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Il cognato
Gli occhi di un verde profondo, come certi cupi smeraldi brasiliani, erano la prima cosa che ti colpiva... ma anche il resto era all'altezza. Pelle ambrata, il volto oscurato da un'ombra di barba scura, belle labbra grosse e denti smaglianti, il naso dritto e capelli mossi, un moraccione sexy, il vero tipo mediterraneo. Alto ma non troppo, un corpo massiccio, muscoloso senza essere palestrato, peli nei punti giusti e in abbondanza, belle cosce e gambe forti, culo rotondo e sodo, un bozzo più che promettente.
Insomma, mia cognata aveva saputo sceglierselo bene il marito... un giovane maschio molto simpatico, e infatti avevamo fatto subito amicizia. E l'amicizia fra noi dura ancora oggi, dopo che loro si sono separati ed hanno divorziato, e malgrado lui sia più giovane di me di quasi dieci anni. Un'estate, quando le due sorelle, cioè le nostre mogli, erano al mare abbiamo anche condiviso qualche avventura notturna; cioè siamo andati assieme a puttane... : - )
persino una volta, con la scusa di risparmiare, ci siamo fatti assieme un' ungherese e un'altra volta una mulatta, poi - con la scusa che avevamo bevuto... - ci siamo portati a casa mia uno splendido travestito, piuttosto dotato. Ci siamo divertiti da matti, ma non ne abbiamo mai parlato, dopo.
Sono passati molto anni, e Paolo ora è uno splendido ultraquarantenne e un notevole manzo peloso, ancora molto appetibile...
Ha avuto un incidente e, completamente ingessato sia la gamba destra che il braccio destro, ha voluto uscire di clinica e farsi portare a casa propria. Una donna va ogni giorno ad accudirlo e a curare la casa. Io passo ogni pomeriggio a fargli un po' di compagnia e talvolta anche alla sera. Si chiacchiera di tutto e spesso il discorso cade sul sesso.
Beh sì, riconosce che, dopo un mese di astinenza, è sempre eccitato e ce l'ha continuamente duro; però non può menarselo e sborrare nel letto altrimenti la donna se ne accorgerebbe e non può nemmeno alzarsi da solo (Infatti sono io a portarlo in bagno ed aiutarlo a lavarsi alla bell'e meglio). Ridiamo sulla situazione. Gli faccio notare che, da come sta sollevato il lenzuolo, si vede chiaramente la sua potente erezione... magari se vuole farsi una bella sega, poi ripuliamo tutto e la donna non se ne accorgerà nemmeno...
Sììì, era proprio quello che sperava gli proponessi, ha da giorni il cazzo pronto a scoppiare, i coglioni gonfi di sborra, mmm...
Io gli propongo di mettere su un dvd porno, tanto per l'atmosfera (anche se mi sembra che non sia necessaria, vista l'elettricità della situazione), lui mi sembra imbarazzato, poi mi prega di prendere quello con i trans... io, per chiarire, gli dichiaro subito il mio entusiasmo, mi eccitano moltissimo i trans...
Mi sistemo in poltrona accanto al suo letto, parte il dvd, che è molto eccitante. Lui inizia a masturbarsi immediatamente, sotto il lenzuolo, mentre io - le cosce spalancate, una gamba appoggiata sul bracciolo della poltrona - mi massaggio il bozzo bello gonfio.
Siamo rilassati, ma l'atmosfera è carica di sesso... lui, repentinamente, butta via il lenzuolo rivelando il duro cazzone svettante e le grosse palle pelose. Io apro la patta e me lo tiro fuori, lo guardo sorridendo mentre inizio a menarmelo, adeguandomi al suo ritmo.
Ti ricordi quella volta con il trans come è stato eccitante?
Sì mi faceva impazzire vederlo mentre ti succhiava il cazzo. E come ti leccava le palle, mentre tu glielo strusciavi sulla faccia...!
Mmm, sììì, e tu che lo inculavi come una bestia. Gli piaceva farsi sbattere da 'sto tuo cazzone grosso...! Come lo facevi godere !
Anche tu hai un bel cazzo grosso, e glielo sbattevi fino in gola, alla puttanona ! Gli piaceva avere a disposizione due bei maschioni come noi !
Prendo coraggio e allungo la mano destra a toccare la sua bestia dura... lui sospira, inizia a mugolare piano... lo scappello lentamente, mmm, che bel glande tondo, scuro, tutto bagnato... mi alzo in piedi di fianco al letto, con la sinistra gli stringo i coglioni mentre la destra va su e giù lungo il grosso manico... la sua mano mi palpa la coscia... mi chiede di avvicinarmi... mi sposto finchè riesce a stringere il mio cazzo nella mano sinistra...
Non guardiamo più il dvd, ci stiamo masturbando a vicenda... mi chiede che gli strofini la cappella sbrodolosa sul capezzolo... mi metto in bilico sul letto e lo faccio, dio come mi eccita... lui di nuovo me lo stringe in mano, poi carezza i miei coglioni e mi passa la mano fra le cosce, allungadosi al massimo per potermi sfiorare il buchino col dito... io continuo a menare la sua astona...
Ohh, Paolo, che bel cazzo, mmm, grosso e duro, mmm
Ti piace, Bobo? dimmi che ti piace...
Da pazzi, mi faceva uscire di testa già le prime volte che andavamo al mare e ci cambiavamo in cabina, avrei voluto tanto ciucciartelo.
Stupido ! Non me l'hai mai detto. E io che mi masturbavo e sborravo pensando a te. Eri un magnifico maschio maturo. E lo sei ancora, mmm, Bobo!
E tu un bel manzo stupendo, un bel maschio giovane. Sbavavo per te e anch'io sborravo, sognandoti...
Bobo, quanto tempo abbiamo perso...! avvicinati, lascia che te lo succhi...
Mmm, sìì, Paolo, così così, sì leccami le palle, ciucciale, mmm, bravissimo... che bocca... che lingua...!
Mi curvo a baciarlo, le nostre lingue si avvinghiano, si intrecciano ingordamente... sono anni di desiderio represso che deve sfogarsi...
ci slinguiamo sbavando, avidamente, scambiando le nostre salive... il nostro sogno inespresso finalmente si realizza, qui, ora...
Paolo me lo ingoia tutto, mi spompina da ingordo, mugola smodatamente... dio che lussuria, mai provato così tanto piacere...
mi sta succhiando l'anima fuori dal cazzo, mmm la mia giovane bestia avida...
No Paolo, no... così mi fai sborrare, fermati ti prego... vengooo... sììì, in bocca sììì... mmm, voglio sborrarti sul petto, sui peli Paolo, sììì... dàiiiiiiiiiii, aahhhhhhhh... Paolo sei stupendo... baciami, ecco, sììì baciami... mmm, è stato magniifico, grazie Paolo...
mi tuffo sul suo manico gonfio, durissimo, scappellato e lo succhio anch'io, con avidità, con amore... gli lecco le palle pesanti, gonfie, poi ingoio la sua cappellona gocciolante e infilo un dito nel buchino peloso... è inchiodato a letto, impedito nei moviimenti, ma gode, tenta di muoversi, mugola, ulula... si vede quanto gli piace, si sente... infilo ancora un dito...grida, ma di piacere... abbasso la testa, gli lecco il buco, ci infilo la lingua... sta godendo come un animale e godo anch'io nel vederlo così scatenato, il mio bel cognatino... è proprio stupendo, così, preda del piacere...
torno a lavorargli il cazzone con la lingua mentre gli sfondo il culo con due dita... ulula ancora più forte... sento il cazzone pulsare, mentre il suo buchetto palpita... sta per sborrare...
Dài Bobo, fammi venire, si così, inculami... uuhhh, meraviglioso, sbooorro Bobo sbooooooooorrrrrrrrooooooooooooo.... eccomi, tutto bevi tutto ssìììììììììì...........
Sborra come una fontana, urla invasato, mentre io ingoio tutto. Si lascia andare, esausto, ma io lo tengo ancora nella mia bocca e sento la sua mano che mi accarezza i capelli. E' un momento dolcissimo, dopo lo scatenamento del sesso, dopo lo sfogo illimitato delle nostre voglie di anni... Ci baciamo...
Non mi sembra vero, non ci sembra vero... Sapevamo che sarebbe finita così, lo desideravamo entrambi, ma solo ora abbiamo trovato il coraggio di realizzare questo sogno...
....................................................
E' passato del tempo, ora Paolo è completamente guarito, ma continuiamo a vederci, e a godere come quel giorno meraviglioso.
La storia continua. Eppure ogni volta è tutto nuovo, tutto diverso.
So che lui ha delle avventure, me le racconta... e forse faremo un trio con un ragazzo che ha conosciuto in palestra.
La cosa mi eccita...
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4 years ago
bobo45sex,
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Last visit: 2 years ago
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Imprinting...
Aver scoperto nuovi "piaceri", oltre a mostrarmi nuove strade da percorrere, mi fece ripensare sotto una nuova luce ad alcuni "pensieri" del passato, di quando la pubertà era lontana e la sola funzione conosciuta del mio cazzetto era quella di farci pipì.
Ritornarono alla mente alcune fantasie che al momento posso definire "erotiche", ma che all'epoca erano solo dei voli di fantasia che mi davano uno strano e incomprensibile piacere.
La regina delle mie fantasie era la donna per cui avevo una "cotta" anche senza sapere cosa fosse l'amore o il sesso.
Ero rapito, affascinato dai suoi piedi, quando ero a casa sua lì guardavo spesso di nascosto e la situazione in cui mi immaginavo di più, quella più ripetuta era quella in cui i suoi piedi erano il centro della mia "attività".
Le storie che mi raccontavo erano sempre più o meno simili e partivano sempre con me davanti a lei, seduta con le gambe incrociate e un piede puntato verso di me. Mi immaginavo di aver fatto qualcosa per cui meritavo una giusta punizione per cui mi faceva spogliare e inginocchiare. Poi mi metteva un piede davanti al viso ordinandomi di iniziare a baciarglielo.
Iniziavo dal collo scendendo verso le dita che baciavo una per una. Poi le raddrizzato il piede e baciavo il sotto delle dita scendendo verso il tallone.
Le prendevo l'altro piede e ripetevo tutto per poi affiancarlo e iniziare a leccarli dal tallone alle dita, dalle dita riscendevo baciandole per poi risalire leccandoli. Vedevo la mia lingua muoversi su e giu lungo le piante dei piedi e sentivo una strana sensazione di piacere concentrato lì in mezzo alle gambe dove c'era il mio pene, il cui solo compito di cui ero a conoscenza in quel momento, era fare pipì ma che in quella situazione aveva dei piccoli sommovimenti piacevoli, molto piacevoli.
Mi vedevo iniziare a leccarle le dita, tutte e una per una, infilandoci in mezzo la punta della lingua. A baciare di nuovo ogni cm quadrato di pelle e poi di nuovo a leccare e a far scivolare in bocca le dita, succhiare l'alluce tenendolo stretto fra le labbra, ruotandoci la lingua intorno e poi passare alle altre dita...
Poi mi sdraiavo e mi "facevo" mettere un piede sul viso e l'altro a strapazzare il cazzetto, schiacciandomelo con la pianta e iniziando un movimento prima rotatorio o poi lineare dalle palline verso l'ombelico.
A volte la vedevo in piedi che calza a i suoi stupendi zoccoli che le mettevano in evidenza le dita e l'arco plantare. Quindi mi ritrovavo inginocchiato a baciare il collo del piede e a infilare la lingua tra il legno e l'arco o tra le dita tenute ferme dal cuoio della tomaia. Poi si spostava dietro di me e iniziava il solito gioco delle dita con il mio cazzetto.
La mia immaginazione ogni tanto aggiungeva qualche sculacciata ma non andava oltre i suoi piedi. Non avevo ancora nessuna idea di cosa fosse il sesso e tutto quello che gli gira intorno, finché non arrivò la pubertà e il cazzo iniziò la sua seconda vita, iniziò a diventarmi duro mentre mi immaginavo di leccarle i piedi ma non avevo ancora capito il perché e soprattutto cosa ci potessi fare con il cazzo indurito.
Bastarono una enciclopedia per capire cosa fossero quei cambiamenti e un paio di riviste porno per avere le "istruzioni d'uso" del mio nuovo cazzo.
E fu così che pensando di leccarle i piedi strinsi il cazzo nella mano destra e iniziai a masturbarmi per la prima volta e arrivai al mio primo orgasmo che fu solo una gocciolina traslucida e appiccicosa.
Da quel giorno non mi sono più fermato mi masturbai ogni giorno, ogni giorno lei era la mia fonte di piacere, ogni giorno la mia immaginazione mi portava avanti con lei. La sceneggiatura diventava sempre più ampia e completa, iniziai a vederla nuda o a spogliarla lentamente
, ma sempre con i suoi zoccoli calzati e sempre passando da una bella leccata dei piedi arrivavo al seno, alla figa. La sua bocca iniziò a prendere il mio cazzo e a ricambiare le leccate, quanti bei 69, iniziai a penetrarla facendola godere.
Ormai era la mia amante, la bambola gonfiabile fonte del mio piacere sessuale da masturbazione.
Piacere che in poco tempo passò dal veloce orgasmo dalla gocciolina a quello lungo e inteso di una bella serie di schizzi di sperma caldo e denso.
Non ho mai avuto il coraggio di confessarle i miei sentimenti, sapevo che avrei rovinato il rapporto che c'era e che c'è ancora tra le nostre famiglie, non le ho mai detto che lei, i suoi piedi sono il metro di paragone con cui giudico le donne che ho incontrato e quelle che ancora incontrerò.
Sono così "cotto" di lei che ogni tanto è ancora lei il centro delle mie fantasie erotiche, nella mia mente è sempre una bella quarantenne...
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4 years ago
mamau,
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Last visit: 1 week ago
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Dopo il dito
Masturbarmi infilando qualcosa nel buco del culo era ormai una routine.
Ma dopo un po' il mio dito non era più in grado di soddisfarmi, non lo sentivo più riempirmi lo sfintere, avevo bisogno di qualcosa in più.
Il primo sostituto fu una matita o meglio un mattone con la sua bella custodia, uno di quelli che compri in gita, rotondo, bello duro, lungo e più largo delle mie dita.
Mi inginocchiai, bloccai la parte piatta tra le caviglie, misi la punta tra le chiappe al centro del buco, appena appena dentro per farlo restare in posizione.
Mi allargai un po le chiappe e spinsi il culo verso il basso.
Sentii la punta entrare allargardo piano piano le pareti del buco fino alla sua massima larghezza e poi inizió a scivolare dentro facendomi sentire bello pieno. Iniziai ad andare su e giù, su e giù sentendo un piacevole formicolio xhe dal culo si spostava verso il mio cazzo, sempre più duro. Un piacere sempre più intenso, il culo che faceva godere il mio cazzo direttamente. Così andai avanti con quella "pecorina" e il cazzo che sembrava voler esplodere di piacere da un momento all'altro. Nuova posizione pensai. Mi sfilai il matitone dal culo e non appena fu fuori, per un attimo sentii come una sensazione di vuoto, di aria all'interno dello sfintere, mi ero proprio aperto bene bene il culo.
Mi sdraiai sulla schiena portando le ginocchia verso il torace e con la sinistra spinsi il matitone di nuovo dentro, entro liscio liscio per almeno una decina di centimetri. Lo tenni lì per qualche secondo e poi iniziai a pomparlo su e giù per il culo prima veloce, poi lento godendomi quel pezzo di legno dentro di me, godendo ancora di più quando lo tiravo fuori e lo rimetteva dentro più volte, quel passaggio continuo dal pieno al vuoto mi faceva impazzire.
Il cazzo era lì duro e bisognoso di godere, iniziai a muovere la mano inumidito di saliva intorno alla cappella e una scossa di piacere attraversó tutto il mio corpo, mai arrivato a un piacere così prima di allora.
Non mi ci volle molto per riempire la pancia di sborra calda e provare un piacere maggiore della mia prima volta con il dito. Ero felice, il nuovo compagno di giochi era perfetto, almeno per un po'....
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4 years ago
mamau,
57
Last visit: 1 week ago
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Mi voleva più troia
Mi chiamo Angela, sono sposata da venti anni con Carlo un noto e affermato avvocato. La mia vita con lui è semplice classica, sono la segretaria che si sposa l’avvocato di venti anni più grande di lei. Quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, lui mi ha subito corteggiata in maniera molto decisa e fin da subito mi ha detto che voleva che io diventassi sua moglie. Dal matrimonio è nato Lucio un meraviglioso ragazzo molto educato e uno studente modello che ora è iscritto ad una delle università più prestigiose per diventare come suo padre un bravo avvocato. Questi venti anni insieme, sono stati di una monotonia unica, e non per colpa mia, ma per il fatto che vivo in una bellissima gabbia dorata, dove tutto è scandito da regole precise e immutate. Mi sveglio la mattino, ho chi mi prepara la colazione, poi scendo nel seminterrato della villa enorme in cui viviamo e trova a mia disposizione una palestra per la mia forma fisica, seguita da una brava personal trainer, poi sauna, vasca idromassaggio, doccia e massaggio. Poi pranzo, e a volte passeggio nei due ettari di parco che la circondano, e alle cinque del pomeriggio torna lui, e insieme ci godiamo l’idromassaggio, e la sauna, infine cena, un po’ di tv mentre lui prepara il lavoro per il giorno successivo. Andiamo a letto e dormiamo in camere separate, perche lui non mi vuole disturbare quando si sveglia. Se ha voglia di scopare, viene da me indossando il suo pigiamo di seta e mi masturba lentamente fin quando nel più assoluto silenzio e buio io godo, allora lui mi penetra, mi scopa facendomi godere ancora. Contento si sfila da me, si masturba velocemente fino a schizzare il suo piacere sul mio ventre. Al massimo fa un breve gemito, altrimenti sono gli schizzi di sperma, che sento arrivare, che mi dicono che ha sborrato. Poi in silenzio se ne va, nella sua camera lasciando me imbrattata e umiliata, perche in quel momento mi sento veramente una puttana che viene usata solo per svuotare le sue palle. In pubblico mai una effusione, mai una smanceria che possa destare imbarazzo, sono solo una bella moglie da esibire a cene o ricevimenti a cui lui mi porta scegliendo attentamente quello che devo indossare. Non mi lamento di questo, ho sempre a disposizione abiti molto esclusivi e firmati, gioielli veri, e accessori di gran marca e lusso, ma devo sempre in ogni caso avere un basso profilo, sono la bella moglie di un uomo affermato e ricco. Due giorni fa ho passato i quaranta anni. Mi specchio, vedo il mio corpo che è sempre bello e tonico, ma sono tremendamente insoddisfatta. Dentro di me sento che non ce la faccio a reggere ancora questa vita. Sento il desiderio di vivere la mia vita in maniera diversa, meno ripetitiva e monotona, ma per quanto mi sforzi di trovare un modo per farlo non riesco a farmi venire nessuna idea. Vedo il mio seno, una bella terza tonica, perfetta, me lo accarezzo, sento che mi manca il piacere di mani forti che lo strizzano, lo impastano. Ho voglia di scopare con gusto, e non per svuotare delle palle, la mia fica ha sentito solo il suo cazzo, ero vergine. Nella mia bocca però qualche altro cazzo l’ho sentito, perche prima di lui, quando ero studentessa di liceo, ho fatto diversi bocchini, mentre lui non mi ha mai infilato il suo in bocca. Non ce la posso fare a continuare, devo trovare il modo di evadere da questa dorata prigione, ma non è facile. Ogni mio spostamento, è fatto con la vettura di gran lusso, che lui fa guidare da una bravissima donna, che ovviamente gli riferisce ogni mia mossa. In casa poi ho sempre la governate, una donna molto austera, che ha educato e nutrito mio figlio, che si occupa di ogni dettaglio, quindi come faccio? Impazzisco se non trovo un diversivo. Mentre mi guardo allo specchio, la parte più razionale di me si stupisce di questi miei pensieri.
«Ma di che ti lamenti? Hai una casa bellissima, non devi lavorare, o fare nulla, sei coccolata, ricca, hai ogni cosa a tua disposizione, e ti lamenti? Della mancanza di cazzo? Non è vero, lui ti scopa! Che ti manca? Sai quante vorrebbero essere la tuo posto? E tu ti lamenti.»
Ma non serve, tanto non posso evadere. Poi la svolta. Mia made che sessanta sei anni ha un improvviso malore, un infarto. Subito viene ricoverata in una clinica privata specializzata in cardiologia. Quando la vado a trovare, è distesa su di un letto che sta riposando. Mio marito parla con il primario che gli garantisce il massimo delle attenzioni e cure adeguate e il massimo della tranquillità. Io invece parlo con un giovane medico, molto avvenente, che mi spiega che è addormentata, che si deve riposare. Lo guardo e resto ammaliata dai suoi occhi, di un azzurro stupendo, il viso rasato e bello, le sue mani con dita lunghe e ben curate. In un attimo le immagino che mi stringono, che mi accarezzano tutto il mio corpo, sento subito inumidirsi le mie mutandine. Quando mi tocca il braccio, mentre parla ho un brivido, lui mi guarda stupito.
«Signora va tutto bene? Non si deve preoccupare, sua madre fra poco starà bene, deve solo riposarsi. Le faremo tutti gli esami necessari per trovare una cura idonea per farla stare bene e tranquilla.»
Il suo contatto mi riporta alla realtà, lo guardo, gli sorrido. Sono seduta di fianco al letto, lui è in piedi di lato a me. Noto un lieve rigonfiamento sul pacco, ma in quel momento entra mio marito, ci osserva per un attimo senza parlare, poi ci dice, che ha parlato con il primario, e che Luca, il dottore che ho accanto, è quello che si prenderà cura di mia madre.
«Amore, adesso devo andare, se vuoi ti mando Elisa con la macchina per accompagnarti a casa, io prenderò un taxi.»
Lo guardo un poco smarrita, gli dico che non serve, al massimo lo prendo io il taxi, lui non si deve preoccupare, perche sono consapevole del fatto chi in questi giorni è impegnato, con un importantissimo processo, dal grande impatto mediatico, quindi lascio che lui sia libero, io mi arrangio. Mi osserva un attimo ancora, poi se ne va. Resto per un poco ad osservare mia madre che dorme. Da tre anni vive sola, dalla morte di mio padre. Le ho offerto di venire a vivere con me, ma ha rifiutato, ama troppo la sua indipendenza. La loro vita è sempre stata tranquilla, almeno così a me è sembrata, alcuni amici fidati, vacanze e crociere, almeno due volte all’anno, poi il ballo, la loro grande passione. Hanno sempre avuto un bellissimo rapporto fra loro, mai una litigata, mai una discussione o un gesto sgarbato, solo tanto amore, complicità e passione. Di questo ne sono sicura. Da ragazza li ho sentiti scopare, alcune volte, ho sempre immaginato, che per una moglie, godere con il proprio compagno doveva essere stupendo, mentre io sono solo a sua disposizione per farlo sborrare. Mi fa impazzire questa cosa. Eppure mia madre ha sempre tenuto un basso profilo. Mai una volta, che fosse inopportuna, sia nel parlare, che nel vestire, o altro. Mio padre direttore di banca, ha sempre avuto un atteggiamento tranquillo, sempre innamorato di mamma, mai che avesse neanche osservato, criticato, o ammirato un’altra donna, eppure sono certa, che a lui le donne piacevano molto, ma mamma la faceva divertire, e godere tanto e anche spesso. Ad un tratto entra Luca, il giovane medico, mi si avvicina, mi parla a bassa voce.
«Lei non ha mangiato nulla, e questo non va bene. Venga con me, tanto a sua madre, ora non serve la sua presenza. Ci sono due bravissime infermiere, che la controlleranno in continuazione, venga che andiamo a mangiare qualche cosa.»
Cerco di obbiettare, ma lui mi prende per un braccio, sento che quel contatto, mi piace, lo assecondo. Andiamo al bar dell’ospedale, ci sediamo per mangiare un tramezzino, sotto lo sguardo di altre persone che quasi ci ignorano, tranne quelle di sesso femminile, che mi guardano con curiosità. Mi sento davvero bene. Per una volta, non sono a cena con mio marito, in un sontuoso ristorante, dove tutti lo ossequiano, e mi osservano, come un animale raro, che lui mostra al suo pubblico, ma sono una donna che sta mangiando un banale tramezzino, con un maschio, che credo sia nei desideri, di quasi tutte quelle che ci osservano, e questo mi eccita in qualche modo.
«Deve stare tranquilla per sua madre. Ha avuto un infarto, ma credo che non ci siano danni gravi. Domani la sottoporrò ad una serie di controlli ed esami, per definire una diagnosi precisa, e studiare una eventuale cura.»
Lo guardo e osservo le sue labbra mentre mi parla. Le immagino sul mio corpo, coprire di baci i miei seni, leccarmi fra le cosce, mi sento un brivido lungo la schiena, e le mie mutandine sempre più umide. Dopo un caffè, ritorno in camera di mia madre, che adesso trovo sveglia, mi osserva, mi sorride. Si scusa per il fatto che mi ha procurato un disturbo. La guardo, gli dico che va tutto bene. Lei mi sorride, mi fa sedere accanto a lei, poi mi guarda, con voce calma mi fa due domande, che all’apparenza mi sembrano inutili.
«Sei sicura che va tutto bene? Tu stai bene?»
La guardo, le rispondo che sto bene, che sono solo preoccupata per la sua salute, poi quando lei mi fissa negli occhi, abbasso lo sguardo. Lei resta in silenzio, fa un profondo respiro, poi mi solleva il mento, mi ripete la stessa domanda.
«Mia figlia sta bene?»
La guardo, poi abbasso gli occhi. Lei mi parla con dolcezza.
«Amore mio, sei così triste, che non posso pensare che sia dovuto a questo piccolo malore che ho avuto, anche se forse è grave, non posso credere che tu stia davvero bene. Una madre conosce sua figlia, e poi conosco la vita, e tu non me la racconti giusta. Dimmi cosa ti affligge? Hai problemi con tuo marito? Non è premuroso? Non ti ama? Ha una femmina che lo fa impazzire più di te?»
La guardo quasi stupita, in quaranta anni non ho mai affrontato certi argomenti con mia madre, le sue domande necessitano di risposte imbarazzanti, che adesso ho paura di darle. Lei mi fa un sorriso poi riprende a parlare.
«Devi capire, che ti ho osservata da un po’ di tempo. Credo che tu non sia felice. Hai superato la soglia dei quaranta, hai un bel figlio che ti adora, che è il meglio che una madre possa desiderare, un marito premuroso, che si prende cura di ogni aspetto della tua vita, ma credo che tu non sia felice. Hai una cosa che ti turba dentro, e che non ne parli con nessuno.»
La guardo, ha colto nel segno, ma non trovo le parole per dire quello che mi affligge. Mi sorride ancora mi parla ancora con voce calma e mi stupisce quello che dice.
«Gioia mia, dopo il tuo matrimonio, io e tuo padre ci siamo resi conto che la nostra vita necessitava di un profondo cambiamento. Avevo la tua età di adesso. Lui che è sempre stato in tipo molto fantasioso, ha lentamente fatto emergere la donna che si nascondeva dentro di me. Con molta pazienza mi ha proposto sempre nuove esperienze, specie in campo sessuale. Alla fine ha fatto di me una donna che amava molto godere dei piaceri della vita. Mi ha reso complice, amante e grande estimatrice del sesso. In breve mi ha voluto più troia. Capisco che questo ti sorprende, ma credimi non c’è stato un periodo più bello della nostra vita. Essere al centro delle sue fantasie, desideri, e fra le braccia di un altro maschio, o anche più di uno, mi ha fatto godere e ha fatto impazzire anche lui di piacere in maniera unica. Dopo la sua morte, ne ho sentito la mancanza, e ti assicuro che sarei quasi felice di raggiungerlo.»
La guardo stupita. Non mi sarei mai aspettata una simile confessione, nemmeno che lei avesse una doppia vita cosi esaltante. La osservo per la prima volta con occhi davvero diversi. Lei mi sorride e riprende a parlare.
«Figlia mia sono quasi sicura che è il sesso fra te e tuo marito il motivo del tuo cruccio. Forse non ti accontenta più? Ha davvero un’amante che lo soddisfa più di te? Dai parla, con me lo puoi dire, sono tua madre e sarò sempre dalla tua parte.»
La guardo, gli racconto a grandi linee quella che è la mia vita, in particolare quella sessuale. Rimane un poco stupita, ma non più di tanto.
«Come hai fatto a resistere tutto questo tempo? Hai un amante che ti scopa? Altrimenti sei davvero una donna che si è fatta tanto male, in tutto questo tempo. Forse non ti è chiaro, che hai appena superato metà della tua vita, e se non ti dai una mossa, passerai il resto a rimpiangere di non averlo fatto. Decidi, se vuoi che lui cambi, o trovati un vero maschio, che soddisfi il tuo desiderio sessuale. Sbrigati che la vita corre.»
La guardo e sto per replicare quando si apre la porta e rientra Luca, che ci sorride compiaciuto. Mia madre lo guarda, poi mi osserva, mentre io, pendo dalle sue labbra. Ci informa dei vari esami, a cui lei sarà sottoposta il giorno dopo, ma sembra una scusa, cercata solo per ripassare a trovare lei per rivedere me. Alla fine mi fa una proposta che sto per rifiutare, ma è mia madre che mi sprona ad accettare.
«Ho finito il mio turno, a vado a casa. Sua madre sta bene e adesso lei dovrebbe uscire tanto c’è il personale che si prenderà cura di sua madre, quindi se vuole, le offro un passaggio.»
Provo a rifiutare, ma è mia madre che insiste perche io accetti. Alla fine usciamo insieme. Appena dentro la sua splendida vettura mi pento di aver indossato dei pantaloni comodi, ma poco sexy, mentre adesso avrei voluto far salire la gonna e mostrare le mie splendide cosce. Lui mi sorride mentre guida con calma. Mi sento terribilmente eccitata, quasi vorrei che lui in qualche modo ci provasse con me, ma non succede nulla. Lui mi osserva in silenzio, io mi bagno anche di più. Giunti a casa lui mi saluta e se ne va, mentre io rientro nella mia gabbia dorata, sotto lo sguardo un poco stupito della governante. La sera a cena, Carlo mi chiede se va tutto bene, mentre io sono con la mente, ad inseguire un sogno non realizzato. Mi osserva pensieroso senza dire nulla. Dopo cena me ne vado a letto mentre lui si intrattiene nello studio. Dopo un poco lo sento entrare in camera mia, si mette nel letto, solleva la mia camicia da notte e trova il mio corpo nudo, un suo desiderio che mi è sempre piaciuto, mi masturba come fa sempre. Io resto immobile, lo assecondo, ma dentro di me scatta un qualche cosa che all’improvviso mi fa girare verso di lui, lo sposto, mi piego fino a prendere il cazzo in bocca. Lo infilo di colpo in bocca e in gola. Lui rimane stupito, immobile, poi continua a masturbarmi con più impegno. Sentire il suo uccello in bocca mi piace, chiudo gli occhi e immagino di succhiare quello di Luca. Godo immediatamente, lui ne resta stupito, mi rigira, mi vuole scopare, ma io non sono d’accordo. Lo spingo di lato, lo faccio mettere supino, con un rapido movimento gli salgo sopra, afferro il cazzo, lo infilo dentro di me. Lui resta immobile, passivo, in assoluto silenzio. Incomincio a cavalcarlo con calma e passione. Mi voglio godere questa cavalcata e trarne il massimo del piacere. Lo sento fino in fondo. Mi struscia la cappella sul collo dell’utero, mi provoca subito un orgasmo, che gli faccio sentire mugolando non troppo sommessamente. Lui mi asseconda, resta passivo, mentre io vorrei le sue mani sul mio corpo. Chiudi di nuovo gli occhi, la mia mente, cerca le mani di Luca, mi stringo i seni pensando che sia lui a farlo. Vengo di nuovo, con lui che adesso si muove sotto di me. Lo sento inarcare le gambe, sbattermi dal basso verso l’alto, io godo ancora. Improvvisamente il suo ritmo diventa frenetico, lo sento sbattermi più forte, poi cerca di togliermi da sopra, è evidente che vuole sborrare, ma io lo voglio dentro. Prendo la pillola per regolarizzare il mio ciclo, quindi non può mettermi incinta, e poi non me ne frega nulla, questa sera lo voglio dentro. Si rende conto che non può fare diversamente, allora mi sbatte ancora un poco, poi esplode dentro di me che non aspettavo altro per avere un ennesimo orgasmo che mi sconvolge, mi svuota mentre lo sento riempirmi il ventre del suo seme bollente. Gode quasi in silenzio, solo un breve gemito esce dalle sue labbra, mentre io sfinita mi distendo su di lui che mi abbraccia a stringe a se in silenzio. Il mio cuore batte come in tamburo impazzito, lui tenendomi stretta fra le sue braccia mi mette di lato e senza che ce ne rendiamo conto il sonno ci avvolge. Quando mi sveglio sono sola, penso di aver sognato, ma sento il suo seme colato fuori dalla mia fica ormai secco che mi ricorda che è tutto vero. È presto, forse lui non è ancora uscito per andare al lavoro. Indosso la mia vestaglia e lo raggiungo in cucina che sta facendo colazione. Mi guarda un attimo stupito, io gli chiedo se mi porta in clinica per stare vicino a mia madre, lui annuisce e io mi preparo velocemente. Una rapida doccia, e quando mi vesto, indosso una gonna a portafoglio che mi arriva al ginocchio, poi decido che oggi non voglio indossare l’intimo. Mi sorprende questo pensiero, ma lo realizzo, sento che aver preso questa decisione ha in qualche modo ha il sapore della libertà. Aggiungo una camicetta bianca autoreggenti, e scarpe col tacco dieci. Quando lui mi vede mi regala una occhiata compiaciuta, mentre io mi sarei aspettata una critica. In auto mi osserva senza dire nulla, ma lo vedo indugiare con lo sguardo fra le mie gambe quasi in attesa che la gonna scivoli di lato e le metta in mostra, ma io per paura che lui si renda conto che non indosso l’intimo faccio in modo che resti ben chiusa. Sentirmi nuda sotto mi dona una sensazione che quasi mi stordisce. Giunti in clinica saliamo insieme al piano dove è ricoverata mia madre. Appena chiuso l’ascensore mi attira a se, mi stringe forte mi bacia con passione. Mai fatta una cosa del genere! Rispondo al suo bacio e poi lo guardo stupita, lui mi sorride, e senza dire nulla mi lascia uscire per prima. In corridoio incontriamo il primario e Luca, che mi riserva un cordiale ben venuto. Lui si intrattiene con il primario, mentre io e Luca entriamo in camera di mia madre. Prima di entrare lui mi sussurra un complimento.
«Sei sempre bella, ma oggi hai un qualche cosa in più che rende stupenda.»
Lo guardo e gli sorrido con malizia. Dentro trovo mia madre, che mi guarda in maniera interrogativa, sembra che stia cercando di capire se il mio sorriso era dovuto ad un cambiamento del mio umore. Poco dopo siamo raggiunti da Carlo, che mi saluta e quando sta pe uscire dalla camera mi attira a se, mi sussurra una cosa che mi stupisce ancora di più.
«Oggi sei più radiosa del solito. Se questo è dovuto a ieri sera, mi fa molto piacere, se invece è altro che ti fa sentire così bene mi piacerebbe saperlo, o parlarne questa sera insieme in privato.»
Lo guardo, gli sorrido cerco in qualche modo di provocarlo.
«Chissà, se è per ieri sera o perche magari oggi ho qualche cosa di diverso. Forse nel vestire, oppure voglio rendermi interessante agli occhi di chi mi guarda.»
Mentre finisco la frase mi giro verso Luca, che sta parlando a mia madre e non vede il gesto, ma invece lo vede mio marito, mi osserva con occhi che cercano delle risposte, ma io lo lascio nella più completa incertezza. Mi giro e ritorno in camera, mentre lui rimane un attimo incerto e poi se ne va. Portiamo mia madre a fare degli esami, e mentre il tecnico li esegue, Luca mi porta a fare colazione al solito bar, dove troviamo anche il primario. Massimo, questo è il suo nome è amico di mio marito da tantissimi anni, mi conosce e molte volte ci siamo visti, a cene o ricevimenti, ma in pratica abbiamo parlato solo poche volte, quindi adesso che mi trova in assenza di mio marito mi sorride, mi fa dei complimenti assecondato da Luca che annuisce compiaciuto.
«Signora lei è sempre più bella! Lo dico a Carlo che ha trovato in lei una donna dal fascino incredibile e molto seducente. Vederla ieri con quegli occhi così tristi mi ha fatto davvero male, ma stia tranquilla che rimettiamo sua madre in perfetta forma. Non mi ha stupito vedere che sua madre è una bella donna, con una figlia come lei non avrebbe potuto essere diversamente. Mi creda vi ammiro molto e in quanto alla sua salute sarà compito nostro farla stare sempre meglio.»
Mi cinge il fianco con un braccio, e questo contatto mi genera una strana sensazione. Sento che mi sto eccitando trovarmi in mezzo a loro due sapendo che ho la micetta al vento. Una sensazione che mi fa bagnare molto. Dopo fatta colazione Luca raggiunge il tecnico che sta analizzando mia madre mentre Massimo mi chiede se posso passare nel suo ufficio per sbrigare la noiosa burocrazia. Subito mi suona come la scusa per restare solo con me, lo assecondo, curiosa di scoprire dove vuole andare a parare. Appena dentro il suo ufficio, mi fa accomodare su di un comodo divano, poi prende dei fogli dalla scrivania, me li porta restando in piedi davanti a ame. Lo guardo e noto un bel rigonfiamento all’altezza del pacco. Da incosciente decido di stuzzicarlo un poco, per vedere fin dove si spinge, apro lentamente le cosce, la gonna scivola un poco di lato, mostrando una buona porzione della coscia, fasciata da una autoreggente, lui mi osserva, cerca di spiegarmi che sono moduli per il ricovero e altro, ma è chiaro che la sua attenzione è tutta per le mie gambe. Mi basterebbe aprire un poco di più le cosce, per fargli vedere la mia fica nuda, ma non lo faccio, mi limito solo a constatare che il bozzo adesso è notevole. Sapere di averlo eccitato molto, mi fa bagnare e quasi mi pento di non aver indossato le mutandine. Sento colare i miei umori, e nello stomaco ho le farfalle, da quanto mi sto eccitando. Stiamo per un attimo immobili, ci fissiamo. Lui sta per fare una mossa verso di me, probabilmente mi salta addosso per scoparmi, quando è il suono del mio cellulare che spezza di fatto l’incantesimo. È Carlo mio marito che mi fa una richiesta che non mi sarei mai aspettata di sentire da lui. Scatto in piedi e poi rispondo mentre lui si allontana verso la finestra.
«Amore vorrei chiederti di fare una cosa per me. Vorrei chiederti di fare una cosa che mi ecciti molto, che mi lasci per tutto il giorno il desiderio di te come femmina, ma non saprei che chiederti. Mi dai un aiuto? Sono consapevole che ti sto chiedendo una cosa assurda, ma vorrei fare questo gioco con te.»
Lo ascolto e decido di colpire duro.
Prova ad immaginare che io oggi non abbia le mutandine.»
Lui rimane un attimo in silenzio, poi replica.
«Amore è troppo scontato che tu le abbia. Io credevo in qualche cosa di veramente eccitante.»
«Tu sei sicuro che io oggi le abbia indossate? Ci metteresti la mano sul fuoco?»
Sento un sussulto dall’altro capo del telefono, subito chiudo la conversazione lasciandolo basito. Firmo i documenti sotto lo sguardo di Massimo, che si rende conto che l’attimo è sfumato, vado a raggiungere mia madre, dove trovo anche Luca, che mi guarda un poco stupito, quasi incredulo che lo abbia raggiunto così presto. È evidente che aveva intuito il desiderio del suo capo, quindi vedermi arrivare così presto lo stupisce. La trovo in camera che sta per tornare nel letto, mi sorride, mi abbraccia.
Luca esce e mi saluta quasi divertito.
«Gioia mia, oggi tu hai un sorriso stupendo! Sembri il topo che si è mangiato il gatto. Sono sicura che deve essere successo qualche cosa ieri sera, probabile con quel bel ragazzo che ti ha accompagnato a casa. In ogni caso qualunque cosa sia, ti ha fatto molto bene. Sei così bella e raggiante questa mattina, che dovrai faticare un poco a tenere a bada tutti i maschi di questa clinica!»
Mi parla e mi abbraccia contenta. Si siede sul letto, io le racconto quello che ho vissuto in queste ultime ore, compreso che non indosso l’intimo, che Carlo mi ha chiesto se lo indossavo. Lei sorride compiaciuta.
«Con tuo padre era la consuetudine non farmi indossare l’intimo. Nemmeno il giorno del tuo matrimonio avevo le mutandine. A volte indossavo lo sting solo per essere più troia. Mi fa piacere sapere che ti sei decisa a vivere. Se tuo marito si è svegliato allora hai colto nel segno. Vivi e godi, e sbrigati che il tempo passa. Oggi sei cosi radiosa che credo che il giovane dottorino avrà il pacco gonfio per tutto il giorno. Se questa sera ti accompagna credimi ci proverà di sicuro.»
La guardo, le racconto di Massimo. Mi fissa quasi incredula.
«Ma allora ho ragione io! Dentro di te hai la stessa donna molto troia, che avevo io, che tuo padre ha fatto emergere così meravigliosamente. Io al tuo posto me lo sarei fatto il bel primario. Deve essere un vero porcello da come mi guarda, mi fa felice sapere che ti desidera. Chissà che un giorno non si possa organizzare un bel gioco a quattro con loro due e noi due insieme.»
La guardo stupita.
«Ma mamma! Che dici?»
«Figlia mia un giorno non ti stupirai più di questo, e anche tu sentirai il desiderio di una bella doppia, con due maschi che ti fanno impazzire.»
Passiamo quasi tutta la giornata insieme, con Luca e Massimo, che passano più volte a controllare come sta mia madre. Quando è quasi ora di uscire, vedo Luca che si avvicina per offrimi il solito passaggio, ma viene immediatamente battuto sul tempo dall’arrivo inaspettato di mio marito.
«Ho finito presto e allora sono passato a prenderti.»
Salutiamo tutti e prima di uscire vedo mia madre sorridere ironicamente. Durante il tragitto verso casa lui si informa dello stato di salute di mia madre, e mentre parla con un gesto lento e quasi impercettibile, infila una mano sotto la mia gonna, mi guarda stupito quando si rende conto che non ho l'intimo. Giunti ci immergiamo come è nostra consuetudine nella vasca idromassaggio. Soli, lui si avvicina a me come non ha mai fatto in passato, mi abbraccia e bacia con molto trasporto, poi mi sorride e le sue parole sono musica per le mie orecchie.
«Amore oggi mi hai stupito. In verità lo hai fatto anche ieri sera. Era da tempo che volevo fare dei cambiamenti nel nostro rapporto di coppia, ma non ero sicuro se tu ne sentivi la necessità, come la sento io. Quando ieri sera hai preso l’iniziativa per un momento mi hai sbalordito, ho quasi avuto paura di rovinare tutto, per questo sono rimasto immobile, poi ho sentito il desiderio di farti godere. Quando mi hai impedito di uscire per sborrare fuori, ho sempre pensato che farlo dentro di te ti infastidisse, sono quasi impazzito di gioia. Era da tempo che volevo che tu fossi un poco più esplicita, diversa, più sensuale, un po’ più intraprendente, attiva. Non mi viene la giusta definizione.»
Lo guardo e azzardo il tutto per tutto.
«Mi vuoi più troia? È questo che cerchi di dirmi non trovando le parole?»
Il suo viso si illumina, la sua voce è radiosa.
«Esatto! È così che ti vorrei, ma non saprei da dove cominciare a fare questo cambiamento. Oggi quando mi hai detto che non avevi indossato l’intimo mi hai sconvolto. Era chiaro che stavi mentendo, ma il solo pensiero che poteva essere vero, mi ha incasinato la mente per tutto il giorno. Non sono riuscito a concentrarmi sul lavoro, pensavo sempre a te con la passera al vento. Mi sono dovuto masturbare in bagno, e ti assicuro che sono venuto come un fiume in piena. Per questo sono passato a prenderti. Ieri sera ti ha accompagnato Luca, e per un momento ho anche pensato che lui ci avrebbe provato con te. Credimi questa ipotesi mi ha sconvolto la mente. Ero furioso di gelosia, ma nello stesso tempo avevo il membro così duro da farmi male. Fino a che non sono arrivato in clinica ho pensato che se tu non avevi l’intimo e lui ti accompagnava a casa e ci provava, c’era la possibilità che ti avrebbe scopato. Mi ha fatto impazzire questo pensiero, in maniera contrastante. Una parte di me era furiosa, al pensiero che tu potevi tradirmi con lui, mentre l’altra metà era così eccitata che ho avuto una erezione incredibile.»
Lo guardo, lo bacio. Ci trasferiamo nella sauna, nella penombra mi avvicino a lui, che sta seduto e mi osserva in silenzio. Gli prendo il cazzo in mano, lo sego un poco, è quasi duro, ma io ho deciso che adesso lo voglio fare impazzire.
«Chiudi gli occhi, e immagina di vedermi fare una sega a Luca. Dimmi che sensazioni stai provando? Ti eccita o ti sento geloso? Quando hai scoperto che non le avevo, o se ti dicessi che Massimo mi ha quasi scopato, tu potresti pensare che sono una troia, o che sono la troia che tu stai cercando di far emergere da dentro me?»
Geme ha gli occhi chiusi, ma il suo cazzo adesso è durissimo. Mi abbraccia e bacia con molta passione. La sua lingua entra nella mia bocca e cerca la mia con cui intreccia un gioco erotico che mi sconvolte. Mi stacco da lui, mi abbasso. Prima di prenderlo in bocca lo uccido.
«Pensa che forse oggi poteri averlo fatto con Massimo, sai, sono sicura che un bel pompino lo avrebbe gradito molto. Oppure chissà, forse l’ho fatto, sia a lui che a Luca, ieri sera.»
Infilo il cazzo in bocca, lo succhio con forza, lui esplode in un incredibile orgasmo. Dalla sua bocca escono parole mai sentite.
«Sei una troia stupenda! Mi fai impazzire! Succhiami e bevi puttana! Certo che sono sicuro che a Massimo un bel bocchino sarebbe piaciuto. E sono certo che ti vorrebbe inculare con molto impeto per spaccare il tuo culo da zoccola che ti ritrovi. Una sera ad un ricevimento, mentre lui parlava di te con un altro un altro, ero nascosto, non mi ha visto, ma l’ho sentito dire che sei uno dei suoi desideri più grandi. Credo che sua moglie lo cornifichi con Luca, ma non ne sono certo. Quello di cui sono certo che tu sei il suo più grande desiderio. Se oggi ti ha fatto capire o ci ha provato le cose sono due: o c’è riuscito, oppure lo hai lasciato con una voglia di te pazzesca.»
Mi inonda la gola con il suo seme che ingoio subito, questo mi eccita tantissimo. Per un momento mi gusto il suo membro ancora duro, poi decido che voglio colpirlo fino in fondo. Mi sollevo, lo abbraccio, e lo bacio. Per un attimo resta immobile, poi risponde la mio bacio mentre io, che tengo ancora il suo cazzo in mano, lo sego piano, gli sussurro una cosa che lo sconvolge.
«Immagina che adesso stai assaporando la sborra di Massimo o Luca.»
È troppo per lui. Mi spinge di lato sulla panca, mi penetra con il cazzo durissimo. Mi sbatte, mi inonda di parole sconvolgenti per entrambi. Io gli rispondo a tono e amplifico il gioco.
«Sei una puttana! Una zoccola bocchinara e succhi cazzi! Ti fai sbattere da tutti i cazzi che incontri. Sei una puttana di strada. Sei una troia! SEI LA MIA TROIA!»
Lo guardo sconvolto dal piacere, che sta provando mentre mi fotte con un impeto, che non ho mai sentito. Lo assecondo, lo sconvolgo.
«Certo che sono una troia! Quella troia che tu non hai mai voluto scopare, e adesso mi faccio tutti i cazzi che voglio. Porco e cornuto!»
È troppo per lui. Sborra con un grido che cerca di soffocare, mentre io lo voglio sentire.
«Dai non ti reprimere! Gridami che stai godendo con la tua puttana! Dimmelo che sono la tua troia! Dimmelo! Lo voglio sentire dalla tua bocca!»
Mi riversa dentro tutto il suo seme, la sua sofferenza mentre alla fine mi accontenta.
«Si zoccola ti inondo la fica! Senti come la fotto e sborro una puttana come te! Ti adoro! Sei la mia puttana e la mia troia!»
Godo, come non mi ricordo di mai averlo fatto. Dopo cena ci ritroviamo in camera da letto, insieme, lui mi accarezza ancora voglioso. Lo guardo un poco stupita, lo stuzzico a prole.
«Amore che ti prende? Hai scoperto che sentirti tradito, o meglio cornuto, ti eccita così tanto che adesso mi vuoi scopare sempre?»
Mi sorride le sue parole mi eccitano.
«Certo che mi eccita. È una sensazione incredibile. Mentre eravamo a cena osservavo la tua bocca, l’ho immaginata mentre succhiava un altro uccello duro e grosso. Ho avuto una erezione, che quasi non riuscivo a contenere. Vorrei sapere da te come intendi muoverti. Io ho la massima fiducia in te, ma vorrei sempre essere al corrente di quello che fai. Sto pensando che il mio lavoro, ha assorbito troppo la mia vita, e ti ho trascurato troppo. Voglio incominciare a divertirmi, mi sento che sto perdendo il meglio del nostro matrimonio, e voglio rimediare. Devo solo finire di seguire il processo in cui sono impegnato, ma siamo alle battute finali, ancora qualche giorno e poi sarò libero. Pensavo se tua madre sta bene di andare fare un bel viaggio. Tu che ne pensi? La trovi una bella idea? E se ne in questo periodo tu trovi da divertirti lo vorrei sapere. Voglio essere il tuo complice, e assecondare i tuoi desideri.»
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4 years ago
baxi18, 55
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Un amore pendolare
L’aereo corre veloce lungo la pista, decolla in perfetto orario. Slaccio la cintura e mi giro verso il finestrino, guardo fuori le nuvole che si diradano e anche i miei pensieri si schiariscono, sto volando verso il mio amore. La nostra è una storia singolare, a tratti anche dura, ma per ora va bene così. Lentamente ripenso a come tutto è cominciato. Allora ero un giovane impiegato di banca, e una sera all’uscita dal lavoro vedo una ragazza prendere a pugni un bancomat.
«È inutile, anche se lo prendi a pugni, non ti darà le banconote.»
Lei si gira mi guarda arrabbiata.
«Questa trappola mi ha preso al carta, ho sbagliato il PIN e lei me l’ha ritirata, accidenti adesso niente spesa e niente cena.»
Mi avvicino, la guardo è bellissima nella luce del tramonto. Alta capelli e occhi nerissimi, tutte le curve al posto giusto e soprattutto un viso bellissimo. Senza esitare apro il portafogli e gli offro 50 mila lire. Pessima mossa, mi guarda con occhi di fuoco, dura e feroce.
«Per chi mi hai preso, per una puttana?»
Altera e fiera si gira e se ne va. La rincorro, la chiamo.
«Signorina, signorina, mi aspetti, la prego non volevo offenderla, mi lasci spiegare.»
Si ferma e mi guarda con sospetto.
«Li prenda la prego, tanto domani dovrà tornare a ritirare la carta e me le restituirà, un prestito per questa sera.»
Mi guarda con sospetto e fa un cenno di no con il capo.
«Non accetto soldi dagli sconosciuti.»
«Mi chiamo Giorgio, e domani lei mi dovrà mostrare un documento quindi non saremo sconosciuti, accetti la prego o almeno lasci che la inviti a cena.»
Ci pensa un momento.
«Mi chiamo Barbara, va bene, ma solo una pizza e una aranciata e non si faccia illusioni.»
Due ore dopo ci troviamo davanti alla banca, non accetta di salire in auto con me, allora andiamo in una pizzeria lì vicino. A tavola si rilassa un poco, mi racconta che viene dal sud, che è fidanzata, che lavora come impiegata contabile in un grande gruppo alimentare, e che è stata mandata è nella mia citta per un corso di aggiornamento della contabilità, che prevede l’uso del computer. Le racconto di me che vivo solo e lavoro in banca, poi lei riflette sul fatto che il corso finisce alle 17 e che noi a quell’ora chiudiamo e quindi non sa come riprendere la carta. Mi faccio dare un documento e l’indomani le riporto la carta e le strappo un nuovo appuntamento. Ben presto ci rendiamo conto di stare bene insieme, io ne sono affascinato, mi piace da morire, la sua allegria, il suo modo di essere ironica, e la sua fiera bellezza. Dopo una settimana la invito una sera a cena da me. Accetta e quella sera la bacio per la prima volta. Lei non si sottrae all’abbraccio, ma mi dice con voce malinconica che non va bene che è fidanzata, ma io la voglio e lei si lascia baciare ancora. Finiamo a letto insieme, ma non si fa scopare, è vergine e tale vuole restare, ma non per questo non ci divertiamo. Baci, carezze e masturbazioni ci danno una eccitazione che sfocia in un 69 di fuoco, e quando vengo le riverso in gola tutto il mio piacere che lei ingoia senza nessuna esitazione. Pur restando vergine davanti, lentamente, la convinco a donarmi il fiorellino anale. All’inizio è un po' doloroso, ma poi rapidamente lo apprezza e diventa un modo di godere che la sconvolge fino allo sfinimento. Passiamo quaranta giorni di piacere molto intenso e appagante, e solo una volta mi trovo con la cappella appoggiata alle sue labbra della figa bagnatissima, sto per affondare in lei ma il suo sguardo disperato mi fa desistere. Finito il corso la invito a restare.
«Non te ne andare, resta, con il mio stipendio e la tua specializzazione di lavoro qui ne trovi subito, ci prendiamo un appartamento più grande e viviamo insieme, ti amo, resta, ti prego.»
Niente da fare, mi dice che non è possibile, e se ne va. Passo una settimana di pura disperazione, mi manca da morire, ma poi lentamente mi tuffo nel lavoro, e quando mi propongono un trasferimento alla sede scentrale, accetto. Dopo due mesi conosco casualmente Anna. È la figlia del direttore generale, ma questo lo scopro dopo. Mi cerca, ma io non mi lascio avvicinare facilmente perché non voglio avere storie con lei considerando chi è suo padre, allora lei una sera mi aspetta all’uscita e mi abbraccia, mi bacia.
«Cosa deve fare una donna per farti capire che è innamorata di te?»
Mi chiede stringendomi a lei.
La guardo per un attimo, realizzo che sono il re dei cretini. Bella, sensuale e molto elegante, è la femmina che farebbe girare la testa a tutti, e io non la volevo! Bel fesso! Mi tufo in questo nuovo amore, ma la cosa non mi agevola nel lavoro, il padre mi tiene costantemente sotto il suo sguardo vigile e attento. Passano tre mesi, lei si dimostra essere una donna meravigliosa, una sera facciamo sesso e resta incinta. Per niente dispiaciuta ci sposiamo poco dopo, incomincia una parte della mia vita veramente bella. Anna è una donna capace di sconvolgere realmente la mia vita. Elegante, bella, sensuale, e molto porcella, mi fa scoprire il piacere di un erotismo bello ed molto originale. Spesso si diverte a stuzzicare la mia eccitazione con giochi veramente erotici, come indossare abiti cortissimi, o con atteggiamenti da vera puttana, che si concludono con scopate epiche nelle quali diamo entrambi tutto. Altre volte mi telefona, mi dice che è in giro per negozi senza intimo, facendomi credere che ci sono uomini che potrebbero vedere che lei sotto è nuda. Questo eccita la mia immaginazione, e la sera la distruggo a letto scopandola in maniera sconvolgente. Gode e mi fa godere sempre in modo originale. Le piace da morire essere scopata in posti insoliti, specie se c’è il rischio di essere scoperti. Adora essere sfondata analmente, direi una vera ossessione per questo tipo di sesso, che la fa godere sempre in maniera completa, il che mi riporta alla mente Barbara. Passano dieci anni, la mia scalata ai vertici aziendali è sempre stata seguita dal suocero che si è convinto della mia bravura e intanto cresce mia figlia, ma un destino vigliacco mi attende dietro l’angolo. Due giorni dopo il mio trentasettesimo compleanno Anna muore per una leucemia fulminante. Passo giorni di puro abbandono, la sua mancanza mi deprime, mi manca tutto di lei, il suo erotismo, il suo modo di essere donna, madre e complice. Impazzisco ma poi lentamente mi butto nel lavoro e piano piano ne esco. Passano tre anni, e mi ritrovo ad occupare la poltrona di direttore generale del personale. Il nuovo incarico mi impegna e questo distrae la mia mente dal pensare a lei. In questa occasione conosco Lisa, la nuova segretaria. Una bella trentenne, che mi affianca nel lavoro. Veste poco elegante e per niente seducente, jeans, e maglioni larghi, pur avendo un bel corpo non lo valorizza. Un giorno mentre lei mi ricorda i miei appuntamenti la guardo e le dico di disdire tutto. Mi guarda stupita e le comunico che oggi è l’anniversari della morte di mia moglie e voglio andare al cimitero.
«Che tipo era sua moglie dottore?»
La guardo e le dico che era una donna bellissima, sensuale e sempre molto elegante, che amava le autoreggenti i tacchi vertiginosi e le piaceva provocarmi con elegante maestria. Lei se ne va e da quel giorno cambia radicalmente il suo abbigliamento. Bella curatissima sensuale e sempre in gonna mai volgare si diverte a provocarmi ma solo quando siamo soli. Allora la sua camicetta ha un bottone di troppo slacciato, o le sua gambe inguainate da splendide calze si mostrano al mio sguardo. All’inizio credevo che avrei dovuto scoparla, ma poi ci ho riflettuto e sono giunto alla conclusione che se lo avessi fatto avrei rovinato tutto e quindi sono stato al suo gioco mostrando di gradire con complimenti appena sussurrati e dimostrazioni del mio, pacco duro come gradivo le sue attenzioni, e questo gioco si ripete spesso ma sempre senza mai andare fino in fondo. Passa un po' di tempo e il mio istituto assorbe una banca più grande in difficoltà, per me incomincia un periodo di intenso lavoro sempre affiancato dalla mia speciale segretaria. Dopo l’unione il mio compito è quello di ottimizzare tutte le filiali, qui il destino gioca ancora le sue carte. Sfogliando l’elenco dei vari posti dove sono ubicate le filiali scopro un nome di una città del sud dove abita Barbara. Mentalmente escludo di avere ancora interesse verso di lei, ma più passa il tempo e più mi sorprendo a farmi domando su cosa ne sia stato di quella donna che ho amato tanto. Mi immergo nel lavoro, e lascio volutamente la sua città per ultima, e quando chiedo a Lisa di prenotarmi un hotel per una settimana in quel posto lei mi guarda stupita, mi giustifico dicendo che voglio prendermi qualche giorno di riposo. Delusa dal fatto che non la invito a seguirmi, cosa che avevo sempre fatto, lei esegue senza fiatare. Mentre mi reco nel paese di Barbara ho una intuizione. Ho notato che ci sono solo tre nostre filiali, e allora scorro fra i clienti e la trovo. Ha un conto presso una filiale, e economicamente se la cava bene, ma soprattutto ottengo il suo indirizzo. Passo due giorni a sistemare le pratiche di lavoro e la sera la vado a cercare. Abita in una bel palazzo, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovala. Passo la notte a chiedermi che cosa sto facendo. Al mattino presto mi posiziono con la mi auto davanti a casa sua. La vedo uscire poco prima delle otto, ha due figli che con l’auto accompagna a scuola, poi si dirige verso un bar ed entra. La seguo. Mentre ordina caffè e si fa servire un cornetto mi vede.
«Tu??... Giorgio? Che ci fai qui?»
Restiamo immobili, ci guardiamo e non siamo capaci di dire nulla.
Dopo un momento ci sediamo e ad un tratto mi rendo conto che lei è diventata ancora più bella. La sua fierezza è rimasta, le sue curve sono diventate più piene, seducenti e il seno è diventato più grande, e ancora più bello. Lei mi racconta della sua vita, lo fa con malinconia, mi dice che è in crisi con il marito, un vero egoista che pensa solo a lui, incurante di quello che vuole lei, dei suoi desideri, delle sue esigenze. L’unica cosa che gli interessa e che lei si occupi dei figli e basta. La guardo, ha l’aria decisamente triste. Le racconto di me, poi lei abbassa lo sguardo e mi dice che sarebbe stato meglio che fosse rimasta con me, poi mi guarda fiera e dura, quasi incazzata.
«Portami via, ora, andiamo la tuo albergo.»
Non me lo faccio ripetere due volte. Entriamo nella mia camera e ci strappiamo i vestiti di dosso, quasi stessero bruciano, ma non sono loro a bruciare, ma i nostri corpi, i nostri sensi e ci stendiamo sul letto. L’ammiro per un momento e rivedo tutta la sua sconvolgente bellezza. Le nostre mani tornano a sfiorare i nostri corpi, a ridarci piacere, e lentamente dopo averla baciata e toccata ci ritroviamo di nuovo a fare uno splendido 69, ma questa volta non esplodo nella sua bocca, voglio di più e lei se ne rende conto e quando ritiene di essere pronta si distende supina e mi attira su di se. Entro dentro quasi con impeto. Lei inarca il corpo e apre la bocca mentre io lo spingo tutto fino in fondo e solo quando sento sbattere la cappella sul fondo mi fermo a guardarla. Lei è un maschera di piacere, vorrebbe urlare ma dalla bocca spalancata non esce nessun suono. La pompo ma lei mi blocca.
«Ti prego fai piano, voglio godere. Lui non mi ha mai fatto raggiungere l’orgasmo, mi penetra e poi appena vuole viene incurante del fatto che io abbia goduto o meno.»
La guardo, la bacio.
«Rilassati godi, io verrò quando tu ne avrai avuto abbastanza.»
Inizio a scoparla facendole provare alcuni orgasmi, poi la rigiro, la metto sopra a di me e lei si impala mentre io le strizzo i seni, le accarezzo i fianchi. Lei gode, ondeggia e raggiunge il piacere gridando di non smettere, poi mi guarda e mi chiede di inondarla. La metto di lato, la scopo con impeto ed esplodo dentro di lei. Dopo esserci ripresi lei mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con dedizione e bravura, la stessa che mi faceva impazzire. Ben presto mi torna durissimo, lei si gira, e con occhi languidi mi sussurra:
«Mettilo dietro, ma fai piano, lui non l’ha mai voluto e io l’ho dato solo a te.»
La possiedo lentamente fin quando lei mi incita a sfondarlo di nuovo.
«Dai che mi piace! Spingilo tutto dentro! Si, godo!»
La scopo nel culo facendola di nuovo impazzire di piacere e poi le vengo dentro con immenso piacere di entrambi.
Restiamo abbracciati per assaporare questo bellissimo momento e nei giorni a seguire abbiamo ripetuto più volte. L’ultima sera l’ha voluto solo nel culo.
«Prendimi dietro, a lui non l’ho mai dato, è tuo. Lo so chi mi farà male, ma lo voglio, anzi fammi male che mi deve restare il dolore per giorni, non voglio dimenticare chi mi ha sfondato il culo!»
Quando è giunta l’ora di andarmene le ho chiesto di seguirmi, di abbandonare quell’uomo che non la rende felice, ma lei mi ha risposto che per ora non è possibile, ma che quando sarà il momento sarà per sempre mia. Nei mesi a seguire ci siamo sentiti e visti diverse volte, organizzando dei brevi soggiorni ma durante i nostri contatti le ho insegnato a diventare una vera esibizionista, a godere del piacere di suscitare interesse da parte di altri maschi, a scoprire il piacere di sentirsi donna, amante e anche un po' puttana. Lei sta crescendo in un rinnovato interesse per la vita e spero che si decida diventare tutta mia.
«Allacciare le cinture di sicurezza.»
L’annuncio desta i miei pensieri, il mio cuore si gonfia, fra poco la rivedo, lei mi ha detto che mi ha preparato una sorpresa, e io spero che sia molto eccitante. Non mi importa quanta strada devo fare ogni volta per vederla, anche se è poco è sempre meglio di niente e per ora va bene così.
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2
4 years ago
baxi18, 55
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Il primo dito...
18 anni, più o meno, fino a quel momento il mio solo piacere veniva dalla masturbazione, un piacere giornaliero raggiunto fantasticando su donne immaginandomi dentro di loro o ai loro piedi, normali fantasie stile PostalMarket.
Un giorno ero a mollo nella vasca, l'acqua calda mi copriva appena il ventre e si spostava lenta seguendo i miei movimenti, massaggiando lentamente le palle e il cazzo. Il massaggio e il calore dell'acqua iniziò a farmelo gonfiare, fu subito duro, lo strinsi nella mano bagnata e iniziai a muoverla su e giù, un movimento lento dalla base fino alla punta, per poi accelerare e decellerare rimanendo a massaggiare il glande tra due dita ad anello o che lo accarezzavano stringendolo tra i polpastrelli.
La mente iniziò a cercare l'immagine per aumentare l'eccitazione ma le solite tette, le solite fiche non aiutavano. Ci voleva qualcosa di nuovo. In quel momento sentii riecheggiare nella mente una frase a cui non avevo mai dato importanza, presa sempre come una boutade piuttosto che come un modo per aumentare il piacere della masturbazione, ovvero "Mettiti un dito in culo!!!".
Caxxo, cosa credi di fare un dito in culo non è normale....
forse...
perché no...
L'eccitazione ritornò veloce, potente, sembrava che il cazzo stesse per esplodere.
Appoggiai la schiena alla parte curva, misi i polpacci sui bordi della vasca per aprire le chiappe e esporre il mio piccolo buco vergine.
Dal fianco spostai la mano verso il cazzo superandolo, portandola tra le le palle e l'interno coscia.
Tremavo per l'eccitazione, la mia prima volta, l'eccitazione di perdere una verginità speciale...
L'indice era appoggiato allo sfintere, iniziai a muovercelo sopra, da su a giù lungo il solco delle chiappe, lo roteavo sulla corona e il tremore aumentava.
Tirai un bel respiro, trattenni il fiato e spinsi il polpastrello al centro del buco che si allargó piano, lo sentii scivolare sempre più dentro.
Sentivo i muscoli del retto fare opposizione e pressione sul dito, mi fermai un attimo per apprezzare il momento e le sensazione di piacere che mi stava invadendo partendo da quel buchetto appena penetrato.
Ripresi fiato e tremendo sempre più di piacere ripresi a spingere il dito, sentivo il suo calore avanzare dentro di me, finché non superò l'ultimo muscolo dello sfintere, il dito era tutto dentro, lo sentivo e iniziai a provare un piacere nuovo, sconosciuto e intenso, muovevo il polpastrello dentro e godevo, rigiravo il dito e godevo allora feci l'ultimo passo verso il piacere totale, iniziai a tirarlo fuori e rispingerlo dentro. Prima con un movimento lento, per sciogliere i muscoli e poi sempre più velocemente.
Godevo solo con il buco del culo e la cosa mi piaceva, mi piaceva non poco, anzi...
Il dito andava su e giù e godevo sempre di più, sempre di più
Misi l'altra mano intorno al cazzo e partì. Il piacere del cazzo si sommó al piacere del culo e arrivó a livelli mai provati prima.
Non so per quanto andai avanti così, mi ero estraniato da tutto, eravamo solo io e il mio piacere, godevo godevo godevo...
Poi eccolo lì il piacere, lo sentii partire dalle palle, avanzare lungo il cazzo ed esplodermi dalla cappella, lo sentii arrivare sulla pelle del petto bianco, caldo e appiccicoso. Continuavo a masturbarmi e arrivò un altro getto e poi un altro e ad ogni sborrata i muscoli dell'ano si stringevano sul dito che infilavo ancora dentro.
Mi masturbai finché l'ultima goccia di sperma non cadde sulla mia pelle, tremante tirai fuori il dito dal culo lo guardai incredulo di quanto quel piccolo ammasso di muscoli e ossa mi avesse cambiato la vita aprendomi a nuovi piaceri e nuove fantasie...
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4 years ago
mamau,
57
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Un bisex ...sbattuto in tre
C'era una volta...tanto tempo fa un Bisex....del Buco Nero(si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno
SE DI GROSSA DIMENSIONE CARNOSA..;-)
be non e' una favola ma una realta' che capita una sola volta...
Un po' di tempo fa una mattina di un gelido inverno molisano
alzatomi presto per non aver dormito a causa di un sogno Bisexiano,
che mi tormentava facendomi continuamente toccare,sfiorare e stimolare i Capezzoli,
a tal punto che mi faceva stringere forte l'ano e sentire come se toccato con la lingua affondandola dentro
sempre piu'....mmmmmmmmmm,
quasi nudo solo con un filo interdent-ano andai al balconcino,gelido in quel periodo,che affaccia su un cortile, per sbollire quella
pazza voglia che nel sogno saliva sempre piu' con il passare dei minuti,
ma dopo aver stimolato i capezzoli gia' tempo prima durante e dopo il sogno,
all'impatto con la gelida temperatura quasi magicamente diventavano duri e grandi....tanto da sentire una sensazione goduriana che partiva dall'ano per salire al battito del cuore e creare una sensazione come se dietro di me ci fosse un grosso pene che spingesse ma senza entrare....siiiiiiii.
Erano le 06.00 faceva freddino allorche' volevo far rientro per non gelare,il mio lato B,maaaaa
in quel momento passava il lattaro,ancora c'e' qualche lattaro in giro che in posti come nel nostro paese porta il latte,la mattina presto,
vedendomi sul balconcino in quel preciso momento che mi accingevo a rientrare e posando il mio lato B con filo
interdent-ano tra i paletti della ringhiera,
silenzioso com'era un gemito o una voce diretta verso di me sembrava che dicesse
"panna da montareeee"
be mi girai appena per capire quella voce dove poteva fermarsi con un gemito finale sulle lettere "e" finali...
e vidi che ancora lo sguardo era verso di me...
devo dirvi che un buon latte caldo sinceramente lo avrei preso,con una buona panna ;-) quindi
lo invitai a portarmene sopra.
Salito con la porta socchiusa e con il corpo coperto dietro l'anta,mettevo la mano fuori per prendere il litro di latte e dandogli i due euri che cercava lo salutai,maaaaa,
be successe che mi prese la mano e mi solletico' sotto.......cazzzooo che sensazione,mi ribolliva tutto,la pressione era al massimo e come fuori dal balconcino cosi' in quel momento i miei capezzoli diventavano duri e grossi....portando a pulsare l'ano....
.....maaaaa
.....lo feci entrare,io ero diciamo nudo solo quel filo copriva l'ano e un piccolissimo triangolo copriva il resto,una parola tira l'altra eeee
Lui:piacere Fabio
Io:piacere Antonio...maaaa...
Lui:maaa???
Io:niente!!!
sembrava che faceva finta di vedere che io mi sentivo piu' donna che uomo ma credo era l'imbarazzo.
Seduti sul divano vicini be senza nessun altro commento e domande mi comincio' a toccare i capezzoli a sfiorarli e farmeli diventare duri leccandoli e succhiandoli tanto bene e con morsetti delicati mi faceva sentire una vera troia in calore,allora cominciai a toccare sui pantaloni il suo grosso pene,era grosso si sentiva bene gia' dentro i pantaloni...immaginavo gia' fuori....mmmm2
eeee si quando gli dissi che avevo una voglia matta di prenderlo tutto in bocca e nel culo,non si fece pregare neanche in un secondo eee in piedi con un fisico statuario e con un cazzo alla massima potenza,grosso carnoso con le vene che lo scolpivano per renderlo piu' di quanto io immaginavo fosse,
mi disse con voce autoritaria:
.....girati cazzo!!!!
mi lubrifico' con la saliva,ma credetemi non serviva a nulla quella saliva per lubrificarmi il buco,serviva tanta di quella crema vasellina che per.....
siiiiiiii lo affondo' con un colpo solo tutto...mmmmmm ahiiiii...mmmmm ahiiiii siiiiiiiii
ben 20 cm per uno spessore GROSSISSIMO...
mi monto' come un toro sempre piu' sentivo la sua forza dentro di me che mi faceva godere
sempre piu' sentivo quei quei cm di diametro,credo erano 6/7cm tutti nervi e carne eeee tutto dentro che mi apriva il buco...
avanti indietro avanti indietro....
non si arrestava la voglia che aveva e io
godevo come una cagna......
Lui:....dai adesso ti sbatto come una gran troia,devi ricordarti di me ricordare il mio cazzo grosso e carnoso...
Io:...siiiii dai ancora ancora ancora....
non si fermava piu'....un'ora in tutte le posizioni li a sbattermi!!!
Be a questo punto direte voi:
ma il titolo che c'entra:Un bisex e tre "terze gambe" carnose
c'entra c'entra vi dico che c'entra!!!
Quando dopo un'ora che mi aveva sbattuto o meglio sbattuta,senza respiro
si sentono delle voci erano le 07,20
in strada passavano i due soliti amici del lattaro che ogni giorno al rientro dopo aver venduto tutto il latte,
s'incontravano ,il mio nuovo amico lattaro Fabio con i due amici per andare al bar per un caffettino...
e siccome Fabio conosceva i due amici bene per la fama di donnaioli e....non solo,
mi lascia un attimo per andare al balconcino e fare dei segni ai due amici per invitarli a salire,
be io di forze non ne avevo piu' ma avevo capito benissimo cosa faceva fuori al balconcino Fabio eeeeeee
...appena un minuto dopo....li ho visti entrare,
io ero al di la del divano non mi vedevano ero sdraiato o meglio sdraiata con pancia in giu' e il filo interdent-ano indossato di nuovo...pero' si perdeva devo dire dopo un'ora di sesso anale,
sbirciai e senza far troppe storie,li ho visti tutti e tre nudi ma i due erano girati e non potevo conoscere tutta la loro bonta',se c'era........
sti cazzzziiiiiii....ma erano anche loro dotati....
quasi avevo un po' timore di farmi sbattere da tutti e tre maaaaaaaaaaa
avvicinandosi a me
Luca:cavolo ma questo ha un culo da favola!!!
Andrea:io non ho le parole adatte so solo che voglio aprirla anch'io per bene!!!!!!!!
Tutti e tre su di me ,uno dietro, Luca con quel arnese doppio che mi chiavava alla grande a pecorina,
Andrea me lo metteva in bocca e Fabio mi leccava i capezzoli e me li mordeva,
poi Luca mi fa fare la candela e io
su e giu' su e giu' su e giu' instancabile per godere al massimo...non mi fermavo...
nel frattempo lo prendevo in bocca da Andrea...
...e Fabio??
Be Fabio cosa dire...
allora ve lo dico, stando a candela sul cazzo grosso di Luca,Fabio mi chiede di abbassarmi avanti fino a toccare il petto di Luca con il mio petto....
e piano piano piano pur facendo non entra,ma dopo aver spalmato tanta crema lubrificante e riprovando lentamente centimetro per centometro....Fabio mi entra anche lui,
sempre piu' dentro a farmi tanto male ma tanto godere...
era un vortice di massima goduria mmmmmmm stavo morendo dal piacere.....
...siiiii daiiii rompetemelo...siiiii lo voglio....daiiii
daiiiiii ancora ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
eeeeeeeeeee con un gemito sincronizzato mi venivano dentro
Luca e Fabio,sperma caldo inondandomi il buco ...
e Andrea mi veniva anche lui in bocca,tanto da riempirmela tutta e nell'ingoiarla tutta
venivooooooooooooooooooo anch'io senza toccarmi.....siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Un bacio a tutti!!!
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4 years ago
april09,
23
Last visit: 4 years ago
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Uscita con sorpresa
Un bel pomeriggio io e lei usciamo, prendiamo la superstrada e ci fermiamo a prendere un caffè in un bar, una macchina si affianca a noi con dentro un ragazzo sconosciuto, che fissa lei in ogni movimento, lei scende dalla macchina spalancando lo sportello mostrando al tipo le sue autoreggenti, entriamo nel bar e quando usciamo lui è ancora li ad osservare la risalita in macchina di lei, a quel punto la vogliosetta lo provoca e nel risalire in macchina gli fa notare che non indossa le mutandine, partiamo e notiamo da subito che lui ci segue, presi da tale eccitazione prendiamo la prima uscita e cerchiamo subito un posto tranquillo in aperta campagna, ci fermiamo e ci accorgiamo di essere stati seguiti da quel ragazzo arrapato che parcheggia dietro di noi, eccitatissimi cominciamo a far sesso, dopo circa 10 minuti il tipo scende dalla sua auto e si avvicina al nostro finestrino osservandoci ed eccitato mette subito in mostra il suo arnese duro come una pietra, la vogliosa presa dall'eccitazione abbassa subito il finestrino e comincia ad accarezzare quel cazzo arrapato mentre io la scopo da dietro, la voglia di andare oltre cresce e a lei non basta toccarlo, allora apre lo sportello, si gira mettendo a disposizione il suo culetto all'aria fuori dalla macchina dirigendo la bocca verso il mio cazzo, lo sconosciuto senza dire una parola per non rompere l'incantesimo accarezza il suo culo ed improvvisamente comincia a scoparla da dietro, all'inizio delicatamente e poi sempre più insistentemente fino al punto di arrivare a venire, ma prima di farlo toglie il profilattico e lei si gira velocemente per ricevere lo schizzo in piena faccia, finito il tutto il ragazzo scompare nel nulla senza tante presentazioni ecc... lasciando lei con tutta la sborra in viso soddisfatta ed appagata, siamo stati li a far sesso per altri minuti presi dall'eccitazione di aver fatto godere un perfetto sconosciuto.
Speriamo che la cosa si possa ripetere presto... basterà trovare il tipo giusto e la goduria è assicurata.
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4 years ago
VOGLIOSETTA38,
48/48
Last visit: 3 years ago
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Prima volta
ciao sono Giulio, 19 anni, due anni fa era la vigilia del mio compleanno, mio padre disse che non poteva rientrare prima di una settimana; una breve descrizione di lui, puttaniere, sempre ubriaco e giocatore, una volta disse a mia madre che non sapeva come aveva fatto a sposarla con quelle tettine; premesso questo mia madre decise di festeggiare insieme, avremmo fatto come tutti gli anni, lei prepara e poi a tavola vestiti eleganti.
l giorno dopo, avevo come un milione di farfalle nello stomaco, non capivo come mai, comunque mi vestii elegante, ma quando vidi Anna, mia madre, rimasi a bocca aperta, aveva un abitino corto con due spacchi laterali, così alti che si vedeva che non aveva intimo, un paio di sandali con tacchi da 16, camicetta di lino, era veramente uno schianto, ci sedemmo e mangiando ci toccavamo le mani, forse a causa del vino, o perchè lo desideravo, la mia mano si posò sulla sua gamba, vidi che apprezzava.
Continuammo così, a flirtare, al momento di spegnere le candele espressi il mio desiderio, ridevamo ad un certo punto ci guardammo, ci baciammo con passione, il mio cazzone (sono superdotato) era durissimo, la sua mano me lo tirò fuori, io a mia volta appoggiai la mano sulla sua topa bagnata, era eccitata, mi gettai sul letto e lei s'infilò il cazzo dentro, con un gemito di piacere, di sorpresa e di dolore, sentivo che la stavo allargando, scopammo con passione, mentre la riempivo del mio seme, le scappò che mi amava, seguì il mio, anch'io, giacemmo uno accanto all'altra soddisfatti, momentaneamente, veramente mi ami? Le chiesi a bruciapelo, lei assentì e mi disse che voleva essere la mia compagna, la mia amante e la mia complice e, soggiunse, se vuoi la tua puttana.
La baciai in bocca e poi le disi di aspettare, andai in camera mia, avevo comprato da tempo una fedina, mai sperando di darla a lei, tornai da lei e le dissi che anch'io la amavo e le porsi la fedina, si commosse, e mi baciò
La mia bocca scese ai suoi capezzoli duri e dolci, li succhiavo, li mordicchiavo lei giocava col mio cazzone, intanto la mia bocca scendeva lungo la pancia ed arrivò alla sua topa, ancora sporca di me e cominciai a leccarla, sembrava impazzita, squirtava a più non posso, la feci sdraiare le misi le sue gambe sulle spalle e la penetrai con delicatezza, entravo piano ma inesorabilmente, mentre la mia bocca baciava e leccava i suoi piedi, la pompavo ed entravo sempre di più, venni nuovamente dentro di lei, dopo un po che stavamo abbracciati e ci facevamo le coccole, le dissi che volevo anche il suo culetto, mi disse che le avrei fatto male, risposi che era o no la mia puttana, andò in bagno e tornò con un vasetto di vasellina, spalmalo e carezzami il buchetto, poi quando vuoi entra
Feci come aveva detto, poi appoggiai la cappella sul buchetto che faceva resistenza, riuscii ad entra con la cappella, lei gemeva di dolore e di piacere, continuavo ad entrare, ad un certo punto sentii che si allargava, uscirono anche gocce di sangue ma alla fine fui dentro di lei, durò almeno una mezz'ora, poi la riempii, uscito dal suo culetto si alzò e si mise a gambe larghe, mi disse guarda come cola lungo le cosce, poi toenò a letto e ci addormentammo nelle braccia l'uno dell'altro
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4 years ago
giovaneragazzotn,
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Last visit: 3 years ago
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Lo ha fatto anche lei!
Mi chiamo Mario, ho cinquantadue anni, sono separato da otto mesi, da quando mia moglie, ha preferito la vita con me, a quella più elettrizzante, e soddisfacente che le ha regalato una donna, che ha conquistato il suo cuore. All’inizio questa cosa mi ha molto infastidito, ma poi col passare dei mesi, mi sono reso conto che anche lei, come tutte le donne, quando trovano la persona giusta, al momento giusto, e nel luogo giusto, decidono di vivere la loro vita in maniera totalmente diversa. Lavoro come impiegato, da oltre quindici anni in uno studio legale e fiscale, che fornisce assistenza fiscale, e cura la contabilità di altre aziende. Nel mio stesso ufficio, si lavora Giorgio, collega di cinquantacinque anni, sposato da oltre venti anni, che ha un figlio grande, che aveva lavora in un’altra città. Giorgio a differenza di me, lavora nel nostro gruppo, da solo otto anni, perché proviene, dagli uffici di una società che è stata assorbita dal mio studio legale. È la classica persona dall’aspetto normale e mite, con un filo di pancetta, e un principio di calvizie. Sul lavoro, spesso volentieri, il nostro direttore, lo tratta in maniera dura, e lui, che ha un carattere timido e sottomesso, trema come una foglia. È sposato con Gioia, una splendida femmina che quando l’ho conosciuta circa due mesi fa, ho sentito dentro di me il desiderio di possedere quella splendida creatura, di scoparla, e di farla godere moltissimo. La sua conoscenza stata alquanto casuale, in quanto Giorgio aveva la sua auto, in riparazione presso l’officina meccanica, e al mattino e alla sera, la moglie che lavora in un edificio poco lontano dal nostro ufficio, lo accompagnava al mattino, e passava riprenderlo la sera. La seconda sera, pioveva a dirotto, allora Giorgio, mi ha offerto un passaggio, in quanto abito a metà strada fra la sua abitazione e il nostro luogo di lavoro. Appena salito in auto, sul sedile posteriore, ho potuto ammirare attraverso lo specchietto splendidi occhi azzurri della signora, che in maniera alquanto casuale lanciava delle occhiate al mio indirizzo. Mentre lui parlava guardandosi intorno, sia della pioggia, che del noioso ingorgo in cui c’eravamo infilati, io continuavo ad osservare quegli splendidi occhi, che mi scrutavano in maniera discreta, ma continua. Dentro di me mi sono domandato, come mai una splendida donna così, era diventata sua moglie, e soprattutto, avevo la netta sensazione, che alla signora piacesse il cazzo, anche se apparentemente non lo dava a vedere. La sera successiva, mentre eravamo di nuovo incolonnati nel solito ingorgo sotto la pioggia, ho notato che lei, aveva in qualche modo modificato l’angolo dello specchietto, in maniera da poter ammirare la mia figura quasi per intero, così, sono posizionato al centro del sedile posteriore, e lentamente iniziato ad carezzarmi il pacco, che significativamente si è gonfiato, mettendo in mostra sotto la stoffa, la mia abbondante dotazione, un bel membro, di quasi una ventina di centimetri, e di una discreta circonferenza, che dire della mia ex moglie, era perfetto per far godere una donna. Lei mi ha osservato attraverso lo specchietto per tutto il tempo che siamo stati in auto, passando ripetutamente la lingua sulle labbra per unificarle, mentre lui continuava a parlare di cose banali, fin quando ad un certo punto, le ha chiesto una cosa, e lei non gli ha risposto, in quanto aveva sicuramente la mente all’inseguimento di un suo personale pensiero.
«Amore mi ascolti?»
Lui ha appoggiato la sua mano sulla sua spalla, e a quel punto lei si è girata verso di lui, cercando di capire quale fosse la sua domanda.
«Amore mi sembri distratta, cosa stai pensando?»
Lei ha dato ancora una piccola occhiata specchietto, poi si è girata verso di lui, dopo avergli sorriso, ha risposto in tono un poco ironico.
«Amore stavo pensando, quanto sarebbe bello essere sdraiati su di una spiaggia in costume da bagno, a rosolarci al sole, invece di dover stare qui infila, con questa noiosa pioggia battente.»
Lui ha annuito, ha sorriso, mentre io quel punto ho lanciato la mia battuta di circostanza.
«Scommetto che sarebbe uno spettacolo bellissimo, una splendida donna come te, sdraiata a prendere il sole. Chissà quanti maschi, passerebbero davanti per ammirarti, e io sicuramente sarei tra quelli.»
Lei ha fatto un mezzo sorriso ironico, che ho ammirato attraverso lo specchietto, mentre lui, ha fatto un cenno d’assenso col capo, sorridendo, ha confermato la mia idea.
«Ti assicuro, che mia moglie, quando prende il sole, è un vero spettacolo, ed è anche interessante vedere quanto susciti, l’interesse in altri uomini.»
Sentire quelle parole, hanno innescato dentro di me, ancora più forte il desiderio di possedere quella femmina, che se all’apparenza, è una brava moglie, devota e rispettosa, sono convinto che una volta fatto emergere la troia che è in lei, dovrebbe essere sconvolgente scoparla. L’occasione, anche in questo caso, si è presentata in maniera del tutto inaspettata. Eravamo impegnati a redigere il bilancio di un’azienda, e mentre io mi occupavo del controllo delle fatture, entrate e uscite, lui era impegnato al controllo di tutte le varie spese sostenute dall’azienda, e i relativi incassi. Doveva semplicemente, copiare, le varie voci riportate su un lungo elenco di fogli, e alla fine fra le entrate, e le uscite far coincidere le cifre riportate in fondo ai vari elenchi. Avremmo dovuto consegnare tutto, dopo circa un’ora, quando lui comincia a imprecare tremare come una foglia.
«Accidenti! Maledizione! Non è possibile, questa volta il capo mi spella vivo, perché non riesco a capire, come mai le cifre che ho sullo schermo non coincidono con quelle presenti nei vari elenchi da cui le ho prese.»
Lo guardo, leggono i suoi occhi, un vero e proprio momento di paura. Cerco in qualche modo essere utile a risolvere il suo problema.
«Prova a lanciare una diagnostica, che ti evidenzi quale sia il problema, che non ti fa coincidere le varie cifre.»
Mi risponde che lo ha già fatto due volte, ma senza nessun risultato, allora mi sposto dalla mia scrivania alla sua, e seduto davanti al suo pc, provo di nuovo a lanciare il programma per capire quale sia l’errore che ha commesso, ma anch’io ottengo lo stesso risultato. Vedo la disperazione del suo volto, allora quel punto, mi ricordo che esiste un piccolo trucco, che se viene applicato in maniera corretta e precisa, può risolvere un simile problema. Apro un programma specifico, inserisco tutti i dati che lui ha memorizzato del suo lavoro, e poi lancio la diagnostica. Dopo appena pochi secondi, sullo schermo compare il lungo elenco delle voci da lui inserito, con evidenziata una voce che è stata immessa per due volte, e che quindi crea la disparità nei risultati contabili. Rimane sbalordito dalla mia abilità, si mette di nuovo al lavoro dopo aver eseguito la dovuta correzione, e quando mancano dieci minuti alla consegna del lavoro ha perfettamente riallineato tutte le cifre che ora coincidono con quelle scritte nei vari elenchi. Improvvisamente la porta si apre, ed entra il nostro superiore, prende da lui vari fascicoli, osserva il contenuto del lavoro nel più assoluto silenzio, mentre nella stanza non vola nemmeno una mosca, e credo che nemmeno suo respiro sia regolare fin quando il capo, ci osserva entrambi, con un mezzo sorriso si complimenta con noi per l’ottimo lavoro. Lui fa un profondo sospiro, come se la vita fosse tornata a scorrere nel suo corpo, mentre io ero sicuro che sarebbe tutto è andato bene.
«Mario sei un grandissimo amico! Mi hai salvato la vita! Devo trovare il modo per sdebitarmi con te.»
Lo guardo sorrido, e scherzando gli dico che per sdebitarsi oggi dovrà pagare il pranzo ad entrambi. Lui accetta volentieri, insieme ci rechiamo presso la solita tavola calda dove andiamo consumare i nostri pasti, ci mettiamo seduti ad un tavolo insieme a Lucio un altro collega, che è in compagnia di Milena una bella donna che lavora con lui nello stesso ufficio. Mentre stiamo mangiando, seguo il discorso della donna che inveisce contro il marito reo di aver avuto un’avventura sessuale con un’altra donna più giovane, e ora che è stato colto in flagrante, cerca di minimizzare l’accaduto. Il nostro collega cerca di difendere il marito.
«Dai Milena, cerca di capire, gli uomini sono cacciatori, perché evidentemente ci sono donne che amano essere prede da cacciare.»
Lei lo guarda, ribatte ancora più seccata.
«Con questo vorresti dire che tutte le donne sono puttane, e che voi uomini siete sempre autorizzati a provarci con tutte, tanto alla fine una scopata la rimediate sempre.»
Resto in silenzio, mentre Giorgio si intromette nel discorso, e dà man forte all’amica, cercando di ribattere alla logica del nostro collega.
«Non sono affatto d’accordo con te amico, ci sono donne che amano giocare a fare le prede, ma tante altre, che sono delle brave persone, mogli fedeli, che difficilmente lasciano convincere a vivere una qualsiasi avventura.»
Milena concorda con le parole di Giorgio, mentre Lucio ribatte che le donne, quando trovano la persona giusta, al momento giusto, nel luogo giusto, non perdono l’occasione di vivere nuove esperienze. Io non mi intromettono, anche se dentro di me sono perfettamente convinto che Lucio il nostro collega, ha perfettamente ragione perché ho sperimentato sulla mia pelle, che quello che lui ha detto corrisponde nella maggior parte dei casi a verità. Tornati in ufficio Giorgio vuole riprendere il discorso, e mi chiede il mio parere non avendolo sentito a tavola.
«Tu che cosa ne pensi? Sei convinto anche tu come Lucio, che tutte le donne sono puttane, come dice lui, che se capita l’occasione giusta, tutte aprono le cosce ci stanno, a farsi sbattere dal primo, che soddisfa in qualche modo la voglia di novità.»
Lo guardo, dopo un’attenta riflessione, gli racconto il motivo per cui mia moglie se n’è andata, e ha voluto il divorzio per poter convivere con il suo nuovo amore, una splendida donna, che ha preso il mio posto nel suo cuore. Quindi, posso dire che Lucio ha una buona parte di ragione, quando dice che, se una femmina si trova nel posto giusto al momento giusto, con la giusta persona, difficilmente si lascerà sfuggire l’occasione di una nuova esperienza. Lui ribatte che sua moglie non rientra in questa categoria. Io lo guardo dentro di me sorrido pensando che sicuramente si sta sbagliando. Il giorno successivo, mentre stiamo andando a pranzo, lo vedo intento ad una lunga telefonata, e alla fine mi chiede se per il sabato successivo ho impegni. Non avendo nulla da fare gli rispondo che sono totalmente libero, e allora lui mi invita a cena a casa sua, per ripagarmi in qualche modo lo scampato pericolo del giorno precedente. Fingo un po’ per non accettare subito, anche se dentro di me prende subito corpo l’idea, che questo sia l’occasione giusta per poter in qualche modo riuscire a scopare la sua splendida moglie. Passano lentamente i giorni durante i quali cerco di elaborare un piano per raggiungere il mio obiettivo, e poi finalmente arriva il sabato sera e puntuale alle venti, mi presento a casa sua, dove lui mi accoglie calorosamente, quando entro nel salone mi trovo davanti quella splendida femmina che suscita in me ancora più forte il desiderio di averla. Gioia, indossa una mini nera, una camicetta bianca, con un solo pochi bottoni chiusi, e questo mi permette di ammirare con il suo splendido decolletè. I suoi splendidi capelli castano scuri, scendono lungo le spalle, mentre le scarpe con il tacco dodici che indossa, inarcano il suo meraviglioso fondoschiena, mettendolo perfettamente in risalto, fasciato dalla mini aderente. I suoi occhi chiari, le labbra carnose, impreziosite da un rossetto non eccessivamente vistoso, la rendono bella e molto desiderabile. Dopo i vari convenevoli e saluti, durante i quali ho modo di ammirare questa splendida femmina, che in una o più occasione ha indugiato con lo sguardo su di me, mi rendo conto che se gioco bene le mie carte, questa sera riuscirò in qualche modo a godere del piacere del suo corpo. Con la scusa di mettere in frigo due bottiglie di vino che ho portato, la seguo in cucina, mentre lui continua ad apparecchiare la tavola. Quando lei si piega in avanti, per mettere le bottiglie dentro il frigo, dalla mia posizione possono ammirare, il pizzo delle calze autoreggenti, che si intravede appena sotto il bordo della gonna. Con la scusa di verificare, se posizionato correttamente le bottiglie all’interno del frigo, mi avvicino lei, e in qualche modo i nostri corpi entrano in contatto. Il mio membro duro, compresso dentro la stoffa dei miei pantaloni, entra in contatto con il suo corpo quando lei si sposta. Rimane per un lungo istante immobile, poi si gira e mi lancia occhiataccia, quasi a volermi sgridare, per essermi strusciato su di lei. io invece ho la forte sensazione che a lei il gioco non sia dispiaciuto per niente, continuo durante tutti i preparativi della cena, ad entrare in contatto con lei in ogni occasione, strusciandomi su di lei, e a sfiorarla con le mani, ogni qualvolta ne capita l’occasione. Lui intanto è allegro ed euforico, mentre racconta dello scampato pericolo, io quel punto inizio ad attuare il mio piano, che prevede di farlo ubriacare, in maniera che possa avere libero accesso a lei. Per prima cosa, facciamo ripetuti brindisi con del prosecco, mentre io ne assaggiò appena un po’, lei, ma soprattutto lui, ne beve due o tre calici, che subito rendono alquanto allegro l’ambiente. Seduti a tavola, mentre parliamo di lavoro e di altre cose, io che me la trovo alla mia destra, non perdono occasione, di riempire il bicchiere di lui, con del vino dalla forte gradazione, e contemporaneamente di passare ripetutamente la mia mano sopra la sua coscia. In un primo momento, per quanto infastidita, ha scostato la mano, o addirittura a serrato le gambe, per impedirmi di risalire all’interno, ma poi complice il vino, le risate, le varie battute a doppio senso, lentamente, mi accorgo, che ora la mia mano, scorrere liberamente, fino a raggiungere l’attaccatura della gamba. Ben presto le mie dita accarezzano la sua fica, da sopra la stoffa di un’esigua e sottile mutandina. Cerco di portare il discorso sul sesso, e lui in questo mi asseconda inconsciamente, mentre lei cerca in qualche modo di limitarlo.
«È chiaro che, tu Giorgio, con una splendida donna come lei, devi sentirti fiero, e molto onorato se qualche maschio, le riserva qualche occhiata di puro desiderio. Scommetto che in tutti questi anni di matrimonio, ti sarà capitato molte volte, di vedere lo sguardo bramoso, di altri uomini che osservando tua moglie, avranno desiderato di averla fra le loro braccia.»
Lui ride, e dopo l’ennesimo bicchiere di vino, comincia a raccontare vari aneddoti, in cui lei è stata protagonista del desiderio di altri uomini.
«Mi ricordo in particolare, circa cinque anni fa, nel villaggio turistico dove c’era, l’animatore, un ragazzo brasiliano, che non le staccava mai gli occhi di dosso, e che voleva in qualche modo insegnarle a ballare la samba, solo per potersi strusciare su di lei.»
Gioia gli dà un’occhiata, cercando in qualche modo di evitare che lui continui a raccontare questi episodi, mentre lui invece sembra sempre più divertito, dopo l’ennesimo brindisi alla sua bellezza, che io propongo, cerco in qualche modo di conoscere altri eventuali aneddoti. Lei cerca in qualche modo di sminuirsi, mentre lui ormai libero da remore, racconta altre situazioni, in cui lei si è trovata al centro delle attenzioni di altri maschi. Mentre lui parla lei cerca in qualche modo di ribattere alle affermazioni di suo marito.
«No non è vero! Sei tu che stai ingigantendo le cose che non sono affatto vere. Ti sembra che io possa in qualche modo provocare un uomo? Non lo farei mai, perché sono consapevole, che poi verrai a trovarmi in una situazione alquanto imbarazzante.»
Lui che ormai è quasi sbronzo, le ribatte che ha le prove, dice la pura verità. Lei lo guardò senza capire, mentre io incuriosito adesso insisto per vedere queste prove.
«Giorgio, a questo punto devi assolutamente dimostrare che quello che dici è la pura verità. Se lei veramente ha in qualche modo provocato un uomo, e tu ne hai la prova a devi mettere qui sul tavolo e mostrarla, così da poter verificare chi di voi due ha ragione.»
La cena ormai è passata in secondo piano, nessuno di noi ha voglia di mangiare, lei, incuriosita osserva il marito che alquanto insicuro, e quasi barcollando, va nello studio, e dopo un attimo ritorna con in mano un CD rom. Lei lo guarda sbigottita, con i freni inibitori ormai saltati, seppur ridendo cerca in qualche modo di impedire la visione di quello che era contenuto del CD.
«Non Giorgio, ti prego, questo no! Era un gioco fra di noi.»
Io la stringo a me, con la scusa di impedirle di bloccare il suo marito, colgo l’occasione per farle sentire il mio sesso duro e dritto nel solco delle natiche, mentre con le mani abbracciandola da dietro il palpo i seni. Lui ride, seduto sul divano, mi invita a sedermi con lei in mezzo a noi due, mentre avvia la visione della registrazione. Ben presto le immagini mostrano lei che lentamente esegue uno spogliarello, che lui riprende con la telecamera, e fra un indumento dell’altro si diverte a scattare delle foto. Nel video lei è sensuale, maliziosa, si muove con gesti molto languidi ed erotici, che mi fanno ancora di più aumentare la mia erezione. Lei ora la sente premere contro la sua coscia, in quanto si è girata verso di lui quasi per fare in modo che il mio corpo aderisca al suo. Dopo un momento di comprensibile imbarazzo, ora lei si lascia andare le mie carezze, con la mano che da dietro risale la coscia. Mi lascia insinuare sotto il vestito per accarezzare la sua splendida natica che sento nuda in quanto lei indossa sicuramente uno string che dietro si è infilato nel solco delle natiche. Sullo schermo, scorrono sempre più immagini di lei, che si sta denudando, e mostra il suo splendido corpo. Io la guardo, sono sempre più eccitato, mentre lui si è appoggiato con il capo reclinato all’indietro, e dopo un istante ci rendiamo conto, che il sonno ha preso il sopravvento. Gioia e io ci diamo uno sguardo, e per un momento restiamo in silenzio a fissarci, poi lei si gira, si alza e cerca in qualche modo di sollevare Giorgio, che dorme pesantemente. Scatto in piedi, le offro il mio aiuto per accompagnarlo a letto nella loro camera matrimoniale. Lo mettiamo disteso, lei gli sfila solo le scarpe, poi in silenzio ritorniamo nel salone. Sullo schermo ora scorrono le foto, che lui le ha scattato mentre la filmava, e queste immagini sono davvero belle e molto erotiche, al limite del porno.
Giorgio.
Mi chiamo Giorgio, ho cinquantacinque anni, sono sposato da oltre venti con Gioia, una splendida donna, da cui ha avuto un figlio, che ora vive in un’altra città. La nostra unione è stata, sempre molto tranquilla e serena. Il sesso fra di noi, a mio avviso, è sempre stato bello e appagante. Amo molto indugiare nei preliminari, ben sapendo che lei questo mio atteggiamento piace molto. È bello sentirla eccitata, e poi possederla lentamente, facendola godere molto, fino al punto, che è lei stessa chiedermi di raggiungere il mio orgasmo. Da otto anni di lavoro in un nuovo ufficio, assieme a Mario, un tipo molto simpatico, molto esperto nel suo lavoro, che da alcuni mesi è stato lasciato da sua moglie, che ha chiesto il divorzio, per poter vivere la sua vita assieme ad un’altra donna. In questi ultimi tempi, lui ha avuto l’occasione di conoscere mia moglie, e anche se lei non se n’è accorta, mi sono subito reso conto che la conoscenza di quest’uomo, ha suscitato un certo interesse in lei. Mi sono reso conto, di trovarmi davanti a un bivio, a dover fare una scelta, ma soprattutto, riuscire a capire se, la mia forte convinzione, che il nostro rapporto sia forte e duraturo, possa in qualche modo essere messo in discussione, da quanto asserisce Mario, che ogni donna, quando si viene a creare la situazione giusta, al momento giusto, e nel luogo giusto, cede alla tentazione di vivere una nuova esperienza, specie se in campo sessuale. Mi sono subito reso conto, che mia moglie, dopo una iniziale volontà di non cedere, ha in qualche modo, fatto nascere in lui il desiderio di averla. Ho colto l’occasione, invitando la cena, per verificare se è questo mio pensiero, o meglio dubbio, sia in qualche modo giusto. La prima cosa che ho notato, è stato l’abbigliamento di mia moglie, che ha indossato una mini, delle autoreggenti, una camicetta bianca, poco abbottonata, che ben evidenziava il suo splendido seno, le scarpe con il tacco dodici, che le inarcano i glutei, ponendo sempre più in risalto il suo splendido culo. Dentro di me, ho avuto immediatamente la netta sensazione, che anche lei in qualche modo, desiderava provocarlo. Senza sapere fino a che punto, si sarebbe spinta in questo strano gioco, ho deciso di assecondarla, facendo ben attenzione, ad intuire se fra di loro, vi è già una certa complicità, oppure in che modo lui, avrebbe in qualche modo approfittato di questa occasione che io gli avevo offerto su un piatto d’argento. Appena giunto in casa nostra, Mario in qualche modo, ha subito iniziato a corteggiare mia moglie. Ho osservato senza essere visto, il modo in cui lui si è strusciato a lei, mentre insieme riponevano le bottiglie di vino nel frigo, e lei, che ha in qualche modo accettato il contratto del suo corpo con quello di lui, dove già era ben evidente il pacco gonfio. Appena iniziata la serata, dopo il primo brindisi, mi sono subito reso conto che Mario, aveva la ferma intenzione di farmi ubriacare. Ho intuito che questo fosse parte del piano, che lui aveva studiato, forse insieme a lei, per farmi ubriacare, e mettermi in qualche modo fuori gioco. Ha una buona resistenza all’alcol, e quindi ho in qualche modo assecondato il loro progetto, fingendo subito, che l’alcol avesse già alterato velocemente la mia lucidità. Mia moglie, dopo un momento di imbarazzo, ha incominciato ad assecondarlo, ben presto ho capito, che il gioco la stava coinvolgendo sempre di più, anche se cercava di salvare le apparenze. Quando il discorso è scivolato sul sesso, ho deciso di giocare una carta vincente. Ho in qualche modo provocato la curiosità di Mario con alcuni filmati, di lei che in passato, si è esibita in eccitanti spogliarelli per me. Appena iniziata la visione del CD, mi sono subito reso conto, che in qualche modo avrei messo in mostra mia moglie, ad un altro maschio, e questa cosa, mi ha provocato due sensazioni nettamente distinte. Una parte di me, voleva che tutto finisse, che per nessun motivo, un altro uomo potesse vedere lo splendido corpo di mia moglie. Ma un’altra parte di me, ha desiderato ardentemente di vedere quale sarebbe stata la reazione di lei, mostrata a lui, e questa sensazione mi ha provocato una forte erezione. Mi sono subito reso conto, che ben presto anche lei se ne sarebbe accorta, e quindi ho iniziato a fingere di non essere più lucido. Ho notato che anche mia moglie, ormai assecondava le sue carezze sul suo corpo, ho finto di cadere in un sonno profondo, e loro per restare soli, mi hanno portato in camera da letto. Non hanno nemmeno cercato di spogliarmi, tanto era forte il loro desiderio di tornare nel salone. Appena sono usciti, io ho lasciato passare circa cinque minuti, poi silenziosamente sono andato in bagno, mi sono lavato la faccia. L’acqua fresca, ha in qualche modo ridestato i miei sensi, e sollevando il viso mi sono guardato allo specchio. Dentro di me è improvvisamente, è esploso un forte contrasto di idee. Una parte di me, accettava consapevolmente quello che stava succedendo nel salone, mentre un’altra parte si sentiva profondamente tradita. Mi sono guardato allo specchio, cercando di capire cosa volevo.
«Ma che razza di maschio sei. Quale uomo accetterebbe di lasciare che sua moglie, abbia un comportamento così sconveniente, quasi da puttana. Ora vai di là, e lo cacci, e ristabilisci il tuo ruolo di maschio e marito.»
Ho riempito di nuovo le mani con l’acqua fresca, mi sono bagnato ancora il viso, tornando a guardarmi di nuovo nello specchio.
«Smettila di opporti alla realtà, hai capito benissimo, che dentro di te è quello che vuoi, vederla con un altro maschio. Da tempo te ne sei reso conto, che il sesso che fa con te è diventato poco appagante, quasi monotono, e questa sera ti sei eccitato moltissimo, quando hai visto gli occhi di Mario, desiderare la tua donna. Probabilmente anche lei, desidera vivere quest’esperienza, da come si è vestita, e da come lo ha assecondato, accettando tutte le sue provocazioni, è facile giungere alla conclusione, che quando uscirai da questa porta, li troverai sicuramente che stanno scopando.»
Mi bagno di nuovo il viso, e questa volta mi giro, ignorando lo specchio, e dopo essermi asciugato, esco silenziosamente lungo il corridoio. La porta che divide le due zone della casa, è semplicemente accostata, lasciando un bello spiraglio, che permette un’ottima visione di quello che sta succedendo dentro il salone. Gioia, si muove al ritmo lento della musica del video, sta ripetendo le stesse cose che io ho ripreso tanti anni fa, si spoglia lentamente, lasciando cadere la camicetta, e ora gioca con i seni mentre con le mani abilmente slaccia il reggiseno, lo lancia verso di lui che sta seduto sulla poltrona con il suo membro duro fra le mani. Vedo benissimo che lui è più dotato di me, perché stringendolo nella mano alla base, ne spunta al di sopra un’altra parte, mentre io se impugno il mio, sopra le mie dita, esce poco più della cappella. Lui afferra il reggiseno che lei gli ha lanciato, stringe le coppe intorno all’asta, sempre seguendo i suoi movimenti languidi, con gli occhi fissi sul suo seno che lei gli mostra, inizia a masturbarsi, mentre lei con due piroette lascia cadere anche la gonna rimanendo solo con le calze e tacchi alti. Improvvisamente lui si alza in piedi, l’attira a sé, e la bacia con passione, mentre le sue mani scivolano dietro la schiena, si impossessano delle sue natiche stringendole con forza contro di lui. Lei risponde al bacio, e dopo un poco lui si gira volgendomi le spalle, mentre fa sedere lei sul bordo del divano, e anche se non lo vedo chiaramente, dal movimento avanti indietro del corpo di lui, mi rendo conto che ora mia moglie gli sta facendo un pompino. Tiene entrambe le mani sul suo capo, dettando il ritmo della pompa, mentre lei tiene le mani appoggiate alle sue gambe per assecondare il movimento. Dopo aver ampiamente assaporato il piacere della bocca di mia moglie, improvvisamente lui la fa distendere i si inginocchia fra le sue gambe, abbassa il suo volto e con la lingua va leccare la fica di mia moglie. Vedo gemere di piacere la donna che amo, che ora sta godendo eccitata dalla lingua di un altro uomo. Osservo mentre tengo in mano, il mio cazzo sempre più duro, mentre dentro di me, devo prendere una decisione, ma non è facile. Ho due alternative: entrare fare un casino, e porre fine a tutto questo che sta succedendo tra loro due, con il rischio che poi con mia moglie la storia sarà finita, oppure stare qui ad osservare quello che succede, senza intervenire, oppure? Se io decidessi di fare un’altra cosa, più impensabile, più incredibile, la più folle che mi possa mai venire in mente. Faccio un profondo respiro, poi mi spoglio nudo, e con il cazzo in mano entro silenziosamente nel salone. Quando arrivo vicino a loro, lui le ha già infilato il cazzo dentro, che lo sta spingendo lentamente fino in fondo, con mia moglie che tiene gli occhi chiusi, e la bocca parzialmente aperta. Mario mi guarda, per un attimo resto immobile, poi mi osserva, vede che non sono per niente adirato nei suoi confronti, quindi con un gesto del capo mi invita a mettere il mio uccello in bocca a mia moglie. Quando lei avverte la mia presenza apre di colpo gli occhi, mi guarda sbalordita mentre lui le affonda tutto dentro il suo sesso duro che la fa sobbalzare, io gli sorrido, vi offro il mio cazzo da succhiare. Lei lo afferra con la mano l’ho portato alle labbra, e lentamente infila tutto in bocca succhiandolo avidamente. Nelle due ore successive, facciamo godere in maniera intensa e completa. Dopo l’iniziale indecisione, fra Mario e me, scatta una complicità che nemmeno sospettavo, che porta mia moglie godere con orgasmi molto intensi e profondi. Durante il nostro gioco, mentre sono sdraiato supino e mi sto inculando mia moglie, Mario la scopa davanti, e per la prima volta lei riesce a godere in una doppia penetrazione. Dopo che l’abbiamo fatta godere tantissimo, che entrambi siamo venuti due volte dentro di lei, alla fine sfiniti, ci guardiamo negli occhi ci mettiamo a ridere.
«Mio caro amico sei un uomo fortunato, perché hai fra le braccia una donna come tua moglie. Spero che quello che abbiamo fatto provare questa sera sia solo la prima volta di tante altre.»
Lo sguardo, sorrideva mia moglie, abbraccio forte la bacio, mi giro verso di lui che mi osserva in silenzio.
«Mario amico mio, capito da subito che volevi scoparti mia moglie, e anche io, dentro di me aveva questo desiderio. Quando questa sera ho visto mia moglie vestirsi in maniera sexy e provocante, ho capito che anche lei desiderava qualcosa di nuovo nel nostro rapporto.»
Da quel momento nasce una profonda amicizia fra le tre, che ha portato mia moglie godere spesso volentieri fra le nostre braccia.
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4
4 years ago
baxi18, 55
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Un cambiamento totale.
Guardo le foto facendole scorrere sullo schermo del mio tablet, bellissime, perfette, scattate con la cura dei particolari. Ricordo di ogni singola posa, la preparazione, i dettagli, tutto. Una foto in particolare attira la mia attenzione, è perfetta, bellissima, l'ho desiderata così, e il risultato va ben oltre le mie aspettative. Mi ritrae di spalle, con le ginocchia appena genuflesse, lo sguardo di lato ammiccante, le labbra sensuali mimano un bacio, ma tutta l'attenzione è per il mio lato B. Tondo, perfetto, provocante, appena fasciato da una mini di stoffa nera elasticizzata, alta appena venti/venticinque centimetri, che mi costringe a ricordare come tutto è cominciato. La mente ritorna indietro di alcuni anni. All'epoca avevo appena finito le medie, e già il mio corpo rivelava quello che dentro di me sentivo da qualche tempo, il forte desiderio di assomigliare a una donna. Il mio aspetto minuto non lasciava dubbi. Biondino, gambe e braccia esili, un viso incorniciato in un ovale perfetto che mi donava un’aria da efebo, un corpo che tutto aveva tranne l'aspetto maschio, virile e possente. Al contrario ero esile, minuto e con un’aria fragile impressionante. Tutte le mie attenzioni per il sesso femminile erano incentrate unicamente per ascoltare i loro discorsi. Le ragazze parlavano di moda, rossetti, trucchi, scarpe e di come far impazzire i maschi. Erano il meglio che potessi ascoltare. All'epoca vivevo ancora con i miei genitori, e mia sorella più grande, in un paese stretto fra una grossa montagna e la Statale molto trafficata. Ammiravo mia sorella quando si truccava, vestiva e subito non avevo capito perche all'inizio era fisicamente come me. Poi lentamente le erano spuntate delle protuberanze sul petto che finirono per donarle una magnifica quarta, misura che ancora oggi le invidio, e un culo meraviglioso. Quando indossava appunto la famosa “mini” il suo allora fidanzato le diceva che era talmente bello che sfondarlo era un dovere nei confronti della natura che lo aveva fatto così.
Già il suo fidanzato, oggi mio cognato. Luca è quello che si dice un vero maschio virile. Muscoli possenti da ogni angolo del corpo, massiccio, alto, e terribilmente peloso! E se non bastasse tremendamente porco. Porco, ma un porco, fantastico. Una sera che stava scopando mia sorella, avevo sentito i rumori, li avevo spiati. Avevo avuto modo di ammirare suo magnifico cazzo. Grosso, duro, nodoso, in cima una cappella grande con una fragola. Mi ero segato fino a sfinirmi al solo pensiero di averlo dentro. Circa due anni dopo, fra i sedici/diciassette anni, la mia vita ebbe la sua prima svolta. Ricordo che era un sabato sera, in paese c'era una festa e tutti vi erano andati, io no. Avevo accampato delle scuse. In realtà ero stanco delle battutine dei ragazzi del paese e delle risatine ironiche delle ragazze, e poi avevo in mente altro. Appena solo mi sono fiondato in camera di mia sorella, all'epoca era già sposata con il porco, ed era pure incinta di alcuni mesi. Aperto l'armadio, le ho preso appunto questa mini che adoravo, un paio di “ zatteroni” scarpe con il tacco a zeppa altissime, che lei metteva sempre quando indossava la mini. Le elevavano ancora di più il culo verso l'alto rendendolo ancora più desiderabile. Mi trasferisco in camera mia, nudo, indosso le cose prese. Mi ammiravo allo specchio muovendomi con movenze da troia che batte. Mi gustavo tutto quello che vedevo e a mio avviso era bellissimo. Da qualche tempo, avevo sperimentato l'introduzione nel mio culetto di vari oggetti di relative dimensioni per provare la sensazione di essere posseduto. Ora mi ammiravo fingendo di essere una puttana da marciapiede che cerca il suo cliente. Improvvisamente entra Luca in camera e mia afferra con forza un polso.
«Lo sapevo che eri una puttanella. Un frocetto tutto da gustare, una troietta da scopare con gusto, inginocchiati che voglio sentire come lo succhi.»
Senza aggiungere altro mi torce il polso, mi costringe ad abbassarmi davanti a lui che nel frattempo ha aperto i pantaloni e ha tirato fuori il suo magnifico cazzo. Senza indugi me lo pianta dentro la bocca. Mi tiene fermo il capo con entrambe le mani e mi scopa in bocca in maniera dura, brutale.
«Sei una meraviglia! Mi ricordi una giovane trav che batteva lungo la Statale qualche anno fa. Anche lei lo leccava bene, tutti la chiamavano Luana, tu gli assomigli, e allora da oggi ti chiamerò così, Luana, la mia puttanella tutta da godere!»
Parla mentre continua scoparmi infilandolo sempre più dentro la mia gola incurante del fatto se mi piace o meno. Mi sento quasi soffocare con quel palo infilato in gola, ma tutta questa brutalità mi eccita da morie, scopro che mi piace essere maltrattato. Poi mi solleva e mi gira appoggiandomi al letto, piegato a novanta. Sputa un poco di saliva sul buchetto e si lubrifica anche il cazzo poi mi penetra con durezza piantandolo tutto dentro in un colpo solo. Urlo, mi sento sfondare, squarciare, dividere in due, le gambe mi cedono.
«…aaaaahhhhhiiiiiii ... AAAHHHHiiiiiii ... Piano! ... Ti prego...»
Mi immobilizza tenendomi per i fianchi. Aspetta un momento immobile dentro di me, poi parte a limarmi il buchetto incurante delle mie suppliche. Mi sbatte con un ritmo costante che ben presto da i suoi frutti. Sento il piacere scorrere lungo tutto il mio corpo.
«Ti piace! Lo sapevo che eri una troietta! Non credevo fossi anche vergine, meglio! Mi divertirò di più a godere di questo culetto stretto, vedrai che alla fine ci passa pure un tir.»
Mi lima e mi fa godere molto. Si mette disteso e mi fa impalare su di lui e con le mani mi strappa letteralmente i capezzoli procurandomi un piacere/dolore che mi fanno sborrare senza toccarmi il cazzo. Inarca le gambe e mi scopa velocemente, poi si sfila e mi mette in ginocchio davanti a lui.
«Dai succhialo che ti faccio bere anche la sborra! ... Vedrai ti piacerà! ... Dai succhia ... così...»
Mi infila di nuovo il palo in gola, poi di colpo erutta un fiume di caldissima semenza che cerco, allora inesperto, di non farmela scappare. Da quel giorno sono la sua troia. Mi scopa e sfonda appena se ne presenta l'occasione. Mi fa impazzire quando mi sbatte e mi insulta, umilia e mi dice di tutto. Godo, mi piace essere sottomessa e lui ne è consapevole. Quando lo provoco, mi sbatte con furia selvaggia devastandomi il culo.
«…aahhii ... si ... porco! ... Ci godi a scopare mia sorella e sfondare il culo al cognato!»
Per circa due anni la mia vita è finire gli studi, e rendere felice il porco che m’inonda il culetto di una quantità industriale di caldissima sborra. Un sabato pomeriggio sono a passeggio per le vie della grande città che dista da noi circa cinquanta chilometri, quando alla vetrina di un negozio di abbigliamento vedo un cartello che indica la ricerca di un commesso. Entro deciso, ho dato la maturità, non voglio andare all'università, quindi devo trovarmi un lavoro. Scambio alcune frasi con il proprietario. Un bel maschio alto uno e ottanta, spalle larghe, moro, con un filo di capelli bianchi alle basette che gli donano un'aria veramente da macho fantastico! Per lui il posto c'è, ma devo dimostrare di saper trattare con i clienti. Proprio in quel momento entrano due donne. Subito mi attivo e senza saper nulla di moda, campionari o altro le invito a provare diversi modelli. Alla fine è un successo, le clienti escono dopo aver speso un bel gruzzolo. Flavio, il proprietario rimane favorevolmente impressionato dalla delicatezza e scioltezza con cui ho trattato le clienti, mi vuole assumere subito in pianta stabile. Obbietto che essendo di fuori non ho un posto per dormire. Lui non si perde d'animo.
«Questo non è un problema, ho un grande appartamento che occupo solo io, puoi venire da me almeno fin quando non trovi di meglio.»
Mi propone con estrema naturalezza. Accetto. La sera scopro che ha un bellissimo attico finemente arredato. Mi sento attratto dal tipo che mi mette subito a mio agio. Mi offre di fare una doccia, e quando mi spoglio, lo vedo osservarmi con occhi che brillano dalla gioia, come quelli di un bimbo davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Lentamente si avvicina, mi bacia il collo da dietro, sento un grosso pacco incunearsi fra il solco delle mie natiche, le gambe mi tremano, sono eccitatissimo. Insieme andiamo sotto la doccia. Mi massaggia, e copre di baci, poi avvolti in un telo bianco ci trasferiamo in camera, dove, posso prendermi cura del suo pacco che per tutto il tempo mi ha impedito di toccare. Rispetto a quello di Luca è più piccolo di circonferenza, ma sicuramente bello lungo. Lo prendo tutto in gola. Lo faccio scivolare oltre le corde vocali, ho tanta esperienza con il cazzo di Luca che per questo mi sembra una passeggiata. Intanto lui mi ha lubrificato bene dietro, poi si distende supino e mi infila dentro tutto quel ben di Dio. Mi impalo e lentamente me lo godo a lungo. Lui mi tortura divinamente i capezzoli stringendoli a morte con un dolore che mi eccita tantissimo. Passiamo quasi tutta la notte a scopare. Devo ammettere che ha una notevole resistenza. Nel pomeriggio del giorno dopo mi accompagna al paese per prendere le mie cose. Giunti in casa trovo solo Luca che sta guardando un grosso evento sportivo su Sky. Mi guarda e si rende conto che me ne vado. Osserva l'altro poi mi chiede che sia. Gli rispondo guardando verso Flavio.
«È un gran porco come te!»
I due si scambiano una rapida occhiata d'intesa.
«Se te ne vai permettimi di giocare con te ancora una volta.»
Mi chiede. Resto immobile. Lo guardo e poi mi inginocchio davanti a lui, prendo il cazzo in bocca mentre Flavio ci osserva incuriosito. Lo succhio per bene, mi eccito. Mi giro, lo invito a scoparmi lì in piedi piegato a novanta. Senza un attimo di esitazione mi lubrica sommariamente il buchetto e me lo infila con durezza.
«…ahh ...che troia fantastica che sei!... Sai mi mancherà molto Luana.
Flavio osserva la scena segandosi il cazzo già duro. Luca lo invita infilarmelo in gola, cosa che fa con piacere.
«Devi sapere che è una vera troia. Io la chiamo Luana, e scopa meglio di una puttana.»
Per circa due ore sono l'oggetto dei desideri di quei due porci che mi trattano da vera troia, mi umiliano, e coprono d’insulti che hanno l'effetto di farmi veramente godere. Da quel momento la mia vita cambia radicalmente. Di giorno sono Sergio, il perfetto commesso di abiti femminili, mentre di notte divento Luana, la puttana che fa godere il suo maschio. Passano alcuni anni, perfeziono sempre più la tecnica di travestimento. Mi perfeziono nel vestire, depilarmi, camminare con tacchi vertiginosi e nel trucco. Con Flavio vivo esperienze sempre esaltanti. Poi circa due anni fa mi porta a cena vestito da donna, e da quella sera io divento per sempre Luana.
«Amore, hai deciso quale vuoi mettere?»
Mi chiede con un bacio.
«Metto questa con la mini, e quella che mostra il mio lato B con le calze.»
Quella sera ho conosciuto un suo amico che mi ha offerto duecento euro per dormire una notte con me. Carlo, questo il suo nome è un bel maschio, non troppo alto, ma simpatico e cordiale. Sarei andata con lui anche gratis, ma lui insiste per pagarmi, dice che lo eccita di più. Con il permesso di Flavio passo con lui una notte da favola durante la quale mi ha scopato per ore con un bellissimo cazzo di notevoli proporzioni, sborrandomi dappertutto. Ora di tanto in tanto mi cerca, mi paga per avermi tutta per lui una notte. Essere pagata mi eccita da morire, Flavio ne è un poco geloso, ma un fatto triste lo convince a cambiare atteggiamento nei miei confronti. Circa un anno fa ha avuto problemi alla prostata che ne hanno compromesso la sua sempre virile erezione, quindi lui ha messo un annuncio su di un sito e ha preteso di selezionare i maschi che mi devono montare, perche come dice lui:
«Il culo di Luana è per molti, ma non per tutti.»
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4 years ago
baxi18, 55
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Femmine vogliose. terza parte
Nei due giorni che seguono, aiuto Flavia e Marco ad impacchettare spostare le sue cose, che ancora sono nella nostra casa alla sua sopra di noi. Al sabato ci rechiamo a casa di Sonia, mi rendo conto che anche se è un piccolo appartamento, di roba ne contiene tantissima. Lavoriamo alacremente e quasi a mezzo giorno, abbiamo impacchettato, e caricato sulle loro auto tantissimi scatoloni di cose. Mi accingo a smontare la libreria, dopo averla liberata dei numerosi libri, che vi erano sopra per portarla a casa nuova, quando improvvisamente compare Pamela. Le apro in quanto sono solo. Riprendo a svitare le viti che fissano il mobile al muro, per farlo salgo sopra uno sgabello a tre scalini. Lei dopo un momento di imbarazzante silenzio, mi chiede dove sono Sonia e Marco. Gli rispondo che hanno fatto un viaggio di scatole, che adesso torneranno. Lei si guarda in giro nervosa, sembra indecisa, non ha la solita aria strafottente, ma quasi timida, insicura. Si avvicina a me, mi guarda dal basso verso l’alto, poi fa un bel respiro, mi abbraccia appoggiando il suo viso alle mie ginocchia.
«Ho parlato con Sonia, mi ha raccontato che vi siete divertiti, che ti ha detto che sono vergine. È vero, cercavo di sembrare un’altra persona, convinta che vedervi sbavare, mi avrebbe sempre creato una immagine, di donna forte e risoluta. Ha funzionato con tutti, anche con mio padre, ma non con te. In passato ero certa, che fossi uno stronzo come mio padre, ma poi col tempo, mi sono ricreduta. Ti ho ammirato, ti volevo, ero convinta che ti avrei fatto sbavare anche a te, invece tu sei di un’altra pasta. Ho sbagliato, ma vorrei, che tu prendessi in considerazione la possibilità, di riprovare ad avere un dialogo con me, ti giuro che non to cercando di sedurti, ma voglio solo una persona da seguire, amare, e se lo vorrai godere.»
La guardo, scendo lei mi stringe, tenendo la testa bassa. Le sollevo il viso, vedo i suoi occhi carichi di lacrime, che stanno per sgorgare copiose. Sono ad un passo dalla sua bocca, lei mi bacia con passione, amore, e tanta voglia di essere stretta fra le braccia.
«Tienimi stretta ti prego. Ho bisogno di sentire che non mi odi, che non mi disprezzi, anche se lo merito. Ho fatto cose di cui non vado fiera, ma sono pronta sottostare ad ogni tuo desiderio, mi arrendo, e vorrei essere tua.»
La guardo, poi le dico che ci devo pensare.
«Quello che chiedi non è una cosa da poco. Ti sei dimenticata, che ho una famiglia, una moglie, un figlio che non voglio che soffra.»
Il suo sguardo è serio, consapevole.
«Non voglio assolutamente metterti nei casini, nemmeno litigare con mia zia, o Marco. Mi accontento dei tuoi ritagli di tempo. Non voglio che nessuno debba soffrire. Se a volte sentirò la tua mancanza, sarà il prezzo che devo pagare, per i casini che ho fatto, per tutte le volte, che ho denigrato un altro uomo. Ti chiedo solo una cosa; quando sei con me di essere solo mio. In quel momento, il mondo non gira, la vita si ferma, ci siamo solo io e te. Solo questo ti chiedo. Sono pronta, ad affrontare il mondo intero, se ti sento al mio fianco.»
La guardo, mi rendo conto che sta parlando molto seriamente. Mi dona due chiavi.
«Sono quelle dell’appartamento dove mi sono trasferita. Vivo da sola, e aspetto solo te. Ho deciso di mettermi a lavorare seriamente, voglio essere totalmente indipendente. Voglio che tu debba essere fiero di me. Solo e tutto per te, nessun altro mi avrà, nessuno, mi emoziona, mi sconvolge come quando ti penso. Ho preso una sbandata tremenda, e non voglio che mi passi. Ti amo, e tutto questo, è solo per te.»
Sono sbalordito e lusingato. Mi rendo conto che non ha mezze misure, ho io o nulla. Mi bacia ancora, poi se ne va, non prima di avermi detto ancora una cosa.
«Ti aspetto a casa mia, quando vorrai io sarò lì ad aspettare te. Puoi anche non venire, io ti aspetterò ogni sera, non me ne andrò da nessuna parte, sono solo a tua disposizione, oggi, come domani, e nei giorni a venire. Decidi tu, se merito la tua considerazione.»
Sono stupito da tanta determinazione, quasi spaventato. Decido che ci devo riflettere molto, prima di prendere una decisione. Alla sera abbiamo portato tutta la roba di Sonia, a casa nuova. Propongo di andare a mangiare una pizza, ma sono stanchi.
«Perchè non le ordiniamo e le mangiamo qui. Mentre le aspettiamo possiamo farci una doccia e poi gustarcele in santa pace.»
La proposta di Marco, trova tutti d’accordo. Mentre loro si fanno una doccia, per la prima volta nel loro appartamento, io e Flavia scendiamo a casa nostra, fatta una rapida doccia ci presentiamo a casa loro con qualche birra, nello stesso attimo che il corriere ci porta le pizze. Io indosso dei pantaloncini leggerissimi, come quelli di Marco, Flavia una vestaglia molto trasparente, Sonia una t-shirt di Marco molto più grande. Sotto le donne sono nude, lo si vede benissimo. Mentre ci gustiamo le pizze noto che si è creata una bella atmosfera. Sonia e Flavia si scambiano intriganti occhiate, mentre Marco mi sorride sornione. Dopo che abbiamo finito di mangiare, Sonia prende Flavia per mano, la porta in camera da letto. Marco mi trattiene ancora un momento, mi guarda, poi mi parla di un argomento, che non mi aspettavo da lui.
«Ho parlato con Pamela. Quella ragazza, ha fatto un cambiamento radicale. Si è messa a lavorare seriamente, ha preso un appartamento per se, ha detto che aspetta solo te. Non vuole rubare il marito a mia madre, ma solo avere un momento di piacere con te. Sei il solo che vuole. Il resto del mondo non le interessa. Credo che stia facendo molto seriamente. Non mi ricordo, una Pamela così, decisa e determinata. Mi ha stupito davvero, l’ammiro. Se mi posso permettere un consiglio, direi che ne dovresti parlare con mamma.»
Lo guardo, gli faccio un sorriso, la mia voce è assolutamente tranquilla.
«È stata a casa di Sonia questa mattina me ne ha parlato. Questa sera ne parlo con tua madre, poi vedrò cosa decidere. Adesso andiamo a vedere, cosa vogliono fare le nostre donne.»
Lui sorride, mi dice che Sonia vuole che anche Flavia provi il piacere di una doppia, come lo ha provato lei l’altra volta. Mi sento compiaciuto, di questa premura nei confronti della futura suocera. Entrando in camera le vediamo nude avvinghiate in un 69 da infarto. Flavia succhia e lecca Sonia, che le ricambia il favore facendola impazzire. Si scambiano i posti, ma è Sonia che la porta al primo orgasmo. Flavia tende il suo corpo, e gode mentre Sonia le bruca la fica, e si disseta alla fonte del suo piacere. Sconvolgente! Dopo che ha assaporato tutto il piacere dell’orgasmo, Sonia fa distendere Marco supino, e invita Flavia a cavalcarlo. Intuisco subito il suo progetto, e mi adopero per la sua realizzazione.
«Dai amore entra nel ventre di tua madre, entra da dove sei uscito, fai in modo che lei ti senta tutto dentro. Fai che goda mentre noi ci adoperiamo a farla godere ancora di più.»
Lei si impala su di lui che inarca le gambe, la sbatte dal basso, con colpi che fanno sobbalzare verso l’alto i suoi seni. Mi posiziono dietro di lei, Sonia tende le natiche di Flavia, che si allunga sul petto di Marco. Lubrifico un poco il suo fiorellino anale, che so essere ben aperto, in quanto sia io che mio padre, spesso e volentieri trovavamo molto soddisfacente, spingerci dentro quel buco. Mi posiziono, affondo in lei, che emette un lungo gemito. Resto immobile poi mi scateno, la sfondo con colpi durissimi, eguagliati solo da quelli di Marco, che la sbatte davanti. Gode, si agita, mentre noi la pompiamo con forza. Sonia le tortura i seni, la esorta godere tanto.
«Brava così godi. Ero rimasta delusa, dal fatto che quando lo hanno fatto a me questo lavoretto, tu non ne avevi avuto modo di goderne. Adesso godi, senti come ti sconvolgono due cazzi, che ti pompano a sfinirti. Dai ragazzi sfondatela, fatela godere.»
La pompiamo tantissimo, gode si dimena fin quando dopo l’ennesimo orgasmo si accascia sfinita sul petto di suo figlio.
«Basta ragazzi. Mi avete sbattuto tanto e ho goduto tantissimo. Adesso non sprecate le energie con me, ma ricordatevi che lei deve essere ingravidata, quindi è ora che vi dedicate a lei.»
La tira verso di se, la bacia in bocca. Mi sfilo e subito sono imitato da Marco, che incomincia a scopare Sonia che lo accoglie dentro di se baciandolo con passione. Li guardo mentre Flavia mi succhia il cazzo. Le sorrido, le faccio capire che la vorrei scopare ancora, ma lei con il capo, mi fa cenno che non è d’accordo. Sentiamo Sonia che gode molto, poi ci guarda, fa cenno a Marco di uscire. Si mette succhiare e leccare il mio cazzo, assieme a mia moglie fin quando sono all’apice del piacere. Lei si distende, mi accoglie dentro la sua fica con un gemito di piacere, che emette quando le inondo il ventre con la mia sborrata. Flavia intanto sta portando Marco al culmine, quando vede che io ho esaurito il mio orgasmo, lo fa prendere il mio posto. Lui le gode dentro, mentre si baciano, e abbracciano felici. Restiamo distesi, ci mettiamo ridere soddisfatti, poi io e mia moglie, ce ne torniamo nel nostro appartamento. Distesi a letto ho voglia di parlare con lei di Pamela. Le racconto tutto senza tralasciare nulla, nemmeno le parole di Marco. Lei ascolta in silenzio, mi guarda chiede quale sia la mia decisione.
«Ci devo pensare. Credo che non sia solo una scopata, ho paura, che sia diventata una cosa molto seria. Non voglio rovinare il nostro rapporto, e nemmeno quello che hanno Marco e Sonia con lei.»
Mi ascolta, poi mi lascia libera scelta.
«Puoi fare quello che vuoi, io sarà sempre con te. Comprendo che lei è giovane e bella, mentre io sono molto più matura, quindi quello che farai io lo accetterò.»
La guardo, poi mi viene una idea che le espongo subito.
«Vieni con me. Andiamo insieme da lei. Se deve essere l’occasione per farla diventare donna, farla godere chi meglio di noi due, le farebbe provare un vero momento di piacere. Ti voglio al mio fianco, oppure non se ne fa nulla. Non mi interessa, avere una giovane amante, ma insieme avremo una donna, che giocherà con entrambi. Se poi non lo accetta, pazienza non avrà nulla da me.»
Vedo una luce nei suoi occhi, che brillano di contentezza. Credo che non si aspettasse, una simile proposta. Mi sorride, mi dona un bacio.
«Adesso dormiamo, ci voglio pensare, decideremo domani.»
Si gira e dorme, mentre io resto ancora con i miei pensieri, fin quando non mi addormento. Il giorno dopo, mentre stiamo pranzando, improvvisamente Flavia mi guarda in faccia, e parla sorridendo.
«Andiamoci adesso, appena pranzato. Ti ha detto che ti aspetterà sempre, vediamo se è vero. Verrò con te. Sei il mio uomo, non voglio che lei lo dimentichi, al massimo ti posso condividere, ma non lo lascio in mano sua. Ti amo troppo, ma se credi che non vada bene questo, allora fai come vuoi, io sono, come ti ho detto, sempre al tuo fianco.»
Un’ora dopo siamo davanti alla sua porta. Quando ci apre rimane un attimo stupita, a disagio, poi fa un respiro profondo, ci invita ad entrare, ci accomodiamo sul divano. Ci offre da bere, ma nessuno ne ha voglia, si siede davanti a noi, ci osserva poi all’improvviso, si inginocchia davanti a Flavia, appoggia il viso alle sue ginocchia, e parla.
«Scusami zia, ma non voglio rubare il tuo uomo, vorrei solo il permesso, di giacere con lui, ogni volta che lui ne sente il desiderio. Hai fatto benissimo a venire anche tu, è giusto che tu sia presente, in fondo io vorrei scopare con lui, ma adesso mi piacerebbe anche averti al mio fianco, mentre mi rende donna. Sarebbe un momento indimenticabile, per me e credo anche per voi, che siete da sempre il modello, che vorrei seguire. Ho fatto tanti casini, me ne rendo conto, ma adesso ho deciso di cambiare, lo voglio fare, se fosse possibile, seguendo i vostri consigli. Posso contare più su di te, che su mia madre.»
A Flavia brillano gli occhi di felicità. Mi guarda, poi si solleva abbracciando Pamela, insieme si dirigono verso la camera. Le seguo, le osservo senza fretta. Pamela la spoglia, poi si denuda anche lei velocemente, in un attimo sono distese sul letto avvinghiate in un meraviglioso 69. Vedo Flavia un poco in difficoltà, è evidente che Pamela ha molta più esperienza. Poco dopo le fa raggiungere il primo orgasmo che fa tremare Flavia. Gode, si dimena mentre Pamela le succhia anche l’anima fra le cose. Si girano e la fa mettere supina. Si tuffa ancora a leccare la fica di mia moglie, che adesso le accarezza il capo ad occhi chiusi, mentre il piacere la fa vibrare. Pamela ha il culo in alto, la guardo da dietro, devo fare uno sforzo, per non infilare quella meraviglia. La porta a godere di nuovo, poi si allunga su di lei, infila una gamba fra le gambe di Flavia, adesso i loro clitoridi sono a contatto, si sfregano con un movimento lento, ma intenso, che le porta entrambe a godere. Si baciano, si succhiano le lingue, incuranti di me che le osservo estasiato. Quando l’ondata di piacere si affievolisce, Pamela si gira, mi guarda, poi si distende a cose aperte pronta per essere chiavata, ma Flavia mi guarda, mi fa avvicinare ai loro volti, afferra il cazzo durissimo, lo porta alla bocca, poi si gira, e lo offre anche a lei, che segue tutto in silenzio.
«Vieni avvicinati, prima va gustato in bocca così, poi dentro il ventre, ma deve essere, un momento di piacere non un sacrificio.»
La guarda stupita, poi lentamente imita, quello che fa Flavia. Ben presto ho due lingue, che mi leccano e succhiano anche le palle, il culo, il cazzo. Pamela si rivela subito, una bravissima allieva, che impara in fretta. Mi distendo, riesco ad infilare la mia testa fra le sue gambe. Vedo il taglio della sua giovane e vergine ostrica, che profuma di femmina vogliosa, e in calore. Lo aspiro, mi inebrio di quel profumo, che mi eccita, mi sconvolge i sensi. Lecco avidamente, quella vergine e succosa fica, che fra poco sarà profanata, dal mio cazzo. Lei si contorce, cerca di stringere le gambe per bloccarmi, quando le succhio il bottoncino stretto fra le mie labbra. Improvvisamente la mia bocca, è sommersa da una copiosa ondata del suo piacere. Sono riuscito a farla godere con la lingua, la sento tremare, scossa da un fremito convulso, incontrollabile. Succhia il cazzo infilandolo in gola, poi si stacca, mi guarda, mi supplica di entrare in lei, che adesso mi vuole.
«Ti prego prendimi. Non posso più aspettare. Ti voglio adesso. Voglio essere tua, ti prego.»
La sua voce trema ancora scossa dal piacere, i suoi occhi sono languidi, desiderosi di avermi. Si gira, guarda Flavia, che annuisce, mi posiziono fra le sue gambe, oscenamente aperte. Lei tiene la fica aperta con le mani, mi invita a scoparla, con molto impeto.
«Prendi, ti prego sfondami tutta!»
Appoggio la cappella sul taglio, affondo un poco fin quando sento la barriera dell’imene, che cerca di resistere. La guardo, la bacio, mentre Flavia le stimola i capezzoli, stringendoli fra le dita. Un attimo, la fisso negli occhi, poi deciso affondo in lei, che si tende. Per un attimo, sento che oppone resistenza. Poi cede di colpo, scivolo tutto dentro fino in fondo. La vedo prima sussultare, poi una maschera di dolore, si dipinge sul suo volto. Resto immobile mentre Flavia la tranquillizza.
«Rilassati piccola, il peggio è passato. Fai un bel respiro, e sentirai che adesso si gode.»
Si gira, la guarda, le sorride. Incomincio lentamente a limare quel forellino, che si apre sempre di più. La sbatto con calma, ma con un ritmo, costante e continuo, che ben preso le procura il primo, orgasmo che la fa davvero godere. Trema, in preda a convulsioni erotiche, che scuotono tutto il suo corpo. Mi stringe, mi pianta le unghie nella schiena, gode a ripetizione. Viene così forte e velocemente, che quasi sviene. Resto immobile, le faccio assaporare il piacere, lei lentamente si riprende. Mi guarda, il viso adesso è sfatto, lo sguardo languido e felice. La sua voce è solo un flebile suono.
«Non credevo che fosse così bello. Ti prego non ti fermare, fammi impazzire di nuovo.»
Si gira verso Flavia, la bacia in bocca. Giocano fra loro, mentre io, le faccio cambiare posizione. La metto su di me, così Flavia le succhia il seno, le accarezza il corpo mentre lei ricomincia a godere ininterrottamente fin quando sfinita si accascia sul mio petto. Il suo respiro è flebile, il cuore un tamburo impazzito. Non sono ancora soddisfatto, la giro e mentre Flavia si distende supina, davanti alla sua bocca, per farsi leccare la fica, io da dietro, le affondo ancora il cazzo tutto dentro. La sbatto con impeto, tenendola per i fianchi. Gode, poi dopo che anche Flavia ha goduto, si gira e mi supplica di sborrare dentro di lei.
«Ti prego, fammela sentire dentro, la mia prima sborrata. Voglio sentire la sensazione, che si prova, quando ti inondano il ventre. Stai tranquillo sono protetta, anche se un figlio, te lo darei volentieri.»
Guardo Flavia che annuisce sorridendo. Mi sfilo, subito Flavia me lo prende in bocca, sotto lo sguardo attento di Pamela, che cerca di capire quello che succede. La faccio mettere di nuovo a cosce aperte, poi quando sono prossimo al piacere mi sfilo dalla bocca di Flavia, lo pianto dentro il ventre di Pamela, che dopo il secondo affondo, sente che le sto riversando dentro il mio piacere. Serra le gambe dietro la schiena, gode nel sentirlo, trema dalle sensazioni che sta provando.
«Bellissimo. Ti sento, sei bollente. Ti sento che mi sborri dentro. Bellissimo! Un giorno mi inonderai il ventre, e ti regalerò un figlio.»
Parla guardando Flavia che le sorride e la bacia in bocca. Inizia così, questo mènage à trois. Per sei mesi, passiamo, bellissime serate insieme a lei, a Marco e Sonia, che non è subito rimasta incinta, ma lo è diventata il mese successivo, dopo che tutte le sere del periodo della sua ovulazione, l’abbiamo scopata insieme io e Marco. Flavia e Pamela, sono diventate molto intime, spesso passano la notte insieme. Questo comportamento non sfugge a Carla, che cerca di capire, come mai fra zia e nipote vi sia tanta complicità, ma per volere di Pamela, non riesce a capire nulla. Marco e Sonia, decidono di sposarsi prima della nascita della creatura, che lei porta in grembo. Optano per una cerimonia semplice, con pochissime persone, e un semplice rinfresco a casa nostra. Carla è emozionata, ma triste. Mi si avvicina durante il rifresco, e si foga con me.
«Mi fa piacere che Pamela e Flavia, abbiano una bella intesa. Purtroppo con Piero, ormai siamo alla frutta. Sempre più spesso si accoppia che Lisa, la sua ultima fiamma, che ha la stessa età di Pamela. Lo capisco, è giovane e bella, mentre io ormai sono vecchia.»
La guardo, le faccio un complimento, dicendo che non è vecchia.
«Sono sicuro che fai ancora girare tanti maschi quando passi per la strada.»
Mi sorride, mi chiede se pure io mi sarei voltato a guardarla. Le dico che sono nella lista. Ride divertita, poi arriva Flavia che la prende, la porta a fare delle foto. Un mese dopo siamo a cena casa di Pamela. Ci sono anche gli sposi, che sono tornati dal viaggio di nozze. Sonia è già bella rotondina, Pamela la guarda con ammirazione. Mentre stiamo cenando, le fa una domanda.
«È davvero bello sentire la vita che cresce nel tuo corpo?»
Sonia le sorride, ci guarda e poi risponde.
«Se l’hai desiderata davvero, si, è molto bello. Credo, che solo l’amore, porti a questa sensazione di piacere, nel sentirti crescere dentro il ventre una creatura.»
Pamela ci guarda, poi guarda le altre donne, poi abbassa il capo, e fa una supplica.
«Sarebbe troppo chiederti, il permesso di godere con Marco e Mario insieme, per essere ingravidata da loro, come hanno fatto con te?»
Sonia guarda Flavia, che guarda me, in attesa di una mia risposta. Guardo Marco, che ha ricevuto un cenno d’assenso da Sonia, mi giro verso Flavia, che si alza in piedi e parla con calma.
«Credo che i nostri due maschi, non dovrebbero avere nessuna difficoltà, a farti godere e ingravidarti, ma sei sicura di volerlo. Sei da sola, e un figlio non è una passeggiata. Se lo vuoi veramente, allora ti offro non solo, tuo zio, e mio figlio, ma anche il mio appoggio e sostegno, specie adesso, che tua madre si sta separando, e tuo padre aspetta un figlio dalla sua amante.»
Seguita da Sonia e Pamela, si avvia verso la camera, mentre io e Marco, ci diamo una bella occhiata complice.
«Papà, questo sembra diventato lo sport di famiglia, essere usati, come tori da monta. Ci chiedessero mai il permesso di decidere, se accettare oppure no. Noi dobbiamo ubbidire e basta!»
Parla ridendo, mentre incomincia a spogliarsi. Per una settimana, abbiamo letteralmente montato Pamela, con l’aiuto anche di Flavia e Sonia, che si sono adoperate, a farci sborrare sempre al momento giusto, nel ventre di Pamela, che alla fine è rimasta incinta. Carla ha capito tutto. Durante la gravidanza, si è trasferita nella casa della figlia, con la quale ha instaurato un bel rapporto. Alla fine abbiamo scopato anche lei, ha goduto tanto, poi Marco, le ha aperto il culo vergine e una sera l’abbiamo presa in doppia. Sono passati due anni, Sonia ha partorito una bella femminuccia, a cui hanno dato il nome di Silvia, mentre Pamela, ha partorito un maschio, che ha chiamato Matteo. Io e mio figlio, abbiamo continuato a montare, queste femmine sempre più vogliose. Questa sera, festeggiamo il primo compleanno di Silvia, Sonia ci comunica che è di nuovo incinta. Le abbiamo sborrato così tanto dentro, il mese passato, che mi avrebbe stupito il contrario, Pamela mi guarda, mi sorride.
«Zio, sei in forma vero? Ho voglia di sentirmi crescere ancora una creatura nel ventre. Marco tu mi aiuti vero?»
Flavia e Carla sollevano il calice propongono un brindisi.
«Hai nostri tori da monta, e alla loro vacche!»
Beviamo dopo aver sorriso compiaciuti. Che volete, la vita ci sorride.
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4 years ago
baxi18, 55
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Femmine vogliose. seconda parte
Il giorno dopo di buon mattino arrivano sei operai che nel giro di due ore montano la cucina nuova. È molto bella, moderna e funzionale. Ha una penisola di legno che è perfetta, per due o tre persone. È una tavola di legno massello a forma di goccia con due sgabelli posti ai lati. Il colore del legno è uguale a quello del ripiano che corre su tutta la cucina. Appena cinque minuti, che gli operai sono usciti, arriva Sonia. Entra, indossa una leggerissima minigonna tenuta legata al fianco con un fiocco, una t-shirt azzurra molto leggera. Si nota subito, che sotto ha il seno nudo. Osserva la composizione, si piega per aprire l’ultimo cassetto in basso, in modo che io possa notare che ha la fica nuda, si gira verso di me sorridendo.
«Vedo che l’hanno montata benissimo.»
Rimane voltata di spalle, fingendo di osservare dei dettagli. Mi libero in un attimo dei pantaloncini che indosso, sono a cazzo nudo, le rispondo.
«No, ancora non è stata montata, ma possiamo rimediare subito.»
Mi avvicino a lei da dietro, la stringo per i fianchi mentre le bacio il collo. Lei fa un sospiro, si gira, osserva compiaciuta, si inginocchia, in un attimo il cazzo, teso e duro, sparisce nella sua bocca. Lo ingoia tutto, poi lo lascia sfilare lentamente, mi succhia la cappella, poi scende lungo l’asta, lecca le palle, ne succhia una mettendola in bocca. Si abbassa ancora, mi lecca anche il buco del culo. Risale lentamente, mi guarda vogliosa e languida. La sollevo, sciolgo il fiocco al fianco, in un attimo è nuda. Lei si sfila la t-shirt mentre la metto seduta sul piano della cucina fra il piano cottura e il lavandino. Mi inginocchio, lei appoggia i talloni sulle mie spalle. Le sue cosce oscenamente aperte mi offrono una visione della sua ostrica bagnata, profumata di voglia, di umori femminili, che aspiro, annuso come un cane che cerca la cagna un calore. Geme, mi schiaccia il capo verso di lei, ma io esito un attimo, per gioire ancora di quella stupenda visione. Quando le affondo la lingua fra le pieghe bagnate lei ha un sussulto, geme, fa un profondo respiro.
«Finalmente! Non potevo più aspettare. Dai fammi volare!»
Lecco insinuando la lingua sempre più in profondità. Ruoto il capo quando affondo e la faccio scorrere sempre più velocemente fra la clitoride e lo spacco. Geme, tende il suo corpo mentre il respiro diventa sempre più corto fin quando improvvisamente solleva il corpo ad arco, stringe la mia testa fra le cosce, poi raggiunge un orgasmo che la fa tremare tutta. Un fiume in piena di umori dolcissimi si riversa nella mia bocca. Nettare che sgorga copioso, da quella fonte del piacere che bevo come un assetato, lo lecco, succhio e aspiro fino all’ultima goccia. Il suo corpo vibra scosso da brividi di piacere, un lungo gemito esce dalla sua bocca mentre mi blocca il capo quasi a volermi impedire di muovermi, o di smettere. Le faccio assaporare tutto il piacere, poi la sollevo, la prendo in braccio, la metto distesa sul piano di legno della penisola. Le sollevo le gambe, con un affondo le entro dentro fino in fondo. Spalanca la bocca, mugola mentre incomincio a pomparla con affondi decisi ad un ritmo costante. Ad ogni affondo muovo il mio corpo, a destra e sinistra, come a volerla allargare ancora di più. Il seno sobbalza spinto in alto quando le spingo il cazzo tutto dentro. Lei incomincia godere ininterrottamente. Un orgasmo dopo l’altro fin quando la metto di lato e continuo a scoparla sempre più forte. Mi guarda compiaciuta, mi incita a scoparla sempre più forte.
«Sei stupendo! Dai, non ti fermare, scopami ancora!»
Dopo averla sentita godere ancora la sollevo, le metto i piedi in terra, poi la scopo da dietro. Appoggia i gomiti sul tavolo, spinge il corpo all’indietro, quando affondo in lei, alla ricerca del mio cazzo, quasi a volerlo sempre più dentro, sempre più in fretta. Gode senza ritegno. Afferro uno sgabello, mi ci siedo sopra trascinandola con me. Adesso si gode la scopata volgendomi le spalle. Afferro i seni che fino a questo momento ho trascurato e li stringo, li impasto con lei che sale e scende scopando senza sosta. Dopo aver goduto anche in questo modo si gira, mi cavalca ancora, offre i seni alla mia bocca che li succhia famelica. Mordo un capezzolo lei geme di piacere, mi incita farlo ancora.
«Bellissimo! Dai mordilo, fammi male! Ancora.»
La sbatto continuamente per un tempo molto lungo fin quando la distendo di nuovo sul tavolo. Lei annoda le gambe dietro la mia schiena e mi supplica di inondarle il ventre.
Ti prego vieni. Sono sfinita, ho la fica in fiamme. Ti prego vieni.»
Mi sfilo ma lei mi supplica di sborrare dentro di lei.
«Ti prego vieni dentro. Voglio sentire il tuo getto che mi inonda l’utero.»
La guardo cercando di capire.
«Perché lo vuoi?»
La sua risposta mi stupisce ancora di più di quello che potevo immaginare. Allunga la mano, prende il cellullare che aveva appoggiato la tavolo, subito mi rendo conto che era in chiamata in modalità viva voce. Parla guardandomi negli occhi.
«Amore che dici lo faccio venire dentro? Ti sei convinto che lui è molto più resistente di te? Ho vinto io la scommessa, e questa voglio che sia la mia ricompensa, sei d’accordo? Parla, lui ti sta ascoltando.»
La guardo sbigottito mentre sento la voce di Marco che le risponde.
«Certo che sono d’accordo, sia sul fatto che avevi ragione, è molto più resistente di me, poi anche sul fatto che ti deve sborrare dentro. Non perderti questa opportunità di avere una possibilità in più alla realizzazione dell’altro progetto. Ti amo, sono molto felice e orgoglioso, di come ti ha scopato. Ho sentito tutto, i tuoi gemiti, il tuo godere, adesso voglio sentire il suo grido di piacere mentre ti inonda il ventre.»
La guardo stupito, anche stranamente eccitato.
«Ti voglio dentro. Marco spesso non ci riesce, mentre tu sei sicuramente più bravo, regalami questo piacere.»
Mi guarda con occhi che supplicano il mio seme.
Mi sego velocemente. Chiudo per un attimo gli occhi, immagino che al suo posto ci sia mia moglie che stava godendo con mio padre, la cosa mi eccita terribilmente sento che sono pronto. Le affondo di colpo il cazzo dentro, la pompo per pochi attimi, poi le inondo il ventre con tre schizzi di sborra calda che lei percepisce benissimo. Serra le gambe dietro di me. Mi impedisce qualunque movimento se non continuare riversare il mio seme in lei. Sento i suoi muscoli vaginali mungere il mio cazzo quasi a volerlo spremere fino all’ultima goccia. Mi attira su di se, mi bacia con le lacrime agli occhi. Mi sollevo, mi sfilo. Osservo la fica arrossata, tumefatta, le grandi labbra gonfie, il rivolo di sborra che cola. Scatta in ginocchio davanti a me lecca avidamente il cazzo che si sta smollando. Lo succhia, pulisce alla perfezione. La sollevo, mi bacia ringraziandomi. Sono stordito da tutto quello che ho appena vissuto. Non mi aspettavo di sentire Marco che si è goduto la scopata in diretta. Lei sembra intuire le mie titubanze.
«Scusaci se ti abbiamo coinvolto in una nostra scommessa. Lui era convinto che tu saresti durato molto meno di lui. Mi ha fatto piacere scoprire che sei veramente una persona stupenda. Inoltre voglio restare incinta. Ci stiamo provando da tre mesi e ancora non ci siamo riusciti per il motivo che ti ho detto prima. Spesso lui non riesce a venire, oppure lo fa fuori. Tu invece hai calcolato il tempo alla perfezione. Ti ho sentito benissimo quando sei venuto. Credo che Marco dovrebbe imparare da te a farlo bene anche lui.»
La guardo, mi viene in mente una certa idea che adesso voglio mettere in pratica.
«Non solo lui deve imparare certe cose, anche tu puoi fare la tua parte. Questa sera venite a cena da noi che ne parliamo.»
Lei mi sorride compiaciuta, apre la borsa ed estrae un semplice e casto slip, aggiunge un salva slip, lo indossa assieme al reggiseno. La guardo incuriosito.
«Voglio che mi resti dentro il tuo piacere il più a lungo possibile. Forse oggi mi hai messo incinta, sono nei giorni più fertili. Marco è contento se ci aiuti a realizzare questo sogno. Era a questo che si riferiva quando ha detto del nostro progetto. Lo spero vivamente che si realizzi, lo volgiamo davvero.»
Mi dona un bacio, poi se ne va. Scendo in casa mia quando torna Flavia le racconto tutto nei minimi dettagli. Si complimenta con me per l’ottima prestazione e rimane stupita quando le racconto che Marco ha ascoltato tutto in diretta. Sapere che verranno a cena la incuriosisce, mi guarda in cerca di spiegazioni. Le spiego la mia idea. Mi sorride, mi bacia compiaciuta.
«Amore sei stupendo! Non avrei saputo fare di meglio. Non vedo l’ora che arrivi questa sera.»
La sera puntuali arrivano alle venti. Quando apro la porta e ce li troviamo davanti per un istante nessuno parla, ma è Flavia che rompe il silenzio, abbraccia e bacia Sonia.
«Sono così contenta del vostro progetto che non vedo l’ora che la tua pancia incominci a gonfiarsi.»
Marco mi abbraccia e si complimenta per il piacere che ho donato a Sonia. Lo guardo e con un cenno del capo gli indico Flavia.
«Anche tu questa sera puoi rendere felice una persona che non aspetta altro che di essere fra le tue braccia.»
Ha un momentaneo sbigottimento, poi sorride, mi dice che ne sarà tanto felice. Ci mettiamo a tavola per la cena. Stranamente nessuno parla, sembra che ogni uno di noi stia inseguendo i suoi pensieri. A metà del pasto Marco si alza in piedi, mi guarda, guarda anche Sonia, poi si gira verso Flavia le prende una mano.
«Ho troppo voglia di te. Non posso più aspettare. Ti voglio!»
Prende Flavia per mano e spariscono in camera. Guardo Sonia, le chiedo se vuole unirsi a loro, ma lei dice che vuole aspettare un attimo ancora. Ci sediamo sul divano, lei appoggia il capo alla mia spalla destra, la sua mano accarezza il mio petto, poi scende in basso alla ricerca del cazzo che si sta indurendo dentro i pantaloni.
«Mi sei piaciuto subito. Da quando ho iniziato a frequentare questa casa ti ho osservato molto attentamente. Mia cugina era stata in gita scolastica con te. Mi ha raccontato che ti eri scopato la loro professoressa per quasi tutta la notte. Alla mattina lei aveva un’aria distrutta ma felice. Lei ha detto, che di maschi come te, ne nasce uno ogni milione. Puoi capire quanto piacere ho avuto, quando ho incominciato a frequentare Marco. Scoprire cha lui ti assomiglia in tantissime cose, mi ha dato tanta gioia. Sono orgogliosa di averti avuto dentro, spero che vorrai ancora farmi provare questo piacere, almeno fin quando non sono certa di essere pregna.»
La guardo, lei mi bacia. La sua lingua è un serpente che si insinua nella mia bocca. Un bacio intenso, carico di piacere molta passione. La sua mano ha afferrato il cazzo duro, da sopra la stoffa. Si abbassa, lo estrae, lo prende in bocca, lo succhia un poco, poi soddisfatta di questo mi invita ad unirci a loro. Quando entriamo in camera vedo Flavia nuda sopra Marco impegnati in un 69 fantastico. La guardo succhiare il cazzo di nostro figlio con amorevole passione. Noto che a dimensioni siamo alla pari, lei lo assapora a lungo fin quando si gira e si impala su di lui che inarca le gambe e la pompa dal basso facendola sobbalzare ad ogni affondo. Sonia mi attira sul letto, mi fa mettere supino ma al rovescio. Per un attimo non afferro il significato del gesto fin quando lei si impala su di me, adesso il suo viso è contrapposto a quello di Flavia. Allunga una mano e accarezza il seno di lei che ricambia. Vedere le due donne toccarsi mi eccita tantissimo e impazzisco quando con un gesto assolutamente naturale Sonia l’attira a se e la bacia in bocca. Un meraviglioso arco di Venere si crea davanti ai nostri occhi. Loro gemono intente a baciarsi, mentre Marco si scatena a scoparla sempre più forte mentre esterna tutto il suo piacere.
«Stupende! Meravigliose! Amore sei la donna che ho sempre desiderato, sei la mia meravigliosa troia! Tu mamma sei unica, bella e porca!»
Godono e ci scopano ondeggiando si di noi mentre si scambiano bacie e carezze. Dopo diversi orgasmi Marco sussurra una cosa all’orecchio di Flavia che lo guarda, gli sorride poi si sfila da lui e si mette di lato. Lui bacia Sonia poi la fa distendere su di me.
«Rilassati amore che voglio farti vivere una fantasia che abbiamo da tempo.»
Lo guardo per capire, e quando lo vedo inginocchiarsi dietro di lei, intuisco al volo le sue intenzioni. Afferro le natiche di Sonia, le apro mentre lui lascia colare della saliva lungo il solco, ne spinge con un dito un poco nel forellino di lei, poi si bagna anche la cappella, la appoggia al suo buchetto ben aperto.
«Fai piano che così non lo abbiamo mai fatto, anche se mi fai sempre il culo, così è diverso. Fai piano.»
Lo guardo, lascio che lui si spinga con decisione dentro di lei che apre la bocca ne esce un flebile lamento, poi è piacere. Flavia accarezza i seni, la bacia mentre lei gode in continuazione fin quando stremata, si accascia su di me, e ci implora di sborrare.
«Vi prego sborrate. Mi sento distrutta! Tu questa mattina mi hai cavato anche l’anima, poi questa sera insieme mi avete distrutto. Ho la fica in fiamme, voglio il vostro seme.»
Marco si sfila e si mette a segarsi, ma Flavia lo ferma.
«Aspetta, se vuoi che lei senta dentro il tuo piacere, ti insegno io come si fa. Sonia vieni qui, mettiti a gambe aperte, pronta a riceverlo.»
Prende il cazzo di Marco in bocca e lo succhia, lo sega velocemente sotto lo sguardo attendo di Sonia, che osserva molto interessata. Poi quando vede Marco che tende il suo corpo per sborrare, lo sfila lo invita schizzare dentro la sua donna.
«Dai amore di mamma, inonda il suo ventre. Così da bravo, svuotati dentro di lei.»
Sonia stringe le gambe dietro di lui, che con un grido si svuota dentro il suo ventre, lei lo bacia, si scambiano delle coccole. Poi si gira, mi osserva, e guarda lui che ha capito.
«Voglio anche il tuo seme. Ti prego, non privarci di questa ulteriore opportunità, di realizzare il nostro sogno. Flavia ti prego spiegami come fai, a farli godere a tuo piacimento.»
Marco si sfila, lei rimane immobile a cosce aperte. La sua fica arrossata, e gonfia lascia uscire del liquido bianco, ma lei non se ne preoccupa, osserva e segue i consigli di Flavia, con molta attenzione.
«Devi concentrare i tuoi sforzi sulla punta. Lo devi succhiare molto velocemente, massaggiarlo con la lingua, mentre lo seghi per non far calare la libidine. Hanno poca irrorazione sul glande, quindi devi cercare di far arrivare più sangue possibile, cosi loro sentono il piacere e vengono. Quando lo senti che si gonfia in bocca, lo fai entrare dentro di te vedrai che lui ti inonda la fica.»
Sonia mi fa avvicinare, mi succhia fortissimo mentre mi sega con la stessa velocità. Mi rilasso, osservo la scena che ho davanti, mia moglie che si è fatta fottere da suo figlio, mentre io mi scopavo la futura nuora, mi eccita tutto questo, penso se mio padre fosse vivo avrebbe di sicuro approvato, e probabilmente partecipato. Questo ulteriore pensiero mi scatena l’orgasmo. Mi sfilo dalla sua bocca, è ho solo il tempo di affondarlo dentro di lei, che si stringe a me con le gambe serrate ai miei fianchi. Mi spreme con i suoi muscoli vaginali. La sento contrarli a suo piacimento, questo mi provoca un ulteriore piacere. Si gira attira Marco su di lei mentre io mi sfilo, lo bacia con le lacrime agli occhi. Li osserviamo in silenzio, mentre loro singhiozzano di felicità.
«Ti amo! È stato meraviglioso! Ti amo e spero di essere gravida. Spero che questa sia la volta buona. Ti amo, Marco sei la mia vita!»
Lui la copre di baci, poi si girano e ci attirano, nel loro abbraccio. Flavia commossa, li stringe e bacia mentre Sonia la ingrazia ancora.
«Siete due persone stupende. Vi amo e spero che questo ci leghi ancora di più. Voglio essere vostra nuora, amica e moglie di vostro figlio, spero anche la madre di un vostro nipote anche grazie a voi. Tu Mario sei fantastico, spero che lui abbia preso molto da te. Vi voglio bene.»
Flavia la coccola, poi le fa una domanda precisa.
«Quando mi hai baciato non era la prima volta vero?»
Sonia la tiene stretta, le spiega tutto.
«Quando ero alle superiori, l’ultimo anno ho conosciuto Pamela, con lei quando andavo a casa sua per studiare a volte ci sdraiavamo sul letto a giocare fra noi. Vi stupirà sapere che lei ama più le donne che i maschi. Ha la sua aria da femmina che si mangia tanti cazzi, in realtà è vergine. Marco ve lo può confermare avendo avuto modo in questi ultimi anni di vederla giocare con me nel nostro letto e poi lasciare che lui scopasse solo me. Ha deciso che tu Mario dovrai farle il servizietto. O tu o nessuno. Di questo ne sono assolutamente certa. Ti ha scelto quando ha sentito come hai fatto godere Flavia una notte quando eravate loro ospiti in vacanza. Aveva il ciclo mestruale non riusciva a dormire. Ti ha sentito scopare Flavia per un’ora. Ha deciso che devi essere solo tu, a farla diventare donna. Aveva visto che Flavia e sua madre ci ascoltavano la sera del compleanno e per maggior sicurezza ha preso a denigrati ben sapendo che Marco ti avrebbe difeso, e poi ha sentito quello che tu hai detto a tua sorella per una ulteriore conferma. Ti vuole, ma è troppo orgogliosa per dirtelo. Dovrai andarle incontro tu altrimenti impazzisce.»
Ci guardiamo stupiti, poi loro se ne vanno a dormire nel miniappartamento di Sonia, quello che deve lasciare, per questo hanno scelto di vivere sopra di noi. Flavia si distende accanto a me prima di addormentarsi la sua voce è molto calma.
«Mi ha stupito sapere che Pamela è vergine. Non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo. Credo che quella ragazza abbia bisogno di una figura di riferimento, sono certa, che ha identificato in te quello che cerca. Non è solo una questione di sesso, lei ha bisogno di sentirsi parte di una famiglia. Piero è sempre a caccia di donne facili, Carla insegue la sua giovinezza, fra una palestra e un centro estetico, incurante di quello, che poi realmente ottiene. Pamela vede in te una figura paterna sicura, per questo frequenta assiduamente Marco e Sonia. Il suo atteggiamento di donna matura, che fa sbavare i maschi, in realtà dimostra solo tutta la sua timidezza, e insicurezza. Adesso che la vedo sotto questo profilo, mi fa tenerezza, e un poco compassione. Se sarai tu a farla diventare donna, ti prego di essere dolce con lei, mi ricordo che con me, hai fatto un vero capolavoro. Le voglio bene, anche se è una stronza.»
Mi bacia poi si addormenta, mentre io invece inseguo i miei pensieri. Speriamo che cambi idea, mi sento gravato da troppe cose. Poi ultimamente sono capitate tante di quelle novità, che ancora non le ho messe tutte a fuoco. Ci devo riflettere, ma il sonno ha la meglio su di me.
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4 years ago
baxi18, 55
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Femmine vogliose. prima parte.
Mi chiamo Mario, ho quaranta sette anni, sono sposato con Flavia, che ha la mia stessa età. Abbiamo un figlio di nome Marco, che ha ventisei anni, ingegnere informatico, laureato a pieni voti, per questo ha subito trovato un ottimo impiego, in una azienda che fornisce servizi informatici. Mia moglie lavora come impiegata delle poste, mentre io, sono al momento disoccupato. Lavoravo come autista di bus turistici, ma lo scorso anno è morto il titolare, la vedova, ha venduto tutto ad una ditta concorrente, che aveva già, il suo personale viaggiante, così momentaneamente non ho un impiego, ma va bene così. Abitiamo in un palazzo al quarto piano. Anche l’appartamento quello sopra di noi, è di mia proprietà, in quanto, l’ho ereditato alla morte di mio padre. Si tratta di un piccolo appartamento, di circa una ottantina di metri quadri, con un piccolo terrazzo. Essendo all’ultimo piano, è poco più di una mansarda, ma molto carina, e accogliente. Ha una camera matrimoniale, una cameretta un bel bagno grande, ristrutturato lo scorso anno, con una bella doccia e mobili molto belli. Abbiamo deciso di dagli una bella sistemata, perché nostro figlio, ci vorrebbe andare a vivere con Sonia la sua fidanzata, una bella ragazza, molto carina, brava e graziosa. Veramente noi, avremmo voluto lasciargli il nostro appartamento, e andarci a vivere noi. Avrebbe avuto una camera, un bagno, in più, ma loro sono determinati, a voler vivere in quello che considerano un bel nido. Non avendo nessun lavoro, ho deciso di fare da solo i necessari lavori, anche perché in fondo, si tratta di poche cose, controllare l’impianto elettrico, dare una bella tinteggiata tutte le pareti. Mi organizzo, e incomincio i lavori. Dopo aver ben controllato l’impianto elettrico, sostituendo solo pochi elementi, mi dedico alla carteggiatura delle pareti, quando è giunta l’ora di dipingere, convoco mio figlio, e la sua fidanzata, per stabilire i colori che desiderano avere alle pareti. Arrivano insieme a Pamela mia nipote, figlia di Carla, sorella, di mia moglie. Mia cognata, è sposata con Paolo, un affermato commercialista. Nel suo studio ci lavora anche sua moglie, e la figlia di ventidue anni. Pamela non è una semplice ragazza, come Sonia, è molto bella, ama apparire, essere sempre al centro della scena. Alta uno e settantacinque, capelli biondi lunghi e lisci, occhi di un azzurro stupendo, seno una terza perfetto, con capezzoli ben evidenti, bocca ben modellata, con labbra carnose, che lei copre sempre con immancabile rossetto rosso fuoco. Un culetto a mandolino, che rende satellite, ogni maschio che lo guarda. Cosce lunghe, ben tornite, sempre immancabilmente lisce, in inverno, coperte da autoreggenti, accompagnate immancabilmente da scarpe con tacchi vertiginosi. Consapevole della sua bellezza, si diverte a far sbavare ogni maschio che incontra. Neppure suo padre, riesce a resistere al suo fascino, gli concede ogni cosa, esaudisce ogni desiderio, gli bastano due moine, e lui va via di testa. Non mi piace molto, che frequenti mio figlio, e la sua fidanzata, ma questo mio disappunto, evito di esternarlo, perchè quando sono insieme, siamo tutti più tranquilli, in quanto lei, considera Marco, come il fratello maggiore, gli presta sempre molta attenzione, quando lui la consiglia. Dallo scorso anno, dopo che siamo stati ospiti di mio cognato al mare in Sardegna, me la ritrovo sempre addosso, si struscia a me, come una gatta in calore. Spesso, quando siamo a pranzo insieme, non perde l’occasione di mostrarmi le sue grazie, senza troppi pudori. Un paio di volte, ha avuto qualche rimprovero sia da sua madre, che da mia moglie, che si sono accorte cha la sua finta innocenza, in realtà mascherava una vera malizia. Credo che si sia mesa in testa di scoparmi, o almeno di farmi sbavare per lei, come tutti, ma al momento sono del parere che abbaia sbagliato persona. Non sono un super fico, nemmeno un adone. Sono una persona normalissima, un poco in sovrappeso, ma non grasso. Capelli brizzolati, alto uno e ottantacinque, occhi scuri, un tipo normalissimo. Anche nel sesso, non ho, fra le gambe, nessuna trave o paracarro, ma un normalissimo cazzo di media lunghezza e circonferenza. Forse però una cosa che mi distingue nel sesso posso trovarla pure io. Un piccolo difetto, come lo definisco, che mi ha da sempre reso molto appetibile, a che mi conosce. Ho una scarsa sensibilità sulla cappella, per questo riesco a durare tantissimo. In pratica sborro quando voglio. Solo mia moglie, dopo tutti questi anni ha capito il trucco, per farmi venire quando lo vuole lei, mi succhia e sega velocemente il cazzo, alla fine sborro, quasi al suo volere. Ma per arrivare a questo, ci ha impiegato quasi trenta anni. Lascio le mie riflessioni, quando sento i ragazzi parlare nei vari ambienti. Mi sposto sul terrazzo, per fumare una delle quattro sigarette, che mi concedo ogni giorno, ho deciso di smettere allora le ho limitate. Sono appoggiato al muretto, all’improvviso sento un corpo aderire al mio, mi giro di scatto, vedo Pamela, che mi sorride bella come sempre. Indossa una mini gonna di lino bianca, una camicetta azzurra, dove sotto si intuisce un reggiseno, molto sottile che non copre i capezzoli che sembrano voler forare la stoffa.
«Mi fai fare un tiro.»
Senza attendere la mia risposta, allunga la mano, le splendide dita, con le unghie leccate dall’immancabile smalto rosso, si impossessano della sigaretta, la portano alle labbra aspirando una boccata. Per un attimo i nostri occhi si incontrano. È palese che cerca di sembrare molto seducente, poi però abbassa lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio che la guarda con severità. Spezza il silenzio, che si è creato con una domanda.
«Che colori gli consiglieresti per le pareti?»
Non ho il tempo di rispondere, che dietro di me arrivano anche mio figlio e la sua fidanzata, che mi fanno la stessa domanda. Li guardo, espongo il mio pensiero.
«Il colore migliore è il bianco. Primo, farebbe risaltare le travi di legno del soffitto, poi essendo un colore neutro, vi potete abbinare qualsiasi mobile. Appendere alle pareti, quello che volete, non ci sarebbero problemi. Se usate tanti colori, poi ogni volta dovrete cambiare tutto.»
Mi guardano, subito Sonia trova che la mia sia la soluzione migliore. Mi chiedono un aiuto per le misure della cucina. Mentre le prendiamo Pamela, non perde l'occasione di mostrare le sue cosce, mi sbatte in faccia anche il suo splendido culo. Alla fine se ne vanno. Appena usciti mi reco in bagno per una rinfrescata. Cazzo, quella puttanella, mi ha volutamente fatto eccitare, e gli è riuscito. Quando ritorno in sala sento bussare, apro, me la ritrovo davanti.
«Scusa zio, ma credo di aver perso un orecchino.»
Entra, si dirige verso la cucina. Si abbassa, cerca di mostrare ancora di più le sue grazie. Per un attimo ho un fremito, poi mi riprendo, me ne vado fuori in terrazza. Non capisco il perché di tanto interesse per me. È una bella ragazza che potrebbe avere chi vuole, invece si deve essere fissata su di me. Certo non sono un santo, qualche bella turista me la sono scopata, ma erano donne, non una ragazzetta viziata, per di più mia nipote. Lei finge di aver trovato quello che cercava, poi mi si avvicina, sento ancora il suo profumo inebriante.
«Posso chiederti perché ti stai sempre a strusciare con me?»
Mi guarda divertita.
«Ma che dici, io non mi struscio con nessuno. Forse ti sarà sembrato.»
Parla con un tono beffardo. Comprendo, che non è questo il modo per riuscire a farla staccare da me. Gli faccio un bel sorriso, poi la invito ad andare. Prendo quello che mi serve e poi me ne vado. Nel pomeriggio vado nel negozio di ferramenta per prendere tutto l’occorrente per tinteggiare, mentre sto uscendo mi arriva un messaggio di Pamela.
«Aiuto, zio Mario, ti prego, aiutami.»
Per un attimo mi spavento, poi la chiamo, lei mi spiega che ha bucato un pneumatico, non è capace di fare la sostituzione. Mi spiega dove si trova, è a poca distanza dalla mia posizione. Quando la raggiungo ci troviamo in un parcheggio con molta gente. Lei indossa un tubino nero elasticizzato, che le copre appena l'indispensabile. Mi butta le braccia al collo, mi bacia davanti a tutti. Per un attimo sembriamo una coppia clandestina. Sento lo sguardo di invidia di tutti i maschi, che ci vedono. Prendo il necessario per la sostituzione del pneumatico, mi abbasso, incomincio a sostituire la ruota. Lei, prima si limita a stare in piedi, poi improvvisamente, si accuccia abbassandosi sui talloni. Subito mi trovo davanti la sua fica nuda, in bella mostra. Mi guarda in silenzio, consapevole che mi sta offrendo una visione meravigliosa. Mi concentro sul lavoro, quando metto la gomma forata nel bagagliaio della sua vettura, mi tolgo un piccolo sfizio.
«La prossima volta che vuoi il mio aiuto, almeno dopo che hai sgonfiato la ruota, rimetti il tappino alla valvola.»
Mi guarda sbigottita, poi cerca una scusa.
«Ti assicuro che non ho sgonfiato la ruota. È bucata veramente. Non sapevo a chi chiedere aiuto.»
La guardo, ci vado giù peso.
«Non credo, che con quello che metti in mostra, ti sarebbe stato difficile trovare un fesso che ti cambiava la ruota.»
Senza aggiungere nulla, giro i tacchi e me ne vado.
La sera mentre siamo a cena, mia cognata ringrazia mia moglie per l'aiuto che ho dato a Pamela. Dopo aver parlato con sua sorella mi chiede delle spiegazioni. Parlo in generale della sostituzione della gomma. Più tardi a letto mia moglie ha voglia di fare sesso, la scopo molto a lungo e intensamente. Quando alla fine vengo in lei, sento che per un attimo mi stringe e poi mi parla.
«Mi ha fatto tanto piacere godete con te. Nonostante che lo facciamo da tanto tempo, è sempre un piacere. Anche mia sorella mi dice che sono fortunata, ad avere un marito come te. Credo che Paolo la trascura scopando la nuova tirocinante, che è arrivata nello studio. Chi invece non capisco e Pamela. Quella puttanella si è messa in testa di scopare con te. Eppure bella com’è di cazzi ne trova a mazzi, ma lei no, vuole suo zio. Anche mia sorella, si farebbe un bel giretto su di te, specie da quando siamo andati in vacanza con loro. Ha sentito che mi scopavi a lungo, da quando le ho spiegato che era una cosa normale, ti guarda con occhi diversi. Non voglio essere gelosa, ma decisamente un pochino mi scoccia, che loro che hanno tutto, vogliono anche il mio uomo.»
La guardo stupito. Mi rendo conto che di tutte queste situazioni, io non me ne ero mai accorto. La stringo a me, la bacio.
«Stai tranquilla, che per il momento non ho nessuna intenzione di fare sesso con loro. In particolare con tua nipote. Quella puttanella non mi interessa. Molto meglio tua sorella, se non altro è più donna.»
Il giorno dopo mentre sto tinteggiando le pareti, mi piomba Pamela dentro casa.
«Guarda che chiodo vi era conficcato nel pneumatico. E tu che dicevi che lo avevo fatto apposta!»
La guardo, poi mi giro mostrando la cassetta dei miei attrezzi.
«Non ho bisogno dei tuoi chiodi, ne ho a sufficienza.»
Mi guarda stizzita, gira il culo e sparisce. Completo i lavori principali, poi mi dedico a verniciare il letto in ferro battuto, era della camera di mio padre. Loro hanno deciso di conservare anche i mobili della camera, tutti in legno di noce molto belli, che necessitano solo di una bella passata di olio per mobili. Sono, con l’armadio, un insieme molto bello, che li ha subito entusiasmati. Sono inginocchiato sul terrazzo, sto facendo un lavoro certosino, con un sottile pennello, ritocco i fiori, dipinti in un rostro al centro della parte alta della testata del letto, quando arriva Sonia, ha portato delle cose che servono per la cucina. Quando vede cosa sto facendo, ne rimane entusiasta.
«Accidenti che meraviglia! Hai fatto un vero capolavoro, adesso lo stai rendendo unico. Non vedo l’ora di dormire, in questo letto.»
«Speriamo, che non vi limiterete solo a dormire!»
Mi guarda, ride divertita.
«Tranquillo, con tuo figlio, non ci si annoia mai. Sei proprio una persona dalle mille risorse. Ma c’è una cosa che non sai fare?»
Mentre parla si è piegata a novanta gradi di lato a me, dalla sua maglietta bianca, con uno scollo molto ampio si vede benissimo, il seno appena racchiuso in sottilissimo e trasparente reggiseno. Mi volto, non posso non indugiare su quello spettacolo. Mi piace Sonia, è una bella ragazza, semplice genuina, per niente sofisticata. Ama mio figlio, per questo non ho mai indugiato con lo sguardo su di lei, ma adesso sembra che di proposito mi stia mostrando il suo seno, una terza piena, bella, che sembra compressa sotto la stoffa. Indosso dei jeans attillati, lo noto per la prima volta, non mi ricordo di averla vista altre volte così sexy. Mi sollevo, lei, dopo aver osservato ancora un poco, i fiori del piccolo dipinto restando piegata, offrendo un bello spettacolo del suo lato B molto invitante, si solleva, mi fa i complimenti, mi bacia sulla guancia e scappa, dicendo che è in ritardo. Resto un poco interdetto. Mi sembra strano il suo comportamento, mai fatta una cosa così plateale. Ci penso un attimo, mi dico che forse sono io, che mi sto facendo delle pippe mentali. Il giorno dopo a metà mattina ritorna. Indossa una mini cortissima di lino bianca, sopra una camicetta sempre bianca, chiusa solo da due bottoni, si vede benissimo il suo seno nudo, appena racchiuso dalla stoffa che ne delinea i contorni. I capezzoli evidentemente stimolati dal contatto con la stoffa sono appuntiti, molto evidenti.
«Mi servono le misure del letto, così ordiniamo la rete e il materasso.»
Andiamo in camera, dove ho provveduto a rimontare le due parti del letto. Lei prende una estremità del metro, si posiziona daccapo, si piega volgendomi le spalle, subito noto, essendo quasi inginocchiato, il suo meraviglio culo in bella mostra. Indossa uno string che si è infilato tutto dentro il solco delle natiche. Ho una violenta erezione, si vede benissimo sotto la leggera stoffa dei pantaloncini che indosso, essendo poi il resto a torso nudo. Lei si solleva, indugia con lo sguardo sul pacco, poi passa dall’altro lato per misurare la larghezza. Quando si piega ina avanti, non posso non notare che il suo seno è in bella mostra. Sento un lungo brivido lungo la schiena, mi sto eccitando a guardare la fidanzata di mio figlio, che mi sta provocando in maniera molto esplicita. Sudo a freddo, e non vorrei. Usciamo dalla camera, lei dopo aver ricontrollato che nella zona della cucina sia tutto a posto si avvia verso la porta, quando ci ripensa, torna indietro.
«Seguimi che voglio chiederti una cosa.»
Entriamo di nuovo in camera, lei apre due delle ante lunghe dell’armadio, si abbassa e sfila un cassetto. Mi volge le spalle, ho di nuovo una visione del suo culo splendido, ma lei affonda il colpo.
«Abbassati dietro di me, guarda dentro il vano del cassetto.»
Sono inginocchiato dietro di lei che si piega ancora. Adesso ho davanti alla faccia il suo culo, vedo distintamente le labbra della fica umide dove è sparita la stoffa dello string, mi eccita e sopra tutto la vedo eccitata. Sento il suo odore di femmina in calore. Lo aspiro, lo sniffo, mi inebria. Accidenti ma questa oggi che vuole da me? La sue parole non soddisfano la mia intima domanda.
«Credi che sia possibile, nascondere una cassetta di sicurezza, dentro il vano dietro il cassetto? Guarda bene, dimmi se si può fare.»
Non ho nessun bisogno di guardare dentro, mi serve solo assecondarla per aspirare ancore il suo odore che secerne la sua fica umida e fradicia. Sono tentato di affondare la bocca in quella fonte del piacere, ma all’ ultimo, un barlume di ragione, me lo impedisce. A fatica mi sollevo. Ho il cazzo così duro che mi fa male dentro i pantaloncini.
«Non serve a nulla. È il primo posto dove un eventuale ladro andrebbe a cercare, vieni con me, che adesso te la mostro io, una cosa che ti piacerà.»
Osserva il mio pacco, si lecca le labbra, poi dopo aver fatto un sospiro mi segue. Usciamo fuori sul terrazzo, apro il vano dove c’è la valvola generale dell’acqua e sposto un piccolo, pannello, dietro c’è nascosta una piccola, ma robusta cassaforte. Mi guarda sorridendo, si abbassa per vedere meglio, adesso è lei che sta davanti la mio cazzo durissimo. Osserva bene, poi si solleva, sfiora con una mano il mio petto e mi sorride.
«Ne pensi una più del diavolo! Questo mi sembra perfetto, sicuramente le mie gioie staranno benissimo in questo posto.»
La sua bocca è molto vicina alla mia, faccio un respiro, sto cercando di dominare il desiderio di stringerla fra le braccia, mi guarda, quasi aspettando una mia mossa che però non avviene. Non ci riesco così, è più forte di me. Lei sorride, mi bacia all’angolo della bocca, si gira se ne va via dicendo che il giorno dopo sarebbero venuti a portare la cucina nuova. Non resisto mi devo masturbare un poco, poi alla fine desisto, non mi piace farmi una sega così solo per sborrare. Cazzo sto impazzendo! La sera me li ritrovo insieme a cena. Sono in imbarazzo davanti a lei, che invece sembra essere la ragazza di sempre, tranquilla, solare normalissima, niente a che vedere con quella che si offriva a me. Fortunatamente è Marco che mi toglie dalle spine.
«Sonia mi ha detto, che gli hai fatto vedere la cassaforte del nonno, ha detto che il letto è diventato davvero bello. Purtroppo dovrete avere pazienza, la nostra camera è sopra la vostra, quindi ci sarà la possibilità che faremo un po’ di rumore.»
Flavia li guarda, e ride divertita.
«Ci spero proprio che facciate un po’ di rumore, altrimenti mi dovrei preoccupare.»
Sonia la guarda, le risponde ridendo.
«Con tuo figlio dovrai averne di pazienza, sai lui è uno che se la prende comoda, non ha fretta di concludere.»
Flavia scambia con me una bella occhiata, poi le parla con un tono ironico.
«Mia cara tutti i maschi di questa famiglia, hanno l’abitudine di tirare a lungo.»
Facciamo tutti una risata, comprendendo il doppio senso della frase, anche se a me è suonata un poco strana. Dopo cena i ragazzi se ne vanno. Marco è dispiaciuto che non potrà essere presente al montaggio della cucina, mentre Sonia dice che cercherà di passare almeno per vederla finita. A letto scopo mia moglie facendola godere tantissimo. Appagati restiamo un poco abbracciati, lei ha voglia di parlare.
«Ho visto Sonia e Marco hanno una buona sintonia, sicuramente lei, deve aver sperimentato il piacere che si prova a fare sesso con la tranquillità che deriva da avere un maschio molto duraturo.»
La sua frase mi fa tornare in mente quello che ha detto a tavola, le chiedo una spiegazione.
«Voglio chiederti una cosa a cui tengo molto. Mi spieghi la frase di questa sera tavola: Tutti maschi di questa famiglia hanno l’abitudine di tirare a lungo.
Hai pronunciato queste parole con molta convinzione, direi che avevi la certezza, che TUTTI i maschi della famiglia, durano molto per lo stesso difetto. Per asserire questo, devi per forza di cose, aver assaggiato anche mio padre.»
Lei resta in silenzio, la guardo, abbassa gli occhi, farfuglia una spiegazione che non trova.
«… ma io… dicevo così per dire… che vai pensando.»
Il tono è indeciso, non riesce a convincermi. Insisto e la costringo a spiegarmi le sue parole.
«Non voglio fare un casino, voglio solo la verità. Sono passati due anni, dalla tragica morte di mio padre, quindi puoi assolutamente confessare tutto senza problemi. Ti assicuro che non farò scenate, ma voglio la verità dalla tua bocca.»
Fa un bel respiro, si accosta al mio fianco sinistro e appoggia la guancia sul mio petto. La sua voce è inizialmente incerta, poi lentamente parla, si sfoga.
«Tutto è cominciato, quando Marco aveva tre anni. Tu avevi da poco iniziato a lavorare con le gite turistiche, guadagnavi bene. Mi avevano già trasferita nella sede centrale, qui a due passi da casa, tuo padre mi aiutava con la gestione di Marco. Lo portava all’asilo, lo riprendeva. Io rientravo alle quattordici, trovavo già il pranzo pronto, che consumavamo insieme. La sera poi si cenava insieme, per lui era una gioia, stare con suo nipote. Una sera ha notato che ero molto nervosa. Tu eri lontano da due settimane, io ero abituata alle tue lunghe scopate, ne sentivo la mancanza. Mi ha chiesto cosa avessi fatto, il perchè ero nervosa. Ho cercato una scusa, ma lui, ha intuito subito che mi mancava il cazzo. Eravamo seduti sul divano, il piccolo dormiva, dopo un momento che ci siamo guardati negli occhi, lui mi ha fato un discorso molto convincente.
«Sei una bella donna, sicuramente abituata a godere con mio figlio, quindi sono convinto che ne senti la mancanza. Devi capire che lui, si sacrifica per la famiglia, tu non puoi andare, a sfogare il tuo desiderio fuori di qui. Sarebbe un tradimento, lui non se lo merita. Immagina che incontra uno che ti ha scopato, per lui sarebbe una vera umiliazione. Noi siamo una famiglia, in famiglia, ci si aiuta. Se hai voglia di scopare ci sono io, ti faccio godere, tutto resta dentro queste mura, anzi se vuoi, non lo dire nemmeno a lui. Non mi ricordo cosa gli ho risposto, ma dopo un momento ero a cosce larghe, con lui che mi laccava divinamente. Ho goduto subito, mi ha fatto raggiungere rapidamente il piacere solo con la lingua. Quando ho sentito forte il desiderio di averlo, l’ho afferrato con le mani è me lo sono trascinato su di me. Il suo cazzo durissimo, ha trovato subito la mia micetta già fradicia e pronta ad accoglierlo. In un barlume di ragione l’ho solo pregato di non venirmi dentro. Lui mi ha sorriso mentre scuoteva il capo.»
“Prenditi tutto il piacere che vuoi, io non ti inonderò la fica. Quando sarai sazia, quando senti che ne hai avuto abbastanza, me lo dici, ti vengo in bocca. Stai tranquilla, se mio figlio ti scopa a lungo, io resisto molto di più, è il difetto di famiglia.”
«Mi ha scopato per un tempo lunghissimo. Alla fine ero così sfinita, che gli sono crollata addosso pregandolo di godere. Lui si è sfilato da me, mi ha fatto sedere sul divano, poi si è messo in piedi davanti alla mia bocca, se lo menava velocemente. Ha allungato la mano sinistra, sul mio capo, quando era pronto, lo ha appoggiato alle mie labbra. Ho ricevuto in bocca tre schizzi di crema dolcissima, densa. Mi ha lasciato il tempo di ingoiarla, poi di spremere ogni singola goccia. Alla fine ero così soddisfatta, che l’ho abbracciato e baciato in bocca. Dopo quella sera non abbiamo scopato per un po’ di tempo. Quando tu sei partito, per un tour di due mesi, lui ha ripreso a scoparmi tutte le sere. A volte non veniva, ma lasciava me completamente appagata. In quel periodo ho iniziato a prendere la pillola per sentire dentro di me il suo orgasmo. È stato lui ad insegnarmi come farvi godere, come superare il problema che vi affligge, anche se io credo che sia una risorsa, più che un problema. Adesso sai tutto quello che vi era da sapere. Non ti ho mai tradito con nessuno, al di fuori di lui, che mi ha sempre rispettato, aiutato e mi ha trattata da vera signora. Era fiero di aiutarmi, anche in questo. Ora decidi cosa vuoi fare, io ti ho pugnalato alle spalle, con tuo padre. Sono sicuramente una moglie indegna, tu al lavoro, io a farmi sbattere da lui.»
La guardo, la stringo forte a me, la bacio con passione. Lei mi guarda stupita, incredula.
«Nemmeno io sono immune dal tradimento. Quando ero via con il gruppo, in genere avevo una guida donna. Ben presto si è sparsa la voce che ero molto resistente, che le femmine le lasciavo distrutte nel letto. Vi erano, due o tre guide femmine, che quasi litigavano, per avermi come autista del bus, e poi nel loro letto. Quando vi era un capo gruppo uomo, spesso mi divertivo con qualche turista singola, anche se ultimamente mi capitava, che alcune coppie mi chiedevano di scopare con loro. In genere, avevano ricevuto il consiglio di giocare con me, da chi era stato in gita nel mio bus. All’inizio ero un poco titubante, nello scopare una donna davanti al marito, ma poi col tempo, era diventato un vero piacere, vederli che si segavano mentre io facevo impazzire la loro donna. Come vedi, nemmeno io sono un santo, quindi adesso smettiamola di farci la morale a vicenda, continuiamo la nostra vita cercando di godere, e divertici come meglio capita. Quello che non mi spiego, è l’atteggiamento di Sonia, oggi quando è venuta a portare della roba nella casa nuova. Era decisamente provocante, mi ha sbattuto in faccia la fica ripetutamente. Io mi sono sentito a disagio, è la fidanzata di mio figlio, non capisco per quale motivo si comporta così. Peggio di Pamela, che di suo ce ne mette tanto. Ho dovuto faticare tantissimo, per non cedere, ma ti assicuro che è stata durissima.»
Flavia mi guarda, fa un mezzo sorriso, dopo aver riflettuto un poco, mi fa partecipe delle sue riflessioni.
«Non mi vorrei sbagliare, ma credo che tutto sia riconducibile allo scorso Settembre, quando abbiamo festeggiato il mio compleanno. Ti ricordi che eravamo sul terrazzo, tu eri intento a seguire il barbecue, io ero in cucina con mia sorella, e Paolo come sempre al cellulare. La finestra della cucina era appena accostata, fuori vi erano Marco, Sonia, e Pamela. Pamela, ha fatto un commento su di te, dicendo che eri un bel maschio, ma che forse ormai, eri un po’ troppo avanti con l’età, quindi a sesso, eri quasi al limite, mentre a lei piacciono quelli che hanno una notevole resistenza. È stato Marco a prendere le tue difese.»
«Parli così, perchè non sai che quando si scopa mia madre, la sbatte come minimo una bella oretta, poi se ne viene.»
«Pamela l’ha guardato incredula, mentre lui precisava che avendo la camera adiacente alla nostra, ci aveva sentito fare sesso tante di quelle volte, che non se la ricordava una volta, che lo avevamo fatto velocemente. Sonia ha aggiunto che anche Marco aveva la stessa caratteristica, e lei ne era molto contenta. Dovevi vedere la faccia di mia sorella, che aveva sentito tutto, loro non ci avevano visto, mi ha guardato incredula. Quando le ho assicurato, che era tutto vero, mi ha detto che ero molto fortunata. Mi ha chiesto come eri messo come dotazione, ho risposto che lo hai lungo e grosso nella media. Paolo è molto dotato ma ha poca resistenza, quindi mi ha proposto uno scambio, io avrei avuto il piacere di sentirne dentro uno super, mentre lei avrebbe avuto il piacere di uno molto resistente. Le ho risposto che era mezza matta, e il discorso è finito. Lunedì mattina, appena tre giorni addietro, ho sentito Marco, parlare al telefono, ero convita che stesse parlando con Pamela, ma ricordando quello che ha detto, mi sembra di capire che si trattava di Sonia. Lui ha detto, alla persona con cui stava parlando, che poteva fare quello che voleva, usare ogni mezzo, per riuscire nel suo intento, ma che tanto, avrebbe vinto lui, la scommessa. Credo che adesso, Sonia voglia verificare, se tu, sei più resistente di Marco. Quindi sono arrivata alla conclusione, che tu adesso devi decidere, cosa vuoi fare con queste tre femmine in calore.»
La guardo stupito. Accidenti! Non mi ero reso conto di tutte queste manovre dietro le quinte. Mi rendo conto che ho un bel problema, ma è sempre mia moglie che mi propone una cosa interessante.
«Sono convinta, che per quanto riguarda Sonia, sia solo una curiosità che vuole soddisfare. Marco deve essere più o meno al tuo stesso livello, forse è più giovane, ma tu sei più esperto, quindi la partita ve la giocate alla pari. Diverso è il discorso con mia sorella e Pamela. Carla ha voglia di scopare con te, per godere tanto, a lungo. Questo potrebbe in seguito creare un problema, perché sono sicura, che se scopre che tu la sbatti tanto e a lungo, lo vorrò rifare ancora. Pamela forse è come Sonia, per lei sei un capriccio, che si vuole togliere. Probabilmente appena soddisfatto, non si farà più avanti, in fondo è giovane, ha tanti altri cazzi che le ronzano intorno. Allora ti faccio una proposta: Tu scopi, sia Sonia che Pamela, poi per Carla si vedrà. Per pareggiare il conto io mi faccio scopare da Marco, e Paolo.»
La guardo stupito, poi realizzo che mi sta offrendo carta bianca in tutto, vuole solo divertirsi anche lei. Non le importa, se stiamo parlando del figlio, e del cognato, vuole solo dei cazzi, con cui godere.
«Sei una femmina in calore anche tu. Mi lasci scopare chi voglio, ma ti vuoi divertire anche tu, questo mi va molto bene. Ci sto! Ma aggiungo un piccolo dettaglio: voglio un resoconto dettagliato oppure l’opportunità di essere presente o partecipe. Prendere o lasciare.»
Mi bacia, poi accetta, garantendomi la più assoluta complicità e leale partecipazione.
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4 years ago
baxi18, 55
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Una parentesi particolare della mia vita
.Mi chiamo Carlo, oggi ho cinquanta anni e sono un bisex convinto. Questa mia scoperta risale a tanti anni fa. All’epoca ero un militare arruolato nell’Aereonautica Militare, in un corpo speciale che si occupava della difesa degli aeroporti. Non so bene come c’ero finito, ma era dura veramente, guardie, esercitazioni, allarmi e marce erano all’ordine del giorno e la stanchezza la faceva da padrona. Ricordo una notte d’inverno faceva un freddo tremendo ero di guardia e avevo molto freddo ed ero stanchissimo. Me ne stavo rintanato in una buca circondata da sacchi di sabbia con due feritoie, ricoperta da una lamiera con sopra altri sacchi di sabbia una leggera tenda copriva l’entrata. Dalle feritoie veniva molto freddo e fu quel momento in cui commisi il primo dei due errori: mi misi seduto, e chiusi gli occhi per alcuni secondi almeno così credevo, invece mi addormentai profondamente. Improvvisamente una mano forte mi scosse dal sonno, e nei miei occhi fu grande lo stupore nel vedere davanti a me il nostro sergente con il mio fucile in mano. In un attimo tutta la mia vita futura si delineò chiaramente, processo per direttissima, il minimo due anni di carcere punitivo. Questo era già accaduto ad altri due soldati prima di me, e il nostro sergente, un uomo alto, forte e muscoloso dal carattere duro e taciturno che comandava temporaneamente il plotone in assenza del nostro ufficiale che si era ferito durante un’esercitazione, se ne stava in piedi davanti a me in silenzio.
«La prego non mi rovini.» Riuscì a dire un filo di voce carica di terrore.
Lui rimase un attimo in silenzio, poi fece un profondo respiro, si avvicinò a me. Ora il suo corpo era a poca distanza dal mio viso, quando lui improvvisamente aprì i pantaloni e tirò fuori un membro grosso e lungo.
“Scegli!” Mi disse con tono duro e deciso, avvicinando il suo corpo a poca distanza dalla mia faccia.
Senza nessuna esitazione, afferrai quel cazzo, ancora molle, ma già di notevoli proporzioni, al punto tale, che il mio indice pollice, a malapena riuscivano a congiungersi, poi, tirai fuori la lingua e detti la prima leccata. Rimasi stupito dal fatto che era profumato, si, sapeva di acqua e sapone, come se lo avesse lavato un momento prima. A quell’epoca ero già fidanzato con quella che sarebbe poi diventata mia moglie, e le donne in quegli anni difficilmente ti facevano scopare, principalmente per paura di rimanere incinta, quindi il miglior sistema per tenere a bada il fidanzato era quello di fare dei pompini. Mi ero sempre chiesto cosa provasse nel leccare e succhiare con estremo piacere il mio cazzo, e vedevo la gioia e la soddisfazione nell’ingoiare la mia semenza, ora improvvisamente avevo l’opportunità di togliermi questa curiosità. Cominciai a succhiare, leccare, quello splendido palo che stava lievitando nelle mie mani e nella mia bocca cercando di ripetere le stesse cose e gli stessi gesti che la mia fidanzata faceva a me. Non m’importava nulla né della situazione né di qualsiasi altra conseguenza in quel momento volevo solo dare e ricevere piacere nel sentire quel membro in bocca.
«mmmmmmm...Che bocca di velluto!»
Il lungo gemito e il commento espresso dal sergente mi riempirono di gioia e soddisfazione al punto tale che sollevare l’altra mano e slacciato i pantaloni li ho abbassati insieme alle mutande fino a metà coscia, mi ritrovai in mano due palle grosse come uova d’oca dure, piene, che accarezzai soppesandole, e lentamente feci scivolare le mie labbra lungo l’asta giocando con la lingua lungo il frenulo e succhiandolo, fino ad arrivare a quelle due magnifiche sfere gonfie e pelose che misi in bocca succhiandole una per volta. Ero sconvolto, eccitato al punto che sentivo il mio cazzo crescere nei pantaloni, mentre oramai le mie dita non riuscivano più a congiungersi da quanto era lievitato il magnifico membro che stavo segando lentamente. Mi piaceva! Stavo facendo un pompino ad un uomo! E la cosa mi stava riempiendo di piacere. Lo sentivo gemere, assecondare i miei movimenti traendone molto piacere. Ad un tratto ho sentito la sua mano appoggiarsi sul mio capo, mentre lo splendido membro ha iniziato a gonfiarsi, la stessa cosa che succedeva a me quando stavo per sborrare in bocca la mia fidanzata. Ho serrato le labbra intorno alla punta frullando con la lingua in maniera molto veloce, succhiavo, pompavo, e lo segavo sempre più forte. Improvvisamente ha emesso un lungo gemito.
«mmmmmmmmmmmmmmmmmm...mmmmmmmmmmmmm.»
Un attimo dopo un potente schizzo mi ha colpito il palato, e ho sentito un sapore agrodolce che mi è subito piaciuto. Appena l’ho assaporato e ingoiato che subito un altro schizzo più denso e corposo mi ha riempito la bocca. Ho gustato e ingoiato anche questo subito seguito da un terzo quarto e un quinto sempre potenti che mi hanno inondato la bocca. Era bellissimo, ho ingoiato succhiato leccato e spremuto, fino all’ultima goccia di piacere con lo splendido membro che mi aveva riversato in bocca in gola quel nettare prelibato, poi con uno schiocco delle labbra l’ho lasciato lucido e pulito leccandomi le labbra. Ho sollevato lo sguardo e ho visto il suo viso nella fioca luce della notte soddisfatto rilassato. Mi ha restituito il fucile, si è riabbottonati pantaloni.
«Da oggi ogni volta che ne avrò voglia tu sarai a mia disposizione! Sono stato chiaro?»
Mi ha detto con voce calma e serena.
Ha voltato i tacchi e se n’è andato. Appena rimasto solo sono reso conto che ero ben sveglio che non sentivo più freddo, ed ero ancora molto eccitato consapevole di aver vissuto un’esperienza unica e bellissima. Il mio cazzo duro mi faceva male nei pantaloni, l’ho tirato fuori, e mi sono segato furiosamente, fin quando ho sentito il mio piacere esplodere. Raccolta tutta la mia semenza nel palmo della mano l’ho portata all’altezza della mia bocca. Ho sentito lo stesso odore e allungata la lingua ne ho assaggiato il sapore: era identico! Ho leccato la mia mano, l’ho ripulita di ogni singola goccia del mio piacere rimanendo affascinato dall’emozione e dal gusto che ne avevo provato. Nelle due settimane seguenti è venuto a trovarmi altre quattro volte e sempre abbiamo ripetuto lo stesso rituale: lui in piedi, io che l’ho succhiavo, lui veniva, io ingoiavo, poi lui se ne andava, io mi segavo leccando la mia stessa sborra. Era diventato un piacere particolare, unico, incredibile per me, che continuavo a ripetermi di essere etero, anche se, osservavo quell’uomo, la cui presenza durante il giorno mi riempiva di nascoste emozioni. Poi per alcuni giorni è sparito, e quando è tornato mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha detto.
«Vieni con me.»
Siamo saliti sopra una Jeep, e ci siamo recati al magazzino dove siamo stati accolti da Luca, il furiere, un ragazzo della mia stessa età, ma dalla forma fisica e dall’aspetto dolce e gracile. Appena entrati nel suo ufficio Luca si è inginocchiato davanti al sergente, il cui nome era Giovanni e subito e ha aperto pantaloni e si è messo a succhiargli cazzo mentre io li guardavo affascinato. Era meraviglioso e incredibile vedere con quanta facilità a sua bocca riusciva ad infilarsi dentro quello splendido palo, che dopo poche leccate era già al massimo della sua erezione. Con un gesto del capo Luca mi ha invitato ad unirmi a lui e così insieme ci siamo messi a leccare i succhiare quella meraviglia della natura fra i gemiti e sospiri di Giovanni che ora aveva appoggiato le sue mani sopra ognuna delle nostre teste quasi a volerci tenere fermi per far scorrere le nostre bocche avanti e indietro il suo meraviglioso gioiello. Quando stavo con le labbra sulla punta, improvvisamente Luca ha unito la sua bocca alla mia in un meraviglioso bacio. Dopo un attimo di stupore, ho risposto con ardore intrecciando la mia lingua alla sua mentre con la mano continuava a segare il cazzo sempre più duro. Luca si è alzato in piedi si è abbassato i pantaloni e si è appoggiato alla scrivania, mentre io continuavo a leccare il palo, Giovanni che ha messo della saliva sulle dita e lo ha lubrificato dietro poi appoggiato la punta sul foro anale di Luca che con le mani tendeva le chiappe in fuori per aprirsi meglio. Lentamente ho visto sparire quei circa venti cm di carne dalla grossa circonferenza dentro il foro anale di Luca il quale a bocca aperta spingeva il suo corpo indietro.
«Sfondami magnifico toro! Dai più forte fino in fondo!»
Li ho osservati estasiato anche se dentro di me avevo una certa paura che lo stesso trattamento sarebbe stato riservato anche il mio culo, ma Luca si è girato e mi ha invitato a sedermi davanti a lui sulla scrivania.
«Dai siediti che voglio succhiarti cazzo.»
Era fantastico, Giovanni gli sfondava il culo, Luca me lo succhiava divinamente, ed io ero prossimo al piacere, quando Giovanni mi ha fatto cenno di sollevarmi, e avvicinato la sua faccia alla mia mi ha baciato intensamente mentre continuava a pompare Luca. Per me è stato troppo un piacere così grande inaspettato mi hanno portato all’orgasmo sborrando copiosamente in bocca a Luca, che ha ingoiato tutto avidamente. Poi è stata la volta di Giovanni che con un lungo gemito gli ha inondato il culo.
«Vengo! Ora! Si ora! … mmmmmmmm…»
Lo ha spinto fino in fondo e gli ha scaricato dentro tutta la sua semenza. Si è sfilato lentamente e Luca prontamente si è inginocchiato davanti a lui e ha leccato, ripulito, quel membro ancora bello turgido. Poi ci siamo ricomposti.
«Luca deve fare l’inventario, tu da oggi gli darai una mano, questo fino al lavoro finito sarà il tuo nuovo incarico.»
Mi ha detto Giovanni che con un sorriso se n’è andato.
Abbiamo cominciato a fare l’inventario, un lavoro che al massimo sarebbero bastati tre giorni, noi ce ne abbiamo impiegati venti. Luca si è rivelato un amico simpatico, che aveva scoperto all’età di quindici anni di essere gay, e una volta arruolato aveva visto in Giovanni il suo toro da monta il suo magnifico stallone al quale si era subito offerto volontariamente per ricevere in cambio quello splendido cazzo che lui gli infilava nel culo. Giovanni durante i venti giorni è venuto a trovarci spesso e ogni volta il nostro gioco a tre era sempre più interessante coinvolgente e finiva sempre con copiose sborsate nella mia e nella bocca di Luca. Devo ammettere che la cosa mi riempiva di estremo piacere, era stupendo succhiare leccare il cazzo di Giovanni o quello di Luca indistintamente in quanto anche lui era decisamente messo abbastanza bene come me d’altronde. Devo ammettere che era quasi diventata una cosa alla quale era difficile rinunciare, bastavano appena due giorni di astinenza e subito ne sentivo forte il desiderio. Dopo quel lavoro, ho ricevuto una settimana di licenza premio sono tornato alla mia casa, alla mia donna, alla mia vita di tutti i giorni. Stranamente non sentivo assolutamente nessuna mancanza, mi sentivo perfettamente a mio agio fra i miei amici e le persone che mi conoscevano. Quando stavo con la mia fidanzata mi sentivo perfettamente etero. Poi la prima volta che lei mi ha succhiato di nuovo il cazzo ho compreso perfettamente quale gioia, quale piacere lei provava, e quando le sono venuto in bocca, lo attirata verso di me e l’ho baciata intensamente condividendo con lei la mia semenza ancora nella sua bocca, lasciandola decisamente stupita. Quando mi ha chiesto perché l’avevo fatto essendo convinta che mi dava fastidio, o che mi facesse schifo, gli ha risposto che non vi era niente di schifoso, che se lei lo faceva a me potevo farlo benissimo anch’io con lei. Mi ha guardato mi ha sorriso, e detto che ero un magnifico porco e che questo la riempiva di gioia, pur sapendo dentro di me che non era proprio tutto vero ma che volevo condividere con lei ancora il sapore il piacere della sborra in bocca. Finita la licenza quando sono tornato ho trovato un’amara sorpresa, c’era stato assegnato un nuovo ufficiale che comandava il plotone. Era un giovane tenente, tutto ordine e regolamento, appena uscito dall’Accademia e convinto che si poteva comandare un plotone anche senza l’esperienza ma con il forte ausilio del regolamento. Era talmente pieno di sé, che era subito diventato antipatico anche a Giovanni, il quale nonostante avesse molta esperienza non veniva quasi preso in considerazione dall’ufficiale, anzi sembrava come se il tenente avesse paura che il sergente fosse più esperto di lui, cosa che poi in fondo era vero, di come si comanda una squadra. Passammo due mesi veramente duri con questo scassa palle sempre tra i piedi e anche i nostri giochi a tre erano diventati molto rari per la sempre presente figura del tenente. Poi una notte, ero appena smontato dalla guardia, e prima di mettermi a dormire, volevo urinare, così mi diressi verso il bagno. Mentre mi stavo lavando le mani dopo aver espletato il mio bisogno, la mia attenzione fu richiamata dalla luce che usciva dalla finestra dell’alloggio del nostro integerrimo ufficiale, cosa insolita considerando che erano le due del mattino e che a quell’ora lui avrebbe dovuto dormire. Incuriosito sono uscito dalla porta posteriore, e nascosto dietro un arbusto di oleandro ho osservato attraverso la finestra quello che l’ufficiale stava facendo. Il nostro caro tenente si stava preparando una splendida canna, anzi, per essere più precisi un vero cannone, che poi è uscito fuori per fumare evitando di far ristagnare l’odore all’esterno del suo alloggiamento. L’indomani l’ho raccontato a Giovanni, che quando ha saputo questa cosa il suo volto si è illuminato nemmeno gli avessi detto che l’avevano promosso generale.
«Adesso lo abbiamo in pugno!»
In quel momento non ho capito di che cosa stava parlando a due notti dopo siamo tornati insieme dietro la finestra e lui aveva una piccola macchina fotografica con la quale ha ripreso ogni momento della preparazione della cospicua canna, e relativa fumata da parte del nostro tenente. Poi ce ne siamo andati a dormire. Tre giorni dopo e ha detto di andare con lui e insieme siamo andati dal tenente e Giovanni lo ha pregato di seguirlo al magazzino dove c’era una cosa che il nostro ufficiale avrebbe dovuto sapere. Una volta entrati nel magazzino Luca ha chiuso silenziosamente la porta dietro di noi entrati nell’ufficio Giovanni ha ordinato al tenente di sedersi, e questi si è rivoltato di verso di lui con un atteggiamento assolutamente irritato.
«Come si permette di darmi degli ordini a me che sono un suo superiore lei sta rischiando di essere degradato!»
Giovanni lo ha guardato con calma poi ha guardato noi, ha messo il braccio sinistro sulla spalla del tenente lo ha costretto a sedersi essendo lui più forte mentre l’ufficiale lo guardava sbalordito.
«Chiudi quella fogna di bocca salvo poi riaprirla per farci entrare questo.»
Ha detto con un tono calmo e tranquillo mentre con la mano aveva aperto i pantaloni ed aveva estratto suo splendido cazzo. L’ufficiale ha sbarrato gli occhi. Era rosso di rabbia e quando stava per tuonare contro di lui Giovanni ha estratto dalla tasca della divisa un mazzo di foto dove si vedevano chiaramente le cose che aveva fatto il tenente durante la notte.
«Scegli! Ma fai bene attenzione. Come saprai il nostro comandante ha perduto un figlio di quindici anni per colpa della droga e per lui è un fastidio anche vederci fumare una semplice sigaretta, quindi cosa pensi ti farebbe se sapesse che ti fai queste canne?»
Stefano così si chiamava il tenente era bocca aperta incapace di proferire parola e il cazzo di Giovanni a due cm dalle sue labbra erano l’alternativa a tanti guai quindi ho afferrato con la mano destra e se lo è infilato in bocca succhiandolo prima timidamente poi sempre più convinto fin quando dopo una lunga pompata Giovanni gli ha riversato in gola tutta la sua sborra, e lo ha costretto ad ingoiarla. Da quel momento la nostra vita è cambiata radicalmente, per noi quattro il piacere è stato intenso. Giovanni una settimana dopo ha rotto il culo a Stefano mentre io scopavo con Luca. All’inizio Stefano ha fatto un po’ di resistenza, ma dopo due o tre volte si lasciava inculare tranquillamente mentre succhiava il mio o il cazzo di uno di noi tre. Da quel giorno non ci sono stati più problemi avevamo sempre incarichi tranquilli, e licenze premio a volontà. Poi come tutte le cose belle arrivano alla fine e giunti quasi al congedo Giovanni e Stefano hanno organizzato una piccola festicciola per me e Luca alla quale ha partecipato anche il capitano medico che nel frattempo era entrato nel nostro giro e due giovani reclute che avevano fatto la mia stessa scelta e che quindi avrebbero preso il posto di Luca. Abbiamo passato una serata bellissima, ricca di piacere orgasmi, pompini, e inculate a volontà. Poi io e Giovanni ci siamo immersi nella vasca da bagno, lui sdraiato dietro di me, disteso in mezzo alle sue cosce con le mie spalle appoggiate al suo torace. Sentivo il suo pene premere contro la mia schiena, mentre lui mi accarezzava il petto con la sua bocca appoggiata al mio collo dietro la nuca.
«Mi ha fatto molto piacere conoscerti, fra tutti quelli che me lo hanno succhiato tu sei stato senz’altro il più piacevole, la tua bocca è come velluto puro, morbida calda e accogliente, nello stesso tempo le tue labbra, e la tua lingua sanno muoversi meravigliosamente portando una persona al massimo del piacere. Sono estremamente grato e felice di averti conosciuto.»
Mi ha detto con un filo di voce velata da una leggera malinconia che in quel momento per un attimo ho pensato fosse solo dovuta al nostro distacco.
Mi sono girato l’ho baciato. Un bacio intenso, carico di passione e di desiderio. Le mie mani sono scese in basso e hanno afferrato il suo membro che lentamente stava tornando duro. Per un attimo nella mia mente è stato forte il desiderio di provare l’unica cosa che ancora non avevo mai fatto, sentirmelo dentro dietro. Dopo averlo limonato lungo mi sono girato, e ho appoggiato le mani all’altro bordo della vasca rimanendo immobile con il mio culo davanti alla sua faccia. Lui è rimasto un attimo immobile poi ha realizzato quello che io volevo da lui e con l’ausilio del bagnoschiuma mi ha lubrificato con estrema perizia il mio fiore anale. Lentamente con calma ha infilato prima un dito, poi due fin quando ha sentito che io non opponevo più nessuna resistenza e mi stavo lentamente dilatando. Mi ha spiegato come dovevo spingere, nello stesso modo di quando si va di intestino, perché questo avrebbe aiutato lui ad entrare dentro di me. Poi ha appoggiato la cappella sul mio buco del culo e lentamente, molto lentamente è entrato dentro di me. L’ho sentito scivolare ed aprirmi con calma senza fretta con spinte leggere e continue fin quando ho sentito battere le sue grosse palle sulle mie e solo allora mi sono reso conto che lo avevo tutto nel culo! È rimasto per alcuni momenti immobile lasciandomi il tempo di abituarmi, poi ha iniziato a stantuffare sempre più velocemente regalandomi nei momenti di intenso piacere, e anche se il mio cazzo era rimasto moscio improvvisamente ho avuto un orgasmo.
«Godo! Godo! Sto sborrando! è bellissimo. Dai vieni anche tu.»
Mi ha afferrato per i fianchi e tenendomi saldamente immobile ha pompato il culo con colpi sempre più forti e profondi fin quando improvvisamente si è piantato tutto dentro di me rimanendo immobile.
«Che bello! È fantastico! Sto sborrando. Ora!»
Ho sentito un getto caldo riempirmi il retto, che mi ha regalato un piacere intenso unico mai provato prima. Poi lentamente è scivolato fuori, siamo tornati sdraiati come prima, lui mi ha abbracciato forte e mi ha girato al viso baciandomi in bocca e stringendosi a me.
«Grazie! Grazie veramente, avevo avuto sempre il desiderio di averti ma volevo che fosse una tua scelta. Da te avevo già avuto la tua bocca ed era stata una mia scelta, questa invece volevo che fosse una tua decisione. Non te l’avrei mai chiesto se non fosse stato tu a decidere di farlo. Grazie non lo dimenticherò mai.»
Dopo quel momento sono tornato la mia vita di sempre e sono stato risucchiato dal vortice delle cose. Lavoro, matrimonio, figli, e tante altre cose, ma non ho mai più da quella volta, fatto nulla né con la bocca, né con altro. In questi ultimi anni dopo che la noia e la routine hanno reso la mia vita matrimoniale monotona anche per la crescita dei figli che ormai grandi hanno lasciato la mia casa aumentando ancora di più il desiderio di nuove esperienze, ho scoperto Internet e la possibilità di cercare nuove avventure attraverso siti che permettono di soddisfare i propri desideri nella maniera più semplice possibile. Ho creato una accanto ho postato delle foto che ho scritto che mi sarebbe piaciuto prendere di nuovo un picchio in bocca. Le offerte sono state generose e subito mi sono ritrovato tanti bei membri da succhiare al punto tale che nei primi due mesi ne ha fatto una vera incetta poi sono reso conto che non tutte le persone erano corrette e pulite quindi sono diventato molto selettivo ed ora mi diverta succhiarne quattro o cinque mese. L’ultimo un bell’uomo sui cinquanta ben messo dopo che aveva ampiamente assaporato il piacere delle mie labbra mi ha detto che avere una bocca di velluto. L’ho guardato il mio sorriso,
«Grazie ma me lo hanno già detto tanto tempo fa.»
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4 years ago
baxi18, 55
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La regina delle spade
Mi chiamo Andrea, ho trent'anni, lavoro come addetto alla sicurezza per una nota agenzia che si occupa di garantire la massima discrezione e riservatezza in tante occasioni mondane. Convivo con Eva, da sei anni, che di anni ne ha venti cinque. Eva è una splendida ragazza, alta, con i capelli castani, occhi scuri, bocca ampia e carnosa, seno una quarta abbondante, mani con dita lunghe e affusolate, ventre piatto, fianchi larghi, uno splendido culo, e due cosce monumentali. Ci siamo conosciuti durante una sfilata di moda, dove io ero addetto alla sicurezza, mentre lei era impegnata a creare delle splendide acconciature, alle modelle che sfilavano indossando vestiti meravigliosi. Ci siamo scambiati alcune battute, fra una passerella e l'altra, e spesso i nostri occhi si sono incrociati. Alla fine della serata, le ho offerto un passaggio per tornare a casa. Durante il tragitto abbiamo parlato di come era piacevole stare insieme, e da quel momento è iniziata la nostra storia. I primi tre mesi sono stati caratterizzati da alcuni incontri molto piacevoli, e alla fine una sera, dopo una bella cenetta, le ho offerto di venire a casa mia. Appena dentro ci siamo immediatamente ritrovati l'uno nelle braccia dell'altro, le nostre bocche si sono unite in un bacio lungo e appassionato. Abbiamo fatto sesso, e subito lei si è rivelata una donna calda e appassionata. È stato meraviglioso sentire le sue labbra su di me, poi sentirla godere mentre la penetravano cambiando spesso posizione. Dopo quella prima volta, abbiamo incominciato a desiderare sempre di più il piacere di vivere insieme, di dormire insieme, di svegliarsi la mattina sempre insieme. Così dopo due mesi da quella volta, le ho chiesto di convivere, cosa che lei ha accettato con molto entusiasmo. Nei primi tre anni di questa convivenza, la nostra unione sentimentale, ma soprattutto sessuale, è stata un continuo crescendo di emozioni intense, e bellissime. Eva, ama molto godere, ma soprattutto, ama sentirsi bella e desiderata. Questo suo aspetto è emerso gradualmente. Avevo notato col tempo, che a lei non dispiaceva quando passeggiavamo per la strada, e vedeva gli sguardi dei maschi, carichi di desiderio, oppure sentire qualche frase, a volte anche pesante, che le veniva rivolta. Mi sono reso conto, che l'esibizionismo era insito in lei, e che soprattutto esibirla mi eccitava moltissimo. Ne abbiamo parlato insieme, e nonostante la sua iniziale titubanza, alla fine abbiamo creato un profilo, in un sito di coppie esibizioniste. Nonostante abbia ricevuto molto successo, entrambi non ci ritenevamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, così casualmente una sera, mentre stavamo facendo sesso, con lei impalata su di me, che mi stava cavalcando, io ho allungato una mano, e le ho infilato un dito in bocca.
«Amore immagina, di avere un altro cazzo in bocca.»
Lei ha serrato le sue labbra intorno al mio dito, succhiandolo avidamente, mentre i suoi occhi brillavano di gioia, il suo corpo ha preso a tremare, scosso da un orgasmo stupendo. Lentamente dopo aver goduto abbiamo parlato di questa sensazione, ed è emerso che anche a lei, nonostante molte incertezze, l'idea di coinvolgere un'altra persona, la stava eccitando moltissimo. In un primo momento, Eva non era affatto desiderosa, di lasciarsi andare con altri uomini, allora ho capito, che avrei dovuto procedere lentamente percorrendo uno step dopo l'altro, per arrivare fino al punto di farla godere anche con me un altro uomo. Inizialmente gli incontri sono stati molto soft, massaggi, qualche sega, sempre ripresi e fotografati da me, che mi eccitavo in maniera sconvolgente nel vederla ammirata e desiderata da altri uomini. Dopo un po' di tempo di questo gioco, una sera, ci siamo appartati in un posto, che sapevo benissimo essere frequentato da guardoni, e così, tenendo la luce dell'auto interna accesa, ho preso a masturbarla ben sapendo di essere osservato, mentre lei, quando si è resa conto che eravamo circondati da cinque o sei uomini, che si masturbavano per lei, ha cominciato a godere in maniera intensa. Questo le ha fatta raggiungere l'apice del piacere, e un orgasmo sconvolgente. È stato bello intenso, appagante per entrambi. Dopo questo episodio ci siamo resi conto, che lei era pronta, quindi abbiamo deciso di passare allo step successivo, quello in cui avremmo dovuto concretizzare i nostri desideri. Inizialmente non è stato facile, né convincerla, né farle accettare l'idea, che un altro uomo avrebbe goduto con lei insieme me. L'occasione quasi involontaria, si è presentata una domenica, che ci siamo recati in una città mercato, per fare delle compere. In quell'occasione è Eva, indossava una mini molto corta, una camicetta bianca, un reggiseno a balconcino, color pelle quasi invisibile, che le gonfiava ancora di più il suo splendido seno spingendolo verso l'alto, un paio di calze autoreggenti, e scarpe tacco dodici. Ci siamo divertiti moltissimo per vedere gli sguardi carichi di desiderio di tutti i maschi che l'hanno osservata, e una volta tornati nel parcheggio, dove io avevo lasciato l'auto nell'angolo più lontano e più buio, lei non ha resistito e appena giunta vicino alla macchina, mi ha abbracciato baciato, era eccitata e bagnata tantissimo. L'ho appoggiata alla lettura, e dopo aver tirato fuori il mio cazzo, l'ho fatta inginocchiare per prenderlo in bocca. Mentre lo stava succhiandolo avidamente, un signore di mezza età, si è avvicinato per entrare nella vettura posta poco distante da noi, quando ha visto quello che lei mi stava facendo, ha estratto il suo sesso duro, ha incominciato a segarsi a poca distanza da noi due. Quando Eva, ha visto la scena, ha sollevato lo sguardo, sempre tenendo il mio cazzo in bocca, cercando di capire cosa volevo fare in quella situazione. Io le ho sorriso, poi ha girato lo sguardo, e ho invitato il nostro occasionale sconosciuto ad avvicinarsi. Non solo è fatto ripetere due volte, e quando è stato vicino noi, ho chiesto ad Eva di impugnare anche il suo cazzo, di segarlo insieme al mio. Dopo un attimo di indecisione, lei ha allungato la mano, ha iniziato a segarlo, mentre io appoggiando la mano sul suo capo l'ho invitata a prenderlo in bocca. Ha esitato ancora un poco, poi si è lasciata convincere, e l'ha infilato tutto in bocca iniziando a succhiarlo con molto piacere. Era per me molto eccitante vedere la mia donna succhiare un altro cazzo. Lo sconosciuto, le ha messo le mani sul capo, ha incominciato a scoparla in bocca, mentre commentava con me, per la sua bravura nel succhiare quel cazzo.
«Che troia stupenda! Succhia veramente bene, una vera bocchinara! Dai continua! Succhialo tutto che adesso te lo faccio arrivare fino in gola! Dai troia! Continua così! Dai che voglio sborrare! Ora! Adesso vengo!»
Le ha spinto velocemente il cazzo in bocca, poi improvvisamente esploso in una sborrata colossale. Schizzi di sperma, hanno riempito il volto di Eva, colando lungo le guance, per finire sopra il suo seno. Nel vedere quella scena altamente erotica, sono esploso anch'io, le ha schizzato la mia semenza in faccia godendo come un maiale.
«Eccomi godo! Sto sborrando! Adesso vengo!»
È stata un'esperienza molto sconvolgente, entrambi ci siamo resi conto che il gioco era arrivato a un punto che poteva benissimo l'evolversi in un incontro a tre. Da qualche tempo avevo scoperto un altro sito, dove i mariti offrono le mogli, per il piacere di farle ammirare, desiderare, ed eventualmente montare. Abbiamo creato un nuovo profilo, inserito foto di lei, e le pose più oscene, più sexy, con sguardi provocatori, cosce aperte, fica e culo in bella mostra. Il successo è stato subito notevole, abbiamo ricevuto tante offerte e proposte, da maschi, che si offrivano di farla godere in tutti i modi possibili e immaginabili. In un primo momento, Eva era molto indecisa, soprattutto non era affatto convinta di riuscire a fare sesso con un'altra persona, soprattutto anche in mia presenza. Per ovviare a questa sua iniziale indecisione, e vincere la sua insicurezza, ho selezionato fra tutte le persone che ci hanno scritto, quelle che mi sembravano più affidabili, esperte e più tranquille. Ho mostrato la lista dei candidati ad Eva, e alla fine dopo una lunga titubanza, ne ha scelto uno di nome Alberto, un signore di mezza età, singolo ed ospitale, anche molto esperto in questo genere di cose. Ho dialogato a lungo con lui, spiegandogli bene cosa volevo, quali erano le problematiche da affrontare, e soprattutto coinvolgerlo nel mio progetto, facendo ben capire, che Eva, era molto insicura e titubante. Il primo incontro lo abbiamo fatto ad una cena in un piccolo ristorante, dove lui ha chiaramente analizzato tutta la situazione.
«Ragazzi, dovete capire che questo, è un gioco meraviglioso, che però ha delle regole precise che vanno rispettate, e soprattutto, ci deve essere reciproca fiducia, e ognuno deve interpretare il proprio ruolo, nella più assoluta tranquillità, con la consapevolezza, che il piacere deve essere il fine a cui tutti dobbiamo arrivare insieme, ognuno facendo la sua parte.»
Gli abbiamo spiegato quali erano le nostre esigenze, e lui in maniera molto chiara, ci ha esposto la sua idea.
«In questo gioco, ci sono tre protagonisti: la troia, il cornuto, e il bull. Il bull, è il maschio dominante, che usa la troia a suo piacimento, facendola godere, in tutti i modi possibili e immaginabili, perché questo è il desiderio del cornuto, che a sua volta trae il piacere nel vedere la sua donna, montate usata come una vacca, e gode quando lei viene scopata e goduta dal bull. Nel suo ruolo di cornuto, lui è quello che ha il piacere più grande, perché vede la sua donna godere, e soprattutto anche nell'essere sottomesso da lei, e dal bull, quindi in definitiva è quello che ha meno voce in capitolo, ma che gode più di tutti, che deve eseguire ogni ordine, impartito sia dal bull, che dalla troia. È compito della troia, è far rispettare il ruolo al cornuto, con lei femmina dominante, in ogni aspetto della sua vita, sia pubblica che privata. Se volete fare questo gioco, queste sono le regole, che ognuno deve accettare senza remore.»
Eva era molto intrigata da tutto questo gioco, ed essendo anche molto eccitata quella sera stessa, ha accettato di recarsi a casa di questo nuovo amico. Appena giunti dentro casa di Alberto, ha assunto il ruolo di bull, facendo spogliare Eva, mentre io avrei dovuto recitare il ruolo del cornuto, che accetta di vedere la propria donna godere con un altro. Mi è stato permesso, di fotografare e riprendere, tutto ciò che il bull ha fatto, per far godere mia moglie. Alla fine mi sono masturbato godendo moltissimo nel vederla godere fra le braccia di quel maschio esperto. Dopo averla fatta spogliare, ha iniziato ad accarezzarle a baciarla su tutto il corpo, facendola eccitare moltissimo e poi, ha indossato un preservativo, usando solo le labbra di Eva, per srotolarlo lungo l'asta, mentre mi diceva di guardare come avrebbe fatto godere mia moglie.
«Guarda cornuto, adesso che è eccitata, che le ho fatto provare già due orgasmi, masturbandola, e leccando ogni suo buco, ed essermi fatto succhiare il cazzo, adesso la sfondo, le spano la fica, la faccio godere come questa troia si merita.»
Ha sollevato le gambe di Eva, ha iniziato a penetrarla in maniera lunga e continua, facendola godere un orgasmo dopo l'altro. Hanno cambiato spesso posizione, mentre la scopava da dietro, tenendola per i fianchi, le ha afferrato i capelli facendole sollevare il capo, poi le ha ordinato di mostrarvi le corna. Vedere quel gesto mi ha fatto quasi godere, ero estasiato nel vedere mia moglie godere sotto i colpi di quel maschio esperto, che già da un'ora stava scopando facendola godere moltissimo.
«Guarda cornuto! Guarda come gode questa vacca! Una zoccola così, deve essere montata e goduta per ore, cosa che solo un bull esperto può fare. Adesso guardati le corna che ti sta facendo, ricordati che una vacca così, da oggi in poi potrà godere solo se troverà cazzi esperti, molto dotati, e molto resistenti.»
Dopo averla scopata a lungo nella fica, ha lubrificato il suo fiorellino anale, con una spinta decisa, lo ha infilato tutto nel culo. Eva per un attimo ha cercato di sottrarsi a quell'ennesima penetrazione.
«No! Non ti prego fai piano! Mi spacchi il culo! Però mi piace! Sì dai spingilo tutto dentro! Sì lo sento! Mi piace dai, sfondami il culo! E tu porco guarda come mi sta spaccando il culo questo toro, che mi sta montando, facendomi sentire veramente una vacca.»
L'ha tenuta stretta per i fianchi ha cominciato a pomparla dicendo le cose che pensavo avessero offeso mia moglie, mentre invece in quell'occasione ho scoperto anche, che a mia moglie, il turpiloquio piace tantissimo, infatti la incitava sia a scoparla sempre più forte, che a insultarla ancora di più.
«Stai zitta puttana! Sei una zoccola! Una baldracca! Una vacca da letto! Una puttana da strada! Una troia succhiacazzo! Sfondata in rotta nel culo! E adesso godi puttana!»
Eva godeva moltissimo, lo assecondava in tutto e per tutto.
«Si dai mi piace! Sono una troia! Una puttana! Voglio essere la tua troia, sfondata in rotta in culo.»
Alla fine dopo averla fatta godere a lungo, lui si è sfilato da dietro, e dopo aver strappato il preservativo, ha presentato il suo cazzo gonfio duro davanti alla faccia di mia moglie obbligandola a bere la sua sborrata.
«Dai troia! Succhiami il cazzo di bevi tutto quello che ne esce. Succhia bene e lecca tutto. Fai vedere a questo cornuto, quanto sei bocchinara e puttana.»
Non ho resistito, sono venuto anch'io nello stesso momento in cui lui copriva il viso di mia moglie con tutta la sua sborrata. Dopo questa sconvolgente esperienza, abbiamo incontrato altre persone, e soprattutto Eva, ha preso la consapevolezza che il sesso con altri maschi le piaceva moltissimo, che godere nel farsi montare come una vacca, in mia presenza, la eccitava in una maniera sconvolgente. Soprattutto ha preso coscienza di quanto le aveva insegnato Alberto, che doveva rendermi un cornuto sottomesso, anche e sempre in ogni occasione in particolare fra le mura domestiche. La svolta significativa della mia sottomissione, è stato l'incontro con Luca, un singolo di trentacinque anni, con un fisico stupendo, e soprattutto una dotazione fuori dal comune. Un sesso lungo oltre venti tre cm, con una circonferenza di sedici cm. Un vero e proprio obelisco di carne, dura e pulsante, sormontato da una cappella rossa violacea, che quando Eva l'ha visto, è rimasta veramente stupita e affascinata. Lo abbiamo incontrato una sera invitandolo a casa nostra. Appena entrato, ha ammirato Eva, che per l'occasione indossava mini abito elasticizzato semitrasparente, che faceva risaltare in maniera sconvolgente le sue forme stupende. Quando l'ha vista, l'ha abbracciata e baciata in mia presenza, quasi ignorandomi, e dopo si è girata verso di me, ha chiaramente esposto le sue richieste.
«Sia ben chiara una cosa, che io accetto che tu da bravo cornuto mi lasci godere questa femmina stupenda e meravigliosa, senza nessuna interferenza, altrimenti te ne vai, poi lei se ne avrà voglia ti racconterà tutto quello che abbiamo fatto. Oppure discretamente te ne sta in disparte, se vuoi puoi fotografare a filmare quello che facciamo, e intervieni solo se noi due te lo chiediamo.»
Eva mi ha guardato, con occhi seri e duri, facendomi capire che non avevo nessuna intenzione di rinunciare ad una serata splendida con quel maschio, e che quindi il mio ruolo era semplicemente quello di spettatore. Dopo averlo fatto accomodare sul divano, lei si è inginocchiata fra le sue gambe, gli ha estratto quello splendido palo di carne che aveva già visto in foto, e dopo un'iniziale stupore, ha incominciato a leccarlo ad adorarlo, facendola gemere il maschio che gradiva quello che le stava facendo.
«Brava, leccalo tutto, fai vedere a questo cornuto come un vero cazzo, dai succhialo bene.»
Dopo averlo leccato ripetutamente lungo tutta l'asta della cappella, e avergli succhiato le palle, l'ho preso per mano, ha portato in camera da letto, dove lui le ha tolto l'inutile indumento, l'ha fatta sdraiare sul letto a cosce aperte. A quel punto si è girato, e mentre ha offerto ancora il suo cazzo alla bocca di Eva, mi ha invitato ad avvicinarmi a lei.
«Vieni qui cornuto, renditi utile, leccala bene, farla bagnare e preparala perché io la voglio montare, e sfondare tutta per farla godere.»
Mi sono inginocchiato fra le cosce di mia moglie che già era bella fradicia e bagnata, ho iniziato leccare la fica facendola godere ancora di più, mentre lei cercava di prendersi quel palo il più possibile in gola. Quando lui si è sentito soddisfatto, si è avvicinato e mi ha fatto spostare, e dopo aver indossato un preservativo, mi ha ordinato di prendere il suo cazzo, infilarlo nella fica di mia moglie, cosa che io ho fatto estremo piacere di lei che mi ha spinto via per poter godere appieno della monta che Luca le stava offrendo.
«Togliti dal cazzo cornuto, e lasciami godere questo maschio veramente stupendo.»
Le ha spinto tutto quel palo dentro, lentamente senza nessuna fretta, lasciandole il tempo di adeguarsi alle sue dimensioni, facendola godere subito quando le è arrivato in fondo.
«Oddio mi sventra! Lo sento tutto! Mi sta allargando la fica! È enorme!»
Lui ha preso a pomparla facendola godere subito un orgasmo dopo l'altro. Eva godeva come non l'ho mai vista godere con nessun altro maschio, cambiando spesso posizione, si è fatta scopare per quasi due ore, alla fine dopo l'ennesimo orgasmo, gli ha chiesto di venire anche lui.
«Dai godi, voglio sentire la tua sborrata riempirmi il ventre. Togliti il preservativo, scopami a pelle, e vieni dentro di me.»
Nel sentire quelle parole, mi si è gelato il sangue nelle vene, farsi scopare a pelle! Inoltre farsi sborrata dentro la fica! Anche se protetto, c'era sempre un rischio di essere ingravidata. Lui invece nel sentire quelle parole si è girato verso di me, con un sorriso ironico ha continuato a pomparla più forte, dopo essersi per un attimo fermato giusto il tempo di togliere il profilattico.
«Guarda cornuto, guarda come ha goduto questa vacca di tua moglie, che adesso io scopo pelle, e che forse per la ingravido anche.»
Ha aumentato molto la sua velocità, poi con un grido simile un vero ruggito, le ha riversato dentro una quantità industriale di sborra, che lei non è riuscita a contenere, perche sgorgava fuori dalla sua fica slabbrata. Poi sazio e soddisfatto del risultato, lo ha estratto fradicio del suo seme, e degli umori di mia moglie, e per farselo leccare tutto e ripulire fino all'ultima goccia. Dopo che lo aveva ripulito e lucidato perfettamente, Eva, ha portato la sua mano in basso, ha infilato tre dita nella fica, ha raccolto il seme del bull che stava fuoriuscendo, e poi mia chiamato vicino a lei.
«Vieni qui cornuto! Avvicinati e abbassati, avvicina il tuo capo la mia mano.»
Per un attimo non ho capito, quello che lei voleva fare, ma appena la sua mano si è appoggiata sul mio capo, la sua voce ha chiarito ogni mio dubbio.
«Lascia che spalmo il seme di questo toro, così da dare una bella lucidata alle tue magnifiche corna, in modo che siano ben lucide e ben visibili anche di notte.»
Ho avuto quasi un orgasmo, quando lei con la mano ha spalmato il seme del maschio sulla mia fronte, facendomi sentire l'odore del toro che aveva goduto dentro di lei. È stata un'esperienza tremenda sconvolgente, per entrambi, ma soprattutto per me che da quel momento la mia vita è cambiata completamente, perché Luca ha preteso di essere l'unico padrone della fica di mia moglie. Per questo incontro successivo, le ha donato un pacchetto, che conteneva una gabbietta da mettere sul mio cazzo, per impedirmi, in qualunque maniera di godere della sua fica. Tenermi ingabbiato, è diventato il passatempo che Eva preferisce. Mi tiene così in astinenza per tutto il tempo che vuole, impedendomi pure di masturbarmi, e quando lo fa, quando mi libera, e mi ordina di godere, lo fa in maniera assolutamente dura, e sconvolgente.
«Dai cornuto, hai tempo un minuto, per farti una sega e per sborrare, altrimenti chiudo di nuovo la gabbia per altri dieci/quindici giorni, non avrai la possibilità di godere.»
Devo ammettere che tutto questo mi fa impazzire di piacere, sia l'essere sottomesso che è umiliato da lei, dominato e usato a suo piacimento. Soprattutto è sconvolgente l'attesa di quel minuto di libertà, durante il quale io posso sborrare liberamente. L'altra cosa che mi fa impazzire è che una volta l'anno, il giorno del mio compleanno, mi concede di scoparla, ma tutto deve avvenire nel breve tempo di un minuto, altrimenti ci saranno trenta giorni, senza che mi tolga la gabbietta. Abbiamo passato un'altra serata insieme con Alberto, il suo primo bull, che l'ha iniziata questo gioco di piacere, con il quale è rimasta in contatto, durante la quale lui, non contento di scoparla solo nel suo letto, l'ha fatta vestire da troia, e l'ha portata in giro per un parco dove sotto lo sguardo estasiato di quindici guardoni, l'ha masturbata e scopata a pelle in mia presenza, sborrando anche lui nella fica di Eva. È stata in quella occasione, che Alberto ha coniato il soprannome ad Eva di: Regina delle spade, visto il numero di spade sguainate in suo onore, anche se sarebbe stato più giusto dire Regina dei cazzi. Io, per non mancarle di rispetto, altrimenti vengo punito, con il prolungamento, della mia castità, la chiamo semplicemente Regina, la regina del mio cuore, la regina di tutto me stesso. Ora il sogno di mia moglie, è quello di passare una serata, insieme con Alberto, e Luca, a farsi scopare da entrambi a pelle, di farsi riempire la fica con tutto il seme possibile, poi obbligarmi a leccarla, per ripulire la fica dalle sborrate dei suoi amanti. È una cosa che mi eccita, e sconvolge nello stesso tempo, avendo già leccato le sue tette, dopo che un giovane amante le era venuto sul seno. Perché dopo Alberto Luca abbiamo incontrato anche altri uomini, circa una ventina, che hanno goduto e scopato mia moglie in tutti i buchi, ma questa è un'altra storia.
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4 years ago
baxi18, 55
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Ho sempre desiderato le corna.
Mi chiamo Ettore, ho cinquantasette anni, e da tempo ho acquistato una villetta bifamigliare in una nuova zona della città. L’idea era di avere un appartamento per me e uno da affittare, poiche sono solo, niente figli e sono vedovo. Ho fatto questo investimento e ho selezionato i nuovi inquilini. Su questo sono molto esigente, li voglio con lei troia e lui cornuto. La coppia che ha affittato il mio appartamento mi fa ben sperare. Appena giunti mi sono reso conto di due cose: lui Michele, abile commerciante mentre lei, Marina è una bella donna che sa come farsi ubbidire da lui. Ben presto sono diventato il salvagente di lei che mi cercava per ogni cosa e il confidente di lui che per le attenzioni che dedico a lei, non finisce mai di ringraziarmi. Marina è una bella donna. Alta, quarta di seno e veste sempre molto elegante. Lavora come direttrice di un settore di una importante Azienda nazionale. Bella, colta, ha l’aria di una che il cazzo lo ama, ma che lo prende di nascosto del marito. In passato con la complicità di mia moglie, ho goduto nel sottomettere giovani donne, mentre mia moglie umiliava e sottometteva i relativi mariti. Col tempo ho creato un gruppo di persone che come me amano giocare con le mogli troie di mariti cornuti. Lei mi è piaciuta subito e ho già iniziato ad avere una certa confidenza, specie quando lui è assente per lavoro. Una volta mi sono fatto vedere anche nudo. La natura mi ha fornito un attrezzo decisamente grosso e lungo. Lo ha ammirato cercando di non farsi vedere da me, che in realtà lo mostravo di proposito. Poco dopo il loro arrivo li ho invitati a cena. Per tutta la sera mentre riempivo continuamente il bicchiere di vino a lui, facevo la corte a lei che gradiva molto, così si è instaurata una certa confidenza anche con lei. Lui invece dopo quella sera, mi ha confessato che vorrebbe che sua moglie scopasse con un altro uomo. Io gli ho fatto capire che la cosa deve avvenire in maniera naturale, altrimenti si rischia di rovinare tutto, anche il matrimonio. Lui un po’ preoccupato mi ha chiesto se avevo esperienza. Quando gli ho risposto che in passato mi ero occupato di queste cose si è sentito subito sollevato. Mi ha raccontato di come sia troia a letto. Lo prende in tutti i buchi, e ingoia tutto. Oggi sto mettendo ordine in giardino, sono vestito solo con dei pantaloncini che evidenziano molto il pacco, mentre lei sta usando un notebook seduta sotto la veranda. Mi osserva con finta indifferenza, è vestita solo con una tunica leggera bianca e sotto non deve avere nulla perchè quando si è girata per salutarmi i capezzoli duri hanno teso il tessuto evidenziano lo splendido seno. Lui è a un convegno di lavoro, poco lontano dalla città, e all’improvviso un imprevisto semplifica tutte le cose, avviene una lieve scossa di terremoto.
Marina
Mi chiamo Marina, ho quaranta sei anni, e da quasi venti cinque sono sposata con Michele. Lavoro, per una Azienda nazionale e ho raggiunto un buon livello di carriera anche grazie alla mia intraprendenza e a una bella forma fisica. Sono alta uno e ottanta, quarta di seno, cosce lunghe e belle, culo da favola, e labbra carnose che amano succhiare un bel cazzo. Appena terminati gli studi, un mio conoscente mi disse di rivolgermi a una persona che dirigeva un settore importante di questa azienda dove io volevo essere
assunta. Sono andata a parlare con lui senza tanti giri di parole mi disse che il posto c’era, ma bisognava pagarlo. Io ho capito subito come funzionava la cosa, e senza indugio gli ho detto che ero, giovane, appena laureata, e vergine, ma desiderosa d’imparare tutto. Un mese dopo ero la sua segretaria e la sua troia. Mi ha sverginato in tutto e per tutto. Ho imparato da lui ha succhiare il cazzo e bere sborra, a farmi scopare, e prenderlo in culo con molta soddisfazione. Dopo due anni ho scoperto che si liberava un posto di rilievo, io lo volevo, quindi mi sono rivolta al vice presidente che sapevo essere un vero porco. Alla mia richiesta di avere una promozione ha risposto facendomi appoggiare i gomiti sulla sua scrivania e mi ha inculato in piedi con molto piacere per entrambi. Ovvio che la promozione è stata mia. Da tempo avevo conosciuto Michele, mi era simpatico anche se ha undici anni più di me, quando mi ha chiesto di sposarlo ho accetto. La vita matrimoniale si è rivelata subito per quello che è, monotona e poco soddisfacente, specie nel sesso. Lui ha un modesto cazzetto che all’inizio me lo sono fatto bastare, ma poi col tempo e l’età, non è più riuscito a soddisfare il mio crescente appetito sessuale. Per fortuna ho imparato a soddisfare le mie voglie diversamente. Lo scorso anno, mentre eravamo in vacanza, ho fatto una scoperta molto interessante. Il direttore del villaggio, aveva notato che amavo pendere il sole in topless, e mi ha fatto capire che a lui la cosa era molto gradita. Potete immaginare quanto ha fatto piacere a me scoprire che a mio marito la cosa non dispiaceva e che mi incoraggiava a frequentarlo. In breve mi ha scopato due sere di fila mentre mio marito dormiva beato con l’aiuto di alcuni bicchieri di vino di troppo. Dopo quel fatto ha preso forma dentro di me il desiderio di cornificarlo alla luce del sole e questo mi eccita tanto. Farlo cornuto con il suo benestare semplificherebbe tanto le cose anche fra noi. Circa due mesi fa è cambiato il presidente della mia azienda. La nuova dirigente, una bella donna mi ha convocato nel suo ufficio. Mi ha fatto i complimenti per il mio operato. È fortemente convinta che il potere lo devono amministrare le donne, mi ha chiesto di occuparmi di un settore dell’azienda, lasciato molto alla deriva dalla precedente amministrazione. Mentre mi parlava era in piedi davanti a me. Mi osservava e quando ho accettato l’incarico e la nuova promozione la sua bocca si è incollata alla mia per un bacio davvero unico, bello, intenso e ricco di piacere e passione.
«Mi sei piaciuta subito appena ti ho visto. Faccio molto affidamento su di te per il lavoro e ti do carta bianca, ma vienimi a trovare spesso, il tuo corpo mi eccita tantissimo.»
Dopo quella volta, ci sentiamo spesso. Quasi una o due volte al mese passiamo un pomeriggio a giocare fra noi donne, assieme altre tre che lei ha messo in posti di comando, traendone tanto piacere, anche se il cazzo resta in cima alle mie preferenze. Per poter svolgere più agevolmente il mio nuovo incarico abbiamo preso in affitto questa villetta situata in una comoda posizione nelle vicinanze del mio ufficio. Ettore il proprietario è un bel maschio, maturo, possente, fisico asciutto e ben curato. Mi intriga il suo sguardo, credo che alla fine se devo fare le corna a mio marito con il suo benestare direi che Ettore è l’elemento giusto. Una volta, l’ho anche visto nudo e cavoli! Ha un cazzo che in posizione di riposo è veramente notevole. Mi sono bagnata solo a vederlo, quando ho immaginato di averlo dentro ho goduto subito. Una sera ci ha invito a cena. Mi ha fatto la corte con mio marito che rideva beato, mentre io sentivo un languore allo stomaco al solo pensiero di stare fra le sue braccia. Oggi sta sistemando il giardino. Lo guardo e noto che ha dei pantaloncini molto attillati che evidenziano il pacco. Sono nuda sotto la mia tunica di lino bianco, credo che anche lui lo abbia notato. Mentre lo guardo con la mano sfioro lentamente la mia lumachina che schiuma da morire. Improvvisamente una lieve scossa di terremoto cambia la mia vita.
Michele
Mi chiamo Michele, ho cinquantasette anni e sono sposato con Marina che ne ha undici meno di me. Lavoro nel settore commerciale di una ditta che vende attrezzature per medici e ospedali, questo mi porta ed essere spesso lontano da casa. Marina è una bella donna, sa gestire la sua vita molto bene, è dirigente di un settore di rilievo di un’Azienda nazionale. Veste molto elegante, con gusto e va matta per il tacco dodici, che evidenzia ancora di più il suo meraviglioso culo. Oltre al culo ha un bellissimo seno, una quarta bella soda. Quando prende il sole in topless, mi fa impazzire di piacere vedere gli sguardi dei maschi che si fermano a guadarlo. Siamo una coppia che ha un buon legame, lavoriamo tutta la settimana e solo nel Week end stiamo insieme, tranne come questa volta che sono fuori città per un convegno di aggiornamento. Da poco ci siamo trasferiti in una villetta e il proprietario, è una persona molto disponibile specie nei sui confronti, questo mi tranquillizza soprattutto quando sono fuori. Da tempo, ho il forte desiderio di vederla scopare con altri maschi. La sera quando sono fuori città per lavoro la immagino intenta a scopare con un altro uomo, la cosa mi eccita così tanto che devo segarmi furiosamente. Lo scorso anno in vacanza l’ho incoraggiata ad accettare la corte del direttore del villaggio, ma credo che non sia andata oltre il normale corteggiamento. Peccato, perchè mi sono segato spesso immaginando lui che la chiavava. Ettore il nostro proprietario, ci ha invitato a cena da lui, e nonostante io abbia bevuto più del normale ho visto che fra loro vi era una bella sintonia, per questo qualche giorno dopo l’ho fatto partecipe del mio desiderio di essere cornificato. Lui mi ha detto che in passato aveva avuto simili esperienze, mi ha messo in guardia dal farlo in maniera sbagliata, e si è offerto di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio. Oggi al convegno mi è arrivato un sms, che diceva che nelle nostre zone vi era stata una lieve scossa di terremoto ma che tutto era in ordine. Ho subito telefonato a Marina che era in compagnia di Ettore.
Ettore
Appena la terra ha tremato ho guardato verso Marina che è scatta in piedi voltandosi verso di me e urlando dallo spavento. Sono corso verso di lei l’ho abbracciata tranquillizzandola.
«Ettore, non mi lasciare, ho il terrore del terremoto. Stammi vicino, ti prego.»
«Calma, stai tranquilla, è tutto finito, ci sono io con te.»
Si è stretta a me, tremava come una foglia. Sentivo il mio cazzo premere contro il suo ventre e mi sono eccitato subito. Lei dopo un momento di paura si è calmata e sentendo la mia pressione contro il suo corpo si è stretta anche di più. Siamo rimasti immobili, poi lei mi ha detto che doveva avvertire il marito. Ha mandato un sms, e lui ci ha chiamato.
«Amore come stai? tutto bene? Ettore è lì con te? passamelo.»
Lei mette in viva voce il telefono. Lo tranquillizzo, e lui ripete molte volte di non lasciarla sola per che lei ha il terrore del terremoto.
«Ti prego Ettore, tienila molto vicino, fai di tutto per la sua tranquillità, qualunque cosa. Tu amore non ti staccare da lui, ubbidisci a tutto quello che lui ti chiede.»
Ci guardiamo negli occhi, lei ha un sorriso malizioso, in pratica lui ha messo sua moglie fra le mie braccia e lei non sembra dispiaciuta. La guardo e le mie labbra sono molto vicine alle sue e ci baciamo. La sua lingua entra di prepotenza nella mia bocca a cercare la mia con la quale intreccia una danza veramente erotica. Mi succhia il labbro, sento le sue mani scorrere lungo il petto fino a raggiungere il pacco che ora è perfettamente duro. Ci stacchiamo e lei mi invita a entrare.
«Hai sentito mio marito, non devi lasciarmi sola, stammi ben attaccato addosso, e allora andiamo dentro, nel mio letto mi sento al sicuro.»
La spoglio della tunica e vedo il suo corpo splendido, licio, senza nessuna imperfezione. Il seno sodo e la fica depilata ad eccezione di un triangolino di peli sul monte di Venere che la rende ancora più invitante. Lei si inginocchia davanti a me e estrae il cazzo da dentro i pantaloncini.
«…Whaoo! ...che bel cazzone! ...Lo voglio tutto dentro di me…mi fa impazzire solo a guardarlo.»
Lo lecca in punta, scorre lungo l’asta e soppesa con la mano le grosse palle.
« … Accidenti come sono grosse! … scommetto che dentro c’è tanta crema meravigliosa che voglio… bere… tutta! ... mmmhhuhhuumhmmmm…»
Lo lecca con maestria. Lo infila in bocca assaporandolo bene, poi lo spinge in gola con qualche difficoltà.
«Brava ... bella troia! ... Leccalo bene che te lo spingo in gola… Si…così! …»
Le affondo il palo in gola, non senza difficoltà. Non demorde, anche se, con qualche difficoltà, continua ad affondarlo sempre più in profondità. Poi la sollevo, la distendo sul letto e infilo la testa fra le sue cosce. Sento il profumo del suo sesso che sta schiumando, l’odore di femmina in calore mi eccita tanto. Lo sniffo a pieni polmoni mentre lei m’implora di chiavarla.
«… si… dai … ti voglio! ...cazzo ... non resisto!...»
Non le do ascolto. Affondo di colpo la mia lingua fra le pieghe della sua ostrica che mi regala un sacco di umori dolcissimi. Lecco, aspiro e succhio torturandole il clito con i denti. Lo serro e lascio di continuo, questo le procura la prima ondata di piacere.
«… SI ... cazzo! … VENGO!… si…»
Trema scossa da un’incredibile orgasmo che mi riempie la bocca di nettare dolcissimo che lecco tutto. Poi mi sollevo e le affondo di colpo il cazzo tutto dentro. La sento stretta. Mi faccio strada dentro di lei che si apre al massimo per ricevermi. Sbatto la cappella sul fondo e lei ha un nuovo orgasmo che la scuote tutta. La sua bocca è spalancata ma non emette nessun suono. È scossa dal piacere e quando riesce proferire parola mi incita spaccarla tutta.
«… si ... sei meraviglioso … sfondami tutta… vengono! ...»
La stantuffo con calma. Voglio che assapori bene il piacere che le sto facendo provare. Lei gode, si scuote la testa a destra e sinistra come impazzita. La pompo a lungo, poi la sollevo e la faccio salire su di me. Impalata sul mio cazzo si muove avanti e indietro assaporandolo in tutta la sua lunghezza in un continuo di orgasmi. Sfinita si distende sul mio petto.
« …Oddio...quanto ho goduto! ....non mi era mai successo...ora voglio che godi anche tu…»
La metto di lato, la scopo con vigore e quando sono al limite le schizzo dentro tutta la mia semenza.
«… si… ora … senti come vengo ... sborro! …ora!…»
Lei ha un ennesimo orgasmo. Gode e trema mentre io la farcisco come un bignè. Rimaniamo abbracciati e distesi sul letto. Lei mi accarezza e fa tanti complimenti.
«Ne ho presi di cazzi, ma il tuo li supera tutti. In genere dopo il mio primo orgasmo se ne vengono e tutto finisce. Tu invece mi hai scopato facendomi godere tanto. Da questo momento credo che il tuo cazzo sarà spesso ospite dentro di me se lo vorrai, farò di tutto, e sarà la tua troia per qualsiasi gioco tu voglia fare. Quanto al cornuto credo che sarà soddisfatto. Sono convinta che era quello che voleva, meglio di così non poteva andare.»
Restiamo abbracciati e lentamente lei mi fa eccitare di nuovo. Sento le sue labbra giocare con il mio cazzo, lo succhia, sega e lecca fin quando non raggiunge una nuova erezione.
«Sei fantastico!! Il tuo cazzo è già pronto, allora lo voglio in culo, ma fai piano, grossi così li prendo raramente.»
La rigiro, mi posiziono dietro di lei, le bagno il buchetto con della saliva e appoggio la punta al fiorellino che lentamente sia apre lasciando entrare il paletto.
«… aaahhiiii… piano! … come sei grosso… no! ...non ti fermare ... continua ma piano…»
L’afferro per i fianchi e lo spingo lentamente senza sosta fin quando sento le palle sbattere sulle chiappe. Lei respira velocemente, mi prega di sfondarle il culo, cosa che faccio con piacere. Incomincio a limare quel buco sempre più velocemente e in profondità, fin quando lei che con una mano si masturba davanti non ha il primo orgasmo.
« … si… godo... cazzo…mi fai godere anche dal culo! …si …dai continua...»
La sbatto con gusto per molto tempo, facendole cambiare posizione, ma sempre restando ben piantato nel culo. Ad un tratto ci voltiamo e vediamo Michele che sulla soglia della camera si sta segando mentre ci osserva estasiato.
Lei si gira gli sorride e gli manda un bacio, poi con voce dolcissima lo fa partecipe di quello che sta avvenendo nel suo letto.
«Guarda cornuto come mi sfonda tutta!! Questo è un vero toro! ...e tu da oggi in poi ti devi mettere bene in testa oltre alle corna, che LUI è un vero maschio e tu sarai solo il mio adorato cornuto, ma in fondo era quello che volevi.»
Lui annuisce e si avvicina mentre io sborro in culo a lei che lo estrae e lo lecca con gusto. Poi lo fa avvicinare e lo bacia in bocca facendole assaporare anche la mia semenza. Distesa a gambe aperte lo trascina con la bocca sulla fica fradicia del nostro piacere e lo obbliga a leccare tutto, cosa che lui fa con entusiasmo.
Da quel giorno sono passati due anni, lui continua lavorare sempre fuori, io ho trasformato Michela in una vera troia. Per raggiungere tale obbiettivo mi sono avvalso della collaborazione di alcuni amici che hanno scopato e usato lei a loro piacimento, mentre lui continua a ringraziarmi per le corna che porta.
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4 years ago
baxi18, 55
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con due maschi
Mi chiamo Carla ho quarant’anni e sono sposata con Paolo che di anni ne ha 45. Sono una donna abbastanza alta capelli scuri occhi scuri un viso con un ovale quasi perfetto, bocca di media grandezza, ho una quarta di seno leggermente cadente, appesantita dal fatto che ho avuto due gravidanze. Il ventre non è proprio piatto, ma in ogni caso non presenta segni di smagliature o difetti, fianchi il culo sono un po’ più allargati, dovuto alle gravidanze, mentre le cosce sono belle snelle e ben tornite. Paolo è un classico maschio, con un po’ di pancetta, un inizio di calvizie, che lui cura tenendo i capelli molto corti, anche perché si stanno gradualmente imbiancando, è una persona dolce molto comprensiva, e anche molto attenta nei miei confronti. Con lui mi sento bene, insieme abbiamo passato più di vent’anni della nostra vita. Abbiamo un bel rapporto, che ci tiene uniti, che ci soddisfa anche il piano sessuale. Non ha una dotazione eccessiva, anzi direi nella norma, anche se la usa abbastanza bene, cercando sempre di farmi provare il piacere, prima di raggiungere il suo. Spesso per lavoro deve assentarsi da casa. In occasione di sua assenza, un giorno mentre curiosavo fra i negozi, della città mercato, ho conosciuto una persona di cinque anni più giovane di me. Stavo guardando una vetrina, che esponeva abbigliamento intimo, quando lui che mi seguiva da un poco, si è avvicinato e guardando la vetrina, e gli indumenti esposti, ha fatto un simpatico commento.
«Quel meraviglioso tanga, sarebbe bellissimo vedertelo addosso.»
L’ho guardato e ho sorriso, poi ho visto, che lui continuava indugiare sul mio corpo, così abbiamo incominciato a parlare tra di noi, a ridere e scherzare, finendo per metterci seduti davanti ad un caffè, dove lui si è presentato, dicendo di chiamarsi Lorenzo. Ne è nata una bella amicizia. Era gentile, educato, molto simpatico, ed anche scapolo. Il suo aspetto fisico, i suoi occhi chiari, le sue mani ben curate, mi hanno spinto ad accettare la sua amicizia, e per oltre sei mesi, fra di noi non c’è stato altro, che qualche caffè, e qualche lunga chiacchierata. Una sera, ho accettato il suo invito di cenare a casa sua, con lui, e dopo aver consumato e gli ottimi piatti, abilmente cucinati da lui, ci siamo seduti insieme sul divano, lui mi ha messo il braccio intorno al collo per attirarmi a sé, le sue labbra hanno cominciato a baciarmi dietro l’orecchio, e con la punta della lingua, giocava con il lobo del mio orecchio. Mi sono girata, e lui prontamente mi ha baciato in bocca. Ho sentito la sua lingua entrare prepotentemente dentro la mia bocca, in cerca della mia, con la quale ha intrecciato un gioco erotico, che per un attimo mi ha coinvolto, ed eccitato. Dopo un momentaneo stato di abbandono, ho ripreso il controllo di me stessa, l’ho guardato, e l’ho pregato di non spingersi oltre, perché volevo restare una moglie fedele, e devota. Poi però, qualche giorno dopo, dentro di me, ho sentito forte il desiderio di averlo, di essere sua, anche se essendo sposata, non riuscivo a spiegarmi, questo mio forte desiderio. Quando si è presentata l’occasione di un ennesimo viaggio di mio marito, ho accettato nuovamente un invito a casa sua, e questa volta dopo aver cenato, lui mi ha baciato, mi sono stretta a lui, che si è reso conto che questa volta non mi sarei tirata indietro. Siamo finiti sdraiati nudi sul suo letto, le sue mani hanno incominciato ad accarezzare il mio corpo, procurandovi intensi brividi di piacere, ben presto cominciato a bagnarmi fra le gambe, mentre con le mani, ho iniziato ad accarezzare il suo sesso, molto più lungo di quello di mio marito, già bello duro, e teso. Lui mi ha rigirato infilando la testa fra le mie cosce, la sua lingua ha iniziato a scorrere lungo il taglio della mia figa, e ben presto l’ho sentito fugare fra le sue pieghe insinuandosi dentro di me, procurandomi molto piacere, mentre io, ho appoggiato le mie labbra sulla sua cappella, gli ha dato un tenero bacio, poi ho cominciato leccarlo, prima lungo la punta scendendo verso l’asta, fino ad arrivare alle palle, per poi risalire e infilarne più della metà in bocca, cercando di farlo scendere lungo la mia gola. Un lungo gemito è uscito dalle nostre bocche, perché entrambi provavamo il piacere. La sua lingua scatenata ben presto mi ha portato all’apice del piacere, è un intenso orgasmo è esploso dentro di me, facendomi vibrare tutta, come la corda di un violino, che lui abilmente stava suonando. Mi ha lasciato il tempo di assaporare il suo piacere, poi si è rigirato, e si è posizionato fra le mie gambe, sollevandole fino a portarle dietro di lui, appoggiato la punta fra le pieghe della mia lumachina già fradicia, dei miei umori, e lentamente è scivolato dentro di me. Lo sentivo entrare, scorrere lungo le pareti dilatando il mio sesso, fin quando con la punta è andata a sbattere fino in fondo, procurandomi una scarica elettrica che dalla testa, è scesa lungo la colonna per scaricarsi dentro il mio ventre, procurandomi un ennesimo orgasmo. È rimasto immobile, piantato dentro di me, per qualche secondo, poi, ha preso stantuffarmi, con un movimento lento ma costante, con affondi decisi, mentre altre volte lo lasciava scivolare lentamente, mentre affondava dentro di me. Ho goduto ripetutamente e a lungo di questa scopata, quando lui è stato al culmine del suo piacere, mi ha guardato negli occhi, ho intuito quello che voleva sapere da me.
«Vieni, riempimi, voglio sentire il tuo seme inondare il mio ventre. Godi liberamente, tanto sono protetta.»
Lui ha continuato pomparmi ancora un po’, poi improvvisamente rimasto piantato tutto dentro di me, e un’ondata di calore, ha invaso il mio corpo, mentre lui con un gemito, seguito da un grido quasi liberatorio, mi ha donato il suo piacere. È stato un momento bellissimo, intenso, e appagante. In quel momento mi sono sentita veramente bene, avevo finalmente avuto l’occasione di godere, di sentirmi appagata e soddisfatta, in maniera diversa dal sesso, che ho sempre fatto con mio marito, che ultimamente era diventato monotono e ripetitivo, privo di fantasia e soprattutto non molto appagante. Per due anni, ogni volta che mio marito si è assentato per lavoro, abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme, durante i quali, ho goduto del piacere di fare sesso con lui, di sentirmi amata, desiderata, non tanto come moglie, ma come femmina, desiderosa di provare le gioie del sesso. Un giorno, mentre eravamo insieme a fare colazione, mi ha fatto conoscere Stefano, un suo collega di lavoro. Stefano, si è rivelato subito una persona allegra e divertente, ma molto più esplicita è sfacciata rispetto a Lorenzo, facendomi subito capire, che non gli sarebbe dispiaciuto, finire fra le mie gambe, per fare sesso con me. Ho guardato Lorenzo, sembrava infastidito, quasi geloso, il modo di fare di Stefano, anche a me, in un primo momento, questo suo atteggiamento, mi ha un po’ infastidita, anche se, dentro di me, sentivo che quel bel ragazzo, mi aveva in qualche modo incuriosito. Nei due mesi successivi, mentre facevo l’amore con mio marito, o con Lorenzo, spesso e volentieri, ho pensato a come poteva essere farlo anche con Stefano. Questo pensiero mi riempiva di curiosità, nello stesso tempo mi intimidiva. Un giorno che mio marito era di nuovo assente, nel tardo pomeriggio, ero a casa di Lorenzo, quando improvvisamente, è arrivato anche Stefano. Per un attimo la cosa mi ha infastidito, e soprattutto ho guardato Lorenzo, facendogli capire che questa situazione non andava a nostro vantaggio, lasciando capire a Stefano, che fra di noi vi era qualcosa, ma lui ha sorriso, mi ha invitato a non farne un dramma. Ci siamo seduti sul divano per sorseggiare un caffè, poi improvvisamente Lorenzo, che era seduto al mio lato destro, mi ha messo una mano sulla coscia, ha iniziato ad accarezzarmi, mentre Stefano, che era seduto dall’altro lato, ha fatto la stessa cosa. Dopo un momento di stupore e di imbarazzo, ho provato dentro di me, il desiderio e la paura, nel vivere quello che stava accadendo. Poi ho sentito due mani, che mi accarezzavano sempre più intimamente, mentre due bocche mi baciavano il collo da entrambi i lati, giocando con i lobi delle mie orecchie, un languore improvviso ha invaso il mio corpo, e nonostante cercavo di dissuaderli, dentro di me, il mio corpo, aveva già deciso di arrendersi, e ben presto hanno iniziato a masturbarmi, facendomi subito provare piacere. Era incredibile la sensazione di sentirsi accarezzata da due mani, baciata da due bocche, che stimolavano ogni mia parte erotica del corpo. In breve mi hanno portato a provare un primo orgasmo, che mi ha fatto vibrare tutta, lasciandomi quasi senza fiato, poi senza neanche rendermene conto, ci siamo alzati, e mi sono ritrovata distesa sul letto, con Lorenzo e Stefano, che in un attimo mi hanno denudata. Mi sentivo osservata, nuda, ed esposta al loro sguardo, al loro desiderio. Anche loro si sono spogliati velocemente, si sono sdraiati di fianco a me, hanno incominciato ad accarezzare, baciare ogni centimetro del mio corpo, facendomi provare sensazioni dolcissime, e nello stesso tempo, salire la mia eccitazione a un punto tale, che mi sentivo bagnare fra le gambe in maniera incredibile, mentre i miei seni baciati, torturati, dalle abili mani di questi due uomini erano gonfi, con i capezzoli duri e tesi, mentre le loro dita, indugiavano in ogni angolo del mio corpo, concentrandosi fra le pieghe del mio sesso, da cui sgorgava il piacere che stavo provando. Lorenzo si è abbassato, ha preso a leccarmi fra le gambe. La sua lingua, come un serpente, si è insinuato in ogni piega della mia carne, entrando dentro di me, succhiando il mio clitoride, facendomi provare una forte eccitazione, che ha teso il mio corpo, in attesa di esplodere in un orgasmo, che è arrivato improvviso e forte, che mi ha fatto tremare come se fossi percorsa, da una scarica elettrica. Un lungo gemito uscito dalla mia bocca, dentro la quale si era infilato, fin quasi alla metà il sesso di Stefano, che me lo aveva infilato, mentre Lorenzo mi leccava. Forse un po’ più corto del suo, era sicuramente più largo in circonferenza, e questo rendeva difficoltoso, infilarlo tutto in bocca e in gola. Dopo aver goduto, e assaporato il mio piacere, Lorenzo si è sollevato su di me, e senza nessuna esitazione, ha appoggiato sul suo palo duro, fra le pieghe della mia micetta, che si è aperta, per riceverlo tutto dentro di sé. Lo ha spinto dentro di me con un colpo solo, con forza, fino in fondo, mentre il mio corpo si è inarcato, per aprirsi, per riceverlo meglio, mentre Stefano adesso, mi teneva la testa ferma fra le mani, e con un ritmo lento, ma continuo, mi pompa in bocca, quel cilindro di carne dura e pulsante. Lorenzo ha preso stantuffarmi, con un ritmo abbastanza veloce e continuo, che ben presto mi ha portato provare un ennesimo orgasmo, mentre succhiavo con forza Stefano, che apprezzava molto mia bravura orale.
«Che splendida pompinara! Lo succhia veramente bene.»
Mentre continuavo a tremare dal piacere che mi procurava Lorenzo, Stefano improvvisamente, gli ha chiesto di cambiare posizione, lui si è sfilato da me, si è disteso supino, mi ha fatto sedere su di lui, e anziché infilarmi il suo cazzo davanti, lo ha piantato direttamente dentro il mio culo. Ho cercato di protestare, per la rapida intrusione, e per il fatto che ho immediatamente intuito il loro scopo, era chiaro che adesso mi avrebbero preso in doppia. Stefano infatti, dopo aver aiutato Lorenzo a piantarsi bene dentro di me, sollevando le mie gambe, si è posizionato fra di esse, e dopo aver appoggiato la sua splendida cappella, fra le pieghe della mia figa, ha iniziato ad affondarlo dentro di me. L’ho guardato con occhi carichi di stupore, e nello stesso tempo, sentivo dentro di me, il forte desiderio di averlo, di sentirlo tutto dentro, fino in fondo. Lentamente è scivolato dentro il mio corpo, dilatando le pareti della mia vagina, strusciando contro il sesso di Lorenzo, che anche se era infilato dietro, avevo come la sensazione di averlo davanti, insieme a quello di Stefano. Ha portato le mie gambe dietro di lui, poi ha iniziato a pomparmi, facendomi sentire tutta la sua potente dotazione, che mi apriva e mi faceva impazzire di piacere, aiutato in questo da Lorenzo, che inarcate le gambe, mi pompa dal basso in un insieme di piacere, che ha cominciato a sconvolgere la mia mente, facendomi provare orgasmi in continuazione. Non so per quanto tempo mi hanno sbattuto, e goduto, scambiandosi, per due volte il posto. Quando Stefano mi è entrato dietro, mi sono sentita dilatare ancora di più, nonostante avevo Lorenzo davanti, ho goduto nel sentirmi piena e totalmente posseduta. Ho perso la cognizione del tempo, e degli orgasmi provati, fin quando dopo l’ennesimo piacere, che mi ha portato quasi a svenire, li ho sentiti irrigidirsi dentro di me, con un perfetto sincronismo, hanno inondato il mio corpo con la loro sborra bollente, che ha preso a tracimare dai miei buchi slabbrati e ben aperti. Dopo essersi scaricati dentro di me, li hanno presentati davanti alla bocca, per farsi leccare, pulire fino all’ultima goccia. Siamo rimasti distesi senza fiato per qualche momento, poi Stefano si è complimentato con me, per il piacere provato.
«Sei stata magnifica, una troia stupenda, una femmina calda, e una puttana meravigliosa. Spero che questo sia l’inizio di una bella esperienza a tre, che tu voglia ripetere alla prima occasione.»
Mi sono rivestita sono tornato a casa mia, che era quasi mezzanotte, e dopo una bella doccia, mi sono sdraiata nel mio letto, cercando di pensare a quello che avevo vissuto, alle sensazioni che avevo provato. Sentivo ancora il mio corpo, scosso dai brividi del piacere provato, sentivo ancora a mia figa, tumefatta e gonfia, il mio culetto aperto e arrossato, ma nonostante tutto, sentivo dentro di me due cose contrastanti, il piacere provato che era stato immenso, e il rimorso per aver tradito e messo le corna mio marito, che fondamentalmente non se le meritava, questo senso di colpa mi faceva stare male. Mi sono addormentata. Al mattino sono stata svegliato dalla presenza di mio marito. L’ho guardato stupita, avrebbe dovuto ritornare il giorno successivo, quindi gli ho chiesto come mai la sua improvvisa presenza. Lui mi ha guardato dritto negli occhi, si è spogliato nudo ed è entrato nel letto, senza dire una parola si è messo tra le mie cosce, mi ha penetrato con il suo sesso duro e teso, in modo imprevisto, che quasi mi ha fatto provare, più dolore che piacere. Sentivo ancora la mia fica indolenzita e gonfia, da tutto quello che aveva provato la sera precedente, e nonostante le mie proteste, lui ha continuato a sbattermi in continuazione, per poi improvvisamente esplodere, e godere dentro di me con un grido rauco, quasi di rabbia. Ho guardato cercando di capire, lui disteso accanto a me, mi ha fissato negli occhi, la sua voce calma e dura, è risuonata nel silenzio della stanza. Mi ha chiesto, se avevo qualche cosa da raccontare, io ho finto di non capire, ma lui ha ripetuto la stessa domanda.
«Sei sicura, che non hai nulla da raccontarmi?»
L’ho guardato cercando di reggere il suo sguardo, ma ben presto mi sono resa conto, che evidentemente lui doveva aver intuito qualche cosa, quindi ho cercato in ogni modo di sviare il discorso, ma lui, ha ripetuto ancora la stessa domanda.
«Sei sicura, che non hai nulla da dirmi? Non hai niente da raccontarmi, di dove sei stata ieri sera? Mi vuoi spiegare, come mai sia tornata, che era quasi mezzanotte?»
Ora i suoi occhi erano fissi su di me, sua voce ferma, e abbastanza dura, ho intuito, che doveva aver capito, oppure scoperto qualcosa, quindi cercato di minimizzare i danni. Gli ho raccontato di aver passato la serata insieme ad un amico, cenando a casa sua. Lui ha scosso il capo, ha preso la mia testa fra le mani, fissandomi dritto negli occhi, ha ripetuto per l’ennesima volta, la stessa domanda.
«Voglio sapere con precisione, perché mia moglie ha passato la serata con due uomini, ed è tornata a casa che era quasi mezzanotte, con l’aria sbattuta, il trucco sfatto, e l’espressione di chi ha fatto sesso in maniera intensa sconvolgente.»
Mi sono sentita cedere la terra sotto i piedi, era chiaro che sapeva tutto. Ho guardato senza riuscire a reggere il suo sguardo, poi abbassato il capo, e a grandi linee, gli ho raccontato di aver fatto sesso con entrambi. Lui mi ha ascoltato, poi sollevando ancora il mio capo, ha chiesto ancora, di raccontare in maniera dettagliata, quello che era successo la sera precedente, con i miei due amici. L’ho guardato, mi sono resa conto che il suo sesso, era di nuovo teso e duro, che si era eccitato nel sentire il mio racconto, allora prima di tornare a ripetere il mio racconto nei minimi dettagli, mi sono giocato tutto in una domanda.
«Sei sicuro di volere sapere tutti i dettagli? Vuoi veramente sapere, come due maschi, hanno sbattuto e goduto tua moglie? Mi sembra, che ti stai eccitando di nuovo, nel sentire, che tua moglie, ha fatto la puttana, con due maschi, facendosi sfondare ogni buco e riempire di sperma, poi pulire quei membri ancora turgidi, che l’avevano fatta godere tantissimo? È questo che vuoi? Perché se è questo che vuoi, ti accontento subito!»
Lui mi ha guardata, con occhi carichi di desiderio, il suo viso era calmo e sereno, la sua voce quasi rotta dall’emozione, quando mi ha detto, che era quello che voleva e che soprattutto, lo desiderava da tempo. Gli ho raccontato tutto nei minimi dettagli, senza tralasciare nulla, lui senza aggiungere altro, mia disteso supina è salito su di me, e mi ha posseduto di nuovo, questa volta con più forza e vigore, e più a lungo. Poi dopo che avevo provato un bell’orgasmo, mi ha rigirato, e senza tanti complimenti, lo ha piantato dritto nel culo, spingendolo dentro con forza, ignorando completamente, la mia supplica di fare piano, perché ancora arrossato, e indolenzito, da tutto quello che aveva ricevuto la sera precedente. Lui mi ha pompato il culo con forza, fin quando non è venuto dentro, come un orgasmo ancora più appagante, di quello che aveva provato prima. La sua voce, le sue parole, mi hanno eccitato ancora di più, facendomi godere di quello, che mi stava facendo.
«Non ti lamentare zoccola, rotta in culo, lo sento che ti hanno aperto e sfondato in ogni buco.»
Dopo aver goduto dentro di me, ci siamo sdraiati, lui mi ha abbracciata e baciata, spiegandomi che da qualche tempo, aveva il sospetto, che io avessi un’amante, e quindi aveva finto questo viaggio, per poter controllare, se i suoi sospetti erano veri. Mi aveva seguita e aspettato, per vedere quando sarei uscita dalla casa di Lorenzo. Aveva visto, anche arrivare Stefano, per questo, dopo che era passato del tempo, si è reso conto, che io stavo tornando, era rientrato in casa nostra, si è nascosto, mi ha visto mentre mi lavavo, e controllavo la mia fica il mio culo, cospargendoli di crema, per ridurre l’arrossamento che avevano subito. Il suo unico rammarico era stato quello di non avermi potuto vedere fra le braccia dei miei due amanti, mentre venivo scopata e sbattuta, sfondata in ogni buco. Da quel momento sono passati oltre due anni, durante i quali, gli ha fatto conoscere Lorenzo e Stefano, ed insieme a loro, mi hanno scopato spesso davanti a lui, che a volte quando ero all’apice del piacere, mi infilava il suo cazzo in bocca, sborrando e facendomi ingoiare fino all’ultima goccia.
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4 years ago
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Finalmente!
Come ogni fine settimana andai sul mio sito preferito per incontri hot, preferito non tanto perché mi avesse permesso di incontrare compagni di letto, quanto perché mi permetteva almeno di giocare con la fantasia. Fino a quel giorno infatti avevo ricevuto molti messaggi, ma pochi avevano realmente attirato la mia attenzione, e alla fine nessuno aveva portato ad un incontro. I motivi erano tanti: io non potevo ospitare, lui non poteva ospitare, le sue foto non mi attiravano, qualcuno andava troppo di fretta per i miei gusti, qualcuno sembrava interessato solo a collezionare culi, qualcuno non sembrava degno della benché minima fiducia.
Però era comunque piacevole ricevere apprezzamenti, curiosare qua e là, e pubblicare le mie fantasie sotto forma di raccontini che a qualcuno erano piaciuti davvero molto. Purtroppo la maggior parte delle volte si trattava di passivi che si immedesimavano nel mio personaggio, ma ogni tanto un apprezzamento molto gradito arrivava anche da qualche attivo. Far venire un maschio solo con i miei racconti era una piccola soddisfazione.
Un pomeriggio di inizio estate ricevetti gli ennesimi complimenti per i miei racconti. Andai subito sul suo profilo per guardare le foto e la descrizione, e rimasi piacevolmente colpito: 40 anni, fisico atletico, splendida dotazione e bisex. Lo ringraziai per i complimenti e lui manifestò di apprezzare non solo i miei racconti, che trovava eccitanti, ma anche il mio culo, aggiungendo che gli sarebbe piaciuto aiutarmi a realizzare qualcuna delle mie fantasie.
“Magari” pensai io, “guarda che splendido cazzo”. Chattammo piacevolmente per un po’, raccontandoci a vicenda i nostri gusti in fatto di sesso, che in effetti sembravano combaciare quasi perfettamente: un maschio dominante, a cui piace sbattere con forza la puttanella di turno, per di più amante del pissing. Cosa potevo desiderare di meglio? E proprio leggendo i miei racconti lui si era immedesimato nei vari stalloni delle mie fantasie, eccitandosi all’idea di farmi da insegnante e farmi diventare la sua troia.
Purtroppo, essendo sposato, neanche lui poteva ospitare. La mia solita sfortuna. Rimanemmo però in contatto, nella speranza (soprattutto mia) che si riuscisse a trovare un’occasione. Che per fortuna arrivò qualche settimana dopo: sua moglie partiva per un periodo di vacanza, mentre lui doveva rimanere in città per motivi di lavoro. Mi contattò e mi propose di vederci per un caffè, e vedere se anche dal vivo le nostre voglie erano, per così dire, reali e compatibili.
Ovviamente accettai, e il giorno dell’incontro mi preparai accuratamente: non sapevo come sarebbe andata a finire, ma fui meticoloso nell’arrivare pulito e soprattutto aperto dal mio amico di plastica che usavo per fantasticare. Ci ritrovammo seduti ad un tavolino di un caffè a chiacchierare come vecchi amici, anche se il mio imbarazzo e la mia voglia dovevano essere abbastanza evidenti. Lui fece di tutto per mettermi a mio agio, ma ogni volta che mi guardava io mi sentivo in soggezione e quasi sotto esame, con il timore di apparire talmente goffo e imbranato da fargli passare ogni fantasia.
Lui pagò le nostre consumazioni ed io ebbi quasi l’impressione che stesse per mollarmi lì, deluso dall’incontro. “Allora andiamo?” disse con un sorriso, “Ho proprio voglia di sfondarti il culo…”, aggiunse sussurrando. Rimasi quasi sorpreso, ma sorrisi e senza dire nulla mi alzai, ed iniziai a camminare al suo fianco, con le gambe che quasi tremavano per l’emozione. “Vedrai, ci divertiremo” disse lui. “Beh, spero di essere all’altezza” risposi. “Ma sì, tranquillo… sono sicuro che lo sarai… ti insegnerò ad essere una brava troietta” disse strizzandomi l’occhio.
Entrammo a casa sua dopo pochi minuti di silenziosa passeggiata, durante la quale il mio desiderio non fece altro che crescere. Si sedette sul divano del salotto, che era stato coperto con un copridivano evidentemente in previsione del nostro incontro, mentre notai un gel lubrificante che faceva bella mostra di sé sul tavolino davanti al divano. “Carino qui” dissi cercando di stemperare l’emozione. “Sono contento che ti piaccia… perché è qui che imparerai a prenderlo nel culo” disse sorridendo. “Spogliati” aggiunse con un tono deciso. In pochi secondi mi sfilai di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo davanti a lui. “Molto bene” disse lui alzandosi. “Ora iniziamo la lezione” aggiunse mettendomi le mani sulle spalle e spingendomi ad inginocchiarmi davanti a lui.
Mi ritrovai quindi in un attimo nudo ed in ginocchio davanti a lui, che iniziò a sfilarsi la maglietta. Con le mani che tremavano per l’emozione afferrai i suoi pantaloni e li sbottonai, per poi abbassarli insieme agli slip. Il suo grosso uccello balzò fuori già in erezione, iniziando a dondolare invitante davanti al mio viso, segno inequivocabile che la sua voglia di sfondarmi era reale. Era davvero grosso e turgido, e dentro di me pensai che le foto sul sito non rendevano l’idea, e non gli rendevano giustizia. Restai imbambolato a guardarlo, senza riuscire a dire nulla, mentre il suo odore iniziava a stimolare i miei sensi da aspirante puttana. Pietro spinse il bacino in avanti e iniziò a fare ondeggiare il suo cazzo sbattendomelo sul viso per risvegliarmi da quella specie di trance. Dal basso lo guardai e gli sorrisi, afferrai il suo cazzo, e iniziai timidamente a passare la lingua sulla grossa cappella. Man mano che slinguavo quello splendido esemplare la mia convinzione aumentava, e sentire quel cazzo durissimo nella mia mano mi spronava a fare del mio meglio. La lingua sempre più veloce passava intorno alla cappella, mulinava sulla punta svettante del cazzo di Pietro per poi ricominciare ad accarezzare ogni centimetro del turgido glande. Aprii la bocca e diedi una succhiata a quel grosso pezzo di carne, gustando l’inebriante sapore di maschio che era sempre più eccitato per il lavoro di lingua e di bocca.
Pietro lasciò che io assaporassi il suo cazzo per un po’, lasciandomi giocare con le labbra e la lingua, finché non decise di riprendere in mano il gioco. Mi mise le mani sulla testa tenendola ben ferma, ed iniziò a muovere lentamente avanti e indietro il cazzo nella mia bocca. I movimenti erano lenti, ma evidentemente stava valutando quanto a fondo potesse spingere il suo grosso cazzo nella mia bocca, non certo allenata a ricevere un uccello, tantomeno delle sue dimensioni. E infatti non era facile accogliere quel duro ospite nella mia bocca, che riusciva ad ingoiarne non più di metà. Pietro spingeva con sapienza la cappella riuscendo a farla arrivare ad ogni affondo all’inizio della gola, ma senza forzare. Invece che spingere più a fondo preferì aumentare il ritmo con cui mi scopava la bocca, facendomi scorrere fra le labbra e sulla lingua il suo serpente di carne sempre più velocemente, provocandomi un’abbondante salivazione. Mentre lui tenendomi saldamente la testa mi scopava la bocca con affondi decisi, la saliva iniziò a colarmi dalla bocca finendo sul mento. Mi abbandonai a quel cazzo che scorreva rapido nella mia bocca, iniziando finalmente a sentirmi puttana nelle sue mani, e lo afferrai per le natiche muscolose, accompagnando i suoi movimenti. Il sapore del suo cazzo nella gola, il suo ansimare, la saliva che colava, la bocca aperta a contenere faticosamente le dimensioni esuberanti di quel meraviglioso pezzo di carne non fecero altro che aumentare la mia voglia, non fecero altro che farmi desiderare con ancora più convinzione di essere inculato da un maschio così.
D’improvviso Pietro sfilò dalla bocca l’uccello, che, grondando saliva, si muoveva lentamente davanti al mio viso. “Brava puttanella” disse lui “stai andando bene… ti piace il cazzo?”. “Lo adoro…” dissi con la voce che tradiva un’eccitazione spasmodica, subito prima che lui me lo rimettesse in bocca senza troppi complimenti, ricominciando ad affondare con decisione. La mia voglia evidentemente faceva aumentare la sua voglia, e provò ad affondare di più il cazzo nella mia gola, tanto che più volte ero sul punto di tossire. Fu bravo a non superare il limite, facendomi gustare il suo uccello per eccitanti minuti, finché non lo spinse fino all’inizio della gola tenendomi la testa ferma. Dovetti trattenere il respiro per lunghi secondi per non essere soffocato dal quel cazzo ormai padrone della mia bocca, finché non gli strinsi le natiche con le mani in segno di resa e lui sfilò ancora il cazzo dalla mia bocca. “Mmmmmmm… non male… ma vedrai che con la pratica imparerai ad ingoiarlo tutto” disse mentre io ansimavo per riprendere fiato e annuivo con la testa come una brava scolaretta che ha appena preso una sufficienza risicata e stava ricevendo un rimprovero. “Mi spiace, non sono una gola profonda” dissi un po’ deluso, col timore che il mio primo test da troia stesse andando male.
“Imparerai… Si vede che il cazzo ti piace” disse con voce quasi professionale, e mi fece alzare. “Ma ora ho proprio voglia di romperti il culo” aggiunse facendomi mettere a pecora sul divano. Afferrò il flacone di gel lubrificante, ed un attimo dopo sentii del liquido fresco colarmi fra le natiche fin sul buchetto. Lo spalmò con cura sul mio ano, e poi sentii un suo dito farsi strada sapientemente, seguito dopo poco da un secondo. Mi unse abbondantemente il buco del culo, affondando più volte le dita e muovendole dentro di me. Poi le sfilò, e lo sentii montare sul divano dietro di me: sentii la sua cappella appoggiarsi al mio buco e strofinarsi più volte fra le mie natiche. “Lo vuoi troia?” mi chiese, pur sapendo la risposta. “Inculami ti prego” risposi quasi mugolando “Voglio il tuo cazzo…”. “Brava puttanella” disse iniziando lentamente a spingere. Sentii il cazzo farsi strada centimetro dopo centimetro, e il culo allargarsi come non mai… Nonostante fosse abbondantemente lubrificato, il suo cazzo entrava con fatica, ma lentamente ed inesorabilmente. Quasi mi mancava il fiato, e strinsi forte il copridivano sentendo quell’enorme palo di carne dilatarmi il culo, mentre lui strinse forte i miei fianchi affondandolo dentro di me. “Brava, stai andando bene” disse lui “Vuoi che mi fermi?”. Feci cenno di no con la testa e lui continuò a spingermelo nel culo con tale lentezza che sembrò non finire mai, facendomi ansimare ed inarcare la schiena.
Ad un certo punto, altrettanto lentamente, iniziò a sfilarlo fino a che non fu tutto fuori. Dentro di me temetti che fosse rimasto deluso e mi dicesse di rivestirmi, per cui girai la testa per guardare dietro di me e vidi che guardava il mio buco spalancato davanti a sé. Fece ancora colare gel lubrificante nel mio culo, puntò di nuovo il suo splendido cazzo sul mio buco e ricominciò a spingere. Il cazzo entrò con maggior facilità, e lui affondò dentro di me con più decisione, penetrandomi fino in fondo nel culo che si andava sempre più rilassando. “Niente male davvero” disse Pietro subito prima di iniziare ancora a sfilarmi il cazzo dal culo. Questa volta però non lo sfilò completamente, ma iniziò un lento avanti e indietro che ad ogni spinta faceva aprire e rilassare il mio culo. “Ero sicuro che saresti riuscito a prenderlo” disse lui con la voce da cui traspariva la crescente eccitazione. “Ti piace il mio cazzo vero puttana?”. “E’… fantastico…” ansimai io mentre il mio culo iniziava a darmi sempre maggiori brividi di piacere. “Cazzo com’è grosso… duro… tutto nel mio culo…”. Pietro mi strinse più forte per i fianchi e aumentò leggermente il ritmo del suo andirivieni nel mio culo che, sempre più rilassato e cedevole, sembrava accoglierlo con sempre maggior facilità.
Mi inculò lentamente per un po’, per poi spingermi a fondo il cazzo tenendolo dentro il mio culo e ruotando il bacino. “Hai un culo da troia” disse Pietro prima di assestarmi una sonora sculacciata che mi fece stringere il culo e sentire il suo splendido membro in tutta la sua durezza e virilità. “E tu un cazzo da toro” dissi quasi mugolando. “E tu sai cosa fa un toro ad una troietta, vero?” disse lui. Vedendo che non rispondevo, mi diede un’altra sculacciata e mi ripeté in tono deciso “Lo sai?!”. “La scopa?” dissi timidamente. “Le sfonda il culo…” disse lui ricominciando a pomparmi nel culo il suo durissimo cazzo. Il ritmo cresceva, lentamente, ma cresceva inesorabilmente. Il suo cazzo ad ogni affondo si faceva più potente e prepotente, strappandomi mugolii e gemiti di piacere. “Ti piace vero troia?” ghignò quasi lui mentre il ritmo diventava sempre più sostenuto “Ti piace il mio cazzo…”. “Oh sì… mi piace da impazzire… così… bravo… inculami…” mugolai in preda al piacere intenso che quella monta mi dava. Pietro non aspettava altro, e alle mie parole aumentò ancora il ritmo e la forza delle spinte. “Ora iniziamo a fare sul serio sai?” disse a denti stretti mentre le sue mani si serravano ancora più strette si miei fianchi e le spinte iniziavano a diventare ancora più veloci e potenti. Il mio corpo era scosso dal suo bacino che con forza sbatteva su di me e dalle sue mani che ad ogni affondo mi tiravano con forza a lui: ero ormai in sua completa balìa, abbandonato a quella inculata selvaggia, con il mio culo letteralmente usato da quel porco che con maestria me lo sfondava.
“Te lo sfondo questo culo sai?” ansimava Pietro mentre imperterrito mi sbatteva con forza. “Oh sì… sfondamelo…. spaccamelo… spaccameloooo!” mi misi quasi ad urlare in preda ad un godimento mai provato. Con un colpo profondo Pietro mi piantò nel culo il suo totem di carne e mi diede un’altra sculacciata che risuonò nella stanza. “Sei proprio una troia…” quasi mi sussurrò all’orecchio “La mia troia… Ed ho proprio voglia di accontentarti sai?” aggiunse. “Vuoi proprio che ti spacchi il culo, puttana?”. “Oh sì… ti prego” sussurrai. “Non ho sentito, troia!” disse lui in tono autoritario sculacciandomi ancora una volta. “Ti prego… spaccami il culo… spaccamelo!” ripetei con maggior convinzione. Pietro ricominciò allora a fottermi con colpi vigorosi che spingevano il mio corpo contro il divano, facendo risuonare nella stanza il ritmico sbattere del suo bacino contro il mio culo. “Oh sì…. sì… ti prego… non smettere… spaccamelo… spaccamelooooo!” urlavo in preda al piacere che il suo cazzo mi dava, mentre lui non faceva altro che ripetere che ero una troia e che mi avrebbe accontentato, spaccandomi il culo a colpi di cazzo.
E fu di parola: mi inculò a lungo e con veemenza e vigore, rendendo il mio culo una fica capace di prendere un cazzo grosso e potente come il suo come fosse la cosa più naturale del mondo. Ad un tratto mi diede due o tre colpi ben assestati, sfilò rapidamente il suo uccello dal mio culo ormai apertissimo, mi prese per un braccio facendomi mettere in ginocchio e si mise a menarsi il cazzo furiosamente davanti al mio viso. “Adesso ti inondo puttana” rantolò Pietro. E ci vollero solo pochi secondi perché il primo schizzo, potente e abbondante, mi colpisse il viso. Spalancai la bocca mentre lui in preda ad un devastante orgasmo continuava a menarsi il cazzo e a schizzarmi in faccia, sulle labbra ed in bocca, roventi fiotti di sperma che sembravano non finire mai. Fu di parola: mi inondò il viso di sperma, e alla fine della sua impetuosa sborrata mi ritrovai con il suo seme che mi colava abbondante sul naso, le guance, le labbra ed il mento. Un paio di schizzi erano finiti anche tra i capelli. Lo guardai dal basso sorridendogli: lui ricambiò il sorriso ed iniziò a passarmi sul viso il suo cazzo ancora pulsante per la sborrata. “Sei proprio una brava troietta…” disse “Brava ed ubbidiente” aggiunse spingendomi fra le labbra il suo cazzo bollente. Mi scopò la bocca lentamente, facendomi assaporare ancora il suo cazzo e lo sperma che aveva raccolto dal mio viso.
“E adesso… lo sai vero?” mi disse prendendomi per un braccio ed aiutandomi ad alzarmi. “Ti ricordi qual è il tuo racconto che mi è piaciuto di più…” aggiunse. “Certo” dissi io leccandomi le labbra ancora umide del suo seme “E’ “La scommessa”…” aggiunsi ben sapendo dove Pietro mi stava conducendo. Una volta arrivati in bagno mi sistemai in ginocchio nella doccia, pronto a ricevere l’ultimo premio. “Non ho fatto altro che bere tutto il pomeriggio… e ora tocca a te bere… Perché la mia puttana deve bere…”. “La monta mi ha messo molta sete…” risposi voglioso. “Questa è la risposta giusta” disse Pietro iniziando a pisciare a meno di un metro da me. Il getto era abbondante e potente e non accennava a diminuire, segno che in effetti aveva davvero bevuto moltissimo. Con grande abilità diresse il getto sul mio viso e poi verso la mia bocca spalancata, riempiendola in pochi secondi di liquido bollente che provai ad ingoiare. Il getto era così abbondante che io riuscivo ad ingoiarne solo una parte, mentre molto altro liquido mi colava sul mento e sul petto bagnandomi abbondantemente. Pietro interruppe il getto e mi guardò, fradicio del suo piscio. “Brava troia. Ne vuoi ancora?”. “Oh sì” risposi con un sorriso. “Devi pregarmi puttana” disse lui con tono perentorio. “Ti prego Pietro, riempimi di piscio… ho sete… ti prego…” lo implorai. Lui non se lo fece ripetere, avanzò verso di me e mi infilò in bocca il cazzo ancora barzotto, ricominciando a pisciare. “Bevi troia” disse tenendomi ferma la testa mentre imperterrito continuava a pisciarmi in bocca un getto prorompente di liquido bollente. Cercai di ingoiarne più che potei, ma ancora una volta la quantità fu tale che dagli angoli della bocca abbondante piscio mi colò sul corpo. Lui mi lasciò la testa e finì di svuotarsi la vescica su di me, che ormai ero fradicio del suo piscio. Mi sgrullò il cazzo sul viso, regalandomi anche le ultime gocce profumate a suggellare quella nostra prima scopata.
“Cazzo, è stato davvero fantastico…” dissi riprendendo fiato. “Anche tu non sei male… hai delle potenzialità…” disse lui quasi con sufficienza. “Allora mi scoperai ancora? Magari posso migliorare” chiesi mentre accennavo ad alzarmi. “Ehi, fermo…. Chi ti ha detto che puoi alzarti?” mi disse lui deciso. “Non ho ancora finito con te…” aggiunse infilandomi in bocca il cazzo che si induriva rapidamente fra le mie labbra. “Non ho ancora finito di sfondarti, puttanella” disse rendendomi una troia felice. Sarebbero state ore molto impegnative… ma molto eccitanti.
Nota: Purtroppo, anche questo racconto è frutto della mia fantasia (incluso il nome dello stallone) ... Ma se qualcuno pvolesse renderla reale... ;)
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4 years ago
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La moglie scambista
Mi chiamo Mario, ho quarantuno anni e sono sposato con Anna che ne ha uno di meno. Sono un tecnico informatico e lavoro per una ditta che istalla e si occupa anche della manutenzione di sistemi informatici. Inoltre ho come hobby la riparazione di pc e tutto ciò che è collegato al mondo informatico. Per fare questo mi sono ricavato uno spazio nel garage, un piccolo mondo dove mia moglie non ha mai messo piede. Il mio lavoro mi porta a essere spesso fuori casa. Mia moglie è una bella donna, mora, alta uno e settanta cosce snelle e ben tornite, terza di seno, ventre piatto nonostante una gravidanza, ma quello che la rende spettacolare è il suo stupendo culo a mandolino. Uno spettacolo della natura che rende satelliti tutti i maschi che lo vedono. Circa tre anni fa nella zona dove abitiamo ci sono stati una serie di furti compiuti da ignoti ladri che approfittando del fatto che le abitazioni erano per quasi tutto il giorno vuote entravano e si prendevano tutto quello che c’era da rubare. Per ovviare a tutto ciò ho deciso di istallare, a insaputa di mia moglie che al solo pensiero già si era spaventata una serie di micro camere collegate attraverso il wi-fi ad un computer che ho nascosto in garage. In un potente e capace Hard disk immagazzino le immagini che lentamente giorno dopo giorno vengono riprese, cancellando sempre lo stesso giorno ma di tre anni prima, in questo modo conservo le immagini dell’anno precedente così via. Un giorno un mio amico di nome Claudio, marito di Marina, collega di mia moglie mi chiede se posso dare una ripulita al suo portatile dopo che il figlio ci ha scorrazzato per vari siti porno, e come lo ha definito lui è “impestato di sicuro dei peggiori virus." Ovviamente mi chiede di salvare alcuni documenti e foto contenute in alcune cartelle. Per precauzione salvo in un piccolo Hard disk tutti i suoi file e poi lo formatto. Quando rimetto dentro i suoi dati per essere sicuro di non inserire qualche virus nascosto apro e controllo tutto il materiale, mi imbatto in una cartella che ne apre un’altra e poi ancora una e poi un’altra. In breve ne apro dieci, alla fine scopro una cosa che mi lascia a bocca aperta. Sono quattro foto di mia moglie nuda sul mio letto a cosce aperte, con le mani che invitano il fotografo a raggiungerla sul letto, poi una del suo meraviglioso culetto ben in mostra. Dopo un lungo momento di puro stupore mi metto ad osservare attentamente le foto. Sono bellissime! Mi riprendo dallo stupore. Mi assale una rabbia che mi fa diventare pazzo. Che cazzo ci fanno le foto di Anna nel suo pc? E quando le ha scattate? Analizzo attentamente le immagini. Vedo data e ora sul dettaglio della foto e allora vado nel mio pc che registra in casa mia e digito la data in questione. Arrivano precise le immagini del giorno. Mi ricordo che ero fuori per due giorni per un lavoro, vedo Anna che esce con Luca nostro figlio, e poi dopo circa un’ora torna, si spoglia e si fa una rapida doccia. Esce dal bagno e apre il nostro armadio a otto ante e prende delle cose da una scatola che non le ho mai viste. Calze velate, autoreggenti e un paio di scarpe dal tacco altissimo. Si ammira allo specchio e poi indossa il chimono azzurro che le ho regalato lo scorso anno e corre verso la porta di casa, evidente che qualcuno aveva suonato. Vedo arrivare l’ospite, è Claudio. Appenda dentro chiude la porta e la bacia con passione appoggiando entrambe le mani sul suo culo e lo palpa con gusto. Lei si stacca e si abbassa davanti a lui, gli apre i pantaloni ed estrae un grosso e lungo membro già perfettamente duro. Avevo sentito parlare di lui come un super dotato, ma non credevo che fosse così grosso e lungo. Io ho un membro nella norma quasi diciotto cm, e di media grandezza, ma lui ne ha molto più grande e lungo. Lei lo lecca e succhia infilandone almeno la meta dentro la gola e si impegna ad affondarlo quasi tutto. Resto stupito della facilità con cui lei ci riesce. Io e Anna siamo un coppia decisamente normale, facciamo sesso ogni volta che ne abbiamo la voglia, e possibilità. Lei era vergine quando l’ho conosciuta e l’ho sverginata io sia davanti che dietro. Oggi lei gode anche nel prenderlo in culo con estremo piacere, ma vederla così abile nel succhiare e ingoiare con facilità quel palo mi lascia stupito. Osservo la scena che dura alcuni minuti durante la quale lui le appoggia appena la mano sulla nuca giusto per dare il ritmo alla pompata. Poi lei si solleva, lascia cadere il kimono e nuda lo trascina tenendolo per il cazzo in camere nostra. Appena dentro si sdraia sul letto e lui dalla soglia gli scatta le foto che ho trovato nel suo pc. Poi abbandona il cellulare sul letto e si infila fra le sue cosce aperte e la lecca impegnandola in un 69 veramente bello durante il quale Anna raggiunge un orgasmo. La micro camera che non ha l’audio riprende il viso estasiato dal piacere di mia moglie. Le immagini sono talmente nitide che sembra di essere lì con loro. Lei sale su di lui e si impala su quel membro lungo e dritto che la sfonda in tutti i modi per almeno una mezzora o più. Infine dopo averla fatta venire varie volte la rigira e dopo averle dato una bella leccata al buchetto gli e lo pianta tutto dentro il suo culo che lo accoglie con estrema disinvoltura indice di ripetuti ingressi da parte del suddetto palo. Si, devo constatare che mia moglie ha il culo sfondato! A volte, mi era sembrato strano, quando tornavo dopo giorni passati lontano che facendo l’amore con lei era, come dire, un po’ più aperta, ma non vi avevo mai fatto caso più di tanto. Ora so il morivo, si fa sfondare da un super cazzo! Analizzo il tutto e decido di fare un bel casino. Cazzo non ci sto a fare la parte del cornuto! Per prima cosa clono il cellulare di mia moglie. Si, è da ignobili, e scorretto, anche illegale, ma non me ne fraga nulla, voglio sapere. Di conseguenza ad ogni telefonata o messaggio io saprò con chi a parlato o scambiato messaggi. Poi un improvvisa e reale richiesta di intervento fuori città mi dà l’opportunità di allontanarmi da casa. Lei come sempre è comprensiva e mi prepara la valigia, ma in realtà starò fuori al massimo una notte. Le faccio credere che saranno almeno tre. La metà del primo giorno è tutto regolare, poi inizia con lui, una serie di messaggi che annunciano una sera, la successiva molto intrigante. Claudio la passerà a prendere intorno alle venti, e la prega di essere puntuale e sexy. Io dal canto mio mi metto al lavoro rapidamente, risolvo il problema e torno a casa mia nel tardo pomeriggio, del giorno successivo. Mi apposto nelle vicinanze di casa e la vedo uscire e salire in auto con lui. Li seguo con discrezione. Immagino che se ne andranno da qualche parte per cenare e stare da soli e poi andare a scopare insieme. Percorrono un po' di strada e poi escono dalla tangenziale, vanno verso la collina ed entrano in un gruppo di nuove casette molto carine e distanti fra loro, si fermano davanti a una villetta molto bella. È circondata da una bassa recinzione e ha molti fiori e piante che mi permettono di osservare il tutto senza essere visto. Al loro arrivo vengono accolti da una giovane coppia che li abbraccia e bacia con affetto e calore, mi stupisce la cosa, ma resto anche più basito quando vedo arrivare anche Marina, la moglie di Claudio che scende da una vettura insieme a tre maschi molto giovani e belli. Nel piazzale ci sono anche altre vetture, e subito dentro si sentono risate e la cosa mi incuriosisce molto. Giro intorno al perimetro, e scopro un posto dove se scavalco la recinzione mi ritrovo coperto da alcune piante e silenziosamente entro. Sono passati circa venti minuti dall’arrivo di tutti e ora si sente solo della musica melodiosa di sottofondo. Mi avvicino con circospezione e in silenzio osservo dentro da una posizione leggermente rialzata che mi mostra una verità che non mi aspettavo. Dentro ci sono quattro donne di cui una è mia moglie, e quattordici maschi! Si, li ho contati due volte. La scena è semplicemente una gang in piena regola, dove ogni donna ha più maschi a disposizione e se li gode alla grande. Una delle donne, una bionda dalle tette enormi ha un maschio sotto che la scopa, uno in bocca e due che giocano con i suoi seni, Marina è già a cavallo di uno che la scopa da sotto mentre un altro la incula di gusto, e lei ne spompina un terzo. Resto meravigliato da mia moglie che a pecora si fa inculare da uno mente un altro da sotto la lecca e lei ne sega e succhia uno per mano. Osservare questa scena mi fa venire il cazzo durissimo, senza accorgermene mi sego come un sedicenne davanti al primo porno. Improvvisamente la scena cambia, Anna viene prese da tre che le riempiono tutti i buchi e pure le mani, Marina gode urlando insultata da un maschio che le sborra in faccia. La moretta che stava succhiando due cazzi è infilata da entrambi direttamente in figa e urla di piacere. Io sono combattuto fra il piacere nel vedere mia moglie come gode e fa godere, e l’incazzatura che riprende il sopravvento. Senza quasi rendermene contro entro nel salone fra lo stupore di tutti, l’ultima ad accorgersene è Anna, che mi guarda senza dire nulla.
«…Sei…. Sei… una puttana!»
Non aggiungo altro, mi giro e me ne vado, come un fesso che ha fatto un casino, senza sapere il perchè.
Mi aspetto che lei mi rincorra, ma girandomi vedo che nessuno esce dalla casa, resto meravigliato e lentamente ritorno verso casa. Mi chiudo in garage e riguardo tutti i filmati che sono nel pc. Scopro che se avessi dato una occhiata anche a casa mia c’erano state delle orgette più o meno uguali, Mariana che si lecca Anna, maschi che le inculano, e coppie bellissime che si sono godute mia moglie e io come un cretino non me ne sono mai accorto di nulla, anzi ho anche fatto la figura del cornuto e ingenuo. Mi è tornato durissimo nel vedere la bravura di mia moglie nel prenderne due o tre insieme, mi domando perche non me lo ha mai chiesto. Ripenso a tutto il mio modo di fare. Mai una trasgressione, sempre preciso e lineare, anche nel sesso, appena un bell’orgasmo, una inculata ogni tanto e credevo che tutto fosse perfetto. Invece scopro che ho al fianco una vera bomba di donna che gode a fa godere anche più maschi. Sento la vettura parcheggiare davanti a casa, salgo dalle scale interne ed esco dalla cucina nel momento in cui lei intra in casa, sono pronto a farle una scenata, ma è lei che mi attacca.
«Razza di stronzo che non sei altro!! Ti sei divertito? Non potevi stare nascosto nel giardino, o meglio ti potevi spogliare, avremmo detto che eri una sorpresa e ti godevi la festa insieme a noi tre che eravamo gli unici a sapere chi eri? No, lo stronzo deve fare l’entrata trionfale e la sceneggiata napoletana! Bravo lo stronzo! Ma ce n’è voluto per fartelo capire che mi ero rotta di scopare solo in maniera insignificante con te e avevo voglia di cose nuove! Cazzo!! Abbiamo passato la scorsa estate a fartelo capire in tutti i modi, ma tu niente, alla fine abbiamo dovuto dimostrartelo con le foto, e non credi che ce ne fossimo accorti che ci seguivi? Non capisci che abbiamo scelto la casa apposta perche tu entravi e ti univi a noi, no? Non ti è venuto in mente?»
La guardo sconvolto. Non ho capito nulla di come ragiona mia moglie, mi è venuto duro e lei lo vede.
«Cazzo ma sei proprio uno stronzo!! Ti viene duro a vedermi sfondare da maschi cazzuti e poi mi scassi con le tue menate!»
Si gira e va in bagno. La seguo, mi osserva, la sfuriata è passata quasi per magia, mi abbraccia e bacia. Sento il sapore di maschio fra le sue labbra, addosso al suo corpo, mi eccito ancora di più e la voglio scopare.
«No dai sono stanca e poi ho addosso tutta la sborra dei maschi …e dai…no.»
Ma io non demordo. La faccio sedere sul lavandino, mi inginocchio e lecco la sua fica slabbrata e piena del suo piacere e di sborra. Sono eccitatissimo, glie lo pianto dentro. Mi metto a pomparla come un pazzo. Lei asseconda il mio movimento e poi improvvisamente gode.
«Si…dai…mi piace… adesso Vengo! No, mi fai godere…. Sei un bastardo!»
Sborra e si dimena, pure io sono al limite. Mi sfilo e la faccio inginocchiare davanti a me.
«Bevi vacca! Ingoia anche la mia sborra! Vengo!»
Le schizzo il mio piacere in gola e lei lo succhia tutto. Poi dopo ci trasferiamo a letto e li si ricomincia nonostante le sue proteste la scopo altre due volte. All’alba ci svegliamo abbracciati, mi bacia e mi stuzzica un poco.
«Buon giorno cornutello mio. Come ci si sente a sapere di avere una moglie troia e tu un bel mucchio di corna?»
La guardo, sorrido.
«Bene, considerando che adesso voglio mettermi in paro scopando tutte le tue amiche vacche come te! Poi alla fine e vedremo chi ha più corna!»
Lei sorride mi bacia e incomincia a succhiarmi il cazzo mentre dentro di se fa una bella riflessione.
"Intanto io ora, mi godo mio marito, poi a scambiarlo con le altre vedremo."
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4 years ago
baxi18, 55
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Il passato di mia moglie.
Mi chiamo Franco, ho quarantasei anni, sono sposato con Maria che ne ha due di meno, abbiamo una figlia sposata che vive in una città molto lontana da noi. Lavoro, anzi lavoravo, in un grosso capannone della zona industriale assieme a nove persone come capo operaio tornitore. Il lavoro mi piaceva, la ditta era stata creata da me, e dal titolare, ero stato il suo primo operaio quando aveva comprato l’immobile. Pietro era un datore di lavoro, come meglio non si può desiderare, sempre presente, preciso, mai alzato la voce, un tipo tranquillo, tutto casa e lavoro. In vita sua credo che si sia tolto la tuta blu solo per sposarsi, già, forse il solo errore fatto in vita sua. Pamela, sua moglie era la quinta l’essenza delle zoccole. Bella, molto vistosa, seno enorme, cosce lunghe e labbra da troia, che lei evidenziava con vistosi rossetti, che completavano sempre un abbigliamento da perenne puttana. Lo cornificava sempre con tutti, senza un minimo di riguardo, non che lui fosse bellissimo, piccolo, basso e calvo e pelato, non era certo il massimo, ma lei lo aveva sposato solo per i soldi, che sperperava senza ritegno. Circa tre mesi fa, la troia non ha trovato di meglio, che darsi al gioco d’azzardo. Frequentava un tipo losco, che oltre a fotterla, e farla sbattere dai suoi amici, decide di iniziarla al gioco in una bisca clandestina. I proprietari, visto l’alto potenziale della preda, prima la fanno vincere, poi le danno un colpo di grazia da settecento mila euro. Quando l’indomani, si presentano dal marito per riscuotere, a lui, quasi viene un infarto: o paghi o ci prendiamo tutto! Lui ci riflette un poco, poi il mattino successivo che era di venerdì, si reca in banca, ci paga due mesate anticipate, tutta la liquidazione, poi torna nel capannone, e con alcune taniche di benzina incendia tutto, ma resta, o forse vuole morire nell’incendio. Risultato, noi tutti a spasso, lui morto e la vacca dicono, che la fanno prostituire, su al Nord per pagare i debiti. Con la crisi che c’è in giro, mi ritrovo a spasso, mi resta difficile trovare un nuovo lavoro. Passa un mese, comincio a deprimermi. Maria si arrangia a fare le pulizie a una signora, che abita nello stesso palazzo dove abitiamo noi, ma sono pochi spiccioli, che non risolvono nulla. Maria è la classica donna italiana, alta, mora, seno quarta ancora bello sodo, forme generose, ma non grassa, poi un culo bello, tondo, grande dannatamente invitante. Quando ci siamo conosciuti, aveva appena compiuto diciotto anni. Per noi è stato subito amore, mi ha subito fatto incendiare i sensi. A letto, l’ho trovata aperta, abbastanza esperta, frutto di una precedente relazione, con un giovane coetaneo, che poi se ne andato. Il fatto che non fosse vergine, non mi ha dato nessun disturbo, anche il fatto che lo succhiava bene, mi dava sempre molto piacere, quindi non ho mai riflettuto, o dubitato, delle sue parole. Una sera, dopo averla scopata e sborrato in culo, come piace tanto anche lei, ci mettiamo a parlare prima di dormire.
«Perche non provi fuori città? Ti ricordi alla marina, vicino la porto, c’era quell’officina da fabbro, un lavoro che tu hai fatto da giovane, potresti chiedere lì?”»
Mi ricordo, del posto, è al porto vicino alla nostra città, appena trenta chilometri. Due mesi fa, era ancora inverno, noi passeggiavamo lungo il molo del piccolo paese, che il turismo, ha trasformato in meta balneare, quando per caso, appena dietro il porto, dove il vecchio borgo finisce, c’era una piccola, ma ben messa officina da fabbro, lavoro che conosco e amo, avendolo praticato fina da piccolo, nella fucina di un amico di mio padre. Mi piaceva plasmare il metallo, ma, mio padre, volle che ottenessi anche il diploma di tornitore, poi fui assunto, e smisi di farlo. Quel lavoro è come andare in bici, se lo impari una volta, anche dopo tanti anni, lo fai di nuovo. Mi ricordo anche del proprietario, un tipo basso, tarchiato, ma dalla muscolatura robusta, peloso, dalla pelle scura, che mentre ero intento a guardare i suoi manufatti, lui non smise mai di guardare Maria, come se avesse visto una dea. Il suo insistere, fece si, che lei mi costrinse ad andare via. L’indomani mi reco sul posto. Lui sta forgiando un pezzo di ferro battendolo sull’incudine con un grosso martello, mi presento, e scopro che si chiama Vito, mi guarda, ascolta quello che ho da dire, poi mi parla.
«Certo, avrei bisogno di un aiuto, ho tanto lavoro, ma mi serve uno bravo, prendi e fammi vedere come te la cavi.»
Mi porge il ferro incandescente e il martello. In un attimo mi metto a eseguire il lavoro come vuole lui, tempo cinque minuti ho fatto. Lui mi ha osservato in silenzio, poi soddisfatto mi guarda negli occhi.
«Va bene cominciare lunedì?»
Accetto, lui riprende il suo lavoro, mentre io torno a casa. La sera a letto, scopo Maria con insolita passione. Mentre la pompo da dietro, mi torna in mente il fatto di Vito, che gli guardava il culo. Mi eccita da morire, la sbatto con forza, sborro dentro di lei, che quando scende per andare in bagno, mi sorride compiaciuta.
«Amore che ti succede? Questa sera sembri più focoso del solito?»
Chiudo gli occhi e penso, al fatto, che in fondo sono soddisfatto, ho trovato un lavoro, ho scopato mia moglie, anche se, non sono un super dotato, lei ha goduto. Si, lo ammetto, ho un cazzo non proprio lungo, o grande, assolutamente nella norma, ma lei non si è mai lamentata, ed io, non ho mai cercato altre donne, all’infuori di lei. Il lunedì, mi presento di buon mattino al lavoro. Lui si mette a lavorare in coppia con me. All’ora di pranzo abbiamo portato avanti tanti lavori, e ne abbiamo finiti molti di più. Durante il lavoro abbiamo parlato molto, di lavoro, di esperienze di donne, sembriamo in confidenza da sempre. Ad un tratto, se ne esce con una domanda diretta mentre mi guarda negli occhi.
«Quando hai sposato tua moglie, era vergine?»
Sono preso alla sprovvista, non mi aspettavo una simile domanda. Rispondo in modo molto sintetico.
«No, ha avuto un ragazzo, di diciassette anni, un coetaneo, che le ha insegnato tutto.»
Lui mi guarda poco convinto.
«Una ragazzina, che sa fare tutto, l’ha imparato da un coetaneo? No, non ci credo, deve essere stato uno esperto, più grande.»
Lo guardo, cercando di capire dove vuole andare a parare, ma non ci riesco, e la cosa finisce li. Cambio discorso, gli faccio una domanda diversa.
«Scusa, sai dove posso trovare un piatto di pasta, tornare a casa, mi costa troppo, in benzina e tempo?”
Lui mi guarda, poi mi fa cenno di seguirlo sul retro della casa, dove una scala porta al piano superiore, dove lui ha l’abitazione. Appena dentro, ci troviamo in un ampio salone, a destra la cucina, dietro una porta, e dall’altro lato, c’è un bagno, una camera grande, e una piccola. La casa è un poco in disordine, sintomo che manca una donna. Mentre mettiamo a cuocere la pasta, si giustifica in qualche modo.
«Scusa il casino, ma la mia domestica non viene più, è troppo vecchia, ed è andata lontano, dalla figlia, quindi mi arrangio un poco. Tua moglie lavora?»
Mentre mangiamo, gli spiego che lai fa le pulizie da una signora anziana lì nel palazzo, lui fra un bicchiere di vino e l’altro mi fa una richiesta.
«Credi, che dietro un compenso, farebbe le pulizie, qui, anche a me? Al massimo due volte a settimana. Potrebbe venire giù con te, e tornare la sera, la pagherei bene.»
Lo guardo, penso che sarebbe interessante vedere, quanto lavora, o quanto tempo passerebbe, ad ammirare il culo di Maria. Questo pensiero, mi fa tirare immediatamente il cazzo. La sera lo dico a lei che accetta, senza commentare, poi ripenso alle parole di Vito, e decido di approfondire una cosa che mi sta molto a cuore.
«Vorrei sapere, che tipo era quello, che frequentavi prima di me?»
Lei mi osserva in silenzio, l’ho presa in contropiede, farfuglia, poi taglia corto, ma la sua risposta, e un tono un poco allarmato, tradiscono un certo nervosismo.
«Che vai a pensare, ti ho detto che era uno come tanti, è finita, stiamo insieme da anni, tu ora che vuoi sapere? Lascia stare, dormiamo dai che è tardi, domani ci dobbiamo alzare presto.
Mi rigiro nel letto, sempre più convinto, che non sia la tutta la verità, ho una bella erezione, che vado in bagno a sfogare, tirandomi una bella sega, pensando al suo ex, ma stranamente, mi viene in mente, il viso di Vito. Il mercoledì la porto via con me, quando arriviamo, faccio le presentazioni, ma ho subito l’impressione, che loro si conoscono. Dopo un momento d’imbarazzante silenzio, Vito la porta sopra, a vedere il lavoro. Per un momento resto immobile, poi vinto dalla curiosità, li seguo silenziosamente. Salgo le scale, dal portone semiaperto, li vedo nel salone di spalle. Lui parla di lato a lei, con la sinistra, indica le cose da fare, mentre con la destra gli accarezza il culo, lei resta immobile. Ho di nuovo una tremenda erezione! Poi lentamente, la mano scende oltre il bordo della gonna leggera che indossa, risale all’interno delle cosce. Lei in silenzio, lo lascia fare, si piega per agevolare la palpata, lui con l’altra mano apre i pantaloni, la fa inginocchiare davanti a lui, che girato mostra una mazza da paura. Saranno un bel venticinque centimetri, di notevole diametro, vedo lei che lo afferra con le mani, lo infila spedita in gola. So, che è brava a succhiarlo, ma la praticità con cui esegue la pompa, mi lascia basito. Lui si compiace di quanto lei sia brava.
«Brava, succhialo bene! succhia veloce che non abbiamo molto tempo. Come sei brava!»
Lei succhia con vigore, io eccitato al massimo, lo tiro fuori, e con tre smanettate, schizzo in mano una sborrata fiume, mentre anche Vito è al limite, le riempie la bocca e la gola.
«Brava la mia troietta, ingoia tutta la mia sborra!»
Scendo le scale, poco dopo lui mi raggiunge. Lavoriamo alacremente tutto il tempo, poi, all’ora di pranzo saliamo sopra, dove Maria, ha preparato un buon pranzo. Fa caldo, l’estate sta arrivando, lei per fare le pulizie si è cambiata, ora indossa una vestaglia a fiori non molto abbottonata, dove si vedono chiaramente, il reggiseno e mutande. Lui mangia, e la guarda compiaciuto, poi finito il pranzo, torniamo al lavoro, lui cerca una scusa per farmi allontanare.
«Prendi la bici, vai a controllare le misure di quelle grate, mi sembrano troppo piccole, non voglio fare due volte il lavoro.»
Scendo le scale, prendo la bici, faccio il giro dell’isolato, e torno indietro. Risalgo le scale, li vedo dentro la cucina, mi avvicino silenziosamente, dalla luce dello stipite, li spio. Lui è posto dietro di lei, in ginocchio, la lecca in mezzo alle cosce aperte, mentre lei appoggiata al lavello, scuote il capo in preda al piacere, che non ho mai visto provare a mia moglie, poi un lungo gemito, annuncia il primo orgasmo. Trema scossa dal piacere, che lui le sta facendo provare, urla che sta godendo. Lui si rialza, da dietro le infila dentro con un colpo secco, tutto il suo poderoso cazzo, lei inarca la schiena, grida di piacere. Gode, asseconda le spinte poderose con cui lui lo spinge dentro il suo ventre. Inarca la schiena per reggere l’impeto della monta.
Li guardo basito, tremendamente eccitato, mi tiro fuori il cazzo, mi sego lentamente, cercando di tenere il loro ritmo. Lui la sbatte, le parla eccitato.
«Piccola troietta, ti sfondo! Oggi, più di allora! Vacca puttana, godi. Senti come ti sfondo. Godi, che poi ti sfondo anche il culo. Prendilo tutto! Piccola puttanella allora, e troia adesso!»
Lei scuote il capo, a destra e sinistra, inarca la schiena, viene con un grido, che non le ho mai sentito fare. Urla e lo incita a scoparla sempre più forte. Resto basito da come sta godendo mia moglie, non le ho mai visto provare un simile piacere. La sbatte con furia, squassandole il corpo con affondi bestiali, poi lo estrae, grondante del suo piacere, lo solleva, e con un colpo secco lo pianta tutto d’infilata nel culo di Maria, che grida di dolore e piacere.
«aaahhhhiiiiiiiiii…piano! Mi spacchi! Però dai che mi piace, è bello!»
Lui la serra per i fianchi, la sbatte come un toro selvaggio, la pompa velocemente, con affondi durissimi, che la scuotono tutta, poi di colpo anche lui è al limite. Viene con un grido liberatorio dentro di lei. Le spinge un ultimo affondo, poi lo estrae, e lei velocemente s’inginocchia davanti a lui, per ricevere in gola, tutta quella infinita sborrata. Ritorno velocemente di sotto, mi do una pulita, quando lui arriva, io sto già lavorando, mi chiede con tono sarcastico il risultato del mio lavoro.
«Erano giuste le misure?»
«Una era stretta, ma ora credo che sia giusta, e ben aperta.»
Gli rispondo usando il doppio senso. Lui mi guarda, poi si mette a lavorare. La sera torniamo in silenzio, ho molte cose da chiederle, ma lei appena a letto, si addormenta. Il giorno dopo mentre mangiamo, lui mi chiede, se il sabato, mi piacerebbe andare a pescare. Ha un gozzo perfettamente restaurato, potrei portare anche Maria, che il mattino, darebbe una sistemata a casa, poi nel pomeriggio potremmo andare tutti e tre in barca. La sera ne parlo con lei a letto, che accetta, allora le chiedo di darmi una spiegazione, con calma, con un tono assolutamente sereno, le chiedo di lei e Vito. Rimane un momento in silenzio, fa un bel respiro, si gira verso di me, si distende appoggiando la guancia al mio petto.
«Quando avevo diciassette anni, passai un’estate al mare nella casa dei genitori di Mirella, la mia amica che vive all’estero. Da qualche tempo conosceva Vito, non era proprio la fidanzata, ma si faceva toccare, e ci godeva a succhiargli il cazzo. Si era solo fatta rompere il culo da lui, ma niente fica, aveva paura di restare incinta. Vito, all’epoca era l’operaio di Carmelo, il vero proprietario dell’officina da fabbro, che possiede tuttora. Carmelo, era già molto più grande di loro, aveva circa cinquanta anni, ma era un porco, cui piaceva da impazzire farsi succhiare il cazzo. Era un po’ meno dotato di Vito, ma era un vero fanatico della pompa. Mirella ed io, eravamo inseparabili, finire fra le loro grinfie, fu tutt’uno. Vito si divertiva con Mirella, mentre io imparavo, istruita da Carmelo, a succhiare, e durante il primo mese d’estate, in pratica non feci altro. Divenni bravissima, ricordo che la prima volta che mi venne in gola, lui temeva che io lo sputassi, mi tenne la testa ferma, ma io ferma, lo ingoiai, ne rimasi veramente entusiasta, anche perchè, far sborrare di bocca Carmelo, era durissima, il porco, aveva una resistenza unica. Il secondo mese, fu Vito a dedicarsi a me, mi ruppe il culo. Lo fece con calma, durante il primo mese, si era sempre divertito a infilare un dito dentro di me, mi lubrificava, e quando vedeva che ero rilassata, ne aggiungeva un secondo, poi un terzo. Col tempo mi ero abituata, quando mi spinse dentro il suo cazzo nodoso, quasi non mi accorsi, ma ricordo, che provai un bellissimo orgasmo, quando m’inondò il culo di sborra. Tutto il mese di Agosto, fu un seguirsi di bocchini, e inculate da parte loro, io mi ero specializzata nelle pompe, mi faceva impazzire sentirlo schizzare in gola, ma non disdegnavo il cazzo di Vito in culo, mentre Carmelo impazziva per la mia bocca. L’ultima settimana restammo sole, i genitori di Mirella, erano partiti prima, una sera, c’era una festa in paese, ci fecero bere un po’ troppo, poi ci portarono a casa loro, assieme a un amico di Carmelo, credo si chiamasse Vanni. Appena a casa, ci incominciarono a toccare dappertutto, io mi ritrovai con due cazzi da succhiare, quello di Vanni era da paura, lungo, ma soprattutto enorme in circonferenza. Vito mi scopava il culo da dietro, mentre Carmelo si alternava fra la bocca mia, e di Mirella, a un tratto stavo godendo quando Vito estrae il cazzo dal culo, e lo pianta di colpo dentro la mia fica fino in fondo. Cerco di ribellarmi, ma dopo un momento di paura ho cominciato a godere, e incitarlo a scoparmi più forte. Raggiunsi un orgasmo sconvolgente. Appena goduto, mi sono ritrovata il cazzo di Carmelo in gola. Vito mi pompava divinamente, godevo da matti, Mirella mi guardava stupita, poi venne dentro di me. Sentivo spingere dentro tutto il suo palo fin quando è esploso inondandomi l’utero con un grido di vittoria.
«Finalmente…ti ingravido troia!»
Scossa dal piacere sono rimasta stordita, lì con il culo in alto, il viso appoggiato sul materasso. Quasi senza rendermene conto, Vito ha a lasciato il posto ha Vanni, che mi è entrato dentro come un ariete. Ho sentito la mia vagina dilatarsi, per poi essere riempita da un cilindro enorme, che mi trafiggeva fino in fondo. Quando ha toccato il collo dell’utero, ho gridato e goduto nello stesso tempo. Sono rimasta sconvolta da un orgasmo rapido e imprevisto, che dopo il dolore ha lasciato il posto al piacere. Mi teneva stretta per i fianchi, mi pompava velocissimo, mentre Vito si stava facendo leccare e succhiare il cazzo da Mirella, che era scopata da Carmelo, io godevo sempre più. Fin quando, con un durissimo affondo, si è piantato dentro di me sborrando dentro la mia slabbrata fichetta, una quantità enorme di sborra. Scossa da brividi di piacere, sono crollata sul letto, mentre Vito aveva fatto girare Mirella, e ora erano in due, a scoparla lui dietro e l’altro davanti. Io dopo un momento di pace, mi sono ritrovata il cazzo di Vanni in bocca. Nonostante era venuto, era ancora duro, e di notevoli proporzioni, mentre lo leccavo, mi sembrava che si gonfiava di più. Carmelo intanto era venuto dentro Mirella, e ora voleva la mia bocca per farsi succhiare il cazzo, Vanni si rimette dietro di me improvvisamente lo sento entrare dentro il culo. Cerco di impedire questo ulteriore sfondamento, ma inutilmente, lui con un colpo secco è entrato tutto dentro, che in un attimo ho sentito un dolore e piacere quasi immediato. Per un attimo ho avuto paura che mi rompesse lo sfintere, ma non me ne fregava nulla, il piacere immediato mi ha fatto ignorare il dolore, ho cominciato a sborrare sempre più. All’alba ci hanno fatto tornare a casa, eravamo ubriache più di sborra, che di vino. Per due giorni non ci siamo mosse dal letto, eravamo terrorizzate, dalla paura di essere incinta, ma fortunatamente due giorni dopo, ci vennero le mestruazioni ad entrambe. Mirella raggiunse i suoi, e da allora, non abbiamo mai più parlato di quella notte, io sono tornata in città, e per la paura come avrai visto, non siamo mai tornati al mare in quel posto, poi ti ho conosciuto, ho voluto dimenticare quella folle estate. Due mesi fa, quando tu sei voluto andare al mare, ormai credevo che anche la vecchia officina da fabbro, non ci fosse più, e quando siamo capitati lì per caso, mi ha fatto ricordare ogni attimo vissuto. Vederlo mi ha fatto bagnare, pure a lui è venuto duro, tu non lo hai notato, ma gli sarei saltata addosso lì davanti a te, per questo ti ho pregato di andare via. Ma il fuoco mai spento, si era riacceso, più forte di prima, una settimana dopo, una mattina sono andata da lui. Mi ha portato in casa, dove non era cambiato quasi nulla, mi ha scopato per due ore di fila, facendomi godere tantissimo. Da qual giorno sono tornata una volta settimana da lui, è diventata la mia droga, la mia maledizione, ti amo, ma non posso fare a meno del suo cazzo, di come mi scopa. Quando tu sei rimasto senza lavoro lui, si è subito offerto di assumerti, ma solo per avermi sempre più vicino a lui. Ora sai tutta la storia, se mi lasci, io ne morirei, ma comprendo, che ti ho tradito da sempre, che ho abusato della tua fiducia, io ti amo, mentre lui mi fa impazzire come mi scopa.»
Finito di parlare il mio cazzo era durissimo, le monto sopra, la penetro con impeto, sborro quasi subito, ma continua a pomparla come un pazzo. Si, forse lo sono. Il sabato la porto con me, appena arrivati, lei sale sopra per le pulizie, lui la segue, torna dopo un’ora circa. Io sono rimasto di sotto, sapevo benissimo che la stava scopando, ma anche se mi sono segato, ho sborrato tantissimo, sono rimasto a lavorare. Quando è sceso, mi ha fatto un cenno di compiacimento, di soddisfazione. Dopo pranzo siamo usciti in barca, lei era seduta fra me e lui, il sole tramontava quando abbiamo raggiunto un gruppetto di scogli al largo e gettata l’ancora, Vito si denudato, si è tuffato per un bagno rinfrescante subito seguito da noi. Poche bracciate, poi io sono risalito, loro si sono abbracciati, e baciati in acqua, per poi risalire. Nudi, ci siamo seduti, lei si è inginocchiata davanti a noi, e ha cominciato a succhiare i nostri cazzi già duri.
«Che bocca meravigliosa! Il vecchio Carmelo ti ha insegnato bene.»
«Tu scopale il culo, sborraci dentro, che così gode di più, quando gli pianto dentro il cazzo.»
Lo guardo, poi la rigiro, appoggio la punta sulla rondella, faccio colare della saliva, poi lo spingo dentro deciso. La scopo di gusto, mentre la vedo leccare e spompinare lui, sborro poco dopo, e guardando lui in faccia, gli faccio posto. Lui si mette dietro, la sfonda con un colpo solo, lei gode, si scuote tutta, mente i suoi seni liberi, ondeggiano avanti/indietro a ogni affondo. Poi si siede, fa allargare le cosce a Maria, m’invita a leccarla davanti, mentre lui le sfonda il culo. Mi abbasso, vedo il suo pistone scorrere liberamente dentro di lei, che trema di piacere, affondo la lingua fra le labbra del suo sesso, sento il suo movimento, ho come l’impressione di leccare lei e lui. Lei gode, lo incita a scoparla più forte. Lui mi guarda, con gli occhi mi fa capire, che devo prenderla davanti. Il mio cazzo nonostante abbia sborrato è rimasto durissimo, la sollevo, glielo infilo dentro, non senza qualche difficoltà, dovuta a lui che riempie il culo. Ci muoviamo insieme, lei gode, anche lui è pronto a sborrare. La sbatte ancora un poco, poi le riversa in culo tutto il suo piacere godendo, e urlando. Sborra restando piantato in lei, sento che io non resisterò oltre. Vengo ancora, e godo assieme a loro. Sfiniti, restiamo per un momento immobili, lui si sfila, io abbraccio Maria mentre lui si tuffa di nuovo in mare.
«Grazie amore, sei una persona meravigliosa. Mi avete fatto impazzire ti amo.»
Mi bacia con impeto, poi ci tuffiamo anche noi. Seduti mentre mangiamo del pane e salame, ci guardiamo in faccia. Vito parla con sottile velo di tristezza.
«Maria da ragazza, mi piaceva da morire, ma eravamo troppo giovani e incoscienti, avrei dovuto sottrarla alle grinfie di Carmelo, e soci, ma non ci sono riuscito. Rabbiosamente le ho sborrato dentro, sperando che mettendola incinta, potevo avere delle aspettative con lei, ma ho fallito anche in questo. Quando siete venuti da me, ho avuto il forte desiderio di averla ancora. Ti invidio, lei ti ama, mentre io al massimo, la posso solo scopare, ma va bene così se lo vuole lei.»
Maria mi guarda, poi allunga le braccia, stringendo me invita anche lui. Da quella sera sono passati due anni, ho venduto la casa in città, ora abitiamo tutti e tre nella sua casa sopra l’officina, dove, sono socio al 50%, mentre per quanto riguarda Maria, credo che la società oggi sia 70% lui e il resto io. Spesso lei dorme con lui, ed io nella cameretta, a volte li guardo scopare, se mi va, partecipo, mi eccita più vedere Maria godere felice fra le sue braccia, mi va, bene così.
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Libera di essere troia
Appena la porta della sala operatoria si apre, scatto in piedi. Disteso sulla lettiga, c’è mio marito Paolo, è stato sottoposto a un intervento di fimosi. Siamo sposati da venticinque anni, con una figlia già grande in giro per il mondo. Circa sei mesi fa, lui ha cominciato ad avere sempre più difficoltà, durante l’erezione, a scappellare il membro. Col passare del tempo, il problema è sempre più aumentato. Dopo un mese ha preso contatto, con un suo caro amico d’infanzia, Carlo. Un bell’uomo della stessa età di mio marito, che di professione fa l’urologo. Paolo e lui, si conoscono dalle elementari, poi finiti gli studi, Paolo è diventato ingegnere, mentre Carlo è andato all’estero, per finire la specializzazione in urologia. Da circa tre anni è tornato nella nostra città, e quando è stato contattato da mio marito, si è subito offerto di risolvere il problema. La sera prima del ricovero, è venuto a cena da noi. Lui scapolo, ha passato la serata, a parlare dei loro divertimenti, con le ragazze, durante la gioventù. Ed io, molto spesso, mi sono spesso sentita osservata, il suo sguardo, è scivolato addosso al mio corpo in maniera sempre discreta. Con il problema che ha Paolo, sono circa due mesi, che non faccio sesso, quindi sentirmi il suo sguardo, che scrutava il mio corpo, mi ha fatto un certo effetto. In più c’è da aggiungere, che ero vestita abbastanza leggera, per il caldo. La mia camicetta, aveva due bottoni di troppo aperti, questo, ha permesso a lui, di insinuare più volte i suoi occhi, dentro la mia scollatura. Ho anche avuto l’impressione, che mio marito si sia accorto della cosa, e che sembrava compiaciuto delle attenzioni, che il suo amico mi rivolgeva. Sistemano mio marito dentro una camera, dove c’è solo lui. Mi avvicino e gli chiedo come va, com’è stato l’intervento, ma prima di Paolo le risposte le ho direttamente da colui, che ha eseguito personalmente l’operazione.
«Tranquilla, è andato tutto bene, ora dovrete avere un poco di pazienza, poi tornerà a farti divertire come prima.»
Lo guardo, poi mi giro verso mio marito, i nostri occhi s’incrociano, in uno sguardo ricco di significati per noi. Certo, non mi posso lamentare, ma dire, che lui mi faceva divertire, non è proprio la definizione corretta, al massimo sono arrivata qualche volta all’orgasmo, ma per il momento è un dettaglio secondario. Mi offro di passare la notte con lui, ma sia Paolo, che Carlo, insistono, che ci sono delle bravissime infermiere, che si prenderanno cura di lui. Carlo chiede se voglio andare a mangiare qualche cosa, ma io rifiuto.
«Sei stata tutto il giorno chiusa qua dentro, dai vai a cena con lui, io qui non ho bisogno di nulla, e tu invece sei stanca, e oggi non hai toccato cibo.»
L’insistenza di mio marito, finisce per convincermi. Usciamo insieme.
«Vuoi passare a casa per darti una rinfrescata?»
Mi chiede Carlo. Io annuisco, e poco dopo, siamo a casa mia. Lui si siede sul divano, io mi faccio una doccia veloce, esco e vado in camera con solo l’accappatoio. Cerco un vestito per la sera ma, resto indecisa, torno da lui, con in mano due capi diversi.
«Preferisci che indossi questo, o il completo?»
Gli chiedo ponendomi davanti con i due capi in mano, vestita solo dell’accappatoio corto, che tenendo le braccia alte, mostra una buona porzione di coscia scoperta. Lui ammira le mie gambe, poi indica il vestito, mi giro torno in camera, ma lascio volutamente la porta socchiusa. Sento i suoi passi avvicinarsi alla porta della camera, sicuramente mi osserva, io resto girata di spalle a lui, apro l’accappatoio, e nuda, incomincio a vestirmi. Mi eccita sapere che mi guarda. Io non sono proprio una moglie fedelissima, negli anni passati, ho tradito alcune volte mio marito. Alcuni anni fa, trovai delle tracce di rossetto, sul collo della, camicia di Paolo. Da allora, ogni tanto mi concedo un’avventura, rapida e anonima. Vado in un’altra città, mi faccio scopare da un perfetto sconosciuto, poi ritorno, e tutto torna nella normalità. In questi ultimi anni ho smesso di tradirlo, ma da un poco, mi sono resa conto, che dai discorsi, che mio marito mi fa, a lui certe idee trasgressive non dispiacciono, specie quando facciamo sesso. Anche le ultime volte, mentre mi penetrava, dopo aver indugiato a lungo nei preliminari, mi ha ripetutamente chiesto di immaginare, che in quel momento, ci fosse un altro nel letto con noi. In principio mi dava fastidio, ma ho notato che, lui si eccitava di più, e quindi l’ho assecondato. In considerazione, che lui non ha una grande dotazione, quando mi scopa, viene velocemente, con questo giochetto il suo cazzo tornava rapidamente duro, e lui continuava scoparmi portandomi anche all’orgasmo. Non essendo ancora estate, la sera è più fresco, quindi decido di indossare delle autoreggenti nere.
Carlo mi osserva, ora lo vedo, dal riflesso sullo specchio. Indosso le scarpe con il tacco alto, e per ultimo il vestito, senza reggiseno ne mutandine. Quando devo chiudere la lampo, posta dietro al vestito, senza voltarmi lo chiamo.
«Mi aiuti con la lampo?»
Si avvicina in silenzio. Afferra la stoffa e chiude la cerniera, appoggia le mani sulle spalle, mi guarda attraverso lo specchio.
«Sei molto bella.»
Spingo indietro il mio corpo, sento un notevole bozzo appoggiarsi, per alcuni secondi al mio fondo schiena, mi eccito subito, resto a guardarlo attraverso lo specchio. Lunghi interminabili secondi, i nostri occhi si guardano, non seve altro. Mi gira, le sue labbra incontrano le mie, si uniscono in un bacio furioso. La sua lingua entra prepotente in me, io la succhio, lui, mi strige a se. Tutto il desiderio represso di due mesi, emerge prepotentemente, sono un fuoco che brucia, sento la mia passerina inumidirsi, colare allo stesso tempo. Le sue mani, mi stanno spogliando rapidamente, mi ritrovo nuda, con solo le calze. In preda a un desiderio erotico, mi abbasso davanti a lui, la mia immagine e riflessa nello specchio, apro i suoi pantaloni, ed estraggo il suo membro. Duro, molto più grande di quello di mio marito, lo osservo, ne aspiro l’odore di maschio, che mi eccita da morire, apro la bocca, e comincio a leccare il glande delicatamente
Un lungo gemito esce dalle sue labbra, si spoglia, in un attimo ci distendiamo sul letto, rovesciati. Mentre continuo a leccare quel palo, che mi sembra, crescere sempre di più, lui insinua la sua lingua dentro le pieghe della mia vulva, si sofferma sul bottoncino, lo succhia, lo aspira e stringe fra i denti.
Gemo, piena di desiderio come sono, non gli ci vuole molto a farmi godere.
«…Vengo! …si… dai scopami…Prendimi ti voglio!»
Lui con calma mi rigira, e disteso sotto di me, mi fa impalare su di lui. Resto per un momento senza fiato.
«…oddio…si…è…bellissimo…VENGO!.... vengo! …Si… »
Stupita, da uno sconvolgente orgasmo, mi distendo su di lui, che mi lascia il tempo di rilassarmi. Poi mi afferra, e gira di lato, solleva la mia gamba sinistra, su di lui, e incomincia a limare il suo palo dentro, e fuori di me. Mi spinge dentro il suo cazzo, in maniera lenta e continua, lo sento sempre più in profondità. La mia vulva si apre, e chiude al suo passaggio, aspirandolo in maniera tale, che ho la sensazione di mungerlo. Il canale vaginale ed i muscoli pelvici, hanno preso a contrarsi e rilassarsi, stringendo e allentando la presa sul pene, mi sembrava che stia entrando sempre più dentro di me.
« …Si… dai… sbattimi… aaahhhh … Vengo …»
L’ennesimo orgasmo, è il segnale per lui, che è giunto il momento di godere, lo sento aumentare, poi esplode dentro di me, con un affondo potente.
«Adesso! …eccomi …tieni… sborro!»
Si immobilizza dentro di me, mi scarica una quantità industriale, di liquido bollente. Sconvolta dal piacere, mi stacco da lui, mi abbasso, prendo in bocca il suo membro, appena uscito da dentro la mia vulva, che ora cola dei suoi umori. Lo infilo in gola, lo succhio. Mi fa morire di piacere, sentire lui, che mi rigira di nuovo, affonda due dita, dentro la mia fica, ed estrae il seme, che vi ha schizzato, e incomincia lubrificarmi il forellino anale. Succhio con passione il suo cazzo, che rimane duro, e teso, lui intanto ha provveduto, a prepararmi dietro, quando mi rigira, non ho dubbi, su dove vuole infilare il suo durissimo palo. Sento la grossa cappella spingersi dentro il retto, resto immobile per agevolare l’inculata. Non ho usato di recente questo foro, solo prima di sposarmi, mi facevo sbattere il cazzo in culo per restare vergine, per il matrimonio, e mi piaceva moltissimo. Piero non è un grande estimatore, lui preferiva schizzarmi davanti. Godo, sento tutti il cazzo dentro, e godo, lui mi pompa con forza e impeto.
«…Tieni troia! … Senti come ti sfondo il culo! … Sei una vera troia! »
Mi pompa fortissimo, lo incito.
«…Si… dai… spaccami il culo… si vengo …dai… ooooohhh… si …VENGO! …ora!…»
Il primo orgasmo anale, che non provavo da tempo, mi scuote più e meglio, di tutti quelli avuti prima. Tremo scossa dal piacere, lo incito ancora.
«Più forte! Dammelo tutto! Dai che vengo… aaahhh …si eccomi sto…. godendo!»
Sono sconvolta da un fortissimo orgasmo. Contraggo i muscoli anali, e lui non resiste, lo sento infilarsi sempre più velocemente in me, poi viene copiosamente nel mio culetto.
«Si troia...ora! …eccomi… si…senti come ti sfondo questo culo stupendo! adesso… SBORRO!»
Sento un calore intenso, inondare il mio retto. Sfiniti, restiamo distesi, poi io mi separo da lui, mi giro e lo guardo in faccia.
«Grazie, sei stato fantastico, ne avevo un disperato bisogno.»
Lui mi sorride.
«Lo sapevo, era la preoccupazione maggiore di Paolo. Mi ha fatto promettere, che mi sarei occupato di te, durante tutta la convalescenza, quindi, ora facciamo una doccia insieme, poi andiamo a cena.»
Lo guardo stupita, cerco di capire e lui intuisce la mia perplessità.
«Da quando sono tornato, io e tuo marito siamo tornati, ai vecchi sistemi, che avevamo ben collaudato da ragazzi. Una femmina scopata in due. Lui abile linguista io più dotato, abbiamo fatto impazzire più di una donna. Quando si è verificato il suo problema, mi ha chiesto di aiutarlo in tutto anche con te.»
Ci facciamo la doccia insieme, poi andiamo a cena, ma al ritorno passiamo a casa sua, dove resto a dormire. L’alba ci sorprende ancora uno nelle braccia dell’altro, mi scopa con forza, godo meravigliosamente. Quando torno in clinica, con lui, vado da Paolo, lui ci osserva, vedo il gesto d’intesa, sorrido.
«Dunque avevi progettato tutto, e se io non fossi stata d’accordo?»
Loro si guardano, poi Paolo ride.
«No, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto. In passato, ti ho visto una volta fare la troia, con tipo della sua corporatura. Tu non mi hai visto, per il semplice motivo che, io stavo scopando nello stesso alberghetto, dove sei entrata tu. Se vuoi, in questo periodo che io non sono operativo, puoi fare quello che ti pare, ma se scopi con lui soltanto te ne sarei grata, considerando che io da quella volta ho smesso di avere altre troie.»
Rifletto un momento.
«Accetto, ma a una sola condizione, che appena il tuo funziona, mi prendete in due, muoio dalla voglia di sentire due dentro di me, altrimenti, poi che mi hai appena concesso il permesso di essere troia, mi vado a cercare due maschioni, che mi sbattono.»
Loro si guardano e sorridono.ma è Carlo che ribatte.
«Se per il momento ti accontento io, bene, altrimenti, provvederò, a trovare un valido aiuto fin quando lui non si sarà rimesso.»
Io abbraccio mio marito, lo bacio, e rivolta a loro aggiungo.
«Per ora mi vai bene tu, ma se hai un terzo tienilo in caldo, sai mi potrebbe venire il desiderio di provarne tre dopo averne assaggiati due!»
Ci mettiamo a ridere mentre dentro di me sento che ci sarà davvero un grande cambiamento.
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4 years ago
baxi18, 55
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Gli ho offerto mia moglie.
Mi chiamo Paolo, ho cinquanta sette anni, sono sposato da ventisei anni con Valeria, che ha dieci anni in meno di me. Fisicamente parlando non sono una bellezza di maschio, mi reputo normale, in sovrappeso, si ho la pancetta da impiegato, in effetti lo sono. Lavoro come impiegato postale. Ho una calvizie molto vistosa, che cerco di minimizzare portando i capelli cortissimi. Per il resto sono una persona assolutamente normale. Sessualmente parlando ho une dotazione assolutamente nella norma, forse un po’ meno, ma Valeria, riesco a farla godere, sempre aiutandomi, anche con lunghi preliminari, che la fanno eccitare moltissimo, poi quando lei ha goduto, anche io mi prendo il mio piacere. Valeria è una donna normalissima, un bel fisico, indubbiamente, ma non è una di quelle che quando la guardi, ti viene subito duro, è bella, per me moltissimo, ma lei si sminuisce dicendo che ce ne sono più belle meglio di lei. La cosa che però colpisce subito, quando la si conosce, è la sua spontaneità. Si, è una donna davvero solare, allegra, molto ironica. Spesso mi fa impazzire, con le sue battute spiritose, qualche volta mi provoca, con il suo fare divertente, specie se parliamo di sesso. In effetti fra di noi vi è un bel dialogo. Riusciamo a parlare di tutto, in particolare, del sesso. Spesso ci troviamo a condividere le stesse idee, i desideri, a volte anche le stesse fantasie. Lo scorso anno, per la prima volta, abbiamo messo in pratica una di queste fantasie. Era un weekend di fine Giugno, con Valeria ci eravamo recati fuori città, per fare un fine settimana diverso dal solito. Per l’occasione ci siamo trovati a fare un sentiero di montagna, che portava da un rifugio a mezza costa, fino alla vetta della montagna dove avremmo pernottato, in una baita del Servizio Alpino. In quell’occasione, non eravamo soli, ma in compagnia di una guida alpina, in quanto l’ultimo tratto del sentiero, diventava una vera propria scalata, di una bella parete non molto impegnativa. Luca, il nome della guida, ci è rimasto subito molto simpatico, con Valeria ha subito legato. Li osservavo, e mi stavo domandando, se questa situazione poteva portare a realizzare un nostro desiderio, a lungo fantasticato durante le nostre scopate, farlo in tre. Siamo partiti la mattina appena giorno. La prima parte del sentiero, si è rivelata subito molto agevole, questo ci ha permesso di conversare con lui. Poi ci siamo diretti lungo il sentiero, che si inerpicava ci offriva un bellissimo panorama. Solo la natura ci faceva da contorno a quella splendida giornata azzurra. A metà del percorso, ci siamo fermati per una sosta ristoratrice, vicino ad una cascata. Durante quella sosta, li ho lasciati un attimo da soli, andando dietro un masso per fare pipì, li ho guardati, che ridevano e scherzavano. Mi è sembrato che oramai, le cose sembravano volgere nei migliori dei modi, con un pizzico di fortuna Luca avrebbe trombato Valeria davanti a me. Abbiamo ripreso il cammino, ho notato che loro scherzavano molto, le battute erano spesso a doppio senso. Mi sono avvicinato a Valeria, gli ho chiesto a bassa voce, se era disposta a un gioco con lui. Lei mi ha sorriso, mi ha fatto l’occhietto in segno di compiacimento. Abbiamo camminato a lungo, alla fine siamo arrivati al base della parete che bisognava scalare. Prima di iniziare la scalata, lui ci ha fatto indossare una imbracatura, che ci avrebbe aiutato nella salita. Per indossarla, bisognava far passare delle cinghie, in mezzo alla gambe, vicino all’attaccatura della coscia. Ho fatto in modo che lui aiutasse Valeria. Ho visto con quanta perizia, ha passato le mano in mezzo alle sue gambe, vedevo lei, che in silenzio gemeva, mentre lui passava la mano sopra la sua fica. Ho avuto una forte erezione che lei ha notato, si è messa a ridere, compiaciuta. Poi Luca ha attrezzato il percorso precedendoci, e istallando i chiodi, dove noi mettevamo i moschettoni con la corda. Dopo appena un’oretta, eravamo in vetta, in tempo per goderci uno di più bei tramonti che avessimo mai visto. Appoggiati ad una roccia, mi sono stretto a Valeria che si era già liberata delle imbracatura. Ero appoggiato in piedi, dietro di lei, che spingeva il suo fondoschiena conto il mio cazzo, già duro, stretto nel solco delle natiche. Luca stava incominciando ad organizzare una cena frugale, e il pernottamento nel rifugio per la notte. Il piccolo capanno, era costituito da una unica stanza con un caminetto dove abbiamo subito acceso un fuoco, poi dei letti fatti di tavole dove noi abbiamo appoggiato dei sacchi a pelo che ci eravamo partati. Seduti davanti al fuoco, che era l’unica fonte di luce nella stanza, abbiamo incominciato a consumare il pasto costituito da del formaggio, del pane, salame con una bottiglia di vino e dell’acqua. Valeria stava seduta fra me e Luca. Valeria ha iniziato a sentire caldo quindi, si è alleggerita rimanendo solo con un maglioncino, e i pantaloncini di stoffa leggera. Lui dopo aver versato del vino, ha proposto un brindisi.
«Alla donna che ha scalato la parete senza nessun problema, che è fra quelle più belle che hanno dormito in questo rifugio.»
L’ho guardato, lui ha ricambiato il mio sguardo.
«Quanto ti piace mia moglie?»
Lui, le ha dato l’ennesima occhiata, poi ha risposto sempre guardando lei in faccia.
«Mi piace moltissimo. Ti reputo fortunato ad averla tutte le notti nel tuo letto.»
Ho guardato Valeria, che mi ha sorriso ammiccando, con il capo verso di lui.
«Troveresti sconveniente se questa sera, lei fosse più presente, nel tuo sacco a pelo che nel mio?»
Luca mi ha guardato incredulo.
«Ma sei sicuro, che a te andrebbe bene?»
«Forse sarebbe meglio, che tu, lo chiedessi a lei.»
Lui si è girato verso di lei, che già si stava spogliando seduta vicino a me. Senza dire una parola mi ha baciato. Appena tolti i pantaloni, subito abbiamo visto che aveva un intimo sexy, con delle mutandine nere in pizzo, davvero molto piccole che addirittura, sembravano non contenere la sua figa bollente. Per avviare il gioco, ho messo una mano fra le sue cosce, ho iniziato a strofinare un dito sullo slip, contro il suo clitoride, pressando poi, il dito verso il suo buco. Già aveva gli umori che colavano dallo slip, così ho guardato Luca, che si stava spogliando nudo.
«È pronta!»
A quel punto, ho sfilato le mutandine a Valeria, le ho annusate, erano già pregne dei suoi umori. Luca non si è fatto attendere, l’ha fatta mettere a cavalcioni su di lui, ha puntato il cazzo già duro fra le pieghe della fica di Valeria. Anche io, ho impugnato il cazzo, ed ho iniziato a masturbarmi lentamente. Avevo già cazzo il in tiro. Valeria si è girata verso di me, mi ha invitato ad avvicinarmi. Sono rimasto per un momento immobile. Volevo gustarmi questo momento, vedere certe cose. Dal mio punto di vista, ho ammirato il pisello di Luca, che era abbastanza grosso, decisamente molto più del mio. Valeria cavalcava abilmente Luca, che si lasciava scopare, senza nessun sforzo apparente, mentre gli aveva messo a nudo il seno, che sobbalzava davanti alla sua faccia. La cavalcata si faceva sempre di più serrata, Luca di tanto in tanto, dava qualche sberla ai seni, facendola gemere di piacere. Poi di colpo Luca, decise di cambiare posizione, di piazzare a pecorina Valeria. Inginocchiata su di un letto di legno, iniziò a sbattergli il cazzo, con maggiore vigore nel buco della vagina. Lei saltava ad ogni sbattimento, ansimava sempre di più. Io a quel punto, non potevo far altro che incitare Luca, a spingere ancora di più, a darci dentro. Luca iniziò a dare dei colpi più forti, cercando di far giungere, il suo grosso cazzo infondo alla figa di Valeria. Era una vera scena di goduria, che andò avanti ancora per qualche minuto. Valeria godeva senza ritegno. Lo incitava sfondarle il ventre, sempre più forte, lui non si risparmiava. Iniziò ad estrarre, ed introdurre, più volte il suo pene dalla figa di Valeria. Ad ogni affondo, lo spingeva sempre più in fretta, sempre più in fondo, con colpi fortissimi, che la scuotevano tutta. Era splendido vederla godere. Poi iniziò di nuovo una cavalcata assurda. Sembrava quasi che volessero esplodere le sue palle, per la foga che ci stava mettendo. Dopo altre due sbattute estrasse il suo cazzo, e sborrò sul culo di lei, che venne insieme a lui. Mi avvicinai e gli misi il mio cazzo in bocca, lei scossa dal piacere, prese a succhiarlo con vigore, mentre Luca, lo aveva di nuovo infilato dentro di lei, ricominciando a fotterla. La scena mi ha così eccitato, che quando ho sentito un brivido lungo la schiena mi sono lasciato andare, le ho sborrato in bocca. Lui ha continuato a scoparla ancora, poi le ha dato il cazzo in bocca, fin quando lei non ha ricevuto anche la sua crema. Ho guardato mia moglie fiero di quanto avevamo fatto, soddisfatto di averla messa nelle sue mani. Da allora lo faccio spesso, quando ne abbiamo voglia, lei trova un bel maschio, e io gli offro mia moglie.
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4 years ago
baxi18, 55
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La donna che ho sempre voluto. secondo capitolo
Due giorni dopo l’ho accompagnata dal miglior ginecologo della città. Quando siamo entrati ci siamo trovati davanti un uomo sulla cinquantina, alto occhi scuri capelli brizzolati, che quando ha visto mia moglie è rimasto affascinato dalla sua bellezza, anche perché Graziella, indossava un abito leggero, che metteva risalto le sue forme. Dopo le domande di rito, ha fatto accomodare mia moglie sopra l’apposito lettino, facendole divaricare le gambe, si è seduto davanti alla sua fica posta in bella mostra, facendo dei prelievi e dei tamponi vaginali. Vedere un uomo, che osservava la fica di mia moglie, mi ha procurato un’eccitazione enorme, che difficilmente si riusciva a celare, al punto tale, che anche il medico se n’è accorto, ma con finta indifferenza, ha pregato mia moglie di ripassare due giorni dopo, per avere le risposte dei suoi esami. A sera quando siamo andati a casa, ho scopato Graziella, con intensa passione, per la forte eccitazione, che mi aveva procurato lo sguardo carico di desiderio del dottore. Due giorni dopo ho lasciato, che Graziella andasse da sola, nello studio medico, e la sera nell’intimità del nostro letto, mi sono fatto raccontare come si era svolta la visita.
«Appena entrata, mi ha pregato di spogliarmi completamente nuda, dopo avermi fatto distendere e sollevare le gambe, ha iniziato a palparmi il seno, ma non in maniera professionale, in maniera intensa ed erotica, stuzzicando e pizzicandomi i capezzoli, fino a renderli duri ed eccitati. Girando lo sguardo verso sinistra, ho visto la stoffa dei pantaloni, che si stava gonfiando, denotando la presenza di un considerevole pacco. Non soddisfatto di questo, si è seduto fra le mie cosce, e prima un dito, poi con due, a preso a masturbarmi intensamente, mentre con il pollice dall’altra mano, continuava a torturarmi il clitoride, fin quando ho raggiunto l’orgasmo. A quel punto, lui si è alzato, si è messo di nuovo di lato a me, continuando con la mano destra a masturbarmi, mentre guardava la mia bocca, e il suo grosso pacco, posto a poca distanza dal mio viso. Non ho saputo resistere, ho allungato la mano, e attraverso la stoffa, ho sentito la notevole consistenza, di ciò che doveva esserci sotto. In un attimo ha aperto una cerniera, e un grosso membro di splendide proporzioni, si è presentato a pochi centimetri dalle mie labbra, che ho aperto per accogliere quel meraviglioso membro, che mi veniva offerto.»
“Brava succhialo bene, poi te lo pianto tutto dentro di scopo a dovere, così questa sera, avrei qualcosa da raccontare a quel cornuto di tuo marito, che si è eccitato, quando l’altro ieri, mi ha visto, che guardavo con desiderio, la tua splendida fica.»
«Dopo averlo succhiato un po’, lui si è spostato in mezzo alle mie cosce, e lentamente mi ha penetrato fino in fondo. Sentivo il suo cazzo entrami dentro, dilatarmi le pareti, arrivare fino in fondo, procurandomi un intenso piacere. A preso a pomparmi lentamente, facendo ruotare il bacino, procurandomi tre orgasmi in rapida successione, fin quando all’improvviso, mi ha schizzato dentro tutto il suo piacere.»
«Eccomi troia… Sì così… Dai godi…Vieni che ti sborro dentro!»
«Dopo essersi svuotato dentro di me, mi ha offerto di fazzolettini per ripulirmi, mi ha fatto rivestire, dandomi appuntamento al mese prossimo.»
Ho abbracciato Graziella, l’ho baciata con intensa passione, poi le sono salito sopra, e l’ho scopata con impeto e passione, facendola godere, riversando in lei tutto il mio piacere. Per i nove mesi della gravidanza, regolarmente il ginecologo, è stato l’unico cazzo che Graziella s’è presa, oltre il mio. Una splendida mattina, ha dato alla luce una bimba bellissima, sembrava la copia della madre, alla quale abbiamo dato il nome di Silvia. Dopo tre mesi, è tornata a far visita al ginecologo, per controllare, se dopo il parto, tutto fosse tornato regolare, poiché in questo tempo non avevamo avuto nessun rapporto sessuale completo se non sporadici bocchini. Ovviamente lui non la scopata, per non correre il rischio di metterla di nuovo incinta, ma ha voluto provare il piacere, di infilarlo tutto dentro il suo splendido culo. La sera a letto Graziella, mi ha raccontato del piacere, che aveva provato a sentire di nuovo un membro dentro di lei, e io mi sono eccitato dal suo racconto, senza esitare, sono salito su di lei, ho cominciato a scoparla di nuovo. All’inizio ho dovuto fare particolare attenzione, in quanto come le aveva detto il ginecologo, la prima volta, sarebbe stata come se l’avessi dovuta sverginare di nuovo. In effetti, all’inizio era molto stretta, per un attimo ho avuto proprio la sensazione di sverginarla. Abbiamo iniziato a godere entrambi, del piacere della scopata, che stavamo facendo, al punto tale, che lei ha iniziato a godere, e a pregarmi sempre di più, a farla impazzire.
«Dai amore, sbattimi sempre più forte, fammelo sentire tutto, dai più forte…Ora… Dai…Vengo…Si è bellissimo!»
Disteso su di lei, la scopavo con piacere, lei ha sollevato le gambe stringendole dietro la mia schiena. Ho cominciato pomparla come un dannato, facendole assaporare il più possibile il piacere, che stavo dando fin quando improvvisamente sono venuto. Era talmente bello, che nessuno dei due, ha avuto il coraggio di interrompere l’orgasmo, nel momento in cui venivano, e quindi sono rimasto ben piantato dentro di lei, inondando la vagina con caldi getti di seme caldo è bollente, che immancabilmente l’hanno fecondata di nuovo. Dopo un attimo di smarrimento, lei mi ha sorriso, mi ha ringraziato. Così nei mesi successivi, ha ripreso a far visita al ginecologo, il quale era molto compiaciuto, del fatto che lei era incinta, ma soprattutto, del piacere di poterla chiavare ancora. Questo secondo parto, però avuto una lieve complicazione, costringendo il ginecologo ad effettuare un taglio cesareo, per far nascere uno splendido maschio al quale lei, ha voluto mettere il nome di Nino. Non dovendolo l’allattare al seno, per via dell’operazione, dopo poche settimane sono tornate le mestruazioni, e lei ha iniziato di nuovo a prendere la pillola. Durante gli otto mesi successivi, si è presa la libertà, di provare altri quattro maschi, anche se, non ne ha ricavato una grande soddisfazione. L’estate successiva, abbiamo deciso di prendere una settimana di ferie, e di andare in una nota località balneare, della nostra bellissima regione. Il secondo giorno mentre stavo giocando con i figli, ho visto Graziella, che parlava con un signore, che stava seduto sotto l’ombrellone accanto a noi. Passata la mattinata, siamo tornati in albergo per il pranzo. Appena messi i bimbi a riposare, per via del caldo del pomeriggio, lei mi ha guardato con occhi languidi, e un sorriso carico di desiderio.
«Il signore di fianco a noi, si chiama Roberto, e mi ha invitato a fare un giro con la sua barca, se non ti dispiace ci vediamo tra un po’.»
L’ho osservata dalla terrazza attraversare la strada, prendere sottobraccio il tizio, che la stava aspettando. L’ho vista tornare alle sette del pomeriggio, con il viso rilassato, stanca, ma felice. Dopo una rapida doccia, siamo scesi per la cena, e dopo una passeggiata, poiché i figli erano stanchi, siamo ritornati in albergo, e ci siamo ritrovati abbracciati nel nostro letto, dove lei sdraiata su un fianco, con la mano destra, che segava lentamente il mio cazzo, mi ha raccontato come aveva passato il pomeriggio.
«Siamo andati al molo, dove lui ha una splendida barca. Dopo aver lasciato il porto, ci siamo diretti al largo, fino a un punto dove lui, ha gettato l’ancora, poiché faceva molto caldo, mi ha invitato a fare il bagno, ovviamente nuda. Ci siamo tuffati, dopo una bella nuotata, siamo risaliti sulla barca, lui mi ha abbracciata tenendomi da dietro. Sentivo premere sul solco delle natiche, uno splendido palo di carne dura e pulsante. Siamo sdraiati, e abbiamo iniziato a fare un 69. Mentre cercavo di infilarmi in gola, buona parte di quel meraviglioso cazzo, lui mi faceva impazzire, leccandomi superbamente fra le pieghe della mia fica, succhiando con forza il mio bottoncino, fin quando ho raggiunto l’orgasmo. Poi lui si è girato, e tenendomi sul lato destro, ha sollevato la mia gamba, ed è entrato tutto dentro di me, iniziando un lento, ma costante movimento di pompaggio, che ben presto mi ha fatto raggiungere l’ennesimo orgasmo.»
«Si dai… Si dai più forte… Sei fantastico…Mi fai morire… Dai che vengo…Ora…Vengo!»
«Ho iniziato a godere sempre più forte, mentre lui ha continuato a pomparmi sempre con lo stesso ritmo, sembrava instancabile, fin quando dopo che ero venuta di nuovo, è venuto anche lui, scaricando dentro di me, caldi getti di seme bollente.»
«aaaahhh…uuuhhmmm…Eccomi… Ora...sborro…»
«Siamo rimasti distesi e abbracciati, quando lui mi ha offerto di fare un altro bagno. Mentre eravamo nell’acqua, ha continuato a stuzzicarmi, e a giocare con mio corpo, mantenendo sempre viva la mia eccitazione. Quando siamo risaliti, lui era già quasi in tiro, e con poche leccate, l’ho fatto tornare perfettamente duro. Lui mi ha fatto inginocchiare, poi ho sentito la sua lingua, indugiare a lungo sul mio fiorellino anale, e lentamente la sua bruciante cappella, mi ha penetrato, aprendomi il culo, e con calma è entrato tutto dentro di me. Mi ha afferrato per i fianchi, ha preso a stantuffarmi, con un ritmo costante, mentre io godevo senza ritegno.»
«ooohhhh…Si…È bellissimo…. Dai più forte… Sfondami il culo!»
«Ho perso il conto, di quante volte ho urlato vengo, fin quando lui, me lo ha piantato tutto dentro, ed ha iniziato a svuotarsi dentro di me, con un vero e proprio clistere di sborra.»
«Eccomi troia! Ti farcisco il culo…Te lo riempio…sborro!»
«Dopo esserci rinfrescati, siamo ritornati. Mentre tornavamo, mi ha detto, che domani ha degli impegni, ma sé voglio, dopodomani uscirà di nuovo in barca assieme a quattro amici, e non ti nego che mi piacerebbe andare con loro.»
Ero talmente eccitato dal racconto, che stavo quasi per venire, quando ho detto, che mi sarebbe piaciuto scoparla.
«No, ti voglio in bocca, tutti mi inondano la fica e il culo, ma nessuno me lo schizza in bocca, anche se è una cosa che mi fa impazzire, specie se sei tu a farlo, poiché il tuo è il più buono di tutti.»
Detto questo lo ha infilato in gola, e mi ha spremuto fino all’ultima goccia. L’indomani, ha passato tutta la giornata, a giocare con i figli, ed io la guardavo, ammirando quella madre premurosa, che con gioia e pazienza, si dedicava interamente alle sue creature. La sera dopo una breve passeggiata, siamo tornati in camera nostra, e lei ha voluto fare l’amore con me in maniera calda e appassionata. L’indomani mentre giocavo con i miei figli sul bagnasciuga, ho visto arrivare Roberto, che dopo averle fatto un breve saluto, l’ha invitata ad andare con lui. Lei mi ha guardato, mi ha tirato un bacio, poi se ne andata con lui. È tornata la sera, erano quasi le venti, aveva il viso stanco, l’aria distrutta. Le ho chiesto di venire a cena con noi, ma lei, mi ha sorriso, mi ha detto che avrebbe fatto una rapida doccia, che mi avrebbe atteso del nostro letto. Circa due ore dopo, quando sono tornato, lei stava dormendo profondamente, ed io nel buio della camera, ho ammirato il suo corpo nudo, che dormiva maniera calma rilassata. Immaginando quanto poteva aver goduto, ho iniziato a segarmi lentamente. Ero così preso dal piacere, che tenevo gli occhi chiusi, per immaginarmi le scene, di lei alle prese con altri uomini, che un lungo gemito uscito dalla mia bocca.
«Lascia faccio io.»
Mi ha detto lei che si era svegliata, e afferrato il mio cazzo duro, lo segava lentamente. Dopo avermi dato un bacio in bocca, è scivolata silenziosamente sul mio corpo, per poi stringere fra le labbra, il mio membro duro e pronto all’orgasmo. Un piacere intenso e sublime, ha invaso il mio corpo, e un attimo dopo, le ho riversato in gola, tutto il mio piacere. Dopo aver spremuto fino all’ultima goccia, lei si è distesa di nuovo vicino a me, e ha iniziato a raccontare, come aveva passato una giornata con i suoi amici.
«Quando siamo arrivati al molo, abbiamo già trovato la barca di Roberto pronta per salpare. A bordo vi erano quattro suoi amici, che dopo una breve presentazione, mi hanno accolto calorosamente fra di loro. C’era Gino, che dei quattro era il più anziano, poi Luca, il più giovane, Tino completamente calvo, mentre Lucio era il più magro di tutti. Ci siamo allontanati, e come la volta precedente, abbiamo ancorato la barca al largo. Dopo uno sguardo d’intesa, tutti e cinque si sono denudati, e mi hanno invitato a fare lo stesso, poi ci siamo tuffati in mare, per un bagno rinfrescante. Quando sono risalita, loro erano già sulla barca, e a quel punto, hanno iniziato a baciarmi, a toccarmi. Sentire cinque bocche, dieci mani, che ti baciano, toccano, e accarezzano dappertutto, mi ha mandato fuori di testa. Ad un tratto, mi sono trovata inginocchiata fra loro, che mi stavano intorno, formando circolo, mentre ognuno mi dava da succhiare il suo membro, già teso e duro. Gino, era quello più dotato circonferenza, mentre Lucio, sicuramente era quello, che lo aveva più lungo di tutti. Roberto è stato il primo a sdraiarsi supino, a farmi impalare su di lui. Appena l’ho sentito, entrare fino in fondo, mi hanno fatto distendere su di lui, e subito Lucio, dopo avermi lubrificato il fiorellino anale, con della saliva, ha appoggiato la sua dura cappella, e con una spinta decisa, mi l’ha infilato, più della metà nel culo. Sentirmi prendere da due maschi contemporaneamente, mentre un terzo, lo spingeva giù per la gola, e gli altri due, si facevano segare, uno per mano, mi ha mandato veramente in estasi. Non so quante volte sono venuta, ho goduto tantissimo. Ogni volta, che uno mi riempiva uno dei buchi, subito un altro prendeva il suo posto, in una girandola di orgasmi e sborrate, senza fine. Dopo un lungo lasso di tempo, durante il quale ho goduto senza ritegno, anche loro hanno deciso, che era ora di fare una pausa. Mi hanno fatto scendere sulla piccola piattaforma, che c’è sulla poppa della barca, e dopo avermi fatto distendere, loro, si sono allineati sopra di me, e tutti e cinque improvvisamente, mi hanno urinato addosso. Sentirmi la pioggia dorata, che bagnava ogni centimetro del mio corpo, mi ha fatto quasi avere un orgasmo. Poi ci siamo di nuovo tuffati in mare, dove abbiamo scherzato molto, e una volta risaliti a bordo, mi hanno fatto distendere sul tavolo, e improvvisamente, hanno deposto sul mio corpo il loro pranzo, un’insalata di riso freddo, che poi ognuno, ha preso a mangiare senza l’ausilio di nessuna posata, ma semplicemente mangiando con la propria bocca, quindi continuando ad eccitare il mio corpo. Terminato questo gioco, ero già pronta a godere di nuovo, e loro, hanno ripreso ad infilarmi, a tre per volta, facendomi godere tante altre volte. Improvvisamente, abbiamo sentito il rumore di una barca, che si stava avvicinando, era un peschereccio, il cui proprietario è un amico di Roberto.»
«Vediamo se hanno del pesce fresco.»
«Ha detto Roberto. La barca si è avvicinata, e il proprietario, dopo aver scambiato i saluti con Roberto, ha visto che cosa gli altri tre mi stavano facendo, quindi ha chiesto di partecipare. Immediatamente mi sono trovata circondata da altri tre maschi. Il proprietario del peschereccio, tipo grasso e sudicio, con un cazzo piegato, un tizio più anziano, che però ce l’aveva grosso e nodoso, ma il più spettacolare era il ragazzo di colore, che sembrava avere un serpente fra le gambe, da quanto lo aveva lungo. Senza tanti convenevoli, mi sono trovata impalata sul vecchio, mentre il grassone lo spingeva con forza in gola, quando improvvisamente, ho sentito che il ragazzo di colore, che me lo appoggiava al culo, e con una spinta decisa, lo ha infilava tutto dentro. Mi hanno scopato per più di un’ora, alternandosi nei miei buchi, per poi schizzarmi tutta la loro sborra addosso. Hanno salutato tutti, e dopo aver regalato una cassetta di pesce, a Roberto, se ne sono andati.»
«Guarda troia, questo pesce, questa sera, lo mangeremo con la soddisfazione, perche tu, ce l’hai pagato, facendoti sbattere, per quella puttanata sei.»
«Hanno ripreso a scoparmi sempre con più gusto, e insultandomi, fin quando, ormai stava calando la sera, e dopo che tutti, si erano di nuovo svuotati dentro di me, mi hanno sollevato di peso, e gettato in acqua, gridando, che quello era l’unico modo, per poter ripulire, una vacca sfondata e farcita di sborra. È stato incredibile, intenso, e molto sconvolgente. Essere posseduta, contemporaneamente da più maschi, mi ha fatto provare, sensazioni uniche e irripetibili.»
Finito il racconto, si è di nuovo messa a dormire, ed io mi sono alzato, sono andato in bagno per non disturbarla, mi sono tirato una sega monumentale, sborrando anche l’anima. L’indomani ce ne siamo andati, e nei tre mesi successivi, Graziella sembrava cambiata. Si è presa la libertà, di andare con due o tre maschi, ma a suo dire, non ne aveva ricavato molto piacere. Ho cercato di capire il motivo, e alla fine mi ha detto, che l’unico maschio singolo, con il quale riusciva a godere ero io, mentre con gli altri, non trovava quello stimolo il piacere, che aveva provato quando era posseduta da più maschi insieme. A quel punto ho deciso che dovevo fare qualcosa, per far tornare il sorriso e la voglia di godere, a mia moglie. Dopo una breve ricerca, ho avuto l’ispirazione giusta, e così per il ponte dell’8 Dicembre, abbiamo lasciato i nostri figli ai miei suoceri, che ne erano molto contenti, e siamo andati a Milano. Giunti in città, siamo andati in albergo, e dopo una breve passeggiata, abbiamo raggiunto con un taxi, un negozio molto particolare, che volevo, lei vedesse per la prima volta: un sexy shop. Entrati nel negozio, è rimasta letteralmente stupita, dalla gran quantità di cose interessanti, che vi erano, e dopo un’attenta ricerca, abbiamo acquistato: tre abiti veramente sexy, con l’aggiunta di scarpe dal tacco proibitivo, nonché alcuni stivali, sempre con il tacco altissimo. La sera dopo cena, sempre in taxi, siamo andati davanti a un locale molto particolare, un club prive. Appena entrati mia moglie, è rimasta subito affascinata, sia dall’ambiente, che dagli sguardi ammirati, che i maschi presenti, le rivolgevano. Per prima cosa, ho voluto che provasse un glory hole. È stato fantastico, vedere il suo sguardo compiaciuto, quando dai tanti buchi, si è trovata dei splendidi membri da succhiare e far godere. Dopo averne spremuti circa una decina, ci siamo diretti nell’altra parte del locale, sempre seguiti da un discreto numero di maschi, desiderosi di avere un contatto più intimo, con lei. Siamo entrati in una piccola camera, dove lei, ha ricevuto le attenzioni di molti uomini, che l’ha toccavano, la eccitavano, con baci e carezze, fin quando, hanno cominciato a penetrarla a tre per volta. Ha goduto tantissimo, perché per ogni maschio, che le schizzava addosso il suo piacere, subito un altro prendeva il posto, nel buco lasciato libero. Abbiamo lasciato il locale, che erano le quattro del mattino, stanchi, ma felici. Da quella sera sono passati diversi anni, e Graziella ha sempre più affinato il gusto, e il piacere, di farsi possedere da più maschi. Col tempo ho scoperto un sito, dove si può offrire la moglie ad altri uomini, definiti bull, che provvedono a montare, a far godere la donna, che viene offerta. Due giorni fa, in occasione del suo 40º compleanno, con la complicità di un bull, ho organizzato, una festa a sorpresa, dove l’ospite femminile era solo lei. Grazie a una webcam, ho potuto ammirare a distanza, tutto quello, che un numero considerevole di maschi, ha fatto mia moglie. Quando sono andato a riprenderla, stava ancora succhiando, un ultimo maschio. Dopo averlo spremuto fino all’ultima goccia, ce ne siamo andati. Appena salita in auto si è addormentata, mentre guidavo, guardavo la mia donna, che dormiva beatamente accanto a me. Non m’importa nulla, di quello che pensa la gente, se lei è una gran troia, ed io ho un gran cornuto, ma il piacere sublime sottile, che io provo, nel vedere mia moglie posseduta da altri maschi, per me non ha prezzo.
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4 years ago
baxi18, 55
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La donna che ho sempre voluto. primo capitolo.
Mi chiamo Franco, ho 46 anni, e da 22 sono sposato con Graziella. La nostra storia, è cominciata quando lei è stata assunta come cassiera in uno dei due supermercati che all’epoca avevo, oggi ne ho quattro. La sua prorompente bellezza, non era certo passata inosservata, e molti le facevano la corte. Alta uno e 85, capelli neri e lunghi, occhi scuri, viso tondo e dolce come una bocca ampia, e labbra carnose, una terza di seno, cosce lunghe e affusolate, sormontate da uno splendido culo a mandolino. Appena l’ho conosciuta l’ho invitata a cena, e dopo una splendida serata, passata a ridere e scherzare al ristorante, le ho chiesto se voleva salire a casa mia, poiché all’epoca, già vivevo da solo. Appena entrati l’ho abbracciata e stretta a me, i nostri occhi si sono incrociati, e un attimo dopo le nostre bocche si sono unite in un bacio caldo e sensuale. Ci siamo spogliati velocemente, e sdraiati comodamente nel letto abbiamo iniziato ad esplorare i nostri corpi. La sua bocca famelica, dopo aver percorso tutto il mio corpo si è impossessata del mio membro turgido e duro. Le sue calde labbra lo hanno stretto e risucchiato tutto in gola, mentre io passavo ripetutamente la mia lingua nel taglio bollente della sua fica. Ad un tratto il suo corpo si è teso e ha cominciato a tremare dal piacere che stava provando, e contemporaneamente la sua bocca dopo essersi infilata tutto il mio membro fino in fondo alla gola si è scatenata fino a farmi raggiungere un orgasmo. Le sono venuto in gola schizzando tutto il mio piacere mentre nella mia bocca ricevevo il suo orgasmo. Dopo un lungo istante, in cui siamo rimasti immobili, lei ha ripreso a succhiare, leccare e segare il mio membro per farlo rimanere duro. Pochi minuti dopo mi ha spinto di lato facendomi sdraiare supino per poi impalarsi su di me. Sono scivolato dentro di lei senza nessuna fatica da quanto era bagnata fradicia dei suoi umori. Ha iniziato un lento movimento con il quale assaporava intensamente il piacere che la mia penetrazione le dava, fin quando ha iniziato a godere di nuovo mentre io, sollevate le mani, le stringevo e impastavo i seni strizzandole con forza i capezzoli.
«Vengo! Si dai... Vengo! Ora… Vengo…»
Ha iniziato a tremare e a muoversi velocemente, portando anche me ad un piacere intenso fin quando ho sentito montare velocemente anche il mio orgasmo.
«Eccomi, si è ancora un poco… Ora… Sto per sborrare…»
L’ho guardata cercando di capire se era il caso di farlo uscire o venirle dentro. Lei mi ha sorriso e continuando a muoversi più velocemente e ha detto di continuare che era protetta. Pochi istanti dopo scaricavo dentro di lei due getti caldi bollenti. Sfinita si è distesa su di me, sentivo il suo cuore battere con un tamburo, mentre i nostri respiri corti ci facevano ansimare. L’ho abbracciata forte tenendola stretta, e lei dopo un po’ è scivolata in basso e ha ripreso il mio membro in bocca succhiandolo con forza dopo averlo ripulito i miei e dei suoi umori di cui era intriso.
«Lasciati andare, voglio che ti torni duro, perché lo voglio sentire anche nel culo.»
Quelle parole hanno eccitato e mi sono lasciato andare abbandonandomi al piacere delle sue labbra. Pochi minuti di intenso lavoro, e subito il mio cazzo ha raggiunto di nuovo la giusta consistenza e durezza, lei mi ha sorriso, si è girata piegandosi sulle ginocchia con il viso appoggiato al cuscino ha portato le mani dietro, e afferrando le chiappe, per aprirsi il buco del culo. Ho lasciato colare un po’ di saliva e poi ho appoggiato la cappella sul suo fiorellino anale, che dopo una breve pressione ha ceduto immediatamente e in un attimo le sono entrato tutto dentro fin quando le mie palle non hanno sbattuto le labbra della sua fica.
«Si…Dai…Spingilo tutto dentro fino in fondo…Fammelo sentire fino in gola!»
Ha iniziato a godere muovendo il culo in senso rotatorio, per assaporare meglio la penetrazione. L’ho afferrata per i fianchi e ho iniziato a pomparla spingendolo tutto fino in fondo. Era meravigliosa, godeva e mi incitava a muovermi sempre più forte. L’ho stantuffata il più a lungo possibile, ma l’eccitazione era tanta, e piacere che stavo provando mi hanno portato ben presto all’ennesimo orgasmo.
«Dai godi, vieni che sono quasi al limite, ma voglio sentire ancora un tuo orgasmo.»
Le ho detto pompandola al massimo. Lei ha preso a muoversi velocemente mentre con la mano destra si masturbava con forza.
«Si eccomi… Ancora un attimo….Dai ci sono… Ora…Vengo!»
Il suo grido di piacere, è stato per me il massimo e le sono esploso dentro il culo. Sfiniti ci siamo adagiati sul letto ancora abbracciati e stanchi ci siamo addormentati. Da quella sera per più di un mese, siamo sempre usciti tutte le sere insieme, ripetendo sempre lo stesso copione, cena, e intensa scopata. Una sera, dopo aver goduto abbondantemente, e averla riempita in tutti i buchi mentre eravamo abbracciati le ho fatto una proposta.
«Voglio sposarti, voglio passare con te il resto della mia vita. Voglio averti sempre al mio fianco, addormentarmi con te, svegliarmi ogni giorno con il tuo sorriso.»
È rimasta un attimo in silenzio, quasi a riflettere sulle mie parole, poi mi ha guardato mi ha dato un bacio e mi ha sorriso.
«Ci devo pensare, non è così facile risponderti.»
Per tre giorni io sono rimasto assente per lavoro, quando sono tornato, l’ha cercata, ma solo al sabato, sono riuscito a stare di nuovo con lei, dopo l’ennesima scopata, le ho rinnovato la mia offerta.
«Sei proprio sicuro, di volermi sposare? Mi conosci da poco tempo, non sai molto su di me, e poi io amo molto la mia libertà, e questo potrebbe non piacerti, perché al mio senso di libertà, io non ci rinuncerò mai.»
Mi ha detto guardandomi dritto negli occhi. L’ho abbracciata forte, coprendola di baci, l’ho guardata dritta negli occhi.
«Tutto quello che devo sapere le te, l’ho imparato in questo mese passato insieme, e cioè, che mi piaci perché sei molto bella, soprattutto mi fa impazzire il tuo modo di fare l’amore, quindi quello che pensa la gente, o ciò che hai fatto prima, non me ne frega niente. Per quanto concerne il tuo senso di libertà, io non ho nessun problema a concederti tutta la libertà che vuoi, in ogni momento, in ogni luogo, e per tutto il tempo che vorrai, tu sarai libera di fare ciò che vorrai.»
Due mesi dopo, ci siamo sposati, con una bella cerimonia riservata a pochi parenti e pochi amici intimi. Abbiamo fatto un bel viaggio di nozze durante il quale siamo divertiti molto, poi siamo tornati e abbiamo iniziato nostra vita insieme. Per circa sei mesi le cose sono filate benissimo, io andavo al lavoro al mattino fino alla sera, passava le sue giornate fra piscina, palestra, estetista, parrucchiere quant’altro. Lentamente mi sono accorto che anche il nostro rapporto sessuale era un po’ scemato, il desiderio andava calando, avevo la sensazione che la monotonia stesse prendendo il sopravvento sulla nostra intesa sessuale. Casualmente un pomeriggio, mi sono trovato a passare, nella zona dove lei andava in piscina, e l’ho visto uscire insieme ad un uomo. Un tipo basso, tarchiato, dall’aspetto massiccio, e insieme si sono allontanati con l’auto di mia moglie. Stupito per la scoperta, si sono messo a seguirli. Dopo un tratto di strada, hanno imboccato un viottolo di campagna, che portava ad un piccolo lago, si sono fermati fra la vegetazione vicino all’acqua. Sono sceso, dopo aver percorso un breve tratto a piedi, mi sono nascosto dietro le grosse rocce dalle quali avevano una perfetta visuale di ciò che stava succedendo dentro l’auto. Quando sono arrivato ho visto mia moglie piegata sul corpo dell’uomo, le stava facendo una pompa stupenda. Per un attimo la rabbia ha avuto il sopravvento, stavo quasi per andare a gridarle tutto il mio disprezzo. Lei intanto si è staccata da lui tirandosi su per spogliarsi, ha reso visibile il cazzo di lui, che era di proporzioni mai viste. Non eccessivamente lungo, ma dalla grossa circonferenza, questo per un attimo mi ha bloccato. Mi sono subito reso conto, che quel grosso palo avrebbe fatto godere mia moglie, più di quanto avessi fatto io in tutti questi mesi, e questo in un certo senso mi ha affascinato, facendomi rimanere ad osservare la scena. Dopo essersi spogliata Graziella è salita su di lui, e lentamente si è infilata dentro quel grosso palo, iniziando a godere del piacere che le procurava. Io alla mia posizione osservavo la scena, e ben presto mi sono reso conto che mi stavo eccitando, nel vedere mia moglie, farsi sfondare da un altro uomo. Ben presto i suoi movimenti sono diventati rapidi, e lei è iniziato a godere, urlando come una pazza, incitando lui a scoparla più forte.
«…oooohhhh…Si più forte…Dai sfondami tutta…Fammelo uscire dalla bocca… Si… Vengo! Ora!»
L’ho vista tremare tutta, scuotersi per l’orgasmo che stava provando. Mi gustavo questa visione altamente erotica di mia moglie, che stava godendo su quel grosso cazzo, che la sfondava, e senza neanche rendermi conto, avevo preso il mio cazzo in mano, e mi stavo segando come un pazzo, assecondando i movimenti di lui che la scopava. Ad un tratto lui ha cambiato posizione, dopo averla messa di lato, ha preso a stantuffarla con forza, gridando frasi oscene e insultandola, con lei lo incitava a pomparla ancora più forte.
«Vacca…Troia…Zoccola…Ti sfondo tutta… Te la spacco tutta…E adesso ti farcisco tutta…Eccomi…»
Le ha dato alcuni colpi ancora più forti devastanti, poi si è piantato dentro di lei sborrando come un fiume in piena, riempendola con lunghi getti di seme caldo.
Per un lungo istante sono rimasti immobili, in quel momento mi sono accorto, che anch’io nel momento in cui lui veniva, avevo raggiunto l’orgasmo, schizzando la mia semenza sulla pietra, che avevo davanti. Ho visto che si stavano rivestendo, quindi sono tornato rapidamente sui miei passi, e me ne sono andato. La sera nel letto, l’ho abbracciata forte, dopo averla baciata l’ho guardata dritta negli occhi.
«Come ti ho detto a suo tempo, tu sei libera di fare ciò che vuoi, l’unica cosa, che vorrei sapere è, se con il tizio con cui ha scopato oggi, è solo sesso oppure c’è dell’altro.»
Lei è rimasta per un attimo sbalordita, poi mi ha abbracciato, dopo un lungo istante di silenzio, mi ha dato la sua versione dei fatti.
«Non so come tu lo abbia scoperto, ma tanto credo che ormai sia inutile, domani mattina prendo le mie cose me ne vado, poiché non credo che tu vorrai ancora vivere con una donna, che quando sente forte il desiderio di provare un altro maschio, non sa resistere.»
Ho preso il viso fra le mani, l’ho guardata dritta negli occhi.
«Non capisco perché, tu te ne voglia andare, poiché come t’ho detto sei libera di fare ciò che vuoi, questo significa, che può scopare con chi vuoi, ma io vorrei riuscire solo a capire, che cosa sono io per te. Tutto qui.»
Mi ha abbracciato e mi ha baciato.
«Loro non sono niente, è, soltanto sesso, e solo quello sarà, mentre a te, ti amo. Tu per me se tutto, l’amore, il compagno, il complice dei miei giochi, ai quali non so rinunciare. Decidi tu, cosa vuoi da me.»
«Voglio che tu viva le tue avventure, che godi di tutti i maschi che vuoi, l’unica cosa che voglio, che ogni volta che vai con un altro, io lo voglio sapere, è inoltre mi deve raccontare per filo e per segno, tutto quello che fai con lui. Credi di riuscire a tener fede a questo patto?»
Mi ha abbracciato, mi ha giurato che avrebbe tenuto fede al nostro patto, tenendomi sempre al corrente di tutto quello che avrebbe fatto, con altri eventuali maschi. Allora le ha chiesto chi era l’uomo con cui era stata nel pomeriggio.
«Si chiama Nino, è un cugino del proprietario della piscina, capitato per caso. Da un po’ di giorni, quando nuoto, lui si mette vicino a me, mi mostra sempre il suo pacco considerevole. Oggi mi ha guardato negli occhi, mi ha detto se volevo assaggiarlo. Per un attimo ci ho pensato, poiché sono mesi che non mi concedo nessuna libertà, ho deciso di vivere un attimo di trasgressione. Devo ammettere, che quando me lo sono trovato davanti, sono rimasta letteralmente sbalordita, era il più grosso cazzo, che avessi mai visto e per un attimo, ho avuto paura di non riuscire a prenderlo dentro. Tu invece come hai fatto scoprilo?»
Le ho raccontato brevemente, tutto quello che era successo, anche del fatto che mi ero segato, nel vedere lei mentre godeva impalata sopra quella trave. Le ho chiesto poi, se aveva ancora intenzione di rivederlo. Lei mi ha detto, che si sarebbero sentiti il giorno dopo. Mentre parlava, la sua mano accarezzava il mio membro che era di nuovo tornato duro.
«Accidenti, ti eccita proprio sapere che tua moglie fa la troia con un altro uomo!»
Senza aggiungere altro è l’ha messo in bocca, e mi ha succhiato anche l’anima. L’indomani prima di uscire, l’ho pregata di fare una cosa per me.
«Quando ti chiama Nino, invitalo a venire qui a casa nostra, prendi il telefono della nostra camera, chiamami, lasciando la comunicazione aperta, voglio sentire quando ti scopa.»
Circa due ore dopo è suonato il telefono, appena ho risposto ho sentito lei che mi ha detto: ascolta. Ho sentito dei passi di una persona, che stava entrando nella mia camera da letto.
«Accidenti, se proprio una troia, mi vuoi scopare nel letto dove dormi con quel cornuto di tuo marito. Scommetto, che quando farai di nuovo l’amore con lui, ti basterà chiudere gli occhi, per ricordarti di quanto hai goduto con me. Dai zoccola, inginocchiati e succhiamelo.»
Dopo un attimo di silenzio, ho sentito i classici rumori, di mia moglie, che sicuramente si stava godendo con la bocca, quel grosso cazzo.
«Mettiti sdraiata, che voglio leccarti la fica, così entrerà più facilmente.»
Poco dopo, lei gli ha ordinato di sdraiarsi supino, perché voleva impalarsi su di lui, e dopo un lungo istante di silenzio, ho sentito i gemiti di mia moglie, che evidentemente iniziava infilarsi quel grosso membro nel il ventre.
«Muuuuhhhhuuu…Si spingimelo tutto dentro… Oddio... Mi sta sventrando… È bellissimo… Ora… godo!»
Lentamente ho cominciato a sentire il cigolio del letto, alquanto ritmato, e Graziella che continuava a godere fin quando sfinita si è adagiata su di lui.
«Zoccola, riprenditi un po’, perché voglio scoparti e goderti tutta. Dai, girati, che ti voglio da dietro.»
Dopo un istante di silenzio, ho sentito mia moglie di nuovo genere di piacere, mentre forte si sentiva il classico ciaf, ciaf di due corpi, che sbattono, con lei che lo incitava a sbatterla sempre più forte. Poi lui è arrivato all’apice del suo piacere.
«Godi Troia, che sto per riempirti questa fica spanata… eccomi…Ora…sborro…Si… Ti inondo il ventre!»
Per il lungo istante c’è stato il silenzio, mentre io mi sono accorto, che mentre li ascoltavo mi ero segato furiosamente ed ero venuto, riempendo un fazzolettino, che tenevo in mano nello stesso istante in cui lui aveva inondato il ventre di mia moglie.
«Dai vacca, succhialo, fallo tornare di nuovo duro, che voglio sfondarti anche il culo.»
Di nuovo, ho sentito i classici rumori di una bocca che sta succhiando avidamente, mentre lui continuava a insultarla chiamandola troia, zoccola, vacca, succhia cazzi, fin quando le ha intimato di girarsi, che l’avrebbe inculata. Ho sentito muoversi i loro corpi sul letto, poi mia moglie, che lo pregava di fare lentamente.
«Piano… Ti prego fai piano… Mi spacchi…»
«Zitta troia, tanto dallo spacco questo culo da vacca…
Se vuoi sentire meno dolore masturbati…»
Per un lungo istante di silenzio, ho sentito solo cigolare del letto, e dei lievi lamenti di Graziella, che poi dopo un lungo gemito, ha iniziato ad incitare il maschio pomparla più forte.
«…È bellissimo… mi stai spando il culo…si dai… più forte che mi piace…. Dai sfondalo tutto…Fammelo arrivare in gola…»
Lui ha preso a sbatterla con forza, sempre continuando a insultarla, con lei che godeva e urlava sempre più forte, fin quando lui, con un lungo gemito, deve averle sborrato in culo. Poi per un momento c’stato il silenzio, fin quando lui, deve essersi rivestito, perché l’ha salutata, dandole appuntamento alla prossima volta, appena si fosse ripresa del piacere, che aveva provato. Dopo un lungo istante, ho sentito Graziella sollevare il telefono.
«Ti è piaciuto? Ora sono stanca vado immergermi nella vasca da bagno.»
La sera quando sono tornato, lei mi ha abbracciato e baciato con molta passione. Poco dopo, mentre eravamo intenti a cenare, abbiamo sentito dal notiziario regionale una notizia che ha fatto sbiancare il viso di Graziella. Un motociclista non aveva rispettato lo stop ad un incrocio, ed era finito sotto le ruote di un camion morendo sul colpo. Guardando la foto ho riconosciuto l’uomo, che avevo visto insieme alla moglie, che nel del mattino era stato in casa mia, e l’aveva fatta godere, mentre io li ascoltavo. Dopo quell’episodio per circa tre mesi, Graziella, era caduta in uno stato di costante malinconia. Ho cercato in tutti i modi di farla distrarre, invitandola a trovare altri maschi, ma lei non sembrava avere altri interessi. Così ho deciso di farle una nuova proposta.
«Che ne dici, se mettiamo al mondo un figlio?»
È rimasta un attimo in silenzio, poi mi ha guardato, il suo viso si è illuminato quasi per incanto.
«Sai che potrebbe essere una bella idea, in fondo siamo sposati da quasi un anno, e l’idea di restare incinta non mi dispiace affatto. Quindi sarà necessario che io smetta di prendere la pillola, che tu faccia una semplice serie di esami per vedere se tutto è a posto.»
Dopo dieci giorni sono venute di nuovo le mestruazioni, e a quel punto, lei ha smesso di prendere ogni precauzione, e verificato che per me era tutto a posto, abbiamo iniziato a scopare ogni giorno, con me, che le inondavano regolarmente la vagina, con calde sbarrate, dopo averla sentita godere fra le mie braccia. Dopo circa due settimane, una mattina mentre stavamo facendo colazione, mi dice che devo trovare un idraulico, perché lo scarico del water si era rotto. Sono andato in azienda, ed ho telefonato ad uno specialista, pregandolo di venire ad aggiustare il guasto in casa mia. A sera quando sono tornato ho visto Graziella alquanto pensierosa, le ho chiesto se era venuto l’idraulico.
«Per essere venuto, è venuto tanto, accidenti, quanto è venuto!»
Mi sono seduto sul divano, tenendola fra le braccia, l’ho guardata, cercando di capire. Lei con l’aria pensierosa, mi ha dato la spiegazione.
«È venuto l’idraulico, ed ha aggiustato rapidamente il guasto, a quel punto ho chiesto se potevo offrirgli qualcosa. Lui mi ha guardato, mi ha detto, che bella com’ero, qualunque cosa le avessi offerto, l’avrebbe accettata volentieri, in cambio mi ha detto, se vuoi ti offro questo. Alle parole ha fatto seguito il gesto di toccarsi un voluminoso pacco, che già era evidente sotto la tuta da lavoro. Non so cosa mi sia preso, ma senza pensarci due volte, mi sono inginocchiata davanti a lui, che ha aperto la patta dei pantaloni, e subito mi sono trovata davanti, un bel cazzo di buone proporzioni, già quasi perfettamente duro. Ho preso a fargli un sontuoso pompino con gusto, lui mi ha preso la testa fra le mani, e tenendomi ferma l’ha spinto ripetutamente giù per la gola.»
«Accidenti come succhi bene! Dai leccalo bene, che te lo pianto tutto dentro.»
«Ad un tratto, mi ha sollevato, e dopo avermi girato, e ha fatto appoggiare al lavabo, ha abbassato le mutandine, e appoggiato il cazzo direttamente sul taglio della fica, con un sol colpo la spinto tutto dentro. Mi ha afferrato per i fianchi, ed ha cominciato a pomparmi molto velocemente. Lo spingeva con forza fino in fondo, ed io ho iniziato a godere sbrodolando senza ritegno.»
«ooohhhh… si.. Dai scopami…Fammelo sentire tutto…Fino in fondo… Dai che vengono…Ora…Vengo!»
«Ho goduto tre volte, poi improvvisamente l’ha spinto tutto dentro fino in fondo, un attimo dopo mi ha inondato l’utero, con una quantità industriale di sborra. Poi si è sfilato, si è rivestito, mi ha detto che per il conto era già stato pagato quindi se n’è andato. Io mi sono seduta sul water, perché le gambe hanno iniziato a tremare, prima per il piacere, poi per il fatto che come una scema, mi ero fatta venire dentro, dimenticando che non sono protetta, quindi lui potrebbe avermi messo incinta.”
Ho guardato Graziella dritto negli occhi.
«Hai detto a lui, che non eri protetta?»
«No lui non sa niente, mi ha solo sborrato dentro.»
«Allora non farti più nessuna colpa, nessuno saprà mai questo fatto, quindi andiamo avanti nel nostro progetto, poiché ora mi hai eccitato, girati che ti scopo pure io.»
L’ho penetrata, scopata con intensa passione schizzandole dentro tutta la mia semenza. Tre settimane dopo, una mattina mentre stavamo facendo colazione, si è alzata di corsa, è andata in bagno a vomitare, quando è tornata mi ha guardato, e con un sorriso malizioso mi ha detto, che da due giorni aveva strane nausee mattutine, che a suo dire doveva essere incinta. Abbiamo fatto un test di gravidanza ed è risultato positivo.
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3
4 years ago
baxi18, 55
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Bsx
arrivati in hotel, facemmo una bella doccia, ovviamente facendo una grande scopata, Anna non sapeva cosa volevo fare.
Si mise un abito lungo nero, con spacco laterale , da ambedue i lati che arrivava quasi alla vita, quindi non mise intimo poi saliva con uno scollo profondissimo sulla schiena, davanti due spalline fini che coprivano a malapena le aureole, era uno schianto; scendemmo e ci accompagnarono nella saletta dove avevo prenotato la cena, avevo chiesto di avere Carmela come cameriera, Anna si accorse di lei e mi guardò, le dissi sottovoce da questo momento fai tutto ciò che desideri, mi baciò, sorrise e si rivolse a Carmela, le chiese come fosse, lei la guardò e le disse che si era preparata benissimo per suo marito, Anna rise, le disse che non si era vestita cos' per me; incuriosita le chiese, allora per chi si era vestita così sexy, si avvicinò a lei e le disse, per te !. La guardò con un misto di stupore e piacere, poi balbettò, allora ti piaccio; Anna si avvicinò e la baciò con passione e lei portò le mani sullo spacco dell'abito, dopo un certo tempo passato così, ci sedemmo ed Anna le disse che l'aspettava nella nostra camera, intanto io avrei dormito sul divano, dato che domani sei di festa, aggiunse, passeremo la giornata insieme.
Ci mettemmo a mangiare, dopo di che salimmo, in camera Anna mi chiese se aveva esagerato, le dissi che era stata perfetta.
verso le 23, andammo a letto, lei in camera io sul divano; ora proseguirà lei a raccontare.
verso le 24 sentii bussare, poi aprirsi la porta, era lei era veramente carina, mi prendeva un casino, era in jeans con dei sandali bassi ed una camicetta, sotto la quale s'intravedeva il reggiseno; entrò titubante e mi chiese se era uno scherzo o era vero, mi avvicinai, ero nuda, le levai la camicetta e poi il reggiseno, cominciai a leccare e succhiare i capezzoli, gemeva dal piacere, ero eccitatissima, la gettai letteralmente sul letto, levai i sandali e le sfilai i jeans, le strappai le mutandine.
La mia bocca scese sulla sua pancia perfetta, mi soffermai sull'ombelico, quindi proseguii verso la sua fichetta calda, lei si spostò e ci trovammo in un 69 favoloso, sentivo la sua lingua leccare, succhiare era una cosa mai provata, io la imitai, gemevamo godendo come matte, dopo diversi orgasmi, mi fece mettere le gambe sulle sue spalle poi cominciò a mettermi due dita in fica, era meraviglioso, poi ne aggiuse una terza, mi faceva andare di fuori, poi furono quattro poi, lentamente sentii che entrava la sua manina calda, mi stava scopando con la mano, poi seppi che si chiamava fisting, arrivò ad infilare la mano fino al polso e cominciò a scoparmi, mi fece impazzire dal piacere, arrivai a squirtare.
Dopo questo ci addormentammo una abbracciata all'altra-
La mattina dopo Guido entrò in camera con un vassoio della colazione per noi due, lo lasciò e se ne andò di là, facemmo colazione baciandoci ed accarezzandoci, poi facemmo la doccia insieme, lei cominciò a lavarmi la schiena e la sua mano cercava la mia fica, ma le dita andavano anche sul buchetto posteriore, poi, con le mani prese tra le dita i miei capezzoli e li strizzava bene bene, all'inizio pensai che era impazzita, poi cominciai a godere mi sentivo la sua puttana, si rivestì, io misi una mini chiara perizoma in tinta, camicetta di lino senza reggiseno ed uscimmo, presi la range e ci recammo in un cento estetico; Carmela mi guardava, le dissi di lasciarmi fare; arrivate ci facemmo fare una pulizia inguinale, poi levare tututti gli inestetismi dei piedi e mettere lo smalto, lo stesso con le mani, erano quasi le 12, le dissi ora andiamo a pranzo, un bellissimo ristorantino sulla costiera, ci comportammo come due innamorate, mano nella mano, piedi che toccavano; dopo il pranzo andammo in un paio di boutique per acquistare abbigliamento: lei tentò di protestare, ma le dissi che se mi voleva bene doveva fare come volevo io, lei accondiscese, avevo saputo che mi voleva bene, cosa reciproca.
Mentre andavamo in boutique, mi disse questa sera si va in un localino di sole donne, ti va bene? Le risposi, certo Amore, mi guardò a bocca aperta, la presi per mano ed entrammo nel negozio, vidi subito un abito che mi piaceva, molto corto, bianco con spalline che coprivano appena i capezzoli, lei lo prese come me, la proprietaria mi disse che la mia amica aveva i miei stessi gusti, la guardai e le risposi che non era la mia amica, ma la mia compagna, la baciai e ce ne andammo; il prossimo negozio era di scarpe, optammo per dei sandali alla schiava con tacchi da 12, poi l'accompagnai a casa, si scusò se non mi faceva salire ma era tutto in disordine, ci baciammo e gli dissi che alle 21 sarei stataa sotto casa.
Tornando in hotel mi fermai in oreficeria ed acquistai un anello di fidanzamento, mi aveva presa-
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1
4 years ago
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Appendicite
Non mi piace inventare o forse non sono capace. Questa è una storia vera. Avevo 19 anni quando dopo dei doloretti fastidiosi a un fianco ho scoperto di avere l'appendice e dover essere operata. Siccome avevo gli esami di maturità imminenti, il medico mi diede da fare delle punture per sfiammare un po' e darmi il tempo di fare gli esami. Siamo alla fine degli anni 80. Lì sul momento il cuore ha iniziato a battermi per paura e imbarazzo. Imbarazzo a scoprirmi il sedere e imbarazzo a far vedere la mia paura visto che non ero più una bimba. La mattina seguente prima della scuola passo alla ASL per farmi fare la puntura. Si presenta una infermiera anzianotta. Mi abbasso i pantaloni col cuore a 3000,lei con fare rapido mi solleva il lato delle mutande infilandomele in mezzo alle natiche tipo perizoma, un po' di ovatta e Zac mi pianta l'ago nel sedere. Un dolore terribile, poi mi liquida. Ripenso tutto il giorno alla puntura perché la sera devo tornarci. Verso le 18 mi incammino. A differenza della mattina trovo 3 postazioni. Mi avvicino, cerco di sbirciare. Vedo un infermiere maschio, l' imbarazzo mi va alle stelle, nella stanza accanto c'è una donna, nell'ultima non so. Mentre penso vengo chiamata dove c'è lui. Il panico. Il cuore batte all'impazzata. Voglio scappare. Entro. C'è anche una giovane infermiera. Spero ci pensi lei. Mi sdraio. Lui è lì, mi abbasso i pantaloni, ricordo dell'infermiera della mattina e mi aspetto da un momento all'altro di sentire le mutande tra i glutei ma la ragazza afferra l'elastico superiore e mi scopre tutto il sedere. Ho un sussulto. Stringo il sedere sprofondo nella vergogna. Sento sfiorare la pelle è lui che mi dice: rilassa il sederino altrimenti ti faccio male. Mi sfiora di nuovo e mi viene davanti. Credo di essere viola in viso, sono tremendamente a disagio. Lui mi guarda e mi dice: dai, non ti vergognare. Sai quanti culetti vedo al giorno? La vergogna è fuori controllo. Voglio sprofondare, sparire, disintegrarmi. Cerco di ammorbidire il sedere, lui mi passa l'ovatta e mi sembra interminabile. Poi sento improvvisamente l'ago entrare nel culetto, brucia ma il dolore passa in secondo piano. La vergogna è alle stelle. Dopo una lunghissima puntura mi passa di nuovo l'ovatta. Sembra durare una vita. Poi interviene lei e mi ritira su alla meglio le mutande. Saluto alla svelta e sparisco. Tutta la sera solo quello è il mio pensiero e l'imbarazzo si accompagna a eccitazione. Dal giorno dopo, per tutte le 10 punture rimanenti lo cercherò sempre. Mi farà di nuovo la puntura a culetto scoperto per almeno altre 5 volte e sarà eccitazione pura.
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4 years ago
Vergognosa,
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Spiaggia nudista
dopo l'esperienza del bus, eravamo sempre eccitati, comunque la mattina dopo, chiedemmo alla cm,eriera ai piani, Carmela una giovane ragazza di 25 anni, se conosceva una spiaggia dove prendere il sole nudi o quasi, ci dette le indicazioni; devo dire che avrei preso informazioni su di lei, guardava sempre con insistenza Anna.
Comunque ci preparammo, Anna con un vestitino leggero estivo abbottonato davanti senza intimo, con delle semplici infradito: partimmo e notai che gli ultimi tre bottoni del vestito erano aperti, che spettacolo, arrivati parcheggiammo sotto a degli alberi, trovammo un posto in spiaggia, abbastanza tranquillo, oltre noi c'erano altre tre coppie, una singola e diversi singoli che passeggiavano
Sdraiati sull'asciugamano ci appisolammo, dopo un pò mi svegliai e notai un ragazzo giovane che osservava Anna con estremo interesse e, devo dire che era abbastanza dotato e con una semi erezione, svegliai Anna, mi guardò e le feci notare il ragazzo, lo guardò con interesse, mi guardò e la baciai dicendole fai come vuoi e le detti un profilattico, mi guardò, mi baciò e mi disse che mi amava
Si avvicinò a lui che arrossì, sentii che le diceva, mi guardavi e ti faccio effetto, vedo; cosa vorresti fare con me? La guardò e la baciò in bocca e quella vacca rispose con passione, la sua mano si era impossessata del cazzo durissimo del ragazzo, lui si mise a leccarle il seno, mordicchiava i capezzoli, Anna lo tirò alla duna dietro di noi, in maniera che era abbastanza riparata ma permetteva aa me di assistere.
Lui portò la bocca a leccare la fica di Anna, gemeva e godeva, poi fece per metterle il cazzo dentro, lo fermò e gli fece mettere il profilattico, la fece sdraiare, le gambe sulle spalle avvicinò il cazzo alla porta del piacere, la cappella s'insinuava tra le labbra fradice, poi, con un colpo secco la penetrò di colpo, lei emise un gemito e sotto i suoi colpi possenti, gemeva e gli diceva di sfondarla, che era la sua puttana, dopo più di una mezz'ora venne, lo tirò fuori ed Anna venne da me e mi baciò, mi disse che aveva provato sensazioni incredibili, avere il cazzo di un altro che la scopava, che mi stava facendo cornuto
Le dissi che era quello che voleva e che dato che le cose si stavano mettendo così, durante queste ferie, dovevamo prendere al volo ogni occasione; facemmo il bagno in mare, poi, asciugandoci tornammo all'auto.
In auto le dissi che Carmela la guardava molto, lei rispose che sarebbe stato bello avere anche questa esperienza; arrivati in hotel prenotai per le 21.00, Carmela la sera era cameriera
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4 years ago
admin, 75
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Incontro al fiume 2 - conclusione
........Restai un pò interdetto nel vederlo, assorto com'ero a far godere la sua signora di lui mi ero completamente dimenticato, mi feci passare in fretta il disagio che provai inizialmente, in fondo ero io il "terzo incomodo" e era anche grazie a lui se avevo potuto godere di quella situazione.
La signora ora era sdraiata, completamente abbandonata sul sedile, spossata da quell'orgasmo che le aveva squassato il corpo, il respiro ancora un pò affannato andava piano piano regolarizzandosi, nel frattempo aveva richiuso la pelliccia, non faceva molto caldo e passato il momento del godimento aveva sentito il bisogno di ricoprirsi.
-e adesso che succede,cosa devo fare?- mi chiesi mentalmente;
non sapevo se la cosa fosse finita lì, se potesse esserci un seguito, certo era che se lei era esplosa in quel mirabolante orgasmo io ero ancora con il mio membro che premeva dentro i pantaloni;
decisi di allontanarmi un pò aspettando gli eventi, pertanto mi alzai e mi diressi verso il boschetto che delimitava la radura, mi incamminai lentamente accendendo una sigaretta rivivendo mentalmente gli ultimi momenti, mi sedetti su un masso con lo sguardo rivolto in direzione dei due nella macchina, vidi lei Lei richiudere la portiera e tirare su lo schienale del sedile, e lui rimettersi al posto di guida, iniziò ad accarezzarle il volto e a baciarla, non potevo vedere cosa stessero facendo con le mani ma immaginai che lui fosse eccitato e che forse lei gli stava maneggiando il cazzo mentre ricambiava i suoi baci.
Finita la sigaretta la mia eccitazione si era leggermente affievolita ma avevo ancora un certo gonfiore nei pantaloni, sentii il bisogno di urinare per cui mi alzai, mi addentrai per un paio di metri nel boschetto e scostando le falde del giubbotto che portavo aprii i pantaloni e tirando fuori il membro dagli slip iniziai a pisciare.
Solo tirarlo fuori fu una liberazione, e anche se ancora turgido non dovevo preoccuparmi di piegarlo verso il basso per centrare un wc per cui farla così all'aperto fu una vero sollievo.
Dopo pochi secondi sentii il rumore di una portiera che veniva aperta e poi richiusa, istintivamente girai la testa senza smettere di pisciare e vidi che la signora era scesa e stava venendo verso di me con la pelliccia sbottonata tenuta chiusa con le mani, aveva anche sistemato la calza che prima penzolava lungo la sua gamba.
La sentii arrivare alle mia spalle poi mi superò andando oltre per quattro o cinque passi dentro al boschetto, si girò verso di me e si accovacciò tirando su l'orlo della pelliccia, si mise a pisciare anche lei.
io avevo quasi terminato ma a quella vista invece di ricompormi continua a scrollarmi l'uccello che subito ritrovò la piena erezione, la scrollata si trasformò ben presto in un inizio di sega, mi piaceva veder pisciare la signora che nel frattempo aveva allargato per bene le cosce aprendosi le labbra della fica con due dita, aveva aperto la pelliccia il cui orlo ora poggiava abbondantemente a terra, la guardavo tra le cosce sempre continuando a menarmelo, vedevo il fiotto della sua urina scaturire dalla sua fontana di carne e formare una momentanea pozza schiumosa prima di venir assorbito dal terreno, sentivo lo scroscio di quel getto dorato, sia quando usciva sia quando arrivava a terra, mi eccitai moltisimo guardandola mentre con la mano teneva sollevata la pancia e si "manovrava" la fica per spostare leggermente il getto, facendo questo mi guardava anche lei, ora il mio membro era duro e se non fosse successo altro sarei arrivato a finire la sega tanta era la voglia che avevo;
pensai però che magari la signora sarebbe stata disposta a darmi letteralmente una mano senza lasciarmi fare tutto da solo e pensando questo, continuando a masturbarmi mi diressi verso di lei.
Non aveva ancora finito di pisciare, probabilmente aveva bevuto molto in precedenza forse proprio in previsione di una situazione del genere,
le arrivai vicino mentre dalla sua fica uscivano le ultime gocce, mi chinai e senza nemmeno pensare troppo a quello che stavo facendo le strizzai per un attimo una tetta scendendo immediatamente con la mano verso la pancia e subito andando a palparle la grossa ficona, il pelo molto folto anche attorno alle grosse labbra era tutto imperlato di gocce di urina che le strofinai con le dita tra le cosce, tutto l'umido che sentivo non era però dovuto solo a quello, intrufolando un dito nella sua vagina sentii che la signora era di nuovo ben calda ed eccitata.
Nel chinarmi vicino a lei il mio cazzo sempre fuori dai pantaloni le si presentò ad altezza del viso in tutta la sua erezione, l'asta era turgida e dura, il glande gonfio, lucido e rosso;
gradì la cosa perchè dapprima accennò una leggera carezza sulla punta, poi slacciandomi la cintura e abbassandomi pantaloni e slip fino a metà coscia me lo tolse letteralmente dalla mano iniziando a menarlo lentamente per tutta la sua lunghezza mentre contemporaneamente mi accarezzava i testicoli;
a quel punto mi risollevai rimettendomi in piedi per godermi a pieno il meraviglioso trattamento che la signora mi stava riservando, guardai un attimo verso l'auto e vidi il marito che in piedi appoggiato alla portiera dell'auto ci stava osservando, il suo sguardo mi parve molto compiaciuto.
La signora imperterrita e sempre accovacciata continuava a manovrarmelo alternando movimenti lenti ad altri più veloci, arrivava a richiudere il prepuzio sul glande e in quel momento effettuava leggeri movimenti rotatori che mi mandavano in estasi, il mio cazzo ormai duro all'inverosimile svettava dritto verso l'alto, la guardai mentre tirata fuori la lingua cominciò a farla scorrere su e giù, partendo dalle palle per poi risalire, per arrivare alla cappella doveva sollevarsi un pò, tentò due o tre volte di piegarlo verso il basso per metterlo in bocca restando accovacciata ma con scarsi risultati, la mia eccitazione era tale che era impossibile per lei farlo senza provocarmi un discreto fastidio.
Accortasi di questa cosa e desiderosa ormai di finire quel meraviglioso pompino si mise dapprima in piedi per sgranchire un pò le gambe senza mai mollare la presa sul mio uccello e continuando a smanettarlo, così in piedi con la pelliccia spalancata avevo piena visione del suo corpo giunonico, non potei fare a meno di toccarlo ,le afferrai le tettone con entrambe le mani e iniziai ad accarezzarle e stringerle, la sua carne morbida cedeva sotto le mie dita dandomi una meravigliosa sensazione, mollai le sue grosse mammelle e passai a lavorarle prima i fianchi contornati da meravigliosi rotoli di ciccia, poi la grossa pancia, che ricadendo le copriva parzialmente il pube, mi piaceva da matti palpare questa donna dalle carni abbondanti , mentre divaricava un pò le cosce per facilitarmi arrivai a ritoccarle la grassa figona infilando due dita dentro la sua fessura e sentendola ancora abbondantemente bagnata.
Ma lei voleva finire il lavoro iniziato col mio cazzo, quindi standomi di fronte si chinò a 90 gradi e tenendomi l'uccello con entrambe le mani dapprima diede qualche leccata alla cappella che talmente gonfia che pareva volesse scoppiare, poi se lo fece scivolare lentamente in bocca, sentivo le sue labbra stringere il glande, mi stava regalando sensazioni meravigliose, non potei fare a meno di cominciare a muovere il bacino e spingendo con i fianchi mentre le appoggiavo le mani sulla testa glie lo infilai per bene in bocca, iniziando a scopargliela.
La cosa le piaceva molto le sue labbra scorrevano sulla mia asta, messa a pecorina muoveva ritmicamente la testa sue e giù a volte affondando facendosi arrivare la cappella fino in gola, la sua bocca faceva un gran rumore di risucchio, ciucciava e leccava con foga il mio cazzo duro bagnandolo e inondandolo di saliva, lo teneva con una mano mentre con l'altra mi massaggiava le palle, sentivo che non avrei resistito ancora molto, era da parecchio che ero eccitato e non ci avrei messo molto a schizzarle il mio sperma in bocca.
Mentre era china su di me vedevo la nuca, il suo grasso corpo piegato e il suo grosso culone che nella foga del pompino si dimenava coperto dalla pelliccia.
Sentivo che stavo per esplodere ma non resistevo alla tentazione di palparla ancora mentre me lo succhiava con tanto desiderio, per cui mentre lei non smetteva un momento di pomparmelo mi spostai un pò portandomi perpendicolarmente a lei, a quel punto potei afferrare l'orlo della peliccia ribaltandolo sulla sua schiena e scoprendole il grosso sederone, presi a palparglielo, feci poi scorrere le dita nella fessura tra le sue enormi chiappone, sue giù, erano umide, forse per il sudore o forse per gli umori dela sua eccitazione, o probabilmente per entrambi i motivi;
Lei continuava a pomparmi forte, la sua testa faceva su e giù ritmicamente, ogni tanto rivolgeva il viso verso di me e mi guardava senza levarsi il mi cazzo dalla bocca, lei muoveva ritmicamente la testa io seguivo il suo ritmo muovendo i fianchi mentre seguitavo a rovistare tra le sue natiche arrivando a toccarle il buco del culo e la figa, infilavo le dita dove potevo, mentre mi spompinava emetteva dei mugolii ogni volta che le mie dita affondavano nel suo corpo, forse stava per godere di nuovo.
Io ormai ero al limite , arrivai al punto di non ritorno sapendo che a causa della prolungata eccitazione gli schizzi del mio sperma sarebbero stato piuttosto abbondanti, vero che la signora mi stava sbocchinando come una maiala golosa che probabilmente avrebbe gradito bere tutto il prodotto del mio godimento, ma in un attimo di lucidità con una scrupolo di coscienza mi chiesi se sarebbe stato il casi di sborrarle in gola per cui una frazione di secondo prima di venire feci per prendermi il cazzo in mano e sfilarlo dalla sua bocca, probabilmente da succhiatrice esperta quale doveva essere,dalle contrazioni del mio cazzo che precedevano al sborrata, si accorse che stavo per venire, era quello che voleva perchè aggrappandosi ai miei fianchi e spingendo giù la testa mi impedì di sfilarlo dalle sue labbra e anzi andò ancora più a fondo con la bocca.
Voleva bere tutto quello che stavo per darle e finalmente le venni copiosamente in bocca, il mio orgasmo fu così intenso che sentii le mie gambe cedere e piegarsi letteralmente, non caddi a terra solo perchè allungando una mano mi appoggiai ad un albero abbastanza vicino.
arrivarono gli schizzi, uno ,due, tre, e ancora e ancora,uno ad ogni contrazione i primi molto copiosi non riuscì a trattenerli in bocca e mentre ancora una volta rivolgeva lo sguardo verso di me, un rivolo bianco iniziò a colarle fuori dalle labbra, la sentii deglutire, la quantità maggiore la stava ingoiando avidamente mentre non smetteva un attimo di ciucciarmelo, il rumore del risucchio cambiò sia a causa dell'arrivo di quel liquido che tanto aveva desiderato e che ora le stava riempiendo la bocca e impiastricciando le sue labbra ma anche perchè con le mie dita dentro la figa stava avendo un altro orgasmo anche se non esplosivo quanto il primo avuto in auto.
Continuò ancora a succhiarmi per diverso tempo mentre pian piano il mio cazzo dopo l'eiaculazione perdeva l'erezione ,non fu sazia fino a quando non me lo pulì completamente mettendosi in ginocchio. il mio cazzo pago di quello stupendo lavoro di bocca si stava mestamente piegando verso il basso , prese a leccarmelo con la punta della lingua sorreggendolo da sotto con le mani, attenta a non perdere nemmeno una goccia di quel liquido che poco prima le aveva inondato la bocca, dato che si era ridotto di dimensioni potè metterlo tutto in bocca arrivando con le labbra a toccare i testicoli per poi farlo scivolare fuori e scappellandolo gli diede un'ultima succhiata cercando forse qualche ultima goccia.
Dal canto mio ero esausto, spompato e appagato, la signora mi aveva regalato un orgasmo come forse non avevo mai provato prima durante un pompino, anche lei visibilmente soddisfatta finalmente lasciò il mio uccello accovacciandosi sui talloni forse un pò stanca, iniziai a ricompormi tirando su slip e pantaloni e richiudendo zip e cintura, non avevo bisogno di pulirmelo dato che mi aveva fatto proprio un lavoro di fino e niente era rimasto appiccicato al mio cazzo o ad altra parte dle mio corpo, allungai una mano verso di lei per aiutarla ad alzarsi, prontamente la afferrò rimettendosi in piedi;
Si spolverò alla bell'e meglio la pelliccia e le calze alle quali erano rimasti attaccati fili d'erba e rametti, così facendo la pelliccia si aprì ancora una volta e ancora una volta non resistetti all'impulso di darle un'altra palpata veloce alle tette ,alla pancia e alla figona, dopo avermi lasciato fare per un pò si ricompose e dopo avermi rivolto un debole sorriso che ricambiai si avviò a passi svelti verso l'auto dove sempre appoggiato fuori c'era il marito, o pseudo tale che la aspettava e che naturalmente aveva visto tutto.
Appena lo raggiunse lo abbracciò baciandolo a stampo sulle labbra e risalì al posto del passeggero, lui fece il giro dell'auto e prima di mettersi al volante mi fece un cenno di saluto con la mano, mise in moto e andarono via in fretta.
Accendendo un'altra sigaretta mi incamminai lentamente verso il mio scooter ripensando a quello che mi era successo, non avevo mai avuto un'esperienza così con una sconosciuta e per di più in presenza di un'altra persona, un'altra cosa alla quale ripensavo era il fatto che il tutto era successo senza una parola sia da parte loro che da parte mia, come se lo scambiarsi parole potesse in qualche modo "inquinare" la situazione che si era venuta a creare.
Finita la sigaretta mi preparai per rientrare a casa, ormai era quasi il tramonto, non avevo visto l'acqua del fiume ma potevo dirmi molto soddisfatto;
Nel tragitto verso casa pensai e ripensai ancora a tutto quello che era successo augurandomi magari di reincontrare ancora quella coppia che sicuramente sarei tornato a cercare.
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4 years ago
admin, 75
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Incontro al fiume
Era il pomeriggio di una domenica d'autunno inoltrato ed era un pò che non usavo lo scooter, poichè con i primi freddi e il brutto tempo naturalmente preferivo usare l'auto, ma dato che c'era un sole piuttosto caldo per quel periodo decisi di fare un giretto in solitaria, non sapendo inizialmente dove andare di preciso decisi di recarmi sulle sponde del fiume, distante da casa una ventina di chilometri, partii quindi verso le 15.
Arrivai nel giro di una ventina di minuti in una radura dove sapevo ci fosse anche un bar trattoria, la mia intenzione era quella di bere qualcosa, andare a guardare un pò lo scorrere dell'acqua e rientrare prima che facesse buio e calasse il freddo.
Presa una bibita al bar salutai la simpatica barista che sfoggiava una corta minigonna e due gambe da copertina e l'altro unico avventore del locale, mi incamminai verso gli argini distanti circa cinquecento metri, quando la mia attenzione venne attirata dalla presenza di un'auto parcheggiata non molto distante dal mio scooter, inizialmente non ci feci molto caso, ma avvicinandomi notai che nell'auto c'era una coppia apparentemente di mezza età, entrambi
fermi quasi immobili;
la cosa che mi sembrò strana fu che lui seduto al posto di guida ogni tanto girava la testa guardandosi in giro come se cercasse qualcuno e che la portiera dal lato della donna era spalancata.
Per incamminarmi sulla strada sterrata che portava all'argine del fiume dovevo passare per forza davanti e molto vicino all'auto, la coppia cominciava ad incuriosirmi, proseguendo voltai lo sguardo verso di loro e feci un lieve cenno con la testa che voleva essere niente più che un cenno di saluto, loro però probabilmente lo interpretarono diversamente perchè subito lui scese dall'auto e richiudendo la portiera si allontanò lentamente, mentre lei si girava sul sedile appoggiando una gamba a terra e l'altra sul bordo della portiera, incuriosito invece di proseguire feci qualche passo verso di lei e potei finalmente vederla bene;
non ho mai saputo dare un'età precisa alle persone ma sicuramente poteva avere tra i 55 e i 60 anni, di corporatura piuttosto robusta, capelli biondo castano, ricci e di media lunghezza, indossava una pelliccia scura di non so quale animale che contribuiva ad ingrossare il suo fisico già pienotto, calze nere piuttosto velate e scarpe anch'esse nere con poco tacco.
Il viso era di aspetto gradevole, tondo con un accenno di doppio mento e gli occhi, come vidi meglio dopo di un bel colore azzurro, non potei fare a meno di avvicinarmi ancora un pò e fatti un paio di passi quando ero ormai a meno di tre metri la situazione mi si fece chiara, solo un attimo prima che lei si muovesse intuii cosa stava per succedere, aprì lentamente la pelliccia continuando mantenere coperta la gamba destra e l'inguine ma scoprendo invece completamente la sinistra, quella sollevata.
Alla mia vista apparve una coscia robusta dalla pelle bianchissima, coperta fino a metà della sua lunghezza da una calza autoreggente, dove la balza la stringeva si formava un simpatico rotolino di carne, continuò a spostare la pelliccia portandola lateralmente al fianco sinistro mentre dall'altro lato continuava a mantenersi coperta, ebbi modo di scoprire che gli unici indumenti che portava erano quelli che potevo vedere, cioè pelliccia, calze e scarpe
poichè sul fianco scoperto non c'era l'ombra di slip e dall'apertura che si era venuta a creare al centro del petto non si scorgeva il reggiseno.
Restai stupito e per un attimo imbambolato, sapevo di luoghi nei quali coppie o anche singoli si recavano per praticare il car sex, esibizionismo e cose simili ma mai e poi mai avrei pensato di trovarmi in una di queste situazioni.
La signora probabilmente intuì la mia sorpresa e senza proferire parola alcuna mi rivolse un debole sorriso probabilmente di incoraggiamento, dopo il breve attimo di smarrimento, ormai conscio della situazione ripresi a camminare verso di lei, con quattro passi la raggiunsi mormorando un "buongiorno" alquanto imbarazzato al quale lei rispose a sua volta.
Mentre facevo quegli ultimi passi rapidamente ripresi il pieno controllo dei miei pensieri e decisi cosa avrei fatto mentre sentivo già montare la mia eccitazione, non disdegnavo affatto quella bella donna dalle forme robuste, anzi a dire il vero mi piacevano più le donne in carne di quelle secche, negli ultimi tempi anche quelle molto in carne e questa decisamente mi stava facendo arrapare, qualcosa mi si stava gonfiando nelle mutande e anche la signora se
ne accorse quando senza ritegno rivolse lo sguardo compiaciuto proprio all'altezza del cavallo dei miei pantaloni, non sono certo un superdotato ma da quel lato sono messo discretamente quindi la cosa sicuramente si notava abbastanza;
il primo impulso fu quello di metterle una mano sulla coscia scoperta, mi chinai quindi leggermente su di lei e iniziai ad accarezzarle il ginocchio, dapprima con un pò di riluttanza poi prendendo coraggio dato che ormai la situazione era chiarissima, iniziai a salire più in alto sempre accarezzandola, la mia mano andava su e giù per la sua morbida cosciona, e quando raggiunse il bordo della calza e i miei polpastrelli presero contatto con la sua pelle calda e la sua carne morbida e bianca, ebbi una specie di scossa e sentii dentro i pantaloni il membro che aumentava di volume raggiungendo la piena erezione.
Proseguendo con le carezze la guardai un attimo negli occhi per poi tornare con lo sguardo sulla sua carne, quello che mi elettrizzava era la vista del suo fianco scoperto, della metà della pancia che riuscivo a vedere, arrivai a toccare tutto quel ben di Dio, accarezzai il fianco riempiendomi la mano con le sue grazie,la palpavo, le strizzavo quei rotoli di ciccia inebriato da quel contatto, continuai sulla pancia col palmo della mano aperto a farle una specie di
massaggio, la carne era morbida e la mia mano sembrava volesse affondarci dentro cercando di vincere la resistenza della pelle comunque piuttosto tesa, lei mi lasciava fare e la mia incertezze iniziali a quel punto svanirono del tutto.
Spostai l'altro lembo della pelliccia per scoprirla completamente e poter toccare tutto il toccabile, lei mise la gamba sinistra dentro l'auto, quindi ancora con la gamba destra appoggiata a terra divaricò completamente le cosce in modo osceno , a quel punto ebbi di lei una visione completa.
La pelliccia completamente aperta da entrambi i lati mi mostrò totalmente il suo corpo giunonico, le sue gambone strette dalle calze, la sua carne abbondante creava due pieghe, una all'altezza dello stomaco l'altra sulla pancia andando a coprire parzialmente un monte di venere peloso e paffuto e sui fianchi altri rotoli di ciccia la circondavano morbidamente.
Ero affascinato, incredulo per ciò che mi stava accadendo e in preda ormai al delirio dei sensi continuai a palparla in ogni dove, restando chinato la mia mano ormai priva di ogni remora dapprima le sfiorò appena il pube coperto di riccioli neri e folti che arrivavano fino agli inguini e salivano su fin dove non sapevo dire dato che la pancia si riversava di di esso, senza mai staccare mano dal suo ingombrante corpo poi cominciò a risalire, toccavo ogni centimetro di pelle mentre sentivo che il suo respiro si faceva più veloce ed affannoso, iniziò anche a dimenarsi sul sedile, agitando i fianchi ed emettendo ogni tanto qualche lieve mugolio.
Arrivai alle tette, due tettone piuttosto grosse rivolte verso l'esterno e adagiate mollemente sul suo stomaco, le areole erano enormi con un diametro di circa cinque centimetri,le più grandi che avessi mai visto e i capezzoli rivolti verso il basso erano carnosi e già dritti per la sua eccitazione, mi riempii la mano con quelle tette, prima una poi l'altra alternativamente, le accarezzavo le stropicciavo spingendole verso l'alto per poi farle ricadere pesantemente, Iniziai poi a pizzicare un capezzolo facendolo se possibile inturgidire ancora più di quanto era già, dal canto suo lei con la testa rovesciata all'indietro sullo schienale del sedile teneva gli occhi chiusi mordendosi il labbro inferiore mentre con le mani stringeva e martoriava i lembi della pelliccia che ricadevano ai lati del suo corpo ormai in preda al piacere che le stavo procurando.
Capii che i mie movimenti stavano diventando troppo frenetici, mi stavo comportando come un ragazzetto alla sua prima esperienza, pertanto rallentando i miei gesti proseguii per un pò nel palpeggiare le sue grosse mammelle che si plasmavano sotto la stretta delle mie dita, mentre lei ansimava e respirava forte mugolando ogni tanto per il piacere,la mano scese nuovamente verso il suo ventre continuando sul grasso pube ad accarezzarne i il pelo e la carne facendo pressione, quindi lo afferrai con la mano e lo strinsi lentamente ma piuttosto energicamente, a quella manovra lei reagì inarcando la schiena e sollevando il bacino con un piccolo grido soffocato,Il suo rapido sollevarsi fece si che io potessi arrivare alla fessura della sua vulva, immediatamente la sentii umida e calda, era talmente eccitata che le mie dita in men che non si dica si bagnarono dei suoi umori seppure le labbra di quel caldo ed invitante
sesso voglioso fossero ancora chiuse.
Ben presto le dischiusi, aveva le grandi labbra grasse, gonfie e carnose che richiudevano completamente la vagina, mantenendo il palmo premuto sul suo morbido pelo vi intrufolai l'indice, dapprima spingendolo dentro poi piegato ad uncino lo feci scorrere tra le labbra e risalendo alla ricerca del clitoride che immaginavo ben nascosto da quel meraviglioso scrigno di carni pelle e pelo.
Ci volle qualche manovra per trovarlo ma appena sentii un punto più duro e sporgente iniziai a massaggiarlo delicatamente, la cosa diede i suoi frutti perchè la signora, benchè non glie lo avessi ancora lavorato come volevo fare andrò subito in estasi iniziando a dimenarsi sul sedile muovendo il bacino, il mio dito era completamente fagocitato da quella caverna del piacere che grondava copiosamente dei suoi umori, lo muovevo alternando tocchi lievi e altri più decisi, passando dal clitoride che ogni tanto perdevo al tatto anche a causa dei suoi movimenti, alle labbra che percorrevo in tutta la loro lunghezza, prima dentro poi all'esterno e nuovamente dentro con una masturbazione che la stava portando al settimo cielo.
La signora ansimava, sbuffava, gemeva e si dimenava ,dal canto mio ero sempre più eccitato ma, troppo intento a procurarle quel godimento non mi occupai del mio membro che scalpitava nei pantaloni.
Ero però ancora in piedi fuori dall'auto e lo stare con la schiena piegata chinato su di lei con la testa infilata nello spazio della portiera iniziava ad essere scomodo, pertanto decisi di sedermi di traverso sul bordo tenendo tra le mie gambe la sua che ora penzolava all'esterno , la signora mi lasciò fare e anzi allargò ancora più le grosse coscione posizionando l'altra gamba al di là della leva del cambio e si sdraiò abbassando lo schienale del sedile.
A quel punto avevo il campo di battaglia a completa disposizione, quella donna lasciva e morbida che ,come una grossa rana mi offriva a gambe oscenamente divaricate il suo sesso voglioso e desideroso di attenzioni, ora mi si presentava in tutta la sa opulenza una passerona grassa con enormi labbra gonfie e bagnata all'inverosimile.
Ricomincia a pastrugnarla tra le cosce, aprendola adesso con le dita di entrambe le mani che dopo il cambio di posizione potevo utilizzare a pieno, le labbra schiudendosi mi rivelarono l'interno frutto della sua vagina rosa e delicato, le piccole labbra piuttosto nascoste in cima alle quali sporgeva il clitoride turgido e dritto seppur di non grandi dimensioni, il tutto abbondantemente irrorato dei suoi viscidi umori.
Ripresi a masturbarla infilando un dito in quell'antro ormai completamente a mia disposizione, la signora riprese ben presto ad agitarsi e a muoversi per cercare il piacere che avrebbe placato il suo desiderio, capii in fretta che un dito non era sufficiente per quell'immensa e vogliosa ficona quindi al medio aggiunsi anche l'indice che subito sparirono come risucchiati in quella sconcia voragine, sentivo salire la sua eccitazione, i suoi umori ormai colavano copiosamente mentre le mie dita le scivolavano dentro come una lama calda nel burro, iniziarono a scorrere fuori in un rivolo che scendendo lungo il perineo andò a bagnare l'ano che intanto vedevo allargarsi e contrarsi al ritmo dei movimenti;
non potevo certamente perdermi quell'occasione per cui per un attimo mi dedicai a quel buchetto fremente massaggiandolo e penetrandolo seppur di poco, evidentemente la signora doveva essere abituata a ricevere piacere anche in quel modo perchè non oppose nessuna resistenza, anzi scendendo un pò col bacino lungo il sedile e rilassando lo sfintere fece in modo che il mio dito la penetrasse senza fatica entrando fin quasi a metà.
Iniziai pertanto a muoverlo avanti e indietro mentre con 'altra mano le allargavo la fica cercando per quanto possibile di darle piacere in entrambi i canali contemporaneamente.
La signora era in estasi, continuava a mugolare di piacere -mmmmmhhhhhh..... aaahhhhh... - ma non diceva altro, non parlava ma sdraiata sul sedile rovesciava all'indietro la testa e inarcando la schiena si strizzava con entrambe le mani le grosse mammelle pizzicando e torturando i capezzoli, si afferrò la destra e me la porse da baciare;
distolsi una mano dai suoi profondi meandri e continuando con l'altra a rovistare tra le sue cosce e nel buco del culo le afferrai la grossa e molle tetta avvicinando la bocca, la mordicchiai,la baciai, succhiai avidamente con forza il capezzolo eretto, lo leccavo slinguazzandolo e ricoprendolo di saliva, tiravo con le labbra mentre la signora ormai quasi persa nel suo piacere mi spingeva la testa contro quella massa morbida facendomi quasi soffocare, arrivai a mordicchiarlo cercando di non essere troppo rude, la cosa la stava facendo impazzire.
Capii che era vicina all'orgasmo, le tolsi il dito dal culo e mi dedicai esclusivamente alla ficona che nel frattempo si era parecchio dilatata per il desiderio di ricevere qualcosa di più consistente che un semplice dito, pensai che quella fica vogliosa ed enorme, per le dimensioni e la lubrificazione avrebbe potuto benissimo contenere due membri senza nessuna fatica e forse li aveva anche ricevuti.
Nell'intento di riempirla di piacere unii tutte le dita della mano e le appoggiai a quello sconcio orifizio iniziando a farle scivolare dentro, con movimenti alternati ,dentro e fuori allargandole ogni tanto per farmi strada, non sapendo comunque fin dove sarei potuto arrivare sentivo i tessuti della vagina che cedevano senza riluttanza e si dilatavano man mano che la mano si faceva strada.
La signora stava per godere, non le mancava molto si dimenava sempre più a cosce spalancate, nel trambusto la calza della gamba stretta tra le mie fuori dall'auto era scesa arrotolandosi all'altezza del ginocchio, con l'altra gamba si teneva puntata spingendo col piede contro al cruscotto dell'auto.
Stava andando in orbita, il suo respiro era sempre più veloce ed affannoso, il suo corpo iniziava ad essere sconquassato dall'orgasmo che intuivo iminente, sollevava ed abbassava ritmicamente i fianchi e il grosso culone, seguendo il ritmo della mia mano che si muoveva dentro di lei facilitandone la penetrazione, le mie dita erano sparite dentro il suo ventre non le vedevo più mentre continuavo a masturbarla avanti e indietro e il resto della mano restava fuori.
Aveva il viso stravolto, la testa all'indietro e con le mani si frugava tutto il corpo facendole scorrere sul collo, sulle tettone, sui fianchi e sulla pancia,si torturava i capezzoloni tirandoli all'inverosimile portandoseli alternativamente alla bocca per succhiarli, quando erano libere le sue tette sballottavano a destra e sinistra e la sua grossa pancia sobbalzava ad ogni suo movimento;
ad un tratto si sollevò dallo schienale, mi afferrò con una mano il polso e mettendo l'altra dietro il mio gomito .... iniziò a spingersi dentro la mia mano, seguendo il suo insano volere rilassai completamente il braccio e mantenendo immobili le dita nella fica la lasciai fare.
Iniziò ad usare il mio avambraccio come un dildo spingenoo il mio gomito in modo da penetrarsi con la mia mano e tirando il polso per agevolare il movimento in senso contrario, era una cosa pazzesca!
La signora ormai in preda al piacere più lascivo si stava masturbando con la mia mano, non ero più io che decidevo cosa fare era lei che conduceva il gioco, ero diventato per lei uno strumento di piacere, una specie di vibratore umano.
Accelerava sempre più i movimenti con un ritmo forsennato, la guardavo estasiato e stupito allo stesso tempo finchè spingendo sempre più a fondo si infilò completamente la mia mano dentro la fica fino al polso, percepivo l'interno di quel baratro lussurioso,caldo e scivolosissimo, sapevo cos'era il fisting ma non avendolo mai sperimentato con nessuna prima ne conoscevo solo la teoria, sentendo le pareti della sua vagina che cedevano sotto le sue spinte azzardai a chiudere moto lentamente le dita a pugno , era proprio quello che la signora desiderava perchè in un attimo successe il finimondo, tutto il suo corpo iniziò a tremare, il respiro era sempre più veloce, mugolava e respirando affannosamente ogni tanto grugniva, per un attimo ebbi la visione di una grossa scrofa mentre proseguiva in quello stantuffarsi con la mia mano, il volto era rosso per l'affanno e il piacere - Sì... Sììì... Sììììììììììì !!!!-
furono le uniche cose che le sentii dire mentre godeva come una forsennata e i tremori del suo corpo si facevano sempre più intensi, tremava a tal punto che quasi mi preoccupai che potesse venirle un colpo, ma non fu così.
Giunse all'apice del piacere quando dalla sua grassa gnoccona iniziarono ad uscire spruzzi di liquido trasparente, uno, due, tre, quattro, non abbondantissimi ma i primi talmente potenti che ne sentii perfettamente il rumore, gli ultimi di minore intensità;
la signora mi aveva offerto un meraviglioso squirting, anche quello lo conoscevo solo in teoria e apprezzai molto la cosa.
Lentamente dopo l'orgasmo iniziò a calmarsi, le sue gambe che prima erano contratte dagli spasmi lentamente si andavano rilassando, tutto il suo corpo si stava rilassando sul sedile, il respiro man mano stava tornando regolare, restai lì con la mano ancora infilata nelle sue profondità forse per un minuto senza più muoverla, ero frastornato oltre che compiaciuto per quello che era successo, sfilai quindi lentamente la mano dal suo corpo, fece un rumore di
risucchio che ancora adesso non posso dimenticare,era piena di umori appiccicosi e odoranti, se avessi conosciuto meglio quella signora probabilmente mi sarei ciucciato le dita , ma non sapendo nemmeno chi fosse mi guardai bene dal farlo, come per lo stesso motivo anche se avevo un gran desiderio di farlo non mi azzardai mai a leccarle la fica .
Sfilata al mano la grossa ficona si richiuse quasi completamente assolutamente non sembrava nemmeno che fino ad un momento prima ci fosse entrato qualcosa, tanto meno una intera mano, quasi immediatamente ne uscirono tre o quattro peti, quelle grosse labbrone mi stavano facendo le pernacchie a causa dell'aria incamerata mentre la masturbavo e mi sono sembrati quasi un ringraziamento.
Sul cruscotto dell'auto era appoggiata una scatole di fazzolettini di carta, ne presi uno e mentre mi asciugavo la mano, solo allora mi accorsi del marito della signora, almeno pensavo che fosse tale, del quale mi ero proprio completamente dimenticato che nel frattempo si era riavvicinato all'auto e stava guardando dentro.......
continua........
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4 years ago
admin, 75
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All'aperto
Per noi inospitali è difficile organizzare un incontro ma a volte succede.
il mio conoscente era carico come me, forse anche di più.
ci eravamo accordati per incontrarci in una zona poco frequentata, a detta sua e così si era dimostrata.
bene, il tempo per un saluto, due parole e si era slacciato I pantaloni, offrendo la sua virilità.
bene, non tanto lungo ma grosso quanto basta per farsi sentire, dentro.
un bel cono gelato da assaporare, due palline da accarezzare.
Alla prima goccia, un bella smanettata per tenerlo duro, si è indossato un guanto in lattice, spalmato di gel e mi ha preparato alla penetrazione, bene
Dopo un po' si era avvicinato col cazzo duro e piano piano me l'aveva infilato, entra esce per un po', per adattare alla situazione e poi via col montaggio fino che mi sono cedute le ginocchia lasciandomi andare sul sedile posteriore dell'auto...
Ancora montaggio, e da lì in avanti si era aperto tutto
Nessun fastidio più, solo il calore del cazzo nel culo avanti ed indietro, non era riuscito a trattenersi, come dicevo prima era bello carico. , mi ha pompato fino alla fine...
Aperto, riempito e dissetato...
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4 years ago
Fvg52Bsx,
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Prima esperienza
Ciao Siamo Guido ed Anna, intanto desideriamo precisare che tutti i racconti che metteremo sono reali al 100 x 100, gradiamo commenti, contattateci per incontri in base ai racconti
Eravamo in ferie sulla costiera amalfitana, alloggiavamo in un bel hotel, confortevole co +n un ottimo servizio in camera; una mattina decidiamo di fare un giro della costiera, ma questa volta in autobus, era molto pieno ed io e Anna eravamo di fronte, lei alta 163 peso forma bionda occhi azzurri, 3a scarsa di seno, ben fatta, quella mattina aveva indossato un abitino leggero estivo con delle infradito, perizoma e niente reggiseno.
Ad una fermata salgono delle persone, tra cui un ragazzo sui vent'anni, si mette dietro Anna che, ad un certo punto, spalanca gli occhi vedo un'espressione sorpresa, poi un'aria che conoscevo molto bene, eccitazione, guardo e vedo che il ragazzo si è appoggiato a lei, faccio per intervenire ma lei, con lo sguardo mi blocca, poi vedo che inizia a muovere in maniera impercettibile il sedere, dura circa un quarto d'ora, poi vedo lei rilassarsi, lui con un espressione estasiata mista ad imbarazzo, aveva una vistosa macchia sui pantaloni, Anna l'aveva fatto venire; arrivati a destinazione le chiedo di raccontarmi, lei mi dice che avevo visto tutto,, ma lo sai, mi disse, che ero eccitata che un altro uomo ci provasse con me.
Niente di strano le dissi, sei veramente uno schianto, ma lei aggiunse che se fossero stati in un posto isolato mi avrebbe cornificato, intanto il cazzo mi scoppiava nei pantaloni, lei lo notò sorridendo, aggiunse che la cosa mi avrebbe eccitato, accidenti a lei aveva ragione
Dopo quell'esperienza ne parlammo e rimanemmo con l'idea che se fosse successo casualmente, saremmo andati fino in fondo
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4 years ago
admin, 75
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Una sera diversa per caso...
Ormai da qualche giorno sono solo in casa, mia moglie (con cui non ho rapporti da tempo) e le mie figlie hanno approfittato della fine del lock down per trascorrere una settimana in Sicilia. Durante la settimana il tempo passa velocemente grazie a gli impegni lavorativi che mi assorbono totalmente, ma questo ultimo weekend di giugno sembra interminabile e il tempo nuvoloso non aiuta affatto, giro per casa e dopo qualche lavoretto casalingo decido di buttarmi nel divano in mutande e con un bel bicchiere di vino incomincio a guardare un pò la TV e un pò il cellulare, cercando sul sito qualche annuncio interessante. Principalmente attratto da coppie sbircio, guardo video e foto cercando situazioni che possano soddisfare un'incipiente desiderio di sesso, fatto bene senza complicazioni e tabù. Ad attirare la mia attenzione è l'annuncio di una coppia romana matura in cerca di un bisex, lei sembra essere stupendamente porca e lui un distinto cinquantenne bisex A/P. rispondo senza indugi all'annuncio e invano attendo una risposta o un cenno che mi possa far ben sperare. mi scopro eccitato nel guardare in foto il culo e il cazzo di lui, lei oscena con le gambe aperte e due seni enormi stimola la mia fantasie e in pochissimo libero il cazzo dalla costrizione degli slip e incomincio a segarmi, prima lentamente e poi con più foga. immagino di essere li con loro di leccare la figa aperta di lei mentre la lingua di lui si sofferma sul mio buco inviolato, un rivolo di saliva mi cola dalla bocca e con le dita la raccolgo e la cospargo sul mio buco ancora vergine, affondo il dito e sento che l'erezione si fa più consistente, lentamente gioco con il mio culo e inserisco anche il secondo dito, entra a fatica e ci vuole un pò per abituare il poco elastico ano ad accogliere le mie lunghe ed affusolate dita... penso alla lei dell'annuncio e quanto sarebbe piacevole ricevere in bocca tutti i suoi umori, ma diventa preponderante il desiderio di toccare e succhiare anche il cazzo di quell'uomo distinto. Vengo copiosamente con quel pensiero e con due dita piantate nel culo che pian piano tiro fuori.. con gli occhi chiusi ne assaggio il sapore acre e sento il profumo del mio culo violato. Guardo l'orologio la mia masturbazione è stata molto più veloce di quello che pensavo, così decido di docciarmi e andare a fare un giro per negozi con la speranza febbrile che la coppia risponda in tempo utile per organizzare un incontro, magari con una bella cena a tre a premessa dell'attività godereccia. Giro per i negozi senza acquistare nulla fino a quando prima di tornare a casa non decido di entrare in un negozio di abbigliamento da uomo. Decido di provare un completo e dopo qualche insistenza del gestore prendo una taglia leggermente più grande della solita. la giacca veste bene ma il pantalone come immaginavo veste largo, ma lui, un uomo brizzolato di mezza età, continua a sostenere che con qualche piccola modifica possa andare benissimo. Ormai siamo in orario di chiusura e anche la commessa è andata via abbassando leggermente la saracinesca del negozio. Siamo soli nel camerino e lui si da da fare nell'appuntare spilli ovunque mentre con le mani mi sfiora le gambe, le caviglie e il sedere, è inginocchiato e la sua bocca è all'altezza del mio cazzo che nel frattempo è diventato durissimo a causa degli stusciamenti casuali. Ancora inginocchiato alza lo sguardo mi fissa negli occhi e senza dire una parola abbassa la cerniera del pantalone e tira fuori il mio cazzo già bagnato dal liquido pre-seminale, lo lecca e lo accoglie in bocca tutto fino in fondo in contemporanea tira fuori la lingua e mi stuzzica le palle. adesso le mie mani hanno afferrato la sua testa e la spingono sempre più forte assecondando il suo pompino, ha i conati di vomito e resta senza fiato, con un filo di voce e con un filo di saliva sussurra: ho sentito l'odore del tuo cazzo dai pantaloni e non ho resistito... A quelle parole rispondo in modo autoritario dicendo che volevo sentire la sua lingua scorrere tra le chiappe, ma prima affondo una mano e tiro fuori il suo cazzo dai pantaloni, lo porto alla bocca e lo succhio avidamente mentre le mie dita rovistano le sue chiappe e toccano lo scroto gonfio di desiderio. Chiude la saracinesca spegne la luce e ci spostiamo nel magazzino ... il suo cazzo profuma e così decido di pomparlo ancora un pò prima di accomodarci su un tavolo in un 69 da brividi. lecca avidamente cazzo e culo infilandomi prima uno e poi due dita, io faccio lo stesso, il culo è ben dilatato e con tanta saliva lo fotto con ormai 4 dita, geme si contorce e mi implora di spaccarlo, vuole il mio cazzo dentro ma siamo sprovvisti di profilattico e non vogliamo rischiare.... continuiamo per un tempo indefinito a pomparci a vicenda fino a quando non esplodo nella sua bocca... il porco beve e ingoia avidamente pulendo e lucidando la mia cappella... adesso tocca a lui che si mette a cavalcioni su di me e dopo poche menate mi schizza sul corpo e in viso... ci ricomponiamo senza dire una parola, chiedo del bagno e lui mi indica un piccolo locale angusto... tiro fuori il cazzo per pisciare e sento la sua mano... con un filo di voce mi dice... posso fare io? lo prende e dopo avermi fatto urinare se lo rimette in bocca .... sono esausto, il cellulare continua a suonare ricordandomi che era giunta l'ora di rincasare, con la consapevolezza però di aver trovato un piacevole nuovo compagno di giochi. tornato a casa ripensai a quanto vissuto non potendo fare a meno di riguardare le foto di quella coppia romana e soprattutto di quella figa slabbrata che tanto avrei voluto leccare e fottere!
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4 years ago
victor972,
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Halloween 2019.. una storia sissy
Mi chiamo Alex e sono sposato con Claudia da due anni.
Abbiamo entrambi 40 anni.
Mia moglie e originaria di Matera, alta 1.89, fisico tonico, fa tanta palestra, un bel seno, una terza abbondante e capelli neri medio lunghi...io sono di Bologna, questa è la storia di halloween 2019.
La nostra relazione è sempre andata a gonfie vele, anche a letto ma questa avventura ve la devo proprio raccontare.
Una settimana prima di Halloween ci trovammo a cena a casa di due amici, Layne e Cristina.
Come al solito dopo qualche bottiglia abbiamo cominciato ad approfondire diversi argomenti.. e tra una chiacchiera e L altra andammo a parare sulla differenza maschi e femmine..
“E vero che anche se siamo nel 2019 le donne sono ancora sottovalutate.. non hanno responsabilità sociali, la discriminazione sociale e ancora presente.. “ disse Cristina
“Ma non diciamo stupidate.” Rispose a tono Layne..” LA discriminazione esiste solo quando fa comodo a voi.. le donne che hanno coglila ottengono tutto, quelle che si rilassano e fanno lavorare i mariti poi vanno a dire che c’è discriminazione..” continuo lui.
“Non è vero,” disse Claudia, “ la discriminazione c’è e voi uomini ve ne approfittate... “
“Non sono d’accordo.. le donne hanno molto più potere degli uomini.. basti pensare che siamo noi a chiedervi di sposarci e non viceversa.. magari in certi paesi si, c’è discriminazione.. ma in Italia? Oggi? Non c’è discriminazione.. io nella prossima vita voglio nascere donna, così non me la meno a lavorare, sposo uno ricco e scopo chi mi pare... voi donne lo potete fare.. noi maschi no” dissi io.
“Sono d’accordo con Lui,” mi appoggio layne, “ voi donne siete sempre a fare le vittime e poi potete fare quello che volete.. “
“Da quando? Da quando possiamo fare quello che vogliamo?” Disse Claudia
“Il paradigma della questione.. io te lo do o non te la do non fa parte della discriminazione..” continuo.. “certo che se gli uomini sono concentrati sempre e solo a quella cosa lì, allora noi diventiamo oggettivamente...”
“Oggettivamente basta farvi vedere due tacchi alti per farvi ululare.. poi quando si tratta di avere posizioni di responsabilità la donna è sempre in secondo piano.. e la cultura che la Donna in carierà è e deve essere stata comunque puttana e comune in ogni dove” disse Cristina.
Layne sghignazzo.. “se fossi stato donna io avrei fatto uguale.. “ e si verso ancora da bere.. “essere maschio oggi è più incasinato che essere femmina...” continuo
“Il vostro più grosso problema è che non ve la diamo, avete in testa solo il sesso, i siti porno vi hanno ipnotizzato, le donne non sono tutte ninfomani come vi fanno credere, e il risultato di tutto questo è che vi super eccitate e venite in 5 minuti.. poi vi lamentate che non ve la diamo abbastanza e che abbiamo mal di testa..” si intromise Claudia..
“Bum!!” Disse Layne.. “qui mi sa che ci si sta rivolgendo a qualcuno” affermo guardandomi..
“Cosa ti ridi, che tu hai una collezione di porno che fa invidia a siffredi.. “ disse Cristina maliziosa... “se fossi un uomo ti farei vedere io come si chiava una donna , non una botta e via mensile tanto per fare e poi al bar, a fare la voce grossa..”
“Bum!!” Gli risposi io a tono... “ma se una persona e fredda e passiva quando fa L amore non aiuta..” dissi poi io.
Claudia mi guardò arrabbiata « ah, e quindi io sarei fredda... ma se appena cambiamo posizione vieni subito e mi lasci a secco cosa dovrei fare?” Affermo decisa
“Bum!!!” Ribatte Layne
“Bum cosa? .. anche tu a bum bum non vai micca forte..” gli rispose a tono Cristina... “una donna non la da perché un uomo non sa come chiedergliela.. “
I toni si facevano incandescenti ed il vino bevuto non aiutava di certo.. in vino veritas.. come si suol dire.
Mi accesi una sigaretta e affermai “ beh, sicuramente in questa casa la discriminazione non esiste, vista la libertà di parola.. tra una settimana sarà halloween, vi dovreste travestire da maschio..” buttai li
“Haha, questa si che è un idea, e facciamo a gara quanti numeri di telefono portiamo a casa” disse Cristina un po’ più distesa..
“Ah no,” disse Claudia.. “se io mi travesto da uomo, tu ti vesti da donna!” Disse lei
“Ma cosa c’entra!” Dissi io.. “voi avete cominciato”
“Noi ci vestiamo da uomini e voi da donne.. e vediamo quanti numeri di telefono portiamo a casa.. allora si che la sfida è alla pari” rilancio Claudia.
“Haha giusto” aggiunse Cristina.. “la notte di Halloween.. e avete interesse a vestirvi bene .. altrimenti non rimorchiate neanche con il carro attrezzi”
“E cosa ci giochiamo?” Chiese Layne
“Mah, non so.. se vinciamo noi ci pagate una bella crociera a Natale...” disse Claudia
“E se vinciamo noi?” Chiese Layne
“Se vinciamo noi dovrete, prima di tutto scusarvi, e poi un abbonamento allo stadio per la prossima stagione. Risposi io
“Tribuna VIP” aggiunse Layne
“Sento già il sole dei caraibi sulla pelle.. “ rispose Claudia.
La conversazione fini li.. ed io e Claudia tornammo a casa.
In macchina non smise di parlare.. la crociera, Halloween, il sesso.. arrivati a casa facemmo L amore, con passione e fino li.
Il giorno dopo andai a lavorare tranquillo, Claudia era a scuola e la giornata scorse tranquilla.
Poi su what’s up mi arrivò L invito ad un gruppo: Halloween 2019, i partecipanti eravamo io, Layne, Claudia e Cristina.
Cristina fu la prima a scrivere.
“Due tavoli prenotati in discoteca.. andiamo alla villa delle rose.. bottiglia di champagne su ogni tavolo...”
“Due tavoli?” Digitai io
“Uno per le donne ed uno per i maschi.. o viceversa..” rispose
“Allora a quello dei maschi ci vuole il black label, lo champagne e per ragazze..” risposi
“😨” rispose lei
“Allora se e così cambio prenotazione”
La sera tornai a casa e a cena Claudia mi disse che Cristina era partita in quarta.. aveva prenotato per halloween un truccatore professionista... e pure un attore per insegnarci i movimenti ed essere più credibile.. “in ogni caso ci sarà da ridere.. ma vi consiglio di fare lo stesso se volete avere qualche probabilità di vincere” aggiunse.
Nei giorni successivi parlai a Layne.. “cazzo, fanno sul serio.. mi sa che dobbiamo entrare nella parte..” disse con un tono serio.
Claudia mi disse che avrebbero avuto 3 lezioni sabato e domenica e mi passo in segreto il numero della compagnia teatrale per avere almeno un contatto in più.
Layne mi chiamo mercoledì sera... “jackpot!” Disse al telefono.. un agenzia di cinema.. trans formazione completa e noleggio dei vestiti per 24 ore 250 euro a testa.. questi sono professionisti.. vinceremo sicuro” mi disse entusiasta.
Durante la settimana ci organizzammo.. sabato sera alle 21.30 scattava la prenotazione.
Le regole erano chiare: dalle 22.00 alle 2.00 saremmo stati nello stesso locale.. poi alle 2 ci saremmo riuniti allo stesso tavolo per contare i punti.
Ci saremmo lasciati sabato mattina e non ci saremmo rivisti fino a sera...
Venerdì sera L ultima cena prima del giorno x.
Arrivammo in pizzeria verso le 20.00.. Layne e Cristina ci stavano già aspettando.
“Allora, pronti per domani?” Chiese Claudia.
Layne annuii.. eccome.. farete fatica a riconoscerci..
“Vedremo se voi riconoscerete noi!” Disse Cristina... e comunque abbiamo una sorpresa per voi due.. dato che domani dovrete comportarvi da tali.. non avrete diritto ad eccitarvi ...” continuo..
Claudia scoppio in una forte risata..
“In che senso ?” Chiesi io perplesso.
Cristina estrasse dalla borsetta due pacchetti regalo rosa sghignazzando...
“Siamo andati da uno psicologo che conosco.. il libido maschile e più forte della donna.. se vogliamo fare un incontro alla pari.... beh aprite..!” Disse perentoria.
La pizza arrivò e non ci badammo.. quando aprimmo il regalo fummo sorpresi..
“Si chiama e-lock, e una cintura di castità maschile collegata con un app ai nostri cellulari.. la cintura non può essere disattivata che con i nostri iPhone, abbiamo già provato, funziona..” disse Claudia...
“La scatola dice che c’è un gps incorporato” replicai io.
“Giusto..” rispose lei
“E a cosa serve?” Chiese Layne
“A bloccarvi l erezione e ad abbassare il libido al livello che è normalmente presente in una donna..” rispose Claudia
“Ma in questo modo voi sarete avvantaggiate..” disse Layne
“In Che senso?” Chiese cristina
“Nel senso che voi domani con la vostra app saprete sempre dove siamo... non sono d’accordo... se volete che indossiamo questo la indosseremo a partire delle 16.00, non prima” spiego Layne.
“Per me va bene” disse Cristina...
“Anche a me..” disse Claudia...
“Eh no!” Risposi io, “il. Ostro libido scende a quello di una donna.. anzi mi è già sceso solo all idea di questo arnese.. ma voi dovrete avere un tasso di libido più alto, a livello maschile.. per cui dovreste pensare continuamente ad un sesso eterosessuale en non omosessuale-lesbico, e dovrete vostro malgrado cercare di attrarre donne e non ragazzi.. se il vostro libido sale.. automaticamente avrete voglia di sesso.. ma sarete forzate a malavoglia di abbordare ragazze.. io la cintura non la metto perché secondo me diventa una sfida impari, non è giusta” spiegai io.
“Tanto perderete lo stesso “ disse Cristina
“Non è vero!” Risposi io, “ se vuoi veramente che sia una scommessa alla pari.. allora perché domani mattina non vai in farmacia e ti compri una scatola di Vyleesi? Il nuovo viagra per donne.. dicono che se ne prendi due pillole ti girano gli ormoni come sulle montagne russe..” continuai io.
“E tu come lo sai?” Mi guardò stupita Claudia..
“Conversazioni da bar.. ma hanno sempre un fondo di verità!” Aggiunsi.
“Confermo! “ disse Layne... “las fida deve partire alla pari!, metteremo le cinture solo quando avremmo le prove che voi avete preso le pillole “
“Va bene” disse Claudia
“Ok” aggiunse Cristina
Poi tornammo a casa, ebbi una delle migliori scopate con Claudia.. la cosa ci ecctava da morire.
I’l mattino seguente alle 9 incontrai Layne al bar..
“Ma siamo sicuri?” Gli Chiesi a bruciapelo mentre stavamo prendendo il primo caffè..
“Vai tranquillo.. dai.. è solo per una sera.. stadio VIP, dai.. perché no?” Rispose lui
“Allora alla salute LILY!” Gli dissi io
“Haha, alla tua ALESSIA!” Rispose lui
“E loro come si chiameranno? Claudio e Cristiano? Hahahaha!”
“ non lo so davvero!” Rispose lui “dai andiamo! Dobbiamo essere la alle 10.00”
La sede dell agenzia era in uno stabile appena fuori Bologna, arrivammo puntuali ed ad accoglierci fu una graziosa ragazza..
Una volta controllata la prenotazione arrivò un ragazzo, molto effemminato, si chiamava Gianluca, dopo una piccola introduzione , ci disse che a Halloween aveva molte richieste di quel tipo.. e vista la nostra situazione particolare ci chiese 200 euro in più.. “sarete irriconoscibili!” Garanti.
Accettammo.. e lui con ghigno malizioso ci disse di andare prima ad una spa li vicino per la preparazione del corpo.
Ci recammo al condominio da lui citato, 3 ragazze vietnamite ci fecero accomodare poi ci vennero a chiamare separatamente.
Mi portarono in una stanza, mi fecero cambiare e mi fecero stendere su un lettino.
Cominciarono un massaggio rilassante poi con mincosparsero di una crema aromatizzata alla citronella, almeno credo, poi con minuzia e con un sottile rasoio levarono ogni pelo dal mio corpo, poi fecero ancora 30 minuti di massaggio con olii essenziali... mi ritrovai alla reception dello stabile dopo 2 ore ci Layne.
“Mi sento dolce come il culo di un bambino..” mi disse
Tornammo all agenzia e li passammo davanti ai 6 clienti che aspettavano.
Gianluca ci fece entrare in due camere separate
Nella mia c era una pila di indumenti e accessori.. il ragazzo effemminato mi chiese di spogliarmi, mi chiese di indossare delle mutandine in pizzo nere e di mettere delle cale autoregenti nere.
Poi mi squadrò per qualche secondo e disse con convinzione “una terza”
Spari e torno con un un top con due tette in silicone realistiche.. il body in lattice aderiva perfettamente al mio corpo, ed il colore rosa carne in qualche modo si adattava aderentemente al mio corpo.
Era una sensazione strana, mi sentivo eccitato, cominciai ad avere un erezione.
Il fatto si trovarmi in quella situazione in qualche modo mi eccitava.. poi, l assistente minuto mi fece sedere su una sedia , come dal barbiere, comincio un lungo procedimento di trucco, smalto alle unghie e capelli.
Mi infilo una retina per i capelli e termino con una parrucca.. “no, non va bene.. “ disse il ragazzo.. quindi spari e torno con una maschera in silicone super sottile.. “questa coprirà il pomo di Adamo e la fisionomia..” disse..
Mi spennello la faccia già truccata con una sostanza viscida.. Vedrai che dopo che finito.. neanche tua mamma ti riconoscerà’” disse sorridendo “ma perché lo fai?” Chiese..
“Una scommessa, una stupida scommessa .. “ affermai..
“Beh, non è stupida se ci mettiamo tutti i soldi che avete speso.. “ rispose..
Poi mi aiutò a indossare la maschera a fatica, mi spiego che era L ultimo modello della roanyer, che era difficile da indossare ma super realistica.. e che non c era nessuna controindicazione.. la maschera in effetti si modello perfettamente alla mia faccia.
Poi passo una seconda parte di trucco sulla maschera.. ero sempre seduto guardando un muro bianco..
Gianluca in quel momento entro nella stanza “ottimo” disse verificando i dettagli.. “ora vestiamo la questa bambola..” continuo e mi prese per mano portandomi nel guardaroba.. mi mise prima una parrucca a capelli neri e lisci lunghi, poi una capelli ricci corti.. decise che quella a capelli lunghi, neri e lisci era la più adatta a me.. quindi fece provare un reggiseno nero e poi un completo rosso tutto di un pezzo con la cerniera posteriore... prima di chiudere il vestito si bloccò..” qui manca qualcosa.. dove la tua cintura?... mi chiese..
“Quale cintura?” Risposi io imbarazzato... “quella che abbiamo installato al tuo amico.. mi ha detto che anche tu je hai una.. allora? Dai che ho altri pazienti.. » capii a cosa si riferiva e indicai il tavolino dove avevo posato i miei vestiti..
“Prima di completare l opera vai in bagno e inseriscila.. ti aspetto qui..” disse Gianluca.
Entrai nello sgabuzzino che chiamava bagno e misi la cintura di castità come da copione.. quando uscii GIanñuca era sulla porta.. “bene “ affermo. “Ora proviamo questo vestito..
L’abito era un completo in pelle nero, me lo infilai ed aggiunse un corsetto rosso per risaltare i’l seni, quindi mi passo un paio di scarpe, tacco 16 .
Quando alla fine mi guardai allo specchio ebbi un colpo al cuore.. ero una gran fica, pensai tra me e me che con il tacco ero quasi 1.90 cm.. ero decisamente transformato.
Mi porto una bibita e si assicuro che la maschera in l’attrice era ben aderente al mio viso.. “ prova a bere.. prova a masticare .. sbadiglia.. “ aggiusto qualche dettaglio e mi assicuro che la maschera sarebbe stata una seconda pelle per le prossime sei ore.. quindi diede istruzione all’ assistente di sistemare la colla per fissare la parrucca.
L assistente si diede da fare e quando mi alzai mi volle a tutti i costi fare una foto.. “se fossi etero cascherei ai tuoi piedi.. “ disse.. fammi vedere il culo... “come?” Risposi un po’ imbarazzato.. “dai.. le ragazze lo hanno morbido e tondo.. fammi vedere..” mi girai.. “ non male.. “ secondo me stasera trovi un fidanzato.. mi disse.
Guardai il telefono e vidi L ultima notification. Un selfie , delle ragazze che prendevano le 2 pillole di viagra per donne. “A presto ragazze” digito Cristina.
Tornai alla reception e vidi una ragazza in abito da sera, capelli rossi, ricci, indossava un tailleur ben composto ed un paio di occhiali da vista.. stivaletti con le borchie..
Mi sedetti nella poltroncina a fianco.. erano ormai le 20.00
Mandai un messaggio a Layne.. “ok sono fuori” digitai “t aspetto alla reception..” come mandai i messaggi vidi la ragazza seduta vicino a me controllare il telefonino.. ci guardammo automaticamente con stupore..
“Ahhh, non ci credo! Sei tu??” Dissi sconcertato!
“Cazzo non ti avevo riconosciuto! “ disse lui .. “il taxi e qua fuori, perché non l hai detto subito che eri tu?” Disse
“Perche non sapevo che eri tu!!” Risposi io
“Dai andiamo! “ disse.. salutammo la ragazza alla reception e ci dirigemmo verso il taxi.. “certo che questi ci sanno fare “ buttai li..
“A proposito mi devi 200 euro..” mi disse..
“200 euro? E per cosa?” Chiesi stupito
“Le maschere in l’attrice che abbiamo noleggiato.. o passavamo per due trav effemminati oppure noleggiavamo il meglio.. e ho detto a Gianluca che non c era verso di perdere.. se siamo arrivati fino a qui, tanto vale farlo bene..” disse
“ cazzo mi sento strano.. ma ormai siamo in ballo” dissi io
“Ascolta, andiamo adesso in un bar in via farini e ci facciamo una bella bottiglia.. poi ho un idea.. quando andremmo in discoteca le due saranno lì a cercarci e magari a riconoscerci.. allora ecco qua.. “ disse cercando in un sacchetto.
“Cosa fai?” Chiesi..
“Mi sono organizzato.. ecco qua due cover rosa per il telefonino e due sim card.. non e che possiamo arrivare in discoteca e farci sgamare subito.. quindi avremmo dei numeri di telefono diversi.. ed ora andiamo al pub. Ci creiamo un nuovo profilo Instagram è un profilo Facebook.. ci facciamo un po’ di foto e facciamo il set up.. “ spiego con entusiasmo
“Andiamo dai.. passami la sim.. “ Risposi convinto.
Arrivammo in un bar ed ordinammo una bottiglia di champagne.. ci facemmo qualche foto e montammo i nostri profili..
“Come mi chiamo? .. Alessia.. suona bene Alessia.. Cognome? Cognome? .. Rossi.. tanto per stare nel vago.. “ dissi ridendo
“Allora io sarò Lily.. Lily la beau!” Disse lui..
“Come la pornostar?... noo.. io direi piuttosto Lililiana.. per le amiche Lilly, cognome Casta.. dato che sei casta e in castità.. hahaha..” ribattei a tono scherzoso..
“ e sia per Liliana!” Rispose lui.. “tanto è solo per una sera.. a proposito ho un idea..” disse “ora finiamo la bottiglia poi al locale ci andiamo separati.. loro saranno sicuramente li ad aspettare.. o tu o io arriviamo prima.. facciamo un giro di perlustrazione e ci raggiungiamo dopo..” disse ormai Lillly.
“Tanto ci sgamano lo stesso..” risposi io.. “la tua donna ha prenotato il tavolo.. e appena ci sederemo su quei divanetti sapranno subito chi siamo..” spiegai io.
“Eh no mio caro.. o meglio.. mia cara Alessia.. ho prenotato un altro tavolo.. in una zona più ViP, con tenda e Privee.. a nome Lily.. per cui studieremo L area e loro guarderanno un divanetto vuoto fino alle 2 del mattino.. Haha!” Disse Lily
“Noi, bella pensata socio, cioè.. scusa .. sorella.. Dai vai.. io finisco la bottiglia e arrivò” dissi
“ ok , chiedo il conto.. “ disse Lily..
“Tranquilla, la bottiglia la assorbo io.. vai e spiana la strada.. ci vediamo tra mezz’ora ora..” risposi con tono pacato “hai già fatto tanto.. questa te la meriti!” Gli dissi compiaciutA.
“A dopo allora” e si dileguò.
Rimasi dieci minuti da solA a impostare il telefono quando un ragazzo dal nulla appari e si mise a sedere... “scusa ma guardavo te e la tua amica.. posso offrirti qualcosa? .. ma se aspetti qualcuno me ne vado!” Disse il ragazzo.
“Se paghi la bottiglia ti può sedere .. tra 10 min devo andare.. “ dissi in maniera fredda..
“E dove vai la notte di halloween senza maschera? “ mi chiese..
“Tutti noi abbiamo una maschera . Anche tu stasera ne hai una.. la maschera del figo che ha voglia di ficcare.. paga la bottiglia.. sgancia il numero di telefono e domani.. se non ho niente di meglio da fare ti chiamo e ti faccio un pompino da svuotarti lo stomaco..” gli dissi a bruciapelo.. “cosa ce? Non è questo che volevi? Non mi dire che ti sei seduto perché volevi chiedermi in matrimonio.. se vuoi il mio numero paga la bottiglia e spera che ti chiamo domani” gli dissi convintA.
I’l ragazzo rimase scioccato.. quindi allungai la gamba e misi il mio piede tra le sue gambe.. sotto il tavolo.. “allora.. ?” Continuai..
“Un altra bottiglia?” Disse lui timidamente..
“Il conto per favore!” Dissi io al cameriere, il quale dopo pochi secondi porto lo scontrino..
“Allora ? Pago io o paghi tu?” Dissi con innocenza..
“Happy halloween my princess !” Rispose il ragazzo con un sorriso.. “questo è il mio numero.. abito da solo.. puoi chiamarmi a qualsiasi ora...”
E detto questo allungo la sua carta di credito al cameriere..
“Come ti chiami?” Chiesi
“Riccardo” rispose..
“Piacere, IO sono Alessia..” e detto questo memorizzai il suo numero gli mandai un messaggino.. “a domani 🥰😂”
“Perché non adesso?” Mi disse lui..
“Te L ho detto, ho un appuntamento.. ma se va male .. domani ti chiamo ..” risposi fredda.
Il ragazzo si dileguò e lo vidi tornare dai suoi amici con aria di esultanza.
Ebbi una sensazione strana, mi trovai a sentire un emozione di superiorità, il ragazzo aveva pagato la bottiglia e non aveva realizzato chi ero.. feci una capatina in bagno prima di lasciare il locale.. stetti attento a non sbagliarmi ed entrai nel bagno delle donne..
Mi guardai allo specchio con attenzione.. ero in effetti una bella figa, le gambe erano snelle ed i miei seni erano in risalto, non c era più niente di me che mostrava che ero un uomo.. il viso ben truccato e la maschera ben aderente era un capolavoro.. le ragazze che entravano accompagnate non badavano a me.. cominciai ad avere un erezione.. ma ebbi dolore.. cazzo dovevo stare calmo.. rimasi 10 minuti ad osservarmi e cominciai a fare selfie.
“Serve qualcosa dolcezza?” Disse una voce dietro di me.
“Scusa?” Chiesi io
“Hai bisogno di qualcosa?” Disse una ragazza mentre si lavava le mani.
“No grazie..” risposi
“Vuoi delle pillole?” Chiese
“Che pillole” rispose
“Extasy.. e Halloween.. faccio lo sconto.. ho le più buone della città.. con le mie farai un halloween sulle montagne russe.” Continuo mentre si asciugava le mani..
“Quanto?” Chiesi
“20 al pezzo, 100 per sei” disse
Presi dalla borsetta una banconota e glie la porsi.
Lei mi porse a sua volta una bustina.
“Divertiti dolcezza.. con queste stasera ti diverti di sicuro ” e detto questo se ne ando.
Misi le pillole in borsetta.. poi indugiai.. ripresi la bustina e presi una pillola e la ingoiai direttamente.. quindi mi diressi verso L uscita.
Ormai mi ero abituato a camminare sui tacchi e mi resi conto che stavo cominciando pure a sculettare senza accorgermene.. all uscita mi diressi verso il marciapiede dove c erano dei taxi che aspettavano.
Erano ormai le dieci e venti.. mi diressi verso la discoteca.
La villa delle rose era un locale situato un po’ fuori città.. un ambiente vip, una vecchia Villa signorile con un parco enorme, parcheggio ampio e con la pista da ballo nel giardino principale, all interno c erano 4 stazioni bar e due sale privee. Il proprietario portava ogni mese DJ famosi, e aveva transformato la villa in una macchina da soldi.. ogni sabato sera faceva almeno 600 persone.. ad Halloween si aspettava almeno 1000.
All entrata il buttafuori mi diede una mascherina in pizzo rosa.. “per chi non ha la maschera” disse.
Mi diressi verso il parco e mandai un messaggio a Layne..
Andai verso la zona vip che mi aveva spiegato.. non mi ricordavo più con era vestito.. c erano tante ragazze.. qual era..
“Ma che bel filetto!” Disse una voce schiaffeggiandomi una chiappa..
La ragazza era lui.. “ciao! Non mi avevi riconosciuta in mezzo a tutta questa gente vero?”
“No, proprio no, e difficile distinguerci.. “ sorrisi
“Vieni il tavolo e la” disse
Lo seguii e trovai al tavolo un magnum di champagne.. “offerto dalla casa hahaha” disse ridendo “essere donna è un po’ puttana ha i suoi vantaggi.. avevo ragione.. ho preso due numeri di telefono e ho guadagnato un magnum di moet.. salute Alessia!!”
“Salute risposi.. ci sono novità delle ragazze? “ chiesi
“Ho fatto un giro di perlustrazione.. e ho chiesto al cameriere che tavolo avessero prenotato.. me lo ha indicato, e dall’ altra parte.. sono passato due volte ma non c era ancora nessuno..” disse
“Muoio dalla voglia di vedere come si sono conciate..” dissi divertito..
Poi ad un tratto ebbi un mancamento, sentii un calore avvolgermi.. appoggiai la testa sul divanetto per qualche secondo e mi raddrizzai..
“Ehi? Tutto ok?” Mi chiese Lilly
“Cazzo!” Affermai, “cazzo che botta” dissi io
“Tutto bene? Che cosa hai?” Mi chiese
“Wow, che botta! Ho comprato delle pillole in bagno prima.. ne ho presa una..” spiegai
“Che pillole?” Chiese LIlly
“Che pillole? Secondo te..” e porsi la bustina...
“ non ci credo.. e come ti senti?” Mi chiese
“Da dio, ho voglia di ballare, di divertirmi.. ho caldo e sono eccitato.. L unico problema è sta cazzo di cintura.. non c’è verso di disattivarla?” Risposi
“No pultroppo.. e collegata ad un applicazione ai loro cellulari.. e comunque non ti lascio da sola..” e così dicendo ingoio una pillola.
Sorseggiammo champagne e osservavamo le persone .. la discoteca era piena imballata..
“Dai andiamo a farci offrire da bere da qualcuno.. “ dissi io.. lo champagne stava cominciando a dare alla testa.. mi dovevo muovere. “Fammi vedere il tavolo delle ragazze..” dissi
Vidi Lilly diventare tutta rossa..
“Fatto colpo eh?” Gli dissi
“Wow... sono su di giri.. neanche all università ero così euforico... andiamo!”
Attraversammo il parco e trovammo il famoso tavolo.. una bottiglia di whisky a metà e due bicchieri erano lì.. ma dei due ragazzi nessuna traccia..
“Scusate, avete una sigaretta?” Ci chiese un ragazzo sulla trentina.. carino e atletico..
“Non hai una scusa migliore?” Disse perentoria LIlly..
“Dai non lo scoraggiare.. se mi trovi un pacchetto ti faccio ballare.. ho lasciato le mie in macchina..” gli dissi
“Se me lo chiedi con due occhi così ... dammi 5 minuti e torno” disse e andò viA..
“Un altro numero da aggiungere.. haha.. e poi dicono che le donne sono discriminate.. vado a prendere da bere.. “ dissi
“Ok ti aspetto qui!” Rispose Lilly.
Mi diressi verso il bar.. era incredibile come nella calca ci fossero tante mani morte.. mi sentivo toccare, a ogni contatto la mia pelle lanciava segnali di eccitazione.. mi dovevo calmare.. il mio uccello stava cominciando a scoppiare..
Tornai dopo pochi minuti con due gin tonic.. il ragazzo era lì.. stava fumando con Lilly..
Mi offri il pacchetto e mi accesi una sigaretta...
“Mi devi un ballo principessa..” mi disse in maniera galante..
Mi diressi con lui verso la pista e cominciai a lasciarmi andare.. ballavo come non avevo mai fatto prima.. mi sentivo diverso.. cominciai a strusciarmi con lui.. ero eccitato e il mio uccello scoppiava.. poi innocentemente gli appoggiai la mano sulla patta dei jeans.. lui si avvicinò e comincio un bacio lungo e con la lingua.. ero perso.
“E già duro!” Mi disse lui in un orecchio
Quella cosa mi eccitava.. avevo un male cane.. quindi lo allontanai con le mani..”abbiamo detto un ballo.. dammi il tuo numero.. ti chiamo domani..” gli dissi
“Ma come mi lasci così?..” disse il ragazzo frustrato
“Dolce attesa..” risposi
Mi diede il numero.. si chiamava Roberto
Tornai al tavolo non trovai Lilly.. quindi ritornai verso il tavolo delle ragazze.. rimasi perplesso.. al tavolo ora c erano 4 bicchieri e quattro ragazzi.. come poteva essere? Mi accesi una sigaretta e osservai la situazione.. non riuscivo a distinguere Claudia e neanche Cristina... la storia si faceva complicata.. i ragazzi avevano L aria di divertirsi e continuavano a bere whisky.
Poi ripensai a quello che era appena successo.. mi ero eccitato a toccare il cazzo di un uomo? Ero entrato troppo nella parte pensai.. bevvi un altro sorso di gin tonic e decisi di andare a ballare da sola.
Neanche dopo un minuto due ragazzi cominciarono a ballare vicino a me, uno dei due si mise dietro di me e mi prese per i fianchi.. cominciai a sculettare.. ero super eccitato.. mi girai e cominciai a balllare con aria provocatoria.. gli guardai i jeans e vidi un rigonfiamento.. ancora una volta non resistetti.. allungai la mano e strinsi .. poi mi avvicinai al suo orecchio.. “dammi il numero”.. il ragazzo scrisse il suo numero sul mio telefono.. quindi lo lasciai con il suo amico del tutto euforico.
Mi sentivo puttana.. il cazzo mi stava esplodendo.. non sapevo più dov era Layne e non me ne fregava un cazzo.
Avevo voglia di toccare cazzi.. avevo voglia di sentirmi donna.. tornai al tavolo e presi dalla borsetta un altra pillola.. vidi che ne restavano 3.. Layne doveva essere nelle stesse condizioni.. sorseggiai ancora un po’ di champagne, fumai una sigaretta e mi diressi verso i bagno.. controllai il trucco, tt ok, tornai in pista.
Era ormai L una.. mancava ancora un ora allo scadere.. ripassai davanti al tavolo delle ragazze.. non c era nessuno, le bottiglie erano vuote.
Tornai a ballare.. ero ingoiato perso, il cazzo mi scoppiava nei pantaloni.
Sentii due mani possenti stringermi i fianchi.. mi lasciai andare.. ballai e mi strusciai.. quando mi girai vidi un ragazzo di colore, muscoloso, pantaloni attillati in pelle e canottiera bianca.. lanciai la mia mano tra le sue gambe.. ebbi un sussulto.. era decisamente uno stallone.
Continuai a strusciarmi.. poi azzardai .. “fa caldo.. ti va di prendere un po’ d’aria?” Chiesi..
Il ragazzo mi sorrise, quindi mi prese per mano ed andammo a fare una passeggiata nel parco.. vicino ai parcheggi non c era nessuno.. e qualche coppia limonava dietro qualche siepe..
Trovammo una panchina appartata ..
“Sei bellissima” mi disse..
“Grazie” risposi
“Come ti chiami?” Chiese lui
“Alessia.. “ dissi io e cominciai ad accarezzargli i jeans tra le gambe.. lui allungo la testa e partimmo in un bacio passionale, ero eccitato.. gli slacciai i pantaloni e tirati fuori il suo pene.. era già duro, grosso.. doveva essere almeno 22 cm.. cominciai a segarlo e a baciarlo nello stesso tempo..
“Ti pics il cazzo nero Alessia?” Disse lui dolcemente
“Siii,” risposi io in estasi “come ti chiami?” Chiesi
“Joshua” rispose
Cerco di infilare la mano sotto la gonna ma lo bloccai.. “non vuoi?” Chiese
“Mi piace comandare! “ risposi
“Lo vedo!” Disse lui..
Il suo cazzo era diventato di marmo, smise di baciarmi, mi mise la mano dietro la nuca e mi spinse la testa verso quel bastone in tiro...
Aprii instintivamente la bocca e cominciai a succhiargli la cappella..
Aveva un sapore salato.. non doveva essere proprio pulito.. affondai la sua verga fino in gola quando sorprendentemente fui accecato da una luce forte..
“Cosa succede qui?” La voce era vaga
Un guardiano notturno ci aveva scoperti..
Joshua si riallaccio velocemente i pantaloni ed io mi alzai di scatto...
“E vietato, atti osceni in luoghi pubblici.. via via! O chiamo i carabinieri...” aggiunse
Ci alzammo e tornammo verso la villa.. gli dissi che la mia amica mi stava aspettando.. ci scambiammo quindi i numeri di telefono e ci separammo.. a malavoglia soprattutto sua..
Mi sentivo colpevole.. cazzo.. ero diventato gay? Mi chiesi..
Poi pensai alla scommessa.. dovevo trovare Layne.. erano quasi le due..
Tornai al tavolo, mi versai dell altro champagne e mi accesi una sigaretta.. Layne non si trovava.. decisi quindi di andare a vedere il tavolo delle ragazze.. magari era L da qualche parte..
Attraversai la pista e vidi due ragazzi soli seduti al tavolo sospetto con una bottiglia di whisky..
Vidi Layne, o meglio Lilly arrivare con un due gin tonic e sedersi al tavolo con loro.. mi accesi una sigaretta e li guardai da lontano.. ridevano.. ma i due ragazzi non sembravano proprio le nostre mogli.
Mandai quindi un messaggio a Lilly
“Dove sei?” Chiesi
Vidi Layne prendere il telefono e rispondere..
“Al nostro tavolo tra 5 minuti” rispose
Tornai al tavolo e mi servii dell altro champagne, erano ormai le 2 meno 10 ..
Lilly arrivò con un sorriso beffardo..
“Che figata essere donna.. “ disse
“Allora, ti ho visto al tavolo delle ragazze.. ci hanno scopero?” Chiesi impaziente
“No, non sono loro.. Li ho osservato per un po’, poi ne ho seguito uno in pista.. e ho provato ad abbordarlo.. altro che ragazza.. mi sono trovato in mezzo a quattro maschi arrapati.. che casino.. poi sta pillola mi ha fatto venire tendenze gay..” continuo dopo essersi acceso una sigaretta..
La serata era ancora viva.. tanta gente non era ancora rientrata..
“Ti fa male?” Mi chiese
“Mi sta scoppiando..” risposi
Mi passo un pacchetto di sigarette.. vai in bagno a farti due righe.. la notte e ancora lunga e questa te lo butta giù.. io non ne potevo più.. dopo due righe mi sono calmato e sono tornato lucido.. le tue pillole hanno effetti strani..” mi disse
Mi diressi verso i bagni e come al solito ignorai le mao morte che si scontravano con il mio culo o il mio seno..
Mi chiusi nel gabinetto e sniffai due righe abbastanza grosse.. tornai davanti allo specchio e vidi che il trucco e tutto il resto erano ancora a posto.. mi feci due selfie.. ero veramente una bella figa, pensai.
“Tutto a posto dolcezza?” Disse una voce..
Guardai indietro e vidi la stessa ragazza che mi aveva venduto le pillole..
“Sei veramente bella.. come che non ti ho Mai incontrato?” Chiese
“Sono qui a trovare dei parenti..” risposi tranquillo
Lei si avvicino e non mi diede il tempo di reagire.. mi mise le mani tra le gambe e mi spinse verso il lavandino.. fece per baciarmi poi si bloccò... sentii L sua mano toccare la cintura di castità.. “nooo, non ci credo.. hahaha.. bravo! Bravo!” Disse facendo un passo indietro.. “sei riuscito a confondermi.. davvero complimenti, bel lavoro!” Disse
“Grazie” risposi.. ed uscii in fretta verso Layne
“Guarda il gruppo!” Disse lui
Guardai il cellulare.. Claudia e Cristina alle due precise chiedevano nostre informazioni.. “game over! Dove siete?” Chiedeva Claudia.
“Tavolo 58 “ rispondeva Layne
“Arriviamo”
Ci versammo ancora dello champagne e cominciammo a sorseggiare..
“Possiamo farvi compagnia principesse?” Disse un ragazzo che si era avvicinato con un amico
Aveva capelli neri, corti, portava un maglione girocollo nero e dei pantaloni in pelle, aveva una maschera che gli copriva gli occhi, bianca, con un trucco leggero vicino al labbro, sembrava sangue che colava.. sorrise.. e i suoi denti mostrarono i canini di un vampiro.
“Se offrite la bottiglia e ne ordinate un altra siete i benvenuti ..” risposi io
“Non c’è problema! Vero Claudio?” Rispose il secondo ragazzo.
Il secondo ragazzo aveva un paio di pantaloni neri .. una camicia rossa ed una cravatta nera, indossava una maschera bianca.. tipo fantasma dell opera.. aveva capelli biondi corti.
Si sedettero e il secondo ragazzo comincio a ridere.. “piacere, io sono Cristiano”
“Hahaha.. togliamo la maschera Cristiano, dolce fantasma..” dissi io
Lui si levò la maschera e svelo un volto maschile, occhi verdi e un pizzo biondo ben curato.
“ allora tu sei Cristina e tu Claudia!” Disse Layne.. “incredibile!”
“La cosa incredibile è che ti sei sbagliato!! Haha.. ci siamo invertiti i nomi, io sono Cristina e lui è Claudia!” Disse il primo ragazzo.
Scoppiammo in una risata generale..
“Voi piuttosto.. come vi chiamate?... aspetta aspetta.. fammi indovinare.. tu ti devi chiamare Alessia.. “ disse indicando Layne...
“No” rispose Layne.. “Alessia è lei.. io mi chiamo Liliana, LIlly per le amiche.”
Scoppiammo ancora in una risata generale..
Cristiano mi guardava stupito.. mi accarezzo la guancia poi il seno.. “tesoro sei tu? Hahaha, non ci credo.. sei una gran figa!” Disse
“La Mia e piu figa della tua!” Disse Claudio
“Questione di gusti” rispose Cristiano
Ci mettemmo ancora a ridere e spiegammo a vicenda come e dove eravamo andati per mascherarci.
“Allora quanti numeri di telefono?” Chiesi io..
“Tranquilla.. abbiamo tutto il tempo” disse Cristiano.. “perché non balliamo?” Mi chieae..
Mi alzai e allungai la mano..
“Ma cosa fai.. sono io il cavaliere stasera.. hahaha” disse Cristiano.
Lasciammo i due a tavola ed andammo in centro pista.. cominciammo a strisciarci e a baciarci.. lui mi toccava il seno ed io ero attaccato a lui, poi di istinto misi la mano tra le sue gambe.. rimasi perplesso.. c era qualcosa.. non poteva essere..
“Stupito?” Mi sussurro all orecchio.. “non potevo non provarlo..” disse lui
“Che cosa e.. ??” Chiesi
“Sorpresa.. dopo lo potrai vedere..” rispose lui
Tornammo al tavolo dopo quasi 10 min.. erano ormai le 3.00... sbadigliai. « Allora? Ci avviamo verso casa?” Chiesi io..
“I vampiri vanno dormire all Alba..” disse Claudio .. « la serata non è ancora finita.. c’è un motel qui vicino.. siamo noi gli uomini stasera.. e voi sarete le nostre conquiste.. sarà eccitante!” Disse Claudio
“Cosa avete in testa?” Chiese LIlly
“La notte di halloween non è finita tesoro.. ti voglio scopare.. sei proprio figa!” E detto questo Claudio comincio a limonare con LIlly.
“Piano, mi sta scoppiando.. “ si stacco lui..
“Cristiano si alzò.. « andiamo.. prima che sorga il sole.. vieni tesoro..” disse porgendo mi la mano.
Uscimmo dalla discoteca, mano nella mano, le ragazze avevano persino noleggiato un hammer .. « visto che macchina figa? » disse Claudio.. “abbiamo rimorchiato parecchi numeri con questa stasera..” continuo..
Cristiano si mise al volante e ci dirigemmo verso un motel sulla tangenziale.
Le ragazze, o meglio i ragazzi avevano prenotato due camere comunicanti con il salotto.
Scesi dalla macchina Claudio prese una bottiglia di whisky e prese sotto Bracci LIlly.
I’l motel era un 4 stelle.. roba da prostitute.. le camere erano pulite con divanetti Rossi ed in palo da lap dance nel centro del salotto.. le camere comunicanti praticamente avevano una porta che dava sul salotto della camera più grande.
Entrammo e ci accomodammo.. cominciammo a bere un bicchiere quando poi la conversazione si accese..
“Allora! “ disse Claudio.. “in questi casi le donne si spogliano.. e nel frattempo fanno lo spogliarello..” disse
“Esatto!” Disse Cristiano.. “forza ragazze.. fatecelo venire duro.. haha.. e vedremo di sbloccarvi la cintura..”
Mi alzai e presi LIlly per la mano.. Claudio mise un po’ di música.. quindi cominciammo a spogliarci a vicenda..
“Vi hanno depilato bene!” Disse Cristiano..
Ci levammo gli indumenti e restammo con in intimo.. quindi i due ragazzi cominciarono ad aprire le gambe.. io mi avvicinai e mi misi in ginocchio davanti a Cristiano... gli toccai la patta dei pantaloni e cominciai a massaggiarlo.. c era qualcosa .. ma non capivo.. mi sembrava impossibile.
LIlly seguii il mio esempio e fece come me...
Claudio si slacciò i pantaloni e davano a
Me si eresse uno strapon.
Un fallo fintó, rosa, grosso.. era davanti al mio naso.. rimasi ipnotizzato.. rimasi titubante e mi girai la mia sinistra.. vidi Claudio con un fallo in bella vista.. nero.
Cominciammo a succhiare lo strap on.. contemporaneamente..
“Che belle troiette..” disse Claudio.. “hai visto come succhiano... avanti.. succhia puttana.. se vuoi essere Liberato succhia” continuo..
Poi afferrai i pantaloni di Cristiano e cercai di sfilarli.. lui si alzò.. si tolse la camici e si sfilò i pantaloni.. rimase solo con lo strap on ben ancorato alla vita.. andò verso la camera da letto e torno con una boccetta di lubrificante e con un doppio fallo di gomma..
Ero sempre in ginocchio.. osservai le sue gambe muscolose e toniche girare per le stanze..
Nel frattempo Claudio si spogliò a sua volta.. il suo fisico tonico era eccitante.. ed il suo strapon nero era in risalto.
Si avvicinò a LIlly e gli prese la testa tra le mani.. “avanti succhiacazzi.. fottimi..” disse
Cristiano mi prese per mano e mi fece sdraiare a pancia in giù sul letto.. sentii un liquido freddo colare sulla mia chiappa.. mi abbasso le mutandine e comincio a massaggiare il mio buchetto, avevo il cazzo che scoppiava.. non fece tanti complimenti e mi sentii affondare lo strap non con un colpo secco..
“Happy halloween puttana” disse, e comincio ad affondare con colpi secchi..
All inizio ebbi un forte bruciore.. poi il dolore si trasformò in piacere..
Sentii LIlly gridare, poi gemere.. anche lui doveva prendere lo stesso trattamento...
“Allora Alessia? Ti piace? Ti piace sentirti troia? Muovi il culo, se vuoi venire devi muovere il culo.. “ disse Cristiano accellerando i colpi..
Ero in balia di mia moglie.. stavo sudando freddo.. cominciai ad assecondare i colpi.. godevo come una puttana..
Poi la sentii uscire.. rimasi qualche secondo in trance quando dell altro lubrificante colo sul mio culo..
“Adesso tocca a me!” Disse Claudio, le due ragazze si erano scambiati gli ruoli.. sentii Cristina giocare con il mio buchetto poi schiaffo violentemente il suo strap on nero nel mio culo.
“Ahhhhhj, piano, fai male!!” Urlai io
“Zitta puttana!! , Claudia guarda che puttana che è tuo marito! “ disse
Cristina aveva un fisico decisamente palestrato.. dava colpi regolari e veloci.. sentii un calore interno.. stavo per venire ma non riuscivo a venire.. cominciai ad assecondare i suoi colposo.. più mi inculava e più sentivo L
Orgasmo arrivare.. ma non riuscivo a stimolare il cazzo.. ero assatanato..
“Ne vuoi ancora puttana? Ne vuoi ancora?” Disse pompando
“Siii , siii!! Scopami, scopami il culo! Più forte! Più forte!!” Urlai
“Sei proprio un rotto un culo..” disse cominciando a pompare ancora di più...
Non capivo più niente.. era la prima volta che godevo così.. stavo per venire, avevo la sensazione di stare per venire, ma non riuscivo ad esplodere... poi ad un tratto ebbi dei fremiti su tutto il corpo e sentii una sensazione di fare la pipì... Claudio era una macchina.. continuava sbattere il suo strap on senza pietà!!!
Spinsi i muscoli anali come se stessi facendo la cacca e la sensazione si moltiplico.... quindi venni in un copioso orgasmo che colo dalla mia cintura di castità...
“Ahhhhh” urlai...
Claudio non si fermò, come mi aspettavo ma continuo! “Haha, Claudia guarda , la puttana è venuta!! Ho fatto venire tuo marito prima di te!! Haha che puttana!!” Disse..
Sentii Layne mugugnare e urlare
“Ahh basta, basta, sto venendo siii, basta.. ti prego” urlava
“Bastaa bastaa, urlai anche io, sono venuto, basta! Mi fa male” urlai..
Le due ragazze smisero e tolsero i loro cazzi.. predefinì telefonini e disastrino le cinture di castità.. mi mossi a fatica, riuscii a liberare il mio cazzo e lanciai la cintura due metri lontano da me..
Quindi Claudia venne a baciarmi.. basta , e finita.. disse baciandomi. Poi prese il mio uccello in mano e comincio un pompino dolce.. e lungo.
Mi alzai e Claudia mi aiutò a togliermi la maschera... avevo il viso arrossato, ed andai a fare una doccia con lei.
Cristina rimase con Layne, nella sua camera.. sentii Layne urlare ancora 1 minuti.. Cristina non ne voleva sapere di smettere.. poi il silenzio.
Mi addormentai nelle braccia di mia moglie.. e verso mezzogiorno ci svegliammo.. facemmo L amore, e venni copiosamente....
Questo successe L anni scorso.. quest anno non abbiamo festeggiato halloween, siamo a casa causa COVID con un bimbo di 3 mesi..
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4 years ago
billy6969,
34
Last visit: 4 years ago
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Incontro in treno
Un' anno fa' come al solito prendo il treno dalla mia città x andare a Bologna ,per comodità viaggio spesso
di notte per arrivare di mattina,dopo essere salito sul treno mi accomodò ed inizio a leggere una rivista
Nel scompartimento non c'è nessuno,arrivato a Bari verso mezzanotte,entra una coppia ci si scambia un saluto ,buonasera ecc,non faccio neanche caso , riprendiamo il viaggio e dopo un po' il marito mi dice le dispiace se spegniamo la luce visto che che è quasi l una?acconsento ,intanto cerco di chiudere gli occhi per vedere se riesco a riposare un po',stavo sonnecchiando e sento premere contro il mio ginocchio,apro gli occhi e c'era la signora che mi strofinava la sua gamba,sino a quel momento non avevo dato molto peso ,nel guardarla,mi accorgo che ha un bellissimo seno un bel viso e una cascata di capelli sulle spalle,pian piano fissandola al buio dove ogni tanto entrava della luce ho iniziato a toccarmi la patta,lei mi guardava fisso negli occhi e più spingeva la sua gamba sulla mia,ad un tratto ha iniziato a ricaricare le cosce ,la sua lingua umettava le labbra,il mio cazzone diventava sempre più duro e grosso,portando i jeans si notava parecchio,il marito dormiva profondamente,ad un certo punto eccitato da porco mi sono abbassato la ziplei si è chinata in avanti e con la mano mi ha tirato fuori il cazzo,ero eccitatissimo ho sentito la sua bocca avvolgermi la cappella turgida uhmmun la sua lingua martellarmi il glande e con la mano mi sbatteva,con voce sommessa quando toglieva la bocca dal cazzoni diceva,porco voglio la tua sborra e.poimi devi scopare,non preoccuparti x il cornuto,dimmi dove sei diretto gli dico a Bologna e lei faluce mi dice anche noi ,riprendo a succhiare dopo un bel po' gli arrivo un fiume di sborra tutto in bocca e lei eccitata ingoia tutto e poi....continua
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4 years ago
lothar61,
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Tra le dune
È una storia vera che risale a tanto tempo fa e che vorrei rivivere.
Io giovanissima, 19 anni, lui pure, più o meno coetaneo. In Puglia, spiaggia selvaggia, dune e qualche cespuglio tra le dune. Lui straniero, norvegese, bianco, biondino, fisico da statua. Finiamo tra le dune senza capire più di tanto quello che dicevamo in un inglese scarsissimo. Mi attrae il suo fisico perfetto. Bellissimo, poco disinvolto ma compiacente. Si stende sulla sabbia ormai fresca, siamo al tramonto. A pancia in giù, io cavalcioni sulle sue gambe gli accarezzo la schiena ma il mio obiettivo è un altro. Appena lo sento un pochino più rilassato inizio ad abbassargli il costume. Appaiono due glutei bianchi di puro marmo. Qualcosa di perfetto. Lo accarezzo con le mani e con le labbra. Lui è imbarazzato ma mi lascia fare. Ha la pelle liscia e fresca, senza difetti, glutei di una perfezione esagerata. Non resisto. Accenno leggermente ad aprirli un po ' ma lui stringe il sedere senza dare troppo all' occhio. Interpreto che vorrebbe ma si vergogna. Non mi lascio intimidire e allargo un po' di più quel culetto perfetto. Gli accarezzo il buchino leggermente col dito poi con la lingua. Lui tenta di stringere il sederino. È tutto rosso in viso. Si sente a disagio ma non rifiuta e io continuo. Ormai è affascinato seppur imbarazzato e sta godendo. Sul più bello qualcuno lo chiama. È sua madre ma è lontana. Lui stringe forte il sederino, probabilmente teme di essere visto. Mi abbasso di più sul suo culetto per non essere vista. Il tempo stringe. Affondo con estrema lentezza il dito nell'anno. È stretto e caldo. Entrambi stiamo godendo follemente in silenzio e quasi in apnea. Gli massaggio i glutei rimanendo comunque nel suo ano. Tutto è stupendo. La signora è sempre più vicina, capisco il terrore sul suo viso di essere beccato dalla madre col sedere scoperto e una ragazza col dito nel suo ano. In effetti sarebbe terribile. Quando tutto sembra finire nel peggiore dei modi, la signora lascia perdere la salita sulle dune e torna indietro. Lui si rilassa. Stiamo godendo come mai prima di allora. Lui allunga le mani su di me per cui lascio il suo culetto e capisco che vuole sperimentare anche lui per cui i ruoli si invertono. Mi sdraio, mi scopre il sedere, non bello come il suo ma non male vista anche la mia giovane età. In pochi minuti l'eccitazione è alle stelle. Mi allarga i glutei e per me è la prima volta. Mi piace ma mi sento parecchio in imbarazzo. Sento la sua lingua intorno all'ano. Cerco di non stringere il sedere ma non riesco. Un po' e citazione un po' vergogna. Più mi vergogno più mi eccito e più mi eccito più mi vergogno. Mi penetra col dito nel sedere e va molto molto in profondità. Sento l'ano pulsare e il cuore va a tremila. Senza far rumore alcuno raggiungiamo un orgasmo unico mai provato prima né dopo. Siamo sfiniti. Dopo poco scendiamo verso la riva. Un bagno rinfrescante. Nell'acqua mi accarezza il sedere. Riappare la madre e lui se ne va.
Oggi a distanza di più di 30 l'immagine di quel culetto perfetto è ancora fonte di ecitazione estrema.
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4 years ago
Vergognosa,
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Ellie
Lei era lì, nuda, su quel letto che da lì a poco sarebbe stato oggetto di mille notti di sesso.
La osservavo, era così bella, quelle labbra così carnose eccitavano al sol pensiero di ciò che potesse fare con esse; il suo seno sodo e tondeggiante invitava chiunque a tastarlo, leccarlo e assaporarlo e poi, a concludere quel capolavoro come una ciliegina sulla torta, c'era lei, l'oggetto dei miei pensieri da quando la conoscevo.
Restò in quella posizione per qualche secondo, poi si inginocchiò davanti a me e iniziò a stuzzicarmi nella maniera più sensuale possibile, lo accarezzava come se fosse un giocattolo e man mano che il tempo passava l'eccitazione nell'aria aumentava.
Iniziò a leccarlo dalla base per poi risalire e prenderlo tutto in bocca, giocava con quella sua lingua esperta durante il tragitto e mi portava ad apici di piacere che mai avrei pensato di poter raggiungere. In men che non si dica il mio cazzo svettava in aria in tutta la sua lunghezza e durezza, lei lo osservava estasiata, come un cagnolino che aspetta il suo osso, poi riprese a fare ciò che aveva interrotto pochi secondi prima con più passione, se possibile.
Si alzò, si avvicinò a me e mi abbracciò. Alzò il mio viso, in modo da potermi guardare negli occhi, e il suo pollice lo accarezzò. Si avvicinò alla mia bocca e la sua calda lingua percorse il contorno delle mie labbra, fino a quando la suo bocca si chiuse in un bacio. Stringeva il mio viso tra le sue mani, e le mie braccia attorno a lei, appoggiate sulle sue natiche. Le nostre lingue iniziarono una sinuosa danza, le sue turgide labbra si staccarono dalle mie ed iniziarono a percorrere il mio collo.
Le strinsi un capezzolo iniziando a massaggiarlo, si lasciò andare e la sua testa cadde all'indietro. Le mie dita abbassarono il reggiseno, lasciando la tetta scoperta. La guardai fisso nei suoi occhi nocciola, e ci dirigemmo verso la mia camera, e durante il tragitto iniziammo a toglierci gli indumenti, fino a restare in intimo.
Lei prese il controllo della situazione, si avventò su di me, iniziando a muovere il suo bacino sul mio pene. Mi abbassò i boxer, il mio membro era lungo e caldo. Lo prese in mano e il piacere segnò il suo viso. Si inginocchiò, e con la punta della lingua iniziò a percorrere la lunghezza, dalle palle fino alla rosea cappella, dove si soffermò di più, accogliendola tra le sue labbra.
Mi reggevo sulla scrivania mentre lei massaggiava il suo fiore, gustava il mio membro con tutto il piacere. La presi per le spalle facendola alzare, slacciai il reggiseno e abbassai i suoi slip. La buttai sul letto, lei divaricò le gambe. Quello che vedevo era solo la sua testa ricoperta di capelli biondi che si muoveva dolcemente. Passai la mie mani tra i suoi capelli, mentre le sue labbra baciavano il mio dolce frutto proibito e le mie dita penetravano nella sua vagina. Lo gustava con passione, fino a farmi emettere dei gemiti rumorosi.
Mi spostai ed iniziai a penetrarla con movimenti decisi. I nostri occhi si incontrarono spesso, quando lei decise di cambiare le carte la ritrovai sopra di me. Mentre le strizzavo i seni, il suo bacino si muoveva su di me. Stavamo godendo come pazzi, fino al momento in cui mi fece capire che stava venendo.
Ci vollero pochi attimi per portarmi ad un punto di non ritorno ma in un momento di lucidità riuscii a "sfuggire" dalle sue labbra per permettere anche a lei di godere come non mai. Mi posizionai in mezzo alle sue gambe, ormai fradice, e iniziai a penetrarla lentamente, la sua figa era così calda e accogliente che avrei voluto quel momento non finisse mai, e così cominciai ad aumentare.
Quel momento era così magico e così fottutamente eccitante che, purtroppo, non potte durare a lungo, dopo il suo orgasmo arrivò il mio, le venni dentro mentre la baciavo e lei mi ringraziò con un secondo orgasmo consecutivo, più potente di quello precedente.
Mi lasciò lì, sdraiato su quel letto, senza sapere se l'avrei rivista, con il cazzo ancora duro e il suo magnifico sapore in bocca..
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4 years ago
ctxxx,
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Dolce dolore
I raggi rossi di un sole ancora incerto si facevano strada tra le stecche delle persiane. Scorreva la luce sui pochi mobili, sopra ai quali erano sparsi gli indumenti del giorno prima, e sul muro, che sarebbe stato da tinteggiare ma aspettiamo l’estate, che il lavoro viene meglio.
Dalla sua posizione l’uomo percepiva senza vederli tutti i piccoli particolari di quella mattina di primavera. Il suono smorzato delle auto lungo la strada oltre il giardino, il canto degli uccelli. Voci.
La sua attenzione era rapita dal panorama meraviglioso della schiena nuda di lei, stesa sulle lenzuola sgualcite dalla notte appena trascorsa, i cuscini gettati di lato. Lei si sollevò porgendogli le natiche calde e morbide. Gli si offriva con tutta la sonnacchiosa voluttà del mattino.
Lui si abbassò per baciarle la curva della schiena bianca, poi continuò baciandola delicatamente fino alle cosce morbide.
La sua lingua iniziò a sfiorarla. Sempre più audacemente la lingua di lui danzò intorno all'ano di lei, che godeva di quell'inusuale gioco.
Lui non si fermò. Proseguì nella sua discesa verso l'intimità di lei, che trovò grondante per il piacere atteso. Vi affondo la bocca. Lecco e succhiò.
Con una mano la teneva stretta. Con l’altra le afferrava i seni, stringendo tra le dita i capezzoli eccitati. A volte quella mano audace aiutava la lingua, dandole altro piacere quando sfiorava il clitoride o massaggiava l’ano.
Sentiva l’orgasmo che si stava avvicinando ma a lui quel gioco piaceva troppo per farlo terminare subito. Rallentò il ritmo. Si scostò baciandole le gambe.
Finalmente il piacere di lei arrivò, lento e immenso come un'onda del porto.
Soddisfatto come un leone che alzi la testa dalla carcassa della sua preda, con le fauci lorde di sangue, lui scostò la bocca fradicia dell'orgasmo di lei.
Trovò ancora il panorama familiare di prima, ma come dopo una tempesta.
La schiena inarcata non più distesa. Il letto ancora più sgualcito. Lei con la testa tra le mani mentre ansimava.
Lui non aspettò oltre. La tenne ferma, la penetrò. Si trovò immerso in un’ondata di calore, che lo fece eccitare ancora di più. Affogò in lei., che rispose con gemiti e parole, senza negarsi, senza allontanarlo. Era con lui in quel loro angolo di inaspettato paradiso, che si erano regalati.
Quando anche in lui esplose il piacere, lei lo seguì. Di nuovo.
Rivestendosi, si scambiarono sguardi complici, pieni delle parole che si dicono quando ancora l’odore dell’amore riempie la stanza.
Lui la guardò. Ci rivedremo questa notte? Oppure mi userai quel dolce dolore: la separazione?
Sai che non posso. Non possiamo. Addio.
Si salutarono con un lieve bacio. Ognuno tornò sulla sua strada.
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4 years ago
ctxxx,
24
Last visit: 4 years ago
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Incredibile ma vero
Mi chiamo Bart, sono gay passivo, avevo invitato la mia amica del cuore a cena a Formia, ci stavamo divertendo
tantissimo, avevamo anche un po' bevuto, ad un tratto notai un ragazzo seduto al tavolo al mio fianco, che credevo stesse fissando Patty, il nome della mia amica
glielo feci notare e incominciammo a fare gli stupidi per farlo incuriosire, il ristorante è molto intimo ma troppo austero ,motivo per cui non potevamo fare molto
baccano, ad un tratto il ragazzo, un bellissimo uomo di 42 anni,io ne avevo 53 e Patty 49, chiese di potersi
sedere al nostro tavolo, lasciando i suoi commensali divertiti, disse che per caso aveva sentito i nostri discorsi, e che gli ero ( IO non Patty ) piaciuto subito, tra lo
stupore e il compiacimento Patty gli disse " beh se volete io torno a casa da sola e voi vi conoscete un po'" chiaramente mi opposi e Chicco, questo il nome dell'uomo
che avremmo accompagnato prima Patty con due macchine e poi se avessi voluto potevamo andare a bere un drink in qualche locale, ando' esattamente cosi
esattamente cosi, e verso le 5 del mattino mi accompagno a casa chiedendomi di salire, cosa che non gli feci ripetere due volte, mi travolse in un vortice di baci e
tocchi sapienti poi mi disse che avrebbe voluto il mio culetto nel frattempo bagnato dalla sua saliva, mi misi subito in posizione supina e fu una penetrazione fantastica.
La mattina era ormai prossima e Chicco mi disse che doveva andare, mi diede un lievissimo bacio su una natica uno sulle labbra si vesti e se ne ando'. Ero talmente estasiato che non gli avevo ne chiesto il tel ne gli
avevo dato il mio di telefono sono passati 5 anni non lo ho mai più visto e sentito ma abbiamo passato le due ore più belle della mia vita insieme. Chicco ovunque tu sia non ti dimentichero' mai
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4 years ago
sepotessidirti,
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Una serata con i fiocchi
Quando dici il destino. Il fatto che vi sto raccontando è successo un pò di anni fà a Milano, dove ho abitato per un bel pò di tempo, e di fatto mi ha introdotto in questo mondo affascinante e intrigante. Abitavo alla periferia sud di Milano, zona Idroscalo per chi conosce, alle spalle dell'aereoporto di Linate e quella sera stavo rientrando a casa sotto una pioggia battente e per aprire il cancello di casa dovevo per forza scendere dall'autovettura per il guasto del telecomando. Quando dici il destino. Siccome la pioggia era molto intensa ho pensato di aspettare un pò con la speranza che cessasse o quanto meno diminuisse ed ero fermo con il motore acceso. Ogni tanto passava qualche macchina, a passo molto lento, ma la mia attenzione si concentrò su una mercedes bianca in quanto continuava a fare su e giù per la strada. Tra me e me ho pensato: staranno cercando qualche strada. mi si affianca, si abbassa il finestrino e i miei occhi rimangono folgorati dalla bellezza della donna seduta sul sedile passeggero mentre alla guida vi era un uomo calvo e un pò rotondetto. Abbasso anch'io il finestrino percependo che volessero chiedermi qualche informazione e infatti la donna, con voce quasi flebile mi chiede: scusa ma un bar aperto da queste parti non esiste? Considerata l'ora, era l'una di notte e la zona alquanto periferica ed isolata. ho risposto di no e che uno immediatamente vicino lo avrebbero trovato sulla tangenziale, a circa 5 minuti. Mi hanno ringraziato e sono partiti. Io intanto ero sempre combattuto tra lo scendere dalla macchina o aspettare ancora per aprire il cancello, non avevo nessuna intenzione di bagnarmi. Nel mentre mi decido, scendo dalla macchina con la giacca sulla testa per ripararmi dalla pioggia e nell'inserire la chiave per l'apertura del cancello vedo arrivare una macchina, la stessa mercedes di prima. Dalla mia visuale vedevo l'uomo e la donna sporgendosi su di lui mi dice: grazie per l'indicazione, abbiamo trovato il bar e bevuto un buon caffè e siamo marci bagnati come te, tu abiti qui? La domanda mi ha colto di sorpresa, e mentre stavo per rispondere lei era ancora sporgente vicino al finestrino del marito lasciando intravedere un seno molto sodo sotto una camicia bianca anch'essa bagnata che ne esaltavano le forme. Certo, rispondo, abito qui. Ti andrebbe di farci salire, giusto il tempo di asciugarci? Ancora più sorpreso rivolgo il mio sguardo verso l'uomo, cercavo di capire cosa stesse succedendo, d'altronde non li conoscevo, e lui di rimando mi fà un occhiolino consenziente. La curiosità ha preso il sopravvento e facendomi coraggio ho risposto: perchè no? Ho aperto il cancello e sono entrato con la macchina e loro dietro di me e abbiamo parcheggiato. Oramai ero bagnato fradicio ed ho completato l'opera andando a richiudere il cancello. Con la giacca sulla la testa mi sono avviato verso il portoncino e lei si è infilata sotto, non prima di avermi chiesto: posso? Entrati in casa ho indicato loro il bagno dove avrebbero trovato l'occorrente per asciugarsi, nel mentre ho rianimato il camino, un bel fuoco era proprio quello che ci voleva. Li sentivo farfugliare nel bagno e confesso che non ero proprio tranquillo comunque mi son fatto coraggio e mi sono infilato sotto doccia nell'altro bagno. Sono uscito in accappatoio e li ho trovati vicino al camino che si scambiavano effusioni, lei era tutta nuda un bel fisico non c'è che dire, ma soprattutto bella. Mi ha guardato e con sorriso malizioso si mordeva le labbra, l'invito era esplicito. Mi sono avvicinato e mettendomi dietro di lei l'abbiamo chiusa a sandwich. Il mio pene era diventato come il marmo e lei con gesti voluttuosi allargava le gambe per sentirlo meglio. Che ne dici di questa bella puledra? mi dice l'uomo, semplicemente fantastica gli rispondo. Lei sempre in mezzo a noi si eccitava sempre di più e scendendo piano piano fino a mettersi quasi in ginocchio ha iniziato a giocare con i nostri membri: lo vedi caro che non mi sbagliavo? Oltre ad essere un bell'uomo è anche ben fornito, rivolgendosi al marito. Ed ha iniziato a succhiare intervallando i 2 cazzi nella sua bocca voluttuosa fino a farli entrare entrambi. Ad un certo punto il marito si è sdraiato per terra e lei si è seduta sopra infilandosi il cazzo nella figa mentre con la bocca continuava a succhiare il mio. Era una sensazione piacevolissima, mai provata prima. Un marito che mi offriva la sua donna per farla scopare. Lo sai che ho voglia di prenderlo anche nel culo? mi dice sempre più arrapata e senza finire la richiesta si mette a cavalcioni sul marito infilandosi il cazzo in figa e offrendo alla mia vista un culo che parlava da solo e che chiedeva solo di essere penetrato. Mi sono infilato il preservativo ed ho iniziato prima a massaggiarla, poi piano piano con le dita ho iniziato a sfiorarle il buchetto fino a iniziare a masturbarla con il dito medio, che nel frattempo gli era entrato tutto dentro, oramai la libidine aveva raggiunto livelli impensabili e appoggiandomi da dietro sono entrato nel suo buchetto con il mio cazzo che stava per scoppiare. Una doppia fantastica. Mi imponevo di non venire perchè era troppo di tutto. Dopo che l'abbiamo stantuffata per bene e dopo tanti orgasmi da parte sua ha voluto riprenderli in bocca chiedendoci di venirle in faccia perchè aveva voglia di dissetarsi, e così è stato, l'abbiamo inondata e lei ingorda ha bevuto tutto. Il camino è servito a rilassarci un pò e bere un drink. Oramai si erano fatte le quattro del mattino e ricomponendosi si sono avviati verso l'uscita, ringraziandomi. Ci rivediamo? ho chiesto loro. No mi risposto il marito, questo per noi è il divertimento di una notte con una persona che non rivedremo mai più. Facciamo sempre così. Allora grazie a voi per la stupenda serata, gli ho risposto, non ho saputo neanche i loro nomi. Sono sceso ho aperto il cancello, loro sono saliti in macchina, e dopo un ultimo saluto sono spariti nella notte.
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4 years ago
carpediemsalento,
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