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La spiaggia
Avevo scoperto quella caletta per puro caso. Era così nascosta che non si vedeva dalla strada che era in alto, quasi irraggiungibile, e per questo poco frequentata. Anche perché era difficile arrivarci, se non si aveva una barca. E alle sette di sera poi, era praticamente deserta. Oltre me, solo un ragazzo biondo, alto e dal fisico ben scolpito, era rimasto fino a quell’ora. Sdraiato sul mio asciugamano, guardavo il mare, quando, con la coda dell’occhio, vidi il mio sconosciuto compagno di spiaggia levarsi il costume e rimanere completamente nudo. Ero quasi imbarazzato, ma feci finta di continuare a guardare il mare, mentre lui si avvicinava all’acqua camminando a passo lento. Potevo vedere il suo sedere dai glutei muscolosi che non facevano altro che confermare l’idea che quel ragazzo aveva ben sfruttato ore e ore di palestra. Si tuffò ed iniziò a nuotare, mentre io, facendo finta di niente, lo osservavo mentre faceva le sue evoluzioni nell’acqua. Dopo alcuni muniti uscì, col corpo bagnato che brillava alla luce del sole del tardo pomeriggio, ed i miei occhi furono attratti dal suo membro che faceva bella mostra di sé in mezzo alle sue cosce tornite. “Che abbia fatto palestra anche lì?” mi ritrovai a pensare quasi scherzosamente fra me e me, con gli occhi fissi sul pene del ragazzo che, seppur moscio, appariva davvero essere un bell’attrezzo di godimento. Mentre, ormai eccitato, dentro di me già immaginavo di poter usare il suo bel giocattolo di carne, mi resi conto che lui si era accorto che io gli stavo fissando l’uccello e mi stava guardando mentre camminava.
Chissà da quanto se ne era accorto! Imbarazzatissimo, mi misi giù a prendere l’ultimo sole, chiusi gli occhi e sperai che il mio comportamento fosse in realtà passato inosservato.
Dopo pochi secondi però un’ombra oscurò il sole: aprii gli occhi e vidi stagliarsi contro il sole a un metro da me la sagoma del ragazzo. Abituatomi a quella luce, mi resi conto che un’altra sagoma ora si vedeva distintamente: era quella del suo uccello, che ora era duro, lungo e grosso, bagnato e reso lucido dall’acqua del mare. Era un arnese di ben più di venti centimetri (avrei voluto poterlo misurare!) con due grossi testicoli ricoperti da una rada peluria bionda ed il glande dalla pelle di seta tesa dall’arrapamento.
“Ho visto che lo guardavi con tanto interesse, e così te l’ho portato!” disse il ragazzo con voce da cui traspariva tanta voglia di sesso. “Guardalo più da vicino, non avere paura...” mi disse poi. Io mi misi in ginocchio davanti a lui, ritrovandomi a pochi centimetri dal viso il suo grosso uccello duro, sentendone l’odore misto a quello dell’acqua salata. Misi le mie mani sulle sue cosce, accarezzandole timidamente e salendo pian piano fino a saggiare la consistenza dei suoi glutei di marmo. “Toccalo, accarezzalo, non avere paura!” disse ancora il ragazzo “Non morde mica! Anzi, se lo tratterai bene ti darà dell’ottima crema solare!”. Le mie mani allora gli accarezzarono i fianchi e lentamente scivolarono sulla carne prelibata del suo uccello: con la mano sinistra iniziai ad accarezzargli lo scroto sentendo sotto le mie dita i suoi grossi testicoli, mentre con la destra gli strinsi forte l’asta nella mano. Iniziai a massaggiarlo, favorito in questo dall’acqua del mare che faceva scivolare agevolmente le mie dita sul suo splendido cazzo, e pian piano avvicinavo il viso alla grossa cappella che emanava un meraviglioso ed arrapantissimo odore.
Mentre continuavo ad accarezzarlo, posai le labbra sulla pelle di seta del glande, baciandolo ripetutamente. “Bravo, baciami il cazzo! Leccamelo per bene!” mi disse sempre più arrapato. Sempre continuando ad accarezzargli i coglioni, cominciai a leccargli la cappella gustandone il sapore misto a quello dell’acqua salata, per poi dedicare slinguate sempre più intense a tutto il cazzo. Lo baciai ancora sulla cappella, poi sul tronco e, mentre con una mano lo tenevo sollevato, via via ricoprii l’intera asta di baci fino ad arrivare allo scroto. Lo titillai con la lingua e lo leccai avidamente, sentendo i testicoli sobbalzare alle profonde slinguate che gli davo. Poi risalii lungo il cazzo con la lingua fin sulla punta del glande, lo baciai ancora e finalmente lo presi in bocca. Sentii che il corpo del ragazzo fu percorso da un brivido, mentre io davo una prima, profonda succhiata al suo splendido uccello, gustando finalmente a pieno il sapore di maschio in calore nella mia gola. Gli diedi due o tre energiche succhiate assaporandolo voluttuosamente e, mentre lo accarezzavo ebbi finalmente il coraggio di alzare gli occhi per guardarlo in viso: “Mmmmm che delizia! E’ davvero fantastico!” mugolai mentre mi strofinavo l’uccello sulle guance. “Ti piace il mio cazzo, vero? Allora succhialo, fammi godere, troia!” disse lui. Eccitatissimo gli ripresi il cazzo fra le labbra ed iniziai un vigoroso su e giù con la testa, mentre le mie mani erano praticamente incollate alle sue chiappe e le stringevano forte, forzando il suo bacino a muoversi avanti e indietro per rendere ancora più avido il mio pompino, dimostrandogli così che aveva ragione, che ero davvero una troia affamata di cazzo, del suo cazzo. Sentivo la sua pelle di seta scorrermi fra le labbra e sulla lingua, che lo accarezzava ogni volta che affondava nella mia gola, mentre ritmicamente lo succhiavo accompagnandone il moto a stantuffo.
Ogni tanto interrompevo l’andirivieni del suo cazzo nella mia gola afferrandolo con una mano e strofinandomelo avidamente e voluttuosamente sulle guance, baciandolo e slinguandolo con foga, strofinando il viso sul suo cazzo, sui coglioni e sul pube, per poi riprenderlo ancora in bocca ricominciando un accanito su e giù con la testa. Lui mi aveva posato una mano sulla testa e mi incitava come fossi stato la sua donna: “Così, succhiamelo, succhiamelo tutto! Brava puttanella, sei fantastica!”. Lo spompinai con foga senza nemmeno rendermi conto che ormai era prossimo all’orgasmo. Gli ciucciavo il cazzo pensando solo all’eccitamento che mi dava il suo sapore nella bocca, all’arrapamento che mi dava l’essere trattato da lui come una magnifica pompinara. Il suo orgasmo mi colse quindi quasi di sorpresa: rantolò al culmine del piacere, mi levò dalla bocca l’uccello quasi strappandomelo dalle labbra ed iniziò a menarselo a gran velocità. Un istante dopo dalla cappella lucida iniziarono a schizzare caldi fiotti di sperma che mi colpirono il viso e le guance, ed io a bocca aperta cercavo di raccogliere al volo lo sperma e di passare la lingua sul glande che eruttava sborra a fiumi, tentando di berne il più possibile.
La sborrata fu abbondantissima, e anche se la maggior parte degli schizzi si erano riversati su di me come una vera e propria doccia di nettare caldo e profumato, riuscii a bere almeno un po’ di quella densa spremuta di coglioni. Poi lui mi strofinò l’uccello sul viso, carezzandomi le guance e le labbra con la seta della sua grossa cappella, spalmandomi sulla pelle lo sperma: appena smise glielo afferrai ed iniziai una lenta, accurata ma vorace pulizia con la lingua e le labbra. Gli leccai ogni centimetro del cazzo, assaporando a fondo il sapore di ogni stilla di sperma che raccoglievo con la lingua, mentre sentivo sul mio viso e sul collo colare lentamente le gocce di liquido che lui mi aveva appena schizzato addosso.
Mentre continuavo a leccare quello splendido cazzo, sentii che continuava a rimanere duro come il marmo, caldo e pulsante come quando avevo cominciato a spompinarlo.
Pensai allora che c’era solo una cosa da fare, per non perdere l’occasione e soddisfare a pieno la mia sfrenata voglia di quel grosso cazzone: smisi di leccarlo e rapidamente mi sfilai il costume e mi misi a pecora sull’asciugamano, spingendo all’indietro il culo per mostrargli la strada. Girai la testa verso di lui mentre con una mano mi accarezzavo il culo e la passavo nel solco fra le chiappe. “Mettimelo nel culo, ti prego! Ho tanta voglia di cazzo! Inculami, voglio essere la tua troia!” lo supplicai. Lui non aspettava altro e si inginocchiò dietro di me. “Va bene, puttanella!” disse. “Ora ti accontento! Te lo metterò nel culo con vero piacere!”. Sentii che mi appoggiava la cappella sul buco del culo ed iniziava a spingere. Il grosso cazzo iniziò farsi strada lentamente nel mio culetto, lubrificato dall’abbondante saliva di cui l’avevo ricoperto, e sentii l’ano dilatarsi al massimo per permettergli di penetrarmi.
Mi sentivo sfondare lentamente il culo da quei centimetri di cazzo che sembravano non finire mai, lunghi centimetri di uno splendido uccello che desideravo tutto dentro, tutto nel culo a rendermi una vera troia. Il ragazzo mi infilò nel retto più a fondo che potè il suo cetriolone di carne, mi afferrò forte per i fianchi ed iniziò lentamente a stantuffarmelo nel culo. “Eccotelo, troia! Prendi tutto il mio cazzo, prendilo tutto!” ansimò mentre cominciava ad accelerare pian piano il ritmo. Io sentivo il suo enorme uccello trapanarmi il culo con sempre maggiore facilità, colpo dopo colpo, sempre un po’ più veloce e sempre un po’ più forte, facendomene desiderare ancora, ancora e ancora. Volevo il suo splendido cazzo, lo volevo tutto nel culo, lo volevo ancora e più forte, lo incitavo a sbattermi come una troia, come la sua troia, mugolavo che aveva un cazzone fantastico e che lo desideravo tutto dentro fino ai coglioni.
Dopo alcuni minuti il ritmo dell’inculata era ormai frenetico: quello splendido stallone di razza mi montava con foga, tenendomi forte per i fianchi ed affondando i colpi nel mio culo con movimenti del bacino ampi e profondi. Ad ogni colpo il mio corpo sobbalzava per la forte spinta, e sentivo il retto ormai rilassato accogliere docilmente il meraviglioso cazzone del ragazzo, e mugolavo come una cagna stringendo e mordendo l’asciugamano. “Hai un culo stupendo troia! Godi, goditi tutto il mio cazzo!” rantolava lui mentre mi trapanava il culo, facendomi sentire ancora di più una femmina in calore, una vera troia. E godendo come una troia io gli rispondevo: “E’ tutto per te stallone! Sono la tua troia! Rompimi il culo col tuo cazzone, dai, sbattimi!”. E più lo incitavo, e più lui metteva foga nei colpi, sfondandomi il culo e facendomi godere come non mai e facendomi quasi gridare di piacere. Finché, dopo alcuni rapidi colpi, mi sentii improvvisamente svuotato: il mio culo era vuoto e prima che potessi realizzare sentii uno schizzo di sborra rovente colpirmi la schiena, seguito da altri, lunghi, violenti, schizzi, che mi colpirono il buco del culo e le chiappe, colandomi lentamente sulle gambe. Mi girai ed iniziai a spalmarmi sul culo la sborra, mentre osservavo il ragazzo che si masturbava furiosamente l’uccello, dalla cui cappella purpurea continuavano a sgorgare sempre più rari fiotti di sperma.
Dopo l’eiaculazione, il ragazzo rimase in ginocchio con gli occhi chiusi per riprendere fiato. Io mi girai, ed iniziai a succhiargli dolcemente il cazzo ancora pulsante per la sborrata, e lui, carezzandomi la testa, mi disse: “Sei stato fantastico... una vera troia!”. Ero orgoglioso del mio... lavoro! Smisi di spompinarlo e gli risposi sorridendo: “Con uno stupendo cazzo come questo è facile sentirsi una troia!”. E poi aggiunsi: “Ora vado a darmi una ripulita.”. Mi alzai e mi tuffai in mare per darmi un pulita veloce: non potevo certo tornare in albergo coperto di sperma! Quando tornai a riva... il ragazzo non c’era più. Che avessi solo sognato? Beh, a giudicare dal mio culetto... direi proprio di no! La sera dopo sarei sicuramente tornato in quella spiaggia!!
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5 years ago
AlexBsxPass,
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Un nuovo cliente
Buona sera a tutti voi che leggere questa mia nuova esperienza avvenuta circa quattro mesi fa. Premetto che sono un libero professionista (architetto) e oltre a praticare la libera professione lavoro anche per le Compagnie assicurative. In questo caso ero in veste di perito assicurativo. Fui incaricato dalla mia Mandate ad effettuare una perizia in un appartamento di una persona che aveva subito dei danni da bagnamento, oltre i danni subiti aveva procurati anche danni all'appartamento sottostante, cosi telefono, parlo con l'assicurato, fisso l'appuntamento e chiedo la cortesia di avvertire anche l'altro danneggiato, verso le 10,00. arrivato il giorno del sopralluogo puntuale vado all'appuntamento, prima dal Ns assicurato per costare i danni che lamentava, mi faccio annunciare dal portiere dello stabile e mi fanno salire, busso ed ad aprire la porta un sig,re distinto mi fa entrare in casa e subito mi spiega la dinamica di quello che era successo però vi era solo un piccolo problema che per vedere i danni dovevamo attendere perché il vano bagno era occupato dalla moglie. Dico che non vi era nessun problema e che nella attesa iniziavo a prendere degli appunti. dopo pochi minuti la moglie esce e con la faccia un po' imbarazzata si presenta e si scusa. Sig,ra distinta, un po' in carne, ma con una dolcezza nei movimenti e nel parlare veramente sexy, entro nel vano bagno per effettuare delle foto e la prima cosa che noto un perizoma appoggiato sul davanzale della finestra, il marito imbarazzato con un scatto si dirige verso la finestra e lo prende cercando di nasconderlo e io con un sorrisino gli faccio capire che non mi ero per niente imbarazzato ansi…., la sig.ra ritorna da noi in bagno e chiede se prendo un caffè e io rispondo con molto piacere mentre il marito le dici che sempre sbadata e che il suo intimo lo lascia sempre per tutta la casa, e lei con un sorrisino malizioso risponde "spero che nessuno si sia scandalizzato, e io rispondo "per niente ansi quello che ho risposto a suo marito" e qui scatto subito un sorriso su entrambi i visi ed uno sguardo tra di loro.Finito il sopralluogo in bagno chiedo al sig. se aveva avvertito la persona sottostante e che se mi poteva accompagnare a costare gli altri danni, Lui mi rispondo che non vi era nessun problema e che dopo però dovevamo risalire a prendere il caffè che la sig.ra stava preparando, certo rispondo. Facciamo il sopralluogo al piano sottostante ( e diciamo che lo faccio con una certa fretta) e risaliamo di nuovo. E qui succede quello che mi è sempre voluto che mi accadesse. Ci accomodiamo in salone per sbrigare le ultime cose burocratiche ed ecco arrivare la sig.ra con il caffè, la noto che è diversa da come l'ho vista uscire prima da bagno noto sul suo volto un'aria un po' furbetta e buttare tante occhiate al marito, inizia a parlare chiedendomi che impressione mi ero fatto dell'inquilino di sotto, io rispondo il motivo di questa domanda, e lei mi risponde, perché io lo vedo come un vecchio maniaco, guardone, uno che gli piace vedere e masturbarsi, a questo punto interviene il marito dicendo che se pure fosse qual è il problema perché io non lo faccio con te? E lei risponde cosa centra quello è un piacere che condividiamo io e te. A quel punto prendo la palla a volo e chiedo "quindi lei e cuck?" e Lui si da tempo e questa cosa ci fa eccitare ad entrambi, bene rispondo io, in che senso bene, e che io sono un bull dominante mi piace far godere la donna e il suo uomo . A questo punto lui mi chiede "quindi ti farebbe piacere far godere noi ?" con vero piacere anche se noto che la sig.ra mi farà godere Lei come un pazzo. I due si guardano e lei senza dire nulla si avvicina, mi fa alzare, si inginocchia e inizia a sbottonare la cinta dei pantaloni , guardandomi mentre lui si accomoda sul divano, con fare molto delicato mi abbassa i pantaloni e lo slip notando il mio sesso a buon punto, mi mette di profilo per farlo vedere anche al marito, il quale esclama, giornata fortunata oggi per te con il sorriso sulle labbre. La sig.ra ha una bocca carnose delle labbra che avvolgo per intero il mio sesso e che con la lingua lo fa veramente diventare duro. il marito mi chiede il permesso se può effettuare delle foto mentre la moglie mi spompina gli dico che non vi è nessun problema volendo può anche effettuare un video se vuole ma lui preferisce di do vuole fare foto almeno può masturbarsi con tranquillità un domani. La sig.ra continua a spompinare e a toccarsi il clitoride, succhia tocca e respira con affanno e lo fa sempre più velocemente a quel punto la fermo e le dico che la vorrei leccare la sua risposta fu non vedo l'ora e con fare dolce si stende a terra e apre le sue gambe era già senza intimo e usci una foresta nera (adoro il pelo ) inizio a leccarla come un pazzo gli succhio il clitoride che diventato durissimo e lei con le mani mi blocca la testa in modo da tenermi fermo sul suo sesso.
to be continue
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5 years ago
soit3,
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La scommessa
Non era stata una bella serata. Avevamo perso il derby per un colpo di sfortuna, e io avevo perso la mia scommessa con Marco. Mentre tornavo a casa in quella calda serata primaverile, deluso pensavo a quale diavoleria avrebbe inventato come pegno da pagare. Era stata una scommessa nata per gioco, senza una vera posta in palio, della serie ‘scommetto quello che vuoi’, tra risate, scherzi e qualche sfottò.
La sera dopo andai a casa sua, un po’ in apprensione per quello che mi aspettava. Marco mi fece accomodare, mi offrì da bere e facemmo quattro chiacchiere. Io ero un po’ nervoso, e notavo che lui aveva uno strano sorrisetto mentre, in maglietta e pantaloncini, sorseggiava la sua birra. “Allora,” disse ad un tratto, “sei pronto a pagare la scommessa?”. “Beh, sì” dissi io un po’ titubante, “una scommessa è una scommessa”. “Bene”, disse con un sorriso malizioso, “allora vieni con me”. Lo seguii sempre più dubbioso fino al bagno della sua piccola casa. Pensai ad un certo punto volesse farmi pagare la scommessa facendomi fare una doccia vestito, ma lui mi fece subito capire che mi sbagliavo.
“Spogliati” mi disse infatti. Mi sfilai la maglietta, i pantaloncini, le scarpe.
“Devi levarti tutto” disse lui “altrimenti la cosa non viene bene. Non ti vergognerai di un altro maschio?!” disse quasi ridendo. “No, no…” risposi io sempre più interdetto e sfilandomi tutto di dosso. “Adesso entra nella doccia e mettiti in ginocchio” disse Marco. “Vedrai, sarà divertente!”, aggiunse. ‘Per chi? Per me o per te?’ pensai io mentre completamente nudo mi inginocchiavo nella doccia. Ora ero lì, ed aspettavo la strana penitenza che Marco aveva deciso di farmi fare, aspettavo di capire quale strano rituale avesse in mente per me.
“Perfetto” disse avvicinandosi un po’ al box della doccia. “Sai, è tutto il giorno che non faccio altro che bere per festeggiare e per combattere questo caldo.” Mentre parlava, notai che i suoi pantaloncini erano leggermente gonfi. Magie di un derby vinto pensai. “Avrò bevuto almeno tre o quattro litri tra acqua, tè, succhi di frutta e birra” continuò, mentre lo vedevo davanti a me che si abbassava i pantaloncini, tirando fuori un uccello che, se pure moscio, aveva dimensioni ragguardevoli. “E allora mi sono detto: quale modo migliore di festeggiare…” disse ancora, mentre gli guardavo il cazzo come fosse stato tutto un sogno, “…che fare un bel brindisi alla faccia tua? Anzi, sulla tua faccia!”. Capii cosa voleva fare proprio mentre vidi sgorgare dalla punta del suo uccello un violento fiotto di piscio che mi inondò la faccia.
La sensazione che quel primo schizzo, violento e bollente, mi procurò, fu di una strana ed intensa eccitazione. Il liquido caldo mi colava dal viso sul corpo, e le gocce profumate scorrevano sulla mia pelle lentamente, mentre sentivo sulle labbra l’aspro sapore dell’urina. Lo schizzò cessò dopo pochi istanti, all’improvviso, così come era cominciato. Vidi Marco ridere, ma il suo riso placò e si trasformò in un sorrisetto ancora più malizioso quando vide che io, invece di ribellarmi, mi stavo leccando le labbra e gli stavo guardando il cazzo pieno di voglia.
Senza dire nulla puntò di nuovo il suo idrante verso di me, un idrante che invece che spegnere il fuoco col suo liquido era capace di alimentarlo, fino a farlo diventare un vero incendio di eccitamento e perversione. Il secondo getto non mi colse impreparato: fu violento come il primo, a testimoniare il fatto che il carico di piscio che Marco aveva preparato per me era davvero abbondante, e colpì la mia lingua protesa alla ricerca del liquido dorato. Marco diresse il getto prima sulla mia lingua e poi verso la bocca, riempiendomela rapidamente di piscio bollente. Io la chiusi facendolo traboccare e colare sul mento e poi sul corpo, mentre anche il secondo colpo si esauriva sulle mie labbra. “Ma allora ti piace proprio brindare col mio piscio, eh?” disse con tono eccitato dalla piacevole sorpresa. “Mmmmmmmm… è davvero fantastico” dissi io guardandolo dopo aver ancora assaporato le calde stille che mi aveva lasciato sulle labbra. “Spero tu ne abbia ancora tanta… E’ una doccia davvero eccitante…” lo stuzzicai. “Non preoccuparti” disse lui “Ti faccio annegare nel piscio…” aggiunse un attimo prima che dal suo uccello ricominciasse a sgorgare il liquido dorato. Mentre mi riempiva di piscio bollente, muoveva il suo cazzo con abilità, dirigendo il getto con precisione prima sul mio viso, poi sul corpo, bagnando ogni centimetro della mia pelle. Mi pisciò ininterrottamente addosso per una quindicina di secondi. Sentivo il liquido caldo bagnarmi la pelle, inondarmi il viso, e riempirmi la bocca, mentre qualche goccia mi scendeva nella gola ad aumentare la mia sete di piscio invece che a placarla.
Anche la terza ondata si placò, e mentre io mi spalmavo sul corpo il nettare dorato, Marco lentamente si avvicinò a me, col cazzo che visibilmente gli si era indurito. Era evidente che la cosa era andato oltre le sue previsioni, e l’eccitazione era talmente cresciuta anche in lui che il suo uccello aveva bisogno di cure urgenti. Non credo che fosse richiesto dal pegno per la scommessa persa, ma quando il suo cazzo fu a portata di labbra lo presi in bocca iniziando a succhiarlo avidamente. Mentre lo ripulivo con cura lo guardai dal basso e lo vidi con un’espressione soddisfatta che mi guardava mente lo spompinavo. “Guarda che però non è mica finita qui” disse lui voglioso. Mi preparai allora ad un’altra ondata, e un attimo dopo Marco iniziò a pisciarmi in bocca. Rapidamente mi riempì la bocca di piscio, ed io mossi la testa all’indietro allontanandomi dal suo cazzo, mentre il liquido bollente traboccava dalle mie labbra. Prontamente Marco afferrò il suo cazzo dirigendo ancora sapientemente il getto dipingendo sul mio corpo eccitanti ghirigori di piscio profumato, che io spalmai sul mio corpo fremente dall’eccitamento, accarezzandolo e bagnandone ogni parte, fino ad arrivare con le dita a stuzzicare il mio buchetto che ardeva ormai dal desiderio di essere sfondato.
Marco, dopo avermi scaricato addosso l’ennesimo gesto di piscio, spinse il bacino in avanti, puntando con decisione il suo grosso cazzo verso la mia bocca. Io la aprii lasciando penetrare fra le mie labbra vogliose il suo cazzo ormai duro come il marmo. Iniziai a spompinarlo con passione, succhiando con forza per gustare le gocce dorate che ancora aveva in serbo per me. Gli accarezzavo i coglioni gonfi mentre le mie labbra scorrevano sulla pelle di seta del suo uccello in piena erezione e la mia lingua stuzzicava la grossa cappella che mi esplorava la bocca. Mi mise le mani dietro la testa ed iniziò a muovere il bacino, scopandomi in bocca con evidente soddisfazione testimoniata sia dalle dimensioni e dalla durezza sempre maggiori del suo splendido cazzo, che dal suo respiro che si era fatto più affannoso.
Dopo avermi affondato due o tre colpi più veloci in fondo alla gola, mi sfilò all’improvviso il cazzo dalla bocca e, tenendomi sempre la testa con le mani, mosse il bacino a destra e a sinistra in modo da schiaffeggiarmi il viso con la carne bollente del suo uccello. Dopo avermi più volte colpito mentre io a bocca aperta cercavo di cogliere l’attimo in cui mi passava sulle labbra, Marco mi lasciò la testa e rimase immobile davanti a me. Il suo splendido pisellone era davanti al mio viso, a pochi centimetri dalla mia bocca, lucido e bagnato ad offrire uno spettacolo arrapantissimo. “Bene,” disse lui con voce piena di eccitazione, “visto che in questo derby ve l’abbiamo messo nel culo, credo che per te non ci sia miglior modo per pagare la scommessa che farti inculare!”. “Quel che è giusto è giusto…” risposi io felice di poter pagare il mio pegno in quel modo godurioso, “Dopotutto, avete avuto culo ieri durante la partita, è giusto che tu abbia culo anche stasera… il mio culo!”.
Mi misi quindi rapidamente a pecora, offrendo a Marco il mio culo spalancato perché lo riempisse con la sua grossa mazza. Mi passavo una mano tra le natiche, stuzzicandomi il buco del culo per mostrargli tutta la mia voglia. “Dai, cosa aspetti” gli dissi guardandolo mentre gli mostravo la strada, “Le scommesse vanno pagate fino in fondo no? E allora inculami dai… dammelo fino in fondo…” aggiunsi voglioso. Vidi Marco guardarmi fra le chiappe, dove il mio buchetto voglioso smaniava di essere aperto a dovere dal suo grosso chiavistello di carne.
Si inginocchiò dietro di me, con una mano mi afferrò saldamente un gluteo e con l’altra mi puntò il suo uccello al centro del mio pozzo della lussuria. Sentii la cappella appoggiarsi all’ano ed iniziare a spingere lentamente fino a vincerne la resistenza e penetrarmi nel retto. Marco restò alcuni istanti immobile e subito dopo mi sfilò dal culo la punta del cazzo, per poi infilarmela ancora, sempre lentamente, ma questa volta qualche centimetro più a fondo. Iniziai ad ansimare e a mugolare, mentre lui ripeteva ancora e ancora l’operazione, ogni volta affondandomi sempre più nel culo il suo grosso banano.
L’ultima spinta fu la più decisa, quella con cui mi piantò nel culo il suo cazzone fino alla radice, strappandomi un rantolo di godimento. “E’ davvero un piacere fare scommesse con te… “ disse ansimando per l’eccitazione. “E per me è un vero piacere perderle…” risposi io pieno di voglia, “se il pegno da pagare sarà sempre questo”. “La scommessa l’hai persa, ma hai vinto un bel trofeo per il tuo culo da troia”, disse Marco iniziando a pomparmi nel culo col suo cazzo durissimo. Iniziò a fottermi eccitatissimo, prendendomi per le spalle e facendomi inarcare la schiena: in questo modo il mio culo si spalancava davanti a lui in modo che mi potesse sbattere con più facilità. Io mugolavo di piacere, incitandolo a incularmi con più forza. “Così, così, dai…” lo spronavo, “Spaccami il culo, sfondamelo tutto”. Marco era ormai infoiatissimo e mi spaccava il culo dando colpi profondi e violenti che mi facevano sobbalzare tutto il corpo: era lui che, tenendomi per le spalle, faceva sì che per le forti spinte il mio corpo invece di essere proiettato in avanti andasse incontro al suo, facendo in modo che ad ogni spinta il suo enorme trapano di carne mi affondasse nel culo fino ai coglioni, dandomi la sensazione che mi arrivasse in gola da un momento all’altro.
All’improvviso sentii che Marco sfilava rapidamente il cazzo dal mio culo, che rimase spalancato essendosi ormai adattato alle dimensioni notevoli del godurioso ospite. Un attimo dopo me lo ripiantò tutto nel culo con un’unica spinta, veloce e profonda, per poi estrarlo ancora, e ancora ripiantarmelo durissimo fra le chiappe. Ruotai le spalle afferrandomi un gluteo e tenendolo allargato, mentre lo guardavo in estasi sfilare ancora il suo uccello dall’accogliente nido.
Rimase a guardare il mio buco che era ormai oscenamente sfondato davanti a lui. “Ragazzi che meraviglia…” sussurrò. “Ti piace? E allora cosa aspetti?” mugolai io, “Prendilo… è tutto per te! Dammi ancora cazzo…” aggiunsi in preda a una spasmodica voglia di essere ancora inculato a dovere. Marco mi afferrò saldamente i glutei e li spalancò ancora di più davanti a sé, facendomi sentire che il buco del mio culo era ormai davvero capace di accogliere il suo enorme cazzo con facilità degna di una troia navigata. Tenendomi allargate le chiappe e movendo il bacino fece sì che la cappella infuocata si appoggiasse ancora al mio ano, e con un colpo secco me lo piantò ancora una volta a fondo nel retto, ricominciando subito dopo a fottermi come un vero stallone in calore. “Prendi puttana!” rantolava mentre mi sfondava, “Prendilo tutto nel culo! Te lo spacco questo culetto da troia!”. E io come una troia mugolavo di piacere ad ogni affondo del suo cazzo nel mio culo, continuando ad incitarlo a sbattermi come una vera troia deve essere sbattuta. “Dai stallone, dai… Così…!” lo spronavo, “Inculami… sfondami… riempimi di cazzo!”
Marco mi inculò con passione per diversi minuti, e io sentivo le sue mani stringere forte li miei glutei mentre il suo grosso cazzo mi scorreva nel retto veloce e con facilità. Poi me lo spinse dentro fino ai coglioni, iniziando a ruotare il bacino come per assestarlo per bene dentro di me. Lo sentivo durissimo riempirmi meravigliosamente il culo, quando d’un tratto Marco me lo sfilò ancora rapidamente lasciando un vuoto che io volevo fosse riempito in fretta. Si sdraiò sul pavimento del bagno, col cazzo grosso, duro e lucido che svettava come una torre sul suo corpo. “Vieni qui adesso.” mi ordinò “Siediti sul mio cazzo e impalati. Fammi vedere quanto sei troia!”. Io mi alzai in piedi pieno di voglia e con lo sguardo catturato dal nodoso randello che Marco teneva dritto con una mano come un missile che di lì a poco sarebbe partito con destinazione il mio culo. Era davvero splendido: lo guardavo pulsare al massimo dell’erezione, ricoperto di vene che gli davano un aspetto ancora più eccitante, e sormontato da una cappella davvero grossa e turgida. Mi ritrovai a chiedermi come avesse fatto quell’arnese così grosso a entrarmi nel culo, e come fosse possibile che fosse riuscito ad aprirmelo così bene da scorrere veloce e a fondo come un pistone nel suo cilindro. Eppure, di lì a qualche secondo sarebbe ancora una volta affondato nel mio culo fino alla radice. Mi avvicinai a lui, sovrastandolo e dandogli le spalle; poi piegai le gambe fino a che il mio culo non fu a portata del suo uccello. Marco lo puntò dritto sul mio buchetto fremente, ed io sentii la grossa cappella appoggiarsi all’ano. Mi impalai sul suo grosso cetriolo di carne facendomelo sparire nel culo in un attimo, poi mi sistemai meglio appoggiando le mani all’indietro e spostando leggermente i piedi in avanti per potermi meglio sostenere e poter cavalcare agevolmente il mio stallone.
Iniziai a muovermi su e giù su quel meraviglioso pezzo di carne, dapprima lentamente, due o tre volte, per riprendere confidenza con il grosso ospite, ancora una volta piacevolmente meravigliato che il mio culo lo accogliesse con naturalezza. Marco sembrò leggermi nel pensiero. “Bravo, così… muoviti sul mio cazzo.” ansimò, “Hai un culo fantastico… sembra fatto apposta per il mio uccello”. Iniziai quindi ad accelerare il ritmo, godendomi il suo splendido attrezzo che mi trapanava il culo, muovendo il bacino su e giù ad un ritmo indiavolato, tanto che ad un certo punto quasi saltavo, lasciandomi cadere con forza su di lui, finché ad un certo punto non mi abbandonai completamente impalandomi con un colpo più energico degli altri, rimanendo ansimante col suo cazzo piantato durissimo nel culo fino alla radice. Marco allora sollevò il bacino per spingermi ancora più a fondo nel retto il suo trapano di carne, facendolo poi anche roteare per assestarsi meglio.
Poi si abbassò e mi fece alzare, per poi farmi ancora mettere in ginocchio nella doccia. “Sei davvero una troia fantastica” disse pieno di voglia, mettendosi di nuovo in piedi davanti a me, offrendomi ancora il suo cazzo. “Ti meriti un bel premio per gli sforzi fatti…” aggiunse poi. Io allungai la mano ed iniziai a massaggiargli i coglioni, mentre lui si menava il cazzo davanti al mio viso. “Li senti come sono pieni? E’ tutto merito tuo… lì dentro c’è il tuo premio” disse. “E allora dammelo, cosa aspetti?” gli dissi guardandolo dal basso, con la voce piena di voglia. Marco, ansimando ormai prossimo all’orgasmo, si menava furiosamente l’uccello, ed io lo vedevo davanti a me con la grossa cappella gonfia allo spasimo, pronta ad esplodermi in faccia tutto il suo godimento.
Vidi il grosso cazzo irrigidirsi mentre Marco lo stringeva forte, ed un istante dopo il primo schizzo bollente di sperma sgorgare violentemente dallo spacchetto dalla cappella colpendomi il viso, bagnandomi le labbra e la lingua protesa. Al primo fiotto ne seguirono altri, densi, abbondanti e profumati, che mi impiastricciarono il viso e mi riempirono la bocca di calda sborra, che io assaporai come fosse stato un prezioso nettare. Rantolando in preda all’orgasmo, Marco mi schizzò in faccia un’abbondantissima quantità di sperma, spalmandomela poi sul viso usando la grossa cappella, passandomela sulle guance e sulle labbra. Io la presi in bocca, succhiandola e ripulendola con cura, gustando il frutto libidinoso di quella scopata. “Mmmmm… la scommessa non poteva andare meglio di così” disse una volta che ebbe ripreso fiato. “Oh sì” risposi io leccandomi le dita mentre lui ancora si massaggiava lentamente il cazzo “Anzi, quasi quasi scommetto che lo scudetto quest’anno lo vincerà la Nocerina!”. “Non è nemmeno in Serie B!” rispose Marco con la voce roca, un attimo prima che dal suo cazzo sgorgasse un ultimo, lungo, intenso, profumatissimo getto di piscio bollente.
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La crociera
Avevo vinto quella crociera per due ad un concorso. Sette giorni su una nave in giro per il Mediterraneo occidentale, in una cabina di lusso, servito e riverito. Purtroppo il giorno prima della partenza la mia compagna di viaggio ebbe dei problemi, e dovetti partire da solo. Non che l’idea mi piacesse particolarmente, ma sprecare il premio mi sembrava veramente stupido. Così partii sperando di trovare compagnia durante il viaggio, ma purtroppo dopo un paio di giorni mi resi conto che a bordo c’erano più che altro coppie più o meno giovani e qualche signora attempata in cerca di relax. Una sera al bar della discoteca della nave, mentre cercavo di consolarmi pensando che almeno mi sarei rilassato e crogiolato al caldo sole estivo, mi accorsi che a bordo non ero l’unico un po’ deluso.
Tre ragazzi sui divanetti poco distanti da me guardavano la pista un po’ sconsolati e confabulavano fra loro. Ogni tanto facevano battutine su chi stava ballando, per lo più coppiette in luna di miele. Evidentemente anche loro cercavano compagnia, ma le loro aspettative erano deluse. C’era ben poco da “cacciare” su quella nave e nonostante fossero tutti e tre dei ragazzi abbastanza prestanti quella crociera prometteva di essere abbastanza povera di avventure galanti. Uno di loro propose di andare a fare una partitina a carte, e gli altri aderirono allegramente all’iniziativa. Ma gli mancava il quarto... Feci finta di nulla, ma vidi con la coda dell’occhio che uno di loro indicava me.
Ero evidentemente da solo, e magari fare il quarto per una partitina non mi sarebbe dispiaciuto. Ed era effettivamente così: meglio una rilassante partita a carte che star lì a vedere coppiette ballare.
Un “ciao” mi confermò che i tre giocatori mi volevano come quarto. “Io mi chiamo Marco” disse il ragazzo con un largo sorriso “Io ed i miei amici siamo alla ricerca di un quarto per una partita a carte. Ti va?”. Mi presentai ed accettai il suo invito: “Una partita è quello che ci vuole... questa nave non sembra offrire svaghi notturni poi così eccitanti” gli dissi con fare complice. I suoi amici ci raggiunsero intorno al mio tavolino e si presentarono: i loro nomi erano Max e Federico ed insieme con Marco, visto il loro fisico, erano evidentemente frequentatori di qualche palestra. Parlando del più e del meno e raccontandoci un po’ di noi venne infatti fuori che si erano conosciuti in palestra ed erano diventati amici. Avevano scelto quella crociera per rilassarsi, prendere tanto sole e magari conquistare qualche bella passeggera. E quest’ultimo desiderio sembrava definitivamente frustrato dal panorama di persone che erano sulla nave. Di prede appetibili nemmeno l’ombra...
Raccontai loro perché ero lì, e perché mi ero ritrovato da solo. E proposi loro di andare a giocare nella mia cabina, lontano dal fracasso della discoteca della nave. La mia cabina infatti, come si conviene al premio di un concorso, era spaziosa, con una morbida moquette per terra, un grande letto, un bel tavolo e naturalmente il frigo bar pieno. I ragazzi accettarono l’invito, e quando fu il momento di scegliere il gioco, Federico propose di giocare a poker. Purtroppo eravamo tutti più o meno squattrinati, e di pagare bevendo non se ne parlava, visto che io e Marco eravamo astemi. Per cui ripiegammo su uno strip-poker un po’ casereccio, giusto per il piacere di giocare e di farci quattro risate.
La serata era molto calda, e forse per questo nessuno di noi si preoccupava di perdere: levarsi qualcosa di dosso era anzi una conquista per stare un po’ più freschi a ridere e scherzare. Giocavamo seduti sulla moquette, parlando e bevendo chi una bibita fresca chi un cocktail ghiacciato. Dopo neanche un’ora eravamo tutti praticamente in mutande, allegri ed accaldati. Le battute si facevano un po’ spinte, e le considerazioni sull’assenza di ragazze a bordo sempre più goliardiche. Marco fu il primo a perdere tutto, e si sfilò anche le mutande, restando completamente nudo, col corpo ben modellato dalla palestra, seduto al suo posto a guardare noi tre giocare. Il mio sguardo non poteva fare a meno di posarsi fra le sue gambe, dove un bell’esemplare di uccello faceva bella mostra di sé. Cercavo di non farmi notare, ma mentre guardavo le mie carte, di nascosto osservavo anche il cazzo di Marco, che, seppur moscio, risvegliava in me voglie perverse.
Fu poi la volta di Federico: perse anche lui le mutande cercando di bluffare con una misera coppia d’assi. E anche lui come Marco si sedette nudo ad osservare me e Max che ci sfidavamo nell’ultima mano. Ero distratto, con l’uccello di Federico alla mia sinistra e quello di Marco alla mia destra che mi impedivano di concentrarmi sulle carte. E la partita per me era ormai diventata meno giocosa, data la voglia che avevo di far spogliare anche Max per vedere se anche il suo uccello era all’altezza di quelli dei suoi amici. E la fortuna fu dalla mia parte... Max esibì trionfante un full, ma fu battuto dal mio poker di fanti. I suoi amici ridendo si alzarono in piedi prendendolo un po’ in giro, e anche Max fu costretto a spogliarsi. Si alzò anche lui in piedi e si sfilò le mutande, mettendo in mostra uno splendido esemplare di cazzo. Io rimasi seduto ad osservarlo, con lo sguardo calamitato dal suo uccello e da quelli dei suoi amici.
Evidentemente i tre se ne accorsero e, con un affiatamento tipico di tre compagni d’avventure, senza dire nulla decisero di comune accordo che forse quella crociera poteva essere ben sfruttata. “Beh, a quanto pare hai vinto tu” disse sornione Marco mentre tutti e tre si avvicinavano. Mi misi sulle ginocchia mentre i tre ragazzi lentamente si mettevano intorno a me. Io non riuscivo a vedere altro che i loro tre grossi cazzi sempre più vicini a me, e man mano li vedevo lentamente indurirsi. Evidentemente i tre ragazzi avevano deciso che in mancanza di ragazze appetibili a bordo io avrei potuto soddisfare le loro voglie di sesso. E dovevano avere certo intuito che io non mi sarei tirato indietro, visto che ero letteralmente ipnotizzato dai loro uccelli. “Vediamo come te la cavi con questo tris d’assi!” disse Max quando ormai erano vicinissimi. “Tris di assi ma tutti di bastoni, ovviamente” aggiunse Marco ridendo, ma con un tono che diceva tutto sulla voglia che aveva. “Oppure tris di re ognuno col suo scettro” ipotizzò Federico, anche lui pieno di voglia. E devo dire che a ben guardarli, erano davvero tre begli scettri!
Erano tutti e tre intorno a me, nelle stesse posizioni in cui fino ad un attimo prima avevamo giocato: Max davanti a me, Federico alla mia sinistra e Marco alla mia destra. Afferrai allora i cazzi di Federico e di Marco iniziando a massaggiarli delicatamente. “Come premio per il vincitore non potevo sperare di meglio!” dissi guardandoli dal basso, un attimo prima di aprire le labbra ed accogliere in bocca il cazzo di Max. Iniziai a succhiarlo dapprima timidamente, ma poi, sentendolo crescere fra le labbra e diventare sempre più duro, presi coraggio e presi a succhiare con passione. Sentivo i cazzi di Federico e Marco crescermi rapidamente fra le mani, sentendoli diventare di marmo fra le mie dita, sotto le mie carezze frementi.
I tre cazzi erano ormai nel pieno dell’erezione e ognuno aveva mantenuto le promesse riguardo le dimensioni: tutti erano sicuramente più di venti centimetri, anche se quello di Marco, visto barzotto poco prima, mi sembrava avesse una lunghezza ed un diametro leggermente superiori a quelli degli altri due. Per cui smisi di spompinare Max e mi girai leggermente verso destra, trovandomi davanti il cazzo di Marco. Non mi ero sbagliato: davanti alle mie labbra c’era un cazzo che avrebbe sicuramente fatto la gioia di qualunque ragazza in quella crociera. Ma per fortuna ragazze non ce n’erano, ed il piacere di avere quel grosso cazzo sarebbe stato tutto mio. Lo presi in bocca avidamente, cominciando a spompinarlo di gusto, mugolando di piacere. “Ehi, ma questa è vera fame di cazzo!” esclamò Marco piacevolmente sorpreso. “Ragazzi, credo che non rimpiangeremo il fatto di non aver trovato neanche una ragazza in questa crociera!” disse agli altri due.
Intanto Federico si era portato alla mia destra, in modo che potessi spompinare Marco avendo ancora le mani piene di cazzo. Lo sentivo smaniare di voglia, muovendo il bacino per assecondare il massaggio che facevo al suo cazzo. Finalmente arrivò anche il suo turno: smisi di spompinare il cazzo di Marco e presi in bocca il suo, iniziando a succhiare pieno di voglia. Federico mugolava di piacere mentre lo spompinavo, mentre Marco e Max si scambiavano opinioni sulla mia abilità nello spompinare i loro cazzi. Mentre succhiavo avidamente il grosso uccello di Federico, Max e Marco si misero dietro di me, e fecero cenno a Federico di abbassarsi. Federico eseguì, mettendosi in ginocchio mentre io, assecondando i suoi movimenti, mi ritrovai a quattro zampe che continuavo a succhiare il suo cazzo ormai duro come l’acciaio. In quella posizione fu facile per Max e Marco sfilarmi gli slip finendo così di spogliare anche me. Nudo e a pecora, col culo offerto ai due ragazzi, sentivo l’eccitazione e la voglia di cazzo crescere sempre più dentro di me. Max e Marco iniziarono a massaggiarmi i glutei, aprendoli e avvicinandoli più volte. Iniziarono a giocare col mio buchetto, infilandoci a turno le dita umide, bagnandolo per bene per lubrificarlo e farlo rilassare.
Da come gli succhiavo l’uccello, Federico si rese conto che il lavoro dei suoi amici doveva eccitarmi parecchio. “Ragazzi, da come spompina la cosa deve piacergli davvero. Secondo me ha una gran voglia di cazzo!” disse agli amici. Io smisi di spompinarlo, e continuando a massaggiargli il cazzo mi girai verso i due ragazzi. “Certo che ho voglia di cazzo” dissi loro “La partita l’ho vinta io, no? Per cui mi spetta il premio... Anzi, tre premi grossi e duri! E ho voglia di godermeli come si deve! Voglio essere riempito di cazzo!”. Fu la conferma per i tre ragazzi che non avrebbero avuto alcuna difficoltà ad usarmi come oggetto per il loro piacere, e che se anche erano partiti a caccia di ragazze avevano trovato un degno sollazzo per i loro uccelli. “Se le cose stanno così” disse allora Max “visto che io sono arrivato secondo tocca a me incularlo per primo!”.
Gli altri due non ebbero nulla da eccepire per cui, come una squadra ben affiatata, ognuno prese il posto che gli spettava. Federico mi prese la testa facendomi girare di nuovo verso di lui, mi strofinò sul viso il suo grosso cazzo e me lo infilò di nuovo fra le labbra, iniziando a scoparmi in bocca con dei lenti movimenti del bacino. Marco mi teneva spalancati i glutei, mentre Max aveva cominciato a strofinarmi sul buco del culo la sua cappella, e ad ogni passaggio sull’ano accennava una spinta. Mi passò più volte il cazzo nel solco fra le natiche finché ad un certo punto non iniziò a spingere con più decisione: la cappella entrò nel mio buchetto fremente di voglia procurandomi un perverso piacere. Max però la tirò rapidamente fuori per poi ricominciare a passarmi il cazzo fra le chiappe. Ripeté l’operazione due o tre volte, ed ogni volta la mia voglia di essere finalmente scopato aumentava, tanto che accennavo a spingere indietro il culo per accogliere il suo cazzo. “Dai Max, non farlo aspettare ancora” disse allora Marco “Non vedi che muore dalla voglia di prenderlo tutto nel culo?”. Marco mi aveva letto nel pensiero, e aveva pronunciato le parole che io, con la bocca piena del cazzo di Federico, non potevo certo dire.
La spinta successiva di Max fu la risposta alla domanda di Marco ed alla mia fame di cazzo: mi infilò nel culo la cappella e questa volta non si fermò. Lentamente il suo uccello mi penetrò centimetro dopo centimetro, ed il buco del mio culo abbastanza rilassato dopo tutto il lavoro di preparazione si spalancò per accoglierlo tutto. Mugolai di piacere, riempito meravigliosamente dai due cazzi di Federico e Max e quando quest’ultimo cominciò a fottermi spingendomi avanti e indietro nel culo il suo stantuffo di carne l’eccitazione mi aveva ormai trasformato in una troia in calore. Smisi perciò di spompinare Federico, anche se gli massaggiavo il cazzo con voglia e passione, perché non mi bastava più mugolare.
“Così, così!” incitai Max “Sfondami il culo! Sfondamelo col tuo cazzone!”. “Ti piace troia?” disse allora Max “Ti piace sentire il mio cazzo in culo?”. “Mi piace da impazzire” dissi con voce vogliosa “E’ così grosso e duro... Dai stallone, monta la tua troietta!”. Max accelerò allora il ritmo dei colpi, sfondandomi il culo con il suo grosso cazzo facendomi rantolare di godimento. Intanto Federico si era messo di fianco a noi e si godeva la scena masturbandosi. “E’ davvero una gran troia!” esclamò soddisfatto “Non poteva davvero capitarci di meglio su questa nave!”. Sentendo le sue parole non potei fare a meno di pensare che anch’io difficilmente avrei potuto immaginare una crociera più goduriosa di quella con tre stalloni arrapati pronti a soddisfare la mia fame di cazzo.
E a proposito di fame, davanti a me mi ritrovai Marco col suo grosso cazzo, che evidentemente voleva la sua parte di godimento. “Ti piace il cazzo, vero puttana?” mi disse iniziando a schiaffeggiarmi col suo turgido cazzone. “Lo adoro!” risposi io eccitato dai colpi che il suo membro mi dava sul viso. “E allora succhialo, troia!” mi disse voglioso mentre me lo infilava fra le labbra, iniziando a scoparmi in bocca. Ero completamente a disposizione dei due stalloni di razza e dei loro grossi cazzi che mi penetravano in culo ed in bocca, dandomi un godimento perverso ed intensissimo. Max mi diede ancora due o tre profondi colpi affondandomi il cazzo nel culo fino alla radice e poi si sfilò rapidamente: restai col culo oscenamente spalancato mentre assaporavo il gustoso uccello di Marco. Ma il vuoto fu presto riempito dalla nerchia di Federico, che mi sbattè nel culo con un solo colpo tutti i suoi centimetri di carne durissima, iniziando infoiatissimo a fottermi. Tenendomi forte per i fianchi sfogava tutta la sua libidine montandomi con forza scuotendo tutto il mio corpo che ad ogni affondo veniva spinto in avanti verso il grosso cazzo di Marco. Che fu subito affiancato da quello di Max, che dopo avermi sfondato per bene non aveva voglia di rimanere in disparte a guardare e desiderava che io dedicassi anche a lui le mie attenzioni di bocca. Mi ritrovai dunque i due cazzi di Marco e Max davanti al viso, e cercai di distribuire baci e slinguate su quei due splendidi membri.
I due ragazzi si divertivano a passarmeli sul viso, sulle labbra, ogni tanto affondandomeli in bocca, dimostrando un affiatamento che mi fece capire che non era la prima volta che si dividevano una preda. E poiché volevo che quella crociera diventasse un viaggio all’insegna dei piaceri del cazzo dovevo fare in modo di essere per loro la troia più porca e vogliosa che avessero mai scopato. Una volta trovati quei tre splendidi cazzi non potevo certo lasciare che il giorno dopo tornassero alla caccia di altre prede, seppur improbabili, su quella nave. Per cui mi lasciai andare facendomi guidare dal piacere intenso che quei tre uccelli mi stavano regalando, muovendo il culo per eccitare ancora di più Federico che mi fotteva, e muovendo la testa per cercare voglioso di procurare piacere con le labbra e la lingua ai due stalloni che avevo davanti. “Ragazzi, che troia!” commentò Max mentre la mia lingua gli accarezzava il cazzo “Davvero splendida” aggiunse Marco “E deve avere un culo fantastico”. “Puoi ben dirlo!” disse Federico “Provalo, vedrai che meraviglia!” aggiunse poi sfilandomelo dal culo.
Marco si mise al suo posto dietro di me, e mi aprì i glutei tenendoli allargati con le mani. Il mio culo era spalancato davanti a lui, col buco ben aperto dal prolungato passaggio dei cazzi dei suoi due amici. “Mmmmmm... che spettacolo...” commentò voglioso con un filo di voce. “Inculami ti prego” quasi lo supplicai “Lo voglio ancora nel culo... Tutto nel culo!”. Marco non si fece pregare oltre, appoggiò la cappella sul buco spalancato, e spinse il suo grosso cetriolone di carne a fondo nel mio retto, strappandomi rantoli di piacere. Il suo cazzo era il più grosso, ed anche se i suoi due amici mi avevano aperto per bene, la sua circonferenza abbondante mi dilatò ancora di più lo sfintere. Chiusi gli occhi per l’intenso piacere ed inarcai la schiena e la testa, mentre Marco mi infilava nel culo il suo cazzone fino ai coglioni, tanto che sentii il suo pube contro il mio culo a testimoniare che ogni centimetro del suo membro era ormai dentro di me. “Ti piace proprio prenderlo in culo, eh?” disse Marco sentendomi fremere di piacere quando il suo cazzo fu tutto dentro. Non aspettò una mia risposta, ma prese a fottermi con sempre maggior velocità, continuando a ripetere la domanda. “Ti piace il cazzo? Ti piace?” ripeteva mentre mi stantuffava “Ti piace, troia?”. Io mugolando di godimento come una cagna in calore continuavo a rispondergli con sempre maggior convinzione e voglia. “Sì, mi piace... mi piace… Sfondamelo tutto!” rantolavo sentendo il suo cazzone massaggiarmi il retto “Ne voglio ancora... ancora... dammelo tutto nel culo... tutto!”.
Marco mi sfondava il culo con colpi profondi e ritmati, mentre i suoi due amici davanti a me fecero sì che io dedicassi le mie attenzioni ai loro uccelli turgidi che avevo davanti al viso. Marco non poteva fare a meno di esprimere ansimando il piacere che quell’inculata procurava al suo cazzo, facendo aumentare le mie speranze che quell’orgia di cazzo si sarebbe ripetuta le sere seguenti. “Che culo fantastico!” disse dopo avermi mi sfilato dal culo il suo grosso membro restando a guardare il mio ano spalancato davanti a lui. “Sembra fatto apposta per prendere cazzi” disse rimettendomelo tutto nel culo. Ripeté due o tre volte l’operazione, sfilandomi il cazzo e infilandolo d’un colpo nel mio retto. Lo sfilò un’ultima volta, lasciando il posto ancora a Max per un secondo giro di goduriose inculate.
Max volle fottermi su un fianco tenendomi una gamba alzata e piegata, mentre io, sdraiato su Federico, succhiavo a turno i cazzi dei due membruti amici d’orgia. Marco non resistette a lungo al richiamo del mio culo e, rubando il posto a Federico mi fece stendere sulla schiena, mi sollevò le gambe e mi riempì ancora di cazzo, mentre Federico dovette accontentarsi di mettersi su di me e scoparmi in bocca. Max stava a guardare l’eccitante spettacolo masturbandosi ed incitando i due amici. “Forza ragazzi, riempite di cazzo questa troietta, fatela impazzire!” E i suoi amici stavano davvero facendomi impazzire di godimento, riempiendomi di carne bollente il culo e la bocca, mentre io completamente in loro potere, non potevo far altro che accarezzare i loro glutei muscolosi che si contraevano mentre spingevano dentro di me i loro cazzi.
Il godurioso andirivieni duro finché Max non reclamò anche lui la sua parte. “Ehi ragazzi, lasciatemene un po’!” disse agli amici, che prontamente si fermarono. Vidi che Max si sdraiava per terra tenendosi l’uccello dritto con una mano, e capii subito cosa voleva io facessi. “Dai troia, impalati sul mio cazzo! Fammi vedere come lo cavalchi!” disse infatti. Io mi misi su di lui, dandogli le spalle, e mi abbassai lentamente finché non sentii la sua turgida cappella sul mio ano. Allora mi impalai con un gemito su quel grosso tronco di carne, facendomelo sparire con facilità nel retto ormai avvezzo ad accogliere carne dura. Mi appoggiai con le mani per terra dietro di me ed iniziai una furiosa cavalcata sul membro di Max, che mi incitava con voce roca. “Dai troia, cavalcami! Così, così! Impalati sul mio cazzo!” mi ripeteva, mentre Federico e Marco in piedi iniziarono ad infilarmi a turno in bocca i loro cazzi. Ancora una volta si dimostrarono perfettamente affiatati, dandomi da spompinare i loro cazzi con un sincronismo perfetto: sapevo esattamente l’istante in cui uno me l’avrebbe sfilato dalla bocca per consentire all’altro di riempirmela di nuovo. Mi gustai così i loro tre meravigliosi cazzi per lunghi e piacevolissimi minuti, finché ancora una volta non vollero cambiare posizione.
Erano tutti e tre arrivati a livelli estremi di eccitamento: lo potevo vedere dai loro volti e dai loro cazzi, tesi dal piacere e turgidi di godimento. Ero certo che entro breve sarebbero arrivati all’orgasmo, suggellando con caldi fiotti di sperma quella superba scopata. Stando lì in ginocchio con loro tre davanti a me pensavo che fosse arrivato il momento di ricevere il premio finale, ma mi sbagliavo. “Cazzo, devo aver bevuto troppo” si lamentò Marco “Se non mi svuoto non riuscirò sborrare!” aggiunse dirigendosi verso il bagno della cabina. Con in mano i cazzi di Max e Federico potevo vedere da dov’ero Marco che cercava di rilassarsi piegato sulla tazza, col cazzo durissimo in mano puntato verso il basso. Era evidente che in quella posizione non si sarebbe mai rilassato abbastanza, e sicuramente avrebbe fatto un gran casino nel bagno. Per cui mi alzai, fra le proteste di Federico e Max che mi volevano lì a prendermi cura dei loro uccelli e andai da Marco.
Lo presi delicatamente per l’uccello e lo guidai fino davanti alla doccia. “Sfogati qui nella doccia” gli dissi mentre gli accarezzavo il cazzo “Non preoccuparti di dove va a finire il getto, ci si metterà poco a ripulire tutto, rilassati” aggiunsi mentre Marco con gli occhi chiusi si concentrava. Il primo getto di urina schizzò dal suo uccello mentre io lo massaggiavo sulla cappella, bagnandomi la mano, provocando in me una sensazione perversa e piacevole. Marco si concentrò ancora, e il secondo schizzo mi trovò pronto a farmi bagnare ancora la mano. La mia voglia era ormai incontenibile, e mi inginocchiai nella doccia proprio davanti a lui, prendendogli il cazzo in bocca, e succhiandolo di gusto, ripulendolo delle stille di urina che bagnavano la cappella.
Intanto Federico e Max si erano avvicinati, con lo sguardo pieno di voglia e arrapatissimi dallo spettacolo che io e Marco offrivamo ai loro occhi. “Dai pisellone, fammi una bella doccia dorata, inondami!” dissi a Marco slinguandogli il cazzo. Glielo stavo baciando sulla punta mentre gli massaggiavo i coglioni gonfi proprio quando un terzo e più abbondante getto di piscio caldo sgorgò dallo spacchetto della cappella, inondandomi il viso ed il corpo di liquido bollente.
Con uno sguardo d’intesa Max e Federico si misero al fianco di Marco, presero in mano i loro cannoni e me li puntarono addosso. Un triplice schizzo di piscio caldo mi inondò bagnandomi completamente: era eccitantissimo guardarli mentre dai loro cazzi sgorgavano tre copiosi fiotti di piscio bollente che dirigevano sapientemente su di me. Ero lì, in ginocchio a godermi la più arrapante doccia che avessi mai fatto, con i tre getti caldi che mi riempivano le gambe, il corpo ed il viso guidati sapientemente da mani abili. Per lunghi piacevolissimi ed interminabili secondi i tre amici si svuotarono su di me irrorandomi di pioggia dorata, lasciandomi gocciolante di calde stille in ginocchio nella doccia.
Si avvicinarono poi tutti e tre e mi circondarono ancora una volta con i loro turgidi ed invitanti tronchi di carne, dalle cui cappelle alcune gocce bagnavano ancora la pelle tesa dall’arrapamento. Ad uno ad uno li ripulii per bene, con sapienti leccate ed intense succhiate: passavo da un cazzo all’altro spompinandoli avidamente e con passione, eccitato da quella doccia e con dentro la voglia di riceverne una seconda, questa volta di sborra bollente. Ma a differenza della precedente, questa volta volevo che mi schizzassero in bocca, volevo poter assaporare il loro sperma, volevo poterlo gustare ed ingoiare. Con in bocca il grosso cazzo di Marco e nelle mani quelli degli altri due, ad un certo punto sentii l’uccello di Federico inturgidirsi ed irrigidirsi: prontamente lo accolsi fra le labbra, iniziando a masturbarlo furiosamente, mentre sentivo Federico ansimare di piacere ormai prossimo all’orgasmo. “Vengo, vengooooo” rantolò un attimo prima che il primo schizzo di densa sborra mi colpisse la lingua. Sentivo il cazzo pulsare nella mia mano nell’eiaculazione, e ad ogni contrazione un abbondante schizzo di sperma bollente inondarmi la bocca. Ingoiai avidamente il liquido che Federico mi schizzò abbondantemente fra le labbra, anche se data la quantità un rivolo di sperma mi colò dalla bocca fin sul mento.
Ero ancora intento ad assaporare la sborra di Federico e a slinguargli l’uccello quando Max mi tirò per un braccio affinché mi dedicassi al suo cazzo. Me lo ritrovai davanti con la cappella grossa, gonfia e pronta ad esplodere: il primo schizzo, violento ed abbondante mi colpi sul viso, prima che io potessi accogliere fra le labbra il suo splendido cazzo. Gli schizzi seguenti mi riempirono la bocca con reciproca soddisfazione. La sua, che poteva sborrare in bocca ad una troia affamata di cazzo, e la mia, che potevo ancora una volta sollazzarmi con il prelibato contenuto di un paio di grossi coglioni. Anche la sua sborrata fu abbondante, sei o sette fiotti di sperma caldo e denso che mi riempirono rapidamente la bocca, tanto che feci ancora una volta fatica ad ingoiare tutto.
Fu la volta di Marco, o almeno così credevo io... Invece lui mi fece alzare in piedi, mi fece girare e piegare in avanti, facendomi appoggiare alle pareti della doccia. In quella posizione ebbe ancora a sua completa disposizione il mio culetto tutto da fottere, e in un sol colpo, avidamente, mi piantò di nuovo nel retto il suo grosso trapano di carne. Iniziò a sbattermi come un vero toro da monta, dando colpi profondi e ritmati che mi fecero ancora impazzire di godimento. Col viso bagnato di sperma ed il corpo umido di piscio mi godevo quella perversa monta, aspettando da un momento all’altro che il mio stallone mi riempisse il culo di sborra. Ad un tratto Marco mi piantò nel culo il suo grosso cazzone ed io mi preparai a ricevere i suoi schizzi.
Che arrivarono puntuali, ma non di sborra... Quel gran porco di Marco aveva conservato un po’ caldo liquido per farmi un godurioso e perverso clistere di piscio! “Ahhhhhh... sì, che meraviglia!” rantolai di piacere “Pisciami nel culo, fammi un bel clistere bollente!”. Sentii il retto inondato ad allagato da due o tre scariche di urina bollente: “Sei una grandissima troia!” ansimò Marco. “Sì sono la vostra troia!” mugolai io “Sono tutta per voi... per i vostri cazzoni!”. Marco ricominciò a fottermi il culo infoiatissimo chiamandomi troia ad ogni affondo, mentre io mugolavo di godimento incitandolo a fottermi.
Mi diede ancora alcuni intensi colpi col suo poderoso cazzo, e poi lo sfilò, ormai prossimo alla sborrata. Mi inginocchiai ancora davanti a lui che rapidamente si menava il grosso uccello, e spalancai la bocca, cercando anche di slinguargli la cappella da cui aspettavo voglioso che schizzasse finalmente la sborra. Dopo pochi secondi fui accontentato: il primo copiosissimo, bollente e profumato fiotto di sperma mi colpì una guancia colandomi anche sul collo, mentre Marco rantolava nell’orgasmo. “Sborro troia, sborrooooo!” quasi gridò in preda al godimento parossistico, mentre dirigeva con abilità i suoi fiotti di sperma sulla mia lingua e nella mia bocca. Dopo alcuni schizzi Marco lasciò che io gli afferrassi il cazzo, in modo da poterlo menare mentre gli succhiavo voracemente la cappella, per poter gustare fino in fondo l’abbondante spremuta di coglioni che mi stava offrendo. Potei così ricevere direttamente in gola gli ultimi schizzi di sperma, bevendo il prelibato nettare direttamente da quella meravigliosa fonte di piacere.
Quando fu passata l’ondata di piena, mi ritrovai ancora in ginocchio con i loro tre cazzi davanti a me, ancora barzotti e pulsanti per la recente sborrata. Con il sapore del loro sperma in bocca ed in gola, usai i loro uccelli per spalmarmi sul viso la sborra che mi avevano schizzato addosso, e li baciai e leccai per ripulirli e per ringraziarli della splendida scopata.
“Ragazzi, che scopata!” disse Federico, il primo a rompere il silenzio, dandomi la conferma che anche per loro era stato un godimento straordinario. “Davvero una gran troia” aggiunse Max “Non potevamo trovare di meglio su questa nave”. “Non speravamo davvero di trovare una troia così!” disse Marco “Credo che questa sarà una crociera all’insegna del sesso più sfrenato... Che ne pensi, Alex? Hai voglia di essere la nostra puttana in questo viaggio?” mi chiese poi. Gli risposi guardandolo dal basso, col suo cazzo quasi sulle labbra: “Sono a completa disposizione dei vostri splendidi cazzi! Avevi dei dubbi forse?” gli chiesi malizioso, baciandogli poi la grossa cappella. “Volevo solo sentirtelo dire” disse lui. “Adesso datti una ripulita. Noi ti aspettiamo di là” aggiunse poi “Dobbiamo fare la rivincita...”
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5 years ago
AlexBsxPass,
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Sviluppi inattesi
Ciao, dopo diversi fine settimana separati, circa un mese fa rientrò a casa e, ovviamente mi raccontò tutto ciò che era successo nella settimana passata con John; mi disse che appena entrata la baciò con passione, mentre le sue mani la palpavano, poi le disse di spogliarsi e di rimanere in autoreggenti e scarpe con i tacchi a spillo, poi si avvicinò e le mise un collare, ovviamente anche un guinzaglio.
Lo guardò con aria interrogativa, le disse che era la sua puttana e che da quel momento, era lui a decidere.
Mi mise una ciotola col latte per terra e la fece bere come una cagna, mi disse che la cosa la eccitava, poi la prese e la portò a fare una passeggiata nella palazzina, di due piani con 4 appartamenti, era abitata da amici suoi tutti sani e superdotati, bussò ad un appartamento ed aprì un ragazzo che sembrava una montagna, tutto muscoli, al vederla lei notò la dotazione, il suo padrone cominciò a parlare e lui la toccava, poi la sdraiò sul divano e, tirato fuori un cazzo enorme, le disse di aprirsi con le mani, era spalancata e comunque fece fatica ad entrare, mi ha detto che la scopò per un pomeriggio, il culo un'altra volta le disse; john la portò fuori, sempre al guinzaglio con il liquido che colava lungo l'interno delle cosce:
Tutta la settimana funzionò così, lo venivano a trovare e mi scopavano, solo uno, dirimpettaio entrò e la guardò, senza nemmeno toccarla, John rise e le disse che sarebbe stato l'ultimo a venire a scoparla, la curiosità arrivava a mille, come mai ultimo? Le disse che se andava con lui, senza limiti, avrebbe avuto la "patente" di Queen of Spade; passai la settimana scopando con tutti quelli che venivano, o che la chiedevano in prestito.
L'ultimo giorno le disse che lui era superdotato, aveva almeno 30 cm di lunghezza, con circonferenza di una lattina di birra, se lo avesse soddisfatto la sua reputazione sarebbe stata alle stelle.
Rimasero soli, Sara mi disse di essere eccitata ed anche preoccupata, la sdraiò sul letto poi si spogliò, lei lo guardò con una certa preoccupazione si mise a leccarla con piacere, la sua fica era fradicia, la cappella cominciò ad insinuarsi in fica, mi disse che sembrava la squartassero, m allargò maggiormente le gambe, lui le prese le caviglie e l'allargò di più, lo sentì entrare, la squartava ma godeva, mi disse che cominciò a venire in continuazione, sembrava lo avesse in gola, cominciò a dare colpi forti, per più di un'ora la sfondò per poi riempirla in una maniera incredibile, poi le porse il cazzo, non sapeva come spompinarlo, ma cominciò a leccarlo, mi disse, come si fa con un gelato, appena duro, la guardò e le chiese se volava continuare, capì che le sarebbe toccato l'anale, lui le disse che avrebbe usato una crema anestetizzante e che l'avrebbe aiutata a farlo entrare, le disse di si.
la portò in casa sua, aveva un cavalletto ampio, ove la fece stendere, facendo alzare il suo bel culo, poi le legò mani e piedi e le mise un bavaglio, cominciò ad accarezzarle il buchetto, poi un dito, due, lei non sentiva niente, ma poi sentì la cappella appoggiarsi, non sentiva dolore ma sentì che si apriva, la carne tirava ed i muscoli, piano piano cedevano, poi le chiese se andava tutto bene, lei disse che fino a che non entrava non lo sapeva, lui rise, guarda che sono già dentro e disse, ora ti sfondo perché userò forza per scoparti, dette un colpo e la penetrò fino in fondo, poi si rese conto che aveva avuto qualche perdita di sangue, nella sua brutalità fu veramente favoloso, la scopò per due ore, aveva visto l'orologio; riempita completamente, lo sfilò e la slegò, la prese in braccio e la porto nell'appartamento di John, s'immerse in vasca per quasi tutta la notte, il giorno dopo, dolorante venne da me.
Mi fece vedere le dilatazioni, era eccitante, ma anche conturbante; poi ci mettemmo a parlare e mi disse che mi voleva bene, ma che eravamo stati insieme anche per il sesso, l'anticipai e le disi ma non ci amiamo più, sorrise, anche tu mi disse, non mi ami, comunque se vuoi, mi disse, conosco una persona che ti ama da quando ci siamo messi insieme, stasera verrà a cena da te, l'ho invitata per te, tentai di replicare dicendole che era sua cugina, se era il caso che mi mettessi con lei.
Ti ama e farebbe qualunque cosa tu le chiedessi, aggiunse, è bella, certo non è trasgressiva, ma se sei bravo…..e se ne andò sculettando, si voltò ed aggiunse che sarebbe stata QoS, senza nessuno fisso.
Mi preparai nell'attesa di Agnese, sua cugina
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5 years ago
fidanzatilu,
23/23
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Quel giorno in tre
Sono Piero, ho cinquanta tre anni e sono sposato da trenta. Sono una persona normalissima, lavoro e famiglia sono le mie occupazioni principali e il mio unico hobby è la pesca. Sono seduto sulla sponda del fiume assieme a tre amici conosciuti due anni fa in maniera molto speciale. La mia vita era come adesso lavoro e casa e la domenica qualche ora libera per la pesca. Stavo sulla riva del fiume quando ho visto due giovani seminascosti fra le piante che si baciavano. Nulla di strano se non per il fatto che erano due maschi. Per un attimo sono rimasto sbalordito, poi ho osservato meglio la scena e mi sono eccitato. Da qualche tempo sento dentro di me la voglia di spezzare la monotonia che ha generato il rapporto con mia moglie. Per carità, non mi lamento. Lei è una bella donna che sa dare piacere ad un maschio, e con me ci gode molto anche perché a me piace farlo con calma lentamente e farla godere molto e poi venire. Ma, da un po di tempo sembra tutto cosi ripetitivo, che alla fine non senti più quel desiderio che avevi prima. Vedere due maschi che si baciano mi ha fatto eccitare e la cosa mi ha stupito non poco. Da ragazzo quando andavo in palestra ho sbirciato sotto la doccia i cazzi dei maschi che si lavavano con me e allora credevo che fosse per il semplice motivo che uno fa il classico confronto, il tuo è più lungo il suo più grosso e lui ha le palle piccole e cose del genere, invece ora mi rendo conto che era perche mi piaceva sbirciare quei cazzi specie quelli più grossi con desiderio i stringerli fra le mani o in bocca. Ho osservato la scena e loro incuranti del fatto che potevo vederli hanno incominciato a scopare fra loro e a godere molto. Ricordo che mi sono dovuto fare una bella sega per smaltire la forte eccitazione che la cosa mi aveva procurato. Dopo quel fatto ho incominciato a informarmi tramite internet su cosa fosse con precisione il piacere che provavo e ho scoperto che mi sentivo un bisex. Amo le donne ma ho il forte desidero di godere con un maschio. Cavolo! Facile a dirsi ma quasi impossibile da mettere in pratica specie se lavori in un ambiente strettamente maschile dove i gay non sono visti di buon occhio. Passa del tempo e io mi ero quasi messo l’anima in pace quando una domenica mattina del mese di luglio decido di andare a pescare in un lago artificiale alimentato da un bel fiume che dalla sorgente al lago non incontra nessun paese e quindi l’acqua è pulitissima e il pesce si può anche mangiare. Raggiungo il luogo dove voglio pescare, un piccolo anfratto del lago difficilissimo da raggiungere e con poco spazio per questo spero di trovarlo libero. Quando posteggio la vettura nella piccola piazzola vedo che già c’è un’altra auto. Sconsolato quasi rinuncio, poi invece decido di scendere a vedere se posso mettere in acqua anche i miei ami, per pescare. Percorro l’impervio sentiero e dopo circa dieci minuti sono sul posto. Ci sono due persone che stanno già pescando. Uno più anziano e uno più giovane. Li saluto, osservo che non c’è molto spazio e faccio per andarmene quando il giovane dopo aver dato uno sguardo all’altro mi invita a restare, si stringono un poco e mi danno la possibilità di mettere in acqua anche le mie lenze. Posiziono le canne e poi li ringrazio. Loro sono in costume, infatti in quel luogo il sole ci batte tutto il giorno e l’unico posto all’ombra è occupato da loro. Una piccola sporgenze un po più in alto sotto un bel leccio offre l’unico riparo dal sole. Mi presento e scopro che il giovane si chiama Luca mentre l’altro Giuseppino, ma tutti lo chiamano Pino. Luca mi invita a mettere la mia roba all’ombra vicino alla loro.
“Ti conviene metterti anche un po più leggero, sai qui fra poco si brucia dal sole.”
In effetti indosso dei pantaloni lunghi e una camicia.
“Si hai ragione, ma non ho il costume come voi.”
Loro si guardano e poi scherzando mi rispondono.
“Nessun problema stai in mutande o se vuoi tanto siamo fra uomini ci possiamo mettere nudi.”
Scherzano e aspettano la mia reazione. Mi sento una strana sensazione dentro e dopo un attimo di riflessione mi spoglio nudo subito copiato da loro. Per un momento torna il vecchio confronto. Il mio è forse il più grosso, quello di Luca il più lungo mentre quello di Pino è quello che unisce tutte e due le caratteristiche. È il più lungo dei nostri e il più grosso. Dopo un attimo scoppiamo tutti e tre in una risata e sistemate le canne ci spostiamo sul piccolo rialzo per metterci all’ombra. Non c’è molto spazio e Luca si sposta un po più di lato e mi invita a sedermi. Mi siedo con le gambe incrociate come fanno loro e sento sempre più la sensazione che oggi accadrà una cosa che sicuramente non mi aspettavo, ma che ho la sensazione voglio da un po di tempo. Restiamo un poco in silenzio e mentre osserviamo le nostre canne con fare tranquillo Pino si accarezza il suo uccello che si sta gonfiando. Nessuno parla e anche Luca si tocca il cazzo e io senza quasi rendermene conto faccio lo stesso. Poi mi giro verso Luca e dopo che i nostri occhi si sono incrociati, così senza dire nulla lui mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia in bocca. Resto un momento passivo, poi rispondo a quel bacio con molta passione. Limoniamo un poco, le nostre lingue si cercano e si toccano, poi lui si stacca da me e mi spinge la testa vero il basso e mi ritrovo il suo cazzo duro davanti alla bocca. Non ho nessuna esperienza di bocchini, se non quelli che mi ha fatto mia moglie. Apro la bocca e mi metto a leccare e succhiare quel paletto di carne viva che succhiarlo mi procura tanto piacere. Luca geme di piacere e questo mi gratifica.
…uhhmumhmmm…che boccaaaa!!!! ssi cazzo come succhiaaa!!!! davvero bravo…daiiiiiii…..
Mentre sono piegato a succhiare Luca sento Pino che mi prende la mano destra e la porta sul suo cazzo. Lo sento duro, caldo e lo sego lentamente mentre lui mi accarezza i seni, mi lecca i capezzoli e mi tocca il mio cazzo durissimo. Lentamente scende verso il basso e in breve il mio cazzo è preda dalle sua labbra. Mi succhia con estrema maestria e adesso sono io che devo sfilarmi il cazzo dalla bocca per gemere di piacere.
…huhummm..ssiis…daiii..sei fantastico!!!!......
Lo sego con impeto e lui mi blocca dicendo che non vuole sborrare subito, poi mi prende con la mano la testa e mi fa girare verso di lui e mi bacia. Sento la sua lingua entrare con prepotenza nella mia bocca, succhia la mia e poi dopo aver goduto di questo bacio erotico mi fa piegare sul suo cazzo che me lo ritrova davanti al viso e mi incita a succhiarlo anche a lui.
..sii dai fammi sentire la tua bocca!!!....
Lo imbocco e cerco di ingoiarlo più che posso, ma è davvero grosso e allora lo lecco e succhio la cappella che sembra ingrossarsi sempre più. Lui apprezza e geme da quello che faccio al suo uccellone.
…mhuum…come lecca!! ssi daii ..che mi piaceee..
Mentre sono piegato sul cazzo di Pino, Luca si sta dedicando al mio culetto e io mi giro perche ho un attimo di incertezza e lo guardo un pò preoccupato.
…fai..piano ..sono vergine..e non credo che i vostri cazzi non ci possono stare ..siete troppo grossi..
Lui mi sorride e mi tranquillizza.
“Tranquillo. Incomincio ad allargarti piano piano e se senti che non ce la fai me lo dici che mi fermo subito.”
Lo sento che si abbassa e mi lecca e succhia il mio buchetto che dopo un attimo incomincia a rilassarsi e a gradire il gioco di lingua che Luca mi sta riservando e che alla fine mi piace molto. Nello stesso tempo ho ripreso a succhiare Pino che gradisce e invita Luca a fare un buon lavoro.
..si..dai succhialo.. che meraviglia!!!...dai che dopo che Luca ti ha aperto ti sfondo pure io…dai Luca scopalo …. e….aprilo bene…. che poi lo voglio infilzare anch’io….umm succhiamiiii……
Mi rilasso e sento che Luca prende posizione dietro di me e dopo aver inumidito il suo cazzo con molta saliva e fatta colare un poco fra le mie chiappe lo appoggia al mio buchetto che per un attimo si irrigidisce.
… calmo…rilassati e non ti irrigidire.. resta rilassato e ti piacerà….fai un bel respiro …..
Mi rilasso e lo sento spingere e di colpo il mio sfintere si dilata e lui affonda quasi tutto dentro di me. Per un attimo mi sembra che mi stia spaccando un due, ma è un attimo anche perche Pino si è disteso sotto di me e preso il mio cazzo in bocca lo sta succhiando. Mi sento un po frastornato dalla sensazione di essere succhiato e nello stesso tempo mi sento sfondato nel culo, ma entrambe le cose mi danno alla fine un piacere che incomincio a esprimere a miei occasionali compagni.
…ssisiii…mi piaceee….ssi cazzo mi spacchi il culo..ma non ti fermareeeee…ssi cazzo succhiaaa.
Luca adesso mi pompa con maestria. Mi affonda tutto il cazzo in culo e poi lo estrae lentamente per poi affondarlo di nuovo di colpo e mi fa incominciare a godere molto e lo dico a Pino che mi succhia sempre più forte e sono quasi all’orgasmo, ma non voglio sborrare.
…ssi mi piacee…cazzo scopamiiiii…e tu fermati che sto per sborrare e non voglio…ssii..daiii….
Pino si sfila da sotto e mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca e io lo ingoio più che posso, mentre Luca mi scopa sempre più forte e lo sento che è quasi al limite. Anche Pino se ne rende conto e lo esorta a rallentare il ritmo.
…cazzo come pompa!!! mi succhia anche l’anima… e tu non avere fretta a sborrare dai che me lo voglio godere un pò anch’io il suo bel culo….
Ma Luca non lo ascolta e ad un tratto lo sento spingerlo tutto dentro e poi esplodere in una sborrata che mi inonda il culo. Lo sento svuotarsi dentro con un grido di puro piacere.
…..ECCOMMIIIII….SBORROOOOOOO!!!!..ora….
Rimane immobile e poi si sfila. Io resto a guardarlo e intanto Pino si mette dietro di me e in un attimo lo sento che mi spinge dentro il suo cazzo che mi apre ancora di più, ma che scorre meglio per la grande quantità di sborra che trova dentro culo. Me lo infila tutto dentro e quando sento il suo corpo sbattere sul mio culo provo un piacere sconvolgente. Godo e lui mi incomincia a pompare come un pazzo scatenato. Mi lima il culo con un ritmo molto veloce e mi fa impazzire mentre Luca mi ha infilato il suo cazzo in bocca ancora sporco della sua sborra e dei miei umori anali e io mi ritrovo a succhiarlo come se non ci fosse un domani. Godo e pure loro godono con me.
huumummmm…ssi sfondamiiii…ssiiii….
Lui non si risparmia e mi pompa sempre più forte.
…ssiii..cazzo come sei stretto…. mi fai impazzire un culo vergine….ssii ti spacco tutto e poi ti sborro in gola…..ssi eccomii..ssi ci sono quasiiiii..oraaaa…
Luca si lascia succhiare fin quando non si rende conto l’ho pulito alla perfezione poi si sposta e lascia libera la mia bocca che ora urla tutto il piacere che sto provando.
…ssii daiiii….scopamiiiiiiiiii…cazzo mi fai impazzireeee…ssisi dai più forteeeeeeee…godo!!
Pino è al limite e lo sento dare un affondo e sborrare il primo schizzo nel culo, poi si sfila veloce e me lo presenta alla bocca e io lo infilo subito dentro e ricevo le altre due schizzate direttamente in gola. Lo succhio mentre lui gode come un porco.
…ssii cazzo!!!...sborooooo…bevviii….ssiii…..
Lo pulisco e lo lucido così bene che lui alla fine ci scherza pure un poco.
…accidenti!!! a questo il cazzo gli piace da morire..se non lo sfilo me lo finisce!!!....
Mi distendo sfinito, mentre loro adesso mi segano il mio cazzo e lo succhiano. Io non sono ancora venuto e intanto anche Luca avverte i segni di una nuova erezione. Pino lo succhia e lo infila tutto in gola e Luca lo incita a farlo tornare duro per scopare anche a lui. Io mi sollevo e Pino mi fa mettere dietro di lui e mi invita sfondargli il culo mentre succhia Luca. Sputo un pò di saliva sul suo buco e appoggio la cappella sul suo buco che quando spingo si apre senza nessun problema. Lo infilo tutto in un solo colpo dentro di lui che subito gradisce.
…ssi spingilo..cazzo ti sento..daii scopami…..
Nonostante mi sento ancora sconvolto dal piacere provato lo afferro per i fianchi e mi metto a pomparlo velocemente. Mi piace la sensazione del mio cazzo che affonda in quel culo morbido e ben aperto. Gode e anche Luca gli spinge il cazzo che adesso è di nuovo tornato duro tutto in gola.
…ssi succhialo che poi ti scopo pure io..cazzo mi fai impazzire la tua bocca..ssi…….succhiaaaaa……
Lo sbatto con vigore lui gode. Il suo cazzo è tornato durissimo e io mi abbasso un poco e lo prendo in mano mentre gli sfondo il culo a colpi di cazzo e mi sento al limite. Lui se ne accorge e mi incita sborrare sia nel culo che in bocca.
…ssi daii sborra!!!..si fammelo sentire anche in bocca..cazzo sei stupendooooo…ssi daiiiii……
Lo pompo ancora un poco poi esplodo dentro di lui che mi sfila il cazzo e se lo porta alla bocca e lo succhia divinamente.
….eccommiiii…sborroooo!!! ssi succhiamiiiii…
Lo ingoia tutto e lo succhia fin quando non ha spremuto anche l’ultima goccia. Mentre io me lo faccio succhiare Luca si è messo dietro di lui e gli ha infilato il cazzo in culo con un solo affondo. Pino gode sia in bocca che in culo. Anche Luca lo pompa come un pazzo e lui si sega il cazzo e io mi abbasso e lo prendo in bocca e lo succhio. Pino impazzisce fra di noi che lo facciamo godere tantissimo.
…HUHUMMMM…siiii….mi fate impazzire…godo!!
Luca lo pompa di brutto e ben presto anche lui è pronta per godere. Pino afferra il cazzo con la mano e se lo sfila dal culo e lo porta alla bocca e riceve tutta la sborrata in gola. Luca gode come un maiale e urla il suo piacere.
…ssi eccommiii..sborroooo!!!..beviiiiiiiiiiiii…….
Mi sfilo da sotto e faccio in tempo a vederlo ingoiare la copiosa sborrata e poi lui mi afferra il capo e mi bacia facendomi sentire ancora il sapore della sborra che ha appena ingoiato. Dopo aver limonato un poco, Pino fa girare Luca e se lo incula con un solo affondo. Vedo la faccia di Luca che si contrae per un attimo in una smorfia di dolore che subito si trasforma in una maschera di piacere e io dopo un attimo di indecisione mi metto a succhiare il cazzo di Luca mentre lui incomincia godere sbattuto da Pino che quando gli spinge il cazzo dentro lo sfonda con gusto.
…sis ti spacco anche il tuo culo..porco sfondatoo..
Luca ci incita a farlo godere.
…ssi daii spaccami…e tu succhia che ti voglio sborrare in gola…… ssuii dai più forteeee…….
Pino lo sbatte come una furia scatenata e ben presto raggiunge anche lui il culmine si svuota dentro quel culo slabbrato e poi lo estrae e ce lo fa succhiare ad entrambi.
…si troie…leccatemi…si cazzo mi fate morire…..
Poi sfiniti ci distendiamo al sole. Luca mi accarezza e mi parla dolcemente.
“Quando ti ho visto ho avuto subito una erezione. Mi succede sempre quando mi trovo davanti ad un maschio che mi piace e tu mi sei piaciuto subito. Pino è stato il mio primo cazzo e mi ha fatto piacere essere io a sverginarti. Mi piacerebbe che questa nostra esperienza si tramutasse in una bella amicizia. Io sono sposato e anche lui, tu come sei messo?”
Li guardo e subito mi rendo conto che ho finalmente trovato quello che andavo cercando e ne faccio partecipe i miei nuovi amici. Da allora sono passati tre anni e noi tre andiamo sempre a pesca insieme. A volte ci inventiamo una battuta di pesca al mare e ce ne andiamo il pomeriggio del sabato per poi tornare la domenica. Ovvio non andiamo a pesca, ma ci prendiamo una bella camera in un albergo e passiamo una notte di fuoco e poi il giorno dopo comperiamo del pesce dal pescatore e tutto questo va benissimo. Le nostre moglie sono contenete non sospettano nulla e noi ce la spassiamo alla grande sempre in tre, solo noi tre.
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5 years ago
admin, 75
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Tra elefanti e gazzelle
Così non va. Esci dalla doccia e vedi la tua immagine riflessa nello specchio, sei grasso. Hai una pancia che sembri un monsignore. No, così non va. Hai dormito poco e male, adesso ti senti stanco e affaticato. Come potrebbe essere diversamente, ieri sera fra pappardelle al sugo di lepre, cinghiale in umido, e altre prelibatezze come antipasto, hai mangiato da far schifo. Basta bisogna dare una svolta, così non può andare. Da quando sei in pensione, fra cene, pranzi e bisbocce varie, hai sempre fatto delle belle ingozzate e adesso quando sali sulla bilancia si vedono tutte. Centodiciotto kg. Cazzo!! Hai proprio esagerato. Il giorno dopo dal medico di famiglia, un vero amico, che ti striglia un poco, decidi di seguire le sue indicazioni. Esami completi, e poi prenoti una consulenza dalla dietologa che lui ti ha consigliato. Ti trovi davanti una bella quarantenne, che in un altro tempo le avresti fatto una corte serrata, solo per la splendida bocca da succhiacazzi che si ritrova, invece ora in silenzio e a testa bassa assecondi i suoi voleri. Ti confeziona una bella lista di lacrime e sangue. Dovrai sudare per riuscire a ritornare ad avere l’aspetto di un essere umano, e non un vecchio elefante grasso e stanco. Mi chiamo Mario, ho sessantanni e sono divorziato da dieci anni, da quando mia moglie si è stancata di vivere quasi sempre da sola per via del mio lavoro che mi ha portato per lunghi periodi lontano da casa. Non le ho fatto una colpa, ci stà che le cose vadano così e adesso che sono da poco in pensione ho scoperto il piacere della vera libertà anche se fisicamente ne ho approfittato un po troppo. Dopo questo inizio di vita da pensionato, ho deciso di rimettermi in forma, dopo anni di vita assolutamente sedentaria. Tuta, scarpette da ginnastica e la ferma convinzione di migliorare il mio aspetto fisico, mi dirigo verso il percorso verde che c’è appena pochi passi da casa mia. Mi basta scavalcare con un passaggio pedonale la statale e mi ritrovo nel percorso verde che gradualmente scende e costeggia il fiume per quasi venti kilometri. Mi incammino con il mio passo che cerca di essere svelto, ma ben presto mi rendo conto di essere in mezzo ad una vera e propria fauna da passeggio, e quello che vedo davanti a me è uno spettacolo che mi riempie di sconforto. Ci sono giovani maschi e femmine che corrono come gazzelle, poi ci sono il gruppo dei vecchi leoni, che camminano piano e parlano di tutto, sono maestri di calcio, tutti allenatori, ci sono i commentatori politici, tutti ministri, e poi ci sono le vecchie leonesse che parlano solo delle nuore, tutte inadeguate ai loro figli, o i generi che sono dei fannulloni rispetto alla santa della loro figlioletta. Poi ci sono i vecchi leopardi solitari che hanno corso una vita adesso si limitano a trotterellare cercando di dare il meno possibile nell’occhio, mantenendo un basso profilo, soli, silenziosi e incuranti di tutto quello che li circonda. E io? Io, mi sento un grosso e impacciato elefante che si muove lento e che fa fatica a fare ogni passo. Cazzo!! Ma come ho fatto a ridurmi così? Io cammino. Passo, dopo passo, giorno dopo giorno, seguendo il mio percorso abituale che mi fa fare otto km e mi fa bruciare i grassi in eccesso e dopo un mese quando mi ripresento davanti alla faccia da troia mi sento molto gratificato nello scoprire che ho già perduto due kg abbondanti. Da quel momento mi sento diverso, adesso mi sembra di essere anch’io un vecchio ghepardo che cammina per il suo sentiero, e mi scopro ad indugiare con lo sguardo, su certi culetti che ti sfrecciano davanti incuranti ben fasciati dentro delle attillatissime tutine Danzas che ne esaltano la forma. Ci provi a stare dietro a quelle che camminano più piano, ma il loro passo è ancora decisamente più veloce. Allora ripieghi su quelle che hanno una decina di anni più o meno di te e vedi delle belle signore toniche, che si mantengono in forma, e lo fanno ben vedere, che sono decise a non mollare, e a mantenersi appetibili. Ma sei concentrato sul tuo obbiettivo, e allora il tuo gioco mentale, è solo un far rabbia agli occhi. Dopo il secondo mese e sei già sceso di oltre quattro kg ti accorgi di lei. Bella, snella giovane, avrà al massimo una trentacinquina. Ti sembra una gazzella che cerca di attirare l’attenzione del felino, quasi a volerlo sfidare. Te ne sei accorto per caso, i suoi pantaloncini attillati hanno attirato la tua attenzione e hai notato che adesso cammina con il tuo passo. Le prime volte ti sorpassava, ti dava uno sguardo, e poi poco dopo, era già lontana, adesso invece, ti cammina spesso o davanti o dietro, e sembra che voglia stare con te, ma non lo fa capire esplicitamente, e questo ti incuriosisce. Poi un giorno quando ti passa di fianco la guardi, le fai un sorriso, e le dai un buongiorno, che lei ricambia, con tanto di sorriso. Il giorno dopo, lo stesso copione, e così per alcuni giorni. Una mattina, che è più caldo, le parli del tempo, e lei rallenta, si mette al tuo passo e camminate insieme, ma senza parlare, uno di fianco all’altro, ognuno con i suoi pensieri. La guardi attraverso i tuoi occhiali, e noti che è veramente bella. Alta come te, sicuramente una terza di seno piena, che quando cammina svelto, sobbalza su, e giù, quasi a farti notare che sono libere sotto la maglietta un pò larga, cosce lunghe e ben tornite, e un culetto che ti fa impazzire. Capelli biondi e lunghi, tenuti raccolti dietro alla nuca con un elastico a coda di cavallo. Lei ti osserva con lo stesso modo, da dietro i suoi occhiali neri e ti scruta senza mai farlo apertamente, è un sottile gioco di sguardi che non si incrociano mai. Poi un giorno casualmente noti un dettaglio a cui non avevi mai fatto caso, lei ti aspetta seduta in auto nel parcheggio che c’è dall’altro lato della statale, dove si vede quando tu scendi, dal cavalcavia, per iniziare il tuo percorso e casualmente lei si trova al tuo fianco. Così decidi di passare a iniziare il gioco della seduzione che ti è tanto caro, che hai giocato per anni di inteso lavoro come autista di bus turistici, che ti ha permesso di infilarti nel letto di stupende femmine vogliose che hai fatto impazzire di piacere. Se la gazzella vuole sentire i denti del vecchi ghepardo allora l’accontenti, e vediamo se è svelta a sfuggire ad un predatore astuto e attento come te. Il giorno dopo sali lentamente, vuoi essere sicuro che lei sia lì ad aspettare, e quando la vedi hai la certezza che ti sta aspettando allora le vai incontro e le offri un caffè al chiosco che c’è lì vicino. Dopo esserti presentato, e scoperto che si chiama Elena, la vedi seduta al tavolino che ti scruta e allora inizi il gioco. Si vede che l’hai sorpresa con il tuo invito, ma tu fingi indifferenza. Sorseggi il caffè senza dare troppo peso, ora è lei che deve rispondere al fatto che tu l’hai beccata che ti aspettava. Ti osserva senza parlare, poi vi incamminate per il percorso verde assieme uno accanto all’altro. Per quel giorno solo scambi di banalità, ma si nota che ha voglia di dialogare con te. Tu sembri indifferente mentre invece vuoi che sia lei ha fare il primo passo. Lo fa il giorno dopo che ti offre lei il caffè.
“Come mai un bell’uomo come te va in giro da solo?”
La guardi un po’ stupito e poi sorridendo le rispondi per le rime.
“Come mai una bella ragazza come te non ha una fede al dito? Sono diventati tutti cechi in questa città?”
Ora è lei che ti sorride, la sua è una risposta decisa.
“Non ci sono più i maschi di una volta. Tutto qui.”
La guardi e hai notato il suo rammarico in questa risposta. Le chiedi di lei e del suo lavoro.
“Vivo in un appartamento poco lontano, sono una veterinaria che lavora in una clinica per animali. Ho tre colleghe, sposate e loro hanno dei bambini piccoli, quindi preferiscono lavorare la mattina perche i figli sono o a scuola o all’asilo. Io copro il pomeriggio e poi la notte ne arriva un’altra che ha il marito che lavora di pomeriggio, quindi le è più comodo così. Non mi dispiace lavorare di pomeriggio, ho la mattina libera e posso camminare e fare tanta altre cose. E tu che lavoro fai?”
La guardo e le rispondo che sono in pensione.
“Accidenti!! ma non è giusto! sei così giovane già in pensione! ma che lavoro facevi?”
Le rispondi che eri un autista di bus turistici, e che il tuo lavoro ti ha portato in giro per il mondo così tanto che la tua famiglia si è accorta che poteva di fare a meno di te. Lei ti guarda e ha come una illuminazione.
“Ecco dove ti ho avevo già visto! Eri uno dei tre autisti che nel 2001 ci ha portato a fare una gita a Torino! Eri quello più anziano, quello che aveva il bus nuovissimo e più bello. Con te c’era uno con i capelli ricci e neri con degli occhi azzurri che ci aveva stregato a tutte e poi un altro un pò più grande completamente rasato.”
La guardi e di colpo ti torna alla mente quella gita.
“Noi eravamo tre classi, e nel tuo bus c’era la professoressa Italia, quella con i capelli castano scuri. “
Te la ricordi benissimo. Una bella donna, alta austera e fiera. Acida come uno yogurt andato a male, che appena salita nel bus aveva messo in chiaro che a comandare era lei, ma tu garbatamente le avevi fatto notare il contrario che dentro il bus eri tu il capo. Lei ti aveva dato uno sguardo stizzito, anche se poi nel corso della giornata si era resa conto che tu non eri un pivello, ma un professionista esperto e lei ne era rimasta piacevolmente colpita. La sera dopo la fine della giornata lavorativa aveva bussato alla tua porta e tu l’avevi fatta entrare. La scusa era di programmare la giornata successiva, ma quando ti aveva visto in accappatoio un pò aperto si era avvicinata a te e le sue unghie laccate di rosso avevano accarezzato il tuo petto villoso e tu l’avevi attirata a te e le avevi dato un bacio sconvolgente. La sua mano era scesa in basso e aperto l’indumento si sera trovata davanti un bel cazzo già quasi duro e grosso. Si era inginocchiata e lo aveva infilato far i denti e se lo succhiava con estrema maestria. L’avevi lasciata fare soprattutto perche mentre succhiava si era spogliata della giacca e della camicetta bianca e sollevandosi aveva fatto cadere la gonna ai suoi piedi assieme al tuo accappatoio. Indossava solo un bel bustino bianco con un reggiseno a balconcino che spingeva in altro il suo seno stupendo, una quarta piena e soda con dei capezzoli grossi e scuri. Sotto quattro sottili strisce di raso finivano per sorreggere delle calze velate color carne. La troia non indossava nessuna mutandina indice che era già partita con l’idea di farsi fottere da te, ma non aveva capito con che aveva a che fare. Ti aveva trascinato sul letto dove si era distesa e inarcate la cosce aperte ti aveva invita a leccarle la fica già fradicia. Per un vero cultore come te, della leccata di fica ti era quasi sembrato troppo facile. Avevi annusato il suo odore di femmina in calore sentito il buon profumo di troia che già schiuma di piacere per l’eccitazione. Le avevi insinuato la tua lingua lungo il solco, e l’avevi arrotolata infilandola velocemente dentro come un piccolo cazzo e una stilettata dopo l’altra l’avevi subito portata al piacere e lei si era sorpresa dalla facilità con cui la facevi venire.
..sisi sei stupendo!! ssi mi fai venire!!...vengooo!!
La sentivi tremare sotto di te, ma non sazio le avevi sollevato le gambe fin sopra le tue spalle e poi avevi proseguito a leccarla scivolando dal clito alla rondella del culo dove avevi infilato la lingua sempre arrotolata e lei lo aveva gradito molto.
.sei…..meraviglio!!!..ssi..mi..piace..anche…il…culooo…sssii..dai che vengo!! accidenti! mi fai venire….. ssii…dai…..venggoooo…..scopami!..dai!.
Naturalmente tu non eri assolutamente d’accordo. La zoccola doveva implorare non ordinare di scoparla, e su questo ti giocavi la tua reputazione. Avevi continuato a leccarla e lei dopo l’ennesimo orgasmo ti aveva preso per i capelli e attirato su di se. Il tuo cazzo ora durissimo si era incastrato perfettamente nello spacco della sua fica gocciolante e la tua cappella premeva decisa sul suo clito e lo schiacciava mentre tu ti muovevi lentamente sue giù. Lei era in preda ad un desiderio di cazzo tremendo.
..scopami!...dai scopamiii!! adesso!!!...
Aveva allungato una mano verso il basso, ma tu l’avevi bloccata e portate le mani sopra la sua testa tenendole entrambe ferme l’avevi immobilizzata. Il tuo sguardo era deciso come la tua voce.
“Mi devi supplicare di scoparti. Solo così forse lo farò! sei una troia che deve capire chi comanda nel letto!”
I suoi occhi resi languidi dal piacere ti imploravano come la sua flebile voce.
..Ti prego scopami…non ne poso più…..ti prego spingilo dentro……ti supplico…… sono una troia che vuole essere scopata da te…ti scongiuro...dammelo…….ti pregooo……
Avevi fatto scivolare la cappella appena fra le grandi labbra e l’avevi appena imboccata. Lei se ne era accorta e ti guardava con infinito languore.
…. ti supplico scopami….sono tua……ti supplicoo..
In quell’attimo ti eri sentito vincitore, adesso dovevi sconvolgerla e ti accingevi a giocare il tuo primo asso. La tua innata resistenza che ti aveva reso indimenticabile per tutte le femmine che ti eri scopato. Un affondo e le eri entrato tutto dentro. Avevi sentito il cazzo scivolare dentro di lei, calda e bagnata fino a sbattere in fondo. Lei aveva aperto la bocca sconvolta e poi ti eri sfilato e lo avevi spinto di colpo ancora dentro. Il tuo corpo aderiva perfettamente la suo. I suoi occhi erano stupiti e le sue labbra tremavano dal piacere. Ad ogni affondo lei spalancava la bocca per gridare, ma nessun suono ne usciva, poi aveva incominciato a godere subito.
…VENGO!...VENgooo!...vengooooooooooooo!!…
Aveva incominciato a godere a raffica in breve non si capiva dove finiva un orgasmo e incominciava l’altro. Si poteva dire che era un continuo piacere. L’avevi pompata a lungo e dopo l’ennesimo orgasmo l’avevi girata di lato e sollevata la gamba sua sopra di te la scopavi di nuovo. Avevi bagnato le dita e ti eri messo e giocare con il suo buchetto. Lei quasi destata da questo nuovo piacere lo aveva gradito molto.
…siii..mi piace..sentirlo in culo….ssi uhummmm…
sei …sei..STUPENDOOOO!!non ho mai goduto tanto..con nessun maschio….sei un vero toro!!!...
Ma tu non eri ancora sazio. Con un colpo deciso di reni l’avevi messa su di te. Il desiderio di giocare con i suoi seni e la voglia di vederla sconvolta ti aveva fatto prendere questa decisione e lei per un attimo ne era rimasta sconvolta. Impalata su di te adesso lo sentiva tutto dentro.
…ODDIOOooo!!!! lo sento fino nello stomaco!!!
Poi aveva incominciata saltellare su e giù nella inutile speranza di sentirti sborrare e tu ovviamente lo sapevi che tanto non sarebbe successo e ti divertivi a impastare i suoi seni e torturare i capezzoli stingendoli fra le dita e lei impazziva per questo piacere perverso che le facevi provare.
…ssiii..mi paice sei stizzi forteee!! cazzo!! godo!!.
Aveva goduto tanto fin quando sfinita si era accasciata sul tuo petto con il fiato corto e il cuore che batteva come un tamburo impazzito. A quel punto dentro di te era nato il desiderio di sondare anche l’altro buco. Ti eri sfilato da sotto e messo dietro di lei l’avevi di nuovo scopata con forza. Lei lo aveva sentito e subito era impazzita di nuovo.
…pianoooooo!! lo sento fino in gola!!! ..vengo..
Aveva ripreso a godere come prima ma tu intanto le stavi già bagnando il buco del culo con la saliva e dopo il suo ennesimo grido di piacere lo hai sfilato da davanti e senza indugi con un colpo deciso lo hai spinto tutto dentro quel culo hai desiderato sfondare dal primo momento che ci avevi messo gli occhi addosso.
…..hhhhaaaaa..mi spacchii!!!.....ssi spingiiiii…ssi ..
Dopo un attimo di irrigidimento la troia aveva subito preso a godere anche di culo e tu da porco navigato le hai afferrato una mano e poi le hai fatto capire che doveva masturbarsi. Lei era rimasta un attimo indecisa ma poi aveva in qualche modo infilato due dita nella fica e tu le sentivi attraverso la sottile membrana che si muovevano ritmicamente alle tue pompate. In breve aveva avuto un orgasmo sconvolgente.
…Vengo!!..cazzooooo!!..mi fai venire di culooo!!...ODDIO PISCIO!!!........ssiiiiiiiiiiiiii…
Le era sembrato di pisciare, invece per la prima volta stava squirtando. Tu, le hai afferrato la mano intrisa di quel piacere sconvolgente e l’hai portata alla bocca facendole assaporare il suo stesso piacere.
“Non stai pisciando, sei venuta e hai squirtato!”
Sconvolta si era lasciata sollevare in ginocchio e tu le avevi stretto i seni nelle tue meni mentre adesso le sgarravi il culo con colpi bestiali e sempre più veloci. Volevi inondare quel buco slabbrato. Lei convolta quasi non reagiva più e allora tu l’hai appoggiata distesa e sei venuto dentro di lei che quanto lo ha sentito nel culo ha avuto come un attimo di nuova vita.
….eccomi troia ti sborro in culoo..oraaaaaa!!!!!...….siiiiiiiiiiiii…ti sento…sei bollenteee…ssiiii………
Sei rimasto un poco immobile dentro di lei poi di sei disteso di lato e lei dopo un attimo si è girata e si è allungata sul tuo petto ti ha preso il cazzo in bocca e te lo ha succhiato e pulito alla perfezione. Dopo si è rivestita sommariamente tu l’hai accompagnata fino alla porta, una veloce occhiata al corridoio, la sua camera era davanti alla tua. Uscendo ti ha dato un bacio.
“Mi hai fatto godere come non ho mai fatto in vita mia sei un vero toro grazie.”
Le hai assestato una pacca sul culo e te ne sei andato a dormire. Il giorno seguente lei era la stessa di sempre, acida e stronza con tutti tranne te, poi la sera ha trovato il modo discreto per dirti che sarebbe venuta cercarti di nuovo. Quando è entrata in camera tua ti sei fatto trovare già nudo e lei si è spogliata in una attimo restando in reggicalze e autoreggenti con pizzo bellissime. Distesa sul letto ha incominciato a succhiarti con estrema bravura quando un rumore l’ha distratta, dalla porta del bagno sono entrati i tuoi colleghi già nudi e lei dopo un attimo li ha invitati a partecipare al gioco. L’avete scopata per diverse ore sfondando e riempiendo tutti i suoi buchi. I tuoi colleghi le sono venuti dentro due volte, sia in culo che davanti mentre tu dopo una lunga scopata le hai riversato in bocca tutta la tua sborra che lei ha gradito molto. Certo che te la ricordi la signora Italia, ma nonostante le insistenze di questa giovane donna sua allieva adesso fai il gentiluomo.
“Dimmi la sincera verità, te la sei portata a letto? tutti ne avevamo il sospetto, ma nessuno ne ha avuto la certezza.”
Tu la guardi le fai un sorriso sornione poi essendo finito il vostro giro davanti alla sua vettura la saluti. Lei è lì ad un passo da te. Sembra che ti stia offrendo le sue labbra per essere baciate. Siete molto vicini, ma all’ultimo momento tu non la baci. Lo vedi che lei se ne stupisce te ne vai. Quando ti volti a guardarla da sopra il cavalcavia vedi che da un pugno al volante della vettura come un gesto di stizza. Rifletti e ti rendi conto che forse stavi per cadere nella sua trappola. Se ti baciava era lei che ti aveva dominato. Se rifiutava il bacio era lei che avrebbe avuto il predominio su di te. Così le hai lasciato il dubbio e adesso è lei che ti deve cercare in quanto si è offerta a te, in ogni caso sei in una posizione di vantaggio e questo è in fondo quello che volevi. Il giorno dopo non la vedi e nemmeno il successivo. Pensi che potrebbe avere degli impegni di lavoro, oppure si è offesa, ma non credi in questa ipotesi. Il terzo giorno la vedi che ha parcheggiato un po più distante quasi a non voler essere vista e tu fingi di ignorarla. Lei vede che te ne vai e ti rincorre.
“Mario aspetta!”
Ti giri, lei si avvicina, ti guarda senza dire nulla poi ti bacia all’improvviso resti quasi immobile per un attimo poi rispondi al bacio quando senti la sua lingua entrare prepotente in bocca e giocare con la tua. Un bacio lungo, carico di passione e desiderio. Poi senza dire nulla ti prende per mano, e con la sua vettura vi allontanate per qualche minuto sempre in silenzio fino ad un caseggiato moderno. Salite in casa e appena chiusa la porta dietro di te lei torna a baciarti con passione e adesso ti tocca il pacco che si è già indurito al solo pensiero che adesso tu la farai impazzire di piacere. Certo ti a portato nella sua tana, ma sei sicuro che sarai tu a dominarla e su questo non hai dubbi. Si inginocchia ti fa scendere la tuta fino ai piedi e subito si trova danti il tuo bel cazzo già quasi alla massima erezione.
…hmumm..che bel cazzo!!!.....mmhummm…..
Lo mette subito in gola e lo succhia da vera esperta. Lo tiene con le sole labbra mentre si sfila i suoi indumenti e tu fai la stessa cosa. In un attimo siete nudi e lei si rialza e ti porta vicino al comodo divano dove lei si distende ti attira a se. La ragazza non ha nemmeno l’idea di chi ha invitato nella sua tana e adesso è giunto il momento di dimostrare a questa troietta che razza di porco ha fra le sue gambe. Le baci il collo poi scivoli giù e succhi i capezzoli piccoli ma duri e li mordi. Lei gradisce e geme ti spinge verso il basso, è impaziente di sentire la tua lingua sul sesso che sta già grondano ma tu lo fai con calma le imponi i tuoi tempi e questo la sconvolge ti vuole sentire lo implora.
…ssi dai mi fai impazzire ..ti desideroooooo….
Scivoli in basso e senti il profumo della fica che è pregna di succo e sta già colando. Le sollevi la gamba e la metti sulla spalliera ben in alto così ti ritrovi il taglio davanti alla tua bocca e affondi in quel nettare che vuole solo essere gustato. Scivoli in basso e insinui la lingua a cucchiaio dentro fra le grandi labbra che si dischiudono e lasciano sgorgare tanto nettare. Gode e tu la fai impazzire leccando e stuzzicando anche il suo buchetto che freme e si contrae quando cerchi di violarlo con la lingua arrotolata. Ha un potente orgasmo che la fa tremare.
…ssi cazzooo..vengoooo!! mi sconvolgiii!! vengoooo….ma sei incredibile!!!!!...sssiii…..
Ti stupisci della facilità con cui la fai godere eri convinto che avresti dovuto faticare molto di più, invece si sta sciogliendo sotto i colpi della tua lingua che incessantemente le martellano i punti più sensibile dopo un poco lei ti reclama.
..ti prego..scopamiiii…ti vogliooooo…daiiiii…
Senti che già ti implora mentre tu ancora non sei disposto ad accontentarla, deve supplicare, sottomettersi alla volontà del maschio che la sta dominando. Indugi ancora ti tira su di se, ma tu la guardi dritta negli occhi e lei capisce che sei tu che comandi.
..ti supplico scopami..mi stai facendo impazzire..ti prego…sei meraviglioso..mai avuto tanto piacere..
La senti che sta fremendo sotto di te. Sei già soddisfatto e così con un colpo ben studiato le affondi dentro il tuo cazzo che la dilata e scivola lungo le pareti che si aprono al passaggio di un simile ariete. La senti stretta, ti calza il cazzo come un guanto. Ti stupisce che sia così stretta, ma non ci fai troppo caso, la scopi e adesso devi dimostrarle che tu sei il massimo. Arrivato in fondo la guardi mentre dalla sua bocca aperta non esce nessun grido. Le sfili un po di cazzo e poi lo affondi nuovo con colpo finale che le sbatte sull’utero e la fa gridare di piacere. Appena entrato e già gode, di questi passi sarà sfinita fra poco.
…ssiii…bellissimoooo..vengooo…vengoooooo!!!..
La sbatti con un bel ritmo costante e ben cadenzato. Lei gode raffica e poi pensa che cambiando posizione le sarà più facile far schizzare anche a te. Ti blocca e si sfila da sotto, ti fa sedere sul divano e ti sale sopra impalandosi. Ha commesso il suo sbaglio più grosso, tu adori sentire la femmina sopra di te. Le afferri i seni e li torturi facendole male e lei gode come una pazza scatenata mentre ti pompa il cazzo salendo su e giù sempre più forte. Gode e viene in continuazione.
…ssii vengooo...........adesso..mi..........sventriiii..ssistupendooooo….vengoooooooooooo..ora!!!.....
Le afferri le natiche e le dilati. Insinui un dito nel culo. Lei sobbalza stupita, poi si concentra nel tentativo di farti sborrare, ma viene ancora fin quando sfinita di adagia sul tuo petto stremata. La fai scendere e la matti di spalle, le appoggi il cazzo di nuovo nella fica, ma lei si sottrae, ti prende per mano e ti porta in camera da letto dove si sdraia e ti offre il suo culo stupendo.
..scopami nel culo..a fai piano che non lo prendo da un bel po di tempo…. dai spaccami e sfondalo..
Le infili un dito, poi due, senti che cede senza opporre resistenza, affondi il cazzo nella fica slabbrate fradicia dei suoi umori e lo inzuppi lubrificandolo, poi lo appoggi alla rondella, lei fa un sospiro e tu affondi dentro lentamente ma con decisione, fin quando il tuo corpo non aderisce al suo. Lei si irrigidisce, resti fermo, sbatte due volte i pugni sul letto, poi ti muovi con calma, ma lei ti incita spaccare quel culo stretto.
…dai porco!! scopami il culo…. dai muoviti..slargalo forte e fammi male…daii….
La prendi per i fianchi e ti muovi deciso, senza pietà. Gode e urla e tu le imponi di masturbarsi la fica per goder e di più. La sollevi e le strizzi i seni mentre in ginocchio sul letto le spani quel culo che hai desiderato subito per tutto questo tempo. Ha due orgasmi molti intensi, poi si gira e ti supplica di sborrare non nel culo, ma nella fica. Resti un attimo stupito da una simile richiesta, ma non hai nessun problema a sfilare, cazzo dal culo e piantarlo di colpo in fica con lei che si sconvolge di nuovo dal piacere che prova e ti chiede di riempire il suo ventre. Piegata giù con il viso appoggiato al materasso, le dai gli ultimi colpi e poi ti scarichi dentro di lei nello stesso istante che anche lei gode.
…ssis ti sentoo..mi fai venireee… oraaaaa!!.....
..ssii eccomiii..sborroooo!!! sentilo..sborroooo!!!.
Senti le contrazioni dei muscoli vaginali che ti risucchiano il cazzo e lo mungono e spremono fino all’ultima goccia. Sfinita si distende e tu ti metti di lato e la guardi. Solo allora vedi una figura di un uomo nudo che si materializza uscendo dalla porta del bagno. Lo guardi e per una attimo resti sulla difensiva, ma è lei che mette tutto a posto.
“Lui è il mio compagno. Stiamo insieme da sei anni, ma ha un problema di eiaculazione precoce, non riesce a controllarsi e sborra subito. Lo amo e lui mi adora. Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso che mi dovevo trovare un vero maschio, un bull come si dice adesso. Lui mi ha lasciato mano libera, e io ne ho provato quattro, tu sei il quinto e devo ammettere che sei in assoluto il migliore che abbia mai incontrato. Quando ti ho visto la prima volta al percorso verde non mi ricordavo dove ti avevo già visto, poi passando davanti alla mia vecchia scuola me lo sono ricordato. Sapevo già che ti eri scopato la nostra professoressa perche due anni dopo aver finito la scuola ho avuto una breve avventura con il tuo collega, quello senza i capelli e lui mi aveva raccontato che voi l’avevate scopate anche in tre e che tu eri stato quello che era durato di più di tutti facendo sbroccare la prof. Ero decisa a smettere di farmi scopare da tipi più scarsi di lui, gente che pensa solo al proprio piacere e basta. Quando gli ho raccontato di te, lui e mi ha spinto a fare una ultima prova anche con te. Devo ammettere che ha avuto ragione, sei di gran lunga il migliore e adesso vorremo farti una proposta se vuoi diventare il mio stallone fisso. Tu potrai scoparmi ogni volta che vorrai sia da sola che con lui presente se non ti disturba, e ti assicuro che per noi sarebbe bellissimo.”
Mentre lei mi ha dato le spiegazioni, lui si è insinuato fra le sue gambe si è messo leccare la mia semenza che sgorgava dalla sua fica e poi ha baciato a lei in bocca e mi hanno guardato in attesa di una risposta che non poteva che essere affermativa. Anzi quando hanno saputo che io ero in affitto ha voluto che mi trasferissi da loro. Dopo un anno e mezzo, il mio aspetto fisico e notevolmente migliorato. Lei ci tiene alla mia salute e alla mia linea. Con lui è stata subito amicizia, è un simpatico ragazzo che adora la sua donna e adesso abitiamo insieme, scopiamo insieme e anche lui è migliorato, a forza di schizzare alla fine si svuota e riesce ad avere una minima resistenza e a volte la scopa assieme a me. Da tre mesi lei ha partorito un bel maschietto che abbiamo chiamato Angelo. Lui non ha avuto nessun problema ad accettarlo come suo, in fondo le schizzava dentro anche lui anche se lo faceva velocemente, quindi c’è il ragionevole dubbio. Lei adesso ne vuole un altro, intanto andiamo tutti e tre spesso a camminare per il percorso verde e io spingo con piacere la carrozzina con dentro il pargolo e mi fa piacere vedere la gente che sorride pensando che sono il nonno che accompagna il nipote al parco. Dentro di me invece mi sento un rinnovato leone che ha deciso di risparmiare la gazzella e guarda i vecchi elefanti che si aggirano smarriti nel parco.
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5 years ago
admin, 75
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Gestore di casa vacanza sull' etna parte 1
Ciao a tutti..
Chi mi conosce lo sa, ma per tutti gli altri farò una piccola premessa.
Sono un singolo molto fantasioso e i classici incontri di sesso fini a se stessi non mi sono mai interessati, al contrario adoro organizzare sorprese e situazione ad alto contenuto erotico, insieme alla complicità dei Lui o delle Lei di coppia…
I dettagli degli ospiti sono volutamente omessi.
Oggi vi racconto un episodio successo poco tempo fa.
Da un pò di tempo ho acquistato una villetta in Sicilia, proprio sulle pendici dell'Etna, ormai da qualche anno la utilizzo solo nel periodo estivo e non sempre, rimanendo chiusa per tutto l'altro periodo dell'anno.
Un sera parlando con amici, mi coinvolgono in una discussione di case vacanze, dicevano che ormai è il futuro e che visto la posizione della mia villetta sarebbe stata un'ottima idea inserirla in uno dei siti online per la locazione giornaliera.
Cosi' facendo fini' per farmi coinvolgere e misi online la mia villetta.
Qualche settimana dopo, ricevetti i primi clienti e boom, massimo delle recensioni.
Guadagnando abbastanza bene e avendo recensioni alte decisi di continuare a pubblicare e misi online sempre piu' inserzioni dell'alloggio.
Una sera, mentre leggevo i vari last dei viaggi in questo sito di incontri, lessi di questa coppia campana che indicando le date di soggiorno su catania, chiedeva informazioni su dove soggiornare in maniera hot, scrissi al volo che potevano utilizzare la mia soluzione, che era vicina ad uno dei club siciliani piu' rinomati,vicina a luoghi comuni di car sex, che la trasgressione di sicuro non sarebbe mancata e che inoltre era situata sulle pendici dell'Etna, cosi' che con un auto a noleggio, avrebbero goduto a a poca distanza di posti mozzafiato al di fuori della trasgressione; il lui di coppia leggendo il mio annuncio mi chiese il link dell'alloggio, senza aggiungere altro, mi ringrazio e fini' la nostra conversazione.
Un paio d'ore dopo, ricevetti una prenotazione sul mio alloggio proprio per le date indicate da quella coppia in questo sito, o era il caso, o forse erano proprio loro.
Ecco i dati:
prenotazione per due persone,
periodo che coincidevano a perfezione,
nome e cognome di chi ha effettuato la prenotazione,
metodo di pagamento,
regione campana. Tombola!
A quel punto capi' subito che erano loro.
Dopo la prenotazione, il sito permette di vedere il numero cosi' che li aggiunsi su whatsapp ed ecco che mi comparve la foto della coppia.
Li contattai, presentandomi come gestore della casa vacanza e ringraziandoli della prenotazione, chiesi gli orari del check in e del check out e se avessero qualche esigenza in particolare, offrendo anche il servizio navetta dall'aeroporto o particolari escursioni nei luoghi di interesse comune...
Il cliente mi rispose che gli orari me li avrebbe comunicato in seguito, io di contro risposta dissi che non c'era nessun problema e che poteva farmi sapere anche il giorno prima dell'arrivo, cosi' chiusi la conversazione.
La mattina seguente, essendo ormai un abitudine, apri' il sito di annunci e mi ritrovai un messaggio proprio da quella coppia:
Ciao Giorgio, il tuo annuncio mi ha proprio colpito, ecco perchè ho deciso di prenotare proprio nella tua struttura per il nostro soggiorno a Catania, ti informo che mia moglie non legge questa chat, l'annuncio nel sito lo gestisco io e non gli ho detto nulla della nostra conversazione, lei è totalmente inconsapevole di ritrovarsi nella struttura di un singolo del sito, quindi ti prego di non far nessun cenno del nostro segreto e di organizzare qualcosa di davvero inaspettato per lei...
Cosi', divertito ed eccitato per questo messaggio, risposi che avrei pensato a tutto io e che a breve avrebbe ricevuto miei indicazioni utilizzando il canale del sito come strumento di comunicazione per organizzare il soggiorno hot....
Il giorno dopo...
Continua......
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5 years ago
Le1vie1di1Tinto,
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Le parentesi del cuore
Sto seduto nella sala d’aspetto davanti all’ufficio del direttore di una clinica ospedaliera. Aspetto di essere ricevuto, devo illustrare una serie di macchinari da inserire in due sale operatorie di questo ospedale che sono in fase di ristrutturazione. Mi chiamo Giorgio, ho 38 anni, sposato con Pamela, che ha un anno in meno, abbiamo un figlio di 16 anni di nome Luigi. Sono un rappresentante di elettro medicali, strumenti e accessori per tutto quello che si può mettere in un ospedale. Ad un tratto vedo una donna che parla al cellulare, passa e si dirige verso la porta dell’ufficio dove entra senza badare a me. Ho un colpo al cuore! Ma è Cristina!
Di colpo la mia mente ritorna al passato. Ero un giovane studente all’inizio del quarto anno di Liceo, quando si mise seduta al mio fianco nell’unico banco disponibile una nuova compagna, Cristina. Figlia di un poliziotto che era stato trasferito lei si era iscritta alla stessa scuola dove andavo io. Alta, bella, capelli biondi e lunghi, occhi chiari, e un bel sederino tondo e alto che sormontava due cosce splendide fasciate da jeans attillatissimi che sembravano cuciti addosso. Me ne innamorai all’istante. Ben presto la mia passione per lei fu ricambiata. Divenimmo inseparabili. Alla fine della scuola eravamo una coppia molto affiatata e passammo l’estate fra vacanze al mare e lunghe giornate in piscina. Alla ripresa della scuola eravamo ancora insieme e per quasi tutto l’anno la nostra storia era additata da tutti come una favola. L’amavo. All’inizio il sesso non fu molto esplicito, anzi, era restia a farsi anche toccare, ma col tempo ho guadagnato la sua fiducia. Passammo dal toccarci a vicenda, alle sconvolgenti leccate che la facevano godere tantissimo. Lei mi ricambiava con pompini che mi facevano tremare le gambe da quanto me lo succhiava. Fu durante la gita scolastica che riuscimmo a dormire insieme. La sverginai. Fu un momento indimenticabile. La feci godere con le mani e la bocca, poi le appoggiai la cappella fra le pieghe della sua fichetta e guardandola negli occhi ne chiesi il consenso.
“Vai, ma fai piano.”
Fu un momento unico. Dolcemente scivolai dentro di lei, sentire la sua verginità cedere di colpo mi fece sobbalzare e mi fermai, ma fu lei a chiedermi di continuare.
Dai…daiiii…spingiiiii…ssiiii..mi sventri ma mi piacee… sssiii..ma fai pianooo………
Entrai in lei fino in fondo. Rimasi immobile e poi lentamente mi sfilai per poi spingerlo di nuovo dentro. Ben presto la sua smorfia di dolore divenne una maschera di piacere. Bellissimo. La scopai con calma e lentamente lei raggiunse il primo orgasmo.
…ssisiiiii…èèèè belllissimmmooo…. Vengo!!!...
Durante tutto il periodo scolastico fummo inseparabili. La scopavo spesso e bene, lei godeva e si lasciava sempre più disinibire. Poi ad un tratto tutto cambiò. Non sono mai riuscito a capire cosa sia stato a generare questo cambiamento. Nel giro di tre mesi eravamo già separati, lei se ne era andata con il nuovo trasferimento del padre e io ero rimasto col cuore a pezzi. Trovai lavoro e conobbi Pamela, mi servì all’inizio per leccarmi le ferite, col tempo si è rivelata una bravissima moglie, amante e complice delle nostre esperienze erotiche. Sono soddisfatto di lei, e in questi anni anche se vado in giro per lavoro non l’ho mai tradita. Ora rivedere Cristina mi dato un certo turbamento. L’osservo attraverso il vetro delle porta. Sempre molto bella, più matura, elegantissima e forse il seno è diventato più grande, mentre il culo, quello è e resterà uno spettacolo. La segretaria mi fa cenno di entrare. Appena dentro le do una rapida occhiata, apro la mia 24 ore e incomincio a elencare le qualità dei miei prodotti. Lei mi dà uno sguardo, si gira e mi guarda meglio. Mi ha riconosciuto.
Cristina.
Mi chiamo Cristina, ho 38 anni, sposata con Dario, ho una figlia, Silvia. Sono responsabile del settore economico di questa ramo dell’ospedale. Oggi dobbiamo decidere la sostituzione di quasi tutti i macchinari di due sale operatorie. Abbiamo selezionato un preventivo molto interessante e abbiamo invitato, il rappresentante a venire ad illustrarcelo. Quando lo vedo entrare mi prende un colpo. È Giorgio! Che stupida avrei dovuto capirlo dal cognome. Lo guardo e mi torna in mente la nostra storia. Sono in compagnia di due delegati dell’amministrazione, e poi c’è Augusto il primario di questo reparto che sbava per portarmi a letto, quindi cerco di avere un contegno serio e distaccato. Lo osservo e ascolto le sue argomentazioni. Lui in maniera molto professionale ci illustra i vari prodotti, e noi lo ascoltiamo con attenzione. I due delegati del consiglio mi fanno cenno che la cosa ci interessa, allora congediamo Giorgio.
"La sua proposta deve essere discussa, se per lei va bene ci rivediamo domani mattina alle 11. Gentilmente mi lasci il suo cellulare se avessimo bisogno di un ulteriore chiarimento."
Lui mi da il numero, lo volevo senza dare nell'occhio, e se ne va. Restiamo un momento a parlare noi quattro, i delegati se ne vanno dicendo che per loro va bene, ma dobbiamo essere noi due a decidere cosa serve acquistare, quindi se ne vanno. Augusto mi guarda, è convinto che io non voglio le cose proposte da lui, mente io sto pensando esattamente il contrario, ma non lo do a vedere, discutiamo un poco, poi a lui arriva un sms e dopo averlo letto se ne va. Resto sola con i miei pensieri e ricordi di lui. Mio padre poliziotto era stato trasferito nella sua città, ero una giovane e bella ragazza appena trasferita da un'altra scuola che mi ritrovai ad essere la sua compagna di banco. Giorgio era un bel ragazzo, e devo dire che oggi è diventato un bell'uomo. Subito fra noi scattò l'intesa prima e l'amore poi. Si, ne ero perdutamente innamorata. Ben presto diventammo una coppia fissa, a scuola e fuori sempre insieme, le vacanze con i suoi e poi anche miei amici, e poi di nuovo il quinto anno insieme. A letto siamo andati per gradi. All'inizio io ero molto titubante, ma con la sua pazienza e la tranquillità che mi dava stare con lui mi sono lentamente fidata e lasciata andare. Lui era fantastico, mi leccava e succhiava masturbandomi che io godevo come una pazza. Era fantastico sentire le sue mani dappertutto. Col tempo ho deciso di restituire il piacere che mi dava. Ricordo le prime volte che glie lo prendevo in bocca. Inesperta lasciavo a lui il compito di istruirmi, e ben presto divenni una bravissima succhiacazzi. Avevo anche imparato a bere la sua semenza, mi piaceva aveva un sapore agrodolce fantastico. Il massimo l'abbiamo fatto durante la gita scolastica. Ci siamo accordati con due amici nostri, lei e un suo amico dormivano nelle mia camera, mentre io andavo da lui. Mi feci sverginare. Fu dolcissimo, mi portò ad un livello tale di eccitazione che quando entrò dentro io ebbi solo un attimo di dolore che lo face fermare, ma fui io a insistere perchè continuasse. Mi fece godere tantissimo al punto che quando stava per venire lo volli in bocca, non volevo sprecare il suo piacere che aveva dalla prima scopata con me. Nei mesi successivi mi scopava tantissimo. Era stupendo, poi avvenne un fatto che mise tutto in discussione. Lui fu oggetto delle attenzioni di una ragazza che a lui però non piaceva, ma pure io non ero rimasta immune dalle occhiate che il nuovo collega di mio padre mi dava quando veniva a casa nostra. Il massimo fu quando prese una camera nell'appartamento vicino a noi. Mi ero invaghita di lui. Alto bello, forte con un aria da macho tremenda. Mi ritrovavo a desiderarlo con tutta me stessa e senza accorgermene trascurai Giorgio che non si capacitava del mio cambiamento. Lo lasciai con la scusa che si faceva l'altra pur sapendo che non era vero. Mentre io ogni giorno desideravo sempre l'altro. Un pomeriggio vado in casa sua e lo trovo che ha appena fatto la doccia. Bellissimo!
"Come devo fare per farti capire che mi sono innamorata dite?"
Lui mi guarda, mi sorride ironico.
"Io non vado con le ragazzine, mi piacciono le donne vere."
Colpita sul vivo lo ribatto sedendomi sul tavolo, e aprendo le gambe mettendo in mostra la mia fichetta nuda.
"Io sono una donna!! dai dimostrami che sei un uomo."
Lui vista la mia determinazione si avvicina, mi mette una mano direttamente sulla figa, e infila un dito dentro facendomi mugolare.
hummumum.... dai che ti voglioooo..
Sorride divertito.
"Sei solo una ragazzina un pò troia, e ce ne passa dall'essere una donna".
Mi sento sfidata, e lo provoco.
"Secondo me tu sei frocio! non sei capace di scoparmi."
La sua risposta arriva in fretta. Mi fa scendere, apre l'accappatoio e mi presenta davanti al viso una nerchia enorme, doppia di quella di Giorgio che non è certo messo male, anzi ben oltre la media, ma la sua era enorme.
"Succhia troietta!! Vediamo se ti riesce di ingoiarlo."
Lo spinge con forza dentro la mia bocca. Ho la sensazione di soffocare, tossico e ho coniati di vomito. Lui divertito mi ritira su, mi gira e mi mette stesa sul tavolo.
" Adesso ti faccio sentire cosa significa essere una donna."
Spennella la grossa cappella fra le pieghe della mia fica e poi di colpo lo infila deciso nel culo.
...hhhaaaaaiiii..nnnnoooo..fa…..maleee..nnnoooooo!!!..esciii fa maleee....mi spacchiiii…il culoooo..
Incurante delle mie proteste lui mi sfonda il culo senza pietà. Mi pompa a piacimento, mi sculaccia con forza mentre mi dice di tutto.
"Tieni troietta..senti come lo prende una donna..adesso che ti ho rotto il culo puoi dire di essere una donna.. ssii vacca ti sfondo il culo...
Mi pompa come un pazzo e poi improvvisamente mi inonda di sborra.
...aaasssiiiii..adesso goddoooo..oraaa...
Lo spinge tutto dentro, poi esce e mi prende per i capelli, mi costringe a inginocchiarmi davanti a lui e me lo infila in bocca.
"Lecca e pulisci zoccola rotta in culo..pulisci per bene e poi vattene."
Me ne vado sfondata e delusa, mi aspettavo amore e invece mi ha trattato come una puttana. Sentivo colare tutta la sua sborra dal culo e per tre giorni mi ha fatto male. La sera mio padre ci disse che avevano accettato il trasferimento alla Digos, e che ci saremmo trasferiti in un'altra città. Rimasi solo per il tempo degli esami, vidi Giorgio che era molto triste, ma non volevo ammettere di aver fatto una cazzata a lasciarlo per quello stronzo, così me ne andai cercando di dimenticarlo. Era stata una brutta parentesi della mia vita che volevo dimenticare in fretta. Nella nuova città presi l'abilitazione come esperta in contabilità e fui assunta dall'ospedale. Il mio lavoro era di supporto ad una donna anziana che gestiva tutta la contabilità dell’ospedale, e dopo un anno ero brava come lei e quando si ammalò fu naturale per tutti che io ne prendessi il suo posto che ricopro tuttora. Lo stesso periodo ho conosciuto Dario, un impiegato di banca. Più che conosciuto l'ho tamponato nel parcheggio dell'ospedale. Ci siamo messi a ridere e poi tutto è cominciato. Durante il viaggio di nozze sono rimasta incinta, e ora lui è assieme a mia figlia ai campionati di nuoto che si svolgono in un'altra città. Prendo il telefono e chiamo Giorgio.
"Ciao, sono Cristina, che impegni hai per la sera? ci vieni a cena con me? Perfetto dimmi dove alloggi e alle venti passo a prenderti."
Chiudo senza che lui abbia il, tempo di chiedere altro, sono confusa, e tanto indecisa sul da farsi. Lavoro il resto del giorno sempre con la testa altrove, poi vado a casa e mi infilo dentro la vasca idromassaggi, per distendermi e schiarire le mie idee.
Giorgio.
Dopo aver esposto le mie argomentazioni, lei con una mossa strategica ha voluto il mio numero, e adesso ho appena ricevuto una sua telefonata con la quale mi invita a cena. Passo il pomeriggio a girare per i vari studi dentistici miei clienti e verso le sei rientro nell'albergo. Passo al bar e mi prendo un aperitivo, rifletto su tutta questa storia. Ho mille domande, mille dubbi, e tanti motivi per lasciar perdere, ma bevo il mio aperitivo e salgo in camera. Mi spoglio e resto immobile sotto la doccia, i pensieri sono tanti e l'acqua non riesce a lavarli. Dopo un po esco, mi asciugo, guardo l'orologio, sono le sette e venti, chiamo casa. Devo far suonare molto il telefono e alla fine mi risponde mia moglie.
"Scusa ero sotto la doccia. "
Mi chiede le solite cose, parliamo del suo lavoro e mi passa mio figlio, sempre allegro che mi racconta che ha messo gli occhi su di una tipetta a scuola ma che lei fa la preziosa. Chiudo con un bacio e vedo che sono quasi le venti meno dieci, mi vesto e indosso l'impermeabile, scendo ed esco dall'albergo. Appena fuori mi sento sbattere da un vento freddo come i miei pensieri.
Cristina
Esco dalla vasca, mi asciugo e nuda vado in camera. Cerco cosa indossare, ma il telefono mi scuote, guardo è mio marito. Parliamo delle gare, di nostra figlia che è un vero delfino. Mi racconta che si è qualificata per le semifinali, e se andrà male tornano domani sera altrimenti se tutto va bene dovranno fare le finali il giorno dopo. Li ascolto mentre ho la mente da tutt’altra parte, poi gli mando i migliori in bocca al lupo e li saluto con un bacio. Guardo l'orologio e decido che è ora che mi vesta. Cerco cosa mettere. Seria e professionale, una brava donna o trasgressiva e troia? Ci penso un attimo e decido che la ragazza seria l'ha già vista, quindi questa sera troia! Per primo indosso delle calze velate nere autoreggenti, string molto esile, reggicalze nero, poi seleziono tre reggiseni, li scarto tutti. Opto per uno a balconcino. Voglio che siano spinti in fuori, non compressi in una coppa, poi la gonna. Ne scelgo una nera, lunga alla caviglia con un vertiginoso spacco laterale e sopra una camicetta bianca molto attillata che delinea meglio il mio seno. Stivaletti alla caviglie e labbra e unghie rosso fuoco. Completo il tutto con una pelliccia di visone ecologico. Mi guardo alla specchio e mi faccio da sola i complimenti.
"Sei molto bella, sembri una vera puttana d'alto bordo. Questa sera o lo ammazzi o ti ammazza lui."
Arrivo davanti al suo albergo, lui mi vede e mi chiede di andare con la sua vettura, ma io insito e lui sale, mi guarda ammirato, decisamente ha un bell'aspetto. Tutto il viaggio siamo rimasti in silenzio, mi aspettavo una sfilza di domande. Io pure ne ho per lui, ma nessuno dei due ha voluto parlare. Dopo venti minuti raggiungiamo un piccolo ristorante posto fuori città, sito su di una collina, IL SASSO DEL FALCO. È un locale molto esclusivo, entrando vediamo solo tre tavoli occupati, il primo ci sono tre uomini che mi divorano con lo sguardo, l'altro due donne una più giovane e l'altra le sta facendo delle carezze sul volto. Il terzo una coppia che dall'aspetto direi che stanno velatamente litigando. Ci sediamo di lato un po in disparte e fatte le ordinazioni io gli sorride e parto all'attacco.
"Ne è passato di tempo. Allora come te la passi? sei sposato? figli?"
Lui mi risponde pacatamente, sposato figlio, e se la passa bene e tu? chiede.
Resto sul vago, risposte banali e semplici che non stemperano il sottile nervosismo che serpeggia fra di noi.
Giorgio
La vedo arrivare, bellissima. Mi fa salire sulla sua auto, mentre guida sicura le si apre un po la gonna e mostra il pizzo delle calze. Mi giro verso il finestrino. Che faccio? Amo mia moglie, e che faccio ora qui? Ho mille dubbi e domande, ma nessuno dei due parla. Entriamo nel ristorante, c’è poca gente e solo il tavolo con tre uomini ci degna di una bella occhiata. Lei mi guarda, meccanicamente come me ordina del cibo, ma è palese il desiderio di parlare più che mangiare. Arrivano le pietanze, mi fa due semplici domande molto banali e scontate, replico ma ottengo e le stese risposte. Mangiamo un poco, con scarsa convinzione, la guardo dritta negli occhi.
“Andiamocene.”
Lei mi guarda e senza aggiungere altro si alza, e insieme ci dirigiamo fuori, entriamo in auto, nessuno dei due parla.
Mi giro la bacio con impeto e furore. Come se il tempo si fosse rimesso in moto all’istante. Lei risponde al bacio spingendo con impeto la sua lingua dentro la mia bocca. Limoniamo un poco, poi la guardo e le dico che la voglio. Non risponde accende l’auto e in assoluto silenzio si dirige verso casa sua. Una bella costruzione, con annesso garages che lei apre e ci entra con la vettura. Accediamo da un corridoio direttamente in casa. Appena dentro la stringo a me, la voglio. Lei mi spoglia con molta impazienza e nudi ci adagiamo su di un letto matrimoniale che credo sia il suo, mi stringe a se. La bacio, inizio dal viso e scendo lentamente giù fino al suo ventre, ne sento il profumo, il desiderio e lei si gira e con destrezza infila il mio cazzo tutto in bocca. Geme e succhia come una furia scatenata.
….daiii ti voglio!!!! Prendimiiiii…
Mi rigiro, mi distendo su di lei che apre le gambe per ricevermi meglio. Appoggio la bollente cappella fra le pieghe della sua succosa ostrica che non aspetta altro che di essere penetrata, ma io indugio e lei mi supplica.
Ddaaiiiii….scopammiiii….tivogliooooo…
Con un colpo deciso affondo tutto in lei.
….aahhahhh……ssisiiiiiiiiiiiiiii…. bellissimoooo…
Lo sento scivolare dentro fin quando non sbatto in fondo. Lei trema scossa da un improvviso orgasmo.
….sssssssssiii…..mi faiii…ssiiii..vengoooo!!...
Accidenti appena dentro le ho fatto subito raggiungere un orgasmo.
…sssiiii…… meravigliosooo….godoooo….ssiii…
Le lascio assaporare il suo piacere, poi lentamente mi muovo e incomincio a pomparla come si deve. Lei gode a ripetizione, mi spinge di lato e sale su di me. Si impala sul mio cazzo e lo pompa con impeto e passione. È un cavalcata tremenda e bellissima. Si scuote e sbatte la testa da ogni lato mentre gode a raffica. Sfinita si distende su di me.
..daaii… voglio il tuo piacere…dai sborrami dentrooo..looo vogliooo…oddiooo mi fai venire ancoraaaa…si daii…….vieniiiii….sssiii……
La metto di lato e la scopo con ancora più forza fin quando pure io sono all’apice del piacere e schizzo dentro di lei.
Eccoooommmiiiii…sborrrooooo!!!!Oraaaaaaaa…
Sfiniti, con il fiato corto la bacio. Lei piange, mi chiede scusa per tutto quello che mi ha fatto. Mi spiega il perché se ne andata. L’ascolto e in silenzio mi alzo e mi rivesto. Sono incazzato. Lei mi viene vicino.
“Capisco il tuo risentimento. Sono certa che mi merito tutto il tuo disprezzo, ma vorrei chiederti di riflettere su tutta la faccenda. Sono passati tanti anni, siamo cresciuti e adesso potremmo ancora passare dei momenti bellissimi insieme. Se per te non sono degna di tutto questo, se per te merito il tuo disprezzo, allora ti capisco. Mi rivesto e ti riporto al tuo albergo. La guardo. Nuda, bellissima, con i capelli spettinati, il viso triste con l’aria di che aspetta una sentenza che da quasi per scontata. Sento il mio cuore battere prepotentemente per lei. Allargo le braccia e lei ci si infila dentro, un attimo, asciugo le sue lacrime con tanti baci.
“Basta..hai ragione..basta farci del male. Non so come faremo in futuro, ma adesso ti voglio e non lascerò che tu te ne vada ancora.”
Sento prepotente la mia erezione crescere di nuovo, la metto sul letto e ricomincio a scoparla per tutta la notte. Solo all’alba il suono del mio cellulare mi desta, è mia moglie. Ci parlo e poi è lei che chiama suo marito. Entrambi abbiamo ascoltato in silenzio le conversazioni che abbiamo avuto con i nostri rispettivi consorti, ma nessuno dei due ha mostrato gelosie o altro, mentre scambiavamo i classici ..ti amo e baci, ecc. Poi mi sono vestito, sono scivolato silenziosamente fuori, ho preso un taxi sono tornato in albergo. Alle undici puntuale ero davanti al suo ufficio, ho concluso un prezioso affare e da allora ogni due settimane vado da lei. Ci incontriamo di nascosto, è un momento che lei definisce “la sua parentesi del cuore.” Quella che si concede con me che per ora mi accontento di tutto questo. Non abbiamo molte speranze per un futuro prossimo, al momento viviamo alla giornata fra una parentesi e l’altra ci sono le nostre rispettive vite. Per il momento va bene così.
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5 years ago
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Un cazzuto amico di chat
Avevo conosciuto Gio’ un pigro mattino d’estate gironzolando per una chat in cerca di un po’ di chiacchiere e di svago piccante. Era in una stanza dal nome “Cazzi grossi” che era tutto un programma… Entrai anche se la stanza era desolatamente vuota, con solo lui in evidente attesa di qualcosa e qualcuno di interessante. Mi salutò ed iniziammo a chattare, e con mio piacere constatai che non disegnava i culetti maschili, anche se li preferiva con contorno di lingerie. Gli chiesi come mai fosse solo, ottenendo come risposta un laconico ma significativo “ce l’ho troppo grosso”. Me lo mostrò per qualche minuto in cam, e capii cosa intendeva: era un arnese che, seppure non in piena erezione, appariva davvero enorme, di sicuro oltre i 20 centimetri come mi disse lui con orgoglio ma anche quasi con sconsolata rassegnazione, e soprattutto con una circonferenza esagerata. E’ per questo che, nonostante trovasse in continuazione ammiratori per il suo splendido arnese, non riusciva però a trovare culetti abbastanza coraggiosi da provarlo fino in fondo.
La cosa non mi meravigliava più di tanto, viste le generose dimensioni del suo uccello, ma allo stesso tempo mi intrigava e mi stimolava le fantasie più perverse. Che tali sembravano dover rimanere, vista la distanza che ci separava… Ci ritrovammo quindi più volte a chattare, con lui che mi raccontava i continui fallimenti che otteneva nel trovare qualcuno che prendesse il suo enorme arnese nel culo.
Il tutto con l’aggravante della sua voglia di scatenarsi in una inculata selvaggia, a cui la sua irrefrenabile voglia di scopare un culo irrimediabilmente lo portava, con l’ovvia conseguenza di far fuggire chiunque provasse a prenderlo. Lo convinsi a provare con più calma, ad iniziare piano per poi provare ad aumentare il ritmo una volta che la troia di turno avesse preso dimestichezza col suo arnese, ma il risultato non cambiava. Tutti i pochi coraggiosi arrivavano a prendere la cappella e poi desistevano. Ed io mi ritrovavo a fantasticare se al loro posto sarei mai stato capace di accoglierlo tutto. La risposta nelle mie fantasie era ovviamente sì, ed immaginavo Gio’ soddisfatto ad incularmi con tutta la foga di cui poteva essere capace. Ma tanto erano solo fantasie.
Finché un giorno accadde l’inaspettato: Gio’ sarebbe dovuto venire per lavoro a meno di 50km da me, e mi propose di raggiungerlo, almeno per far due chiacchiere e finalmente conoscerci.
Pur se titubante, accettai, prenotando una stanza nel suo stesso hotel. Ci incontrammo per cena, e chiacchierammo amabilmente, anche se traspariva in modo tangibile la voglia di entrambi di cercare di capire se potevo essere davvero io la troia che lui stava così inutilmente cercando. “Stanza 321, fra mezz’ora…” mi disse lui con un sorriso malizioso una volta pagato il conto.
Salii in camera, mi feci una doccia veloce, ed usai il mio fido dildo per preparare il culetto, allargandolo e facendolo rilassare: la sfida che mi attendeva era davvero impegnativa. Passata la mezz’ora, mi infilai una semplice tuta ed andai da lui: bussai quasi timidamente alla stanza 321. Dopo pochi secondi mi aprì la porta accogliendomi con un sorriso. Era in accappatoio, e mi invitò ad entrare. Nemmeno mi sedetti, un po’ timoroso e titubante su cosa fare. Una cosa era cenare e fare due chiacchiere piacevoli, una cosa era affrontare la bestia che aveva tra le gambe.
Ci pensò lui a togliermi dall’imbarazzo, prendendo un pacchettino dalla sua valigia e lanciandomelo. “Dai, metti queste” disse con voce che tradiva una voglia irrefrenabile. Andai in bagno e aprii il pacchettino. Conteneva un paio di calze autoreggenti velate bianche, con la parte superiore in cui abbondava il pizzo. Le infilai guardandomi allo specchio, ed in effetti vedendo il mio culo incorniciato da quelle calze mi sentii davvero una troia pronta a fare qualunque cosa per soddisfare il suo maschio.
Uscii dal bagno mostrandomi nudo a lui con solo le calze indosso: Gio’ era nudo sul letto che lentamente si masturbava, ed evidentemente già pregustava la mia apparizione, visto che il suo cazzo era già quasi in piena erezione. Svettava, grosso, largo, venoso, di dimensioni davvero fuori della norma. Il solo pensare di prendere quell’enorme tronco di carne nel culo mi faceva rabbrividire, ma di piacere.
Gio’ si spostò mettendosi a sedere sul bordo del letto, con le gambe aperte. Con una mano teneva dritto il suo enorme uccello, muovendolo lentamente come per invogliarmi. Io lo guardavo come ipnotizzato quel grosso arnese ondeggiare, fremendo dalla voglia ma paralizzato al tempo stesso. “Dai, vieni… assaggialo… non morde mica sai?” sussurrò Gio’ che evidentemente stava anche lui morendo dalla voglia di capire quanto sarei potuto essere la troia che voleva.
Mi ritrovai inginocchiato fra le sue gambe, col suo cazzo che continuava ad ondeggiare invitante a pochi centimetri dal mio viso, emanando un eccitante profumo di maschio eccitato. Tirai fuori la lingua ed iniziai a leccarlo partendo dallo scroto e risalii lentamente su lungo il tronco che sembrava non finire mai, fino ad arrivare alla grossa cappella, che slinguai tutto intorno. Indugiai sulla punta e, guardando Gio’ dritto negli occhi, dischiusi le labbra accogliendo il glande nella mia bocca affamata.
Iniziai a succhiare lentamente, e mentre le mie labbra scorrevano lungo quel grosso tronco, lui lasciò il cazzo che io prontamente afferrai con entrambe le mani. Le mani scorrevano all’unisono con la bocca, avvolgendo quello splendido esemplare di cazzo. Lo spompinavo con foga, e ogni tanto interrompevo i movimenti frenetici per cercare di prenderne in bocca il più possibile, ma senza mai riuscire ad andare oltre la metà. Sentivo il cazzo durissimo fra le mie dita e fra le mie labbra, scorrermi sulla lingua fino all’inizio della gola, riempiendomi la bocca di carne bollente.
Il mio pompino appassionato non fece altro che portare l’eccitazione di Gio’ al livello di guardia, tanto che, ormai infoiato come un toro, si alzò in piedi senza alcun preavviso, e il cazzo scivolò fuori dalla mia bocca. Mi ritrovai Gio’ in piedi davanti a me, e il suo enorme cazzo ancora una volta davanti al viso che oscillava invitante. Lo afferrò e me lo sbatté più volte sul viso schiaffeggiandomi, mi afferrò la testa avvicinandola al suo cazzo e mi ordinò di aprire la bocca. Mi infilò il cazzo fra le labbra senza tanti complimenti e, continuando a tenermi la testa con una mano, iniziò a scoparmi la bocca. Il cazzo scorreva veloce fra le mie labbra arrivandomi quasi in gola, mentre io afferrai il bacino di Gio’ per cercare di frenarne l’impeto. Per tutta risposta lui mi prese la testa con entrambe le mani e accelerò fottendomi la bocca infoiato all’inverosimile. Rivoli di saliva mi colavano dalla bocca e lungo il suo cazzo, bagnandomi il mento e il petto. Sfilò il cazzo dalla mia bocca, fradicio e lucido di saliva, mentre io rimasi ansimante con la bocca spalancata a guardarlo. Guardò compiaciuto l’abbondante saliva che bagnava il suo grosso uccello per poi infilarmelo ancora con foga fra le labbra, ricominciando a scoparmi la bocca.
Lo sfilò e rinfilò nella mia bocca più volte, ogni volta con abbondante saliva che colava ovunque, e ogni volta riprendeva a fottermi la bocca con la stessa voglia e la stessa foga. Finché non mi prese per un braccio facendomi alzare e mi spinse sul letto facendomi mettere a pecora: in questo modo potevo finalmente offrirgli ciò che ormai smaniava possedere, ovvero il mio culo. Gio’ si mise in ginocchio dietro di me, ed iniziò a strofinare il grosso cazzo grondante saliva fra le mie natiche contro il buchetto fremente di voglia, bagnandolo abbondantemente.
“Adesso te lo sfondo questo bel culetto” sussurrò con voce carica di eccitazione. Puntò la grossa cappella sul mio buchetto ed iniziò a spingere: il lavoro preparatorio con il dildo era stato opportuno, perché mentre la punta del suo cazzo iniziava a farsi strada io sentii il culo aprirsi e tendersi all’inverosimile. “Piano Gio’… fai piano… è… enorme…” lo supplicai. Nonostante fosse infoiato in modo incredibile continuò a spingere lentamente, senza lasciarsi andare alla tentazione di iniziare a spingere come un toro. Il suo cazzo sembrava non finire mai, ed io sentivo il culo che faceva fatica ad accogliere quell’enorme uccello, strappandomi gemiti di piacere, ma anche togliendomi il fiato per quanto mi stava allargando.
“Bravo… così… prendilo… sta entrando tutto… ecco un culo come dico io…” ansimava lui finalmente alle prese con un culo capace di avere il coraggio per provare ad accogliere il suo colossale cazzo. “Oh sì Gio’… bravo, così…. Lentamente… vedrai che entra…” gli sussurravo per guidarlo e per spingerlo a proseguire con la dovuta delicatezza, necessaria ad evitare che cedesse e iniziasse a spingere come un forsennato, rovinando tutto. Lentamente, centimetro dopo centimetro, con una grande ed inaspettata pazienza, Gio’ mi piantò nel culo il suo cazzone. “Finalmente…” gemette mentre teneva il suo cazzo immobile ben piantato a fondo nel mio culo, e con le mani iniziava a massaggiarmi ed impastarmi i glutei “Finalmente un culo da vera troia…”. Girai la testa, e vidi che guardava estasiato il suo cazzo che era infilato fino in fondo al centro del mio culo, quasi incredulo di poter avere finalmente un culo per sé e per le sue voglie da tanto tempo frustrate.
“Oh Gio’ hai un cazzo fantastico” gli sussurrai con voce piena di voglia, svegliandolo da quella specie di trance. “Dai, inizia a muoverti… vedrai che sarà ancora meglio” aggiunsi sorridendo e leccandomi le labbra. Giò sorrise, e, tenendomi saldamente per i fianchi, iniziò lentamente a muovere indietro e avanti il bacino, con il suo uccello che così completava la sua opera, finendo di aprirmi il culo che ad ogni affondo era sempre più cedevole ed accogliente. “Bravo… così… mmmm…. mi piace da impazzire…” mugolavo mentre il suo cazzo scorreva sempre lentamente ma più deciso fra le mie chiappe.
Lentamente ma inesorabilmente Gio’ iniziò a spingere di più, facendo scorrere il suo cazzo con più energia e sempre maggior velocità. “Che culo… che culo…” continuava a ripetere, mentre sentivo il suo grosso cazzo spingere sempre di più e più a fondo. Ogni affondo mi strappava un mugolìo, e la cosa non faceva altro che aizzare Gio’ che ad ogni colpo aveva sempre più la certezza di aver finalmente trovato la troia che aveva tanto cercato. Ed ogni suo colpo era sempre più profondo, sempre più veloce, sempre più deciso. E il mio culo sempre più aperto ed accogliente.
Il ritmo stava diventando sempre più sostenuto, ed io sentivo il suo grosso cazzo affondare con sempre maggior facilità nel mio culo, sempre più dilatato. Gio’ ormai stava perdendo ogni remora sentendo il mio buchetto ormai remissivo e sentendomi mugolare di piacere ad ogni sua spinta, per cui mi prese saldamente per i fianchi ed aumentò ancora la profondità e la potenza delle spinte. Mi sentii quasi schiacciato contro la spalliera del letto, mentre lui spingeva con sempre maggior forza, incitandomi con voce roca: “prendilo troia… così così… prendilo tutto… te lo spacco questo culo da troia!”. “Così… bravo… spingi Gio’… spingi…” lo incitavo, sapendo che così sarebbe diventato un vero toro “spaccami il culo… spaccamelo come piace a te…”. Le sue voglie da toro erano ormai inarrestabili e senza freni, e dava spinte profonde e potenti, ad un ritmo forsennato, entrando con prepotenza nel mio culo ormai arresosi alla sua devastante foga.
Ad un trattò sfilò il cazzo dal culo, che rimase spalancato davanti a lui. “Cazzo che culo che hai… proprio come piace a me… sembra fatto apposta per il mio cazzo” disse con un filo di voce contemplando la voragine che aveva davanti. “E il tuo cazzo è quello che ci vuole per il mio culo affamato” gli sussurrai guardandolo “adoro come me lo scopi…”. Gio’ non mi fece nemmeno finire la frase e mi rimise nel culo il suo enorme arnese con un’unica, decisa spinta, talmente forte da togliermi il fiato. “E’ tutto per te troia… tutto per il tuo culo…” disse ricominciando a pomparmelo nel culo come un toro. Si sistemò meglio, mettendo i piedi all’altezza del mio bacino e sollevando il suo, in modo da trovarsi sopra di me. Le mie spalle ed il mio viso erano contro il materasso, ed il mio culo proteso verso l’alto ad contrastare le spinte del mio stallone: in questo modo, tenendomi per il glutei, mi inculava dall’alto vero il basso, schiacciandomi al letto. Con la testa piegata guardai all’indietro, e vidi nello specchio ai piedi del letto Gio’ che mi sovrastava, ed il suo grosso cazzo che mi affondava senza pietà nel culo.
Mi inculò con foga, con spinte profonde e potenti, per un tempo che mi sembrò infinito, finché non mi pianto il suo grosso cazzo a fondo nel culo e mi sussurrò all’orecchio “ti piace il mio cazzone nel culo, vero troia?”. “Mi piace da impazzire” ansimai “e adoro come mi inculi…”. “Troia!” mi disse sfilando all’improvviso il suo cazzo e spingendomi in avanti, quasi sbattendomi contro la spalliera di legno del letto. Con movimenti decisi mi fece mettere a pancia in su, mi prese le gambe, le sollevò e le piegò, tenendomele premute contro il petto. Il mio bacino si sollevò, e Gio’ mi affondò deciso nel culo il suo splendido tronco di carne, ricominciando a fottermi con vigore. Così immobilizzato non potevo far nulla, se non godere delle forti sensazioni che quel palo di carne mi dava nel penetrarmi con forza. Afferrai allora Gio’ per i glutei ed iniziai ad accompagnare i suoi movimenti, sentendolo contrarre i muscoli ad ogni affondo. Ma dopo un po’ più che accompagnarlo iniziai a tirarlo a me, cercando di fare in modo che spingesse con più forza e più a fondo il suo cazzo di marmo nel mio culo.
Il ritmo diventò forsennato, e Gio’ non resistette a lungo: con un balzo sfilò il cazzo dal mio culo e si mise su di me, che rimasi bloccato con le gambe spalancate bloccate dalle sue e il suo cazzo a pochi centimetri dal mio viso. Gio’ si segava a gran velocità, e dopo pochi secondi con un gemito iniziò a schizzare densi fiotti di sborra sul mio viso. “Troiaaaaaaaaa!” rantolò mentre i primi schizzi mi bagnavano il viso, le guance e le labbra, colandomi sulla pelle. A bocca spalancata cercavo di placare la mia sete di sperma, mentre lui continuava a menarselo e a schizzare senza curarsi di dove i densi fiotti andassero a finire. Fu così che al termine dell’ondata di piena mi ritrovai con il suo sapore in gola, ma anche con il viso, il collo ed i capelli bagnati dai suoi schizzi.
Avanzò ancora spingendo il bacino in avanti, e mi infilò fra le labbra la grossa cappella che ancora pulsava per l’orgasmo. Io feci l’unica cosa che c’era da fare, ovvero succhiarla per ripulirla da ogni goccia di sperma e per assaporare il frutto di quella entusiasmante cavalcata. “Bravo… pulisci tutto… succhia…” ansimava lui riprendendo fiato “sei proprio una gran troia…”. Mi piaceva sentirmi chiamare troia, mentre col suo cazzo nella mia bocca gli accarezzavo i glutei spingendolo ad affondare di più il cazzo fra le mie labbra. Un cazzo che non sembrava avere la minima intenzione di ammosciarsi, e che Gio’ iniziò a muovere lentamente avanti e indietro fra le mie labbra, duro come il marmo.
Lo sfilò dalla mia bocca, iniziando a passarmelo sul viso, facendomi sentire la sua pelle di seta sulle guance e sulle labbra. “Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese sorridendomi “Da impazzire” risposi. Gio iniziò a darmi dei colpetti col cazzo sul viso, prima sulle labbra, poi più decisi sulle guance. “E sai cosa si merita un troietta come te?” chiese con la voce rotta dalla voglia. “Cosa…” chiesi io con altrettanta voglia, mentre lui ormai quasi mi schiaffeggiava con il suo cazzo durissimo. “Questo…” disse mentre con una mossa fulminea si rimetteva indietro col bacino e mi infilava il cazzo nel mio culo già provato dalla monta da poco conclusa.
Ricominciò a sfondarmi il culo con foga, con colpi profondi e vigorosi, strappandomi rantoli di piacere intenso, dimostrando che nonostante la sborrata la sua voglia e il suo vigore erano intatti, segno di un desiderio represso da tanto di avere un culo a sua completa disposizione. E io ero ciò che aveva da tanto desiderato, una troia che non voleva altro che avere il suo grosso cazzo dentro di sé. “Così… bravo… inculami… incula la tua troia…” lo incitavo ansimando mentre il suo cazzo continuava senza pietà a distruggermi il culo. “E allora fammi vedere quanto sei troia… fammi vedere quanto ti piace nel culo…” disse ad un certo punto sfilandomelo dal culo e sdraiandosi sul letto, col bacino sul bordo ed i piedi poggiati per terra.
Salii su di lui, dandogli le spalle, e abbassando il bacino mi ritrovai con il suo cazzo fra le mie natiche, che premeva sul buchetto ormai aperto. Abbassandomi mi impalai sul suo cazzone, che mi scivolò nel culo con relativa facilità. Mi assestai per bene con quel grosso arnese del culo, per poi sollevare i piedi e metterli sul bordo del letto. In questo modo, appoggiandomi con le mani al suo torace, potei spingere e sollevare il bacino, iniziando un su e giù perverso su quell’enorme attrezzo di piacere. Gio’ mi teneva per il culo, accompagnando i miei movimenti e aiutandomi a sollevare ed abbassare il bacino ad un ritmo che man mano aumentava all’aumentare della mia voglia. “Così, troia… impalati…” mi incitava mentre il mio culo ingoiava con naturalezza il suo tronco di carne.
Il porco non aveva scelto a caso il lato del letto su cui iniziare quella cavalcata. Davanti a me c’era un grande specchio, nel quale mi sembrava di vedere una scena di un film porno: mi vedevo in autoreggenti impalarmi con gusto, con la faccia ancora bagnata dal suo sperma, mentre il suo cazzo spariva con facilità nel mio culo affamato. Mi sentivo una vera troia, mentre muovevo il culo su e giù su quel cazzo equino che ormai aveva reso il mio culo un’autostrada, impalandomi con foga. Ma a Gio’ piaceva controllare tutto, e iniziò a spingere in alto col bacino, dapprima per venirmi incontro quando mi abbassavo e penetrarmi con più profondità e decisione, per poi aumentare ancora una volta il ritmo.
Mi ritrovai fermo col bacino sollevato, mentre lui spingeva verso l’alto dando colpi potenti con sempre maggior velocità. Vedevo nello specchio il suo cazzo scoparmi con una velocità incredibile, che non credevo possibile quando all’inizio della serata avevo finalmente messo le mani e la bocca su quell’enorme arnese. E invece lo vedevo nello specchio e soprattutto lo prendevo nel culo con una naturalezza che evidentemente aveva reso reali i sogni del porco che continuava senza sosta a incularmi con foga e veemenza.
“Sì, sei proprio una grandissima troia!” disse piantandomelo a fondo nel culo. Senza togliermelo dal culo mi sollevò e mi spinse contro il tavolo, e mi ritrovai in piedi con le mani appoggiate al tavolo e lui dietro di me, sempre ben piantato nel mio culo. Mi fece sollevare una gamba facendomi poggiare il piede sulla sedia, e poi ricominciò a incularmi come un toro infoiato. Mi teneva stretto per i fianchi mentre affondava con forza nel mio culo, ed io dovetti ancora una volta fronteggiare la veemenza delle sue spinte. Mi inculò per un minuto buono ad una velocità pazzesca, raggiungendo un secondo orgasmo che si preannunciava abbondante come il primo. Sfilò il cazzo e mi diede una sonora sculacciata. “Inginocchiati troia” mi ordinò. In un attimo fui in ginocchio davanti a lui che si stringeva forte il cazzo pronto ad esplodere: un attimo dopo prese a menarselo furiosamente iniziando a schizzare come una fontana. “Sborroooooooooo!” rantolò mentre il primo schizzo mi colpì il viso, seguito da altri bollenti e densi. Continuando a ripetere quanto fossi troia svuotò ancora una volta i coglioni sul mio viso, le mie labbra e la mia bocca, per poi lasciandosi andare all’indietro sedendosi sfinito sul letto.
Mi guardò sorridendo mentre il suo sperma ancora mi colava sulle guance e mi disse: “Finalmente ho trovato la mia troia… credo che dovrò venire più spesso da queste parti…”
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Un capodanno noioso
Non so come fossi finito a quella noiosa festa per l’ultimo dell’anno. Un grande locale per varia umanità, come famiglie che non avevano voglia di mettere a soqquadro la propria casa, gente a caccia di chissà che cosa, e gente annoiata che non era riuscita a trovare di meglio.
Io appartenevo a quest’ultima categoria, visto che la mia serata organizzata a casa di amici era saltata per degli impegni di lavoro che mi avevano trattenuto in città. E così ero lì, da solo e annoiato, con giacca e cravatta d’ordinanza, a guardarmi intorno e a scrutare gente che cercava di divertirsi per forza, gente che faceva finta di divertirsi, e gente che nemmeno aveva più voglia di fare finta.
Ad un certo punto notai un ragazzo alto, moro, che aveva anche lui l’aria di quello capitato lì per sbaglio. Con un bicchiere in mano si guardava intorno con aria annoiata, quasi cercasse dove fosse l’uscita per potersene andare, più che per guardare la gente attorno a sé. Andai a riempirmi il bicchiere con dell’altro vino, pensando che non avrei dovuto esagerare perché poi avrei dovuto guidare fino a casa.
Mentre versavo il vino sentii una voce dietro di me: “Magnifica festa, vero?”. Mi girai e mi ritrovai davanti il ragazzo moro che avevo notato prima…. Più che sorridere quasi rideva, sapendo di aver detto qualcosa di profondamente falso. “Ho visto che anche tu ti stai divertendo da morire qui”. “Si vede proprio tanto vero?” risposi ridendo, “forse era meglio rimanersene a casa…”. “Sì, forse sì” disse lui, “ma almeno qui c’è la speranza di annoiarsi inseme… Piacere, mi chiamo Andrea, ma tutti mi chiamano Andy”. “Piacere Andy, io sono Alex, e sono pronto a divedere la mia noia con te”.
Andy si mise a ridere mentre io lo guardavo… Era alto più di me, fisico tonico ma non palestrato, o almeno così sembrava sotto la giacca, sulla trentina, e con un paio di occhi vispi e maliziosi.
“In effetti la tua idea di rimanersene a casa non era davvero male” disse Andy “Io abito a 5 minuti a piedi da qui… Se ti va dividiamo la noia, un po’ di spumante, e forse anche qualche sfizio da mangiare”. Non ci pensai su molto, sia perché la noia quella festa non avrebbe mai mantenuto promesse che nemmeno aveva fatto, e sia perché Andy era simpatico e almeno ci saremmo fatti quattro risate in santa pace senza tutta quell’inutile confusione… “Mi sembra un’idea fantastica” risposi “Fuggiamo prima che arrivi mezzanotte e il solito trenino con musica brasiliana ci travolga!”.
Ridendo recuperammo i nostri cappotti e sempre ridendo arrivammo a casa di Andy dopo una breve camminata. Mi fece entrare nella sua abitazione, piccola ma accogliente, offrendomi un posto sul divano del salottino dopo avermi requisito il cappotto. Sparì per poco nella camera da letto per posare i cappotti e poi andò in cucina a prendere del vino. “Secondo me così va molto meglio” disse levandosi anche la giacca e liberandosi della cravatta e del suo nodo scomodo. Feci lo stesso, mentre si rideva e si scherzava come vecchi amici, mentre invece il nostro incontro era recentissimo, ma almeno sembrava aver salvato un ultimo dell’anno destinato alla noia per entrambi. Il vino aveva scaldato anche l’ambiente freddo di dicembre, anche se la casa piccola e accogliente di Andy era già molto calda di suo.
Mancava ormai poco a mezzanotte, e con la televisione senza audio che faceva da sfondo come un quadro animato, tanto per tenere sott’occhio l’ora, io e Andy chiacchieravamo contenti per la serata che sembrava ormai salva. “Meno male che siamo scappati da quella festa... Pensa a tutta quella gente che si sta annoiando e per di più in giacca e cravatta… Almeno qui possiamo stare comodi” dissi. “Infatti… io poi sopporto poco i vestiti ingessati, preferisco stare comodo e in libertà” rispose. “Beh, allora fai come se fossi a casa tua” dissi con una battuta più che scontata.
“Beh allora la tenuta non sarebbe proprio elegante” rispose Andy “di solito giro in mutande” aggiunse ridendo.”Oh beh... visto che è l'ultimo dell'anno... l'importante è che siano rosse” dissi ridendo. “Accidenti, sono nere” ammise lui “E le tue?” mi chiese. “Le mie? io nemmeno le ho... Però ho le calze rosse, vedi?” dissi ridendo e mostrandogli le mie calze. Scoppiò a ridere e mi chiese se davvero non le portassi, e visto che continuava a non crederci mi alzai in piedi, mi slacciai i pantaloni dandogli le spalle, e li abbassai mostrando una natica inequivocabilmente senza traccia di biancheria intima. “Convinto?” dissi sorridendo. “Questa cosa merita un brindisi” disse lui prendendo la bottiglia e riempiendo i bicchieri. “Ogni scusa è buona per brindare, eh?” dissi sorridendo. “Beh è l'ultimo dell'anno” disse Andy e proponendo un brindisi. “Alle tue mutande inesistenti allora!”. “Alle mie non mutande” brindai io. Bevemmo e poi brindammo ancora al nostro incontro che in qualche modo ci aveva salvato da quella festa.
“Mi è venuto un po’ caldo con questi brindisi” dichiarò Andy sbuffando e sbottonandosi la camicia fino a metà.
“In effetti fa un po' caldo” dissi io “Però è piacevole… Pensa che alla festa avresti ancora la cravatta” aggiunsi quasi come fosse una minaccia.
“Aiuto... meglio nudi piuttosto” disse Andy.
“Ah potendo scegliere certo” convenni io “Ma alla festa però sarebbe stato un po' sconveniente” aggiunsi ridendo.
“Là si...qui no però...” disse lui. “Beh, sei a casa tua... puoi fare come ti pare, no?” gli dissi sorridendo.
“Sai che ti dico...” disse Andy dopo averci pensato qualche secondo “Via l'anno vecchio, vestiti compresi!”. Si levò la camicia e poi si sfilò i pantaloni gettandoli qualche metro più in là, rimanendo seduto sul divano con i soli boxer neri. “Viva l’anno nuovo!” disse trionfante.
“E’ vero... non sono rossi” dissi ridendo e guardando i suoi boxer. “No... ma sono più belli i tuoi” disse lui ridendo, ma con uno sguardo pieno di malizia. Ma per non essere da meno mi levai la camicia e le scarpe… Poi mi alzai con un allegro “Ma sì, viva l’anno nuovo” e mi sfilai i pantaloni, restando nudo e mostrando ad Andy il mio culetto. Notai che il suo sguardo indugiava parecchio sul mio culetto nudo, per cui gli dissi ridendo “Guarda che anche tu puoi avere delle mutande così, sai?”. “Non so se mi starebbero bene” disse Andy, “A te stanno meravigliosamente”.
“Beh allora vediamo come ti stanno... levati quei boxer no?” dissi sorridendo e con dentro un’eccitante curiosità di vederlo nudo, curiosità alimentata anche dal vino che avevamo bevuto... “Ok... ecco fatto” disse lui sfilandosi i boxer e liberando il suo cazzo moscio ma comunque di dimensioni interessanti.
“Come mi stanno?” mi chiese sorridendo, mentre il mio sguardo era attirato dal suo pube depilato e dal suo uccello che suscitava in me uno strano e perverso interesse. “Secondo me ti stanno benissimo” dissi con un tono che mi parve un po’ troppo serio. “Certo io e te alla festa così davvero non potevamo rimanerci” dissi subito dopo ridendo per cercare di non far notare quanto fossi ipnotizzato da quel pezzo di carne che faceva bella mostra di sé fra le sue cosce. “Credo che questi ti stiano molto meglio dei boxer” azzardai “e secondo me sono molto più comodi no?” dissi sorridendo.
“Di sicuro” rispose Andy “Ma bisogna fare attenzione a non eccitarsi però” aggiunse ridendo.
“Beh, con tutto questo spumante...” dissi io ridendo “potrebbe non essere sempre facile”.
“A proposito... non manca molto a mezzanotte.... Converrà preparare una bottiglia per il brindisi, no?” aggiunsi.
“Già, hai ragione…” disse Andy guardando l’orologio “Dunque vediamo… hai preferenze?” mi chiese. “Direi di no... Tu?” dissi io. “Ne avrei una buonissima, ma è un po’ calda però” disse Andy.
“Beh... non vorrei tu la sprecassi con me però... magari la vuoi conservare per un'occasione speciale...” gli dissi. “Ma non sarebbe affatto sprecata” disse sorridendo. “E poi questa non è un’occasione speciale?” aggiunse, mentre il suo sorriso si faceva malizioso.
“In effetti... è l'ultimo dell'anno!” dissi mentre vedevo che Andy si accarezzava il cazzo come fosse il gesto più naturale del mondo in quel momento. “Allora... vada per la bottiglia... speciale...” dissi accettando la sua offerta “E visto che è quasi mezzanotte forse sarà il caso di prenderla”. “Hai ragione” disse lui “vado a prenderla”.
Andy sparì in cucina mentre io rimasi ad aspettarlo sul divano, ripensando al suo gesto di accarezzarsi il cazzo e al suo sguardo malizioso, che avevano suscitato in me una strana eccitazione. Dopo poco Andy tornò, con le mani vuote ma con il cazzo duro e scappellato, che in dimensioni superava abbondantemente le promesse che aveva fatto quando era moscio. La mia attenzione era catturata da quel grosso arnese, e lo seguii con lo sguardo mentre Andy venne a piazzarsi in piedi davanti al divano. “Come ti ho detto è calda, però ti assicuro che è speciale” disse Andy con quel sorriso che ormai più che malizioso era diventato porcello.
Il suo cazzo era davanti a me, grosso e venoso, con la cappella turgida e lucida che mi faceva sentire dentro una voglia di assaggiarla a cui ormai sapevo che non avrei saputo resistere. “Una bottiglia speciale davvero... di carne?” dissi sorridendo e senza nessuna voglia di resistere a quell’inaspettata offerta di un fine anno diverso. “E’d'annata…” disse Andy con voce che tradiva l’eccitazione. “Sarà anche calda...” dissi altrettanto eccitato “ma ha un aspetto davvero invitante... Una bella bottiglia in formato magnum…”. “E hai visto che tappo?” disse lui spingendo in avanti il bacino e facendo oscillare il suo grosso uccello davanti a me. “Mmmmmm.... sai... in questo caso... se sa di tappo... secondo me è anche meglio” dissi sorridendo mentre afferravo il grosso cazzo ed iniziavo a baciargli il glande gonfio di voglia.
“Bravo, assaggialo” disse Andy con la voce sempre più eccitata, mentre prendevo in bocca la sua turgida cappella dopo averla bagnata per bene con lunghe leccate. Il sapore del suo grosso cazzo mi riempiva sempre più la bocca, e più si spandeva nella mia gola, più succhiavo e leccavo con maggior convinzione. “Mmmmm… Allora ti piace proprio la mia bottiglia speciale, eh?” disse Andy sempre più infoiato. Incrociò il mio sguardo carico di voglia, che inequivocabilmente gli fece capire che il suo cazzo mi piaceva da impazzire: mi mise allora le mani sulla testa ed iniziò a muovere il bacino scopandomi la bocca. Io lasciai il suo cazzo, afferrando i suoi glutei accompagnando il movimento del suo bacino, con il grosso pezzo di carne che mi scorreva lentamente in bocca, facendomi impazzire dalla voglia sentendolo strofinarsi fra le mie labbra e sulla mia lingua. Al crescere dell’eccitazione, Andy aumentava il ritmo del suo avanti e indietro, mentre io avvolgevo con le mie labbra vogliose il suo cazzo sempre più grosso e duro, lasciando che mi scopasse la bocca a suo piacimento, e gustandomi il sapore di stallone in calore che mi mandava in estasi.
Andy mi scopò la bocca per lunghi eccitanti minuti, mentre la mezzanotte ormai era sempre più vicina. Poi lo sfilò, lasciandomi a bocca spalancata a guardare il suo grosso cazzo fradicio di saliva. Sempre tenendomi la testa con la mani, iniziò a muovere il bacino a destra e a sinistra, facendo oscillare il suo cazzo e sbattendomelo in faccia e sulla lingua protesa. “E’ davvero buono…” dissi pieno di voglia e leccandomi le labbra. “Allora mangialo… mangiamelo tutto” disse infoiato Andy infilandomi ancora fra le labbra il suo grosso cazzo e riprendendo a scoparmi la gola con decisione. Il cazzo mi scorreva in bocca deciso e veloce, arrivandomi quasi in gola e facendo aumentare a dismisura la mia voglia, facendomi sentire sempre di più una puttana pronta a farlo godere. Rivoli di saliva mi scendevano dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo, ormai fradicio, affondava nella mia bocca a un ritmo indiavolato.
“Si vede proprio che la mia bottiglia ti piace…” disse Andy sfilandomi il cazzo dalla bocca e guardandomi infoiatissimo. “Oh sì… è buonissima… hai avuto un’idea splendida…” risposi. “Certo però che mezzanotte è molto vicina” dissi guardando un orologio su un mobile “è quasi ora di stapparla non credi?” aggiunsi eccitatissimo guardando la grossa cappella a pochi centimetri dalla mia bocca. “Mmmmm… hai proprio ragione” disse Andy “Vuoi vedere come salta il tappo?” aggiunse prendendosi il cazzo con una mano e scuotendolo, facendo ondeggiare la grossa cappella davanti al mio viso. “Oh sì, fammi vedere come salta il tappo, ti prego” dissi pieno di voglia mentre Andy iniziava strofinarmi il grosso uccello sul viso. “Mmmmm… è una bottiglia davvero speciale…” dissi, “e deve contenere un nettare meraviglioso”. “E’ tutto da bere, sai?” disse lui “E sono convinto che ti piacerà da impazzire… secondo me hai tutte le doti di un vero intenditore…”. “Ho proprio voglia di brindare sai? Ormai manca meno di un minuto…” dissi eccitatissimo.
“E allora dai… agita per bene la bottiglia… come ad una premiazione” mi ordinò Andy con un sorriso perverso sul viso. Afferrai il suo cazzo, sentendolo di marmo nella mia mano, e iniziai a segarlo dapprima lentamente, e poi sempre più veloce man mano che la mezzanotte si avvicina. Con l’altra mano gli accarezzavo i coglioni gonfi di nettare, mentre fuori si sentiva la gente che faceva eco alla televisione, scandendo il conto alla rovescia. “10! 9!” urlavano in tv, mentre io davo affondi decisi con la mano, segando il suo cazzone al ritmo del conto alla rovescia. “8! 7!”. Ogni secondo un affondo, e ad ogni affondo il suo cazzo sempre più duro e turgido. “6! 5!” E ogni volta che la mano affondava alla radice, la cappella si inturgidiva, e io la slinguavo voglioso, mentre Andy ansimava sempre più forte e il suo corpo era percorso da fremiti sempre più intensi. “4! 3! 2!” e la mia mano iniziò a segare furiosamente il grosso cazzo di Andy sempre più vicino all’orgasmo, con la cappella sempre più gonfia e tesa allo spasimo. Lo guardavo dal basso a bocca spalancata, mentre la mezzanotte scoccò... “1! Auguriiiii!” e il primo schizzo, denso, violento, improvviso mi colpì il viso.
Continuavo a menarlo con forza, sentendo ritmicamente nella mano il suo cazzo pulsare e guardandolo schizzare ad ogni contrazione un abbondante fiotto di sperma rovente. “Sborrooooooooo!!” quasi urlò Andy, mentre fuori la guerra assordante dei botti di fine anno la faceva da padrona: fuochi d’artificio fuori e fuochi d’artificio nel piccolo salottino.
Dopo i primi tre o quattro schizzi abbondanti presi in bocca il cazzo che sembrava non dover smettere mai di inondarmi di bianco nettare, tanto che mentre sentivo colarmi sul viso lo sperma, sentivo ancora altre raffiche bollenti riempirmi rapidamente la bocca. Iniziai ad ingoiare voluttuosamente la sborra che mi stava schizzando in gola, assaporandola sempre più eccitato ed in balìa di quella situazione che mi spingeva sempre di più a comportarmi da troia.
Dopo che la piena fu passata, continuai a succhiare e a menargli il cazzo che nonostante l’abbondante sborrata non sembrava accennare ad ammosciarsi. Andy me lo sfilò dalla bocca, iniziando a strofinarmi la cappella sul viso, spalmandomi l’abbondante sperma che aveva schizzato. Rimasi con la bocca spalancata a guardarlo dal basso, mentre iniziò a sbattermi il cazzo ripetutamente sul viso e sulla lingua, facendo schizzare qua e là gocce di sborra. Me lo rimise in bocca per farselo ripulire, ed io presi a succhiarlo con forza, gustando ancora il suo splendido cazzo intriso di sperma. Lo ripulii per bene, e lo feci uscire dalla bocca lucido di saliva, ma senza la minima traccia di sborra. Gli baciai la cappella, la slinguai lentamente. “Mmmmm... avevi ragione... è una bottiglia davvero speciale...”, dissi eccitatissimo mentre gli menavo lentamente il cazzo ancora duro.
“E tu l'hai stappata benissimo, bravo” disse Andy riprendendo fiato. “E’ stato un vero piacere... anzi, un godimento direi” gli risposi sorridendo, con la cappella profumata a pochi centimetri dalla mia bocca. “Gli altri avranno stappato semplici bottiglie di spumante, io invece... una bella bottiglia piena di sperma...” dissi. “Certo, hai ragione... è un po' calda ma... credo che sia molto più buona bollente” aggiunsi. Intanto fuori i fuochi d'artificio erano ormai calati di intensità, ma dentro il salottino di Andy l’eccitazione non accennava a diminuire. Diedi un'altra succhiata profonda al cazzone di Andy, che se lo faceva succhiare soddisfatto guardandomi mentre con malcelata voglia lo assaporavo senza essere capace di saziarmi del suo sapore di stallone in calore.
Iniziai a segargli il cazzo ancora duro, guardandolo estasiato: era rimasto di marmo, grosso, duro, con le vene lungo il tronco che lo rendevano ancora più eccitante. La voglia era ormai incontenibile, e spompinarlo ormai non mi bastava più. “Ma dopo il brindisi... di solito... si ballano... quelle cose stupide...” gli dissi voglioso “tipo... il trenino...?”.
Un sorriso illuminò il viso di Andy. “Hai ragione… E’ tradizione, no?”. “Beh, non si può non farlo, no?” dissi sempre più eccitato. “Oh no, certo che no… Stai tu davanti vero?” disse Andy che evidentemente non aspettava altro che scoparmi il culo dopo essersi goduto la mia bocca. “Oh sì... credo sia la cosa migliore...” risposi. “Un bel trenino è quello che ci vuole per festeggiare il nuovo anno” aggiunsi, e mi girai, mettendomi a pecora sul divano, offrendo ad Andy la vista del mio culo pronto per essere sfondato.
Si mise dietro di me, iniziando a strofinarmi la grossa cappella sul buco. “Mmmmmm… hai davvero un bellissimo culetto, sai?” disse. “Adesso mi aggancio e facciamo partire il trenino” aggiunse con la voce sempre più infoiata. “Mmmmmmm... di solito i trenini alle feste li ho sempre odiati, ma questo sono sicuro che mi piacerà...” dissi mentre Andy iniziava a spingermi nel culo il suo cazzone. La grossa cappella mi dilatò il buco dandomi brividi di piacere perverso: centimetro dopo centimetro si infilò nel mio culo che la avvolse interamente. Andy si fermò per un attimo per sincerarsi che il suo grosso uccello non mi stesse facendo male, e una volta sentiti i miei gemiti che chiaramente erano di piacere, riprese a spingere il suo trapano di carne nel mio culo sempre più voglioso. A un tratto sentii il suo pube appoggiarsi al mio culo, e capii che Andy mi aveva infilato nel culo ogni centimetro del suo arnese, completando la fase di aggancio del nostro godurioso trenino di Capodanno.
Sentivo il retto invaso da quel grosso ospite, provando un piacere perverso ed intenso, unito ad una torbida voglia di essere trattato da troia che era cresciuta ad ogni centimetro di cazzo che si era fatto strada nel mio culo. “Buon anno pisellone…” gli sussurrai sempre più eccitato. “Buon anno a te, troia…” mi rispose Andy, iniziando a muovere nel mio culo il suo uccello. “Mmmmmmm… che cazzone che hai… è così grosso…” mugolai “e mi piace sentirlo nel culo…”. Sentendo che il suo grosso arnese non faceva altro che procurarmi godimento, Andy iniziò a muoversi con più decisione, aumentando la profondità del movimento del suo bacino. Il grosso cazzo scorreva lentamente nel mio culo, ma lo massaggiava a fondo, e io lo potevo sentire in tutta la sua lunghezza e larghezza mentre ad ogni affondo mi dilatava, accolto dal mio retto con sempre maggior facilità.
E più il mio culo si apriva, più Andy aumentava il ritmo dell’inculata, facendo man mano accelerare il perverso trenino: dopo alcuni minuti il suo stantuffo di carne mi scorreva veloce nel culo, duro come il ferro, lanciando il nostro trenino a tutta velocità verso il godimento più perverso. Mi teneva forte per i fianchi, mentre spingeva con sempre maggior forza il suo grosso cazzo nel mio culo sempre più docile e sempre più voglioso e affamato di carne dura.
Andy improvvisamente smise di stantuffarmi il culo, sfilando dal mio culo il suo grosso cazzo. Il mio buco ormai sfondato rimase aperto davanti ai suoi occhi, spalancato in attesa di essere ancora riempito. “Che meraviglia” sussurrò Andy pieno di voglia “davvero un gran culo da troia”. Io con le mani afferrai i miei glutei tenendo spalancato il culo davanti a lui. “Riempimelo ancora allora” lo incitai voglioso “rientra in galleria…”. Andy non se lo fece ripetere due volte, e mi infilò ancora con forza nel culo il suo grosso cazzo, ricominciando a fottermi con decisione. Poggiò le mani sullo schienale del divano, aumentando il ritmo dell’inculata e dando gran colpi di bacino che mi facevano sobbalzare. La stanza risuonava di gemiti e di mugolii, e del rumore dell’inguine di Andy che sbatteva ritmicamente sul mio culo, mentre il suo cazzo mi affondava dentro fino alla radice.
“Che grandissima troia!” ansimava Andy mentre mi sbatteva con foga, “davvero una grandissima troia…”. Io continuavo ad incitarlo ormai in estasi, godendomi il suo grosso cazzo che mi rovistava con forza nel culo. Andy mi fotteva con sempre maggior velocità e forza, sempre più prossimo alla seconda sborrata. “Che gran culo che hai… mi fa impazzire… dai troia, dai… il treno sta per arrivare in stazione…” disse con la voce piena di voglia. Mi sfilò rapidamente il cazzo dal culo, facendomi girare e sdraiare sul divano con la testa su un bracciolo. Rimase su di me e iniziò a menarsi furiosamente il grosso cazzo ormai teso all’inverosimile, con la cappella che sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro. Si segava con forza, finché diede un ultimo colpo scappellandosi il cazzo che vidi tendersi un attimo prima dell’orgasmo.
Violenti fiotti di sperma bollente schizzarono in rapida successione dal grosso cazzo di Andy, colpendomi il viso, le guance, le labbra ed il collo. Andy si segava continuando a spruzzarmi in faccia tutta la sua spremuta di coglioni, dandomi della troia, della puttana assetata di sborra. Passata l’ondata di piena, Andy lascio il suo cazzo che ancora pulsava per abbondante sborrata. Gli afferrai il cazzo, massaggiandoglielo lentamente, sentendo che ancora ogni tanto pulsava fra le mia mani. Il mio viso era intriso di seme bollente, facendomi sentire una troia pienamente soddisfatta del proprio lavoro.
“Mmmmmm… che meraviglia…” dissi baciandogli la bella cappella. “Sai, spero che sia vero quello che dice il detto”, aggiunsi. “Quale detto?” chiese incuriosito Andy. “Sai come si dice… chi lo prende in culo a capodanno, lo prende in culo tutto l’anno!”. “Vedrai che il cazzo non ti mancherà!” sorrise Andy. ”E ad essere sincero all’inizio temevo che andare a quella festa fosse un’inculata… poi per fortuna è stato proprio così!” dissi ridendo. “Ti dirò di più… ho come l’impressione che una non basterà” sorrise Andy mentre sentivo il suo cazzo farsi di nuovo duro fra le mie dita. Fuori i fuochi d’artificio si erano ormai placati. Ma dentro il salottino di Andy erano solo all’inizio…
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5 years ago
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Sofia, la mia prima volta in due
La mia prima "" volta in due.
Mi chiamo Sofia, ormai cinquantenne, ho conservato con dovizia la bellezza che la natura mi ha donato. Posso ancora vantare un seno ancora in forma e di riguardo è un lato B tonico e rotondo. Là signorotta che fa girare i maschi, ma che ha conservato l'integrità morale nel non concedersi facilmente. Un solo uomo a cui dare tutta me stessa. Vivo e lavoro sulle sponde del lago di Garda, anche se la vita mi ha portato a cambiare più volte paese sono rimasta fedele a questa zona.
Avevo da poco compiuto il mio 19' compleanno, la verginità la avevo messa in gioco con la mia maggiore età, e con tutta l'energia dei miei anni vivevo là spensieratezza di una vita che da lì a poco mi avrebbe portato ad essere donna, lasciandomi alle spalle tutti i ricordi della fanciullezza e del l'adolescenza.
Alta circa un metro e settanta, svettavo dei seni sodi di seconda misura con capezzoli turgidi e dritti verso l'alto e una terza di bacino con un sederino pronunciato da far girar la testa. Il tutto in lunghissimi capelli ricci e mossi che conferivano al mio aspetto un aria austera di ragazza anni sessanta.
Ero la più piccola di una famiglia dove i valori e i comportamenti di noi figli erano controllati a vista da genitori severi e quindi concedersi delle libertà, anche piccole era per noi molto difficile.
Il tutto accadde in un pomeriggio di primavera, quando si inizia a lasciarsi alle spalle i pesanti indumenti invernali e si può uscire con un abbigliamento più leggero.
Quel giorno indossavo una camicetta bianca, con sotto una canotta anch'essa bianca, niente reggiseno, non ne avevo bisogno, una gonna svasata di panno blu notte con sotto delle caste mutandine bianche tenute da collant e scarpe basse. Il mio programma era di andare a trovare un'amica che da poco aveva aperto un negozio di abbigliamento e passare un po' di tempo con lei, tanto per non restare in casa e curiosare sulle novità in arrivo.
Camminava poca gente, di primo pomeriggio, ed io non vedevo l'ora di misurare qualcosa di nuovo. Appena arrivai non trovai però i carrelli in ordine ma spostati e ammucchiati in una parte del negozio, mi accorsi subito della presenza di due ragazzi, qualche anno più grandi di me che si occupavano di sistemare le vetrine. Anche loro si accorsero della mia presenza, uno in particolare, alto circa quanto me, curato nei capelli, bel viso e un bel fisico palestrato. Anche l'altro ragazzo non era male, decisamente più alto e più palestrato, una leggera barba incolta ma tutto sommato molto piacente. A fare amicizia ci mettemmo davvero poco, tanto da restare a parlare con loro per un lungo periodo, e accettare senza battere ciglio l'invito a cena della mia amica una volta terminato il lavoro.
È così ci incontrammo la sera in pizzeria in cinque; la mia amica titolare del negozio, il suo ragazzo, io e i due vetrinisti. Ci trovammo subito bene, l'intesa che si era creata tra noi era perfetta, la birra scorreva a fiumi, battute e argomenti vari si mischiavano ai primi tentativi di approccio da parte del ragazzo che mi piaceva di più tra i due che si chiamava Piero. Ogni tanto un braccio per finta casuale da dietro le spalle, una leggera toccatina al viso, una mano poggiata distrattamente sulla gamba, senza esagerare e in modo educato. Quel tipo di corteggiamento non mi dispiaceva, anzi, apprezzavo quel modo soft di interesse verso di me seduti su una tavola lunga della pizzeria. Al termine della serata fu proprio Piero che mi disse se il giorno dopo avessi voluto pranzare con loro due in quanto avevano da terminare un lavoro che li avrebbe impegnati solo mezza giornata.
Quel ragazzo mi piaceva molto e accettai molto volentieri. Ci scambiammo un tenero bacio e la mia amica con fidanzato mi riaccompagnarono a casa.
Il giorno dopo ero tutta un fremito, da ragazzina che ero non avevo avuto tante occasioni di essere invitata a pranzo e soprattutto da un ragazzo che mi piaceva. Mi preparai con dovizia, doccia, capelli, trucco scegliendo con cura cosa mettere, non volevo essere troppo audace con la gonna e così scelsi dei pantaloni con le pences di colore rosa è un maglioncino vinaccia che si abbinava, sotto mutandine nuove molto sgambate e reggiseno in coordinato.
L'appuntamento era per le 13.00 nella piazza centrale, ero eccitata da quell'incontro, cercavo di controllare questa sensazione che mi pervadeva e nel frattempo passavano i minuti. Dal fondo della strada vidi comparire un furgoncino di colore bianco, era lui o meglio erano loro, Piero e il suo collega; dietro avevano gli attrezzi da lavoro e il furgoncino aveva tre posti tutti davanti. Questo non lo avevo previsto, di tutto avrei pensato tranne che arrivassero con questo mezzo. Venni invitata ad occupare il sedile centrale, ero imbarazzata, ma avere il mio Piero seduto alla destra al mio fianco mi rassicurò mente il suo collega si mise alla guida su un sedile staccato dal nostro. Ci avviammo verso il lago, è complice la strada un po' tortuosa sentivo il contratto con Piero sempre più spesso, prima gamba con gamba, poi mano dietro la spalla la vicinanza tra noi due aumentò notevolmente. Aveva un buon odore la sua pelle, e quei contatti mi procuravano leggeri brividi, tanto da poggiare la mia testa sulla sua spalla e lasciarmi carezzare i capelli, i lobi, il collo. Arrivammo al ristorante, anche in questo caso venni fatta sedere a tavola al centro dei due ma i miei occhi erano solo per Piero; presi solo un antipasto, desideravo le sue attenzioni non un abbondante pasto, mentre i due presero un primo, poi mix di dolce e frutta. Pensai, ora ci sarà una passeggiata, potremmo parlare, conoscerci, stare insieme e tante altre cose romantiche. La proposta di Piero fu invece di salire nella camera che occupavano in un B&B vicino al ristorante, raggiungibile a piedi dove oltre al fresco avremmo trovato un po di privacy che non avremmo trovato in un pomeriggio sul lungolago. Fu proprio questa voglia di privacy che mi convinse a seguirlo, mano nella mano, dolce, romantico, mentre il suo collega era rimasto distaccato da noi è in silenzio, quasi assente.
Due rampe di scale ed eccomi in una camera d'albergo con due bei ragazzi, Piero cercava di calmare il mio batticuore come poteva; mi descriveva l'ambiente, l'armadio, il comodino ma tutto inutile; ora era veramente troppo, messa al centro la sera prima sulla panca della pizzeria, al centro nel furgoncino, al centro al ristorante, che intenzioni avevano questi due ragazzi conosciuti da appena un giorno? Per chi mi avevano presa? Io ragazzina dolce e romantica!
Piero notò questo momento di sconforto in me, mi porto dietro la finestra invitandomi a guardare il lago, la vena romantica tornò nella mia testa, lui mi abbracciò da dietro stabilendo un contatto totale, iniziò a baciarmi sul collo e continuò baciandomi con passione sulla bocca, cosa che ricambiai volentieri ad occhi chiusi.
In quel contatto totale tra noi due percepì una forte erezione in lui, di spalle mentre mi teneva stretta guardando il lago sentivo qualcosa di molto duro nel solco del mio culetto, e la stessa erezione la percepivo contro la mia pancia nel lungo bacio che ci siamo scambiati.
Questo evento ha di molto abbassato le mie difese e dato che in quel momento nella camera eravamo solo noi due, il collega di lavoro era andato in bagno in una maniera molto silenziosa, ho iniziato a sciogliermi tra le braccia di Piero, che non ha perso tempo, tenendomi stretta a se ha iniziato a srotolare la tapparella con una sola mano, lasciando entrare nella stanza solamente quei pochi raggi solari attraverso i rettangoli mi ha inviato a sdraiarmi sul lettone.
Provavo una piacevole e comoda sensazione su quel letto, le altre occasioni, compreso la perdita della verginità le avevo avute tutte in macchina.
Era molto grande quel letto, tanto che Piero per starmi vicino si era posizionato al centro dello stesso ed io sul lato sinistro, ci siamo messi entrambi su un fianco e abbiamo iniziato una intensa pomiciata; lingue che si intrecciavano, carezze che andavano in posti sempre più intimi, iniziava un vortice di passione intensa tra noi due.
Fu Piero che per primo mi slacciò i pantaloni, abbasso la zip e per quanto potesse riuscirci con una sola mano tentò di abbassarli alle ginocchia, io lo aiutai nell'impresa muovendo le gambe per farli sfilare del tutto; Piero infilò la mano nelle mutandine, si fece largo nel ciuffo di peli nerissimi che avevo e iniziò ad impossessarsi della mia fica, dapprima con carezze sulle grandi labbra e subito dopo socchiudendole con l'indice e l'anulare infilò il dito medio dentro, trovandola già bagnata parecchio. Alternava quel dito da movimenti circolari sul clitoride a leggere penetrazioni all'interno.
Il mio respiro era corto e il mio battito accelerato, e anche io cercai la cintura dei suoi pantaloni, il bottone e la zip abbassandoli di conseguenza, con lo stesso copione mi impadronì del suo cazzo, tutto nella mia mano, percepivo i battiti del cuore attraverso il cazzo e iniziai a segarlo. Ci fermammo giusto il tempo di prendere coscienza che era arrivato il momento di spogliarsi, ognuno in simbiosi con l'altro, pantaloni lui-pantaloni io, maglietta lui-maglioncino io, boxer lui-mutandine io; e tornammo ad abbracciarci per stabilire un contatto totale con i nostri corpi.
Era arrivato il momento di darsi da fareper Piero, Io avevo una voglia di essere scopata che trapelava da tutti i pori, se ne stava lì ad occhi chiusi immaginando i numeri che avrei fatto. Lascio la mia bocca, scese sul collo passando da sotto i lobi, si soffermò sulle tette, sode, turgide, con dei capezzoli grossi e scuri come due olive, mi stringeva il seno con una mano e con la bocca succhiavai capezzoli, io gradivo molto da come alternava le tette da succhiare; scese lungo la pancia, una leccatina all'ombelico che mi fece contorcere per il solletico e poi giù..... mi misi comodamente sulle spalle, non opposi nessuna resistenza quando inizio a divaricarmi le gambe e tuffò tutta la sua faccia in mezzo. Io non ero depilata, di certo non pungeva ma era eccitatissimo il suo farsi strada con la bocca in mezzo a quel folto cespuglio di peli neri che a stento trattenevano tutto il mio miele, la sua faccia era completamente bagnata dei miei umori fin sotto le orecchie. Cercò il mio clitoride ma era ben nascosto, e così con la speranza di farlo venir fuori concedevo ampie e lunghe leccate su tutta la fica, infilando dentro la lingua il più che poteva.
Più leccava è più si bagnava, iniziai a mugolare e sospirare sempre con maggior vigore; tenevo le gambe belle larghe , Piero avrà pensato: chissà che voglia di cazzo che ha, eppure sembrava così ingenua in fatto di porcate, mi aveva detto che era vergine fino a poco tempo fa e che si è sempre accontentata di un sedile ribaltabile.
Anche io avevo una voglia di cazzo che non riuscivo più a trattenere, lasciai la sua bocca e iniziai lentamente a scendere lungo il collo, passando le labbra sulla pelle, poi i capezzoli, piccoli ma ben pronunciati che morderli era un piacere, Piero sussultava a quei morsi, poi l' ombelico e... scansando i peli pubici mi impossessai del suo cazzo. Niente male, una buona dimensione, la mia mano non aveva mentito e la mia bocca si schiuse su quella cappella rossa che sembrava scoppiare, mi fermai con le labbra solo sulla cappella e quando la avvolsi completamente tra le mie labbra iniziai a passare la lingua sul frenulo; Piero gradiva molto il mio pompino, ma era dolce e gentile, non mi obbligava a nulla, niente mano sulla testa a spingere o a tenermi sul cazzo, ma non era necessario, feci tutto da sola, iniziai a scendere su tutta la lunghezza del cazzo riuscendo ad arrivare quasi alla base. Poi passai a leccare con dovizia tutta la parte esterna e con la mano solleticavo le palle che sentivo gonfie di sperma. Da quanto tempo non veniva povero Piero?
Fu nel mentre ero intenta a succhiare quel cazzo in tiro che sentì il lento avanzare di una nuova presenza nella stanza, il collega era uscito dal bagno in punta di piedi e si era steso lungo lungo sul bordo destro del letto, ben lontano da noi si intende ma comunque presente.
Così decisi di continuare quel pompino ad occhi chiusi, nel mio romanticismo sessuale, è sempre ad occhi chiusi salii su Piero che aveva indossato un preservativo sedendomi sul suo cazzo, scesi vicino al suo orecchio e sussurrai "ma lui proprio qui deve restare?", Piero fece finta di non sentire e cercò di indirizzare il cazzo nella mia fica fradicia per la leccata di prima.
Non ci pensai per un attimo e iniziai a godermi il lento entrare del cazzo nella mia fica, dettando io il movimento finché non lo sentì tutto dentro, fino alla base; ero carica come una molla, iniziai a scopare quel cazzo, assecondata dal movimento sottostante che lo faceva entrare quel centimetro in più che ti fa godere, e badando che Piero non godesse mi feci la mia prima venuta di fica.
Fu a quel punto che mi tornò in mente il collega steso dall'altra parte, magari se n'è andato pensai e aprii gli occhi per controllare.
Purtroppo il suo viso era ancora lì, e mi guardava, scesi con lo sguardo più giù e una doccia gelata mi si scaricò sulla schiena; stava segando il cazzo più grande che avevo visto nella mia vita, lungo tra i 23 e i 25 cm, ma grosso come lattina di Coca Cola, il tutto con una cappella a fungo leggermente più grande del fusto.
Non sapevo cosa fare e cosa dire, la sorpresa che ebbi fu schioccante, ma fu lui a togliermi dal l'imbarazzo " se tu lo vuoi io me ne vado " mi disse ed io in risposta "ormaii sei qui..... Resta pure", allora mi prese la mano sinistra e la portò sul suo cazzo, invitandomi a continuare la sega che stava facendo.
Che cazzone gigante, tra il pollice e l'indice mancavano 4 centimetri per poterli unire e la mano scendeva dalla cappella alla base in una maniera meravigliosa. Nel frattempo Piero, riposato dalla mia venuta, aveva ripreso vigore ed eccitato dalla scena riprese ad infilarlo nella mia fica, allora il collega mi girò da dietro e iniziò a leccarmi con dovizia il buco del culetto; che bella sensazione di porcaggine, tanto che mi venne da chiedere se poteva dare una leccatina al cazzo di Piero mentre usciva dalla mia fica, ma questo non lo volle fare. Si sistemò in ginocchio dietro di me e iniziò a fare goffi tentativi di farlo entrare nel culo. Lo puntava sul buchetto, chiedeva a Piero di fermarsi con il cazzo fuori dalla fica, lo strusciava, insalivava il profilattico ma niente da fare; e meno male, ancora oggi devo dire grazie al mio culetto per non aver ceduto. La prima volta in una doppia, la prima volta in un panino, culo vergine e una mazza simile che voleva entrare. Mi avrebbe sfondato.
Era meglio cambiare posizione, magari rinunciava, e così scesi dal cazzo di Piero, iniziai di nuovo a leccarlo e spompinarlo, mi misi a pecorina sul bordo del letto invitando il collega ad entrare in fica, con un certo timore.
Infatti avevo ragione, già la cappella che premeva per aprire le labbra della fica faceva male ma complice la venuta precedente superò l'entrata; nonostante fossi bagnata sentivo le pareti della fica tirate al massimo e quel cazzone che cominciava ad entrare. Che sensazione, dolore e piacere che si mischiavano insieme, tirava indietro ed entrava un centimetro in più, poi di nuovo e di nuovo, ora avevo capito perché Piero spesso teneva il preservativo fermo con due dita o si arrotolava sulla cappella, il suo cazzo era la metà di quello del collega. Di riflesso pensai "se il cazzo di Piero mi entrava tutto e non avanzava niente, a parte il diametro quello del collega entrerà per metà?", ma avevo fatto male i miei conti, oltre alla grossezza che mi allargava in una maniera esagerata, il bastardo aveva intenzione di infilarlo per intero.
Messa a pecorina, sul bordo del letto, con il cazzo di Piero in bocca, lui mi teneva stretta per i fianchi per impedirmi di muovermi o di sottrarmi, entrava sempre di più, ma quando finisce pensai, qualche lacrima mi rigò il viso, gli occhi erano fuori dalle orbite, con le mani stringevo il lenzuolo quando mi disse "complimenti piccola, lo hai preso tutto", porca miseria, 25 cm di cazzo dentro di me, ma come avrà fatto? Ma il solo fatto di non averlo preso nel culetto mi rasserenava.
Cominciò così un lento avanti/indietro da parte di entrambi, io assecondavo i movimenti con il bacino, tenendo in bocca l'altro cazzo per non urlare, poi ha stabilito lui il ritmo, colpi sempre più veloci e sempre più profondi, mi sentivo spaccare per la dimensione ma il piacere prevaleva tanto che sono venuta due volte in quella posizione.
Le ginocchia cominciarono a cedere e chiesi di potermi stendere un po', fui accontentata, mi stesi di schiena sul letto invitandoli ai miei lati, volevo accarezzarli per far riposare un po' la mia fica, ma loro, tolti i preservativi non si accontentarono di una doppia sega e mi obbligarono a due pompini in contemporanea, mentre le loro mani mi carezzavano dappertutto.
Fu Piero che di nuovo con il cazzo in tiro, si posizionò tra le gambe portandosele sulle spalle e mi penetrò nuovamente in quella posizione, non lo sentivo tanto ma era comunque gradevole il suo ritmo di scopata.
Poi lasciò il posto al suo amico, si limitò ad allargarmi le gambe senza portarle sulle spalle e iniziò di nuovo a penetrarmi, stavolta non fu tanto delicato ad infilarlo di nuovo tutto dentro, sentivo le palle sbattere da sotto e i suoi peli che combaciavano perfettamente con i miei, colpi di reni senza tregua, e a ogni colpo emettevo un urlo più forte, poi anche lui iniziò a stancarsi, rallentò il ritmo, lo teneva fermo sul fondo della fica e sentivo la cappella che si ingrossava ancora di più, chiaro segno che stava per venire ma si tratteneva.
Ma per quanto voleva ancora scoparmi? Erano già passate due ore senza tregua, avevo perso il conto di quante volte ero venuta, era il momento di concludere, così lo invitai a mettersi comodo, al centro del letto, ci salii sopra e con la mano indirizzai quel cazzone all'entrata della fica, iniziai a scendere inesorabilmente, dettai io sia il ritmo che la velocità dei movimenti, guardandolo in modo vendicativo, me lo impalai di nuovo tutto, ma ero io a volerlo adesso; Piero non volle disturbare la scena, si mise in piedi sul materasso, poggiando la schiena sul muro del capezzale ed iniziò a segarsi, cercò di trattenersi ancora ma fui inesorabile, accelerai sperando solo che non si rompeva il preservativo e vai.....
Uno, due, tre, spruzzi di calda sborra dritta nella pancia, mi posizionai dritta in verticale e massaggiai teneramente le palle per far fuoriuscire gli spruzzi più tenui, e in quell'istante sentii altri spruzzi che mi cadevano sul seno.
È stata per me un esperienza meravigliosa, me la sono goduta a pieno, eravamo tutti esausti, tutti e tre stesi sul letto a guardare il soffitto.
Dopo un po' realizzai che dovevo tornare a casa e mi recai in bagno per darmi una lavata e poi una doccia, l'odore di sesso su di me era troppo evidente e lo avrebbero notato tutt'intorno. Iniziai con un bel bidè, dirigevo il getto d'acqua sul folto pelo nero e spesso colpivo anche il clitoride, passavo la mano sotto per rendermi conto di quanto fosse larga dopo questa esperienza, mi diedi un asciugata e mi alzai per guardarmi allo specchio, commentavo gli occhi e il trucco da rifare.
Ad un tratto la porta si aprì, il collega di Piero completamente nudo era entrato in bagno, pensai per fare la pipì o lavarsi anche lui. Il cazzo nonostante fosse moscio mostrava tutta la sua lunghezza penzolando. La sua intenzione era un altra, mi abbracciò da dietro tenendomi per le tette, iniziò a darmi bacini sul collo e in me un altro po' di voglia ritornò, lui percepì questo mio stato di semi eccitazione e senti che il suo cazzo iniziò a riprendere vigore; essere insieme nel bagno mi eccitò parecchio e allargai istintivamente le gambe, lui nuovamente in tiro indossò l'ultimo preservativo della scatola e iniziò nuovamente a farsi largo nella mia fica. Io provavo piacere da quella insolita situazione e lui provava piacere nel tenermi a pecorina con le mani poggiate al lavandino, a gambe larghe e godersi le mie espressioni allo specchio.
Sentivo la fica in fiamme ma mi piaceva, quella seconda durò parecchio nel bagno, io esausta riuscì a venire in contemporanea con lui, e ne aveva fatta parecchia nel serbatoio quando sfilò il preservativo per buttarlo nel cestino del bagno.
Poi finalmente ebbi modo di fare una lunga doccia, l'acqua calda sul mio corpo lavava quel l'odore di sesso, di maschi, non avevo rimpianti, in fondo mi era piaciuto.
Risalimmo in silenzio sul furgoncino, non una parola tra noi, ripercorrendo la strada al contrario iniziai a pensare che l'obiettivo dei due ragazzi in fondo fosse solo quello.
Mi lasciarono nella stessa piazza del mio paese, ma feci un giro largo per tornare a casa; non volevo assolutamente che si notasse qualcosa in me, anche se le gambe erano deboli e avevo un buon mal di pancia.
Il giorno dopo hanno provato a ricontattarmi, sicuramente con l'intento di ripetere o migliorare l'esperienza del giorno prima, non ero assolutamente d'accordo e troncai la relazione con i due ragazzi mandandoli in bianco.
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5 years ago
ConStellAzione,
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Il collega
Riccardo era un mio collega di lavoro, un ragazzone sui 30 anni, alto, capelli neri e folti, un viso squadrato ed un fisico massiccio e tonico, che quasi metteva soggezione. Quando lavoravo con lui mi sentivo sempre quasi in imbarazzo, e, anche se i rapporti erano ottimi, era come se la sua presenza fosse in qualche modo ingombrante.
Un giorno di giugno ci ritrovammo insieme in una trasferta a Milano e dopo una veloce cena in albergo decidemmo di ritrovarci nella sua camera per rivedere la presentazione da fare l’indomani ad un potenziale cliente, in modo da affinare le ultime cose.
Passai dalla mia camera, mi feci una bella doccia, indossai una maglietta ed un paio di pantaloni leggeri, e bussai alla sua camera. Quando mi venne ad aprire era in maglietta e tuta da ginnastica, che però presentava un particolare che attirò subito la mia attenzione: un grosso bozzo ondeggiante fra le sue gambe. Realizzai all’improvviso che quella sensazione di presenza ingombrante ed imbarazzo non era altro che una intima voglia di farmi scopare da lui, che faceva sì che al suo cospetto mi sentissi in difficoltà non per una questione caratteriale, ma semplicemente sessuale.
Esordii allora con la più scontata delle battute: “O sei contento di vedermi, o stavi guardando un porno… propenderei per la seconda!” dissi fingendo anche una risata. “Hai ragione, in effetti stavo proprio guardando un porno” disse lui con un po’ di imbarazzo, ma sempre col suo sorriso sornione stampato sul viso. Entrai dirigendomi al tavolino dove il suo portatile acceso mandava bagliori, segno che invece che la presentazione sullo schermo stavano scorrendo le sequenze di un film. Mi sedetti davanti al portatile, ed in effetti era proprio un porno quello che Riccardo stava guardando. Ad essere più precisi, un nero stava affondando il suo enorme arnese nel culo ormai sfondato di una biondina a pecora che, anche se il volume del portatile era quasi al minimo, si poteva intuire stesse gridando tutto il suo godimento.
Riccardo era in piedi al mio fianco, e con la coda dell’occhio potevo chiaramente vedere il suo uccello, di certo di dimensioni ragguardevoli, ondeggiare sotto la tuta in una danza erotica che non faceva altro che catturare sempre di più i miei sensi. “Accidenti che roba!” dissi sorridendo, anche se forse più che al film stavo alludendo al suo uccello. “Eppure ero convinto che uno come te non avesse problemi a trovare con chi divertirsi e non avesse bisogno di… supporti audiovisivi” aggiunsi ridendo.
“E invece è un bel po’ che non concludo nulla… è che mi ci vorrebbe porca una così, mica la solita ragazza per bene… Mi serve una da letto, non una brava in cucina!” disse ridendo, mentre il suo uccello continuava a ballare oscenamente nella tuta. “Non mi dirai che non riesci a trovarla…” dissi quasi perplesso. “Non ci crederai, ma porche vere in giro non ne trovo… forse aveva ragione un mio amico quando tempo fa mi disse ‘se vuoi una vera troia, scopati un maschio’…”.
La frase arrivò al mio orecchio mentre continuavo a guardare il video dove il nero senza pietà stantuffava il suo grosso cazzo nel culo della bionda, e con la mente immaginavo il cazzo di Riccardo entrare con la stessa decisione nel mio culo…
Mi girai a guardarlo e vidi che mi sorrideva. Sorrisi anch’io e senza dire nulla, continuando a guardarlo, afferrai i pantaloni della tuta per l’elastico e li tirai giù. Il suo grosso cazzo, ancora non in piena erezione, ondeggiava davanti al mio viso, invitante e profumato. Scivolai dalla sedia in ginocchio davanti a lui, senza esitare aprii la bocca e, continuando a guardarlo dal basso, presi fra le labbra la cappella. La succhiai lentamente, facendola uscire con uno schiocco dalle labbra. Riccardo sorrideva, evidentemente soddisfatto della possibilità di verificare in prima persona se quanto gli disse il suo amico corrispondeva a verità. Afferrai il suo cazzo che stava rapidamente raggiungendo un’erezione piena e prepotente, e accolsi ancora fra le labbra la cappella. La succhiai ancora due o tre volte, poi le mie labbra scorsero più in basso, cercando di accogliere più a fondo possibile il grosso uccello.
Iniziai a spompinare avidamente, eccitato dal sapore del suo cazzo che mi riempiva la bocca, e dal sapere che avrei dovuto dimostrargli di essere una troia all’altezza della biondina del video. E a giudicare dalle dimensioni del suo cazzo, sarebbe stata una sfida davvero eccitante.
Afferrai i suoi glutei, mentre le mie labbra scorrevano avanti e indietro sul suo cazzo ormai di marmo, e iniziai a tirarlo verso di me al ritmo del pompino. Lui non esitò a mettermi le mani sulla testa e a prendere l’iniziativa, scopandomi la bocca con un lento avanti e indietro che mi faceva arrivare la grossa cappella all’inizio della gola.
Evidentemente ormai aveva capito che avrebbe potuto tranquillamente mettere alla prova la mia troiaggine, e non si faceva più alcuno scrupolo a trattarmi come la troia che aveva sempre cercato. Mi sfilò il cazzo dalla bocca, e muovendo il bacino a destra e a sinistra, fece ondeggiare il grosso uccello colpendomi più volte il viso. La sua cappella mi sbatté più volte sulle guance, mentre io a bocca spalancata e lingua protesa lasciavo che prendesse in mano le redini del gioco, entrando nella parte della troia a completa disposizione del suo stallone. Senza usare le mani, sempre appoggiate sulla mia testa, infilò di nuovo il cazzo nella mia bocca, riprendendo l’eccitante andirivieni fra le mie labbra sempre più affamate. Rivoli di saliva iniziarono lentamente a colare dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo scorreva senza sosta ormai duro come il marmo.
D’improvviso si staccò, sfilandomi il cazzo dalla bocca, Finì di sfilarsi la tuta e si sedette sul bordo del letto. Appoggiò una mano all’inguine e con le dita tenne il cazzo dritto: era lucido e fradicio di saliva, duro e grosso, percorso da vene che lo rendevano ancora più eccitante ed attraente. Mi levai di dosso quel poco che avevo, scivolai fra le sue ginocchia e con la lingua inizia a stuzzicargli lo scroto, baciandolo e leccandogli poi accuratamente i grossi coglioni da toro. Con la lingua risalii lentamente lungo quello splendido palo di carne, sfiorandolo con le labbra: guardavo Riccardo mentre le mie labbra si avvicinavano alla cappella, si dischiudevano per poi serrarsi decise attorno alla base del glande.
Riccardo ebbe un sussulto, prova evidente che le attenzioni che dedicavo al suo splendido uccello lo eccitavano almeno quanto lui si aspettava o sperava. Le mie labbra scesero lungo il cazzo che sentivo durissimo riempirmi sempre di più la bocca finché la cappella non arrivò all’inizio della gola: io continuavo a guardarlo, mentre cercavo di ingoiare quanto più potevo quell’imponente tronco di carne.
Riccardo sorrideva, e da quel suo sorriso traspariva adesso malizia, voglia, godimento e la chiara soddisfazione di chi sapeva di aver trovato ciò che stava cercando. Una troia.
Iniziai a spompinarlo dapprima lentamente, poi man mano più velocemente, facendomi affondare in bocca il suo splendido cazzo, assaporandolo e gustandolo senza alcun ritegno né remora. Riccardo iniziò anche ad incitarmi: “Cazzo come spompini bene… allora il cazzo ti piace proprio… bravo… succhialo… succhiamelo tutto….” Sentirlo parlare mentre lo lavoravo di bocca non faceva altro che spronarmi a mettere ancora più passione nel dedicarmi al suo uccello. Ogni tanto interrompevo il su e giù di labbra per passarmi il suo cazzo sulle labbra: lo guardavo sorridendo, mi davo qualche colpo sulla lingua e poi tornavo ad ingoiarlo e a spompinarlo con foga.
All’ennesima interruzione, mentre mi passavo sulle labbra la splendida cappella, Riccardo mi guardò con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio sulla quantità di voglia che aveva accumulato. “Sei davvero un gran pompinaro…” disse “ma non credere che la cosa finisca qui”. All’improvviso mi afferrò per le braccia tirandomi su, e dominandomi col suo fisico possente mi posizionò a pecora sul letto. Si mise dietro di me, e con le mani mi allargò le chiappe.: lasciò colare della saliva sul mio buco che fremeva dalla voglia, poi con entrambe le mani mi diede una sonora sculacciata sulle natiche. Le riprese ancora con le mani allargandole deciso, e appoggiando la sua grossa cappella contro il mio culo. “Adesso lo vediamo quanto ti piace il cazzo” disse con la voce piena di voglia.
Con decisione mi prese per un fianco ed iniziò a penetrarmi, spingendo senza troppe remore il suo grosso tronco di carne nel mio culo. Sentii il buco spalancarsi lasciandomi senza fiato, e il suo cazzo entrare centimetro dopo centimetro, senza fermarsi nemmeno per un istante. Strinsi le lenzuola fra le mani mentre Riccardo arrivava in pochi secondi a infilarmi nel culo tutto il suo splendido cazzo equino, strappandomi mugolii di piacere.
Non esitò un istante, mi prese per i fianchi ed iniziò a muoversi dentro di me con una certa decisione. Dopo le prime due o tre spinte lente ma profonde, con cui mi fece sentire il suo cazzo per tutta la sua lunghezza, mi prese per i fianchi con fermezza e aumentò il ritmo. “Adesso lo vedremo quanto ti piace il cazzo!” ripetè con voce roca mentre le sue spinte si facevano sempre più decise, profonde e veloci. Sentivo le sue mani grandi e forti stringermi con decisione i fianchi e tirarmi con sempre maggior forza verso di lui, mentre con colpi di bacino sempre più profondi mi affondava nel culo il suo splendido cazzo. Prese ad incularmi con foga, quasi con rabbia, come se dovesse sfogare sul mio culo tutta la frustrazione per non essere riuscito a trovare una vera troia prima di quella sera.
Mi stava spaccando il culo con quel grosso arnese duro come il marmo, facendomi impazzire di piacere. E invece di chiedergli di rallentare lo incitavo a scoparmi più forte: “Così… bravo… inculami… spaccamelooooo…” quasi rantolavo. Con spinte potenti e decise, Riccardo mi inculava senza alcuna pietà, esaltato dal godimento che il mio culo gli dava, e dai miei incitamenti che gli avevano ormai fatto capire che aveva finalmente trovato la troia tanto cercata. “Prendilo troia… prendilo tutto!” quasi mi ordinava mentre spingeva come un vero toro, assestando colpi che facevano sobbalzare il mio corpo. Con un ultimo, ennesimo affondo mi pianto nel culo tutto il suo splendido cazzo. “Sei una troia… una grandissima troia” mugolò prima di farmi girare con lui: mi ritrovai con lui sotto ed io a spegnimoccolo sopra di lui, con il cazzo piantato decisamente nel culo.
Senza nemmeno aspettare iniziai a danzare sul suo cazzo, in un frenetico e godurioso su e giù. Il mio culo ormai sfondato accoglieva con naturalezza il suo cazzone, che scorreva con facilità dentro di me. “Brava troia, impalati” mi ordinò Riccardo “goditi il mio cazzo… ti piace vero?”. “Da impazzire” ansimai io senza smettere di impalarmi sul quel grosso strumento di piacere. “Dimmi che sei la mia troia” mi ordinò. “Oh sì… sono la tua troia… e adoro il tuo cazzo” dissi. Riccardo prese di nuovo il controllo, iniziando a muovere verso l’alto il bacino, spingendomi ancora con forza nel culo il suo cazzo. Io fermai il mio movimento, restando leggermente sollevato, mentre lui aveva ripreso a fottermi il culo con foga. “Bravo… così… incula la tua troia”. “Dillo ancora!” ordinò ancora lui aumentando ancora il ritmo e la potenza delle spinte. “Sono la tua troiaaaaaaaa!” quasi urlai mentre il suo cazzo scorreva come impazzito nel mio culo.
All’improvviso mi ritrovai disarcionato: in un attimo Riccardo mi aveva fatto inginocchiare e il suo cazzo era davanti al mio viso e lui se lo stava menando a gran velocità. Pochi secondi e il primo schizzo, denso, potente e bollente, mi colpi in pieno il viso. “Prendi troia… prendi la mia sborra” rantolava Riccardo, mentre il suo cazzo come un fiume in piena mi inondava il viso, uno schizzo dopo l’altro. Lo sperma colava abbondante sulle mie guance e sulle labbra, mentre il suo cazzo sembrava non voler smettere di schizzare. Aprii la bocca per lasciare che mi infilasse tra le labbra l’uccello, che schizzò ancora gli ultimi fiotti nella mia gola.
“Cazzo che troia” disse Riccardo riprendendo fiato, mentre io continuavo imperterrito a succhiargli il cazzo assaporando lo sperma che mi aveva schizzato in bocca. Lo guardavo dal basso, col cazzo fra le labbra ed il viso completamente bagnato di sborra, e lui sorrideva soddisfatto. “Sei davvero una grandissima troia” disse. “Non era quello che cercavi?” gli dissi smettendo di spompinarlo. “Oh sì… Era da quando quel mio amico mi aveva messo in testa questa cosa che non facevo altro che pensare che avrei voluto incularti. E aveva ragione lui… sai essere una vera troia come piace a me”. “E come piace a me…” sussurrai riprendendogli in bocca il cazzo. Lo sentii crescere fra le mie labbra, segno che la serata sarebbe stata ancora lunga, e il mio culo non avrebbe avuto un attimo di tregua…
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5 years ago
AlexBsxPass,
51
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Così è iniziato l’anno nuovo
Finalmente ho convinto mia moglie ad aprirsi nel gioco a tre. Dopo aver messo un annuncio last minut ho selezionato il tipo che poteva andare bene a mia moglie e dopo averlo conosciuto presi appuntamento per la notte del primo dell’anno. Poi dissi a mia moglie che dopo aver festeggiato con la famiglia saremmo usciti con un amico. Ovvio che lei mi chiese chi era e io gli dissi che era un amico di vecchia data. Così dopo la mezzanotte lei si preparò con un bel vestitino e tacchi e andammo all’appuntamento. Angelo (questo il suo nome) dopo la presentazione e molte lusinghe ci fece entrare nella sua macchina e ci portò in giro. Aveva portato una bottiglia di spumante e dei calci in plastica e così brindammo. Mia moglie che non è abituata a bere era già un po’ allegretta e quando Angelo ci chiese se volevamo andare a casa sua per continuare a fare festa io accettai. Arrivati a casa ci accomodammo sul divano e tra una cosa e l’altra Angelo incominciò a toccare le gambe di mia moglie che imbarazza non sapeva cosa fare e io gli dissi di lasciarsi andare così Angelo continuò a salire. Vedere mia moglie essere toccata da un altro mi fece arrapare molto e sopratutto quando vidi che Angelo con tanto tatto gli sfilò il vestitino e incominciò a toccare e baciare tutte le parti del corpo andai in estasi. A quel punto Angelo prese per mano mia moglie e la portò in camera da letto si spogliò e a quel punto vidi che era assai fornito si avvicinò alla bocca di mia moglie e si fece fare un bel pompino cosa che mia moglie li fa con grande maestria è cosa strana si fece venire in bocca cosa che non è abituata a fare. Poi gli dissi che poteva iniziare lui e così la penetro in tutti e due i buchi che quando ci entrai io la trovai tutta aperta e bagnata di sperma. Quando ci rivestimmo ci accompagno alla nostra auto e ci salutammo con l’intenzione di rivedervi presto. È stato il primo dell’anno più bello di tutti
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5 years ago
chapos61,
55
Last visit: 3 years ago
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Dopo scambio
Come potete immaginare dopo la serata di scambio, è stata argomento delle nostre conversazioni, a parte che con Mara è stato favoloso, credo che potrei anche innamorarmi di una come lei, comunque ho notato che anche Sara è rimasta veramente colpita da John, sia per le dimensioni che per il modo di essere.
Si decise di reincontrarli, separatamente, la settimana dopo, al lavoro, incontrai John, che si disse favolosamente colpito da Sara ed io gli confessai che la stessa cosa era successa a me, allora prese il cellulare e chiamò Sara chiedendole se voleva andare a cena con lui, da soli, ovviamente lei accettò; io feci lo stesso e Mara, che comunque lavorava li con noi, mi disse che voleva vedere se le ero piacitta come le ero piaciuto io.
Sabato vidi Sara prepararsi con accuratezza, doccia con depilazione, era veramente presa, poi quando la vidi vestita, tacco da 12 mini nera, molto corta e camicetta bianca semitrasparente, indossava solo il mini perizoma; le dissi, scherzando, se voleva farlo innamorare di lei , mi guardò e mi rispose, te lo dico domani e uscì: uscii per andare a prendere Mara, notai che il suo indirizzo non era quello di John, non dissi nulla ma rimasi a bocca aperta, sandali con tacco 15, gonna lunga con spacchi laterali, si notava che non indossava intimo, abito che finiva con una sola spallina si notava che i capezzoli erano quasi visibile, ma si notavano le aureole, probabilmente rimasi con la bocca aperta come un povero stupido, lei sorrise e mi disse che era riuscita a raggiungere il suo obbiettivo, essere meglio di Sara
Andammo al locale dove avevo prenotato, appena entrati gli uomini presenti se la divoravano con gli occhi, non potendo fare altro; devo dire che il cameriere era sempre presente per servirci, le presi la mano tra l mie e mi guardò stupita, poi aggiunse che era lusingata, quindi stasera era d'accordo con lei, solo fare amore, niente scopate; finimmo la cena flirtando, i suoi piedi me i ritrovavo sulla patta, rendendolo ancora più duro; appena pagato, mi disse cosa avevo in mente, le dissi che pensavo di andare a casa mia, accettò con piacere, così, mi disse vedrò dove abiti.
Arrivati a casa entrammo con l'auto dentro il giardino, bello, disse, giardino intimo, poi la feci accomodare, apprezzò tutto, arredamento e casa, si mise comoda sedendosi sul divano si levò le scarpe, mi sedetti vicino e cominciai ad accarezzarle i piedi, risalendo con la mano, lei allargò le gambe, la sentivo rabbrividire si alzò e si levò l'abito, era bellissima, la feci stendere sul divano, le mie labbra cominciarono a baciare e leccare i piedi, risalendo all'interno delle cosce, arrivai alla sua patatina, bagnatissima, affondai le labbra e cominciai a leccare, mordicchiavo il clitoride, per la prima volta squirtò nella mia bocca, eccitantissimo, mi fece alzare la tesa e cominciò a baciarmi, mentre il mio cazzo entrava in lei e metteva le sue gambe sulle spalle, il mio cazzo entrava ed usciva da lei, era una cosa paradisiaca, praticamente venimmo insieme.
Rimanemmo sul divano a farci coccole, era una cosa straordinaria, poi chinò la sua bocca sul cazzo che ritornò durissimo, si mise alla pecorina, il suo buchetto era un invito, le misi della crema ed appoggiai la mia cappella, che entrò senza molte difficoltà, era calda, invitante facemmo l'amore in quella maniera e, dopo essere venuto, rimasi dentro di lei.
Dopo un po' ci alzammo e, mano nella mano andammo a letto, lei si addormentò con la testa sulla mia spalla, passammo la notte addormentati uno nelle braccia dell'altro, la mattina la svegliai con un bacio e con la colazione pronta, mi guardò e, sorridendo, disse che si potrebbe abituare alla cosa, magari, le risposi.
Fatta colazione la riportai a casa sua, doveva andare a pranzo dai suoi.
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5 years ago
fidanzatilu,
23/23
Last visit: 4 years ago
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Seconda esperienza
Dopo quello che successe nel bus, Sara continuava a pensarci e ne abbiamo parlato, pur essendo eccitata si sentiva in colpa nei miei confronti, perché diceva che si sarebbe fatta scopare, allora le proposi di andare in una disco di cui mi aveva parlato mia sorella, carina, discreta e senza scoppiati, gli dissi chiaramente che avrebbe dovuto fare ciò che voleva, io ne sarei stato felice, fino al sabato, quando scopavamo andava a mille, specie se le dicevo, tra due giorni andiamo, domani andiamo.
Al sabato, verso mezzanotte arriviamo, ci sediamo al tavolo e lei si lancia nelle danze, era favolosa, un paio di scarpe nere col tacco 15, abito largo appena sotto la coscia con spacchi laterali, si vedeva che non aveva intimo, scollatura esagerata, arrivava al capezzolo lasciando scoperta una parte dell'aureola, era da sogno.
Mi sedetti ed osservai che aveva attirato l'attenzione di un maturo, bell'uomo; ballavano a contatto, quando lui andava dietro le mani si posavano sui seni, Sara mi guardò e le feci cenno con la testa, eravamo d'accordo che sarebbe andata alla nostra auto, io la precedetti li vicino, sia per guardare che per proteggerla, si baciarono lui le mise le mai sotto il vestito, vedevo che lei era carica, la fece inginocchiare lei tirò fuori il suo cazzo e cominciò un pompino come li sa fare lei, da sogno, lui le prese la testa e cominciò a scoparla in bocca, intanto mi resi conto che accanto a me c'era un uomo sui 50 che guardava e mi disse che era una bella troietta, tirando fuori il cazzo, devo dire che rimasi un attimo stupito, era superdotato, sia in lunghezza che in diametro, intanto l'accompagnatore di Sara le inondò la gola, poi, come un perfetto stronzo, si rimise l cazzo a posto e se ne andò, vidi Sara rimanerci male, allora ebbi un'intuizione, dissi al mio compagno di guardate se la voleva fare, mi guardò interrogativo gli spiegai che era l mia fidanzata, Sara aspetta, le dissi mi guardò interrogativa, poi vide Mario (si chiamava così) ha detto che sei una troietta ed il suo cazzo non sei capace prenderlo tutto, mi guardò con un sorriso di riconoscenza, arrivò e disse che era meglio andare in quella zona che non è spiaggia ma nemmeno pineta, comunque c'erano lampioni.
La prese per la vita e la sua mano scese alla sua topina che era fradicia, le volle farsi baciare, cosa che fece con piacere, praticamente, mentre la baciava la spogliò, rimase veramente compiaciuto del suo fisico, lei gli tirò fuori il cazzo e gli brillarono gli occhi, lui la mise con schiena a terra e le fece mettere le gambe sulle sue spalle, appoggiò la cappella e cominciò a spingere piano, si rendeva conto della sua strettezza entrata la cappella cominciò ad entrare poi con un colpo secco di reni la penetrò completamente, avendo capito cosa stava per fare la baciai ed il suo grido non uscì, poi cominciò a penetrarla con lentezza, per abituarla alle sue dimensioni, poi cominciò a scoparla con colpi secchi, anche facendo uscire il cazzo e poi di nuovo dentro, io misi il mio cazzo in bocca a Sara, e mentre mi spompinava, sentivo che veniva, arrivando a squirtare, poi lui venne nel profilattico, mentre io le venivo in bocca, levatosi la protezione, lo versò sui suoi seni, si rivestì e ci salutò, ci avviammo all'auto, messo in moto lei mi disse che era favoloso e se non ero stato geloso, le dissi che di lei ero gelosissimo , ma del suo sentimento, il sesso era un gioco che, giocato in due era il mio segno di un amore per lei.
Arrivati a casa scopammo, fino al mattino, poi mi disse che anche lei mi amava, ma che era stata un'esperienza esaltante, dal che capii che ci sarebbero state altre situazioni esaltanti.
Capii che godevo anche nel vederla scopata da altri.
Sapeste cosa mi organizzò per il sabato dopo
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5 years ago
fidanzatilu,
23/23
Last visit: 4 years ago
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Il fratello in bocca
Sui 15-16 anni litigavo spesso con mio fratello , ci trovavamo a fare la lotta e nessuno si dava mai vinto per primo. I miei erano fuori per lavoro e quindi rimanevamo quasi tutta la giornata in casa soli. Una volta di queste lui era uscito dalla doccia in accappatoio e si era seduto sul divano con il mio cellulare , lo vidi e corsi per strapparglielo di mano . Ne nacque una lotta e il suo accappatoio si aprì del tutto lasciandolo nudo , lui per dispetto si strusciava il cellulare vicino al cazzo ridendo, io nel tentare di prenderlo finivo per sfiorargli l'uccello son le mani . A un certo punto finii scivolando inginocchiato a terra davanti a lui seduto, mi attirò con la testa premendomi la faccia contro la sua pancia e mi dimenavo cercando di respirare , però scivolai con la testa più giù e mi ritrovai la faccia a contatto col suo cazzo ancora non duro . Chiusi gli occhi e me lo ritrovai in bocca , era la prima volta e fu strano , rimase sorpreso anche lui e dopo poco lo tirò fuori . Io corsi in bagno e mi sciacquai la bocca , avevo un misto di vergogna e eccitazione e non ci dicemmo una parola . La sera però al letto mi toccai ripensando a quello che era successo , avevo una gran voglia di riprovare , la visione del suo cazzo mi aveva eccitato molto , mi piaceva tanto. L'occasione si presentò una sera che i miei erano fuori a cena con amici , guardavamo la televisione seduti accanto e finimmo su una tv privata che trasmetteva un film erotico. Ci eccitammo tantissimo e lui senza pudore se lo tirò fuori e se lo segava con piacere , io mi girai a guardarlo e mi eccitavo ancora di più. Non resistetti più , allungai la mano e me lo ritrovai nel pugno, lui chiudeva gli occhi e mi lasciava fare , mi spruzzò tutto sulla mano. Io annusai la mia mano odorante di sperma e venni come una fontana. Ormai mio fratello aveva capito che poteva osare , il pomeriggio dopo fatta la doccia venne davanti a me che ero seduto sul divano e scostando l'accappatoio mi disse : "sai ho paura , ho visto che le mie palle sono asimmetriche e mi pare di sentire una ciste dentro , potresti controllare anche tu che magari corro dal medico? Sollevò il cazzo e cominciai a tastargli le palle , erano dure e non c'era niente di strano ma mi sporsi ed ero con la faccia vicino . Lui mi disse: "grazie ma scusa con il tuo respirò è diventato duro , guarda" lo lasciò e svettò durissimo e lungo a pochi centimetri dalla mia bocca. Non capii più niente , chiusi gli occhi e lo presi in bocca , era bellissimo, lo facevo scorrere dentro e succhiavo la cappella quando lo tiravo fuori , aprii gli occhi per godermi la visione eccitante del suo cazzo bagnato dalla mia bocca . Godette tantissimo e mi sborrò in faccia , io lo ripresi in bocca e sentii il sapore dello sperma , lo ingoiai subito. Da quel momento a mio fratello piaceva tanto la mia bocca , me lo faceva succhiare ogni giorno uscito dalla doccia e anche la sera a letto , dormiva nudo e scoperto che era estate e io quando avevo voglia me lo ficcavo in bocca con piacere . Quando si svegliava mi sborrava in bocca . Sono cresciuto nutrendomi del cazzo durissimo di mio fratello .........
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5 years ago
corengrato,
45
Last visit: 1 year ago
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Prima volta
Siamo fidanzati toscani della provincia di Lucca, Sara 19 anni io Marco 23; lo scorso anno successe un fatto che ci fece vedere la trasgressione con occhi diversi.
Decidiamo di andare al mare, in darsena, a Viareggio ma quel giorno eravamo senza auto Sara mi mette il broncio, quindi decidiamo di andare in bus; lei è molto bella bionda naturale, 170 peso forma 58 kg, due occhi bellissimi ed un viso angelico, una splendida 3a, bel culetto sodo e depilata, poi cura moltissimo mani e piedi: quel giorno indossava un vestitino di quelli estivi, con bottoni davanti, molto leggero e corto, sotto aveva la parte inferiore del bikini, sopra niente.
Arriva il bus e, come prevedevo, era pieno tutti e due in piedi io davanti a lei, ad un certo punto vedo il suo viso cambiare espressione, corrucciata ma dopo un attimo rilassata, dato che la conosco il viso esprimeva piacere, cosa poteva essere successo? Mi spostai leggermente e vidi che un uomo di mezza età si era appoggiato al suo bel culo, lei non si spostava poi notai che la mano era scivolata sotto la gonna e lei aveva leggermente allargato le gambe, ero allibito ed anche eccitato, la mia Sara che si faceva pastrugnare la topina da un estraneo, e le piaceva; poi cominciò a muovere il culetto, voleva far venire l'uomo, e dopo pochi minuti lo vidi sussultare ed allontanarsi da lei.
Scesi alla nostra fermata, le misi la mano sotto la gonna era veramente fradicia, le chiesi se era impazzita, ma sorridevo e lei notò il mio cazzo in erezione, però è piaciuto anche a te, mi disse, poi cominciò a raccontar, che aveva sentito il cazzo appoggiarsi al suo culetto, era indecisa se scatenare un putiferio o meno, quando una mano delicata ma decisa era arrivata alla sua topina, automaticamente aveva allargato le gambe, sentiva il dito entrare dentro dopo aver spostato il costume, e lui aveva sentito che era fradicia, era arrivato a mettere due dita, poi le faceva uscire fradice e carezzava il suo buchetto, mi confessò che se l'avesse fatto in un posto appartato si sarebbe fatta scopare volentieri, poi, guardandomi mi chiese se ero arrabbiato, le risposi che la cosa mi eccitava, se capitavano altre occasioni, perché rinunciare.
Andammo in spiaggia, ma prima ci fermammo in pineta a finire ciò che era stato iniziato.
Questa è la nostra prima esperienza, poi ne abbiamo avute altre, se questa vi è piaciuta, chiedeteci di continuare.
Un bacio da Sara e Marco
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5 years ago
fidanzatilu,
23/23
Last visit: 4 years ago
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Regalo di compleanno
E così arrivò il giorno del suo compleanno...
Qualche tempo prima abbiamo discusso su come trascorrere il suo compleanno...e lei mi ha lasciato libero di fare ciò che volevo ,organizzando al meglio la giornata. Allora le chiesi se questa mia libertà poteva tradursi in un sogno erotico che mi girava in testa da molto tempo e cioè un incontro a tre!!! Non mi rispose di no , ma silenzio assenso!!!
Allora le ho prenotato un pomeriggio da passare in una spa con massaggio di coppia e vasca idromassaggio, per poi proseguire a fare due passi al centro commerciale e cenare con una pizza....e poi???
Le dissi di prepararsi per un dopocena alternativo, quindi vestito corto e scollato, stivali, perizoma e reggiseno in pizzo. Premetto che ha una quinta di seno e che quando si è vestita alla spa mi ha guardato dicendomi " così vado bene per stasera???" . Stava benissimo con quel reggiseno pieno e stivali da pornostar e un rossetto rosso fuoco...
Finita la cena ci mettiamo in macchiana per raggiungere il luogo dell' incontro e durante il tragitto stranamente rimane in silenzio, quasi impaurita e non molto convinta. Temevo che da un momento all'altro mi chiedeva di tornare indietro. Ad ogni modo procedo spedito....
Arrivati sul posto iniziamo a seguire la macchina del nostro amico che ci conduce in un posto riservato...io e lei scendiamo per passare dietro mentre l'amico ci osserva da lontano.
Inizio a baciarla, lei tesa e rigida non sapeva che fare...non era concentrata. Allora tiro il cazzo fuori e lo piazzo tra le sue labbra carnose...metre l'amico da fuori osservava toccandosi sempre più!! Gli faccio un cenno ed entra in auto...le alzo il vestito mettendo in mostra il perizoma ed inizia a toccarla! Dopo qualche minuto la metto dritta tra noi con i cazzi tesi e duri...le prendo la mano e gli faccio toccare il petto palestrato del nostro amico....sapevo che mia moglie avesse un debole per i palestrati e così conduco la sua mano sul suo cazzo (bello grosso ad esser sincero) ed inizia a segarlo stringendolo forte...le nostre mani rapidamente hanno tirato fuori le sue tette e cominciammo a succhiare i capezzoli duri...fino a quando dopo pochi secondi lei si butta a bocca aperta sul suo cazzo iniziando a succhiare da gran porcona...aveva dimenticato l'imbarazzo iniziale e gustava il poderoso membro tra la lingua....poi le chiedo di mettersi a pecorina e mentre succhiava il mio pene ,si preparava a ricevere il suo da dietro...un piccolo gemito mi fece intuire che il cazzo era entrato e piano piano iniziava a sbatterlo dentro...
Assistendo a tale scena dopo poco sono venuto nella sua bocca...così decisi di far sedere l'amico e far montare lei sopra....iniziò a scoparla talmente forte, da farla venire in poco tempo e a seguire le ha riempito il seno del suo sperma abbondante...a fiumi direi!!!
Ha perso qualche minuto per ripulirsi ma " ne è valsa la pena" mi disse dopo che si è rivestita...
Ci sono i presupposti per rifare l'esperienza.
Tanti auguri amore...
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5 years ago
Totino316,
35
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Mia zia
Avevo 18 anni compiuti vivevo con i miei, al piano di sotto viveva mia zia, una bella donna molto avanti negli atteggiamenti (non si era e non si é mai sposata ma ha avuto molti "amici").
Mia zia aveva 43 anni circa, ultima figlia, sorella di mia madre di secondo letto.
Da sempre aveva dimostrato una particolare predilezione per me tra tutti i vari nipoti perché, come diceva lei, “le ricordavo lei stessa”.
Un bel ragazzo che amava il bello che si vestiva con classe a differenza degli altri cugini carini si ma sempre molto dismessi negli abiti e negli atteggiamenti.
I miei lavoravano, lei in quel periodo era senza lavoro per cui capitava spesso che, abitando al piano di sotto in una casa di soli quattro appartamenti, andassi a pranzo da lei per stare in sua compagnia.
A lei piaceva fare da mangiare per me ed a me piaceva stare con lei (oltre al fatto che mi trovavo il pranzo pronto).
Finito di mangiare mi fermavo un po' a fare due chiacchiere con lei ed a volte giocavamo a carte.
Non sono mai stato un grande amante delle carte ma a lei piaceva molto e m sembrava il minimo per ricambiare la sua ospitalità.
Spesso lei scherzava con me anche con dei doppi sensi terminando le situazioni sempre con dei sorrisetti che lasciavano aperte le cose a varie interpretazioni.
Era una bella donna e sapeva come esserlo, aveva esperienza e credo si divertisse a "scombussolare" un po' i miei piani (ammesso che ne avessi).
Giorno dopo giorno, si faceva sempre più intrigante, le piaceva investigare sulla mia vita sentimentale per scavare in profondità chiedendomi come mi comportassi con le ragazzine (avevo un discreto successo ma sessualmente non ero certo una cima).
Non so come ma un giorno mi fece: hai mai fatto giochi sexy con le carte (va detto che avevamo un po' bevuto quindi i freni inibitori erano un po' bassi).
Che tipo di giochi sexy? Intendi dire il gioco della bottiglia?
Lei con fare ammiccante mi disse: no dai con le carte.
No, le dissi io, e lei di rimando, visto che giochiamo a carte non ti andrebbe se te ne insegnassi uno?
Brevemente decidemmo di giocare a scopa con la regola che ad ogni mano si contavano i punti e chi perdeva doveva togliersi un indumento.
Lei era brava a giocare a carte, spesso frequentava con i suoi amici i casinó,…. io molto meno.
Fatto sta che in men che non si dica la mia situazione era decisamente critica: dopo poche mani ero con solo gli slip addosso (e tenete conto che ogni scarpa e calza contava un indumento)
Lei aveva ancora intimo e gonna, aveva perso scarpe, calze (autoreggenti per cui due) e camicia.
Io le chiedo se volesse fermarsi e lei mi dice: perché? Ti vergogni di me? Ma se ti ho visto nascere .....
Punto nell’orgoglio di giovane maschio dissi: ovviamente no, giochiamo ancora!
La mano gira bene e vinco, e lei mi incita dicendo: dai che forse ora è girata la sorte con le carte capita (ripensandoci credo che avesse voluto farmi vincere).
Ma ovviamente non era così ed alla mano successiva perdo.
Io imbarazzato resto un po' interdetto ma anche onestamente eccitato dalla situazione essere quasi nudo davanti a si mia zia he però, guarda caso era anche una bella donna in parte svestita davanti a me.
Lei mi guarda mi prende un po' in giro poi dice: facciamo così, ci giochiamo un'ultima mano, se vinci mi tolgo due indumenti ma se perdi devi pagare... o hai paura?
La tentazione di vedere mia zia, la bella donna, nuda mi eccitava tantissimo.....
Accetti o ti ritiri da ragazzino? Proseguì lei
Accettai ovviamente.
Mi impegnai la partita fu tirata al classico ultimo punto ma le carte non girano proprio ed alla fine persi.
Finiti i conteggi e conclamata la sua vittoria mi disse: i debiti di gioco si pagano sempre.
Io da seduto stavo per iniziare a sfilarmi gli slip ma lei: no dai vieni qui il debito si paga e si paga bene non di nascosto.
Madre natura mi ha dotato bene ed uno slip non poteva certo mascherare la mia eccitazione, mi alzai dalla sedia, feci il giro attorno al tavolo in modo che lei potesse vedermi togliere quegli slip che poco celavano la mia evidente erezione.
Senza nessun apparente sguardo da parte sua che palesasse sorpresa o interesse mi chiese di avvicinarmi a lei e poi: su paga.
In quel momento ricordo ancora ora che tutto mi passo per la mente: che faccio? Scherza? Dice sul serio? Ma poi chissenefrega, si è mia zia, ma mi ha visto nascere.....
insomma confusione, eccitazione ed un po' di vino.
Attimi poi la decisione: mi trovato davanti ad una bella donna che mi chiedeva di abbassarmi gli slip.....
Con fare deciso quasi a mo di sfida le chiedo di mettersi comoda, e mi abbasso gli slip.
La mia erezione era evidente gli slip fecero quasi resistenza nel superare la mia asta dura tesa come un bastone puntato verso di lei.
Ecco, ero nudo con il mio cazzo in erezione; il mio imbarazzo lasciava il posto alla "fierezza mascolina".
Lei che di cazzi immagino ne avesse visti abbastanza lo rimirò con compiacimento facendomi i complimenti e dicendo: a dimensioni sei molto ben messo ma le dimensioni sono si importanti in un uomo ma non sufficienti se non si sa usare la macchina a dovere non trovi?
Li successe che forse io mi avvicinai a lei o lei si protese verso di me fatto stà che, come in un sogno, la sua mano stava accarezzando il mio cazzo.
Si quella mano con le belle unghie laccate di rosso sono ancora impresse nella mia memoria, mani che lo sfiorano dolcemente poi lo afferrano salde ed iniziano a muoversi in su ed in giù.
Io ero nudo con lei che iniziava a masturbarmi con dolcezza e con sapienza, ero inebetito dalla situazione.
Mi fece una sega con calma o almeno con quello che per me era una sega fatta da una femmina che sapeva il fatto suo rispetto alle ragazzine avute fino ad allora.
Con una mano andava dolcemente e lentamente su e giù mentre l’altra accarezzava il mio scroto i testicoli aumentando le sensazioni di piacere in me.
Non si tolse il reggiseno non volle che la toccassi.
La sentii stringere il mio cazzo con decisione e quando intuì che stavo per venire lo indirizzo sul suo decolté.
So che feci talmente tanti schizzi che lei si mise a ridere dicendomi: non avrai mai problemi ad avere figli e, aggiunse, con questo arnese se lo saprai usare, farai contente molte donne.
A quell'incontro ne seguirono altri per circa un anno e mezzo, non tutti i giorni ovvio (lei riprese a lavorare) ma ogni tanto mi invitava a cena e decideva di dare delle lezioni di sesso al suo nipote speciale.
Dico subito che non ho mai scopato con lei, tante seghe e pompini (di cui lei era veramente abile ed avida) nulla di più.
Lei non volle mai che la scopassi, diciamo che per quel periodo mi usò come un suo giocattolo.
Capirete bene che per un giovane uomo quella fu una situazione veramente forte, trasgressiva, avere una zia con cui fare pratica, imparare ad apprende come masturbare con mani e lingua una donna ricevendo in cambio masturbazione di mano e di bocca da lei.
Ricevere indicazioni su come far godere una donna, su cosa farle e cosa farsi fare, non avere problemi, insomma una vera maestra.
Credo che in quel periodo maturó in me la consapevolezza che il sesso fatto tra persone adulte e consenzienti non fosse nulla che potesse fare del male a nessuno.
A lei devo la mia evoluzione sessuale ed anche se é mancata tanti anni fa serbo di lei un bellissimo ricordo, mi ha voluto bene e mi ha aiutato a diventare sessualmente un uomo.
Immagino che chi avesse avuto il piacere di arrivare a leggere fino in fondo questa storia possa pensare che sia tutta inventata per sorprendere, apparire …..ma è così, questa è stata una storia vera che mi è capitata tanti anni fa di cui vado orgoglioso perchè nessuno come lei mi ha mai insegnato come potermi comportare con una donna, farla godere e ricevere piacere.
Da giovane uomo arrapato divenni un esperto uomo e grazie a lei ebbi un crescente successo con le mie amiche.
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5 years ago
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Massaggio tantra
MASSAGGIO TANTRA (con finale)
Sul mio lettino da massaggio, c’è un uomo. E’ normale, ne grasso ne magro, poca peluria scura, muscoli evidenti su braccia e gambe. Il sesso è coperto dallo slip che gli ho fornito, i capelli sono mediamente lunghi, gli occhi chiusi le labbra belle grandi e lisce, il naso grande sporgente.
Respira piano in attesa di me che cominci il massaggio. Scelgo l’olio con un po’ di essenziale dall’aroma eccitante e fresco.
Cospargo il suo corpo come sempre dalle braccia alle gambe passando sul torace e sul ventre, ha un po’ di peli che escono dallo slip sul ventre..
Mentre lo massaggio come si deve, professionalmente, continuo a guardare quel corpo come se fosse il primo uomo che ho come cliente. C’è qualche cosa di lui che mi attira, in parte mi distrae mi fa perdere la concentrazione necessaria. Lui al contrario è rilassato e respira tranquillamente e regolarmente, spero non senta la mia emozione.
Finito davanti lo faccio girare sul dorso, massaggio la schiena muscolosa ma non palestrata, faccio le spalle e il collo, mi sento eccitato e non so perché. E’ un uomo come altri, seminudo che sto massaggiando, toccando dove e come si deve.
Ma è diverso, sento la sua pelle sotto le mani, i muscoli sodi, la peluria leggera. Passo a massaggiare il suo culo, le natiche sono sode tonde, piacevoli, le mie mani scivolano e stringono quel muscolo che improvvisamente sento che si contrae, appena un po’, come un fremito.
Mi soffermo di più del dovuto, continuo a massaggiare la sua pelle, lo slip è solo un filo dietro e le natiche sono completamente scoperte, belle polpose. Ho un’erezione sotto la tuta, il mio cazzo diventa duro e spinge fuori dai pantaloni in modo evidente, ma lui è disteso non vede.
Scosso da una emozione forte, oso passare la mano in mezzo alle sue natiche scivolando più del dovuto in mezzo ad esse, sento che lui reagisce a quel passaggio si inarca un po’ all’indietro. Allora continuo e il massaggio diventa molto più intimo, sensuale.
La mia mano passa ripetutamente sul suo ano, mi sembra di sentirlo che si apre, si dilata per le mie dita, ora lui freme visibilmente allarga le gambe lasciando che penetro sempre di più in profondità in quel solco scuro, pieno di aspettative. Cerco il suo ano, ci passo le dita sopra, l’olio da massaggio le fa scivolare dolcemente senza resistenza, oso di più e piano infilo la punta dell’indice piano per non rovinare tutto, entra dolcemente un millimetro alla volta, sento che si apre e il suo corpo spinge indietro facendolo penetrare dentro profondamente. Con l’atra mano gli apro le natiche di più che posso e comincio a muovere il dito avanti e indietro lui comincia a mugolare lievemente, muove il corpo oscillando di lato.
Allora estraggo il dito umido di olio mi chino su di lui e metto la faccia in mezzo alle sue natiche che tengo aperte con entrambe le mani comincio a leccare passare la lingua attorno e dentro il più possibile. Mi sembra di impazzire, non ho mai fatto una cosa del genere mai pensato di farla ma ora sto leccando il culo ad un uomo!
Passo una mano in mezzo alle sue cosce e cerco le sue palle, lui alza il bacino così che posso prenderle in mano, stringerle e carezzarle gonfie e calde.
Di colpo si volta, ha una erezione e lo slip non lo trattiene più il suo cazzo è mezzo fuori, con forza gli strappo il tessuto sottile e resta completamente scoperto, un cazzo splendido, dritto e grosso, la cappella non è enorme sembra un cono lucido, adoro immediatamente quel cazzo splendidamente dritto, le vene evidenti, senza pelo che si erge sulla peluria più folta del pube.
Toccami mi dice ma sinceramente non avevo bisogno di un invito. In quel momento comunque dentro di me sono veramente stupito, io sono etero, non ho mai fatto sesso con uomini, magari solo pensato a volte senza mai fare una vera valutazione. L’unico rapporto c’era stato in adolescenza con mio fratello perché ci masturbavamo insieme l’uno con l’altro, niente di più ma era un gioco finito brevemente come era cominciato.
Guardo quel cazzo voglioso, lungo e dritto, la cappella scoperta mi piace penso, molto, sento un fremito al mio arnese che già si agitava per conto suo. Allungo la mano e lo prendo, sull’asta calda, l’olio nella mia mano la fa scivolare sulla pelle liscia, comincio a masturbarlo, lui si alza sui gomiti a guardare, le labbra aperte sembra già godere di quello che faccio.
Ho bisogno di toccarmi il cazzo e lo tiro fuori dai pantaloni della tuta, di solito non ho slip sotto. Non è bello come il suo, ma si difende. Continuo a menare il suo e anche il mio ma lui si china verso di me e lo prende in mano togliendo la mia.
Continuiamo a farci reciprocamente, godendo del contatto, del calore, della durezza dei nostri cazzi. Ho paura di venire tanto mi sento eccitato con la mente sconvolta da quell’onda di sessualità che mi travolge, mi fa sentire animale, porco, pieno di voglie mai pensate o fatte.
Cerca di baciarmi, ma io non voglio mi piace il suo cazzo voglio solo quello, l’uomo come amante non mi interessa, desidero godere di quella carne soda, del suo calore e della sua dimensione.
All’improvviso sento il desiderio prepotente di prenderlo in bocca di succhiarlo come ho visto tante volte nei film porno, lo faccio subito chinandomi sopra il suo corpo, sento la sua cappella sulle labbra, la lecco con la punta della lingua, apro la bocca e la faccio entrare piano godendo di quella consistenza calda, di quella pelle liscia.
Ormai non ho più pensieri lucidi credo, immergo quell’asta calda e dura nella mia gola la succhio aspirando come volessi già godere del suo sperma. Lui ha smesso di masturbarmi di è disteso godendosi il mio pompino, lo sento mugolare più forte ora, mi carezza la testa, i capelli, le guance. Sento i movimenti del suo corpo che si muove piano con i miei, mi muovo su e giù con frenesia, sto mugolando anch’io per quel piacere nuovo, intenso che provo per la prima volta.
Poi ho un orgasmo intenso, mi sborro addosso sui pantaloni calati, lui ha un sospiro di piacere per il mio godimento, poi sento che il suo cazzo si gonfia di più, che vibra più di prima e capisco che sta per venire, allora lo tolgo dalla mia bocca e con le mani aiuto quello sperma ad uscire violento da lui.
Più tardi, ci puliamo e laviamo nel bagno dello studio, cerchiamo di tornare calmi ma è difficile, provo ancora tanto desiderio di quel membro favoloso, mi piace guardalo e toccarlo anche ora che è assopito, calmo.
Quasi non parliamo, non per qualche ragione specifica ma perché non c’è niente da dire ci guardiamo solamente godendo di noi.
Ma ora che sono entrato in questa dimensione del sesso, ho bisogno di farne ancora. Gli dico se vuole continuare e ovviamente dice di si, torno a carezzarlo e piano sento che comincia una nuova erezione che presto mi riempie la mano, richiede di essere onorata e io la onoro, lo masturbo piano godendo di tutta la sua virilità, lui mi carezza il viso non cerca più di baciarmi perché ha capito che non è quello che desidero, carezza le mie spalle poi scende sulla schiena facendomi fremere quando arriva al mio culo, culo che ha già giocato con oggetti di varie dimensioni nei giochi erotici con mia moglie, culo che sento fremere mentre le sue mani si infilano in mezzo alla mie natiche, cercano il mio ano che immagino leggermente aperto dall’eccitazione.
Con il suo cazzo in mano girato di lato mi infila il dito nel culo senza trovare resistenza, entra profondamente dentro di me, mi scopa forte muovendosi velocemente dentro e fuori, il suo dito mi fa avere una nuova erezione che devo domare masturbandomi.
Girati mi dice, lascia il cazzo e girati. Mi sento impotente davanti a quelle parole, mi giro e lui mi fa appoggiare al lettino da massaggio. Si mette dietro di me sento il suo corpo vicino e ho paura di volere di più da lui, che mi prenda e mi scopi. Non so se sono pronto.
Carezzami e fammi sentire il tuo cazzo sul culo, ma non entrami dentro, gli dico con una voce con non riconosco come mia.
Lui esegue senza fretta, il suo corpo sodo aderisce al mio, il suo petto sulla mia schiena. Mi sento strano, emozionato, eccitato, pauroso di tutto un po’. Il suo cazzo duro si appoggia al mio culo, in mezzo alle natiche, lo sento caldo, sodo, lui si muove carezzandomi con la cappella calda e liscia, poi scende giù è adesso in mezzo alle mie cosce, le stringo e lui si muove masturbandosi sulle mie natiche.
Ti voglio, mi dice e mi sento stordito, la voglia che sale, la paura e l’angoscia di una cosa definitiva mai fatta e voluta. Resto in silenzio, ma il mio corpo parla per me, si muove languido sul suo, mi sposto in avanti facendo uscire il suo cazzo dalle mie cosce, adesso sento la sua cappella che preme sul mio ano, lo sento aprirsi come se volesse ingoiarlo subito dentro. Non capisco se sono io o lui a spingere, sento solo che entra piano in me, poco alla volta scivolando tra olio e l’umidore dell’eccitamento.
Entra un po’ ma non sono abbastanza aperto, provo dolore, mi ritiro, allungo la mano e ungo con la mia piena ancora di olio, la sua punta allora torna a di nuovo a spingere e poi uscire e poi di nuovo a spingere sempre un po’ di più dentro di me.
L’emozione il piacere sono forti, il desiderio di averlo tutto dentro, di sentirlo vivo e caldo nel mio culo mi fa spingere ancora di più indietro, lo sento che entra, provo sempre un po’ male ma meno di prima. Poi di colpo entra, mi sento strano, posseduto, schiavizzato e pieno di lui dentro di me fermo, grosso e duro mi riempie di calore. Quando comincia a muoversi scopandomi non c’è più dolore ma solo piacere, un piacere che mi fa gemere, mugolare, scuotere il capo e il corpo per sentirlo dentro per aumentare l’orgasmo che provo, violento come mai ho avuto, il mio primo orgasmo anale, irripetibile.
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@bix48 monta bis moglie mini dotato verocuk
feedback, racconto erotico monta bis @bix48, moglie mini dotato Verocuck.
Carissimo cornuto, amico mio in chat dei siti che frequentiamo, nonché della gentile, erotica, voluttuosa, bona, disponibile e assai libidinosa matura (57 anni) tua moglie, che a letto con il mio asinino pene, s’è goduto orgasmi plurimi a lei pria ignoti, nella sua I° monta del 25.2.2013.
Coito raccontato in feedback nei giorni seguenti il passionale, carnale e amoroso gioco.
Te hai assistito e visto tua moglie trastullarsi col mio pistone in sublime chiavata di due ore.
Pubblico come promesso 2° feedback sui siti più noti che immortali @bix48 che ci ha goduto e tanto nelle 2 chiavate con la moglie del mini dotato verocuck, al fine che altri bull lo cercano per essere della partita, godere e far godere la moglie, resa vera troia da tanti bull dopo di me.
È superfluo parlare delle esperienze da me fatte e di come ci si è conosciuti.
Parto dalla tua calorosa telefonata di tre giorni dopo la fenomenale indimenticabile I° monta con tua moglie, in risposta al messaggio in chat di sapere cosa pensa moglie del bull con cui è stata a letto in rapporto carnale caldo, lungo e soddisfacente per me, te e tua moglie.
Così so che è soddisfatta, che come promesso prenderà di nuovo fin sotto l’ombelico il mio pistone che l’ha fatto godere molto, che se fatta chiavare e ci ha goduto col tuo cazzetto, che è felice e lieta assai di averti reso contento cornuto come chiedevi insistentemente.
Sono sorpreso, invece, che tua moglie dell’uomo che se l’è chiavata ha gradito l’organo sessuale doppio del tuo, ma in quanto a valori affettivi, culturali, relazionali e sociali da te impersonati li ritiene di gran lunga superiori ai miei, bull @bix48.
Che ti ha chiesto, ora che sei cornuto, se ti piace ancora vederla montata da un bull?
Se tu le hai detto che ai primi di maggio ti piace assistere al bis con me, @bix48.
Le affermative risposte di tua moglie hanno condotto al bis fatto il 2.5.2013.
Per mio demerito, tentato di fotografarla nuda, ora non sono bull fisso di tua moglie come sarebbe avvenuto senza tale imprudenza.
Anzi, nessun bull in futuro da te contattato sarà suo bull fisso, tutti timbreranno fica una volta.
Rattristato apprendo che dai primi di maggio del 2013 a fine di agosto 2016 lei ha chiavato con 20 bull a parte me, 5 con bis e 2 tre monte, quindi tua moglie ha fatto 28 monte ed io zero.
Mi congratulo con te che s’è convinta a chiavare con 5-6 cazzi di 23-25 cm, con 14-15 di 21-23 cm, con 8-9 di 18-21 e solo 2-3 sotto i 18 cm, ben per lei che s’è goduto più cazzi doppi del tuo.
Che tua moglie non è più timida ed inibita, bensì una femmina esperta di sesso, coiti e copule con super cazzi, ma a tutto tondo una gran troia, sarai contento d’essere un gran cornuto.
Sono triste e dispiaciuto che non m’hai invitato a far parte della coppia di super dotati bull con cui ha giocato contemporaneamente in fica e in ano e fica.
Tu avevi asserito ed eri convinto che da nessun bull si sarebbe fatto sfondare l’ano, ma saperlo che l’ha fatto e non col mio cazzo mi dà sconforto e disappunto.
Sono sgomento che ai primi di settembre 2016, dopo le molte esperienze fatte, tua moglie ti abbia detto che non è dispiaciuta d’aver chiavato con tanti maschi, ma non ha più voglia di farlo, anche se te ne dispiace, rassegnati, fattene una ragione che non potrai più assistere a sue godute in copule con suoi orgasmi plurimi con simpatici e dotati bull.
Sono lieto nel sapere che alla tua richiesta di chiudere in bellezza la sua esperienza sessuale extra talamo, con @bix48, il bull che le ha dato il primo suo orgasmo ha risposto che lo farà.
Che la tua cara calda moglie, avita di cazzo, colei che inibita mi portasti alla sua prima monta con un vero cazzo, abbia ancora una volta, anche se per l’ultima volta, voglia di giocare con il mio super attrezzo, mi sommerge di passione, mi arrapo, mi si rizza e sbrodo, ma sono pronto, prontissimo a montare una femmina con stretta fica come tua moglie.
Mi dici che tua moglie quando ha chiavato con altri bull s’è rapportata al piacere avuto con il cazzo mio, @bix49, che per primo t’ha reso contento cornuto perché ci ha goduto e le è piaciuto fottere, cosa non sempre scontata con gli altri bull.
Mi dite che tu e lei sareste contenti che si facesse l’ultimo coito, terza monta con me, @bix49.
Potrei mai rinunciare al piacere che ricevo dal vederti assistere alla mia monta di tua moglie, libidinosamente assetata di grossi cazzi, lieta e gioiosa prende il mio nella sua stretta fica.
Portami tua moglie nella stessa stanza della prima copula e te la farò impazzire di goduria al punto che desisterà dal proposito comunicato di non voler più giocare con veri cazzi di bull.
Sarà prona al mio quarto coito e ti chiederà di fissare monte i più dotati bull già incontrati.
Post scriptum: dici che tua moglie l’hai fatta montare da 2 bull in tandem, ti prego di fare in modo che lo rifà con me e con fidato amico più dotato di me, ma tienitelo per te che è di colore, lo farò venire a gioco in corso, quando è vogliosa e non lo rifiuta.
@bix48 in arte, Paolo di fatto
Questa è feedback in bozza recapitatomi a che dessi il mio consenso di pubblicarla.
Ho contattato @bix48 per fissare data ed ora ultimo rapporto tra lui e mia moglie, ma invano.
L’uomo è irreperibile, il cellulare è spento e sui siti non ci sono più i suoi annunci.
Dopo due anni di vane ricerche ci rinuncio, penso anche cose cattive, cioè le tante pratiche sessuali e i vizi dei soggetti incontrati l’hanno convertito o peggio è ammalato.
Quindi, pubblico come autobiografia questa sua feedback nella speranza che @bix48 la legga e si risveglia in lui il sopito ardore sessuale.
In fin dei conti devo essere grato al bull @bix48 d’avermi reso un vero contento gran cornuto con diletta partecipazione della cara mogliettina.
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1
5 years ago
torreann,
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@bix48 monta moglie mini dotato verocuck
@bix48 I° monta moglie mini dotato verocuck, feedback è racconto erotico
"caro verocuck, come sui siti ti appelli, assediato dai bull smaniosi di fottersi la tua inesperta e fresca moglie.
Dopo che tua moglie il 25.2.2013 ha fatto I° monta con vero cazzo di bull, il mio @bix48 sei senza tema di smentita divenuto un perfetto esemplare di contento, beato, giulivo, genuino, lieto e gioioso mini dotato cornuto.
Ho vergato e te l’invio in anteprima, per tua approvazione, la positiva feedback su te e tua moglie, per esprimere e rendere noto al pianeta dei cuck e dei bull dei siti quanto sia sincero ed indubbio il mio sentimento di illimitato e grato compiacimento e/o riconoscenza per te che hai portato tua moglie alla mia monta, in arte @bix48, Paolo di nome, super dotato bull, quale mi reputo e che te hai considerato tale, onde te la disinibissi con rapidità.
Evento che ritieni foriero di future numerose piacevoli trasgressioni di tua moglie con me e/o altri super dotati bull, magari anche in coppia, non escluso di colore, in tua attiva presenza di direttore dell’erotico gioco sui materassi di camere di appartati hotel e/o di B & B.
Prima del modo con cui ci si è conosciuti ti confesso che mi preme fare intendere a te che euforicamente hai assistito al trionfale concretizzarsi dei tuoi turpi desii, far chiavare con grosso pistone di esperto maschio tua moglie al fine che da timida e inibita diventasse gran troia, una patita del cazzo come e più delle tante meretrici che hai praticato.
A te è piaciuto e c’hai goduto a iosa accoppiarti con il tuo cazzetto con mignotte ed assistere ai loro coiti con loro abitudinari clienti ed a volte anche in gruppo, altri due o tre maschi ed altra puttana.
Sono orgoglioso di aver centrato la missione affidatami, al Bar Motta, circuire tua moglie e convincerla a giocare con me.
Ha visto che lei ci stava a che le nostre cosce erano aderenti, lei m’ha infatuato e fulminato con la sua attraente persona, ed sono stato preso da un sentimento più forte ed invasivo del sesso, di chiavarmela, sono incappato nel senso amoroso e passionale, volevo farla mia carnalmente e ho desiderato che lo fosse per amabile dedizione, così le ho chiaramente detto che avrei fatto pazzie se m’avesse respinto, più del sesso ero in preda di sentimenti affettivi, l’amavo con tutti i miei sensi e sono sicuro che s’è disinibita è per questo sopravvenuto mio sentire.
Al che lei mi svela che tu le sei stato infedele, l’hai tradita con molte mignotte e ti sei invaghito di una che t’ha spillato molti euro, ti ho biasimato dicendo che un bocciolo di rosa come lei non l’avrei messo da parte per rapporti mercenari.
Caro verocuck se hai dubbi che tua moglie con me ha goduto e voluto renderti cornuto ti invito a controllare quanto è diversa da pria, chiedile di fissare data del bis con il mio cazzo, e accerterai che non rifiuta.
M’hai detto che era timida ed invece è stata un ardente tizzone con fuoco e fiamme, era inibita ed invece s’è rivelata una stufa dal perfetto tiraggio che ha ben scaldato, quasi arrostito il grosso pistone che nel continuo su e giù nella sua stretta fica carezzava e strusciava i lembi vaginali che secernevano liquido su cui scivolava dentro sua fica il mio cazzo.
Le è piaciuto che battesse sotto l’ombelico, l’ha cercato, voluto e maneggiato con maestria come una espertissima escort d’alto bordo, quelle che scaldano le notti a maturi danarosi uomini porci e viziosi.
Tu non l’hai chiavata in pose kamasutra che ho appurato ignorava, così per mia fortuna l’ho guidata docilmente nel coito.
Dopo la copula tua moglie è a tutto tondo una schiava del sesso ed è prona a tuoi voleri e fotterà con bull, pure in coppia.
Volevi che te la svezzassi, se ci sono riuscito è perché l’allieva desiderava un vero cazzo, era stufa del tuo mini pene.
Cercava orgasmi plurimi che col mio cazzo ha conosciuto, ora ne è entusiasta e mi è riconoscente.
Tua moglie ora è troia, quel che volevi e ti darà filo dà torcere nel procurarle cazzi come il mio.
Di certo dopo una dozzina di esperienze non gliene basta uno per volta, ma lo farà con due e poi in gang-bang.
Vengo al nostro incontro, è marzo 2011, letto tuo annuncio che porti matura moglie, 57 anni, timida e inibita, perché ha scopato solo con il tuo cazzetto, a parte l’imene infranto sui 18 anni dal suo primo ed unico moroso di 10 anni in più di lei, versione che tu hai ritenuto veritiera e l’hai impalmata, se tu la montavi vergine, col difettuccio che hai, restava tale.
Ti offro i miei servigi ed illustro le mie numerose esperienze con coppie trasgressive, ambivo a fottermi tua moglie dalla stretta fica certo di godere più che nei precedenti coiti.
Navigavo da tempo sui siti, quando m’imbatto in un bull di Ostia, un Marcantonio di nome e di fatto, 55 anni, alto 2 metri, 100 kg di peso, 26 cm di cazzo largo circa 7, che in chat mi informa che le migliori chiavate si fanno con coppie il cui lui è mini dotato, come a lui capitato anni prima, con trentenne signora di Roma senza prole, il cui lui 48 anni, tarchiato basso funzionario comunale possedeva pene sui 9 cm, in cerca di prestante bull che saziasse la libidinosa, porcella sposa.
Il bull tappa tutti i buchi, niuno escluso con suo asinino cazzo alla femmina e si gode fenomenali pompini come scenderle il cazzo in profonda gola, in trachea, ove sborra tutto il seme dei suoi coglioni e lei ingoia e deglutisce tutto.
Leggevo il racconto e mi struggevo di desio di incontrare una moglie di mini dotato per chiavarmela come Marcantonio.
Il massimo della esaltazione e del diletto di Marcantonio era umiliare il cornuto marito, su istigazione della porca sposa.
Fatto un cappio, alloggiatovi dentro la cappella del cazzetto del cornuto, tiravo la cordicella ed il cappio stringeva sempre più la morsa e il mini pene diveniva tappo di bottiglia, la cappella s’ingrossava da 10-11 cm a 21-22 cm, lo stelo dov’era il cappio si dimezzava da 10-11 cm a 5-67 cm ed alla radice dei coglioni era anche oltre i 23cm, e la donna orgogliosa si divertiva a misurare il tutto e a sua volta dava forti strappi alla cordicella ed il cornuto emetteva lai di dolore e piacere.
Il trattamento al mini pene terminava con modesta eiaculazione dall’uretra e color sangue vivo nei pressi del cappio.
Ho smaniato tanto d’imbattermi in un simile incontro e di poter umiliare anch’io in tal modo il mio mini dotato cornuto.
Il bull prosegue il racconto erotico con la sposa romana ricapitolando la modalità di una delle tante chiavate fatte.
Posava il cazzo ai bordi labbra fica, introduceva la cappella a rallentatore fino a mezzo stelo, poi, tirava fuori fica il cazzo e riprendeva la penetrazione con più stelo entro e lo ritoglieva, proseguiva così per irretire la femmina ed invogliarla a desiderare con impazienza d’essere fottuta a fondo, ma io non l’accontentavo, così lei indispettita dava un deciso colpo di reni e se lo prendeva tutto dentro incitandomi ad iniziare la furiosa e violenta cavalcata in fica con orgasmi plurimi che l’induceva a fare corna al coniuge a due mani.
Era l’attimo che il gongolante Marcantonio fissava con i suoi luccicanti e vittoriosi occhi quelli del cornuto romano che al colmo di libidine e schizzati fuori orbita per la inebriante visione godutosi si abbassavano socchiusi e spenti del vinto.
La tresca di Marcantonio con la coppia romana dura anni, la interrompe lui quando subentra novello sollazzo con coppia di giovanissimi fidanzati maremmani, con lui mini dotato, 8/9 cm, come il romano.
Fu una pura coincidenza che navigando leggo a Pasqua 2011 il seducente tuo annuncio: “mini dotato, 12 cm, porta la timida e inibita moglie alla monta di un superdotato bull perché le procuri orgasmi plurimi, onde lei conosca ed apprezzi il piacere del coito e sia prona ai suoi voleri di altre monte sempre con superdotati bull”.
T contatto per essere il primo a sfondare stretta vagina di tua moglie, ma con garbo m’informi dell’impegno con motorista, ing. 44 anni, 188 cm, 82 kg, 23 cm di cazzo bello e largo e 10 copule già fatte con donne, nubili e coniugate.
Ad agosto leggo del disagio di tua moglie con motorista, che arrapato alla vista del tuo cazzetto, ha penetrato con i suoi 23 cm di cazzo senza cautela nella stretta vagina, ritenendola spampanata perché porca.
Un mese a pensare come agganciarti perché la vagina di tua moglie è restata stretta, nel cervello s’accende la lampada di inviare gli auguri di Buon Natale 2012 e Nuovo Anno 2013 a te e a tua moglie e chiedere un incontro per un aperitivo.
Mi contatti in chat e sai che a 12 anni ho sfondato l’ano alla sorella della nonna di 60 anni e sverginato la fidanzata di 15 anni, a 18 anni deflorato l’imene a 5 mignotte in erba, (14 e 18 anni), a 24 anni ingravidato ventenne sposa puteolana a sua richiesta e del consenziente impotente coniuge, sposina che mi chiavo fin nelle immediatezze del parto.
A 35 ingravidato infermiera troia maremmana, di cui sono bull fisso per un decennio. Per passare a 44 anni a bull fisso di coetanea sposa senese, e qualche anno dopo incontrare 44 enne affermata dirigente d’azienda del marmo, una massese che mi chiede d’inseminarla, benché avesse avuti 4 figli, uno dal cornuto coniuge e ben 3 da maschi diversi, ed anche l’ultimo bastardo il figlio mi l’ignaro cervo e becco coniuge lo riconosce suo.
Se mi chiedi d’ingravidare la tua, con piacere la scopo e te l’impregno, ma devi promettere che me la chiavo fino ai giorni del parto ed il figlio che nasce lo allevi con amore come fosse tuo, si rimane amici e sarò il bull fisso di tua moglie.
È befana 2013 e mi comunichi che il 2.2 mi presenti tua moglie al bar Motta in p.za PPTT di Pisa.
Ci si incontra all’ingresso del bar, ci si presente e te mi indichi tua moglie, che sale la scala del soppalco, un gran pezzo di gnocca, 170 cm, gomma ampia sopra il ginocchio, color rosso pompeiano come la blusa sulle spalle, alla vita una cintura con fibbia che evidenzia uno stretto giro vite 44-46, camicetta color latte con uno scollato decolleté a balconcino che lascia intravedere un grosso seno ideale per spagnole e capezzoli aguzzi, giro vita 88-90, una meraviglia di fica.
In un lampo sono alle costole di tua moglie che spoglio con gli occhi in cerca delle occulte beltà, in primis culo da sballo.
In bella vista un culo da sballo, che m’arrapa, mi si rizza il cazzo e bramo di chiavarla all’istante, tanto sembra libidinosa.
Lei si siede allo ultimo tavolo ed io le sono accanto con le cosce ben aderenti alle sue e tu soddisfatto approvi.
Chiesto cosa vogliamo essere servito, scendi la scala e mi strizzi l’occhio, tarderai per farmi circuire tua moglie.
Incurante degli avventori agli altri tavoli, dico a tua moglie “non offenderti per i miei schietti giudizi su di te. Accidenti che schianto di femmina che sei; hai un corpo meraviglioso, armonioso, folgorante, bollente e carnale, un culo arrapante, eccitante da Silvana Mangano in riso amaro; un viso tondo che innamora a prima vista; un sembiante, misterioso e sfuggente come la Gioconda del Vinci; sembri pudica vergine come la Sibilla Cumana; somigli alla ragazza con l’orecchino di perle dello olandese Vermeer; appari lussuriosa non memo di Lana Turner in peccatori di Peyton palace; hai fascino carnale da Ava Gardner in pandore; sembri ballerina, cantante, attrice come la B.B. (Brigitte Bardot) in piace a troppi; sembri che tu hai infranto tantissimi cuori che sognavano di realizzare una notte d’amore con Gilda e si sono svegliati all’alba disillusi con l’alcolizzata Rita Haywort; sei mostruosamente sessuale come Marilyn Monroe in agli uomini piacciono le bionde; ti mostri semplice e popolana come la Loren in la ciociara, sprizzi sensualità e sessualità da tutti i pori e inviti a stuprarti perché se ti scopa con violenza ti abbandoni e godi; sei più bella della Venere del Botticelli,
Sappi che seppur tu fossi così io vorrei essere della pariglia. Già sogno d’essere a letto con te per donarti inebrianti orgasmi plurimi con il mio super cazzo e vivere attimi di celestiale paradiso. Tuo marito ti presenta matura 57 enne, timida e inibita, ma mostri 10 anni di meno, sei spigliata e disinvolta ed a letto sono certo che sei focosa, libidinosa e scopi a meraviglia. Pria che venga tuo marito voglio passare dalle parole ai fatti”, ciò detto prendo una sua mano e lascivamente e spudoratamente l’accarezzo, prendo l’altra e la porto alle mie labbra baciandola con impetuoso ardore, indi, alzo la gonna, contemplo inebriato ed inebetito la giarrettiera tricolore che avvolge la stupenda bianca liscia coscia e lesto la faccio penetrare fino alla fica, l’altra è nel decolleté che strizza aguzzi capezzoli. Poi, stringo forte al mio petto i suoi seni, lei gradisce il contatto, è fatta l’ho conquistata tra noi c’è feeling. Faccio appena in tempo a chiedere ammenda per l’audacia avuta che tu arrivi con il cameriere e le consumazioni.
Sottovoce ti dico che tutto procede bene, sono certo che tua moglie ti dirà come e quando vuol chiavare con me.
Tre giorni dopo il contatto al bar in chat so che piaccio a tua moglie, che ha gradito la mia persona e si chiava.
È fatta, tua moglie ha deciso di chiavare con me per godere palesemente e farti cornuto a dispetto!!! ed io me la godrò.
Il 24 so di essere il giorno dopo alle 10.30 a 300 metri da un dato residence da Lucca per Pisa.
Alle 10.30 del 25 sono fermo nel punto fissato, tu arrivi, ti avvicini e mi dici “stanza 45 tra 10 primi”.
Busso alla porta 45 che s’apre ed entro, ti vedo col cazzetto ritto come un fuso, ma picciolo come mai visto prima. Dubito che penetri in vagina, che abbia impregnato tua moglie, i figli sono opera di vostri parenti, amici e colleghi lavoro.
Sono meravigliato vederti lesto tornare di fianco a tua moglie e riprendere a chiavarla con impetuosa passione.
Lesto mi denudo ed estasiato osservo quel fiore di femmina semi vergine, fica sana e stretta come natura crea.
Lesto scendi dal letto e mi cedi il posto, ho il pistone duro, turgido e orizzontale che tua moglie l’inquadra, squadra, valuta e soppesa se la sua vagina lo regge ed è la volta buona che godrà ad abbondantiam.
Le chiedo come vuol chiavare, lei chiede di mettere il condon e dice di fianco come facevo con mio marito.
Metto il profilattico e le chiedo di aiutarmi a stenderlo, il tocco di cazzo della mano di tua moglie scombina i battiti cardiaci.
Da cornuto che ancor non sei hai unto le labbra vaginali, per cui col dito medio cerco il clitoride per frizionarlo, lei dice che le è stato rescisso al I° parto, quindi spingo il dito più giù a toccare il punto G, lei gradisce e sussulta.
Che letizia per un bull è l’essere il primo che s’impossessa della fica della moglie di un cuck, una vagina semi vergine.
Posiziono la cappella elefantiaca del mio cazzo sulle grandi labbra della fica di tua moglie che vibra come corda violino, intuisce che in fica le penetra un cazzo grosso come del precedente bull, motorista, ma stavolta ci godrà.
Spingo piano e lentamente il mio pistone che struscia sulle grandi labbra, sul moncone di clitoride, tua moglie emette i primi flebili lai di piacere, percepisce che il cazzo sguazza nella larga, profonda vulva come caverna marina e le piace.
Con cautela sono allo stretto foro che immette nella vagina, lei freme, emette un lai di impercettibile lamento, come di temuto dolore, io mi fermo, carezzo la coscia, titillo gli aguzzi capezzoli, bacio collo e mammelle, poi, le mollo uno schiaffo sull’anca e nell’istante che lei si contrae spingo forte e velocemente il mio cazzo nello stretto foro, tua moglie sussulta, ma sopraggiunge un rapido abbandono alla subentrante piacevole goduria.
Tua moglie ha il mio cazzo sprofondato nella sua vagina e sulle rosse larghe labbra della sua bocca affiora un aperto, lieto e giulivo sorriso e nei luminosi, caldi, lascivi, sfacciati occhi della apparente pudica e inibita tua moglie si manifesta una lussuriosa vampata di immensa attesa felicità.
Appagata al massimo dello spasimo sessuale mai prima provato tua mogli mi incita. Vai!!! Chiava!!! Non ti fermare!! Godo!! È fatta!!! Che bello!!! Finalmente ho un vero cazzo in fica!!! Oh, oh @bix48 che gran bel cazzo che hai!! Come chiavi bene!!! Non ti curare del cornuto!!! Vai, vai!! Ha quel che voleva!!! Le corna!!! Tante corna!!! Ti ho informato che me l’ha fatto e che l’avrei ripagato all’ennesima potenza!!! Ho tanta voglia di vedere umiliato il suo cazzetto!!
Studia una ingegnosa morsa per il mini pene che se ne ricorda per un bel po'!!! Son contenta di mettergli corna da cervo in testa con te!!! Non ti fermare!!! Si!!! Si!!! Sbatti forte e veloce!!! Ahh!!! Ummm!!! Fammi avere tanti orgasmi!!!
Sono versi da me ascoltati da tante insoddisfatte spose che mi son chiavate, ma senza scorrettezza ti dico che tua moglie fotte a meraviglia, gode pazzescamente, le piace immensamente il mio grosso pene ed allarga le cosce perché le entri il più possibile tutto dentro la fica, si dimena come rana per aumentare la sua goduria.
Chiava da femmina insoddisfatta da sempre, ma apprezza un grosso cazzo come e meglio di una grande troia.
Così io, @bix49, alzo le braccia al soffitto, mi scrollo e distendo le vertebre, in corpo una sensazione di piacere mai pria conosciuta, gongolante ed esultante di gioia, cavalco veloce nella focosa, accogliente, bramosa piacevole e piacente stretta fica di tua moglie, sento che il cazzo struscia ben serrato dai lembi vaginali.
Ho la cappella a fondo vagina di tua moglie, che freme e trema come foglia a vento di gioia, goduria e letizia, mai prima conosciute, ma con imprevista spontaneità ti fa le corna a due mani come rimprovero che tu non l’hai ben fottuta.
Una straordinaria strana sensazione invade cazzo e mente nella posa alla missionaria, che a lei è evidente poco piace, forse a causa del trauma di motorista, controllo la mia eccitazione e con cautela il mio pene scivola in fondo al suo utero.
Il lento progressivo strusciare sui lembi vaginali secernano l’umore che agevola una struggente veloce cavalcata che la scuote, la inebria, le piace ci gode e miagola:” vai !!!, oh oh ahi ah ah!!! è tutto dentro!!! non ti fermare!!!, godo tanto!!! bravo @bix1948, Paolo caro!!! Grazie al cornuto che t’ha scelto e ti inviterà per il bis!!!
Te attento osservatore ascolti i languidi versi di tua moglie e ti feliciti con te stesso per aver agganciato l’esperto bull che in un sol coito ti ha disinibito moglie.
Incredulo mi vedi issato sulle braccia e pian piano calare sul ventre di tua moglie in modo che il mio nudo cazzo entri diritto nella sua fica, il suo seno è sotto il mio petto, le nostre bocche sono vicinissime, le nostre labbra si sfiorano e le lingue s’incrociano e s’attorcigliano, la frigida, inibita tua moglie s’è sciolta carnalmente nell’amante del bull.
Così è del tutto appropriato quanto ti dice: “cornuto prendi e porta a casa!!!”
Sei un gran cornuto e meriti che ti indico tre chicche del coito con tua moglie: 1) la posa del kamasutra a cucchiaio, 2° la tua sorprendente inculata, 3) il pompino che ti ha propinato.
Nel primo caso siamo uno dentro l’altro, un tutt’uno come marito e moglie, le nostre cosce sono accavallate ed il mio cazzo le riempie tutta la fica, vedo che ti piace, che sei contento, lei s’è accorta che la chiavo a pelle e ti vuole umiliare con unisona goduria in modo che i nostri semi si mescolino nella sua vagina, emettendo prolungati gemiti di piacere.
ah, ah, ah, si, si dai, uhuh, ahaah, che bello, spingi forte, ummm ahii, ahahah, ah, ah si, dai, si, si, ah ah,
che si mescolano ai miei mmhuh , oh oh che gran goduria è stata la chiavata nella stretta fica di una novizia puttana.
Seconda chicca, sei coricato di fianco, hai bene unto la cappella del tuo pene e lo spingi con impeto dentro l’ano.
Vai!!! di tua moglie è il segno che il tuo pene è dentro e ti incoraggia a cavalcare.
Pistoni, ansimi, sbuffi come un lupetto per 3’-4’ e ti svuoti, dall’ano fuoriesce un cazzetto di 2-3 cm e largo 1-2 cm, mentre vi è entrato di 12 cm con largo glande, il fatto che mi stupisce.
Con sincerità ti dico che tua moglie in fatto di copula è un vulcano, ha in serbo inimmaginabili risorse, pare che il kamasutra l’abbia nel sangue e sia stata chiavata ad ufo da un manipolo di bull.
Ultima chicca è l’impareggiabile pompino che sa propinare. Ho visto come tua moglie spompina a meraviglie, come espertissima mignotta, succhia il cazzo con avidità, con la bocca semiaperta spinge il prepuzio in giù e su e con la lingua l’avvolge per ingoiare il modesto stelo, le labbra infine serrano forte la cappella e lei alza la testa come a volerla staccare. Questo è il pompino che ho visto praticare da tua moglie, è meraviglioso, è rizzante, è da manuale, è d’espertissima femmina che ne ha già fatti a bizzeffe, un pompino che darei l’anima per godermelo pure io, magari nel promesso bis.
In meno di 50’’ tu le sborri in bocca, ed io d’istinto mi complimento con tua moglie perché è nei pompini, li fa con arte, fa sospettare un annale pratica con cazzi di parenti e amici, mette in evidenza che le piace avere un cazzo in bocca.
Quando le dico che è vero che t’ha chiavato solo dall’aspi. cuck , ma in fatto di pompini non la conta giusto.
Lei nega con civetteria e chiama te a testimone che a sverginarla è stato un altro, al quale ha fatto almeno 3 pompini a settimana per 4 anni e tu caro cornuto hai rotto l’ano ed hai ricevuto un paio di pompini a settimana per 30 anni, questa è stata la unica scuola, quindi, se i pompini li fa con maestria da esperta mignotta, zoccola e troia il merito è del cornuto!
Al che tua moglie mi apostrofa, caro superdotato bull @bix48, come in arte t’appelli, tu che sbavi, schiumi di ricevere identico trattamento, fatti avanti che ho voglia di farti sborrare in due primi.
Detto fatto tua moglie s’inginocchia avanti a me seduto a bordo letto, afferra il cazzo lo guarda, con una mano spinge giù prepuzio e scopre il glande, con l’altra tasta le palle ed esclama, “caro Paolo ti dico che non hai un grosso cazzo, ma una mostruosa proboscide e mi stupisco che non m’abbi sfondato vagina e utero più di quanto fatto da motorista.
È ora è giusto che te cornuto mio coniuge sappi che il rapporto carnale tra me ed il bull, tra tua moglie ed @bix48 è stato totale, c’è stata intesa a meraviglia, c’è stato feeling, abbiamo chiavato come ricci e come fossero amanti da tempo.
Ti ringrazio della decisione di portarmi alla monta di un super cazzo onde mi disinibissi con letizia, gioia e goduria.
Che tua moglie chiava bene ed invoglia a farlo è testimoniato dalle due ore di coito con pose alla missionaria, a sponda letto, a pecorina, a spegni moccolo, in spaccata, a riccio e cucchiaio, io sfinito e lei che cercava e voleva ancora cazzo.
A questo punto mi sovviene l’umiliazione del Marcantonio al cazzetto del cornuto romano e le chiedo se vuole che t’umili.
Sono del tutto certo tu vuoi che ti pratico il cappio al cazzetto, ti piace ed è notorio che i mini dotati sono autoerotici, sui siti ci sono tue foto con anelli al pene, quindi ci stai a che procedo e ti riprendo mentre io e/o tua moglie tiriamo la cordicella che strozza la cappella, così tu li passi ai tuoi amici mini dotati, ma anche ai bull per aizzarli, arraparli e contattarti in molti. Detto fatto ti trovi la cappella del cazzetto imprigionata nel cappio e la vedi ingrossare, temi che tua moglie te la lasci per sempre, ma uscite le due gocce di sperma dall’uretra e resosi rosso a vivo sangue lo stelo, il gioco termina, perché io sedotto dallo spasmo passionale con cui tua moglie s’avvinghia a me, per essere di nuovo posseduta e montata, cerco i tuoi occhi per incrociarli e fissarli con i miei trionfanti del vincitore e costringerti ad abbassarli, chiuderli spenti da vinto e sconfitto.
Feedback che tu invii ai siti di scambio coppie a che ti contattino miriadi di superdotati bull che abbufferanno di orgasmi plurimi la tua moglie, ormai assetata di cazzo per disinibenti chiavate.
Quando la frenesia delle fasi sessuali di questo coito fatti con tua moglie mi coinvolgerà e perderò i lumi farò seconda parte feedback.
28
1
5 years ago
torreann,
70
Last visit: 3 years ago
-
La mia prima e unica gangbang
Io non amo i luoghi di battuage ma quando non trovo scopamici on line e sono davvero arrapata di cazzo, non posso fare a meno di andarci.
Un paio di estati fa, ero arrivata un po tardi, più o meno verso l'una e mezza di notte.
Un paio di auto giravano ma non si fermavano.
Rimasi li per un'ora quasi e quindi decisi di andare via perché la serata era oramai andata.
Proprio in quel momento mi si affianca un ragazzo e mi chiede se volevo fargli un pompino.
Di solito non lo faccio perché non mi va di essere consoideata solo una bocca ma comunque ccettai perché pensai che era meglio di niente.
Ci appartammo in una stradina laterale ( il posto è in piena campagna e deserto) e siccome faceva caldo ci mettemmo fuori.
Mi inginocchiai, gli aprii i pantaloni, glielo tirai fuori che già era eccitato.
Gli misi il preservato, perché faccio sesso sempre e solo protetto, e cominciai a fargli un magnifico pompino, a giudicare da come mugolava e mi fissava.
Mentre ero all'opera vedo i fari di un'auto venire verso di noi
Fu istintivo per me ritratte la testa per poter rientrare in macchina ma lui me la bloccò e disse di non preoccuparmi.
Intanto l'auto ci passa vicino e vedo l'uomo alla guida che si ferma per guardare.
In fondo sono anche un pò esibizionista e pensai che poteva essere eccitante essere guardati e quindi continuai con più sensualità.
Dopo manco un minuto l'uomo scese e senza dire manco una parola, si avvicina, caccia fuori il suo cazzo e me lo avvicina alla bocca
Certo non mi faccio pregare e comincio a spompinare anche lui.
Ma dopo un po fui io a prendere l'iniziativa, avendo già avuto avuto esperienza con due maschi.
Mi tolsi i pantaloncini e sempre tenendo in bocca il cazzo di uno, mi girai con il culo verso l'altro.
(Prima di uscire di casa me lo avevo allargato, come faccio sempre, con un plugin e riempito di gel lubrificante).
In breve mi stavano scopando in due e si alternavano tra la mia bocca e il mio culo.
Ero davvero felice.
Nel frattempo sopraggiunge un'altra auto con tre ragazzi a bordo, come poi mi dissero, di ritorno da una discoteca.
Si fermarono a guardare per un po... poi scesero e si avvicinarono...
ma almeno loro chiesero il permesso di aggiungersi.
Da una parte ero davvero impaurita dalla situazione (non sai mai chi puoi incontrare e cosa passa loro per la testa) ma dall'altra ero troppo eccitata.
Metti insieme paura e desiderio e viene fuori un cocktail esplosivo...
Onestamente non saprei ricostruire tutti particolari e i passaggi da uno all'altro, ero praticamente in uno stato di trance, ma so che alla fine mi sono venuti tutti addosso tanto che, dopo. non sapevo più come pulirmi.
Ero veramente soddisfatta.
Ma mica è finita qui.
Ci stavamo salutando quando uno dei ragazzi mi prende e mi fa accoccolare davanti al cofano della loro auto, con la schiena verso di lui.
Ubbidisco tra lo stupito e l'impaurita.
E lui che fa?
Comincia a farmi pipì addosso.
Sentivo l'urina calda contro la schiena che poi scivolava giù fra le mie natiche fino a terra.
Una esperienza (l'unica che ho avuto) nuova per me... ma questa situazione mi piaceva... e inarcai la schiena.
Gli altri si fermano, tornano indietro e cominciano a farmi pipì addosso anche loro dicendomi che
era una vera troia.
Questa definizione che certo non era la prima volta sentivo usare per me, quella volta fece scattare una sorta di auto-consapevolezza e pensai:
Sono una troia?
Assolutamente si!
e se poi trovo qualcuno che mi fa tratta con dolcezza e decisione come tale, allora è perfetto.
Ma sono davvero pochi quelli che ci sono riusciti
Non sono per niente esigente né cerco super machos.
Cerco persone che mi facciano capire e sentire quanto desiderano scoparmi, che mi vedano e mi sentano come una femmina.
La maggior parte dei maschi vuole solo un buco da riempire e basta.
Mi va bene, certo, ma farmi sentire troia è tutta un'altra storia.
Comunque quando finirono mi rialzo e che ne so, forse il riflesso del mio culo bagnato o l'istinto del branco prese il sopravvento ma me li ritrovai ancora intorno, come predatori e ricominciammo tutto d'accapo.
In quella calda notte d'estate si sentivano solo i grilli e i loro mugolare per il piacere che ero capace di dare con il mio corpo.
Sebbene nessuno di loro mi usò violenza, quando tutto finì ero davvero stremata e non so come feci per tornare a casa.
Ero dolorante dappertutto ma felice come forse mai nella mia vita.
Pur essendo rimasti che ci saremmo rivisti la sera dopo, ho avuto troppa paura e non sono più tornata in quel posto per quasi un anno.
Meglio un unica volta.
Troppi rischi ma soprattutto ho avuto paura di non poterne poi più fare a meno.
11
1
5 years ago
be2side,
56
Last visit: 7 months ago
-
La mia prima volta
Avevo 14 anni e frequentavo il primo anno delle superiori.
Ma andiamo per gradi...
Fin da piccolo avevo scoperto il piacere nel carezzarmi il culo e il buchino ma mi piaceva ancora di più quando con gli amichetti giocavamo al dottore e loro mi esploravano dappertutto.
Più avanti cominciai a stimolarmi con le dita e con piccoli oggetti.
Intanto crescevo e da adolescente il mio Lato B era già molto femminile tanto che i miei compagni di classe guardavano il mio piuttosto che quello delle ragazze.
Ma niente di più di questo.
Intanto ero al primo anno delle superiori e di voglia di studiare ne avevo poca come quasi tutti gli adolescenti.
Con il mio compagno di banco (che chiameremo Gianni) si era stabilita una bella intesa.
C'eravamo messi all'ultima fila così, in fondo alla classe, potevamo chiacchierare meglio e anche copiare meglio :)
Un giorno verso la fine dell'anno scolastico, avevo indossato un pantalone molto stretto che conteneva appena le mie forme per cui il mio Lato B, ampio e rotondo, era davvero ben in vista.
Durante la lezione mi appoggiai con la pancia sul banco per prendere qualcosa da quello davanti a noi e quando mi rialzai notai il suo sguardo sul mio culo e il rossore sulla sua faccia.
Gli feci un sorriso e lo guardai come per dire che c'è?
Lui mi disse: “sai avevo notato che hai un culo più bello di quello delle ragazze ma in quella posizione...”.
A questo punto fui io ad arrossire...
Avevo il cuore in gola.
Quel complimento aveva toccato un diapason dentro di me, mandando in risonanza tutto il mio corpo.
Rimanemmo a guardarci diritto negli occhi per un po e continuammo “a seguire” la lezione mentre le nostri menti seguivano ben altri pensieri.
Infatti dopo un po lui si fece coraggio e mi disse sottovoce:”me lo fai toccare?”
Ero davvero tra l'imbarazzato e il confuso ma anche eccitato per cui gli dissi di si.
Mi appoggiai con i gomiti sul banco e inarcai la schiena.
Gianni furtivamente allungò la sua mano e me la appoggiò su una chiappa, tastandomi dolcemente.
Poi cercò di infilarla ma non ci entrava perché i pantaloni erano davvero stretti.
Per cui mi sbottonai e tirai giù la lampo aprendo un varco alla sua mano che infilò diritto giù, afferrandomi una chiappa e stringendola.
Ci mancò poco che non urlassi per il dolore ma rimasi immobile mentre lui palpava le mie rotondità
Una sensazione che non dimenticherò mai poiché era un potente mix tra paura di essere scoperti e desiderio che non si fermasse.
Praticamente rimanemmo così fino all'uscita.
Non so come tornai a casa. Mi tremavano le gambe ed ero in preda ad una profonda agitazione.
Appena a casa mi chiusi nella mia stanzetta e mi masturbai.
Ad occhi chiusi per non perdere nemmeno un frammento dell'esperienza fatta in classse.
Il giorno dopo ripetemmo e così per i successivi.
Intanto erano gli inizi di giugno e un giorno decidemmo di fare filone a scuola e andammo in periferia, in campagna.
Girovagando ci fermammo sotto un grande albero di ciliegio, in un meraviglioso e assolato campo di grano.
Dopo che ci fummo rinfrancati un po dal caldo, per scherzo cominciammo a lottare e a rotolarci per terra, fra le spighe.
Finimmo lui su di me e le nostre giovani labbra a un centimetro l'uno dall'altro.
Giusto il tempo di uno sguardo e ci baciammo.
Wow! il mio primo bacio in assoluto!
Non saprei esattamente cosa successe ma ricordo che dopo un po eravamo nudi e sudati.
Io con le cosce aperte e lui sopra di me.
Sentivo il suo cazzo che era divento durissimo che premeva contro il mio culo.
Istintivamente mi aprii le chiappe e la punta del suo cazzo si posizionò esattamente sul mio buchetto.
Gianni cominciò a spingere e io, nonostante il dolore, a cedere perché lo volevo dentro a tutti i costi.
Infatti per quanto fosse la prima volta per entrambi, lui con l'ennesima spinta, oltrepassò il mio sfintere e si piantò dentro la mia pancia.
Mi bruciava tutto. Provavo dolore e piacere insieme e tutte e due intensissimi.
Gianni mi dava delle spinte con il bacino ma non io sentivo più il mio buchetto a causa del sangue che lo aveva lubrificato.
Durò poco ma non per questo non ero al settimo cielo
Ero felice.
Felice di sentirmi femmina per la prima volta in vita mia.
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5 years ago
be2side,
56
Last visit: 7 months ago
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Da solo masochista divenni anche bisex per il momento solo orale
Mi è sempre piaciuto far gli incontri al buio. Nell' era pre internet mettevo sul giornale di Milano Secondamano annunci nella rubrica matrimoniale, indicando il mio telefono di casa. La rubrica Incontri mi era preclusa.
Allora, non ancora trentenne ero attratto dalle donne mature. Una volta avevo messo che cerxavo una femmina di 35-45 anni e mi avevano telefonato decine di donne.
Sono smpre stato feticista e, attratto da pratiche sadomaso. In annunci successivi accennavo chee ro attratto da donne autoritarie con bei piedi..
Un pomeriggio mi chiamò un uomo con voce cavernosa da fumatore. Faceva riferimento al mio annuncio. Gli ripsposi che non ero interessato a uomini. Lui ribattè che arano una coppia. Chiusi comunque la tlefonata. Subito dopo risuonò il telefono, Era una bella voce femminile, si chiamava Elena. Mi disse che suo marito non era omosessuale. Mi diede appuntamento quella sera stessa a casa loro in zona porta Venezia. Mi trovai di fronte una bella bionda quarantenne e suo marito ultracinquantenne con i baffi.
Mi offrirono da bere e conversammo. Al momento di andare in camera da letto pregai Ludovico di venire in camera non subito, non ero abituato...sapeva com'era. Accettò.
Elena era molto più attraente nuda che vestita glielo dissi. Fra l'altro aveva dei piedini molto carini che le dissi avrei voluto baciare e leccare. Un po' intimidita disse che quel giorno non aveva fatto nemmeno la doccia e aveva camminato un poco. Le risposi che l'afrore dei piedi mi eccitava molto, delizioso l'odore dei suoi piedi lo ricorderò sempre.
Prima in sala da pranzo avevamo parlato di pratiche sadomaso. Il marito mi aveva accennato che tempo prima avevano un giovane schiavetto.
Avevo appena cominicato a mettere la mia mazza dura dentro di lei che Ludovico entrò precipitosamente nella camera urlando: - Puttanan è questo il tuo amante!-
In malo modo mi scostò dalla moglie e prese a penetrarla lui, dicendomi che io ero solo degno di leccare loro i piedi e con voce perentoria mi ordinò di farlo.
-Anche i miei, cane!- Disse. Con un certo ribrezzo ubbidii.
Non ci mise molto avenire dentro la moglie. A quel punto mi spinse con la faccia sulla figa di lei che mi ordinò di leccare. Mi piaceva il sapore dei loro umori frammisti. P:oi l'energumeno mi ordinò di ripulirgli il cazzo. Lo feci Non era male succhiare quel cazzone. Mi ordinò di leccargl anche il culo che con un certo disgusto, dopo una breve esitazione feci. Mentre leccavo Elena con una cintura i mi colpiva sulla schiena. Di sottecchi vedevo dai suoi occhi quando le piacesse farlo. Poi mi prese a calci. Mi usò come un tappetino calpestandomi e per farmi male mise anche le scarpe coi tacchi che mi martoriano le carni.
Solo allora mi permisero di montarla. Avevo il cazzo tostissimo ma durai abbastanza facendola godere ripetutamente. Quando stavo per venire mi ordinarono di sborrarle sul corpo e dopo mi costrinsero a leccare la mia stessa sborra.
Sdraiati sul letto Ludovico disse a Elena che trovava lo schiavetto soddisfacente. Era daccordo se per qulache giorno li avrebbe serviti? Lei assentì. La loro figlia era via per il ponte dei morti. Avrei provato per un paio di giorni l'esperienza di essere schiavo 24 su 24 ore.
Ora dovevo andarmene e tronare da loro l'indomani in tarda mattinata a fare i mestieri come si dice a Milano. Rsisposi loro che non ero capace. - Meglio! Elena t'insegnerà punendoti adeguatamente se non farai bene le pulizie.-
Interessante e arrapamnte fu quell'esperienza anche se sulla schiena per parecchi giorni vidi il segno delle cinghiate che sopratutto Elena mi aveva inferto. Infatti senz'altro dei due era lei la più sadica.
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5 years ago
aipiedi, 68
Last visit: 1 day ago -
Sempre noi tre ..ultima parte
Poi una mattina ti sono svegli e scopri che fra pochi giorni avrai sessantanni. Accidenti che botta!! Mi sono guardata allo specchio, e anche se dicono che ne dimostro dieci di meno ho cercato nell’ immagine tutti i punti di cedimento del mio corpo. L’ho esplorato centimetro per centimetro. Ho visto i seni che adesso sono una terza che ancora stanno su bene e sono belli sodi, il culo ancora tonico e le gambe senza un filo di cellulite, solo la pancia mi sembra un po più gonfia ma nell’insieme posso sentirmi soddisfatta ma non è così. Ho ripensato a tutte le volte che quel corpo è stato oggetto dei desideri dei maschi che mi hanno velatamente o più esplicitamente fatto delle proposte di scopate extraconiugali. Non sto pensare a tutte, ma a quelle più significative come il collega che avrà una trenta cinquina di anni e mi aspetta tutte le mattine davanti alla macchinetta del caffè e si legge in faccia che mi scoperebbe come se non ci fosse un domani, ma potrebbe essere mio figlio. No, dentro di me voglio essere sicura di piacere ancora ad un uomo, non a uno sbarbatello. Dentro la mia testa hanno preso forma una serie di domande che quando le ho sentite la prima volta le ho ignorate, poi si sono ripresentate sempre più spesso e il giorno del mio compleanno erano già padrone delle mie paure, timori e ho avuto paura delle risposte. Quanto sono capace di eccitare ancora un maschio? Sono da buttare? sono capace di invogliare un uomo che non sia mio marito a scoparmi? Il giorno del compleanno mi hanno fatto una festa bellissima. Amici e parenti e tanti regali. C’era anche Carlo, e l’unico che lo ha guardato a debita distanza è stato Rino, che ancora non ha digerito quanto era successo anni prima. Carlo mi ha regalato un bracciale e due orecchini bellissimi e quando mi ha dato il regalo mi ha detto di tenermi libera dal ventisette Dicembre al cinque Gennaio perche ha in mente un viaggio in un posto caldo. Ho guardato Luca che si è messo a ridere perche lui già sapeva tutto. Mancavano appena due mesi alla fine dell’anno e io dopo il compleanno ho sentito sempre più forte il desiderio di tornare alla trasgressione di una volta, anche perche devo scoprire se ancora sono una donna capace di eccitare un altro maschio. Dentro di me questo pensiero ha sempre più preso forma e neanche la notizia che ho avuto pochi giorni dopo il mio compleanno che se volevo dal primo Gennaio potevo andare in pensione mi ha distratto da questo pensiero, anzi lo ha accentuato ancora di più. Così ho ricominciato a scopare con Luca mettendo in bocca di nuovo due dita simulando la presenza di un maschio. Lui lo ha notato, ho sentito il suo cazzo gonfiarsi e scoparmi con più passione, e sono sicura che lui ha capito questo mio desiderio. Dire a tua marito, a cui per anni hai proibito di coinvolgere altre persone, che adesso vorresti essere di nuovo troia in mezzo a due maschi come minimo non facile. Un bel dilemma che ogni giorno che si avvicina sempre di più l’ennesimo capodanno mi rende più nervosa. Inquieta, e tesa faccio le valige per questo viaggio che ho scoperto ci porterà a Maspalomas, un posto dove io e Luca siamo stati lo scorso anno per i suoi sessanta anni ma che invece Carlo non ha mai visitato. Metto dentro di tutto abiti leggeri, sexy e scarpe con tacchi alti e altre cosine che possono venirmi utili. Dopo un volo di alcune ora arriviamo che sono già le venti tre e preso possesso della nostra camera con in aggiunta un letto singolo, decidiamo di dormire tutti nel matrimoniale in quanto non è mai stato un problema stare fra di loro. Fa caldo e ci ritroviamo a stare nudi distesi vicini. Loro stanchi per il viaggio si addormentano subito mentre io inseguo i miei pensieri, le mie inquietudini e dentro di me prende forma il piano per verificare se sono ancora appetibile. Il mattino dopo una bella colazione ce ne andiamo al mare. Il posto è stupendo, e ci dirigiamo verso un posto dove affittiamo ombrelloni e sdraie. Mi distendo nuda e osservo la gente che mi circonda. Coppie più o meno della nostra età, qualche donna più giovane è l’oggetto delle attenzioni di alcuni singoli che però vedo indugiano con lo sguardo anche sul mi corpo. Mi sento lusingata e nello stesso tempo inquieta. Luca sono sicura che non mi farà certo nessuna proposta di giocare con nessuno di loro, memore di un certo capodanno ha sempre fatto molta attenzione e Carlo sono sicura che ha molte occasioni per dedicarsi alle donne che gli aprono volentieri le gambe e si offrono al suo sguardo che indugia molto e provoca piacere. Dopo pranzo ci spostiamo fra le dune alla ricerca di un posto un po più fresco e ombreggiato. Molte coppie hanno fatto la stessa cosa, ma in realtà si sono appartate con i singoli che hanno eccitato per tutta la mattina. Girando fra i cespugli e le palme vedo una donna che è alle prese con tre maschi che la fanno godere mentre il marito filma e fotografa con molto piacere, Passiamo più avanti e troviamo due coppie che giocano fra loro, sembrano quasi infastidite e ci allontaniamo subito e mi ritrovo davanti due femmine che si stanno baciando. Quando vedono che ho due maschi con me, mi fanno un cenno di unirmi a loro, ma declino l’offerta, non ho voglia di un gioco di lesbiche, ma ho voglia di scopare. Sempre più inquieta troviamo un piccolo spiazzo all’ombra di due palme e mettiamo distesi i nostri teli e ci mettiamo a riposare. Mi sarei aspettata che almeno Luca avesse provato a farmi anche solo una carezza, ma rimane disteso e si rilassa e si addormenta seguito da Carlo mentre io ho la fica in fiamme e non riesco a calmarmi. Poco dopo si avvicinano due ragazzi giovani che ci osservano e quando vedono che i miei maschi dormono uno di loro si avvicina e mi mostra il suo cazzo duro e si sega facendomi capire che se voglio lui mi scopa volentieri. Mi rendo conto che non mi interessa. Ho bisogno di giocare con un maschio esperto, che mi faccia impazzire e non un torello che arriva e mi scopa e via. Voglio di più, e lo voglio esperto e duro da far godere. Stizzita mi giro e lo ignoro. Cazzo!! Poi mi assopisco e vengo svegliata da Luca che mi fa notare che il sole è girato e adesso siamo dall’ombra al sole quindi è meglio tornare in spiaggia dove restiamo fino al tramonto. Tornati in camera e fatta una bella doccia mi vesto sexy per andare a cena. La serata la passiamo in giro per i locali dove ci divertiamo a vedere i vari cabaret e alla fina andiamo a letto molto tardi e mi ritrovo di nuovo nuda in mezzo a due maschi nudi che non mi considerano una donna da scopare. Il giorno dopo mentre Carlo passeggia fra le dune in cerca della pura trasgressione che si consuma dietro ogni cespuglio cerco di far capire a Luca che vorrei vivere un po di trasgressione, ma non torvo le parole giuste ella fine lui è più confuso che mai. La sera Carlo va in un privè mentre noi che abitualmente non li frequentiamo la passiamo a passeggiare poi ce ne torniamo in camera, dove Luca mi scopa e mi fa godere. Dentro di me non mi sento soddisfatta, voglio di più, e non trovo il modo per averlo. La mattina del trenta Carlo resta a dormire fino a tardi, mentre noi ce ne andiamo al mare. La giornata è bella, sento il sole sulla pelle e la voglia di giocare mi prende, ma devo limitarmi perche quando Luca se ne rende conto mi guarda stupito. La cosa che mi fa rabbia è che non trovo le parole per fargli capire che adesso vorrei essere troia come un tempo. Sembra assurdo, ma ho paura di osare, io che nella vita non mi sono mai tirata indietro adesso ho paura di ferire mi marito. Nel pomeriggio ci raggiunge Carlo e ci racconta della sua serata al privè dove ha fatto impazzire una bella troia solo con mani e lingua e alla fine le lo ha gratificato con un bel pompino. Mi sento dentro uno strano senso di disagio, vorrei essere io la troia di loro due e capisco che devo agire. Appena fatta la doccia ci prepariamo per uscire a cena come tutte le sere. Decido per un abbigliamento molto provocante. Spero che mettendo una gonna con un bello spacco laterale posso provare a stuzzicare almeno Luca. Al ristorante invece faccio un mezzo casino con un vinello fresco che va giù benissimo ma che poi mi rende quasi ubriaca. Quando usciamo loro vorrebbero seguitare la serata in uno dei centri commerciali, ma io li convinco ad andare verso la passeggiata che porta verso le dune. Nonostante siano un po scocciati mi accontentano e quando ci troviamo a metà della passeggiata in un punto un po appartato loro se ne stanno appoggiati al muro, mentre io sono appoggiata alla balaustra davanti a loro e allora faccio al cazzata delle cazzate. Sollevo la gamba e la coscia si scopre e la gonna sale e mostra la mia fica nuda. Loro si guardano e restano immobili. Li guardo con occhi languidi e dalla mia bocca escono parole che non avrei dovuto dire.
“Ragazzi che ve ne pare di giocare un poco adesso fra noi? Non mi trovate più attraente? sono così vecchia?”
Mi sento una stupida perche Luca non muove un muscolo, Carlo cerca a di non guardare verso di me e io che mi sono offerta così senza capire che loro o mi considerano ubriaca o ricordano la sera del capodanno di tanti anni addietro e solo allora mi rendo conto che ho fatto lo stesso casino di Luca quella sera. Dopo un momento di imbarazzante silenzio Luca viene verso di me mentre io mi giro e scoppio a piangere come una scema.
“Tranquilla piccola, andiamo in albergo, tanto per questa sera hai bevuto un po troppo e credo che se Carlo vorrà fare due passi sarà meglio che noi andiamo in camera”
Mi stringe a se e io piango sulle sue spalle mentre sento il braccio di Carlo che mi cinge il fianco e mi sorregge.
“Andiamo a letto che per oggi ci siamo divertiti abbastanza e domani sera sarà una notte molto lunga.”
Non parlo più fino al mattino dopo quando mi sveglio con un bel mal di testa. Luca è in bagno e Carlo invece è disteso accanto a me, nudo come sempre. Mi guarda e mi sorride.
“Spero che la sbornia non ti abbia lasciato che un lieve mal di testa. Capita a tutti di sbagliare e tu ieri sera non eri in condizioni di ragionare lucidamente.”
Arriva Luca e mi chiede se mi è passata, poi fatta colazione ce ne andiamo in spiaggia. Stesso posto e stessa gente nuda. Carlo intrattiene una conversazione con una signora e io vedo Luca che mi guarda un po preoccupato. Mi alzo e vado verso il mare, ho voglia di un bagno, lui mi segue. Vorrei spiegargli tante cose, ma lui mi abbraccia e mi bacia. Mi stringe a se e sento premere il suo sesso duro contro il mio corpo, lo guardo e lo bacio con tutta la passione del mondo.
“Ti voglio. Ho voglia di essere tua.”
Lui mi guarda e annuisce.
“Pensavo che ieri sera avevi voglia di altro. Mi era sembrato che tu ti stessi offrendo ad entrambi e questo non lo capisco. Mi sono detto che eri ubriaca e allora ho lasciato perdere, quindi adesso sono confuso.”
Mi tuffo in acqua e non gli rispondo. Sono a terra e mi sento una stupida. Il pomeriggio ce ne torniamo in camera per dormire poi prepararci per la serata. Ho visto Carlo e Luca parlare molto e stare in silenzio quando io mi avvicinavo. Sono convinta che hanno parlato del fatto increscioso della sera prima e allora mi sento ancora più a disagio, ma cerco di non farlo vedere. Sembra che il capodanno passato fra noi tre debba essere sempre un disastro. A cena Carlo lancia l’idea di andare a fare il bagno a mezzanotte sulla spiaggia. Luca mi guarda, leggo nei suoi occhi quasi una supplica, e accetto. Non ho ben capito cosa vogliono fare, ma sarà sempre meglio di quello che ho fatto io. Ceniamo e poi quando è quasi mezzanotte con una bottiglia di spumante in mano stendiamo i nostri teli sulle sdraie dove abbiamo preso il sole nudi tutto il giorno. Vedo gli sguardi di Luca e Carlo che sembrano diversi, mi sembra che sia scattata una certa complicità e quando abbiamo fatto il brindisi andiamo in acqua a festeggiare e nel buio della notte loro mi stringono insieme, Luca davanti e Carlo dietro. Sento premere i loro sessi duri contro di me e la voglia di godere mi fa baciare entrambi. Un bacio lungo, carico di passione sia con uno che con l’altro. Le parole non servono più, torniamo a riva e presi i nostri teli scaliamo la duna. Saliti sulla sommità mi trovo di nuovo stretta fra loro e adesso ho capito. Si sono accordati per scoparmi insieme e decido che sarò la più troia che mai abbia goduto in questo posto. Prendo il cazzo di Luca in bocca mentre Carlo mi succhia la fica e mi masturba con determinazione. Sento una vera ondata di piacere scorre lungo il mio corpo e poi quando sto per godere lui si ferma, e resta un momento immobile. Pazzesco!!! Mi sento quasi morire e poi riprende a succhiarmi il clito, mi infila le dita in culo e fica e le muove velocemente ruotandole dentro di me. Godo, urlo e godo con tutta la voce che ho in corpo. Scarico tutta la tensione che avevo accumulato in quel grido e godo. Adesso si che mi sento troia!
……sssssssssiiii..orrraaaaaaaaaaa..VENGOOOO!!!.VENGOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!...ssiiiiiiii….
Improvvisamente sento un getto di piacere uscire dal mio corpo e mi rendo conto che stò squirtando!! Mi ha fatto SQUIRTARE!! Mi ha raccontato tante volte che era capace di far godere una donna fino a questo punto, e adesso lo sto provando. Lo stacco dal mio corpo e lo bacio in bocca e lecco tutto il mio piacere che gli ricopre il viso. Luca è rimasto sbalordito e poi si mette in mezzo alle mie gambe e mi scopa come una furia scatenata. Godo sotto i suoi colpi e faccio mettere Carlo più vicino e mi metto a succhiare anche il suo cazzo che durissimo. Luca mi afferra e si stende supino e mi scopa dal basso lasciando libero il mio culo che Carlo incomincia lubrificare. Li incito a farmi impazzire.
….ssii……..sfondatemiiiiiiiiiii…ssi………volgio godereee..voglio essere la vostra troiaaaaaaa…..
Carlo si inginocchia dietro di me e mi incula di colpo. Lo sento entrare e slargare il mio buchetto che lo riceve tutto e poi mi scopano forte tutti e due e io godo un orgasmo dopo l’altro mentre li incito e loro mi trattano da vera troia come voglio essere questa sera.
….ssiii….bastadiiii…sfondatemiiiiiii tutttaaa…..ssssssssssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiiii…….
…certo che ti sfondiamooo..senti come ti spacco il culo..lo senti???..ti facciamo impazzire e ti copriamo di sborra…. godi vaccaaaaaaa….
“Bravo Carlo sfondale il culo a questa troia che ieri sera la offriva ai primi due bastardi che ha incontrato sulla passeggiata. Dai facciamola impazzire e sentire una vera troia e puttana.”
Sentire che Luca ha inventato anche una fantasia sul mio disastro della sera prima mi fa adorare questo uomo mi fa impazzire di più.
……vengooooooooo!!...vengoooo…godoooo…dai..sfondatemiiiiiiiiiii…orraaaaaaa..vengooooo…
Godo così tanto che credo quasi di svenire, poi loro decidono di darsi il cambio e mi rigirano. Luca entra nel mio culo bello aperto da Carlo che mi scopa in fica e si ricomincia la giostra del piacere. Godo ancora e li incito a riempirmi di sborra.
…ssiiis daiii venitee..vi voglio sentiree dentrooo..daii che vengoooooooooo…
Tremo e godo mentre loro mi pompano velocemente. Mi scopano e sfondano cambiando spesso posizione. Uno in culo, l’altro in bocca o entrambi in culo e fica e poi quasi allo stesso momento li sento esplodere dentro di me.
…eccommiii..Carlo…io…ci….sono…eccommi…sborro!!! cazzooo..ti inondo il culooooo..daii anche tu..
Carlo mi sbatte la fica come un toro impazzito e poi lo sento che me la riempie di semenza bollente.
…ssiiii….sborrooo..eccomi…a che bello!!! ti riempo la ficca…belllissiiiimooooo…oraaaaa….
Restano immobili dentro di me e io tremo scossa dal piacere e poi li faccio sfilare, me li porto alla bocca e li lecco e succhio entrambi poi li bacio in bocca e nessuno dei due si sottrae a questo piacere. Prendiamo i nostri teli e scendiamo dalla duna e andiamo in mare dove loro mi stringono e giocano con me. Sono al settimo cielo. Ho di nuovo sentito i miei maschi dentro di me e non avrei voluto niente altro che loro, con la loro esperienza, e bravura mi hanno di nuovo fatto sentire che sono la loro troia e questo era quello che in fondo volevo. Quando rientriamo in camera sono quasi le quattro del mattino. Ci mettiamo stesi sul letto e ci addormentiamo così. La mattina dopo quando apro gli occhi sono le dodici passate Carlo è in bagno, mentre Luca dorme accanto a me. Lo guardo e poi gli succhio il cazzo e lui si sveglia. Lo bacio, lo amo.
“Buon giorno amore e buon anno. Ti amo e voglio chiederti scusa per i casini che ho fatto e voglio anche ringraziarti per quello che è successo questa notte, è stato meraviglioso.”
Lui mi guarda, mi sorride e mi stringe a se.
“Veramente non so di che parli. Io conosco una bella donna che non vuole più trasgredire in compagnia ma solo in coppia, quindi sei sicura che eri con me?”
Lo guardo e poi lui mi abbraccia, mi bacia e mi dice che lo aveva capito che volevo di nuovo essere la sua troia, ma la sera ubriaca in quel modo non gli era sembrato giusto ad entrambi. Avevano deciso che se questa sera si fosse presentata l’occasione non se la sarebbero lasciata sfuggire. Entra Carlo e mi da un bacio mi fa gli auguri, e mi chiede se va tutto bene. Sono felice, e andiamo a fare colazione che poi è meglio dire un pranzo e poi al mare. Distesi sui lettini loro si addormentano mentre io vado verso il mare e passo fra la gente che mi osserva, mi giro e vedo i miei due maschi e mi sento fiera, noi siamo in tre, ancora in tre e sempre in tre, il futuro è ancora nostro.
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Sempre noi tre ..quarta parte..
Per diverso tempo non abbiamo incontrato Carlo se non in maniera fugace e sporadica, ma è anche avvenuto un fatto nuovo a movimentato il nostro rapporto e per la prima volta non aveva coinvolto direttamente lui. Avevo da poco superato i quaranta e mi sono trovata a cena con altre tre colleghe. Vi era anche tutto il CDA della banca in cui lavoravo, e pure il presidente un bel maschio sulla cinquantina famoso per essersi scopato quasi tutte le impiegate della banca, in tutto una decina di uomini e solo noi quattro donne. Quella sera si doveva decidere la nomina di tre nuovi direttori di filiali. Mi ero vestita molto elegante, sapendo che a metà della cena chi voleva la nomina doveva andare in bagno e inginocchiarsi. Quando alla spicciolata una dopo l’altra le mie colleghe sono andate in bagno seguite dai maschi del CdA, io sono rimasta sola con il presidente. Non ho voluto barattare il mio corpo con una promozione e sono rimasta in silenzio con lui che mi osservava con evidente curiosità. Quando le altre sono tornate assieme ai vari amministratori che si sono sorpresi della mia assenza, ho visto lo sguardo compiaciuto delle mie colleghe sicure della nomina, invece una settimana dopo la filiale più prestigiosa è stata assegnata a me. Luca era molto contento che non mi fossi prostituita, consapevole che io ho sempre deciso quando fare e con chi la troia. Due mesi dopo una sera ho ricevuto un invito a cena con mio marito direttamente a casa del presidente. Quando ci siamo presentati a casa loro, Federico, e Rita ci hanno accolto molto cordialmente. Abbiamo parlato di figli, lavoro e altre cose come vecchi amici, e Federico, ad un certo punto della cena, ha alzato il calice per un brindisi.
“Brindo a queste splendide donne.”
Luca che sapeva tutto ha aggiunto ancore una frase al brindisi.
“E soprattutto a quelle donne che non vanno in bagno a metà cena!”
Per un attimo siamo rimasti tutti in silenzio, poi ci siamo messi a ridere. Federico ha detto che aveva apprezzato la mia scelta per questo motivo avevo avuto la nomina. Per tutta la sera e durante la cena sua moglie Rita mi aveva sempre osservato e ero giunta alla conclusione che le piacessi tanto. Dopo cena ci siamo trasferiti sul bellissimo terrazzo del loro attico da cui si vedeva tutta la città e sedute su un divano di vimini lei mi ha fatto una carezza al viso, mi ha sorriso e fatto i complimenti per il mio aspetto.
“Sei molto bella e hai una pelle liscia e morbida.”
Ero incantata dal suo modo di parlare e lentamente sentivo le sue mani sul mio corpo. Avevo capito che le sarebbe piaciuto toccarmi, mi sono girata e ho visto i nostri uomini tranquillamente seduti che conversavano ignorando quello che io e lei facevamo. Non avevo mai avuto nessuna esperienza con una donna, e ne ero incuriosita perche ne avevo sentito parlare da Carlo che aveva raccontato spesso di aver visto femmine baciarsi e godere insieme. Ad un tratto la sua bocca era poca distanza dalla mia, lei mi ha sorriso e dato un lieve bacio sulle labbra. Io non ho reagito e questo le ha dato la possibilità di indugiare ancora e mi ha baciato con molto trasporto. La sua lingua è entrata nella mia bocca e si è messa a giocare con la mia. Mi ha succhiato e limonato mentre le sue mani indugiavano sui miei seni e ben presto eravamo intente a donarci piacere incuranti di tutto quello che ne sarebbe potuto seguire. La sua mano è risalita lungo la coscia e ha trovato ma mia fica già umida e allora mi ha fatto alzare e in un attimo eravamo nude entrambe mi ha fatto distendere sul divano e la sua bocca a cominciato a scendere dal viso ai capezzoli. Era meraviglioso il modo in cui me li succhiava e leccava. Un uomo te li succhia, lecca o strizza e godi, con lei era mille volte più piacevole. Poi a continuato a scendere in basso e quando ha dato il primo colpo di lingua lungo il taglio fradicio della mia fica ho goduto all’istante.
…..ssisiiiii…….è…..belllissimmmoooo… vengoooo!!..mi fai impazzireeeeeeeeeeee…….
Ho goduto molto e allora ho cercato di restituire il piacere che provavo, ma lei mi ha inchiodato sul divano. Mi masturbava e leccava a sfinire fin quando sono riuscita girarmi e mi sono trovata la sua fica in faccia. Non avevo mai avuto una simile esperienza, ma sentivo la sua lingua indugiare in certi punti del mio corpo e allora l’ho imitata e anche lei ha cominciato a godere.
…ssiii bravvva….sei bravaaaa..mia faii goderreee…ddaiiii..oraaaaaaaaa…vengooooo…!!!
Godevo e facevo godere senza più nessun ritegno quando ci siamo calmate abbiamo visto i nostri uomini in piedi di fianco a noi con i cazzi belli i duri che si segavano lentamente. Lei mi ha sorriso e mi ha chiesto poteva assaggiare quello di Luca. Io non ho risposto, perche avevo già preso in bocca quello di Federico che è rimasto affascinato dal mio insolito modo di leccarlo stretto fra lingua e labbra.
….meraviglisaaaaa..accidenti…..come…..lo…..lecca!!!!...ssisi dai che vengoooo…sborro..cazzo mi hai sconvolto!!!!! sborrro!!!! amore è fantastica…… mi ha fatto schizzare in un attimo!!!
Lei ha continuato a succhiare Luca e alla fine anche lui è venuto nella sua bocca.
…ecccommiii…arrivvooo…..bevviiiii…oraaaaa….oraaaaaaaaaa……..
Stranamente la cosa è finita in quel momento. A lei forse non interessava altro che godere nel leccarmi la fica e io dopo aver succhiato il cazzo di suo marito ho visto che lui non ha fatto nulla per proseguire il gioco mi sono rivestita e li abbiamo salutati cordialmente e ce ne siamo andati a casa dove per quanta voglia avevo mi sono scopata Luca per tutta la notte. A dire il vero questa esperienza così come era finita non mi aveva fatto impazzire più di tanto. Mi ero goduta la sua lingua, ma dentro di me ero e sono ancora una a cui piace e il maschio. Sentire un bel cazzo che ti scopa per me è sempre molto bello e se quella sera avessimo anche scopato credo che sarebbe stato più bello. Sarebbe stato un vero scambio di coppia. Qualche giorno dopo Rita è passata nel mio ufficio, mi ha ringraziato per le splendide emozioni che le avevo fatto provare soprattutto per essermi fatta leccare, un piacevole gioco che a lei gradiva molto e per aver soddisfatto anche suo marito che in genere non partecipa mai. Dopo quella volta non abbiamo mai più fatto nessun gioco a quattro, e quando lo abbiamo raccontato a Carlo lui è rimasto un poco stupito del fatto che avevo goduto più con una donna che un maschio.
Inoltre ha evidenziato il fatto che anche se mi ero succhiato il mio capo, il tutto non era riconducibile alla promozione, ma al piacere del momento e che per lui io non ero una che si vende per un vantaggio. Nello stesso periodo Carlo ad un tratto ha cambiato la sua vita. Aveva conosciuto una donna che dopo aver fatto sesso con lui è rimasta incinta. Il cambiamento del nostro amico è stato totale. Zero trasgressione, e vita assolutamente irreprensibile perche Manuela, questo era il nome della donna era una che non ammetteva nessun tipo di giochi e la libidine per lei era solo un parola scritta nel vocabolario. Ho ammirato il suo cambiamento radicale, mentre per noi è iniziato un periodo di impegni fra lavoro, e figli, che quando si arrivava alla sera eravamo cotti e stanchi. Per otto anni Carlo restò un marito fedelissimo, e poi successa una strana cosa. Manuela si fece operare all’utero per un problema, e appena uscita dall’ospedale non volle più stare con lui, anzi volle il divorzio, e si prese il figlio, fra lo sconforto del nostro amico che per suo figlio stravedeva. Fu un anno difficile anche per noi specie verso la fine. A Novembre mio padre si ammalò, e quasi rischiò di morire. Passammo un mese intero ad alternaci al suo capezzale. Fare le nottate, e stare sempre in ospedale, mi costringeva a trascurare anche la mia famiglia. Passi per i figli abbastanza grandicelli che capivano la situazione ed erano accuditi da Luca che mi sosteneva lasciandomi la libertà di stare con mio padre. Fortunatamente a Dicembre le cose migliorarono e il venti fu dimesso. Ricordo che fu il Natale più bello della mia vita. Facemmo una bella festa, e solo allora mi resi conto di quanto ero stressata, stanca, e avevo trascurato anche il sesso. Carlo ci era stato vicino informandosi continuamente attraverso Luca della situazione e si confidava con lui scaricando un poco la sua malinconia e il dispiacere per la separazione dal figlio che ogni giorno era sempre più attaccato alla madre, e di lui quasi se ne fregava. Impegnati con la malattia di mio padre ci ritrovammo decidere come passare il capodanno poi che tutti i nostri amici avevano già organizzato le loro serate noi eravamo soli. Luca propose a me e Carlo di cenare insieme e poi andare e a brindare al nuovo anno restando immersi nelle calde acque di Saturnia. L’idea di rilassarmi distesa nell’acqua calda mi fece accettare la cosa e anche Carlo si dimostrò contento. Dopo una cena semplice ci ritrovammo immersi con una bottiglia di spumante nel canale e appena scoccata la mezzanotte facemmo un brindisi e allora successe una cosa che rovinò tutto. Ero stanca, malinconica e stressata per la forte tensione accumulata nei giorni precedenti e non mi resi conto che Luca quella sera avrebbe voluto, scopare come succedeva ad ogni capodanno. Non ero in vena di giochi, volevo solo rilassarmi e non pensare a nulla. Lui incominciò a toccarmi e io all’inizio lo lascia un po fare, poi quando chiese a Carlo di partecipare, mi resi conto che la cosa non poteva funzionare, e cercai di dissuaderlo. Lui ormai eccitato, confidava che il suo amico, gli avrebbe dato una mano a farmi sciogliere, e a scoparmi insieme. Invece anche Carlo non era nella serata giusta, e si rese subito conto che nemmeno io lo volevo e quando Luca cerco di scoparmi la mia reazione fu una vera esplosione.
“Basta cazzo!!Non voglio! Lo capisci che questa sera non voglio scopare!! Non mi va di fare la troia, e lasciami stare, e voglio tornare casa. Lasciami stare o quest’anno finisce male, e comincia peggio. Lo dovresti sapere che quando dico no, è NO!”
Senza aggiungere altro sono uscita dall’acqua, e mi sono diretta vero la nostra auto. Lui è rimasto di sasso. Immobile non ha detto nulla. Carlo si è avvicinato a lui e lo ha ripreso.
“Cazzo Luca ma che combini? Come ti salta in mente di trattarla da puttana. Dovresti aver capito da tanto tempo che se lei non vuole, non si fa niente. Se continui così rischi di perderla e ti assicuro che sarebbe il tuo sbaglio più grande. Questa sera hai veramente esagerato a spingerla fra le mie braccia contro la sua volontà. Lei non è una troia che scopa con tutti, se lo vuole lo fa, e ti fa impazzire, ma se dice no, passa oltre che è meglio. Se fossi in te la tratterei meglio e me la terrei stretta.”
Poco dopo ce ne siamo andati e appena lasciato Carlo la mia rabbia è esplosa in tutta la sua forza. Ho urlato, inveito e scaricato su di lui tutta la tensione accumulata nei giorni passati.
“Cazzo ma sei proprio un fesso pazzesco! Dovevi capire che non ero disposta farmi scopare ne da te ne da lui, e poi lo hai messo in forte imbarazzo che credo che anche lui adesso si senta una merda per colpa tua. Basta! Basta!! Non voglio più trovarmi fra le braccia di nessuno capito? e ricordati che alla prossima hai chiuso con me.”
Luca rimase in silenzio e da quella sera le cosa fra di noi cambiarono radicalmente. Per un po io gli ho tenuto il muso. Lui si comportava come sempre, ma il nostro fare sesso era diverso. Mi scopava molto bene, ma lo faceva in silenzio, meccanico, senza passione, e io una sera mentre mi stava pompando in assoluto silenzio, mi sono bloccata e l’ho affrontato.
“Basta così non va. Non mi piace fare sesso così. Sembra che stai facendo ginnastica, non c’è nulla di quello che era il nostro godere. Ammetto di aver esagerato, mi sono resa conto che tu avevi le tue buone intenzioni quella sera, ma hai sbagliato il tempo e il modo. Inoltre riconosco che ho esagerato a reagire così come ho fatto, ho sfogato su di te tutta la mia rabbia, tensione e paura accumulata e questo non è giusto. Ti amo e voglio che fra noi torni il sereno, mi piace scopare con te e non essere uno strumento per scaricare le palle. Rivoglio la tua voce, lo sai che godo quando parli mentre mi scopi, e mi piace sentirmi dare della troia e altro. Vorrei che riprendiamo anche i nostri giochi di trasgressione, se lo vuoi anche tu. Non so come, ma lo vorrei, possibilmente senza coinvolgere più nessuno, nemmeno Carlo. Credo che ci sia rimasto male e mi preoccupa rincontrarlo e sicuramente mi dovrò scusare anche con lui. Ti prego parla dimmi cose ne pensi.”
Lui invece è rimasto in silenzio. Per il resto della notte non ha detto nulla, ma al mattino che era una domenica, mi ha svegliato baciandomi e mi ha scopato come piaceva a me. Le sue mani erano dappertutto, mi ha leccato e succhiato fin quando non ho goduto nella sua bocca.
….ssiiiii…….seeiiii..meravigliosooooo..vengooo!!...orraaa…vengooooo…….sssiii……oraaaaaaaaaa….
Ho goduto e poi mi sono infilata dentro il suo cazzo cavalcandolo e lui mi strizzava i seni e mi ha fatto godere di nuovo. Poi sono scoppiata in lacrime e ho picchiato il suo petto con i pugni chiusi urlando e scaricando la mia tensione.
“Brutto scimmione!!! mi sei mancato!! ti amo e voglio essere la tua donna e basta!!! Posso fare la troia quando lo vorrai, ma solo se tu mi farai sentire che in quel momento mi vuoi troia, ma solo per te e nessun altro. Ti amo! e adesso fammi sentire che mi vuoi e che mi hai perdonato per averti trattato malissimo.”
Lui ha inarcato le gambe e ha preso a sbattermi il cazzo sempre più dentro e più forte poi è esploso.
….ssi zoccola ti sfondo!! ..Lo senti come te lo spingo dentro e poi te lo faccio uscire dalla gola….. Non soddisfatto ti spacco anche il culo…cazzo adesso sborrooooo!!!!!!......
Mi ha pompato con rabbia e poi è venuto. Sentirlo parlare, e poi esplodere dentro di me è stato il momento in cui ho capito che avevamo superato il difficile momento che si era creato fra noi. Un mese dopo abbiamo anche rincontrato Carlo. Appena mi ha visto, mi ha abbracciato forte e mi ha dato un bacio su di una guancia.
“Tranquilla, va tutto bene e Luca mi ha detto che voi avete chiarito le vostre divergenze, quindi anche per me è tutto passato.”
Da quel momento è cambiato il nostro modo di trasgredire ma non è cambiata la nostra amicizia, anzi si è evoluta. Io non ho più fatto sesso con Carlo, ma solo con mio marito, ma non per questo non ho avuto momenti molto eccitanti. Lui ha creato un nuovo modo di trasgressione basato sulla coppia e non più su altre persone. Ha creato situazioni stupende, eccitanti dove gli altri a volte sono stati presenti ma solo come comparse spesso ignare del loro ruolo. Mi ha fatto ricoprire ruoli incredibili, come una volta che mi ha suggerito di giocare a fare realmente la puttana. Mi sono vestita da battona, con trucco e mini e tacchi alti e lui mi ha lasciato lungo un viale e poi ha fatto un piccolo giro in auto e si è presentato davanti a me che mi sono offerta a lui per cinquanta Eruo e sono salita e ci siamo appartati come puttana e cliente. Mi sono fatta pagare, e ho preteso il preservativo. Mi ha scopato sul sedile dell’auto e vi assicuro che avevo l’adrenalina a mille. Altre volte siamo andati alle terme e lui mi ha scopato e masturbato nell’acqua come se fossi una singola che stà al gioco. Era elettrizzante godere immersi fra la gente che non immaginava nulla. Con Carlo le cose sono tornate come sempre. Ci si vedeva quando veniva in città ma sempre più di rado perche la sua azienda adesso richiedeva sempre maggior presenza. In ogni caso col tempo la nostra amicizia si è affinata ed evoluta. Adesso parlavamo anche di economia, lavoro, e sempre sesso, anzi senza che lui se ne accorgesse era il nostro ispiratore di trasgressione. Lui aveva preso a frequentare sempre più spesso una spiaggia particolarmente trasgressiva, il Lido di Dante e ci raccontava delle porcate che faceva con le femmina che si offrivano alla sua lussuria. Amava raccontarci come le masturbava sia in spiaggia che in acqua con la complicità del marito. Io e Luca quando eravamo soli immaginavamo di essere la coppia che aveva giocato con lui. Era una trasgressione più mentale che fisica, ma per noi col tempo era diventata un gioco sempre più eccitante. Negli ultimi setto o otto anni alcuni eventi dolorosi, come la morte del padre di Luca e poi di mio padre ci hanno riavvicinato ancora di più con il nostro amico che si sentiva sempre più parte della nostra famiglia. Si, mi considerava sempre più una donna a cui chiedere consigli su tutto, e raccontare le sue porcate con estremo piacere. Così abbiamo ripreso a frequentarci sempre più spesso, ma senza che fra noi tornasse la voglia di fare sesso. Abbiamo incominciato ad andare in un centro termale dove il sabato sera fanno il notturno e passare la serata a parlare rilassarci, senza però che lui non si sia, credo, reso conto che mentre parlavo con lui o ero rilassata masturbavo Luca e lui mi faceva dei ditalini sotto l’acqua. Mi mordevo le labbra per non urlare. Ero così eccitata che quando andavamo a casa noi due ci fermavamo in un posto a scopare da quanto eravamo eccitati. Altre volte lo incontravamo a metà strada e allora il gioco mentale era che lui era il singolo con cui noi ci saremmo incontrati quella sera. Altre volte io e Luca fingevamo di non essere marito e moglie, ma Luca il singolo che mi masturbava mentre Carlo rappresentava il marito ignaro della troiaggine della moglie. L’estate poi era stupendo andare insieme alla spiaggia di Macchiatonda scortata dai miei maschi. Era eccitante vedere gli sguardi delle coppie o singoli che ci vedevano arrivare. Era insolito che un trio passasse davanti a loro e poi per tutto il giorno non facevano nulla di eccitante se non prendere il sole nudi senza giocare anzi ridendo e scherzando o la massimo qualche foto di noi nudi e basta. Abbiamo suscitato tanta curiosità che alla fine quando Carlo a preso a frequentare la spiaggia da solo è stato subito agganciato da quelle coppie curiose di capire perche una femmina veniva in spiaggia con due maschie e non ci giocava ma se li teneva in mostra e basta.
(continua)
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Sempre noi tre ..terza parte
Qualche tempo dopo, un sabato pomeriggio eravamo a Saturnia, e c’era tanta gente che fu difficile anche trovare un posto libero lungo il canale. Restammo immersi nell’acqua, e ogni tanto, sia Luca, che Carlo, riuscivano a masturbarmi ma senza che si potesse fare molto di più. Io ero molto eccitata, e li lasciavo fare, pur cercando a mia volta di restituire il piacere provato, ma era davvero difficile, per la gran confusione che c’era. Poi improvvisamente il tempo cambiò velocemente e fummo costretti ad uscire, e ce ne andammo a cercare un ristorante dove cenare, e lo trovammo nelle vicinanze del suo paese. Durante la cena Carlo, ci parlò della nuova casa che aveva affittato per vivere da solo, e ci invitò a visitarla. Uscendo dal ristorante, ci trovammo improvvisamente sotto un violento temporale, e per raggiungere la nostra vettura in un attimo eravamo tutti bagnati completamente. Inzuppati fradici, decidemmo di andare a casa sua, che era poco distante. Giunti nella casa, facemmo una doccia calda, lui intanto aveva acceso il caminetto, e posto davanti il suo divano fatto a angolo. Quando sono uscita dalla doccia, indossando il suo accappatoio, loro erano coperti con dei teli, mi sono seduta in mezzo a loro. Mi sentivo strana, ero eccitata, ma in un certo senso intimorita. Ero consapevole, che dopo tutto il giocare del pomeriggio in acqua, era chiaro che se accettavo di lasciarmi andare, sicuramente mi sarei ritrovata fra le loro braccia, e mi avrebbero fatto impazzire. Fu Luca che si avvicinò a me. Le sue mani sul mio corpo, il suo bacio sul collo, mi fece allentare la lieve tensione, che si era creata, e così senza dire nulla, mi sono abbandonata alle sua carezze. Mi sono voltata, e l’ho baciato in bocca, con passione trasporto. In un attimo ho deciso che volevo essere troia. Carlo ci osservava in silenzio, il suo telo era teso nella parte del pacco, si era eccitato anche lui, e si gustava il nostro limonare, senza muovere un dito. In acqua mi aveva masturbato, ma ora restava in attesa di un mio cenno. Io mi sono abbassata, e ho preso il cazzo di Luca già bello duro e teso, e mi sono messa a leccarlo, ma prima mi sono voltata verso Carlo, e gli ho fatto un cenno d’assenso. Lui mi ha aperto l’accappatoio, e si è messo a leccarmi fra le gambe, mentre io succhiavo il cazzo di mio marito, infilandolo tutto in bocca, e ho subito incominciato a godere. In tanti anni, si era sempre vantato di portare una femmina al piacere, fino all’orgasmo solo con la lingua, e ora finalmente mi rendevo conto che non diceva balle, era davvero bravo, e il mio piacere è arrivato intenso, bello, e completo. Sono venuta nella sua bocca, e in quel orgasmo, ho scaricato tutta la tensione accumulata nel pomeriggio.
uhuumm..HUUUMM….VENGhuummmm…oraaaa…mi fai venireeeeeee… ssiiiiii………
Il mio corpo si è inarcato, e ho sollevato le gambe, stringendo la sua testa, per cercare di bloccarlo, mi stava facendo impazzire, con la sua lingua che mi torturava il clitoride, e me lo succhiava forte. Mi ha lasciato godere, mentre affondavo il cazzo di Luca tutto in gola. Poi mi sono staccata e girata. L’ho attirato verso di me, offrendo la mia fica a mio marito, ho baciato Carlo in bocca, e lui ha subito risposto al mio bacio, con molta impeto, e passione. Era stupendo succhiare la sua lingua, che mi aveva fatto godere, e sentire il mio piacere sulle sue labbra. Luca mi ha aperto la gambe, e mi ha preso con un solo affondo. Mi sono sentita aprire, e arrivare fino in fondo, il suo cazzo durissimo. Ho incominciato a godere, mentre mi abbassavo a succhiare Carlo, che si è aperto, e mi ha infilato il suo palo in gola. Lo succhiavo, e pompavo, mentre il mio corpo era scosso dal piacere di essere scopata, e infilata in gola. Ho avuto un orgasmo che mi ha fatto tremare di piacere.
……..sssiiii…venggooooo!!! orrraaaa…godoooo…Odiiiooooooooooooooo…… godooooooo
Si sono fermati entrambi, e mi hanno lasciato godere, fin quando il mio corpo non si è calmato, poi Carlo, ci ha invitato ad andare sul letto, dove saremmo stati più comodi, e un minuto dopo, ero distesa fra loro due nuda, che mi accarezzavano, e mi masturbavano, insieme facendomi decollare di nuovo. Mi succhiavano un seno ciascuno, e le loro mani frugavano ogni anfratto del mio corpo, culo e fica, erano infilati, e scopati, dalle loro dita che mi facevano impazzire di piacere. Poi improvvisamente ho dato una spinta a Carlo, e l’ho fatto mettere supino, ho guardato Luca, che ha capito la mia intensione, e mi ha fatto un sorriso accennando un si, con il capo, e allora sono salita su Carlo, e ho afferrato il suo cazzo, e l’ho messo fra le labbra fradicie della mia fica, e lentamente mi sono impalata su di lui. Entrando in me lo sentivo aprirmi, e dilatare le pareti della mia vagina, e scivolare fino in fondo. Era la prima volta che mi scopavo un cazzo che non era quello di mio marito. L’ho sentito arriva fino in fondo, e sbattere sull’utero come quello di Luca, e questo mi ha fatto subito provare una scarica elettrica che mi ha provocato un inteso piacere.
…ssiiiii……mi sfondiiiiiii….ssii mi piaceeeee…daiiiiiiiiiiiiii….siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……….
Lui è rimasto immobile. Mi sentivo piena, la diversa circonferenza del suo cazzo, essendo più grosso, mi riempiva tutta, e mi faceva sentire piena e dilatata, poi ha inarcato le gambe per sbattermi dal basso, e per un poco l’ho lasciato fare fin quando, non ho raggiunto il primo orgasmo. Era sconvolgente! godevo su di un cazzo di un altro maschio, con mio marito che mi osservava stupito, mi accarezzava il seno. Sono venuta e ho preso a godere urlando.
…ssiiii…eccomiiiii…vengo!VENGOO!!..VENGOOOOO..oraaaaaaaaaaaa…….. ssiiiiiiiiiiiiiii….
Mi sbatteva con forza il cazzo dentro, sollevandomi su di lui, per poi lasciarmi ricadere, così sentivo la cappella sbattere sul fondo della mia vagina, e questo mi faceva impazzire. Poi l’ho pregato di abbassare le gambe, e mi sono piantata il palo fino in fondo, e ho preso ad oscillare avanti e indietro, sbatacchiandomi il cazzo dentro, senza che ne uscisse un millimetro e schiacciando il bottoncino sul suo corpo, e immediatamente ho sentito montare un nuovo orgasmo. Mi sono girata, ho baciato Luca, e poi l’ho fatto mettere in piedi, e mi sono infilata il suo cazzo tutto in bocca, e ho preso a succhiarlo facendolo tremare di piacere. Mi sentivo bene, ero in uno stato di eccitazione sconvolgente, godevo su di un cazzo e ne ingoiavo un altro. Da impazzire! Dopo un ennesimo orgasmo, mi sono distesa sul petto di Carlo, che fino a quel momento, mentre mi scopava mi aveva massaggiato i seni stringendoli, e fatto impazzire quando mi strizzava i capezzoli. Luca si è messo dietro di me, e ha incominciata lubrificarmi il culo. Mi sono resa conto che avrei provato una doppia. Ne ero intrigata, ma nello stesso tempo la temevo, mi spaventava l’idea di due cazzi dentro di me, ma non ho avuto il tempo di pensarci su molto, che lui con la complicità di Carlo, che mi ha aperto le natiche, si è infilato dentro di me, e lentamente mi ha affondato il cazzo nel culo. Per un attimo mi è sembrato di essere sfondata, e aperta in due, ho avuto un momento di paura.
…nnnoooo..pianoooo..mi spacchiiiii…..PIANO!!!….
Lui ha dato al mio sfintere il tempo di abituarsi all’intrusione mentre Carlo ha ripreso a scoparmi provocando subito una sensazione di piacere che ha lenito quel po di dolore e io ho incominciato a provare una sensazione stupenda nel sentirmi piena e sfondata in ogni buco. Mi ha afferrato per i fianchi e ha incominciato a pomparmi il culo sincronizzandosi con Carlo che da sotto mi sfondava la fica.
…SSII TROIA..SENTI COME TI SFONDIAMO….. GODI CHE QUESTA VOLTA TI FACCIAMO IMPAZZIRE!!!!.............
Mi sentivo veramente una troia! Era stupendo e sconvolgente il piacere che stavo provando. Mi sbattevano e io godevo in continuazione.
….sssiiii…vengooooo..cazzo..mi…uccideteeee..vengoooooo…ssiiiiii…bellissimoooo…oraaaaaaaa..
Dopo l’ennesimo orgasmo, hanno fatto a cambio. Carlo si è sfilato da sotto, e mi ha preso nel culo. Sentire il suo cazzo un po più grosso nel culo, mi ha dato una ennesima sensazione di pienezza, mentre sentire il cazzo di Luca nella fica, mi ha fatto capire che, veramente ero in quel momento una troia, che stava godendo con due maschi. Non ero più la moglie, ma la puttana, che aveva deciso di godere, impazzire di piacere, con due stalloni, che la sfondavano tutta. Mi hanno scopato ancora molto, facendomi raggiungere altri orgasmi, poi il primo ad arrivare è stato Luca nella mia fica. Ho goduto quando ho sentito il suo getto bollente inondare il mio utero.
ssi…..eccomiiii..sborroooooo!!!vaccati…riempo!!....sborroooooo!!!!..oraaaaaaaaaaa…..
Al suo grido ha fatto eco il mio orgasmo.
….siii…daiiiii…ti..sentoooo..vengooooo!!!...bellllllllliisssimoooooooooooo…….
Tremavo scossa dal piacere, e dal cazzo di Carlo che, per tutto il tempo ha continuato, a sbattermi il culo, slabbrandolo, e facendomi ancora godere di più, fin quando anche lui è giunto all’orgasmo. Si è sfilato da dentro il mio martoriato buchetto, e mi ha schizzato il suo piacere sulla schiena, con un grido di compiacimento.
…eecomiii…sborroooo….troiaaaa…ti copro di sborrraa..oraaaaaaaaa…..
Sentire i suoi getti caldi sulla schiena, mi ha dato un brivido di puro piacere. Era la troia, che godeva nel sentirsi usata, sborrata, e goduta. Ci siamo accasciati, e distesi vicini, e io ho abbracciato i miei maschi, che mi avevano fatto impazzire. Li ho baciati e stretti a me. Loro mi hanno accarezzato il corpo, e il viso baciandomi, e complimentandosi con me, per la mia intensa porcaggine.
“Sei stata fantastica. Ho scopato poche donne che hanno raggiunto un così elevato numero di orgasmi. Mi sei piaciuta tantissimo. Luca è fortunato ad averti al suo fianco, e io mi sento felice di aver avuto il piacere di godere del tuo corpo. Ti voglio tanto bene come amica, e ti adoro, come troia. Il bello di te, è che lo sei solo quando lo decidi tu, allora sei fantastica, e questo ti rende speciale.”
Mi ha abbracciato e baciato in bocca, molto intensamente, e io ho risposto con la stessa passione.
“Hai ragione, lei non è una donna che fa la troia sempre, ma solo quando decide di godere, allora mi fa impazzire. Spero che un giorno anche tu trovi una femmina così. Grazie amore di questo momento, è stato unico e bellissimo.”
Avevo le lacrime agli occhi dalla gioia, e dal piacere che avevo provato. Poi come sempre fra noi siamo tornati ad essere gli amici di sempre. Per altre volte siamo stati insieme per una pizza, una giornata al mare, anche senza l’obbligo di fare sesso fra noi, e questo è sempre stata una cosa che mi è piaciuta tanto della nostra amicizia. L’anno dopo abbiamo deciso che era ora di avere un figlio. Quando ne abbiamo parlato con Carlo, lui ci ha fatto i migliori auguri con la speranza di avere presto questa gioia, e poco dopo sono rimasta incita. La gravidanza ha però avuto anche il suo lato positivo. Quando eravamo insieme mi trattavano come una principessa, specie Carlo che aveva per me mille attenzioni e nello stesso tempo io e Luca giocavamo spesso a realizzare mille fantasie specie quando a letto, io mi lasciavo toccare da lui, come aveva visto fare del ginecologo, e poi quando era ben eccitato gli facevo dei bocchini stupendi. Oppure fantasticavo con lui sul fatto che fosse stato un altro ad ingravidarmi, e questo lo faceva impazzire di gelosia e mi inculava molto forte. Era davvero un periodo in cui io mi sentivo in certi momento una vera troia, e lui ci impazziva, e mi scopava di brutto. Dopo la nascita di Michele nostro figlio, è successa una cosa che ha di fatto cambiato un poco il nostro modo di trasgredire. In quel periodo mia sorella Maria, era in rotta di collisione con il suo fidanzato che non si voleva impegnare a fondo nella loro storia. Lei voleva sposarsi, erano fidanzati da più di nove anni, e lui invece era sempre a rimandare, anzi teneva mia sorella sulla corda, dicendole che non era sicuro, se lei era la donna giusta, che forse vi erano altre candidate più valide, e lei ne soffriva tantissimo. Un giorno di Agosto era a casa mia per godersi un poco il nipote quando arriva a trovarci Carlo. Lei lo conosceva, si erano visti altre volte, e poi lui era stato anche al nostro matrimonio. Si sono messi a parlare delle loro vicende amorose, e quando ha saputo che lei era in disaccordo con Rino, il suo fidanzato, le ha proposto di andare la settimana del Ferragosto in vacanza con lui, così, se voleva, poteva far ingelosire lui, oppure verificare se Rino il suo fidanzato, aveva altre ragazze, e se lei fosse veramente importante per lui. Così hanno preso in prestito la nostra mitica tenda canadese, e sono andati una settimana in un campeggio lungo la costa di Montalto, dove Carlo, conosceva un bel posto dove nelle vicinanza vi era una spiaggia dove si poteva fare nudismo. Rino, il fidanzato di mia sorella, non sapeva nulla di questa loro idea, e si è incazzato, e ha cercato di sapere dove lei fosse finita, ma ne io ne Luca, gli abbiamo detto dove fosse. Nel pomeriggio del quattordici Agosto lì abbiamo raggiunti per passare il Ferragosto insieme a loro dopo aver lasciato Michele a mia madre. Insieme abbiamo fatto il bagno nudi. Era la prima volta che qualcuno che ci conosceva scopriva il nostro segreto. Mai nessuno sapeva che ci piaceva il nudismo, e vedere mia sorella nuda vicino a Luca, e assieme a Carlo, mi ha dato una certa gelosia, li consideravo i miei maschi, anche se poi in fondo era solo mia sorella. La sera al tramonto ci siamo ritrovati vicino ad un grosso tronco portato a riva dal mare, e io e mio marito da un lato, e loro dall’altro, ci siamo messi a scopare. Sentire lei che godeva sul cazzo di Carlo, mi eccitava. Sapevo benissimo quello che provava, e io mi scatenavo su quello di Luca che mi faceva a sua volta impazzire. Godere insieme a poca distanza era una nuova esperienza mai fatta, anche se l’altra donna, era mia sorella. La sera dentro la tenda il gioco è ripreso, ma questa volta eravamo molto vicine, e mentre stavo godendo impalata sul cazzo di mio marito, lei che stava sotto a Carlo, che la sfondava con colpi fortissimi, quando ha goduto, mi ha guardato in faccia, e sorridendo ha sollevato una mano, e mi ha accarezzato un seno. Sono venuta subito, e anche lei ha raggiunto il suo orgasmo, togliendo la mano dal mio seno. Il giorno dopo mentre eravamo un momento da sole, le ho chiesto se voleva andare oltre, ma lei mi ha sorriso, e mi ha detto che era stato solo un gesto del momento, e che non aveva nessuna intenzione di scoparsi mio marito. Siamo rimasti con loro fino alla sera, poi siamo dovuti tornare a casa, e durante il viaggio di ritorno, ho chiesto a Luca come si era sentito nel fare sesso assieme a Maria. A lui la cosa era piaciuta, ma gli aveva creato un certo disagio, per il semplice motivo che Maria era mia sorella, e lui aveva un rapporto molto bello, con lei, e non riusciva a vederla come femmina con cui fare sesso. Se avessi voluto una esperienza di scambio, lui non avrebbe avuto problemi, ma non con Maria. Sfortunatamente quando mia sorella è tornata, ha avuto una forte discussione con Rino, e gli ha raccontato di essere stata insieme a Carlo tutta la settimana. Rino conosceva Carlo, e non lo stimava, quindi, quando ha saputo che lei aveva scopato con lui, è successo un vero casino, e io e Luca ne abbiamo fatto le spese. Per Rino il fatto che un nostro amico aveva passato una settimana con la sua fidanzata era colpa nostra e io ero una puttana per averlo acconsentito. Ho dovuto faticare moltissimo per impedire a Luca di spaccare la faccia a Rino e poi mi sono incazzata con mia sorella per averci coinvolto direttamente. Per fortuna aveva omesso di raccontare che avevamo fatto sesso insieme, ma fra noi i rapporti erano compromessi, anche dal fatto che Rino, per ripicca, aveva deciso di sposare mia sorella. Non lo trovavo giusto, e mi rifiutavo di partecipare al loro matrimonio, ma dietro le insistenze di mia madre, alla fine ci siamo andati, ma ci siamo tenuti a debita distanza. Questo fatto ha di colpo cambiato il nostro modo di trasgredire. Da quel momento noi due, fatta eccezione per Carlo, abbiamo deciso che non avremmo mai più coinvolto gente conosciuta. Tante volte avevamo avuto la tentazione di coinvolgere coppie di amici che in qualche maniera ci avevano intrigato e con un po di iniziativa si sarebbe potuto giocare insieme, ma dopo questo, tassativamente il nostri giochi sarebbero stati solo nostri e basta. Anche Carlo ne era rimasto deluso, gli piaceva mia sorella, e ci si era trovato bene. Non era in un momento in cui si sarebbe impegnato in una storia importante, ma con lei si sentiva bene, forse col tempo, avrebbero potuto stare insieme diventare una coppia, inoltre era rimasto stupito del fatto che Rino l’aveva sposata, anche lui credeva come noi che non fosse in matrimonio azzeccato e col tempo abbiamo avuto tutti e tre ragione, anche mia sorella ha scoperto l’errore. Dopo quel fatto sono passati alcuni anni durante i quali noi abbiamo avuto un altro figlio, e la vita ci ha impegnati ad allevarli.
..continua...
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Sempre noi tre ..seconda parte
Il passo successivo fu quando ci ha invitato a frequentare una spiaggia nudista a Marina di Albarese. Ne avevamo sentito parlare, ma io ero indecisa. Un conto è essere nudi in acqua di notte, e soli, dove si vede poco o nulla, e un altro è stare nudi in mezzo alla gente. Mi sentivo a disagio al solo pensiero, ma alla fine mi sono lasciata convincere e ci siamo andati una domenica di Luglio. La paura di incontrare gente che ci conosceva, era forte, e poi vedere tutti qui corpi nudi di donne e uomini mi intimoriva, ma alla fine dopo aver trovato una capannina libera, loro si sono denudati mentre io esitavo. Le parole di Carlo mi hanno tranquillizzato.
“Rilassati e al massimo mettiti in topless. Quando ti senti tranquilla se vuoi ti metti nuda.”
Ho ascoltato il suo consiglio, poi però è passata una coppia entrambi nudi, e vedere lei che ostentava la sua nudità, mi ha fatto scattare un senso di sfida, e mi sono messa nuda pure io. Ero in ogni caso molto tesa, e non sono riuscita a lasciarmi andare, e per questo non abbiamo fatto sesso, se non un po di masturbazione reciproca, ma ero troppo tirata, e sia Luca che Carlo hanno evitato di insistere. Nonostante tutto però, la cosa ci aveva intrigato, e in altre due occasioni ci siamo tornati da soli, e una volta abbiamo anche scopato. Quando lo abbiamo raccontato a Carlo, lui si è complimentato con me. Per un certo periodo con lui ci siamo incontrati poco, e in particolare è stato Luca che ha preso spesso dei caffè con lui, che aveva più tempo di me. Anche Carlo era impegnato in una nuova attività, ma questo non ha intaccato assolutamente la nostra amicizia. Poi noi due abbiamo deciso di sposarci. Organizzare il matrimonio, e tutto il resto, ci ha richiesto del tempo e la trasgressione è continuata solo fra me e Luca, con Carlo che ogni tanto ci aggiornava delle sue avventure, avendo da poco scoperto un posto chiamato Cape d'Agde, che a suo dire era un vero tempio del sesso estremo. Sentire i suoi racconti mi intimoriva. Ero sicura che mai mi sarei lasciata andare a un rapporto con più maschi in pubblico, anzi il solo pensiero di farlo con un altro, oltre il mio uomo, mi dava già una certa ansia, e consideravo l’esperienza vissuta a Saturnia, come il massimo della mia intraprendenza. Nonostante tutto questo, con lui ci si vedeva quando capitava, e il bello era che insieme, parlavamo di tutto come amici qualsiasi, e in più anche di sesso liberamente. Per circa due anni non abbiamo mai trovato l’occasione di giocare di nuovo con lui. Durante questo periodo, fra me e Luca avevamo sviluppato un gioco nostro. Ci piaceva immaginare di avere ognuno un amante. Mi ricordo bene che tutto era nato dal fatto che entrambi lavoravamo a contatto col pubblico, e che spesso sia io, a lui o lui a me, ci capitava di raccontarci le velate, e a volte esplicite proposte ricevute di avventure extraconiugali, che noi sistematicamente rifiutavamo, in quanto come coppia, eravamo molto uniti, complici, e assolutamente soddisfatti. Da tutto questo ne era nato un gioco, che ci faceva impazzire di piacere, e che ci eccitava tantissimo. Il tutto era semplice e nello stesso tempo complicato. Quando volevamo giocare, lui mi diceva che sarebbe uscito a giocare a biliardo con i suoi amici, e io allora gli dicevo che sarei uscita con le mie amiche. In realtà lui usciva, e andava ad aspettarmi in un posto convenuto. Io mi vestivo in maniera come se andassi davvero ad un appuntamento con il mio amante, che poi era lui, come io, ero per gioco, la sua amante. Quando salivo in auto con lui, recitavo la parte della moglie che fa le corna al marito, e parlavo con lui come se stessi facendo veramente la puttana con un altro, e lui mi rispondeva come se stese con la sua amante. Il gioco ci sconvolgeva, e scopavamo nei posti, e modi più incredibili, in auto, in un motel dove affittavamo una camera, e in ogni luogo dove si poteva fare, e godevamo tantissimo. La cosa bella era che, quando tornavamo a casa, e lo facevamo in modo da non tornare insieme, nel letto, io gli raccontavo di essere stata con le mie amiche, e lui mi diceva la stessa cosa, ma poi quando mi toccava, e mi trovava ancora piena del suo seme, mi dava della troia, che si era fatta scopare da un altro. Io gli succhiavo il cazzo e gli dicevo che aveva il sapore della fica di una altra, e allora riprendevamo a scopare come se fino a quel momento non avevamo fatto niente. Era sconvolgente, e ci piaceva tantissimo fare questo gioco, che poi alla fine ci salvava da un tradimento reale. L’unico che era a conoscenza del gioco, era ovviamente Carlo, e quando gli raccontavamo dei nostri giochi, si eccitava e spesso ci diceva che si era masturbato al ricordo del nostro racconto. Mi eccitava sapere che un maschio si segava al pensiero che io potevo essere una puttana. Poi una volta accadde un fatto che ci ha eccitato tantissimo. Tutti e due siamo da sempre stati amanti della fotografia. Una volta in occasione del compleanno di Luca, abbiamo preso due giorni di ferie da passare alle cinque Terre e precisamente a Manarola. Ero eccitatissima all’idea di stare due giorni con mio marito Venivamo da un periodo molto duro, dove il lavoro, e altri impegni, non ci avevano concesso molto tempo, ne, per il sesso, e anche meno per la trasgressione. Avevo una voglia di trasgredire, che lui la percepiva come un lupo annusa la cagna che è in calore. Si, sono sicura di essere stata veramente in calore da quanto ero eccitata. Ho messo nella valigia tante cose sexy ed eccitanti, mini mozzafiato, tacchi alti e reggicalze e auto reggenti, mini, tanga, e altre cose con cui avevo deciso usare per far impazzire mio marito. La sera del venerdì siamo arrivati, e preso possesso del piccolo monolocale con bagno, subito mi sono cambiata, e siamo usciti a cena. Ero un lago fra le cosce. Mi ero messa una mini che non copriva nulla, e una camicetta trasparente, e tacchi da capogiro. Luca era in tiro continuo. Mi strusciavo in continuazione per sentire il suo cazzo fra le natiche, sul mio ventre e lui mi infilava le mani sotto, ad ogni occasione. Per tutta la serata l’ho provocato tantissimo, soprattutto per il fatto che sia io, che lui, avevamo una macchina fotografica, lui quella sera decise che avrebbe scattato le trentasei foto solo su di me in versione sexy. All’epoca non c’erano le digitali, le foto si scattavano, e poi bisognava farle sviluppare e stampare, quindi scattare delle foto hot, hard o meglio porno era un gioco non trasgressivo, di più! Non contenti di questo, dopo che mi aveva immortalato nelle pose più oscene, e porche, siamo tornati in camera, e me lo sono scopato tantissimo, alternando un orgasmo, ad una foto sempre più oscena, o porca. Adorava immortalare il mio viso nel momento in cui godevo, incurante del fatto che il mio viso, si vedeva, e solo quando eravamo di ritorno, ci siamo resi conto che avevamo tre rullini, che non avremmo potuto far sviluppare dalle nostre parti, per il semplice motivo che ci avrebbero riconosciuto, e lo sputtanamento sarebbe stato totale. A risolvere il problema ci venne in soccorso Carlo. Lui conosceva un fotografo suo amico, fidato che a sviluppava, e stampava le foto, in un piccolo laboratorio privato, e che era molto affidabile, così gli consegnammo i rullini e restammo con il patto che il mercoledì successivo ce li avrebbe riportati trasformati in foto. La seconda sera che avevamo dato le foto a Carlo, Luca nel letto mi fece notare, che un estraneo in ogni caso avrebbe visto la mia faccia, e tutte le porcate che io avevo fatto a lui, dai pompini alla bocca piena di sborra, alle pose oscene, al cazzo tutto in culo, e in fica, e alle sborrate in faccia, che mi ero presa. Per un attimo sono rimasta basita, poi improvvisamente mi sono eccitata, al pensiero che un estraneo, forse, si sarebbe segato nel vedermi porca e troia. Ho scopato Luca in maniera sconvolgente, e lui mi ha scaricato in gola, e in fica una quantità industriale di sborra. Più si avvicinava il mercoledì, e più mi eccitavo, e scopavo con mio marito, che era sempre in tiro anche lui. Poi il martedì sera, torna a casa, e mi dice che il giorno dopo sarà fuori per lavoro tutto il giorno, e che non potrà andare all’appuntamento con Carlo per prendere le foto. Resto un momento stupita e quasi sbotto dalla rabbia. Ma lui mi abbraccia, e con fare calmo mi parla.
“Amore non è un problema. Carlo arriva alle diciotto, tu esci dal lavoro alle diciassette, quindi hai tutto il tempo di andare, tu, all’appuntamento con lui per prendere le foto. Pensandoci bene potremmo anche trovare un motivo di piacere in più da questo contrattempo. Quando vieni a casa, ti cambi e ti metti molto sexy, come se andassi ad uno dei nostri appuntamenti del gioco del tradimento. Carlo è un amico e non sospetterà nulla di tutto questo, mentre noi, per una volta potremmo quasi realizzare la nostra fantasia. Se poi decidi di scopare con lui, io sono tranquillo, perchè di lui mi fido, e sono sicuro che ti farà godere, e non ci saranno problemi di sputtanamento. Quando torni, mi racconti tutto, come facciamo sempre, allora ti scoperò pure io, e questa volta, saprò che hai fatto veramente la troia. Come sempre, dovrai essere tu a decidere fin dove vuoi arrivare. Solo tu, potrai iniziare il gioco, e decidere quando fermarlo. Io ti amo, se realizzeremo questa nostra fantasia, io ne sarò felice per entrambi. Diversamente, ti potrai fermare in qualsiasi momento. Decidi tu. Altrimenti vai all’appuntamento, ci prendi un caffe, gli paghi le foto e ci vediamo a casa.”
Ero nel pallone. Per un momento non ho realizzato quello che mi diceva mio marito, ma semplicemente pensavo al risvolto che lui mi aveva prospettato, essere la protagonista reale di una nostra fantasia, essere la puttana che va tradire il marito! Cazzo era sconvolgente! Per tutto il giorno successivo, sono stata mentalmente scarica. Non riuscivo a decidere fin dove volevo arrivare. Carlo era un gentiluomo, e non avrebbe fatto sicuramente nulla di sconveniente, se io non lo avessi autorizzato, ma non era questo il problema. Il punto era IO, fin dove volevo arrivare? mi eccitava la prospettiva di scopare con lui, e nello stesso tempo non mi piaceva farlo senza Luca. Fino a quel momento lo avevamo sempre fatto insieme, e questo cambiare le cose mi sconvolgeva in entrambi i sensi. Giunta a casa ho fatto una doccia veloce. Erto così eccitata, che mi bastava sfiorare i miei capezzoli, per sentire l’elevato livello di eccitazione che avevo raggiunto durate tutto il giorno. Poi ho indossato delle auto reggenti, niente intimo, e solo una mini, stivaletti con un tacco dodici e una camicetta bianca, molto leggera e ho coperto tutto con un impermeabile che mi arrivava alle caviglie. Quando sono arrivata nel parcheggio, dove Carlo mi aspettava, ho tolto l’impermeabile, e sono salita in auto con lui che ha sgranato gli occhi per lo stupore nel vedermi vestita cosi sexy. Ero tesa, eccitata, e indecisa, sul da farsi. Lui ha spostato la sua auto in angolo un pò più appartato, e mi ha fatto i complimenti per come ero vestita, poi mi ha dato le foto. Erano in buste sigillate, e lui mi ha assicurato che non le aveva viste. Ho chiesto quanto gli dovevo per la stampa, e lui mi ha risposto che il solo vedermi così sexy già lo ripagava, io ho insistito, e allora lui mi ha fatto una proposta.
“Non conosco il contenuto delle buste, mi accontento di vederle con te. Se accetti siamo pari."
Un poco titubante, ho iniziato a mostrargli le foto. Erano quanto di più sexy, porche, e sconvolgenti, che si potessero vedere. Era chiaro, che io nelle foto ero veramente una troia, e lui si era eccitato. Indecisa sul da farsi ho aspettato, che lui mi sfiorasse con un dito, e mi sarei lasciata scopare lì come una puttana, ma lui da vero amico, non ha fatto nulla per spingermi a donarmi a lui, e io pur vedendo il suo pacco gonfio, e sentire la mia fica in fiamme, non ho fatto nulla. Siamo rimasti a guardare le mie pose più oscene, e una in particolare lo aveva colpito. Ero seduta con le gambe raccolte, e aperte su un divano, con la fica aperta, e una rosa rossa in mano. L’ha guardata e riguardata, molte volte dicendo che se fosse stato lì, mi avrebbe leccato a morte fino a che non lo avessi implorato di scoparmi. Ero tentata di dirgli che in quel momento era quello che volevo, ma dentro di me mi mancava lo sguardo complice di mio marito, e alla fine l’ho ringraziato, e me ne sono tornata a casa. Quando è arrivato Luca, l’ho scopato in piedi, appoggiato alla porta di casa. Era chiaro che dopo questo, il nostro gioco era diventato sconvolgente, ma era anche palese che prima o poi noi avremmo scopato insieme a lui. Come ho scoperto poi, Luca e Carlo, si erano accordati, sul ritiro delle foto, appena saputo che Luca non avrebbe potuto andare all’appuntamento, aveva informato Carlo, e gli aveva detto che forse sarei arrivata vestita da troia, e che lui, si sarebbe dovuto comportare come meglio riteneva giusto, ma che avrebbe preferito che fossi io, a iniziare il gioco, lasciando a me, la decisione. Quando ho rivisto Carlo, l’ho ringraziato della sua disponibilità, e lui mi ha detto che la sera a casa si era fatto tre seghe, al ricordo di quella foto.
(continua)
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Sempre noi tre
Mi chiamo Anna, ho da poco superato i sessanta anni e sono in pensione. Sono sposata con Luca che ha un anno più di me, anche lui è in pensione. Ci siamo conosciuti che io avevo sedici anni e lui diciassette, il nostro è stato amore fin da subito, intesa forte, e tanta complicità. Luca invece è figlio unico, mentre io ho una sorella. In questi quarantaquattro anni di vita insieme abbiamo incontrato e conosciuto tante persone, che nel tempo, poi sono sparite ad eccezione di alcune coppie di amici, il resto è stato come delle meteore. Vi è però una amicizia che nel tempo è rimasta sempre la stessa, e anzi si è trasformata per diventare sempre più forte, intensa, e oggi è diventata veramente unica. La persona di cui parlo si chiama Carlo, ed è un vero amico. Ha tre anni più di Luca, e la loro conoscenza era inerente al lavoro di Carlo, che all’epoca faceva il rappresentante. Quando arrivava nella nostra città si sentiva vivo. Gli piaceva passeggiare la sera per il corso, ammirare la gente e vedere la vita che c’era in giro fino a tardi, lui, che veniva da un paesino della Tuscia laziale dove alle venti erano tutti tappati in casa. Fra loro due era stata subito intesa di ideali, e gusti, specie in campo femminile. Io e Luca eravamo già fidanzati da circa tre anni, e quando ho conosciuto Carlo, sono subito rimasta piacevolmente affascinata dalla sua educazione, rispetto, e gentilezza, ma soprattutto dal fatto che anche lui amava parlare di trasgressione. Si, lo so che vi faccio ridere, ma a quel tempo non era come oggi che la parola trasgressione è una cosa quasi banale, e di uso comune. A quei tempi se eri trasgressiva, se parlavi di pillola, o divorzio, eri una puttana. Se uscivi con due maschi e non eri sposata con uno dei due, quando entravi in un ristorante, vedevi gli sguardi ironici di chi già ti immaginava a scopare con entrambi, e allora eri etichettata come una puttana. Si, lo so continuo a farvi ridere, ma chi ha la mia stessa età, e viveva in provincia, non in una grande città, queste cose le capisce di sicuro. Per me e Luca, il sesso era stato da subito fonte di grande piacere, curiosità, e sensazione di essere liberi. All’inizio gli facevo solo pompini, mentre lui mi faceva dei ditalini fantastici. Quando gli succhiavo il cazzo fino al godimento finale, lui in genere mi sborrava in gola, e poi io lo baciavo. Mi faceva impazzire baciarlo dopo che mi era venuto in bocca. A lui piaceva, e mi diceva, che quella era la dimostrazione di quanto fossi stata troia in quel momento. Io ne godevo da morire, e poi volevo essere baciata da lui, quando ero io a inondare la sua bocca, quando mi leccava fino a sfinirmi. La sua lingua, e le sue mani, mi hanno sempre eccitato molto, e il gioco del bacio è sempre stato un nostro modo di sentirci uniti, in maniera trasgressiva. Capirete quindi, che parlare con una persona, che di queste cose ne sapeva già più di noi, era un piacere che noi due condividevamo molto volentieri. Lui ci raccontava di un posto chiamato Saturnia, dove c’era un canale di acqua calda che finiva con una cascata in un torrente. Spesso era frequentato da coppie che si facevano masturbare immerse nell’acqua. A volte anche il marito collaborava a far godere la donna, assieme al maschio di turno, che spesso la scopava oppure si faceva segare. Sentire simili racconti, era per noi, fonte di grande interesse, che ci eccitava tantissimo, e quando io e Luca scopavamo, spesso lui mi faceva prendere in bocca le dita, di una mano, e mi chiedeva di immaginare che fosse un altro cazzo da succhiare. Impazzivo di piacere, anche se non pensavo di riuscire a farlo mai. Fra di noi, il sesso era tutto un gioco. Lui mi faceva impazzire, mi scopava tantissimo, e poi che non prendevo nessun tipo di precauzione quando mi aveva fatto godere molto, ha sempre avuto un ottima resistenza, me lo infilavo in bocca, e mi facevo sborrare in gola, o a volte anche in culo. Ero vergine quando ho conosciuto Luca, ma in tre anni ero diventata una femmina, ben aperta davanti e dietro che quando sentiva il desiderio di godere, si trasformava in una troia scatenata. Questo però avveniva solo con lui, diversamente da questo provavo un certo imbarazzo, quando si ipotizzava di passare dalla fantasia alla realtà. La mia timidezza mi bloccava, ma per noi due, anche solo giocare con la fantasia, era fonte di immenso piacere. Spesso mi scopava più volte al giorno, e spesso in posti diversi, ma anche a rischio di essere scoperti, o in situazioni che ci eccitavano tantissimo. Una volta, al matrimonio di suo cugino, mi ha fatto stare tutto il giorno senza intimo, e mi masturbava sotto il tavolo, mentre io lo segavo con le mani sotto la tovaglia. Non eravamo la classica coppia tranquilla, ma due persone che adoravano giocare e godere. Capirete che parlare con Carlo, aumentava la nostra libidine in maniera incredibile. Poi una sera abbiamo deciso di andare con Carlo a Saturnia. Era la fine di Febbraio, faceva tantissimo freddo, e io avevo avuto il ciclo mestruale fino al giorno prima, e i dolori mestruali mi avevano distrutto. Per tutta la settimana avevo visto Luca solo due volte, e gli avevo solo fatto un paio di pompini, con relativo ingoio. Mi sembrava che ingoiare la sua sborra lenisse, un poco i miei dolori, e quel sabato sera avevo tanta voglia di scopare, ma ero molto tesa, e insicura, di come si sarebbe svolta la serata. Dentro di me volevo godere, però mi sentivo bloccata dal fatto che c’era Carlo, in fondo lo conoscevo da quasi un anno, e di chiacchiere ne avevamo fatte tante insieme però non ero sicura di riuscire a lasciami andare. Giunti a destinazione, ci siamo immersi nell’acqua calda, e devo ammettere che era stupenda. Calda e bianca, non lasciava vedere nulla di quello che succedeva appena sotto la superficie. Per prima cosa Carlo disse che per gustarsi appieno Saturnia, dovevamo restare completamente nudi, e si sfilò subito il costume, immediatamente imitato da Luca. Io restai un attimo indecisa, ma Luca mi abbracciò da dietro. Sentivo il suo respiro caldo sul collo, il suo cazzo premere fra le mie natiche, e le sue parole mi illanguidirono tutta.
“Lasciati andare, rilassati, e godiamo questa nostra avventura. Per la prima volta, possiamo realizzare una nostra fantasia, io e te, qui, dove nessuno ci vede, e in compagnia di un vero amico.”
Mi lasciai slacciare il costume, e le sue mani presero a scorrere lungo il mio corpo, stando dietro di me, che subito ho iniziato a sentire una sensazione stupenda. Carlo era ad un passo da me e ci guardava. Essere osservata era una sensazione nuova e molto eccitante. Cercavo di non pensare a quello che stavamo facendo, e assaporavo il piacere che stavo provando, nel sentire le mani del mio uomo su di me, poi la sua voce calda mi fece provare un brivido unico.
“Rilassati e godi, e pensa che sicuramente lui si sta segando, perche ha capito, che io ti sto masturbando, se non lo inviti tu, lui non si avvicinerà, devi chiamarlo tu, e soltanto così lui sarà partecipe con noi.”
Mi sentivo tremare al pensiero di coinvolgerlo, ma poi con un filo di voce l’ho chiamato.
“Carlo avvicinati.”
Mentre dicevo questo, Luca, mi aveva infilato due dita nella fica, e io già godevo. Sentivo il piacere scorrere lungo tutto il mio corpo, e quando ho sentito la mano di Carlo sul mi seno, ho avuto un brivido così intenso che ho goduto subito.
…huummmms ssiiiii…vengooooo!!!!... ORAAAAAA!!..........
Tremavo, e lui mi masturbava il seno. Lentamente mi ha preso una mano e l’ha portata sul suo cazzo. In quel momento mi sono lasciata andare, ho deciso dentro di me, che quella sera, sarei stata una troia stupenda. Ho avuto una scossa tremenda, quando ho stretto le mie dita su quel palo di carne, dura, e pulsante che era simile in lunghezza a quello di Luca, ma solo un po più grosso. Ho incominciato a segarlo, e mi eccitava tanto questa nuova sensazione. Luca mi masturbava velocemente, e io stavo quasi per godere di nuovo, quando ho sentito la mano di Carlo, che si univa a quella di Luca, nel toccarmi la fica. Luca a fatto posto alle dita di Carlo, che si sono unite alle sue. Mi sono ritrovata a essere masturbata in maniera stupenda. Luca mi spingeva dentro le dita, e Carlo mi torturava il clito. Ho goduto e sono venuta tremando tutta di piacere.
……SSIIIII….SSI…… venngGGGOOOOOo… vengooo..sssiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……..
Ero come impazzita. Li masturbavo velocemente, e loro mi succhiavano i seni. Infilavano le dita dentro facendomi godere, poi mi sono girata e ho detto a Luca di scoparmi.
…daii ti voglioooo…scopamiiiii….. daii adessoo lo voglioooo……….
Lui mi ha preso da dietro. Ho sentito il suo cazzo entrare tutto dentro, con una sola spinta decisa, e raggiungere il fondo sbattendo contro l’utero. Mi ha sempre fatto impazzire il suo cazzo. Lungo quel tanto che basta per solleticarti il collo dell’utero, senza farti male, ma strusciando sul fondo mi ha sempre portato a un livello di piacere unico. Appena lui mi ha afferrato per i fianchi, e ha cominciato a pomparmi velocemente io ho avuto un orgasmo tremendo. Era fantastico essere scopata da lui mentre segavo Carlo con entrambe le mani, e lui mi masturbava la fica da davanti, torturando il clitoride, e questo mi faceva urlare di piacere.
…ssisii….venggo….mi fate impazzireeeee….godooooo..veng……
Luca mi teneva sollevata e grazie al fatto che eravamo in acqua, non faceva nessuno sforzo, ma questo lo agevolava, e gli permetteva di scoparmi molto a fondo e velocemente, poi mi ha spinto verso Carlo.
“Abbassati e prendi il suo cazzo in bocca come nella nostra fantasia.”
Carlo ha sentito quello che dovevo fare, e si è sollevato facendo emergere il suo cazzo duro e teso, che mi sono subito infilato in gola. Era bello, e non mi dava fastidio ingoiarlo, era solo un po più grosso in circonferenza, ma riuscivo a succhiarlo bene, e poi mi sono divertita a fare un gioco che ha sempre fatto impazzire Luca. Mettere il cazzo di lato, avvolgere la lingua lungo l’asta, e chiudere il tutto con il labbro superiore. Avvolgerlo e scorrere la testa su e giù. Questo movimento ha procurato subito tanto piacere anche a lui.
…accidenti come lo succhia!!!!...avevi ragione è fantastica!!!...che bocchinara stupenda!!!! mai sentito una cosa così bella…cazzo che meravigliosa succhiacazzi!!!!....
Fra me e Luca, nel nostro modo di scopare, il turpiloquio è sempre stato un qualche cosa in più, che mi ha sempre eccitato, e sentirmi dare della bocchinara da Carlo, ha aumentato di più il mio piacere. Mi ha preso il viso fra le mani, e ha incominciato a scoparmi in bocca. Spingeva il suo cazzo fin dentro la mia gola, e io godevo un orgasmo dopo l’altro. Era stupendo essere posseduta, sia in gola, che dentro in fica, poi mi sono resa conto che Luca non avrebbe resistito ancora molto, e l’ho pregato di venirmi in bocca. Lui è uscito da dietro, e si è sollevato portando il suo cazzo alle mie labbra, mentre Carlo si è abbassato, e mi ha messo due dita in fica, e uno nel culo. Ho goduto nello stesso momento in cui Luca mi riempiva la bocca di sborra urlando il suo piacere.
…ssiiii…eccommiii…sborrooooo!!!! bevviiiiiiii…..oraaaaa…sborrroo!!!!!
Ho serrato le labbra, e ho ingoiato tutta la sua sborra. L’ho munto e spremuto fino all’ultima goccia, e alla fine quando lui si è abbassato, ho portato una mano dietro la sua nuca e l’ho attirato a me baciandolo. Carlo ha visto e goduto tutta la scena dell’ingoio, e si è meravigliato della mia porcaggine.
“Accidenti che troia!!!... Meravigliosa!! ti ha fatto un ingoio stupendo, e poi ti fa assaggiare il tuo stesso sapore!!! fantastica!! Meravigliosamente troia!!!”
Ho baciato Luca con molta passione libidine. La sua lingua ha giocato con la mia. Ho ripreso a succhiare Carlo. Luca che era rimasto con il cazzo bello duro, nonostante la sborrata, si è posizionato dietro di me, e per non rischiare una gravidanza, lentamente mi ha infilato il palo in culo. Sentirlo di nuovo dentro, ha intensificato ulteriormente il mio piacere, mentre Carlo mi masturbava la fica infilandoci le dita. Mi sentivo piena fra davanti e dietro. Mi ha scopato il culo per un bel po di tempo, mentre succhiavo Carlo. Mi hanno fatto godere a ripetizione, e in cambio io ho scatenato la mia lingua sul cazzo che stavo succhiando portandolo all’orgasmo.
…ssiii..cazzoooo..mi faiiii impazzireeee..seii fanatasticcaaa…sborrooo…oraaa…..
Quando ho sentito che era al limite, mi sono sfilata il cazzo dalla bocca, e mi sono sollevata un poco, per ricevere i suoi getti di sborra sul viso, sul collo e sul seno. Lui si segava velocemente mentre mi inondava di sborra.
….ssiiii….sboorrooo…ssi che troiiia ti schizzoooo tuttta addossso…….. belllissiiimoo…
Al momento non ho voluto ingoiare la sua sborrata. Ho deciso che l’ingoio, era un privilegio solo di Luca, ma che in ogni caso farmi sborrare addosso, avrebbe di certo soddisfatto la mia libidine, e il suo piacere. Sentire quelle frustate calde sul mio corpo nudo, e bagnato, raffreddato da un vento gelido, mi ha fatto avere un ennesimo orgasmo. Ho spremuto anche il cazzo di Carlo, e solo alla fine ho aperto la bocca, e con la lingua ho leccato le ultime gocce, e quando lui si è abbassato l’ho attirato a me, e l’ho baciato in bocca. Pur con un certo stupore, anche lui ha risposto al mio bacio, assaporando un poco la sua semenza, che era appena un po più saporita di quella di Luca. Mentre Carlo mi sborrava in faccia anche Luca mi ha schizzato in culo. Sentirmi piena dietro e sul viso mi ha fatto godere di nuovo. Luca si è sfilato e si è messo di lato, e io ho baciato di nuovo anche lui.
“Fantastica!!Meravigliosa!! Amico mio la tua donna è una meravigliosa troia. Sei molto fortunato ad aver incontrato una donna stupenda come lei, spero un giorno di trovarne una così anche io. Baciare il suo uomo dopo che gli sei venuto in bocca, non l’ho visto fare da nessuna qui a Saturnia. Al massimo ti fanno sborrare dentro, o ti segano, ma quello che ha fatto lei, è veramente unico.”
Ero sfinita ma contenta. L’emozione di aver vissuto una simile esperienza mi ha fatto scoppiare in lacrime di gioia, che ha stupito entrami che mi guardavano preoccupati. Luca mi ha stretto forte a se e mi ha rassicurato.
“Tranquilla piccola!! va tutto bene, sei stata meravigliosa, va tutto bene, e io ti amo.”
Ho smesso di piangere, e li ho abbracciati entrambi.
“Grazie, siete stati stupendi. Ho provato delle emozioni fortissime. Vi adoro e vi ringrazio. Vi voglio bene e a te amore ti amo.”
Siamo rimasti un poco immersi nell’acqua, e ho scoperto che Luca e Carlo, si erano accordati sul fatto che ero io a dover decidere se lasciarmi andare o meno, lui non avrebbe in ogni caso fatto nulla, se non fossi stata io ad invitarlo. Dopo quella sera abbiamo ripreso la nostra vita di sempre, ma quando scopavamo, io Luca ripensavamo a quello che era successo nell’acqua, e ci godevamo tantissimo. Non mi sentivo troia, ma ero soddisfatta di me, per esserci riuscita e questo era per me motivo di vero orgoglio. Nei mesi successivi, abbiamo rincontrato Carlo, ma senza fare sesso, anzi lui si comportava come se nulla fosse successo, e questo era per me una dimostrazione di vera lealtà, sia nei miei confronti, che in quelli di Luca. Fra loro parlavano spesso dell’accaduto, e quando Luca mi raccontava quello che si dicevano, emergeva sempre il fatto che per Carlo, io ero una femmina meravigliosa, ma non una troia, ma una donna che solo quando decideva di essere troia, era insuperabile. Ovvio, questo mi faceva sentire molto orgogliosa.
..continua..
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Così per caso claudia
Era un periodo che come per tante coppie, tra me e mia moglie non si andava d'accordo, ragion per cui non si scopava..assieme di certo , poi io nemmeno altrove ma la voglia era tanta. Quel sabato pomeriggio che lei era fuori a nozze da un cugino, mi misi a chattare su un sito e trovai una signora quarantenne, quindi poco più giovane di me, scontenta anch'essa del suo rapporto coniugale in quel periodo. Una chiacchera tira l'altra e così scoprii che abitava a max 15 km da casa mia e che pure suo marito era a un matrimonio di un cugino.. Vuoi vedere che...😉? Mi ero fatto un minimo di idea di chi potesse essere nel caso i nostri partners fossero allo stesso matrimonio, ma non le scrissi nulla. Nei giorni seguenti continuammo a frequentarci via chat, entrando sempre più in confidenza e riscontrando sempre più maggiori affinità in fatto di desideri sessuali. Lei aveva sempre avuto rapporti con suo marito fin da quando venti anni prima si erano fidanzati, io arrivato vergine al matrimonio ero stato comunque monogamo fino ad allora, almeno fisicamente, perché con la fantasia...
Dopo dieci giorni di chat, svelammo le nostre identità e lei ne restò sorpresa, mentre io ebbi la conferma di quanto supponevo. Lei era Claudia. La invitai a prendere un caffe' al bar del centro commerciale dove lavoro per il pomeriggio seguente e lei accettò. Mi mandò SMS appena arrivata e ci incontrammo a 20 mt dal bar. Carina, tirata il giusto senza volgarità, una gonna ampia e soprattutto, un bel sorriso. Ho sempre ritenuto che una donna non bellissima, che sorride molto, acchiappa molto di più di una bella musona. Mi chiese se mi piaceva l'abito e ovviamente assentii, anche perché stava bene davvero. Prendemmo un caffè al bar e scambiammo quattro chiacchere e venti sorrisi, ridemmo pure pensando alla casualità di due quasi cugini incontrati in chat. La riaccompagnai all'auto e decisi di non eccedere essendo il primo incontro. La baciai in fronte nel garage sotterraneo e le dissi che contavo di rivederla e lei assenti con un cenno del capo. Salì in auto e se ne andò. Appena entrambi a casa ci trovammo in chat; la sera e nei due giorni seguenti chattammo concordando la mattina in cui ci saremmo trovati per fare l'amore. Quella mattina arrivato al lavoro occupai un bel posto contro il muro nel garage sotterraneo e lasciando di proposito poco spazio per il posto a lato. Quando giunse Claudia, dopo avermi avvisato con un SMS, andai in garage e spostai la mia car quel tanto che tra il muro e la mia auto vi stesse il suo monovolume (con vetri posteriori oscurati). L'eccitazione era a mille per entrambi, lei scese e salimmo sul sedile posteriore del suo monovolume dopo esserci accertati che alcuno ci vedesse. Appena insieme le saltai addosso e iniziammo a baciarci , mamma mia come baciava bene, le nostre lingue si trovavano a meraviglia!! Poi iniziai a toccarla e ad accarezzarla, infilai pia piano una mano sotto la gonna, trovai il perizoma e lo scostai delicatamente mentre continuavamo a baciarci. La trovai fradicia e rasata.. mi staccai un 'attimo da lei , la feci leggermente distendere , alzai la gonna e le sfilai il perizoma mentre ci guardavamo con voglia.. La sua figa era liscissima e con un gradevolissimo sapore. Lo so che non avevo avuto una gran esperienza, però la trovai deliziosa e siccome mi si riconosce che so leccarla veramente bene, (ed è vero) le procurai diversi orgasmi, piacevole anche per me sentirle urlare sì sì SÌ SÌ SÌ SÌ Non sapevo fosse pluriorgasmica e devo dire che é una cosa fantastica. Venne poi il suo momento e volle prenderlo in bocca e lo faceva bene, ma dovevo tornare al lavoro per cui io seduto la feci salire sopra di me e a smorza candela mi feci scopare ben bene baciandola e succhiandole i capezzoli dei seni, cosa che la fece godere ancora di più. Trovandola sempre più eccitata e prossima all'orgasmo, le afferrai i glutei e iniziai a pompare con vigore dentro di lei procurandole un orgasmo che le fece fare un urlo che per fortuna non c'era nessuno nei paraggi. Si mise una mano davanti alla bocca e scoppiammo a ridere. Sfilai il profilattico, ci ripulimmo e ci salutammo con un mega bacio e con la certezza che ci saremmo rivisti e fu in effetti così.
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Lo stallone del paese parte 2
A grande richiesta continua la storia, questa volta è zia Erminia alle prese con l’asta del nipote.
THE DAY AFTER
Il giorno dopo lo “sfondamento” le due sorelle aiutano Maria siccome riesce appena a camminare.
La figa le faceva troppo male, il figlio col suo pisello aveva proprio lasciato il segno.
La giornata trascorre in una clima surreale, le zie guardano il nipote con uno sguardo speciale, penetrante, sanno bene cos’era successo, avevano assistito.
Alla sera in camera di Maria arriva Erminia, aveva voglia di parlare, voleva discutere con la sorella di come anche lei voleva “aiutare”…
“Senti Maria io…..beh...vorrei darti una mano…con…capisci?...”
“Ma già mi stai aiutando, Daniela pure”
“Sì, sì…pero io intendevo aiutarti con…con Nicola!”
“Intendi dire…” – con uno sguardo intenso Maria fulmina la sorella.
“S…siii…”
“Non se ne parla, io sono sua madre ed io lo aiuterò”
“Ma non puoi farlo da sola, io e Daniela siamo sue zie, anche noi faremmo qualsiasi cosa per lui!”
“Si ma lo capisci che ce l’ha troppo…”
“Troppo cosa?” – chiede Erminia facendo finta di non capire
“Troppo grande Erminia! Ce l’ha enormee! E’ grosso così porca miseria!” con le mani cerca di descrivere le dimensioni eccezionali dell’attrezzo che la notte scorsa l’aveva distrutta.
E così ne nasce una discussione accesa, dove le due donne parlano di...dimensioni.
Dopo un paio di minuti la discussione finisce con Maria che dice: “Va bene, fà come vuoi, poi non dire che non ti ho avvertito!”
LA ZIA VUOLE PRIMA VEDERE
Subito dopo aver dato la buona notte a Maria, Erminia si dirige verso la camera del nipote, apre la porta con molta delicatezza per non farsi sentire.
Si siede accanto al letto di Nicola e resta ferma per un po’ di tempo, e con sguardo pensieroso guarda il nipote, come a chiedergli il permesso, e con mano tremante prende l’elastico delle mutande, le solleva quanto basta per infilarci dentro l’altra mano.
Di nuovo controlla il ragazzo girandosi verso il suo volto così rilassato e sussurrante gli dice: “Dormi Nicoli’, dormi che la zia vuole solo dare un’occhiata”
La sua mano è come un serpente cieco che perlustra soltanto con l'aiuto del tatto, alla ricerca della “grande” scoperta, in cerca di un altro “serpente”, e che serpente, una vera anaconda.
Il ragazzo non si sveglia, dorme come un ghiro, aveva lavorato tutto il giorno duramente sul campo.
La donna subito tocca qualcosa di...no non può essere, al primo contatto si rende conto di aver toccato qualcosa di incredibile, impossibile. Il cuore le batte a mille, impugna una massa cilindrica di carne, le esce subito un “Oh mio Dio!” a conferma che quello che ha in mano è qualcosa che non si aspettava, sapeva che era molto dotato, ha visto la sorella alle prese con quell’organo, Maria stessa ha cercato di darle idea delle dimensioni, ma tenerlo in mano è tutta un’altra cosa. E cosi comincia a tirarglielo fuori al di sopra dei pantaloni, con un po’ di difficoltà, la difficoltà stessa le fa’ capire che le la lunghezza deve essere impressionante. Il pene doveva essere molto lungo per fare resistenza con il resto dei pantaloni mentre lei cercava di tirarlo fuori. E infatti dopo un po’ lo tira tutto fuori e per lo spavento lascia andare sia il pene che l’elastico dei pantaloni. Il pene resta appoggiato sul ventre del ragazzo e bloccato dall’elastico. La punta del pene si trova ben oltre l’ombelico del ragazzo, la lunghezza è a dir poco impressionante, la larghezza pure, Erminia si porta una mano alla bocca: “Ooh mamma miaaa…”
Ma subito dopo quella stessa mano finisce di nuovo sul pene, la donna con mano tremante ma decisa glielo accarezza da dove spunta dai pantaloni fino alla punta; “wooow, che roba, non è possibile, ma sei enorme Nicoli’, ooh Maria ma che te sei presa…”
La donna eccitata, impressionata e ammaliata allo stesso tempo, impugna il pene e lo muove a destra, a sinistra, lo guarda da diverse angolazioni, ancora sussurrando frasi di ammirazione e sconcerto.
In un momento Nicola fà un mezzo movimento come a volersi spostare nel sonno, lei per paura che si stesse svegliando in fretta rimette il mostro nei pantaloni e scappa via.
La donna con ancora un gran batticuore si mette a letto, e quando si calma un po’ si rende conto di essere bagnata, era talmente eccitata che si era bagnata come mai prima, anche la fregna aveva dato risposta a quello che gli occhi avevano visto e le mani toccato.
La stessa mano che poco fà aveva ispezionato il pisellone del nipote finisce sulla figa e la donna comincia a sgrillettarsi in modo violento e frenetico e ben presto raggiunge o orgasmo pazzesco. Mai si era masturbata in quel modo e mai aveva avuto un orgasmo simile, il che la porta alla decisione di farsi il nipotino il giorno successivo.
FINALMENTE LA ZIA LO PRENDE
Il giorno dopo la donna non pensa ad altro, il nipote e il suo randello sono il suo chiodo fisso.
Come un’animale notturno aspetta la notte per sferrare l’attacco alla sua preda.
La sera Erminia aspetta che tutti vadano a dormire e poi aspetta ancora, incapace di dormire perché’ il momento tanto atteso si avvicina, e già parzialmente bagnata, e verso la mezzanotte, un’ora dopo che tutti sono andati a dormire si alza e si toglie le mutandine e rimane soltanto con una vestaglia mozzafiato, poi si dirige verso la stanza del nipote, e quando ci arriva fa’ il segno della croce ed entra senza far rumore.
Si siede sul letto accanto a Nicola e prima di svegliarlo lentamente mette la mano sui pantaloni per palpare quello che c'è all’interno, come a voler ancora una volta controllare se quello che ha toccato e visto il giorno prima fosse vero, e quando la mano tocca la bestia la donna fa’ un sorriso malizioso.
Poi da’ una scossa al nipote “Nicola?, Nicoli’ sveglia” e dopo un paio di scosse il ragazzo si sveglia e sorpreso chiede “Ma zia cosa ci fai qui’, cos’è successo?”
“Nulla Nicoli, non è successo niente volevo solo parlarti” – risponde la donna.
Anche se ancora addormentato il ragazzo nota subito l’esuberanza della zia, la vestaglia si era in parte aperta e si vedevano parte delle tettone, pensava stesse sognando.
“Sai...anch’io voglio aiutarti come ha fatto la mamma, ti va’?”
Il ragazzo ancora mezzo addormentato e incredulo non capisce nulla, la donna continua: “Dai bello di zia, voglio farti divertire stanotte…alzati e vieni a sederti qua’”, lo prende per mano e quando si alza di un botto gli tira’ giù i pantaloni. Finalmente ha per intero davanti a se’ il fallo reale: “Porca miseria che roba, dai siediti qua’”.
Lo fa’ sedere su una sedia sulla quale più tardi voleva cavalcarlo, aveva pianificato tutto la donna, meglio cavalcarlo e guidare il tutto che lasciar fare a lui, sennò sarebbero stati dolori.
Finalmente la donna ha tra le mani l’oggetto del desiderio, le mette paura allo stesso tempo, le dimensioni sono eccessive, già a riposo l’organo genitale del ragazzo incute paura.
Da subito la donna eccitatissima prende il pisellone tra le mani e comincia a masturbarlo freneticamente, ben presto ci mette anche la bocca e grazie alla capienza della stessa(la più grande di tutte le sorelle) riesce a metter dentro la cappellona.
Il ragazzo comincia a svegliarsi, e puntualmente pure il suo pene grazie a questo meraviglioso trattamento comincia a svegliarsi, eccome se si “sveglia”.
Il monumentale organo comincia ad indurirsi, aumentando le dimensioni, sempre più grande, sempre più grosso, sempre più duro.
Ormai la bocca della donna, seppur capiente non può più contenere le dimensioni esagerate del glande e lo tira fuori prima che si sloghi la mascella.
Ma il lavoro di bocca non si ferma quì, perché ora ci mette la lingua e gli slinguazza il cannone.
Proprio come aveva fatto la madre, il lavoro della zia non era da meno.
Ormai il pene aveva quasi raggiunto le massime dimensioni e la zia pure lei si lascia andare a commenti caldi: “porca miseria Nicoli’, ora so’ perché la mamma urlava così tanto!”
La paura ora era anche maggiore, ma contemporaneamente lo era anche l’eccitazione, la donna era vogliosa di scoprire i suoi confini, quanta di quella minchia ne poteva prendere? Se lo chiedeva in continuazione mentre continuava con il meticoloso e frenetico lavoro manuale e orale.
Tanto quanto il pisellone era bagnato dalla saliva della zia, tanto lo era la sua figa di secrezioni vaginali, e la donna dopo un bel pò di tempo a giocare con quella bestia di cazzo, si alza, si spoglia, e comincia a posizionarsi sopra il nipote.
“Tu stai bello fermo che il gioco voglio condurlo io, tu pensa solo a tener duro il tuo gran pistolone, hai capito bello di zia?”
Il ragazzo non può far altro che annuire con la testa ipnotizzato dalle bombe di Erminia, che dopo aver tolto la vestaglia sono di fronte a lui in tutto il loro splendore.
Sua madre e l’altra zia erano pure quelle che si possono definire vere e proprie “tettone” ma Erminia era di un altro livello, aveva una massa di tette giganti, che forse come l’organo genitale del ragazzo, potevano considerarsi addirittura abnormi, di sicuro le tette più grandi del paese.
Lei nota l’espressione del nipote e la direzione del suo sguardo… “Ti piacciono?” sorride divertita.
“Ooh si zia, molto” e comincia a palparle mentre lei tenendogli il pene con una mano comincia a scendere, pronta ad impalarsi da sola.
Finalmente il glande fa’ contatto con la figa caldissima ed eccitata della donna, che ormai vuole solo sentirlo dentro.
Erminia si lascia andare sempre di più, lasciano che il suo stesso peso favorisca il lavoro d’entrata e il glande finalmente comincia ad entrare.
La donna nota subito una resistenza sostanziale, la circonferenza del glande è eccessiva, mai aveva provato nulla di simile, la figa si allarga a dismisura.
“Oooh Dioo, uuugh quanto ce l’hai grosso Nicoliii’”
Nella stanza si sentono i respiri intensi della donna alle prese con l’introduzione del mastodontico organo sessuale del nipote, lei decisa a farlo entrare ad ogni costo, ne andava pure del suo orgoglio di donna, se sua sorella era in grado di farlo entrare, allora doveva riuscirci anche lei.
“Sii, aah, dai, facciamolo entrare, dai daiiiii, aaaagh”
E finalmente il glande entra e la donna non può trattenersi di commentare: “OOH! Ooh che roba, uoooh mi spacchi in due!”
Il ragazzo quasi non la ascolta nemmeno, troppo indaffarato a massaggiare le mammelle giganti e succhiare i capezzoli eccitati della zia.
Lui divertito e godente, lei invece dolente battagliando con il suo arpione, ci si doveva abituare a quel coso, l’inizio era tutto tranne che facile.
A denti stretti la donna continua ad impalarsi, pochi millimetri alla volta, ma ne fà entrare sempre di più.
Dopo una decina di minuti almeno, e ulteriori centimetri di massa fallica introdotta, quando le sembra che si fosse abituata almeno in parte, la donna comincia il classico movimento su e giù.
Il respiro si fà più veloce, e anche i suoi “OOH” sono diversi, più lunghi, più profondi, più intensi.
La donna ha un primo orgasmo, uno di quelli come mai ne aveva avuti, grazie al quale diventa ancora più passionale, aumenta la profondità e ritmo.
La sedia, vecchia com’era, comincia a scricchiolare e di parecchio, tanto che lo scricchiolio e quello dei gemiti di Erminia che aumentano di volume, svegliano Maria, la cui camera non era molto distante.
Non ci volle molto per capire che l’arnese del figlio era di nuovo in azione, e probabilmente con sua sorella Erminia, considerando di cosa avevano parlato il giorno prima.
Il ritmo della scopata continua ad accelerare, Erminia ha orgasmi in continuazione, geme di piacere, ulula, non si ferma mai, il ragazzo gode pure, la buona zia ormai con una bella parte di minchia che si prende e con un buon ritmo, lo fa’ godere di brutto.
Anche Maria a sentire il tutto si eccita parecchio: “Te lo stai gustando eh Erminia? In fondo meglio così, la mia figa ha ancora bisogno di recuperare”.
Erminia dopo un numero infinito di orgasmi, ognuno dei quali le tocca persino l’anima, è esausta ma continua a cavalcare sperando che il nipote venga presto, ma ad un tratto lui la prende, la alza e la butta sul letto e la mette alla pecorina.
Voleva fotterla come ha fatto con la madre, ai suoi ritmi, come piace a lui.
La donna si gira e lo guarda con uno sguardo misto tra sfida e paura, ma non dice nulla, in fondo Maria era stata presa da dietro e pure lei non voleva essere da meno.
Il ragazzone prende con una mano la sua minchia gigante e la porta all’ingresso della figa, ed entra senza un minimo di delicatezza.
La profondità e il ritmo sono da subito molto impegnativi per la donna, e il ragazzo dopo ogni minuto ne aumenta l’intensità.
Dopo poco a causa della la potenza devastante dell’attributo a quei ritmi e profondità, la donna raggiunge il limite massimo di sopportazione.
Erminia per corporatura era la “più grande” di tutte le tre sorelle, piuttosto alta, larga di spalle, larga di fianchi, tutta in carne, insomma un vero e proprio “donnone”, ed era anche la più capiente, non facile da soddisfare sessualmente, ma neanche lei aveva la forza e la resistenza necessarie per contenere la potenza sessuale del nipote, scopata in quel modo proprio no.
E così via con le solite urla, Erminia che comincia a citare tutti i santi e pregare in sé che quel supplizio finisca presto.
Il rumore aveva svegliato pure Daniela che da vera pervertita, era già alla porta per sentire meglio o per sperare di dare un’occhiata.
Le urla di Erminia erano chiaramente di dolore, e mentre Maria provava pena per la sorella e pure lei pregava che Nicola finisse presto, Daniela si gustava la scena della sorella che veniva martellata senza alcun riguardo.
Infatti Daniela aveva una mano nelle mutande e commentava a bassa voce: ”Dai fottila così, ficcaglielo dentro ancora…siii cosiii…ahah te lo godi ora sorellona?! dacci dentro Nicola!”
E il nipotino ci dava dentro eccome…
Erminia eroicamente resiste, cerca di farlo in tutti i modi, stringe le lenzuola, stringe i denti, urla di qua’, urla di là, ma quell’organo infernale non ne vuol sapere di spruzzare una buona volta.
Nicola se la sbatteva di santa ragione
Ormai Erminia urlava tanto da far tremare i muri, e alla fine la poveretta deve alzare bandiera bianca, mette una mano sull’addome del nipote infoiato e lo fa’ smettere giusto per pregarlo:
“ti prego Nicoli’, non ce la faccio più, la zia non ce la fa’ più amore!”
“fa’ male amore di zia, capisci? Sei fottutamente enorme e ci dai dentro come un forsennato!
Hai distrutto pure tua madre in questo modo, dovrai imparare ad essere più gentile, ne parleremo domani!”
Ora dai che ti faccio venire, vuoi finire come hai fatto con la mamma? Ti va? Dai ti pregoo..”
E il ragazzo accetta, gli piaceva spruzzare sui seni, le tettone di zia Erminia erano più grandi di quelle della mamma e l’idea di spruzzare pure su quelle lo eccitava parecchio.
Erminia si mette in posizione e lo incita proprio come aveva fatto la sorella:
“Dai bello suu, vienii, voglio sentirla tutta sulle mie gemelle!”
Il ragazzo si masturba l’asta a velocità inaudita e ben presto comincia il fiume di sborra.
Le tette della donna vengono impastate, i getti sono così potenti e un paio di questo colpiscono la donna sui capezzoli ancora eccitati e lei impazzita lo incita ancora: “Siiii così, guarda che spruzzate, ooh madonna Nicoliii quanta ne faiii…”
Quando gli schizzi diminuiscono di volume e intensità Erminia glielo prende in mano e mette gran parte della cappella in bocca succhiando più forte che può. Voleva gustarsi quel nettare così abbondante e intenso di odore, di conseguenza gli succhiò le ultime gocce inghiottendo tutto.
Erminia tutta sudata, e ricoperta pure di sborra, si alza e confessa al nipote: “E' stato magnifico, ma devi imparare a fare l’amore, non quello che fai tù, con un arnese come il tuo si deve fare attenzione, domani io e la mamma te ne parleremo. Buona notte stallone!” e se ne va’ dandogli una bacio.
E chissà che da allora Nicola di poco a poco non imparò ad essere più bravo con le donne e non farle soffrire così tanto?
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MDingo30,
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Lo stallone del paese parte 1
1. INTRODUZIONE
Storia che inizia prima della seconda guerra mondiale in u paesino sperduto in Sicilia dove nel 1932 da genitori contadini nasce un bel figlioletto. Non ci sono state complicazioni durante il parto e il piccolo sembra sano anche se c'era un 'piccolo' dettaglio che già dava nell'occhio - erano i genitali del piccoletto ' il pene era il doppio di quello che era considerato 'normale' per un neonato. I genitori comunque per nulla preoccupati anzi orgogliosi del piccolo pensando 'un giorno farà la felicità di tante ragazze'. In realtà il ragazzo aveva quello che si definisce un megalopene o chiamato anche macrofallo ' per definire un membro virile eccessivamente sviluppato, che nel caso suo era causato da un eccessivo sviluppo di certi ormoni. Gli anni passano e il ragazzo cresce, anche parecchio, a causa degli ormoni a mille, che gli provocano un certo tipo di gigantismo, non eccessivo nella corporatura in generale ma comunque agli organi genitali sì, che pure continuano a crescere, ma in modo eccessivo. La madre, durante gli anni nei quali ancora lo lavava, notava il suo pisellone pensando infatti qualche volta che era veramente superdotato. Dopo i 7-8 anni la madre comunque non lo vide più nudo, dopo che il figlio incominciò a lavarsi da solo. Arriva la guerra e tutti gli uomini del paese vanno al fronte, incluso suo padre e gli zii. A fine guerra in pochi tornarono a casa, ma i maschi di casa non erano tra i fortunati. Di conseguenza starà al ragazzo diventare 'l'uomo di casa', trovandosi a vivere con 3 donne mature, sua madre e le due zie. Tutte e tre avevano uno specifico 'tratto di famiglia' ' erano tutte tettone. Sua madre Mariagrazia aveva una quinta misura, la zia Daniela una sesta, e la zia Erminia addirittura una settima.
2. LE PRIME MASTURBAZIONI E RAPPORTI
Il ragazzo come tutti i ragazzini che si sviluppavano ad una certa età aveva impulsi sessuali e cominciarono le prime masturbazioni. Le 3 tettone in casa di certo non era di aiuto, tutt'altro. Quando si parla di 'accoppiamento', durante l'adolescenza il ragazzo poté assistere più volte a quello del regno animale, alla fattoria avevano anche uno stallone e una giumenta e lui fu' colpito dalle dimensioni del membro del cavallo e dal modo in cui montava la giumenta. Più volte pensò 'anch'io potrei metterglielo dentro come lo stallone'. Nella sua testa l'idea di 'farsi' la giumenta gli frugava sempre più spesso, finché un giorno arrappato come mai, decise di passare all'azione. Entra nella stalla, si cala le braghe e ne esce fuori un pisello fuori misura, per niente adatto ad un ragazzino della sua età. Poi comincia a masturbarsi e il pisello comincia ad indurirsi e a crescere ulteriormente fino a diventare un cilindro di carne che oggi ogni attore porno invidierebbe. Poi infila il pisellone nella giumenta e comincia ad andare avanti e indietro proprio come faceva lo stallone, e dopo pochi minuti eiacula nella giumenta. Fu così che iniziò a fottersi la giumenta, e continuò per diversi anni durante i quali il suo pisello continuò a crescere a dismisura. Poco ne sapeva il ragazzo che il suo arnese era di dimensioni record, ma proprio da record mondiale. A sviluppo terminato era praticamente un fenomeno da baraccone. Il ragazzo era comunque un bel vedere, alto, muscoloso e ogni ragazza ma anche le donne mature del paese gli davano sempre occhiatine speciali. Dai 16 anni cominciò a frequentare le ragazze, e un giorno poco dopo aver compiuto i 18 anni gli si presenta la prima occasione di scopare con una bella ragazza ma questa si rifiuta dopo che Nicola si sfilò i pantaloni e gli mostrò il suo esagerato pisello. 'Questo portalo a tua madre! Mostro!' ' furono queste le ultime parole della ragazza impaurita prima che se andasse a gambe levate. La stessa cosa continuò a ripetersi con le successive ragazze e per giunta un paio di loro gli rifilarono la stessa battuta: 'Sei deforme! Questo lo porti a mamma tua che te l'ha fatto!' Dopo l'ennesimo rifiuto il ragazzo cadde anche in depressione. Ben presto in paese si diffusero voci della 'dotazione' del ragazzo e tutte le ragazze lo guardavano come un mostro. Voci che giunsero persino a sua madre e alle zie. Così un giorno la madre decise di parlargli...
3. LA SCOPERTA DELLA MADRE
Toc!Toc! Nicola sente bussare alla porta della sua stanza. 'Posso entrare amore?' ' era sua madre. 'Ma certo mamma entra. Cosa c'è?' La madre si siede sul letto e lo chiama a sé: ' Vieni siediti qua accanto a me. Dobbiamo parlare' Lui fa quello che gli chiede e si siede accanto a lei... 'Di cosa mamma?' 'Sentii...come va' con le ragazze?' L'espressione nel volto del ragazzo cambia immediatamente, mettendo in evidenza imbarazzo e tristezza allo stesso tempo. 'Cos'è questa faccia? Dai è evidente che c'è qualcosa che non va', tempo fa ti vedevo con parecchie ragazze e ora da un bel po' di tempo zero ragazze. Cosa c'è che non va?' Il ragazzo con lo sguardo triste non risponde e la madre cerca di spronarlo. 'Dai parlami, sono tua madre, puoi dirmi qualsiasi cosa, sono qui per aiutarti' Il ragazzo finalmente decide di aprirsi un po'. 'Nessuno può aiutarmi, sono un mostro!' La madre preoccupata: 'Ma quale mostro? Sei un bellissimo ragazzo, dovresti piacere a tutte le ragaz...' 'Sono deforme!' la interrompe lui. 'Deforme? Ma in che senso deforme? Ma di cosa stai parlando?' 'No dai mamma lascia stare...' La madre si alza e si mette in ginocchio di fronte a lui. 'Ora stammi bene a sentire, non me ne vado da questa stanza finché non mi avrai spiegato perché pensi queste cose! Hai capito?!' Il ragazzo timidamente annuisce con la testa. 'Va bene ora dai parlami per Dio!' 'Sono...deforme'laggiù'! indicando la zona inguinale. 'Intendi dire il tuo...pene?' Il ragazzo di nuovo annuisce senza parlare. 'E cosa ci sarebbe che non va' con il tuo pene?! Fino ad una certa età ti ho lavato e per quanto mi ricordo era tutto a posto, anzi, mi ricordo che era anche un po' grosso per la tua età' gli dice con una piccola risata. Scena muta, il ragazzo non parla... 'Dai voglio vedere!' 'Ve'vedere cosa mamma?!' il ragazzo chiede quasi impaurito. Non avrebbe potuto sopportare che anche sua madre gli confermasse che era un mostro. 'Il tuo pene sciocchino! Alzati dai!' Il ragazzo comunque obbedisce e si alza. 'Ora calati i pantaloni!' 'No mamma dai mi vergogno!' 'La mamma di Cinzia mi ha detto che davanti a sua figlia non ti vergognavi mica così tanto, e ora ti vergogni di me?' 'Ma mamma...lei come tutte le altre mi ha detto che sono un mostro, che non scoperò mai, mi ha detto questo portalo a mamma tua' 'Infatti mamma è qui tesoro'senti, ormai sei un uomo, non dovresti vergognarti davanti ad una donna, te lo dirò io se va tutto bene con tè, lascia stare le ragazzine, te lo dirà mamma se va tutto bene amore. Dai giù con i pantaloni!' Il ragazzo ancora bloccato se ne sta' impalato e la donna continua a spronarlo in tutti i modi. 'DAI FAMMELO VEDERE!' 'Dai non essere così timido, dai fai vedere cos'hai alla mamma, dai... fammi vedere cos'hai!' E ancora: 'Dai amore fai vedere alla mamma cos'hai quaggiù, fammelo vedere tesoro!' Sembra tutto inutile e cosi la donna decide di prendere la situazione 'in mano'. 'Allora faccio io!' E comincia a slacciargli i pantaloni e a tirarli giù insieme ai boxer. Lui la lascia fare. Davanti alla donna si presentano i primi centimetri di pisello e il volto della donna cambia immediatamente. Rimane subito colpita dalla circonferenza del pene, grossissimo, porca miseria se era grosso, si vedeva che era ancora a riposo ed era grosso quasi quanto l'avanbraccio della donna. Notevolmente impressionata continua a tirare giù e continuano ad accumularsi i centimetri e centimetri di pisello extra large. Super extra extra large. La donna non può non esclamare un timido 'O mio Dio!' ma continua a tirare giù pantaloni e mutande, decisa a trovare la fine di quel mostro. Finalmente dopo un tempo che le sembrò interminabile ed in vicinanza di una decina di centimetri dal ginocchio del figlio, finalmente si presenta la cappella ' gigantesca, ben più grossa de fusto del pene. Il ragazzo aveva un pisello di dimensioni esagerate. Gli occhi della donna rimangono fissati su tanto anzi troppo ben di Dio, e per buoni 30 secondi senza dire nulla, con la bocca aperta a confermare lo stato di incredulità. Poi gli alza i pantaloni e alzandosi pure lei comincia a consolarlo: 'Amore c'è l'hai bello grosso sì ma le ragazzine non possono apprezzare un pene grosso come il tuo, è normale che si spaventano, sono inesperte, vedrai che un giorno con una donna più matura non avrai questi problemi. Non ti preoccupare amore mio, vedrai che si troverà una soluzione, te lo prometto...' e poi esce turbata dalla stanza del figlio. La stessa notte la donna trova difficoltà' a chiudere occhio pensando al figlio e al suo uccello mastodontico. Si domandava se il ragazzo fosse consapevole di cosa aveva tra le gambe, e se in effetti mai avrebbe trovato una donna disposta a fare l'amore con lui, sì ma quale donna sarebbe disposta a farsi penetrare da quell'arnese? Poverino, tanti si preoccupano perché c'è l'hanno piccolo e lui invece aveva problemi perché c'è l'ha troppo lungo. Si chiedeva se addirittura gli si alzava, considerata la mole del cosone ne dubitava fortemente. Da buona madre era lei che doveva aiutarlo, era lei che doveva sacrificarsi, cominciando a controllare se l'incredibile arnese funzionava...
4. LA SOLUZIONE
L'indomani il ragazzo andando a cena avvicinandosi al tavolo vede le tre donne parlare sottovoce e in maniera abbastanza animata, sua madre con le mani indicava qualcosa alle sorelle. Era troppo lontano per vedere bene e sentire, in realtà le donne parlavano del suo pisello, eh già la donna non poteva non dirlo alle sorelle. Giù con i particolari: 'C'e l'ha enormee!, Lungo così(indicandola con l'indice delle due mani una lunghezza smisurata che faceva venire il nodo alla gola alle due zie) e grosso tanto(indicando con indice e pollice ma di nuovo con entrambe le mani una larghezza impossibile) e non c'è l'aveva neanche duro!' Vedendo avvicinarsi il ragazzo, le donne cambiano immediatamente argomento e le due zie fissano il loro sguardo tra le gambe del nipote. La cena trascorre in un strano silenzio, e Nicola nota che le donne lo guardano in un modo strano, come non lo avevano mai guardato, non ci capisce nulla poverino. Un'ora dopo finita la cena le due zie bussano alla porta del nipote. 'Cosa c'è?' ' chiede il ragazzo 'La mamma vuole vederti!' ' risponde zia Erminia. Nicola non ci capisce niente e domanda il perché, e zia Erminia risponde: 'Lo vedrai bello di zia, dai è nella camera da letto che ti aspetta, mi raccomando fai il bravo!' e gli dà un'occhiatina. La zia Daniela aggiunge: 'Tieni duro stallone!' e le due si fanno una bella risata maliziosa e se ne vanno. Il ragazzo confuso si dirige verso la stanza della madre non capendoci niente. Entra nella stanza della madre che sta seduta al bordo del letto vestita soltanto con una vestaglia da notte, che metteva in risalto le bellissime cosce della donna ed un decolleté pazzesco che faceva vedere gran parte delle bombe. 'Nicola vieni, vieni qua'' Il ragazzo si avvicina alla madre e lei mettendo una mano sulla zip del figlio gli dice: 'Ricordi cosa ti ho detto ieri? Che ti avrei aiutato...' e comincia a sbottonargli i pantaloni. Libera quel cazzo pauroso e afferrandolo alla base, ne percorre la lunghezza con la mano. 'Mio dio amore com'è grosso '' Poi la donna si alza e mette a sedere il figlio e poi si inginocchia tra le sue gambe. 'Per prima cosa vediamo se ti funziona...' e glielo prende in mano cominciando a masturbarlo lentamente prima con una mano poi con entrambe. Il ragazzo comincia a godere e lei comincia ad incitarlo: 'Così cosii lasciati andare, fa' tutto la mamma, rilassati'' Per segare quella mostruosità ce ne sarebbero volute più di due mani, ma il ragazzo gode come non ha mai goduto in vita sua. Il mostro comincia a crescere... La donna lo incita: 'Bravo, bravo, fallo andare suu, fattelo rizzare, mandalo su per la mamma, falle vedere quanto sei maschio! Fammi vedere come lo mandi su' dai!' E gli si stava rizzando eccome! 'Oooh mammaa..' ansimava lui...e il pene continuava s crescere, ad allungarsi, ad indurirsi , a diventare anche più largo... 'Mmm bravo cosiii, ti sta diventando durissimo...' La donna prese a baciare e leccare quella cosa enorme che mai le sarebbe entrata in bocca. Febbricitante cominciò a muovere la testa a scatti, si scopò la bocca con quel poco che riusciva a mettere dentro la bocca. Comincia a fargli un lavoro di bocca, di labbra, di lingua, leccandoglielo con gusto dalle palle al glande, insalivandolo tutto, ormai pieno di saliva la faceva impazzire ancora di più vedendolo tutto luccicante. 'Ti piace quello che ti fa la mamma mmh? Ti si rizza eccome!' L'immane palo continuava a crescere in lunghezza e larghezza!!!! 'Bravissimo, ti funziona alla grande! Hai un arnese che ti funziona a meraviglia!!!' Poi la donna si alza e mette giù le spalline della vestaglia facendo scendere la parte che le ricopriva le tettone e a petto nudo scende di nuovo verso il palo di carne del figlio. 'Adesso ci mettiamo anche le gemelle...' e glielo mette tra quelle tette enormi, gli fa una spagnola pazzesca, e siccome il pisellone è talmente lungo esce dalle tette e la cappella gigantesca le arriva ad altezza della bocca, e allo stesso tempo gli succhia la punta. Subendo quel trattamento incredibile, non ci volle molto perché il ragazzo megadotato sfoderi la massima erezione di quel membro esagerato. 'Mmm sei durissimo, bravo amore di mamma, alle donne piace quando è duro!' La donna ammaliata da quel palo perde qualsiasi inibizione e si lascia andare a frasi di apprezzamento: 'La madonna che tarrello che hai...sei enorme...con questo sfondi anche una vacca...' E così quel gioco di tette, mani, lingua e bocca durò per una buona mezz'oretta, durante la quale lei giocò con il membro del figlio in tutti i modi possibili, lo leccava come un'assatanata, ci metteva talmente tanta di quella saliva che gli colava sui coglioni. Al ragazzo sarebbe bastata soltanto quella visione del membro tutto luccicante insalivato dalla madre a farglielo diventare duro. Le sue mani che scivolavano sull'asta piena di saliva, facendo suoni bagnati, poi i baci su tutto il cazzone, una sinfonia di suoni perversi. In certi momenti la masturbazione addirittura si fece violenta, glielo stringeva parecchio con la mano e la sua lingua non si staccava mai, non c'era un millimetro asciutto del cazzone, tanto lo slappava. Lei si stava divertendo con le sue fantasie masturbatorie su un membro smisurato facendogli mille versioni di masturbazione, una mano su tutta la lunghezza dal pube vino al glande suu e giuu suu e giuu su tutta la lunghezza dell'asta. Poi a due mani su e giù per l'intera asta, poi tutto il membro solo con la lingua, poi se lo sbatteva sulle labbra e sulla faccia, che roba, l'avrebbe fatto diventare duro ad un impotente. Prima di smettere e passare alla 'fase successiva' glielo tiene alla base e lo guarda per un paio di secondi, il pene è esageratamente lungo, grossissimo, è enorme, gigantesco, smisurato, mastodontico e con le vene in rilievo che lo fanno sembrare ancora più animalesco. Il pene nonostante la mole riesce a puntare verso l'alto, imponente e massiccio. Anche la prostituta più spanata del mondo avrebbe avuto paura di quel palo, in effetti anche la madre aveva paura, ma era pronta a soffrire pur di svezzare il figlio e farlo godere.
5. LO SFONDAMENTO
Finalmente quando smette di segarlo, la donna si mette alla pecorina e lo invita a penetrarla: 'è ora di diventare un vero uomo amore, dai stallone fammi vedere cosa sai fare, fammi vedere come lo usi!' e girandosi prende on una mano il membro del figlio e lo pilota all'ingresso della fica. 'Prima di venire devi avvertirmi!' 'Si 'mamma' 'Dai spingi ora!' lo incita la madre. Lui comincia a spingere leggermente ma è inutile, la cappella è gigantesca, non ci entra. La fica si allarga ma non abbastanza e ne segue il primo 'Oooh' della donna, uno dei tanti di quella notte. Era proprio una questione di dimensioni, parliamo di un'arma dalle dimensioni veramente fuori scala. La donna voleva far penetrare il figlio ad ogni costo, non smette di incitarlo: 'Dai amore di mamma, spingi! Spingi! Spingi con tutto te stesso!' E così il ragazzo spinge sempre più forte, la fica continua ad allargarsi e la donna continua con l'incitamento vocale alzando anche il volume, quasi ad urlargli 'Daaii spingiii, ooh, mettilo dentroo, oooh...' Il ragazzo ormai stufo comincia a spingere al massimo ed ecco che la fica della povera donna non può che cedere davanti a quel maglio di carne. E così la cappellona mostruosa finalmente entra, allargando la fica quasi al punto di rottura, in effetti procurando micro lacerazioni sulle labbra vaginali e all'interno. Gli occhi della madre strabuzzarono fuori dalle orbite, avevano appena cominciato e già se la sentiva spaccare, era come il parto all'opposto! Già la spaccava in due, per far entrare il glande grande come una mela doveva allargargliela praticamente fino al punto di rottura. La donna non può contenere i commenti: 'DIIOOO è ENOR....OOOOHOOH!!' Ed ecco che il ragazzo comincia a lavorare di istinto, proprio come faceva con la giumenta, avanti e indietro. Solo che con l'animale il suo arnese scivolava dentro molto più facilmente e riusciva a metterlo tutto dentro, voleva fare altrettanto con la madre ma era tutto molto stretto, riusciva a malapena a muoverlo di pochi centimetri avanti e indietro. Le spinte del ragazzo infuocato non calano d'intensità, anzi non smette mai di spingere come un ossesso e poco a poco la fica cede ulteriormente territorio al palo di carne che sfascia tutto davanti a sé. Il suo pene rompe, rompe tutto ciò che gli si para davanti, ad ogni botta la lacera sempre di più. La povera donna continua ad urlare sempre di più, ma al ragazzo non importa, anzi le urla sono più un incitamento per lui. Infatti le urla della povera madre cominciano a farsi sentire anche nelle stanze delle due zie. Daniela viene nella stanza di Erminia e le due cominciano a commentare i suoni provenienti dalla stanza della sorella alle prese con il figlio: 'Mi sa' che l'arnese di Nicola funziona alla grande eh? Eheheheh' se la ride Daniela. Le grida della donna si alzano di intensità e sempre Daniela: 'Wow mi sa' che Mariagrazia se lo sta beccando per bene eheheh!' Erminia: 'Ma la senti? Mi sa' che le sta facendo male!' Daniela: 'Dani andiamo a dare un'occhiata!' e le due si dirigono verso la camera dell'incesto. Arrivate spiando dall'enorme buco di una vecchia serratura la scena che si presenta alle due donne e a dir poco pazzesca. Una donna a pecorina e il figlio da dietro che la penetra con un arnese fuori misura. Erminia: 'Oh mio Dio!' Daniela: 'Wow! Poverina la nostra sorellina ehehehe!' I commenti di Daniela sono sempre un po' piccanti e quasi a sembrare un po' sadica godendo a vedere la sorella spanata per bene. Erminia: 'Ma le sta facendo male!' Daniela: 'E certo che fa male, guarda che arnese infernale che c'ha, ahahaha' Il ragazzo ormai l'aveva quasi sfondata completamente, raggiungendo profondità mai raggiunte da un pene. La povera donna sentiva zone dentro di sé che non sapeva di avere, e non era mica tanto piacevole. Ma spinta dopo terribile spinta, il ragazzo eventualmente raggiunge il fine corsa, con tanto di pene che gli rimane fuori, una massa di centimetri che mai sarebbero entrati. La madre si era sacrificata per completo, accogliendo tutti i centimetri che il ragazzo le aveva spinto dentro. Il ragazzo nonostante avendo raggiunto il fine corsa, dava ancora botte di cazzo pazzesche, per lei era come se le stesse dando botte allo stomaco. Le urla della povera donna ormai si fecero disperate, e quando riusciva a trovare aria ne urlava di tutte, c'è n'erano di tutti i colori: 'AAAAAAH MADONNA SANTISSIMAA' 'DIO CHE BOTTE!' 'DIOOOOOOOO' 'Dio che cazzone che hai, dio che cazzone'' 'Mi sfondi, mi sfondi tuttaaaa!' 'C'è l'hai enormeee!!!' Ma lui continuava a spingere e spingere, a trivellarla sempre di più, sempre di più con quel cazzo di spropositata misura. ''Dioooo santo come monti, monti come uno stallone!!!' ' gridava la donna disperata. E così continuava a sbatterla come un forsennato, e lei che gridava come una pazza isterica. Urlava come una matta, quel megalopene la stava sventrando come un pollo allo spiedo... le rovistava il corpo senza tregua. Ormai la donna non capiva più nulla' dimenava la testa a destra e a sinistra, cercava di contenere il dolore in tutti i modi possibili, inalando l'aria attraverso i denti stretti con una mano stringeva le lenzuola, mentre con l'altra mano sbatteva a pugno chiuso sul letto. Il letto cigolava a mille, il ragazzo sembrava una locomotiva, BAM, BAM, BAM inesorabile spacca la madre, gliene dava di santa ragione. Sembrava che da un momento all'altro il pisello del figlio le debba uscire dalla bocca. Infatti la solita Daniela commenta: 'Guarda quanto gliene ha spinto dentro, tra poco gli esce dalla bocca!' Il pene, sebbene fosse fuori misura, era stato menato con ben pochi riguardi. Per fortuna della donna cominciarono gli orgasmi e, insieme al dolore pazzesco almeno provava un certo tipo di goduria. Ed erano orgasmi che mai aveva provato in vita sua. Che orgasmi della madonna. La povera donna ormai urlava tanto forte da sentirsi raschiare la gola dalle sue stesse grida, infatti, ad un certo punto smise pure di urlare perdendo gran parte della voce. Ormai l'attrezzo di distruzione le aveva fottuto anche il cervello. Urlava frasi sconnesse insieme a suoni disarticolati: 'Porca troia....enorm....aaah...spacchi...woooh....santo idddio...amore...gaaaah!' Per fortuna sua il tutto non durò a lungo perché il ragazzo finalmente annuncia: 'Mamma sto' per venire!' La madre sottovoce e con la voce roca dice : 'Finalmente grazie a Dio non ce la facevo più' La donna si butta in avanti per far uscire quell'interminabile proboscide dalla fica ormai rotta, sfondata, slabbrata ed aperta come mai lo era stata. Gli si mette davanti in ginocchio e lo incita a venire con quel poco di voce che le era rimasta: 'Dai vieni amore, vieni...' e lo masturba con entrambe le mani...'Dai, Dai, vieni...' 'Dai spruzza tutto sulla mamma...' Il ragazzo ad un tratto si prende il pisello con entrambe le mani e la madre spostando le sue si prende le tettone in mani pronta a ricevere la sborra del figlio. 'Siii figliolo daii...' Ora è il ragazzo ad urlare e con un 'aaaah' dal mostro escono i primi schizzi di sborra. Più che schizzi era come se pisciasse sborra. Il ragazzo esplode ma non come un normale uomo. Schizzi che durano decine e decine di secondi. Eiaculava come una fontana, schizzi dopo schizzi, sulla faccia della madre, nei capelli, sulle tettone, sembrava non dovesse finire mai. 'Sii amore sii cosii bravooo, Dio quanta ne fai'' La sborra è bollente, caldissima e densa, altri schizzi ancora devastano le sue tettone e lo sperma inizia a colare dalle bombe della donna. Era come se aveva sborrato un cavallo, e il ragazzo a fine sborrata si butta sul letto sfinito. La donna, poverina, lei che era veramente sfinita e pure dolorante si sdraia anche lei e con le ultime energie e quel poco di voce rimasta dice al ragazzo: 'Sei stato magnifico, fantastico, ora vai a dormire in camera tua'. Il ragazzo si alzò, prese i suoi indumenti e andò in camera sua. Le zie entrarono poco dopo nella stanza della sorella distrutta, la ripulirono e la misero a letto. Il giorno dopo Mariagrazia non poté nemmeno camminare perché quasi svenne dal dolore alla fica quando cercò di alzarsi, e così per un paio di giorni fu' aiutata dalle due sorelle. La donna continuò a sacrificarsi per la gioia di suo figlio, e così fecero pure le due zie aiutando la povera madre a non essere sempre lei il solito 'pollo allo spiedo', sacrificandosi anche loro.
E così il ragazzo se le sbatteva a turno, tutte allo stesso modo, senza pietà.
FINE
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5 years ago
MDingo30,
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La maestrina "2" parte
Chi ha letto la prima parte capisce quello che vi racconto ora.
Finalmente vedo che spegne la luce Olga..e a quel punto capisco che tutto quello che mi era passato per la testa è svanito...cerco di dormire anch'io...è difficile ma ci provo.....il camino dà gli ultimi colpi di calore e dorme anche lui...incomincia a fare un freddo della madonna....
Olga aveva il suo bel piumino d'oca a me una coperta che avevamo trovati in casa zero caldo...ora il problema era il freddo no il sesso...
Mi rannicchio di lato mi aggroviglio a dx e poi a sx ma ho troppo freddo....non so come risolvere il problema la legna era finita..e allora con un coraggio da leone chiedo a Olga come fare fa un freddo che non riesco a prendere sonno...e Lei placida e ingenua mi dice che se vuoi e non farti venire idee puoi dormire nel lettone sotto il piumone... non finì di dirlo che stavo già nel lettone-
Premetto che io quando dormo non riesco a star fermo più di 5 minuti mi giro a dx e poi a sx e poi a pancia sotto etc....
L'affare mica si era calmato anzi con il calore era diventato più potente..e nel fare tutti questi movimenti immancabilmente un pio di volte sfiorò il culo di Olga o le cosce che nel frattempo si erano denudate...Lei faceva finta di dormire...io altrettanto poi piano piano mi avvicinai e mi misi a cucchiaio dietro di Lei...
Avevo un cazzo duro ma duro che neanche una sega elettrica lo tagliava...le chiesi scusa ma avevo troppo freddo e lei disse che andava bene..incominciai a stringere i fianchi e poi allungai le mani sul seno i suoi meravigliosi capezzoli mi fecero sussultare che Lei mi disse se vai di questo passo non solo mi rompi il pigiama ma anche qualche cosa che non deve avvenire...quindi fai il bravo....
Ok Le dissi ma fammi stare vicino a te...ok mi rispose....ma la cosa durò pochi minuti che Lei ribadì...
Ma domani abbiamo lavoro se andiamo avanti così sarà una nottataccia..e intanto mi aveva afferrato il cazzo con la mano senza voltarsi e mi disse se ti faccio una sega poi dormiamo...accettai subito...e intanto che mi segava incominciai a sussurrare nell'orecchio quello che Le avrei fatto....Lei nel frattempo aumentava il ritmo con l'intento di farmi arrivare.....dovete sapere che ho una resistenza da far schifo...me lo masseggiava lungo tutto l'asta...me lo scapocchiava...lo stingeva..lo buttava a destra e poi a sinistra ma sentiva che diventava sempre più duro e allora con una mossa rapida si girò e lo prese in bocca...ma non solo la capocchia in un baleno l'intero cazzo sparì nella sua bocca per poi apparire fino al glande per poi sparire di nuovo..lo baciava e lo leccava come un gelato...ci sapeva proprio fare...mi stava facendo impazzire....
Smise un secondo e mi disse...ti piace..non riuscivo a parlare ma solo a mugolire ma capì che mi piaceva...
incominciava a fare caldo il piagiama di Olga sparì e anche il mio box..incominciò a strofinarlo sulle tette sui capezzoli a farmi una spagnola aveva due tette"terza" abbondante che nonostante le mie misure spariva quando le univa e mi segava.....allungai le mani le prese in mano la fica..era bagnata..era un lago pensavo che si era pisciata addosso talmente bagnata che era....le sussurrai che era un peccato non metterlo nella fica...egià disse Lei non si può non hai preservativo e non prendo pillola..e quindi è rischioso e non ci pensare.....ma una ripassatina di lingua te lo permetto....non finì la frase che avevo gia la fica in bocca in mezzo alle sue gambe aperte aperte come una spaccata da ballerina gli passavano la lingua in mezzo alle labbre grandi e piccole e mi succhiavo il clito da farla impazzire......
La sentivo che si lasciava andare e diceva ecco cosa cercavo che quello stronzo non mi dava e giù fiumi di sborra in bocca,leccavo succhiavo ma non riuscivo a stargli dietro...e allora dalla fica sono passato a leccare il culo ho infilato dentro prima un dito poi due e avendo la strada aperta la lingua calda e unta si era inarcata come un'arco..non ne pote più stava perdendo il lume della ragione...ma per non far succedere qualche casino..la rivoltai e gli puntai la capocchia del cazzo sul sfintero anale che nel frattempo si era aperto comer una bocca....nell'orecchio allora gli sussurai" non posso venire con una sega...non posso venire con un bocchino...non posso venire con una spagnola...non posso venire nella fica che non si può.....silenzio da parte mia...e allora Olga mi disse ma mi puoi spaccare il culo che non rischiamo niente...quando finì la frase almeno 10 cm già era dentro...nonostante che era umida della mia lingua e dei suoi umori facevo fatica an entrare tutto...sentivo e capivo che ne voleva dentro il più possibile e allora ho incominciato a lavorare bene dentro e fuori e ogni volta che entravo un centrimetro in più senza staccarmi da Lei la mise alla perorina le aprii le gambe e con un colpo secco lo infilai fino alle palle restai dentro di Lei per almeno 5 minuti senza muovermi con Lei che fremeva e si agitava in preda a un deliliro che sembrava spasimi di un ossessa...ma quando sentii che aveva sborrata di nuovo e si era rilassata...iniziai io a martellarla andai avanti per un buon 20 minuto dentro e fuori solo di capocchia e con tutto il cazzo nel culo...fino a quando mi implorò di farla finita che non c'è la faceva più a quel punto con tutto quello che mi aveva dato l'accontentai gli sborrai nel culo almeno mezzo litro di sborra che riuscii a trattenere per evira che entrasse in fica con tutte le conseguenze.....estrassi il mio cazzo durisso ancora...andò a lavarsi e quando torno' mi confesso' che senbrava di avere la diarrea talmento lo spermo che le usci dal culo...mi alzai e andai a lavarmi anch'io...tornai a letto e ci addormentammo abbracciati fino alla mattina e dopo quella notte ho vissuto con Lei per 5 mesi fino al trasferimento.....Lei nel frattempo aveva presa la piccola e abbiamo fatte delle belle chiavate con sborrate in fica...un ricordo che ance duro.
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5 years ago
carlosolo,
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La maestrina
Mi presento ero un giovane impiegato venuto dal sud.....ebbi come incarico un ufficio pubblico in un paese vicino Domodossola" non sapevo neanche dove si trovasse" mi trovo catapultato in questo piccolo Comune e alloggiavo in una piccola pensione...non c'era mezzi di trasporto..non avevo auto...avevo solo le gambe.
In quel comune c'era il municipio e una scuola materna piccola con pochi bambini gestita da una bella maestrina di Catanzaro anche Lei catapultata in questa situazione...
Facemmo amicizia presto,compagni di ventura..anche Lei fissa ed immobile senza auto....
Era gennaio e quel giorno mi sono attardato per completare una pratica che non riusciva a mettere a posto e non guardando l'orologio ho perso l'unica corriera che mi portava alla pensione...ormai buio in montagna...distante quasi 10 km...un freddo da non credere con qualche fiocco che cadeva...
Bhe rassegnato penso di passare la notte nell'ufficio e di arrangiarmi alla meno peggio...e intanto che passavo in rassegno come procedere...passa la Maestrina"Olga" che mi saluta e mi chiede cosa faccio ancora in ufficio...in 5 minuti spiego tutto..e Lei guardando la mia espressione legge tutto il mio sconforto.
Perciso che Lei Olga abitava sul posto in una bella casetta che aveva preso in affitto..e senza pensare due volte mi invita a casa sua sia per cenare...che per dormire...ci arrangeremo in qualche modo fu la sua ultima proposta se non ti dispiace e hai voglia.
Non aspettavo altro...una casetta accogliente non c'era riscaldamento un bel caminetto con legna da ardere...un tepore e un caldino era come vincere al lotto quella sera...
Cena senza infamia e senza lode di una ragazza 25 anni con pochi principi di cucina ma per me quella sera era come stare all'Hilton un bel bicchiere di vino anzi più di uno...due chiacchiere qualche battutina sul più e sul meno e poi come al solito per due giovani il discorso scivola sul sesso.
Non era fidanzata e anzi non ne voleva sapere dopo ua brutta esperienza di violenza con un ragazzo...io libero da ogni impegno..si parlava del serio e dello scherzo...e allora cercai di mettere in atto tutta la mia diplomazia tutto quello che non sapevo fare...per convincere Olga che le cose passano e non si possa essere così per tutta la vita...
La confidenza cresceva nel frattempo Olga chiese il permesso e si fece una doccia ristoratrice si presento'in accappatoio corta come un beby doll....aveva delle gambe che erano una meraviglia e dei capezzoli che si intravedevano grossi come due ciligie...l'affare si incomiciò a ingrossare...cercavo di fare il non curante...mi chiese se volevo farla anch'io...accettaio col pensiero che quelle idee mi passassero con una bella doccia...mi diede un accappatoio suo e per il mio fisico 1,75 per 70kg a mala pena riuscivo a chiudere il ventre ma il mio piccoletto"18cm" che quella sera per farmi dispetto sembrava 1/2 metro non sapevo dove masconderlo...Lei alla vista di ciò incominciò a ridere ma a ridere da non fermarsi più.
Le chiese cosa aveva da ridere tanto..ma sai la tua situazione sembri che non vedi una donna da anni e che hai arretrati da millennio..non sai dove metterlo..ma dai non aver vergogna siamo giovani e sappiamo come vanno le cose non ti preoccupare....bhe ci asciugammo Lei si mise in pigiama..i capezzoli erano diventati ancora più duri e avevo finalmente notato un culo da pallavolista o di altra che fa atletica duro bello rifinito da spaccare in poche parole...io in box e canotta tutto quello che avevo prima...ci siamo dati la buona notte Lei nella sua camera io sul divano meglio di niente....
Spenta la luce Lei si mise a leggere qualcosa io cercavo di addomentarmi....non riuscivo avevo un arnese che non sapevo dove metterlo.......
Non voglio annoiarVi questa è la prima parte...
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5 years ago
carlosolo,
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La bidella parte seconda amatoriale
Cari amici chi ha letto il primo racconto veramente accaduto capirà la seconda parte di questa avventura.
Quando ebbi il trasferito a circa 600 km dalla mia amante bidella le visite si fecero non rare ma quasi impossibile....
Nel frattempo mi ero fidanzato..e quando potevo dovevo recarmi dalla mia ragazza..non avevo scuse...che a sua volta si trovava ad altri 200 km..... tranne una volta.....
Avevo un corso di aggiornamento a Roma e dato che la mia amante bidella non aveva mai visto Roma l'ha invitai a passare un fine settimana visto che mi trovavo sul posto e il corso durava dal giovedi al martedì con buco sabato e domenica.
Lei che non mi vedeva da almeno 1 anno accettò volentieri e ci demmo appuntamento a Roma.
Arrivo' al sabato mattina...era diventata una strafica..bella elegante ma soprattutto bona...bona più bona di quanto le la ricordavo...appena la vidi ci facemmo una slinguata davanti a tutti come mai visto tutti si fermavano e qualcuno mi disse sottovoce di non trombarla in stazione talmente eravamo arrapati---
Andammo a pranzo...incominciammo a raccontarci le nostre cose....e alla fine ci recammo in albergo.
Dopo una doccia ristoratrice...un'uscì dalla doccia con un'asciugamani che non copriva niente...mostrava due cosce da cerbiatta e un culo come mai avevo visto le tette dure con due capezzoli che da soli reggevano l'asciugamani...non potevo non fargli dei super complimenti e dai a poco a poco si incominciò a parlare di scopate...mi confesso' che aveva un amante ma che era bravissimo nella vita a non tanto a letto quanto me...ma si doveva accontentare perchè gli faceva fare una bella vita....
Ma a scopate ero in prima fila...a quei discorsi anch'io avevo fatto la doccia e avevo l'asciugamani attorcigliato alla vita ma staccato dal bacino perchè il cazzo era diventato duro dome il ferro.
Al che Lei mi disse vedo che non ti sono indifferente...ma come Le disse sei venuta per questo ti ho invitato per questo e allora cosa aspettiamo...l'ho presa in braccio l'ho stesa sul letto ho piantato la lingua nella fica e dopo la leccatica e un risucchio di clito...incomincia a bagnarsi come una fontana--
E allora incomincia a dire che gli sono mancato è mancato il mio cazzo ..le mie sborrate dentro e fuori intanto che lei raccontava io incominciavo a pomparla in fica con dei colpi da sentirlo all'altezza dello stomaco..Lei mi incitava di sfondarla che ne aveva bisono e llargava sempre di più le gambe..e io entravo sempre di più dentro gli sborravo e lo tiravo fuori lo facevo pulire con la sua avida linqua..e poi lo infilavo in gola con quel suo modo di fare i bocchini da spavento...
Dopo due sborrate una in fica e l'altra in bocca il mio armese si era messo a riposo...
Allora Lei si era allontanata per pulirsi.. e quando torno' si sdraio al mio fianco e mi disse "l'antipasto " e' accettabile..al che mi addormentaio sulle sue tette.
Il pomeriggio una bella passeggiata per Roma...e una bella cenetta al centro un tocco di romantico che Le mancava...e poi tormanno in albergo per recuperare il tempo che non ci avevamo visti...
Nudi come vermi uno accanto all'altro mi disse e mi confesso...lo sai e da quando ti ho perso non sono riuscita più a farmi una inculata come si deve..anzi mi è mancata del tutto ho provato una sola volta...ma non andava e ho evitato...ho accettato la tua proposta di venire a Roma per l'intento di farmi una inculata come una volta...
A queste parole il mio cazzo che solo quello voleva sentire si sveglio e sembrava un'asta al vento ...e Le disse e allora datti da fare...mi venne sopra incominciò a succhiare il cazzo e a farlo uscire dalla bocca e dalla gola come sapeva fare Lei...poi mi venne sopra a 69 la leccaii sapientemente la feci venire un paio di volte si rilasso..notavo i glutei morbidi gli piazzai due cuscini sotto il ventre la mi alla pecorina gli fece allegare il culo gli piantai dentro il cazzo con una forza e una voglia che quando si ficco dentro dal sussulto e dalle grida pensavo di averla sfondata e andavo dentro e fuori e me lo succhiava dentro come solo Lei sapeva fare la pompai nel culo una bella mezz'ora....quando lo tiravo fuori Lei me lo accarezzava se lo sbacciuccava se lo leccava... mi saliva addosso a spegnignocco..e se lo infilava dentro fino alle palle...e diceva che se non sentiva le palle vicina alla fica non sentiva neanche il cazzo nel culo...andammo avanti cosi tutta la notte cercando di non arrivare ..altrimenti non c'è la facevo Lei una sborrato dietro l'altra fino a quando col cazzo che mi pulsava come un manicotto di una stufa che sta per scoppiare....gli riempii il culo di almento nezzo litro di sborra...che non fece uscire neanche una goccia....e per punirmi che gli avevo rotto il culo volle che gli bacai la fica che mi aveva messo in bocca ...ma quando arrivò in preda a sussulti e a griga mi rovescio sul torace tutto il mio sperma che Le usci dal culo...una notte immomorabile...dormimmo come ghiri fino a mezzogiorno della domenica...poi una doccia e la promessa di vederci più spesso.....non l'ho mai più vista e sentita...so solo che si è risposata ha un altro figlio..e anc'io sono felicemente sposato...PECCATOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
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5 years ago
carlosolo,
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La bidella amatoriale
Era un giovane impiegato al suo primo incarico al Nord...eravamo cresciuto con l'idea che al nord si faceva sesso facilmente...non era vero.
Ero un segretario comunale in un piccolo comune del Piemonte,da solo giovane"23" anni vivevo nell'appartamento messo a disposizione del Comune.
A mia disposizione c'era anche la bidella che doveva governare il mio appartamento.
La signora...in quanto aveva 37 anni..per me era un'adulta...purtroppo per Lei vedova con prole che però era in colleggio.
Veneta"focosa".. era intoccabile a detta di un'altro impoegato che ci provava da tempo....io timido com'ero ...La signora era la bidella della suola materna...una bella donna ben messa alta un culo e due tette di marmo...all'inizio mi sono sparato delle seghe quando la incrociavo in alcune posizione,....
Una domenica mi saltò l'appuntamento di un impegno a Milano e rimasi nel paesello...la trattoria dove andavo a mangiare era chiusa..l'auto quel giorno non mi partiva per batteria scarica...una sfiga quel giorno....fino a quando incrocio per strada la bidella che mi chiese come mai non era andato via...raccontai il tutto...e Lei per risposta mi invitò a pranzo"forse le facevo pena..oppure pene.." un pranzo ordinario e piacevole si parlo' del più del meno e anche di problemi cose che non era mai accaduta....sarà per il buon vino...sarà per l'ammazzo caffè..che non reggo..incomincia a fare delle domnde pensando di non avere risposta...tuut'altro...
Mi confessò che non faceva sesso da quando era morto il marito quindi 3 anni.. e che non ne sentiva il bisogno..alche perchè sapeva che altri volevano solo quello...
Con la mia simpatia..con il mio saper fare la feci sciogliere e la confessai del tutto..in poche parole la feci eccitare a tale punto che non stava ferma un secondo..
Avevo un cazzo duro come l'acciaio per il 23 anni e per i discorsi che avevo affrontato e per le domande che mi faceva sulla mia vita sessuale...tirai fuori tante di quelle balle...he non ne pogtevo più e volevo andare a casa per spararmi una bella sega!!!
Quando mi alzai per salutarla Lei non voleva perdere l'occasione mi disse" ma vai via" era passata dal Lei al tu...e io candicamente Le dissi che stava ancora un minuto la scopavo!! e Lei mi disse e allora perchè non lo fai..e mi afferrò il cazzo con un'abilità che non avevo mai visto..lo stringeva in un modo che era duro e nello stesso tempo lo faceva gonfire come una ciambella...lo tirò fuori dai pantaloni e se lo ficco in bocca,lo succhio per non so' quanto tempo..lo faceva sparire in gola e lo ricacciaca fuori dall'lto guardavo quel gioco ma non avevo ancora voglia di riempirgli la bocca resistevo..girava la linqua attorno al glande sembrava una piuma e lo faceva vibrare come un'asta al vento...
Gli gridai basta non c'è la faccio più...Lei mi prese in mano i glutei e si tiro il cazzo in gola facendomi arrivare e senza staccarlo dalla gola" ancora oggi" non so come abbia fatto ingoiò tutto..una pulizia che sembrava che avessi fatto il bidet....e quando si stacco' mi disse....non pensare che sia finita qua!!!
Ma neanche ci pensavo....mi prese per mano e dalla sala da pranzo andammo in camera da letto...mi spoglio in un attimo...mi bacio' da per tutto..ora non sapevo che pesce...anzi che figa prendere....mi incitò a fare anche a lei quello che aveva fatto per me.....
La spogliaia tutta in un minuto aveva come avevo immaginato due tette due come il marmo a forma di cono...una pancia piatta e un pube che era uno spettacolo.
La figa aveva dei peli lisci e non riccioli come avevo visto altre volte e un culo che era una spettacolo....
Purtroppo...non avevo preservativo...e ne Lei dovuta alla castità non prendeva niente...allora ho abbozzato e ho pensato la farò godere di mano e lingua.
Ho incominciato a baciarla a leccarla da perutto sono stato nella sua figa con la lingua almeno 20 minuti si inarcava come un'arco sarà venuta almeno 5 o sei volte quelle che ho contato ma penso di più dal lago che era ridotto il letto.
Mi esortava di non fermarmi di continuare che aveva una voglia da mtta e da diversi anni...non mi son fatto pregare....l'unico problema e che ora avevo un cazzo che non riuscivo a metterlo da nessuna parte anzi mi dava fastidio perchè era talmente duro che quando la stava slinquando a cazzo giù quasi si spezzava...e si che lei me lo succhiava e abbiamo fatto più di una volta il 69 con grande sbrotolate in faccia...ma avevo voglia di fare altro
In fica non lo potevo mettere con gli arretrati che aveva la mettevo incinta subito...presenvativi zero..e la guardavo e dagli occhi mi supplicava che gli dovevo rompere qualcosa..spaccargli fa fica...ma avevo paura...
Allora incomincia a succhiare il clitoride..al punto tale che qundo stava venemdo ancora gli ho piazzato la linqua nel buco del culo Si è inarcata gli ho infilato due dita in fica l'ho ribaltata e l'ho messa di schiena e ho pensato ho mi va bene ho finisce qua...ho puntato la testa del cazzo sul buco del culo che si è aperto come d'incanto come una bocca che sbadiglia e mi ha succhiato dentro il cazzo fino alle palle....
Non mi dava il tempo di tirarlo fuori che lo risucchiava dentro in un movimento che sembrava un'aspirapolvere tamnente era forte......siamo andati avanti così per almeno un 15 minuti si metteva a spegni gnocco o di fianco o alla pecorina senza mai fare uscire il cazzo dal buco del culo...ad un certo punto ho sentito un calo e un gonfiore che mi stingeva il cazzo che gli avrò versato nel culo almeno un quarto di sperma..Lei impazziva mi incitava di non ritirarmi di continuare....ma oramai ero stravolto sdraiato sul letto.....
Lei si alzata andata a lavarsi e tornato con un ascigamano mi ha pulito tutto e mi ha chiesto se volevo dormire da Lei...Le ho sorriso l'ho ringraziata e sono andata nel mio appartamento....ho dormito come un ghiro.
L'ho chiavata almeno 5 giorni alla settimana er un paio di mesi fino a quando non mi hanno trasferito...era rinata da parte di tutti e non sapevano il perchè noi eravamo come prima indifferenti e anche dopo tornavo a fine settimana e me la chiavavo come un forsennato...prendeva la piccola e allora gli riempivo la figa e il culo di sborra e mi diceva che non ne poteva fare a meno siamo andati avanti qualche anno...fino a quando ci hanno separati molti km e la cosa si è interrotta...tranne una volta che poi vi racconto...
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5 years ago
carlosolo,
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La prima volta per caso
Ciao a tutti siamo Roberto e Roberta coppia matura di anni 60 e 55. Io e mia moglie siamo insieme da una vita e mai e poi mai pensavamo di vivere un momento come quello vissuto da noi. Ci piaceva uscire e giocare magari in auto ma sempre da soli. Un pomeriggio decidemmo di andare a fare una passeggiata al mare, era il mese di ottobre e gia indossavamo indumenti pesanti. Roberta indossava una gonna ampia con uno spacco profondo da dove si intravedeveno le autoreggenti e diciamo che eravamo eccitati per aver giocato in auto. C'era sole e da soli c'incamminammo sulla battigia, non c'era nessuno ed era piacevole passeggiare e fermarci ogni tanto per scambiarci un bacio, per toccarci a vicenda fino a quando da lontano vedemmo una coppia piu giovane di noi che stesi per terra facevano sesso. Ci fermammo per un attimo per non dare fastidio o dare l'impressione di essere dei guardoni. Lei era una stupenda donna sui quaranta anni e lui molto piu giovane di lei. Lei sopra di lui inarcava la schiena per riceverlo meglio e lui che la scopava con una veemenza incredibile. Bello spettacolo e dire il vero, mi eccitai molto e anche mia moglie sembrava essere interessata alla cosa. Lei cominciò a leccarglielo e si vedeva che il regazzo era ben fornito veramente. Ci sedemmo a terra e cominciammo a toccarci ed eccitarci guardandoli scopare e vedere come godevano. Feci togliere il peri a mia moglie e le infilai due dita in figa, era bagnatissima e aveva perso ogni freno inibitorio scoprendosi. Per circa 15 minuti andammo avanti cosi quando all'improvviso vicino alla coppia si fermò un uomo sui 50 anni che avvicinandosi baciò lei e poi diede la mano al ragazzo. Pensammo subito che fosse una persona conosciuta dalla coppia e infatti capimmo poi che era il marito di lei che si eccitava e masturbava nel vedere la moglie scopare in quel modo. Lei si alzò si rimise in sesto, baciò il ragazzo e prese la mano del marito e se ne andarano. Il ragazzo col cazzo ancora duro rimase li e da lontano ci fece un segno di saluto facendoci capire che si era accorto della nostra presenza. Mia moglie si alzò e ricomponendosi mi invitò ad andarcene. Prima di andarcene entrambi guardammo il ragazzo che ci salutò. In auto restammo in silenzio per circa un quarto d'ora poi fui io a rompere il chiaccio e chiesi lei se le era piaciuto lo spettacolo. Non mi rispose ma guardando la patta dei miei pantaloni e accorgendosi che ero eccitato mi disse fermati. Lo feci subito, mi saltò addosso e mi fece una velocissima pompa. Eravamo tutti e due super eccitati. Giunti a casa dopo una stupenda doccia ricominciammo a scopare e nel mentre lo facevamo ci ricordavamo della giornata. Dopo un paio di giorni con mia sorpresa mia moglie mi chiese se volevamo uscire accettai e in auto le chiesi dove volesse andare e con mia sorpresa mi disse di voler andare al mare. Per scherzare le dissi " dove abbiamo visto quei ragazzi scopare? e lei " si proprio li, ormai già eccitato le dissi: " speri di trovare quel ragazzo? e lei perchè ti piacerebbe vedermi scopare con lui? risposi si (pensando che stesse scherzando) si alzò il vestito e stava senza perizoma. Uno spettacolo vedere la sua figa pelosa già bagnata. Giunti al mare facemmo lo stesso percorso, purtroppo non c'era nessuno e quindi rassegnati ci sedemmo un attimo per riposarci. Fu proprio in quel momento che da dietro un albero c'era una persona che ci stava spiando. Lo dissi a mia moglie e lei mi chiese di andarcene ma io subito ribattei dai divertiamoci un poi felle vedere un po di te. Mi diede del matto ma non era convinta, le scoprii le gambe e cominciai a toccarla era bagnatissima e mi chiedeva se il tizio stesse guardando. Le risposi di si e poi le chiesi dai girati anche tu e guardalo vedi ha il cazzo di fuori e si stà masturbando, lei ormai presa dalla situazione si girò e laprima cosa che disse " uau che cazzo stupendo, guarda come mi caccia la lingua deve essere un vero porco mmmmmmm" veniva in continuazione quando le chiesi vuoi che lo faccia avvicinare? lei " si dai proviamo" feci un cenno all'uomo che si avvicinò, la guardò negli occhi e abbassandosi cominciò a leccarla, lei allargò ancora di piu le gambe e il tizio continuando a leccarla alzo le braccia e cominciò a toccare i suoi capezzoli turgidi come il marmo. Come ipnotizzato da quella scena mi staccai un attimo lui la prendeva con veemenza e la baciava intensamente. Per lei non esistevo piu , si sdraiarono e lui infilandosi un preservativo cominciò a chiavarsela senza ritegno. Sentivo il rumore delle palle sulla figa poi girandola la prese a pecora ed infine venne , togliendosi il preservativo, sul suo seno poi rivolgendosi a me mi disse puliscila porco cornuto. Eseguii e mentre lo facevo si alzò e disse vi aspetto qui la prossima settimana. Ci ripulimmo un attimo lei andò seminuda al mare per lavarsi. Giunti in auto senza parlare fino a casa. Dopo una doccia ci mettemmo sul letto e lei mi disse ti è piaciuto? io le risposi a te? Lei: Tantissimo la baciai e facemmo sesso ripensando a quell'uomo.
p.s. all'appuntamento ci siamo poi andati ma è un altra storia
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5 years ago
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Bis autunnale
Era mercoledì 23 settembre, l’autunno era entrato da due giorni. Erano mesi che non avevo un rapporto ed avevo una gran voglia di essere inculato come si deve. L’ultimo rapporto mi aveva visto protagonista attivo con un quarantenne. Ora avevo voglia di godere di culo. Avevo voglia di essere posseduto e di sentire qualcosa di duro dentro di me.
Così essendo una bella giornata decisi di andare a Capocotta.
Prima di uscire mi feci un bel clistere nella speranza che sarebbe servito a qualcosa, e non di andare in bianco come mi era successo nelle settimane precedenti.
Arrivato all’altezza del “Settimo cielo” fermai la macchina e parcheggiai. Rimasi un po’ deluso perché c’erano poche macchine parcheggiate sulla litoranea, ma essendo ancora relativamente presto, erano circa le 0950, sperai che arrivasse altra gente.
Entrai, raggiunsi la parte frequentata maggiormente da gay dove c’era pochissima gente, e mi diressi direttamente sulle alture retrostanti la battigia.
Sistemai l’asciugamano sulla sabbia e mi spogliai. Giù in uno spiazzo retrostante l’altura c’era un uomo che sdraiato si menava il cazzo. Cercai di mandare qualche segnale volgendogli le spalle, allargandomi le chiappe e infilando il dito nell’ano. Ma niente.
Così mi sdraiai sull’asciugamano con le chiappe al vento. Ogni tanto passava qualcuno, ma evidentemente avevano desideri passivi anche loro visto che dopo essersi fermati pochi secondi, andavano oltre.
Ad un certo punto comparve un sessantenne/sessantacinquenne in pantaloncini.
Si mise a poca distanza da me e cominciò prima a toccarsi la patta poi lo tirò fuori. Allora mi sdraiai supino allargai le gambe e cominciai a sditalinarmi l’ano.
Finalmente capì e si avvicino.
Glielo presi in bocca e cominciai a succhiarlo. Aveva una bella cappella lucida, e anche le dimensioni una volta completamente duro, dovevano essere rispettabili. Pian piano cominciava a indurirsi. Era piacevole sentirlo gonfiarsi in bocca, le sue mani bloccarmi la testa quasi a soffocarmi mentre con il bacino spingeva.
Gli chiesi se gli andava di incularmi, ma rispose che non aveva tempo. Siccome non mi piacciono gli egoisti gli dissi che ero lì per godere anche io. Così prese e se ne andò.
“Se la montagna non va da maometto, maometto va alla montagna”, mi dissi. Così presi il marsupio e decisi di scendere nello spiazzo.
“Ciao, come va?” gli chiesi quando fui davanti “Bene, e tu?” rispose, “Bene anche io. Che ne pensi?” dissi volgendogli le spalle e allargandomi le chiappe. “Penso che hai un bel culo” rispose lui, “Beh, allora è un peccato non assaggiarlo, che dici?” dissi di nuovo io inginocchiandomi. “Certo, accomodati” rispose lui.
Mi inginocchiai e glielo presi in bocca. Riassaporai il piacere di sentire un cazzo gonfiarsi sotto la nobile arte del bocchino. Mentre ero intento in questo lavoro vidi che a distanza di qualche metro un altro uomo si era tirato fuori il cazzo e se lo toccava vistosamente. Gli feci segno di avvicinarsi.
Ora avevo due cazzi davanti a me con cui divertirmi. Mi era capitato solo una volta, vari anni fa, di giocare in tre. Il gioco a tre è sicuramente il migliore in quanto più completo.
Il cazzo del primo uomo intanto era diventato duro, così chiesi se gli andava di montarmi. Alla sua risposta affermativa tirai fuori il condom e glielo porsi.
Lo indossò, mi venne dietro, mi fece arcuare la schiena, si posizionò bene e me lo infilò.
Ora stavo proprio sul trono. Un cazzo che mi scopava la bocca e uno dietro, anche se il secondo uomo alternava facendosi sbocchinare ora da me, ora dall’altro.
Era proprio un piacere. Essere al centro. Sentire quella mazza dentro che mi spingeva, e davanti un’altra (anche se non molto dura) che mi scopava la bocca.
Io non dovetti attendere molto. Dopo un po’, sotto i colpi ben assestati raggiunsi l’orgasmo. Di lì a poco anche loro vennero.
Ci pulimmo, raccolsi i rifiuti generati e li misi in una bustina per non lasciare sporco, ci stringemmo la mano e ci salutammo.
Tornai sull’altura e mi sdraiai sull’asciugamano.
Ah, finalmente dopo tanto una goduta. Mi rilassai al sole mettendomi ora supino, ora pancia in terra. Fu durante uno di questi momenti che vidi un uomo in piedi a qualche metro da me con la mano dentro il costume all’altezza del suo equatore.
Lo guardai e riconobbi che era Nico un uomo conosciuto due mesi prima e con cui avevo giocato senza che nessuno dei due raggiungesse l’orgasmo, ma, ricordo bene, lo eccitavo molto.
“Ciao Nico, sono Paolo, ci siamo conosciuti due mesi fa, ricordi?” “Ah, si certo, ora che ti vedo bene ricordo. Come stai?” “Bene. Dovevamo vederci la domenica seguente a quell’incontro, ma non potei più venire” “Anche io non potei venire”.
Si sdraiò vicino a me sull’asciugamano e cominciò a carezzarmi il corpo. “Ti trovo bene” mi disse, “Non è passato molto tempo” risposi io, “Mi fai arrapare proprio” e mentre pronunciava queste parole mostrava il cazzo già barzotto che faceva capolino dal costume. “Ma perché non ti togli il costume?” gli dissi. “Hai voglia di giocare?” mi rispose, “A dir la verità io ho già goduto, però mi ricordo che hai un bel cazzo, se vogliamo giocare un po’, per me non c’è problema”, “Si, ho proprio voglia, però magari troviamoci un posto più tranquillo visto che comincia a esserci un po’ di gente”.
Raccolsi lo zainetto e l’asciugamano e ci spostammo alla ricerca di un posto più tranquillo.
Lo trovammo, ridistesi l’asciugamano per terra e ci sdraiammo entrambi nudi.
“Insomma hai già goduto? Porca miseria quanto mi piaci” disse posandomi le mani sul corpo e carezzandomi le natiche “Mi ecciti proprio”. Ed aveva ragione. Aveva il cazzo già quasi completamente duro. Lo presi in bocca e cominciai a lavorarlo un po’. Non era molto lungo, ma aveva una bella circonferenza, ed era molto duro. E’ proprio bello quando hai a che fare con un cazzo duro.
“Piano, altrimenti vengo subito” mi disse bloccandomi la testa. Ci sdraiammo, e mentre ci strofinavamo i cazzi mi infilò la sua lingua in bocca.
“Mi piaci proprio. Ho una gran voglia di scoparti” disse. Io avevo già goduto, ma il pensiero di essere così desiderato mi eccitava. “Ce l’hai il preservativo?” gli chiesi, “No purtroppo” “Ahi, ahi , ahi, e come si fa? li ho finiti anch’io” “Porca puttana, li devo ricomprare. Fammi giocare un po’ con il tuo culo” e così dicendo si levò da sopra, si mise di lato e spostandomi lateralmente cominciò ad affondare le dita nelle natiche. Dopo un pò cambiai posizione e mi misi a pecorina. Ora alternativamente sentivo le sue dita entrarmi dentro, oppure il cazzo strofinarmi sull’ano e il glande entrare dentro. “Che bel corpo che hai. Si vede che ci tieni” disse mentre giocava. Avevamo entrambi una gran voglia di copulare, ma entrambi eravamo restii a farlo senza.
Dopo aver giocato un po’ così cambiai posizione e mi misi supino e a gambe larghe. Ora Nico giocava alternando lo strofinamento del suo cazzo al mio, allo strofinarlo sull’ano e spingere il glande leggermente dentro.
Non potevamo passare tutta la mattinata così. Quindi dopo un po’ ci segammo a vicenda mischiando le nostre creme quando furono servite.
Aahh che goduria finalmente.
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5 years ago
singlebsx1959,
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