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Il mio primo cazzo...
Nel tempo dopo il mio dito mi sono infilato su per il buchetto molti oggetti, frutta e diverse verdure con cui godevo ma mi mancava qualcosa.
Sapevo cosa, un vero cazzo caldo e pulsante, ma non ne avevo il coraggio e la possibilità, non potevo mica affacciarmi alla finestra e urlare "c'è qualcuno che me vo' inculca' ???" e in una cittadina piccola frequentare determinati posti non si poteva.
All'epoca provai con un mensile di annunci per adulti, il mitico "Fermoposta", provai con qualche annuncio ma le risposte furono poche e deludenti.
Così tra un cetriolo e un dildo arrivò internet e arrivarono i siti d'incontri.
Mi registrai in due o tre, sempre come bisex. Ero difronte a una enorme vetrina del cazzo, con cazzi di tutte le "forme" e dimensioni, in cui potevo cercarne uno per me, il mio primo cazzo da spompinare, magari in un bel 69 e da prendere in culo, finalmente.
Alla fine la sola risposta che ricevetti fu da un cinquantenne, bisex attivo con un cazzo bello e non esageratamente grande per il mio sfintere.
Ci demmo appuntamento in una piazza e si presentò (nome inventato) Luigi, olivastro, più basso di me di una decina di cm (questi non contavano) rotondetto ma in fondo l'importante era altro.
Ero emozionatissimo ed eccitatissimo, avevo difficoltà a parlare senza tremare. Lui mi disse che aveva provato entrambi i ruoli ma che ora era solo attivo, disse che la sua prima volta fu in una vacanza sotto una doccia e che la sua passione bisex la nascondeva alla moglie etc etc.
Poi quasi balbettando gli dissi che era una prima volta e che per provare anche essere solo passivo mi andava bene e gli chiesi, emozionatissimo se aveva voglia di scoparmi, disse di si che lo voleva, stavo per venire nelle mutande....
Andammo nel mio studio dove nessuno poteva disturbarci e c'era un bel divano.
Mentre lui andò in bagno per una pipì, io con il cazzo duro e ai limiti dell'esplosione mi spogliai velocemente e mi sedetti sul divano.
Luigi arrivò, mi si mise davanti con la patta all'altezza del mio viso, si tolse la camicia e slacció la cintura facendo cadere i pantaloni rimanendo in slip, bianchi, gonfiati da un bel bozzo, misi la mano sul gonfiore e iniziai ad accarezzarlo. Lo sentivo diventare duro mentre le mie dita scorrevano sulla sua lunghezza.
Ero lì a un passo dal sogno, quindi Infilai una mano negli slip, presi quel cazzo e lo tirai fuori, duro e teso con la cappella gonfia che puntava al mio viso. La cappella in po più grossa del corpo del suo cazzo bello dritto un po tendente a destra.
Si abbasso gli slip e disse che era tutto mio e potevo farci quello che volevo, mi leccai le dita e il palmo della mano, strinsi quel pezzo di carne e iniziai a masturbarlo, lentamente, soprattutto sulla cappella facendolo mugolare. Dopo una decina di massaggi lo presi tra il police e l'indice e li spinsi verso la base del cazzo, tirai giù la pelle liberando completamente la cappella mi ci avvicinai con il viso e detti un bacio sulla punta.
Tirai fuori la lingua e leccai da sotto la cappella fino alla punta, il sapore era un po dolciastro e sapeva di bagno schiuma, mi fece tremare per l'eccitazione che aumentava.
Spalancai la bocca e ci Infilai quel cazzo tutto dentro arrivai con le labbra all'attaccatura.
Lo sentivo dentro gonfio e caldo, premeva sulla lingua e iniziai a muoverla un po, sentii un verso di piacere, apprezzava.
Iniziai a tirare indietro la testa stringendo il cazzo fra le labbra umide di saliva fino dalla base alla cappella e di nuovo avanti fino alla base, lo feci molte volte succhiando ben bene quel pezzo di carne sentendolo fremere nella mia bocca mentre Luigi accompagnava il mio movimento con una mano messa dietro la nuca e ogni tanto mi bloccava con tutto il cazzo dentro e mi chiedeva di succhiarlo "succhialo tutto bella troia" mi disse e io mi sentii una troia eccitatissima.
Glielovsucchiao così per altro tempo, poi lo tirai fuori e iniziai a masturbarlo leccandolo dalla punta alla base, la mia lingua gli girava intorno, sopra sotto, la bocca seguiva le mani su e giù leccandone ogni centimetro.
Stavo facendo il mio primo pomino e dai mormorii di piacere di Luigi pensai che ero anche bravo.
Mi divertivo come mai prima di allora, misi la cappella tra le labbra e iniziai a leccarla con la punta della lingua, gli stuzzicavo la parte sotto e la piccola apertura lì in punta mentre lo mastutbavo e iniziai a smanettare il mio. Aprivo le labbra le appoggiavo sul fianco del cazzo e andavo su e giù, poi sull'altro lato con la lingua dalle palle alla cappella, insomma anche il sesso orale con un uomo mi piaceva.
Avevo perso il senso del tempo, quindi non so per quanto lo spompinai, finché Luigi mi disse che ero una grande zoccola ma che era il momento di passare al meglio, infilare il suo cazzo nel mio buco del culo...
Gli detti un ultima leccata, andai a prendere e aprii la bustina del preservativo tremando, glielo appoggiai sulla punta, lo srotolai lentamente, fece un leggero schiocco quando passo la corona della cappella, finché non arrivai alla fine.
Presi il tubetto di vasellina e ne misi una bella striscia su tutta la sua lunghezza, poi con due dita la spalmai su tutto il preservativo abbondano sulla punta per farlo entrare meglio.
Misi altra vasellina sulle dita e la spalamai sul buco e infilando un paio di volte l'indice dentro ne lubrificai le pareti, ero pronto.
Mi girai dandogli le spalle e mi inginocchiati sul divano, appoggiando il petto sullo schienale del divano e con le mani mi allargai le chiappe mettendo in bella mostra il buco quasi-vergine, una bella pecorina pronta all'uso.
Luigi appoggió il cazzo sullo sfintere e iniziò a strusciarlo su e giù e intorno, poi si fermò al centro e ne spinse la punta appena dentro, tremavo per l'emozione e avevo il cazzo che se lo avessi toccato sarebbe esploso inondano di sperma il divano.
Chiusi gli occhi e dissi "Entra!!!"
Dette un colpo secco e la sua cappella iniziò a farsi strada dentro di me, allargando il buco e quando la parte più larga fu entrata tra le pareti dello sfintere sentì un dolore forte ma fulmineo che mi fece scappare un urletto, facendomi spostare in avanti con il culo tirando fuori quel po che era entrato.
Tutto passó in un attimo e mi riposizionai alla pecorina chiedendogli di mettermi un altro po di vasellina nel buco e in un attimo senti il suo dito spalmarla abbondante e poi infilarlo dentro per renderlo bello scivoloso. Mi eccitai ancora di più, finalmente non era il mio dito quello che sentivo entrare e uscire dal mio culo.
Mi rimisi alla pecorina, allargai le chiappe e Luigi appoggió di nuovo la punta sul buco, mi mise le mani sui fianchi e iniziò a spingerlo dentro con un movimento lento e costante.
Lo sentivo avanzare e allargare le pareti dello sfintere con la cappella e poi in attimo le sue palle toccavano le mie.
Avevo un cazzo nel culo!!!!!
Fu una sensazione stupenda molto simile a quella provata quando ci infilai per la prima volta un dito.
Dissi un siiii che bello e Luigi iniziò a tirarlo indietro pochi cm e poi dentro sbattendo il corpo sulle mie chiappe, colpo dopo colpo arrivò a tenere dentro solo la cappella e prendeva velocità, ero in estasi sentivo il piacere partire dalle pareti interne del culo e propagarsi al cazzo gonfio e al resto del corpo.
Mi stantuffava sempre più veloce e sentivo il buco adattarsi a quel pezzo di carne e lo sentiva anche lui perché di colpo tirò fuori il cazzo, allargo il buco con i pollici e lo infilò tutto in un colpo solo, sussultai un attimo ma prima di poter dire qualcosa lo rifece una, due, tre, quattro volte e la sola cosa che riuscì a dire fu "sfondami".
È lui lo fece, alternó dentro e fuori a movimenti lenti e veloci senza uscire, quando lo tirava fuori sentivo il fresco dell'aria che invadeva il mio buco bello aperto.
Io ero un fremito di piacere, sentivo le sue gocce di sudore cadermi sulle chiappe mentre lui mi penetrava e faceva gorgoglii di piacere, non aveva più parlato da quando mi aveva dato dellazoccola.
Dopo molte, tante, tantissime e fantastiche affondate gli chiesi di cambiare posizione, volevo vedere il suo cazzo mentre mi apriva il culo.
Mi girai sulla schiena e misi dei cuscini sotto al bacino così da avvicinare il buco al suo cazzo.
Mi portai le ginocchia ai lati del corpo affrendo a lui la mia apertura.
Appoggiò il cazzo sul mio buco e lentamente lo vidi sparire dentro di me, mi eccitai ancora di più.
Luigi riprese a fare dentro e fuori veloce, lento poi veloce e io godevo nel vedere e nel sentire il suo cazzo, godevo massaggiando il mio cazzo lentamente per non venire troppo presto.
Mi prese le caviglie allunganndomi le gambe fino a formare una "V" al cui vertice sentivo ritmicamente sbattere le sue palle sulla mia pelle mentre con un movimento costante e continuo entrava e usciva dal mio buco.
Mi penetró così per molto più tempo che a pecorino tanto che ormai scivolava liberente dentro e fuori e io per sentirlo un po di più, per godere un po di più, ogni tanto stringevo i muscoli dell'ano opponendo una leggera resistenza al movimento del suo cazzo.
Volevo provare il famoso "stutacandela" (lui sotto e io seduto sul suo cazzo ndr) per completare le mie fantasie, ma non feci in tempo, lui tirò fuori il cazzo dicendomi di farlo venire masturbandolo, un po deluso glielo presi in mano con il preservativo umido dei miei umori e iniziai a masturbarlo con la destra mentre con la sinistra iniziai a fare lo stesso con il mio cazzo. A lui lo masturbavo velocemente, a me cercando di fare in modo di riuscire a venire insieme a lui.
Luigi mentre la mia mano si muoveva sul suo cazzo aveva gli occhi chiusi e la bocca appena aperta e sentivo dei siiii, dei mi pice tanto fino al fatidico "vengo", rallentati il movimento e sentii la sborra scorrere lungo il suo cazzo fino a gonfiare il serbatoio in punta e più lo smanettavo più questa trabordava lungo il preservativo.
Guardando quello spettacolo il piacere arrivò al top ed esplosi anche io, un'ondata di sperma caldo mi riempi tutto l'addome.
Rimanemmo così per qualche decina di secondi, io con il suo cazzo ancora in mano che si sgonfiava lento e il mio che atterrò in una pozza di sperma, tutti e due sudati, tutti e due soddisfatti.
Sopratutto io perché avevo finalmente preso un vero cazzo sia in bocca che nel culo e che mi era piaciuto pure e contento di aver goduto tanto tanto.
Nonostante la mia disponibilità a ripetere l'esperienza quando volesse, Luigi sparì....
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3 years ago
mamau,
57
Last visit: 1 week ago
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto finale
Dove eravamo rimasti ? Ah, si, a QUEL Carnevale...ero solito, a carnevale, vestirmi da donna perche’ e’ una occasione per vestire con le cose che amo . Quella volta li, pero’, gia’ all’inizio faceva presagire che qualcosa sarebbe successo e questo presagire era qualcosa dentro di me, il voler “esternare” le mie voglie da troia .
Non mi vestii da infermierina o da cameriera come ero solita fare a Carnevale ( e ovviamente in tutte le mie sedute di troiaggine ), decisi per qualcosa di diverso . Avevo comperato, poco tempo prima, un paio di tutine , le “catsuit” ..ma io preferisco chiamarle tutine. Una era nera velata con effetto guepiere e calze . Aveva il classico buco ...buco che utilizzai per far uscire il cazzo in modo da essere gia’ comoda se mi scappava di fare la pipi’. Misi un paio di pantaloncini di jeans che avevo creato per l’occasione, tagliandone un paio di vecchi e li avevo tagliati in modo che una parte della natica fosse esposta . Nulla di cosi’ scabroso, perche’ la tutina aveva anche disegnata , oltre alla guepiere e alle calze, anche la mutandina . Purtroppo non avendo I seni dovetti indossare un reggiseno e I seni al silicone sotto alla tutina...tutina che avendo appunto disegnata la guepiere aveva gia’ le coppe del reggiseno...per fortuna il reggiseno vero e proprio non si notava molto perche’ era trasparente e in tulle (li ho sempre presi trasparentissimi proprio per I seni finti..) . Misi quindi un giacchino sempre di jeans e dei sandali molto aperti, con il tacco e con I lacci alla caviglia ...parruca trucco e via .
Alla fine se mi aprivo il giacchino sembrava che avessi un body, meltre la parte curiosa e’ che dai pantaloncini usciva la parte disegnata del reggicalze. Potevano essere dei collant, ce ne sono fatti cosi’ con effetto finto reggicalze (ovviamente li ho, essendo maniaca delle calze) . Mi trovai quindi col solito amico e con un’altro . Il solito amico mi disse, all’orecchio : tu sei nata per essere troia, e’ che siamo in strada altrimenti ti ficcherei il cazzo in bocca . Quella frase mi ha fatto vibrare sia mentalmente che fisicamente, avevo il cazzo che si stava svegliando per via delle libidine . Andammo in un bar e io mi recai subito in bagno perche’ lo strusciare del cazzo sui jeans mi provocavano parecchio fastidio. Essendo in tutina non avevo le mutandine ..e quindi misi il cazzo dentro alla tutina , cosi’ il buco risultava essere all’altezza , per una donna, della fica . Andammo via dal bar dopo aver bevuto un paio di cose piuttosto alcoliche..camminavamo lentamente primo perche’ non era affatto freddo anzi, secondo perche’ con I tacchi si me la cavo ma non e’ che faccio le corse. C’era parecchia gente in giro, del resto era Carnevale, e quindi nessuno si curava di come ero agghindata...nessuno a parte I due maiali ( si, perche’ uno solo non bastava…) che erano assieme a me . Complici I fumi del’alcol mi aprii il giacchino, cosi’ I due porci potettero ammirare anche I seni finti e la parte alta della tutina. Si scherzava, si rideva..alle volte mi palpavano I seni, altre volte il culo chiamandomi : bella troia ( e quando lo facevano provavo piacere ) ...era, dopotutto, Carnevale . Le cose belle, spensierate ahime’ durano poco ...e arrivo’ l’ora di rincasare . Il solito amico disse . Dai, ti accompagno ...e capii che, forse, aveva voglia di farsi succhiare il cazzo. La cosa inaspettata e’ che pure l’altro, col quale eravamo amici si, ma nulla di piu’, nessuna confidenza, nessun segreto svelato , disse : dai, vengo anche io . Arrivammo sotto casa mia, aprii la porta e li salutai e mi dissero : eh no..non hai capito. Facci entrare un attimo in androne ...io pensai : e che vogliono questi adesso ? Da uno lo capirei, non era la prima volta che gli facevo un pompino in androne di casa mia o sulle scale..ma l’altro ? Acconsentii, tanto si era amici, nulla da temere . Il solito amico mi disse ti va di succhiarmi il cazzo ? Rimasi impietrita , muta, immobile . Alla fine gli dissi : scusa, non ho capito, cos’e’ che vuoi ? Lui rispose : dai bella troia, togliti I pantaloncini e il giacchino e ciucciami il cazzo . Ero disorientata, confusa..e, comunque, eravamo tutti e 3 ancora abbastanza brilli . Gli risposi : ma come ti salta in mente ? L’altro, che fino a quel momento era rimasto zitto se ne usci’ esclamando : dai non fare l’ingenua, lo so’ che gli ciucci il cazzo quasi ogni giorno vestendoti da troia . Allora facciamo cosi’, invece di ciucciarne uno stasera ne ciucci due ! In men che non si dica avevano tirato fuori I cazzi e se li menavano, piano piano. Con quella vista io mi sciolsi...mi tolsi il giacchino e I pantaloncini e comincia ad accaerezzarmi lentamente il cazzo e il culo in modo osceno, bagnandomi le labbra. Mi feci avanti, sculettando e facendo anche un giro completo per far vedere tutta la tutina ( mostrare la lingerie ha sempre l’effetto di far rizzare I cazzi..) quindi mi inginocchiai e cominciai a leccare prima un cazzo e poi l’altro. Li tenevo in mano e metre ne leccavo uno menavo pian piano l’altro. Con I movimenti il mi cazzo strusciava sotto la tutina e il contatto col nylon mi provocaca una sensazione piacevolissima, tipo una masturbazione . Alternavo il ciucciare col leccare, tenendo ben saldi I cazzi con le mani. Sembravo davvero una troia infoiata e dissi : si siii e’ cosi’ che mi piace essere, una troia succhia cazzi...datemeli , sborratemi in bocca ! Per fortuna era molto tardi...se fosse entrato qualcuno (da quell’androne si accedevano anche ad altri appartamenti..) mi avrebbe vista li, vestita solo con la tutina sexy in ginocchio con un cazzo a sinistra e uno a destra , intenta a spompinare come la piu’ troia delle troie . Quando ci penso , anncora oggi, mi viene voglia di bere la sborra e, se non c’e’ nessuno, bevo la mia. A ogni modo, a un certo puto hanno voluto che mi alzassi e mi piegassi per continuare a succhiare cosi’, a turno, potevano palparmi il culo e le (finte) tette . Mi dimenavo, tenevo le gambe unite e alle volte le aprivo per massaggiarmi il cazzo che, diligentemente, se ne stava sotto al nylon della tutina . Alla fine il solito amico venne, riempiendomi la bocca di sborra e li, dopo neanche mezzo minuto, mentre continuavo languidamente a leccarglielo venne anche l’altro, sborrandomi in faccia e sulla tutina. Mi pulii la bocca e la faccia con un fazzolettino di carta, mentre I 2 maiali si ricomponevano. Io misi solo I pantaloncini perche’ il corpetto della tutina era sporco di sborra . Ci salutammo ma dissi al mio amico se poteva rimanere ancora un pochino, perche’ dovevo andare al bagno ma gli dovevo dire delle cose private. L’altro se ne ando’, ringraziando della serata e del “resto” . Io andai a casa, mi lavai la faccia e mi tolsi la tutina . Pensai : mi metto la tuta ? E invece indossai un paio di collant senza cuciture sul corpino che tirai ben “su’” per farli entrare nel culo, un paio di scarpe col tacco e il cinturino alla caviglia e tenni il reggiseno con I seni di silicone . Scesi piano le scale per tornare in androne in quanto appunto era molto tardi e non volevo si sentissero I tacchi. Andai verso il mio amico massaggiandomi il cazzo che, sotto al collant, era bello duro e gli dissi : non ti devo dire nulla, e’ che ho ancora voglia. Dammelo che ti sistemo ..E gli feci un’ altro pompino. Quando ebbi finito di pulirglielo con la lingua mi masturbai velocemente ( mancava davvero poco , complice lo struscio del cazzo sul collant ) e mi sborrai sulla mano, bevendo tutto e leccandomi I “baffi” . Mi disse : sei davvero una troia infoiata..e io, sculettando con una mano dentro al collant per palparmi il culo gli risposi : starei ore con un cazzo in bocca...e, tolte le scarpe, salii le scale in punta di piedi, ancheggiando. Dormii in collant...al mattino, pensando alla serata, dovetti masturbarmi e bere tutto.
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3 years ago
Infermierina3Trav,
25
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto 4
Da quel giovedi ci vedevamo quasi tutti i giorni..a volte per una oretta o due (dipendeva se la mia ragazza c’era o arrivava sul tardi) mentre altre volte ci vedevamo per dieci o venti minuti. Il mio amico ci aveva preso gusto..del resto non si poteva biasimare visto che, se ero da solo a casa, poteva passare per farsi succhiare il cazzo. La cosa ando’ avanti un bel po’..con la ragazza il rapporto fini’ e io cominciavo ad arricchire il mio guardaroba nel senso che avevo delle calze, dei reggicalze, una guepière e altre cose tra le quali una parrucca, un paio di scarpe col tacco e cinturino alla caviglia e i seni finti. Avevo anche un fallo , non molto grande e non molto grosso. Del resto li ero ancora vergine. Un pomeriggio lui venne da me e io mi feci trovare in bagno vestita con la guepière, le calze, le scarpe e la parrucca mentre mi stantuffavo nel culo il cazzo finto. Lo chiamai e gli dissi di venire pure avanti. Appena mi vide comincio’ a camminare lentamente verso di me, tirandosi fuori il cazzo. Ricordo di aver pensato : ti piace vedermi vestita cosi’...e quel pensiero stuzzico ancora di piu’ la mia voglia di essere troia. Diligentemente mi inginocchiai per suchiarglielo, continuando a scoparmi il culo col fallo di gomma e con l’altra mano a volte gli massaggiavo le palle altre volte mi toccavo uno dei seni finti, che gonfiavano di una bella terza misura il reggiseno della guepière.. proprio come facevano le donnine nei film porno. La cosa non duro’ molto , lui ansimava dicendo : sei una troia,sei proprio una troia..finche’ mi venne copiosamente in faccia e, dopo poco, venni anche io. Ormai lui aveva capito che c’era sempre una bocca pronta a prendersi cura del cazzo..cosa che sfrutto’ alla grande e per un discreto lasso di tempo...e io proprio questo volevo : fare la femmina troia, essere quell’infermiera che non perde occasione per assaporare un bel cazzo, vestita in lingerie provocante . Non c’erano baci, non c’erano carezze o tenerezze...c’era solo, da parte mia, la voglia di vestirmi da troia e di ciucciare il cazzo mentre mi masturbavo culo e uccello...e dall’altra la voglia di farsi succhiare e di poter sborrare in faccia e in bocca a qualcuno che non facesse tante storie e che lo faceva con foga e passione da porca .
Ci furono altre ragazze ma l’essere Trav in privato continuo’ ( e continua.. ) . Con quell’amico ci siamo proprio divertiti un sacco. Alle volte mi vestivo da cameriera francese, col vestitino corto che lasciava praticamente scoperto il culo quasi totalmente e ben incorniciato dal reggicalze e non ricordo quante volte, a casa mia, mentre lui guardava i film porno andavo sotto al tavolo e glielo ciucciavo. Ci fu una volta , a Carnevale, che ne dovetti ciucciare 2 e questa cosa ….ma di questo vi raccontero’ nel prossimo e ultimo episodio .
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3 years ago
Infermierina3Trav,
25
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto iii
Quel giovedi’, quindi, arrivammo a casa mia ( I miei non c’erano, ovviamente ) per guardare il film porno. Questo mio amico era la persona piu’ fidata che conoscevo e ci fu occasione nella quale gli confessai che, alle volte, indossavo calze o collant perche’ mi piaceva l’effetto che tali indumenti mi provocavano sulla pelle. Lui mi rispose che non c’era nulla di male, nel senso che non creavo danno a nessuno e che la sensazione piacevole poteva essere data anche da una sciarpa, per esempio...o da un maglione. Insomma mi fece capire che non stavo facendo nulla di male...certo la cosa era curiosa specialmente perche’ avevo la ragazza ma, comunque, non ci trovava nulla di male.
Eravamo seduti sul letto a guardare il film e, dopo un po’, ho notato che il suo cazzo era visibilmente in erezione perche’, seppur con I pantaloni, la cosa era ben visibile . Per me era lo stesso, complice il fatto che non avevo le mutande e ero li seduto a fianco a un maschio, a guardare un porno, con delle autoreggenti addosso ...non so’ cosa mi prese ma non ebbi vergogna e me ne uscii con : ci masturbiamo ? Lui, imbarazzato, mi fece , col capo, cenno di no. Io incalzai con : ti da fastidio se mi masturbo ? Con quella li in lingerie che ne prende due alla volta non resisto e mi devo sfogare...e lui mi fece cenno come per dirmi : fai pure . Lo tirai fuori e cominciai, piano piano, a farmi una sega..poi tirai fuori le palle e con l’altra mano me le massaggiavo, continuando a segarmi...lui non guardava o meglio, non ho mai notato uno sguardo verso di me.
Mi abbassai I pantaloni e alla vista che portavo le autoreggenti bianche, fece un sorrisino, quasi un ghigno dicendomi, pero’, che non mi stava prendendo in giro...e’ che la vista di un maschio con le calze da donna era curiosa . Gradii quello che mi aveva appena detto e ricominciai a segarmi quando struscio’ avanti e indietro un paio di volte il dorso delle dita sulla mia coscia, vicino alla balza siliconata della autoreggente dicendomi : ahh ma sono morbidissime queste calze...io cominciai a segarmi in modo furioso finche’ mi alzai e schizzai tutta la sborra che avevo nelle palle, dando le spalle al mio amico. Nel girarmi , visto che I pantaloni erano calati del tutto, feci finta di inciampare , finendo con la faccia accanto alle sue ginocchia. Immediatamente presi e gli sbottonai la patta dicendogli : ora tocca a te . Lui era impietrito, forse si era un pochino spaventato perche’ pensava cadessi e nel medesimo instante glielo stavo tirando fuori menandolo pian piano. La successione di queste cose fatte in un battibaleno non gli fecero capire che, invece, glielo volevo prendere in bocca . Un po’ tutta la situazione mi hanno portata a questo, sicche’ menandoglielo pian piano e con l’altra mano massaggiandogli le palle ho cominciato a leccare e a ciucciare la punta….il cazzo gli fremeva perche’ comunque stava guardando un film porno e c’era qualcuno che lo spompinava. Io guardavo il film, dove l’infermiera troia succhiava come una matta e guardavo il suo cazzo mentre glielo ciucciavo...mi sentivo davvero una porca e mi misi un dito nel buchetto mentre glielo succhiavo sempre piu’ forte. Sentii dirmi :"allora sei proprio troia..ahhh!" e un bel po’ di liquido caldo mi arrivo’ in bocca. Bonfonchiando e continuando un po’ a ciucciare e a leccare gli dissi : se vuoi da oggi ti faccio da infermierina...come quella del film...da quel giorno ci….ma di questo parleremo nel quarto capitolo.
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3 years ago
Infermierina3Trav,
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto 2
Finirono le scuole medie e cominciarono le limonate (e non solo, anzi..) con le ragazze..passò qualche anno ulteriore e arrivo’ la ragazza fissa...ma in me il lato femminile , quello che mi faceva sentire non donna ma femmina, c’era , era sempre li. Durante le feste di Natale (io e la tizia di allora stavamo assieme gia’ da un po’) ci fu l’occasione che la tizia venne a dormire a casa mia e, come regalo di Natale, le regalai un bel reggicalze alto in vita e un paio di calze autoreggenti bianche con la riga posteriore ( le ricordo benissimo...erano le Dim Up..che ora non fanno piu’ o, perlomeno, non piu’ bianche e con la riga neanche a parlarne e presi le autoreggenti perche’ altresi’ bianche da reggicalze non si trovavano..) .
La tipa capi’ l’antifona e mi disse di uscire dalla camera e che mi avrebbe chiamato...passarono circa 10 minuti, mi sentii chiamare . Entrai e la vidi nuda, con addosso solo le calze e il reggicalze stesa a letto che si sgrillettava la fica. Inutile dire che glielo infilai direttamente in bocca (aveva una dote innata per succhiare e io imparai molto da lei..) e quella notte non dormimmo . Al mattino, visto che doveva rientrare a casa, mi disse che non poteva portare le cose che le avevo regalato a casa..chissa’ cosa avrebbero pensato I genitori...al che mi chiese di tenere il tutto nascosto in comodino. Io ovviamente acconsentii. La sera stessa (in verita’ aspettavo quel momento gia’ dal mattino) prima di dormire indossai proprio il reggicalze e le calze che la mia ragazza aveva addosso la sera prima. Non c’era pericolo di tirare qualche filo magari con un unghia rotta..ho sempre avuto cura dei miei piedini ma, comunque, feci attenzione. Vuoi prche’ le aveva indossate per farsi scopare, vuoi perche’ io amavo indossare l’intimo da donna mi ritrovai a letto che mi dimenavo, strusciandomi le gambe e masturbandomi furiosamente facendo finta di essere una donna che se lo faceva mettere dappertutto . Mi misi distesa, con le gambe stese in verticale sul muro e quando sentii che stavo per venire ribaltai le gambe all’indietro cosi’ da vernirmi in faccia e in bocca e feci finta di guardarmi dall’alto : ero li, con addosso il reggicalze e le calze della mia ragazza e con la faccia e la bocca impiastricciate di sborra. Era tardi e I miei dormivano gia’ da un po’...ma andare in bagno in calze e reggicalze per lavarmi la faccia e la paura di essere scoperto e' ststo un momento di paura e eccitazione...non tolsi calze e reggicalze perche volevo provare a dormire con quelle cose addosso. Ora mi rivolgo alle Trav : ma voi riuscite a dormire con le calze o con i collant ? Io no...e fu cosi’ che, quella notte , mi masturbai piu’ volte e ogni volta cercai di sborrarmi in bocca. Passarono alcuni giorni, ricordo bene era un giovedi e quel giovedi la mia ragazza non stava bene per via del ciclo, quindi non ci saremmo visti. Decisi di invitare a casa mia un amico per guardare un film porno visto che I miei erano fuori per delle faccende. Bisognava andare a noleggiare il film e il mio amico suono’ in anticipo. Quella notte avevo dormito ( si fa per dire ) con addosso le calze. Calze che non avevo tolto e ora , che c’e’ il mio amico che mi aspetta ? Beh, che ci vuole a togliere un paio di autoreggenti mi direte ...e invece no, non le tolsi. Mi misi I pantaloni della tuta e le scarpe da ginnastica, tanto non si vedeva nulla. Arrivammo nel videonoleggio e li, a guardare le videocassette ( c’erano ancora le vhs…) c’era, come per incanto, un bel film che parlava di una clinica “particolare” con in copertina una infermiera gia’ in lingerie. Fu un attimo, dissi al mio amico : prendiamo questo, vedrai che ci divertiamo .
E infatti fu un pomeriggio …..beh, un pomeriggio particolare...quel pomeriggio fu seguito da altri pomeriggi ...alla sera le calze le metteva la mia ragazza per fare sesso e di giorno le mettevo io, per fare l’infermierina trav….continua nel terzo capitolo .
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3 years ago
Infermierina3Trav,
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L'ex di mia moglie
mi ha sempre eccitato farmi raccontare da mia moglie le sue avventure da ragazza...le pomiciate con i primi fidanzatini e poi la scoperta del sesso vero con il giovane professore al liceo... era un siculo molto focoso, giovane e sposato, che tornava dalla moglie e dal figlio piccolissimo solo per le vacanze; qui invece approfittava delle allieve e delle colleghe. A quella ragazzina insegnò tutto e a me piaceva ascoltare i racconti particolareggiati del suo apprendistato, e dopo questi racconti finivamo sempre per fare all'amore in modo scatenato.
L'estate dopo la maturità lei andò con un'amica in montagna, in una piccola pensioncina di un piccolo paese. Poche stanze affittate da una famiglia del posto, composta da padre, madre e due figli, che immediatamente iniziarono a insidiare le due ragazze. Le quali non chiedevano di meglio. E fu così che il più giovane - che aveva tre anni più di loro - faceva venire quella che oggi è mia moglie nella sua stanza, mentre l'altro - di due anni più anziano del fratello - scivolava nella stanza con l'amica. E così ogni notte. I proprietari se ne accorsero perfettamente, ma gli andava bene che i due figli maschi sfogassero le loro esuberanze sessuali con le due studentesse... e loro due furono ben contente di farsi i due giovani e vogliosi contadini, vigorosi e ben dotati...
Fu un'estate indimenticabile, tanto che tornarono anche per le feste di Natale e poi anche un paio di giorni a Pasqua... quindi ci fu un'altra vacanza estiva (oramai erano iscritte all'università) in cui i giovanotti dal cazzo sempre duro ebbero modo di sfogare in tutti i modi i propri bollori, con grande soddisfazione propria e delle due fanciulle.
Dopo tanti anni, mia moglie quando mi descriveva queste avventure in ogni particolare, ancora si bagnava tutta parlando del cazzo di Tonino e di come lui fosse sempre pronto a possederla in bocca, in fica e anche in culo. Non occorre che spieghi quanto me lo facesse tirare... me la immaginavo con questo ragazzone alto e grosso, nerchiatissimo e tanto arrapato, e finivo per possederla senza ritegno.
Poco dopo il matrimonio l'avevo convinta a venire con me in un campo naturista in Croazia. mi piaceva vederla nuda e offerta agli sguardi vogliosi di tanti maschie alla sera a letto commentavamo gli uomini il cui aspetto e la cui dotazione lei aveva più apprezzato oppure quelli che l'avevano osservata di più o che magari avevano osato qualche approccio più o meno stuzzicante. Erano discorsi molto eccitanti, erano il pepe del nostro rapporto, e finivano ogni sera con una trombata.
Una mattina, seduti al chiosco sulla spiaggia, sotto l'ombrellone, notai un uomo alto e grosso, steso non lontano, all'incirca della nostra età, muscoloso, pelosetto, con un filo di pancia e un notevole battacchio, che osservava mia moglie, non le staccava gli occhi di dosso. A un certo punto si alzò, ovviamente del tutto nudo, avvicinandosi lentamente al nostro tavolino, qui si fermò:
"Chiedo scusa, ma forse lei si chiama Lalla?"
Mia moglie si girò di scatto e un sorrisone le illuminò il volto: "Toninooo!"
Lo abbracciò con grande spontaneità e lo baciò sulle guance e pure lui fece altrettanto. Notai che i seni nudi di lei avevano sfiorato lo stomaco dell'uomo.
Lo invitammo a sedere con noi e mi spiegarono entrambi che si erano conosciuti da ragazzi, io finsi di non sapere nulla e loro presero a ricordare quelle belli estati, le montagne, la pensioncina, i genitori, il fratello, l'amica... Tonino raccontò che si era sposato e aveva una figlia, ma poi si era separato ed ora viveva da solo e amava venire lì al camping naturista con il suo camper... mentre raccontava tutto questo guardava spudoratamente il corpo di mia moglie, coperto solo da un fazzoletto molto trasparente annodato attorno ai fianchi che copriva a malapena la fica e le chiappe... mentre lei lanciava di sottecchi occhiate interessate al notevole cazzo del maschio, che aveva solo posato un asciugamano per sedersi. Già da floscio aveva una buona misura, ma ora mi sembrava leggermente più rigonfio, salsiccioso, insomma un gran bel manico, con delle palle grosse e pelose. Capivo l'interesse di mia moglie.
Lo invitammo a mangiare con noi e durante il pranzo mi accorsi che, sotto al tavolo, il ginocchio di lui sfiorava quello di Lalla, sempre più insistentemente; a un certo punto la sua mano sinistra scomparve sotto al tavolo... ero certo che accarezzasse la gamba di lei. Mi alzai per andare a prendere da bere e vidi che il suo uccello si era notevolmente gonfiato. Tornai piano al tavolo, in modo da lasciarli soli a lungo. Li ritrovai sorridenti e vidi che i capezzoli di mia moglie erano ritti, duri... pensai che lui avesse approfittato per allungare la mano sotto al tavolo a toccarle la fichetta. Dopo un poco proposi che ci stendessimo al sole e mentre lui andò a prendere il suo telo per metterlo accanto ai nostri, Lalla si tolse il minipareo, esibendo le chiappe sode e la fica gonfia. Lui arrivò e la trovò così, tutta nuda e con le cosce appena appena aperte a lasciar vedere la patata dalle labbra rosee, Stese l'asciugamano accanto a lei, il suo cazzo era chiaramente barzotto, anzi decisamente gonfio. E pure il mio iniziava a gonfiarsi... Passò un po' di tempo e mia moglie propose di fare una nuotata, Tonino accettò con entusiasmo ma io dissi che sarei rimasto lì, ero impigrito... loro andarono in acqua... il manico di lui non pendeva più, ma stava quasi ritto... li vidi tuffarsi... giocavano in acqua, scherzavano ridendo... finchè Lalla uscì dall'acqua e venne a prendere il materassino gonfiabile... io le dissi che avrei dormicchiato .
Invece li osservavo da lontano, appoggiati con le braccia al materassino, anzi con un braccio solo... potevo immaginare che lui la toccasse, le palpasse la fica e lei gli prendesse in mano quel cazzo gonfio, menandoglielo... già solo sospettando che facessero così ebbi una erezione. Vidi che si allontavano sulla destra, verso la parte del campeggio, poi degli arbusti me li nascosero alla vista... Non facevo che guardare l'orologio, il tempo passava e loro non si vedevano... cazzo:, venti minuti, cazzo: mezz'ora, cazzo: un'ora, mmmmm...eccoli, finalmente... uscirono dall'acqua, lui portava il materassino... il bastone pendeva floscio, ero certo che mia moglie si era fatta sbattere da quel toro, glielo aveva succhiato, lui l'aveva buttata a terra possedendola, affondando il suo grosso cazzone da contadino nella fichetta di lei, e sapevo quanto alla mia mogliettina ingorda piacesse prenderlo alla pecorina, magari anche se lo era fatto mettere nel culo quella porca.
Finsi di aver dormito..."Mammamia, quanto sono stanca, abbiamo fatto una nuotata lunghissima! Meno male che avevo preso il materassino!" Mi prendeva pure per il culo: ipocrita!
restammo in spiaggia fin quasi al tramonto...
.Alla sera decidemmo di andare a cena tutti e tre in un grill sul mare. Noi uomini in shorts e maglietta, la mia Lalla invece aveva indossato un abitino bianco con le spalline e molto corto, aderentissimo; sotto non aveva nulla e si vedeva...trovavo che era molto più arrapante così che tutta nuda e - da come la guardava - capivo che anche Tonino lo pensava... bevemmo parecchio, lui la invitò a ballare e la stringeva stretta, le si strofinava addosso, lei lo lasciava fare e anzi si muoveva languidamente e mi sorrideva mentre si dava da fare per eccitare ancora di più quel maschio porco che non aveva certo bisogno di incitamenti, anzi ... quando tornavano al tavolo a bere lui doveva avere notato la mia inequivocabile erezione
e tornando in pista la stringeva ancora di più, baciandola sul collo e leccandoglielo.
Era tardissimo quando andammo via dal grill, non potevo non notare i capezzoloni di Lalla, durissimi, che sembrava volessero bucare il tessuto leggero dell'abitino, nè il pacco del maschio che invece sembrava dovesse far scoppiare gli shorts...eravamo tutti brilli... lungo la strada , piuttosto buia, mia moglie camminava in mezzo a noi, io la tenevo per le spalle, mentre lui la stringeva per la vita, ma ben presto mi accorsi che le aveva messo la manona sulle chiappe e gliele accarezzava... oddio quanto mi eccitava questa situazione...
Arrivati al nostro bungalow, mentre cercavo la chiave per aprire, si diedero il bacio della buonanotte, slinguandosi oscenamente davanti a me, tanto che il porco prese a palparle oscenamente le tette... io, fingendo di non vedere, proposi di bere ancora qualcosa prima di lasciarci... entrammo...
Era un monolocale, vano cucina con divanetto e lettone matrimoniale, grande portafinestra su un'ampia terrazzona... mentre loro cercavano la bottiglia ed i bicchieri, io andai a sistemarmi sulla sdraio del terrazzo e finsi di dormire, mentre lei posava il bicchierino sul tavolo accanto a me e tornava sul divanetto, accanto a lui...
"Dorme?"
"Sììì""Dài, succhiamelo!"
"Non ti è bastato questo pomeriggio?"
"Neanche a te vero? Mentre ballavamo ti strusciavi come una cagna contro il mio cazzo! lo vuoi di nuovo, eh?"
"Sì lo voglio ancora, tutto, mmm... ma parla piano, non voglio che si svegli""
"E allora? Vedrebbe che sto chiavando quella troia di sua moglie... questa bella fichetta l'hai data prima a me che a tuo marito, e anche il buco del culo, eheheh!"
"Ahh, dopo tanti anni mi hai fatto godere come una porca, di nuovo..."
"Ti piace il mio cazzo vero? dillo che ti piace quando te lo sbatto alla pecorina, come una vacca!"
"Si mi fa impazzire il tuo cazzone... toro, sei il mio toro, non ti ho mai dimenticato"
"Dài puttana, sali sopra, impalati...!"
In silenzio, dalla terrazza, li guardavo mentre lui le sfilava dalla testa il vestitino bianco--- lei era li, nuda, che si sistemava sopra il grosso cazzone di Tonino puntato contro la sua bella fichetta... si abbassava lentamente facendolo penetrare dentro e lui la palpava con quelle larghe manone, le strizzava le belle tette, le torceva i capezzoli svettanti... mentre cavalcava il suo ritrovato amante mia moglie mugugnava, sibilava, ansimava, per quanto si sforzasse non riusciva a godere in silenzio...
io mi ero calato gli shorts e mi masturbavo guardandoli nel buio, illuminati da un po' di luna e dal riflesso di un lampione del vialetto..
."Puttana! sei tutta bagnata, ti piace ah, farti sbattere!"
"Chiavami, riempimi tutta. sborrami dentro...!"
"Eccomi troia, eccomi che vengo, ti inondo, mmm"
"Lo sento tutto, stupendooo... schizzami ssììì !"
Vedevo il corpo di mia moglie sussultare, poi ergersi e infine abbandonarsi contro l'uomo, che leccava le sue tette, dopo averle sborrato nella fica... restarono così, abbracciati, il cazzo di Tonino a lungo nella fica di mia moglie... ansimavano..
.Lui bevve un altro bicchierino, poi la spinse sul lettone... guardò verso la terrazza e mi vide con gli shorts attorno alle caviglie e il cazzo duro in mano... capì al volo la situazione e si mise a parlare a voce più alta... mia moglie era stesa sul letto, le gambe divaricate..
."Quanto sei bella, sei ancora più bella, ora sei una vera femmina, voglio leccarti tutta..."
"Mmm, sììì, dimmelo ancora, dimmelo"
"Voglio leccarti questa bella fica gocciolante e morderti i capezzoli e sfondarti il culo, puttanona"
"Fallo, stallone, fallo, sono tutta tua, come allora...!"
Li vedevo a malapena, lui che le brancicava le tettone e affondava la testa fra le cosce spalancate, leccando rumorosamente la patata di mia moglie mentre lei sospirava e mugolava senza ritegno...
si erano dimenticati completamente di me.per loro io non esistevo, ma intanto avevo ripreso a menarmelo...
Dopo averla leccata per un tempo infinito, lui si spinse a cavalcioni del suo busto e le piazzò il grosso cazzo fra le tettone, lei fu pronta a stringerlo mentre lui iniziò ad andare avanti e indietro... oramai ululavano tutti e due, bestialmente..
.Ma compresi cosa volesse fare lui, quando scivolò indietro e sollevò le gambe di mia moglie, tenendola per le caviglie..
."Sììì, amore nel culo ! Spaccamelo, sfondami! Inculami bestia!"
"Troiona, ti è sempre piaciuto prenderlo in culo, ah?"
"Sììì tutto tutto.... ahhh.... è enorme!"
"Tutto tuo, troiona... Ti sfondooo, ti sventrooo!"
"SSììì, cossìììììììììììììì!!!"
Io avevo già sborrato sulla mia pancia mentre il manzo schizzava nell'ano di mia moglie... avevo goduto come mai prima...
anzi, avevamo goduto tutti e tre, ne ero certo...
mentre il bestione si abbandonava esausto sul corpo nudo di mia moglie, anch'io mi addomentai sulla sdraio...
era quasi mattina e faceva un po' fresco quando andai sul letto accanto a loro e mi riaddomentai...
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bobo45sex,
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Quando la coppia è affiatata, l’intesa è perfetta!
Piove. Sono appena uscita dall’ufficio e sto tornando a casa a piedi. Abito a poca distanza dal lavoro, ma sembra che tutto ad un tratto il cielo abbia deciso di ripetere il Diluvio Universale.
Ho un piccolo ombrello che ho viene immediatamente distrutto dal vento. Lo butto in un cassonetto e cammino sotto la pioggia. Arrivata a casa vado in bagno, esco dai vestiti completamente fradici e entro nella doccia. Il getto d’acqua tiepida colpisce i miei seni. Il tepore dell’acqua mi ricorda molto lo schizzo del seme di un maschio, farmi sborrare sul mio seno prosperoso è una cosa che mi piace moltissimo.
Sento il rivolo dell’acqua scorrere lungo il corpo, mi piego all’indietro e il tepore ora scorre fra le labbra dischiuse della mia vulva. Mi accarezzo i seni, sento i capezzoli turgidi, ho voglia di chiavare.
Con la mente ripercorro l’ultima volta che l’ho fatto: appena due giorni fa!
Ho voglia, mi sento inquieta, sento che la solita scopata forse non basta. Mi lavo, esco e mi avvolgo nella bianca spugna del mio accappatoio.
Asciugo velocemente i miei lunghi capelli e vado in cucina per vedere cosa posso fare per cena. Fra poco mio marito ed i miei figli tornano e poi devo andare a riprendere la mia piccolina che sta da mia madre: lei ha solo due anni.
Sono talmente assorta nel pensare che quasi non sento l’arrivo di Armando, mio marito. Mi abbraccia da dietro, sento il suo sesso quasi duro appoggiarsi al solco delle mie natiche:
«ummuhhhumm.. che buon profumo ha la mia donna».
Mi dice abbracciandomi forte, mi bacia sul collo, cosa che mi fa subito impazzire.
Mi rigira, bacia e poi si accorge del mio stato d’anima un po' inquieto.
Fissa i suoi occhi nei miei e vuole sapere quale sia il motivo del mio broncio.
Mi osserva e, senza aspettare una risposta, mi spinge contro il tavolo della cucina, mi gira e mi si abbassa dietro. Sento la sua lingua farsi strada fra il solco delle mie natiche, mi lecca le umide labbra, mi sto eccitando, vorrei dire che fra poco arrivano i ragazzi e rischiamo di farci “beccare ” così, ma l’eccitazione che me ne deriva da quel che sta facendo è troppo forte, lo lascio fare e, in breve, mi strappa il primo orgasmo. Vengo!
Si solleva, sento che ha armeggiato con la chiusura dei suoi pantaloni; immediatamente la dura cappella si appoggia all’imboccatura della mia fradicia figa e, con un colpo secco, entra dentro di me fino in fondo.
Godo ancora e lo incito a scoparmi più forte. Mi pompa velocemente, godo, vengo soffocando il grido per non far troppo rumore. Mi fotte con forza, duro come piace a me quando lui è molto eccitato. Mi strappa l’ennesimo orgasmo e sento che mi sta pompando più velocemente, deve esser al limite anche lui, mi giro lo guardo con occhi languidi di piacere e, con un filo di voce, gli dico:
«In bocca, sborrami in bocca».
Lo sento affondare ancora qualche duro colpo, poi esplode. Ho appena il tempo di inginocchiarmi davanti a lui e appoggiare la violacea cappella sulle mie carnose labbra, che mi riempie la bocca di sborra. Tre schizzi potenti, segno di estremo godimento, accompagnati da un sommesso grido.
Bevo, succhio, pulisco e..., giusto il tempo di ricomporci, che odo lo scatto della porta aprirsi: sono mio figlio con sua sorella.
Armando esce per recuperare la piccola, mentre io preparo la cena. Solite cose: cena, io che metto a posto casa ed a letto la piccola, i miei figli che si rintanano nelle loro camere e Armando che parte per andare al lavoro, questa sera turno di notte.
Lavoro duro il suo, passa ore e ore davanti ad uno schermo, non è permessa nessuna distrazione. Lavorando questa sera, avrà poi due giorni di riposo, questo significa che sabato sera saremo liberi di uscire a divertirci un po'. Mi infilo nel letto, ripenso a quando lui è tornato prima di cena, alla “sveltina ” fatta a rischio di essere scoperti. Non è la prima volta che succede. Ci siamo conosciuti sui banchi delle superiori, eravamo molto giovani, ma, nel tempo, si è rivelato un compagno fantastico. Attento alle mie esigenze, riesce sempre ad interpretare i miei stati d’animo ed a regalarmi momenti unici di intenso piacere, specie se vi è il rischio di essere scoperti.
Proprio come quando veniva a trovarmi la sera, quando eravamo fidanzati. Quando lui andava via, io lo seguivo sul pianerottolo di casa; quante sere mi ha scopato lì, in piedi, appoggiata al muro, con il rischio d'esser sorpresi da mia madre. Erano momenti unici di intenso piacere. La fase successiva è stata la scoperta del piacere di essere osservati, mentre lo facciamo. Tutto risale ad un’estate di due anni fa. Eravamo a casa dei miei. Lui era tornato dal suo solito giro in bici, entra in bagno per la doccia, mi chiama per portargli l’accappatoio. Ricordo di essermi abbassata e, mentre ero con il culo alzato, lui mi è venuto da dietro e mi ha messo una mano sul seno, mentre sento il cazzo durissimo premere fra le mie natiche.
«Lascia perdere che non siamo a casa nostra, di là c’è mamma e Anna e, poi, lo abbiamo fatto ieri sera? Sei insaziabile?!»
Cerco di divincolarmi, ma non mi lascia, anche perché io stessa mi sento eccitata all’idea di scopare lì. Mi solleva una gamba e me la fa appoggiare sulla vasca, mi apre la leggera vestaglia a fiori, che mi ha prestato mia madre, si inginocchia e infila dentro la testa, fra le mie cosce. Mi lecca e subito la mia eccitazione giunge a livelli parossistici, mi succhia ed io sbrodolo da morire. Si diverte a succhiarmi il clito, come se volesse farmi un pompino, impazzisco, stringo le cosce quasi a soffocarlo, per il piacere che provo.
Mi strappa un lungo gemito, che soffoco per non farci sentire. Lui si siede sul bordo della vasca, io m’inginocchio davanti a lui e glielo prendo in bocca.
Lo pompo, è durissimo: dev'essersi eccitato per la situazione, lo insalivo, lo succhio, mentre, fra le cosce, mi riduco ad un lago. Mi rialzo, mi appoggio con una mano al lavandino e l’altra al bordo della vasca. Piegata cosi, lo sento entrare da dietro dentro di me. Un toro scatenato. Mi assesta colpi violenti, ha il cazzo duro che sembra una sbarra di ferro, è di certo la situazione che lo eccita da morire. Mi pompa, godo e lui mi sbatte sempre più forte, vengo, ma non posso urlare, sono scossa da brividi di piacere fortissimi.
Lui sembra una belva, mi scopa come impazzito. Alla fine, dopo che sono venuta alcune volte, avverto che sta per venire pure lui e mi preparo a riceverlo in bocca. Mi piace la sborra in gola, sulle tette e anche dentro, ma, vista la situazione, ritengo che in gola sia la migliore situazione.
Si ferma di colpo, mi fa inginocchiare con le spalle alla finestra semi socchiusa. Infilo tutto il palo in bocca e ricevo la sua copiosa sborrata direttamente in gola. Lo succhio con devozione, mi ha regalato un momento di intenso piacere. Mi ricompongo e lo lascio a far la doccia. Quando la sera siamo a letto, mi chiede se mi era piaciuta la scopata dentro il bagno. Gli rivolgo uno sguardo languido mentre gli rispondo affermativamente; lui sorride, e mi rivela un dettaglio, osservando la mia reazione.
«Se ti dicessi che, mentre stavamo scopando Anna, nostra cognata ci ha guardato dalla finestra che dà sul retro della casa, tu che dici, sei dispiaciuta»?
Lo osservo incredula, giusto per capire se sta scherzando o dice il vero. Una volta assodato che quello che ha detto è la verità, mi sento uno strano fuoco fra le gambe. Gli chiedo i dettagli e lui me li racconta, mentre infila la mano fra le mie cosce.
«Quando ti sei inginocchiata per prenderlo in bocca, attraverso il riflesso dello specchio, ho visto una figura fra la finestra e il muro. Per un istante ho pensato che fosse uno dei ragazzi, o qualche nipote, ma era una persona abbastanza alta di statura e, quando poi ti sei piegata e ti ho preso da dietro, l’ho riconosciuta: era Anna. Avrebbe potuto andarsene, invece è rimasta a guardare tutto quello che stavamo facendo noi. Lo specchio, che come sai è un po' più spostato verso la finestra, mi ha rimandato l'immagine di lei che, mentre ti sbattevo, si toccava i seni e fra le gambe. Credo che abbia goduto al vedere che ti chiavavo come un toro scatenato, perché effettivamente la cosa mi sono eccitato tantissimo».
Mi racconta, mentre la sua mano ora è intrisa dei miei umori; sapere che mia cognata ci ha visto scopare, mi eccita tantissimo. Allungo la mano e sento che pure lui è perfettamente in tiro. Mi sposto su di lui e m’impalo sul suo cazzo svettante come una colonna di marmo.
Abbiamo scopato da far paura quella sera: il nostro desiderio era come rinnovato. Credo che ognuno di noi avesse nella mente l’immagine di lei che ci guardava e ne godeva, e questo, ci eccitava moltissimo.
Ora, a quel ricordo, mi passo una mano fra le cosce, vorrei fare sesso, ma non la solita scopata che, comunque, con Armando non è mai “solita”, ma mi piacerebbe vivere una situazione diversa, più eccitante, ma non mi viene in mente nulla. Improvvisamente nella strada, che è davanti casa, passa una vettura suonando il clacson; il rumore mi infastidisce, mi alzo per chiudere la persiana e, quando l’ho chiusa, il mio sguardo viene attratto da una coppia che si sta baciando in auto, lì, sotto casa. Nulla di strano, alcuni baci e qualche effusione che mi illuminano la mente.
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio al mio amore. So già che fino a domani mattina alle sei, quando cioè esce dal lavoro, non lo leggerà (per regolamento non è permesso avere il cellulare con sé), ma credo che gli farà piacere:
“Amore, che ne dici di un car-sex, sabato prossimo? Un bacio, Luisa”.
Lo invio e ritorno sotto le coperte: mi eccita davvero tanto quell’idea e con essa mi lascio prendere dal sonno.
Ore sei, esco dal lavoro, entro in auto. Ha smesso di piovere, notte dura, sono stanco, ma soddisfatto, oggi non lavoro e domani riposo, devo trovare un’idea per passare una serata con Luisa, mia moglie.
L’ho vista un po’ giù di corda in questi ultimi tempi. E' nomale, il lavoro, la casa, i figli, la piccola, devo trovare un’idea che la distragga veramente. Prendo il cellulare dal vano auto, c’è un suo messaggio, lo leggo e subito il cazzo mi si gonfia nei pantaloni.
Un car-sex? Certo! Ecco l’idea. Luisa è una donna fantastica!
Ci siamo conosciuti molto giovani, eravamo alle superiori, ma è stata subito intesa. Poi, col tempo l’amore è diventato serio, sono entrato in casa sua, accolto come un figlio. Rispettato da mio suocero e molto ben voluto da Angela, mia suocera, una donna stupenda.
Ricordo che, all’epoca, aveva meno di quaranta anni, era una donna che non passava inosservata, come, del resto, ancora oggi che quando passa per strada, i maschi si girano a guardarla. Con lei il rapporto è stato subito perfetto e, col tempo, fra noi si è instaurato un legane fatto di rispetto, confidenza e amicizia profonda. Mi ha sempre detto che per lei ero un figlio e mi ha sempre considerato tale. Luisa è come sua madre, una donna molto bella, con le curve al posto giusto. Dentro di lei è latente il senso e la voglia di un'esibizionista, che, lentamente, sta affiorando all'esterno. Si eccita da morire nelle situazioni estreme.
Ieri sera l’ho scopata sapendo che avremmo potuto essere “beccati” dai nostri figli, ha goduto come una matta. In passato, una domenica, siamo stati, con degli amici, in una spiaggia, dove vi era la possibilità di stare nudi, ma il connaturato ritegno l'ha fatta risolvere in un niente di fatto, per poi, la sera, alla sola idea di poter essere ammirata nuda da altri maschi, è esplosa in un orgasmo sconvolgente.
Da tempo vagheggiamo di fare un car-sex e, devo dire, che ha avuto una brillante idea. Non vedo l’ora di esser a casa, per parlarne con lei.
Mentre percorro la strada di casa, mi sovvengono alla mente occasioni che le hanno fatto emergere questa indole, decisamente erotica, dell’esser ammirata. Tutto è cominciato circa tre anni fa. Di ritorno dalle ferie, stavamo percorrendo l’autostrada di notte. I ragazzi dormivano e a noi due necessitava di andare in bagno.
Al primo Autogrill ci fermammo. Era notte e nel bel mezzo alla settimana, quindi con poca gente in giro. Io parcheggio e mi infilo direttamente dentro il bar, per raggiungere i bagni che sono posti sotto il locale. Mentre prendo a scendere le scale, giratomi, vedo Luisa entrare. Nel locale, oltre al barista, vi erano cinque uomini, forse conducenti dei camion parcheggiati fuori. Ovviamente la loro attenzione viene calamitata dalla presenza di mia moglie che indossa una mini e un top, che a mala pena copre i seni. L'abbronzatura fa il resto e diventa subito oggetto degli sguardi di tutti i maschi del locale. Scendo e piscio velocemente. Nel risalire, mi fermo un momento a guardare la scena: lei, quasi circondata da maschi, che ne ammirano l'avvenenza commentando a bassa voce. Lei beve un caffè, poi si dirige verso il bagno; io esco dalle scale e ci scambiamo una leggera occhiata d’intesa; gironzolo fra gli scaffali per vedere fosse seguita da qualche uomo. Nessuno l'ha fatto e lei è uscita poco dopo.
Poi, in auto, con una voce pregna di sensualità, mi ha confessato che si era eccitata moltissimo nel constatare con quanto fervore era stata osservata da quei maschi, decisamente eccitati. Per un po’ di tempo fantasticammo sull’accaduto, sorridendoci sopra, perché lei era decisamente restia a prendere in considerazione l’ipotesi che un ‘altro uomo potesse possederla.
«Amore, lo sai che non riesco a pensare che un altro maschio mi prenda: mi blocco».
Insieme eravamo giunti a questa conclusione. Poi una sera, dopo l’ennesimo rifiuto, le ho fatto una proposta, anzi, più che altro era una domanda.
«Ma tu, con la fantasia, riesci a farlo? Cioè, hai mai fantasticato che un altro uomo potesse desiderare di averti e tu glielo lasceresti fare?»
Ci ha pensato un poco, poi, dopo aver ottenuto garanzie che, in ogni caso, non l’avrei costretta a metterle in pratica, si è lasciata andare. Ha cominciato ad immaginare di trovarsi in mezzo a diversi maschi, che la toccavano e le davano i loro cazzi da succhiare.
Per un certo periodo la cosa ci ha procurato delle eccitanti scopate, poi un giorno, casualmente, un fatto nuovo ha aumentato il livello di erotismo delle nostre fantasie.
Una mattina, grigia e piovosa, avevamo accompagnato i ragazzi a scuola. Quindi, essendo liberi, abbiamo deciso di andare a vedere le vetrine di un centro commerciale. Giunti nel parcheggio del centro, lo abbiamo trovato deserto; forse era ancora troppo presto, allora mi sono messo a baciarla e toccarla fra le cosce. All’inizio lei non voleva, ma poi, lentamente, sono riuscito a portarla ad un certo grado di eccitazione; le ho fatto aprire le gambe ed ho infilato una mano fra le cosce. Senza che lei ne accorgesse, un furgone arriva piano, a poca distanza da noi. Al suo interno un ragazzo ci osserva; lei è distratta dal gioco di mano che le faccio, ed io sono eccitato come un cavallo. La masturbo, lei gode, e un orgasmo fortissimo le scuote il corpo. Sconvolta dal piacere si gira verso di me e, senza guardarsi intorno, si mette a succhiarmi il cazzo prendendolo tutto in bocca.
Mi distendo per agevolare il gioco delle sue labbra, godo molto, ma, più di tutto, mi eccita sapere che il tizio, dal furgone, non si perde lo spettacolo. La cosa mi eccita da morire, sento l’orgasmo esplodere, le infilo il palo in gola e schizzo, esortandola a succhiare e bere tutto il mio seme. Le scarico in gola tutto il mio succo, lei non lascia perdere una sola goccia. Si solleva e, mentre si pulisce, si gira, accorgendosi che il tipo ha visto tutto, infatti le fa il gesto dell'applauso.
«Ma quello ha visto tutto? E tu? Non dici niente...? Che porco che sei! Andiamo via, dai... non ci resto qui».
L’assecondo, passando vicino all’altro veicolo; lui ci sorride, lei si copre il viso, divenuto rosso porpora per l’imbarazzo. Per alcuni giorni non ne abbiamo fatto parola, poi una mattina mi dovevo recare in un paese vicino per lavoro, le ho chiesto se le sarebbe piaciuto venir con me. Essendo libera, ha accettato, ma, quando son passato da casa per prenderla, ho visto che indossava dei pantaloni. L’ho fatta cambiare e indossare una mini, così corta che bastava pochissimo per metter in mostra l’immancabile perizoma. Per tutto il viaggio e durante il tempo che siamo rimasti in quelle zone a girovagare, ho avuto costantemente il cazzo in tiro: era sconvolgente vedere come gli uomini se la mangiavano con gli occhi; il loro era desiderio puro, e lei non si sottraeva al piacere di sentirsi ammirata; ero talmente eccitato che, al ritorno, ho fermato l’auto e l’ho scopata lì, in mezzo alla campagna.
La svolta definitiva, però, è avvenuta alcuni mesi dopo, al matrimonio di un suo cugino. Faceva molto caldo; lei indossava un vestito leggero, vedo/non vedo, piedi nudi e curati infilati in sandali con tacchi alti, che mettevano in risalto lo splendido culo. Dopo la cerimonia in chiesa, siamo andati al ristorante, mentre gli sposi si erano assentati per le foto di rito.
Giunti nelle vicinanze del locale, che era posto in riva ad uno splendido lago, ed essendo presto, ci siamo messi a seguire la sponda fino a un gradissimo e deserto parcheggio. Sulla riva del lago, siamo scesi; l’aria era calda, il posto molto bello e decisamente romantico; ci siamo appoggiati alla vettura mentre lo sguardo spaziava tutt'intorno. A quel punto, data l'amenità del posto, ho preso a toccarla un poco.
«Dai... smettila, abbiamo poco tempo, e poi mi fai un casino con il vestito».
Il tono della voce era però poco imperioso, anzi...
L’ho accarezzata un poco, le ho messo la mano sul pacco già duro, lei ha cercato di sottrarsi, risalendo in auto. Sono entrato anch'io e le ho fatto aprire le cosce. Scostato l’immancabile perizoma ho cominciato a infilarle due dita dentro. Si è subito lasciata andare, ha reclinato la testa all’indietro, e ha cominciato a mugolare frasi senza senso.
« uuhhmmm…dai…fermati…hhhmmmmm… Non abbiamo tempo …umhuhm…»
Ha aperto le cosce e ha cominciato a godere. Come già avvenuto in precedenza, una vettura si è avvicinata a motore spento, trovandosi in discesa. Un tizio, anziano, si è messo ad osservare la scena. Essendo distante da noi non poteva avere una buona visuale, quindi è sceso dall’auto e restando a distanza, in piedi, ha osservato lei che godeva.
«Sì!…Amore…eccomi!... Ora! Vengo! Non ti fermare!»
Il tizio si è guardato intorno e, vistosi solo, si è appoggiato alla sua vettura e, estratto il pene fortemente eccitato, ha preso a menarselo.
«Amore, godi, dai... mi piace, e... se ti dicessi che uno ti guarda, mentre godi, tu come la prendi?»
Lei ha appena aperto gli occhi, languidi ed estatici per il piacere, e mi ha sorriso.
«Non me ne frega nulla, però ora basta. Mi stai facendo bagnare e il solo perizoma non riuscirà a contenere tutti gli umori che mi stai facendo emettere».
Dicendo questo, si è appena girata ed ha osservato il tizio che ancora se lo menava con maggior vigore. Mi sono spostato un po’ su di lei, le ho aperto meglio le cosce, ho infilato la mia lingua fra i peli del suo meraviglioso fiore, leccandola come un pazzo. Un lungo gemito è uscito dalla sua bocca e poi ha cercato in qualche modo di fermarmi, anche se stava godendo tantissimo.
«Amore! Basta mi fai godere ancora! Dai... come faccio; sono un lago e poi... mi si vede il perizoma bagnato».
Gli ho dato un’ultima leccata, poi mi sono rialzato, guardando verso il tizio che si era avvicinato un po', sempre accarezzando quel membro ormai esacerbato.
«Che problema ti fai?! Se il perizoma si è bagnato, toglilo!»
Le ho detto, guardando sempre verso il tizio che ora era molto vicino a noi. Lei, senza esitare ha sollevato il bacino e, con un semplice gesto, l’ha tolto mostrando allo sconosciuto il suo meraviglioso culo e le splendide cosce. Il tizio, una volta ammirato lo spettacolo, si è avvicinato e ci ha rivolto una domanda, dai modi molto gentili.
"Scusate... state forse cercando qualche cosa?"
«No! Noi non stiamo cercando nulla, e lei?»
Gli ho chiesto a mia volta, mentre Luisa si era ricomposta.
«Scusate, se vi ho disturbato, ma in questo parcheggio spesso le coppie vengono per farsi ammirare durante le loro effusioni».
L’ho guardato consapevole che aveva visto tutto o quasi.
«Grazie, ma non ci serve nulla, a noi va bene così».
Ho cercato di tagliare corto, non convinto se era il caso di forzare il gioco che stavo facendo con Luisa. La mia preoccupazione era che lei si bloccasse. Ce ne siamo andati, ma veniamo sempre seguiti da lui, fin dentro il parcheggio del ristorante. Quando siamo scesi, lui si è avvicinato.
«Mi scuso per l’invadenza, vorrei farvi i complimenti, siete una bella coppia ed è per questo che vorrei lasciarvi il mio cellulare, qualora cambiaste idea».
E' quello che ci ha detto, porgendo un biglietto con su annotato un numero. L’ho guardato, mentre lei era chiaramente infastidita.
«Le ho detto che non ci interessa e, quindi, per favore, lasci perdere».
Lui è rimasto un po' a guardarci, mentre ci allontanavamo.
Dentro il ristorante ci siamo confusi con i parenti; Luisa, ad un certo punto, mi ha sussurrato all’orecchio che le piaceva tantissimo trovarsi in mezzo alla folla, nuda sotto. Distratto dai fatti e dai parenti mi ero dimenticato della cosa e, immediatamente, da sotto il tavolo dove eravamo seduti, il mio cazzo ha avuto una fortissima erezione. Per tutta la serata, lei ha fatto di tutto per mantenere viva la mia eccitazione. Mi faceva impazzire l’idea di saperla nuda in mezzo a parenti e amici, che non sospettavano nulla. Fra una portata e l’altra, siamo usciti a passeggiare nell’immenso parco, che terminava sulla riva del lago. Seduti su di una panchina, le ho fatto una domanda, mentre lei mi accarezzava il pacco da sopra i pantaloni.
«Cosa, finora, ti ha eccitato di più? Il fatto di esser nuda sotto o il gioco nel parcheggio?»
Lei ha riflettuto un momento.
«Sapere di essere senza intimo mi piace, specie se tu ti ecciti così; ma devo ammettere che sapere di essere osservata mentre tu mi toccavi, ha aumentato a dismisura il mio godimento».
Tornati a casa, quella sera, l’ho posseduta appoggiata alla porta di casa. Ero talmente eccitato che, dopo una sborrata colossale nella sua bocca, l’ho chiavata e le ho anche fatto il culo. Da quel giorno sono passati alcuni mesi e nel frattempo abbiamo fantasticato molto sui nostri giochi; anzi una mattina siamo andati in una pineta in riva al mare, consapevoli che spesso vi sono delle persone, in specie anziani, che vanno a spiare le coppie che fanno sesso in auto. Lei ha voluto esser posseduta ed ha goduto talmente tanto che le grida di piacere hanno richiamato l'attenzione di sei persone, che si sono segate e hanno sborrato con noi.
Rientro in casa, lei mi viene incontro, mi bacia e mi sussurra all’orecchio se ho letto il messaggio. Annuisco, lei mi chiede di organizzarmi, poi esce e va al lavoro. Il sabato sera, accompagnati i ragazzi dalla suocera, torniamo a casa, lei mi caccia fuori dalla camera e si cambia per uscire.
Quando la vedo resto estasiato. Mini gonna a portafoglio, che si apre al solo camminare mostrando il perizoma infilato fra le chiappe e nel solco della figa; camicetta abbottonata, che a mala pena regge i seni lasciati liberi dalla costrizione del reggiseno; autoreggenti con un pizzo altissimo che arriva preciso alla mini; stivaletti dal tacco dodici e trucco abbastanza pesante, con un rossetto molto marcato. Il tutto le conferisce un’aria decisamente da porca, a caccia di emozioni.
Partiamo ed io sono già in tiro. Su Internet ho fatto una ricerca per sapere quali posti frequentare e dove trovare le migliori opportunità. Prendo l’Autostrada direzione Nord. Per tutto il percorso ho cercato di mettere una mano fra le sue cosce, ma lei me lo ha sempre impedito.
«Aspetta... che fretta hai? La notte é ancora lunga e me la voglio godere tutta».
«Fino a che punto te la vuoi godere? Dove lo poni il limite? Ti farai toccare? Vuoi succhiare qualche altro maschio o, addirittura, ti farai scopare?»
Le ho chiesto cercando di capire fin dove si spingerà. Mi guarda e mi sorride, è tesa, ma anche decisa, credo che questa serra sarà indimenticabile.
«Non lo so. Vorrei che tutto avvenisse spontaneamente, mi fermerò quando avverto che non è il caso di fare quello che mi chiedi, in quel dato momento».
Mi risponde con un filo di voce, senza guardarmi; poi mi bacia ed accarezza il mio durissimo cazzo. Dopo circa una mezzora arriviamo ad un’area di sosta, dove vedo parcheggiato un tir. Giro e rigiro un poco, per attirare l’attenzione del camionista che sta leggendo. Mi fermo a breve distanza, accendo la luce interna e mi metto a toccare lei che lentamente si rilassa. Lui scende dal mezzo e si avvicina lentamente, ha capito che abbiamo voglia di giocare; io blocco le sicure degli sportelli, per stare tranquillo. Incomincio a sbottonare la camicia di Luisa, che freme e guarda verso l’uomo, che ora è due passi da noi. Le massaggio i seni, li mostro al tipo, che mostra di gradire facendo un cenno col capo; si abbassa il di sotto della tuta ed estrae un cazzo barzotto, lo mena un poco e si avvicina al finestrino dalla sua parte; mi osserva ed io ora le ho aperto le gambe e le massaggio la fica, già umida. Dice qualche cosa in una lingua incomprensibile, poi appoggia il cazzo duro al vetro del finestrino, a gesti vorrebbe che lo abbassassi, ma lei mi dice di no. Continuo a masturbarla mentre lei mi sega guardando lui. Sento un lago fra le pieghe della sua figa, lei incomincia a godere. Lui si masturba con calma, sempre tenendo la cappella appoggiata al vetro; io giro Luisa verso il finestrino e appoggio la sua bocca al vetro: in pratica è come se lei lo leccasse.
Lei ne gode molto, estrae la lingua e incomincia a simulare di leccarlo attraverso il vetro. Lui lo tiene fermo, ci fa cenno di abbassare, ma lei non vuole, io sono eccitatissimo, sento che non resisto molto, la giro e le infilo il mio in bocca.
Lei mi succhia e lecca mentre io ora offro il suo magnifico culo allo sguardo dell’altro che si sega con foga, sento l’orgasmo arrivare, infilo un dito da dietro nella figa bagnata di lei, che geme con la bocca piena. Trema, gode, io sborro urlando che è una porca e che deve bere tutto il mio seme. Le inondo la bocca. Lei ingoia e lecca tutto, poi la faccio girare verso il vetro, in tempo per ricevere sul vetro del finestrino, lo schizzo dell’altro, che geme in silenzio. Restiamo per un attimo immobili; lui ci osserva, poi si allontana, mentre io riparto verso una nuova destinazione. Luisa ride divertita, mi abbraccia forte, mi bacia.
«Ti amo! Sono al massimo della felicità, dai... troviamone un altro».
Poi si distende su di me e riprende lentamente a succhiarmi il cazzo. Impazzisco, mi diventa difficile concentrarmi sulla guida.
Arrivo al casello e, mentre pago, lei non si sposta, continua imperterrita nel suo gioco. È proprio scatenata! Mentre l’addetto alla riscossione ha un sussulto e cerca di dirmi qualcosa, io sono già lontano. Percorro una strada laterale che mi porta nel parcheggio di un grande Outlet. L’immenso parcheggio è diviso fra una parte illuminata e un grande sterrato, quasi buio. Nella parte buia vi è un vero carosello di auto che girano, si rincorrono, mentre un capannello di gente circonda una vettura, dove sicuramente stanno facendo sesso.
Luisa si solleva; ha i seni scoperti, si guarda intorno, nota la mia preoccupazione, non mi piace, troppo casino. Sto quasi per andarmene, quando un grosso Suv, prima illumina i bianchi seni di lei, poi mi affianca; il tizio alla guida apre il finestrino e mi dice:
«C’è troppo casino questa sera; se vi va di divertirvi, seguitemi».
Guardo lei, che mi fa un cenno d’assenso. Lo seguo e mentre usciamo dal parcheggio, anche un’altra vettura si accoda. Percorriamo un breve tratto di strada fra le fabbriche chiuse, poi entriamo nel parcheggio di un distributore di benzina chiuso, nel retro parcheggio c’è solo un rimorchio di un tir, lui mi indica di mettermi dietro. Parcheggio in modo da poter sgusciar via a mio piacimento, mentre il Suv e la vettura si mettono un poco più distanti. Dopo un momento in cui tutti ci siamo guardati, i due sono scesi e si sono messi ai due lati della vettura. Il tipo del Suv era alto con dei lunghi capelli raccolti a coda, età sulla quarantina, mentre l’altro, più giovane, era moro e dai capelli corti.
Resto con il motore della vettura acceso, loro restano a due passi dalla vettura, è ovvio che non ci vogliono incutere paura. Con la luce accesa, comincio a spogliare Luisa. Lei freme e mi sussurra che la cosa la sta eccitando da morire. I suoi seni sono un bellissimo spettacolo, loro da fuori si avvicinano, senza mai interferire ma osservano; ora hanno i sessi di fuori: il tipo giovane ha una bella mazza, non molto lunga, ma di bella circonferenza, mentre l’altro sfodera un cazzo di grosse dimensioni, sia in lunghezza che in larghezza.
Luisa ne resta affascinata, lo fissa con la bocca aperta; io mi rendo conto che si sta bagnando tantissimo. Le metto una mano su di una coscia, le sfilo il perizoma fradicio. Il tipo con la coda si avvicina e mi chiede di poterlo annusare; guardo lei e ricevo un cenno di assenso; abbasso il finestrino e glie lo porgo. Lui lo prende, lo annusa, lo lecca e lo avvolge intorno al membro. Lei osserva la scena e geme mentre incomincio a scorrere le dita sul suo clito, fra le labbra umide della sua figa bagnatissima. Ho lasciato il finestrino aperto. Distendo il sedile e mi metto a leccare Luisa, che geme come una porca. Gode, si agita, sento le sue mani sulla testa, mi schiaccia il viso sul suo sesso. Mi sollevo, le scopro il culo, mentre lei mi succhia; loro, da fuori, si segano e ammirano il suo corpo. Il tipo più anziano mi suggerisce di sedermi dietro, per essere più comodi. Resto un attimo titubante; essi intuiscono le mie paure e si allontanano dalla vettura.
Scendiamo e ci sediamo nel sedile posteriore. Lei si mette su di me, lo vuole dentro, ma io ho un’altra idea. Faccio cenno ad entrambi di avvicinarsi, poi li invito a sedersi sui sedili anteriori. Luisa resta per un momento stupita; loro si accomodano e girati all’indietro, si trovano i seni di lei fra le mani.
Iniziano a toccarla dappertutto, lei geme e gode, senza più remore. La sollevo e le infilo dentro tutto il mio palo da dietro. I maschi davanti le toccano il corpo, l’accarezzano e succhiano i capezzoli, lei gode, urla e loro le offrono le loro mazze da segare.
«Dai... bella porcona! Senti che bei cazzi ti offriamo. Dai... che ti piace!»
Luisa è in preda ad un delirio erotico. Incomincia a godere e, sconvolta, urla, ci incita, è letteralmente impazzita.
«Sì... così! Godo! Che bello! Dai... amore, scopami cosi!»
Per un poco la sbatto, ma voglio di più. Mi sfilo da sotto, la distendo sul sedile e le infilo il cazzo in culo da davanti, con le gambe sollevate in aria e ben aperte. Ora i due hanno anche la possibilità di toccarla, di masturbarla. Il giovane le pianta due dita dentro, mentre l’altro, aperto lo sportello, dall’altro lato le offre il suo palo enorme da succhiare. Glielo infila in gola e lei lo succhia come una forsennata. La cosa mi fa godere da matti. Le lavoro il culo con colpi potenti, mentre lei, con il cazzo in gola, può solo gemere e godere; pure io sono al limite e sborro urlando. Le spingo dentro il cazzo e le inondo l’intestino. Resto un attimo immobile dentro di lei, poi esco; il giovane si masturba e schizza sulle sue tette, mentre le dice:
"Che meravigliosa troia e puttana, che sei!"
L’altro continua ancora un po' a farsi succhiare, poi cambia posto, si mette dal mio lato, apre un preservativo, ma lei scuote il capo.
«No! Non voglio esser scopata, schizzami in faccia».
Lui mi guarda, poi si sega velocemente e scarica sul seno e il viso di lei una quantità industriale di sborra e, mentre ricopre il seno, si complimenta con lei per essere una meravigliosa succhiacazzi e troia stupenda.
Restiamo tutti in silenzio, mentre i sensi scemano nella loro tensione.
Poi loro se ne vanno, lasciandoci soli, senza dire una parola. Ci diamo una ripulita, poi si prende la via di casa.
«Credevo che ti sarebbe piaciuto sentirti dentro quel palo?!»
Le dico, mentre guido. Lei non mi risponde subito, poi mi bacia, e si appoggia alla mia spalla.
«Sì! Era decisamente molto grosso, direi un gran bel cazzo, ma io preferisco il tuo e, ad immaginare il suo, mi divertirò di più e sarà più eccitante».
Mi risponde girando il viso verso il finestrino, dove ancora è visibile la sborrata del camionista.
Guardo la notte e la strada scorrere di lato.
Armando guida tranquillo, è soddisfatto ed io pure; mi sono divertita: avrei anche potuto prender dentro di me quel mostro, ma non mi sembrava giusto nei suoi confronti.
In fondo avevo voglia di una cosa diversa, ma avevo anche voglia di vivere con lui emozioni diverse, non certo perché fossi insoddisfatta del suo modo di fottermi, che per vero è fantastico, ma ora sapevo anche che ero pronta. Chiudo gli occhi, rivedo quel fantastico palo e sento ancora scorrere il piacere dentro di me e, con quella visione, mi addormento felice.
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6
3 years ago
baxi18, 55
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Bocchino a mio cugino
Domenica scorsa, approfittando di quel poco di libertà che ci rimane, sono andato a trovare una zia e mio cugino un po' più grande di me con gli anni. Sono stato invitato a rimanere a pranzo da loro, dato che abito da solo ho accettato. Finito il pranzo, mia zia e mio cugino si sono ritirati per riposare un po', io sono rimasto in giardino a godermi della bella giornata. Me ne stavo al sole quando ho sentito degli strani rumori da un casetta prefabbricata utilizzata per gli attrezzi da giardino; mi sono avvicinato per vedere cosa stava succedendo, dalla penombra ho visto qualcosa che non mi sarei mai aspettato; mio cugino nudo che si masturbava con velocità godendo. Aveva un cazzo di almeno 20 cm. con una grossa cappella a fungo e due palle pendenti. A quella vista anch'io mi stavo eccitando infatti mi era diventato duro.
Involontariamente ho fatto rumore e lui si è accorto che lo stavo spiando. Io rosso dalla vergogna stavo per andare via ma lui mi ha chiamato con un cenno della mano invitandomi ad avvicinarmi. Io come in trans andai da lui (forse era quello che volevo); ha notato della mia erezione e ha sorriso, ha preso la mia mano e l'ha portata ai suoi testicoli facendomeli accarezzare, io all'inizio feci un po' di resistenza ma era da tempo che avevo voglia di rifare un esperienza con un uomo, di riprovare ad averlo in bocca, così mi lasciai andare. Con la sua mano mi fece stringere il suo cazzo e muovendola mi istruiva, sentivo la sua durezza non ancora al massimo, mi lasciò e io continuai da solo a far scivolare la mano su e giù. Vedevo la sua cappella diventare sempre più grossa e invitante, i suoi respiri sempre più affannosi. Mi mise una mano sulla spalla invitandomi ad inginocchiarmi.
Avevo la sua cappella vicino alla mia bocca che mi ipnotizzava come un serpente con la sua preda mentre le mie mani andavano al ritmo della masturbazione. Sulla sua punta era spuntata una goccia , era il momento di provare con la bocca; allungai la lingua e la leccai, rimase un filo trasparente tra lingua e la cappella, il sapore non era male era solo un po' salata quindi continuai a leccare bene quello che rimaneva, sentii degli apprezzamenti da mio cugino: “Bravooooo, ora succhia …. “. Titubante aprii la labbra e cercai di prendere quel fungo in bocca, non fu facile infatti dovetti insalivarlo bene per farlo scivolare all'interno. Tenerlo in bocca non era male, sentivo la sua cappella che premeva sulla lingua e mi riempiva il palato, con la mano gli stringevo le palle. Mi mise le mani sulla nuca costringendomi ad andare avanti e indietro su quell'asta, all'inizio non era facile ma la mia bocca si adattò presto a quella presenza e iniziò a scivolare bene. Nel movimento di va e vieni sentivo la cresta della cappella che si era indurita al contatto della lingua e ogni passaggio corrispondeva con un fremito dell'asta. Mi piaceva, ma anche io pretendevo qualcosa. Mi aprii la patta e uscii il mio cazzo e inizia a masturbarmi.
Il piacere di averlo in bocca aumentava sempre più, succhiavo e sentivo cambiare il sapore diventava più gustoso, a volte cercavo di farlo arrivare in gola ma non era facile visto la circonferenza della cappella, accarezzavo le palle e cercavo di scappellare ancora di più quell'asta che era diventata di marmo.
All'improvviso sentii un fremito alla base del mio cazzo che avevo abbandonato a se stesso gustandomi il bocchino raggiunsi l'orgasmo senza toccarmi e dall'altra parte avvertii un sapore strano che mi invase la bocca, lo sperma di mio cugino denso molto salato mi veniva schizzato fino in gola. Ero in estasi dovevo deglutire per forza non c'era alternativa godevo del sapore e della discesa grumosa nella gola. Mi piaceva da morire. Lo succhiai per bene fino all'ultima goccia fino a quando il suo cazzo non perse la sua erezione.
Siamo stati in silenzio per circa un quarto d'ora. Prima di andare via quella sera gli ho fatto un altro
bocchino più gustoso del precedente perché più voluto e con più esperienza.
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1
3 years ago
Hermann2,
65
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Nudo in auto e due amiche curiose (prima parte)
Ogni tanto torna qualche giornata calduccia e con il calduccio riaffiorano più che mai certe voglie erotiche.
Come esibizionista, o almeno così mi auto definisco, mi è venuta subito la voglia di fare qualcosa, ma cosa?
Cercare qualcosa di nuovo non è semplice, si cerca sul web per trovare qualche idea piacevole ed anche imbarazzante, per dare ancora più pepe alla giornata, ma alla fine non si trova in giro nulla di poi così interessante, peccato.
Ripenso all'estate, quando vado in zona di mare (che fra l'altro ho molto vicino, pochi chilometri) e a quello che spesso faccio.
Batticuore!
Iniziano ad affacciarsi le idee, anche se in definitiva poi sono cose già fatte, ma questo periodo dopotutto è diverso: siamo in primavera e la zona balneare non è poi così frequentata come in estate, potrebbe essere anche l'occasione per provare a fare qualcosa in più, se non proprio di diverso.
Le idee si fanno strada nella mente, inizio a vedere tutto come se fossi già sul posto, intanto sale l'eccitazione!
Via, andiamo e proviamo, male che vada mi sfogherò un po' bagnando abbondantemente qualche fazzolettino di carta e poi tornerò a casa in attesa di qualcosa di meglio.
Parto con l'auto, finestrini leggermente abbassati perché fa davvero calduccio in auto, anche fuori c'è un bel Sole.
Tutto gira a mio favore in questo senso.
Arrivo sul posto dopo circa 40 minuti di viaggio, durante il quale ho pensato a cosa poter fare e come, quale luogo scegliere e via dicendo.
Questa volta voglio cambiare zona, anche se è sempre la stessa cittadina, ma una zona diversa può fare la differenza, non si sa mai.
Detto fatto.
Arrivo sulla piazzetta dove mi fermo sempre quando faccio questo genere di cose, esco dall'auto come da manuale, apro il portellone posteriore, tolgo il pianale e lo metto dentro alla bauliera.
Chiudo il portellone e rientro in auto.
Quì inizio a spogliarmi con calma, tanto sulla piazzetta non c'è quasi nessuna macchina, pochissima gente, d'altra parte siamo anche nel primo pomeriggio, intorno alle 14,30, ora migliore e sicuramente fra le più calde.
Ottimo per me e per quello che vorrei provare.
Man mano che mi tolgo i vestiti, li getto dietro al sedile posteriore, in modo che vadano a finire direttamente in bauliera, in questo modo, una volta che sarò completamente nudo, se vorrò vestirmi di nuovo dovrò per forza di cose uscire dall'auto tutto nudo, aprire la bauliera, prendere i vestiti e rientrare.
Ma potrei anche trovarmi in situazioni imbarazzanti, come ad esempio l'impossibilità di scendere dall'auto ed avere gente intorno che potrebbe vedermi nudo!
Ad esempio potrei essere costretto a fermarmi in qualche strada a causa di qualche auto che rallenta tutto, con persone che passeggiano in quel momento vicino a me con il rischio assai reale di essere visto, magari passando davanti ad un piccolo supermercato che si trova proprio in quella zona!
In quel caso che potrei fare?
Nulla, proprio un bel nulla, dovrei solo sperare che nessuno si scandalizzi.
Rimasto completamente nudo in auto, accendo e parto, faccio un giretto per le stradine solite che al momento sono semi deserte.
Qualche auto parcheggiata qua e là, ma niente più.
Villette con giardino e siepi frondose sempreverdi, ma con i cancelli chiusi.
Proseguo con calma, vado piano tanto ho tempo a disposizione, non c'è alcuna fretta, l'eccitazione intanto sale pensando a cosa fare.
Gira e rigira torno sulla piazzetta con il grande parcheggio dal quale sono partito, proseguo e supero l'incrocio che porta all'altra zona della cittadina, la parte opposta a quella dove mi trovo in quel momento.
Vado piano, qua c'è qualcuno in più, non sono certo turisti, ma i pochi residenti stanziali.
Qualcuno passeggia, altri portano i bambini in giro, altri ancora forse rientrano al lavoro dopo una pausa.
Ci sono persone anche alle pasticcerie!
Cerco intanto un punto buono, un pochino isolato dove potermi fermare con l'auto e, non molto dopo, trovo un punto interessante: c'è una strada piuttosto ampia, ma ci sono villette solo da un lato, dall'altro lato c'è soltanto tanta vegetazione.
E' una strada molto lunga e spaziosa.
Direi che il posto è perfetto!
Mi fermo accanto ad una villetta che ha un muretto di cinta.
Chiaramente è una residenza estiva ed al momento è chiusa, dal cancello si vede l'erba piuttosto alta, segno evidente che non c'è nessuno da un po' di tempo.
Ottimo, almeno non corro il rischio che possa uscire qualcuno all'improvviso beccandomi sul fatto!
Guardo intorno per vedere se c'è qualcuno, poi guardo gli specchietti retrovisori.
In questo momento non c'è nessuno, posso uscire dall'auto così come sono e farmi due passi.
Detto fatto, prendo la chiave dell'auto, esco e chiudo lo sportello.
Inizio a passeggiare lentamente voltandomi spesso indietro, perché poco lontano c'è un piccolo incrocio con una stradina interna da dove potrebbe sbucare qualcuno.
Devo essere pronto a tornare di corsa in auto e, all'occorrenza correre via.
Mi rivestirò in un altro momento, i vestiti sono nella bauliera!
Batticuore ed erezione a duemila!!
Sono eccitato veramente a queste idee, pensando anche che sono completamente nudo in mezzo alla strada, non c'è nulla che mi possa riparare.
Sono in bella vista per chiunque dovesse capitare in zona all'improvviso!
Devo stare molto attento ai rumori che si sentono, un motore di auto del resto si sente bene.
Faccio diversi metri, guardo l'auto: capperi, sono andato davvero parecchio avanti, è meglio tornare indietro.
Cammino mi guardo ancora alle spalle, non si sa mai.
Batticuore, ogni tanto mi massaggio perché l'eccitazione è tanta, se non ci sto attento rischio di venire lì dove sono.
Se capita, mi fermo e pazienza, lo faccio dove sono, non posso mica trattenermi!!
Una volta che inizia il getto, non posso davvero fermarmi, oltretutto godendo come si fa?
Torno all'auto, rientro per calmare i "bollenti spiriti".
Ansimo, non per l'affanno che non c'è, ma per l'emozione del momento e perché massaggiandomi effettivamente inizio a stare parecchio bene, ma non voglio venire subito, altrimenti finisce troppo presto e dopo dovrei rivestirmi e tornare a casa.
No, voglio godermi (in senso proprio erotico) questa giornata, anche perché non so quando potrà capitare di nuovo un occasione simile.
Quindi, sfruttiamola a dovere.
Dopo pochissimi minuti che sono in auto, dalla stradina dietro, l'unica da dove avrebbe potuto arrivare qualcuno, arrivano proprio due ragazze che parlano amichevolmente delle loro cose.
Sono distanti da me una trentina di metri almeno, ma si avvicinano nella mia direzione, sulla stessa parte della strada.
Tengo gli occhi sullo specchietto interno alternando lo guardo su quello esterno destro per vedere dove vanno e cosa fanno.
Si avvicinano continuando a parlare fra loro.
Camminano lentamente, forse fanno una passeggiata?
Man mano che si avvicinano vedo che sono due ragazze molto giovani, forse poco più di venti anni di età.
Si avvicinano ancora, molto vicine si accorgono che in auto c'è qualcuno, in quell'unica auto parcheggiata su quel lato della strada...
Parlottano fra di loro, si fermano un attimo, si guardano continuando a parlare, qualche risolino e riprendono a camminare lentamente nella mia direzione, sulla destra.
Io tengo sempre gli occhi fissi sugli specchietti, non so cosa fare, eventualmente non ho proprio nulla per coprirmi, ma d'altra parte sono in auto, anche se tutto nudo, in definitiva non faccio mica nulla.
Sto seduto e basta.
Sì, sono in erezione e come potrei non esserlo in un frangente simile?
Poco prima che arrivino, apro i due finestrini con l'alza cristalli elettrico, sia lato guidatore, sia lato passeggero... già che ci sono ne approfitto...!
Le due ragazze arrivano all'altezza dello sportello lato passeggero, sono a poche decine di centimetri, io guardo con la coda dell'occhio senza girarmi... non sento più parlare... non sento rumore di passi, ma vedo con con la coda dell'occhio che si sono fermate!
Capperi!! E ora?
Eccitatissimo!
Mi giro e vedo che si sono fermate proprio a guardarmi!
Oh mamma!
"Salve", mi dice una di loro, capelli castani chiari lunghi e mossi, snella, molto carina fra l'altro.
Riprende sorridendo: "Caldo?". L'amica fa una risatina scherzosa.
"Bè", rispondo piuttosto emozionato, "ora di sicuro, più di prima!"
"Ah ah ah", scoppiano in una risata le due ragazze.
"Dai sei tutto nudo in auto, ma che fai?", mi dice l'altra amica che finora non aveva detto nulla.
"Guarda lì che roba! Eccitato, vero?".
E ridono di nuovo insieme!
"Eh... e come potrei non esserlo? Oltretutto non mi aspettavo questa visita!", ribatto io.
Loro riprendono: "Ti dispace? Se ti diamo fastidio ce ne andiamo subito!"
"Per carità, ci mancherebbe altro, nessun fastidio, anzi. Non capita certo spesso di fare conversazione con due belle ragazze ed essere in queste condizioni così imbarazzanti...!", rispondo.
"Ah ah ah, dai non ti preoccupare, non ci sono problemi, anche per noi è stata una sorpresa. Mai ci saremmo aspettate di vedere un ragazzo completamente nudo in auto e con il "coso" che fa l'alza bandiera! Stai attento che ti scoppia. Ah ah ah!"
Continua...
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0
3 years ago
ValerioExibit,
34
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Un mio sogno: essere ripreso mentre mi esibisco in soft
Forse anche voi avrete pensato qualche volta quanto vi sarebbe piaciuto avere qualcuno che vi riprendesse durante i vostri momenti intimi di esibizionismo.
Anche a me piacerebbe tantissimo essere ripreso, preferibilmente da una ragazza o da amiche, a cui piacesse vedermi e riprendermi con una fotocamera o con una telecamera, che fornirei io anche se non professionali, ma andrebbero molto più che bene.
Non preoccupatevi, non ho secondi scopi, l'essere guardato e ripreso mi soddisferebbe tantissimo e, se magari vi piacesse vedermi, allora sarei ancora più soddisfatto!!
Mi dedico ormai da tempo a questo genere di esibizionismo soft, lo definisco così perché non mi spingo troppo oltre... o almeno... non sempre, anche se ho fatto cose più, diciamo... osé...!
Qualche volta sono stato visto, ma sono cose da raccontare a parte, sempreché vi piacciano i miei racconti di "esibizionismo vissuto", se posso chiamarlo così.
Che bello sarebbe!
Ad esempio essere ripreso quando vado a Tirrenia (Pisa), una zona balneare che frequento e che si presta perfettamente all'esibizionismo in quanto ci sono molti posti dove si può fare, come piace a me soft, in modo molto, molto eccitante.
Vi racconto una delle cose che faccio spesso, durante l'estate ovviamente, quindi in questo periodo molto caldo che ben si presta a questo genere di cose all'aperto (magari fosse possibile farlo anche in altre stagioni...!).
Parto da casa, sempre in provincia di Pisa, arrivo sulla piazzetta di Tirrenia, dove c'è un parcheggio molto grande, mi fermo, esco dall'auto e tolgo la cappelliera dietro al sedile posteriore, quindi rientro in auto.
Quì mi spoglio completamente e getto tutti i vestiti dietro in bauliera, essendo tolta la cappelliera, in questo modo per poterli riprendere, sono costretto ad uscire completamente nudo dall'auto e, se non posso uscire a causa magari del pericolo sicuro di essere visto, devo rimanere in auto sperando che nessuno mi veda, situazione questa molto, ma molto imbarazzante.
Se invece ci fossero ragazze compiacenti, allora ben vengano!!!!
Metto in moto e guido a bassa velocità, inizio a girare per le numerose stradine che si snodano all'interno del paese fra la piazza con il parcheggio e fra il viale principale dove si ha l'accesso alle numerosissime stazioni balneari che da Pisa arrivano fino a Livorno.
Stradine queste dove sono parcheggiate le auto solo da un lato, in quanto sono a senso unico.
Appena trovo un punto che mi ispira, mi fermo, parcheggio e spengo l'auto, controllo dagli specchietti se arriva qualcuno, poi guardo avanti e se la strada è libera, esco dall'auto così come sono... completamente nudo!
Sto molto attento che non ci siano persone in giro, in special modo bambini o anziani, non mi sono mai fatto vedere a loro e mai lo farò, non sono cose che mi piacciono e neanche le tollero.
Se tutto va bene, quindi, inizio una breve passeggiata costeggiando le varie case che si trovano sul percorso, sempre più che vigile nel caso qualcuno dovesse uscire da un cancello oppure dovesse arrivare qualcuno in bicicletta o in scooter.
A quel punto, dopo aver fatto un pò di percorso, torno indietro verso l'auto.
Di solito va tutto bene; batticuore a non finire per l'allerta, vi immaginate se qualcuno dovesse uscire da un cancello mentre sono lì a pochi passi?
Cosa potrebbe succedere?
Non oso pensarlo...
Rischio soltanto... forse rischio grosso...
Comunque la voglia è tanta e vado avanti verso l'auto, quindi rientro con tutta calma, sto seduto aspettando che il cuore rallenti un pò il battito, sono molto eccitato, molto, molto eccitato!
Mi tocco, mi strofino la punta del membro con un fazzoletto di stoffa portato con me proprio per l'occasione... erezione... godo... oh come godo... sto bene veramente, strofinare così è estremamente gradevole, specialmente sulla parte che rimane sotto, poco prima il punto dove la pelle si congiunge e resta ben tesa quando si è in erezione.
Strofino, strofino in quel punto e sto bene sul serio.
Prima di venire mi fermo, non devo venire subito, sto troppo bene e devo continuare a stare bene, non deve finire subito... aspettiamo un pò...
Mi fermo, sto bene, godo, ma cerco di non venire subito, altrimenti finisce il gioco troppo presto.
Appena mi calmo un pochino, controllo ancora che non ci sia nessuno in strada, quindi esco di nuovo, completamente nudo, solo con i sandali ai piedi, ma nulla di più e ancora più eccitato di prima.
Faccio di nuovo una passeggiata con una buona erezione (e come potrebbe essere diversamente?) sperando che nessuno sbuchi fuori all'improvviso da un cancello e di solito va tutto bene.
Succede magari che qualcuno, o qualcuna, arrivi in bicicletta, a quel punto corro verso l'auto ed entro dentro, ansimante sia per la corsa, ma ancora di più per l'eccitazione che va alle stelle...
Rischio di venire subito...
Aspetto che la persona passi... tutto bene, è passata.
Mi è capitato di essere in auto in attesa di calmarmi per l'eccitazione dopo essere uscito, aver fatto la passeggiata, essere rientrato ed aver iniziato a strofinarmi come ho descritto prima.
Ad un certo punto vedo arrivare una ragazza non dalla parte del marciapiede, come sarebbe normale, ma dalla mia parte, ossia dal lato del guidatore...
Il cuore batte più forte...
La ragazza intanto si avvicina e quando si trova ad alcuni metri, vede ovviamente che non ho maglietta... sono a petto nudo..., ma questo non significa nulla.
Io la guardo cercando di ostentare noncuranza fino a che non mi passa proprio accanto...
Non mi giro del tutto verso di lei, ma quel tanto che basta per vedere cosa fa: mi guarda.
Sono seduto, tutto nudo, in erezione e sul punto di venire da un momento all'altro!
Cavoli, sono eccitato al massimo... se vengo ora non mi posso fermare, spero non si scandalizzi, ma se mi viene lo devo fare e devo ansimare, non posso davvero resistere...
Riesco a trattenermi (non so come ho fatto) e lei passa oltre...
Peccato, non si è fermata, ma intanto ha visto tutto... che bello!
Mi sento eccitato come non mai... è andata bene, in tutti i sensi.
Sono ancora eccitatissimo, ora devo venire per forza, ma non quì, non subito, devo stare bene davvero, quindi esco di nuovo dall'auto tutto nudo.
Vicino all'auto, dal lato passeggero c'è il marciapiede con un muretto piccolissimo, molto basso, interrotto da un tubo dell'acqua che rimane allo scoperto e poco più in alto del muretto.
Guardo in giro se c'è qualcuno, quindi mi siedo sul tubo facendolo rimanere nel mezzo, mi preme poco sotto ai testicoli nel punto che rimane fra questi e il buchetto.
Cavoli come sto bene!!!
Pochi secondi e inizio a venire come un fiume... non posso fare a meno di dimenarmi e godere ansimando e dicendo a voce alta: "Ahhh, Ahhhh godo, godo... il culo... ahhhh bene il culo... come sto bene!!!"
Vengo... abbondantemente, continuo a venire e a godere a voce alta... e vengo ancora fino a che non ho finito tutto il liquido...
Mamma mia come ho goduto questa volta!!
Troppo bello, eccitantissimo e grazie anche a questa ragazza che è passata e che mi ha "caricato" ancora più di quanto non lo fossi già.
Che esperienza... spero si possa ripetere ancora!
Però penso: "Se avessi qualcuno che in queste situazioni mi potesse scattare delle foto o, meglio ancora, potesse usare la telecamera per filmarmi e potermi poi rivedere... come sarebbe fantastico ed eccitantissimo!! Verrei subito come un fiume ansimando e godendo come non mai...!".
Come sarebbe stato bello se ci fosse stato qualcuno a riprendermi anche mentre stavo godendo in quel modo così libero, spudorato e trasgressivo!
Sarebbe stupendo poter trovare davvero una ragazza o delle amiche, a cui piacesse vedere e riprendermi in queste situazioni imbarazzanti... come sarebbe bello ed eccitante!!
Se magari qualche ragazza che legge, avesse piacere di conoscerci e quindi di fare queste riprese, sarebbe molto bello, sperando che la cosa possa magari anche piacerle, altrimenti non avrebbe senso farlo.
Aspetto comunque i vostri commenti e/o suggerimenti, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, quindi vi saluto in attesa del prossimo racconto e... a presto!
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3 years ago
ValerioExibit,
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Last visit: 7 months ago
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Inconsapevolmente cornuti. finalmente sono la tua puttana.
Il giorno successivo, è un martedì infernale per tutti e due. Silvia, in ufficio, non riesce a combinare nulla, ha problemi con la connessione in rete, soprattutto con una delle aziende cui deve compilare le buste paga.
Luca invece riceve la visita inaspettata di Franco. Quando se lo trova davanti, per un attimo si aspetta che quell’uomo, che ha ripetutamente goduto del corpo della sua donna, abbia con lui un atteggiamento strafottente e arrogante, invece, a sorpresa, si rivela essere una persona garbata, che gli parla con un tono amichevole, quasi fraterno.
I due, chiusi nell’ufficio della direttrice, si trovano a dover risolvere una seria questione.
«Purtroppo Wanda ha avuto un bruttissimo incidente, che sicuramente la terrà lontana dal lavoro per molti mesi e considerato che è quasi prossima alla pensione, dubito che vorrà ritornare in servizio. Con Marco in luna di miele, tu, caro amico, dovrai occuparti di mandare avanti insieme alla tua collega questa agenzia. Purtroppo fino alla prossima settimana non ho nessuna persona da poterti mandare in aiuto, quindi dovete contare solo sulle vostre forze».
Luca lo guarda un po’ sconcertato, prendendo atto che il lavoro prima svolto da quattro persone, dovrà svolgerlo lui e la collega, che non ha grande esperienza. Franco legge lo sconforto nei suoi occhi, lo invita a non sottovalutare la sua bravura, e il suo impegno. Aggiunge anche che ha grande stima di lui, che lo ritiene una persona veramente brava dal punto di vista professionale e che, sicuramente, non deluderà le aspettative delle persone che hanno fiducia in lui. Pronuncia queste ultime parole, con un tono alquanto convinto, e Luca ha la sensazione che quella frase nasconda in effetti un doppio senso. Alla sera ne parla con Silvia, la quale gli assicura che tutti gli amici di Dario hanno fatto un patto affinché nulla trapeli di quello che c’è stato fra lei e loro. Quindi l’affermazione di Franco era a considerarsi un complimento, un attestato di fiducia, puro e semplice. Il mattino successivo, mentre i due ragazzi fanno colazione, un'abitudine che hanno preso da tempo in un bar situato a metà strada fra i due rispettivi luoghi di lavoro, Luca è informato di tutto, sia del fatto che ha iniziato a mettere in chiaro le cose con Dario, ma soprattutto dell’appuntamento con Andrea. Chiede a Silvia se vuole il suo sostegno per andare a cena con Andrea, ma lei risponde che preferisce, se per lui non è un problema, andare da sola in quanto vuole che la questione sia risolta fra loro due, poiché è lei che ha coinvolto Andrea nella loro vita. Luca si guarda intorno e, anche se la zona dove sono non è la più elegante o importante della città, non gli dispiacerebbe trovare una casa nei dintorni. Mentre esprime questo suo desiderio, si trovano davanti alla cassa del bar, dove il titolare, un signore anziano, li guarda e chiede conferma di quanto gli è sembrato di capire.
«Vi interesserebbe davvero acquistare un appartamento in questa zona?»
I due giovani si guardano e confermano la loro intenzione, specificando che, anche se è una zona un po’ andata, con edifici che comunque necessitano di ristrutturazioni, per loro sarebbe una posizione ottimale.
«Se volete vi vendo il mio appartamento. Non sono originario di queste parti, sono venuto qui circa una quarantina di anni fa, quando ha sposato una donna di questa città, che avevo conosciuto perché in vacanza nella mia città al mare. Dopo la sua morte, avvenuta circa tre anni fa, ho deciso di vendere tutto e di ritornare nella mia casa in riva al mare. Fra tre settimane, alla fine del mese, questo bar non sarà più mio e, se posso vendere anche l’appartamento, ne sarei molto contento. Siete una coppia giovane mi sembrate anche simpatici, posso farvi un buon prezzo».
I due giovani si scambiano un’occhiata d’intesa e, dopo aver scambiato il recapito con il vecchio, nell'uscire Luca chiede dov’è ubicato l’immobile. Giovanni, il barista li accompagna fino alla porta e con la mano indica il terzo fabbricato in fondo alla via, quello vicino al parco.
«L'edificio è quello giù in fondo e, al sesto piano, c'è l’appartamento, da cui si gode una bella panoramica sul parco. Vi aspetto questa sera, venite quando avete tempo che ve lo mostro. Se la casa vi piace, riusciremo a concordare un buon prezzo, ne sono sicuro».
Con quel buon inizio, la giornata sembra scorrere via meravigliosamente e la sera, appena liberi dall’ufficio, i due ragazzi si trovano davanti all’edificio dove è situato l’appartamento e vengono ricevuti calorosamente da Giovanni. Appena entrati, si trovano davanti un bella casa, costituita da un ampio salone che affaccia su un terrazzo, non troppo grande, ma dal quale si vede tutto il parco e la città sottostante, una camera da letto matrimoniale, con annesso armadio a muro e due bagni, di cui uno situato in mezzo ad altre due camere più piccole. Una bella cucina completa la proprietà, che ha anche un box auto nel sottosuolo. Insieme concordano che tutto l'appartamento necessita di una sistemazione non indifferente, ma Giovanni gli fa una proposta che sembra abbastanza favorevole. Per tutto il tempo che la coppia è stata dentro la casa, Silvia ha notato che gli occhi di Giovanni hanno indugiato a lungo sulle sue curve generose. Silvia indossa un top giallo tenue e una minigonna nera, con dei sandali a zeppa che le fanno protendere in fuori il suo meraviglioso culo, ed ha notato che Giovanni non è rimasto insensibile alla sua sensualità.
Anche Luca ha notato quel dettaglio e questo gli ha provocato una violenta erezione, che sfoga chiedendo semplicemente di andare in bagno, lasciando Silvia da sola insieme a Giovanni, a parlare sul terrazzo.
«Il prezzo che lei chiede, mi sembra un po' eccessivo. Saremmo disposti a pagarlo in contanti, ma sarebbe il caso che ci facesse un piccolo sconto».
Giovanni la guarda con occhi carichi di desiderio e, dopo aver dato un’occhiata e verificato di essere soli, a bassa voce, fa una proposta a Silvia.
«Potrei anche concederti un discreto sconto, ma vorrei qualcosa in cambio. Tu sei una bella ragazza e, sicuramente, avrai capito che cosa desidererei avere in cambio: quanto più sarai generosa con me, tanto più lo sarebbe il mio sconto».
Luca, dopo essersi masturbato in bagno, esce silenziosamente e li osserva parlare a bassa voce molto vicini, poi, quando fa la sua comparsa, lasciano la casa, senza che Silvia abbia dato una risposta alla proposta di Giovanni. Velocemente rientra a casa ed ha giusto il tempo di fare una rapida doccia e prepararsi per andare all’appuntamento con Andrea.
Arriva appena con qualche minuto di ritardo e lui che l’attende in un parcheggio, quando la vede scendere dall’auto, rimane meravigliato dal suo abbigliamento.
Silvia indossa un tailleur leggero celeste, giacca e pantaloni con sotto una semplice T-shirt bianca. Si sarebbe aspettato un abbigliamento più sexy e provocante, in un certo senso più da puttana, mentre resta sorpreso da questo nuovo look.
Durante il percorso che li porta a quel ristorante che serve piatti sardi, dove lui abitualmente va cena con Alberto, parlano solo del matrimonio di Lucia, delle banalità inerenti a quella cerimonia e, soprattutto, del fatto che lei rivaleggiava in bellezza con la sposa.
Appena seduti, iniziano a ricevere le prime pietanze da consumare, ma Silvia sembra avere poco appetito. Andrea la guarda e si rende conto che, decisamente, c’è qualcosa di strano nel suo comportamento.
«È inutile che ci giriamo intorno. Desidererei sapere cosa è cambiato dall’ultima volta che siamo stati insieme».
Silvia solleva lo sguardo, incrocia il suo e, per la prima volta, riesce a reggere il suo sguardo penetrante e, anzi, gliene rivolge uno quasi di sfida, che stupisce Andrea. Sorseggia del vino, poi, dopo aver fatto un bel respiro, inizia ad esprimere il suo pensiero.
«Quando abbiamo iniziato il nostro gioco a tre, tu ci hai assicurato che, nel momento in cui noi avremmo deciso di smettere, eravamo liberi di farlo, quindi, vorrei dirti che quel momento è arrivato: io e Luca, vogliamo semplicemente che il nostro gioco, si concluda qui».
Andrea la guarda con un’aria stupita e, chiaramente, non si aspettava una simile dichiarazione. Dopo un attimo di esitazione e con tono un po’ incerto, chiede il motivo di quella decisione.
«Sono una persona che mantiene la parola data e, come ho detto allora, ribadisco oggi che voi siete liberi di interrompere il gioco. Però devo anche dire che sono stupito da questa vostra decisione, in quanto mi era sembrato che avevamo raggiunto una perfetta intesa e ognuno di noi aveva ricevuto il piacere cui anelava. Evidentemente c’è qualcosa che è intervenuto e mi piacerebbe conoscerne la motivazione».
Silvia lo guarda, nota il fatto che mentre parla la sua voce è diventata un po’ incerta, quasi timorosa, ed espone:
«Ammetto che, fra le tue braccia, ho provato emozioni intense e meravigliose e, nel contempo, ho regalato analoghe sensazioni all’uomo che amo. Quelle sensazioni hanno rappresentato, per lui, un piacere enorme, in quanto era ciò che egli si aspettava da me. Tu sei un uomo stupendo, un maschio ben dotato e, soprattutto, attento al piacere della donna, con cui ama giacere. Sicuramente tutto sarebbe proseguito per il verso giusto, se non si fossero verificate due cose, che hanno cambiato per sempre il mio concetto di trasgressione. Questi due fatti mi hanno evidenziato che il gioco, che stavamo facendo, ha, in qualche modo, messo a rischio la mia vita al fianco di Luca. Potrà sembrarti banale, ma io amo quel ragazzo e tutto ciò che voglio è solo stare con lui, renderlo felice in tutti i modi possibili e immaginabili. Il viaggio ad Amsterdam è stata la cosa peggiore che mi sia mai capitata e, purtroppo, tu sei stato l'artefice della partecipazione mia e di Lucia a quell’evento maledetto, che ha stravolto il mio punto di vista sul sesso trasgressivo. Inoltre Luca aveva scoperto che io lo tradivo con Dario, mettendo in seria discussione il mio rapporto con lui che, pur di non perdere il mio amore, aveva accettato qualsiasi cosa mi veniva proposta. Ho capito, quindi, il grosso rischio che stavo correndo e, soprattutto, ho capito il profondo amore che lui nutre per me e che io ricambio in maniera esclusiva e privilegiata».
Andrea ascolta quelle parole e non può non comprendere quale sia stato l’evento traumatico che l’ha indotta a quella particolare decisione.
«Purtroppo, non sono riuscito a sapere dalla signora Helen cosa sia successo a quella festa. Mi ero subito reso conto che doveva esserci stato qualcosa che ha modificato il tuo far sesso con me. Non avevo intuito quanto negativa potesse esser stata quell’esperienza, ma è evidente che ti ha segnato marcatamente.
Ho commesso un grande errore ed ora mi è chiaro che ha avuto un effetto a cascata su di te, trascinando via anche quel che di bello vi era stato.
Vorrei però capire esattamente, anche se non in maniera dettagliata, cosa è cambiato da quella sera».
Silvia ora lo fissa negli occhi e gli parla con un tono serio e deciso.
«Fino a quel momento, godere fra le tue braccia mi aveva eccitato e fatto divertire moltissimo, soprattutto nello scorgere gli occhi del mio uomo, carichi di libidine nell’ammirare quanto fosse troia la sua donna. Invece, in quella maledetta sera ad Amsterdam, mi son sentita usata e trattata come una cosa da poter buttar via appena concluso l'amplesso. Non ho trovato niente di erotico in ciò che ho fatto quella sera, ma solo disgusto e paura. Mi sono mancati i suoi occhi, mi è mancato il piacere di esibirmi per lui e questa è stata la cosa che mi ha indotto a riflettere su quello che stavo facendo e su quello che effettivamente ero in quel dato momento, soprattutto, su come veniva usato il mio corpo.
Lo schifo, il disprezzo che me ne è derivato da quell’esperienza, mi hanno indotto a riflettere, a decidere che, sentirmi viva, felice e desiderata fra le braccia di Luca, era la cosa che volevo di più al mondo. Non più tardi di sabato scorso, gli ho dimostrato che posso renderlo felice godendo fra le braccia di due sconosciuti, senza bisogno di vederlo umiliato, come succede quando siamo insieme noi tre. Sono stanca, voglio solo vivere la mia vita insieme a lui, giocando con la trasgressione solo quando entrambi ne sentiamo realmente bisogno e non perché altre persone ce lo impongono. Capisco che questo delude ogni tua aspettativa, ma preferiamo proseguire il nostro cammino in questo modo».
Andrea la guarda e si rende conto della determinazione che Silvia mette nell'esprimere quel suo concetto, quindi le assicura che, a partire da quel momento, sono liberi di vivere la loro vita come meglio credono, anche se, dentro di sé, è rammaricato per la perdita di una persona meravigliosa come lei. Quando ritornano al parcheggio, Silvia scende e con passo deciso sale sulla sua auto e se ne va. E' in quel momento che Andrea si rende conto che ha perso, non una schiava o una femmina con un uomo sottomesso, niente di tutto questo, bensì la donna che ama.
Il giorno successivo, Silvia chiama Giovanni e gli dice che è interessata ad ottenere quello sconto che le era stato proposto. Lui, molto soddisfatto, la invita a raggiungerlo a casa sua la sera stessa.
Quando ne parla con Luca, gli espone chiaramente il fatto che l’uomo vorrà delle prestazioni sessuali in cambio dello sconto promesso sull'acquisto dell'immobile. Egli le chiede se può essere presente, perché, in fondo, vederla nuovamente far la puttana con un altro sconosciuto, è una cosa che lo eccita tantissimo. All’ora concordata, entrambi si presentano alla porta di Giovanni, che, ovviamente, rimane doppiamente sbalordito nel vedere sia la presenza di Luca che il look di Silvia.
Infatti, lei, consapevole del ruolo di troia che dovrà recitare, indossa una mini gonna molto corta, che lascia scoperte le sue splendide cosce lisce e ben tornite. Indossa dei sandali con tacco 12 e sopra un top bianco, che copre il seno lasciato libero, i cui capezzoli duri premono contro la stoffa, quasi a volerla bucare. Egli solo per un attimo resta sorpreso, ma è lei a chiarire subito quali siano le regole del gioco.
«Mi hai chiesto di venire a letto con te per avere lo sconto e questo, come vedi, io lo accetto, ma poiché l’appartamento sarà anche suo, voglio che lui sia presente, per due semplici motivi: voglio vedere i suoi occhi mentre faccio la puttana con te, perché questo mi eccita di più, e poi, perché così mi sento più tranquilla, in quanto ancora non ti conosco. Naturalmente lui, se tu non vuoi, sarà solo uno spettatore silenzioso e discreto».
Giovanni impiega appena un secondo per realizzare che sta sul punto di scopare quella bellissima femmina, sotto lo sguardo estasiato ed attento del suo uomo. Senza tanti complimenti, l'uomo stringe Silvia a sé e le appoggia una mano sul culo, cominciando a tastare quella meraviglia, mentre con l’altra mano cerca di liberare più velocemente possibile il cazzo già bello duro e gonfio che preme dentro i pantaloni. Appena ci riesce, spinge Silvia verso il basso e lei, inginocchiata davanti a quell’uomo, si trova un bel cazzo grosso, ma ancora non eccitato. Lo prende in mano e lo succhia, mentre lui continua a spogliarsi e, alla fine, lei si trova fra le mani due grosse palle, che lei con una mano accarezza, mentre con l’altra lo masturba e lo succhia fin quando lui incomincia a gemere di piacere.
«Che bocca caldissima! Come lo succhi bene! Che bocchinara! Continua non ti fermare! Ingoialo tutto troia!»
Silvia si dà da fare con estrema bravura e, ben presto, quel sesso comincia a indurirsi e a raggiungere dimensioni abbastanza ragguardevoli. L’uomo blocca la testa di Silvia e, con il movimento avanti/indietro del bacino, tenta di spingerle quel cazzo il più possibile dentro la bocca. Lei controlla bene l’intrusione e, con fare da esperta pompinara, riesce a farlo scivolare bene dentro la gola, fin quando l’uomo si ritrova con la sua faccia incollata al suo inguine.
«Accidenti! Che troia! L’ho preso tutto in gola! Che succhiacazzi! Cazzo che troia!»
Lascia che lei si muova autonomamente e, ad un tratto, Silvia si accorge che l'uomo non riesce più a controllarsi e, sicuramente, fra poco le inonderà la bocca con il suo seme; a quel punto di colpo se lo sfila dalla bocca, poi si alza in piedi e lo guarda insistentemente, mentre con la mano continua a segarlo. Lui la guarda con occhi smarriti, stupito, incredulo che tutto quel piacere sia di colpo finito.
«Che cazzo fai? Continua succhiarmi il cazzo. Voglio sborrare nella tua gola da troia!»
Silvia lo guarda, poi gira gli occhi a cercare quelli di Luca, che vede brillare di piacere, torna a guardare in faccia Giovanni e detta le sue condizioni.
«Io non ti faccio venire nella mia bocca, fin quando non abbiamo stabilito a quanto ammonta lo sconto che intendi fare sul prezzo e fin quando non abbiamo firmato il rogito. In quel momento, io ti consegnerò una specie di contratto dove mi impegno a passare una notte a scopare con te. Perciò decidi: a quanto ammonta lo sconto? E dimmi se, questo che ti ho appena fatto, è di tuo gradimento».
Giovanni resta un attimo a riflettere, poi le propone il 10% di sconto sul prezzo pattuito, alle seguenti condizioni: che lei dovrà passare tre notti insieme a lui e ad altri suoi amici, nel periodo che intercorre da questa sera alla fine del mese. Luca guarda Silvia che sta riflettendo sulla proposta e, quando lei gira lo sguardo, lui scuote il capo, per niente convinto di quello che lui propone. Silvia, dopo aver riflettuto, gli fa una controproposta.
«Voglio il 20% di sconto, quattro notti con te, di cui solo in due potranno essere presenti dei tuoi amici, in numero non più di tre, te compreso. Potrete avere il mio corpo a vostro piacimento, ma sempre sotto lo sguardo attento del mio uomo, altrimenti quello che hai appena assaggiato resterà per te un pio ricordo».
Giovanni fa rapidamente le sue valutazioni ed accetta quello che Silvia gli propone, ma aggiunge solo una piccola condizione: che la prima notte che loro due passeranno assieme dovrà essere lei da sola, senza la presenza di Luca. Luca, mentre ascoltava le parole di Giovanni, ha fatto un rapido calcolo e, quando Silvia si gira per chiedere il suo assenso, lui annuisce favorevolmente. Lo sconto rappresenta più o meno la cifra necessaria per ristrutturare l’intero appartamento, quindi considera la cosa un buon affare. Una stretta di mano fra i tre suggella l'accordo raggiunto, che sarà poi ratificato in presenza di un notaio. Dopo di che Giovanni chiede a Silvia di completare l'opera che aveva interrotto. Lei, senza nessuna difficoltà, si inginocchia davanti a lui e, forte dell’esperienza acquisita e perfezionata nella scuola olandese, gli confeziona un pompino da favola. Quando Giovanni raggiunge l’orgasmo, è come un fiume in piena che si riversa nella sua bocca, mentre lui mugola di piacere, continuando ad elogiare la sua bravura.
«Bevi, troia! Continua a succhiare! Bevilo tutto, puttana! Sei una succhiacazzi di prim'ordine! Sborro!»
Dopo aver leccato e succhiato fino all’ultima stilla di quella crema dolce che lui gli ha riversato in bocca, Silvia si solleva in piedi e girando gli occhi verso Luca, lo guarda rimanendo immobile, mentre con la lingua continua a pulire le sue labbra ancora impastate del seme che appena ricevuto in bocca.
Lui le sorride, si avvicina e l’abbraccia forte; la sua bocca si congiunge a quella della sua donna, che gli fa assaporare, per l’ennesima volta, il seme di un altro maschio che ha appena goduto fra le sue labbra.
Restano d’accordo che sarà Giovanni a comunicargli l’appuntamento con il notaio per la stesura del rogito, quindi escono e se ne vanno soddisfatti.
Appena giunti in auto, Silvia stringe con forza Luca e lo bacia felice e contenta.
«Amore! Amore! Amore, sapessi quanto ti amo! Ti rendi conto che abbiamo trovato il nostro nido amore! Amore, sei stato meraviglioso, ho sentito i tuoi occhi su di me per tutto il tempo che quel porco mi sborrava in bocca. Comprendo che sia un sacrificio la prima volta che andrò letto con lui e non potrai vedermi, ma sono convinta che il gioco valga la candela. Adesso, per cortesia, trova un posto appartato, perché ho voglia di scopare con te, da quanto sono eccitata».
Luca prende velocemente la strada del lago e raggiungono la loro mitica piazzola, che li ha visti protagonisti di tanti momenti felici.
Appena entrano nel piccolo parcheggio, scoprono che già è occupato da un’altra vettura, restano un attimo indecisi, poi, visto che l’altra coppia rimane senza scomporsi al suo posto, Luca parcheggia poco distante e subito Silvia gli salta addosso, eccitata da morire. Il tempo di tirare fuori l’uccello duro del suo uomo e ci sale sopra; ci si impala, spingendolo tutto dentro fino in fondo. Resta immobile, mentre lui la guarda estasiato e, allungate le mani, le afferra i seni e li scopre. Silvia contrae i suoi muscoli vaginali e regala a Luca una fantastica sensazione, che lui, praticamente, assaggia per la prima volta. Seguendo le indicazioni di lei, anch'egli inizia a contrarre i muscoli del pene e questo, unito all’eccitazione che avevano accumulato in corpo, regala ad entrambi un orgasmo che esternano con un urlo di infinito piacere. Quell’urlo in contemporanea, squarcia la notte e la coppia che sta scopando, poco distante da loro, solleva lo sguardo e vedendo le mani di lui che giocano con i seni di Silvia, cambiano immediatamente posizione e così, anche l’altra ragazza, ora sta cavalcando il suo uomo, che impasta i suoi seni e la fa, a sua volta, urlare di piacere.
Silvia volge lo sguardo e si rende conto che anche l’altra ragazza la sta guardando e, colta da un desiderio di improvvisa libidine, apre lo sportello, scende, poi si posiziona piegata a 90° sul cofano della macchina e chiede Luca di scoparla in piedi, lì davanti agli altri due che la guardano, restando basiti davanti a quello spettacolo. Appena Luca la penetra da dietro, anche l’altra coppia scende e si posiziona nella stessa maniera, però girati dal lato opposto, perché questo permette ad entrambe le coppie di osservarsi a vicenda. Luca la scopa bene a lungo e lei gode ed urla il suo piacere, sempre più forte, e quando lui è prossimo all’orgasmo, lei si gira e gli chiede, ad alta voce, di venirle in bocca. Lui rimane per un attimo stupito, ma, consapevole che la sua donna deve avere qualcosa in mente, le assesta ancora qualche colpo, poi si sposta e si mette di lato, con lei che, inginocchiata, glielo prende in bocca, mentre lui, con un lungo gemito, scarica dentro tutto il suo piacere.
La donna dell’altra coppia non fa che ripetere quanto ha visto fare a Silvia e, come lei, lo ripulisce al proprio uomo, fin a quando vede che Silvia si stacca da Luca e, fatti due passi, si ritrova davanti a lei, che è in piedi e la guarda in silenzio. Anche Luca si è lentamente avvicinato e osserva la scena di cui ancora non ha capito il significato, ma che è subito ben chiaro quando Silvia abbraccia la donna e la bacia con passione. In quel momento realizza il gioco perverso che la sua donna gli ha regalato. Per un lungo interminabile minuto le due donne continuano a limonare tra loro, poi, quando si staccano, ognuna si gira e bacia il proprio uomo facendogli assaporare, oltre al profumo, il sapore dell’altro maschio.
Poi Silvia si gira, guarda verso l’altra donna, le fa un cenno di saluto e, senza dire una parola, prende Luca per mano e se ne vanno. Due giorni dopo Giovanni chiama Silvia e fissa l’appuntamento con il notaio, per il pomeriggio del giorno successivo. Quando escono dallo studio del notaio con il rogito appena firmato, l’uomo ricorda alla giovane il loro accordo.
E' così che stabiliscono quattro date e lui pretende che la sera dopo, lei sia sua ospite nel letto. La sera successiva, Silvia si presenta a casa di Giovanni, che l’accoglie a braccia aperte. L’uomo la tratta con grande rispetto, fin quando se la trova nuda nel letto, dove la scopa con entusiasmo e passione, facendola godere tantissimo. Quando ha soddisfatto il suo piacere, comunica alla ragazza che inviterà nel suo letto tre amici fidati che, in futuro, potranno essere molto utili alla coppia. Mentre parlano, Silvia accarezza ancora il membro di quell’uomo che, sotto le abili mani della donna, torna di nuovo turgido.
Dopo averla chiavata ancora, lui la fa girare e la prende anche nel culo, fin quando non le riversa dentro il suo ultimo schizzo di piacere. Nei tre incontri successivi, Silvia ha l’opportunità di conoscere tre persone diverse e, poiché è presente anche Luca, per Silvia la cosa diventa molto più eccitante. Il primo è un costruttore edile che promette di ristrutturare l’appartamento con un prezzo vantaggioso, se Silvia accetterà di passare un’intera notte con lui.
Anche gli altri due sono persone molto utili alla coppia: uno è un idraulico, che si offre di fare tutti lavori necessari nell’appartamento, e l’altro è un elettricista che, a sua volta, offre i suoi servigi, ma chiede di poter scopare quella donna ancora una notte, in cambio di un considerevole sconto. Durante queste tre settimane, mentre loro sono impegnati in queste serate, avvengono altri fatti che in ogni caso fanno parte della vita di questa coppia.
Il primo consiste nel ritorno della sua amica Lucia dal viaggio di nozze, dove è stato abbondantemente scopata da entrambi i maschi, sempre in doppia penetrazione in figa e le hanno riversato dentro fiumi di sperma, allo scopo di ingravidarla il prima possibile.
La seconda si ha quando Dario, scoperto che loro avevano finalmente trovato una casa, chiede a Silvia e Luca di passare una sera insieme.
È una sera particolare, quando dopo aver cenato in un buon ristorante, si trovano tutti e tre a casa di Dario. Nell'occasione, Luca può assistere alla monta della sua donna da parte di quell’uomo che effettivamente lo ha cornificato.
Non c’è nessun problema per lui, in quanto considera Dario una persona affidabile e, quindi, il piacere che ne trae è notevole.
La cosa che invece crea qualche preoccupazione alla coppia è il comportamento di Andrea. Lo incontrano una domenica di metà luglio, quando tutte le coppie sono riunite a casa di Alberto, che ospita Luigi e Stefania che, assieme a Lucia, già mostra una bella pancia da un neo mamme.
Quando lo vedono arrivare, si trovano davanti un uomo totalmente diverso. Spento, triste, con l’aria così malinconica che a Silvia fa quasi pena. È Alberto che chiarisce che l'amico, da quando essi hanno chiuso il loro gioco, sembra che non abbia più nessun interesse. Andrea scambia qualche parola in privato con Luca, assieme a Silvia. Si informa di come procede la ristrutturazione del loro appartamento e chiede quando la giovane coppia ha intenzione di fissare la data delle loro nozze. È palese la tristezza nella sua voce, mentre guarda con occhi malinconici quella giovane donna che ha goduto fra le sue braccia. Improvvisamente, chiede loro una cosa che stupisce entrambi.
«Ho ripensato molto, a quello che abbiamo vissuto insieme, e soprattutto mi sono accorto che ero innamorato di te, proprio nel momento in cui ti ho persa. Ora capisco l’amore che Luca nutre nei tuoi confronti ed io sarei disposto a lasciarmi sottomettere da te e da lui, pur di vederti godere ancora. Accetterei tutte le umiliazioni che ha provato lui, pur di aver la possibilità di leccare la tua vagina piena del seme del maschio con cui hai goduto».
La giovane coppia si scambia un’occhiata, cercando di capire se il significato di quelle parole pronunciate da Andrea, corrisponde a quanto da loro inteso.
«Mi fa piacere sapere che hai capito quanto amore prova Luca per me, e quanto ne provava in quei momenti in cui tu lo umiliavi. Non posso assicurarti che ti offriremo un’altra occasione, ma ti prometto che esamineremo la cosa. Devi però capire che io, adesso, finalmente sono la sua puttana».
Nel sentire quelle parole gli occhi di Andrea, hanno un guizzo, una luce che in qualche modo cancella la tristezza da cui erano pervasi; guarda ancora Silvia e annuisce, confermando che Luca è un uomo veramente fortunato ad avere una femmina così bella, innamorata, e tanto puttana.
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Inconsapevolmente cornuti. il suo nuovo ruolo di puttana.
Ripresa la via, impostata di nuovo la stessa velocità, Silvia guarda Luca in faccia con aria alquanto preoccupata.
«Cosa pensi? Come ti sono sembrata?»
Luca la stringe forte, poi con voce infinitamente eccitata, le risponde con un tono estremamente felice.
«Come mi sei sembrata? Sei stata MERAVIGLIOSA! Penso che le tue paure siano assolutamente infondate. Sei una donna stupenda, intelligente ma soprattutto sai far emergere la femmina stupenda e vogliosa che è in te».
Lei lo guarda, sente dentro di sé che quelle parole hanno un effetto molto stimolante e pensa che, come inizio, non è stato affatto male. Mentre i due ragazzi parlano, Luca vede nello specchietto retrovisore la vettura della stradale che, con i lampeggianti accesi, arriva lentamente dietro di loro e, quando li affianca e li sorpassa, un lieve cenno di saluto viene da quella vettura che si pone a poca distanza davanti a loro.
Silvia, come illuminata da un intrigante pensiero, guarda Luca e gli esprime quella che ora è la sua idea.
«Amore, dimmi che sono una pazza, ma, se dentro al bar abbiamo cominciato a verificare la mia reale propensione a far la puttana, solo ed esclusivamente per te, credo che dobbiamo andare fino in fondo a questo gioco appena iniziato».
Luca la guarda e le chiede quale sia la mossa successiva che intende fare. Silvia resta un attimo a pensare, poi si gira, lo guarda e con un cenno del capo indica la vettura che sta davanti, con dentro le due persone che ha provocato nel bar. Lui, intuite sue intenzioni, le offre il suo totale sostegno. Silvia apre la camicetta e chiede a Luca di affiancare la vettura che li precede. Quando le due auto sono affiancate, lei si gira ed incolla i suoi seni contro il finestrino.
Dall’altro lato, entrambi i maschi notano il gesto e, abbassato il finestrino, chiedono a lei di fare altrettanto. L’uomo alla guida informa Luca che, poco oltre, c’è un’area di sosta. Luca solleva il dito pollice in segno di ok, poi schiaccia sul pedale dell’acceleratore e il potente bolide, con un ruggito, divora l’asfalto seguito dagli altri due, che ora hanno spento i lampeggianti. Giunti all’area di sosta, nota che la zona è divisa in due sezioni. La più bassa, con i bagni, è posta un po' più avanti, dove ci sono due tir parcheggiati, mentre l’altra, leggermente più in alto, è circondata da un boschetto, attrezzato con gazebo in legno e tavoli e panche. Parcheggia l’auto e scende. Anche Silvia scende e attende qualche secondo che siano raggiunti dall’altra vettura con i due uomini a bordo. Si siede su uno dei tavoli, appoggiando il piede destro sul tavolo e quello sinistro alla panchina di legno. Così messa, le sue cosce appaiono oscenamente aperte, la fica in bella mostra e la stoffa dello string completamente inzuppata dei suoi umori. Luca si muove lentamente e si posiziona dall’altro lato del tavolo, mentre i due uomini, dopo un lieve cenno d’intesa, si avvicinano e il più anziano subito si inginocchia fra le cosce di Silvia e prende a leccarle la figa, già pregna di umori. Quello più giovane, invece, fa il giro della panchina e, fatta distendere la donna, che si appoggia sul gomito, le presenta davanti alla bocca un bel membro, non troppo lungo, ma di buone dimensioni. Lei lo afferra e subito comincia a lavorarlo con la lingua, tenendolo fra le labbra. Contemporaneamente l’uomo che la sta leccando, scopre quanto sia eccitata quella femmina.
«Accidenti! Questa troia è un vero lago! Sbrodola in maniera pazzesca! Mai vista una cosa del genere: veramente stupenda»!
L’altro, appoggia delicatamente la mano sulla testa di Silvia che, in base all’esperienza ricevuta alla scuola delle puttane, ora tiene il suo cazzo completamente infilato in bocca e lo tortura con la lingua, facendo impazzire di piacere quell’uomo.
«Che meraviglia! Questa troia, lo succhia in maniera meravigliosa! Una vera bocchinara! La miglior bocca che me lo abbia mai succhiato»!
Luca guarda la sua donna godere fra le braccia di quei due maschi, estrae il cazzo e si masturba lentamente, affascinato dalla bravura della sua femmina che, improvvisamente, si gira e lo cerca. Lo guarda dritto negli occhi e, sfilato il cazzo dalla bocca e con voce dal tono deciso, che non ammette replica, gli dice:
«Avvicinati! Voglio anche il tuo cazzo! O mi fai succhiare anche il tuo oppure tutto questo gioco finisce immediatamente».
A Luca basta inginocchiarsi sul tavolo per offrire anche il suo uccello alla bocca famelica della donna, che, adesso, li alterna fra le sue labbra, mentre lui allunga una mano e va a strizzare quei due splendidi seni, che fanno capolino da sotto la camicetta.
Silvia, sollecitata in più modi, sente il suo corpo tendersi e per poi esser squassato da un orgasmo, che le fa scaricare tutta la tensione accumulata fino a quel momento. Gode e lo urla, nonostante abbia la bocca piena di quei cazzi che sta pompando; il suo corpo trema e riversa, in bocca all’uomo che la sta leccando, un’ondata di puro piacere che egli aspira e lecca avidamente. Poi si alza in piedi e, liberato il membro, lo appoggia sulla fica fradicia di umori di quella femmina che lo ha appena gratificato con un orgasmo sconvolgente. Lo spinge con decisione, tutto fino in fondo. Silvia avverte che quella penetrazione la dilata, le apre il ventre e, anche se non ha visto di che dimensioni è fatto quel cazzo che la sta scopando, sente che la riempie tutta. L’uomo afferra le sue cosce e le porta in alto, appoggiando i talloni di lei sulle sue spalle, poi sfila di nuovo il cazzo ed affonda, con un colpo secco e deciso. Ripete la stessa cosa diverse volte, scopandola con un ritmo lento ma deciso, che ottiene l’effetto di far godere ancora una volta Silvia, che tende il suo corpo, lo inarca e, questa volta, mentre viene, si sfila il cazzo dalla bocca ed urla con tutto il fiato che ha in corpo. Quel grido eccita particolarmente anche Luca, che si rende conto che la sua donna sta veramente godendo di un piacere esagerato e questo è, in fondo, la cosa che a lui piace di più, che lo eccita e lo riempie d’orgoglio.
L’uomo che la scopa, mantiene il ritmo sempre continuando a sbatterglielo dentro con colpi secchi. Silvia, quando lo sente affondare tutto dentro di sé, decide di mettere in pratica le esperienze che ha imparato in quella scuola così particolare e, nello stesso istante in cui l'uomo affonda dentro di lei, contrae ritmicamente i muscoli della vagina, cosa che, ovviamente, travolge l’uomo che ne avverte ogni sensazione. Sente il suo membro stretto e avviluppato da quelle mucose che lo mungono, provocandogli un piacere davvero particolare.
«Accidenti, che puttana! Mi sta facendo un bocchino con la fica! Che troia stupenda! Mai scopata una puttana così brava! Amico, la tua donna ne deve aver presi di cazzi, se, così giovane, è già così brava a far godere un uomo».
Luca lo guarda e, con un sorriso da vanitoso, gli risponde in modo da far sorridere anche Silvia, sebbene con la bocca ancora piena del cazzo dell'altro.
«Sono contento che tu abbia gradito la sua bravura, perché mi è costata una fortuna farle frequentare la scuola delle puttane».
Tutti ridono, ma per motivi diversi. La bravura di Silvia, porta ben presto l’uomo a raggiungere il piacere; la scopa ancora un po’ e quando sente giungere l’orgasmo, lo estrae, lo tiene stretto in mano e scarica tutto il suo seme sulla fica di Silvia. Quando anche l’ultimo schizzo è uscito da quel membro, che l’ha fatta godere, l’uomo scambia il suo posto con quello del collega e presenta quello splendido membro, davanti alla bocca di Silvia per farglielo pulire da ogni traccia di seme ancora rimasta. Mentre lei ne infila buona parte della bocca, sente l'altro posizionarsi fra le sue gambe e, con un affondo deciso, anche lui le entro dentro. A differenza del primo, questo più giovane la scopa con più irruenza.
Anche con lui Silvia ripete lo stesso gioco e, quando l’ultima goccia di seme dell’uomo che sta succhiando è versata nella sua bocca, anche l’altro estrae il cazzo e le inonda la fica di schizzi di seme bollente, poi lo presenta ancora alla sua bocca, per farselo nettare.
Pochi minuti dopo, tutti e due, con un saluto, salgono nella loro auto e se ne vanno, mentre lei, ora, appoggiata sui gomiti, gira lo sguardo verso il suo uomo e le sue parole sono musica per le orecchie di Luca. I suoi occhi colmi di libidine, i capelli ancora scarmigliati, le donano un’aria da vera puttana, che accendono i sensi di Luca in maniera esponenziale.
«Adesso, mio grandissimo cornuto, voglio essere scopata da te. Voglio sentire il tu cazzo dentro di me, voglio sentire che mi sbatti per quella troia che sono e che mi riempi il ventre con il tuo seme, perché solo quando mi verrai dentro, io godrò con te. Scopami, Luca! Fammi impazzire!»
Egli, con un rapido movimento, infila il suo cazzo dentro di lei, che è ben aperta e dilatata. La scopa con calma, con affondi lenti e decisi, che la fanno godere, in maniera completamente diversa. Allunga le mani e le afferra i seni, ne tortura i capezzoli, stringendoli forte, in modo da provocarle ancor più piacere, che lei esterna incitandolo a scoparla ancor più forte, mentre serra le sue gambe dietro i lombi di lui.
«Sì, così! Ancora più forte! Amore, sfondami la fica! Amore, sto per godere! Amore, vengo! Luca, eccomi, sto venendo!»
Lui ora la sbatte con veemenza, la tiene stretta serrando le mani sui suoi seni, e poi la guarda dritto negli occhi ed esprime tutto il suo piacere, mentre la scopa sempre più freneticamente.
«Godi, troia! Sei una gran puttana! Una vacca sfondata! Una puttana da strada, che si è fatta sbattere da due porci che l’hanno riempita con il loro seme, ma adesso ci penso io a ripulirti, inondandoti la fica con il mio piacere».
Silvia inarca il corpo, stringe forte le gambe dietro di lui ed emette un ennesimo grido, sintomo di un nuovo orgasmo, forte e intenso che la estenua al massimo. Il suo corpo viene scosso da fremiti incontrollati che la fanno vibrare. Quando Luca avverte che la sua donna ha raggiunto quella estasi che si era prefisso di farle provare, si scarica in lei con un grido che risuona nel verde del boschetto, come il ruggito di un leone. Restano abbracciati, poi, lei lo guarda dritto negli occhi e gli chiede ancora un ulteriore piacere.
«Adesso, mio meraviglioso cornuto, lecca il seme di questi tre maschi che hanno scopato e profanato la mia fica, inondandola del loro seme».
Le parole di Silvia sconvolgono la mente di Luca che, ora, percepisce il nuovo ruolo che la sua donna gli ha assegnato, trasformandolo, da toro da monta a suo adorabile cornuto. Si sfila da lei, si inginocchia e lecca avidamente quel mix di sborra che cola dalla sua fica slabbrata e tumefatta. La pratica dura solo pochi istanti, perché lei si solleva, lo abbraccia e lo bacia, con intensa passione. Insieme salgono in auto, si rimettono in strada e, quando giungono al casello, appena dopo averlo superato, vedono, sul lato destro della strada, la pattuglia con i due agenti che, al loro passaggio, applaudono manifestando la loro approvazione. Quel semplice e informale gesto, non sfugge agli occhi di Silvia, cui appare come una gratificazione. Di colpo si rende conto che le sue paure sono completamente svanite, si sente sicura, felice perché ha dimostrato che è in grado di far impazzire il suo uomo e poter giocare con lui ogniqualvolta ne hanno voglia. Sente che ora è più forte, il futuro meno incerto, e la loro vita, da questo momento in poi, li porterà di sicuro a vivere emozioni fortissime. Sente che le esperienze vissute sono, in qualche modo, state necessarie per arrivare ad esser la puttana del suo uomo, la troia cui lui ha sempre aspirato. Il giorno successivo, sono d’accordo con Stefania che avrebbero riportato la Maserati a casa sua, per riprendere l’auto di Luca. Stefania, dopo che ha lasciato i suoi amici, distesa nel suo letto con Luigi che le dorme accanto, beato e tranquillo, ripensa alle poche frasi scambiate con le sue amiche.
Cerca di immaginare quali possano esser le situazioni in cui si siano andate a cacciare. Probabilmente anche qualcosa di grave, visto il severo ammonimento che Lucia ha rivolto a Silvia, in maniera dura e risoluta. Sente che deve cercare di sapere tutto ciò che è successo, senza aspettare i quindici giorni del ritorno di Lucia dalla luna di miele. Giunge alla conclusione che, la persona intorno a cui ruotano tutte le questioni, è Silvia. Quindi, allorché la giovane coppia si presenta per riconsegnare la Maserati, Stefania invita Silvia a mettersi in piena libertà, mentre i loro due ragazzi, seguendo un protocollo già predisposto, insieme raggiungono la proprietà di Alberto per parcheggiare la Maserati nel box.
Rimaste sole, Stefania offre una bibita fresca all’amica, che è nuda e distesa al sole come lei. Le due si scambiano una occhiata, poi Silvia cerca di sfuggire allo sguardo interrogativo dell'amica, che, imperterrita, comincia il suo interrogatorio.
«Ho riflettuto molto su quello che ha detto ieri Lucia e sono giunta alla conclusione che non posso attendere quindici giorni per conoscere in quali casini vi siete cacciate. Soprattutto voglio capire quanto sia diventato profondo il legame fra te e mio zio. Tieni ben presente che io sono un avvocato e, in qualità di legale, sono come un prete: tutto quello che mi dici, resterà solo ed esclusivamente fra noi due. Quindi ti prego cerca di essere il più sincera possibile».
Silvia fa un profondo respiro, poi sente che è giunto il momento del cambiamento di cui parlava con Luca e ritiene che ne faccia parte anche questo ulteriore passaggio, di conseguenza le sue parole sono precise e molto sincere.
Racconta a Stefania la sua brutta esperienza durante il viaggio in Olanda. Non ha trovato niente di erotico in tutto quello che ha fatto, al contrario si è sentita usata, un oggetto usato per dare sfogo alle proprie perversioni, un buco dove ognuno ha sfogato la sua libidine. In quel momento, ha capito quanto fosse grande la differenza fra l’essere una donna desiderata da uno o più maschi e l'essere usata semplicemente al pari di un water. È stato un momento di svolta nella sua vita, dove ha preso consapevolezza il fatto che l’unica cosa a cui teneva veramente era l’amore per Luca. Lui aveva da tempo scoperto il suo tradimento con Dario e l’aveva anche vista fare sesso con i suoi amici. Nonostante tutto, quel ragazzo aveva nascosto dentro di sé il dolore provato per quel tradimento, perché più forte era stata la paura di perderla per sempre. Ora che i due si erano spiegati, che, preso atto dei loro sbagli, avevano archiviato le loro paure, ora sono giunti alla determinazione che, insieme possono divertirsi ogni volta che vogliono perché lei, non più tardi della sera precedente gli ha dimostrato che è in grado di soddisfare ogni suo desiderio. È in grado di farlo eccitare, godere e assaporare il piacere della trasgressione insieme a lei, senza necessariamente subire le umiliazioni a cui lo sottopone Andrea e nemmeno sentire il dolore che prova, quando lei lo tradisce con Dario.
Stefania fa un profondo respiro, riflette attentamente sulle parole e sui dettagli che Silvia le ha riferito e poi espone il suo pensiero.
«Per il discorso olandese, son sicura che, se voi due tenete la bocca chiusa, le persone coinvolte sono come stelle comete, che arrivano, passano e se ne vanno, quindi con il tempo non avrete più nulla da temere. Se poi mi dici anche che con Andrea il vostro patto prevede che quando la coppia decide di chiudere il gioco è libera di farlo, anche se ieri, per tutta la durata del matrimonio, il suo sguardo è rimasto sempre fisso su di te, non ha perso un movimento, un gesto o un tuo sorriso, non dovreste avere particolari problemi a chiarirvi con lui. Un discorso diverso è invece il rapporto che tu hai con mio zio. Pur non sapendo della vostra relazione, ieri quando lui ha accompagnato Lucia all’altare, e si è girato verso di noi per andare al suo posto, ho visto lo sguardo di ammirazione che aveva verso di noi, ma, soprattutto, aveva solo e soltanto occhi per te. Come ti ha fatto notare Lucia, quell’uomo ha sofferto molto per la perdita di sua moglie, una donna bella e solare che tu certamente gli ricordi molto. Ti prego soltanto di usare la maniera più delicata possibile, per riportare la vostra storia ad un livello accettabile, senza che egli ne debba soffrire più di tanto».
Silvia ascolta attentamente le parole di Stefania e, anche lei è giunta alle stesse conclusioni. Quando tornano i due uomini, le donne vanno in cucina per preparare delle insalate, mentre i due maschi iniziano a preparare il barbecue, dove intendono arrostire della carne da consumare per cena. Luigi, aiutato da Luca, inizia ad accendere il fuoco, parla con lui del matrimonio e di tutto ciò che è stata la cerimonia, la festa e, soprattutto, l'altra cerimonia che ha visto Alberto sposato alla moglie di Marco. Quel gesto, anche se simbolico, rappresenta per il suo amico un passaggio importante della sua vita. Aggiunge poi il racconto di quello che è avvenuto durante il ritorno a casa, quando cioè Stefania si è fatta scopare da Alberto che, probabilmente, l'ha ingravidata. Luca lo guarda e poi gli chiede per quale motivo ha voluto che Alberto gli ingravidasse la moglie.
«Prima del matrimonio, Stefania ed io abbiamo fatto un test e altri vari esami per verificare se vi era qualche problema per procreare. Il risultato è stato che, fondamentalmente tutto era a posto, tranne un piccolo dettaglio che, per vero, ci ha rattristato: il mio liquido seminale contiene una percentuale di spermatozoi talmente bassa, che avrei le stesse probabilità di ingravidarla che avresti tu di andare sulla luna. Lei era molto dispiaciuta di questo fatto e non ne abbiamo più parlato, fin quando siamo tornati dal viaggio di nozze e, vedere Alberto montare con impeto e passione Lucia, qui sotto i nostri occhi, ci ha offerto l’ispirazione. Stefania ha sempre considerato Alberto una persona stupenda e, quando ha chiesto il mio parere su un eventuale rapporto completo con lui, al fine di renderla madre, io non ho esitato un attimo ad accettarlo. Preferisco sapere che il maschio che l'ha fecondata è una persona che ammiro e stimo, invece che con uno sconosciuto qualsiasi».
Luca riflette molto sulle parole che gli ha detto Luigi. Dentro di sé, al solo pensiero che la sua donna sia ingravidata da un altro maschio, gli provoca una così forte erezione da costringerlo a sfogarla, masturbandosi. Mentre stanno consumando la cena, arriva la videochiamata dai novelli sposi, che sono allegri, felici e Lucia, spiega ai suoi amici, che il progetto di restare incinta è già iniziato e loro hanno già collaudato il metodo per un’inseminazione doppia e completa. Tutti si complimentano per questa notizia, poi, salutati gli amici, tornano a parlare del matrimonio, di quanto sia stata bella quella festa.
Il giorno successivo, Silvia si trova in ufficio da sola, in quanto Dario è impegnato a saldare il conto presso la struttura che ha ospitato tutta la cerimonia.
Riceve la telefonata di Andrea, che con un tono un po’ severo, la rimprovera per il fatto che, durante tutto il giorno, non ha avuto alcuna possibilità di scambiare con lei neanche un saluto.
«Piccola troietta, mi hai tenuto per tutto il giorno lontano da te, anche se ho desiderato il tuo corpo ed ho ammirato la tua incommensurabile bellezza che, onestamente superava anche quella della sposa. Alla prima occasione, ti farò pagare questa tua piccola crudeltà».
Silvia rimane un attimo in silenzio, poi giocando d’anticipo, gli propone di passare il mercoledì successivo insieme. Andrea obietta che quella è la sera in cui Luca generalmente gioca calcetto, quindi ne deve supporre che lei voglia passare la serata solo ed esclusivamente con lui. Silvia ribadisce l’idea: ha voglia di passare una serata insieme a lui, a cena ed in un bel posto tranquillo, perché desidera, in qualche modo ripagarlo, della cattiveria che gli ha inflitto. Andrea si dice subito molto soddisfatto di questo piccolo regalo e i due si lasciano con l’impegno di trascorrere una memorabile serata insieme. Finita la telefonata, Silvia sente dentro di sé che comunque sarà una cosa che, in qualche modo, lascerà il segno ad entrambi. L’esperienza con Andrea le ha fatto provare emozioni fortissime, anche se la nota stonata di quel dannato viaggio, continua a farla sentire sporca dentro. E' quasi l’ora di pranzo quando torna Dario. La convoca nel suo ufficio e, insieme, fanno il punto sulla cerimonia e su tutti gli aspetti di quel matrimonio. Egli tiene a ribadire alla ragazza che la sua bellezza è stato a sufficienza apprezzata dagli sguardi carichi di desiderio, ma anche dalla immensa soddisfazione di tutti i suoi amici che, consapevoli del patto, si sono astenuti da qualsiasi gesto avrebbe potuto compromettere la tranquillità di quella coppia, ma ognuno di loro ha anche apprezzato nel vedere l’amore che il suo uomo ha per lei e, soprattutto, sapere di aver potuto godere del piacere che il suo corpo è capace di donare. Silvia lo informa che deve assentarsi per andare a portare in lavanderia gli abiti da cerimonia dei due sposi e Dario coglie l'occasione, offrendosi di accompagnarla.
Mentre sono in auto diretti verso la lavanderia, Dario chiede se il rapporto con Luca abbia subito qualche mutamento. Silvia non ha il tempo di rispondere, perché sono giunti a destinazione e i due entrano nella lavanderia dove sono abbastanza conosciuti. La signora, quando li vede entrare con gli abiti della cerimonia, chiede notizie del matrimonio e poi, rivolge a Silvia una domanda che, per vero, in quel momento non si aspettava.
«Allora, signorina bella, quando verrà la sua amica a portarmi il suo abito da sposa? Quando farà felice quel giovane ragazzo che è tanto innamorato di lei?»
Silvia fa un sorriso e poi le risponde in maniera vaga.
«Cara signora, prima di sposarci, dobbiamo trovare i soldi per comprare una casa: non possiamo mica andare a dormire sotto i ponti?»
Poi sorridendo escono e riprendono l’auto. Appena soli, Dario la guarda e gli chiede se veramente hanno intenzione di sposarsi. Silvia si gira, lo guarda e legge, nei suoi occhi, un lieve velo di malinconia, quasi che quella risposta che lei darà sia da lui desiderata, ma anche temuta. Gli spiega che non sono i soldi il problema, perché anche loro, come Marco e Lucia, vorrebbero trovare una sistemazione che sia abbastanza agevole per entrambi per raggiungere il luogo di lavoro. Dario riflette un attimo e invita Silvia a consultare il padre di Cristina, una delle loro tirocinanti, che ha una agenzia immobiliare.
Di certo egli sarà in grado di aiutarli nella loro ricerca.
Fermi al semaforo, Silvia sente la necessità di chiarire qualche aspetto anche con lui, per capire quanto sia diventato profondo il loro rapporto. Lo invita a fermarsi al bar per prendere un caffè. Seduti al tavolino il bar, Dario si rende conto che Silvia ha sicuramente qualcosa di importante di cui parlare con lui. Lei gli prende le mani, poi, guardandolo fisso negli occhi, cerca di fare in modo che le sue parole siano il più dolce possibile.
«Penso che anche tu, fin dall’inizio, eri consapevole che prima poi saremmo arrivati a questo punto, però mi sembra di capire che la cosa ci sia un po’ sfuggita di mano. Mi dispiacerebbe ferirti, perché per me sei una persona molto importante, che ho sempre ammirato come uomo e poi ho avuto modo di apprezzare come maschio. Voglio diventare la moglie di Luca e, nel fare questo, ho deciso che è giunto il momento che io diventi, solo ed esclusivamente, la sua donna, che lui possa trasformare in una puttana ogni qualvolta ne sente il bisogno o avverta il desiderio di vedermi fra le braccia di un altro uomo. Ma questo deve essere solo ed esclusivamente un suo privilegio. Oltretutto ha già scoperto la nostra tresca, perché è di questo si tratta. Per lui è stato un colpo molto duro, che ha quasi rischiato di spezzare il nostro amore, per questo, d’ora in avanti, voglio essere sincera e leale con lui».
Dario la guarda con occhi velati da un sottile dispiacere, poi, però, le sue parole dimostrano quanto amore nutre per lei.
«Quando sei venuta a lavorare per noi, io ho sempre cercato di mantenere un distacco, sia con te che con le altre persone, ma quel giorno che abbiamo lavorato insieme, gomito a gomito, mi sono reso conto che tu sei completamente diversa da tutte le persone che avevo incontrato. Assomigli fisicamente molto a mia moglie, il cui dolore per la sua perdita non sono mai riuscito a metabolizzare, ma vederti così bella, allegra e solare, attenta nel lavoro come lo era lei, ha destato in me il piacere di stare in tua compagnia. Tutto quello che ne è derivato, è stata la cosa più bella che mi sia capitata in questi ultimi anni. Non crearti nessuno scrupolo, puoi troncare la nostra relazione quando vuoi, anche se sono profondamente innamorato di una donna come te, sono consapevole di due cose fondamentali: primo io sono troppo vecchio per una donna come te, secondo è Luca la tua vita ed è giusto che con lui tu costruisca il tuo futuro. Sapere che la nostra relazione ha rischiato di spezzare il vostro legame, mi addolora profondamente. Mi hai detto che ha scoperto la nostra relazione e che, sicuramente si è sentito tradito, ma vi ho visto felici e innamorati, quindi presumo che le spiegazioni che tu gli hai dato, lo abbiano convinto che la vostra storia è ancora molto forte. Ti assicuro che non muoverò un dito per far cambiare la tua decisione; posso garantirti che anche i nostri amici, rispetteranno il patto che hanno con te. Eravamo tutti consapevoli che quello che avevamo tra le mani era la cosa più bella del mondo, ma nessuno di noi si è fatto illusioni che sarebbe durata per sempre. Prendi la tua decisione tranquillamente, e non ti curare di me, perché comunque spero vorrai continuare a lavorare nel nostro studio e, quindi, avrò sempre il piacere della tua presenza. Aggiungo soltanto una cosa: son felice che tu realizzi il tuo sogno con Luca, spero che il vostro rapporto sia sempre bello e soddisfacente, sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello sessuale. Se lui, un giorno, non dovesse più renderti felice, sappi che io sarò sempre pronto ad accoglierti fra le mie braccia».
Poi tornano in ufficio e lei chiama Luca, pregandolo di presentarsi nel suo ufficio, appena esce dal lavoro. La sera dopo l’ufficio passano all’agenzia immobiliare, ma le varie proposte risultano troppo onerose per le loro finanze. Anche un’eventuale possibilità di prendere un appartamento in affitto, non rientra nei loro progetti. I due lasciano l’agenzia alquanto delusi e prendono in considerazione l’idea che, forse, dovranno prendere un'abitazione che sia almeno vicina a uno dei due posti di lavoro.
15
3
3 years ago
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Il treno
Avevo 18 anni. Finalmente le vacanze estive, ogni anno le trascorrevo con la mia famiglia in Puglia dai nonni, quell'anno i miei si trattennero di più a Roma e mi proposero di partire da solo e loro mi avrebbero raggiunto dopo. Accettai. Avrei viaggiato in treno da solo (negli anni '60 non era così facile per un ragazzo di 18 anni). Io tutto felice perché in poco tempo avevo realizzato il sogno di indipendenza, e poi il giorno prima la mia amica più grande di me mi aveva regalato il primo bocchino della mia vita ... ero alle stelle ...
I miei conoscevano il capotreno e mi raccomandarono a lui. Infatti mi fece accomodare in uno scompartimento vuoto. Il treno partì, il viaggio sarebbe durato circa 10 ore. Ero seduto vicino al finestrino e mi godevo il panorama; entrò il capotreno lasciò il suo bagaglio e sorridendomi tornò nel corridoio, era sicuramente lo scompartimento a lui riservato quindi non sarebbe entrato nessuno. Abbassai un po' lo schienale della poltrona e mi distesi rilassato. I miei pensieri tornarono al giorno prima quando nella pineta al mare, al riparo dei cespugli, la ragazza mi abbassò pantaloni e slip iniziando una languida sega. Io ero al settimo cielo, ma volevo di più, infatti la spinsi all'ingiù facendogli capire di inginocchiarsi; lo leccò sul glande, poi passò a succhiarmi le palle una per volta, risalì l'asta prendendolo in bocca iniziando un movimento di vai e vieni molto lento. Sentivo la sua gola caldissima, succhiava divinamente, gemevo, i suoi movimenti si fecero più veloci, dopo alcuni risucchi scaricai una quantità incredibile di sborra nella sua bocca che non poté trattenere tanto che un rivolo uscì dai lati della labbra finendo sul mento. Il resto la bevve avidamente a più riprese. Al pensiero mi era venuto duro. In quel momento rientrò il controllore, cercai di ricompormi nascondendo alla meglio la mia erezione. Lui se ne accorse facendomi diventare rosso per la vergogna, fece finta di niente e mi disse di stare comodo. Si sedette vicino alla porta; parlammo del più e del meno, sulla mia famiglia, sulla scuola, ma notavo che il suo sguardo finiva sempre alla mia patta. Passò nel corridoio una bella ragazza, fece un apprezzamento sul suo bel didietro, sorridendo, mi chiese se avevo una ragazza, se avevamo fatto tutto e di non vergognarmi perché eravamo tra maschi. Risposi di si ma ci eravamo fermati solo ad alcune masturbazioni. Si meravigliò dicendo: "Ma come! Io alla tua età mi ero già fatto alcune ragazze e a volte anche qualche maschietto". Queste parole mi turbarono. Dissi che a me non era ancora successo, replicò: "Non è successo cosa? di farti un maschietto … o di essere fatto?". Non dissi nulla, lui non insistette.
Si era fatta notte, il controllore andò a fare l'ultimo giro. Io nel frattempo pensavo e ripensavo a quelle parole e mi eccitai al fatto che si era scopato non solo le ragazze ma anche maschi e poi da attivo o da passivo? Spensi la luce, lo scompartimento era rischiarato solo dal blu della lampada notturna cercai di addormentarmi. Ero agitato, pensavo a prima. Arrivò il capotreno, vide che cercavo di dormire, chiuse le tendine e la porta con la sua chiave e si sedette rilassandosi. Dopo un pó credendo che stessi dormendo iniziò a toccarsi, abbassò i pantaloni, tirò fuori un cazzo che ancora morbido era quanto il mio in erezione. Guardava nella mia direzione facendosi un sega, il suo cazzo cresceva era arrivato ad almeno 20 cm. Si spostò sedendosi accanto a me continuando il suo lavoro di su e giù, con l'altra mano cominciò a toccarmi e a risalire la gamba, mi slacciò i calzoni, la sua mano si insinuò andando a toccarmi le palle. Le accarezzava con dolcezza, le soppesava, ne cercava la consistenza. Iniziai a sospirare facendo finta di svegliarmi, lui se ne accorse invece di lasciare il suo lavoro passò ad impugnare il cazzo e farmi una sega. Lo lasciavo fare, a me piaceva, ad un tratto mi lasciò e si tolse i vestiti. Ritornò da me e io come in trans mi lasciai spogliare e stendere sui sedili di velluto dello scompartimento, si mise tra le mie gambe, mi leccò i capezzoli, la sua lingua scese lungo lo stomaco, giocò con i pochi peli che avevo all'inguine, prese in bocca il glande e iniziò a succhiare. Ebbi un sussulto di piacere, succhiava meglio della mia ragazza, vedevo le labbra al lavoro andare su e giù facendo scomparire il mio cazzo in fondo alla gola, tremavo per il piacere. La sua mano andò ad accarezzare i testicoli, li prese in mano avvicinandoli alla bocca ogni volta che scendeva li leccava. Sentivo ormai che ero vicino all'orgasmo lui se ne accorse e accelerò i movimenti. Venni in maniera incredibile, non ne fece uscire nemmeno una goccia; nella poca luce notturna vidi la sua soddisfazione di avere in bocca la mia sborra nel mandarla giù lentamente. Si sedette prendendo fiato. Sussurrando disse: "Adesso tocca a te … se non l'hai mai fatto ti aiuto io … ". Si inginocchiò mettendosi quasi a sedere sulla mia faccia. Mi ritrovai con il suo cazzo che mi sfiorava il viso, lo prese in mano masturbandosi lo alzò e vidi le sue palle piene, disse : "dai ... leccale" avvicinandole alla mia bocca. Le toccai con la punta della lingua, poi presi confidenza e le leccai, erano liscie e calde sicuramente si era depilato, ci presi gusto, ad ogni passaggio cercavo di lambire i contorni del suo scroto con vivi apprezzamenti dell'altra parte. Si spostò lentamente all'indietro passando la parte sotto del suo cazzo sulla mia lingua e disse :"sei bravo, prometti bene ... adesso apri la bocca ed esci bene la lingua ...". Feci come mi aveva detto ed iniziò a passare la sua cappella rossa, vitrea e grande sulla mia lingua, aveva un sapore strano tra il dolce e il salato. La strofinava lentamente e a ogni passaggio la punta della cappella ormai umida cercava di entrare nella mia bocca. Lo sentivo ansimare, cominciò a scoparmi in bocca lentamente facendo entrare la cappella, la mia bocca produceva molta saliva, gemendo disse :"... siiii ... adesso chiudi , fai scorrere le labbra e succhia ...".
Chiusi le labbra intorno a qual palo, lo sentivo tremare, iniziai a muovere la testa verso di lui facendolo entrare sempre di più. Il sapore era divenuto più intenso, gustoso, mi stavo eccitando, lui accompagnava I miei movimenti con il bacino, a volte lo sentivo toccare la gola. Era ormai 10 minuti che lo succhiavo, cambiammo posizione lui si stese sul divanetto del treno e io in ginocchio, di fianco, continuavo a farlo scivolare in bocca, ora ne sentivo per bene la lunghezza e la durezza, lui con la mano mi accarezzava la testa e le spalle, lo sentii arrivare alle mie natiche e accarezzarle, mi toccò l'ano, si bagno la mano con la saliva ungendolo e fece entrare un dito, iniziò ad andare dentro e fuori, provai era una sensazione strana tra il dolore e il piacere. Lo sentii dire :”.... aspetta … facciamo diversamente … “ ; si alzò e venne ad inginocchiarsi alla mie spalle. Mi spinse in avanti facendomi appoggiare con in gomiti sul sedile, lui era su di me scendeva con la lingua lungo la schiena, arrivò al mio culo e lo lambiva lungo tutto il solco, allargò le natiche e lecco il buco, una fitta di piacere mi pervase, lui insisteva, sentivo la lingua saettare ed entrare con molta saliva tanto che a volte mi colava sulle palle, risalì lungo il solco e la schiena all'improvviso sentii la presenza del suo cazzo umido insalivato duro e bollente che strusciava tra le mie chiappe, lo puntò sul buco e tenendolo in mano iniziò a spingere costantemente. Avvertii una fitta di dolore ma allo stesso tempo piacevole, il mio buco si arrese a quella spinta, lo sentii cedere e far entrare la grossa cappella, lui si fermò un attimo poi passò a spingere e ritirarsi entrando sempre di più. Rimasi meravigliato come quella grossa cappella e l'asta di 20 cm. era riuscita ed entrare nel mio culo , senza dolore eccessivo, pensavo a tutto quello che mi avevano raccontato sulle inculate, al dolore che si provava , io invece godevo di quella presenza bollente dentro di me che ormai senza più ostacoli scivolava profondamente nel mio retto. Lui cavalcava velocemente tenendomi saldamente per i fianchi, a volte si poggiava su di me, sentivo le sue palle sulle mie, cercava di far entrare qualche centimetro in più e ansimava. Una mano mi lasciò un fianco e prese il mio pene dicendo :”hooo!!! ti sfondo il culo, tutto dentro tieni …. ti piace eh …. vedo che ce l'hai durissimo … bravo ... avevo capito che volevi essere inculato … tra poco ti sborrerò nel culo … stai pronto ... godoooo ... “. Lo sentii spingere e irrigidirsi donandomi sei getti bollenti di sperma, fu una sensazione bellissima sentivo gli schizzi riempirmi tanto da sborrare nelle sue mani, quello che avevo nel culo enormizzò il mio piacere. Lo uscì piano per farmi assaporare ancora quella presenza, quando fu fuori un getto di sperma caldo traboccò dal mio culo, lo raccolse con un dito spalmandolo intorno all'ano facendomi sentire i bordi e mi resi conto di quanto era aperto. Ci sdraiammo addormentandoci.
Le prime luci dell'alba illuminarono lo scompartimento, ero ancora nudo e delle chiazze biancastre molto evidenti avevano macchiato i sedili di velluto, il capotreno non c'era allora mi rivestii e andai in bagno a ripulirmi. Quando tornai lui era la, sorridendomi come se non fosse successo nulla, mi diede del caffè. Chiuse la porta un'altra volta e abbassò le tendine del corridoio, mi disse: “Sai mi hai fatto godere tantissimo stanotte … spero che sia piaciuto anche a te … però abbiamo interrotto qualcosa ...” io vergognandomi un po' risposi affermativamente con un cenno della testa. Mentre parlava si alzò slacciandosi i calzoni facendoli cadere a terra con i boxer. Adesso vedevo con la luce le fattezze di quel cazzo che mi aveva fatto godere quella notte, lungo almeno 20 cm con una cappella pronunciata e abbastanza grosso, due grosse palle pendenti. Mi piaceva, lui prese la mia mano e la portò sul suo cazzo e la iniziò a farla scorrere sulla sua asta facendo scomparire la cappella ad ogni passaggio, quel calore nelle mia mano mi piaceva, mi lasciò e io continuai ciò che mi aveva insegnato, stava diventando duro l'altra mano istintivamente andò a prendere le palle e accarezzarle sentendo un apprezzamento dell'altra parte. Mi disse : ” adesso riprendiamo da dove eravamo rimasti …” si mise di fronte a me in piedi, io ero seduto, avvicinò la cappella alla mia bocca, vedevo una goccia trasparente sulla punta, spennellò le mie labbra, quella goccia le bagnò rimanendo attaccata con un filo, sembrava miele, istintivamente con la lingua la assaggiai era salata ma dolce allo stesso tempo , approfittando di questa apertura della bocca mi fece scivolare il glande e una parte dell'asta all'interno. Ora ne sentivo meglio il sapore caldo e salato facendomi provare delle sensazioni stranissime . Mi prese la testa facendola muovere avanti e indietro, iniziai un pompino incredibile sembravo che non avessi fatto altro nella mia vita. Succhiavo e leccavo quella cappella con un gusto mai provato prima , cercavo di ingoiarlo più che potevo ma non ci riuscivo lui gemeva e tremava, allo stesso tempo stringevo le sue palle calde. Sentivo il suo cazzo che diveniva sempre più duro cambiare sapore ne apprezzavo il calore, provavo un piacere nuovo , avevo bisogno di bere, le labbra gonfie, formicolanti, la mia bocca produceva una quantità incredibile di saliva. Lui aveva gli occhi chiusi e la testa reclinata all'indietro godendosi il lavoro. Ormai sapevo quello che mi aspettava, mi avrebbe sborrato in bocca ma non volevo più evitarlo, ne avevo bisogno. Dopo alcuni risucchi e di rapidi su e giù mi pareva di sentire la cappella dilatarsi e vibrare, infatti non mi sbagliavo un primo schizzo violento caldo, appiccicoso si mischiò alla mia saliva , ingoiai liberando momentaneamente la bocca che fu riempita da altri schizzi sempre della stessa consistenza del primo, molto salati, gelatinosi e caldi. Lui in estasi diceva “non mandare giù, fammi vedere con la bocca aperta”. Ormai la mia bocca e la gola non potevano più trattenere tutto quel liquido, un po' mi traboccò dall'angolo delle labbra. Mi fece aprire la bocca per vedere il suo sperma abbondante che galleggiava all'interno poi mi ordinò di ingoiare. Io ubbidii bevendo in due riprese tutto il contenuto. Ne sentii la consistenza grumosa nel mandare giù ma non mi dava fastidio, anzi migliorava le mie sensazioni. Mi era piaciuto tanto da leccare anche quel rivolo che avevo sul mento. Lui riportò il suo cazzo alla mia bocca ancora bagnato dalla sborrata, lo succhiai e ripulii dalle ultime tracce di sperma. Mi disse :” sei stato bravissimo … non potevamo lasciarci così … adesso non ne potrai più fare a meno, ne avrai bisogno e cercherai sempre più sborra da succhiare e da bere“.
Il viaggio finì, giù dal treno c'erano i nonni ad aspettarmi ma il mio pensiero era rimasto lì nello scompartimento, infatti come lui mi aveva detto avevo già voglia e bisogno di un'altra dose si seme caldo.
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3 years ago
Hermann2,
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Inconsapevolmente cornuti. tante strade portano alle corna.
La giovane coppia utilizzò i quattro giorni restanti al matrimonio per passare molto tempo insieme, per chiarire finalmente ogni aspetto di quello che era stata la loro vita sessuale fino a quel momento.
Silvia raccontò a Luca tutto quello che c’era da sapere, ogni minimo dettaglio, compreso quello che era successo ad Amsterdam. Lui ne rimase molto colpito. Aveva notato la sua velata tristezza dopo il rientro dal viaggio, ora comprendeva appieno quale era lo stato d’animo che aveva reso la sua ragazza molto diversa. Inoltre aveva scoperto che lei aveva una relazione con Dario ed i suoi amici. Raccontò a Silvia, come era venuto a scoprire la relazione con il suo datore di lavoro. La sera che lei aveva appuntamento con lui, Luca nel recarsi al campo sportivo per giocare la partita in notturna di calcetto, aveva trovato l’impianto completamente al buio per un guasto all’impianto elettrico e, quindi, si era recato a casa sua per farle una sorpresa.
Giunto nei pressi della sua abitazione, l’aveva vista salire e sfrecciare velocemente con la sua auto senza nemmeno accorgersi della sua presenza. L’aveva seguita, convinto che lei si sarebbe rifugiata in qualche pub insieme ad amiche, così da passare la serata con loro. Grande era stato il suo stupore, quando l’aveva vista entrare in un parcheggio, lasciare l’auto e salire in quella di Dario, che l’aveva baciata in bocca. Per lui quel gesto era stato un pugno nello stomaco. Non riusciva a capire, perché la sua donna aveva bisogno di tradirlo, perché quel gesto rappresentava davvero un tradimento.
Lui le aveva sempre lasciato la massima libertà, ponendo come unica condizione di esser sempre informato di tutto quello che lei faceva. Ora invece la stava seguendo, fin quando i due non avevano raggiunto un piccolo villino sulle rive del lago, dove erano entrati. Aveva seguito la recinzione, passando dal lato dello specchio d’acqua, ed era entrato in quella proprietà; l’aveva vista ridere e scherzare insieme a Dario ed altri tre suoi amici. Sentiva un forte dolore al petto, non riusciva a provare eccitazione mentre la guardava scopare con loro che le riempivano in ogni buco, mentre lui fuori non riusciva a trovare una valida ragione per quel comportamento.Quando il gruppo era andato via, lui era rimasto seduto in riva al lago a riflettere su quello che aveva visto, ma, soprattutto, su come comportarsi con lei. Dopo aver smaltito l'iniziale rabbia, era subentrata la disperazione per il timore di perderla per sempre. Pur con il cuore a pezzi, continuava ad amare quella ragazza, ad inventarsi dei motivi per giustificare quel comportamento, tutto, insomma, purché lei restasse al suo fianco.
Prese la sua decisione: mantenere quel segreto a qualunque costo, accettare tutto questo perché, nel suo cuore, faceva capolino il fondato timore che la sua donna potesse trovare la relazione con Dario, migliore di quella che aveva con lui.
Silvia, allora, lo abbraccia, lo stringe forte e gli giura che quello che si son detti in riva al lago deve esser messo in pratica; devono trovare la forza di cambiare il corso di quel gioco che li sta lentamente distruggendo. Il rapporto con Dario è qualcosa di insolito: con lui si sente tranquilla, serena, ma soprattutto, quando lei si trova a scopare con i suoi amici, in sua presenza, vede brillare nei suoi occhi una luce di ammirazione tale che rendono quell’uomo molto felice. È consapevole del fatto che egli nutre per lei qualcosa che va oltre il desiderio di fare sesso con lei. Mentre, con Andrea, la cosa è completamente diversa, perché, nel loro gioco, egli la domina, le impone il comportamento che lei deve avere con lui e questo è finalizzato al piacere, che poi, alla fine, appaga tutti e tre. Lei, fondamentalmente, desidera solo provare il piacere del sesso trasgressivo, ma vuole vivere quelle sensazioni solo ed esclusivamente con lui e solo quando entrambi ne sentono realmente il bisogno, senza che lui sia umiliato, ma, al contrario, lo vuole accanto, complice partecipe di quel gioco che deve esser riservato solo a loro. Luca le assicura tutto il suo appoggio, lascia a lei decidere come e quando queste due relazioni, che ormai sono diventate pesanti da gestire e metabolizzare, debbano in qualche modo concludersi. Finalmente arriva il sabato pomeriggio, il giorno delle nozze. Quando Luca passa a prendere Silvia, rimane stupefatto dalla bellezza della sua donna. Indossa un tubino di colore rosa perla, di pizzo, che le arriva appena sopra il ginocchio, con splendidi ricami. La parte superiore è costituita da ricami e preziosi merletti, che si intrecciano tra loro, coprendo il seno, ma costituendo comunque un gioco di intrigante vedo non vedo, che rendono la sua avvenenza ancora più conturbante.
I lunghi capelli neri, lasciati liberi, scivolano sulle sue spalle fino a quasi metà schiena, lasciata parzialmente e appositamente nuda da quel particolare modello di vestito. Le gambe sono coperte da autoreggenti color carne ed i piedi sono contenuti in sandali molto eleganti, dello stesso colore del vestito, con un tacco a spillo di dieci cm.
Mentre raggiungono il luogo della cerimonia, Silvia chiede a Luca due cose:
la prima è che oggi vuole esser solo la sua donna, quindi lo prega di non lasciarla mai da sola e di restarle sempre affianco.
La seconda è ancora più importante, perché gli chiede di non far uso di alcun tipo di alcol, in quanto, a sera, quando dovranno accompagnare la coppia di sposi che partono per la luna di miele, sarà lui a guidare la potente Maserati Ghibli di Alberto, quindi dovrà esser perfettamente lucido e sobrio.
Luca tiene fede all’impegno preso e, per tutta la giornata, le rimane sempre al fianco, ad eccezione del solo momento in cui sono in chiesa, in quanto lui, come testimone, sta insieme ad Alberto sul lato destro dove si trova lo sposo, mentre lei è posizionata, insieme a Stefania, sul lato sinistro, come testimone della sposa. Al matrimonio sono presenti molte persone, molta gente facoltosa e autorevole della città, fra cui anche tutti gli amici di Dario, che, però, pur osservando con occhi carichi di desiderio la bellezza di Silvia, fedeli al patto siglato con lei, nessuno di essi compie un solo gesto, o pronuncia una sola parola, che possa, in qualche modo, alludere ai contatti avuti con la ragazza.
Anche Andrea è fra gli invitati. Anch'egli, fedele al patto di riservatezza, cerca in tutti i modi di evitare di mettere in imbarazzo i suoi due amanti segreti, anche se durante l'intera giornata non ha occhi che per quella splendida ragazza, che sente di desiderare molto. In questi ultimi tempi, ha notato qualcosa di strano in quella coppia. Soprattutto lei, dopo esser tornati dal viaggio in Olanda, sembra cambiata: il suo sorriso meno smagliante, i suoi occhi velatamente più tristi. Anche il sesso che hanno fatto insieme, pur abbastanza appagante, gli è sembrato meno spontaneo, più meccanico, privo di quell’enfasi, quel trasporto che c’era nelle prime volte.
Nonostante la giornata molto impegnativa, anche a Lucia non è sfuggito il comportamento insolito dei suoi due amici. È stata insieme a Silvia, fino a quattro giorni prima, e fino a quel momento aveva notato la sua amica cambiata. Aveva attribuito quel cambiamento, alla sgradevole esperienza che avevano vissuto in Olanda, eppure, ora che la vede calma e serena al fianco del suo uomo, ne è stupita. Non vede più la velata malinconia che c’era nei suoi occhi; il suo sorriso è limpido e solare, veramente un’altra donna. In un momento di vicinanza con Stefania, ne parla con lei, che comunque ha avuto modo di notare come la coppia sia stata, per l'intero giorno, una accanto all’altro, mano nella mano.
Solo verso sera, quando, dopo il rituale taglio della torta, la festa ha man mano volto al termine, lei riesce a prendere la sua amica sottobraccio e insieme a Stefania, si appartano in un angolo dello splendido giardino di quel casale che ha ospitato la cerimonia. Un'occhiata intorno, giusto per esser certa che nessuno possa ascoltare quello che hanno da dirsi loro tre, poi fissa l’amica negli occhi e le chiede:
«Sono curiosa di sapere cosa ti rende, oggi, così felice radiosa, mentre, fino a qualche giorno fa, avevi un'aria stanca, quasi triste e, direi, anche apatica».
Silvia, presa un po' alla sprovvista, cerca di sviare il discorso.
«Non ho fatto nulla di particolare, mi sono solo riposata, perché, da quando siamo tornati dal viaggio in Olanda, abbiamo avuto un momento di stanca che avrebbe potuto farla da padrona».
«Lo credo bene! Dopo l’esperienza in Olanda, hai ripreso a darti in maniera così intensa, che ti ha portato, non solo a godere con mio padre ed i suoi amici, ma anche con Andrea e, se ci aggiungiamo anche il povero Luca, lo credo bene che eri stanca. Certe mattine, quando venivi al lavoro, dopo aver passato la serata con Andrea, avevi certe borse sotto gli occhi da far paura, eppure oggi appari serena, tranquilla, ma soprattutto sei stata sempre al fianco di Luca, quasi avessi paura di perderlo. Non hai degnato della minima attenzione nessun altro maschio, anche se, sia gli amici di mio padre che Andrea, non hanno avuto occhi che per te durante l'intero giorno; li hai volutamente snobbare e questo, mia cara, non è da te. Quindi, non girare intorno alla questione, e dimmi cosa è cambiato».
Stefania osserva le due amiche sbalordita, mentre Silvia, chinato il capo allorché si rende conto che Lucia è al corrente della relazione con suo padre, cerca le parole adatte per spiegare questo suo comportamento e, alla fine, decide che la verità è la risposta migliore da offrire.
«La spiegazione è molto semplice. Dopo quello che abbiamo passato in Olanda, mi sono resa conto che stavo sbagliando tutto, soprattutto il mio rapporto con Luca era pesantemente compromesso. Egli, segretamente, era già venuto a conoscenza della mia relazione con tuo padre, ma, nonostante tutto e per non rischiare di perdermi, ha mantenuto il segreto ed ha accettato il gioco con Andrea, pur di vedermi felice, convinto che questo fosse il mio più grande desiderio. Quando abbiamo avuto modo di parlarne, circa quattro giorni fa, io mi sono sentita in debito di dovere di raccontargli tutto, anche quello che è successo in quel viaggio e, soprattutto, gli ho spiegato che, per me, la cosa più importante era e restava solo lui. Abbiamo chiarito a noi stessi molti aspetti di questa strana vicenda e siamo giunti alla conclusione che, adesso, vogliamo esser solo una coppia. Ma... come hai fatto a sapere della mia relazione con tuo padre»?
Stefania, ancora più sbalordita, non riesce a capire di cosa stiano parlando le due amiche, ma è consapevole che la storia deve essere più grande di quello che lei possa immaginare.
Lucia, invece, guarda l’amica molto seriamente e le sue parole suonano quasi come un monito.
«Io credo che tu sia pazza! Sai bene che siamo state costrette a rispettare un patto di totale riservatezza; mi pare siano stati molto chiari, in proposito. E tu vai a raccontare al tuo fidanzato tutto quello che abbiamo fatto in quella dannata cena? Spero che lui ti ami alla follia, perché se solo dovesse trapelare mezza parola, sai benissimo quali rischi potremmo correre. E, in ultimo, voglio aggiungere una cosa che mi sta particolarmente a cuore: vuoi sapere come ho scoperto la vostra relazione? Dopo la morte di mia madre, mio padre era diventato triste, chiuso, malinconico, direi piuttosto spento. Poi, tutto d'un tratto, è tornato a sorridere, ad aver voglia di vivere, allegro, sereno e soprattutto ho visto i suoi occhi brillare, quando la mattina entri in ufficio e ti vede. Lo amo da impazzire, quindi ti chiedo di fare molta attenzione e non mandare in pezzi il suo cuore, già provato da tanto dolore. Son convinta che, oltre il sesso, provi per te qualcosa di molto più profondo».
Per un lungo istante tutte e tre restano in silenzio. Le parole di Lucia risuonano nella mente di Silvia, come autentiche esplosioni. Stefania vorrebbe avere altri chiarimenti, ma, accortasi che verso di loro stanno arrivando Marco e Luca, velocemente confida alle amiche un suo progetto.
«Statemi bene a sentire: adesso tu Lucia, prendi tuo bel marito e vai a goderti la tua splendida luna di miele, poi, quando torni, voi due, troiette, verrete con me, per un intero pomeriggio, nella SPA dove abbiamo fatto il tuo addio al celibato, ci troviamo un angolino tranquillo e voi due, puttanelle, mi racconterete per filo e per segno in quali casini vi siete cacciate».
Le ragazze hanno solo il tempo di fare un cenno d’assenso, perché subito sono raggiunte dai due uomini, che le abbracciano e, dopo averle baciate sul collo, Marco, sottovoce, parla con loro.
«Ragazzi, credo sia giunto il momento di mettere in atto il nostro piano segreto».
Tutti concordano con lui e il gruppo si scioglie; con molta discrezione, ognuno raggiunge la camera, messa a disposizione degli sposi da parte della struttura, per offrir loro un posto dove cambiare i loro abiti da cerimonia e indossare qualcosa di più comodo e pratico per partire in luna di miele.
I primi ad entrare nella stanza, sono Stefania, Luigi ed Alberto. La coppia lo ha letteralmente rapito, senza precisare per quale motivo lo abbiano condotto dentro quella camera. Dopo pochi minuti, fanno il loro ingresso anche Silvia e Luca. Poi sentono bussare alla porta; allora Stefania e Luigi si mettono di lato e davanti a loro, voltato di spalle, fanno posizionare Alberto, che guarda l’altra coppia che ha davanti, senza capire ciò che sta succedendo. Una volta posizionati, Stefania invita chi ha bussato ad entrare.
Sulla soglia fanno la loro comparsa Marco e Lucia. Appena chiusi dentro la camera, Marco prende Lucia sottobraccio e, con un passo quasi da cerimonia, si avvicina al gruppo. Giunto al loro cospetto, posiziona Lucia davanti ad Alberto, che cerca di capire cosa stia succedendo. Poi Marco si sposta di fronte alla coppia e, ricevuta in mano la fede nunziale che Lucia si è tolta dal dito, in cui appena qualche ora prima, egli l'aveva infilata, assieme ad un sacchetto di velluto nero che, magicamente, ha fatto la sua comparsa dalla tasca di Luigi, con un tono solenne, dopo aver dato un’occhiata d’intesa a tutti quanti, prende ad officiare uno strano rito.
«Io Marco, in qualità di marito della qui presente Lucia, chiedo a te, Alberto, se sei disposto a prendere mia moglie, come tua legittima sposa; se sei disposto a promettere di amarla e onorarla, e di lasciare che lei sia libera di renderti cornuto, in eguale misura come ha promesso di fare con me, accettando i frutti del suo grembo, senza mai chiedere con chi, o in che modo, siano stati generati, finché morte non vi separi»?
Finito di parlare, consegna la fede che lui deve mettere al dito di Lucia.
Alberto con gli occhi che brillano di gioia, prende la piccola fede e inizia ad infilarla al dito anulare della mano sinistra di Lucia, mentre, con voce rotta dall’emozione, pronuncia la sua promessa:
«Io, Alberto, prendo te Lucia, moglie di Marco, come mia legittima sposa. Prometto che ti amerò per tutta la vita, che lascerò che tu mi cornifichi, in modo e tempi da te decisi. Accetterò i frutti del tuo grembo, senza mai chiedermi come e con chi siano stati concepiti. Questo io prometto, fin quando la vita scorrerà nelle mie vene».
Mentre gli tremano le mani dall’emozione, infila l’anello al dito di Lucia, che poi riceve da Marco il contenuto del piccolo sacchetto di velluto nero, che altro non è che un’ennesima fede nunziale, identica a quella che lui porta al dito dalla mattina.
«Tu, Lucia, mia adorata moglie, nonché impareggiabile "puttana", vuoi prendere Alberto come tuo legittimo sposo? Prometti di amare lui come ami me, di cornificarlo, come o più di me, ogni qualvolta ne avvertirai il desiderio e gli affiderai il frutto del tuo grembo, perché lui, insieme a me, lo allevi senza nessuna distinzione, fin quando morte non vi separi»?
Lucia, guardando dritta negli occhi Alberto, che già sente sgorgare le lacrime di gioia, gli infila la fede nunziale al dito, mentre anche lei fa la sua promessa.
«Io, Lucia, moglie di Marco, mio adorato cornuto, prendo te Alberto come mio marito. Ti prometto solennemente che, anche con te mi comporterò da impareggiabile puttana, affinché tu, come lui, abbia ogni giorno sborra sufficiente per lucidare le vostre meravigliose corna. Prometto di affidarti il frutto del mio grembo, affinché tu, da bravo cornuto come lui, possa allevarlo, senza nessuna distinzione, fin quando la vita mi permetterà di restare al vostro fianco».
Infila l’anello al dito di Alberto che, con il viso rigato dalle lacrime, l’abbraccia con forza e la bacia con estrema passione, fra gli applausi di tutti i presenti.
Il tempo di scattare con i cellulari qualche foto ricordo e subito viene messa in atto la seconda parte di quel piano che prevede che ora Alberto, insieme a Stefania e Luigi, lascino il casale, per aspettare la coppia di sposi a casa di Stefania, per partire assieme per la loro insolita luna di miele.
Appena giunti nel parcheggio, Stefania sussurra qualcosa all’orecchio di Luigi, che ride divertito, e si mette alla guida del suo potente SUV, mentre Stefania apre lo sportello posteriore e, con un profondo inchino, invita Alberto a salire dietro insieme a lei. Appena usciti dal parcheggio, senza nessun segno premonitore, Stefania apre la patta dei pantaloni di Alberto, ne estrae il sesso e senza indugio lo prende in bocca. Alberto rimane colpito dal gesto, guarda Luigi nello specchietto cercando di capire cosa stia succedendo, ma non ricevendo alcuna spiegazione, costringe Stefania a staccare le labbra dal suo membro, che già si sta indurendo e pretende di sapere cosa succede.
Stefania lo guarda negli occhi e, sorridendo, procede a spiegare.
«Non c’è molto da chiarire, se non il fatto che la sera della mia prima notte di nozze, tu hai reso Luigi un cornuto, quindi io ora, per pareggiare il suo conto, mi faccio scopare da te, per rendere tua moglie Lucia, una cornuta. Questo mette in pari ogni cosa».
Alberto rimane stupito, ma nello stesso tempo, sente il suo sesso crescere e diventare immediatamente duro, quindi non oppone più nessuna resistenza. Stefania, dopo averlo gustato a lungo in bocca, rendendo di marmo quello splendido membro, sale su di lui e se lo pianta tutto dentro, fino in fondo.
Alberto non resta passivo, le afferra i seni e li palpeggia facendo gemere di goduria la sua amica.
Stefania ben sollecitata dal gioco di mani e, soprattutto, da quel cazzo che le sfonda la figa, gode ed urla il suo piacere, mentre Luigi, attraverso lo specchietto retrovisore, si gusta quel focoso amplesso in atto sul divano dietro di sé.
Poi, giunto quasi alla tangenziale, decide di non voler rischiare e imbocca una piccola strada di campagna, che lo porta in mezzo a degli olivi, dove lui ferma la vettura e scende dall'auto per potersi gustare al meglio la scopata che Alberto sta facendo con sua moglie. Alberto, dopo che ha sentito Stefania godere abbondantemente su di lui, la gira di lato e la stende sul sedile. Luigi si trova inginocchiato, con il cazzo sopra la faccia di sua moglie, che ora viene pompata con forza dal suo amico. La donna, allora, solleva la mano e porta il cazzo del marito direttamente in bocca, mentre un secondo orgasmo la scuote e la fa fremere di piacere. Geme ed uggiola a bocca piena, mentre Alberto ora la sbatte con forza. Stefania solleva le gambe, le attanaglia dietro la schiena dell’uomo per assecondare meglio la monta e per spingere il suo corpo in alto, per meglio andare incontro a quel cazzo che le sta sfondando la fica.
La scena è estremamente erotica e, ben presto, tutti i componenti sono di nuovo pronti ad esprimere ognuno i propri piacere. Il primo ad inondare la bocca di Stefania è Luigi, che eccitato dall’impeto con cui Alberto sta chiavando sua moglie, le riversa in bocca tutto il suo piacere, che lei ingoia e succhia fino all’ultima stilla, mentre il suo corpo viene scosso da un ennesimo orgasmo. Si toglie il cazzo di bocca e incita l’amico a scoparla con più forza e, soprattutto, ad inondare il suo ventre con il suo godimento.
«Siiiii... dai! Più forte! Dai... Alberto, sfondami la figa! Guarda, Luigi, guarda come mi sta pompando questo meraviglioso toro. Vieni, ti prego, Alberto, vieni... fammi sentire il tuo seme dentro il mio ventre».
Alberto ora la sbatte con un ritmo forsennato e, quando sente il suo orgasmo pronto ad esplodere, cerca di sfilarsi da quel ventre bollente, ma lei tiene ben serrate le gambe dietro di lui e lo costringe a scaricare dentro di lei tutto il suo piacere. Lui gode, mentre le inonda la fica con caldi getti che la riempiono, la fanno tremare, mentre urla in preda al delirio erotico. Per un lungo interminabile momento, tutti e tre restano in silenzio, immobili. Poi Luigi riprende velocemente posto davanti e, rapidamente, raggiungono la sua abitazione, mentre dietro, Alberto, risistemato guarda Stefania che, con aria soddisfatta, lo abbraccia e lo ringrazia.
«Sei stato un portento! Oggi, hai avuto il merito di coronare un sogno, vagheggiato da tempo. Grazie per aver inondato il mio ventre con il tuo seme, che, spero, fecondi i miei ovuli, poiché Luigi ha qualche difficoltà a farlo. Abbiamo pensato di utilizzare questo piccolo espediente per avere un figlio, che lui alleverà da bravo cornuto. Spero che questo non ti frustri, per esser stato usato con l'inganno, ma temevamo che, visto l’amore che provi per Lucia, non avresti accettato di donarmi il tuo seme».
Alberto la stringe forte al petto; i suoi occhi brillano di felicità, poi, dopo averla baciata, la tiene ancora stretta a sé e, guardando Luigi attraverso lo specchietto, fuga ogni loro dubbio.
«Non mi sento frustrato, né usato; al contrario son felice che, in qualche modo, possa contribuire alla vostra felicità. Ammetto che, se non aveste usato questo stratagemma, forse non avrei accettato di fare quello che abbiamo appena fatto; comunque non sono pentito e, a questo punto, nel caso fosse ancora necessario, ritenetemi pronto a riversare tutto il mio piacere dentro di te per contribuire a realizzare ciò che desiderate».
Appena giunti a casa di Stefania, lui si fa una veloce doccia e, nel frattempo, vengono raggiunti da Marco e Lucia, che hanno provveduto a cambiarsi di abito.
Anche Silvia si è cambiata d'abito e, tolto l’elegante modello, ha optato per qualcosa di più semplice e fresco, considerando che la notte è alquanto calda e afosa. Ora Indossa una semplice minigonna elasticizzata nera, con sopra una camicetta bianca, senza reggiseno; ai piedi ha dei semplici sandali a zeppa, che le rendono più evidente il culo e trasformando il suo incedere ancor più sensuale. Salutati gli amici, Luca con al fianco Silvia, si siede alla guida del potente bolide, mentre dietro di loro ci sono Marco/Lucia e Alberto e impiegano circa un’oretta per raggiungere il terminal, dove si imbarcheranno in un volo che li porterà direttamente in Florida, dove resteranno per due settimane in luna di miele. Giunti a destinazione, i due amici aspettano che gli sposi abbiano espletato le formalità del check in, poi, senza fretta, si rimettono sulla via di casa.
Tornato in autostrada, Luca guida con calma e, inserito il Cruise Control del potente bolide, imposta una velocità non superiore a 110 km/ora e, con un braccio intorno alle spalle di Silvia, riprendono il loro discorsi. Silvia lo mette al corrente del fatto che Lucia è a conoscenza, sia della sua relazione con Dario che quella con Andrea. Luca la guarda e chiede come intende atteggiarsi in ordine alla situazione con queste due persone. Silvia fa un lungo sospiro e, dopo aver ben riflettuto, lo mette al corrente di quelle che sono le sue paure e le sue incertezze.
«In questo momento, l’unica cosa che veramente mi preoccupa non è tanto il fatto di chiudere la storia con loro, anche se, son sicura, non sarà molto facile, ma la mia paura è quella di non essere all’altezza di donare a te il piacere che desidero che tu possa ricavare dal mio comportamento trasgressivo. Quello che cerco di farti capire è che, quando sono con Dario, mi sento tranquilla, sono consapevole delle mie capacità e di come posso tranquillamente esprimere il mio esser "troia". Questo non mi crea nessun problema, anzi mi spinge a godere liberamente con lui e con i suoi amici. Con Andrea, la cosa è ancora più semplice, trovandomi sottomessa ai suoi voleri; l’unica cosa che veramente mi rende felice è quando vedo i tuoi occhi brillare di piacere, nel vedermi trasformata in una puttana fra le mani Andrea. La mia incertezza è dovuta al fatto che quando saremo soli noi due, io sarò in grado di avere un comportamento da vera puttana che soddisfi il tuo piacere? Avrò il coraggio di osare, di mettermi in gioco, di donarmi a un altro maschio per il tuo piacere? Sono queste le mie ansie, le mie incertezze.
Non voglio deluderti, voglio solo che tu sia felice quando mi vedrai fare la troia con un altro, perché quel gioco lo avremmo deciso noi e il piacere che ne ricaveremo sarà solo nostro».
Luca la bacia sulla guancia, poi la rassicura e promette che avrà tutta la pazienza a lei necessaria, fin quando non si sentirà pronta per portare avanti il loro gioco. Mentre parlano, vedono approssimarsi un autogrill e Luca propone una sosta per un caffè. Nell’aria di servizio, percorrono lentamente il lungo parcheggio, completamente pieno di enormi camion, e vanno a fermare la vettura proprio davanti all’ingresso del bar. Parcheggiata di lato, c’è la vettura di una pattuglia della stradale, i cui due agenti, saliti i tre scalini che portano all’ingresso del bar, vedendo arrivare il potente bolide si fermano e restano colpiti dalla bellezza della ragazza che, aprendo lo sportello, mette in mostra due cosce da sballo. I due uomini aspettano che lei raggiunga la porta vetro, poi entrambi aprono tutte e due le ante e, con un profondo inchino, la invitano ad entrare.
Luca osserva la scena divertito e, quando anche lui raggiunge la soglia della porta, il più anziano dei due lo guarda e, con tono simpatico, esprime il seguente commento:
«Giovanotto, lei ha due cose che io nella vita ho sempre sognato: un bolide meraviglioso, e una ragazza infinitamente bella».
Anche Silvia ode il commento e, dentro di sé, ne resta gratificata. I quattro vengono accolti da un assonnato cameriere e, quando Luca si presenta alla cassa per pagare la consumazione di un caffè e un cappuccino, sempre l’anziano agente, intima alla cassiera di non accettare i soldi, perché vuole offrire lui la consumazione a quella splendida coppia che, con la loro presenza, hanno spezzato la monotonia del loro turno di lavoro. Silvia sente lo sguardo di quei due uomini su di sé e nota anche che Luca la guarda con occhi carichi di desiderio, quindi decide che forse questa è l’occasione per fare un piccolo esperimento: vedere fino a che punto riesce a reggere il gioco. Per fare questo, le vengono in mente gli insegnamenti ricevuti alla scuola delle puttane; l’unica cosa positiva che ha ottenuto da quel viaggio.
Mentre tre uomini si avvicinò al bancone, dove la cameriera con movimenti svelti e precisi confeziona le bevande, lei decide di spostarsi due passi più indietro e, raggiunta una piccola penisola con due sgabelli, sale lentamente su di uno di essi e, immediatamente, la sua minigonna sale, lasciando ancora scoperta una abbondante porzione delle sue splendide cosce. Con malcelata indifferenza, osserva che i due agenti la guardano con occhi carichi di desiderio e Luca, in disparte, annuisce con un leggero cenno del capo, approvando il suo comportamento.
Quando solleva la gamba destra per appoggiarla al piccolo cerchio alla base dello sgabello, si rende conto che, con quel gesto, i due uomini riusciranno a vedere anche il colore della stoffa del suo string, quindi ruota leggermente verso destra le gambe, per aumentare ancora di più il panorama offerto.
Appena la barista appoggia le consumazioni sul bancone, si ritira sul retro del locale per attendere ad altre faccende, lasciando sole le quattro persone e il più giovane dei due agenti prende la tazza con il cappuccino, e la deposita delicatamente sulla piccola penisola davanti a Silvia. Versa la bustina dello zucchero e, con occhi carichi di desiderio, osserva lentamente la ragazza diluire lo zucchero, ruotando lentamente il cucchiaino, e poi, dopo averlo ricoperto della schiuma bianca della bevanda, se lo porta alle labbra e, con fare lento e ben studiato, lo mette in bocca, ripulendolo. L’uomo, che non ha perso neanche un gesto, deglutisce a fatica poi torna indietro sui suoi passi, prende la tazzina del caffè e, anche egli, assieme agli altri due, la osservano con cupidigia. Silvia solleva con entrambe le mani la tazza, ne beve un discreto sorso e, quando la toglie dalle labbra, una sottile linea bianca le resta sul labbro superiore. Osserva i tre uomini che la fissano senza alcun ritegno e, con studiata malizia, lascia passare la lingua sul labbro superiore, per poi tornare di nuovo a sorseggiare. Nota che la stoffa dei pantaloni attillati dei due agenti, appena sotto la cintura, sono gonfi, evidenziando due pacchi di non trascurabili dimensioni. Ripete il gioco della lingua e, quando la bevanda è quasi finita, con il cucchiaino raccoglie la crema sul fondo e la porta alla bocca, con un movimento lento e lascivo. Finito di bere, decide che ora deve completare il gioco e, con movimento lento e ben studiato, fa ruotare lo sgabello e, prima di scendere, lascia che chi la sta osservando abbia una completa visione delle sue cosce e del colore bianco del suo string. Scende, si avvicina al suo uomo, sotto lo sguardo estasiato dei due agenti, che sono rimasti a bocca aperta, con la tazzina del caffè ancora in mano. Abbraccia Luca e si avviano per riprendere il viaggio. Prima che questo avvenga, l’agente più anziano, pone una mano sulla spalla di Luca e, sempre continuando a guardare il corpo di Silvia, le rinnova ancora un ennesimo complimento:
«Giovanotto! Lei ha un proiettile come auto, e una bomba come donna! La prego, le maneggi entrambe con estrema cura»!
Luca garantisce che ne avrà estremamente cura, mentre Silvia regala ad entrambi un sorriso e, con il suo uomo sotto braccio, escono dal locale.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. gli esami non finiscono mai.
Quando entrano nel salone, le ragazze vengono accolte con un applauso e subito si trovano davanti una decina di maschi, diversi nell’aspetto e per età. Tutte vengono cordialmente abbracciate e baciate. Mani vogliose prendono subito ad accarezzarle.
Silvia, ad un tratto, si sente abbracciare da dietro.
La persona, dall’aspetto imponente, con una pancia fuori misura, senza dire una parola, la prende e la porta dentro una stanza. La fa mettere seduta sul letto, poi, senza nessuna delicatezza, le mostra un piccolo cazzo e, senza indugio, glielo infila in gola, aspettando che lei lo succhi rapidamente.
Silvia esegue quello che le viene imposto e subito dopo avverte una discreta erezione, mentre l’uomo era aggrappato con entrambe le mani alla testa di lei e, tenendola ferma, muoveva freneticamente il bacino, e quella grossa pancia le sbatte sulla faccia avanti indietro. Lei succhia con impegno, quando l'uomo, con un grugnito da vero porco, le scarica in bocca alcuni fiotti di crema molto densa e dal sapore acidulo.
Lei ingoia fino all’ultima goccia, poi l’uomo estrae il cazzo dalle sue labbra e, con un gesto dispregiativo, prende una ciocca dei suoi capelli e se lo pulisce. Senza fare altro, si gira e se ne va, lasciandola sul letto alquanto basita da quello strano comportamento. Per un lungo istante rimane immobile: ha sentito, dentro di sé, una strana sensazione di schifo; si è resa conto che quel maiale voleva solo svuotarsi le palle nella sua bocca.
È decisamente una sensazione sgradevole, che per lei non ha niente di erotico, ma che le fa immediatamente comprendere quale sia il reale lavoro di una puttana. Dopo essersi rinfrescata nel bagno della camera ed aver pulito la ciocca dei capelli, torna nel salone, dove l’orgia è già cominciata. Uomini seminudi si fanno leccare e succhiare dalle ragazze, che sono costrette a gattonare per terra per avvicinarsi a quei grossi e flaccidi pancioni, i cui membri molli e poco virili, pretendono di ricevere piacere, senza alcun interesse nei confronti di chi procura quel piacere.
Anche lei viene messa a giro; riceve cazzi da succhiare, mentre mani avide si infilano ed esplorano i suoi buchi. Si guarda intorno, non vede la sua amica e anche la ragazza francese è assente dalla sala. Non ha tempo di indagare oltre, perché tre di quei maiali la trascinano dentro un’altra camera. Quando entra si trova davanti uno strano oggetto al posto del classico letto. In pratica sono due assi di legno, posizionate l'una sull'altra, a media altezza dal pavimento, a formare una grossa X.
Viene fatta spogliare completamente e, una volta appoggiata a quella croce, i suoi arti sono subito immobilizzati alle quattro estremità. Nello stesso momento in cui si rende conto di essere completamente immobilizzata, voltando lo sguardo, si accorge che uno dei tre, spostata una tenda, prende tre degli attrezzi che sono appesi alla parete.
Sono frustini da cavallerizzi. Lo schiocco nell’aria fa rabbrividire Silvia, che vede l'uomo avvicinarsi al suo corpo. Lui si posiziona in mezzo alle sue gambe, poi, dopo aver guardato e sorriso ironicamente agli altri due, che sono posizionati ai lati, con una precisione incredibile le assesta un colpo secco e preciso sul clitoride. Un dolore atroce, unito ad un’incredibile scarica di piacere, percorre il suo corpo, facendola vibrare. Mentre ancora trema per quella strana e incredibile sensazione provata, riceve sul capezzolo destro un altro colpo secco, che le procura una sensazione talmente forte, che la fa urlare di dolore, ma nello stesso tempo il suo capezzolo, al tocco di quella frustata, è stato stimolato come se con forza fosse stato stretto fra le dita di una mano.
Anche il terzo elemento le fa provare la stessa sensazione con un preciso colpo di frusta sull’altro capezzolo. Poi tutti e tre rimangono un attimo immobili, mentre il suo corpo ancora trema per quelle terribili sensazioni, mai provate prima.
D'improvviso, ad un cenno di quello che le sta tra le gambe, tutti e tre colpiscono, nello stesso istante, i tre punti prestabiliti.
Silvia avverte qualcosa di inspiegabile che le percorre il suo corpo. È come se una potente scarica elettrica avesse, di punto in bianco, attraversato il suo corpo. Incapace di capire se quello che prova sia più dolore che piacere, continua a tremare. Poi, di nuovo, all’unisono, un ennesimo triplo colpo le rinnova quella scarica. Il suo grido, ora, è più di piacere che dolore. Stranamente li osserva, quasi a voler ancora riprovare quella strana e forte sensazione. I tre aguzzini rinnovano questo gioco per altre sette volte.
Lei, a partire dalla quarta, sente dentro di sé, il desiderio forte di ricevere sempre più altre frustate. Incredibilmente sente la sua fica colare.
Ha raggiunto un orgasmo così forte e travolgente, che adesso si sente svuotata, sfinita, esausta. Sente che quei tre punti, ripetutamente colpiti da colpi precisissimi, le bruciano da impazzire.
Poi essi lasciano cadere quegli insoliti strumenti di piacere e si avvicinano tutti e tre al suo corpo, si masturbano con estrema vigoria e, quasi in contemporanea, tutti e tre riversano su di lei, nei punti esatti dove è stata battuta, il loro piacere. Sentire quei getti caldi colpire i suoi punti, resi sensibili e fortemente arrossati per i colpi di frusta, le procura un'ennesima scarica di un misto di piacere/dolore, che la sconvolge e la lascia incredula.
Uno dopo l’altro, i tre uomini presentano i loro membri alla sua bocca per essere leccati bel ripuliti. Quando tutti e tre sono stati perfettamente lucidati dalla sapiente lingua Silvia, la ragazza viene slegata.
Nello stesso istante in cui non è più stretta dalle cinghie, le sue gambe non la sorreggono e si accascia sfinita sul pavimento, dove viene lasciata dai tre, che escono dalla sala nella più totale indifferenza.
Resta, per alcuni minuti, appoggiata con la spalla a quello strano strumento di tortura. Sente un dolore atroce ai capezzoli, che sono ancora ricoperti del seme di quei tre strani individui. Massaggia delicatamente le parti arrossate, poi, malferma sulle gambe, riesce ad alzarsi in piedi e si reca nel bagno adiacente alla camera. Quando l’acqua fresca sferza i suoi capezzoli, avverte un dolore lancinante come se tanti microscopici spilli venissero conficcati contemporaneamente su quelle delicate parti del suo corpo. Finanche il clitoride, che si presenta di colore vermiglio, lo sente dolente per i colpi ricevuti. Viene tentata dall’idea di rimanere chiusa nel bagno, onde evitare nuove incredibili esperienze, ma l’uomo completamente calvo, che le ha ricevute, la viene a cercare e, chiestole se tutto va bene, estrae dalla tasca una piccola confezione di pomata e, senza permetterle di ritrarsi, gliela spalma delicatamente su quei tre punti, così atrocemente torturati.
Lentamente il dolore svanisce e riesce a recuperare la sensibilità in quelle tre parti del corpo così duramente provate. Dopo di che l’uomo la conduce di nuovo all’interno del salone. Quando si mette seduta su uno dei divani, vede accanto la ragazza inglese, che ha, anch'essa, l’aria sfinita ed esausta.
Le chiede, con un filo di voce, se sa che fine ha fatto la sua amica. La giovane le sorride e fa notare che nella stanza ci sono solo quattro uomini, per cui riesce immaginabile che la sua amica è intenta a succhiare i cazzi degli altri sei.
Nemmeno il tempo di bere un bicchier d’acqua e due degli uomini presenti in sala, la prendono per mano, la sollevano e subito viene messa in ginocchio sul divano. Uno dei due la penetra di colpo da dietro, con un cazzo abbastanza duro, ma di piccole dimensioni, mentre l’altro, più dotato, ma non ancora perfettamente in erezione, dopo aver fatto il giro del divano, le presenta il suo arnese davanti alla bocca. Lei succhia cercando di far godere quell’uomo il più in fretta possibile, mentre quello che la scopa le assesta delle sonore sculacciate, che in breve le arrossano i suoi splendidi glutei.
Anche la ragazza inglese è, presto, oggetto delle attenzioni degli altri due presenti in sala, e la costringono in ginocchio a succhiare e leccare i loro membri e culi. Dopo un po', l’uomo che sta succhiando si ritrova con il membro duro e chiede all’altro, che la sta scopando, di fare in cambio. Subito si ritrova quel piccolo cazzo in bocca; riesce ad ingoiarlo agevolmente, cercando di stimolarlo il più possibile con lingua e labbra, mentre l’altro, dopo un primo affondo dentro la sua fica, lo estrae di colpo e, senza alcun preavviso, glielo infila tutto in fondo nel culo. Silvia per un attimo contrae i muscoli, per il dolore che quel porco, senza nessuna preparazione, le ha inflitto, poi si rilascia e continuando a contrarre i muscoli anali, porta ben presto l’uomo a scaricare, nel suo retto, l’ennesima sborrata. Anche quello che sta succhiando, ben stimolato dalla bravura della sua bocca, le riversa in gola alcuni schizzi di seme alquanto dolce. Appena il tempo di rimettersi seduta, che da una stanza escono quattro uomini che la prendono per mano e la portano in una camera, dove distesa sul letto, viene costretta a succhiare i loro cazzi. Per fortuna la sua bravura, ottiene l’effetto desiderato e, ben presto, uno dopo l’altro, quei membri, di varie dimensioni, tornano di nuovo in erezione, così da scoparla in maniera rude e volgare e, senza nessun riguardo, svuotandosi dentro di lei in ogni buco. Quando anche l’ultimo ha raggiunto il suo piacere, gli uomini se ne vanno, mentre lei sfinita ed esausta, si trascina per l’ennesima volta verso il bagno, dove cerca, in qualche modo, di ripulire quello schifo che quei maschi le hanno riversato sul corpo.
È una strana sensazione quella che sta provando; niente a che vedere con tutto quello che aveva provato fino a quel momento. Ora comprende più compiutamente la differenza fra l'essere al centro delle attenzioni di sei maschi che vogliono godere del suo corpo, ed essere usata da persone che, avendo pagato per avere il suo corpo, lo trattano quasi fosse un oggetto, privo di passione e/o sentimenti.
Sente che quelle persone la considerano solo un buco dove riversare il loro piacere, incurante se chi lo riceve ne trae, o meno, godimento. Usano il suo corpo per le loro perversioni, convinti che, avendo pagato, sia loro diritto a fare qualsiasi cosa.
Quando, abbastanza sfinita rientra nel salone, ritrova Lucia che ha, anche lei, l’aria di chi rimpiange momenti migliori. In un momento in cui gli uomini presenti sono intenti a bere mangiare, ignorando quasi la loro presenza, Silvia, a bassa voce, chiede a Lucia come sta procedendo la sua esperienza.
Lei, dopo un lungo respiro, le risponde che fare la puttana, in quel modo, di certo non sarà il suo lavoro futuro. Passano ancora altre tre ore, durante le quali entrambe vengono usate ed abusate da tutti i presenti. Quando Silvia pensa che sia giunta l’ora che verranno rimandate a casa, ogni ragazza, viene presa da due uomini e portata in una camera.
Anche lei viene sollevata e condotta in una camera e, da lì, nel bagno adiacente, dove, nuda, viene fatta entrare nel box della doccia e, obbligata ad inginocchiarsi, cerca di capire quale possa essere l’ennesima perversione cui sarà sottoposta; cerca di allungarsi verso di loro per prendere in bocca i loro cazzi. Apre la bocca e, nello stesso istante in cui compie quel gesto, il primo dei due cazzi che ha davanti la inonda di urina calda. Anche l’altro, adesso, le sta pisciando addosso, mentre lei si sente schifata e, in qualche modo, cerca di sottrarsi a quella pioggia, che le sta letteralmente riempendo bocca, viso, capelli e tutto il resto del corpo.
Gli uomini ridono compiaciuti e, dopo che ognuno ha espletato quel proprio bisogno fisiologico che, evidentemente, trovano molto eccitante, costringono la ragazza a pulire e leccare, per l’ennesima volta, i loro cazzi, ancora lordi di urina.
Sentire in bocca quel senso di amaro e, leggermente salato, provoca in lei una strana sensazione. Dopo una iniziale repulsione, si rende conto che le piaceva sentir scorrere quel liquido caldo sul suo corpo e che, scivolando in basso e passando lungo il taglio della sua fica, le aveva provocato un lungo incredibile brivido di piacere. Tutto ciò è, per il momento, alquanto incomprensibile per lei. Quando i due se ne vanno, lei si mette in piedi e, aperta l’acqua della doccia, la lascia scorrere su di sé, per lavar via l’odore di sesso e di urina persistente, che ricopre l'intero suo corpo. Esce e si asciuga in maniera sommaria. Quando torna nel salone, capisce che la serata sta volgendo al termine, perché quei dieci maiali, che hanno abusato a ripetizione di cinque donne, se ne stanno andando. Appena anche l’ultimo è uscito dal salone, il tizio completamente calvo le raggiunge e fornisce loro delle semplici tute ginniche per farle rivestire ed esser riportate da dove son venute.
Ognuna di esse riceve anche una busta, contenente una cospicua somma di denaro. Sfinite e completamente esauste, a malapena riescono a salire di nuovo sulla limousine che le ha portate in quel luogo dove, hanno provato, sensazioni molto contrastanti. Giunte di nuovo destinazione, sono convinte di esser lasciate a riposare, invece, mani esperte, le fanno distendere, prima dentro una calda vasca con idromassaggio e poi, i loro corpi vengono cosparsi di oli profumati e massaggiati a lungo, fin quando le ragazze, sfinite, si addormentano.
Quando Silvia riapre gli occhi, si trova distesa sul letto con lenzuola pulite e, accanto a sé vede Lucia, che sta ancora dormendo. Cerca di capire come è arrivata in quel posto, ma tutto quello che ricorda erano le calde mani di una brava massaggiatrice, che, in qualche modo, leniva sia la sua stanchezza che i vari dolori.
Cerca di scendere dal letto ed il suo movimento provoca il risveglio anche di Lucia, che la guarda e le sorride. Le chiede come si sente, se avverte dei dolori, ma soprattutto cosa ha provato durante quella strana serata. Silvia le sorride, poi stringe le spalle e, con un filo di voce, racconta all’amica le sensazioni contrastanti che ha provato.
Anche Lucia era stata frustata nello stesso modo di Silvia ed anche lei ha provato quella strana sensazione di dolore/piacere che, ad un certo punto, l'ha portata ad incitare i tre uomini a colpirla ancora più forte e con maggior rapidità. Entrambe si guardano negli occhi, cercando di capire quella strana sensazione, poi scendono dal letto e, quando si avvicinano alla finestra, si rendono conto di trovarsi nello stesso posto dove hanno fatto il corso per "puttane".
Ancora nude escono dalla porta e, percorso un breve corridoio, si ritrovano in una piccola stanza, dove trovano anche l'amica inglese, che sta facendo colazione. Affamate, mangiano anche loro e, ben presto, vengono raggiunte anche dalle altre due.
Nessuna di loro parla della serata e, quando arriva la signora Helen, tutte e cinque, la guardano in silenzio.
«Ragazze, sono fiera di voi. Avete dato il meglio di voi stesse, regalando a quelle persone, le emozioni che volevano. Oltre a queste buste che contengono i soldi che vi sono stati dati ieri sera, io ho deciso di aggiungere un extra, per ringraziarvi e ricordarvi ancora che avete promesso la massima discrezione con tutti».
Vengono riaccompagnate nella suite dell’hotel e, a grandi linee, raccontano quello che è successo durante la serata. Parlano di sesso in generale, anche forte, con due o più maschi contemporaneamente. Entrambe omettono di dire che sono state frustate e che hanno ricevuto "la pioggia dorata". Passano altri due giorni di vacanze, durante i quali si divertono a far le turiste in quella splendida città, poi la vacanza finisce e si ritorna a casa.
Alla ripresa del lavoro, fa seguito un periodo alquanto frenetico, dove tutti sono impegnati, oltre al lavoro piuttosto intenso, anche nei preparativi per l’imminente matrimonio. In quella trentina di giorni, o poco più, che le separano da quell’evento, tutto sembra tornato nella più assoluta normalità.
Silvia, continua ad intrattenersi sia con Dario che con i suoi amici, che durante questo periodo, si sono accordati fra di loro. Per non fiaccarla, adesso la invitano in due per volta ad uscire con loro, sempre con Dario presente a fare sesso in maniera appagante. Anche con Andrea, il sesso è forte e intenso, ma completamente diverso. Luca gode moltissimo nel vederla fra le braccia del suo amico, che lo umilia come cornuto sottomesso. Apparentemente la loro vita scorre via veloce senza nessun problema, ma in realtà, per Silvia, qualcosa è cambiato. Nessuno se ne accorge, ad eccezione di Luca, l’unica persona che di lei conosce ogni respiro, ogni sorriso, ogni gesto, ogni sguardo.
Quando mancano circa una decina di giorni al matrimonio, Luca e un piccolo gruppo di amici, organizzano, con la partecipazione anche di Alberto, l’addio al celibato per Marco.
È una bella serata di allegra baldoria, dove alla fine, lui si trova un'escort pagata per soddisfarlo prima dell’imminente matrimonio.
La cosa risulta essere molto simpatica e divertente, con la componente erotica che è più ridotta ad una parodia di una scopata reale.
Anche Lucia riceve la sua festa da parte di Silvia e Stefania. Per il suo addio al nubilato, le due amiche hanno prenotato una intera giornata, in un piccolo, ma molto esclusivo centro termale, situato a circa un centinaio di km dalla loro città. Passano l’intera giornata nel centro benessere e, fra massaggi e tante altre attività rilassanti, alla fine, tutte e tre nude, si ritrovano nella semioscurità di un bagno turco. Mentre si gustano i vapori benefici, parlano della loro vita e di come siano stati frenetici quegli ultimi giorni a ridosso del matrimonio. Lucia spiega alle amiche che, sentirsi stretta fra Marco e Alberto, le provoca una immensa sensazione di benessere, di assoluta serenità, che la porta ad amare quei due uomini in maniera indistinta. Dentro di sé è quasi rammaricata di poterne sposare solo uno, anche se sente di amare profondamente anche l’altro, e, per ovviare un po’ questa strana situazione, lei e Marco hanno deciso di acquistare una fede in più e, la prima notte di nozze, invitare Alberto a passarla insieme a loro; in quell’occasione, entrambi faranno in modo che quel terzo anello finisca infilato alla mano sinistra del loro amico. Entrambi desiderano che, una volta sposata, lei resti incinta il prima possibile. Naturalmente, il suo più grande desiderio, è che, in qualche modo, possano entrambi ingravidarla.
Ha parlato tra loro e la soluzione che hanno trovato, per realizzare questo loro ennesimo progetto, è quella di essere penetrata contemporaneamente da entrambi in figa. Silvia socchiude gli occhi e, con la mente, va al piacere che una doppia penetrazione, come quella ipotizzata dall'amica, può procurare ad una donna. L’amica aggiunge che, già da qualche giorno, stanno iniziando ad esercitarsi per mettere in pratica questa soluzione, cosicché, quando sarà il momento, tutto fili nella maniera più coinvolgente.
Anche Stefania racconta alle amiche del successo avuto in un importante processo, che aveva riguardato una delle famiglie più in vista della città.
Con la vittoria nei confronti dell’avvocato che difendeva la controparte, ha sentito dentro di sé un piacere del tutto particolare, soprattutto in ordine al fatto che lo studio rivale è gestito da una donna che, in passato, ha avuto una relazione con il suo socio Alberto. Il giovane avvocato con cui si è confrontata alla fine del processo, le ha sportivamente stretto la mano, pronunciando una semplice frase: 'oggi a te, domani a me'.
Quella stretta di mano le ha provocato un certo brivido, perché le è sembrato che avesse qualcosa di familiare, anche se non ha avuto modo di approfondire. Quando ne ha parlato con Alberto, lui è rimasto molto sul vago e lei ha avuto la netta sensazione che Alberto nascondesse qualcosa.
Silvia invece parlò semplicemente del loro rapporto con Andrea, di come Luca sia molto soddisfatto quando la vede fare la troia con lui, mentre egli viene umiliato da Andrea. Sono sole nel piccolo locale adibito ad hammam e sedute nude, l’una accanto all’altra; ad un tratto i loro corpi sono particolarmente vicini e le parole hanno suscitato in loro una certa eccitazione. Quindi, quasi senza rendersene conto, le loro mani scorrono sui corpi, procurandosi del piacere reciproco. È Stefania, che riceve la bocca delle sue amiche, sui suoi seni, mentre con le mani è accarezzata fra le cosce, facendola fremere di piacere. Incomincia così un gioco di baci e carezze, che le porta a raggiungere un orgasmo lungo e intenso, che fa vibrare i loro corpi in maniera convulsa. Non sono nuove a questo gioco. In passato, per vero da adolescenti, amavano trovare un posto tranquillo, dove dar sfogo al loro piacere, in maniera reciproca. Uno dei loro giochi preferiti era il “triangolo d’amore.” Lo aveva così chiamato Silvia, la prima volta che vi aveva partecipato: distesa di lato, aveva infilato la sua testa fra le cosce di Stefania che, a sua volta, era immersa fra quelle di Lucia, che restituiva il favore a Silvia.
Godere in quel modo continuo le aveva eccitate così tanto, che l’orgasmo reciproco provato, le aveva letteralmente stordite. Quattro giorni prima del matrimonio, in un caldo pomeriggio di inizio maggio, Silvia, insieme a Luca, torna dall’ultima prova della cerimonia che si è svolta in chiesa, dove un prete molto pignolo, ha ripetuto per due ore ogni singolo passo e ogni singolo gesto. Entrambi, da quando sono saliti sulla vettura, sono rimasti in silenzio. Lei percepisce che c’è qualcosa fra di loro, che crea una lieve ansia. Quando lui sta per giungere all’uscita dalla tangenziale, che li riporterà alle loro abitazioni, lei gli chiede di proseguire fino al lago, onde raggiungere il posto un po’ appartato, che piace tanto ad entrambi. Giunti in quel piazzale che li ha visti felici, lei scende dalla vettura, si avvicina a quel masso piatto, dove, per la prima volta Luca, ha scopato Lucia. Seduta guarda il sole che sta quasi per tramontare sul lago, regalando uno spettacolo infinitamente romantico.
Lui le si avvicina, restando in piedi, e allunga le braccia ai lati del collo della sua donna che, quando ne avverte la presenza, stringe entrambe le mani, mentre spinge indietro la parte alta del busto, appoggiandosi con la testa sull’addome e gambe di Luca. Rimangono, per un tempo indefinito, entrambi in silenzio, quasi alla ricerca delle parole giuste per esprimere lo stato d’animo in cui entrambi si trovano.
E' Silvia che, per prima, rompe il silenzio. La sua voce ha qualcosa di malinconico, velatamente triste.
«Amore, sono stanca! Mi sembra che da quando siamo tornati dalla vacanza in Olanda, la nostra vita è stato un susseguirsi di corse, senza mai avere un istante per noi».
Luca, ascoltate quelle parole, con un tono decisamente pacato, le risponde:
«Non mi stupisce la tua stanchezza; fra il lavoro, il supporto ai preparativi per il matrimonio dei nostri amici, il sesso alquanto estenuante con Andrea, in aggiunta a quello che fai con Dario e i suoi amici, è normale che tu sia stanca».
Silvia, nel sentire con le parole, avverte un forte dolore al petto, una paura, un qualcosa che attanaglia il suo cuore, che le provoca una intensa commozione, che lei esterna scoppiando a piangere. Lui resta in silenzio, lasciando che lei si sfoghi, poi si siede di fianco continuando a guardare verso il lago. Silvia china il capo e, con voce rotta dall’emozione, ma soprattutto profondamente triste, riprende il discorso:
«Hai ragione. Comprendo di esser diventata una donna priva di ogni dignità. Da quando abbiamo iniziato il nostro gioco trasgressivo, mi son sentita così libera che, inconsapevolmente, ho creduto di poter fare qualsiasi cosa, senza tener presente che questa mia grande libertà poteva ferire qualcuno. È vero... ti ho tradito con Dario e con i suoi amici e l’ho fatto anche ripetutamente. Tutto questo non mi diverte più. Adesso è quasi fuori posto che ti dica che volevo mettertene al corrente. Non so come sei riuscito a scoprirlo, ma questo ormai credo che non abbia più importanza. Ho tradito la tua fiducia e, con essa, ho bruciato la cosa più bella che avevo al mondo: il tuo amore.
Sono stata una stupida; non mi sono resa conto che, con il mio comportamento, ha distrutto quanto di più bello mi era capitato nella vita.
Sono stanca di sentirmi una puttana, sono stanca di vederti umiliato da Andrea quando facciamo il nostro gioco. Sono stanca di essere uno strumento di piacere fra le braccia di Dario ed i suoi amici.
Volevo dirti che mi sembrava giunto il momento di fare un passo indietro, di ritornare ad essere solo noi due: una coppia. Però, avendo tradito la tua fiducia, a questo punto non credo sia più necessario aggiungere altro, se non il fatto che, se la nostra storia ora finisce, se avrò distrutto la cosa più bella che ho mai avuto nella vita, è stato per mia esclusiva colpa. Sei una persona meravigliosa, meriti di avere al fianco una vera donna, che ti ami, che ti rispetti e non una puttana, che alla prima occasione ti colpisce alle spalle».
Luca nel sentire quelle parole la volta verso di sé, la stringe con forza, mentre appoggia la sua guancia a quella di lei. Le sue parole sono cariche di emozione, mentre anche dai suoi occhi, ora, sgorgano lacrime copiose.
«Non ci provare! Non provare nemmeno lontanamente a pensare che io possa rinunciare a te. Io ti amo. Ti ho sempre amato e, pur di avere il tuo amore, ho accettato qualsiasi cosa, anche l’umiliazione che ne è derivata dal fatto che tu eri diventata l’amante di Dario e ti concedi ai suoi amici.
Io voglio vivere la mia vita con te, qualsiasi cosa questo possa comportare, ivi compreso avere le corna, esser umiliato, ma sempre con te e per te.
Da quando siamo tornati dal viaggio in Olanda, ho notato che sei cambiata. Mi sono accorto che non eri più la stessa persona, che quell’esperienza, in qualche modo, aveva cambiato il tuo modo di vivere il sesso.
Probabilmente solo io, che ti conosco meglio di chiunque altro, ho notato che ogni giorno che passava il tuo sorriso è diventato più forzato ed il tuo sguardo sempre meno brillante. Sentirti dire che hai voglia di tornare ad essere una coppia, mi fa capire che siamo arrivati ad un punto in cui è necessario tirare una riga e separare quello che è stato la nostra vita fino ad oggi, da quella che sarà da questo momento in avanti. Sposiamoci, diventiamo una famiglia anche noi, mettiamo al mondo dei figli e se ogni tanto avvertirai il desiderio di fare la puttana, io sarò ben felice di essere il cornuto che ti sta accanto. Questo, però, deve avvenire solo ed esclusivamente quando io e te ne sentiamo il desiderio. Deve essere il nostro gioco di coppia, non quell’obbligo, che mi sembra esser diventato in questi ultimi tempi».
Silvia scosta la guancia da quella di luca e lo guarda dritto negli occhi. Entrambi hanno il viso rigato dalle lacrime e, mai come in questo momento, lei sente di amare quell’uomo più della sua stessa vita. Le bocche si uniscono in un bacio carico di passione, sentimento e forte desiderio di essere solo sé stessi.
Quando si staccano, lei sale a cavallo su di lui e lo stringe al petto, mentre gli rinnova il suo amore.
«Ti amo! Luca, io ti amo! E come abbiamo sentito ripetere tante volte oggi pomeriggio da quel prete molto pignolo: voglio prendere te come mio unico sposo, prometto di amarti e rispettarti, ti garantisco, con assoluta certezza, che non sempre ti sarò fedele e che, ogni volta che vorrai, sarò disponibile ad esser la tua puttana e tu il mio adorabile cornuto, nel bene e nel male, finché morte non ci separi».
Luca non risponde, la tiene stretta forte al suo corpo, sente la sua erezione crescere e, con entrambe le mani, solleva la minigonna e le accarezza il culo.
Lei, eccitata da quel gioco e sentendo forte il desiderio di essere di nuovo solo ed esclusivamente la sua donna, si sposta quel tanto che basta per liberare l’uccello che sta chiuso nei suoi pantaloni, che fa scivolare fino alle caviglie. Subito si trova tra le mani quello splendido membro, che golosamente infila in bocca, facendolo gemere di piacere.
Poi Luca la distende sulla pietra e, tenendole le gambe ben aperte, la penetra, fino in fondo, e prende a pomparla con un ritmo lento e ben cadenzato, che ha visto fare da Andrea quando la scopa, facendola godere moltissimo.
Si rende conto che in quel modo la sua donna arriverà a godere in maniera più intensa, rispetto al modo frenetico che aveva di scoparla per il passato.
Silvia gode, lo stringe forte al petto, lo supplica di riempire quel suo ventre, con tutto il piacere che lui potrà darle. Lui però, dopo averla baciata, la solleva, continuando a restare piantato dentro di lei, poi torna a sedersi sulla roccia e lei, impalata su quel membro meraviglioso che l’ha fatta sempre godere, geme e gode nel sentirsi riempire da quello splendido palo di carne, che le arriva fin dentro l’anima. Si muove lentamente, assaporando il piacere, contraendo i muscoli come le hanno insegnato alla scuola delle puttane, fin quando viene scossa da un orgasmo forte, che lei urla, con tutto il fiato che ha in gola. Quando lui sente quell’urlo, si lascia andare a sua volta e le inonda la fica, mentre la tiene stretta al suo corpo. Anche lui grida, scarica in quell’urlo tutta la tensione, tutto ciò che accumulato in tutti quegli ultimi tempi. Restano abbracciati, mentre il sole sparisce dietro le colline, oltre il lago.
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inconsapevolmente cornuti. la scuola delle puttane.
Nella stessa sera, Alberto è a cena con Andrea. I due amici, amano di tanto in tanto, passare una serata in un posto molto particolare. È un casale sulle colline, adibito a piccolo ristorante, gestito da una coppia di origine sarda, che cucina piatti tipici di quella terra, e li serve in un ambiente ampio, ma ben suddiviso in maniera che, ogni singolo tavolo, risulti esser appartato e discreto.
All’inizio della cena, i due amici parlano di lavoro; Alberto racconta all’amico di come la sua socia, Stefania, si è impegnata in una causa di eredità che vede coinvolta una delle famiglie molto conosciute in città.
Alla lettura del testamento, la figlia legittima scopre la presenza di un altro erede, un figlio che il padre ha avuto in una relazione extraconiugale.
Ha, ovviamente, contestato la presenza di quel figlio illegittimo e si è rivolta ad un noto studio di avvocati che Andrea conosce molto bene in quanto, anche se in maniera molto soft, sono in competizione con quello di Alberto.
«Quindi, per l’ennesima volta ti trovi a doverti confrontare con Eleonora. Quella donna è ancora presente nella tua vita, nonostante il passato che c’è stato tra di voi.»
Alberto sorride e scuote la testa, mentre nella sua mente torna prepotente il ricordo dei quattro anni passati con quella meravigliosa donna. Poi, d'improvviso, era tutto finito e in maniera assolutamente inspiegabile. Con il tempo, si erano trovati a confrontarsi nelle aule dei tribunali, ma il lavoro era stato l’unico contatto, che i due avevano avuto, dopo quella inspiegabile separazione.
«Fortunatamente, non sono io che rappresento il figlio illegittimo, ma Stefania, che si confronta con il figlio di Eleonora. Il ragazzo è veramente in gamba, ma Stefania ha saputo tenergli testa ed ha portato la vertenza ad un punto decisamente importante. È riuscita a far emettere dal giudice un'ordinanza per ottenere l'esame del DNA. Se i risultati, che sono stati affidati a due laboratori specializzati, selezionati e tenuti segreti dal giudice, stabiliranno che il figlio illegittimo ha lo stesso DNA del padre e della sorella, Stefania avrà vinto. Così, nelle dodici udienze in cui ci siamo confrontati io ed Eleonora, risultano vinte metà per ciascuno, e la 13ª potrebbe avere un punto a vantaggio del nostro studio.
Per quello che mi riguarda, se mai dovessi avere un figlio con una donna, farò in modo di riconoscerlo, affinché abbia tutti i diritti possibili e immaginabili».
Andrea lo guarda e sorride, scuote il capo e, dopo aver bevuto un sorso di vino, contraddice il suo amico.
«Mi sembra un’affermazione pesante, detta da uno che non è sposato, che non ha eredi legittimi, che condivide l’amore e il piacere di una donna, che sta per convolare a nozze con un altro uomo. E, visto che siamo in tema, anche se in tutti questi anni non te l’ho mai chiesto, vorrei sapere, se possibile, cosa c’è stato di così grave da chiudere la storia con Eleonora, in maniera così netta e repentina».
Alberto lo guarda dritto negli occhi e, con un tono alquanto sconsolato, spiega finalmente il mistero.
«Mi ha tradito».
Andrea lo guarda stupito, incredulo, cerca di capire se il suo amico stia scherzando o se parli seriamente, ed Alberto gli chiarisce ogni cosa.
«Per quattro anni, ho vissuto in paradiso. Avere Eleonora fra le mie braccia era la cosa più bella del mondo. Poi ci fu un breve periodo, in cui lei era particolarmente nervosa e agitata e, sempre più di frequente, fra di noi si creavano bisticci e piccole incomprensioni.
Una sera, di metà estate, ero a casa sua e lei cercava le parole più adatte per dirmi una cosa molto importante.
Non ricordo per quale motivo era particolarmente nervosa, mentre lei, con la sua indecisione e titubanza, non fece altro che provocare l’ennesimo bisticcio. Indispettito, ho preso e me ne sono andato, lasciando la sua casa.
Dopo esser uscito dal cancello della villetta, sono rimasto diversi minuti appoggiato alla mia auto a fumare una sigaretta, giusto per schiarirmi le idee.
Mi sono calmato e dato del fesso, così sono tornato indietro, per cercar di far pace con lei e sentire che cosa aveva, di così importante, da dirmi.
Mentre mi avvicinavo alla casa, ho visto le luci del salone accese; non sono passato dal portone, ma son passato da giardino, così da entrare direttamente attraverso il finestrone aperto.
La scena che mi si è presentata davanti agli occhi, mi ha fatto gelare il sangue: Eleonora, a cosce aperte, si faceva masturbare da suo padre, mentre gli faceva un pompino. Quando lui si è reso conto della mia presenza, è scattato in piedi, mentre lei, che mi ha visto, ha emesso un urlo e poi è corsa verso di me.
L'ho guardata dritta negli occhi e le ho detto una sola parola: "Puttana".
Da quel giorno, son passati più di trent’anni. Quando ho saputo che aveva avuto un figlio, ho ipotizzato che fosse frutto della relazione con suo padre. Qualche giorno fa, ci siamo incontrati in tribunale e Michele, questo il nome del ragazzo, era in compagnia di Eleonora. Osservandolo bene ho notato un dettaglio cui, in tutti questi anni, non avevo mai fatto caso: una piccola voglia, sulla tempia destra, esattamente, come quella che puoi vedere sul mio viso; inoltre, a differenza della madre, che hai capelli rossi, i suoi sono dello stesso colore che avevo io, prima che diventassero bianchi. Ho allontanato da me l'idea che, forse, quella sera voleva dirmi che aspettava un figlio da me e, ancora oggi, rifiuto di credere ad una simile eventualità».
Andrea lo guarda, si rende conto della grande tristezza che ha avvertito nelle parole del suo amico. Poi cerca, in qualche modo, di cambiare discorso.
«Amico mio, la vita è decisamente strana. Hai perduto l’amore della tua vita e, adesso, stai ricostruendo la tua felicità fra le braccia di una donna che condividi con un altro uomo. Sei proprio sicuro che Lucia rappresenti, per te, il sogno che vuoi realizzare?»
Alberto ricambia lo sguardo, sorride e parla con parole decise, allegre e, soprattutto, intriganti.
«Non sono sicuro, ne ho la certezza assoluta! Quella femmina mi è così entrata nel sangue, che, se un giorno non la vedo, vado in astinenza come un drogato. Non più tardi di due sere fa, dopo che io e Marco l’abbiamo fatta godere fra le nostre braccia, mentre la guardavo andare verso il bagno, mi sono congratulato con il mio amico per il piacere che avevamo dato alla nostra donna. In quel preciso momento, mi sono domandato che cosa avrei provato, se Lucia, anziché godere fra le nostre braccia, si fosse alzata dal letto, per andare in bagno dopo aver goduto fra le braccia di un altro uomo diverso da me e dal suo futuro marito. È stato un attimo, un pensiero rapido ed improvviso, che mi ha procurato una potente erezione, nonostante avevo abbondantemente goduto con lei.
Marco ha notato questa cosa e, quando l’ho reso partecipe del mio pensiero, anche lui ha avuto la stessa mia identica reazione. Dovevi vedere lo stupore di Lucia quando, uscita dal bagno, ci ha trovato entrambi con i sessi duri e pronti a ricominciare a farla godere. Entrambi l’abbiamo scopata di nuovo, con rinnovato ardore, ma soprattutto con il desiderio di vederla realmente scopare con un altro uomo, al difuori del nostro triangolo. Ho condiviso con Marco questo mio desiderio e lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto veder realizzata un simile eventualità.
«Come potrei non amare una donna che riesce a sconvolgere la mia mente solo con questo semplice pensiero. Poiché siamo in vena di confidenze, vorrei sapere perché il mio amico, da qualche giorno, ha l’aria così felice, e rilassata. Cosa ti ha soddisfatto così tanto o cosa ti è capitato di così bello da renderti così felice?»
Andrea racconta all’amico la meravigliosa sera passata insieme a Silvia e Luca. La proposta che ha fatto a quella coppia di diventare, lui un cornuto sottomesso e lei la sua puttana. Quando si è reso conto che entrambi avevano il desiderio di intraprendere quel gioco così intrigante, che appagava i sensi di tutti, lui ha deciso di portare Silvia ad Amsterdam, nella scuola della signora Helen; di farle frequentare un corso per diventare puttana professionista. Nel sentire quel progetto, Alberto guarda stupito l’amico, cercando conferme per capire quale sia realmente il suo progetto.
«Vuoi portare Silvia, da Helen? Ti rendi conto, che la ridurrà ad una puttana da marciapiede? È questo che vuoi? Vuoi trasformare quella splendida ragazza in una troia da bordello?»
Andrea scuote il capo in senso negativo, sorseggia un po’ di vino e precisa all'amico quale è il suo progetto.
«Assolutamente no! Non voglio trasformare Silvia in una puttana da strada, ma in una troia d’alto bordo. Non deve prostituirsi, ma solo essere esperta nell’arte di amare, far godere, o meglio fare impazzire qualunque maschio che lei voglia avere fra le sue gambe. Voglio che impari tutti i trucchi, tutte le tecniche per essere una puttana perfetta. Probabilmente, nella sua vita, tutto questo non le sarà mai utile, ma, come tu sai, non si può sapere cosa il destino ci riserva. Inoltre, la cosa mi eccita particolarmente per il fatto che ho invitato anche Luca a venire con noi. Sapere che la sua donna sarà trasformata in una puttana professionista, eccita molto anche lui, al pari di me.
Adesso che ci penso, dovresti venire anche tu, insieme a Lucia, così da soddisfare il tuo desiderio di vederla godere fra le braccia di un altro maschio. Naturalmente, per chiudere il cerchio dovrai portare anche Marco».
Alberto riflette per un istante sulla proposta del suo amico, poi annuisce compiaciuto e trova che l’idea sia davvero intrigante. La sera del giorno successivo, quando, si trova in compagnia di Lucia, che gli fa compagnia a cena, in quanto Marco era impegnato con Luca alla solita partita di calcetto, Alberto espone alla ragazza la sua idea. Lucia rimane un attimo stupita, si rende conto che, anche a lei come alla sua amica Silvia si prospetta l’idea, di trascorrere una settimana, in una scuola per puttane e, dentro di sé prova un brivido così intenso, da inumidirle la figa.
Guarda Alberto con occhi carichi di amore, poi, dopo averlo baciato, gli dice che, se questo suo desiderio aumenta il piacere che lui prova nel tenerla fra le braccia, lei è disposta a fare di tutto per accontentarlo.
Quando ne parlano a Marco, costui per un istante rimane stupito, poi Alberto chiarisce che tutto serve solo per accrescere la bravura di Lucia nel farli godere entrambi, e non per trasformare la donna che amano in una puttana da strada. Marco guarda Lucia, vede negli occhi della donna il desiderio di provare questa nuova esperienza e, dentro di sé, già cresce il piacere di vederla trasformata in uno strumento di puro piacere fra le mani di gente esperta: questo pensiero gli provoca un'eccitazione immediata.
Velocemente passano i giorni che li separano da quel viaggio e in tutte e due le coppie cresce un misto di desiderio e timore.
Silvia, qualche giorno prima di partire, viene invitata da Dario a partecipare ad una sera insieme ad un piccolo gruppo dei suoi soliti amici. Oltre a lui, ci sarà Franco, Tommaso e Antonio. Hanno espresso il desiderio di poter assaporare ancora il piacere del suo corpo stupendo. Ovviamente lei non è obbligata a nulla, la serata può anche rappresentare semplicemente l’occasione per mangiare qualche buona pietanza, scambiarsi gli auguri per l’imminente festività pasquale. Riflette un poco su quella proposta. In questi ultimi giorni, le occasioni di fare sesso sono state ben poche.
Si sente carica e vogliosa; con Luca ha mantenuto fede all’impegno preso con Andrea, e sente la sua micetta che, all’idea di stare stretta fra quei quattro maschi, già sbrodola.
Scelgono di vedersi in una delle due sere in cui i ragazzi sono impegnati con il calcetto. Quando si presenta all’appuntamento, Dario rimane piacevolmente stupito nel vedere che Silvia, sotto il lungo cappotto, indossa una tutina leggera e molto trasparente, da cui, in un gioco di vedo non vedo, si nota che ha soltanto l’intimo.
Infatti è completamente nuda, con l’unica eccezione, di un reggiseno e relativo string di colore rosso amaranto, un reggicalze dello stesso colore cui sono agganciate calze nere con la riga dietro, che si dipartono da un bel paio di scarpe col tacco alto, per poi sparire sotto il cappotto.
La cena è organizzata nel villino di Antonio, in riva al lago.
Quando la vedono entrare, rimangono affascinati dalla sensualità che quella femmina esprime. Sono così eccitati che mangiano ben poco e, ben presto, si ritrovano tutti e quattro in camera da letto dove lei gode a ripetizione.
Quattro maschi la scopano ripetutamente in tutti buchi, alternandosi tra di loro, come la volta precedente, portandola sempre al limite del piacere, senza mai concludere.
Questa sensazione di prolungata eccitazione, sconvolge la mente che la ragazza fin quando, in preda ad un forte desiderio, implora i maschi di possederla e di riempirla del loro seme in ogni dove.
«Vi voglio! Basta, basta fare i bastardi! Voglio godere, altrimenti mi vesto me ne vado».
Tommaso, che in quel momento si stava facendo succhiare l’uccello, le prende il viso in mano e la guarda con occhi carichi di libidine, mentre dalla sua bocca escono parole che fanno eccitare Silvia ancor più.
«Sta zitta, puttana! Sei la nostra troia! Facciamo di te quello che vogliamo e, soprattutto, ti faremo godere solo ed esclusivamente quando ne avremo voglia noi. Adesso succhiami il cazzo e continua a chiavare».
Sentirsi così impotente, usata da quei quattro maschi a loro piacimento, ha su di lei una presa di incredibile lussuria.
Dopo averla a lungo usata, i quattro maschi iniziano a godere. Una volta che le hanno riempito ogni buco, ognuno di essi si fa succhiare il cazzo, fin quando, di nuovo duri e pronti, ricominciano a scoparla ed a farla godere tantissimo.
Quando escono da quella casa è già abbondantemente oltre la mezzanotte; viene riaccompagnata da Dario al parcheggio dove si erano incontrati, facendole lasciare lì la sua auto.
Silvia non sa che qualcuno ha osservato quello che lei ha fatto in quella casa.
Poi, finalmente, arriva la vacanza ad Amsterdam.
Dopo un breve volo, arrivano nella città olandese e vengono ricevuti da un solerte autista che, a bordo di un minibus, conduce quella insolita comitiva, presso uno degli hotel più rinomati della città.
Per l’occasione, Andrea ha prenotato una suite con due camere matrimoniali e una camera con due letti singoli, dove, per comune accordo, dormiranno Luca e Marco.
Nel pomeriggio, le ragazze vengono accompagnate da Andrea ed Alberto a fare la conoscenza della signora Helen che, quando vede le due splendide ragazze, ne resta particolarmente affascinata.
Andrea spiega che le ha accompagnate presso di lei con il preciso intento di trasformarle in due meravigliose escort.
La signora sorride compiaciuta e, dietro suo ordine, una splendida ragazza le prende in consegna. Poi precisa ai due uomini che potranno rivederle tutti i giorni, un’ora al giorno, quando loro ne avranno voglia; per il resto del tempo, saranno ospitate in un edificio poco lontano, rispetto a dove sono in quel momento, dove riceveranno tutti i dovuti insegnamenti per diventare due esperte puttane.
Silvia e Lucia si sentono eccitate ma, nello stesso tempo, intimorite dal compito che dovranno assolvere.
Dopo aver raggiunto il nuovo edificio, le ragazze vengono fatte accomodare in quello che sembra essere un piccolo studio medico e, poco dopo, sono raggiunte da un uomo ed una signora, che le invita, prima a mettersi completamente nude, poi a sdraiarsi su quel lettino da ginecologo.
L’uomo le esamina attentamente, soprattutto controlla il loro orifizi. Anche il seno viene attentamente palpato, poi queste due persone se ne vanno e, poco dopo, arriva un uomo dalla mole imponente.
Parlando semplicemente in inglese, le invita a seguirle e poi, una volta entrati in una stanza, iniziano il loro percorso di addestramento erotico.
Il corso è composto da lezioni teoriche e pratiche. Nella teoria viene spiegato cosa una donna deve fare per portare un uomo a godere e velocemente. Nello stesso tempo, apprendono tecniche pratiche, per ritardare l’orgasmo, mantenere alta la libidine e portare la persona con cui si fa sesso, a desiderare ardentemente di raggiungere il piacere.
Nelle lezioni pratiche, le ragazze imparano ad aver confidenza con più maschi, dotati di membri di varie dimensioni, sia in lunghezza, che in circonferenza. Inoltre, mediante l’utilizzo di falli artificiali, imparano a godere e far godere altre persone. Le ragazze si dimostrano molto brave e diligenti; imparano in fretta e, già dopo due giorni, la signora si complimenta con Andrea per quelle due splendide fanciulle, che le sono state portate a far la sua conoscenza.
«Silvia è una femmina che ama molto di più il sesso penetrativo, gode moltissimo e, soprattutto, ha imparato le tecniche necessarie per far godere un uomo, anche rimanendo perfettamente immobile, come da lei espressamente richiesto.
Lucia, invece, è molto portata per il sesso orale. La sua capacità di ingoiare membri, anche di notevoli dimensioni, fanno di lei una femmina particolare, detta "da gola profonda".
Insieme le due donne costituiscono una coppia di vere puttane. I loro veloci progressi nell'insegnamento, sono dovuti ad una semplice, ma fondamentale differenza: entrambe sono portate ad apprendere quelle tecniche, perché amano il cazzo e ne sono affascinate. Questa peculiarità fa la differenza, fra loro che hanno il desiderio di imparare, e tante altre, che purtroppo sono per la maggior parte, costrette ad imparare.
Se continuano di questo passo, il corso, che di solito si compone di sette giorni, da loro sarà completato al massimo in quattro/cinque giorni».
I due uomini sono molto soddisfatti. Per tutto il tempo in cui le donne sono state impegnate nell’apprendimento, hanno tenuto compagnia a Marco e Luca. Passare del tempo insieme a loro, è servito a rafforzare la loro amicizia e far emergere una certa complicità che fa convincere i giovani che il risultato finale sarà davvero eccellente.
Sapere che hanno lasciato due giovani donne e, ne riceveranno in cambio, due fantastiche puttane, li rende particolarmente galvanizzati.
Nei quattro giorni trascorsi in città, la terza sera escono tutti e sei assieme; vanno a cena in un ristorante con le ragazze che indossano abiti molto eleganti e tali da attirare l’attenzione di tutti i commensali. Dopo cena, si trovano tutti e sei nella suite.
Andrea, per ricompensare la devozione di Luca, gli concede di scopare la sua donna e di godere liberamente nel suo corpo. Questa concessione mette in subbuglio i sensi del ragazzo, che la possiede sotto lo sguardo attento delle altre persone, che scrutano tutto il piacere che quei due giovani si scambiano, ma, soprattutto, restano irretiti nel vedere l'abilità di quella femmina, che già è in grado di applicare le prime nozioni sulla tecnica di far impazzire un uomo.
Alla fine del quinto giorno, la signora convoca Andrea e Alberto e comunica loro che le donne hanno raggiunto l'esito desiderato; ora sono pronte per svolgere l’attività di puttane.
Lei, però, mostra di rammaricarsi, perché tanta bravura non sarà adeguatamente sfruttata.
Lei è la titolare di una agenzia, che utilizza una ventina di ragazze come escort professioniste, oltre a circa altre dieci che si espongono in vetrina.
Poiché in quel paese la prostituzione è legale, le ragazze si dispongono sdraiate su dei divanetti, davanti a delle vetrine e, chi passa e vede la “merce esposta”, può decidere di entrare e, a quel punto, la ragazza lo accompagna sul retro, dove consuma il suo piacere, per poi tornare di nuovo ad esporre le sue grazie, come un qualsiasi altro oggetto che si può vendere.
Mentre assaporano un piccolo rinfresco, la signora prende Andrea in disparte e, quando egli estrae dalla tasca una busta con dentro una cospicua somma, costituente il compenso per l'opera compiuta sulle due femmine, lei rifiuta il danaro e gli fa una proposta.
«Non voglio i soldi pattuiti, al contrario, ho bisogno di un favore. Domani sera, ho una piccola ed esclusiva festicciola, dove sono presenti dieci persone. Parliamo di gente molto facoltosa, altolocata, politici e, addirittura, un ecclesiastico.
Mi servono cinque donne perfette; al momento ne ho solo tre, quindi le due ragazze sarebbero perfette per completare la mia squadra».
Andrea la guarda stupito, poi non può far a meno di sollevare qualche obiezione.
«Non credo che questo sia possibile; la prego, accetti i miei soldi e chiudiamo qui la faccenda. Del resto, ammesso che io e il mio amico fossimo d’accordo, di certo non riusciremmo a convincere le due ragazze a prostituirsi. Questo, per noi, è solo un gioco e, per loro, non è certo un lavoro. Ha tante bellissime ragazze, perché le servono proprio queste due?»
La signora spiega che quella comitiva è MOLTO esclusiva. Pagano una cifra notevole e vogliono ragazze assolutamente perfette. Sembra paradossale, ma in una nazione dove le droghe leggere sono legali, questa comitiva esige scopare con donne che perentoriamente non fanno uso di droga.
"Ho fatto il test alle sue ragazze e sono risultate pulite al 100%. Anche le altre tre, che già ho, sono nella stessa condizione, mentre tutte le altre non mi garantiscono in questo senso".
Consiglia ad Andrea che, per convincerle, può spiegare alle ragazze che, partecipare alla festa, che si terrà la sera successiva, sarà come trampolino, onde verificare che il corso per "puttane" ha raggiunto il suo obiettivo. Inoltre, quelle dieci persone pretendono la totale riservatezza, la massima discrezione e per questo pagano cifre esorbitanti, cui una cospicua percentuale finirebbe nelle tasche delle sue amiche. Potrebbero guadagnare, in una sera, giocando bene le loro carte, l’equivalente di un intero anno di lavoro, ben retribuito.
Lo sollecita, quindi, di fare almeno un tentativo; le basta una risposta entro, e non oltre, le 10.00 del giorno successivo. Gli assicura che dovranno solo dimostrare di aver ben imparato l’arte di sapere offrire il piacere con il proprio corpo.
Tutti e quattro se ne vanno e raggiungono i due ragazzi nella suite, dove tra baci e abbracci, tutti si complimentano con loro per aver raggiunto lo scopo.
Solo Andrea sembra quanto pensieroso e la cosa non sfugge ad Alberto, che cerca di capire quale possa esser il problema che affligge l'amico.
Avuta la spiegazione, rimane per attimo stupito, poi viene preso da una forte erezione, difficilmente da controllare. Andrea lo guarda, cercando di capire, mentre lui, senza dare nessuna risposta, si avvicina a Lucia e, abbracciandola da dietro, la fa piegare davanti a tutti e prende a scoparla con irruente passione. Marco vede la scena e si unisce al gioco, mentre Luca, a sua volta eccitato, accarezza il corpo di Silvia, rimasta appoggiata al fianco di Andrea.
La scena è di quelle che non possono non sollecitare libidine e, in breve, anche lei, eccitata da quello che vede, si inginocchia davanti agli uomini.
Una volta estratti i loro cazzi già duri, inizia uno splendido lavoro di bocca che, ben presto porta Luca a godere nella sua gola, mentre Andrea la solleva e sistematala sdraiata sul divano, la scopa quasi con furia. Placati i loro bollenti spiriti, tutti e quattro, se ne stanno seduti, mentre le due donne si rifugiano in bagno per darsi una rinfrescata ed eliminare il seme che hanno ricevuto nel ventre. In quel momento, Alberto mette al corrente anche i due giovani amici della proposta che aveva ricevuto Andrea.
Per un lungo istante i due ragazzi restano sbalorditi, poi, guardano verso Andrea, il quale spiega che la festa, cui eventualmente dovrebbero partecipare le ragazze, sarà l'equivalente di un esame che dimostrerà se il loro stato di preparazione e livello di apprendimento, sia stato ottimale. Inoltre saranno abbondantemente ricompensate, cosa che costituisce il reale contesto nel quale hanno deciso di approdare, ma la cui decisione spetta di certo alle due donne. Silvia, tornata per prima dal bagno, ha sentito quello che i ragazzi hanno detto, ed aspetta il ritorno dell’amica; poi, dopo averla messa al corrente di quanto riguarda loro, scruta con attenzione l’amica, in attesa di una sua risposta. Dentro di sé, però, avverte uno strano piacere, quella particolare sensazione, unica, da cui è avvolta ogni volta che si trova in compagnia degli amici di Dario. Questa volta, però è inclusiva di una novità: l’idea di esser pagata, come una vera puttana, le procura un senso di illanguidimento, che la porta di nuovo ad inumidirsi.
Lucia guarda i suoi uomini, si rende conto che nessuno dei due è contrario a questa nuova esperienza e propende per il sì, perché, nel suo intimo, pensa che sia una cosa che, almeno una volta nella vita, vada provata. L’idea di vendere il suo corpo, le dona una sensazione incredibile, mai provata, ma che le fa venire le farfalle allo stomaco.
Silvia si avvicina a Luca, lo bacia, poi abbraccia anche Andrea e, stretta fra i due, guarda Lucia che l’ha appena imitata con i suoi uomini, poi esterna il suo pensiero.
«Ammetto che questa sarà sicuramente una delle esperienze più elettrizzanti cui abbia mai partecipato in vita mia. Avete fatto di tutto per trasformarmi in una puttana e, adesso, è giunto il momento di verificare se ciò che ho imparato, vale il tempo e i soldi spesi. Sia ben chiaro che, facendo questa esperienza e, a partire da questo momento, ogni qualvolta avrò voglia di godere con un maschio, al di fuori del nostro contesto, avrò libertà di farlo a mio piacimento e a mia scelta. Spero che la cosa vi stia eccitando come, al solo pensiero, mi sto eccitando io. Adesso, se non ci sono obiezioni, vorrei passare una bella serata in allegria, insieme a voi».
Lucia si associa al parere espresso dall'amica e, dopo essersi vestite in maniera molto elegante, tutti e sei si recano a cena in un bel ristorante, nella parte vecchia della vecchia. L’ingresso di quelle due splendide donne, seguite da quattro uomini, suscita l’interesse degli uomini seduti ai tavoli, ma anche l’invidia delle signore che ammirano la bellezza dei cavalieri di quelle splendide fanciulle.
La serata scorre allegra e tranquilla. Nessuno fa più riferimento a quello che avverrà il giorno dopo, sembra quasi che tutto sia dimenticato, anche se, nel loro intimo, sia Lucia che Silvia avvertono un certo senso di inquietudine, di ansia, per quel che avverrà l'indomani. Dopo aver cenato, passano il resto della serata in una birreria a ridere e divertirsi, dove molti uomini si accostano alle ragazze e, nonostante la presenza dei quattro maschi, offrono loro da bere, facendo apprezzamenti anche piuttosto pesanti. Quando rientrano nella suite, Andrea suggerisce a Silvia di scambiare due parole con Luca, per accertarsi che non vi siano riserve mentali, che potrebbero sminuire la bellezza dell'esperienza che, a breve, si troveranno a vivere. I quattro amici si ritrovano nella camera dei due ragazzi e parlano liberamente di quello che avverrà la sera dopo. Presto le ragazze si rendono conto che i loro fidanzati sono particolarmente eccitati all’idea che le loro future mogli, almeno per una sera saranno delle escort di lusso, dove gente molto facoltosa potrà disporre a piacimento dei loro corpi.
In più si rendono conto che quei due hanno di nuovo il sesso bello duro, per cui li cavalcano e ci godono, fin quando li portano a svuotarsi in un orgasmo, seguito da un grido, solo parzialmente soffocato.
Consumato l’amplesso, le due ragazze ritornano nelle camere dove sono aspettate da Alberto ed Andrea.
Quando si infilano nei letti dei due amanti più maturi ed esperti, trovano che anch'essi sono eccitati. Allora Andrea fa distendere supina Silvia e, quasi d'improvviso, le entra dentro con un solo affondo. Lei lo guarda con meraviglia, mentre si gode quel sesso duro che le riempie la fica già abbondantemente lubrificata dal seme di Luca. Andrea la scopa con affondi lunghi e potenti, che le scuotono e fanno sobbalzare il suo corpo. La ragazza chiude gli occhi ed immagina che l’uomo che la sta scopando sia un cliente che ha pagato per godere del suo corpo.
Questa fantasia, unita al pompaggio forte e possente cui è sottoposta da Andrea, le provoca un orgasmo forte ed intenso che lei esterna, con un grido di piacere, mentre serra le gambe intorno al corpo di lui che, risucchiato dal movimento di quella vagina che gli sta letteralmente mungendo il cazzo, viene copiosamente dentro di lei.
Dopo esser venuto, lui scivola di lato, continuando a tenerla abbracciata. In silenzio, i due si tengono stretti e Silvia ascolta affascinata le parole che lui le sussurra con un filo di voce.
«È stato sconvolgente scoparti; sentire la tua fica piena del seme di un altro maschio, che anche se lo conosco, mi ha provocato una forte erezione, perché ho ipotizzato che, ad averti riempito, era un cliente che aveva pagato per averti. Se vuoi, puoi rinunciare ad andare a quella festa, ma, se decidi di accettare, son convinto che l’esperienza che farai sarà assolutamente indimenticabile. Sono io che ho deciso di farti diventare una puttana esperta, quindi mi aspetto da te una delle tue migliori prestazioni. Tutto il ricavato che otterrai dalla serata, io lo raddoppierò, così anche voi potrete portare avanti il vostro progetto di matrimonio. Credo che a Luca, sapere di spendere i soldi che tu hai guadagnato facendo la puttana per una notte, onde coronare il suo sogno di avere la fede al dito, che sancisce il suo essere tuo marito, gli farà arrivare il cazzo fin sotto la gola».
Silvia sorride, lo abbraccia forte, poi lo ringrazia per questa opportunità che gli viene offerta.
Il giorno successivo, dopo aver informato la signora che le due ragazze accettano, passano la mattinata in giro per la città come un gruppo di turisti, facendo foto e curiosando per i vari negozi, fin quando, alle 15:00 del pomeriggio, le due ragazze fanno ritorno nel palazzo dove hanno ricevuto il loro addestramento da puttane.
Da quel momento, una vera équipe di gente molto esperta si prende cura di loro. Vengono sottoposte a massaggi, trattamenti di bellezza, depilazione intima e, non ultimo, anche un clistere, per essere perfettamente pulite dentro e fuori. E' in quell'occasione che Silvia e Lucia, fanno la conoscenza delle altre tre ragazze, che, con loro, parteciperanno alla serata. Sono tre ragazze di nazionalità diversa.
Una è inglese e si chiama Ketty; poi c’è Olga, che viene da uno dei paesi baltici; la terza è francese e si chiama Ninette.
Le tre ragazze trattano amicalmente le due nuove conoscenze e, essendo già esperte di quel tipo di festicciole, elargiscono preziosi consigli.
Uno di questi è quello di mangiare qualche cosa prima di recarsi alla festa, in quanto pur trattandosi di una cena, loro saranno più impegnate a bere che a mangiare. Naturalmente è solo una questione di punti di vista, in quanto “mangeranno” tanta carne, ma non saranno mai sazie e ingoieranno tanti liquidi, ma non saranno mai dissetate.
Silvia sorride, perché ha perfettamente capito il doppio senso di quella frase. Quando giunge quasi l’ora di recarsi al ricevimento, le cinque ragazze vengono pettinate da esperte parrucchiere, che creano delle acconciature stupende e, per ultimo, giunge il momento di indossare dei bellissimi abiti da sera molto eleganti, e scarpe con dei tacchi a spillo non eccessivamente alti.
Quando le due ragazze si guardano nello specchio, Lucia sorride e fa un complimento alla sua amica:
«Silvia, questa sera sei così figa che, se fossi un maschio, ti scoperei»!
Quando escono, c’è una limousine che le attende, con i vetri oscurati, di conseguenza le ragazze non si rendono minimamente conto di quale sia la strada che stanno percorrendo.
Dopo circa una ventina di minuti, la vettura si arresta davanti al portone di una villa stupenda. Vengono fatte entrare e un signore, completamente rasato, spiega loro alcune regole, assolutamente inderogabili. Non è loro permesso fare alcun tipo di domande. Non devono assolutamente parlare, se non espressamente interrogate e, in ogni caso, rispondere sempre molto educatamente. Ubbidire ciecamente a qualsiasi cosa venga loro chiesta di fare. E, infine, viene raccomandato, che tutto quello che avverrà quella sera, quando usciranno dalla casa, dovrà completamente esser dimenticarlo. Se una sola parola o, anche semplicemente un’allusione su quello che è successo o hanno visto in quel posto, verrà riferita all'esterno, avrà per loro conseguenze imprevedibili.
Tutte e cinque le ragazze restano per un attimo in silenzio, intimidite da quanto appena detto dall’uomo. Poi, lo stesso, con uno smagliante sorriso, le invita a partecipare alla festa e divertirsi.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. la certezza delle corna.
Dopo che tutti e tre hanno dato sfogo al loro godimento, restano distesi sul letto. Andrea tiene abbracciata Silvia che, con la testa appoggiata sul suo petto, continua ad esser scossa dagli ultimi fremiti di piacere.
La sua mano accarezza il petto dell’uomo che l’ha fatta impazzire, e poi, lentamente, scende verso il basso ad accarezzare quel membro ancora turgido che, nonostante l’orgasmo, sembra non essere sazio.
Luca è inginocchiato di fianco a Silvia; guarda con estrema ammirazione la sua donna, che gli ha regalato quella fortissima emozione, e sente che tutto questo è sempre stato nella sua mente, lo ha sempre desiderato.
Con la mano accarezza il profilo di Silvia, che si gira verso di lui e gli sorride. Ricambia il sorriso, si abbassa e, con la mano, si impossessa del seno, ne succhia un capezzolo, facendo nuovamente gemere Silvia.
Lei distoglie le sue attenzioni dal cazzo di Andrea, si gira e, con entrambe le mani, solleva il volto del suo uomo. Le sue parole, fanno brillare gli occhi di Luca:
«Amore mio, credo che questa sera tu abbia finalmente preso atto della mia natura di donna che adora il sesso e che impazzisce nel donarsi ad altri uomini. Io ti amo e vorrei che la mia vita fosse indissolubilmente legata alla tua, ma deve anche esser chiaro, in maniera univoca, che io non rinuncio a godere fra le braccia di altri uomini. Sono consapevole che ti sto chiedendo di portare le corna in maniera continua e costante, quindi, come abbiamo stabilito prima di entrare dentro questa casa, è giunta l’ora che si prenda una decisione che avrà ripercussioni sul nostro futuro. Ho visto con quanto piacere mi hai osservato mentre godevo con lui e sono convinta che tu desideri che di poter continuare ad assistere a momenti come quelli di poco fa e, soprattutto, a goderne ancora».
Andrea ha avuto modo di ascoltare per intero il discorso di Silvia e poi ha rivolto la propria attenzione verso Luca, in attesa di una sua decisione.
Luca resta per un lungo istante in silenzio, con il capo chino, mentre dentro di lui vi è un grande conflitto.
La parte razionale di lui, lo spinge a prendere la sua donna e fuggire lontano, mentre quella più trasgressiva e perversa, lo sprona ad accettare la proposta di Andrea.
Quindi emette un profondo sospiro, solleva lo sguardo ed esterna il suo pensiero.
«Avevo immaginato un rapporto diverso da quello che mi state prospettando. Tanto per fare un esempio, immaginavo che noi tre potessimo avere una relazione di tipo condiviso, come lo è quella con Marco/Lucia e Luigi.
I due uomini sono innamorati della loro donna che, senza alcuna remora, accetta il loro amore e, soprattutto, l'intenso piacere che essi gli fanno provare allorché se li stringe fra le braccia. Sentire che, nel tipo di rapporto che stai prospettando, io non avrò alcun controllo su Silvia, mi lascia decisamente sconvolto. Avverto in me il terrore di perdere la donna che amo e che questa sera mi ha regalato una emozione fortissima, ma, nello stesso tempo, mi ha fatto provare un dolore profondo, mentre la vedevo godere fra le tue braccia.
Ho avuto la concreta sensazione che, in quel momento, io ero lontano anni luce nei suoi pensieri, mentre lei era profondamente legata a te, che l’avevi portata ad un livello di piacere che io non le avevo mai dato.
Avrò bisogno di un po’ di tempo per elaborare questa nuova condizione, anche alla luce di come prospettata. Ammetto di aver provato un forte piacere nel sentirla godere, ma, allo stesso tempo, ho avvertito la tremenda sensazione di perderla».
Andrea guarda Silvia, poi allunga un braccio e attira Luca vicino a loro. Li guarda entrambi negli occhi, poi, dopo un attimo di riflessione, torna a parlare ad entrambi con voce convincente e sicura.
«Comprendo perfettamente i tuoi timori, ne avrei sicuramente anch’io se fossi al tuo posto, ma forse non sono stato sufficientemente chiaro, quindi vorrei precisare alcuni importanti dettagli.
La condizione che vi sto prospettando, riguarda solo, ed esclusivamente, il tempo in cui noi tre, come in questo momento, ci troviamo in intimità.
Al di fuori di questo contesto, voi due dovete essere una coppia più che felice, unita e, soprattutto, complice. Io chiedo solo di poter godere con lei ogni qualvolta ci sia la possibilità di farlo insieme. Come ora, desidero avere tra le mani una femmina che esprima il massimo della sua voglia, della sua libidine e, soprattutto, si lasci andare a mostrarsi sufficientemente "zoccola" per renderti gran cornuto. Possiamo anche ipotizzare situazioni dove io, con lei, partecipiamo a giochi o eventi, dove lei potrà ostentare la sua bellezza, perciò, sarà esibita e, eventualmente, usata a mio piacimento, per trarre piacere sia per me che per te, anche se non sarai presente.
Al di fuori di questi eventi, mi aspetto che voi due siate una coppia felice, che presto convoliate a nozze, per poter rendere ancora più soddisfacente la tua condizione di magnifico cornuto.
Avere l’anello al dito, sancisce di diritto la sua appartenenza a te come moglie, ma, rende anche palese a tutti che, ogni volta che lei si troverà a godere con un altro uomo, tu ne godrai alla grande, come si addice ad un cornuto.
Come ti ho detto solo con questo principio, molto intimo e riservato, noi potremmo sviluppare il nostro gioco, coinvolgendo, se necessario, solo persone assolutamente fidate.
Al di fuori di tutto questo, spero solo di esser un buon amico con cui condividere gioie e dolori».
Nel sentire quelle parole, il volto di Luca si illumina di gioia, si gira verso Silvia, la bacia stringendola forte al petto, poi, le esprime il suo desiderio, la sua volontà, di fare di lei lo strumento del piacere suo e di Andrea che, a questo punto, avrà il compito di trasformarla in una perfetta donna di piacere.
Lei dovrà diventare lo strumento che, nelle mani dell’artista, dovrà vibrare per esaltare il piacere alla maniera di una musica melodiosa, capace di incendiare i sensi di Luca.
Silvia bacia Luca con passione, poi si gira verso Andrea e bacia anche lui, quindi, lentamente, scende lungo il petto di quell’uomo che la sta trasformando, che sta facendo emergere la gran puttana che è dentro di lei.
La sua bocca dopo aver indugiato sui capezzoli, scende lungo il corpo fino a raggiungere quel membro, che sotto le abili carezze di quelle labbra infuocate, diventa di nuovo un palo duro e nodoso, pronto a soddisfare ancora la sua voglia di godere.
Mentre lei è intenta a far godere Andrea con la bocca, lui, con un cenno del capo, invita Luca a prendersi cura di quel meraviglioso culetto che lei, piegata in avanti, mette in bella mostra.
Luca si inginocchia dietro di lei, lecca e lubrifica il grinzoso buchetto, che si apre e contrae sotto la stimolazione della sua lingua. Quando solleva il capo, si rende conto che lei ha di nuovo portato il membro di Andrea in perfetta erezione.
Allora si sposta, in attesa di un nuovo ordine da parte di Andrea.
Anche Silvia rimane piegata, in quella posizione, mostrando con orgoglio l'esito ottenuto per la sua bravura di lingua e bocca.
Andrea s’inginocchia dietro di lei, con il cazzo bello dritto, pronto ad affondare in quel foro palpitante che è in struggente attesa di riceverlo; rivolge lo sguardo verso Luca e, tacitamente, gli impone di darsi da fare. Il ragazzo, fraintendendo su quelle che sono le intenzioni di Andrea, si avvicina, afferra il pene dell'uomo e lo appoggia al buchetto, quando la voce di Andrea lo blocca.
«Prima, hai lubrificato questo splendido fiore che intendo cogliere, ma, per farlo, devi prima inumidire anche la punta del mio cazzo».
Luca si abbassa e, senza alcuna esitazione, prende in bocca buona parte di quel membro duro, lo bagna con la saliva, con cui ne ricopre la punta, e poi lo appoggia di nuovo fra le chiappe di Silvia, che portate le mani dietro, le ha dilatate al meglio per agevolare l’entrata di quel membro stupendo, che sta per donarle ancora forti emozioni.
Andrea lo spinge dentro, scivolando agevolmente e senza trovare nessun impedimento; prende atto che quel culo è ben aperto e molto disponibile a ricevere fino in fondo la sua ottima dotazione.
Quando il suo corpo aderisce ai glutei di Silvia, la prende per i fianchi e inizia a pompare quel meraviglioso frutto proibito. Silvia gode immediatamente, incitandolo a scoparla più forte del culo.
«Sfondami! Spingilo tutto dentro! Lo voglio sentire fino in gola! Andrea scopami! Spaccami il culo! Fai vedere come si deve scopare una troia rotta in culo, come me».
Andrea continua a sbatterla con un buon ritmo, poi allunga una mano e afferra i capelli di lei, tirandoli con forza.
Silvia sente quella presa forte e determinata, che la costringe a inarcare la schiena, a spingere ancor più indietro il culo, così da ricevere per bene quel cuneo di carne, che ora le è dentro, la riempie e la fa godere.
Luca, inginocchiato al suo fianco, masturba e gioca con i seni della ragazza, poi viene invitato da Andrea a sdraiarsi sotto di lei, a leccare la figa della sua donna, che sta godendo a ripetizione sotto i colpi del maschio che le spacca il culo.
Per due volte, Silvia viene scossa da orgasmi intensi e forti, poi cambiano posizione. Ora Andrea è seduto con le spalle appoggiate alla spalliera del letto, e Silvia gli è salita in groppa, infilandosi ancora nel culo quel cuneo di carne.
Gode ancora, mentre Andrea succhia e morde con forza i suoi seni, procurandole ancora altro piacere.
Luca è estremamente felice nel costatare che quel maschio sta facendo letteralmente impazzire la sua donna. Si masturba fin quando, prossimo all’orgasmo, si avvicina a Silvia pronto a riversare su di lei il suo piacere, ma viene bloccato da Andrea.
«Cornuto, non ti permettere! Solo io ho il diritto di farcire i buchi di questa troia, inondare la sua bocca e ricoprirle il corpo con il mio seme. Se vuoi, ti posso concedere il privilegio di venire sopra uno dei suoi piedi, ma poi devi immediatamente leccare la tua sborra, altrimenti non ti permetterò mai più lordare il suo corpo».
Quella strana e perversa offerta fa eccitare ancor di più Luca, che le riversa tre schizzi generosi fra le dita del piede destro, poi, avidamente, sotto lo sguardo divertito di Silvia, succhia e lecca ogni singola goccia del suo seme.
Completato il lavoro di pulizia, Andrea spinge Silvia sotto il suo corpo, le solleva le gambe, si sfila dal culo, e lo pianta di nuovo dentro il ventre di quella femmina, che trova abbondantemente bagnata ed eccitata.
«Sei una vacca! Sei talmente bagnata ed eccitata, che il mio cazzo sembra entrare in un recipiente colmo della bava di lumache. È evidente che, godere sul mio cazzo mentre umilio e sottometto quel cornuto del tuo uomo, ti fa godere immensamente e, certamente, in maniera più intensa di quanto tu abbia mai goduto. Adesso provvedo a farcire di nuovo questo buco, per il mio ed il tuo piacere, ma, soprattutto, per quello di questo cornuto che poi dovrà ripulire fino all’ultima goccia».
Luca è estasiato nel sentire quelle parole e aspetta con ansia il momento in cui lui Andrea riverserà dentro il ventre della sua donna tutto il suo seme, per poi poterlo leccare con cupidigia.
Dopo un ennesimo orgasmo di Silvia, anche Andrea le inonda l’utero, scaricando dentro di lei un'abbondante dose di seme, che va a mischiarsi con il nettare di cui è già piena, formando un cocktail di umori sicuramente saporito.
Silvia si gira verso Luca, che è pronto a posizionarsi fra le sue gambe. Disteso, accoglie di buon grado che Silvia gli ponga la fica sulla sua bocca, consentendo che egli ripulisca, con la lingua, fino all’ultimo residuo del seme che quel maschio le ha così generosamente schizzato dentro.
Assolto a quel compito, Andrea lo prega di andare in cucina, dove, in frigo, troverà una bottiglia di spumante e, unitamente a tre calici già pronti, di portare il tutto in camera, in quanto vuole festeggiare questo momento così particolare.
Appena Luca è uscito dalla stanza, Andrea si volta verso Silvia e, con tono pacato, ma deciso, le pone una precisa domanda:
«Quanti cazzi ti sei presa nel culo? Non mi dire che è stato lui ad aprirtelo così bene, perché non solo non credo ne sia capace, ma non ha nemmeno l'attrezzo giusto. Un culo ben aperto, elastico, come ho trovato il tuo, deve aver preso tanti cazzi ed anche grossi, per esser così collaudato. Voglio la verità e, se lui non ne è a conoscenza, vuol dire che rimarrà un segreto tra noi».
Silvia, a bassa voce, gli racconta l’esperienza fatta insieme a Dario con i sei maschi. Andrea, sorride compiaciuto, poi al ritorno di Luca con il vassoio, interrompe il discorso, offre una coppa ricolma di champagne a Silvia e, sollevata la sua coppa, propone un brindisi cui gli altri si associano in completa allegria.
«Voglio brindare a questa giovane, e poco esperta puttana, che questa sera mi ha fatto godere, ma che intendo trasformare in qualcosa di ancor più lascivo.
Per fare questo, ti porterò con me, durante le prossime vacanze pasquali.
La destinazione sarà Amsterdam, dove una persona, che gode della mia massima fiducia, dirige una delle più rinomate scuole per "puttane".
Ti insegneranno le migliori tecniche per far godere un uomo a tuo piacimento, decidendo tu, quando e come egli dovrà raggiungere il piacere. Hai già mostrato una certa esperienza, ma con il suo insegnamento diventerai una "geisha" di classe. Farò di te una troia, capace di soddisfare ogni mio capriccio, ma, soprattutto, di far impazzire un uomo in ogni modo possibile. In questo voglio sperare che tu, Luca, sia d’accordo con me, perché questo mio desiderio, in un certo qual modo, viola l’accordo che abbiamo stabilito.
Per ricompensare questa stravaganza mi farebbe piacere che anche tu venissi con noi ad Amsterdam».
Luca annuisce, conferma la sua disponibilità e, soprattutto, si dichiara particolarmente entusiasta all’idea che Silvia possa frequentare un corso, che la trasformi in una vera puttana.
Silvia, mentre sorseggia il suo spumante, avverte dentro di sé uno strano brivido, una leggera inquietudine e, nello stesso tempo, il desiderio forte di provare questa nuova esperienza. Restano insieme ancora un po’ per definire altri dettagli.
Infine Andrea esorta Silvia che, a partire da quel momento, dovrà andare in giro, anche in ufficio, senza mai indossare l’intimo. Sapere che lei è costantemente con la fica al vento, lo eccita oltre ogni immaginazione. Inoltre, quotidianamente, le impartirà istruzioni che lei dovrà osservare alla lettera.
Anche Luca, al pensiero di sapere che lei sarà sempre nuda sotto, avverte una specie di eccitazione che non sfugge all’occhio attento di Andrea, il quale ribadisce che solo lui ha il diritto di godere dentro Silvia.
Quindi, a partire da quel momento, a Luca non è più concesso di scopare Silvia. Solo una volta a settimana, egli potrà masturbarsi in sua presenza, e potrà sborrare sui suoi piedi, ma poi, come da prassi ormai consolidata, dovrà ripulire ogni traccia del suo seme. Dovrà, in ogni caso, evitare in tutti modi di sporcare il corpo di lei. Luca guarda entrambi un po' strabiliato, poi, chinando il capo, accetta quanto gli viene imposto. Andrea gli dà una pacca sulla spalla e gli fa una promessa.
«Se da oggi, fino a quando non saremo arrivati ad Amsterdam, rispetterei quanto ho appena stabilito, ti prometto, che la tua devozione sarà ampiamente ricompensata».
Mentre si rivestono, Silvia riesce a rimanere un attimo sola con Andrea, gli chiede quale deve essere il suo comportamento nei confronti di Dario. Andrea le sorride, poi, sicuro che Luca non lo ascolta, chiede un ulteriore chiarimento.
«Il tuo comportamento deve essere lo stesso di sempre. Ti considero da questo momento la mia puttana, ma sapere che fai la troia anche con lui, non fa altro che accrescere ancor più il mio desiderio di trasformarti, di fare di te la vacca che ho sempre agognato avere tra le mie mani. Per il momento, continua a mantenere il segreto con lui».
Quando giungono sulla soglia, Andrea bacia con trasporto e passione Silvia, poi si gira e la spinge delicatamente fra le braccia di Luca.
«Abbi cura di lei che, se per te è importante, per me lo è anche di più, in questo momento: la considero la cosa più preziosa che ho. Mi aspetto da entrambi che abbiate lo stesso comportamento di sempre, uguale ed assolutamente normale per quello che concerne la vita di tutti i giorni. Sono convinto che terrete fede al patto che abbiamo stabilito fra di noi; in ogni caso, se deciderete di cambiare idea, anche se con profondo rammarico, rispetterò la vostra decisione. Siete solo voi due, che potrete decidere, se farò parte o meno del vostro gioco».
Mentre percorrono la strada verso casa, Silvia sente, dentro di sé, una certa inquietudine. È attratta, affascinata, da tutto quello che Andrea le ha proposto, ma avverte anche una certa paura, teme di non essere all’altezza del compito che le è stato attribuito. Inoltre non ha ancora la certezza che Luca sia perfettamente convinto di voler percorrere la strada che hanno appena imboccato.
Si appoggia con la testa alla spalla del suo amato, lo bacia sul collo, poi con voce languida, cerca di capire lo stato d’animo del suo uomo.
«Amore, sappi che ti amo da impazzire, e ti ringrazio di avermi fatto godere con Andrea, sotto il tuo sguardo vivamente entusiasta. Però, dentro di me, avverto dei sentimenti contrastanti. Sono convinta che la strada che abbiamo deciso di intraprendere, sia quella che ci regalerà le emozioni più belle che si possono mai immaginare, ma, nello stesso tempo, mi spaventa un po’ quello che tutto questo comporta. Non sono sicura di essere all’altezza dell’impegno assunto, ma con il tuo aiuto, credo di poter superare queste mie perplessità. Spero di poter contare sul tuo pieno appoggio, sulla tua assoluta complicità allo scopo di realizzare questo nostro sogno. Vorrei sapere se anche tu provi le mie stesse incertezze».
Luca la stringe forte, la bacia sulla guancia, poi, dopo aver fatto un lungo respiro, le risponde con tono pacato, ma deciso.
«Onestamente parlando, per un attimo, ho avuto il terrore di averti perduta per sempre, soprattutto quando ti ho visto godere di lui in maniera così intensa e profonda. In quel momento, dentro di me, la paura che tu, in qualche modo, avresti preferito continuare la tua vita con lui, è stata tanta.
In quel momento l’angoscia ha sopraffatto tutto il piacere che stavo provando nel vederti finalmente con un altro uomo. Andrea probabilmente si è reso conto del mio stato d’animo, ed ha messo ben in chiaro tutta la questione; allora ho capito e la mia paura è svanita; ho sentito dentro di me il desiderio e la ferma convinzione che il cammino, che vogliamo intraprendere assieme, ci porterà senz’altro a vivere le emozioni che abbiamo sempre desiderato.
È stato in quel momento che ho capito che, in questo gioco, ogni elemento non può in nessun modo giocare da solo, ma deve avere l’assoluta complicità degli altri due elementi. Io, senza di te, non sarei nulla. Tu, senza di noi, non sei nulla, e la stessa cosa vale per Andrea: infatti lo ha ribadito, quando ci ha salutato davanti al portone.
Può sembrare strano, ma sono convinto che l’essenza del gioco, non è in quello che facciamo, ma in quello che succede nella nostra mente, a livello psicologico. Per tanto tempo, ti ho immaginato fare la troia con un altro uomo e, questo, ha sempre portato la mia eccitazione ad un livello altissimo.
Anche tu sei sempre stata eccitata all’idea di scopare con un altro, mentre io ti guardavo. Andrea, allo stesso modo, ha desiderato ardentemente il tuo corpo, quindi, come vedi, il piacere non è, in sé e per sé, nell’atto sessuale, ma nel piacere che ognuno di noi raggiunge nella propria mente.
Se, per arrivare a questo, tu devi scopare con lui ed io ti devo guardare mentre lui ti fa godere, allora significa che il gioco ha raggiunto il suo scopo.
Anche l’idea che lui ti voglia trasformare in una puttana di gran classe, scatena nella mia mente immagini e scenari incredibili, che, come vedi, nonostante abbia già abbondantemente goduto, mi fanno di nuovo eccitare».
Silvia si sente rincuorata a quelle parole. Conferma di condivide anche lei il suo stesso pensiero, giungendo alle stesse, identiche conclusioni di Luca.
Allunga la mano e l’appoggia sul sesso duro del suo uomo, poi senza aggiungere nulla, gli apre i pantaloni, ne estrae il sesso teso e duro e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, si abbassa e lo prende tutto in bocca.
Luca rimane meravigliato; cerca di capire le sue intenzioni.
«Amore che fai? Se continui così, finiremo per fare un incidente; lo sai che la tua bocca mi fa impazzire. Inoltre abbiamo fatto un patto con Andrea e questo che mi stai facendo, non mi sembra che lui lo abbia contemplato».
Silvia, per un attimo, si sfila quel membro duro e palpitante dalla bocca, poi, con un fil di voce languida, lo invita a fermare la vettura, perché ha intenzione di andare fino in fondo.
Luca entra nel primo parcheggio che vede e, quando la vettura è immobile, dopo un profondo respiro si lascia andare ad un gemito di puro piacere e riversa quel po’ di seme, che ancora ha nelle palle, dentro la bocca della sua donna, che lo riceve, lo lecca e succhia, fino all’ultima goccia.
Dopo aver ripulito perfettamente quel membro, solleva il viso e la sua bocca si incolla a quella del suo uomo, condividendo con lui lo sperma che ha in bocca. Quel bacio, carico di passione, suggella in qualche modo la loro unione. Quando si staccano da quel bacio, Silvia lo guarda dritto negli occhi e, con voce decisa, lo rende partecipe della sua decisione.
«Non abbiamo violato nessun patto. Andrea ha specificato che mi farà diventare una puttana, che tu non mi puoi scopare e, solo una volta a settimana, puoi sborrare sui miei piedi, ne consegue che tu, per sfogare la tua voglia, sei venuto in questo parcheggio, dove hai rimorchiato una puttana che ti ha appena fatto uno splendido pompino».
Luca è entusiasta delle parole di Silvia, la stringe con forza al petto e, mentre la bacia, vede che i suoi occhi brillano di felicità.
Dopo quella sera, la vita continua a scorrere abbastanza frenetica.
Come ogni mattina Silvia riceve da Andrea il suo messaggio di buongiorno e, come sempre durante la giornata, lei trova un attimo di tempo per dialogare con lui, che discretamente si informa sullo stato d’animo della sua puttana.
A volte le chiede di andare in bagno, fare una foto della sua fica nuda e di inviarla a Luca, per mantenere forte il desiderio di lei.
Passano alcuni giorni e il lavoro, lentamente, riprende i soliti livelli, poi, finalmente, le due coppie riescono a trovare un momento per trascorrere una serata insieme. L’occasione è offerta dall’ultimo sabato del mese, quando, seduti al tavolo di una pizzeria, ascoltano Marco e Lucia che fanno il punto sui preparativi per il loro matrimonio. In sostanza hanno quasi ultimato ogni preparativo, mancano solo piccoli dettagli a definire qualche giorno prima della cerimonia. Ad un tratto, Marco, fissando i due amici, rivolge loro una domanda secca e precisa.
«Ho notato che, da un po’ di tempo, voi due avete un’aria felice, rilassata e soprattutto tanto innamorata. Ne ho parlato con Lucia e, anche lei, ha avuto la mia stessa impressione: ha soprattutto notato che tu Silvia sei la felicità fatta persona.
Ci piacerebbe sapere, se vi è qualche novità che vi rende così particolarmente felici.»
Silvia, guarda Luca, poi sorride con aria complice e, fissando gli amici negli occhi, rivela il segreto della loro felicità.
«Finalmente, Luca è riuscito a coronare il suo sogno. È ufficialmente un cornuto come te, Marco».
Il viso dei due amici si illumina di gioia. Lucia abbraccia Silvia, complimentandosi con lei, mentre Marco stringe forte il suo amico.
«Grande, Silvia! Ti adoro! Sei riuscita finalmente a far felice il mio carissimo amico, che ora è ufficialmente il benvenuto nel Club dei cornuti. Adesso vogliamo i particolari.»
Senza specificare il nome, i due amici raccontano l’esperienza vissuta e la proposta che hanno ricevuto. Lucia, guarda Silvia negli occhi, e le esprime il suo compiacimento nel voler realizzare questo ardito progetto, e poi esorta Luca ad offrire a Silvia il suo completo e massimo sostegno, perché quella riferita si prospetta essere un’avventura davvero straordinaria.
Quando escono dal locale, con l’intenzione di andare a divertirsi da qualche parte, scoprono che, sulla strada c’è un discreto strato di neve, quindi è preferibile rintanarsi da qualche parte senza andare troppo lontano. Marco propone agli amici di andare a casa loro, così da poter mostrare i lavori eseguiti, ma soprattutto far vedere per la prima volta la loro nuova abitazione.
Silvia, fa notare che non è il caso di arrecare disturbo ad Alberto, piombando così, in maniera repentina, in casa loro. Allora Lucia tiene a precisare all’amica, che non c'è nessun problema, che quella è la loro nuova casa, nella quale hanno la libertà di invitare chi vogliono. Inoltre Alberto, è sempre molto contento, da quando loro lentamente incominciano a vivere la casa, che diventerà la loro residenza, dopo le nozze. Non ultimo quella sera Alberto è stato invitato ad una cena con dei suoi amici, quindi, in ogni caso, sarebbero comunque da soli.
Quando, per la prima volta, si ritrovano in quella nuova residenza, Luca e Silvia restano affascinati dalla bellezza del posto, dall’eleganza dell'arredamento e da tutto quello che è stato cambiato.
Una delle cose più belle è stata la trasformazione di una delle camere, in un piccolo centro benessere, dotato di sauna e di una grande vasca idromassaggio. dove vi possono entrare fino a sei persone.
Mentre le due donne parlano dei tanti dettagli inerenti all’imminente matrimonio, Marco, in disparte, chiede a Luca quali siano le sue sensazioni, ora che, finalmente, è riuscito nel suo intento.
Luca gli racconta che è stata un’emozione fortissima vedere la sua donna godere fra le braccia di un altro; è stata una cosa davvero bella, più di quanto si sarebbe mai immaginato.
Anche Lucia chiede a Silvia quali siano state le sue sensazioni nel sentirsi troia tra le braccia di un altro uomo. Lei risponde che, per la prima volta nella sua vita, si è sentita una femmina, desiderosa solo di soddisfare la sua voglia di godere. Mentre godeva impalata sul sesso del maschio che la stava scopando, la sua eccitazione ha raggiunto le stelle quando ha ricevuto sul piede il seme dell'altro, che andava ripulito dal suo uomo.
In quel preciso istante, si è sentita veramente felice nel sapere che Luca gradiva il piacere che a lei ne derivava.
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Inconsapevolmente cornuti. corna finalmente!
Dopo le feste natalizie, il lavoro per le due ragazze riprese alquanto frenetico. C’erano bilanci da far quadrare, preventivi da compilare e tante altre incombenze di fine anno, che impegnavano il loro studio per intere giornate.
Anche fra Dario e Silvia, non vi furono molte occasioni per stare insieme. La sera, dopo una intensa giornata di lavoro, sfiniti, tornavano ognuno alle proprie residenze. Solo verso la fine del mese, una sera riuscirono ad andare a cena insieme.
Fu una cosa simpatica che, in ogni caso, li ripagò della lunga attesa.
Dopo cena, a Silvia non piaceva l’idea di andare ancora nel motel, in quanto era stanca e il giorno successivo il lavoro l’avrebbe ancora impegnata.
Chiese a Dario se gentilmente si potevano fermare e trascorrere qualche minuto insieme in auto, prima del rientro. Trovato un luogo appartato, Silvia, abbracciata a lui, dovette prendere atto della sua forte erezione.
Era la prima volta che si trovavano in auto come una coppietta, appartata in cerca di intimità. Fu subito evidente che la cosa era alquanto intrigante.
Dario risultava essere molto impacciato e Silvia, ridendo, cercò di capirne il motivo.
«Proprio non comprendo questa tua inesperienza; non sei mai stato, appartato in auto, con la tua donna? Oppure non sei mai stato a puttane?»
Dario rispose scherzando che, quando aveva la donna, non aveva i soldi per acquistare un’auto, e quando ebbe i soldi per l’auto, li aveva anche per il motel e, soprattutto, non era mai andato a puttane.
A Silvia questa cosa mise molta allegria e, guardandolo, gli fece una strana proposta.
«Allora, questa sera, immaginiamo che io e te siamo la puttana con il suo cliente. Tu mi hai rimorchiato lungo il viale delle battone e, adesso, dopo che mi hai pagato, consumeremo la marchetta.
Dai... bel signore, scopa la puttana che hai scelto».
Dario si sentiva intrigato da quello strano gioco, ma scopare sui sedili anteriori risultava alquanto scomodo, quindi scesero e risalirono entrambi sui sedili posteriori.
Appena dentro, Silvia gli apre le cosce e, dopo avere masturbato lentamente il sesso di Dario, che era diventato particolarmente duro, lo indirizzò fra le pieghe della sua figa, esortandolo a spingere fino in fondo.
«Dai, bel maschio, fammi sentire come scopi questa puttana! Dai, spingilo tutto fino in fondo, scopami in fretta, perché, per me, il tempo è danaro!»
Silvia si sentiva superlativamente eccitata nel recitare quel ruolo da puttana e, tenendo gli occhi chiusi, si immaginava di essere una che realmente batte il marciapiede.
Anche Dario era particolarmente eccitato da questo gioco. Effettivamente, non aveva mai pagato una prostituta e questa nuova e intrigante fantasia, suggeritagli da questa splendida femmina mentre la chiavava, lo eccitava in maniera esponenziale.
Inoltre, erano pur sempre una coppia clandestina, appartata e intenta a fare sesso e, questo, a maggior ragione, rendeva tutta la situazione ancor più conturbante.
Quando Silvia, per la seconda volta raggiunse l’orgasmo, lui si svuotò completamente dentro di lei, con un urlo di piacere.
Dopo aver ripreso il controllo, insieme si diressero verso casa di lei.
Entrambi contenti del piacere che quel gioco aveva loro regalato.
Dopo aver lasciato Silvia, Dario, mentre rientrava alla propria abitazione, rifletteva sul fatto che quella femmina era davvero speciale, ricca di fantasia e capace di far sballare un uomo, di eccitarlo e farlo godere ai più alti livelli, anche con una semplice scopata fatta in auto.
Durante i giorni in cui Silvia fu particolarmente impegnata nel lavoro, ogni giorno, riceveva un piccolo messaggio da Andrea: una volta era il solo 'buongiorno' e qualche altra volta 'buon lavoro, splendida creatura'.
Un gesto semplice che a lei serviva a farla sentire al centro dei pensieri di quel maschio che l’aveva molto intrigata, la rendeva felice e trasformava la giornata in qualcosa di meno faticoso.
Durante l’arco della giornata, quasi sempre, trovava il tempo per rispondere a quel messaggio. Lui ne era molto contento e non smetteva di ribadire la sua disponibilità ad incontrarla in qualunque momento, anche solo per un caffè.
Silvia non prendeva a cuor leggero la condizione in cui si era impelagata.
Era consapevole che la sua vita era ricca di eventi che andavano, in ogni caso, considerati in maniera non superficiale, onde evitare che potessero, per una qualche ragione, interferire pesantemente nella sua vita con Luca.
Le piaceva molto esser l’amante di Dario e, con lui, sostanzialmente consumare un vero e proprio adulterio nei confronti dell’inconsapevole Luca.
Inoltre con lui aveva provato la più forte delle emozioni che una donna augura per sé: essere l’unica femmina in mezzo a sei maschi, che l’avevano goduta in ogni dove, riempita ed appagata, in maniera davvero sconvolgente e indimenticabile. Era stata una sensazione davvero forte, che lei definiva di sesso estremo.
Non era sicura di avere il coraggio di ripetere una simile esperienza, ma si sentiva perfettamente soddisfatta e gratificata, per esserne uscita a testa alta.
Poi c’era questa nuova relazione, di cui era già a conoscenza Luca, che la intrigava infinitamente.
Andrea le piaceva molto come maschio maturo e sicuro di sé; lo sguardo penetrante, magnetico, che la dominava, ma, nello stesso tempo, la lasciava libera di esser sé stessa: una femmina capace di soddisfare le voglie più inconfessabili di un maschio.
Non ultimo, ma sicuramente più importante, c’era la sua relazione con Luca. Adorava quel ragazzo, lo sentiva parte della sua vita, voleva, in tutti i modi esser per lui, moglie, amante, complice e, soprattutto, la sua puttana, capace di donargli quel piacere tanto intenso, che da tempo desiderava provare.
Sentiva che, con Andrea, questo desiderio si stava concretizzando giorno per giorno, e cercò di fare in modo che si realizzasse a ridosso dell'imminente compleanno di Luca, che cadeva nei primi giorni di febbraio.
Fu proprio a pochi giorni da quella data, per lei così importante, che riuscì finalmente a trovare cinque minuti per vedere Andrea. Si incontrarono seduti davanti ad in un caffè. Mentre lo aspettava, al tavolino del bar, si guardava intorno e, nel contempo, si sentiva addosso come un'ansia, che l'emozionava. Non lo vedeva da quella sera che lo aveva incontrato, pochi giorni prima di Natale, anche se si erano sia sentiti e scambiati innumerevoli messaggi;
lei avvertiva forte il desiderio di incrociare ancora il suo sguardo e di sentire la sua voce, mentre, dentro di sé, desiderava anche il momento in cui avrebbe sentito le sue mani sul suo corpo.
Quando lo vide arrivare, ebbe come un tuffo al cuore: le sembrò ancor più bello di come lo ricordava. Egli, dopo averle baciato entrambe le mani, si mise seduto davanti a lei, mentre con lo sguardo continuava a scrutarla con profonda ammirazione. Per un lungo istante, rimasero entrambi in silenzio, a fissarsi negli occhi, ad assaporare il gusto che quell’incontro stava loro regalando.
Silvia sentiva lo sguardo di quell'uomo penetrarle dentro l’anima, tanto da far vibrare il suo cuore, al pari di quello di una sedicenne al primo appuntamento e, nello stesso tempo, le dava quell’emozione, quella carica di adrenalina che, vibrando lungo la spina dorsale, andava ad inumidirle la stoffa dello string.
«Silvia, sei ancora più bella di come ti ricordavo. Purtroppo, i nostri impegni ci hanno tenuto lontani così a lungo e, in questo momento, vorrei abbracciarti forte, stringerti fra le braccia, coprire il tuo corpo di tanti baci, carezze e ogni cosa che sia capace di farlo vibrare di piacere. Mi avevi detto che volevi fare qualcosa di importante per Luca: eccomi, qui, pendo dalle tue labbra».
Sentire quella sua voce, fece illanguidire i sensi di Silvia. Le piaceva proprio tanto la sua voce, così calda e sensuale. Dopo aver sorseggiato il caffè, espose ad Andrea il suo progetto:
«Fra pochissimi giorni è il compleanno di Luca, che festeggeremo insieme ai suoi amici. Io, però, gli ho già chiesto di voler passare una serata insieme a lui in maniera speciale. In questo periodo ho fatto in modo che lui fosse distratto dal pensiero di vedermi fra le braccia di un altro uomo, mentre io, con la tua complicità, vorrei fargli proprio questo regalo per questo suo genetliaco. Vorrei passare una sera insieme a te, mentre lui ci osserva e, finalmente, coronare il suo sogno di avere un bel palco di corna».
Andrea si dichiarò subito disponibile a far in modo che quel progetto fosse realizzato nella maniera più raffinata, interessante, erotica e, soprattutto, soddisfacente nei confronti di Luca.
Concordarono e pianificarono ogni dettaglio. Tre giorni dopo il compleanno di Luca, sarebbe stata la serata ideale: era un giovedì, in cui Silvia sapeva di esser libera, in quanto Marco e Lucia, erano invitati ad una cena a casa di alcuni parenti.
Trascorsero i giorni mancanti all'evento, durante i quali furono tutti molto impegnati fra lavoro, compleanno di Luca ed i vari impegni di Andrea.
Poi, finalmente, arrivò la fatidica sera. Silvia era rimasta sul vago con Luca; tutto quello che gli aveva riferito consisteva nella prenotazione di un tavolo per una cena molto esclusiva in uno dei posti più eleganti e rinomati della città.
Quando entrarono nel ristorante, molti dei commensali presenti nel salone, non poterono non ammirare la bellezza e la classe di quella ragazza, che camminava, mano nella mano, insieme al suo splendido fidanzato.
Silvia, per l’occasione, indossava un abito da sera, chiuso dietro da una lunga cerniera, mentre davanti un profondo triangolo, che dalla base del collo puntava il vertice in basso, fin quasi ad arrivare all’ombelico. Questo taglio particolare della stoffa, lasciava intravedere i meravigliosi seni, che di proposito erano stati lasciati liberi e nudi, gonfiando il tessuto. Sotto indossava delle autoreggenti e scarpe con tacco alto, che rendevano il suo incedere elegante, sinuoso e nello stesso tempo alquanto sensuale. Volutamente non aveva indossato alcun tipo di intimo, perché sentirsi nuda sotto, la eccitava ancora di più.
Raggiunsero il tavolo, loro riservato, che era situato in un angolo un po’ appartato, davanti un’immensa vetrata, da cui si poteva godere la vista di una parte della città sottostante, con, sullo sfondo, le montagne più lontane.
Luca era particolarmente felice, perché, nonostante la splendida festa che si era consumata a casa sua in compagnia dei suoi amici, non aveva avuto modo, da quasi una settimana, di fare sesso con Silvia, a causa delle mestruazioni protrattesi fino al giorno precedente.
Era carico di voglia, di desiderio e, girando lo sguardo intorno, si rese conto che la sua eccitazione era alle stelle, perché percepiva negli occhi degli altri avventori, il desiderio che veniva inoculato in loro, la visione della silhouette della sua donna.
Stava consultando il menù, quando improvvisamente una mano si appoggiò alla sua spalla. Si girò di scatto e, quando vide Andrea, voltò lo sguardo verso Silvia, che sorrideva compiaciuta.
«Amore mio, questa sera ho deciso di invitare questo nostro amico, per festeggiare assieme il tuo compleanno».
Luca ricordò subito dei discorsi fatti con Silvia, a proposito di Andrea e il suo viso si illuminò di gioia.
«Amore mio! Amore mio, dimmi che non sto sognando! Dimmi che questa sera, finalmente, riuscirò a realizzare il mio desiderio più grande?»
Silvia sorrise, guardando Andrea, poi lo rassicurò.
«Ho pensato che questo particolare regalo ti avrebbe fatto molto piacere; sono certa che, con la complicità del nostro amico, questa sera riuscirai, finalmente, ad avere quello splendido palco di corna che desideri da tempo».
Dopo un attimo di sorpresa, Luca invitò Andrea a sedersi insieme a loro e, subito, il cameriere provvide ad apparecchiare la tavola per la terza persona.
La cena è molto piacevole, divertente e soprattutto allegra. Andrea è un ottimo convitato, una persona molto allegra e trattava Luca, non come un dipendente della banca dove lui era la massima autorità, ma come un amico con cui si vuole condividere un momento particolarmente piacevole.
Durante la cena, immancabilmente il discorso cadde sul desiderio di Luca di vedere la sua donna stretta fra le braccia di un altro uomo.
Andrea chiese ad entrambi, sia a Silvia che a Luca, se erano veramente disposti a intraprendere quel cammino, che li avrebbe portati a vivere emozioni fortissime. Avuta da entrambi, la ferma convinzione che quello era il loro desiderio, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, li guarda fisso negli occhi ed avanzò la sua proposta.
«Vi ringrazio per aver scelto me, come vostro complice, un elemento con cui realizzare questa vostra esperienza, senz'altro particolare.
Vorrei però invitarvi a fare una attenta riflessione, su ciò che anch’io ho da proporvi. Luca, fra noi deve esser chiaro un concetto inderogabile: Silvia è la tua donna, lei ti ama, come tu ami lei, ed io, in questo sentimento, non ho nessuna voce in capitolo. Però, vorrei la tua complicità, la tua assoluta devozione per trasformare questa meravigliosa femmina nella mia puttana, affinché possa render te il suo devoto "cornuto".
Voglio il totale controllo del suo corpo, della sua mente, di ogni sua singola azione. Invece da te, pretendo la tua assoluta devozione e totale obbedienza.
In cambio, ti farò vivere emozioni così grandi da appagare il tuo prepotente desiderio di esser un marito cornuto e totalmente sottomesso alla sua donna, che io intendo elevare al massimo livello di lussuria, facendola diventare la mia puttana personale.
Naturalmente potete anche non accettare questo che io vi propongo e trascorrere assieme questa bella serata, facendola semplicemente godere con noi, in una scopata che sarà senz’altro bella e appagante per tutti e tre.
Diversamente, ti posso assicurare che, se accettate la mia proposta, lei diventerà uno
strumento nelle mie mani, con cui io mi adopererò ad esaltare le sue grandi doti di troia e puttana, mentre, di conseguenza, ti farò raggiungere il più basso grado di umiliazione e sottomissione che un cornuto consenziente possa mai immaginare di raggiungere.
Sia ben chiaro che, nella vita di tutti i giorni, io sarò semplicemente presidente della banca dove tu lavori, mentre, in privato, sarò il padrone assoluto del suo corpo e l’unico, cui tu dovrai obbedire, per arrivare a godere del tuo stato di cornuto.
Finito di cenare, io tornerò a casa mia e sarò lì ad aspettarvi, in attesa di sapere quale sia la vostra scelta. Parlatene con calma, valutate bene quello che io vi ho proposto, affinché sia ben chiaro che questo gioco funziona solo se tutti i componenti vi partecipano in maniera convinta e senza riserve mentali».
Quando finisce di parlare, si alza dal tavolo, si allontana, passando alla cassa per offrire la cena ai suoi amici; poi esce dal locale.
Luca è rimasto alquanto frastornato da quella proposta.
Rivolge il suo sguardo a Silvia e cerca da lei quelle risposte che ha paura di dare anche a se stesso.
«Sono rimasto basito, non so cosa decidere. Una parte di me anela il momento in cui finalmente ti vedrò fra le braccia di quell'uomo; la sola idea mi eccita in maniera pazzesca. L’altra parte, forse quella più razionale, mi dice che tutto questo è fuori da ogni schema, che dovrei semplicemente prenderti per mano e andare a casa a scoparti, fino a sfinirmi. Tu cosa ne pensi di quello che Andrea ci ha proposto?»
Silvia, che un po’ si aspettava il discorso di Andrea, anche perché ne avevano già parlato anche se a grandi linee, si rende conto che la sua vita è ad un bivio, che la scelta che farà questa sera potrebbe cambiare per sempre la sua esistenza. Ama Luca e vuole esser sua moglie, ma, nello stesso tempo, il solo pensiero di poter scopare con Andrea, la fa bagnare in maniera indescrivibile.
Vedendo il suo uomo indeciso, gli offre la possibilità di valutare più distintamente la proposta.
«Ammetto che sono molto attratta dalla sua proposta che, mi rendo conto, una volta accettata, sicuramente vivremo momenti indimenticabili, ma sono anche cosciente del fatto che questo comporta per te prendere, una volta per tutte, la decisione se veramente vuoi essere il mio futuro marito cornuto.
Ci è stato offerto del tempo per riflettere su questo, quindi ti propongo di andare da lui questa sera, vedere me fare la troia con lui e decidere se le emozioni che proverai saranno tali da spingerti a decidere. Io ti amo e qualunque sarà la decisione che tu vorrai prendere, io sarò sempre dalla tua parte».
Usciti dal locale, mentre percorrono la strada per raggiungere la villa di Andrea, Luca, cerca di riflettere per bene su quello che lui gli ha proposto.
Silvia resta in silenzio, mentre lui analizza attentamente tutta la situazione, senza farne partecipe lei. Nella sua mente, si rende conto che ciò che gli propone Andrea è un gioco dove ognuno dei tre protagonisti, ha un ruolo preciso e ben determinato. E' chiaro che fulcro del gioco è Silvia. Lei, infatti, ha il duplice ruolo di fare la puttana con Andrea e, conseguentemente, gratificare il compagno con splendide corna. Andrea, che è l’elemento dominante, ha il compito di soddisfare Silvia, perché questo, oltre a dare piacere a lei, servirà a renderlo magnificamente cornuto.
Lui finalmente può soddisfare il suo impellente desiderio di essere un futuro marito, consapevole di avere una moglie troia, che gli regalerà emozioni così forti che ancora non riesce ad immaginare.
Quando giungono alla villa, un attimo prima di suonare alla porta, Luca abbraccia Silvia, la bacia e la fissa negli occhi, mentre le parla:
«Credo di aver già preso la mia decisione, ma vorrei che questa sera, di ciò che ho deciso se ne parli solo dopo che ti avrò visto godere con lui».
Lei lo bacia, annuisce ed insieme entrano nel salone, dove Andrea li aspetta a braccia aperte.
«Sono felice di vedere che siete venuti; mi rendo conto che, forse, sono stato troppo crudo, ma, se siete qui, significa che il mio discorso vi è sembrato condivisibile e, quindi, non è detto che non possiamo riparlarne in qualche altra occasione».
Silvia per un attimo teme, dentro di sé, che Andrea possa aver cambiato idea, quindi, nel timore che tutto si risolva con una semplice scopata, fissa per un lungo istante Luca negli occhi e, solo dopo aver da lui ricevuto un cenno di assenso, risponde ad Andrea.
«Effettivamente, ci hai di fatto stupiti. Avevamo pensato che forse poteva nascere qualcosa fra di noi, sulla fattispecie di quello che è nato fra Marco, Lucia ed Alberto. Tu, invece, ci hai chiesto la totale sottomissione e, per questo, non siamo sicuri di esser pronti. Se per te non è un problema, vorremmo passare la serata con te, per vedere se lo schema che vuoi adottare con noi rientra nelle nostre aspettative.
A fine serata, ognuno di noi esprimerà le proprie impressioni ed, insieme, trarremo le opportune conclusioni».
Nel sentire quelle parole, sia gli occhi di Luca che quelli di Andrea, brillano di gioia. Luca, compiaciuto, stringe quella splendida femmina al petto, mentre con una mano tesa, invita l’amico a stringersi a loro due. Silvia sente premere qualcosa di consistente sul ventre, mentre, da dietro, Luca, abbracciandola, insinua il suo pacco nel solco delle natiche di lei, attestando la sua piena accondiscendenza. Per un lungo istante, tutti e tre rimangono immobili; sembra quasi che nessuno abbia il coraggio di dare inizio al gioco. Silvia fa un profondo respiro, poi, solleva lo sguardo dopo aver incrociato gli occhi di Andrea pieni di voglia e desiderio ed incolla la sua bocca a quella di lui. Prepotente, la lingua di Andrea si insinua nella sua bocca, alla ricerca della sua, con la quale inizia una danza di sensazioni profondamente eccitanti.
Luca, da dietro, osserva la sua donna che sta limonando con passione con un altro uomo.
Sente nel cuore li imponente stimolo della gelosia, uno dolore strano, che però gli provoca un piacere assolutamente diverso da quelli finora provati. Lascia che i due continuino a baciarsi, si sposta un passo indietro e li osserva, compiaciuto. Andrea lascia scivolare le sue mani lungo i fianchi di Silvia, poi la stringe con forza al suo corpo.
Silvia, si sta bagnando moltissimo. Quel bacio è carico di intensa passione, ma ciò che la fa veleggiare verso la libidine più assoluta è la consapevolezza che, dietro di lei, Luca si sta sicuramente godendo lo spettacolo di lei stretta al corpo di quell'uomo cui si sta offrendo.
Quando la mano di Andrea scivola davanti e, sollevato il bordo del vestito, inizia a risalire lungo la coscia, avverte un profondo brivido di piacere che la fa bagnare ancora di più. I due si staccano, poi Andrea, ignorando completamente Luca, che però li osserva affascinato, prende la ragazza per mano e, varcata una porta, la fa entrare in una grande camera da letto. Luca li segue in silenzio ed osserva, senza perdere solo un fotogramma si quella scena, che ha sempre e solo immaginato da tantissimo tempo.
Mentre la coppia inizia a spogliarsi lentamente, lui si siede di lato su di una poltroncina e prosegue ad osservare in silenzio. Silvia è la prima a rimanere nuda; il suo corpo perfetto, simile ad una statua greca, è qualcosa di incredibilmente bello e pregno di voluttà. Silvia resta con le sole calze e tacchi alti addosso, mentre lui, dopo essersi spogliato lentamente, la fa abbassare e sedere sul letto e le presenta, davanti alla bocca, il suo membro duro e teso. Luca non può esimersi dal confrontare quel grosso uccello, che fra poco penetrerà la sua donna, con il suo. Lo trova solo un po’ più lungo del suo, ma ciò che farà la differenza, sarà la circonferenza, molto più abbondante della sua. Si sposta lentamente dall’altro lato del letto, perché vuole assistere, con occhi di pura ammirazione, al gioco di bocca che ora Silvia sta dedicando a quel membro stupendo. Andrea è immobile a godersi le sensazioni che gli provengono dalla pratica messa in atto da Silvia, mentre, a sua volta, dopo aver assaporato la punta, scende lungo l’asta fino alla sua base, intanto con la mano sinistra lo impugna e lo sega molto lentamente. Poi, con decisione, Silvia prende in bocca le due grosse palle gonfie che si trova davanti; le succhia e le titilla, facendo gemere Andrea che non può far a meno di complimentarsi per la sua bravura.
«Stupendo! Succhiami ancora le palle, adoro la femmina che sa fare i bocchini».
Luca è estasiato, senza neanche rendersene conto si ritrova con il cazzo in mano a masturbarsi lentamente, poi, però, riceve un ordine da Andrea.
«Spogliati e aiutami a farla godere. Questa sera, fin quando non avrei deciso quale sarà il tuo ruolo, ti voglio come complice, perché desidero far impazzire questa femmina il più a lungo possibile. Il suo piacere, i suoi orgasmi, saranno la musica che le tue orecchie, da aspirante cornuto, vorranno sentire il più a lungo possibile».
Luca si denuda in un attimo, poi, seguendo le indicazioni di Andrea, si sdraia supino, ma al rovescio rispetto a Silvia, per riceverla a cosce aperte, sopra la bocca; poi la donna si piega in avanti a succhiare il cazzo di Andrea che è salito in piedi sul letto ed ha scavalcate le gambe di Luca. Quest'ultimo prende a leccare la fica, estremamente bagnata, di Silvia.
Raccoglie gli umori che sgorgano copiosi da quella fonte di piacere, mentre lei è impegnata a spingersi in gola il più possibile quello splendido uccello, che fra poco prenderà possesso del suo corpo, che le aprirà la sua intimità per scivolarvi fino in fondo. Già solo sentirlo fra le labbra, le provoca brividi di piacere che si scaricano nella bocca di Luca, che disteso sotto di lei prosegue a leccare e si disseta con gli umori che copiosi sgorgano dal suo corpo. Andrea, dopo aver assaporato a lungo il piacere della calda bocca di Silvia, si sposta, si inginocchia dietro di lei, che piegata in avanti, ora si trova con la bocca, all’altezza del cazzo teso e duro di Luca.
Andrea si posiziona con la punta del cazzo davanti al taglio della fica di Silvia, che ora Luca ha smesso di leccare e, dopo averlo spennellato su e giù, per un paio di volte, penetra dentro di lei e fermo immobile in quella posizione. Silvia lo sente scivolare fra le labbra e poi le pareti della sua vulva umida e calda, che, forse, ha aspettato anche troppo prima di riceverlo dentro di sé fino in fondo. Andrea rimane immobile, mentre lei freme, in attesa di essere finalmente chiavata. Anche Luca, che lo guarda dal basso, vede quello splendido arnese puntato sulla fica della sua donna, che però rimane immobile e non affonda il colpo; la cosa lo lascia sorpreso e stupito, perché non comprende per quale motivo quel maschio eviti di penetrare con virile potenza la sua donna. Silvia si gira, guarda Andrea e lo supplica di non farla attendere oltre.
«Prendimi! Mettilo dentro! Lo voglio tutto! Spingilo tutto dentro fino in fondo! Scopami! Sfondami la fica!»
Nonostante quella supplica, Andrea rimane immobile, con quel uccello in mano teso e duro, pronto ad entrare fino in fondo, ma che rimane ancora senza motivo con la punta appoggiate alle calde labbra di quella vagina bollente. Poi, vista l’indecisione di Luca, gli da un ordine secco e preciso.
«Che cosa aspetti! Se vuoi che io penetri la tua donna, devi esser tu a prendermi il cazzo e infilarlo nella sua fica, solo così, sarà completo il tuo desiderio di esser cornuto. Mi devi offrire, la tua donna, mi devi pregare di scoparla e farla godere il più possibile».
Luca rimase basito nel sentire quelle parole e, con fare titubante, solleva una mano, afferra quel randello duro e nodoso e lo spinge dentro la fica di Silvia, mentre prega Andrea di farla godere.
«Ti prego, fotti la mia donna. Entra dentro di lei, falla godere il più a lungo possibile. Scopala, sfonda questa troia, che ora mi farà diventare, finalmente, cornuto».
Silvia nel sentirsi scivolare dentro quel grosso randello, sente le pareti della sua vagina aprirsi ed accoglierlo, lasciandolo scivolare in quel mare di umori che secerne a profusione. Lo sente entrare tutto, fino in fondo, dove sbatte con la punta sul collo dell’utero, provocandole un piccolo misto di piacere/dolore che, come una scarica elettrica, risale dal ventre fino ad esplodere nel suo cervello, provocandole un fortissimo orgasmo, tanto a lungo desiderato. Luca, disteso sotto di lei, vede quel lungo randello penetrare dentro la fica della sua donna, la sente gemere di piacere, finché un orgasmo squassante la fa impazzire.
Ha sempre desiderato questo momento ed ora che si sta realizzando, sente dentro di sé che questa sensazione è una cosa che vorrà provare ancora e ancora, tutte le volte che anche lei vorrà.
Andrea l’afferra per i fianchi, poi estrae buona parte di quel membro e lo riaffonda ancora dentro di lei e, dopo lasciato passare qualche secondo, restando immobile per farsi abituare a quella monta, incomincia un lento ma costante pompaggio.
Il ritmo lento e cadenzato, con affondi decisi, portano Silvia a godere quasi ininterrottamente. Abbassa il capo e si trova il cazzo di Luca direttamente in bocca, lo succhia. Improvvisamente lo sente esplodere dentro la sua gola con un orgasmo forte e improvviso. Luca colto dalle emozioni per quello che sta vedendo e, soprattutto, per la grande voglia di vedere la sua donna godere mentre viene montata come una vacca da un altro maschio, quando sente le calde labbra di Silvia sul suo cazzo, non resiste e le esplode in bocca con un orgasmo devastante.
Andrea lascia che Silvia assapori il piacere della sborrata che Luca le ha riversato in bocca, poi allunga le mani, le porta in avanti e afferrati i seni, la solleva quasi in verticale, mentre ora il ritmo della monta è decisamente più veloce e questo ha portato Silvia ad avere altri due orgasmi in rapida successione. Quando Andrea si rende conto che anche il secondo orgasmo sta scemando, afferra la ragazza per i fianchi e, con un lento movimento, la tira sopra di sé, mentre lui si distende supino, con lei spalmata sul suo corpo, ma sempre impalata. Silvia si gira, guarda Luca che osserva Andrea inarcare le gambe e sbatterla dal basso con colpi molto vigorosi, e gli impartisce un ordine secco e perentorio:
«Che fai? Non vedi che Silvia sta a cosce aperte, che vuole godere ancora, ancora di più di quello che la sta scuotendo. Inginocchiati fra le mie gambe e lecca quella fica che io sto profanando con il mio cazzo, così che lei possa godere ancora di più».
Ancora una volta Luca rimane basito da quelle parole. Come un automa si inginocchia fra le gambe dei due amanti e subito si rende conto che, mentre andrà a leccare la fica da cui sgorga il piacere della sua donna, la sua lingua entrerà, per forza di cose, a contatto anche con quella splendida verga, che sta facendo impazzire la sua donna. Dopo un attimo di esitazione, vinto dal piacere, affonda la sua bocca, su quella fonte dove quel membro poderoso sta facendo sgorgare altro nettare di puro piacere. Succhia il bottoncino di Silvia, mentre con la lingua, spesso e volentieri, indugia anche lungo l’asta che ora, sempre più velocemente, sta pompando la fica della sua donna. Silvia sollecitata da quella doppia azione, raggiunge un nuovo orgasmo, che la scuote, la fa tremare tutta. Andrea le lascia assaporare questo ulteriore orgasmo, poi la solleva, lasciandola impalata su di lui, la obbliga a ruotare sul suo perno, fin quando ora lei si trova girata davanti a lui che, sollevate le mani, le afferra i seni, li impasta, li strizza con forza, facendola gemere di altro piacere, oltre quello che sta già provando. Luca li osserva; ha di nuovo il cazzo durissimo, perché quello che vede è tutto quello che ha sempre desiderato. Andrea impone a Silvia di godere del suo cazzo in maniera diversa dal solito, in maniera diversa da come lei, fino ad ora, si è gustato un cazzo.
«Rimani immobile, voglio che tu senta il mio cazzo fino in fondo, ben piantato dentro di te mentre resti assolutamente immobile. Contrai i tuoi muscoli vaginali in maniera ritmica e continua così, mentre io farò lo stesso e questo, ci farà provare un nuovo tipo di piacere, molto più intenso e, nello stesso tempo, anche più sconvolgente».
Silvia rammenta il piacere che ha già provato nel sentire il membro di un uomo pulsare dentro di sé; inizia a contrarre ritmicamente i propri muscoli vaginali, che ora sembrano quasi vogliano mungere quell'enorme palo conficcato nel suo ventre.
La sensazione che ne ricava è decisamente sconvolgente. Immobile e piantata su di lui, avverte la stimolazione interna che le fa provare emozioni molto forti. Ben presto quel gioco la porta vicino all'orgasmo, ma sembra che manchi ancora qualcosa per concludere decisamente con un forte orgasmo.
Lui continua nel suo gioco e, quando vede che lei è quasi prossima, le impone di ruotare il bacino in senso orario, senza mai far uscire il suo membro su cui lei è perfettamente impalata. Le basta una lieve rotazione, per ricevere un'ennesima stimolazione che, unita alle altre due, le provoca un orgasmo effettivamente devastante. Urla e grida, mentre il suo corpo trema, scosso da convulsioni erotiche, che la lasciano totalmente sfinita. Senza respiro, per la forte emozione provata, Silvia si distende su di lui, che l’abbraccia forte, cerca la sua bocca, per un ennesimo bacio carico di intensa passione. Mentre risponde a quel bacio passionale, Silvia si rende conto che l’uomo con il quale sta facendo ora la puttana, è la persona che ha sempre immaginato nei suoi sogni più reconditi. Si sente dominata, riempita, ma soprattutto sente di voler appartenere a quel maschio che le ha letteralmente tolto il fiato, alternando momenti di vigorose chiavate ad altri di immobilità assoluta. Durante tutto il tempo in cui Silvia ha goduto fra le braccia di Andrea, si è completamente dimenticata della presenza di Luca, che invece si è ritrovato a masturbarsi ancora, mentre assisteva al piacere che la sua donna provava, mentre letteralmente impazziva per quel maschio.
Quando Andrea sente che il respiro di Silvia è quasi tornato normale, la spinge di lato, e poi chiede a Luca di ritornare nella posizione iniziale, disteso sotto di lei fra le sue gambe, con la bocca all’altezza della fica, che ora viene di nuovo penetrata con decisione da quella mazza che ora si presenta ricoperta degli umori sgorgati a seguito di quell’ultimo orgasmo.
Andrea adesso la pompa con un ritmo più marcato, con colpi più duri e sempre più veloci. Silvia avverte di nuovo montare in lei un ennesimo orgasmo, ma, soprattutto, avverte forte la sensazione che lui a breve le inonderà nel ventre, tutto il suo piacere. Aspetta quell’orgasmo per poterlo fondere con il suo e, quando Andrea, con un grido molto simile al ruggito di un leone, le spara dentro e le inonda il ventre di seme bollente, gli fa eco con il suo orgasmo ancora più travolgente. Anche Luca viene per l’ennesima volta, perché, mentre era disteso sotto di lei, si è masturbato e ha goduto nel vedere le contrazioni di quel membro che, certamente stava spruzzando di seme la fica della sua donna.
Andrea rimane per un lungo istante ben piantato dentro la fica di Silvia, poi, si sfila lentamente e, mentre lo fa, spinge leggermente il corpo della donna in avanti, affinché, nel preciso istante in cui lui toglie definitivamente quel grosso palo da quella vagina slabbrata, il lungo rivolo di sborra bianca che ne sgorgherà, possa esser raccolto dalla lingua di Luca, che, dopo un attimo di sorpresa meraviglia, spalanca la bocca per ricevere tutto quel nettare che sgorga dalla fica della sua donna.
Aveva sempre vagheggiato di poter assaporare il seme di un maschio che si è goduto la sua donna, ed ora che ne ha la possibilità, incolla la sua bocca a quella fica completamente aperta di Silvia, che riversa tutto quello che Andrea le ha scaricato dentro. Lei rimane immobile, mentre lui lecca e pulisce avidamente tutto il seme che le sgorga da dentro, poi, quando si rende conto che l’ha ripulita in maniera completa, si stacca da lei e, girando lo sguardo, incrocia gli occhi di Andrea, che con un gesto eloquente, gli indica il suo membro, ancora intriso del piacere di lei e del suo seme. E' a quel punto che Silvia guarda Luca che, in silenzio e devotamente, si inginocchia davanti a quell’uomo, ripulendogli quel membro che ha regalato tanto piacere alla sua donna e che ha fatto vivere a lui, la sua prima sconvolgente emozione.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. la prima vera esperienza da troia.
La vita riprende sempre più frenetica. Passano due mesi e tutti sono coinvolti nel progetto matrimoniale. Alberto asseconda ogni desiderio di Lucia; anche se lei non ha chiesto nulla, provvede a farle scegliere una nuova cucina, una stupenda camera matrimoniale e altre parti della casa vengono completamente rinnovate. Conduce Marco dal suo sarto di fiducia per fargli confezionare l’abito da sposo ed il suo, perché assieme a Luca avrà il ruolo di testimone.
Durante questo periodo Silva e Dario si incontrano tre volte. La terza volta sono presenti sia Franco che Tommaso, Stefano, Antonio, e Diego, cioè i cinque amici di Dario. L’occasione è il compleanno di Tommaso.
Dario le ha chiesto se voleva passare una serata speciale con i suoi amici più fidati, che sicuramente le regaleranno un'esperienza indimenticabile.
Ha specificato nel dettaglio come si sarebbe svolta la serata, cosa lui si sarebbe aspettato da lei e cosa lei avrebbe dovuto fare, sia per lui che per i suoi amici.
La cena sarà molto intima e si svolgerà a casa di Tommaso, dove Silvia si troverà ad essere l’unica donna presente.
Per l’occasione, dovrà indossare un tubino nero elasticizzato che arriva appena a metà coscia, autoreggenti nere con pizzo alto, scarpe con tacco dodici che le protendono il culo in fuori.
Dario le ha espressamente chiesto di non indossare nessun tipo di intimo, cosa che anche per lei sarà motivo di maggior eccitazione.
La sua è stata una richiesta ben specifica e dettagliata.
«Per questa serata, ti voglio diversa: più troia e vacca possibile. La Silvia che conosco, deve lasciare il posto ad una nuova persona che non abbia nessun altro pensiero che quello di godere, farsi sfondare e riempire in ogni buco.
La puttana per sei maschi che avranno il completo domino del suo corpo.
Credi di essere capace di realizzare questo mio desiderio?»
Ha riflettuto molto sulla proposta. È attratta dal desiderio di concedersi a loro, ma, nello stesso tempo, sente dentro di sé il rimorso per non aver ancora creato la situazione giusta per assecondare il desiderio di Luca che ambirebbe a vederla godere con un altro maschio. Naturalmente in questa occasione non è possibile che egli sia presente. Troppe cosa da spiegare che rischierebbero di incrinare il loro rapporto, ma la prospettiva di essere una troia nelle mani di sei maschi maturi ed esperti la fa bagnare da matti. La sera prima della cena si fa scopare da Luca. È eccitata al massimo e gode non solo perché lui la scopa con impeto e passione, ma anche e soprattutto pensando a quello che farà nella sera successiva. Già al risveglio, il giorno dopo, è eccitata e vogliosa, ma anche un po' perplessa: sei sono davvero tanti e, anche se in pratica due li ha già avuti, si rende conto che con tutti loro sarà una cosa davvero diversa.
Quando entra in casa di Tommaso, viene accolta come una regina. I complimenti si sprecano e lei se ne sente gratificata, ma, nello stesso tempo, essere al centro delle loro attenzioni la fa illanguidire, le procura una certa ansia erotica, che la lascia, per un po’ di tempo, con una certa tensione addosso.
Tommaso è un simpatico e solerte padrone di casa, e la cena si svolge in maniera allegra e divertente. Silvia aveva temuto di essere immediatamente oggetto del desiderio dei maschi, invece la trattano con rispetto e nessuno cerca di metterla in imbarazzo. Anche i brindisi sono alquanto contenuti e lei è perfettamente sobria, quando, a cena finita, Tommaso la invita ad entrare in una stanza, un piccolo salotto privato, dove, seduta su un immenso divano di pelle color tabacco, lui le chiede quali siano le sue sensazioni in quel momento.
Silvia è davvero confusa; per un attimo guarda verso Dario, che le sorride, invitandola a rispondere.
Silvia li guarda tutti in faccia: è molto eccitata ma, nello stesso tempo, un po’ intimidita, poi, emesso un bel respiro profondo, decide che è ora che la Silvia di sempre lasci il posto ad un’altra persona, ad una donna, cioè che adesso vuole godere, esser riempita in ogni buco, vedersi inondare il corpo da tutto il piacere che questi sei uomini promettono di farle provare. Quindi si alza in piedi e con un semplice gesto, lascia scivolare il vestito in terra, restando completamente nuda davanti a tutti loro.
«Questa è la mia sensazione. Mi sento calda e vogliosa, e mi aspetto che adesso voi mi facciate provare tutto il piacere che una femmina può desiderare».
I presenti restano abbagliati dalla bellezza che esprime quel corpo nudo, fasciato dalle sole calze autoreggenti e scarpe con tacchi così alti che le fanno protendere il culo in fuori, rendendolo un vero spettacolo della natura.
A quel punto, è Dario a rompere il silenzio seguito ad un "Ohh!" generale.
«Miei cari amici, questa è la femmina di cui vi ho parlato. Una donna stupenda, molto intelligente, la cui bellezza è sotto i vostri occhi e che ora è pronta a godere fra le nostre braccia. Desidero che ognuno di voi le attesti ciò che fra di noi è stato pattuito: cioè, che questa sera, in questo posto, noi possiamo disporre del suo corpo a nostro piacimento, godere in tutti i modi possibili e immaginabili del piacere che una simile femmina ci darà. Poi, usciti da quella porta, ognuno di noi dovrà mantenere il patto che avete fatto con me, e che ora vi invito a fare anche con lei; dovrete in ogni caso rispettarla, ignorando tutto quello che è successo questa sera qui dentro. Non una parola, non un gesto, niente che possa in qualche modo crearle problemi di sorta».
Tutti e sei la guardano negli occhi e le promettono che questa sera la tratteranno come la più troia delle troie, che useranno il suo corpo per godere e farla godere il più a lungo possibile, ma una volta fuori, tornerà ad essere la donna che merita tutto il rispetto possibile da parte di tutti. Franco, dopo aver dato una rapida occhiata ai suoi amici, propone che sia Tommaso, il festeggiato, a dare inizio al gioco con lei, nel modo in cui le sia più gradito. Tommaso, prende Silvia per mano, e rivolto ai suoi amici, li invita a continuare a pasteggiare con i liquori messi a loro disposizione, per poi raggiungerlo nella sua camera da letto, dove lui prenderà a deliziarsi delle qualità di quella femmina stupenda.
Giunti in camera da letto, egli prende una benda e la mette sugli occhi di Silvia, che, a maggior ragione, si sente sorpresa ed intimidita da questa cosa inaspettata. Il suo, quindi, sarà un viaggio verso l'ignoto in tutti i sensi.
«Ti ho bendata perché voglio che questa sera tu ti senta assolutamente impotente, disponibile e totalmente assoggettata al nostro volere. Ti faremo godere e inonderemo ogni tuo orifizio del nostro piacere, ma tu non dovrai sapere chi di noi, in quel dato momento. ti sta riempendo il ventre con il proprio sesso».
La fa distendere sul letto e, per qualche secondo, rimane immobile in silenzio, senza far alcun movimento, nessun rumore.
Silvia è distesa supina, a cosce aperte e immobile; sente, dentro di sé, una strana eccitazione provocato da quel gioco sconvolgente, cui egli ora la sta sottoponendo. Non vedere chi sarà a farla godere tra le sei persone che sicuramente ora entreranno nella stanza, in parte la sconvolge, ma ancor più la eccita. D'ìmprovviso avverte che qualcuno sta salendo sul letto e le infila la testa fra le cosce; prende a leccare la sua intimità, portandola immediatamente ad un altissimo livello di piacere, ma improvvisamente si interrompe nel preciso istante in cui quella persona si rende conto che lei era prossima al piacere.
Per un lungo interminabile momento, lei non avverte nessun rumore, nulla, solo un silenzio assordante; poi ancora movimenti sul letto e una bocca, ora, le succhia i capezzoli, mentre una mano la masturba, e poi sente avvicinarsi qualcosa di duro alle labbra. Apre la bocca e inizia a succhiare un membro di buone proporzioni, mentre ora altre mani prendono ad accarezzare il suo corpo, facendola gemere di piacere, per poi, improvvisamente, bloccarsi tutti assieme quando lei tende il suo corpo, mostrando d'esser pronta ad esplodere in un orgasmo.
Quell’esser vicina al piacere, senza permetterle di godere, sta sconvolgendo la mente della donna: aveva immaginato ed era pronta a ricevere sei maschi vogliosi, carichi, ma ora si rende conto che quel gioco che stanno attuando su di lei, è qualcosa di molto simile ad un supplizio, però infinitamente eccitante.
Il gioco viene ripetuto ancora e ancora, sempre portandola al limite del piacere, ma negandoglielo. Ella, quindi, è così tesa e carica, che alla fine, li implora:
«No! Così mi uccidete! Vi prego... voglio godere! Prendetemi! Scopatemi... ma fatemi godere!»
Nonostante quel suo supplicare, i maschi proseguono in quel gioco estenuante, fin quando lei di nuovo, con la voce rotta dall’emozione e con il desiderio alle stelle, li supplica ancora:
«Basta vi prego! Sto impazzendo! Vi voglio dentro, voglio sentire i vostri cazzi durissimi che mi prendono, che mi fanno impazzire di piacere».
Appena finisce di parlare, tutti quanti restano immobili, poi è la voce di Tommaso, che parla per tutti.
«Sei veramente sicura che è quello che vuoi? Ci chiedi di possedere il tuo corpo, di penetrare in ogni tuo orifizio senza alcuna limitazione»?
Silvia rinnova ancora la sua implorazione, pregandoli di penetrarla dovunque. A quel punto si sente sollevare e adagiare sul corpo di qualcuno che è disteso sotto di lei. Una mano indirizza un membro duro direttamente sul suo fiorellino posteriore, per poi sentirlo scivolare dentro di sé, aprendole e penetrandole il culo fino in fondo. Finalmente ha qualcosa di vigoroso dentro e, subito dopo, un altro si appoggia alle labbra della sua fica, e le entra dentro con decisione.
Quello che la prende davanti è decisamente molto più voluminoso rispetto a quello che le è entrato nel culo. Anche la sua bocca viene riempita da un altro fallo ed ora lei, stretta fra quei maschi, inizia a godere dal momento in cui essi iniziano a scoparla con tutta la vigoria che hanno in corpo.
Sentirsi piena in ogni buco, le sconvolge la mente, mentre il suo corpo freme, scosso da ondate di piacere continuo.
Nessuno dei maschi le viene dentro, ma, al contrario, si alternano nei suoi buchi, e ogni qualvolta lei raggiunge un orgasmo, uno di essi si sfila per far posto ad un altro, in una girandola di cazzi che la penetrano in continuazione, che la fanno godere ininterrottamente per un tempo infinitamente lungo.
L'amplesso è condotto in maniera così forte ed intensa, che alla fine Silvia si sente quasi svenire per il piacere che prova a sentirsi usata da quei maschi che la scopano lentamente, ma con metodo e risolutezza.
Non ha mai provato nulla del genere in vita sua; nemmeno fra le braccia di Dario e di Franco, ha goduto così tanto. Ad un tratto, qualcuno le toglie la benda dagli occhi e lei si vede sdraiata in mezzo a quei maschi, che la scrutano ancora con occhi carichi di libidine.
Dario le chiede, se ha goduto abbastanza.
Lei annuisce e si sente sfinita dal tanto godere. E' convinta che ora il gioco sia quasi giunto alla conclusione, ma lui, dopo aver dato un’occhiata d'intesa ai suoi amici, mostra d'esser di tutt’altro avviso.
«Mi vorresti far credere che una puttanella come te, una zoccoletta che abbiamo scopato per appena tre ore, è già sazia di cazzo mentre ancora nessuno di noi le ha regalato una sola sborrata?
Oltre quella porta c’è il bagno; vai a darti una rinfrescata e poi torna da noi, perché inizierà il secondo round, durante il quale ognuno di noi vorrà raggiungere il suo piacere, svuotandosi dentro di te».
Silvia, a quelle parole, resta un attimino perplessa, poi, camminando in maniera abbastanza incerta, entra in bagno e, dopo essersi ripresa, si guarda allo specchio, ricevendo l’immagine di un viso sfatto dal piacere e, stranamente, questa cosa, la eccita ancora, così rientra in camera, guarda i sei maschi seduti sul letto e decide che adesso vuole sentire il loro piacere su di sé.
«Io sono pronta; adesso mi aspetto che voi, maiali, mi facciate godere ancora, riempiendomi ogni buco del vostro piacere».
Tommaso guarda verso Dario e, poi, la invita a ritornare sul letto in mezzo a loro.
«Vieni qui, bella puttana, che fino ad ora, ci siamo solo riscaldati, iniziando ad aprire i tuoi due buchi; ora però cominceremo a farti sentire cosa significa ad essere la nostra troia».
Subito viene ripresa fra le braccia di quanti le sono d'appresso; riprendono ad accarezzarla e eccitarla, poi viene invitata ad impalarsi sul cazzo di Antonio, che, fra i sei, sembra quello che l'abbia più lungo, anche se non troppo grosso in volume. Egli la penetra davanti, facendosi cavalcare.
Poco dopo sente le braccia di Tommaso, che la spingono a distendersi sul corpo di quello che la sta scopando davanti, e immagina che adesso lui le entrerà nel culo, ma, invece, rimane sorpresa ancora una volta, quando avverte che il suo grosso randello è appoggiato alle labbra della sua fica e, con un movimento lento, cerca di entrare in lei, in contemporanea con l'altro.
Si sente aprire allo stremo, sente dilatare le pareti della sua vagina in maniera assurda. Urla e implora che non lo faccia, ma egli, senza tener conto delle sue proteste, scivola dentro di lei insieme all’altro cazzo, e la sfonda e la dilata in maniera sconvolgente.
Restano entrambi immobili, ben piantati dentro di lei, che, lentamente, avverte il proprio corpo adattarsi a quelle due, contemporanee, intrusioni.
Le pareti della sua vagina si adeguano allo straordinario ingombro di quei due cazzi e, quando cominciano a muoversi, la fanno letteralmente impazzire di piacere, come se tutto quanto provato poco prima, non ci fosse stato.
Gode a lungo, mentre i due maschi la scopano con un sincronismo perfetto.
Ben presto, dopo la paura iniziale, la sua mente viene sconvolta da orgasmi multipli, mai provati. Sente il suo corpo percorso da scariche di piacere che, dipartendosi dalla fica, percorrono la spina dorsale e le arrivano direttamente al cervello, sconvolgendo la sua mente e facendole urlare, con tutto il fiato che ha in gola, il piacere che sta provando in quel momento.
Poi senza neanche rendersene conto, prende ad incitarli.
«Più forte! Scopatemi più forte! Dai, Tommaso, spaccami la fica, fammelo sentire fino in gola! E poi voglio sentire il vostro piacere riempirmi tutta, fin dentro lo stomaco. Avete ragione... sono una zoccola, una puttana, una baldracca succhiacazzi e rotta in culo! Più forte! Chiavatemi ancora più forte!»
Dopo l’ennesimo orgasmo di lei, i due maschi restano immobili fino a che un’ondata bollente riempie la sua vagina dilatata. E'il momento in cui i due maschi stanno riversando un'enorme quantità di sborra dentro il suo corpo.
Lei gode nel sentirsi riempire ed inondare da quelle notevoli scariche di piacere. Dopo averle riversato dentro tutto il loro piacere, i due maschi escono da lei, che viene lasciata distesa così che altri due possano prendere posto e farla godere di nuovo.
Questa volta è Dario che si sdraia sotto di lei: il suo cazzo è abbastanza grosso ma la penetra con facilità, poi subito a lui si aggiunge Diego, che si inginocchia fra le sue gambe e con decisione appoggia la sua cappella fra le labbra della sua fica, già piena del cazzo di Dario. Con un movimento lento ma deciso, fa entrare il suo cazzo insieme a quello del suo amico.
Silvia è incredula per quello che le stanno facendo e spalanca la bocca quando sente che, per l’ennesima volta, la sua fica viene riempita da altri due membri che la dilatano e le arrivano fino in fondo.
Per un lungo istante, che a Silvia sembra eterno, entrambi rimangono immobili, consentendo alla donna di adeguarsi a quella nuova doppia penetrazione. Quando entrambi i due maschi, con un sincronismo perfetto iniziano a pomparla, Silvia è subito invasa da nuove ondate di piacere: le piace sentirsi riempita e dilatata all'inverosimile.
In quel momento, dentro di sé si sente davvero una vacca, una troia sfondata e rotta in ogni buco; gode e impazzisce nel sentire due maschi che le forzano ogni buco, trattandola da puttana.
Quando, finalmente, gode per l’ennesima volta con i due maschi ben impalati in lei, tutti i presenti mostrano di gioirne, rivolgendole una quantità di complimenti.
«Che troia meravigliosa! Sei una puttana Stupenda! Una zoccola rotta in culo! Sei la troia che abbiamo sempre cercato e mai trovato. Una puttana come te, capace di prendere due cazzi contemporaneamente nella fica, la stavamo cercando da una vita, per finalmente trovarla solo ora. Guardate, ragazzi, come gode questa vacca a farsi sfondare da due cazzi contemporaneamente».
Silvia gode nel sentire quelle parole; dentro di sé e nella sua mente, c’è solo godimento, non avverte altro, non ha nessun altro pensiero, nessun altro anelito oltre quello di godere, e, con quell'intendimento, incita i due maschi a inondarla, come hanno fatto i primi due, che le hanno farcito la fica, da cui continua a sgorgare seme.
È in preda ad una frenesia erotica che le provoca delle convulsioni che le fanno tremare e scuotere tutto il suo corpo, fin quando, al culmine del piacere, sente che i due maschi sono arrivati all’apice, per cui li vede entrambi immobili, piantati dentro di lei, per poi riversarle una quantità industriale di sborra, nella sua fica già abbondantemente slargata al punto da non riuscire a contenerla: infatti cola fuori da quel buco, così oscenamente aperto.
I due maschi si sfilano e tutti possono ammirare la voragine che è diventata la fica di Silvia. Ella, quando loro si sfilano, avverte quella strana sensazione, già provata in passato, di sentirsi decisamente vuota, come se ciò che era dentro di lei fosse parte integrante del suo corpo e di punto in bianco toltole, così da lasciarle quel senso di enorme vuoto.
Resta sdraiata sul letto, sfinita; gli orgasmi provati l'hanno davvero sfiancata, ma, sollevando lo sguardo, si rende conto che solo quattro dei sei maschi, hanno goduto, mentre ce ne sono ancora due.
Questi ultimi si inginocchiano ai suoi lati e, a turno, le infilano il cazzo in bocca e la scopano, alternandosi fra loro, fin quando, entrambi, le riversano in bocca due copiose sborrate che, manca poco, la soffochino, da quanta gliene fanno ingoiare. Quando anche l’ultima goccia è finita nella sua bocca, tutti e sei fanno un applauso, si avvicinano e le esprimono i loro più sentiti complimenti.
«Sei stata magnifica, UNICA! La troia perfetta che abbiamo sempre desiderato avere fra le nostre mani. Ognuno di noi rispetterà il patto assunto circa il fatto che, appena uscita da qui, tutto questo sarà come mai avvenuto, ma saremo ben felici di ospitarti in questo letto, ogni volta tu abbia voglia di godere con noi».
Lei è commossa al punto che quasi le viene da piangere; poi, aiutata da Dario perché malferma sulle gambe, raggiungere il bagno e si infila sotto la doccia. L’acqua risveglia i suoi sensi, tonifica il suo corpo e la riporta, in un certo qual modo, alla cruda realtà.
Poi, recuperati i vestiti, Dario la riaccompagna a casa.
Durante il tragitto, lui si complimenta con lei per la splendida serata che ha avuto il merito di regalargli.
Silvia lo guarda sfinita, distrutta, ma dentro di sé molto felice per aver goduto in maniera così sconvolgente e soprattutto per aver fatto fare una bella figura anche a lui.
Il giorno seguente arriva in ufficio a mattinata inoltrata; il suo corpo è un insieme di dolori, che le ricordano la folle notte passata insieme a Dario.
Fortunatamente Lucia è impegnata fuori dall’ufficio e non può vedere in che stato è ridotta la sua amica.
Dario la convoca in ufficio e, dopo essersi assicurato del suo stato di salute, la stringe forte fra le sue braccia, la bacia con passione e la sua voce la lascia stupita
«Sei stata meravigliosa! Una donna veramente fantastica. Ti assicuro che ieri sera, mentre godevi stretta fra le nostre braccia, mi sono sentito la persona più felice del mondo. Anche i miei amici sono rimasti positivamente impressionati per le emozioni che hanno vissuto con te; mi hanno detto di informarti che nessuno di loro violerà il patto stipulato con te. Inoltre, ognuno di essi ha aggiunto che, nel campo di propria competenza, tu potrai chiedere qualunque aiuto ti sia necessario. Ieri sera, mentre godevi sopra quel letto, ti sei fatta una cerchia di amici, che, forse, non potrai mai misurare per quanto sono importanti, ma ti assicuro che ognuno di essi, per la stima ed il rispetto che nutrono nei tuoi confronti, è disposto a qualunque sacrificio per soddisfare ogni tuo bisogno».
Da quella mitica sera, passano parecchi giorni e, lentamente, si avvicinano le feste natalizie.
La domenica prima di Natale, tutti dipendenti della banca vengono convocati nella sede centrale, per uno scambio di auguri che la direzione intende fare a tutti i suoi dipendenti. A questa cerimonia però, non partecipano Luca e Silvia, perché impegnati come padrino e madrina al battesimo della figlia di una cugina di Silvia.
Solo Marco e Lucia partecipano alla cerimonia.
Il giorno successivo Lucia racconta a Silvia che Andrea, il presidente della banca, è rimasto un po’ deluso, quando non l'ha vista con Luca insieme a loro, e lei li ha giustificati per la loro assenza alla riunione.
Due giorni prima di Natale, nel tardo pomeriggio, Silvia esce da un negozio, lungo il corso principale della città, dove è andata per acquistare due piccoli regali, che le mancavano per completare il suo elenco di strenne natalizie.
Passando davanti alla sede centrale della banca, improvvisamente sente qualcuno pronunciare il suo nome. Si gira e si trova davanti Andrea, che la guarda per un lungo istante, scrutando le linee del suo corpo.
Dopo un breve saluto, anche perché sta cadendo qualche fiocco di neve, lui la invita ad entrare nel caffè che c’è dall’altro lato della strada, perché intende offrirle un aperitivo e scambiare con lei gli auguri delle imminenti festività.
Seduti ad un tavolino, mentre sorseggiano l'aperitivo, Andrea, la guarda con occhi carichi di ammirazione e le parla in tono molto cordiale.
«Ammetto di esser rimasto deluso, quando non ti ho visto con Luca alla cerimonia dello scambio degli auguri. Lucia, mi ha informato che la vostra presenza era stata richiesta altrove, per un incarico decisamente molto più importante; per questo, in qualche modo, ho giustificato la vostra assenza».
Silvia sorride e gli spiega l'emozione provata nel tenere fra le braccia quella tenera creaturina, così piccola e indifesa; per lei è stata un'esperienza infinitamente bella.
«Deve essere un’esperienza bellissima, diventare madre, sentire la vita che ti cresce nel ventre, per poi, per tutta la vita, prendersi cura di quella creatura che tu hai messo al mondo.»
Andrea osserva la gioia che sprizza dagli occhi della ragazza, mentre parla di quella esperienza, poi si dice compiaciuto del fatto che Marco e Lucia lo hanno informato del loro progetto matrimoniale.
«Ho visto la gioia negli occhi di Marco, nel sentire finalmente arrivare il giorno in cui potrà indossare la vera all'anulare e sentirsi un marito. Mi chiedo quando anche tu renderai felice Luca, accettando di diventare sua moglie».
Silvia sorride e spiega ad Andrea, che la giovane coppia dei suoi amici, può contare su risorse economiche molto cospicue, anche se con loro non hanno mai fatto pesare questa disparità; ma lei e il suo Luca possono contare soltanto sui rispettivi stipendi, quindi, prima di parlare di matrimonio, è sicuramente necessario trovare una casa dove poi andare a vivere.
Andrea la guarda, scuote il capo, poi le si avvicina e parla quasi sussurrando onde evitare che qualcun altro, oltre lei, possa udire ciò che le sta dicendo.
«Non sono affatto d’accordo; quello che tu ritieni non esser prioritario, in realtà è una cosa che il tuo fidanzato attende da tempo con ansia. Credo che per lui sia una gioia immensa esser, finalmente, tuo marito. Ho visto con che occhi ti ammirava, quando alla cerimonia di inaugurazione, eri circondata da altri uomini, che non desideravano altro che ammirare una splendida donna come te, e lo facevano con occhi carichi di cupidigia.
Quella stessa gioia l’ho vista negli occhi di Marco, quando, assieme a Lucia, mi ha comunicato che finalmente lei sarebbe diventata sua moglie».
Silvia lo osserva, quasi incredula, poi gli chiede a seguito di quale ragionamento si sia formato questa convinzione.
«A volte, nella vita, capita di notare cose che, in genere sfuggono a molti.
Ero seduto, quando ho notato un dettaglio che, solo dal mio punto di osservazione, potevo vedere. Ti posso assicurare che, mentre leggevo negli occhi dei maschi che ti guardavano, il desiderio di possedere una splendida donna come te, la parte bassa del corpo di Luca ha preso a gonfiarsi in maniera inequivocabile, indice che lui non aspetta altro che di diventare tuo marito, diciamo, in maniera un po’ speciale».
«Un cornuto?»
L’espressione non sorprende Andrea, che prosegue in maniera ancor più chiara la sua analisi.
«Vedo che hai capito perfettamente quale sia il suo più grande desiderio. Negli occhi di Marco ho letto lo stesso desiderio di Luca e, infine, anche in quelli di Luigi».
Silvia lo guarda con profonda meraviglia e chiede perché quelle sue valutazioni siano state estese anche a Luigi.
Ed egli chiarisce:
«Quando, circa una decina di anni fa, per tutti ero ad un convegno economico, in realtà ero da tutt’altra parte, nudo e in compagnia di una donna, anch'essa nuda, intenta a darmi molto piacere, ma sposata con un uomo molto geloso, che aveva assunto un investigatore privato per ottenere prove che sua moglie era una adultera.
Io, invece, ero sposato con una donna estremamente rigida, con principi morali molto severi, che non amava nessun tipo di trasgressione.
Per lei il sesso era semplicemente una questione chimica, necessaria al concepimento della prole. Io, invece, ho sempre amato il sesso in tutte le sue possibili varianti e sfaccettature.
Naturalmente, il risultato di quella indagine fece emergere la verità, con la conseguente richiesta da parte di mia moglie del divorzio, cercando in tutti modi, di ottenere il massimo vantaggio economico, utilizzando le inconfutabili prove, che l’investigatore privato aveva fornito, sia al marito della donna che era con me, che a mia moglie.
Fortunatamente già conoscevo Luigi, che all’epoca era già un ottimo avvocato, ed egli ha saputo convincere i giudici che l'adulterio, per quanto palese, era in qualche modo dovuto al modo rigido di vivere la sessualità da parte di mia moglie. Fortunatamente non avevamo figli, quindi la bravura di Luigi nel demolire l’avvocato di mia moglie, giovane e inesperto, ha, in qualche modo, limitato i danni.
Da quel giorno, spesso e volentieri, ho usufruito dei suoi servigi, i suoi consigli legali e, quando qualche giorno fa è passato per farmi gli auguri di Natale, ho letto nei suoi occhi la stessa gioia che vi era negli occhi di Marco.
Quando gli ho chiesto per quale motivo fosse così felice, egli mi ha risposto che finalmente aveva trovato il modo di dare un senso alla sua vita.
Fatta la conoscenza di Marco e Lucia, mi ha reso l’uomo più felice del mondo, perché, dopo quella singolare esperienza, non ho più cercato nessun tipo di legame sentimentale, ma solo sesso sporadico che, a lungo andare, mi ha lasciato molto insoddisfatto. Ho ripensato molto alle parole di Luigi ed ora, sapere che anche il tuo futuro marito, in qualche modo, è già un cornuto, anche se inconsapevolmente, mi spinge a farti una proposta, che, forse, potrebbe cambiare la vostra vita.
Oggi, che ho raggiunto una certa età, mi son reso conto che la mia vita è diventata molto solitaria e, consapevole che sono ancora un maschio in grado di soddisfare una donna in tutto per tutto, vorrei proporti, non solo di giacere fra le mie braccia, ma condividere il tuo corpo assieme a tuo futuro marito.
Se ciò dovesse avvenire, per me sarebbe la gioia più grande che potessi mai desiderare».
Silvia lo guarda, con occhi decisamente severi che, per un attimo, lasciano lui un po' sgomento e preoccupato.
«Sono convinta che tu sia una persona veramente stupenda e che, sicuramente, saresti capace, con il giusto tatto e le dovute attenzioni, a far finalmente provare a Luca il piacere di vedermi con un altro uomo.
Ho bisogno solo di un po’ di tempo, per cercar di capire se, veramente, tutto questo è ciò che lui vuole, mentre, dentro di me, posso assicurare che l’idea di stringermi fra le tue braccia, mi provoca una sensazione molto particolare.
Ora, per cortesia, lascia che io vada; devo prendere l’autobus per tornare a casa».
Il viso di Andrea si trasforma in una maschera di gioia, i suoi occhi brillano per l’emozione nel sentire le parole di Silvia. Non le permette di tornare a casa con l’autobus, e si offre di accompagnarla lui stesso con la sua vettura.
Seduta al suo fianco, lo osserva e lo ammira, fin quando, giunti a casa, prima di scendere, dopo avergli rinnovato i suoi auguri di Natale, lo lascia con la promessa che, certamente a breve, gli comunicherà la fattività di quel loro progetto. Si scambiano i recapiti telefonici, poi, prima di scendere, Silvia lo bacia sulla guancia.
Nel pomeriggio del giorno di Natale, Silvia, in un momento in cui è sola con Luca, gli chiede se veramente ha ancora il desiderio di vederla godere con un altro.
Lui, dopo averla stretta forte al suo corpo in un caloroso abbraccio, la guarda con occhi carichi di desiderio e le rinnova la sua ferma decisione che, in qualunque momento lei decida di godere fra le braccia di un altro maschio in sua presenza, egli sarà la persona più felice del mondo.
Silvia, allora, lo mette al corrente di quanto gli ha suggerito Andrea, che, però, ha tenuto a precisare che la cosa deve rimanere assolutamente molto riservata.
Se lui è d’accordo, lei sente che Andrea possa esser la persona giusta per realizzare quel loro desiderio.
Luca fa salti di gioia, la stringe forte al petto e le copre il viso di baci.
«Amore mio ti amo! Sei la mia vita! Sei la luce dei miei occhi, il mio respiro, il mio sole. Se ritieni che lui sia la persona giusta, ti lascio tutta la libertà di cui hai bisogno per fare in modo che si possa realizzare questo mio sogno».
Silvia parla ancora con lui e convengono che potrebbero organizzare dopo le festività del Capodanno, quando la vita ha ripreso il suo corso normale, in quanto, in questo periodo, sono troppo impegnati con le varie cene e pranzi con tutti i parenti. Il Capodanno, decidono di passarlo in città, insieme ad un gruppo di amici, fra i quali anche Marco e Lucia, e partecipano alla festa in piazza, che si tiene la notte dell'ultimo dell'anno. Guardano i fuochi d’artificio e ballano fino all’alba, poi essi quattro, si recano verso il lago e, raggiunta la piazzola, dove per la prima volta hanno goduto del piacere di scambiarsi le donne, scendono dall’auto e restano immobili appoggiati ad essa, mentre aspettano di ammirare il sorgere del sole del primo giorno dell’anno.
Quando il primo raggio di sole squarcia la notte, Lucia si volta a guardare Silvia, poi d'un tratto, senza dire una parola, come ci fosse un tacito intento, entrambe si inginocchiano ciascuna davanti al compagno dell’altra e, estratti i loro sessi, li succhiano e li pompano con estrema bravura, portando ben presto due maschi a godere nelle loro bocche. Succhiano e raccolgono tutto il seme che sgorga da quei membri duri, poi si girano e si scambiano un bacio per mischiare il seme che hanno in bocca e, infine, si rialzano ed ognuna va a baciare il proprio uomo.
Nel ripetere quel gesto, che in definitiva rappresenta il primo atto del loro darsi alla trasgressione, tutti e quattro si rendono conto che il piacere che hanno appena provato, non è altro che il primo passo lungo il percorso della trasgressione, che, da quel momento in poi, li porterà a vivere esperienze bellissime, emozioni fortissime, per il resto della loro vita.
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baxi18, 55
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Infermierina trav : come e' cominciato..
Prima puntata : Infermierina Trav...perche’ ? Beh per capire perche’ sono Trav e perche’ mi piace fare la classica Infermierina sexy che non ci pensa due volte a inginocchiarsi per prendere in bocca qualcosa di buono..bisogna fare qualche passo indietro, nel passato. Tutto comincio’ con la visione di un vecchio film, ero giovanissimo e nel film c’era una scena di una bisca dove, sul palco, c’era una spogliarellista. E’ stato un fulmine a ciel sereno vedere la ragazza che, con movimenti molto sexy, si toglieva una calza. Dentro di me qualcosa cambio’ e da li a “rifare” la “scena” della calza, nei giorni successivi e ovviamente di nascosto e’ stato un attimo. Ricordo bene la “scossa” che ricevetti nell’infilare la calza..ripeto ero giovanissimo e quindi la peluria sulle gambe era pochissima..la sensazione di toccarmi la gamba e il piede con la calza addosso mi provocava dei piacevolissimi tremori. La cosa ando’ avanti per qualche anno ma era relegata a indossare le calze , a tocccarmi piacevolmente e a rimettere tutto a posto fintanto che non trovai, per caso, in mezzo a delle cose che una conoscente buttava via e alla quale davo una mano per la “mancia” un bel paio di collant nella loro scatoletta di cartone. Non ricordo la marca, ero in terza media, da ripetente, ma ricordo che era un collant grigio, con la classica cucitura davanti e senza “mutandina” nel senso che non vi era la mutandina coprente. Io non so’ quantificare quante volte ho indossato quel paio di collant mentre guardavo I filmini porno, sognando di essere la donnina di turno che, vestita in lingerie, si faceva sbattere...e li presi la decisione : indossare I collant sotto ai pantaloni !! Al mattino, per vestirmi, dovevo fare le magie per ovvii motivi di genitori ma ci riuscivo moltissime volte , alcune senza indossare le mutande tanto, pensavo io, avevo il collant. Fu cosi’ che, una mattina a scuola, mi dovetti recare in bagno e una volta fatta la pipi’ (complice il paio di pantaloni abbastanza attillati che avevo quel giorno) ci misi parecchio tempo a rimettermi a posto perche’ c’e’ poco da fare, I collant scendono...e con I pantaloni e’ una cosa “scomoda” . Quindi, indossando ovviamente I calzettoni sopra dovevo partire da li per tirar su’ I collant e lo feci come avevo visto fare da un paio di compagne di classe che, alle volte, si aggiustavano le calze. Come ultima cosa sistemai la mutandina del collant facendo attenzione che la cucitura passasse dritta in mezzo alle natiche ma, vuoi per il contatto del nylon sulla pelle, vuoi che la cosa di indossare I collant per uscire e andare a scuola mi eccitava non poco cominciai a massaggiarmi davanti e credo che il mix di queste cose abbia fatto si’ che non mi accorsi che, nel frattempo, qualcuno stava aspettando fuori del bagno. Quel qualcuno, evidentemente, mi aveva spiata ( perche’ e’ da qui che comincia veramente il tutto ) e era il classico compagno di classe che MAI avrei pensato...il quale fini’ per farsi aprire la porta sotto la “minaccia” di spifferare il tutto e in men che non si dica ci strusciavamo i cazzi, uno contro l'altro e, mentre mi palpava, mi diceva che gli piaceva palparmi il culo coperto dai collant. Dopo un po' mi spinse giu' e mi ritrovai accovacciata a succhiarglielo. Era la primissima volta che avevo un contatto con un maschio ma era evidente la parte predominante femminile che c’e’ in me e che stava crescendo..quello e’ stato il primo di una nutrita serie di pompini che feci proprio a lui, perche’ a lui piaceva vedermi che me lo toccavo tenendo una mano dentro al collant mentre con l’altra glielo muovevo su e giu succhiandoglielo come vedevo fare alle donnine dei filmini porno. Gli anni passarono e scoprii le autoreggenti (che non amo moltissimo in verita’ ) e le calze con reggicalze. Le calze con reggicalze ma ancor piu’ guepiere e calze sono una fissa : non posso pensare di travestirmi se non ci sono le calze con guepiere o reggicalze. Certo, uso autoreggenti e collant ma quando devo fare la porca (e mi travesto esclusivamente per quello), sopratutto vestita da infermiera...ma questo sara’ l’argomento della seconda puntata.
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Infermierina3Trav,
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Inconsapevolmente cornuti. una scelta importante.
Il mercoledì pomeriggio avviene l'inaugurazione della nuova filiale. Alla cerimonia sono invitate tantissime persone: politici, autorità ecclesiastiche ed istituzionali, oltre a tanta altra gente che, comunque, ha un ruolo di rilievo nella vita della comunità cittadina. Fra le tante persone invitate, oltre a Dario, Franco ha invitato anche gli altri quattro amici, ai quali è molto legato. Naturalmente, quando Lucia e Silvia, accompagnate dai rispettivi fidanzati, hanno fatto il loro ingresso nella filiale, Franco ha finto di non conoscere Silvia.
«Sono molto onorato di fare la sua conoscenza; sapevo che Lucia aveva un’amica molto bella, ma devo ammettere che lei supera ogni aspettativa».
Anche Silvia finge di non conoscere Franco, mentre Dario, che ha assistito a tutta la scenetta, sorride compiaciuto dentro di sé. Insieme al suo amico, fa le presentazioni dei suoi quattro amici presenti alla cerimonia.
Il primo, che viene presentato, è Stefano, amministratore dell’azienda, che ha realizzato il centro commerciale; poi c’è Antonio, che è l’amministratore dell’azienda dei trasporti; poi Diego, che ha, anche lui, un affermato studio di consulenza fiscale. Il sesto elemento è Tommaso, responsabile del settore economico finanziario del Comune.
Dei sei componenti lui è quello che ha sicuramente maggior fascino, sia per il suo aspetto, dei meravigliosi occhi azzurri, ma soprattutto per il suo sorriso accattivante, la battuta sempre pronta, un modo di fare capace di incantare la maggior parte delle signore presenti alla cerimonia.
Quando si avvicina a Dario, che è in compagnia di Lucia e Marco, chiede di essere presentato anche a Silvia. Quando le stringe la mano, i suoi occhi fissano quel corpo stupendo che si trova davanti. Infatti le due ragazze decisamente non passano inosservate, sia per la loro bellezza, sia per il modo sobrio, ma estremamente elegante, del loro abbigliamento.
Silvia indossa un vestito leggero di lino, color azzurro, che mette risalto la sua splendida capigliatura nera che, in qualche modo, evidenzia la sua discreta abbronzatura. Ai piedi calza dei sandali dello stesso colore del vestito con un tacco non esageratamente alto, ma che, in ogni caso, ne slancia la figura.
Lucia, invece, indossa un tubino nero elasticizzato, che le modella il corpo e la rende molto sensuale. Anche lei ai piedi calza dei sandali che le inarcano bene il fondo schiena, ma in maniera gradevole, splendido da ammirare e per niente volgare.
«Conoscevo già la bellezza di tua figlia Lucia, ma devo ammettere che anche questa splendida signorina è davvero incantevole».
Silvia avverte un brivido lungo la schiena, quando lo sguardo di lui la penetra fin dentro l’anima. Per un attimo, resta affascinata dalla bellezza di quell’uomo, i cui modi gentili e garbati, suscitano in lei molto interesse.
Poi tutti gli invitati si fanno da parte e lasciano passare l’ospite importante di questo evento: il presidente della banca.
Quando egli fa il suo ingresso nei locali della filiale, le due ragazze rimangono piacevolmente affascinate nel vedere un uomo abbastanza maturo, di media statura, dal fisico snello, con un aspetto splendido: capelli completamente bianchi ed un pizzetto curatissimo.
Appare come una persona estremamente energica, dinamica, con due occhi scuri, uno sguardo profondo che, quando incrocia gli occhi di un'altra, sembra penetrare fin dentro l’anima.
Franco spiega alle due ragazze che Andrea è un uomo energico e risoluto, che dirige questa banca da oltre una ventina di anni e l’ha trasformata, da un piccolo istituto, in un affermato gruppo bancario.
Dopo tutte le varie cerimonie, benedizione e recisione del nastro, brindisi e taglio della torta, in un momento di apparente calma, Franco sta parlando con Luca e Marco, che sono in compagnia delle rispettive fidanzate, poi lui propone di avvicinarsi ad Andrea. Spiega ai due giovani che il presidente preferisce conoscere il personale della nuova filiale e, in questo caso, anche delle sue splendide fidanzate.
Tutti si avvicinano a quell’uomo ed egli li osserva attentamente mentre fanno le dovute presentazioni; poi lui, con un sorriso alquanto compiaciuto, esterna il proprio compiacimento per le conoscenze appena fatte.
«Franco, amico mio, se questi due ragazzi sono bravi nel lavoro, come lo sono stati nello scegliere le loro donne, sono sicuro che questa filiale avrà un successo strepitoso. Ora, però, vorrei fare un brindisi particolare alle loro nuove mansioni e, soprattutto, a queste due splendide signorine, che sono al loro fianco».
Tutti quanti sollevano i calici, mentre Silvia sorseggia lo spumante, non può fare a meno di osservare che Andrea continua a far scorrere lo sguardo sul suo corpo. Una intrigante sensazione la avviluppa e le provoca un lungo brivido lungo la schiena, al che gira lo sguardo per non far scorgere il suo evidente turbamento, ma, in quel preciso istante, incrocia gli occhi di Tommaso che, a sua volta, la sta osservando con espressione incantata.
Sentirsi sotto lo sguardo di quei due maschi, le provoca una sensazione alquanto conturbante, che si trasforma in un certo senso di umido che va a bagnare la sottile stoffa dello string che le copre la figa. Il resto della serata è tutto un susseguirsi di brindisi ed allegria.
Quando decidono di andarsene, nel salutare Andrea, egli, rivolgendosi con fraterna amicizia a Franco, gli pone una domanda:
«Sei veramente sicuro che non abbiamo bisogno di queste due splendide ragazze, come nostre impiegate?»
Lui sorride, ma non riesce a dare una risposta, perché immediatamente, alle spalle delle due femmine, si materializza Dario, che, abbracciandole, chiarisce ogni aspetto della questione.
«Non se ne parla proprio! Una è mia figlia ed ha già un lavoro che la rende felice, l’altra, se un giorno deciderò di andare in pensione, dovrà collaborare con lei, come socia dello studio. Mi dispiace per voi, ma queste due bellezze le ho coltivate io e non intendo permettere a nessuno di portarmele via».
Scoppia una risata generale, poi salutano e se ne vanno. Mentre stanno tornando a casa, Silvia commenta, insieme a Luca, gli eventi della cerimonia.
«È stata una bella cerimonia; sono stata molto felice per aver conosciuto un bell’uomo, come Andrea».
Anche Luca è soddisfatto di questa considerazione e racconta a Silvia che, nel suo ambiente, si dice che è divorziato da oltre dieci anni. Da allora, sono circolate molte voci, che gli attribuivano varie storie con donne molto belle, ma, nessuno di quei pettegolezzi ha mai trovato conferma.
Guarda Silvia ed entrambi hanno la sensazione che questo incontro possa, in qualche modo, influire sul loro futuro. Per circa una ventina di giorni, il lavoro assorbe Luca e Marco. I due sono molto contenti, perché la presenza della filiale, in quel nuovo centro commerciale, è un vero successo.
Il sabato sera, mentre sono seduti in pizzeria, Marco e Lucia, dopo essersi scambiati una fugace occhiata, comunicano alla coppia di amici la loro intenzione di volersi sposare.
Immediatamente, sia Luca che Silvia li abbracciano e si congratulano con loro per la decisione presa. L’entusiasmo, però, viene un po’ smorzato da Marco, il quale precisa che, per prima cosa, sarà necessario trovare un’abitazione dove vivere, dopo le nozze
Hanno esaminato attentamente le varie zone della città e sono giunti alla conclusione che l’ideale, per loro, sarebbe di trovare un appartamento situato in una posizione strategica, che si trovasse a metà strada fra il lavoro di lui e quello di lei.
Hanno preso in considerazione varie possibilità, ma non sono giunti a trovare una soluzione che sia soddisfacente per entrambi.
Dopo l’episodio verificatosi a casa di Stefania, hanno stretto con Alberto un’amicizia che è diventata ogni giorno più forte, più intensa e anche molto coinvolgente. Questo li porta a stare insieme ogni volta che ne hanno la possibilità, anche senza necessariamente fare sesso; e in una di quelle occasioni, mentre si ritrovano seduti al tavolo di ristorante, la giovane coppia rende partecipe il loro amico della loro scelta. Alberto li abbraccia con evidente commozione e dice:
«Amici miei, sono immensamente felice che abbiate deciso di fare questo passo. Consideratemi a vostra disposizione per qualsiasi cosa sia necessaria per il raggiungimento di questo meraviglioso obiettivo.»
Come è avvenuto con Luca e Silvia, Marco spiega ad Alberto che l’unico vero problema è la ricerca di un appartamento dove vivere da sposati.
Spiega che non sono riusciti a trovare nulla alla portata delle loro risorse economiche. Ne consegue che, prima di stabilire la data delle nozze, dovranno impegnarsi a fondo nella ricerca di una casa, che sia più vicino possibile ai loro posti di lavoro. Alberto resta un attimo in silenzio, poi suggerisce la soluzione al loro problema:
«Non avete bisogno di cercare nessuna casa! Ho io per voi la soluzione che risolve tutti i vostri problemi. Venite ad abitare nella mia villa, che è immensamente grande, e terribilmente vuota. Ci sono tre camere matrimoniali, di cui due hanno il bagno privato in camera e un armadio a muro; poi ci sono altre due camere un po’ più piccoline, con un altro bagno; insomma di spazio ve n'è più che a sufficienza».
I due si guardano un attimo stupiti, poi obiettano che non vogliono assolutamente arrecare nessun disturbo alla sua privacy. Inoltre sono certi che le loro risorse sono insufficienti per pagare un affitto adeguato.
Alberto li guarda sorpreso e spiega che non c’è assolutamente nessun disturbo e che, soprattutto, non dovranno pagare nessun tipo di affitto.
«Pensateci bene, non mi date una risposta ora, ma venite domenica pomeriggio a casa, venite a vedere la mia villa, dal momento che nessuno di voi due è mai stato nella mia proprietà. Una volta che avrete esaminato quanto ho da offrirvi, prenderete la vostra decisione, ma fino a quel momento, riflettete sulla mia proposta».
Nei giorni seguenti, i due futuri sposi cercano di analizzare ogni singolo aspetto di quell’offerta. Il sabato successivo, mentre sono in compagnia di Luca e Silvia, ne parlano anche con loro. I due amici restano stupiti dalla loro titubanza e cercano di capire quale sia il reale problema. Così Marco spiega il motivo della sua indecisione:
«Come offerta è veramente unica e irripetibile, ma noi non vorremmo essere di impiccio per nessuno, e poi è da considerare anche un’altra circostanza: oggi siamo amici, con Alberto c’è una sintonia stupenda, ma cosa potrebbe succedere se questa armonia, un giorno, dovesse guastarsi? Ci ritroveremo senza una casa e questo è in pratica ciò che più ci preoccupa».
Silvia, dopo aver guardato un attimo Luca, spiega al suo amico che, per il momento, non deve assolutamente fasciarsi la testa prima che sia rotta.
Alberto sembra essere una persona sincera e affidabile, in ogni caso se quel problema dovesse sussistere, lo affronteranno al momento, quindi, per ora, accettare l’offerta appare come la cosa migliore.
Il giorno successivo la giovane coppia entra nella proprietà di Alberto. Immediatamente restano entrambi affascinati dalla bellezza di quella proprietà.
La villa è immensa, con un ampio parco perfettamente curato. La struttura è composta da un misto di mattoncini "a facciavista", pietra e legno d’ulivo, che è presente fra le piante del giardino.
Li accoglie a braccia aperte; mostra loro la casa e una delle camere matrimoniali è nuda, completamente da arredare. Era destinata a lui ma, non essendosi mai sposato, non è mai stata arredata. Mostra il resto della casa, tra cui diverse altre stanze, che possono essere adibite a qualsiasi cosa si voglia, poi si ritrovano seduti sul salone, dove lui chiede ai suoi amici se sono soddisfatti di quello che hanno visto.
Marco tiene il capo chino e, con un filo di voce, senza incrociare lo sguardo dell'amico, espone il suo pensiero:
«Una casa bellissima, sicuramente sarebbe bello vivere qui, ma siamo convinti di apparire imprudenti ad accettare una simile proposta: non vorremmo, domani, trovarci in difficoltà».
Alberto lo lascia parlare, poi insistendo garbatamente, riesce a farsi dire quale sia la reale preoccupazione dei suoi amici.
Intuita la loro paura, si alza dal tavolo, raggiunge una delle camere più piccole, adibita a studio e, poco dopo, ritorna con in mano dei fogli che sottopone all’attenzione dei suoi amici.
«Da quando vi ho conosciuto e, soprattutto, da quando tu Marco mi hai concesso il privilegio di godere del corpo di Lucia, io sono, sì rimasto affascinato da lei, ma anche da entrambi. Lei per me rappresenta la donna che ho sempre desiderato, di cui mi sarei voluto innamorare e vivere con lei tutta la vita. Non mi fraintendere, amico mio, questo non significa in nessun modo che intendo rubarti la donna, ma, al contrario, di desiderare la sua felicità, cosa che comporta il fatto che lei sia sposata con una persona giovane come te, che la rende felice e, soprattutto, che le conceda il piacere di potersi stringere fra le mie braccia, di godere insieme a me e te, il piacere che siamo in grado di farle provare: ho notato, sai, il piacere che provi quando lei gode fra le mie braccia. Nello stesso tempo, ti sembrerà strano, ma provo lo stesso piacere mentre vi guardo e tu la fai godere. In quel preciso istante io godo nel vedere la donna che amo, essere posseduta da un altro uomo che la fa godere immensamente e questo mi regala le stesse emozioni che provi tu, quando io la scopo. È una questione che non so spiegarti, ma si tratta di un piacere che non avevo mai provato e di cui non vorrei privarmi, per il resto della mia vita.
Questo che ti mostro è un contratto, il cui contenuto, se lo condividete, domani pomeriggio lo sottoscriveremo in presenza di un notaio, mio amico, per poi farlo registrare. C’è scritto che io cedo l’intera proprietà a voi due, mentre riservo per me soltanto l’usufrutto dell’immobile. Una volta divenuti proprietari, nessuno potrà mai costringervi ad andarvene, mentre io, essendo l’usufruttuario, posso sempre decidere se vivere o non vivere qui con voi; perciò potete accettare tranquillamente la mia offerta e pensare con serenità al vostro futuro».
I due restano sbalorditi da una simile proposta: Lucia si alza in piedi con le lacrime agli occhi, lo abbraccia stringendolo forte e sente qualcosa premere contro il suo ventre, indice che Alberto, nel tenerla stretta, si è eccitato. Anche Marco si alza in piedi ed anche lui ha le lacrime agli occhi per la gioia che prova e, soprattutto, vedere la sua donna di nuovo stretta fra le braccia di quell'amico, gli provoca un’improvvisa erezione che lui appoggia sulle natiche di Lucia, stringendola in un contatto a sandwich.
Tutti e tre, tenendosi abbracciati, vanno in camera da letto, dove i due maschi fanno impazzire di piacere quella ragazza, che gode nel sentirsi possedere dalle due persone che ama alla follia.
Raggiunge orgasmi a profusione e, quando si rende conto che Alberto è in procinto di sborrare, per la prima volta gli chiede di farlo dentro di lei.
Fino a quel momento, ogni volta che loro tre avevano scopato, lui non le è mai venuto dentro la figa, ma sempre in bocca o sul suo corpo.
Alberto nel sentire quella richiesta, guarda per un attimo Marco, che annuisce e sorride, e poi chiede all’amico che, una volta che avrà riversato tutto il suo piacere dentro il ventre della sua donna, dovrà farsi da parte perché anche lui intende inondare quella fica già piena del suo sperma. Alberto la pompa a lungo, fin quando, ad un tratto, rimane immobile piantato dentro di lei e con un grido di puro piacere, le riversa dentro il corpo tutta la sua sborra, poi guarda l’amico e, in un attimo, si sfila, lasciando che lui prenda il suo posto. Rimane immobile a guardare Marco che ora sbatte, con impeto e furore, la fica di Lucia, da cui, ad ogni affondo, schizza fuori sia il piacere di lei, che gode a ripetizione, che quello di lui, precedentemente lì depositato, e che ora Marco, con un grido pazzesco, mischia con il suo, in un cocktail di umori impareggiabile. Dopo questo intenso momento, tutti e tre si abbracciano e si tengono stretti facendo progetti sul futuro.
Quando Dario viene a sapere dell’offerta di Alberto, per un attimo si mostra indeciso, ma è proprio Silvia, che lo prende in disparte e gli spiega come stanno realmente le cose.
«Dopo quella domenica, a casa di Stefania, fra Marco, Lucia e Alberto, l’amicizia si è trasformata in un sentimento più che amicale. Adesso che i due fidanzati fanno progetti per il loro matrimonio, Alberto gli ha chiesto di esser parte della loro vita. Il ruolo, che lui ha all’interno della coppia, soddisfa entrambi, quindi vogliono accettarlo e condividere il piacere che quel triangolo offrirà ad ogni singolo componente».
Dario sorride e chiede se anche lei sarebbe disposta ad avere una simile combinazione sentimentale.
Lei ci riflette un attimo, lo guarda, e poi risponde.
«Con la persona giusta, sarei disposta a farlo anch'io».
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti.le prime corna
Mentre le ragazze erano in cucina, a farsi raccontare da Stefania tutto quello che era successo durante il viaggio di nozze, fuori i quattro maschi parlavano liberamente fra di loro di quanto era successo in questi ultimi tempi.
Il primo fra di loro, a raccontare le sue impressioni, era stato Luigi.
La sera delle nozze, mentre si recavano all’aeroporto dentro la vettura guidata da Alberto, lui aveva dormito a lungo in maniera profonda. Quando si è ritrovato disteso sul letto, in uno strano di dormiveglia, gli era sembrato che la sua donna, che aveva sposato poche ore prima, si stesse facendo scopare da un altro uomo. Era così confuso e intontito dall’alcol, che tutto gli sembrava alquanto strano, ed era anche dubbioso sul fatto che questo fosse realmente accaduto.
Poi il sonno aveva avuto di nuovo il sopravvento su di lui.
Alle prime luci dell’alba, prima del suono della sveglia, aveva aperto gli occhi, si era girato ed aveva guardato la sua donna da vicino, notando fra i capelli, sul lato della guancia, delle strane macchie bianche.
Dopo averle annusate e assaggiate, portandole alle labbra, si era reso conto che doveva essere dello sperma essiccato. Per un attimo aveva pensato che, forse, quelle immagini confuse che aveva visto la sera prima erano reali e non frutto dei fumi dell’alcol.
Per un attimo aveva avvertito come un forte dolore, una rabbia quasi indescrivibile, nel constatare che la sua donna lo aveva tradito con un altro. Dentro di sé, era emersa prepotente una domanda: da quanto tempo Stefania si faceva sbattere da Alberto?
Allora si è alzato, è andato in bagno, mentre ripensava alla faccenda, ha avuto un'improvvisa e tremenda erezione. Da questo era giunto alla conclusione che, se Alberto aveva scopato sua moglie, lui ne era eccitato e ne era anche felice. Durante la permanenza in Giappone, non avevano avuto molto tempo per fare sesso, in quanto ogni volta che arrivava la sera erano particolarmente stanchi, ma, giunti a Bora Bora, le cose sono decisamente cambiate.
Subito si è reso conto che fra i suoi compagni di viaggio, in quella mini crociera, sia il capitano che Giorgio, erano particolarmente attratti dalla bellezza di Stefania, mentre lui era attratto dallo splendido culo della signora Eleonora, mentre della ragazza francese, apprezzava le splendide labbra carnose, ideali per succhiare un membro.
Si era reso conto che l’idea che Giorgio, essendo molto più dotato di lui, avrebbe potuto far godere Stefania molto di più, gli procurava una forte erezione, quindi, aveva fatto in modo che i due avessero, praticamente, campo libero, in quanto aveva notato che anche a lei, la dotazione extra di lui, non era passata inosservata.
Sembrava che tutto fosse destinato a rimanere un sogno, che lo eccitava in una maniera incredibile, portandolo a scopare Stefania in maniera quasi furiosa, fin quando una sera, ormeggiati in un piccolo e deserto atollo, ha finto, dopo cena, di esser ubriaco e di voler tornare a bordo.
Il suo barcollare ha attirato l’attenzione sia di sua moglie che di Giorgio, che si è prestato ad aiutarlo a tornare a bordo.
Una volta sul letto ha finto di dormire, così, quando Giorgio e sua moglie sono saliti di nuovo sul ponte, lui li ha seguiti in silenzio.
Stava per uscire fuori, quando Giorgio si è girato e lo ha notato; allora lui gli ha fatto un cenno, sia con le mani che con il capo, di osare con Stefania.
Quando ha visto sua moglie inginocchiarsi e iniziare a succhiare quello splendido membro, ha avuto una erezione così forte, che ha iniziato a segarsi. Quando Giorgio ha iniziato a scopare Stefania, lui è emerso dal suo nascondiglio, si è messo accanto a lei e gli ha succhiato il cazzo, facendolo venire.
È stato un orgasmo sconvolgente, che l’ha svuotato, sfinito e lasciato privo di ogni energia. Si è seduto ed ha continuato ad ammirare quel magnifico toro che sfondava sua moglie, facendola godere in maniera incredibile.
Al culmine del suo godimento, Giorgio le ha riversato in faccia tutto il suo sperma per poi andarsene, lasciandoli soli.
In quel momento ha avvertito forte il desiderio di possedere il corpo della sua donna, cosa che ha fatto, appena tornati in cabina.
Scopare Stefania, dopo il passaggio di Giorgio, era stato qualcosa di incredibilmente delizioso e, nello stesso tempo, sconvolgente.
Era talmente aperta che quasi non riusciva a sentire le pareti della sua fica; la sentiva tanto slabbrata e dilatata e questo, anziché essere un problema, si è rivelato essere uno stimolo enorme per portarlo ad avere un orgasmo ancora più abbondante.
Sia Alberto, che Luca e Matteo, hanno ascoltato Luigi parlare in silenzio, ma quando stavano per chiedere ulteriori dettagli, di punto in bianco sono comparse le donne, che portavano vassoi con stuzzichini e bevande.
Per un lungo istante tutti sono rimasti in silenzio, mangiando e sorseggiando dei drink, poi Marco si è alzato in piedi e, con il calice in mano, ha proposto un brindisi:
«Voglio dedicare tre brindisi: il primo a Stefania, che ha meravigliosamente reso cornuto e felice, il mio caro amico Luigi, nello stesso giorno delle nozze, un primato difficile da battere. Voglio anche brindare, alla mia Lucia che, spero a breve, possa diventare mia moglie e quindi regalarmi, a sua volta, delle emozioni così forti. Purtroppo ho il rammarico di non averla vista all’opera, mentre inginocchiata sulla torre, succhiava il cazzo al nostro amico Alberto. Infine voglio anche brindare a Silvia che, spero, renda il mio amico Luca un marito cornuto e felice, come spero di divenire presto anch’io».
Tutti sollevano il calice e brindano compiaciuti, poi Alberto solleva anche lui il calice e ricambia il brindisi.
«Anch’io voglio brindare a queste tre splendide femmine, che sono qui davanti. Sono felice di sapere che Luigi ha apprezzato il fatto che, la prima notte di nozze, ho scopato sua moglie, anche se non nella maniera totale e profonda come mi sarebbe piaciuto, ma, in ogni caso, è stato un momento di puro e intenso piacere. Ho anche piacere nel sapere che anche Silvia è sulla buona strada per rendere cornuto, a tempo debito, il suo amore Luca e, per quanto riguarda Marco, che considero un amico, se vuoi, possiamo rimediare subito al piacere che non hai provato, quando io e Lucia eravamo in cima alla torre.»
Tutti bevono, poi, Marco si gira verso Lucia, che lo guarda con occhi carichi di desiderio. I due si scambiano un'occhiata complice, poi Marco si volta verso Alberto e, con un cenno della mano, lo invita ad avvicinarsi alla sua donna. Alberto si alza in piedi, fa due passi e si avvicina al lettino dove è seduta Lucia, poi, con un gesto semplice, abbassa il costume che indossa, mettendo subito in mostra uno splendido membro, non del tutto eretto, che Lucia, senza alcuna remora, afferra con la mano e lo porta direttamente alla bocca.
Nel silenzio più assoluto, lei esegue uno stupendo pompino ad Alberto, che geme nel sentire quella bocca calda e vogliosa di giocare con il suo membro che, da quel preciso istante, è divenuto magnificamente eretto e duro.
«Sei meravigliosa! Ho desiderato le tue labbra, fin dalla prima volta che ti ho visto, cioè da quando venivi, insieme a Stefania, in ufficio a trovare suo padre. Ho soffocato dentro di me, per tanti anni, il desiderio di avere il tuo corpo, ma vederti al matrimonio, così bella e desiderabile, mi ha fatto letteralmente impazzire».
Silvia è seduta vicino a Luca, mentre Luigi ha già tirato fuori il cazzo e si sta segando lentamente, mentre guarda Lucia che sta succhiando Alberto.
Marco è rimasto immobile, poi, ad un tratto Alberto si gira e lo invita ad avvicinarsi.
«Marco, vieni qui vicino a me, vieni a vedere che splendida femmina stai per sposare. Guarda che meraviglia questa sua bocca mentre mi succhia il cazzo e se lo infila tutto in gola. Sono sicuro che sarai molto fiero di lei; ti assicuro che, per avere una femmina così nel mio letto, al mio fianco, darei dieci anni della mia vita.»
Marco lentamente si avvicina, si siede sullo stesso lettino dove ora è seduta Lucia, che continua, imperterrita, a leccare e succhiare quel membro bello e duro. Poi, si inginocchia davanti alla sua donna, la fa spostare e distendere parzialmente sul lettino.
Così, mentre Lucia continua succhiare il cazzo di Alberto, lui le apre le cosce e infila la lingua nel taglio della fica della sua donna, che ora è bagnata e fradicia di umori.
Un lungo gemito di piacere promana dalla sua bocca, che, in parte, viene soffocato da quel membro, tutto infilato fino in gola.
Alberto incita Marco a farla impazzire, ancora di più.
«Bravo! Continua a leccarla così! Falla impazzire! Dai... Marco, continua! Falla bagnare tantissimo che ho voglia di penetrarla fino in fondo».
Silvia è seduta vicino a Luca e nota che il suo uomo si è già eccitato nel vedere Lucia godere con Alberto; allora allunga una mano, afferra con decisione il membro del suo ragazzo e lo sega lentamente, mentre, dentro di sé, immagina il piacere che proverà anche lui, quando lei sarà fra le braccia di Roberto.
Luigi accarezza sua moglie da dietro, mentre osserva quella scena erotica che si svolge a pochi passi da loro.
Marco, dopo aver leccato abbondantemente Lucia, solleva lo sguardo, incrocia quello estasiato della sua donna che, sfilato il membro dalla bocca, gli sorride e gli fa un cenno d’assenso con il capo.
Marco si sposta e lascia il posto ad Alberto, che si inginocchia fra le gambe di Lucia e, dopo aver appoggiato la punta di quel palo duro e nodoso, lo spinge con decisione tutto dentro di lei.
Marco solleva le gambe di Lucia per agevolare l’introduzione; lei inarca il corpo e prende a gemere di piacere, mentre tutto il corpo viene scosso da ogni affondo. Alberto la scopa con calma, facendole assaporare lentamente il membro che la sta penetrando. È un ritmo calmo e metodico, che non sfugge all’attenzione di Silvia, che subito comprende la diversità che c’è, dall’essere scopata da un ragazzo giovane, rispetto ad un uomo maturo.
Ripercorre con la mente il piacere provato fra le braccia di Dario, quando anche lui, con la stessa tecnica, calma e decisione, l'ha scopata come ora vede Alberto fare con l'amica.
Lucia esplode in un orgasmo lungo e prepotente, che la fa gemere sebbene avesse la bocca piena. Infatti Marco, dopo aver lasciato il posto ad Alberto, le ha di nuovo infilato in bocca il suo cazzo, che lei succhiava spingendolo il più possibile in fondo alla gola.
Alberto la scopa a lungo e con la lentezza di chi si gusta l'amplesso nella sua completezza. Dopo averle fatto provare ancora altri orgasmi, cambiano più volte posizione, fin quando Lucia viene penetrata da dietro da Alberto, che la pompa davanti agli occhi estasiati di Marco che, disteso sotto di lei, continua a leccarle la fica.
Il sesso di Lucia è stimolato dalla bocca di Marco, che indugia particolarmente su quella parte, mentre il pene di Alberto entra ed esce da lei, con forza e vigore, portandola nuovamente all'orgasmo.
Lucia freme e geme di piacere, sempre con la bocca piena il cazzo di Marco che, dopo averla sentita godere, con un grido soffocato le riversa in bocca tutto il suo piacere.
Lucia ingoia, aspira e ripulisce ogni singola stilla di piacere sgorgato dal membro del suo uomo, che continua a restare disteso sotto di lei per ben imprimere, nella propria mente, l'opera di Alberto, che adesso la pompa con ritmo accelerato, finché, con un grido, che sembra quello di un animale ferito, si sfila da lei e le schizza tutto il suo godimento sui glutei.
Un lungo rivolo di sborra cola lungo il solco e passa fra le labbra della fica, ancora aperta e dilatata, per poi colare direttamente nella bocca di Marco, che è rimasto immobile sotto di lei, in attesa di quel momento; ora lecca e assapora, direttamente dalla fica della sua donna, il cocktail di umori che detiene sul corpo. Nello stesso istante in cui loro raggiungono il piacere, anche Luca, eccitato da quello che ha visto, schizza tutto il suo seme sulla mano di Silvia, che lo ha proseguito a segarlo, mentre continuava a guardare quei tre corpi, intenti a darsi piacere.
Anche Luigi, eccitato dalla performance, spiccatamente erotica, che si è svolta a breve distanza da lui, non resiste; si solleva in piedi, presenta il suo cazzo davanti alla bocca di Stefania, che lo accoglie e ne assapora il piacere che lui le riversa direttamente in bocca.
Per un lungo istante tutti restano in silenzio, poi è Stefania che prende ad applaudire compiaciuta, e immediatamente imitata da tutti gli altri.
«Bravissimi! Meravigliosi! Alberto hai dimostrato di esser veramente un toro!
Tu, Lucia, sei veramente una forza della natura! Una giovane vogliosa di sesso, che sicuramente, da questo momento in poi, regalerà al suo uomo tutto il piacere che il gioco, appena iniziato, sarà in grado di donarvi».
Lucia si sposta, si siede sul lettino e viene baciata da Marco, con il quale condivide il sapore degli umori che lui ha leccato, mentre colavano fra le sue cosce. Lo abbraccia lo stringe forte a sé, con occhi carichi di lacrime di gioia. Alberto, dopo un attimo di contemplazione, si aggrega a quell’abbraccio, anch'egli molto emozionato.
«Vi adoro! State rappresentando l'apoteosi dell'amore. Tu, Lucia, sei la donna, che mi sarebbe piaciuto incontrare in questa mia vita. Marco, tesoro mio, spero per te, che le emozioni che abbiamo appena vissuto, siano solo le prime di tante altre, che mi piacerebbe vivere insieme a voi due. Vi amo! Vi adoro! Se vorrete, da oggi completerete la mia vita!»
Tutti e tre si stringono in un forte abbraccio, con occhi carichi di lacrime di gioia, poi, sollevati di nuovo i calici, brindano a questa nuova ed intima amicizia, destinata a durare nel tempo.
Dopo questo idilliaco momento, trascorrono il resto della giornata in allegria e piacevolezze varie; solo Luca, mentre rimira la sua donna ridere e scherzare, dentro di sé prova un velo di malinconia, per dover ancora aspettare quell’attimo di piacere che ha scorto negli occhi del suo amico, quando Alberto, con forza e decisione ha scopato Lucia, sotto i suoi occhi, per poi ricoprirla di sborra.
La sua mente gli fornisce immagini della sua Silvia nella stessa condizione e, questo, gli provoca una immediata erezione, che lui nasconde, chiudendosi in bagno. Quel pensiero impudico, ma di una forza tremenda, gli provoca un orgasmo immediato.
All’inizio della settimana seguente, Silvia riceve la telefonata di Roberto, che la invita a cena, lasciando intendere un seguito della serata molto piccante.
Lei accetta con entusiasmo, ma chiede, come condizione ineludibile, la presenza di Luca.
Roberto rimane indeciso per un breve momento, poi accetta e fissano un appuntamento per il venerdì successivo.
Il giorno dopo questa telefonata, a metà della mattina del mercoledì, Roberto resta vittima di un incidente, in cui rimane ucciso.
La triste notizia lascia tutta la città sconvolta, perché egli, in qualità di vicepresidente della regione, era molto conosciuto e benvoluto da tutti.
Anche Silvia e Luca ne restano profondamente addolorati; in particolare Luca, che informato da Silvia della imminente serata, in cui lui, finalmente, avrebbe visto la sua donna fra le braccia di un altro, ora vede sfumare quel progetto.
Per circa una decina di giorni, sono tutti molto tristi per quanto avvenuto, poi è Dario che, avendo osservato attentamente Silvia, decide che è giunto il momento di scuotere la ragazza dal torpore in cui è caduta, dopo la notizia della perdita di Roberto.
In un momento in cui sono soli in ufficio, Dario la avvicina e le comunica che è giunto il momento di provvedere al trasferimento di Luca.
Silvia lo guarda dritto negli occhi e, dopo un attimo di riflessione, con un sorriso, che Dario non vedeva da giorni, gli dice di sentirsi pronta, pregandolo di organizzare tutto nei minimi dettagli.
Le due sere più adatte, sono il mercoledì o il venerdì, cioè quando Luca e Marco, giocano a calcetto e lei, di solito, esce con qualche amica.
Il giorno dopo, Dario informa Silvia di tenersi libera per il mercoledì sera, in quanto, insieme andranno a cena con Franco.
Il mercoledì pomeriggio, Silvia chiede a Dario di inventare un pretesto per poterla far allontanare dall’ufficio per un paio d'ore, tempo occorrente per recarsi dall’estetista ed essere in perfetta forma fisica per la serata.
Quando Dario passa a prenderla davanti casa, rimane folgorato dalla bellezza della ragazza che si trova davanti.
Silvia, indossa un abito molto leggero, color salmone chiaro, che mette in risalto i suoi capelli neri e che le arriva a metà coscia. Ai piedi calza dei sandali, con tacco 12, che le mettono in evidenza il suo splendido culo a mandolino, ben fasciato dalla stoffa del vestito che, sul davanti, presenta un’ampia scollatura, sotto cui si intravedono i suoi splendidi seni, completamente liberi da qualsiasi costrizione.
Dopo, circa una ventina di minuti, raggiungono un piccolo agriturismo, in mezzo alla campagna fuori città, dove, ad attenderli, c’è Franco.
Quando Silvia lo vede, viene assalita dalla delusione.
Davanti a lei c’è un uomo che è l’esatto opposto di Dario.
Molto più basso, pancetta abbastanza pronunciata, quasi calvo, con le mani grassocce, dalle dita corte e tozze.
Egli, invece, rimane piacevolmente colpito dalla bellezza di Silvia e le esprime il suo compiacimento, gratificandola di molti complimenti.
Dopo pochi minuti che sono seduti a tavola, Silvia ha modo di ricredersi sulla prima impressione ricevuta dalla persona che ha davanti.
Franco non sarà certo un uomo dall’aspetto imponente e autoritario, come lo è Dario, ma si rivela, fin da subito, essere una persona molto aperta e simpaticissima, dall’ironia a volte pungente, ma, nello stesso tempo, carico di una certa dose di umiltà, che la fa sentire al centro della sua attenzione.
La cena si svolge in maniera simpatica e divertente, dove l’allegria e la simpatia di Franco primeggia in ogni occasione della serata.
Ad un tratto Dario, con la scusa di andare in bagno, li lascia soli e Franco, invitandola a sorseggiare un po’ di vino, divenuto serio, le parla con voce calma, ma dal tono deciso:
«Quando Dario mi ha parlato di te, per un attimo ho pensato che fossi una delle tante puttanelle, disposte ad inginocchiarsi davanti a chiunque, pur di avere dei benefici. Invece prendo atto che sono davanti ad una persona infinitamente simpatica, colta ed intelligente, che ha saputo, in tutto e per tutto, conquistare la mia simpatia, dimostrando di essere una donna stupenda, capace di avere il mondo ai sui piedi. Per quanto riguarda il tuo fidanzato, fin dalla prossima settimana, quando faremo l’inaugurazione della nuova filiale presso il centro commerciale sarà trasferito insieme Marco. Per questo mio interessamento, non voglio alcun compenso; mi basta un semplice 'grazie'.
Non posso non riconoscere che sarebbe bellissimo giacere fra le tue braccia, godere del tuo corpo e assaporare il tuo piacere, ma c’è una cosa, che questa sera ho notato, tu, per il mio amico Dario, sei una persona speciale. A suo tempo, ebbi modo di vedere quanto dolore, abbia provato alla morte di sua moglie.
Da allora, non avevo più visto il suo sguardo vivo e attento nei confronti di una donna. Questa cosa mi ha davvero riempito il cuore di gioia e, quindi, non intendo affatto approfittare della situazione.»
Silvia lo guarda lusingata da quelle parole, gli sorride e, dopo averlo ringraziato, decide che, in qualche modo, vuole stuzzicarlo.
«Ti ringrazio anche a nome del mio fidanzato che, sicuramente, sarà molto felice di sapere del suo trasferimento. Anche per me Dario è speciale, ma questa sera sarò costretta, nel buio della mia camera, a masturbarmi ad occhi chiusi, immaginando quanto piacere avrei potuto avere da due splendidi maschi come voi.»
Franco la guarda un po’ colpito da quella frase, poi, sorridendo, le esprime il suo pensiero.
«Ti ringrazio della gentile offerta, molto più gradita soprattutto per il fatto che ti ho detto che non era assolutamente indispensabile. Se il mio amico, vorrà concedermi il piacere di condividere il tuo corpo con me, ne sarò estremamente felice».
Appena finito di parlare, Dario ritorna, si siede con loro e li guarda, cercando di capire quale sia la cosa che li rende entrambi estremamente felici.
Ora è Franco che si allontana per andare a pagare il conto, mentre Dario viene messo al corrente da Silvia di quanto lui le ha detto. Dario sorride, poi guarda Silvia e girando lo sguardo verso Franco, che sta parlando amicalmente con il proprietario, le risponde in maniera calma e tranquilla.
«Che gran porco! Purtroppo tu non lo conosci, ma lui è capace di fare questo ed altro.»
Silvia lo guarda incredula, senza capire a cosa vuol alludere Dario con quelle parole. Lui, sorseggia un po’ di vino, poi le spiega il suo pensiero.
«Franco è divorziato da oltre cinque anni; in tutto questo tempo, ogni volta che, come in quest’occasione, ha dovuto concedere qualche favore ad una donna, non l’ha mai costretta a giacere con lui, per ripagarsi del favore concesso. Ti ha detto esattamente che non hai nessun obbligo nei suoi confronti, perché sapeva bene che questo avrebbe fatto scattare in te il senso di gratitudine. In breve, lui preferisce avere nel letto una femmina pronta a godere, al contrario di una costretta a scopare. Ti basta riflettere un attimo, per capire la differenza. Naturalmente, puoi sempre lasciar perdere. Ti assicuro non muoverà un dito per indurti a cambiare la tua decisione, ma ti posso garantire, e parlo per esperienza vissuta, che se tu, questa sera accetti di stare insieme a noi due, vivrai un’esperienza assolutamente, indimenticabile».
Silvia annuisce e conferma la sua volontà di godere insieme a loro.
Circa un’ora dopo, sono nella casa di Franco, un magnifico appartamento nel centro storico della città.
Dopo aver sorseggiato un drink, Dario abbraccia Silvia da dietro e lei, appoggiando la testa all’indietro, si lascia baciare sul collo, mentre le mani di lui indugiano sui suoi seni.
Franco li osserva con il bicchiere in mano, poi si avvicina a sua volta e, dopo averla guardata negli occhi, la prende per mano e la porta in camera da letto, seguiti da Dario. Le indica il bagno, qualora lei ne avesse bisogno, e inizia a spogliarsi molto lentamente, imitato dal suo amico.
Silvia va in bagno, si concede una breve rinfrescata intima e, quando esce, li trova entrambi nudi, sdraiati sul letto, che l’aspettano a braccia aperte.
Impiega un attimo a denudarsi, poi si distende in mezzo ai due uomini, i cui membri, duri e tesi, attestano quanto desiderio ha instillato in loro.
Franco non è molto dotato, ma appena nella norma; questo, per un attimo, delude ancora Silvia, la quale, però, è costretta a ricredersi, ancora una volta, più in là. Ben presto, scopre che, se non ha una dotazione extra, è capace di farla impazzire, utilizzando le mani, ma soprattutto la bocca.
Nelle due ore successive, i due la scopano in maniera tanto intensa ed appagante, che lei, ben presto, perde il conto di quante volte ha raggiunto l'orgasmo fra le loro braccia. Alla fine, entrambi i maschi sono venuti due volte, sono riusciti a penetrarla in doppia, con Franco disteso sotto di lei e Dario le sfondava il culo, facendola urlare come una bestia.
Quando la serata finisce, mentre lei si sta rivestendo, Franco le si avvicina, l’abbraccia, la stringe forte, poi, con voce rotta dall’emozione, le esprime tutta la sua soddisfazione.
«Sei una femmina stupenda! Dario è un uomo fortunato ad avere il privilegio di godere del tuo corpo, ogni volta che ne ha voglia, ma, soprattutto, invidio il tuo uomo, che ogni notte può dormire con te ed aspirare tutta la femminilità che riesci ad esprimere. Questa sera, mi hai regalato un momento che, nella vita che mi resta, difficilmente riuscirò a dimenticare.
Sia ben chiaro che, se tu non avessi voluto che tutto questo avvenisse, io non ti avrei costretto in nessun modo. Ti ringrazio, e spero, se mai vi sarà ancora occasione, di poter inebriarmi ancora il tuo piacere, qualora tu decidessi di rendermene partecipe. Ti aspetto alla cerimonia di inaugurazione della filiale».
Mentre la riaccompagna casa, Dario le rivolge la parola, chiedendole quali impressioni abbia ricevuto nei confronti del suo amico.
Silvia, dopo una veloce riflessione, gli parla con voce calma, ma leggermente malinconica.
«È stata una serata bellissima; immaginavo che, se fra le tue braccia ero già impazzita di piacere, aver anche la presenza di Franco, avrei ottenuto un piacere doppio! Il mio unico rammarico è che, con la morte di Roberto, per Luca, in un certo senso, è sfumata l’occasione di vedermi goduta fra le braccia di un altro uomo, cosa che lui desidera da tempo e non vede l'ora che succeda.
Se la mia relazione con te deve restare segreta e, ovviamente non posso raccontargli di Franco, credo che dovrò approfittare di un altro momento per regalargli lo stesso piacere che lui ha visto negli occhi di Marco quando, la domenica che siamo stati a casa di Stefania, Lucia si è fatta scopare da Alberto, sotto lo sguardo estasiato del suo partner».
Il sabato successivo, tutti e quattro escono a cena assieme: Marco e Luca comunicano, alle rispettive donne, che la prossima settimana saranno insieme trasferiti, nella nuova sede che verrà inaugurata in un'altra zona commerciale. L’evento segnerà, in qualche modo, l’inizio del loro lungo cammino sul sentiero della trasgressione.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. nuove consapevolezze.
In questo ennesimo capitolo della storia di queste due coppie prende forma la nova intrigante verità.
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Il giorno successivo, quando di nuovo si trova faccia a faccia con Dario, il suo comportamento è esattamente uguale a quello di sempre, non tradisce nessuna emozione, nulla nel suo comportamento che possa in qualche modo fare immaginare quello che è successo fra di loro. Nemmeno Silvia ha un comportamento diverso dal solito; solo un messaggio, sul suo cellulare da parte di Luca, le fa, in qualche modo, ricordare il piacere che ha provato la sera precedente.
Lavorano fino al tardo pomeriggio, quando poi è Dario stesso che, uscendo dal suo ufficio, ordina a tutti di andare a casa.
«Basta così per oggi! Abbiamo fatto abbastanza, e non possiamo finire tutto. Quindi basta... ci vediamo lunedì.»
Silvia però, è intenta a completare il lavoro che l'ha tenuta impegnata il giorno precedente, quindi invita tutti quanti ad andarsene, perché lei vuole in ogni caso finire quella pratica che l'ha impegnata tanto a fondo.
Per circa un’ora è sola nell’ufficio, intenta al suo lavoro, fin quando non squilla il telefono: è Dario che si informa di come stiano procedendo le cose.
«Ciao, sei riuscita a finire quel lavoro che ti ha impegnato tanto?»
Sentire la sua voce, le provoca un brivido lungo la schiena. Dopo aver dato la conferma che il lavoro è completamente finito, rimane un attimo in silenzio, quasi a cercare le parole, per spiegare a quell’uomo che, a vederlo oggi, dopo aver goduto così tanto fra le sue braccia, gli ha procurato, per un attimo, un brivido di piacere.
Anch'egli è rimasto in silenzio, poi, le chiede in che modo tornerà a casa.
Lei gli spiega che questa mattina è venuta insieme a Luca e Marco, e che è rimasta d’accordo con lui che, quando avrebbe finito di lavorare, sarebbe passato a prenderla per riportarla a casa, dove questa sera si sarebbero trovati insieme a Lucia e Marco per vedere un film in Vhs, che Marco ha trovato casualmente in casa sua.
Dario lascia passare ancora qualche secondo in silenzio, poi le chiede, se è riuscita a dormire in maniera tranquilla e rilassata.
Silvia fa un lungo sospiro, poi con voce carica di desiderio, gli racconta di come questa mattina, appena se lo è trovato davanti, avrebbe voluto stringersi fra le sue braccia.
Ad un tratto la porta dell’ufficio si apre, lei se lo trova davanti, in piedi, in silenzio, che la guarda con occhi carichi di desiderio.
Silvia scatta in piedi, lo raggiunge, lo abbraccia e lo bacia con passione.
Le loro mani sembrano impazzite; accarezzano reciprocamente i loro corpi che, ora, fremono dal desiderio di godersi ancora l'un l'altra.
Inginocchiata davanti a lui, gli estrae quel meraviglioso palo di carne, che, la sera prima, l’ha fatta godere così tanto; lo prende in bocca, lo succhia facendo gemere l’uomo, che le appoggia una mano sul capo ed asseconda il ritmo della pompa. Dopo aver gustato, per alcuni minuti, il piacere di quelle labbra carnose e di quella bocca avida e vogliosa, Dario la prende per le spalle, la fa sollevare, la gira, l’appoggia al muro e le solleva il tessuto della minigonna; spostato il filo dello string, incastrato fra le sue natiche, la penetra molto lentamente, facendole assaporare quella penetrazione tanto desiderata.
Silvia è così bagnata, che lo sento scivolare dentro di sé, fin a raggiungerle in fondo alla vagina. La forza, con cui è presa, la costringe ad appoggiarsi con le mani al muro, giusto per reggere la vigorosa spinta di quella monta.
Come la sera precedente, egli la scopa con calma, tenendole una mano sul fianco, mentre l’altra è appoggiata alla spalla.
Silvia si sente prigioniera, inchiodata al muro da quel perno di carne che le sfonda il ventre con un ritmo lento, ma cadenzato, che le arriva in fondo, le scava il corpo, le provoca scariche di piacere, che dalla mente raggiungono la sua intimità.
Mentre la scopa, Dario ad un tratto allunga la mano sinistra e, dalla spalla, la porta fin davanti alla faccia di Silvia e le infila due dita in bocca.
«Succhia, immagina di avere un altro cazzo che ora ti riempie la bocca!»
Questa fantasia, scatena l’immensa libidine di Silvia, che risponde a quella provocazione con un orgasmo forte e intenso, tanto che lui è costretto a sorreggerla, perché le sue gambe, in preda al piacere, stavano per cedere.
Dopo averla sentita godere, Dario lascia che lei si accasci in ginocchio davanti a lui e le infila di nuovo il cazzo in bocca.
Silvia lo lecca un po’, poi, prima di farlo venire, solleva lo sguardo e aiutata da lui, si rialza in piedi, lo trascina vicino alla scrivania, dove lo fa sedere sulla sua poltroncina.
Dario la scruta senza capire, mentre lei ora, preso il cellulare, chiama Luca e mette il telefono in vivavoce, e parla con il suo ragazzo.
«Amore, io ho quasi finito, tu dove sei? Puoi passare a prendermi per accompagnarmi a casa?»
Dario, rimasto in silenzio, la guarda senza capire, mentre lei, che gli ha fatto cenno di rimanere in silenzio, continua ad interagire con il suo fidanzato, che le spiega di essere all’altro capo della città e, con il traffico di quell’ora, impiegherà circa una trentina di minuti, per raggiungere il suo ufficio.
Silvia, che ha non ha smesso di tenere in mano il cazzo di Dario, continuando a segarlo lentamente, solleva lo sguardo con occhi carichi di desiderio, e fa una strana richiesta al suo fidanzato.
«Se ci vuole tutto questo tempo per arrivare al mio ufficio, vuol dire che ti faccio compagnia, così, mentre guidi utilizzando il vivavoce, mi racconti come hai passato la notte, dopo aver letto il messaggio che ti ha inviato ieri sera».
Dario la guarda ancora senza capire, ma è molto incuriosito da quello strano gioco; così lascia alla ragazza libertà di movimento.
Luca, dopo essere salito in auto, inizia a raccontare a lei, che ha di nuovo aperto la bocca per infilarsi dentro l’uccello di Dario, ne ascolta la voce di lui che le perviene attraverso il telefono.
«Quando ieri sera sono tornato a casa, ho salutato i miei genitori, e, stanco, me ne sono andato a letto. Solo in quel momento ho letto il tuo messaggio ed immediatamente ho avuto una erezione incredibile. Lo avevo così duro che quasi mi faceva male; ho chiuso gli occhi ed ho immaginato te in compagnia di uno splendido maschio, che durante la cena ti ha corteggiato e poi, finito di cenare, ti ha portato nel suo appartamento, dove, dopo averti spogliato, ha iniziato ad accarezzarti il corpo completamente nudo. Ero così eccitato, che solo vagheggiando questa fantasia, mi ha portato immediatamente all’orgasmo; sono venuto con schizzi copiosi e lunghi sul mio petto. Sono rimasto diversi minuti in silenzio, praticamente senza fiato, da quanto quella fantasia mi ha sconvolto la mente.
Dopo di che, mi sono ritrovato di nuovo con il cazzo ancora duro, per cui ho proseguito a masturbarmi, immaginando te che glielo prendevi in bocca».
Silvia ha ascoltato insieme Dario ciò che Luca le ha raccontato, mentre proseguiva a succhiare l'uccello dell'uomo, facendolo impazzire di piacere, ma che non poteva esprimere per non tradire la sua presenza, in quel momento, nel suo ufficio.
Poi si è girata verso il telefono e, con voce illanguidita, ha di nuovo parlato con Luca:
«Le tue parole, amore mio, mi stanno facendo bagnare così tanto, che mentre tu parli, mi sto accarezzando, sono quasi prossima a godere pensando a te, che mi hai immaginata mentre facevo la puttana con un altro uomo. Non a caso ho provocato quella situazione, perché ieri ho ricevuto l’ennesima telefonata da parte di Roberto, che come sai, è impaziente di avermi fra le sue braccia. Dentro di me, ho fatto una riflessione, di cui ora voglio renderti partecipe. Quando, consapevolmente, mi ritroverò tra le braccia di Roberto, qualora non volesse la tua presenza, questo potrebbe diventare un problema, ma, da quello che mi hai raccontato e sapendo che stare con un altro per te potrebbe essere molto eccitante, mi rende tutto molto più facile. Ti amo da morire, mi sono eccitata molto nell'immaginare a segarti per me».
Luca rimane un attimo in silenzio, poi le spiega che anche ora che sta raccontando quello che ha immaginato su di lei, impegnata a farsi sbattere da un altro maschio, lo sta eccitando in maniera tanto forte, che ha quasi la tentazione di accostare l’auto e masturbarsi furiosamente.
Silvia nel sentire quelle parole gli chiede esattamente a che distanza è dal suo ufficio; lui, dopo un attimo di riflessione, le spiega che, al massimo, è ad una decina di minuti da lei.
Silvia solleva lo sguardo, incrocia gli occhi di Dario, poi si rivolge di nuovo a Luca:
«Amore mio, resisti! Aspetta di giungere in ufficio, dove io, appena entrato e inginocchiata davanti a te, ti farò uno dei miei succulenti pompini. Desidero tanto sentirmi riempire la bocca dal tuo piacere, quindi, ti prego, resisti».
Luca la rassicura, dicendo che non vede l’ora di svuotarsi nella sua bocca. Silvia allora riprende a succhiare con forza il cazzo di Dario, segandolo con le mani, cercando di fargli raggiungere l’orgasmo.
Dario, sconvolto da tutto quello che ha sentito, è eccitato in maniera superlativa. Ad un tratto resta immobile nella bocca di lei, che, improvvisamente, si trova a ricevere due ondate di seme bollente, che viene eruttato da quel cazzo che l'ha fatta impazzire.
Lo succhia, pulisce e ingoia ogni singola goccia.
Quando ha appena finito tutto questo, sente suonare il campanello della porta dell’ufficio. Si alza in piedi; invita Dario a ritornare nel suo ufficio e restare in silenzio, ad osservare lei che farà godere Luca in quella stessa bocca, dove lui ha appena riversato tutto il suo piacere.
Luca entra, trova Silvia al centro della stanza, le si avvicina, e, immediatamente, lei, senza dire nulla, gli prende il cazzo in bocca, lo succhia con forza, facendolo sborrare velocemente.
Luca emette un lungo gemito, mentre riversa nella sua gola tutto il piacere che sta provando. Dopo aver goduto, la solleva, la vorrebbe scopare, ma Silvia lo bacia in bocca, facendogli assaporare il suo stesso sapore e, inconsapevolmente anche quello di Dario, pur presente ancora fra le sue labbra, poi lo sprona ad andare, perché è tardi, e Marco e Lucia, a breve, saranno a casa sua.
I due escono, Dario, che ha visto tutta la scena, si rende conto che Silvia, è come un diamante grezzo, che lui sicuramente provvederà a far brillare di luce propria. Quando giunge a casa sua, Silvia si infila velocemente sotto la doccia, perché quella sera, avendo la casa libera, vogliono gustarsi una videocassetta contenente un film in formato Vhs, che Marco ha trovato fra le videocassette di suo padre.
Tutti sono curiosi di capire per quale motivo fosse così importante vedere quel film, ma lui, senza nemmeno rivelare il titolo, ha assicurato che sicuramente piacerà tutti.
Consumano velocemente quattro pizze da asporto, poi, seduti tutti e quattro sul divano, Marco inserisce la videocassetta nel lettore, e quando parte il film, il titolo lascia gli altri tre alquanto stupiti: "La Chiave - Un film di Tinto Brass, con Stefania Sandrelli.
Le immagini che seguono trattano la storia di un uomo che ama fotografare la moglie nuda, tra le coltri della propria alcova. Una volta eseguite le foto, come fare per svilupparle? Allora pensa bene di offrire il rullino ad un altro uomo, che ha competenza in quel settore. In buona sostanza egli trasmette ad un altro uomo le foto erotiche che scatta alla moglie mentre dorme, e lo fa per soddisfare il suo desiderio di esibirla e, inconsciamente, sentirsi cornuto.
Quando il film finisce, i due maschi sono talmente eccitati, che, senza perdersi d'animo, scopano le due donne sul divano. E sono tutti così eccitati, che ben presto raggiungono l'apice del piacere quasi insieme.
Poi, la compagnia si scioglie, con l’impegno di vedersi il giorno dopo, a metà mattinata, per andare a trovare Stefania e Luigi, nella loro splendida villa con piscina.
Silvia, distesa nel suo letto, insegue con la mente, l’attimo in cui ha goduto, mentre Luca la scopava, ancora eccitato per le scene del film, che, in qualche modo, riassume il suo desiderio di essere cornuto.
Anche lei era ancora eccitata dal film, ma, a differenza di Luca, la cosa che la intrigava di più, consisteva nel fatto che la protagonista veniva esibita dal marito ad un altro maschio.
La villa di Luigi e Stefania, è situata in un complesso molto particolare, e soprattutto estremamente esclusivo.
È l’equivalente di un condominio, con 12 unità immobiliari, ma, a differenza di un fabbricato, il tutto è posto all’interno di un’area recintata e video sorvegliata, con accesso controllato da un vigilante, che identifica chiunque entri all’interno di quell’area riservata.
Dopo essersi fatti identificare all’ingresso, i quattro ragazzi raggiungono la villa degli sposi. Quelle proprietà così esclusive, sono adagiate sul lato di una collina che domina la città.
All’interno, le singole proprietà non hanno alcun tipo di identificazione, se non il numero della villetta. Quella degli sposi è la numero quattro, mentre al numero sei, vi abita Alberto.
Ha ereditato questa proprietà dal padre e, insieme a Stefania, è titolare di uno studio associato di avvocati. Egli ed il padre di Stefania hanno fondato quello studio e, dopo la morte del padre, la ragazza ne ha preso il posto.
Fra loro due, vi è una forte intesa, che si traduce in rilevanti risultati sul lavoro, che classificano quello studio come uno dei più affermati della città.
Appena entrati all'interno della villa, trovano Luigi e Alberto seduti ai bordi della piscina, con Stefania che indossa un costume così esiguo, che nulla lascia all’immaginazione.
Il seno scoperto e florido della ragazza, è in bella mostra, sotto gli occhi di tutti.
I due ragazzi si scambiano un’occhiata compiaciuta, nel vedere tanta grazia ben ostentata, mentre Lucia è rimasta, per un breve attimo, stupita nel vedere Alberto. Stefania ha notato lo stupore, ma non ne conosce il motivo.
«Finalmente! Credevo non sareste più venuti! Ragazzi, voi potete cambiarvi anche qui, mentre voi, amiche mie, venite con me, che andiamo a preparare qualche stuzzichino e dei drink da gustare a bordo piscina».
Tutte e tre entrano direttamente in cucina, che ha un’ampia vetrata da cui si domina sia il giardino che la piscina, dove i ragazzi, scambiato qualche convenevole con gli altri due, si siedono a parlare animatamente fra loro. Stefania invece sorride compiaciuta alle amiche, che si stanno liberando dei loro indumenti, mettendo in mostra lo stesso modello di costume, Lucia rosso, mentre Silvia lo indossa bianco.
Stefania sorride, e allungando lo sguardo fuori, le invita a fare sicuramente a meno della parte superiore. Poi apre il frigo, dove c’è tutto già pronto. Le ragazze si rendono conto che era tutta una scusa ideata per stare un po’ in disparte, a parlare fra loro. Stefania le scruta un attimo in faccia, mentre le ragazze, sono impazienti di sapere da lei tutto quello che di piccante era successo durante la sua luna di miele.
«Mi è parso di vedere un certo stupore sul tuo viso quando, hai visto la presenza di Alberto. C’è forse qualcosa che non conosco, che ti infastidisce, se lui si è oggi unito alla nostra comitiva? Per me è tanto una brava persona, un carissimo amico, un socio, molto valido e, professionalmente, è veramente molto bravo.
Lo conosco da tanti anni, praticamente mi ha visto nascere, crescere, e, se questo vi crea dei problemi, vorrei conoscerli».
Lucia rimane un attimo in silenzio, è indecisa, ha quasi paura di rivelare quanto è successo al matrimonio della sua amica; poi dopo che si è girata verso Silvia, ricevendone un cenno d’assenso con il capo, racconta alla cugina quello che è successo con Alberto, in cima alla torre. Stefania non nasconde la sua meraviglia, poi, a mo' di rimprovero, le parla con un sorriso affettuoso.
«Hai capito, sicché? La zoccoletta di mia cugina si è divertita con il mio socio, nonché amico di famiglia. Sono sicura, che lui avrà gradito, il piacere che gli hai fatto provare con quella splendida bocca da succhiacazzi che ritrovi. Mi stupisce che non ti abbia scopato, non è il tipo da lasciare le cose a metà».
Lucia le spiega, che quella questione era solo stata rimandata a quando il lavoro in ufficio gli concederà una tregua. Silvia, abbraccia Stefania, poi chiede che sia lei a raccontare le sue avventure. Stefania sorseggia un po’ di aperitivo, poi, volgendo lo sguardo fuori e vedendo che i maschi sono tutti e quattro in piscina a ridere e scherzare fra loro, inizia il suo racconto.
«La sera delle nozze Luigi era, come il tuo Marco, ubriaco fradicio, talmente sbronzo da non essere in grado di guidare la sua vettura fino all’hotel, situato nei pressi dell’aeroporto, da dove, la domenica, avremmo dovuto imbarcarci sul volo che ci avrebbe portato a passare la prima settimana di luna di miele a Tokio. Alberto, allora, si offre gentilmente di accompagnarci; io ho accettato volentieri, perché di lui mi fido, inoltre, quando gli ho detto che mi sarei sposata, lui, era rimasto un po’ sorpreso, perché, pur avendo tanti più anni di me, mi aveva fatto sempre sentire importante per lui.
Avevo creduto che fosse dovuto al fatto che eravamo colleghi di lavoro, invece si era reso conto che, forse, svaniva per sempre l’idea che si era fatto di poter godere fra le mie braccia.
La sua reazione mi aveva colto di sorpresa. Per tutto il viaggio fino all’aeroporto, Luigi, rimasto seduto sul sedile posteriore, mezzo addormentato, mentre io ero seduta davanti con Alberto, parlavo di quanto ero contenta per come si era svolta la cerimonia e di altre banalità.
Giunti all’hotel, lui mi ha aiutato, insieme a personale dell'hotel, a portare in camera le nostre valigie e mettere Luigi disteso sul letto.
Dopo che l’abbiamo spogliato, Alberto mi ha guardato e mi ha stretto forte al suo petto; solo in quel momento ho sentito forte il desiderio di alleviare il dispiacere che gli vedevo dipinto sul volto, per aver convolato a nozze.
Allora, senza proferir parola, ho spinto il mio ventre contro il suo corpo, ho fatto aderire il mio bacino, spingendolo contro il suo pacco, che, in breve, ho sentito crescere fra le gambe.
Mi sono abbassata, l’ho tirato fuori e mi sono trovata fra le mani un membro di ottime proporzioni, che ho iniziato a succhiare, leccare, facendolo gemere di piacere. Era sconvolgente, essere inginocchiata davanti a lui che stava in piedi a farselo succhiare, con mio marito disteso sul letto, accanto a noi.
Quello strano gioco mi aveva eccitato in maniera incredibile; mi sentivo bagnare fra le cosce e lui, ad un tratto, mi ha sollevato e, dopo avermi fatto girare, mi ha fatto appoggiare le mani sul letto.
Ero piegata con lui dietro di me; l’ho sentito sollevare la gonna, scostare il perizoma, poi con un affondo secco e deciso, mi è entrato tutto dentro fino in fondo. Ho sentito la mia fica riempita da quel nodoso randello di carne; egli mi stava penetrando fin dentro l’anima.
Ho iniziato a godere, con lui che mi stantuffava con un ritmo forsennato, che mi ha portato, per ben due volte, a provare orgasmi molto intensi e forti, fin quando, d’improvviso, si è sfilato da me, mi ha fatto di nuovo inginocchiare davanti a lui e mi ha presentato la cappella davanti alle labbra.
Ho immediatamente aperto la bocca ed ho ricevuto quattro potenti schizzi di seme che lui mi ha riversato in faccia e in bocca.
Ho ingoiato, leccato, fino all’ultima goccia, quel nettare che sgorgava da quel membro stupendo. Quando anche l’ultima goccia è sparita nella mia bocca, lui mi ha sollevato e, guardandomi negli occhi, mi ha parlato con voce alquanto emozionata.
“Ho sempre desiderato avere il tuo corpo, ma son contento che tu, questa sera, mi abbia lasciato assaporare il piacere della tua libidine. È stato un momento bellissimo, che rimarrà per sempre impresso nella mia mente, ma che, in ogni caso, non avrà mai più un seguito. Io continuerò ad ammirare e rispettare la tua bellezza, la tua intelligenza, senza mai interferire nella tua vita privata e, soprattutto, nel tuo matrimonio”.
Mi ha stretto ancora una volta, con forza, fra le sue braccia, poi è andato via.
Il giorno dopo mentre eravamo in volo, con destinazione Tokio, in un momento in cui Luigi si era assopito, ho ripensato alle sue parole, al piacere che in quel breve momento avevo provato nel sentirmi "puttana", che tradisce il proprio marito proprio la sera delle sue nozze.
Non avvertivo rimorso, ma solo il profondo piacere che avevo provato in quel momento. Abbiamo passato la prima settimana a visitare Tokio e altre città del Giappone, poi un volo ci ha portato fino a Bora Bora.
Appena sbarcati, abbiamo trovato una persona che ci stava aspettando, e ci ha fatto accomodare dentro un minibus, assieme ad altre due coppie; poi si è diretto al porto, dove siamo saliti su una barca con la quale avremmo fatto una mini crociera fra le varie isole dell’arcipelago.
Lo yacht era molto bello, lussuoso ed accogliente e i nostri compagni di viaggio erano due coppie arrivate con noi in aereo.
Una era una coppia francese, in luna di miele come noi. Lui si chiamava Gastone e lei Paulina: una bella coppia, simpatica e divertente, con lui con un bel fisico e ben dotato.
L'altra coppia era inglese, molto più grandi di noi ed erano in viaggio per festeggiare le loro nozze d’argento.
Giorgio, il marito era alto imponente, dal fisico asciutto e ben curato.
Durante il viaggio abbiamo scoperto che era un capitano delle guardie che vigilano sulla sicurezza della regina d’Inghilterra.
Sua moglie Eleonora, apparentemente un po’ più giovane di lui, aveva un fisico veramente invidiabile: alta, snella, un sedere magnificamente perfetto e con un seno di una buona terza misura, tondo da sembrare quasi scolpito da un chirurgo, mentre, in realtà, era completamente naturale.
Dei maschi delle tre coppie, Giorgio, era decisamente il più dotato.
Oltre a noi sei, a bordo, vi erano altre tre persone, che formavano l’equipaggio.
Il capitano si chiamava Tanui, era alto e imponente, direi proprio massiccio, anche più di Giorgio, ma, nonostante la sua mole, non aveva un filo di grasso. Indossava, come gli altri due uomini, un semplice pareo annodato ai fianchi. Gli altri due erano, rispetto a lui, molto più esili, per non dire gracilini.
Uno, il cuoco, dal nome impronunciabile, era completamente calvo, mentre l’altro, che tutti chiamavamo Tom, aveva i capelli corti, ma assolutamente ricci.
Appena usciti dal porto, Paulina, ha chiesto al capitano se poteva prendere il sole in topless. Lui, dopo aver accennato un simpatico sorriso, ha risposto che potevamo anche metterci completamente nude, ma era obbligatorio coprirsi, ogni volta che saremmo entrati in qualche porticciolo.
Immediatamente, sia la ragazza francese, che la signora inglese, si sono completamente denudate, mettendo ben in mostra le loro grazie più intime.
Io ho guardato, solo per un attimo Luigi, che era rimasto folgorato dal fisico di Eleonora e, poi, mi sono denudata a mia volta.
È apparso subito evidente che, nel confronto, se Eleonora aveva il seno più perfetto, quello di Paulina era il più piccolo, mentre il mio, con la mia splendida quarta misura, era decisamente quello che ha suscitato il maggior interesse, soprattutto da parte di Giorgio, che, con il capo, mi ha fatto un cenno d’assenso compiaciuto.
Per i primi tre giorni abbiamo girato isole e isolette, poi la sera del giovedì, siamo entrati in un piccolo atollo, dove ci siamo ancorati in prossimità di una minuscola isola, dalla sabbia bianchissima ed un gruppetto di palme, davvero molto bella. Per scendere a riva, dalla barca era stata collocata una lunga passerella; mentre noi ci sentivamo affascinati dal meraviglioso tramonto, i tre dell’equipaggio hanno organizzato tutto quanto necessario per cenare su quella spiaggia meravigliosa. Abbiamo consumato una cena a base di pesce e dato fondo ad alcune bottiglie di vino.
Appena sopraggiunta la notte, i membri dell’equipaggio hanno tolto i tavoli utilizzati per la cena e, al loro posto, hanno sistemato, per terra, un grosso braciere, all'interno del quale hanno acceso un falò.
Poi hanno preso a diffondere della musica polinesiana.
Tutti quanti ci siamo messi a ballare, anche se nessuno di noi conosceva bene i passi della danza. La cosa era decisamente allegra e divertente, soprattutto per Luigi, che aveva abbondantemente esagerato con il vino.
La cosa divertente è stata quando ha iniziato a percorrere la passerella per voler tornare a bordo, rischiando, più volte, di cadere in acqua.
Mi sono avvicinata a lui, cercando di sorreggerlo, ma non riuscivo a farlo in maniera consistente, per cui mi sono girata quasi a chiedere aiuto, ed ho trovato vicino a me Giorgio, che si è offerto e mi ha aiutato a riportarlo a bordo.
Insieme siamo risaliti sulla barca, lo abbiamo messo a letto nella nostra cabina, dove lo abbiamo lasciato, per poi ritornare sul ponte.
Quando siamo risaliti sul ponte, guardando verso la spiaggia, mi sono accorta, che, sia la signora inglese, che quella francese, erano di nuovo completamente nude; la stessa cosa avevano fatto anche tutti i tre membri dell’equipaggio. Quella strana danza, molto sensuale, decisamente intrigante, li aveva eccitati tutti; ben presto ogni donna si è ritrovata con più di un membro fra le mani.
Io sono rimasta un attimo indecisa, se scendere di nuovo a terra, oppure tornare in cabina con Luigi. Improvvisamente ho sentito, dietro di me, il corpo di Giorgio, che premeva contro il mio e, soprattutto, la sua splendida dotazione in tiro, perfettamente incollata al mio corpo.
Ho avvertito forte il desiderio di avere quel maschio, così mi sono girata, mi sono seduta su uno dei divanetti, l’ho preso in bocca, cercando di ingoiarne il più possibile.
Per quanto fossi brava e ben disposta, non sono riuscita ad ingoiarne poco più della punta, da quanto quella mazza mi stava crescendo in bocca.
Lui è rimasto in piedi immobile, lasciandomi gustare il piacere di tenere fra le labbra quel membro dalle dimensioni ragguardevoli. Poi si è inginocchiato davanti a me e, dopo avermi sciolto il pareo, si è trovato il mio corpo nudo disteso e disponibile.
Ha sollevato le mie gambe, infilato la sua testa fra le mie cosce ed ha cominciato a leccarmi lungo il taglio della fica, facendomi giungere ad un primo orgasmo.
Ha continuato con quella tecnica fin a quando non ho raggiunto il secondo orgasmo, a seguito del quale gli ho spruzzato in bocca tutto il mio piacere.
Lui ha proseguito a raccogliere con la lingua, il nettare che sgorgava dalla mia vagina, poi, sollevandosi, ha appoggiato quella grossa cappella sul taglio del mio sesso esacerbato e, con due spinte decise, l’ha infilato tutto dentro.
Mi sono sentita aprire, dilatare, nel mentre qualcosa di grosso mi penetrava fino in fondo. Ho spalancato la bocca, ma nessun suono è uscito dalle mie labbra, mentre un rumore mi ha distratto solo per un attimo.
Mi son girata e, in piedi, davanti a me, appena di lato, c’era Luigi con il cazzo in mano, che mi guardava, con negli occhi, una concupiscenza senza fine.
Ho allungato la mano, ho afferrato anche il suo membro e l’ho portato alla mia bocca. Mi sentivo piena del membro che mi stava sfondando tutta, mentre sentivo quello di Luigi scendere sempre più in profondità, dentro la mia gola.
Ho goduto tantissimo, ma, questa volta, di un orgasmo a ripetizione, fin quando, improvvisamente, Luigi mi ha scaricato, direttamente in gola, tutto il suo piacere. Poi dopo che avevo ingoiato fino all’ultima goccia, si è spostato di lato, si è seduto accanto a me ed ha preso ad accarezzarmi il seno che sobbalzava sotto ogni affondo di Giorgio.
Dopo un ennesimo orgasmo, Giorgio si è sfilato, mi ha fatto girare, inginocchiata e con la faccia rivolta verso la spiaggia. E' allora che ho visto le altre due femmine, alle prese, ognuna con i restanti maschi che le stavano scopando con impeto e passione.
Giorgio, mi ha stretto per i fianchi, ha appoggiato il grosso randello sulla figa, lo ha spinto tutto dentro, da dietro. Inginocchiata sul divanetto, ho appoggiato le mani al bordo della barca per cercare di reggere gli scossoni del suo corpo contro il mio. Mi scopava così forte, che godevo nel sentire il mio corpo devastato da quella spranga di carne umana, che mi ha fatto godere ancora.
Improvvisamente si è sfilato: ho subito sentito come un senso di vuoto, come se quell’arnese, grosso è devastante, fosse stato parte di me e strappato di punto in bianco.
Mi sono di nuovo inginocchiata ai suoi piedi, con la testa appoggiata sul divanetto, ho ricevuto in faccia ed in bocca, tanti di quegli schizzi che non finivano più di inondarmi il viso, con quel seme bollente.
Quando ha spremuto anche l’ultima goccia, ho sollevato una mano, l’ho afferrato e l’ho portato di nuovo in bocca, succhiando e leccando fino all’ultima goccia di quel nettare prelibato.
Lui mi ha sorriso, si è compiaciuto di quanto piacere aveva provato nel fare sesso con me, poi ha imboccato la passerella ed è sceso a riva, dove ormai le grida di piacere di Eleonora riempivano l’aria, mentre il capitano e il ragazzo francese la stavano scopando in doppia.
Sfinita, ho guardato Luigi, che mi ha sorriso compiaciuto, insieme, ci siamo rifugiati nella nostra cabina. Una volta dentro, lui, ancora eccitato, mi ha penetrato di colpo. Devo dire che, anche se quasi non lo sentivo dentro di me, lui ha preso a pomparmi con una vigoria eccezionale, per poi riversare, dentro di me, il suo piacere con un lungo gemito strozzato.
Il giorno dopo, appena ripresa la navigazione, ci siamo diretti verso una nuova destinazione; tutti a bordo si sono comportati in maniera assolutamente normale, come se quello che era successo la sera prima, non fosse mai avvenuto.
Siamo giunti presso un piccolo villaggio di pescatori, dove avremmo passato la sera, ormeggiati nel loro porticciolo.
Siamo scesi a terra, e ci siamo recati nell’unico bar del paese, dove abbiamo passato la serata a bere, ridere e scherzare. Quando siamo tornati a bordo, era anche abbastanza tardi, mi ero appena spogliata per andare a letto, quando improvvisamente abbiamo sentito bussare alla porta della nostra cabina.
Luigi ha aperto e ci siamo trovati davanti Giorgio e il capitano.
Giorgio mi ha guardato; con un sorriso ha spiegato a Luigi che, nella cabina affianco, c’era sua moglie che lo aspettava, insieme al cuoco, per passare la serata insieme, mentre loro due, si sarebbero occupati di me.
Lui mi ha guardato, cercando di capire se la cosa era di mio gradimento; io, memore di quanto aveva goduto la sera prima con Giorgio e, curiosa di assaggiare anche il capitano, l’ho esortato ad andare.
Per due ore, quei due maschi, mi hanno trapanato in ogni buco: mi hanno riempito e farcito così tanto, che ero ridotta a colare da ogni orifizio. Quando è ritornato Luigi, ha avuto solo il tempo di vedermi ricevere in faccia la loro ultima sborrata, poi se ne sono andati, lasciandomi con lui, che era, a sua volta, sfinito, dall'interminabile amplesso con Eleonora.
Il giorno dopo siamo ritornati a Bora Bora, poi, preparati i bagagli abbiamo preso il volo per tornare a casa.
Durante il volo di ritorno, ho ripensato molto a quello che era successo in quegli ultimi giorni e mi sono convinta che ho sposato un uomo fantastico, perché mi permette di godere con altri maschi, senza gelosie e, soprattutto, ne gode anche lui.
Forte di questa consapevolezza, sono convinta che il discorso con Alberto, probabilmente, non è ancora definitivamente archiviato».
Silvia e Lucia hanno ascoltato in silenzio le piccanti avventure della loro amica, poi le hanno raccontato quello che era successo loro la sera, in riva al lago, del gioco dello scambio di ruoli, di come entrambe erano desiderate, Lucia da Alberto e Silvia da Roberto.
Stefania, rimasta piacevolmente sorpresa nell’apprendere che anche le sue amiche avevano passato dei momenti oltremodo, esclamò:
«Mie care amiche, credo, allora, che possiamo ritenerci fortunate ad aver trovato dei maschi meravigliosi, che dobbiamo aver cura di tenerceli stretti.
Pensateci bene: quando ci ricapita la possibilità di fare le zoccole a piacimento, con la complicità e il benestare dei nostri maschietti»?
Tutte tre scoppiano a ridere, consapevoli che quello che ha detto l'amica è la pura e sacrosanta verità.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. finalmente si comincia!
Inconsapevolmente cornuti. Finalmente si comincia!
Continua il racconto della storia di queste due coppie che giunte a questo punto iniziano l’evoluzione della loro vita sessuale, dove ora ogni singolo individuo inizia un percorso, che lo porterà a vivere le sue prime esperienze, sia singolarmente, che in coppia.
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Il giorno successivo della visita di Alberto, ragazze videro entrare in ufficio Stefania, che rientrata dal viaggio di nozze era semplicemente splendida. La giovane sposina era raggiante, meravigliosamente abbronzata, e desiderosa di raccontare le sue amiche tutte le esperienze vissute durante la luna di miele. Nonostante fosse più grande di loro, sia Lucia, che Silvia consideravano Stefania come la sorella maggiore. Avevano con lei una grande confidenza, e fra di loro non vi era nessun tipo di segreto, anzi era stata lei, la confidente, l’amica a cui chiedere, spiegazioni, consigli soprattutto in tema di sesso. Strette davanti al distributore del caffè, le due ragazze pendevano dalle sue labbra, che con voce allegra, parlava alle sue amiche.
«Mie care ragazze, domenica voglio passare la giornata insieme a voi in costume, sedute o sdraiate ai bordi della nostra piscina, perché ho così tante cose da raccontarvi, che non so nemmeno da dove cominciare.»
Lucia, scambiata una breve occhiata con Silvia, le risponde con un tono alquanto enigmatico.
«Anche noi abbiamo, qualcosina di piccante da raccontarti.»
Stefania guarda le due donne, poi sussurrando quasi a bassa voce, rivela che anche lei, a cose MOLTO piccanti da raccontare, che sicuramente lascerà le due amiche bocca aperta. A questo punto è Silvia, con un tono veramente ironico stupisce l’amica.
«Non sono molto sicura, chi di noi resterà più stupita, sicuramente, quello che noi abbiamo da raccontarti, sono cose che in genere esulano del vivere quotidiano.»
Stefania le guarda incuriosita, poi, dopo aver convenuto di vedersi nella tarda mattinata della domenica, saluta le due amiche ed entra come un turbine nell’ufficio di suo zio Dario.
«Buongiorno, splendido esemplare di maschio stupendo! Può la tua umile nipote, interrompere il tuo prezioso lavoro, per un breve, ma importante saluto, ad un uomo che reputo la persona più bella del mondo?»
Dario si alza dalla scrivania, abbraccia Stefania stringendola forte, poi distende le braccia, e dopo averla fatta ruotare su stessa le esprime il suo intenso piacere.
«Certo che puoi! La mia adorata nipote, nonché fresca sposina, può fare tutto quello che vuole di questo povero vecchio. Ti trovo veramente bella, raggiante e meravigliosamente abbronzata. Spero che la luna di miele sia stata bella, divertente e soprattutto appagante specie in certe pratiche tipiche di giovani sposi.»
Lei lo guarda con aria apparentemente cattiva.
«Non vedo vecchi in questo posto, ma soltanto splendido esemplare di maschio, che se non fosse mio zio, cercherei di sedurre in tutti i modi, per quanto piacere mi dona la sua compagnia.»
Dopo aver scambiato alcune battute con lui, lo saluta con un bacio e se ne va. Mentre stanno lavorando ad un tratto Silvia guarda Lucia, con l’aria molto preoccupata.
«Accidenti! Se domenica ci dobbiamo mettere in costume io sono un vero disastro! Ho una ricrescita di peli e non ho avuto tempo di farmi nessuna ceretta.»
Lucia guarda l’amica, e dopo una breve riflessione trova la soluzione al problema.
«Adesso che ci penso, sono nella tua stessa condizione, quindi pensavo di telefonare alla signora Elena che gestisce quel centro estetico qui a due passi da noi, per sentire se lei può in qualche modo risolvere il nostro problema.»
Chiamano immediatamente il centro estetico, di cui loro gestiscono la contabilità, parlano con la signora Elena, la proprietaria, una donna di circa 45 anni, dall’aspetto estremamente curato, che si dice disponibile a risolvere il loro problema subito, nello stesso giorno, ma ad una sola condizione: che potrà ricevere una persona per volta. La prima dovrà venire oggi durante la pausa pranzo, mentre l’altra dovrà andare al centro estetico alle 19:30, dopo che lei ha finito l’ultimo appuntamento. Lucia ci pensa un attimo, ed invita Silvia ad andare lei, all’ora della pausa pranzo.
«Vai tu, durante la pausa pranzo, mentre io, farò un salto veloce in quel grande negozio di intimo, che hanno aperto nel nuovo centro commerciale vicino alla zona industriale, dove ho visto un costume da bagno stupendo.»
Quando viene il momento di andare dall’estetista però, Silvia si trova impelagata in una videoconferenza con una impiegata di un’azienda di cui loro gestiscono la contabilità, che ha fatto un vero casino con tutte le fatture dell’anno precedente, ora nonostante la buona volontà, tutta la faccenda si è ingarbugliata. Guardando la sua amica, la invita ad andare lei per prima dall’estetista, essendo lei ora alla ricerca del bandolo di tutta la matassa. Tutta la questione, però è ormai era così incasinata, che è costretta a chiedere l’aiuto di Dario. Nonostante l’esperienza, e tutta la loro buona volontà, impiegarono più di un’ora, prima di riuscire a venire a capo di tutta la questione. Sentire Dario al suo fianco, a Silvia, faceva uno strano effetto. Guardava quell’uomo alto, ed imponente, sempre molto elegante, è modi gentili e garbati. Lo conosceva da tanti anni. Da quando era rimasta vedovo, si era dedicato al lavoro, nonostante vi erano state tante donne, clienti dello studio, che in qualche modo si erano strusciate a lui, cercando di attirare la sua attenzione, o suscitare il suo interesse, lui non aveva mai fatto nulla di sconveniente, e le aveva garbatamente ignorate. Quando tornò Lucia, loro avevano appena terminato di risolvere quel problema, così Dario, che amava uscire dall’ufficio durante la pausa pranzo, invitò Silvia a seguirlo al bar per consumare il suo solito tramezzino. Uscire all’aperto serviva semplicemente a far staccare la mente dalle problematiche del lavoro, e questa era una cosa che piaceva molto anche a Silvia. Quando entrarono nell’ascensore, erano solo loro due, lui in piedi dietro di lei, in silenzio. Silvia indossava una semplice minigonna elasticizzata, che arrivava metà coscia, sopra una semplice T-shirt, con sotto un reggiseno sottilissimo, praticamente invisibile che modellava il suo seno in maniera perfetta. Ai piedi aveva nelle comodissime scarpette da ginnastica. Mentre stava in piedi davanti a lui, la sua mente immaginò che lui, da dietro, lui ammirava il suo splendido culetto, ben modellato dal tessuto elasticizzato della gonna. Sotto vi era un mini string, che si era infilato nel solco delle natiche, quindi era praticamente invisibile. Immaginare di avere lo sguardo di Dario su di sé, le provocò un certo brivido, che per un attimo lasciò stupita. Giunti nel bar di fronte all’ufficio, lui ordinò un tramezzino al formaggio, poi andò nel bagno a lavarsi le mani. Silvia dopo aver deciso cosa mangiare, lo seguì nel bagno perché lei voleva fare la pipì. La conformazione del bagno era particolare, a forma di L. Appena si entrava c’era il bagno delle signore, mentre sul lato sinistro c’era quello degli uomini, e proprio davanti, c’erano due lavandini, con un grosso specchio. Entrò nel bagno in maniera silenziosa, girando lo sguardo verso sinistra, vide riflesso nello specchio l’immagine di Dario, che aveva lasciato la porta del bagno aperta, teneva in mano un bel sesso, che anche se in fase di riposo, sembrava essere di buone proporzioni, non eccessivamente lungo, ma decisamente di buona circonferenza. Era stato solo un attimo, che però le aveva trasmesso una strana inquietudine. Dopo aver fatto pipì, mentre si asciugava con la carta igienica, le sue mani sfiorarono il suo bottoncino, questo le provocò una scarica di piacere che percorse tutto il suo corpo. Non faceva sesso da giorni, in quanto impegnata nel lavoro, arrivava alla sera a casa stanca morta, ora la visione di quel membro, stava provocando una strana eccitazione. Continuano nell’accarezzarsi lentamente ad occhi chiusi, si immaginò stretta fra le braccia di quell’uomo, che la scopava con forza vigore, facendola godere molto. Di colpo nella sua mente, fu evidente una cosa, che fino a quel momento non aveva pensato, e nemmeno preso in considerazione. Si stupì del fatto, che si sarebbe lasciata scopare volentieri da Dario, anche senza la presenza di Luca, che in quel momento non era proprio contemplato nei suoi pensieri, mentre invece pretendeva la sua presenza, quando, prima o poi, si sarebbe donata Roberto. Si stupì di questo fatto, e giunse la conclusione, che la presenza di Luca era dovuta, al fatto che oltre al piacere di essere osservata da lui, gli donava un senso di tranquillità e sicurezza, cosa che non era necessaria con Dario, in quanto conosceva quest’uomo da così tanti anni, che di lui aveva piena fiducia. Quando uscì dal bagno, lui si stava asciugando le mani, lei gli fece un breve sorriso, poi insieme andarono a sedersi al tavolino del bar per consumare il loro pasto veloce. Mentre mangiava, continuava a riflettere su quel pensiero avuto nel bagno, ed era così assorta, che lui ad un certo punto ha l’appoggiato una mano sulla spalla per riportarla alla realtà.
«Silvia va tutto bene? Ti vedo così assorta, che quasi mi preoccupo.»
Lei colta di sorpresa, si giustificò dicendo che stava ancora pensando a tutta la questione che avevano analizzato prima, cercando di capire se la soluzione adottata, fosse quella assolutamente perfetta, onde evitare di avere future ripercussioni. In realtà non voleva confessare a lui, che era concentrata in un pensiero che fino a quel momento non le era nemmeno passato per la mente. Quando ritornarono l’ufficio, trovarono quattro donne davanti alla porta dell’ascensore, che essendo abbastanza stretto, li costrinse a stare molto vicini. Silvia sentiva la sua presenza dietro di sé, e appena chiuse le porte dell’ascensore, a una delle signore iniziò a suonare il cellulare, questa per frugare nella borsa alla ricerca del telefono, provocò una leggera spinta nei confronti di Dario, che finì con l’appoggiarsi al fondoschiena di Silvia. Quel contatto improvviso, le provocò una strana sensazione di piacere, inconsciamente, spinse indietro il sedere, fino a quando sentì perfettamente aderire il suo corpo, a quello di lui, che rimase immobile, facendo ben aderire il pacco alle sue natiche. Era una sensazione bellissima, che anche se durò solo alcuni interminabili secondi, la fece inumidire un po’. A metà del percorso l’ascensore si fermò, le quattro signore scesero lasciando libero il resto dell’ascensore. Nonostante ora vi fosse molto spazio, Dario rimase con il suo corpo appoggiato quello di Silvia, che pigiando nuovamente il tasto per far ripartire l’ascensore, fece in modo di spingere ancora più indietro suo splendido fondoschiena, strusciandolo su quel pacco, che ora sembrava essere più voluminoso. Giunti in ufficio ripresero ognuno il proprio lavoro, fin quando fu Lucia, che parlando con Silvia, la mise al corrente del fatto che sia Luca, che Marco la sera, avrebbero giocato a calcetto, e se lei andava nel nuovo centro commerciale, Silvia uscendo dall’estetista non avrebbe avuto chi le dava un passaggio per tornare a casa, essendo venute insieme la mattina con l’auto di Lucia. Dopo una breve riflessione, Silvia chiese Dario, se finito il lavoro avrebbe potuto riaccompagnarla casa. Lui dopo averla ascoltata, le fece una controproposta.
«Quando è il momento, tu vai pure dall’estetista, io continuerò il lavoro in ufficio fin quando non torni, poi come tutte le sere, andiamo a cena insieme e ti riaccompagno a casa.»
Riprese a lavorare, con molto impegno, ed un certo punto, fu Lucia che le fece notare che era ora di andare dall’estetista, mentre lei si sarebbe recata al negozio dei costumi, con la promessa che le avrebbe mandato alcune foto, per scegliere insieme a lei quale fosse bello più carino. Quando entrò centro estetico, fu accolta da Elena, che era semplicemente stupenda. Era impressionante la bellezza di quella donna, che avrebbe potuto rivaleggiare con le più rinomate modelle. Per circa un’ora, il suo corpo fu continuamente oggetto delle attenzioni di due bravissime estetiste, che eliminarono ogni pelo o imperfezione, e solo quando fu un momento della depilazione intima, Silvia che non amava avere la figa depilata completamente, chiese di lasciare un piccolo triangolo di pelo sopra il monte di Venere. Ricevette due messaggi da Lucia, con le foto di un costume il cui modello era recentissimo, e lei non sapeva scegliere quale dei due, quello di colore bianco, o rosso, le piaceva di più. Erano circa le 20:30, quando tornò in ufficio dove lui la stava ancora lavorando. Chiuso l’ufficio, saliti in auto per andare al ristorante, Silvia accavallò le gambe, mostrando una buona porzione della coscia. Accarezzava con la mano le ginocchia constatando quanto piacere le dava sentire la pelle liscia e libera da ogni peluria. Con la coda dell’occhio vide che lui aveva seguito ogni suo movimento, così decise di mettere in atto una piccola provocazione.
«Elena è veramente brava, ha fatto lavoro stupendo ora le mie gambe sono lisce, e morbide. Se vuoi puoi sentirlo anche tu.»
Lui, che sembrava non aspettare altro, che quell’invito, allungo la mano destra, appoggiandola sul ginocchio. Nello stesso istante in cui lui appoggiava la mano, Silvia scavalcò le gambe aprendole un po’, la minigonna scivolò ancora più in alto, mostrando ancora di più le sue splendide cosce, fin quasi ad arrivare all’intimo. Dario accarezzò per un momento ginocchio, poi continuò la sua carezza all’interno della coscia, senza arrivare fino in fondo. Sentire quella mano calda fra le sue cosce, provocò a Silvia un’ondata di piacere, si aspettava che lui avrebbe continuato a muoverla fino ad arrivare al piccolo triangolo di stoffa che separava le dita dalla sua fica. Ma erano giunti a destinazione, e lui tolta la mano, iniziò parcheggiare la vettura. Pochi minuti dopo erano seduti al ristorante. Venivano spesso in quel posto, erano abbastanza conosciuti, per questo appena seduti, un solerte cameriere arrivò a prendere la comanda. Fatte le ordinazioni, rimasero per qualche momento in silenzio, poi lui si alzò per andare in bagno a lavarsi le mani, lei ne approfittò per controllare i messaggi sul suo cellulare. Ve ne erano tre, uno era di Lucia, che confermava l’acquisto del costume rosso, gli altri due erano di Luca. Nel primo confermava che sia lui che Marco erano contenti di passare la domenica insieme agli sposi, e nel secondo il suo uomo ribadiva che sentiva la mancanza di lei, che avevo forte desiderio fare l’amore, ma soprattutto, continuava a ripensare a quello che era successo quella sera giù al lago. Quel gioco lo aveva eccitato moltissimo, e ogni volta era costretto a masturbarsi. Silvia decise di giocare un poco lui, e nello scrivere il messaggio a lui destinato, ribadì il suo desiderio di stare insieme a lui, poi lo invitò a fare un gioco, che avrebbe procurato entrambi molto piacere.
«Prova a immaginare, che io questa sera sono a cena con un uomo che tu non conosci, bello, affascinante, con il quale si prospetta un dopo cena decisamente piccante. Non rispondere a questo messaggio, perché domani sera, quando staremo insieme, voglio che tu mi racconti tutte le sensazioni che hai provato nell’ immaginare questa fantasia.»
Spedito il messaggio appoggiò cellulare sul tavolo, proprio in quell’istante fu raggiunta da lui e dal cameriere che iniziò seguire le pietanze ordinate. Iniziò a mangiare in silenzio, osservando l’uomo davanti a lei. Si sentiva particolarmente eccitata, ma soprattutto dentro di sé, aveva paura, che un eventuale errore, nel valutare tutto quello che era successo durante il giorno, avrebbe potuto in qualche modo rovinare la splendida amicizia, il profondo affetto, la stima che nutriva per quell’uomo. Era così assorta nei suoi pensieri, che ad un tratto la mano di Dario si appoggiò sulla sua, riportandola alla realtà.
«Scusami se te le chiedo, ma è tutto il giorno che ti vedo assorta in pensieri profondi, e non mi dire che il lavoro, perché sono convinto che ci sia dell’altro che in qualche modo, impegna la tua mente. Spero anche che non ci siano, dei problemi che riguardano, Lucia e Marco, o con il tuo ragazzo.»
Colta di sorpresa reagì distinto.
«Parlando con Luca, sono venuta a sapere, che a settembre Marco dovrebbe essere trasferito con l’incarico di vicedirettore, nella nuova filiale che la banca vuole aprire nel grosso centro commerciale che hanno costruito giù nella zona industriale. Se questo dovesse avvenire, sono sicura che entro Maggio del prossimo anno, dovrai accompagnare una splendida sposa all’altare.»
Nel sentire quelle parole lui sorrise, sorseggiando un po’ di vino.
«Se loro parlano di matrimonio, voi due come siete messi? Quando farai felice quel ragazzo diventando sua moglie?»
Silvia aveva ripreso il controllo della situazione, gli diede una risposta alquanto vaga.
«Se fosse per noi lo faremmo anche domani, ma Luca vuole aspettare per vedere dove sarà trasferito definitivamente. Marco lo ha invitato a fare la domanda per essere assegnato con lui nella nuova filiale, ma Luca sa benissimo che ci sono alcune impiegate che pur di avere quel posto molto ambito, si sono già “inginocchiate davanti ai propri altari.”»
Dario la guarda, poi le sussurra una soluzione.
«Se loro si sono inginocchiate davanti ai loro altari, perché anche Luca non va a pregare il suo.»
Silvia lo guarda con un tono sconsolato, ed espone il suo punto di vista.
«Perché dietro ogni altare c’è un prete, non una monaca.»
Dario dà un’occhiata intorno, consapevole del fatto che nessuno li sta osservando o ascoltando, a bassa voce che da un suo suggerimento.
«Se questo è il problema, la soluzione migliore, è che qualcuno che ama quel ragazzo, che ci tiene particolarmente, che lo vuole vedere realizzato, vada ad inginocchiarsi non davanti a un prete, ma ai piedi di un “cardinale”.»
Silvia rimane per un attimo stupita, ha capito il doppio senso di quello che lui sta dicendo, ma non vede in che modo possa realizzare, quanto lui suggerisce. Dario, consapevole del fatto che lei ha intuito quale si è suggerimento che le ha dato, specifica in che modo questo si possa realizzare.
«Il vicepresidente della banca, si chiama Franco, io lo conosco dal primo giorno che ho iniziato la prima elementare. Di quella classe di allora, solo sei persone siamo arrivati a prendere il diploma da ragionieri, e siamo rimasti sempre molto amici fra di noi. Periodicamente ci dedichiamo una serata tutta per noi, in qualche ristorante, a mangiare, e a parlare di fatti nostri in assoluta libertà e riservatezza. Di quelle sei persone, io e un altro, abbiamo aperto uno studio di consulenza, Franco è diventato vicepresidente della banca, perché appena finiti gli studi è stato assunto in quell’istituto, dove suo nonno era uno dei maggiori azionisti. Un altro è diventato responsabile del settore economico finanziario del Comune di questa città, un altro invece dirige il settore amministrativo dell’azienda pubblica di trasporti. L’ultimo è responsabile del settore amministrativo della grossa azienda alimentare, che ha costruito il nuovo centro commerciale, dove vogliono aprire la nuova filiale della banca. Tu sei una persona intelligente, quindi sono convinto che se ami veramente Luca, non ti sarà difficile capire come aiutarlo. Mi rendo conto quello che ti sto dicendo forse può sembrare strano, ma sono convinto che tu, e mia figlia siete due brave ragazze, ma tu sei diversa da lei, sei fatta di un’altra pasta. In genere resto chiuso nel mio ufficio tutto il giorno, ma oggi lavorare al tuo fianco, mi ha fatto capire che, se un giorno decido di andare in pensione, posso lasciare benissimo il mio studio in buone mani, lei è brava nel suo lavoro, ma ha tratto vantaggio dal fatto di essere la figlia del capo, mentre tu invece sei metodica, precisa, puntigliosa, quasi pignola, qualità che nel nostro lavoro fanno veramente la differenza. Una persona intelligente come te, sono sicuro, un piccolo sacrificio, pur di vedere il proprio uomo realizzato, è sicuramente disposta a farlo. Naturalmente spero che quello che ti appena detto resti un segreto fra di noi, non devi parlare nemmeno con Lucia.»
Silvia lo guarda gli sorride annuendo. Il cameriere porta le due porzioni dolce, pan di spagna con crema, e panna. Silvia guarda Dario negli occhi, prende una porzione di dolce con il cucchiaino, la porta alla bocca, poi mentre lo mangia, decide che quello non sarà il solo e unico segreto, che vuole condividere con lui. Nel fare questo, fa in modo che un po’ di panna resti attaccata all’angolo della bocca, poi, con la lingua percorrere le labbra fino a leccare il residuo di panna. Poi prende nuovamente un’altra porzione di dolce, la mette in bocca, in maniera lenta e lasciva, succhiando poi avidamente cucchiaino, sempre sotto lo sguardo attento di lui. Il gesto non è sfuggito allo sguardo di Dario. Restano un attimo in silenzio a fissarsi negli occhi, poi senza dire una parola, si alzano e dopo aver pagato il conto, se ne vanno. Salita in auto, Silvia tiene le gambe divaricate, con la minigonna, che ora mostra le sue splendide cosce in tutta la bellezza. Lui guida in silenzio, imbocca la tangenziale, che percorre velocemente. Lei allunga la mano sinistra, va a posarsi sopra la sua, la stringe, poi la trascina sopra le sue cosce ben in mostra. Sentire la mano calda di lui l’interno della coscia, le provoca un lungo brivido di piacere, la sua eccitazione, ora è alle stelle. Lui dopo aver stretto la mano sulla coscia, la fa scivolare fino in fondo, per accarezzare quel sottile triangolo di stoffa ormai pregno di umori, che sgorgano copiosi dalla sua fica. Anche Silvia allunga la mano, alla ricerca di quel pacco, grosso e voluminoso, che ora vede fra le gambe di lui, lo stringe e ne saggia la consistenza, la durezza. Il gioco dura poco, perché lui giunto all’uscita, percorre un lungo tratto di strada, e si ferma davanti all’ingresso di un discreto motel. I due si guardano un attimo negli occhi, poi è Silvia che rompe il silenzio.
«Fa in fretta a prendere la chiave.»
Appena chiusa la porta dietro le spalle, i due si strappano i vestiti di dosso come se fossero incandescenti. Lei si trova nuda davanti a lui, e finalmente può vedere quel corpo che tanto ha desiderato durante tutto il giorno. Seduta sul letto, si trova davanti a lei un bel membro, non troppo lungo, ma di una buona circonferenza, grosso e duro a poca distanza dal suo viso. Lui è in piedi, senza dire nulla appoggia la mano sul capo di lei, che a quel punto solleva le mani, afferra quel cilindro di carne dura e pulsante, lo porta alla bocca, ne aspira il profumo di maschio, che la inebria. Dischiudere labbra, e lascia entrare la punta, ci gioca un poco con la lingua ed infine lo infila giù, lungo la gola. Lui rimane immobile, assaporando il piacere che quella bocca calda e vogliosa, gli sta regalando. Asseconda il movimento, muovendo il corpo avanti indietro, sente che lei, ad ogni affondo lo spinge sempre di più dentro la bocca, in fondo alla gola.
«Sei meravigliosa! Sono sempre stato convinto, che le tue labbra carnose, sapevano regalare momenti di puro piacere. Ti avevo già visto fare questa cosa, tanto tempo fa, ora mi rendo conto di quanto ti ho sempre desiderato.»
Silvia è così intenta a godere del piacere di succhiare quel membro duro, che quasi non ascolta le sue parole, fin quando lui si sfila da lei, e distesa sul letto lo accoglie sopra di lei. Le loro bocche si uniscono, le lingue impazzite, si cercano, si intrecciano in un bacio carico di piacere, di forte desiderio, che ora i loro corpi emanano. Dopo quel lungo bacio, lui si stacca da lei, la prende a piccoli morsi sul mento, poi scendendo giù fino a raggiungere il seno, stringe i capezzoli, ora dritti e duri, fra le sue labbra e i denti, facendola gemere, di puro piacere. Dopo aver indugiato a lungo sul seno, scende ancora verso il basso, insinua la lingua dell’ombelico, mentre lei in preda forte desiderio di sentire la sua bocca fra le cosce, lo spinge ancora più in basso. Quando raggiunge la sua intimità, infilato in mezzo a quelle cosce, sente forte il profumo di femmina in calore che quell’intimità, già umida e fradicia di umori, sta emanando. Gioca con la bocca, evitando in ogni modo contatto diretto con quella fonte, da cui sta sgorgando nettare copioso. Silvia freme impaziente, di sentire quella bocca farla godere, e quando lui appoggia le labbra sul suo bottoncino succhiandolo forte, lei viene scossa da una scarica di puro piacere, che dal cervello percorre tutto il suo corpo, va raggiungere il punto più profondo della sua intimità. Ora la sua lingua percorre tutto il taglio della sua fica, insinuandosi dentro fra le pieghe delle grandi labbra, assaporando, leccando il nettare, che sta sgorgando copioso, fin quando lei viene, scossa da un orgasmo, che la fa tremare tutta, vibrare come una corda di un violino. Geme, urla il suo piacere, poi afferra la testa di lui, la trascina di nuovo in alto. Lui solleva le braccia, la sovrasta con tutta l’imponenza del suo corpo, appoggia il suo palo di carne fra le pieghe umide quella intimità, che ora si apre calda e vogliosa, in attesa di riceverlo fino in fondo. Indugia ancora con la punta facendola scorrere lungo il taglio, fin quando lei lo supplica di entrare dentro, di prenderla di possederla.
«Prendimi ti prego! Spingilo tutto dentro! Dai non esitare, ti voglio tutto dentro di me!»
Lui inizia scivolare dentro di lei lentamente, facendogli assaporare il piacere di sentirsi posseduta. Silvia solleva le gambe, porta i talloni e in alto, li annoda dietro la schiena di lui. Si apre per ricevere meglio dentro di sé quel membro duro, che la sta aprendo tutta, che la dilata, che sente scivolare lungo le pareti lubrificate della sua intimità, fin quando sento il corpo di lui aderire al suo. Si sente piena, riempita, trafitta. Lui abbassa lo sguardo unisce la sua bocca alla sua, e mentre la bacia, lentamente inizia a muoversi dentro e fuori, con un movimento lento, ma continuo, ben cadenzato, che quando arriva in fondo, lo spinge dentro con un colpo secco, che fa schiacciare il suo corpo contro quello di lei. La scopa con calma, facendole assaporare bene il piacere, che scorre lungo il suo corpo. Non è abituata a quella calma, in un attimo di lucidità si rende conto, che lui la sta scopando in maniera diversa, da come lei abituata. È calmo metodico è continuo, non veloce, irruento come Luca. Per un attimo il suo pensiero raggiunge il suo fidanzato, lo immagina disteso sul letto, che si sta masturbando, immaginando nella sua mente, quello che lei invece sta facendo nella realtà. Questo pensiero unito al piacere che sta provando, le provoca un orgasmo che la fa vibrare tutta, che la scuote dalla testa ai piedi, provocandole convulsioni erotiche, così forti, da togliere il fiato. Vorrebbe gridare mentre sta godendo, ma dalla sua bocca spalancata, non esce nessun suono. Lui rimane immobile piantato dentro di lei, le lascia assaporare quell’orgasmo forte e sconvolgente che l’ha fatta tremare tutta. Mentre lei sta ancora tremando, per il piacere provato, lui contrae i muscoli pelvici, e questo provoca una strana contrazione che lei avverte, come se dentro di sé quel cazzo pulsasse, come un battito cardiaco. Sentire quel movimento continuo, mentre lui è completamente immobile, le provoca piacere nel piacere. Lui l’abbraccia forte, poi con una mezza rotazione del corpo, si distende supino, mettendo lei in verticale sopra di lui. Silvia si sente di colpo impalata sopra quel membro, che l’ha fatta godere in maniera così profonda, e intensa. Dopo alcuni istanti che è rimasta immobile, si distende su di lui, ma lui, la spinge in alto, la costringe a stare in verticale, impalata su di lui, quasi immobile. Lei prova a muoversi facendo un sali/scendi su quel membro duro, ma lui la blocca, tenendola ferma per le cosce, e con una voce decisa, le impone di rimanere ferma, impalata su di lui, di muoversi solo orizzontalmente, avanti e indietro, senza sfilare quel membro, che la sta facendo godere tanto. Lei esegue quando le viene chiesto, e immediatamente si rende conto che quel gioco, quello strusciare il suo corpo contro quello di lui, produce un duplice affetto sconvolgente. Le sembra di essere come una campana, dove il membro di lui, è il batacchio, che sbatte contro le pareti della vagina, provocandole un piacere enorme. L’attrito di due corpi inoltre, le provoca anche lo schiacciamento il suo clitoride, che riceve una ennesima stimolazione, provocandole un ulteriore piacere. Lui solleva le braccia, afferra i suoi seni, li stringe fra le dita, li impasta con forza, strizzando i suoi capezzoli, che ora sono duri e molto sensibili. Quel movimento lento ma continuo, le procura un ennesimo orgasmo, che scuote completamente il suo corpo. Sfinita si distende su di lui, che rimane immobile che l’abbraccia, la bacia con passione. Dopo un lungo istante di puro piacere, lui la fa scivolare di lato, si sposta, si posiziona dietro di lei. L’afferra per i fianchi, solleva suo corpo, e poi con un movimento lento ma deciso, la penetra da dietro fino in fondo. Silvia, lo sente arrivare dentro con decisione, battere con la punta fino in fondo, provocandogli un misto di dolore/piacere che quasi la stordisce. È abituata alla irruenza delle persone con cui ha fatto sesso, non alla calma metodica, ma estremamente appagante che questo maschio maturo sta facendo provare. La pompa con decisione, fin quando lei, dopo l’ennesimo orgasmo, lo sente sfilare e appoggiare la punta al suo fiorellino anale. Appoggia il viso sul letto, porta entrambe le mani dietro, dilata i glutei, per agevolare la spinta decisa di lui, che con un solo affondo le scivola tutto dentro, facendo aderire al suo corpo alle sue chiappe. Lui per un istante rimane ben piantato dentro di lei, tenendola per i fianchi, mentre lei solleva il corpo, per ricevere meglio la penetrazione anale così decisa è forte.
«Immaginavo, che eri ben aperta anche in questo posto! Sono felice, di constatare che sei veramente una splendida troietta, ben aperta, ma ancora inesperta, capace però di godere molto intensamente.»
Silvia è stordita, il piacere che prova, non è nulla di paragonabile, a quello che fino adesso ha provato sia con Luca, che con Marco. Lui allunga una mano, le afferra i capelli, facendole inarcare ancora di più la schiena. Lei lo sente arrivare fino in fondo, sbattere le grosse palle contro le labbra della sua fica da cui sgorga continuamente il suo piacere. La pompa per un tempo indefinito, ma lungo, durante il quale, lei gode in continuazione. Infine lui si sfila, la fa girare, e appoggiata una mano sul capo, le presenta davanti alla bocca la punta di quel membro, che le ha dato tanto piacere. Lei spalanca la bocca, nello stesso istante in cui lui le riversa dentro due copiosi schizzi di sperma. Appena ricevuto il secondo schizzo, lei serra le labbra intorno alla cappella, mentre ingoia tutto il seme che lui le sta scaricando dentro la bocca, muovendo la lingua lo continua a stimolare, per ricevere fino all’ultima goccia di quel nettare dolcissimo. Dopo aver leccato, e ripulito fino all’ultima goccia, si sdraia supina, sfinita. Anche lui si sdraia al suo fianco, la guarda con occhi di pura ammirazione.
«Sei stata stupenda! Sei una femmina veramente calda e vogliosa, capace di far impazzire un maschio. La tua bocca è veramente stupenda, capace di far godere un uomo fino alla pazzia. Il resto del tuo corpo è qualcosa di così stupendo, che un maschio non può far altro che desiderarlo.»
Silvia lo ascolta rimanendo in silenzio, poi solleva lo sguardo, e dopo aver sorriso, gli chiede qualche spiegazione.
«Hai detto che mi avevi gli ha visto succhiare un maschio, vorrei sapere dove e quando è successo.»
Lui sorride compiaciuto, racconta che un pomeriggio che alcuni anni fa, quando lui rientrando a casa, perché aveva dimenticato dei documenti che gli erano necessari in ufficio, passando davanti alla porta della camera di Lucia, l’aveva vista inginocchiata fra le gambe di Luca, mentre gli faceva uno splendido lavoretto di bocca. Lui l’ha ammirata in silenzio, dietro stipite della porta. L’angolo della visuale non gli ha permesso di vedere bene tutto quello che stava succedendo, in quella camera, anche se avvertiva la presenza di sua figlia, ha visto solo lei succhiare avidamente il cazzo del suo fidanzato, fin quando lui le è esploso in bocca. A quel punto si è allontanato silenziosamente, convinto che lì a breve ragazzi, sarebbero usciti, e avrebbero potuto sorprenderlo in quell’atteggiamento, non proprio consono ad un uomo maturo come lui. Silvia sorride, poi scivolando sopra di lui, porta le sue labbra alla sua bocca, gli sorride, e improvvisamente lo bacia. Dario rimane un attimo stupito dal gesto, ma non rifiuta il bacio, anche se ha il sapore del suo seme. Quando lei si stacca da lui, gli spiega il motivo di quel gesto.
«Se fossi rimasto ancora dietro la porta, avresti potuto vedere due cose, che sicuramente avrebbero stupito ancora di più. La prima, era che, dopo che Luca mi era parzialmente venuto in bocca, si è spostato, ed ha finito di svuotarsi nella bocca di Lucia, mentre io mi stavo dedicando a prosciugare le palle di Marco. La seconda cosa che avresti visto, sarebbe stata, che dopo aver scambiato un bacio con Lucia, mischiando il seme dei due maschi, li avremmo baciati nello stesso modo che ho appena fatto io con te. Non puoi capire, quanto questo gesto abbia sconvolto la mente di quei due giovani, e soprattutto quanto li ecciti ora, anche solo il pensiero, che uno di noi due possa farsi riempire la bocca con il seme di un altro e poi baciarlo.»
Dario la guarda stupito, poi sorride, la stringe forte mentre parla con voce calma e tranquilla.
«Mi sembra di aver capito, che entrambi i vostri uomini, siano due potenziali aspiranti cornuti, che godono e si eccitano nell’immaginare, voi due strette fra le braccia di altri uomini. Se questo è quanto loro desiderano, credo che non ti sarà difficile, convincere Franco, a far trasferire Luca nella stessa filiale dove lavora Marco. Inoltre, c’è una cosa che voglio dirti, ma questa deve veramente restare un nostro segreto.»
Silvia lo guarda con molta attenzione, con un’aria molto seria, promette a quell’uomo, che segreto che le sta rivelando, rimarrà solo ed esclusivamente fra loro due.
«Come ti ha detto, io gli altri miei cinque amici, amiamo trovarci periodicamente tutti insieme, ma quello che non ti ha detto, che sovente capita qualche volontaria, che in cerca di una promozione, o di un favore particolare, come quello che stai per chiedere a Franco, accetta, di passare la serata a volte da sola con il diretto interessato, oppure con tutti noi. Naturalmente, queste cose avvengono in maniera silenziosa e molto riservata. Quindi, nella eventualità che tu decida, di fare questo passo importante, travati pronta, a dover sostenere una eventuale serata molto impegnativa, dove sei maschi, ti faranno godere fino a quando non saranno tutti sazi.»
Silvia lo guarda un attimo stupita, poi dopo una breve riflessione gli espone il suo pensiero.
«Non ho mai avuto una simile esperienza, e non sono sicura di essere in grado di reggere una così forte esperienza. Preferirei, in un primo momento, che questa avvenisse, soltanto con te, e Franco, che sicuramente, sarà già dura accontentarvi. Non escludo a priori, che in un futuro, possa anche partecipare insieme a tutti quanti, ma questo, dovrà avvenire quando mi sentirò un po’ più sicura di me.»
Dario le sorride, la tranquillizza, le assicura, che non deve temere nulla, e che sicuramente, se per lei essere solo stretta fra le braccia di lui e del suo amico Franco la fa sentire più tranquilla, lui farà in modo, che avvenga esattamente come lei desidera. Inoltre, le assicura che ora che ha scoperto, che a Luca, piace, sapere la sua donna fra le braccia di altri, lui, farà in modo, questo desiderio sia ampiamente soddisfatto. Naturalmente, questo avrà anche importanti ripercussioni, su tanti aspetti della vostra vita, quindi le chiede di fare una profonda riflessione su quanto le ha appena detto, ed eventualmente di accettare la sua proposta.
Silvia lo guarda con aria molto interessata, poi lentamente si rivestono, e mentre sono sulla via di casa, lei lo guarda con un tono calmo ma deciso, gli espone il suo pensiero.
«Credo che, questa sera per noi due la vita sia decisamente cambiata. Da questo momento, io e te non solo abbiamo qualche segreto, ma siamo segretamente, diventati una coppia, che insieme possono decidere del proprio destino. Disponi di me, come meglio preferisci, soprattutto per quanto riguarda quelle “cene particolari” con i tuoi amici.»
Dario la guarda, con occhi carichi di soddisfazione e piacere. Quando scende davanti alla sua abitazione, lui le assicura che non si pentirà della scelta che ha fatto.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. un gioco di ruoli.
Continua la storia di due coppie che scoprono la trasgressione.
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Dopo questo chiarimento, tutti e quattro si sentivano più sollevati, sereni ed allegri. La settimana successiva furono molto impegnati nel lavoro, specie le due ragazze, che erano alle prese con le scadenze fiscali. Stranamente nessuno dei quattro, tornò su quello strano argomento, che li aveva tenuti in uno stato di tensione e incertezza, ora che se ne erano liberati, confessando, e mettendo ben in chiaro con i rispettivi partner, quali fossero i loro desideri, sembrava quasi, che l’argomento fosse passato in secondo piano. Il sabato successivo, si ritrovavano invitati ad un compleanno di una loro amica. La serata ben presto, si rivelò molto noiosa, e monotona, a quel punto decisero di andare a divertirsi, in qualche locale. Mentre giravano per la città, alla ricerca di una nuova destinazione, Silvia ebbe un’idea completamente diversa, e ne fece partecipe subito i suoi amici.
«Ragazzi, che ne dite, se anziché andarci rinchiudere un locale, andiamo verso il lago, troviamo un posto dove possiamo stare in pace a giocare un po’ fra noi?»
Marco, che era seduto davanti, di fianco Luca che guidava, guardò per un attimo il suo amico, che già sorrideva contento, e ruotando il capo incrocio lo sguardo della sua donna che annuiva favorevolmente a questa proposta molto più intrigante di una serata passata in discoteca. Tutti e quattro conoscevano bene la zona del lago, soprattutto sapevano, dove erano i posti dove le coppiette andavano a cercare un po’ di intimità. A Luca piaceva in particolare un posto che non era un parcheggio in riva al lago, ma uno scavo, destinato a diventare una futura abitazione, che da tempo sembrava abbandonato. Leggermente in disparte rispetto agli altri posti più conosciuti, aveva il vantaggio, di stare in alto, da cui si poteva godere una splendida visione del lago di notte, ma soprattutto, aveva un unico accesso facilmente controllabile, in caso vi fosse stato qualche imprevisto. Quando arrivarono su quel posto, scesero tutti e quattro dalla vettura, rimasero con le spalle appoggiate al veicolo, in silenzio ad ammirare meraviglioso spettacolo che la luna piena offriva di riflesso sul lago. Ad un tratto, Silvia, e Lucia, fatti due passi, si avvicinarono a una fila di grossi massi, che delimitava lo spazio rivolto verso il lago. Silvia per lungo interminabile momento, è rimasta in silenzio, poi girandosi verso l’amica, le sussurra qualcosa all’orecchio, che i due uomini non riuscirono a sentire, ma al chiarore della luna, entrambi videro, Lucia annuire favorevolmente, poi rispondere qualcosa sempre parlando all’orecchio dell’amica. I due ragazzi si avvicinarono, dietro le rispettive donne, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa, con uno scatto improvviso, Silvia si girò, posizionandosi davanti a Marco, mentre Luca, si ritrova Lucia già inginocchiata ai suoi piedi, che prese ad armeggiare con la sua cintura dei pantaloni, cercando di aprirli per abbassarli. Marco aiutò Silvia, nello sbottonarsi pantaloni, lei li fece calare fino a piedi, lui sfilati i mocassini, lasciò che lei un gesto semplice lo denudò completamente. Anche Luca, era completamente nudo davanti alla sua amica, il suo sesso duro svettava davanti alla faccia di Lucia, che lo afferrò con entrambe le mani, poi iniziò a giocare con la sua bocca, appoggiandola a quella dura asta di carne viva, e pulsante. Marco emise un lieve gemito, quando Silvia lasciò scivolare fino in fondo alla gola il suo membro, teso e duro. Girò lo sguardo verso l’amico, ma soprattutto, concentrò la sua attenzione, su quello che la sua donna stava facendo al suo amico. Vederla succhiare quel cazzo duro, lo fece eccitare tantissimo, appoggiò le mani sul capo di Silvia, non tanto per imporre nulla, ma semplicemente per assecondare il ritmo della pompa, che stava ricevendo da quella bocca calda e incandescente. Anche Luca, mentre riceveva quello splendido lavoretto di bocca, da parte di Lucia, girò lo sguardo verso la sua donna, che ora cercava di infilarsi il più possibile quel membro duro, e pulsante fin dentro la gola. Fu assalito da una sensazione bellissima, che lo fece eccitare ancora di più. Si rese conto, che se avesse lasciato continuare la sua amica a succhiargli il cazzo, ben presto avrebbe riversato nella sua bocca tutto il suo piacere, ma non era questo che voleva in quel momento. Fatto un profondo respiro, afferrò Lucia per le spalle, e dopo averla fatta staccare dal suo cazzo, la sollevò spingendola leggermente indietro, affinché lei potesse sedersi, su uno dei grandi massi posto dietro di lei. Si inginocchiò davanti a quelle splendide cosce, spinse in altro la minigonna, con un gesto semplice sfilò il piccolo perizoma, che ricopriva la fica della sua amica già abbondantemente fradicia di umori. Marco per un lungo istante rimase immobile, fin quando non si rese conto, che Luca stava leccando la fica della sua donna, ben presto Lucia ebbe un orgasmo improvviso, che la fece tremare tutta. Vedere la sua donna godere fra le braccia di un altro uomo, scatenò al massimo la sua libidine, e sollevata Silvia, la mise nella stessa posizione a gambe in alto, sopra il masso. Si tuffò fra quelle cosce assaporando il piacere, e l’odore che quella fica di femmina in calore, emanava. Scostato il filo dello string, affondò le sue labbra in quella fonte di piacere, da cui sgorgava nettare dolcissimo, prese a leccare a succhiare, come un forsennato facendo gridare subito Silvia di piacere. Lucia dopo aver provato ancora un orgasmo, afferrò Luca per i capelli trascinandolo su di sé, e lo implorò di possederla.
«Prendimi! Adesso ti voglio! Mettilo tutto dentro! Lo voglio sentire fino in fondo! Spaccami! Riempimi di tutto il tuo piacere fino in fondo.»
Marco sentendo la sua donna parlare in quel modo, girò lo sguardo, la vide sdraiata, in preda ad una frenesia erotica incontenibile, che le stava facendo desiderare che un altro maschio, entrasse con forza dentro di lei. Anche Silvia attirò Marco su di sé, lui girando lo sguardo, incrociò gli occhi dell’amica che lo supplicavano di spingerlo dentro di farla godere. Stava per affondare dentro quel sesso bollente, quando le parole di Lucia sconvolsero la sua mente. Si girò, vede la sua donna penetrata e posseduta, fino in fondo con le gambe sollevate, in alto appoggiate alle spalle del suo amico.
«Amore mio, guarda come questo maschio mi sta sfondando, guarda come ti sta facendo cornuto, con questo toro scatenato, che mi sta letteralmente spaccando in due.»
Rimase un attimo stupito, quelle parole, per un attimo risuonarono nella sua mente in maniera strana, poi in un attimo realizzò, che la sua donna ora aveva iniziato un gioco, nel quale il maschio che la stava scopando, in quel momento, non era amico di sempre, ma un altro uomo, che la stava penetrando, sotto gli occhi del suo uomo, che ne traeva un immenso piacere. Luca per un attimo era rimasto immobile, piantato dentro Lucia, quando, girò lo sguardo per incrociare quello di Silvia, le parole che uscirono dalla bocca della sua donna sconvolsero anche la sua mente.
«Dai prendimi, fammelo sentire fino in fondo! Spaccami tutta, e fai vedere quel cornuto del mio uomo, come mi stai facendo godere, come mi scopi fino in fondo, spanando ogni mio buco.»
Le parole delle due donne, portarono i due maschi ad un tale livello di eccitazione che presero a sbatterle come forsennati. Dopo l’ennesimo orgasmo, Lucia si girò, allungò la mano, in direzione del suo uomo che mentre stava scopando Silvia, continuava ad osservare lei che veniva sbattuta in maniera selvaggia e furiosa da Luca.
«Amore guardami, sto godendo come una troia! Questo maschio mi sta veramente facendo impazzire. Guardami come ti sto facendo cornuto, con questo toro che mi sfonda selvaggiamente.»
Marco allungò la mano, entrando in contatto con quella di Lucia, stringendolo forte, poi però fu costretto ad afferrare di nuovo Silvia, che in una scomoda posizione, non essendo la pietra piatta come l’altra, finì con scivolare a terra. Lui la sollevò di peso, e girandosi aprì lo sportello posteriore della vettura, la mise sdraiata sul sedile, poi riprese a scoparla facendola urlare di piacere. Luca vide, la sua donna sparire dietro di lui, e nonostante la sentiva ancora godere, era fuori dalla portata del suo sguardo, questo in qualche modo scatenò, ancora di più la sua libidine. Marco disteso sopra Silvia, la pompava come un pazzo scatenato, facendola godere ripetutamente. Ben presto la donna si rese conto, che lì a breve le avrebbe inondato il ventre il suo piacere, a quel punto afferrò il viso di Marco con entrambe le mani, e fissandolo negli occhi, gli fece una specifica richiesta.
«Ti prego non venire fermati, se riesce a resistere ancora un po’, completiamo un bel gioco.»
Lui continuò a pomparla ancora un po’, poi quando fu all’apice del piacere, prima ancora di eruttare tutto il suo seme dentro la sua amica, lentamente con un po’ di fatica si sfilò da lei, rimanendo in piedi fuori dall’auto. Silvia scattò fuori dalla macchina, e preso l’uccello di Marco in mano, si avvicinò al masso dove Luca stava ancora scopando Lucia facendola godere. Quando si rese conto che avere l’attenzione di entrambi, si inginocchiò davanti a Marco, e prese il suo uccello in bocca. Dopo averlo succhiato un po’, girò lo sguardo verso Luca, con la voce emozionata, da una forte carica erotica, sconvolse ancora la mente del suo uomo.
«Amore guardami! Guardami quanto sono troia! Mi faccio riempire la bocca, e ingoio tutto il seme, di questo maschio stupendo, che mi ha sfondato e fatto godere tantissimo, e ora me lo riversa in bocca.»
Luca era estasiato, immobile, piantato dentro la fica di Lucia, osservava la sua donna, che ora serrava le labbra intorno alla cappella di Marco, mentre lui si segava velocemente, e poi un grido rauco, iniziò a eruttare tutto il succo delle sue palle, nella bocca di Silvia. Vide le guance della sua donna gonfiarsi e poi ingoiare, ripetutamente il piacere che le veniva riversato in bocca. Lucia visto quanto aveva fatto la sua amica, spinse indietro Luca, inginocchiandosi, afferrò l’uccello lo portò davanti alla bocca, poi girandosi verso il suo uomo fece impazzire anche lui.
«Marco, guarda quanto sono troia anch’io! Adesso mi faccio inondare la bocca, dal seme di questo toro che mi ha pompato, e fatto godere tantissimo. Guardami amore, guardami quanto sono puttana, e come ti faccio cornuto sotto i tuoi occhi.»
Marco stava impazzendo dal piacere, nel vedere la sua donna succhiare quel cazzo e ingoiare tutto il piacere che lui le riversava in bocca, mentre Luca estasiato da quello che aveva visto fare la sua donna, stava avendo un orgasmo incredibile. Appena finito, di ricevere in bocca, le due copiose sborrate, le due donne si alzarono in piedi, e dopo essersi scambiato un sorriso di puro compiacimento, si avvicinarono ognuna ha proprio uomo, e lo baciarono con passione. Questo scambio erotico di sapori, ebbe l’effetto sui due maschi, di mantenere alta la loro eccitazione, e i loro membri ancora duri. Marco si staccò dal Lucia, poi la fece girare e appoggiare con le mani alla pietra che era davanti a lei, e piegata a 90° tenendola per i fianchi, spinse dentro la fica bollente il suo cazzo ancora durissimo con un grido di puro piacere.
«Sei una troia! Ti ha sfondato tutta! Adesso ti spacco ancora un po’ la fica, poi te lo pianto nel culo, così avremo completato l’opera.»
Sentire quelle parole, anche Luca, fece girare Silvia, e senza tanti convenevoli, anziché piantarlo nella fica, spinse direttamente tutto nel culo.
«Sei una troia puttana! Adesso anch’io ti spacco il culo, così quel cornuto del tuo uomo, potrà sentire come ti abbiamo sfondata e riempita di tutto il nostro piacere.»
Silvia lo sentì entrare un solo affondo secco e deciso, e anche se per un attimo questo gli procurò un lieve bruciore, quello che la sconvolse veramente furono le parole di Luca, che in quel momento si immedesimava in un personaggio diverso da lui, quasi a voler completare il gioco, che avevano appena iniziato. Lucia giro lo sguardo, incrociò gli occhi di Silvia, allungò una mano, attirò l’amica se baciandolo in bocca. Questa cosa scatenò ancora di più i due maschi, che le stavano sbattendo. Appena staccata da quel bacio, sollevò il corpo, si girò e sfilandosi, sussurra qualche cosa all’orecchio di Marco, che la guardò, e girandosi verso Luca, che aveva visto tutto quel movimento, fece un cenno cercando la sua complicità. Luca rimase un attimo interdetto, poi quando vide l’amico avvicinarsi tenendo il cazzo in mano, per un istante pensò che l’avrebbe infilato nella bocca di Silvia, ma quando mise la mano sulla sua spalla, e lo invitò a sedersi sulla pietra dietro di lui, sollevando le gambe di Silvia, si rese subito conto che il gioco che voleva fare suo amico era assolutamente un altro: una bella doppia penetrazione, da far provare alla sua donna. Silvia rimase un attimo stupita, quando le mani di Marco sollevarono le sue cosce, subito si rese conto che quel cazzo duro, lo avrebbe preso davanti. Fece un respiro, mentre sentiva quel palo di carne penetrarla dentro il ventre, scivolando sopra quello di Luca che la penetrava da dietro. Le mani di Lucia, afferrarono i capezzoli, e iniziò a massaggiarle il seno, mentre con la sua bocca, ricopriva il viso di baci incitandola godere del piacere che stava provando.
«Dai, goditi questi due cazzoni! Lascia che ti sfondino in ogni buco, così questa sera, quando torni fra le braccia di quel cornuto del tuo ragazzo, sentirai ancora il piacere far vibrare il tuo corpo. Fatti sfondare come si deve! Come una gran troia, che come te, si merita! E voi ragazzi pompatela, fatela godere, fatela impazzire di puro piacere.»
Non le era mai successo di sentirsi posseduta da due maschi, che adesso la pompavano con un ritmo forsennato, facendola godere a ripetizione. Non riusciva più a capire dove finiva un orgasmo e ne iniziava un altro. Raggiunse un così elevato livello di piacere, che ad un tratto, dopo aver urlato l’ennesimo orgasmo, finì con lo svenire. Lucia si rese conto la sua amica era ormai diventata passiva, come una bambola di pezza, incapace di qualsiasi reazione, se non l’orgasmo continuo. Luca e Marco, si resero conto che Silvia era quasi svenuta, sconvolta, distrutta da un ultimo è sconvolgente orgasmo, ascoltarono le sue parole pronunciate con voce flebile, totalmente illanguidita.
«Basta ragazzi vi prego! Non ce la faccio più! Mi avete sfondato tutta e fatto impazzire! Ti prego adesso basta, dedicatevi un po’ anche alla mia amica, fatela godere anche lei, come avete fatto godere me, così che anche lei possa andare a casa, e mostrare a quel cornuto del suo uomo quanto piacere ha provato fra le vostre braccia.»
I due uomini si sfilarono da lei, che barcollando raggiunse sedile posteriore della vettura e ci sdraiò sopra, mentre ora, Marco si sta posizionando dietro Lucia, con un movimento lento e preciso, affondava tutto il suo membro nel culo, facendole spalancare la bocca. Afferrata la donna per i fianchi, si mise seduto nella stessa posizione, sopra la pietra di dove prima era sdraiato Luca, che sollevate le gambe di Lucia, e appoggiato il membro fra le cosce della donna affondava dentro di lei con una spinta secca e decisa. Ben presto anche Lucia iniziò a godere in preda ad una frenesia erotica, che la faceva tremare tutta in un continuo di orgasmi senza limite di continuità. Fra un orgasmo un altro, incitava i due maschi a sbatterla sempre più forte.
«Si, sbattetemi più forte! Fatemelo uscire dalla bocca! Voglio che mi spacchiate ogni buco, e lo riempite con il vostro piacere, per la gioia di quel cornuto che aspetta a casa.»
Ormai questo gioco era diventato il filo conduttore di tutta la serata, e questo li faceva impazzire tutti e quattro. Dopo averla fatta ulteriormente godere, erano quasi all’apice del piacere, quando Lucia stringendosi a Marco, lo pregò di sfilarsi da lei, e di non venire, se non nella sua bocca, mentre chiese a Luca fare la stessa cosa nella bocca di Silvia. I due uomini si sfilarono, sorreggendola, malferma sulle gambe, si avvicinarono all’auto, da cui riemerse, letteralmente sfinita Silvia, che inginocchiata davanti a loro, con l’amica vicino, apri la bocca appena in tempo per ricevere i loro schizzi di piacere, e cercare in ogni modo di ingoiarlo fino all’ultima goccia. Crollarono tutti e quattro seduti, come meglio potevano, fra i sedili della vettura, che aveva gli sportelli aperti. Rimasero per un lungo istante in silenzio, poi lentamente recuperarono i loro indumenti, stanchi, e felici decisero che era ora di tornare nelle loro abitazioni. Lasciati Marco e Lucia, mentre riaccompagnava Silvia, Luca fermò la vettura prima di giungere a casa della sua donna, e girato verso di lei, prese il viso fra le mani baciandola con passione.
«È stata un’esperienza sconvolgente, ma soprattutto sono impazzito, quando Marco ti ha portato dentro la vettura, non riuscivo più a vederti, mentre ti sentivo godere fra le sue braccia. È stato una cosa che mi ha dato, un piacere sconvolgente. Quel momento, sono passato dal vederti scopare con un altro, a doverlo immaginare, e questo mi ha fatto veramente impazzire, regalandomi una sensazione che non ti so spiegare, ma che, se vorrai, un giorno possiamo ripetere ogni volta che ne avrei voglia.»
Silvia lo guarda compiaciuta, ricambia il bacio, poi con una voce molto stanca, gli espone il suo punto di vista.
«Anche per me, quando lui mi ha portato via dal punto in cui ti vedevo, è stato sconvolgente, sentirti che godevi con lei, e non poterti vedere, ma soprattutto sapere che non mi stavi guardando mi ha fatto letteralmente impazzire in un misto di dolore/piacere che non ti so spiegare, ma che mi ha procurato un orgasmo sconvolgente. Appena sarà possibile, non so dove non so quando, in qualche modo dobbiamo ripetere questa esperienza. Sono molto contenta, che questa prima volta si è avvenuta insieme ai nostri amici, anche se ognuno di noi ha finto di recitare un ruolo completamente diverso. Non avrei voluto farlo con nessun altro, anche se sono sicura, che nei prossimi giorni Roberto, sicuramente si farà vivo, sono fermamente convinta, che quando vorrò scopare con un altro uomo, questo dovrà avvenire, mentre tu mi guardi, perché tutto questo mi eccita, mi fa sentire troia e puttana, ma nello stesso tempo sento che ti amo più della mia stessa vita.»
Anche Lucia, prima di salutare Marco, sulla soglia di casa, parla con lui delle emozioni provate.
«Scopare con un altro uomo stasera, anche se era una persona che conoscevamo, mi ha eccitato in maniera sconvolgente. Recitare un ruolo diverso, ma nello stesso tempo essere sotto il tuo sguardo, mi ha fatto provare sensazioni bellissime, godere come fino ad oggi non avevo mai provato. Sono sicura che Alberto si farà vivo, ma sono determinata, a provare quella eventuale esperienza, solo ed esclusivamente se tu sei accanto a me, mi guardi mentre godo fra le braccia di un altro maschio. Questa sera sono stata molto contenta di averlo fatto insieme a loro. Mi ha fatto sentire tranquilla e serena, e nello stesso tempo vedere te, che recitavi il ruolo di un altro maschio, e nello stesso tempo eri consapevolmente cornuto, mi ha eccitato così tanto, che ancora sento i brividi di piacere. Grazie amore mio, sei un uomo fantastico, per me sei più importante dell’aria respiro, voglio passare la mia vita con te, cercando di vivere sempre esperienze meravigliose, che però devono in qualche modo appagare entrambi.»
Nelle due settimane successive, le ragazze sono molto impegnata nel lavoro, non hanno quasi mai, il tempo di dedicarsi ai loro piaceri personali. Dalla mattina presto, alla sera tardi, tutto il giorno lo passano nello studio, fra scadenze fiscali, e denunce dei redditi, che le impegnano così tanto che quando arriva la sera sono così sfinite, che accettano sono di andare a cena con il padre di Lucia, e poi ritirarsi nel proprio letto, per un sonno ristoratore. A Silvia piace molto Dario, il padre di Lucia. Un bell’uomo, appena poco sopra la cinquantina, vedevo da più di dieci anni, che l’ha sempre trattata come una figlia, senza mai un gesto fuori posto, ne una cosa, o una frase sconveniente, anche se lei, qualche volta osservandolo attentamente, qualche pensiero peccaminoso su di lui l’ha fatto. A metà della seconda settimana, Lucia riceve la visita di Alberto, che freme dal desiderio di possedere il suo giovane corpo. Scambiano solo qualche parola, davanti al distributore automatico del caffè, con lui che la guarda con occhi carichi di desiderio.
«Per quanto tempo ancora sei impegnata con il lavoro? Dopo quello che mi hai fatto provare in cima quella torre, aspetto con impazienza il momento in cui riuscirò ad avere il tuo corpo, sentire il tuo grido di piacere, mentre ti sbatto fin quando non mi dici basta.»
Lei lo guarda divertita, si rende conto, che anche lei lo vuole con tutta se stessa, che non vede l’ora di sentirlo dentro di sé, e questo le fa provare un piacere sconvolgente, al ricordo di quello successo sopra la torre, gli fa tornare in mente un altro desiderio: quando farà sesso con lui, dovrà avvenire solo ed esclusivamente, sotto lo sguardo attento di Marco, altrimenti non se ne farà nulla.
«Credo che quando saremo alla fine di questa settimana il lavoro dovrebbe diminuire, quindi ti assicuro che riuscirà a trovare un momento per stare con te, godere con te, senza nessuna limitazione, ma tutto questo dovrà avvenire solo ed esclusivamente, ad una mia condizione.»
Lui sentendo le parole, la guarda stupita.
«Quale condizione?»
Lucia non ha il tempo di specificare quale sia la condizione, perché una delle ragazze dello studio, le si avvicina con una cartella in mano, chiedendo spiegazioni su quello che deve farne. Lei prende la cartella, si gira verso di lui, e lo saluta sorridendo.
«Stai tranquillo, avrai tutta me stessa, senza nessuna limitazione, e la condizione che io vorrò che tu rispetti, piacerà molto anche a te, ne sono assolutamente sicura!»
Anche Silvia, ha ricevuto due telefonate da Roberto, che l’ha invitata più volte, a prendere un caffè, o a pranzo con lui, oppure ad uscire una sera per una cena, ma lei ha sempre rifiutato, anteponendo il lavoro alla sua vita privata. Alla fine lui le ha fatto promettere, che la volta che lavoro è sostanzialmente diminuito passeranno insieme l’intera giornata. Lei non gli ha assicurato che questo sarebbe potuto avvenire, perché dentro di sé, vuole che quando godrà fra le braccia di Roberto, Luca deve essere presente, e forse anche partecipe. Questa sensazione, gli provoca un lieve languore. Il pensiero di essere di nuovo fra le braccia di due maschi sconvolge la sua mente, e fa vibrare il suo corpo.
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3 years ago
baxi18, 55
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Il pasticcere
Eravamo andati al mare oltreconfine, in Croazia, su una spiaggia naturista; non era la prima volta. Ci mettevamo sempre in fondo, fra gli scogli, in una zona un po' nascosta, frequentata quasi solo da maschi (guardoni ed esibizionisti) spessissimo mia moglie era l'unica donna. Mi eccitava vedere come gli uomini guardavano mia moglie nuda, come ammiravano le sue belle tette, il notevole culo, le cosce tornite e spalancate, la fica offerta con impudicizia ai loro sguardi vogliosi.
Mi arrapava vedere che andavano avanti e indietro, talvolta ammiccando, spesso toccandosi; taluni le si piazzavano vicino o anche di fronte, ed esibivano la loro mercanzia, addirittura menandoselo. Questo eccitava pure la mia signora e poi a letto, alla sera, li ricordavamo (specialmente i più dotati) e li usavamo nelle nostre fantasie; e al centro delle porcate c'era sempre lei, con uno o più di quegli sconosciuti guardoni da spiaggia.
Quella mattina, però, in spiaggia arrivò il pasticcere, proprietario del forno vicino a casa nostra.
Fece finta di non conoscerci e noi facemmo altrettanto. Si spogliò e si piazzò esattamente di fronte
a mia moglie, senza staccarle gli occhi di dosso. Lei prese a mettersi la crema solare, accuratamente su tutto il corpo, ungendosi a lungo i seni e massaggiandosi i capezzoloni fino a farli ingrossare e farli diventare duri e ritti, per poi passare alle gambe, carezzandosi con la crema l'interno delle cosce, dopo averle spalancate completamente. Il fornaio aveva seguito questo spettacolo con grande attenzione, sorridendo e umettandosi le labbra con la lingua e palpandosi i grossi coglioni pelosi, mentre il suo uccello iniziava a prendere una certa consistenza. Dopo essersi sfiorata la patonza con le dita, mia moglie mi chiese di spargerle la crema sulla schiena e sul posteriore.
Si girò, stendendosi sulla pancia, per poi inginocchiarsi mettendosi a pecorina, con le gambe ben divaricate, in modo che l'uomo potesse vederle in pieno il culo e anche la fica ben gonfia. Io fui rapido a ungerle la schiena, ma poi mi dedicai con lentezza alle sue chiappe, tenendole aperte per offrire la rosellina agli sguardi lubrichi del maturo fornaio. Infine mia moglie si rimise supina, con le cosce apertissime, offrendo fica e tette agli occhi spalancati del grosso manzo, il quale si toccava il cazzo oramai duro, scappellando il fungo rossastro. Non ce l'aveva lunghissimo, ma era bello grosso, un cazzone pesante da contadino, sopra a due palle pelose gonfie di sperma.
Passarono due ragazzi, ma lui con la mano gli fece segni di smammare. Anch'io oramai avevo una notevole erezione e suggerii a mia moglie di toccarsi fra le gambe; lei fu pronta a titillarsi le grandi labbra per poi infilarsi un dito, al che il porcone prese a masturbarsi senza vergogna. Lei , eccitata, mordendosi le labbra, si abbandonò a una sditalinata epica, fissandolo negli occhi, finchè il maschio non schizzò, a fiotti, sul telo da mare. Quindi, lui si alzò, entrò in acqua e si lavò la minchiona ostentatamente, rivolto verso di noi, poi - uscito - si asciugò con cura e indossò i bermuda, riprese la sacca e, sorridendo, ci strizzò l'occhio prima di allontanarsi.
Quella sera, a letto, mia moglie si scatenò. Disse che era un vero uomo, come piaceva a lei: maturo, grosso, peloso e con la pancetta, un vero maschio pieno di voglia, e che cazzo aveva... : voleva leccargli quelle grosse palle e succhiargli la cappellona e sentirselo tutto in bocca quel salsiccione così grosso. Voleva che le riempisse la fica e voleva provarlo anche nel culo, ma voleva farlo davanti a me, mentre lui mi trattava da cornuto e mi dimostrava come si fa godere una femmina.
Fu indimenticabile, la porca mi fece sborrare due volte quella notte. Era come se lui fosse con noi.
Passarono mesi, andavamo sempre a prendere il pane e i dolci da lui, ma le rare volte che lo trovavamo dietro al bancone facevamo tutti finta che nulla fosse successo...
Poi...
Una sera tornai a casa e trovai mia moglie tutta allegra, anzi elettrizzata; indossava solo una vestaglietta leggera ed io chiesi spiegazioni e lei prima mi disse che no, era tutto normale, ma poi finì per raccontarmi...
Al mattino era andata a comperare il pane, ma lui, il maturo fornaio, le aveva spiegato che quel tipo di pagnotte che di solito prendeva lei non era pronto, avevano fatto una seconda infornata e, se voleva, glielo portava a casa lui fra mezz'oretta, appena sfornato. Lei capì immediatamente e fu pronta ad accettare.
Tornata a casa, si preparò: profumo sexy, niente reggiseno, camicetta sottilissima e aderente, quasi trasparente in modo da lasciar vedere i capezzoli che spingevano il tessuto, sandali con tacco alto, autoreggenti fumé con bordo di pizzo nero, gonna lunghetta grigia scura, con bottoni davanti, slacciati fino alle cosce, slippino di pizzo bianco, trasparente, trucco leggero.
Prima della mezz'ora, scampanellata imperiosa: "Sei pronta?". Ascensore. Spinge la porta con irruenza, entra e la richiude col piede. Molla il pacco del pane sulla consolle dell'ingresso. La spinge contro il muro. Le spalanca la camicetta e le prende in mano un seno, lo lecca. Poi fa saltare i bottoni della gonna e le infila una mano fra le cosce, le sposta lo slippino e le palpa la fica, le infila un dito. Lei impazzisce. Lui lo tira fuori, durissimo. Lo appoggia contro la fregna e spinge, infilandolo brutalmente. La sbatte freneticamente e si scarica, mugolando, quasi ruggendo, premendola con violenza contro il muro. La sborra, calda, densa, le cola lungo le cosce. Si è svuotato.
Finalmente la bacia, la accarezza, le dice che in questi mesi è uscito di testa, che ogni volta che lei andava al forno, dopo era costretto a masturbarsi come una bestia. Che non faceva che immaginarsi di possederla in tutti i modi, che era bellissima, la femmina più sexy che avesse mai incontrato. Lui la trascina verso il divano, ma lei invece lo spinge verso la stanza da letto. Lo fa sedere sul bordo del materasso e inizia a spogliarlo; la eccita questo manzo di mezz'età, bassino, villoso, con la pancetta, le coscione, e il grosso cazzo con pesanti coglioni pelosi e con l'aria maiala, con la voglia porchissima che gli si legge in faccia. Lo ammira così, un cinghialone nudo seduto sul suo letto, sul nostro letto. Si mette davanti a lui e inizia a carezzarsi tutto il corpo, quel corpo che lui ha frettolosamente e brutalmente posseduto.
Il porco riprende ad eccitarsi, la sua verga si indurisce di nuovo, lei si avvicina e gli sbatte sul viso le tette dai larghi capezzoli duri e scuri, che lui lecca e succhia e mordicchia fino a farla mugolare, Poi lei si inginocchia e inizia a leccargli le palle, stringendo in mano il grosso manico duro e strofinandolo sul proprio viso, ci fa scorrere la lingua avida fino alla cappella, e ci gira attorno, lentamente; le piace sentire il maschio che gode mentre lei si fa scivolare il grosso fungo fra le labbra e ci gioca con la lingua, leccando sulla punta le gocce vischiose. Lui le mette una mano imperiosa sulla nuca e lo spinge fino nella sua gola; le sembra di soffocare ma gode, e si sditalina mentre il bestione la chiava in bocca. Lui si alza, la spinge a terra e si mette a cavalcioni del suo busto, posandole il cazzone fra i seni che lei stringe per masturbarlo così mentre lecca la punta gocciolante del cazzo ogni volta che spunta dalle sue tette. Poi, all'improvviso, la gira e inizia a leccarle le chiappone, le tiene aperte con le mani e la slingua sul buchino roseo, finchè lei lo implora di incularla mettendosi a pecorina. Allora il vecchio stallone glielo infila pian piano, lei trattiene le urla e si sente allargata, sfondata, sventrata, si sente la sua vacca e glielo grida senza vergogna
Ma lui la butta giù, stesa sul tappeto, le solleva le gambe e le allarga le cosce, appoggia il cazzone gocciolante alla fica e lo infila, iniziando a cavalcarla. Si abbassa a leccarle le tette mentre la possiede, poi la bacia, senza smettere di fotterla freneticamente, ululando quando lei stringe i muscoli vaginali per trattenere il suo cazzo, facendolo godere al massimo. Spinge dando violenti colpi di reni, lei capisce che sta per riempirla, ma il maschione lo tira fuori e lo dirige verso le tette, e le schizza a fiotti tanta sborra, fino sul collo, sul mento. E si baciano.
Poi, dopo essersi rivestito, le chiede di non lavarsi e di raccontare tutto al cornuto e di farsi leccare da lui.
E io infatti ho ascoltato il racconto, masturbandomi, e infine ho leccato le tette, il culo, la fica di mia moglie odorosa dello sperma del suo toro maturo. Non ho mai goduto tanto. come quella prima volta.
Anche se ne sono seguite tantissime altre, pure con altri maschi.
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3 years ago
bobo45sex,
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Inconsapevolmente cornuti. confessioni
Seconda parte del racconto che narra il percorso iniziato da due coppie che vogliono vivere il sesso in maniera molto appagante.
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Servite le nuove pietanze, dopo gli ennesimi brindisi, e applausi, tutta la comitiva si trasferì fuori, nello splendido giardino con vista sul lago dove sarebbero stati serviti dolci, e dove sarebbe avvenuto il taglio della torta nuziale sotto un apposito gazebo predisposto per l’occasione. Luca decise di tenere d’occhio Silvia, ma non riuscì ad uscire subito, in quanto trattenuto dal padre dello sposo, che conoscendolo, scambio con lui qualche parola. Quando uscì nel giardino, cercò con lo sguardo Silvia ma non la trovò, così in maniera discreta si mise a cercarla, fin quando arrivando vicino ad una pianta, si rese conto che la sua donna era dall’altro lato della piccola siepe che divideva quella parte del giardino. Era in compagnia di Roberto, che le stava parlando a bassa voce, e lei rispondeva con piccole risatine. Non riusciva a capire cosa lui le stesse dicendo, ma era chiaro che lei era molto divertita intrigata da quella cosa. Sentiva dentro di sé un forte subbuglio, un misto di gelosia e rabbia, ma anche una forte eccitazione, un orgoglio particolare, nel sapere che la sua donna era molto desiderata. Ad un tratto, un addetto al servizio fotografico, chiamo Silvia per delle foto insieme alla sposa, i due si allontanarono tornando insieme a tutto il gruppo di commensali. Scattata qualche foto, Luca vide di nuovo Silvia appartarsi con Roberto. Erano sull’altro lato del giardino, quello che dava sul lato del lago, quando cercò di raggiungerli, si trova in mezzo a tutta la gente che festeggiava il taglio della torta con gli sposi, quindi fu costretto a rientrare nel salone, per cercare di uscire dall’altro lato per raggiungere la sua donna. Quando raggiunse la grossa vetrata, stava per uscire fuori, ma si rese conto che dal punto in cui era, aveva una visuale perfetta su tutto quello che stava succedendo fuori, in più era coperto da un grosso drappeggio, che gli permetteva di osservare senza essere visto. Nascosto dietro la tenda, vide Silvia molto vicina Roberto, appoggiato al muretto, girata quasi di lato, che ascoltava quello che lui le stava sussurrando all’orecchio. Vedeva la mano di lui tenere quella della sua donna, mentre non vedeva quella di Silvia, nascosta la sua visuale dai loro corpi. Ad un tratto ebbe la sensazione che l’uomo stesse baciando la sua donna sul collo, perché lei ad un tratto, spinse la testa all’indietro chiudendo gli occhi. Sentiva uno strano dolore nel petto, stava quasi per intervenire, quando l’arrivo di un gruppo di gente, nella direzione di Silvia e Roberto, fece sì che i due, si distanziano di nuovo poi si incamminarono verso il gazebo, dove stava iniziando ad essere servito il dolce nuziale. Non riuscì ad avvicinarsi di nuovo la sua donna, perché il fotografo è il suo staff, presero sposi e testimoni per fare alcune foto nel giardino, mentre tutti tornavano dentro al salone dove di nuovo, avevano ripreso t a ballare. Quando vide rientrare anche gli sposi, si rese conto che Silvia era sparita di nuovo, che anche Roberto non c’era in mezzo alla gente che festeggiava gli sposi. Decise di cercarli, convinto che ormai quei due si erano nascosti da qualche parte. Sentiva dentro di sé sensazioni contrastanti, un misto tra rabbia ed eccitazione, per tutta quella situazione che si stava creando fra la sua donna e Roberto. Uscì fuori cercando nel parco, ma non riuscì a trovare nessuno dei due, quindi rientrò e guardando attentamente nel salone, si rese conto che anche Lucia era sparita, mentre Marco era a festeggiare gli sposi, tra un brindisi e l’altro sempre più ubriaco. Girando per immenso salone, ad un tratto si trovò vicino ad una grossa tenda parzialmente spostata, che dietro celava una porta con su scritto ACCESSO VIETATO. La porta ere socchiusa, lui entrò convinto di trovarci la sua donna. Iniziò a salire una strana scala a chiocciola, che portava in alto, su una delle due torri del castello. Quando stava per uscire sopra, rimanendo ancora nella penombra, mentre fuori il sole tramontava, regalando uno spettacolo stupendo, si rese conto che le due persone che aveva davanti appoggiate uno dei merli della torre, non era la sua donna, ma Lucia la sua amica, in compagnia di Alberto, che la teneva stretta con la mano infilata nello spacco laterale del vestito, che sicuramente la stava masturbando. Vedere la sua amica godere, gli fece venire in mente l’idea che, probabilmente Silvia sta facendo la stessa cosa, in qualche altra parte del castello, questo gli provocò un’erezione così forte da fargli quasi male. Non visto, nascosto nella penombra della scala, tiro fuori il cazzo cominciò a masturbarsi. Intanto Alberto, voleva scoparsi la sua amica, ma lei in qualche modo riuscì a dissuaderlo, poi si era inginocchiata davanti a lui, e anche se Luca non vedeva quello che succedeva, era ben chiaro che la donna gli stava facendo un meraviglioso pompino. Alberto teneva entrambe le mani sopra la testa di Lucia, assecondando il movimento, mentre lei teneva entrambe le mani sulle gambe dell’uomo, usando solo la bocca per succhiare l’uccello. Luca sapeva benissimo quanto era brava Lucia nel fare quel gioco, sapeva che Alberto non avrebbe resistito molto, quindi continuò a segarsi velocemente, aspettando l’attimo in cui la sua amica avrebbe portato l’occasionale amante, al piacere. Improvvisamente il corpo dell’uomo si irrigidì, emise un grido rauco, rimanendo immobile, mentre la sua amica sicuramente stava ingoiando il piacere che lui le stava riversando in bocca. Anche lui raggiunse l’orgasmo, schizzando la sua semenza nel muro della scala, e appoggiandosi, perché l’orgasmo avuto, era stato così intenso che lo aveva in qualche modo sfinito.
Lucia rimase ancora qualche istante inginocchiata davanti ad Alberto, poi si sollevò, e disse qualcosa, che Luca non riuscì a capire, che fu seguito da un cenno di assenso. Ridiscese rapidamente la scala, quando raggiunse il suo tavolo, vide Silvia che lo stava cercando. Per un attimo, osservò la sua donna, a prima vista sembrava tutto normale, avvicinandosi, le diede un bacio sulla bocca, cercando di capire, se lei aveva l’odore di un altro maschio, se aveva succhiato e ingoiato il piacere come aveva visto fare da Lucia. Silvia però aveva bevuto già dello spumante, quindi Luca non riuscì a capire se il suo sospetto era reale, oppure era tutto frutto della sua immaginazione. Dopo qualche minuto vide ricomparire anche Lucia, che sorreggeva Marco decisamente distrutto dalla sbornia.
«Ragazzi per piacere aiutatemi, è così ubriaco, che non posso farlo tornare a casa in auto, rischierebbe di uccidersi o di fare del male a qualcuno.»
La festa era quasi alla fine, quindi decisero di andarsene, sarebbero passati a riprendere l’auto di Marco il giorno seguente. Mentre Luca guidava, con Marco di fianco, appoggiato con la testa sul finestrino, le due donne dietro parlavano del matrimonio, con pettegolezzi e piccole cattiverie, o giudizi alquanto pesanti nei confronti delle altre donne presenti. Giunti a casa di Marco, aiutarono Lucia a portarlo letto, lasciando l’amica che abitava dall’altro lato della strada, poi lui è Silvia se ne andarono verso casa loro. Durante il tragitto per tornare a casa, entrambi sembravano assorti nei propri pensieri. Luca aveva tante domande da fare a Silvia, ma lei teneva gli occhi socchiusi come vinta dalla stanchezza. Dopo averla riaccompagnata tornò a casa sua, tornò la propria abitazione, e sdraiato nel letto, ripensava tutta la giornata trascorsa, e soprattutto non sapeva prendere una decisione: raccontare a Marco quello che aveva visto fare a Lucia. Tra quello che aveva visto, quello che aveva immaginato per la sua donna, ebbe di nuovo una forte erezione, lo costrinse a masturbarsi, e raggiungere il piacere velocemente. Sfinito si addormentò, fin quando il giorno successivo, fu svegliato dal sonno del suo telefonino, era Marco, che gli chiedeva se lo poteva accompagnare riprendere la sua auto, lasciata nel parcheggio del castello. Essendo di domenica, e una bella giornata, Luca propose di portare anche le donne con loro, e di passare una giornata al lago. L’idea fu subito accettata da tutti, e dopo circa un’ora erano tutti in viaggio verso il parcheggio del castello. A differenza della sera precedente, quella mattina sembrava che nessuno aveva voglia di parlare, ognuno sembrava assorto nei propri pensieri fin quando giunti nel parcheggio del castello, fu Lucia rompere il silenzio.
«Dammi le chiavi dell’auto, da qui al lago guido io, tu hai ancora i postumi della sbornia, e probabilmente un tasso alcolemico ancora eccessivo, poi voglio parlare un po’ con Silvia da sola.»
Prese le chiavi, scesero e si incamminarono davanti a loro per salire nell’auto di Marco. Entrambe indossavano una minigonna di jeans, una semplice maglietta, con dei sandali a zeppa, senza calze, e quando Lucia salì nell’auto di Marco, Luca ebbe una splendida visione delle cosce dell’amica. Appena partite, loro si misero dietro a seguirle lentamente lungo la strada che portava giù al lago. Per un po’ rimasero entrambi in silenzio, poi fu Marco che prima guardò Luca in faccia, poi girando lo sguardo dall’altro lato gli fece una strana domanda.
«Da quanto tempo siamo amici? Voglio dire da quanto ci conosciamo, quante cose abbiamo fatto insieme, senza mai nasconderci nulla?»
Luca lo guardò cercando di capire dove il suo amico voleva andare a parare, per un attimo fu assalito dal dubbio, che in qualche modo il suo amico, aveva scoperto quello che lui aveva visto in cima una torre, ma le parole di Marco fugarono ogni dubbio.
«Volevo dire, conoscendoci da tanto tempo, tu, se sapessi una cosa che mi potrebbe ferire nella diresti?»
Luca stava per rispondere, nella più grande incertezza, stava per rispondere l’amico che aveva qualcosa da dire, che l’avrebbe sicuramente ferito, ma ancora una volta fu un amico a parlare.
«Ieri pomeriggio, prima di venire via dalla festa, non mi sono sentito molto bene. Ad un tratto ho sentito che avrei vomitato, così sono andato in bagno, chiuso in un cesso, ho sputato fuori anche l’anima. Sono rimasto così sfinito, da non avere quasi la forza di uscire, quando stavo per farlo, ho sentito una coppia entrare nel bagno erano Silvia, e Roberto. Lei accusava un dolore ad una caviglia, qualcuno ballando le aveva rifilato un calcione. L’uomo l’ha fatta appoggiare al lavandino, poi ha bagnato un asciugamano, gli faceva degli impacchi freschi sulla caviglia dolorante. Dopo qualche momento, l’uomo ha allungato una mano, facendola risalire lungo le cosce della donna, fino ad arrivare nella sua intimità, e ha iniziato a masturbarla. Lei è rimasta un attimo immobile, ha provato a serrare le cosce, ma il tono autoritario di lui, l’ha costretta ad aprirle, e lasciarsi andare. È bastato poco perché lei raggiunge un orgasmo, che la fatta tremare tutta, a quel punto l’uomo si è alzato, l’ha presa per mano, e la spinta dentro l’altro cesso, quello più grande, riservato ai disabili, chiudendo la porta. Ci divideva solo una sottile parete di cartongesso, anche se non ho visto la scena, ho subito capito che, l’uomo ha iniziato a scopare la donna che aveva spinto dentro il bagno. Sentivo i loro corpi sbattersi, lei mugolare di piacere, incitandolo a scoparla più forte. È sicuramente venuta due o tre volte, fin quando lui ha aumentato la velocità con cui la pompava, e si è girata, l’ha pregato di non venirle dentro.
“Ti prego non mi venire dentro, te lo prendo in bocca, lo succhio tutto fino all’ultima goccia.”
«Lui ha continuato a sbatterla ancora per un po’, poi improvvisamente il rumore è cessato, ho sentito un lungo gemito, era di lui, che sicuramente stava godendo in bocca lei. Dopo alcuni momenti, l’uomo ha detto alla donna, che avrebbe voluto vederla di nuovo, per scoparla in modo più comodo, e più appagante, per questo deve averle scritto il suo numero sul cellulare. Li ho sentiti uscire, allora anch’io nelle sono tornato nel salone.»
Per tutto il racconto, Luca ha sentito dentro di sé quella strana sensazione, quel misto di piacere rabbia, gelosia ed eccitazione, che gli ha fatto gonfiare il pacco. Si gira verso l’amico che ora lo guarda, nota che anche lui al pacco gonfio, poi torno a guardare la strada, con un filo di voce raccontato amico quello che ha visto in cima alla torre, come la sua donna si è inginocchiata, di come ha ingoiato fino all’ultima goccia. Marco lo guarda con l’aria stranita, quasi incredula poi, fa un profondo respiro, e riprende a parlare.
«Forse io sto impazzendo, forse sono già matto, oppure ho qualche cosa che non va. Ti ricordi l’estate che siamo andati al mare in Corsica, quando c’erano quel gruppo di maschi, che avevano tutti il cazzo duro, mentre guardavano le nostre donne? Forse non ci crederai, ma io mi sono eccitato, nel sapere che altri maschi vorrebbero scopare la mia Lucia. Ma la cosa che mi lascia ancora più sconvolto, è che sapere che, lei ieri ha fatto un bocchino ad un altro, poi mi ha baciato in bocca, come faceva quando da ragazzi dopo la scuola, quando ci chiudevamo in camera di uno di noi, per farcelo succhiare entrambi. Questa cosa mi eccita da morire, sembra quasi che essere un cornuto, mi faccia impazzire di piacere.»
Luca lo guarda basito, poi girando lo sguardo, confessa anche lui le sue perplessità.
«Se tu sei pazzo, io lo sono quanto te. Quel giorno al mare, quando siamo andati dopo pranzo a letto, mentre scopavo Silvia, ho immaginato di vederla scopare con un altro, mentre io mi segavo furiosamente. Sentire che ieri, lei si è fatta scopare da un altro, e che adesso lui la desidera ancora, mi fa sentire dentro un misto di feroce gelosia, e una eccitazione sconvolgente, come vedi, mi porta ad avere il cazzo così duro da farmi male.»
Anche nella macchina che li precede, le due donne si stanno facendo confidenze, come non succedeva da un po’ di tempo. La prima parlare Silvia, che mentre osserva l’amica guidare, parla con un filo di voce.
«Io non so come dirlo, ma oggi mi sento un casino dentro l’anima da far paura. Tu sai quanto io amo Luca, quanto mi fa impazzire stare con lui, quanto voglio che la mia vita sia sempre con lui, eppure ieri sono comportata davvero male, fatto un casino, ora non so come raccontarglielo.»
Lucia guarda un attimo amica, poi torna a fissare la strada, e inizia a parlare come un automa.
«Non chiedere consigli a me, se tu ieri fatto un casino, io mi sono comportata da vera puttana. Amo Marco come la mia vita, stiamo già parlando di matrimonio, di avere dei figli, una casa, eppure ieri mi sono inginocchiata davanti ad Alberto gli ha fatto uno dei miei memorabili pompini con tanto di ingoio, anche se lui avrebbe voluto scoparmi, ma non mi sembrava il posto, nel luogo adatto, anche se pur non riuscendo a spiegarmelo, mi sarei fatta sbattere tantissimo.»
Silvia guarda l’amica, con un filo di voce, quasi a testa bassa, gli racconta che lei invece, s’ si è fatta scopare nel bagno da Roberto, e che per paura di sporcare il vestito che indossava, si è fatto sborrare in bocca. Lucia guarda Silvia con occhi sbarrati.
«Cazzo! Sei andata nel bagno! Come hai fatto non incontrare Marco, che ci ha passato più di venti minuti vomitando anche l’anima?»
Silvia la guarda stupita, cerca di fare mente locale, cercando di ricordare chi ha incontrato. Ancora confuse, raggiungono la sponda del lago, e lasciate le vetture, seguono i ragazzi, che saliti sul battello, hanno proposto, di andare a pranzo l’isola, presso un ristorantino che fa un ottimo pesce di lago. Durante i 15 minuti di traversata, Silvia cerca in tutti i modi di ricordarsi se ha incontrato, o visto Marco nel bagno, ma non essendo sicura, decide che deve raccontare tutto a suo uomo, accada quello che accade, lei deve dirgli tutta la verità, e pagarne le conseguenze. Il pranzo è quasi una formalità, nessuno ha molta fame, nell’aria c’è una strana tensione, che deve essere in qualche modo scaricata. Usciti dal ristorante, passeggiano lungo il viale che costeggia la riva del lago. Marco e Lucia camminano qualche passo più avanti, mentre Silvia e Luca, stretti lui l’altro, camminano dietro di loro restando un po’ in silenzio. Ad un tratto è Silvia che rompe il silenzio, fa un profondo respiro, poi tenendo la testa bassa, incomincia parlare il suo uomo.
«Io ti amo. Ti amo più della mia vita, dell’aria che respiro, sei la luce dei miei occhi, il mio sole, però devo dirti una cosa, che sicuramente ti farà sentire ferito e triste, ma devo dirtela, accada quello che accada, non posso tenermi dentro questo segreto. Ieri al matrimonio, mi sono comportata malissimo. Potrei dirti che avevo bevuto troppo, che mi sentivo strana, ho tante altre scuse, ma non riesco a trovarne una veramente valida, se non il fatto, che oggi mi sento veramente a terra per averti tradito con Roberto. Non riesco a spiegarmelo, come possa essere successo. Probabilmente tu, ti sentirai ferito, offeso, e tradito, e nemmeno vorrai perdonarmi, ma è avvenuta una cosa che forse dentro di me, in qualche modo, da tempo sapevo che prima o poi sarebbe accaduta.»
Luca gira lo sguardo, incrocia quello della sua donna, che subito torna a guardare in basso, non riuscendo a reggere suo sguardo, poi le sue parole lasciano decisamente molto sorpresa anche Silvia.
«Non hai nulla da farti perdonare. Forse quello che sto per dirti, ti sembrerà una cosa pazzesca, ma dentro di me, da quando siamo stati in vacanza in Corsica, ho sempre desiderato vederti fra le braccia di un altro. Capisco che quello che sto per dirti è pazzesco, mi rende molto confuso, soprattutto nel dire che quel giorno, quando abbiamo fatto l’amore dopo essere tornati dalla spiaggia nudista, io ho immaginato che fosse un altro che stava scopando con te mentre io vi guardavo. È successo anche tante altre volte, in cui io ho notato altri uomini che ti guardavano con occhi carichi di desiderio, ma la cosa che mi sconvolge di più, è che sento dentro di me un dolore fortissimo, generato dalla gelosia, e nello stesso tempo, mi ritrovo con una erezione così forte e dura, che mi costringe a masturbarmi furiosamente. Non riesco a spiegarmi perché, ma sapere che ieri Roberto ti desiderava, mi ha tenuto tutto il giorno con il cazzo in tiro, e dentro di me, ho solo il rammarico di non averti visto scopare con lui.»
Silvia si gira lo guarda si fermano, lo abbraccia, e si stringe forte a suo corpo baciandolo, con un bacio carico di passione, da togliere il fiato. Poi lo guarda dritto negli occhi, insieme confessano il loro più nascosti desideri.
«Anche per me, quel giorno che abbiamo fatto l’amore dopo essere stati spiaggia, era cambiato qualche cosa. Nella mia mente, mentre tu mi stavi scopando, ho immaginato che fosse quel maschio con i capelli lunghi, che per tutta la mattina non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso. Sentirmi desiderata, ammirata sotto il tuo sguardo, mi ha fatto avere un orgasmo sconvolgente. Ora non so cosa fare, non so come comportarmi con Roberto, che ha espresso il desiderio di volermi portare di nuovo letto, e questa volta scoparmi più a lungo, in maniera molto più soddisfacente, di una semplice sveltina, fatta in un bagno di un ristorante. Non capisco che cosa ci stia succedendo, io ti amo, voglio che la mia vita sia con te, ma quando penso a quanto mi eccita sentirmi desiderata, e scopata, da un altro maschio, dentro di me sento emergere un’altra Silvia, diversa, che si sente troia, una puttana, desiderosa di avere tanti cazzi che la prendono la riempiono dappertutto. Capisco, che per te quello che ti sto dicendo, è qualcosa di duro da accettare, ti assicuro che ti amo da impazzire, e che tutto questo che ti sto dicendo, per me è solo un gioco, che vorrei giocare con te, con la tua complicità, per godere solo di sesso, fatto in maniera trasgressiva e appagante. Se mi vorrei lasciare, io non opporrò nessuna resistenza, capisco il tuo stato d’animo, sicuramente averti tradito ed offeso, mi riempie il cuore di tristezza.»
Luca la bacia, la stringe forte, poi tenendola abbracciata, riprendono a camminare lungo il viale, mentre lui le espone il suo pensiero.
«Non ho nessuna intenzione, di chiudere il nostro rapporto, anche se, tutto quello che stiamo vivendo, mi sta creando tanta confusione incertezza, ma di una cosa sono assolutamente certo, io voglio vivere la mia vita con te, voglio godere del tuo corpo, del tuo piacere, e se andrai con altri uomini, io voglio essere presente, oppure consapevole di quello che stai facendo. È una sensazione che provo da tanto tempo, da quando i primi tempi, tu mi succhiavi il cazzo, poi quando ero venuto, succhiavi anche quello di Marco, e mi baciavi. Quel momento era un gioco eccitante, ma solo dopo, con il tempo ho scoperto quanto era eccitante, non il gioco in sé per sé, ma sentire il sapore di un altro maschio nella bocca, che aveva goduto tra le tue labbra, era questa la cosa, che mi faceva uscire di testa, impazzire di piacere, ed eccitare tantissimo. Non so spiegarti questa cosa, ma saperti con altri maschi, mi eccita da morire.»
Silvia lo guarda lo bacia lo tiene stretto, poi gli espone la sua conclusione.
«Amore mio, probabilmente ti sentivi già inconsciamente un cornuto, che gode nel sapere la sua donna desiderata e goduta da altri maschi. Se fra di noi ci sarà intesa, massima lealtà e fiducia, io sono sicura che il nostro rapporto ci farà vivere momenti veramente belli.»
Anche pochi passi più avanti di loro, l’altra coppia è alle prese con un discorso che riassume quanto era successo il giorno prima. Lucia cerca in qualche modo di spiegare a Marco quello che era successo con Alberto.
«Amore io ti devo fare una confessione, c’è una cosa che mi sta tormentando l’anima, una cosa che è successo ieri, che non so spiegarmi per quale motivo si avvenuta. Mi sono sentita dentro una cosa strana, un desiderio che averlo realizzato sicuramente ti ferisce, e ti farà sentire tradito e offeso. Ieri, ad un certo punto della festa mi sono trovata in cima alla torre con Alberto, che per tutto il giorno, mi aveva stuzzicato ed eccitato. Mi avrebbe voluto scopare, cosa che avrei evoluto anch’io, e di questa un po’ me ne vergogno, perché io ti amo, ma dentro di me, in quel momento, ho desiderato sentirmi diversa dalla solita persona che sono, e che tu conosci. Non ho ritenuto che fosse il posto giusto, nemmeno il momento giusto, per farmi scopare da lui, così mi sono inginocchiata davanti, e gli ha fatto uno dei miei meravigliosi pompini, ingoiando fino all’ultima goccia il suo seme. Quando poi ci siamo ritrovati alla festa, ho sentito dentro di me forte il desiderio di baciarti, come quando facevamo sesso insieme ai nostri amici, e ci scambiavamo un bacio, dopo che Luca mi era venuto in bocca, e tu avevi fatto la stessa cosa con Silvia. Mi ha eccitato moltissimo baciarti, è stato quello il senso del piacere del gioco, che avevo fatto poco prima con Alberto. Sono una donna indegna del tuo amore, e questo mi dispiace profondamente, perché ti amo come la mia vita, e vorrei con te una famiglia, ma sono consapevole di essermi comportata come una donnaccia, una puttana, che ha sentito il desiderio di soddisfare la sua voglia con un altro uomo, anche se dentro di me, avrei voluto che ci fossi tu, a guardarmi mentre ero impegnata succhiare il cazzo di un altro. Qualunque sarà la tua decisione io lo accetterò, consapevole del fatto che ti ho tradito, e tu questo non lo meritavi.»
Marco la stringe forte, continuando a camminare, poi anche lui rivela quello che da tempo sentiva dentro, ma che non aveva mai avuto il coraggio di confessarle.
«Stai tranquilla, che non hai nulla da farti perdonare. Già da quando, facevamo quel gioco con i nostri amici, e Luca ti veniva in bocca mentre io facevo la stessa cosa con Silvia, sentire poi il tuo bacio al sapore dello sperma del mio amico, mi eccitava in una maniera pazzesca. Subito non mi sono mai reso conto, quale fosse il vero motivo di tanto piacere, col tempo ho capito, che tutta l’eccitazione, derivava dal fatto che ti vedevo con la bocca piena del cazzo di lui, che poi tu mi baciavi, facendomi assaporare il piacere che avevi avuto in bocca, nel sentirti riempire del suo seme, e di condividerlo con me. In quel momento ti vedevo troia, e puttana, questo mi ha sempre eccitato moltissimo. Ieri, mi sono subito reso conto, che Alberto ti desiderava, ed ero consapevole, che se ti avessi lasciato spazio, probabilmente qualcosa sarebbe successo, cosa che poi avvenuta. L’unico rammarico che ho, di non averti visto inginocchiata davanti a lui, mentre gli facevi uno dei tuoi meravigliosi pompini. Ma forse quello che non sai, che mentre tu eri intenta a succhiare il cazzo ad Alberto, sotto lo sguardo di Luca che ti stava spiando, io ho assistito in maniera quasi indiretta la scopata che Silvia ha fatto con Roberto nel bagno del ristorante. Quando se ne sono andati, ho chiuso gli occhi, ho immaginato che tu stavi facendo la stessa cosa in un’altra parte di quel posto, questo mi ha eccitato una maniera pazzesca, e anche se ero sbronzo, mi sono masturbato, e sono venuto tantissimo. Sapere che lui ti desidera ancora, e che anche tu, hai voglia di fare sesso con lui, come puoi ben vedere, abbassando lo sguardo, mi eccita così tanto, che adesso ti scoperei qui, in piedi davanti a tutti. Credo che noi due, dobbiamo fare un patto, nel quale ognuno di noi, si impone di essere sempre leale, e sincero con l’altro, perché così riusciremo vivere tutte le nostre esperienze, in maniera soddisfacente per entrambi. Da quando stiamo insieme, che sento dentro di me questa strana sensazione di piacere, nel saperti desiderata da altri uomini, solo l’idea di vederti scopare con altro, mi fa impazzire anche se non lo so spiegare.»
Lucia lo guarda, lo abbraccia lo bacia. Restano fermi, fin quando sono raggiunti dagli altri amici, che sono allegri sorridenti. Le due donne si scambiano un’occhiata d’intesa, camminano tenendosi uno vicino all’altra, poi, Lucia guarda Silvia, e sorridendo gli chiede se è riuscita a parlare con il suo uomo.
«È stata un’esperienza interessante, soprattutto scoprire, che ho un compagno, e spero futuro marito, che inconsapevolmente desidera essere cornuto. Credo che con la sua complicità, riuscirò a soddisfare questo suo desiderio.»
Lucia guarda l’amica sbalordita, sorride ed espone anche lei la sua convinzione.
«Cara amica mia, io il mio ragazzo, nonché futuro marito, siamo giunti alla stessa conclusione. Anche lui dentro di sé, da sempre ha desiderato di vedermi scopare con un altro uomo, quindi credo che non mi sarà difficile soddisfare questo suo desiderio.»
Si girano, abbracciano i due ragazzi, guardandomi negli occhi, Silvia sorridendo parla con voce ferma e decisa.
«Cari ragazzi, dai nostri discorsi, siamo giunti alla conclusione che voi due siete inconsapevolmente due aspiranti cornuti, che desiderano ardentemente vedere noi due, fare le troie, le puttane, con tutti i maschi, con cui vorremmo godere. Sono convinta che con la vostra complicità, riusciremo a farvi avere un meraviglioso palco di corna, che andranno come minimo lucidate giornalmente.»
Scoppiamo tutti e quattro ridere, si abbracciano, si avviano verso il parcheggio per riprendere l’auto, e tornare alla vita di tutti i giorni, consapevole del fatto, che il futuro sicuramente gli regalerà tutto quello che loro desiderano ardentemente.
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3 years ago
baxi18, 55
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Inconsapevolmente cornuti. il desiderio.
Inconsapevolmente cornuti. Il desiderio.
Prima parte di un racconto, che narra la storia di due coppie, che scoprono un modo particolare di vivere il sesso in maniera complice, e molto appagante, che per tanto tempo, gli regalerà momenti di puro piacere, esplorando la sessualità, in tutte le sue più ampie sfaccettature.
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La loro amicizia era cominciata quando, in quarto superiore, si erano ritrovati in una classe che stava insieme dalle elementari. Si erano sentiti esclusi, fuori dal gruppo, così era stato il caso che, si erano uniti per studiare, uscire, divertirsi sempre insieme. Da lì a scoprire il piacere di essere coppie, il passo era stato breve e subito gradito da tutti. Avevano tutti la stessa età, ma Luca era il più grande rispetto agli altri, essendo nato a Febbraio, mentre Marco era di Maggio, e Lucia di Giugno come Silvia. Due anni di scuola insieme li aveva fatti diventare inseparabili. La loro amicizia, la spensieratezza del loro modo di vivere li aveva resi molto complici fra loro. Anche nel sesso le cose erano subito diventate facili, e ben accette da tutti. Le coppie si erano formate fin da subito. Luca e Silvia si erano subito piaciuti, mentre Marco e Lucia ci avevano messo un po’ di tempo per capire che stare insieme era bellissimo, anche da fidanzati. Insieme avevano iniziato a scoprire il sesso. Luca era quello un po’ più esperto, avendo avuto una esperienza con una amica di sua cugina, una troietta più grande di lui, che si era accorta che lui fra le gambe aveva un bel cazzo di ottime proporzioni, se lo era succhiato, e goduto il più possibile. Marco invece era il più inesperto anche se anche lui era ben messo fra le gambe, non aveva nessuna esperienza se non quella acquisita guardando dei video porno. Ben preso le due ragazze, che avevano avuto solo qualche amorazzo adolescenziale, senza nessuna esperienza, si erano trovate inginocchiate fra le gambe dei rispettivi compagni, a succhiare i loro cazzi, sotto lo sguardo attento di Luca che dava i giusti consigli. Non vi era stato nessun imbarazzo nel succhiare i cazzi insieme, anzi, si erano divertite a far godere i maschi molto a lungo, fin quando poi avevano rivesto in bocca tutto il loro seme, che le due femmine avevano ingoiato senza nessuna difficoltà, con estremo piacere. Dopo le prime volte, le ragazze si erano divertite anche e scambiarsi qualche bacio lesbico, fra loro in particolare dopo che il proprio ragazzo, le aveva inondato la bocca di sborra, loro si erano gustate il sapore dello sperma del relativo amico. Questo gioco eccitava i ragazzi tantissimo, e spesso erano loro, che dopo il primo schizzo in bocca alla propria compagna, si spostavano e infilavano il cazzo in gola dell’amica, finendo per scaricare il resto del loro piacere nella loro bocca. Il passo successivo lo fecero le donne, quando dopo l’ennesimo scambio di sborrate in bocca e relativo ingoio, baciarono il rispettivo compagno. Marco nel sentire il sapore dello sperma dell’amico, ebbe subito una violenta erezione che stupì pure lui, ci mise un poco per capirne il motivo, ma quando lo scoprì, ne rimase eccitato per molto tempo. Era sconvolgente sentire il sapore di un altro maschio nella bocca della sua donna. Ma questo all’inizio non lo fece riflettere, ma solo eccitare. Naturalmente anche i ragazzi, facevano godere le ragazze, con la bocca e le mani. I loro 69 erano sconvolgenti e ricchi di piacere reciproco, ma era chiaro che la voglia di andare oltre era palese e inevitabile. L’occasione si presentò alla gita del quinto. Si ritrovarono nella camera delle ragazze dove vi era un letto matrimoniale, e gli uni vicini agli altri, sverginarono le ragazze, dopo averle fatte impazzire di piacere con la bocca, e le mani. Sborrare dentro le loro fiche sfondate, fu una sensazione unica e bellissima. Le donne che assumevano già la pillola, ebbero un violento orgasmo, quando dopo aver goduto diverse volte, chiavate dai ragazzi, sentirono il loro getto inondare la vagina. Rimasero abbracciati a lungo senza parlare, ognuno stringendo la propria donna, si resero conto che, da quel momento tutto era cambiato, adesso erano coppia. Lo fecero ancora nei mesi successivi, ma sempre ognuno con la propria donna, non si scambiavano più le sborrate in bocca. Nessuno se lo spiegava, ma era solo una cosa che non si faceva e basta. Bravissimi nello studio, superarono gli esami con il massimo si diplomarono con il massimo dei voti conseguendo il diploma di ragioneria. Avevano subito trovato lavoro. Le ragazze nello studio di consulenza finanziaria del padre di Lucia, mentre i ragazzi in una banca molto famosa che aveva filiali dappertutto, decisero di regalarsi una bella vacanza. Nonostante, fossero tutti maggiorenni, solo Luca aveva già la patente, quindi decisero di andare una settimana in Corsica. Avevano affittato un piccolo appartamentino con due matrimoniali. La prima volta che scesero in spiaggia, furono sorpresi dalla disinvoltura con cui le bagnati presenti, si erano denudate. Per loro fu una piacevole novità. Dopo un relativo momento di imbarazzo, si misero nudi anche loro. Ben presto le donne si resero conto, di quanto era piacevole sentire lo sguardo dei maschi, sui loro splendidi corpi. Si eccitarono così tanto, che alla fine Silvia lo disse all’amica.
«Mi sento così osservata che mi sto eccitando. Dai andiamo a fare il bagno.»
Lucia si guardò intorno, si rese conto che, vi erano almeno una decina di maschi, che le guardavano con occhi carichi di desiderio, e i loro cazzi più o meno in bella mostra, quasi tutti duri. La cosa la stava eccitando tantissimo, senza sapere che pure i loro maschi, erano interessati alla cosa. Si girò verso l’amica, e a bassa voce le disse il suo pensiero.
«Non so se te ne sei accorta, ma il tizio brizzolato con il capelli lunghi, ti sta fissando da un poco, e guarda che attrezzo si ritrova fra le gambe.»
Silvia si gira verso i ragazzi, li vede assorti a guardare da dietro gli occhiali scuri, e dopo essersi alzata, passando assieme all’amica, in mezzo ad un nutrito gruppo di maschi, raggiunge il mare e vi entra per un bagno rinfrescante. Lungo tutto il percorso, il suo corpo è stato percorso, da brividi di un piacere nuovo, sconosciuto, che l’hanno fatta sentire molto eccitata, e anche un poco strana, una sensazione diversa, unica e sconvolgente. Luca si gira verso l’amico, lo osserva, nota che anche lui ha il cazzo duro. Sente dentro se una strana sensazione, un misto di gelosia, e nello stesso tempo eccitazione. Vede la bramosia dei maschi, che osservano il corpo di Silvia e Lucia, e questo lo eccita. Ha notato il tizio con i capelli lunghi tenuti raccolti a coda, che ha un cazzo molto grosso e lungo, che ha fissato Silvia fra le cosce, questo lo ha fatto eccitare. Si è domandato, cosa sarebbe successo se quel maschio, avesse scopato la sua donna. La risposta non è arrivata nella sua mente, ma fra le sue gambe, il cazzo è diventato durissimo, fin quasi a fare male. Si gira e vede che l’amico, è assorto nei suoi pensieri, quasi vorrebbe domandare se anche lui sta provando le stesse sensazioni, ma il ritorno delle donne, che chiedono di tornare per il pranzo, lo distoglie dai suoi confusi pensieri. Un pranzo veloce, ma allegro. C’era nell’aria una certa eccitazione che credevano fosse dovuta al fatto, che per la prima volta si erano denudati davanti ad altre persone. Dopo pranzo, essendo molto caldo, decidono di fare un riposino, ognuno con la propria donna, si sdraia nella sua camera da letto, iniziano a fare sesso. Dopo averla fatta godere con lunghi preliminari, Luca si ritrova disteso supino, con Silvia impalata su di lui che ondeggia godendo molto. Solleva le mani e impasta i suoi segni facendolo mugolare di piacere, ad un tratto, guarda la sua donna con occhi diversi, mentre nella sua mente prende forma una domanda che lo porta per un attimo, a vivere una sensazione completamente diversa. Socchiude gli occhi, si immagina in piedi ai lati del letto, a guardare la sua donna che sta scopando, e godendo, in quell’attimo, immagina che il maschio che è sotto di lei sia un altro. È solo una sensazione, dovuta alla sua immaginazione, ma che gli provoca un piacere immenso, enorme, sconvolgente, che lo porta in breve all’orgasmo. Nello stesso istante in cui lui, ha riversato piacere dentro di lei, anche Silvia, sta provando un orgasmo in maniera diversa. Lei per un attimo, aveva chiuso gli occhi, si era immaginata impalata sul membro di un altro uomo. Questa sensazione le ha provocato una scarica di adrenalina così forte, che partendo dal cervello, si è riversata nel basso ventre sotto forma di un orgasmo incredibile, che l’ha fatta vibrare, godere, come non era mai successo fino ad ora. Nel preciso istante in cui lei viveva questo momento incredibile, lui le riversava dentro tutto il suo piacere. Luca aveva sentito la sua donna venire, senza rendersi conto che anche lei, aveva raggiunto quell’incredibile piacere, semplicemente immaginando una cosa diversa da quella che stava facendo con lui. Subito si era reso conto, che quella sua sconvolgente fantasia, non era il caso di raccontarla alla sua donna. Come poteva dirle, che si era eccitato, ed era venuto, immaginando lei che cavalcava un altro maschio. Anche Silvia era sconvolta, per un attimo ebbe paura che lui, potesse immaginare, che il potente orgasmo avuto, non era frutto, quello che stavano facendo, ma di una sua sconvolgente fantasia. Rimasero abbracciati, stretti l’un l’altro baciandosi con passione, nascondendo il loro inconscio desiderio, nel profondo della loro anima. Anche Marco e Lucia, dopo aver indugiato a lungo in preliminari, avevano scopato, ed entrambi avevano raggiunto l’orgasmo, ma non era stato bello come le altre volte. Entrambi erano rimasti in silenzio, questo non era insolito, ma sembrava come se lo avessero fatto, in maniera meccanica, senza enfasi, quasi al solo scopo di sfogarsi, cercando di raggiungere l’orgasmo più in fretta possibile. Sembravano assenti, come se le loro menti, fossero impegnate di inseguire altri pensieri, non a concentrarsi, quello che stavano facendo. Marco si guardò bene, dal dire a Lucia che, il sesso non era stato appagante, non voleva ferire la sua donna, ed anche Lucia per lo stesso motivo strinse forte a sé Marco, lo baciò, cercando di fargli credere, quanto bello fosse stato fare sesso fra di loro. Quando tornarono al mare decisero, di andare in un’altra spiaggia, dove si misero a ridere scherzare, evitando accuratamente, di pensare a quello che era successo nelle loro rispettive camere, mentre facevano sesso con i rispettivi compagni. Per tutta la vacanza, nessuno dei quattro, proferì parola, anzi, cercarono in tutti i modi di comportarsi in maniera allegra, spensierata. Anche altre volte ebbero occasione di sentirsi eccitati dalla situazione che si era creata. Al rientro dalle vacanze, per alcuni mesi furono impegnati sia nel lavoro, in tutte le varie attività che facevano, e quelle loro fantasie, vissute in maniera individuale, rimasero confinate in un angolo segreto della loro memoria. La prima volta che tornò ad emergere, fu in occasione del Capodanno. Avevano deciso di passare la serata, in una grande discoteca della Riviera, e per l’occasione avevano anche prenotato due camere, considerando che all’uscita della festa non avevo nessuna intenzione di prendere l’auto tornare a casa dopo una notte di divertimenti. Il locale era molto affollato, e verso le 4:00 del mattino, l’atmosfera è incandescente. Luca ballava insieme a Silvia, mentre Marco e Lucia, erano un poco più distanti. Mentre ballavano, Luca si rese conto che la sua donna era circondata da due o tre ragazzi, che a turno, con la calca della festa, non perdevano occasione di strusciarsi su di lei, di palparla in ogni occasione. Lei, bella da morire, indossava un miniabito rosso, che le arrivava appena a metà della coscia, da cui si intravedeva la balsa del pizzo delle autoreggenti, che la rendevano tremendamente sexy. Per un lungo interminabile istante, dentro di sé, riaffiorò immediatamente, quella strana sensazione vissuta durante la vacanza al mare, continuò ad osservare la sua donna, circondata da quei maschi. Marco invece, un po’ più distante, ballava insieme a Lucia, che era suo fianco, ma teneva d’occhio un gruppo di ragazzi completamente ubriachi, che stavano facendo molto casino. Ad un tratto, la folla spinse Lucia indietro, ed improvvisamente suo corpo andò sbattere, contro quello di un uomo. Si girò, si trova davanti uno dei ragazzi della sicurezza, un maschio alto e grosso, con una muscolatura ben evidenziata dalla maglietta attillata, dalla carnagione scura, nera come l’ebano. Quel contatto involontario, le fece sentire qualcosa di grosso e voluminoso premere contro il suo sedere, questo le provocò uno strano brivido. Gli sorrise e tornò più avanti a ballare vicino al suo uomo, quando ancora una volta la folla disturbata dai ragazzi ubriachi, spinse di nuovo all’indietro facendola quasi cadere. Due forti braccia l’afferrarono, stringendola a quel corpo duro e massiccio. Si rese subito conto che quelle braccia erano del ragazzo della sicurezza, e per lungo interminabile istante, spinse il suo corpo contro quel grosso bozzo che sentiva in basso, premere con insistenza nel solco delle natiche. Fu una sensazione incredibilmente forte, intensa, che le provocò uno strano languore. Si girò, e con un sorriso chiese di nuovo scusa, si spostò di nuovo in avanti, fu afferrata questa volta dalla mano di Marco, che si era reso conto che da lì a poco avrebbe potuto scoppiare una rissa provocata dai ragazzi ubriachi, quindi cercò di allontanarsi raggiungendo Silvia e Luca. Appena si ritrovarono tutti e quattro, insieme nel locale scoppiò, come previsto la rissa, allora decisero di uscire. Appena fuori il fresco della notte, li colpì come uno schiaffo in faccia, provocandogli brividi di freddo. Stanchi, ed infreddoliti, si rifugiarono nelle loro camere, e dopo un breve saluto si misero tutti a dormire. Luca rimase in silenzio, ad osservare Silvia nuda, che dormiva accanto a lui, in quel momento, gli tornò in mente la scena in discoteca, dove quei ragazzi si stringevano intorno alla splendida donna. Di nuovo nella sua mente, riaffiorò quella strana sensazione, provata durante l’estate, quel misto di gelosia, e forte eccitazione, in un attimo fu costretto ad alzarsi e a rifugiarsi in bagno, dove fu costretto a masturbarsi. Ad occhi chiusi, mentre si segava velocemente, nella sua mente immagino la scena Silvia stretta fra più maschi che si godevano quello splendido corpo. Fu un orgasmo sconvolgente, che non lasciò senza fiato. Anche nell’altra stanza, qualcuno non era riuscito ancora a dormire, era Lucia, che sentiva ancora dentro di sé quella strana sensazione provata quando il suo corpo aveva aderito quella del ragazzo della sicurezza. Quel contatto, le aveva procurato una strana sensazione, ora non riusciva a dormire, immaginando, come poteva essere eccitante farsi possedere, da quel maschio così forte imponente. Scivolo fuori dal letto, andando a rifugiarsi in bagno. Seduta sul bidet, bastò accarezzarsi un poco, per raggiungere un orgasmo che la lasciò senza fiato. Il mattino seguente, Silvia fu la prima svegliarsi, e vedendo Luca disteso nudo accanto a lei, sentì forte il desiderio di fare sesso con il suo uomo. Lentamente, iniziò a succhiargli il cazzo, fin quando lui si rese conto che il piacere che stava provando, era dovuto allo splendido lavoro di bocca, che gli stava facendo la sua donna. Rimase per un lungo istante con gli occhi chiusi, nella sua mente riaffiorò il ricordo delle prime volte in cui tutti e quattro facevano quello splendido gioco, dove le donne, li succhiavano con forza, portandoli fino al piacere, per poi scambiarsi il posto, è finire lo splendido pompino, scambiandosi il compagno. Quel ricordo così forte, provoco in lui una violenta erezione, si girò di scatto, infilo la testa fra le cosce di Silvia, trovando la sua fica già bella bagnata di umori. Ne aspiro il profumo, si inebriò di quell’odore di femmina in calore, si mise a leccarla con la ferma intenzione di farla godere. Silvia si rese conto che Luca era molto eccitato, ora voleva solo sentirlo esplodere nella sua bocca, aumentò la suzione, ma fu sconvolta da un orgasmo molto intenso, che la fece tremare tutta. Luca sentì improvvisamente Silvia godere, un’ondata di piacere si riversò nella sua bocca, a quel punto si lasciò andare, e anche lui aggiunse l’orgasmo, svuotandosi dentro di lei. Silvia ingoiò buona parte della sborrata che lui le aveva riversato in bocca, poi accuratamente ripulì fino all’ultima goccia, continuando a succhiare quel membro che era rimasto bello duro, poi girandosi lo fece distendere supino, per poi salirci sopra ed impalarsi su di lui, spingendolo tutto dentro fino in fondo. Per un lungo istante rimase immobile piantata su di lui, che la guardava con occhi carichi di desiderio, poi si distese sul suo petto, avvicino la sua bocca quella del suo uomo, e improvvisamente lo baciò, con estrema passione, condividendo con lui il resto dello sperma che aveva in bocca, che non aveva ingoiato. Luca rimase un attimo stupito, sentire il sapore del suo piacere, ricambiai bacio con passione. Mentre le loro lingue s’inseguivano furiose, lui socchiuse per un attimo gli occhi, nella sua mente per un lungo istante prese forma una fantasia incredibile: immaginò che quello che la sua donna gli aveva fatto sentire, non era il sapore del suo piacere, ma quello di un altro maschio che le era venuto in bocca. Un attimo, un pensiero così sconvolgente, fece aumentare incredibilmente la sua erezione, sollevò le gambe inarcandole, prese a sbattere dal basso Silvia, facendola godere subito con un orgasmo travolgente. Lei rimase per un attimo stupita dall’impeto e dalla passione, con cui Luca la stava scopando, iniziò a godere lasciandosi andare assaporando l’immenso piacere che stava provando. Dopo un po’ lui la mise di lato, continuando a scoparla con forza, dopo l’ennesimo orgasmo, la spinse sotto di lui, sollevò in alto le sue gambe sbattendola con furore. Silvia stava ad occhi chiusi, assaporavo il piacere che Luca le stava dando, senza immaginare che lui, osservando il fatto che lei teneva gli occhi chiusi, immaginò, che lei stesse pensando ad un altro uomo, che in quel momento la stava scopando. Questo pensiero, questo dubbio sconvolgente, questa strana sensazione di essere cornuto, gli provocò un attimo di feroce gelosia, e nello stesso tempo, un orgasmo devastante, che riversò tutto dentro di lei che spalancò gli occhi sorpresa, dall’impeto, dal furore, in cui lui la stava scopando. Dopo l’orgasmo, rimase sdraiato sopra di lei nel più assoluto silenzio. Solo il rumore dei loro cuori che battevano come tamburi impazziti ruppe il silenzio della stanza. Si rese conto, che anche in questa circostanza, non era il caso di rivelare alla sua donna, che l’orgasmo provato, era dovuto al fatto che, aveva immaginato lei godere fra le braccia di un altro. Anche nell’altra stanza il risveglio era stato quanto particolare, Marco, svegliandosi aveva visto Lucia nuda, aveva iniziato accarezzarla, fin quando lei svegliandosi da un sonno, si era resa conto che il languore che stava provando, erano dovute alle carezze del suo uomo. Era rimasta ancora per un attimo in silenzio, ad occhi chiusi, immaginando che le mani che ora la facevano godere, indugiando lungo sul suo corpo, fossero quelle di quel ragazzo nero come ebano, dalla muscolatura di un dio greco. Quando lui le salì sopra, e la penetrò con un solo affondo, lei ebbe subito un orgasmo, che la fece tremare tutta, nello stesso tempo, si rese conto che non avrebbe potuto continuare a fingere, assecondo i colpi che lui le dava con forza, dopo l’ennesimo orgasmo, prese a incitarlo, chiedendo al suo uomo farla godere ancora, e continuare, di farla impazzire.
«Continua ti prego! Non ti fermare! Continua! Dai ti prego continua, più forte! Ancora! Più forte!»
Lui rimase per un attimo stupito, ma in preda al piacere, continuò a sbattere la sua donna come se non ci fosse un domani, fin quando improvvisamente esplose dentro di lei, con un orgasmo lungo e intenso, mentre lei lo stringeva a se e lo abbracciava con forza. Anche dopo questo episodio, la loro vita riprese con lo stesso ritmo di sempre, lavoro, amici, impegni. Passò più di un anno, durante il quale vi furono anche altre occasioni, in cui le due donne furono oggetto del desiderio di altri maschi, ma quella più importante che fece riemergere ancora questa sensazione, avvenne casualmente. L’occasione fu il matrimonio della cugina di Lucia, Stefania. Una splendida ragazza, più grande di loro. Titolare di un affermato studio legale, molto amica sia con Silvia che con Lucia, alle quali chiese di essere testimoni al suo matrimonio. Marco invece, conosceva bene Luigi il futuro marito, in quanto i loro genitori erano molto amici. Luigi era un politico molto noto in città, che aveva ricoperto incarichi molto prestigiosi, si diceva che alle prossime elezioni si sarebbe candidato per la poltrona di sindaco. Quando si trovarono in chiesa, Luca era in prima fila, davanti a lui in piedi, ai lati dell’altare, c’erano sia Silvia, e Lucia, erano splendide. Per un attimo si rese conto, che in quel momento sia la sua amica, che la sua donna erano sotto gli occhi di tutti, e che sicuramente due belle ragazze come loro non sarebbero certo passate inosservate. Per non rubare la scena alla sposa, Silvia indossava uno splendido abito celeste, fatto di tessuti sovrapposti, che coprivano determinate parte del corpo, lasciando intravedere altre, in un gioco di vedo non vedo, molto intrigante. I suoi capelli neri, che arrivavano lambire le spalle, le scarpe col tacco 12, le conferivano un’aria che rendevano molto sexy. Lucia invece indossava un classico abito lungo, con uno spacco laterale che lasciava scoperta buona parte della schiena, che però veniva ricoperta dai lunghi capelli biondi che l’amica aveva pettinato in maniera molto intrigante. Anche la sposa molto bella col suo abito matrimoniale, anche lei bionda sfoggiava un’acconciatura che metteva risalto il suo splendido collo, e delineava le forme generose del suo corpo. Luca per tutta la cerimonia non riuscì a concentrarsi su quello che stava succedendo, ma nella sua mente aveva l’immagine di Silvia esibita, e mostrata a tutti. Questo pensiero gli generava continue erezioni, che lui cercava in tutti i modi di nascondere. Ma fu durante rinfresco, che si svolse in uno splendido castello situato in alto su di una collina con vista sul lago, che si rese conto di quanto era desiderata la sua donna. Vi erano invitati personaggi più o meno noti della politica, della finanza, della magistratura, tutte persone altolocate, amici e parenti degli sposi. Fra questi in particolare si rese conto che uno di loro, un noto avvocato, di nome Alberto, era in qualche modo sempre a stretto contatto sia con Lucia, che con Silvia. Era un continuo di risate battute, che Luca non erano sfuggite, e soprattutto non era sfuggita il fatto che Lucia gradiva molto queste attenzioni. Ma il fatto che attirava molto la sua attenzione, era il comportamento del vicepresidente della regione, carissimo amico dello sposo, che sembrava non avere occhi che per Silvia. Luca aveva notato il fatto che Roberto, questo il nome della persona, era sempre nelle vicinanze della sua donna. Dopo gli antipasti, tutta la comitiva si trasferì all’interno del grande salone dove sarebbero stati serviti i primi piatti. Silvia è Lucia, sedevano al lato destro del tavolo degli sposi, mentre dall’altro lato c’era seduto Marco insieme al fratello dello sposo. Lui era seduto su un tavolo posto nelle vicinanze, assieme ad altri amici. Per tutto il tempo continuò a tenere d’occhio la sua donna, evitando il più possibile di non ubriacarsi. Marco invece, fra un brindisi e l’altro, era già molto alticcio. Improvvisamente il dj incaricato di intrattenere gli ospiti iniziò a diffondere musica, tutti si alzarono in piedi per ballare. All’inizio era musica disco, ma poi per accontentare tutti, arrivarono anche valzer, tango, e altre musiche latino-americane. Luca era un pessimo ballerino, a malapena si difendeva in discoteca, così quando iniziò il primo valzer, si mise seduto al suo tavolo, e non poté fare a meno di notare, che Silvia era stata invitata ballare da Roberto. Vedere la sua donna stretta fra le braccia di un altro, gli provocò una fortissima erezione, e per nasconderla, si avvicinò ancora di più al tavolo, cercando di seguire con lo sguardo le evoluzioni dei due ballerini. Anche Lucia ballava con Alberto, che la stringeva facendola volteggiare. Due donne sembravano divertirsi molto, e dopo il valzer continuarono a ballare anche il tango. In quel momento Luca si rese conto, che Roberto stringeva la sua donna, che il contatto fra i due continuo. Ma il massimo fu, quando dopo il tango, iniziò una lambada. Sulla pista rimasero solo tre coppie, gli sposi, Lucia e Alberto, e Silvia che Roberto. Per tutta la durata del ballo, tutti gli invitati si resero conto, che le tre coppie erano veramente molto brave nel ballare quella danza che era assolutamente erotica e sensuale. Alla fine della musica, tutti applaudirono, e poi tornarono ognuno i propri posti, in quanto sarebbero stati serviti i secondi piatti. Luca vide chiaramente che Roberto accompagnò Silvia al tavolo, e prima di farla sedere le sussurra qualcosa all’orecchio, è lo guardò con aria poco divertita poi sorrise fece un cenno d’assenso con il capo.
continua
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3 years ago
baxi18, 55
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Prima volta in lingerie
Ho iniziato piuttosto tardi a vivere la sessualità in base a ciò che mi piace piuttosto che in ossequio a regole sociali ristrette. Diversi anni fa, già quarantenne, ho avuto una relazione con un uomo, conosciuto tramite un sito di annunci gay, che è durata diversi mesi. Io piacevo a lui e lui piaceva a me, quindi ci frequentavamo con una certa regolarità. A dire il vero lui mi chiamava quando aveva voglia di svuotarsi, ma io ero ben felice di accontentarlo. Fortunatamente non abitavamo lontani quindi, a seconda della disponibilità lasciatagli dal suo impegnativo lavoro, lui poteva dedicare ai nostri incontri un tempo limitato - "faresti un salto veloce da me?" - seppur di tanto in tanto passavo la notte a casa sua. "Fai un salto da me" era il suo modo per chiedermi di andare a fargli un pompino, farmi spruzzare il viso per bene - cosa che lui adorava - e poi dovevo sgombrare.
Una sera mi chiede se mi andava di conoscere un suo amico, che avrebbe voluto che io mi travestissi da troia. Beh, lo ammetto, a me vestirmi da troia è sempre piaciuto, però tendevo a tenere nascosta questa propensione, avendo appurato che la maggior parte degli uomini attivi contattati via web tende a scartare un profilo da femminella: "voglio dominare un uomo maschile, non una femmina mancata", ti dicono.
Insomma accetto.
Vado a casa del mio amico la sera dell'appuntamento, ho portato con me tutto il necessario, tranne le scarpe. Scarpe da donna della mia taglia è difficile procurarsele in tempi brevi. Il mio amico ha preparato la tavola con tre posti.
"Scaldami un pochino prima che arrivi Riccardo" mi fa sbottonandosi i pantaloni. Mi inginocchio, mi attacco ai suoi slip, armeggio un pochino fino ad estrarre quella verga che conosco già tanto bene. é già duro....
"Non vorrai mica venire subito..." gli sorrido scappellandogli il membro.
"Succhia e zitta". Sempre sbrigarivo.
Adoro la sensazione della sua cappella gonfia che mi invade la bocca. La insalivo con l'intenzione di prodigargli i ricamini di lingua sul filetto che lui adora, invece il mio maschio mi prende la testa e mi scopa la bocca senza delicatezza. Lo lascio sfogare un po', capisco che non voglia venire subito e appena estrae l'arnese turgido dalle mie labbra glielo meno dolcemente insalivandogli le palle e massaggiandole con le labbra.
"Forza preparati che tra un po' Riccardo arriva."
Sono emozionata. Da sola in casa mia mi sono spesso travestita per eccitarmi, ma non lo avevo mai fatto in presenza di qualcuno. Ho pure un senso di vergogna e pudore, perchè, a parte il culo che è liscio, sodo e glabro, non ho forme molto femminili, e il timore di apparire ridicola o grottesca rimane. Seduto sul divano indosso le calze a rete con reggicalze. Armeggio per sistemare quei dannati bottoncini a pressione. Mutandine di pizzo nere trasparenti che stentano a contenere i genitali. Sopra una mezza sottoveste nera di pizzo, una camicetta femminile, una gonna corta. Mi manca una parrucca ed il trucco, ma l'inesperienza mi suggerisce di non osare troppo.
Il mio maschio mi viene vicino, mi sculaccia affettuosamente e mi dice che va benissimo così.
Quando Riccardo arriva io rimango in camera da letto, il mio maschio lo fa entrare ed accomodare. Mi chiamano, ed io, rossa di emozione e di timore di non piacere, arrivo con lo sguardo basso. Riccardo è un cinquantenne alto e piazzato. Non bello ma dall'aria decisa.
"Ecco la tua femminuccia, finalmente la conosco" fa al mio maschio.
"Fatti vedere..." rivolgendosi a me.
Mi si avvicina squadrandomi, io non riesco a fissarlo in viso, sono a disagio.
"Tu permetti, vero?" fa al mio maschio.
"Figurati è tutta tua...".
Riccardo si avvicina, mi poggia le mani sui fianchi.
"Allora F. mi dice che sei una troietta affamata di cazzo, vero?"
Non rispondo, socchiudo gli occhi mentre le mani dell'uomo mi afferrano le natiche.
Riccardo affonda il viso nel mio collo e si mette a leccarlo, le sue mani risalgono la mia gonna e si insinuano tra le mie chiappe.
Non apprezzo l'assalto troppo veloce e diretto, però sono confortata dall'idea che a questo porco gli piaccio parecchio.
Mi sarebbe piaciuto ritrovarmi sul divano , in penombra, con musica soft, tra loro due che piano piano mi accarezzano le gambe con frasi sempre più allusive.
Invece niente, Riccardo è partito in quarta. Mi prende il viso e mi bacia in bocca. Faccio fatica a non ribellarmi ma non voglio deludere il mio maschio. La lingua di Riccardo mi invade la bocca in maniera oscena. Non sono abituata a questa cosa, con il mio maschio non ci baciamo mai, solo a volte io gli dò bacini sul viso quanto mi sento in vena di tenerezza. Non posso fare nulla, mi rassegno ed intreccio la mia lingua con quella di Riccardo, mentre le sue dita simili ad artigli già rovistano nel mio buco del culo. Mi sta trattando peggio di una troia da strada.
Riccardo mi porta in camera da letto, mi sfila gonna e camicetta, resto in lingerie sul letto.
Mi afferra i genitali depilati, me li strizza - delicatamente per fortuna.
"Che ci fai con questi, puttanella, girati e fammi vedere il culo".
Riccardo si spoglia... nudo è meno tonico di quanto appariva vestito, la pancia un po' gli pende... è molto peloso e ha un cazzo di dimensioni generose. Sono sdraiata sul letto, mi sale sopra il viso e mi appoggia le palle pelosissime sulla bocca. Gliele lecco ed insalivo, poi gli devo prendere il membro in bocca. E' grosso, odoroso. Lo succhio come posso, sto in una posizione scomoda, ma la cosa comincia a piacermi. Lui me lo spinge in gola, devo lottare con i conati. Cambio di scena, Riccardo mi gira senza complimenti, mi separa le chiappe con le mani, le sue dita mi slargano il buco del culo....
"Hai un culetto che è una favola, liscio e bello come piace a me."
In un attimo indossa un preservativo, mi afferra per i fianchi, centra l'ano con una manovra esperta, spinge nel punto giusto e me lo sbatte dentro con violenza. E' doloroso anche per me che sono abituata con cazzi di gomma anche voluminosi. Ma i cazzi di gomma li manovro io, la nerchia di Riccardo che mi apre senza preparazione è invece tutta un'altra faccenda. Lo conosco da 5 o 6 minuti e sto già a pecorina sotto di lui cercando di sopportare un pompaggio furioso, senza misericordia. Il mio maschio ci ha seguiti in camera e sta appoggiato all'armadio godendosi la scena e masturbandosi lentamente.
Riccardo spinge troppo, mi fa male, ed intanto mi insulta dandomi della cagnetta, della vacca. Non riesco a godere, più io tendo a sottrarmi alle sue spinte, più lui mi riprende per i fianchi immergendomi nel culo il grosso membro fino alle palle strappandomi grida da troietta... sono 10 minuti impegnativi ma alla fine è lui a cedere. Comincia a muggire letteralmente svuotandosi a più riprese nel mio culetto dolorante. Le spinte calano, sento un gran calore nel culetto e inizio a godere intensamente. Vorrei che me lo tenesse dentro a lungo ora che il ritmo è calato. Mi dà ancora un po di spinte davvero piacevoli, poi lentamente estrae dal mio culetto il preservativo gonfio di latte caldo.
"Cazzo, ci voleva, ci voleva proprio....".
Ci ricomponiamo. Ora sono pronta a servire la cena ai miei due maschi. Spero che i prossimi round della serata siano più soft....
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Bei momenti in sauna gay
Quando era possibile frequentare saune gay (nella speranza che finito il periodo Covid torni ad essere possibile), di tanto in tanto mi recavo in centro a Roma per passare qualche ora immerso nell'acqua calda. Ci sono stato cinque o sei volte in tutto, e solo in un paio di occasioni, anche a causa di una certa mia timidezza, sono arrivato ad un incontro intimo. L'idromassaggio in acqua calda ha su di me un effetto questi narcotizzante, tanto mi rilassa. Nell'occasione che racconto stavo semisdraiato nella vasca e godermi il relax, ovviamente nudo, quando un bel tipo sui quarant'anni entra in vasca e piano piano si avvicina.
Arrivato al mio fianco mi chiede gentilmente se mi disturba la sua vicinanza. Gli rispondo di no. Iniziamo a chiacchierare piacevolmente. Si chiama Massimiliano, ha 42 anni, imprenditore, e viene in sauna anche lui a rilassarsi. Mi chiede di me, del mio lavoro. Poi, improvvisamente, sento la sua mano sulla coscia. Socchiudo gli occhi, il suo tocco mi piace. La sua mano corre sulla mia coscia, poi si dirige verso l'inguine. Socchiudo le gambe per facilitargli la manovra di palpamento, gli sorrido. Lui avvicina il viso e mi appoggia le labbra sul collo. Inizia a baciarmi dietro l'orecchio, poi la sua mano si impadronisce del mio membro, ancora flaccido. Per chiarire subito la mia posizione gli sussurro all'orecchio che sono soltanto passivo. Lui mi risponde che ha proprio voglia di una troia come me e se voglio seguirlo.
Gli sorrido annuendo. Massimiliano mi prende per mano, usciamo dalla vasca, ci asciughiamo come possiamo, e mi porta in un piccolo separe. Mettiamo gli asciugamani sul lettino, improvvisamente mi ritrovo le sue mani dappertutto. Mi dice che il mio culo lo fa impazzire, la cosa mi eccita profondamente. Mi fa chinare e mi morde più volte le natiche. Mi fa inginocchiare davanti a lui e mi ritrovo davanti al viso un membro nodoso e già eretto. Massimiliano mi sbatte il suo arnese sul viso diverse volte, poi lo punta verso la mia bocca. Apro le labbra, lui mi afferra la testa e spinge con decisione il membro dentro. Non posso fare nulla, sono immobilizzato e lui inizia a fare avanti e indietro affondandomi a più riprese il membro fino in gola, ogni volta provocandomi un conato. Mi afferra, mi fa girare, infila il profilattico, mi allarga il buchetto con le dita insalivandolo ed inizia a montarmi alla pecorina. Il membro è grosso e lui lo usa senza troppo riguardo. Il dolore iniziale piano piano si trasforma in piacere ed inizio a gemere come una cagnetta sotto i suoi colpi. Sto vicino all'orgasmo anale quando lui esce, toglie il profilattico, si siede sul lettino e mi ordina di darmi da fare. Stavolta sono io a muovermi, lui sdraiato, lo delizio con tanti ricamini di lingua sul membro e sulla cappella, gli massaggio i coglioni pelosi con le labbra e la lingua mentre lo sego velocemente. Le mia attenzioni fanno il loro effetto, Massimiliano si rimette in piedi e fa inginocchiare me davanti a lui. Si masturba sulla mia bocca, lo lascio fare. Mi ordina di tirare fuori la lingua e ci si sega sopra. Improvvisamente un getto di latte caldissimo mi inonda il viso e Massimiliano fa scolare gli ultimi getti sulla mia lingua. Glielo riprendo in bocca per farlo godere fino alla fine. Io non sono riuscito a venire, ma non fa nulla. Il ricordo di quei momenti ha innescato successivamente tante seghe, ripensando a come quel bel maschio mi ha usato....
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3 years ago
admin, 75
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Intriganti evasioni. una nuova scoperta.
La vita con Paola, dopo questa prima esperienza, che lei ha definito solo una intrigante evasione dalla routine della vita quotidiana, è ripresa come sempre, con noi due impegnati, sia nel lavoro, che nel far crescere nostra figlia. Per mesi le uniche evasioni sono state un po’ di esibizionismo, qualche scopata improvvisa, nei posti più disparati, come nei camerini di un negozio di abbigliamento, o lei che mi ha fatto impazzire nel mostrarsi quasi nuda in giro per negozi di un centro commerciale, dove almeno tre maschi si sono segati per lei. Una sera eravamo andati in una città vicina dove c’è un centro termale e abbiamo conosciuto un singolo di nome Luca, che molto educatamente si è messo a parlare con noi in maniera semplice e gentile, di argomenti che nulla avevano a che vedere con il sesso. La serata è scorsa via piacevole e tranquilla e quando abbiamo dovuto lasciare le vasche per la chiusura dell’impianto, erano solo le ventuno, lui ci ha invitato a cena in un ristorante poco lontano, dove suo dire si mangiava molto bene. Così siamo rimasti d’accordo di trovarci insieme nel locale, in quanto noi avremmo impiegato un po’più di tempo a fare la doccia e rivestirci anche perche, Paola ama essere sempre elegante e sexy in ogni occasione. Quella sera indossava una mini di pelle nera, camicetta bianca, sotto cui si notava il reggiseno, che gonfiava di più il suo splendido dècolltè, giacchetto nero di pelle e gambe fasciate dalle immancabili autoreggenti, con stivaletti bassi tacco dodici. Quando siamo entrati al ristorante, Luca, non ha potuto esimersi da farle un complimento.
«Ma scusatemi siete andati a casa a cambiarvi?»
Noi ci siamo dati uno sguardo, e lui ha precisato che per essere stati alle terme, eravamo davvero eleganti. Al tavolo posto in un angolo un po’ appartato, i complimenti si sono susseguiti ancora di più. Quando gli ho chiesto cosa aveva ammirato di più in mia moglie, lui guardandola in faccia ha dato una risposta per niente banale.
«Di te ammiro la tua splendida bocca, il tuo seno meraviglioso. Invidio tuo marito che può sempre godere di tutto questo piacere.»
Lei mi dà uno sguardo complice, e replica.
«Veramente noi siamo una coppia, dove mio marito mi lascia libera di decidere, con chi condividere questo piacere.»
Lui mi guarda, io confermo con un cenno del capo. Vorrebbe replicare, ma l’arrivo delle pietanze ordinate ci interrompe. Poi, è tutto un susseguirsi di simpatici doppi sensi, e tanta allegria. Vedo mia moglie presa dal gioco, decido di lasciarli soli, me ne vado al bagno. Sono così eccitato, che quasi mi sparo una bella sega, ma preferisco aspettare. Quando esco, li osservo da lontano, vedo che lei è sbilanciata verso di lui, che le parla all’orecchio, o forse lei, sta con una mano sulla sua coscia, ma non vedo bene, quindi torno al tavolo. Appena seduto, Paola mi fa un sorriso complice, poi la sua voce mi sembra carica di emozione.
«Io non avrei più fame di questo cibo. Che ne dici se chiediamo a Luca di fare un giro per la città, per farci vedere il meglio che può offrire.»
Capisco il doppio senso e annuisco.
«Ok va bene, vado a pagare il conto e ce ne andiamo.»
Non ho finito di parlare che Luca si alza in piedi e mi blocca all’istante. Vedo con chiarezza il suo pacco esageratamente gonfio.
«Non se ne parla nemmeno! Siete miei ospiti e pago io.»
Senza aggiungere altro si allontana, guardo Paola per avere la conferma di quello che ho intuito. Lei mi guarda con occhi languidi e vogliosi.
«Amore vorrei fare un giro in auto con Luca, seduta nel sedile dieto, a giocare un poco con lui. Mi ha fatto sentire il suo bozzo, ne sono rimasta estasiata, lo ha così grosso, che per un attimo non ci credevo, fin quando l’ho sentito da sopra la stoffa dei suoi jeans. Naturalmente tu dovrai essere il mio autista complice del gioco. Se la cosa però non ti eccita non ne facciamo nulla.»
La guardo, ho già il forte desiderio di vederla giocare con lui, che mi alzo e la prendo per mano e ci avviamo all’uscita con lei che ci prende entrambi sotto braccio. All’epoca avevo una splendida Alfa 164, una vettura che aveva un sedile posteriore che era un vero divano. Mi metto alla guida e parto, seguendo le indicazioni di Luca, che mi consiglia di prendere la tangenziale. Lui è seduto dietro di me è Paola al suo fianco. Appena partito, sposto lo specchietto per vedere bene quello che succede dietro, vedo subito che lui le accarezza le cosce. Lei si mette al centro del sedile e apre oscenamente le gambe, si sfila il tanga e me lo passa davanti.
«Tieni caro, senti come sono già fradicia. Goditi lo spettacolo della tua mogliettina, che farà la troia con questo splendido maschio, e ti farà cornuto.»
Aspiro il profumo di cagna in calore del suo tanga. Sento il mio cazzo diventare così duro, che quasi mi fa male. Lui le accarezza le gambe, intanto lei ha aperto la camicetta, e si fa succhiare il seno.
«Succhiami i seni porco! Lo hai desiderato per tutta la sera. …uhuumm..che bravo!»
Mentre gli succhia il seno, le mette due dita dentro la fica, oscenamente aperta e la trova fradicia.
«Accidenti! È un lago! Cazzo come sei eccitata! Adesso ti succhio il seno meraviglioso, mentre ti scopo con le dita. Che porca tu moglie!»
La masturba con due dita che poi diventano tre. Lo guardo estasiato mentre la porta al primo orgasmo. Gode molto velocemente, indice di una forte eccitazione. Spinge in alto il bacino per andare incontro alla sua mano. Ora con quattro dita dentro, lui la scopa velocemente, lei dopo aver goduto di nuovo, afferra la mano che la fa godere, e se la sfila, poi si getta avida su di lui, alla ricerca del suo cazzo. Lo fa mettere al cento del sedile per farmi avere una visione perfetta, di quello che sta facendo, poi apre velocemente i pantaloni, che Luca fa scendere fin sotto le ginocchia, e a quel punto si trova davanti un cazzo esagerato. Lo vedo in tutta la sua lunghezza, arriva fin sopra l’ombelico con una circonferenza notevole. Sicuramente sopra i venti, ma è nella circonferenza il suo massimo. Decisamente notevole con la cappella piccola e subito sotto, il diametro lo rende un cilindro di carne incredibile e uniforme. Lei rimane ad ammirarlo senza parole. Poi mi guarda estasiata.
«ACCIDENTI!!!! Guarda amore che palo ho trovato qui sotto! Mi fa impazzire la sola idea di averlo dentro. Guardami porco come me lo gusto. Ti farò cornuto con un vero super cazzo! Mi fa bagnare tutta! Guardami!»
Effettivamente sento dentro di me una certa gelosia, che subito si trasforma in eccitazione, quando immagino lei sfondata da quel mostro. Lui la bacia in bocca, poi la spinge verso il cazzo duro che le svetta davanti.
«Dai fammi sentire la tua bocca, succhialo e leccalo tutto, che voglio sentire quanto sei troia! Voglio capire se veramente sei una succhiacazzi!»
Appoggia la bocca sulla punta, cerca di infilarlo in bocca. Solo una minima parte le entra, perche appena sotto la cappella, il diametro aumenta e lei non riesce a spingerlo dentro. Lo impugna con entrambe le mani sovrapposte, e vedo otto dita di cazzo, è in più la parte superiore, che poi è quella che lei a mala pena riesce a mettere in bocca. Lui geme, si rende conto di quanto sia brava mia moglie con il cazzo in bocca.
«Accidenti come succhia! Mi fa impazzire! È un vero portento! Che bocchinara! Amico sei fortunato, non ho mai sentito una donna succhiarmi il cazzo così, me lo divora!»
Si gode la bocca di mia moglie, mentre io sento dentro di me, il forte desiderio di vederla scopata. Gli chiedo un posto per fermarmi.
«Dimmi Luca dove mi posso fermare perche adesso voglio vedere bene quando la scopi.»
Luca mi fa uscire dalla tangenziale, mi inoltro in campagna dove trovo una stradina che finisce in un piazzale sotto due alberi. Intanto lui la fa smettere si succhiarlo.
«Basta cazzo! Mi fai sborrare mentre io invece voglio sfondarti la fica! Sei meravigliosa e brava come bocchinara, ma voglio goderti al massimo. Stenditi che ti lecco pure io.»
Mentre parcheggio lui la fa mettere a gambe aperte, lei con le mani gli offre la sua fica completamente fradicia e oscenamente aperta, per farsela leccare. Luca si tuffa fra le cosce la fa godere subito e mi invita ad osservarla mentre gode nel farmi cornuto.
«Oddio che demonio! Vengo! Guarda amore mio cornuto come godo.»
Scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, mi trovo con il viso di Paola sotto di me, afferra il mio per infilarlo nella sua bocca, mentre Luca si posiziona fra le sue cosce e mette la punta dentro la fica di Paola, che lo incita scoparla.
«Dai scopami! Mettilo dentro!»
Lui mi guarda, io annuisco, e mentre sto per mettere il mio in bocca a mia moglie, lui spinge dentro di lei il suo cazzo. Paola spalanca la bocca e urla.
«PIANO! Mi spacchi! Oddio! Lo sento che mi sventra, mi apre, mi fa impazzire! Amore è stupendo!»
Non aggiunge altro, perche le infilo il mio dentro la bocca, mentre lui la sfonda con decisione. Geme e gode, ogni tanto si sfila dalla bocca il mio, lo incita scoparla forte.
«È bellissimo! Mi apre, lo sento che mi dilata. Amore, adesso sono sicura di non essere più vergine! Dai sfondami che vengo!»
La scopa con colpi sempre più decisi, e quando arriva in fondo, le da un colpo secco, e lentamente mi rendo conto, che adesso lei lo ha tutto dentro. Mi succhia e gode, mentre lui la sbatte, vedo i suoi seni sobbalzare verso l’alto, li afferro, li stringo fra le mani, lei gode ancora di più. Luca la incita venire.
«Dai troia godi! Che fica stretta! Adesso te la sfondo e spacco tutta! Mi fai impazzire! Sei una troia stupenda. Dai godi!»
Poi le mette le braccia i fianchi, la solleva, se la mette sopra di lui che si distende. Lei si trova impalata su quella trave che adesso la sfonda veramente.
«Oddio amore, lo sento fin nello stomaco!»
Io resto un momento ad ammirare lo spettacolo, mi lascio prendere dal desiderio di segarmi, mentre la vedo impazzire di piacere, ma Luca mi invita scoparle il culo.
«Mario, sfondale il culo! Dai che la facciamo impazzire. Allargalo bene che dopo lo voglio sfondare tutto pure io e tu godi che ti sfondiamo tutta, e poi ti riempiamo di sborra.»
Lubrifico la punta del cazzo, poi come un automa lo posiziono fra le sue chiappe, proprio in direzione del suo forellino anale che fra poco sarà sfondato come la sua fica. Questa cosa mi eccita così tanto, che devo restare calmo per non schizzare subito. Lei cerca di dissuaderci a farle il culo.
«No vi prego, siete troppo grossi. Tutti e due insieme mi sfondate.»
Trema scossa da un violento orgasmo nel preciso istante in cui io le affondo la cappella in culo. Spingo con decisione, anche se sento che lo spazio è decisamente poco, ma lentamente riesco a infilarlo tutto dentro. Lei impazzisce, gode a raffica, con noi che la sfondiamo insieme. Ci incita a scoparla ancora più forte. L’eccitazione è così tanta, che dopo poche pompate sono al limite. Luca mi invita inondarle, il culo per lubrificarlo meglio, in vista del suo ingresso dentro di lei nel pertugio che sto godendo io.
«Dai Mario, borrale in culo, così lo lubrifichi bene e questo rende il mio ingresso più agevole.»
Lei cerca di dissuaderlo.
«No ti prego, oggi no! La prossima volta. Oggi ti voglio sentire sborrare sulle mie tette. Dai schizzami in faccia e sui seni, dai che vengo di nuovo.»
Sono al limite e vengo con un orgasmo sconvolgete. Ne schizzo dentro di lei un vero fiume. Mai sborrato così tanto. Mi svuoto e poi con ancora il cazzo duro, l’eccitazione era elevatissima, scendo dalla vettura, apro lo sportello dall’altro lato, e lo infilo in bocca a Paola che lo succhia, mentre Luca la sbatte da sotto, facendola godere di nuovo. Poi cambia di nuovo posizione, la rimette sotto, io mi riporto dall’altro lato, mi sego mentre lui la sbatte con un ritmo sconvolgente. La pompa come una furia scatenata, lei gode in continuazione, mentre io estasiato cerco di mantenere lo stesso ritmo di Luca, per sborrare insieme a lui, sul viso di mia moglie. Ad un tratto Luca urla il suo piacere, si sfila da lei, ricoprendo le sue magnifiche mammelle di sborra bianca e calda. Lo infila fra le tette di Paola, che lo avvolge, mentre lui continua sborrare, alcuni schizzi arrivano anche sul suo viso. Io mi sego, alla fine sborro in faccia a lei, e alcuni schizzi finiscono sulle tette, che ancora stringono il cazzo di Luca. Lei allunga una mano, mi spreme il cazzo a bocca aperta, mentre io sono sconvolto dal piacere lei fa in modo che la mia sborra copra anche il cazzo di Luca. La sua voce è rotta dall’emozione.
«Amore sborra sul cazzo che mi ha sfondato, e ti ha reso cornuto. Coprilo e ribadisci che tu sei il mio uomo, lui solo un gioco. Oddio come mi eccita questa insolita situazione.»
Resto basito da questo dettaglio, che decisamente non mi aspettavo, ma che condivido con mia moglie, che dopo avermi ripulito per bene, si gira e bacia Luca in bocca, che risponde con passione a quel bacio. Sfiniti ci sediamo con lei al centro e noi ai lati. Lei ci stringe e ci ringrazia del piacere che le abbiamo dato.
«Siete stati meravigliosi. Ho goduto tantissimo e Luca ti assicuro che la prossima volta ti darò anche il culo, ma oggi volevo sentirti sborrare sulle mie tette.»
Poi si gira e mi bacia con vero amore.
«Amore mio grazie per avermi fatto godere questo cazzo superbo, e se sei d’accordo ci sarà una nuova serata con lui. Quanto a noi, ti amo e sono fiera di come sono riuscita farti cornuto sotto il tuo sguardo estasiato. Ho goduto tanto perche tu, mi guardavi godere, e questo è il massimo, che desidero per noi due, quando volgiamo giocare.»
Quella sera avevamo realizzato il nostro primo car sex.
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4 years ago
baxi18, 55
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Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 4/4
Vado nell’altra stanza. Mi sistemo. Sono coperto dei profumi e dei sapori di Arianna. E molto piacevole averli su di me. Sanno di buono. Mi do una sciacquata. Non su tutto il corpo voglio conservare il suo profumo su di me ancora per un po’,almeno fino al rientro a casa.
Mi stendo sul letto. E provo anche io a riprendermi un po’. Arianna era stata impegnativa. Ci aveva dato del filo da torcere. Dopo un po’ arriva il lui. Entrambi felicissimi. Sembravamo due compagni di scuola in gita dell’ultimo anno che si raccontano e si confidavano le loro emozioni. La loro prima volta … Era da tanto che non provavo quell’emozione con una coppia almeno 10 anni.
Tra le tante confidenza lui mi confida che non l’aveva mai vista cosi bagnata e aperta.
Non so se Alfredo si dimostrerà l’amico speciale che cerco in un simile gioco. Sarà il tempo a dirlo perché un grande autore regala sempre il finale perfetto. Ma su un punto sono sicuro, certe persone sono fatte di vento, ti entrano dentro, lasciano i pensieri in tempesta e appena si allontanano ti manca l'aria. E loro due si sono rivelati una sorpresa inaspettata. Un vento caldo. Se dovessi citarne uno, forse il meno conosciuto: l’Etesia, ma pieno di significato ed il più appropriato ed in tema con la serata.
Saluto lui e riprendo per andare a prendere la macchina. Non era molto tardi. Sono per le strade della capitale la quale mi sembra ancora più bella. Quando ad un certo punto vedo delle persone da un locale festeggiare. In quell'istante ho realizzato che anche io come loro avevo qualcosa da festeggiare, ma a differenza loro, non potevo urlarlo a nessuno. Parcheggio la macchina, entro nel locale. C’era un gruppo di olandesi sulla sinistra.
Mi avvicino al bancone per ordinare, si accosta una turista e mi chiede in inglese qual fosse “il” liquore italiano tipicamente estivo...
La barista mi guarda compiaciuta si rivolge a me, barista: “E bravo, hai fatto colpo ...” facendomi l’occhiolino. La guardo e sorrido. Barista: “Cosa ti ha chiesto?” Io:“di consigliarle un liquore tipico italiano estivo…”
Barista: “Proponile un amaro Montenegro, o Vecchio amaro del Capo oppure un amaro Lucano ecc.. ”
Io: “ No… troppo scontati. Cosa hai di artigianale … ”
Mi fa una lista di liquori che attualmente non ricordo, tra cui genziana, mirto ecc… Io: “ Mirto come?”
barista: “ho anche quello bianco, se te ne intendi...” Non mi posso definire un esperto, ma mi difendo ... Io:“.. mmm… Mirto bianco, ehh… ottimo !! Due !!!”
Il mirto bianco con il suo sapore ricco e delicato e carico di ritorni mediterranei, mi ricorda l’estate…. L’olandese lo strappa come se fosse una vodka. olandese: “It is not really strong” Dicendomi, non è proprio forte però…
La guardo, e le dico che non si beve cosi. Ne ordino un altro per lei. Pago, la saluto e mi avvio verso i tavolinetti di fuori a prendere un po’ d’aria e gustarmi il profumo ed il gusto del mirto bianco che mi ricordava l’estate, ma soprattutto col suo gusto dissetante, il mare durante la bella stagione. Provando a raccogliere le forze e realizzare sul fatto di aver vissuto un bellissimo sogno.
Ad un tratto, mi sento toccare la spalla, mi giro, era ancora lei. Mi dice. Olandese: “You have right. It’s very good…”
La guardo accenno un sorriso e le rispondo Io: “Sometime, strong is wrong …”
Dedicato a quella coppia di amici che mi hanno fatto capire che la primavera 2020 volgeva al termine e l’estate bussava alla porta …
Mi chiedo come sarebbe vivere in un mondo in cui sia sempre giugno … Se una notte di giugno potesse parlare, probabilmente si vanterebbe di aver inventato il romanticismo.
Buona estate 2020 a tutti !!
NB:
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
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4 years ago
flavio3hotrooom,
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Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 3/4 - massaggio yoni
L’emozione è molta e non riesco a nasconderla nei boxer… busso alla porta della loro camera. Lui mi apre e mi fa accomodare in una stanza quasi del tutto buia…
Alfredo: “Entra Flavio. Amore abbiamo ospiti! ”
Per la prima volta sento la voce di lei. Una voce bassa, timida, dolce e sensuale al tempo stesso. Una gattina primaverile. Una felino di assoluta sensualità. La quale si limita ad un semplice “Ciiiaoooo..”
Sul lettone bianco intravedo quella stupenda ninfa che per tutte le precedenti notti, si era infilata nei miei sogni. Stuzzicando le mie fantasie ed invogliandomi a volerla possedere.
Il tempo sembra fermarsi. L’adrenalina sale. L’aria del condizionatore mi sfiora la fronte come la brezza marina del mare.
Lei stesa sul lettone bianco. Rigorosamente bendata come avevamo concordato. Una pelle lucente chiara, sembrava fine porcellana. Un fondoschiena in bella mostra esaltato da un intimo nero, merlato lasciando il lato B quasi totalmente nudo, ma velato. Coperto da un sottile striscia di tessuto che lasciava intravedere il frutto proibito. Un lato b da fare invidia alle ragazze della nazionale pallavolo. Di certo non per deboli di cuore …
Lui tira fuori da una glacette una bottiglia di prosecco … e brindiamo all’incontro. Mentre lei ci aspettava ancora lì stesa sul lettone.. Quasi a rimarcare l’idea che tanto qui da me dovrete venire. Ma in questo caso, il gioco aveva un’altra valenza.... Lei avrebbe dovuto obbedire.. agli ordini del suo uomo che per farle provare quella sottomissione soft, e per questo si sarebbe servito in questo caso di un “aiutante apprendista”!!
Mi mostra gli oli. Mi parla con una voce bassissima per non rovinare l’atmosfera. Guardo gli oli. Dei tre due li conoscevo l’altro mi suonava nuovo. Lui intanto mi parlava delle proprietà, ma io ero totalmente ipnotizzato da quella visione.
Lascio a lui toccarla per primo, anche se non vedevo l’ora. La accarezza, la rassicura e la bacia sulla nuca. Quasi come a lasciarla prendere il volo. In totale sicurezza,tanto lui sarebbe stato lì, accanto a lei per ogni evenienza. Erano gli ultimi attimi prima che un altro avesse allungato le mani su di lei. Quei pochi momenti sembrano infiniti, per la carica erotica. Chissà quali pensieri passano nella mente di un marito e quali alla propria moglie che si lascia offrire.. Dettagli che possono passare inosservati, ma di certo non a noi amanti di una certa sensibilità erotica.
Sono istanti pienamente intrisi di significato. La scelta era stata già presa prima. Ma come in tutte le circostanze. Assume un’altra valenza qui. L’inibizione, i tentennamenti, non sentirsela, sono fattori che possono tirarti un brutto scherzo quando ti trovi ad iniziare. Vedere Alfredo spronarla, incoraggiarla e rassicurarla è fonte di eccitazione per entrambi (per loro due sicuro, ma anche per il sottoscritto).
Lui inizia a toccarla e mi invita a fare lo stesso. Nella prima fase, Lei in posizione prona, ci avrebbe visti massaggiarla insieme.. Mentre nella seconda parte, lei si sarebbe girata, assumendo la posizione supina. Lasciando a me il compito di eseguire un massaggio tantrico.
Iniziamo il massaggio. Scorro le mani dal basso verso l’altro, in modo da famigliarizzare col suo corpo. Farmi conoscere ed esplorare il corpo di lei. Pelle liscia, molto tonica sulle gambe, curata depilata alla perfezione. Tutto torna e coincideva con quello che mi aveva raccontato Alfredo al telefono; di quanto lei ci tenesse ad essere curata. Aveva due piedini da cenerentola. Molto belli. Non sono né un feticista e né un amante accanito dei piedi femminili. Ma devo essere sincero erano veramente ben fatti, un piedino come quello, lo puoi considerare regale. Altro che cenerentola. Da mandare fuori di testa anche le commesse della Pittarosso … ;) Smalto rosso, sull’amaranto come tocco finale... Mancava solo la cavigliera.
Prima verso l’olio dall’alto verso il basso… Poi salgo lungo il corpo con le mani a toccare i punti giusti. Arrivo fino alle spalle. Vedo che il viso era coperto da una folta chioma di capelli neri corvino. Come a volersi nascondere. Non capisco se per quello che avevo accennato ad Alfredo al telefono,(...nel caso non fosse stata di mio gradimento in viso, avrei chiuso con un massaggio classico senza spingermi oltre...), oppure per timidezza iniziale… Ma mi viene da pensare anche perché ci sapeva fare ad ammaliare il maschio.. Sta di fatto che non riuscivo a dare nuovamente un volto al suo viso, nonostante fossi a pochi centimetri… E questa cosa mi eccitava ancora di più... L’unico dettaglio che riusci a definire furono le labbra … fini al punto giusto. Rosse accese sembravano delle ciliege (red cherry) da cogliere ed assaporare. Perfette, come se fossero state dipinte su tela da un pittore fiammingo o dallo stesso Leonardo per la perfezione dei lineamenti. Per la loro signorilità mi ricordavano quelle del quadro, La dama con l’ermellino.
Un altro dettaglio che scorgevo nonostante stesse a pancia in giù, era il suo seno che dalle foto era imponente (una quarta strabordante) e si riusciva a notarlo lateralmente.
Mi stavo pregustando lei con gli occhi. Forse lo stesso sguardo che avevo avuto con la segretaria stamane. Da gran porco!!! Credo che lei, nonostante la benda, avvertisse questa sensazione di essere puntata e scrutata.
Sembrava apprezzare i tocchi e ogni tanto muoveva il bacino, shakerando quel magnifico culo. Forse il termine arrivati a questo punto è appropriato. E aggiungo “...e che culo!”
E si perché come diceva un caro filosofo “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini.”
E siccome io non rientro nella prima, ma non escludo la seconda. Voglio rendere bene l’idea di quanto cominciasse a farmi sangue quella donna. Era stato molto bravo Alfredo. Mi aveva eccitato bene, bene ... col suo modo di offrirmi la sua signora. Un vero regista. Un Tinto Brass 2.0.
E comunque mi aveva avvertito, in balia degli ormoni, ricordati che la parola d’ordine della serata sarebbe stata sempre la stessa ... DELICATEZZA… Devi essere delicato NON RUDE. NO STRONG… Questa frase racchiude e sintetizza sia l’inizio che la fine di questo racconto. Vi aiuterà a comprendere meglio il finale. Tutt’altro che scontato. Una sorpresa nella sorpresa. Tutto deve venire naturale, altrimenti lei si blocca.
La vado ad oliare dalla punta dei piedi fino alla cervicale. Poi proseguo con le braccia le stendo e arrivo fino al palmo delle mani. Li per la prima volta arrivo a toccare la sua mano. Eppure avevo accarezzato altro prima. Probabilmente mooooolto … di più invitante se ci pensate. Eppure è stata tra le emozioni più forti della serata, se non in cima alla lista di quelle che ho avvertito.
Generalmente diamo la mano a qualcuno che non conosciamo e poi ci apriamo se la condizione lo permette ad altro. In questo caso avevamo invertito l’ordine. Ricordo ancora l’emozione di stenderle il palmo per poi sovrapporre il mio al suo, chiudendoli entrambi sotto un unico pugno. Sembra che i nostri corpi si fossero uniti ancora prima di qualsiasi contatto sessuale. E’ stato il primo vero momento in cui mi sono unito con lei. Un gesto molto intenso. Ho avvertito anche in lei la stessa emozione. Ero a cavalcioni sopra la sua schiena in posizione dominante. Eppure avverti dei brividi lungo la schiena. Sembra quasi non volesse lasciare la mia mano. Le diedi un bacio sulla spalla, aprì il pugno e continuai.
Il massaggio fu lungo con lei a pancia in giù. Notai una contrattura a livello di spalle. Non so se era per la tensione o per un carico dovuto alla postura da lavoro. Provai a sciogliere il punto.
Poi mi concentrai su quel culetto che tanto mi aveva fatto sognare. Il mio membro strabordava lateralmente dai box. E sfiorava la sua pelle. A quel punto vidi diverse contrazione dei glutei. Quasi che volessero andare incontro verso la mia verga. In cerca di un primo contatto. A forza di massaggiare avevo aperto i due emisferi, e messo in luce l’orifizio ed il pertugio che custodiva un sorriso verticale intimo che si nasconde in ogni donna. Quando poi quel sorriso porta anche l’acquolina in bocca è ancora più lucente...
Da parte sua ricevo un’attenzione, vedo che lei contraccambia. Alza la gamba propriamente detta la porzione di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia all’insù. E con la pianta del piede in cerca del mio pacco. Una volta trovato si infila con le dita dei piedi, come a cercare di liberare il mio pene barzotto dai box. Prendo anche l’altro piede di lei e li unisco. Lei fa il resto. Accetta l’invito e prosegue l’iniziativa ed inizia a segarmi con i piedi. Uno spettacolo ancestrale. Vedere lei che col movimento dei piedi stimolava e tirava la mia verga in direzione del suo magnifico fondoschiena era inebriante. La fermai. Le stesi nuovamente le gambe in giù e anche se avvertivo che lei voleva giocare ancora.
Andai avanti e con le mie gambe divaricate, con le ginocchia sopra il suo bacino, provai a unirle, unendo in quel modo le gambe. Da ribadire gambe perfette !!! E non esagero. Perché quando ho provato ad unirle tra loro, hanno dato vita a 3 fessure, una nella parte superiore delle caviglie (polpacci), una nella parte inferiore delle ginocchia ed ultima nella parte interna delle cosce.
Ecco ho posizionato il mio pene in basso, nell’ultima fessura, tra le gambe leggermente divaricate nella seconda parte alta. Avvertivo il calore che proveniva dalle grandi labbra, un forno a legna. E poi la sensazione della cappella bagnata che ogni tanto toccava l’interno delle cosce.
Alfredo era in piedi e mi guardava. Non ho capito se voleva verificare che non la penetrassi, oppure era eccitato e basta. Non sono riuscito a capirlo. Puntavo la mia verga vicino le grandi labbra senza cercare il contatto, piuttosto nel farle percepire la presenza cosi vicina. Per quanto fossi attento, in qualche occasione ci siamo toccati ed è stato l’estasi.
Io ero intento a massaggiarle i glutei, ed aprirle gli orifizi con movimenti circolari. Quando alzo la testa. Vedo il Lui che si era tirato un tantino giù i box e ne aveva approfittato per metterglielo in bocca. Lei lo segava e gli praticava un orale da favola. Talmente brava che stavo per venire io. E non scherzo perché al contempo Arianna provava a stringere le cosce.… dove sapeva bene cosa era spiaggiato a pochi millimetri dall’isola del piacere.
Scaricata la sua bella dose di sperma. Mi rivolgo ad Alfredo bello e compiaciuto. E gli chiedo di ordinarle di girarsi. Fino adesso eravamo stati bravi, scherzato un po’, ora era il caso di iniziare il massaggio intimo. Quelle in cui tutti questi stimoli dovevano concretizzarsi in piacere reale per lei. Questa era la sua serata. E lei sarebbe stata la principessina schiava del suo piacere.
La faccio girare, la metto supina. Le chiedo di togliere l’intimo. Li anche lei realizza che la fase delle coccole era finita. Avverto quella tensione preprestazione. La tocco in modo da distrarla. Non deve apparire cosi. Non la voglio troppo tesa. Appena vedo che si è rilassata, comincio a praticarle un massaggio tantrico.
Comincio con i seni fino a scendere alla vagina per poi nuovamente ritornare su. Il massaggio comincia a dare i primi risultati e lei comincia a contrarsi. … Il viso comincia a farsi umido, ma la benda la rende ancora poco riconoscibile. Mi concentro verso la parte bassa e dando un colpo d’occhio con la coda, nonostante fosse buio mi accorgo che per una flessione della benda, lei sbirciava. Era curiosa forse di vedermi in volto. Del resto la curiosità è donna!! Sorrido tra me e me. E faccio finta di niente. La guardo che è curiosa non so se di vedere il mio volto o cosa sto facendo con le mie manine.
Lui mi chiede di non farla venire. Non è ancora il momento. Ed ecco che per la seconda volta sento il suono della sua voce… Vogliosa e desiderosa di godere.
Arianna “Nooo... Fammi veniiiiire… Perfavooore…” Una voce melodiosa che ti catturava, sembrava il canto di una sirena.
E li come Ulisse, mi fermo per poi riprendere. Poi nuovamente fermarmi. Mi sarei voluto tanto fermare 10 anni, a sentire quel melodioso miagolio venire fuori da quelle labbra…
Mentre sto salendo di giri con le dita e provocandole piacere. Mi posizione all’altezza del del basso ventre con il mento, ed intercetto la traiettoria del suo sguardo e la punto dritta nell’occhio galeotto, mentre provo a darle piacere. Non ho ben capito se si sia resa conto che l ho scoperta o in preda al piacere richiuse nuovamente gli occhi… e si godette la venuta, inarcandosi tutta.
Soddisfatto del mio lavoro, mi godo il suo piacere che sgorga. E la sensazione della rugiada che scende e bagna le labbra, col suo tipico rumore di quando la tocchi era sempre più forte nella stanza. Ma le mie orecchie sentono un simile rumore provenire dall’alto. Era nuovamente Alfredo che eccitato le aveva nuovamente infilato il cazzo in bocca….
Tra me e me, mi dico “Hai capito Alfredo...eheheh…”
Riprendo a toccarla da un altro punto in un’altra posizione. E si sentono decisi i suoni della vagina piena di dolce nettare scrocchiare. Un suono inconfondibile tonfo “... ta..ta..ta..ta..ta...” che rimbombava in tutta la stanza.
Nel frattempo vedo Alfredo alzare i box aveva fatto nella parte alta del letto. E faceva il giro del letto, venendo verso la parte bassa dove ero fisso io, e vedere lo spettacolo di Arianna a gambe divaricate col suo frutto proibito che colava in modo imbarazzante ... era un lago...
D’istinto mi giro verso di lei per accertarmi di come stesse. E li la sorpresa. Si era tolta la mascherina. Non ce la faceva più. Ora il suo viso era li splendente e visibile in tutta la sua bellezza. Era stato un amico sincero Alfredo quando mi aveva detto, “ … questa volta ti è andata bene...fidati ...”
Rimango distratto fortuna che le dita andavano in automatico per conto loro. La guardo bene. Sembra una delle tre protagoniste del manga giapponese Occhi di gatto!! Oppure per i cinefili Nadia Cassino in L’insegnante balla con tutta la classe... Mi avvicino di più, mi sembra un sogno. Mi accosto a tal punto che sentivo il suo respiro vicino al mio. La guardavo da vicino, stavo a portata di labbra… Ehhh … quanto la avrei voluta baciare in quel momento.Come nelle favole dove il cavaliere bacia la principessa addormentata. Forse era la chiave di svolta, l’unico modo per vedere i suoi occhi e godere del suo sguardo. E ci stavo quasi ... Ero talmente magnetizzato da quel viso e da quelle labbra che avrei voluto unire le mie alle sue. Un unione delicata, quasi sospesa. Per poi sentirle strofinare sulle mie. Assaporarle. Godermi quel sapore. Morderle. Ed infine gustarmi quella linguetta bagnata che avevo intravisto nei momenti di estasi. Stavo quasi per cascarci. Poi ritorno in me. Stavo per fare il patatrac… Ma fortunatamente mi fermo, evito in extremis spostandomi di lato. Stavo per fare un danno.
Nonostante gli occhi rimanevano chiusi, credo che si fosse accorta di quanto le ero arrivato vicino. I suoi occhi chiusi assumevano quella rilassatezza di chi sta apprezzando il movimento che le sto praticando. Continuavo a muovermi con l’altra mano, e di nuovo un altro orgasmo. La fronte sudata, ci scambiamo i posti, lui le si siede accanto e tra i versi della lei che si contorceva dal godimento, lui come fa un padrone pieno di attenzioni verso la propria gattina che gli fa le feste, si rivolge chiedendole: Alfredo “Cosa c’è ….. cosa c’è ….” In modo ironico forse, ma anche per tranquillizzarla e disinibirla in modo di sentirsi a sua pieno agio a godere anche a voce alta. O forse semplicemente a spronarla. Mentre lei prova a rispondergli con versi onomatopeici. Arianna: “aaa .. aaa a.. aahh.. aaa .. aaa a.. aahh..”
Lei allunga la mano sul mio pene. Inizialmente non posso farci nulla, l’amico di mille battaglie è sensibile e sale. Ma poi mi sono ricordato che non deve andare cosi. Faccio il bastardo. E vado a pensare a tutto tranne che a quel momento di piacere. L’eccitazione scende e si avverte. Lei imperterrita come una crocerossina continua a segarmi. Non ci sta. Vuole contraccambiare, regalarmi questo orgasmo. Ma invano. Ahimè, quando uno è sadico c’è poco da fare. Non capisce. È disorientata.
Lei non avrebbe dovuto prendere l’iniziativa. Avrebbe dovuto stare sotto gli ordini del lui. Ci rimane male, forse... Non era ancora il momento. E comunque non avrebbe dovuto farlo di sua iniziativa. Torna da lui, punto di riferimento, con la mano, e trova nuovamente conforto. Trova il suo cazzo padrone … e giù un altro “boccaciccio”…
Poi lui si ferma, e le ordina a LEI di segarmi. Lei questa volta dopo l’esperienza di prima, avverto che è un po’ timorosa, va a riprenderlo molto delicatamente. Ma questa volta, il momento è il mio. E voglio prendermelo e godere.
Comincia a segarlo da sdraiata, il cazzo sale, cresce comincia a prendere volume. Prima delicatamente poi sempre più forte. Muovendosi e dando dei colpi decisi all’asta. Lascia in bella vista quel seno imperiale che si muoveva come una nave in balia delle onde (del piacere)…
Non vengo velocemente. Quindi devo pensare a qualcosa che mi faccia eccitare per venire prima del solito. (Volevo rispettare l’orario che avevamo concordato).
Lei non demorde continua a segarlo energica. Lo scappella per bene. La cappella esce tutta. Mi trovo sopra la sua testa. In prossimità del capo. La cappella punta alla bocca. I patti erano che non le avrei dovuto venire ne in viso e ne in bocca, ma su quelle tettone. Vedo che stringe (quasi ad aggrapparsi) all’asta. Non so se per semplice gusto o perché ormai stanca. Lui mi guarda.
Avverto un flusso tra loro due in quel momento. Uno scambio di sguardi e fantasie. anche se lei tendenzialmente teneva gli occhi chiusi… Chissà quanti pensieri, quanti momenti insieme passati a fantasticare questo momento. Quante paure, preoccupazioni, tentennamenti e ripensamenti. Momenti intensi ma significativi in una coppia. Avverto questo attimo e provo a dare il mio contributo, facendomi usare e offrendo il frutto dell’amore.
Ma non mi curo più di lui. Il mio sguardo è verso lei ed il mio cazzo pronto ad esplodere. Le accarezzo le labbra con un dito. Lei mi lecca le dita. Non so bene come Alfredo la volesse vedere, ma provo a afferirgli una mia rivisitazione di lei.
Sto per venire lei se ne accorge. Si ferma. Io da parte mia blocco la venuta contraendo i muscoli pelvici. Lei non capisce cosa succede, aspetta lo schizzo, che non arriva e per giunta col cazzo che punta al viso. A renderle le cose ancora più complicate a lei era il fatto che continuasse ad avere gli occhi chiusi. Adesso più che mai in attesa che arrivasse quello schizzo in faccia a tradimento. Le faccio cenno con la mano, rimarcando il ritmo del movimento in su e giù, e di non fermarsi.
Credo abbia paura che non tenga fede alla parola data. Avverto la tensione. La porto al limite. Deve sentirsi tirata come una corda di violino. Quando poi sento per la quarta volta lo stimolo. Non posso più contenermi. Lei non si rende conto. La afferro per il polso deciso, e la fermo. Le dico: “FERMATI!!” Afferro la bestiaccia, la indirizzo verso quelle tettone e scarico il mio succo … accompagnato da diversi versi animaleschi primordiali inconfondibili. Generalmente accompagnati in rarissimi momenti. Ma Arianna aveva saputo farmi godere sotto la regia di Alfredo. Credo di esserle venuto molto abbondante. Ma non me ne curo … Lei prende entrambe le mani, e con i due palmi all’ingiù spalma la mia crema su quelle tettone massaggiandole con movimenti circolatori, rivolgendosi con lo sguardo verso Alfredo. Apre gli occhi come a provocarlo. Uno sguardo di sfida.
Non fa in tempo a spalmarla tutta quella crema che Alfredo la prende per la testa energicamente di nuovo e si fa fare un’altra pompa eccitato dalla scena di prima. Crollo sul letto esausto da quasi due ore di massaggio complice anche una sega regale. Rimango steso sul letto nella parte destra del letto con la testa all’indietro che punta verso la base del letto. Con la schiena tirata in su, dai gomiti a 90 gradi, mi godo questo loro momento di intimità.
Lei nell’altra metà del letto vicino alla testata, mentre il lui in piedi a godere della sua bocca famelica sul suo membro. Li ho visti molto presi, e più eccitati che mai.
Non appena finisce con Alfredo, non le do il tempo e la riprendo a massaggiare. Questa volta vado ad esplorare la parte vaginale. Le avrei praticato una stimolazione vaginale clitoridea, coadiuvato da uno dei tanti toys provenienti dalla loro valigetta dei piaceri. Ed ecco che dal cilindro, come per magia uscir fuori un vibratore.
La luce era molto poca, ed ancora oggi non riesco a capire come sia riuscito a portare a termine due ore di massaggio. Zone delicate, basta un niente a rovinare il piacere. Piacere che fai fatica a donare in un ambiente ben illuminato, figuriamoci nel buio più pesto. Ma avevano bisogno della giusta atmosfera, anche nel disinibire Arianna. Una cosa però me la ricordo molto bene. La forma perfetta della sua vulva. labbra simmetriche, colore vivo, giovane, rosa chiaro,perfetta! Sembrava una di quelle farfalle rara, da custodire gelosamente; per veri intenditori e collezionisti del piacere più raro.
Ho avuto la fortuna di vederne diverse. Intendo non qui nel sito, ma fuori. Ma la sua di sicuro è una delle più belle ed armoniose che io abbia visto. Sia per colore che per simmetria delle labbra. Il clitoride si nascondeva molto bene. Probabilmente per costituzione, ma anche per una tonicità, complice una certa fibra muscolare che ne ostacolava anche il suo raggiungimento. Liberare il clitoride farlo ingrossare e renderlo visibile al lui. Volevo che anche lui apprezzasse questa gemma.
Lo chiamo, gli faccio vedere l’eccitazione più intima della sua donna e come si ingrossava quando la raggiungeva. Oltre alla cremina bianca che s’intravedeva questa volta aprendo “le finestre del piacere”. E puntando verso l’infinito … In una prospettiva olistica.
Puntiamo a stimolare il suo frutto proibito. Una zona particolarmente delicata per ogni donna, in lei ancora di più, ma questo lo scoprì più tardi... Gli chiedo ad Alfredo di passarmi il vibratore. E li inizia la tortura. Non solo per lei. La luce era poca e quando si adoperano determinati strumenti bisogna stare attenti, perché possono dare l’effetto contrario. Ho navigato al buio affidandomi ai sensi. Ma la complicità dei tre si era creata. E su suggerimento di lei decidiamo di cambiare vibratore. E con suo immenso piacere (bambina gooooloooooosa) il risultato è raggiunto.
Lei viene, ed esplose con questo ultimo orgasmo che segnò l’ultima battuta della scena finale. E come in ogni opera teatrale, quel evento rappresentò il sipario che venne giù, in una perfetta cornice serale… Se pubblico fosse stato invitato, forse si sarebbe udito “… bis … bis … bis”.
Lei era stata brava. E con il viso coperto nuovamente dai capelli, si gira verso di lui. Come quelle ninfe che appaiono dal nulla e dal nulla scompaiono. Capisco che è il momento giusto per lasciarli soli nella loro intimità. Anche se sarei voluto rimanere in loro compagnia tutta la notte. Quella sensazione speciale che provi quando ti trovi bene, a tuo agio, con delle persone che trovi sulla tua stessa lunghezza d’onda. Devono metabolizzare l’accaduto. Mi alzo, lui mi consegna l’intimo di Arianna come da patti … Che tutt’ora custodisco come un trofeo in ricordo della serata.
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
di conseguenza a ciò
diffido chiunque a copiarli per intero o anche solo terze parti di essi, a utilizzare nomi e situazioni in essi citate, che risultano proprietà intellettuale privata!
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4 years ago
flavio3hotrooom,
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Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 2/4
La mia iniziale fantasia, venne plasmata e andò verso quella che era la loro fantasia. Non ci restai male, anche perché era molto eccitante. Nella loro intimità immaginavano di coinvolgere il terzo in un massaggio erotico. Praticare un massaggio a 4 mani alla lei.
La proposta non mi trovò impreparato. Mi piace molto l’arte del massaggio. La trovo molto intrigante per chi vuole rompere il ghiaccio. Importante che chi la esegue, non pretenda a tutti i costi di dover combinare qualcosa. Avevo perfezionato diverse tecniche...
Massaggiare è donare piacere e sollievo agli altri e ricevere al contempo piacere dal loro stesso piacere.
Gli faccio presente questo aspetto e lui apprezza, ma mi rassicura che probabilmente non sarei tornato a casa pieno. Gli ribadisco quanto detto prima, che per me non è strettamente necessario venire, ma provare piacere a vedere l’altra arrivare all’estasi. E dato che è la loro prima volta, non ero certo lì a pretendere, ma piuttosto a contribuire a rompere il ghiaccio.
La sua risposta mi spiazzò. Alfredo:“se giochiamo tutti e tre, dobbiamo tutti e tre godere, nessuno escluso”.
E cosi incominciai ad apprezzare la fine mente che si nascondeva dietro quell’uomo, ed il gioco cerebrale a cui era approdato il lui.
Un ragionamento che non fa una grinza. Mi sembrava troppo bello, e mi venne il sospetto che da qualche parte ci doveva essere la fregatura. Sono sicuro che solo quelli che sono di gusti raffinati mi possono comprendere, perché non sono interessati alle medaglie (feedback), ed hanno una propensione per emozioni ricercate. Trovare una coppia complementare ai nostri gusti è molto difficile. Difficile non è trovare le Lei belle, ma coppie consolidate che vivono una fine trasgressione. Ancora prima cerebrale.
Tutte le volte che ci siamo sentiti lei non c’era. Gli avevo chiesto di mandarmi una foto, e ricevetti una risposta negativa, per una questione di privacy. Il che non mi dispiacque. E come ragionamento ci sta. Ma mi sembrava strano come una coppia “non” alla prima esperienza non si facesse vedere.
A quel punto ho pensato, vuoi vedere che forse abbiamo trovato l’arcano. La lei di viso non è particolarmente carina???!! Durante una delle tante chiacchierate tra noi, ritornai sull’argomento. E ancora mi ricordo la risposta di Lui: “non ti preoccupare, questa volta ti è andata bene, fidati...”
Non tornai più sull’argomento. Mi basto. Si capiva che non era un racconta balle, si era tenuto basso senza esagerare...
Passano i giorni e sale la frenesia. In me era palpabile, ma da parte di Alfredo avevo feed che anche la dolce metà (Arianna) non stava più nelle mutandine asciutte. Mi raccontò che erano giorni intensi dove le effusioni tra loro erano sempre più virulenti e frequenti. Potevo immaginare. Se la pentola bolliva da quelle parti, qui da me il caffè (crema e gusto) veniva su a fiamma bassa che era una meraviglia.
Credo che uno degli aspetti più belli è l’attesa. Il lui aveva saputo far eccitare tutti. La lei, me e lui stesso. Mi domando se oltre ad aver ricevuto piacere da lei si sia toccato in privato in solitudine pensando all’incontro. Ma sono domande che non puoi fare ne prima e ne dopo. Ma solo se si consolida una certa amicizia. E comunque non ci trovo niente di male nell’autoerotismo sia maschile che femminile…
Sta di fatto che l’ultima volta che ci sentiamo lui mi chiede se possiamo anticipare di un giorno. Sarebbe perfetto per loro, se riuscissi a programmare un giorno prima… Provo a spostare qualche appuntamento con qualche cliente, qualcosa lo anticipo, il mio direttore si incazza perché chiedo pure mezza giornata libera perché l’incontro si terrà entro una certa fascia oraria. Ci riesco, do conferma rischiando il posto. Ma per certe cose bisogna pur combattere e rischiare.
La giornata fatidica inizia, e come tutte quelle in cui devi partire, o hai qualcosa di importante, qualcosa vuole a tutti i costi mettersi di traverso.
Avevo un unico obiettivo… e me ne fregavo altamente dei vari ostacoli … Se sentivo i colleghi avrei dovuto fermarmi a risolvere chissà quale problema … Neanche fossi il ministro dell’economia.
Io avevo un solo problema, di cui erano informati a Houston … lo shuttle che si trovava nella vecchia rampa di lancio doveva partire puntuale. E se la testa era già in orbita da qualche giorno, il countdown era già partito la mattina stessa. E sulla cui puntualità non transigevo ;)
Torno a casa. Tiro fuori un vinile di jazz, metto un po' di musica, devo creare l’atmosfera, preparo la vasca, butto un po’ di sali, e intanto che si riempe, do per l’ultima volta un’occhiata alle foto di Arianna. Ehh … Forse è meglio che smetto, altrimenti finisce che mi devo fare una doccia fredda ...
Finisco di prepararmi, ultimi dettagli. Prendo la macchina, e mi avvio con anticipo. Mi volevo gustare il momento senza scapicollarmi. Il viaggio, la radio le foto di lei e tra le gambe il sentimento cresce. Spinge all’insù verso la cinta, come se volesse premere l'acceleratore. Ma è meglio che guidi io… Lo faccio salire il più possibile. Sento che la punta venire fuori dai boxer. Per poi rientrare. Sembra seguire l’andamento delle marce. Mi trovo in piena autostrada e posso lasciarvi immaginare in che marcia sta su di giri…. Ma è piacevole tenerlo su di corda. E’ la stessa punizione che voglio riservare alla bella Arianna…. Scalare le marce, se lo prende senza il permesso di Alfredo, e ingranare salendo su, quando le verrà ordinato da lui, allora potrà giocare col mio amichetto.
Un ultimo colpo di telefono al lui. Lo informo che sono partito, mi informa che ha comprato la bellezza di tre oli. E da li capisco che è un perfezionista. Molto attento alla sua lei, ma soprattutto all’atmosfera. Niente deve essere lasciato al caso…
Nel bel mezzo del viaggio, vengo a sapere che il tratto di autostrada che mi deve portare a destinazione non è più percorribile. E vedo lievitare il tempo di percorrenza.… Nonostante tutto arrivo puntale.
Chiamo il lui che mi viene incontro. L’emozione si fa sentire. Dietro l’angolo della via, lo vedo arrivare.
Una bella stretta di mano energica, come piacciono a me. E poi, i convenevoli del caso…. Saliamo nell’appartamento. Definiamo gli ultimi dettagli… Il tempo per me di darmi una rinfrescata a seguito del viaggio. Mi preparo in tenuta da massaggiatore… Box e maglietta a maniche corte nera. E sono pronto. (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
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4 years ago
flavio3hotrooom,
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Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco 1/4
Pensavo di non tornare più a giocare. Erano passati molti anni. Ogni tanto entravo sul sito per curiosità, voglia di tenermi un po’ aggiornato e trovare qualcosa che alimentasse le mie fantasie e tenesse viva la fiamma dell’eros. Ma mai con l’intento di giocare. Non ha senso giocare di nascosto se coltivi un sentimento sincero verso una persona estranea e tendenzialmente contraria a questo mondo. E’ una questione di rispetto, non solo per lei, ma per entrambi (almeno per come sono fatto io).
Ma a volte le storie finiscono e ti ritrovi a partire da zero. Se poi ti capita nell’anno sbagliato (come quello in corso) allora parti da meno zero. Sembra quasi come se volevo dare un po’ di vantaggio alla fortuna, come se quest’ultima ne avesse bisogno ..
E cosi, questo 2020 che era partito sotto il segno della …. LUNA NEEEERA …. sembrava essere magnanimo … e sembrava prospettarmi una bella sorpresa...
Rientro in possesso del mio vecchio profilo, comincio a fare un po’ di pulizia. Posta piena, richieste banali, 60% gay, 40% coppie o presunte tali. E di quest’ultime, di coppie vere, vai a vedere era solo il 20% (di quelle regolari escludendo le clandestine, praticamente la metà).
A parte queste noiose analisi statistiche, si fa viva qualche vecchia conoscenza, qualche amico di penna (come si diceva una volta), con cui avevamo condiviso diverse storie e fantasie… Allora loro erano agli arbori, adesso affermate coppie molto famose qui sul sito, altri invece hanno conservato la loro riservatezza.
Una sera mentre volevo staccare un po’ dal lavoro dopo cena mi metto a guardare un paio di profili. E tra questi, uno su tutti attira la mia attenzione. Aveva qualcosa di magnetico. Poche foto della lei. Foto glamour, ma che lasciavano la curiosità nel navigante di saperne di più.
Mi aveva colpito per la serietà dell’annuncio, oltre alle foto artistiche e per nulla volgari, una rarità.
Poi queste emozioni andavano sintetizzate in un messaggio di presentazione che avesse senso compiuto. La cosa più difficile è comunicare le nostre emozioni. A volte ci lasciamo andare agli impulsi e commettiamo degli errori imperdonabili. Dando una sbagliata immagine di noi.
Il problema era che non incontravano singoli. Un vero peccato!!
La mattina mi sveglio, vado in bagno mi do una rinfrescata in viso, mi guardo allo specchio e rivedo quelle foto passarmi in mente.
La giornata prosegue, sono da un cliente, quando entra la amministrativa, una bella donna mora di media statura. Su tutto spicca un seno imperiale. Cerco di non cadere nella tentazione di fissarle il seno quando parlo con lei. Tutto ad un tratto mi viene in mente, la lei del profilo. La segretaria parlava ed io immaginavo la lei del profilo. Avverto il pacco ingrandirsi. La stavo guardando intensamente senza accorgermene. Complice il cellulare che squilla mi riprendo. Mi alzo, senza badare al gonfiore, ma sicuramente lei si.. ed infatti non è cosi discreta come lo ero stato io, e butta bene l’occhio. Non mi ero reso conto che la stavo fissando negli occhi in un modo che forse ha trapelato i pensieri che mi giravano per la testa in quel momento, tralasciando per un attimo la mia solita compostezza. Quando mi risiedo. Noto un nuovo sguardo da parte della segretaria, più sensibile. Probabilmente vuole giocare, a provocarmi, e comincia a mettere una mano sul collo e finisce per sbottonarsi il primo bottone della camicia e giocare con la collana di perle. Faceva finta di nulla, ma mentre parlava con la sua collega vedevo che con la coda dell’occhio mi controllava. Non che non fossi interessato a quel seno. Ma in testa avevo il corpo dell’altra, l’unica cosa che cercavo era dare un volto a quella creatura che aveva catturato la mia attenzione dalla sera prima e distratto per tutto il giorno.
La sera torno a casa e prendo la decisione di contattarli. Poche righe provando a sintetizzare le emozioni che mi avevano regalato quegli scatti.
Qualche giorno dopo il lui mi risponde. In modo molto garbato e interessante. Mi spiega che non sono interessati ai singoli, ma che potrebbe essere una fantasia chissà. E mi chiedono se ho qualche desiderio fantasia da realizzare. Tentenno prima di rispondere. Di fantasia ne ho diverse. Ma devo trovare qualcosa di speciale che faccia al caso loro e qualcuno che apprezzi un certo gioco cerebrale. Prendo spunto guardando al loro profilo, mi focalizzo su qualcosa che mi faccia fantasticare su di loro. E non una fantasia preconfezionata. Passa qualche giorno e sto lì di nuovo a pensare. L’idea mi è venuta e la espongo. Un messaggio molto lungo. Quando l’ho inviato ho pensato, forse ho esagerato. Non lo leggeranno mai. Troppo lungo.
Ed invece, la fantasia sembra averli intrigati. Questo accresce in me il desiderio, mi fa apprezzare ancora di più loro, perché ancora più cerebrali. Ho fatto bene ad affidarmi al mio intuito. Il che va a conferma della bella impressione che mi aveva fatto il loro profilo. Una cosa che ho capito e che come in molte circostanze bisogna andare ad intuito. E questo aspetto lo perfezioni solo col tempo e le situazioni che vivi.
La fantasia era piaciuta, ma non sarà quella che verrà realizzata. Da lì in poi parte uno scambio fitto di messaggi con il lui. Fino a che capiamo di stare sulla stessa lunghezza d’onda. Mi domando se sia vero? Oppure uno dei tanti fake. Quelle pseudo coppie di cui è pieno il sito. Ci accordiamo per un giorno e fissiamo una videochiamata.
Non avevo la più pallida idea di chi avrei trovato. Sarebbe stata una chiamata tra me ed il lui.
Trovo un uomo che dimostra molto meno di quello che c’era scritto in profilo (almeno per quello che dimostrava), ben piazzato con il viso di un buono però. Iniziamo con i soliti convenevoli, e poi tutto ad un tratto, scopriamo di avere molti interessi in comune, anche professionalmente parlando. Questo mi ha sorpreso. Tant’è vero che il dubbio se fosse un profilo falso, si dileguò, mi passò via per la testa. Parlammo di tutto in modo delicato ed educato, anche della bella consorte. Mi piacque molto il suo modo di porsi. Ed a lui forse il mio. Questo interesse lo avverti, tanto che ci siamo sentiti anche i giorni seguenti.
Parlammo un po’ delle loro fantasie, e del modo come vivono la trasgressione. Indipendentemente se ci saremmo visti o meno, qualora fosse successo qualcosa, per loro sarebbe stata la prima volta con un singolo e per questo ci andavano con i piedi di piombo. E per questa ragione si avvertiva nell’aria una certa pressione, qualcosa che non deludesse l’aspettativa, come normale che fosse. E’ una fantasia, ma come tutte le fantasie quando la vai a realizzare è un altro paio di maniche. Finché giochi a poker (in 4) con un’altra coppia si crea un certo equilibrio implicito. Ma quando giochi a blackjack tenti la sorte ti affidi al caso. L’ingresso di un terzo può rovinare una fantasia se la persona che viene scelta non si attiene alle regole. Piccoli dettagli che si acquisiscono con qualche anno di esperienza. Mi ritengo fortunato, ho avuto dei buoni maestri di vita in passato che mi hanno trasmesso e condiviso non solo la cosa più preziosa che avevano, ma anche la pazienza di trasmettere, data la mia giovanissima età di allora.
E anche il lui (Alfredo) di una decina di anni più grande di me l’aveva capita bene e non voleva giocarsi tutto. Quindi patti chiari e amicizia “lunga”. Mi confessa che lui è dominante con lei. Questa è la loro fantasia. E il singolo che fosse scelto dovrebbe accettare e non imporsi in questo sottile equilibrio tra loro due... (continua)
Tutti i miei racconti non sono frutto della mia fantasia, ma esperienze realmente vissute in prima persone e storie assolutamente reali, delle quali forse un giorno, quando mi ritirerò dall'attività, pubblicherò un libro
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4 years ago
flavio3hotrooom,
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Visita medica, ecografia al seno di mia moglie
Storia realmente accaduta.
Salve a tutti, tempo fa ho portato mia moglie a fare una visita di controllo, un'ecografia al seno da un dottore in privato. il medico l'ho scelto io, non a caso ho preferito un medico anziano. ho fatto vestire mia moglie con un abito in jeans in modo tale che per essere visitata doveva necessariamente toglierlo tutto, sotto aveva un reggiseno, perizoma e dei collant color carne.
dopo le classiche domande di rito, il medico dice a mia moglie di di mettersi con il seno in libertà, quindi mia moglie si toglie l'abitino di jeans e il reggiseno, restando in perizoma e collant trasparenti, il medico la fa sdraiare sul lettino e si allontana un po per scrivere al computer.
inizialmente vedevo mia moglie molto imbarazzata, con i capezzoli turgidi, le gambe strette e le braccia spesso a coprire i seni.
non so se è stato un caso ho il medico l'abbia fatto di proposito ci ha fatto aspettare un bel po, conseguenza è stata che mia moglie un po scocciata un po abituata a quella nuova situazione, la vedevo molto piu rilassata, cioè l'imbarazzo aveva lasciato spazio alla seccatura di aspettare, infatti vedevo lei non piu con le braccia sui seni ma dietro alla testa come se fosse in spiaggia e le gambe rilassate.
quando il medico è arrivato, ha appoggiato il filo del macchinario sul ventre di mia moglie appoggiandolo anche sulle gambe e mia moglie istintivamente ha allargato le gambe per per non ostacolarlo, dopo mia ha detto di non averlo fatto di proposito ma d'istinto.
a fine visita il medico ha spiegato alla ia lei che era tutto nella norma, ma lo ha fatto mentre mia moglie era ancora con le braccia sotto la testa e i seni nudi.
la cosa mi ha fatto tanto eccitare, tanto che sono venuto nelle mutande.
l'unico intralcio è stato, a mio avviso, la presenza della collaboratrice del dottore, infatti per la prossima visita ho in mente un altro medico anziano che gia so che non ha collaboratrice durante la visita , con la speranza che mia moglie si lascia andare un po di piu e che il medico stia al gioco.
la visita è avvenuta ad inizio dell'anno scorso, per la prossima aspetto che sia primavera, noi abitiamo in sicilia, in modo tale che mia moglie per via del clima primaverile non indossi i collant, e quindi rimanga solo con lo slip.
aspetto i vostri commenti o le vostre domande.
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4 years ago
MAIALINABSX,
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Intriganti evasioni
Mi chiamo Mario, ho cinquanta due anni e sono sposato con Paola che è quattro anni più giovane. Quando l’ho conosciuta, era la compagna di banco di mia sorella alle superiori, lei aveva diciassette anni e io ventuno. Di lei si diceva che già si dava da fare con i maschietti, specie in certi lavoretti di bocca che le venivano molto bene. Ci siamo trovati subito in perfetta sintonia e innamorarsi e decidere di stare insieme è avvenuto in breve tempo. Mi sono subito reso conto, con grande piacere, che a lei succhiare il cazzo le veniva benissimo, ma curiosamente era anche vergine, non la dava, solo bocchini. Dopo un anno passato ad esplorare il nostro corpo alla ricerca del piacere, abbiamo deciso di scoprire il sapore del sesso completo e così dopo sei mesi è rimasta incinta. Effettivamente avremmo potuto prendere delle precauzioni, ma la voglia di sentirmi esplodere dentro di lei ha avuto il sopravvento su ogni altro desiderio e così ci siamo sposati anche perche io già lavoravo come impiegato di banca, e lei aveva già terminato gli studi di ragioneria, ed è stata assunta assieme a mia sorella, nello studio di commercialisti di mio padre che le ha fatte diventare due consulenti finanziarie di elevato livello. Dopo la nascita di nostra figlia Giulia la vita a preso a scorrere sempre meglio. Fra di noi si è fin da subito instaurata una reciproca confidenza e lealtà assoluta. Le ho chiesto di essere sempre sincera con me, io avrei fatto la stessa cosa. Fin da subito mi sono reso conto che Paola è la classica donna che le piace il cazzo. Lo ha imparato a succhiare poi a godere. Le piacciono grossi e resistenti, e su questo mi sono trovato bene con lei, perche modestamente ho una bella nerchia fra le gambe, un cilindro non troppo lungo, quasi diciotto, ma molto largo e abbastanza resistente, questo lei, lo ha sempre apprezzato. Le piace anche molto prenderlo in culo, un piacere che ha scoperto con me, dopo che l’ho sodomizzata una sera per una scommessa persa. Da sempre, mi sono reso conto, che quando passa una donna alta uno e settanta cinque, capelli neri e lunghi, occhi scuri, labbra carnose e bocca ampia da vera succhia cazzi, con il seno una quarta piena alto e sodo, gambe lunghe e ben affusolate, sempre fasciate da autoreggenti, che sono sormontate da un bel culo alto e tondo, reso più invitante da scarpe con tacchi alti, è ovvio che l’idea che un altro maschio la desideri, la devi mettere in conto. Aggiungi poi, che a lei esibirsi e provocare la rende felice al massimo, devi intelligentemente correre ai ripari. Io ai ripari ci sono corso facendole capire che non avrei apprezzato avere le corna, ma che non avrei avuto nessun problema, a capire e appoggiare le sue voglie di femmina sempre in calore. La cosa importante era, che io ne fossi sempre a conoscenza dalla sua bocca, e non per sentito dire, e se poi mi rendeva partecipe delle sue avventure, ne avrei tratto giovamento pure io, e soprattutto il nostro rapporto.
«Mi dici che tu, se io scopo extra, non ti incazzi, basta che lo sai?»
Con la risposta a questa domanda abbiamo iniziato una vita di assoluto piacere per entrambi. Stranamente mi sarei aspettato una sfilza di scopate da parte della mia signora, che invece non è arrivata. Alla domanda del motivo di un simile comportamento, la sua risposta è stata semplice, nello stesso tempo meravigliosa.
«Mi piace sapere che sono libera di farlo. Mi sono resa conto che se lo faccio senza te, è come se mi mancasse il sesso, cosa non vera, perche tu a letto sei sempre molto soddisfacente e appagante, quindi se deve essere un gioco lo voglio giocare quando anche tu hai la possibilità di goderne.»
Cosa desiderare di più da una donna che ti dimostra un simile amore e rispetto. Col tempo abbiamo intrapreso giochi e soprattutto momenti, che ci hanno eccitato così tanto, che alla fine ho sentito forte il desiderio di vederla godere, fra le braccia di uno o più maschi. La prima vera occasione è avvenuta per caso. Eravamo in vacanza in Sardegna e avevamo preso un bell’appartamentino vicino alla spiaggia di San Teodoro. Una spiaggia veramente bella e perfetta per le famiglie con bimbi piccoli, Giulia aveva appena due anni. Paola era al massimo del suo splendore di neo mamma, aveva ripreso la sua forma fisica annullando quasi del tutto gli inestetismi della gravidanza. Accanto a noi c’era nella stessa fila di ombrelloni, appena di lato un signore di nome Bruno, sulla sessantina, che tutti i giorni portava assieme alla moglie la nipotina al mare. Bruno, fissava Paola senza ritegno. Quando lei si sdraiava, era evidente, che il fatto che lei non portava il sopra del costume, ma esibiva un meraviglioso topless, lo faceva sbavare tantissimo. Anche sua moglie Maria, una bella donna, esibiva in topless, ma non era nulla in confronto di quello di Paola. Lo osservavo con interesse e discrezione, per capire dove voleva arrivare. Quando eravamo solo noi tre, perche spesso sua moglie risaliva con la nipotina per farle fare un riposino, non perdevo l’occasione per lasciarli soli, avendo intuito, che a mia moglie, queste attenzioni le facevano tanto piacere, e allora lui non mancava mai di farle i complimenti.
«Certo che la natura, con lei ha fatto un capolavoro! Un seno così bello andrebbe goduto sempre.»
La sera a letto io e Paola ne parlavamo liberamente.
«Hai visto che bozzo aveva oggi Bruno quando mi sono spalmata la crema sul seno. Se non ci fossi tu credo che allungherebbe le mani per toccarlo. Credo che mi voglia scopare e sborrare sul seno. Lo fa impazzire quando lo muovo o lo accarezzo. Poi è convinto che tu non te ne sei accorto, e questo lo rende a volte veramente sfrontato, anche se la presenza della moglie lo frena un poco, altrimenti mi sarebbe già saltato addosso.»
Io, che al solo sentirla parlare, avevo già il cazzo durissimo, ho voluto capire le sue reali intenzioni.
«Dimmi sinceramente ti eccita che lui ti desideri, o vorresti anche fartelo per sentire dentro di te, il palo che deve avere sotto il costume?»
Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha afferrato il mio cazzo, e dopo averlo succhiato un poco è salita su di me e lo ha infilato tutto dentro. Era un lago! La sentivo fradicia e molto calda. Ha cominciato a scoparmi con molta calma, assaporando ogni spinta, che dal basso io con le gambe inarcate, le davo mentre le impastavo i seni. La sua voce era languida, e le sue parole molto eccitanti.
«Si porco! Ti eccita sapere che mi vorrebbe scopare come fai tu adesso!»
Il primo orgasmo, improvviso e imprevisto l’ha lasciata stupita, poi ha ripreso ad ondeggiare su di me, incitandomi a sbatterla sempre più forte.
«Dai, sfondami, lo so che ti piace sapermi troia! Cazzo ti sento! Sei enorme!»
Ero un toro impazzito! La sbattevo con colpi tremendi, poi l’ho messa sotto di me è ho ripreso a sfondandola con indicibile potenza. Ad ogni affondo vedevo il suo seno sobbalzare verso l’alto, lei che sbatteva la testa da ogni lato mordendosi le mani dal piacere.
«Sei una vacca! Ti sfondo tutta! Certo che ci godo nel sapere che quel porco ti vorrebbe sbattere come sto facendo io. Cazzo sei un lago! Mi fa impazzire saperti desiderata Dai godi! Godi adesso!»
L’ho pompata facendole provare altri orgasmi che l’hanno fatta tremare di piacere. Alla fine mi ha pregato di sborrare perche voleva sentire il mio piacere inondarle il ventre.
«Amore sei grande! Mi stai slabbrando tutta! Dai vieni, ti voglio sentire che mi inondi, si eccomi vengo! Ora!»
Troppo eccitato al solo pensiero di lei con lui, che non ho resistito al piacere di scaricarmi dentro di lei che ha avuto un ennesimo orgasmo.
«Dai amore vienimi dentro! Oddio! VENGO! Di NUOVO! Mi uccidi, mi fai morire, sei unico! Ti amo! Ti amo!»
Siamo rimasti abbracciati e abbiamo limonato un poco facendoci le coccole, poi le ho chiesto cosa voleva fare con Bruno.
«Davvero non ti scoccia se ci scopo? Sei sicuro che lo vuoi veramente? Io lo farei anche subito, ma il massimo sarebbe che tu fossi almeno presente e questo non sembra molto facile da realizzare, perche abbiamo una bambina, e lui ha anche sua moglie.»
Ho riflettuto un momento, poi gli ho prospettato il mio piano.
«Domani pomeriggio, quando il sole picchia forte, tu potresti dire che porti Giulia a fare un riposino, e io potrei dire che resto in spiaggia. Lui in genere in quel momento è solo. Con una scusa dopo che tu sei andata via, potrei allontanarmi per dargli il tempo di seguirti, poi silenziosamente rientro in casa da dietro, dove c’è la porta della cucina, e ti posso ammirare mentre te lo gusti e te lo godi tutto.»
Lei mi ha guardato ammirata, poi ha detto che ci avrebbe pensato, si è distesa per dormire, mentre io, ero in preda ad una nuova erezione provocata dal solo pensiero di spiare mia moglie che si faceva sbattere da quel porco. Per alcuni giorni lei non ha accennato a fare nessun gioco, anzi sembrava un poco disinteressata al mio piano. Poi quando mancavano due giorni alla fine delle vacanze, un pomeriggio che eravamo soli, la signora Maria come al solito era risalita, perche la bambina doveva dormire, Paola mi ha detto che sarebbe risalita perche Giulia, che si era effettivamente, come sempre, addormentata sotto l’ombrellone, e lei ne avrebbe approfittato per fare un pisolino anche lei. Ho guardato mia moglie cercando di capire dove voleva andare a parare. Il piano era che lei avrebbe portato la figlia, per lasciarmi libero di agire, ma lei dopo aver dato una bella occhiata a lui, e ricevuto in cambio un cenno d’assenso, se ne andata lasciandomi da solo con Giulia e Bruno, che si è immediatamente eclissato. Ovvio era di sicuro salito con mia moglie per scopare, mentre io con il cazzo durissimo ero bloccato in spiaggia. Stavo cercando una soluzione, quando improvvisamente mi vedo comparire Maria, la moglie di Bruno, con il passeggino con dentro la nipotina addormentata.
«Scommetto che mio marito è sparito dietro sua moglie. Allora lei dovrebbe venire con me assieme a sua figlia che sta dormendo come mia nipote. Venga che abito qui vicino, e non se ne pentirà.»
Stupito la seguo in silenzio. Appena dentro il loro appartamento, e collocate le due piccine su di un lettino predisposto per loro, Maria mi trascina nella camera adiacente, mi bacia con passione. Resto un attimo stupito, poi me ne frego, decido che il gioco mi eccita molto. Bruno scopa mia moglie pensando di farmi cornuto, mentre io mi scopo la sua, che sicuramente lui pensa essere sola. Mi succhia il cazzo dopo essersi spogliata, e messo in mostra un bel fisico asciutto, solo il seno non è grande come quello di Paola, ma il resto è decisamente gradevole, e poi vuoi mettere il piacere di fottere la moglie, di chi è convinto che ti sta facendo cornuto. Non ha prezzo!
«Huummm che bel cazzo! Dai lasciamelo succhiare che mi piace tanto. Dai toccami.»
Le spingo due dita dentro la fica bollente, già molto bagnata, poi la masturbo molto velocemente, mentre lei mi divora il mio uccello infilandolo tutto dentro la gola. Succhia, gode e geme a bocca piena. Poi improvvisamente trema scossa da un orgasmo che la fa vibrare intensamente, poi si sfila il cazzo dalla bocca, e mi prega di scoparla. La metto sotto di me, lei solleva le gambe, e mi riceve dentro tutto d’un colpo. Affondo fin quando non sento la punta sbattere sul collo dell’utero, e lei ha subito un potente orgasmo, che le fa rovesciare gli occhi, aprire la bocca, e solo un flebile gemito ne esce, poi sembra che una scarica di corrente l’abbia colpita da quanto trema. Ha un orgasmo fortissimo, temendo e molto appagante. Le lascio assaporare il piacere, poi incomincio a pomparla con colpi tremendi che la fanno sobbalzare tutta. Solleva le gambe, le annoda dietro di me, mi viene incontro con il corpo quando affondo in lei. Gode a raffica. Non si capisce quando finisce un orgasmo e incomincia un altro. Poi dopo un ennesimo momento di piacere, con occhi languidi, il viso sfatto mi sorride mi fa una insolita richiesta.
«Ti prego prendimi nel culo. Quel fesso di mio marito non me lo ha mai chiesto, mentre a me fa impazzire sentirlo in culo.»
La guardo estasiato da una simile richiesta, lei si gira, solleva le chiappe e appoggia il viso sul materasso e poi con le mani lo apre e me lo offre.
«Dai, inculami…dai che mi fa impazzire…»
Afferro il cazzo durissimo, lo appoggio al suo buchetto zuppo dei suoi umori. Lo spennello per lubrificare quel buchetto che a dire il vero è già bagnato del piacere che è colato giù. Lei mi incita sfondarlo senza riguardi.
«Dai spaccami il culo! Dai entra e fammi male! Lo voglio sentire che mi sfondi, che me lo spacchi con forza!»
L’afferro per i fianchi, e affondo deciso dentro quel foro che per un attimo oppone resistenza, poi si apre, mi risucchia tutto il cazzo dentro fin quando le palle sbattono sulle labbra della sua fica. Lei trema, urla e poi gode.
«aahhhiii! Sei enorme! Mi spacchi! Dai non ti fermare! Rompilo tutto!»
Sento una sua mano che mi accarezza le palle, e si masturba da sotto la fica, mentre io incomincio a limare quel buco che scopo sempre più forte. Spacco quel culo che mi stringe il cazzo, lei gode come una vacca, mi incita a scopala sempre più forte, fin quando non sono soddisfatto, e poi mi dice che devo sborrare in culo e in bocca.
«Dai scopami il culo, e quando ti senti pronto sborraci, ma ne voglio, un poco anche in bocca. Dopo ci voglio baciare mio marito, così senza saperlo, sentirà il sapore del maschio, che lo ha fatto cornuto. Continua, non ti fermare. Vengo! Godo di culo!»
La sbatto facendola venire ancora due volte, poi sono al limite, le schizzo un getto in culo, mi sfilo e mi presento davanti alla sua bocca.
Le sue labbra avvolgono la punta del mio cazzo, mi succhia come se volesse bere anche la mia anima. Lo assapora e poi lo ingoia. Sfiniti, ci accasciamo su letto fradici di sudore.
«Grazie, sei stato stupendo. Tua moglie mi aveva avvertito che eri molto resistente, che eri un vero porco a letto.»
La guardo stupito, lei sorride, poi continua a darmi spiegazioni.
«Da tempo mi sono accorta che a mio marito piace sedurre le donne che prendono il sole vicino a noi, e io allora per non passare sempre da fessa, e cornuta, ho escogitato un sistema che in qualche modo pareggia i conti. Quando lui scopa la signora, io mi faccio il marito, che in genere non ha nessun problema a pareggiare il conto. Appunto come hai fatto tu. Questa volta ho avuto anche più fortuna perche con tua moglie avevo scambiato qualche confidenza, quando voi andavate a prendere i caffe, e lei da persona intelligente, ha subito capito che io ero consapevole che mio marito le faceva la corte, e che a me non sarebbe dispiaciuto pareggiare il conto. Oggi era il momento giusto, allora adesso vorrei sapere se per te è stata dura fare questo scambio a tre, perche Bruno di questo gioco non sa nulla e non lo deve sapere.»
La guardo, le sorrido compiaciuto.
«Non solo mi è piaciuto, ma devo ammettere che voi donne siete sempre un passo avanti a noi maschietti sempre convinti di farvi fesse, mentre invece siete voi, che riuscite con la vostra astuzia, a prenderci per il naso, e a rendere la vita sempre un gioco meraviglioso. Grazie della splendida scopata, stai assolutamente tranquilla che il nostro segreto sarà ben custodito.»
Lei mi sorride, e dopo una veloce rinfrescata ce ne torniamo in spiaggia, dove siamo raggiunti dai nostri rispettivi partner. Quando lui è tornato mi ha guardato con un sorrisetto beffardo, e io ho provato un momento di puro piacere, quando Maria lo ha baciato sulla bocca. Bruno era convinto di ammirare le mie corna, senza sapere delle sue, che invece avrebbe dovuto intuire dal sapore del bacio della sua donna. Paola che ha un aspetto un po’ sbattuto, mi osserva, e con un sorriso sornione, mi domanda se il mio pomeriggio è stato bello e piacevole. Io guardo verso Maria, e annuisco. Paola ha notato la mia soddisfazione, senza capire fin quanto lo ero, e quando sotto voce le ho spiegato il motivo, mi ha detto che lui era solo venuto sul suo seno ma non in bocca. Ha guardato Bruno ridendo di gusto. La sera nel letto, le ho fatto un resoconto dettagliato della scopata con Maria e lei mi ha raccontato di Bruno.
«Come mi aspettavo mi ha seguito, e io non ho certo rifiutato di farmi raggiungere fino in casa, dove appena dentro, lui si è avventato su di me, che però ho volutamente fatto soffrire un poco. Mi sono fatta pregare.»
«Scusa, ma mio marito è un bel maschio, se cambio voglio cambiare in meglio, tu che mi offri? Sai per me le dimensioni contano, e anche le misure devono essere giuste, con un cazzetto non ci faccio nulla.»
«Ti assicuro che stava per scoppiargli il cazzo nei pantaloni. Lo ha tirato fuori, lo ha mostrato in tutto il suo splendore. Devo ammettere che ha una bella dotazione, sicuramente più lungo del tuo, ma il tuo è più grosso. Mi sono inginocchiata e lui cercava di spingerlo dentro la gola con forza.»
“Dai zoccolona! Succhialo, ingoialo tutto!”
«Lui spingeva, io mi sentivo eccitata e bagnata, ma volevo farlo soffrire ancora un poco, e ad un certo punto ho stretto i denti contro il suo cazzo, lui ha avuto un sussulto e si è calmato.»
“NO! Ti prego fai pure come ti pare, ma non morderlo, scusami non spingo.”
«L’ho guardato sorridendo, mi sono distesa sul divano, ho aperto la cosce e l’ho invitato a leccarmi per farmi godere.»
«Leccami, fammi godere. Solo allora prenderò in considerazione l’idea di farti scopare la mia fica, e voglio godere molto. Dai leccami porco!»
«Dovevi vedere con quanta passione e maestria mi ha leccato. Sono venuta due volte, devo ammettere che è veramente bravo, quasi come te. A quel punto avevo voglia di sentirlo dentro e lui si è scatenato.»
“Bella troia, ti scopo tutta! A che meraviglia! Lo sapevo che eri una vera puttana! Ti sfondo tutta! Godi vacca!”
«Mi ha scopato bene molto, ma non ha la tua resistenza, alla fine ho sentito che sarebbe esploso a breve, gli ho dato il colpo di grazia.»
«Dai porco, sborra, che la voglio sulle mie tette! Lo so che ti fanno impazzire! Dai sborra!»
«Non ha resistito un secondo di più. È venuto con un grido rauco e mi ha sborrato il seno. Ne aveva tanta, che lo ha veramente ricoperto. Lo voleva mettere in gola, ma io non ho voluto, lui poi si è seduto sfinito.»
Guardo mia moglie e cerco di capire se questa esperienza le è piaciuta. Lei esita un attimo nel rispondere mentre per tutto il racconto mi ha tenuto il cazzo in mano duro come il ferro. Lo succhia un poco, poi mi trascina su di se e lo vuole dentro.
«Prendimi, voglio sentire il tuo. Scopami, con lui mi è piaciuto, ma non sono soddisfatta, mi mancava la tua presenza, avresti dovuto ammirare la mia bravura di succhia cazzi e troia, invece tu eri con lei lontano, e io scopavo con lui senza te. Se lo rifacciamo, dobbiamo essere insieme. Adesso scopami, fammi tua, come mi fai impazzire tu nessuno!»
L’ho scopata facendola godere molto. Alla fine le sono venuto in bocca, lei lo ha ingoiato tutto, poi mi ha baciato. Da quella volta abbiamo sempre fatto tutto insieme, ma questo è un altro capitolo della storia.
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4 years ago
baxi18, 55
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Un ospite molto gradito.
Mi chiamo Paolo, ho ventinove anni, sono alto uno e settanta cinque, fisico snello occhi, e capelli scuri. Mi reputo una persona normale, lavoro come impiegato in una banca, sita a pochi minuti di strada da casa mia. Sono sposato da sette anni con Claudia, che ha la mia stessa età. Lei è una bella donna. Alta uno e settanta, con un fisico snello e armonioso. Tette sode, una quarta bella abbondante, un culo semplicemente perfetto. I capelli sono lunghi, ricci dorati, le labbra carnose, e invitati, due occhi verdi, da far girare la testa. Lavora come impiegata in una agenzia di assicurazioni. Anche lei come me, deve fare è pochissima strada, per andare al lavoro. La mattina usciamo insieme, e quando siamo giunti davanti al mio luogo di lavoro, lei deve solo attraversare la strada. A pranzo troviamo più conveniente, andare sempre insieme ad una tavola calda, posta nella via dietro il suo ufficio. Lei con le sue tre colleghe, io con i miei, ci troviamo, spesso a mangiare, scherzare con loro, che a detta di tutti, sono quattro belle femmine. Non sono geloso dei commenti anche allusivi, a volte pesanti, che sento nei loro confronti, in particolare su di lei. Ha volte ci ripenso, mi eccito, al pensiero che la desiderano in molti, ma poi alla fine, resta il fatto che io me la scopo. Il nostro appartamento, lo ha ereditato lei, dai suoi genitori. È situato al quarto piano di un grande palazzo, nella zona alta della città vecchia. È costituito da due camere matrimoniali, con ognuna annesso il bagno, una cameretta, una ampia cucina, un salone. In pratica è un rettangolo di duecento metri quadri, di cui quaranta, è costituito da un ampio terrazzo, da cui si accede, sia dal salone, che dalle grandi finestre delle camere matrimoniali, posti ai lati. Quando ho conosciuto Claudia, vi abitava solo con sua madre, il padre era deceduto quattro anni prima. Maria mia suocera, lavorava in conservatorio, che è a due minuti da casa nostra. Avendo delle camere in più, le affittava ai professori che venivano ad insegnare musica da fuori sede. Gli ultimi due anni della sua vita, le affittava, esclusivamente a due professoresse molto simpatiche, la professoressa Velia, e la professoressa Cecilia. Lo scorso anno sono andate, prima una, e poi l’altra, in pensione. Noi non eravamo più interessati ad affittare ancora le camere, in quanto non ne avevamo un reale bisogno. Quando se ne andata la signora Cecilia, prima di lasciare la camera, ci ha fatto una particolare richiesta.
«Mi permetto di chiedervi una cortesia per una persona che ritengo essere molto gentile, riservata, e assolutamente tranquilla. Si tratta del professor Giuseppe. Lui ogni lunedì arriva da Milano per insegnare, dorme in un B&B fuori città, perchè odia la confusione di un hotel. Ogni giorno, deve prende un taxi per venire, e uno per tornare. Quando gli ho parlato di voi, mi ha pregato di chiedervi, se lo potete ospitare. Vi assicuro che è una persona che non vi darà nessun fastidio. Vi conosco come due ragazzi davvero a modo e gentili, per questo gli ho parlato di voi.»
Guardo mia moglie che stringe le spalle, quasi a voler lasciare a me la decisione finale.
«Lo faccia venire questa sera, lo conosceremo, e vedremo di prendere una decisione.»
La sera al nostro rientro, lei ci raggiunge con il professore. Quando lo vediamo ci troviamo davanti a una persona alta, esile, dalla spiccata gentilezza. Indossa un completo con tanto di gilet, e papillon, capelli corti, bianchi, con un pizzetto interamente bianco, ma estremamente curato. Quando si presenta a mia moglie, gli fa un inchino con tanto di baciamano.
«È un vero piacere fare la vostra conoscenza. La mia collega, non che amica, mi ha parlato di voi, come una coppia tranquilla, e molto bella, ma devo ammettere vedendola, che lei signora, ha una classe che si nota subito al primo sguardo, mi creda, in questi tempi è merce molto rara. Vi prego, se vi è possibile, di concedermi l’utilizzo della camera, vi assicuro che non vi sarò di nessun disturbo. Sono disposto a pagare qualunque prezzo, ma credetemi, ne avrei molto piacere, siete le persone, e il luogo, che stavo cercando.»
Guardo mia moglie, vedo che mi sorride, quindi gli confermiamo le nostre condizioni, il compenso, e gli chiediamo, se ha qualche particolare richiesta da fare per il suo pernottamento, e una eventuale colazione. Ci chiede solo se può portare dei capi di abbigliamento, la prima volta che viene, perchè così, le volte successive, gli basta un semplice trolly. Per la colazione, non è un problema, lui stesso provvederà a portare una particolare miscela di the, di cui è particolarmente amante. Passano le feste di Natale, il Capodanno, e il tredici di Gennaio, di questo stranissimo anno, lui si presenta puntuale a casa nostra, con due enormi valige. In una ha tanti abiti, e scarpe, e altro. Nella seconda dei libri. Passano velocemente i mesi di Gennaio, Febbraio, e veramente ci rendiamo conto, che è una persona davvero tranquilla, riservata, e molto discreta. Esce la mattina, e torna la sera. Un breve saluto, poi si chiude in camera sua, sempre molto silenziosamente, quasi non se ne percepisce la presenza. La prima settimana di Marzo, ci comunica che verrà verso il fine settimana, perchè ha una laurea, e un concerto, a cui deve partecipare, ma che in ogni caso, ci lascerà libera la camera il sabato mattina, portando con se il suo trolly. Per noi non è un problema, lo invitiamo a lasciare le sue cose, fin quando non è il momento di prendere il treno. La sera dell’otto Marzo, quando entra in casa ci guarda sbigottito.
«Hanno bloccato tutti i treni. Non posso più raggiungere casa mia. E adesso come faccio?»
Lo guardiamo, è davvero sconvolto, sbigottito, confuso.
«Si calmi. Cercherà una soluzione lunedì mattina, per ora può restare a dormire come sempre qui da noi.»
Mi guarda incredulo, sgomento.
«Forse non vi è chiara la situazione, hanno dichiarato la Lombardia zona rossa, e tutto è bloccato, in quarantena, tutte le regioni sono chiuse!»
«Ne siamo a conoscenza, anche noi da lunedì lavoreremo da casa, in Smart working. Prenda la cosa con calma, valuti la situazione. Qui, lei può restare a suo piacimento. Per il mangiare non è un problema, se ci dice cosa le piace, Claudia, che è una brava cuoca, lo cucinerà per lei, altrimenti lo potrà ordinare da asporto. Per il resto, lei si è sempre dimostrato una persona gentile, discreta, mite, e tranquilla, cercheremo di non darle troppo disturbo. Lei avrà i suoi spazi liberi come noi. Con un poco di buona volontà, staremo bene, fino alla fine della quarantena.»
Ci guarda come dei salvatori.
«Non ci sono piatti particolari che deve cucinare, credo, che quello che mangiate voi, andrà bene anche a me, ma c’è un aspetto che voglio mettere in chiaro, riguardo il compenso. Fino ad oggi, io venivo, poi me ne andavo, ma dovendo restare almeno una quarantina di giorni, direi che devo considerare di darvi un aumento dell’affitto, e partecipare alle spese specie quelle alimentari.»
Prima che possa rispondere è Claudia che parla.
«Professore, siamo consapevoli che si tratta di un evento anomalo, quindi non ce la sentiamo di approfittarne. Il frigo è pieno, e quando sarà necessario rifornirlo, lei potrà decidere, cosa le piace avere, e metterà un terzo della spesa. Per il resto va bene così.»
Passiamo le prime due settimane di assoluta tranquillità. Noi la mattina siamo impegnati nel lavoro, io in camera nostra, mentre Claudia usa la cameretta, per non intralciare le conversazioni o altro. Lui passa le sue giornate a leggere, partecipa alla vita casalinga apparecchiando la tavola, aiutando in tante altre cose. Scopriamo che è una persona molto colta, che ha per tanti anni accudito la madre malata, per questo non si è sposato. Ha cinquanta due anni, ed è simpatico, molto ironico, specie con se stesso. Ben presto entriamo in confidenza, vedo che spesso e volentieri i suoi occhi indugiano sulle splendide curve di mia moglie. Per noi la sua presenza non crea molti problemi. Sappiamo che la sua camera è immediatamente dietro il sottile muro che le separa dalla nostra, e le prime volte, per scopare, andavamo in bagno, poi ad entrambi, ci ha preso il desiderio di provocarlo un poco, allora Claudia, vuole essere scopata nel nostro letto, gemendo un poco, quando viene, quel tanto che basta, perchè lui la senta godere. Una sera abbiamo anche fantasticato di averlo con noi.
«Prova ad immaginare, se adesso lui ti mette il cazzo in gola.»
Lei mi guarda, prende la mia mano, mette due dita in bocca gemendo. La sento godere molto, lei mi incita scoparla più forte.
«Scopami più forte. Dai fammi godere.»
Gode, poi mi prende il cazzo in bocca, lo succhia con molta passione, fin quando le inondo la gola.
«Amore dai che godo. Accidenti, mi uccidi!»
Passano i giorni lentamente, e complice la bella stagione, vedo Claudia che lo guarda con occhi diversi. Mi rendo conto che non sono geloso, ma al contrario mi eccita tutta la situazione che si sta creando. Il secondo sabato, è una bella giornata di sole, Claudia decide di prendere il sole sul terrazzo, che essendo in alto sulla città, offre questa possibilità senza lo sguardo di occhi indiscreti. In passato, lei ha avuto modo di farlo anche nuda, tanto è riservato questo spazio. Io dalla mia camera, sto mettendo ordine nel mio pc da lavoro, mi gusto la scena. Prende un lettino solare, si distende dopo averci messo un telo di spugna. Si sdraia a pancia in giù, poi scioglie i lacci della parte sopra del costume, molto esiguo che indossa. Infatti il sotto è costituito da un due triangoli di stoffa, quello dietro è già scomparso fra i glutei, mentre quello davanti, che è più piccolo, copre appena la fica. Viene tenuto legato ai fianchi con un semplice fiocco. Il professore che sta leggendo un libro sotto il grande ombrellone aperto, vedo che la guarda sempre più con insistenza. Noto il bel rigonfiamento sui suoi pantaloni di lino bianchi. Sono coperto dalla tenda, allora decido di prende la mia macchina fotografica Canon, per immortalare ogni singolo dettaglio, e osservo la scena. Claudia sono sicuro lo provocherà in qualche modo. Da quando stiamo insieme non ho mai tradito mia moglie, e penso che anche lei non lo abbia mai fatto, anche se a volte qualche dubbio l’ho avuto. Del suo passato non ho mai chiesto molto, mentre lei del mio è informata di tutto quello che c’è da sapere, in quanto sono il cugino della sua migliore amica. Adesso però voglio vedere fin dove si spinge con il professore.
Si solleva, e con uno sguardo malizioso rivolto a lui, gli mostra il flacone della protezione solare.
«Professore, sarebbe così gentile da spalmarmi un po’ di crema sulle spalle. Non mi vorrei scottare.»
Lui che sembrava non aspettare altro, si avvicina al lettino, si inginocchia, e dopo aver scostato i capelli scoprendo il collo, prende il flacone, lascia cadere una lunga e sottile striscia bianca di crema, che va da una spalla all’altra. Osservo la scena, subito mi rendo conto che lui, non sta spalmando una crema, ma dai movimenti che sta facendo, le pratica un vero e proprio massaggio. Mi sposto dalla camera al salone, dove ho una visuale migliore. Lui le massaggia il collo, poi scende lentamente giù dalle spalle, fino al bordo inferiore del costume. Lungo la spina dorsale, esegue dei movimenti sia rotatori, sempre dalla colonna verso l’esterno, per poi risalire fino al collo. Claudia resta immobile, sta girata di lato verso di lui, deve aver già notato il bozzo dei suoi pantaloni. Mi sembra che adesso abbia aperto anche un poco le gambe. Lui dopo aver a lungo massaggiato la schiena, scende in basso, lascia cadere una sottile striscia bianca su di una gamba, poi la massaggia partendo dl piede, poi il polpaccio, il ginocchio, sale fino alla attaccatura della gamba. Esegue lo stesso rituale dall’altra parte, poi con entrambe le mani di colpo slaccia i due fiocchi del sotto del costume.
«Questo non serve.»
Claudia ha avuto un leggero sussulto, quando lui ha sciolto i lacci, poi si solleva, e lascia che lui sfili l’inutile indumento. Adesso lui ha sotto di se mia moglie, completamente nuda, con il suo fantastico culo in bella mostra. Lascia cadere due strisce bianche di crema che sembrano due schizzi di sperma, poi con entrambe le mani la spalma su quei due splendidi glutei. Ho il cazzo così duro che mi scoppia. Scatto e osservo, cercando di capire fin dove lei si vuole spingere. Massaggia il culo con molta lentezza. Insinua i due pollici fra le antiche, ma non affonda nel sesso, lo accarezza, lo massaggia, e palpa con estrema maestria. Dopo averla fatta eccitare, ho visto più volte il suo corpo vibrare per quelle carezze, lui si abbassa su di lei, chiede qualche cosa, e lei accetta annuendo con un cenno del capo. Probabilmente le ha chiesto di rigirarsi. Lui si sposta, lei si rigira, si distende supina. Lui le scosta i capelli, osserva tutto quel bel vedere disteso davanti a lui. Lascia cadere ancora della crema fra i seni, poi incomincia a massaggiarla davanti, ad un tratto si gira verso di me.
«Vieni fuori, che da vicino, le foto vengono meglio.»
Azz! Mi ha sgamato! Esco un poco titubante. Mi rendo conto, che sto osservando mia moglie nuda, davanti ad un altro maschio, che adesso ha una completa visione del suo stupendo corpo. Immobile li osservo, mentre lui continua a massaggiarla, senza mai toccare, ne il seno, ne la fica. Si muove lungo il suo corpo, con estrema lentezza. Claudia geme, si morde il labbro inferiore. Sta godendo del massaggio che la illanguidisce, la fa vibrare nelle sue mani. Lo guardo eccitato ma in silenzio, scatto foto dei dettagli, poi lui si gira, mi guarda, mi fa un cenno del capo mentre parla.
«Prendi la seggiola, metti la fotocamera in modalità video, voglio un ricordo di questo momento.”
Ancora un poco imbambolato eseguo, metto la foto camera in posizione ottimale per avere una perfetta ripresa. Lui continua a massaggiare mia moglie che geme in silenzio. Resto vicino, e ricevo un nuovo ordine.
«Spogliati.»
Lo guardo stupito, poi rapidamente mi denudo. Subito si nota la mia forte erezione. Mi avvicino, lo guardo. Claudia sta assaporando il massaggio, io sono convinto che presto raggiungerà un orgasmo. Lui mi guarda, poi mi impartisce un nuovo ordine.
«Avvicinati, fatti succhiare il cazzo.»
Come un automa eseguo il suo ordine. Sono di lato, lo guardo mentre si mette della crema sulle mani, poi afferra i seni e li massaggia lentamente. Vedo mia moglie che tende il corpo. Solleva la mano sinistra, afferra il mio cazzo. Lo stringe, mentre si gode il gioco dei pollici, che gli torturano i capezzoli. Dopo aver massaggiato bene i seni, lui allunga la mano destra, scivola fra le sue gambe. Lei avverte la mano, apre le cosce, inarcando le gambe. Dopo una lenta carezza, lui infila deciso due dita dentro la sua fica, che gronda di umori. Subito Claudia ha un sussulto, geme, mi guarda rapita dal piacere, che sta provando. La masturba con sapiente lentezza. Si muove, facendo scorrere le dita, dentro e fuori, facendole ruotare. Lei gode e geme. Lui mi guarda, mi impedisce un nuovo ordine.
«Spogliami, tirami fuori il cazzo.»
Lo guardo senza capire, ma una occhiataccia di Claudia mi scuote. Passo dietro di lui, con molta attenzione inizio a slacciare la cinta. Immediatamente, percepisco la presenza di un membro duro, a contatto della mia mano. Lo libero, vedo che ha una bella dotazione. Non è molto lungo. Forse nella media, ma è sicuramente più grosso del mio. La cappella è decisamente più grande. Claudia si gira di lato, lo afferra con la mano libera, lui mi guarda, mi impartisce un altro ordine.
«Mettiti qui, lecca la sua figa. Non deve godere. La voglio carica, molto eccitata, per quando la scopo.»
Eseguo. Mi inginocchiò fra le cosce di mia moglie, che adesso sta leccando la cappella, e il cazzo del professore. Sento il profumo di femmina in calore, che emana la sua fica. Lo aspiro, mi inebrio di lei, poi con la lingua incominciò a leccare, facendo dei cerchi. Passo fra le grandi labbra, da cui sgorga il suo piacere, quando sento che sta per godere, rallento. Lei intanto ha in bocca quasi tutto il cazzo, che adesso mi sembra anche più grande. Geme, lo succhia con molta passione, lui apprezza.
«Brava, succhia, poi leccarmi anche le palle, così bravissima. Scendi fino al culo, che mi piace»
Lo vedo sollevare una gamba, lei che insinua la testa sotto di lui, lecca con molta enfasi anche il suo buco del culo. Dopo che lei ha leccato tutto per bene, lui mette una mano sulla mia spalla, mi fa spostare. Si inginocchia fra le sue gambe, appoggia il cazzo fra le grandi labbra facendolo scorrere lungo il taglio. Afferra le cosce sollevando un poco il suo corpo teso, che non aspetta altro che di essere posseduto. Claudia geme, lo incita a prenderla, è vogliosa ma lui esita.
«Prendimi, dai mettilo dentro.»
Lui indugia, mentre io lo guardo senza capire. Poi si gira e con voce calma, mi impedisce l'ennesimo ordine.
«Prendi il mio cazzo e imboccato. Dai, non vedi che lo vuole. Devi essere tu, a donarmi la fica di tua moglie.»
Basito. Mi muovo come un automa. Afferro il cazzo che sta per possederla, lo imbocco. Lentamente lui lo spinge dentro, mentre Claudia porta le gambe dietro di lui, cercando di aumentare la penetrazione, ma lui non ha fretta. Affonda tutto dentro di lei, che inarca il corpo, per riceverlo meglio. Resta un momento immobile, poi incomincia a pomparla, con affondi decisi, sempre con una estrema lentezza. Lei gode e lui quando lo ha tutto dentro, fa una mossa rotatoria, che sembra voler allargare la fica ancora di più. Lo guardo estasiato, lui mi ordina di mettere il mio cazzo in bocca a mia moglie.
«Dai fattelo succhiare, ma non venire.»
Sono eccitatissimo, ma eseguo. Mi posiziono sopra il capo di Claudia, che si infila il mio cazzo tutto in bocca. Mi succhia divinamente, mentre lui lo scopa con molta calma, facendo in modo che lei assapori bene, il piacere che le sta donando. Allungo le mani, afferro il seno, giocando con i capezzoli. Claudia sta godendo molto. Sono così preso da tutto questo, che lui improvvisamente, mette una mano dietro la testa, mi attira a se, e mi bacia. Per un attimo resto immobile, poi apro la bocca, rispondo al bacio. Sono sconvolto da tutto questo. Non ho mai avuto nessun contatto con un maschio, e poi che maschio! Quello che si sta scopando mia moglie! Mi infila la lingua in bocca, alla ricerca della mia, poi limoniamo un poco. Poi si stacca, e si sfila da lei.
«Cambiamo posizione che la voglia godere di più.»
Si distende supino, la fa impalare su di lui. Claudia si distende, ricomincia a godere. Mi metto davanti a lei, le infilo di nuovo il cazzo in bocca. Mentre mi succhia, lui dal basso la scopa, con delle spinte che le fanno sobbalzare i seni, che lui afferra, impasta e puoi succhia i capezzoli. Lei gode a ripetizione, mentre mi succhia il cazzo, infilandolo tutto in fondo alla gola. Dopo l'ennesimo orgasmo, cambiamo di nuovo. Ora sono disteso sotto, con lei su di me. Sento la sua fica ben aperta, molto fradicia da quanto ha goduto. Lui si mette dietro di lei, gli lubrifica il forellino anale. Mi aspettavo un rifiuto da parte di Claudia, che non mi ha mai concesso il culo, invece dopo che ha di nuovo avuto l’ennesimo orgasmo, lui le appoggia la cappella, poi affonda dentro di lei. La sento irrigidirsi un poco, sento il mio cazzo stretto nella fica, dal passaggio di quello di lui, poi lei mi guarda, ma non dice nulla, mentre lui le incomincia a pompare il culo. Claudia gode, lui la sbatte con più impeto.
«Che bel culo aperto. Mi piace tantissimo scopare in doppia un femmina. Dai che ti facciamo impazzire.»
Sono al limite. Sento dentro di me forte desiderio di godete, mentre la mia mente è sconvolta dalle parole di lui. Claudia gode tantissimo, io sono vicino al mio piacere. Lui mi guarda, mi esorta a sborrare.
«Dai vieni, che poi la inondo pure io.».
Un ennesimo orgasmo di lei, provoca il mio. Con un grido strozzato, mi svuoto nel suo ventre. Lei mi sente, mi bacia con passione. Lui la sbatte ancora un poco, poi lo sfila, si porta davanti alla sua faccia, scarica dei fiotti densi di semenza sul suo viso, in bocca, gridando il suo piacere. Claudia afferra la mazza che le sta inondando il viso, lo lecca, succhia e pulisce alla perfezione. Stremati ci mettiamo seduti appoggiati al muro. Lui bacia Claudia in bocca, lei ricambia con dolcezza. La guardo, per un momento mi rendo conto che non la conosco. Quante cose di lei che non so. Il culo aperto, essere pronta a una doppia, lasciare che un maschio la faccia godere davanti a suo marito. Ho mille dubbi, e credo anche, altrettante corna. Lei intuisce il mio disagio, ma è lui che parla per primo.
«Siete meravigliosi. Da tanto tempo cercavo una coppia come voi. Ne conoscevo una, ma poi si sono trasferiti, io ero alle prese con la malattia di mia madre, non ho avuto il tempo di cercare ancora. Mi siete piaciuti subito. Mi piacerebbe che fra di noi, ci fosse della complicità. Vorrei che tu amico mio, avessi ben chiaro, che io non voglio portarti via tua moglie, ma essere il tuo fedele alleato, per farla impazzire di piacere. Facevo i massaggi a mia madre, per questo è stato bello farlo a te, adorabile creatura. Mi hai eccitato dal primo momento che ti ho visto, sentirti godere di notte fra le sue braccia, ha solo aumentato il mio desiderio di averti.»
Lo guardo stupito, poi guardo anche Claudia che abbassa il capo e mi elargisce la sua spiegazione.
«Dopo la morte di mio padre, avvenuta quando io avevo diciotto anni, la mamma che si faceva scopare da un professore di musica, per averlo meglio a disposizione, lo ha convinto ad affittare una delle due camere. Io ho capito subito, che fra loro vi era un rapporto, li ho spiati per capire quello che si provava a farsi scopare. Assieme a quello che scopava mia madre, è arrivato anche un altro uomo, molto bello, e con tanto fascino. Lui veniva solo tre giorni alla settimana, ha subito capito che mi piaceva. Ben presto sono finita nel suo letto. Mi scopava meravigliosamente, io ne ero molto lusingata. Mi ha sverginato il culo, in maniera sublime, e per circa un anno, sono stato la sua adorabile troietta. Poi sua moglie è voluta restare incinta, lui si è fatto trasferire. Io però avevo preso gusto a farmi scopare da uomini maturi, così quando è arrivato un altro professore, mi sono scopato anche quello. In breve si era sparsa la voce, che a me i cazzi maturi piacevano, così a giro in tanti affittano la camera. Spesso venivano anche in due, con la scusa di una visita, mi scopavano in doppia e godevo tantissimo. Alla fine pur di avermi in due, mi facevo fare qualche regalo. Uno degli ultimi mi ha scopato in doppia, era il titolare di una agenzia assicurativa, mi ha proposto di andare a lavorare per lui, che cercava una bella ragazza per l’ufficio, e una troia per se. Sono andata a lavorare per lui. Per due anni sono stata la sua amante, poi hanno aperto la filiale qui vicino, allora mi sono fatta trasferire, ho conosciuto te, mi sei piaciuto subito. Mamma che aveva già incominciato ad avere dei problemi di salute, ha deciso di smettere con il suo amico, così ha affittato le camere solo alle due signore, che erano due lesbiche, così potevano passare due i tre notti insieme, senza destare sospetti Quando ho visto lui, mi è presa una voglia di fare sesso di nuovo con uno maturo. Sapevo che avrei sicuramente rischiato di fare un casino, ma non ho saputo resistere.»
La guardo, poi guardo lui che mi sorride, mi parla con calma.
«Amico mio, avessi trovato io, una donna come lei, me la sarei tenuta sempre fra le braccia. Se ha scopato, o scopa, anche con altri, non te ne fare un cruccio, ma un vanto. Hai una bella donna che ti ama, e scopa anche con te, che vuoi di più dalla vita. Io sono molto felice, di aver vissuto questo momento con voi. Spero di poterlo replicare, ogni volta che voi vorrete.»
Guardo lei che mi abbraccia, e bacia con passione. Tutti i miei dubbi svaniscono. Per il restante periodo, abbiamo scopato Claudia, come minimo due volte al giorno, spesso lui, anche da solo. Era sconvolgente vedere come la faceva impazzire di piacere, lei si lasciava sfondare ogni buco. Il quattro Maggio, è risalito a casa sua. Per una settimana non lo abbiamo sentito. Subito ci siamo resi conto che ci mancava la sua presenza. Claudia mi ha detto che in certi momenti, si era sentita di amarlo, quasi come me. Poi alla meta del mese è tornato. Appena dentro casa, lei si è fatta scopare da lui, per una notte intera, mentre io mi sono solo limitato ad osservarli, mentre godevano. Da quella sera lui è diventato un gradito ospite del nostro letto e spesso porta fuori Claudia a cena come se fosse la sua donna. Io mi ammazzo di seghe pensando a loro che sono a cena e quando ritornano poi scopiamo insieme essendo tutti molto eccitati. Mi fa impazzire vedere mia moglie godere con lui, e mi rendo conto che questo la rende davvero felice, e per lei farei di tutto, anche portare delle stupende corna.
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4
4 years ago
baxi18, 55
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Incesto sconosciuto.
Mi distendo al sole, sono in vacanza in Toscana. Sento il calore sulla pelle, mi guardo intorno, sono quasi sola, nuda. Amo esserlo, è il solo modo per prendere il sole che amo, non mi piace farlo in nessun altro modo. Sono venuta dalla Francia, sono figlia di genitori separati da anni. Avevo sei anni, quando i miei si sono separati, io con mia madre, lui sparì. Col tempo sono riuscita a sapere i motivi, della separazione, un problema di gelosia di mia madre. Lui era, anzi è un bell’uomo, sempre al centro delle attenzioni delle donne, questo ha fatto sempre impazzire mia madre, che pur amandolo, lo ha lasciato. Oggi io ho venti anni, alta uno e ottanta, capelli neri e ricci, occhi azzurri, cosce lunghe, il seno una bella terza, ben alta. Ho deciso di passare due settimane a riposarmi qui, nella terra di mio padre. Ho il suo indirizzo. Lui e mia madre, si sono sempre sentiti, lei ha anche una sua foto recente, credo che lo ami ancora. Mentre lui, non ha mai chiesto nulla di me, o almeno credo. Ieri ho preso l’auto, sono andata vedere dove abita, è proprio la costruzione che mi ha descritto mamma. Bella, a strapiombo sul mare, in uno dei posti più belli della costa, ma non ho voluto cercarlo, forse lo farò domani. Sono le dodici, mentre sto mangiando dell’uva, improvvisamente lo vedo venire verso di me. È veramente un bell’uomo. Spalle larghe, un bel quarantacinquenne di puro fascino. Capelli brizzolati, portamento fiero. Lo seguo con lo sguardo. Mi nota, mi fa un cenno di saluto col capo, poi si sdraia vicina a me, a circa cinque metri di distanza. Lo osservo. Mi piace, probabilmente lui non immagina nemmeno chi sono, decido di giocare con lui. Lo provoco un poco, apro le cosce distrattamente, vedo che lo nota, poi mi alzo, vado verso il mare, mi bagno. Mi segue con lo sguardo. Non perde un solo movimento che faccio. Quando torno al mio asciugamano, mi piego volutamente con il mio fantastico culo verso di lui. Mi distendo, con la coda dell’occhio vedo che si è eccitato. Bene, era quello che volevo! Devo trovare un motivo banale, per attaccare discorso. La fortuna mi viene in aiuto, una folata di vento fa volare il mio cappellino verso di lui, che lo afferra, me lo riporta.
«Grazie, è molto gentile, con il sole che picchia, era un vero problema.»
Mi osserva, forse nota qualche cosa di famigliare, mi sorride.
«Permette, mi chiamo Lorenzo, lei?»
«Sono Carla.»
Mi osserva attentamente, lo invito a sedersi con me. Incominciamo a parlare di tante cose, del tempo, la spiaggia, il piacere di stare nudi. Mentre parlo continuo a provocarlo. Mi distendo sempre in modo tale, che lui abbia sempre in bella vista la mia fica, lui non può resistere, ha un’erezione superba. Il suo cazzo svetta grosso, duro, vorrei prenderlo in bocca, ma voglio divertirmi ancora. Mi chiede, se mi farebbe piacere vedere il tramonto, dalla punta del promontorio. Lassù. Mi indica una casa sulla punta.
«Quella è casa mia.»
Accetto, ormai ho deciso di stare al gioco. Andiamo alla mia macchina, lui è sceso a piedi, mi lascio guidare da lui, fingendo di non sapere la strada, poi arriviamo. La casa è una vecchia torre, con annesso una piccola costruzione. Mi invita a salire su, dalla terrazza, la vista è mozzafiato. Lui osserva con me, il sole che tramonta, lo sento appoggiarsi al mio sedere, il suo cazzo è in tiro, lo lascio fare. Appena l’ultimo raggio di sole è sparito, mi giro, mi abbasso, lo prendo in bocca. Lo succhio, lo lecco, ingoio un testicolo, lui geme intensamente. Mi sto bagnando, siamo nudi. Sento le sue mani afferrare i miei seni, li impasta, li strige, mi piace. Mi solleva, mi appoggia al muro. Mi fa sedere sulla pietra, mi apre le gambe, ora è lui che si abbassa, mi lecca. Sento la sua lingua insinuarsi dentro di me. Mi fa godere, afferro il suo capo, lo schiaccio sulla mia vulva, mi sta leccando, io ho il primo orgasmo, forte, intenso, sconvolgente. Urlo. Continua succhiare i miei umori, che ora sgorgano copiosi. Lo voglio, lo trascino su, lo bacio. Mi solleva, ora sono alla sua altezza, mi infila dentro il suo palo. Urlo di nuovo. Mi infila con un colpo solo. Lo sento arrivare con forza, fino in fondo, mi schiaccia l’utero, mi provoca un piacere, nel piacere. Lo afferro, lo graffio. Godo. Lui è una furia scatenata. Mi pompa come un forsennato, con colpi tremendi, lo sento ansimare, gode, io con lui. Il suo, va e vieni, aumenta di colpo, lo sento pronto ad esplodere. Mi osserva stupito, ma continua scoparmi con forza, poi gode anche lui. Lo sento di colpo spingerlo tutto dentro, urla il suo piacere, mentre mi inonda il ventre. Al suo grido, gli fa eco la mia voce, strozzata da un nuovo orgasmo.
Lo bacio con furore. Sento la mia fica riempirsi di liquido caldo, bollente. Mi inonda. Resto immobile per un momento, a riprendere fiato. Lui esce da me, mi inginocchio, lo prendo di nuovo in bocca. Lo succhio, lui si gira, si appoggia al muro, lo lecco. Geme, mi dice con voce strozzata che sono fantastica, che lo faccio morire, mentre il membro, che tengo in bocca, ritorna ad essere duro, ben teso. Mi alzo, mi giro, mi bagno il mio culo con la sborra che mi cola dalla fica. Il mio gesto lo sorprende.
«Dai, che aspetti, lo vedi che lo voglio nel culo! Prendimi anche nel culo.»
Lui si mette dietro di me. Lo sento spennellare la cappella fra gli umori della fica. Poi con decisione si posiziona, mi infila il cazzo in culo, con un solo affondo, deciso, duro. Non si fa pregare. Mi incula con forza. È tremendo, mi assesta dei colpi fortissimi. Godo, lo incito a farmelo uscire dalla bocca. Ho un orgasmo sconvolgente. Tremo tutta.
«Bella vacca! Ti sfondo!»
Mi urla, lo sento gonfiarsi. Urlo il mio piacere. Lo invito a sborrarmi in culo.
Mi devasta con bordate tremende, poi lo sento arrivare. Grida il suo piacere, quando mi scarica dentro, il suo seme bollente.
Il suo grido, è il segnale del mio ennesimo orgasmo, tremo tutta. Lo sento svuotarsi dentro di me, poi si siede sfinito.
«Sei una femmina incredibile, mi hai distrutto.»
Lo guardo, mi rivesto alla meglio, lo saluto con un bacio, lo guardo negli occhi.
«Sono molto di più, di una femmina incredibile, sono tua figlia!»
Lui mi guarda, rimane stupito. Ho avuto quello che volevo, mi giro, esco. Prendo l’auto, girovago tutta la notte. Ho mille pensieri, che mi passano per la mente. La mia parte razionale, si domanda per quale motivo l’ho fatto, forse per vendicarmi, di come lui ha fatto del male a mia madre. L’altra metà di me, dice che lo volevo. E l’unica spiegazione a cui giungo, è che sono una troia. Lo volevo, mi ha fatto impazzire di desiderio, vederlo eccitato. Passo due giorni, cercando il più possibile di stare alla larga da lui, ma poi il terzo giorno, ritorno al tramonto, davanti a casa sua. Mi vede, mi viene incontro. Restiamo un attimo immobili, ci guardiamo senza proferire parola, poi mi abbraccia, mi bacia, mi solleva. Entra in casa tenendomi fra le braccia, mia adagia sul letto in camera sua. Sciolgo il nodo che lega il mio pareo, in un attimo sono nuda, lei si è spogliato velocemente. Si distende al mio fianco, le sue mani incominciano a scorrere sul mio corpo, mi procura dei brividi di piacere. La sua bocca si impossessa del mio capezzolo destro, lo succhia con decisione, poi scende lungo il mio corpo, raggiunge la mia ostrica, che già secerne nettare profumato, lui lecca, succhia, facendomi godere subito. Mi giro, afferro il suo membro già gonfio, duro, lo porto alla bocca. Lo ingoio, lui geme di piacere, mi supplica di continuare.
Mi lascia giocare ancora un poco, poi si rigira, mi distende sotto di lui, mi penetra con decisione. Lo sento affondare dentro di me, subito mi fa provare un nuovo orgasmo. Godo e tremo sotto di lui. Mi sbatte, pompa come una furia scatenata. Mi fa impazzire di piacere. Mi rigira in diverse posizioni, fin quando dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi scarica nel ventre, una dose industriale di semenza bollente. Quando lo sento arrivare, urlo il mio ennesimo orgasmo.
Mi bacia, poi lentamente lo lascio distendere al mio fianco. Mi guarda, sento il suo respiro farsi profondo quando parla.
«Mi hai fatto impazzire, quando mi hai detto che potevi essere mia figlia. Per un attimo ti ho creduto. Poi mi sono detto che non era possibile. Tua madre mi ha detto, che nostra figlia si è sposata, che vive in America a Boston. Quindi mi sono detto, che era solo uno stupido scherzo, che se era solo sesso, saresti tornata a trovarmi. Eccoti qui, questo conferma la mia teoria.»
Lo guardo, gli sorrido, prendo la mia borsa, gli mostro le foto di me, con mia madre, gli faccio vedere i miei documenti.
«Sono tua figlia, sono venuta qui perché volevo capire, per quale motivo hai abbandonato mia madre. Sei un bastardo per averlo fatto, mi volevo vendicare. Poi mi sei piaciuto, non ho avuto più nessun desiderio di vendetta, ma solo un forte impulso di averti ancora dentro di me. Purtroppo mi sei piaciuto troppo, adesso non ho la forza di stare lontana da te. Il tuo corpo, il tuo sesso, mi fa impazzire, allora ho intuito il motivo per cui mia madre, mi ha mentito su di te. Non sei tu, che l’hai lasciata, è lei, che non ha avuto la forza di restare al tuo fianco, per la forte gelosia che sentiva, quando le altre femmine ti guardavano. Per me è diverso. Voglio stare con te, e se ti devo dividere con altre, non me ne importa nulla. Voglio solo che mi scopi, e basta.»
Mi guarda, mi abbraccia forte, mi bacia con tanta passione.
«Ho sofferto tantissimo quando lei se ne andata. Volevo notizie su di te, ma lei ha sempre detto che tu, non volevi saperne di me. Le ho chiesto qualche foto, adesso ti mostro quelle che mi ha inviato. Non sei tu quella che c’è raffigurata. Vorrei che restassi, che faremo insieme tutto quello che vorrai. Voglio recuperare il tempo, che lei ci ha tenuto lontani, ti prometto che ci sarai solo tu, nella mia vita.»
Lo bacio, sento il suo sesso di nuovo duro, salgo su di lui, lo infilo ancora dentro il mio ventre. Mi lascio scopare per un tempo lunghissimo, durante il quale lui mi fa godere fin quasi allo sfinimento. Da quel giorno vivo con lui. Ho scritto a mia madre dicendole di andare al diavolo, per avermi tenuto lontana da lui. Adesso sono incinta di un figlio suo, il mio futuro lo vedo solo e soltanto con lui.
18
6
4 years ago
baxi18, 55
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Quando si dice l'amicizia
Dura la vita per un ragazzo appena arrivato a Milano. Ma le amicizie servono a superare gli ostacoli e facilitare l'integrazione in una realtà tutta nuova e da scoprire. Questa è stata la mia prima vera esperienza "particolare". Il mio nuovo lavoro mi ha catapultato in una realtà metropolitana a me sconosciuta ma grazie a Francesco ho iniziato a conoscere pian piano Milano in tutte le sue sfaccettature, anche le più intriganti. Eravamo colleghi di ufficio io e Francesco e un bel giorno mi ha rivolto un invito per cena per il sabato successivo che naturalmente ho accettato. La moglie, Elisa, oltre che essere bella, è anche una brava cuoca e quel sabato ha preparato una cenetta niente male, risotto al brasato, roast beef, il tutto accompagnato da un buon vinello. La serata è poi proseguita a parlare di salento, le mie origini e di mare, particolarmente adorato da Elisa per averci trascorso più di qualche vacanza. A fine serata ho ringraziato per l'invito e per la cena ed ho salutato i miei nuovi amici milanesi.
Il lunedi successivo Francesco mi ha chiesto se mi fossi trovato bene e naturalmente gli ho risposto di si, molto bene, è stata la sua replica, se ti và sabato sei ancora nostro ospite. E così è stato. Il sabato successivo mi sono presentato a casa di Elisa e Francesco e questi, accogliendomi mi ha detto che la moglie era fuori e che sarebbe rientrata da lì a poco. Dopo circa 10 minuti sentiamo aprire la porta ed era Elisa in compagnia di un'altra donna: Vieni Eleonora ha esordito Elisa, che ti presento un bel terruncello, e dopo i convenevoli di rito ci siamo accomodati per la cena, che è servita per far conoscere ad Eleonora le mie origini salentine e per parlare anche di mare e vacanze. Finita la cena ci siamo accomodati sul divano e i discorsi sono pian piano scivolati sulle esperienze fatte in vacanza e l'occhio mi è scivolato sulle gambe di Elisa che erano massaggiate dalle mani del marito Francesco. I massaggi si facevano sempre più audaci e le gambe di Elisa erano completamente aperte, quando anche la mano di Eleonora ha iniziato a sovrapporsi a quelle di Francesco. A quel punto non c'era più niente da capire, era tutto chiaro e naturalmente non mi sono tirato indietro. Ho iniziato a toccare le cosce di Eleonora mentre le nostre labbra hanno iniziato a cercarsi. Ad un certo punto Elisa si è alzata e si è inginocchiata verso le gambe di Eleonora ed ha iniziato a frugarla con la lingua e sentivo i suoi gemiti di piacere. Che spettacolo ragazzi, non ci capivo più niente. Francesco in piedi sul retro del divano si è avvicinato alla faccia di Eleonora egli ga appoggiato il suo cazzo sulle guance invitandola ad avvicinarsi con la bocca, cosa che ha subito colto ed ha iniziato a lavorarlo di bocca mentre la moglie la slinguettava in figa. Girandosi sul divano Eleonora ha continuato a spompinare Francesco e mi ha mostrato il suo didietro, uno spettacolo invitante, infatti ho iniziato a penetrarla in figa, era tutta bagnata di piacere. Lo stesso trattamento è stato riservato anche alla moglie di Francesco, continuando poi con una doppia che l'ha mandata in estasi per poi continuare anche con Eleonora fino a quando, oramai al limite siamo venuti nelle loro bocche ingorde. Vederle poi rotolarsi sul tappeto intente a baciarsi e a leccarsi a vicenda è stato uno spettacolo sublime, ma un conto è raccontarlo, altro è viverlo, ed io fortunatamente l'ho vissuto. Alla prossima!
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4 years ago
carpediemsalento,
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