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Tempi di scuola
Questa volta vi racconto un episodio che mi capitò quando frequentavo la quarta classe all'Istituto Tecnico Commerciale Gino Zappa di Milano. All'epoca ero ritenuta un'alunna modello, fra le più brave della classe e alcune compagne mi guardavano con una punta d'invidia. All'interno della classe, come sempre succede, si formano inevitabilmente i gruppi di amicizia o di studio e anch'io finii in questo disgraziato "meccanismo". Un giorno però Beatrice mi chiamò in disparte e mi invitò nella casa di campagna dei suoi genitori, situata nella provincia di Varese. La cosa mi risultò un po' strana, però l'idea di poter allargare la mia sfera di amicizie all'interno di una classe abbastanza divisa mi allettava non poco. Accettai e Beatrice mi disse che sarebbero venute con noi anche Anna, Simona e Giulia. L'appuntamento venne fissato per il sabato successivo e Beatrice, ripetente e più grande di noi, ci avrebbe portato alla mèta in auto. Tutte noi "invidiavamo" Beatrice che già poteva guidare e in più possedeva anche un'auto tutta sua. Al sabato alle tredici e trenta la campanella suonò e tutte e cinque ci precipitammo verso l'utilitaria di Beatrice, alla volta della casa di campagna. Lì saremmo restate fino alla domenica sera, per trascorrere un tranquillo week-end... di paura! Dopo circa un'ora e mezza o poco più arrivammo, dopo aver percorso una strada sterrata abbastanza lunga, alla casa di campagna situata in mezzo ad un bosco. Ero molto euforica, in quanto i miei genitori mi avevano accordato il permesso di rimanere fuori casa per ben due giorni. Entrammo nella casa che era "povera", ma molto ben tenuta. Ci sedemmo al tavolo e Beatrice ci offrì delle bibite a temperatura ambiente, ma comunque gradevoli. Ero tranquillamente seduta al tavolo quando vidi davanti a me una corda che si stringeva inesorabilmente verso di me: era tenuta in mano da Giulia e Anna, che mi legarono alla sedia, bloccandomi prima le braccia e poi le gambe alla sedia. Io mi misi ad urlare, chiedendo che cosa mi stessero facendo. Beatrice si alzò dalla sedia e venne verso di me, dicendo: "Bellissima Sonia, ti piace tanto fregare i ragazzi alle altre? Attenta, perchè non si può sempre farla franca... Perchè ti sei fatta Maurizio, quando sapevi benissimo che Maurizio è fidanzato con Anna? E perchè hai voluto essere scopata dal bel Paolo, quando sapevi che lui era mio?". Io in effetti non avevo mai avuto rapporti con Maurizio e con Paolo e cercai di spiegarlo a Beatrice: "Non sono mai andata a letto con Maurizio e non sono mai andata a letto con Paolo. Sia ben chiaro per tutte voi. Caso mai è stato Maurizio che mi ha corteggiato... ma non ha avuto alcun riscontro da parte mia. Per quanto riguarda Paolo... non c'è mai stato nulla tra noi", dissi io, visibilmente scocciata. "Non ti crediamo, baldracca da quattro soldi", sentenziò Beatrice. Si avvicinò ancor più a me e, toccandomi i capelli, disse: "Sonia, ma che bei capelli hai! Lunghi, mossi e lucenti... sappiamo che tu tieni moltissimo ai tuoi capelli... Ora ti facciamo una nuova acconciatura, sperando che sia di gradimento al "tuo" Maurizio". Giulia disse: "Propongo di tagliarle la frangetta e i capelli alle spalle, un bel caschetto non dovrebbe stare male a Sonia!". Le altre annuirono con il capo e Giulia diede la prima sforbiciata ai miei capelli. La frangia venne tagliata alla base della cute, poi mi tagliò una lunga ciocca che mi venne mostrata e poi fatta cadere sul pavimento. Giulia passò le forbici ad Anna e anche lei mi tagliò una ciocca di capelli. Si passavano le forbici l'una con l'altra e ognuna di loro dava un'accorciatina ai miei capelli. Io non potevo muovermi e le corde erano veramente strette. In poco tempo il caschetto era finito. Beatrice disse con voce decisa: "Propongo qualche altro centimetro, lasciamole coperte le orecchie, ma tagliamole i capelli all'altezza dei lobi". E via con le forbici. I miei capelli erano sempre più corti e Anna disse, con tono beffardo: "Ora sì che è una gran figa... piacerà senz'altro ai maschi!". Io avevo gli occhi pieni di lacrime, ma non volevo far vedere che stavo piangendo. "E queste sopracciglia... come le stanno male... sarebbe meglio non le avesse!", sentenziò Giulia. Beatrice venne verso di me con un rasoio e cominciò a rasarmi le sopracciglia. Poco dopo ero completamente liscia e loro mi diedero uno specchio per ammirare il loro lavoro. Ero diventata un mostro, con i capelli corti e "smozzicati" e senza sopracciglia. Beatrice disse allora che saremmo andati a fare una bella passeggiata tra i boschi. "Spogliati baldracca", mi disse Beatrice, facendomi vedere la punta di un affilato coltellino. Io mi rifiutai e lei incalzò: "Spogliati, tu nel bosco ci vieni, ma ci vieni nuda e a piedi... noi quattro ci andremo in macchina... con il caldo che fa!". Il coltellino in mano alla ragazza era ormai evidente ed era puntato al mio fianco. Non avevo scelta e iniziai a slacciarmi i cinturini delle scarpe per toglierle. "No, quelle no, le puoi tenere. Ti serviranno per camminare nel bosco. Togli la gonna e la maglietta. Dai, fai presto". Io mi levai la gonna e la maglietta, ma Beatrice non era ancora contenta: "Ora anche il reggiseno, così vediamo perchè Maurizio impazzisce per il tuo seno. Poi ti togli anche le mutandine, così vediamo perchè piace la tua figa a Paolo...". Io mi levai il reggiseno e le mutandine. Ero completamente nuda, ad eccezione delle scarpe che mi sarebbero servite per la “passeggiata” nel bosco. Mi legarono le mani, una accanto all’altra, con una corda e mi portarono fuori, posizionandomi dietro la vettura di Beatrice. Poi l’altro capo della corda venne legato al paraurti della macchina, che doveva “trainarmi”. Le quattro assatanate salirono sulla vettura, una Volkswagen Polo, e si misero in movimento a passo d’uomo. Io fui obbligata a seguire la vettura, che percorse un lungo pezzo di strada sterrata. Dovevo guardare bene il fondo della strada, disseminato di buche, pietrisco e rametti d’albero. La vettura procedeva molto piano e io riuscivo a stare al passo della macchina. Il problema era costituito dalle mie scarpe con il tacco, che anche se non avevano un tacco da dodici, mi facevano prendere storte in gran quantità. Pensai di togliermele, ma poi mi venne in mente che avevano i cinturini e senza slacciarli non sarebbe stato possibile levarle. Alla fine risultarono distrutte, dagli sfregamenti e dai “patimenti” che la lucida pelle aveva subito. Io sudavo sotto il caldo sole, mentre le quattro facevano commenti offensivi nei miei confronti, ridicolizzandomi. Io le sentivo, perché dai finestrini aperti mi pervenivano le loro voci e le loro sghignazzate. Durante il percorso incontrammo due cacciatori, che si voltarono verso di me, commentando ad alta voce quel particolare “rimorchio”: “Non c’è più religione, ma guarda sta’ esibizionista, che si fa trascinare nuda per dare nell’occhio. Sta’ puttana! Se ti fermi, me la dai? Sei una gran vacca… e sei pure bona. Una volta le ragazzine erano pudiche, oggi sono solo delle puttane…”. Ritornammo alla casa e venni slegata dal paraurti. Mi slegarono le mani e mi fecero stendere sul letto matrimoniale dei genitori di Beatrice. Una volta distesa, Beatrice, che doveva essere la capa e l’artefice di tutto, mi ordinò di alzare le braccia e di allargarle e di divaricare le gambe. Io feci quello che mi venne detto e le quattro amiche provvedettero a legarmi al letto: le braccia all’altezza delle mani e dei gomiti, le gambe all’altezza dei piedi e delle ginocchia. Ero completamente immobilizzata e riuscivo solo parzialmente a muovere il bacino. Giulia chiese a Beatrice: “Posso toglierle le scarpe?”. Beatrice rispose affermativamente, dicendo: “Ormai abbiamo visto tutto di lei, abbiamo capito che ha delle tette sode e ben formate, un culetto interessante e una grande figa accogliente, che può piacere ai nostri amici maschi. L’unica parte del corpo di Sonia che non abbiamo ancora visto sono i suoi piedi. Abbiamo anche capito che è una persona senza alcun ritegno, che si presta ad essere “usata” in tutti i modi. Una brava ragazza, di buona famiglia come lei, non si sarebbe mai spogliata per seguire una macchina in un bosco…”. Io replicai che non mi ero spogliata spontaneamente, ma che ero stata costretta da un coltellino nel fianco! Mi levarono le scarpe ed iniziarono a farmi il solletico sotto i piedi. Io sopporto tante cose, ma il solletico sotto i piedi mi manda in crisi. Io le supplicavo di smettere, ma più le supplicavo e più loro continuavano a farmelo; capirono che la zona sotto le dita era la più sensibile e continuarono a solleticarmi quella parte del piede. Io mi agitavo, ma le corde facevano il loro lavoro in modo egregio e il mio corpo aveva poche possibilità di movimento. Poi tutte e quattro sparirono e ritornarono poco dopo con una grossa zucchina tra le mani. Simona, che fino a quel punto non aveva preso grandi iniziative, mi disse: “Ora, cara troietta da strapazzo, ci fai vedere come prendi i cazzi di Maurizio e Paolo. Ecco, questa zucchina è la copia perfetta dei loro uccelli!”. “Voi siete pazze, non potete deflorarmi con quella zucchina. E’ semplicemente gigantesca”, dissi io. “Ah, ah, tu vorresti forse farci credere di essere vergine? Una come te avrà iniziato a farsi scopare a dodici anni…”, replicò Giulia. La parola “deflorarmi”, forse usata da me in modo errato, aveva fatto credere loro che io fossi vergine. Chiaramente vergine non ero, ma stretta di figa sì! Senza tanto indugiare saltarono tutte quattro sul letto e iniziarono a spingere la zucchina nella mia figa. All’inizio riuscii ad opporre resistenza, ma alla fine la mia bernarda si dilatò, lasciandosi perforare dalla grossa zucchina. “Io l’ho sempre detto… Sonia è una gran porca… guarda come ti sei fatta penetrare dalla zucchina… hai una figa da primato!”, disse beffardamente Beatrice. Mi slegarono e mi fecero mettere a pecorina per un’ulteriore prova “vegetale”: dovevano infilarmi una carota nel culo. Nell’assumere la nuova posizione, la zucchina scivolò per un pezzo fuori dalla mia figa e le loro mani prontamente la infilarono di nuovo. Poi iniziarono a premere sul mio buco dell’ano con la carota. Provavo dolore e il buco sembrava non volersi aprire. Ma le quattro forsennate premevano con grande forza e il mio buco alla fine cedette con mio grande dolore. “Ora ti facciamo delle foto, che poi daremo a Maurizio e Paolo. La loro cocca sfondata davanti e dietro! Hai la figa sfondata dalla zucchina e il culo spaccato da una carota. Mi fai schifo… sei solo una poveretta… ecco come finiscono le bellocce come te! E poi hai quei capelli tagliati alla “cazzo”! Ma ti mancano anche le sopracciglia… Mi fai pena, povera troia!”, disse farneticando la forte Beatrice. E sì, perché lei doveva sentirsi molto forte dopo questa bravata. Mi aveva umiliato e conciata come non mai nella mia vita. Simona doveva essere lesbica e lo capii dal bacio che mi dette con la lingua: mi accarezzò dolcemente i seni e me li leccò con grande meticolosità. Poi passò a leccarmi la figa e io sussultai dal piacere; me l’aprì con la lingua, “divaricandomi” le labbra e poi leccando all’interno del mio buco. Infilò la lingua dentro la mia figa e la roteò in un modo meraviglioso, donandomi sensazioni estreme di piacere. Una cosa simile poteva venire solo da una lesbica, abituata a fare quei giochi di lingua. Beatrice poi andò al telefono fisso (in quei tempi i cellulari non esistevano) e chiamò qualcuno, di cui non compresi il nome. Poco dopo entrò nella stanza un ragazzo dall’aria alquanto imbranata e dalla sguardo un po’ “ritardato”. Quando mi vide completamente nuda sul letto, fece un salto che non capii se era di gioia o di paura. “Giuseppe tu non hai mai visto una donna nuda. Lei si chiama Sonia ed è venuta apposta per te, Vuole fare “all’amore” con te”, disse Simona. Lui era veramente brutto, tarchiato e aveva un’aria davvero poco rassicurante. Le quattro “amiche” lo invitarono a spogliarsi e lui lo fece senza tanti preamboli. Era completamente peloso, davanti e dietro… un vero orso! Aveva un grosso uccello, ruvido e pieno di vene. Io notai che il suo uccello non ci mise molto ad irrigidirsi, specialmente quando Giuseppe fu invitato ad accarezzarmi. “Lasciami orso”, gridai. Ma lui non capì o fece finta di non capire. “Ma che cosa devo fare?”, disse Giuseppe, con voce roca. “Devi salire sul letto ed appoggiare il tuo pisello qui, sulla fighetta di Sonia”, disse Beatrice. Lui lo fece e appoggiò il suo schifoso pene sulla mia figa. Provai uno schifo indescrivibile. Giuseppe era veramente orrendo. “Ora spingilo dentro a quel buco da troia. Dai spingi forte”, disse Giulia. Lui spinse forte, mentre io cercavo inutilmente e in tutti i modi di divincolarmi dalla stretta morsa delle quattro assatanate. Giuseppe riuscì a penetrarmi e poi riuscì anche a capire quale era il movimento che doveva fare. Mi scopò in poche parole, mi scopò per un buon quarto d’ora. Io lo pregai di non venirmi dentro, ma lui fece tutto il contrario. Sentii il suo sperma irrorare la mia figa. Ora temevo anche di essere rimasta incinta. Che bambino sarebbe nato da quel mostro? Per fortuna non accadde nulla. Poi mi fecero girare a pecorina e Giulia disse a Giuseppe: “Ora devi incularla. Appoggia il tuo uccello al buco del culo di questa giovane ragazza e spingi come più puoi”. Lui eseguì l’ordine e spinse, ma evidentemente non mirava bene il buco dell’ano, perché il suo uccello finì nuovamente nella mia figa. “No, non lì. Glielo devi mettere nel culo. Hai capito?”, disse Anna. Aiutarono Giuseppe a posizionare l’uccelllo e lo invitarono a spingere forte. Lui spinse forte ed entrò con un sol colpo nel mio culo. “Bravo Giuseppe, continua così. Ora esci e rientra di colpo. Bravo… spingi… spingi!”, lo esortò Simona. “Smettila, mi stai rompendo il culo. Smettila, per pietà!”, dissi io, ma lui continuava ad incularmi. Mi fece veramente male e venne nuovamente e copiosamente anche nel mio culo. Probabilmente Giuseppe non era mai venuto dentro una ragazza e la cosa lo eccitò molto. Mentre il suo sperma colava fuori dal mio buco dell’ano, Beatrice fece due o tre fotografie. Le fotografie poi girarono per tutta la classe, sputtanandomi agli occhi di tutti i miei compagni, che mi videro nuda e con due ortaggi infilati nei buchi. Poi tutte le ragazze e Giuseppe si sedettero sul divano, in fila e mi fecero leccare le loro scarpe, in segno di sottomissione. Per fortuna solo sopra, ma la mia lingua non fu affatto contenta di quella situazione. Poi tutte le ragazze si tolsero le scarpe e io dovetti leccare i loro piedi con grande meticolosità. Si fecero leccare tra le dita, sul collo del piede e sulla pianta. I loro piedi non erano dei più freschi, data la temperatura esterna. Ma lo schifo che provai nel leccare i piedi a Giuseppe, non lo potrò scordare mai. Sì, anche i suoi piedi erano orrendi (come tutto il resto del corpo!), callosi e odorosi. Ma io ero la loro serva e una serva non può mai dire di no. Io ero stata punita da quelle quattro cretine (per non dire altro) per cose che non avevo commesso. La settimana successiva a quel sabato rimasi a casa “ammalata”, sperando che almeno le sopracciglia crescessero. Mi feci aggiustare i capelli e dovetti adottare un taglio molto corto, visto che i miei capelli erano stati ormai rovinati dai tagli furibondi delle quattro compagne di classe. L’anno dopo chiesi di essere spostata di corso e passai dalla A alla C. Che esperienza delirante!
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13 years ago
soniaslave,
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Intercity
INTERCITY:Roma Napoli Nello scompartimento vuoto solo i nostri due posti sono prenotati. Tu di fronte a me, vicino al finestrino. Quando entro non ci sei, noto solo la tua giacca blu appoggiata sul sedile. Poi ti vedo entrare... jeans blu stretto... camicia bianca ... calzino in tono con la scarpa ... occhiali neri che ti nascondono un po', capelli corti e un filo di barba. Avrai 30-35 anni? Ti siedi di fronte a me, le nostre gambe si sfiorano ed inizialmente mi infastidisco un po'... ma con tutti i posti liberi, proprio qui? Ora mi sposto... ora mi alzo... Poi mi lascio distrarre dal mio telefonino, mando sms con il ragazzo che ho visto ieri sera... lui mi chiama, esco un attimo nel corridoio e quando rientro ti trovo che stai toccando qualcosa che ho lasciato sul mio sedile... ma cosa?? La mia conversazione telefonica continua, forse capisci che parlo con un uomo. Dato che ho lasciato la mia sciarpa nella sua macchina e che la sua donna è gelosissima, ci stiamo accordando su come riprenderla. Al mio prossimo ritorno sarà alla stazione con la sciarpa. Lui al telefono mi risponde, citando l'Otello: - Ah il fazzoletto! Si, dico io, ad alta voce, come il fazzoletto, ma non voglio fare la fine di Desdemona! E tu, avrai capito di cosa sto parlando? Sono ancora eccitata dalla serata di ieri per accorgermi subito di te, che da sotto gli occhiali scuri mi guardi... e non riesci a trovare un posto per le tue gambe. Mi metto a leggere il giornale ma non posso fare a meno di notare che pian piano ti sfili le scarpe .... prima sollevi le gambe e le appoggi sui sedili accanto a te. Mi rituffo nella lettura e quando sollevo di nuovo lo sguardo ti trovo sdraiato sui sedili di fronte a me, completamente rilassato, un braccio sotto la testa, una gamba piegata sotto il bacino che è leggermente sollevato e la tua camicia... la tua camicia .. che è troppo corta e lascia scoperto il tuo ventre, l'ombelico ... fisso qualla parte del corpo.. Fai un tentativo con la mano di tirartela più giù, ma un attimo dopo, mentre riposizioni il braccio sotto la tua testa, ti riscopri nuovamente. I pantaloni erano a vita bassa ti lasciano scoperto ancor più, vedo le ossa del tuo bacino, quella zona deliziosa tra l' ombelico e il pube, e noto il tuo tatuaggio... non posso fare a meno di guardarti...e di guardarlo.. Dietro i tuoi occhiali da sole, vedo i tuoi occhi chiusi che si muovono...allora non stai ancora dormendo... mentre il tuo addome si muove su e giù in un respiro rilassato. Non posso credere che stai già dormendo, in quella posizione, così beatamente rilasciato come se ti offrissi a me. Non riesco a distogliere lo sguardo da quella striscia di pelle, mi metto gli occhiali da sole anch'io, e se aprissi gli occhi improvvisamente, se mi vedessi? Ecco... pure le gallerie... la tentazione è irresistibile... alzarmi e toccarti proprio lì, accarezzare il tuo...delfino.., insinuare le dita sotto la linea della cintura... i pantaloni sono larghi in vita...e forse potrei infilare anche tutta la mano. Oddio ma cosa mi viene in mente...il tuo delfino mi tenta... Potrei forse appoggiarci su le labbra ...e... Solo 50 minuti di viaggio, ed io ne ho sprecati già 30. Mi rimane poco tempo.... forse se provo a fare un po' di rumore... Mi alzo per rifarmi il trucco, mi guardo allo specchio, in piedi ti do le spalle, mi metto il rossetto e intravedo riflesso te che ti infili una mano.... dove??? Mi giro quasi di scatto, invece hai semplicemente preso il telefonino dalla tasca dei tuoi jeans...ma che tensione! E te ne ritorni beatamente nella tua posizione... ma davvero dormi? E se ora così, improvvisamente mi mettessi a cavalcioni sopra di te? Che faresti? E perché ti sei sdraiato proprio così, con il bacino sollevato, quasi a provocarmi? Perché? Mancano pochi minuti... il mio sogno sta svanendo... mi alzo, prendo le mie cose e mentre apro la porta dello scompartimento e tu, che hai un piede appoggiato lì sopra, invece di sussultare, apri quella gamba accompagnando il movimento della porta, offrendomi di nuovo quella visione di un corpo abbandonato ed offerto. Ma allora non dormivi !!!
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13 years ago
Mr1Fantastik,
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Villa Ubbidienza
Villa Ubbidienza è un luogo particolare, situato nella campagna cremonese, dove le apprendiste schiave vengono educate al loro ruolo con grande competenza. Mio marito decise che la mia formazione di schiava non era completa e chiese a Master Vito, il proprietario della villa, di potermi "iscrivere" ad un corso giornaliero. Master Vito garantì a Mario, mio marito, che alla sera io non sarei stata più la stessa donna e che sicuramente mi sarei assoggettata a tutti i suoi voleri, in modo incondizionato. La villa non è segnalata, ma con un buon navigatore e qualche punto di riferimento vicino, la raggiungemmo in una giornata piovosa di fine aprile. Suonammo il citofono e una voce dall'accento straniero ci rispose di lasciare la vettura fuori dal cancello. Qualcuno sarebbe venuto a prenderci. La villa era poco visibile dal cancello, ma si intuiva che doveva essere in fondo ad un lungo viale alberato. Dopo pochi minuti vennero ad aprirci due uomini muniti di due grandi ombrelli. Erano entrambi molto eleganti e vestiti completamente di nero: avevano quasi l'aria di due becchini! "Buongiorno signori, potete dirmi i vostri nomi? Io sono George e lui Frank e abbiamo il compito di condurvi da Master Vito. Signora, mi dia il suo ombrello per favore", disse quello che rispondeva al nome di George. Io e mio marito ci presentammo e George mi invitò nuovamente a dargli l'ombrello. "Ma piove troppo, non posso andare senza ombrello. Mi bagnerò tutta!", ribattei io. "E allora, qual è il problema, una schiava non è una principessa!", disse Frank. La sua voce era sinistramente convincente e io gli diedi l'ombrello. George mi prese per il braccio, restando però coperto dall'ombrello. Io sentivo l'acqua scendere copiosamente dai miei capeiili. Fatti pochi passi George si fermò, mi guardo i piedi e disse: "Sonia, si tolga le scarpe. I suoi tacchetti stanno rovinando il prezioso asfalto di Villa Ubbidienza. Su presto, ubbidisca!". Ero piuttosto seccata da questo esordio non proprio felice. I tre uomini si riparavano sotto grandi ombrelli, io mi stavo bagnando come un pulcino e mi veniva anche chiesto di togliermi le scarpe. Inaudito... "Lei Sonia è molto insolente e supponente... se ne pentirà! Le ripeto: via le scarpe. Frank togli le scarpe alla signora. Quando riferirò a Master Vito che questa apprendista non rispetta le regole... saprà lui come piegarla! In definitiva lei Sonia è solo una puttanella baldanzosa", disse George. Frank si chinò davanti a me, mi sollevò un piede e mi sfilò la scarpa. "Ehi, bastardo, non ti permettere...", dissi io, ma nel frattempo Frank mi aveva forzatamente sollevato l'altro piede e mi aveva sfilato anche l'altra scarpa. Prese entrambe le scarpe e le gettò nel prato che affiancava il viale. I miei piedi ora appoggiavano sull'asfalto (prezioso!?) di Villa Ubbidienza. George non era però soddisfatto dei suoi gesti tracotanti e ordinò a Frank di strapparmi le calze. Lui lo fece subito con le mani e poi, aiutato da un coltellino, le recise sotto al ginocchio. Le calze tagliate rimasero sull'asfalto e noi proseguimmo, sempre sotto la pioggia che intanto era diventata molto fitta. Ormai ero completamente bagnata, sorretta per il braccio dal "buon" George. Davanti ad una gigantesca pozzanghera, io deviai per evitarla, ma George mi fece retrocedere e superare la pozzanghera immergendo i miei piedi. L'acqua era davvero fredda e la cosa non fu affatto piacevole. In più la mia camicetta bianca era completamente bagnata e si intravvedeva il mio reggiseno azzurro. Percorremmo ancora qualche centinaia di metri e George si arrestò ancora. Che vuole ancora questo, pensai. Immediatamente la mia curiosità venne soddisfatta: "Sonia, ora deve togliersi la camicetta, la gonna e quello che rimane delle sue calze. Presto, la mia pazienza sta per finire! Se non lo fa subito, se ne pentirà amaramente". Non avevo scelta, ero annichilita e in più ero conscia che quella giornata doveva servire per la mia "educazione". Mi levai la camicetta, la gonna e subito dopo quello che rimaneva delle mie calze (praticamente la parte superiore, fino al ginocchio). George non era ancora soddisfatto del mio stato e disse: "Ora si tolga il reggiseno e le mutandine". "Eh no, queste proprio no!" , risposi io seccata. Lui non disse nulla e mi ammanettò. Ancora qualche minuto di strada e arrivammo alla scalinata della villa. I due nostri accompagnatori fecero entrare me e Mario in una grande stanza affrescata con grandi e comodi divani di pelle bianca. George, implacabile come era stato fino a quel momento, disse: Lei, Mario può accomodarsi sul divano, questa lurida schiavetta bagnata e con i piedi sudici deve rimanere in piedi. Così sgocciola come un'oliva appena tolta dal vasetto!". Grande figlio di puttana... mi aveva umiliato abbastanza! Poco dopo si aprì una porta (nel salone le porte erano diverse) e apparve quello che si presentò come Master Vito. Master Vito era un uomo robusto, anche simpatico se vogliamo, ma soprattutto deciso e spavaldo. Master Vito mi tolse le manette, mi fece girare su me stessa diverse volte e poi commentò: "Ottima scelta, signor Mario, è una bella schiavetta. E' forse sua moglie? In questo caso lei potrà assistere alla lezione che stiamo per impartire a questa lurida schiava, che a quanto detto dal mio collaboratore George... (pausa di silenzio).... è una stronza. Ora le insegno io l'educazione e la sottomissione". Poi, rivolgendosi a me, mi apostrofò in modo scortese: "Puttana, denudati!. E fai presto! Per ogni secondo che perdi... tre frustate su quella lurida schiena". Io mi tolsi il reggiseno e poi subito le mutandine. Arrivarono altri tre uomini, che mi presero e mi portarono in un'altra stanza, seguiti dal Master, da mio marito e dai due "gentili maggiordomi". In quella stanza, disadorna e dall'aspetto terrorizzaznte, c'era un tavolo (o presunto tale) di legno alla cui estermità era situata una gogna e dall'altra parte un argano con una corda. In mezzo c'era un supporto di legno, quasi uno sgabello fatto a forma di cassa. Mi stesero sul tavolo, appoggiandomi il sedere al supporto. Il mio corpo era leggermente arcuato verso l'alto, perchè il supporto mi alzava la zona del sedere. La gogna venne aperta: aveva tre buchi, dove vennero posizionati la mia testa e i mie polsi. Venne subito richiusa e bloccata con due lucchetti: così chiusa la mia testa e le mie mani non potevano più muoversi. Poi i miei piedi vennero avvicinati e le mie caviglie vennero legate insieme, con la corda collegata all'argano. "Bene, ora daremo una bella "tirata" alla slave. E' troppo piccola di statura... ah, ah, ah", disse sogghignando Master Vito. Ero nuda davanti a sette uomini, in una posizione decisamente scomoda e imbarazzante, con la figa in evidenza proiettata verso l'alto. Ai due capi del tavolo si posero due dei tre uomini che mi avevano portato lì: praticamente erano gli operai di Master Vito! "Vai con la corda", disse Master Vito e l'uomo addetto all'argano cominciò a girare una grande ruota collegata al rullo dove era posizionata la corda. Più girava quella ruota, più la corda si riavvolgeva e più i miei piedi venivano tirati verso l'argano. "Ahi, mi fate male", dissi io con voce decisa. La corda tirava i miei piedi verso l'argano, ma la mia testa e i miei posli erano bloccati dalla giogna. L'uomo dell'argano girava lentamente la ruota e il mio corpo si allungava... le mie mani e la mia testa erano ormai al limite della gogna e le mie gambe venivano allungate in una posizione molto dolorosa. Il mio corpo era arcuato e teso al tempo stesso come una corda di violino. Il dolore era fortissimo e io supplicai, questa volta con voce tremula, Master Vito: "Non ce la faccio più, mi fa malissimo questa corda. Sto provando un dolore tremendo". Poi mi misi a piangere. Master Vito, che probabilmente era anche un uomo buono, disse al suo operaio di smettere di riavvolgere la corda... anzi di svolgerla un po' per permettermi una posizione più comoda... Poi però, pensando forse di essere stato troppo magnanimo, invitò l'uomo dell'argano a ricominciare a riavvolgere la corda con colpi decisi, che si ripercuotevano sul mio povero corpo provato e dolorante. Era la tipica punizione che si usava durante l'Inquisizione. Riaprirono la gogna e liberarorono la mia testa e le mie mani e i miei piedi furono slegati. Mi misero in piedi, ma facevo fatica a restarci. Quasi svenivo per il dolore che avevo provato. Mi condussero poi sotto ad una corda con gancio fissata ad un verricello attaccato al soffitto. Mi alzarono le braccia, le legarono al gancio e iniizarono a sollevarmi. Il mio corpo "pendeva" dall'alto, ma, fino a quando i miei piedi poterono toccare il pavimento, il dolore non era tanto. Quando però i miei piedi persero il contatto con il pavimento, tutto il peso del corpo si riversò sulle mie braccia. Tutti gli uomini presenti (tranne mio marito) si divertivano a farmi penzolare e si "palleggiavano" il mio corpo, facendomi dondolare in tutti i modi. Poi iniziarono a frustarmi, davanti sul seno, sulla pancia e sulla figa e dietro sulla schiena e sul culo. In poco tempo diventai rossa per le frustate ricevute e in qualche caso affiorò dalla pelle lesa anche il sangue. Il dolore era veramente tanto. L'unica cosa che mi era permessa era... piangere. E il mio pianto e la mia disperazione erano gioia per quegli uomini senza cuore. Mi riportarono a terra, mi slegarono e poco dopo mi venne chiesto di fare pipì in un grosso recipiente metallico: io provai ad accovacciarmi sopra al recipiente, ma riuscii a fare solo qualche goccia di pipì. “Non ti preoccupare se non riesci a pisciare. la tua sete sarà soddisfatta dai miei amici. Loro pisceranno per te e tu potrai bere la loro calda urina”, disse Master Vito. A queste parole i tre amici tirarono fuori i loro uccelli e si avvicendarono davanti al recipiente, colmandolo fino all’orlo di urina calda e schifosa. “Ora Sonia inginocchiati davanti a me e ringrazia per il trattamento particolare che ti abbiamo riservato. Non capita tutti i giorni ad una donna il privilegio di bere piscia appena fatta! Quando avrai finito la tua bevuta, dovrai dire – grazie Padrone, mi sono dissetata –“. Mi misi in ginocchio e portai il recipiente alle labbra. L’urina aveva un odore schifoso e poi era veramente calda! Visto che non mi accingevo a berla, due uomini mi aiutarono nella cosa, schiaffeggiandomi il viso a turno. Bevvi tutto e mi venne un senso di vomito. Poi dissi: “Grazie Padrone, mi sono dissetata”. A quel punto mi sollevarono e mi misero su un altro tavolo di legno grezzo, che aveva anch’esso una gogna ad una estremità. La mia testa e i miei polsi vennero bloccati dalla gogna, mentre le mie gambe vennero divaricate e alzate in modo innaturale. Mi allargarono tanto le gambe, che avevo la sensazione che volessero spaccarmele. La mia figa non potè altro che mostrarsi in tutta la sua nudità. Mi legarono le gambe in alto, a ganci che pendevano dal soffitto. Mi bendarono per non farmi vedere a quale sofferenza sarei stata sottoposta. Poco dopo sentii un grosso oggetto (un bastone, credo) che entrava nella mia figa, dilatandola a dismisura. Mi fece molto male e gridai il mio dolore, ma nessuno venne in mio aiuto. Capii poi dal rumore che il bastone era collegato ad una macchina che ritmicamente lo faceva penetrare ed uscire dalla mia figa. Era giusta la profondità dell’innesto, ma i problemi derivavano dalla sezione smisurata del bastone, smisurata anche per una come me che non ha la figa stretta. Quando smisero con quell’attrezzo, il mio corpo, arrossato e anche sanguinante per le frustate ricevute prima, venne coperto dalla cera calda. La cera mi ricoprì le tette, la pancia e la figa, penetrando anche nel buco semiaperto. Non potevo però chiudere le gambe e dovetti subire anche quell’ennesima tortura. Mi sbendarono e io vidi che nella stanza erano entrati altri quattro uomini: davanti a me c’erano Master Vito, George, Frank, mio marito e altri sette “operai”. Ben undici uomini per una donna sola! Mi slegarono le gambe e io potei rilassarmi, riportandole in una posizione naturale. George, osservando le piante sporche dei miei piedi, disse rivolto al Master: “Signore, mi permetta di farle osservare che questa lurida cagna ha i piedi sporchi al suo cospetto. E’ inaudito… è una grave mancanza di rispetto verso di lei”. E come potevo avere i piedi puliti, dopo che avevo dovuto camminare scalza lungo tutto il viale che conduceva alla villa? “Hai ragione, George. Giusta osservazione. Ora tutti voi sputerete sulle piante di questa schifosa schiava e il marito le pulirà con la lingua”, disse ridendo Master Vito. A quelle parole mio marito inorridì e si rifiutò di fare quello che gli era stato richiesto: a lui piaceva molto leccare i miei piedi, ma sono quando erano puliti! Mario fu preso a forza, spogliato di tutti gli indumenti e gli venne messo un collare al collo con relativo guinzaglio. “Ma non potete fare questo”, urlava il poveretto, ma gli uomini che gli stavano sopra non gli dettero scampo e lui fu denudato in poco tempo. Fu poi tirato con il collare davanti ai miei piedi e lì dovette ripulirmeli con la lingua. Ogni tanto si ritraeva, ma mani ferme di quei nerboruti uomini lo convincevano a riprendere il lavoro. Alla fine le mie piante tornarono quasi pulite e mio marito venne costretto a stare a quattro zampe in un angolo. Io venni pervasa da un senso di rivincita nei suoi confronti, visto che tutto quello che pativo lo dovevo alla sua mente malata che vedeva in me solo una slave e non una moglie da accarezzare e difendere. Io venni ripulita senza tanti complimenti dalla cera e mi fu messo un collare con guinzaglio. Mi fecero mettere a quattro zampe e mi tirarono a "spasso" per tutta la stanza, facendomi fare ripetuti giri. Mi facevano male le ginocchia, ma se mi lamentavo ricevevo bacchettate sulla schiena e sull culo. Mi fecero mangiare da una ciotola una specie di budino, mentre i presenti si divertivano a vedere che un essere umano veniva trattato in quel modo. Poi Master Vito disse: "Carissimi, è inutiile nascondere che Sonia è una gran vacca, un essere spregevole che merita solo punizioni corporali... Ma anche una lurida cagna merita qualche momento di svago ed è per questo che vi voglio invitare a scoparla. Potete scoparla nella figa, ma se vorrete Sonia è anche disposta a darvi il culo. Vi farà tutti i pompini che vorrete, ma in cambio dovrete pur darle qualcosa... Le darete la vostra sborra sul viso e in bocca, così potrà assaporarla". Mi misero un attrezzo metallico in bocca, che mi impediva di chiuderla. Poi iniziò la danza del sesso e la mia figa venne sfondata in mille modi. Dolore e goia, nello stesso tempo, mi pervasero il corpo martoriato dalle precedenti umiliazioni subite. Mi misero alla pecorina e mi sfondarono l'ano, dilantandomi il buco. Ma non erano solo cazzi... anche qualche mano e relativo braccio vennero infilati nel mio culo. Mi aprirono come non mai, senza ritegno e senza pudore. Provai un grande dolore, nell'essere aperta come un frutto maturo. Qualcuno infilò la sua mano anche nella mia povera e slabbrata figa, che, pur bagnatissima ed eccitata, non ne poteva proprio più! Quando il porco di turno aveva finito di scoparmi davanti e dietro, mi metteva in bocca l'uccello, facendomi "assaporare" il gusto della mia figa e del mio culo. Qualcuno mi venne in bocca e io ingoiai il suo caldo sperma. qualcuno mi venne in viso e sui capelli, riducendomi ad una maschera di sborra. Vi confesso che la sborra che ricevetti in viso era tanta, da impedirmi di aprire gli occhi! Non potevo pulirmi, perchè durante le operazioni sopra descritte ero sempre bloccata e trattenuta per le gambe o le braccia da qualche gentile amico. Ricevetti anche qualche sputo in viso e in bocca, ma ormai non facevo più caso a niente. Quando tutto fu finito, Master Vito mi pose gentilmente sul pavimento... mi afferrò per i capelli e usò il mio viso e i mie capelli come straccio per il pavimento. Certo qualche goccia di sborra era caduta sul prezioso pavimento di Villa Ubbidienza e io dovevo pur pulirla. "Abbiamo finito, troia. Sei stata abbastanza brava, hai sopportato bene tutto quello che ti abbiamo fatto, ma pensa che conosciamo altre mille tecniche di sottomissione e tu potresti essere la prescelta in futuro. Ah, ah, ah", disse Master Vito. Ero stesa a terra e per salutarmi i dieci amici mi diedero calci nella pancia e nei fianchi. Qualcuno si tolse le scarpe e le calze e mi obbligò a leccargli i piedi puzzolenti e sudati. Io lo feci senza fiatare... dopo tutto quello che avevo subito non era certo la cosa più sconvolgente del mondo! Master Vito mi infilò nella figa e nel culo un grosso plug a "due posti", affinché i mie buchi rimanessero aperti e in tensione; lo legò con appositi laccetti ai miei fianchi perchè non cadesse durante il tragitto verso casa e mi diede un bacio con la lingua. Mio marito assistette senza parlare alle mie effusioni con Master Vito, del quale forse mi sono innamorata. Mario si rivestì a sua volta. Non mi venne restituita la biancheria intima, mentre mi rimisi la camicetta e la gonna. Non avevo più le calze che erano state distrutte alcune ore prima e dovetti ritornare scalza fino al cancello d'entrata. La pioggia non smetteva di cadere, ma ora avevo l'ombrello per ripararmi. Le mie scarpe erano state buttate nel prato che costeggiava il viale d'ingresso alla villa e io e Mario le ricercammo nel buio più fitto, ma non le trovammo. Ritornai a piedi nudi a casa, ma non me ne importò niente. Ritornare a casa dopo quell'inferno era per me una grande cosa. Una volta entrata in casa, chiesi a Mario: "Quando mi riporti a Villa Ubbidienza?". Lui rimase basito da quella mia domanda... non aveva capito che tutto sommato avevo goduto come una porca!
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13 years ago
soniaslave,
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Seguito
queste cose le hanno scritte a me: Tu vieni a casa nostra. Io ti ricevo. La mia lei non c'è. Tu ti siedi sul divano del salotto. Io ti preparo il caffè e te lo porgo. Mentre sorseggi, mi metto in ginocchio davanti a te, ti apro la patta, tiro fuori il tuo uccello, lo scapoccio, te lo leccho.. ti palpeggio i coglioni... Quando sei al massimo dell'eccitazione, mi ordini: spogliati e vestiti come se fossi lei. Io mi alzo, vado in camera da letto e faccio quello che mi hai ordinato... dopo un po' mi ripresento a te indossando i suoi indumenti intimi: mutandine, reggiseno, calze autoreggenti e tacchi alti. Io sono diventato mia moglie. Le luci sono fioche, in modo che tu possa percepirmi come la mia lei. Ti spogli totalmente nudo. Mi ti siedo sopra... e tu cominci a pomiciarmi... mi lecchi il collo... senti il tuo cazzo duro sul mio culo vergine... ti lecco il petto... scendo piano piano sul pube... ed ecco il cazzo... lo prendo in bocca e comincio a spompinarti.... a un certo momento tu me lo sficchi dalla bocca, mi metto a pecora e tenti di mettermelo nel culo.. No, lì, no, non farlo - ti imploro. Mi fai troppo male - ti supplico. Mi rimetti in ginocchio davanti a te: te lo riprendo in bocca e ricomincio a succhiarti. Ma tu insisti, mi prendi con la forza, essendo io piccolino, e mi rimetti a pecora... mi ripunti il cazzo sull'ano, io strillo, ma tu impietoso me lo ficchi tutto dentro... provo molto dolore, ma poi piano piano mi passa, tu fai più piano e io comincio a gustarmelo... ti sento che fai avanti e indiero... sentoi la tua carne dentro di me... mi stadi dando un piacere grande... sto per sborrare davvero, Angelo, ecco sborro sborro... ho sborratoooooo!!!! Adesso che mi sono un po' ripreso, continuo così, potrebbe accadere questo. Mentre ti riplisco il cazzo con la bocca, e vedo che mi hai fatto uscire anche un po' di sangue, ecco che arriva lei... mi vede in ginocchio davanti al tuo cazzo... che lo ripulisco... si mette in ginocchio anche lei... e tutti e due con la lingua lo ripuliamo mentre le tue dita iniziano a frugare nella sua figa... la senti inumidirsi...e mentre io continuo a succhiarti il cazzo... la fai alzare... la metti di fronte a te... e la baci in bocca... continuando a frugare nella sua figa e quando il tuo cazzo è di nuovo duro.... ti stendi a terra... lei si siede sopra al tuo cazzo....e ti chiava...mentre io lecco la sua figa con il tuo cazzo che entra ed esce....e quando la riempi di calda sborra.... io mi precipito a leccarla.... per poi baciarla in bocca....
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13 years ago
angelo482,
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Fantasia
Ti sento suonare alla porta. Lei ti apre. Io sto sopra nel mio studio. Ansioso scendo nel piano di sotto per sentire cosa vi dite nel piano terra (la casa è a tre piani). L’ho preparata come tu mi hai chiesto: autoreggenti nere, mutandina rossa, gonna di raso attillata, tacchi molto alti, décolleté spinto che lascia vedere le coppe gonfie dei seni. «Ciao, entra» - dice lei. «Ciao, finalmente!» - sento dire da te. Poi silenzio. Evidentemente vi state abbracciando e baciando. Mi spingo sulle scale e sbircio. Vi state baciando in bocca: con le lingue vi rovistate… vi succhiate la saliva… con il capo reclinato all’indietro lei ti succhia la lingua… la tieni stretta con una mano sul culo… le fai sentire l’uccello già duro sulla pancia… vi contorcete… «Dai, vieni» - finalmente riesce a dire lei, staccandosi. Ti prende per mano e ti conduce nel salotto. «Cosa possiamo offrirti?» «Va bene anche un caffè». «Amore – dice lei chiamandomi – ci vieni a preparare un caffè». Io scendo le ultime scale e mi presento. Ci stringiamo la mano e me ne vado a preparare il caffè. Dopo un po’ arrivo e vi servo un vassoio con due tazze di caffè e vari tipi di biscotti. Lei è seduta su una tua coscia, con una mano posata sulla patta dei tuoi pantaloni a gustarsi il rigonfio duro del tuo uccello. «Ci vediamo dopo» - balbetto e fingo di tornare nel mio studio. In realtà resto a sbirciare lungo le scale. Vi vedo che continuate a pomiciare mentre prendete il caffè… vi baciate in bocca… le palpeggi le tette… tiri fuori i seni dal décolleté e li lecchi… succhi i capezzoli… «Dai, andiamo in camera da letto» - dice lei svincolandosi tra i contorcimenti. Ti prende per mano e ti conduce, mentre tu con una mano le alzi la gonna e la palpeggi nel culo liscio e sodo. Entrate in camera e accortamente lasciate la porta socchiusa per fare in modo che io in qualche modo partecipi… almeno sentendo e possibilmente vedendo… Lei si siede sul bordo del letto: tu in piedi davanti a lei, con la patta dei pantaloni davanti al suo viso… ti sbottona… tira fuori l’uccello, gonfio, duro (io posso vederlo), lo scapoccia … annusa… comincia a leccare… Sei eccitatissimo, la prendi per la testa e glielo ficchi tutto dentro… glielo spingi in gola e cominci a stantuffarla… lei geme… bava… a un certo momenti tiri il cazzo, le sollevi la testa e la baci in bocca… ti scosti un poco… lei resta a bocca aperta… con la lingua fuori… e tu le sputi sopra la tua saliva… prima sulla lingua e poi direttamente in bocca… lei assapora e ricomincia a ciucciarti l’uccello… Lei apre e inghiotte… lecca e succhia… scende sui coglioni e lecca anche quelli… A un certo momento cominci a stantuffarla con forza… geme… vedo rivoli di bava che le colano dalla bocca… A un tratto la sollevi, con il suo aiuto ti togli i pantaloni, le mutande e tutto il resto. Quindi spogli lei… completamente nuda… completamente nudi entrambi… la giri con il culo verso di te… la fai mettere in ginocchio sul bordo del letto… a pecora… con una mano le prendi la testa… per i capelli… e la tieni inchiodata sul letto… con l’altra prendi il tuo mastodontico uccello e glielo punti tra le chiappe… Vedo il tuo cazzo che svetta maestoso davanti alla sua fighetta tutta bagnata, Lei allunga la mano tra le cosce, te lo prende e se lo ficca dentro… ma, nonostante la vagina sia lubrificata dai suoi liquidi, l’uccello entra con difficoltà: è troppo grosso, sia in larghezza che lunghezza… vedo il suo corpo che si contorce, non so se per piacere o dolore…lo vuole tutto dentro… tu pompi con forza ed ecco che entra… le scuoti l’utero… tutto il suo pancino si contrae e si scuote… gode come una cagna, penetrata dal tuo uccello… ad un certo punto lo tiri fuori dalla fica e glielo punti sul buco del culo… No, mi fai male! – implora lei. No, dai…- piagnucola ancora. Ma tu, impietoso, la schiacci sul tuo cazzo…lo tieni dritto sul suo sfintere… Noh! Noh! Noh! – geme lei. Vedo il tuo uccello che comincia a entrarle nel culo… prima la capoccia … poi dai un colpo possente… ed ecco che sei tutto dentro… Nooooooooh! – strilla lei. Ma tu ormai glielo hai spaccato il culo. Dopo una decina di minuti di crudele stantuffamento finalmente ti sentiamo dire: Vengo… vengo… vengo… Lei si solleva e al posto del culo porge la sua boccuccia… glielo ficchi dentro e sborri a più riprese… la tieni con la testa ferma… ingoia… ingoia… ma un paio di rivoli le colano dalle labbra… quando molli la presa e finalmente può sollevare la bocca dal cazzo… con una mano raccoglie la sborra che cola e se la porta in bocca, leccandosi le dita…Tu sei sfinito. Ti allunghi sul letto… accanto a lei… che pure si rilassa… il cazzo è ancora duro, possente; filamenti di sborra continuano a gocciolare insieme ai suoi liquidi. «Amore, vieni» - mi chiama lei. Io, che già stavo sbirciando dalla porta socchiusa, entro… sono quasi nudo. solo con la camicia… sbottonata… ho il cazzo semifloscio… «Amore – dice lei rivolta ancora a me – prendi un fazzoletto di carta e pulisciglielo». Io ubbidisco. Prendo un fazzoletto di carta e te lo pulisco, con delicatezza, piano piano… provo gusto a farti docilmente questo servizio. E lei (sempre rivolto a me): «Amore, c’è il rischio che resti incinta. Sai cosa devi fare per evitarlo… dai, amore, ora leccami tutta e togli ogni traccia del suo seme da dentro di me....così non corro nessun rischio e mi darai un’altra prova che mi ami da impazzire». E anche ora, ormai rassegnato e devoto solo al suo piacere, ma in fondo perché godo anch’io, rispondo di sì. Mi metti tra le sue cosce, tiro fuori la lingua e comincio a leccarle la fica… lecco i suoi umori e la tua sborra… allargo le labbra grandi, poi le piccole, e ficco la lingua nella sua vagina… la pulisco… succhio… rificco la lingua… risucchio… con cura la ripulisco di tutta la sborra che le hai lasciato dentro. Quando penso di aver finito e mi sollevo, ho tutto il viso imbrattato delle vostre impurità. «Vatti a lavare» – ordina lei. «Vado prima io» - intervieni tu. «Andate insieme» - dice lei. Quando siamo nel bagno, tu ti metti in piedi davanti al bidé. Io mi inginocchio e ti lavo il cazzo, i coglioni e anche il culo. Con cura e delicatezza. Dopo che ti ho asciugato, come ultimo atto di devozione ti lecco la cappella. Vorrei succhiartelo il cazzo. Ma me lo impedisci. «Adesso basta. Vatti a curare di lei. La prossima volta ti farò ancora vedere come me la inculo». «Ok» - balbetto. Quando sei perfettamente rivestito e pronto per andartene, abbracci la mia lei e le dai un bacio in bocca, mentre le palpeggi le tette e il culo. Le ficchi la lingua dentro e la rovisti fino alla gola… lei gode e succhia… «Sei magnifica – le dici – succhiami ancora il cazzo così…». E la spingi con la testa verso la tua patta nuovamente gonfia. Lei ti sbottona, lo tira fuori e comincia di nuovo a leccarti e a ciucciarti… glielo strofini sul viso… lei apre le labbra e tu glielo infili dentro con forza. Io guardo stupito e confuso… resto inchiodato di fronte allo spettacolo che mi offrite. La scopi in bocca per una decina di minuti. Ogni tanto lo tiri fuori… bagnato e gocciolante della sua saliva… lo prendi in mano e glielo sbatti sulle labbra, sulle guance, sugli occhi… e lo rificchi dentro… fin quando di nuovo sborri… la tieni ferma tenendola per i capelli… «Succhia tutto, troia». Glielo scoli bene dentro… con una mano ti spremo il canale lungo l’asta per scolarlo fino all’ultima goccia… quindi piano piano lo tiri fuori. Io estatico ed eccitato, prendo un fazzolettino di carta e mi avvicino per ripulirmelo… comincio dai coglioni, la base della mazza e poi piano piano risalgo fino alla cappella… «Cara – dici tu rivolto a lei – ho l’impressione che il tuo lui oltre ad amare te ama anche il mio cazzo». La mia lei, ancora in ginocchio davanti a te, fa di no con la testa. Ma tu, rivolto a me, mi ordini indicando il tuo uccello: «Bacialo, dai, bacialo. Se l’ami veramente, devi desiderare tutto quello che piace a lei». Ed ecco che io posi la mia bocca sulla boccuccia del mio uccello… mi spingo anche a dare una leccatina alla cappella… «Lo vuoi succhiare?» Faccio no con la testa. «Va bene. Ormai sono già spompato. Sarà per la prossima volta». A questo punto ti rimetti l’uccello dentro i pantaloni e ti riabbottoni. Io e la mia lei stiamo entrambi sempre in ginocchio davanti a me. Ci dai uno scappellotto e finalmente te ne vai.
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13 years ago
angelo482,
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Anna, mia moglie condivisa
Anna mi aveva seguito in una trasferta di lavoro per poi trascorrere assieme il week end in Toscana. Avevo prenotato a sua insaputa in un buon hotel gestito da amico che, su internet, avevo avuto modo di conoscere e che si era dimostrato molto interessato ad Anna, anzi, diciamo pure, al suo corpo. Gli accordi erano stati chiari fin dall’inizio: in cambio di una buona camera concessa a prezzo di favore avrebbe avuto via libera a corteggiare Anna con il solo impegno di raccontarmi tutto, commentarmela poi privatamente, saziando così il mio desiderio di sapere Anna piaciuta e/o goduta da altri. Non sapevo che tipo fosse, ma neanche mi interessava più di tanto il suo aspetto fisico. Francesco ci accolse alla reception e subito mi resi conto che era lui perché, osservati i nostri documenti fece presente ad Anna che ci doveva essere un errore sulla sua carta d’identità: la data di nascita non corrispondeva all’apparenza, alla donna che si trovava davanti dimostrava almeno dieci anni in meno... Anna sorrise arrossendo, io feci finta di nulla, salvo poi scherzarci su, con Anna, mentre eravamo sull’ascensore. “Per me sei il suo tipo e se appena gli dai un po’ di corda, mi sa che ti ritrovi a trombare con lui, la qual cosa non mi spiacerebbe, se poi ci farà un buono sconto sul soggiorno...”, Le palpai il sedere vedendo con piacere la mia mano che si rifletteva sullo specchio dell’ascensore mentre cercavo di scoprire al tatto che intimo indossasse. Avevo regalato ad Anna alcune mutandine super sexy da usare durante quel week end. Non avevo capito quali indossasse e pertanto, mentre camminavamo lungo il corridoio, le chiesi di alzare la gonna e farsi vedere e fotografare: Rimasi di stucco. Ne indossava ben due: un paio brasileiro trasparente nero e, sotto, il micro-perizoma con laccetto tra le chiappe. Entrambi gli indumenti, dietro, le sparivano ingoiati dalle sue chiappe: da urlo! Prendemmo il possesso della camera, veramente bellina. Andai in bagno, mentre Anna apriva la valigia: il mio cazzo era duro e la tensione cerebrale a mille, fantasticando su come si sarebbe evoluta la serata. “Non ti sei cambiata”, le chiesi. “No”, fu la risposta, “ma mi sono spogliata l’intimo dato che mi dava fastidio. Tanto so che non può che farti piacere....” Salì per prima sull’ascensore e, bloccando con la mano l’interruttore della chiusura delle porte, si piegò a 90 gradi per confermare quanto dettomi pocanzi, offrendo il suo B-side all’obiettivo della fotocamera. “Desidero che, stasera tu trovi il modo per mostrare la tua passera al tuo amico albergatore” le sussurrai con voce alterata dal piacere”. “Vedremo” fu la sua risposta. Ci accomodammo al nostro tavolo, in un angolo della sala a mezza luce. Dopo poco sopraggiunse il gestore a prendere le ordinazioni. “Cosa posso dare a questa bella coppia di turisti? Sono a vostra disposizione per farvi godere un ottimo soggiorno...”. Parlava ad entrambi, ma guardava Anna. “Ho tutto quanto nella lista, mentre fuori lista ho degli ottimi saltimbocca o, se gradite il pesce, vi posso proporre un’ottima passera al forno”. “Lei cosa mi consiglierebbe” chiese civettuola Anna che sembrava essere entrata nel gioco. “Beh, io adoro la passera” fu la risposta di Francesco, "ma è una scelta soggettiva, tutto qui è ottimo...". Ci chiese anche quali fossero i nostri programmi serali e gli spiegammo che, salvo altri suggerimenti, era nostra intenzione andare al multisala lì vicino, essendo serata uggiosa. Ci suggerì di vedere il film di Pieraccioni, “Una moglie bellissima”. “E’ un film molto divertente, l’ho visto l’altra sera. Il titolo è enz’altro in tema con sua moglie”, disse rivolto a me con un sorriso. Seguimmo i suoi consigli e ci trovammo effettivamente soddisfatti sia del mangiare che, successivamente, del film. Non conoscevo la trama, ma almeno la prima parte del film rappresentava quanto io desideravo; mostrare mia moglie, offrirla, vederla desiderata. Nel buio della sala, appoggiandole la mano sul ginocchio, le sussurrai che mi eccitava la trama, pensando lei come protagonista e alludendo che forse l’albergatore, indicandoci quel film, aveva voluto trasmetterci un messaggio forte. Anna sorrise, evidentemente lusingata dall’idea di essere corteggiata da uno e mi chiese se veramente io l’avrei offerta in cambio di un servizio fotografico remunerato o altro. “Sì, una volta, per gioco...”, le risposi con la bocca impastata dall’eccitazione, “e mi sa ma il tuo amico Francesco ci starebbe”, proseguii. “Non penso”, ammiccò Anna. “Mi sa ma dice così a tutte le clienti, per tenersele buone, ma se poi anche solo deve offrire un grappino, si tira indietro”. “Proviamo” le risposi, “ma se poi hai torto, paghi penitenza, vale a dire ti comporterai come Miranda, la protagonista di questo film”. “Accetto la sfida, ma ora rilassati”, tagliò corto Anna, mentre la mia mano, nascosta dal buio della sala, era ormai salita a massaggiarle la coscia con piacere. Rientrammo in albergo verso le 22,30 e ritrovammo ad accoglierci Francesco. “Fa un freddo boia, fuori. E’ ancora aperto il bar, per prendere qualcosa, gli chiesi”. “Lo riapro, no problem” disse sorridente verso Anna. Ci accomodammo seduti su un basso divanetto. La minigonna di Anna non poteva stare a posto. Le sue gambe apparivano bellamente in vista, accavallate. Io optai per una grappa, mentre Anna si lasciò suggerire un passito di Pantelleria, con due biscottini. “Ve li offro io” furono le parole magiche di Francesco che decretarono la perdita della scommessa da parte di Anna. “Grazie”, dissi per entrambi, “ma a questo punto diamoci del tu e dacci qualche suggerimento su cosa fare domani in zona”. Lui si sedette davanti a noi, discorrendo. Posai la mia mano sulla gamba di Anna, quasi a ricordarle la scommessa. Lei disaccavallò le gambe e, in quel gesto, Francesco senz’altro vide a nudo, per un attimo, la sua intimità. “Piaciuto il film” ci chiese. “Sì”, rispose Anna con mio stupore, “divertente e, nella realtà, potrebbe essere anche una verosimile soluzione a problemi di bilancio famigliare. In fondo, se una ragazza è carina, non vedo perché non debba valorizzare il suo corpo come modella, sempre che il marito sia consenziente. Tutto sommato, se ancora fossi giovane, mi sa ma Piero mi lascerebbe posare per un servizio fotografico che ci permettesse di saldare qualche conticino...”. “Son convinto che tu, Anna, abbia già posato in passato, da come parli. Ma guarda che anche le donne di mezza età, come te, hanno il loro fascino. Anzi, sono quelle che io preferisco perché più posate, ma anche più smaliziate. Hai un bel viso pulito, da brava ragazza, delle gambe molto carine e mi sa non solo quello”, disse Francesco rivolto a lei.” “Mi fa piacere che Anna ti piaccia”, mi inserii io nel discorso, baciandola subito dopo sulla bocca e posando il mio braccio sulla sua spalla destra, con la mano cascante sul suo seno. “Vediamo, allora: se te la mostro in camera, ci fai poi un buon trattamento quando scriverai il conto?” Anna allargò leggermente le gambe. “Un accordo senz’altro lo troviamo, ma ci vediamo domani sera; stasera debbo presidiare la reception, aspetto ancora alcuni clienti e domani sono via per ritirare le provviste” rispose sorridendo e aggiungendo subito dopo rivolto ad Anna: “ho intravvisto la TUA passera. Scusa, ma non ho potuto non vederla, bella rasata. Te l’ho già detto che le adoro! Se Piero acconsente mi piacerebbe sentirtela un attimo, come acconto”. Anna, obbediente cagnolina, allargò le gambe ancora un pochino e sentì la sua mano scivolare tra le cosce. Ebbe un sobbalzo quando il medio di Francesco si insinuò nella passera umida. Lui ritrasse la mano e si portò, sorridendo e sospirando, il dito umido al naso. Ci congedammo, salimmo in camera e trombai Anna come un riccio, alla pecorina, chiedendole di immaginare essere trombata dal suo amico Francesco e sentendomi dire che, se questo fosse stato il mio desiderio, mi avrebbe senz’altro assecondato, essendo oltretutto un tipo brillante. Il giorno dopo trascorse velocemente con visite dei luoghi e tappe nei negozietti. Cenammo fuori e rientrammo verso le 21,30. “Pensavo non tornaste più”, ci accolse sorridendo Francesco. “Noi manteniamo sempre gli accordi; ci vediamo tra mezz’ora”, gli risposi sorridendo e baciando Anna sulle labbra, per ribadire che comunque, la troietta sarebbe sempre stata mia. Salimmo. “Vorrei fotografarti prima, durante e dopo” fu la mia richiesta rivolta ad Anna, quando ci trovammo in camera. Ancora una volta mi accontentò in tutto: si lasciò fotografare mentre si spogliava, attendendo, nuda sul letto, l’arrivo di Francesco, al quale io aprii la porta. Lei si alzò senza proferire parola, mostrandosi in tutta la sua nudità, sculettando prima davanti a lui e poi aiutandolo a spogliarsi e, sempre in piedi, lavorandogli con sapienza il pisello al fine di portarglielo alla massima erezione. Si piegò quindi a 90 gradi offrendosi da dietro e sorridendomi come una troietta. Sospirò di piacere e eccitazione fino a quando, dopo poco, Francesco le venne dentro. “Io ho dato quanto dovevo” disse a quel punto sorridendo. “Ora vado a farmi una mezza doccia mentre voi ve la raccontate...” Tornò dopo pochi minuti avvolta dal bianco accappatoio, mezzo aperto, sedendosi a gambe larghe sulla poltrona di pelle. Trascorremmo ancora qualche minuto scambiandoci ancora dei convenevoli e poi Francesco si congedò. Il mattino dopo trovammo alla reception solo sua moglie e il conto già preparato, senza addebito della cena: come mi spiegò qualche giorno dopo su MSN, anche lui mi aveva offerto la...passera
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13 years ago
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Il provino
Avevo diciassette anni quando lessi su un giornale il seguente annuncio: "Si cerca ragazza maggiorenne per comparsa in film romantico ambientato a Milano. Richiesta giovane età (max 25 anni) e bella presenza. Compenso adeguato in base al tempo di ripresa. Studio di ripresa in zona Stazione Centrale". Seguiva il numero di telefono. Io non avevo ancora compiuto la maggiore età, ma volli tentare lo stesso e telefonai al numero indicato. Mi rispose una voce maschile: "Sì stiamo cercando una ragazza per un film romantico, che deve essere acqua e sapone... la ragazza della porta accanto, insomma. Il ruolo non è molto impegnativo, ma molto istintivo! Bisogna essere portate per questo ruolo, pur non essendo necessariamente attrici e pur non conoscendo tecniche di dizione". Fissai all'appuntamento e mi presentai con Sandro, un mio grande amico. Arrivammo allo studio, che dall'esterno non aveva un'aria molto rassicurante. Ci fecero entrare e ci fecero accomodare in un salotto un po' squallido, in attesa del produttore. Il produttore arrivò quindici minuti dopo e si scusò per essere arrivato in ritardo; poi iniziò a farmi domande: "Come si chiama signorina? Quanti anni ha? Le piace il cinema? Vuole fare l'attrice per gioco o per una futura professione?". Io risposi che avevo diciannove anni, che facevo quel provino per raccimolare i soldi della vacanza estiva e che il cinema era sempre stato la mia passione, fin da piccola. "Bene questo è il suo ruolo! Lei mi sembra proprio adatta a fare la comparsa. E' una ragazza piacente, acqua e sapone, con un viso innocente. Lei è proprio la ragazza che cerchiamo", incalzò il produttore. Io ero vestita con una camicetta fasciante di colore azzurro, gonna abbastanza corta blu, calze azzurre e scarpe tipo "ballerine" nere. Sotto non avevo messo il reggiseno, per evidenziare le forme delle mie tette sode e completava il mio abbigliamento uno slip nero di pizzo. Il produttore mi fece avvicinare a lui e mi disse: "Devo esaminare il suo corpo, anche se vedo che lei è una bella ragazza. Tutte le attrici devono essere viste da vicino dal loro produttore. E' per stabilire un feeling tra datore di lavoro e attrice. Se vuole lui può rimanere". Sì lui può rimanere dissi io, indicando Sandro. Io non avevo capito bene quale era il mio ruolo in quel film, ma avevo capito che mi voleva toccare e non ebbi il coraggio di rifiutarmi, visto che tenevo molto a quei soldi, che mi sarebbero serviti per andare in vacanza. Il produttore aggiunse: Io mi chiamo Enrico, diamoci del tu ed entriamo un po' in confidenza. Fammi sentire il tuo seno". Enrico iniziò ad accarezzarmi il seno e i miei giovani capezzoli, sentendosi accarezzati, si irrigidirono e divennero turgidi, facendosi notare da sotto la camicetta. Lui disse che gli piaceva il fatto che io fossi così sensibile alle carezze di un uomo quasi maturo e fece per sollevarmi la gonna. "No, non può farlo, signore", dissi io. Lui rispose che era necessario e io acconsentii alla sua richiesta, Mi sollevò la corta gonna dietro, lasciandomi il culetto con le calze, ma scoperto. "Bel culo, ragazza! Complimenti... si proprio un bel culo! Sodo al punto giusto e poi tu hai solo diciannove anni...", disse Enrico. Guardai Sandro che seguiva attentamente le mosse di Enrico, quasi fosse un cane da guardia. Enrico continuava nel suo ruolo di produttore-esploratore: mi slacciò lentamente la camicetta e ispezionò con le mani il mio seno. Io ero confusa, non sapevo se permettere a quell'uomo di accarezzarmi o dargli uno schiaffo ed allontanarlo da me. Optai per la prima scelta, lui continuò a toccarmi, palparmi, strizzarmi i capezzoli e ad un certo punto mi disse: "Complimeti Sonia, hai proprio dei bei foruncolini. Lascia che te li lecchi". Io annuii con il capo e mi ritrovai con la sua lingua sui miei seni. Mi leccava insistentemente e tirava i miei capezzoli con i denti. Io godevo per quel trattamento inaspettato, ma sicuramente piacevole. Guardai di sfuggita Sandro e vidi che qualcosa si era gonfiato sotto i suoi pantaloni. Anche lui si stava eccitando, ma non lo voleva dare a vedere. Poi il produttore mi disse: "Dai, ora togliti la gonna". Io feci quello che mi fu richiesto, ma senza togliere le scarpe, che interferirono con la discesa della gonna. Io ho sempre pensato di avere dei brutti piedi e proprio i piedi sono sempre stati per me motivo di complesso; per questo non volevo togliere le scarpe, ma Enrico mi apostrofò in modo secco: "Ma non hai grazia... che casino stai facendo... non puoi togliere la gonna senza togliere prima le scarpe! Via le scarpe! E poi sfila la gonna, senza farmi perdere la pazienza... Non ho tempo da perdere io, sono un produttore e devo provinare ancora molte donne oggi". Io mi levai le scarpe e subito dopo la gonna. Enrico mi chiese poi di levarmi la camicetta ed io eseguii il suo ordine, senza farmi pregare. Ero rimasta con le calze e le mutandine. Poco dopo giunse un altro ordine perentorio dal produttore: "Togliti tutto, ormai non hai altra scelta". In effetti la scelta l'avevo: avrei potuto rivestirmi ed andare via, sbattendo magari la porta. Sentivo gli sguardi di Enrico e Sandro, che scrutavano palmo a palmo il mio corpo di giovane donna. Ero eccitata, a tal punto che quando Enrico mi passò ripetutamente il dito in mezzo alla figa, sentì che ero completamente bagnata. La mia figa era diventata un lago! Probabilmente mi ero bagnata anche la parte superiore delle gambe... la mia figa colava come non mai. "Va bene, a questo punto chiamo Rocco e il cineoperatore e tu mi fai vedere che cosa sai fare. Devi farti scopare senza fiatare, fare pompini e baciare in modo appassionato", disse il produttore. "Ma che razza di film è?", ribattei io. Lui sorrise, dicendo che era impossibile che non avessi ancora capito di che film si trattava: era un film porno, in cui io avevo la parte della ragazza della porta accanto, acqua e sapone, ma tanto, tanto porca. Insomma una ragazza aperta a tutte le esperienze! Enrico aggiunse anche che il mio cachet era alto e dovevo meritarmelo. Io avevo un tremendo bisogno di quei soldi e accettai la cosa, senza ribattere. Lui telefonò a Rocco (non Siffredi, purtroppo) e poi mi portò in braccio in un'altra stanza, seguito dal fido Sandro. Mi stese su un letto e mi disse che attendevamo l'arrivo di Rocco, l'attore principale, e del cineoperatore. Poco dopo i due uomini arrivarono. Rocco si spogliò in modo veloce, mostrando un fisico perfetto e prestante. Ora io ero nuda davanti a quatro uomini: Enrico, Sandro, Rocco e il cineoperatore. Rocco mi baciò ripetutamente e io sentivo la sua lingua che si avvinghiava alla mia, producendomi un piacere sfrenato. Poi Rocco mi mise a pecorina e mi infilò il suo lungo uccello, senza tanti complimenti. La mia figa era aperta e vogliosa e non offrì alcuna resistenza. Mi pompò per parecchio tempo, facendomi dondolare in avanti e indietro le tette penzolanti. Fu una cosa sconvolgente, che io alla mia verde età non avevo mai provato. Poi Rocco si fece fare un lungo pompino e mi fece i complimenti, dicendomi: "Brava Sonia, sei molto brava con la bocca. Davvero un bel pompino! E poi sai ingoiare interamente anche un uccello lungo come il mio. Non soffocarti però!". A me era venuta un po' di tosse, perchè quell'uccello lungo e duro mi era arrivato fino in gola. Sputai un po' di saliva e tutto passò in fretta. Rocco mi scopò ancora in diverse posizioni e io raggiunsi più di un orgasmo. La mia figa era squassata dai quei colpi forti e decisi, ma io ero tremendamente contenta di quell'esperienza. Venivo sbattuta davanti a quattro uomini. Ero diventata improvvisamente una puttana! Poi il produttore mi disse: "Ora dovrai dare il culo a Rocco, che ti sfonderà senza pietà". "Ma io non ho mai avuto rapporti anali! No, non posso... il culo no! Accontentati della mia figa, delle mie tette, della mia bocca... Il culo no!", dissi io, supplicando il produttore. Lui insistette e io alla fine acconsentii. Mi sarei fatta sfondare il culo per un pugno di soldi. Rocco mi fece penetrare molto gel nel buco del culo, dicendomi che quel gel avrebbe aiutato l'introduzione del pene. Poi provò ad appoggiare il suo uccello al mio buco: che sproporzione, un buchetto stretto e quasi chiuso contro un uccello di grossa sezione e per di più lungo come una bottoglia di Coca Cola! Rocco appoggiò la sua cappella al mio buco... premette... premette... ma il mio buco non si spalancò"! "Enrico non c'è niente da fare, non posso inculare questa ragazza. Il suo buco è vergine e troppo stretto, se spingo rischio di mandarla al Pronto Soccorso. Non posso sfondarla!", disse Rocco. Enrico era sconsolato, ma anche scocciato per aver perso inutilmente tempo con me. "Sonia avevi ben letto che dovevi avere rapporti anali. Era inutile che ti presentavi qui, se non avevi mai provato a farti sfondare il culo. Ora dovrai risarcirmi i danni per questo incidente di percorso", disse adirato Enrico. In effetti sull'annuncio non appariva una parola circa il ruolo dell'attrice, ne tantomeno che doveva essere scopata e sfondata analmente. Avevo però capito che cosa voleva Enrico e mi concedetti a lui e poi al suo cineoperatore. Mi scoparono a loro piacimento, in tutte le posizioni possibili, lasciandomi sfinita per quel duro lavoro. L'unico che non partecipò al gioco fu il mio grande amico Sandro: lui quel giorno fu solo uno spettatore in prima fila e si accontentò, alla fine, di farsi una sega e venirmi sul seno. Grande Sandro, grazie di esistere.
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Intervallo di pranzo
Intervallo di pranzo… sono appena entrato in garconierre quando suona il campanello. È Mario, il singolo che avevo incontrato giorni prima dopo un contatto sul sito. Mi era piaciuto, nessun problema quindi ad invitato a trascorrere un’oretta con me e Vale. Passano dieci minuti ed arriva Vale. Prima di ora aveva visto Mario solo di sfuggita. È il nostro modo di selezionare, io incontro e lei passa davanti al bar… breve occhiata e via. Questa volta lo squadra bene e dallo sguardo capisco che gli piace. Veloci presentazioni di rito, poi si chiude in bagno. Riappare dopo un paio di minuti vestita di solo reggiseno e tanga… a lei non piace perdere tempo e l’intervallo di pranzo è breve… inutile sprecare troppi minuti a chiacchierare, quando il compagno di giochi piace. Abbasso le luci e inizio a baciarla… Mario si affianca a me e la baciamo insieme. Dalla bocca passo a baciarle seno e cosce e Mario schiena e culetto, mentre le nostre mani all’unisono le accarezzano il divino monticello e il tondo fondoschiena, svestendola di quei pochi indumenti che la ricoprono. Lei, vogliosa e già bagnata, su struscia su di noi, accarezzandoci i membri ancora prigionieri nei pantaloni. A turno ci stacchiamo da lei per sfilarci velocemente i vestiti. Quando finalmente i nostri membri sono apertamente a sua disposizione, si china e li bacia, prima l’uno poi l’altro, poi nuovamente uno, poi nuovamente l’altro, in una girandola che finisce con la sua bocca che saetta su entrambi, mentre con la mano li tiene stretti uno sull’altro. Noi in piedi, lei inginocchiata tra le nostre gambe… a godersi in bocca i nostri membri duri, passando lentamente da uno all’altro, intervallando il succhiare con piacevoli colpetti di lingua sui testicoli. E’ il suo modo di scaldarsi, per poi prendere le redini del gioco. Ci ordina di toccarci tra di noi, di succhiarci i membri mentre lei guarda e si masturba. Come soldati davanti al colonnello, obbediamo. Stesi a sessantanove, iniziamo a spompinarci, mentre l’occhio di entrambi va su Vale, che, sguaiatamente seduta sulla poltrona davanti al letto e senza distogliere lo sguardo dalle nostre bocche che si muovono sui reciproci membri, si masturba freneticamente. Adora guardare due uomini intenti a darsi piacere, la eccita alla grande. Sentiamo i suoi gemiti salire gradualmente di intensità, mentre il suo corpo sussulta nel piacere dell’orgasmo… il primo di quella giornata. Mentre ancora gode di quell’autopiacere che si è appena regalata, si butta poi su di noi. Assatanata di sesso si affianca prima a me per succhiare insieme il membro di Mario, poi a lui per succhiare il mio. Ci gestisce bocche e membri nel vero senso della parola… Adesso però le nostre bocche le vuol sentire su di se. Ci alterniamo l’uno tra le sue gambe e l’altro sulle sue tette. Mario si dimostra un leccatore instancabile ed abilissimo, a lui va il giusto premio di ricevere in bocca l’orgasmo di Vale, mentre io le mordicchio i capezzoli. Siamo all’apoteosi finale… tra i gemiti dell’orgasmo, Vale chiede a Mario di prenderla, subito, violentemente, di pomparla sino in fondo… Mario penetra in lei senza difficoltà… è bagnatissima. Ma solo essere scopata non le basta. Mentre si gode dentro il membro, vuole tornare spettatrice dello spettacolo che più le piace… ed allora mi ordina di mettere il cazzo in bocca a Mario. Sotto di noi la sentiamo godere per lo stantuffare sempre più veloce di Mario e per lo spettacolo del mio uccello succhiato da Mario… In quel delirio di piacere, libera l’uccello di Mario dall’umida gabbia in cui l’aveva imprigionato sino a pochi istanti prima. Vuole il quarto orgasmo e lo vuole raggiungere usandoci, come tanto le piace. Con noi inginocchiati al suo fianco inizia a masturbarsi, ordinandoci di farci reciprocamente una sega. Non stacca gli occhi dai nostri membri che si agitano su di lei tra le rispettive mani. Non passa molto e la sentiamo implorare di spruzzarla tutta, di farle sentire lo sperma caldo colato sulle tette. Attendevamo solo quella sua richiesta per dare finalmente sfogo ai nostri reciproci orgasmi… Immediatamente i nostri membri, all’unisono, iniziano a spargere sul corpo di Vale, dal viso alle tette, calde gocce di denso sperma… è il via libera al nostro orgasmo ed è il via libera al suo esplodere finale… con una mano sempre più frenetica si accarezza il clitoride e con l’altra si spalma delicatamente sulle tette quanto le abbiamo appena riversato… godendo e gemendo senza ritegno… Quando torna in se bacia entrambi… Mario si è dimostrato un perfetto compagno per il suo piacere. A quel primo incontro son seguiti quindi altri incontri, sempre più caldi, sempre più intriganti. Con Mario, ormai divenuto un nostro compagno fisso di gioco, abbiamo trovato un piacevole modo di trascorrere, di tanto in tanto, l’intervallo di pranzo.
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Il fotografo
Mi piace tantissimo essere fotografata, ma avevo voglia di foto artistiche e non usuali come quelle che fa sempre mio marito. E' per questo che mi sono recata in uno studio fortografico specializzato in foto artistiche; quando arrivo suono il campanello e viene ad aprirmi un distinto signore di mezza età. Mi chiede che tipo di foto voglio e io preciso subito che desidero foto vestita, seminuda e anche completamente nuda, per dar modo all'obiettivo della macchina fotografica di immortalare ogni parte del mio corpo. L'appuntamento viene fissato per il martedì seguente alle ore sedici. Alla mattina del giorno stabiliito mi reco dalla parrucchiera per dare un'aggiustatina ai capelli e poi passo in un centro estetico per depilarmi le ascelle e la zona del pube: questa volta i peli devono essere tassativamente banditi dalle foto e il mio corpo deve risultare liscio e vellutato! Al pomeriggio, puntuale come un orologio svizzero, con un meraviglioso abito lungo, scarpe adeguate e biancheria di pizzo raggiungo lo studio fotografico. Dopo i prini convenevoli, vengo fatta accomodare in una stanza dove al centro troneggia un grande letto, fianchegggiato da vari specchi e poltrone in stile. Ci sono anche diverse lampade, che poi verranno accese all'occorrenza. Iniziamo con foto soft, per poi passare a quelle un po' più impegnative. "Scopra la spalla, tiri leggermente fuori la gamba, slacci il cinturino delle scarpe, abbassi le mutandine senza mostrare nulla", sono alcune delle frasi pronunciate dal valente fotografo. Le pose sono molto belle e io già pregusto il risultato finale del servizio. Quelle di nudo invece sono più "volgari", ma mi mettono in corpo una grande eccitazione, specialmente quando l'obiettivo ispeziona le mie parti intime. Dopo più di tre ore di lavoro, il servizio è finito e io chiedo quanto devo pagare. "Sono seicentomila lire, signora", mi dice affabilmente il fotografo. "Seicentomila lire?", replicò io. Faccio notare che io ho solo duecentomila lire e in più faccio osservare che quella cifra è impensabile per una casalinga come me, che per di più ha fatto tutto di nascosto dal marito, perchè assalita da una gran voglia di ben figurare. "Signora, non sono affari miei... io sono un fotografo professionista affermato, ho lavorato per tre ore producendo centinaia di scatti... la cosa non mi interessa proprio. Lei mi deve dare seicentomila lire! Punto e basta", dice con tono secco e risoluto il fotografo. "Mi aiuti, la prego, troviamo una soluzione al problema", ribatto io. "E va bene, ora telefono al mio amico e sento se ha bisogno di una come lei", dice con voce più dolce il titolare dello studio. Poi telefona ad un certo Dario, spiegando la situazione: "La signora deve necessariamente procurarsi quattrocentomila lire! E' debitrice verso di me di questa cifra". Poco dopo chiude la telefonata e mi dice che sono molto fortunata, grazie al mio aspetto piacente e gradevole. "Gentile signora, lei andrà dal mio amico Dario, proprietario di un club privè a Milano, e si metterà a sua disposizione per una festa privata che si terrà sabato prossimo nel suo locale. Non potrà opporre resistenza alcuna e dovrà soddisfare i capricci dei suoi agiati clienti. Potranno anche chiederle prestazioni sessuali, alle quali lei non potrà assolutamente sottrarsi. E' contenta, signora, vede che abbiamo sistemato la cosa?", mi dice il fotografo, sogghignando. Io ho dovuto accettare, visto che non avevo altra soluzione per raccimolare i soldi mancanti. Al sabato invento una scusa a Mario, mio marito, dicendogli che dovevo accompagnare mia madre a teatro, ben sapendo che lui non sarebbe mai venuto, visti i rapporti tesi che intrattiene con sua suocera. "Ciao amore, tornerò un po' tardi, perchè dopo il teatro mia madre vuole incontrarsi con qualche sua amica", dico a mio marito mentre sto per uscire di casa. E invece mi dirigo, con grande ansia, al club privè. Appena suono, la porta si spalanca e Dario mi viene ad aprire, qualificandosi per il proprietario del locale. Mi fa molti complimenti, sia per la mia persona, che per il mio elegante abito e poi mi dice che dovrò essere bendata per non riconoscere in alcun modo i suoi clienti. Io accetto e vengo bendata. Così privata della vista, mi accompagnano due baldi giovani nella discesa di una scala. I miei "collaboratori" mi conducono a quello che poi si rivela un grande letto matrimoniale. Mi stendo sul letto e poi mi abbandonano lì da sola. Dopo qualche minuto si apre una porta e capisco che comincia ad entrare gente. Parecchia gente che poi si disporrà ai bordi del letto. Riconosco la voce di Dario che dice: Ecco signori e signore, Sonia ha voluto essere tra noi questa sera per farci divertire. Come vedete è una donna interessante e quel che più conta è una persona disposta a tutto. Lei non lo fa per soldi (Pinocchio, quel Dario), ma solo per piacere. E' tutta vostra, si dia il via ai giochi!". Io tremo al pensiero di quello che succederà, ma non ho neanche il tempo di pensare che una mano, molto gentile, entra nel mio vestito, dirigendosi sul mio seno. Dapprima mi accarezza la tetta sul reggiseno e poi entra e mi afferra il capezzolo. Non lo stringe però tanto e io emetto solo un sussulto; successivamente la stessa mano mi alza la gonna e raggiunge le mie mutandine, accarezzandole dall'esterno. E' una mano piccola e delicata e io capisco che si tratta della mano di una donna: sono allibita perchè pensavo che i privè fossero luoghi dedicati ai soli maschi. Poi una mano sicuramente maschile mi slaccia il cinturino di una scarpa e me la toglie; sento che il mio piede viene portato alla bocca dello sconosciuto che lo bacia avidamente. Poi mi strappa la calza in corrispondenza del piede e mi lecca minuziosamente tutto il piede ormai nudo. Ora sul mio corpo ci sono tante mani, maschili e femminili, che mi toccano tutto dal seno alla figa, ma il vestito mi fa ancora da corazza. Vengo girata a pancia in giù e una mano si avventa sulla zip del vestito, abbassandola totalmente; il vestito mi viene sfilato e ora io mostro la mia biancheria intima e le mie autoreggenti. Un'altra mano mi toglie la scarpa rimasta e mi sfila delicatamente la calza, mentre una mano secca e rozza mi sfila l'altra calza strappata. Vengo girata a pancia in su e mi viene totlto il reggiseno. Una bocca si avvicina al mio seno e comincia a leccarmelo: è una bocca femminile, che ben presto si "trasferirà" sulla mie labbra. Sento la lingua della donna che vuole entrare nella mia bocca e io la spalanco per un bacio appassionato; non ho mai avuto rapporti lesbici, ma la cosa non è affatto sgradevole. Qualcuno mi toglie le mutandine, qualcun altro mi accarezza il pube liscio e vellutato e qualcun altro ancora fa commenti del tipo: "Ha proprio una bella figa... aspetta solo il nostro cazzo!". Mi viene infilato nella figa un grosso cazzo di plastica che poi capisco avere un "gemello" dall'altra estremità: era praticamente un fallo doppio che viene gestito da due donne contemporaneamente. Io non vedo la donna che sta dall'altra parte, ma sento distintamente i colpi quando lei spinge con la sua figa il fallo che ha dentro. Vengo così scopata da una sconosciuta. Poi qualcuno mi apre le dita dei piedi e mi lecca i piedi con grande slancio. A me piace molto farmi leccare i piedi e la cosa mi fa enorme piacere; poi però le dita dei miei piedi vengono portate indietro, come per stringerle in una morsa e i mie calcagni vengono bloccati da altre mani. Che cosa mi succederà? Poco dopo sento un bruciore sulla pianta di un piede... emetto delle urla... sì, mi stanno bruciando la pianta con una sigaretta accesa. Ridono, i porci, ridono e mi sbeffeggiano con frasi poco carine: "Cagna, non ti lamentare... sei tutta nostra questa sera... devi solo subire... subire e stare zitta... zitta, puttana". Poi ricevo bruciature anche sull'altro piede e il dolore si fa sentire. Nessuna parte delle piante dei piedi viene risparmiata: sotto le dita, sull'arco plantare e sul tallone la sigaretta accesa produce i suoi effetti deleteri. Intanto qualcuno mi strizza i capezzoli con un arnese metallico, che credo fosse una tenaglia. Altro dolore, ma non è tutto, perchè nell'arco della serata dovrò ancora soffrire molto. Ad un certo punto un grosso cazzo mi penetra nella figa, squassandomela, e contemporaneamente sento delle belle tette a contatto con le mie: probabilmente si trattava di un trans, ma la verità non la saprò mai. Comunque quella persona sapeva il fatto suo e mi ha fatto godere non poco con colpi di cazzo decisi e ben assestati. Io in quel momento godevo come una cagna in calore! Poi una raffica di uccelli mi pompano nella figa, mentre altri preferiscono il mio culo. Un uccello dopo l'altro davanti e poi ad un certo punto anche dietro: una doppia penetrazione, che continua per diverso tempo. Quando esce un uccello dalla figa, lo stesso viene subito rimpiazzato e così anche per il mio lato B. Insomma molte, molte doppie penetrazioni che non mi danno tregua. Poi è la volta della mia bocca, che mi viene spalancata e diventa una sorte di discarica di sborra: dieci o forse venti uomini hanno scaricato nella mia bocca il loro caldo tributo, che io ho ingoiato senza alcuna opposizione. Mi sentivo umiliata e offesa, stavo per essere trattata come uno straccio da latrina, senza alcun rispetto per la mia persona. Ero totalmente sottomessa ai loro voleri. Ad un certo punto tutti hanno smesso, come per incanto, di "occuparsi" di me. Niente mani, niente sfondamenti, niente versamenti di sperma, niente di niente! Io ero stesa sul letto, nuda e sentivo tante persone che bisbigliavano ai lati del letto. Ruppe il silenzio una voce dallo spiccato accento francese: "Tu sei il nostro giocattolo e noi abbiamo diritto di divertirci con te! Tu sei la nostra bambola e alle bambole a volte si vuole bene, a volte no". Ancora qualche minuto di silenzio, un tempo che mi raggelò. Non sapevo che cosa stava per accadere. Improvvisamente sentii un ago penetrare nel mio capezzolo. La sua punta premeva sul mio tenero capezzolo, che si spostava per rifiutare a quel corpo estraneo di penetrarlo... ma non più di tanto, perchè alla fine dovette cedere e fu trafitto da parte a parte. Urlai per il dolore. Sentii una voce che diceva: "E uno!". E contarono fino a dodici. Subito mi venne alla mente quel gioco che facevo con mio marito, che mi infilava ben sei aghi nel capezzolo, quattro a formare intorno un quadrato e due direttamente dentro il bottoncino. Il primo ago è doloroso, ma più ne vengono infilati e più il dolore aumenta, perchè come dicevo il capezzolo si sposta leggermente durante l'infilamento dell'ago e gli aghi già infilati lo seguono nel suo piccolo spostamento. Mio marito usa aghi dalla punta di plastica, lunghi qualche centimetro e questi mi sembravano proprio dello stesso tipo! Mah! Provai un dolore atroce quando i sei aghi furono infilati tutti nel capezzolo e poi qualcuno pensò bene di riservare lo stesso trattamento all capezzolo dell'altro seno. Per fortuna qualcuno penso anche a me, leccandomi la figa fuori e dentro e facendomi raggiungere l'ennesimo orgasmo. Mi agitavo come una biscia, perchè provo un intenso piacere a farmi leccare le labbra e l'interno della fighetta. Mi leccarono per bene anche tutto il buco dell'ano e mi introdussero diverse dita al suo interno. Piacere e dolore si fondevano insieme, in un'orgia dai contorni non più delimitati. Ma dopo il piacere, torna il dolore, questa volta sotto forma di bruciature di sigaretta sul seno, che rimase deturpato per alcuni giorni. Una sofferenza tremenda provai quella sera, perchè anche se la sigaretta viene appena appoggiata, la tenera pelle del seno si segna subito. A quel punto mi fecero scendere dal letto e dovetti fare un pompino a diversi uomini. Mentre spompinavo, c'era sempre qualcuno che mi premeva contro l'uccello di turno, facendomi sentire quasi soffocata da quelli più grossi e lunghi. E lì di grossi ce ne erano davvero tanti. Erano passate le ore, tra godimento e dolore, e sentii la voce del proprietario: "Signori, vi siete divertiti? Sonia è proprio una lurida e schifosa schiava, si concede a tutti e vi concede tutto. Guardate come l'avete ridotta! Una lavatina se la merita? Chi deve fare pipì, la può fare su Sonia! Così va a casa pulita e lavata per bene...". Un'altra umiliazione mi attendeva. Qualcuno mi fece la pipì addosso, lavandomi tutto il corpo, ma qualcuno pretese che io ingoiassi quella pioggia dorata. E io lo feci. Ero stata sottomessa, umiliata, sfondata davanti e dietro, avevo i piedi e i seni bruciacchiati e i capezzoli trafitti, avevo subito tante angherie di tutti i tipi... ero divenuta una donna oggetto. Telefonai ad un'amica, malgrado fosse notte fonda, e le chiesi di fare una doccia a casa sua prima di tornare da mio marito, almeno per salvare le apparenze. Ero stremata, ma avevo pagato il mio debito di vanità. Non feci l'amore con Mario per alcuni giorni, al fine di far guarire completamente i seni. Trovai però un biglietto da visita di quel club privè nella tasca interna della giacca di mio marito e mi venne un atroce dubbio: e se quella sera ci fosse stato anche lui a quella festa?
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Quella volta al negozio...
Poche settimane fa, accaduto realmente. Parcheggio l'auto nel piccolo spiazzo davanti al negozio. Ho fretta e devo trovare alla svelta ciò di cui ho bisogno, per poi tornare in ufficio per un appuntamento. Conosco il proprietario del negozio perchè da lui ho già comprato poco tempo fa. So che è una persona molto attenta alle esigenze del cliente e che sa indicarti il prodotto giusto rapidamente, senza tanti fronzoli e perdite di tempo. Per quello ho deciso di tornare da lui. Ho bisogno di un materasso per il nuovo letto e so che qui troverò ampia scelta e soprattutto un bravo venditore. Entro nello spazio vendita e vedo materassi ovunque. E' una specie di magazzino suddiviso in stanzoni con vari tipi di materassi per ciascuno. Cerco Claudio con lo sguardo ma dietro al tavolo c'è una donna. Mi avvicino quasi infastidito, perchè ho fretta e so che adesso perderò senz'altro tempo a rispiegare tutto a lei e che difficilmente saprà consigliarmi tanto bene quanto lui. "Buongiorno", dico mentre giunto a pochi passi, focalizzo la mia attenzione su di lei. Lei non risponde subito e mi da una squadrata dal basso verso l'alto apprezzando evidentemente la mia altezza, che - devo dire - sfiorando i due metri non passa quasi mai inosservata. Io intanto ricambio lo sguardo e apprezzo i suoi capelli castani, lunghi, lisci e lucenti che incorniciano un viso dai lineamenti graziosi, marcatamente sudamericani. "Buongiorno a lei, posso aiutarla?" - mi risponde infine in un italiano quasi perfetto, con un leggero accento spagnolo che si palesa giusto sulla pronuncia della doppia esse. "Cerco un materasso bello spesso e rigido, di tipo ortopedico, che non faccia soffrire troppo la mia schiena durante il sonno", le accenno mentre il mio sguardo segue le sue braccia avvolte in un maglioncino nero ricamato e aderente. Ha delle belle mani piccole e curate, con uno smalto verde intenso sulle unghie appena sporgenti sui polpastrelli. Le guardo anche le spalle e inevitabilmente le tette per qualche istante. Direi una seconda abbondante o una terza, comunque belle sode e probabilmente senza reggiseno. "Ne abbiamo di diverse marche e materiali, ma non tutti sono in pronta consegna. Lei ha fretta o può anche attendere eventuali tempi di consegna più lunghi?", mi dice mentre mi guarda fissa negli occhi, come se quello che mi stesse dicendo le importasse meno di capire dove i miei occhi si stessero posando. "In realtà avrei una certa fretta, possibilmente vorrei comprarlo oggi e riceverlo a casa entro al massimo 2 o 3 giorni". L'occhio intanto scivola di nuovo sulle sue mani curate, rimbalza sui suoi capelli lisci e lucenti e si abbassa per cercare di intravedere se indossa una gonna o dei pantaloni. "Allora seguimi che ti faccio vedere cosa abbiamo disponibile in negozio", e mentre lo dice si alza in piedi dirigendosi verso uno degli stanzoni del punto vendita. Indossa un paio di jeans a vita bassa, molto attillati... anzi no! Sono dei leggings di finto jeans... aderentissimi... mamma mia che bel culo! Bello tondo e alto. Anche le gambe sono affusolate e decisamente adeguate ad essere messe in mostra. Le scarpe con un tacco di 10 centimetri buoni non lasciano indifferente il mio lato vagamente feticista. La seguo senza levarle gli occhi dal culo fino a quando non arriviamo vicino ad un materassone piuttosto grande e spesso. Quando si gira verso di me faccio in modo di farle trovare i miei occhi nuovamente sui suoi... non mi piacerebbe farmi beccare mentre le guardo le sue parti intime. "Ma quanto sei alto caro?" mi dice lasciandomi vagamente spiazzato. Pensavo avrebbe parlato del materasso, e non di me. "2 metri esatti esatti, sono una taglia extra-long", le rispondo sorridendo. - chissà quanto è alta la tua donna, vero? - ribatte subito lei. "In realtà è forse qualche centimetro più bassa di te..." le dico io osservando la sua figura intera. Lei si mette quasi in posa per farsi osservare meglio: - davvero? - domanda con tono fra lo stupito e il curioso. "Sì, tu sei leggermente più alta... ma forse è merito delle tue scarpe...". - ti piacciono? sono nuove... - accenna lei. "Molto belle, molto femminili... e poi sono un uomo" - sorrido - "...e le scarpe col tacco mi piacciono per forza!". Lei mi sorride di rimando, fingendo un imbarazzo lusingato. Ci sa fare, penso... guarda come fa la civetta per vendere un materasso in più... Allora sto un po' al gioco e mentre mi parla inizio a guardarla un po' lungo il suo corpo così ben fatto e ben vestito. Le chiedo del materasso e lei inizia a raccontarmi di come è realizzato, con quali materiali e con che genere di tecniche... l'ascolto ma nel frattempo la gusto con gli occhi. Lei lascia fare e qualche volta sembra voler cedere ad un sorriso spontaneo, che però trattiene mentre finisce la presentazione del prodotto. Ammetto di essermi perso metà delle cose che diceva, mentre la guardavo studiando le sue reazioni ai miei sguardi sempre più malandrini. Poi alla fine mi dice: "sdraiati sopra, provalo e vederai!". In effetti mi ci sdraio sopra ed è uno dei materassi più comodi che abbia mai provato... mi ci accomodo per bene e lascio che le fibre si adeguino alla forma del mio corpo. Ora la guardo dal basso verso l'alto e vedo distintamente il profilo del suo pube a mezzo metro da me, ottimamente in rilievo sui leggings aderenti, ancora più in risalto grazie alla postura con le gambe vagamente divaricate. Improvvisamente mi sento avvampare e la fretta di rientrare in ufficio svanisce d'un colpo. Insisto a guardarle il pube e poi risalgo fino al seno e poi ai suoi occhi. Mi sta guardando sorridendo. "Potresti sdraiarti anche tu sul materasso con me?" azzardo... "voglio capire se si flette troppo o se resta comodo anche con qualcuno nel letto". Che scusa patetica, pensai nello stesso istante in cui lo dicevo,... ma alla fine... che importa! vediamo come reagisce! E in effetti... - Certamente! - mi risponde col tono di chi non aspettava altro. E così dicendo fa il giro attorno al materasso per salire dall'altra parte. Una breve passerella in cui mi gusto il movimento delle sue splendide gambe e delle belle chiappe sempre a pochi passi da me. Ci si sdraia anche lei, e si rotola avviciandosi a pochi centimetri da me. Un movimento sensuale dove i suoi capelli si scompigliano un po', e le sue forme risaltano sotto i miei occhi. Ora sento il calore del suo corpo vicino al mio, e guardo i suoi occhi nocciola così vicini da apprezzarne le striature. Dice qualcosa, e sento il profumo del suo rossetto pervadere le mie narici. E' così vicina a me, sdraiata su questo materasso, da percepirne ogni minimo movimento, ogni più sottile profumo. Sicuramente anche per lei è la stessa cosa. I suoi occhi perlustrano il mio viso, le mie mani... sembrano cercare di capire le stesse cose che sto cercando di capire anch'io. Mi guarda con espressione quasi stupita, incredula; le labbra appena socchiuse sembrano voler dire qualcosa. Ma non glie ne do il tempo. Azzardo, la voglio baciare! Mi avvicino a lei azzerando quei pochi centimetri che ci separavano e lascio che i nostri corpi si tocchino. Prima le gambe, poi le mani e infine le labbra. La bacio in modo delicato, assaggiando le sue labbra dapprima con un lieve tocco, poi - sentendo che lei non si ritrae - affondando la lingua nella sua dolce e morbida bocca. La sento fremere e abbracciarmi, ricambiando il bacio in modo voluttuoso. Mi succhia la lingua per qualche secondo e subito dopo si stacca per guardarmi negli occhi. Ci guardiamo per qualche secondo, poi spingo il mio pube contro il suo. Immagino la sua pelle coperta solo da un millimetro di tessuto, capace di sentire ogni mio muscolo e soprattutto l'accenno di erezione che ormai non può più essere ignorata. Sfrego il mio pube sul suo, mentre la bacio e la palpo sulla schiena e soprattutto sul culo. Lei si avvinghia con le gambe a me e preme il suo seno inequivocabilmente senza reggiseno sul mio petto. Sento i suoi capezzoli duri e il calore del suo corpo arrivare dritti alla mia pelle. Sento il suo odore e la mia mano che dal culo insiste ad esplorala sino a scorrere da dietro fino alle grandi labbra, si inumidisce della sua eccitazione che ormai bagna in modo scandaloso i suoi indumenti. Ci spogliamo in un lampo, restando completamente nudi sul letto a pochi centimentri l'uno dall'altra. Ci guardiamo, estranei e nudi nello stesso letto, eccitandoci a vicenda in questa situazione surreale. Ho il membro completamente in erezione, duro e bello scappellato che punta verso il corpo di lei ora lievemente sudata e con una lacrima di piacere che le scivola dal suo fiore, lungo la sua coscia. Comincio a masturbarmi sotto i suoi occhi, e lei non resiste iniziando a fare altrettanto. Ora i nostri corpi non si toccano, ma i nostri sguardi sono avidi e assaporano ogni istante di questo malizioso gioco erotico. Dopo qualche istante lei non resiste e si avventa sul mio cazzo così eccitato da inumidirsi leggermente di liquido seminale; sono ancora lontano dall'orgasmo ma evidentemente la cappella deve comunque gocciolare un poco per l'estrema eccitazione. Lo impugna con una mano, strofinandoselo prima in faccia, annusando il suo odore mentre con l'altra mano continua a masturbarsi. Poi in preda ad una trance sessuale che la porta evidentemente fuori controllo, inizia a spompinarlo con foga, infilandoselo fino in fondo alla gola, cercando quasi l'urto di repulsione. Cerca di metterlo tutto in bocca... ma è lungo e quando le sue labbra arrivano allo scroto, la cappella è già in fondo alla sua gola. Dopo qualche colpo sapiente, riesce a ingoiarlo tutto... lo sente dentro fino in gola, e riesce a gestirlo senza ulteriori difficoltà. Lo tiene in gola per diversi secondi, fino in fondo, poi lo lascia scivolare leggermente in fuori per riprendere fiato. Io sono succube della sua passione, e la lascio fare perchè vedo che ci sta dando dentro di brutto e ormai la mano con cui si masturba il clitoride è fradicia. Accarezzo solo la sua testa mentre mi pompa, e con l'altra mano le stuzzico un capezzolo di una tetta, facendola fremere di piacere ad ogni leggera strizzata. Continua a spompinare senza sosta, accarezzandolo con la lingua lungo tutta l'asta e con le labbra molto bene sulla cappella, facendolo irrigidire ancora di più... lei intanto è già venuta due volte con la mano, e mentre godeva cercava di tenersi in bocca l'enorme cazzo che tanto le dava piacere succhiare. Al secondo e più grandioso orgasmo però dovette liberarlo, lanciando un grido di piacere estermo mentre si ficcava due dita nella fica e con il pollice finiva di far godere il clito. A quel punto ne approfittai per avvicinarmi alla sua fica con il mio cazzo ormai bello pronto... ma lei non volle: "no, non metterlo nella figa, buttamelo in culo!". A quelle parole rimasi allibito, ma non me lo feci ripetere due volte: la girai mentre le dicevo quanto era troia e quanto era brava a succhiare cazzi e poi le appoggiai la cappella ancora grondante della sua saliva, sulla rosellina del suo culo. Lei spingeva col bacino all'indietro, per invitarmi ad infilarlo... io apposta indugiavo per farglielo desiderare ancora di più... iniziai poi a infilare la cappella, per poi ritrarla subito... lei mugolava di piacere che quasi venivo solo a sentirla.. mi implorava di sfondarle il culo... ma tenni duro e continuai a giocherellare col suo ano per qualche secondo... poi finalmente spinsi il cazzo ben dentro nel culo - di colpo -, facendola gridare un po' di dolore e di piacere.... Sentii le sue chiappe stringersi fortissimo... e lei gridare "aaaahhhhh... cazzo che colpo... cazzo! che male...! dai ora pompa... cazzo, pompa.. forte!!!! mmmm...che bello...!! mmm..... spingilo tutto... mmmmmm!!". Le piaceva sentire un po' di dolore, si vede... e io dovevo trattenermi con tutte le mie forze per non inondarla subito del mio sperma bollente. Presi a stantuffarla nel culo a tutta velocità, spingendolo sempre più a fondo, con lei che ne chiedeva ancora e ancora... e io che glie lo davo tutto fino allo scroto... Sentivo il corpo di lei sballottarsi di qua e di là ad ogni mio colpo e visto che le piaceva un po' il dolore ma ormai si era abituata al mio cazzo che la spanava nel culo, presi a schiaffeggiarla sulle chiappe e a strizzare i suoi capezzoli ancora più forte mentre la montavo da dietro. "Bravo, bel porco, bravo... tirami i capezzoli... fammi sentire la tua troia! sono la tua troia...", lo ripeteva ossessivamente mentre la scopavo... "sono la tua troia, sono una puttana!" era totalmente fuori controllo e prese a dire una serie di porcate incredibili mentre chiedeva di scoparla nel culo fino a farla venire... non ci volle ancora molto perchè eravamo tutti e due così eccitati da non poter resistere ancora... prima venni io esplodendo nel suo culo un getto caldissimo di sperma mentre gridavo tutto il mio piacere chiamandola nei modi più sconci, e subito dopo lei, che al sentire tutto quel piacere dentro di lei venne immediatamente dimenandosi come una puledra in calore. Ero così eccitato che sentivo il cazzo restare ancora bello duro nonostante l'orgasmo... e così continuai a pomparla ancora per un po' nel culo, nonostante fossimo venuti tutti e due... Quando lo tirai fuori era arrossato e un po' dolorante... come del resto il suo bel culo sfondato... ma avevamo goduto come due animali in calore ed eravamo totalmente soddisfatti ed esausti! Restammo sul materasso qualche minuto, finchè non ci venne in mente che il negozio era rimasto aperto!! Ci alzammo di scatto rivestendoci di tutta fretta, per poi mettere la testa fuori dalla porta per vedere se era entrato qualcuno. In effetti il negozio era vuoto. Ma la porta di ingresso stava finendo di chiudersi lentamente. Evidentemente qualcuno, ora uscito di tutta fretta dopo averci sentito rivestire, era entrato e si era gustato la nostra bella scena di sesso o da dietro la porta, ascoltandoci, o magari riuscendo a vedere qualcosa attraverso il buco della serratura della porta... Ci guardammo scoppiando a ridere, poi lei mi disse: "ma allora, questo materasso lo compri o no?". Le feci l'assegno, perchè una prova così completa non me l'aveva mai fatta fare nessuno :)
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13 years ago
erotic3mind255232,
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Bacio-letto-amore.
Quello di cui maggiormente mi stupisco ancora è quanto la sua vicinanza mi faccia l'effetto di eccitarmi e rilassarmi allo stesso tempo. La complicità è forse il piacere più grande quando si incontra la donna della propria vita. Solitamente sono io il primo che si infila sotto le lenzuola. Lo faccio già nudo perchè mi piace essere 'io solo con il mio cazzo'. Lei arriva, nuda anch'essa o solo con le mutandine. Scivola verso di me. Mi sorride. Mi bacia. Mi accorgo di cercarla già con le mani. Pelle contro pelle. Accarezzo le cosce, passo leggero il palmo sulla fica delicatamente prima e poi in modo più ruvido. Le chiedo, ma voglio lo scambi per un ordine, di allargare le gambe per farla sentire ancora più desiderata, ancora più mia. Contemporaneamente anche lei mi cerca. Fortunatamente, penso io, il mio cazzo le piace. Lo stringe forte alla base ed inizia a muoverlo. Io mi piego sui suoi seni. Bellissimi. Appartemente morbidi ma sodi subito sotto. L'aureola rosa è un richiamo irresistibile. Mentre lecco le sussurro:"continua a masturbarmi", "dai, fammi una sega" e così lei lentamente accellera e continua a muovere la sua mano su e giù. La bacio. Ci baciamo. Lingua contro lingua. Sento la mia mescolarsi con la sua. Le lecco le labbra della bocca. Che buona. Torno ai suoi seni ed a questo punto sento la cappella rossa, viola, piena. dura. Ho voglia che lo prenda. Ho pochi riguardi al proposito: prendendola per la nuca la spingo e guardo il mio cazzo sparire tra le sua labbra. So che non durerà molto. Il sesso orale è un piacevoe antipasto, la dominazione pura insieme al quello anale. "Brava" la incito, "continua così con la bocca, leccalo". Pensieri attraversano la mia mente, presa dal momento ma con la fame chimica provocata dal quel sesso fatto con amore infinito. Voglio penetrarla e così la metto supina ma per farlo non l'allontano, anzi, in contrario. Semplicemente ruoto il mio corpo su di lei, passandole sopra, spingengola con il mio petto. Lei è... obbligata sotto di me. "Allarga le cosce ancora... sei proprio ubbidiente" e nel fare come chiedo alza contemporaneamente i polsi sopra la testa, verso la testiera del letto: sa che mi piace. Le appoggio il cazzo, vicino, in prossimità dell'incavo. Mi muovo. Si eccita ancora di più, io la seguo. Poi entro. A volte lo faccio gradualmente, pochi centimetri alla volta, poi rimango lì. Altre invece entro diretto. Mi piace allargarla. Dilatarla. Aprirla. Ed inizio a muovermi. Vedo la tua testa ruotare e la bocca cercare il braccio per leccarlo come fosse il mio uccelo o quello di un altro o la bocca di un'altra donna. Mi muovo lento o almeno mi pare. Voglio entrare tutto dentro. Voglio che senta le vene del mio cazzo sfregarle le pareti. Sento il bagnato tra le sue cosce. Il miei peli sono fradici. Uhmmm... che buono deve essere il suo sapore. Non vedo l'ora di leccarla. Il momento arriva. Sento la sua fica stringersi intorno al cazzo. Il suo volto diventa rosso. Abbassa le braccia. Mi avvolge. Sempre di più. Sempre di più. Mi muovo a fatica ma adoro farmi largo dentro di lei incurante della morsa. E affondo sempre di più. Mentre gode... nelle mie orecchie, nel mio cuore.
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13 years ago
admin, 75
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UN'ECCEZIONE ALLA REGOLA
Passo per una donna imprevedibile,il Pinko,e non solo lui,me lo dice sempre,probabilmente a ragione. Questo mi provoca un certo compiacimento,per la verità,perché penso che prevedibilità significhi,in ultima analisi,noia,la quale è,secondo me, uno dei peggiori nemici di un menage,specialmente di quelli duraturi di coloro che hanno passato i 40.
In quest’ottica “scapestrata”,ed avendone sentito parlare molto bene da una coppia amica,un giorno di un imprecisato numero di mesi fa, chiesi a Pinko di andare in una sauna-naturista-privé in quanto non c’ero mai stata e lui,un po’ perché la pensa come me,un po’ per curiosità sua,non ebbe nessuna difficoltà ad acconsentire,e così mettemmo la sauna in agenda.
Un tardo pomeriggio di un sabato di mezza estate,quindi,iniziai la preparazione per l’ “evento”.
Fondamentale,per comprendere al meglio l’intero svolgersi della vicenda è,a questo punto,descrivere il look e l’importanza che gli attribuisco,perlomeno in certe “occasioni”. Quando parlo di look,parlo del mio,più che altro,perché voi maschietti,in estate specialmente,più in là di un pantalone leggero ed una Lacoste,o una camicia, non andate.
La mia fantasia,invece,quella sera dettava così: scarpe di stoffa lucida con il mio amato tacco a spillo 12cm aperte e spuntate color viola chiaro,minigonna blu da denuncia alla Buoncostume (meno male che non esiste più) e top,lungamente cercato per i negozi della Capitale,lucido,aderente e scollato,bianco viola e blu,ma proprio il viola ed il blu delle scarpe e della gonna.
Trucco abbinato ovviamente nei toni del viola e abbronzatura,per dirla come il Gruppo Italiano nella canzone “Club Tropicana”,atomica.
I capelli biondi,lunghi e piastrati per l’occasione,ancora più chiari in quanto estate,completavano il quadro.
Più di due ore per raggiungere il risultato globale capelli-trucco-abbigliamento ma,devo dirlo senza falsa modestia, impiegate bene,l’insieme era più che soddisfacente: il mio Tesorino,estasiato,mi definì grandissima “topina”,tanto per usare un eufemismo. Pronti ed “in palla”,ci avviammo. Per la cronaca chiesi a lui di guidare,perché altrimenti mi si sarebbero rovinate le parti posteriori delle scarpe: eh,l’immagine va salvaguardata!
Arrivati nel parcheggio del locale,o meglio nel piazzale che senza troppa lungimiranza strategica era in comune con quello di un ristorante “normale”che sorgeva accanto, trovammo,causa affluenza,notevoli difficoltà a parcheggiare,sebbene fossimo a bordo della mia deliziosa Smartina bianca con interni rossi di pelle,pluriaccessoriata; anch’essa,come del resto lo sono molti miei look,”progettata” -al computer- da Pinko,ordinata,e consegnata dopo lunga attesa,proprio come la volevo. Mentre davo un ultimo controllo al rossetto,girando lo specchietto retrovisore,cosa che lo fa imbufalire (lo so,ma glielo faccio apposta) pensai: “Bene,c’è un sacco di gente,ci sarà da divertirsi.” Ma ancora non immaginavo come.
Una volta fuori dalla vetturetta, lo sguardo di due matrone di mezza età ingioiellate e relativi mariti,scesi da una Mercedes classe E nuova fiammante ed evidentemente lì per cenare al ristorante,già valeva l’intero viaggio. Il primo dei due si beccò addirittura un plateale scappellotto dalla consorte,irritata dalla di lui insistenza nel guardarmi e dalla conseguente espressione da ebete. L’altro dovette cercare gli occhiali per terra,in quanto un occhio,schizzato fuori dall’orbita,glieli fece cadere. Sua moglie glieli pestò deliberatamente con stizza,prima che riuscisse a raccoglierli. Chissà,forse rovinai loro la serata.
Con questa ulteriore conferma di ammirazione,e conseguente impennata del mio ego,entrammo nel locale,veramente carino e ben strutturato,tutto procedeva alla grande.
Ma un grande imprevisto era in agguato: dovetti sostituire immediatamente dopo l’ingresso,quella mise così laboriosamente realizzata,con delle terribili ciabatte di plastica rasoterra (Pinko le chiama “orrendofole”) ed un asciugamano bianco e raccogliere i capelli con un mollettone,per ovvii motivi. Colpa mia,dovevo pensarci prima che poteva non esserci un’area ove restare vestiti: infatti,era proprio così. Peccato,con la gente che c’era,mi sarebbe bastato un piccolo spazio e qualche minuto,giusto il tempo per un defilé e conseguente malizioso gioco di sguardi,per sentirmi pienamente soddisfatta.
Con il naso all’insù,il broncio che cercavo inutilmente di mistificare,e Pinko che ridacchiava di nascosto perché mi conosce (ma anche io conosco lui e,santo cielo,quando fa così mi fa incavolare di più) zitta per non dargli soddisfazione,mi avviai verso la grande vasca dell’idromassaggio,in sostanza una mini-piscina,con la consapevolezza che,di lì a poco,anche il trucco sarebbe inesorabilmente svanito,ed i capelli bagnati,vanificando così l’intero lavoro. Me la volevo prendere con lui,ma non trovavo il pretesto,l’idea di andar lì,e così agghindata, era stata mia.
Neanche un paio di situazioni intriganti che si aprivano alla mia vista riuscivano a distogliermi dalle paturnie: in una,si vedevano due coppie attaccate con le lei che si baciavano con molta passione e un mulinare di mani sott’acqua ,e nell’altra una bella mora,molto giovane,in piedi in mezzo a una marea di bolle,intenta ad intrattenersi piacevolmente con i membri di due uomini seduti sul bordo e con i polpacci a mollo,porgendo bocca ad uno e mano all’altro e viceversa. C’erano anche altre persone (singoli e coppie) sedute su un gradino che girava tutto intorno,alle quali,praticamente,emergeva solo il mezzobusto. Ci liberammo degli asciugamani e sedemmo anche noi,uno accanto all’altra.
Ad un certo punto avvenne l’incredibile: uno dei due uomini seduti sul bordo,quelli “sottoposti” alla fellatio della morettina,per capirci,si alzò in piedi,e,camminando sul bordo a passi decisi,fece un mezzo giro,prese la scaletta,scese in acqua e venne verso di noi.
Mi si piazza in piedi davanti,nello splendore della sua esaltante nudità: scuro di pelle e di capelli,un viso da dio greco con gli zigomi leggermente sporgenti,il naso regolare impercettibilmente aquilino,gli occhi grandi e profondi con una luce misteriosa e labbra carnose,quasi femminili,da perdercisi. Pettorali glabri e scolpiti,addominali da manuale di fitness senza il benché minimo accenno di adipe,sovrastavano delle gambe perfette e muscolose…e poi era alto,molto alto…e… l’aveva grosso…molto grosso ,“in tiro” dal gioco che stava svolgendo fino a pochi secondi prima,e lo manteneva tale con un lento e sensualissimo movimento ondivago della mano: non era affatto volgare,anzi,direi quasi elegante.
In altri momenti,in altri frangenti e soprattutto con un altro stato d’animo,gli avrei fatto comunque inequivocabilmente capire di andare a farsi un giro. Ma ero “stranita”,e quando mi stranisco…
Resto seduta con il suo pene a venti centimetri dal viso,alzo la testa e lo guardo maliziosamente negli occhi,ammiccando,per diversi secondi.
Pinko è apparentemente impassibile: in situazioni del genere,e con chiunque, fa sempre così,teme che il suo atteggiamento,il minimo cenno di consenso,o di diniego,possano condizionarmi in un senso o nell’altro; vuole,al contrario, il mio libero arbitrio al 100%,ed è questo che lo eccita,la mia eventuale eccitazione estemporanea e spontanea.
Mi collego telepaticamente al suo cervello e capto questi pensieri: “Ma cosa le sta succedendo,non si è mai comportata così,finora… Quello è un singolo,la morettina sta andando via accigliata,mano nella mano al suo compagno…Mamma mia…ma che fa,glielo prende in bocca,adesso? Non ci posso credere,lo farà,non lo farà…?”
Lo sconosciuto,sempre in piedi, inizia ad accarezzarmi le spalle,arriva al seno,lo palpa,gioca con i miei capezzoli che si inturgidiscono,si abbassa e mi bacia lungamente sul collo e dietro le orecchie…brividi…
A dire il vero ero partita per stupire un po’ il mio compagno con quello splendido esemplare maschio di razza umana,ma mi pervase una strana eccitazione che pensavo di poter tenere sotto controllo,e invece no,con il passare dei minuti cominciai a fremere di eccitazione e di piacere.
“Beh,sai che c’è…” dissi allora a me stessa : “C’è sempre una prima volta in tutte le cose,e questa,forse,sarà l’ennesima prima volta”. Mai giocato con un singolo,fino a quel momento,non ne sentivo la necessità,ma il tipo meritava davvero e l’occasione era “speciale”,per cui decisi di lasciarlo proseguirei,lui diventò sempre più ardito,io più eccitata.
Come per ottenere un’autorizzazione infilo allora una mano sott’acqua a cercare il membro di Pinko,trovo un siluro anti-sommergibile già armato: autorizzazione concessa,procedo.
Con calma prendo con la destra il pene di questo nuovo inatteso compagno di giochi ed inizio un delicato massaggio,nel contempo tiro fuori la lingua e comincio a picchiettarglielo con tocchi sapienti,ora premendola,ora con delle leccatine appena accennate soprattutto sulla parte inferiore del glande,dal prepuzio in su,la sinistra la impegno invece a palpargli i testicoli ed il sedere,con un dito birichino esploratore. Apprezzava molto,si capiva benissimo,oltre a quello della lingua,ovviamente,il movimento di entrambe le mani.
Ad un certo punto,prendendomi con foga la testa,provò con forza a spingermi il pene dentro la bocca,ma mi interruppi e con uno sguardo lo fulminai: “Bel tenebroso” gli dissi con gli occhi “qui comando io,stai buonino e lasciami fare,ogni cosa a suo tempo”. Il mio atteggiamento non ammetteva repliche,lui capì e si adeguò.
Ripresi il “ lavoro”,che fu lungo e piacevolissimo,articolato da quelle piroette“linguistiche” alternate a baci focosi su quelle potenti cosce e da carezze bollenti sul quel corpo da statua,totalmente irretito dal mio modo di agire.
Così,nel momento in cui glielo presi in bocca,arrivando fin quasi alla radice ed iniziando un lento su e giù,fu come se gli avessero infilato un pugnale nelle reni,perché gettò la testa indietro,inarcando la schiena,con un “ahhh…mmmh” a così alto volume,tanto bramava quell’attimo, da poter essere scambiato per un orgasmo,e di cui ricordo ancora benissimo la tonalità. Quel gemito richiamò l’attenzione anche di quei pochi che non stavano osservando la scena. Pinko accompagnava con la stessa espressione ebete del signore della Mercedes al parcheggio,cosa stesse facendo con una mano sott’acqua,non è dato a sapersi.
Qualcuno dei presenti cominciò a masturbarsi,molte donne iniziarono ad accarezzare libidinosamente i loro compagni e tutto questo mi caricava ancor di più,semmai ce ne fosse stato bisogno: era evidente che irradiavamo erotismo.
Ormai eravamo “pronti”,e lo spettacolo stava per trasferirsi. Mi sciolsi i capelli,tanto si erano anche un po’ bagnati (ma poi,al Diavolo il look,quando si è in ballo,si balla!) e scossi la testa un paio di volte,mi alzai,li presi per mano e,completamente nuda, mi avviai con decisione verso un salottino,all’asciutto.
Il luogo in questione,su una pedana,sorgeva in un angolo ed era fatto a quarto di cerchio,aveva nella parte tonda una sbarra ogni circa 30 cm. ,tipo gabbia insomma, protetto da tende di tulle color rosso bordò che consentivano un intrigante effetto “vedo non vedo”. Nei lati dritti,due file di poltroncine a formare lunghi divani e nel mezzo un grande letto rotondo. Il tutto,in penombra.
Bello sentirsi,da sola,al centro dell’attenzione di due uomini,gratificante “toccare con mano” il loro immenso desiderio di me,che si percepiva anche dall’incedere veloce dei loro passi di avvicinamento all’alcova: entrai e mi misi carponi sulle poltroncine,invitandoli con lascivia a baciarmi dovunque…lasciai che indugiassero a lungo su tutto il corpo,grandi labbra e clitoride per primi,carezzando,a turno,i miei due partner. Godevo.
Un flash e mi tornò alla mente la scena iniziale,elemento che,probabilmente,nel mio inconscio poteva aver dato il “la” a tutta la situazione: quella del trio a bordo vasca. Li feci sedere sul letto,uno accanto all’altro,e mi posizionai in mezzo,in ginocchio davanti a loro,prendendolo in mano ad entrambi. Dopo averli tenuti “a bilancia” per un po’,massaggiandoli con trasporto,emulai,alternando mani e bocca, la morettina di poco prima.
“Ci hai rimesso nel cambio,bel pisellone?” gli chiesi sussurrando,tra il serio ed il faceto,con un’espressione da gatta in amore ed un tono caldissimo da doppiatrice cinematografica di film porno. “Niente affatto” replicò lui con voce appena roca e molto sensuale che ancora non avevo avuto modo di sentire. “Ti ho desiderata da subito…sei bellissima…hai un mix di fascino e… personalità… non facile da trovare… in un’unica persona”. Era molto emozionato,per pronunciare questa manciata di parole impiegò quasi mezzo minuto.
Le sue frasi,e come le disse, mi indussero ancora più eros,e misi il turbo: gli stampai un bacio così intenso -con la lingua che inseguiva la sua in ogni angolo,tra quelle bellissime labbra che mi colpirono da subito- che lui si staccò per un attimo a riprendere fiato. Cercai allora la bocca di Pinko: inebriante alternare quel sapore nuovo a quello conosciuto del mio Amore,che non avevo mai smesso di guardare con aria complice.
Ci stendemmo,ed andai a riallacciare il filo del discorso, volevo l’altro di nuovo in bocca,ma solo per pochi attimi,e più che altro perché lo pretendevo “in formissima”,una specie di controllo. Mi preparavo ad accoglierlo dentro di me, ma prima presi Pinko per una mano affinché si incollasse a noi,per succhiarglielo contemporaneamente a quello dell’altro,ma soprattutto perché desideravo che mi stesse molto,molto vicino.
Avevo “sistemato” tutto alla perfezione: gli misi personalmente il profilattico,magicamente comparso fra le sue mani. Al mio cenno d’invito, il Misterioso,che era rimasto immobile,evidentemente aveva ben compreso la lezione di prima sul “tempismo delle introduzioni”, mi penetrò ed iniziai a cavalcarlo con una foga che non mi conoscevo,mugolando di un piacere profondo.
Continuammo così,alternandoci in vari modi,per molto tempo ancora,finché lui mi sussurrò,da posizione “tradizionale” e con molta educazione: “Sto per venire,posso farlo sul tuo seno?” “Sì,bagnami,fammi sentire il tuo piacere caldo sulla pelle” risposi avidamente. Lui si mise in ginocchio,tolse la protezione e con pochi colpi di mano mi schizzò copiosamente sul seno e sul ventre.
Eccitantissimo finale da parte sua,ma non ero ancora appagata,non mi bastava: volevo il mio uomo per concludere anch’io. Girandomi,gli dissi: “Forza amore,sbattimelo dentro tu,adesso,e trombami ancora“. Non sono avvezza ad esprimermi in certi termini,perlomeno non davanti ad altri,ma evidentemente non ero completamente padrona di me stessa, aggiunsi: “Su,dai,fammi uscire di testa,fammi godere,fammi venire,porco”. Quest’ultima parola,con il tono in cui solo io so dirgliela,è la sua preferita,il suo integratore erotico verbale in “certi” momenti.
Fu come un’endovena di Viagra super-concentrato,Pinko mi prese,da dietro,con la forza e l’irruenza di un ventenne,per chiudere il cerchio. L’orgasmo di raggiunse, pochi minuti dopo,insieme come ci accade quasi sempre,ma questa volta fu diverso dal solito,molto meno romantico,molto più animalesco e molto più fragoroso: un gemito bestiale,misto uomo-donna,turbò la quiete di quell’ambiente ovattato.
Avete presente la canzone di Lucio Dalla, “Futura”? Avete nelle orecchie quel progressivo incedere frenetico del ritmo e poi alla fine,in calando, le seguenti parole?
“Amore aamore a . . .amore--lento lento,adesso batte--piu' lento,ciao come stai--il tuo cuore lo sento-- i tuoiocchi così belli non li ho visti mai--ma adesso non voltartivoglio ancora baciarti--non girare la testa--dove sono le tue mani--aspettiamo che ritornila luce,di sentire una voce--aspettiamo senza avere paura,domani.”
Ebbene,mi tornò in mente questo motivo perché,escludendo l’allusione alla futura maternità,nello svolgersi di quell’insolito rapporto ci vidi grande somiglianza: dopo la sfrenata partouze,con i battiti che lentamente tornavano alla normalità,ci allungammo sul letto,in tre ma in due,noi due soli…addormentandoci,sfiniti, occhi negli occhi.
Potrebbe finire qui,ma…
Mi svegliò un odore intenso di caffè e la voce delicata di Pinko che recitava così: “Tesorino,sono le undici,ma non vogliamo andare alla piscina del Club? Ci sono i nostri amici che ci aspettano.”
“Al Club,ma che dici?” risposi meravigliata ed ancora assonnata: “Ma…come…dove…la sauna…?”
Lui piegò un poco la testa,come fanno i cuccioli quando qualcosa li incuriosisce e con un sorriso di comprensione replicò: “Alla sauna? Ma come,se te l’ho proposto proprio ieri! Mi hai detto che non era il caso,per via dei capelli appena fatti!”
“Oh! Hai ragione Amore,dormo ancora,non lo ricordavo,ma…facciamocelo un salto,appena possibile…”.
Vissuto,desiderio recondito,sogno,di tutto un po’, o cosa? Non ha molta importanza,ai fini della narrazione è ininfluente sapere se quello che avete letto sia realmente accaduto,se sia fantasia o se si tratti di un sogno. Era importante invece,sempre che ci sia riuscita,intrigarvi e farvi comprendere la mia personale interpretazione di come si possa raggiungere il piacere anche in maniera del tutto inaspettata e “fuori dagli schemi”. Darvi una certezza,come ho fatto in precedenza sull’esperienza bisex,e come forse vi aspettavate facessi anche in questa occasione,stavolta non mi andava… in fondo,l’ho dichiarato all’inizio che mi giudicano imprevedibile,no? Beh,hanno proprio ragione!
FINE
Un grazie a tutti voi per la gentile attenzione che mi avete prestato. In modo particolare voglio ringraziare il mio Pinko,a riguardo del quale,in questo caso,non posso parlare di supporto fornito,ma di effettiva collaborazione. Per ottenere un risultato accettabile,abbiamo passato molto tempo,una domenica pomeriggio compresa, vicini, volteggiando fra sinonimi,avverbi,virgole e congiuntivi: è stato insolito e molto divertente.
Un’ulteriore occasione per ribadirgli il mio amore,con l’augurio di poter “scrivere” ancora a lungo insieme.
Pallina
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13 years ago
pallinaepinko,
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La giusta punizione
Purtroppo anche una moglie fedele come me può cadere in tentazione e cedere alle lusinghe di un uomo giovane e attraente. Ero andata in un negozio di calzature del centro città per acquistare un nuovo paio di decolletè nere con tacco 12. Entrai nel negozio e poco dopo si avvicinò un giovane commesso, che mi chiese in che cosa poteva essermi utile. Lì per lì volevo rispondere che poteva essermi molto utile a letto, ma mi comportai da brava quarantenne e chiesi di provare qualche paio di scarpe. Al terzo paio trovai le scarpe che cercavo, ma non nel colore che volevo. "Non si preoccupi, signora. Tra qualche giorno mi arrivano e se mi lascia il suo indirizzo glele faccio recapitare direttamente a casa", mi disse il titolare del negozio. Pagai, lasciai l'indirizzo e il numero di telefono. Puntualmente qualche giorno dopo squillò il telefono e il titolare del negozio di calzature mi comunicò che le scarpe che avevo scelto erano arrivate. Me le avrebbe portate a casa il commesso... e io inizia a fantasticare! Il giorno pattuito per la consegna cercai di rendermi attraente con calze nere autoreggenti, biancheria intima nera e un vestitino attillato che metteva in mostra le mie forme. Ciabattine dal tacco alto completavano il mio abbigliamento. Quando il campanello suonò, avevo il cuore in gola. Avevo una voglia pazza di stuzzicare quel giovane commesso. Lui mi disse che era meglio provare quelle scarpe e io mi sedetti sul divano. Quel giovane bello e aitante mi infilò le decolletè, che mi stavano alla perfezione. Mentre lui mi infilava le scarpe, io cercai di aprire le gambe per cercare di interessarlo. Il commesso iniziò ad accarezzarmi le gambe, salendo con le mani fino alle mie mutandine: poi la sua mano finì nei miei slip e lui si accorse del mio stato di eccitamento. Ci spogliammo a vicenda e in pochi minuti finimmo a letto. Lui era veramente uno stallone, mi faceva impazzire di piacere, un piacere che io non avevo mai provato nei rapporti monotoni e usuali che avevo con mio marito. Lui era sopra di me, mi teneva le gambe sollevate ed allargate e mi dava con il suo uccello colpi decisi nella figa. Io gemevo, mi agitavo e godevo come una pazza. La sfortuna volle che in quel momento la serratura della porta d'entrata si mise... in movimento! Era ritornato improvvisamente Mario, mio marito, colpito da un tremendo mal di testa. Attirato dai miei gemiti si precipitò in camera da letto e potè "gustarsi" quello che per lui non doveva essere un grande spettacolo. Sua moglie a letto con uno sconosciuto! Uscì precipitosamente e non ritornò più fino alle cinque del pomeriggio. Il giovane commesso, spaventato ed atterrito, uscì dall'appartamento altrettanto di fretta, lasciandomi con un orgasmo a metà. Quando mio marito ritornò non proferì molte parola, se non una lapidaria frase: "Se vuoi essere perdonata, devi essere punita e purificata". Aprrezzai la rima, ma fui sconvolta da quelle parole. Risposi di sì, che avrei fatto tutto quello che c'era da fare per essere perdonata. Lui prese un collare da cane con guinzaglio da una borsa di plastica e mi disse: "Spogliati troia, spogliati completamente che ora ti perdonerò". Io mi tolsi tutti gli indumenti, rimanendo con le sole ciabatte. Lui mi fece togliere anche quelle e io rimasi completamente nuda di fronte a quello che io avevo da sempre considerato l'unico mio grande amore. Sì, l'unico uomo della mia vita, prima di quel maledetto pomeriggio in cui avevo provato nuove ed intense emozioni. Mi mise il collare, mi infilò le scarpe appena acquistate e mi disse di mettermi quel cappotto lungo nero che avevo nell'armadio. "Ma sono nuda, devo vestirmi... e poi a che cosa serve questo collare?", dissi a mio marito che mi fissava con uno sguardo pieno d'odio. "Sei solo una misera puttana e se vuoi il mio perdono... mettiti il cappotto, senza fare tante domande", replicò mio marito. Io infilai il cappotto, che abbottonai con meticolosità. Con il cappotto chiuso e le scarpe non ero poi così sconvolgente. L'unica cosa che stonava era la mancanza delle calze nella stagione fredda. Salimmo in auto e lui iniziò a guidare, dirigendosi verso un luogo a me sconosciuto. Dopo mezz'ora circa arrivammo ad un grosso cancello di ferro chiuso, sul quale era affisso un cartello. Dietro quel cancello si celava un demolitore di autovetture. Alla vista dell'auto di mio marito, il cancello si spalancò, segno evidente che in quel luogo era conosciuto. Mi fece scendere dall'auto e io cominciavo ad agitarmi, perchè presumevo che la cosa stava prendendo un cattivo verso per me; lui mi lasciò ferma in un angolo e parlò con quello che doveva essere il proprietario della demolizione. Tornò verso di me e mi disse con voce austera: "Togliti il cappotto, inizia il tuo percorso di purificazione". "Mario, ma sotto sono completamente nuda, non posso...", balbettai io. "Davanti a quel figlio di puttana non avevi tanti problemi... eri nuda e in più ti scopava alla grande. E allora, che cosa aspetti? Fai quello che ti dico", disse mio marito. Mi tolsi il cappotto e lui afferrò il guinzaglio che avevo al collo. Mi tirò per un bel pezzo di viale, ai cui lati c'erano centinaia di auto in demolizione. Da diversi punti uscivano operai che assistevano increduli al passaggio di quellla donna nuda ed indifesa. Mio marito invitava tutti quelli che vedeva a seguirci, in quanto tutti avrebbero potuto assistere allo spettacolo che stavo per dare senza pudore. Ad un certo punto mi fece levare le scarpe e mi fece proseguire a piedi nudi. Lì il terreno era particolarmente insidioso, perchè era dove le vetture venivano schiacciate dal "ragno", prima di essere inviate alla pressa. Il terreno era cosparso da tracce di benzina ed olio e da piccoli frammenti di vetro, che si appiccicavano alle mie piante. "Fermati Mario, mi fanno male i piedi. Ahi, fammi togliere le schegge di vetro dai miei piedi, ti supplico", dissi a mio marito. Ma lui imperterrito mi tirava con il guinzaglio, non interessandosi minimamente ai miei problemi. Finalmente, con i piedi doloranti e tremante per il freddo, arrivammo davanti ad una struttura tubolare di ferro. Era una specie di croce: mi fece allargare le braccia e me le legò alla struttura metallica. Mi legò ai polsi e subito sotto le ascelle e poi legò anche i miei piedi a quella croce improvvisata. Intanto davanti a noi si era formata una piccola schiera dii operai incuriositi da quella donna nuda con guinzaglio. Mio marito afferrò una mia tetta, la strinse e mi mise una fascetta di plastica a strappo alla base della tetta. Strinse la fascetta, facendomi "esplodere" la mammella verso l'esterno. Anche l'altro seno subì lo stesso trattamento. Schiaffeggiò le mie tette, che in pochissimo tempo diventarono rosse per il freddo, gli schiaffi e la legatura che non permetteva una circolazione del sangue adeguata. Prese un cannello con una fiamma e scaldò la punta di un coltellino: quando la punta fu ben calda si avvicinò alle mie tette, bruciando la mia tenera pelle. Scaldava e incideva le mie tette, che in poco tempo furono completamente martoriate e piene di taglietti dolorosissimi. Poi prese la canna dell'acqua e mi lavò con il getto a pressione, da capo a piedi, insistendo sulla mia figa. "No Mario, ti prego, smettila... non resisto... non mi hai abbastanza umiliata e torturata davanti a tutti questi uomini?", dissi a Mario. Lui rispose di no, che non era abbastanza e rivolgendosi agli operai spiegò loro che l'avevo tradito con un altro uomo. "Ragazzi è tutta vostra, pisciatele addosso e riempitele la bocca di sperma. Non merita altro questa troia. E' una lurida vacca", disse mio marito con aria estermamente cattiva. A quel punto dalle tute uscirono tanti uccelli e tante mani iniziarono la masturbazione. Io ero veramente disperata per quel trattamento che ritenevo spropositato rispetto a quello che avevo fatto: ma il peggio doveva ancora venire! Gli operai salirono ad uno ad uno su un muletto e quello alla guida li sollevava fino a portare il loro uccello all'altezza della mia bocca: io aprivo la bocca e loro mi pisciavano dentro o mi riempivano la bocca di sperma, a loro piacimento. L'urina tracimava dalla mia bocca, in quanto non riuscivo ad ingoiarla tutta, per tanta che era e il mio corpo era ormai lavato dalla loro pipì. Ho ingoiato anche una quantità industriale di sborra: sembrava non avessero mai eiaculato! Alla fine di quel trattamento mi sentivo umiliata e offesa da tutti quei baldi giovani. Ero sempre legata e non potevo assolutamente muovermi. Mio marito si avvicinò con delle grosse forbici e invitò tutti gli operai a tagliarmi i capelli, dicendo: "Ora le facciamo un bel taglio, visto che lei è molto orgogliosa dei suoi lunghi capelli castani. Ah, ah, ah". Loro non se lo fecero dire due volte e si avvicendarono al taglio, riducendo la mia testa in un modo pietoso. Alcuni tagliavano i miei capelli in corrispondenza della cute, altri solo la parte finale, ma in poco tempo le mie orecchie si scoprirono e io rimasi con una montagna di capelli ai miei piedi. Come ero ridotta... i miei lunghi capelli erano diventati "mozziconi" insignificanti. Mio marito pensò poi bene di radermi con un rasoio, al fine di farmi diventare completamente calva. Calva, nuda e con le tette martoriate. Non ero più una donna, ero diventata un mostro! Tutti risero di me, mio marito mi slegò e mi fece camminare, tirata dal guinzagliio, fino ad un capannone dove erano stivati ricambi di auto. I miei piedi tagliuzzati dai vetri lasciavano piccole macchie di sangue sul terreno, ma lui non se ne preoccupò minimamente. Giunti al capannone mi fece stendere su un tavolo e chiese ai ragazzi, che nel frattempo ci avevano seguito, di sollevarmi le gambe e di allargarmele. Due di loro eseguirono gli ordini di mio marito, che chiese anche la collaborazione di altri per tenermi ferma. Ero immobilizzata da forti mani, senza la minima possibilità di muovermi. Mario afferrò le labbra della mia figa e le perforò con un ago da entrambe le parti. L'ago era seguito da un filo che serviva... a chiudermi la figa. Insomma, se non avete capito, me la cucì tutta, infischiandosene delle mie urla disumane e del dolore fortissimo che questa operazione mi provocava. Alla fine la mia figa era completamente chiusa e lui, ridendo beffardamente, disse: "Ecco avete visto tutti che cosa ho fatto, così questa puttana non potrà più tradirmi. Se proprio vorrrà lo potrà prendere nel culo, visto che le piace tanto farsi sodomizzare!". Ringraziò tutti e mi fece risalire in macchina completamente nuda. Giunti in prossimità di casa mi ridiede il cappotto e le scarpe, che infilai immediatamente. Poi però davanti al portone di casa incontrai un vicino, che mi guardò stupito per la mia testa completamente calva. Per fortuna non chiese spiegazioni, anche perchè sarebbe stato troppo imbarazzante darne. A casa mio marito mi riaprì la figa e io feci una lunga doccia, calda questa volta, ristoratrice. Ero stata purificata, secondo lui. Il mio corpo era martoriato e portò i segni di questa lezione per giorni. Per i miei capelli ci volle più tempo, visto che la ricrescita fu lunga e lenta. Fu un'esperienza che non auguro a nessun essere umano.
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13 years ago
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Il gioiello nascosto
Vacanze di Natale di parecchi anni fa a Vercelli. Io e una mia amica passeggiavamo per le vie luccicanti della città piemontese, ammirando le vetrine sfavillanti di un'Italia che allora non conosceva la profonda crisi di oggi. Ad un certo punto Maria, la mia amica, volle entrare in una gioielleria per chiedere le caratteristiche di un bellissimo orologio esposto in vetrina. Suonammo il campanello e un distinto signore ci aprì la porta. Maria fece domande sull'orologio che le interessava e successivamente lo acquistò con carta di credito. Il proprietario ci chiese se volevamo calendari dell'anno che si preparava a nascere dopo pochi giorni e noi dicemmo di sì. Andò nel retrobottega a prendere i calendari. Io vidi un bellissimo anello con una grossa pietra sfavillante "abbandonato" sul banco di vendita. Non riuscii a desistere dal prenderlo e, senza pensarci troppo, lo presi e me lo nascosi in un posto che ritenevo... il più sicuro della Terra! Maria vide quella mia repentina mossa e mi disse: "Ma sei pazza? Hai rubato l'anello?". Io risposi di sì a bassissima voce e lei si avviò verso la porta di uscita. Riuscì ad uscire, ma in quel momento il gioielliere tornò in negozio, attirato dal rumore della porta. Io tentai di fuggire, ma lui bloccò la porta, in quanto si era accorto della sparizione dell'anello. "Signorina, dove è finito l'anello?", mi disse. Io divenni rossa in volto e balbettai: "Di quale anello parla? Non capisco...". Lui ribattè in modo secco che l'anello era fino a pochi secondi sul bancone e che ora era misteriosamente sparito. "Dove è andata la sua amica? Come si chiama lei? Sicuramente è lei che ha rubato quel prezioso gioiello", incalzava l'uomo. Poi disse che avrebbe chiamato i Carabinieri e che loro sicuramente sarebbero stati in grado di farmi parlare. "No, la prego, non chiami i Carabinieri... Io sono una persona onesta... Come può pensare che io o la mia amica..." e qui la voce non mi usciva più, strozzata da un nodo che mi attanagliava la gola. "Ok, fanciulla, voglio crederti. Non chiamo le Forze dell'Ordine... chiamo i miei cugini che ti faranno una bella ispezione intima! Loro sanno come fare", disse il proprietario dellla gioielleria. Andò verso il telefono e dopo poco tornò, dicendomi che era tutto a posto. Passarono quindici minuti, eterni per me, rifugiata in un cantuccio del negozio. Quando suonarono alla porta mi si raggelò il sangue. Il gioielliere aprì ed entrarono nel negozio tre robusti omacci di mezza età. "Questa sgualdrina, o la sua lurida amica, ha rubato un anello. Pensate voi a lei e recuperatemi il gioiello, con qualsiasi mezzo, tanto la puttanella non si ribellerà... almeno che non voglia avere a che fare con i Carabnieri di questa bella città", disse ridendo il gioielliere. "Francesco, non ti preoccupare, la portiamo nel nostro casale in campagna e lì la faremo parlare... con qualsiasi mezzo... costi, quel che costi... E poi sarà un piacere per noi ispezionare una così bella ragazza!", disse il più vecchio dei tre. Mi bendarono e mi legarono le mani con una robusta corda, che mi procurava dolore ai polsi. Uno di loro mi caricò sulle sue spalle ed uscì dalla porta di servizio. Mi depose con poca grazia nel bagagliaio di una vettura, che mi sembrava di aver capito essere una station wagon. La benda sugli occhi, molto stretta, mi impediva di vedere. Dopo un breve viaggio, arrivammo a destinazione: si aprirono le porte dell'auto, un uomo mi tirò fuori dalla vettura e mi portò all'interno di quella che presumo fosse una casa di campagna. Lì ci aspettavano altri uomini, ma la benda sugli occhi mi impediva di capire quanti fossero. Un uomo mi disse: "Ora ci divertiamo un po' con te... faremo una bella caccia al tesoro e vedremo se alla fine riusciremo a trovare l'anello scomparso. Poverina, non sai quello che ti aspetta. Sei uomini contro una sola donna... ah, ah, ah, ah". Io ero terrorizzata da quelle parole decise e beffarde, ma il peggio doveva ancora venire. Uno di loro mi si avvicinò e, alitandomi in volto, sghignazzando disse: "Troia, togliti quelle belle scarpe da ginnastica... magari hai nascosto lì l'anello che cerchiamo". Mi slegarono le mani, mi levarono il giubbotto e io mi tolsi le scarpe. Subito dopo ricevetti l'ordine di togliermi anche i calzini: consegnai le scarpe e le calze all'uomo che mi aveva impartito l'ordine e rimasi a piedi nudi. Il pavimento era grezzo, forse di cemento, e molto freddo: un brivido mi attraversò la schiena. Capii che l'uomo esaminò le scarpe e le calze al loro interno, non trovando però nulla di quello che cercava. Mi tolsero la benda dagli occhi e io potei avere un quadro chiaro della situazione: gli uomini erano in tutto sei, tre più giovani e tre di mezza età. Si avvicinò a me un ragazzone e mi apostrofò in modo insolente: "Cagna, lurida cagna, dimmi dove hai nascosto il gioiello. Altrimenti i tuoi jeans di marca diventeranno degli splendidi hot pants!". Fui sottoposta ad un estenuante interrogatorio, dove mi si chiedeva ripetutamente dove avessi nascosto l'anello; era chiaro che loro erano giustamente convinti che l'anello l'avessi rubato io e ogni volta che non rispondevo alle loro pressanti domande, loro mi tagliavano un pezzo dei jeans. In poco tempo i miei jeans vennero fatti a pezzi e le mie gambe rimasero nude; ormai solo la parte superiore dei miei calzoni era rimasta al suo posto e alcuni dei sei si complimentarono con me per le mie belle gambe. Uno dei miei aguzzini, il più vecchio, si avvicinò a me e con modi bruschi mi strappò di dosso il maglione, riducendolo ad uno straccio per pavimenti . Poi fu la volta della mia camicetta, alla quale fecero "saltare" tutti i bottoni, che schizzarono per la stanza. Ero rimasta con il reggiseno e gli improvvisati hot pants. "Togliti quel brandello di calzoni... non vedi che fai schifo, puttana! Come sei ridotta... dove e è andata la tua tracotanza, lurida cagna!", fu una delle frasi più carine che mi vennero rivolte. Mi tolsi quello che era rimasto dei miei poveri jeans, poi mi slacciarono il reggiseno e mi sfilarono le mutandine. Ora ero completamente nuda e tremante per il freddo e la paura davanti ai sei uomini. MI stesero su un tavolaccio di legno ruvido e mi fecero nuovamente la solita domanda: "Dove hai messo l'anello?". Io non risposi e loro mi fecero aprire la bocca. Mi fecero tirare fuori la lingua e l'afferrarono con due dita, spostandomela in tutti i punti possibili; era però chiaro che l'anello non potevo averlo in bocca, altrimentii avrei faticato a parlare. Poi a turno mi sputarono in bocca, in segno di disprezzo e io dovetti ingoiare la loro schifosa saliva. Ricevetti molti schiaffoni in viso e alla fine mi sentivo rintronata, come se avessi avuto lì vicino delle campane che suonavano a festa. "Ok, vi dirò dove ho nascosto l'anello. L'ho messo davanti...", dissi io, piangendo per l'umiliazione e il dolore. A quelle mie parole tre uomini mi afferrarono e mi girarono a pancia in giù. "Aprile le natiche, che io cerco il gioiello", disse uno all'altro. "No, l'ho messo davanti... lasciatemi stare... non è lì che dovete cercarlo", replicai io. Loro però fecero finta di non sentire quello che io continuavo a dire e mi aprirono il culo. Iniziarono ad infilare le loro dita dentro il mio buco, me lo dilatarono a dismisura, facendomi un male terribile. Ma ormai il mio culo era violato e all'appello mancava solo un grosso bastone, che mi fu infilato poco dopo, producendomi un dolore lancinante. Loro si divertivano a infilarlo e sfilarlo nel mio povero culo e io soffrii le pene dell'inferno. "Puttana, devi soffrire... sei solo una schifosa ladra e prega di non essere messa in galera. Meglio avere il culo rotto, che rimanere a marcire in galera! Ah, ah, ah, ah", disse uno dei sei energumeni. Era chiaro che avevano capito che l'anello era nella mia figa, ma volevano divertirsi a rompermi il culo. Venni poi sodomizzata da tutti e sei, che con i loro grossi attributi finirono l'opera di sfinimento del mio ano, che alla fine risultò con un buco dai contorni alquanto slabbrati. A quel punto mi girarono a pancia in su e mi misero delle tenaci mollette alle grandi labbra della figa. Poi le tirarono verso l'esterno e le labbra seguirono il movimento delle mollette, allargandomi il buco della patatina e mettendo in evidenza l'interno della mia figa. "Ma che bella figa rosa hai, puttana" fu il complimento migliore che ricevetti. Non vi dico i commenti volgari che mi umiliarono in quei momenti. Le mollette si staccarono dalle labbra ormai tirate allo spasimo, producendomi dolore, e io sentii che la mia figa si richiuse velocemente. Ma gli uomini non avevano finito di divertirsi con me. Le loro dita frugavano dentro la mia figa e uno di loro estrasse finalmente l'agognato anello. Era tutto bagnato, perchè ormai io stavo godendo del trattamento subito. "Leccalo, lurida vacca, leccalo e puliscilo con la lingua", disse uno. Io ubbidii e leccai l'anello dal mio umore vaginale, sentendo tutto l'acre sapore prodotto dalla mia figa. Ora l'anello splendeva come quando era sul bancone! I sei abusarono di me ancora per più di un'ora. A turno mi scoparono con grande ferocia e io sentivo i loro uccelli che mi procuravano colpi secchi e decisi, sbattendo con violenza sul fondo della mia patatina. Ebbi un orgasmo, che non seppi trattenere. Uno di loro mi dissse allora: "Guarda come gode la troia, le abbiamo fatto un favore a scoparla... non si è mai divertita così... deve essere in astinenza da parecchio tempo". Alla fine anche loro erano stremati da quel prolungato atto sessuale e mi infilarono un vibratore nelle figa e poi, con poca fatica, anche uno nel culo. "Visto che ti piace avere qualcosa dentro, andrai a casa così... con questi nostri regalii!", disse, ridendo, uno dei sei. Mi infilarono le mutandine e gli "hot pants", che stretti come erano impedivano l'uscita dei due vibratori e gettarono nel camino il mio giubbotto, le mie scarpe, i calzini, i resti del maglione e i pezzi di jeans tagliati. Mi misero la camicetta, che rimase sbottonata, priva come era di tutti i bottoni e mi diedero con le dita varie strizzate ai capezzoli. Uno di loro, non pago di quello che avevo subito, si divertì a prendere a schiaffi le mie tette, che si arrossarono in pochissimo tempo. Mi riportarono in macchina ai bordi del bosco, rivestita così in modo sommario. Ero scalza e la rigida temperatura mi faceva tremare in continuazione. A piedi nudi, tra rovi, sassi, arbusti e tronchi, arrivai alla strada asfaltata, dove chiesi aiuto agli automobilisti di passaggio. Uno di loro si impietosì, vedendomi in quelle condizioni, e si fermò. Venni accompagnata alla nostra casa di vacanza a Vercelli. Nel vedermi mio marito fu colto quasi da un colpo, ma non seppe mai che cosa mi era accaduto e perchè. A lui dissi di avere subito violenza sessuale da un gruppo di balordi. Non volevo che pensasse di avere una moglie ladra!
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13 years ago
soniaslave,
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Regalo di nozze
Era il tardo pomeriggio del mio ultimo giorno da scapolo. Stavo camminando per strada e guardavo le vetrine quando mi sentii chiamare. "Non ci credo! Tu! Da quanto tempo!" Era una mia amica, con la quale ci eravamo persi di vista da qualche anno. Bionda, corporatura esile ma con un seno pronunciato che faceva capolino dalla camicetta ed un culo da favola inguainato in una minigonna jeans. "Che mi racconti di bello?", mi chiese. "Mah, domani mi sposo...", le dissi con un mezzo sorriso. "Davvero? Non ci posso credere!", fece lei, sgranando quegli occhi verdi nei quali mi ero perso tante volte. "Ebbene si, ho deciso di capitolare anche io..." "Allora bisogna festeggiare!", mi interruppe. "Aperitivo?" Annuii... L'inizio della serata trascorse tra qualche drink, qualche stuzzichino e tantissime cose di cui parlare, ricordi da disseppellire dalle nebbie del tempo, nomi e luoghi dimenticati... "Accidenti com'è tardi!", disse guardando l'orologio. "Ti accompagno?", le chiesi. "Ma... sei a piedi o sbaglio?" "È vero, che scemo..." "Ti accompagno io", mi disse. Salimmo nella sua auto. Mentre guidava, la sua mano indugiò un istante di più sul cambio e poi si spostò sfiorandomi la coscia. Pensai che l'avesse fatto inavvertitamente, ma guardandola, vidi che stava sorridendo. Giungemmo sotto casa mia. Improvvisamente non avevo più voglia di andarmene e lei se ne accorse. "Mi prepareresti un caffè? Mi sa che ho bevuto un drink di troppo!", disse lei senza troppa convinzione. "Certamente", le dissi strizzandole l'occhio, "non posso rischiare che ti venga un colpo di sonno mentre torni a casa!" Entrammo in ascensore. Abito all'ottavo piano, ma già al secondo piano eravamo avvinghiati in un bacio profondo. Le nostre lingue si intrecciarono, stuzzicandosi a vicenda mentre le nostre mani cercavano di liberarci dai vestiti. Entrammo a casa mia seminudi. La condussi in camera da letto e lei si mise a pecorina sul letto, inarcando la schiena. Il mio sguardo corse sulle sue gambe tornite e in men che non si dica, stavo già armeggiando con la cerniera della sua minigonna. In un colpo solo volarono via anche le sue mutandine ed io affondai il mio viso nella sua intimità. Mi inebriai del suo profumo, assaporai il dolce miele che sgorgava da lei, mentre il suo respiro si faceva affannoso e la sua voce, inizialmente roca si trasformava in mugolii di piacere. Mentre la mia lingua stuzzicava il suo clitoride e giocava con le labbra della sua passerina, mi slacciai i pantaloni, tirai giù i boxer e prima che lei potesse accorgersene, la penetrai, scivolando facilmente dentro la sua fighetta umida. Il respiro le si fermò un attimo, ma dopo il primo colpo si abbandonò totalmente al piacere. Le sue mani artigliavano il copriletto, mentre lei sembrava incapace di muoversi sotto le mie spinte e rimaneva totalmente offerta a me, con la testa abbandonata sul letto ed il suo culo sollevato verso di me che la impalavo senza sosta. Dopo un po' la feci girare di schiena, mi misi le sue gambe sulle spalle e continuai a scoparla alternando focose galoppate e movimenti lenti e profondi. Ad un certo punto, il suo orgasmo esplose. Lei si inarcò all'indietro dimenandosi mentre le ondate di piacere la squassavano da capo a piedi. Io accelerai e tirandolo fuori all'ultimo momento, spruzzai la mia sborra su di lei che ancora fremeva per l'orgasmo appena passato. Mi distesi ansimante e felice accanto a lei, ma lei era di nuovo vogliosa di sesso. Senza dirmi nulla iniziò a spompinarmi, facendomi tornare duro in pochissimo tempo. "Adesso tocca a me condurre il gioco" mi disse e salì sopra di me. Iniziò a cavalcarmi furiosamente, muovendo le anche e strusciandosi sopra di me. Le sue mani mi graffiarono il torace, la sua bocca mi straziò i lobi delle orecchie mentre raggiungeva l'orgasmo ancora ed ancora. Infine, venni anche io, stavolta dentro di lei, e lei si abbandonò su di me ansimante. Mi addormentai profondamente. Fui svegliato dalla sveglia del cellulare che suonava. Ero solo. Se n'era andata ed io sapevo che questa volta non l'avrei più rivista. Aveva lasciato un bigliettino sul comodino. "Spero che il mio regalo di nozze ti sia piaciuto!" Ah, già!... Il mio matrimonio!!!
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Una donna per due
Quella che vi sto per raccontare è la storia che può accadere ad una donna che ama moltissimo suo marito e non vuole "dividersi" con altri, neanche per qualche interessante giochetto a tre. Il marito di Sonia invitò a casa un amico con l'intento di punire la moglie, che riteneva troppo casta e pura. Mario, il marito, sapeva che il suo amico Paolo era pratico di teorie ipnotiche e volle provarle sulla moglie. Così una sera Mario telefonò a Paolo, dicendogli: "Ti andrebbe di venire settimana prossima a casa mia per giocare un po' con me e Sonia?". Paolo rimase stupito dell'invito, poichè conosceva bene le idee di Sonia, ma accettò con curiosità. La domenica sera successiva Paolo arrivò alle 21,45 e Sonia, ignara di quello che sarebbe accaduto poco dopo, lo accolse con grandi feste. Taglio della torta, caffè d'obbligo e liquore e poi... Paolo chiese a Sonia come andasse la sua collezione di oggettini, che lei custodiva gelosamente in una vetrinetta in sala. Lei si alzò e si diresse alla vetrinetta, seguita dai due uomini. Mostrò a Paolo gli ultimi acquisti (Swarosky, animaletti in pietre dure, ecc) e lì Paolo la "colpì". Paolo doveva ipnotizzare Sonia, come stabilito in precedenza con Mario. Mario si mise alle spalle di Sonia, perchè doveva afferrarla al volo quando sarebbe caduta all'indietro. Pochi attimi dopo Sonia perse l'equilibrio (non so se colpita dallo sguardo o dalle gestualità di Paolo) e cadde all'indietro, come previsto. Mario la sorresse per le ascelle, mentre Paolo l'afferrò per i piedi. Sonia perse una scarpa (non so se volutamente tolta da Paolo o persa in modo fortuito) e i due uomini la trasportarono in cucina, dove la stesero dolcemente sul tavolo. Mario ritornò in sala a prendere la scarpa e la infilò al piede di Sonia. Paolo gli disse: "Non dovevamo spogliarla, ora la rivesti?". Mario rispose che non si era pentito, che lui la doveva spogliare come previsto: voleva solo che Sonia partisse da una condizione completa, con tutti i capi di abbigliamento addosso. Paolo gli chiese: "Da dove inizio a spogliarla?". "Da dove vuoi, è tutta tua", rispose il marito di Sonia, che già pregustava lo spettacolo di vedere la moglie alla mercè dell'amico. In quel momento Mario vedeva Sonia come una bambola vivente o, se volete, come una schiava da usare a suo piacimento (e forse a piacimento anche del suo amico). Sonia non era più rigida come quando la portarono in cucina e Paolo la sollevò per toglierle il golfino. Mario pensava poi che Paolo togliesse le scarpe a Sonia e invece l'amico proseguì slacciandole la camicetta rosa di seta. Gliela tolse e il marito pensò che la moglie era ancora presentabile, malgrado fosse rimasta con il reggiseno di pizzo. "Sai che tua moglie ha delle belle tette? Non me ne ero mai accorto", disse Paolo, ridendo. Mario ringraziò con un sorriso. Poi Paolo sfilo' la scarpa sinistra di Sonia e con fatica le sollevò la gonna che era alquanto attillata, dicendo: "Volevo vedere se aveva le autoreggenti per toglierle una calza. Ma ha le collant e non si può... quasi, quasi gliele strappo!". "No Paolo, non puoi farlo, ricordati che poi la dobbiamo rivestire completamente", ribattè il marito di Sonia. Paolo tolse a Sonia l'altra scarpa, le sbottonò la gonna e gliela sfilò. Ora la poveretta aveva solo il reggiseno, le calze e le mutandine. Dopo averle tolto con cura le calze, Paolo disse: "Se vuoi smetto, non c'è problema". Mario lo esortò a proseguire, dicendo che la voleva nuda. L'amico non se lo fece dire due volte e il slacciò reggiseno, che finì sulla sedia a far compagnia agli altri indumenti. Paolo strinse Sonia a sé, le cui tette erano ormai a contatto del suo corpo. "Ed ora il pezzo forte!", disse Paolo togliendo le mutandine a Sonia. Sonia era lì sul tavolo, completamente nuda, inerme e incapace di resistere ai voleri dei due amici. Mario temeva che la moglie si svegliasse, ma Paolo lo rassicurò ed estrasse dalla tasca un accendino. Lo accese e passò la fiamma sul palmo delle mani della "sventurata" e poi, con il permesso del marito, lo fece anche sui seni. Mario impazziva, vedendo la fiamma lambire il capezzolo e la pelle morbida del seno della moglie. "Puoi farlo anche sotto i piedi?", disse Mario. Paolo rispose di sì e cominciò a lambire con la fiamma le piante dei piedi di Sonia, che non sembrava soffrisse per quel trattamento apparentemente doloroso. Insistette parecchio con la fiamma sulle sue piante. Lei non si lamentava e Paolo disse che volendo poteva fare il giochetto anche in mezzo alle gambe. Mario però non glielo permise, avendo paura che il pelo della fighetta prendesse fuoco. A questo punto era stato deciso di fare un lavoretto nel culetto di Sonia. Ma Paolo, sorprendendo l'amico, disse: "Ti faccio una proposta indecente. Che ne direste di infilarle la bottiglia anche davanti? So che sicuramente la cosa ti costa, visto che Sonia è tua moglie, ma a me piacerebbe molto. Sai, sono molto eccitato". Il marito della donna rispose all' amico che, se lui riteneva di avere ancora autonomia e di poter controllare la moglie, per lui andava bene. Mario era eccitato nel vedere la moglie sottoposta a tutti questi giochetti erotici e l'idea che Sonia fosse completamente "annullata" lo rendeva felice ed enormemente eccitato. "Anzi, fallo tu", disse. Paolo prese una bottiglia da 0,75 litri piena di acqua minerale e cercò di infilarla nella bernardina di Sonia. Ma non ci riuscì. Tentò invano anche la seconda volta, ma non ci fu nulla da fare. Paolo ridendo, disse: "Ma tua moglie ha il buco davanti o è una bambola?". Mario rispose che il buco l'aveva eccome e che solitamente si dilatava molto con l'introduzione del pene. Inoltre aggiunse che quando faceva spogliare Sonia durante i loro reportages fotografici, la sua fighetta si bagnava parecchio e lui la immortalava puntualmente bagnata. Aprì le labbra della patatina di Sonia e si accorse che era completamente asciutta. I due decisero allora di sollecitare il clitoride, le labbra e l'interno della figa insieme. Sonia si ritrovò con dentro le dita di Mario e di Paolo e questa tecnica portò i suoi frutti. Sonia però non gemette e non sussultò come al solito. Era come non se ne fosse accorta. Mario divaricò le gambe a Sonia e Paolo prese la bottiglia e gliela infilò, senza tanti complimenti e senza tanti problemi, nella patatina. La bottiglia, era stata ben lavata all'esterno,ma non era stata svuotata, perchè così il tappo e il suo anello in plastica sarebbero stati un ostacolo all'introduzione nella fighetta della donna (per la filosofia più dolore, più piacere). Inoltre il peso dell'acqua avrebbe acuito la possibilità di entrare. Ora Paolo infilava e sfilava la bottiglia ripetutamente e, quando la bottiglia andava giù, la fighetta di Sonia si dilatava fino a ricevere tutto il collo della bottiglia. Alla fine del gioco, Paolo spalancò la figa di Sonia, le infilo' tre dita (che poi si mise in bocca)e disse a Mario: "Ora sì che è bagnata la porca, ma non si ricorderà di nulla, te l'assicuro". Il marito di Sonia rispose all'amico con un sorriso e gli chiese di aiutarlo a girarla. Lui disse che era in un momento particolare e che doveva tenerla sotto controllo. Con le mani sfiorò tutto il corpo di Sonia e poi dette il via alle future "operazioni". I due uomini girarono la loro "preda" a pancia in giù. Ora il culetto di Sonia era lì, pronto ad essere sodomizzato dalla bottiglia. Lei non ha un buco molto grande e Mario quantificò in circa 9 centimetri la larghezza della bottiglia, là dove finisce il collo. Nove centimetri di diametro... praticamente era come romperle il culo! Paolo allargò le natiche di Sonia e Mario versò dell'olio fino all'orlo del suo buchetto. Quando la prima quantità di olio scese nell'ano, ne versò altro e attese che anche questo venisse "assorbito". Poi Mario e Paolo infilarono nel buco dell'ano a turno prima un dito, poi due e alla fine tre, girandoli a mo' di trivella. Ma il buco resisteva e sembrava non volersi allargare. "Non ce la faremo mai", disse sconsolato Paolo. Il marito della donna chiese a Paolo di tenerla aperta il più possibile e iniziò a premere con la bottiglia. Fu difficilissimo. Provarono poi a versare dell'olio lungo il collo della bottiglia al fine di lubrificare bene il retto della donna. Di questa operazione ne beneficiò anche il tavolo!!! Ad un certo punto il tappo e l'anello di plastica furono inghiottiti dal buco ormai dilatato e slabbrato di Sonia e Mario fu assalito da alcuni dubbi. "Facendo così non le procureremo qualche ferita interna?", disse. Paolo, che opera nel campo medico, lo rassicurò e Mario continuò a inserire e disinserire la bottiglia, senza però estrarla completamente. Sonia emetteva qualche gemito, cosa che non aveva fatto prima quando le sollecitarono la figa. "Aiutami, voglio spaccare il culo a questa schiava che ha osato tradirmi! E' una puttana, va punita!", disse Mario. Paolo lo guardò stupito e gli chiese se amava i giochi SM e i rapporti padrone/schiava. Mario si riprese: stava involontariamente confessando i suoi gusti in campo sadomaso e poi non era vero che la moglie l'aveva tradito. Alla fine il buco di Sonia cedette completamente, sfinito dal continuo lavoro della bottiglia, il cui collo (e forse anche qualche cosa in più...) penetrò completamente nel suo ano. Il buco era gigantesco ora e per ottenere questo i due amici le avevano sicuramente anche fatto non poco male. Quando estrassero la bottiglia il buco rimase spalancato per alcuni istanti (o forse minuti) e Paolo infilò nel culo di Sonia prima un righello e poi il tacco di una scarpa. Poi il buco lentamente si richiuse. Pulirono il culetto di Sonia dall'olio, che era penetrato anche davanti ungendo il pelo della patatina. Il pelo era unto e Paolo propose di tagliarlo. "Ok, va bene, ma solo quello che non sembra volersi pulire dall'olio. Sonia non se ne deve accorgere", disse Mario. Passò le forbici all'amico che tagliò le ciocche più unte e le ripose in un sacchettino, che poi Mario gli diede con preghiera di buttarlo via. Non dovevano rimanere tracce! Poi Paolo iniziò ad asciugare la figa di Sonia con troppo trasporto, soffermandosi sulle labbra e anche sulle parti interne. "Aho, il gioco è finito, metti via i giocattoli!", disse Mario, ridendo. E tutti e due scoppiarono in una risata. Entrambi rivestirono la povera Sonia e poi la trasportarono sul divano. Per fortuna durante il "trasporto" l'occhio di Mario cadde sulle mutandine che erano cadute accidentalmente sul pavimento della cucina e allora... via di nuovo scarpe, gonna e calze e su le mutandine. Non esiste delitto perfetto! Poi Paolo risvegliò Sonia, che lì per lì apparve confusa. "Bella compagnia hai fatto a Paolo", disse Mario. Lei si scusò dicendo che durante la notte non aveva dormito! Il giorno seguente Sonia si lamentò di avere uno strano dolore al buchetto dell'ano e Mario diede la colpa ai suoi jeans troppo stretti. Poi Sonia non disse più niente e Mario se ne guardò bene dal chiedere notizie del buchetto del culo della moglie. Meglio dimenticare in certi casi!
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13 years ago
soniaslave,
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Matrimonio con sorpresa
Era la fine degli anni Ottanta e avevo circa vent'anni, quando partecipai ad un matrimonio di mia cugina in Emilia Romagna. Non conoscevo ancora Mario (mio attuale marito) e partecipai da sola, in quanto allora ero single. Io ero vestita con un tailleur di colore grigio, camicetta bianca e scarpe nere con tacco abbastanza alto. Ricordo che a quel matrimonio c'erano tanti ragazzi e solo quattro ragazze, tra cui una ero io. Alla fine del pranzo ci sedemmo su un muretto per prendere un po' di quel sole caldo che la fine di agosto sa ancora riservare. Il pranzo di nozze si tenne in un ristorante molto sofisticato di un altro nostro lontano parente, non ricordo se in provincia di Modena o di Reggio Emilia. Stavamo tranquillamente conversando quando uno stuolo di ragazzi uscì dal ristorante. Otto di loro passeggiavano sul prato ai bordi della piscina con aria del tutto tranquilla ed indifferente. Aggirarono il muretto su cui noi ragazze eravamo sedute e si posero alle nostre spalle. Ricordo che all'improvviso ognuna di noi venne "bloccata" e trattenuta per le braccia un po' all'indietro. Praticamente avevamo due ragazzi ognuna che ci trattenevano, bloccandoci le braccia. Con mossa fulminea altri quattro si avventarono sulle nostre scarpe e ce le levarono: alle due ragazze con i calzoni tolsero solo una scarpa, mentre a me e ad un'altra ragazza tocco' la sorte peggiore, in quanto ci tolsero entrambe le scarpe. Poi i quattro assaltatori buttarono le loro prede in piscina! Le nostre povere sei scarpe finirono in acqua... Malgrado le nostre urla, nessuno uscì dal ristorante per venire in nostro soccorso. Ricordo che le scarpe galleggiavano sull'acqua e allora i quattro pensarono bene di dare dei colpi fino a farle andare a fondo. Oggi non ricordo più quanto pagai quelle scarpe, ma, come tutti, anch'io avevo comprato quelle scarpe per l'occasione del matrimonio e vederle prima in acqua e poi sul fondo della piscina... mi stringeva il cuore. Ognuna di noi fu spinta fino al bordo della piscina... per mostrare la fine indegna delle proprie scarpe. Io e l'altra con la gonna camminammo scalze con le calze a contatto del terreno (calze chiare, quasi invisibili), mentre quelle con i calzoni camminavano con una scarpa sì e l'altra no. Poi gli otto "amici" (ma quali amici? Chi li conosceva?) ci riportarono a sedere sul muretto, mentre gli altri quattro energumeni rientrarono al ristorante. Uscirono poco dopo con le forbici in mano e non paghi della bravata precedente, tagliarono ad ognuna di noi una calza all'altezza della caviglia. Ora tutte avevamo un piede completamente nudo, le più fortunate avevano l'altro con la scarpa. Era la prima volta in assoluto che mostravo forzatamente i miei piedi nudi (e per di più ad estranei). I quattro portarono all'interno del ristorante il loro bottino di guerra che fecero girare per i tavoli al posto del taglio della cravatta... chi dava qualcosa riceveva un piccolo pezzo di calza. Noi quattro ragazze venimmo portate, quasi a forza, all'interno del ristorante e assistemmo al giro delle calze. A ogni commensale veniva indicato il nome della proprietaria del feticcio, al fine che ognuno poteva scegliere la migliore (vi lascio immaginare... erano calze indossate dal mattino!). Alla fine del giro pro-calze, colui che dirigeva l'orchestra chiese a noi ragazze di sedere davanti al palco, in attesa di non so che... Si avvicinò a lui lo sposo, che gli parlò bisbigliando all'orecchio. Poco dopo il direttore d'orchestra disse, rivolgendosi a noi ragazze: "Lo sposo è stato molto contento delle "offerte" ricevute per le vostre calze e vi vuole premiare! La prima di voi che accetterà di togliersi il reggiseno verrà premiata con la cifra di venticinquemila lire". Noi quattro ci guardammo in faccia, allibite e basite per quelle parole. Nella sala piombò il silenzio, in attesa di una nostra risposta, che però tardava a venire. "Se non volete mostrare i seni... potete mostrarne solo uno... per dodicimilacinquecento lire", disse lo sposo. Silenzio assoluto. A quel punto il direttore d'orchestra alzò l'offerta a cinquantamila lire, poi a settantacinquemila ed infine a centomila. Io pensavo con rabbia alle mie scarpe, che probabilmente sarebbero state inutilizzabili una volta fuori dalla piscina, e con orgoglio misto ad un pizzico di esibizionismo, dissi: "Ok, mi spoglio io! Ma solo il reggiseno sia chiaro". Nella sala eccheggiò un brusio di approvazione. A dire il vero non dovevo essere il massimo, con un piede nudo e con la calza tagliata e l'altro scalzo, ma velato ancora dalla calza. "Vieni al centro della sala. Ti spoglia lo sposo!", disse il direttore d'orchestra. Io raggiunsi scalza il centro della sala e lo sposo mi si avvicinò. Mi tolse la giacca del tailleur, che diede ad un amico vicino e poi passò a sbottornarmi la camicetta. Ad ogni bottone che veniva slacciato, io mi sentivo sempre più tesa. Mi chiedevo se ce l'avessi fatta a portare a termine la mia prova di coraggio, davanti a circa duecento occhi! E oplà, la camicetta era stata completamente slacciata dallo sposo, che si accingeva a togliermela. Anche questa fu data al solito amico, che fungeva da attaccapanni. "E ora signori e signore, la qui presente Sonia sarà "privata" del reggiseno per la gioia dei vostri occhi", disse lo sposo. MI abbassò le spalline e io sentii i miei capezzoli diventare duri e turgidi. Ero imbarazzata al massimo, ma anche fiera di essere al centro dell'attenzione (e pensare che io sono tendenzialmente timida). Lo sposo mi slacciò il reggiseno e lo lanciò verso la platea. Un ragazzo lo prese al volo e tutti lo indicarono come sposo del futuro anno. Ma non era il bouquet... era il mio reggiseno! In quel momento io ero a seno nudo, con le mie tettine erette e con i capezzoli in evidenza. Mi fecero girare su me stessa più volte, per dare a tutti la possibilità di vedere lo spettacolo (uno spettacolo "minimo" visto che non porto la quinta misura!). Applausi e ancora applausi, poi mi vennero resituiti gli indumenti e potei rivestirmi. Inutile dire che più di uno dei presenti immortalo' il mio mini streap tease. E una foto a corpo intero finì anche sull'album degli sposi. Che cattivo gusto... una donna seminuda nel giorno del matrimonio! Poi tutti i ragazzi andarono a ripescare le nostre scarpe finite sul fondo della piscina con lunghi tubi, forse fatti con la canna. Rimisi le scarpe completamente bagnate e poi, non ricordo con precisione, forse le buttai arrivata a casa. Che scherzo stupido! Forse era complice anche il vino bevuto, che in Emilia Romagna scorre a fiumi, ma sta di fatto che io non gradii affatto questo scherzo.
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13 years ago
soniaslave,
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Eccitante pazzesca meravigliosa intrigante e assol
la coppia mi aveva dato appuntamento in quel posto...una taverna fatta da un casotto in mezzo alla campagna scaldato da due stufe e ricoperto da legno e tappeti grossi. Come da accordi lo trovai aperto entrai e mi cambiai diventando pamela la troia trav, Mi stesi sul divano con la paura che arrivasse il vero padrone della casa che non era la coppia che avevo sentito al telefono ma un vecchio contadino rozzo o un architetto stravagante o una coppia di stranieri in affitto o chissa' che cos'altro. Ero terrorizzata ma allo stesso tempo non me ne andavo. passarono lunghissimi 30 minuti e io ero sul divano quando arrivo' l'auto con la coppia e dopo pochi attimi entro' solo lei e disse subito la frase perfetta.....MAZZA CHE BELLA SIGNORA CHE SEI ! Ciao amore sei Pamela vero? sei bellissima davvero come ci ha detto Marco il lui della coppia di amici lche hai gia conosciuto. Risposi che anche lei era veramente bella e toccandole il culo la baciai. Lei disse....volevo vedere se eri a posto prima di far entrare lui....sai...abbiamo preso le nostre fregature con travesta orrende e squallide da toglierci la voglia di frequentarne per sempre....quindi adesso ci stiamo attenti ma tu....tu caspita sei un vero schianto. Le piacerai molto. Anzi.....Adesso ti spiego cosa devi fare per piacere molto.....e mi sussurro' all'orecchio qualche consiglio da mettere in atto senza che lui mi dovesse dire niente e poi mi disse e per favore non parlare che cosi' sei donna fino ai piedi. Belle le tue scarpe tacco 12 mi pare...mi disse. poi io mi diressi sul divano e lei senza dire niente mi fece mettere le mani avanti e me le lego' alle corde che spuntavano da sotto cosi facendo il mio corpo si proietto' in avanti appoggiando la schiena allo schienale alto del divano in mezzo alla stanza poi lei dolcemente accarezzandomi la schiena spense le luci e accese un paio di candeline dicendomi ....sei bellissima! Piacerai un sacco al mio lui. Lui non l'avevo mai visto e forse non l'avrei mai visto dato che la luce era data solo dal fuoco tenue delle due stufe. Finalmente lui entro' ed era di spalle a me. mi venne vicino e lei si stese sul divano e ad un cenno di lui lei mi accarezzo il seno e il cazzo anzi...pardon il clitoride facendomi sussultare dal piacere e poi lei mi bendo' . ADESSO sentivo le mani di lui diverse dalle mani di lei passarmi sul corpo accarezzarmi dolcemente mentre diceva Mamma mia quanto e' bella questa donna.....Mi piaceva essere presa come una donna da entrambi loro e tutto si stava consumando nel migliore dei modi....sentii che luio si spogliava e si tolse le scarpe i calzini e tutto nudo giro' andando davanti a me mettendomi subitissimo senza perdere tempo il suo cazzo semifloscio fra le labbra una mano sulla mia nuca e una sotto il mio mento dicendomi .....Apri troia dai.....Io aprii la bocca e il suo cazzo scorse dentro di me e la serata ebbe inizio....Ero eccitatissima e con le mani legate potevo sentire le sue gambe poco pelose sbattermi contro mentre la sua cappellona diventa sempre piu' grossa dentro la mia gola facendomi venire degli sforzi di vomito che cerco di contenere perche' la voglia di succhiare quel bel cazzo grosso e tozzo pulitissimo che sa di sapone profumato mi fa veniir voglia di continuare a succhiare e far godere quell'uomo cosi' straordinario che ci sa veramente fare. Riesco a sentire lei che forse lo sta leccando ma non riesco a capire. poi pero' lei si stende vicino a me sul divano mi tira giu' a mezza coscia il perizomalasciandomi addosso reggicalze calze e gonnellino nero....e mi palpa il culo graffiandomi anche un po' con le sue adorabili unghie . Mi apre le natiche e infilando uno dei miei guanti in lattice da chirurgo che avevo messo sul divano quando ero arrivata ....mi unse il buchetto liscio e morbido e mi penetro' il culo con un dito prima e poi addirittura con due facendomi aprire di piu' la bocca occasione buona per lui per poter affondare un po' di piu' dentro di me fino a toccarmi le tonsille . lei mi scopo' con le dita e poi facendomi allontanare con la pancia allo schienale del divano me lo prese pure in bocca facendomi godere come una grandissima vacca tanto che lui si stacco' da me perche' stavo sbavando godendo e sculettando quindi lui duro come un sasso mi venne dietro per vedere la scena da vicino e ordino' a lei di infilare il mio strap on e di incularmi subito per aprirgli la via perche' a detta sua non ce la faceva piu' a tenere tutta quella eccitazione. Lui mi sbendo' gli occhi anche se sempre non lo vedevo pero' poco dopo emettei un gridolino dicendo a lei che stavo per venire perche' si togliesse se voleva ma lei mi bevve tutto e continuo' a ficcarmi le due dita nel culo che mi sfioravano la prostata con le sue adorabili unghiette che mi facevano un po' male ma che anche mi eccitavano tantissimo. Adesso che avevo goduto lei si sfilo' da me si infilo' il cazzo in mezzo alle gfambe mi appoggio' la punta al culo dopo averlo nuovamente lubrificato e mi inculo' con quel pene di lattice affondandolo tutto dentro fino in fondo e muovendosi piano piano dentro e fuori proprio imitando un vero cazzo. godevo come una pazza e mi dimenavo avanti e indietro sculettando e dimenandomi come una troia in calore fino a che lui autoritamente le disse ....BAsta incularla tu vieni fuori che tocca a ,me. Po co dopo il cazzo di gomma mi si sfilava da dentro il culo e lei ando' subito dietro allo schienale dove io avevo la bocca per farsela leccare. ERa bagnatissima e buonissima la sua passera rasata come un praticello tagliato raso. Lui intanto mi lubrifico' il buco salto' sopra il divano con i piedi mi sculaccio' un po' forte e piano facendomi ansimare e poi mi ordino' di dirgli che volevo essere inculata e io cominciai a dirgli che ssiiii cvolevo essere inculatea ma di fare piano per favore fa piano....piano non mi fare male e lui continuava a sculacciarmi e poi finalmente mentre io lo pregavo di far piano e di non sfondarmi il culo...lui mi apri' le natiche con i pollici tenendomi le anche appoggio' la punta della sua grossa cappella e mentre io continuavo a dirgli dai inculami fammi tua non farmi male lui spinse forte forte la sua cappella con un violentissimo colpo di reni mi inculo' tutta fino in fondo al buco....togliendomi la voglia di essere trav di essere femmina di essere troia e di essere la in quel momento....gridai come non avevo fatto mai supplicandolo di uscire subito che il mio culo non era cosi' aperto da prendere quella mazza cosi' grossa,,,,ma lui invece di ubbidirmi come nei patti di questi giochi.....comincio' a scoparmi violentemente e duramente mentre io urlavo veramente e strillavo nnoooooo nnnnoooooo nooooooo aaagghhhhhh mmmmhhhhh sentivo il suo grosso cazzo aprirmi il culo come non avevo mai sentito in vita mia da trav .... un male boia fino in pancia dove pensavo fosse arrivato il cazzo....poi finalmente lui si sfilo' ....ando' davanti a me e finalmente potei vedrlo....me lo mise in bocca e mi scopo' la bocca ancora un po' fino a riempirmi la bocca del suo nettare che se anche io solitamente non bevevo ...bevvi tutto fino all'ultima goccia ....poi lui dicendomi brava veramente brava e bella disse a lei di toccarmi ancora il c..litoride e ubbidendo godei tantissimo subito poi pero' lei di sua spontanea volonta' mi inculo' ancora una volta aprendomi il culo mettendolo a dura prova ancora una volta ...mmmmhhhhh mmmghhhhh aaahhhhhggg ssiiiiiiii e godevo godevo poi lei mi si sfilo' ancora una voltta e lui nuovamente dopo avermi slegata mi ordino' di mettermi sopra di luie di incularmi spopra al suo cazzo mentre lui potecva guardarmi.....mamma mia che male ma loi lui molto bravo ....strinse le mie mani intrecciando le mie dita ....con le sue dicendomi cavalcami troia puttana vacca....Ormai ero la sua vacca e montavo montavo incurante del male e incurante che lui fece una cosa mai fatta prima con un uomo....mi bacio' infilandomi la lingua in bocca e mentre mi inculava baciandomi capii pure che on doveva avere il goldone visto che in un rantolo di godimento misto all'enorme eccitazione che gli davo...mi sborro' dentro il culo schizzando liberamente tutta la sborra calda che mai avevo potuto provare visto le malattie in giro.... pero' dopo lo stupore di essere stata fregata....godetti tantissimo di sentire quanti schizzi mi riempirono il buco del culo e quanta era l'eccitazione che gli potevo aver dato per riempirmi il buco in quella maniera li'....in cui mi stava riempiendo come si riempie una gran figa quando non scopi da venti giorni. bello sentire gli schizzi comunque soprattutto dopo che lui mi disse essere medico sottoposto a visite periodiche per la salute ....ed essersi fatto dare le mie referenze dai nostri amici in comune che sono donatore avis..... prima di montare me senza goldone. La serata fini' solo dopo molte ore in cui io presi ancora due volte la mazza grossa di lui in culo e il mio strapon legato allal vita di leigridare quanto ne avessi voglia sia per il male sia per godere e.....potei leccare ancora lei fino a farla godere e potei ancora mugolare dal male di avere il buco del culo spanato da quella grossa cappella che mi aveva spanato il culo e mi aveva fatto anche sanguinare e per calmare il dolore poi leccavo ancora lei mentre lui pero' non perdeva l'occasione di tentare di incularmi da dietro mentre mi teneva le natiche me le sculacciava e mi diceva quanto bella e femmina ero...e lei mi faceva godere come una pazza toccandomi con le mani e le sue preziose unghie lo scroto le palle....e mentre mangiavamoancora rileccare la passera di lei infilandomi sotto la tavola con la banale scusa di raccoglier il tovagliolo.... poi io scopai lei alla pecorina cosa che non mi riesce tanto facile fare solitamente quando sono donna ma quella situazione era tremendamente.....eccitante pazzesca meravigliosa intrigante e assolutamente........unica dammi un voto per favore e ti dedichero' una storia solo per te
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13 years ago
pistoniecilindri, 44
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Donna sposata
Fabio è mio marito. Siamo sposati da 14 anni e ci vogliamo ancora bene. Per gli amici siamo la coppia felice, e anche fra noi due ci piace ripeterlo spesso: "insieme siamo così felici!". Forse fingendo un po', forse mentendo anche un po' a noi stessi. Intendiamoci, non è che io non voglia più condividere la mia vita con Fabio, anzi. Ma il tempo ha cambiato qualcosa.... Il tempo cambia sempre qualcosa. O forse voglio dare la colpa al tempo che passa, perchè non riesco neppure a dare la colpa a Fabio o a me stessa. Non lo so. Ma da diverso tempo mio marito non mi sussurra più nell'orecchio le parole giuste prima di mescolare i nostri sensi e soprattutto l'atto ormai è diventato meccanico, quasi ripetitivo; la fantasia ha lasciato il posto alla prevedibilità e la passione alla certezza di aversi. Ma cosa prentendo? sono 14 anni di matrimonio, abbiamo quasi 40 anni, ci conosciamo da 20... Posso aspettarmi ancora di essere stupita, corteggiata, sedotta? No, certamente no. Ma lo sogno, spesso a occhi aperti. Fabio adesso è di là in salotto, sta leggendo un giornale. Chissà se anche lui ha di questi pensieri. Sbircio dalla fessura della porta: no, direi di no. E' immerso nelle sue letture... come al solito. Forse chissà... quando è in giro per la città, sui mezzi pubblici... anche lui guarderà qualche bel fisico... magari anche lui fantasticherà dietro le pagine dell'immancabile quotidiano che si porta sempre appresso. Quasi lo spero! Forse vorrebbe dire che la passione non si è assopita del tutto, che anche dentro di lui c'è della brace ardente sotto questo strato apparentemente insondabile di cenere fredda e grigia di cui noi ci ostiniamo solo a voler considerare la piacevole impalpabilità, sulla quale corichiamo supino il nostro desiderio, compiacendoci della morbidezza di quella patina che tutto ricopre, come se ciò fosse il meglio che avremmo mai potuto desiderare. Che strani pensieri oggi: vorrei che mio marito mi saltasse addosso baciando e graffiando il mio corpo, avvolgendomi fra i suoi muscoli, imprigionandomi fra le sue braccia e cullando la mia passione ormai alla deriva, nel piacere di sentirlo dentro di me, ondeggiando di piacere fra la mente e il corpo. E al tempo stesso me lo immagino - volentieri - mentre sogna scopate selvagge e senza anima con la donna seduta davanti a lui in metropolitana! Ma che diavolo mi sta succedendo?! E' meglio che esca a prendere una boccata d'aria. Gli dico che vado a fare shopping, e lui mi saluta con la mano sorridendo. Forse perchè non gli ho chiesto di accompagnarmi. Forse perchè anche lui qualche volta ha piacere a stare un po' da solo. Zoccolo alto estivo, vestito giallo appena sopra al ginocchio, di quelli che stringono un po' ai fianchi e lasciano il seno bello in vista. Oggi ho voglia di rimestare un po' fra la mia brace! Entro nel mio negozio preferito di vestiti e come sempre ad accogliermi trovo Laura, la titolare, con cui mi fermo volentieri a scambiare due chiacchiere. Il discorso finisce non so come proprio sugli uomini e su certe routine della vita di coppia. Laura mi capisce: ha superato i sessanta da qualche anno e ha vissuto una vita intera con un uomo sin da quando erano giovanissimi. Non si sono mai sposati, ma questo non ha impedito loro di vivere una relazione forte e soprattutto solida, lontano dalle tentazioni che inevitabilmente la vita finisce col proporci. Laura lo dice spesso: "amo mio marito più di ogni altra persona a questo mondo, e per niente al mondo l'avrei mai tradito. Però è anche vero che, figlia mia... resistere alle tentazioni a volte è proprio difficile!" Laura è una donna semplice, diretta. Ha vissuto la sua vita sentimentale come il resto di tutta la sua vita: senza farsi troppe domande e tirando dritto. Non si è mai preoccupata più di tanto di quello che poteva passarle accanto, di ciò che avrebbe potuto essere o fare se avesse preso decisioni diverse nella propria vita. Laura era Laura. Ed è Laura. A volte infelice, a volte gioiosa... ma sempre lei. Io sono una donna diversa. Ho cento pensieri e mi pongo mille domande. Solo ad alcune riesco a dare risposta. Tutte le altre restano attorno a me, e rispuntano fuori all'improvviso come folletti spiritosi. Alcune di queste sono ricorrenti, altre vengono seppellite da altre domande e dall'inesorabile scorrere del tempo. Poi, qualche volta, qualcuna risale verso la superficie e riesce a farsi viva nuovamente. "Sei davvero felice?" mi domando. Non lo so davvero... ma ora sono nel corso e mi voglio distrarre un po'... basta con le domande e vediamo di trovare qualcosa di buono da comprare! Il negozio di intimo qui davanti ha delle cosucce niente male... sono sicura che potrei fare la felicità di parecchie persone se mi presentassi a letto con quel completino! Claudio, il mio collega che non ha mai fatto mistero di avere un debole per me sono sicura che impazzirebbe. Ma naturalmente sto solo immaginando... E Alessandro? quel body di pizzo bianco chissà come me lo commenterebbe se me lo vedesse addosso! Lui che non perde occasione di prendermi in giro ogni volta che mi vede con qualcosa di appena meno casto di una suora di clausura! Giro un po' l'occhio e.... guarda quel tanga rosso praticamente inesistente! è un furto che possa costare così tanto! ci saranno si e no 2 grammi di cotone! Deve essere il modello di cui mi parlava Alice, che ha indossato a San Valintino e che ha fatto un gran colpo su Gianluca, il suo fidanzato. Mi raccontò che fece di quelle evoluzioni fra le lenzuola....! E Fabio? Mio marito? mah... negli ultimi mesi ci manca solo il completino da crocerossina e quello da Ilona Staller e poi glie li ho indossati tutti. Apprezza, si attizza... e poi via col solito disco! Nulla di male eh... ma neppure mai nessun sussulto. Mmmm... cambiamo aria va, che qui sto ricominciando a pensare troppo. Vado oltre e mi fermo davanti alla vetrina del negozio di scarpe. Accidenti ne comprerei almeno una mezza dozzina! Entro, ne provo una raffica ed esco con il mio primo sacchettone in mano: un paio di stivali bianco lucido fin sopra al ginocchio! Alla faccia! non è proprio il mio stile, ma... diavolo! con questi si gireranno tutti a guardarmi! Avanti col prossimo acquisto: negozio di profumi. Adoro Chanel, ma oggi ho voglia di qualcosa di un po' diverso. La commessa me ne fa provare alcuni, ma nessuno è quello che vado cercando. Forse quello lì, con gli occhi da gatta sulla confezione e la fiamma della passione sullo sfondo. Se il profumo è pacchiano quanto la confezione, lo compro al volo. E' così e dopo la strisciata della carta di credito, esco soddisfatta dal negozio. Non so che mi è preso, ma oggi mi sento volgare. Selvaggia. Lasciatemi fare no? A voi che vi importa?! Mi ci vuole adesso un bel vestitino di quelli giusti. Nel corso non c'è nulla che faccia al caso mio. Ma so che dietro la piazzetta posso trovare quello che vado cercando. E' il negozio più trash della zona, noto in tutta Milano. Non avrei mai immaginato che ci avrei messo piede in vita mia. Almeno non senza una pistola puntata alla tempia. Ma oggi l'ho già detto, è un giorno strano. E voglio fare tutto quello che mi gira per la testa in quel momento. Mi va di andarci e ci vado. Basta con le domande! Ci sono minigonne di jeans tempestate di strasse, pantaloni ultra-aderenti di pelle nera, con borchie ovunque. Ce n'è uno, particolarmente fine, con una cucitura proprio sul pube quasi a voler ricalcare quello che ci sarebbe sotto, una volta indossato! Non così tanto trash, mi dico. Continuo a cercare... eccolo il vestito che fa al caso mio: degli hot pants ultra corti, di quelli che da dietro ti entrano quasi fra le chiappette e che davanti è meglio se ti sei depilata, prima di andarci in giro! Presi! E voglio anche quella maglietta gialla corta e fatta a brandelli con scientifica arte proprio lì sulle spalle e sul seno. Detto, fatto. Entro nel camerino con tutta la roba e inizio a provarla. Mi sta tutto a puntino. Penso che sia il caso di tenere tutto quello che ho comprato addosso... e di togliere tutto il resto. Così mi spoglio completamente e ricomincio la vestizione: mi infilo gli hot pants senza mutandine, gli stivali di lattice bianco, e osservo con un po' di apprensione il mio seno completamente nudo. Sta su bene anche senza reggiseno... non è molto grande. Ma la maglietta tutta bucherellata non farà vedere un po' troppo? mah! proviamo! Mi infilo la maglietta e mi rigiro un po' davanti allo specchio! Diamine, chi l'ha disegnata è un genio! l'ho detto che i buchi erano calcolati scientificamente... si capisce che non ho il reggiseno, ma non si vede nulla di troppo: è abbastanza aderente da non far intravedere troppo dai fori e i buchi sono tutti in posizioni strategiche senza mai lasciare scoperto qualcosa di troppo. E' perfetta! Ah già, dimenticavo! Il profumo! è piuttosto intenso e dolciastro... un po' da zoccoletta mi dico... ma guarda come mi son voluta vestire! è proprio il profumo più adatto! Abbondo un po', visto che ormai ci sono, e ficco tutto il vecchiume che indossavo prima nel sacchettone. Esco dal camerino e il ragazzo del negozio stenta a riconoscermi. Mi squadra per bene dalla testa ai piedi, senza mancare di soffermarsi ovviamente all'altezza del seno, e farfuglia qualcosa su come mi stanno bene addosso i vestiti che sto comprando da lui. Lo guardo dritto negli occhi mentre pago, e lui appare evidentemente in imbarazzo. Si fa rosso rosso in faccia e abbassa lo sguardo sul registratore di cassa. Io dentro di me mi sento rinascere. Aria fresca! Sarà che sono mezza nuda, ma mi sento davvero più fresca e leggera! Esco dal negozio e mi dirigo dritta in centro. Voglio proprio farmi guardare! E adesso vediamoli tutti questi uomini! Vediamo tutti questi mariti addormentati come si risvegliano a guardare il provocante incedere di una sconosciuta così sexy e sfacciata! Voglio proprio vederlo, quello con l'anello al dito, col giornale, bello composto, che allunga l'occhio sulle mie gambe o sulla mia bella magliettina... Cammino per il centro con una certa soddisfazione. Noto gli sguardi indiscreti di molti, e percepisco quasi invidia in quelli di qualcuno, che forse addocchiando l'anello di matrimonio pensa a quanto è fortunato il mio dolce maritino. Non sanno quanto si sbagliano... o forse quanto mi sto sbagliando io, visto che in effetti lui avrebbe molte ragioni per potersi reputare fortunato, ma ultimamente pare non apprezzare come un tempo la merce. Sta di fatto che qui sono circondata di grandi intenditori, invece... e quanto apprezzano devo dire! Sono quasi imbarazzata, non sono abituata a tutta questa attenzione da parte degli estranei... sì, mi guardano, sono una bella donna lo so. Ma tutta questa attenzione non l'avevo mai provata. E la cosa mi piace. Mi sento potente, forte... quasi superiore... è una sensazione strana, ma bellissima. Non voglio smettere. Proseguo la passeggiata e vado al parco. Non vi dico l'effetto! I runner si girano tutti a guardarmi il culo! e i ragazzini si danno di gomito indicandomi. Lo so che mi stanno dando della puttana, ma loro sono così piccoli... che volete farci? Forse la storia della volpe e dell'uva la conoscono appena, o più facilmente non l'hanno ancora mai sentita. Mi siedo su una panchina e allargo le braccia appoggiandole sullo schienale come nel gesto di abbracciare due uomini al mio fianco, o come se volessi accogliere tutto il sole che mi riscalda. La maglietta tira sul seno e si solleva dall'inguine lasciando completamente scoperto l'ombelico. Il profumo di me si espande per qualche passo attorno alla panchina e non c'è uomo che quando passa non faccia cadere l'occhio verso di me. Ehi, ce n'è uno che viene verso di me! Vestito bene, borsa porta documenti... sembra un agente immobiliare o qualcosa del genere. Comunque deve essere uno che lavora di sabato. Si, si sta proprio avvicinando a me. Io fingo di non notarlo, ma guardandomi attorno con aria distratta cerco di notare i dettagli: scarpe eleganti, giacca, quotidiano sotto il braccio. Se è sposato è l'uomo che stavo aspettando! Ormai è a pochi passi da me, e io fingo di essere interessata a qualcosa proprio affianco a me. Sento i suoi passi fermarsi davanti a me e mi volto. E' davvero un gran bell'uomo: leggermente brizzolato, lineamenti decisi ma equilibrati, occhio fiero e... bellissima voce: "Scusa" - si rivolge a me - "hai per caso da accendere?" - Umpf, penso io. Si vede che sei bello arrugginito vecchio mio... tanti anni di matrimonio imbolsiscono chiunque eh? ma è un pensiero che tengo per me. Comunque mi fa piacere che ci stia spudoratamente provando. Io sono qui apposta e cercavo proprio te, bel maritino di qualcuna, col giornale sotto braccio! "Mi dispiace, non fumo". Qualche secondo di silenzio. "In effetti neppure io...", prosegue lo sconosciuto. "In realtà, come avrai capito, volevo solo conoscerti. Ti ho vista e non ho potuto fare a meno di rivolgerti la parola, spero non ti offenderai per questo". Gli sorrido dolcemente e lo rassicuro: "Ma certo che no! anzi, mi fa piacere. Sei un bell'uomo e i tuoi complimenti mi fanno piacere!". "Mi posso sedere?" "Certo, ma solo se prima ti presenti!" - scherzo per metterlo un po' più a suo agio. "Hai ragione, mi chiamo Ivan. Lavoro all'agenzia immobiliare laggiù, dopo il parco", mi risponde mentre si siede. "Aspetti qualcuno?" mi chiede sporgendosi lievemente verso di me. "No, a dire il vero nessuno. Mi stavo annoiando... ma per fortuna che sei arrivato tu..." - stavo proprio recitando la parte della puttanella dei desideri. Lo so che a voi maschietti piace così... e io oggi voglio proprio farvi impazzire come si deve! Ivan non deve essere abituato a donne così aggressive e resta leggermente in imbarazzo. Lo aiuto io: "C'è molto lavoro al sabato?" "No, oggi non molto... sono ancora tutti in ferie e in ufficio ci sono solo io... e qualche curioso che entra ogni tanto!" "Ti va di fare due passi? magari ti accompagno verso il tuo ufficio..." Non se lo fa ripetere due volte e ci incamminiamo senza perdere tempo verso l'ufficio. Ho visto che si stava eccitando lì alla panchina... In effetti sono stata un po' birichina: l'ho guardato davvero con fare languido... e poi ho fatto sempre in modo che la bella maglietta che indosso fosse sempre bella attillata sul seno nudo, di sotto. Non si vedrà tutto, ma i buchi lasciano intravedere molta pelle... e poi il tessuto è fine e con questo sole di sicuro ha notato i miei capezzoli scuri. Le gambe leggermente divaricate e rivolte verso di lui devono averlo eccitato definitivamente, perchè non smetteva di ciondolare lo sguardo dal mio seno ad in mezzo le mie gambe. Ok, lo ammetto... mi sono eccitata un po' anche io. Ma non è il momento di lasciarsi andare. Lo seguo mentre mi conduce verso il suo ufficio. Intanto comincia a farsi più esplicito: "Sai, sei davvero sexy e mi piacerebbe offrirti un caffè da me in filiale. Abbiamo una macchinetta che lo devi provare...!" "Ma certo Ivan, voglio che mi fai vedere il tuo ufficio!" e mentre lo dico lo abbraccio alla vita, stringendo il mio corpo caldo e vagamente sudato contro il suo. Ha un fisico atletico e inizio a non poter fare a meno di immaginarlo mentre si spoglia davanti a me. Mi vedo i suoi pettorali sodi all'altezza delle mie labbra, e le sue braccia scorrere sui miei seni e suoi miei fianchi. Ma... aspetta, calma... Non voglio questo! Voglio solo provocarlo, ma non posso lasciarmi trascinare in mezzo dalla situazione! Allontano il pensiero e lascio però che la sua mano cinga il mio corpo, scivolando malandrina verso il culo. Sì, ora è decisamente lì... sulla chiappa destra. L'ha appoggiata con cautela, quasi lasciandola scivolare per forza di inerzia. Ma ora è lì... bella aperta sul mio culo. E mi piace. Lo lascio fare, sono sicura che adesso deve averlo bello duro il ragazzo. Ma guarda un po' che bel maritino intraprendente che sono andata a scovare! Siamo davanti alla porta di ingresso dell'agenzia. E' chiusa e lui sta per aprirla con le chiavi. Io mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro: "ti voglio sentire dentro...", e nel dirlo lascio che la mia lingua scivoli sul suo lobo. Mi sento la testa girare... ma che diavolo sto facendo?? non voglio mica fare le corna a mio marito! volevo solo giocare un po'! dove mi sto spingendo... aspetta, sono ancora in tempo per fermare tutto. Penserà che sono matta, ma faccio ancora in tempo a girare sui tacchi e lasciarlo lì sulla porta come un fesso! Si farà una sega di quelle da ricordare... alla fine non ho ancora fatto nulla di male... posso andarmene se voglio. Appunto... se voglio. E invece io voglio restare lì, entrare con lui e lasciare che la passione del marito annoiato si riversi invece tutta su di me, con rinnovato vigore! Voglio sentire tutto quello che non da più a sua moglie, per me. Intorno a me, sopra di me, dentro di me! Ha aperto la porta... prendo il coraggio a due mani, uccido con secco colpo di karate la mia coscienza, ed entro con lui nel negozio. Richiude prontamente la porta dietro di sè. Ed inizia a calarsi i pantaloni. Io sono tutta un fremito e vorrei che mi strappasse i vestiti di dosso facendo di me ciò che vuole. Non so neppure dove voglio sentire il suo membro su di me... probabilmente lo voglio su tutto il corpo, ovunque dentro di me. Ha un pene ben fatto, ritto e direi anche molto duro. Mi ci avvento come un disperso su una pozza nel deserto. Lo afferro con voluttuosità e lo ingoio come se volessi farlo mio in un sol boccone. Lo sento che si irrigidisce come non mai e sento le sue mani esplorare ogni piega del mio corpo... mi accarezza ovunque e ovunque mi bagno: di sudore o di dolce piacere. Mi stacca la bocca dal suo corpo e inizia a slacciarmi i pantaloncini... poi con un gesto secco mi strappa la maglietta di dosso lasciando il mio seno nudo davanti alle sue labbra... Mi ha letto nel pensiero... "strappami questi vestiti di dosso e fammi godere!", ora voglio che mi penetri selvaggiamente! e così fa senza bisogno di pronunciare una parola. Solo ansimi e mugolii attorno a noi. Mi toglie gli hot pants e prima mi lecca voracemente il basso ventre; io lo spingo con forza contro le sue labbra e lui ci da dentro ancora di più... mi tira i capelli, mi palpa le tette quasi fino a farmi male... mi chiama puttana e mi ci fa sentire davvero, la sua puttana... ormai sono totalmente abbandonata a lui e soprattutto al mio desiderio. Erano anni che avrei voluto che mio marito mi scopasse così. E adesso sono sicura che mio marito, come quest'uomo che tanto gli somiglia, è da anni che sogna di scoparsi una puttanella come me, incontrata per caso al parco. Ma lui è a casa a leggere e io sono il suo sogno che si realizza. Ivan è il mio, che adesso entra dentro di me... potente, profondo... ritmato... le nostre labbra finalmente si incontrano e si mescolano come i nostri corpi sudati e odorosi. Mi piace anche il suo odore! Sono completamente persa fra le sue braccia e le sue gambe... mi avvinghio a lui per sentire ogni centimetro della sua pelle su di me... e lui spinge più forte dentro di me! Chiudo gli occhi e lo graffio dietro la schiena... geme e gode, geme e gode... io quasi piango, non so se dal piacere, dalla gioia o da un senso di colpa che forse non riuscirò mai a scacciare del tutto. Piango sotto i colpi del suo addome e il suo incedere si fa più dolce, più adatto alle mie sensazioni che stanno mutando. Ora ho bisogno di affetto e di amore... e quest'uomo, questo sconosciuto l'ha capito... forse non mi sta più scopando, forse si è reso conto anche lui che stiamo facendo l'amore. Forse ci siamo trovati, come due aghi in mezzo all'immenso pagliaio del mondo. Emozioni che non avevo mai provato prima mi inebriano il corpo e la mente. Mi sento completamente libera, per la prima volta dopo tanti anni, e padrona di me stessa. Questa sordida situazione di sesso, nella mia mente si sta trasformando nella più incredibile delle possibili storie d'amore. Ivan è venuto, copiosamente su di me... ma ora si sta dedicando al mio piacere... lo fa in modo impareggiabile. Con passione, con delicatezza ma al tempo stesso con quella rudezza che mi impedisce di sottrarmici anche dopo che sono venuta! Oh diavolo! Questo è sesso! Cazzo questo è sesso! Ora resta al mio fianco accarezzandomi, sdraiati entrambi sul divanetto nel salottino. Hanno suonato alla porta ma nessuno andrà ad aprire. Siamo nella nostra bolla di felicità, e nessuno può disturbarci. Forse mi sto innamorando. "Domani ti voglio rivedere", mi dice Ivan. Chissà che ne sarà dei nostri matrimoni, gli chiedo io. "Credo che ormai sia inesorabile", mi risponde guardandomi negli occhi. Restiamo abbracciati per non so quanto tempo, poi si deve tornare a casa. Abbiamo qualcosa da dire a qualcuno. Ma non questa volta, in realtà. Ho solo sognato una strana e strampalata storia d'amore. Continuo a guardare mio marito dalla fessura della porta e chiedendomi, in mezzo ad altre mille domande, se sono pazza nell'immaginare certe fantasie o rassegnata nel concludere che son solo sciocchezze. Non uscirò a fare shopping, non mi vestirò da puttana e non conoscerò nessun amante capace di farmi perdere la testa per lui. Rewind: cucina, salotto, camera da letto. Dai Fabio, accendi la musica che si balla.
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13 years ago
erotic3mind255232,
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La prima volta
Lei me lo diceva spesso che le piaceva il rischio di essere vista, guardata, spiata mentre facevamo l'amore ed alcune volte è anche successo che abbiamo rischiato, a bordo strada con lei appoggiata alla parte laterale della macchina tra lo sportello e il guard-rail, oppure vicino ad un'abitazione, cose così, ma mai con la reale intenzione di farsi guardare.A me sarebbe piaciuto, spesso c'ho pensato ma ero un un pò titubante, non si sa mai chi si incontra.......Sabato notte invece, travolti dal desiderio di scopare come dei ricci eravamo in macchina e percorrendo la super strada alle 2 di notte mentre mi faceva un ricco pompino mi è venuto in mente di prolungare il tragito fino ad un noto posto per guardoni e scambi di coppia. All'inizio siamo passati un pò nell'indifferenza delle 2-3 macchine che giravano lì attorno, perchè lei continuava a spompinarmi e dall'esterno vedevano solo la mia sagome nella penombra, oppure lei era con le cosce aperte al massimo si sgrillettava e mi segava, addirittura ha a squirtato sul cruscotto talmente era eccitata e bagnata all'inverosimile, una vera gatta in calore! L'ho fatta alzare in modo che si vedesse che eravamo una coppia, a quel punto si è avvicinato un tizio ed ha iniziato a guardarci dalla sua auto mentre lei mi faceva il servizietto, forse per capire cosa stessimo facendo. Dopo un paio di minuti è sceso dalla sua auto e si è avvicinato al mio finestrino, lei era in ginocchio sul suo sedile con culo e figa scoperti rivolta verso il finestrino laterale del passegero, mentre continuava con il lavoretto di bocca la informavo sui movimenti del tizio e a quelle parole ha inizato a miagolare con la bocca piena del mio cazzo, era eccitata all'inverosimile, le infilavo tre dita in figa, entravano che era una meraviglia, la sgrillettavo e avevo il cazzo che scoppiava dall'eccitazione ma ero anche distratto nel tenere sotto controllo i movimenti del tizio che nel frattempo si era spostato dalla sua parte guardano la mia mano che le entrava dentro quasi per intero. Il tizio bussa timidamente sul finestrino chiedendomi a gesti se poteva partecipare, nel frattempo aveva il cazzo in mano e si stava segando, la mia risposta è stata un chiaro segnale negativo con la mano. Da lì si risposta dal mio lato sentendo chiaramente che lei miagolava con la bocca piena, godeva solo sentendomi raccontare i movimenti del tizio, la chiamavo puttana, troia, e le schiaffeggiavo il culo, nel frattempo era arrivato un'altro tizio e anche questo vicino all'altro con l'uccello in mano si segava, sentivano tutto quello che dicevo perchè avevo il finestrino abbassato di un paio di centimetri, appena gliel'ho detto lei vibrava da tutte le parti era incontenibile, a quel punto non sono più riuscito a trattenermi e ho goduto come un porco, è stato un'orgasmo meraviglioso, le ho riempito la bocca con un getto di sperma enorme sentivo che mi svuotavo tutto, dopo aver ingoiato si è alzata ed ha iniziato a limonarmi, che eccitazione incredibile......... Ho ripreso un pò di controllo e i due tizi erano eccitati con il cazzo che stava per esplodere a pochi centimetri dal finestrino e dal mio viso, accortomi di questo ho messo in moto l'auto e ce ne siamo andati........mi spiace per i due tizi ma non volevo che mi riempissero lo sportello di sperma, magari la prossima volta aspetteremo che godano per vederli sborrare...........Ancora adesso dopo due giorni ripensiamo a quei momenti trasgressivi e ci eccitiamo.......lo rifaremo? Ma certo che sì, ci siamo troppo divertiti anzi abbiamo in mente anche qualche piccola variante.......ma non siate troppo curiosi adesso, se ve lo diciamo non cè più il gusto della sorpresa, rimanete sintonizzati e quando accadrà lo racconteremo......Ciao a tutti e scopate, scopate e ancora......scopateeeeeeee!!!!!!!! Date spazio alla fantasia e godete, è la cosa più bella essere complici della propria donna in questa maniera.
8423
1
13 years ago
soloinsieme,
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2a puntata) questa sono io e cio' che cerco
......LA sua mano destra spinge forte la mia nuca verso il suo sesso semifloscio che pero' ad ogni colpo di reni che mi da spingendo il suo cazzo fra le mie labbra carnose e vogliose di dare piacere mi ficca la sua cappella sempre piu' dentro la gola facendomi quasi soffocare ed e' entratoda soli pochi minuti.... Adesso mi metto sdraiato di schiena e lui si inginocchia vicino alla mia faccia mettendomi di nuovo il suo cazzo gia' bello duro fra le labbra e le sue due mani mi tengono la faccia e i suoi pollici mi toccano le mie labbra aperte aprendole ancora un po' di piu' e sentendo con l'unghia il suo cazzo scorrere dentro di me su e giu' .....su e giu ......su e giu' dentro fino in fondo e poi fuori fino a estrarre tutta la cappella dalla mia bocca e poi dentro nuovamente tutto in bocca fino alle palle e poi di nuovo fuori mentre la mia lingua lo segue fuori dalla mia bocca andandogli a leccare il prepuzio per non farlo mai lasciare asciutto e godo di sentirlo diventare sempre piu' duro, sempre piu' grosso e sempre piu' lungo dentro di me anche se a volte ho degli sforzi di vomito. Lui rantola e gode molto di quella scopata dentro la mia bocca e io cerco di contenerlo. Ha un cazzo duro veramente il mio amico ed e' veramente grosso contenerlo in bocca ....non e' troppo lungo ma importante e' che sia duro e questa e' la cosa importante....so di eccitarlo molto e di essere la cosa piu' bella che ci sia in questo momento. Succhia troia puttana vacca succhia che poi te lo metto tutto dentro il culo .....lo vuoi nl culo???? mmmmhhh gghhhoooffff non riesco a rispondere ma farfuglio qualcosa alla sua seconda domanda se lo voglio nel culo faccio cenno di si con la testa e poi lui me lo toglie dalla bocca e mi richiede se lo voglio nel culo e io sottovoce gli dico che lo voglio ssiiiiiiiiiii tutto dentro che lo voglio sentire....allora lui estrae il suo cazzo dalla mia gola mi dice di girarmi alla pecorina mi tira giu' il perizoma a mezza gamba e prima di penetrarmi mi sculaccia energicamente le natiche nude facendomi sussultare e facendomi avanzare per sottrarmi a quelle sberle cosi' dolorose.... Allora lui si sedette mi mise sopra le sue gambe e continuo' a sculacciarmi le natiche dicendo di stare zitta e ferma dicendomi anche troia baldracca vacca. Siiiiiiiiiii mi eccitavo tantissimo e il mio cazzo scappellato mi faceva godere molto di quella situazione. Non so quanti minuti passarono ma troppi per il male che avevo alle culatte liscie e morbide che ho che adesso dovevano essere belle rosse......che lui mi prese di peso alzandomi e tenendomi in piadi alla pecorina prese un po' di gel dal comodino mi imbratto' il culo con due dita anche entrando un po' e quindi facendomi sonbbalzare in avanti dal male e dal godimento.....poi lui si infilo' il guanto in lattice che era anch'esso sul comodino e con un dito mi entro tutto dentro roteando il dito dentro il mio culo mentre ansimavo forte e mugolavo di un ,male misto a piacere perche' non volevo smettesse mai quel tipo di penetrazione che mi faceva cosi' bene non so perche' . Quando fui ben lubrificata le sue mani mi presero per le anche e i suoi pollici mi aprirono le natiche ancora doloranti dalle sculacciate poi una sua mano prese il suo cazzo e lo appoggio' al mio buco quasi fosse una sorta di iniziazione....a quel punto lui mi prese le mani e cosi' facendo la mia testa ando' ad appoggiarsi al materasso ...me le mise dietro e mi disse di tenermi aperte le natiche affinche' lui entrasse dentro di me. Vacca tienti le natiche aperte cosi'....che ti riempio il culo con il mio bel cazzo duro....Lo senti quanto e' duro il mio cazzo? troia di una vacca? Lo senti o no rispondi troia ...Dimmi che lo vuoi dentro VACCA!!!! sssiiiii lo voglio dentro per favore mettimelo dentro inculami dissi io.....siiiii sei una troia e ti piace il cazzo lo so.......prese a schiaffeggiarmi ancora a ridosso del mio buco aperto poi pero' prese il suo cazzo tenendolo vicino alla sua cappella...lo appoggio' al mio buco mi riprese per le anche con entrambe le mani mi aiuto' a tenermi aperte le natiche poi un colpo secco che mi fece sobbalzare di nuovo avanti gridando aaaahhhhhhmmmmmhhh ffffffhhhh fhhhhhhhhscccc aaaahhhhggg e lui mi tenne stretta stretta a se e adesso il suo cazzo stava penetrandomi tutto il buco scendendo tutto dentro di me mentre lui mi continiuava a tenere le natiche aperte mentre io dalla spinta avevo lasciato le mie natiche per tenermi in equilibrio per non cadere in avanti e lfare che il suo cazzo non uscisse dal mio buco. Quando fu in fondo lo potevo sentire bello duro che mi stava slabbrando il culo che piano piano si stava adattando alla dimensione del suo cazzo e anche a contenerlo tutto dentro . Il mio buco del culo palpitava aprendosi e io prendevo respiro con respiri piccoli e veloci per aprire il diaframma e far si che il culo mio si allargasse per bene. 3 minuti lunghissimi di cazzo quasi immobile dentro il mio buco stretto mentre il dolore lancinante stava trasformandosi in godimento ....che lui comincio' la monta....e prima piano poi sempre piu' veloce comincio' ad incularmi mentre lui rantolava per le splendide sensazioni che il mio buco stretto gli dava e io mugolavo di piacere vero mentre lo sentivo sfiorarmi la prostata e per il piacere che gli davo sentendo la sua bava uscirgli dalla bocca cadere sul mio culo per il godimento che dovevo dargli a sentirmi godere Lui sbatteva il suo ventre contro le mie natiche sciaffff sc iafff sciaffff sciafff e io adesso lo assecondavo andandogli incontro perche' volevo che la sua cappella sempre piu' dura mi entrasse tutta dentro fino a sfiorarmi la prostata facendomi andare in visibillio il mio clitoride sotto che in mezzo alle palle floscie e cadenti dall'alto sbatteva su e giu' impazzito e lussurioso al massimo del godimento terreno che un uomo possa aspirare ad ottenere da un rapporto anale. DAII TROIA VACCA SCIAFFF SCIAFFF MI SCULACCIAVA E LO SEntivo sempre piu' duro infatti si lascio cadere giu' sul materasso e io con lui ma sempre alla pecorina distesa continuo' ad incularmi su e giu' su e giu dentro e fuori e adesso ogni tanto estraeva il suo cazzo tutto da dentro il mio culo ....mi faceva sentire pulsare l'ano all'arietta aperta e poi la sua cappella ritrovava la strada da sola entrando tutta aprendo nuovamente il varco e portandosi dietro tutto il cazzo duro che padrone della situazione mi inculva a suo piacimento toccando il fondo restando fermo mentre lui mi diceva.....SEI MIA VACCA!!! Lo sai di essere la mia vacca vero? SSISIIIII Soiiiiiii mmmhhh mugolavo io e lui riprendeva a montarmi tenendomi per i fianchi . Erano passati soli 10 minuti da quando era entrato e mi sembravano 100 quando con dei rantolii antecedenti a godere.....urlo' forte e poi si abbandono' su se stesso dicendo vvvvveeenenenggooooooooooo troia puttana baldracca ladra zoccolaaaaaaaaaaaaaaaaaaa e mi riempi' il culo senza estrarre il suo cazzo dal mio buco mentre inguantato dal profilattico lo riempiva tenendomi il suo cazzo sempre dentro di me tutto fino in fondo finche ebbe finito e io toccandomi e solo sfiorandomi il clitoride venni con lui quasi simultaneamente godendo soffocatamente per non disturbarlo......si rivesti' da li a poco e se ne ando' . NON AVEVAMO NEMMENO PARLATO OLTRE QUELLE QUATTRO PAROLE DURANTE IL RAPPORTO.
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13 years ago
pistoniecilindri, 44
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Una moglie in mostra
Ecco quello che può capitare ad una moglie innamorata in una calda notte di fine estate. Io e Mario, mio marito, siamo andati a fare un giro a piedi e poi a bere qualcosa in centro a Milano e alla una e trenta siamo risaliti in macchina per far ritorno a casa. Mio marito non metteva in moto e io gli chiesi il motivo di questa sua pausa. Lui mi disse: "Togliti una scarpa, voglio baciarti un piede". Io gli risposi di no, in quanto c'era ancora troppa gente in giro, e lui insistette fino a farmi piangere. Dopo poco smisi di piangere, consolata in tutti i modi da mio marito. Erano intanto venute quasi le due e io accettai la sua proposta. Lui mi tolse la scarpa destra, una decollete nera, e la depose in bella mostra sul cruscotto. "Ma sei matto", gli dissi, "tutti vedranno la scarpa sul cruscotto". Lui rispose: "Beh, che male c'è, è solo una scarpa, non un paio di mutandine!". E iniziò a baciarmi il piede nudo e senza calza. Mi leccò le dita con grande passione, poi la pianta nella zona sotto le dita e alla fine il calcagno. I passanti passavano a tre/quattro metri dalla macchina, in quanto una striscia di verde divideva il marciapiede dal bordo strada. Poi Mario mi chiese di togliere le mutandine. Io dapprima risposi di no, ma poi accettai un po' a malincuore... credete, più per amore che per esibizionismo! Ad un certo punto un ragazzo di fermò poco più avanti e iniziò a guardarci insistentemente. Io me ne accorsi e avvertii Mario che, tutto intento nel "leccaggio" del mio piede, non aveva notato il ragazzo. Il giovane estrasse il telefonino dalla tasca e si mise a parlare. Poco dopo si avvicinò alla macchina, salendo sulla zona verde e arrivò a pochissima distanza dal finestrino di destra. Mio marito smise di leccarmi il piede, ma continuò a tenermi la gamba sollevata e me la portò verso il finestrino, per "facilitare" al ragazzo la visione delle mia parte intima. Io avevo il sedile con lo schienale un po' abbassato e il ragazzo potè gustarsi tutta la scena da vicino. Io tentai di abbassare la gamba, ma lui mi tenne ferma per la caviglia. Ci chiese un'informazione stradale e io, rossa di vergogna, gli indicai la strada, ma non feci in tempo ad abbassare la gamba e tantomeno a rimettermi la scarpa. Mio marto reputa "grezzone" le ragazze che appoggiano i piedi nudi sul cruscotto mentre la macchina è in movimento. E io che figura ho fatto? Quante cose faccio per amore! Sono proprio una brava schiava...
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13 years ago
soniaslave,
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La punizione
Sbagliato,lo sai In ginocchio davanti a me tieni lo sguardo a terra Non sai dire altro che “Mi spiace Padrone” Troppo facile,sapevi la Regola E l'hai trasgredita Ora nessuna giustificazione ti salverà Meriti di essere punita e ne devi essere consapevole Ti indico il tavolino Sei percorsa da un brivido Ti avvicini timorosa Ti metti a pancia in giù Tramite le polsiere e le cavigliere ti lego alle gambe del tavolo Nessuna comodità,sarai ben stretta Ti abbasso le mutandine Ti accarezzo il solco fra le natiche Scendo fino alla tua intimità Sei calda e bagnata,sarà tutto più semplice SBAM Il primo schiaffo ti colpisce Lasciando il segno rosso delle cinque dita sulla natica SBAM SBAM SBAM Sussulti ad ogni colpo E a ogni colpo mi ringrazi Una pausa,senti qualcosa che vibra Qualcosa che si avvicina alla tua intimità Fremi,sai che è grosso Sai che ti penetrerò il sesso solo per lubrificarlo Sai che entrerà nel secondo canale Sai che ti farà un po' male Sai che lo lascerò in te per un bel po' di tempo Sai che....hai sbagliato
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13 years ago
admin, 75
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Il ritorno
E' stata una giornata piena,ma finalmente sono a casa Giro la chiave e apro la porta di casa Mi hai sentito arrivare Ti presenti nella tua “divisa da casa” La parigina in raso nero ti dona molto Le scarpe a stiletto ti slanciano la figura Il tuo sguardo basso,come desidero Ti inginocchi Mi avvicino a te e ti porgo la mano La baci Mi accerto che il collare sia stretto giusto Ne sono soddisfatto e posso vedere nei tuoi occhi un'espressione L'espressione di chi è felice di poter soddisfare il proprio Signore Fa ancora caldo,ti faccio alzare Sai cosa devi fare Mi precedi in bagno,la vasca è colma di acqua Lascio che mi spogli,la camicia Le scarpe I pantaloni Mi baci i piedi e mormori: “Grazie Mio Signore” Anche gli slip cadono Il tuo sguardo si sofferma sul mio membro,la fonte del tuo essere Entro nell'acqua,la temperatura è quella giusta Cominci a passare la spugna dolcemente sul mio corpo Comincio finalmente a rilassarmi Ti prendi cura di ogni angolo del mio corpo Uscito dall'acqua,mi avvolgi con l'accappatoio Lentamente mi sfreghi per asciugarmi Arrivi al sesso,ti soffermi Lo senti crescere sotto le tue mani Non c'è bisogno di dire niente Mi siedo sul bordo della vasca Sei inginocchiata davanti a me Con una prese decisa ma allo stesso tempo lieve Avvicino la tua testa al mio inguine Apri la bocca e il calore mi avvolge
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13 years ago
admin, 75
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Uno strano medico
Io amo le scarpe con il tacco alto, che trovo molto erotiche e sexy, specie se abbinate a pantaloni neri e calze chiare molto trasparenti. Purtroppo tutti sappiamo che le scarpe alte non fanno molto bene, specialmente se calzate più ore al giorno. Forse è anche per questo che sono soggetta alla formazione di duroni sotto le piante, che tengo sotto controllo con una buona pedicure. E questi maledetti duroni mi hanno fatto "vivere" un'esperienza del tutto particolare. Ero andata dal medico della ASL per un banale controllo della pressione e mi ero stesa sul lettino senza scarpe. Fortuitamente il medico ha visto i duroni che, come dicevo, a volte si formano sulle mie piante. Mi ha consigliato la visita da un medico posturologo, suo amico, per capire quale fosse la causa della formazione dei duroni. Mi presentai dal posturologo con mio marito e lui ci fece sedere alla scrivania, chiedendomi di esporre i miei problemi. Poi mi invitò a spogliarmi in un angolo della stanza, dove era stato ricavato uno spogliatoio. Io mi ero vestita con camicetta, gonna e calze autoreggenti per essere disinvolta nella visita, pensando erroneamente che la visita si limitasse ai piedi. Mi tolsi scarpe e calze e raggiunsi il lettino. Il medico mi chiese di togliermi anche la gonna e la camicetta e io ritornai nello spogliatoio, dove eseguii l'"ordine". Ritornai al lettino, questa volta in reggiseno e mutandine. Il medico mi fece sedere sul lettino e poi girò dietro lo stesso e dopo avermi slacciato il reggiseno, me lo tolse. Rimasi sbigottita.... non avevo mai visto un medico che spogliasse le pazienti! Mi fece stendere sul lettino e afferrandomi ora per le caviglie, ora per i piedi, mi fece roteare le gambe in tutte le posizioni. Poi mi sfilò le mutandine, lasciando sia me, che mio marito senza parole. Le depose con grazia vicino al lettino e ricominciò a muovermi le gambe, persino ripiegandomele sui seni. Mio marito mi disse che la mia patatina si allargava e si bagnava e che il medico-porco si era accorto di questo. Poi mi fece stendere a pancia in giù e mi chiese di aprirmi le natiche. Chiesi il perchè e lui mi disse che doveva tratteggiarmi la colonna vertebrale con un pennarello nero. Io mi allargai e lui iniziò a tratteggiarmi dal buco dell'ano (ma era necessario iniziare proprio da lì?). Mi tratteggiò tutta la schiena e alla fine mi spostò i capelli da una parte, concludendo il tratteggio sulla nuca. In effetti quel trattamento particolare eccitò anche una timida come me, che lasciai una bella macchia di bagnato sul lettino. Che vergogna! Poi mi fece camminare in lungo e in largo nella stanza, anche con il telefonino in mano, in quanto asseriva che il cellulare obbliga ad una postura sbagliata. Mi fece salire su una pedana collegata ad uno schermo appeso al muro, dove si vedevano le mie piante colorate di rosso, verde e blu (a seconda delle parti di appoggio del piede). Alla fine disse che doveva operarmi alle caviglie (10/15 mila euro!). Pagammo la visita, alquanto salata e... a mai più rivederci! Ora quando sento al Telegiornale notizie di medici strani non penso più all'esagerazione dei cronisti! Anche se non ha toccato le mie parti intime... è capitato anche a me di trovare un medico che andrebbe radiato dall'Albo!
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13 years ago
soniaslave,
42
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La lettera
Mio signore amato, non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà, rimani così, ti voglio guardare, io ti ho guardato tanto ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego, resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarezzati, ti prego, non aprire gli occhi se puoi, e accarezzati, sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte adesso le voglio vedere, mi piace vederle sulla tua pelle, così, ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere ed io sono vicina a te, accarezzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano, è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicino a te, mi senti? Son qui, ti posso sfiorare, è seta questa la senti? È seta del mio vestito, non aprire gli occhi e vedrai la mia pelle, avrai le mie labbra, quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, ad un certo punto sentirai il sapore delle mie labbra, addosso, non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d’improvviso, forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa, e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro, o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù, e le schiuderò scendendo a poco a poco, lascerò che il tuo sesso socchiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra, e spingendo la mia lingua, la mia saliva scenderà lungo la tua pelle fin nella tua mano, il mio bacio e la tua mano, uno dentro l’altra, sul tuo sesso, finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio, morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio, e con il cuore tra le mie labbra tu sarai il mio, davvero, con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre, se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami, sono io, chi potrà mai cancellare quest’istante che accade, e questo mio corpo senza più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano, le tue dita nel mio sesso, la tua lingua sulle mie labbra, tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi, mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano, chi potrà cancellare questo, tu dentro di me a muoverti adagio, le tue mani sul mio volto, le tue dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi, la tua voce, ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce, il mio corpo sul tuo, la tua schiena mi solleva, le tue braccia che non mi lasciano andare, i colpi dentro di me, è violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei, vogliono sapere sino a dove farmi male, fino a dove vuoi, signore amato mio, non c’è fine, non finirà, lo vedi? Nessuno potrà cancellare questo istante che accade, per sempre getterai la testa all’indietro, gridando, per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia, la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretta, non c’è più tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante, e questo istante è, credimi, signore amato mio, quest’istante sarà, da adesso in poi, sarà, fino alla fine. Noi non ci rivedremo più, signore. Quel che era per noi, l’abbiamo fatto, e voi lo sapete. Credetemi: l’abbiamo fatto per sempre. Serbate la vostra vita al riparo da me. E non esitate un attimo, se sarà utile per la vostra felicità, a dimenticare questa donna che ora vi dice,senza rimpianto, addio.
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13 years ago
robertino1980414606,
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Last visit: 9 years ago
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Un capodanno indimenticabile..
Era la sera di capodanno, girovagavo sulle vie di milano deluso e amareggiato dagli amici che mi avevano lasciato solo, e dopo la rottura con la donna con cui stavo insieme, girando per le strade senza una meta, vengo fermato da un ragazzo ben vestito che gentilmente mi chiede una sigaretta, e gliela porgo tranquillamente, e lui mi dice vedo tristezza nei tuoi occhi, se ti va facciamo due passi insieme, io rispondo volentieri… camminando gli racconto un po di me, e lui mi dice che è gay e se non avevo dove andare potevamo andare da lui a farci una spaghettata e festeggiare l’ultimo dell’anno insieme… io gli dissi imbarazzato, io sono bsex ma non sono abituato ad andare a casa del primo che incontro per strada, ma la sua simpatia e i suoi bei e gentili modi di fare mi convinsero ad accettare l’invito… gli dissi però staremo insieme come due buoni amici a festeggiare, e mi rispose nessun problema e ci recammo nel suo appartamento… Un appartamentino caldo e carino arredato di buon gusto, appena entrati mi disse, mettiti pure comodo indicando un lussuoso divano molto ampio, se vuoi vai a farti una doccia mentre io vado a preparare da mangiare… accettai l’idea della doccia sentivo di averne bisogno dopo aver camminato tanto… mi diede asciugamani e una bella tuta comoda… Quando finii di fare la doccia mi misi su quel morbido divano, e sentivo di eccitarmi mentre attendevo ma restai li a rilassarmi… Dopo aver mangiato e scherzato insieme per un bel po, lui mi disse rilassati sul divano e io vado a farmi una doccia puoi guardare la tv o cercarti un film da vedere se vuoi… Presi uno dei suoi DVD era un film porno, e mi misi comodo a godermi il film, dopo un bel po ritorno luca, vestito come una donna supersexy, quasi non credevo hai miei occhi, si era messo una parrucca bionda molto lunga con un babydoll di colore rosso molto provocante, con calze a rete nere, si avvicinò inpiedi davanti a me dicendo stasera sarò Vanessa per te ti va di prendermi? e senza nemmeno aspettare che io dicessi niente si abbasso su di me baciandomi, si inginocchiò davanti a me e cominciò a spogliarmi finchè scopri il mio cazzo e cominciò a succhiarmelo a lungo sembrava non fermarsi mai, era davvero molto bravo, memmeno la mia donna succhiava cosi bene, dopo si alzò in piedi e mi mise il suo bel cazzo davanti alla mia bocca, e cominciai a succhiarglielo anche io, era proprio un bel cazzo piu grosso del mio, e mi piaceva, glielo succhiai e leccai a lungo, finchè lui si girò e mi disse dai infilamelo dietro che ho voglia, e si sedette sopra il mio cazzo e gli cavalco sopra per un bel po e poi si fece mettere a pecora, e ancora e ancora quando stavo per venire si girò velocemente lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo ancora fino a farmi svuotare dentro la sua bocca… Poi si sedette sul divano e con il cazzo duro mi invitò a sedermi io sul suo cazzone, e cosi feci e mi scopava veramente tanto bene, e io vedermi scopare il culo da luca vestito da donna mi eccitava davvero tanto, mi fece cambiare diverse posizioni, finche poi mi sborro tutto in bocca.. Ci rilassammo un pochino e poi andammo insieme a farci una doccia, e io che avevo ancora voglia gli confessai che mi sarebbe piaciuto avere piu cazzi insieme… Ritornammo sul divano io mi rimisi la tuta, e lui si rimise i suoi sexy vestiti.. fece un paio di telefonate, e due suoi amici arrivarono e ci mettemmo a sedere a chiacchierare e a fare conoscenza, erano una travestita e un bel bsex tutti e due ben dotati, e cosi esaudi il mio desiderio, e per molte ore andammo avanti a scambiarci di ruolo facendo una marea di posizioni… non avevo mai goduto cosi tanto… Il giorno successivo tornai a casa pensando un capodanno che non dimenticherò mai!
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13 years ago
iomauretto,
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Un pomeriggio diverso dal solito
L'appuntamento era fissato per lunedì alle ore quindici e l'annuncio era molto chiaro: "Siamo tre amici e disponiamo di sala per giochi erotici attrezzata con strumenti adatti a dare piacere alle donne sottomesse. Diamo la possibilità all'eventuale compagno di partecipare alla festa del sesso. Garantiamo che la donna non avrà rapporti intimi con alcuno". Io risposi all'annuncio e mi presentai, insieme a mio marito, all'indirizzo convenuto. Ero tutta vestita di nero, il colore che prediligo: camicetta, gonna, stivali, calze, reggiseno e mutandine erano rigorosamente neri, per accendere gli istinti più repressi. Ci aspettavamo due o tre uomini, che si sarebberio aggiunti a mio marito e avrebbero fatto di tutto per darmi piacere come schiava, con giochi erotici, ma senza sesso esplicito. Grande fu la sorpresa quando ci accorgemmo che gli uomini che ci aspettavano erano ben sette! L'annuncio parlava di tre uomini, ma comunque la cosa non mi spaventava più di tanto: più mani ti toccano e più libidine ti danno! Percorremmo un lungo corridoio, sul quale si affacciavano diverse stanze, alla cui fine c'era una porta che dava accesso ad un cortile interno, attraversato il quale finimmo in uno squallido capannone dall'alto soffitto. "Questo è il paradiso del sesso. Tu sei una donna sottomessa al genere maschile? Una slave, intendo dire. Qui ci divertiremo insieme e tu godrai come una pazza. Togliti la camicetta e la gonna, troia!". disse uno dei sette. Il linguaggio non era certo degno di Oxford, ma di solito è quello che piace alle schiave come me. Io mi levai la camicetta e la gonna e rimasi in reggiseno e mutandine. Mio marito già pregustava il dopo, che però per lui sarebbe stato diverso da quello che si pensava. Tre uomini lo presero a forza e lo portarono verso una poltrona, dove, malgrado il suo divincolarsi, fu legato saldamente, senza possibilità di muoversi. Gli abbassarono la cerniera dei pantaloni e gli tirarono fuori l'attributo, che però al momento risultava molto depresso. "Lasciatemi, questi non erano i patti", gridò lui, ma i sette risero all'unisono dicendo che in quel luogo solo loro comandavano. Io a quel punto cercai di scappare per chiedere aiuto, ma dopo pochi metri venni riacciuffata da due uomini che mi trascinarono di nuovo davanti a mio marito. Mi tennero sollevata da terra e altri mi tolsero gli stivali e le calze. Ora avevo solo la biancheria intima e i sette scrutavano il mio corpo. "Togliti il reggiseno e facci vedere le tette", disse uno e io ubbidii. Un altro mi prese un capezzolo tra le dita e me lo strizzò, facendomi urlare dal dolore. "Senti come urla questa cagna. Ora ci divertiremo con te, puttana. Farai tutto quello che vogliamo. Ormai sei in mano nostra e hai fatto male ad accettare l'invito. Guarda quel poveretto di tuo marito: è impotente e non ti può difendere", disse quello che io avevo pensato fosse il capo della banda. "Ora togliti le mutandine, che iniziamo a giocare", disse un altro. Io mi levai le mutandine e cercai di coprirmi come potevo con le mani. Avevo il presentimento che la cosa si stesse mettendo male e che potesse uscire da quei limiti che erano fissati sull'annuncio. Mi chiesero di portarmi sotto il verricello e di stendermi a terra; io mi rifiutai di farlo, in quanto in quel punto non c'era pavimento, ma solo terra battuta. Al mio rifuito tre di loro mi presero di forza e mi fecero stendere nel punto da loro indicato. Poi mi alzarono le gambe, divaricandomele e fissarono le mie caviglie all'estremità di una sbarra di ferro. Vidi che fecero scendere la catena di ferro del verricello fissato al soffitto e agganciarono la sbarrra a quest'ultima: avevo capito che volevano appendermi per le gambe, a testa in giù. E così fecero. Nel sollevarmi la mia schiena strisciò nella terra battuta, provocandomi dolore, e i miei capelli si sporcarono. Mi sollevarono da terra e io rimasi appesa, con le gambe allargate, ad un'altezza di un metro e mezzo; presero un vibratore e senza tanti complimenti me lo infilarono nella figa, accendendolo alla terza velocità. La mia bernarda non era pronta, ma ben presto l'iniziale fastidio si tramutò in piacere e allora uno di loro, vedendo che stavo quasi godendo, sentenziò: "Lurida cagna, ti sei sporcata la schiena con la terra e ora verrai frustata a dovere, così te la puliremo noi la schiena". E iniziarono a frustarmi la schiena e il culo, che dopo poco si arrossarono. Ricevetti molte frustate sulla schiena e sul sedere, a tal punto che in qualche zona della schiena affiorò anche il sangue. Il mio corpo oscillava per le frustate e loro mi rimandavano in posizione di partenza, ora con le mani, ora con la frusta. Qualche frustata mi venne data anche sul seno e sulla pancia, ma in misura nettamente minore. Mio marito chiese pietà per me, ma più lui invocava di smetterla e più loro ci davano dentro, in numero e intensità delle frustate. Io ero decisamente confusa: soffrivo perchè le caviglie mi cominciavano a fare male, soffrivo per le frustate sempre più decise e gioivo per il lavoro del vibratore. Un mix di dolore e gioia, mai provato fino ad allora. Poi smisero con la frusta, mi levarono il vibratore e mi fecero scendere ad un'altezza più bassa. I sette si denudarono e si misero in fila con gli uccelli in mano, masturbandosi. Poi il primo della fila mi disse: "Ora, lurida schiava farai a tutti noi un bel pompino, senza tanti indugi". Guardai mio marito e notai che anche il suo uccello era diventato duro e rigido. Iniziai a spompinare i sette, mentre a turno uno stava dietro di me e spingeva la mia testa contro l'addome dello spompinato di turno, infilandomi l'uccello in gola. Uno dietro l'altro, accontentai tutti; alcuni avevano degli uccelli veramente lunghi e grossi di sezione, altri meno. Quando vedevano che non avevo più saliva, mi sollevavano la testa e non esitavano a sputarmi la loro in bocca e in gola. Quando ebbi accontentato tutti, calarono la catena fino a farmi toccare terra. Ero sfinita per la posizione alquanto incomoda, ma per iniziava allora un percorso di grande godimento, in quanto mi sollevarono e mi portarono su un letto poco distante, dove tutti e sette mi scoparono a turno con grande frenesia. I miei torturatori si divertivano a sbeffeggiare mio marito con frasi offensive: "Guarda la tua troia come scopa bene... è tutta bagnata... è una vera puttana e finalmente con noi gode davvero! La sbattiamo davanti a te... te la sfondiamo davanti agli occhi... le spacchiamo la figa... senti come geme, la lurida vacca". Dopo aver accolto nella mia figa quattro uccelli, qualcuno pensò bene di interessare contemporaneamente anche il mio ano e mi ritrovai con una doppia penetrazione, davanti e dietro. Non avevo mai provato una cosa così, ma era veramente una situazione eccitante, che mi faceva impazzire di piacere. Mi ritrovai anche un uccello in bocca e fui così costretta anche a fare pompini, mentre i miei buchi si dilatavano a dismisura. Tutti e sette continuavano in questo pazzo gioco, alternandosi ora davanti, ora dietro e ora in bocca, mentre mio marito si disperava sulla poltrona nel vedermi in quella condizione disperata... che però per me tanto disperata non era! Forse soffriva più lui nel vedere sua moglie sbattuta da sette energumeni, che io che dovevo tenere testa alla situazione. La cosa durò forse un'ora e alla fine ero veramente sfinita, con la figa e il buco del culo devastati. Tre di loro vennero nella mia bocca e mi fecero ingoiare il caldo nettare, mentre due mi vennero nella figa e uno nel culo. Il settimo mi sborrò in faccia e poi mi sparse con la mano lo sperma, quasi mi volesse lavare il viso. Mio marito a quel punto venne slegato e io potei rivestirmi per far ritorno a casa. Durante il tragitto verso casa mio marito mi chiese se avevo provato gioia nell'essere scopata dai sette ragazzoni e io, con una faccia tosta non da poco, negai di aver goduto durante i vari rapporti avuti. Ma mentivo... o sì, se mentivo!
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13 years ago
soniaslave,
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Last visit: 11 years ago
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Fantastica serata
innanzitutto devo ringraziare M&A per la fiducia concessami come cuoco... l'esperimento del last "sessocurinario" è riuscito alla grande malgrado i presupposti del classico nulla di fatto...cmqe veniamo al racconto dell'accaduto: logicamente M&A sono le iniziali dei loro nomi di battesimo, almeno credo, meglio non fare nik x ottenere l'intasamento della letterbox... cmqe ieri sera visti gli accordi presi in precedenza con la cp mi sono recato a casa loro portando con me soltanto...una ottima botiglia di vino bianco già portata alla temperatura giusta in precedenza.... fatti i soliti convenevoli non tralasciando nulla al caso, mi hanno subito fatto mettere a mio agio, ed indossando il classico grembiule da cucina mi sono messo all'opera x preparare la cena( a base di pesce) come richiesto....x mia fortuna gli ingredienti hanno giocato a mio favore essendo veramente di ottima qualità....intermezzo birikkino...avevo tralasciato nell'enfasi del racconto di dirvi ke la signora ha preteso che sotto il "grembiulino" rimanessi soltanto in boxer... intrigato ulteriormente dalla cosa ho cercato di dare il meglio di me, come cuoco provetto si intende, la cosa che mi ha veramente fatto impazzire è che mentre stavo armeggiando tra pentolini e padelle" A." si è avvicinata prima con fare curioso e mentre mi poneva domande sul da farsi in certi casi ha allungato la manina sotto il grembiule, mentre " M." stava lì nell'ingresso dell'angolo cottura, e vedendo la signora che con il suo fare quasi famelico mi si era avvinghiata del tutto si è avvicinato ed ha iniziato a baciarla in modo veramente passionale, anzi oserei dire quasi animalesco.... la mia reazione al loro fare è stata quasi istintiva, per non bruciare tutto quel che avevo messo sul fuoco ho spento immediatamente i fornelli, e li ho seguiti in salotto, dove prima sul divano e poi a terra sul tappeto i nostri corpi si sono avvinghiati l'un l'altro ed in susseguirsi di baci e carezze , il tutto è scorso veramente come il bere un bicchier d'acqua...non voglio per principio entrare nei particolari più spinti perchè questo è, e deve rimanere un racconto erotico, non una cronaca di scopate.... cmqe torniamo all'accaduto...ci siamo ricomposti dopo il dolce aperitivo ed io mi sono rimesso all'opera tra i miei amati fuochi, dopo mezz'ora eravamo seduti tutti e tre e stavamo gustando un'antipasto composto da una zuppa di moscardini all'olio di colatura di alici di cetara...una vera delizia per poi proseguire con uno spaghetto con mazzancolle e cozze...il secondo...bhe visto che di cozze ce ne erano in abbondanza, impepata di cozze con pane carasau per l'intingolo...c'è altro da dire...a si il dolce...bhe meglio che ve lo immaginiate da voi, come già detto, non entro nei particolari.... aki 04/12/2011
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13 years ago
aki67,
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La signora delle pulizie.....
Era una mattina d'estate, verso le 10:30 mi alzo e sento già per casa lei..... La donna delle pulizie, una ragazza polacca che già da anni lavorava a casa come addetta alle pulizie. Io mi reco in cucina come avevo dormito, solo con gli sleep, pensando che lei si trovava nel salone e cerco di prendermi il caffè. Ad un tratto mi sento dire buongiorno, era lei, mi sbuca dietro, da premettere che era incinta al 4 mese... Ma che era venuta a casa che aspettava mia suocera per andare dal commercialista. Aveva una magliettina bianca e sotto dei pantaloncini corti... Un seno da paura gli era cresciuto di due taglie... Aveva Una quinta.... mi soffermo a parlare e gli faccio i complimenti per il seno.... E gli dissi, facendo la parte del vago di non aver mai visto un seno così uniforme e bello... Da sopra la maglietta. Incominciammo a parlare più o meno dei mutamenti della donna durante la gravidanza......e facevo domande facendo sembrare che ero interessato al discorso, ma a me interessava soltanto toccare quel bel seno gonfio, leccarglielo sulle aureole. Fatto sta che gli chiesi ti toccarglielo e lei senza malizia, alza la maglia e ne tira fuori una tetta, bellissima. A tal punto gli dico di chiudere gli occhi, lei lo fa, non resisto sento il mio cazzo che mi sta esplodendo....prendo e accarezzo un seno con la mano e poi mi avvicino con la faccia e incomincio a leccargli l'aureola. Lei mi dice 'che fai' ed io continuo, sento che ansima, gli piace, non resisto....... a tal punto lei seduta sulla sedia, io mi alzo, ed arrivo a strusciarmi sul suo braccio con il mio cazzo da dentro gli sleep. Facendo il vago gli dico '' scusami ma vedi mi hai fatto un bell' effetto'' lei sorride, le prendo la mano e l'accompagno sul mio pene. Incomincia a menarlo pian piano su e giu, lo fa con garbo , con dolcezza, avvicina la bocca e con la lingua lecca la cappella, roteando, incomincia pian piano a prenderlo in bocca prima solo Il glande Andando su e giu fino a quando la prendo in modo soft con le mani da dietro la nuca e la faccio prendere il ritmo, lei chiude gli occhi lo succhia con avidita'.....Stupendo un pompino favoloso... sto per arrivare lo sente lei, cerco di scostarla.....ma lei me lo impedisce, arrivo a flotti di sperma nella sua bocca...e lei continua ancora a spompinare giocandoci con la lingua... Un pompino meraviglioso. Ogni tanto quando rimango solo a casa e arriva lei senza neanche parlare, mi infila la mano negli sleep si inginocchia e me lo prende in bocca.... A volte capita che mi fa venire in pochi minuti...
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13 years ago
admin, 75
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racconto di una notte d'estate
una sera come tante io e mi marito avevamo voglia di qualcosa di diverso e contammo una ragazza che avesse i nostri stessi interessi,quella sera devo essere sincera nn ero molto propensa a conoscere qualcuno ma visto che mio marito marco nn disdegnava l'idea decisi di passare una serata diversa,tanto pensai tra me e me al massimo se nn ci piace prende un caffe e va via,decidemmo cosi che luna sarebbe venuta da noi..la invitammo per cena perche si fece tardi,infondo l'attesa prolunga il desiderio no?cosi arrrivo si presentò una lei dall'aspetto timido alta con gli occhiali snella,capelli raccolti,tutto sommato pensai che nn era cosi male,era intimidita come se fosse entrata nealla fossa dei leoni,ma cercammo di metterla a suo agio per noi e fondamentale,mio marito mi guardava per capire e io nel frattempo studiavo lei,mentre parlava cercavo di immaginare ma nn mi stuzzicava l'idea di giocarci,cmq bevemmo,mangiammo,e tra una chiacchiera,ci raccontò che voleva provare ad andare cn una donna ma che era conbattuta per una serie di motivi ma che le interessava provare,alche si accese la lampadina e pensai che c era qualcosa in lei ce mi intrigava,guardai mio marito profondamente e con la nostra intesa cercammo di stuzzicarla senza metterla in imbarazzo,andammo nella camera da letto e mio marito si distese ad un lato,con luce soffusa mi sedetti accanto a lei l'accarezzai sentii l'odore della sua pelle,la baciail la mia lingua scivolò sul suo corpo perche tutto doveva essere gustanto ogni singola cosa,le tolsi i pantaloni le mie mani la mia bocca scesero fino alla sua vagina che oramai era completamente bagnata mio marito incomincio a baciarci e masturbarci entrambi,lui eccitato come un porco ci leccava e scopava i nosrti corpi erano bollenti,voraci cercavano bocche mani sesso tutto cio che potesse farci godere ,lei nn piu intimidita,ma vogliosa di cazzo e figa gemeva come una cagna in calore il suo liquido scendeva verso le sue cosce e mentre lui mi scopava cn vigore io la leccavo perche volevo che lei nn nn smettesse di godere piu godeva e piu godevo mentre mio marito mi montva senpre piu e in qel mentre che in tarda notte venimmo,stanchi e sfatti facemmo una doccia disinvolti e rilassati prendemmo un caffe' e la lasciammo andare con la promessa che ci saremmo rivisti per rivivere quei momenti di estrema trasgressione .......speriamo di rivederti presto.
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13 years ago
ciccisexy,
42/45
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Tango
L'avevo letto su un libro ed era subito diventata una mia fantasia... Arrivammo e la porta era socchiusa, una musica: un tango risuanava nella stanza... Accanto alla porta, una sedia e sopra una candela, la cui luce calda illuminava un bigliettino" benvenuta, da adesso a quando uscirai da questa casa rimani in silenzio, non cercarmi, io ti vedo... spogliati, lascia solo calze(se le porti) e scarpe, segui la luce della prossima candela..." La casa non mi era nuova, già un altra volta mi aveva fatta sua lì, ma adesso tutto sembrava magico, la fiamma della candela tremava poprio come me dall'eccitazione raggiunsi l'altra candela, sta volta accanto c'era una benda, mi feci aiutare da Marco ad indossarla e feci due passi indietro per spingere la porta del paradiso... proprio come aveva indicato lui nel secondo bigliettino.... sentii subito le sua mani, calde... il suo respiro dietro di me, le sue braccia forti...mi condusse verso un appoggio, mi fece chinare in avanti e... in un attimo entrò dentro! sentii il suo cazzo affondare come a possedermi, entrava piano, lento ma inesorabilmente ,alternando la dolcezza alla decisione di colpi decisi, non volevo e non potevo far altro che godere di lui non lo vedevo ma lo sentivo come non mai... il suo corpo sudato sul mio, niente di più perfetto. La sua bocca sulla mia, le nostre labbra che si sfioravano in una danza sensuale , la mia lingua lo cercava ogni volta che si allontanava da me, ero "persa" nel piacere, godevo di lui travolta dai miei sensi, mentre Marco continuava a farmi sentire la sua rassicurante presenza... io godevo davanti i suoi occhi attenti, mi fa sentire femmina! partecipava e godeva della mia fantasia che finalemnte diventava realtà... ( continua)....
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13 years ago
admin, 75
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..momenti..sublimi..
...lascialo scivolare tra le tue labbra...tra le tue dita...spingilo sulla tua lingua...la tua saliva scenderà lungo la pelle...sulla tua mano, il tuo languore, il tuo respiro di piacere e la tua mano gli uni dentro gli altri, sul mio sesso, sul mio cuore... ...apri gli okki, guardami, sono io, ki potrà mai cancellare questo istante ke accade, le tue mani ke lo toccano, i tuoi okki ke lo guardano, il tuo sesso ke lo vuole...ti sollevo...te lo lascio scivolare sul tuo corpo, io dentro di te, muovendomi adagio...le mie mani sul tuo volto, le mie dita sulla tua bocca, il piacere nei tuoi okki, la tua voce, voglio farti male di piacere, le tue braccia nn mi lasciano andare, i miei colpi dentro di te...è violenza dolce...vedo i tuoi okki cercare i miei, vogliono sapere fino a dove posso farti male, male di piacere...fino a dove vuoi amore mio, non c è fine, nn finirà...grida di piacere amore mio, getta la testa all indietro voglio farti male di piacere, la mia voce dentro la tua, nn c è piu tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante e questo istante è...quest' istante sarà, da adesso in poi...sarà...fino alla fine !!!
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13 years ago
admin, 75
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sogno di sempre,realizzato
un giorno siamo andati a fare un fine settimana esattamente a bologna.una sera dopo aver finito di cenare ,mentre discutavamo del piu e del meno dico- anna sai ho l indirizzo di un locale per scambio ,cosa ne pensi ,facciamo una visitina?lei nn risponde mi guarda in faccia e mi dice nn so .molte volte facendo l amore le chiedo se le piacerebbe fare l amore cn due uomini e lei mi risponde di si.Allora ritornando a quella sera si convice ci mettiamo sulla macchina impostiamo il navigatore e via si fa strada, emozionato io ,ma lei piu di me .Arrivati,entriamo mai stati prima in un locale del genere percio curiosi ,dopo un po andiamo al bar, prendiamo qualcosa da bere e andiamo a sederci in poltrona, mentre sorseggiavamo la bevanda, osserviamo le persone e la loro disinvoltura. Ad n tratto notai che la mia donna guardava cn interesse un uomo sulle 40anni ,anche lui ci guarda poi il suo sguardo si ferma su di lei.lei per chi nn lo sa e una donna di 42 anni ancora ma ancora una bella donna.quella sera era vestita cn una gonna appena sopra le ginocchie cn una magliettina a v che si vedevano quasi le tette di fuori.Tra me penso - e fatta. dico a anna -bel tipo vero te lo faresti- lei eccitata mi dice cn un modo strano- bel czzone e,subito io prendo la palla a balzo le propongo di andare nella stanza lei senza che mi risponde si alza e mi segue,la anna era eccitatissima arrivati io mi sdraio sul letto e esco il cazzo ,anna lo prende in mano e incomincia a menarlo poi si avvicina lo infila tutto in bocca che porca lo lecca come mai,inginocchiata sul letto,nella stanza semibuio vedoentrare un ombra era lui che si avvicinava a noi o meglio dire a lei .anna neanche se ne accorge lui si avvicina esce quel suo arnese piutosto grossoe si avvicina alla sua patatina tutta bagnata,lei ancora aveva il peri a dosso cn un dito lo sposta e gli e lo infila dentro lei continuando a farmi il pompino alza un attimo gli occhi vede che e il tizio di prima e poi cotinuava a succhiare quel mio cazzo duro come nn mai .gode come una porca le piace , ancora piu io vedendo lei cn 2 cazzi che gode come una cagna . abbiamo fatto un'esperienza da sempre sognata.
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13 years ago
ledi06,
37/41
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Forse ho osato troppo!
Forse ho osato troppo quella volta che mi sono presentata a casa di un tizio che aveva messo un annuncio su un giornale. L'annuncio era molto garbato, davvero fatto bene e lasciava intuire che quel tizio di nome Gianluca fosse un gentile signore sulla quarantina molto esperto delle pratiche sadomaso. La cosa mi incuriosì a tal punto, che lo contattai e fissai un appuntamento a casa sua. Il giorno previsto, all'ora prevista mi presentai a casa sua vestita di tutto punto. Suonai al campanello e mi venne ad aprire un bell'uomo, dall'aspetto curato che mostrava circa quaranta/quarantacinque anni. Mi fece accomodare su un comodo divano in una bella sala, dai mobili antichi e lussuosi. Gianluca iniziò a parlare della situazione politica italiana e poi di altri mille argomenti, senza arrivare al motivo per cui io ero andata da lui. Passò più di mezz'ora e sembrava che non dovesse succedere nulla di ciò che mi aspettavo... quando ad un tratto si spalancò una porta del corridoio e apparvero quattro robusti giovanottoni dai sorrisi un po' "furbetti". Gianluca mi disse: "Ecco, ti presento i miei amici che mi daranno un aiuto nella tua educazione da slave". "Ma scusa, l'annuncio parlava di un solo uomo", ribattei io. Gianluca a quel punto si rabbuiò e mi apostrofò in modo piuttosto burbero: "Ora sei qui e non fare tante storie, puttana! Una brava donna non accetta mai appuntamenti con sconosciuti". Gianluca doveva essere il capo della banda, tanto è vero che ad un suo gesto i quattro mi sollevarono dal pavimento e mi portarono in una stanza in fondo al corridoio. Gianluca ci seguì. Io mi agitavo, perchè volevo tentare di fuggire, ma più lo facevo e più sentivo la morsa ferrea delle mani dei quattro. Mi adagiarono sul un lungo tavolo e due mi bloccarono le braccia, mentre altri due si dedicarono a slacciare i cinturini delle mie scarpe, sfilandomele con abbastanza grazia. Poi mi sfilarono i pantaloni e successivamente le calze. Uno dei quattro mi spostò leggermente le mutandine e sentenziò: "Ha la figa pelosa, rasiamogliela". Gianluca si assentò e apparve poco dopo con l'occorrente per la rasatura intima, che fece personalmente, dopo avermi strappato le mutandine quasi con rabbia. Quelli che mi tenevano ferme le braccia mi levarono la camicetta e subito dopo il reggiseno. Ora ero completamente nuda davanti ai cinque energumeni e mi sentivo un po' in imbarazzo, visto che era la prima volta che rimanevo nuda davanti ad estranei. E poi avevo realmente paura di quello che mi sarebbe potuto succedere. In quei momenti mi maledivo per essere stata curiosa ed aver risposto con troppa frenesia a quell'annuncio. Gianluca comandava il piccolo branco e ordinò di strizzarmi i capezzoli: senza farsi pregare due di loro mi strizzarono i capezzoli con molta forza, facendomi gridare per il dolore. Poi mi voltarono a pancia in giù e mi infilarono nel didietro un plug anale non proprio piccolo e lo fecero con molta sicurezza, cosa che mi fece pensare che erano pratici di queste tecniche. Io però sentii molto dolore, perchè non ero abbastanza rilassata e l'introduzione senza alcun preliminare fu per me dolorosa, a tal punto che emisi un urlo, soffocato da uno dei cinque che mi ficcò in bocca quello che rimaneva delle mie mutandine, tappandomi successivamente la bocca con una mano. Mi rivoltarono a pancia in su e ogni volta che mi facevano cambiare posizione lo facevano con molta energia, facendomi sbattere violentemente sul tavolo, ora le tette e la pancia, ora il culo e la schiena. Uno di loro mi disse: "Troia, ora che il tuo culo è servito, penseremo alla tua bella figa depilata", e prese una bottiglia dal lungo collo. Infilò la bottiglia nella mia figa, spingendo come dovesse farla penetrare tutta... ma è chiaro che ad un certo punto la bottiglia non potè entrare più di tanto e allora il tipo si arrabbiò, quasi fosse colpa mia della mancata introduzione totale della bottiglia. Gianluca disse: "Ma è possibile che una vacca simile abbia una bernarda così stretta?" e aiutò l'amico nello spingere la bottiglia. Io supplicai i due di smettere, perchè provavo troppo dolore e loro mi sbeffeggiavano con termini scurrili. Solo quando mi vennero le lacrime agli occhi, i due smisero di spingere e cominciarono a far scorrere avanti e indietro la bottiglia... a quel punto il dolore si tramutò in piacere ed emisi vari mugolii di soddisfazione. Poi, dopo questa pausa di piacere, tornò il buio più nero, perchè fu la volta di cinque lunghi aghi in ogni tetta. Con il primo mi trapassarono il capezzolo da parte a parte, mentre gli altri quattro furono infilati ai lati del capezzolo, due per parte. Stesso trattamento subì anche l'altra tetta. A me piace soffrire con questa tecnica, anche se non la consiglio, se non si adottano le giuste precauzioni. A quel punto mi sentivo completamente sottomessa e umiliata di fronte a cinque sconosciuti. Leggevo sui loro visi una beffarda soddisfazione, per poter usare una donna (e il suo corpo) a loro piacimento. Mi chiesero poi di leccare il tacco delle mie scarpe, ma io non volevo e non aprivo la bocca. Fu allora che Giovanni (uno dei cinque) mi aprì forzatamente la bocca e mi infilò un tacco in bocca. "Lecca, cagna", mi disse. Ma io non lo volevo assolutamente fare e allora mi sfilò il tacco dalla bocca e sempre tenendomela aperta, si avvicinò e mi sputò in bocca. Invitò poi anche gli altri a fare lo stesso: nessuno si fece pregare e io mi ritrovai la bocca e la gola invase dalla loro schifosa saliva. Penso che questo sia un gesto estremo di disprezzo per qualsiasi donna e in più umilia a dismisura l'essere umano, riducendolo a rango di una fogna. Non avevo scelta e non volevo che i cinque energumeni adottassero ancora quella tecnica orrenda e mi convinsi a leccare buona buona i tacchi delle mie scarpe. Poi mi fecero leccare anche la parte superiore delle scarpe, cinturini compresi. Io chiesi a quel punto di essere lasciata libera e Gianluca acconsentì alla mia richiesta. Mi sfilarono gli aghi dalle tette e successivamente il plug anale, che ormai aveva fatto il suo lavoro, allargandomi per bene il buco dell'ano. MI rivestirono completamente ad eccezione delle mutandine che erano semi strappate e che tennero come "trofeo di caccia". Mi fecero promettere che tutte le settimana sarei tornata per una "sana" lezione di sottomissione, Io risposi che sarei regolarmente tornata tutte le settimane. Secondo voi l'ho fatto?
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13 years ago
soniaslave,
42
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La prima volta di emma
LA PRIMA VOLTA DI EMMA Emma è una donna di mezza età ,stupenda con due seni straordinari e che sprizza sensualità da tutti i pori. E’ una di quelle rarissime donne che ne ha sempre voglia e che quando si scatena diventa un ciclone , tanto d’essere stati costretti a cambiare casa ed andare ad abitare in campagna . Tuttavia dopo 15 anni di matrimonio volevo dare una scossa ed inventare qualcosa di nuovo che le piacesse. Da qualche tempo suggerivo un “massaggio” personalizzato a casa tutto per lei fatto da uno specialista , e i sorrisini tra l’incredulo e lo speranzoso lasciavano intendere che l’idea era ben gradita. Tutto sino al giorno che le dissi “ domani ore 16.00 arriva il massaggiatore” Non voleva crederci e pensava che stessi scherzando ma si preparo’ con cura, trucco,profumo….. uno splendore assoluto. Puntualissimo il massaggiatore arrivo’ e per superare l’imbarazzo della primissima volta ci sedemmo per una mezz’ora sul divano a cazzeggiare del piu’ e del meno . Ad un certo punto : facciamo il massaggio ? “ disse lui e lei l’accompagno’ in camera da letto . Timida dovette essere incoraggiata per spogliarsi visto che il massaggio non poteva essere fatto con i vestiti…… il terapeuta si mise in maglietta e boxer e comincio’ il suo lavoro con maestria utilizzando olii profumati , una gran delicatezza e un tono di voce suadente… Spalle, schiena, gli splendidi glutei e qualche puntatina tra le cosce mentre si cominciava a sentire qualche mugolio di piacere. Incrociai lo sguardo di mia moglie che senza dubbio diceva “ Posso continuare ? Non ti spiace ? “ La baciai con immensa dolcezza. Era il mio si’ al suo piacere. Terminato il retro toccava al davanti : piedi, ventre, seni , capezzoli…….in un crescendo di quasi impercettibili sussulti che lasciavano ben intendere cosa stesse succedendo… dentro! Comincio’ il massaggio inguinale mentre le cosce s’aprivano sino a che esclamo’ “ caspita ma c’è un lago qui !” Era bagnata in modo incredibile , il massaggio aveva fatto il suo effetto. Si mise di lato sul letto e con disinvoltura estrasse dai boxer un arnese come non ne avevo visti mai neppure nei filmetti porno: misura XXXLLL , eretto e pronto. Glielo mise delicatamente in mano mentre continuava il massaggio con uno, due, tre dita nella vagina ormai spalancata di Emma che appena si rese conto delle dimensioni mi guardo’ incredula . Le sorrisi incoraggiandola ma non ne aveva proprio bisogno visto che cominciava a manovrarlo con destrezza e voluttà. Lui dopo poco la sistemo’ alla pecorina, s’appoggio’ un attimo, infilo’ il pattuito guanto e le penetro’ di colpo con un'unica spinta: un urlo di piacere accompagno’ l’ingresso trionfale del visitatore , tutti gli umori facilitarono il compito e l’ingresso di una taglia che era forse il triplo della mia ! Comincio’ la danza frenetica tra urli disumani di Emma che doveva sentirlo sino allo stomaco ed il terapeuta che ormai si sentiva a casa sua e ci dava dentro a piu’ non posso : la tenevo per mano e godevo del suo piacere , estrassi il mio intimidito pisellino e glielo misi in bocca sdraiandomi sotto di lei : lo spettacolo dei seni sobbalzanti, degli urli smorzati dalla bocca piena e dalla visione di quello che stava succedendo dietro…. mi fece venire quasi subito nella sua bocca e lei ingoio’ pulendo tutto accuratamente. Mi ritrassi per lasciarle piu’ libertà ed in effetti si scateno’ come non mai : uno spettacolo di piacere e di estasi mai visto. Andarono avanti per un bel pezzo sino a quando la giro’ e comincio’ la stessa danza mettendola sotto : Si’ !”! si’ mi piace… ancora, ancora dai !! “ “non smettere !” E lui infatti non smetteva . Temevo di sentirmi imbarazzato, geloso, triste: fu esattamente il contrario ero al settimo cielo a vedere quanto la mia donna godeva, il suo era il mio piacere. Dopo un po’ me lo prese in mano ed in poco tempo venni una seconda volta mentre me lo stringeva forsennatamente quasi all’unissono con i colpi che la squassavano. La giro’ nuovamente chiedendo “ lo vuoi nel culetto ? “ “ no è troppo grosso “ senza troppa convinzione. “Certo che si’” dissi io mentre gia’ due dita allargavano il nuovo ingresso con gli umori che allagavano tutto: vidi esattamente cosa successe, l’appoggio’ appena appena e la penetro’ d’un sol colpo ! L’urlo penso si sia sentito a chilometri ma era solo di piacere. Li comincio’ la danza piu’ selvaggia e straordinaria che potessi mai immaginare , mentre pronunciava frasi sconnesse senza piu’ ritegno alcuno lui stava fermo immobile e lei s’autoimpalava muovendosi avanti ed indietro : favoloso. Quando non ne pote’ piu’ il massaggiatore si sdraio’ sfinito, si tolse il preservativo ed offri’ il suo arnese alla bocca di Emma per il gran finale . Infatti basto’ pochissimo per farlo venire copiosamente sulle sue splendide tette. Ci fu circa mezz’ora di relax sdraiati dolcemente con carezze miste prima che lui dicesse: “ vuoi che ti scopi ancora ? “ Chiaro, limpido, diretto e senza equivoci: la risposta immediata e senza tentennamenti fu “SI’!” e tutto ricomincio’ da capo sino allo sfinimento totale. Mentre sobbalzava sotto i colpi la baciavo e mi sussurrava “grazie tesoro ! “ Ero felice per lei ed ero anche sicuro che l’esperienza non sarebbe stata l’ultima… avevo ragione ma è altra storia.
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13 years ago
undolceromantico,
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Last visit: 8 years ago
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Sulla neve
Finalmente le piste sono innevate e si puo' tornare a praticare lo sport piu' bello per noi!
E' tutto il giorno che sciamo come matti, i muscoli sono piacevolmente affaticati, i corpi tonici e, per non strafare, io e mia moglie decidiamo di fare l'ultima pista...prima della nostra saunetta pre-cena.
Siamo in coda per prendere l'ovovia che ci portera' in cima per la nostra discesa di chiusura (la risalita dura 17 minuti, ma ne vale la pena), e tra le persone in piedi con gli sci in mano, notiamo una ragazza molto bella: tuta sciancrata che mostra fianchi notevoli, un culetto veramente non male e un viso fine da favola.
Senza nemmeno metterci d'accordo facciamo in modo di salire con lei nella cabina... Accidenti, un signore sale con noi e questo ci fa ripiombare subito alla realta'... A volte pero' la fortuna si volta dalla parte giusta e per un motivo a noi sconosciuto, prima che le porte si chiudano, il signore scende di corsa come se avesse dimenticato qualcosa...
Le porte ora si chiudono...siamo noi tre soltanto e la ragazza, mentre si toglie casco e guanti e si slaccia la giacca a vento per raffreddare il corpo, sorride guardandoci in maniera tenera e maliziosa per la scena e il modo in cui siamo rimasti in 3...
Dopo 2 minuti di silenzio la mia donna inizia a baciarmi. Lo fa spesso ma questa volta lo fa in maniera molto intensa...come se non mi baciasse da mesi... Lo fa con una mal celata foga e lo fa afferrandomi dolorosamente il fianco.
Mi trovo confuso...la mia donna mi bacia in maniera imbarazzante e mi preoccupo che possa esserlo anche per la donna in cabina con noi...
Improvvisamente la spettatrice dice con una voce caldissima, e per nulla seccata "ma fate sempre cosi?"; io rispondo con fare goffo "non proprio...!" scostando la mia lei., imbarazzato... Vedendo il mio atteggiamento, come per redarguirmi sussurra "no...non allontanarla!"... Subito dopo guarda la mia meta' e dice :"sei bellissima". Scorgendo un certo apprezzamento si avvicina a mia moglie, le mette una mano sulla spalla, fa scorrere la mano dietro la nuca e accosta le labbra alle sue...iniziando poi un bacio appassionato tanto quanto il bacio improvvisamente interrotto con me....
Sono interdetto, eccitato, non so cosa posso fare, so cosa vorrei fare....non oso....finche' la mano della dolce sconosciuta afferra il mio cazzo gia' da un po' duro come un sasso... Smette di baciare mia moglie e, con un cenno di intesa, si abbassa per apririe la mia lampo e afferrare la mia carne eccitata. Mia moglie non esita un secondo, iniziando a baciarmi e afferrandola per i capelli per giudarla nel pompino piu' inatteso della mia vita. Contemporaneamente, con il cazzo in bocca, la donna apre la lampo di mia moglie e inizia a massaggiarle il clitoride, facendola mugolare mentre mi spinge la sua lingua fino in gola...
Manca poco all'arrivo e, con fare estremamente esperto, riesce a farci venire nello stesso momento....urliamo, godiamo e mentre la figa le bagna la mano, la mia sborra le riempie completamente la bocca...
Cerchiamo di ricomporci in fretta e furia: la cabina e' ormai all arrivo.... Le porte si aprono e la donna, che ancora non sappiamo come si chiami, afferra i suoi sci e ci saluta con un solare "A PRESTO!" e, mentre si volta per andarsene, noto che all'angolo della sua bocca e' rimasta una goccia della nostra piu' travolgente esperienza mai vissuta...
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13 years ago
AdamDTS,
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Last visit: 3 days ago
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La casa delle vacanze
Simona stava riponendo nelle scatole tutte le sue foto, l'ennesimo trasloco, il quinto della sua vita, finalmente a vivere dal suo nuovo compagno, bello, sexy, e come lei trasgressivo, complice in mille malizie.Poi le capitarono tra le mani delle foto che appartenevano ad un suo cugino lontano che possedeva una bellissima casa al mare.Il cugino quarantenne, decisamente con una vita piena di esperienze, amici, ...... auto costose e case al mare.Una volta mia zia decide di portarmi con lei al mare, la foto che mi rigiravo tra le dita, mi fece arrossire di nuovo: ero io appena diciottenne, ancora con le treccine bionde, da bambina birbante, le lentiggini, lo sguardo pudico.Era una bella giornata di fine maggio, non troppo caldo, la temperatura giusta, una leggera brezza la sera che faceva rabbrividire tutto il mio corpo ancora acerbo.Poi l'immagine del ricordo scivolò a quel pomeriggio di fine giornata.Ero in bagno, stavo finendo di farmi la doccia, osservavo la mia immagine riflessa nei vetri della camera adiacente.Allora mi accorsi che la finestra era aperta, corsi nuda a chiuderla e vidi dalla parte opposta un uomo che mi stava osservando.Immediatamente corsi a nascondermi, mi sentiì così imbarazzata che mi avvamparono le guance.Un brivido intenso di piacere scorse lungo la mia schiena, sentendo il potere del mio corpo ancora immaturo, ancora vergine che aveva su quell'uomo.Mii venne in mente una fantasia, giocare col tipo alla finestra, fare finta che io non sapessi che lui mi stava guardando.Indossavo una sottoveste leggera di mia zia, trasparente, mi sciolsi le trecce, e giocai con i miei capelli, il vento accarezzava la mia pelle, inarcai la schiena, una spallina scivolò giù scoprendo uno splendido seno turgido, col capezzolo rosa appena sporgente.Cominciai a toccarmi ad occhi chiusi immaginando le mani dell'uomo sulle mie, sulla mia schiena, sul mio seno.Un fremito mi raggiunse sul ventre, non avevo mai provato un orgasmo in vita mia.La mia prima vera esperienza sessuale è cominciata molto più tardi, perchè nessuno fino ad allora accendeva in me la stessa sensualità, la stessa emozione che quel giorno di molti anni prima avevo provato.Non avevo ancora alzato lo sguardo, tuttora in alcune situazioni, sono timida.La mia pancia leggermente tonda, senza peli, col monte di venere ben pronunciato, si sporgeva fiera a farsi osservare.Spinsi la mano un pò più in giù, tra le cosce, lentamente, mi misi un dito in bocca, lo leccai e lo ricondussi li, a cercare quel piccolo zampillo del piacere.Girai lentamente il dito poi ancora più veloce, lo spinsi giù in mezzo dove un liquido trasparente appiccicoso si incollò al dito, istintivamente lo leccai, e alzai lo sguardo.L'uomo,che adesso vedevo distintamente, era a torso nudo, era con i capelli corti, castani chiari, mi sembrava abbastanza giovane, non riuscivo a distinguere bene i lineamenti, ma sentivo il suo sguardo attaccato al mio dito, al mio pube, al mio corpo.Vidi che si stava toccando, si stava masturbando, non riuscivo a vedere il suo membro eretto, duro eccitato da me, dal mio corpo.sentivo un grande calore scorrere giù dalla mia fica che adesso si stava aprendo, calda, e un desiderio intenso, di essere posseduta mi stava percorrendo le membra.Non solo il mio corpo lo desiderava, ma anche la mia testa.Mi misi seduta sul letto a gambe aperte, facendo vedere il mio gioiello, le dita che si muovevano, il dito che entrava ed usciva.L'uomo cominciò a dimenarsi sempre di più, più veloce con il braccio, adesso riuscivo a scorgere il suo cazzo, era enorme, duro e se stringevo gli occhi, riuscivo a scorgere le venature del piacere che scorrevano su fino al glande.Mi immaginai di baciarlo, di leccare lentamente la sua punta, di girargli intorno con la lingua, di succhiare su e giù come un gelato, di sentire il suo calore, le vene che pompano e quando sta per eiaculare, di sentire il liquido che esplode completamente come un argine in piena, nella mia bocca avida, che adesso non era sazia, mi contorsi, mugolando, e inarcai la schiena in alto, mh, mh ahaha, ero arrivata, un liquido denso, mi scivolò giù lungo una coscia.Guardai l'uomo e mi accorsi che stava venendo, schizzando lungo le pareti della stanza.......si tirò su i pantaloni, e mi lanciò un bacio con le dita.Sorrisi, lasciai cadere la testa all'indietro sul letto.Ritornai alle foto sparse sul cuscino della mia vacanza al mare con mia zia.Mi divertìì un mondo, belle serate, cene, passeggiate, molte risate, ma del tizio affacciato a guardarmi alla finestra non seppi mai più niente, e mai più lo ritrovai affacciato a guardarmi.Il mio segreto rimase nascosto nella mia mente creando nel tempo immagini e desideri di voyerismo sempre più intensi........che quando riuscivo di nuovo a ricreare mi portavano al massimo del piacere!.........continua.........
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13 years ago
senzafrontiere,
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Incontro
difficile trovare il tempo per un incontro, specialmente il primo... deve esserci fiducia, voglia, e quel pizzichino di incoscienza... come al solito luogo affollato...per non far incontri spiacevoli, via di fughe facili...per sparire nel momento giusto e numero del cellulare: io so il suo ma, lui il mio no... arrivo in anticipo come sempre per trovare un posticino dove appostarmi e vedere la preda meglio... il suo cellulare squilla ma, niente risposta....comincio a pensare che mi abbia tirato buca quando vedo entrare dall'ingresso un uomo alto, brizzolato...che gira la testa ovunque in cerca di qualcosa o qualcuno...è lui....questa volta il cellulare squilla e lui risponde "dove sei?...chi sei??" alzo la mano in segno di saluto... mi arriva vicino, mi guarda... "mi piaci" "anche tu" camminiamo e parliamo di tante cose che sorprendentemente ci assimilano.... poi lui mi prende per mano e con mia sorpresa mi porta verso il bagno delle signore....apre la porta e velocemente mi fa entrare...con furtività apre una cabina vuota e mi spinge dentro... mi appoggia al muro e mi bacia, mi sussurra all'orecchio parole sconce...mi passa la lingua sul collo, mi fa sentire il suo alito caldo pieno di voglia... le sue mani mi palpeggiano ovunque...mi tira giù i pantaloni, le sue mani scivolano dentro....mi sciolgo sulle sue dita, bagno le sue mani...lui mi tira sopra il coperchio del vater...sono in piedi davanti alla sua faccia con i pantaloni calati..... la sua lingua sale per le mie cosce.....la sua saliva mi cola sulla pelle.... comincia a leccare le mie grandi labbra.....succhia il mio bottoncino con tanta voracità...ed io vorrei urlargli che sto per fargli bere la mia voglia....vorrei gridargli di succhiare fino a tirarmi fuori l'anima...gli spingo la testa dentro di me.....e rimango silenziosa, muta nel mio godere... con la sua forza mi prende e mi gira di spalle....appoggio le mani al muro....l'odore dell'isoformio mi fa pizzicare le narici....e lui con forza mi penetra...lo infila tutto dentro... ma cosa sto facendo?? no no non così....senza preservativo....senza precauzioni.....vorrei fermarlo, dirgli che no non voglio....vorrei togliermi, spostarmi, invece alzo il culo per farlo entrare meglio.... spingo per sentirlo tutto....e lui forte mi sbatte..... lo sbatte dentro fino alle palle, sento il suo respiro forte....il sibilo forte della sua voce... la gente entra e esce... mi domando se qualcuno che è entrato si è accorto che qualcosa in quel bagno stava succedendo di strano....se da quella fessura sotto la porta si vedano le sue scaropone marroni e i miei piedi....mi sono anche chiesta se c'è qualche telecamera nascosta della sicurezza che riprende tutto e al di la del video un ometto con la divisa nera si smanetta il suo pisello moscio eccitato dalla scena.... me lo sono chiesta e niente però mi ha impedito di andare avanti, di godere, di venire....di urlare tutto il mio piacere nel silenzio del mio respiro affannato...... lui mi ha sussurrato una cosa nell'orecchio.... mi sono staccata e messa a sedere sul coperchio del vater.....la mia bocca all'altezza del suo cazzo dritto, grosso,eccitato.... "si" ho iniziato a leccarlo, sulla punta....allargando piano la bocca per fargli sentire le labbra che piano piano lo prendevano tutto....lui famelico mi ha stretto i capelli e me lo ha infilato tutto in bocca...io succhiavo e lui godeva..... sentivo che stava per venire, le palle erano dure sotto le mie dita...spostavo la lingua per far si che la sua sborra calda non mi strozzasse.... quando è arrivato il momento il suo sperma mi è colato dalle labbra sul mento.....le mie mani erano bagnate ed appiccicose... era tutto finito....lui ha allentato la presa dei capelli...è scivolato sul pavimento a sedere...era una scena abbastanza buffa...... ci siamo guardati e abbiamo sorriso nel nostro silenzio.... ho fatto capolino dalla porta per vedere se c'era qualcuno....sono andata al lavandino e mi sono lavata la faccia e le mani....la fortuna del non truccarsi è che non ci sono tracce, sbaffature, macchie ...... lui è uscito come un ladro....c'era gente fuori un fiume di persone con le borsine colorate dei negozi.... ed in mezzo a tutto questo io e lui.... "signora le va un gelato??" "si grazie cocco e pistacchio" bel pomeriggio...lui adesso ha l mio numero...e ci sentiamo tutti i giorni...ci vediamo appena il tempo tiranno ce lo permette e ci divertiamo da matti ovunque.... ho l'amante perfetto...........
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13 years ago
admin, 75
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Monopoli, che passione!
La nostra compagnia è composta abitualmente da sei coppie, che si ritrovano spesso e volentieri al sabato sera per fare quattro chiacchiere in allegria. A volte usciamo per il solito drink in centro o il solito cinemino, ma a volte rimaniamo anche in casa dell'uno o dell'altro. E sì, perchè siamo tutti appassionati del vecchio e caro Monopoli, un gioco ormai decisamente fuori moda. Noi dodici siamo molto affiatati, ma non pratichiamo mai scambi di coppie o orge comuni. Il sesso rimane una cosa intima e privata. Però quella sera abbiamo voluto dare una svolta alla nostra vita di gruppo, mettendoci un po' di "peperoncino": il tutto era stato architettato ad arte dai maschietti, che ci avevano proposto di indossare capi di vestiario non importanti, che si potessero rovinare... Noi donne eravamo all'oscuro di tutto, ma mai pensavamo che gli arguti uomini avessero pensato ad una cosa simile! Ci siamo ritrovati dopo cena, come tante altre volte a casa di Erika e, dopo un caffè con qualche pasticcino, un "ometto" ci ha proposto il solito, ma appassionante, Monopoli. Sì, però con una leggera modifica... Quella sera avrebbero giocato solo gli uomini e ai capi di vestiario di ogni donna spettatrice sarrebbero state abbinate le caselle del percorso del Monopoli (ad esempio Parco della Vittoria abbinato alle mie scarpe, Vicolo Corto al mio reggiseno e via dicendo). Quando uno finiva su quella casella poteva acquistarla, facendo togliere alla donna l'indumento abbinato. A quella proposta noi donne rispondemmo dapprima con poco entusiasmo, ma poi vista l'insistenza degli uomini accettammo tutte di buon grado. Ma c'era un problema! Come si faceva a conquistare il reggiseno, se sopra avevamo la camicetta e il golfino? Gli uomini avevano pensato anche a questo. Chi fosse capitato sulla casella abbinata al reggiseno... avrebbe sollevato il golfino e la camicetta alla "malcapitata" e con le forbici lo avrebbe tagliato, riducendolo a brandelli. Al primo tiro un nostro amico capitò sulla casella abbinata alle calze della padrona di casa e a quel punto, senza toglierle la gonna (solo sollevandola) e le scarpe, gliele tagliò con le forbici, facendole a pezzi. Al primo colpo io persi la gonna, ma dopo qualche giro fu la volta del mio reggiseno e allora dovetti sentire le mani di un amico (fino allora sconosciute) sul mio corpo. Mi sollevò il golfino e mi slacciò solo l'ultimo bottone della camicetta e poi salì con le mani fino al reggiseno, che tagliò in più pezzi e buttò sul pavimento, tra gli applausi generali. Poi fu la volta delle mie mutandine, che vennero anch'esse tagliate, in quanto indossavo ancora le calze. Rimasi con il golfino, la camicetta, le calze e le scarpe, ormai senza gonna, reggiseno e mutandine. Fu poi per me la volta delle calze, che vennero impietosamente tagliate in quanto avevo ancora le scarpe. Per fortuna persi poi le scarpe, il golfino e successivamente la camicetta, che venne risparmiata dall'essere fatta a pezzi. Ma ci fu anche Marilena che fu molto fortunata, in quanto fu spogliata quasi con metodo (la sorte le fu amica!) e potè andare a casa con tutti gli indumenti integri. Io avevo invece perso calze, reggiseno e mutandine e dovetti subire un po' di freddo. Alla fine, con l'acquisto delle case e degli alberghi, tutte noi donne rimanemmo nude, tra le approvazioni (nascoste e non) dei signori uomini. Fu un po' (molto) imbarazzante, ma anche molto divertente. Per fortuna nessuno degli uomini palpò più del dovuto, ma si limitarono a fare il loro lavoro!
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13 years ago
soniaslave,
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