempre dovuto rimandare per motivi ancor più impellenti. Quando l’ho sentita la mattina della cerimonia, dentro di me e per l’amore che le porto, l'ho esortata a divertirsi, rilassarsi e, se fosse capitata l’occasione, perché no, anche approfittare per godersi una scopata soddisfacente.
«Mi dispiace, amore, che non sono con te, ma, purtroppo, la situazione la conosci più che bene. Quindi vorrei che tu, oggi, indossassi qualcosa di particolarmente carino e seducente, cosicché, se ti si presentasse l’occasione di rendermi cornuto, devi promettermi che la coglierai senza farti alcuno scrupolo, perché l'ultima cosa che voglio è che tu debba rinunciarvi, per non esser lì con te.»
Lei ha sorriso e, con il melodioso tono della sua vocina languida, mi ha garantito che, se vi fosse verificata anche una remota opportunità di dare una splendida lucidata alle mie corna, non se la sarebbero lasciata sfuggire per niente.
«Tranquillo, amor mio, oggi non sarà facile per la tua puttanella trovare il modo di farti cornuto, perché alla cerimonia dovrebbero esser tutti parenti, ma se dovesse presentarsi qualche occasione, ti assicuro che non me la lascerei sfuggire.»
Prima di lasciarci, mi ha inviato due foto alquanto eloquenti. Nella prima, lei indossava un leggero vestito a fiori, con vaghe trasparenze e, nella seconda, mostrava il suo splendido intimo che, a malapena, copriva lo spacco della fica, mentre il seno era ancor più impreziosito da un indumento sottile, quasi invisibile sotto la stoffa leggera del vestito, ma che lo comprimeva leggermente, facendolo risaltare di più e rendere ancor più desiderabili quelle due splendide sfere. Una volta chiusa la comunicazione, per tutto il resto della giornata non ho avuto modo di poterla contattare, perché, fra emergenze varie e pazienti ordinari, è arrivata la sera senza nemmeno accorgermene. Solo quando il collega del turno di notte mi ha dato il cambio, mi son reso conto di aver trascorso l’intera giornata completamente assorbito dal lavoro. Appena salito in auto, mentre mi stavo dirigendo verso casa, ho esaminato il mio cellulare ed ho trovato un messaggio di Sara, che mi informava che sarebbe tornata a casa molto tardi.
«Amore, ti amo; appena torno ti racconto qualcosa che ti farà immensamente felice, perché ho trovato il modo di renderti meravigliosamente cornuto.»
Ho dovuto inchiodare la vettura sul bordo della strada e prendere velocemente un fazzolettino, perché mi stavo letteralmente sborrando nelle mutande dalla forte eccitazione provata nel leggere quel messaggio. Giunto in casa, ho fatto una doccia e mi son disteso nel letto, in attesa del suo ritorno. Stanco per la pesante giornata, mi sono assopito e, quando ho riaperto gli occhi, le calde labbra di Sara mi stavano succhiando il cazzo che, immediatamente è esploso nella sua bocca. Ho spalancato gli occhi, nel vederla completamente nuda accanto a me e mi son reso conto che era molto tardi. Lei, dopo aver ingoiato la mia sborra, senza dir nulla, è salita sul mio corpo e, dopo aver appoggiato la sua fica sulle mie labbra, mi ha esortato a succhiare la gran quantità di sborra che sgorgava da quella che ora era simile ad una caverna, ben aperta e abbondantemente irrorata di seme maschile.
«Leccami, cornuto! Lecca tutta la sborra che sta sgorgando dal mio ventre, perché ho trovato un maschio che mi ha letteralmente riempito del suo piacere, dopo avermi sfondato ogni buco, con un cazzo veramente stupendo! Leccami tutta e non perdere neanche una goccia, altrimenti non ti racconto nulla e ti lascio con la voglia, fin quando non mi riterrò soddisfatta.»
Inutile dire che mi sono attaccato alle labbra della sua fica e, con la lingua, ho raccolto ogni singola goccia di quel seme che colava, ogni stilla, spingendo con forza la lingua nella sua fica slabbrata, alla ricerca di ogni traccia di quel piacere maschile, che formava un cocktail altamente eccitante mischiato a quello di Sara. L’ho sentita gemere di piacere, mentre mi stavo dissertando a quella fonte poi, dopo averle regalato un incontenibile orgasmo, mi ha gratificato con complimenti e baci, per poi raccontarmi ciò che era successo.
«Che bello, amore! Continua così che vengo! Ancora! Ancor più forte! Bravo, cornuto, leccami forte! Dai che vengo! Ora, VENGO!»
L’ho sentita vibrare mentre la mia bocca si è riempita del suo piacere ancora misto alla sborra di chi le aveva farcito la fica. Poi si è sdraiata al mio fianco ed ha appoggiato la testa appoggiata sulla mia spalla destra e, mentre con la mano masturbava lievemente il mio cazzo ancora duro, ha iniziato a raccontarmi la sua avventura.
«Quando son giunta a casa dei nonni, sono stata accolta con gioia da tutti i parenti che, dal giorno del nostro matrimonio, non avevano più avuto modo di vedermi. È stato bello ridere e scherzare con loro e, quando è giunto il momento, abbiamo festeggiato nonna e nonno che, vestiti in maniera molto elegante, hanno deciso di rinnovare ancora le loro promesse matrimoniali, in una chiesetta che si trova sull’isolotto del fiume, che scorre a sud della città. Poiché il posto ha spazi limitati, abbiamo deciso di andarvi con il minor numero possibile di auto e così, mi sono ritrovata in un'auto con mia cugina, suo marito e lo zio. I nonni, invece, sono stati accompagnati da mia zia e un amico dello zio, che si è presentato con una splendida vettura molto elegante e, quando è sceso per aprire lo sportello alla nonna, io ero lì, che scattavo qualche foto: i nostri occhi si sono incrociati.
Avevo davanti a me uno splendido maschio, dall’apparente età di una cinquantina d'anni, spalle larghe, viso squadrato e sguardo molto magnetico, che mi ha scrutato fin dentro l’anima. Mi son sentita come messa a nudo e, per un attimo, ho avuto l’impressione che mi stesse scopando con lo sguardo. Ma è stato solo un attimo, perché, subito dopo, ha fatto salire davanti, al suo fianco, la zia Adele che, quando si è seduta, ha fatto risalire la sua corta gonna oltre il pizzo delle autoreggenti e, dalla mia posizione, ho potuto constatare che la cara zietta era priva di qualsiasi tipo di intimo. La cosa mi ha stupito non poco, ma, nello stesso tempo, mi ha incuriosito così tanto che, una volta salita in auto con mia cugina, entrambe sedute dietro, le ho chiesto, a bassa voce, perché sua madre era salita assieme a quell’uomo ed ai nonni. Lei ha dato un’occhiata davanti e, avendo visto che suo padre era tutto preso nella guida, mentre il suo giovane marito era assorto su un gioco del suo smartphone, a bassa voce mi ha dato una risposta, che mi ha incuriosito ancora di più.
«Di cosa, ti stupisci? È normale, quando nella stalla c’è un altro toro che si prende cura della tua vacca, e non solo di lei, ma anche delle altre giovani giumente, presenti nella stalla.»
L’ho guardato senza capire e lei mi ha fatto un cenno come per dire che, più in là, mi avrebbe spiegato meglio. Giunti a destinazione, siamo arrivati all’isolotto attraverso una piccola passerella in legno e, poiché la chiesetta era davvero piccola, la maggior parte delle persone sono rimaste fuori, appoggiate ad un muretto, sotto una ombrosa pianta che offriva frescura. Mentre tutti i parenti erano intenti a seguire la breve funzione, io e mia cugina ci siamo sedute un po’ in disparte. Siamo state raggiunte da quello splendido maschio che, dopo aver abbracciato e baciato sulla bocca mia cugina, continuando a tenerla stretta, si è rivolto verso di me e, ancora una volta, i suoi occhi mi hanno penetrato fin nel profondo dell’anima.
«Chi è questa giovane puttanella che non conosco, ma che vorrei tanto avere nel letto, insieme a te.»
Ero basita, ma, nello stesso tempo, fortemente eccitata dal tono autoritario e sicuro di quel maschio che, con un arrogante linguaggio, si rivolgeva a lei, parlando di me come se mi conoscesse da sempre. Mia cugina gli ha detto chi ero e lui, con fare ancora più da padrone, mi ha guardato e, dopo essersi avvicinato a me, mi ha stretto a lui, facendomi subito sentire il grosso bozzo che premeva contro la mia pancia. Ero ipnotizzata dal suo sguardo e sentivo che stavo bagnando il perizoma, mentre lui, dopo avermi dato una ulteriore occhiata tipo laser, mi ha baciato, infilandomi, con prepotenza, la lingua in bocca. Stupita da tanto ardire e, soprattutto, da quel suo fare impudente, assolutamente incurante che vi fosse altra gente, ho sentito le gambe venir meno ed un gemito di piacere è uscito dalla mia bocca, mentre la sua lingua giocava con prepotenza con la mia. Inoltre, la sua mano è scivolata lungo la mia schiena e, afferrate con forza le mie chiappe, ha fatto in modo che incollassi ancora più il bacino al suo corpo.
«Come immaginavo, sei una bella puttana e mi piacerebbe farti assaggiare il mio cazzo.»
Poi, senza aggiungere altro, si è girato e se n’è andato, lasciandomi sbalordita, con mia cugina che rideva compiaciuta. L’ho guardata, cercando di capire, e lei mi ha raccontato tutta la storia.
«Circa due anni fa, mio padre è entrato in società con lui e, dopo la seconda settimana che lavoravano insieme, lui lo ha invitato a cena a casa nostra e mia madre ne è rimasta subito affascinata. Inutile dire che, già da quella sera, Mario, così si chiama, si è scopato mia madre sotto lo sguardo estasiato di mio padre e, da quel momento, lui è entrato di diritto nel letto matrimoniale di mia madre e, dopo circa un mese, quando ho chiesto a mia madre perché fosse così felice, lei mi ha risposto che, finalmente, aveva trovato un vero toro che la montava come una vacca. Incuriosita, ho voluto conoscerlo e, come hai visto, il suo comportamento è tale da aver affascinato anche me e, senza quasi rendermene conto, mi son ritrovata a pecora, davanti a lui, che mi scopava con forza, mentre io leccavo la figa a mia madre, che godeva come una troia. Naturalmente, quel cornuto di mio marito ha provato ad obbiettare, ma, anche lui come mio padre, si è ritrovato con l’uccello chiuso dentro una gabbietta, di cui io ho la chiave e, se non fa il bravo, non lo libero. Gli concedo di sborrare solo una volta al mese. Naturalmente, ogni volta che Mario mi monta, sia da sola che insieme a mia madre, farcisce i miei buchi di sborra, che poi faccio leccare al caro cornutello.
Ti posso assicurare che un maschio come lui, non ha nessuna difficoltà a soddisfare due zoccole come noi. Fra non molto, smetto di prendere gli anticoncezionali e mi faccio ingravidare da lui, tanto quel cornuto di mio marito non ha nulla da eccepire. Se posso darti un consiglio, assaggialo, perché di maschi come lui se ne trovano difficilmente. Oltre ad avere una dotazione fuori dal comune, una spranga di carne lunga e grossa, ha una resistenza non indifferente e, solo quando noi due siamo sfinite dal piacere che abbiamo provato, solo allora, ci copre il viso di copiose sborrate che sgorgano da due palle grosse, come quelle di un toro. Ti assicuro, e tu sai benissimo, che non sono stata una santa, come d’altronde non lo sei neanche tu che di cazzi ne ho presi tanti, ma, davanti al suo, mi è sembrato come esser scopata per la prima volta.»
Non ho avuto modo di replicare, perché la cerimonia era finita e, tutti insieme, ci siamo recati poco distante, dove, in uno splendido agriturismo, ci siamo seduti a pranzo. Durante il ricevimento, lui è venuto due volte vicino noi e, assieme a mia zia, si è complimentato per il mio aspetto da splendida puttanella.
«Questa tua nipotina non la conoscevo, ma devo dire che ha proprio l’aria di una bella zoccoletta, cui piace il cazzo. Non vedo l’ora di inebriarmi al sapore della sua fica.»
Mentre parlava, teneva stretta mia zia davanti a tutto il parentato e molti ridevano compiaciuti, essendo, evidentemente, a conoscenza del fatto che quel maschio si scopava mia zia; anche altre delle donne presenti lo guardavano con la speranza di poter godere con quel maschio stupendo. Quando la cerimonia stava per finire, lui mi è venuto vicino e mi ha detto che mi avrebbe accompagnato a casa. Ero affascinata e, nello stesso tempo, un po’ intimorita all’idea di trovarmi sola con lui. Quando tutti hanno cominciato ad andarsene, lui mi ha preso per un braccio e, dopo aver salutato mia zia e mia cugina, mi ha fatto salire in auto con lui. Abbiamo fatto poca strada, perché, dopo una breve deviazione, lui si è fermato in riva al fiume e mi ha fatto scendere; dopo avermi appoggiato al cofano dell’auto, si è abbassato davanti a me e, strappatomi il perizoma completamente inzuppato, ho sentito la sua lingua giocare fra le pieghe della mia fica e subito mi son sentita travolta da un’onda di piacere, perché quella lingua mi stava mandando ai matti. Ho goduto ed urlato a squarciagola il mio piacere. Lui, a quel punto, si è alzato ed io sono scivolata davanti a lui, ai sui piedi, mentre lui ha velocemente estratto il più bel cazzo che abbia mai visto, in vita mia: doveva avere una lunghezza di circa venticinque centimetri ed una circonferenza quasi quanto il mio polso, tant’è che ho provato ad impugnarlo, senza riuscire a congiungere le dita e, ti assicuro, mancava ancora parecchio per poterle unire, ed era sormontato da una grossa cappella, che sembrava una fragola matura.
La sua mano sulla testa mi ha fatto subito capire che quella splendida mazza voleva entrare con prepotenza nella mia bocca. Lo ha spinto dentro con forza, mentre io cercavo di ingoiarne il più possibile. Tu sai che sono una brava succhia cazzi, ma, a malapena, riuscivo ad andare oltre la punta di quel cilindro di carne, che mi stava letteralmente slogando la mandibola.
«Apri bene la bocca, troia! Ti voglio scopare la gola!»
Me lo ha spinto con forza dentro, e mi sentivo veramente usata a suo piacimento e questo mi hai eccitato così tanto che quasi ho raggiunto un orgasmo all’istante. Lui, dopo aver spinto ripetutamente il suo cazzo nella mia bocca, mi ha sollevato di peso e, appoggiatami sul cofano della vettura, ha sollevato le mie gambe e ho sentito quella grossa cappella appoggiarsi tra le labbra della mia fica e, con una spinta decisa, mi è scivolato tutto dentro. Per un attimo, mi è sembrato come se stessi perdendo la verginità per la seconda volta. Sentivo tendere le pareti della mia vagina, che cercavano di contenere quel mostro che, inesorabilmente scivolava sempre più dentro di me. Ad un tratto, l'ho sentito sbattere con forza sul fondo ed ho subito avuto un orgasmo devastante, mentre lui, dopo essersi fermato un attimo, ha allungato le mani, mi ha estratto i seni ed ha cominciato a stringerli e impastarli, mentre, dopo avere sfilato un po’ quell’enorme trave dal mio ventre, ha ripreso a spingerla di nuovo dentro. Ad ogni affondo avevo l’impressione che la mia fica si stesse dilatando, ed ho avuto un forte orgasmo quando, dopo l’ennesimo affondo, ho sentito il suo corpo sbattere contro il mio. Lo avevo tutto dentro! Ho urlato il mio piacere, mentre lui si è abbassato su di me e la sua bocca, afferrato uno dei miei seni, lo ha stretto con rabbia fra i denti, facendomi godere ed impazzire di piacere.
«Sì, più forte! Sfondami più forte! Sbattimi più forte! Spaccami la fica! Lo voglio sentire fin dentro lo stomaco.»
Lui ha preso a sbattermi sempre più forte, mentre urlavo dal piacere e lo incitavo a scoparmi più vigorosamente: era compiaciuto al massimo nel vedermi godere.
«Lo avevo capito subito che eri una cagna! Una bella cagnetta in calore, che non voleva altro che essere montata a dovere. Brava cagna, continua a godere, così che, alla fine, potrò farcire la tua fica con tutto il mio piacere. Brava! Continua a guaire come una cagna, perché farò di te la mia cagnetta personale e ti porterò al guinzaglio ogni volta che avrò voglia di sentire la tua lingua, che mi lecca come una bastardina.»
Ero stordita dal piacere mentre lui continuava a sbattermi sempre più forte, fin quando ho perso il conto di quante volte ho raggiunto l’orgasmo: credo di esser svenuta fra le sue braccia. L’ho sentito sfilarsi da me e, immediatamente, ho avuto la sensazione che la mia fica fosse completamente devastata. Lui, senza nessuna esitazione, mi ha rigirato, fatto appoggiare i piedi per terra e distendere di nuovo sul cofano, mentre ho sentito quella grossa cappella premere contro il buco del culo.
Intimorita ho cercato di dissuaderlo dall'infilare quella trave dentro di me.
«No, ti prego! Cazzo, sei troppo grosso! Ti prego, fa piano! Fa piano che mi laceri il culo!»
Lui non ha detto nulla, mi ha solo assestato due sonore sculacciate e poi, tenendomi le chiappe aperte, ha iniziato a spingere la punta contro il mio buchetto che, di colpo, ha lasciato libero il passaggio a quel mostro. Ho sentito quella trave di carne viva scivolare tutta dentro il mio culo. La sensazione che provavo era quella di esser sventrata ed aperta in due. Ho provato a gridare, ma dalla mia bocca non è uscito alcun suono, mi sono stupita del fatto che, anche in questo caso, quando ho sentito il suo corpo aderire alle mie chiappe, ho avuto un orgasmo devastante che mi ha fatto tremare in maniera incontrollata. Ha preso a limarmi il culo sempre più velocemente, compiaciuto del fatto che ce lo avevo molto stretto.
«Che meraviglia! Che buco stretto! Un culo come il tuo avrebbe dovuto esser aperto da tempo, ma è evidente che quel fesso di tuo marito sicuramente non è capace di godere nello sfondare un culo stupendo come questo. Me lo voglio godere tutto, fino in fondo. Poi ti scarico dentro una sborrata così abbondante che ti sembrerà di aver fatto un clistere.»
Mi pompava il culo così forte, che le mie gambe, per il piacere, hanno quasi ceduto, e lui, nell’afferrarmi per i fianchi, ha fatto un movimento un po’ più brusco e il cazzo è scivolato fuori dal culo ed è entrato di nuovo nella mia fica.
«Va bene anche così! Per ora ti inondo la fica; a farcire il culo ci penserò la prossima volta.»
Piegata davanti a lui, con la testa schiacciata sul cofano, con lui che mi sbatteva sempre più forte, ho raggiunto un altro orgasmo devastante e, improvvisamente, ho sentito un’ondata di calore invadere la mia vagina, mentre lui immobile restava piantato tutto dentro di me.
«Cagna! Senti come ti sto riempendo il ventre! Come le cagne, trattengo il mio cazzo dentro, così il mio seme andrà ad inondare di più il tuo utero.»
Ero come impazzita. Lo sentivo pulsare dentro di me, ad ogni fiotto che riversava nella mia vagina. Siamo rimasti per alcuni istanti attaccati, poi lui ha allungato una mano e, afferrato ciò che restava del mio perizoma, dopo averlo arrotolato tipo tappo, si è sfilato di colpo e me lo ha spinto tutto dentro la fica.
«Tienilo così! Tieni dentro questo tappo come se fosse il nodo di un cane, che ti blocca la fuoriuscita della sborra, perché, come cagna, voglio che resti il mio piacere il più a lungo possibile dentro di te. Poi andrai a casa e lo farai leccare al tuo cornuto, dicendogli che, una di queste sere, verrò a trovarti, per finire ciò che ho appena cominciato.»
«Malferma sulle gambe e con la fica riempita di sborra e di ciò che restava del mio perizoma, sono risalita in auto e lui mi ha lasciato davanti casa.»
Nel sentire quel racconto, mi son ritrovato di nuovo con il cazzo duro e Sara si abbassa e me lo prende in bocca: in un attimo le inondo la gola con il mio ennesimo piacere. Tre giorni dopo, lui è venuto a cena a casa nostra e, appena entrato, ho subito capito che lui era un uomo totalmente diverso da tutti quelli che avevano fino ad oggi scopato Sara: era un vero padrone. Appena entrato, mi ha subito guardato negli occhi e messo in chiaro le sue condizioni.
«Ciao cornuto, spero che avrai concesso a Sara il riposo di cui aveva bisogno, perché questa sera la voglio montare a mio piacimento. Naturalmente, da oggi in poi, tu dovrai astenerti da aver rapporti con lei e, a tal proposito, ti ho portato un regalo che voglio che tu indossi, immediatamente.»
Mentre parlava, era in piedi davanti a me e Sara che era seduta sul divano e, dopo aver scartato il regalo, mi son trovato tra le mani, due cose: una gabbietta di castità ed un collare con il guinzaglio. Ho guardato cercando di capire e lui, senza tanti giri di parole, mi ha ordinato di indossare la gabbietta e di mettere il guinzaglio al collo di Sara, perché, da quel momento, era da considerarsi sua cagnetta personale. Il resto della serata, io nudo con addosso solo la gabbietta, l’ho servito a tavola, mentre Sara stava accucciata ai suoi piedi e lui, di tanto in tanto, le elargiva qualche carezza sulla testa. Dopo cena, tenendola al guinzaglio, l'ha fatta procedere a quattro zampe fino alla camera da letto e, dopo che lei lo ha spogliato completamente, ho potuto ammirare la sua enorme dotazione. Subito sono stato invitato a darmi da fare per farlo eccitare leccando quelle grosse palle e quel cazzo che stava già danno segni di eccitazione. Mentre con la bocca ero intento ad eccitare quel toro, lui, utilizzando la cintura del guinzaglio, si divertiva a frustare il culo di Sara. Naturalmente mia moglie, ad ogni colpo, sembrava godere sempre di più e, quando ha avuto un orgasmo, lui, con un gesto, mi ha spinto di lato e, dopo averla afferrata da dietro, le ha spinto con forza l'enorme palo tutto dentro di lei. Sara ha inarcato la schiena e lui, dopo aver tirato il guinzaglio, le ha ordinato di guaire come una cagna.
«Godi cagna! Senti come ti sfondo? Poi ti farcirò sia il culo che la fica, così che questo cornuto avrà ancora parecchio da leccare.»
Ero così eccitato che, senza rendermene conto, sono venuto senza toccarmi, e quando lui se ne reso conto, mi ha frustato con il guinzaglio, mentre continuava a sfondare mia moglie, che godeva all’impazzata. È stata la prima volta di un lungo periodo, durante il quale lui ha goduto con Sara nel trattarla come una cagna e, una sera, ha voluto tenere la sua stalla al completo: le due vacche, zia e nipote, oltre la cagna Sara, mentre io facevo semplicemente il cornuto. Ora, ogni volta che vuole, dispone di Sara a suo piacimento ed io, ogni volta, vengo, senza neanche toccarmi.
25
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Nel bosco a funghi
be che dire andare a funghi e trovare altro... che fortuna
la settimana scorsa misi un paio di volte un last per sabato che per motivi di lavoro mi dovevo recare nel trentino. Caspita giornata assurda con pioggia e freddino, controllo le mail i messaggi e nessuno ma dico nessuno ha risposto al mio last! (poi leggi vieni ti succhio ti faccio mi fai etcc... ma dove siete ... ) ok alle 8.50 arrivo a destinazione e mi addentro nel bosco con cautela vista la giornata, e anche perche avevo visto un'altra vettura in parcheggio. dopo alcuni minuti addentrandomi nel bosco noto strani bagliori pensavo ad un princio d'incendio o una cosa simile, la pioggia nel frattempo smise e sembrava regalare un raggio di sole, curioso mi avvicino verso quei strani bagliori e notai che non cèra nulla di che preoccuparsi perchè erail flash di un fotografo che stava immortalando un bella donna, passai e salutai , non so come e perchè ma iniaziammo a parlare come se fosse un pezzo che ci conoscessimo, mi dice che stava facendo alcune foto per loro tanto per avere qualche scatto cosi, io allora mi propongo dicendo se volete qualche scatto posso farvelo io anziche usare l'autoscatto, i due si guardano e acconsentono ringraziando da subito per la gentilezza. e iniziai a fotografare qualche posa normale un bacio una carezza qualche primo piano e... la mano di lui cerca sotto le gonne della splendida donna, io chiedocontinuo a scattare o vi lascio soli, lei dice no no se non ti disturba vai pure avanti, ad un certo punto vidi che il semplice servizio fotografico stava prendendo una piega differente e lei comincio a sbottonare i pantaloni di lui tirandogli fuori una signora mazza, lei inizia a masturbarlo e a spompinarlo mentre lui la prende per i capelli e la preme contro il suo membro, una scena davvero hot , e intanto anche il mio cazzo iniziava a diventare duro e speravo di non essere visto perchè indossavo dei pantaloni comodi per il bosco ma scomodi per queste situazioni, lei lascia la presa e si mette in piedi e inizia a spogliari mentre lui viene da me e mi dice vuoi giocare un po con lei , tranquillo a noi piacciono queste situazioni, non me lo sono fatto dire due volte , vado verso la maiala che mi dava le spelle e inizio a baciarle il collo sino andare piu giu mi inginocchio per baciarle il culo e ei improvvisamente si gira mi tira in piedi e mi prende per icapelli e mi dice mordimi i capezzoli ti prego mentre io le prendevo un capezzoli in bocca lei inizio a masturbarsi con tutte e due le mani, che poi mi mise le dita in bocca facendomi assaporare il gusto della sua fica, a quel punto mi inginocchiai e inizia a baciarla aveva poco pelo quindi riuscivo a vedere e assaporare quella meravigliosa fessura carnosa e bagnata, allarga le gambe e mi dica devo fare la pipi, io scosto un po la testa ma mentre lei piscia me la prende e mi fa leccare e bere , io ormai non capivo più nulla non mi ricordavo nemmeno che lei non era sola, a quel punto mi alzai la girai e la misi a 90gradi mi riabassaie iniziai a leccare il culo e lafica con tanta foga che lei stava godendo , sta maiala allora mi alzai e con il cazzo bello duro la penetrai prima dolcemente poi inizia a sbatterla, dopo un po le i mi dice stenditi , cèra una coperta che prima non avevo notato , mi ci stesi sopra e lei si sedette sopra la mia faccia implorandomi di mangiarla e laccarla, e mentre la scavo leccando mi prende il cazzo e inizia un 69, era stupendo lei si alza e mentre stava godendo mi piscia nuovamente addosso io ero steso e bloccato a terra , ma la cosa non mi do nessun problema , ma nello stesso istante mi ricordai che lei non era sola ...si perche lui mi stava facendo un pompino , meraviglioso, e mentre venivo lui e lei iniziarono a mangiami tutto vuotandomi completamente le palle, lasciandomi quasi senza fiato, lei grande porca fece stendere lui e a quel punto piscio in faccia a quell'uomo io non so perchè o percome presi il cazzo di lui duro e gonfio e inizia a leccarlo e poi con grande forza lo masturbai sino a farlo venire lei si butto con la bocca sul cazzo e inizio a bere poi con la mano cerco la mia testa e la avvicino alle sua facendomi baciare e leccare il cazzo di lui , non avevo mai assaporato una situazione simile, con grande maestria mi fece diventare il cazzo duro mi fece sedere e lei mi venne a cavalcioni e mentre lei cavalcava lui si intrufulo prima con la lingua fra il mio culo palle e fica di lei per andare poi a infilarle il cazzo in culo cosi che per l'ennesima volta lei venne , non contentaci fece sedere in modo che i nostri cazzi fossero vicini da toccarsi , lei apri le gambe e piscio sui nostri cazzi, che poi lecco nuovamente. non so se nella mia vita potra ancora capitarmi una situazione simile , spero e mi auguro di si. chissa se un giorno incontrero nuovamente quella coppia che non ha nemmeno voluto lasciarmi il numero di telefono. un'avventura indimenticabile
21
2
2 years ago
admin, 75
online -
Una vacca in fiera.
Mi chiamo Olga, 46 anni, alta 1,70, bionda, occhi azzurri, una buona quarta di seno, un bel fisico snello dalle cosce lunghe e un bel culo a mandolino. Da 24 anni sono sposata con Piero, bel maschio, alto, forte, spalle larghe, capelli e occhi scuri, e una bella dotazione fra le gambe, che sa usare benissimo, perché sessualmente parlando è un vero maiale! Dalla nostra unione è nata Lucia, che ha 22 anni, anche lei una bella ragazza e, fisicamente, mi assomiglia molto.
Io e mio marito abbiamo un grande negozio di antiquariato, abbastanza conosciuto sia su internet, che nella nostra città; spesso e volentieri partecipiamo a fiere o mostre, dove esponiamo gli oggetti di antiquario più pregiati e otteniamo sempre un buon successo, sia di pubblico che di gradimento per la merce. Come già detto mio marito è un vero porco e, ritrovandosi una moglie decisamente avvenente, si dà da fare per esibirla e, riconosco, la cosa non mi dispiace affatto. Fin da subito, da quando ci sposammo, lui ha voluto che indossassi abiti molto succinti, tacchi molto alti e, soggettivamente, la cosa mi ha sempre eccitato molto. A letto non gli ho mai negato nulla, ogni mio buco è stato oggetto del suo desiderio ed io ne ho tratto sempre molto piacere nel sentirmi riempire dalle ondate di sperma che lui mi ci riversava dentro. Circa un mese fa, però, mi sono accorta che c’era una cliente che veniva sempre in negozio, soprattutto ogni volta che io ero assente, e la cosa mi ha un po’ insospettita: non sono gelosa, diciamo, però, che non mi piace esser trattata da stupida. Apparentemente è una donna che veste in maniera banale e semplice, nulla che attiri l’attenzione di un maschio, ma la sua aria ingenua, non mi ha convinto per niente e così, una mattina, ho finto di essere assente e, dopo essermi appostata nelle vicinanze del mio negozio, l’ho vista arrivare ed entrare dentro rapidamente. Ho fatto il giro dell’isolato e sono entrata dal retro del negozio dove abbiamo un grande magazzino e, silenziosamente, mi sono addentrata all’interno del locale: non ho dovuto fare molta strada, perché ho visto Piero, seduto su un grosso divano ricoperto da un telo, con i pantaloni abbassati e la zoccola che, inginocchiata fra le sue gambe, gli succhiava avidamente il cazzo. Devo ammettere che ci sapeva veramente fare, perché prendere in bocca tutto il cazzo di mio marito non è cosa facile, non solo perché piuttosto lungo, ma anche abbastanza largo, laddove la tizia se lo infilava in gola con una certa disinvoltura, che faceva pensare quanto la puttana fosse allenata. Dopo averlo leccato e succhiato, la troia si è sollevata la gonna e inginocchiata sul divano, volgendo le spalle a Piero, lo ha esortato a penetrarla.
«Dai, prendimi! Spingimi il tuo cazzone tutto dentro nel culo! Sei un porco! Lo so che ti piace, sfondarmi il culo perché tua moglie non te lo concede mai!»
Cosa? Ma che diavolo sta raccontando? Io non gli do il culo? Ma se è la prima cosa che si è preso da quando stiamo assieme. Quando l’ho conosciuto ero vergine e, per timore di restare incinta, gli ho subito concesso il culo e lui racconta a questa sciacquetta da due soldi, che non gli do il culo? Mi viene quasi voglia di uscire dal mio nascondiglio e dirgliene quattro! Invece resto in silenzio e, nonostante il furore e la rabbia che provo, osservo compiaciuta mio marito, che monta quella vacca e le sfonda il culo con un certo ardore; la cosa mi riempie stranamente d’orgoglio, perché vedo la vacca che subisce la monta di mio marito e la cosa mi fa illanguidire, con conseguente lago fra le cosce, perché conosco a menadito quello che lei sta provando in quel momento. Silenziosamente me ne vado e rimugino, dentro di me, come fare per pareggiare il conto. Volutamente, da brava carogna, dal giorno che l’ho visto scopare dentro il magazzino con quella zoccola, gli sono stata praticamente sempre appiccicata addosso, facendo in modo che non avesse mai un momento libero per potersi dedicare a quella puttana, che si gode il mio uomo e, nello stesso tempo, gli ho negato sia fica che culetto, adducendo, di volta in volta, una scusa sempre diversa ed ho potuto notare che questa sua forzata astinenza lo ha fatto un po’ innervosire e questo mi è piaciuto molto, perché, fin quando non avrò l’occasione di pareggiare il conto, cercherò di farlo soffrire il più possibile. L’occasione giunge qualche settimana dopo, quando finalmente viene pubblicato il calendario delle varie mostre e fiere antiquarie, che si svolgeranno fra le varie città della nazione, e dobbiamo decidere a quale partecipare. In particolare ce n’è sono due a cui abbiamo sempre partecipato, ottenendo un grande successo sia come vendite, che come ricaduta di presenze nel nostro negozio. L’unico problema però è che, entrambe, avvengono praticamente nello stesso giorno o periodo e questo ci crea qualche problema. La prima è una mostra di mobili d'antiquariato per la quale abbiamo già preparato una bella raccolta di pezzi, che sicuramente susciteranno l’interesse di chi li vedrà esposti, mentre la seconda è una vera e propria fiera antiquaria, dove, lo scorso anno, abbiamo venduto tanti piccoli oggetti, ricavandone un cospicuo profitto.
«Potremmo dividerci e partecipare ad entrambe le fiere. Io potrei andare con il camion carico di mobili alla mostra, mentre tu con il furgone potresti andare alla fiera e, poiché la mia dura un giorno in meno rispetto alla tua, l’ultimo giorno potrei raggiungerti e tornare insieme a te.»
Lo guardo e, dentro di me, sento un moto di rabbia che soffoco, perché il porco, avrà sicuramente un paio di giorni da passare insieme a quella zoccola che si sta scopando alle mie spalle. In effetti io dovrò partire il venerdì mattina, per tornare il lunedì sera, mentre lui partirà il sabato mattina per tornare la domenica e questo veramente mi suscita rabbia, che però domino senza lasciarla trasparire.
«Certo, potremmo fare così, l’unica cosa è che, guidare il furgone, mi rimane sempre un po’ difficoltoso.»
Lui sorride e mi dice che in fondo è come guidare la mia smart, con l’unica differenza che è semplicemente più lungo è più grande. Lascio perdere e decido di meditare vendetta. Ci organizziamo e, quando viene il giorno della partenza, il venerdì mattina mi alzo molto presto e, dopo una breve doccia, esco in camera nuda, sotto lo sguardo di lui che subito mi mostra il suo cazzo teso e duro, ma che io ignoro volutamente, tanto sono consapevole che appena uscita, lui chiamerà la zoccola per potersi finalmente sfogare dopo la lunga astinenza cui l’ho sottoposto. Apro l’armadio ed indosso una mini di jeans molto corta, sotto uno string assolutamente invisibile e, sopra, un reggiseno sottilissimo, che viene coperto da una camicetta bianca, tenuta chiusa con solo due bottoni.
«Accidenti! Ma sei sicura che vai alla fiera e non a portare “Olga in fiera!” Mi sembra quasi che la merce da esporre sia più la tua che quella che abbiamo nel furgone.»
Mi giro e lo fulmino con uno sguardo.
«Di cosa ti lamenti? Non è così che mi son sempre vestita ogni volta che siamo andati insieme in fiera? Non ti è sempre piaciuto mostrare quella troia di tua moglie, per far accrescere l’interesse verso il nostro banco ed aumentare i ricavi? In ogni caso, quando deciderò di mettere "Olga in fiera “, sta tranquillo che sarò io a stabilire, sia il prezzo, che a scegliere l’acquirente e, in ogni caso, ci sarà un toro che avrà delle corna veramente spettacolari, degne di quelle che porta quella vacca di sua moglie!»
Mi guarda stupito, cercando di capire il doppio senso della mia affermazione, ma non gli concedo la possibilità di approfondire, perché gli concedo giusto il tempo di indossare un paio di sandali a zeppa, che inarcano ulteriormente il mio culo per poi salutarlo e andarmene. Durante il tragitto decido di verificare se il mio outfit è tale da attirare lo sguardo di qualche maschio e così mi fermo ad una stazione di servizio con annesso bar e, dieci minuti dopo, quando esco ho lo string completamente zuppo dal piacere che ho provato nel costatare che, nel raggio di un centinaio di metri, tutti i maschi che hanno posato il loro sguardo su di me, mi hanno praticamente ingravidata. Giungo a destinazione e mi reco nel punto dove si svolgerà la fiera e scopro che è posta in una zona nuova, di recente costruzione, appositamente creata per fiere ed esposizioni, con degli enormi capannoni, al cui interno possiamo creare i nostri stand. Un solerte vigile urbano, dopo aver registrato i miei dati ed incassato la tassa d’iscrizione, con gli occhi incollati al mio culo, mi indica il posto dove dovrò parcheggiare il mio veicolo, all’interno dell'enorme capannone. Quando giungo nello spazio a me assegnato, scopro che mi troverò in mezzo a due altri espositori: sul mio lato destro, un bel numismatico sulla cinquantina, mentre, sul lato sinistro ci sono due giovani ragazzi sulla trentina, che vendono dischi in vinile e, quando mi vedono parcheggiare il veicolo, in mezzo al loro, tutti e tre si danno un’occhiata veramente compiaciuta e subito mi aiutano a sistemare i miei espositori e, ogni volta che mi piego per prendere una scatola di oggetti da esposizione, vedo con piacere che le mie splendide cosce, viste da dietro, così come le mie chiappe, che si intravedono sotto la mini, provocano esattamente l’effetto che mi ero proposta: far gonfiare i loro pacchi! Abbiamo giusto il tempo di sistemare la nostra merce che subito comincia ad arrivare gente e, per tutta la giornata, è un continuo via vai di visitatori che, ben presto, si interessano molto all’oggettistica da me esposta. Il numismatico, che si chiama Andrea, è il primo che mi offre il caffè, dopo che, ripetutamente, gli ho cambiato banconote per dare il resto, in quanto lui è a corto di moneta contante. Invece i due ragazzi, Luca e Matteo, mi offrono il pranzo. Riusciamo a consumare solo un paio di tramezzini, perché per tutto il giorno, l’affluenza della gente ci tiene impegnati. Giunti alla fine della giornata, posso constatare di aver fatto ottimi affari e, mentre la mostra chiude i battenti del primo giorno, Andrea mi chiede dove passerò la notte.
«In genere dormo nel furgone, perché, abitualmente, queste fiere si tengono in zone molto aperte, dove non c’è sorveglianza, ma credo che questa sera dovrò trovarmi un albergo, perché dormire qui dentro significherà soffocare dal caldo e, inoltre la nostra merce è al sicuro, in quanto questo centro fieristico, oltre ad essere idoneamente recintato, è anche munito di un sistema di sorveglianza, da quanto ho capito.»
Mentre parlavo con lui, si è avvicinato anche Matteo e subito mi propone di dormire laddove loro hanno prenotato una camera. Accetto volentieri, ma, dopo aver prenotato la camera, chiedo come fare per chiamare un taxi per poter raggiungere la struttura, ma Luca propone di andare tutti insieme, perché lui è munito di un’autovettura. Sistemate le nostre mercanzie, tutti e quattro usciamo dal centro fieristico e Andrea, con una certa galanteria, prende il mio trolley e lo porta fino all’auto.
«Conosco un ristorantino da queste parti, dove si mangia della carne alla griglia davvero ottima. Che ne dite di andarci tutti e quattro, dopo esserci dati una bella rinfrescata.»
Naturalmente tutti abbiamo accettato e, giunti in albergo, ho notato che la mia camera era posta esattamente come in fiera, fra quella di Andrea, e quella dei due ragazzi. Ho fatto una rapida doccia e, poiché era abbastanza caldo, ho indossato un vestito di lino bianco, sotto cui si intravedeva solo un sottile perizoma dello stesso colore. Ai piedi ho calzato dei sandali con tacco 12, un filo di trucco, un lieve tratto di rossetto sulle labbra, e sono uscita ad aspettare i miei amici. Quando sono uscita dall’albergo, li ho trovati tutti e tre appoggiati all’auto che mi aspettavano e, subito, si sono complimentati con me per la mia bellezza. Anche in quest’occasione son salita davanti ed ho notato che Luca, alla guida, ha indugiato a lungo con lo sguardo sulle mie cosce in bella mostra. Mi son sentita subito fiera del risultato ottenuto e, una volta giunti nel ristorante, abbiamo dovuto aspettare che si liberasse qualche tavolo, per cui ci siamo seduti al bar ed abbiamo consumato un aperitivo. Andrea era molto incuriosito dal fatto che ero sola, perché si ricordava di me ad una procedente fiera, dove c'era anche mio marito.
«Lui è impegnato nella mostra antiquaria e, così, quest’anno abbiamo deciso che sarei venuta da sola alla fiera che si tiene in questo paese, in onore del loro patrono. Però, se vi dispiace che manca mio marito, posso chiedere a lui di venire qui, al posto mio.»
La mia battuta è servita ad instillare una certa ilarità nel gruppo che, dopo le risate, ha fatto loro affermare che andavo benissimo io, anzi, Luca ha detto che, essendo la prima volta che veniva a questo genere di manifestazioni, si sentiva molto onorato di aver fatto la mia conoscenza. Abbiamo iniziato a cenare e l’atmosfera conviviale si è ancor più accresciuta con parole dai doppi sensi, quando io ho ordinato un filetto di manzo, quasi al sangue, cui è seguita la sottolineatura di Matteo.
«Occhio ragazzi! Alla signora piace il filetto di manzo, quasi al sangue.»
Andrea ha sorriso, dicendo che, per una bella signora come me, di filetti poteva trovarne tanti, più o meno cotti, a suo piacimento. Abbiamo continuato a scherzare su questa battuta, con Luca che ha detto che anche a lui piaceva la carne di manza, perché la vacca matura, era di gran lunga meglio della giovane vitellina tenera, ma con poco sapore.
«Ora basta ragazzi! Se continuate a prendermi in giro così, finirò con l’offendermi: mi state dando della vecchia, anzi, della vecchia vacca!»
Tutti e tre si sono guardati in faccia e, sollevato il calice, Andrea ha proposto un brindisi.
«Non sei affatto vecchia e, sul fatto della "vacca", senza offesa: tutti e tre speriamo proprio che tu possa esserlo, perché sei talmente seducente da indurci a sperare che almeno uno di noi, questa notte, possa avere il piacere di condividere il letto con te, letto che, diversamente, sarebbe sciaguratamente vuoto.»
Li ho guardati tutti e tre in faccia, mentre sorseggiavo il mio vino e, dentro di me, ho avvertito un impulso inarrestabile: non sapendo chi scegliere dei tre, ho deciso che li avrei avuti tutti e tre insieme. Finita la cena, li ho pregati di riportarmi in albergo, perché mi sentivo alquanto stanca e brilla, così loro, senza nessuna obiezione, sono tornati con me in hotel. Giunti davanti alle nostre camere, poiché io avevo una matrimoniale, li ho invitati ad entrare ed a farmi compagnia. Appena dentro, Andrea ha aperto il minibar e, mentre continuavamo a scherzare briosamente, abbiamo dato fondo ai liquori che vi erano e, questo, ha sciolto un po’ i miei freni inibitori, perché, dentro di me, sapevo che avevo tutto il diritto di pareggiare il conto con mio marito. Dal momento che lui mi cornificava da tempo, non trovavo affatto sconveniente di trovarmi con tre maschi insieme: sentivo che questo mi rendeva, in qualche modo, giustizia. L’unica cosa è che, essendo loro in tre, potevo apparire effettivamente "vacca". Ad un tratto, Andrea si è trovato in piedi dietro di me ed ha allungato le sue braccia ai miei fianchi e mi ha stretto a lui, sempre voltata di spalle. Ho avvertito qualcosa di duro premere sul solco delle mie natiche e, subito, mi sono sentita bagnare, perché doveva esser qualcosa di veramente notevole. Luca lo ha imitato e abbracciandomi da davanti, mi ha fatto sentire il suo pacco abbastanza consistente, premere contro la mia pancia, e quel contatto è bastato a farmi sentire le gambe molli: ho sentito forte il desiderio di godere con loro. Senza dir nulla, in un attimo, ci siamo spogliati, e mi sono trovata seduta sul letto con loro tre in piedi, davanti a me. Andrea al centro, Luca a destra, e Matteo a sinistra. Andrea è sicuramente il più dotato dei tre, il suo cazzo è grosso sicuramente come quello di mio marito, mentre Luca sembra averlo il più lungo di tutti, ma anche quello di Matteo non è da meno. Me li offrono da succhiare, con Andrea che appoggia la mano sulla mia testa e la spinge in modo che la mia bocca si alterni sulle loro cappelle.
«Brava! Succhiali e leccali bene, perché questa notte ti facciamo impazzire!»
Mi sento un lago fra le cosce. La mia fica schiuma e si contrae ritmicamente, ad ogni affondo dei loro membri nella mia bocca. Dopo averle leccate tutte, Luca mi spinge sul letto e, una volta distesa, mentre continuo a leccare gli altri due inginocchiati ai miei fianchi, lui infila la sua testa fra le mie cosce e subito mi fa gemere di piacere, quando affonda la lingua fra le labbra della mia fica, leccandomi in maniera appassionata. Godo a ripetizione e, ben presto, raggiungo un orgasmo che mi fa tremare tutta, urlando a bocca piena del cazzo di Andrea.
«Ragazzi è stupenda! Questa vacca è veramente fantastica! Me la voglio godere subito!»
Le parole di Andrea mi eccitano ancora di più. Lui si distende supino e mi trascina su di sé per farsi cavalcare. Sento la punta di quel meraviglioso palo di carne infilarsi con forza dentro di me e scivolare fino in fondo, mentre lui afferra con forza i miei seni e me li strizza, donandomi ancora altro piacere.
«Che meraviglia! Questa troia è talmente bagnata che mi sembra di avere infilato il cazzo nel burro!»
Gli altri due sono in piedi ai miei lati e alternano i loro cazzi nella mia bocca, mentre io prendo a galoppare su e giù sopra quella verga che mi scopa alla grande. Ben presto, un nuovo orgasmo scuote il mio corpo e, sfilatomi il cazzo dalla bocca, urlo il mio piacere a pieni polmoni.
«Vengo! Oddio sto godendo ancora! Scopatemi ancora più forte!»
Sono in preda ad un raptus erotico che stravolge il mio corpo e abbatte ogni ulteriore remora o titubanza: ora voglio godere, voglio assaporare il piacere che questi tre maschi sapranno darmi. Dopo l’orgasmo, Luca, mi spinge a sdraiarmi sul corpo di Andrea e, inginocchiato dietro di me, sento che lascia colare un po’ di saliva nel solco delle natiche e poi, con la punta del cazzo, la spalma sul mio buco del culo, per poi, lentamente, affondare il suo lungo randello dentro di me. Lo sento scivolare nel mio culo senza troppa difficoltà e anche lui ne è piacevolmente stupito.
«Caspita, ragazzi! Questa vacca ha il culo così aperto che sono entrato senza nessuna difficoltà! Dev'esser così abituata a prenderlo nel culo che sicuramente ci gode anche tantissimo.»
Ora mi pompano con forza i loro cazzi nei miei buchi, facendomi godere moltissimo, mentre Matteo continua ad offrirmi il suo cazzo da succhiare. Godo e urlo il mio piacere, sia a bocca piena che a voce alta e, dopo un ennesimo orgasmo, si scambiano di posto. Ora è Andrea che, dopo essersi sfilato da me, mi ha fatto girare e, pur restando sdraiato, mi ha infilato il suo randello in culo. Nonostante fosse già abbastanza aperto, ho sentito quella grossa mazza entrarmi con decisione fino in fondo e poi è stata la volta di Matteo che, inginocchiato fra le mie cosce, mi ha spinto il suo cazzo tutto in fondo alla fica, facendomi urlare per il godimento provato. Si sono alternati altre due volte nei miei buchi e, alla fine, tutti e tre, dopo avermi fatto sdraiare in mezzo a loro, hanno ricoperto il mio corpo di sborra calda. Dopo che sono venuti, li ho alternati fra le mie labbra, succhiando e raccogliendo il loro nettare fino all’ultima goccia. Per le tre sere successive, abbiamo ripetuto questo gioco con estremo piacere per tutti e, quando son tornata casa, mi sentivo davvero soddisfatta per quello che avevo fatto, ma non ho detto niente a mio marito, ma lo farò presto, perché abbiamo in programma, fra un paio di settimane, un’ennesima fiera dove saranno presenti anche i miei tre amici e, a quel punto, informerò mio marito che la sua adorabile vacca ha avuto molto successo in fiera.
19
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Adesso lo voglio rifare!
Mi chiamo Stefania, ho 29 anni e sono sposata con Marco che ha la mia stessa età. Siamo stati fidanzati per cinque anni e, poi, abbiamo deciso di sposarci, dopo che entrambi ci eravamo assicurati un buon posto di lavoro. Economicamente parlando siamo una coppia tranquilla, abbiamo come tante altre coppie il nostro bel mutuo da pagare, ma grazie al nostro lavoro ben remunerato, possiamo anche permetterci di fare una vita abbastanza agiata. Sono alta un metro e settanta, capelli neri a caschetto, occhi scuri, bocca abbastanza ampia, che piace tanto a mio marito, soprattutto quando ci infila il suo bel cazzone. Terza di seno, ventre piatto e un bel culo, anche se giudico i miei fianchi un po’ troppo ampi, e questo del mio aspetto non mi soddisfa tanto.
Marco è un bel ragazzo: anche lui moro, occhi scuri, fisico abbastanza asciutto, amante di diversi sport, che gli permettono di mantenere una buona condizione fisica. Sessualmente parlando, quando ci siamo conosciuti, ognuno di noi aveva fatto le sue esperienze e, fra di noi, l’intesa sessuale è stata subito completa e appagante. Lui ha un’ottima dotazione, un po’ sopra la media e, in ogni caso, è un buon amante a letto: ama molto eccitarmi, sia con le mani che con la lingua, per poi penetrarmi a lungo, pompandomi dolcemente, fin quando io non ho raggiunto diversi orgasmi e, a quel punto, lui si sente appagato e mi riversa nel ventre tutto il suo piacere. Circa un mese fa, mi ha un po’ sorpreso, quando mi ha proposto una storia a tre con un altro uomo. Non pensavo che mio marito potesse avere questo tipo di fantasie e, istintivamente, ho rifiutato, in parte, certamente, per il timore di confessare che l’idea mi piaceva e non poco. Poi, una settimana fa, si presenta l’occasione per vivere questa insolita esperienza. Di passaggio nella nostra città, c'è un vecchio amico di Marco, che io ho visto solo una volta, nel giorno del nostro matrimonio, in quanto egli lavora e vive in un’altra città. Luca è arrivato a casa nostra nel tardo pomeriggio del sabato e, dopo aver lasciato il bagaglio nella camera degli ospiti a lui riservata, siamo usciti tutti insieme per andare a cena al ristorante, dove entrambi si sono prodigati per farmi trascorrere una serata allegra e divertente. Dopo il ristorante, siamo andati a ballare in una discoteca e, fino a tarda notte, ci siamo divertiti tutti e tre. Prima di tornare a casa, li ho visti parlottare a bassa voce tra loro e, poi, una volta pronti a partire, Marco mi ha chiesto di mettermi alla guida, perché, a suo dire, aveva un po' esagerato con l'alcool. Mentre guidavo, Marco, che era seduto dietro di me, ha iniziato ad accarezzarmi il seno, mentre Luca, che mi era a fianco, osservava la scena con molto interesse. Mi sentivo eccitata, ma, nello stesso tempo, un po’ indecisa per la presenza del nostro amico, che mi guardava con occhi carichi di desiderio. Arrivati in casa, ci siamo seduti sul divano per fare un ennesimo brindisi e, dopo aver bevuto il classico bicchiere della staffa, Marco mi ha preso da dietro e, baciandomi sul collo, ha cominciato ad accarezzarmi dolcemente, facendomi illanguidire per il piacere che stavo provando.
«Luca, che ne pensi di mia moglie? È di tuo gradimento? Credi che insieme saremo in grado di farle toccare le vette dell'estasi, che vorrei provasse, stretta fra le nostre braccia.»
Mentre parlava, Marco ha allungato le mani e mi ha sollevato la gonna, facendola salire lungo i fianchi e mostrando a Luca i miei indumenti intimi e, soprattutto, reggicalze e autoreggenti, che avevo indossato per l’occasione, assieme a delle scarpe tacco 12. Mentre venivo esposta e mostrata, avvertivo un misto di imbarazzo, ma, nello stesso tempo, ero eccitata da questa insolita situazione, che era venuta a crearsi fra noi. Allora ho deciso che volevo vivere in maniera completa e appagante questa nuova esperienza, così ho proposto di andare in camera nostra, per stare più comodi. Mentre eseguivo un eccitante spogliarello, essi si sono denudati velocemente ed ho potuto ammirare la splendida dotazione che svettava, dura e maestosa, sull’inguine di Luca. Uno splendido cazzo, più lungo di quello di mio marito e, sicuramente, con una circonferenza maggiore della sua, che mi ha subito fatto bagnare fra le cosce. Avvertii un dolce brivido scorrermi lungo la schiena, al solo immaginare di esser penetrata da quella colonna di carne. Poi Luca mi ha abbracciato da dietro ed ho sentito quella splendida verga insinuarsi nel solco delle natiche, instillandomi altri brividi di intenso piacere, che Marco accoglieva in bocca in quanto si era inginocchiato davanti a me, leccandomi la fica. Ho goduto subito e un lungo gemito è promanato dalla mia bocca, mentre il mio corpo ha preso a tremare, scosso da brividi lascivi. Con indosso le sole autoreggenti, mi hanno fatto sdraiare sul letto e subito hanno iniziato ad accarezzarmi e baciarmi tutto il corpo. Ero un oggetto nelle loro mani, uno strumento che loro suonavano a piacimento, facendomi vibrare di piacere. Mi hanno letteralmente divorato la fica e, contemporaneamente, le loro dita hanno cominciato ad esplorare ogni orifizio, portandomi sempre ad un livello di piacere così intenso, che ho chiuso gli occhi ed ho lasciato che le loro mani, le loro bocche, brucassero liberamente sul mio corpo. Ad un tratto ho sentito il cazzo di mio marito premere sulle mie labbra e, dischiusa la bocca, l’ho accolto dentro, iniziando a leccarlo e succhiarlo con ingordigia. Luca, intanto, si è inginocchiato fra le mie cosce e, afferrata la sua splendida verga, mi ha fatto scorrere la cappella nello spacco della fica, che era ridotta ad una fonte di continui umori: fino a quel momento non avevo mai provato niente di simile; poi, ha iniziato a penetrare e, con due affondi decisi, l’ho sentito tutto dentro di me. Quando la punta ha battuto sul fondo della fica, ho provato un misto di dolore/piacere che subito mi ha provocato un ulteriore orgasmo: ho urlato a bocca piena, in quanto Marco mi aveva spinto il suo cazzo tutto in gola. Ero in estasi completa! Sentivo quel membro pomparmi con un ritmo molto sostenuto e, nello stesso tempo, succhiavo avidamente il sesso di mio marito, che mi sembrava sempre più gonfio e pronto all’orgasmo. Lui deve essersi reso conto di esser prossimo al piacere e, dopo averlo estratto dalla mia bocca, ha cominciato ad accarezzarmi i capezzoli con la cappella, strofinandomela sui seni. Stavo godendo ripetutamente ed ero ormai presa dal delirio erotico, quando ho iniziato ad incitarli a scoparmi con più vigore, a sfondarmi la fica con un ritmo sempre più veloce. Dopo l’ennesimo orgasmo, Luca è uscito da me ed il suo posto è stato preso da mio marito, mentre ricevevo in bocca ancora quel suo splendido palo di carne, ricoperto dei miei stessi umori. L’ho leccato e succhiato, cercando di ingoiarne quanto più possibile, mentre Marco ora mi scopava in maniera forsennata.
Mi sbatteva velocemente, pompandomi con forza e facendomi godere di nuovo, così, dopo l’ennesimo orgasmo, si è sfilato da me; mi ha rivoltato per poi penetrarmi di nuovo da dietro, tenendomi stretta per i fianchi; intanto Luca continuava a scoparmi la bocca, tenendomi la testa ferma e muovendo il bacino con una lentezza esasperante: me lo spingeva tutto fin in fondo alla gola. Poi si è allungato su di me e le sue mani hanno raggiunto la mia fica; ha iniziato a masturbarmi, mentre Marco, ancora da dietro, mi scopava come una furia. Ho goduto di nuovo, con un orgasmo ancora più forte e devastante del precedente, al punto che sono quasi svenuta; allora Marco si è sfilato da me ed ha lasciato il posto a Luca, che si è inginocchiato dietro e, con un affondo deciso, me lo ha infilato tutto, fino in fondo. Ho spalancato la bocca, nel sentire quel membro che scorreva tutto dentro di me fino in fondo, mentre Marco si è sdraiato sotto di me ed ha iniziato a leccarmi il clitoride, ritrovandomi così il suo cazzo davanti alla bocca. Sentire la sua lingua che stimolava ancor di più il mio bottoncino, mentre Luca mi pompava con un ritmo molto sostenuto, mi ha fatto di nuovo arrivare all’orgasmo e, dopo l’ennesimo urlo di piacere, ho abbassato la testa e mi sono infilata in bocca il cazzo di mio marito. Ero stordita dal piacere. Ho succhiato con forza quel membro, mentre mi sentivo ancora scorrere nel ventre l’altro, che, ad ogni affondo, penetrava sempre più dentro di me, fin quando ho sentito il suo corpo aderire al mio e, allora, mi sono resa conto che lo avevo tutto dentro. Dopo avermi portato all'ennesimo orgasmo, Luca ha allungato le mani e mi ha afferrato i seni, tirandomi in alto e facendomi inginocchiare davanti a lui, che, dopo avermi abbracciato, si è disteso trascinandomi sul suo corpo. Mi sono ritrovata a gambe aperte, con lui che, inarcate le gambe, mi pompava dal basso, permettendo così a Marco di inginocchiarsi fra di noi e, tenendo il cazzo in mano, con quello ha cominciato a martellarmi il clitoride. Era sconvolgente sentire quei colpi in quel punto sensibile del mio corpo, che non smetteva di giungere a nuovi godimenti per il tramite di quelle sollecitazioni. Poi, ho sentito la punta del cazzo di mio marito appoggiarsi fra le labbra della mia fica: l’ho guardato, cercando di capire quali potessero essere le sue intenzioni, e, nei suoi occhi, ho letto il forte desiderio di spingermelo dentro. Ho subito avuto un brivido di paura e stavo per dirgli di non farlo, quando lui, invece, con una spinta decisa, mi ha infilato dentro più della metà del suo cazzo. Mi sono sentita aprire, dilatare, tendere le pareti della vagina, che comunque l’ha accolto al suo interno, lasciandomi profondamente stupita: avevo due cazzi in fica! Questa presa d'atto, mi ha mandato ai matti, ma subito ho ripreso a godere, come se, fino a quel momento, non l'avessi già fatto. Mi scopavano entrambi in rapida successione, insieme dentro e insieme fuori, per poi riaffondare di nuovo contemporaneamente dentro di me. Ho goduto e urlato il mio piacere con tutto il fiato che avevo in gola, poi, sfinita, mi sono lasciata cadere inerte su di loro, che, aumentato il ritmo, poco dopo mi hanno inondato il ventre con un'ingente quantità di sperma, che è sgorgata dalla mia vagina, completamente dilatata, slabbrata, aperta, da quei due cazzi che mi avevano fatto letteralmente impazzire. Marco, si è sfilato e si è sdraiato di lato, mentre io sono scivolata fra lui e Luca, che mi ha baciato sulla guancia, complimentandosi con me per la splendida performance.
«Complimenti, sei stata veramente speciale! Prenderne due dentro la fica come hai fatto tu, non è da tutte e tu, amica mia, sei veramente una gran troia! Marco, sei molto fortunato ad avere una moglie così esuberante!»
Li ho guardati entrambi, ed ho appurato quanto fossero ebbri di felicità; nello stesso tempo, anch'io mi sentivo al settimo cielo. Avevo goduto così tanto che quasi non mi sembrava vero e, nello stesso tempo, la bocca di Marco ha preso a baciarmi il collo, dietro la nuca, facendomi vibrare di nuovo; quella stimolazione è stata avvertita anche da Luca, che ha preso ad accarezzare ancora il mio corpo, insinuando di nuovo le dita nella mia fica non ancora chiusa, da cui continuava a sgorgare il loro seme. Li ho guardati, non senza meraviglia, ed ho cercato di capire le loro intenzioni.
«Ragazzi! Ragazzi, calma! Non mi direte che avete ancora voglia? Vi prego, fermatevi, altrimenti non rispondo più di me.»
Era vero, nonostante avessi già goduto in maniera così intensa, sentire di nuovo quelle loro mani scorrere sul mio corpo, mi stava procurando altro piacere, ancora più intenso, che mi ha letteralmente stravolta. Incuranti delle mie parole, hanno continuato ad accarezzarmi e, a turno, mi sono ritrovata davanti alla bocca i loro membri ancora turgidi e, dopo averli succhiati e leccati, alternandoli nella mia bocca, ben presto erano pronti per una nuova battaglia. Intenta a succhiare il cazzo di Marco, ho sentito Luca posizionarsi dietro di me e, dopo aver a lungo infilato due dita nella fica fradicia del loro piacere, ho sentito che utilizzava quei succhi per lubrificarmi il culo. Ho subito intuito le sue intenzioni e, decisa ad accoglierlo anche in quell'orifizio, mi sono posizionata in maniera da rendergli più agevole l’operazione. Lui, dopo aver affondato ripetutamente la sua splendida verga all’interno della mia vagina farcita di sperma, l’ha tolta, puntandola con decisione sul mio buchetto, che sotto la pressione di quella cappella dura e vogliosa, si è aperto lentamente, lasciandolo scivolare tutto dentro di me. Mi è sembrato come se qualcuno mi stesse infilando una spranga nel culo, tanto mi sembrava lungo quel cazzo che mi stava penetrando. Lui, con delicatezza, ma risoluto, è affondato tutto dentro di me e quando il suo corpo ha aderito al mio, mi ha afferrato per i fianchi e per l’ennesima volta si è sdraiato trascinandomi su di sé. Quando Marco, si è posizionato fra le sue cosce, ho realizzato che per l’ennesima volta avrei provato un’altra esperienza indimenticabile: una doppia penetrazione. Sentire il membro di mio marito, incunearsi nella mia vagina, mi ha subito fatto godere e, quando hanno iniziato a pomparmi, ho urlato subito un ennesimo orgasmo. Mi hanno scopato in doppia, per un tempo che a me è sembrato infinito, facendomi raggiungere diversi orgasmi e, soprattutto, sono rimasta sconvolta quando Luca ha chiesto a mio marito di scambiarsi di posto. Praticamente, sentirlo di nuovo nella vagina, mentre mio marito mi pompava il culo, mi ha fatto ancora urlare di piacere. Questa volta, mi hanno scopato a lungo ed a fondo, strappandomi continue urla finché credo di essere svenuta, perché mi sono ritrovata nel letto, con loro due che, inginocchiati ai lati, mi stavano osservando con aria preoccupata. Una volta tranquillizzati sul mio stato di salute, entrambi hanno preso a segarsi molto velocemente e, in breve, il mio ventre, i miei seni, il mio viso è stato ricoperto dagli schizzi del loro piacere. Mi sentivo più che lusingata nel vedere il mio corpo imbrattato del loro seme e, nello stesso tempo, ho provato un lungo brivido che mi ha scosso tutto il corpo e, psicologicamente, mi sono sentita veramente troia e felicemente appagata. Sfiniti, siamo rimasti tutti e tre sdraiati sul letto e, all’alba, ho sentito le mani di Luca che continuavano ad accarezzare il mio corpo.
«Accidenti! Mi hai scopato per tutta la notte e, adesso, hai ancora voglia di me?»
Lui mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio sulle labbra, ha continuato ad accarezzare il mio corpo, mentre la sua voce risuonava nel silenzio della stanza.
«Stefania, sei una femmina talmente seducente che proprio non riesco ad esser sazio di te. È stato così bello averti questa notte ed ora, al solo pensiero che tutto debba considerarsi finito, mi fa venire ancora voglia e non oso staccarmi da te.»
Poi, senza aggiungere altro, ho sentito il suo membro che, da dietro, andava di nuovo ad insinuarsi fra le pieghe della mia fica, ancora abbondantemente ricolma di succhi, certamente di quelli che mi avevano riempito e che ancora colavano da essa. Ha ripreso a scoparmi in maniera lenta ma determinata, con affondi lunghi che, ben presto hanno iniziato a farmi godere di nuovo. Stavo per urlare il primo orgasmo, quando improvvisamente mi sono ritrovata in bocca il cazzo di mio marito, duro e teso. L’ho succhiato con forza, mentre Luca mi scopava sempre più velocemente e ben presto, ho sentito entrambi riversare dentro di me il loro piacere. Il primo ad arrivarmi in bocca è stato Marco, che mi ha schizzato il suo piacere fin dentro la gola, seguito immediatamente da Luca che, con due affondi decisi, è rimasto ben piantato dentro di me, mentre la mia vagina veniva inondata dal suo piacere. Mi hanno lasciato stremata nel letto, mentre loro sono andati a farsi una doccia e preparare la colazione. Ho chiuso gli occhi, mentre sentivo il mio corpo ancora scosso dai brividi di piacere appena provato e, dentro di me, ho avvertito forte il desiderio di provare ancora una volta, questa straordinaria esperienza, così forte quanto appagante, che, spero, mio marito mi proponga di viverla ancora molto presto e, semmai, con un altro maschio.
16
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Alla troia piacciono i cazzi giovani.
Mi chiamo Luigi, ho 28 anni e da tre anni sono sposato con Adele, che ha la mia stessa età. Sono di media statura, fisico normale, occhi e capelli scuri e, sessualmente parlando, sono ben messo, con un cazzo di medie dimensioni. Prima di conoscere lei, ho avuto qualche esperienza bisex. Adele è bionda, occhi azzurri, bocca ampia labbra carnose, con un seno di una terza abbondante, curve un po’ arrotondate, ma non grassa, ha un culo magnifico che è la cosa che mi fa impazzire di più. Ci frequentavamo e facevamo sesso da quando avevamo vent'anni. Abbiamo sempre avuto una vita sessuale abbastanza intensa, appagante e, soprattutto, abbiamo sempre adottato un comportamento alquanto libertino. Con lei il sesso non è stato mai ripetitivo, anzi, è una donna ricca di fantasia e desiderosa di situazioni insolite. Parlando fra di noi, ho scoperto che anche lei aveva avuto delle esperienze bisex con una sua compagna di scuola e, quando ha scoperto che anch’io avevo avuto esperienze simili, siam giunti alla conclusione che ci sarebbe piaciuto avere un'altra persona per formare un trio. Per alcuni mesi, questa nostra fantasia ci ha eccitato moltissimo e, spesso, ho sorpreso lei che fantasticava su come avrebbe potuto essere il gioco in presenza dell’altro e, alcune volte, ho visto che, mentre immaginava come sarebbe successo, si è masturbata ripetutamente, traendone molto piacere. La scorsa estate, a causa della pandemia, abbiamo deciso di passare le nostre vacanze nella nostra proprietà, situata in riva al mare, a circa un paio d’ore da casa nostra. Quando siamo giunti, ci siamo resi conto che l’intera palazzina necessitava di qualche manutenzione e così, quando siamo andati al supermercato per rifornire il nostro frigo, abbiamo chiesto al proprietario del negozio se conosceva qualcuno che ci avrebbe potuto aiutare a mettere ordine e tinteggiare la nostra casa. Lui dopo averci pensato un po’, ci ha consigliato un ragazzo, amico di suo figlio che, a causa della pandemia, era tornato a casa e, sicuramente, guadagnare qualche soldo extra, non gli sarebbe dispiaciuto. Dopo averlo contattato telefonicamente, lo abbiamo pregato di venirci a trovare presso la nostra abitazione. Dopo circa un’ora, ci siamo trovati davanti Riccardo, un bel ragazzo alto un metro e 70, spalle larghe, fisico asciutto e ben proporzionato, con dei lunghi capelli biondi legati dietro la nuca, a formare una coda di cavallo, occhi azzurri e braccia forti, con alcuni tatuaggi che gli conferivano un’aria veramente piacevole. Ho visto subito lo sguardo interessato di mia moglie e, dopo aver parlato con lui, ci siamo accordati per il giorno successivo per iniziare a fare dei lavori di manutenzione, a partire dal tetto, per poi passare alle pareti esterne ed al giardino, che circonda la nostra proprietà. Quella sera, mia moglie mi ha scopato in maniera molto eccitata e, sentendola così calda, le ho chiesto se era eccitata all’idea che avremmo avuto quel ragazzo per casa per qualche giorno.
«Certo, è un bel ragazzo e son sicura che guadagnare qualche soldo da spendere in vacanza, gli farà veramente piacere e, se poi ci scappa anche qualche extra, sicuramente non credo che si tirerà indietro.»
Le ho sorriso, perché ho capito che non si era voluta sbilanciare, ma, nello stesso tempo, sentivo la sua figa vogliosa e bagnata fradicia.
«Sei una gran maiala! Ti sei già bagnata al solo pensiero di poterti scopare quel ragazzo.»
Il giorno successivo, di buon'ora, è arrivato Riccardo con indosso una T-shirt da basket, che metteva in mostra il petto glabro, e dei jeans tagliati, abbastanza corti, che evidenziavano cosce forti e muscolose. Subito ci siamo organizzati e, insieme, siamo andati in un negozio ad acquistare tutto l’occorrente che sarebbe servito per fare i lavori. Dopo circa un’ora, lui era in cima ad una scala, posta di lato alla finestra della sala da pranzo e tutto ciò che si vedeva era il suo corpo, dal collo in giù. Adele era appoggiata allo stipite della porta della cucina e guardava fuori il corpo del ragazzo che, con i suoi movimenti, sembrava stesse scopando qualcuno. Mi sono avvicinato da dietro e, silenziosamente, le ho sussurrato qualcosa all’orecchio.
«Vedo che sei interessata al fisico di quel giovane: che ne dici di invitarlo dentro a prendere un caffè?»
Lei mi ha guardato e mi ha sorriso in maniera maliziosa, poi, con il capo, ha fatto un cenno d’assenso e, prima che potessi dire ancora qualcosa, ha aggiunto un’altra condizione.
«Ok, va bene, ma allontanati almeno per una mezz’oretta, perché voglio capire se è il caso di coinvolgerlo nei nostri giochi.»
L’ho guardata un po’ stupito, ma, nello stesso tempo, infastidito per il fatto che voleva giocare da sola. Conoscendo però mia moglie, ero sicuro che, in ogni caso, avrei avuto anch’io la mia parte di piacere nel gioco che stavamo iniziando. Sono uscito ed ho invitato Riccardo ad entrare in casa.
«Per cortesia, aiuta mia moglie a sistemare un paio di cose dentro casa, mentre io vado di nuovo al negozio per prendere una cosa che ho dimenticato di acquistare.»
Lui ha ubbidito immediatamente e, appena l'ho visto sparire dentro casa, ho preso l’auto e, dopo aver fatto solo un breve giro, son tornato silenziosamente a casa mia. Sono entrato dalla porta posteriore e, non visto, ho osservato lui e mia moglie seduti su di un divano. La scena davanti a miei occhi era quanto di più eccitante mi potessi aspettare: Adele, con tutta la gonna alzata, aveva le cosce aperte, mentre Riccardo era inginocchiato e le stava ingordamente leccando la fica. Consapevole del fatto che ormai doveva esser chiaro che il giovane era disposto a partecipare ai nostri giochi, mi son fatto avanti e, quando lui mi ha visto, per un attimo è rimasto sorpreso e sbigottito dalla mia presenza.
«Tranquillo! Va tutto bene! Continua pure a far godere questa maiala, perché una zoccola come lei, ha sempre bisogno di due cazzi per godere.»
Lui, dopo un breve attimo di esitazione in cui ha guardato me e lei, che gli ha sorriso, ha ripreso nel suo lavoro, per poi metterci entrambi nudi davanti a lei. Avevamo i nostri cazzi belli duri davanti alla sua faccia e lei ha iniziato a leccarli; quello di Riccardo era già teso e duro come il mio. Così, mentre Adele si infilava il suo grosso cazzo in bocca, io mi son tuffato fra le cosce di lei ed ho leccato la sua figa molto bagnata, fin quando lei non ha avuto un primo orgasmo e si è messa a mugolare con la bocca piena del grosso cazzo che il giovane le aveva spinto tutto giù in fondo alla gola. Appena si è ripresa dall’orgasmo, si è sfilato il grosso cazzo dalla bocca e giratasi verso di me, mi ha chiesto una cosa che già da qualche tempo le piace vedermi fare, quando ci dedichiamo a scopare con qualche singolo.
«Succhiagli il cazzo per farlo entrare ben lubrificato nella mia fica.»
All’inizio questa cosa mi dava un po’ fastidio, ma, col tempo, è diventata una pratica che amo fare piacevolmente. Mi sono avvicinato a Riccardo ed ho iniziato, da sotto le sue palle glabre, a leccargliele con gusto, poi ho preso il suo cazzo, identico al mio, cioè una bella mazza nodosa e dura, e, dopo averlo scappellato, l'ho succhiato, cercando di farlo entrare il più possibile nella mia bocca. Dopo averlo abbondantemente ricoperto di saliva, l’ho afferrato con la mano e l’ho posizionato fra le cosce di quella troia di mia moglie, che non aspettava altro di ricevere quella bella mazza dentro la sua fica grondante.
«Forza, ragazzo, sbatti questa troia con il tuo cazzo grosso. Spingilo tutto dentro e sfonda questa vacca, che non aspetta altro.»
Lui non ha perso tempo. Si è messo le gambe di lei sulle spalle e, con una spinta decisa, glielo ha affondato tutto dentro quella fica succosa. Poi ha iniziato a scoparla come un toro scatenato, mentre io mi son posizionato davanti al viso di entrambi, che si sono alternati a succhiarmi cazzo e palle. La cosa era talmente eccitante che Adele ha avuto subito un orgasmo molto intenso e questo ha scatenato ancor di più Riccardo, che ha preso a sbatterla sempre più forte, finché d'un tratto, ha sollevato il capo e, mentre mi guardava, le ha scaricato dentro tutto il suo piacere.
«SBORRO! Sborro! Ora la riempio tutta, questa puttana! Guardami, mentre le inondo la fica di sborra.»
Non ho resistito e, immediatamente, ho iniziato a schizzare sborra sulla faccia di mia moglie e su di lui che, dopo il primo schizzo, ha aperto la bocca per ricevere anche lui la sua dose del mio nettare direttamente in bocca. È stato un momento stupendo, soprattutto quando entrambi hanno ripreso a leccarmi il cazzo, fino a raccogliere ogni stilla di piacere e, a quel punto, ho chiesto a Riccardo di tirarlo fuori dalla fica di Adele, così da permettermi di inginocchiarmi fra le sue cosce per succhiare tutto il nettare che sgorgava da quella fica slabbrata.
Mentre assaporavo con gioia tutto quel succo, lui in piedi, davanti a lei, si faceva succhiare il cazzo. Vedere mia moglie leccare con gusto quella mazza ancora turgida, mi hai eccitato ancor di più e, sollevatomi, mi son dedicato anch’io a raccogliere qualche goccia di sborra che ancora fuorusciva da quella splendida mazza. Mentre ero intento a leccare, il mio cazzo si è appoggiato alla fica calda di Adele e, essendo rimasto ancora duro, glielo spinto dentro, inzuppandolo nella sborra che poco prima stavo leccando. Era sconvolgente sentire il mio cazzo sguazzare in quel cocktail di umori, mentre continuavo a succhiare il cazzo di Riccardo che, sotto l’azione delle nostre lingue, era tornato perfettamente duro. Allora ho afferrato mia moglie e l'ho trascinata su di me, che mi son seduto sul divano e, guardando Riccardo, l’ho esortato ad infilare il suo splendido randello nel culo di mia moglie, che quando ha udito la mia richiesta, ha sorriso e l’ha spronato a spingerglielo ben bene dentro, fino in fondo. Lui non si è perso d'animo e, dopo essersi inginocchiato, ho sentito la sua dura cappella che si faceva strada nel culo spanato di mia moglie. Un affondo deciso e fu tutto dentro di lei, che ha cominciato immediatamente a godere, in maniera assoluta e completa. Sentivo la mazza di Riccardo scorrere lungo la sottile parete che divide due buchi, mentre mia moglie godeva; allora le ho afferrato i seni e li ha portati alla bocca, prendendo a morderle i capezzoli, stringendoglieli con forza fra i denti, perché so che questo le piace moltissimo. Quel misto di dolore/piacere le procura un orgasmo sconvolgente. Avuto quasi all’istante un ennesimo orgasmo, ha cominciato a fremere in maniera così scomposta, che, per un attimo, il cazzo di Riccardo è uscito dal culo e lui, nell’impeto di rimetterlo dentro, anziché spingerlo nel culo, lo ha infilato direttamente nella figa, assieme al mio. Mia moglie ha spalancato di colpo la bocca, ma nessun suono è uscito dalle sue labbra, mentre io ho sentito chiaramente il membro di Riccardo entrare tutto dentro la fica, assieme al mio, fino alle palle.
«Bravo Riccardo! Hai fatto benissimo ad infilarlo nella fica, così questa troia, slabbrata e sfondata, ha quello che realmente si merita.»
Dopo un lieve attimo di stupore, sul viso di mia moglie è apparsa un’espressione di puro piacere, mentre ormai noi due la stavamo pompando in maniera molto decisa. Io, dal basso, le spingevo tutto il mio cazzo dentro, mentre lui, da dietro, glielo affondava con sempre maggior vigore, fin quando lei, dopo l’ennesimo orgasmo, è quasi svenuta dal piacere. Tutto questo gioco però mi ha procurato una forte eccitazione e, ben presto, mi sono svuotato nella fica di mia moglie che, sentendomi godere, si è lasciata andare all'estasi totale.
«Accidenti, che porco! Ti sei eccitato nel sentirmi sfondata da due cazzi? Sei davvero un maiale!»
In effetti era vero. L’idea di sapere mia moglie sfondata da due cazzi, mi ha veramente fatto sballare il cervello e, dopo essermi sfilato da lei, ho lasciato a Riccardo il compito di continuare a montare quella vacca, che continuava a godere senza sosta. Anche se ero già venuto due volte, la scena era talmente eccitante che mi son posto davanti alla sua faccia, dall’altro lato del divano, e dopo aver invitato Riccardo a sfondare e riempire anche il culo della mia troia, le ho infilato il cazzo in bocca, per farmelo succhiare ancora. Era qualcosa di straordinariamente bello vedere con quanto impeto e passione Riccardo le pompava il culo e, quando con un grido di completa soddisfazione è rimasto immobile e tutto piantato dentro di lei, ho capito che le stava inondando il culo di sborra. È rimasto così per alcuni istanti, poi se ne è uscito, producendo il classico rumore (flop) di qualcosa che viene stappato e, poiché mi ero spostato dietro, ho potuto ammirare il culo spanato di mia moglie, da cui sgorgava un ennesimo rivolo di sborra bianca. Senza nessuna esitazione mi sono inginocchiato e mi son messo a leccare e ripulire anche quel buco, così generosamente spanato e farcito.
Questa avventura è stata l’inizio di una lunga collaborazione durata per tutto il periodo estivo, in cui, io e Riccardo, abbiamo ripetutamente scopato mia moglie e, poiché la vacca non era mai sazia, lui si è attivato ad invitare alcuni suoi amici a trascorrere le vacanze da noi, così che anche quelli hanno montato Adele, facendola godere incessantemente ed in tutti i modi immaginabili.
21
0
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
La dottoressa visita in intramoenia
Roby mi ha chiesto se potevo visitarlo, aveva fastidio in zona genitali; pensai ad una visita in intramoenia, perchè no...
Data la mia età sono ancora una Dottoressa "vecchio stampo", preferisco visitare accuratamente il paziente, "toccandolo".
Per verificare la salute del pene, di solito faccio accomodare seduto il paziente sul lettino e mi siedo di fronte.
La visita riesce meglio con un pene turgido, quindi, a costo di passare per una ....troia, di solito lascio il camice sbottonato e lascio intravvedere le mie piccole mammelle; questo aiuta ad avere una prima reazione in termini di erezione e secrezione liquido seminale.
A seguire procedo con la palpazione dei testicoli: non indosso guanti di lattice per non perdere informazioni tattili.
Verificata la consistenza dei testicoli ed il loro carico di sperma, mio dedico al pene.
Se il paziente non è circonciso procedo a scoprire il glande: se l'eccitazione è arrivata al punto di far produrre un minimo di liquido seminale procedo con la verifica della sua consistenza e sapore; con gli anni ho verificato che il metodo migliore è quello di avvicinare le labbra quasi si volesse dare un piccolo bacio, farle inumidire del liquido e poi passare la lingua sulle mie labbra per riconoscere, tramite il gusto, se ci sono anomalie.
Qualora non ci fosse ancora liquido seminale disponibile, procederei con stimolazione manuale.
Per la misura della pressione del pene non c'è metodo migliore che accoglierlo in bocca: questo di solito porta il membro alla sua massima estensione e con le labbra, nuovamente, posso verificarne la pressione.
E' utile, talvolta, accogliere completamente il membro in gola per verificarne il comportamento in situazione di stress.
Qualora, durante l'analisi dei testicoli, verificassi una sofferenza dovuta all'eccessiva produzione e stasi di sperma, cerco sempre di alleviare tale situazione portando, con labbra, bocca e gola, il paziente all'eiaculazione.
Di solito la quantità di sperma prodotto è importante, può capitare che mi venga spruzzato sul viso, sul seno, sulle cosce.
Se però la mia giornata lavorativa non è al termine, per rimanere "in ordine", preferisco ingoiare tutto il seme, in modo da non lasciare tracce.
24
9
2 years ago
ing30dott,
55/55
Last visit: 1 week ago
-
Mi scopa insieme al suo amico e scopro il suo passato.
Sono Viviana, ho 32 anni e sono sposata da sei, dopo due di fidanzamento, con Piero che, di anni, ne ha cinque più di me. Sono alta 1,80, mora con i capelli a caschetto che mi arrivano appena alle spalle, gli occhi scuri, e una bella bocca ampia con labbra carnose; il mio seno è di una buona terza misura, ho il ventre piatto ed un bel culo a cuoricino, che sormonta due cosce ben tornite e lunghe. Piero invece è leggermente più alto di me, spalle larghe, capelli ricci e neri, mentre gli occhi sono di un azzurro che non passa inosservato. Inoltre, fisicamente, è molto muscoloso, perché deve tenersi in forma per la qualifica che ha di sommozzatore presso i Vigili del Fuoco. Quando ci siamo conosciuti, entrambi avevamo avuto le nostre esperienze e lui, soprattutto, era da sempre stato l’oggetto delle attenzioni di molte donne, ammaliate dal suo fisico imponente, oltre che dal fascino che gliene deriva per esser un pompiere. Sessualmente parlando è un maschio molto dotato, con un membro ben oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e questo, unito al fatto che ama molto dedicarsi ai preliminari, riesce a farmi impazzire. È bravissimo a farmi godere anche senza penetrarmi: usando solo lingua e mani, riesce a portarmi ad un livello di eccitazione davvero sconvolgente. Come già detto, anch’io ero reduce da alcune esperienze, per vero non troppo fortunate, ma che, in ogni caso, mi avevano avviato nei primi rudimenti sul sesso. In effetti, quando ero stata sverginata, non avevo provato un gran piacere, mentre nel prenderlo in bocca o in culo, si era rivelata qualcosa di completamente diverso. Specie nell’orale, ero diventata piuttosto brava e lui ha avuto modo di apprezzare subito la mia bravura a fagocitare tutta in gola la sua splendida dotazione. Nella vita di tutti i giorni, siamo una coppia normalissima, che vive, lavora e si diverte nello stesso modo di tante altre coppie, senza particolari eccessi. Però c’è un dettaglio che è necessario io evidenzi: è capitato spesso che, di passaggio nella sua caserma, oppure le volte in cui ho partecipato insieme a lui a delle cene con i suoi compagni di lavoro, quasi tutti come lui sposati, ho notato che molti fra essi mi guardavano con concupiscenza e questo, inutile dirlo, mi produceva un languore particolare: ero, insomma, particolarmente lusingata, ricevevo da quei loro sguardi una eccezionale gratifica alla mia sensualità. A Piero, ovviamente, non è sfuggito l’atteggiamento nei miei confronti dei suoi colleghi, che, seppur compagni di belle donne, non hanno lesinato sguardi e commenti al punto da eccitarlo così tanto che la sera, a letto, ha dato sfogo a tutta la sua libidine, chiavandomi in maniera straordinaria. La scorsa primavera si è verificato un fatto che ha, in qualche modo, spezzato la nostra routine. Ci siamo recati in una città molto distante da casa nostra, per partecipare al matrimonio di mia cugina Paola. Essendo io orfana di entrambi i genitori, mio padre era il fratello della madre di questa mia cugina e, di conseguenza, non ho potuto in nessun modo rifiutarmi di esser presente all’evento. Ci siamo recati in questa grande città, dove Piero aveva prestato servizio nei primi otto anni di lavoro come pompiere e dove lui ha partecipato al corso per diventare specialista sommozzatore. Mancava da questa città da oltre otto di anni, ma aveva conservato l’amicizia con Gianni, un suo collega di cinque anni più grande che, quando lui è stato assunto, è stato il suo istruttore ed il compagno assiduo di lavoro, fin quando non fu trasferito nella nostra città natale. Una volta giunti in quella città, scopro che lui e Gianni si erano già sentiti e, poiché l'amico non è sposato, ci ha proposto di ospitarci nel suo appartamento, in quanto sufficientemente grande per tutti. Quando giungiamo in città, per la prima volta conosco questo suo amico, di cui, per il passato, ho solo sentito parlare.
«Allora, pivello! Finalmente sei riuscito a tornare a trovare un vecchio amico! E questa splendida ragazza? Non mi dire che sei anche riuscito a convincere una così bella donna a condividere la sua vita con te? Signora, spero che lei sia consapevole del rischio che corre a vivere al fianco di questo scellerato! In ogni caso è un vero piacere fare la sua conoscenza.»
Mi abbraccia e mi stringe, avvertendo il suo corpo aderire contro il mio, ed anche una certa protuberanza premere contro il mio basso ventre. Non si trattava di una vera e propria erezione ed è questo che, in qualche modo, mi ha un po’ incuriosito: se non era in erezione ed io sentivo premere sul pube qualcosa di voluminoso, cosa poteva ritrovarsi quest’uomo nelle mutande? Ci mostra il suo appartamento, che trovo esser molto bello e ben tenuto, nonostante sia un single. La camera riservata a noi è una matrimoniale molto bella ed arredata con gusto, immediatamente adiacente alla sua e, dall’altro lato del corridoio, ci sono due bagni, uno più grande e uno po’ più piccolo, che lui riserva per sé, lasciando quello più grande a noi. Appena il tempo di sistemare i nostri bagagli e, subito, assieme a lui, andiamo a cena in un piccolo ristorante e passiamo una bellissima serata, in cui scopro che mio marito ha una certa complicità con il suo amico. Durante la cena, annaffiata da alcune bottiglie di buon vinello, emergono tanti dettagli e particolari che non conoscevo della loro vita, nei primi anni di lavoro. Hanno passato otto anni assieme e, insieme, hanno condiviso tanti momenti importanti, ma, come emerge, anche tanti momenti di sesso con donne che non hanno avuto remore a farsi sbattere da entrambi. C’è qualcosa nel loro parlare che non mi è chiaro, ma, in ogni caso, la loro amicizia è veramente tenace. Inoltre scopro per quale motivo Gianni non è venuto al nostro matrimonio: era impegnato, assieme ad altri cinque o sei colleghi, anch'essi assenti, nel difficile sforzo di domare un gigantesco incendio all’estero. Ricordo benissimo quel momento particolare, in cui un intero paese rimase circondato dal fuoco e vi morirono diverse persone. Terminata la cena, torniamo a casa che è molto tardi e poiché siamo stanchi e, il giorno dopo, dovremo presenziare alla cerimonia nuziale, con relativi annessi e connessi, ce ne andiamo a letto e, anche se avrei voglia di far sesso, ci rinuncio, perché Piero si addormenta quasi subito. Il mattino dopo, è proprio mio marito che mi sveglia, accarezzandomi fra le cosce e, nonostante sentissi forte il desiderio di godere, perché, a conti fatti, son circa una decina di giorni che non faccio sesso per via del ciclo mestruale, riesco, in qualche modo, a sviare la sua voglia di scoparmi e, anzi, mi infilo direttamente in bagno per farmi una doccia e prepararmi per l’evento matrimoniale. Quando esco, avvolta nel mio accappatoio, incrocio Gianni, che entra nell’altro bagno e, facendomi un inchino, mi saluta simpaticamente.
«Buongiorno, bellissima signora! Spero che la sua giornata sia ricca di soddisfazioni, sicuramente molto più della mia.»
In effetti, lui ha la giornata impegnata in un servizio antincendio in un teatro, dove si svolge uno spettacolo che richiede comunque la presenza di almeno un'unità di vigili del fuoco. È qualcosa di noioso, cui Piero, quando può, rinuncia volentieri, ed io, incassato il complimento, mi infilo direttamente in camera per iniziare a prepararmi. Piero invece impiega pochissimo ad indossare il completo che ha comprato per l’occasione: una giacca in doppiopetto, che gli valorizza ancor più il suo aspetto, mentre io ho un abito in chiffon stile impero, attillato, senza maniche, che fascia il mio corpo come una seconda pelle, che arriva al ginocchio. Molto elegante è di color pesca chiaro e mette in risalto i miei capelli neri; ai piedi calzo dei sandali con un tacco così sottile, che definirlo a spillo, quasi non rende l’idea e son tenuti legati alla caviglia, con un cinturino. Mentre sono in camera per ultimare il mio makeup, Gianni e Piero mi chiamano dalla cucina, avvertendomi che il caffè è pronto. Quando esco dalla camera e mi presento a loro, Piero sorride, mentre Gianni mi guarda e, facendo un inchino, non smette di coprirmi di complimenti.
«Accidenti, pivello! Devo riconoscere che questa tua donna è davvero stupenda! Oggi calamiterà su di sé l'attenzione degli invitati, sottraendo la scena che spetta alla sposa, ma, poiché la reputo persona molto intelligente, dubito che le farà questo dispetto. In ogni caso, sarà una delle donne più ammirate alla cerimonia e... se non fosse tua moglie…»
Gli rivolgo uno sguardo da indispettita, quasi a volerlo rimproverare, ma è palese che quel complimento mi ha davvero fatto piacere. Sorseggio con loro il caffè, poi faccio pochi passi e mi fermo davanti allo specchio dell’ingresso; sento sul mio corpo i loro sguardi e, in particolare, sul mio culo che è ben evidenziato dall’abito che indosso, sotto cui porto un micro perizoma assolutamente invisibile, mentre nella parte alta è la particolare cucitura del vestito a sorreggere il mio seno, assolutamente privo di alcun sostegno, in quanto la scollatura del vestito, sia davanti che dietro, lo renderebbero visibile e, perciò, antiestetico. Li osservo attraverso lo specchio, mentre mi piego leggermente in avanti per evidenziare ancora di più il mio culo a mandolino che, inarcato dei tacchi alti che indosso, lo rendono ancor più invitante. I due si scambiano un’occhiata, mentre io metto il rossetto sulle mie labbra e poiché vedo che Gianni dice qualcosa a Piero, che annuisce, vanitosamente inarco ancor di più il culo, per renderlo davvero irresistibile. Dopo di che partiamo per la cerimonia e, per tutto il giorno, è esattamente come aveva pronosticato Gianni: la mia sensualità rivaleggia con quella della sposa, ma io faccio di tutto per non rubarle la scena, anche se lei, in più occasioni, mi tiene al suo fianco e noto, negli occhi dei maschietti, il loro sguardo carico di cupidigia. Durante il banchetto nuziale, credo di aver ballato con tutti gli uomini presenti alla cerimonia, i quali, chi più chi meno, non si è sottratto dal farmi avvertire sul ventre la protuberanza innervata del loro fallo. Anche Piero è stato oggetto delle attenzioni di varie donne, che hanno voluto ballare con lui, stringendosi il più possibile al mio maschio veramente stupendo. Alla fine, ce ne siamo andati che era quasi mezzanotte. Giunti a casa, appena entrati, abbiamo trovato Gianni seduto sul divano che indossava semplicemente una T-shirt ed un paio di pantaloncini da basket e, appena ci ha visti, ci ha invitato a sedere per un attimo con lui e rilassarci.
«Accidenti! Queste scarpe sono stupende, ma indossarle una giornata intera con questo tacco poi, ha messo a dura prova le mie caviglie e i miei martoriati piedi.»
Prima di poter aggiungere qualcosa, Gianni si è abbassato e, dopo avermi preso entrambi i piedi, li ha sollevati, appoggiandoli sulle sue cosce.
«Posso?»
Io non ho replicato e nemmeno Piero, quindi lui, dopo aver slacciato e sfilato i miei sandali, ha preso delicatamente a massaggiarmi i piedi. Ero sdraiata con la testa appoggiata al corpo di Piero e Gianni si è allontanato un po’ da me in modo da darmi la possibilità di potermi distendere, cosa che ho fatto, appoggiando la testa sulla pancia di Piero, mentre lui ora, massaggiandomi i piedi e caviglie, aveva di certo la possibilità di scorgere il mio intimo, perché il vestito è risalito ad altre metà della coscia.
«Sei meraviglioso! Ti prego, continua! I miei piedi te ne saranno eternamente grati!»
Le abili mani di Gianni hanno preso a massaggiarmi le dita dei piedi e poi su, fino alla caviglia ed al polpaccio, fino ad arrivare al ginocchio. Ero così piacevolmente soddisfatta dalla sua manipolazione, che di proposito ho divaricato le cosce, così da esser certa che ora lui poteva vedere il mio perizoma ultra trasparente. Ho socchiuso gli occhi, consapevole del fatto che, divaricando le cosce, gli mettevo in mostra la mia intimità, azione che a lui deve esser piaciuta molto, come dev'esser piaciuto anche a Piero, perché, spostando leggermente la testa più in basso, la mia guancia sinistra è venuta a contatto con il suo pacco, che ho sentito gonfiarsi immediatamente. Era una situazione alquanto strana, perché stavo volutamente provocando sia mio marito, che il suo amico, consapevole del fatto che, in passato, questi due uomini si erano scopati ripetutamente più di una donna insieme e questo, dentro di me, avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme, mentre, invece, in quel fatidico momento, vuoi per la stanchezza, vuoi perché al matrimonio avevamo bevuto un po’ troppo, o, forse, semplicemente perché avevo voglia di scopare, i miei freni inibitori hanno preso ad allentarsi. Quando ho sentito il cazzo di Piero gonfiarsi sulla mia guancia, senza aprire gli occhi, ho preso a sfregare la testa su e giù, massaggiando quel membro con la guancia sinistra, ed ho sentito il respiro di mio marito cambiare, per divenire più ansante. Ad un tratto le mani di Gianni, mentre massaggiavano le mie gambe, non si sono più fermate all’altezza delle ginocchia, ma hanno cominciato a salire ancor più su, fino ad arrivare ben sotto il vestito. Ho aperto gli occhi ed il mio sguardo ha incrociato il suo; era calmo, ma, nello stesso tempo, aveva l’aria perplessa di chi aspetta un muto assenso per far ciò che ha in mente. Ho sollevato lo sguardo muovendo la testa ed ho incrociato quello di mio marito, che mi ha sorriso. Allora ho richiuso gli occhi ed ho fatto un lungo sospiro, tornando a strusciare la guancia sul cazzo di mio marito, ora perfettamente duro. Le mani di Gianni hanno ripreso a salire lungo le mie cosce fino all’attaccatura e, un attimo dopo, lui è sceso dal divano, si è seduto per terra e, dopo aver sollevato in alto le mie cosce, ha fiondato fra esse la sua testa e, in un attimo, con l'aiuto delle dita, mi ha spostato il perizoma e subito la sua lingua ha preso possesso delle mucose interne della mia conchiglia che, dopo una giornata passata a sudare, ballare ed altre cose, proprio non doveva esser perfettamente profumata.
«No ti prego, non mi sono lavata!»
Naturalmente la mia era solo un'ultima inutile difesa, perché, in realtà, non avevo neanche finito di parlare, che lui si stava godendo i sapori di ogni piega della mia vulva, scivolando con la lingua lungo lo spacco e, risalendo su, giocava con il mio bottoncino, facendomi subito gemere di piacere. Anche Piero non si è fatto scrupoli e, allungata una mano, ha aperto la patta dei pantaloni e, in un attimo, mi sono ritrovata davanti alla faccia il suo membro teso e duro. Ho aperto la bocca e ne ho infilato più della metà in gola. Lui ha preso a gemere, ma la prima ad urlare a bocca piena un orgasmo forte e intenso, sono stata io. La lingua di Gianni mi stava veramente martellando la fica in maniera sconvolgente e tutta la situazione, in quel momento, mi ha portato a raggiungere un orgasmo forte, intenso, che mi ha fatto godere così tanto da farmi venir meno. Quando ho riaperto gli occhi, erano entrambi inginocchiati davanti a me, con l’aria molto preoccupata: io ho sorriso ad entrambi allo scopo di tranquillizzarli.
«Va tutto bene! È solo che mi avete fatto impazzire di piacere al punto da farmi svenire.»
Piero si è abbassato su di me, mi ha sorriso e mi ha baciato, poi mi ha preso in braccio con estrema facilità e, fatti pochi passi, siamo entrati in camera nostra, seguiti in silenzio da Gianni. Mi ha poggiato in piedi davanti al letto con loro alle spalle. Erano entrambi in silenzio, aspettavano da me il segnale per dare inizio ai giochi; ero consapevole del fatto che solo io avrei potuto aprire le danze. Sapevo perfettamente quello che sarebbe successo: mi avrebbero scopato insieme.
Ho fatto un profondo respiro, perché, dentro di me, ho sentito forte il desiderio di provare questa esperienza, che, se Piero me la proponeva assieme al suo amico con cui aveva condiviso otto anni della sua esistenza, potevo esser certa che era la persona giusta con cui provare questa emozione.
«Gianni, per cortesia, mi slacci il vestito, dietro.»
Ho volutamente far il suo nome, per fargli intendere che lo volevo nel gioco. Poi mi sono girata, ed ho incrociato lo sguardo di Piero che mi ha sorriso e, preso con entrambe le mani il mio viso, mi ha baciato, mentre Gianni, dietro di me, lasciava scorrere la cerniera lampo e, in un attimo, il mio vestito si è afflosciato per terra. Lui si è inginocchiato dietro di me e, delicatamente, ha sfilato anche il mio perizoma, poi, una volta tornato in piedi, mi ha fatto sedere sul letto e, inginocchiato fra le mie cosce, ha ripreso a leccare la mia passera, facendomi di nuovo godere intensamente. Piero si è denudato in un attimo, è salito sul letto e mi offerto il suo cazzo da succhiare, cosa che ho fatto all'istante. Lo sentivo gemere, mentre Gianni si scatenava fra le pieghe della mia fica e la sua lingua ora percorreva lo spacco in tutta la sua lunghezza, scivolando in basso, fino ad arrivare alla rosellina anale, che stimolava con la punta della lingua. Ho avuto di nuovo le stesse sensazioni provate prima sul divano e, nella mia mente, si è formato un'onda di piacere che ha percorso tutto il mio corpo, finendo nella sua bocca, mentre io ho preso a godere a bocca piena del cazzo di mio marito. Lui è rimasto immobile e quando l’orgasmo è passato, senza dir nulla, mi ha spinto un po’ indietro nel letto e, dopo essersi inginocchiato, ha appoggiato la cappella del suo cazzo direttamente fra le labbra della mia fica. Ho abbassato lo sguardo giusto in tempo per costatare che il suo membro era anche più grosso di quello di Piero, ma ne ho anche avvertito la consistenza allorché, con una spinta decisa, è scivolato tutto dentro di me, facendomi spalancare la bocca e gemere di piacere. L’ho sentito scivolare fino in fondo, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, e la punta di quel membro enorme è andata sbattere sul fondo, provocandomi una scarica di piacere che mi ha fatto godere all’istante. Ho inarcato il mio corpo scosso dal piacere e l’ho guardato negli occhi, implorandolo di farmi godere ancora.
«Meraviglioso! Ti sento tutto dentro! Ti prego, scopami con forza, fammi godere.»
Lui mi ha sorriso ed ha sollevato le mie gambe, che subito sono state afferrate da Piero, che le ha tenute alte e divaricate: è stato allora che ha preso a stantuffarmi dopo aver fatto una battuta che in quel momento non ho capito.
«Tranquilla piccola! Ti farò godere, ti scoperò fino allo sfinimento. Stai tranquilla che io, di cazzo, ne ho per tutti e due.»
Presa dal piacere non ho dato rilievo alla sua frase, perché ha preso a pomparmi con un ritmo molto sostenuto, fatto di affondi che, ad ogni spinta, facevano sobbalzare il mio seno verso l’alto. Mentre continuo a tenere il cazzo di Piero in bocca, lui ben presto mi ha fatto godere ancora e, a quel punto, è successa una cosa che mi ha lasciato letteralmente basita. Nell’istante in cui il mio corpo ha preso a tremare di piacere, Piero si è allungato in avanti su di me e il suo viso era un passo da quello di Gianni; i due si sono scambiati un’occhiata, poi, senza nessuna esitazione, Piero ha messo una mano dietro la nuca di Gianni e l’ha attirato a sé: i due si sono baciati. Sbalordita li ho osservati. Non era un bacio erotico, era qualcosa di più profondo, intenso, potrei dire, di vero amore. Hanno limonato a lungo e vedevo le loro bocche muoversi perché sicuramente le lingue si stavano rincorrendo, mentre Gianni continuava a pomparmi e a farmi godere ancora, io mi sono ripresa dallo stupore e, chiudendo per un attimo gli occhi, mi sono lasciata andare ad un ennesimo orgasmo. Nel sentirmi godere, i due si sono staccati ed ho visto un cenno d’intesa negli occhi di Gianni; subito Piero si è tolto da sopra me e Gianni, dopo avermi abbracciato, è rotolato sul letto, sdraiandosi supino sotto di me, sempre continuando a mantenere la grossa verga piantata nel mio ventre. Quando ho visto Piero inginocchiarsi fra le gambe di Gianni, ho capito subito cosa mi aspettava: una doppia penetrazione cui non mi sarei sottratta per nessun motivo al mondo. Ho fatto un respiro profondo e mi son sdraiata sul petto di Gianni, che ha afferrato le mie natiche e me le ha aperte, mentre Piero si è abbassato e la sua lingua è andata a lubrificare il mio fiorellino anale, che subito ha reagito, contraendosi alla stimolazione cui era stato sottoposto. Poi si è tirato su e, dopo essersi posizionato con la punta contro la mia rosetta, è entrato con una spinta decisa ed ha preso a scivolare nel mio culo, mentre io ho spalancato la bocca perché non mi ero mai sentita così piena.
«Cazzo, amore, fa piano! Ti sento entrare tutto dentro! E non è che non lo voglio, ma ti ricordo che ne ho un altro piantato davanti, quindi, ti prego, fa piano.»
Lui ha continuato a spingere lentamente, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, poi è rimasto per un lungo istante immobile, mentre Gianni, dopo aver inarcato un po’ le gambe, ha preso a muoversi dolcemente sotto di me, procurandomi subito tanto di quel piacere che è andato a lenire, almeno in parte, il fastidio che stavo provando per quella seconda introduzione. Poi è stato il paradiso! I due si sono perfettamente sincronizzati ed hanno preso a pomparmi con una sintonia sconvolgente: dentro uno, fuori l’altro, con affondi decisi ed io ho cominciato a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Sentivo le mani di Gianni torturarmi i capezzoli e, ogni tanto, uno, portato alle sue labbra, veniva stretto e morso tra i denti, procurandomi altro incommensurabile piacere. Non so quanti orgasmi ho raggiunto, né per quanto tempo mi hanno scopato in doppia e, quando ero convinta che fossero prossimi al piacere anche loro, Piero si è sfilato da dietro e, fattami sollevare, mi ha girato per di nuovo farmi sedere sul corpo di Gianni, che, afferrato il suo grosso membro, me ne ha appoggiato la punta al culo e, all’istante, mi sono trovata impalata su quella grossa verga, che mi è arrivata tutta dentro, fin nello stomaco. Immediatamente Piero si è posizionato fra le mie cosce ed il gioco è ricominciato esattamente come prima, con l’unica variante che la mazza più grossa ora mi sfondava il culo. Ho avuto altri due orgasmi, poi Piero ha guardato Gianni e, con un cenno d’assenso, i due si sono sincronizzati, e hanno preso a scoparmi in maniera molto veloce, fin quando, improvvisamente, entrambi, quasi nello stesso momento, hanno cominciato a spruzzare dentro di me tutto il loro piacere. Ho sentito schizzi di seme bollente riempire la mia vagina, così come il mio intestino. Ad ogni contrazione dei loro membri sentivo altro piacere riversato dentro di me. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, poi Piero si è abbassato su di me e mi ha baciato in bocca. Anche questo è stato un bacio speciale, carico d’amore, di piacere, di immensa soddisfazione nei confronti della sua donna che non si era privata di godere con due maschi. Poi si è sfilato e si è sdraiato di lato ed io, aiutata da Gianni, mi son sollevata, ma subito lui mi ha fatto inginocchiare sopra la faccia di Piero, facendo sì che i miei buchi, abbondantemente farciti del loro seme, si son trovati all’altezza della sua bocca. Ho sentito la lingua di mio marito muoversi in maniera rapida e vorace, per raccogliere tutto ciò che sgorgava dai miei orifizi spanati, mentre Gianni, disteso di traverso fra noi, si è abbassato e si è infilato in bocca il cazzo di mio marito ancora turgido. È stato uno spettacolo stupendo, vederlo con quanto amore succhiava quella verga, che per otto anni era stata solo mia. Stavo provando piaceri completamente nuovi per me, ma, nonostante questo, mi sono sdraiata e, senza nessuna esitazione, ho preso il membro di Gianni, ancora barzotto e ricoperto degli umori del mio culo, e l’ho infilato in bocca: ho preso a succhiarlo intensamente, con il forte desiderio di vederlo di nuovo pronto a combattere. Mentre lo succhiavo, guardavo Gianni che ora aveva fatto quasi tornare completamente duro quello di mio marito che, imperterrito continuava a leccare la sborra che colava dai miei buchi. Quando anche il suo è tornato ad essere perfettamente in tiro, ci siamo un attimo sciolti da quello strano triangolo e, dopo avermi guardato un attimo in faccia, Gianni ha girato gli occhi verso Piero e gli ha rivolto una supplica.
«Mi piacerebbe tanto sentirlo ancora dentro di me e, se non hai nulla in contrario, vorrei sentirlo mentre mi scopo ancora tua moglie.»
Un attimo di imbarazzo ha percorso i loro sguardi ed io ho deciso che solo più tardi avrei chiesto tutte le spiegazioni di quella situazione tanto strana che, in ogni caso, si stava delineando e, senza dir nulla, mi sono sdraiata a cosce aperte e, alzate le braccia, ho invitato Gianni a penetrarmi. Lui mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, anziché infilarsi fra le mie cosce, mi ha messo di lato e, sollevatami una gamba, mi ha infilato la sua grossa mazza direttamente nella fica, con un affondo secco e deciso. L’ho sentito entrare di nuovo dentro di me e subito ho provato incredibili sensazioni, ma ho anche voltato lo sguardo sopra la sua spalla ed ho visto Piero che ha appoggiato la cappella al culo di Gianni che, a sua volta ha sollevato la gamba, per agevolare l’introduzione dell'amico dentro di sé.
«Oh, sì! Sapessi da quanto tempo avevo voglia di sentirti di nuovo dentro.»
Ho sentito gonfiarsi il membro di Gianni dentro di me e, ad ogni affondo che Piero gli dava nel culo, io ricevevo la contro spinta, dentro la mia fica. È stata una sensazione bellissima e deve aver emozionato entrambi, perché Piero ha preso a muoversi pompando il culo di Gianni in maniera veloce e devastante, con colpi profondi, che lo facevano scuotere tutto, ma nello stesso tempo, dovevano avergli procurato molto piacere, perché ben presto, con un grido, gli ha riversato in culo il suo piacere.
«Eccomi, sborro! Torno a sborrarti nel culo!»
Ho sentito Gianni restare immobile piantato dentro di me, mentre Piero con gli ultimi colpi gli versava in culo tutto il suo piacere. Ho visto la gioia dipinta negli occhi di Gianni e, dopo esser rimasti alcuni istanti immobili, i due si sono sciolti ed ho visto un certo imbarazzo negli occhi di mio marito; ho interpretato quell'imbarazzo come se anche lui desiderasse provare la stessa emozione, allora l’ho baciato in bocca e mi sono sdraiata supina, invitandolo a salire su di me per un 69.
«Vieni sopra di me, che voglio succhiarti il cazzo e tu, Gianni, rendi al tuo amico lo stesso piacere che lui ha fatto provare a te.»
Senza nessuna esitazione, Piero si è sdraiato su di me e subito, Gianni si è posizionato dietro di lui e, dopo avergli lubrificato con della saliva il buco del culo, ha appoggiato la cappella contro la sua rosetta ed io, da sdraiata, ho afferrato quella verga e, dopo averla passata a lungo nella mia bocca ed averla ricoperta di saliva, l'ho appoggiata al culo di mio marito. Gianni, con un affondo lento, ma deciso, gli è entrato tutto dentro, fino alle palle.
«Cazzo, Gianni, fa piano! Sono otto anni che non lo prendo nel culo! Non me lo ricordavo così bello!»
Ho preso a succhiare il cazzo di mio marito, mentre assistevo alla sua messa in culo da parte di quel maschio, che ora gli limava quel foro con colpi decisi ed affondi duri, fin quando, ad un tratto, anche lui, probabilmente emozionato dal piacere, è rimasto un attimo immobile ed ho visto le contrazioni di quel membro che scaricava nel culo di mio marito una notevole bordata di caldi fiotti di sborra. Anche lui si è svuotato rapidamente nella mia bocca, poi si è sfilato ed io mi sono allungata un po’ dietro Piero, così da poter raccogliere con la lingua quel rivolo bianco che sgorgava dal culo spanato di mio marito. È durato poco però, perché i due maschi si sono rigirati e baciati di nuovo. Allora mi sono sollevata e, dopo averli abbracciati e baciati, ho chiesto qualche spiegazione.
È stato Gianni, a chiarire le cose.
«Quando Piero è arrivato qui città per il corso nei Vigili del Fuoco, tra noi due è scattato subito un feeling incredibile. L’ho ospitato in attesa che trovasse una sistemazione, ma, dalla terza sera che dormiva qui, già eravamo insieme nel letto. In gioventù, avevo già avuto qualche esperienza bisex, ma con lui è stato subito amore. Naturalmente, nel nostro ambiente di caserma, questa cosa sarebbe apparsa subito alquanto discutibile, quindi, poiché ad entrambi piaceva la fica, per non creare moti di gelosia fra noi, ogni femmina che ciascuno rimorchiava, doveva accettare di farsi scopare da entrambi. La cosa ha avuto il merito di ammantarci dell'immagine di due tori da monta ed è servita a sviare ogni dubbio sulla nostra sessualità. Ovviamente quando scopavamo le donne, a nessuno di noi due veniva in mente di far quello che abbiamo fatto con te: scambiarci un bacio o prendere in bocca i nostri rispettivi uccelli. È stata una piacevole sorpresa quando oggi lui si è abbandonato a rifarlo con me. A suo tempo, avevo anche sentito forte il desiderio di rendere pubblico quel nostro rapporto, ma lui non volle e, poiché aveva già fatto domanda per essere riavvicinato, quando se n'è andato, ho capito che le cose potevano andare benissimo così. Per qualche anno, ho evitato anche di avere altri contatti, perché, dopo di lui, non ho voluto nessun’altra storia e, quando ho capito che era giusto così, ho riallacciato con lui l’iniziale amicizia. Poi, al sapere che lo avrei rivisto, mi ha provocato tanta malinconia che, invece, la tua presenza ha in qualche modo mitigato e reso tutto più bello. Non esser gelosa di me, perché non ho nessuna intenzione di creare nessun problema al vostro rapporto, ma son felice di sapere che la persona con cui lui vive, ha voluto provare le stesse emozioni che provavamo noi a godere con altre donne, ma, soprattutto, son felice di aver reso, in qualche modo, pubblico il fatto che sono ancora innamorato di lui.»
Li guardo e li abbraccio entrambi, li bacio, li stringo a me, mentre essi hanno gli occhi lucidi dall’emozione e son felice che abbiano condiviso con me il loro segreto. Poi è Piero che suggerisce a Gianni un certo progetto.
«A breve si dovrebbe liberare un posto da caposquadra nella mia caserma, perché non fai domanda e ti trasferisci nella mia città?»
Gianni lo guarda, sorride, poi guarda anche me e mi dà un bacio.
«Son già due mesi che ho fatto domanda per esser io quello che ricoprirà quel posto. Doveva esser una sorpresa, ma poiché la sorpresa me l’avete fatto voi due, accettando di buon grado quello che c’è stato fra di noi, son felice di condividere il fatto che, appena il tuo caposquadra sarà collocato in pensione, io mi trasferirò nella vostra città. Spero che la nostra amicizia duri ancora, ma se pensate che possa esser d'intralcio alla vostra unione, io sarò solo un semplice collega, come tanti.»
Un mese dopo si è trasferito e, poiché all’inizio non aveva nessun posto dove andare, lo abbiamo ospitato a casa nostra, dove vive tuttora. Ora, insieme, sono fuori dalla camera dell’ospedale e mi osservano allattare una creatura, che è stata concepita con entrambi. Sì, quando ho deciso di rimanere incinta, li ho pregati di inondare il mio ventre con il loro seme e loro si sono generosamente offerti di soddisfare questo mio desiderio. Ammetto che non è stato facile, perché, per non creare dubbi o disparità, li ho presi tutti e due nella fica, contemporaneamente. È stata un’esperienza forte, sconvolgente e nello stesso tempo mi ha fatto impazzire di piacere, quando li ho sentiti riversare il loro seme contemporaneamente nel mio ventre. Sono immensamente felice di aver scoperto questa parte del passato di mio marito e, soprattutto, son felice del fatto che la persona che ora vive insieme a noi, lo ama quanto me e, con la nascita di questo figlio, abbiamo in qualche modo cementato questa nostra unione. Spero che la vita mi dia la possibilità di replicare questa immensa emozione, che, all'oggi, provo ancora con questi due maschi stupendi.
25
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
La coppia toscana
Venne come al solito lui a prendermi all’aeroporto di Bergamo. Ormai la nostra era una prassi consolidata e che funzionava, mi aspettava nel parcheggio del centro commerciale, io arrivavo salivo sulla sua Audi, salutavo e lui metteva in moto e iniziava ad andare verso Milano. In autostrada si tirava fuori l’uccello e io senza dire una parola mi abbassavo e lo iniziavo a ciucciare.
Non mi interessava se qualcuno mi vedeva, avevo troppo voglia di quella nerchia che praticamente mi aveva reso schiavo di cazzo. Gli piaceva mentre lo succhiavo in macchina, lo sentivo mugolare e dopo qualche minuto sentivo la sua mano cercare i miei capezzoli, gli piaceva eccitarmi nell’attesa dell’arrivo a casa, chissà questa volta cosa mi avrebbero ordinato di fare.
A me invece non piaceva particolarmente leccarlo in macchina, io nel pompino metto tutto me stesso e i sobbalzi della macchina non mi permettevano di farlo, non nascondo però che la situazione era eccitante, lo era soprattutto per la paura di essere visto dai camionisti, gente che solitamente ha l’occhio lungo.
Sentii la macchina rallentare e cercai di capire cosa stesse succedendo, la mano del mio amico però non mi permise di alzare la testa, costringendomi ad ingoiare la sua nerchia fino alla cappella. La macchina si fermo e senti aprire e poi richiudere velocemente gli sportelli posteriori, erano sicuramente salite due persone ma non sapevo chi erano, il tempo di realizzare che Marco riparti velocemente.
Era una situazione irreale, io continuavo a succhiare, Marco continuava a guidare e dietro due sconosciuti almeno per me guardavano. Iniziai a riflettere, eravamo ancora in autostrada perciò li aveva caricati in un area di sosta, chi potevano mai essere e soprattutto perché erano saliti.
Arrivammo alla barriera e Marco mi disse di alzarmi, ero curioso e perciò guardi immediatamente dietro, quale la mia curiosità quando vidi due paia di occhi piantati su di me, erano occhi di una coppia.
Mi salutarono in maniera garbata e mi fecero i complimenti per quello che mi avevano visto fare poco prima, iniziammo una discussione cordiale e li conobbi meglio. Erano due amici di Marco, marito e moglie fuori dai giri particolari ma con la voglia di divertirsi e di far divertire. Mentre parlavo tra me e me pensavo che la situazione stava facendosi interessante ed ero molto curioso di vedere come essa sarebbe evoluta.
Arrivammo a casa di Marco, sembravamo quattro buoni amici pronti per una cena formale e invece eravamo quattro porcelli che di li a poco si sarebbero dati il piacere.
Dentro già ci aspettava Giovanni, aveva preparato un aperitivo e la buona dose di prosecco che accompagnò i tramezzini ci fece perdere quelle poche inibizioni che avevamo.
Come spesso accade in queste situazioni a dare il via ai giochi fu l’unica donna del gruppo, prima inizio a pomiciare con il suo compagno poi pian pianino ci coinvolse tutti in un petting che si faceva con il passare dei minuti sempre più spinto.
In pochi minuti ci ritrovammo tutti a succhiare il cazzo del nuovo nostro amico, io specialmente che prediligo l’oral mi divisi quella bella asta turgida con la sua compagna, come per incanto ci eravamo divisi le parti leccandolo in maniera maniacale, prima l’asta, poi le palle, poi di nuovo l’asta e cosi via, con le nostre lingue che ogni tanto si sfioravano scambiandoci filamenti di saliva.
Nel frattempo vidi con la coda dell’occhio che Marco e Giovanni si davano da fare in un bel 69, sentivo le loro bocche succhiare in maniera vorace e la cosa mi eccitava parecchio.
A un certo punto lei mi lascio solo con il cazzo del marito in bocca, si alzo e scompare per qualche minuto, pensai che era andata in bagno e cosi era stato, ma solo per mettersi addosso un bel strap on.
Mi si paro davanti e capì immediatamente che io sarei stato la guest star della serata, lo capì dal fatto che Marco e Giovanni avevano smesso il loro 69, mentre invece il marito ritrasse il suo cazzo e mi spinse la testa verso quell’oggetto inanimato che spuntava dalle cosce della moglie. Iniziai subito a pomparlo come se fosse un vero cazzo mettendoci tutto il mio impegno, notai che lei indietreggiava fino ad arrivare all’altezza del divano dove si sedette. Io la seguii per tutto il movimento non lasciando mai con la bocca l’appendice di plastica che ero sicuro presto mi avrebbe violato.
Di fatto mi ero ritrovato a pecora per continuare il pompino che avevo iniziato e poco dopo sentii dei movimenti attorno al mio buchino posteriore, non sapevo chi ci stesse giocando ma senti un dito entrare dentro di me, avvertii il freddo del lubrificante che Marco usava allo scopo di allargarmi e capii che da li a poco sarei stato scopato, cosi avvenne infatti qualche minuto dopo, non sapevo chi era dentro di me, ma esclusi Giovanni perché il suo grosso cazzo non sarebbe entrato in maniera agevole.
Era una situazione bellissima, stavo succhiando mentre qualcuno mi scopava, andavo su e giù con la testa seguendo il ritmo dei colpi che venivano da dietro ed ero eccitato da impazzire. Come se non bastasse qualcuno dei tre che avevo alle spalle mi imbocco il cazzo cercando di farmi un pompino, la situazione non era delle più agevole visto gli spazi ristretti ma mi stava portando velocemente all’orgasmo.
Passammo una decina di minuti in quella posizione fino a quando la donna decise che era il momento di fottermi, si scambio il posto con Giovanni lasciandomi da succhiare il suo immenso cazzone e lei passo dietro per cavalcarmi.
Eravamo tutti super eccitati e Giovanni mi schizzo in gola quasi immediatamente, si alzo e vidi davanti a me il cazzo di Marco, lo imboccai senza esitazioni e feci venire anche lui, e dopo tocco al marito della donna che mi stava scopando, sentire anche il suo schizzo in gola mi fece quasi venire. Alla fine con la bocca piena di sperma sentii la donna dirmi, “sei una brava cagna ora tocca a te godere”, le parole furono seguite dai fatti perché lei mi obbligo ad alzarmi, la vidi togliersi lo strap on e dopo avermi messo un preservativo mi fece segno di scoparla.
La fottei li a terra mentre i tre amici che erano venuti nella mia bocca ci guardavano, la scopai come se non ci fosse un domani fino a quando non la sentii urlare dal piacere, solo in quel momento mi svuotai nel condom lanciando un urlo di piacere.
Ci rivestimmo non dopo aver fumato una sigaretta, salutarono e insieme a Marco, che presumo li riportava alla loro macchina, andarono via, ancor oggi non so i loro nomi….
Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata.
21
1
2 years ago
piacere1totale,
38
Last visit: 2 weeks ago
-
esibizionista per gioco.
Mi chiamo Elisa, ho trent’anni, sono sposata con Daniele che ha la mia stessa età. Siamo sposati da tre anni, dopo due di fidanzamento. Lo conoscevo già dai tempi del liceo, ma poi ci eravamo persi di vista. L’occasione per un nuovo incontro fu il matrimonio di mia cugina: lui era fra gli invitati dello sposo. Per la cerimonia mi ero vestita con un bell' abito, molto sensuale ed avvolgente, che faceva risaltare le mie curve, il mio culetto tondo e sodo, nonché la mia quarta di seno, che si gonfiava ogni volta che un maschio ci poneva lo sguardo. Ho belle gambe, anche se sono alta solo un metro e sessantacinque; ho i capelli neri che avevo raccolto in una acconciatura particolarmente elaborata, che metteva in risalto il mio collo e le spalle nude. Quando ho visto Daniele, mi son subito sentita bagnare fra le gambe. Era decisamente uno dei ragazzi più belli della festa e molte altre invitate se lo mangiavano con gli occhi. Mi son sentita sfidata, lo volevo solo per me ed ho cominciato a provocarlo. All’inizio faceva il sostenuto, cercava di snobbarmi, ma, alla fine della giornata, eravamo a letto insieme. Mi ha scopato molto bene, ho goduto molto, mi ha fatto piacere succhiargli il cazzo e farmi sborrare in gola. Da sposati, la nostra vita sessuale ha preso subito una piega decisamente bella. Con lui le mie gonne sono diventate MOLTO corte, i tacchi MOLTO alti e le camicette, o meglio la mia quarta di seno, MOLTO in vista. All’inizio la cosa mi infastidiva un poco, ma, col tempo, ho imparato ad apprezzare il fatto che eccitavo i maschi che mi guardavano e, ben presto, mi sono scoperta una fervente esibizionista. Certo, con Daniele facevo un poco la preziosa, ma solo per farmi supplicare; diciamo, per avere una scusa per esser più puttana. La mia prima reale esibizione in pubblico, l’ho fatta quasi senza rendermene conto. Un pomeriggio mi ha portato in un'ansa del Ticino, dove c’è una piccola spiaggia. La giornata era calda, il sole scaldava i nostri corpi, lui mi stava spalmando la crema solare, quando mi ha fatto togliere la parte di sopra del costume, sostenendo che il segno bianco non era bello da vedere sul seno. Così, in topless, ha cominciato ad eccitarmi e io, languidamente, mi sono lasciata toccare. Ero un lago fra le gambe. Lui mi masturbava dolcemente
e, alla fine, l’ho implorato di scoparmi.
«Ti voglio! Prendimi!»
Ero eccitata così tanto che le mie grida hanno attirato l’attenzione di un signore, che stava prendendo il sole nudo poco distante, ma coperto da alcuni arbusti. Dopo ho scoperto che quel posto era una spiaggia nudista e la cosa mi ha eccitato ancora di più. Daniele prima mi ha infilato il cazzo in gola e, mentre lo stavo succhiando di gusto, ha notato il tizio che si stava segando, lì vicino.
«Succhiami! Si! Che gran pompinara, che sei! Dai, che ti sfondo anche la gola!»
Ero un lago! Mi sentivo chiamare troia, puttana e questo, da sempre, mi ha eccitato, ed a maggior ragione in quel momento che, giratami, ho visto il tizio che si stava masturbando per me. Fino a quel momento, tutte le mie esibizioni avevano sempre avuto l’effetto di vedere dei pacchi gonfiarsi, uomini sbavare dietro di me, ma ora, vedere uno che si segava, mi stava eccitando tantissimo. Quando mi sono sfilata il cazzo dalla bocca, ho guardato Daniele negli occhi ed ho intuito che voleva di più. Il suo sguardo da porco ha incrociato il mio da puttana, molto eccitata, e allora ho annuito. C’eravamo capiti con uno sguardo! Lui ha invitato il tizio ad avvicinarsi, ed ho potuto vedere che aveva un bel cazzone grosso, ma non molto lungo. Daniele mi ha penetrato sotto lo sguardo da vero maiale del tizio, che ha allungato una mano, toccandomi i seni. Ero in estasi! Sentivo che mio marito mi sfondava con colpi tremendi, eccitato dalla situazione, e, in più, mi faceva esaltava il fatto che uno sconosciuto mi stava impastando i seni, mentre vedevo quel grosso arnese che veniva segato velocemente. Ho avuto un orgasmo incredibile che ha echeggiato lungo tutta la sponda del fiume. Tremavo dal piacere, anche mio marito ha goduto, troppo eccitato dal gioco. È venuto con un grido rauco e, come un fiume in piena, ha riversato dentro di me tutta la sua eccitazione! Mi ha scaricato dentro, tanta di quella sborra come mai prima d’ora, ma il bello è stato vedere che anche il porco, che si segava, mi ha schizzato sui seni.
«Eccomi! Ti ricopro i seni con la mia sborra!»
Caldi schizzi di seme bianco mi hanno ricoperto il seno, mentre lui mi strusciava il suo cazzo sul capezzolo destro. Dopo un momento in cui siamo rimasti immobili, io mi sono alzata, sono andata al fiume a lavarmi e, quando sono tornata, eravamo di nuovo soli e ci siamo distesi in silenzio. Circa due ore dopo, mentre tornavamo, abbiamo ripensato a quello che era successo, ci siamo guardati in faccia, non riuscivamo a crederci. Per giorni la sera, nel nostro letto, abbiamo ripensato a quel momento così eccitante e siamo giunti alla conclusione che lo avremmo dovuto rifare, qualora ci fosse stata una nuova occasione. Dopo una ventina di giorni, siamo tornati al fiume. Era una domenica mattina di quasi estate. Quando siamo arrivati sulla sponda del Ticino, c’erano solo due singoli nudi, ma distanti da noi. Ci siamo spogliati e, mentre Daniele mi spalmava la crema, ho visto dall’altro lato, verso la mia sinistra, che si era denudato un bel giovane, sulla ventina, con un cazzo che, da moscio, era già di belle proporzioni. Mi sono incuriosita ed ho deciso che lo volevo vedere in tutta la sua possanza. Ho iniziato a toccarmi, dapprima discretamente, poi in maniera sempre più evidente ed esplicita, con le gambe aperte nella sua direzione. Daniele era già molto eccitato e mi esortava ad osare di più. Da parte mia, quando ho capito che avevo tutta l’attenzione del maschio, ho aperto le cosce, mi sono infilata due dita dentro, non prima di averle mostrate a lui in modo lascivo e, mentre le mettevo in bocca per bagnarle, ho simulato una specie di pompino. Mentre mi smanettavo la fica, ho guardato il tizio e l’ho invitato ad avvicinarsi, cosa che fatto subito. Allora mi sono ritrovata con mio marito da un lato e dall’altro il tizio, che mi ha posizionato un bellissimo cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca. Dopo un attimo, non ho resistito a quel richiamo e me lo sono infilato in gola. Il sapore di maschio infoiato mi ha eccitato ancora di più, tanto da invogliarlo a tessere le mie lodi di fantastica succhia cazzi.
«…mmhuummm, che meraviglia! Come succhia! Dai, che ti scopo la gola!»
Mentre ero intenta a sfoggiare uno dei miei più succulenti pompini, ho notato che Daniele non era attivo, non mi toccava più, era quasi immobile. L’ho guardato, mi ha sorriso e, girando il capo, ho capito il suo tentennamento. Attorno a me, sul mio lato destro, c'erano altri cinque maschi, che si stavano segando i cazzi, duri per me! Ero in paradiso! Ho guardato Daniele ed ho sorriso; lui, ancora una volta, ha capito che ero disponibile al gioco e li ha fatti avvicinare. Ero circondata da cazzi, mentre mi stavo godendo in bocca un bel paletto duro. Mio marito ha preso a scoparmi, incitato dagli altri a sfondarmi in tutti i buchi.
«Dai, sfondale anche il culo! Dai, che la copriamo di sborra! Una così la devi sfondare! Aprile anche il culo! Dai, facci vedere come le rompi il culo! Dai, perché se non lo fai tu, lo facciamo noi!»
Ero eccitata, ma anche terrorizzata all’idea che potessero scoparmi tutti assieme. Daniele mi ha rigirato e mi ha inculato di botto. Ho sentito il cazzo entrare fino alle palle, che mi sbattevano sulla fica bagnata: era qualcosa di meraviglioso. Ho ripreso in bocca il cazzo del tizio, mentre altri mi toccavano la schiena, il culo ed i seni; insomma, intorno a me, era tutto un tripudio di mani e cazzi che si segavano per me, mentre insistevano a incitare Daniele a sfondarmi più forte.
«Dai così! Spaccale il culo! Bravo, sfondala!»
Mi pompava come un pazzo ed io godevo. Sentivo delle dita che mi si insinuavano dentro la fica, mi masturbavano, mentre lui mi sfondava il culo; ho goduto a bocca piena, senza ritegno. Il mio corpo è stato scosso da scariche di piacere puro. Il primo ad arrivare, e non avrebbe potuto esser diversamente, è stato il singolo, che ho succhiato con tutta l’anima. Mi schizza in faccia tre getti di sborra, poi si è pulito il cazzo con i miei capelli.
«Magnifica troia! Eccomi, vengo, sborro!»
Poi è il turno di Daniele, che mi ha inondato il culo, mentre gli altri erano in attesa del loro turno. Mio marito mi scarica dentro il contenuto delle sue palle, poi mi lascia distendere supina, per ricevere addosso le schizzate dei cinque maschi, che si stanno segando velocemente. Infatti, poco dopo, vengo ricoperta di sborra sul seno, sul viso, sulla pancia. Uno dopo l’altro mi gratificano del loro piacere, mentre continuano ad usare epiteti tipo puttana, zoccola, troia e succhiacazzi. Si spremono fino all’ultima goccia, uno me lo fa anche leccare un poco. Lentamente, come sono apparsi, si allontanano, mentre Daniele mi spalma la loro crema su tutto il viso, il seno, a sua volta eccitato come un cavallo. Poco dopo mi rimette il cazzo durissimo in fica, mi pompa velocemente e sborra di nuovo, super eccitato dalla situazione che abbiamo appena vissuto. Sfiniti ci immergiamo nel fiume per una rinfrescata. Ci accorgiamo che, improvvisamente, il cielo si è riempito di nuvole minacciose, e, a quel punto decidiamo di andarcene, sotto lo sguardo compiaciuto dei maschi che mi hanno goduto addosso. Per due mesi abbiamo fatto altri giochi esibizionistici, ma senza più coinvolgere altri, se non in modo provocatorio e visivo. Un pomeriggio di settembre, decidiamo di andare alla Città Mercato che dista due ore da casa nostra. Quando entro nell'auto, indosso solo una mini in pelle nera, una camicetta abbondantemente aperta che mostra il solco del mio seno; un paio di sandali dal tacco dodici e niente altro. Lungo il percorso, Daniele si diverte ad eccitarmi, mettendo una mano fra le mie cosce e, quando imbocca l’autostrada, sono già bagnata fradicia: lui si diverte a suonare a tutti i camionisti che sorpassa, mettendo ben in mostra la mia fica scoperta. Giunti a destinazione sono già molto calda e lui non perde occasione per esibirmi ancora di più, in special modo quando sono nei camerini per provare qualche capo di abbigliamento: si diverte a lasciare una buona parte della tenda aperta e se la gode a vedere lo sguardo allupato dei maschi, che sbirciano dentro. Uno in particolare ci segue per un poco. È un bell’uomo sulla cinquantina, alto, fisico asciutto e imponente; mi sorride, poi, in un momento in cui Daniele è un po’ più distante, mi si avvicina e mi fa una proposta davvero oscena.
«Signorina, lei è così bella, che le darei cinquanta euro per poterle toccare la fica nuda che sta mostrando in giro».
Lo guardo stupita, mentre Daniele si avvicina e mi chiede se va tutto bene. Il tizio sfrontatamente lo guarda e lo informa sulla proposta che mi aveva appena rivolta. Vedo per un attimo il suo sguardo stupito, poi, subito dopo, un sorriso da vero porco, che mi lascia un poco incredula sul fatto che sta facendo un cenno di assenso, al tizio. Cazzo! Mi vende! Il signore ci dice di seguirlo nel parcheggio sottostante; arrivati ci porta in una zona un po’ appartata, dietro due colonne, dove, in una specie di nicchia, è parcheggiato il suo grosso SUV nero. Aperto lo sportello di dietro, mi fa distendere sul sedile, e mentre Daniele mi guarda eccitato già con il cazzo in mano, il tizio estrae due banconote da cinquanta.
«Se me la fai, anche leccare ti do questi soldi. Voglio solo leccartela! Sono solo un regalo, non ti sto comprando e tu non ti stai vendendo, ma solo provando l’ebrezza di ricevere una offerta, anzi un regalo, per la tua disponibilità.»
Lo guardo e mi distendo a gambe aperte. Lo sento avvicinarsi con la bocca alla mia fica bagnata, poi mi lecca avidamente e subito mi porta ad un alto livello di piacere. Godo scossa da un improvviso orgasmo, che sorprende anche Daniele, che si masturba velocemente. Godo e lui mi succhia anche l’anima. Gli riempio la bocca del mio piacere e, quando si rialza, vedo che ha fra le mani un bel cazzo duro e grosso. Senza esitare mi inginocchio, lo prendo golosamente in bocca, lo succhio, fino a farlo sborrare fra le mie labbra.
«Brava! Eccomi, bevi, meravigliosa troia! Sborro!»
Bevo e ingoio tutto quello che mi schizza in bocca. La sborra del tizio e quella di Daniele, che, eccitato come un maiale, mi sborra pure lui in faccia. Restiamo per un momento immobili, poi mi do una rassettata, mentre il tizio sale in auto e se ne va, lasciandoci interdetti. Di colpo ci rendiamo conto che, forse, siamo andati troppo oltre. Di questo passo, andrà a finire che io mi prostituirò, in considerazione del fatto che mi sono lasciata leccare per cento euro. Il gioco esibizionistico ci sta prendendo al mano, non credo che, alla fine, riusciremo più fermarci. Da quel giorno sono passati due anni. Sono rimasta incinta e, per tanto tempo, non ho più voluto esibirmi. Anche Daniele si è dato una calmata e, adesso, il massimo della trasgressione consiste nel topless al mare in estate, ma non riesco proprio a dimenticare le forti emozioni provate quando mi sentivo desiderata. Chissà... forse in futuro?!
18
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Gli offro mia moglie per il week end.
Mi chiamo Paolo, ho 52 anni e sono sposato con Pamela, che festeggia, fra tre giorni, cinquant’anni. Da oltre cinque anni sono un cuckold convinto e molto felice di poter assecondare le scappatelle di mia moglie. All’inizio ero proprio io ad organizzare le sue uscite con i bull, ma ormai, da tempo, è lei stessa che sceglie dove, come e quando incontrare i suoi amanti. Pamela è una splendida donna, con un fisico veramente da sballo. È una bellissima donna dai capelli rossi naturali, con tette di una quarta misura ed un culo bello, alto e sodo, che lei evidenzia ancor più indossando tacchi alti, che lo inarcano al punto da renderlo ancor più concupiscente. Si mantiene sempre bella e in forma, grazie all'intensa attività fisica cui si sottopone, compresi vari massaggi e sedute dall’estetista. Siamo una coppia benestante: la mia rendita mi consente di provvedere a tutto il necessario senza bisogno che mia moglie lavori. Questo nostro status ci permette di realizzare ogni nostro desiderio ed io sono per davvero molto felice quando lei mi comunica che ha organizzato qualche incontro con il toro di turno, che la monterà sotto i miei occhi, facendola godere allo sfinimento. Per festeggiare i suoi cinquant’anni, Pamela mi ha chiesto di voler trascorrere un intero weekend con un nuovo amante, conosciuto da poco. Poiché doveva essere il mio regalo per il suo compleanno, mi ha permesso di scegliere il luogo ed il periodo, così da imbastire un vero e proprio soggiorno molto eccitante per lei, che già si vedeva oggetto di attenzioni da parte di questo giovane bull. Mi ha raccontato di averlo conosciuto assieme ad uno dei suoi amanti storici ed è rimasta molto colpita dal fatto che Tony, così si chiama il giovane, ha una dotazione assolutamente extra, ben oltre i 25 cm ed uno spessore impressionante. La prima volta che lo aveva visto in azione, non aveva potuto testare quella meraviglia, perché era riservata ad una giovane ventenne, che desiderava esser sverginata e la madre della ragazza aveva detto a Pamela che lei stessa ci aveva scopato e, quando lo aveva accolto dentro di sé, si era sentita quasi sverginare di nuovo e, questa affermazione, aveva sorpreso mia moglie, giacché conosceva bene la donna ed era informata di tutti i cazzi che si era goduta, un po’ di tutte le misure, compresi un paio di colore, che erano veramente molto grossi. L’idea di poter scopare con Tony ha, in qualche modo, intrigato molto Pamela, perché l'amico che glielo aveva presentato, le aveva anche riferito che Tony, a differenza di altri, è un’amante molto paziente e, soprattutto, proteso al piacere da fornire alla donna con cui fa sesso. Conscio della sua notevole voglia di vivere questa nuova esperienza, ho organizzato al meglio: mia moglie ed io ci siamo accordati per incontrarlo e trascorrere un weekend assieme in un resort naturista, trovato su un sito apposito, dove figurava anche una meravigliosa spa con acqua termale calda. Ho organizzato tutto alla perfezione e, così, un sabato pomeriggio, in un punto specifico, abbiamo preso a bordo del mio Suv questo nuovo aspirante amante di mia moglie, che non vedeva l'ora di aver tempo a sufficienza da passare con noi. Giunti nel luogo dell’appuntamento, mi son trovato davanti un bel maschio di 25 anni, dalla corporatura atletica, alto, d’aspetto imponente, molto elegante, con spalle larghe, fisico asciutto con muscoli scolpiti, che ha subito conquistato mia moglie, che lo ha abbracciato e baciato in bocca, ignorando completamente la mia presenza. Lei era vestita molto elegante, con i capelli raccolti in alto dietro la nuca, ostentando i suoi orecchini di perla, al pari della collana; il suo vestito nero non era molto corto e le gambe erano velate da calze nere autoreggenti, inoltre ai piedi calzava scarpe con tacchi a spillo 12. Mentre io caricavo la valigia di Tony, loro due son saliti dietro e subito si son baciati e abbracciati, ignorando completamente la mia presenza e questo mi ha, in qualche modo, subito eccitato: il giovane si stava dedicando completamente a mia moglie e questo era è esattamente quello che volevo. Per circa un paio d’ore, loro due hanno continuato come se io non esistessi, seduti sul sedile posteriore, con lui che ha infilato la mano sotto il vestito di mia moglie e, per tutto il viaggio, l’ha masturbata, facendola venire due volte. Era particolarmente conturbante assistere ai suoi orgasmi, mentre lui non le ha mai permesso di estrarre il suo cazzo dai pantaloni: si è dedicato esclusivamente al godimento di lei, continuando a masturbarla anche dopo ogni singolo orgasmo. Appena giunti a destinazione, mentre io facevo il check in, essi si son diretti al bar per un aperitivo, prima di andare a cena. Io, nel frattempo, ho preso possesso della suite che avevo prenotato per noi. Era posta al secondo piano della struttura e composta da una camera matrimoniale, con una cameretta più piccola per me, un piccolo salotto ed una sala da bagno, veramente al top: oltre ai sanitari, c’era un’immensa vasca idromassaggio per quattro persone, un’ampia doccia capace di accogliere quello stesso numero di clienti, un doppio lavandino con uno specchio enorme. Appena sistemate le nostre cose e disfatte le valige, un messaggio di mia moglie mi sollecita a raggiungerli per poter andare a cena. Per l’occasione, avevo prenotato in un ristorante presso un paesetto che dista poco lontano dalla struttura. Stavo per uscire, quando, improvvisamente, la porta si è aperta e loro due sono entrati, tenendosi abbracciati come due innamorati. Sono rimasto per un attimo frastornato da quella intrusione, ma li ho lasciati continuare a coccolarsi.
Pamela non vedeva l'ora di prendergli il cazzo in mano, ma lui ha continuato ad impedirglielo.
«Caspita, non è possibile! Mi hai fatto godere già due volte e ancora non mi hai permesso di prendere in mano il tuo scettro!»
Li guardavo affascinato da tutto questo e aspettavo, quasi con ansia, di vedere come si sarebbe evoluta questa situazione, quando lui, improvvisamente, si è staccato da lei e, aperta la sua valigia, ne ha estratto una piccola scatola; l'ha consegnata a lei, che l’ha aperta immediatamente, ritrovandosi tra le mani un plug di medie proporzioni, con incastonato un piccolo gioiello. Ho notato lo stupore di mia moglie nel costatare ciò che conteneva la scatola e, soprattutto, perché era di un certo spessore. Lui le ha sorriso, poi, dopo averlo tolto dalle sue mani, si è girato verso di me e, per la prima volta, mi ha preso in considerazione.
«Fa in modo di farglielo indossare. Voglio che il suo culo assuma la forma giusta per accogliere la mia verga: questa sera le voglio sfondare anche quel buco.»
Sono rimasto un attimo allibito, incerto sul da farsi, ma lo sguardo severo di mia moglie mi ha subito dato lo sprone affinché esaudissi il desiderio del bull. Lei non ha detto nulla, si è girata e, divaricate le gambe, si è piegata fino a toccare il letto con le mani, inarcando il suo splendido culo. Io mi son subito inginocchiato dietro di lei e, dopo averle sollevato il vestito, ho infilato la mia bocca direttamente nel solco delle sue natiche e, con la lingua, sono andato a lubrificare il suo fiorellino, che ha subito reagito contraendosi a seguito della mia stimolazione. Qualche gemito è uscito dalla bocca di mia moglie, mentre io le lubrificavo il culo per poterle inserire quel cuneo all’interno del suo buchetto. Lui ci osservava in silenzio e, quando ho iniziato ad appoggiare il cuneo al suo buchetto, lui mi ha incitato a far meglio.
«Prendilo in bocca! Voglio che lo ricopri di saliva, perché deve scivolare dentro di lei, senza provocarle alcun fastidio.»
Ho eseguito immediatamente il suo ordine e, dopo averlo lubrificato per bene, ho iniziato a spingerlo dentro e, ben presto, nonostante le dimensioni (avrà avuto un 5 cm di diametro), il cuneo è scivolato tutto dentro di lei, lasciando fuori solo il gioiello rosso. Mia moglie ha emesso un lungo gemito, quando l’operazione si è conclusa e lui le ha chiesto se andava tutto bene. Lei si è sollevata e, dopo aver abbassato il vestito, si è diretta verso di lui e l’ha baciato con passione.
«Va benissimo! Mi sento insolitamente piena, ma è una sensazione veramente bella. In genere, quando mi riempiono il culo, poi mi pompano e mi fanno godere, invece, in questo caso mi sento piena e, mentre cammino, mi sento stimolare ancora di più. È qualcosa di veramente stupendo!»
Si sono abbracciati, poi si sono girati verso di me, che ho provveduto ad aprire la porta della camera e subito siamo partiti per andare al ristorante, con me sempre davanti, alla guida e loro due dietro, che ridevano e scherzavano. Appena giunti al ristorante, il proprietario ci ha condotto al tavolo prenotato ed io ho fatto notare a mia moglie, che, se fosse stato suo desiderio, avrei potuto anche cenare da solo ad un tavolo singolo, ma lei, dopo aver sorriso al boy-friend, ha detto che andava bene se anch’io fossi stato seduto al tavolo, con loro. Mi ha fatto molto piacere questa cosa, perché, durante la cena, i due non riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro: flirtavano e si toccavano, scambiandosi coccole ed effusioni. A metà della cena, Tony ha estratto una piccola scatola, che mia moglie ha aperto e dentro c’era una meravigliosa cavigliera dorata, con appeso la scritta sweet. Mia moglie lo ha subito ringraziato, baciandolo e così ha reso evidente a tutti, che io ero il suo "cornuto". Si è alzata in piedi e, appoggiato il piede destro sulla sedia e sotto lo sguardo inebetito di tutte le persone presenti nella sala, mi ha chiesto di allacciarle quel regalo appena ricevuto. Mi sono inginocchiato ai suoi piedi ed ho eseguito quanto richiestomi. La cosa mi ha dato una soddisfazione immensa: sono ben cinque anni che ho assunto il ruolo del cornuto e, per tutto questo lungo periodo, mia moglie, di maschi che l’hanno montata, ne ha avuti tanti, ma questa era la prima volta che uno di essi le faceva un regalo così particolare. Durante la cena, lui le ha chiesto se provava fastidio nel sentirsi il cuneo nel culo, ma lei ha risposto che era una sensazione assolutamente nuova e speciale, che non aveva mai provato e che le stava dando sensazioni decisamente particolari. Finita la cena, siamo tornati nella nostra suite. Quando siamo arrivati nella stanza, il bull l'ha presa tra le braccia e l'ha baciata appassionatamente: è stato bellissimo. Ho aperto una bottiglia di prosecco, già presente in frigo, e l'ho versato per loro che hanno brindato, mentre io sono rimasto ad ammirarli, perché finalmente potevo guardare Pamela diventar sua per il fine settimana. Ero molto contento del fatto che mia moglie avesse trovato un amante così speciale ed attento ai suoi bisogni, al suo piacere. Dopo aver brindato, lui l’ha baciata di nuovo e, mentre la stringeva a sé, vedevo mia moglie spingere il suo corpo contro quell’enorme massa di carne che si intravedeva sotto il tessuto dei pantaloni. Lei avrebbe voluto spogliarlo per accarezzare quella grossa mazza che si celava sotto il tessuto, ma lui è stato di tutt’altro avviso. Ha continuato a baciarla e accarezzarla, poi le ha detto di spogliarsi. Su richiesta di mia moglie, ho attivato immediatamente la video camera, per immortalare questo momento e Pamela si è spogliata in maniera lenta e lasciva, improvvisando uno striptease, che lui ha apprezzato, osservandola, immobile. Lei si è tolto tutto, tranne la collana di perle, le autoreggenti con i tacchi alti e, nello stesso tempo, anch’io mi son denudato dietro di loro, in silenzio. Ero immensamente felice per le sensazioni che stavo provando: in particolare, mi piaceva vedere la felicità dipinta sul volto di mia moglie e questo, per me, è quanto di più gratificante passa esistere. È una sensazione stupenda vederla godere, restare defilato, senza interferire con lei, esser invisibile, ma nello stesso tempo presente, pronto ad ogni sua richiesta o a soddisfare ogni sua esigenza o del maschio che gode con lei. Sono sensazioni che provo sempre da quando sono un cuckold e, ogni volta che lei mi consente di assistere alla monta, mi sento sempre più fiero di lei, della sua bellezza, del suo esser femmina e troia, ma, nello stesso tempo, moglie innamorata. Quando si è spogliata completamente, si è avvicinata a lui e, dopo averlo baciato, ha cominciato lentamente a togliere i suoi indumenti uno dopo l’altro, senza fretta, con lui immobile che si lasciava spogliare senza sfiorarla neanche con un dito, mentre lei, ad ogni indumento che gli toglieva, gli strofinava il suo corpo addosso, come una gatta in calore. Era molto eccitante la scena, perché la apparente indifferenza di Tony, contrastava molto con la forte eccitazione che aveva mia moglie. Alla fine, ha abbassato i boxer e si è trovata davanti quel gioiello della natura: finalmente ho potuto vedere anch’io quella splendida dotazione, era qualcosa di veramente fantastico! Io ho una buona dotazione, ma paragonata al suo, era come se il mio fosse il dito pollice ed il suo un braccio! Ecco, questo rende esattamente la differenza tra il mio cazzo il suo. Lei si è girata verso di me estasiata e, felice di tenere fra le mani quella mazza di notevoli dimensioni, ha subito cercato di infilarselo in bocca, ingoiandone una buona parte e, girato lo sguardo verso di me, per mostrarmi quanto fosse troia nell’ingoiare quell’enorme verga. Lui l’ha assecondata per un poco, poi, ad un tratto, si è staccato da lei e, dalla sua valigia, ha estratto una benda con cui ha fasciato gli occhi di mia moglie.
«Non voglio che tu abbia nessuna distrazione! Devi solo concentrarti sul mio cazzo! Voglio che ti concentri solo sulle sensazioni che provi, senza distrarti a guardare lui che sta godendo come un maiale nel vederti giocare con la mia verga. Devi esser concentrata solo ed esclusivamente su di me!»
Sono rimasto piacevolmente colpito da questa affermazione. Era davvero importante vedere quanto lui fosse determinato a farla godere in maniera intensa ed appagante. Effettivamente lei aveva già avuto due orgasmi esagerati e lui le aveva solo fatto appena assaggiare il suo cazzo in bocca. Dopo averla bendata l’ha fatta mettere seduta sul letto e lei ha ripreso in bocca quanto più possibile di nuovo quella splendida verga e lui, in piedi davanti a lei, ha lasciato che lei continuasse a lucidare con la lingua quella meraviglia, scivolando verso il basso, ed evidenziando due grosse palle appese allo scroto: un vero toro da monta. Poi lui l’ha spinta a sdraiarsi supina sul letto e, inginocchiato su di lei, ha iniziato un meraviglioso 69 con lei sdraiata sotto di lui. Facendo appena flettere le gambe, le spingeva in gola quella verga enorme, mentre le leccava la fica, facendo gemere mia moglie con sempre maggior intensità, finché, ad un tratto, ha avuto un orgasmo squassante che ha avuto, come effetto, l’immediata chiusura delle sue cosce intorno alla testa di lui, mentre gemeva a bocca piena. Lui è rimasto immobile, proseguendo a leccare la fica di mia moglie e, quando l’orgasmo è passato, lui si è sfilato da sopra di lei e, dopo averla posizionata a cosce aperte e senza voltarsi, si è rivolto a me, invitandomi ad avvicinarmi.
«Avvicinati, prendi in mano il mio cazzo e inseriscilo nella fica di tua moglie.»
Diceva questo sorridendo e io, ubbidiente, mi sono avvicinato e, inginocchiato di lato a lui, ho allungato la mano, ho afferrato la grossa verga senza riuscire a congiungere le dita e, mentre stavo per appoggiarla fra le labbra della fica fradicia di mia moglie, lui mi ha suggerito di succhiargliela, assicurandomi che fosse ben lubrificata per lei. Non sono gay, ma non potevo dir di no, perché ho avvertito quel suggerimento come un'imposizione e, dentro di me, ne ero molto felice di poter assolvere a questo compito, che mi permetteva di assistere in posizione davvero privilegiata alla monta di mia moglie. Senza esitazione ho spalancato la bocca ed è stato molto bello sentire nella mia bocca ciò che avrebbe sentito mia moglie quando lui l’avrebbe scopata e, in più, mi sentivo anche eccitato a sapere che lui mi guardava mentre glielo prendevo in bocca con avidità. Mia moglie ha chiesto di poter guardare, ma lui le ha detto di tenere la benda sugli occhi perché voleva solo che il suo cazzo fosse ben lubrificato. Ho cercato di ingoiarne anch’io il più possibile, strappandogli un gemito di piacere, poi lui si è tirato fuori dalla mia bocca e mi ha detto di nuovo di metterglielo dentro. Lei, sdraiata supina gemeva come mai prima avevo avuto modo di sentire e, mentre lo indirizzavo fra le labbra della sua fica, non potevo far a meno di godermi come lentamente, colpo dopo colpo, scompariva nella figa di mia moglie. Quando il corpo di Tony ha aderito a quello di Pamela, lei aveva già avuto un orgasmo molto intenso, che io ho tempestivamente immortalato, inquadrando il suo viso stravolto dal piacere, mentre lui la sbatteva con un ritmo piuttosto sostenuto. Oltre i gemiti di piacere di mia moglie, l’unico rumore che si percepiva era lo sbattere dei loro corpi che cozzavano l'uno contro l’altro. Dopo questo orgasmo, lui l’ha messa di lato e, inginocchiato dietro di lei, ha continuato a pomparla facendola godere ancora, fin quando, per l’ennesima volta, Pamela è venuta. Era sconvolta: le aveva già fatto avere quattro orgasmi, di cui due scopandola profondamente e il suo ritmo proseguiva con costanza e calma, senza alcun cenno di cedimento. Dopo l’orgasmo, Pamela si è girata e si è inginocchiata di nuovo davanti a lui: gli ha offerto la sua fica slabbrata e lui si è inginocchiato dietro di lei ed ha affondato la sua verga, resa lucida dagli umori rilasciati dalla fica di mia moglie; vi è entrato in un solo affondo, che l'ha fatta sussultare quando le è arrivato in fondo, strappandole un urlo di assoluto godimento.
«Fantastico! Mi sfonda il ventre! Cazzo! Mi fai sborrare di nuovo?! Vengo! Non ti fermare, vengo! Spingimelo tutto dentro.»
La cosa sconvolgente era che, mentre spingeva con forza quella verga nel ventre di mia moglie, lei continuava a tenere il plug nel culo e, per questo, la stimolazione che ne riceveva era amplificata al massimo, facendola godere repentinamente: in buona sostanza era come se fosse presa in doppia.
Io mi son sdraiato dietro di lui ed ho potuto realizzare delle immagini video veramente stupende. Era magnifico vedere quella mazza entrare ed uscire in continuazione dal ventre di mia moglie, che urlava tutto il suo piacere. È andato avanti a scoparla, cambiando diverse posizioni, per quasi un’oretta, facendola godere ripetutamente; poi l’ha messa di nuovo supina ed è entrato di nuovo nella sua fica slabbrata e gonfia, posizionandosi sopra di lei, inchiodandola al letto con le gambe in alto e le mani che si aggrappavano saldamente alle lenzuola. Lei ha urlato un ennesimo orgasmo, poi sollevate le mani, ha afferrato il suo viso e l’ha tirato verso di sé, cercando di baciarlo. Lui si è abbassato e, dopo aver risposto al suo bacio, le ha tolto la benda e l’ha guardata negli occhi, e rimirando il suo sguardo languido e stremato, le ha sorriso compiaciuto.
«Sei fantastica! Sei una delle poche femmine che sono state capaci di resistere per tutto questo tempo a farsi sbattere da me. Se mi regali un altro l’orgasmo, ti inondo il ventre con il mio piacere.»
Gli ha sorriso ed ha annuito; poi ha cominciato a spingere il corpo verso l’altro, cercando di assecondare il ritmo della pompa cui era sottoposta e, ben presto, lei ha goduto di un nuovo orgasmo che gli ha urlato a squarciagola.
«Vengo! Vengo! Mi fai impazzire! Ti prego, riempimi!»
L‘ha scopata ancora per cinque minuti, o giù di lì, in quel modo implacabile, poi anche lui, dopo aver aumentato abbondantemente il suo ritmo, ad un tratto, è rimasto piantato, immobile, dentro di lei.
«Eccomi! Ora! Ora sborro! Ti sto riempendo il ventre con il mio seme!»
Ero inginocchiato dietro di lui, ho visto attraverso un piccolo schermo della video camera, le contrazioni di quel membro che, pulsando, iniettava sborra nella fica di mia moglie. Ne ho contate quasi una decina e lei è rimasta immobile, poi lui, d'un tratto, si è sfilato e, sollevatosi su di lei, ha preso la mano sinistra di mia moglie e ha fatto un gesto che son riuscito a filmare: si trattava dell'inequivocabile gesto delle "corna", che mi ha eccitato così tanto da farmi quasi sborrare senza toccarmi; poi ha appoggiato la cappella del suo cazzo, da cui sgorgava ancora sborra, sopra la fede nunziale di mia moglie, per sancire con quella benedizione il fatto che, con quella sborra, aveva marchiato mia moglie come sua vacca. Poi lui si è abbassato verso di lei e si sono baciati profondamente per diversi minuti e poi, giratosi un attimo verso di me, mi ha invitato a ripulirla, cosa che sono stato felice di fare. L'ho leccata e succhiata come mai prima d'ora. Ero così intento a ripulire la fica di mia moglie, che ho solo parzialmente potuto notare il fatto che lui si era sdraiato di fianco lei e mia moglie si era allungata su di lui e gli aveva preso in bocca quella meravigliosa verga, che nonostante avesse eruttato una grande quantità di sborra, non sembrava ancora dar cenno di cedimento e, grazie alle labbra di mia moglie ed alla sua innata bravura nel fare i pompini, ben presto l'ho vista tornare ad esser dura e svettante, come all’inizio. Dopo, aver ripulito in maniera perfetta la fica di mia moglie, lui mi ha ordinato di sfilare il plug dal culo di mia moglie, cosa che ho fatto all'istante. Lui ha baciato mia moglie e sdraiandosi supino, le ha ordinato di salire su di lui ed accogliere il cazzo nel culo. Lei lo ha scavalcato e, tenendo le chiappe ben aperte, si è girata verso di me e con uno sguardo più che languido mi ha fatto subito capire quale fosse il mio ruolo. Mi sono inginocchiato dietro di lei e, afferrata la grossa mazza, stavo per puntarla contro il buco del culo di mia moglie, quando lei, con un tono deciso, mi ha detto che dovevo prima lubrificarlo.
«Come pensi che possa entrare, se non lo cospargi di tanta di saliva. Vuoi davvero che mi sfasci il culo?»
Mi son abbassato ed ho preso quella verga in bocca. Ho sentito ancora qualche residuo di sborra, cosa che mi ha fatto eccitare ancora di più e, dopo aver bagnato bene la punta, l'ho rivolta verso la rondella del culo di mia moglie che, dolcemente, le è scivolato tutto dentro l’intestino. Ho visto la sua bocca spalancarsi, quando lui ha inarcato le gambe ed ha preso a pomparla dal basso, sfondandole il culo in maniera da non credere. Dopo un momento di indecisione, Pamela ha preso a godere e incitare a farlo con maggior vigoria.
«Più forte! Scopami il culo più forte! È bellissimo! Ora vengo!»
Sono rimasto stupito dalla velocità con cui ha raggiunto il primo orgasmo anale con quella verga piantate nel culo, che glielo spanava e sfondava in maniera sconvolgente. Ha continuato a pomparla a lungo, cambiando due volte posizione e, alla fine, le ha riversato dentro un’ennesima quantità di sborra incredibile. Quando si è sfilato, ho potuto ammirare quale enorme voragine era diventato il culo di mia moglie, da cui fuorusciva una quantità impressionante di sborra, che ho subito leccato e pulito fino all’ultima goccia. Sfiniti si sono addormentati e, la mattina dopo, lei lo ha svegliato succhiandogli il cazzo; a quel punto lui l’ha ricompensata con una copiosa sborrata in bocca, che lei ha provveduto ad ingoiare fino all’ultima goccia. Abbiamo trascorso la mattinata immersi nell’acqua della spa e, all’ora di pranzo, loro due hanno mangiato da soli al tavolo, mentre io li osservavo seduto un po' defilato, ma nelle immediate vicinanze. Dopo pranzo son saliti di nuovo in camera e lui l’ha scopata di nuovo facendola godere tantissimo, per poi chiavarle anche il culo, ed è stato uno spettacolo indimenticabile vederla di nuovo sottomessa completamente a lui, che le ha farcito il culo con la stessa quantità di sborra che le aveva riversato nella fica. Questo è stato il miglior weekend che abbia mai vissuto, perché ho potuto finalmente vedere mia moglie godere con un vero toro, che l’ha montata facendola godere all'inverosimile. Quando siamo tornati a casa, una volta nel nostro letto, mia moglie, nonostante fosse totalmente aperta e sfondata, ha voluto esser scopata anche da me e questo mi ha riempito di un immenso orgoglio, perché, in quel momento, ho sentito Pamela esser davvero la mia donna, mentre fino a quel momento l'avevo vista esser una troia che voleva solo godere con un altro maschio e questo, per me, fa molta differenza.
Il mese prossimo inviterà di nuovo Tony e non vedo l'ora, perché le sensazioni che ho provato sono state così forti ed intense che, al solo pensiero, mi viene talmente duro, da dover ricorrere ad una sega.
27
0
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Ho fatto montare mia moglie al privé.
Mi chiamo Paolo, ho 42 anni, sono di media statura, occhi scuri, fisico normale leggermente in sovrappeso e da 18 anni sono sposato con Daniela, che ha due anni meno di me, capelli castano chiari, seno molto bello e un po' appuntito con capezzoli grossi e fianchi larghi, un bel culo e due belle cosce lunghe e tornite. In questi ultimi tempi, avevo notato, e lo stesso aveva fatto anche lei, che nel sesso fra noi, era subentrata un po’ di monotonia. Da qualche tempo, onde ovviare a questo calo di libido, avevo maturato una fantasia: vederla scopata da altri uomini. Sì, mi sarebbe piaciuto che lei potesse godere con cazzi diversi dal mio che, in ogni caso, è un bel cazzo, nella media. Da tempo avevo preso a visitare siti scambisti e, dopo essermi registrato su uno di essi, ho iniziato ad interagire con altre persone che nutrivano la mia stessa fantasia o, quanto meglio, avessero già vissuto qualche esperienza di quel tipo. Sono entrato in contatto con Marco, che abitava non troppo lontano da noi: un bel giovane di 30 anni, già abbastanza esperto, ben dotato per come appariva da certe immagini sul suo profilo ed egli stesso ha ammesso di averlo lungo ben oltre i 20 cm, con un’ottima circonferenza. Mi ha chiesto di scattare alcune foto di lei nuda e, quando gliele ho mostrate, l’ha trovata senz'altro concupiscente al punto da eseguire un breve video, nel quale si masturbava raccontandomi quanto se ne sentiva preso e come l’avrebbe scopata su gliene avessi offerto l'occasione. Devo confessare che tutto questo ha eccitato moltissimo anche me. Questo continuo dialogare con lui, mi ha eccitato sempre di più e così, un bel giorno, ho deciso di parlarne con lei e, mentre facevo scorrere le foto di lei nuda che avevo postato sul sito, le ho confessato che mi sarebbe piaciuto andare con lei in uno di quei posti dove provare a trascorrere qualche ora per valutare se quel tipo di gioco avesse potuto mettere un po’ di pepe nel nostro rapporto.
Lei è rimasta alquanto sorpresa.
«Ma sei proprio sicuro che non ti dispiacerebbe se mi facessi scopare da un altro maschio?»
L’ho guardata, le ho sorriso e, dopo averla baciata, le ho riferito che non mi sarebbe dispiaciuto affatto, se avesse fatto sesso con qualcun altro e, soprattutto, ne avesse goduto alla grande. Con mia sorpresa, ha accettato di andare una sera in un club prive', giusto per vedere come ci si divertiva in quei posti. Quando ne ho parlato con Marco, mi ha consigliato un posto molto carino che lui frequentava abitualmente, dove c’era la possibilità di trascorrere ore liete senza esser infastiditi da chi non era gradito e, sicuramente, lei avrebbe potuto cogliere avventure davvero interessanti. Ovviamente ci siam messi d'accordo per incontrarci la sera in cui saremmo andati nel locale e, a quel punto, lui mi ha anche dato consigli sulle cose da far indossare a mia moglie e, soprattutto, quale comportamento avrei dovuto tenere affinché potesse divertirsi, senza sentirsi inibita. Vi andammo il sabato successivo e quella sera lei era molto avvenente: dall'estetista si era fatta radere i peli della fica, lasciandone solo una sottile striscia molto corti sul pube. Su mio suggerimento, aveva indossato della lingerie nera, molto sexy, sotto un vestito nero molto leggero e piuttosto corto, con aperture ai lati delle cosce, che, al suo incedere, mostravano il pizzo delle autoreggenti e, a completare, aveva ai piedi delle scarpe tacco 12, che servivano ad evidenziare il suo meraviglioso culo, rendendolo ancor più invitante. Giunti nel locale, a noi si è avvicinato Marco e, fatte le presentazioni, abbiamo iniziato a chiacchierare e bere qualcosa. Mia moglie, che all’inizio era un po’ tesa e nervosa, con la sua presenza si è rilassata, sentendosi subito a suo agio con lui. Quando mi ha chiesto di ballare, ho rifiutato, esortandola a farlo con Marco, così da ulteriormente affiatarsi con l'amico. I due hanno preso a ballare ed era un ritmo molto lento, per cui era giocoforza esser stretti, abbracciati, facendomi render conto che quel movimento permetteva ad entrambi di strofinare i loro corpi, l’un con l’altro. Marco l'ha presa per la vita, premendo il suo bacino contro quello di lei, che gli ha allungato le braccia intorno al collo. Quel modo di ballare non aveva nulla di diverso da un coito vero e proprio: Marco strofinava il suo pacco gonfio contro di lei, mentre le diceva qualcosa all'orecchio ed approfittava anche a farle scorrere la lingua sul collo e, poi, sulle labbra, mentre una sua mano le stringeva il culo. A fine ballo, una volta separati, Marco ho preso la mano di mia moglie e se l’è appoggiata sul membro, che lei ha cominciato a tastare dolcemente. Si son baciati a lungo e intensamente, mentre lui le accarezzava il culo e lei continuava a strofinare la mano su quel grosso cazzo, che gli si gonfiava sotto i pantaloni. Son tornati al nostro divanetto e, con un cenno del capo, sono stato invitato a seguirli oltre una grossa tenda, nell’area riservata. Una volta entrati all’interno di una camera, ho chiuso la porta, notando Daniela leggermente confusa; guardava lui e me, titubante sul da farsi. Così ho preso l'iniziativa: ho cominciato a baciarle la bocca e alzarle il vestito; le ho abbassato le mutandine, mentre lui, da dietro, si è appoggiato, con il suo cazzo grosso fra le chiappe di mia moglie; ha allungato una mano davanti, per titillarle la figa ormai bagnata. Quando Daniela ha iniziato a gemere, le ho aperto ancor di più le gambe ed ho fatto cenno a Marco di continuare. Ha preso a baciare mia moglie sulla bocca, sul collo, mentre le titillava il clitoride o la masturbava con sempre maggior vigore, poi ha estratto il suo cazzo magnificamente eretto e, presa una mano di Daniela, glielo ha fatto stringere. Mia moglie ha cominciato a masturbarlo con espressione sognante: era evidente quanto fosse eccitata, allora si è piegata davanti a lui e glielo ha preso in bocca, succhiandolo golosamente, mentre io proseguivo a sollecitarle la figa da dietro e mi masturbavo. Ad un certo punto si è velocemente spogliata, subito imitata anche da noi, per poi sdraiarsi sul letto a cosce aperte; io mi son inginocchiato di lato e le ho offerto il mio cazzo da succhiare, mentre Marco, sdraiato fra le sue cosce, ha preso a leccarle la fica, facendole subito raggiungere un orgasmo. L'effetto è stato tale da farla vibrare tutta, cosicché, ebbra di desiderio, ha afferrato i capelli di Marco, trascinandolo su di sé, gli ha afferrato il cazzo e se lo è sistemato all'ingresso della figa; lui non ha perso tempo: con una spinta decisa, gliel’ha infilato tutto dentro, fin in fondo. Ad ogni vigorosa spinta di quel maschio che la montava, vedevo le tette di Daniela che sballottavano, mentre urlava dal piacere.
«Mmmmmmm, che toro e che cazzo stupendo mi stai ficcando dentro! È fantastico! Mi slarga la fica in una maniera indescrivibile!»
L’ho vista godere subito moltissimo e questo ha acuito ancor più la mia eccitazione. Allora ho rivolto lo sguardo a Marco, chiedendogli se era tutto di suo gradimento.
«Ti piace la cagna? Adesso, finalmente, puoi scopare questa troia che hai desiderato forse anche da troppo tempo. Dai, falla godere come non mai!»
Lui la sbatteva con forza ed ha subito preso ad elogiare le sue doti da troia.
«Scopa meravigliosamente e la sua fica è così calda, che ho desiderio di riempirla di sborra bollente! Ti avevo detto che, se ne avessi avuto l’occasione, te l’avrei scopata fino allo sfinimento!»
Nel frattempo, accanto a lei, mi stavo facendo la migliore sega della mia vita e, dopo un suo ennesimo orgasmo, ho deciso di sborrare nella fica di mia moglie, per poi consentire anche a lui di riempirle la bocca di sborra. Quando lei ha annunciato di esser prossima ad avere un nuovo orgasmo, ho chiesto a Marco di toglierlo, così potevo, a mia volta, metterglielo dentro e, mentre lei veniva, in totale orgasmo, avrebbe potuto succhiare il cazzo di Marco, con la speranza che lui le sborrasse in bocca. Tutto questo perché mia moglie non ha mai eseguito un pompino con l’ingoio ed ora, vedendola così presa, era possibile che l'avrebbe fatto, dandomi una grande soddisfazione. Lui, che era a conoscenza di questo mio desiderio, ha capito bene quali erano le mie intenzioni. Quindi ha afferrato la testa di mia moglie ed ha cominciato a scoparle la bocca con la stessa intensità con cui le stavo pompando la fica. Ero molto eccitato all'idea che qualcuno potesse venirle in bocca, poiché a me non lo aveva mai lasciato fare: chissà che ora, in piena estasi dell'orgasmo, non avrebbe continuato a succhiare quel cazzo che tanto piacere le aveva donato. Io la osservavo attentamente, curioso di vedere cosa sarebbe successo quando lui le avrebbe schizzato lo sperma, caldo e denso, nella bocca. Per una frazione di secondo, ha fatto il gesto di volerlo tirar fuori, ma poi, con mia grande sorpresa, ha continuato a succhiarlo, ricevendo tante schizzate, una dopo l'altra, al punto da riempirle la bocca fino a tracimare dalle sue labbra e qualche goccia è anche caduta addosso a me. Eccitato dalla visione di mia moglie che finalmente ingoiava una generosa sborrata, le ho scaricato dentro tutto il mio piacere, lasciandole la figa ben allagata. Lei ha continuato a succhiare il cazzo di Marco, che non ha dato nessun cenno di cedimento e, ancora ben duro, si è sfilato dalla bocca di Daniela e, quando anch’io sono uscito dalle sue cosce, lui l’ha girata e l'ha fatta inginocchiare davanti a sé. Ha subito preso a scoparla da dietro, facendola ancora godere senza soluzione di continuità. Io, completamente estasiato dal gioco che stavamo facendo, mi son sistemato davanti a mia moglie e le ho dato il mio cazzo da succhiare. Lei, senza alcuna esitazione, me lo ha preso in bocca, succhiandolo con forza, per riportarlo alla sua naturale vigoria. Lui la scopava con colpi fortissimi e lei godeva a ripetizione. Poi abbiamo cambiato di nuovo posizione: lui si è sdraiato supino e lei gli è salita sopra, cavalcandolo. Era uno spettacolo di un erotismo unico veder mia moglie fare su e giù su quel membro, con i seni che sballottavano davanti la faccia di Marco che, allungate le mani, li ha afferrati ed ha preso a stringerli e strizzarne i capezzoli, dandole ulteriore piacere. In tutto questo la mia eccitazione aumentava sempre più e, dopo che lei ha goduto per l’ennesima volta, lui l’ha spinta di lato e, dopo averle sfilato il cazzo dalla fica, glielo ha posizionato sul culo. In tanti anni di matrimonio, ho avuto il piacere di scopare il culo di mia moglie solo due volte, perché questo genere di rapporto non è mai stato di suo gradimento ed ora ero curioso di vedere se, dopo la sborrata in bocca, accettava anche di farsi sfondare il culo da quel grosso membro, che sicuramente glielo avrebbe aperto in maniera definitiva. Lei non ha opposto alcun rifiuto, anzi, con le mani ha aperto le chiappe per favorirne l’introduzione e lui, con un affondo deciso, le è entrato dentro fino in fondo. Ho visto l'iniziale smorfia di terrore sul volto di mia moglie, ma, dopo che lui le ha dato modo, per più di qualche secondo, di far adattare l'orifizio alle sue dimensioni, ha preso a stantuffarla. Nel mentre, si è girato verso di me e mi ha invitato a farla godere, leccandole la fica. Ho infilato la testa tra le cosce di mia moglie ed ho preso a leccarle la fica da cui ancora fuorusciva la sborra che vi avevo riversato dentro e, nello stesso tempo, potevo vedere quel grosso membro sfondare il culo di Daniela con il massimo del piacere. Ho preso a leccare tutto ciò che gocciolava dalla fica di mia moglie, mentre lei godeva come una matta e, ad un tratto, mi ha afferrato il cazzo e se lo è infilato tutto in gola, succhiandolo con forza. Ero così eccitato che, poco dopo, le ha scaricato in bocca un’ennesima sborrata che, questa volta, lei ha ingoiato fino all’ultima goccia. Ero estasiato dal piacere che stavo provando e per il fatto che vedevo Daniela godere sotto i colpi di quel toro, che le sfondava il culo con sommo piacere. Ad un tratto lui, dopo averla fatta godere ancora una volta, con un grido, ha cominciato a scaricare nel culo di mia moglie una sborrata notevole e lei, nel sentire quel piacere, ha fatto un movimento un po’ brusco, cosicché quel cazzo le si è sfilato dal culo ed io me lo son ritrovato davanti alla faccia. Mentre continuavo a leccare la fica di Daniela, mi son preso in bocca anche una sborrata di Marco. Lui, visto che ormai il cazzo si era sfilato dal culo, con un affondo deciso, lo ha spinto di nuovo tutto dentro la fica di Daniela, continuando a pomparla fino a completare la sua sborrata dentro di lei. Io son rimasto sorpreso dalla schizzata di sborra in faccia e mi son spostato, rialzandomi; mi son avvicinato al viso di mia moglie, che, quando mi ha visto imbrattato di sborra, mi ha tirato a sé e, dopo avermi baciato, mi ha leccato il seme presente sulle mie guance. Anche Marco era giunto al limite e, dopo un po’, si è sfilato da lei con il cazzo moscio, ma ancora fradicio dei suoi e miei umori. A quel punto, Daniela l’ha attirato a sé e, presa quella verga ormai barzotta in mano, si è messa a leccarla e pulirla, poi si è girata verso di me e me lo offerto da succhiare e leccare, insieme a lei. Non ho avuto un attimo di esitazione e, insieme, ci siamo dedicati a pulire quel membro che tanta goduria le aveva donato. È stata un’esperienza forte ed entusiasmante e, da allora, oltre a Marco, che rimane sempre uno dei tori preferiti con cui mia moglie ama scopare, abbiamo avuto altri maschi nel nostro letto e il nostro rapporto sessuale, oltre che appagante, si è arricchito di tante sorprese che ci fanno condurre una vita oltremodo emozionante.
30
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
La prima volta.
Alle elementari mi piace succhiare i miei compagni di classe, e lo facevo nel bagno quando la maestra acconsentiva di farmi andare al bagno. ovviamente, mi sedevo sul water, e succhiavo il cazzo a tutti i miei compagni, o meglio, loro sapevano, ad uno per volta, gli ciucciavo il cazzo, ovviamente niente sborra, si era ancora troppo giovani, però mi piace un casino farlo. un bel giorno però uno dei bidelli si presento davanti a me con il cazzo fuori dicendomi, Sono giorni che ti vedo da lassù (indicando il muro sopra la toilette, ed ora spompini anche me altrimenti ti sputtano, davanti ad un ricatto simile e vile allo stesso tempo, non ho avuto scelta, che poi era un bel cazzo, molto peloso e durissimo, molto diverso di quello che avevo succhiato fino a quel momento, iniziai a ciucciarglielo, dopo circa 5 minuti mi prende la testa con le due mani e cerca di ficcarmelo tutto in bocca, schizzandomi la sborra dentro, quella volta me ne uscì anche dal naso, la ingoiai tutta, non mi aveva dato altra scelta.
ti è piaciuto? no era molto brutta, ma mi è piaciuto molto, se oggi pomeriggio vieni a trovarmi te ne darò ancora, mi disse il posto che conoscevo di già. e li mi sverginò, da quel giorno non ho mai smesso di prenderlo nel culo ed in bocca, di ingoiare e di farmi baciare, continuammo per diversi anni.
39
0
2 years ago
admin, 75
online -
Contento di essere cornuto!
Mi chiamo Stefania, ho 34 anni, sono alta 1,65, capelli neri abbastanza lunghi, occhi scuri, bocca normale, seconda di seno e, a mio avviso, ho il culo un po’ grosso, fianchi larghi e cosce abbastanza belle. Sono una persona normale, che non ama apparire, che se ne sta un po' defilata senza suscitare ammirazione, ma nemmeno ribrezzo. In pratica, sono una normalissima persona, come tante. Sono sposata con Carmelo, un bel maschio alto 1,75, spalle larghe forti, fisico massiccio, ma non palestrato e, fra le gambe, anche una buona dotazione che sa usare abbastanza bene. Siamo sposati da sette anni e, mentre io lavoro come cassiera in un supermercato situato all’interno di un grande centro commerciale, lui, da due anni, lavora come meccanico specializzato presso una concessionaria, che vende auto estremamente costose. A volte, quando ne parla, mi fa quasi rabbia pensare che ci sono vetture che costano quanto un appartamento, o meglio una villa, e questo suo nuovo ambiente di lavoro, lo ha anche cambiato. Fino a questo momento, è sempre stato un buon marito, affettuoso e disponibile, e anche il sesso fra noi non era roba da film porno, ma, in ogni caso, una o due volte a settimana, una bella scopata intensa ed appagante l’abbiamo sempre fatta. Da quando ha cambiato lavoro, mi guarda con occhi diversi, perché si è abituato a trovarsi tra gente estremamente ricca, che si accompagna a femmine bellissime e vestite in maniera molto provocante. È chiaro che il raffronto con quello che vede e quello che trova nel letto, è totalmente a mio sfavore. Così i nostri rapporti sessuali hanno perso di vivacità, oltre che di frequenza, ed ora, al massimo, lo facciamo una volta al mese. Ho cercato di ottenere una spiegazione in proposito, ma lui ha semplicemente detto che non aveva più voglia. Allora mi son data da fare a stimolare, in qualche modo, il suo desiderio, indossando della biancheria più seducente, con il solo risultato di provocare la sua pungente ironia.
«Ma smettila! Non sono un paio di mutandine o un reggiseno diverso che fa la differenza; non riesci più a farmi eccitare come una volta.»
Pur furiosa, ho cercato, nel contempo, altri rimedi, ma senza trovarne. Alla fine, dopo un mese che non facevamo sesso per niente, mi son ridotta a supplicarlo.
«Amore, ti prego, facciamo l'amore? Ho una voglia pazzesca! Ho la fica in fiamme ed ho voglia di godere tra le tue braccia. Ti prego, guardami! Lo so che non sono una super fica come quelle che vedi ogni giorno, ma non sono neanche da buttare.»
Lui ha scosso la testa e mi hai esternato, ancor di più, la sua totale indifferenza.
«Lasciami in pace! Ti ha detto che non ne ho voglia! E poi, se hai la fica in fiamme, trova qualcuno che ci butti un secchio d’acqua. Anzi, sarei proprio curioso di vedere chi è quel disperato che ti scopa!»
Sono scattata in piedi sul letto, furiosa e decisa a vendicarmi per quel suo disprezzo.
«Mi vuoi dire che posso anche trovarmi uno che mi scopa?»
Lui ha sorriso e, girandosi verso di me, mi ha guardato con aria totalmente indifferente.
«Uno, due, o quanti te ne pare, basta che mi lasci in pace; ti chiedo solo una condizione: fatti scopare qui in casa, dove nessuno può vedere e sapere.»
L’ho guardato, basita! Ero talmente furiosa che lo avrei preso a pugni, se fossi stata forte abbastanza da fargli male.
«Guarda che ti prendo in parola, ne trovo uno e mi faccio sbattere fin quando ne ho voglia. Poi, però, non ti lamentare, se ti chiamo cornuto.»
Lui ha scosso la testa, dicendo che non gliene importava nulla, si è girato di fianco e si è messo a dormire. Io ero talmente arrabbiata, da non riuscire nemmeno a prender sonno, ma dentro di me, ha preso forma l’idea di mettere in pratica le parole di mio marito. Il giorno successivo, prima di entrare al lavoro, faccio un giro per il centro commerciale e, dentro un negozio di intimo, parlo con la commessa, per ricevere qualche suggerimento sul come valorizzare il mio seno. Lei mi mostra un particolare reggiseno, che fa apparire molto accattivante la mia seconda misura. Poi parlo con una mia amica che lavora nel centro estetico della stessa struttura e mi dice che, durante la pausa pranzo, può eseguire qualche significativo cambiamento al mio aspetto. Prima di andare al lavoro, passo anche in un negozio di calzature e, anche qui, la commessa, amica mia, mi consiglia delle scarpe dal tacco molto alto, con un plateau da 10 cm, in modo da farmi apparire ancora più alta di quel che sono. Quando le indosso e mi osservo allo specchio, rimango io stessa stupita da come, oltre a slanciare la mia figura, mi fanno inarcare il culo, e tutto questo mi piace ancor di più. Durante la pausa pranzo, l’amica estetista mi consiglia una serie di trucchi per valorizzare i miei occhi, il mio viso e, inoltre, mi esegue una semi depilazione della mia patata, per renderla ancor più attraente. Mi consiglia di indossare mutandine molto particolari: brasiliane, string o perizomi, che, in ogni caso, aumentano la sensazione di sentirsi piacenti, quando ci si muove tra la gente. Decido di cambiare anche il taglio di capelli e, da molto lunghi che li avevo, li accorcio all’altezza delle spalle. Naturalmente questo cambiamento nemmeno è stato notato da mio marito, ma stavolta non me la son presa più di tanto: mi sentivo bella e concupiscente e questo, per me, era l'importante. Una volta creata la nuova Stefania, restava solo un unico problema: trovare un maschio che mi piacesse e mi scopasse. Inizialmente pensavo fosse abbastanza facile, invece ho dovuto prendere atto che la cosa presentava non poche difficoltà. Mi avventuro un paio di volte per strada, vestita in maniera appariscente e con la speranza di rimorchiare un cazzo che mi faccia godere, invece ho l'impressione che il mio aspetto provocante intimidisca le persone, piuttosto che spronarle a farsi avanti. Poi, un pomeriggio, mentre sono nel parcheggio del posto di lavoro e mi accingo a partire con la mia auto, accidentalmente un signore, facendo retromarcia, finisce col toccare il paraurti della mia auto. Subito scende e, mortificato, si offre di pagarmi i danni. Quando a mia volta scendo dall'auto, indosso solo la mia divisa da lavoro, che è costituita, in genere, da pantaloni ed una camicetta, ma, potendo scegliere, ultimamente indosso una gonna che, anche se non corta, comunque rende merito alla mia femminilità.
«Signorina, sono estremamente mortificato per averle danneggiato l'auto e sono disposto a pagare quanto occorre pur di rimediare a questa mia disattenzione.»
Lo osservo e mi accorgo di trovarmi davanti un bell’uomo, dall’apparente età intorno alla quarantina, dai capelli leggermente brizzolati ed un pizzetto intrigante, che gli rende il viso volitivo.
«Non credo che ci siano gravi danni e questa leggera ammaccatura, che figura sul paraurti, forse era anche già esistente.»
Lui mi osserva e resta stupito dal fatto che io non intenda approfittare e chiedere soldi extra. Si avvicina, mi guarda insistentemente, si presenta da perfetto gentiluomo e mi offre di prendere almeno un aperitivo con lui, poiché è quasi l’ora di cena.
«Mi chiamo Dario e sono sorpreso dalla sua lealtà. In ogni caso, mi permetta almeno di offrirle un aperitivo, poiché è quasi ora di cena.»
Lo guardo ed accetto volentieri, ma, lo prego di scegliere un posto al di fuori del centro commerciale, dove avevo appena finito di lavorare. Lui ci pensa un attimo, e mi chiede di seguirlo, perché, non molto lontano c’è un bar con un comodo parcheggio ed una piccola veranda, dove si può stare in assoluto relax. Lo seguo e, mentre parcheggio, mi rendo conto che, pur non essendo vestita sexy, ho in ogni caso rimediato un drink e, così, decido di sbottonare un po’ la camicetta e velocemente sfilare il reggiseno, in modo tale che, pur se il mio seno non è molto voluminoso, in qualche modo potrò apparire più sexy allo sguardo di quell’uomo che mi piace davvero. Quando ci troviamo seduti al tavolo, vedo che il suo sguardo indugia all’interno della mia camicetta ed io, per provocarlo un po’, mi giro leggermente di lato, in maniera che la stoffa, lasciata lenta, faccia vedere, se non addirittura i capezzoli, almeno buona parte del mio piccolo seno.
Si rivela subito esser una persona simpatica, cordiale, e mi informa di trovarsi in città per affari e che ci ritorna periodicamente, dove si trattiene, in genere, per due o tre giorni. Ora si sentiva particolarmente fortunato ad aver incontrato una persona come me, cui, se ne avessi avuto piacere, potersi accompagnare a cena, atteso che, a mangiar da soli, è davvero una cosa molto triste. Lo guardo e mi rendo conto quanto quel suo modo di fare sia intrigante: praticamente mi sta invitando a cena quella stessa sera, sempre che non abbia altri impegni. Quando gli rispondo di esser assolutamente libera, i suoi occhi brillano di gioia e, quindi, mi dà appuntamento in questo stesso bar per le 20'.00, per andare a cena insieme. Accetto e, sorseggiato il nostro aperitivo, ci lasciamo con l’accordo di ritrovarci fra circa due ore, per trascorrere la serata assieme. Quando torno a casa, trovo un biglietto di mio marito che mi dice che passerà la serata in compagnia dei suoi colleghi di lavoro, per festeggiare il compleanno di uno di loro e, per questo, andranno tutti a cena in una delle pizzerie che abitualmente frequentano. Io, per niente infastidita dalla cosa, mi faccio una rapida doccia, poi apro l’armadio e decido cosa indossare per la sera. La serata non è molto fredda, così decido di indossare un bel tubino elasticizzato, calze autoreggenti e scarpe con il tacco alto. Quando mi guardo allo specchio, il mio culo risulta messo ben in mostra e anche il seno, non sembra niente male. Mi trucco leggermente, senza esagerare, ma giusto quel tanto che basta per evidenziare i miei occhi e, soprattutto, le labbra, che ricopro con un colore rosso fuoco che, sicuramente, non passano inosservate. Quando giungo sul luogo dell’appuntamento, lui è già lì e, quando mi vede, si complimenta con me per il mio splendido outfit. Ci dirigiamo speditamente oltre la tangenziale e, ad un tratto, sale lungo una strada che porta in collina e, una volta entrati in un piccolo agriturismo, ci mettiamo seduti in un tavolo, davanti alla vetrata, da cui si gode il panorama della città tutta illuminata. Lo guardo ed osservo le sue mani stupende; lui mi chiede come mai una bella ragazza come me, che porta alla fede al dito, ha accettato di uscire a cena con lui. Lo guardo e decido che voglio esser estremamente sincera con lui.
«Ho un marito che non si interessa di me, perché è affascinato da donne sexy e procaci. Trova che sua moglie non sia più in grado di suscitare l’interesse di un maschio, né tantomeno di farlo eccitare abbastanza, da far sesso e farmi godere.»
Lui, mentre stava mangiando, al sentire le mie parole, gli va quasi di traverso il boccone. Mi guarda sbalordito e, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, mi prende il viso con entrambe le mani, e pronuncia delle parole mi fanno illanguidire tutta.
«Ti prego, non comprare un paio di occhiali a tuo marito! Se è talmente cieco, da non accorgersi di quale splendida femmina abbia al fianco, lascialo pure nella sua convinzione, perché ti assicuro che si sbaglia di grosso: sei infinitamente stupenda! Ho capito di quali donne lui parla: tutte puttanelle innamorate dei soldi, ma, a letto, bastano due leccate ed una scopata, e già sono sfinite, mentre tu devi esser una femmina calda, da far goder bene ed a lungo.»
Lo guardo con lacrime di gioia agli occhi e anche lui mi fissa intensamente. Così, senza dir nulla, ci alziamo e ce ne andiamo. Stavo per proporgli di andare a casa mia, ma decido che voglio punire ben a fondo mio marito, così gli suggerisco di portarmi nel suo hotel, in camera sua. Una volta entrati, ci siamo letteralmente strappati i vestiti di dosso e, completamente nuda, mi son sdraiata sul letto. Con la mano destra, ho aperto le labbra della mia fica per lui, mentre con la sinistra mi davo da fare a strizzare i capezzoli delle tette, mentre fissavo intensamente il suo cazzo, lungo e duro, forse non della stessa circonferenza di quella di mio marito, ma, in ogni caso, una verga di tutto rispetto. L’ho guardato con occhi languidi, invitandolo a farmi godere. Lui si è inginocchiato sul letto e mi ha ammirato a lungo, osservando con quanta libidine mi stavo offrendo a lui.
«Meravigliosa! Sei davvero una gran fica! Questa sera voglio proprio farti impazzire!»
Appena pronunciate queste parole, si è allungato fra le mie cosce ed ha subito preso a giocare con la lingua, facendomela scorrere lungo la fessura della mia fica, dal basso verso l’altro, per poi titillare, con la punta, il mio bottoncino che, al solo tocco, mi ha fatto emettere un gemito lungo e voluttuoso. Ho urlato subito un orgasmo improvviso, sconvolgente che ha sorpreso anche lui per la rapidità con cui ero venuta.
«Accidenti! Ma quanto tempo è che non scopi? Mi è bastato toccarti appena per farti godere! Tranquilla, perché, questa sera, la voglia te la soddisfo io, finché non mi dici basta.»
Mentre mi leccava e beveva tutto il nettare che sgorgava dalla mia fica, ha infilato due dita, una in fica e l’altra nel culo, facendomi sobbalzare dal piacere. Quelle dita mi penetravano sempre più velocemente e più vigorosamente, quindi ho alzato le gambe ancor più in alto, per aprirmi completamente a lui. Ho urlato che stavo venendo ancora, mentre dalla fica è sgorgato un fiume di piacere, più abbondante del precedente ed un mare di liquido caldo gli ha coperto il viso. Stavo impazzendo dal piacere, al punto da avere il corpo completamente fuori controllo e la mente concentrata su quell'immenso piacere che stavo provando. Di colpo mi sono rigirata ed ho afferrato, con entrambe le mani, quella colonna di carne che svettava imperiosa davanti alla mia faccia. Ho preso a leccarla partendo dalla punta scivolando giù lungo l’asta, fin quando non sono arrivata davanti a quei due stupendi testicoli grossi e gonfi. Allora li ho alternati nella bocca, succhiandoli, mentre con la mano carezzavo e continuavo a tener ben stretta la verga, che sembrava diventare ancor più nerboruta e possente. Ero troppo eccitata ed anche lui se ne è reso conto, soprattutto quando mi sono sdraiata supina e, aperte di nuovo le cosce, l’ho pregato di scoparmi, perché volevo assolutamente il suo cazzo dentro di me, oltreché per godermelo da pazzi, per impalmare la testa di mio marito di un bel paio di "corna".
Lui mi si è inginocchiato davanti e, appoggiata quella bollente cappella fra le labbra della mia fica, ha spinto il suo cazzo, fin nel profondo della mia intimità. Mi è entrato completamente dentro con quella spinta potente, poi ha iniziato a scoparmi forte e veloce, mentre le mie piccole tette sobbalzavano ad ogni spinta, facendomi subito godere. Ho allungato le braccia lungo i fianchi, inarcando le gambe per andare incontro alle sue spinte, permettendo che lui mi scopasse a suo piacimento, che usasse il mio corpo, la mia fica, per farmi godere, mentre io impazzivo stimolata dalla vigoria del suo cazzo che, ad ogni spinta, lo sentivo urtare sul fondo, procurandomi di continuo una scarica di piacere di volta in volta più intensa. L'odore di sesso ha riempiva l’intera stanza ed io lo sentivo, lo respiravo e, intanto, aumentava la mia eccitazione; poi, son esplosa in un orgasmo travolgente, mentre dalla fica sgorgava nettare come un fiume in piena. Ho avuto un orgasmo che mi ha letteralmente stordito e, così, ho sollevato i miei fianchi per incontrare il suo cazzo e attrarlo più a fondo nella mia fica bollente. Il mio orgasmo si è intensificato ancor di più ed ho iniziato ad urlare di piacere, mentre lo incitavo a godere dentro di me.
«Ti prego! Mi stai facendo impazzire! Voglio il tuo orgasmo dentro di me! Ora! Ora vengo!»
Lui ha continuato a pomparmi con più forza e velocità, finché, con una smorfia di felicità, ha iniziato a riempire il mio ventre del suo piacere. Quando ho sentito quel cazzo iniziare a scaricarsi dentro di me, ho avvertito, una per una, tutte le pulsioni che mi schizzavano dentro la sua crema densa e bollente. Potevo sentire l'intensità del suo orgasmo e, nello stesso tempo, verificarlo sul suo viso, nel suo corpo teso e rigido, mentre mi sbatteva dentro quel cazzo che schizzava in continuazione, provocandomi ulteriore godimento con lui e per lui.
Una volta placati i nostri sensi esacerbati, lentamente si è abbassato su di me fino a premere il suo petto contro i miei seni e mi ha baciato appassionatamente. Le nostre lingue si sono intrecciate in una danza erotica, senza fine, mentre mi sentivo soddisfatta per aver abbondantemente cornificato mio marito. Chissà se deve aver avvertito quel mio sentimento, perché in quello scambio di emozioni, il suo cazzo è diventato più morbido, dentro di me, poi ho sentito un rivolo di sperma colare fuori di me e scivolare giù lungo il buco del culo, mentre il suo cazzo, ormai sgonfio, usciva dalla mia fica inzuppata e slabbrata. Mi si è sdraiato di lato ed io gli ho appoggiato la testa sul petto; in quella posizione, ho visto il suo cazzo ancora ricoperto degli umori miei e del suo sperma e, a quel punto, dentro di me, ho deciso che non mi sarei fermata ancora: volevo godermi ogni attimo di quella meravigliosa scopata e sentire il fluire della sua crema mentre usciva da me. Ho spostato lentamente la testa verso il suo inguine e, quando ho raggiunto il suo cazzo moscio, ho iniziato a leccare lo sperma di cui era intriso, poi l'ho risucchiato nella mia bocca. A quello stimolo, il suo cazzo ha preso a reagire, allora me lo sono spinto tutto in gola. Lui non è rimasto passivo, si è rigirato e le sue dita hanno avuto libero accesso alla mia fica tumefatta, ancora gonfia e congestionata per la meravigliosa scopata appena portata a termine. Le sue dita si sono immerse in me ed hanno aumentato la fuoriuscita dello sperma che era dentro di me. Gemevo a bocca piena per il piacere che le sue dita mi stavano di nuovo provocando, ma, soprattutto, mi son resa conto che utilizzava lo sperma per lubrificare il mio culetto. L’azione delle mie labbra e della lingua, hanno ben presto raggiunto il risultato sperato: era tornato di nuovo duro. Lui mi ha sorriso e si è stupito del facile risultato.
«Non posso credere che tu mi abbia fatto diventare duro di nuovo! Voglio premiare questa tua bravura e fotterti ancora a lungo.»
Gli ho sorriso, poi l'ho pregato di scoparmi più forte. Subito mi son messa in ginocchio, appoggiandomi sui gomiti, mentre ho sollevato il culo come un invito. Ha sorriso mentre si è inginocchiato e posizionato dietro di me, e, appoggiata la cappella all'ingresso della mia fica calda, ho spinto il mio corpo indietro per averlo subito dentro di me. Mi ha afferrato per i fianchi, tirandomi avanti e indietro sul suo cazzo martellante. Stavo venendo ancora, un orgasmo dopo l’altro. Stavo urlando, con la mia faccia affondata in un cuscino, mentre lui continuava a martellarmi la fica con un ritmo sempre più forte e intenso. Dopo l’ennesimo orgasmo, lui si è allungato su di me e, afferrati miei seni, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e, mentre torturava i miei capezzoli, la sua bocca appoggiata sul mio collo mi procurava altri brividi. Ho sentito i suoi movimenti più veloci.
«Vieni, sborra ancora, questa volta non dentro la mia fica, sul mio corpo.»
Mi ha portato di nuovo ad un altro orgasmo, poi si è sfilato e, spintami di lato. mi ha fatto sdraiare supina. L'ho guardato negli occhi, mentre lo sperma iniziava a fuoriuscire dal suo cazzo. La potenza dei primi due schizzi è arrivata oltre le mie tette, sulla faccia e tra i capelli. Gli ultimi due li ho presi proprio sulle tette e li ho spalmati per bene portando poi le dita alla bocca, per ripulirle e leccarle una ad una, mentre lui, dopo aver spremuto l’ultima goccia, mi ha avvicinato quello splendido cazzo, che mi aveva fatto tanto godere, alle labbra ed io l’ho succhiato avidamente, raccogliendo anche l’ultima stilla di sborra. Si è sdraiato accanto a me e si è complimentato per il piacere che aveva provato a scopare una femmina come me. Lo ascoltavo parlare e, dentro di me, mi son chiesta se fossi stata davvero così fortunata a trovare un amante così abile, al primo tentativo o se fosse stato lui ad essere fortunato oltre che abile. Forse questo era solo il risultato di una eccitazione repressa. Quando son tornata a casa, ho trovato mio marito ancora sveglio e, quando mi ha visto con i capelli ancora imbrattati di sborra ed ha sentito l’odore di maschio che ancora persisteva sul mio corpo, i suoi occhi hanno preso a brillare di gioia e le sue parole mi hanno letteralmente sconvolta.
«Finalmente! Credo proprio che qualcuno ti abbia montato come una vacca! Era esattamente questo ciò che volevo! Adesso apri le cosce, perché voglio leccare tutto il suo corpo e, in particolare, la tua fica di sicuro ancora piena di sperma.»
L’ho guardato senza capire e lui è stato molto esauriente nel darmi una spiegazione.
«Dario è un nostro cliente da tempo e, un giorno, mentre gli stavo facendo il tagliando alla sua Maserati, in officina è entrato un tizio con una puttanella da quattro soldi, vestita in modo da non lasciar nulla all’immaginazione, così, entrambi abbiamo commentato che l'erotismo era qualcosa di diverso dal mostrarsi così sfacciatamente, al punto da inibire un vero e proprio desiderio. In breve siamo diventati amici e, quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto movimentare un po’ il mio matrimonio, si è offerto di aiutarmi. Così abbiamo messo in atto il piano che oggi ha avuto il suo previsto epilogo. Mi sarebbe piaciuto che fossi venuta a casa nostra, perché la cena era solo una scusa ed avrei volevo vederti mentre scopavi con lui, ma son felice lo stesso che tu abbia goduto fra le sue braccia. Spero che, in futuro, mi permetterai di assistere alla tua monta da parte di un toro come lui, che di certo ti avrà fatto godere tantissimo.»
Sbalordita, mi son lasciata spogliare e lui ha preso a leccare ogni centimetro del mio corpo, ancora ricoperto della sborra di Dario, mentre, dentro di me, ha preso forma la forte convinzione che ho un marito che è un adorabile cornuto e che, se è questo che vuole, saprò accontentarlo in maniera molto soddisfacente sia per me che per lui, in considerazione del risultato ottenuto la prima volta.
23
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Ha fatto il culo a mia moglie.
Mi chiamo Luigi, ho 27 anni e sono sposato con Emma, che ha due anni meno di me. Lei è una bella donna, di media statura, capelli neri lunghi ed un bel seno, ventre piatto e belle cosce lunghe, affusolate, percorrendo le quali si perviene a quello che io considero esser il pezzo forte del fisico di mia moglie: il suo culo. Mi piace molto farla vestire sexy e portarla in giro per farla ammirare ad altri maschi, cosa che piace molto anche a lei, per cui mi asseconda quando le propongo questo gioco esibizionistico, in cui lei, essendo la protagonista assoluta, si eccita moltissimo. Mi ha sempre solleticato particolarmente percepire il desiderio espresso dagli occhi di altri maschi nell'ammirare il suo culo. Quando l’ho conosciuta, lei non era più vergine e, fin da subito, ho provato il particolare piacere di sapere che un altro maschio avesse scopato con lei. Con il tempo, quel piacere si è evoluto e non riuscivo ad abbandonare l'idea di vederla fra le braccia di un altro uomo, anche se lei si è sempre mostrata alquanto restia ad assecondare e realizzare questo mio desiderio. A letto, è molto brava nel succhiare il cazzo e, dal momento che non sono molto dotato, le riesce facile infilarselo tutto in gola e, naturalmente, le sensazioni che mi trasmette sono tali da portarmi ad inondare la sua bocca con tanto di quel seme, che lei ingoia con malcelata golosità. È una pratica, quella della fellatio, che adoro particolarmente, perché, mentre me lo succhia, chiudo gli occhi ed immagino che lei stia facendo quella cosa ad un altro uomo e ciò mi eccita così tanto, che sborro all’istante. Qualche tempo fa, un sabato sera, siamo andati in una pizzeria per passare una serata in allegria e divertirci un po’. Nell'occasione, lei indossava una mini elasticizzata che le fasciava il fantastico culo, oltre ad evidenziare le sue splendide forme con l'uso di calze autoreggenti, che finivano in sandali dal tacco 12. Solo quello rappresentava già qualcosa di molto accattivante, ma, in più, al di sopra della mini, aveva un leggero top azzurro, quasi trasparente, che lasciava intravedere, in un eccezionale gioco di vedo/non vedo, il seno nudo e le areole dei capezzoli. Durante l'intera cena, mi ero eccitato da pazzi nel notare gli sguardi concupiscenti dei maschi che, osservando la mia donna, si erano di certo eccitati, perché, oltre a quanto descritto, lei non indossava nessun tipo di intimo e la sua splendida micetta, umida e calda, di tanto in tanto faceva capolino nel più completo stupore degli astanti. Abbiamo mangiato, ma, soprattutto, abbiamo bevuto un po’ troppo, così, quando siamo usciti, eravamo un po’ brilli. Non ubriachi, ma molto allegri e, fra una risata e l’altra, abbiamo deciso di andare a ballare in una discoteca, distante circa un’oretta di viaggio in auto. Abbiamo imboccato l’autostrada e, subito, lei ha acceso la luce di cortesia, con l'ovvia conseguenza che, ogni volta che sorpassavo un camion, il conducente del mezzo, o con il clacson o con l'uso dei fari, mostrava il suo compiacimento per aver visto la mia lei a cosce spalancate e con la fica in bella mostra. Naturalmente questo gioco ci eccitava molto e, in particolare, ci siamo divertiti molto con un camionista che, appena vista la mia donna, ha messo un braccio fuori dal finestrino facendo cenno di fermarmi, e lei, ridendo, ha detto che intendeva continuare a provocarlo. Così mi lasciavo superare, per poi superarlo di nuovo, in modo da mostrare ancor più fica e culo di mia moglie. Abbiamo ripetuto tre o quattro volte questo gioco e lei se ne era talmente eccitata che, ormai, dalla sua figa colavano succhi che le scorrevano lungo le gambe. Ad un tratto ho sentito forte il desiderio di urinare e, poiché l’area di servizio era molto lontana, ho approfittato entrando in un'area di sosta di quelle enormi, dove, soprattutto i camionisti, si fermano per riposare. Mi son fermato a ridosso di due piante e sono sceso per espletare il mio bisogno. Nell'area vi erano tre camion fermi, i cui conducenti, probabilmente, stavano riposando, perché si presentavano tutti bardati dalle apposite tendine. Mentre stavo provvedendo alla minzione, è arrivato ed ha parcheggiato accanto a noi, il grosso tir del camionista, con cui ci eravamo divertiti poco prima. Ha posizionato il mezzo a poca distanza dalla nostra auto, piegando un po’ l'avantreno in modo da creare una zona abbastanza chiusa e riparata. Sono rimasto immobile per la sorpresa, nonché indeciso sul da farsi, perché immaginavo che mia moglie potesse sentirsi a disagio in quella situazione. Mi stavo avvicinando allo sportello della mia auto, lasciato aperto, quando improvvisamente Emma, senza dir niente, è scesa dall’auto e, fatto un passo in avanti, ha appoggiato la scarpa del piede sinistro, sopra la ruota dell’auto, facendo salire la minigonna e mostrando il pizzo delle autoreggenti, rimanendo immobile con finta indifferenza. Per un lungo istante non è successo nulla, poi, improvvisamente, lo sportello del veicolo si è aperto ed è sceso un uomo dall’aspetto veramente imponente. Alto, molto più di me, spalle enormi, capelli biondi e lunghi, un fisico estremamente muscoloso, che si evidenziava sotto una sottile T-shirt, che ne modellava i pettorali. Avete presente Big Jim? Sembrava la copia esatta. Senza dir nulla, si è avvicinato ad Emma, che lo guardava con occhi carichi di ammirazione, mentre io, appoggiato allo sportello aperto dall’altro lato dell’auto, guardavo mia moglie senza sapere che fare. L’uomo si è avvicinato a lei e, senza dire una parola, ha portato il proprio braccio sinistro dietro le spalle di mia moglie e, fissandola negli occhi, l'ha stretta a sé e l’ha baciata. Mi aspettavo una reazione sdegnata da parte di mia moglie, invece ho visto che ha risposto al bacio con estremo trasporto. Intanto la mano destra dell’uomo accarezzava la coscia ancora sollevata di mia moglie e ho visto chiaramente quella grossa mano scivolare sotto la gonna, sicuramente a palpare il portentoso culo di mia moglie. I due si sono baciati a lungo, perché mia moglie ama molto esser baciata e la sua lingua, sicuramente, stava giocando con quella di quel maschio enorme, che, stringendola fra le braccia, sembrava quasi nasconderla. Hanno limonato a lungo, mentre lui le accarezzava il culo e la teneva stretta a sé, poi, ad un tratto, si sono distaccati e, senza dire una parola, lui, con la mano sinistra appoggiata sulla spalla di mia moglie, l’ha fatta abbassare davanti a sé, cosa cui lei ha aderito, senza opporre un benché minimo rifiuto. Ero stupito dalla disponibilità di mia moglie e, nello stesso tempo, eccitato per quello che vedevo. Lei, dopo aver armeggiato velocemente sulla chiusura dei pantaloni di quell’uomo, li ha abbassati fino alle caviglie e, da sotto i boxer, era visibile la sagoma di un membro di notevoli dimensioni. Quando ha abbassato anche i boxer, si è trovata davanti un cazzo di grandezza asinina. Lungo sicuramente oltre una ventina di centimetri, dall’aspetto un po’ scuro. Era un cilindro di carne perfetto, sormontato da una grossa cappella che immediatamente è sparita fra le fauci di mia moglie. Conosco l'abilità orale di lei, ma era la prima volta che la vedevo succhiare il cazzo di un altro uomo e questo mi ha eccitato così tanto che, senza neanche rendermene conto, mi stavo già segando. L’uomo ha delicatamente appoggiato la mano destra sul capo di Emma, ma non ha spinto il cazzo nella sua gola, al contrario, con estrema delicatezza, nonostante la grossa mole, le ha imposto un delicato ritmo alla pompa. Ad ogni affondo, vedevo quel cazzo scivolare sempre più nella gola di mia moglie, così da riuscire, man mano, a prenderlo tutto in bocca. Sono rimasto stupito quando, ho visto il naso di Emma toccare il pube di quell’uomo e pompare quel cazzo con una bravura tale da strappargli diversi gemiti di piacere. Ero sbalordito, perché avevo a lungo vagheggiato quello che stava ora succedendo sotto i miei occhi, ma, nello stesso tempo, ne ero sconvolto perché stava succedendo per davvero. Un misto di sensazioni, tra gelosia ed eccitazione, mi confondeva la mente, che, in parte desiderava ciò che vedeva, ma, nello stesso tempo, temeva la ripercussione di ciò che poteva comportare. Mi sono spostato di lato e mi sono avvicinato, passando davanti all’auto per vedere meglio quello che stava succedendo. Emma lo pompava con vigore e l’uomo assecondava, con idonei movimenti del corpo, il superbo pompino che riceveva da mia moglie. Lo ha succhiato per diverso tempo, poi, d'un tratto, ho visto che l’uomo bloccava, con entrambe le mani, la testa di mia moglie e, lasciatole solo una minima porzione di cazzo fra le labbra, ha emesso un lungo gemito, con cui ha esternato il momento in cui stava svuotando le palle nella bocca di mia moglie. Ho visto le guance di lei gonfiarsi e strabuzzare un po’ gli occhi, perché, evidentemente, lui le stava riversando in bocca una quantità enorme di seme. Lei, dopo un attimo di incertezza, ha ingoiato, con più deglutizioni, tutta la sborra che l’uomo le stava scaricando in bocca. Sono rimasto stupito dal fatto che l’uomo, dopo aver goduto, ha continuato a scoparle la bocca, spingendo di nuovo il cazzo tutto in gola ed Emma, imperterrita, continuava a leccare a succhiare quella splendida mazza, che a me sembrava, dopo l’orgasmo, divenuta ancor più grossa. Finalmente l’uomo si è sfilato dalla bocca di mia moglie e, dopo averla fatta sollevare, l'ha girata e fatto divaricare le gambe, l'ha fatta appoggiare al cofano della mia vettura e si è inginocchiato dietro di lei. Ha subito iniziato a leccare fica e culo di mia moglie che, ben presto, ha cominciato a gemere e godere a ripetizione.
«Oddio, che meraviglia! Amore, è una lingua divina! Mi sta leccando in maniera superba! Amore, vengo! VENGO!»
Sono rimasto stupito dalla facilità con cui è riuscito a far godere mia moglie, leccandole la fica. Io, nonostante il mio impegno, quando le lecco la fica, in genere, devo impiegare molto più tempo per farla godere, mentre lui, con poche leccate era riuscito subito a farla fremere per il piacere. Ad un tratto, lui si è alzato e, dopo aver aperto lo sportello posteriore della mia 500X, ha fatto appoggiare mia moglie sul sedile posteriore e, reggendola a gambe ancora divaricate, ha appoggiato la grossa cappella fra le labbra della fica di mia moglie e, con una spinta decisa, è affondato tutto dentro di lei. La spinta è stata talmente poderosa che Emma è stata sollevata letteralmente da terra di qualche buon centimetro e, solo quando l’uomo è uscito, lei ha potuto rimettere i piedi a terra. L'energumeno l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a pomparla sempre più forte e con maggior impeto, portandola ad un sublime, quanto immediato, orgasmo.
«Vengo! Amore, mi sta spaccando la fica! Amore, godo! Oddio, che toro! Più forte! Scopami più forte! Vengo!»
Ero incredulo. Vedere Emma godere così intensamente per quella monta, che aveva i tratti del bestiale, mi lasciava stupito, ma, nello stesso tempo, godevo nel vederla trattata come una vacca. L’uomo si è messo a pomparla a lungo e lei godeva senza soluzione di continuità. Son tornato sui miei passi ed ho aperto lo sportello dall’altro lato della vettura, cosicché potevo vedere il viso di Emma stravolto dal piacere che stava provando. È stata un’emozione così forte che ho quasi sborrato nelle mutande, senza neanche rendermene conto. Lei ha compreso bene l'eccitazione da cui ero assalito e, così, mi ha chiesto di salire in auto e sedermi davanti alla sua faccia, cosa che ho fatto immediatamente. Appena il mio cazzo è giunto tra le sue labbra, lei me lo ha subito preso in bocca, mentre continuava a farsi sfondare da quel toro, che la sbatteva così energicamente da far oscillare la vettura. Nel silenzio della sera, risonava forte il solo rumore del corpo di lui che impattava contro le chiappe di mia moglie che, dopo un ennesimo orgasmo, ha urlato a bocca piena, perché aveva tutto il mio cazzo in gola. Lui l’ha afferrata e, tiratala di nuovo in piedi, si è sfilato da lei e, dopo averla rigirata e fatta sdraiare sul sedile, è di nuovo affondato dentro di lei, reggendole le gambe in alto. Ho visto il corpo di mia moglie sussultare, quando lui le è arrivato in fondo e ha preso a pomparla con vigore. Lei ha serrato le braccia intorno al collo dell’uomo, mentre le gambe lo hanno cinto ai fianchi con i piedi poggiati sulla schiena. Lui la sbatteva con una forza inaudita ed Emma ha preso a godere di nuovo, urlando tutto il suo piacere.
«Vengo! Più forte! Scopami più forte, che vengo!»
Ero con il cazzo duro in mano ad osservare mia moglie sfondata da quel toro e, per un attimo, dentro di me, un pensiero ha terrorizzato la mia mente: se ora le sborra dentro, me la mette incinta, perché non mi sembra che Emma, questo mese, abbia ripreso a cautelarsi con la pillola. Ero tormentato da questo pensiero, ma, nello stesso tempo, mi eccitava l’idea che quel maschio, così poderoso, potesse ingravidare mia moglie. Lui ha proseguito a farla godere ancora, poi, improvvisamente, si è sfilato da lei e, sollevate le sue gambe fino al petto, ho visto chiaramente appoggiare il grosso randello al buco del culo di mia moglie, per poi, con due spinte decise, scivolare tutto dentro di lei, che ha spalancato gli occhi e, dalla sua bocca aperta, è emerso solo un flebile lamento.
«haahhhhiii… Piano! Mi sfondi il culo! Cazzo, come lo sento, tutto dentro! Amore, mi sta sfondando il culo!»
Ero stato io a sverginare il culo di Emma, ma, ovviamente, con il mio cazzo di normali dimensioni, non glielo avevo di certo dilatato come ora stava facendo quella specie di trave umana. Dopo qualche istante, l’uomo ha preso a pompare il culo di Emma con la stessa vigoria ed intensità con cui l’aveva scopata. Lei, dopo un iniziale principio di dolore, ha cominciato a godere e ad incitare quel maschio a pomparla ancor più forte.
«Più forte! Scopami più forte il culo! Cazzo, godo! Mi stai spaccando il culo! Più forte! Sfondami il culo più forte!»
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Sentivo mia moglie incitare quel maschio a spaccarle il culo, quando io, a malapena, riuscivo a farla godere. Ero stupito ed affascinato dalla disponibilità di mia moglie nei confronti di quel maschio, che la stava montando in maniera così superba. Ha pompato a lungo anche il culo di mia moglie e, dopo innumerevoli orgasmi, improvvisamente l’ho visto irrigidirsi e rimanere ben piantato dentro di lei, mentre dalla sua bocca fuorusciva un grugnito da vero porco. Era evidente che le stava inondando il culo, ed Emma ne ha avvertito tutto l'ardore al punto da trarne un ulteriore piacere.
«Lo sento! Mi sta inondando il culo! Accidenti, è meraviglioso! Mi sta veramente facendo un clistere di sborra!»
L’uomo ha continuato a chiavare mia moglie ancora per un po’ e poi è uscito da lei e, dopo averla fatta alzare e inginocchiare davanti a lui, le ha offerto da pulire quella mazza che, nonostante avesse espulso sperma per due volte, dimostrava ancora di mantenere una certa consistenza. Lei, senza nessuna esitazione, ha preso in bocca quel cazzo, fradicio sia dei suoi umori che della sborra che ancora colava, e lo ha leccato e pulito alla perfezione. L’uomo, dopo che lei ha portato a compimento la sua opera di pulitura, si è rivestito velocemente e, abbassatosi su mia moglie, le ha dato un bacio sulla fronte e, senza dire una parola, è tornato al proprio camion e se n’è andato. Ero rimasto sbalordito da quanto accaduto e, seduto nell’auto, osservavo mia moglie letteralmente stremata dalla vigoria di quel mostro che l’aveva montata e fatta godere in maniera così intensa. Il rumore del camion mi ha, in qualche modo, destato dal mio torpore e, uscito dall’auto, mi sono avvicinato a mia moglie che aveva ancora gli occhi languidi, il viso sfatto dal piacere e, seduta a terra, era in evidenti condizioni pietose. Presi dei fazzolettini e, dopo averla sollevata, l’ho aiutata a darsi una ripulita da tutta quella sborra che colava, ora, anche dal culo sfondato di mia moglie. Ho osservato, aprendo le natiche, il suo foro oscenamente dilatato e, con due dita ho spinto un fazzolettino dentro quel buco, penetrando agevolmente. Lei ha emesso un flebile lamento e, sfinita, si è seduta sul sedile davanti. Poi, rivoltomi un languido sguardo, mi ha pregato di portarla a casa.
Giunti nel nostro appartamento, ho dovuto ancora aiutarla, perché era così stremata che le gambe quasi non la reggevano e, dopo averla spogliata, lei è entrata nel letto e si è addormentata immediatamente. Io mi sono sdraiato vicino a lei e avrei voluto rivolgerle tante domande, ma vederla così placidamente immersa nel sonno, ho preferito rimandare tutto al giorno dopo.
Ho cercato di dormire, ma è stato un riposo alquanto tormentato il mio, perché, ad un tratto, ho sognato che quel gigante che l’aveva scopata, l’aveva anche ingravidata e, nel mio incubo, vedevo Emma partorire tanti piccoli Big Jim.
Mi son svegliato di soprassalto e, mentre ripensavo all'incubo, mi son di nuovo trovato con il cazzo duro al pensiero che un maschio avrebbe potuto ingravidare mia moglie. Ho faticato non poco a riaddormentarmi e, subito, un nuovo incubo ha popolato il mio sonno. Vedevo Emma circondata da più maschi, che la scopavano a turno e ridevano, mentre riversavano nel suo ventre tutto quello che era il prodotto dei loro testicoli.
«Guarda, cornuto, come ingravidiamo questa troia di tua moglie!»
La vedevo stretta e farcita in ogni buco da tutti quei maschi, mentre io mi segavo come un pazzo, godendo del fatto che loro me la stavano ingravidando. Mi son svegliato, anche in questo caso, sudato fradicio, così son andato in bagno e mi son lavato la faccia; avrei anche voluto placare la mia eccitazione, ma ero troppo sconvolto dalle visioni, per dedicare attenzioni al mio cazzo duro al punto da farmi male per quanto mi eccitava quella situazione. All’alba, finalmente, mia moglie si è svegliata e guardandomi dritto negli occhi mi ha chiesto per quale motivo avessi quell’aria distrutta. Quando le ho raccontato dei miei incubi, lei mi ha sorriso e dato un bacio.
«Che pazzo che sei, amore. Sono oltre 10 giorni che ho ripreso a prendere la pillola e, quindi, proprio non avrebbe potuto ingravidarmi. Però vedo che la cosa ti eccita davvero molto.»
L’ho guardata ed ho tirato un sospiro di sollievo, mentre mi adoperavo ad accarezzarle il clitoride e, quando ho visto che stava iniziando di nuovo a godere, le son salito su e l’ho penetrata immediatamente. Era ancora un po’ dilatata e mi ha chiesto anche di far piano, perché la fica le dava ancora qualche fastidio per i postumi della sera precedente. L’ho guardata negli occhi e, continuando a scoparla, le ho chiesto per quale motivo si era resa così disponibile con quel maschio.
«Ma, amore, non era quello che volevi anche tu? Da quanto tempo mi stai dicendo che mi volevi vedere scopare con un altro e ieri sera mi è sembrata l'occasione giusta per esaudire questo tuo desiderio.»
Son rimasto piacevolmente sorpreso e lei mi ha sorriso e, dopo avermi fatto sdraiare supino, mi ha detto che era ancora troppo indolenzita per farsi scopare ancora, però non mi avrebbe lasciato insoddisfatto. È scivolata lungo il mio corpo e la sua bocca ha preso a succhiare il mio cazzo molto intensamente. Memore della serata precedente, ho assaporato con estremo piacere la facilità con cui lei ora ingoiava il mio cazzo fino in fondo e, dopo averlo succhiato a lungo, mi ha fatto sborrare fino all’ultima goccia nella sua bocca. L’ho rigirata ed ho insinuato la mia testa fra le sue cosce ancora intrise del piacere di quel maschio, che la sera precedente l’aveva letteralmente sfondata. Le ho allargato i glutei ed ho visto che quel culo, che la sera precedente era abbondantemente sfondato, si era quasi completamente richiuso. Ho preso a leccare fica e culo di mia moglie, facendola gemere, mentre lei proseguiva a succhiare il mio cazzo che, per effetto delle sensazioni ancora presenti nella nostra mente, era molto duro, rendendola fiera di sé stessa. Ad un tratto, con mia notevole sorpresa, mi ha chiesto di smetterla, non perché fosse stanca di quello che le stavo facendo, ma perché adesso voleva esser presa nuovamente. Effettivamente era molto eccitata e, così, si è girata su un fianco e mi ha chiesto che le facessi il culo. Sono rimasto un po’ stupito da quella richiesta, ma, senza esitazione, ho appoggiato il mio cazzo, ancor duro, al suo martoriato buchetto e, con un affondo deciso, gliel'ho spinto tutto dentro. Lei è rimasta immobile ed ho sentito il culo accogliermi senza alcuna difficoltà, poi le ho sollevato una gamba ed ho preso a masturbarle la figa, facendola subito godere.
«Muoviti più velocemente, sono tutto un dolore, ma voglio godere ancora con te. Ti sento bene nel culo e le tue dita nella fica mi fanno impazzire: continua a farmi godere, ti prego.»
Ho preso a sbatterla come un ossesso, perché, nella mia mente, le immagini di quel maschio, che la sera precedente le aveva sfondato il culo, erano ancora vive, e ciò serviva a scatenare in me una inopinata sensazione che mi induceva a pompare il culo di mia moglie, senza nessun riguardo. Ha avuto un lungo orgasmo, abbastanza forte ed intenso che l'ha fatta scuotere tutta e, nello stesso istante in cui lei godeva, anch’io le son venuto nel culo. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, poi si è spostata e mi ha posizionato il sedere in faccia. Potevo vedere lo sperma che colava da quel culo così ben aperto e sfondato e mi ha chiesto di leccarglielo per bene! All'inizio avevo qualche remora, ma poi ho incollato la mia bocca a quel foro e mi son messo a leccare tutto ciò che da esso sgorgava. È stata un’esperienza intensa, che ci ha sconvolti tutti e due e, da quella sera, per qualche decina di giorni, abbiamo continuato a scopare e godere entrambi spronati dalle sensazioni che ancora persistevano nella nostra mente.
Ora, siamo di nuovo in viaggio sull’autostrada, con la speranza di trovare ancora un maschio che possa sfondare il culo a mia moglie e farla godere come una troia, affinché, a mia volta, possa leccare tutto ciò che sgorga dai suoi buchi, perché ciò mi rende davvero cornuto e, soprattutto, molto felice.
26
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Sono il bull di una coppia black.
Mi chiamo Mario, ho 37 anni, di media statura, con un bel fisico asciutto, gli occhi scuri, capelli castani. Sono uno scapolo impertinente e fermamente convinto a voler restare tale, perché mi piace troppo la mia vita libera e senza obblighi. Vivo e lavoro in una grande città, in un ufficio che si occupa di spedizioni. Siamo in cinque, due uomini e tre donne. Prima era diverso, perché ero l’unico maschio, ma poi è arrivato Omar, un enorme ragazzo di colore dal carattere mite e gentile. Fisicamente è un bell’uomo, con le spalle larghe, le mani forti e le braccia robuste. È completamente calvo e le mie colleghe hanno subito cominciato a strusciarsi a lui come gatte in calore, convinte di poter verificare la veridicità di quello che si dice a proposito degli uomini di colore, se, cioè, son forniti di una notevole dotazione. La cosa non mi ha affatto infastidito per due specifici motivi: uno, perché non mi va di creare attriti fra colleghi di lavoro, e secondo, perché non ho nulla da invidiare agli uomini di colore, per esser dotato abbastanza bene fra le gambe. Sì, Madre Natura è stata abbastanza munifica con me e mi ha donato un cazzo fuori dal comune: ho un membro di 23 cm di lunghezza e 14 di circonferenza. Come già detto, mi crogiolo nella mia libertà e regolarmente, due volte la settimana, mi scopo due quarantenni e con esse sfogo tutta la mia esuberante sessualità. Sono due belle troie, che, ovviamente, sono ignare l'una dell’altra, ma così vacche che, pur essendo sposate, provano infinito piacere nel farsi sfondare dalla mia notevole mazza, in entrambi i buchi. Questo mi permette di vivere una vita tranquilla e, soprattutto, di ignorare le lusinghe e le avances che mi rivolgono le mie colleghe. Naturalmente loro sono tre belle donne e solo una delle tre è sposata, mentre le altre due sono delle belle troiette che, spesso e volentieri, si fanno sbattere da uno o più maschi. Omar ha notato subito che non concedevo nessuna confidenza alle mie colleghe ed ho notato che anche lui mantiene sempre un certo distacco, al di là del normale rapporto di lavoro. Dopo il suo arrivo, fra di noi è nato un reciproco rapporto di fiducia e rispetto, dovuto al fatto che lui si è reso conto della mia grande esperienza e questo ha agevolato molto il suo inserimento nella squadra. Dopo circa tre mesi, eravamo divenuti abbastanza complici da scambiarci qualche confidenza, e un giorno, mentre facevamo una pausa caffè, mi ha chiesto come mai un bell’uomo come me non era sposato. Gli ho risposto che amavo troppo la mia libertà e, soprattutto, non avevo ancora trovato una donna libera, in grado di apprezzare una mia certa qualità nascosta. Lui mi ha guardato un po’ stupito, poi ha sorriso ed ha intuito a quale qualità mi stavo riferendo. Qualche giorno dopo, mi invita a casa sua un sabato sera, perché organizza una piccola grigliata in onore del fatto che finalmente è riuscito a ricongiungersi con sua moglie. Accetto volentieri e, puntuale, mi reco all’indirizzo che lui mi ha dato e mi ritrovo davanti ad una villetta a schiera, con un giardino sul retro, dove vi sono anche altre coppie di colore, che mi guardano meravigliate, in quanto sono l’unico bianco presente al barbecue. Lui mi viene incontro, mi abbraccia e mi saluta calorosamente davanti a tutti, poi si gira verso gli altri commensali e, con fare deciso, mi presenta loro.
«Amici, vi presento Mario, tecnicamente è il mio capo, anche se lui mi tratta più da amico e collega di lavoro.»
L’atmosfera si fa subito allegra e divertente e, dopo la presentazione, mi trovo davanti la sua splendida moglie, che lui mi presenta in maniera un po’ più riservata.
«Amore mio, questa è la persona di cui ti ho parlato e, come vedi, mi sembra perfettamente adeguata a ciò che abbiamo in mente noi due.»
Lei allunga una mano, mentre io la guardo veramente affascinato dalla sua bellezza. È molto più alta di noi, sicuramente 1m e 90, con un fisico snello e longilineo, con due cosce lunghissime che si intravedono sotto una minigonna abbastanza esigua, mentre il seno, di sicuro una terza, è appena celato sotto un top di colore giallo, che lo lascia quasi intravedere. Il suo viso è un ovale perfetto, i suoi occhi sono neri con un taglio quasi asiatico, dalla conformazione lunga e sottile. La bocca è ampia e le labbra carnose, ma non in maniera eccessiva, da conferirle una particolare bellezza esotica. I suoi capelli sono pettinati con tantissime treccine che figurano raccolte tutte insieme sul retro della nuca e bloccate da un fermaglio di legno.
«È un vero piacere far la conoscenza di una persona che mio marito ammira moltissimo. Io sono Jasmine e mi sento molto onorata di averti qui, in casa nostra, questa sera.»
Avverto uno strano brivido quando stringo la sua mano, che ha delle dita lunghe e affusolate che terminano con delle unghie laccate di un colore giallo pastello della stessa tonalità del top, che a malapena riesce a celare il suo seno. Passiamo il resto della serata a ridere e scherzare con i suoi amici, che si rivelano tutte persone simpatiche e goliarde. Spesso ho intercettato lo sguardo delle altre donne di colore presenti alla festa, ma, facendo un confronto, Jasmine è di certo la più bella di tutte. Non che le altre siano meno appetibili, anzi alcune sono molto attraenti, dai seni generosi ed abbondanti, oppure con culi abbastanza sporgenti ed invitanti, ancor più evidenziati perché quasi tutte calzano tacchi molto alti. Quando la bella serata sta volgendo al termine e mi accingo a lasciare l'allegra comitiva, Omar mi si avvicina e mi prega di restare fino all’ultimo. Mentre saluta una coppia di amici, Jasmine è alle prese con una coppia che ha palesemente bevuto troppo e non è prudente lasciarli andar via con la loro auto. Deve faticare non poco per convincere i due che hanno troppo alcol in corpo per poter guidare e il ritorno di Omar riesce, in qualche modo, a farli ragionare. Cerca di metterli nella sua auto per portarli a casa loro, ma, avendo un modello d'auto a quattro porte, la cosa si presenta quanto mai difficoltosa, in quanto, con lui alla guida, i due ubriachi dietro potrebbero aprire gli sportelli. Alla fine decidiamo di andare con la mia che è un modello a due porte e, una volta caricati i due, insieme ci rechiamo dall’altro lato della città, dove lì accompagniamo nella loro abitazione, per poi tornarcene a casa di Omar. Durante il viaggio di ritorno, lui si scusa con me per l’impiccio che si è creato e, soprattutto, mi spiega il motivo perché voleva che io restassi fino all’ultimo, a casa sua.
«Da un po’ di tempo, io e mia moglie siamo un po’ ai ferri corti e tu saresti la soluzione dei nostri problemi.»
Lo guardo senza capire, lui fa un profondo respiro e poi prosegue nella sua spiegazione.
«Vorrei vederti scopare mia moglie.»
Lo guardo con non poca meraviglia.
«Omar, non è che, per caso, hai bevuto un po’ troppo, anche tu?»
Lui sorride annuendo e girato verso di me, continua il suo discorso.
«Devi sapere che, circa due anni fa, ero già fidanzato con Jasmine e con lei il sesso non lo facevamo in maniera molto appagante, perché era vergine ed era decisa che avrebbe dovuto perdere la verginità solo alla prima notte di nozze, di conseguenza, più che parlare di sesso, potremmo dire che il tutto era ridotto a lunghe ed estenuanti masturbazioni. A quell’epoca avevo conosciuto una coppia. Lui, un bell’uomo molto serio e risoluto, lei, una vera meraviglia della natura: una splendida quarantenne tutta curve, un seno abbondante, ed un culo spettacolare. Senza tanti giri di parole, lui mi disse che voleva veder sua moglie scopare con un ragazzo di colore ed io, attratto dalla bellezza di quella donna e, soprattutto, frustrato dalle condizioni imposte da Jasmine, ho accettato. Era qualcosa di sconvolgente chiavare quella femmina. Godeva ripetutamente in maniera totalmente appagante. Si lasciava sfondare in ogni buco ed impazziva quando le riversavo in bocca tutto il mio piacere. Era insaziabile! Dopo lunghe cavalcate, con conseguente farcitura dei buchi, lei era capace di prendere il mio cazzo in bocca e farlo tornar duro, per poi ricominciare tutto daccapo, sotto lo sguardo estasiato di lui, che si masturbava fino allo sfinimento. Vissi per un anno quella fantastica esperienza, poi mi sono sposato con Jasmine, la quale, però, non sembrava molto disponibile al sesso estroso, fantasioso. Con lei la scopata era quella classica, alla missionaria, sul letto in silenzio ed a luci spente, mentre con l’altra era sconvolgente, appagante, trasgressiva, estenuante. Circa sei mesi dopo essermi sposato, Jasmine si è accorta della mia tresca con quella donna e, con occhi furiosi, mi ha imposto una scelta.
“Scegli: o io, o lei, ma fallo in fretta! “
Non ho avuto nessun dubbio, ho preferito stare con quella che amavo e con cui volevo passare il resto della mia vita. Lei però era molto dispiaciuta del fatto che io, per tanto tempo, l’avevo cornificata con quell’altra donna, e, per i primi due mesi, parlare di sesso con lei era veramente proibito. Una sera, la voglia era arrivata ad un limite inaccettabile e così, sdraiati nel letto ho cercato di fare l’amore con mia moglie. Le son salito sopra, ma lei si è rifiutata di far sesso con me. Ero folle di desiderio e non volevo usarle violenza, ho cercato di convincerla con la ragione ad accettare di scopare con me.
“Non puoi negare di far sesso con me, perché sono tuo marito! “
Lei si è inginocchiata sul letto ed aveva il viso ridotto ad una maschera di furore: i suoi occhi erano due carboni ardenti.
“Sei mio marito? Ti ricordo che lo eri anche quando ti scopavi quella puttana! Vuoi far sesso con me? Ok, va bene!”
Si è distesa sul letto, ha aperto le gambe, ha chiuso gli occhi ed è rimasta totalmente inerte. Ero così accecato dal desiderio che l’ho scopata quasi con rabbia e furore, raggiungendo quasi subito l’orgasmo. Solo dopo mi son reso conto della sua totale passività. Per un mese, ogni qualvolta che allungavo una mano e le faceva capire che volevo scopare, lei ripeteva lo stesso copione: immobile, sdraiata supina, a cosce aperte e totalmente passiva. Alla fine ho preso atto del fatto che così non poteva funzionare e, complice anche che la coppia di amici, che abbiamo appena riaccompagnato a casa, mi aveva suggerito la possibilità di un impiego in questa città, ho accettato e ci siamo trasferiti qui. Cambiare aria, pensavo, avrebbe potuto apportare modifiche anche ai nostri dissidi, ma, con Jasmine, mi sbagliavo di grosso. Ho cercato di dialogare con lei, ma sembrava che non ci fosse nessuna via d’uscita.
“Jasmine, ho sbagliato. Sono stato un perfetto idiota, che ha ragionato più con il cazzo che con la testa. Sono pronto ad accettare qualsiasi tua decisione, ma ti prego, non continuare a mantenere questo tuo atteggiamento così duro nei miei confronti, perché non riesco più a sopportarlo. “
Lei mi ha guardato e, con un tono di voce abbastanza pacato, mi ha parlato facendo tremare il mio cuore.
“Per quanto riguarda il sesso con te, non intendo apportare nessun cambiamento, ma, per quanto riguarda il dolore che ho provato nel sentirmi tradita, per quello, ci devo ancora pensare e, poi ti farò sapere cosa ho deciso. “
Quelle parole mi hanno frustrato. Circa due settimane fa, un pomeriggio, siamo passati per un bar del centro dove tu eri seduto e parlavi con delle persone e le ho detto che eri il mio collega, con cui avevo stretto una certa amicizia e lei, osservandoti, ti ha definito: “un maschio molto interessante. “
In quel momento son rimasto alquanto sorpreso, ma più tardi, nell’intimità del nostro letto, lei mi ha spiegato cosa intendeva con quella definizione nei tuoi confronti.
“Poiché sono stata per lungo tempo cornificata a mia insaputa, ho deciso che, per pareggiare il conto, voglio anch’io divertirmi a scopare con una persona a mia scelta, qualcuno che mi possa veramente intrigare. Il tuo collega mi sembra la persona giusta. Questa è la mia decisione e, poiché non è opinabile, o accetti, oppure le nostre strade prenderanno direzioni inesorabilmente diverse. “
All’inizio ho cercato di dissuaderla, ma non c’è stato modo di farle cambiar idea e così ti ho invitato questa sera, perché lei voleva conoscerti e, poiché ora già sono le 2:30 di notte, vorrei che, anziché andare a casa tua, tu restassi a dormire da noi, nel mio letto con mia moglie.»
Lo guardo incredulo e, nello stesso tempo, molto incuriosito, perché dentro di me non ho mai fatto sesso con una donna di colore, ma, soprattutto, anche perché quella esposta mi sembra una situazione assolutamente anomala. Generalmente, succede il contrario: è il black, che diventa il bull di una coppia, mentre in questo caso, io avrei dovuto scopare sua moglie con il suo beneplacito. Giunti a casa, appena entrati, ci viene incontro Jasmine. Indossa un trasparentissimo baby-doll, sotto cui si intravede della lingerie molto raffinata e delle calze autoreggenti con il pizzo molto alto, il tutto completato da tacchi altissimi. Appena chiusa la porta, i due si scambiano un’occhiata e lui annuisce. Lei si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi, poi mi rivolge la parola con una voce calda e sensuale.
«Grazie, per esser tornato qui, insieme a lui. Sicuramente ti avrà detto per quale motivo ti abbiamo chiesto di restare e, se non mi trovi di tuo gradimento, oppure hai dei pregiudizi che ti impediscono di far sesso con una donna di colore, puoi benissimo andartene, altrimenti, vorrei provare con te il piacere di scopare con un altro uomo, sotto gli occhi di mio marito. Son sicura che questa cosa sarà per lui molto dolorosa, ma è ciò che voglio che lui provi, per fargli capire cosa ho provato io, quando ho capito che mi cornificava e da tanto. Aggiungo anche che dovrai aver un po’ di pazienza, perché non sono molto smaliziata nel sesso: mio marito, era così preso dal godere con quella troia, che si è ben guardato dall’insegnare a sua moglie ad essere un'esperta femmina da letto.»
Senza aggiungere altro, mi prende per mano e, salita la rampa di scale, entriamo in camera da letto, seguiti da lui che, docile e remissivo, si siede su di una poltrona e ci osserva. Lei si inginocchia davanti a me e, dopo aver aperto i pantaloni ed abbassati gli slip, si trova davanti la mia verga già abbastanza dura, restandone piacevolmente colpita.
«WoW! Che bel cazzone! Omar, questo maschio è davvero molto ben fornito. Nel cambio sono quasi sicura che non ci rimetto e, sicuramente, farò in modo da gustarmelo per bene e fino in fondo.»
Senza aggiungere altro, spalanca la bocca e comincia a fagocitare il mio cazzo, facendolo scivolare abilmente lungo la gola. È stupefacente la sua bravura nell’ingoiare la mia verga, che diventa sempre più grossa e dura. Se lo gusta per un po’, mentre io mi spoglio e, una volta nudo, la sollevo e la faccio adagiare sul letto, spogliando anche lei di quel poco che indossa, lasciandola solo con le autoreggenti. Vedo la sua fica completamente priva di peli, con le labbra scure, ma con l’interno di un rosa molto conturbante e reso lucido dal piacere che sta provando. Mi distendo ed affondo la mia testa fra le sue cosce. Le mie narici sentono un odore estasiante di femmina in calore e affondo la mia lingua fra le pieghe di quella fica bollente. Lei continua a ingoiare il mio cazzo, facendolo sparire tutto dentro la gola, fin quando, di colpo, serra la mia testa fra le sue cosce ed il suo corpo viene scosso da un lungo brivido di piacere. Si sfila il mio cazzo dalla bocca e, rivolta a lui, lo rende partecipe del suo piacere.
«È bellissimo! È stupendo sentire la sua lingua che indugia fra le valve della mia vagina e mi tortura il clitoride, procurandomi orgasmi immediati. Guardami, cornuto! Guardami godere, perché tu questo piacere non me lo hai mai fatto provare!»
Aspetto che il suo corpo, smetta di tremare e, quando sto per riaffondare la testa fra le sue cosce, lei si rigira e, dopo essersi sdraiata supina, spalanca le cosce e con le mani mi invita ad entrarle dentro, cosa che faccio all’istante. Appena inginocchiato fra le sue gambe, lei afferra il mio cazzo e lo guida direttamente fra le labbra della sua fica e mi incita a penetrarla fino in fondo.
«Prendimi! Fammi sentire questa splendida mazza tutta, fino in fondo! Scopami! Fammi godere, e fammi impazzire!»
Scivolo dentro di lei che sento esser bollente! La sua fica è un vero forno incandescente, dove affondo senza nessuna difficoltà. Quando il mio corpo aderisce al suo, lei solleva le gambe e le annoda dietro la mia schiena e, mentre io comincio a pomparla, lei, con dei movimenti pelvici, asseconda la mia penetrazione, sbattendo con forza il suo corpo contro il mio. Gode poco dopo, con un orgasmo squassante; allora si gira verso di lui e gli mostra il suo viso trasformato in una maschera di piacere.
«Guardami, cornuto! Guardami come mi fa godere! Guarda come godo, che non ha niente a che vedere con quanto ho mai potuto godere con te!»
La sbatto con un buon ritmo e lei raggiunge di nuovo un altro orgasmo, poi abbassa le gambe, mi spinge di lato e, dopo avermi fatto sdraiare supino, sale su di me, impalandosi sul mio cazzo: aveva preso ad ondeggiare avanti/indietro, continuando a godere di orgasmi a ripetizione. Sollevo le mani ed afferro quei seni duri e sodi, ne strizzo i capezzoli, facendola godere ancor di più. Sfinita si sdraia sul mio corpo con il fiato corto, mi parla:
«È stato bellissimo! È stato veramente un piacere godere sopra di te e sono meravigliata anche dal fatto che ancora non sei venuto.»
Si gira verso di lui e, con un gesto della mano, lo invita ad avvicinarsi, cosa che lui fa immediatamente, inginocchiandosi sul letto vicino a lei.
«Questo maschio mi ha fatto impazzire ed ora sono molto indecisa, perché voglio sentirlo venire, ma ho due opzioni: lasciare che mi riempie il ventre con il suo piacere, ben sapendo che non sono protetta, oppure regalare a lui la mia verginità anale e lasciare che mi riempia il culo. Dimmi cornuto: quale delle due opzioni dovrei scegliere, secondo te?»
Giro lo sguardo verso di lui, che tiene il capo basso e, dentro di me, penso che entrambe le cose saranno per lui estremamente mortificanti.
«Jasmine, io ti amo e qualunque delle due opzioni vorrai scegliere, io sarò e resterò al tuo fianco.»
Lei si gira verso di me, incolla la sua bocca contro la mia e mi bacia in maniera forte, intensa, poi si stacca, scivola di lato, e si inginocchia di fianco a me. Poi si gira verso di lui e la sua voce è dura e decisa:
«Avvicinati, cornuto! Leccami il culo e preparalo per lui. Vedi di fare un buon lavoro, perché non mi va di sentire molto dolore, altrimenti mi sfilo il suo cazzo dal culo e me lo metto nella fica, dove mi farò riversare tutto il suo piacere.»
Lui si inginocchia e comincia a leccare quella rosetta, lubrificandola con la saliva che spinge dentro il buchetto con un dito, mentre lei si è spostata un po’ ed ha preso il mio cazzo in bocca, continuando ad ingoiarlo e coprirlo di saliva. Ad un tratto, quasi spazientita, lo spinge via e, girata verso di me, mi invita a profanare quel pertugio ancora vergine.
«Prendimi! Metti questa splendida verga nel mio culo. Non sarà facile ospitarlo tutto dentro di me, ma spero che, alla fine, tu ci riesca a farmi provare del piacere anche da questo verso.»
Mi inginocchio dietro di lei, mentre lui le tiene le chiappe aperte e continua a far colare della saliva lungo il solco delle natiche, che io, con la punta del cazzo, raccolgo e spingo contro quel foro. Lei fa un profondo respiro e, sollevatasi sulle braccia, spinge il suo corpo indietro nello stesso istante in cui io affondo dentro di lei. Dalla sua bocca esce un gemito di dolore e subito mi blocco, mentre lei mi invita a spingerlo ancora più dentro fino in fondo.
«Non ti fermare! Continua! Spingilo tutto dentro! Spaccami il culo! Voglio sentirlo tutto dentro!»
Inesorabile, affondo dentro di lei e, una volta che il mio corpo tocca il suo, resto immobile, lasciando che quel foro si adatti alla mia intrusione. Poi mi giro di scatto verso di lui e gli impartisco un ordine che lui esegue immediatamente:
«Sdraiati sotto di lei e leccale la fica fino a farla godere, in modo da attenuarle il dolore.»
Lui esegue e, sdraiato sotto di lei, comincia a torturarle il clitoride, facendola gemere, mentre io prendo a limare quel culo con un ritmo sempre più veloce e deciso. Ad un tratto sento che lei comincia a gemere di piacere e mi incita a scoparla ancora più forte ed a concludere dentro di lei.
«Continua! Più forte! Mi stai spaccando il culo! È bellissimo! Continua, ti prego, e non smettere fino a sborrarmi dentro!»
Mentre parla, con una mano ha aperto i pantaloni di Omar e, in qualche modo, ne ha estratto il cazzo che vedo anche quello lungo e duro e, mentre io ora le sfondo il culo sempre più velocemente, lei se lo infila tutto in gola, mentre geme di piacere. Per un attimo si sfila quel cazzo dalla bocca e mi urla che sta godendo ed aspetta con ansia che io sborri, cosa che faccio l’istante. Mi blocco dentro di lei e prendo a riversarle nel culo una quantità enorme di sborra. Lei si sente allagare il retto del mio piacere ed intensifica il movimento con la mano con cui masturba il cazzo di Omar, mentre lo succhia e, così, anche lui, ad un tratto, geme dal piacere e, di sicuro, le riversa in bocca una copiosa sborrata. Resto per un momento piantato dentro di lei, poi mi sfilo e, nel farlo, osservo il suo culo del tutto dilatato, da cui fuoriesce immediatamente un rivolo di sborra bianca che finisce sul viso sottostante di Omar, che continuava a leccare la fica di sua moglie. Lo vedo spingersi un poco in fuori per giungere a lambire con la lingua quel buco oscenamente dilatato e poter leccare la mia sborra che ora cola copiosa, perché lei si è sollevata e gli ha posto il buco del culo direttamente sulla bocca. Mentre lui glielo pulisce così ben farcito, lei mi ha fatto alzare in piedi e, posizionato davanti a lei, ha preso il mio cazzo in bocca ed ha cominciato un’operazione di pulitura che ben presto ottiene anche un altro effetto: il cazzo mi ritorna duro e lei lo succhia come se non ci fosse un domani. È una furia scatenata: mi sega il cazzo con entrambe le mani, mentre succhia con forza la cappella e, d’improvviso, avverto che sto per riversarle in gola un’altra sborrata. Lei solleva lo sguardo e, quando i nostri occhi si incontrano, lei intuisce che sono all’apice del piacere e, a maggior ragione, aumenta il ritmo della suzione, finché non le sborro in gola. Serra con forza le labbra intorno alla cappella, mentre con una mano continua a segarmi il cazzo e con l’altra accarezza le palle e le spreme per far uscire tutto, fino all’ultima goccia. Stremati, ci sdraiamo sul letto; lei si gira verso di lui, lo attira a sé e lo bacia con forza e passione. È qualcosa di veramente unico osservarli, mentre si scambiano questo bacio, perché con quel gesto stanno esternando il loro profondo amore. Provo a scendere dal letto, ma lei mi attira a sé e mi tiene stretto, assieme a lui.
«Quello che ho provato stanotte e qualcosa di straordinariamente unico, perciò, mio caro cornuto, dovrai accettare che, a partire da oggi, ogni qualvolta lui vorrà avere il mio corpo, tu dovrai assecondare i nostri desideri.»
Lui la guarda con occhi stracarichi di lacrime di gioia, la bacia e le promette che lei potrà fare tutto quello che vorrà, perché comunque lui sarà sempre al suo fianco.
È cominciata così la mia storia da bull con una coppia black, che è durata davvero a lungo.
17
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Corna veloci.
Mi chiamo Pamela, ho 37 anni, sono sposata con Lucio che ha un anno più di me. Sono una bella donna, alta 1,80, occhi chiari e capelli scuri, bocca ampia e labbra carnose, un bel seno di una terza abbondante, un magnifico culo a mandolino che completa la fattura di cosce lunghe ed affusolate. Siamo una bella coppia nell’insieme, alquanto dedita al vizio: Lucio è un buon amante, ben dotato sia di cazzo che di cervello. Gli piace anche lasciarmi libera di vivere esperienze di puro sesso, che poi gli racconto, oppure le vive con me, e questo tipo di gioco ci provoca un'eccitazione talmente forte che per giorni scopiamo come ricci sino a restare senza fiato. Lavoro nel settore della moda per una ditta che organizza sfilate per stilisti o eventi particolari, che richiedono molto impegno e lavoro. In occasione della fine di uno di questi eventi, siamo usciti a cena per festeggiare, insieme ad alcuni amici, la perfetta riuscita di tutta la manifestazione e, in quell’occasione, è avvenuta una cosa che mi è piaciuta particolarmente. Quella sera ero decisamente vestita in maniera provocante: minigonna in pelle, nera, molto attillata, a metà coscia, che metteva in rilievo le fattezze del mio bel culetto, un top nero che mi copriva a malapena il seno con sopra una camicetta semitrasparente, oltre autoreggenti con tacchi alti ed un trucco non troppo marcato, ma che, in ogni caso, evidenziava le mie labbra carnose. Ci siamo dati appuntamento presso un locale, che quella sera era riservato esclusivamente a noi. Lì, abbiamo incontrato, fra gli altri, anche tre coppie di amici, che stavano a loro volta festeggiando e, tra essi, c’era una coppia nuova, di cui avevamo solo sentito parlare. Roberto e Simona non passavano certo inosservati: lei una bella donna bionda, con un fisico da sballo, e lui un maschio veramente molto figo, di cui sapevo qualcosa attraverso il cicaleccio di amiche, che non avevano remore a definirlo un maiale vero e proprio, dotato di un gran bel cazzo, molto sopra la norma e che sapeva usare benissimo. Per buona parte della serata, abbiamo riso e scherzato mangiando degli stuzzichini e bevendo molto; più di una volta, Roberto non ha perso l’occasione di strofinarsi sul mio sedere ed in una, forse anche in maniera accidentale, mi ha palpato il seno. Stranamente, la cosa mi ha sinceramente eccitato e, avendo notato che mio marito era intento a dialogare con Simona, ho avvertito l'impulso di verificare se le chiacchiere che si dicevano su Roberto corrispondessero al vero. Con finta indifferenza, in un momento in cui lui era vicino a mio marito, io, a mezza voce, ho informato il mio uomo che mi sarei recata in bagno. Lentamente ho attraversato la sala e, controllando attraverso il riflesso sul vetro dell’immensa sala, ho potuto notare che, in maniera quasi istantanea, Roberto mi stava seguendo. Sono entrata in bagno e, quando mi sono avvicinata alla porta del bagno, Roberto è entrato dietro di me, nel bagno delle signore, approfittando del fatto che non c'era nessuno. Chiusa la porta alle nostre spalle, lui mi ha abbracciato e baciato, senza dire una sola parola. Ho risposto al suo bacio con passione e la mia lingua si è insinuata nella sua bocca, intrecciando con la sua lingua una danza erotica sconvolgente. Spingevo il mio corpo contro il suo e strofinavo il mio pube su quel grosso pacco, che sentivo aumentare di volume proprio in corrispondenza del mio ventre. Dopo aver limonato per un tempo che a me è sembrato lunghissimo, lui mi ha spinto a sedermi sulla tazza del water, si è inginocchiato davanti a me e, dopo avermi sollevato le cosce, ha letteralmente strappato il perizoma, incollando la sua bocca sullo spacco della mia fica, già abbondantemente fradicia di umori. La sua lingua ha preso a scorrere dal basso verso l’alto, indugiando a lungo sul mio clitoride, facendomi ansimare e mugolare di piacere come una cagna in calore. La sua lingua vogliosa mi ha penetrato e leccato le piccole e grandi labbra, insistendo a mordicchiare il clitoride, finché, all’apice del piacere, gli ho riversato in bocca tutto il mio nettare, che lui ha raccolto, leccato e ingerito in maniera ingorda. Poi, improvvisamente, si è staccato e, sollevatosi davanti a me, ha afferrato il mio viso con entrambe le mani e, prima di baciarmi, mi ha invitato ad assaporare i miei liquidi. Mi ha baciato di nuovo con passione, mentre io ero carica di desiderio e curiosa di assaporare la sua verga fra le labbra, ma lui si è abbassato di nuovo fra le mie cosce ed ha preso a tirare le piccole labbra con la bocca, mentre mi penetrava con la lingua. È andato avanti così per parecchio tempo, fino a quando quella stupenda leccata di figa mi ha procurato un nuovo orgasmo, ancora più intenso del precedente. Dopo avermi provocato quell'ennesimo piacere, si è alzato in piedi e, abbassati i pantaloni, mi ha presentato davanti al viso una stupenda mazza, lunga e dura, sormontata da una grossa cappella lucida e violacea. Me l’ha appoggiata alle labbra ed io ho spalancato la bocca; lui è rimasto immobile permettendomi di leccare e succhiare quello pazzesco randello di carne, godendo del piacere che gli prodigavano le mie labbra e complimentandosi con me per la bravura che mettevo in quell'operazione.
«Complimenti! Sei veramente una stupenda succhiacazzi! Sono poche quelle che riescono a prendermelo in bocca, ma ancora meno quelle che, come te, riescono a farsene entrare più della metà in fondo alla gola.»
Ha continuato a scoparmi la bocca, fin quando l’ho pregato di fottermi.
«Mettimelo dentro! Spingimi questa superba verga in fondo all’utero! La voglio sentire tutta, fino in fondo, fin dentro l’anima!»
Lui, con un sorriso compiaciuto, mi ha sfilato il cazzo di bocca e, dopo avermi fatto sollevare, mi ha fatto inginocchiare sopra il coperchio del water e, appoggiata la punta di quella verga fra le labbra della mia conchiglia fradicia di umori, con due spinte decise, lo ha infilato tutto in fondo. Ho goduto all’istante. Sentire quella verga enorme che dilatava la mia fica e che, ad ogni affondo, sbatteva con forza contro il mio utero, mi ha provocato un orgasmo che ho mugolato a denti stretti, per non farmi sentire da tutto il locale.
Mi teneva ferma per i fianchi e mi pompava con un ritmo ben cadenzato, che alternava con altro molto potente o lento, con altro più dolce, per riprendere subito a scoparmi con colpi vigorosi e rudi e poi di nuovo lenti e profondi. Ho goduto a lungo, raggiungendo quattro o cinque orgasmi continui, mentre lui sembrava instancabile. Dopo aver avuto un altro orgasmo, si è fermato un attimo e, con entrambe le mani, mi ha aperto le chiappe, facendo colare della saliva lungo il solco, per poi spalmarla con la punta del cazzo, ormai fradicia di umori. Me l'ha appoggiato al buchetto e, con una spinta decisa, è scivolato tutto dentro di me. Non sono vergine di culo, ma quel randello che mi sfondava il retto, l’ho sentito tutto.
«Cazzo, fa piano! Mi sfondi il culo! Però mi piace, dai, spingimelo tutto fino in fondo! Cazzo, se mi piace!»
Lui mi ha afferrato i fianchi con entrambe le mani e, sollevatami dall’insolita posizione, mi ha fatto appoggiare le gambe per terra e, tenendomi sollevata solo una gamba, con un piede poggiato sul water, ha preso a sfondarmi il culo, con forza sempre più crescente Ho goduto anche per il fatto che, in quella posizione, la sua mano destra è scivolata davanti e, mentre il suo cazzo mi speronava il culo, ho sentito due dita dentro la fica che mi masturbavano velocemente, con la stessa intensità con cui venivo presa nel culo. Ha sollevato l’altra mano e, se all’inizio, la teneva sulla mia bocca per impedirmi di urlare, affinché nessuno si accorgesse di quanto stavamo facendo in quel bagno, ad un tratto due dita sono entrate nella mia bocca e la sua voce mi ha sconvolto.
«Troia! Immagina che, mentre ti sfondo il culo, un altro cazzo ti sia piantato nella fica e uno ancora ti sfondi la gola!»
Son venuta di nuovo, all’istante! Ho goduto nell’immaginare la scena erotica che lui mi stava rappresentando. Anche lui era all'apice, ho sentito il suo ritmo aumentare velocemente, e poi, ad un tratto, rimanere ben piantato nelle mie viscere, mentre un’ondata di calore ha cominciato ad invadere il mio intestino.
«Sborro, troia! Ti sto sborrando nel culo!»
Dopo aver sentito alcune pulsazioni di quel suo cazzo che mi farciva l'intestino, si è tirato indietro sfilandosi da me e, con una mano, mi ha fatto capire che dovevo inginocchiarmi davanti a lui, cosa che ho fatto all’istante.
Mi sono trovata fra le labbra quel cazzo fradicio dei miei umori anali e della sua sborra, che ancora continuava ad uscire abbondante. In preda ad un raptus di piacere, ho leccato ed assaporato ogni cosa presente su quella verga, godendo di quanto, in quel momento, mi ritenevo troia. Lui mi ha sorriso, poi mi ha sollevato e baciato di nuovo, complimentandosi ancora per la mia incontenibile libidine.
«Sei una vacca stupenda! Mi sei piaciuta appena ti ho visto entrare e, dentro di me, ho desiderato immediatamente godere del tuo corpo. Naturalmente mi piacerebbe ripetere quest’esperienza, anzi, se vuoi, ti organizzo il modo di farti vivere quella fantasia di cui ti parlavo prima: tu, io ed altri due maschi.»
L’ho guardato estasiata, poi ho preso dalla mia borsa il cellulare e mi son fatta dare il suo recapito telefonico. Lui è uscito, mentre io mi sono seduta sul water e, in qualche modo, ho lasciato colare dal mio culo slabbrato, tutta la sua sborra, fino a quando mi son data una ripulita e son tornata nel gruppo. Giunta di nuovo nel salone, Lucio è venuto vicino a me e, osservandomi attentamente, ha notato che avevo il trucco era un po' sfatto, i capelli un po' arruffati e l’aria un po’ sbattuta. Guardandolo dritto negli occhi, l’ho pregato di andar via perché ero stanca. Lui non ha detto nulla, ma, una volta che ci siamo trovati nell’intimità del nostro letto, senza che lui chiedesse nulla, mi sono appoggiata sdraiata sul suo corpo nudo e, impugnato il suo splendido cazzo, gli ho raccontato tutto quello che era successo, mentre lo segavo piano. Ha ascoltato in silenzio tutto il mio racconto, per poi salire su di me e penetrarmi con forza, scopandomi e facendomi godere ancora, quasi come se quello che avevo già provato non mi avesse soddisfatto. Mi ha pompato velocemente e, quando il mio corpo ha preso a tremare per effetto dell’ennesimo orgasmo che provavo, anche lui ha riversato dentro di me, la sua copiosa sborrata. Siamo rimasti abbracciati e, quando gli ho confessato che mi sarebbe piaciuto vivere quella fantasia con tre uomini, lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha risposto che a lui non sarebbe dispiaciuto, provare la bionda Simona e così, circa una settimana dopo, siamo andati noi quattro a cena e, assieme a noi, ci hanno raggiunto anche due amici di Roberto, che hanno poi trascorso il resto della serata in nostra compagnia, facendomi provare emozioni talmente forti che, nonostante siano già passati due mesi, quando chiudo gli occhi, ancora sento le mie mutandine inumidirsi da non credere.
15
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Mi sono trovata un toro più giovane.
Mi chiamo Anna, ho 45 anni, sono sposata con Paolo che ha due anni più di me. Sono una bella donna. alta, mora, aspetto mediterraneo, seno prosperoso, fianchi leggermente larghi, un bel culo molto invitante. Non sono affatto grassa, ma ho le curve al posto giusto, che, spesso e volentieri, sono oggetto di ammirazione da parte dei tanti maschi che mi vedono per strada. Fino a due anni fa, noi eravamo la classica coppia tranquilla e serena che faceva una vita assolutamente normale. Lavoro, casa, amicizie, vacanze e altre cose, tutto nella più assoluta normalità. Poi, un giorno, nell’ufficio di Paolo è arrivata Pamela, una biondina tutta tette e culo, con una gran faccia da troia, che naturalmente faceva di tutto per mettersi in mostra. Lui si è subito sentito molto attratto da quella puttanella, che, a sua volta, ricambiava generosamente le sue attenzioni. Ne era così preso, che non è stato attento ad evitare di farsi beccare, quando ha deciso di scopare con lei. Da gran signora, quale sono, non ho fatto nessuna scenata, ma ho chiesto solo quali fossero le sue reali intenzioni circa il prosieguo della nostra relazione.
«Scusami! Ho fatto una cazzata gigantesca! È stata solo una stupida scopata con una troietta, che non ha nemmeno soddisfatto appieno quella specie di avventura. Vorrei che, in qualche modo, la nostra storia continui, perché abbiamo trascorso così tanto tempo insieme, che la sola idea di perderti, mi fa star male. Sono uno stupido per aver ragionato solo con il cazzo, e non con la testa ed il cuore. Sono disposto ad accettare qualunque rivalsa tu voglia infliggermi.»
L’ho ascoltato attentamente e mi son riservata di riflettere sulla sua ammissione di colpa e anche sul fatto che era disposto ad accettare l'eventuale mia reazione all'offesa rivoltami. Dopo circa una settimana, l’ho informato sulla mia decisione.
«Sono molto dispiaciuta per ciò che hai fatto. Anch’io avevo notato che il nostro rapporto era diventato decisamente monotono e te ne volevo parlare, perché volevo cercare insieme a te qualcosa per movimentarlo. Invece sono stata delusa e ferita dalla tua superficialità. Ho provato molto dolore nel constatare che tu avevi preferito scopare con una ragazza più giovane, considerando me ormai vecchia. Così, adesso, ho deciso di testare la mai femminilità alla mia età: ho bisogno di verificare se riesco portarmi a letto un ragazzo più giovane. Se questo dovesse avvenire, avremo pareggiato il conto e, una volta soddisfatta questa mia curiosità, le cose fra di noi torneranno ad essere esattamente come prima. Se non accetti questa mia iniziativa, possiamo anche rivolgerci a un legale ed avviare le pratiche per il divorzio.»
È rimasto ammutolito nel sentire quelle mie parole. Mi ha chiesto un po’ di tempo per riflettere e, dopo un iniziale momento di rabbia, sia con sé stesso per la sua stupida bravata, sia per il fatto che ora sarebbe toccato a lui provare lo stesso dolore che avevo provato io. Così, ha accettato, ma ha posto alcune condizioni.
«Trovo giusto che tu possa aver la possibilità di pareggiare il conto, ma vorrei chiederti solo una cosa. Dovrai farlo qui, in casa nostra, mentre io di nascosto ti guardo.»
Ho visto nei suoi occhi una strana luce, davvero particolare.
«Ma, ho capito bene? Vuoi che scopi con un altro sotto i tuoi occhi, qui, nella nostra casa?»
Ha annuito e mi ha confermato con precisione quali fossero le sue condizioni. Sono rimasta un po’ interdetta da questa sua richiesta e, dopo averci un po’ riflettuto, non ho accettato.
«Non se ne parla nemmeno! Questa scopata me la voglio fare da sola, come hai fatto tu. Prendere o lasciare.»
Lui era evidentemente dispiaciuto da questa mia decisione e, incuriosita, gli ho chiesto la motivazione per quanto proposto. Lui mi ha fornito delle spiegazioni, che non mi hanno per niente soddisfatto, ma, anzi, mi hanno sorpreso.
«Stranamente, dopo una iniziale rabbia, qualcosa dentro di me è cambiato. Mi son sentito eccitato all’idea che tu possa scopare con un altro uomo. Non riesco a spiegare il perché di questa strana sensazione; posso solo dire che mi eccita in maniera incredibile. Per placare questa mia eccitazione, son dovuto ricorrere a ripetute masturbazioni.»
Ero stravolta, ma anche incuriosita da questa sua confessione, così ho accettato. Per raggiungere lo scopo prefisso, ho deciso di accettare le avances che da tempo mi fa l’allenatore di nuoto della piscina che frequento, per mantenermi in forma. Ha vent'anni meno di me e desidero che mi aiuti a realizzare la mia vendetta. C'è qualcosa di speciale nell'entusiasmo di un giovane: scopare una donna più matura, leccarle la figa o metterle il cazzo in bocca, è qualcosa che li esalta al massimo. Con lui ho fatto subito un patto molto chiaro, precisando che il nostro avrebbe avuto come unico scopo quello di scopare e basta. Non intendevo far sorgere coinvolgimenti sentimentali e non avrei accettato nessun’altra possibilità di interazione con lui, se non il puro e semplice scopare. Sesso, solo sesso e nient’altro, poi, ognuno per la sua strada, fino alla prossima scopata, se ce ne fosse stata l'occasione. Ebbi ad incontrarlo in un ristorante per una cena veloce, prima di spostarci nel nostro appartamento. Una volta giunti in casa, ho deciso di punire mio marito in maniera eclatante: dopo esser entrata, l’ho chiamato e gli ho presentato il mio giovane amante. Lucio è rimasto alquanto perplesso per quella situazione, ma io gli ho precisato che se aveva voglia di scopare con me, doveva accettare il fatto che mio marito ci avrebbe guardato e lui, dopo un attimo di indecisione, ha accettato senza riserve.
«Accidenti! Questa sì che è una situazione davvero esplosiva!»
Ho detto a mio marito di sedersi su di una sedia, mentre io e Lucio ci siamo messi comodi sul letto. In breve è venuta a crearsi una situazione alquanto strana, perché all’inizio, per stemperare un po’ la tensione parlavamo e scherzavamo come tre amici che si rivedono dopo tanto tempo, al netto del fatto che, due di quegli amici erano sposati e la moglie era sdraiata sul letto con l'altro. Indossavo un top senza maniche e Lucio ha iniziato a baciarmi la parte posteriore della nuca. Mi è piaciuto molto ed ho cominciato ad eccitarmi. Mi sono appoggiata allo schienale ed ho cominciato ad accarezzargli leggermente la nuca. Lucio ha proseguito a baciarmi, passando alla bocca, sotto lo sguardo attento e silenzioso di mio marito. Ho cominciato a gemere di piacere, mentre sentivo le mani di Lucio che mi accarezzava le cosce, risalendo sotto la gonna. Poi mi ha sfilato il top, mettendo a nudo i miei seni e, mentre ne baciava uno, ha preso a strizzare l’altro, titillando fra le dita il relativo capezzolo e provocandomi una tremenda scarica elettrica che, partita dal seno si irradiava fino alla fica. Gemevo sempre più, mentre lui succhiava con la bocca il mio capezzolo duro, ed ora mi stavo eccitando per davvero. Ad un certo punto mi ha abbracciato e, rotolando sul letto, si è sdraiato supino sotto di me; gli son montata sopra ed ho fatto aderire lo spacco della fica contro il grosso bozzo che sentivo sotto i suoi pantaloni. Lui mi ha fatto chinare in avanti per aver modo di potermi succhiare i capezzoli. Erano straordinarie le sensazioni contrastanti che provavo: mi godevo la bocca di quel giovane che mi stava letteralmente facendo impazzire e, nel contempo, guardavo mio marito, cui ho sorriso, compiaciuta del fatto che potevo vagliare l'espressione del suo viso che denotava un misto di gioia/dolore. Mi piaceva fargli vedere quanto mi stavo divertendo. Non vedevo l'ora di spogliarmi completamente, cosicché Lucio potesse arrivare alla mia fica, ora completamente intrisa ed inzuppata dei miei umori. Ci siamo baciati ancora un po', ma poi l'ho interrotto per poterci togliere completamente i vestiti. Una volta nuda mi sono sdraiata e Lucio mi è salito sopra, strofinando il suo corpo contro il mio. La sensazione che provavo nel sentire il giovane nudo sopra di me, il suo grosso cazzo che diventa più duro per l'attrito dei nostri corpi, era qualcosa che mi inebriava ancora di più. Volevo fare le cose con calma, senza fretta per prolungare al massimo il mio piacere, e la sofferenza di mio marito, anche se, più passava il tempo, più mi rendevo conto che forse non era una sofferenza la sua, ma un sottile piacere che lui stava provando nel vedermi godere con quel maschio giovane è molto dotato. Poi Lucio ha iniziato a baciare il mio corpo, scendendo in basso lungo la mia pancia e fino alla mia fica. Ho iniziato a gemere e contorcermi mentre Lucio ha iniziato a leccare e succhiare la mia fica resa un lago dalla incredibile eccitazione che stavo provando. Ad un tratto, ho desiderato averlo dentro di me.
«Oh sì, voglio sentire il tuo cazzo dentro di me. Voglio sentirlo fino in fondo, che mi sfonda, che mi apre e mi riempie facendomi godere tantissimo.»
Lui si è inginocchiato fra le mie cosce aperte al massimo ed io, afferrato il suo cazzo e l'ho attratto verso la mia fica. Ha cominciato a strofinare il suo cazzo contro le labbra della mia fica, stuzzicandomi con il suo cazzo.
«Vuoi il mio cazzo dentro di te?»
Fremevo dall’impazienza di sentirlo dentro, fino in fondo.
«Oh, sì! Ti prego, spingilo tutto dentro di me!»
È stato incredibilmente bello mentre si è spinto fino in fondo. Sentivo che mi apriva la mia fica e scivolava mentre mi riempiva in maniera stupenda. È stata una sensazione incredibilmente bella sentire quando un uomo ti infila, per la prima volta, il suo cazzo dentro, prendendo possesso della tua fica e, in specie, quando tuo marito ti guarda. Il modo in cui Lucio mi stava scopando, era così bello che aprirsi ed accoglierlo, era la cosa più bella di cui potessi godere. Per questo ho stretto le gambe intorno a lui ed ho iniziato ad assecondare il movimento della sua monta. Ha preso a pomparmi in maniera forte e decisa, con colpi ben assestati che mi facevano tremare tutta. Ho sentito il mio primo orgasmo che iniziava a montare, quando Lucio ha iniziato a martellarmi dentro sempre più velocemente. Ho urlato di piacere, mentre l'onda del mio orgasmo attraversava tutto il mio corpo. Mi ha permesso di godere a lungo, finché, sempre continuando a pomparmi, si è sfilato da me e, fattami girare, ha deciso di prendermi da dietro.
«La tua fica è così calda ed accogliente che voglio goderla il più a lungo possibile.»
Ciò detto, mi ha afferrato per i fianchi ed ha iniziato a scoparmi alla pecorina. Mi ha pompato di nuovo a lungo e per bene, facendomi godere ancora e, non ancora pago del piacere che mi aveva procurato, mi ha afferrato per i fianchi e ci siamo sdraiati di lato, mentre lui continuava a sbattermi da dietro, reggendomi la coscia destra in alto, sopra di lui.
«Voglio sentirti sborrare. Voglio sentire il tuo piacere che mi inonda il ventre!»
Lucio ha iniziato a scoparmi con più vigore, finché non si è irrigidito ed è venuto. Ho sentito un'ondata di calore invadere la mia vagina, mentre lui, dopo avermi abbracciato forte, è rimasto un po’ immobile, ben piantato dentro di me: sentivo rivoli di sborra, colare dalla mia fica completamente slabbrata. Poi si alzato ed è andato in bagno. Mio marito è salito sul letto e si è disteso vicino a me.
«Ti è piaciuto quel quello che hai visto?»
«Sì, mi è piaciuto molto. È stato doloroso ed emozionante nello stesso tempo vederti godere con lui ed ora vorrei sapere quali sono le tue intenzioni.
«È stato fantastico! Mi ha scopato molto bene.»
Mentre gli rispondevo, lo guardavo con un grande sorriso stampato in faccia. Quando Lucio è tornato dal bagno, si è disteso dall’altro lato accanto a me, così io mi sono trovata tra mio marito ed il mio giovane amante. Mentre eravamo sdraiati, abbiamo chiacchierato un po’ e subito ho notato una certa complicità fra Lucio e mio marito. Paolo, mentre parlava, mi accarezzava lentamente il corpo, ed io, in quel momento, mi sono sentita come in paradiso. Dopo un po', Lucio e mio marito hanno iniziato a baciarmi e succhiarmi i seni. È stato fantastico. Mi son avvicinata ed ho iniziato a carezzare leggermente il cazzo di Lucio, che ha subito ripreso vigore. Lucio ha iniziato a baciarmi e strofinare la mia fica ancora bagnata, mentre mio marito ha preso a baciarmi il corpo, accarezzando le mie gambe, poi Lucio mi ha baciato appassionatamente in bocca, mentre mi scopava con le dita. Ho risposto a quel caldo bacio e, ad un tratto, lui si è staccato e inginocchiatosi di fianco a me, mi ha offerto da succhiare il suo cazzo che stava già tornando bello duro. L’ho preso in bocca ed ho iniziato a farlo godere, utilizzando le labbra e la gola, facendogli emettere gemiti di piacere.
«La tua bocca è fantastica. Succhialo e ingoialo tutto, che mi fa impazzire!»
Mentre mi infilavo quel randello in gola, ho sentito mio marito strofinare il suo cazzo duro su e giù per la mia fica bagnata. È stata subito una sensazione nuova: Non avevo mai avuto due uomini contemporaneamente. Questo mi ha subito fatto gemere di piacere, mentre mio marito ha fatto scivolare lentamente il suo cazzo duro dentro di me. Ero in estasi! Avevo il cazzo di Lucio in bocca e quello di mio marito ben piantato nella mia fica. Ho cominciato a gemere, la mia bocca si è riempita del cazzo di Lucio, mentre un ennesimo orgasmo mi ha travolto. L’ho succhiato a lungo e ne ho assaporato il succo, mentre Paolo mi pompava come un pazzo scatenato, godendo del fatto che il suo membro sguazzava in un misto di umori costituito dal seme dell’altro ed i miei umori, che non smettevano di sgorgare mentre godevo. È stato davvero sconvolgente e, ad un tratto, anche per Lucio dev'esser stato molto eccitante, perché, dopo pochi secondi, si è irrigidito e mi ha schizzato un ennesimo carico di sperma in bocca. Ho ingoiato tutto, felicemente. Nello stesso istante, anche Paolo ha cominciato a sborrare dentro di me ed ho sentito ancora un’ondata di calore riempire la mia vagina. Siamo rimasti tutti e tre per un lungo istante immobili, poi Lucio si alzato e, dopo esser andato in bagno, ne è uscito, ci ha sorriso e se n’è andato.
«Grazie, Anna, è stato bellissimo! Come d’accordo, io aspetterò che tu mi dica quando vuoi ripetere questa stupenda esperienza. Quanto a te, amico, hai una donna stupenda come moglie e, per questo, ti invidio.»
Mi son girata verso Paolo e, dopo avergli dato un bacio, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Tesoro, ti amo profondamente, ma questo non significa che da oggi la mia fica sarà solo per te, ma dovrai accettare di condividerla con tutti i maschi con cui mi piacerà godere.»
Lui mi ha guardato e, con occhi carichi di lacrime di gioia, mi ha abbracciato forte e mi ha baciato.
«È stato bellissimo, ma anche un po' imbarazzante, scoprirmi cornuto. Per me sarà sempre il più bello spettacolo poterti guardare mentre scopi con altri uomini e, se riceverò sempre da te questo ruolo privilegiato, ti posso assicurare che non avrò alcun interesse per altre donne.»
L’ho guardato e son giunta alla conclusione che non posso lamentarmi! Inutile dire che lo faremo ancora, ancora, e ancora...
23
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Ho sposato una puttana!
Mi chiamo Simone, ho 39 anni, sono di media statura, fisico asciutto tenuto in allenamento dal lavoro che svolgo: sono un vigile del fuoco. Sessualmente parlando ho una dotazione che sta assolutamente nella media. Da nove anni sono sposato con Simona, che ha un anno più di me. Lei è un po’ piccola di statura, appena 1,65, ed ha un seno che, anche se non è molto grande, dopo due gravidanze, le è cresciuto fino a raggiungere una seconda misura. Ha un bel culetto tondo e sodo e le cosce, anche se non troppo lunghe, sono lisce e ben tornite. Nel rapporto sessuale, direi che, in principio è timida, ma poi diventa troia; come pure all’inizio del nostro rapporto non amava l'anale, mentre oggi lo accetta e lo gradisce, così come ama molto esser posseduta in doppia, ma, di certo, non con me. Lei si occupa di crescere i nostri due figli e, come casalinga, ha la giornata alquanto impegnata, in modo particolare quando i piccoli non sono a scuola. Prima di conoscere me, lei ha avuto una storia seria, finita per le continue infedeltà del suo fidanzato e, forse, qualche sua stessa avventura, mentre io ho avuto solo un paio di storie e un po’ d'avventure, soprattutto quando lavoravo fuori. Dopo il matrimonio ci siamo trasferiti in un quartiere nuovo, non molto lontano dal mio lavoro. La storia però che voglio raccontarvi, nasce prima del matrimonio. Era il secondo anno che eravamo fidanzati e, un giorno, mi sono accorto che Simona, mentre era seduta, le era salita la gonna e una delle sue cosce era in perfetta bella vista. Lei non ci aveva fatto caso, mentre io mi sono accorto che c’era un signore che la guardava affascinato da quello spettacolo offerto in maniera insolita. Anziché esserne infastidito, mi sono ritrovato ad avere una forte erezione. In quel momento non son riuscito a capire per quale motivo mi eccitava tanto il fatto che lei potesse, in qualche modo, esser oggetto del desiderio di altri maschi; l’unica cosa che scatenava a mille la mia fantasia, era immaginarla mentre faceva sesso con altri uomini. Mi eccitava così tanto questa cosa, che poi la scopavo come una bestia. Un po' di tempo dopo, eravamo in spiaggia da soli, in una zona un po’ defilata rispetto al grande flusso di bagnanti, per cui le ho chiesto di slacciare il reggiseno e prendere il sole in topless.
«Ma sei scemo! Non vedi che c’è un sacco di gente!»
L’ho guardata e le ho sorriso dicendo che la cosa mi faceva eccitare moltissimo, e poi, dentro di me, riflettevo sul fatto che intanto non aveva detto di no, ma aveva addotto altri motivi, quale quello di un po' di gente. In buona sostanza ciò significava che se ci fosse stata meno gente, probabilmente se lo sarebbe slacciato. Qualche settimana dopo, eravamo in una spiaggia nudista e, con un po’ di pazienza, son riuscito a farle togliere la parte di sopra del costume. Ho visto alcuni maschi che la fissavano, mentre si accarezzavano il cazzo che si induriva velocemente. Lei, all’inizio, era un po’ infastidita da questa cosa, poi, lentamente, ha cominciato ad accettare il gioco e, ben presto, ha cominciato a togliersi anche la parte di sotto del costume, rivelando la sua vena esibizionista. Ero eccitato da tutto questo e così le ho raccontato le mie fantasie. Lei è rimasta un po’ stupita da questi miei desideri e, per molto tempo, ha ostacolato ogni mia iniziativa tesa in quel senso. Per evitare di assecondare il mio desiderio, lei si giustificava dicendo che, per farlo, sarebbe stato necessario avere una certa tranquillità e libertà, ma, essendo ancora fidanzati, non potevamo avere la serenità per realizzare quelle fantasie. Nei due anni successivi, non sono riuscito a farla andare oltre un po’ di esibizionismo, anche se adesso, apertamente, le parlavo del mio desiderio di vederla posseduta da un altro maschio, e lei continuava a rifiutare di mettere in pratica questa mia fantasia. La svolta è avvenuta quando abbiamo deciso di sposarci. Organizzato tutto l’evento, l’unica cosa che restava da fare era la cena per l’addio al celibato. Lei e tre sue care amiche, sono andate per un weekend in una spa ed hanno passato due giorni in assoluto relax. L’unica nota trasgressiva è stata la cena nel ristorante della spa, dove lei si è alquanto ubriacata, e poiché anche le altre non erano da meno, a fatica sono riuscite ad entrare in camera sua e sono crollate tutte quattro sul suo letto, dove, per effetto dell’alcol, si sono addormentate tutte insieme. Solo all’alba si son rese conto di quanto avevano bevuto ed hanno passato il resto della giornata a cercare di smaltire i postumi della sbornia. Il mio addio al celibato è stato molto diverso. Tre amici mi hanno portato lungo la costa in una città piena di turisti e bagnanti. Il primo giorno, ho fatto amicizia con la barista dello stabilimento balneare dove eravamo sdraiati a prendere il sole e, senza saperlo, i miei amici le avevano raccontato che ero un futuro novello sposo e, previa lauta mancia, l’hanno convinta a far sesso con me. Non mi sembrava vero, quando lei mi ha trascinato nel magazzino del bar e, dopo essersi inginocchiata davanti a me ed avermelo preso in bocca, l'ha succhiato abbondantemente, e poi si è piegata di spalle ed ha voluto che la penetrassi da dietro. È stata una scopata abbastanza veloce e, quando son venuto, lei ha preteso che le riempissi la bocca del mio piacere. Però non sapevo che uno dei miei amici era il cugino dell’ex di Simona, quello che era stato lasciato perché ritenuto di totale infedeltà, e così, mentre io mi scopavo la barista, lui ha inviato le foto a suo cugino, che, naturalmente, non ha fatto altro che rimetterle a Simona, facendole presente che anch’io ero uno infedele. Ignaro di tutto ciò, la sera, dopo cena, i ragazzi hanno deciso di andare a fare un giro lungo la vecchia statale, dove notoriamente stazionano le prostitute e, poiché ero alquanto brillo, loro ne hanno scelta una ed io mi sono ritrovato sul sedile posteriore con la puttana che mi cavalcava. Anche in questa occasione, furono scattare delle foto, che hanno seguito lo stesso percorso delle altre, fino ad arrivare nel cellulare di Simona. Dopo la scopata, siamo andati a bere in un bar vicino all’albergo e lì ho dato fondo alla mia sbronza. Mi ricordo solo che in tre mi hanno adagiato sul letto e, al mattino, quando mi son svegliato, era molto tardi e sono andato in bagno a fare una doccia, per cercare di schiarirmi le idee. Poiché era tardi, la signora addetta alle pulizie, non ha notato il fatto che ero in bagno a farmi la doccia e, quando son tornato in camera nudo, lei è rimasta alquanto sorpresa. Non era giovane, doveva di sicuro avere intorno ai cinquant'anni, ma, fra i due, forse quello meno sorpreso ero. La signora, probabilmente una equadoregna, aveva due tette enormi, erano così grosse che sembravano due palle da bowling. Sono rimasto affascinato da quel seno florido e generoso e, mentre lei continuava a guardarmi senza dir nulla, io ho preso il portafogli e le ho offerto del danaro per poter godere una spagnola tra quelle enormi mammelle. Lei ha rifiutato sdegnata, al che ho insistito facendole presente che la settimana successiva mi sarei sposato con una donna che, al massimo, non raggiungeva la seconda misura. Forse perché intenerita da quanto detto o dall’offerta del danaro, lei ha accettato di farmi provare il piacere di una spagnola. Si è sdraiata sul letto e, scoperto quel seno portentoso, mi ha permesso di salirle sopra, a cavallo, e, mentre muovevo il mio cazzo in mezzo a quelle due splendide bocce di carne bollente, lei, con la punta della lingua, leccava la cappella. Io ho allungato una mano dietro di me e, sollevata la gonna, le ho spostato le mutande e le ho infilato due dita nella fica, portandola all'orgasmo. Ha rapidamente raggiunto il godimento, ma, non soddisfatta, mi ha chiesto di scoparla, cosa che ho fatto all'istante. L’ho pompata velocemente e, quando stavo per sborrare, lei mi ha chiesto di farlo sul seno. È stato bellissimo, svuotare le mie palle in mezzo a quelle due meraviglie della natura. Anche in questo caso, non sapevo che qualcuno era salito in camera a cercarmi e, guarda caso, aveva immortalato anche questa mia performance, con conseguente invio di foto nel cellulare di Simona. Quando siamo tornati, lei non mi ha detto nulla, anche se mi è apparso che il suo atteggiamento verso di me fosse cambiato. La mattina del giorno del nostro matrimonio, mentre mi stavo vestendo, improvvisamente il bip del mio cellulare mi annuncia l’arrivo di un messaggio. Scopro che è di Simona, che utilizzando telegram, mi manda un messaggio che lì per lì mi ha un po’ stupito.
«Amore buongiorno, oggi siamo pronti per diventare marito e moglie, ma io voglio esser assolutamente certa che questo sia anche il tuo desiderio. Ti chiedo quindi di confermare la tua ferma volontà di esser mio marito e di volermi per sempre al tuo fianco.»
Ho interpretato questa sua richiesta come un attimo di indecisione e, quindi, ho provveduto subito a rassicurarla.
«Buongiorno, amor mio, ti assicuro che l’idea di averti come moglie, per il resto della mia vita, mi fa impazzire di gioia. Dal momento in cui ti ho conosciuta, tutto mi è sembrato infinitamente bello e sono impaziente di completare il rito che ci vede oggi impegnati, per finalmente aver il piacere di averti al mio fianco come moglie, come donna, che amo e che rispetto.»
Dopo qualche istante, lei ha rinnovato il suo pensiero.
«Sono consapevole che sia un passo importante, almeno così lo è per me; quindi, vorrei esser certa, senza nessun'ombra di dubbio, che anche per te sia esattamente questo ciò che vuoi.»
Ero emozionato da questa sua incertezza e, quindi, ho cercato di rimarcare ancora di più la mia ferma convinzione di voler essere suo marito.
«Amore mio, ti assicuro, con ogni più assoluta certezza, che voglio solo te nella mia vita, che sei l’unica donna che amo e, qualunque cosa la vita ci riservi, io ti vorrò sempre al mio fianco, perché, da quando sei entrata nella mia vita, non c’è stata più nessun’altra donna capace di regalarmi le emozioni e la gioia che provo nel tenerti fra le mie braccia.
Lei mi ha mandato dei baci, poi un ennesimo messaggio.
«Voglio credere alle tue parole e ribadisco che ti voglio come marito, ma non sono certa che tu mi sia stato sempre fedele.»
Leggo il messaggio e resto alquanto impensierito finché noto l’arrivo di una foto, che una volta aperta, si autodistruggerà nel giro di qualche secondo. Incuriosito apro l'immagine e vedo la barista della spiaggia inginocchiata davanti a me con il mio cazzo in bocca. Resto sbalordito e, immediatamente, ne arriva un’altra, dove si vede la ragazza piegata di spalle, mentre io la scopo da dietro e, infine, la terza dove chiaramente si vede il mio cazzo che le inonda la bocca di sborra.
«Vedo che ti sei divertito durante la tua cena di addio al celibato e così, sapendo che uno dei tuoi più grandi desideri è quello di vedermi scopare con un altro uomo, oggi pareggerò il conto. Ti sei fatto tre troie, vuol dire che a mia volta oggi mi farò chiavare da tre cazzi. Pensaci bene, perché, se non accetti questo, puoi anche non venire in chiesa, perché non ti sposo.»
Subito dopo sono giunte altre immagini, sempre riferite a situazioni da me vissute durante la cena dell’addio al celibato, e, dentro di me, avvertivo un terribile tormento che mi fece decidere a prendere una decisione.
«È vero ho fatto una cazzata, ma non capisco perché tu voglia, proprio oggi, pareggiare il conto. In ogni caso ribadisco la mia ferma volontà di averti come moglie.»
Dopo qualche istante, sul mio cellulare apparve una foto, sempre con il sistema dell’autodistruzione, dove c'era Simona inginocchiata davanti ad un uomo, con il suo cazzo in bocca. Ho avuto una forte erezione che mi ha letteralmente stordito; son corso subito in bagno ed ho preso il cazzo in mano, mentre osservavo le foto successive, dove lei, piegata a 90 gradi e con il vestito alzato dietro, si faceva scopare da un uomo. Sono venuto all’istante. Ho fatto una sborrata così copiosa che ne sono rimasto stupito, ma, nello stesso tempo, anche allibito. La cosa che, in particolare, mi ha lasciato di stucco è stata quando mi sono accorto, prima dell’autodistruzione, che colui che se la stava scopando non era altri che il fotografo! Cazzo! Il fotografo! Questo significava che oggi, ogni volta che lui mi avrebbe inquadrato nell’obiettivo della sua macchina fotografica, dentro di sé, avrà sicuramente mormorato: «Cornuto, sorridi!»
Ero ancora stravolto da quanto stava succedendo, quando mi è giunta una terza foto che riprendeva Simona inginocchiata davanti a lui e si faceva riempire la bocca con la sua sborra. A quel punto il mio cazzo è tornato di nuovo duro, perché immaginavo che quando l’avrei baciata, avrei trovato, nella sua bocca, il sapore della sborra del fotografo. A fatica ho ripreso il controllo di me stesso: se da un lato ero effettivamente inebetito da tutta questa situazione, dall'altro ne ero eccitato al massimo. Quando son giunto dinanzi la chiesa e, poco dopo, è arrivata Simona, mi ha sorriso e subito mi ha dato un bacio sulle labbra, mentre mi guardava con occhi da maliarda. Ho sentito subito l’odore di cazzo sulle sue labbra e, per tutta la cerimonia, ho dovuto faticare tantissimo per nascondere la mia erezione. Era, comunque, un duro compito, perché ogni volta che il fotografo interagiva con me, dentro di me, avvertivo la stessa emozione provata quando ho visto la foto di lui che scopava la mia futura moglie. Fatte le foto di rito e, mentre tutti i parenti si spostavano al ristorante per il ricevimento, io e Simona siamo saliti sull’auto che l’aveva accompagnata in chiesa. Una grossa Mercedes molto elegante, condotta da un autista sicuramente straniero: alto, grosso, imponente ed ho visto Simona che, prima di partire, si è accordata con il fotografo, che mi ha guardato con un sorrisetto beffardo. Una volta partiti, lei si è sporta in avanti e ha detto qualcosa all’orecchio dell’autista, che subito ha deviato dal percorso. Le ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni, ma lei è stata molto chiara.
«Adesso, cornuto, sarai tu a sederti alla guida di questa auto e, facendo in modo da non dare nell'occhio, ci porti fino al piazzale in cima quella collina, dove spesso andiamo a fare sesso.»
Senza aggiungere altro, l’uomo da davanti è sceso e, dopo avermi aperto lo sportello, mi ha invitato a mettermi al posto di guida, mentre lui è salito dietro con mia moglie. Subito lei si è data da fare ad aprire la patta dei suoi pantaloni e lui li ha abbassati fin giù alle caviglie, mettendo subito in mostra una notevole dotazione che Simona ha, immediatamente, preso in bocca. Ero sconvolto! Ero sposato da neanche due ore e già mia moglie mi cornifica, ancor prima che io abbia avuto modo di consumare il matrimonio con lei. Incurante di quel che potessi pensare, lei ha preso a succhiare quel grosso cazzo che subito è lievitato, mostrando di esser una verga di tutto rispetto. Io ero combattuto fra il guidare con attenzione e guardare nello specchietto retrovisore: mi piaceva da morire vedere Simona fare un pompino a quell’uomo, che gemeva dal piacere. In breve, siamo arrivati in cima alla collina e, una volta parcheggiata l’auto sotto una pianta, Simona mi ha chiesto di scendere ed aprire lo sportello dal suo lato, onde aiutarla a sollevare il vestito così da permetterle di poter scopare con l’autista, senza rovinare il vestito nuziale. Ero come inebetito dalle mille sensazioni, tutte contrastanti, che mi affollavano la mente: obbedivo ai suoi ordini, come un automa. L’uomo si è sdraiato sul sedile, e lei gli è salita sopra, infilandosi quella grossa verga nella fica già fradicia. Ha emesso un lungo gemito di piacere, poi si è girata verso di me e con occhi stravolti dall'ebbrezza, mi ha parlato con un tono di voce mai udito.
«Sei soddisfatto di ciò che vedi? Non era questo ciò che mi chiedevi da tanto tempo? Ora, finalmente, mi vedi far la puttana, proprio come piace a te. Ti assicuro che questo gioco sta cominciando a piacer molto anche a me, di conseguenza, non escludo che questa, che per il momento è solo una vendetta, diventi una consuetudine.»
La guardavo sbalordito e, senza rendermene conto, avevo già preso il cazzo in mano e mi stavo segando, mentre lei urlava dal piacere nel saltellare, su e giù, su quella verga che le donava, man mano, sempre più goduria. Quando, dopo aver raggiunto un ennesimo orgasmo, l’uomo le ha fatto capire che era prossimo all’orgasmo, lei si è tolta da sopra di lui, è scesa dall’auto e si è inginocchiata di lato, obbligandomi ad accostare la mia faccia alla sua.
«Avvicinati, cornuto! Inginocchiati accanto a me, perché adesso voglio che lui sborri in faccia ad entrambi.»
Nel sentire quelle parole, mi sono schizzato in mano e senza rendermene conto mi son inginocchiato accanto a lei ed ho visto che quella grossa mazza, che l’uomo masturbava con irruenza, ha preso a schizzare fiotti di sborra che hanno colpito in pieno la bocca di Simona che, spalancata, l’ha ricevuta tutta dentro, senza perdere neanche una goccia. Poi lei ha afferrato quel membro e, spostatolo di lato, me lo ha infilato in bocca, obbligandomi a succhiarlo e leccarlo, fino all’ultima goccia. È stata una sensazione incredibile, sentire il sapore di quella sborra un po’ acidula, ma, nello stesso tempo, mi son sentito eccitato al massimo per aver visto, finalmente, mia moglie scopata da un altro. Giusto il tempo di ricomporci e siamo giunti al ristorante, dove abbiamo consumato il pranzo nuziale. Durante i vari brindisi ed ovazioni di gioia, ho notato che c’era uno dei commensali, Giuseppe, il suocero di mia cognata, sorella di Simona di due anni più grande e sposata l’anno precedente, che, spesso e volentieri, si avvicinava a mia moglie e, con fare da bellimbusto, le parlava e, più di una volta, le ha anche palpato il culo. Da qualche tempo avevo notato che Grazia, mia cognata, era come succube di Giuseppe e, più di una volta, le due sorelle si sono dilungate a parlare con lui. A circa metà pranzo, ho visto mia cognata e mia moglie, allontanarsi con il pretesto del bagno e, girato lo sguardo fra i commensali, ho notato che anche Giuseppe era sparito. Avrei voluto seguire mia moglie, ma non ci son riuscito perché trattenuto dagli amici che, fra un brindisi e l’altro, cercavano in qualche modo di ubriacarmi. Dopo non so quanto tempo, ho visto ricomparire mia moglie con il trucco sfatto, tant’è che mia cognata glielo ha dovuto ricomporre prima delle foto del taglio della torta. Il resto della cerimonia è scorso via in completa allegria e divertimento, mentre notavo, negli occhi di Giuseppe, uno sguardo ambiguo, quasi beffardo. Finita la cerimonia, io e Simona ci siamo ritrovati nella camera messa a disposizione dall'Hotel e, mentre ci stavamo cambiando, l’ho attirata a me e l’ho baciata con passione. Ho sentito forte il desiderio di sapere perché era sparita insieme a sua sorella.
«Siamo andate in bagno e siamo state seguite da Giuseppe, che da tempo monta mia sorella, sotto gli occhi estasiati di suo marito, che vede nel padre il toro capace di far godere sua moglie. Ero così incuriosita da questa cosa, che quando ce lo siamo visto entrare nel bagno, mia sorella ha subito chiuso la porta dietro di lui e, mentre io la guardavo, lei gli si è inginocchiata davanti e gli ha estratto un cazzo che sembrava quello di un cavallo, da quanto era grosso. Affascinata da quella verga, anch’io mi sono inginocchiata davanti a lui ed insieme lo abbiamo succhiato e leccato contemporaneamente, mentre lui godeva e ci definiva puttane e troie. Ho sentito forte il desiderio di provare quella mazza gigantesca e così, con l’aiuto di mia sorella, che mi ha sollevato il vestito, mi sono appoggiata al lavandino e lui, dopo avermi afferrato da dietro, ha appoggiato quel grosso randello fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso, me lo son ritrovato tutto in corpo. Come reazione a quell'introduzione così ingombrante, ho fatto un salto vero e proprio, mentre venivo sollevata da terra per quella monta così vigorosa. Mi ha scopato a lungo e bene, facendomi godere rapidamente, e quando è stato il suo momento di sborrare, insieme ci siamo inginocchiate di nuovo davanti a lui, per ricevere in bocca la sua copiosa sborrata. È stato qualcosa di incredibilmente bello ed unico, che mi ha, finalmente, fatto capire quanto sono intimamente troia e, poiché tu desideri esser un cornuto, ho deciso che, a partire da oggi, ti regalerò tante di quelle corna di cui potrai andar fiero.»
Avevo le lacrime agli occhi per l’emozione e il cazzo così duro che gliel'ho spinto immediatamente dentro quella sua fica ormai slabbrata ed aperta, ben conscio di chissà quanti altri cazzi avrebbe accolto. Da quel giorno sono passati quasi una decina di anni, durante i quali lei si è fatta montare da innumerevoli maschi e, per due volte, anche da Giuseppe Solo una volta ho avuto il piacere di vederla mentre lui le sfondava la fica il culo. Già il culo, uno dei piaceri a cui non posso accedere perché mia moglie lo riserva solo ai suoi amanti più dotati. Col tempo è rimasta incinta due volte, e i nostri figli assomigliano a lei come due gocce d’acqua, quindi dentro di me, non ho la certezza assoluta di essere il padre di queste creature, ma, il fatto di immaginare che un altro possa averla ingravidata, rendendo permanente le mie corna, mi eccita così tanto che quando ci penso sborro senza toccarmi.
19
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Spingersi oltre
Ormai nella testa mi ripetevo: «...Il sesso standard non mi interessa più...», e in effetti non mi creava più molta adrenalina. Era un rischio, certamente: ma c'era un mondo dall'altra parte che mi incuriosiva troppo per essere ignorato. Qualcosa era scattato, qualcosa di nuovo, ancora non riuscivo a capire bene cosa. I giorni passavano ed io morivo dalla voglia di riaprire quei discorsi, fremevo dalla curiosità di spostare il limite ancora più in là. Non era facile tornare in Italia e aspettare che lei venisse a trovarmi, oppure andare lì e ricreare un momento ideale o una situazione utile al confronto. Ma l'attesa aumentava il desiderio ed io in fondo sapevo di essere un vero porco. Un maiale senza limiti, con la voglia perenne di sborrare di un 28enne sempre arrapato. Non so quante volte mi sarò masturbato ripensando e rivivendo quel momento, fantasticando tra le mie mille perversioni. Finalmente tornai da lei qualche settimana dopo e attesi il momento giusto per riparlarne. Fu come un gioco tra adolescenti, iniziammo a farci domande ''scomode'' sulle nostre esperienze passate che non avevamo mai avuto il coraggio di condividere. Iniziò lei, come sempre.
Mi raccontò che durante l'età della pubertà a volte le era difficile tenere a bada gli ormoni e le era capitato di toccarsi e masturbarsi durante pomeriggi trascorsi insieme alla sua migliore amica. Qualche volta, disse, si toccarono a vicenda. Per curiosità, per capire cosa si provasse nel farlo. Ecco che sentii di nuovo crescere e diventare umido qualcosa tra le mie gambe.
Mi disse: «in fondo a chi non è capitata una cosa del genere a quell'età almeno una volta...? Voi uomini siete più restii a parlarne perché avete paura di perdere punti in termini di mascolinità di fronte alle vostre donne». Aveva colpito nel segno. Poi aggiunse: «Troppa gente trascorre la propria esistenza soggiogata e impaurita da pregiudizi e da giudizi altrui, influenzata da quelli che la società impone come modelli! Voglio sentirmi libera di dire che ho voglia di prendere tre bei cazzoni contemporaneamente senza sentirmi giudicata!».
Capite bene con chi avevo a che fare? Finalmente una donna libera da preconcetti e da schemi mentali precostituiti. Era una fortuna inestimabile, letteralmente una manna dal cielo. L'occasione unica (probabilmente di tutta la vita) di potermi mostrare al 100%, senza filtri di alcun tipo. E naturalmente, la colsi senza indugi. Mentre scrivo queste memorie spesso, anche adesso, mi capita di sentire il pisello duro e completamente bagnato. Il ripercorrere questi momenti mi stordisce in modo forte, generando una forte eccitazione. Devo necessariamente fermarmi e fare una doccia fredda o spruzzare un po' di sperma bollente dappertutto. [continua]
15
0
2 years ago
SingoloBsxNA,
40
Last visit: 1 year ago
-
Corna consensuali.
Mi chiamo Giorgio, ho 49 anni e sono sposato da 26 anni con Angela, che ha la mia stessa età. Dal nostro matrimonio, è nato un figlio, maschio, di nome Luca, che ha 23 anni. Sono un uomo di media statura, un po’ in sovrappeso ed una vistosa calvizie che mi costringe a tenere la testa rasata. Angela, invece, è una bella donna, abbastanza alta dai capelli biondi a caschetto, occhi chiari, ed una bella bocca ampia e carnosa. Ha un bel seno reso ancor più florido dalla gravidanza, che non ha deturpato il suo fisico, ma, anzi, nell’insieme, è divenuto ancora più procace, dai fianchi più arrotondati ed un fondo schiena più voluminoso, al di sopra di due belle cosce. Quando l’ho conosciuta, lei era vergine, perché proveniva da una famiglia molto attenta al decoro. Il padre era una persona molto rigida e la madre, sempre molto rispettosa, favoriva i voleri del despota maschio. Con il matrimonio, lei ha acquisito, oltre un marito, anche una certa libertà. Insieme abbiamo sperimentato i piaceri del sesso. Io non sono molto dotato, mi reputo assolutamente nella norma, ma mi eccita molto leccare mia moglie e farla godere molto, prima di penetrarla. Lei, col tempo, ha imparato l'arte della fellatio, ivi compreso l'ingoio della sborra che emetto, quando le vengo in bocca. Non ho mai avuto il piacere di sperimentare, con lei, il rapporto anale perché, ho sempre pensato che la cosa la infastidisse. Quando nostro figlio ha preso la sua strada, noi due ci siam ritrovati da soli in casa ed ho avvertito il desiderio di rompere un po’ la monotonia del nostro rapporto. Così ho iniziato ad esplorare qualche sito porno. Al principio mi eccitavo un po’ nel vedere quelle immagini così diverse dalla nostra classica scopata. Ne ho parlato un po’ con lei che, sdegnata, non ha voluto assolutamente vedere quelle immagini. Allora ho cambiato tattica ed ho cominciato, dapprima, a regalarle della biancheria intima molto sexy. All’inizio mi dava del matto, ma, con un po’ di pazienza son riuscito a fargliela indossare. Così, al vederla in abbigliamento osé davanti allo specchio, mi sono eccitato molto e l’ho scopata intensamente. Il passo successivo è stato quello di acquistare un dildo di medie proporzioni, e di inserirlo nei nostri giochi di letto. Mi aspettavo un netto rifiuto, invece ho constatato un vero interesse nei confronti di quel membro che, pur se finto, la faceva godere moltissimo. Mi piaceva molto scoparla sentendo la sua fica più dilatata, rispetto alle dimensioni del mio cazzo. Visto il favorevole esito di questo esperimento, ne ho acquistato un altro di colore nero, dalle dimensioni ancora più grosse. Lei, all’inizio, si è mostrata alquanto sorpresa e ha quasi finto di non volerlo neanche provare, ma, quando mi sono avvicinato con quel nuovo strumento di piacere alle labbra della sua fica, l’ho trovata bagnata fradicia.
Pensavo di dover aggiungere del lubrificante per far penetrare quel grosso cazzo nel suo ventre, ma ho subito desistito perché mi sono reso conto di quanto era eccitata alla sola idea di sentire quei venti cm. di cazzo dentro di sé. Ha goduto moltissimo nel farsi masturbare con quell’enorme fallo piantato in fica. Io ero così eccitato che mi sono fatto succhiare il cazzo e le sono venuto due volte in bocca. Dopo di che, ho ripreso il discorso sulla possibilità di movimentare ulteriormente la nostra vita coniugale. Nel frattempo, avevo scoperto alcuni siti che trattavano argomenti tipo nudismo, esibizionismo, scambio di coppia e cuckoldismo. All’inizio, quasi non credeva a tutto quello che vedeva, ma poi si è incuriosita molto ed ha capito che esisteva un mondo diverso da quello conosciuto, che poteva presentare lati abbastanza interessanti e, perché no, anche piacevoli.
Bisognava solo riuscire a trovare il coraggio di osare. Allora l'ho fatta abituare ad indossare biancheria intima sexy, oltre a convincerla ad accorciare un po’ le sue gonne. Dopo un inizio perfuso da tanta indecisione, pian piano ha modificato il suo convincimento, prendendo ad apprezzare, non solo il tipo di biancheria che le proponevo, ma anche qualche gonna un po’ più corta e delle scarpe dal tacco più alto del solito. Ho notato che intercettava lusingata gli sguardi degli uomini che, incrociandola per strada, ne ammiravano la sua splendida figura ed il suo modo elegante e sinuoso di muoversi. Tutto questo mi procurava delle poderose erezioni, che si concretizzavano in impetuose scopate, durante le quali le provocavo piacere anche destinandole il termine "puttana". All’inizio mi guardava forse anche un po’ risentita, poi, presa dall’enfasi del piacere, si lasciava coinvolgere anche nel gioco del turpiloquio.
«Senti come sei fradicia, puttana! Ti piace sentire questo cazzo nero che ti sfonda la fica, vero? Troia! Ammettilo che ti piacerebbe avere un altro maschio che ti scopi e sfondi ogni tuo orifizio! Sei una vera zoccola!»
Vibrava di piacere nel sentire quelle mie parole e, dopo ogni orgasmo, mi incitava ancora di più.
«Sei un lurido maiale! Ti piace immaginare che io sia una puttana, una zoccola che vorresti vedere scopata da un altro maschio? Sei proprio un cornuto!»
Godevo come non mai nel sentirmi apostrofare con la parola "cornuto" da lei che, mentre lo diceva urlava di piacere. Una sera, sono anche riuscito a bendarla e questa nuova esperienza le è piaciuta al punto che, una volta, l’abbiamo anche ripetuta in auto.
Eravamo molto lontani da casa ed avevo letto, su un sito, che in un parcheggio, non distante dal nostro albergo, c’era un posto dove le coppie amavano esibirsi. L’avevo fatta vestire in maniera molto succinta, veramente da puttana. Giunti poco prima del parcheggio, le avevo bendato gli occhi e, una volta parcheggiata l’auto, avevo preso a spogliarla e a masturbarla sotto lo sguardo estasiato di due uomini che, fuori dal finestrino, osservavano la sua bella fica esposta e lucida di umori. Mentre io la masturbavo energicamente, quelli si segavano e mi chiedevano di abbassare il finestrino. Lei era molto eccitata e, ad un tratto, le ho tolto la benda. All’inizio ha avuto uno scatto di paura, ma, visto che eravamo al sicuro nella nostra auto e che quei due non avevano cattive intenzioni nei nostri confronti, abbiamo ripreso il gioco e, alla fine, sono riuscito a convincerla ad abbassare il finestrino e toccare con mano quei due cazzi. È stato sconvolgente quando lei li ha stretti in mano e, segandoli lentamente, ha ricevuto sulle dita la loro sborra. Subito dopo, appena hanno sborrato, lei mi ha pregato di andare via. Mi sono fermato in un altro posto ed ero così eccitato che l’ho scopata all’istante. Ha avuto un orgasmo incredibile appena ho affondato il mio cazzo dentro di lei. È stata un’esperienza straordinaria che mi ha eccitato così tanto che, a mia volta, le ho rapidamente riversato dentro tutto il mio piacere. Abbiamo rivisto, nella nostra mente, tante volte quella scena e, utilizzando i due membri finti, l’ho fatta abituare ad avere altri cazzi per le mani. La cosa è andata sempre più a migliorare e, ben presto, era lei che afferrava il dildo nero e se lo infilava in bocca, mentre io la masturbavo con l’altro, oppure, se la scopavo, lei li teneva entrambi in mano e li alternava fra le sue labbra. Lo scorso anno, in occasione del nostro 25º anniversario, ho deciso di trascorrere una settimana di vacanza a Maspalomas. Avevo letto di cose incredibili che succedevano fra quelle dune e anche lei, quando gliel'ho proposto, mi ha guardato con aria melensa. L’idea di prendere il sole nuda, la eccitava in maniera molto particolare e, dentro di me, mi eccitava da pazzi l'idea di, eventualmente, vedere mia moglie alle prese con un altro uomo. Per tutto il viaggio, entrambi eravamo piuttosto silenziosi, perché, di sicuro, ciascuno di noi immaginava quello che sarebbe potuto accadere durante quella vacanza. Siamo giunti a destinazione che era ormai sera, così siamo solo usciti un po’ a passeggio e cercare un ristorante dove cenare. L’aria era molto calda e perciò Angela ha indossato una gonna molto leggera, con sopra una semplice T-shirt che lasciava intravedere il reggiseno. Il corpo, splendidamente modellato da quegli indumenti ed il culo evidenziato da certi sandali che le avevo regalato qualche giorno prima, la rendevano decisamente attraente.
Ho subito avvertito quanto si sentisse lusingata nello scorgere i tanti sguardi di ammirazione, che le venivano rivolti al suo passaggio. Dopo cena, ci siamo concessi una passeggiata sul lungomare e lei ha potuto notare che tante donne/signore indossavano gonne ancor più corte delle sue e tacchi anche più alti, così mi ha rivolto uno sguardo incredulo, ma, nello stesso tempo, sembrava come se questo fosse diventato per lei una sfida. Quando siamo andati a letto, abbiamo scopato in maniera intensa ed appagante per tutti e due. Ha goduto molto, soprattutto quando, mentre la scopavo da dietro, le ho infilato un dito in bocca.
«Immagina che, mentre ti scopo, un altro te lo infila in bocca. Succhia troia! Succhia quest’altro cazzo che, dopo, ti chiaverà.»
Ha avuto un orgasmo devastante, che l’ha fatta tremare tutta e godere tantissimo. Anch’io però non ho resistito molto e le sono subito venuto dentro. Al mattino, dopo colazione, ci siamo avventurati fra le dune e subito ci siamo resi conto che vi era un mondo per noi totalmente sconosciuto. Donne completamente nude che si esibivano davanti ad alcuni maschi, che si masturbavano in loro onore. Ho visto gli occhi di Angela brillare per lo stupore e, nello stesso tempo, i suoi capezzoli gonfiarsi immediatamente, indice di una vera e propria eccitazione. Dopo aver girovagato, abbiamo deciso di metterci sdraiati in un piccolo avvallamento fra due dune, a ridosso di un rigoglioso cespuglio, che offriva un minimo di refrigerio alla forte calura che già si avvertiva. Seduti sulla sabbia fine di quella duna, siamo rimasti da soli per circa un’oretta, poi, è giunto vicino a noi un uomo alto, massiccio, bello e con un cazzo poderoso. Il tizio ci ha visto e si seduto a pochi metri da noi. Per diversi minuti c'è stato solo uno scambio di sguardi tra lui e noi. Ci osservava e, lentamente, si accarezzava il cazzo. Sembrava interessato ad Angela, che, però, mostrava indifferenza. Allora, quasi per rompere il ghiaccio, le ho chiesto quale impressione le avesse fatto quell’uomo seduto a poca distanza da noi.
«È un bell’uomo ed ha anche una bella dotazione.»
Mi è stato subito chiaro che non le era sfuggita quella peculiarità che, anche se in fase di riposo, era una gran bella verga più importante della mia. Le ho sorriso e proposto un suggerimento, giusto per vedere come reagiva.
«Perché non provi ad allargare un po’ le cosce, così da vedere l'effetto che fa?»
Incoraggiata dal mio suggerimento a farsi vedere ed osare, lei ha inarcato le gambe e le ha aperte in maniera tale che quell’uomo potesse avere una perfetta visione della sua fica. Ero elettrizzato da come si stava evolvendo la situazione. Così ho provato a sondare un po’ il terreno.
«Vuoi che lo avvicini? Questo potrebbe esser la persona che stiamo cercando, per vivere l'esperienza che tanto desidero: vederti chiavata da un altro uomo.»
Lei non ha risposto, però osservavo con quanto interesse Angela continuava a fissare lo sconosciuto e questo mi faceva eccitare al massimo. Ho allungato una mano fra le sue cosce ed ho sentito la figa bagnata. Per circa una mezz’ora, fra noi è continuato lo scambio di sguardi, mentre io, con delicatezza, proseguivo ad accarezzare la fica di Angela, che era sempre più bagnata. Quando le ho chiesto se voleva giocare con quel tizio, lei mi ha guardato con occhi languidi, quasi prossima a godere, perché le mie dita ora erano infilate dentro la sua fica e, con un filo di voce, ha risposto alla mia domanda.
«Amore, decidi tu, perché in questo momento non sono in grado di avere la mente lucida: sento che il piacere stravolge ogni mio pensiero.»
Ho rivolto di nuovo lo sguardo verso quel maschio e, al solo il pensiero che quella verga che aveva tra le mani e che, lentamente, aumentava di spessore potesse piantarsi nella fica di mia moglie, mi faceva indurire così tanto il cazzo, da farmi male. Con un cenno del capo, gli ha fatto capire che poteva avvicinarsi e lui, senza un attimo di esitazione, ha preso il suo telo e lo ha steso accanto al nostro, dal lato di Angela, così da averla in mezzo a noi due. Ha cercato con lo sguardo un mio cenno e, poi, ha allungato una mano sulla coscia di mia moglie, che subito ha avuto un fremito nel sentire quel contatto. Ho fatto le presentazioni ed ho scoperto che il tizio si chiamava Pablo, di origine messicana, ma residente da tanti anni qui, a Gran Canaria. Mentre parlava, Angela lo guardava con occhi languidi, mentre lui continuava ad accarezzarle la coscia, senza osare spingersi fino alla fica. Io continuavo ad accarezzarla e, ad un tratto, mi sono accorto che dalla figa di mia moglie cominciava a fuoruscire un flusso più caldo e intenso di umori, mentre i suoi capezzoli erano induriti al massimo. Pablo indugiava con le carezze, mentre parlava con noi e, ben presto, si è creato un buon feeling: attorno a noi c'era un'atmosfera languida e dolce. Con un sorriso, Angela ha poggiato una sua mano sulla coscia di Pablo, molto vicino all'inguine. Il cazzo, a quel contatto, ha subito reagito e si è fatto di marmo. Pablo ha rivolto uno sguardo prima ad Angela, che gli ha sorriso, e poi verso di me, che ho risposto con una strizzatina d'occhio, mentre la mano di mia moglie continuava a scorrere sulla sua coscia, sempre più vicina a quel cazzo che ora svettava in tutta la sua potenza virile. Pablo si è sdraiato accanto a lei, facendole ammirare e toccare il suo bel corpo che, per le carezze che riceveva, produceva notevoli effetti sulla consistenza del cazzo. Angela, allora, ha afferrato quell’asta, misurandone lo spessore, poi, con l’altra mano ha afferrato anche il mio, per valutare la diversa dimensione. Prese a masturbarci lentamente entrambi: finalmente aveva fra le mani due cazzi veri. Era la prima volta: non aveva mai avuto un altro cazzo, oltre al mio, in mano, mentre ora si godeva il piacere di masturbare un perfetto sconosciuto, sotto i miei occhi. Ho guardato mia moglie e l’ho invitata a prenderlo in bocca.
«Perché non lo prendi in bocca e gli fai sentire quanto sei brava a succhiare il cazzo.»
Lei non ha esitato. Si è inginocchiata tra le gambe di Pablo, in modo che io avessi una buona visione di ciò che stava per fare, poi ha mosso lentamente la bocca verso quel membro duro e svettante. Lo ha stretto forte nella mano, ha tirato la pelle verso il basso facendo emergere la grossa cappella rossa, che sovrastava quella splendida verga. Poi ha fatto scorrere la lingua sul glande e ci ha giocato, circondandolo. Sentivo la sua fica molto bagnata, mentre lei ha aperto la bocca per accogliere il membro di Pablo. Poi ha serrato le labbra intorno al tronco e ha cominciato muovere la testa su e giù. Lui ha sospirato, mentre si godeva la bocca di mia moglie. La masturbavo e continuavo a segarmi, mentre ero piacevolmente sorpreso dal fatto non aveva esitato a succhiare il cazzo di un perfetto sconosciuto, davanti a me. Lui mi ha guardato e, sorridendo, ha apprezzato quello che stava provando.
«Che troia che è tua moglie! È una vera puttana, succhiacazzi.»
L’ho guardato compiaciuto ed ho convenuto con lui che era veramente una gran puttana. Ho anche aggiunto che, se voleva poteva sborrare nella sua bocca, perché la troia lo avrebbe ingoiato tutto. Lui ha sorriso, mentre io osservavo senza perdere nessun dettaglio di ciò che stava facendo mia moglie. La stavo masturbando sempre più forte, quando, ad un tratto, lei, con un grido soffocato a causa della bocca piena, mi ha fatto capire che stava godendo: la cosa mi ha eccitato così tanto che, anch’io sono venuto, schizzandole sul culo e fra le cosce, una copiosa sborrata. Lei si è staccata per un attimo da quel cazzo e, quando si è girata, i nostri occhi si sono incrociati; i suoi brillavano di estremo piacere. Pablo ha afferrato mia moglie per i capelli ed ha preso a fotterle la bocca, facendo arrivare il suo cazzo fin nella gola di Angela. La scopava con ritmo accelerato, finché, con un grido, ha cominciato a sborrare.
«Ingoia puttana, ingoia!»
Gliel'ha lasciato in bocca per un paio di secondi, poi lo ha sfilato e le ha indirizzato altri due schizzi sul viso, coprendo mento e zigomo, mentre un altro paio l'hanno colpita su petto e ventre, fino all’ombelico. Angela, a vedersi battezzata da un perfetto sconosciuto di fronte alla mia passività di cornuto, ha avuto un ennesimo orgasmo. Dopo di che, Pablo si è sdraiato supino accanto a lei che, senza alcuna esitazione, ha preso quel membro ancora duro in bocca e lo ha succhiato, mentre lo sperma continuava a colare dal suo viso. Appena si è resa conto che quell'asta era perfettamente dura e tesa, è salita su di lui e se lo è infilato tutto dentro, con un solo affondo. Ho visto la bocca di Angela spalancarsi all'intrusione di quel pene, mentre il corpo veniva scosso da fremiti che le provocavano altri orgasmi. Ero strabiliato dalla facilità con cui godeva, quindi mi sono alzato in piedi e le ho offerto il mio cazzo da succhiare, cosa che lei ha fatto immediatamente. Questa situazione era troppo eccitante ed è bastato poco perché le riversassi in bocca quel poco di sperma che ancora mi era rimasto nelle mie palle. Pablo ha lasciato che io godessi nella bocca di mia moglie, poi mi ha guardato e, con un tono placido, mi ha esposto il suo pensiero.
«Adesso che hai dato sfogo alla tua libidine, siediti e guarda come si fa godere una troia come questa. Lascia a chi veramente sa scopare una donna e farla godere: ti mostro come va trattata una puttana come questa.»
Ha preso a sbattere Angela, sollevandole le gambe e facendola saltellare su di lui, fin quando, sfinita dai troppi orgasmi, si è adagiata sul suo petto. Lui si è sfilato e, dopo averla fatta girare, ha preso a scoparla da dietro e, quando ha scoperto che mia moglie aveva ancora il culo vergine, senza nessuna esitazione ha appoggiato la cappella su quel fiore immacolato e, con due affondi decisi, le è entrato tutto dentro. Ho visto la bocca di Angela spalancarsi senza emettere alcun suono, mentre lui continuava a pomparle il culo, tenendo due dita ben piantate nella fica. Ad Angela è sfuggito qualche lamento per il dolore, ma lui le ha imposto subito la sua risolutezza.
«Sta zitta, troia! Rilassati e lasciati andare! Concentrati sulle mie mani che ti stanno masturbando, così, a breve, proverai solo piacere nel farti rompere il culo da un vero maschio. Tu, cornuto, guarda come si sfonda il culo a questa troia, che, tra poco, proverà un nuovo piacere, così forte e intenso, che un cornuto come te non è stato capace di darle.»
Superfluo dire che ero letteralmente estasiato nel vedere con qual vigore, da maschio dominante, quello sconosciuto stava sfondando il culo di mia moglie. L’ha chiavata a lungo, facendola godere ancora e, poi, è venuto sborrando nel culo di Angela. Quando ha estratto il cazzo, lo ha presentato alla sua bocca che, senza indugio lo ha accolto per nettarlo da ogni singola traccia di piacere rimasta. Durante i rimanenti giorni della vacanza, Pablo ha preso il totale controllo di mia moglie che, affascinata, si è resa completamente succube di quel maschio così determinato, che le aveva donato emozioni del tutto sconvolgenti. Senza rendermene conto, assecondavo ogni loro capriccio, desiderio, o volere. Lui la scopava anche, e soprattutto, in mia assenza, e Angela decideva, di volta in volta, se raccontarmi quello che lui le faceva provare, oppure dovevo semplicemente immaginarlo. L’ultima sera, Angela ha dormito insieme a Pablo, anzi, invece di dormire, ha scopato per tutta la notte insieme a lui e ad altri tre maschi, amici suoi, che l’hanno goduta, usata, e farcita in ogni buco per tutta la notte. All’alba, l’ho vista tornare nel nostro miniappartamento e guardandola attentamente negli occhi, ho chiesto spiegazioni.
Lei ha scosso il capo e, senza dilungarsi oltre, ha risposto:
«Sono esausta. Ho bisogno di fare una doccia e dormire. Sono troppo stremata per parlare.»
L’ho lasciata riposare e il pomeriggio, durante il volo di ritorno, mi ha raccontato di quanto era stata felice di sentirsi stretta fra quei maschi che l’avevano fatta impazzire e, da quella volta, quando sente il bisogno di farsi sbattere fino allo sfinimento da più maschi, andiamo in qualche club prive', dove la posso ammirare, mentre si lascia montare da maschi che la fanno veramente impazzire. La mia intenzione era di movimentare il nostro rapporto e, finalmente, ho capito quanto fosse bello vedere la mia donna godere fra le braccia di altri maschi, felice di aver delle corna ben ramificate, che mi rendono orgoglioso e fiero.
17
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
La vacanza a ischia. finalmente mi fa cornuto!
Quando siamo tornati al molo, nel salutarci, Ciro ha dato Greta un mazzo di chiavi, specificando che erano quelle della sua abitazione, dove c’era una piscina con una splendida vista sulla baia, dove avremmo potuto tranquillamente prendere il sole senza essere disturbati da nessuno. Mi sarei aspettato un rifiuto da parte di Greta, che invece ha preso le chiavi e, senza dir nulla è salita in auto. Avevo una marea di domande da farle, ma sono stato zitto e, seguendo le indicazioni ricevute, abbiamo percorso poca strada e ci siamo trovati davanti ad un cancello bianco, dove lei è scesa, ha aperto e poi, dopo il mio passaggio, ha richiuso, muovendosi come se conoscesse perfettamente il posto. La casa era qualcosa di veramente unico, un misto di pietra, legno e vetro, dove lei è entrata e, dopo essersi spogliata nel salone, è uscita da una enorme portafinestra che immetteva su un terrazzo, dove c’era una veranda molto bella ed una bellissima piscina a livello calpestio, da cui si poteva godere uno dei più bei panorami di Ischia. Senza dire nulla, si è tuffata e, dopo una breve nuotata, ne è uscita e si è sdraiata su uno dei lettini posti sul terrazzo e, poiché ero curioso ma nello stesso tempo molto eccitato, ho deciso di provocarla un po’.
«Poiché credo che qui non vi siano occhi indiscreti, potremmo anche prendere il sole nudi?»
Senza dir nulla, mi sono tolto il costume e mi sono tuffato in piscina e, quando sono riemerso, ho visto che anche lei si era messa nuda. Sono uscito, ho visto che si stava spalmando la crema solare in assoluto silenzio, quindi mi sono offerto di spalmargliela sulle sue spalle, cosa cui lei ha aderito sdraiandosi a faccia in giù. Mi aspettavo che dicesse qualcosa in merito all'intera situazione, ma non lo faceva per cui mi sono avvicinato a lei ed ho letto nei suoi occhi una certa agitazione, sembrava indecisa se darmi o meno delle spiegazioni, oppure continuare a restare in silenzio. Io non ho chiesto nulla e lei è rimasta ancora in silenzio. Non so quanto tempo è passato, perché, sdraiato al sole mi sono assopito. Mi ha destato il suono della sua voce che, nel salone, stava parlando con qualcuno. Mi sono alzato incuriosito e mi sono avvicinato all’enorme finestrone: ho visto lei che parlava con Ciro. Era completamente nuda davanti a lui che, nudo, le offriva qualcosa da bere. Ciro, quando mi ha visto, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato a fare un brindisi con lui. Inutile dire che mi sentivo un po’ disagio, soprattutto per il fatto che eravamo tutti e tre nudi ed io, senza neanche rendermene conto, con la coda dell’occhio, ho fatto un istantaneo confronto del suo sesso con il mio: aveva un fallo molto più grosso del mio. Lo so, è banale e stupido, quanto assolutamente bizzarro, ma mettetevi nei miei panni: ero nudo davanti ad un ex di mia moglie, con lei nuda, davanti a lui nudo. Come si fa a non fare un confronto? Ho sorseggiato il prosecco che ci ha offerto e, subito dopo, ci ha invitato a metterci a tavola, perché aveva già preparato uno spaghetto veloce, da consumare insieme. Doveva esser tornato da diverso tempo, perché il pranzo era praticamente pronto e così ci siamo seduti tutti e tre a tavola.
A quel punto la mia curiosità ha avuto il sopravvento.
«Non ho mai chiesto nulla a mia moglie del suo passato e, tutto mi sarei aspettato, tranne che incontrare un suo ex, ma, da come vedo, fra voi due c’è tuttora una buona armonia, quindi mi piacerebbe saper da te come era lei da ragazza.»
Lui la guarda, sorride, mentre Greta mi osserva con occhi cattivi, facendomi intendere quanto quella domanda fosse inadeguata. Ciro non si è perso d'animo ed ha esordito:
«Quando l’ho conosciuta, era la più bella ragazza del liceo e, innamorarsi di lei, era quasi un dovere, per quanto era bella. Aveva molti corteggiatori ma sembrava che per lei nessuno fosse importante. La sera che abbiamo festeggiato il diploma, qualcuno ha messo un disco di musica latino-americana ed io e lei ci siamo messi a ballare come due provetti ballerini, quasi l’avessimo sempre fatto. È stato in quel momento che lei si è accorta di me e, per circa tre anni, durante i quali lei frequentava l’università, siamo stati molto bene insieme. Poi, un giorno, ho preso atto che volevo di più, avrei voluto sposarla, ma, in quel periodo, non affioravano prospettive valide per realizzare quel sogno, così le ho offerto di emigrare con me all’estero, ma lei ha rifiutato e così la nostra storia è finita.»
Vedo Greta fare una specie di sospiro di sollievo, perché lui è rimasto molto sul generico, lasciando a me ancora tanta curiosità. Consumiamo il pasto velocemente e, insieme, rassettiamo la tavola e poi tutti e tre ci mettiamo seduti su un divano, all’ombra del portico. Lui ci offre del limoncello, ma Greta sparisce in bagno. Colgo l’occasione per fare un ulteriore domanda.
«Da quello che ho capito, tu sei stato il primo a far l’amore con lei?»
Ho usato la parola amore, quando avrei dovuto dire sesso, ma non me la sono sentita. Lui si è voltato verso di me, ha appoggiato una mano sulla mia spalla e la sua voce, era pacata e serena.
«Se vuoi sapere se sono stato il primo con lei, ebbene sì, sono stato io ad insegnarle a fare sesso. All’inizio era un po’ titubante, ma poi, molto lentamente, si è sciolta ed è stato qualcosa di veramente straordinario. Era meraviglioso far l’amore con lei, dimostrando di essere una donna molto calda, carnale. Inoltre era stupefacente vedere quanto la sua prorompente bellezza fosse ammirata dagli altri e questo mi riempiva di un orgoglio particolare, strano, che mi eccitava in continuazione. Io avevo già avuto delle esperienze; ero stato, per alcuni anni, l’amante di una puttana scatenata che adorava scoparmi davanti al marito e perciò, esibire Greta, facendole indossare minigonne vertiginose, camicette sbottonate, era qualcosa che mi mandava ai pazzi. Lei non si mostrava molto disponibile in questo, anzi era piuttosto titubante e, spesso, mi diceva che esageravo, però poi si lasciava andare lo stesso, perché in fondo piaceva anche a lei. Una sera ho esagerato. Dopo una bella serata trascorsa in un locale da ballo, dove ci eravamo alquanto eccitati a ballare il latino/americano, mi ero accorto di quanti sbavavano ad osservare le sue cosce nude, mentre volteggiava fra le mie braccia e, quando siamo usciti ed abbiamo raggiunto l’auto, situata in fondo ad un parcheggio un po’ buio, ero così eccitato che ho voluto scoparla lì. Mi sono accorto che qualcuno ci aveva seguiti e, allora, ho deciso di bendarla. Lei è rimasta un po’ confusa, quasi incerta, però era eccitata come me e quindi non si è opposta. Le ho aperto la camicetta e le ho succhiato i seni; poi, dopo averla sdraiata sul sedile dell’auto, ho infilato la testa fra le sue cosce, quando mi sono accorto che il tizio che ci aveva seguito, si era avvicinato a noi e con un gesto mi ha chiesto di abbassare il finestrino, cosa che ho fatto. Mentre le leccavo la fica, facendola godere, il tizio ha allungato una mano e le ha toccato il seno. Lei ha avuto una reazione immediata e isterica. Ha cacciato un urlo fortissimo e, coprendosi sommariamente, mi ha urlato di portarla immediatamente a casa. Durante il tragitto mi ha insultato con parole dure e sprezzanti.
“Che cazzo ti sei messo in testa?! Cosa credi, che io sia una puttana? Mi vuoi mettere su un marciapiede a battere? Se è questo che pensi di me, ti sei sbagliato di grosso! Ho visto come ti piace mettermi in mostra: forse speri di trovare clienti generosi per la tua puttana? Sei un bastardo! Con me hai chiuso! Non ti voglio più vedere, vattene!”
«Aveva interpretato male quello che era solo un mio gioco, ma d’altronde bisognava capirla. Allora non c’era tutta la libertà mentale che c'è oggi e, soprattutto, pochi giorni prima c’era stato uno scandalo di giovani donne, che si prostituivano, e sicuramente aveva pensato che anch’io volessi avviarla a quel mestiere. Deluso, me ne sono andato all’estero ed ho deciso che non mi sarei mai più sposato e, per quanto riguarda il sesso, avrei solo scopato per soddisfare la mia libidine e niente di più: non volevo più soffrire per nessuna. Rivederla oggi, ha riaperto una ferita che credevo ormai rimarginata da tempo. Durante la mattinata, sulla barca, non vi abbiamo aiutato perché finalmente sono riuscito a spiegarmi con lei, a farle capire che era solo un gioco e le ho chiesto di perdonarmi per quanto accaduto.»
Lo guardo e comprendo tante cose; sto per ribattere, quando Greta torna e ci osserva con aria un po’ sorniona.
«Cosa avete da confabulare voi due? Attenzione: la maestra vi guarda e vi metterà in castigo!»
Una risata ci coglie tutti e tre; lei si avvicina a noi e lui le offre un bicchiere di limoncello che, però, rifiuta.
«Non mi voglio ubriacare, anzi, voglio essere molto sobria per capire bene quello che voglio e quello che sto per fare.»
Senza aggiungere altro, si inginocchia in mezzo a noi due e subito afferra i nostri sessi, prendendo a succhiarli, alternandoli in bocca. Ho subito una violenta erezione e anche Ciro non è da meno. Lei ci fa impazzire leccandoci i nostri cazzi e infilandoli ripetutamente in gola, poi si solleva, si gira verso di me e mi bacia in bocca. Sento il sapore di cazzo sulle sue labbra e questo mi eccita ancor più, perché, quando si stacca dal mio bacio, mi guarda dritto negli occhi e le sue parole sono di un languore unico, intrise di voluttà.
«Ormai mi è chiaro cosa vuoi da me e, in questo momento, spero di riuscire a soddisfare il suo desiderio.»
Senza aggiungere altro, si siede sul divano di vimini e spalanca oscenamente le cosce, portando una gamba in alto sopra la spalliera e mettendo in mostra la sua fica luccicante di umori. I suoi occhi mi invitano ad infilarmi fra quelle cosce ed a leccare il nettare che sgorga dal suo scrigno d'amore. Mi abbasso in ginocchio ai suoi piedi, aspiro l’odore di femmina in calore, mentre guardo il rosa della sua fica, bagnata dai suoi stessi umori che ora sgorgano in abbondanza. Immergo la mia bocca in quel nettare, lo lecco, lo succhio, lo bevo e mi disseto a quella fonte come farebbe un naufrago che approda su un'isola deserta. Lei geme, gode e continua ad irrorare la mia bocca del suo piacere, mentre dopo aver allungato una mano, riprende in bocca il cazzo di Ciro. Se lo fa scivolare tutto in gola, tutto dentro, finché il suo viso non sbatte contro il ventre di lui. Sono sconvolto dal piacere e la lecco come un disperato, facendola godere a bocca piena. Poi, ad un tratto, se lo sfila, appoggia la mano sul mio capo e, quando sollevo lo sguardo, ho capito tutto: ora è lui che vuole.
Mi sposto senza dire nulla e gli cedo il mio posto. Lui si inginocchia fra le cosce di mia moglie. Ha la verga dura in mano, accosta la sua grossa cappella violacea fra le labbra fradicie di Greta, che lo guarda dritto negli occhi e lo implora di penetrarla.
«Scopami! Mettimelo dentro fino in fondo! Fammelo di nuovo sentire tutto!»
Osservo immobile lui che, con due spinte decise, glielo affonda tutto dentro. Lei spalanca la bocca ed inarca il corpo, mentre geme di piacere. Lui rimane immobile, dentro di lei, poi solleva il bacino e comincia a pomparla con un ritmo cadenzato, che subito la manda ai matti. La scopa sfilando metà del cazzo e poi lo riaffonda dentro di lei, con un movimento secco e deciso. Il rumore dei loro corpi che si sbattono fra loro riempie l’aria, mentre io, senza rendermene conto, mi sto già segando. È lei che, dopo aver raggiunto il primo orgasmo, si gira verso di me, allunga una mano e m’invita ad avvicinami. Giuntole davanti, afferra il mio cazzo e se lo mette direttamente in gola. Mi succhia in maniera forte e decisa, mentre gode intensamente. Gli orgasmi di Greta si susseguono senza soluzione di continuità e l'ambiente risuona dei suoi gemiti di piacere. Quando sto per sborrare nella sua bocca, lui l’afferra per i fianchi e, tenendola stretta a sé, la solleva e poi si siede, facendola impalare su di sé. Lei rimane immobile per qualche istante, poi lui solleva le mani, afferra i suoi seni e se li porta alla bocca, succhiandone i capezzoli con forza. Lei prende a muoversi su quel cazzo quasi come una danza erotica che la travolge, facendola urlare ancora di piacere. Reclina la testa all’indietro, mentre lui prosegue a morderle i capezzoli. Un orgasmo forte, intenso, ad un tratto la stravolge tutta, provocandole un tremito lungo tutto il corpo, e lei, con entrambe le mani, blocca la testa di Ciro, schiacciandosela sul suo seno. È sfinita dal piacere, ma ha ancora la forza di appoggiar la bocca sulla sua testa e baciarlo fra i capelli, tenendolo stretto e immobile, quasi temendo di poter godere ancora.
È bello veder mia moglie travolta e sfinita per la voluttà soddisfatta: quanto a lungo ho sognato questo momento ed ora voglio godermelo attimo per attimo.
Sono ancora immobili, poi lei allenta la presa; i due si guardano negli occhi e, ad un tratto, lei si abbassa e lo bacia in bocca. Per me è come una sferzata: è qualcosa di sconvolgente, quello che si stanno scambiando, non è un bacio qualunque, è passione, desiderio, amore. Sento dentro di me una fitta di dolore, di profonda gelosia, perché, in quel momento, vengo assalito da un incubo: sto perdendo la mia donna? Perché quello non è il bacio di una cui piace il sesso, ma di una donna che ama, che prova un sentimento profondo per la persona con cui sta chiavando e baciando. La fitta al cuore aumenta sempre più perché temo davvero di star perdendo mia moglie. Ma lei, dopo averlo baciato a lungo, si stacca da lui, si gira verso di me e, allungata una mano, mi invita a sedermi sul divano, accanto a lui. Quando le sono vicino, lei si sporge verso di me e, pur rimanendo impalata sul cazzo di Ciro, mi bacia con forza, con amore, forse con una passione maggiore rispetto a quella usata con lui. La sua lingua è un serpente che si insinua nella mia bocca e si intreccia con la mia giocando in maniera non solo avida, ma decisamente appassionata. Quando si stacca, i suoi occhi brillano e sono umidi di lacrime di felicità.
«Ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun uomo. Sei la persona più importante della mia vita, il padre dei miei figli, il compagno, il marito, il complice, l’amico che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. Con te sono sempre stata benissimo, mentre con lui mi sento puttana, proprio come accadde quando stavo con lui. Amo anche lui, ma in maniera diversa, perché con lui il sesso è stato sempre qualcosa di sconvolgente ed ora mi rendo conto che non posso far a meno di voi due. Pensateci bene, perché io vi voglio entrambi: o entrambi o nessuno.»
La guardo sbalordito, ma, nello stesso tempo, molto eccitato, mentre lei mi guarda con occhi supplici, in attesa della mia risposta.
«Quando prima ti ho visto baciarlo, il mio cuore ha tremato, ma ora mi rendo conto che era solo una paura infondata. Per quel che mi riguarda, puoi avere lui quanto me, ogni volta che ne hai voglia, perché come ti ho visto godere in questi incredibili momenti, in cui scopavi con lui, non ti avevo mai visto in tutta la mia vita e, per questo, ti amo così tanto che voglio vederti ancora impazzire, come lo hai fatto poco fa.»
Anche gli occhi di Ciro brillano, lei lo guarda e lui annuisce, dicendo che, solo ora, dentro di sé, si rende conto che ha aspettato lei per tutta la vita e che ora che l'ha ritrovata, assolutamente non vuole perderla. Non c’è altro da dire, insieme ci trasferiamo in camera da letto, dove abbiamo scopato Greta per tutto il pomeriggio, facendola godere ripetutamente, fino allo stremo delle forze. È stato bello perché, fra noi, non c’è stata competizione, ma reciproca complicità tesa a farla godere quanto più possibile. L’abbiamo scopata a turno, a ripetizione, in continuazione, in ogni buco. Ci siamo alternati anche a leccarla: quando uno la inculava, l'altro era sdraiato sotto di lei e le leccava la fica. Oppure, quando uno la scopava, l'altro le faceva succhiare il cazzo, fermandosi sempre prima di venire, cosicché lei poteva continuare a godere: il culmine del piacere l'abbiamo raggiunto quando lei, impalata sul mio cazzo, è stata da lui spinta a sdraiarsi su di me, per prenderla nel lato B.
«Che meraviglia! Il tuo culo è sempre stato fra i miei desideri e son felice che lui ti abbia avviato anche a questo piacere, perché ora, sfondarti il culo con il mio cazzo, è qualcosa di veramente stupendo!»
È impazzita dal piacere e, alla fine, spossata, ci ha supplicato di godere, perché voleva anche il nostro piacere.
«Basta vi prego! Sono sfinita! Mi avete spremuto come un limone, e adesso voglio bere il vostro piacere, fino all’ultima goccia.»
Non ci siam fatti pregare oltre, perché anche noi eravamo al limite e, insieme, le abbiamo riversato in faccia, in bocca e su ogni parte del corpo, quanto contenuto delle nostre palle. Lei ha ci ha spremuti fino all’ultima goccia. Stremati, ci siamo sdraiati accanto a lei che ci ha baciato tenendoci stretti. In quel momento, mi sono sentito l’uomo più felice del mondo e la nostra vita è cambiata in maniera molto radicale. Finalmente avevo realizzato il mio desiderio ed avevo trovato anche un complice per far vivere a mia moglie nuove avventure. Abbiamo trascorso il resto del weekend insieme e, con estremo piacere, Greta finalmente ha preso coscienza di esser una grande troia. Ha messo da parte ogni ritegno ed ora non fa mistero che ama godere con più maschi. Ripresa la nostra vita, abbiamo ripensato con piacere al tempo trascorso con Ciro, riacuendo di continuo la nostra libidine. Dopo una decina di giorni, Ciro mi chiama e ci invita a tornare sull’isola, tanto la sua casa è libera e disponibile, e sente la mancanza di Greta. Ci organizziamo e qualche giorno dopo l’inizio di agosto, ci rechiamo insieme ad Ischia. Ci è venuto incontro al traghetto e ci ha accompagnato direttamente a casa sua, per poi lasciarci e ritornare dopo qualche ora. Finalmente ha tempo per Greta, che subito lo abbraccia e bacia, stringendolo con forza a sé. Lei ha voglia di lui e subito gli si inginocchia davanti e gli prende il cazzo in bocca, succhiandoglielo fino a farlo gemere di piacere. La cosa eccita molto anche me e, subito, mi inginocchio dietro di lei e comincio a masturbarla, trovandola ridotta ad un lago. Giusto il tempo che Ciro si denuda e subito la scopiamo, dentro l’acqua della piscina. Lui la prende da dietro, mentre io, seduto sul bordo, mi faccio succhiare il cazzo. Gode subito perché aveva desiderato tanto quel momento: in pratica non vedeva l'ora di avere ancora quella nerchia dentro di lei. Noi due, invece, sembra che ce la prendiamo con calma e ci alterniamo nei suoi buchi, scambiandoci di posto ed ogni volta lei gode. Alla fine, lei stessa ci implora di riempire il suo ventre con il nostro piacere.
«Mi fate impazzire! Mi state facendo godere a ripetizione, mentre voi due vi alternate a farmi impazzire. Adesso basta! Ora voglio bere il vostro piacere e assaporare nella mia bocca la nostra sborra.»
Ci diamo una occhiata d’intesa e, con immenso piacere, entrambi la prendiamo in doppia e, mentre lui le sfonda il culo, io la scopo in fica, muovendomi in sincronia: in pratica, mentre io ritiro il mio cazzo dalla sua fica, lui glielo spinge tutto nel culo e questa manovra la fa urlare di piacere. È un momento di lussuria tale che scuote anche noi e così, stringendola con forza, le riversiamo dentro tutta la nostra sborra. Appagato il desiderio, li lascio abbracciati a farsi le coccole, mentre io, in disparte, li osservo compiaciuto: quanto piacere le abbiamo fatto provare! Lui, nei tre giorni a seguire, è molto impegnato e ci lascia liberi di girare l’isola, ma ci chiede sempre di cenare nel suo ristorante, perché questo lo riempie di gioia. È un orgoglio per lui veder Greta seduta al tavolo e poter, di tanto in tanto, venir a degustare un sorso di vino, chiedendole se quanto ha cucinato è di suo gradimento. Il primo fine settimana, lui ci invita ad andare da lui a cena e bere qualcosa dopo, perché c’era una piccola band che avrebbe allietato la serata, facendo musica latino-americana. Siamo andati al ristorante ed abbiamo visto che c’era tanta gente, ma lui ci aveva riservato un tavolo e, per tutta la serata, ci siamo divertiti, io e mia moglie, a ballare sulle note dei vari ritmi sudamericani. Ad un tratto, anche lui si è unito a noi ed ha chiesto a Greta di ballare con lui la salsa. Lei indossava un vestito bianco corto, molto leggero e molto scollato. Ciro le ha chiesto se voleva ballare e, giunti in pista, hanno ballato insieme diversi ritmi. Ho osservato quanto fosse davvero sexy mentre ballava con lui; ho notato anche diversi ragazzi che si erano fermati a guardarla. Ogni volta che lui la faceva girare, il suo vestito saliva, mostrando il perizoma bianco e buona parte del suo culo. Ad un tratto, dal tavolo poco distante da noi, dove erano seduti quattro ragazzi, uno di loro, un ragazzo di colore, alto e molto palestrato, si è avvicinato e, con un sorriso a trentadue denti, si è messo a scherzare con Ciro.
«Amico, tua moglie è una brava e splendida ballerina. Quando la facevi girare, ho potuto vedere il suo perizoma ed ammirare le sue magnifiche cosce.»
Lui si è messo a ridere e poi, girandosi verso di noi, ha spiegato l’equivoco.
«Devo contraddirti, perché non è mia moglie, è la moglie di questo mio carissimo amico.»
Lui si è girato e, dopo aver guardato un attimo verso di me, si è chinato verso Greta e, allungata la mano, ha preso la sua e si è presentato, facendo un inchino con ostentata galanteria.
«Signora, lei è stupenda e mi scuso per la mia maleducazione, riferita al suo perizoma che, in ogni caso, è bellissimo. Mi permetta di presentarmi: mi chiamo Benjamin, ma tutti mi chiamano Ben. Sono il capitano di uno yacht, parcheggiato qui nel porto dell’isola, in attesa che il suo proprietario ci raggiunga per passare qualche giorno di navigazione lungo il Golfo. Io ed i miei compagni di lavoro, i tre ragazzi che vede al tavolo, siamo rimasti veramente affascinati dal suo modo di ballare e dalla sensualità che esprime. Se non le sembro troppo sfrontato, vorrei chiedere il permesso di ballare con lei, naturalmente con il consenso di suo marito.»
L’ho guardata, le ho sorriso e, dato che ero favorevole, gli ho risposto che poteva farlo e così, lei e Ben, son tornati sulla pista da ballo. Dopo alcuni balli, Greta è tornata al tavolo e ha detto che sentiva troppo caldo e ha aggiunto che Ben era un ballerino provetto e lei si era divertita davvero tanto. La serata stava volgendo al termine e, allora, Ben ha proposto a tutti noi, compreso Ciro, a trascorrere il resto della notte a bordo del loro yacht. Ho guardato mia moglie, che mi ha detto che si sentiva incuriosita, perché non era mai salita a bordo di una barca così grande e lussuosa. Siamo usciti dal locale e, poiché la barca era ormeggiata praticamente dall’altro lato dell’isola, non avendo taxi a disposizione, abbiamo deciso di andare con la nostra auto. Con me alla guida e Ciro seduto al mio fianco, sono rimasto stupito quando Ben è salito sul sedile posteriore e Greta gli si è accompagnata di fianco e gli ha messo i piedi in grembo. Gli ha anche chiesto di strofinarglieli perché le scarpe la stavano martoriando. Sono rimasto basito, ma, nello stesso tempo, eccitato in maniera incredibile, per questo strano comportamento di mia moglie. Osservavo lo spettacolo dallo specchietto retrovisore, ma non riuscivo a vedere granché, quindi ho pensato che Ben le stesse guardando per bene le cosce ed il perizoma. Ad un tratto Greta si è complimentata con lui.
«Che bella sensazione! Le tue mani sono così grandi e forti.»
Ci son voluti circa 20 minuti per raggiungere quella splendida enorme barca, più che costosa. Appena giunti a bordo, Benjamin ha detto Greta che, se voleva poteva tranquillamente rinfrescarsi, facendo una doccia. Lei ha accettato e lo ha seguito; è stata via circa una ventina di minuti. Io ero in compagnia di Ciro e, nel frattempo, ci eravamo versati un drink. Ciro mi ha guardato e mi ha parlato, facendomi capire di come si sarebbe evoluta il resto della serata.
«Per come conosco Ben, son sicuro che in questo momento ci starà provando con Greta e, da quello che ho capito, ho la netta sensazione che a lei questo gioco piace. Non mi stupirebbe se il resto della serata finisse con una scopata fra noi tre.»
Non ho avuto tempo di rispondere, perché Greta è tornata e aveva indossato una vestaglia di raso nero; mi ha baciato in bocca e poi ha detto:
«Mi sento molto meglio. Ti è piaciuto guardarci ballare?»
Ho annuito e lei, dopo aver sorseggiato un po’ del drink dal bicchiere di Ciro, per un attimo, si è trovata in mezzo a loro due, con Ben in piedi, davanti a lei che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei si è girata, verso di me, mi ha fatto un cenno e sorriso, poi, senza dir nulla, ha aperto la vestaglia. Subito Ben l’ha attirata più vicino a sé e l'ha baciata, poi le ha messo le mani sui seni; la sua mano era così grande da coprirle gran parte del seno. Greta gli si è avvicinata e, con una mano, gli ha stretto il cazzo.
«E' da quando ballavamo che ho sentito questo cazzo contro di me; ho subito capito che doveva esser molto grosso e ho desiderato molto poterlo avere.»
Poi si è inginocchiata, gli ha aperto la patta ed ha tirato fuori il suo cazzo. Era molto lungo, ma non era ancora duro. Si è voltata a guardarmi e mi ha sorriso maliziosamente.
«Poco fa, quando ti ho baciato, hai avvertito il sapore della sua sborra? Già, perché mentre eravamo sotto la doccia, gli ho fatto un pompino ed avevo ancora la sborra in bocca e per questo ti ho baciato.»
Ho avuto una erezione incredibile: avevo sentito un sapore diverso sulle sue labbra, ma non vi avevo prestato molta attenzione. Ora, invece, mi era assolutamente chiaro il gioco della provocazione, cui mi stava sottoponendo mia moglie. Ad un tratto si è alzata e, continuando a tenere quel cazzo in mano, ha permesso a Ciro di toglierle la semplice vestaglia che indossava, e subito si è ritrovata fra loro due, con indosso solo una giarrettiera nera con calze di nylon. Ben le ha messo un dito nella figa ed ha preso a muoverlo dentro e fuori, facendola godere, mentre lui era piacevolmente sorpreso di sentire quella fica già tutta allagata.
«Accidenti! È un lago! Voglio metterci il mio cazzo dentro.»
L’ha sollevata di peso e l'ha adagiata su uno dei divanetti presenti nel locale e subito lei ha ripreso a succhiargli il cazzo che, ora, era completamente duro. Ciro si era completamente denudato e lo stesso ha fatto Ben, mentre io li osservavo continuando a tenere il cazzo in mano, estasiato da quella visione: mia moglie stretta fra le braccia di un amico e di un gigante nero di cui, adesso, teneva in mano la verga di una misura mostruosa. Teso e duro, era sicuramente ben oltre i 20 cm, ma la sua circonferenza era qualcosa di incredibile. Greta lo stringeva tra le mani e, a fatica, riusciva a congiungere le dita, per quanto era grande lo spessore. Anche in bocca, per quanto lei sia una brava succhia cazzi, a mala pena riusciva a prenderne la punta. Ciro leccava Greta fra le cosce, facendola godere in continuazione e, dopo l’ennesimo orgasmo, si è spostato ed ha lasciato il posto all’altro che, inginocchiato fra le sue cosce, ha appoggiato quell’enorme cappella sullo spacco della fica di mia moglie. Ero sbalordito ed estasiato allo stesso tempo, ma anche un po’ intimidito perché temevo che quella imponente, quanto enorme dotazione, potesse, in qualche modo, creare uno squarcio nelle muscose di mia moglie. Lei ha sollevato le gambe, ha fatto un profondo respiro e poi, con un cenno della testa, l’ha invitato ad entrarle dentro. Lui ha iniziato a spingere quella grossa verga fra le labbra della fica di mia moglie che, trattenendo fiato, cercava di accoglierlo in maniera alquanto tranquilla. Ho osservato la delicatezza con cui lui glielo ha spinto nel ventre a mia moglie. Ad un tratto lei ha spalancato di colpo la bocca, bloccando con le mani il corpo di lui, e allora ho capito che certamente lui doveva esser giunto fino in fondo, anche se, circa ¼ dell'intero membro, era ancora all'esterno della fica di mia moglie. Ciro le masturbava il clitoride, facendola gemere e nello stesso tempo, con la bocca continuava a succhiare uno dei suoi capezzoli, mentre mia moglie, dopo aver fatto dei lunghi respiri, ha esortato il colosso nero a scoparla.
«Muoviti, lentamente, ma muoviti, perché sto veramente impazzendo dal piacere: mi sento completamente riempita da questo cazzo enorme.»
Lui ne ha sfilato una buona parte e poi ha cominciato a spingerglielo di nuovo dentro, e poi ancora fuori, e poi ancora dentro, affondando sempre di più dentro il ventre di mia moglie, che, incredibilmente, ad ogni affondo, ne riceveva un pezzo in più, fin quando ho visto che il corpo del nero aderiva a quello di Greta. Lo aveva accolto tutto in corpo! Lei mi ha guardato con gli occhi sbarrati, stupita essa stessa da quanto era riuscita ad inglobarne di quella verga. Quello, per lei, è stato l’inizio di una lunga serie di orgasmi che l'hanno scossa in continuazione, senza soluzione di continuità. Alla fine, sfinita a seguito dell'ultimo urlo di piacere, gli ha chiesto di sborrare. Mentre lui la faceva impazzire di piacere, Ciro, in piedi, davanti alla bocca, le faceva succhiare il suo cazzo e io li guardavo estasiato, segandomi e, senza rendermene conto, ho sborrato due volte. Ero incredulo, stupefatto, ma anche affascinato dallo spettacolo cui stavo assistendo: quel gigante stava devastando mia moglie, ma, nello stesso tempo, le stava dando tanto piacere. Quando lui si è sfilato, quel grosso membro portava i segni del piacere di Greta. Quell’enorme verga nera, era completamente ricoperta di crema bianca, che non era altro che tutto il piacere che lui gli aveva fatto provare. Si è spostato ed ho avuto modo di ammirare la fica completamente slargata di mia moglie. Era ancora dilatata e lui si è spostato per lasciare il suo posto a Ciro, che le si è inginocchiato davanti ed ha sollevato sulle sue spalle le cosce di Greta, che ha afferrato con entrambe le mani il grosso palo nero ed ha cominciato a leccarlo avidamente di tutta la crema che lo ricopriva. Ciro ha provato ad affondare il suo cazzo nel ventre di Greta, poi sorridendo, ha desistito.
«Cazzo, l’hai sfondata! È talmente aperta, che il mio ci sguazza dentro! Così ho deciso: ora le faccio il culo, così, almeno, sento qualcosa, altrimenti per sborrare devo farmi una sega, come lui.»
Ha sollevato ancora un po’ le gambe e, con una spinta decisa, l’ha penetrata nel culo, facendola sobbalzare. Ha preso a stantuffarla, mentre Greta impazziva nel tenere quella quell’enorme massa di carne nera tra le mani e fra le labbra. Se la strofinava continuamente fra viso, bocca e seno, cercando di segarla con entrambe le mani per farlo sborrare, ma lui, sembrava proprio non pronto a concludere.
«Te l'avevo detto che se ti sborravo in bocca, poi sarebbe stato difficile farmi godere ancora, quindi adesso lascio che il mio amico ti sborri in culo e poi, dopo che lui lo ha ben lubrificato con la sua sborra, te lo pianto anch'io nel culo e te lo farcisco a dovere.»
L’ho guardato, convinto che stesse scherzando, mentre Ciro la pompava facendola godere ancora, finché, con un grido strozzato, le ha riversato in culo tutto il suo piacere. Ho notato lo sguardo di intesa fra i due e, quando Ciro si è sfilato, Ben l’ha fatta girare ed inginocchiare sul divanetto. Ciro, dopo essersi posizionato di lato, ha aperto i glutei di Greta per aiutare l’intrusione di quella grossa massa nera. Ero stupito, stavo quasi per oppormi a quanto stava per succedere, quando Greta, ancora fibrillante del piacere della sborrata di Ciro in culo, l’ho invitato a prenderla dietro.
«Mettilo dentro, ma fa piano, per favore, perché sei davvero grosso!»
Lui, dolcemente e con estrema delicatezza, ma anche con determinazione, ha cominciato ad entrare dentro di lei, che pian piano lo ha ricevuto completamente, fino in fondo. Quando lui si è fermato dentro di lei, dando modo ai muscoli anali di adattarsi all'intrusione della sua verga, lei mi ha guardato e, ansimante per lo sforzo, mi ha invitato ad avvicinarmi assieme a Ciro e, prese le nostre verghe in mano, ha chiesto a quello di pomparle il culo, mentre succhiava i nostri cazzi. È stato qualcosa di sconvolgente! Ho visto che Ben stava sfondando il culo di mia moglie, che godeva ed urlava in continuazione, mentre continuava a succhiarci i cazzi, alternandoli nella bocca. Fortunatamente il gioco non è durato molto, perché improvvisamente lui, dopo averla afferrata per i fianchi e averla pompata a ritmo sostenuto, con un grido ha cominciato a inondarle il culo. Ho visto che mentre le svuotava dentro le sue grosse palle, ad ogni schizzo sfilava lentamente il cazzo dal culo di Greta e, alla fine, afferrata quella mazza ancora turgida, le ha spruzzato il suo ultimo schizzo sulla schiena e lungo il solco delle chiappe. Lei è letteralmente crollata, sfinita, sulla coperta della barca, mentre dal culo usciva una gran quantità di sborra, che ha formato una vera e propria chiazza in terra. Lui si è abbassato e dopo aver preso la sua faccia fra le mani, l’ha baciata in maniera calda e profonda. È stato un bacio lungo, sensuale, carico di piacere e quando si è staccato, ho visto gli occhi di lei brillare, mentre lui si è girato verso di noi e le ha rivolto un magnifico complimento.
«Sei una troia meravigliosa! Solo poche donne, nella mia vita, sono state capaci di prendere il mio cazzo in fica e, con la stessa facilità, anche nel culo. Tuo marito è un uomo fortunato, come lo è anche Ciro: entrambi sono così fortunati ad avere una femmina come te nel loro letto e, in maniera amicale, vi invidio da pazzi, grazie. Grazie per avermi fatto provare momenti che resteranno indimenticabili nella mia mente. Era da tempo che non mi godevo così bene ed a lungo, una gran troia che mi ha fatto veramente impazzire di piacere. Quando mi hai fatto il pompino sotto la doccia, pensavo che tutto sarebbe finito lì, e già mi ritenevo molto soddisfatto, ma quando ti ho visto prendere il cazzo di noi in bocca, ho capito che questa sera, finalmente, avrei scopato una Femmina con la F maiuscola. Spero di aver il piacere di rivederti ancora.»
Senza aggiungere altro, l’ha sollevata di peso, con la semplicità di chi solleva una piuma e, dopo essere scesi sotto coperta, l’ha portata in un bagno e le ha concesso di rimettersi perfettamente in ordine. Quando siamo scesi dalla barca, Greta era molto malferma sulle gambe, mi ha detto che si sentiva ancora il culo bruciare e la fica gonfia e tumefatta, ma, intanto, era felice di essersi goduta quella verga così grossa e, soprattutto, di aver goduto in piena libertà sotto i miei occhi, perché aveva notato con quanta estasi la guardavo. Infatti erano gli occhi dell'amore.
Questa è la mia donna, la femmina che finalmente mi ha regalato momenti indimenticabili e, mentre sfinita, sdraiata con me nel letto, si è addormentata soddisfatta, dentro di me penso che in futuro mi regalerà ancora momenti estremamente belli, dove lei farà da protagonista a scene che mi faranno godere ancora, senza fine.
21
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
la vacanza a ischia. prima parte. non mi riesce di avere le corna!
Mi chiamo Gennaro, ho 52 anni e da 25 sono sposato con Greta, che ha un anno meno di me. Sono impiegato nella pubblica amministrazione, mentre lei è una insegnante di scuola elementare. Greta è una bella donna, di media statura, capelli castano scuro abbastanza lunghi, che le arrivano sulle spalle, un bel seno di una quarta abbondante, fianchi morbidi dalle curve arrotondate a seguito di due gravidanze. Ha una bella bocca con labbra a cuoricino che, quando ci infilo il mio cazzo dentro, lei ingoia del tutto, anche perché sono assolutamente normodotato. Quando l’ho conosciuta aveva già fatto le sue esperienze: sapeva succhiare per bene il cazzo e lo accoglieva tranquillamente fra le cosce, perché un altro maschio aveva provveduto a sverginarla. Il culo poi è un vero capolavoro: sodo e tondo, quando l’ho conosciuta ce l'aveva ancora vergine, ma, con il tempo, è diventato un ulteriore pertugio dove ama accogliere il mio cazzo. Ho dovuto faticare un po', ma, con calma e pazienza, le ho fatto apprezzare anche quel tipo di rapporto sessuale. Da tempo ho preso a leggere storie su siti specifici, e mi eccitano quelle che trattano argomenti cuckold. Questo specifico modo di condurre il rapporto mi fa letteralmente impazzire, perché mi eccita anche il solo pensiero di poter vedere Greta godere fra le braccia di un altro uomo. Tra noi ne parliamo già da un po’, saremmo interessati a fare esperienze del genere, ma quella più vicina alla realizzazione di questa nostra fantasia è stata frequentare una spiaggia nudista, quando lo scorso anno siamo andati in vacanza in Sardegna. Abbiano notato una coppia che prendeva il sole nuda, in un angolo piuttosto appartato di una baia molto grande e fra di loro vi erano scambi reciproci di coccole sotto lo sguardo attento di un singolo molto dotato che, con il cazzo duro in mano, si masturbava mentre la signora succhiava quello del marito. Anche io e Greta ci siamo messi nudi e, per la prima volta, ho visto quanto interesse mia moglie suscitava nei confronti di quel maschio, che ora poteva spaziare con la vista tra due splendide femmine che gli mostravano impunemente le loro fiche e gli splendidi culi. Non mostrò imbarazzo quando, ad un tratto, l’altra signora, con un cenno della mano, lo invitò ad avvicinarsi e gli prese in bocca quella splendida verga. Mi sono accorto con quanto interesse Greta osservava la scena ed io, ormai eccitato e con il cazzo duro come il marmo, ho preso a scoparla, tenendola voltata di lato, in maniera che potesse continuare a vedere quello che succedeva con l’altra coppia. Ad un tratto quella signora, ha aperto le cosce ed il tizio ha preso a pomparla come un toro scatenato, facendola godere moltissimo sotto lo sguardo del marito, che si masturbava in continuazione. Le ha fatto raggiungere diversi orgasmi e poi si è sfilato da lei, le ha presentato il cazzo davanti alla bocca e, di punto in bianco, le ha riempito il viso di sborra, con il marito che godeva come un porco e lo esortava a far di più. Sono venuto anch’io a quella vista, perché ero eccitato in maniera incredibile ed anche Greta ha goduto nello stesso momento in cui io le riversavo dentro il mio piacere. È stata un’esperienza intensa, che ci ha indotto a discutere a lungo, sulla possibilità di poter vivere un'avventura di quel tipo, totalmente nuova per noi. La trovavamo molto eccitante, ma ancora non si erano verificati i presupposti per realizzarla, di sicuro doveva crearsi il momento giusto, così come il complice giusto per poter vivere quel momento.
Per festeggiare il nostro 25º anniversario, ho deciso di trascorrere qualche giorno in un hotel ad Ischia, dove è possibile far il bagno in acque termali, che sgorgano naturalmente dal sottosuolo. Giunti in questo hotel e preso possesso della nostra camera, munita di un terrazzo con stupenda vista mare, abbiamo fatto una doccia e, essendo ancora presto per recarci a cena, abbiamo deciso di visitare la Spa. Perciò, indossato un accappatoio, delle ciabatte ed un comodo costume, ho atteso Greta che era indecisa su quale costume indossare: uno intero o un altro, un bikini molto striminzito che, a malapena, riusciva a contenere il suo splendido seno, mentre la mutandina, di stile brasiliano, si infilava perfettamente nel solco delle natiche. Mi sono subito eccitato all’idea di vederla con indosso un simile costume in mezzo ad altra gente e così le ho consigliato il secondo. Scesi nella Spa, abbiamo prenotato una serie di massaggi, che, purtroppo, non era possibile avere quello stesso giorno, ma in quelli successivi. Ci siamo immersi nella splendida vasca, dove figuravano diversi dispositivi per l’idromassaggio. Quando lei si è tolto l’accappatoio, ho visto lo sguardo ammirato della decina di persone che erano immerse nella vasca. Appena entrati in vasca, ci siamo dedicati all’idromassaggio e, mentre aspettavo il mio turno, un signore, dall’aspetto molto imponente, spalle larghe, petto villoso, con i capelli bianchi, occhi scuri, si è spostato ed ha lasciato il suo posto a Greta. Ho notato con quanto interesse e cortesia l’uomo le ha fatto posto. Lo spazio dov’era l’idromassaggio, non era molto grande e i due erano quasi a contatto. In quel momento ho immaginato che quel maschio stesse accarezzando il culo di Greta e questo mi ha fatto subito eccitare in maniera incredibile. Mi sentivo un po’ in imbarazzo ad avere il cazzo duro, ma, fortunatamente, l’acqua era alta fino alle ascelle, mascherando quella mia condizione non certo elegante. Mi sono spostato, di fianco a loro e, dopo aver pigiato un pulsante, da una bocchetta incastrata nella parete, è venuto fuori un getto d’acqua che mi massaggiava la cervicale. Ero vicino a loro, ma ero anche costretto a tenere gli occhi socchiusi, quindi ho potuto solo constatare che l’uomo parlava con mia moglie, solleticando ulteriormente la mia eccitazione. Lo scroscio d’acqua impediva di sentire le loro parole e, quando è cessato il getto delle bollicine dell’idromassaggio, entrambi si sono spostati dall’altro lato della vasca, dove vi erano altri getti, per usufruire di massaggi sia sulla schiena che sulle gambe.
Mia moglie parlava amabilmente con quel signore, che, osservandolo meglio, ho potuto constatare poteva essere più o meno nostro coetaneo, dall’aspetto vigoroso, con il petto villoso dai peli bianchi. Mi sono spostato ed ho lasciato Greta a parlare con lui, poi, quando li ho raggiunti, lei si è girata verso di me e, dopo avermi presentato quel signore, di nome Antonio, mi ha detto una cosa particolarmente interessante.
«Il signor Antonio, ha prenotato un massaggio che però vorrebbe gentilmente cedere a me, perché lui ne ha fatti altri e, quindi, dice che ne può fare a meno. È molto gentile e mi piacerebbe usufruirne.»
Ho guardato quell’uomo ed ho annuito con un cenno del capo. Greta e Antonio, sono immediatamente usciti dalla vasca e, appena fuori, ho potuto ammirare il fisico imponente di quell’uomo e, soprattutto, il grosso pacco che si evidenziava sotto il tessuto del costume. Lui, appena uscito, ha preso l’accappatoio di Greta e l’ha aiutata ad indossarlo e, quando da dietro ha spinto in avanti i lembi dell’accappatoio, ho avuto come l’impressione che l’avesse abbracciata e, nello stesso tempo, le avesse fatto sentire il pacco, appoggiandolo sulle sue natiche. Lei non ha avuta alcuna reazione e, insieme, si sono allontanati verso l’area riservata ai massaggi. Vederli andare via insieme, mi ha, in qualche modo, eccitato ancora di più. La mia mente ha preso a fantasticare sul fatto che quell’uomo stava cercando di insidiare mia moglie ed io ne ero immensamente felice. Sono rimasto nella vasca e sembrava che il tempo si fosse fermato, così ho deciso di uscire e di godermi la sauna, posta immediatamente oltre la vasca dove ero immerso. Appena entrato in sauna, ho potuto notare che, da una vetrata laterale, era visibile il corridoio dove erano spariti mia moglie ed Antonio. Ho cercato di rilassarmi e, poiché ero solo, ha preso il cazzo in mano ed ho iniziato una lenta e rilassante sega. Tenevo lo sguardo fisso su quel corridoio e, dopo circa una mezz’ora, quando stavo per uscire dalla sauna, ho visto mia moglie uscire da una stanza, seguita da Antonio. I due sono rimasti ancora un po’ a parlare, poi lui è ritornato verso l’hotel, mentre Greta veniva a cercarmi nella vasca. Ho sentito dentro di me forte il desiderio di sapere per quale motivo erano stati insieme in quella stanza, ma, nello stesso tempo ero talmente eccitato che avrei potuto venire all’istante, quindi ho desistito dallo sborrare, perché volevo saperne di più. Sono uscito dalla sauna e, subito, sonO tornato ad immergermi nella vasca, giusto in tempo per vedere lei che, con aria radiosa, tornava da me, ma non si è immersa, mi ha detto di tornare in camera, perché voleva cambiarsi e uscire per cena. Siamo immediatamente risaliti e, durante il tragitto, ho fatto qualche domanda.
«Ce ne hai messo di tempo?! Ma quanto è durato quel massaggio?»
Lei ha sorriso maliziosamente, poi, appena giunti in camera e chiusa la porta, mi ha abbracciato e baciato con forza e, dopo aver tolto l’accappatoio, si sdraiata sul letto completamente nuda e, dopo aver aperto le cosce, mi ha invitato a scoparla con forza. Ero decisamente stravolto, ma, nello stesso tempo, molto eccitato. Per un attimo ho immerso la mia bocca sulla sua fica, da cui sgorgava nettare dolcissimo e lei mi ha afferrato per i capelli e mi ha tirato su di sé.
«Scopami! Prendimi perché ho una voglia pazzesca!»
L’ha penetrata con un colpo solo, trovandola bollente! Sembrava di infilare il mio cazzo in un liquido incandescente, mentre lei ha preso subito a godere, anche per il fatto che la sbattevo come un toro scatenato. Ha goduto quasi all’istante, è venuta stringendomi forte a sé e il suo piacere ha, in qualche modo, provocato anche il mio, che le ho riversato dentro con una colossale sborrata. Sfiniti, ci siamo distesi, sdraiati l’uno accanto all’altra. Allora l’ho guardata e le ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei mi ha sorriso e con voce ancora rotta dal piacere, mi ha raccontato quello che era successo con Antonio. Dentro di me avvertivo un misto di paura e piacere nel pensare che, probabilmente, lui se l’era scopata, ma ero anche curioso di capire perché non avevo sentito l’odore di maschio su di lei.
«Quando ci siamo recati nella sala del massaggio, Antonio ha chiesto alla ragazza se poteva cedere il suo posto, per un massaggio a me.
“Questa mia amica è giunta solo oggi, non ha avuto il tempo di prenotare un massaggio, posso cedere il mio posto?”
«La ragazza, ci ha risposto che non era necessario perché il suo collega fra cinque minuti avrebbe finito e, poiché un cliente aveva disdetto il proprio, non avendo altri impegni per la serata, avrebbero potuto farci un massaggio a quattro mani. Lui mi ha guardato e io, incuriosita, ho subito accettato. Ci ha fatto accomodare in una saletta dove c’erano due lettini adibiti al massaggio. Ci ha munito di mutandine monouso con un piccolo elastico e ci ha pregato di indossarle e sdraiarci. In quel momento mi sono resa conto che mi sarei dovuta spogliare davanti a lui e lui, gentilmente, si è voltato da vero gentiluomo. Rapidamente ci siamo sdraiati supini sopra i due lettini ed io tenevo il mio seno coperto con un piccolo asciugamano. Ad un tratto sono entrati la ragazza ed il suo compagno, un bel ragazzo giovane, mulatto, alto, che indossava dei pantaloni bianchi ed una maglietta che evidenziavano i suoi muscoli pettorali molto pronunciati. Dopo un breve saluto, la ragazza si è rivolta di nuovo ad Antonio.
“Lei aveva prenotato un massaggio completo e totale, vuole che lo facciamo anche alla sua amica?”
Lui mi ha sorriso e, nonostante io non avessi compreso di cosa stavano parlando, ho accettato. Un attimo dopo ci è stato chiesto di girarci all’ingiù e subito i due massaggiatori sono entrati in azione. La ragazza mi stava massaggiando dalla punta dei piedi a salire verso il resto del corpo, mentre il giovane massaggiava Antonio dalle spalle in giù. Era molto piacevole sentire l’azione di quelle mani esperte che si muovevano veloci lungo le mie gambe. Quando è giunta ai glutei, ad un tratto, i due si sono scambiati di posto: il giovane è venuto a massaggiare me, mentre la ragazza ha preso a massaggiare Antonio. Ho sentito un brivido quando le mani del giovane si sono appoggiate sul mio collo e subito una sensazione piacevole ha invaso il mio corpo. Si muoveva in maniera veloce, ma molto rilassante e, ben presto, mi sono sentita illanguidita. Poi ci hanno chiesto di nuovo di girarci supini, cosa che abbiamo fatto immediatamente. Quando sono stata di nuovo distesa, i due addetti si sono scambiati di persona, cosicché la ragazza è venuta a massaggiare me, mentre il giovane massaggiava lui. Le mani della ragazza hanno preso a scorrere liberamente dal collo fino all’inguine e una strana sensazione ho provato quando, in maniera delicata, ha spostato l’asciugamani che copriva il mio seno e le sue dita hanno indugiato sui miei seni senza mai toccare i capezzoli, ma procurandomi una strana sensazione di piacere. Ero molto eccitata dal fatto che Antonio poteva osservare il mio seno e, nello stesso tempo, ho notato che la mutandina che lui indossava era ben gonfia, indice del fatto che anche lui si stava eccitando. Come successo prima, anche adesso, all’improvviso, i due si sono scambiati di posto: la ragazza ha preso a massaggiare Antonio partendo dai piedi e salendo verso l’inguine, mentre il giovane faceva lo stesso con me con carezze molto audaci lungo le cosce, che mi procuravano un'eccitazione tutta particolare. Anche Antonio era molto eccitato e, ad un tratto, il giovane mi ha chiesto di sollevare leggermente una gamba e, dopo averla appoggiata inarcata sul lettino, ha preso l’altra ed ha fatto la stessa cosa. La ragazza invece indugiava molto sul corpo di Antonio e, ad un tratto, dopo essersi scambiata un’occhiata con il compagno, ha afferrato l’esile mutandina e, con un gesto rapido, l'ha praticamente distrutta, liberando un grosso membro, che subito ha afferrato e se lo è infilato in gola. Anche il giovane ha lacerato la mia mutandina e, immediatamente, la sua lingua è andata ad incollarsi sulla mia fica. Un demone! Mi ha leccato in maniera rapida e veloce, precisa, facendomi godere all’istante. Mentre mugolavo di piacere, sconvolta dalla situazione, ho sentito Antonio godere nella bocca della ragazza che, serrato quel membro fra le labbra, lo ha massaggiato fin quando lui non le ha riversato in gola tutto il suo piacere. Appena finito di godere, il giovane si è alzato e mi ha sorriso e lo stesso ha fatto la ragazza, lasciando il membro di Antonio ancora turgido, appoggiato sul fianco. Ci hanno sorriso e ci hanno detto che potevamo aspettare ancora qualche minuto, dopodiché eravamo liberi di andarcene. Senza aggiungere altro sono usciti. Ero stordita e, nello stesso tempo, sorpresa dal piacere provato così repentinamente che ho afferrato il mio costume e, indossato l’accappatoio, sono uscita insieme ad Antonio che mi guardava con aria incuriosita, perché probabilmente avrebbe voluto scoparmi. Il resto lo sai.»
Guardo Greta stupito, ho il cazzo ancora duro e, senza dir nulla, le apro le cosce e la scopo di nuovo, facendola godere ancora di più, mentre, in preda ad una frenesia erotica, le parlo in maniera molto provocante.
«Sei una meravigliosa troia! Ti sei fatta leccare da uno sconosciuto! Probabilmente ti sei anche fatta scopare da Antonio! Sei una puttana, che non mi dice la verità. Sono sicura che il bocchino ad Antonio lo hai fatto tu e non la ragazza! Adesso godi puttana, perché sei una meravigliosa e adorabile puttana!»
Greta ha avuto un orgasmo. Poi guardandomi fisso negli occhi, mi ha risposto a tono:
«Sei un porco maiale! Lo so che questa cosa ti fa impazzire, perché vuoi che io faccio la troia con un altro, ma se dovesse succedere, lo farò solo ed esclusivamente in tua presenza, perché, senza di te, la cosa non mi eccita. Quindi scopami, scopami forte e fammi godere, perché quando fai così, mi fai impazzire. Sei tu il mio uomo, sei il maschio che voglio dentro di me e sei l’uomo che dovrà vedermi godere con un altro, perché in quel momento, mentre starò scopando come una puttana, lo farò per te, solo per il tuo piacere, per soddisfare il tuo desiderio che ora è anche il mio.»
Sono venuto all’istante. Siamo rimasti abbracciati ancora lungo, poi ci siamo fatti una doccia e siamo usciti per andare a cena. Lei ha indossato un vestito leggermente scollato davanti, senza maniche, che le arrivava a metà coscia, una leggera strisciolina dietro, dove era ben evidente il suo decolté e un paio di scarpe dal tacco medio. Un ardito perizoma, che spariva nel solco delle sue natiche, la faceva sembrar nuda, sotto. Questo mi hai eccitato ancor di più. Siamo andati a cena in un piccolo ristorante, situato in prossimità del castello aragonese. Dopo aver consumato alcuni piatti di pesce, semplici e leggeri, abbiamo deciso di passeggiare un po’ per il corso. La serata era calda e l’atmosfera fra noi era rilassata ed allegra; siamo giunti davanti ad un piccolo locale che, su lato opposto, verso il mare, aveva un grande terrazzo, da cui si poteva ammirare l’isola ed il castello aragonese. Siamo rimasti attratti dalla musica latino-americana che proveniva da quel terrazzo e, una volta entrati, abbiamo visto che vi era una piccola band che allietava i presenti con quei ritmi che, a noi due, piacciono molto. In gioventù, entrambi siamo stati ballerini e, spesso e volentieri, anche da sposati abbiamo trascorso belle serate danzando con quei ritmi. Siamo entrati e ci siamo seduti a un tavolino; poco dopo, mentre ci servivano dei drink, l’orchestra ha iniziato a suonare una meravigliosa lambada. Forse ai giovani non dice niente, ma, per quelli di una “certa” come noi, questa musica vuol dire molto e subito, io e lei, ci siamo messi a ballare questa danza decisamente molto sensuale. Mi sono eccitato come succedeva anche in passato e anche a lei è piaciuto molto. Abbiamo ballato ancora un po', poi siamo tornati al tavolo, riprender fiato. Ad un tratto, un signore sulla quarantina, si è avvicinato e con fare molto garbato, ha invitato Greta a ballare una samba. Lei, con un sorriso, ha rifiutato l’invito, ma io l'ho esortata.
«Dai, balla, sei più brava di me in questa danza.»
Un po’ controvoglia ha accettato e l’ho osservata muoversi ritmicamente fra le braccia di quello sconosciuto, mentre, dentro di me, speravo che l’uomo osasse un po’ di più. Hanno ballato due altri brani insieme e, ad un tratto, per qualche minuto non li ho visti, perché confusi tra gli altri ballerini, specie se si trovavano in prossimità dell’orchestra. Quando la musica è finita ed è iniziato un nuovo ritmo, mi sono alzato in piedi, in preda ad un misto di gelosia e curiosità, cercando di capire dove fosse mia moglie. L’ho vista tornare verso di me un po’ confusa e poi, senza dir nulla, mi ha chiesto di tornare in albergo. Ho cercato di capire cosa fosse successo, ma lei ha solo detto che era stanca per la pesante giornata. Siamo tornati in camera, con me che ero sempre più curioso di capire il suo comportamento e, una volta a letto, lei mi ha fornito una semplice spiegazione.
«Ero già stanca e il ballare ha acuito ancor più la mia stanchezza.»
La scruto cercando di capire se sta dicendo la verità e lei, intuita la mia incredulità, ha aggiunto un'altra spiegazione che ancora non conoscevo.
«Va bene, ti dico cosa è successo mentre ballavo. Dopo la samba, abbiamo ballato ancora e, in più di una circostanza, ho avvertito sul mio ventre il grosso pacco di quel tizio che premeva sul mio pube. Ad un tratto, la sua bocca si è posata sulla mia e mi ha baciato. Sono rimasta alquanto sorpresa per la sua audacia, ma, nello stesso tempo, sentivo uno strano languore dentro di me. Ho avuto paura e sono scappata verso di te. Sono consapevole del fatto che vuoi che io mi lasci andare con un altro, ma, in quel momento, mi sono sentita a disagio: forse, prima o poi, lo farò, oppure no, però, in questo momento, non lo so!»
Non ha aggiunto altro, si è girata e si è addormentata, lasciandomi in preda ad infiniti dubbi sulle mie fantasie. Non riuscivo a capire perché, nonostante vi fossero state due buone occasioni, lei all’ultimo momento si era tirata indietro; pur desiderando trasgredire, non riusciva, in qualche modo, a sbloccarsi.
Il mattino dopo, dopo la colazione, siamo andati al mare, perché era una splendida giornata di sole, adatta per visitare la spiaggia dei Maronti, uno dei luoghi più rinomati dell’isola. Appena giunti, l’abbiamo trovata così affollata che vi abbiamo desistito. Abbiamo preso a girare un po’ per l’isola alla ricerca di un posto con un po’ meno di gente e, senza rendercene conto, ci siamo ritrovati davanti al porto di Forio, dove abbiamo deciso di fermarci un attimo per prendere un caffè. Seduti al bar, sono andato un attimo in bagno e quando sono tornato, ho visto che mia moglie parlava con due persone, due uomini più o meno nostri coetanei. Mi sono avvicinato al tavolino e subito lei ha fatto le presentazioni.
«Gennaro, questi due signori sono, rispettivamente, Nicola e Ciro.»
Mi hanno stretto la mano e guardato con un’aria un po’ strana. Subito Ciro ha precisato che, in passato, era stato fidanzato con Greta, che ora viveva sull’isola ed aveva, assieme al suo socio, un ristorante, perché lui era un cuoco di tutto rispetto sull’isola. Stavano uscendo con la barca per andare a pesca e catturare il pesce che avrebbero cucinato, quella sera, nel loro ristorante. La barca era lì a poca distanza e ci hanno invitato ad andar con loro. Ho visto Greta un po’ indecisa perché diceva loro che non avrebbe voluto disturbare, ma io ho sostenuto che, al contrario, avremmo potuto goderci una bella giornata di sole, atteso che le spiagge erano tutte stracolme di gente. Deciso per il sì, Ciro ci ha indicato dove lasciare l’auto, per poi recarci al molo. Siamo saliti su una bella barca da pesca d’altura, non il solito peschereccio, ma una vera e propria barca che era una via di mezzo fra uno yacht e un grosso motoscafo. Siamo subito usciti dal porto, e lui e l’altro hanno diretto la barca in direzione dell’isola di Ventotene, che avremmo raggiunto dopo una breve navigazione. Hanno precisato che, fra le due isole, esiste una vera e propria secca, dove la pesca risulta essere molto abbondante, soprattutto di quello molto pregiato. Ero seduto vicino a Nicola, che con estrema bravura pilotava quella grossa barca, mentre Ciro e Greta erano sulla parte anteriore e li ho visti parlare fra loro. Dopo un po’, ho visto Greta che si è tolta il copricostume, restando con il suo bikini audacemente sexy. Anche Ciro si è tolto la t-shirt e i due sono rimasti a parlare seduti a prua. Ero curioso di sapere cosa si stessero dicendo, ma, nello stesso tempo, volevo lasciare a Greta tutto il suo spazio, perché ero consapevole del fatto che, aver rivisto un suo ex, sicuramente, aveva suscitato in lei alcuni ricordi. I due parlavano e, a volte, ridevano e scherzavano amabilmente e, dopo un po’, siamo giunti nella zona di pesca. Subito Nicola, dopo aver spento i motori, ha iniziato a cercare la rete. Trovato il posto adatto, noi due eravamo intenti a salpare la rete, mentre Greta e Ciro erano ancora a prua, fuori dal mio sguardo e questo, per me, era motivo di eccitazione. Quando abbiamo tirato su la rete, abbiamo constatato che vi era una discreta quantità di pesce che abbiamo raccolto senza che loro due venissero, in qualche modo, ad aiutarci e, una volta finito, Nicola ha provveduto, con il mio aiuto, a riposizionare la rete. Per fare questo, mentre lui dispiegava la rete, io ho manovrato lentamente la barca, senza in nessun modo riuscire a vedere mia moglie, e questo mi eccitava vieppiù perché speravo potesse succedere qualcosa. Finito il lavoro, siamo risaliti in alto, sul posto di comando ed ho visto ancora Ciro e Greta seduti a prua, che parlavano come se noi non esistessimo nemmeno. Nicola ha chiamato Ciro e gli ha detto che mancava ancora qualcosa per completare ciò che serviva al loro ristorante, così Ciro ha suggerito di prenderlo al mercato del pesce di Ischia. Abbiamo invertito la rotta e siamo tornati con loro due che continuavano a parlare, mentre io ho cercato di sapere qualcosa di più su Ciro.
«È molto che conosci Ciro?»
Nicola mi ha guardato e sorriso, poi ha detto che lo conosceva da una vita, essendo lui suo cugino. Poi ha indicato Greta e mi ha chiesto da quanto tempo ero sposato con lei. Quando le ho detto che erano 25 anni, lui ha sorriso ed ha detto che effettivamente ne era passato di tempo da quando aveva visto Ciro e Greta insieme. Ero incuriosito così ho cercato di saperne ancora di più. Lui mi ha guardato e ha detto che non aspettava a lui raccontare la loro storia, ma casomai a mia moglie. In ogni caso, dopo Greta, Ciro era andato via all’estero e quando era tornato, si era dato da fare per diventare un cuoco stimato e rinomato, ancora scapolo e sempre più determinato a rimaner tale.
16
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Mia moglie mi ha regalato un bellissimo paio di corna!
Mi chiamo Giovanni e sono sposato con Sandra da sei anni, ma stiamo insieme da quasi dieci. Ho 38 anni, sono un uomo dall’aspetto normale, di media statura, moro, occhi scuri, mentre Sandra è veramente una bella donna. Lei ha 42 anni, mora con i capelli lunghi e lisci che le arrivano ben oltre le spalle. Ha una quinta di seno, che fa impazzire ogni maschio che le pone gli occhi addosso, oltre uno splendido culo a mandolino. Anche lei è di media statura ed ha due belle cosce lunghe affusolate, gli occhi scuri e la bocca ampia con labbra carnose. Dal punto di vista sessuale, non sono un super dotato, anzi direi assolutamente nella media e, per quanto riguarda lei, non ha performance da pornostar ma nemmeno mi posso lamentare. Adora molto farmi impazzire con il pompino: me lo divora praticamente ogni volta. Per quanto riguarda il culo, è sempre molto restia a concedermelo, ma quando lo fa ci gode moltissimo. Come ho detto adora succhiare il cazzo e, quando sborro, mi fa impazzire schizzare sulle sue splendide tettone, perché questo mi eccita da morire. Le piace molto anche quando le sborro sul viso o sul culo, dopo che l'ho scopata a pecora, la sua posizione preferita. Le piace da morire esser leccata, perché questo le provoca diversi orgasmi. Non ama vestire in maniera appariscente, ma, in compenso, adora molto indossare intimo sempre molto sexy, raffinato, e questo, per me, è motivo di grande eccitazione. Quando l'ho conosciuta non era vergine, ma non mi sono mai interessato del suo passato, mentre, invece, mi interessa molto il presente ed il futuro. Da quando mi son reso conto quanto sia oggetto di desiderio da parte di altri maschi, soprattutto per il suo splendido seno, dentro di me si è insinuata la fantasia di vederla alle prese con un altro uomo. Quando ne ho parlato con lei, mi ha dato del pazzo e, all’inizio, è andata anche su tutte le furie.
«Ma sei scemo? Ma come ti vengono certe idee? Perché dovrei andare con un altro uomo? Non sei geloso?»
Per un po’ di tempo mi ha tenuto il muso ed allora ho preso a spiegarle pacatamente, senza mai calcare la mano, quale era la mia fantasia più ricorrente: vederla scopare con un altro, sotto i miei occhi, in mia presenza, perché mi sarebbe piaciuto vederla godere ancor più di quanto, fino a quel momento, le avevo fatto provare. Pian piano la cosa deve aver cominciato ad incuriosirla, perché ha anche notato che guardavo con interesse le donne che si vestivano in maniera provocante e lei l’ha presa come una sfida.
«Vorrei capire perché ti piacciono tanto quelle vestite da puttana? Guarda che, se mi ci metto, posso farlo anch’io ad indossare abiti sexy, tacchi alti e sculettare come una vacca.»
Le sue parole mi hanno fatto capire che qualcosa, dentro di lei, stava cambiando e, complice il fatto che dovevamo andare a trovare una sua cugina, che aveva appena partorito e che abita in una città distante parecchi km da noi, abbiamo deciso di trascorrere tre giorni in quella zona. Ovviamente, una volta lì, abbiamo incontrato tutto il parentado e, fatte le opportune visite, senza tralasciare nessuno, ci siamo ritagliati una mezza giornata per noi, per visitare una baia di cui avevo sentito parlare, posta a circa un’oretta di macchina da quella zona. Avevo letto su Internet che, nella parte più estrema della baia, si poteva praticare il nudismo. Quando gliene ho fatto cenno, lei mi ha guardato con occhi piuttosto inviperiti, ma, durante il viaggio, le ho rammentato che lei stessa aveva detto che, in ogni caso, avrebbe potuto mettersi al pari delle altre donne e così, in un certo qual modo, le ho lanciato la sfida a mettersi nuda su quella spiaggia. Abbiamo trovato il posto e, dopo aver parcheggiato l’auto, abbiamo percorso, per circa una ventina di minuti, un lungo sentiero che terminava con una scalinata, che immetteva in quella piccola baia, dove c’erano molte persone nude distese al sole. Uomini e donne di tutte le età, di ogni aspetto fisico, dai più belli a quelli meno, ma, in ogni caso, erano tutti nudi. Appena trovato un posticino libero, vicino ad una roccia, ho disteso i nostri teli e subito mi son messo a nudo, provando in quel momento una particolare sensazione. Lei ha un po’ esitato, poi, timidamente, ha cominciato col togliere la parte superiore del costume ed il suo splendido seno è emerso in tutta la sua procacia. Ho subito notato lo sguardo dei vari maschi che si trovavano accanto a noi ed ho letto, nei loro occhi, la bramosia che li assaliva nell’ammirare il seno di mia moglie. Io stesso ho avuto una immediata erezione e mi son sdraiato prono, per mascherare l'imbarazzo che mi provocava l'eccitazione. Lei mi ha guardato ed ha capito che la cosa mi stava eccitando moltissimo, così, con un sorrisetto malizioso, quanto ironico e con un gesto, all'apparenza spontaneo, ha tolto anche la parte di sotto del costume, mostrando la sua splendida fica, non completamente depilata, ma con il suo triangolino di peli sul pube, perfettamente curato. Si è sdraiata supina e, dopo aver inforcato i suoi occhiali da sole scuri, ha preso ad abbronzarsi in silenzio. Ero molto eccitato e volevo, in qualche modo stuzzicarla un po’, così mi sono alzato e mi son offerto di spalmarle la crema addosso.
«Poiché è la prima volta che prendiamo il sole, sarà opportuno che ti spalmi un po’ di crema, soprattutto sul seno, la cui pelle è talmente delicata che potrebbe scottarsi al sole.»
Lei è rimasta un attimo a meditare, poi ha preso il flacone della crema solare ed ha accettato che fossi io a spalmarle la crema sul suo corpo. Prima di iniziare, mi son guardato un attimo intorno ed ho visto una persona che, quando siamo arrivati, stava in acqua ed ora ne stava uscendo, e si stava dirigendo verso un piccolo ombrellone, appoggiato a pochi metri da noi: il tizio guardava insistentemente nella nostra direzione. Quando è giunto più vicino, mi son accorto che era Gennaro, un uomo che entrambi conosciamo da molto tempo, praticamente dalle elementari. Frequentavamo due gruppi diversi, ma, in ogni caso, fra noi c’è sempre stata una discreta amicizia e anche lui, guardando verso di me, mi ha riconosciuto. Sandra non se n’è accorta subito e mi son reso conto che, ormai, anche lui ci aveva riconosciuto e, quindi, era inutile, a quel punto, nascondersi, così ho deciso che tanto valeva continuare il nostro gioco. Inginocchiato di lato, con la scogliera le spalle, in modo che le persone che stavano davanti a noi potevano ammirare quello che stavo facendo, ho schizzato due strisce di crema bianca sul seno di mia moglie. Ho provato un brivido di piacere nel farlo, perché sembravano due copiose sborrate e con calma, fingendo indifferenza, con entrambe le mani ho preso a spalmare quella crema sia sul seno che sul ventre di mia moglie, la quale, più tardi, mi confesserà quanto segue:
"Attraverso i miei occhiali da sole e con la coda degli occhi, osservavo la quantità di maschi, circa una decina, che, trovandosi più o meno vicino a noi, si godevano la scena e, più della metà, mi osservavano con occhi carichi di desiderio. Alcuni di loro si passavano ripetutamente la lingua sulle labbra, perché era evidente il desiderio che avevano di succhiarmi quel seno che tu accarezzavi in maniera lenta, ma infinitamente erotica".
I capezzoli di Sandra si erano gonfiati perché era evidente che anche lei si stava eccitando sotto l'azione del mio massaggio. Mi sono spostato leggermente, sempre rimanendo di lato e, con il flacone in mano, stavo spruzzando un ennesimo schizzo bianco sulla pancia di mia moglie e anche questo sembrava una copiosa sborrata, quando ho notato che Gennaro si era avvicinato e si era inginocchiato a poca distanza da noi. È stato in quel momento che Sandra l’ha visto e, girata verso di me, mi ha guardato con uno sguardo sorpreso. Ho letto nei suoi occhi il disappunto per aver incontrato una persona che ci conosceva.
«Sta' calma, tanto è ovvio che se noi siamo qui a fare i nudisti ed abbiamo incontrato lui che è nudo, non credo che a qualcuno venga in mente di raccontarlo in giro. Fino ad oggi, nessuno sapeva che anche lui era un nudista, quindi rilassati e cerchiamo di goderci questo momento.»
Lei ha fatto un profondo respiro, mi ha guardato e poi si è girata verso di lui e gli ha sorriso. Lui ha risposto al suo sorriso e lentamente si è avvicinato a noi. Quando si è inginocchiato dall’altro lato di Sandra, quello opposto al mio, ho potuto notare la sua ottima dotazione, che, pur se in posizione di riposo, già si mostrava molto superiore alla mia. Ho visto lo sguardo stupito di Sandra, che ha potuto constatare anche lei il gioiello che Gennaro aveva fra le gambe.
«Caspita, ragazzi! Non sapevo che anche voi eravate dei nudisti; ad averlo saputo, saremmo potuti venire insieme.»
Io ho guardato Sandra e stavo per rispondergli, quando invece è stata lei che è intervenuta nel discorso.
«Nemmeno noi lo sapevamo. In ogni caso è una sorpresa che ci fa molto piacere, anche se spero che resti discretamente riservata fra di noi.»
Lui ha incrociato le dita e, dopo averle baciate, ha sorriso, dicendo:
«Lo giuro su tutto quello che vuoi e spero che anche voi sarete così discreti da non rivelare in giro che frequento questo posto. Purtroppo è noto a tutti quanto sia bigotta la gente del nostro paese e, se dovessero scoprire che amiamo frequentare questo posto, saremmo messi subito tutti alla berlina.»
Ho notato Sandra decisamente più rilassata e così ho ripreso il mio lavoro. Ho appoggiato la mano sul suo ventre e lentamente ho spalmato la crema sul suo fianco sinistro, il lato, cioè, dove ero inginocchiato io, scendendo lungo la sua coscia, oltre il ginocchio e fino alla caviglia. Ho visto Gennaro che la guardava ammirato e mi sono girato verso di lui, facendogli una richiesta senza riflettere, perché la cosa avrebbe potuto far innervosire Sandra.
«Visto che sei qui, perché non mi aiuti a spalmarle la crema addosso.»
I suoi occhi hanno preso a brillare, mentre, appena finito di parlare, mi son girato verso mia moglie ed ero pronto a subire la sua sfuriata. Invece lei, dopo aver fatto un sorriso, ha reclinato indietro la testa e si è completamente distesa sul telo. Ho avuto un brivido incredibile quando le mani di Gennaro hanno toccato il corpo di mia moglie e, lentamente, hanno preso a spalmarle la crema, scivolando lungo l’altra coscia e, muovendole velocemente, ha cosparso la crema fino alla caviglia, per poi risalire all’interno della coscia, fino all’inguine. Ha preso il flacone in mano e, dopo averne fatta uscire un po’ sulla sua mano, ha ripreso a stendere uno strato di crema nell’interno delle cosce. L’ho lasciato fare, anzi ho inarcato un po’ la coscia dalla mia parte e questo ha fatto aprire le labbra della fica di mia moglie, così da far apparire il rosa della sua carne che, ora, tradiva la sua eccitazione. Lui senza esagerare, ha sfiorato e le labbra della fica di Sandra e poi è risalito lungo la pancia, fin sotto il seno.
«Queste splendide mammelle, hanno bisogno di esser protette un po’ meglio, perché vedo che ci sono delle zone non emulsionate.»
Era palese che fosse una scusa, ma la cosa mi stava così eccitando che ho annuito; di conseguenza, dopo aver spruzzato altra crema sulle sue tette, ho lasciato che lui, con entrambe le mani, gliela spalmasse. Ho notato il petto di Sandra gonfiarsi, per il profondo respiro che ha fatto, quando le sue mani hanno afferrato i suoi seni ed ha cominciato l'operazione di incrematura: lo ha fatto anche provvedendo a stuzzicare con le dita i capezzoli gonfi e duri. Mi era venuto un cazzo così duro che mi scoppiava ed ho potuto notare che anche quello di Gennaro si stava gonfiando, molto rapidamente. Ho lasciato per un po’ che continuasse a massaggiare quel seno, poi, guardando Sandra, l’ho pregata di girarsi e distendersi prona. Lei non ha mosso alcuna obiezione e, appena distesa a pancia in giù, ho spruzzato, lungo la colonna vertebrale, una lunga striscia bianca che lui ha preso a spalmare, facendo ampi cerchi rotatori dalle spalle e scendendo giù, fino ai glutei e, quando è arrivato in fondo, ne ho schizzato ancora un po’ sulle sue chiappe. Sembrava proprio una copiosa sborrata e infatti Gennaro mi ha guardato ed ha sorriso, mentre io annuivo, consapevole del fatto che entrambi avevamo pensato la stessa cosa. Le sue mani hanno preso a massaggiare lo splendido culo di mia moglie, che sentivo gemere sommessamente, mentre lui con i pollici è scivolato lungo il solco delle natiche, e poi, giù, fino a sfiorare il suo fiorellino anale, comprese le labbra della fica. Lei ha divaricato le cosce e lui ha continuato a spalmare la crema che io continuavo a spruzzare sulle gambe di mia moglie. Finita l’operazione, Sandra si è girata e lui, inginocchiato accanto a lei, aveva il cazzo completamente in tiro, mostrandolo tutta la sua fierezza. Siamo rimasti per qualche istante in silenzio, poi io, con una scusa, mi sono alzato e sono andato verso il mare, per ripulirmi le mani e, di proposito, ho lasciato loro due da soli. Giunti in acqua, mi son girato e li ho visti parlare, con lei che rideva, mentre con la testa faceva cenno a me. Son tornato sui miei passi e, inaspettatamente, Gennaro ci ha salutato ed è tornato sotto il suo ombrellone. Ho guardato Sandra cercando di capire e lei mi ha detto di averlo invitato a cena a casa nostra per proseguire il dialogo su questa strana esperienza. Ho rischiato di sborrare all’istante, al solo pensiero di averlo una sera, tutto per noi, a casa nostra. Ormai aveva preso corpo, nella mia mente, la possibilità che poteva esser lui il maschio con cui Sandra avrebbe potuto scopare. Ne ho parlato con lei, che ha scosso il capo e mi ha detto che ero davvero tutto matto. Mi sarei aspettato che avesse continuato a giocare, ma ho capito che c’era troppa gente. Quando siamo venuti via dalla spiaggia, ci siamo salutati e scambiato i nostri contatti telefonici e, durante il viaggio di ritorno, parlando con Sandra le ho chiesto quali erano state le sue sensazioni.
«Dai, lascia perdere, non voglio parlare. Ho solo assecondato il gioco che ti piaceva tanto.»
L’ho guardata, ma il tono della sua voce non mi ha convinto.
«Mi vuoi far credere che non ti è piaciuto?»
Lei ha cercato di sviare il discorso, ma io l’ho incalzata per avere una risposta.
«Che c’entra! È stato bello, anche eccitante, però non metterti strane idee in testa.»
Avrei fermato l’auto e l’avrei scopata all’istante, perché ero così eccitato che mi scoppiava il cazzo nei calzoni. Giunti a casa, l’ho scopata furiosamente prendendola da dietro, come piace a lei e facendola godere moltissimo. Per alcuni giorni, ho atteso che fosse lei a dire quando invitare Gennaro a casa nostra e, a metà settimana, le ho chiesto se ne avesse avuto piacere. Lei ha scosso il capo, fingendo di non aver nessun interesse per questa cosa, anche se ero convinto che, al contrario, era ben determinata a vivere quell'esperienza che le proponevo. La sera l’abbiamo chiamato e lo abbiamo invitato per il sabato successivo, ma lui ha preferito che fossimo noi ad andare da lui, perché abitando oltre la periferia del paese, la sua casa era posizionata in maniera più discreta rispetto la nostra che è più centrale. Così ho chiesto a Sandra di farsi bella per quella sera. Lei ha scosso la testa, insistendo nel suo fare indifferente, però ho notato che il sabato mattina è andata dalla parrucchiera per farsi acconciare in maniera stupenda i suoi meravigliosi capelli. Inoltre, la sera, dopo essersi fatta la doccia, mi ha chiamato in camera e sul letto erano esposti diversi capi di abbigliamento intimo e lei mi ha chiesto quali ritenessi potessero esser più adatti. Le ho consigliato un completo nero, con una mutandina molto sexy che spariva completamente nel solco delle sue natiche, mentre, davanti, un piccolo triangolino di stoffa nera, copriva a malapena le labbra della sua fica. Il reggiseno poi, quasi a balconcino, gonfiava ed evidenziava il suo seno, mostrando un solco da capogiro. Ha indossato una gonna viola, non troppo corta, con sopra una maglietta, con un ampio scollo, che scivolava giù fino ai fianchi, modellando il suo fisico stupendo. Le ho chiesto di indossare delle autoreggenti, ma lei ha rifiutato optando per un semplice collant color carne, molto velato, quasi inesistente ed ai piedi ha messo degli stivaletti in pelle, che le arrivavano fin quasi al ginocchio con un tacco 10.
«Dobbiamo andare ad una cena non ad un concorso di bellezza.»
L’ho guardata, pensando che invece era semplicemente meravigliosa. Giunti a destinazione, siamo entrati in casa di Gennaro: una graziosa abitazione di tipo rurale, perfettamente ristrutturata. Entrati nell’ampio salone, lui ci ha accolti in maniera allegra e cordiale, facendo subito i complimenti a Sandra.
«Caspita che spettacolo! Nuda sei bellissima, ma così sei davvero uno schianto. Tuo marito è proprio fortunato ad avere una bella donna come te, al fianco.»
Ci ha messo subito a nostro agio e, mentre finiva di preparare le pietanze, che lui aveva abilmente cucinato, ci ha offerto del prosecco come aperitivo. Ho visto con quanto interesse Sandra guardava Gennaro, che, apparentemente sembrava tutto interessato a cucinare, mentre lei, in piedi, vicino a lui e con il calice in mano, rideva e scherzava, sulla sua bravura culinaria. Ho deciso di lasciarli un po’ da soli e così mi son rifugiato in bagno, mentre, in realtà, sono solo sparito oltre la porta che separa la zona giorno da quella notte e son rimasto a vedere loro due ridere e scherzare. Mi son reso conto che c’era un buon feeling tra loro e questo mi ha eccitato non poco. Sono andato in bagno e mi sono masturbato, sborrando immediatamente. Appena tornato, ci siamo seduti a tavola per mangiare ed ho notato che essi continuavano a scambiarsi delle occhiate, come se ci fosse qualcosa da dire, ma nessuno dei due voleva iniziare l’argomento. Poi, inconsapevolmente, mi son ritrovato ad iniziare un discorso che ha avuto un seguito proprio come mi sarei aspettato.
«È stato piacevole in spiaggia, vederti spalmare la crema sul corpo di mia moglie. Credo che si sia eccitata un po’, anche lei.»
Lui ha sorriso ed ha annuito, guardando lei che, ad un tratto, si è fatta subito seria e le sue parole mi hanno fatto tremare il cuore.
«Vedo che non ti arrendi! Dunque hai proprio deciso che mi faccia scopare da qualcun altro e scommetto che vedi in Gennaro, la persona giusta. Sia ben chiara una cosa che, se questo dovesse succedere, da oggi in poi, sarò io a decidere dove, come, quando, e con chi farlo. Io con te ci sto bene, ma, da brava moglie, mi sento di dover assecondare i voleri di mio marito. Spero solo che anche Gennaro sia disposto a far sesso con una vecchia come me.»
Mentre io resto sbalordito dalle sue parole, è Gennaro che le risponde subito, fugando ogni dubbio.
«Vecchia? Assolutamente no! Sei una femmina stupenda! Se lui vuole che io faccia sesso con te, non ho nulla in contrario, perché per me non è una novità esser il bull di una coppia.»
Non c’è stato niente altro da aggiungere, Sandra si è alzata in piedi e, dopo averlo preso per mano, gli ha chiesto dov'era la camera da letto. Mi scoppiava il cazzo nei calzoni al solo pensiero che stava per realizzarsi il mio desiderio. Si sono avviati, tenendosi abbracciati, oltre il corridoio e sono entrati in una camera. Io sono rimasto stordito da questo suo repentino cambiamento, ma, nello stesso tempo, ero eccitato in maniera indecente. Non ricordo quanto tempo è passato, l’unica cosa che ho fatto è stata quella di avviarmi lentamente verso la camera e, senza rendermene conto, avevo già il cazzo in mano. Quando sono giunto sulla soglia della porta, mia moglie era già nuda sul letto, intenta a fare uno splendido 69 con lui. Ero affascinato nel vedere la sua bocca ingoiare per buona parte quella grossa e lunga verga di Gennaro. Lui ricambiava il piacere leccando avidamente la fica di mia moglie, che grondava umori in continuazione. I gemiti di piacere si mischiavano con il rumore del risucchio della bocca di Sandra, che cercava di ingoiare quanto più possibile la sua splendida asta. La bravura di Gennaro si è subito evidenziata, quando lei ha avuto un orgasmo che ha mugolato a bocca piena, mentre il suo corpo tremava scosso dal piacere. Incapace di far qualsiasi cosa, perché estasiato da ciò che vedevo, mi son seduto su di una sedia, in silenzio, continuando a masturbarmi ininterrottamente. Ad un tratto lei si è sollevata, si è staccata da lui e, prima di salire su quel cazzo, si è voltata di nuovo verso di me, guardandomi dritto in faccia.
«Pensaci bene, perché se adesso mi infilo questo nella fica, nulla sarà più come prima. Se vuoi mi fermo, ma, se non lo faccio, da oggi in poi sarò io a dettare le condizioni nella nostra coppia.»
Inebetito da tutta quella situazione, l’ho guardata con occhi carichi di libidine ed ho fatto un cenno d’assenso con la testa, mentre dalla mia bocca cercavo di far uscire le parole che lei voleva sentire.
«Sì, lo voglio, fai pure quello che vuoi, sei libera di fare esattamente ciò che desideri.»
Non ho aggiunto altro e lei, dopo aver scavalcato il corpo di Gennaro, l'ho vista afferrare la splendida verga che svettava in alto, dritta e dura e, dopo averla appoggiata alle labbra della fica, ci si è lasciata cadere sopra, impalandosi. Ha spalancato la bocca ed ha reclinato la testa all’indietro, ma nessun suono è uscito dalla sua gola, mentre lui ha sollevato le mani e, afferrati i suoi seni, tirandola verso di sé, con la bocca è andato a mordere e a succhiare i suoi capezzoli. Lei è rimasta un lungo istante immobile su di lui, poi ha preso a muoversi, roteando e saltellando su e giù. Anche lui non è rimasto passivo, e dopo aver inarcato le gambe, ha preso a sbatterla dal basso, provocando un forte rumore di corpi che sbattevano l’uno contro l’altro. Era un martellare ritmico, veloce e continuo e, ad un tratto, lei ha preso ad urlare il suo orgasmo.
«È bellissimo! Mi stai sventrando! Ti sento tutto dentro! Mi stai sfondando la fica! VENGO!»
Ha cominciato a godere in continuazione, mentre io continuavo a masturbarmi e sborrare nella mia mano. Lui l’ha scopata a lungo, continuando a tenerla sopra di sé e poi, ad un tratto, l’ha afferrata per i fianchi e, ruotandola, l’ha distesa sotto di lui. Lei ha sollevato le gambe e le ha appoggiate dietro i suoi glutei, spingendo il corpo in alto per andare incontro a quello di lui. Ha urlato ancora un orgasmo e, poi, un altro ancora, e, ad un tratto, sfinita si è girata verso di me. Il suo viso era l'autentica maschera del piacere e, guardandomi dritto negli occhi, ha sollevato la mano destra e mi ha fatto il gesto delle corna.
«Sei un cornuto! Da oggi in poi, sarei sempre più cornuto! Guarda come mi sta facendo impazzire questo maschio! Continua, continua a sfondarmi tutta!»
Mi sono avvicinato e, inginocchiato sul letto con il cazzo in mano, ho visto Sandra godere ancora una volta, mentre lui, ora, la sbatteva con più forza, fin quando l’ha avvertita che era prossimo ad eiaculare.
«Fantastica! Sei una femmina stupenda! Mi stai veramente facendo impazzire. Ora sono pronto a sborrare e voglio sapere se vuoi che lo faccia dentro di te!»
Ho tremato a quelle parole, perché Sandra in quel periodo non prendeva nessuna precauzione; non sapevo se era nel suo periodo fertile, mentre, dentro di me, ho sperato che lei gli dicesse di uscire. Lei non ha detto niente, mi ha guardato dritto negli occhi e poi, dopo averlo abbracciato e baciato, l’ha implorato di sborrarle dentro.
«Fammi impazzire, fammi sentire ancora questa verga che mi sfonda e mi inonda la fica. Fammi sentire la tua sborra calda che riempie la mia vagina.»
Ho tremato! Dentro di me, ho avuto timore che lui potesse mettermela incinta, ma nello stesso istante, il solo pensiero di Sandra, con la pancia gonfia di lui, mi ha fatto sborrare di nuovo, per l’ennesima volta. Lui ha aumentato di nuovo i colpi e, dopo che lei ha urlato il suo ennesimo orgasmo, con un grido, si è piantato tutto dentro di lei.
«Sborro! Sto sborrando! Guardami, cornuto! In questo momento, ti ingravido la moglie!»
Non riesco nemmeno a trovare le parole per spiegare le sensazioni che ho provato in quel momento, mentre lui le riversava nel ventre tutta la sua sborra. Gli occhi di Sandra erano chiusi, mentre lui continuava a iniettare dentro la sua fica il succo delle sue palle. Sono rimasti abbracciati a lungo, poi lui è uscito e lei è andata in bagno. Rimasti soli, lui mi ha guardato e mi ha chiesto se ero soddisfatto di quello che avevo visto, ma, soprattutto, se era realmente possibile che lei fosse stata ingravidata.
«Che scopata stupenda! Me la sarei fatta direttamente in spiaggia, ma, per esperienza, so che in quel posto far sesso libero, può essere pericoloso perché è ammesso solo il nudismo, per questo me ne sono andato. Spero che il fatto che lei possa essere incinta, sia solo una vostra fantasia. In ogni caso, è una femmina veramente eccezionale.»
L’ho guardato e, finalmente, ho capito perché non l’aveva scopata direttamente sulla spiaggia e poi gli ho detto che non ero certo sul fatto che lei potesse rimanere incinta. Non ho avuto il tempo di dire altro, perché Sandra è tornata e, raccolti i suoi vestiti, si è voltata verso di noi e le sue parole sono state semplici e pacate.
«Gennaro non ti devi preoccupare di nulla, perché adesso vado a casa e mi faccio scopare anche da lui con annessa venuta dentro, così, se per caso tu mi avessi messa incinta, non avrai nessuna responsabilità, perché è una cosa che ho voluto io, per far felice lui.»
Non ha aggiunto altro e, dopo essersi sommariamente rivestita, siamo tornati a casa. Durante il tragitto nessuno di noi due ha parlato e, una volta a letto, si è addormentata immediatamente. Inutile dire che ho passato una notte in bianco, pensando al fatto che se lei era incinta, io avrei dovuto allevare un figlio non mio, e questo, inspiegabilmente, mi ha fatto diventare il cazzo durissimo. Il giorno dopo, appena sveglia, ho sentito la sua bocca sul mio cazzo, che subito è diventato duro: lei è salita su di me e si è impalata sul mio cazzo, godendo immediatamente, poi mi ha trascinato sopra di lei e, sollevando le gambe in aria, mi ha guardato dritto negli occhi.
«Scopami, riempi il mio ventre con il suo seme, perché adesso voglio anche la tua sborra.»
Ho preso a pomparla come un pazzo e sono quasi venuto poco dopo, mentre lei, mi ha stretto forte a sé.
Era tranquilla e serena, e questo mi lasciava ancora tanti dubbi fin quando, quattro giorni dopo, son venute le mestruazioni e lei ha ricominciato a prendere la pillola. Solo allora mi ha confessato che era sicura di non essere incinta, ma aveva voluto farmi capire che quel gioco che tanto desideravo avrebbe potuto anche condurre ad una situazione di quel tipo.
In ogni caso, da allora, con cadenza settimanale, porto Sandra a casa di Gennaro, che la monta e la scopa, facendola godere moltissimo. A lui non nega nemmeno il culo e poiché mi sono lamentato di questo, l’ultima volta che si è fatta inculare, quando lui è uscito, lei si è girata verso di me e con un tono autoritario mi ha ordinato di leccare tutto ciò che sgorgava da quel foro, abbondantemente spanato.
Questa cosa mi ha talmente eccitato che ho sborrato senza toccarmi.
20
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Ero un cornuto e non lo sapevo.
Mi chiamo Antonio, ma Tony per tutti, ho quarant’anni, son sposato con Lucia che ha la mia stessa età. Sono un imprenditore nel settore della grande distribuzione all’ingrosso, mentre Lucia è una casalinga e, in particolare, si dedica alla cura di un figlio, un bel maschietto. Sono di media statura, corporatura asciutta, moro, occhi scuri ed una dotazione assolutamente normale. Siamo sposati da 22 anni e la nostra unione si è rivelata sempre bella ed appagante. Lei è una bella donna, alta, capelli neri lunghi, un bel seno della quarta misura con dei grossi capezzoli ed un bel culo, cui spesso mi dedico a sondare quando facciamo sesso. Quando l’ho conosciuta era vergine e, insieme, abbiamo sperimentato il piacere del sesso. Sono stato il ad insegnarle a fare pompini e, col tempo, è diventata molto brava, mentre, almeno all’inizio, è stata un po' restia a farsi fare il culo. Dopo sposati, la vita ci ha regalato anni di immense soddisfazioni. Oggi lei si occupa di far crescere il figlio adolescente con tutte le relative problematiche, mentre io curo la mia azienda per poter permettere loro una vita abbastanza agiata. Da tempo, per movimentare il nostro rapporto, ho iniziato a fantasticare sulla possibilità di vederla stretta fra le braccia di altri maschi, ma lei ci ha sempre scherzato su, dicendo che avrebbe provato un profondo imbarazzo a farlo in mia presenza. Naturalmente ho avvertito il tono strano di un'affermazione di questo tipo, ma non ho mai pensato che lei potesse esser pronta a farlo a mia insaputa. In ogni caso, quel pensiero mi eccitava talmente tanto, che mi induceva a scopata in maniera sempre più vigorosa ed appagante. Dentro di me, sentivo come se lottassi contro un fantasma che, seppur nella mia fantasia, si scopava mia moglie. Poi si verificò un fatto che ebbe a cambiare tutto, rendendo il nostro rapporto totalmente diverso, molto più appagante e soddisfacente per entrambi. Circa un mese fa, siamo andati al matrimonio di una sua amica. Avevamo lasciato nostro figlio ai miei genitori, perché il matrimonio si celebrava in un’altra città. Poiché venivamo da fuori, ci avevano prenotato una camera nello stesso albergo, dove poi ci sarebbe stato il ricevimento, una volta finita la cerimonia nuziale. Durante il rinfresco, ricordo che, fra brindisi e bevute varie, entrambi eravamo abbastanza su di giri e così, quando la cerimonia era quasi giunta al termine, siamo saliti insieme al piano superiore per trovare la nostra camera. Eravamo allegri e ridevamo per il fatto che non riuscivamo a trovare la nostra stanza e abbiamo anche sbagliato il piano, salendo all’ultimo piano dell’Hotel. Mentre percorrevamo il corridoio, abbiamo incontrato due uomini: uno era un giovane di circa una ventina d’anni e l'altro era di sicuro sulla trentina. Ci hanno guardato incuriositi e, quando hanno realizzato che eravamo ubriachi ed avevamo sbagliato piano cercando di trovare la nostra camera, quelli hanno aperto una porta e ci hanno fatto entrare. Una volta dentro, siamo letteralmente crollati sul letto ed io mi sono assopito. Nel dormiveglia, mi sono reso conto che qualcosa stava succedendo accanto a me, ma non sono riuscito a mettere a fuoco la situazione, perché sono letteralmente crollato dal sonno. Quando mi sono svegliato, mi sono ritrovato insieme a mia moglie sdraiato sul letto nella nostra camera. Lei aveva l’aria stanca e sfatta, anche se avevamo dormito per molte ore. Ho notato che lei si era fatta la doccia e, sebbene avessi un forte mal di testa, mi sono alzato ed anch’io mi sono infilato sotto la doccia, che praticamente mi ha rigenerato. Tornato in camera, ho visto lei che mi guardava con aria un po’ triste. Ho preso a baciarla e, all’inizio lei non voleva assolutamente esser toccata, poi, pian piano, sono riuscito a farla sciogliere e, quando mi sono sdraiato sul suo corpo nudo ed ho iniziato a penetrarla, lei mi ha scrutato pregandomi di far piano perché era ancora tutta indolenzita. L’ho guardata cercando di capire, ma lei ha sollevato le gambe e mi ha chiesto di farla godere. L’ho scopata bene ed a lungo, facendola godere due volte, poi le sono venuto dentro e quando mi sono sfilato e sdraiato accanto a lei, le ho chiesto cosa intendeva allorché aveva detto che era tutta indolenzita. Lei mi ha guardato e, dopo aver fatto un lungo sospiro, mi ha chiesto cosa ricordavo della sera precedente. A parte il fatto che eravamo entrambi completamente ubriachi, ricordavo solo che, forse, eravamo entrati nella camera sbagliata, perché qualcuno ci aveva aperto la porta, ma in realtà non ricordavo altro. Lei ha sorriso e, dopo essersi sdraiata accanto a me ed aver preso il mio cazzo in mano, mi ha raccontato ciò che lei ricordava.
«È vero, siamo entrati nella camera sbagliata e ricordo le due persone che ti hanno aiutato a sdraiarti sul letto, poi io ho chiesto loro dove fosse un bagno, perché volevo fare pipì. Uno dei due mi ha indicato la toilette, poi, mentre ero seduta sulla tazza, giratami, ho visto che loro due erano appoggiati allo stipite della porta e mi guardavano con occhi carichi di libidine. Ero sola con loro, tu dormivi della grossa, ubriaco fradicio, ed anch'io ero oltre che brilla. Ero ancora seduta, quando si sono avvicinati e d'improvviso, mi sono ritrovata, davanti alla faccia, due splendide verghe tese e dure. Per un attimo sono rimasta frastornata, ma loro hanno approfittato per allungare le mani: hanno preso a palpeggiarmi ed io mi sono eccitata in maniera incredibile. Quand'anche tu fossi stato presente, non avrei fatto nulla per fermarli e ancora ora, a pensare a quei due uomini e quello che mi hanno fatto, non riesco a non bagnarmi.»
Nel sentire il suo racconto, il mio cazzo era di nuovo duro, ma la guardavo incredulo.
«Non è vero, non ti credo, ti stai prendendo gioco di me per farmi eccitare.»
«Capisco la tua incredulità, ma ti posso assicurare che è stato tutto vero. Per tornare a quanto successo ieri sera, ho iniziato a succhiare uno dei due cazzi che mi veniva offerto e, dopo averlo succhiato, mi sono resa conto che erano due cazzi grossi, molto più del tuo e volevo godermeli come si deve. Mi hanno chiavato in tutte le posizioni; ho dato loro anche il culo e mi sono venuti dentro. Mi hanno riempito e farcito di sborra ogni buco. Non smettevano di venire ed io mi sono presa la loro sborra in figa, nel culo, sulle tette, in faccia e nella bocca, ingoiando tutto, fino all’ultima goccia. Erano instancabili, sembrava non fossero mai sazi del mio corpo, poi, alla fine, li ho pregati di accompagnarmi fino alla nostra camera, dove ci hanno lasciato e io, prima di mettermi a letto, mi sono fatta una doccia.»
Il suo tono di voce era esattamente quello che mi ha sempre fatto dubitare che mia moglie mi avesse effettivamente cornificato, così ho deciso di approfondire l’argomento.
«Chissà perché, mentre parli, ho come l’impressione che quella non sia stata l'unica volta. Vorrei sapere se ci sono state anche altre occasioni.»
Lei mi ha baciato e poi ha ripreso a raccontare.
«Sì, tesoro mio, hai delle corna che trovano difficoltà a passare sotto la porta, perché quando una volta sei andato via per uno dei tuoi viaggi di lavoro, al tuo ritorno, ho notato che la camicia aveva una sottile macchia di rossetto e di fondotinta. Non ti ho mai chiesto nulla, però ho deciso che anch’io mi sarei divertita con altri maschi e, da quel che sento, mi sembra che questa condizione ti è particolarmente gradita, perché il tuo cazzo si è fatto duro come il marmo nella mia mano.»
Cerco di ricordare a quale episodio si riferisse, perché l’unica cosa che ricordo è la volta che mi sono assentato per l’acquisto di materie prime e sono stato invitato ad un addio al celibato: quella sera la spogliarellista si era strusciata abbondantemente anche su di me. Mentre parlava, continuava a segarmi lentamente ed io ero sempre più incredulo, ma anche molto eccitato, per cui ho deciso di penetrarla per farle sentire tutta la mia passione. L’ho scopata con forza e, quando lei ha raggiunto l’orgasmo, le ho riversato dentro, ancora una volta, tutto il mio piacere. Siamo rimasti immobili per diversi minuti, mentre i nostri corpi continuavano a fremere per il piacere appena provato; poi lei, dopo avermi dato un bacio, mi ha stretto a sé. Poi che avevamo ancora tutta la giornata a disposizione, abbiamo deciso di recarci in un piccolo stabilimento termale, situato accanto all’albergo. Giunti sul posto e dopo esserci cambiati, ci siamo recati nelle vasche idromassaggio e, quando siamo entrati dentro, lei si è girata, mi ha sorriso con il suo fare malizioso e, avvicinatasi a me, ha esclamato:
«Vedi quelle tre persone laggiù, all’angolo della vasca? Quelli che sono insieme a quel tizio calvo, sono i due che mi hanno scopato la notte scorsa.»
Ho guardato nella direzione indicata ed ho sentito dentro di me uno strano fermento, qualcosa di inspiegabile. Sentivo forte il desiderio di poterla vedere con quegli uomini, ma, nello stesso tempo, mi sentivo a disagio perché, appena si fossero girati ed avrebbero visto mia moglie, subito sarei stato identificato come il cornuto della situazione. Queste strane sensazioni mi riempivano di contrastanti emozioni. Ad un tratto i tre si sono girati e quello un po’ più anziano, con un gesto del capo, ha indicato agli altri due di guardare nella nostra direzione e sul viso di tutti e tre è apparso un cordiale sorriso. Dopo qualche minuto, si sono spostati verso di noi e, giunti da noi, hanno salutato amicalmente Lucia.
«Buongiorno signora, le è passata l’euforia della serata?»
La guardavano ancora con occhi di desiderio e, quello calvo, sembrava molto interessato a mia moglie. Ad un tratto, ha esordito con una proposta che mi ha trovato subito d’accordo.
«Ho letto in un articolo specializzato, che quando si eccede con l’alcool, la cosa migliore, il giorno successivo, è quello di godersi una sauna o un bagno turco, dove la temperatura fa sudare abbondantemente il corpo che, in breve, si libera delle tossine ingerite. Qui c’è una splendida sauna, perché non ci rechiamo tutti assieme, così vi rimettete subito in forma?»
Ho guardato Lucia, che ha annuito e così, tutti e cinque ci siamo recati nella sauna. Era un bel locale tutto in legno, con ampie panche ed al centro un braciere con pietre arroventate, su cui colava dell’acqua che generava molto vapore. Appena dentro, loro tre si sono immediatamente denudati ed ho guardato Lucia che, in un attimo, si è adeguata, facendo la stessa cosa. Io sono rimasto un po’ ad osservarla e subito il tizio calvo ha cominciato ad accarezzarle il corpo. Mi sono eccitato immediatamente, mentre lei veniva toccata da sei mani che pian piano la facevano decollare per le vette dell'erotismo. Ad un tratto è stata messa sdraiata su di un asse e subito uno dei tre le ha infilato la testa fra le cosce, prendendo a leccarla in maniera da farla subito godere. Estasiato osservavo mia moglie godere, mentre alternava nella bocca i cazzi degli altri due. Ad un tratto, quello che la leccava si è sollevato e con un affondo deciso le entrato tutto dentro, fino in fondo. Lei ha spalancato la bocca e un lungo gemito è uscito dalle sue labbra: ha preso a godere molto intensamente. Ero stupito e basito: in quel preciso momento stava cambiando totalmente la mia vita, perché finalmente la mia fantasia veniva realizzata e, nello stesso tempo, vedevo Lucia godere come mai in vita mia mi era successo. L’hanno scopata a turno tutti e tre, alternandosi fra le sue cosce, facendola godere a ripetizione, poi il calvo, l’ha girata di schiena e, con un affondo deciso, le è entrato nel culo, facendola urlare.
«Cazzo, fa piano! Mi stai spaccando il culo!»
Il tizio, come se non l'avesse sentita urlare, ha continuato a stantuffarla, facendola subito gemere di piacere, dopo l’iniziale dolore. Mentre la scopava con forza, l'ha tirata su di sé sdraiato sulla panca sottostante e lei si è ritrovata con le cosce in aria, sopra di lui. Il tizio più giovane, aiutato dall’altro, si è posizionato sulle cosce e con un affondo deciso l’ha presa davanti. Ho visto Lucia scopata in doppia ed era stupendo vedere quanto stava godendo. Il terzo non è rimasto inattivo e giratosi di lato, le ha offerto il suo cazzo da succhiare. Ora erano tre maschi che godevano di mia moglie in ogni buco possibile e, quasi all’unisono, hanno cominciato a sborrare, ricoprendola di tutto il loro piacere. Lentamente hanno sciolto quell'intrico di corpi e poi, con un sorriso un po’ ironico, i tre mi hanno lasciato da solo con lei, dicendo che avrei dovuto ancora disintossicarmi. In realtà ero venuto segandomi, mentre vedevo mia moglie far la puttana con tre maschi. Lei mi ha guardato con occhi sfatti, poi mi ha tirato a sé e, dopo avermi baciato, ha spalancato le cosce mostrandomi tutta la sborra che colava a fiumi da ciascun orifizio. Mi ha lasciato interdetto quando, con tono deciso, mi ha intimato di leccarla.
«Adesso che ho soddisfatto il suo desiderio, voglio esser leccata, perché voglio che tu assapori la sborra dei maschi che mi hanno appena goduto. Ho bisogno di sapere che mi ami sempre, anche così lordata, e che non ti faccio ribrezzo.»
Son rimasto un attimo titubante e, vista la sua determinazione, mi sono inginocchiato fra le sue cosce e l’ho leccata a lungo, portandola ad avere un ennesimo orgasmo, che ha riversato tutto nella mia bocca, mentre dalle sue labbra continuavano ad uscire parole rivolte a me:
«Sei un cornuto! Un adorabile cornuto, che impazzisce nel leccare la fica della moglie farcita da tutta la sborra che altri maschi le hanno riversato dentro. Vedo che ti piace proprio tanto, e, quindi, da oggi in poi, farò in modo di tornare a casa sempre piena del piacere di chi mi ha montato come una vacca e te la farò leccare tutta, fino all’ultima goccia. Sei veramente il re dei cornuti!»
Avevo le lacrime agli occhi. Ero infinitamente felice nell'apprendere che la mia donna mi aveva ripetutamente cornificato a mia insaputa e che, ora, era determinata a rendermi partecipe di quella sua perversione, che mi eccitava in maniera così forte da farmi avere sempre il cazzo duro. Da quel momento in poi, la nostra vita è cambiata e, oggi, aspetto sempre con ansia il suo ritorno, pronto a leccare il piacere che di sicuro le sgorgherà dalla fica. Ho infatti notato che non sono pochi i maschi che, generosamente, la scopano con vigore, regalandole interminabili momenti di perverso piacere.
È vero: sono il re dei cornuti, ma la cosa mi piace così tanto che non me ne frega per niente.
53
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
La nostra prima chiacchierata
Avevamo un bellissimo rapporto, condividevamo tutto. Ogni aspetto delle nostre vite anche se vivevamo a distanza. Molta distanza: lei est-europea, io italiano. Culture uguali e opposte allo stesso tempo. «Il linguaggio dell'amore è unico», pensavo, prima di aprirmi totalmente a lei. E scoprire che esisteva un mondo ancora inesplorato tutto da vivere. Due giovani poco meno che trentenni con tanta voglia di divertirsi e con molta curiosità innata. Avevamo iniziato una relazione quasi per gioco, come spesso capita, dopo esserci conosciuti su Facebook ed esserci incontrati a Budapest, una notte di marzo del 2010. Poi il gioco è diventato amore e trascorrevamo praticamente insieme tutti i weekend. Grazie a chiunque abbia avuto l'idea di creare compagnie aeree low cost. Un giorno eravamo a casa e usando il suo pc iniziai a curiosare...Trovai una cartella di foto vecchie, di una vacanza in Croazia col suo ex ed un'altra coppia. Lei e la sua amica erano in topless in spiaggia tranquillamente di fronte ai rispettivi compagni. Di primo acchitto ebbi una reazione di gelosia, un pugno nello stomaco e una forte sensazione di calore che mi pervase il corpo dal basso verso l'alto, fino a raggiungere il viso. Chiusi immediatamente il pc e provai a non pensare alla cosa, tanto più che avevo ficcanasato nel suo passato. Rischiavo di rovinare ogni cosa. Esatto, è questo il punto: il sesso a volte, la nudità, l'eros, le fantasie recondite, la passione, la gelosia, l'eccitazione paradossalmente invece di arricchire le relazioni, possono demolirle. Almeno se si è cresciuti nel contesto centro meridionale italiano, dove troppo spesso si giudicano i comportamenti altrui, i gusti sessuali, l'andamento delle relazioni e dove il cattolicesimo categorizza e punisce i peccati. Lei però proveniva da una famiglia, e quindi da un'educazione, essenzialmente laica. Dopo qualche giorno trovai il coraggio di parlarle di quelle foto e lei spiegò che in Croazia era abbastanza normale stare in spiaggia semi nudi, che più in generale non aveva un cattivo rapporto con l'esibizionismo e mi accese come un fiammifero quando chiese se guardare le tette della sua amica mi avessero eccitato. Sentivo di essere ad un punto di non ritorno, speravo non fosse la più classica delle trappole femminili, sospirando e sorridendo dissi di sì. Il vaso di Pandora era appena stato aperto. Sentii di nuovo quel calore su tutto il corpo, ma stavolta era voglia di condivisione ed eccitazione come mai ne avevo provata prima. Mise le mani nei pantaloni e sentì un pisello durissimo e umido, che faticava a starsene nelle mutandine e fuoriusciva dalla parte superiore scappellato. Continuava a chiedermi se tutta questa storia non mi avesse eccitato in modo diverso, mi sussurrava cose a bassa voce intimando di rilassarmi e continuando a chiedermi quanta voglia avessi di lei, giocava con le dita con i fili di precum che fuoriuscivano dal buchino e inondavano la cappella...Poi disse: «Adesso mastùrbati davanti a me, immagina di essere su quella spiaggia, in Croazia, e di essere uno sconosciuto che si è sdraiato e si è eccitato vicino a noi. Fammi vedere, dimostra quanto ti piace questa situazione!». Era una sensazione completamente nuova, incontenibile, forte, un flusso di energia straripante che non riuscivo a controllare. Era abilissima a portarmi a spasso con la mente, creando fantasie e giochi di puro godimento. Lo sperma spruzzò fuori con un getto ad una pressione e ad una velocità impressionante, lei leccò tutto con entusiasmo: sulle mie cosce, sulla pancia, tra le dita della mano, ovunque. Ed eravamo soltanto all'inizio...[continua]
17
0
2 years ago
SingoloBsxNA,
40
Last visit: 1 year ago
-
La mia fidanzata è una puttana!
Mi chiamo Antonio, sono alto1,71, per 75 kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, che sta completando il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta 1,50 per 50kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Siamo una coppia abbastanza affiatata, con un bel gruppo di amici, con i quali, spesso e volentieri, usciamo per vivere serate all’insegna del divertimento e dello svago. Fra di noi c’è una bella intesa e, nel sesso, la trovo sempre soddisfatta da me, che non sono un superdotato. Le piacciono molto i preliminari, in specie quando raggiunge l’orgasmo nel farsi leccare la fica o masturbare a lungo. Quando invece la scopo, aspetto sempre che lei raggiunga l'orgasmo e poi le riverso dentro tutto il mio piacere. È molto brava nel succhiare il cazzo e lo ingoia facilmente, anche perché, come ho detto, il mio non è né troppo lungo e nemmeno troppo grosso, ma questo a lei sembra non dispiacere affatto. Per reciproca comodità, abbiamo deciso di convivere e abitiamo in un miniappartamento, costituito da un angolo cottura, un piccolo salone ed una camera con bagno, il tutto in pochi metri quadri. Ci piace molto vivere assieme e quando, circa sei mesi fa, a seguito della dipartita della nonna materna, ha ereditato una bella villetta a schiera, grande e spaziosa, anche se un po’ datata, abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione per renderla più funzionale ai nostri bisogni, facendola diventare il nostro nido amore.
Per fare questi lavori, ci siamo rivolti ad un geometra, conosciuto da lei per aver fatto dei lavori nel condominio dove abitano i suoi genitori.
Il signor Giuseppe è un uomo sulla cinquantina, ben portati, spalle larghe, mani forti e robuste, dal carattere piacevole ed allegro. Subito si è reso disponibile ad organizzare e realizzare i lavori, che noi avevamo in mente di fare in quella casa. Tutti e tre abbiamo fatto un sopralluogo per stabilire ciò che era assolutamente necessario o urgente da fare: ad esempio il rifacimento di entrambi i bagni, la sostituzione delle tubature e della caldaia, posta in una piccola nicchia esterna, su uno dei due ampi terrazzi; questo avrebbe inevitabilmente comportato il rifacimento dell’intero pavimento del salone, sotto cui sarebbero passate le tubature. La volta successiva, ci siamo trovati ancora in quell'appartamento insieme a lui e ad una squadra di cinque persone, di cui lui si avvale per realizzare ristrutturazioni e dove ciascuno è esperto in un apposito settore. Mi sono trovato davanti cinque persone dall’aspetto imponente e massiccio. La particolarità consisteva nel fatto che erano tutti rumeni e, premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di queste persone, il loro modo di fare mi ha subito messo in allarme: fra essi vi era molta intesa e, soprattutto, tutti, nessuno escluso, staccava gli occhi dal corpo della mia fidanzata. Lei quel giorno indossava un semplice paio di jeans attillati ed un maglioncino che le modellava il seno; a completamento della mise, un semplice paio di scarpette da ginnastica, la rendevano, nell'insieme, una gradevole e bella visione; essi hanno posato a lungo gli occhi sul corpo di lei, che non credo abbia notato tutto questo interesse, in quanto presa dal parlare con il geometra e, di volta in volta, a seconda dell’argomento, con ciascuno dei cinque, mentre gli altri quattro se la mangiavano con lo sguardo.
Li osservavo, stando un po’ in disparte e, dentro di me, ho sentito una strana inquietudine, un misto di sensazioni contrastanti, che andavano da una folle gelosia ad una terribile eccitazione; sensazioni altalenanti che proprio non riuscivo a conciliare e tenere a freno. I cinque erano comandati da Dimitri, il più imponente di loro, colui che, in pratica, aveva creato quell’insieme di maestranze per realizzare ogni tipo di lavori. Subito dopo di lui c’era Pavel, forse il meno imponente fra i cinque e, a seguire, Igor, l’esperto d'idraulica e, sicuramente, quello dall’aspetto un po’ più inquietante, avendo le braccia coperte da tanti tatuaggi ed i capelli quasi rasi a zero. Il quarto, dal nome impronunciabile, che tutti chiamavano semplicemente Pietro, era il più taciturno, ma, nello stesso tempo, era quello che non smetteva un solo istante a mangiarsi la mia ragazza con lo sguardo. Infine Andrei, che non ho capito quale fosse la sua mansione, era sicuramente quello più loquace, che chiedeva sempre a Sara il parere su ogni cosa. Dopo aver stabilito tutto quanto, abbiamo dato inizio ai lavori, che si sarebbero dovuti protrarre per circa una decina di giorni. Dopo circa tre giorni, ci chiama Giuseppe, il geometra, e ci prega di passare a casa essendo giunto il momento di scegliere i materiali da sistemare nel bagno ed il pavimento del salone. Era una giornata particolarmente calda, io indossavo un paio di pantaloncini corti, e una semplice T-shirt, mentre Sara indossava un vestito leggero, bianco abbastanza trasparente, dove sotto si intravedeva, l’intimo bianco che, anche se non particolarmente sexy, la rendeva comunque un conturbante vedere. Giunti nella casa, abbiamo trovato solo il cinque personaggi sopra descritti e, subito, si sono attivati a spiegare, rivolgendosi soprattutto a lei, le scelte a farsi. Per prima cosa, ci hanno mostrato le mattonelle del pavimento del salone e, per fare questo, hanno invitato Sara ad avvicinarsi alla grande finestra, da cui proveniva molta luce, nonché il sole, elemento fondamentale per valutare il riflesso sulla mattonella. Lei non si è resa conto che, posizionatasi con la mattonella, fra loro ed il sole e piegandosi in avanti, il suo vestito è divenuto ancora più trasparente. Vista in controluce, si potevano intravedere benissimo le sue splendide forme, il suo meraviglioso culo che, anche se era coperto da una casta mutandina, era comunque un gran bel vedere. Anche in quest’occasione, ero leggermente più indietro rispetto agli altri, che le stavano tutti intorno ad attendere la sua decisione. Quando lei si è abbassata sulle ginocchia, per cambiare una mattonella con un’altra, il vestito è leggermente salito ed una bella porzione delle sue splendide cosce bianche è stata esposta alla vista di tutti. Tutti si sono guardati e, in particolare, Igor e Pavel, si sono scambiati un’occhiata d’intesa, mentre, a mia volta, in quel momento ero di nuovo assalito da quelle sensazioni contrastanti, che assumevano sempre più il sapore di un misto di gelosia/eccitazione nell'osservare di quanto desiderio fosse oggetto la mia fidanzata. Anche Dimitri la guardava da vicino e, forse, tra i cinque è stato quello che, essendo davanti a lei, ha goduto di più dello spettacolo offerto dalle sue cosce, al punto che, quando si è girato verso gli altri, ho visto che si inumidiva le labbra con la lingua; ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di notare un notevole rigonfio all'altezza del pacco; inoltre, guardando verso gli altri, ho notato che anch'essi avevano i pacchi gonfi e, questo, dentro di me, non ha fatto altro che aumentare il mio senso di inquietudine.
Dopo il salone, siamo passati al bagno, il più grande dei due; oltre a Sara, sono entrati Dimitri, Pavel e Andrei, mentre gli altri due si sono fermati sulla soglia, con me dietro che, a malapena riuscivo a vedere quello che succedeva dentro. Mentre parlavano, Dimitri l’ha fatta posizionare nell’angolo dove sarebbe stata installata la doccia che, creata in muratura su tre lati, era opportuno stabilirne le dimensioni.
«Signorina, venga qui, immagini di essere all’interno della sua doccia e ci dica se lo spazio creato sia sufficiente.»
Nel dire questo, lei si è ritrovata con Pavel sul lato destro, che simulava essere una parte del muro, mentre Andrei, era l’altro muro sul lato sinistro, mentre Dimitri le stava davanti. Vederla stretta fra quei tre grossi maschi, ho sentito crescere la mia erezione che è diventata insostenibile quando Dimitri le ha chiesto di fare un ulteriore esperimento.
«Signorina, immagini che le è caduto il sapone e si abbassi per raccoglierlo; così avremo modo di accertare se lo spazio è sufficiente.»
Quando Sara si è abbassata, chinandosi davanti a lui, il suo culo è andato a sbattere contro il pacco gonfio di Pavel, che è sì rimasto immobile, ma in ogni caso le ha fatto sentire fra le chiappe la consistenza del suo membro, perché lei, dopo un attimo di indecisione, si è girata e, nel fare quel movimento ha strusciato anche contro il pacco gonfio di Andrei. Allora si è abbassata ancora, sempre fingendo di raccogliere il sapone e, a quel punto, si è trovata davanti alla faccia il grosso pacco di Dimitri, che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei, dopo essere rimasta un attimo immobile ed abbassata in mezzo a loro, si è sollevata rossa in viso: è uscita da quello strano angolo, visibilmente turbata. È venuta verso di me e, senza guardarmi in volto, ha detto che andava tutto bene e si è avviata verso la porta. Essi sono rimasti tutti in silenzio, ma, nel venire verso di me, sicuramente Dimitri si è accorto che il mio cazzo era duro come il loro, anche se era evidente che le loro dotazioni erano più generose delle mie. Durante il viaggio di ritorno verso casa, nessuno di noi due ha aperto bocca e, quando le ho chiesto se andava tutto bene, lei si è girata verso di me con aria assente e, senza guardarmi negli occhi, mi ha detto che era tutto a posto. Due giorni dopo, il geometra ci chiede se possiamo passare per decidere la sistemazione dei vari sanitari in entrambi i bagni, ma io sono impossibilitato a farlo perché impegnato nel mio lavoro e, quindi, chiedo a Sara se, durante la pausa pranzo, fissata fra le 13:00 e le 15:00, può andare lei per decidere quello che era opportuno. Preso dal lavoro, non mi rendo conto nemmeno che ho chiesto alla mia ragazza di tornare a farsi ammirare da quei cinque maschi e, solo a sera, di ritorno a casa, la vedo un po’ confusa, assente, ma in ogni caso, allegra e felice. Le chiedo il motivo di tale soddisfazione e lei, dopo aver tentennato un attimo, quasi inseguendo un suo pensiero, mi risponde che la casa sta divenendo veramente bella e che non vede l’ora di poterci vivere insieme. Il resto della serata si svolge nella solita maniera, e dopo cena, mentre lei segue un reality in tv, io, stanco per la dura giornata di lavoro, decido di andare a letto. Mentre sono in bagno e mi sto lavando i denti, la mia attenzione viene attratta da un piccolo dettaglio che spunta dalla cesta dei panni sporchi. Incuriosito mi avvicino e, sollevato il coperchio, vedo che il piccolo cintino nero che fuoriusciva dalla cesta, non era altro che parte del reggiseno a balconcino di pizzo nero che le ho regalato per il suo ultimo compleanno. Incuriosito ho osservato meglio sia quell’indumento che il piccolo perizoma nero, ad esso abbinato e presente nella cesta. Quando ho controllato il perizoma, ho potuto osservare che la parte che è a contatto con la fica era completamente ricoperta dei suoi umori, quasi a significare che doveva aver vissuto un momento di libidine talmente intenso da averle provocato la emissione di abbondanti umori che avevano letteralmente intriso quell’indumento. L’ho annusato ed ho sentito forte l’odore di femmina di cui era impregnato. Senza neanche rendermene conto, l’ho immaginata in mezzo a quei cinque maiali, che la guardavano, la toccavano, la facevano godere come una troia. Il mio cazzo è diventato durissimo, quasi a farmi male. Portata la stoffa alla bocca, l'ho leccata e succhiata avidamente, poi, senza neanche rendermene conto, mi sono segato in maniera furente, ricoprendo l’indumento con una sborrata colossale. Ero sfinito. La sensazione provata era stata sconvolgente. Dentro di me, non riuscivo a comprendere quello strano cambiamento che stavo maturando nei confronti della mia fidanzata: una parte di me, la voleva casta e pura, mentre un'altra parte desiderava che fosse la più troia delle puttane, la più zoccola delle vacche mai vissuta sulla terra. Turbato, me ne sono andato a letto, con la mente stravolta da mille pensieri. Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno terribile, popolato da tanti cazzi tutti intorno alla mia Sara, che se li godeva e succhiava uno dopo l’altro, mentre loro ridevano di me, e mi davano del cornuto! Mi sono svegliato di soprassalto, ed ho visto lei che dormiva tranquillamente; stranamente mi sono ritrovato ancora con il cazzo duro. Ho cercato di riaddormentarmi, ma, alla fine, sono andato in bagno e, dopo aver preso di nuovo le sue mutandine ed averle avvolte intorno al mio cazzo, mi sono segato ancora, immaginandola scopata da tanti maschi. Sfinito sono tornato a letto. Il giorno successivo, mi ha chiamato di nuovo Giuseppe, il geometra, dicendomi che vi era un problema nella collocazione di uno dei mobili del bagno più piccolo e mi ha chiesto se era possibile fare insieme un sopralluogo. Ho cercato di contattare Sara, ma risultava irraggiungibile e, quando l'ho cercata in azienda, una sua collega mi ha detto che aveva preso due ore di permesso. Ho richiamato il geometra e gli ho dato appuntamento nel mio appartamento. Siamo arrivati quasi insieme davanti al palazzo e, quando siamo entrati dentro casa, ho sentito uno strano silenzio, rotto solo da strani rumori che provenivano da quella che era la vecchia camera da letto della nonna di Sara. Ho guardato Giuseppe che ha stretto le spalle senza dir nulla e, insieme, ci siamo avviati verso quella camera. Quando ho aperto la porta, ho visto una cosa che mi ha fatto gelare il sangue: Sara era nuda su quello che era il vecchio letto di sua nonna ed era alle prese con tutti e cinque gli uomini, che dovevano essere lì per fare i lavori dentro casa.
Ciascuno le stava offrendo il proprio cazzo da succhiare, mentre era impalata su quello di Dimitri che, dal basso, la pompava sbattendola alla grande.
Sono rimasto basito, ma nello stesso tempo, ho sentito forte un’erezione quasi dolorosa, che non è sfuggita ad Giuseppe.
«Aveva ragione Dimitri, nel dire che sei un cornuto, cui piace vedere la sua donna sbattuta e sfondata da altri maschi. Guarda come ti tira il cazzo! E allora, cornuto, tiralo fuori, perché adesso mi voglio godere anch’io quella puttana della tua fidanzata.»
Sono rimasto immobile a guardarla, mentre lei era così presa dal godere che quasi non ha notato la mia presenza. Anzi Giuseppe, dopo aver tirato fuori il cazzo, l'ha spinta a distendersi sul petto di Dimitri e, scavalcando le gambe di lui, glielo ha infilato dritto nel culo. Lei ha emesso un grido quasi strozzato, perché aveva la bocca piena di un altro cazzo, mentre gli altri due si stavano facendo masturbare da lei, che teneva i loro cazzi uno per mano. Ero furioso, ma nello stesso tempo tremendamente eccitato e, senza neanche rendermene conto, ho iniziato a segarmi e son subito schizzato. Pavel, quando mi ha visto sborrare, si è messo a ridere:
«Ragazzi! Guardate il cornuto: appena si è toccato il cazzo, è subito schizzato. Accidenti! È così eccitato nel vedere la sua donna godere in mezzo a noi, che sborra appena si tocca.»
Sara, si è tolta per un attimo il cazzo che aveva in bocca, si è girata verso di me ed i suoi occhi esprimevano l'implorazione di non far niente per interrompere quello che stava facendo. Dentro di me, in quel preciso momento, mi son subito reso conto che ciò che stavo vedendo era ciò che realmente volevo: avere una fidanzata e, di certo futura moglie, molto troia. Ciascuno di essi le ha sfondato il culo e la fica, riempendola di sperma fino all’ultima goccia, poi, quando tutti si son sentiti soddisfatti ed io ero venendo tre volte, masturbandomi, Dimitri e Giuseppe sono venuti verso di me e mi hanno dato una pacca sulla spalla.
«Complimenti! La tua donna è una vera vacca da letto! Ci ha fatto godere tutti e sei e, sicuramente, se ce ne fossero stati altri, li avrebbe spremuti fino all’ultima goccia. Adesso, per completare l’opera, dovresti inginocchiarti fra le sue cosce e leccare tutta la sborra che sta colando dai suoi buchi. Sei un bravo cornuto e quindi spetta a te lenire l’arrossamento che le abbiamo provocato, per averla scopata così intensamente.»
Non hanno aggiunto altro e sono usciti, lasciandoci soli. I miei occhi hanno incrociato quelli di Sara, che ha abbassato lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio totalmente sorpreso ed irretito. Per un lungo istante siamo rimasti in silenzio: ero indeciso sul come comportarmi, poi mi sono avvicinato ed ho visto il suo corpo cosparso di sborra, i suoi buchi dilaniati e slargati, da cui fuoriusciva tutta la sborra che le era stata riversata dentro. L'ho guardata negli occhi ed i miei hanno scorto nei suoi la soddisfazione e l'appagamento da cui erano pervasi. Quando mi ha rivolto la parola, il suo tono era incerto e la voce tremolante.
«Scusami amore! Non sono riuscita a resistere alla tentazione di provare come sarebbe stato concedermi a questi cinque maschi superbi che, con i loro cazzi enormi e duri, mi hanno fatto godere fino allo sfinimento. Capisco che sarò giudicata una puttana, una troia che ha tradito, ma devi capire che questo è il mio temperamento ed è più forte di me; è una cosa cui non so resistere. Io ti amo e i miei sentimenti per te sono fortissimi; tutto quello cui hai appena assistito è solo sesso, appagamento del corpo che, di tanto in tanto, desidera sconfinare e godere con un vero maschio. Tu mi piace moltissimo, il tuo modo di scopare è dolce, delicato e mi fa anche godere, ma la mia indole mi fa avvertire forte il desiderio di sentirmi usata, sfondata e slabbrata da uno o più cazzi che mi fanno godere proprio tanto. Se tutto ciò non è da te gradito, possiamo anche finire qui la nostra storia, altrimenti vieni fra le mie braccia e godiamo insieme del piacere che tutto questo ci potrà dare in futuro. Ho visto come e quanto ti sei masturbato, quindi sono convinta che la cosa, in qualche modo, sia piaciuto anche a te.»
L’ho guardata, l’ho baciata ed ho sentito il sapore del seme di tutti quelli che l’avevano riempita di sborra in faccia, in bocca e su tutto il resto del corpo. Mi è piaciuto molto ed ho sentito, dentro di me, che era quello che volevo e così, da quel momento, la nostra storia ha avuto una profonda trasformazione ed entrambi abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a vivere esperienze che non credevamo possibili.
15
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. un brivido sconosciuto.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze, vissute sempre con gran soddisfazione di entrambi e magistralmente organizzate da Paolo, che ha dato esempio della sua abilità nel curare la regia in queste situazioni, voglio raccontarvi di quella volta in cui il nostro gioco è stato artefice di un brivido piuttosto particolare. Eravamo per caso in una grande città e Paolo aveva notato che vi era un cinema a luci rosse.
«Che ne dici di andarci e vedere cosa succede quando ti porto lì dentro, vestita da troia?»
Il solo pensiero di un'avventura di questo tipo mi ha fatto immediatamente bagnare e così ho accettato. La sera siamo usciti con me vestita da troia. Indossavo una mini, che più che una gonna sembrava una maxi cintura, calze autoreggenti e tacchi esagerati. Un top leggero elasticizzato che, a malapena, mi copriva il seno. Ovviamente non indossavo alcun indumento intimo e le mie labbra, ma anche il trucco in generale, era particolarmente marcato, proprio da puttana da strada. Lungo il breve tragitto, dal parcheggio al cinema, ho sentito addosso gli sguardi dei maschi che incrociavo e già questo mi ha eccitato in maniera sconvolgente. All’ingresso, quando abbiamo preso i biglietti, una donna anziana, molto truccata, mi ha guardato in maniera un po’ sorpresa, perché era evidente che stavamo entrando per far di sicuro qualche porcata. Ci siamo seduti e per un po' siamo rimasti da soli, ma, appena iniziato il film, dove una troia bionda si faceva subito scopare da quattro maschi, siamo stati raggiunti da un giovane, che si è seduto accanto a me. Paolo mi ha accarezzato il seno e lentamente ha abbassato l’elastico del top, scoprendolo. Il giovane ha subito guardato i miei seni scoperti con i capezzoli duri ed in bella mostra. Allora si è fatto audace ed ha allungato una mano per accarezzare un seno. Io sono rimasta immobile e, visto che anche Paolo non diceva nulla, lui ha preso ad accarezzarmi entrambe le tette e a succhiare i capezzoli, provocandomi gemiti di piacere soprattutto quando, con una mano, ha preso ad accarezzarmi le cosce. Mi succhiava le tette e, nello stesso tempo, mi accarezzava le cosce, provocandomi gemiti ancor più intensi, mentre Paolo guardava. Ad un tratto mi ha baciato e, dopo avermi fatto leggermente spostare ed aprire le gambe, la sua mano si è spostata sotto la minigonna e si è reso conto che avevo la fica bagnata. Ha preso a masturbarmi vigorosamente e, ben presto, ho avuto un orgasmo molto intenso. Ero così presa dal piacere che ho perso il contatto con la realtà. Altre due mani, da dietro, mi avevano afferrato i seni e, girata la testa, ho visto una persona che si sporgeva in avanti ed ora mi strizzava i capezzoli, procurandomi fremiti di piacere. L’altro, intanto, si era inginocchiato fra le mie cosce ed aveva preso a leccarmi la fica, facendomi raggiungere in breve un forte livello di eccitazione. Ho sentito l’orgasmo esplodere nel mio corpo, così ho appoggiato le mani sulla sua testa, schiacciandola contro la mia fica. Gli ho riversato in bocca tutto il mio piacere, mentre i miei gemiti erano coperti da quelli emessi dalla protagonista del film, che godeva schiacciata sotto tre maschi che le riempivano tutti i buchi. Ad un tratto, quello che mi stava torturando i capezzoli, ha detto qualcosa a Paolo che subito ha accettato e, in un attimo, ci siamo alzati e spostati al di là di una grossa e pesante tenda rossa. Superata una porta, ci siamo trovati nella zona toilette e, dietro di me, oltre mio marito, c’erano altre tre persone: il giovane che mi stava leccando ed altri due, più maturi. Il giovane mi ha messo in mano il suo cazzo grosso e duro, che ho accarezzato delicatamente. Intanto, gli altri due hanno tirato fuori anch'essi due verghe tese e dure. Mi hanno fatto piegare a 90° e, subito, mi sono trovate le loro cappelle fra le labbra. Si alternavano nella mia bocca, mentre il giovane si è di nuovo inginocchiato dietro di me, riprendendo a leccarmi la fica. Mi stavano facendo impazzire, perché oltre a succhiare i loro cazzi, uno di loro mi stava torturando i capezzoli e, con una mano allungata davanti, mi torturava il bottoncino. Ho goduto di un orgasmo intenso che mi ha fatto tremare tutta. Ad un certo punto, il giovane mi ha aperto di più le gambe ed ha iniziato a spingere il cazzo nella mia figa. Ho guardato Paolo, cercando di capire se non fosse, o meno, il caso di fermare il gioco, in quanto nessuno di noi, né loro avevano dei preservativi, ed io, in quel periodo, non ero protetta perché ero nel mese in cui avevo deciso di sospendere la pillola.
«Amore, questo intende scoparmi; non sarebbe il caso di smettere? Vuoi che mi scopi così, a pelle?»
Lui evidentemente era eccitato dal gioco e non si è ricordato di questo dettaglio.
«Se ti va, fatti pure scopare!»
Il giovane, con una spinta veloce, è entrato nella mia fica e mi scopava con tanto trasporto. Stavo gemendo e mi sono girata verso di lui, guardandolo.
«Non mi venire dentro, sta attento, per favore: non sono protetta.»
Lui mi stava scopando più forte ora ed io gemevo ad ogni spinta del suo cazzo duro, mentre continuavo a succhiare gli altri due. Ero così eccitata che sono venuta molto velocemente e poi, mentre stavo venendo per la seconda volta, lui ha avuto un lungo sussulto.
«Ora ci sono quasi.»
Aveva intensificato il ritmo della scopata ora e, mentre io stavo ancora venendo, l’ho implorato di farlo in maniera ancora più forte.
«Fottimi! Fottimi più forte! Sto per venire!»
Lui ha aumentato il ritmo e, ad un tratto, mi sono resa conto che stava per sborrare.
«Non mi venire dentro! No! Attento!»
Ma lui ha spinto completamente il suo cazzo nella mia fica ed ha iniziato a sborrare dentro di me. Ha sparato molti getti caldi di crema direttamente nella mia fica. Ha emesso un urlo che non aveva nulla di umano quando è venuto dentro di me; ha spinto il suo cazzo più a fondo possibile così da inondare il mio utero con il suo sperma caldo. Ho guardato Paolo, interdetta, senza fiato.
«Oh mio Dio, mi è venuto dentro, tesoro!»
Subito dopo si è sfilato da me ed un rivolo di sborra ha cominciato a colare lungo le mie cosce, ma è stato subito sostituito da uno dei due maturi che, senza esitazione mi ha spinto con forza il suo cazzo dentro. L’ho sentito entrare fino in fondo e dilatare ancor più le pareti della mia fica, perché la sua circonferenza era decisamente superiore a quella del giovane.
«Che vacca! Che troia stupenda! È così calda da far impazzire!»
Ha preso a fottermi in maniera quasi violenta, con colpi possenti e profondi, che mi facevano letteralmente sobbalzare. Ho goduto anche con lui di un orgasmo molto forte, che urlato a bocca piena, perché avevo tutto in gola il cazzo dell’altro maturo. Paolo mi guardava estasiato e scattava foto con il cellulare per immortalare quei momenti incredibili. Ero presa dal piacere e, ad un tratto, ho sentito anche quest’altro maschio piantarsi con forza dentro di me e riempire di nuovo la mia vagina di sperma.
«Cazzo, vengo! Ti sborro dentro, vacca!»
Un’ondata di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui continuava a dare dei colpi che provocavano la fuoruscita della sborra che mi stava riversando dentro. Ho avuto un brivido incredibile, un misto di piacere/terrore nello stesso tempo, perché mi rendevo conto che potevo restare incinta di questi due sconosciuti. Dopo avermi farcito per bene, il tizio si è sfilato da me e subito è stato sostituito dal terzo che, dopo avermi passato il cazzo lungo lo spacco della fica, ha appoggiato la cappella al mio culo e, con una spinta decisa, mi è entrato tutto dentro.
«Questa vacca è troppo dilatata davanti, così mi voglio godere il suo culo!»
L’ho sentito scivolare tutto dentro e anche lui ha preso a pomparmi con forza, mentre l’altro si è presentato davanti alla mia bocca e mi ha chiesto di pulirgli il cazzo, ancora sporco della sborra che mi aveva riversato in fica. Mi sentivo sconvolta, mentre godevo nel farmi inculare con forza da questo maschio rivelatosi determinato ed autoritario. Mentre mi pompava il culo, ad ogni affondo sentivo colare la sborra dalla fica lungo le cosce. Fortunatamente non è durato molto e, con un grugnito da maiale, mi ha riversato in culo tutto il suo piacere.
«Sborro! Sborro in questo culo stupendo! Ti sto inondando il culo, vacca!»
Al sentire quell'ondata di sperma invadere il mio retto, ho avuto un ennesimo orgasmo, mentre continuavo a succhiare l’altro che, a sua volta, bloccatami la testa e movendosi velocemente, mi ha sborrato in bocca.
«Bevi troia! Ingoia tutto! Sei una puttana meravigliosa!»
Si sono entrambi sfilati da me e, dopo aver rivolto uno sguardo di gratitudine verso Paolo, si sono complimentati con lui per quanto io fossi troia.
«Complimenti, cornuto! La tua vacca ci ha fatto davvero godere e, se ti va di farcela montare ancora, non hai che da portarla qui.»
Poi se ne sono andati, lasciandomi appoggiata al lavabo; ho guardato Paolo e, con voce incerta, perché ancora in preda al piacere, mi sono avvicinata a lui e, dopo averlo baciato, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Mi sono venuti dentro e spero di non essere nel mio periodo fertile, perché mi hanno letteralmente farcito l’utero. Potrebbero avermi ingravidata.»
Lui mi ha guardato ed ha scosso la testa, poi, sorridendo, mi ha abbracciato e baciato.
«Mi piaceva troppo guardare mia moglie a gambe aperte ed un altro uomo che la scopava; qualora ti avessero ingravidata, decideremo cosa fare al momento.»
Poi ce ne siamo andati e, recuperata la nostra auto, siam tornati in albergo. Mio marito era particolarmente eccitato, perché continuava a tener due dita piantate nella mia fica piena della sborra, riversatami dentro da due sconosciuti. Quando sono scesa dalla vettura, ho notato che c’era una grossa macchia sul sedile, anche se la maggior parte dello sperma era ancora nella mia fica. Giunti in camera, volevo farmi una doccia, ma lui mi ha letteralmente sbattuto sul letto e, dopo essersi inginocchiato fra le mie cosce, ha preso a leccare tutta la sborra che ancora colava e, quando ho avuto un ennesimo orgasmo, lui, di colpo, mi ha penetrato e pompato con forza, facendomi godere ancora, fin quando, con un grido, mi ha sborrato dentro anche lui. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, in silenzio, poi sono andata a farmi una doccia e, nei giorni a seguire, ripensavo a quella strana avventura, che mi aveva provocato emozioni davvero forti, ma, nello stesso tempo, così tanta ansia per timore di una gravidanza non opportuna. Fortunatamente così non è stato, ma ricordo questa avventura come una di quelle che più mi hanno sconvolto. Da quella volta, non ho più scopato con nessuno se non ero ben protetta o se il lui non indossava un preservativo. È stata un’imprudenza, andata bene solo per fortuna, che ci ha procurato brividi strani, ma anche tanto piacere a me e mio marito. Ancor oggi, quando vedo che non è particolarmente su di giri, mi basta sussurrargli all'orecchio che potrei farmi ingravidare da uno sconosciuto, che subito il suo cazzo diventa di marmo
17
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. mi fa esibire in vacanza.
Sono ancora Lucrezia di 36 anni e da sei sposata con Paolo, che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze vissute sempre in maniera stupenda e magistralmente organizzate da Paolo, che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in vacanza in Croazia. Tutto è avvenuto perché, a causa della pandemia e tanti altri impegni personali lavorativi, lo scorso anno ci siamo trovati senza aver prenotato nessun tipo di vacanza, in nessun luogo. All’ultimo minuto, Paolo ha trovato un miniappartamento a Rovigno, in Croazia. Siamo partiti il sabato mattina e, dopo un bel viaggio, durante il quale lui mi ha sempre e continuamente stuzzicata ed esibita a tutti i camionisti che abbiamo incrociato, siamo arrivati a destinazione. Il gioco fatto durante il viaggio, per il quale mi aveva fatto indossare una mini nera, è un piccolo top giallo quasi trasparente, mi aveva eccitato molto e sicuramente ha eccitato tutte le persone che abbiamo incontrato. Giunti a destinazione, appena preso possesso del nostro miniappartamento, gli sono letteralmente saltata addosso e mi sono fatta scopare in piedi appoggiata al davanzale della finestra. Mi ha chiavato con forza e vigore, facendomi godere molto. Ero così eccitata che lo provocavo ancora di più.
«Porco maiale! Ti sei divertito ad esibirmi a tutti quelli che abbiamo incontrato. Sei un porco maiale, che gode nel mettere in mostra la sua puttana. Adesso chiavami con forza e fammi godere, altrimenti esco fuori e mi scopo il primo che passa.»
Naturalmente lui non si è fatto pregare. Mi ha pompato a lungo e bene e, alla fine, quando è stato il momento di sborrare, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e mi ha riversato in gola tutto il suo piacere. Fatta una bella doccia, abbiamo deciso di girare un po’ per Rovigno. La cittadina era meravigliosa e la serata abbastanza calda, con molta gente a passeggio. Ho notato anche molte donne che indossavano abiti abbastanza corti e il gioco dell’esibizionismo era quello più diffuso. Anche lui ha notato subito quanto fosse intrigante vedere le signore che si esibivano nei posti più disparati, in pubblico, nei bar o nei ristoranti e questo ha sicuramente ispirato mio marito. Quella sera siamo andati subito a letto, stanchi del viaggio e il mattino dopo, siamo andati a trovare un posto di cui avevamo sentito parlare: Punta Kryzia. Trovato questo angolo di paradiso, mi sono subito denudata ed ho potuto constatare quante coppie e singoli, tutti nudi, si dedicavano al piacere sessuale nella più completa libertà. Anch’io, alla fine del giorno, non ho resistito al piacere di fare un bel pompino a mio marito, che era eccitato come un cavallo. È stato bello esibirmi davanti ad altre persone e, alla fine, quando lui ha riversato nella mia bocca tutto il suo piacere ed io l’ho ingoiato, in quel momento è scoppiato un piccolo applauso delle persone che, messi in cerchio intorno a me, avevano assistito alla mia performance. Siamo tornati in casa e, dopo una bella doccia, siamo usciti per andare a cena in un ristorante. Per l’occasione Paolo mi ha chiesto di indossare una camicetta senza intimo sotto, tenuta chiusa solo con tre bottoni che, a malapena, resistevano alla pressione esercitata dalle mie tette libere, solo parzialmente nascoste dal tessuto. Sotto avevo una mini elasticizzata che modellava perfettamente il mio splendido culo. Niente calze, perché la serata era molto calda, e, ai piedi, dei sandali color argento con il tacco molto alto, mi permettevano di muovermi facendo ondeggiare in maniera molto provocante il mio splendido culetto. Abbiamo cenato in un piccolo ristorante dove vi erano molte persone ed ho potuto notare lo sguardo di alcuni maschi che si erano posati su di me. Ero consapevole che Paolo intendeva davvero esibirmi. In più occasioni mi ha chiesto di accavallare le gambe e poi scavallarle lentamente, mostrando la mia micetta già bagnata fradicia. Soddisfatto del risultato, siamo usciti e ci siamo messi a passeggiare per la città, fin quando siamo entrati in un piccolo bar, dove c’era musica live. Poiché tutti i tavoli all’esterno erano occupati, ci siamo seduti appoggiati al bancone, su dei sgabelli alquanto alti, che mi permettevano di mostrare ancora di più le mie splendide cosce. Dall’altro lato del bancone c’era un bell’uomo sulla quarantina, che indossava una T-shirt nera con il logo del bar. Aveva i capelli parzialmente grigi e, quando ci ha servito i nostri drink, ha indugiato a lungo sul solco delle mie tette. Paolo ha notato che il barista si sforzava di vedere il mio seno e, con un lieve sussurro me lo ha fatto notare ed io gli ho risposto che avevo avuto la sua stessa identica impressione. Ha finto di sorseggiare ancora un po’ il drink e poi mi ha chiesto cosa ne pensassi.
«Cosa ne pensi? Potrebbe esser parte integrante di un nostro gioco?»
Io ho dato un’ulteriore occhiata all’individuo che continuava ad orbitarmi attorno, i continuando a sbirciare all’interno della mia camicetta, e gli ho risposto che era un bel maschio, interessante. Allora Paolo si è avvicinato ancora di più e mi ha dato un suo suggerimento.
«Ho pensato che forse non ti sarebbe dispiaciuto aumentare la sua visuale, aprendo un altro bottone.»
Incuriosita dal gioco, gli ho chiesto se voleva che io gli facessi vedere le mie tette, e lui mi ha risposto che solo un paio di bottoni sarebbero bastati. Intrigata dal gioco, ho fatto notare che due bottoni gli avrebbero mostrato la gran parte dei miei seni. Lui ha sorriso ed ha continuato a sorseggiare il suo drink; così, mentre il tizio era girato di spalle, con un’abile mossa, ho aperto altri due bottoni, lasciandone solo uno a tener chiusa la mia camicetta. Era quasi superfluo, perché, da come ero seduta sullo sgabello e, piegandomi leggermente, in modo che la camicetta si aprisse, gli avrei mostrato abbondantemente i miei seni, ma non fino ai capezzoli. Lui ha apprezzato e, compiaciuto, ha osservato la reazione del tizio.
«Sì, così va bene, tesoro.»
Poi ha richiamato l’attenzione del barista ed ha chiesto un altro drink. Lui si è avvicinato a noi due per la nuova ordinazione e subito ha notato quanto poteva. Ovviamente mi sono leggermente chinata per mostrargli la maggior parte delle mie tette nude. Il tizio ha sorriso e, a bassa voce, ha aggiunto che era uno spettacolo veramente bello da vedere. È rimasto affascinato dalle mie tette e, in un momento in cui eravamo solo noi tre appoggiati al bancone, lui, dopo avermi dato un’occhiata, si è girato verso di me e, con una certa discrezione mi ha fatto una proposta.
«Apri il terzo bottone per me, ora.»
Ho guardato Paolo che ha annuito e così ho aperto il terzo bottone, lasciando i miei seni in completa bella vista. Il barista è stato lì un minuto, guardando le mie tette nude e, sotto quell'assidua osservazione, i miei capezzoli sono diventati ancor più duri. Li ha ammirati per un lungo istante, poi si avvicinato a me e mi ha sussurrato che la porta in fondo, a sinistra, era quella del bagno. Ho guardato Paolo che ha annuito e così mi sono alzata dallo sgabello ed ho varcato quello porta. Sono rimasta oltre una mezz’ora chiusa in quel locale e, quando sono tornata, Paolo mi ha guardato con occhi carichi di desiderio e, dopo avermi presa per mano, siamo usciti dal locale e, senza dire una parola, ci siamo velocemente incamminati verso casa nostra. Appena arrivati, lui mi ha appoggiato al muro e mi ha baciato con forza; la sua mano è scivolata sotto la mia gonna ed ha trovato la mia fica che stava ancora grondando del seme di quel maschio. Mi ha scopato all’istante, in piedi, come una puttana e, dopo aver raggiunto un veloce orgasmo e avermi sborrato dentro, si è placato, ci siamo spogliati e, sdraiati sul nostro letto, ha voluto un dettagliato racconto di quello che era successo nel bagno.
«Stavo entrando nel bagno e, mentre camminavo lungo il corridoio, lui mi ha fermato e, per un minuto, abbiamo parlato; i miei seni erano scoperti davanti a lui, che ha iniziato a stringerli fra le mani. Ci ha giocato un po', accarezzandoli e mi ha anche succhiato i capezzoli. Ero molto eccitata da questo insolito gioco, dove tu non eri presente, ma ero sicura che ti stava eccitando lo stesso. Mi ha baciato forte ed io ho ricambiato il bacio; ho potuto sentire che il suo cazzo premeva sul mio inguine, perché me lo strofinava sulla fica. Anch'io mi sono strofinata contro di lui e lo sentivo completamente duro. La mia fica era molto bagnata e lui ha allungato la mano ed ha potuto accertarlo.
“Sei bagnata fradicia! Sei proprio una zoccoletta in cerca di cazzo!”
Senza aggiungere altro, anziché entrare in bagno, mi ha spinto dentro un’altra porta che era un ufficio e, dopo avermi appoggiato alla scrivania, voltata di spalle e piegata a 90°, ho sentito una grossa verga penetrarmi fino in fondo e, mentre mi teneva per i fianchi, mi ha preso a stantuffare con forza, facendomi godere moltissimo. Sono venuta almeno tre volte e anche lui era quasi al limite, perché l’ho sentito pomparmi con un ritmo maggiore, per, infine, rimanere immobile, piantato dentro di me.
“Cazzo che troia che sei! Adesso ti farcisco, ti inondo la fica per la contentezza del cornuto che ti sta aspettando al bancone.”
«Ho sentito un’ondata di calore riempire la mia vagina e poi lui si è sfilato da me e, dopo avermi fatto inginocchiare, mi ha infilato in bocca la sua bella verga ancora turgida.»
“Lecca e pulisci tutto, perché voglio che il cornuto assapori anche dalla tua bocca il piacere della mia sborra.”
«Il resto lo sai e vedo che questo gioco ti ha particolarmente eccitato, perché ora hai di nuovo il cazzo duro.»
Paolo non ha aggiunto altro, mi ha trascinato su di sé ed io mi sono impalata di nuovo sul membro di mio marito, che mi ha chiavato così meravigliosamente, facendomi ancora godere, dopo questa esperienza assolutamente inaspettata. Il mattino successivo, siamo andati in giro per una piccola gita organizzata a bordo di una barca con tante altre persone e, in ogni occasione, lui mi ha fatto tenere sempre le cosce ben larghe, in modo da far intravedere le labbra della mia fica. Un signore, di mezza età, seduto davanti a me, ha fissato continuamente le mie cosce facendomi inumidire in maniera incredibile. Quando siamo tornati e ci siamo recati presso Punta Kryzia, quel signore ci è venuto dietro e, quando mi sono messa nuda, anche lui si è spogliato ed ha mostrato un bel fisico munito di una superba dotazione. Non è in lunghezza, ma in circonferenza, era superiore a quella di Paolo e, per tutto il resto della giornata, è rimasto ad ammirarmi, continuando a toccarsi quel grosso cazzo che, lentamente, si era gonfiato per me. Dietro suggerimento di mio marito, ho continuato a tenere le cosce aperte e, spesso e volentieri mi sono accarezzata la fica, guardandolo dritto negli occhi. Vedevo il desiderio nel suo sguardo e questo mi faceva bagnare moltissimo. Quando siamo venuti via, anche lui ci ha seguiti discretamente e, quando siamo entrati nel palazzo dove è ubicato il nostro miniappartamento, ho notato che lui, dopo qualche minuto, se n’è andato. Ero così eccitata, che mi volevo scopare Paolo appena chiusi dentro, ma lui, guardando fuori mi ha proposto un altro gioco.
«Ti sfido a cambiarti i vestiti con le tende della finestra aperte.»
La finestra era prospiciente un'ala di un grande albergo con molti piani e così, tante stanze potevano aver piena visione della nostra. Eccitata, l'ho fatto anche perché la stanza era illuminata solo da una piccola luce, quindi era piuttosto debole quando ho iniziato a spogliarmi. Ma, non appena mi sono tolta il copricostume, Paolo ha premuto l'interruttore per accendere tutto il resto delle luci. Sorprendentemente, ha acceso anche me! Ho sentito la mia fica gonfiarsi e inumidirsi, mentre continuavo a spogliarmi, ben consapevole che, da tutte quelle finestre di fronte, potevano vedere il mio corpo nudo. Non c'era dubbio che qualcuno stesse guardando, quindi mi sono spogliata con calma, restando in piena vista, facendo scorrere le dita tra le gambe e sul mio seno. Paolo era sbalordito. Questo lato di me lo eccitava tantissimo e lo stesso succedeva a me. Quando finalmente mi sono vestita, mi sono infilata un vestito sexy senza niente sotto. Il vestito era di lino bianco, abbastanza trasparente e aveva una cerniera per tutta la lunghezza, dalla scollatura alta all'orlo. L'ho lasciato aperto fino a circa la metà del petto, mostrando solo una piccola scollatura. Ero molto eccitata da questo gioco e lui ha preteso che la cerniera lampo fosse abbastanza aperta quel tanto che si potessero vedere entrambi i miei seni. Intanto i capezzoli si erano gonfiati e tendevano il sottile tessuto, che, così aperto, più mi chinavo in avanti, più diveniva visibile tutto il mio seno. Appena usciti, ho subito notato che, ad attenderci, seduto dall’altro lato della piazza, c’era lo stesso signore che ci aveva seguiti per tutto il giorno e quando l’ho fatto notare a Paolo, lui se ne è compiaciuto. Quello era seduto al bar e anche noi ci siamo seduti ad un tavolo accanto a lui; mi sono girata in modo che lui potesse avere una abbondante visione dei miei seni. Mi sono anche chinata in avanti a quello scopo, e lui ha sorriso compiaciuto. Mi piaceva sentirmi osservata da quell’uomo, che mi intrigava moltissimo e che, per tutto il giorno, aveva fatto in modo da mostrarmi il suo sesso gonfio, facendo crescere, dentro di me, una voglia pazzesca di sentirlo affondare nel mio ventre. Paolo mi ha sorpreso quando, improvvisamente, è andato in bagno, lasciandomi sola al tavolo. Il tizio, visto che ero sola, si è avvicinato e molto educatamente si è presentato:
«Mi chiamo Mario e se non sono inopportuno, le vorrei offrire un drink.»
Gli ho sorriso e, dopo le presentazioni, l’ho invitato a sedersi al nostro tavolo, cosa che lui ha fatto con piacere e, mentre facevamo due chiacchiere, non ho resistito a sporgermi in avanti per ottimizzare la sua visuale. Lui ha sorriso e, con un cenno del capo, ha apprezzato ciò che vedeva.
«Mi intriga molto questo gioco, soprattutto perché sono rimasto molto affascinato da lei, dal suo modo di esibirsi e, sicuramente, dal piacere che ne trae suo marito nel mostrarla, così audacemente in pubblico. Ho avuto molte esperienze e, nonostante l’abbia vista nella spiaggia nudista, ammetto che questo gioco esibizionistico è molto più eccitante, rispetto a vederla nuda in spiaggia.»
I suoi occhi indugiavano sul mio petto nudo e potevo quasi sentire il battito del mio cuore per la forte emozione che questo gioco mi procurava. Mi stavo bagnando terribilmente al vedere lo sguardo di quest’uomo che mi divora i seni con gli occhi: era qualcosa di infinitamente inebriante. Poi Paolo è tornato al nostro tavolo e subito si è unito a noi a parlare come vecchi amici; si è creata immediatamente una bella atmosfera fra di noi. Mario ha proposto a Paolo di continuare il gioco della mia esibizione, avendone lui una particolare esperienza. Figuratevi se mio marito non accettava subito e, così, abbiamo iniziato a girare per la città, passeggiando per le vie del centro notevolmente affollato e, in ogni occasione, Mario mi esortava ad aprire le cosce o mostrare le tette, così da attirare l’attenzione di molti maschi che, nell'ammirarmi, mostravano di desiderarmi e alcuni, addirittura, afferravano i loro pacchi duri, facendo intendere quello che avrebbero voluto farmi. Ero così eccitata che mi sentivo quasi stordita da questo gioco e, ad un tratto, ho sentito forte il desiderio di godere. Ci siamo ritrovati nella parte alta della città, dove vi era una specie di muretto con un piccolo parco sottostante e da lì lo sguardo spaziava sull'intera baia. Eravamo un po’ in penombra, nascosti da alcuni arbusti a ridosso di un grosso pino piegato dal vento e, improvvisamente, mi sono inginocchiata davanti a Mario e gli ho estratto quel grosso membro che sapevo trovarsi all'interno dei suoi pantaloni. Ho preso a succhiarlo con forza, facendolo subito gemere di piacere. Paolo scattava foto con il cellulare, mentre Mario gemeva sotto i colpi della mia lingua.
«Stupenda! Questa femmina mi sta succhiando il cazzo in maniera stupenda!»
Ero troppo eccitata, per accontentarmi solo di un pompino, così mi sono alzata e, appoggiata al muretto di spalle, gli ho offerto il mio corpo.
«Scopami! Mettimelo dentro, perché ho voglia di chiavare!»
Non si è fatto pregare e, dopo avermi afferrato per i fianchi, con un colpo deciso, me lo ha spinto tutto dentro, fino in fondo. Ha preso a pomparmi con forza, mentre sentivo la mia fica aperta e dilatata per far spazio a quel grosso membro che mi stava chiavando in maniera stupenda. Ho avuto un orgasmo veloce e poi un altro ancora, e, quando stavo per urlare il mio ennesimo piacere, Paolo mi ha infilato il suo cazzo in bocca. Ho preso a succhiarlo come se non ci fosse un domani e, ben presto, lui mi ha riversato in bocca tutto il suo piacere. Mario intanto mi devastava la fica a colpi di cazzo, pompandomi sempre più forte, fin quando, al mio terzo orgasmo, me lo ha spinto tutto dentro e mi ha inondato la fica, con tutto il suo piacere. È rimasto immobile piantato dentro di me, mentre mi riversava nella vagina con una quantità enorme di sborra.
«Prendi troia! È tutto il giorno che desidero inondare il suo ventre con il mio seme e adesso ti inondo anche l’anima!»
Mi ha riversato dentro un vero fiume di sborra che ha preso subito a colare dalla mia fica slabbrata quando lui si è sfilato, e, girandosi mi ha offerto quel randello ancora duro, da leccare. L’ho pulito per bene di ogni singola goccia di sperma, mentre Paolo mi guardava con occhi stracarichi di piacere. Alcune voci di persone che si stavano avvicinando, ci hanno costretto a ricomporci velocemente e così ci siamo salutati. Noi due siamo tornati in camera e, per l’ennesima volta, Paolo mi ha scopato con furore. Era la prima volta che giocavamo all’esibizionismo e per me è stata un’esperienza davvero esaltante: una delle tante che mio marito mi regala per farmi sentire una troia eccezionale.
18
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. una doppia speciale.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze, vissute sempre in maniera stupenda, e magistralmente organizzate da Paolo che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in maniera totalmente casuale. Era una domenica calda e, poiché entrambi avevamo voglia di qualcosa di diverso, abbiamo deciso di recarci su di una spiaggia lungo il fiume che, spesso e volentieri, abbiamo frequentato perché, essendo un po’ appartata ci permette di prendere il sole nudi. Adoro farlo, perché vedo che la cosa eccita molto mio marito che, puntualmente, finisce con lo scoparmi con foga e passione. Quella domenica, sentivo dentro di me il desiderio di qualcosa di nuovo, ma, anche avendone parlato con lui, non ero riuscita a fargli capire cosa veramente volevo. Lui, come sempre, non si è perso d’animo e mi ha detto, mentre percorrevamo la strada per andare al fiume, che prima di sera sicuramente avrebbe trovato il modo per soddisfare quel leggero languore che sentivo fra le cosce. Giunti nella spiaggetta, ci siamo distesi vicino ad un grosso salice piangente che, con i suoi rami, oltre alla frescura, offriva anche una certa intimità. Faceva caldo e, dopo essermi completamente denudata, lui mi ha spalmato della crema protettiva, così mi sono distesa prona e, complice una leggera brezza, mi sono assopita. Non riesco a quantificare il tempo del mio pisolino, ma l’unica cosa che ricordo è che, ad un tratto, una mano mi stava accarezzando il solco tra le natiche, scivolando giù oltre il buchetto, fino ad insinuarsi con le dita fra le labbra della mia ostrica, che subito ha iniziato ad inumidirsi. Quando ho cercato di capire cosa stesse succedendo, Paolo mi ha tranquillizzata.
«Tranquilla, non ti muovere, resta così. Lasciami fare e vedrai che ti farò vivere una esperienza davvero particolare.»
Non ha aggiunto altro e, con un mio foulard, mi ha bendato. È stata subito una sensazione incredibile, perché non avevo idea di quello che stava succedendo intorno a me. Ho sentito dei passi, poi delle voci che parlavano con lui, ma era solo un sussurrare, fra l'altro anche a distanza e, quindi, non sono riuscita a capire cosa stessero dicendo. Dentro di me ero in trepidante attesa e, nello stesso tempo, ero curiosa di sapere cosa, questa volta, avesse escogitato mio marito per farmi godere. Ad un tratto, l'ho sentito alle mie spalle e la sua voce dolce ha continuato a rasserenarmi, dicendomi cosa dovevo fare.
«Sdraiati supina, apri le cosce e resta immobile. Goditi ciò che provi e succhia ciò che ti viene offerto da succhiare.»
Fremevo dall’impazienza, mentre con gesto quasi naturale mi sdraiavo a cosce aperte, consapevole del fatto che, sicuramente, stavo offrendo a qualcuno la vista della mia fica aperta. Ho sentito dei movimenti intorno a me e, subito, un alito caldo sulle labbra della fica, mi ha provocato uno strano brivido. Una lingua grossa ha preso a scorrere lungo lo spacco e fra le pieghe delle labbra alla ricerca del mio bottoncino che, appena raggiunto, è stato afferrato fra labbra forti che lo hanno succhiato, facendomi subito gemere di piacere. Era bravo, mi stava leccando in maniera stupenda ed ho sentito immediatamente il piacere scorrere lungo il mio corpo. Stavo per spalancare la bocca al primo orgasmo, quando, immediatamente, ho avvertito un particolare odore che ha colpito le mie narici. Si trattava di un profumo intenso, qualcosa di speziato, di esotico, che veniva avvicinato alla mia bocca ed una mano, poggiata sulla testa, mi ha immobilizzato, mentre una cappella dal sapore aspro mi si è poggiata sulle labbra, che si sono aperte, accogliendo al suo interno una grossa verga. Ho preso subito a leccare quel membro che doveva esser grosso, perché ho sollevato una mano ed ho cercato di impugnarlo, ma le dita della mano, per quanto lunghe, non sono riuscite a congiungersi. Doveva essere qualcosa di veramente grosso, perché, a malapena, riuscivo a tenere in bocca la sola cappella. Ho preso a leccare e scorrere con la lingua lungo quell’asta di carne che sembrava non aver mai fine. Quando il mio naso ha sbattuto contro quello che dovevano esser le palle, ho sentito qualcosa di voluminoso premere contro il mio viso. Intanto chi mi leccava, era riuscito a farmi raggiungere il primo orgasmo, che ho urlato a bocca piena. A quel punto non ho resistito ed ho voluto esser partecipe del gioco a pieno titolo. Così mi sono immediatamente tolta la benda e la sorpresa è stata davvero grande, nel vedere che mi trovavo in mezzo a due splendidi ragazzi di colore, che mi stavano facendo letteralmente impazzire. Due statue di ebano, nere, dal fisico imponente e, soprattutto, per quello che già avevo potuto constatare, stavo succhiando un cazzo di notevole dimensione. Era abbastanza lungo, sicuramente molto più di quello di mio marito, ma ciò che mi dava dei brividi era la sua circonferenza, simile al mio polso. Sentire quel membro enorme fra le mie dita mi faceva abbondantemente bagnare, in aggiunta al fatto che l’altro, inginocchiato fra le mie cosce, mi stava letteralmente scopando con la lingua. Sentivo quell’enorme massa di carne entrare ed uscire velocemente dalla mia fica, come la punta di un membro che gioca, senza affondare completamente. Ho goduto di nuovo e, questa volta, urlando il mio piacere. Nel godere, ho visto lo sguardo di Paolo che era molto soddisfatto di quello che stava vedendo. Stava immortalando la mia performance con quei due splendidi tori neri, scattando foto con il suo cellulare. Ad un tratto il tizio che stavo succhiando si è sdraiato supino sul mio telo ed il suo palo era lì che svettava verso l’alto, in maniera davvero impressionante. Ho guardato Paolo cercando di carpire il suo assenso a vedermi, o meno, salire su quel mostro. Lui mi ha sorriso ed ha fatto un cenno di approvazione con il capo, mentre io, un po’ preoccupata, ho deciso che mi sarei impalata su di lui in modo da poter regolare io stessa la penetrazione di quella verga nel mio ventre. Mi sono accovacciata su di lui e, afferrato quel palo nero, l’ho appoggiato alle labbra della mia fica che, per vero, già schiumava dal piacere. Lentamente ho sentito dilatare le pareti della mia vagina che venivano strisciate da quella verga che, inesorabilmente, scivolava dentro il mio corpo. Era una sensazione incredibile, meravigliosa e devastante, allo stesso tempo. Era bellissimo sentirsi riempire da quel membro che, forse, mi stava sverginando di nuovo. Ho spinto in basso il mio pube, finché ho sentito la punta sbattere con forza contro il fondo della mia fica ed ho allungato la mano ad afferrare e trattenere ciò che restava ancora fuori: ne avevo preso a malapena la metà! Ho spalancato la bocca, perché ho sentito che il respiro mi veniva meno, ma non ho avuto modo di emettere alcun suono, perché l’altro, quello che mi aveva leccato abilmente, si è alzato in piedi e mi ha offerto, davanti alle labbra, anche la sua mazza. Era decisamente più corto di quello che mi stava penetrando, ma, nel complesso, era ancora più mostruoso. La sua circonferenza era di sicuro superiore a quella del suo amico e, cosa non trascurabile, la sua cappella sembrava quella di un grosso porcino. Ho spalancato la bocca cercando di ingoiarlo, ma, per quanto mi sforzassi, a malapena riuscivo a far entrare la sola cappella. Lui non si è perso d’animo e, dopo avermi afferrato la testa con entrambe le mani, ha preso a spingere delicatamente il suo cazzo dentro la mia bocca. Mi sentivo piena, sia nel ventre che nella bocca e, questa sensazione di impotenza, questo sentirmi usata, scopata, sia sopra che sotto, mi ha provocato una strana reazione: il mio corpo ha preso a tremare, scosso da un incredibile brivido di piacere che, partito dalla testa, ha percorso come fulmine tutto il mio corpo e, nonostante la bocca fosse completamente riempita da quel fungo speciale, un urlo strozzato è uscito dalla mia bocca. Il mio corpo ha preso a tremare in maniera incontrollabile ed una strana frenesia si è impossessata di me, mandandomi in delirio. Ho preso a saltellare su e giù su quel palo che mi stava sfondando la fica e, ogni volta che scendevo su di esso, avevo la sensazione che mi penetrava sempre di più. Infatti, ad un tratto, le mie natiche si sono appoggiate al corpo dell’uomo: lo avevo tutto dentro! Mi sono stupita della capacità della mia fica di fagocitare un così grosso pezzo di carne. Ormai decisa a godere fino in fondo, ho spinto con forza in gola anche l’altro, facendone comunque entrare ancora un po’ di più. Stordita dal forte orgasmo, sono rimasta inerte, lasciandomi scopare sia da quello sotto, che ora aveva inarcato le gambe e mi sbatteva dal basso verso l’alto, che dall’altro che continuava a pomparmi il cazzo in bocca, tenendomi la testa ferma. Un nuovo orgasmo ha preso a percorrere il mio corpo e, nell’istante in cui iniziavo a tremare per il piacere, quello in piedi ha sfilato il cazzo dalla bocca e così ho potuto urlare a squarciagola. Lui, dopo avermi lasciato assaporare il piacere, ha interagito con l’altro, parlando una lingua a me sconosciuta; i due devono essersi accordati alla perfezione, perché, quello che mi stava scopando, mi ha afferrato per i fianchi e, senza nessun sforzo apparente, dopo avermi sollevato di peso, mi ha rigirato e messo in ginocchio sotto di lui. Ora, così posizionata, lui mi pompava da dietro, montandomi come una vacca. Sentivo quel lungo membro scorrere dentro di me avanti/indietro e, quando giungeva all’uscita, avvertivo come una sensazione di vuoto, che subito spariva nella fase del suo nuovo affondo. Paolo mi guardava estasiato e, ad un tratto, si è avvicinato davanti a me in ginocchio e, dopo aver passato il cellulare all’altro, pregandolo di scattare delle foto, mi ha offerto il suo cazzo da succhiare.
«Succhiami il cazzo, troia! Finalmente oggi ho trovato due cazzi degni di questo nome, capaci di sfondarti come si deve! Voglio che ti godi queste due nerchie così potenti, perché in te, per molto tempo, dovrà restare il ricordo di quanto piacere proverai oggi.»
Ero letteralmente sconvolta, non credo di aver compreso neanche la metà di quello che mi aveva detto, perché, in quel momento, l’unica cosa che volevo era il suo cazzo in bocca. L’ho afferrato con decisione e succhiato con tutto l’impegno e la voglia che avevo in corpo, facendolo sborrare quasi subito. È venuto in maniera copiosa ed abbondante, riempendomi la bocca, poi si è fatto da parte, lasciando il posto all’altro che, però, aveva altre idee. Infatti si è sdraiato sotto di me e la sua bocca si è impadronita dei miei capezzoli ed ha preso a succhiarli, morderli in maniera così forte, da farmi urlare in un misto di piacere/dolore che, unito alla monta a cui mi sottoponeva l’altro da dietro, mi ha fatto di nuovo godere. Ancora una volta l'orgasmo che ho avuto mi ha completamente sfinito. Avevo davanti ai miei occhi il membro del tizio che mi stava succhiando i seni e ho potuto constatare che era davvero più grosso dell’altro. Lui, dopo avermi sentito godere, ha parlato di nuovo con l'altro nella sua incomprensibile lingua e deve avergli chiesto di scambiarsi di posto, perché il tizio dietro di me si è tolto. Ero convinta che adesso avrei preso in pancia anche l'altra verga, invece, il tizio che fino a quel momento mi aveva scopato, mi ha sollevato con estrema facilità, come fossi una bambola e, dopo avermi rigirato, a testa in giù, lasciando stupito anche Paolo, che scattava foto a raffica, mi ha offerto all’altro in modo assolutamente unico: praticamente era un 69, però fatto in piedi, dove io ero a testa in giù con il cazzo in bocca di colui che mi teneva stretta, mentre l’altro affondava la sua bocca nella mia fica, semplicemente abbassando il capo. Era pazzesca questa posizione perché il mio stesso peso gravava sulla mia bocca, facendomi ingurgitare sempre più il cazzo che tenevo in bocca. Ho goduto all’istante per questa insolita posizione, mai provata. Il tizio che mi stava leccando, quello con il cazzo ancora più grosso, ha preso a mordermi letteralmente la fica. Al momento mi stava mordendo le labbra, il clitoride, procurandomi una specie di dolore che in realtà si tramutava in maggior piacere. Non so dire quanto ho goduto in quell’insolita posizione e, poi, ad un tratto, lui si è di nuovo disteso supino e, dopo avermi rigirato sempre con estrema facilità, mi ha letteralmente adagiato su di lui. Mi son trovata a cosce larghe a guardarlo direttamente in faccia, mi ha appoggiato la fica sulla punta di quel grosso fungo, che ha subito preso a dilatarne le labbra e penetrarmi scivolando dentro di me. Pensavo che il precedente passaggio dell’altro, abbastanza voluminoso, avesse, in qualche modo, predisposto la mia vagina a ricevere anche quest’altro, mentre invece sentivo che mi apriva ancor di più. L’altro mi ha lasciato di peso e, caduta su di lui, mi sono sentita veramente sfondare la fica.
« hhahahh!... Mi squarti! Mi stai spaccando in due!»
Ero stravolta da quella sensazione di massima dilatazione a cui era sottoposta la mia fica e, girato lo sguardo verso Paolo, ho letto, nei suoi occhi, tutto il suo apprezzamento per quello che stavo facendo. Un attimo dopo, l’uomo ha inarcato le gambe ed ha preso a sbattermi dal basso verso l’altro. Credo di non aver mai provato, in vita mia, una così strana sensazione di pienezza, di massima dilatazione e, nello stesso tempo una tremenda sollecitazione erotica che, d'improvviso, mi ha fatto urlare di piacere, mentre la vagina cominciava a colare quasi stessi urinando. Quando Paolo ha notato questo, ha chiesto al ragazzo di restare per un attimo fermo, perché voleva immortalare il momento.
«Cazzo! La stai facendo squirtare! Fantastico! Sei il primo che riesce a portarla ad un così alto livello di piacere da farla, finalmente, squirtare! Continua, continua a pomparla, perché voglio che impazzisca per davvero!»
Non capivo più niente, ero letteralmente stordita, mentre il mio corpo si muoveva in maniera autonoma e incontrollata. Continuavo a godere in continuazione e, ad un tratto, stremata, mi sono sdraiata su quel maschio che mi stava letteralmente devastando la fica. Ero così in estasi, che non mi son nemmeno resa conto che l’altro si era inginocchiato dietro di me e, solo quando mi ha preso per i fianchi e, aiutato da Paolo, mi ha aperto le natiche, affondando il suo cazzo nel mio culo, solo allora, mi son resa conto che questi due mi avrebbero letteralmente diviso a metà.
«Oddio, vengo! Mi state letteralmente spaccando in due! Non vi fermate! Non vi fermate! Più forte! Voglio sentirvi fino in fondo! Paolo, amore, guardami, mi stanno letteralmente devastando ogni buco.»
Non riuscivo a credere alle mie parole. Non riuscivo a concepire il fatto che stavo incitando questi due a sventrarmi: mi stavano letteralmente slargando fica e culo. Paolo, eccitato da quello che vedeva, non ha trovato niente di meglio che posizionarsi davanti alla mia bocca e offrirmi il suo cazzo ancora duro. Non ricordo nemmeno se è stato lui ad infilarlo fra le mie labbra o io ad afferrarlo e ingoiarlo con voracità. Ero devastata da quei due enormi cilindri di carne che mi facevano godere a ripetizione. Improvvisamente Paolo mi ha afferrato per i capelli e, sfilato il suo cazzo dalla bocca, mi ha spruzzato in faccia due generose schizzate di sborra. Anche il tizio che mi stava inculando, ho sentito che aveva aumentato il ritmo della pompata e, ad un tratto, pronunciando parole per me incomprensibili, si è sfilato e, girato di lato, ha cominciato ad innaffiare il mio corpo con bordate di sperma che sembravano non finire mai. Mi ha ricoperto faccia, collo, seno, continuando a schizzare quasi fosse un idrante. Ho afferrato quel membro, l'ho preso in bocca e le ultime due bordate che, anche se dovevano esser le ultime, in realtà mi hanno gonfiato le guance da tanta che ne era. Il sapore di quella sborra era completamente diverso, più speziato, ma comunque molto gradevole. L’altro, dopo avermi lasciato ricoprire di sperma da mio marito e dal suo amico, mi ha sollevato di peso e, messa supina sotto di lui, mi ha sollevato le gambe sulle sue spalle: ero convinta che mi avrebbe ricoperto anche lui di sborra, invece ha spinto la cappella contro il buco del culo, facendomi letteralmente trasalire.
«Fai piano, ti prego! Ti voglio nel culo, ma fa piano, per favore!»
Sono rimasta io stessa sorpresa a sentir quelle parole, anche se, dentro di me, volevo gustarmi quel grosso palo mentre trafiggeva il mio culetto. Lui deve aver intuito le mie parole, perché dopo aver appoggiato la cappella al mio sfintere, ha preso a spingere, pian pianino, ma in maniera decisa, tutto quel grosso palo nel mio culo. Ho sentito tendersi le pareti e, ad un tratto, il culo ha ceduto al passaggio in quel grosso ariete, che me lo stava veramente sfondando. È scivolato velocemente dentro di me e poi, mentre lo guardavo con occhi sbarrati, incredula con me stessa di esser riuscita a prendere in culo anche quella trave, lui ha preso a muoversi con ritmo accelerato e, appena si è accorto che stavo di nuovo godendo, ha aumentato ancor più la velocità della chiavata. L’ho pregato di venire, perché volevo sentire anche il suo piacere ricoprire il mio corpo.
«Fantastico! Mi stai sfondando il culo! Dai, sfondamelo per bene e poi riempimi di sborra.»
Sembrava un toro scatenato e, quando il mio corpo ha smesso di fremere per il piacere, lui di colpo ha sfilato il cazzo che ha prodotto il classico rumore osceno del tappo e, tenendolo fra le mani, ha completato l'irrorazione del mio corpo con sborra maschile. I suoi getti hanno colpito la mia fica, colando lungo le pieghe, fino ad entrare nel mio culo più che slargato, il mio ventre, i miei seni fino a raggiungere le mie labbra, dove ha appoggiato quel grosso idrante che continuava ad emettere schizzi di sborra in continuazione. Ho assaporato anche la sua di sborra, che aveva lo stesso sapore dell’altra e, dopo averlo ben leccato, son crollata distesa sul telo, completamente sfinita per la gran quantità di orgasmi provati. I due si sono dati un cenno d’intesa, soddisfatti del piacere provato e, dopo aver ringraziato Paolo, con parole stentate nella nostra lingua, si sono allontanati. Paolo si è avvicinato a me e, dopo avermi immortalato tutta ricoperta di sborra con un ennesimo scatto, mi ha preso per mano e insieme ci siamo immersi nelle fresche acque del fiume, dove ho potuto rigenerare le mie forze. Tornata a riva, ancora sfinita dal lungo amplesso, ho guardato lui negli occhi, l’ho abbracciato e baciato con tutto l’amore che provavo nei suoi confronti. Lui ha ricambiato il mio bacio e le sue parole hanno scaldato con forza il mio cuore.
«Ti amo! Sei la donna più straordinaria che un uomo possa desiderare di avere al fianco. Sei una fervida compagna di giochi, la giusta complice che mi regala sensazioni indimenticabili e, per questo, io ti amo, ti adoro e ti ringrazio per tutto quello che mi regali.»
L’ho baciato con forza, mi sono stretta a lui e, poi, sono stata io che a ringraziarlo per avermi fatto vivere un momento indimenticabile creato dal nulla e, dentro di me, mi sono sentita eccezionalmente fortunata ad avere un uomo come lui, per marito. Per una donna, aver un marito complice è la cosa più bella del mondo.
15
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. il primo carsex.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nel precedente racconto, dopo altre esperienze, Paolo ha escogitato una condizione che mi ha permesso di vivere una nuova esperienza: un carsex. Avevamo in programma di andare al cinema, ma lui, prima di uscire, mi ha fatto una particolare richiesta:
"Vestiti da troia", mi ha detto. Gli ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quanto voleva fossi "troia" nel vestirmi e lui è stato molto esplicito.
«Indossa quel tubino bianco elasticizzato, un semplice paio di sandali dal tacco molto alto ed un trucco abbastanza marcato, che mettano in evidenza le labbra con un colore rosso acceso, da vera puttana.»
Convinta che avremmo fatto qualcosa di interessante al cinema, ho subito assecondato il suo desiderio. Appena mi ha visto, si è complimentato con me anche per il fatto che, seppur non richiesto, non avevo indossato nessun tipo di intimo e questo lo ha fatto sorridere, compiaciuto. Quando siamo saliti in auto, il mio vestito ha scoperto ancora di più le mie cosce e, mentre guidava la sua mano è spesso venuta ad accarezzare la mia fica, che già si era abbondantemente inumidita. Ho capito che doveva esserci qualcosa di strano, perché ha preso una direzione completamente opposta a quella che avremmo dovuto fare per andare al cinema. Siamo giunti al parcheggio della grande città mercato e lui si è fermato in un punto preciso, dove c’è l’immenso cartellone che funge da insegna. Dopo qualche istante, la nostra auto è stata affiancata da una grossa berlina scura e Paolo ha guardato verso il conducente di quell’auto; con un cenno d’intesa l’ha invitato a salire con noi, mentre ha chiesto a me di spostarmi dietro, con lui. L’ho guardato senza capire quello che stava succedendo, ma, appena seduta dietro, sono stata affiancata da un uomo sulla cinquantina, completamente calvo, che indossava solo una T-shirt e dei jeans.
«Ciao, Paolo, grazie per avermi invitato a partecipare a questo tuo carsex. Vedo che la troia che mi offri è ancora più bella di quanto lo sia nelle foto e spero di farla godere come merita.»
Poi si gira verso di me e, dopo avermi detto di chiamarsi Antonio, senza aggiungere altro mi ha fatto sdraiare sul sedile e subito ha infilato la sua testa fra le mie cosce, prendendo a leccarmi la fica. Ero stupefatta, stupita da questo gioco che, però, mi ha fatto eccitare tantissimo. Paolo ha subito ripreso a guidare l’auto in giro per la città. Ero sconvolta da questa incredibile esperienza, mai provata prima: era qualcosa di molto intrigante perché assolutamente insolita. Mi eccitava l’idea di poter godere, mentre lui percorreva tranquillamente le vie della città con il rischio che, ad ogni semaforo, qualcuno avesse potuto vedere noi due, dietro, far sesso. Antonio si è subito rivelato d'essere un bravissimo maschio, capace di farmi godere anche solo con la lingua. Ho avuto un orgasmo che ho urlato con tutta la voce che avevo in gola. Incurante del fatto che avrei potuto essere sentita. In quel grido ho espresso tutta la voglia che avevo, in quel momento. Lui è stato fantastico ed ha continuato a leccarmi la fica, raccogliendo tutti gli umori che da essa sgorgavano copiosi. Nello stesso tempo, mi eccitava il fatto che mio marito aveva sistemato l’inclinazione dello specchietto retrovisore e, pur continuando a guidare, poteva godersi lo spettacolo di sua moglie tutta presa a far la troia con un altro uomo alle sue spalle. Mi sono spostata un po’ ed ho slacciato i pantaloni di Antonio. Mi sono ritrovata fra le mani una splendida asta di ottime dimensioni, già bella dura e pronta per farmi godere. Senza nessuna esitazione, l‘ho spinto a sedere e sono salita su di lui, infilandomi immediatamente quello splendido palo tutto dentro la fica. È entrato molto facilmente, perché ero bagnata fradicia. Ero sconvolta nel sentirlo dentro di me e, nello stesso tempo, era meraviglioso farmi possedere da un maschio sconosciuto dal cazzo duro che ansimava ed urlava di piacere, sotto di me, mentre la macchina scivolava lentamente lungo le vie della città. Sono venuta all’istante. È stato un orgasmo forte, devastante, intenso che mi ha letteralmente stremata. Antonio è rimasto immobile, mentre Paolo, fermo ad un semaforo, ha allungato la sua mano dietro ed ha toccato il mio culo. Sentire quel contatto, mi ha provocato un ulteriore brivido. Poi è ripartito e, guidando sempre con calma, mentre io continuavo ad ondeggiare su quel cazzo, ad un certo punto ha fermato l’auto in un posto abbastanza appartato e, dopo esser sceso, ha aperto lo sportello laterale ed ha chiesto ad Antonio di sdraiarsi, mentre proseguiva a restare ben piantato dentro di me.
«Spostati un po’, perché, mentre tu le scopi la fica, io voglio inculare questa troia, qui adesso, all’istante.»
Antonio si è spostato scivolando un po’ sul sedile, in maniera che Paolo, restando semplicemente in ginocchio, avesse la possibilità di infilarmi il suo cazzo nel culo. È stata una sensazione incredibile: sentirmi penetrare in quella situazione così insolita e altamente erotica. Sono venuta all’istante, quando ho sentito entrambe le verghe riempire i miei buchi. Il mio piacere ha comunque provocato anche il loro, perché, prima Paolo e poi Antonio, in poco tempo, mi hanno riversato dentro tutto il loro piacere. Siamo rimasti ancora un po’ abbracciati, poi con dei fazzolettini di carta sono riuscita, in qualche modo, a ripulirmi. Antonio ha preso il posto di mio marito alla guida del veicolo ed ha ripreso a girare per la città, mentre io, dietro, scopavo con mio marito che ha subito ideato un nuovo gioco.
«Antonio, questa vacca di mia moglie è veramente una troia eccezionale! Mi sento davvero fortunato ad avere una puttana come questa in casa e, questa sera, voglio farla godere al massimo. Portaci in fondo a questo viale e prendi la sopraelevata che va verso lo stadio.»
Mentre parlava, continuava a leccare la mia fica ancora colma del piacere di Antonio. Sentire che avremmo raggiunto la zona dello stadio, mi ha provocato altri brividi, perché conosco il posto ed è sempre frequentato da prostitute o, quantomeno, da gente che vuole esibirsi. Quando siamo giunti in zona, Antonio ha abilmente manovrato l’auto e, ben presto, ci siam ritrovati all’estremità dell’immenso parcheggio, in una zona un po’ più buia e riservata. Stavo succhiando l’uccello di Paolo, quando i fari di un’auto ci hanno illuminato e, poco dopo, si è fermata a poca distanza da noi. Paolo ha aperto lo sportello dietro di me ed io, inginocchiata sul sedile intenta a succhiare il suo cazzo, ho messo in mostra a chi stava guardando il mio culo nudo, ancora umido del loro piacere. Ho cercato di capire se dietro di me vi fosse qualcuno, perché ho sentito rumore di passi, ma Paolo ha insistito a trattenermi la testa, facendomi continuare a succhiare il suo cazzo. Anche Antonio era sceso e l’ho sentito parlare con qualcuno; poi, subito dopo, una mano ha preso ad accarezzare il mio culo, mentre Paolo mi sborrava direttamente in bocca. Giusto il tempo di ingoiare il suo sperma, che lui si è spostato ed ha lasciato il suo posto ad Antonio, che mi ha presentato alla bocca di nuovo il suo cazzo, quasi perfettamente duro. Appena l'ho preso fra le labbra, ho sentito una lingua che mi leccava da dietro e, poco dopo, un cazzo, non troppo grosso, ha preso a scoparmi direttamente in fica. Ero così eccitata che è bastato poco a farmi godere e anche il tizio che mi stava scopando non è durato molto, perché si è sfilato di colpo e, con un mezzo grido soffocato, ha preso a schizzarmi sul culo e sul solco delle natiche. Paolo mi ha passato un fazzolettino con il quale mi sono un po’ pulita e, quando il tizio ha messo in moto per andarsene, i fari hanno inquadrato altre quattro persone, che stavano intorno alla vettura, in attesa del loro turno con il cazzo in mano. Subito Antonio mi ha fatto uscire dall’auto e, accovacciata mi sono ritrovata circondata da quattro cazzi, di cui uno era nero. Paolo guardava e scattava foto con il cellulare, mentre io, ora in preda ad un incontrollabile delirio erotico, ho preso a succhiare e segare quei cazzi come un'assatanata. Uno dei quattro, mi ha fatto sollevare e, dopo avermi appoggiato al cofano della vettura, si è posizionato dietro di me e, con un affondo deciso, me lo ha spinto tutto dentro la fica. Ho sentito una verga consistente che mi dilatava e poi il tipo, tenendomi per i fianchi, ha preso a pomparmi con forza. Urlava e godeva, mentre mi insultava.
«Che troia! Che puttana fantastica! Che fica bollente!»
Mentre mi stava pompando, mi sono ritrovata, davanti alla faccia, un bel manganello nero da succhiare. L’ho preso in bocca e questa era la prima volta che succhiavo un cazzo nero. Il suo sapore era un po’ più aspro, decisamente non molto pulito, ma subito lui ha preso a tenermi la testa bloccata per scoparmi la bocca con un movimento pelvico di avanti/indietro. Mi sentivo infilzata sia nella fica che nella bocca e, come risultato, ho avuto un orgasmo devastante. Le gambe mi hanno ceduto e sono stata costretta a farmi sostenere da quello che mi stava scopando. Lui, dopo avermi fatto godere ancora una volta, si è sfilato e, fattami abbassare all'altezza del suo pene, mi ha schizzato la sua sborra su collo e tette. Solo il tempo di succhiarlo ancora un po’, e subito il ragazzo di colore mi ha sollevato e, fattami sdraiare di nuovo, sul cofano dell’auto, mentre gli altri due mi reggevano le cosce in alto, si è posizionato con quel bastone nero fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso è entrato tutto dentro, fino in fondo. Come reazione a quell'improvvisa penetrazione, ho spalancato la bocca perché ho sentito quella verga scavare e dilatare la mia fica in un colpo solo. Ha poi preso a pomparmi con un ritmo sostenuto e questo è servito a farmi godere immediatamente. Sono venuta due volte, urlando a squarciagola il mio piacere, e lui, soddisfatto del risultato, si è sfilato, mi ha fatto girare ed appoggiare di nuovo all’auto. Pensavo che mi avrebbe scopato presa da dietro, invece ho sentito la sua cappella premere contro il mio buchetto e, in un attimo, prima che me ne rendessi conto, lui me ne aveva spinto più della metà, dentro il culo. Anche qui ho sentito i muscoli tendersi ed il buco dilatarsi con lui che, tenendomi ferma per i fianchi, continuava a spingermi quel bastone tutto nel culo. Antonio ha osservato la scena e, guardando Paolo, si è complimentato della facilità con cui mi stavo facendo sfondare il culo dal ragazzo di colore. Quest'ultimo ha preso a pomparmi sempre più in fretta e, ad un tratto, lo ha sfilato di colpo e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi ha sborrato in faccia.
«Tieni maiala! Prendi anche tutta la mia sborra! Cagna!»
Ne aveva tanta, sembrava non finire mai. Quando l’ultimo schizzo ha coperto il mio viso, lui ha preso i miei capelli e con essi si è pulito il cazzo. Avvertivo di essere completamente impiastricciata di sborra e, quando gli altri due hanno voluto scoparmi ho guardato Paolo, supplicando di non farlo. Lui, allora, mi ha fatto accovacciare e ha detto agli altri due che potevano solo sborrarmi in faccia e sulle tette. Fortunatamente non ci hanno messo molto e, poco dopo, altri schizzi andavano ad aggiungersi a quelli che già coprivano il mio corpo. Sfinita, ricoperta di sborra, mi sono trascinata sul sedile della vettura e, mentre Paolo si sedeva alla guida, Antonio è venuto dietro con me e, sempre con dei fazzolettini, mi ha aiutato a ripulire almeno il volto. Quando ho riavuto un aspetto quasi normale, lui per niente sazio, anzi, ancor più eccitato, mi ha offerto da succhiare il suo cazzo.
«Succhiami il cazzo! Voglio sentire la tua bocca da troia che me lo succhia ancora.»
Sembra strano, ma, nonostante fossi davvero stremata, non ho saputo resistere alla tentazione di prendere in bocca ancora una volta il suo uccello. Ho preso a succhiarlo prima pian pianino, poi sempre più velocemente, fin quando lui ha appoggiato la mano sulla testa e mi ha costretto a rimanere con più della metà del cazzo piantato in gola. Un attimo dopo ha eruttato ancora la sua sborra.
«Vengo! Sborro! Bevi tutto troia! Bevilo, fino all’ultima goccia!»
Eccitata all’inverosimile, ho leccato e pulito tutto, poi, giunti nel parcheggio della Città Mercato, lui è sceso e ci ha salutato, mentre io ero ancora in preda ad una strana eccitazione: allora ho tirato Paolo vicino a me e, con il volto e la bocca ancora lordati dal seme dei maschi che mi avevano schizzato addosso, l’ho baciato con forza. Sarà stata l’eccitazione, il bacio o gli avvenimenti accaduti, ma ho sentito il suo cazzo duro come il ferro e, senza nessuna esitazione, l’ho estratto, ho aperto le cosce e chiesto a mio marito di scoparmi ancora, come una troia.
«Ti prego scopami! Voglio sentire il tuo cazzo dentro di me! Sono una zoccola, una puttana, una maiala che adesso vuole il cazzo del suo uomo tutto dentro, fino in fondo. Scopami e riempimi anche tu di sborra.»
Non ha avuto bisogno d'esser incitato, perché ha preso a pomparmi come un forsennato, urlando che ero la sua puttana.
«Ti fotto! Sei una troia! Una grandissima PUTTANA! Ti adoro! Ti adoro e ti amo, perché solo con te provo emozioni sconvolgenti.»
Era troppo eccitato e quando si è reso conto che anch’io stavo godendo, ha tentato di uscire da me, ma io ho serrato le gambe e l’ho tenuto stretto dentro di me, inebriandomi del calore del suo seme direttamente nel mio ventre. Siamo rimasti un lungo istante immobili e poi l’ho abbracciato e baciato e lui, soddisfatto dalle tante emozioni provate, mi ha portato a casa. Dopo una abbondante e profonda doccia, siamo crollati sul letto. Questa è la vita che amo condurre con mio marito che, ogni volta, riesce a regalarmi emozioni fortissime ed esperienze indimenticabili.
20
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. una nuova esperienza inaspettata.
Mi chiamo Lucrezia, ho 36 anni e da sei sono sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nel precedente racconto, dopo l’esperienza con tre maschi, il desiderio di realizzare altre fantasie è diventato per me ogni giorno più forte. Fortunatamente Paolo, non solo si mostrava disponibile a realizzare i miei desideri, ma ogni volta creava situazioni davvero travolgenti. Qualche tempo fa, mentre eravamo a pranzo, mi ha detto:
«Questo pomeriggio verrà a trovarci Michele. Tu non lo conosci, ma gli ho fatto vedere delle foto ed alcuni video di te, mentre ti fai sbattere da Luca e compagni, così ha espresso il desiderio di poter montare una vacca come te.»
Adoro il tono delle sue parole: quando parla di queste situazioni erotiche ed usa espressioni forti, tipo sbattere o mi definisce "vacca da montare", mi provocano le classiche farfalle allo stomaco. In quel momento mi sento veramente troia, vacca, puttana, e questo mi eccita ancor di più. Inoltre ha precisato che, per desiderio di Michele avrei dovuto vestirmi in una determinata maniera: semplice, senza indossare niente di sexy, ma delle semplici mutandine bianche ed un reggiseno appena sufficiente a contenere le mie mammelle. Oltre a questo, dei pantaloni con sotto dei collant. Ero particolarmente incuriosita da queste richieste, ma Paolo non mi ha dato alcuna spiegazione. Quando Michele ha suonato alla porta, Paolo inaspettatamente mi ha bendato. Questa cosa serve a darmi serenità, mi rende felice, perché mi fa sentir libera e, esser bendata, mi fa illanguidire perché vengo offerta ad un maschio di cui ancora non ho visto il viso, mentre potrò saggiare la sua reazione alla vista del mio corpo. È una sensazione incredibile, un senso di sottomissione, che però mi eccita in maniera fortissima. Per un lungo istante, nel salone, era percepibile solo il battito del mio cuore e, infine, la voce di Paolo che mi presentava a Michele.
«Ecco, lei è mia moglie ed è pronta a soddisfare ogni tuo desiderio.»
C’è stato un lungo istante di silenzio, poi la voce dello sconosciuto ha commentato ciò che vedeva.
«Avevi ragione: è molto bella e farò in modo di farla godere tantissimo.»
Delle mani sconosciute si sono appoggiate, da dietro, sulle mie spalle e con una leggera pressione mi ha fatto girare su me stessa. Era ovvio che mi stava esaminando e questo mi eccitava ancor di più, perché volevo capire come mai quest’uomo non aveva voluto che fossi vestita sexy e provocante, bensì una donna qualsiasi, come tante.
«Brava, sei esattamente come ti volevo! Un’annoiata casalinga che desidera solo scopare come una troia, per soddisfare la voglia repressa a causa di un marito stanco e distratto, che non riesce a soddisfarla.»
È stata una rivelazione davvero sconvolgente! Dunque era questo il gioco che lui voleva condurre con me. Dovevo sembrare la casalinga annoiata, desiderosa di cazzo e, se questo era la sua fantasia, ero disposta a soddisfare ogni suo desiderio. Per un lungo istante, lui deve ancora aver esaminato il mio corpo e poi, lentamente, ha preso a spogliarmi con una calma esasperante. Dopo avermi tolto la camicetta, ha slacciato il reggiseno e ne ha spostato le coppe, prendendo le mie tette tonde nel palmo della mano. Le ha massaggiate delicatamente, strizzandone i capezzoli e subito mi ha fatto gemere, perché sono molto sensibile a quel tocco. Ha soppesato bene i miei seni, impastandoli fra le mani forti, poi si è rivolto a Paolo e si è complimentato per quello che sentiva fra le mani.
«Che pelle stupenda! Sembra velluto puro! Il seno poi è meraviglioso, sodo con dei capezzoli veramente ipersensibili.»
Sicuramente si sarà piegato in avanti, perché immediatamente delle labbra calde si sono impossessate dei miei capezzoli, facendomi avvertire brividi di piacere. Dopo aver sentito che provavo piacere per il contatto delle sue labbra sul mio seno, si è abbassato e, con calma, mi ha sfilato i pantaloni, lasciandomi ancora con le mutandine. Mi ha fatto divaricare le cosce e le sue mani hanno preso a scorrere lungo le gambe, giungendo fino in zona fica, senza mai però toccarla. Era esasperante questo gioco, perché volevo esser accarezzata e masturbata, mentre lui indugiava ancora facendo lievitare la mia eccitazione. Ad un tratto, ha appoggiato entrambe le mani sui fianchi e, sempre in maniera pacata, ha cominciato a far scivolare le calze. Sentivo il fruscio dei collant che scivolavano lungo le mie cosce, mentre lui, sempre con estrema lentezza, mi ha fatto togliere prima un piede e poi l’altro. Ero molto eccitata e lui questo lo ha notato, facendone riferimento con Paolo.
«Il profumo di cagna in calore che emana, è stupendo! Sta bagnando le mutandine dei suoi umori e questo mi eccita da impazzire.»
Ha accarezzato ancora le mie cosce, ma, questa volta, non si è fermato e le sue dita hanno preso a scorrere sul tessuto delle mutandine, sempre più fradice dei miei umori. Le sue mani forti mi accarezzavano sia davanti, la fica, che dietro, il culo, ed io sbrodolavo sempre di più. Poi la sua bocca calda, si è appoggiata al tessuto delle mutandine, proprio nel punto dove la mia fica le aveva inzuppate e subito ha preso a leccare e succhiare il mio nettare dal tessuto stesso delle mutandine. Ero all’apice del piacere. Volevo quella lingua dentro di me, ma lui continuava a passarla sul tessuto sottile delle mutandine e questo mi portava ad un livello di eccitazione esponenziale. Con una mano, intanto, continuava a far scorrere un dito lungo il solco delle natiche e, quando giungeva all’altezza del mio fiorellino, spingeva il tessuto delle mutandine con il dito dentro il buco, che cercavo di dilatare il più possibile per ricevere piacere anche da quel posto. Poi, ad un tratto, quando ero prossima all’orgasmo, si è fermato di colpo e questo mi ha sconvolto.
«No! No, ti prego, non ti fermare! Continua, ti prego! Ti voglio! Voglio godere! Continua. Continua, ti voglio!»
Non ho ottenuto nessuna risposta, anzi sentivo dei movimenti, ma non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo. Evidentemente entrambi si erano denudati, perché, d'improvviso, ho sentito i loro corpi aderire al mio. Si sono stretti a me, uno davanti, l’altro dietro, e li sentivo diventar duri mentre mi baciavano sulla bocca, sul collo, sul seno. Sentivo il mio respiro accelerato ed ero sempre più eccitata, quando Paolo mi ha guidato, molto dolcemente, verso il divano dove mi ha fatto sedere. Poi si è spostato davanti a me, mi ha aperto le cosce, mentre, a mia volta, sentivo l’odore di maschio accanto a me, certamente dovuto al fatto che Michele mi aveva posizionato il cazzo a poca distanza dalla mia faccia. Ho sentito una mano appoggiarsi sul capo ed una grossa cappella premere fra le mie labbra, che subito si sono dischiuse. Le dimensioni di quel membro dovevano essere notevoli, perché appena infilata la punta ne è entrato solo un poco di più. Mentre mi teneva una mano sulla nuca, con l’altra ha afferrato un capezzolo e, strizzandolo con abilità, mi procurava ulteriore piacere. Ho preso a leccare e succhiare quel palo enorme; con le mani ho cercato di stringerlo, ma le mie dita, nonostante siano abbastanza lunghe, non son riuscite a congiungersi, per quanta era grosso il volume di quel membro. Era una meraviglia quel glande ed ho iniziato a succhiarlo, mentre mi industriavo a come riuscire a far entrare nella mia bocca il resto di quel pene. Paolo non è rimasto inerte e la sua lingua è andata a lambire la mia fica già abbondantemente bagnata. Michele si è complimentato per la mia bravura nel leccargli il cazzo.
«Che meraviglia! Una bocca davvero stupenda! La lingua è simile ad un serpente me lo avvolge completamente. Meraviglioso!»
Paolo intanto si era scatenato e la sua bocca mi stava mandando in estasi pura. Ho serrato le cosce per paura che si spostasse, lui mi ha lasciato fare e poi, quando le ho riaperte, ha continuato a farmi impazzire. Ho avuto un orgasmo squassante. Mi hanno lasciato il tempo di riprendermi ed io ne ho approfittato per togliermi la benda. Ora volevo vedere e così, finalmente, ho potuto ammirare la splendida dotazione di Michele. Poi lui si è seduto sul divano, tenendo il cazzo duro ed io mi ci sono seduta sopra, infilandomelo tutto fino in fondo. È entrato senza il minimo sforzo, data l’abbondante lubrificazione della mia vagina. Mi sono girata a guardare Paolo che stava scattando delle foto per immortalare il mio viso, reso estatico dal piacere.
«Guarda, come me lo ha piantato tutto dentro. Guarda, come questo maschio mi sbatte e mi fa godere.»
Ho visto il viso di Paolo illuminarsi nel sentirsi tirato in causa e, dopo avermi lanciato un bacio, ha ripreso a far foto da diverse angolazioni. Michele aveva inarcato le gambe e, con dei colpi tremendi del bacino, mi faceva saltellare su e giù. Ad ogni affondo, emettevo un gemito di piacere. Paolo si è avvicinato e mi offerto da succhiare il suo cazzo durissimo. L'ho stretto fra le labbra, mentre Michele mi pompava sempre più forte, fin quando, all’improvviso, l’ho sentito rimanere piantato tutto dentro di me.
«Vengo! Sto sborrando! Ti sto inondando con il mio piacere.»
Ho sentito un’ondata di calore riempire la mia vagina e, nello stesso tempo, la mano di Paolo sulla mia nuca ha immobilizzato la mia testa e, un istante dopo, anche la mia gola ha cominciato a ricevere generosi schizzi di sperma, che sgorgavano in abbondanza dall’uccello di mio marito, che serravo con forza fra le labbra. È stato un piacere enorme sentire la mia vagina riempirsi del seme di quel maschio, mentre ingoiavo a fatica anche quello di mio marito. Siamo rimasti per qualche istante immobili, poi il gruppo si è sciolto ed io sono corsa in bagno. Al ritorno anche loro sono andati a darsi una rinfrescata, poi Paolo ha offerto a me e Michele dei calici di prosecco fresco. Accarezzavo quel sesso che tanto piacere mi aveva donato e subito ha dato segno di risveglio, così, prima di prenderlo in bocca, ho proposto di andare tutti e tre sul nostro letto matrimoniale. Due minuti dopo, mi sdraiavo in maniera languida e vogliosa sopra il mio letto e, giratami di lato, offrivo ai miei due amanti il mio splendido culo. Forse sarà stato il gioco, l’eccitazione, il mio offrirmi in maniera così lasciva e spudorata, che, ben presto, i loro cazzi son tornati immediatamente duri. Ho succhiato a lungo quello di mio marito e, quando sono stata soddisfatta del risultato ottenuto, mi sono impalata su di lui e, dopo averlo affondato tutto dentro di me, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Mi piacerebbe avere anche Michele nel culo. Credi che a lui questo possa piacere?»
Paolo mi ha sorriso e, girato lo sguardo, ha incrociato quello di Michele che già sorrideva, pregustando il piacere di spingere il suo palo nel mio culo.
«Credo che il nostro amico lo desideri intensamente e, dopo che ti avrà sfondato a dovere, mi piacerebbe completare l’opera con una bella sborrata anche da parte mia.»
Ho preso ad ondeggiare avanti/indietro sul cazzo di mio marito, cercando di sdraiarmi il più possibile sul suo corpo ed offrire la massima disponibilità delle mie chiappe a Michele. Lui ha cominciato ad accarezzarmi le chiappe, le ha dilatate e poi le sue dita hanno cominciato ad insinuarsi dentro quel buchetto che andava sempre più rilassandosi, per favorire la penetrazione. Adoro prenderlo nel culo, soprattutto da quando mi hanno scopato in tre: sentire due cazzi che mi penetrano contemporaneamente è diventata una cosa che mi fa letteralmente impazzire. Ho guardato Michele e l'ho invitato a penetrarmi. Le mie parole devono aver aumentato ancora di più la loro eccitazione.
«Avete voglia di inculare la vostra puttana? Volete sbatterla, fotterle il culo e farcirle ogni suo buco? Allora che aspettate? Prendetemi e fatemi sentire i vostri cazzi che mi sfondano in ogni buco.»
Ad un tale invito, così oscenamente proposto, Michele ha risposto appoggiando la grossa cappella sul mio buco e, con due spinte decise, è entrato tutto dentro di me. Ho sentito i miei buchi dilatarsi a dismisura e, dopo che per qualche istante si sono sistemati per bene, hanno cominciato a pomparmi sempre più forte. Ero completamente riempita, in estasi pura. Non ho resistito molto all’azione di quei due membri che ora mi stantuffavano con perfetto sincronismo. Un orgasmo devastante ha scosso tutto il mio corpo, mentre Paolo torturava i miei capezzoli e Michele, da dietro, dopo aver afferrato i miei capelli, mi tamponava in maniera stupenda.
«Godi troia! Senti come ti stiamo spaccando tutti i buchi? Sei una puttana, una troia, che ora deve solo godere.»
Immobile, stretta fra loro due, sentivo le mazze profanare i miei buchi con estrema precisione e, ad ogni affondo, una nuova ondata di piacere sommergeva la mia mente. Un altro orgasmo devastante ha scosso il mio corpo ed essi sono rimasti immobili, piantati dentro di me. Quando il piacere è passato, loro si sono semplicemente sfilati da me. Ho sentito i miei buchi aperti, dilatati: una sensazione di vuoto ha pervaso il mio corpo come se, d’improvviso, qualcosa fosse stato strappato da dentro di me. In preda ad una reale follia erotica, li ho guardati ed esortati a prendermi di nuovo.
«Inculatemi! Spingete i vostri cazzi dentro di me! Voglio sentirvi entrare fino in fondo.»
Michele si è sdraiato sotto di me, io gli sono immediatamente salita sopra e, dopo aver afferrato la sua verga dura, l’ho indirizzata con decisione fra le labbra della mia fica, che l’ha accolta golosa. Anche Paolo si è rapidamente posizionato dietro di me e, quando ha appoggiato il suo cazzo al mio culo, il lieve movimento di Michele, che ha spinto il mio corpo verso l’alto, ha fatto sì che il suo cazzo, anziché entrare nel mio culo, è scivolato improvvisamente dentro la mia fica, assieme a quello di Michele. Ho spalancato la bocca per la sorpresa inaspettata, mentre sentivo i muscoli della mia vagina tendersi in maniera inusuale. Per un attimo ho avuto la sensazione che si stessero lacerando, ma è stato solo un attimo, perché lui, dopo essere affondato tutto dentro di me, è rimasto immobile. Immediatamente una sensazione di pienezza, ha invaso il mio corpo e un’ondata di piacere ha sconvolto la mia mente, al punto da farmi pronunciare parole che non mi sarei mai sognata di dire.
«Mi sfondate! Mi state spaccando la fica! Vi sento tutti e due dentro di me! Bellissimo! Vi prego, continuate, sfondatemi tutta, ma fatemi godere come una vera troia! Mi piace sentirvi entrambi dentro di me in fica! Siete grossi, enormi, ma non importa: fatemi impazzire!»
È bastato che loro due iniziassero a muoversi e, ben presto, ho urlato tutto il mio piacere con tutto il fiato che ancora avevo in gola. La mia mente era completamente andata e li incitavo a scoparmi ancor più forte. Erano due pistoni che entravano ed uscivano con un sincronismo perfetto, e Michele si è complimentato con me.
«Sei davvero una gran puttana! Una troia stupenda, una zoccola meravigliosa, che mi fa godere tantissimo.»
Paolo intanto si muoveva sempre più velocemente e, ad un tratto, con un grido che non aveva nulla di umano, ha riversato tutto il suo piacere dentro di me. Si è svuotato completamente nella mia fica, mentre Michele continuava a pomparmi con colpi sempre più forti e decisi, finché anche lui mi ha riversato in corpo il suo piacere. Ero sfinita. Mi sentivo distrutta e colavo sborra dalla fica ormai più che dilatata, ma ero felice, soddisfatta, per aver goduto con quel maschio sconosciuto che mi aveva letteralmente fatto impazzire. È stata un’esperienza imprevista, vissuta nel breve periodo di un pomeriggio, ma ha appagato molto il mio desiderio di sentirmi troia. È stata una sensazione che mio marito capisce alla perfezione e per questo lo amo: per lui son disposta ad accettare qualunque cosa voglia propormi.
13
2
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Un marito complice. la prima gang.
Mi chiamo Lucrezia, ho 36 anni e da sei sono sposata con Paolo, che ha due anni più di me. Lui è un bell’uomo, alto, biondo, occhi chiari di un azzurro stupendo, un bel fisico asciutto e muscoloso, le mani sono grandi e forti e, fra le gambe, ha una splendida dotazione, ben oltre la media, che lui usa in maniera davvero stupenda. Io sono mora dai capelli lunghi, occhi scuri, bocca ampia e carnosa, un seno di una quarta misura, il ventre piatto, un bel culo e cosce lunghe e affusolate. Ci siamo conosciuti circa otto anni fa, ad una festa di una amica comune. Io venivo da un periodo molto difficile, perché da un mese mi ero lasciata con il mio fidanzato, per la sua incontrollabile gelosia. Era un ragazzo abbastanza carino, molto ricco e questo gli permetteva di pretendere il totale controllo su di me. Era di una gelosia asfissiante, così, alla fine, l’ho mollato. Ha fatto un sacco di tragedie, mi ha minacciata se non tornavo con lui, ma io, esasperata dalla sua gelosia, ho deciso che era ora di abbandonarlo. Un mese dopo, mi trovo a questa festa di amica che conoscevo da tempo e vi era anche Paolo che, naturalmente, era l’oggetto dell’attrazione di buona parte delle ragazze presenti. Io avevo una voglia di cazzo da far paura. Avevo indossato una mini talmente corta che, al solo sollevare le braccia, metteva in mostra fica e culo. Tacchi alti ed una camicetta bianca, sotto cui era visibile un reggiseno a balconcino che gonfiava ulteriormente la mia quarta misura. Ci siamo dati uno sguardo e, in quel momento, ho deciso che quella sera doveva essere lui a soddisfare il mio prurito vaginale. Ho parlato con lui per tutta la sera, stuzzicando il suo interesse continuamente e, quando mi sono resa conto di aver suscitato il suo desiderio, senza dir nulla, ce ne siamo andati. Giunti nel parcheggio, lui mi ha chiesto solo se doveva portarmi a casa mia o a casa sua. Gli ho risposto che per me era indifferente e, dopo pochi minuti di strada, entravamo nel portone di una palazzina e, saliti in ascensore, siamo entrati in casa sua. Per tutto il tragitto nessuno di noi due ha parlato, ma, appena chiusa il portone dietro di noi, ci siamo avventati l’una contro l’altro, in maniera famelica. Esatto, avevo forte il desiderio di divorare quel maschio, come una mantide religiosa. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui e mi sono ritrovata fra le mani e davanti alla bocca quella splendida dotazione, grossa e dura, ho avvertito subito un brivido di piacere percorrermi la schiena e mi sono bagnata all’istante. Scopare con lui, quella sera, è stato qualcosa di veramente stupendo. Mi ha scopato per così tanto tempo, che nemmeno mi sembrava vero. Ha goduto ripetutamente in entrambi i miei buchi. Sembrava non esser mai pago di sentire le mie grida di piacere e, soprattutto, continuava a scoparmi in continuazione, passando dal culo alla fica, alla bocca e poi di nuovo nella fica e poi nel culo. Era una girandola di orgasmi che non finiva mai. Alla fine, sfiniti, ci siamo addormentati, senza neanche rendercene conto. All’alba mi sono svegliata fra le sue braccia e ho visto quel membro che mi aveva fatto così tanto godere; allora l’ho preso ancora in bocca ed ho ricominciato a succhiarlo, facendolo diventare subito bello duro. Lui si è svegliato, ha sorriso e si è complimentato con me.
«Che adorabile e insaziabile puttana che ho nel mio letto, questa mattina! Nonostante tu abbia preso cazzo per tutta la notte, questa mattina ne vuoi ancora! È davvero fantastico!»
Le sue parole mi hanno gonfiato d’orgoglio e, senza dir nulla, son salita su di lui e mi sono infilata dentro quel palo di carne viva, che subito mi ha fatto godere. Mi ha scopato di nuovo, facendomi godere ancora moltissimo e, al momento dell’orgasmo, l’ho pregato di venire nella mia bocca.
«Sborrami in bocca! Voglio bere il tuo seme. Mi hai farcito ogni buco questa notte, ma non nella bocca, quindi disseta la mia voglia di piacere.»
A causa della notte così intensa di orgasmi, pensavo che la sua sborrata fosse stata abbastanza contenuto, invece, nel momento dell’orgasmo, mi ha gonfiato letteralmente le guance da quanta me ne ha riversato in bocca. È stata la colazione più bella che abbia mai avuto in vita mia. Quando mi ha riaccompagnato a casa, mi ha chiesto un contatto telefonico e, due giorni dopo, mi ha invitato a cena. Durante la cena, abbiamo parlato delle nostre esperienze passate ed entrambi ci siamo trovati a raccontare le stesse esperienze e verificare che avevamo vissuto gli stessi identici problemi. Anche lui era stato costretto a mollare per problemi di gelosia della sua lei e così, da qualche tempo, pensava solo al sesso e basta, ma anche questo gli aveva creato dei problemi, perché le donne con cui scopava, diventavano possessive e gelose. Quando gli ho detto che io avevo avuto lo stesso identico suo problema, subito ci siamo resi conto che entrambi cercavamo la stessa cosa: la libertà di scegliere la persona con cui stare, senza l’ossessione della gelosia. Dopo cena siamo tornati di nuovo a scopare. Anche in questa occasione ho goduto moltissimo fra le sue braccia. Appagato il nostro desiderio di piacere, siamo rimasti a lungo a letto distesi ed abbracciati, e lui, fin da subito, mi ha detto che ero la femmina che stava cercando, perché con me si era sentito bene e, in questi due giorni, aveva pensato a lungo a me. Anch’io mi ero sorpresa a pensare a lui e così è nata la nostra storia. Dopo due anni di fidanzamento, durante i quali abbiamo passato momenti indimenticabili, ci siamo sposati. Il matrimonio ha solo rafforzato di più la nostra intesa. Con lui ho vissuto esperienze assolutamente uniche. Piace ad entrambi frequentare spiagge nudiste, dove abbiamo avuto esperienze molto appaganti, perché gli piace esibirmi ed io mi bagno in maniera incredibile quando lui mi propone di far la troia con altri. Adoro vedere i cazzi che si gonfiano quando mostro il culo o la fica. Queste cose sono per me come una droga, che mi obbliga a desiderare sempre più spesso di vivere queste emozioni così forti e travolgenti. Lui è il grande organizzatore di questi giochi perversi, ma in queste occasioni è anche un incallito voyeur. Mi osserva con desiderio, mentre interagisco con chi mi guarda, con chi si masturba per me, con chi mi sborra addosso, facendomi impazzire dal piacere. Ama immortalare quei momenti con foto/video, che poi, insieme, rivediamo e, oltre ad eccitarci di più, permettono di migliorare sempre più le mie performances. Da ultimo, ad entrambi è venuta una fantasia che, fino ad ora, non avevamo mai messo in pratica. In tutte le occasioni in cui lui mi ha esibito, nessuno dei maschi mi ha mai scopato, mentre ora desidera che io mi cimenti in una gang, dove sono alle prese con almeno tre uomini. Quando mi ha proposto questa esperienza, ho avvertito, dentro di me, sensazioni contrastanti. Ero affascinata dall’idea di essere l’oggetto del desiderio di tre maschi, ma, nello stesso tempo, ho avuto paura di non riuscire ad esser spigliata con loro.
«Devi stare tranquilla, perché saranno persone estremamente selezionate, tranquille, che non ti faranno alcun male, se non farti godere tutti assieme. Se sarà necessario, ti coprirò gli occhi, così, bendata, potrai solo godere delle sensazioni che riceverai, senza alcun timore.»
Seppur con ancora qualche dubbio, gli ho chiesto di organizzare la gang-bang. Dopo circa una ventina di giorni, mi dice che il sabato successivo saremmo usciti per andare a trovare Luca, un singolo cui ha mostrato la mia foto e non vede l’ora di sbattermi come una troia. Al solo sentir quelle parole, già mi provocava le farfalle allo stomaco. Il sabato mattina, mi sono preparata con cura: sono andata dall’estetista, parrucchiera e, insieme a lui, ho acquistato un abito adatto alla serata.
Era un vestito molto semplice, con cinque bottoni davanti che, naturalmente, solo tre venivano lasciati chiusi, sotto un paio di sandali dal tacco alto e basta. Il trucco leggermente più marcato, soprattutto le labbra sono state ricoperte di rosso fuoco per rendere più evidente la mia bocca da succhiacazzi. Quando siamo giunti a casa di Luca, erano già presenti anche gli altri due soggetti di questo gioco a tre. Tutti erano più grandi di noi, come minimo quarantenni, ma fisicamente molto palestrati. Vedere tutti quei muscoli tesi, sotto delle magliette attillate, mi ha, in qualche modo, fatto tremare. Paolo, nel mostrarmi questi tre maschi, si è girato verso di me e, con aria sorniona, mi ha parlato con un tono pacato ma deciso.
«Lui è Luca, Marco e Luigi; come vedi sono tre maschi fisicamente molto dotati e appena aprirai i loro pantaloni, capirai immediatamente cosa ti aspetta.»
Senza aggiungere altro, ha preso un foulard nero e mi ha bendato gli occhi. Immediatamente ho sentito le mani di quegli uomini su di me. Sentivo anche la loro voce ed i loro commenti.
«È veramente molto bella. Molto di più di come appare nella foto. Se poi è anche brava come l’hai descritta tu, allora sicuramente ci divertiremo molto a farla godere fino a stremarla.»
Mi hanno slacciato il vestito, bottone per bottone, con una calma estrema. Non sapevo chi dei tre lo stesse facendo o, forse, poteva essere anche mio marito. Per l’occasione Paolo aveva portato con sé, oltre ad una video camera, anche una macchina fotografica digitale, perché voleva immortalare ogni singolo momento di questo gioco. Appena mi hanno denudata, subito delle mani hanno preso ad accarezzarmi natiche e cosce. Non lo facevano tutti assieme, ma solo due mani distinte che mi hanno fatto vibrare e nello stesso tempo eccitare. Mi sarei aspettata che tutti mi saltassero addosso, invece avevo la netta sensazione che si alternavano su di me per farmi godere. Ho fatto un profondo respiro e, poi, sentivo Paolo che interrogava probabilmente quello che mi stava carezzando.
«Ti piace? Senti come è liscia la sua pelle? Senti come sono gonfi i suoi seni, sono molto sensibili; se li accarezzi e stimoli suoi capezzoli, gode molto... hai notato come è sodo il suo culo?»
Non so a chi apparteneva la voce che gli ha risposto.
«Ha una pelle che sembra seta, i suoi capezzoli sono veramente un invito a succhiarli.»
Poi ho sentito altre due mani aggiungersi alle altre e così, ora, ero maggiormente stimolata perché alcune dita sono finite con l'esplorare i miei buchi. Qualcuno mi ha fatto piegare in avanti e una bocca calda mi ha baciato. Paolo continuava ad elogiare le mie qualità di femmina in calore.
«Continuate ad eccitarla, perché quando comincerà a gemere sarà pronta a fare tutto quello che vorrete, ma anche a fare tutto quello che lei vorrà, perché non ama essere passiva.»
Ero al settimo cielo. Sentire mio marito elogiare le mie qualità, mi stava eccitando molto di più. Ho sentito due dita scivolare tra le gambe ed insinuarsi direttamente nella mia fica.
«Accidenti! È già bagnata fradicia! Questo gioco la sta eccitando moltissimo.»
Sono rimasta un attimo interdetta, perché la mano che mi aveva accarezzato sicuramente doveva essere quella di mio marito, che constatava quanto mi stavo eccitando. Era vero, ero eccitatissima, ma, nello stesso tempo, mi sentivo serena e desiderosa di godere. Mi hanno fatto dischiudere le gambe e, improvvisamente, mi sono sentita stretta fra corpi nudi che premevano contro di me. Quello dietro, ha appoggiato fra il solco delle mie natiche una verga sicuramente grossa, come quella di Paolo o, forse, anche più, mentre quello davanti, più alto di me, ha appoggiato anche lui qualcosa di estremamente grosso, appena sopra il monte di Venere ed ho sentito chiaramente quella mazza arrivare a lambire i miei seni. Fremevo, mentre sentivo le farfalle nello stomaco che rendevano le mie gambe molli. Mi hanno sollevato, e dopo pochi passi ho capito che eravamo giunti in camera, perché sono stata adagiata sopra un letto. Ho sentito Paolo chiedermi di tenere le cosce aperte e di offrirmi al loro sguardo. Ero immobile ed ho avvertito che qualcuno era salito sul letto, perché subito dopo ho avvertito un membro duro sfiorare le mie labbra. Senza esitare l’ho afferrato e l’ho portato alla bocca, mentre qualcuno ha iniziato a succhiare i miei capezzoli. Ancora la voce di Paolo mi ha dato un nuovo ordine.
«Prendilo in bocca e succhialo; quando lui sarà pronto a riversare nella tua gola tutta la sua sborra, voglio che la ingoi.»
Intenta a succhiare quel membro, ho sussultato quando una lingua calda si insinuata fra le pieghe della mia fica ed ha cominciato a leccarmi. Mi prendeva il clito fra le labbra e lo sfregava contro la lingua dura. Era qualcosa di meraviglioso, mi piaceva così tanto che ho preso a succhiare il cazzo che avevo in bocca con ancora più verve. Questo ha fatto gemere l’uomo che me lo spingeva sempre più in gola.
«Meravigliosa! Lo succhia in una maniera veramente stupenda!»
Godevo anche del piacere che mi procurava la bocca dell’altro maschio che si dedicava ai miei capezzoli. Mi sentivo succhiare e stimolare con forza i miei punti erogeni, stretti fra i denti, e tutto questo mi procurava un misto di piacere dolore, veramente da delirio. Ad un tratto ho avvertito forte il desiderio di vedere questi tre maschi all’opera, così senza dir nulla, mi sono tolta la benda. Paolo mi ha sorriso e ha annuito soddisfatto della mia scelta. Ora mi trovavo tra le mani quelle tre verghe possenti che si alternavano nella mia bocca. Ne succhiavo due contemporaneamente, mentre il terzo mi faceva godere leccandomi la fica. Ho avuto un orgasmo forte, intenso, che mi ha scosso tutta, dalla testa ai piedi. Sentivo forte il desiderio di essere posseduta, ma loro erano di tutt’altro avviso.
«Paolo, amore, permetti a questi uomini di scoparmi. Sento che voglio essere posseduta con forza, fino in fondo. Li voglio sentire dentro di me. Ti prego. Ti prego, lo voglio.»
Nessuno mi ha risposto, ma hanno continuato ad eccitare il mio corpo, facendomi provare un nuovo orgasmo che ho urlato con tutta me stessa. Poi Luca si è disteso sotto di me e, finalmente, mi sono impalata su di lui. Ho sentito quel cazzo che dilatava la mia fica e scivolava tutto dentro di me, regalandomi immediate sensazioni da sballo. Marco mi ha presentato il suo pene alla bocca e l’ho subito infilato tutto in gola, mentre sentivo Luigi che stava lubrificando il mio culo. Un lungo brivido mi ha percorso la schiena al pensiero che, fra poco, sarei stata posseduta anche in quel buco. Ha lavorato con solerzia il mio fiorellino, fin quando ha notato che ero pronta e rilassata, così mi ha fatto distendere sul corpo di Luca e, inginocchiatosi dietro di me, ha appoggiato quella grossa verga al culo. È stato qualcosa di veramente incredibile sentirlo scivolare dentro di me, che avevo già un grosso ingombro davanti. Quelle due aste hanno dilatato in maniera superba i miei buchi. Paolo fotografava e riprendeva ogni attimo, ogni singolo gesto di quell'operazione. Luigi mi ha lasciato un po’ di tempo affinché mi abituassi alla nuova penetrazione e, poi, con perfetto sincronismo hanno preso a pomparmi, mentre Marco mi ha di nuovo offerto il suo cazzo da succhiare. Ero piena, ingombra in ogni mio buco, e quella sensazione mi procurava piacere in continuazione. Ho goduto, urlato tutto il mio godimento con una lunga serie di orgasmi che sembravano non finire mai. Si sono alternati, scambiandosi i buchi per molto tempo e, quando Paolo mi ha guardato negli occhi ed ha visto che il mio volto appariva stremato dal piacere, ha sorriso soddisfatto.
«Adesso copritela di sborra. Voglio che le schizziate addosso tutto il vostro piacere.»
Mi ha fatto inginocchiare in mezzo a loro con la bocca aperta ed ho ricevuto, per buona parte in faccia, tutto il loro piacere. Schizzi bollenti hanno colpito le mie guance e, scorrendo lungo il viso sono colati giù fino ai seni. Ho succhiato e spremuto quelle canne roventi fino all’ultima goccia. Poi, soddisfatti, tutti e tre si sono complimentati con me.
«Paolo, complimenti, la tua donna è una magnifica puttana! Ci ha fatto godere a lungo e bene; sei molto fortunato ad avere una femmina così lasciva al tuo fianco.»
Mi sono sentita davvero inorgoglita, perché ho visto la soddisfazione negli occhi di mio marito e questo per me era la cosa più importante. Questa è stata la prima esperienza, che ho vissuto con tre uomini contemporaneamente, ma oltre a questa, con mio marito ho vissuto anche altre esperienze, davvero uniche.
18
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Una femmina insaziabile
Mi chiamo Mario, ho 46 anni, sono alto un metro e 70, occhi scuri, incanutito da oltre un decennio. Fisicamente sono di media corporatura e, a detta di chi lo ha provato, fra le gambe possiedo un bell’attrezzo che mi ha permesso di godere con molte donne. Va aggiunto che ho un fratello gemello, di nome Mauro, che è identico a me. Siamo entrambi sposati e, curiosamente, con due gemelle. Abbiamo entrambi due figli, un maschio ed una femmina che, a loro volta, sono gemelli. Lavoriamo entrambi nella ditta di zio Pasquale, specializzata nella installazione di impianti fotovoltaici. Qualche mese fa, per lavoro, ci siamo recati in una cittadina della Campania, dove la nostra ditta, assieme ad altre tre, aveva ricevuto un appalto per la realizzazione di un immenso campo solare. Dato che il lavoro avrebbe richiesto parecchio tempo, nostro zio ci sollecitò a trovarci una sistemazione in loco, così da lavorare in cantiere per l'intera settimana e tornare a casa ogni weekend o, al massimo, ogni 15 giorni. Su indicazione del titolare di una salumeria, dove ci eravamo fermati per prender dei panini imbottiti, ci fu segnalata un’abitazione, un po’ fuori dal centro, dove la proprietaria era disposta ad affittare almeno due camere a gente come noi. Immediatamente ci siamo recati all’indirizzo fornitoci e, giunti sul posto, abbiamo potuto constatare che si trattava di una bella casa colonica con giardino, posta al centro di una proprietà terriera adibita a frutteto, vigneto ed altri campi coltivati. Una volta avuta la presenza della proprietaria, ci siamo trovati davanti una splendida signora, più o meno nostra coetanea. Alta, mora, occhi scuri, labbra sensuali, una splendida quarta di seno ed un fisico non magro, ma neanche grasso, con le curve al posto giusto. Indossava un maglioncino di cachemire con un profondo scollo a V, che non celava il solco dei suoi splendidi seni ed una gonna che le arrivava al ginocchio, sotto cui spiccavano delle calze scure, che potevano esser benissimo delle autoreggenti. Ai piedi aveva delle scarpe di vernice nera, dal tacco 10 largo, che, sicuramente, dovevano essere abbastanza comode, ma le inarcavano la schiena in modo da evidenziare il culo, rendendo un’immagine di sé piuttosto sensuale.
«Buongiorno signora, sono Pasquale. Sono stato informato dal titolare del negozio di alimentari che lei potrebbe fittare due camere per il tempo accorrente alla costruzione, in questa zona, di un imponente impianto fotovoltaico.»
Lei, mentre ascoltava le parole di mio zio, sembrava aver occhi solo per noi due, che la guardavamo in maniera interessata, perché affascinati da quella donna che, pur nella sua semplicità, emanava una certa malia. Ci ha riflettuto un attimo e poi ha chiesto ulteriori spiegazioni.
«Buongiorno a voi signori. Mi chiamo Giovanna e, effettivamente, ho due camere libere che potrei fittare, ma sia ben chiaro che, oltre al pagamento anticipato di quanto dovuto, dovrete rispettare alcune regole su cui non transigo. È una cosa che metto sempre in chiaro, ogni volta che qualcuno mi chiede l'uso in locazione delle mie camere.»
Mio zio si è girato verso di noi, ed io, incuriosito, ho chiesto quali fossero queste regole, così inderogabili.
«Esigo il massimo rispetto; non voglio gente che gira nuda per casa; esigo che quando si utilizza il bagno, lo si deve lasciare pulito come lo si trova. Non amo gente sciatta o volgare e, in casa mia, non si fuma. Naturalmente non vi è concesso di portare donne in casa mia. Posso offrirvi, oltre alle camere, altri servigi, come la lavanderia, la cucina e, se volete, anche la colazione. Il riordino e la pulizia delle vostre camere sono inclusi nel prezzo. Dovrete mangiar fuori, perché non ammetto che si mangi in camera. Come vedete, le mie son regole semplici, ma ferree.»
Mentre parlava, osservavo le sue labbra e, dentro di me, cresceva la voglia di assaporare quella meraviglia, sulla punta del mio cazzo. Mio zio si è voltato verso di noi che abbiamo annuito favorevolmente e, pattuito il prezzo, che ci è sembrato decisamente onesto, siamo andati insieme a vedere le camere. Entrando, ci siamo trovati in un ampio salone, con mobili molto belli e di pregio, uno splendido camino, e arredi alle pareti che rendevano l’ambiente particolarmente curato, dove era evidente il tocco femminile. Percorso un breve corridoio, ci siamo trovati davanti a due porte che davano accesso alle nostre camere. Una era una cameretta con un letto singolo, dove abbiamo deciso di far dormire nostro zio, anche perché, detto fra noi, quando dorme, russa. Io e mio fratello abbiamo deciso di occupare l’altra camera che, pur essendo una matrimoniale, aveva due letti separati. Subito abbiamo iniziato a disfare le valige, mentre la signora, avuti i nostri documenti, ha iniziato la registrazione dei nostri dati. Mentre sistemavo le mie cose in un cassetto, mio fratello si è avvicinato e mi ha chiesto cosa ne pensavo di quella bella donna.
«Più che pensare, direi che mi piacerebbe fare: le metterei volentieri il mio cazzo fra quelle splendide labbra. Inoltre, mi piacerebbe sentirlo scorrere lungo quel solco dei seni che, sicuramente, me lo avvolgerebbero in maniera tale da far provare un piacere più che unico. Sono anche sicuro che la signora dovrebbe esser una gran porcona a letto.»
Lui ha sorriso ed ha annuito, confermando che anche a lui era sorto lo stesso intenso desiderio di fottere quella splendida cavalla, che ci eravamo trovati davanti. Sistemate le pratiche, siamo andati sul luogo di lavoro, restando d’accordo con la signora che saremmo tornati in serata, verso le 17:00. Durante il resto della giornata siamo stati impegnati nel lavoro, anche se, spesso e volentieri, io e mio fratello continuavamo a scambiarci fantasie sulla, ormai ritenuta tale, "maialona", ripromettendoci che, se vi fosse stata l’occasione, ci saremmo scopati la signora, anche insieme. Finita la giornata di lavoro, siamo tornati a casa e, ad accoglierci, ci siamo trovati davanti quello che doveva essere il marito.
«Buonasera, io sono Antonio, marito della signora Giovanna. Mia moglie è uscita per fare delle spese, onde arricchire la dispensa per far fronte a cena o quant'altro pattuito con lei.»
Anche lui ci guardava un po’ incuriosito e, mentre io e mio fratello siamo andati a fare una doccia, nostro zio è rimasto a parlare con quel tizio che, effettivamente, aveva un che di strano. Entrambi ci domandavamo come un soggetto, basso di statura, con pancetta prominente, stempiato e con pochi capelli in testa, fosse riuscito ad entrare nelle grazie di quella splendida donna che, sicuramente, con il suo fascino avrebbe potuto avere tanti pretendenti.
«Probabilmente deve avere un cazzo come quello di un cavallo, per soddisfare una troiona come quella.»
Guardo mio fratello, ma non condivido la sua analisi.
«Oppure, è un cornuto così convinto e contento, che lascia quella porcona libera di scopare con chi vuole.»
Ci siamo messi a ridere e, dopo la doccia, mentre eravamo in camera intenti a vestirci, attraverso la finestra abbiamo visto la signora tornare. Nello scendere dalla vettura, lei ha aperto le cosce, senza sapere che noi due la stavamo osservando. Abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero stupendo. Due meravigliose colonne di carne, bianche e splendidamente tornite, impreziosite dal pizzo delle autoreggenti. Ho guardato mio fratello e ci siamo rafforzati nell'idea che il marito fosse un cornuto. Anche lui, dopo lo spettacolo della scosciata della signora, si è convinto che, probabilmente, avevo visto giusto. Senza un attimo di esitazione, sono uscito fuori e le sono andato incontro, offrendomi di aiutare la signora a portare in casa le pesanti borse della spesa.
«Grazie, lei è molto gentile. Purtroppo oggi è difficile imbattersi in uomini così premurosi, quando vedono una donna in difficoltà.»
«Non mi deve ringraziare, perché le assicuro che è un vero piacere esserle d’aiuto, in questo e in tutto ciò di cui lei possa aver bisogno. Mi consideri sempre a sua disposizione, in tutto e per tutto, a qualsiasi ora del giorno e, se ci fosse necessità, anche della notte.»
Lei mi ha guardato con aria un po’ incuriosita, fingendo di essere contrariata, ma si vedeva benissimo che, in realtà, era compiaciuta da ciò che avevo detto, perché aveva interpretato bene il doppio senso delle mie parole. Giunti in cucina, ci ha raggiunto anche mio fratello e, insieme, l’abbiamo aiutata a sistemare le cose e, poiché la cosa sembrava piacerle molto, anche mio fratello, si è offerto di esserle di aiuto in qualunque cosa. Lei ci ha guardato e, sicura di non essere ascoltata da nessun altro, tranne che noi, ci ha parlato con un tono che voleva essere quasi un rimprovero, ma che, in realtà, esprimeva il conforto di avere due maschi come noi a sua disposizione.
«Signori, vi devo ricordare che sono una donna sposata e che voi siete ospiti a casa mia, perciò siate discreti e non vi approfittate di una povera signora, che spesso è sola e non ha molto da offrirvi.»
Noi due ci siamo dati un’occhiata ed abbiamo subito capito che la signora, a modo suo, ci aveva lanciato un chiaro messaggio. L’arrivo del marito ha interrotto il dialogo, ma durante la cena, ho notato che la signora Giovanna, spesso e volentieri, riempiva il bicchiere del marito e di nostro zio che, alla fine della cena, non era affatto sobrio, anzi direi che era senz'altro ubriaco.
Nostro zio, abbastanza alticcio anche lui, si è offerto di accompagnarlo in camera e, aiutato dalla signora, l’ha messo a letto, per poi salutarci e ritirarsi nella sua cameretta a dormire, perché effettivamente stanco. Noi due ci siamo offerti di aiutare Giovanna a rassettare e, mentre lei era intenta a sistemare i piatti sporchi all’interno della lavastoviglie, piegata in avanti, entrambi abbiamo potuto vedere che il vestito era salito ed erano visibili le sue splendide cosce, fasciate da autoreggenti, al di sopra delle quali si intravedeva il colore scuro di una striminzita mutandina che, a mala pena, copriva la sua splendida fica. Con la scusa di porgerle alcuni piatti sporchi, mi sono avvicinato da dietro e, con il cazzo già duro, ho fatto in modo di strusciarmi su di lei, che avvertendo il turgore della mia verga sulle sue natiche, è rimasta immobile, senza dire nulla. Le ho passato i piatti e lei, senza staccarsi da me, si è rialzata, continuando ad appoggiarsi al mio corpo, ha spinto il pulsante di avvio dell'elettrodomestico e poi si è girata. Guardandomi dritto negli occhi, ha cercato di imbastire una scusa, per giustificare quello che stava per succedere.
«Ragazzi, basta! Andate a letto che, di sicuro, sarete stanchi. Finirò io a mettere in ordine la cucina.»
Giro lo sguardo verso mio fratello, che ora è vicino a me, e anche lui la guarda con occhi carichi di desiderio. Non ascolto le sue parole e con la mia mano afferro la sua e la appoggio sul mio cazzo che, duro, preme sotto la stoffa dei pantaloni. Lei si morde il labbro inferiore, socchiude leggermente gli occhi poi cerca ancora un’ultima giustificazione, che nessuno di noi due accetta.
«No, vi prego, lasciatemi stare! Sono una donna sposata e mio marito dorme nell’altra camera.»
Per tutta risposta, mio fratello le ha preso l’altra mano e se l’è appoggiata sul suo cazzo, già bello duro come il mio, e stringendola un po’ a sé, le ha appoggiato la bocca sulla spalla destra, prendendo a baciare il collo di Giovanna, appena sotto l'orecchio. Lei ha emesso un lungo respiro, reclinando la testa all’indietro e, con forza, ha serrato tra le mani i nostri membri, ancora coperti dalla sottile stoffa dei pantaloni della tuta da ginnastica che, entrambi, indossavamo. Senza dire nulla, ho appoggiato la mano sulla sua spalla e l’ho spinta ad inginocchiarsi in mezzo a noi due. Mio fratello è stato più lesto di me nell’abbassare l’elastico dei pantaloni ed estrarre il suo cazzo duro, così da divenire subito preda delle calde labbra di Giovanna. Anch’io le ho offerto il mio, che lei ha impugnato e iniziato segare con la mano, mentre spingeva quello di mio fratello tutto nella sua gola. Ora, come già detto all'inizio, siamo gemelli e, entrambi, abbiamo due belle nerchie, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e da come Giovanna ha cominciato a gemere, abbiamo capito che apprezzava molto ciò che stava succhiando. La sua bravura era assolutamente fuori discussione. Accoglieva il cazzo di mio fratello giù per la gola con estrema facilità, palesando, oltre una certa esperienza, una voluttà da vera troia. Lui ha lasciato che lei assaporasse il suo cazzo e, poi, quando lo ha sfilato, si è girata verso di me; io le ho appoggiato la mano sulla testa e, senza nessuno sforzo, lei ha ingoiato anche il mio, fino in fondo. Ho sentito il suo viso premere contro il mio inguine, mentre il mio cazzo era scivolato lungo tutta la sua gola. La cosa sconvolgente è stata che, mentre aveva quei buoni venti cm in gola, lei ha estratto la punta della lingua ed è riuscita a lambire anche le mie palle. Per me era la prima volta che una femmina si infilava tutto il mio cazzo in gola e riusciva anche a leccarmi le palle.
«Cazzo, che meraviglia! Questa puttana è talmente brava che si prende il cazzo in gola e poi ti lecca anche le palle! Fratello mio, una zoccola così non la troviamo in nessun’altra parte del mondo. Son sicuro che, nei giorni che passeremo qui, avremo modo di divertirci molto con questa troia, che ancora non ha ben capito con che razza di maiali ha a che fare. Son sicuro che quando lo scoprirà, ne sarà estremamente compiaciuta.»
Mi sono gustato la splendida leccata di cazzo e, poiché avevo voglia di assaporare il suo nettare, l’ho fatta sollevare e, presa per mano, ci siamo spostati verso il salone. Ad un tratto, però lei, ha aperto un’altra porta e ci siamo trovati dentro un’altra camera. Vi era un letto matrimoniale ed un grosso armadio con un’intera parete a specchio. In un attimo ci siamo avventati su di lei che si è lasciata spogliare nuda, mentre le sue mani erano alla ricerca delle nostre verghe dure. Mentre anch’io mi spogliavo, lei ha preso a succhiare il cazzo di mio fratello e, a quel punto, l’ho fatta inginocchiare sul letto e mi sono posizionato dietro di lei. Ho dilatato quelle splendide natiche e subito mi sono trovato davanti, lo scuro buco del culo e lo spacco della sua fica, che già grondava umori in quantità. Ho sentito forte l’odore di femmina in calore che emanava la sua fica e, dopo essermi inebriato di quel profumo estasiante, ho affondato la mia lingua nello spacco rosa di quella femmina stupenda. Un gemito a bocca piena è risuonato nel silenzio della stanza, mentre mio fratello la reggeva con entrambe le mani sul capo e le imprimeva il ritmo della pompa. Il rumore del risucchio dello splendido pompino, faceva eco al mio leccare con avidità di quegli umori che veniva emessi in quantità da quell'ostrica profumata. Quando ho sentito il suo corpo fremere per un orgasmo forte e devastante, ho aperto ancora di più la bocca, avvertendo che mi veniva riempita del piacere di quella fantastica femmina, che stavo leccando. Lei si è sfilata il cazzo di mio fratello dalla bocca e si è girata verso di me, supplicandomi di scoparla.
«Prendimi, cazzo! Mettimelo dentro! Voglio sentire che mi apri tutta, fino in fondo e mi scopi come un toro scatenato. Ho voglia di godere, perché l’idea di avere in corpo le vostre mazze, mi fa veramente impazzire e voglio essere montata e godere, come una vacca in calore.»
Non ho avuto un attimo di esitazione e, dopo essermi inginocchiato dietro di lei, ho appoggiato il mio cazzo su quella fessura bollente e, con una spinta decisa, sono entrato tutto dentro, fino in fondo. Ha inarcato la schiena, perché la punta del mio cazzo deve aver sbattuto con forza in fondo e, a quel punto, l’ho afferrata per i capelli costringendola a spingere i fianchi verso di me, per ricevere meglio e più in profondità il mio cazzo. Poi, l’ho afferrata per i fianchi e mi sono messo a pomparla con un ritmo molto sostenuto, mentre lei continuava a succhiare imperterrita il cazzo di mio fratello che si godeva alla grande il piacere che stava ricevendo dalle labbra di questa incredibile troia.
«Cazzo, come succhia! Sembra un’idrovora! Mi sta succhiando anche l’anima e come hai detto tu, si mette tutto il cazzo in bocca e mi lecca ancora le palle! Che maiala stupenda! Una vera vacca da letto!»
Le sbattevo con forza il mio corpo contro i suoi glutei, mentre sentivo le palle sbattere, ad ogni affondo, contro le labbra della sua fica. Ha goduto all’istante. L’ho pompata a lungo, facendola godere molto, poi mio fratello mi ha chiesto se gli lasciavo il posto, perché anche lui voleva godere di quella figa calda, che godeva in continuazione. Ho accettato di fare cambio e lui si è sdraiato sotto di lei, lasciando che lei si impalasse su di lui. Lo ha cavalcato a lungo, godendo ripetutamente, mentre io, in piedi, mi facevo succhiare il cazzo da quelle labbra calde e vogliose. Ad un tratto, dopo l’ennesimo orgasmo Giovanna si è distesa su di lui, quasi sfinita, e dalla mia posizione ho visto il suo splendido culo. Dentro di me ha preso forma l’idea di penetrare anche quell'invitante buco. Mi sono inginocchiato fra le loro gambe e, dopo aver lubrificato con un po’ di saliva la punta del mio cazzo, l’ho appoggiata a quel fiore che, sotto una spinta decisa, si è aperto, facendomi scivolato dentro quella gaudente, che ha emesso un sincero gemito di piacere.
«Meraviglioso! Lo sento tutto nelle viscere! Mi state letteralmente squartando! Continuate, vi prego. Continuate a farmi godere, perché siete magnifici.»
Inutile dire che abbiamo continuato a scoparla ancora un po’, poi, datici un cenno d’intesa, ci siamo sistemati per sborrare in faccia a questa troia, che subito si è inginocchiata fra noi e, dopo aver preso i nostri cazzi in mano, li ha succhiati e masturbati finché, entrambi, le abbiamo riversato sul viso tutto il nostro piacere. Era uno spettacolo fortemente eccitante vedere quella faccia da puttana coperta di sborra, che colava dalle guance fin sopra i seni. Sfinita, è rimasta distesa e, dopo aver ripreso fiato, si è rivolta a noi con voce rotta dall’emozione.
«Grazie, ragazzi, siete stati meravigliosi ed ho goduto davvero tanto. Sarò volentieri la vostra puttana, a patto che, ognuno di voi due, mi faccia godere e mi faccia provare le stesse emozioni che ho provato questa sera.»
Distesi accanto a lei, sono stato preso da una certa curiosità.
«Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo modo di scopare. Hai mostrato di possedere una notevole libidine, non priva di una certa esperienza. Sono convinto che noi due non siamo gli unici cazzi, che tu ospiti fra le tue cosce.»
Lei sorride maliziosa e precisa che, all’interno del circuito di persone che la conoscono, se ne scopa quelle che hanno una maggior rilevanza per lei.
«Non ti sei sbagliato, mi piace molto scopare e, soprattutto, anche trarne vantaggio. Ad esempio, mi scopo anche il proprietario del supermercato che vi ha dato il mio indirizzo. A lui piace moltissimo mettermelo nel culo, perché sua moglie non glielo concede, così, appena fatta la spesa, vado nel suo ufficio, dove lui mi incula con gran piacere per entrambi. A volte è talmente arrapato che, dopo aver sborrato, il cazzo gli resta così duro che continua a scoparmi, finché non viene una seconda volta. Ovviamente, ogni volta che mi faccio inculare, ottengo anche il 50% di sconto sulla spesa. Mi scopo il macellaio, assieme al suo giovane dipendente. Lui ha una moglie talmente zoccola, che la dà a cani e porci, tranne che a lui, ed il motivo è semplice: ha un cazzetto così piccolo, che è davvero difficile, anche farglielo diventare duro. Così mentre lo succhio, il suo giovane garzone mi scopa energicamente. Mi godo l’impeto di quel giovane, che anche se non è molto resistente; mi pompa come un toro scatenato e ben presto mi riversa dentro tutta la sua notevole carica erotica. Appena è venuto, il suo capo lo spedisce di nuovo nel negozio, mentre lui si distende a terra e mi fa sedere con la fica sulla sua bocca. Non avrà il cazzo grosso, ma vi assicuro che ha una lingua da vero formichiere. È incredibilmente abile nell’infilarla in ogni anfratto della mia vagina, alla ricerca anche dell’ultima goccia di sperma che il suo giovane aiutante ha rilasciato nel mio ventre. Mi scopo anche il proprietario del distributore di benzina che, da quando ha assunto quel giovane ragazzo di colore, ogni volta che passo da loro, oltre a farmi il pieno all’auto mi fanno il pieno anche in ogni buco. Il ragazzo di colore poi ha una vera proboscide fra le gambe e, quando me lo spinge in culo, ho quasi la sensazione che mi esca dalla bocca. Un altro con cui mi piace scopare è il farmacista, assieme a quella vacca di sua moglie. Sono una coppia molto libertina e, mentre lui mi scopa con forza piegata a pecora, io lecco la fica di quella vacca che, quando gode, mi schiaccia il viso contro il suo clitoride ed urla al marito di sfondarmi il culo. Non ho tralasciato nemmeno i ragazzi che prestano servizio volontario nel punto di emergenza. Avete presente l’ambulanza che c’è all’inizio del paese con dentro un medico, un infermiere ed un autista. La scorsa estate, visto che si stavano annoiando, mi sono avvicinata e mi è sono fatta fare un vero check-up completo: attraverso una colonscopia, laringoscopia e colposcopia completa, hanno appurato che ero in perfetta forma. Non mi sono lasciata sfuggire nemmeno il sindaco, che assieme all’assessore all’urbanistica e al comandante delle guardie municipali, mi hanno scopato in tre nel suo ufficio, quando sono andata a sollecitare i permessi per la ristrutturazione di questo immobile. Dei tre, il più porco e dotato, era il comandante che, mentre gli altri due mi sfondavano fica e culo, lui mi colpiva la faccia con il suo cazzo grosso e duro e, dopo avermi schiaffeggiato, me lo infilava tutto in gola. Anche il direttore della banca è fra le persone che amano scoparmi. Una volta a settimana, vado da lui per farmi fare un generoso versamento nella vagina. E vi assicuro che, in fatto di versamento, il suo è quello più generoso, a parte i vostri di questa sera. In cambio, ottengo sempre uno sconto per il mio mutuo a tasso variabile.»
La guardo e d’impulso le rinnovo una domanda.
«Cazzo! C’è qualcuno in questo paese che non ti sei scopata?»
Lei sorride divertita, poi, dopo una attenta riflessione, prosegue nel suo elenco.
«Sì, è il nuovo comandante dei carabinieri che è giunto in paese da appena una decina di giorni. Però mi sono scopata i cinque uomini che collaborano con lui. Me li sono fatti tutti e cinque assieme e, per una sera, mi hanno letteralmente devastato ogni buco.»
Ora è mio fratello che la guarda un po’ stupito e, con una certa ironia, le pone un’ennesima domanda.
«Cazzo! Hai detto che ti manca il comandante dei carabinieri, quindi ci vuoi far credere che ti sei scopata anche il prete?»
«Sì, e vi assicuro che, fra tutti quelli che mi hanno scopato e mi scopano tutt'ora, è stato il più porco e, assolutamente, il più perverso. Mi ha scopato in canonica, assieme al suo diacono, che me lo ha piantato nel culo, senza tanti complimenti, mentre mi teneva sdraiata su di lui, voltata di spalle e con le cosce aperte. Quel pervertito di un prete, ha preso la sua cintura e mi ha frustato con sapiente maestria sia i capezzoli, che il clitoride. Quel dolore così sapientemente dosato, mi ha fatto avere un orgasmo devastante. Quando la pelle sotto la sferza delle frustate è diventata del colore di una fragola matura, quel porco ha estratto un cazzetto, neanche troppo grosso, ma ha cominciato a schizzare la sua sborra sopra la mia pelle irritata delle frustate. Sentire quei getti caldi in quei punti, resi più sensibili dalle frustate, era come ricevere degli spilli che si conficcavano nella mia pelle. La cosa sconvolgente era che, mentre mi copriva di sborra, e l’altro mi inondava il culo, lui urlava che mi stava liberando da Satana! Ammetto, però, che nella mia lista mancava far sesso con due gemelli, come voi. È stato molto interessante farsi pompare il culo da un maschio, mentre sotto di te ne hai uno uguale che ti scopa nella fica. È una sensazione strana e bellissima, è come se facessi sesso con un maschio che ha due cazzi. Vorrei solo sapere se le vostre mogli riescono a capire la differenza che c’è fra voi due. Non si sbagliano mai?»
Mio fratello la guarda e stringe le spalle mentre le risponde.
«Perché? Che differenza fa? Anche loro sono due gemelle. Quindi per noi non ha nessuna importanza se mi trovo nel letto di mia moglie o di mia cognata. Abbiamo anche messo al mondo, ognuno di noi, due figli, un maschio ed una femmina e, onestamente, non potrei dire se ad ingravidare mia moglie sono stato io o mio fratello, ma, in ogni caso, per noi non ha fatto nessuna differenza, perché anche i nostri figli sono gemelli.»
Giovanna ci guarda meravigliata.
«Cazzo, che fortuna! Poter scopare con un maschio diverso, senza doversi preoccupare se è il marito o il cognato! Sono due femmine davvero fortunate! E pensare che ero convinta di essere io la puttana, mentre mi rendo conto che anche le vostre donne non scherzano.»
Entrambi ci siamo messi a ridere, poi, essendo stanchi per la giornata di lavoro oltre che per il supplemento della serata, ce ne siamo andati a letto. Per circa sei settimane abbiamo abitato in quella casa e abbiamo scopato ripetutamente Giovanna, che ci ha sempre regalato tutto il suo piacere. Il marito, dopo la prima sera, non aveva bisogno di ubriacarsi, perché aveva capito che sua moglie godeva nello stare fra le nostre braccia e così, dopo cena, tutti e tre, a volte anche quattro, perché dopo un po’ si è unito anche lo zio, ci chiudevamo in quella camera e la scopavamo come se non ci fosse un domani. È stato bello vedere lo stupore di Giovanna, quando si è trovata davanti il cazzo di nostro zio, che, se noi siamo abbastanza ben dotati, lui lo è molto più di noi, non tanto in lunghezza, quanto in circonferenza. Quando lui ha sfondato il culo di Giovanna, lei ha spalancato la bocca e sbarrato gli occhi, cercando, in qualche modo, di sopportare la forte dilatazione cui era sottoposto il suo culo.
«Cazzo, fa piano! Ho come l’impressione che al posto del cazzo, tu mi abbia spinto in culo una mano intera!»
Zio Pasquale si è messo a ridere e, dopo averle dato una bella pacca sul culo, l’ha rassicurata che non era una mano, ma solamente la punta del suo cazzo.
«Sta zitta, vacca, che non morde! Dite tutte così quando la vedete, poi urlate di piacere quando vi spacco il culo.»
Finito il lavoro, il giorno dell’inaugurazione, abbiamo portato con noi anche le nostre mogli e, dopo la cerimonia, siamo stati ospiti a pranzo a casa di Giovanna e, nel pomeriggio, tutti e cinque ci siamo divertiti con lei e le nostre mogli. Quando, dopo averla fatta godere tantissimo, ci ha salutato, si è complimentata con le nostre donne.
«Amici, mi avete regalato un momento di piacere davvero sconvolgente. Già era bellissimo scopare con due gemelli, ma leccare le fiche di due donne perfettamente identiche, ha reso il gioco ancora più eccitante. Spero che in futuro avremo modo di godere ancora insieme.»
Durante il viaggio di ritorno, mentre guidavo con mio fratello seduto al fianco, ho sentito, dietro di me, il commento delle nostre donne.
«Accidenti, che fortuna, che questo lavoro sia finito così in fretta; altrimenti, con una femmina come Giovanna, questi due davanti, ben presto sarebbero rimasti senza uccello, perché quella puttana avrebbe finito per consumarli pur di farsi grattare il prurito che deve aver fra le cosce e che la rendono una femmina insaziabile.»
Ho guardato mio fratello che ha annuito e sorriso e, dentro di me, mi sono trovato concorde su ciò che avevo appena sentito dire.
Giovanna era stata davvero una femmina insaziabile.
18
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Dopo il covid si ricomincia
Chiesi al ragazzo il numero di telefono, contento si avvicinò a mia moglie e la baciò in bocca. Era la prima volta che vedevo mia moglie baciare un'altra persona. Chiarisco che è il continuo del racconto precedente. Passarono circa due settimane da quell'incontro in auto e volutamente non ne feci più cenno con mia moglie ma durante una conversazione mi chiese se avessi telefonato al ragazzo, che chiameremo Enzo. Le dissi di non averlo chiamato ma se voleva potevo farlo anche in quel momento. Fece finta di avermelo chiesto per curiosità e non per interesse, ma si vedeva chiaramente che era eccitata e desiderosa di scoparselo di nuovo. Presi la palla in balzo e lo chiamai, fu molto contento di ricevere la chiamata chiedendomi di quando avremmo potuto rivederci magari non in auto . Con mio stupore, mia moglie mi chiese di passarle il telefono , lo feci con tutto il piacere del mondo. Eravamo sul divano entrambi e mentre lei parlava con lui cominciai a toccarla la sentii gia bagnata e desiderosa di viversi un altro momento di sesso col ragazzo. Fu lei a fissare l'appuntamento col ragazzo ma questa volta non in auto ma in una piccola villetta a mare di ns proprietà. Enzo sembrava ormai padrone della situazione e le chiese di vestirsi in modo sexy e che saremmo dovuti andare a prenderlo con la nostra auto. L'appuntamento era per il venerdi successivo e noi eravamo solo a mercoledi. Nei due giorni precedenti all'incontro si preparò in modo accurato l'intimo da indossare. Eravamo entrambi molto eccitati e giunto venerdi pomeriggio passammo a prenderlo nel luogo concordato. Salito in auto la prima cosa che fece si avvicinò alle labbra di mia moglie baciandola intensamente, poi cominciò a farle i complimenti per come era vestita facendole vedere come si era ingrandito il suo pacco. Mia moglie seduta accanto a me con le gambe interamente scoperte e le parole di Enzo mi fecero eccitare come non mai rendendomi ormai senza volontà e pronto a fare tutto cio che mi avrebbero chiesto. Impiegammo 45 minuti per giungere alla villetta a mare era ancora giorno e aprendo porte e finestre ci sedemmo sul divano. Volevo lasciarli da soli ma ero sempre piu eccitato di vederli scopare, da questi pensieri mi liberò Enzo che si sedette accanto a mia moglie e senza perdere tempo le infilò una mano tra le gambe e sentendo fosse gia bagnata le disse di alzarsi e di inginocchiarsi di fronte a lui ordinandomi di sedermi e di non proferire parola. Mia moglie eseguì si inginocchiò gli apri la patta dei pantaloni e tirandogli fuori il cazzo mi disse " guarda perchè ho voluto lui. Lo fece scomparire nella sua bocca senza farlo uscire un secondo fino a quando Enzo non venne. Per la prima volta la vedevo bere, lei guardandomi mi chiese di baciarla, mi avvicinai e la bacia sentendo tutti gli umori del cazzo di Enzo. Dopo poco si alzarono dalla poltrona e andarono in camera da letto .......ma questo ve lo racconto alla prossima.
22
2
2 years ago
profcouple70,
60/60
Last visit: 4 days ago
-
Le sue puttanelle! scopro il piacere anale.
Siamo ritornati alla vita di tutti i giorni e, per tre giorni, nessuno di noi due ha fatto cenno a quanto successo con Massimo. Solo la terza sera, sdraiati nel nostro letto, Marco, dopo avermi baciato è salito su di me e mi ha penetrata: riconosco che, nell'occasione, ho chiuso gli occhi ed ho immaginato che il membro che si stava agitando nella mia fica fosse la splendida mazza di Massimo e, all’istante, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto vibrare tutta. Marco che ha goduto assieme a me, mi ha lasciato il tempo di esprimere tutto il mio godimento, poi, dopo avermi baciato sulle labbra, mi ha guardato dritto negli occhi.
«Non è necessario che tu chiuda gli occhi per immaginare che il mio piccolo membro sia la splendida mazza che ti ha fatto godere, giorni fa. Per carità, mi fa piacere che tu immagini che sia lui che ti sta scopando, perché questa sensazione, questo desiderio, mi rende molto felice e non posso non ammettere che tutto quello che ho provato nel vederti godere con lui e, soprattutto aver potuto godere insieme a voi, è stata una goduria che ancora scorre nelle mie vene, inebria la mia mente e mi eccita così tanto, che come hai notato è bastato poco, perché raggiungessi il piacere e godere dentro di te. Abbiamo vissuto qualcosa di speciale e, onestamente, non vedo l’ora di ripetere questa fantastica esperienza. Però devo anche dire che nutro qualche perplessità sul fatto che vuole anche il tuo culetto: temo che quella grossa mazza possa farti molto male, quando ti sfonderà il culo.»
Ho guardato mio marito con enfasi, perché, da persona intelligente, aveva subito capito che il mio chiudere gli occhi era stato un espediente per focalizzare il mio ricordo su quel momento in cui avevo davvero fatto la troia fra le braccia di quel maschio, così dotato e dominante.
«Ti amo e ti reputo la persona più importante della mia vita. Massimo ci ha fatto godere moltissimo e sono sicura che godremo ancora di più la prossima volta. Questa certezza mi deriva dal fatto che saremo già consapevoli di ciò che ci aspetta e di quello che lui si aspetta da noi. Ti ringrazio per avermi spronato a vivere questa esperienza, ma ti chiedo, con tutto l’amore che io provo per te e quello che tu provi per me, di rimanere sempre al mio fianco, di assecondare questo gioco e permettere che lui possa ancora farci vivere emozioni così intense, come quelle che abbiamo appena vissuto.»
Lui mi ha stretto, mi ha abbracciato e, con le lacrime gli occhi, mi ha baciato ebbro di felicità. Nelle tre settimane a seguire, abbiamo sentito altre volte Massimo, il quale ci ha confermato l’appuntamento per una nuova esperienza da vivere con lui. Il giorno in cui ci siamo presentati nuovamente nella villetta in riva al lago, indossavo un abbigliamento completamente diverso da quello sobrio e morigerato di sempre. Questa volta, nascosta sotto un impermeabile lungo, avevo una minigonna davvero corta, calze autoreggenti, un esiguo perizoma, tacchi alti ed un reggiseno che esaltava ancora più la procacia delle mie tette, facendole apparire più abbondanti di quello che sono. Anche il trucco era adeguato al mio ruolo da perfetta puttana: le labbra, ricoperte da un rossetto dal colore acceso, esercitavano un palese invito a infilarvi dentro la splendida mazza che, di sicuro, il padrone mi avrebbe dato. Appena giunti da lui, ci ha immediatamente chiesto di spogliarci nudi e, quando ha visto ciò che indossavo, si è molto complimentato con mio marito.
«Bravo, cornuto, vedo che hai perfettamente capito cosa intendo, quando ti chiedo di offrirmi la tua troia in abbigliamento da vera puttana. Oggi faremo qualcosa di nuovo che, di certo, non avete ancora sperimentato. Per prima cosa, voglio che tu indossi questa tuta catsuit nera da donna, intera, senza cavallo, a rete e poi ci raggiunga in camera da letto.»
Senza aggiungere altro, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati nella camera da letto e, come la volta precedente, ho iniziato a spogliarlo lentamente e con lo sguardo basso, dopo di che lui si è disteso sul letto. Io ho preso ad adorare il suo corpo, facendo scorrere la mia bocca e lingua su ogni centimetro della sua pelle. Quando ero sul punto di prendere di nuovo in bocca quella splendida mazza, che dura e vogliosa svettava davanti ai miei occhi, Marco è entrato nella stanza ed entrambi ci siamo girati verso di lui.
Vederlo con indosso quella tuta da donna, con un perizoma così striminzito che a mala pena gli copriva il membro, mi ha lasciato alquanto sorpresa, mentre Massimo ha mostrato totale compiacimento per quel che vedeva.
«Brava puttanella! Così sei esattamente come ti volevo. Da oggi in poi sarai la puttanella che farà compagnia a quest’altra troia che mi sta leccando il cazzo. Vieni, avvicinati, perché per te ho un incarico molto importante. Apri quella piccola scatola che vedi sul comò, poi ti inginocchi dietro di lei e prepari il culo di tua moglie, perché oggi è giunto il momento che provi quanto piacere può ricevere una donna nel prendere un bel cazzo nel culo.»
Sono rimasta decisamente sbalordita, ma, nello stesso tempo, intimorita, però anche desiderosa di vivere questa esperienza che aveva un che di perverso. Marco si è subito dato da fare per realizzare questo progetto. La sua lingua ha preso a scorrere lungo il solco delle mie natiche e, per un attimo, mi sono irrigidita, ma poi ho iniziato a rilassarmi nel concentrare la mia attenzione sul cazzo di Massimo: sentivo dietro di me Marco che mi lubrificava il culo, inserendo prima un dito e, di certo, anche del gel, perché ho avvertito qualcosa di fresco che, delicatamente, blandiva il mio forellino posteriore.
Delicatamente mi ha introdotto prima un dito e, dopo averlo fatto scorrere bene dentro, ne ha raggiunto un altro con altro gel. Se all’inizio provavo un po’ di fastidio, dopo ho cominciato a sentire che mi stavo rilassando ed ero pronta a ricevere dentro di me quella mazza che stava lievitando nella mia bocca. Ero pronta e sentivo la mia intimità completamente bagnata per l’emozione ed il piacere che stavo per provare, quando Massimo si è alzato e, allungata una mano, ha preso un'altra piccola scatola e l'ha data a Marco.
«Cornuto, apri questa scatola e prendi ciò che vi trovi dentro. Dopo averlo ben lubrificato, fallo scivolare dentro il culo di tua moglie.»
Mi sono girata di scatto a guardare ed ho visto un cuneo lucente nelle mani di Marco e, poiché era poco più piccolo del membro che stavo tenendo in mano, mentalmente ho provato uno strano brivido, associato ad un po’ di timore di non esser in grado a prenderlo nel culo. Marco, molto delicatamente, dopo averlo lubrificato, ha cominciato a spingerlo e, lentamente, ho sentito che nell'entrare, mi dilatava il culo. Quando è scivolato oltre lo sfintere, ho avuto una strana sensazione di pienezza e, per un attimo, non ho capito quale fosse lo scopo di Massimo, perché ero convinta che, una volta pronta, mi avrebbe aperto il culo senza tanti complimenti, mentre invece ora mi trovavo con quello strano oggetto dentro, che mi dava sensazioni contrastanti. Nello stesso momento in cui Marco ha espletato ciò che gli era stato ordinato, lui mi ha fatto salire su di sé facendo sistemare lo spacco della mia fica sopra quella splendida trave, e poi, sorridendo, mi ha ordinato di prenderlo tutto in corpo. Per un attimo sono rimasta titubante: avevo qualcosa che mi ostruiva il culo e l’idea di accogliere quella splendida mazza, che la volta precedente mi aveva aperto in due, mi sembrava eccessiva. Lui ha notato la mia esitazione e, facendo una faccia un po’ contrariata, mi ha spinto di lato e, dopo aver ordinato Marco di tenere le mie gambe ben in alto, ha appoggiato la cappella fra le labbra della fica ed è scivolato dentro con decisione. Ho sentito la mia fica tendersi e questa volta ancor di più, perché avvertivo anche quell’altro intruso nel culo. Lui mi ha guardato fisso negli occhi e, con estrema soddisfazione, ha commentato la lenta penetrazione a cui mi stava sottoponendo.
«Brava la mia puttanella! Lascia che ti sfondi per bene la fica e tu, cornuto, guarda questa puttana come lo prende nella fica con in culo un cuneo che, in questo caso, potrebbe essere un altro membro. Sicuramente, fra poco, avrà ancora un orgasmo devastante.»
Era vero, sentirmi riempire davanti e dietro mi aveva sconvolto così tanto che immediatamente il mio corpo ha preso a tremare per un orgasmo incredibile.
Era esattamente quello che aveva annunciato lui; mi sentivo completamente piena. Lo sentivo scorrere dentro di me e strisciare sul cuneo che avevo dietro, e questo mi dava sensazioni impensabili in entrambi i buchi. Marco ci osservava estasiato e, dopo l’ennesimo orgasmo, Massimo si è sfilato da me e mi ha fatto rigirare, facendomi sistemare inginocchiata davanti a lui. Ha chiesto a Marco di sdraiarsi sotto di me, come la volta precedente.
«Ora, cornuto, voglio che tu faccia due cose. La prima è di togliere il cuneo dal culo di tua moglie, poi afferrare il mio cazzo ed appoggiarlo al suo culo; devi pregarmi di sfondare il culo di questa troia e di farla godere come non hai mai provato in vita sua. Dopo dovrai distenderti sotto di lei, per assistere, anche questa volta, da una posizione privilegiata, alla messa in culo di un vero cazzo. Cerca di essere una brava puttanella e di osservare con attenzione come le spacco il culo, mentre dovrai leccare la sua fica, perché voglio che goda tantissimo. Guarda bene, perché, la prossima volta, sarà tuo il culo che sfonderò.»
Appena finito di esporre il suo programma, ho sentito quel membro poderoso scivolare dentro di me ed ho sentito i muscoli anali tendersi al suo passaggio. Mentre all’inizio era un vero fastidio, subito alleviato dalla lingua di Marco che, ubbidiente, ha preso a leccarmi il bottoncino sulla fica, onde distrarmi dal lieve dolore che provavo nel sentirmi sfondare il culo. Quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi è pervenuta la sua voce pacata che mi invitava a rilassarmi.
«Brava la mia puttanella! Lo hai tutto nel culo! Ora rilassati e non pensare a niente. Concentra la tua mente sulla lingua che ti sta leccando la fica e, ben presto, sentirai tutto il piacere possibile nel prendere il mio cazzo in culo.»
Fatto un respiro lungo, mi sono lasciata andare e, ben presto, ho sentito quel membro scorrere lentamente dentro e fuori il mio culo. Ad ogni affondo lo sentivo aprirsi sempre più, consentendo un passaggio sempre più agevole, finché l'iniziale dolore o fastidio, si sono trasformati in un piacere nuovo ed intenso, mai provato in vita mia. Lui mi stantuffava il culo con estremo vigore, mentre la lingua di Marco mi faceva impazzire. La sentivo scorrere lungo lo spacco della mia fica e, quando Massimo era tutto dentro di me, quella lingua scorreva anche sulle grosse palle di lui che, compiaciuto, mi pompava con maggior vigore. È stata una lunga cavalcata, durante la quale ho provato tre orgasmi, poi, sfinita, mi sono girata verso di lui e con voce implorante ha supplicato di sborrare.
«Ti supplico, padrone, riempi il culo di questa troia, perché sono così sfinita che non riesco a resistere oltre ai colpi che la tua splendida mazza mi sta dando nel culo.»
Lui ha sorriso, poi, compiaciuto, ha chiesto a Marco di sfilarsi da sotto di me e di sdraiarsi supino al mio fianco, cosa che lui ha fatto immediatamente. Massimo mi teneva ancora per i fianchi ed ha preso a limare il mio culo in maniera molto più energica, finché, d'un tratto, tenendomene dentro poco più della sola punta e, con un grido per niente umano, mi ha schizzato due getti nel culo, per poi sfilarlo di colpo e, spintami di lato a Marco, ci ha ordinato di avvicinare le nostre facce. Un attimo dopo, lui sferzava i nostri visi con tre getti poderosi di sborra, che ci hanno colpito, oltre le guance, gli occhi e la bocca, mentre lui, ansimante di piacere, gioiva a far questo.
«Brave le mie puttanelle! Guardate come vi battezzo! Da oggi voi due sarete le mie adorabili puttanelle.»
Quando l’ultimo schizzo ha ricoperto il nostro viso, lui si è avvicinato ulteriormente e, subito, le nostre bocche, ancora impastate del suo seme, sono andate a pulire quella splendida mazza, leccando fino all’ultima stilla di piacere che sgorgava. Infine, soddisfatto, ci ha intimato di ripulire i nostri visi, leccando la sua sborra fino all’ultima goccia, nel mentre si è allontanato per fare la doccia. Allora, come sempre, io e Marco abbiamo preso a ripulire i nostri visi da quel nettare, per poi baciarci con tutto il trasporto possibile. È stato bello afferrare quel momento tutto per noi: essere soli nella nostra intimità, e guardarci negli occhi è servito a radicare in ognuno di noi la certezza che l’esperienza appena vissuta era stata artefice di emozioni tanto intense, quanto impensabili.
Quando ci siamo rivestiti e, prima di salutarci, Massimo ci ha consegnato un’altra piccola scatola e, una volta aperta, abbiamo visto che conteneva un altro plug, questa volta destinato a Marco.
«A partire da oggi, quando siete nella vostra intimità e per almeno un’ora al giorno, entrambi dovete tenere inserito quest'arnese. Voglio che i vostri culetti si abituino ad esser ingombrati da questi oggetti, cosicché, la prossima volta, sarà molto più agevole per voi accogliere e godere del mio cazzo mentre vi sfondo il culo, perché è questo il mio prossimo desiderio.»
Quando eravamo sulla via del ritorno, Marco mi ha chiesto delle sensazioni da me provate mentre ero inculata da Massimo. Dopo un attimo di riflessione, gli ho risposto che era stato qualcosa di veramente bello, molto appagante e soprattutto gratificante per la mia femminilità, in quanto ero stata capace di far godere anche un uomo esperto come Massimo. Ho però letto una lieve preoccupazione nei suoi occhi, ma, essendo davvero esausta, non ho indagato più di tanto su cosa potesse preoccuparlo. Nei giorni a seguire, le sensazioni che avevamo provato ci suscitavano nuove scosse di piacere indescrivibili e contrastanti: un misto tra emozione, eccitazione, timore, imbarazzo. Queste sensazioni persistevano in me, anche quando mio marito non c'era, perché ogni volta che indossavo il plug, sentivo dentro di me un piacere sconvolgente. Marco, invece, era restio a inserire il suo cuneo nel culo. Lo avvertiva come un fastidio, mentre io, più lo mettevo, più lo desideravo. Dopo una decina di giorni, sono anche uscita a far la spesa insieme Marco, senza nessun indumento intimo, ma indossando il cuneo che, per tutta il tempo che sono stata in giro con lui, mi ha trasmesso emozioni fortissime, sensazioni bellissime. Stare tra la gente senza intimo e, soprattutto, con il plug nel culo, mi davano sensazioni di piacere tale che, quando sono tornata, Marco mi ha scopato nello stesso modo in cui aveva fatto Massimo, facendomi godere tantissimo, perché, anche se il cazzo di Marco non era grosso come quello di Massimo, la presenza del cuneo dietro, mi suscitava quasi le stesse sensazioni provate con l'altro. Man mano che il tempo passava, desideravo sempre più trovarmi di nuovo fra le braccia di Massimo; chi, invece era un po’ preoccupato, era Marco, che sapeva benissimo che, la prossima, sarebbe stata la sua volta a prenderlo nel culo. Finalmente è stato organizzato un nuovo incontro. Appena giunti, ci siamo spogliati nudi e Marco ha indossato la solita tuta in rete, e questa volta, Massimo l’ha portato in camera assieme a me. Subito, l’ha fatto mettere in ginocchio e gli ha ordinato di leccargli il cazzo, mentre io, inginocchiata dietro di lui, dovevo preparargli il culo. Sentivo Marco teso, nervoso e, di questo, se ne è accorto anche Massimo, che l'ha esortato a rilassarsi.
«Puttanella, rilassati! Lasciati andare, perché comunque avrò il tuo culo. Se ti rilassi, riuscirai a godere, altrimenti ti sfondo il culo e per te sarà più difficile godere.»
Egli faceva dei profondi respiri, ma, quando spingevo il mio dito nel suo culo, sentivo che serrava le chiappe e questo non era certo rilassarsi. Alla fine, sono riuscita a mettergli due dita dentro e lui ha emesso un gemito. Allora Massimo si è posizionato dietro di lui, mentre io gli tenevo le chiappe allargate, e lui, dopo avergli cosparso il buco di gel, ha appoggiato la cappella: entrambi abbiamo ricevuto l'impressione che Marco non fosse ben disposto a prenderlo dentro.
«Guarda, puttanella, come ora sfondo il culo a quest'altra troietta. Guardami bene, perché adesso rompo il culo a tuo marito, e voglio che sia lui a chiedermelo.»
Marco era ancora teso, ma ciononostante, con voce tremula, lo ha pregato di sverginare il suo culo.
«Padrone, ti prego: rompi il culo a questa tua puttanella, che vuole tanto sentire la tua mazza dentro di sé.»
Massimo ha iniziato a spingere, mentre Marco inarcava la schiena quasi a voler ritardare l’intrusione. Massimo lo ha sculacciato ripetutamente e, poiché lui era restio a rilassarsi, mi ha ordinato di sdraiarmi sotto di lui e di prendergli il cazzo in bocca, cosa che ho fatto immediatamente. Quando ha visto che avevo il cazzo di mio marito in bocca, Massimo, con un affondo deciso, ha spinto una buona metà del proprio cazzo dentro il culo di Marco, che si è irrigidito all'istante, e ha emesso un grido di dolore, lo ha esortato a non spingerglielo tutto dentro. Massimo invece è scivolato dentro di lui, per poi restarvi immobile, mentre Marco si agitava, perché avvertiva un gran male. È rimasto immobile per lunghi istanti, mentre io gli succhiavo il cazzo cercando di farlo godere e questa attività ha un po’ alleviato il suo dolore. Massimo si è lentamente sfilato per poi riprendere ad affondare dentro di lui con più delicatezza e, quando si è reso conto che ormai scorreva abbastanza bene, ha preso a stantuffarlo con ritmo. D'improvviso il cazzo di Marco si è gonfiato nella mia bocca ed ha goduto con un gemito soffocato, perché aveva tutto il viso schiacciato contro il cuscino. Massimo ha notato che Marco era venuto ed allora ha preso a limargli il culo con maggior forza e vigoria.
«Lo sapevo che eri una puttanella! Hai appena goduto, mentre ti sfondavo il culo! Sei un'adorabile puttanella! Da oggi in poi, mi godrò i vostri culi a mio piacimento e farò in modo che restino sempre ben larghi ed accoglienti.»
Ha proseguito a pomparlo ancora per un po’, poi si è sfilato e, dopo avermi ordinato di inginocchiarmi al fianco di Marco, lui è uscito dal suo culo e con un affondo deciso è entrato nel mio. Mi sono sentita aprire, ma essendo ben allenata dal plug, il mio buco lo ha ricevuto agevolmente ed ho subito iniziato a godere, mentre Massimo elogiava la mia lascivia a prenderlo nel culo.
«Questa sì che è una puttanella ubbidiente! Lei ha tenuto il culo ben aperto, utilizzando il cuneo che le avevo dato, mentre tu, di certo, non ne hai fatto buon uso. Per questo ti punirò e, a partire da oggi, lo dovrai tenere almeno tre ore al giorno, tutti i giorni, ben piantato nel culo.»
Nel dire questo, si è sfilato da me e lo ha spinto con forza nel culo di Marco, che ha emesso un grido di dolore. Ci ha scopato entrambi, a lungo ed io ho goduto moltissimo, fin quando ci ha di nuovo fatto avvicinare i volti per scaricarci in faccia tutto il suo piacere.
Quando Marco ha avvicinato il suo viso al mio, ho visto che era rigato dalle lacrime per il dolore provato e, quando Massimo è venuto, glielo ha letteralmente ricoperto di sborra. Ha poi preteso che fosse Marco a pulirgli il cazzo, con il viso tutto impiastricciato del suo piacere. Io l'ho osservato e, sebbene avessi immaginato una sua tendenza alla sottomissione, non pensavo potesse essere così forte. Rimasti soli, ho leccato il viso di Marco con estremo piacere e con le labbra ricoperte della sborra di Massimo, l'ho baciato con immensa passione. C’era tutto l'amore possibile in quel bacio, oltre la profonda soddisfazione nel constatare che il mio uomo, dopo avermi regalato quella grande soddisfazione, era ancora capace di godere nel sentirsi umiliato, sottomesso, ma pur sempre innamorato di me. Dopo quella volta, anche Marco ha preso l’abitudine a tenere inserito il plug nel culo e questo ha agevolato moltissimo la sua sodomizzazione. Col passare dei mesi, la nostra esperienza è diventata una relazione. Lo desideravamo entrambi. Entrambi volevamo soddisfare i capricci di Massimo, che poi, in realtà, erano anche i nostri: godere con quel maschio stupendo che, ogni volta, ci regalava emozioni fortissime, che rimanevano presenti in noi per tutto il mese, fino alla volta successiva. È durato oltre un anno quel rapporto più che amicale, poi, improvvisamente, la moglie di Massimo si è ammalata di una grave malattia e lui ha dovuto dedicarsi a lei, tralasciando noi. Lo abbiamo incontrato una sola volta, ma ormai il gioco si era interrotto e l’alchimia delle volte scorse non c’era più, perché, come dice un vecchio adagio: il cazzo non vuol pensieri! Massimo, invece, era chiaro che di pensieri ne aveva tanti e molto più importanti di quelli di far godere noi, così lo abbiamo lasciato andare per la sua strada. Oggi siamo consapevoli che Massimo è stato un grande. Senza l'esperienza fatta con lui, probabilmente saremmo ancora a chiederci se farlo o meno. Aveva saputo guidarci con una certa autorevolezza, non avulsa da momenti di autentica lussuria, e, per questo, ne abbiamo avvertito moltissimo la mancanza. Ancora oggi siamo alla ricerca di un maschio maturo esperto, dominante quanto basti, che, con il suo modo di fare, il suo modo di stimolarci, ci faccia tornare a vivere quelle stesse intense emozioni che abbiamo provato con lui.
19
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Le sue puttanelle! prima parte. la prima esperienza.
Sono Marina, ho 51 anni e da 28 sono sposata con Marco. Sono alta 1,70, capelli scuri, non troppo lunghi, occhi scuri, una terza di seno e un bel fisico con un bel culo, che attrae molto gli sguardi dei maschi. Ho partorito due volte, ma questo non ha intaccato il mio fisico, anzi, mio marito è convinto che le gravidanze mi abbiano reso ancor più bella. Lavoro come insegnante di storia e italiano alla scuola media e, per tanti aspetti, la nostra è stata per anni una vita tranquilla. Marco un maschio alto 1,73, capelli brizzolati, magro, fra le gambe non è molto dotato. Esercita la professione di commercialista e qualche anno fa, complice la noia, la routine di una vita matrimoniale troppo ripetitiva, ha cominciato a cercare in rete un po’ di svago ed è rimasto colpito dal mondo cuckold.
Leggendo racconti ed annunci di quel genere, capiva che ne era incuriosito ed immaginava me presa, davanti a lui, da un uomo deciso ed autoritario e questo lo eccitava non poco. Ha cominciato a parlarne con me, che subito mi son arrabbiata e l’ho considerato al pari di un maiale, un pervertito, ammonendolo che, qualora non gli bastassi più, potevamo chiudere la nostra storia.
Eravamo assieme da quando avevo sedici anni e lui venti. È stato il mio primo e, fino ad un anno fa, unico uomo, a parte un po’ di petting con un altro ragazzo, inteso come fidanzatino. Fino a quel momento, il nostro sesso rientrava tra i normali canoni di coppia: oltre a scopare, gli facevo dei pompini e, in quella pratica, ero anche diventata alquanto brava, ma il culetto non glielo avevo mai concesso. Conoscendo il mio carattere, Marco ha quindi cominciato un lento lavoro di persuasione, che mi ha, man mano, fatto cambiare idea.
È riuscito ad incuriosirmi facendomi leggere, assieme a lui, dei racconti e visitare siti, e questo ha fatto sì che cominciassi ad apprezzare ciò che vedevo e leggevo, commentando anche ciò che mi veniva proposto e riflettendo su ipotesi, avanzate a Marco, di poter assistere a momenti in cui la sua donna potesse abbandonarsi al languore provocato dal corteggiamento di un altro maschio. Ovvio che tutto questo mi riempiva di piacere ed orgoglio e, spesso, mi induceva a mostrarmi civettuola, dicendo:
«Accidenti, questo me lo farei proprio - oppure - Questo me lo faresti fare?» o, ancora, commentando ironicamente sulle dimensioni di certi membri visionati:
«Certo che sono proprio grossi! Cavolo, allora mi son persa davvero tanto in tutti questi anni?»
Così, leggendo e cercando tra gli annunci presenti su vari siti, di cui eravamo diventati esperti navigatori, e io sempre più curiosa di vedere fin dove si sarebbe spinto mio marito, sinceramente cominciai ad accarezzare l'idea di provare qualche esperienza nuova. Ovviamente quel continuo stato di eccitazione nel considerare le varie ipotesi, ci induceva a fare del buon sesso, cominciando anche ad immaginare la presenza di un estraneo tra noi. Ben presto abbiamo affinato idee e gusti. Di comune accordo, abbiamo deciso di non tener conto dei ragazzi troppo giovani e di scarso affidamento sul piano della riservatezza, per cui focalizzavamo l'attenzione su maschi non liberi e più grandi di età. Nel mentre proseguiva la ricerca del soggetto idoneo e per rendere più realistica la nostra fantasia, avevamo acquistato in rete un dildo di gomma, cui davamo, di volta in volta, il nome di uno di quei maschi come se fosse presente fra noi e, quando giocavamo, lo baciavamo assieme e ci eccitavamo moltissimo.
Il fatto che anche Marco baciasse e prendesse in bocca quel dildo eccitava ancor più la mia fantasia, in quanto lo sentivo e vedevo particolarmente coinvolto nel gioco che avremmo voluto tradurre in realtà.
Tra i molteplici annunci visionati, ci ha colpito quello di Massimo, un uomo attraente di 59 anni, sposato, di professione ortopedico. Le foto lo ritraevano come un uomo poderoso, munito di un membro notevole: sì, abbiamo guardato anche questo. Con lui abbiamo avuto un primo contatto a carattere epistolare, per poi passare alla chat e, infine, direi dopo circa tre mesi, al telefono: lui si è mostrato molto paziente nel rispettare i nostri tempi. Marco l'aveva contattato al telefono e ne era rimasto affascinato al punto da masturbarsi al solo sentirlo. Sentire quell'uomo che, con assoluta schiettezza gli diceva che prima gli avrebbe scopato la moglie, per poi permettergli di farsi ripulire il cazzo, gli metteva le farfalle allo stomaco. In un secondo momento, ho voluto parlargli anch'io e, devo dire, è stato molto gentile, anche se risoluto, sul come realizzare il suo e nostro obbiettivo, facendomi già intravedere come sarebbe stato il nostro incontro. Mi sono eccitata così tanto che, una settimana dopo, eravamo da lui. Quando l’ho avuto davanti, mi sono subito resa conto che sapeva bene come dominare una donna e, da uomo esperto, mi ha fatto subito sentir femmina e troia, come mai mi ero sentita prima. Entrambi siamo stati conquistati dal suo fascino e lui ne ha approfittato per svezzarci e sottometterci. Ci siamo ritrovati suoi ospiti in una villetta con vista sul lago e lui, in piedi, davanti a noi, ci ha detto, con voce pacata ma decisamente risoluta, quali erano le condizioni del gioco da lui condotto e cosa si sarebbe aspettato da una coppia come noi, che aveva deciso di avventurarsi in questo insolito modo di gestire il rapporto sessuale e, soprattutto, vivere nuove emozioni.
«Voglio essere molto chiaro con voi due, perché il gioco che state per intraprendere, sicuramente cambierà molte cose tra voi. Nulla sarà più come prima. Questo deve essere subito ben chiaro, perché se avete delle riserve mentali, delle incertezze, sarebbe meglio per voi lasciar perdere. Ma se ciascuno riuscirà ad interpretare il ruolo che gli sarà affidato, allora il piacere che ne deriverà sarà forte ed intenso. Io, per voi, sarò il vostro padrone e tu, Marina, diventerai la mia devota schiavetta, mentre tu Marco, sarai l’umile cornuto sottomesso, che dovrà, in tutto e per tutto, assecondare le mie necessità, i bisogni di Marina e, soprattutto, ubbidire ad ogni nostro singolo ordine. Fin da subito ho intuito che hai un forte desiderio di vedere tua moglie trattata come una troia e, in questo, sarai esaudito, ma questo comporterà, da parte tua, qualche sacrificio, soprattutto comporterà la cieca obbedienza ad ogni mio singolo comando.
Quanto a te, Marina, dovrai accettare che io abbia il totale dominio sul tuo corpo, sul tuo piacere, su ogni tua singola sensazione e dovrai accettare di vedere Marco umiliato e sottomesso ai miei voleri, senza mai dubitare che ciò che farò non sia teso alla ricerca del piacere totale che ognuno di noi tre riceverà, interpretando il proprio ruolo. Naturalmente pretendo da te una devozione assoluta, una totale ubbidienza, in tutto e per tutto. Aggiungo che, al di fuori del gioco, anche se dovessimo incontrarci in posti o luoghi diversi da questo, io posso anche fingere di non conoscervi, oppure manterrò un atteggiamento che nulla lasci immaginare su ciò che accade nella nostra intimità. Ora vorrei che, per qualche momento, riflettiate su quanto appena detto, così da dare la giusta interpretazione ad ogni parola, perché, al mio ritorno, dovrete dirmi se ciò che io vi ho proposto è esattamente ciò che volete, anche perché da quel momento si comincerà, senza più poter tornare indietro.»
Ho provato un certo batticuore nell’udire quelle parole e, rimasti soli, ho fissato Marco negli occhi, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.
«Credo che sia stato estremamente chiaro. Vorrei però essere certa che tu sia convinto che quello che lui ci ha proposto sia davvero quello che desideri.
Pensaci bene, perché io, con te, sto bene e non mi sono mai lamentata di nulla; però ti confesso anche che tutta questa storia suscita in me reazioni contrastanti: una parte di me vorrebbe fuggire, mentre l’altra, al pensiero di trovarmi tra le braccia di Massimo con il tuo consenso, mi fa avvertire le farfalle allo stomaco con conseguente umidore nelle mutandine. Quindi, se non sei convinto al 100%, lasciamo perdere e andiamocene.»
Nel sentire le mie parole, gli occhi di Marco hanno preso a brillare come due carboni ardenti e, dopo avermi abbracciato e baciato con passione, le sue parole hanno sciolto ogni mio dubbio come neve al sole.
«Lo voglio. Voglio vederti godere fra le braccia di Massimo e, se questo comporterà essere umiliato e sottomesso da lui, lo accetto ben volentieri, perché corrisponde esattamente a ciò che desidero da tempo. Dopo tanti anni, la nostra vita è diventata monotona ed ora ha bisogno di un reale scossone. Mi rendo conto che abbiamo davanti una persona che, in maniera chiara, si propone a farci vivere un’esperienza unica che cambierà sicuramente la nostra vita, ma, in tutto questo, ricordati che io ti amo da impazzire e l’idea di vederti fra le sue braccia, sapendo che proverai tanto piacere, mi eccita al punto che quasi vengo, senza toccarmi.»
Poco dopo è riapparso Massimo, e avuta la nostra totale disponibilità, si è seduto su di una poltrona, mentre noi due eravamo ancora in piedi davanti a lui, nella trepida attesa di quello che sarebbe stato l’inizio del gioco. Lui ci ha osservato per un istante, poi, sempre con voce pacata, ha iniziato ad impartire ordini.
«Marco offrimi tua moglie. Immagina di dovermi spronare a scopare tua moglie, a farla diventare la mia puttana, a godere di lei a mio piacimento e, per far questo, prova ad enumerare i suoi pregi e le sue migliori qualità. Spogliala lentamente, mentre parli di lei.»
Sono rimasta basita, mentre, nella mia mente, si configurava l'immagine di me messa all'incanto da mio marito; quel maschio mi stava osservando con la stessa attenzione che si presta quando, ad una fiera, si è pronti ad acquistare una "vacca" o un animale per la propria fattoria.
Questa sensazione ha aumentato ancora più l’umidità nelle mie mutandine. Poi Marco si è posizionato dietro di me e, con una voce lievemente incerta, direi proprio tremolante, ha iniziato a tessere le mie lodi.
«Marina è una splendida cinquantenne, che ha avuto due gravidanze, ma questo non ha intaccato il suo aspetto fisico che, come vedi, è privo di qualsiasi difetto. Il suo seno, che ora ti mostro, è ancora sodo e florido ed il suo ventre piatto, sovrasta il monte di Venere, che è uno dei punti più sensibili di questa donna. Come vedi è perfettamente depilata e la sua splendida fica non è molto usata, perché io non ho una grossa dotazione. Lei ama succhiare il cazzo, ma non so dirti quanto sia veramente brava, perché in bocca a preso solo il mio. Non ama molto ingoiare sborra ed il suo culetto è inviolato.»
Mentre parlava, mio marito mi ha completamente denudato e io mi sono trovata per un attimo in imbarazzo, quando lui, dopo avermi esposto al suo sguardo, mi ha chiesto di girarmi e di piegarmi per mostrare meglio i miei orifizi.
«Non sono molto soddisfatto del tuo giudizio, perché, da aspirante cornuto, non sei stato sufficientemente umile e rispettoso nei miei confronti di Marina. Per prima cosa avresti dovuto rivolgerti a me, chiedendo umilmente di ammirare la tua donna, che tu vuoi io trasformi in puttana. Per questo sarai punito. Quanto a lei, il suo aspetto è abbastanza provocante e mal le di addice farle indossare, al mio cospetto, dei pantaloni; questo indumento, a partire da oggi, sarà bandito in mia presenza. Inoltre, il suo abbigliamento intimo è quanto di più dozzinale si possa trovare in qualunque mercato. Avresti dovuto farle indossare dell’intimo di pregio, sexy ed accattivante, come dovrebbe vestire una vera puttana. In ogni caso vedremo di rimediare. Ora, però, chiedimi di istruire tua moglie affinché diventi la mia puttanella.»
Tremavo per le tante sensazioni che stavo provando. Inoltre le sue parole incidevano sulla mia psiche in maniera da farmi vibrare di piacere, ma anche di paura temendo di non esser all’altezza delle sue aspettative. Sentivo, dentro di me, che questo maschio era completamente diverso da ogni altra persona da me conosciuta, ma, soprattutto, il suo comportamento me lo rendeva come qualcosa di veramente speciale, per cui, a deluderlo, mi sarebbe dispiaciuto moltissimo.
«Padrone, perdona il tuo servo ignorante e, ti supplico, rendi questa donna degna di essere la tua puttana personale, così che la tua immensa bontà, possa rendere me un vero cornuto, sottomesso ed ubbidiente.»
Massimo l’ha guardato abbastanza compiaciuto, poi, mi ha preso per mano e, insieme, ci siamo avviati verso la camera da letto, ma, prima di entrare, ha bloccato Marco, con un ordine secco e stentoreo.
«No! Come ti ho anticipato, ti avrei punito per la tua insolenza, quindi, per ora, resterai qui e quello che succederà qui dentro, potrai solo ascoltarlo. Se sarò soddisfatto del comportamento di questa aspirante troia, ti farò assistere alla monta.»
Ho osservato lo sguardo dispiaciuto di Marco che si è seduto su una panchetta nei pressi dell'uscio, mentre Massimo entrava guidandomi in camera e, lasciata la porta aperta, mi ha avvicinato al letto.
«Troia, renditi utile e spoglia il tuo padrone.»
Sentirmi umiliare, insultare, mi appariva davvero strano: in fin dei conti ero una madre di famiglia, che ha sempre amato parole dolci e romantiche durante il rapporto, ma ora, stranamente, mi sono avvicinata a lui ed ho iniziato a sbottonare la sua camicia, ma lui mi ha bloccato di colpo, fissandomi con uno sguardo severo.
«Troia! Come osi fissare il tuo sguardo nel mio? Dovresti tenere gli occhi bassi, in segno di umiltà, perché ancora non ho deciso se farò di te la mia schiava o una semplice puttanella: devo stabilire se ti riterrò degna di godere del mio cazzo.»
Ho tremato. Dentro di me, per un attimo, ho avuto la sensazione di essere rifiutata e questo mi faceva sentire più che umiliata e, nello stesso tempo, mi ha spronato ad essere la pietra grezza che lui avrebbe reso un lucente diamante. Ho abbassato subito lo sguardo e, con movimenti veloci, l'ho spogliato. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho abbassato i pantaloni, attraverso la stoffa degli slip era visibile la notevole dimensione del suo membro che, già teso e duro, gonfiava il tessuto. Lo avevo visto in foto, ma, dal vivo e a due passi dalla mia faccia, mi sembrava ancora più grosso. Lui è rimasto in silenzio, in attesa, ed io, indecisa sul da farsi, ho timidamente abbassato l’indumento. Mi è subito sbattuta in faccia quella splendida colonna di carne viva e dura, che svettava imperiosa. Ho avvertito il suo forte odore di maschio, misto al profumo di chi ha appena fatto la doccia. Mi ha eccitato quel mix di odori e, soprattutto, la mia fica ha preso a colare in maniera impensabile. Lui mi ha preso la mano destra e mi ha fatto impugnare quella verga poderosa. Sono rimasta stupita dalla pomposità delle sue palle e, soprattutto, dal fatto che, stringendolo alla base, le mie quattro dita non riuscivano a congiungersi, mentre, sopra di esse, spuntava ancora tanta parte di quel fallo. Quando, al contrario, stringo quello di mio marito, sparisce dentro la mia mano e solo una minima parte ne spunta fuori, mentre di quello di Massimo ne avanzava almeno il doppio, sopra le dita. La cappella, non troppo grossa, rossa e profumata, era a poca distanza dalle mie labbra e, quando stavo per aprire la bocca ed infilarlo tutto dentro, lui mi ha sollevato e mi ha baciato in bocca con estrema passione. La sua lingua è entrata prepotentemente nella mia bocca ed ha giocato con la mia e poi, dopo aver limonato a lungo, lui si è sdraiato sul letto e mi ha fatto mettere di lato a lui e, di nuovo, la sua voce ha tuonato.
«Bacia e lecca ogni centimetro del mio corpo. Se sarò soddisfatto, ti permetterò di prendere in bocca il mio cazzo, che dovrai, non leccare o succhiare, ma adorare.»
Ho iniziato a percorrere quello splendido corpo, coprendolo di baci e leccate. Ho succhiato i suoi capezzoli, poi sono scivolata giù e ho ignorato quello splendido membro e, su sua indicazione, ho proseguito lungo quelle splendide cosce e via, ancor giù fino ai piedi, dove ho preso a leccare ogni singolo dito, soffermandomi sull’alluce. Dopo che mi ha permesso di risalire, lentamente ho iniziato ad accarezzare quelle due grosse palle piene e, con la punta della lingua, ho iniziato a risalire quell’asta meravigliosa, lucidandola con la mia saliva e, dopo averla afferrata, prima di infilarla in bocca, ho sollevato lo sguardo e, avuto un cenno d’assenso, ho cercato di infilarlo in bocca il più possibile. Egli ha emesso un lieve gemito e poi ha appoggiato la mano sulla mia testa e, senza forzare, mi ha imposto di pompare quella splendida mazza, cercando però di farne entrare il più possibile dentro la mia gola. Mi sentivo trapanare la bocca da quel palo di carne durissima e, con insistenza cercavo di spingerlo il più possibile dentro la bocca. Lui era immobile, si deliziava per ciò che gli stavo facendo e, compiaciuto, ha fatto una cosa che mi ha un po’ stupito.
«Cornuto, vieni, entra nella stanza e vieni a vedere come quella troia di tua moglie mi sta lucidando il cazzo.»
Un attimo dopo, è comparso Marco e Massimo lo ha obbligato a mettersi nudo. Una volta completamente spogliato, Massimo gli ha permesso di salire sul letto ed inginocchiarsi con la faccia accanto alla mia.
«Guarda cornuto, come mi sta lucidando bene il cazzo e sono convinto che la cosa la renda veramente felice, perché, nel vedere quella minima dotazione che ti ritrovi tra le gambe, mi fa capire l’impegno che questa zoccola deve mettere nel farmi godere. Sta tranquillo che farò in modo che, quando lo avrà assaggiato, sicuramente vorrà fare a meno del tuo.»
Ho girato lo sguardo per incrociare quello di Marco ed ho visto i suoi occhi veramente felici nell’ammirare quello che stavo facendo a quella splendida verga. Sentivo, dentro di me, sensazioni divergenti che spaziavano dalla vergogna di godere tra le braccia di un altro, fino ad avvertire un piacere immenso, che vedevo era lo stesso di quello che provava Marco, che amo e, quindi, ho abbandonato ogni ritegno ed ho cercato di cogliere il massimo del piacere da questa nuova esperienza. Lui ha allungato la mano e, appoggiatala sul capo di Marco, lo ha fatto avvicinare ancora di più a me e le sue parole hanno confermato quello che avevo già intuito.
«Bravo cornuto e guarda bene come questa puttanella di tua moglie mi sta lucidando il cazzo. Poiché sono convinto che anche tu muori dalla voglia di assaggiarlo, aiutala a farmi godere di più. Leccami anche tu, lucida bene il mio cazzo, le mie palle e, poiché sei un cornuto sottomesso, voglio sentire anche la tua lingua che lambisce il mio buchetto.»
Marco, senza un attimo di esitazione, si è messo subito all'opera e, ben presto, ho visto Massimo che godeva come un porco. Poi si è sollevato e, dopo avermi fatto girare e inginocchiare davanti a lui, ha ordinato a Marco di distendersi sotto di me.
«Cornuto, sdraiati sotto di lei e osserva in prima fila come monto questa vacca di tua moglie.»
Ho incrociato lo sguardo di Marco ed ho appurato che quell'ordine era quanto si aspettava: era oltremodo inebriato e pronto ad eseguire ciò che gli veniva imposto. Si è disteso sotto di me e, nello stesso tempo, ho sentito la punta di quella splendida mazza appoggiarsi alle labbra della mia fica che, fradicia di umori, aspettava solo l’attimo di esser penetrata. Lui ha continuato a spennellare lo spacco della fica con la cappella del cazzo, mentre io fremevo nell'attesa di sentirla dentro e, così l’ho implorato:
«Padrone, ti prego, spingilo dentro, fino in fondo; fa che questa lurida puttanella possa ospitare il tuo splendido membro nel suo ventre. Mostra a quel cornuto di marito, che sta sdraiato sotto di me, come si monta una vera vacca, che è ciò che desidero essere per te. Dimostrami quanto riesco ad eccitare la tua potenza taurina, così da farmi godere come mai è accaduto in vita mia.»
Io stessa ero stupita dalle parole che erano uscite dalla mia bocca, mentre lui, con un sorriso, ha dato seguito alla mia implorazione, affondando nel mio ventre. Ho subito sentito i muscoli vaginali tendersi, mentre quella vigorosa asta di carne mi apriva e dilatava in maniera incredibile. Mi sembrava quasi di perdere di nuovo la verginità perché, avendo partorito con due tagli cesarei, la mia fica non era mai stata sottoposta a nessuna eccessiva dilatazione. Ora, invece, mi sentivo aprire e riempire, nello stesso tempo, da quella fantastica colonna che, inesorabilmente, mi stava sventrando. Ha spalancato la bocca e ho emesso un lungo gemito di piacere, mentre anche Marco, sdraiato sotto di me, ha potuto godere di ciò che stava avvenendo sotto i suoi occhi.
«Padrone, è stupendo ciò che vedo: questa tua splendida verga sta letteralmente sventrando la fica di mia moglie e ciò mi fa impazzire di piacere. Ero certo che un maschio come te l’avrebbe fatta godere come non sono mai stato capace, in tutti questi anni. Ti prego, padrone, montala come merita questa vacca.»
Ormai le sensazioni, che si avvicendavano dentro di me, avevano assunto una dimensione di incredulità su quanto sentivo pronunciare da mio marito. Sentivo quel membro arrivarmi fino in fondo, sbattere la punta con forza contro la bocca dell’utero, non senza provocarmi fitte di dolore, ma, nello stesso tempo, un orgasmo incredibile. Ho gridato il mio piacere e questo è stato motivo di vanto per Massimo, che lo ha subito esternato dicendo:
«Brava, la mia puttanella! Così ti voglio! Calda e vogliosa, pronta a godere ogni volta che ti sfondo la fica con la mia poderosa mazza. Adesso godi fino in fondo, perché più in là avrò modo di farti provare anche altre piacevolezze.»
Ero in estasi, quanto mai sconvolta dal piacere appena provato: con Marco avevo fatto sesso tantissime volte ed avevo sempre pensato che in quello consistesse il piacere, mentre, ora che quel membro mi stava letteralmente spaccando in due, mi sembrava di vivere in un sogno. Ho preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità, e più volte abbiamo cambiato posizione, sempre con Marco che ci osservava da vicino e, spesso e volentieri, leccava le palle e il culo di Massimo, che ha proseguito a pomparmi per oltre un’oretta. Quando, sfinita, mi sono girata verso di lui e l’ho supplicato di inondare il mio ventre con il suo piacere, ho notato, negli occhi di quel maschio, il massimo della contentezza.
«Ti prego, padrone, vienimi dentro. Ti supplico, inonda il mio ventre con il tuo seme, perché un toro come te mi ha letteralmente stremata.»
Eravamo sdraiati di lato e lui mi stava scopando da dietro, mentre Marco teneva la mia gamba destra alzata, con il suo viso a poca distanza dai nostri sessi. Massimo ha intensificato il ritmo e, dopo alcuni affondi decisi, è rimasto immobile dentro di me e, con un grido da vero maschio dominante, ha iniziato a svuotare quelle sue splendide palle dentro la mia fica. Ho sentito un’ondata di calore riversarsi nel mio ventre e anche Marco, nello stesso tempo, dopo essersi masturbato velocemente, riempiva la sua stessa mano. Massimo è rimasto, per lunghi istanti, immobile dentro di me, poi è uscito e immediatamente mi ha presentato alla bocca la sua mazza ancora intrisa dei miei e suoi umori.
«Puttana, lecca e pulisci tutto; quanto a te, cornuto, aiutala.»
Ci siamo letteralmente avventati su di lui e le nostre lingue hanno raccolto ogni singola traccia di seme presente su quel membro. Ripetutamente Marco l’ha preso in bocca, succhiandolo così bene da ricevere i complimenti di Massimo.
«Sei una magnifica puttanella, esattamente come quella che ho appena inondato. Poiché intendo anche farle provare quanto sia bello prenderlo in culo e poiché una puttanella come te mi eccita per davvero, ho deciso che, dopo aver rotto il culo a tua moglie, farò lo stesso trattamento anche a te, così anche tu diventerai la mia puttanella.»
Ho visto lo stupore dipingersi sul volto di Marco. Le parole di Massimo, lo avevano decisamente colpito, ma nello stesso tempo, dentro di me, sentivo che questo strano gioco, di certo, ci avrebbe coinvolti più di quanto avevamo inizialmente immaginato. Ero convinta di dover scopare con un altro maschio, di goderne ad essere trattata da puttana e di vedere quanto ne avrebbe goduto il mio uomo ad osservare con quanto trasporto avrei realizzato il suo sogno. Ora, invece, nel sentire le parole di Massimo, mi stavo rendendo conto che saremmo andati ben oltre quello che avevamo immaginato. Dopo averlo ripulito, lui è andato in bagno a farsi una doccia, mentre Marco, dietro suo ordine, ha dovuto inginocchiarsi tra le mie cosce e leccare tutta la sborra che sgorgava dalla mia fica. È stata una sensazione bellissima, sublime, quella di sentire la sua lingua raccogliere scrupolosamente, ma anche con ingordigia, il seme che sgorgava dalla mia fica, oscenamente dilatata. Quando lui è tornato nella stanza, ci ha ordinato di andarcene e ci ha dato appuntamento dopo una trentina di giorni.
22
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago -
Germania 1 amici
Storia vera per motivi pratici ho condensato molto.
Per lavoro mi recavo spesso in Germania, in una città vicino a Berna, ci andavo almeno 1 settimana ogni 3 mesi e a mangiare andavo spesso in un ristorante italiano gestito da una rumena mia coetanea, donna bellissima, Dalina detta Dali. Il locale era anche frequentato dai suoi amici, tutti noi coetanei (50 anni e oltre), c’era Peter uno svizzero allegro ma taciturno piccolo e un po grassoccio, c’era Ingrid sua moglie, vera tedesca, bionda un po grossa, due seni enormi, sempre allegra, poi c’era Anna, svizzera, piccolina magra capelli a spazzola bianchi e Marina, splendida, bionda un bel corpo, belle gambe, occhi bellissimi, un bel seno, in pratica Ingrid era il capo banda, Marina la seguiva e tutti partecipavano.
Dopo un po di volte di feste al ristorante, anche dopo la chiusura, mi invitarono ad una festa in casa di Ingrid, prima di andare Dali mi disse di aspettarmi una festa diversa, io risposi che niente mi avrebbe scandalizzato.
Durante il pranzo Marina mostrava interesse per me e io per lei, Anna se ne stava buona e Ingrid da buona padrona di casa girava tra di noi cercando di metterci a nostro agio, naturalmente tutti, tranne io, bevevano vino e liquori in maniera spropositata, tipico di quei posti, quindi allegria totale e vino a fiumi.
Finita la cena una loro coppia di amici andò via e le donne passate nel salotto misero su la musica e incominciarono a ballare con musica tedesca, sempre con i bicchieri in mano io ogni tanto su loro invito partecipavo, balli sensuali, toccatine e baci vari, io non mi tiravo indietro ma ero sempre molto rispettoso, con tutti.
Poi Ingrid fece segno a tutti di andare nella loro camera da letto, entrati, Ingrid mi fece segno di sedermi sulla poltrona vicino al letto, Marina con un cenno mi fece capire di seguire i consigli di Ingrid, avevano tutti i loro bicchieri e bottiglie, li posarono e iniziarono tutti a spogliarsi, Peter con gli slip grigi, Anna con la biancheria bianca, Ingrid con la biancheria arancione e Marina con biancheria di pizzo nero, ma arrivati solo alla biancheria intima si fermarono e salirono sul letto, Peter si sedette in centro letto seduto con la schiena appoggiata allo schienale, da quella posizione non si sarebbe piu mosso, le altre salirono e iniziarono una specie di balletto toccandosi e simulando dei rapporti, solo i baci tra loro erano reali, io rimasi a guardarli, mi sembrava strana quella scena, ma io ero in modalita di autocontrollo, ero tranquillo, volevo solo vedere dove si fossero spinti e rimasi buono sulla poltrona con il mio bel bicchiere in mano, naturalmente con la musica battevo le mani e facevo il tifo, prima a una poi al altra incitandole, ma sempre la mio posto.
Dopo 20 min pensavo che lo spettacolo fosse tutto li e durante il mio incitamento mi alzai e mi spogliai anche io fino a gli slip poi mi sedetti ancora, natuarlmente provocai gli applausi del gruppo, ma rimasi buono, per il momento volevo solo vedere, ogni tanto Marina mi laciava delle occhiate e io la incitavo perché vedevo che si stava divertendo. Capii che non era la prima volta che facevano cose del genere, si vedeva che erano già esperti e perfettamente a loro agio.
Quando ormai pensavo che non si sarebbero spinti oltre, Ingrid in ginocchio si sollevò, si tolse il reggiseno e si sfilò gli slip, il seno trabordante usci, e aveva la figa pelata, Anna fece lo stesso, reggiseno, seni piccoli, poi gli slip, figa pelata, Marina anche, seni giusti e bellissimi, figa con un filo di pelo ma perfettamente ben curata, era stupenda nuda, ma questo lo immaginavo, anche se me lo aspettavo rimasi quasi scioccato, Marina mi guadò ma io rimasi seduto, Anna andò verso Peter e gli sfilò gli slip (Peter era strafatto di vino e sorrideva solo, non si muoveva piu) slilati gli slip Anna prese il pene di Peter e se lo mise in bocca, Marina si straiò e Ingrid inizio a leccargli la figa, Peter sedudo cercava di toccare qualcosa ma arrivava solo ai seni di Anna, poi Ingrid si mise a 69 con Marina, adesso era anche Marina che leccava Ingrid e questa palpava anche Anna. Poi Anna smise con Peter, andò a leccare Marina e Ingrid incominciò a leccare il pene di Peter, che era beato con il bicchiere in mano.
Poi Anna in piedi mise la figa in bocca a Peter, Marina incominciò a masturbare Peter e intanto Ingrid aveva in bocca il pene di Peter.
Erano perfettamente a loro agio, sicuramente erano già esperti e l’avevano fatto decine di volte, mi alzai e mi tolsi gli slip, apprezzarono che fossi nudo con urla e gesti, ma io mi risedetti sulla poltrona, ero entrato in modalità autocontrollo, potevo stare con il cazzo duro per ore senza venire.
Il confronto con Peter era a mio favore, io alto, atletico, un bel culo duro, pelle mediterranea, il mio cazzo era il doppio.
Quando ormai ero super eccitato, mi chiamarono, Ingrid e Marina, mi alzai e andai verso Marina, la baciai in bocca, poi baciai Ingrid, mentre la limonavo, ero ai piedi del letto, Marina da straiata, mi prese il cazzo e se lo infilò in bocca, usava solo la lingua, io limonaco Ingrid e le toccavo i seni enormi, Anna si era fatta penetrare da Peter, Ingrid si girò andò verso Marina, prese il mio cazzo dalla sua bocca e inizio lei a leccare, io mi coricai e incominciai a leccare la figa, stupenda di Marina, usai tutta la mia abilità e tutta la mia esperienza, Marina urlò, Anna si interruppe e venne da me per limonare, Ingrid era su Peter, Anna arrivò e mi limonò, io volevo scopare Marina, trovato un varco, Marina capii e mi allargo le gambe, aveva una figa fantastica, la penetrai di forza, con colpi selvaggi, poi rallentai i colpi, piano ma decisi, le accarezzai i capelli e iniziai a limonarla per bene, con calma, era eccitatissima, poi arrivo Anna, si mise davanti a me a pecorina e in tedesco mi disse qualcosa, io presi il cazzo e glielo infilai in fica, disse di no, mi fece capire che lo voleva nel culo, Anna è la metà di me e ha un buco del culo piccolissimo, io cercai di incularla con Ingrid che venne ad aiutarla con vasellina, ma appena Anna urlava dal dolore io interrompevo, Ingri e Marina incitavano la incitavano tenendo il culo aperto, poi Peter disse qualcosa, Anna che era quella piu vicino al suo cazzo allontano da me e si avvicino a lui, gli prese il cazzo in bocca e Peter venne in bocca ad Anna, finito di venire Anna si alzo e Ingrid andò a finire di pulire Peter con la lingua, io intanto avevo messo il cazzo in bocca a Marina e questa stava leccando con piacere, poi se lo passo con Ingrid. Scopai Anna, scopai Ingrid e scopai Marina.
Dopo un po ero esausto anche io, mi straiai sul letto, dissi in italiano che stavo venendo, loro capirono e Marina e Ingrid si avventarono sul mio cazzo, Marina mi stava segando dentro la bocca di Ingrid, venni in una maniera esagerata, in bocca a tutte due inzuppandole la faccia i seni e i capelli, poi a pulire arrivò anche Anna, che adorava lo sperma.
Rimanemmo nel letto nudi per un ora, ogni tanto limonavo qualcuna e ogni tanto qualcuna cercava di segarmi il cazzo, naturalmente non smisero mai di bere.
Ci divertimmo, veramente e mi dissero che mi avrebbero invitato ancora, sulla porta di casa mi dissero se andavo in hotel, dissi di si, ma Marina mi abbraccio e mi disse “non credo tu vieni il weekend a casa mia che io con te devo ancora finire” naturamnete accettai.
Oltre questa ci vedemmo altre 3 volte, la seconda portai io il vino dal Italia e fu mitica, la seconda Anna non c’era, era uscita dal giro e la terza volta c’era una altra tedesca su di età ma sempre scatenata. Poi finì
Adesso anche se siamo su di età almeno due volte l’anno mi vedo ancora con Marina.
I tedeschi sanno divertirsi e sanno sicuramente fare le orgie, non mi sono meravigliato di questo gruppo perché avevo conusciuto Ines…ma questa è un'altra storia.
Per chi volesse posso dare anche altri particolari, ho condensato molto, ma la storia è molto più lunga.
11
0
2 years ago
willywin,
51
Last visit: 1 week ago
-
Abbiamo scopato mia moglie in tre. il terzo uomo.
Mi chiamo Mauro, ho 55 anni e sono sposato con Laura, che ha un anno più di me. Come raccontato nel precedente capitolo, sono riuscito, in qualche modo, a realizzare due forti desideri: veder mia moglie godere con un altro maschio e, soprattutto, farla partecipe del mio essere un maschio bisex. Tornati da quella vacanza, abbiamo ripreso la frenetica vita di tutti i giorni, fatta di lavoro, impegni e tante altre cose cui tutti dobbiamo far fronte. Dentro di noi, però, le cose erano cambiate e, soprattutto, entrambi avevamo la consapevolezza che l’esperienza vissuta ci aveva arricchito di nuove emozioni e resi entrambi più liberi di poter esprimere le nostre sensazioni, emozioni e, soprattutto, i nostri desideri. Circa due mesi dopo, in occasione del compleanno di Laura, ho invitato Gianni a raggiungerci a casa nostra. Il suo arrivo è stato un vero piacere per entrambi e, ospite presso di noi, ha reso il weekend, dedicato a festeggiare il compleanno di Laura, veramente stupendo. Lei, immancabilmente bella, ha saputo apprezzare le attenzioni che entrambi le prodigavamo, ma, in particolare, ha gradito molto il fatto che entrambi l’abbiamo scopata nel nostro letto, a lungo e ripetutamente, facendola godere moltissimo. È stato durante quei momenti che, mentre eravamo distesi a riprender fiato dopo l'ennesimo amplesso che ci aveva fatto godere tutti e tre in maniera intensa, Gianni le ha chiesto una cosa che, onestamente, non avevo mai preso in considerazione.
Parlando di esperienze sessuali, la sua domanda è stata molto precisa.
«Laura, ora che hai vissuto questa esperienza così diversa, saresti pronta a vivere un’avventura da sola? Preciso: entrambi ti abbiamo scopato e fatto godere moltissimo, ma tu, saresti capace di far un cornino a Mauro, senza farti osservare da lui, senza la sua presenza? Insomma, ti sentiresti lo stesso così femmina e puttana?»
Laura è rimasta davvero sorpresa, quasi imbarazzata e, mentre mi aspettavo una sua risposta leale, ha chinato il capo e, dopo aver riflettuto per qualche attimo, ha sollevato lo sguardo e, fissando intensamente il mio, mi ha detto una cosa che non mi sarei mai aspettato di sentire dalla sua bocca.
«Veramente, non sono stata sempre una donna onesta con te, amor mio, e credo che questo sia il momento giusto di farti una confessione, che da tempo mi tormenta. Ormai siamo sposati da oltre trent'anni e quello che sto per raccontarti è successo dopo soli cinque anni di matrimonio. All’epoca, ricorderai, avevo iniziato a lavorare nell’ufficio di Alberto, l’amico di mio padre. Assieme a me, nello stesso ufficio, vi lavorava Daniele, un bel ragazzo di cinque anni più grande di me che, con il suo aspetto fisico, i suoi capelli biondi, i suoi occhi chiari e la corporatura da nuotatore, sport che praticava ogni giorno, lo rendevano molto affascinante. Inoltre esternava una cordialità, allegria e disinvoltura che non era indifferente alle donne con cui si rapportava o, semplicemente, con quelle che venivano in ufficio per sbrigare delle pratiche. Naturalmente tra di noi c’era una simpatica amicizia, dovuta al fatto che io ero una principiante, mentre lui era già esperto nel lavoro. Spesso e volentieri mi rivolgevo a lui per consigli o per risolvere delle situazioni che a me sembravano insormontabili. Lui con me era sempre gentile e disponibile e, una volta, te l'ho anche presentato, ricordi? Era la festa aziendale che organizzammo prima delle festività natalizie; lui era quello con cui ho ballato il tango e tu, me lo ricordo, dicesti che era molto simpatico.
Circa due mesi dopo, il nostro ufficio ci mandò a fare il corso di aggiornamento, quello in cui rimasi fuori per tre giorni. Per partecipare a quel corso, dovemmo andar su, al nord, in quella immensa città, così grande e dispersiva rispetto alla nostra cittadina di provincia.»
Guardo Laura, cercando di capire e, soprattutto, ricordare quella persona. Dentro di me riaffioravano alcuni dettagli, che non avevo mai elaborato appieno. Ricordai perfettamente il suo collega, perché, all’epoca, già avevo avuto esperienze bisex e, vederlo ballare insieme a Laura quella sera, ho avvertito forte il desiderio di interagire con quel maschio che, comunque, mi affascinava e, ricordo con piacere quando, dopo aver ballato con Laura, si era fermato a bere qualcosa con noi, al nostro tavolo, e non potei non notare un discreto rigonfiamento sui suoi pantaloni, proprio all’altezza del pacco.
Rassereno mia moglie e la invito a proseguire il suo racconto.
«Non ti preoccupare, perché nemmeno io ti sono stato molto fedele, ma non con altre donne, bensì con qualche maschio con cui provai piacere a vivere mie esperienze bisex, quindi continua pure, perché voglio conoscere tutta la storia fino in fondo.»
Lei mi sorride e, girato lo sguardo verso Gianni, riceve anche da lui lo stesso invito.
«Il giorno prima della partenza, ricordo che lui si offrì di darmi un passaggio in auto, per non farmi prendere il treno, che avrebbe impiegato molte più ore di viaggio. Quella notte non riuscì a dormire, perché, qualche giorno prima, quando ci avevano comunicato che saremmo stati inviati a fare il corso di aggiornamento, io ero tornata nel mio ufficio, mentre lui era rimasto a parlare con Alberto e, mentre tornavo in ufficio, mi sono un attimo fermata all'erogatore dell’acqua per bere e, poiché la porta dell’ufficio era aperta, ho sentito quello che Alberto diceva a Daniele. In maniera scherzosa, lo esortava a tenere un comportamento da gentiluomo con me, che ero la nuora di un suo amico e, poiché avremmo viaggiato assieme, la cosa non lo faceva star tranquillo, a fronte della sua fama di maschio "alfa", che ammaliava le femmine. Insomma era considerato un vero "tombeur de femmes". Daniele gli rispose mantenendo lo stesso atteggiamento da buontempone, affermando che, pur essendo io una persona molto interessante, non mi vedeva come una femmina da portare a letto e che, di sicuro, non gli avrei permesso di indurmi a tradire mio marito.
In parte mi sentivo offesa da quella considerazione. Dentro di me era come se mi fosse stata lanciata una sfida e, così, avevo deciso che, in qualche modo, lo avrei provocato. Quando al mattino si è presentato a casa nostra, io ero già pronta per salire in auto con lui e, in quell’occasione indossavo quella gonna verde a portafoglio che tu mi avevi regalato, con sopra una camicetta bianca, da cui, in trasparenza, si intravedeva il reggiseno che, ovviamente, faceva risaltare la mia splendida quinta di seno. Ovviamente tenevo volutamente aperto un bottone in più del normale, per far sì che lui potesse ammirare il solco dei miei seni. Quando son salita in auto, ho fatto in modo che la gonna salisse un po' più su e, così, lui ha potuto notare anche il pizzo delle autoreggenti che indossavo nelle scarpe tacco 10.
Subito ha esternato complimenti con un gesto del capo per ciò che vedeva.
«Accidenti, Laura. Oggi sei bella da morire! Son felice di averti qui con me, in una versione completamente diversa da quella di tutti i giorni, in ufficio.»
Quel complimento mi ha strappato un sorriso e, durante il viaggio, ci siamo messi a parlare un po’ della nostra vita privata, cosa che in ufficio non avevamo mai fatto. Lui mi ha raccontato di non avere un legame fisso, perché, a suo dire, non aveva ancora trovato la persona giusta. E, alla mia domanda per capire quale era per lui la persona giusta, si è girato verso di me e, dopo avermi sorriso, mi ha dato una risposta che non poteva lusingarmi meglio.»
«La mia donna ideale, dovrebbe avere il tuo fisico, la tua allegria, il tuo splendido seno: seria quando serve, ma con un pizzico di follia fra le lenzuola, per render la vita sempre più interessante. Inoltre, a letto, vorrei fosse l'insieme di tante donne: dovrebbe esser una donna esigente, disponibile, puttana e, nello stesso tempo, anche dominante. Come vedi, non è facile trovare una donna così.»
«Io, sorridendo, ho risposto alle sue domande riferendo quale era il tenore della nostra vita coniugale. In poche parole gli ho detto che con te mi trovavo bene e che, anche a letto, eri un maschio che riusciva a soddisfare i miei bisogni. Lui è rimasto un po’ in silenzio, poi mi ha chiesto quando era stata l’ultima volta che avessi fatto una follia, che mi fossi sentita libera di esprimere ciò che sentivo in corpo, quando, insomma, mi fossi abbandonata al puro divertimento o avessi deciso di starmene buona e tranquilla. Non ho risposto, ma ho riflettuto a lungo su questa cosa e, per il resto del viaggio, abbiamo parlato solo di lavoro. Giunti a destinazione, nel pomeriggio, abbiamo subito iniziato il corso, che si è rivelato piuttosto impegnativo. La sera, dopo aver cenato, lui mi ha proposto di fare un giro per la città. Curiosa di conoscere la vita di una metropoli, ho accettato e siamo andati in giro per locali e, in uno di questi, c’era della musica live e, così, ci siamo seduti ad un tavolo e, dopo aver sorseggiato un drink, ci siamo messi a ballare. È stato bello sentirmi stringere tra le sue braccia ed avvertivo, dentro di me, la voglia di provocarlo, così, ho spinto il mio bacino contro il suo e immediatamente ho sentito crescere la sua erezione, che premeva prorompente contro il mio ventre. Abbiamo ballato per circa un’ora, quasi ininterrottamente, sempre abbracciati, stretti l’uno all’altro e, ad un tratto, le sue labbra si sono posate sul mio collo e, in quel momento, ho capito che ero riuscita nel mio intento: non mi sono fermata lì, ho cercato di provocarlo ancor di più.»
«Daniele fermati. Alberto ti ha proibito di provocare la nuora di un suo amico. Inoltre, hai detto che per te non sono niente, quindi per cortesia, smettila.»
«Mi ha guardato dritto negli occhi ed ha capito che avevo ascoltato le parole di Alberto, così mi ha provocato ancora di più. Ha sorriso e mi ha sfidato ad andare in camera con lui, per vedere se ero capace di resistere al suo fascino. In quel momento ho sentito forte il desiderio di dimostrare a me stessa che ero in grado di potermi rapportare con un altro maschio. Infatti, fino a quel momento, avevo avuto solo mio marito come punto di riferimento, quindi per me era importante poter constatare se avessi sufficiente femminilità da riuscire a provocare un uomo, fino al punto di desiderare di scoparmi. Senza dire niente, abbiamo preso l’auto e siamo tornati in albergo. Giunti davanti alle nostre camere, la mia era proprio adiacente la sua, lui ha aperto la porta della sua camera ed io, senza nessuna esitazione, vi sono entrata. Ci siamo ritrovati in piedi davanti al letto e, ad un tratto, lui mi ha stretto a sé ed ha cercato di baciarmi. Come prima reazione ho cercato di resistere a quel bacio, spiegando che il motivo della mia presenza in quella camera, era solo per dimostrare che non avevo alcun timore ad entrare in camera con lui. Ma, nel volgere la testa per parlare, la sua bocca si è incollata alla mia e la mia resistenza ha ceduto di colpo. Le sue mani hanno preso ad accarezzarmi i fianchi e la sua mano destra è risalita lungo la mia coscia, appoggiandosi sopra le mie mutandine, che già erano umide abbastanza. Quando le nostre labbra si sono staccate, lui aveva già infilato un dito nella mia fica e lo aveva fatto ruotare in maniera veloce, strappandomi un gemito di piacere. Poi lo ha sfilato e con destrezza ha sganciato la gonna, che è subito caduta ai miei piedi, ha sollevato quella mano e, mentre mi fissava negli occhi, ha aperto gli unici due bottoni che tenevano bloccata la camicetta, così da farsi esplodere davanti al viso i miei seni fino a quel momento intrappolati nel bianco indumento. Egli ha sollevato il reggiseno ed ha liberato le mie mammelle. Dapprima le palpò con delicatezza, poi strinse leggermente tra le dita i capezzoli, facendoli indurire per poi divenir preda delle sue labbra. Ho sospirato di piacere, tenevo le mani tra i capelli di Daniele che si godeva il mio seno. Ormai non ragionavo più, così ho preso a spogliare anche lui, mentre lui faceva lo stesso con me, lasciandomi con le sole autoreggenti. Entrambi nudi, ho potuto ammirare la sua dotazione: aveva il cazzo già duro ed eretto, non troppo lungo ma scuro e largo. con una bella cappella. Ho fatto per stringerlo tra le mani, ma lui mi ha spinto sul letto e mi son trovata distesa a cosce aperte davanti alla sua faccia. Ho notato lo sguardo del maschio travolto dalla libidine, che già pregustava il piacere di una nuova conquista. Si piegò sulla mia vagina pronto a baciare quell’ostrica, che aveva una sua vitalità. Mi ha annusato, aspirando il mio odore prima di leccare e succhiare con ingordigia gli umori che già sgorgavano copiosi. Poi ha incollato le sue labbra contro quelle della mia fica e la sua lingua si concentrò sul piccolo bocciolo: la frenesia mi portò a spingere il bacino contro la sua bocca. Quelle labbra schiacciavano il mio clitoride, mentre la lingua, resa appuntita come quella di un serpente, scorreva lungo lo spacco della fica, sempre più velocemente. Sentivo il piacere fluire lungo il mio corpo e, improvvisamente, lui ha aggiunto un dito, che è penetrato, dentro di me ed ha stimolato la parte interna e alta della vagina: ho goduto. Ho inarcato il corpo e, fremendo, l’ho spinto contro la sua bocca, mentre ero scossa da sensazioni talmente forti che mi facevano vibrare di piacere. Lui ha permesso che assaporassi quell'immenso piacere, ma io mi son girata fino a trovare il suo cazzo all’altezza del viso. Lui ha rimesso la mano fra le mie cosce, mentre io me lo portavo alla bocca. Lo strusciato un po’ sul viso, poi l’ho appoggiato sulle labbra, facendomelo scivolare giù in gola. Mentre gli tenevo le grosse palle in una mano, lui, lentamente, ha iniziato a chiavarmi la bocca; spingeva il suo uccello nella mia gola, poi lo ritraeva per riaffondarlo con un ritmo costante che, gradatamente, diveniva sempre più veloce. Fino a quel momento avevo succhiato solo il cazzo di mio marito e, questa volta, per me era come un esame: sarei stata capace di soddisfare con la bocca un altro maschio, anche se mio marito mi aveva sempre definita una brava succhia cazzi? Mi eccitava moltissimo quel gioco: esser masturbata e, nello stesso tempo, poter succhiare un cazzo. Ben presto mi son resa conto che un nuovo orgasmo stava per avvicinarsi e anche lui l'ha capito, così ha rallentato il ritmo della pompa, lasciandomi leccare quella colonna di carne bollente per poi spingerlo di nuovo nella mia bocca, continuando a scoparmi la gola. Abbiamo ripetuto questo gioco più d'una volta: praticamente quando lui si accorgeva che ero prossima ad un nuovo orgasmo, rallentava o, addirittura, interrompeva ogni movimento, lasciandomi in bilico sull'orlo del piacere, senza mai farmelo raggiungere.
Ero sfinita, così l’ho supplicato di farmi godere.
«Basta, Daniele, non ce la faccio più! Fammi godere. Voglio venire, perché mi stai facendo impazzire con quelle dita che mi portano sempre vicino all’orgasmo per poi fermarsi.»
Lui ha sorriso in maniera maliziosa, poi, dopo essersi posizionato fra le mie cosce, ha afferrato il suo membro e ha cominciato a farlo scorrere su e giù, lungo lo spacco della mia fica. Lo desideravo dentro, fino in fondo, ma lui indugiava, continuava a farmi assaggiare la punta, senza mai dare un affondo diretto e totale. Alla fine l’ho supplicato.
«Scopami! Trattami come una troia. Fammelo sentire fino in fondo. Aprimi. Riempimi del tuo cazzo!»
Lui ha puntato i suoi occhi fissi nei miei e, con un sorriso beffardo, me lo ha spinto tutto dentro. L’ho sentito entrare dentro come un ariete ed aprirmi in due; mentre il suo corpo aderiva al mio, le sue palle mi sbattevano sulle natiche. Ho spalancato la bocca quando lui ha preso a chiavarmi con forza. Ha cominciato a pompare quel cazzo dentro di me con un ritmo molto veloce e, ad ogni affondo faceva ruotare il bacino, dilatando ancor più la mia fica. Ho goduto subito di un orgasmo devastante, che ha scosso il mio corpo dalla testa ai piedi, ma lui ha proseguito a sbattermi, procurandomi orgasmi a ripetizione senza soluzione di continuità. Non so quante volte son venuta, ma ricordo che, ad un tratto, l’ho stretto a me e l’ho pregato di godere anche lui, perché volevo sentire il suo seme dentro di me. Lui mi ha baciato e, aumentato il ritmo, d'improvviso è rimasto tutto piantato dentro di me ed ho sentito che la mia vagina veniva letteralmente inondata dal seme di quel maschio, che mi aveva completamente stravolta. Siamo rimasti abbracciati per un tempo che mi è parso infinito, poi è scivolato di lato; il suo uccello, dopo l'orgasmo, era ancora semi rigido e ricoperto dai nostri umori e, senza che lui dicesse alcunché, mi sono abbassata su quel membro e, come presa da un raptus, l'ho preso in bocca e ripulito per bene. Quel mio gesto, mosso dalla spontaneità, è stato suggerito da un sentimento di gratitudine rivolto a quel cazzo, che mi aveva regalato tanto piacere. Lui mi ha lasciato fare e, mentre mi dedicavo a quell'operazione, la sua mano è scivolata di nuovo fra le mie cosce e, dopo aver infilato un dito nella fica, da cui ormai sgorgava il seme che mi aveva riversato dentro, ho sentito quel dito scivolare ancora più indietro, così da lubrificare, con quello sperma, il fiorellino anale. Per un attimo mi sono irrigidita; ho girato lo sguardo e, incrociati suoi occhi, mi ha sorriso, continuando a giocare con il mio buchetto che ora, sotto quella sollecitazione, lentamente, si stava schiudendo. L’ho guardato con fermezza negli occhi, mentre, dentro di me, decidevo di voler provare anche quell’esperienza, mai richiestami da mio marito. In effetti non c’era un motivo preciso per cui non ci eravamo mai accostati alla sodomia, ma, ora, ero curiosa di provare quella nuova sensazione. L’ho solo pregato di agire molto delicatamente, perché ero vergine. Lui è rimasto alquanto meravigliato da quella mia affermazione e, dopo aver ben lubrificato il mio buchetto, si è posizionato dietro di me e, esortandomi a stimolare il clitoride per aumentare il piacere, ha prima infilato il cazzo nella mia vagina e poi, dopo averlo estratto zuppo di umori, l'ha appoggiato al buchetto ed ha cominciato a spingere delicatamente. Ho sentito i muscoli anali tendersi sotto la spinta di quel membro che voleva entrare a tutti i costi. Per un attimo ho creduto che non sarebbe riuscito a penetrarmi, ma inopinatamente il mio culo ha ceduto e più di metà di quel cazzo è scivolato dentro di me. Ho spalancato la bocca e un grido mi è affiorato alle labbra. Lui è rimasto immobile, poi ha insistito affinché mi masturbassi con vigore, cosa che ho fatto e, difatti, il piacere che provavo serviva a lenire quel lieve dolore che sentivo nell'altro buchetto. Ha continuato a scivolare fino in fondo e poi, quando il suo corpo ha aderito al mio, la sua voce suadente mi ha rassicurato.
«Rilassati e sta calma, è fatta! Ce l’hai tutto nel culo! Continua a masturbarti e vedrai che, quanto prima, sentirai solo piacere.»
Ho seguito il suo suggerimento e, ben presto, il dolore si è trasformato in una specie di fastidio, poi, quando ha cominciato a sfregare il buco del culo, quel fastidio è diventato piacere. Mi ha scopato il culo a lungo e ho anche avuto un orgasmo. Quando lui ha sentito che godevo, i suoi movimenti sono diventati più vigorosi e frenetici, poi, improvvisamente, ho sentito un’ondata di calore invadermi il retto. Mi era venuto nel culo. Sfinita, mi sono adagiata sul letto e lui è uscito da me, mentre un rivolo di sborra colava dal culo lungo le labbra della fica. Sono rimasta distesa accanto a lui, che mi ha stretto fra le braccia, facendomi le coccole. Ero sfinita, il piacere provato era stato tanto e superbo, ma, soprattutto, avevo goduto anche a prenderlo nel culo. In quel momento, mi son resa conto che a mio marito non lo avevo mai dato e questo mi ha fatto avere un rimorso di coscienza. Mi sono alzata dal letto, ho indossato velocemente i miei abiti, l’ho guardato dritto negli occhi e le mie parole sono state chiare e risolute.
«È stato bello, ho goduto molto, ma la cosa non si ripeterà più, perché io amo mio marito. Questa sera ho solo voluto togliermi un capriccio, ma che sia ben chiara una cosa fra noi due: a partire da domani, torniamo ad essere due colleghi di lavoro e basta. Spero che saprai esser cosi discreto, da considerare questa cosa come un intimo segreto fra noi.»
Dette quelle parole, senza aggiungere altro, sono tornata in camera mia. Ho fatto una doccia e, quando sono andata a letto, ho avvertito, dentro di me, di aver commesso una grossa sciocchezza. Daniele, però, è stato corretto e, dopo quella volta, non ha mai più cercato di portarmi a letto. Due anni dopo, si è fatto trasferire nella succursale della grande città dove noi avevamo fatto il corso. Solo il mese scorso è tornato nella nostra sede ed oggi è il direttore della filiale. Quando ci siamo rivisti, ho avvertito un brivido, perché mi è tornato in mente ciò che avevo fatto a tua insaputa, ma lui, da perfetto gentiluomo, ha continuato a mantenere un atteggiamento distaccato, professionale, anche se, in un fugace momento che siamo stati soli, si è complimentato ancora per la splendida forma del mio fisico. Mi son sentita lusingata per questo, anche se non ha aggiunto altro; ora, però, ti confesso che non mi dispiacerebbe di trovarmi di nuovo fra le sue braccia e con la tua complicità.»
Guardo mia moglie con ardore e, poiché il mio cazzo era di nuovo duro, Gianni interpreta i miei pensieri prima ancora che io abbia il tempo di esporli.
«Caspita, amico mio! Questa sì che è una femmina con le palle! Se fossi in te, le offrirei l’occasione di vivere ancora quest'avventura. Immagina che bello sarebbe averlo ora, qui, insieme a noi, che scopiamo tua moglie, mentre tu ti diletti ad osservarci mentre la facciamo impazzire di piacere.»
Guardo Laura, che è rimasta in silenzio ed a testa bassa, ma, dentro di me, l’immagine proposta da Gianni, si materializza in un’ondata di piacere incredibile. Allora subito decido che il ferro va battuto finché è caldo e così esterno a Laura quello che è il mio pensiero.
«Poiché domani sera andremo a cena per festeggiare il tuo compleanno, perché non lo inviti ad unirsi a noi. Se poi, durante la cena, avremo modo di capire che lui è intenzionato a giocare anche con noi, io non avrò nulla in contrario ad averlo ospite nel nostro letto. Naturalmente tutto questo dipende da te, dal tuo desiderio di vivere ancora emozioni con quel maschio.»
Ora gli occhi di Laura brillano e, senza dir nulla, allunga la mano, prende il cellulare e lo chiama, mentre noi la ascoltiamo con quale abilità fa la civetta con Daniele.
«Buonasera, Daniele, come sai oggi è il mio compleanno e, questa mattina, mi hai detto che, come regalo, avrei potuto chiederti qualunque cosa. Perciò ho deciso che, come regalo, vorrei la tua presenza a cena, domani sera, assieme a mio marito ed un amico molto intimo. Naturalmente puoi anche rifiutare, ma dovrò considerare la cosa come un’offesa personale.»
La sera dopo è sparita in bagno a farsi bella, come dice lei, per più di un’ora. Quando la vediamo uscire, è decisamente uno splendore. Indossa un vestito lungo fino alle caviglie, che però ha un profondo spacco laterale che mostra buona parte della coscia. I suoi capelli sono raccolti dietro la nuca, ha collo e spalle scoperte e, davanti, il suo seno è sicuramente compresso in quella piccola guepière che le ho regalato, perché il piccolo reggiseno, di cui è munita, è a balconcino e solleva il seno e lo rende decisamente allettante. I piedi, nudi e ben curati, sono inguainati in scarpe dal tacco alto, che le inarcano lo splendido culo, e le sue labbra, tinte di rosso, sono di una sensualità che ti fanno venir voglia di infilarvi il cazzo. Quando giungiamo al ristorante, Daniele ci sta già aspettando e, ovviamente, non ha parole per lo splendido outfit esibito. Durante la cena, io e Gianni facciamo in modo che l’attenzione di Laura sia tutta rivolta a Daniele e lui, da perfetto uomo di mondo, nota questo dettaglio e, in un momento in cui lei va in bagno a rinfrescare il trucco, come dice lei, noi tre rimaniamo da soli e Daniele, dopo aver sorseggiato un po' di vino, mi guarda dritto negli occhi e mi fa una domanda inequivocabile.
«Da anni conosco tua moglie e l’ho sempre considerata una donna stupenda ed intelligente, molto bella e sensuale, ma, questa sera, ho come la sensazione che tu me la stia offrendo su un piatto d’argento. Posso anche sbagliare, ma ho la netta sensazione che fra voi tre ci sia un’intesa molto complice ed ho la certezza che a te non dispiacerebbe vederla stretta fra le mie braccia.»
Lo guardo, sorrido e la mia risposta gli fa illuminare di gioia gli occhi.
«Laura mi ha raccontato di come sei stato bravo a scoparla, di quanto l'hai fatta godere a sverginarle anche il culo, e tutto questo lei lo ricorda ancora con estremo piacere. È giusto quello che hai immaginato: avrei desiderio di vederla fra le tue braccia per godere assieme a noi due, che già da qualche tempo facciamo le doniamo intense emozioni nell’esser scopata da due maschi. Quando mi ha raccontato che sei stato tu ad iniziarla ai piaceri anali, ho capito perché, in tutti questi anni, ha sempre cercato di evitare che io le penetrasse il culo: aveva timore che scoprissi che qualcuno, prima di me, ci fosse già stato.
Ti assicuro che la cosa mi ha riempito di gioia: sono perfettamente consapevole del piacere che le hai dato, facendole conoscere la pratica della sodomia, perché, essendo io bisex, come anche l'amico qui presente, so bene di quale piacere parliamo e son contento che anche lei abbia avuto modo di provarlo.»
Il ritorno di Laura ci trova tutti e tre allegri, felici, e, dopo un ennesimo brindisi, ci dirigiamo direttamente a casa nostra. Appena giunti, Gianni e Daniele stringono Laura fra le loro braccia e iniziano a denudarla, mentre io li osservo seduto sul divano e, quando tutti e tre entrano nella nostra camera da letto, li raggiungo e mi spoglio lentamente, osservando mia moglie alle prese con quelle due splendide mazze che, subito, sono state sistemate agli angoli della sua bocca. Laura lecca e succhia i loro cazzi avidamente, mentre io mi spoglio e mi inginocchio fra le sue cosce, prendendo a leccare la sua fica, che già gronda di umori per il piacere che sta provando. La voce di Daniele mi riempie di gioia.
«Che gran troia! Col tempo è diventata una vera succhiacazzi. Sarà stupendo aprire ancora quel suo culo meraviglioso e scoparla ancora con forza, come ho fatto quella notte. Sono solo dispiaciuto del fatto che, dopo quella volta, non ha più voluto esser posseduta da me, mentre, ora, sono estremamente felice di scoprire che questa puttana è diventata una vera femmina da letto.»
Dopo averla leccata e fatta godere, mi sposto e lascio la fica di mia moglie, grondante umori, alle attenzioni di Daniele che, dopo esserci posizionato fra le sue gambe, la penetra con un affondo deciso, facendola godere all'istante. Io intanto mi dedico al cazzo di Gianni che, già bello duro, scivola tranquillamente nella mia bocca e, quando sento che mia moglie raggiunge un ennesimo orgasmo, esorto Daniele a cambiar posizione. Lui si sdraia supino e trascina su di sé Laura, continuando a tenerla impalata sul suo cazzo, mentre ora Gianni si posiziona dietro di lei e, dopo aver lubrificato per bene il culetto di mia moglie, affonda in lei per una doppia penetrazione, che subito fa impazzir di piacere la mia donna. Mi sollevo in piedi e posiziono davanti alla sua bocca il mio cazzo che, subito diventa preda delle sue labbra, ma son così tanto eccitato che subito le inondo la bocca. Mi sposto ed osservo i due maschi che montano mia moglie, facendola godere in continuazione. Dopo numerosi orgasmi, i due si scambiano di posto: ora è Gianni che, sdraiato, penetra la fica di Laura, mentre Daniele, con estremo piacere, le apre il culo, spingendo con forza il suo cazzo, fino in fondo. Lei gode ed urla come una troia; è all’apice del piacere quando i due maschi si sfilano da lei e la inondano di sborra calda che le ricopre viso, bocca, occhi, ma soprattutto, i suoi floridi seni. Sfinita, gira lo sguardo verso di me; allunga una mano e mi attira a sé, poi mi bacia con ancora la bocca impastata del seme di questi due maschi e io, assieme a lei, mi dedico a leccare quelle due splendide mazze, che tanto l’hanno fatta godere. Basta poco per farli tornare di nuovo duri e così, mentre Daniele mi incula e Gianni scopa mia moglie, io godo come un maiale e, quando sento che lui mi riversa in culo tutto il suo piacere, ho un ennesimo orgasmo e godo nello stesso istante in cui lei raggiunge un nuovo squassante orgasmo.
Da quel momento, Daniele è divenuto ospite fisso nel nostro letto e, a volte, si scopa Laura anche in ufficio. Spesso vanno a cena insieme e, al ritorno, io mi faccio trovare pronto per leccare il cazzo di Daniele e lo preparo per una nuova monta di mia moglie, che gode molto nel farsi sbattere da lui, mentre io lecco la sua fica da sotto, con le palle del suo nuovo toro che mi sbattono sulla fronte.
È bello giungere alla nostra età e scoprire che il piacere condiviso è quanto di più bello possa esistere in una coppia.
19
1
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 1 day ago