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Il mio amico mi ha offerto sua moglie.
Mi chiamo Luca, ho 32 anni e son single. Sono alto 1,85, biondo. occhi azzurri ed un fisico ben scolpito da anni di nuoto. Con il mio aspetto riscuoto molto successo tra le donne e, se ci aggiungiamo una buona dotazione (ben oltre i venti cm di lunghezza e un notevole spessore), posso dire con certezza cha la fica non mi manca. Sabato scorso, di passaggio per una città vicina, sono andato a trovare il mio amico Luigi. Appena giunto mi ha accolto calorosamente e mi ha offerto da bere; abbiamo chiacchierato, perché non ci vedevamo da molto tempo. Abbiamo lavorato nove anni insieme, poi lui si è sposato ed ha accettato il trasferimento in questa città. Essendo estate, lui mi ha proposto di rinfrescarmi con un bel bagno nella piscina di casa sua. Mi ha prestato un costume e ci siamo immersi in piscina. Mentre stavamo chiacchierando, sempre in acqua, è arrivata dal lavoro sua moglie Paola. Paola è una donna molto graziosa, perché ha un corpo meraviglioso ed è anche molto simpatica. Alta, mora, capelli corti a caschetto, occhi grandi e scuri, un bel seno, una quarta piena ed un bel culo a mandolino, posto alla fine di cosce snelle e ben tornite. L’avevo vista solo al loro matrimonio e, da allora non avevo avuto modo di rivederla. Quando ci ha visto in piscina, ci ha simpaticamente rimproverati.
«Dovreste vergognarvi! Una povera donna ha trascorso un'intera giornata di duro lavoro e voi due ve la spassate in piscina! Mi fate rabbia!»
Luigi l'ha invitata ad entrare anche lei in piscina.
«Ma, amore, perché non entri in acqua anche tu, con noi? Potresti rilassarti e toglierti di dosso la fatica di una dura giornata di lavoro.»
Lei ha fatto un sorrisetto malizioso ed è entrata in casa, per indossare il bikini. Quando è uscita, mi è mancato il fiato, perché il suo corpo era più bello di quanto potessi immaginare. Le sue grosse tette rotonde, che il bikini riusciva a malapena a coprire, erano quanto di più bello si potesse ammirare. Il suo culo era tondo, a mandolino, e con le chiappe praticamente scoperte, perché il bikini, essendo molto ridotto, si era infilato nel solco delle natiche ed era, praticamente, sparito. Davanti, la esigua stoffa del costume bianco, era così minuscola che lasciava ben poco all’immaginazione; quella visione mi ha subito creato un'erezione che, fortunatamente, essendo in acqua, non si notava. Luigi si è allontanato per prendere da bere per lei e per noi, che avevamo i nostri bicchieri già vuoti, lasciandoci soli in piscina. Paola mi ha chiesto se mi desse fastidio se avesse tolto il top; aveva l'abitudine di farlo, per non far restare il segno, perché non era bello a vedersi con certi capi di abbigliamento.
«Ti spiace se mi tolgo il di sopra del costume?»
Ho risposto di no, anzi, era sempre bello star con una ragazza in topless, ancora di più con il corpo che si ritrovava, quindi, mentre rideva del commento, si è tolto l’indumento. Mamma mia, che tette aveva! I suoi capezzoli mi guardavano con aria di sfida, come se mi chiedessero di morderli. Luigi è arrivato con le bevande ed ha visto Paola a tette nude.
«Dimmi, Luca, che ne pensi delle tette di mia moglie?»
Io ero un po’ in imbarazzo e, nello stesso tempo, molto eccitato perché mi stavo rendendo conto che era in corso un gioco, dove pure io ne ero protagonista, ma non capivo fin dove avrebbe potuto portare.
Intanto, però, ho deciso di giocare.
«Sono bellissime! Raramente ho visto delle tette più belle!»
Lui ha sorriso compiaciuto, poi è entrato in acqua con noi, appoggiando i bicchieri sul bordo, ci ha invitato ad avvicinarci per bere. Quando lei si è avvicinata, lui gli ha fatto una ulteriore richiesta.
«Amore, perché non togli anche la parte inferiore? Lo sai che adoro vederti abbronzata, integralmente!»
Lei ha avuto un attimo di finto pudore.
«Mi vergogno un po' ad essere nuda, non siamo da soli. Se devo esser nuda, allora dovrete spogliarvi anche voi!»
«Luca, ti dispiace metterti nudo?»
Mi ha chiesto Luigi, mentre si toglieva il costume da bagno. Intrigato da quel gioco, ho aderito subito.
«No! Nessun problema!»
Ho risposto io, mentre mi toglievo il costume e lasciavo il mio cazzo completamente duro, in bella vista, davanti a loro che si sono scambiati una occhiata. Lui ha fatto un cenno di assenso vero di lei che, vedendo la mia erezione, si è avvicinata ancor di più.
«Sembra che tu abbia un bel problema!»
Sorridendo si è avvicinata ancora un po' e lui, che già rideva, le ha dato un suggerimento.
«Paola, sembra che tu debba provvedere a ridurre quel gonfiore!»
Paola ha preso il mio cazzo in mano ed ha iniziato a masturbarmi lentamente. Io godevo di quel tocco, che si alternava dal cazzo, fin giù ai testicoli: ero decisamente molto eccitato. Ero immobile, ma Luigi, mi ha spronato a far qualcosa.
«Non sorprenderti se ti sta toccando; tocca a tua volta lei, senza timore. Noi amiamo particolarmente questo gioco: da due anni, abbiamo deciso di esser una coppia aperta e tu, a lei, sei sempre piaciuto.»
Non potevo crederci! Il mio amico Luigi mi stava invitando a palpare sua moglie davanti a lui. Me la offriva su di un piatto d’argento! In preda ad un ultimo, quanto inutile scrupolo, gli ho rivolto una domanda.
«Davvero non ti dispiace se lo faccio? Voglio dire: non è che poi roviniamo la nostra amicizia?»
«Al contrario, mi fa così tanto piacere che non puoi nemmeno immaginarlo. Riguardando le foto del nostro matrimonio, Paola mi ha detto più volte che eri un bel fico e, quando oggi gli ho comunicato che saresti passato, mi ha espressamente detto che non si sarebbe lasciata sfuggire l’occasione di giocare con te! Chiedile pure se non è la verità? Ma, aspetta, vado a prendere la videocamera, così registro, qualora volessimo rivedere questo momento.»
Mi giro, la guardo, lei ride, mentre accenna di sì con la testa. Lui non ci ha messo più di un secondo a tornare con la videocamera già in ripresa e, quando Paola lo ha visto, mi ha buttato le braccia al collo e mi ha infilato la lingua in bocca, in un bacio appassionato. Non ho resistito oltre, ho afferrato quel culo che ho desiderato tanto, fin da quando l'avevo visto, con entrambe le mani e l’ho stretta a me. Paola ha preso il mio cazzo e se l'è messo tra le gambe, iniziando ad accarezzarmi il culo e spingendomi verso di lei. Ho iniziato a prenderle le tette e ad accarezzarle e, a quel punto, Paola ha cominciato a gemere per quanto mostrava d'esser eccitata.
«Uhumum…sì, dai, porco, succhiami le tette! Cazzo quanto ti volevo! Mi son scopata tutti gli amici di mio marito: mancavi solo tu!»
Ho abbassato la testa e ho cominciato a passare la lingua su quei capezzoli, duri e tesi; le ho messo una mano tra le gambe, cercando la sua fessura. L’ho trovata e ci ho infilato due dita dentro; era totalmente lubrificata. Ho preso a masturbarla con vigore, mentre lei sospirava e mugolava di piacere.
«Sì, porco, dai! Sono un lago! Mi fai impazzire!»
Aveva preso il mio cazzo e continuava a segarlo sempre più veloce, come per bilanciare il ritmo che tenevo io, mentre infilavo ed estraevo le dita dalla sua fica, finché non è esplosa in un orgasmo che le ha fatto vibrare tutto il corpo.
«Dai, non ti fermare, che vengo! Mi sta facendo godere!»
Ha avuto un bell’orgasmo, poi è saltata fuori dalla piscina e si è seduta sul bordo a gambe aperte, offrendomi la sua fica spalancata.
«Leccamela, per favore! Fammi godere ancora!»
Mi son avvicinato ed ho preso a far scorrere la mia lingua lungo tutta la sua fessura. La introducevo, di tanto in tanto, nel suo foro, mentre lei si toccava le tette e pizzicava i capezzoli. Era sconvolta dal piacere.
«Porco, sei fantastico! Mi divori la fica e mi fai impazzire! Dai, che vengo! Amore, mi sta facendo godere!»
Luigi si è avvicinato per eseguire un primo piano; il suo cazzo era teso e duro. Paola ne ha approfittato per afferrarlo e metterselo in bocca, succhiandolo, mentre io gliela leccavo sempre più forte. Poi ha afferrato la mia testa e mi ha costretto a smettere.
«Esci dall'acqua e fottimi! Scopami! Sfondami tutta! Lo voglio tutto dentro questo cazzone stupendo!»
Ho obbedito. Si è messa a quattro zampe, ho avvicinato il mio cazzo allo spacco e l'ho inserito molto lentamente, sentendo il terribile calore del suo corpo sul mio membro. Sono scivolato piano, dentro di lei, che mi sembrava terribilmente stretta. L’ho sentita che si dilatava. Ho iniziato a pompare lentamente, poi, con una spinta più forte, gliel'ho infilato tutto dentro di lei. Questo l'ha fatta impazzire e l'ha fatta godere all'istante.
«Sì, così, fottimi forte! Distruggimi! Sfondami tutta! Guarda, amore, come mi spacca!»
Luigi si è avvicinato di nuovo e ne ha approfittato per mettere il suo cazzo nella bocca di Paola, che ha iniziato a succhiarlo selvaggiamente. Era troppo eccitato ed è venuto velocemente, riempiendole la bocca con il suo seme.
«Cazzo, sborro! Troia, bevilo tutto! Dai, Luigi, sfondamela questa troia!»
Ho preso a scoparla tenendola per i fianchi e, ad ogni affondo, il suo copro si inarcava per reggere la spinta; il suo seno ondeggiava oscenamente. Lui era impazzito e alternava foto a riprese, mentre lei delirava dal piacere.
«Amore, godo! Questo porco mi sta letteralmente sfondando! È il migliore di tutti i tuoi amici! Guarda come mi dilata e ti fa cornuto! Mi fa impazzire!»
L’ho pompata a lungo, facendole provare vari orgasmi. Abbiamo cambiato diverse posizioni e, alla fine, si è messa distesa supina sotto di me, facendosi ancora chiavare da me con colpi sempre più veloci. Ero al limite e le ho detto che stavo per venire. Lei mi ha inviato a sborrarle dentro.
«Sì, vieni! Riempimi tutta! Fallo senza paura, prendo contraccettivi e non ci son problemi. E tu, cornuto, guarda come mi riempie la fica del suo seme!»
L’ho pompata fin quando non ha raggiunto un ennesimo orgasmo e poi, quando ho sentito un'ondata di piacere travolgermi, le ho scaricato dentro un orgasmo come non avevo mai avuto prima di allora, riempiendole la fica con il mio seme.
Ho continuato a pomparla lentamente ancora un po', finché non ho smesso di sentire il mio piacere per l'orgasmo che avevo provato. Ho tirato fuori il mio cazzo da quella fica così oscenamente aperta ed ho visto uscire parte del mio sperma. Lei ha fatto scorrere le dita lungo la fessura, afferrando ciò che ne usciva e portandolo alla bocca per assaggiarlo.
«Buono! Molto buono! Dai, cornuto, fa il tuo dovere!»
Luigi si è avvicinato e l’ha leccata tutta, per ripulirla del mio seme. Lei, invece, mi ha preso il cazzo in bocca e l'ha leccato fino all’ultima stilla.
Abbiamo passato il resto del pomeriggio nudi a chiacchierare e mi hanno chiesto di restare a cena. Ho accettato e la notte abbiamo scopato ancora Paola ed io le ho anche fatto il culo. Da allora, regolarmente, due volte al mese, vado da loro o loro vengono da me per scopare insieme. L’ultima volta mi hanno messo al corrente di una sorpresa:
«Paola è finalmente incita!»
Io li ho guardati e loro, sorridendo, mi hanno tranquillizzato.
«Tranquillo! È nostro figlio! Nessuno ti chiederà mai gli alimenti!»
Quella sera ho scopato Paola con un piacere, ancor più intenso.
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1 year ago
baxi18, 55
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È la mia natura di cuckold.
Mi chiamo Sergio, ho 25 anni, sono di media statura, occhi e capelli neri, un fisico normalissimo ed una dotazione non esagerata, anzi, nella media. Da due anni sono fidanzato Paola, una bella ragazza di 22 anni. Alta quanto me, dagli occhi chiari, una quarta taglia di seno ed un culetto da favola, che sormonta due belle gambe lisce e ben tornite. Cira due mesi fa, in piena estate, siamo andati una settimana insieme al mare, in Sardegna. Un bel volo e poi, con un’auto presa a noleggio, abbiamo raggiunto il sud dell’isola. Preso possesso del nostro alloggio, siamo andati in spiaggia e subito io le ho fatto una proposta:
«Amore, perché non ti metti in topless?»
Lei mi ha guardato quasi infastidita.
«Ma sei matto? Mi vergogno: qui ci son tutti quelli del residence.»
Io però ero voglioso ed ho cercato di convincerla.
«Dai, solo per un po', per vedere quanto interesse riesci a suscitare.»
Conoscendo la vena esibizionista di Paola, cerco di sfruttarla. Alla fine lei ha ceduto e si è tolto il sopra del costume. Subito tre ragazzi, che erano nelle vicinanze, si son messi a fissarla, facendola eccitare. Io mi ero già eccitato appena ho visto che se l'era tolto ed ora, a vederla così desiderata mi ha travolto ancor di più. Lei se n'è accorta e mi ha chiesto se fossi contento.
«Ma non sei geloso?»
Io, in preda alla libidine, le ho sorriso.
«No, amore, a me non dà affatto fastidio! Anzi, la cosa mi eccita molto!»
Lei ha scosso il capo, aggiungendo:
«Sei un porco!»
Poi, stanchi del viaggio e tutto il resto, ce ne siamo andati al nostro alloggio, per organizzarci per la cena. Fatta una bella doccia, lei ha indossato una mini molto corta nera, con dei sandali con il tacco a zeppa, abbastanza alto da farle inarcare il suo bel culo; sopra aveva indossato un top giallo che copriva un reggiseno a fascia. Abbiamo iniziato a girare per il paese, alla ricerca di un posto per cenare, ma era pieno dappertutto. Quando siamo giunti in una pizzeria, il gestore ci ha detto che non aveva posto e, mentre uscivamo dal locale, ci hanno chiamato.
«Ehi, ragazzi, venite: qui c’è posto!»
Ci siamo girati e abbiamo riconosciuto i tre della spiaggia. Guardo Paola e ricevo un suo cenno d'assenso; cosi ci avviciniamo e loro ci fanno un po’ di posto. Subito mettono Paola in mezzo a due, mentre io mi ritrovo dall’altro lato, con il terzo.
Si presentano: Luca, Fabio e Carlo. Io sono con Carlo, mentre Paola è in mezzo a Luca e Fabio. La cena si rivela divertente. Essi sono tre amici che hanno appena finito l’università e si son presi un po’ di respiro. Fra una risata ed una birra, arriva il momento di andare a dormire, ma restiamo d’accordo con loro che ci si vede il giorno dopo, per andare con la nostra auto in giro a trovare spiagge meno affollate. Durante la serata ho notato che Paola spesso faceva dei movimenti un po’ strani ed ho ipotizzato che forse le toccavano le cosce. Infatti, più tardi, nella nostra camera, lei me lo ha confermato.
«Quei maiali mi palpavano le cosce. Ero sul punto di alzarmi e venir via, ma tu, non ti sei accorto di nulla? Domani non mi metto in topless, se ci sono anche loro.»
Io le ho sorriso ed ho messo una mano fra le cosce, trovandola bagnata.
«Sei eccitata! Allora non ti è dispiaciuto sentirti palpare!»
Lei mi è salita sopra e se lo è infilato dentro! Era un lago!
«Sei un porco! Certo che mi sono eccitata! Pero mi scoccia! A te non dà fastidio? Voglio dire: loro ci provano con me e tu te la ridi?»
Ho preso a scoparla forte e le ho detto che, al contrario, mi eccitava.
«Non mi dà fastidio, anzi mi eccita saperti desiderata e, chissà, anche scopata!»
È venuta subito! Si è distesa e me lo ha preso in bocca, gli son venuto in gola subito dopo. Ha ingoiato e poi mi ha baciato.
«Porco! Sei un porco ed anche un aspirante cornuto! Guarda che se mi provochi, io ci vado con loro e poi le corna te le ritrovi tu!»
Mi son sentito al settimo cielo! La mattina dopo, mentre facevamo colazione, sono arrivati i nostri amici e, insieme, siamo andati su una spiaggia che era piuttosto distante da tutte le altre. Giunti in quel posto, abbiamo notato che non c’era quasi nessuno. Dopo un poco, le ho suggerito di mettersi in topless e lei, anche se po’ riluttante, ha aderito. Luca era l’unico dei tre che non era andato a far il bagno e, quando l’ha vista, ha fatto due occhi da orco.
«Wow! Che spettacolo! Che tette! Sei un bel vedere!»
Il mio cazzo è diventato subito duro. Lei mi ha guardato ed ha scosso il capo, poi si è alzata e se n’è andata verso il mare, dove c’erano già Fabio e Carlo. Anche Luca l’ha seguita ed io mi godevo lo spettacolo nel vederla in acqua, con le tette in bella vista. I tre si sono avvicinati ed hanno preso a giocare con lei.
Facevano a gara per starle vicino e la toccavano. Lei fingeva di adirarsi, ma, quando è torna in spiaggia, aveva i capezzoli belli gonfi e duri: chiaro sintomo della sua eccitazione! Ci siamo messi ad asciugarci, quando, d'un tratto, una nuvola molto scura ha coperto il sole.
«Forse è meglio che ce ne torniamo, altrimenti ci becchiamo un forte temporale!»
Il suggerimento di Luca è stato subito accettato da tutti. Appena il tempo di avvicinarci alla macchina, che è venuto giù uno scroscio d’acqua, che ci ha inzuppati tutti. Rapidamente sono arrivato al nostro alloggio, che era il più vicino, e siamo entrati tutti dentro. Paola è andata a far la doccia, mentre noi tre ci siam fatti una birra. Luca mi ha detto che Paola era una gran bella scopata.
«Sei fortunato ad avere una bella fica come lei.»
Io li ho guardati tutti e poi, scherzando, gli ho chiesto:
«Ma voi davvero la scopereste Paola?»
Loro si son dati un'occhiata ed hanno annuito. Allora io gli ho detto che potevano farlo, sempre che lei fosse d'accordo. Appena è uscita dal bagno, io l’ho abbracciata e le ho avanzato una proposta.
«Amore, abbiamo l’occasione di far un gioco molto erotico con loro: facciamoli divertire un po’; mi pacerebbe che ti facessi scopare da loro!»
Lei mi ha guardato non troppo stupita, ma, per salvare un minimo di apparenze, ha protestato in maniera molto blanda.
«Farmi scopare da loro? Ma sei veramente un porco e anche cornuto! Scordatelo!»
Mentre parlava però, mi son messo dietro di lei ed ho preso ad accarezzarla dietro la nuca, che so esser una cosa che la manda subito in tilt.
«Dai, amore, poi ti facciamo un bel regalo tutti e tre!»
Lei ormai illanguidita dalla prospettiva di una bella scopata, ha dato un colpo di coda a me, facendomi impazzire.
«Ok, ma tu dovrai star a guardare! Se ti devo farti cornuto, tu, al massimo, ti seghi e basta!»
Mi è scoppiato il cazzo nei pantaloni!
«Ok, amore, è fantastico! Non vedo l’ora di vederti all’opera!»
Lei ha fatto un sorrisetto e poi se n'è di nuovo andata in bagno. Io son rimasto con loro e li ho istruiti a dovere.
«Ok, allora potrete farle di tutto! Voglio vedere come ve la scopate in tutti i modi possibili, culo compreso. Alla fine, però, le dovete sborrare in bocca. Io resterò qui a guardare come la tratterete da troia!»
Ho visto i loro occhi brillare di una luce sinistra, che, per un attimo, mi ha un po’ impensierito, ma si è subito dissolto. Paola è tonata e, immediatamente, Luca le ha messo il cazzo in bocca.
«Succhia, troia! Adesso ti facciamo capire cosa significa godere!»
Mentre lei succhiava, Fabio l’ha fatta mettere in ginocchio sul letto ed ha appoggiato il cazzo, da dietro, sulla fica, per poi penetrarla di colpo.
«Cazzo, questa vacca è già fradicia!»
Carlo che tra i tre era il più dotato, soprattutto in conferenza, è rimasto un po' in disparte a guardare e, quando Fabio si è ben posizionato, ha fatto girare e distendere Paola su di lui e, con calma, le è entrato in culo. Io intanto mi stavo segando, mentre quei due godevano della mia ragazza. Paola, ogni tanto, mi guardava con occhi colmi di malizia, mentre ora tutti e tre se la scopavano in ogni buco. La stavano sfondando ed hanno iniziato anche ad insultarmi.
«Guarda, cornuto! Guarda la tua ragazza come scopa con noi. Ti piace veder la tua ragazza chiavata? Adesso te la apriamo ben bene! Vedrai come te la troverai aperta. Bravo Carlo, che le hai aperto bene il culo. Adesso, però, lasciaci godere un po’ anche a noi! Vogliamo inculargliela anche noi, la ragazza!»
Così, a turno, tutti e tre se la sono inculata a fondo e, mentre la sfondavano, continuavano ad insultarmi. Io ci godevo da perfetto maiale.
«Cornuto, guarda come gode a farsi rompere il culo!»
Poi hanno chiesto a Paola se ci provava gusto.
«Ti piace farti fottere da noi? Godi? Ti fanno godere i nostri cazzi? Più di quello del cornuto? Rispondi puttana!»
Paola si è tolta il cazzo dalla bocca e ha risposto un languido "si".
Luca allora le ha schiaffeggiato i seni e l’ha esortata a parlare più forte.
«Parla più forte, troia! Fa sentire al cornuto quanto ti piace goderti i nostri cazzi!»
«Sì, mi piacciono tanto e me li sto godendo alla grande. Godo! Sì!»
Io mi stavo già segando furiosamente e, nel sentirla, quasi sborro all'istante. La vedevo in balia di quei tre che si chiavavano la mia Paola. Anche loro erano però vicini al piacere. Carlo li ha esortati a venire insieme.
«Ok, ragazzi, adesso le sborriamo tutti in bocca, e tu, cornuto, vieni qui davanti, cosi vedrai bene come se la ingoia tutta, la nostra crema!»
Paola si è messa in ginocchio davanti a loro, che, a giro, le hanno riempito la bocca di crema. Alla vista della bocca di Paola piena di sperma, non ho resistito e ne ho schizzato anch’io una gran quantità. Lei ha ingoiato e pulito i loro cazzi alla perfezione e, poi, anche il mio è finito nella sua bocca per la pulizia finale.
Quando si è alzata, mi ha baciato in bocca, facendomi sentire il sapore della loro sborra e poi, con un sorriso senz'altro sarcastico, ha decretato le nuove condizioni.
«Adesso sei contento, amore?»
Io le ho sorriso ed ho annuito; lei, allora, ha continuato.
«Bene, ne son felice, perché mi son davvero divertita e, da questo momento in poi, a questo gioco non ci rinuncio più!»
Io l’ho abbracciata, baciata e le ho risposto che ne ero molto felice; così per il resto della vacanza, loro se la son scopata in continuazione.
Poi, una volta tornati a casa, abbiamo iniziato a divertirci frequentando siti e locali per scambisti, anche se io resto sempre molto affascinato quando la vedo sfondata da più maschi: è la mia natura di cuckold che ha il sopravvento!
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1 year ago
baxi18, 55
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Accade tutto di venerdì – seconda parte
Il nostro incontro a tre, pianificato e attuato qualche tempo prima con la mia compagna Veronica, è stato sorprendente e fantastico. Ne parlavamo tra di noi ogni qual volta il sesso era argomento di conversazione.
Da allora, prima di riuscire ad organizzarne un altro è intercorso un po’ di tempo. Le difficoltà che la vita di tutti i giorni impone e, non ultimo, la difficoltà di individuare la persona adatta sono stati i principali impedimenti.
Avendo più tempo libero per via dei giorni di festa, siamo riusciti a programmarne uno tra Natale e Capodanno. Ci dicevamo che quello sarebbe stato il nostro reciproco regalo.
Il partner che Veronica ha individuato online e poi contattato per un incontro in presenza è molto bello ma soprattutto, come diceva sempre: “Deve essere ben fornito.”
Il suo nome è Omar, la sua carnagione è tendente all’olivastro, come molti uomini del meridione. È molto alto, circa un metro e novantuno ed è molto dotato. Lui, con palese orgoglio, afferma che è lungo 24 centimetri e non è possibile dubitarne viste le sue foto. In effetti, anche in presenza, la sua verga si è rivelata lunga e grossa, molto ben fatta, dura e nerboruta.
Prima dell’incontro Veronica era totalmente presa sia dalla bellezza sia dal suo pene ma, anche, se non soprattutto, era attratta dai suoi modi di relazionarsi con noi, pacati e garbati. Continuava a dire ogni volta che ne parlavamo: “Che bella persona che deve essere Omar, ho proprio voglia di conoscerlo meglio”.
Nel primo incontro a tre Veronica aveva voluto gestire tutto organizzando l’evento in modo maniacale, questa volta eravamo d’accordo nel non ipotizzare nulla e fare in modo che tutto si svolgesse spontaneamente.
Per conoscere meglio Omar ci siamo dati appuntamento in un bar del centro. Dopo l’imbarazzo iniziale che naturalmente si prova in queste occasioni, tutto si è svolto senza alcuna difficoltà, con cordialità e con molta soddisfazione da parte di tutti. In quella occasione, Veronica ha invitato Omar per una cena, indicando il sabato successivo come data, il dopo cena, come disse lei esplicitamente: “Sarebbe stato tutto da scoprire.”
Omar accettò ben volentieri, quindi, ci salutammo dandoci appuntamento per sabato.
Veronica per quella sera aveva preparato una cena a base di pesce, con abbondante vino bianco molto freddo.
L’abbigliamento che aveva pensato per la serata era estremamente sexy; la gonna di un bel rosso intenso, cortissima e molto aderente, metteva in mostra la sua bella figura, soprattutto la linea del lato B, molto apprezzata da tutti i maschietti che la incontravano. La camicetta bianca di seta lasciava intravedere tutto quello che c’era sotto, non avendo messo il reggiseno l’impatto visivo era veramente accattivante. Le calze autoreggenti e il perizoma che indossava completavano il suo abbigliamento. Indossava, inoltre, un paio di scarpe rosse con tacco alto che slanciavano la sua figura.
Quando Omar suonò alla porta all’orario convenuto, Veronica volle che andassi io ad accoglierlo, cosa che feci molto volentieri.
Ci accomodammo in salotto, gli offri un drink e iniziammo a conversare un po'. Scusandomi, gli chiesi l’origine del suo nome e lui, senza nessun imbarazzo mi rispose: “Omar è un nome di origine araba ed ebraica, lo ha scelto mio padre, il quale ha vissuto, lavorando per diversi anni nelle ambasciate italiane all’estero, sia in Israele e sia in Giordania”.
Lui mi spiegò, inoltre, di essere circonciso non per questioni religiose ma per un problema medico. Questa sua caratteristica fisica e il suo nome spesso conduce le sue partner a confondere la sua origine.
Dopo qualche minuto, fece il suo ingresso nella stanza Veronica. Era molto bella e sexy. Si sedette accanto a Omar sul divano e parlammo per un po’ come amici che si conoscevano da sempre. In effetti quell’imbarazzo che naturalmente si dovrebbe provare in situazioni del genere non si è manifestato, almeno per noi, forse per Omar le cose erano un po' diverse. Ma tutto svanì una volta seduti a tavola per la cena.
Infatti, Veronica ci invitò a sederci al tavolo già apparecchiato e iniziammo a cenare. Tutto prosegui in modo perfetto, il cibo era ottimo e il vino scorreva abbondantemente.
Dopo il dessert e qualche bicchierino di una buona grappa eravamo tutti alquanto alticci. La discussione, pertanto, divenne sempre più indirizzata al sesso.
Veronica, avendo sentito quanto Omar mi aveva detto circa l’essere circonciso volle fargli una domanda: “Caro, l’essere circonciso quindi avere la rimozione del prepuzio cosa comporta nel fare sesso? Un vantaggio o uno svantaggio?”
Lui, senza evidente imbarazzo e con dovizia di particolari le rispose: “Un pene circonciso è anatomicamente diverso da un pene al naturale. Il prepuzio, infatti, può contare circa mille terminazioni nervose, in buona parte sacrificate dal bisturi nel caso della circoncisione. La conseguenza più rilevate è l’esposizione del glande che può determinare una riduzione di sensibilità e il bisogno di maggiore stimolazione per raggiungere l’orgasmo, di questo te ne accorgerai sicuramente se ci sarà un seguito alla cena.”
Veronica, con un sorriso ammiccante, rispose con un cenno di consenso del capo.
Naturalmente, anche con l’aiuto dell’alcol, l’imbarazzo che queste situazioni potevano far insorgere, si dileguarono dopo esserci seduti di nuovo sul divano, le nostre mani e la nostre menti passarono all’azione.
Omar sbottonò la camicetta di Veronica e iniziò a palparle le tette ed a baciare e stuzzicarle i capezzoli.
Io, alzando per quanto possibile la gonna di Veronica, ho iniziato a stuzzicare il suo clitoride.
Lei si girò verso Omar e gli tirò giù la cerniera dei pantaloni e, entrando una mano dentro la patta, iniziò ad accarezzare il suo cazzo esclamando: “Caspita Omar, ma hai una verga meravigliosa, me ne compiaccio e lo voglio vedere fuori.”
Lui annuì con un cenno del capo.
Vidi Veronica avvicinarsi di più ad Omar, e con un movimento rapido, tirare fuori dagli slip la sua verga accarezzandola per farla diventare dura. Erano ora evidenti le sue fattezze e la sua condizione di circonciso.
Una volta ottenuta la sua attenzione, facendolo diventare già quasi completamente duro con la mano, si abbassò su quel grosso pezzo di carne e, con molta fatica, lo fece entrare nella sua bocca.
In effetti era un grosso attrezzo, dalle dimensioni veramente ragguardevoli, non so se di 24 centimetri ma sicuramente ci andava vicino.
Dopo alcuni minuti di preliminari, ci siamo trasferiti, per stare più comodi, nella stanza da letto.
Veronica ha iniziato a denudarsi, completata l’operazione, abbiamo iniziato noi due uomini a spogliarci e, poi ci siamo sdraiati sul letto accarezzandoci i cazzi per farceli diventare duri.
Veronica ci osservava e, lentamente, con il solo perizoma addosso, salì sul letto e si posizionò tra di noi.
Io le ho sfilato il perizoma e le ho iniziato a toccarle le labbra della figa e il suo clitoride mentre lui le leccava e succhiava le tette.
Mi sono chinato mentre la toccavo e togliendo l’attenzione dalla figa di Veronica ho iniziato a leccare la cappella di Omar.
Lui, un po’ sorpreso, chiese: “Cosa me pensi, ti va che il tuo compagno mi succhi il cazzo?”
E lei: “Mi piace molto, è molto sexy e mi eccita davvero.”
Era davvero eccitante avere il suo grosso cazzo in bocca. Mi sono spostato tra le sue gambe e ho invitato Veronica a unirsi a me. Noi due ci siamo scambiati il cazzo l’un l’altro, succhiandolo con tutte le nostre forze.
Veronica mi ha sorpreso perché è riuscita a prenderlo quasi per intero in bocca.
Ci siamo baciati con la punta del suo cazzo premuta contro entrambe le nostre labbra. Omar continuava a dire quanto fosse bello sentirci entrambi sopra.
Io leccavo l'asta mentre lei succhiava la cappella, poi invertivamo i ruoli ed io prendevo la cappella in bocca e la succhiavo e lei gli leccava l’asta e le palle.
Dopo un po’, ho lasciato sola Veronica nell’operazione e, girando intorno a lei, mi sono posizionato dietro e ho iniziato a scoparla mentre lei prendeva il cazzo di Omar in bocca.
Lei lo lavorava con una intensità pazzesca, lo succhiava e lo leccava, lo portava dentro e lo tirava fuori con rapidi movimenti maneggiando sempre la parte dell’asta che non riusciva ad ingoiare.
Io continuavo a pompare il mio cazzo dentro di lei, stavo quasi per venire ma volendo far godere prima Veronica, ho fermato il mio movimento e sono sceso sotto di lei per stuzzicare con la lingua il suo clitoride, ho anche infilato due dita dentro il suo buco del culo mentre lei continuava a lavorarsi con la bocca Omar.
Dopo non molto, sentii le sue membra vibrare per l’orgasmo e il suo ano contrarsi ritmicamente. Lei con un grido di piacere era venuta in modo molto rumoroso, evidentemente le era piaciuto tutto.
Anche se nelle discussioni fatte prima dell’incontro avevamo detto che tutto si sarebbe svolto senza programmare nulla ma lasciandoci condurre dalle situazioni, potevo vedere che Veronica era totalmente presa dal cazzo di Omar, quindi le ho suggerito di provarlo, di farsi scopare la figa.
Ovviamente a lei andava bene, e con un sorriso malizioso sul volto mi disse: “Se ti fa piacere proverò a prenderlo!!!” Quindi si posizionò in ginocchio sul letto alla pecorina per ricevere quell’enorme cazzo.
Omar non si è fatto pregare due volte, si è posizionato dietro di lei dicendo: “Ora ti farò provare l’ebrezza del piacere intenso, preparati che ti scopo alla grande.”
Con un movimento rapido ha infilato il suo cazzo nella figa di Veronica, il rumore che ha fatto questa operazione si è riverberato per tutta la stanza. I gridolini usciti dalla gola di Veronica confermavano sia il dolore patito ma, soprattutto, il piacere nel ricevere quel grosso membro dentro di lei.
Omar, con delicatezza lo fece scivolare lentamente dentro la sua figa prima di iniziare a cavalcarla con veemenza. Io mi godevo la vista da vicino sdraiato sotto Veronica, al contempo gli succhiavo le palle e gli leccavo il buco del culo.
Le ho chiesto: “Come va cara, tutto ok?”
Lei rispose con mezze parole tra gridolini e sospiri: “Si …. No …. Ahuuuurg … è veramente grosso e lungo ….. fa un po' male però le sensazioni che provo sono meravigliose.” Poi, rivolgendosi ad Omar disse: “Continua così fammi morire dal piacere con il tuo cazzo dentro di me.”
Io, a quel punto, mi sono alzato e mi sono posizionato davanti a Veronica in modo che lei potesse prendere il mio in bocca.
Veronica è letteralmente impazzita cavalcata da quel grosso cazzo, diceva ripetutamente: “Ahuuu!!! Omar sei meraviglioso, continua così, mi stai facendo impazzire. Impalami con il tuo cazzo e sfondami tutta.”
Dopo un po' Omar ha fatto girare Veronica nella posizione del missionario, le ha messo le gambe sulle sue spalle, ed ha fatto scivolare il suo pene dentro di lei e ha continuato a martellarla.
La sentivo urlare dal piacere e, all’improvviso, fremere per tutte le sua membra in un orgasmo molto violento e lungo. Più tardi mi disse che era venuta più volte quando Omar la montava. Per tutto il tempo della cavalcata Veronica mi ha succhiato, afferrandomi dalle chiappe e trascinandomi dentro di sé. Potevo vedere quell'enorme cazzo entrare nella sua figa per tutta la sua lunghezza, fino in fondo dentro di lei. Era davvero hot guardare pomparlo dentro e fuori.
Dalla intensità delle urla di godimento di Omar pensavo che avesse già raggiunto l’apice del piacere ed era pronto per spruzzare tutto il suo sperma, in realtà, non era così.
La sua resistenza era veramente sorprendente. Sicuramente era anche merito della circoncisione.
Dopo innumerevoli andare e vieni, ha estratto il suo pene dalla figa di Veronica e si è sdraiato di schiena sul letto chiedendogli di posizionare la sua figa in faccia per poterla leccare e gustare. Lei lo fece immediatamente.
Io e Veronica facevamo a turno a segare e a succhiare il cazzo di Omar. Potrei dire che Veronica era totalmente incantata dalle sue dimensioni, non riusciva a distogliere lo sguardo mentre menava e succhiava la grossa e lucida cappella.
Io mi sono avvicinato e ho messo il mio cazzo contro il suo e li ho uniti entrambi. Il confronto era del tutto improponibile. Veronica mi ha aiutato in questa mia operazione afferrando entrambi i cazzi tenendoli saldamente insieme, poi ha iniziato a leccarli e succhiarli passando dall'uno all'altro.
Le sensazioni che provavo erano così intense che non sono stato più in grado di trattenermi. Ho detto, con un gridolino: “Sto per venire, è tutto troppo forte non ce la faccio più!!!”
Veronica, tenendoci sempre insieme, mi disse: “Dai spruzza il tuo sperma sul cazzo di Omar.”
A quell’incitamento, e soprattutto per il movimento delle mani di Veronica, non sono più stato in grado di trattenere il mio orgasmo e mentre Omar leccava e succhiava la sua figa e il suo buco del culo, gli ho sparato tutto il mio seme. Una quantità ed una sensazione di piacere sicuramente più intensa del solito, continuavo a schizzare flotte di sperma.
Veronica, subito dopo, ha afferrato il cazzo di Omar ricoperto dal mio sperma e l'ha iniziato a succhiare con molta intensità. Lei lo ha pompato lungamente chiedendogli di venire nella sua bocca ma lui, imperterrito, riusciva a resiste.
A quel punto Omar disse a Veronica: “Se vuoi che io venga devi concedermi di più, permettimi di trapanarti il culo.”
Vidi sul volto di Veronica una espressione che andava dal lusingato al perplesso. Era in dubbio se accettare o meno. Prendere un cazzo così grosso le avrebbe procurato sicuramente molto dolore ma, allo stesso tempo, un piacere che fino ad allora non aveva mai provato.
Si girò verso di me e disse: “Cosa mi consigli di fare, il suo cazzo è impegnativo, devo accettare o meno?”
Non sapevo cosa dire e rimasi un attimo a pensare, poi le risposi: “Cara è una tua decisione, devi essere tu a dare o meno il consenso, in fondo il buco è tuo. Per quanto mi riguarda appoggerò ogni tua decisione.”
Dopo qualche secondo di riflessione, Veronica disse: “Certo che voglio farlo, quando mi capiterà di nuovo una possibilità del genere.”
Rivolgendosi a Omar: ”Per aiutarti a venire accetto la tua proposta, però, se per te va bene gestirò la prima fase.”
Omar acconsentì e, a quel punto, Veronica ha afferrato il suo cazzo e mettendosi a cavalcioni su di lui ha iniziato a provare a farlo entrare nel suo culo. Viste le dimensioni questa era una operazione alquanto complessa che ha richiesto del tempo, prima per lubrificare con del gel sia il buco che la verga, poi per allargare lentamente l’ano di Veronica.
La stessa, facendo queste operazioni, disse: “Dai Omar, io ti darò il mio buco del culo, tu fammi il dono del tuo sperma, vieni dentro di me.”
Con questa incitazione, alla fine, con una spinta più intensa da parte di Veronica, il cazzo di Omar è penetrato dentro di lei. Si è sentito un grido di dolore: “Hauggg!!! È enorme.“ e si è tirata indietro.
Omar, prendendo l’iniziativa, si misi dietro di lei che aveva fatto appoggiare sul bordo del letto, a quel punto il suo cazzo era perfettamente allineato con il buco del culo.
Veronica era ancora titubante, lui le disse: "Oooooh, non preoccuparti, non sei la prima donna con cui l’ho fatto, farò in modo di penetrarti con delicatezza, però poi lo metterò tutto dentro."
A quel punto ha messo la mano sinistra sulla sua natica e ha usato la mano destra per puntare la testa del cazzo verso il suo piccolo foro. Appena entrata in contatto carnale lui ha fatto un movimento in avanti, spingendo la verga. Il buco ha resistito ma lui ha continuato. Pian piano, il buco si allargò attorno alla testa del cazzo mentre spingeva ulteriormente, lei emise un forte gemito.
Questo movimento lento ma incisivo ha consentito di far entrare la cappella dentro l’ano di Veronica, poi, pian piano, l’intero pene fino in fondo per tutta l’asta. A quel punto, le sue natiche rotonde erano aderenti al bacino di Omar.
Il cazzo era così grande e il buco era così stretto che ad ogni movimento di Omar si sentiva un gemito di Veronica. Si sentiva il suo respiro pesante.
Dopo questa fase, Omar ha tirato fuori il suo cazzo lasciando dentro solo la cappella, stretta saldamente dal suo ano. Poi ha afferrato Veronica per i fianchi ed ha sbattuto dentro di lei tutto il suo cazzo. Le sue palle rimbalzavano sulle natiche rotonde con un rumore inconfondibile.
I precedenti gridolini di dolore mutarono sempre più in gridolini di piacere. Alla fine, lei urlava di piacere e la su eccitazione era evidentemente al massimo. Ad ogni penetrazione in profondità con il ritorno indietro erano contornati da gemiti di piacere di Veronica.
Omar, ritmando il suo movimento, ha iniziato a sbatterla prima velocemente poi lentamente, alternando i movimenti con alcuni secondi di fermo. Veronica lasciò crollare la parte superiore del corpo sul materasso, appoggiando la testa e tenendo il sedere in aria.
Omar continuò a fotterla per un lunghissimo tempo. La stanza era piena dei suoni delle palle che schiaffeggiavano il culo, del letto che scricchiolava sotto la spinta poderosa, dalle urla e dai grugniti di entrambi.
Lui è andato avanti in questo movimento per diversi minuti, molto più a lungo di quanto mi aspettassi, ma quando è arrivato all’orgasmo, avresti potuto sentirlo urlare dal piacere anche dall'altra parte della strada: “Aaaaaaahhhhhhh!!! Non mi sono trattenuto per nulla cara. Ti ho infilato il cazzo così in alto nel culo che le mie palle erano parzialmente dentro di te.” Disse Omar.
Il suo grido di piacere faceva comprendere come dopo tanto andare l’orgasmo finalmente era stato da lui raggiunto con estremo piacere.
Dopo aver goduto, lui si è fermato per assaporare tutte le sensazioni che quella condizione le provocava.
Veronica poiché era così stretto tra le sue pareti, poteva sentire il suo cazzo pulsare ancora, poteva sentire ogni schizzo di sperma che spruzzava dentro di lei. Era sicuramente il massimo che le fosse mai capitato.
Dopo aver finito, Omar si adagiò sulla schiena di Veronica lasciando il suo cazzo dentro di lei, con il suo sperma che iniziava a uscire fuori dalle viscere. Aveva gli occhi chiusi, avrebbe potuto semplicemente restare lì dietro di lei per molto tempo, e disse: "Mi sei piaciuta molto Veronica, il tuo culo era così stretto che ho avuto fortissime sensazioni, ho goduto alla grande, come è stato per te?"
Veronica gli rispose: "Oh mio Dio, è stato meraviglioso, sono tutta ancora un fremito."
Io l’ho guardata negli occhi e le ho sorriso dicendo: "Bene, credo che per tutti è stata meraviglioso questa serata”.
Omar uscendo il suo cazzo che lentamente si stava ammorbidendo si adagiò sul letto, Veronica si appoggiò con le tette sul suo petto ed io, per rilassarmi, mi sdraiai accanto loro.
Veronica, baciando Omar, continuò con le sue parole di apprezzamento, disse: “Che sensazione meravigliosa, mi hai scaricato il tuo seme dentro e pur avendolo tirando fuori la tua verga la sento come se fosse ancora dentro di me. Quando stavamo pianificando questo incontro non avrei mai immaginato di poter godere così intensamente, grazie per questo Omar.”
Ci eravamo divertiti davvero tutti e tre, sdraiati sul letto ci siamo rilassati. Siamo rimasti lì parlando per circa mezz'ora, poi ci siamo alzati e poco dopo lui si è rivestito e se n'è andato.
Io e Veronica abbiamo fatto la doccia e dopo ci siamo seduti sul divano del salone abbracciandoci.
Immaginavo che Veronica fosse venuta molte volte e, discutendo, continuavo a prenderla in giro per questo. Gli dicevo: “Da ora in poi, se non c’è Omar o un altro delle sue dimensioni, come farai? Sembravi totalmente estasiata dal suo corpo, dal tono e dal colore della sua pelle e da tutto il resto, come farai a godere di nuovo?”
Lei rispose a tono dicendomi: “La mia vagina e, soprattutto, il mio culo sono molto doloranti, probabilmente avrò difficoltà a camminare domani. Non voglio assolutamente un grosso cazzo del genere dentro di me regolarmente, è troppo impegnativo. Certo che il piacere provato durante l’intera serata mi piacerebbe riprovarlo, non certo domani o dopodomani, ne dovrà passare di tempo prima. Ovviamente mi piacerebbe mantenere i contatti con Omar, è proprio un bel tipo.”
Con un cenno del capo confermai la mia risposta positiva alla sua richiesta.
Nei giorni successivi, tutto ritornò alla routine di sempre, anche se l’idea di un nuovo incontro con Omar, con cui mantenemmo i contatti, veniva fuori ogni volta che facevamo sesso.
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1 year ago
Al2016,
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Che gran troia mia moglie!
Mi chiamo Alberto, 47 anni e da 22 sono sposato con Maria. Lei è una persona davvero dolce e simpatica, che piace a tutti. Abbiamo più o meno la stessa altezza, circa 1,80. Io capelli brizzolati e fisico leggermente in sovrappeso per la vita sedentaria, cui mi sottopone il mio lavoro da impiegato, mentre lei lavora come assistente sociale. Ha 45 anni, è mora di capelli, dagli occhi castani, ha una bocca con labbra abbastanza carnose ed il seno di una buona terza misura. Il ventre non è proprio piatto, perché anche lei ha un principio di pinguedine, ma, a mio avviso, la cosa la rende, se possibile, ancor più attraente. Il culo è abbastanza alto e sodo ed anche le cosce sono abbastanza snelle. Da circa cinque anni, abbiamo iniziato a fare qualche gioco trasgressivo con coppie conosciute in certi locali scambisti. All’inizio, per me è stata un po’ dura ad accettare il suo lato selvaggio e vizioso che, in certi momenti, la fa comportare da vera troia! Come ho scoperto in seguito, prima di iniziare questo nostro gioco, lei mi aveva già tradito all'inizio della nostra relazione e, da allora, si era data al piacere molte altre volte, a mia insaputa. Dopo questa presa d'atto, abbiamo iniziato a discutere sul tradimento e, per giorni, abbiamo intrapreso discussioni che sembrava non portare da nessuna parte. Io ero fermamente convinto che il sesso fatto di nascosto era puro e semplice tradimento, mentre lei sosteneva che quel tipo di sesso non era altro che un momento di svago, perché, in assenza del compagno, la donna era portata a lasciarsi andare con un’altra persona, purché, e questo era importante, avesse poi il coraggio di confessare al partner, l’avvenuta scappatella. Questa discussione si stava protraendo da alcuni giorni ed era ancora in atto, quando, per allentare un po' la tensione e svagarci, abbiamo deciso di andare in un locale da ballo, dove, in prevalenza, veniva eseguita musica allegra sui ritmi sudamericani. Ad entrambi piace molto questo genere di musica e, fra un ballo e l’altro, il discorso era di nuovo tornato sul fatto che, per me, una cosa fatta di nascosto, era da considerarsi tradimento, aggiungendo che quel tipo di divertimento sarebbe stato tale anche per me, se avessi potuto eccitarmi, fisicamente e mentalmente, nell'assistere alle sue chiavate. Al che, lei ribatteva:
«Invece credo che, se mi vedessi scopare con un altro, ci resteresti male; son certa che la tua gelosia ti farà andare fuori di testa. Perciò ritengo e sostengo che è molto meglio farlo a tua insaputa.»
Io, per niente d'accordo su quel suo modo di vedere, ho scosso il capo, continuando a sostenere la mia versione sul tradimento. Per l’ennesima volta la discussione era in perfetto stallo, così lei, quasi per sfidarmi, mi disse che mi avrebbe dimostrata la fondatezza del suo assunto: si sarebbe fatta chiavare da un altro sotto i miei occhi, certa che ne avrei sofferto.
Io, allora, le ho ribadito che, se voleva, poteva benissimo provarcisi e lei non si è persa d’animo. Si è guardata intorno e mi ha detto:
"Va bene: adesso trovo chi mi scopa e tu starai lì a vedere".
Ho sollevato il bicchiere del drink e, con quel gesto, le ho indicato la pista da ballo, invitandola a darsi da fare. In effetti la sala da ballo era gremita da tanti bei ragazzi, giovani e ben vestiti e, soprattutto, pieni di fascino. Ce n’erano per tutti i gusti e, offrire a mia moglie la possibilità di mischiarsi tra loro, era un chiaro invito a provarci con una splendida Milf. Quando ha iniziato a ballare, almeno due ragazzi le si sono avvicinati ed hanno iniziato a ballare e chiacchierare con lei. Potevo vederla flirtare, ridere e divertirsi; di tanto in tanto mi guardava negli occhi e ci limitavamo a scambiarci sorrisi. Ammetto che, in quel momento, si manifestava, dentro di me, una vera e propria tempesta di sensazioni. Fingevo indifferenza, ma, in realtà, ero roso dalla gelosia e, nel contempo, dal basso ventre cresceva prepotente la mia erezione. Dopo un’oretta, lei è tornata al tavolo seguita da tre ragazzi, dall’età apparente di una trentina di anni. Loro mi hanno guardato incuriositi e lei me li ha presentati, dicendo che ero un amico che l'aveva accompagnata a ballare. I tre si sono presentati. Il più alto, Michele, la teneva stretta per un fianco e, dall’altro lato, c’era Luigi, che dei tre era quello più basso, mentre ancora l’altro, Luca, sembrava quello dei tre più silenzioso. Dopo aver bevuto un po’, lei è tornata in pista insieme a loro. Vedevo che ballavano stando intorno a lei e, a turno, le si strofinavano da dietro, palpandole sedere e cosce. Quella scena, così oscenamente erotica, stranamente ha fatto svaporare la mia gelosia, facendo subentrare in me una strana eccitazione che, in qualche modo, mi faceva presagire quale sarebbe stato lo sviluppo della serata. Poco dopo la mezzanotte, mi ha riferito che alcuni di quei ragazzi ed un paio di ragazze, stavano andando a un'altra festa privata e lei avrebbe voluto andarci. Naturalmente non ho trovato nulla da obiettare, così lei è salita in auto con tutti e tre. Io, in silenzio, ho seguito il convoglio di macchine fino alla residenza privata, dove si stava svolgendo il partouze. La casa era una bella costruzione posta nel mezzo di un discreto parco e munita di una bella piscina. La festa era in corso nel seminterrato, che si apriva sul cortile, dove musica e liquori abbondavano in un clima sereno ma dall'atmosfera sensuale,
Le luci erano basse e le persone erano impegnate a conversare o sfrenarsi in divertenti balli di gruppo. Erano tutti molto giovani ed io mi son sentito un po' fuori posto, così mi son sistemato all’interno della casa e da lì potevo vedere mia moglie che era vicino al buffet ed appariva molto rilassata, mentre parlava con Michele e Luigi. Intanto io sorseggiavo il mio drink e li osservavo in silenzio. Michele era quello più intraprendente: la teneva stretta per il fianco e spesso le parlava molto da vicino all’orecchio; lei ne rideva, segno evidente che le venivano dette cose piuttosto carine. Dopo un po', sono stato avvicinato da una coppia di ragazze ed abbiamo iniziato a parlare: erano incuriosite per la presenza di uno più grande della massa dei presenti. Io ci ho scherzato un po', dicendo che, in realtà, ero addetto alla sorveglianza e loro, dopo un attimo di esitazione, hanno capito che scherzavo ed abbiamo preso a ridere. Quando mi giro, non vedo più mia moglie. All'inizio ho pensato che fosse andata in bagno, poi, dopo altri cinque minuti, ho pensato che avesse preferito far un giro nel parco. Dopo altri dieci minuti, mi son preoccupato ed ho deciso di fare una breve passeggiata, per vedere se riuscivo a trovarla. Sono uscito nel parco, ma tutto quello che ho visto erano alcune persone a mollo in piscina e, con mio grande stupore, ho potuto notare che erano nudi. Una ragazza mi ha invitato ad unirmi a loro, ma ho gentilmente rifiutato. Ero intenzionato a scovare mia moglie, per informarla di cosa stava accadendo all'esterno. Son rientrato e son salito dal seminterrato al piano di sopra, dove c'erano diverse persone nel soggiorno che non si preoccupavano a farsi vedere mentre si baciavano o si accarezzavano con passione. Mi sembrava sempre più intrigante quella festa. Mi son guardato intorno, cercando di capire dove poteva essersi rintanata mia moglie, quando ho visto Luca che è uscito da una dalle stanze sul retro; ho deciso di dar un'occhiata veloce. Ho seguito un corridoio e, mentre lo percorrevo, potevo sentire dei gemiti provenire dalle varie stanze: una porta si è aperta ed ho visto un gruppo di persone nude, su un letto; mi sono ritrovato con un'enorme erezione, che mi ha portato a chiedermi, ancora più insistentemente, dove potesse trovarsi mia moglie.
Ho continuato a camminare lungo il corridoio, fino all'ultima stanza; è stato allora che ho sentito un suono familiare: era mia moglie che rideva, mi son subito rilassato nel sentirla, perché, in fondo, doveva star bene. Quando sono arrivato alla porta, l'ho trovata semiaperta ed ho preso a guardar dentro con discrezione. Quello che ho visto mi ha stravolto: mia moglie era in ginocchio, completamente nuda, con Michele e Luigi anch'essi nudi, di fronte a lei. Non mi ha visto, perché era troppo occupata a succhiare cazzi duri ad entrambi i ragazzi. Per un attimo la mia gelosia è schizzata al massimo.
Ho avvertito forte il desiderio di irrompere dentro e fermarla, ma, nello stesso istante, ho provato un’eccitazione incredibile: mi piaceva vederla così troia e questo mi ha bloccato. Ero affascinato da ciò che vedevo; mentre la guardavo ho potuto notare con quanto vigore e passione, stesse succhiando cazzi e palle di quei due. Un altro ragazzo, che non avevo scorto prima, mi è passato accanto per entrare nella stanza; quando è entrato, si è voltato e mi ha chiesto se volessi entrare.
«Entra pure! Se vuoi approfittare, non ci son problemi! Questa troia si è già fatta due ragazzi insieme!»
Gli ho sorriso e ho declinato l’invito, dicendo che, per ora, mi piaceva limitarmi ad osservare. Ho di nuovo ho rivolto la mia attenzione su mia moglie. Ora Michele la stava inculando, mentre lei continuava a succhiare il cazzo di Luigi. Il nuovo ragazzo ha iniziato a massaggiarle il seno e, alla fine, ciascuno ha avuto il suo momento per scoparsela. Lei godeva come una pazza ed io avevo il cazzo durissimo. Luigi l’ha fatta girare e si è messo le sue gambe sulle spalle, mentre la penetrava con il suo cazzo: lei godeva e urlava forte il suo piacere.
«Sì, vengo! Ancora: vengo, dai, più forte! Bellissimo! Vengo!»
Lui l’ha scopata come un mantice e, dopo averla fatta godere, essendo anche lui pronto a venire, balzò in piedi e le sborrò su tutto il seno.
«Troia, vengo! Ti ricopro tutta! Che troia!»
Gli altri ragazzi? Dopo averla scopata, entrambi si sono alternati, venendole in bocca e, la maggior parte di quegli spruzzi, li ha ingoiati. Nel farlo, si è voltata ed i nostri sguardi si sono incrociati. Mi ha rivolto un malizioso sorriso ed è tornata a succhiare il cazzo di un ragazzo. E' stato allora che mi son reso conto di avere il cazzo in mano e che mi stavo masturbando per lei, che dimostrava quanto fosse provocante il suo esser troia. Sempre tenendo lo sguardo su di lei, mi son avvicinato, ci siamo guardati per un istante: lei mi ha afferrato il cazzo e se lo è portato alla bocca; ha ingoiato anche la mia crema, mentre tutti ci guardano, senza capire.
Una volta andati via, in auto ci siamo chiariti.
«Ero certa che mi avresti trovata e desideravo ardentemente che vedessi con i tuoi occhi quanto fossi troia al pensiero di metter le corna. Sei più contento? Adesso hai capito che a me piace scopare fino allo stremo delle forze? Con te sto bene, ma, ogni tanto, devo sfogare la mia attitudine a far la troia: mi piace farmi dei maschi secondo il momento ed il gradimento, ma, nel contempo, temevo di ferirti nel renderti consapevole che, al fianco, hai una zoccola senza pari. Se non mi vuoi più, se non ti vado più bene, posso capirlo e accettarlo. Ora mi rimetto a quella che sarà la tua decisone.»
Le ho sorriso, l'ho abbracciata e baciata con rinnovata passione.
«Non ci sono problemi. Mi vai benissimo così. In fondo avevamo ragione entrambi: è vero, ho sentito un forte sentimento di gelosia, ma quando ti ho vista godere, la mia eccitazione è salita a livelli altissimi, Perciò, dopo questa esperienza, puoi scopare con chiunque e quando vuoi, ma, quando lo farai, fammelo sapere, affinché io possa guardarti, mentre sei intenta a far la troia!»
Mi ha baciato e, da allora, la nostra vita è diventata ancor più ricca di sensazioni ed emozioni.
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1 year ago
baxi18, 55
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una notte di follia.
Mi chiamo Jessica, ho 36 anni e sono sposata con Marco, che ne ha sei più di me. Sono alta m. 1,70, occhi marroni, capelli neri e lisci, seno di una bella terza. Ho avuto due gravidanze, ma, nonostante ciò, ho conservato un bel ventre piatto, un bel culo a mandolino e delle cosce lunghe e snelle. Come ho detto, sono madre di due meravigliose creature, che adoro ed amo più della mia vita. Con mio marito, da tempo, ho scoperto il piacere di sentirmi libera di scopare con i maschi che lui stesso seleziona di volta in volta. Non è che fra noi le cose vadano male, anzi, fila tutto liscio, ma io sono una femmina che ha bisogno di emozioni forti, di sentirmi troia e allora lui, di tanto in tanto, mi concede la libertà di scopare con maschi che, però, seleziona lui. A me questo va benissimo, perché poi mi ritrovo a dover solo vivere l’avventura di una notte per poi, all’alba, tornare da lui che mi accoglie a braccia aperte e mi scopa con vigore raddoppiato. Trovo la cosa infinitamente bella, perché mi piace che lui mi scopi dopo che ho goduto come una maiala con un altro: la scopata con lui, di ritorno, dalle porcate è qualche cosa di sconvolgente. Questo week-end mi ha solo detto: vai in un determinato posto, trovi una camera a tuo nome e lì ci saranno due maschi che ti scoperanno a loro piacere per tutta la notte. Inutile dire quanta eccitazione mi ha creato questa situazione. Io non sapevo chi erano loro e loro non sapevano che ero la moglie di Marco. È questa la regola del gioco, nessuna domanda. Solo sesso a sfinire e basta; poi, ciao e ognuno per la sua strada. Mi son preparata accuratamente. Il cornuto non lascia nulla al caso, tutto deve esser perfetto, ogni singolo dettaglio, dall’abbigliamento alla parrucca nera, al nome, sì, anche quello cambia, io divento Genny. Mi ha fatto indossare una gonna nera di pelle a metà coscia, con sotto delle autoreggenti con pizzo a balza alta. Stivaletti alla caviglia, dal tacco 12. Sopra un reggiseno quasi invisibile e camicetta bianca di seta. Giacca che arriva precisa al bordo della gonna. Trucco un po’ marcato, da puttana, e via. Ho inserito la posizione sul navigatore e, dopo un'ora di autostrada, son giunta nei pressi di un motel. Erano le 22.30. Ho chiesto la chiave e son entrata. Dopo due minuti, mi hanno raggiunto due maschi sulla cinquantina e, subito, abbiamo iniziato a scopare. Poche parole e molti fatti. Dotati di cazzi abbastanza lunghi, ma di ottimo spessore, per due ore mi hanno posseduto insieme o singolarmente, fin quando, sfinita li ho pregati di darmi un attimo di respiro. Avevo già avuto innumerevoli orgasmi e loro erano venuti solo una volta. Sfinita mi sono assopita. Ad un tratto, sono stata svegliata dal movimento di uno dei due che si è alzato ed è andato in bagno. Questo fatto ha destato dal sonno anche l'altro uomo che condivideva il letto con me. Lui mi ha sorriso, poi mi ha abbracciato ed ha di nuovo infialo il suo cazzo dentro di me. Mi era già venuto dentro, prima della pausa ed ora teneva ancora il suo cazzo nella mia fica, mentre ci baciavamo con passione. Mi ha pompato ancora, fin quando non ho avuto un ennesimo orgasmo. Abbiamo proseguito a baciarci finché il suo cazzo, lentamente, non è scivolato fuori dalla mia fica slabbrata. Nell’aria della camera era forte l'odore di sesso che aleggiava a causa dello sperma fresco, che fuorusciva dalla mia fica.
«Sei una fantastica scopata! Marco aveva ragione nel dirci che ci saremmo divertiti.»
Poi senza aggiungere altro, si allontanò da me e ha lasciato il letto per andare in bagno. Ho tenuto le cosce aperte: mi piaceva sentir lo sperma scivolare lungo la fessura del culo fino a bagnare il letto; avevo la vagina aperta e slabbrata per due intense ore di sesso molto soddisfacente. Mi son girata di lato ed ho visto che l'altro uomo, tornato nella stanza, si avvicinava al letto. Aveva assistito alla monta ed ora si accarezzava il cazzo, mentre aspettava il suo turno per tornare a scoparmi. Una volta vicino, mi ha sorriso e mi ha guardato per carpire qualche mio cenno che lo autorizzasse a tornare a scoparmi. Si è seduto sul letto, mi ha abbracciato e io ho aperto di più le gambe, per accoglierlo dentro di me. Ero di nuovo in calore.
«Scopami più forte! Adesso sei tu che devi farmi godere: devi scoparmi la fica con la stessa forza con cui mi ha chiavato il tuo amico.»
Lui mi ha sorriso con una strana luce di cupidigia negli occhi.
«Sta certa che adesso si ricomincia e, ti assicuro che, ne prenderai di cazzo!»
Le sue parole hanno riacceso i miei sensi. Ho sentito colare dalla mia ostrica di tutto: il mio piacere, misto alla loro sborra! Ero un lago! Ora ero sveglia ed essi erano rivitalizzati dalla pausa, pronti a folleggiare e, a mia volta, mi sentivo più che pronta a soddisfarli di nuovo. Ho afferrato con la mano il suo sesso durissimo e l’ho imboccato allo spacco; lui con una spinta decisa mi è entrato tutto dentro, fino alla radice. Ho sentito le sue palle sbattere sulle mie chiappe ed ho avuto subito un altro orgasmo.
«Sì, porco, fottimi! Sei un toro? Allora montami come una vacca!»
Ha preso a pomparmi con un ritmo da macchinetta automatica. Colpi lunghi e spinti fin in fondo. La mia fica era ripiena di sperma, già aperta dal cazzo precedente, anch'esso di notevole spessore e il suo cazzo mi ha riempito tutto d'un colpo.
Ero consapevole che mi avrebbe riservato una lunga e dura scopata. La mia supposizione si è rivelata esatta. Mi ha scopato duramente per diversi minuti, prima di posizionarmi alla pecorina, montandomi da dietro ancora a lungo, prima di finire con una ulteriore sgorgata di crema in fica. Scivolata in avanti e sfilatami dal cazzo ancora duro, è così che mi ha trovato il suo compagno, tornato dal bagno già eccitato ad averci visto scopare; mi ha trascinata fino al bordo del letto in modo da poter prendere in bocca il suo cazzo semiduro. Appoggiata su un gomito, la mia bocca era all'altezza giusta perché lui potesse stare accanto al letto, fino a raggiungere un'erezione completa. Con una mano tra i miei capelli mi teneva ferma la testa, mentre il cazzo cominciava ad ingrossarsi tra le mie labbra. L’altro si è avvicinato e, insieme, hanno ripreso a masturbarmi, titillandomi il clitoride. Con una mano sulla mia coscia, mi ha allargato di più le gambe, poi altre dita si sono unite e io ho ripreso a godere. Scopata in bocca, mentre le dita si spingevano su per la mia figa, mi ha fatto urlare dal piacere. Si son alternati fra le mie labbra, fin quando entrambi non hanno raggiunto di nuovo una certa consistenza. Contemporaneamente hanno continuato a eccitarmi, giocando sia fra le cosce, torturandomi il clitoride, che impastando i seni, pizzicandomi i capezzoli duri e poi, scivolando in basso, fino ad arrivare di nuovo a sondare la fica. Soddisfatti per come li avevo di nuovo fatti tornare duri, mi hanno posseduto ancora in doppia, sia in fica che in culo. Li ho sentiti entrare lentamente insieme e mi hanno dilatato al massimo. Sono venuta in continuazione fin quando, sfinita, li ho pregati di sborrare.
«Adesso voglio sentire che mi riempite tutta. Dovete venirmi dentro! Voglio sentire il vostro calore dentro i miei buchi.»
Si son guardati un attimo e poi, uno dopo l’altro, mi hanno inondato culo e fica. Stremati, si son distesi di lato a me. Dopo essermi goduta l’ondata di calore che mi ha invaso in ogni dove, mi son alzata, vestita e li ho salutati con un bacio. Con loro il gioco era finito ed ero proiettata verso un altro desiderio: tornare a casa, dal mio cornuto, che impaziente mi aspettava. Ho viaggiato veloce e, dopo meno di un'ora, entravo in casa. Lui mi ha subito abbracciata e baciata, io mi son tolta la parrucca e Genny è svanita, sono tornata Jessica. Lui mi ha preso in braccio, mi ha adagiato sul letto e, in un attimo, ero nuda a gambe aperte per lui, che mi ha guardato estasiato.
«Scopami! Adesso che ti ho fatto le corna, mi devi far godere tu! Sei il mio uomo e mi devi leccare per sentire il sapore dei maschi chi mi hanno montato, poi mi devi far godere come solo tu sei capace di fare. Con loro ho scopato, ho goduto, ma non sono affatto soddisfatta: questo riesco a farlo solo con te, che mi possiedi mentre senti come mi hanno dilatato i buchi, usandomi a loro piacimento. Solo tu sei capace di appagarmi, perché solo tu mi conosci e sai come voglio esser trattata a letto.»
Mi ha leccato facendomi eccitare all’istante. Sentire la sua lingua fra le pieghe della mia ostrica gonfia e tumefatta, ha, come per magia, cancellato tutta la stanchezza accumulata nella notte con loro. Adesso ero pronta a godere con lui e mi son lasciata andare. Quando è affondato dentro di me e mi ha scopato come un toro impazzito, ho avuto un orgasmo devastante, unico ed intenso. Sentivo il mio corpo vibrare sotto i suoi colpi, era lui, mio marito, che, imperterrito, mi pompava con sempre più vigore, per infine esplodere dentro di me, con il suo carico di sborra, che ha come lavato quella degli altri maschi. Sono venuta, ho goduto e l’ho stretto a me. Lui si è messo di lato ed io ho chiuso gli occhi.
Fuori albeggiava, Genny era sparita. Jessica era venuta ed aveva goduto. La notte di follie era finita. Ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata.
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1 year ago
baxi18, 55
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Surprise
Dopo l'esperienza che all'inizio sembrava forzata , il rapporto con la mia partner ha preso una piega totalmente differente dagli anni vissuti insieme! ad entrambi ci capitava di osservare con occhi diversi la nostra relazione ; coesi sempre, ma con un segreto condiviso che ci portava a vivere la sessualità in maniera completamente diversa. Ci ritrovavamo a scopare come mai avevamo fatto prima. Forse a tutti e due mentre lo facevamo , tornavano nella mente le immagini e le sensazioni vissute quella notte in cui mettemmo tra di noi una terza persona. Nessuno dei due però aveva il coraggio di riproporla apertamente . Lei perchè nonostante avesse sempre sostenuto di non essere capace di fare sesso oltre che con me ed io perchè mi ero ritrovato a provar piacere nel veder scopare la mia donna e anche ad avere il membro di un altro uomo vicino alla mia bocca. Venne il giorno.....dell'allucinante sorpresa. La mia donna crea fasce per i capelli. Una sera di quest'estate si avvicina una bellissima ragazza al suo banchetto che chiede di poterla provare. Inutile dire che la pelle abbronzata e la schiena scoperta da i suoi capelli raccolti dalla fascia indossata aveva attirato la mia attenzione. Aveva una gonna talmente corta che sarebbe bastato che si sedesse per capire di che colore fossero le sue mutande. Ad un certo punto la ragazza si volta e tra la folla dei passanti chiama a se con gesto amorevole quello che doveva essere il suo ragazzo. Riconosco il suo viso e bastano poche parole per riconoscere il tono delle nostre voci anche a lui. Ma quant'è piccolo il mondo!!!! E cosi dopo neanche 4 mesi ci ritroviamo senza volerlo di fronte alla persona che aveva cambiato il nostro modo di vivere la sessualità di coppia. E ora?? Anche lui all'inizio sorpreso e imbarazzato in poco tempo è riuscito a trovare argomenti che potessero tenerli a lungo li nella scelta della fascia da acquistare per la propria donna. Battuta dopo battuta si è creata una simpatica alchimia tra noi e la coppia che avevamo di fronte....chissà perchè!!!! avevamo di fronte il ragazzo con cui avevamo goduto e la sua splendida ragazza che forse non conosceva la sua doppia vita. Come giocarsi questa fortuna? a me già venivano in mente scene promiscue , ma soprattutto la voglia di scoparmi la sua donna. Convinto di parlare di questo con lui, trovai la scusa allora di lasciare sole le ragazze nella scelta e di allontanarmi , facendomi accompagnare dal ragazzo . Spinti da un istinto primordiale , Immediatamente svoltammo l'angolo e salimmo le scale della nostra casa poco distante dal luogo del lavoro. Aprii la porta e appena dentro lui si abbassò i pantaloni mostrandomi il suo cazzo che non avevo dimenticato. Mi disse che aveva una voglia matta di riaverci entrambi e per l'ennesima volta mi chiese di succhiarglielo. Non trovai nessuna motivo per dire di no alla sua richiesta anzi mi parve un'occasione di complicità che mai avrei immaginato potesse accadere. L'unica cosa che gli dissi prima di abbassarmi è che avrei voluto scoparmi la sua donna. Lui disse che sarebbe piaciuto anche a lui e che avrebbe fatto di tutto per farlo accadere. Mi ritrovai in un attimo a leccare la sua cappella lucida. Non l'avevo mai fatto, ma mi piacque tantissimo in quel momento. Ci misi due minuti a farlo sborrare . Mi venne addosso una quantità infinita di sperma. Il suo cazzo nonostante tutto, come ricordavo bene non perse l'erezione e allora continuai fino a quando non sentii di nuovo le sue pulsioni. Questa volta mi venne in bocca con assurdo piacere anche da parte mia. Prima di andare mi sbottonò i pantaloni e mi succhiò anch'esso il mio cazzo .Con enorme piacere gli sborrai addosso tutto quello che avevo nelle palle in un attimo. Ci lavammo quindi velocemente e tornammo dalle nostre ragazze che nel mentre sembravano diventate già amiche. Rimanemmo insieme ancora e i due ci chiesero se a fine lavoro volessimo berci qualcosa con loro.....ma il resto di questa splendida sorpresa che la vita ci ha offerto lo scriverò la prossima volta
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1 year ago
centomila,
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Scambio di ruoli
Sono Marco, lui di coppia che da tempo gioca piacevolmente a vivere momenti di profonda libidine con la propria moglie L'intesa ha raggiunto un buon livello grazie a tante piccole cose, oltre alla nostra volontà di tenere sempre vivo il nostro rapporto ed il desiderio di godere di momenti in cui possiamo prenderci la libertà di trasgredire; insomma si tratta di tante piccole cose che fanno della mia unione con Jessica, mia moglie, un momento di vita estremamente piacevole. Quella che voglio raccontarvi è una condizione che si è venuta a creare in questi ultimi tempi, da quando, cioè, abbiamo fatto la conoscenza di una persona che per noi è diventata punto di riferimento e fonte di intenso piacere. Max è una persona matura che abbiamo conosciuto tramite una chat su un sito, dove avevamo creato un profilo come coppia scambista. Fin da subito, si è rivelata la sua capacità di coinvolgere mia moglie in certe situazioni, che l'hanno portata a momenti di forte piacere. Lui vive distante dalle nostre zone, ma ciononostante, tramite chat è riuscito ad eliminare quella specie di torpore che stava rodendo il nostro rapporto. Lui è riuscito a coinvolgere la mente di mia moglie in tante piccole situazioni che, chattando con lui durante l'intero arco della giornata, la tengono in uno stato di eccitazione decisamente alto al punto che, quando la sera torna a casa, mentre aspetta il mio ritorno con i bimbi, spende ancora circa 20 minuti del suo tempo, a chattare con lui. Inutile aggiungere che quel suo stato di eccitazione sale così a livelli tali da procurarle un orgasmo ogni volta sempre intenso e liberatorio.
Quando rientro con i bimbi, mentre mi dà il bacio di benvenuto, passa la mano intrisa dei suoi umori sulla mia faccia, facendomi percepire il profumo del piacere che ha provato a chattare con Max. Quest'uomo riesce per davvero a scopare la mente di mia moglie in maniera così potente ed intensa, al punto che è necessario sfogare quell’eccitazione a letto, fra noi due, con vigorose chiavate, dove lei mi racconta tutte le porcate che lui le ha fatto immaginare durante l'arco della giornata. La coinvolge rappresentandole condizioni, all'apparenza, semplici e banali, ma che provocano in mia moglie una tensione erotica senza limiti, che la travolgono tanto, cosa che non succedeva più da tempo. Una banalità fra tante? In questo periodo, con il clima rinfrescato per l'arrivo dell'autunno, al posto della minigonna, sotto cui, da tempo, le ha impedito di indossare l'intimo, lui le ha suggerito di far uso di jeans, affinché la cucitura al cavallo riuscisse a procurarle una costante sollecitazione sul clitoride.
Va da sé che con una stimolazione di quel tipo, la sua eccitazione è quotidianamente sollecitata, se poi ci aggiungiamo anche il fatto che lui, durante la giornata, chattando con lei, le fa immaginare di vivere situazioni erotiche molto forti, Jessica è, spesso e volentieri, costretta ad andare in bagno a masturbarsi. Alle volte riesce a mantenere un livello di eccitazione così alto, che, una volta tornata a casa, non può far a meno di infilarsi due dita nella fica e godere, mordendo le labbra per non urlare a squarciagola. Il bello è che, anche da parte mia, c'è interazione con lui quasi quotidianamente e così abbiamo modo di confrontarci, mentre lui mi mette al corrente su tutto ciò che sta facendo vivere a mia moglie o che le proporrà di fare, per farla eccitare ancor più fino a ridurla nella condizione che, la sera, a letto, noi due ci sfoghiamo con travolgenti scopate. Questa settimana, grazie alla disponibilità dei miei suoceri, cui possiamo affidare i figli, abbiamo ipotizzato di trascorrere una serata in un club prive', perché Jessica ha proprio voglia di fottere, di sentirsi al centro dell'attenzione di più maschi e di godere nel sentirsi desiderata e posseduta fino allo stremo delle forze. È chiaro che con una simile prospettiva, per tutta la settimana Max non ha fatto altro che far salire sempre più il livello di eccitazione di mia moglie, facendole immaginare situazioni incredibili che saranno vissute sabato sera insieme a me. Mia moglie è una femmina che sicuramente non passa inosservata, grazie alla sua conturbante bellezza, e la prospettiva di ritrovarsi, come già detto, questo sabato in un club prive', fa sì che in Jessica, di giorno in giorno, aumenti l'eccitazione. Naturalmente è merito anche di Max se ha mantenuto quel livello di eccitazione, coltivandolo ogni giorno sempre più, ma il venerdì sera è salita alle stelle. Come? Suggerendoci una particolare situazione, cui non avevo pensato, ma che mi ha veramente stravolto ed eccitato all'istante, quando me l'ha proposta. È stato lui stesso a suggerire a Jessica questo gioco che avrebbe visto come protagonisti me, lei e lui: in buona sostanza ci ha proposto uno scambio di ruoli. Per un attimo non mi era stato chiaro a cosa si riferisse, ma, quando mi ha spiegato dettagliatamente cosa aveva in mente, ammetto che ho avuto un'erezione istantanea: il gioco proposto da Max era qualcosa di effettivamente intrigante.
Lui ci proponeva, di fatto, che questa sera, ognuno di noi avrebbe dovuto interpretare un ruolo diverso da quello solito e cioè: io, Marco, marito di Jessica, e Max, il nostro amico bull. Nello scambio di ruoli, io diventerei il bull, che porta fuori a cena e poi al club prive' Jessica, facendole indossare una parrucca nera a caschetto, mentre Jessica diventerebbe Genny. Max prenderà il mio posto in casa e diventerà il cornuto, che mi ha affidato la sua giovane mogliettina, affinché io, per una sera, la faccia divertire a far la troia. Questo gioco ci avrebbe permesso di goderci la serata esattamente come era stata programmata, ma interpretando, e vivendo le situazioni, in maniera diversa. Fino a che Jessica sarà dentro casa, sarà mia moglie ed io, anziché esser Marco, suo marito, sarò Max, il marito maturo che concede alla moglie di uscire con Marco, un giovane bull di quarant'anni, che le ha promesso di farla divertire. Max resterà a casa e sarà il cornuto che aspetta la moglie che è andata a farsi montare ed a godere con un giovane bull da lei scelto. Quando Jessica uscirà dalla nostra casa e, insieme, saremo usciti dal cancello, io che comunque sono in sua compagnia, non sarò più Marco, il marito, ma diventerò Marco, il bull che porta la troia alla monta, perché a casa sarà restato Max. Si tratta di un'esperienza non nuova per me, perché mia moglie era già uscita con un singolo, mentre io ero rimasto a casa a prendermi cura dei figli. Devo dire che è stata una notte incredibile per entrambi, ma questa nuova idea, proposta da Max, se da principio mi era sembrata poco interessante, quando ne ho capito per bene in cosa consistesse, mi son sentito subito fortemente coinvolto. Finalmente avrei potuto a vivere l’esperienza da bull, che porta fuori una moglie, a farla divertire come una troia, dopo aver vissuto e provato quella di essere Marco il cornuto che l’aspetta a casa.
Naturalmente, alla sola proposizione di questa novità, a Jessica si è subito bagnata la fica. Per entrambi è stato qualcosa di sconvolgente per come questo gioco ci ha coinvolti, trasformando una giornata già di per sé elettrizzante, in un'uscita serale trasgressiva, resa ancor più intrigante da questo scambio di ruoli. Al solo pensiero che io, per stasera, non sarò il marito di Jessica, ma Marco il bull che la porta a fare la puttana in giro per locali, mentre Max, per la prima volta, non sarà il bull che ha sempre fatto impazzire mia moglie in questi ultimi tempi, facendola godere anche solo ad immaginare situazioni che lui è stato capace di crearle nella fantasia, ma prenderà il mio posto di cornuto rimasto a casa ad aspettarla, mi fa eccitare tantissimo! Lei, poi, quando si è sentita proporre di cambiare la sua personalità, da moglie calda e vogliosa, a quella di Genny, una troia scatenata, con la voglia di godere con un giovane maschio, ha subito sbrodolato. Tutto questo ci ha portato a livelli di eccitazione tale, che i minuti son diventati ore e le ore sono diventati giorni, facendo sembrare che il tempo non passasse mai. Poi, finalmente, eccoci a sabato. Venerdì sera, ho avuto modo di parlare con Max per più di un'ora riguardo a questo progetto e ammetto che, insieme, abbiamo concordato tante cose. Abbiamo programmato come si dovrà svolgere la serata, di come io dovrò comportarmi come bull di mia moglie, di come dovrò farla godere, creando varie situazioni, prima in strada, poi al ristorante ed anche all'interno del club prive': insomma dovrò far in modo che lei ricavi il massimo del piacere dalla trasgressione. Mi è piaciuto da morire interagire con lui nel parlare di Jessica, e lui mi diceva semplicemente: voglio che tu, domani sera, le fai questo, fai provare a mia moglie quest’altro; oppure le farai fare quello; desidero che tu esibisca mia moglie in questo modo, oppure... eccetera, eccetera.
Parlava di Jessica come se stesse parlando realmente con il bull, che la doveva portare a scopare. Mi è piaciuto anche il semplice immedesimarmi in questo ruolo, che lui mi ha assegnato e non vedo l'ora che arrivi il momento per realizzare tutte le cose concordate. È stato interessante anche il fatto che, proponendogli a mia volta particolari situazioni, lui le abbia, non solo accettate, ma mi ha pregato di farle davvero vivere a sua moglie, cioè Jessica, trasformata in Genny. Poi ha aggiunto un'ultima cosa: mi ha chiesto, e vi assicuro che mi son eccitato da matti al solo sentirla, che, quando saremo rientrati in casa e lei si sarà tolta la parrucca, tornando ad esser Jessica, mia moglie, ed io Marco, suo marito, dovrò scoparla in piedi, all'istante, come avevo fatto la volta precedente quando era tornata, dopo esser stata una notte intera a farsi sbattere da un singolo.
In quel preciso momento, Max tornerà ad esser Max, io tornerò ad esser Marco, il cornuto, e Jessica tornerà ad esser mia moglie, la puttana che è stata in giro per tutta la notte a farsi chiavare da questo o da quello.
Alle 19.30, inizia la nostra recita.
Max.
Sono disteso sul letto e guardo Jessica, mia moglie, che si sta preparando per vivere la sua serata MOLTO trasgressiva. Avverto dentro sensazioni molto contrastanti: da un lato sento il morso della gelosia, ma subito però l’eccitazione ha il sopravvento: l’orgoglio di avere una donna così bella al mio fianco, mi fa impazzire di piacere. Sono consapevole che una tale bellezza non può esser appannaggio di un solo uomo: lei è uno spirito libero, deve volare, altrimenti si incupisce e, lentamente, muore. No, adesso deve volare e posarsi di... cazzo in cazzo... e godere del piacere che gliene deriverà. Se penso che, solo il mese scorso era spenta, annoiata e quasi priva di verve, mentre ora ha ritrovato lo spirito che l’ha sempre animata e di cui mi sono innamorato. Eccola, mentre indossa le autoreggenti che fasciano le cosce lunghe e tornite, poi il reggicalze, la mini gonna di pelle nera che non copre nulla. Sopra il bustino di pelle che, a mala pena, riesce a contenere la sua terza misura di seno ed i capezzoli sfregano conto la cucitura dell’esiguo indumento e si gonfiano, duri, irti, e le provocano altro piacere. Fra poco indosserà la parrucca nera e, allora, la metamorfosi sarà completa: Jessica, mia moglie, lascerà il posto a Genny, la troia!
Genny.
Sono inquieta. Ho un lago fra le cosce. È una situazione ancora più incredibile di quella che mi ero immaginata.
Da una settimana aspetto questa sera per godermi la mia uscita, come l'ha organizzata mio marito. Lo adoro, è l’uomo più dolce del mondo, mi ama e vuole che io, questa sera, mi diverta con un bull che lui stesso ha contattato ed ha messo in piedi tutta questa situazione. Hanno in mente di farmi impazzire e, da quello che ho capito, ci riusciranno benissimo. Da giorni chatto con questo bull e mi è sembrato una persona affidabile. Mio marito lo ha conosciuto e si fida ciecamente, altrimenti non mi manderebbe da sola. Sono eccitata e, se mi tocco, vengo all’istante, ma non lo faccio; voglio restare carica. È disteso sul letto, mi osserva e già questo mi eccita. Voglio esser una persona diversa, mi voglio estraniare da tutti i pensieri, i problemi e le remore per godermi al massimo questa serata che promette scintille. Adesso indosso la mia parrucca nera e Jessica, la moglie, lascerà il posto a Genny, la troia. Al solo pensiero già vengo!
Marco.
Sono un po’ pensieroso, voglio far bella figura con questa coppia perché il lui mi ha contattato ed ho capito quello che vuole: una serata in cui sua moglie goda, in tutti i modi possibili. Ho chattato tutta la settimana con lei e l’ho sentita molto carica; poi ho incontrato lui, che mi ha subito fatto sentire a mio agio. Abbiamo programmato ogni cosa nei minimi dettagli e, grazie alla mia esperienza, son certo che lei avrà la sua serata trasgressiva, indimenticabile! Ho visto le foto ed è una figa pazzesca! È talmente bella che quasi non ci credo, ma di una cosa son sicuro: la farò godere come una maiala!
Puntuale mi presento davanti al cancello di casa sua, lui mi aprirà ed io mi avvicinerò, lei salirà a bordo e poi via, verso la notte di piacere.
Max.
È pronta. Si sta truccando pesantemente, come le ho chiesto. Non deve aver remore nel sembrare puttana, perché è quello che voglio che sia. Si gira verso di me, mi sorride ed io annuisco, orgoglioso della sua bellezza. Mi manda un bacio e indossa la parrucca: la metamorfosi è completa.
Genny.
Mi preparo con cura e adotto un trucco pesante. Mi guardo allo specchio e mi sembra proprio di vedere una troia. Guardo mio marito e sento di amarlo ancora di più perché è così generoso con me: gli mando un bacio, che ricambia, poi indosso la parrucca e subito mi sento un’altra. Ora è Genny che lo guarda, il cornuto si avvicina e mi mette a pecora senza tanti convenevoli. Mi infila il gioiello nel culo e son pronta. Esco e salgo a bordo della macchina del bull; mi ritrovo davanti un bel ragazzo e, già questo, mi soddisfa.
Max.
La vedo uscire e salire velocemente con Marco. Ora per me inizia la lunga attesa e son consapevole che sarà davvero lunga. Avevo pensato di unirmi a loro, ma lei non si sarebbe lasciata andare, mentre io voglio che questa sera sia davvero unica per lei, libera di osare. Lui mi manda un messaggio e mi ringrazia.
«Max siamo in macchina e partiamo... a dopo!»
Leggo e sento che da ora sarà sua, mentre io aspetterò questi messaggi, che saranno come oro. Gli rispondo.
«Il gioco inizia adesso. Tienimi sempre informato e sul
progetto che sai CALCA LA MANO! Deve provare di più di quello che ha già provato, solo cosi sarò contento.»
Lui replica contento.
«Stai tranquillo è una troiona da paura! Cazzo che gnoccona tua moglie!»
Marco.
Appena salita, son rimasto davvero basito. Mi aspettavo una bella donna con i capelli castani e lunghi e, invece, mi trovo una mora con i capelli a caschetto con delle cosce favolose. Cazzo! È vestita in maniera da sembrar nuda! Ho il cazzo a mille! Lungo la statale decido di giocarci un po'. Mi fermo ad un piccolo bar e le ordino di andar dentro a prendermi una bottiglietta d'acqua. Lei scende con calma, entra e subito suscita l’interesse dei presenti. La troia ci gode e si diverte a piegarsi quel tanto da mostrare il culo; è lì che vedo che il cornuto le ha infilato un gioiello nel culo! Cazzo! Gioca con loro e poi se ne esce con calma. Mando un messaggio al cornuto.
«Tua moglie questa sera è spettacolare! Al primo autogrill lungo l’autostrada me lo faccio succhiare subito un po’.»
Mi risponde subito, segno che era in attesa spasmodica.
«Bravo! Ricordati che non voglio nessun riguardo!
Più la tratti pesante e più ni eccito. Sapere che sono un cornuto mi sconvolge!»
Genny.
Appena salita in auto, il bull mi ha messo in chiaro due cose: "tu, questa sera,
farai tutto quello che voglio io! Inoltre, tieni sempre le cosce aperte".
Ha subito infilato delle dita nella mia figa e l’ha trovata ben fradicia.
«Accidenti! Sei già calda? Ma non temere, provvederò a scaldarti ancora di più!»
Marco.
Cazzo, è bollente! Questa qui, stasera, ha davvero voglia di tanti cazzi ed io mi voglio proprio divertire. La porto ad un ristorante cinese in zona e, quando entro, noto che suscita l’interesse dei presenti per il suo abbigliamento osé. È incredibile con quanta disinvoltura si muove nel locale, consapevole di attirare l’attenzione di tutti. Seduti, consumiamo un pasto abbastanza veloce. Sotto al tavolo la masturbo di continuo. Lei gode, ma io mi fermo solo quando la sento pronta all’orgasmo. Impazzisce e mi supplica di farla godere.
«Dai, non ti fermare, che sto per venire! No, cazzo, così mi uccidi?!»
La guardo e mi rendo conto che è al limite. Usciamo dal locale, ma è un po’ presto per la discoteca, quindi mi invento un altro gioco. Mi fermo ad un grosso distributore, dove, nel piazzale, ci sono una ventina di tir allineati. Arrivo, do un colpo di clacson per attirar l’attenzione e poi la faccio scendere, così da mostrarla ai camionisti che, fin da subito, si rendono conto che lei si sta esibendo per loro. Si leva subito un frastuono di clacson, mentre i fari la illuminano da ogni angolazione. Ci gioco molto a farla metter piegata appoggiarla al cofano della vettura, le appoggio il cazzo sul culo e lei, sbrodola in continuazione. È vogliosa e ben carica, quindi mando un ultimo messaggio al cornuto e via al locale.
«Tutto alla grande! Sosta in autostrada, ristorante, ed ora stiamo partendo dal piazzale di camionisti, dove ha sfilato per riempire di libidine gli occhi di tutti quei maschi che la ammiravano. Fra un po’, andiamo al locale posto a circa sei minuti da qui. Stasera tua moglie è una troia fantastica.»
Lui, contento. mi dà l'ulteriore conferma che è quello che vuole.
«Bene mi raccomando vai giù peso. Nessuna indecisione!»
Max.
Ora mi rilasso relativamente. Adesso appoggio il cellulare e smetto di guardare, tanto, dentro al locale, non è consentito di usarlo e, quindi, è inutile aspettare: bisogna che il tempo passi. Da quello che mi ha detto, credo che Genny si stia davvero divertendo.
Genny.
Sono a mille, cazzo! Mi ha sconvolta nel ristorante, poi mi ha esibito in un parcheggio dove, ammetto, mi son eccitata come una maiala: avere tutti gli sguardi su di me è stato elettrizzante! Mi ha fatto godere, senza nemmeno toccarmi! Appena ho sentito il suo cazzone appoggiato al culo, son venuta! È pazzesca la serata che sto vivendo!
Marco.
Adesso si gioca, Già all’ingresso, è stata subito notata e molti maschi si sono avvicinati, chiedendole il nome e lei ha risposto a tutti: sono Genny. Poi abbiamo preso posto un po' al bar; lì, seduta su uno sgabello alto, si è mostrata oscenamente a tutti e questo, ho notato, le piaceva da matti. Ho salutato alcuni singoli che mi conoscono e che so esser molto validi. Conto sudi loro per farla divertire. La faccio salire in pista e lei balla, giocando a fare la puttanella; le viene naturale e questo aumenta sia la nostra libidine che il desiderio di chi la guarda. La vedo fremere e, quindi, decido di darle un primo assaggio. La conduco nella zona prive' e la invito ad entrare in una stanza con le grate, cosicché da fuori possano osservarci nelle evoluzioni erotiche cui presto si sottoporrà. Con noi faccio entrare un giovane singolo, che ci ha seguirti fin dal nostro ingresso nel locale. Una volta entrato, se la trova lì, seduta sul letto, a gambe aperte.
«Dai, falla godere cosi, sotto gli occhi di tutti, che devono vederla chiavare come piace a lei.»
A lui la proposta sembra un sogno e subito si mette a leccarla, facendola godere molto; poi, dopo una decina di minuti, gli passo un preservativo e gli ordino di chiavarla. È bravo, si impegna al massimo e la fa godere bene. Soddisfatto, la scopo pure io, mentre lei prende a succhiare i cazzi che le vengono offerti attraverso le grate, senza, però, farli venire. Non è ancora il momento: quello dell'eiaculazione sarà più in là, nel momento clou della serata. Dopo questa iniziale sua performance, la riconduco nel salone. Voglio che sia il più possibile al centro dell’attenzione di tutti. È troppo eccitata nel sentirsi desiderata e voglio che quel suo stato perduri ancora un po'. Appena esposta, viene subito affiancata da due singoli, di cui conosco le virtù; così, senza perder tempo, ritorniamo nella zona prive', seguiti da uno stuolo di maschi, che la toccano e palpano dappertutto. Ovvio che tutte queste attenzioni la facciano eccitare ancor di più. Una volta in camera, la fanno godere molto e poi la scopiamo a lungo, ricorrendo anche al threesome. Lei è in piena estasi ed io mi diverto al pensiero che presto le farò una sorpresa concordata con il cornuto.
Dopo questo altro momento di sfrenata lussuria, la faccio riposare non senza continuare ad esibirla ancora nel salone. Recupero il mio zainetto al cui interno ho delle piccole sorprese. La conduco ancora nei vari corridoi per farla palpare ancora e poi la chiudo dentro una stanza. Per prima cosa, le metto un collare e, già questo, la fa emozionare, poi le lego le mani e la bendo. Sentirsi così, costretta alle mie voglie, la sconvolge; quando le assesto una prima frustata sulla natica, ha quasi un orgasmo. Da lì è tutto un susseguirsi di situazioni in cui vengono coinvolti altri singoli, che la scopano a sfinire, mentre insisto a frustarla e scoparla anch'io, fino allo stremo totale. Usciamo dal locale, che sono le 4:30. L’ho fatta scopare e godere all'impazzata; le ho fatto percepire i brividi donati dalla frusta per tutta la serata. Ha accolto dentro di sé, oltre al mio cazzo, anche quello di altri sei maschi, che l’hanno chiavata a bestia. Appena in auto, crolla sfinita, mentre io mando un messaggio al cornuto.
«Usciti dal locale alle 4.30. Lei sfinita. Serata da urlo delirio puro al locale tua moglie ha dato il meglio di sé. Complimenti!»
Max.
Sento il bip del messaggio e leggo. Sono compiaciuto da quello che leggo. Appena torna, la scoperò a morte.
Genny.
Esco dal locale sfinita. Mi ha fatto godere in tanti modi, ma la frusta mi ha sconvolto. Sentirmi sottomessa alla sua volontà, bendata ed impotente, con lui che mi colpiva sia le natiche che i capezzoli, mentre vari cazzi di singoli mi sfondavano da sotto, mi ha letteralmente mandato fuori di testa. È stata una bellissima esperienza. Mi addormento e lui mi sveglia allorché siamo davanti casa mia. Entro e mi trovo fra le braccia di mio marito. Adesso lui mi vuole e io non mi sottraggo, ma lui, dopo avermi baciato, mi solleva di peso e mi adagia a letto. Lo guardo, mi sorride e mi dice che è tutto a posto: domani ne parliamo.
Max.
Appena è arrivata l’ho vista stremata: la voglio, ma non così. Adesso deve riposare e più tardi sarà mia: la troverò ancora ben aperta e sfondata, quindi, non è il caso di aver fretta. Nell’istante in cui lei si è tolta la parrucca, io son ridiventato Marco, suo marito e lei Jessica, la mia dolce troia.
Max se n’è andato con il sorgere del sole. Lo scambio di ruoli è finito. È stata una bellissima notte per tutti e tre, ma per noi, e in particolare per lei, è stata un'avventura indimenticabile!
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Accade tutto di venerdì
Veronica e io (Alberto) conviviamo da circa cinque anni. In questo lungo periodo abbiamo sperimentato molte “posizioni” e “situazioni” nel fare sesso, tutte normali attività a letto per una coppia. Spesso, durate i rapporti, fantastichiamo su incontri di sesso con altre coppie o singole. Fantasie che ci hanno condotto a curiosare su un sito web per adulti con la speranza di renderle reali. Come nuovi membri del sito siamo stati sommersi di risposte alla nostra richiesta di una coppia o di una donna che si unissero a noi, ma abbiamo scoperto, dopo rapidi contatti, che la maggior parte non rientravano nei nostri parametri. Una sera, mentre Veronica stava guardando le foto di altri membri per curiosare, ha aperto il profilo di un ragazzo della nostra stessa città. Le sue foto lo mostravano piuttosto attraente e con un corpo tonico. Una foto ritraeva, in primo piano, il suo cazzo. Sembrava enorme, ben definito e molto nerboruto, lungo sicuramente più di 20 - 22 centimetri.
"Non prenderesti in considerazione una cosa a tre con un altro uomo?" chiese Veronica.
"Non ne sono sicuro, ti piacerebbe? Il suo profilo dice che è bisex, tu sei sicura che ti vada bene?" Risposi.
Tutte le nostre fantasie avevano coinvolto solo coppie o donne, e solo queste ultime facevano sesso tra di loro, la bisessualità tra maschi non era mai emersa.
"Guarda il suo cazzo però, non ti ecciterebbe succhiarlo prima che lui mi scopi?" Veronica si stava massaggiando tra le gambe mentre diceva questo e io non potevo nascondere la mia erezione. "Lo faresti, vero? Sei bicurioso, vero?"
Non ne avevamo mai parlato prima di quella sera, quando Veronica me lo chiese direttamente.
Mentre guardavo la foto immaginavo come sarebbe stato prendere il suo cazzo in bocca e scopare con forza Veronica. Nei miei sogni di sesso, avevo immaginato un coito con un partner maschile, come credo tutti i maschietti.
Per quella sera, il sito web è stato messo da parte e siamo finiti a letto a fare sesso.
Durante la scopata, però, la mia mente vagava oltre, non potevo credere che Veronica avesse nutrito pensieri come questi per così tanto tempo senza condividerli con me. Lei aveva descritto puntualmente cosa le sarebbe piaciuto fare: “guardarmi lavorare il cazzo di un ragazzo fino a quando non si contraeva e spruzzava sperma denso sulla mia lingua e in gola”. Con questo pensiero in testa ho sperimentato uno degli orgasmi più intensi che avevo provato fino ad allora.
Dopo il sesso ci addormentammo entrambi e quanto detto quella sera non fu ripreso finché, dopo qualche giorno, Veronica mentre oziavamo sul divano, sollevò di nuovo l'argomento chiedendomi se avessi pensato a ciò di cui avevamo parlato alcune sere prima.
Dopo averci pensato un attimo, le ho risposto che, per quanto mi riguardava, avrebbe potuto contattare il ragazzo, magari inviandogli anche alcune foto di entrambi e vedere come sarebbero andate le cose.
Veronica fece proprio come le avevo suggerito e nei giorni successivi si scambiarono numerose e-mail con il ragazzo, il suo nome era Giuseppe. Sembrava davvero desideroso di incontrarci pertanto si scambiarono i numeri dei cellulare per avere un contatto diretto. Nelle diverse discussioni, presentandosi, ci ha detto che aveva una ragazza, quest’ultima non era a conoscenza della sua bisessualità e che, nel caso di un incontro, non aveva la disponibilità per ospitare ma preferiva essere ospitato.
Veronica, senza avvisarmi, nell’ultima conversazione avuta con Giuseppe, lo ha invitato a casa nostra per il venerdì sera successivo. Rimasi colpito e compiaciuto dall’intraprendenza di Veronica.
Nei giorni successivi, prima del venerdì dell’incontro, abbiamo fatto del sesso fantastico al pensiero del nostro prossimo incontro. Durate il sesso, Veronica ha continuato a parlare di lei mentre veniva scopata da entrambi o io che la guardavo mentre veniva presa da Giuseppe. In quello che dicevamo non c'era alcun richiamo ai discorsi fatti in precedenza. Ero segretamente sollevato perché, sebbene il pensiero mi eccitasse, non ero ancora sicuro di volerlo sperimentare un rapporto bisex.
Arrivò il giorno e Veronica si preparò, era stupenda; i suoi capelli castani lunghi fino alle spalle pettinati alla perfezione, il suo trucco impeccabile e vestita con un abito corto nero con calze a rete autoreggenti e tacchi alti le davano un aspetto sexy ma non volgare.
Mentre si preparava, mi raccontò il suo piano per la sera. Voleva che per prima cosa bevessimo qualche drink per rilassarci e fare conoscenza, lei e Giuseppe sul divano mentre io stavo seduto davanti loro. Avrebbe flirtato con lui e avrebbe iniziato a pomiciare, baciandolo e toccandolo ma senza fare sesso. Una volta che le cose si sarebbero surriscaldate, voleva andare nella nostra stanza e legarmi al letto, così avrei dovuto vedere il loro fare sesso finché non avessero deciso di farmi far parte alla scopata.
"Ti ricorderai di usare la protezione?" Le chiesi.
"Certo, tesoro, si tratta di sesso, di stuzzicarti e poi unirmi a te in modo che voi due possiate usare insieme la tua donna come una troia in calore" rispose, baciandomi sulle labbra.
All’ora prestabilita Giuseppe suonò puntuale al nostro campanello. Veronica, senza esitare, andò ad aprire e con un saluto molto cordiale fece accomodare in casa Giuseppe. Era bello nella vita reale anche di più che nelle fotografie, eravamo entrambi sollevati per questo.
La serata è iniziata come Veronica aveva previsto, dopo il rito delle presentazioni e gli sguardi incrociati di compiacimento per quello che vedevamo, ci siamo accomodati in salotto. Veronica ha preparato dei drink e abbiamo iniziato a fare conoscenza chiacchierando un po’. Dopo poco. Giuseppe e Veronica hanno iniziato ad avvicinarsi e a toccarsi, lentamente hanno cominciato a baciarsi ma, come promesso, quando Giuseppe è diventato più intraprendente, Veronica lo ha fermato, dicendogli di attendere.
"Seguitemi, è ora di andare nella stanza da letto" disse, “li staremo più comodi e poi ho delle idee che penso di realizzare”. Quindi ci condusse in camera.
Una volta dentro, con un tono perentorio, mi ha ordinato di spogliarmi nudo e di sdraiarmi sul letto. Giuseppe osservava incuriosito la scena. Dopo mi legò con due bandane i polsi alla testiera e disse: "Buona visione, tesoro, guarda la tua donna mentre si fa riempire la fica dal grosso cazzo di Giuseppe."
La mia verga scattò sull'attenti mentre lei parlava, e dopo poco li vidi insieme nei preliminari di rito; Veronica era particolarmente eccitata. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare guardandoli era come questo stallone stava facendo godere la mia bellissima donna, a casa mia, la cosa mi eccitava moltissimo.
Veronica, dopo aver denudato Giuseppe ed aver accarezzato il suo enorme cazzo, ha iniziato a spogliarsi lentamente creando una scenografia da far eccitare chiunque la guardasse.
Una volta completamente nuda, dopo aver fatto sdraiare Giuseppe sul letto, le montò sopra iniziando a massaggiare il suo pene con le tette. Sono stati necessari pochi minuti di massaggio e il cazzo di Giuseppe era completamente in erezione e duro come la roccia, quella specie di sega spagnola aveva ottenuto il risultato desiderato.
Era evidente dai gemiti di Giuseppe che il “massaggio” era stato molto apprezzato.
Veronica, pian piano, continuando a salire su di lui, ha posizionato la sua figa, già umida dei suoi umori, sulla sua faccia chiedendogli di stuzzicare il clitoride.
Giuseppe non si è fatto pregare due volte e, a quel punto, i “gemiti” di piacere di Veronica si potevano sentire per tutta la casa. La sua eccitazione era evidente e, dopo non molto, con un vibrante fremito delle sue membra, lei raggiunse l’orgasmo.
“Uuuugh! Giuseppe mi hai fatto morire dal piacere con la tua lingua, ora tocca a me farlo a te” Detto questo Veronica scesa pian piano sul suo corpo, leccando e succhiando ogni singola parte fino ad arrivare al suo pene.
Non avevo mai visto così eccitata Veronica, si dimenava su quel cazzo come mai aveva fatto con me. Pur essendo di dimensioni notevoli, se lo infilava in bocca quasi per intero, succhiandolo con un rumore che faceva comprendere l’intensità dell’operazione. Leccava per intero la sua asta e poi la immergeva completamente nella sua bocca fino alla gola emettendo suoni gutturali che facevano comprendere quanto fosse dentro di lei. Giuseppe apprezzava così tanto la sua azione che la incitava a piena voce fino a quando, con un sussulto, ha raggiunto l’orgasmo spruzzando il suo caldo seme dentro la mia Veronica. Lei non se ne perdette una goccia continuando a leccare la sua asta fino a ripulirla interamente.
Da quello che ho visto e sentito, credo che Veronica sia venuta un’altra volta in sintonia con i gemiti di Giuseppe, sicuramente mentre le riempiva la bocca e la gola con lo sperma.
Veronica con il volto arrossato dalla fatica appena fatta sorrideva con un sorriso perverso e disse: “Ora ti voglio dentro, nella mia figa, Giuseppe scopami ti prego!!!”.
Girandosi verso di me, mi disse: "Giuseppe sarà pronto di nuovo tra un secondo, ci penserò io". Veronica si inginocchiò vicino a me, di fronte alla testiera, con la sua figa tutta bagnata rivolta verso Giuseppe.
Lui a quel punto si posizionò dietro di lei e con un rapido movimento infilò il suo enorme cazzo, già di nuovo quasi completamente in tiro, dentro la sua figa umida. Vidi Veronica sobbalzare per la consistenza del pene che penetrava nella sua figa ma, rimasi sbalordito, dai lamenti di piacere che lei emetteva senza nessuna indicazione di dolore, era evidente che il piacere che lei provava era sicuramente molto intenso. Giuseppe la stava montando con intensità, le sue palle battevano sul suo di dietro violentemente e il rumore che si diffondeva per la stanza era inequivocabile.
Sentivo Veronica ansimare dal piacere e, allo stesso tempo, le parole di compiacimento di Giuseppe e il rumore dei suoi colpi dentro la sua figa. Alternava rapidi movimenti e brevi pause, stava arando ben bene la figa della mia donna.
Dopo un tempo lunghissimo, con un grugnito di piacere, Giuseppe riempiva di nuovo Veronica con il suo sperma, questa volta dentro la figa.
La stanza era piena degli odori dei due amanti, Veronica alzandosi in piedi sul letto si avvicinò a me ancora evidentemente eccitata.
"Ho una confessione da farti," ha detto, "Il suo cazzo non assomiglia a niente che abbia mai preso, ho voluto sentirlo senza preservativo, se non vuoi che rimanga incinta faresti meglio a togliermi la sborra il più velocemente possibile." Prima che potessi rispondere, anche per via della giustificazione banale da lei detta visto che era protetta dalla pillala, si abbassò su di me e mi ordinò "Leccami la figa, succhia il suo sperma cremoso".
Con esitazione, la mia lingua leccò lentamente la sua dolce apertura appena profanata da un cazzo enorme e per la prima volta, sentii il sapore dello sperma di un altro uomo, era intorno alle labbra della sua figa e sembrava che ne uscisse copiosamente altro.
"Ecco, assaggia lo sperma del mio amante, leccami e succhiami la figa, ingoialo tutto," mi ha incitato.
La sua figa era fradicia e mentre la mia lingua sondava l'interno, fuoriusciva altro sperma. Aveva un sapore strano ma non cattivo. Accettai il compito e la leccai più profondamente che potevo, ingoiando lo sperma di Giuseppe mentre si raccoglieva nella mia bocca. Veronica gemette di piacere, strofinando la sua figa appiccicosa contro la mia faccia.
Il mio cazzo era solido e anche lui aveva un disperato bisogno di attenzione, mi sarei masturbato ma le mie mani erano legate al letto.
Ho percepito un movimento nella camera e ho alzato lo sguardo, era Giuseppe in piedi accanto al letto, lo vidi chinarsi per baciare Veronica. Il suo impressionante cazzo semi eretto gli pendeva tra le gambe. Mentre si baciavano, Veronica lo masturbava e io lo guardai diventare sempre più grosso e duro, incredibile, dopo due abbondanti sborrate era ancora quasi in pieno tiro.
Quando Veronica ha deciso che la sua figa era abbastanza pulita si è allontanata da me, inginocchiandosi sul lato opposto del letto rispetto a Giuseppe.
Veronica vedendo il mio cazzo completamente in erezione, con un rapido movimento della mano ha iniziato a palpeggiarmi le palle ed accarezzarmi l’asta, poi ha allungato la mano sul comodino e preso un tubetto di lubrificante che aveva posizionato strategicamente. Dopo averne spalmato un bel po' sulle dita, ha iniziato a sondarmi delicatamente il sedere, facendo scivolare dentro di me prima una e poi due dita. Giuseppe ci stava guardando e il suo cazzo era ormai completamente eretto; era fantastico e se non avessi avuto le mani legate la tentazione di allungarle per toccarlo mi avrebbe condizionato sicuramente.
"Ah Ah! - rise Veronica - vieni avanti Giuseppe, mettigli il tuo cazzo in bocca".
Ho guardato sospettoso Veronica, allargando un po' di più le gambe mentre mi scopava con le dita il buco vergine.
"Non preoccuparti, saremo gentili con te. Beh, almeno all'inizio!" disse Giuseppe.
Ho girato la testa di lato e Giuseppe si è inginocchiato più vicino a me e ha infilato il suo cazzo nella mia bocca. Ho leccato la sua asta, assaggiando su di esso i succhi di Veronica dalla loro precedente scopata. Giuseppe sollevò il suo cazzo in modo che potessi leccargli la parte inferiore e poi si fece leccare e succhiare le enormi palle. Gemeva di piacere, Veronica osservava attentamente mentre prendevo un cazzo in bocca per la prima volta.
"Vedi, hai un talento naturale. Non posso credere quanto sia eccitante vederti fare una cosa del genere," disse Veronica, "Giuseppe, digli che è un bravo succhiacazzi."
Lui mi guardò e disse: "Ecco, troia, succhiamelo, preparati a ingoiare la mia sborra".
A quel punto, ha iniziato a masturbarsi impetuosamente e io ho spalancato la bocca, volendo prendere ogni goccia del suo sperma. Non potevo credere a quello che stava succedendo, eccomi qui, legato al letto, con la mia compagna che mi trapanava il culo e il cazzo di uno sconosciuto che stava sborrando in bocca.
"Ecco, sto per venire, Iuuuh!" gemette Giuseppe ad alta voce, la sua mano indirizzava verso di me lo schizzo.
Ho leccato la sua cappella pulsante e sono stato ricompensato con una boccata di sperma caldo, che mi è schizzato dentro e intorno alla bocca. Veronica si è chinata e ha leccato un po' dello sperma di Giuseppe dalla mia guancia prima di baciarmi e lasciarlo gocciolare nella mia bocca. Veronica poi mi sussurrò all'orecchio: "Guarderò Giuseppe mentre ti scopa, gli ho detto che può usarti come vuole. Va bene?"
Lei stava andando oltre quanto mi aspettassi. "Assolutamente no, è troppo grosso il suo cazzo, non sono pronto per questo," la supplicai.
Veronica guardò Giuseppe, che ora era di nuovo in piedi accanto al letto. "Giuseppe, infila la mano in quel cassetto e prendi un fazzoletto per usarlo come bavaglio, vuoi?"
"Veronica, no..." cominciai a dire ma lei mi interruppe.
"Stai zitto, rilassati e fai come ti dico", ordinò.
Ha preso il bavaglio da Giuseppe e me lo ha messo in modo da non farmi più parlare, fissandolo stretto. Poi aprì i legacci che mi tenevano alla spalliera del letto, mi fece girare di schiena e li fisso di nuovo.
"Ecco, è tutto tuo", disse a Giuseppe.
Veronica è tornata tra le mie gambe aperte e mi ha riapplicato del lubrificante sul sedere. Ha iniziato a toccarmi di nuovo facendo segno a Giuseppe di avvicinarsi, l'ho guardata mentre gli succhiava il cazzo, lavorando su di lui per farlo diventare di nuovo duro.
"Il tuo cazzo è così bello, non vedo l'ora di vederti usarlo sul mio uomo." ha detto.
Giuseppe ha semplicemente chiuso gli occhi e si è goduto le sue attenzione. Ho visto il suo cazzo iniziare a tornare in vita. La cosa era sorprendente, aveva già avuto tre orgasmi ed ancora riusciva a stare in tiro. Sicuramente la prestanza fisica e la giovane età lo aiutavano, ma in ogni caso era qualcosa di eccezionale.
Guardandomi, Veronica ha detto: "Tesoro spero che tu sia pronto per una bella scopata dura, Giuseppe è venuto diverse volte nell'ultima ora, quindi potrebbe durare a lungo prima di venire".
Nonostante i miei dubbi sulla situazione in cui mi trovavo al momento, il mio cazzo era ancora duro e ho cercato di godermi la sensazione delle dita di Veronica dentro di me, rendendomi conto che più mi rilassavo, meno doloroso sarebbe stato quando Giuseppe avesse provato a ficcare il suo mostro dentro di me.
Giuseppe si è posizionato dietro di me, ho sentito il suo respiro e il calore del suo corpo. Aveva di nuovo il cazzo duro. Si inginocchiò tra le mie gambe e Veronica si spostò accanto a me. Prendendo il suo cazzo in mano, ha posizionato la massiccia cappella all'ingresso del mio culo cospargendola con altro gel lubrificante. Giuseppe si sporse in avanti e il suo cazzo cominciò a premere sul mio ano tentando di scivolare dentro di me. L’abbondante lubrificante utilizzato anche in precedenza da Veronica faceva il suo lavoro mantenendo scivolosa sia la parte esterna sia quella interna del mio culo. All’improvviso, con una spinta più forte, il suo cazzo superò la resistenza del mio buco riuscendo a far penetrare la cappella dentro. Il dolore che ho sentito era quasi insopportabile, gemevo dentro il bavaglio che attutiva in parte la mia voce. Veronica continuava ad incitarlo dicendogli di ignorare i miei lamenti. Giuseppe mi teneva dai fianchi mentre centimetro dopo centimetro spingeva il suo cazzo dentro di me, lo infilava lentamente, fermandosi per lasciare il tempo necessario che il mio culo si abituasse alle sue dimensioni. Poi, proprio quando il dolore cominciò a diminuire, spinse con più forza gli ultimi centimetri dentro, le sue palle mi schiaffeggiarono le natiche. Sentivo per intero l’enorme cazzo di Giuseppe dentro di me, sentivo il suo calore e la sua pressione tra le pareti. Sensazioni che, se non fosse stato per il dolore provato, sarebbero state veramente entusiasmanti.
Nel frattempo, Veronica si stava toccando il clitoride guardando la scena e incoraggiava Giuseppe.
"Ecco fatto, ormai è tutto dentro, fottiti la puttanella, sbattitela come hai fatto con me prima."
Gli occhi di Giuseppe erano socchiusi mentre sbatteva il suo cazzo dentro e fuori da me. Veronica lo stava baciando appassionatamente, massaggiandogli con una mano le palle, cercando di strappargli un altro carico di sperma.
"Iuuuh! Vai avanti Giuseppe, fottigli il culo, riempilo con la tua sborra," gli disse.
Giuseppe non aveva bisogno di ulteriore incoraggiamento, mi stava sbattendo con forza. Il dolore che provavo all’inizio era quasi scomparso e mi ritrovai ad allargare ancora di più le gambe, a sollevare leggermente di più il sedere per facilitare la penetrazione; a quel punto, per il piacere che stavo provando, desideravo sempre di più averlo dentro di me. Il dolore si era trasformato in sensazioni di piacere molto intenso. Sentire il cazzo di Giuseppe dentro era qualcosa di incredibile. Sensazioni piacevolissime che non avrei mai immaginato di poter provare.
Gemetti di piacere e Veronica guardandomi allungò la mano e aprì il bavaglio.
"Digli che vuoi la sua sborra, che ami il suo splendido cazzo," ordinò.
"Mmmmm, fottimi il culo Giuseppe, per favore riempimi con il tuo sperma" ho gridato.
"Ti farò godere, piccola troia, ti riempirò il culo," sussurrò Giuseppe e i suoi sforzi aumentarono. Potevo sentire il suo cazzo pulsare dentro di me e sapevo che era vicino all'orgasmo. Con un ultimo sforzo, Giuseppe conficcò per l’intera lunghezza la sua verga e la tenne lì. Un secondo dopo ho sentito il suo cazzo vibrare e pulsare e lui, emettendo un gemito, veniva dentro di me spruzzando il suo ultimo sperma.
Veronica stava guardando con gli occhi spalancati e poi si unì a Giuseppe nell'orgasmo, immergendo le dita dentro di sé mentre veniva.
Le mani di Giuseppe mi tenevano stretta la vita mentre continuava a pompare il suo seme dentro. Dopo un tempo che non saprei indicare, il suo cazzo cominciò ad ammorbidirsi e lentamente lo tirò fuori. Non appena il suo cazzo è uscito completamente, ho potuto sentire il mio culo pulsare e il suo sperma ha iniziato a fuoriuscire. Eravamo tutti completamente esausti; Veronica si sdraiò accanto a me e cominciò a sciogliermi le mani.
"Ti è piaciuto questo ragazzo? È stata la cosa più eccitante che io abbia mai visto", ha detto.
Mi faceva male il culo, mi sentivo usato ma dovevo ammettere che quello che avevamo appena provato era piuttosto piacevole.
"L'ho adorato," ho detto a Veronica mentre mi liberava le mani l'abbracciavo forte, baciandola sulle labbra, assaporando lo sperma nel suo alito.
Giuseppe, completamente esausto ma consapevole di aver passato una serata meravigliosa, disse: ”Cara Veronica ora tocca ad Alberto raggiungere l’orgasmo. Ci possiamo pensare noi due insieme se ti va”.
Lei annuì con un cenno del capo. Giuseppe si avvicinò e con un gesto rapido si infilò il mio cazzo in bocca succhiandolo e leccandolo. Veronica si abbassò e inizio a leccare le mie palle e il buco del culo appena trapanato dal cazzo di Giuseppe. Quest’ultimo ha fatto un pompino perfetto e sono passati solo pochi minuti prima che io venissi. Ero così eccitato che non sono stato in grado di frenare il mio orgasmo. Con un fremito incontrollabile ho raggiunto l’apice del piacere inondando la bocca e la gola di Giuseppe con il mio sperma. Gli schizzi erano così violenti e copiosi da ribalzare sul suo palato e schizzare fuori dalla bocca. Quando tutto finì, lui non ingoio per intero il mio sperma ma, avvicinandosi a Veronica, la baciò e si scambiarono l'uno con l'altro il mio seme.
A questo punto eravamo veramente tutti sopraffatti dalla fatica ma completamente appagati per il piacere provato.
Giuseppe, dopo qualche minuto di riposo, si vestì silenziosamente. Poco prima di lasciare la stanza si rivolse a noi due.
"Voi due siete delle puttane totali" sorrise, "Mandatemi un messaggio se volete rifare il tutto."
"Ooooh, certo, ci terremo in contatto sicuramente non preoccuparti" gli disse Veronica e lui lasciò la stanza.
Sentimmo la porta d'ingresso chiudersi e Veronica si è accoccolata a me. La sua mano si è spostata lungo il mio corpo e le sue dita erano di nuovo sul mio culo, usando lo sperma che ne scorreva per lubrificarmi nuovamente.
"Che ne dici di utilizzare prossimamente lo strap-on?" chiese: "Non ci sono scuse ora che ti hanno fatto il culo!"
Arrapato com'ero, avevo subito acconsentito con un cenno del capo. Veronica ha colto con palese soddisfazione la mia risposta positiva.
"Va bene allora, per ora ti lascio riposare, ma domani torna direttamente a casa dal lavoro, ho una sorpresa in programma." Ho sentito a malapena quest'ultimo commento mentre mi addormentavo.
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1 year ago
Al2016,
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Hanno scopato e riempito mia moglie!
Mi chiamo Paolo e sono un marito cornuto. Ho sempre sospettato che Rebecca, mia moglie, mi cornificasse, ma non ne avevo mai avuto la certezza. Rebecca è una bella donna, alta, mora, un po’ rotodina, ma non grassa. Ha un bel seno florido, un bel culo tondo ed una bocca ampia dalle labbra carnose. È quel tipo di donna che, quando passa per strada, fa voltare ogni maschio che la incrocia. Lei, poi, fa di tutto per apparire provocante, indossando abiti molto succinti, tacchi alti e calze con reggicalze o autoreggenti. Circa tre masi fa, decidemmo di prenderci un periodo di riposo dal lavoro. Si era un po' dopo Pasqua ed il tempo prometteva. Decidemmo di passare tre giorni sulle Dolomiti. Ho prenotato il soggiorno in una piccola, ma accogliente baita, tutta in legno, dove avremmo trascorso tre giorni a riposare e ricaricarci dalle fatiche del lavoro, che ci avevano davvero stressati. Arrivammo un giovedì mattina, sistemammo le nostre cose e decidemmo di dare un’occhiata in giro. Era fuori stagione e sembrava che non ci fosse tanta gente in giro. Abbiamo preso una funivia e raggiunto un bel rifugio su, in alto. Il tempo era stupendo e allora, dopo aver pranzato, abbiamo deciso di raggiungere un altro rifugio, posto su di una cresta da cui si poteva ammirare tutta la bellezza del ghiacciaio sottostante. Il sentiero non era troppo impegnativo ed anche un'altra coppia di escursionisti, si sono accodati a noi. Ben presto i due giovani si sono allontanati, anche perché noi ci siamo attardati ad osservare il magnifico panorama che si stendeva sotto di noi. Così, fra una foto ed uno sguardo al percorso, invece delle due ore previste, ce ne abbiamo impiegate quattro. Non avendo molta esperienza, non ci siamo resi conto che si era fatto tardi per tornare indietro e, quando siamo entrati nel bar del piccolo rifugio, non eravamo gli unici clienti. Vi erano i due giovani ed altre quattro persone, più due in coppia, come noi. Ci siamo avvicinati al bancone ed un simpatico montanaro, ci ha chiesto se volevamo consumare qualcosa. Io mi son guardato un po’ in giro ed ho notato che tutti erano attrezzati per la notte: alcuni avevano dei sacchi a pelo, altri altre cose adatte a dormire.
«Scusi, ma quanto ci vuole per tornare indietro?»
Lui ci ha guardato stupito.
«Ma non avete prenotato per dormire, qui?»
Io ho guardato mia moglie ed ho precisato che avevamo solo fatto una passeggiata. Lui ci ha guardato, con non poca perplessità.
«Sarà dura trovarvi da dormire. In questo posto ci si viene per passare la notte e poi, il giorno dopo, si scala la parete sopra il ghiacciaio. Se non avete la prenotazione, come vi faccio dormire? Vedete anche voi che lo spazio è esiguo.»
Ci guardiamo intorno e in quel momento ci rendiamo conto del nostro errore. Abbiamo sottovalutato la montagna. Ci siamo imbarcati in una esperienza senza un minimo di preparazione. Vedo le persone in quel rifugio ben attrezzate ed equipaggiate anche con indumenti adatti al luogo, mentre noi due sembriamo due turisti davanti al Colosseo: Rebecca indossa una mini ed una camicia di jeans, con ai piedi delle semplici scarpette da ginnastica, ed io non sono da meno; jeans, camicia e scarpe da ginnastica. Mentre siamo intenti a riflettere, si avvicina la donna della coppia. Ci osserva e poi ci parla con calma.
«Scusatemi, ma ho sentito che siete in difficoltà. Se volete vi possiamo cedere uno dei nostri sacchi a pelo e ci potrete dormire insieme, mentre io dormirò con mio marito. Sarà un po’ stretto, ma se vi arrangiate, potete restare.»
La guardiamo come due naufraghi che sono appena stati salvati. Si era anche avvicinato il marito, un bel maschio alto con un fisico asciutto e ben scolpito. Rebecca lo osserva interessata e poi fa subito le presentazioni.
«Vi ringraziamo davvero tanto: io sono Rebecca e lui è Paolo.»
Io due si scambiano uno sguardo e lui annuisce.
«Piacere, io sono Carlo e lei è Stefania. Venite e sedervi con noi, che mangiamo qualche cosa insieme.»
Subito l’atmosfera si riscalda, anche perché qualcuno ha accesso il caminetto e, mentre fuori soffia un vento gelido, dentro l’atmosfera è subito cordiale e divertente. Seduti all’unico tavolo, facciamo anche la conoscenza delle altre persone. I due ragazzi che abbiamo visto alla partenza, sono Luca e Piero, poi ci sono anche il responsabile del rifugio, che si chiama Simone ed un’altra coppia di persone, un po’ meno giovani, che si chiamano Renzo e Mario. Ci sediamo e, mentre mangiamo pane, formaggio e salame, mi rendo conto che in tutto, dentro quel piccolo rifugio, ci stiamo in nove; sette maschi e due femmine. Mente mangio, bevo un po’ di birra, ma, non essendo un provetto bevitore, cerco di non ubriacarmi; non reggo l’alcol, sono quasi astemio.
Ad un tratto, fa la comparsa una bottiglia di grappa ed io, al secondo brindisi, sono già ko. La mia sbronza è subito evidente e poiché mi provoca sonnolenza, Rebecca e Carlo mi prendono sotto braccio e mi fanno distendere sul nostro sacco a pelo, posto di lato al caminetto, in un angolo un po’ più in penombra. Io farfuglio frasi da totale ubriaco.
«… no! Io…sono...io non ho voglia… non ho bevuto!»
Appena disteso, mi cala la palpebra e mi addormento. Non so dirvi quanto ho dormito, ma essendo abbastanza brillo, dopo un po’ mi sveglio e, nonostante i fumi dell’alcol, sollevo le palpebre e quello che vedo mi fa sorridere. Rebecca è a cavallo di uno, che la scopa dal basso, mentre in due gli fanno succhiare i loro cazzi. Stefania invece è in mezzo a tre, che la scopano insieme. Io sorrido divertito, incapace di rendermi conto di quello che succede, la prendo a ridere, mentalmente ci ironizzo.
“Accidenti, che bel sogno! Cazzo che troie!” Senza rendermi conto che una delle due troie è mia moglie. Richiudo gli occhi e torno a dormire, ma dura poco. Mi sveglio di nuovo e guardo meglio la scena. Adesso anche Rebecca è presa da dietro da Carlo, mentre succhia Simone. Mi sollevo un po' sui gomiti e mi appoggio alla parete. Resto ad ammirare il tutto ed il mio cazzo diventa di ferro. Ho sempre sospettato di esser un marito cornuto, ma non mi ero mai reso conto quanto lo fossi e, cosa che mi stupisce anche di più, è che ammiro mia moglie far la troia e la cosa mi eccita!
La guardo mentre si trova a disposizione di tutti i cazzi dei ragazzi e son certo che li ha già succhiati tutti e tre abbondantemente, mentre loro si scambiavano i posti tra le sue gambe ed affondando i loro cazzi fra le labbra bagnate della sua figa. La vedo stretta fra i tre maschi, che la fanno godere e la sento urlare di gioia, mentre i vari cazzi le scivolavano nella figa bagnatissima. Vedo che dietro, c’è Mario, che non mi sembra così ben dotato, ma, in ogni caso, la incula con vigore. Poi cambiano di nuovo posizione. Carlo, da sotto, la scopa, facendole provare diversi orgasmi. Mentre ora Simone e Mario, che si è sfilato da dietro, stanno entrambi in ginocchio accanto alla testa di Rebecca e lei si sta alternando a succhiare i loro cazzi rigidi, mentre continua ad esser chiavata. Vedo che Mario si scambia di posto con Renzo, che si posiziona dietro Rebecca. Lei si gira, lo guarda e gli sorride. Vedo che imbocca il culo di mia moglie, che ha come un sospiro ed un gemito promana dalla sua bocca.
«Dai, inculami! Però fa piano, che sei troppo grosso!»
In effetti mi rendo conto che lui ha un vero mostro di cazzo. Lungo almeno 20 centimetri e molto spesso. Renzo inizia a spingerlo lentamente, entrando a poco a poco, prima di affondarlo tutto dentro. Lo spinge nel culo di Rebecca che lo accoglie tutto, fino in fondo. Cazzo com’è sfondata mia moglie! Ora la scopa con calma e le sfonda il culo, facendola godere come una vacca.
«Si dai! Mi sfondi divinamente! Dai, spaccami il culo! vengo! Vengo ora!»
Urla, seguita dalle grida di Stefania che scopa con altri tre e la chiavano anche loro, facendola urlare di piacere. Gli altri si alternano nella bocca delle donne per mantenere alta la loro eccitazione, pronti ad infilarsi nel primo buco libero. Sono troppo eccitato e, adesso, la sbronza mi è passata o l’adrenalina non mi fa più sentire stordito. Sono eccitato ed incazzato con mia moglie e a fatica mi alzo in piedi e mi avvicino alla testa di Rebecca; le infilo in bocca il mio cazzo, mentre Renzo aumentava il suo ritmo.
«Succhiami puttana! Bevi e non perderne una goccia!»
Lei mi guarda un attimo stupita, poi lo ingoia tutto e mi succhia a morte. Le sborro in gola e lei lo manda giù tutto, pulendolo benissimo. Sono ancora eccitato e mi sposto verso Stefania, che mi afferra il cazzo e me lo succhia, mentre Renzo, adesso, sborra in culo a Rebecca, che ha avuto un altro orgasmo, mentre lui con un’ultima spinta la riempie con la sua sborra. Sono venuto di nuovo in bocca a Stefania, che mi ha guardato sorpresa dalla rapidità con cui le ho schizzato in gola il mio seme. Rebecca era stata davvero scopata e inculata per bene e ben riempita. La guardo e vedo che la sua figa pelosa è ricoperta di sborra, ed altra ne esce dal culo dilatato. Carlo si è avvicinato a sua moglie, appena sborrata da Simone, e si è inginocchiato fra le sue cosce, prendendo a leccarla. Io l’ho guardato stupito e Rebecca ha allungato le mani verso di me e mi ha invitato ad avvicinarmi. Mi ha dato un bacio ed ho sentito il sapore della sborra sulle sue labbra; poi, dopo, con una mano, mi ha spinto la testa giù fra le sue cosce.
«Dai, leccami anche tu! Assapora il piacere di leccare il seme di un altro maschio, che mi ha scopato!»
Come un automa l’ho fatto. Ho allungato la lingua e leccato l’intera lunghezza della sua fessura, dal culo al clitoride, leccando tutto quel che trasudava. Ero inebriato, inebetito, da questa incredibile situazione, mentre lei succhiava altri cazzi, io la leccavo e, ad un tratto, è venuta di nuovo nella mia bocca. Ero cosi eccitato che mi son allungato su di lei ed ho infilato il mio cazzo dentro quella fica, cosi slabbrata, piena di umori e sborra, che sembrava una fornace. L’ho scopata con furia selvaggia e lei ha sollevato le gambe e mi ha stretto ai fianchi, godendo mentre Luca le sborrava in bocca.
«Dai, amore mio cornutissimo! Scopami e bevi con me!»
Nel ricevere in bocca la sborra di Luca, ha spostato il cazzo verso il mio volto ed alcuni schizzi mi sono finiti in faccia e sulle labbra. Ho aperto la bocca e ho leccato il suo cazzo con lei, che me lo infilava in gola. Son venuto all'istante! Sfinito, mi sono disteso appoggiato alla parete, mentre intorno a me proseguiva l’orgia. Sembrava che nessuno fosse mai sazio di sborrare queste due puttane, che li hanno lasciati schizzare in ogni buco. Alla fine abbiamo anche dormito un poco. All’alba, dopo, aver salutato tutti calorosamente, abbiano intrapreso il sentiero per ridiscendere, mentre gli altri salivano in cordata il ghiacciaio. Con mia moglie non ho fatto parola di quello che era successo. Solo dopo, quando siamo rientrati a casa nostra, lei mi ha guardato e baciato in bocca.
«Sono così da sempre! Capisco che scoprirlo in quel modo forse ti ha ferito, ma non so resistere alla tentazione di scopare con un bel cazzo. Sono una moglie indegna e, per questo, ti dico fin da ora che, se vorrai il divorzio, io non biasimerò. Sei una brava persona e meriti una donna che ti rispetti, non già una che ti cornifica ogni 3x2!»
L’ho guardata incredulo e quanto mai sorpreso per ciò che stava dicendo. Durante tutto il tragitto, avevo riflettuto su tutta la faccenda e mi ero reso conto di aver per la prima volta davvero goduto a scopare nel veder mia moglie chiavata ed ora lei mi voleva lasciare? NO, CAZZO! NO!
«Ma che dici? Quale divorzio? Perché mi vuoi lasciare? Ti ho forse accusato di qualche mancanza nei miei confronti? Forse l’unica mancanza da rimarcare è che non mi hai mai permesso di godere insieme a te, come questa notte. Mi son reso conto di quanto mi sia piaciuto vederti far la troia e godere con te, mi dispiace solo di esserci arrivato dopo tanto tempo, quindi, essendo in ritardo, vorrei che tu da oggi mi coinvolgessi sempre di più nei tuoi giochetti con tutti i cazzi che ti scopi. Ti chiedo solo questo.»
Mi ha abbracciato e, da allora, siamo davvero una coppia più che felice.
A volte ripenso a quanto l’hanno farcita quella notte nel rifugio e mi torna il cazzo durissimo.
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1 year ago
baxi18, 55
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A cena dal mio amico maturo.
Mi chiamo Mario, ho quasi 50 anni. Sono di media statura, ho i capelli castani, con qualche capello bianco, gli occhi scuri ed un corpo ben tonico, perché pratico molti sport. Sono vedovo da sette anni, da quando, cioè, mia moglie fu uccisa da un ubriaco, mentre attraversava la strada. Ho un figlio maschio che vive e lavora in un’altra città. Come professione faccio il geometra per una grande azienda di costruzioni. Il mio lavoro mi porta a conoscere tanta gente e, fra queste conoscenze, a volte nasce una certa amicizia che, col tempo, diventa più stretta. Una di queste è stata quella con Augusto, un tizio di 65 anni, cui avevo, con la ditta con cui lavoro, ristrutturato una bellissima casa colonica. Durante i lavori nasce una certa confidenza e, alla fine, parlando un po’ di fica, io lo prendevo un po’ in giro, dicendo che lui ormai con il sesso aveva chiuso.
«Hai 65 anni, che vuoi scopare più? Al massimo gli dai una leccatina!»
Passano due settimane e poi, una sera, lui mi invita di sabato a cena da lui per festeggiare la fine dei lavori.
«Vieni a cena e ti faccio assaggiare la nuova produzione di vino.»
Così, puntuale, mi son presentato a casa sua. Appena giunto mi presenta Lorena e Massimo una coppia di amici, anch'essi invitati.
«Lui è Massimo e lei è Lorena, sua moglie, una coppia di miei amici che ho voluto invitare, perché, per la prima volta, son venuti dalle nostre parti.»
Guardo la donna e trovo che è una bella tipetta. Sui 34 anni, alta quanto me, mora dai capelli lunghi, un seno grosso, una quarta molto abbondante e un culo da favola. Lui sui 56 anni, ben portati. La cena si è svolta in piena allegria. Augusto ha tirato fuori le migliori bottiglie di vino dalla sua riserva privata ed ha fatto bere Lorena, con la complicità del marito che, in un momento in cui lei era in bagno, ci ha spiegato che la moglie, bevendo, perdeva ogni freno inibitorio, aggiungendo che lui godeva a veder la moglie fatta oggetto di attenzioni da persone mature.
«Ne ho parlato con mia moglie e lei ha detto che preferisce maschi maturi, a baldi giovani.»
Augusto con orgoglio ha detto di avere 65 anni, mentre io, più dimesso gli dissi di averne solo 50. Massimo si è messo a ridere.
«Non sei tanto maturo, ma, comunque, non sei un ventenne!»
Finito di cenare, Augusto ci ha invitato a fare una un giro nei sotterranei dalla sua cantina. Ci siamo alzati, abbiamo percorso un corridoio e poi una lunga scalinata, che portava sotto terra. Lorena era decisamente brilla.
Augusto e Lorena camminavano davanti a me ed al marito che, camminando al mio fianco, osservava Augusto che, con la scusa di sorreggerla per evitare che inciampasse, le palpava il culo da sopra la gonna, senza che lei protestasse. Massimo si è rivolto a me e mi ha dato, con tono allusivo, un suggerimento.
«Perché non aiuti Augusto a sostenere mia moglie?»
Subito mi son messo al fianco di Lorena, che sembrava contenta di procedere in mezzo a due uomini. Augusto, che aveva capito le intenzioni del marito, ha infilato, senza alcuna remora, la mano sotto la gonna per palparle il culo, mentre lei si è fermata e, ridendo, ha esordito:.
«Lo sai che sei un bell’impertinente a palparmi il culo davanti a quel cornuto di mio marito!»
Lui, per tutta risposta, non si è limitato a palparle il culo, ma le ha infilato le mani nelle mutandine ed ora, con assoluta sfrontatezza, gliele ha abbassate, portando quel culo in bella vista. Ho guardato verso Massimo che, a sua volta, mi ha guardato facendo un cenno d'assenso con il capo e questo ha scatenato in me una profonda libidine. Così, approfittando del fatto che ci eravamo fermati a vedere delle botti, mi sono abbassato ed ho afferrato le mutandine che stavano a metà coscia e le ho calate sino a terra, mentre lei, sollevando i piedi, mi ha permesso di sfilarle ed io le ho consegnate al marito, che, sorridendo, se le è messe in tasca. Ci siamo fermati in una specie di lunga galleria, vicino a delle botti piene e delle rastrelliere con delle bottiglie; Augusto, di fronte a Lorena, che lo guardava sorridendo, ha preso la mano di lei e se l'è portata sul pacco; lei ha tastato, dapprima con finta timidezza, poi con maggior decisione, sentendo crescere l'erezione di lui. Augusto, eccitato, si è slacciato i pantaloni e lei che lo aiutava ad abbassarli; quando ha visto cosa contenevano le mutande, ha fatto una faccia quanto mai sorpresa.
«Caspita, Augusto, hai un cazzo molto, ma molto grosso!»
Massimo si è messo a ridere e l’ha sfidata.
«Allora, fagli vedere come sei capace di prenderlo in bocca!»
Lorena ha abbassato le mutande di Augusto sino al ginocchio, rimanendo in contemplazione del cazzone che si è trovata davanti, che, pur non essendo completamente duro, aveva già assunto dimensioni asinine. Io stesso, che son ben messo, son rimasto sbalordito e, in quel momento, ho capito certe sue battute passate, quando un giorno, durante i lavori, avevo con me la nostra stilista e lui, scherzando le chiese se le piacevano i cavalli. Era una battuta che lei non aveva capito, ma anche io comprendo solo adesso: il suo è un vero cazzo da cavallo!
Lorena si è leccate le labbra con libidine e lo ha afferrato con entrambe le mani, cominciando a segarlo lentamente, mentre Augusto ha fatto arrivare a terra pantaloni e mutande, rimanendo con la sola camicia, che ha subito tolto, finendo per restar nudo, con le sole scarpe. Lorena si è avvicinata ancora di più ad Augusto ed io, da dietro, le ho slacciato la gonna e l’ho lanciata al marito, dietro di noi, mentre Augusto le ha messo entrambe le mani sulla nuca e l'ha incitata a succhiare.
«Succhia, troia! Fa vedere a tuo marito che bocchinara che sei! Dai, ingoialo tutto!»
Lei, spalancando la bocca, ha faticosamente ingoiato quella mazza. Augusto, gemendo di piacere, le ha sfilato camicia e reggiseno, lasciandola nuda. Anche Massimo si è spogliato ed io l’ho imitato. Augusto, per non sborrare subito, l‘ha allontanata dal suo cazzo e si è rivolto al marito.
«Che succhiacazzi tremenda è tua moglie!»
Poi si è girato e ci ha indicato un punto del corridoio, dove c'era una specie di grotta, dove si trovavano degli scatoloni aperti ed ha detto a Massimo di distenderli per terra. Poi ha invitato Lorena a mettersi stesa, perché le voleva leccarle la fica.
«Cavolo! È una vita che non vedo tette così belle! Mettiti distesa che ti lecco quella bella figona pelosa, che ti ritrovi.»
Lei ha ubbidito e si è stesa, spalancando le cosce in modo osceno. Augusto si è inginocchiato tra le sue cosce e le ha fatto i complimenti.
«Sei una grande zoccola, con questa bella figona aperta!»
Ha cominciato a leccarla con lei che ha preso subito a gemere di piacere. Massimo si è avvicinato a noi, segandosi; io, eccitato e col cazzo duro che, pur essendo di ottime dimensioni, non arrivava certamente a quelle di Augusto, vedendo Lorena distesa, con quella sua espressione libidinosa, mi son messo a cavallo della sua faccia, le ho fatto aprire la bocca e le ho fatto ingoiare il mio cazzo, che lei ha succhiato con ingordigia, mentre io mi complimentavo con lei.
«Brava, zoccola! Succhia, che poi ti chiaviamo, troia! Ti piacciono i cazzi grossi, vero? Specie grossi come quello di Augusto?»
Poi mi son rivolto ad Augusto.
«Dai leccale fica e culo che poi glieli ficchiamo dentro assieme! Dai, che la sfondiamo tutta!»
Ha preso a leccarle, oltre la fica, anche il buco del culo. Lei gemeva di piacere e, dopo un po', quando lei era già bella calda, lui si è sollevato e mi ha invitato a scoparla.
«Dai, smetti di farti succhiare il cazzo, che ci facciamo questa troia!»
Si è sollevato ed allungato su di lei, le ha appoggiato la cappella tra le grandi labbra, poi, con un colpo di reni, glielo ha affondato tutto dentro, facendola gemere di dolore.
«Aaahii, mi spacchi! Mi sfondi! Sei enorme!»
È durato solo per pochi secondi il suo lamentarsi, perché subito dopo il dolore si è trasformato in piacere; lui si è rigirato e lei si è trovata su di lui ed ha preso a cavalcarlo. Era lei che ora si impalava con goduria sul cazzone di Augusto e l’abbiamo fatta godere ancora di più, quando mi son sistemato dietro di lei e, trovato il ritmo giusto, gliel’ho ficcato nel culo, mentre Massimo, eccitato, si menava il cazzo e le diceva di esser molto compiaciuto.
«Che gran troia che sei, amore mio! È qualcosa di straordinario vedere come prendi due cazzi contemporaneamente! Sei una vaccona e dimostri alla grande quanto ti piace! La tua espressione estatica è quella di una troia! Guarda come ti saltano le tette, puttana! Dai, troia, muoviti ed accoglili per bene sia in culo che in fica! Mi eccita da pazzi vedere il cazzone di Augusto come ti slarga e ti pompa!»
Lei godeva ed urlava di piacere, mentre rispondeva a Massimo fra un orgasmo e l’altro.
«Sì, porco, godo da matti nel sentirmi sfondata da questi due tori! Sono due mostri che mi dilatano tutta… oddio, VENGO! Li sento entrambi e… vengo!»
A quel suo annuncio, siamo arrivati anche noi. Ci siamo sfilati, l’abbiamo fatta distendere e tutti assieme, compreso Massimo, le abbiamo ricoperto di sborra tutto il corpo. Lei ha goduto anche di questo.
«Sì, maiali, godete di me! Copritemi di sborra!»
Soddisfatti siamo risaliti in casa e Lorena ha chiesto di farsi una doccia, prima di andar via. Massimo era contentissimo.
«L’avete scopata proprio come meritava! Che sorpresa è stato vedere i vostri cazzi enormi! Non mi aspettavo di trovare due maschi così dotati. Grazie!»
Poi è tornata Lorena, avvolta in un accappatoio ed io ho proposto di bere il bicchiere della staffa. Mentre abbiamo iniziato a bere, Augusto ha avviato della musica lenta e le ha chiesto se voleva ballare con lui. Lei, sorridendo, ha annuito, cosi lui, tirandola a sé, le ha messo la lingua in bocca, mentre lei, con la mano, ha di nuovo preso a tastare il cazzone di lui, mentre io e Massimo siamo andati a sederci sul divano per goderci lo spettacolo, che tutto era tranne che un ballo. Augusto, baciandola, le ha aperto l'accappatoio, che poi ha fatto cadere a terra, lasciandola completamente nuda. Ha appoggiato il suo cazzone durissimo contro la sua fica, mentre lei, strusciandosi contro, come una cagna in calore, ha preso a gemere di piacere.
«Sì, dai, che mi piace! Sei un toro stupendo: chiavami ancora!»
Lui l’ha fatta girare e le ha infilato il cazzo fra le cosce da dietro, mentre, con una mano, le ravanava la fica da davanti, sino a che ha preso a masturbarla di brutto. Prima un dito, poi due, poi tre, eccitandola a tal punto che lei è scesa con la sua mano in basso ed ha aggiunto altre sue due dita alla sua masturbazione. La sua faccia da libidinosa era uno spettacolo da vedere. Augusto, che vedeva le nostri espressioni di piacere, si è rivolto a Massimo.
«Ti piace vedere quanto facciamo godere tua moglie?»
Massimo era estasiato.
«Sì, state facendo godere anche me! Vederla godere così, mi fa sballare quasi di più se, a chiavarla, fossi io!»
Augusto sempre masturbandola ha continuato.
«Lo sai che tua moglie è una troia eccezionale? Una vacca eccezionale! Chissà quanti cazzi le hai visto prendere? Ma scommetto che uno come il mio, uno esagerato di circa 28 x 12 cm., non lo avevi mai visto! Lei è una gran vacca e, senza offesa, tu sei un gran porco! Ho visto come ti eri eccitato prima a vederle accogliere, dentro di sé, un cazzo così grosso! Dimmi: da quanto le piacciono grossi?»
A Massimo brillavano gli occhi.
«Da un po’ di tempo le piacciono molto grossi... e non solo a lei.... capisci?»
Augusto sorridendo e sempre masturbandogli la moglie che godeva da matti, ha annuito compiaciuto.
«Se vuoi provarlo anche tu, son pronto a mettertelo nel culo. In fondo te lo meriti: mi fai chiavare questa vacca di tua moglie. Senti come è bagnata la troia! Anzi, voglio che vieni qua e metti il mio cazzone nel culo di tua moglie, che glielo sfondo, prima a lei e poi a te, per premio.»
Lorena ha guardato Massimo con occhi colmi di libidine. Lui le ha parlato emozionato.
«Amore, ora ti inserisco con le mie mani il cazzone di Augusto nel culo e desidero che lo prendi tutto, compresa la sborra e poi, per ricambiare la tua disponibilità, ti prometto che lo prenderò in culo anch’io. Però, prima, voglio vedertelo prendere in bocca, ancora una volta.»
Lorena si è inginocchiata davanti alla proboscide di Augusto e, spalancata la bocca, a fatica ha cominciato a risucchiare la grossa cappella, mentre Augusto, messale la mano sulla nuca, la esortava a far del suo meglio.
«Sei una succhiacazzi! Sei una troia, puttana e bocchinara! È meraviglioso veder come la tua bocca si dilata per succhiare il mio cazzo!»
Massimo era letteralmente impazzito da ciò che vedeva e la incitava ancor più.
«Oh, amore, che meraviglia! Veder la tua boccuccia che riesce ad ingoiare un cazzone cosi grosso e lungo, è qualcosa di straordinariamente bello! Dai, ingoialo tutto, fino ai coglioni, troia! È uno dei cazzi più grossi che ti ho visto succhiare e persino sproporzionato per la tua bocca! Però vedo che, anche se a fatica, lo stai risucchiando sino alle palle. Dai, puttana, respira col naso, altrimenti ti soffoca!»
Augusto le imprimeva il ritmo con le mani sulla nuca, incurante dei conati di vomito provocati dalle dimensioni della sua verga. Si eccitava e, quando il naso di lei ha sbattuto contro l'inguine di lui, con un rantolo di piacere ha immobilizzato la testa di Lorena e, con voce roca dal piacere, l’ha incitata ad ingoiare la copiosa sborrata che le stava regalando.
«Ingoia la sborra, troia! Te la inondo questa gola, succhiacazzi!»
Mentre lei, a fatica, ingoiava, io mi son alzato dal divano, dove ero rimasto a godermi lo spettacolo e mi son avvicinato a Massimo, che era chinato vicino alla moglie a guardare il cazzone di Augusto che le si svuotava in bocca.
«Adesso tu svuoterai me! Succhiami il cazzo, cornuto!»
Senza aggiungere altro, gliel’ho messo in bocca, mentre ora era lei che era estasiata a guardar suo marito che me lo succhiava, mentre Augusto, ormai svuotato, ci lasciava lì per andar in bagno.
Mentre lui mi succhiava, ho fatto accostare anche lei ed ho preso a leccarle la fica. Lorena ha gradito, offrendomi anche i capezzoli da succiare; ho chiesto a lui di spalancare le gambe di sua moglie e di tenergliele sollevate, allo scopo di fargli vedere come l'avrei chiavata.
«Dai, cornuto, spalanca le cosce di questa puttana di tua moglie, che ti faccio vedere come va chiavata.»
Lei, ubbidiente, si è seduta sul divano, lui le ha divaricato le cosce e le ha tenute sollevate, mentre io, senza nessuno sforzo, gliel’ho ficcato facilmente dentro, chiavandola con foga. Era un orifizio veramente caldo ed accogliente, specialmente dopo esserci passato il cazzone di Augusto; comunque era una libidine chiavarmi questa puttanona, davanti al marito, anzi con il suo aiuto. Poi son venuto dentro di lei, imbrattandole anche il pube.
«Leccala tutta, questa troia!»
Massimo non se lo è fatto ripetere. Lorena era davvero super eccitata dopo che lui aveva ben ripulito la sua fica slabbrata, al punto che lo ha trascinato su di sé e lui le è entrato dentro: ha preso a chiavarla con molto ardore. Mentre Massimo era intento a scopare sua moglie, è tornato Augusto che, al vederli chiavare come forsennati, si è ritrovato con il cazzo duro. Allora si è inginocchiato dietro a Massimo ed ha preso a strusciarglielo sul culo.
«Adesso ti do la tua parte!»
Con due spinte decise, gli ha sfondato il culo.
«Aaahhhiii, mi spacchi il culo! Cazzo, sei enorme: fa piano!»
Lorena ha sentito lui gridare, ha sollevato di più gambe ed ha incitato Augusto a sfondarlo il pià possibile.
«Dai, caro, spaccagli il culo a questo frocio cornuto! Dai che, anche se urla, in realtà gli piace!»
Come annunciato da lei, Massimo ha preso a godere sempre più, pur continuando a sfondare lei. Eccitato da quanto vedevo, mi sono trovato ancora il cazzo duro e mi son avvicinato alla bocca di lei che, senza dire una parola, me lo ha ripreso in bocca. Io mi gustavo Augusto che, come un martello pneumatico, inculava Massimo, che a sua volta, con la stessa foga, chiavava la moglie. Alla fine abbiamo sborrato tutti: io in gola a lei, Massimo in fica a sua moglie e Augusto nel culo di Massimo.
Sfiniti ci siam dati una bella rinfrescata e li abbiamo salutati. Io ed Augusto siamo rimasti per un po' da soli.
«Allora, che ne pensi di un vecchietto come me?»
«Cavolo! Sei ancora un gran toro e che attrezzo ti ritrovi! Ma dove li hai trovati quei due?»
Lui ha sorriso.
«Mi hanno contattato loro. Hanno visto una mia foto su di un sito porno e lui ha sfidato la moglie che non sarebbe stata capace di prenderselo tutto. In ogni caso, anche tu hai fatto la tua porca figura. Se capita l’occasione, lo rifacciamo. Ci stai?»
Gli ho garantito la mia piena collaborazione e spero proprio di rincontrarli di nuovo: troppo troia quella signora!
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1 year ago
baxi18, 55
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Emozioni particolari di un cuckold.
Sono Laura, la lei di coppia, ed ho deciso di metter nero su bianco su come abbiamo vissuto e si è sviluppata la nostra complicità.
Avevamo scoperto la trasgressione circa cinque anni fa e l'avevamo coltivata con varie esperienze, incontrando singoli in diversi locali notturni oltre a partecipare a diversi scambi di coppia. La cosa ci intrigava al punto da farci godere, a giochi finiti, lunghe scopate con il vigore che traeva spunto dall'aver rapporti di sesso con autentici sconosciuti. Io mi lasciavo andare alle voglie di maschi allupati e mio marito faceva altrettanto con femmine/mogli davvero scatenate. Da quegli incontri, ciascuno ricavava il proprio godimento fino ad appagarci. Poi, a casa, si riprendeva a far sesso, tirando in ballo questa o quella particolare condizione, che avevamo appena finito di vivere.
Per vero, in più occasioni, mi era capitato di sorprendere mio marito che mi osservava con intensa libidine, mentre mi facevo chiavare dall'estemporaneo amante ed anche questo era argomento di nostri intimi dialoghi.
In buona sostanza, al contrario di quanto si legge in tantissimi racconti presenti qui sul sito, la nostra complicità non consisteva tanto nel fatto che io fossi una di facili costumi e lui un cornuto da umiliare, anzi...
Egli rimaneva estasiato nel sapermi prima corteggiata e poi fottuta, con la mia più totale compartecipazione. Questo stato di cose, raggiunse il clou una volta che lui mi confessò che avrebbe desiderato sapere che fossi in compagnia di qualcuno che mi piaceva, che mi avesse corteggiato al punto da farmi desiderare di offrirmi a lui, per godere, godere, godere. Era questo ciò che mio marito desiderava, precisando che ne avrebbe goduto tantissimo a sapermi con un uomo, che potessi incontrarlo da sola e farmi fare di tutto e di più. Insomma considerava la cosa elettrizzante ai massimi livelli.
Lui sarebbe rimasto a casa ad aspettarmi, con i bambini, e io mi sarei opportunamente preparata per uscire con quest'ipotetico uomo.
Al solo pensarci, mi provocò una scarica di pura adrenalina, che mi si incuneò nel cervello come una droga: volevo provarla questa esperienza che, in effetti, era al di là di tutte le altre, che pure ci sembravano particolarmente eccitanti.
Questa idea ci stava facendo impazzire e il sesso fra noi era diventato estremamente potente: praticamente scopavamo come ricci.
Devo anche dire che, se a mio marito piaceva questa fantasia, non altrettanto era per me: non mi sentivo pronta... però, a rimuginarci su, ho capito che dovevo cercare di realizzare quella sua idea, se non altro per il rispetto che gli portavo. Quindi mi azzardai a dirgli che mi sentivo pronta e, semmai, era il caso di prepararsi all'idea di trascorrere più di una serata da solo, a fare il babysitter.
Io lavoro come segretaria in una grossa Azienda ed ho, come mio superiore, un uomo con cui sono gomito a gomito, da circa otto anni: lui è il classico dongiovanni che ci prova con tutte le dipendenti, ma, con me, ha subìto lo "scaccione": tutti suoi inviti a cene o aperitivi, sono sempre stati vani!!
Nel mentre, con mio marito, cresceva la voglia, acuita anche dalla curiosità per questa nuova condizione di gioco. Infatti, perché ridursi ad incontrare il solito singolo in una camera d'albergo oppure andare per locali? Tutto si riduceva al solito esito quanto mai banale, dato già per scontato e senza quell'adrenalina che cercavamo.
Si diede il caso che, qualche settimana fa, restai senza auto, dovendo provvedere alla sua periodica manutenzione.
Chiesi ad una collega se potevo contare su di lei per andare e tornare dal lavoro, atteso che era di strada.
Lei mi risponde che, purtroppo, per tutta settimana a venire non ci sarà, per suoi impegni familiari, però mi suggerisce di chieder aiuto a Stefano:
"Non preoccuparti: lui sicuramente non si tirerà indietro, soprattutto sapendo che si tratta di te".
Stefano non è altri che il mio superiore: un uomo di circa 50 anni, curato, molto elegante, con cui, per i motivi già detti, ho sempre voluto tener distinte le cose, allo scopo di non mischiare lavoro e sesso
A seguito della proposta, lui passa a prendermi al mattino e mi riporta a casa la sera. Per non apparire ingrata, mi trovo costretta ad accettare, prima di tornare a casa, di bere un aperitivo: quindi, la sera, e per tutta la settimana, usciamo dal lavoro e trascorriamo circa un’oretta insieme, cambiando spesso bar, tra quelli conosciuti nel centro città: per lui è come organizzare una sorta di sfilata, mi mette in mostra, facendosi vedere in giro accompagnato da una bella ragazza. Questo particolare intriga mio marito che, fin da subito, inizia a farsi delle fantasie che poi coinvolgono anche me e si trasformano in scopate pazzesche. Siamo certi che lui ci proverà con me, perché rappresento il suo desiderio da troppo tempo e, di certo, non si lascerà sfuggire l’occasione. Concordo con mio marito una linea da seguire. So che lui ama circuire le sue prede, portandole a pranzo in qualche posto romantico, per poi scoparsele, ma io ho deciso di giocare con lui come il gatto col topo.
Il primo attacco arriva il martedì, durante l’aperitivo, mentre io accavallo le cosce in modo provocatorio e noto il suo pacco crescere a dismisura.
Sono incuriosita da quella sua dotazione, che, a primo impatto, sembrerebbe notevole.
“Laura, una brava impiegata come te dovrebbe aver già avuto una promozione. Se me lo permetti, ci metto io una buona parola.”
Hai capito il porco?! Cerca di adularmi, per poi chiedermi la gratifica a letto! Lo guardo e replico in maniera alquanto diplomatica.
“Non c’è problema. Se non l’ho ancora avuta, è evidente che la direzione non lo ritiene opportuno, quindi, ti ringrazio, ma sarà meglio non interferire. Grazie lo stesso.”
Vedo che fa un sorriso di circostanza. Ha capito che non ha funzionato. Forse credeva che ero una puttanella che la dà via per delle agevolazioni sul lavoro, ma ancora non ha capito con chi ha a che fare.
Intanto il gioco con mio marito prosegue; a casa racconto ogni cosa ed egli, dopo essersi complimentato per il mio rifiuto, mi scopa dandomi della troia capace di vendersi per la carriera. Mi sfonda il culo con vigore e mi inonda la bocca di crema! Se intendevo togliere un po’ di ruggine al nostro rapporto, ero proprio sulla buona strada.
La mattina dopo, durante la pausa caffè, io, come da copione, telefono a mio marito con lui presente, che, ovviamente, si stupisce, ma comunque non demorde dal suo proposito: mi fa una nuova velata offerta per tradire il mio adorato cornuto.
“In pausa pranzo, potremmo andare in un piccolo agriturismo, qui vicino, dove si mangia benissimo.”
Mi aspettavo l’invito, ma lo declino dicendogli che lo trovo sconveniente, per il fatto che verrebbe notato da tutti i colleghi. Vedo che incassa ancora il due di picche, ma è sempre convinto che, alla fine, cederò.
Nel pomeriggio riferisco il fatto a mio a marito, che mi suggerisce di chiamarlo durante l’aperitivo, che ha un'idea.
Mentre siamo seduti nell’ennesimo bar, dove mi sta esibendo quasi fossi un suo trofeo, chiamo mio marito e lui ne è stupito ancor di più, perché dopo aver parlato un po' con lui, gli passo Stefano che, sorpreso, risponde al telefono.
“Ciao Stefano, ti ringrazio per esserti offerto a far da chauffeur a mia moglie. Per dimostrarti la nostra gratitudine, vorrei invitarti sabato sera, a cena da noi."
Lui accetta e poi mi ripassa l'apparecchio, con cui saluto mio marito.
Non posso non notare l'espressione di stupore disegnata sul viso di Stefano, che, per vincere l’imbarazzo, sorseggia il drink e, quando mi rivolge la parola è chiaramente in imbarazzo: proprio non se lo aspettava.
“Accidenti, avete una bella intesa di coppia, voi due!”
Capisce che con me sarà più dura del solito, ma decide di giocare in fretta le sue carte. Infatti, il giorno dopo, mi comunica che il venerdì mattina andremo in missione, presso un'azienda per acquisire dei documenti necessari al nostro lavoro. Obietto che non è una mia mansione, essendoci persone a tanto preposte e, in particolare, due puttanelle che so per certo che lui si scopa. Lui non batte ciglio e, poco dopo, mi arriva l’ordine dall’alto. Sono incazzata nera, perché capisco che vuole forzare i tempi e non so come frenarlo. La sera ne parlo con mio marito e lui ha la giusta intuizione.
“Domani mattina, niente minigonna. Indosserai un abbigliamento molto castigato e non accetterai nessuna divagazione: solo lavoro e poi a pranzo, al solito posto.”
La mattina dopo vedo la delusione nei suoi occhi, quando mi vede vestita in maniera così banale. Probabilmente si era già fatto l’idea di esibirmi con il titolare dell’azienda, dove va con le sue puttanelle messe in mostra, mentre io sembro Maria Goretti. Non gli concedo nemmeno un caffè e via. Chatto per tutto il viaggio con mio marito e lui se ne accorge; capisce di esser stato sconfitto.
La sera, al solito aperitivo, si arrende mentre io già gongolo, perché il piano che ho in mente per sabato sera, lo ucciderà! Ci lasciamo con lui convinto che, la sera dopo, sarà ospite di una bella famigliola, dove la mogliettina sfaccenda in cucina ed il marito intrattiene l’ospite. Nulla di più sbagliato!
La sera dopo, quando si presenta a casa, quasi gli viene un infarto. Gli apro la porta indossando un tubino nero elasticizzato, tacchi da capogiro, calze nere con balza di pizzo e reggicalze. Lui sgrana gli occhi, non riesce quasi a parlare.
“Ma sei bellissima! Io non mi aspettavo una sorpresa di tali proporzioni!”
Lo vedo spaesato. Non capisce che sono ben disposta verso di lui, ma lo blocca la presenza di mio marito. Per tutta la sera è un continuo provocare, sia da parte mia che sua, con palpatine sotto il tavolo. Io spero che lui osi, ma la presenza di mio marito lo inibisce, così, come d’accordo, il cornuto ci lascia soli. Stefano non perde tempo: subito mi abbraccia e bacia, ma non va oltre. Al ritorno di mio marito, la situazione è in stallo e, allora, giochiamo il jolly. A tutti e tre piace la musica latino americana, mettiamo su un po’ di musica e balliamo. Lui è durissimo. Sento il suo pacco che striscia un po’ sul mio corpo e, alla fine, mi lancio: lo bacio davanti al cornuto, che se la ride di gusto. Orami il ghiaccio è rotto e lui, dopo un momento di stupore, risponde al bacio e limoniamo; poi io mi inginocchio davanti a lui e gli tiro fuori il cazzo che è di marmo. Me lo trovo davanti, lungo, grosso, maestoso come un totem. Lo succhio da vera professionista e lui, quasi mi sborra in gola. Mi blocca e mi distende sul divano, si inginocchia fra le mie gambe e me la divora. Godo quasi subito, perché il porco ci sa fare. Mio marito ci invita a spostarci sul letto e lì cominciano a scoparmi, prima lui e poi anche con mio marito, fino alle tre del mattino. Il giorno dopo, appena sveglia, sono ancora tanto eccitata fa scopami il marito, che è in tensione come me. Parliamo della bellissima esperienza e decido subito che lo voglio rivedere. Mi è piaciuto il suo cazzo, sono stata chiavata divinamente, perché è molto resistente. Il cornuto è un po’ restio, ma io so come convincerlo: mi basta chiedergli di uscire, mentre gli succhio il cazzo, e lui non mi nega più nulla. Naturalmente mi scopa e mi incula di brutto! È così eccitato nel sentirsi fatto cornuto, gli piace fa matti questa nuova dimensione, notevolmente diversa dal gioco nei prive'; lo eccita al punto da averlo sempre durissimo e me lo pianta in culo con tanta libidine. Il lunedì mattina sono ancora cosi eccitata che, quando vedo Stefano, non posso far a meno di saltargli addosso. Lui è travolto più di me. La nuova esperienza lo ha completamente sballato. Ha dichiarato che non si sarebbe mai aspettato un simile risvolto e si sente infinitamente eccitato dal gioco. Decidiamo che mercoledì sera saremmo usciti io e lui da soli. Già questa cosa mi fa sbrodolare ed il cornuto non riesce a trattenersi dallo sfondarmi il culo. Molto lentamente passano i tre giorni e la mia lussuria ha raggiunto livelli altissimi: sono sempre più eccitata e mi sento troia come non mai.
Ho deciso che quella sera devo sconvolgerlo al massimo. Indosso una mini a pieghe, che mi copre appena la balza delle calze, senza slip, tacchi da 15 neri ed una giacca che mi copre il petto, ricoperto dal solo reggiseno. Prima di uscire, mio marito si è eccitato a vedere come mi preparavo per renderlo cornuto e mi fa due regali cui non avrei mai pensato: mi pianta un plug gioiello nel culo e, prima di uscire dal garage, mi infila il cazzo in bocca, me lo fa succhiare velocemente e mi sborra in bocca.
“Adesso, puttana, puoi andare da lui e, mi raccomando, fatti scopare per bene. Quando lo bacerai, lui sentirà il sapore della mia sborra e poi, al ritorno, bacerai me, affinché, a mia volta, possa sentire il sapore della sua nella tua bocca.”
Cazzo, che perversione! Tutta questa premessa mi eccita all'inverosimile, ma dopo lo lascio ai suoi pensieri, per raggiungere il mio amante: appena mi vede, non sta più nella pelle dal piacere. Lungo il tragitto verso il ristorante, le sue mani frugano fra le mie cosce e scopre che sono smutandata. Il cazzo gli scoppia nei pantaloni. Quando entro al ristorante, noto che tutti mi sbavano dietro. Sono un lago fra le cosce e lui mi esibisce a suo piacimento. Ne godo a mostrami troia, e così, per due volte, attraverso l'intera sala per andare in bagno; tutti mi rivolgono sguardi carichi di desiderio. Lui vorrebbe ancora qualcosa di più, ma io lo esorto a portarmi al motel, perché non resisto più dalla voglia di esser scopata. Lungo il percorso, lui è talmente eccitato che non può trattenersi dal fermarsi ad un distributore per inviare un messaggio al cornuto, onde informarlo che mi sta portando al motel per fottermi. Si profonde in ringraziamenti per avermi permesso di uscire senza mutandine, poi, nell'accarezzarmi il culo, si accorge del gioiello, e questo lo manda definitivamente in tilt: mi pianata il cazzo in gola e mi obbliga a succhiarlo.
“Succhia, troia! Ingoialo tutto, puttana!”
È letteralmente impazzino per tutta la lussuria che riesco ad esprimere: non avrebbe mai pensato che potessi esser così troia, io che in ufficio passo per una “santerellina!” Una volta in camera, mi sbatte sul letto e subito mi divora la figa. La lecca con una foga incredibile, mandandomi immediatamente in sollucchero. Poi infila il preservativo, regola imprescindibile, e mi scopa come un pazzo furioso. Ha il cazzo di marmo. Mi fotte a lungo e bene, fino a sborrare. Nonostante la copiosa venuta, il cazzo gli resta duro: mi basta succhiarglielo un po' ed è di nuovo pronto. Mi viene il sospetto che faccia uso di qualche pillola blu. Mi sbatte e mi dà della troia, poi mi sfila il plug dal culo e me lo fotte con estremo vigore. Mi scopa a lungo e poi mi sborra in bocca.
“Bevi, zoccola! Ingoiala tutta, puttana! Ti piace esser trattata da troia, vero? Provo solo ad immaginare le seghe che si farà il cornuto: bevi!”
Mi fa impazzire questo esser trattata da puttana, al punto da godere fino a tramortirmi. Vengo usata fino alle tre di notte. Poi mi riporta alla mia vettura e torno a casa, dove il cornuto mi attende impaziente; sono stremata, sfinita e desidero solo riposare. Ho goduto davvero tanto e, quando il cornuto mi si
avvicina per baciarmi e far sesso, come era nel suo diritto, io faccio la più grande delle cazzate: lo rifiuto!
Lui ci resta molto male, ma non dice nulla; io mi faccio una doccia e poi crollo. È l’alba quando mi sveglio e lo trovo scuro in volto. Subito mi rendo conto della cazzata commessa e cerco subito di farmi perdonare, ma lui è davvero incazzato, che mi lascia per andare al lavoro, senza quasi salutarmi.
Durante il giorno riesco a scusarmi con lui e, a sera, lo faccio scopare e divertire com'è suo diritto.
Intanto io sono ancora scossa dal piacere provato, al punto da sentirmi già proiettata alla prossima uscita, ma mi rendo anche conto che devo cercare di rabbonire il cornuto. Per fortuna so come fare: "Amore, ti voglio succhiare!"
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1 year ago
baxi18, 55
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Finalmente sono un cuckold.
Mi chiamo Michele, ho 46 anni e sono un tipo abbastanza normale, sia di aspetto che per altro. Sono sposato con Daniela, una bella donna che ha la mia stessa età. Fra di noi il sesso è sempre stato molto bello ed appagante. Ritengo d'esser stato fortunato a trovare in lei la degna compagna per la realizzazione di certe mie fantasie. Amo il sesso in maniera esagerata e Daniela è una donna che apprezza molto, allorché le propongo situazioni nuove, avendo un'indole molto libidinosa, insaziabile, oltre ad esser quanto mai conturbante. Il suo aspetto la fa esser sempre al centro dell’attenzione di più maschi, che le sbavano addosso. Alta, bionda, occhi chiari, 4ª di seno, un bel culo tondo e sodo, che sormonta due belle cosce, che lei ama molto metter in mostra, sempre adornate da calze autoreggenti. Adora anche indossare scarpe con il tacco alto, minigonne e camicette che evidenziano il suo splendido seno. È un'inguaribile esibizionista e mi ha sempre regalato momenti di profondo piacere, ogni volta che l’ho esibita in qualche situazione. Negli anni abbiamo creato momenti di forte eccitazione, durante i quali, lei non si è sottratta a nessuna fantasia che io le ho proposto, anzi, in alcune occasioni, è stata lei stessa a farmi impazzire dal piacere. Siamo riusciti a far l'amore, sesso, in ogni condizione, abbracciando ogni tipo di porcata che ci saltava in mente. Ricordo, in particolare, quando mi ha fatto un pompino in autobus, mentre viaggiavamo di notte, per raggiungere degli amici al mare. Questa, ma anche tante altre occasioni che hanno, in qualche modo, tenuta alta l'asticella dell'erotismo. Posso affermare con estrema certezza che siamo una coppia priva di limiti e/o tabù. L’unica cosa però che, fino ad oggi, non era mai successa, era il coinvolgimento diretto, il contatto fisico, con le persone con cui avevamo interagito. Fino ad oggi, le nostre avventure erano tese a stimolare la nostra eccitazione, servendoci di chi si rendesse partecipe di certi nostri giochi, per poi lasciare l’inconsapevole malcapitato con la voglia addosso, mentre noi portavamo a conclusione la nostra.
Poi si verificò la svolta che mi ha portato a scoprire il piacere di esser cuckold. Era un sabato sera d’inverno e il tempo era alquanto brutto, faceva anche abbastanza freddo. Dovevamo partecipare ad un evento culturale: la presentazione di un’opera letteraria, scritta da una nostra comune amica. Eravamo in un’ampia sala, seduti un po' defilati ed in penombra, rispetto al resto dei partecipanti. Accanto noi, c’era la consolle del tecnico delle luci, un bel ragazzo, alto e muscoloso, che si trovava accanto a Daniela ed era chiaro che si sentiva attratto da lei. Di fatti lei era piuttosto conturbante nella sua minigonna e tacchi alti. Appena iniziata la relazione, egli ha abbassato le luci della sala, creando un'atmosfera di soffusa penombra, per poi sedersi accanto a Daniela: in pratica io sedevo alla sua sinistra, mentre lui era alla sua destra. In quella sua posizione, Daniela era un po’ coperta dal mobile della consolle. Inizialmente non ci ho fatto caso, ero preso dal seguire la nostra amica che illustrava il contenuto del libro, ma poi, con la coda dell'occhio, ho notato che mia moglie stava allargando le cosce. Continuando a guardare, senza farmene accorgere, ho potuto notare che quel ragazzo aveva preso a palparle la coscia con una mano e, ovviamente, vedendo che lei non si sottraeva alle delicate carezze che le dava, ma, addirittura aveva allargato le gambe, egli, senza perder tempo, era risalito sotto la minigonna e, sicuramente, doveva aver incontrato il pizzo delle autoreggenti. La manovra doveva avergli permesso anche di arrivare ad infilarle le mani sotto il perizoma, che avevo visto indossare quella sera, e lei, ora, allargando le cosce, gli stava consentendo di poterla masturbare per bene. Ero letteralmente eccitato da questa nuova situazione che, fino ad oggi, non si era mai verificata e, più passavano i minuti, più mia moglie assumeva un'aria da maiala: era chiaro che ne stava godendo. Era incredibile! Eravamo in mezzo a tante altre persone, non molto distanti da noi, anche se, fortunatamente, sulla mia sinistra non c’era nessuno. La sala era piena di gente e chiunque avrebbe potuto, nel girarsi, accorgersi dell’espressione da troia di Daniela che stava godendo per quella intensa masturbazione. Mi si è gonfiato il cazzo nei pantaloni: la mia eccitazione era arrivata alle stelle, quando ho visto la mano destra di Daniela allungarsi verso di lui e, mentre lei godeva alla grande, gli ricambiava il piacere facendogli una sega. Infatti lui aveva aperto la cerniera dei pantaloni ed aveva estratto una splendida verga, lunga e dura, nonché di notevole spessore. Ero così eccitato che, senza toccarmi, quasi mi son sborrato nei pantaloni. Era una situazione che, in qualche modo, realizzava una fantasia, che, da diverso tempo, aleggiava nei nostri momenti intimi. Consisteva nella voglia di coinvolgere un’altra persona, di vederla scopata da un altro maschio, non era di certo una novità per lei che sapeva benissimo quanto lo desiderassi. Ed ora, vederla segare quella grossa verga, con il rischio di esser notata da qualcuno, mi stava mandando ai pazzi. Ho provato ad immaginare il seguito di quello che stavo vedendo: era già bello veder mia moglie masturbata da un altro uomo, mentre, a sua volta, lo segava, ma avrei desiderato che quell'azione fosse andata ben oltre.
Ad un tratto, lui ha rimesso precipitosamente il cazzo nei pantaloni e si è alzato in piedi, ha ripreso il controllo delle luci, mentre tutti ci siamo alzati in piedi per applaudire e, dopo esserci congratulati con l’autrice del libro, che ce ne ha donato una copia autografata, ho visto Daniela che ispezionava in giro alla ricerca del giovane. Si sono scambiati un cenno d’intesa e, finite le operazioni, lui ha fatto capire che sarebbe uscito e, così, ho preso atto che Daniela era in brodo di giuggiole per aver già raggiunto il primo di una lunga serie di orgasmi. Per noi era appena iniziata una serata trasgressiva, durante la quale sarebbero avvenute, finalmente, tante cose che avrebbero sensibilmente modificato il nostro modo di far sesso. Siamo usciti e, per un attimo, ci siamo guardati intorno, individuando il ragazzo che era ad aspettarci sull’altro lato della strada. Lo abbiamo raggiunto ed abbiamo avuto solo il tempo di scoprire che si chiamava Luca, perché subito Daniela lo ha invitato a venir da noi, per proseguire la serata. Ci ha seguito, anzi, sono io che ho seguito loro, perché un attimo dopo che lei gli ha chiesto di venire con noi, lui l’ha abbracciata e, insieme, si sono incamminati davanti a me, come due innamorati e, arrivati al parcheggio, io mi sono seduto al posto di guida e loro due si sono seduti sul divano posteriore per mantenere costante il livello di eccitazione. Era tutto nuovo, tutto così eccitante, che faticavo a contenere il cazzo nei pantaloni. Prima di avviarmi verso casa, ho messo a posto lo specchietto retrovisore, puntandolo direttamente in mezzo alle cosce di lei. Essi, senza perder tempo, si son subito allacciati in ardite effusioni. La mano di Luca era già in mezzo alle gambe di Daniela ed aveva ripreso a titillare il suo clitoride. La mia adorabile mogliettina così puttana stava già ansimando come una maiala. La sua mano aveva di nuovo liberato quella splendida verga e ci aveva anche appoggiato sopra le sue calde labbra, che se ne sono impossessate, consentendo che quel palo di carne bollente fosse inglobato nella sua gola. Anche Luca ansimava dal piacere.
«Che bocca stupenda! Che gran troia succhiacazzi!»
Ero eccitato da morire e non vedevo l'ora di arrivare a casa, per godermi in tutta serenità quello spettacolo che, finalmente, sanciva il fatto che mia moglie era diventata una gran troia ed io un gran cornuto. Arrivati in casa, ancora non avevo chiuso la porta, che lei se lo era trascinato direttamente in camera da letto. Quando li ho raggiunti, ho visto Daniela che era seduta sul letto con la minigonna completamente spostata in alto, in modo da far intravedere le autoreggenti. Lui era in piedi di fronte a lei, con i pantaloni abbassati alla caviglia, e le scopava la bocca con violenza.
«Succhialo tutto, troia! Ti sfondo la gola, puttana!»
Sentivo che mia moglie godeva come non mai. Era qualcosa di veramente travolgente veder con quanta determinazione Daniela si infilava quella lunga verga, di sicuro più della mia, giù per la gola, lasciandosela scopare come fosse la figa, e resistere a bocca piena, quando lui le bloccava tutto il cazzo in fondo alla gola. Quando lo sfilava, lunghi filamenti di bava colavano dal mento di Daniela e, qualche colpo di tosse, faceva seguito al fatto che, forse, aveva dovuto resistere a qualche insorto conato di vomito. Mi son seduto davanti a lei, sul bordo del letto, ed ho iniziato a masturbarmi. Ad un certo punto, ho visto che lui ha iniziato a schiaffeggiarla con una mano, mentre, con l'altra, le teneva stretti i capelli, quasi fosse una cavalla da domare.
«PUTTANA, devi resistere a tenerlo tutto in gola. Devo dilatarti anche quella, oltre al resto!»
Era una scena tremendamente sconvolgente! Per la prima volta, potevo veder lei far dei preliminari con uno sconosciuto e questo mi arrapava molto. Era qualcosa che andava ben oltre le mie più rosee aspettative. Ad un tratto, Daniela si è allungata sul letto e lui si è inginocchiato fra le sue cosce e, dopo averle letteralmente strappato il perizoma, ha incollato la bocca sulla fica di mia moglie, prendendo a leccarla e farla godere. Daniela si contorceva come un'anguilla, mentre teneva entrambe le mani sulla testa di Luca e, spingeva il bacino in alto contro la sua bocca, urlando che stava godendo.
«Vengo! Sei un porco! Un maiale! Ancora! Dai, ancora, che vengo!»
Lui sembrava un pazzo scatenato. Le succhiava il clitoride, tenendolo stretto fra le labbra, mentre, con due dita piantate nella fica, la masturbava velocemente, finché le ha fatto urlare un orgasmo decisamente inverecondo: era così forte e intenso che, in tutti questi anni di matrimonio, non ero mai riuscito a strapparle uno uguale, neanche nelle situazioni più estreme che avevamo vissuto. Il corpo di Daniela ha preso a scuotersi, a sobbalzare sul letto, scosso da ondate di piacere che lui ha leccato fino all’ultima stilla. Poi lei si era girata a pecora, sul letto, e lo supplicava affinché la inculasse con forza.
«Dai, porco, maiale! Spaccami il culo! Fammi sentire questo cazzone tutto piantato nel culo! Dai, sfondami il culo con forza! Fammi male!»
Conoscendo quanto piacere prova mia moglie nel farsi inculare in maniera rude e violenta, ho potuto subito ammirare la bravura di Luca che, dopo aver appoggiato la cappella al suo buchetto, con una spinta secca e decisa, le è entrato tutto dentro, fino in fondo. Lei ha emesso un gemito che era un misto tra piacere e dolore nello stesso tempo, per poi incitarlo a scoparla ancor più forte.
«Sì, così! Spaccami il culo! Fammi male che godo!»
Lui la stava montando con violenza, mentre le tirava i capelli per farle inarcare ancora di più il culo, per riceverlo meglio dentro di sé e intanto, con l'altra mano, la sculacciava! La stava scopando proprio come piaceva a lei, in maniera rude e violenta! Io ero dubbioso, combattuto tra la voglia di partecipare o solo continuare ad assistere a quello spettacolo da tanto tempo desiderato. È stata lei che, si è girata verso di me e mi ha chiesto di avvicinarmi e, mentre lui continuava a sfondarle il culo con colpi tremendi, io ho preso a spingerglielo in bocca. Ora Daniela stava prendendo il cazzo da tutte le parti e, più gliene davamo, più lei urlava: non l'avevo mai vista comportarsi così! Provavo sensazioni altalenanti bellissime, che mi hanno provocato un'eiaculazione all’istante. Le ho riversato in bocca tutto il mio piacere e lei lo ha ingoiato e leccato fino all’ultima stilla. Poi, anche Luca è arrivato al suo apice e, mentre insisteva a sfondarla con colpi sempre più possenti, ad un tratto le ha riversato in culo tutto il suo piacere, cui Daniela ha risposto con un nuovo orgasmo.
«Cazzo, ti sento! Mi stai riempendo il culo! Bellissimo! Ora vengo! Vengo!»
Anche lui si è svuotato dentro di lei e, dopo esser rimasti alcuni istanti immobili per riprendere fiato, Daniela, insaziabile, si è inginocchiata davanti a noi, ha preso in bocca le nostre verghe ancora turgide e, dopo averle succhiate con ingordigia, le ha riportate alla iniziale condizione, perfettamente dure. Al che noi, insieme, cambiati di posto, l’abbiamo scopata in doppia. Luca le è entrato in fica stando sdraiato supino con lei sopra; l’ha fatta distendere su di sé in modo da esporre il suo bel culo ancora aperto ed io le son penetrato dentro. È stato qualcosa di veramente sconvolgente vedere quanto ho goduto: urlava dal piacere e, dopo l’ennesimo orgasmo, le ho riempito il culo anche della mia sborra.
«Ti sborro in culo, troia! Sei una meravigliosa PUTTANA!»
Anche Luca, appena sentito che mi ero svuotato in lei, ha atteso qualche istante che io mi sfilassi, poi ha inarcato le gambe ed ha preso a sbatterla dal basso, facendola urlare ancora di piacere, finché non si è riversato, a sua volta, dentro di lei.
È rimasto immobile, con lei distesa su di lui.
Daniela era stremata e sconvolta su quel letto, dove, per la prima volta, avevo visto mia moglie scopare con un altro e, da quella sera, la nostra vita si è arricchita di tante nuove emozioni.
Luca è diventato il suo amante fisso e, spesso e volentieri, se la porta con sé a scopare con i suoi amici, mentre io, preferisco restar a casa ad aspettare il suo ritorno, così, eccitato nel trovarla farcita del seme di altri maschi, la scopo come un pazzo, mentre lei gode nel vedermi e sentirmi così tanto eccitato.
«Dai, mio adorabile cornuto: scopami, che ti ho riportato apposta tutti i buchi ripieni della sborra dei maschi che mi hanno appena sfondato. Sei contento di avere una moglie così "puttana"?»
Le sue parole risuonano nella mia mente, come la più meravigliosa delle melodie, cui non sono in grado di resistere.
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1 year ago
baxi18, 55
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Shooting
Era un caldo mercoledi di agosto e verso le 9:00 mi apprestavo ad andare a casa di un cliente per un servizio fotografico, Lui mi aveva parlato della sua relazione e del fatto che di tanto in tanto si divertiva vedere la moglie godere o giocare con altri uomini e si eccitava a guardare delle foto e video ricordo.
10:00 Arrivo in una bella casa a nord di salerno, mi apre lui un bell'uomo sulla 50, ci salutiamo decidiamo la le pose, le location dove scattare e i tagli di inquadratura nel mentre prima di scattare mi domanda se mi va un caffè o un bicchiere d'acqua, io accetto volentieri, cosi chiama la moglie, Martina, chidendogli di portarci un po d'acqua, cosi da un angolo leggermente in ombra una donna dalla pelle chiara e dai capelli rossi con un vestitino molto estivo con un fiocco che le sorreggeva il seno, un seno molto abbondante, io rimango un po spiazzato, il marito ci presenta, parliamo un po e lei ci ascolta lamentando l'eccessivo calore e passandosi le dita nel solco della sua immensa scollatura, io cerco di ricordarmi che sono li per lavoro cosi invito il mio cliente a cominciare, lei rimane li in zona, ed appoggia ad ogni scatto, con la scusa di guardare il marito attraverso lo schermo della fotocamera, il suo seno abbondante su di me, non deve indossare il reggiseno perchè sento i suoi capezzoli turgidi fare pressione sul mio avambraccio, cerco in tutti i modi di dissimulare quando in mio soccorso viene il marito che richiama la moglie consigliandogli dopo di approfittare per farsi fare due scatti da me, ma di lasciarmi adesso concentrarmi, finiamo il servizio sono le 11:00 e lui mi sussurra qualcosa all'orecchio:
"falla giocare un po, io poi mi guardo gli scatti" mi allunga una SD e mi dice di lasciargli gli scatti della moglie, la chiama, "Martina vieni qui, io vado a lavoro" , Martina ci raggiunge e lui le fa :" le tue foto però te le paghi da sola cara!"
di nuovo si gira verso di me e allungandomi il compenso per le sue foto mi intima "fammi degli scatti sexy" poi di nuovo quel "divertitevi". La porta si chiude e subito onde evitare imbarazzi le chiedo se ha in mente qualche abito da provare, cosi mi porta nella sua stanza da letto e tira fuori molti vestiti sexy, infermiera, cameriera , tuta di latex, io le consiglio di cominciare a provarne uno, mentre faccio per alzarmi e uscire lei gia ha fatto cadere il vestitino rosso a terra, non distogliendo mai lo sguardo da i miei occhi si avvicina e prende il vestitino da cameriera che è li sul letto di finaco a me, lo indossa completo di spolverino e mi sorride, io ormai ho capito che il discorso sulla coppia era stato fatto proprio nell'ottica del nostro appuntamento casalingo, ci spostiamo in soggiorno scegliamo le luci e le location e cominciamo a scattare, mentre scattiamo, lei si sbottona la veste, comincia a giocare con i suoi seni, io sono ormai duro e lei lo nota, avvicinandosi con lo spolverino, mi solletica l'uccello, poi mi guarda e mi dice: Possiamo accordarci sul pagamento? io le rispondo certo! Poi lei mi guarda tirando fuori un leccalecca dalla tasca, accetti qualsiasi tipo di pagamento? io sorrido, lei poi incalza: Facciamo cosi se te lo succhio il tempo del tuo lavoro? più foto voglio che mi lavori, più te lo succhio, devo essere io contenta degli scatti, però voglio fare anche un regalino a mio marito quindi voglio riprendermi!
io sono un pò preso alla sprovvista ma alla fine dico un secco: "Ci sto!"
Quindi continuiamo gli scatti dopo circa una 20 di minuti mi chiede anche qualche foto con il mio pisello in bella mostra, la cosa mi diverte cosi facciamo qualche scatto con il mio cazzo duro come il marmo adagiato sul suo viso sorridente, ne facciamo un paio di profilo con la sua punta della lingua che tocca la mia cappella pulsante, altri dove lei lo mostra adagiato sul suo seno, bhe abbiamo finito, a questo punto chiedo un posto per il pc, lei mi indica il top in cucina, cosi io rimango in piedi e lei si accomoda con un cuscino sotto al top , cosi dopo aver posizionato il suo cellulare per riprendersi, abbiamo cominciato.... e durato più del previsto, di solito mi capita che le donne si stanchino velocemente di succhiare un cazzo cosi, lei invece sembrava sempre più affamata, 2h dopo ero venuto 4 volte ma avevo finito....le do la schedina con le sue foto, lei mi guarda intensamente e mi sorride:" oggi ci siamo conosciuti ma la prossima volta voglio saltarci sopra" mi fa l'occhiolino e si riveste. mi accompagna alla porta poi in serata mi arriva un messaggio
" grazie amico gli scatti sono splendidi, e gia mi sono fatto una sega guardando il vostro video!
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1 year ago
admin, 75
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La zia
Sono le 9 di mattina e sono sotto il palazzo di una coppia di amici, ci siamo accordati per un gioco di ruolo dove io interpreterò il nipote immaturo sessualmente che darà una mano nelle faccende domestiche.
Arrivo in tuta come da accordi, busso e mi invitano a salire al piano.
Sono eccitato ma cerco di entrare subito nella parte, mi apre lui un uomo alto e imponente che mi saluta ad alta voce come per far sentire la moglie del mio arrivo, per semplificare li chiameremo con le iniziali dei loro nomi L per Laura e S per Stefano.
S: eccoti qui, come è andato il viaggio bello dello zio?
Io: Bene grazie
S: allora posa lo zainetto e vai a dare una mano a tua zia che io sono in ritardo per il lavoro!
Laura arriva all’ingresso è una bella donna bionda sulla 40ina è giunonica ma molto soda, indossa una canotta molto grande che le fa da abito.
L: Ciao amore! Ci vediamo più tardi per pranzo.
S lavora allo stesso piano in un altro appartamento, cosi L mi guarda e mi ordina di andare a lavarmi le mani e raggiungerla in camera da letto che c’è da rassettare.
Vado in bagno e colgo l’occasione per togliermi i boxer e lasciare il pendolo ben in vista, mi lavo le mani e mi dirigo in camera da letto, lei è seduta sul letto al telefono alza lo sguardo e mi osserva da capo a piedi.
L: eccoti qui! Allora sposta queste lenzuola da piegare e aiutami a fare il letto!
Io prendo di peso la pila di lenzuola pulite e la ripongo su una poltrona che è li in camera in un angolo. Mi avvicino al letto e lei mi lancia il coprimaterasso in faccia e sorride, le passo un lato e lei si china per sistemarlo, il mi sguardo cade subito nella enorme scollatura della sua canotta, senza intimo vengo quasi ipnotizzato dal modo ondulatorio del suo seno mentre da degli schiaffi al letto per stendere il coprimaterasso, passiamo al lenzuolo e già sento che il mio amichetto si sta svegliando, dalla tuta si incomincia a delineare un salsicciotto che mi pende fra le gambe, lei lo guarda e sorride, dopo aver finito con il letto passiamo a piegare le lenzuola, lei ne approfitta per schiacciarsi addosso a me ogni ultima piega prima di riporre le lenzuola nell’armadio, con l’ultimo lenzuolo me lo fa mantenere con la scusa che ci sia qualcosa,mentre lei passa una mano come per pulire quella macchia, che si trova proprio all’altezza del mio pendente, lo sbatacchia un altro poco, poi ripone via l’ultimo lenzuolo. Adesso mi chiede di mantenerle la scala mentre spolvera il lampadario, mentre sale comincio a notare la sua sola biancheria, un perizoma ricamato nero che fa da cornice ad un bel culo rotondo. Dopo aver spolverato mettiamo via la scala e lei si fa accompagnare in bagno.
L: bene adesso ci prepariamo che poi ti devo accompagnare che hai gli allenamenti!
E’un bel bagno patronale, lei prende un detergente e dell’acqua e comincia a sciacquare la vasca da bagno, con un po di astuzia si bagna la canotta, ora quelle tettoone sono fradice, lei mi guarda sorridente poi mi intima.
L: togliti i vestiti che non si possono bagnare, tanto siamo tra di noi!
Io mi tolgo i vestiti e lei rimane in tanga, riempie la vasca poi mi fa avvicinare, comincia ad accarezzarmi il cazzo.
L: e che cosa hai qui? Che ci fai con questo eh?
Io faccio un po il finto tonto imbarazzato
L: lo lavi bene?
Io annuisco ma lasciando intendere un po di perplessità, cosi lei mi guarda e mi dice
L: vabbhe dammi una mano a lavarmi che dopo ti insegno io!
La vasca è piena e lei si sfila il perizoma, entra in vasca mi passa una spugna.
L: adesso lava la zia
Io comincio a passarle lentamente la spugna con l’acqua calda sul volto, poi il collo, poi le passo la spugna sulle braccia, lei ogni tanto ne approfitta per toccarmi, le comincio a pulire i seni li guardo mentre piano piano le passo la spugna un seno alla volta.
L: ti piacciono
Io annuisco e le fisso come ipnotizzato, poi lei mi richiama all’ordine e mi porge una gamba, le passo la spugna sulle gambe, poi mi indica la sua passera , è depilata e il suo gesto di allargare le gambe la mette in bella vista
L: la spugna qui no però, prendi il sapone intimo, mettine un po sulla mano e puliscila con cura
Io eseguo e le insapono prima il monte di venere e poi con le dita piano piano vado alla scoperta delle sue labbra.
L: adesso mi devi insaponare tutta e poi lavare
Io eseguo la insapono tutta mi concentro molto sulle tette e il mio cazzo incomincia a pulsare le lo guarda e mi invita ad entrare in vasca, mi lascia in piedi poi mi prende il cazzo con una mano e con l’altra mi scopre piano piano il glande poi con il dito circoscrive l’areola del glande facendomi avere un brivido.
L: vedi qui si puo annidare lo sporco!
Prende con una mano del sapone e con l’altra afferra con forza la base del mio cazzo che ormai si è trasformato in un blocco di vene e con l’altra mano comincia ad insaponarlo, io non riesco a stare fermo immobile, lei mi guarda mi sorride
L: Vedi devi strofinarlo bene! Energicamente
Non so se è l’eccitazione, il sapone, quella stretta famelica o quella sega vigorosa sta di fatto che sento di venire cosi la guardo e le dico
Io: zia sta per succedere qualcosa
Mi sorride mi afferra le palle con una presa dedicata ma decisa e continua a segarlo forte si fa venire sulle tettone.
L: visto lo devi svuotare ogni tanto, altrimenti si riempie!
Io sto sbavando e sorrido, lei si alza insapona me e lei e ci sciacqua con la doccetta.
Usciamo dalla vasca e le porgo l'accappatoio lei mi abbraccia per asciugarmi e ci strofiniamo un po, poi mi intima di passare all’asciugatura cosi mentre lei si asciuga i capelli mi dice.
L: anche le donne si devono svuotare sai! Vuoi dare una mano alla zia?
Io annuisco e li mi passa un dildo e del lubrificante poi si siede su uno sgabello di fronte a una toilette da bagno mi fa accomodare sotto il tavolo.
L: prima lubrifichi
Stappo il lubrificante e le massaggio tutta la passera, mi piace e mi sto eccitando di nuovo, poi mi passa il dildo e mi invita a seguire il suo ritmo.
Cosi comincio a penetrarla mentre si asciuga i capelli, comanda i miei movimenti, si contorce e gode poi spegne il phon e mi dice
L: perfetto ci idratiamo un po e ci possiamo rivestire!
Prende un grosso flacone di olio da massaggi un asciugamano grande e si fa seguire sul letto, si stende e mi invita a massaggiarla, le massaggio tutto il corpo sbattendole spesso il mio bastone di nuovo eretto sul corpo, lei mi chiede di usarlo per il massaggio, cosi comincio a sbatterlo prima sulle sue gambe poi sulle braccia, poi si gira e continuo con il massaggio con particolare attenzione per le sue areole, i suoi capezzoli e il suo clitoride, lei con le mani unte gioca a farsi sfuggire il mio pendente dalle mani, poi mi invita allo scambio di ruolo, mi metto di schiena ma mi invita a girarmi, prende l’olio e ne fa cadere una cascata sul mio membro eretto, poi con la sua presa ben salda comincia a strizzarlo per bene, mi massaggia le palle e mi dice
L: ma qui c’è ne ancora!
Cosi comincia a segarmelo lentamente ma con una forte presa, sembra un totem ormai che si erege dinnanzi a lei, lei lo guarda ammirandolo
L: è bello, ma impegnativo non tutte saranno capaci…adesso alzati che cosi non ci sporchiamo!
Mi mette in piedi dinnanzi al letto, si mette dietro di me e sento tutto il suo corpo oleato, si struscia sulla mia schiena mentre mi riprende con due mani l’uccello e mi masturba fino a farmi schizzare nuovamente, stavolta sull’asciugamano.
L: ah è un lavoraccio, adesso vestiamoci che facciamo tardi
Ci diamo una mano a vestire a vicenda palpandoci e scherzando, poi passiamo dall’ufficio del marito per le chiavi della macchina.
S: allora tutto bene ti ha dato una mano?
L: E’ un bravo ragazzo, dobbiamo insegnargli ancora molte cose….ma stasera lo zio ha diritto a tutto ciò che vuole!
S: Allora è andata molto bene! Sono felice , di a tua madre che puoi venire quando vuoi a dare una mano alla zia!
Ci mettiamo in macchina e lei si fa guidare alla mia, non so se continuare ancora con il gioco, ma aspetto una sua mossa
Io: ecco è qui!
Lei accosta e mi dice
L: sai è stato molto bello, non ho mai una mano, se qualche altra mattina vuoi venirmi ad aiutare la zia ti insegna qualcos’altro.
Poi mi prende le guance e mi stampa un bel bacio affettuoso.
L: a presto!
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1 year ago
admin, 75
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Come si compete con l’amante gay di tuo marito?
Mi chiamo Claudia, ho trentadue anni e sono una bella donna, alta, mora, seno abbondante, bocca ampia e carnosa, un bel culo. Sono sposata con Fabio da dieci anni. Ho sposato mio marito che ero troppo giovane: avevo appena 22 anni e, fino a poco tempo fa, mi ero pentita della scelta che avevo fatto. Ero ancora nei migliori anni della mia vita ed avevo voglia di godermi ogni cosa, lui, invece, ha dieci anni più di me e sembrava essersi già spento. Non facevamo niente insieme e nemmeno il sesso era più appagante. Passavamo sere che nemmeno mi guardava, eppure io ero una bella donna; mi vestivo in modo seducente per farlo eccitare, ma non reagiva molto. Ho iniziato a pensare che avesse un’altra donna e, forse, era così. A volte tornava a casa tardi, dicendo che si tratteneva in ufficio per lavoro. Ho iniziato ad avere seri dubbi, quindi ho deciso di indagare. La prima volta che mi ha detto che sarebbe tronato tardi, mi sono appostata fuori dal suo ufficio e l’ho visto uscire con un tipo più giovane di lui. La cosa mi ha un poco stupito e, molto discretamente, li ho seguiti. Si son fermati in un parcheggio in periferia e grande è stato il mio stupore nel constatare che a mio marito piacevano i maschi. A turno si sono succhiati a vicenda e, poi lui si è scopato il giovane. Ha goduto molto il tizio, perché Fabio è ben messo e lo ha stantuffato a lungo. Alla fine gli è venuto in bocca e poi si son baciati. Ero allibita! Non sapevo cosa fare. La cosa strana però era che mi ero eccitata a vederli scopare. Mi ero detta, prima di fare questa scoperta, che se anche avesse un’altra donna, non mi sarebbe importato: ero decisa a dare una svolta alla mia vita e di tornare a provare emozioni forti, ma nulla di tutto questo potevo immaginare.
Come si compete con l’amante gay di tuo marito? Per giorni ho cercato una soluzione, senza trovarne. Poi la svolta è arrivata, come spesso capita casualmente. Lavoro in un ufficio contabile e, tra i miei colleghi, c’è Bruno, un bell’uomo di mezza età. È scapolo e, in tanti, dicono che sia gay. Io non ne sono convinta, anzi spesso ho notato il suo sguardo indugiare sul mio culetto o sulle mie cosce. L’occasione di lavorare assieme, arriva quando il nostro ufficio prende in carica la contabilità di una azienda, dove il vecchio commercialista aveva fatto un vero disastro. Dobbiamo recarci spesso in azienda e questo ci porta a frequentarci in maniera più assidua e riservata. Durante i ripetuti viaggi in auto, io lo stuzzico accavallando le gambe e mettendo in mostra le mie cosce, ben fasciate da calze autoreggenti. Lui non sembra insensibile alla provocazione, tanto che ci prova.
«Lo sai che sei davvero bella? Fra le colleghe sei davvero quella più intrigante. Ti scoperei volentieri»
Lo guardo lusingata e gli preciso che sono sposata. Lui ride e mi risponde a tono.
«E allora? Io non sono mica geloso!»
Gli sorrido e rispondo che lo trovo molto attraente e, forse, è stato questo il motivo, insieme all’esser trascurata dal partner, che mi ha fatto cedere al suo corteggiamento.
«Ok, va bene, ma come mi scoperesti? E dove?»
Lui mi sorride e tiene a precisare che è a conoscenza del fatto che, in molti, lo credono gay, quindi, per sfatare questo luogo comune, mi propone di farlo a casa sua. Lo guardo fra l’incerto e l’incredulo. Quella richiesta diretta mi ha fatto eccitare, non resistito e l’ho baciato; lui, per tutta risposta, ha deviato il percorso verso casa sua. Appena dentro mi ha subito stretto a sé e mi ha baciato. La sua lingua è entrata di prepotenza nella mia bocca ed ha giocato con la mia. Sembrava un polipo. Sentivo le sue mani dappertutto. Ho spinto il mio ventre contro di lui ed ho sentito un bel palo premere contro la mia fica. Mi sono inginocchiata e l’ho tirato fuori. Ho trovato davanti al viso un bel cazzo duro, venoso ed abbastanza lungo. Anche la circonferenza era buona, solo la cappella era piccola.
«Brava, leccalo tutto! Dai, che ti voglio scopare! Sapessi da quanto lo voglio!»
Mi ha infilato il cazzo tutto in gola. Ero davvero eccitata e mi piaceva sentirlo spingere tutto dentro. Ero un lago fra le cosce. La mia micetta schiumava in continuazione, ad ogni affondo di quella verga poderosa, dentro la mia gola. Si è gustato la mia bocca ancora per un po’, poi mi ha sollevato e mi ha fatto inginocchiare sul divano. Mi son ritrovata a gambe aperte, le mutandine sul pavimento e la sua lingua nella mia fica. Mi fa leccato per bene, mi ha fatto venire con le dita e con la lingua. Ho goduto molto, quasi all’istante.
«Sì, dai! Sei meraviglioso! Dai, che vengo! Vengo!»
Sono stata scossa da un orgasmo devastante che mi ha fatto tremare tutta e, nello stesso tempo, mi sentivo svuotata, perché era da tempo che non riuscivo godere così intensamente. Ero anche stupita dalla facilità con cui ci era riuscito, in maniera così repentina. Poi si è sollevato e, dopo avermi preso in braccio, mi ha portato in camera da letto e, in un attimo, eravamo entrambi nudi ed avvinghiati sul letto. Lui si è inginocchiato di nuovo fra le mie cosce e me lo ha infilato dentro. Lo sentivo enorme, che mi entrava fino in fondo; mi dilatava la fica, senza nessuna difficoltà. Ero eccitata come non mi succedeva da tempo ed ho goduto tantissimo.
Abbiamo cambiato diverse posizioni e lui mi ha fatto provare molteplici orgasmi; alla fine, l’ho implorato che volevo vederlo godere ed assaporare in bocca il suo piacere. Lui ha continuato a stantuffarmi ancora un po’, poi si è spostato e mi ha offerto la cappella, appoggiandola alle mie labbra e mi ha sborrato in bocca.
«Bevi, troia! Ingoiala tutta! Sei una meravigliosa puttana, tutta da godere!»
L’ho leccato e succhiato fino all’ultima stilla. Lui però sembrava non ancora pago; mi ha sollevato e messo inginocchiata davanti a lui e, dopo essersi posizionato dietro di me, ho sentito quella piccola cappella premere contro il buco del mio culetto ed iniziare ad entrare molto dolcemente. Ho fatto un bel respiro, poi mi son rilassata ed ho accettato quella penetrazione così vigorosa, che mi stava slargando il culo. Mi ha pompato per bene ed a lungo, anche in quel modo. Ho avuto altri orgasmi e, alla fine, mi ha riversato ancora una bella dose di crema dentro l’intestino. Sfiniti, ci siamo distesi sul letto e lui si è complimentato con me per il grande piacere che gli avevo donato.
«Sei una femmina calda, libidinosa e mi stupisce che tuo marito ti trascuri.»
L’ho guardato e, con voce un po’ malinconica, gli ho detto che aveva altri interessi, al di fuori di quelli di far sesso con me. Lui mi ha sollevato il mento e mi ha guardato cercando di capire. Poi ha insistito e, alla fine, sono crollata.
«Non gl'importa aver una moglie bella e troia, a lui piacciono i maschi!»
Bruno mi ha guardato un po’ stupito, poi ha voluto tutti i dettagli ed io gli ho raccontato per filo e per segno, cosa mi stava angustiando. Mi ha scrutato in viso e mi ha chiesto quali erano le mie intenzioni: se, cioè, avessi voglia di prendermi una piccola rivincita. L’ho guardato senza capire ed allora lui è stato esplicito.
«Come hai potuto constatare, mi piace molto scopare una bella donna, ma non disdegno neanche sfondare qualche culo maschile. Sono bisex e, se vuoi, possiamo in qualche modo sfruttare il lato positivo di questa tua disavventura. Devi solo farmi vedere chi è l’amichetto di tuo marito, poi, al resto, ci penso io.»
L’ho guardato molto stupita. Ho realizzato che in fondo avrei potuto anche prendermi una piccola rivincita e così, il giorno dopo, durante la pausa pranzo, gli ho mostrato chi era il giovane con cui si intratteneva mio marito. È passata circa una settimana e poi lui, una sera, mi ha detto che mi sarei dovuta nascondere in casa sua, perché mi avrebbe fatto una sorpresa.
Ho eseguito alla lettera le sue istruzioni e, tesa e nervosa, mi son nascosta nel suo appartamento in attesa degli eventi. Grande è stato il mio stupore, quando ho sentito entrare delle persone ed la voce di una di esse mi è sembrata familiare. In effetti lo era, perché apparteneva a mio marito Fabio. Era insieme a Bruno ed al suo giovane amichetto. Michele, il giovane amante di mio marito, appena entrato, si è inginocchiato davanti a loro due e, dopo aver estratto i loro cazzi già tesi e duri, ha preso a succhiarli avidamente. Ammetto che la scena mi ha eccitato e così ho infilato una mano nelle mutandine ed ho preso a masturbarmi lentamente, mentre osservavo quel giovane infilarsi con disinvoltura quelle due notevoli verghe che aveva davanti alla faccia. Ho provato un po’ di invidia per la sua abilità nell’ingoiare quei cazzi. I due lo hanno lasciato fare per un po’ e, mentre quello faceva loro un gran bel lavoretto di bocca, Bruno d'un tratto ha messo una mano dietro la nuca di Fabio, lo ha tirato verso di sé e lo ha baciato in bocca. Ho visto con quanto ardore mio marito rispondeva a quel bacio per poi staccarsi. A quel punto anche Fabio si è abbassato davanti a Bruno e, insieme a Michele, ha preso a succhiargli il cazzo. Ora erano in due a dedicarsi a quella verga che qualche giorno prima mi aveva sfondato e fatto godere tantissimo. Come da copione predisposto, Bruno li ha portati in camera da letto, dove si sono denudati ed io mi sono appostata fuori sul terrazzo, dove lui aveva saggiamente lasciato una finestra aperta ed una tenda parzialmente scostata. La scena che si è presentata davanti ai miei occhi era decisamente molto erotica. Fabio inculava Michele, che, a sua volta, succhiava il cazzo a Bruno. Questo gioco è durato un po’, poi, ad un tratto Bruno ha fatto distendere Michele e Fabio vi è montato sopra, continuando ad incularlo. Bruno, a quel punto, si è posizionato dietro Fabio e, dopo averlo fatto piegare un po’ in avanti, con due spinte decise gli ha infilato il cazzo tutto nel culo. Ho notato una smorfia di dolore sul volto di Fabio, che, ben presto, si è trasformata in una maschera di piacere. Quello strano trenino mi eccitava e, senza quasi rendermene conto, ho aperto la finestra e sono entrata. Per un attimo, solo Bruno si è reso conto della mia presenza e, quando Fabio se n’è accorto, la sua reazione è stata quella di assoluto stupore. Di colpo si è sfilato da quel groviglio e, con la testa bassa, è venuto verso di me.
«Non ho scuse e non ne cerco. Come vedi, ultimamente mi piace provare emozioni diverse, quindi, firmerò senza esitare le carte per il nostro divorzio.»
Michele lo guardava senza capire, Bruno mi ha sorriso ed ha fatto un cenno negativo con la testa.
Io ero eccitata in maniera eccezionale, soprattutto ero soddisfatta per quello che la situazione mi prospettava in futuro. Non volevo affatto divorziare e, quindi, ho dettato le mie regole.
«Non voglio divorziare da te, anzi, ora che ho capito come stanno le cose, voglio che fra noi siano ben chiare due cose: io mi scopo tutti quelli che voglio e tu non devi trovarci nulla in contrario. Inoltre, quando ti fai questo bel maschietto, lo devi fare in casa nostra e sotto la mia attenta supervisione.
Se mi va, partecipo, altrimenti sto solo ad osservarvi, oppure invito Bruno a partecipare così da farmi scopare da lui sotto i tuoi occhi.»
Fabio non ha battuto ciglio. Ha accettato le mie condizioni e la nostra vita è cambiata decisamente in meglio. Da tempo, ormai, sono l’amante fissa di Bruno, con il quale scopo ogni volta che ne ho voglia, oppure, insieme, andiamo in qualche club prive', dove io soddisfo ogni mio desiderio con chi mi pare. Inoltre Michele frequenta abitualmente casa nostra, dove si lascia scopare da Fabio sotto i miei occhi e, a volte, io indosso uno strap-one e me li inculo entrambi. Spesso penso che sono stata fortunata a far la puttana con Bruno, perché questo mi ha permesso di cambiare e migliorare la mia vita e salvare il mio matrimonio. Di questo gliene sarò sempre ed eternamente grata.
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1 year ago
baxi18, 55
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Cinque cazzi neri per mia moglie.
Mi chiamo Carlo, sono sposato da sette anni con Cinzia. Entrambi trentacinquenni, stiamo insieme da dieci anni ed abitiamo in una grande città del nord. Io sono un giovane di media statura, moro, occhi scuri e dal carattere abbastanza mite. Sono discretamente dotato e, soprattutto, adoro molto indugiare nei preliminari, cosa che Cinzia gradisce molto. Lei è una bella ragazza, alta un po’ più di me, bionda, occhi chiari e labbra carnose. Ha un bel seno, quasi una quarta piena ed un bel culo a mandolino che culmina su delle cosce lunghe e ben tornite. La nostra è una storia come tante altre, partita con i migliori auspici, perché iniziata sui banchi di scuola, ma ora divenuta decisamente coinvolgente e intrigante. Il sesso tra noi è sempre stato molto soddisfacente e, fin da subito, ci è piaciuto esplorare i nostri corpi, per poi, in seguito, donar loro intense emozioni provocate da momenti di piacere vissuti attraverso esperienze man mano sempre più eccitanti. Ora siamo una coppia felice perché siam diventati una coppia cuckold. Abitiamo in un piccolo appartamento, posto in un quartiere frequentato prevalentemente da giovani studenti di varie nazionalità, che ne affittano gli appartamenti, perché a breve distanza da una delle più famose università per stranieri della nostra nazione. Di recente un appartamento sul nostro stesso pianerottolo è stato ceduto in affitto a tre ragazzi americani: Tom, Miky ed Henry, tutti e tre di colore. Appena sistematisi, i tre, molto garbatamente, vennero a farci visita per acquisire informazioni utili al loro soggiorno nella nostra città. Erano tutti e tre giovani, di bell’aspetto e molto educati. Parlavano un italiano molto stentato e, poiché sia io che mia moglie, parliamo l'inglese, il dialogo ha subito preso una piega abbastanza soddisfacente per entrambi. Ci siam trovati immediatamente a nostro agio con loro che erano giovani e molto interessati a stabilire un buon rapporto di vicinato. Una sera di inizio settembre, con ancora tanta afa tutt'intorno, indossavano pantaloncini da basket e canottiere che mettevano in evidenza una bella corporatura abbastanza muscolosa, sicuramente più della mia e, quando li ho fatti accomodare, è arrivata Cinzia, che, appena uscita dalla doccia, aveva indosso un accappatoio piuttosto corto. Mentre parlavamo, Cinzia, che si trovava di fronte a loro, accavallò un paio di volte le gambe ed io notai che lo sguardo dei tre fu calamitato dal centro del suo inguine, notai inoltre che anche lei se ne era accorta, ma la circostanza non la indusse a modificare la sua posizione, anzi, ad un certo punto, si alzò, la cintura si allentò, ma a me parve chiaro che di sicuro l’avesse allentata lei, e rimase con tette e fighetta, completamente rasata, in bella vista. Con finto imbarazzo, la richiuse. Non appena furono usciti, Cinzia andò verso la camera da letto ed io la seguii. Immediatamente mi resi conto che aveva una voglia incontenibile di far sesso. Le misi una mano tra le gambe e sentii che la sua fighetta gocciolava. Senza dir nulla mi mise la mano sul cazzo e iniziò a menarlo, poi si abbassò, lo prese in bocca ed iniziò a spompinarmi in modo selvaggio.
«Cazzo, sei davvero molto eccitata. Scommetto che ti ha molto eccitato a mostrarti a quei tre maschioni.»
Ha continuato a succhiarmi il cazzo e poi, alla fine, se lo è tolto dalla bocca e, con voce languida, mi ha risposto.
«Ebbene sì! Quei tre maschi mi hanno intrigata e poiché non ho mai scopato con ragazzi di colore, averne a portata di mano tre che mi spogliavano con gli occhi, mi ha davvero eccitata.»
Poi è salita su di me e ha cominciato a scoparmi con una foga davvero unica. Era eccitata e sbrodolava ad ogni organo, come non la sentivo da tempo. Per circa un mese, siamo stati molto impegnati nel nostro lavoro ed abbiamo avuto solo poche occasioni di incontrare quei ragazzi, sia insieme che da soli. Dentro di me, però, dopo quella sera, era maturata per la prima volta la voglia di vederla scopata da quei tre. Un sabato, in tarda mattinata, ero solo in casa, Cinzia avrebbe lavorato fino alle 13:00. Mi suona Miky per chiedermi dove poter acquistare dei prodotti un po’ particolari per organizzare una cena, che avrebbe tenuto quella sera a casa sua, assieme ad altri due amici, appena arrivati dal loro paese. Mi son subito reso disponibile ad accompagnarlo in giro per i supermercati e, dopo un paio d’ore, mentre rientravamo a casa con le buste della spesa, abbiamo incontrato sia Cinzia che gli altri due. Subito Miky ha detto che gli avrebbe fatto piacere se fossimo stati presenti anche noi. Io ho guardato mia moglie e cogliendo un suo sorriso, mentre annuiva, abbiamo accettato di partecipare. La sera ci siam presentati alla loro porta. Cinzia, per l’occasione, indossava una camicetta bianca, senza reggiseno ed una gonna molto corta che, non appena si sedeva, lasciava intravedere le mutandine rigorosamente trasparenti. Appena entrati, siamo stati accolti da una vera ovazione e subito Tom ci ha presentato Lucky e Fred, due ragazzi dall’aspetto imponente, molto muscolosi che hanno determinato un impatto molto forte su Cinzia, che li guardava con molto interesse. Cinzia era l’unica donna presente alla cena e, quindi, è stata subito oggetto di attenzioni da parte di tutti, tranne Miky, impegnato in cucina. Ad un tratto ne uscì e ci invitò a degustare un prosecco. Nel fare il brindisi ebbe a rivolgersi a Cinzia, elogiando la sua bellezza.
«Un brindisi a questa splendida donna, che ho ammirato dal primo momento che l'ho vista e che ora ci onora della sua presenza qui. Spero che potrà ancora deliziarci della magnifica visione, accordataci la prima volta in casa sua.»
Lei ha sorriso imbarazzata, poi lui ci ha fatto accomodare a tavola ed abbiamo iniziato a mangiare. Per tutta la cena, fu un susseguirsi di brindisi rivolti a lei. Finta la cena, abbiamo preso posto sul divano. Cinzia aveva bevuto parecchio ed era parecchio su di giri; ormai sembrava non badare al fatto che la sua fica era sotto gli occhi di tutti: avendo la mutandina spostata un po' di lato, era visibile una delle sue labbra. La cosa stava eccitando molto tutti noi e lei sembrava particolarmente eccitata, così, quando l’argomento finì sul sesso, lei esordì dicendo che sarebbe stata curiosa di sapere se quello che si raccontava sui ragazzi di colore, cioè che fossero dei super dotati, era vero. Per un lungo istante, calò il silenzio totale, poi Miky si alzò in pedi e, aperta la patta dei suoi jeans, tirò fuori un cazzo davvero super. Ho visto Cinzia che guardava stupita, indugiando a lungo con gli occhi sul quell'enorme uccello nero; quasi sicuramente superava la lunghezza di venti cm, e non era ancora totalmente in erezione. A me, invece, si è presentata con immediatezza. Ero in attesa di sviluppi, perché ormai mi era chiaro che se la sarebbero scopata tutti, poi anche Henry aprì i pantaloni affermando che il suo cazzo era ancor più lungo di quello dell'amico. Lo tirò fuori, imitato da tutti gli altri. Vidi mia moglie sbalordita alla vista di quelle cinque verghe così enormi ed ancora non perfettamente erette davanti ai suoi occhi.
«Cinzia, se la tua curiosità è tale da voler constatare chi di noi ha il cazzo più lungo e grosso, dovresti aiutarci a farli indurire, così potrai effettivamente stabilire chi di noi ce l'ha più grande.»
Senza curarsi di me, Miky si è rivolto subito a lei che li guardava con la bava alla bocca. Uno dopo l’altro, si sono avvicinati a lei che li ha impugnati e segati un po', facendoli lievitare in maniera davvero notevole. Mentre ciò avveniva, tutti si sono spogliati, mostrando dei fisici davvero notevoli e poi hanno invitato Cinzia a prendere le misure. Cinzia era in estasi totale quando le hanno messo in mano un metro per misurarli. Il primo è stato Miky, che è risultato aver un cazzo di 26 cm, poi è stata la volta di Jack, che con i suoi 22 cm sembrava il più scarso, mentre quello di Fred misurava 25 cm. Tom ha messo il cazzo in mano a Cinzia, che lo ha misurato, ed è risultato di 26 cm. Poi è stata la volta di Lucky, 24 cm, ma è rimasta sbalordita ed a bocca aperta, quando si è trova davanti il cazzo di Henry: 29 cm di lunghezza, perfettamente in tiro! Era così stupita che, quando lui le ha appoggiato la cappella alle labbra, lei ha solo spalancato la bocca per accoglierlo tutto. Poi, con fare da troia navigata, ha iniziato a spompinarlo con passione, emettendo gemiti e rumori con la bocca per far capire quanto se lo stesse gustando.
«Hai una cappella enorme. Le tue palle si presentano belle piene: lascia che te le prosciughi!»
Nel sentirle dire queste cose, mi son quasi sborrato nelle mutande, senza neanche toccarmi. Ero estasiato. Cinzia si sarebbe fatti questi maschioni e questo era ciò che desideravo anch'io. In un attimo l’hanno sollevata e portata in camera da letto e subito denudata. Inginocchiata sul letto, lei ha continuato a succhiare il cazzo di Henry, mentre gli altri quattro, eccitati, si avvicinarono e lei, tenendo il cazzo di Henry in bocca, afferrò altri due uccelloni e iniziò a scappellarli, su e giù, su e giù, alternandoli nelle mani, fin quando Henry si è messo disteso supino e, allora, l’hanno sollevata e fatta impalare su quel palo, che lei si è subito infilato dentro, fino in fondo.
«Adesso sfondami con il tuo cazzone, bel negretto: fammelo sentire fino in gola!»
Ero così stupito, ma anche eccitato, che ho tirato fuori il cazzo ed ho iniziato a segarmi. Cinzia mi ha visto e sorriso.
«Bravo, segati! Ti conviene abituarti a farti le seghe, perché, da oggi, non so che farmene dei tuoi miseri diciassette cm, d’ora in poi, voglio solo uccelloni neri come questo, che mi sfondino tutta.»
Miky si è avvicinato da dietro e, senza dir nulla, le ha infilato due dita nel buchetto del culo.
«Dai, sì, sfondatemi anche il culo! Vi voglio dappertutto!»
Lui, senza farselo ripetere, ha avvicinato la punta del cazzo al culo e, con tre colpi, la penetrò completamente. Cinzia urlava come una troia in calore, presa da due cazzi a sandwich. Miky la impalava senza pietà con colpi duri e profondi; glielo infilava dentro fino alle palle.
«Sì, mio bel negrone. Spaccami il culo. Voglio che me lo apri del tutto, INCULAMI A SANGUE!»
La guardavo stupito ma consapevole che per me il suo culo era quasi vergine, avendolo provato solo in pochissime occasioni, mentre ora lei se lo faceva sfondare senza remore. Distesa sopra Henry, che da sotto continuava a scoparla senza pietà, Miky le stava sfondando il culo. Jack si mise davanti a lei e le infilò i suoi 22 cm in bocca, spingendoglielo tutto in gola; Cinzia ora che poteva gloriarsi d'esser piena in ogni buco, non si privava di segare gli altri due, per tenerli in continua tensione. Ho visto Cinzia strabuzzare gli occhi perché Jack, imperterrito, andava su e giù, come se la bocca della mia donna fosse una fica da scopare a fondo. Jack emise un gemito, stava per venire e, per rispetto l’avvertì:
«Eccomi, sto per sborrare.»
Lei si sfilò in cazzo dalla bocca e lo guardo estasiata.
«Che aspetti a sborrarmi in bocca? Voglio sentire il sapore della sborra. La voglio bere tutta. Dai, forza, non esitare, sborra!»
Vederla così troia, mi ha quasi fatto venire, ma ho rallentato la sega, perché me la volevo gustare ancora per bene e più a lungo. Non avevo mai visto Cinzia così eccitata, stravolta dalla lussuria e ne ero davvero estasiata. Ha spalancato la bocca e subito dopo Jack, urlando, ha schizzato a lungo nella sua bocca. Copiosi getti le hanno inondato lingua e gola e lei, in estasi totale, badava bene a non perderne una sola goccia. Era riuscita nel suo intento ed ora si trovava con la bocca stracolma di sborra, tanto da non riuscire ad aprirla. Mi ha guardato come a chiedermi cosa fare.
«Mandala giù tutta, maledetta troia! Ormai ho capito che sei una puttana! Fammi vedere se ne sei capace! Dimostrami quanto sei vacca e zoccola!»
Mi ha sorriso con spiccata malizia e poi l’ha ingoiata tutta e si è gettata sul cazzo di Jack, per ripulirlo per bene. Nel frattempo Miky non smetteva di pomparle il culo, era allo stremo anche lui. La pompava davvero forte. Glielo ficcava dentro tutto, sentivo chiaramente il rumore delle palle sulla sua fica fradicia e, infine, con un urlo le ha sborrato in culo.
«Sì, dammi la tua sborra nel culo. Dai, fammela arrivare fin dentro lo stomaco!»
Miky l’ha accontentata, venendole dentro e pompandole in culo tutto il suo piacere, poi è andato a farsi pulire per bene la verga dalla lingua della mia puttana. Restavano altri tre cazzi da far sborrare e Cinzia non si tirò indietro. Henry le dava dei colpi da sotto a gambe inarcate e lei sobbalzava, per poi ricadere su quel palo, facendosi sfondare la fica, e questo la faceva impazzire di dolore e piacere.
Poi Lucky glielo infilò in bocca, mentre Tom, le si mise dietro e lo infilò nel culo di Cinzia che, ridendo, lo guardò soddisfatta.
«Bravo, scopami il culo che, tanto, ormai è sfondato!»
Lui sorrise e poi chiese a Henry di farla girare. Lui non ebbe nessun problema ad accontentarlo e lei si ritrovò distesa supina su di lui, che subito le entrò di nuovo nel culo. Tom però aveva altre idee. Portò le gambe di Cinzia in alto, poi, indirizzò il suo cazzo e lo spinse con forza nel culo della puttana che, seppur soffriva, si vedeva che le piaceva. Si girò verso di me e mi rivolse un sorriso di soddisfazione.
«Ti piace quello che fa la tua mogliettina? Son diventata abbastanza troia per i tuoi gusti? Non era questo che volevi?»
Poi prese a godere sotto i colpi di quei due cazzi che le sfondavano il culo. Mentre i due le scopavano il culo, Fred le aveva infilato il cazzo in gola. Era stupendo vederla così usata da tutti e lei che, pur soffrendo, ne gioiva e godeva senza soluzione di continuità. Si trovò a raggiunger un orgasmo così forte da squirtare e quelli presero a pomparla ancora più forte, fino ad esploderle insieme nel culo. Lei, a quella conclusione, ebbe a gridare ancora e poi, quando si sfilarono, sui bordi del buco del culo era ormai visibile l'irritazione procuratele: le avevano realmente spanato il culo e non voleva saperne di richiudersi. Henry si è sfilato da sotto, mentre lei, intanto, ingoiava la sborra di Fred a cui lo stava succhiando e, anche questa volta, la mandò giù tutta, senza difficoltà. Lucky, che era ancora l’unico a non aver sborrato, fece metter Cinzia in ginocchio, mentre lui si era messo a scoparla in bocca, infilandole in gola tutto il suo cazzo. Alla fine, lei si è fatta sborrare in bocca, ma ha aspettato a deglutire, in modo che io potessi vederla con la bocca piena, per poi ingoiarla, mentre i suoi occhi brillavano di libidine. Un fragoroso applauso le fu rivolto da tutti i ragazzi.
«Complimenti. Sei davvero una troia incredibile. Eravamo sicuri che uno di noi o forse anche più di uno ti avrebbe scopato, ma tutti quanti proprio non ci avremmo giurato.»
Lei sfinita e un po’ malferma sulle gambe, lì ha abbracciati e baciati tutti, poi ci siamo rivesti in maniera sommaria e siam tornati a casa nostra. Una volta a letto, stranamente, lei ha voluto ancora scopare con me. Era davvero tutta sfondata, ma lei ha voluto sentire anche il mio cazzo che le sborrava dentro:
«Lo so che non senti nulla, perché mi hanno davvero sfondata, ma ti amo, sei il mio uomo e, anche se, da domani, saranno loro a farmi impazzire, desidero che sia ben chiaro che io amo te e, con loro, vi vado solo perché mi fanno godere, ma, ogni volta, vorrò sempre esser riempita dalla tua sborra, se non altro, per ricordarmi che sei tu il mio uomo: non dimenticarlo mai!»
Che potevo desiderar di più? L’ho stretta a me e l'ho baciata. Da allora loro vengono a casa nostra, o lei va da loro, e la ritrovo sempre ben aperta, sfondata e piena, ma io son felice di questo e l’amo più di prima, perché voglio solo la sua felicità che poi è anche il mio piacere nel sentirla piena ed appagata.
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1 year ago
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Aspetto il suo ritorno.
Mi chiamo Giuseppe, ho 35 anni e sono un uomo abbastanza normale, di aspetto non tanto bello. Sono in sovrappeso, con un principio di calvizie ed una bella pancetta prominente. Sono sposato da 10 anni con Valeria, una bella donna, mia coetanea, di gradevole aspetto. Non è una bellezza sconvolgente, si direbbe una come tante che sicuramente passa inosservata tra la gente, anche se per me è bellissima. Ha capelli neri, un seno non troppo grande e il culo un po’ basso, ma a me piace. Facciamo sesso spesso, anche se io non sono molto dotato, cerco sempre di farla godere e lei mi sembra abbastanza soddisfatta. Alcuni mesi addietro, mi ha raccontato di un operaio che lei incontra spesso per lavoro perché impiegata come segretaria presso un magazzino di ricambi auto e quello ci prova sempre. Accertato che, in fondo le piaceva, son riuscito a convincerla ad uscire con lui stasera. Era molto riluttante, ma alla fine ha accettato solo per farmi contento, anche perché, fino ad oggi, sono l'unico uomo con cui ha fatto sesso. Subito si è sentita incerta e titubante.
«Cosa indosso? Non vorrei apparire troppo casta, ma nemmeno troppo provocante. Oddio, che confusione!»
Con calma e pazienza l’ho aiutata a sceglier l’abito adatto: un bel vestito color salmone, che mette in risalto i suoi capelli neri e, ai piedi, dei sandali non troppo alti, ma molto eleganti. Poi, dopo avermi dato un bacio per riconoscenza, è uscita per raggiungere il luogo dell’appuntamento. Prima di andar via, mi ha chiesto se davvero lo volevo e non fosse il caso di rinunciare.
«Amore, se vuoi, possiamo lasciar perdere tutto. Io con te ci sto bene e, se vuoi, non lo faccio.»
L’ho guardata con tanto amore, ma ho ribadito la mia volontà.
«No. Voglio che tu vada avanti e ti diverti. Dai, vai, e non pensare a me!»
Appena uscita, le emozioni mi hanno sommerso. La gelosia mi ha provocato un forte mal di stomaco, ma, nello stesso tempo, ho avuto un'erezione da cavallo. Il solo pensare che bacerà un altro uomo e, probabilmente, si godrà il suo cazzo dentro di sé, è un tormento dolce e amaro. Intimamente mi chiedo se mai qualcun altro si è sentito così, aspettando che sua moglie tornasse a casa, dopo la prima volta? Mille dubbi e tanti pensieri mi affollano la mente. Cosa mi ha spinto a farle provare questa strana esperienza? La forte erezione che ho avuto, quando, casualmente, mi ha parlato di lui? Era stata una cosa sconvolgente. Per giorni avevo avuto il cazzo durissimo, fino a farmi male e, più li immaginavo insieme, più mi dovevo segare per calmarmi.
Mi distendo sul letto nudo, nella penombra della camera, e mi sego molto lentamente; vengo quando penso a lei che glielo sta succhiando. Il tempo scandito dalla radiosveglia sembra essersi fermato, non passa mai. Alla fine, dopo che sono passate diverse ore, lunghissime, durante le quali mi son sentito quasi male, la sento tornare.
Fingo di dormire, lei entra in camera e va subito in bagno. Mi alzo in assoluto silenzio e la spio dalla porta socchiusa. La vedo seduta sul water, fa la pipì, poi si solleva e si fa il bidet. Se la controlla e si asciuga; io allora torno a letto. Quando si infila sotto le lenzuola, fingo di svegliarmi.
«Amore, ben tornata: com’è andata la serata? Dai, racconta!»
Lei mi guarda e, dopo avermi dato un bacio, mi racconta quella che è stata la sua prima esperienza trasgressiva.
«Mi ha portato in un bar ed abbiamo bevuto un drink, mentre chiacchieravamo. Fra una battuta e l’altra, mi ha invitato a casa sua: vive da solo. Usciti dal bar, mi ha baciato.»
Nel sentire le sue parole ho sentito un groppo alla gola, ma l’ho esortata a continuare il racconto.
«Mentre ci siamo avvicinati alle macchine, dove il parcheggio era più buio, abbiamo continuato a baciarci. La sua lingua ha cercato la mia e ci siamo succhiati a vicenda. Era eccitatissimo! Mi ha palpato il culo e messo una mano sul seno, per toccarmi le tette. Potevo sentire la sua erezione, attraverso i pantaloni, premere contro il suo stomaco: mi è venuta voglia.
«Dai, ti voglio: portami a casa!»
Siamo saliti in auto e, mentre lui guidava, io gli ho afferrato il cazzo da sopra i pantaloni e lo stringevo. Era durissimo ed ho subito avuto l'impressione che fosse più grosso del tuo. Era sparito il disagio e non mi sentivo più nervosa. Arrivati a casa sua, siamo entrati e subito ci siamo spogliati; siamo entrati in camera da letto, dove mi ha disteso e subito si è infilato fra le mie cosce: ha preso a leccarmi ed io ero un lago!
«Che meraviglia! Sei fradicia! Ti voglio gustare tutta!»
Mi ha fatto godere subito e poi si è allungato su di me e l’ho sentito entrare tutto, fino in fondo! Mi ha aperto in due! Lo sentivo duro e largo, che mi dilatava la fica e me la riempiva tutta. Ho goduto subito, all’istante.
«Dai, sì, mi piace! Vengo! Dai, sì, più forte!»
Mi pompava come una furia scatenata. Ho preso a godere in continuazione e lui non sembrava mai sazio. Dopo alcuni orgasmi, si è messo disteso e mi ha fatto salire su di lui.
«Dai, vienimi sopra che ti voglio sentir godere di più!»
Lo sentivo completamente nel ventre! La punta urtava sul fondo ed io ho ripreso a godere sempre di più. Urlavo il mio piacere e lui mi sbatteva sempre più forte; aveva inarcato le gambe e mi sfondava con colpi fortissimi. Le sue mani mi hanno afferrato i seni, me li strizzava forte e, stranamente, quel dolore mi provocava altro godimento: lui ne era felice.
«Godi, puttana! Ti faccio urlare come una cagna. Sei una troia, che voglio sfondare tutta!»
Nel sentirmi dare della troia, ho avuto un ennesimo orgasmo.
«Sì, dai, fammi godere! Hai ragione sono una troia: la tua troia. Fammi godere come una puttana!»
Non avevo più il controllo di me stessa. Ero in preda al piacere più intenso e godevo senza soluzione di continuità. Lui, dopo avermi fatto godere di nuovo, mi ha sistemata di lato e mi ha scopato fortissimo, per poi venirmi dentro. L’ho sentito urlare di piacere e, infine, inondarmi il ventre.
«Adesso, vengo! Senti come te la riempio? Ti sto sborrando dentro, come farei con una puttana di cui non m'importa nulla!»
Un'ondata di calore, mi ha riempito la fica. Lui, dopo, ha ripreso a scoparmi e la mia fica, aperta e slabbrata, non riusciva a contenere il suo seme che debordava ad ogni affondo.»
Nel sentirle dire quelle cose, mi son eccitato ed ho sentito il desiderio di scoparla subito. Senza dir nulla, mi son infilato fra le sue cosce e l’ho posseduta con una sola spinta ben decisa. Lei mi ha guardato sorridendo e poi ha sollevato le gambe per intrecciarle dietro di me. La sbattevo come un pazzo furioso: provavo gelosia ed eccitazione allo stesso tempo e lei mi ha dato il colpo di grazia.
«Dai, mio adorato cornuto, scopami e fammi capire se ti riesce di percepire quanto lui mi abbia slargato la fica! Dai, sborra!»
È stato troppo! Sentirmi apostrofare cornuto mi ha mandato in tilt il cervello e sono venuto all’istante.
«Sì, puttana, ti sborro anch'io: ti sento più che dilatata e ancora piena del suo seme!»
Sfinito e svuotato mi sono accasciato su di lei che, delicatamente, mi ha spinto di lato e poi, con un sorrisetto patetico, mi ha chiesto una cosa che mi ha davvero distrutto il morale.
«Bravo, adesso che ti sei svuotato, va in bagno a prendere la crema: quella che uso contro l’arrossamento delle mani e me ne spalmi un po’ sul culo, che mi brucia ancora un po'.»
L’ho guardata allibito e incredulo.
«Ma…come? Anche il culo ti ha fatto?»
Lei mi ha sorriso ed ha insistito affinché le prendessi la crema e, mentre gliela spalmavo, mi ha raccontato anche questo particolare.
«Dopo esser venuto, ci siamo distesi di fianco e lui seguitava ad accarezzarmi. Ero molto soddisfatta e, quando mi ha messo di nuovo due dita nella fica fradicia e ben farcita del suo seme, ho ripreso a godere. Lui mi ha masturbato ed io gli ho ripreso il cazzo in bocca. Nonostante fosse già venuto, aveva ancora una buona consistenza e, con un po’ di leccate, è subito tornato al massimo della sua erezione. Lui mi stava masturbando con le dita infilate in tutti e due i buchi. Sentire quel dito nel culo, mi ha fatto eccitare ancora di più e lui se ne è accorto.
«Sento che ti piace anche nel culo! Dai, girati, che ti dilato anche questo forellino e te lo sfondo, cosi ritorni dal tuo cornuto tutta aperta.»
Ero un po’ indecisa perché il suo cazzo non è il tuo. Il suo era molto più grosso ed temevo che mi facesse male, ma ero in preda ad un'eccitazione incredibile e me lo son lasciato fare. Mi sono girata e lui mi ha fatto mettere in ginocchio e poi, dopo aver infilato il cazzone dentro la fica per lubrificarlo con il suo seme, lo ha appoggiato allo sfintere e, con una spinta decisa, mi ha infilato quella trave nel culo.
«AAhhiii, piano che me lo laceri. Sei troppo grosso: fa piano!»
Lui non ha nemmeno ascoltato. Ha preso a scoparmi il culo, come se si fosse trattato del davanti. Mi sbatteva le grosse palle sulle labbra della fica ed io ho iniziato a godere sempre di più.
«Sì, dai: cazzo come mi piace! Dai, che godo! Dai, più forte! Vengo!»
Non mi riconoscevo! Ero davvero impazzita di piacere: più ne provavo e più ne volevo. Lui non si è fatto pregare e mi ha davvero slargato il culo. Mi ha fatto venire diverse volte e poi mi ha farcito anche quel buco. Ho sentito una lava incandescente inondarmi il retto, mentre lui godeva come un pazzo.
«Sborro, troia! Anche nel culo ti sborro, puttana!»
Ho avuto un ennesimo orgasmo nel sentirmi riempire il culo ed apostrofarmi puttana. È stato bellissimo!»
La guardo stravolto da una serie di emozioni e sensazioni, che non riesco a dominare. Sento tantissima gelosia e nello stesso tempo sono orgoglioso di aver scoperto d'avere una moglie tanto troia, era una cosa che non sapevo. Lei mi guarda con l’aria di chi adesso sa cosa vuole e, subito, me ne rende partecipe.
«Quando sono scesa dalla sua auto, dopo avermi riportato al parcheggio dove avevo lasciato la mia, mi ha chiesto un altro appuntamento. Ho accettato e me ne sono andata. Lo rivedrò a metà della prossima settimana e già non vedo l’ora.»
Sono rimasto in silenzio, mentre lei si è girata di lato e si è addormentata.
Ed io? Ho passato la notte a riflettere su questa nuova situazione e sono giunto alla conclusione che, d'ora in poi, sarà dura aspettarla ogni volta che va a farsi sbattere.
Ma è quello che ho voluto e, quindi, già fremo per l’attesa.
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1 year ago
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la nostra prima volta.
Mi chiamo Alberto, ho 56 anni, sono alto 1,75. fisico normale e sono sposato da 15 anni con Barbara, una bella donna appena un po’ più bassa di me, mora, dai capelli corti, occhi scuri, il seno è un po’ piccolo, appena una seconda MOLTO scarsa, ed un bel culo alto e sodo. Il sesso fra noi è sempre stato abbastanza soddisfacente, ma io per lei volevo di più, anche se non avevo ben chiaro cosa fosse questo ”di più!”. Un giorno, però, ho fatto una scoperta particolare: ho capito il significato della parola cuckold e, anche se non riuscivo a spiegarmi l’eccitazione che provavo ad immaginare Barbara, mia moglie, con un altro, era una cosa su cui fantasticavo da qualche tempo. Mi intrigava saperla con un altro maschio. Credevo che lo scombussolamento che sentivo fosse gelosia, ma ero deciso a farle provare una simile esperienza. Anche la potente erezione che ne scaturiva, credevo fosse dettata da un qualche sentimento strano, ma non era così, mi sbagliavo, era il desiderio di sentirmi cornuto, ma questo l’ho capito solo dopo. Con molta calma, son riuscito a convincerla e quella che vado a narrarvi: la nostra prima volta. È una storia intima, segreta, un avvenimento che non l’ho mai confidato neanche ai miei amici più cari, quelli di una vita. Alle persone che ti conoscono, quelli con cui lavori e vivi la vita di tutti i giorni, non gli puoi dire: sapete, sono un marito cornuto e felice! Rimarrebbero scioccati, mi prenderebbero in giro, forse non mi parlerebbero più. Ci son segreti grondanti di piacere, che devono rimanere dentro le pareti di casa tua. Fra noi il dialogo è sempre stato molto intenso e siamo sempre stati liberi di esprimere le nostre vere emozioni, paure o desideri. Con lei questo era ciò che provavo, mi sentivo libero e non mi vergognavo delle mie perversioni. All’inizio, non siamo subito partiti alla caccia di un altro da aggiungere nel letto, ma abbiamo giocato di fantasia. Facevamo finta che lei mi avesse tradito. Si inventava tutta una storia porno dettagliata, sulla sua scopata con uno sconosciuto che, in realtà, non era mai avvenuta. Io ero così eccitato che, mentre lei raccontava, la scopavo come un pazzo scatenato. Il passo successivo è avvenuto con la decisione di creare un profilo di coppia su un sito di incontri per adulti per trovare un maschio che fosse disposto a scoparla sotto i miei occhi e, da lì, è cominciato il divertimento. In quel momento ho preso la decisione che, a partire da quel momento, mi sarei comportato da cuckold. Non è stato facile trovare l’elemento giusto. Barbara era molto selettiva. Aveva enunciato una serie di requisiti, per lei fondamentali e, finché non avremmo trovato un singolo che, su dieci requisiti richiesti ne avesse almeno nove, non si sarebbe lasciata andare. Alla fine abbiamo agganciato Max, in chat. Era un singolo maturo, che ci ha subito trasmesso sicurezza per il modo in cui si è proposto e ci ha subito, fin dalle prime battute in chat, messo a nostro agio. Barbara si è detta subito favorevole ad un incontro per un caffe conoscitivo. In effetti doveva averla intrigata fin da subito, perché non ha avuto esitazioni mentre, in passato, ne aveva scartati tanti: con lui è stato subito tutto ok. Lo abbiamo incontrato in un bar del centro. Ci siam trovati davanti ad un bell’uomo sulla cinquantina, di bell’aspetto, molto curato ed elegante, colto e raffinato: Barbara se lo mangiava con gli occhi. Mentre prendevamo il caffe, abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Lui ci ha messo a nostro agio e, fin da subito, lei ha deciso che andava bene e intendeva far qualcosa la sera stessa. Mi ha un po’ colpito questa sua decisione, così repentina, ma ho accettato senza indugio. Lui faceva l’architetto, la sua sicurezza è piaciuta subito a mia moglie. Fin da subito lui è sembrato molto interessato e in sintonia con le nostre richieste. Ha anche detto con tranquillità che, secondo lui, esser un marito cornuto e felice poteva esser un nuovo stile di vita eccitante, per tutte quelle coppie desiderose di vivere esperienze nuove ed intriganti. Io ero d’accordo. Ci siamo avviati verso casa nostra. Barbara era eccitatissima: prima ci siamo rilassati, bevendo un bicchiere di vino. Eravamo tutti e tre seduti sul nostro comodo divano in pelle. Mia moglie, ad un certo punto, ha allungato la mano verso il pacco di Max. Hanno cominciato a baciarsi ed il mio cazzo si gonfiava sempre di più, in modo rapido. Max si alza dal divano, si spoglia, mette in evidenza il suo fisico ben curato, nonché un bel cazzo di notevoli dimensioni. Non troppo lungo, ma grosso. Barbara subito ingurgita quel cazzo, come se non avesse aspettato altro nella vita. Mentre lo spompina per bene, mi tiene la mano, perché so che lei ama solo me ed è quanto ribadisce mentre succhia quel cazzo. Io avverto il desiderio di segarmi, ma ancora non voglio. Mi piace guardare, senza far nulla per permettere all’eccitazione di assalirmi tutto, ai massimi livelli. Sento il cazzo bollente e le palle gonfie di libidine. Lui assapora le sue labbra e mi guarda. Io, estasiato, chiedo conferme, anche se sono ben certo che non ne ho bisogno.
«È brava, vero? Le è sempre piaciuto prenderlo in bocca! Adesso me la trasformerai in una troia, vero?»
Lui sorride e mi risponde.
«Sì, è brava! Succhia bene e...sì, adesso la trasformerò in una troia per il mio e tuo piacere! Lei già gode a sentirsi tale.»
Sensazioni uniche scorrono dentro di me. Un misto di piacere, gelosia, orgoglio, desiderio di sentirla godere ancora di più; il tutto si mescola in me creando un mix di emozioni difficili da gestire. Lui la solleva, la mette in ginocchio e la monta da dietro. La prende per i fianchi ed affonda deciso tutto dentro di lei, che inarca la schiena per reggere l’impatto di quella monta vigorosa. Vederla montata da dietro, come una vacca, mi sconvolge ancor di più! Di certo le è giunto fin in fondo. Il suo corpo resta incollato al culo di Barbara per qualche momento per darle modo di assuefarsi alle sue dimensioni, per poi sbatterla senza fine. Barbara geme e mi descrive tutto ciò che sta provando.
«Amore, è bellissimo! Lo sento tutto dentro, fino in fondo! Mi sfonda! Mi fa impazzire! Amore, godo! Amore! Vengo! Vengo!»
Io sono in piedi, davanti a lei, ci guardiamo negli occhi, mentre Max la trivella. Il viso di Barbara è ridotto ad una maschera e continua a descrive il piacere che ne sta ricevendo.
«Amore, lo sento tutto, lo sento fin dentro lo stomaco; mi sta lacerando la fica, mi sventra magnificamente! Vengo! Oddio! MI FA VENIRE ANCORA!»
Max è soddisfatto nel sentirla godere. Aumenta il ritmo della chiavata e sta per sborrare. Ha il viso contratto nello spasmo del piacere, sbatte Barbara senza pietà, sento il rumore che fanno le sue palle nello sbattere contro le chiappe di mia moglie. Poi mi guarda ed io posso constatare che si è davvero goduto mia moglie.
«Non ce la faccio più: sborro!»
Nel frattempo il mio cazzo sta per esplodere da solo. Sto per sborrare senza toccarmi, perché l’eccitazione è tantissima, qualcosa mai provato prima. Io e Barbara continuiamo a guardarci intensamente negli occhi. Max esce appena in tempo per schizzare sulla schiena di mia moglie. Nello stesso momento, siccome non ce la faccio più, mi decido a tirar fuori il cazzo e metterlo subito in bocca a Barbara, mentre Max è ancora dietro di lei ad ansimare a seguito della monta ben eseguita. Appena il mio cazzo le entra in bocca, sborro come un adolescente arrapato. Le riempio la bocca e lei ingoia tutto, mi prosciuga. Dopo di che, ci riposiamo un po'. Barbara ci lascia per andare in bagno a rinfrescarsi. Al ritorno beve del vino dal mio calice, poi prende Max per mano e, insieme, vanno in camera da letto. Li seguo in silenzio ed assisto ad una ennesima monta, dove lui la possiede ripetutamente, in varie posizioni e, alla fine, le riversa in gola tutta la sua crema. Quando ciò avviene, sono sdraiato di lato a mia moglie, che raccoglie tutto il piacere del maschio che l’ha fatta godere tanto, per poi baciarmi. Sento il sapore dalla sborra dell'altro nella bocca della mia donna; è un sapore che volevo conoscere e quindi non mi sottraggo al bacio. Poi lui, esaurito il suo compito, se ne va e ci lascia soli. Ci abbracciamo e facciamo l’amore con uno spirito totalmente rinnovato e infinitamente bello: non l’avevo mai amata più di così. In quel momento ho deciso che dovrà esser così: passare la mia vita con lei che è la mia anima ideale ed io sono un marito cornuto e felice
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1 year ago
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Il vicino malato.
Mi chiamo Claudia, ho 37 anni, sono alta 1,70, capelli lunghi e neri, un bel seno, che dopo la gravidanza è diventato di una buona 4ª piena. Ho il culo un po’ grosso ed un po’ di pancetta, cimelio di una gravidanza ormai avvenuta sette anni fa. Sono sposata con Paolo, un bel ragazzone che ha due anni più di me. Mentre io lavoro come impiegata all’ufficio postale vicino casa mia, Paolo è una guardia giurata e, quasi sempre, lavora di notte. Abbiamo una bambina di 7 anni, di nome Lucilla, che è la nostra gioia, ma, essendo solo noi due, senza parenti o amici, a volte, per accudire la bambina, siamo ricorsi all’aiuto di Giuseppe, il nostro vicino di casa. Lo conosciamo da quando, una decina di anni fa, siamo venuti ad abitare in questo palazzo. All’epoca, lui lavorava ancora come ferroviere e, quando sua moglie si ammalò, io, più di una volta, la notte, l’ho assistita, quando lui, per motivi di lavoro, era fuori casa. Questo reciproco scambio di cortesie e favori, ha cementato la nostra amicizia. Ora è da tre anni in pensione ed ha 57 anni; è un bell’uomo, alto, distinto, con i capelli bianchi, sempre molto curato e pulitissimo. È una persona gentilissima, disponibile, che adora nostra figlia. Lui la considera come una sua nipotina, perché l’unico figlio maschio che ha, vive in un’altra città ed è gay. Non ne parla mai volentieri e, sia con me, che con mio marito, il rapporto è sempre molto vivace e confidenziale. Spesso, la domenica, quando mio marito è libero, vanno a pesca insieme, passione che condividono da tanto tempo. Anche con me ha un buon rapporto: mi tratta con rispetto e, soprattutto, con molta ammirazione. Ammetto che, più di una volta, ho avvertito il suo sguardo sul mio corpo e la cosa, anziché infastidirmi, mi ha sempre, in qualche modo, intrigato. Quando era viva sua moglie, spesso la notte, quando le facevo assistenza e lei non aveva voglia di dormire, mi raccontava della loro gioventù, di come erano stati felici insieme e di quanto fosse decisamente porco suo marito a letto. Io, allora, ci scherzavo un po’ su, dicendo che, in fondo, gli uomini erano un po' tutti uguali. Circa una settimana fa, ha avuto un piccolo banale incidente domestico, il classico dei classici: è caduto, uscendo dalla doccia. Ora si ritrova in ospedale e, non avendo nessuno che lo accudisca, ho deciso di andare a trovarlo. Paolo lavora la notte, quindi il pomeriggio decido di fare un salto e vedere come sta. Appena giunta in ospedale, cerco nel reparto ortopedia ed una simpatica infermiera mi indica la sua camera. Entrata nella stanza, lo vedo con il braccio bloccato dal gesso e attaccato con dei piccoli tiranti per tenerlo sospeso.
«Accidenti! Devi proprio aver fatto un bel capitombolo, per esser ridotto così!»
Lui mi guarda, con aria un po' triste.
«Mi son rotto la clavicola ed il braccio destro, ed ho parzialmente slogato il polso sinistro. Come vedi, ho entrambe le mani ingessate e ne avrò per un bel po’ di tempo!»
Lo guardo, gli sorrido e cerco di consolarlo; lui, lentamente, si rilassa un po’. Parliamo di mia figlia, del fatto che gli manca e, soprattutto, del problema che ora avrà, una volta che sarà tornato a casa. Mi offro di aiutarlo nel limite del possibile e lui mi ringrazia molto, per la mia disponibilità.
«Sei una donna meravigliosa! Paolo è un ragazzo veramente fortunato ad avere una brava donna come te, al suo fianco. Fin da ora ti ringrazio, anche se capisco che per te sarà un po’ troppo impegnativo, prendersi cura anche di un vecchio malandato come me.»
Lo guardo con occhi piccati e, scherzando, lo rimprovero.
«Non dire sciocchezze! Ci hai dato tante volte una mano tu, quando entrambi eravamo al lavoro e Lucilla aveva bisogno di qualcuno con cui stare, ed ora che, per una volta, posso sdebitarmi un po’, sarà solo un piacere, anche se avrei preferito farlo in circostanze diverse da questa.»
Lui mi guarda un po’ pensieroso, poi mi fa una mezza domanda, che mi lascia un po’ incuriosita.
«Certo, anch’io avrei voluto che certe cose avvenissero in circostanze diverse. Ma tu, come avresti voluto sdebitarti con me?»
Lo guardo per un attimo un po’ smarrita, perché sento una specie di doppio senso nelle sue parole e questo, stranamente, mi incuriosisce un po’.
«Non lo so con precisione. L’unica cosa di cui sono certa è che mi dispiace che tu sia in queste condizioni e, in ogni caso, per qualunque cosa tu avessi bisogno, non farti scrupoli, perché ti assicuro che, per qualunque cosa, mi troverai disponibile!»
Noto che mi guarda un po’ incerto. Ha quasi voglia di chiedermi qualcosa, ma è titubante. Poi mi guarda con occhi imploranti.
«Avrei un piccolo favore da chiederti, perché, come vedi sono talmente bloccato che non riesco a farlo. È una cosa un po’ delicata, quindi, se ti va di aiutarmi, te ne sarò grato, altrimenti, se rifiuti, comprenderò il tuo disagio e non ti chiederò più nulla.»
Io lo guardo e, con fermezza, ribadisco tutta la mia disponibilità. Lui, prende un attimo fiato, poi mi espone la sua richiesta.
«Per prima cosa, va a chiudere la porta: non vorrei che l’infermiera, entrando potesse fraintendere. Poi, dovresti aiutarmi a cambiare le mutande, dal momento che le indosso dal giorno dell’incidente. Ero abituato a sostituirle giornalmente e quelle che ho le indosso ormai da più di tre giorni. Non puoi capire quanto fastidio mi dà. Ti sembrerà una cosa da poco, ma mi sono un po’ vergognato a chiederlo all’infermiera. Naturalmente, come ti ho detto prima, un tuo eventuale rifiuto sarà considerato da me assolutamente più che legittimo.»
Mi alzo dalla sedia, vado verso la porta e la chiudo a chiave. Torno presso di lui e, dopo aver aperto un cassetto, e preso un paio di slip nuovi e puliti, faccio scorrere la coperta del letto, fino ai suoi piedi. Vedo per la prima volta, il suo torace, almeno la parte libera dal gesso, abbastanza muscoloso e la sua pancia per niente prominente, anzi, presenta il ventre abbastanza piatto. Nell’insieme ha una bella muscolatura. I peli sul petto sono bianchi, lentamente afferro l’elastico dei suoi slip, sotto cui noto celarsi qualcosa di voluminoso. Quando abbasso l’indumento, subito salta fuori un arnese non ancora duro, ma di dimensioni esagerate, almeno rispetto a quello di Paolo. Lo guardo un po’ stranita, meravigliata nel vedere quel gioiello non ancora duro, ma già così voluminoso. Sento le farfalle allo stomaco, un fremito percorre tutta la mia spina dorsale e mi fa inumidire le mutandine. Cerco di non fissarlo, facendo lentamente scorrere l’indumento fino in fondo. Sollevando lentamente una gamba per volta, sfilò l’indumento e poi ripeto l’operazione con l'intimo pulito. Mentre risalgo su, non posso far a meno di ammirare quella bestia che sta dando segni di irrequietezza. C’è silenzio fra di noi ed io tengo la testa bassa per non incrociare il suo sguardo, mentre, dentro di me improvvisamente, avverto un forte desiderio di afferrare quella verga e stringerla fra le mani. Senza dir nulla, quando arrivo quasi a ricoprirlo con lo slip, avvicino la mia mano destra al cazzo. Resto un attimo immobile, incerta se toccarlo oppure ammirarlo soltanto. La sua voce è rotta dall’emozione, mentre mi esorta ad accarezzarglielo.
«Capisco che può stupirti, ma una carezza non gli farebbe proprio male.»
Lo sfioro per un attimo e, quando provo ad avvicinarla, inizialmente, tendo a ritrarla. Però sono affascinata da quella vista e mi lascio guidare dal desiderio: mi ritrovo con il suo arnese nella mano e mi ritrovo a fargli una sega.
«Uuummhhmm… Sì, che dolce che sei! Ti prego continua, non ti fermare!»
Parla e già dal tono della voce, sento che gli piace. Continuo a segarlo; quel cazzo è divenuto duro e nodoso, lungo almeno 25 cm, ma è la circonferenza che mi colpisce: non riesco a chiudere la mano, a congiungere le dita. Mi sento bagnare fra le cosce e lui se ne accorge.
«Sei fantastica! Continua, perché son convinto che, in questo momento, piace anche a te.»
Sono stravolta, ma la cosa mi piace sempre più e, automaticamente mi viene di aprir le gambe e infilarmi la mano dentro le mutandine, iniziando ad accarezzarmi la fica, già bella bagnata e fradicia. Mugolo, mentre mi masturbo e lo sego sempre più forte, e lui mi fa una insolita richiesta.
«Brava, toccati la figa! Scommetto che sei bagnata fradicia! Dai, portami alla bocca la mano bagnata dei tuoi umori. Voglio sentire il tuo sapore!»
Mi sento strana, ma lo assecondo. Sfilo la mano sporca dei miei umori, mi sollevò in piedi e l’avvicino alle sue labbra. Lui apre la bocca e succhia ogni singolo dito, mentre geme di piacere nel leccare tutti i miei umori.
«Che sapore meraviglioso! La tua fica dev'esser un brodo! Una fonte di miele prelibato che mi piacerebbe leccare. Apriti un po’ sul seno, lascia che ti succhi un capezzolo.»
Apro la camicetta, sollevo il reggiseno e gli offro un capezzolo, che lui stringe in bocca: emetto subito un gemito di piacere. Mi invita a rimetter la mano fra le cosce, mentre riprende a succhiarmi il capezzolo. Infilo due dita nella fica, perché sono eccitata da morire, mentre continuo a tenere in mano quella enorme verga, che sembra divenuta ancor più grossa. Ho un orgasmo incredibile e lui continua a mordermi i capezzoli, poi mi chiede ancora di poter leccare le mie dita ed io gliele infilo in bocca. Le lecca e le succhia con avidità, poi mi guarda e mi chiede ciò che avevo già in mente di fare.
«Hai un sapore stupendo: ho l’impressione che tu sei proprio una grande troia, come ho sempre pensato. Dai, prendimelo in bocca!»
Anche se lo desideravo ardentemente, volevo che fosse lui a chiedermelo, anche se non ne capisco il motivo; forse per un'inutile remora?
Apro le labbra sul suo membro. Lo bacio, lecco bene la cappella, poi scendo lungo l’asta. Lo bagno per bene e poi me lo infilo tutto in gola, fino alle palle. Sono sorpresa dalla facilità con cui me lo sono infilato in gola e, anche se avverto dei conati di vomito, li reprimo con forza, perché voglio assaporar per bene il piacere che quella splendida mazza stimola in fondo alla mia gola. Lui geme di piacere, mentre muove lentamente il bacino, spingendolo con calma verso l’altro. Sono movimenti minimi, che gli permettono di mantenere quell’enorme verga ben piantata nella mia gola.
«Meravigliosa, fantastica! Sei veramente una gran succhia cazzi! Nemmeno mia moglie riusciva a prenderlo tutto in bocca, come fai tu! Continua ti prego! Continua che voglio sborrare nella tua bocca, perché solo ora mi rendo conto da quanto tempo l'ho desiderato.»
Sono eccitata anch’io. Mi fa impazzire l’idea di sentirlo gemere fra le mie labbra e di sentirlo fremere dal desiderio di poter riversare nella mia bocca tutto il suo piacere. Lo pompo con vigore, segandolo con entrambe le mani, fin quando lui, gemendo, mi chiede di ingoiare il suo seme.
«Claudia, sto per sborrare! Ti prego, ingoialo! Bevilo tutto!»
Serro le labbra, mentre sento ondate di crema bollente che si riversano nella mia bocca e scivolano giù, direttamente nella mia gola. In quello stesso istante, ho un orgasmo che mugolo a bocca piena, mentre ingoio quella crema, che sembra inesauribile. Alla fine, dopo averne mandato giù dei bei goccioloni, riesco a respirare, leccare e ripulire quell’asta, che però sembra non aver perso di vigore. Lui mi guarda con occhi imploranti, carichi di ammirazione e di profonda devozione.
«Claudia, ti adoro! Sei stata meravigliosa! Mi hai fatto impazzire! Grazie dal profondo del cuore.»
Mi fa cenno di avvicinarmi a lui e, seppur con la mano ingessata, me la appoggia sul corpo e mi attira a sé, con la sua bocca a cercar la mia.
Mi bacia con passione, la sua lingua fruga e scava nella mia bocca, in cerca della mia. Lo guardo un po’ stupita e lui legge ed intuisce il mio pensiero, ne sorride compiaciuto.
«Cosa c’è? Ti stupisce il fatto che ti abbia baciato dopo esserti venuto in bocca? Paolo non fa una cosa del genere? Mi è sempre piaciuto farlo con mia moglie, quando le venivo in bocca e, devo dire che, anche a lei piaceva baciarmi mischiando la sua saliva con la mia sborra.»
Lo guardo un po’ stupita e confermo che Paolo questa cosa non la fa. Gli sistemo lo slip, lo ricopro e corro a riaprire la porta. Si è fatta l’ora di lasciarlo: prendo alcuni suoi indumenti sporchi, con l'intenzione di portarli a casa per lavarli.
Di ritorno a casa, incrocio Paolo ed ho giusto il tempo per un saluto: se ne va al lavoro. Stranamente, prima di uscire, lo bacio in bocca appassionatamente e lui, dopo un attimo di stupore, risponde con passione al mio bacio, anche se mi guarda con espressione stranita. Devo averlo stupito, ma, soprattutto, deve aver sentito nella mia bocca, un sapore diverso dal solito. Avevo proprio voglia di farlo, di condividere con mio marito la sborra che avevo appena ingoiato. Il pomeriggio del giorno dopo, mi son presentata puntuale in ospedale e lui, quando mi ha visto, si è come illuminato. Dopo aver chiuso la porta, gli ho abbassato di nuovo lo slip e, dopo averlo sostituito con uno pulito, ho ripreso in mano quella splendida verga e gli ho fatto un pompino veramente da infarto. Lui non si è accontentato al solo farsi succhiare il cazzo; dopo avermi fatto togliere il reggiseno, mi ha succhiato i seni, facendomi gemere di piacere. Ha succhiato le mie dita impregnate dei miei umori e, poiché indossavo anche oggi una gonna, mi ha chiesto di mettermi in ginocchio sul letto, in modo da poter leccare la mia fica. Son salita sulla sedia e, con una posizione da acrobata, ho posto lo spacco della mia fica da dietro, sulla sua bocca. Ho subito sentito la sua lingua introdursi lungo la fessura e questo mi ha provocato un piacere estremamente intenso.
«Hai un miele al posto del solito nettare! La tua fica andrebbe leccata per ore!»
Sentivo forte il desiderio di avere quella mazza dentro di me e, così, gli ho detto che avrei voluto, prima o poi, sentirlo dentro di me. Lui si è messo a ridere e mi ha promesso che, una volta a casa, avremmo trovato il modo di chiavare "ad abundantiam". Ormai ero affascinata da quella verga, la volevo dentro di me con tutta me stessa. Anche in quest’occasione, quando son tornata a casa, ho baciato Paolo, che si è intrattenuto a lungo con la sua lingua nella mia bocca. Poi, uscendosene, mi ha guardato e sorriso, aggiungendo che mi amava da morire. Per cinque giorni, si è ripetuto lo stesso copione, poi il vicino è stato dimesso ed è tornato a casa. Il primo giorno che è tornato, nonostante avesse metà del busto ingessato ed una mano parzialmente libera, mi ha fatto sdraiare sul letto e, a gambe aperte, ha preso a leccarmi la fica, facendomi avere due orgasmi incredibilmente forti. Poi, si è sdraiato supino, io gli son salita sopra e, dopo aver afferrato quella grossa mazza, l'ha puntata dritta fra le pieghe della mia ostrica, che schiumava piaceri in continuazione. Con una prima spinta, ne ha fatto scivolar dentro solo una metà. Lo guardo e resto immobile, quasi sospesa sopra di lui, perché sento che mi sta letteralmente squartando la fica. Lui sorride e mi dice di esser paziente, di fare con calma, senza fretta, lasciando che la mia vagina si adegui alle sue dimensioni. Lentamente, lascio che scivoli tutto dentro di me e, quando mi siedo sul suo corpo vedo i suoi occhi brillare di gioia.
«Bravissima! Sei una puttanella stupenda! Te lo sei preso tutto dentro! Dai, adesso muoviti su e giù, che ti faccio impazzire.»
Mi scopa bene ed a lungo, perdo il conto di quante volte ho avuto orgasmi.
Egli, sebbene molto limitato nei movimenti, è molto più resistente di me e, ad un tratto, avverto il desiderio di sentirlo esplodere dentro di me, ma, non essendo protetta, mi sollevo e lo invito a mettermelo nel culo.
Lui mi guarda un po’ stupito.
«Davvero lo vuoi nel culo? Guarda che non sarà una passeggiata?»
Io gli rivolgo un'occhiata da persona decisa e gli ribadisco la mia volontà di averlo nel culo. Mi guarda, poi mi dà un suggerimento.
«Visto che son bloccato, mettiti in ginocchio sul letto con il culetto verso di me, in modo da potertelo almeno leccare.»
Sento la sua lingua giocare fra le mie chiappe aperte ed indugiare molto sulla rosellina. Sento che mi sto rilassando ed i muscoli dello sfintere iniziano ad esser meno tesi. Poi mi indica il cassetto del comodino e, lì dentro, trovo del lubrificante, che lui mi invita a spalmare sul buco e sulla sua grossa verga. Completata l’opera, torno di nuovo a sedermi a cavallo su di lui e, con entrambe le mani, appoggio la punta di quel mostro contro la mia rosetta. Mi muovo quasi ondeggiando e, lentamente, avverto che mi penetra un po' per volta. Sento parecchio dolore, allora mi alzo leggermente, giusto per ripetere l'operazione d'inserimento. Faccio un profondo respiro e mi siedo completamente sul cazzo, fino a sentirlo tutto nel culo. Mi sento aprire e sfondare il culo. Non sono vergine, perché Paolo, spesso e volentieri, si è divertito ad incularmi, ma il suo cazzo è decisamente molto più piccolo di questo ed ora, invece, mi sembra che, per la prima volta, qualcuno mi stia letteralmente spaccando il culo. Lascio che il mio corpo si abitui a quella ingombrante presenza, poi, prima lentamente, e poi sempre più velocemente, eseguo un movimento delle anche, tipo "danza del ventre", allo scopo di potermi gustare dentro, l'intera asta. Avverto un piacere nuovo ed intenso e, ogni volta che lo affondo dentro di me, il respiro mi si blocca per qualche istante: mi sembra che mi sia giunto in gola e quella sensazione mi fa venire.
«Bellissimo! Mi stai sfondando il culo, ma è bellissimo!»
Sono proprio una troietta. Una vera puttanella come dice lui, ed ora anche sfondata nel culo! Mi muovo sempre più velocemente ed ora avverto che anche lui è prossimo al piacere. Appoggia entrambe le mani ingessate sulle mie spalle e mi attira a sé baciandomi in bocca.
«Adorabile puttanella, sentilo bene! Mi fai impazzire!»
Mi muovo sempre più velocemente e, quando il mio corpo viene scosso da un ennesimo orgasmo, lui mi blocca in qualche modo e con il cazzone piantato nel culo, viene, schizzandomi getti di liquido caldo. Lo sento inondarmi l’intestino di crema bollente, che mi fa letteralmente impazzire. Sfinita, resto su di lui, mentre sento il suo cazzo perdere consistenza, fino a fuoruscire dal mio culo. Mi tolgo da quella posizione e mi distendo di lato; glielo prendo tutto in bocca, succhiando e ingoiando tutto il caldo brodo che ancora sgorga. Dopo averlo ben ripulito, me ne vado in un bagno per rinfrescarmi e faccio in modo da far uscire dalle mie viscere il seme che continua a colare. Con uno specchio osservo il mio culetto ridotto ad una voragine. Per tutti i giorni della convalescenza, ho continuato ad accudirlo e, mediamente, abbiamo scopato quasi ogni due giorni. Anche Paolo era contento del fatto che io mi prendevo cura di lui e, quando ha tolto il gesso ed aver iniziato la riabilitazione, una sera, lo abbiamo invitato a cena a casa nostra. In quell’occasione, si è fatta avanti una nuova situazione. Volevo esser bella e soprattutto conturbante. Ho indossato una gonna abbastanza corta ed una camicetta, con al di sotto un reggiseno a balconcino che gonfiava le mie tette in maniera da renderle invitanti. Calze nere con la riga, tenute su da uno reggicalze e scarpe con tacco sottile da 10 cm, che mi rendevano quanto mai seducente e intrigante. Durante la cena, Giuseppe non ha avuto occhi che per Lucilla e per me; fra un brindisi e l’altro, i complimenti per entrambi si sono sprecati. Messa a letto la piccola, ci siam ritrovati tutti e tre seduti sul divano e Paolo mi ha abbracciato e stretta a sé.
«Son felice che tu ti stia rimettendo, perché è stato un calvario questo periodo, anche se son convinto che, con l’aiuto di mia moglie, le cose son andate un po’ meglio.»
Giuseppe ci ha rivolto uno sguardo di gratitudine e poi si è avvicinato a noi due. Guardandoci entrambi negli occhi, ci ha ringraziato:
«Siete una coppia stupenda! Tu un marito altruista e generoso e lei una donna veramente impareggiabile. Son felice di esser vostro amico e, per nulla al mondo, vorrei che ci fossero dissapori fra di noi.»
Io li ho guardati ed ho chiesto un po’ incuriosita:
«Perché dovrebbero esserci dissapori fra noi?»
Paolo è rimasto in silenzio, ma Giuseppe no.
«Perché sei una donna stupenda e ti sei dedicata a me anima e corpo. Un altro uomo, al posto di tuo marito, probabilmente, avrebbe mostrato una certa gelosia.»
Paolo ha sorriso, poi mi ha stretto a sé e mi ha dato un bacio; poi, guardando lui, ha iniziato ad accarezzarmi il seno.
«Come potrei esser geloso di una donna così bella? Son perfettamente consapevole che una femmina di questo calibro ha bisogno di più uomini per ritenersi soddisfatta ed appagata. Son convinto che tu sei uno di quelli che mi ha aiutato a renderla felice. Quindi, amico mio, continua ad aiutarmi a farla impazzire.»
Non c’è stato bisogno di aggiungere altro, pochi minuti dopo, ero a cosce aperte sul nostro letto con Giuseppe che mi leccava la fica e mio marito mi infilava il suo cazzo in bocca.
Mi hanno scopato a ripetizione, in tutti modi ed in tutte le posizioni. Hanno inondato i miei buchi con il loro piacere e, un mese dopo, ho scoperto di esser incinta. Naturalmente Paolo ha riconosciuto la creatura, anche se son molto convinta che non sia suo. Il maschio che ho partorito, già fin da piccolo, mostra di esser ben dotato, e questo fatto mi ha ulteriormente convinto che il nascituro sia figlio di Giuseppe, piuttosto che di mio marito.
La nostra amicizia è andata avanti per tanto tempo, senza gelosie né problemi; lui ci ha sempre considerati come sua famiglia e noi l'abbiamo ricompreso come parte integrante della nostra.
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1 year ago
baxi18, 55
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Cornuto e felice.
Mi chiamo Paolo, ho 27 anni e da sei sono sposato con Cristina. Sono di media statura, fisico normale e snello. Cristina invece è una bambolina: bionda dagli occhi chiari, con un bel seno di una terza piena ed un culetto da sballo, cosce lunghe e ben tornite, bocca ampia e labbra carnose, ideali per far pompini, cosa che sa fare benissimo. Da quando ci siam messi insieme, circa otto anni fa, ho sempre provato un piacere particolare nel vederla ammirata. A lei, che è molto esibizionista, piace molto esser al centro dell’attenzione dei tanti maschi che le gravitano intorno. Mi eccita vederla desiderata e questo mio piacere le è ben noto; aspettavo solo l’occasione che avrebbe di fatto sancito il mio passaggio da marito a cornuto. Non mi sento a disagio nel sapermi cornuto, anzi, mi eccita tantissimo anche solo pensare che lei possa, a mia insaputa, cornificarmi.
Fino a circa sei mesi fa, non era mai successo, ma tutto è cambiato durante le vacanze estive di settembre dello scorso anno. Dopo un'estate passata a lavorare, ci eravamo regalati una bella settimana di ferie da passare a Porto Vecchio in Corsica. Un bell’albergo, in riva al mare, davanti ad una delle spiagge più belle dell’isola. Il secondo giorno che eravamo sdraiati sotto l’ombrellone, Cristina era in topless e stavamo parlando, quando è arrivato il bagnino con un signore molto distinto, cui erano stati assegnati sdraio ed ombrellone accanto a noi. È opportuno che precisi che i maschi di mezza età fanno impazzire Cristina. Ora, all’arrivo di questo signore, quarantacinquenne alto, fisico ben curato e dai capelli brizzolati, ho notato che le brillavano gli occhi di pura libidine. Naturalmente il tizio non ha perso tempo ad aprire un dialogo con lei ed era chiaro quanto Cristina ne fosse lusingata, si vedeva che era a suo agio al punto da prendere a sorridere e far commenti e battute, anche a doppio senso tra loro, ridendone di gusto.
Per capire quali intenzioni avesse mia moglie, la invitai a fare un bagno. Appena in acqua, le ho subito chiesto che idea si fosse fatta sul tizio.
«Mi sembri molto a tuo agio, con lui. Pensi di poterci fare qualcosa? Hai deciso di stuzzicarlo con i tuoi seni al vento?»
Lei mi ha sorriso, ha immerso la mano sotto il pelo dell’acqua ed ha impugnato il mio cazzo, già durissimo. Mi ha fatto una rapida sega e, quando ho sborrato, si è messa a ridere, guardando verso la spiaggia, in cerca di quel maschio che la intrigava.
«Non credo ci sia molto da dire: ti sei già eccitato al solo vedermi allegra con lui! Non saprei dirti dove voglio arrivare, ma mi piace molto. Vedremo...»
Ritornati al nostro ombrellone, il signore mi si è presentato.
«Mi chiamo Piero e sono molto onorato di far la sua conoscenza.»
Naturalmente a me ha riservato solo un lieve cenno con la mano, mentre a Cristina ha stretto la sua, pur continuando a fissare le sue tette. Per un attimo lui si è spostato ed io ne ho approfittato per suggerire a Cristina di mettersi ancor più in mostra, ormai certo dell'interesse di lei per l'uomo e la evidente erezione di lui, che non faceva nulla per nasconderla. Ero, a mai volta, eccitato da questo gioco, che prometteva sviluppi più che interessanti. Cristina, da perfetta esibizionista, ha accolto il mio suggerimento con un sorriso malizioso: ha preso a sistemare il telo sul lettino e, per farlo, si è piegata a 90°, davanti a quello, mettendo ben in evidenza il suo stupendo culo. Una volta sdraiata, ha divaricato le gambe, tenendole oscenamente aperte e facendo sì che il tessuto del perizoma si insinuasse nello spacco della fica, facendo emergere le sue labbra rosa.
Avevo il cazzo durissimo e, per favorire lo sviluppo del gioco, con la scusa di andar a prendere da bere, mi sono allontanato, lasciandoli soli. Dal patio del bar, vedevo lui sempre più audace e lei sempre più sfrontatamente in mostra. Approfittando della mia assenza, era arrivato anche il bagnino che, seduto sul mio lettino ammirava la mia lei a gambe aperte.
Dal primo giorno, cioè fin da quando ci ha assegnato la nostra postazione, avevo già notato con quanto interesse guardasse mia moglie ed ora, che ero assente ed un altro la stava insidiando, doveva di sicuro aver trovato il coraggio di farsi avanti, anche lui. Cristina, da brava zoccola, aveva raggiunto il suo scopo: suscitare l’interesse di questi due maschi di mezza età, cosa che la manda in fibrillazione.
Ero curioso di vedere come si sarebbe evoluta la situazione. Non ho dovuto aspettare molto, perché lei, ad un certo punto, si è girata ed ha chiesto ad entrambi di aiutarla a spalmare la crema protettiva. Vedere le mani di quei due maiali indugiare sul corpo di mia moglie, mi ha quasi fatto sborrare. Vedevo le loro mani dappertutto su di lei. Piero, da dietro, gli puntava il cazzo contro e lei, con la mano, indugiava sul cazzo del bagnino. Ho deciso di tornare al mio posto ed essi si son fermati, complimentandosi con me per avere una bellissima moglie.
«La sua signora è davvero molto bella. Se vi fa piacere, questa sera organizzo una piccola festicciola a casa mia e sarei infinitamente felice se foste miei ospiti. Una bella donna così non può, né deve, mancare, alla mia festa. Guardate, casa mia è quell’attico lassù, sopra quell’edificio bianco.»
Naturalmente Cristina ha accettato subito. Il resto della giornata lo abbiamo impegnato a parlar con lui, che ci ha raccontato di esser un industriale cui il medico aveva imposto un periodo di riposo, dopo un anno di duro lavoro.
Quella sera, Cristina ha indossato un tubino bianco elasticizzato, con sotto solo in mini string, divenuto invisibile perché infilato nel solco delle antiche. Dei sandali aperti mettevano in mostra i suoi magnifici piedini ben curati ed il tacco dodici serviva ad inarcarle il culetto, facendolo apparire ancor più invitante. Ci siamo presentati al portone e lì abbiamo trovato ad attenderci Luca, il bagnino. Tutt'insieme siamo entrati nell’ascensore e lui, essendo un po’ piccolo, si è incollato al culo di Cristina. Giunti nell'appartamento, mi son reso conto che alla festicciola vi era solo Piero ed un altro signore della sua stessa età, che subito ha chiarito quale fosse il mio ruolo.
«Tu, adesso, te ne starai buono e tranquillo, che a lei ci pensiamo noi! Altrimenti ti lego e ti metto in una stanza, così da non farti veder nulla!»
Il tono deciso e la sua mole imponente, mi hanno fatto desistere dall'opporre resistenza. Intanto, Piero e Luca son saltati addosso a mia moglie, toccandola e baciandola ovunque. Si divertivano, mentre lei già miagolava di piacere.
«Guarda, cornuto! Hai una moglie tanto bella quanto "puttana"! È così troia che, farti cornuto con lei, è per noi un dovere!»
Tutti e tre hanno sfoderato delle mazze davvero notevoli e Piero le ha subito messo il cazzo in bocca.
«Succhia, troia! Hai delle labbra da bocchinara stupende!»
Luca, intanto, l’aveva fatta spogliare completamente e le aveva strappato lo string. Si è messo dietro di lei ed ha preso a leccarle fica e culo. Il terzo si spogliava con calma e, quando si è completamente denudato, ho notato che dei tre era quello con un cazzo davvero fuori dalla norma: circa 25 cm di lunghezza e molto grosso in spessore. Un diametro esagerato. Piero lo ha invitato a scoparla per ultimo.
«Gigi, tu verrai dopo di noi, altrimenti la sfondi e noi non ci divertiamo!»
Il tizio ha sorriso e poi l'ha presentato alla bocca di Cristina.
«Da brava, leccalo! Non credo che riesca ad entrarti in bocca, ma se lo lecchi e lubrifichi, potrò sfondarti meglio!»
Ho visto lei restare per un attimo titubante, poi, con estrema bravura, ha preso ad accogliere in bocca la punta di quella specie di trave umana, suscitando l’ammirazione del tizio.
«Accidenti, cornuto, hai una moglie davvero super! Una che riesce a prendermelo in bocca, è per me un'autentica novità. Dai, troia, succhialo che ti sfondo anche la gola!»
Dopo averla fatta godere con mani e lingua, mentre lei succhiava il cazzo di Gigi, l’hanno sollevata di peso e, portatala dentro una camera, l'hanno distesa su di un letto. Subito Luca si è sistemato supino e lei gli è salita su, facendo scivolare la sua verga lunga e dritta, tutta dentro di sé. Giusto il tempo di aggiustarsi per bene su di lui, che Piero l’ha fatta letteralmente spalmare su di lui, poi le si è piazzato dietro e le è entrato in culo. Lei ha emesso un lieve gemito, che poi si è trasformato in un modulato mugugno di piacere. Hanno iniziato a scoparla in doppia, con Gigi che le sfondava la gola, spingendo sempre più a fondo nella bocca il suo cazzone enorme.
Mia moglie ha preso a godere e loro non si sono risparmiati. Vedere quelli che la scopavano in tutti i buchi contemporaneamente, mi ha fatto sborrare senza toccarmi. Ad ogni venuta che le riversavano dentro, mi deridevano.
«Guarda, cornuto, come te la riempiamo! Adesso te la ingravidiamo».
Sapevo bene che prendeva la pillola, ma quel particolare, anziché farmi preoccupare, mi faceva eccitare oltre modo.
Dopo che Piero e Luca hanno ripetutamente eiaculato dentro Cristina, è stata la volta di Gigi, che l’ha sistemata in ginocchio davanti a sé e, tenendola per i fianchi, le è entrato tutto dentro. Ero sconvolto nel vedere quel palo lungo e duro scomparire nel ventre di mia moglie, che ha spalancato la bocca senza emettere alcun suono. Solo Piero ha avuto modo di commentare.
«Guarda, cornuto! Adesso te la sventra.»
Lentamente e inesorabilmente, è penetrato tutto dentro di lei. Poi ha iniziato a chiavarla con colpi così forti che la sollevavano dal letto e lei che squittiva dal piacere e lo esortava a far di più: davvero incredibile!
«Dai, sì! Così, dai! Più forte! Mi fai impazzire! Ancora!»
Vederla sconvolta dal piacere, mi ha fatto venire di nuovo, senza toccarmi. Mentre lui la sfondava, gli altri, alternativamente, le mettevano i loro cazzi in bocca e lei li succhiava come una pazza scatenata. Quando Gigi ha sborrato, lei ha spalancato la bocca e lo ha guardato incredula.
«Oddio, mi stai ingravidando! Sento che mi stai gonfiando l’utero!»
Lui si è sfilato e una gran quantità di crema è venuta fuori! Ma la cosa sconvolgente era che il cazzo di Gigi non aveva subito alcun cedimento: era ancora duro come lo era in principio, come se non si fosse sfogato.
Lei era sfinita e lui le ha appoggiato la punta sul culo e, prima che lei potesse obiettare qualcosa, ho visto che lui glielo spingeva dentro lentamente, tutto, fino in fondo. Cristina ha tentato di urlare, ma aveva in bocca il cazzo di Luca, e così Gigi ha raggiunto il suo scopo: le ha sfondato anche il culo. L’ha scopata per un po' e poi ha sborrato nel culo di mia moglie, che ha urlato a sentirsi invadere le viscere della sua broda.
«Ancora? Mi sembra di sentirla anche in pancia! Me la fai uscire dalla bocca!»
Quando Gigi si è sfilato, ho visto la voragine in cui era stato ridotto il culo di Cristina. L’hanno lasciata così, stremata, distesa sul letto.
Non aveva la forza di reggersi in piedi, così mi hanno detto:
«Va a casa, che te la riportiamo domani.»
Son uscito e tornato nel mio albergo.
Ho rivisto Cristina un’ora prima di partire: era distrutta, ma felice. Durante la traversata, mi ha raccontato che le è piaciuto da matti farsi scopare da tutti loro e che adesso ne voleva ancora altri cazzi.
Ero felice nel sapere che per tutta la settimana di vacanza si erano scopati la mia troia, fino a farla diventare ninfomane, che non desidera altro che fottere. Per quanto mi riguarda, sono cornuto e infinitamente felice.
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1 year ago
baxi18, 55
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Elena..
Elena è la più deliziosa creatura che mi sia capitato di vedere nella mia vita. Definirla bellissima, sarebbe sbagliato, ma lei è una di quelle donne, che senza possedere la bellezza irreale delle dive del cinema o delle modelle, ti entra nel sangue al primo sguardo.
Premetto che non amo le donne altissime, anzi, mi piacciono piccoline, lei è una via di mezzo, poco sopra il metro e sessanta. Capelli a caschetto, nerissimi, occhi meravigliosi di un azzurro chiaro che ti strega al primo sguardo, incastonati in un viso rotondo ma non grasso, labbra carnose e morbide, seni di medie proporzioni, ma perfettamente modellati e sodi, incredibilmente sodi.
Ma quello che fa sospirare, al solo pensarci, me e tanti altri maschietti, sta ancora più in basso, le sue gambe, ed il suo culo sono qualche cosa di semplicemente celestiale, lei lo sa, lo sa benissimo e, sia d'estate che d'inverno si diverte ad indossare minigonne mozzafiato, o pantaloni aderentissimi che le modellano le chiappe sode e polpose, in un modo tale che chiunque non può fare a meno di sospirare, sognare.
Io e questa meravigliosa creatura, lavoriamo nella stessa ditta, e da anni oltre ad ammirarla, sono testimone dell'ammirazione generale e del desiderio che lei suscita in ogni maschio che abbia la fortuna d'incontrarla.
La ragazza, ormai poco più che trentenne, è sposata, il marito lavora nella nostra stessa ditta, ma lei continua imperterrita le sue quotidiane passerelle, dispensando piaceri e dolori a tutti noi poveri mortali. Dopo anni di frustrazione, malgrado non fossi riuscito a trovare nessuno che ammettesse di averci nemmeno provato, mi decisi, dovevo averla, o almeno provarci.
La nostra è una piccola ditta, meno di 300 persone, ci conosciamo un po’ tutti, abbordarla quindi non costituiva un problema. Incontrandola un giorno nei corridoi, scambiammo le solite quattro chiacchiere e la invitai a prendere un caffè. Non era la solita ora quindi alla macchinetta eravamo soli. Io la ammiravo apertamente, senza celare ciò che provavo, mentre parlavamo, il mio sguardo le accarezzava spesso le cosce o i seni.
Lei come al solito si sottoponeva volentieri al gioco, "Posso farti una domanda un poco personale ?" domandai "Se non è troppo personale" rispose lei con un sorriso malizioso "Vorrei sapere solo perché da anni tu ti diverti a farci impazzire con i vestiti che indossi, come quello di oggi ad esempio che mostra quelle tue meravigliose gambe" le chiesi, e lei sorrise "Sai, in tanti anni sei il primo che ha il coraggio di farmi questa domanda, e questo è un buon inizio" mi disse assumendo una posa maliziosa "Però non mi hai risposto" la incalzai io "Semplice, lo faccio perché sono esibizionista. Mi piace mostrare, e godo nel vedere gli sguardi eccitati posarsi su di me, gli sguardi come il tuo ad esempio" rispose lei tranquilla "Lo sospettavo, e tuo marito, non credo ne sarà contento" lei alzò le spalle "Lo sapeva quando mi ha sposato. Tu cosa sceglieresti, avermi alle mie condizioni o non avermi ?" mi domandò tra il serio ed il canzonatorio. Io ci pensai un attimo, poi annuii "Certo, credo che anch'io accetterei le tue condizioni, soprattutto pensando che la sera, quando arrivi a casa eccitata, sarei io ad aiutarti ad allentare la tensione" risposi.
Lei annuì e si leccò le labbra, provai una fitta d'eccitazione "Torniamo a noi" ripresi io" "Ti piace solo essere guardata o posso coltivare qualche speranza di poter avere qualche cosa di più sostanzioso? le domandai, lei mi squadrò tutto "Non sei male, forse vi è una possibilità...." disse pensierosa. Ma dipende molto da te, sai io ho una fantasia molto fervida e mi piacciono le cose un poco fuori dal comune" aggiunse "Di nuovo le tue regole ?" le domandai io "Si proprio così" confermò lei "Potrei concederti una settimana, solo una settimana, poi dovresti tornare ad accontentarti degli sguardi, potresti accettare?" io finsi di pensarci a lungo, percorrendo tutto il suo corpo con il mio sguardo, la vidi muoversi nervosamente, in preda ad una crescente eccitazione "Dipende" risposi tenendola sulle spine "Da cosa" incalzò lei "Dipende da cosa saresti disposta a darmi in questa settimana, se ne valesse la pena...." risposi con calma forzata.
"Questo non è un problema, stai tranquillo, avresti molto più di quanto tu possa immaginare" ridacchiò divertita, ed io provai una nuova lancinante fitta di piacere. "Però, debbo avvisarti che ha me piacciono situazioni molto particolari, e perché no, rischiose. Te la sentiresti ?" riprese lei "E` difficile dire, dovrei capire meglio che cosa intendi per particolari e rischiose" risposi io un poco perplesso "A questo rimediamo subito, vedrai che tra qualche minuto avrai capito perfettamente. Seguimi" ridacchiò lei.
La seguii, e lei mi condusse al suo posto di lavoro, il suo ufficio aveva uno sportello per il pubblico, che ovviamente era sempre molto frequentato. Quando entrammo nell'ufficio era chiuso da una piccola tendina. Lei si avvicinò allo sportello, appoggiandosi con i gomiti sulla mensola. Per far ciò si chinò leggermente in avanti e la cortissima gonna salì ulteriormente, scoprendo il bordo delle mutandine. Vidi la sua mano infilarsi sotto la gonna e sfilarle, il mio cazzo si tese quasi istantaneamente e io deglutii a fatica. "Ho una gran voglia di sentire la tua lingua sulla mia fica, vorrei che tu mi leccassi sino a farmi godere. Lo faresti Paolo ?" mi disse sottovoce con un tono che mi fece fremere d'eccitazione. Chi avrebbe potuto resisterle, quale uomo si farebbe fatto fermare dai rischi ?. Non le risposi, ma mi stesi sotto di lei, che divaricò le gambe per facilitarmi il compito, affondai il viso tra le sue cosce, ed aspirai il suo delizioso profumo. Le mie labbra si appoggiarono al suo sesso, e la mia lingua si spinse a lambirla. Sentii il rumore della piccola persiana che si alzava, e subito dopo la sua voce argentina. Stava parlando con qualcuno allo sportello. Spinsi la lingua sul suo clitoride, era già eccitato e gonfio, lo lambii delicatamente e la sentì fremere, per un attimo la sua voce s'incrinò, ma subito riprese a parlare tranquillamente. Iniziò tra me e lei, una lotta assai eccitante, io diedi fondo a tutti i trucchi che conoscevo nel tentativo di farle perdere il controllo. Lei si eccitava, lo sentivo, gli umori avevano preso a bagnarle copiosamente la vagina, mi colavano sul mento, avevo le narici piene del suo profumo di donna eccitata, la sentivo fremere, vedevo i muscoli del suo ventre contrarsi, ma lei continuava a parlare con le persone che si presentavano come se nulla fosse. Mi divertii a tenerla sul filo del rasoio il più a lungo possibile, tormentandola a lungo, poi mi decisi a farla godere, le mie labbra afferrarono dolcemente il clitoride gonfio di piacere ed iniziarono a succhiarlo dapprima lentamente poi con sempre maggiore decisione. Credetti fosse troppo anche per lei, quando la sentii abbassare la tendina. Ma subito dopo sentì che stava usando il telefono, mi domandai a chi stesse telefonando, ma continuai con spietata determinazione a cercare di farla godere. "Ciao amore, sono Elena" la sentii dire "niente, solo che ero sola e pensavo al mio maritino" disse lei "Che troia", pensai io, "Sta per godermi in bocca e telefona al marito" "Sono tutta eccitata, penso che potrei godere da un momento all'altro, ma purtroppo dovrò attendere questa sera" disse, ma la sua voce si ruppe, e la sentì contrarsi negli spasimi dell'orgasmo. Fu un orgasmo lungo, interminabile, lei si contraeva tutta, e colava letteralmente i suoi umori sul mio viso. "Tesoro, credo che questa sera uscirò un poco prima, ci vedremo a casa" la sentii dire, mentre le fitte dell'orgasmo si allentavano e lei incominciava a rilassarsi. Poi riattaccò e si spostò facendomi rialzare.
"Sei stato fantastico, meriti un premio, potresti accompagnarmi a casa diciamo verso le 17 ?" mi disse, mentre la sua mano si appoggiava deliberatamente sul mio sesso accarezzandolo attraverso i pantaloni Annuii incapace di parlare "Bene, non vedo l'ora di vederlo, ma adesso e meglio che tu vada, e, prima di uscire sarà meglio che tu ti pulisca il viso" ridacchiò.
Poco prima delle 17 lei mi telefonò, e ci accordammo perché io la raggiungessi con la macchina in un posto lontano dalla ditta, non voleva che nessuno ci vedesse assieme. Quando salì in macchina, il mio cuore batteva forte, il cazzo si tese allo spasimo, quando lei prese a slacciarsi la camicetta, consentendo al mio sguardo di penetrare ed ammirare le sue stupende tettine, dai capezzoli scuri ed appuntiti per l'eccitazione. "Puoi andare a prendere la tangenziale ?" mi domandò, ed io annuii, poco dopo mi immettevo nella tangenziale, non ancora ingolfata dal traffico dell'ora di punta. Lei si sfilò le mutandine, io continuavo a guardare ora lei ora la strada, non capivo che intenzioni avesse. Lei si spostò dal sedile, sedendosi sul pavimento, si allungò verso di me e prese a slacciarmi i pantaloni "Ora ti ricambierò del favore di questa mattina, te lo succhierò sino a farti godere nella mia bocca, stai tranquillo dalle macchine non possono vedermi" disse "Cristo dalle macchine no, ma dai camion si "dissi "Cerca di passar loro vicino molto velocemente" disse semplicemente lei e ridacchiò divertita. Il mio cazzo sgusciò fuori dai pantaloni e lei lo afferrò saldamente e mi estrasse anche i coglioni. Si allungò ulteriormente e finalmente sentii le sue morbide labbra cingermi la cappella, e la sua tumida lingua iniziare a giocare. Non so come riuscii a non venirmene subito, passato l'iniziale attimo di sbandamento, mi ripresi e lei condusse il gioco con straordinaria abilità. Mi succhiava in profondità, affondandosi la mia cappella sino in gola, lambendomi il pube e le palle con le morbide labbra, leccava ogni millimetro del mio sesso, sollecitando i punti più sensibili, leccava succhiava ed accarezzava i miei coglioni con incredibile slancio, mentre la sua mano accarezzava il nero pelo della vagina, tormentando il clitoride.
Ogni tanto qualcuno da un camion riusciva a capire cosa stava accadendo e con il clacson si esibiva in rumorosi apprezzamenti, che la eccitavano, lei accentuava il ritmo del pompino, mi conduceva alle soglie dell'orgasmo, ma poi con grande abilità mi dominava ricacciandomi in acque più tranquille. La tangenziale stava per finire, ancora due chilometri e saremmo stati al casello "Elena, per favore, tra poco saremo al casello, fammi venire" la implorai, lei mi sorrise maliziosa, mentre mi leccava perversamente la cappella, ma non si decise, per un attimo credetti non si decidesse mai, poi, mi ingoiò nuovamente , la sua mano prese a masturbarmi violentemente, la sua lingua frullò impazzita sul mio glande, solleticandomi il punto più sensibile ed io alla fine scaricai un autentico torrente di sperma nella sua gola, nella sua bocca. Lei inghiottì tutto con gemiti d'approvazione, nemmeno una goccia sfuggì dalle sue morbide labbra. Rapida mi ricompose, e si risedette al mio fianco come se nulla fosse successo. Poco dopo rallentai e mi fermai al casello per pagare. Porsi al casellante il denaro, e notai che lui s'irrigidiva, fissando l'interno della vettura, comparve finalmente il verde e ripartii, voltandomi verso Elena. Si era alzata la gonna, ed il pelo pubico era chiaramente visibile, la fissai in volto e vidi che una grossa goccia di sperma le imperlava le labbra "Cristo sei tremenda" dissi "il poveretto avrà rischiato un infarto" lei si leccò voluttuosamente le labbra "Mi piace il tuo sperma, mi mancherà tra una settimana" disse ridacchiando "Se ci ripensi io sono sempre disponibile" le dissi, ma lei mi fece cenno di no con il dito "Riaccompagnami a casa" disse e mi diede l'indirizzo.
Il giorno dopo mi chiese di portarla al cinema e la sera, io passai a prenderla, lei mi attendeva sotto casa. Quando salì in macchina non riuscii a trattenermi e le domandai "Come hai fatto con tuo marito "Gli ho semplicemente detto che uscivo" disse con un candido sorriso, preferii non indagare "Che film vuoi vedere ?" le domandai "Non ha importanza il film, è il posto che conta stupidino, segui le mie istruzioni". Obbedii e lei mi condusse ad un cinema porno, doveva essersi informata sugli orari, perché entrammo nella sala semi deserta, proprio quando le luci erano accese. Lo sguardo di tutti si concentrò su di lei che sculettava camminando sui tacchi altissimi, con la solita incredibile minigonna. Poco dopo che ci fummo seduti, le luci si spensero ed iniziò la proiezione, sentii strani movimenti alle nostre spalle. Lei mi mise una mano sui pantaloni accarezzandomi il cazzo, poi prese a slacciarmeli e lo estrasse. I movimenti vicino a noi crescevano. Lei mi baciò, poi si chinò ad imboccarmelo ed iniziò a succhiarlo con la solita tremenda abilità.
Mi preparavo a subire lo stesso identico trattamento del giorno prima, quando, lei all'improvviso si rialzò e mi rimise il cazzo nei pantaloni, "Vieni" mi disse "Voglio sentirlo dentro" aggiunse, mi prese per mano e mi condusse nei bagni del cinema. Si appoggiò al muro, sollevando la gonna, non portava le mutandine "Presto, vieni qui e scopami" gemette, io la raggiunsi, mi abbassai i pantaloni, le appoggiai la turgida cappella alla vagina, era bagnata e colava copiosi umori, strofinai un poco la cappella per lubrificarla "Non perdere tempo, scopami" disse lei imperiosa, e le affondai violentemente il cazzo nel ventre. "Lei emise un suono strozzato dalla gola, ed iniziò a fremere in preda ad un orgasmo.
Mi passò le splendide cosce intorno alla vita, io le posi le mani sotto le stupende chiappe, palpandole, mentre la scopavo in fretta. Lei si era slacciata la camicetta, ed io affondai il volto tra le belle tette e presi a baciarle ed a succhiarle, concentrandomi poi su duri ed appuntiti capezzoli. La vidi voltare lo sguardo verso l'ingresso, la imitai, alcuni uomini ci fissavano accarezzandosi i cazzi attraverso i pantaloni.
Rallentai il ritmo spaventato "Non ti fermare, continua, scopami" mi richiamò lei, affondai nuovamente il volto tra le sue tette e ripresi a scoparla con foga, e lei poco dopo venne per la seconda volta. "Adesso vieni, vieni presto, sborrami dentro, allagami tutta " urlò lei scatenata, accompagnando i miei furiosi movimenti con quelli del suo bacino. Corsi veloce ed inarrestabile verso l'orgasmo che venne puntuale. Il mio cazzo si contrasse scaricandole nell'utero copiose bordate di caldissimo sperma, e lei venne ancora una volta insieme a me. Ci staccammo, e lei, si accosciò ai miei piedi succhiandomi e ripulendomi il cazzo che andava ammosciandosi, poi lo ripose nelle mutande, io sollevai i pantaloni mentre anche lei si ricomponeva, uscimmo dal locale, e la riaccompagnai a casa. Quella notte non dormii pensando a quanto accaduto, cercando d'immaginarmi cosa avrebbe inventato Elena per il giorno successivo. La mattina dopo, rimasi molto deluso non vedendola in ufficio, avrei voluto chiedere informazioni, ma non volevo dare nell'occhio.
Così deluso rimasi in ufficio, ma verso mezzogiorno, il telefono squillò ed era lei "Ciao Paolo, come avrai notato, sono rimasta a casa oggi" disse "Già e come la mettiamo con il nostro accordo ?" le chiesi io ansioso "Non ti preoccupare, ieri sera quando sono rientrata, mio marito mi ha scopata come un ossesso, e questa mattina mi sono eccitata pensando di farlo con te, nello stesso letto" mi disse con voce maliziosa "Potresti venire a trovarmi nell'intervallo del pasto" continuò "A meno che tu non preferisca mangiare...." concluse "Il mangiare può attender, mi restano solamente 5 giorni, ed intendo sfruttarli al meglio" ridacchiai io "Sarò li alle 12,40" "Si puntuale o dovrò incominciare da sola" cinguettò lei. Fu di una puntualità cronometrica, e lei mi aprì in vestaglia, un'elegante vestaglia di seta, mi condusse in camera da letto e se la tolse, rimanendo completamente nuda, la guardai. Era la prima volta che la vedevo così, era ancor più bella di quanto avessi mai immaginato, mi concessi di ammirarla un po più del dovuto, poi presi a spogliarmi.
Mentre mi toglievo i vestiti mi guardai intorno, e fu allora che notai la telecamera "Cos'è quella ?" le domandai " Niente, un pensierino per mio marito, voglio che veda tutto quello che mi farai" cinguettò lei, assumendo un'aria innocente che mi fece rizzare ancor di più il cazzo. Ero nudo e la raggiunsi sul letto e lei si attaccò subito al mio cazzo succhiandomelo con foga, mentre le mie mani vagavano sul suo splendido corpo, accarezzandole ogni millimetro di pelle, soffermandomi a lungo sulle tette, stropicciandole delicatamente i capezzoli. Lei gemeva e si affondava completamente il cazzo in gola. Notai che quando lo faceva stava attenta a non coprire la visuale della telecamera. Ad un tratto, lo abbandonò e prese a lavorare freneticamente di lingua sulla cappella, mentre mi masturbava e fissava la telecamera. Si arrestò fissandomi "Come pensi starebbe la mia micina depilata ?" mi domandò, "Stupendamente" risposi con sicurezza "Facciamolo allora" ridacchiò lei e se ne andò velocemente, ritornando poco dopo con schiuma da barba e rasoio "E` la tua schiuma ed il tuo rasoio Richy" disse agitandoli all'indirizzo della telecamera. Si dispose oscenamente scosciata verso l'obiettivo. La insaponai e rasai con attenzione, a causa della mano che mi tremava, mentre lei perversamente mi masturbava, poi Elena incominciò a guardarmi strano, e volle fare lo stesso a me. M'insaponò ed esperta mi rasò lo scroto, poi prese a succhiarmelo mentre mi rasava il pube. Appena terminato, si gettò sul letto gridando, "Adesso scopami,, voglio vedere che effetto fa". Le fui sopra, era bagnatissima e la penetrai facilmente iniziando a palparla. La pelle appena rasata, ci regalava piacevoli fitte. Elena era più scatenata del solito, urlava, gemeva, m'incitava in continuazione. Mi rovesciò sul letto, senza staccarsi e prese a danzare liberamente sul mio cazzo, ondeggiando a favore della telecamera il suo splendido culo. M'immaginai che i nostri sessi uniti e perfettamente depilati dovessero essere perfettamente visibili dalla telecamera. Le mie mani si portarono sulle sue chiappe e le palparono freneticamente "Che troia, sei una grandissima troia" incominciai ad insultarla eccitato "Di a tuo marito quanto ti piace farti fottere nel suo letto" le dissi "Non c'è bisogno che glielo dica, voglio che lo veda" disse lei con voce roca. Si staccò da me e si mise carponi sul letto ondeggiando lo splendido culo "Vieni, scopami così" io la presi alla pecorina, e lei si voltò verso la telecamera, gemendo a bocca spalancata ed incitandomi mentre io la sbattevo con foga. Le sue chiappe risuonavano ad ogni affondo del mio pube, le tettine ondeggiavano elastiche nell'aria, lei venne contorcendosi e gemendo, mentre io continuavo a scoparla.
Sentii le contrazioni della sua vagina pomparmi letteralmente il cazzo, ma riuscii a resistere. Piano piano l'orgasmo di lei allentò, e lei riprese il controllo, la vidi voltarsi leccandosi le dita, mentre mi sorrideva. "Ti piace il mio culo Paolo ?" domandò riprendendo subito a leccare le dita, io annuì con forza, gemendo ed accelerando il ritmo. Lei accompagnava ogni affondo con un gemito soffocato "Bene, prima della fine della settimana, lascerò che tu mi fotta anche li, nel mio tenero ed indifeso buchino" disse, le sue dita si portarono nel solco delle natiche e lei, sotto il mio sguardo eccitato si infilò, prima un dito e poi due nello stretto ma elastico sfintere.
Era troppo per me, sentì l'orgasmo montare inarrestabile, anche lei se ne accorse e si staccò rovesciandosi sul letto "Vieni Paolo, sborrami in faccia" m' incitò, mentre io prendevo a masturbarmi freneticamente. La raggiunsi, lei attendeva a bocca spalancata e con la lingua voluttuosamente protesa, io venni ed un torrente di sperma si riversò su di lei inondandole il volto, imbrattandole i capelli, colandole in gola.
Le gocce che la sua lingua vorace riuscivano a catturare venivano immediatamente ingoiate accompagnate da gemiti di piacere. Il diluvio finì, lei completamente ed oscenamente imbrattata di bianco sperma si sollevò e mi ripulì il cazzo con la lingua, poi si avvicinò alla telecamera concedendosi un lungo primo piano prima di spegnerla.
La fantasia di Elena non conosceva limiti, ed io facevo ormai fatica a tenerle dietro. Ora capivo perché il marito, si era rassegnato a lasciarla libera, nessun uomo poteva tenerle testa a lungo. La sera successiva, quando passai a prenderla a casa sua era tutta eccitata, mi condusse in discoteca, a me non piaceva molto ballare, ma la accontentai, immaginando che si sarebbe eccitata moltissimo nell'essere al centro dell'attenzione. Avevo immaginato bene, ma la mia immaginazione non poteva rivaleggiare con la sua.
Verso mezzanotte, Elena, si mise a ballare da sola su di un cubo, e come ovvio attirò l'attenzione di molti ragazzi. Mi avvicinai anch'io e notai che la porca non aveva indossato le mutandine, ed i ragazzi senza nemmeno doversi abbassare troppo, potevano agevolmente guardarle sotto la cortissima gonna ed ammirare la sua stupenda vagina perfettamente depilata. Mi allontanai un poco, cercando di capire cosa avesse in mente. Più tardi, scesa dal cubo la vidi ballare con un giovane, erano strettamente avvinghiati e potevo vedere chiaramente la mano di lei accarezzare il pube del giovane.
Smisero di ballare e lei mi raggiunse, trascinando per mano il giovane "Paolo, questo è Roberto, venite andiamo" disse lei e io la seguii. Salimmo tutti e tre in macchina "Ho chiesto a Roberto di farsi fare un pompino mentre tu mi scopi, e lui ha accettato" mi disse squittendo eccitata "Presto, parti e raggiungiamo un posto più tranquillo". Mentre guidavo, lei non resistette, e si stese su di me iniziando a spompinarmi, mentre il ragazzo sul sedile posteriore guardava eccitato masturbandosi attraverso i pantaloni. Per fortuna, raggiungemmo presto una zona buia del parcheggio, e fermai la macchina.
Lei scese di corsa ed aprì lo sportello posteriore, vidi che faceva stendere sul sedile il giovane, gli abbassava i pantaloni e le mutande e si chinava accogliendo in gola il suo cazzo, iniziando le magie di bocca che io ormai conoscevo così bene. Lei stava inginocchiata sul sedile, il bel culo sollevato, lasciato ormai interamente scoperto dalla corta gonna, mi chinai e baciai quelle stupende chiappe mentre le palpavo, mi spinsi più in basso iniziando a leccarle lo sfintere, ma lei interruppe il pompino voltandosi "Non avere fretta, non oggi, questa sera voglio che mi scopi" disse, poi si voltò e riprese a lavorare di lingua sul cazzo del giovane.
Mio malgrado scesi e presi a leccarle la vagina, già madida d'umori, poi mi rialzai e le affondai il cazzo nel ventre, iniziando a scoparla lentamente. Le mie mani dapprima vagarono sul culo perfetto, poi
avanzarono, le slacciai la camicetta e presi a palparle le deliziose tettine, la sentii venire una prima volta. La sua figa prese a contrarsi involontariamente, ed assaporai le deliziose sensazioni di quel dolce massaggio, il ritmo incominciò a crescere.
Ormai la scopavo con foga, e lei si faceva sbattere dai miei colpi, tenendo il cazzo di Roberto in bocca e lasciando che fossi io a dettare il ritmo al pompino. Eccitatissimo le appoggiai una mano sulla nuca e la spinsi in basso godendo nel vedere il cazzo del giovane affondarle in gola. Lui gemette, incapace di resistere, io trattenni la testa di lei mentre lui le scaricava direttamente in gola tutto il suo piacere, la sentii godere nuovamente, questa volta le contrazioni della sua vagina furono ancora più violente ed anch'io mi lascia andare godendo a mia volta e riempendole il ventre col mio seme.
L'indomani Elena mi telefonò invitandomi a prendere un caffè, naturalmente accettai. "Paolo, conosci la Franchetti ?" mi domandò ed io annuì "Cosa ne pensi ? domandò con aria maliziosa "Carina, molti stravedono per lei, ma secondo me è troppo mascolina, e soprattutto senza le necessarie curve"
risposi io "Perché ?" domandai subito dopo.
"La settimana sta per finire, e pensavo di organizzarti qualche cosa di particolare" disse, poi continuò "E` lesbica, e mi fa il filo da un sacco di tempo, pensavo di approfittarne per combinare un incontro a tre". L'idea di fare all'amore con due donne, mi solleticava ovviamente, ma decisi di stuzzicarla "Naturalmente sei tu che decidi ma, come ti ho detto, non è che lei mi ispiri più di tanto" mentii. Lei mi guardò un poco contrariata "Peccato, da tempo mi solleticava l'idea di provare con una donna, e questa poteva essere l'occasione buona" disse "Posso fare niente per renderti la cosa più interessante ?" disse con un lampo di malizia negli occhi "Be forse potresti, magari promettendomi che finalmente mi farai assaggiare il tuo bel culetto" buttai li io "Il furbacchione, ma no mio caro. Io mantengo sempre le mie promesse, ma al momento opportuno, però vista questa tua mania, la convinceremo a farsi sodomizzare da te, va bene lo stesso ?", io sconfitto annui alzando le braccia in cenno di resa.
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1 year ago
giuliom, 52
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Una serata speciale-
Si erano conosciuti in uno dei tanti gruppi a tema su Fb, si erano annusati, piaciuti, conquistati.
Non erano proprio vicini e quindi per vedersi bisognava organizzarsi. Lui pignolo com’era voleva che tutto fosse perfetto, nulla lasciato al caso. Decisa la data prese un appartamento che avesse tutti i requisiti necessari per rendere il loro incontro esattamente come loro avevano immaginato. Arrivo per prima e lo riforni di quello che serviva per tutto il periodo che avevano concordato. Potevano restare li chiudendo il resto del mondo fuori per tutto il Weekend.
Lei arrivo nel tardo pomeriggio e lui scese giù ad aspettarla e accompagnarla in casa, parcheggio l’auto e prese il bagaglio. Si guardarono negli occhi e si abbracciarono come se il mondo già non esisteva più. Le prese la mano e la guido dentro.
Quando l’ascensore si fermo lui gli prese la sciarpa dal collo e gli bendo gli occhi.
Il pianerottolo era buio ma la porta dell’appartamento era vicino e prendendola per mano l’accompagnò all’interno della casa. La camera era in fondo al corridoio, e mentre si avvicinavano furono avvolti dal profumo degli incensi che bruciavano. All’interno della camera le candele fornivano un danzante luce calda, ma lei non poteva vederla... sentina solo il tocco della sua mano che la guidava senza sapere dove. Lui la bacio sulle labbra, le loro lingue si incontravano dopo molti giorni e il bacio divenne subito appassionato, frenetico, famelico. Le mani percorrevano il corpo uno dell’altro e quasi senza accorgersene si stavano già spogliando. Quando lei fu completamente nuda la fece sedere sul letto, ancora bendata… rimase lì in attesa. Lui prese dall’armadio la borsa dei giochi e ne tiro fuori una serie di corde, ne prese una. Si avvicino a lei e delicatamente gli prese un polso e gli annodo la corda, la fece adagiare sul letto e lego la corda al letto. Prese una seconda corda e fece lo stesso con l’altro polso. Con altre due corde le lego poi le caviglie facendole assumere una posizione carponi che gli permetteva di ammirarne la schiena, il bellissimo fondoschiena, il suo sesso ora umido di umori. Avrebbe voluto prenderla cosi, subito, tanto la desiderava, ma sapeva che doveva aspettare, faceva parte del gioca farla aspettare, farla soffrire, perché sapeva che anche lei lo desiderava e quell’attesa faceva parte dei preliminari. Le si avvicinava all’orecchio e gli sussurrava parole di desiderio, mentre con le mani le accarezzava la schiena, i glutei, le gambe, i piedi. Lei soffriva il solletico e lui si divertiva a vederla sobbalzare ogni volta che gli sfiorava la pianta dei piedi, o accarezzava i fianchi resi sensibili al tocco dall’eccitazione. Qualche volta usava i polpastrelli, qualche volta le sue labbra altre la sua lingua. Lei ogni volta sobbalzava ed emetteva dei suoni.. avrebbe voluto divincolarsi e sottrarsi, ma le corde la tenevano ferma lì a subire, oscenamente a subire.
Quando lui ad un certo punto capi che era il momento, andò in cucina e prese dal frigo un cubetto di ghiaccio. Quando gli tocco il capezzolo lei sobbalzo dalla sorpresa e dal freddo, il capezzolo divenne ancora più duro di quanto l’eccitazione lo avesse già reso, fu così facile racchiuderlo nella pinzetta che aveva predisposto. Quando la pinzetta morse i capezzoli, a lei sfuggi un urlo che non si capiva se di dolore o di piacere prima ad uno, poi all’altro, adesso entrambi i grossi seni erano provvisti di questi addobbi che schiacciavano i capezzoli e ad ogni minimo movimento provocavano dolore e eccitazione.
il ghiaccio percorse in lungo e in largo il corpo di lei, dal seno alle labbra poi scendere lungo il collo, poi lungo la schiena fino al solco dei glutei, scese lungo le cosce, i polpacci le caviglie e i piedi lasciando una scia di acqua fredda che si mescolava con il sapore della sua pelle. La lingua seguiva quella scia come uno sciatore segue la sua pista da sci cosicché dopo il freddo il caldo della lingua contribuiva a far innalzare a dismisura l’eccitazione di lei. Lei non immaginava dove quel cubetto si sarebbe tramutato completamente in acqua.
Quando il clitoride venne toccato dal ghiaccio un’altra esclamazione le usci dalla bocca. Una sensazione nuova, mai provata, si stava impadronendo di lei, quel ghiaccio da una parte sembrava rendere meno sensibile il clitoride, dall’altro il piacere che sentiva crescendo, dolore e piacere, dolore nuovo, piacere nuovo, poi quel che rimaneva del cubetto scomparve nel suo sesso.
Adesso lo voleva.. lo voleva a tutti i costi, voleva godere, voleva gridare, voleva essere presa, posseduta. Adesso lui sapeva che era pronta, adesso sapeva che era il momento.
Pensò “ adesso sei MIA”.
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1 year ago
giuliom, 52
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Mi ha ceduto per 20 euro
Mi chiamo Sara, ho 40 anni e sono una imprenditrice. Sono sposata e tradisco mio marito regolarmente, anche se, a volte, è lui stesso che mi fa scopare dai suoi amici o da dei stalloni che lui mi procura. Ama molto vedermi alle prese con altri cazzi. Io, però, amo molto anche cornificalo a sua insaputa, perché questa cosa mi eccita di più. Ma ciò che però mi sconvolge è la relazione che ho con mio padre. Lui è il mio padrone in assoluto. Lo amo e desidero sempre esser sua: mi lascio fare di tutto da lui. Gli ho anche permesso di ingravidarmi ed ho messo al mondo due gemelli, un maschio ed una femmina. Forse vi sembrerà stano, ma sono anche sposata in segreto con lui. questo per precisare il profondo legame che c’è fra noi due; perfino con mia madre non si sente cosi legato. In un precedente racconto, dal titolo "Una settimana di vacanza con sole, mare e... tanti cazzi", ho raccontato un momento di libertà che mi son presa da lui, mentre era ricoverato in clinica. Al rientro da quella vacanza e relativa ripresa del lavoro, lui mi ha subito convocato in ufficio. Alle sette ero in ufficio con Stefano mio padre. Ci siamo coccolati. Poi lui ha iniziato a toccarmi, riducendomi subito in un lago. Gliel'ho tirato fuori da pantaloni, aveva il cazzo duro come una volta. Senza tante menate, gliel'ho ammirato, stando in ginocchio, e leccato a lungo, per poi cavalcarlo. Abbiamo goduto come due ragazzini. Poi mi ha detto che gli piacerebbe vedermi, una sera, scopare e, se mi va, organizzerebbe un incontro nella nostra casetta, un luogo segreto dove io e lui andiamo a scopare in santa pace. È la nostra alcova, il luogo in cui lui mi fa provare tante esperienze, sempre diverse. Ci siamo organizzati, siamo partiti alle 19:00. Siamo andati in un ristorante a mangiare io e lui; abbiamo chiacchierato amabilmente. Dopo cena, siamo andati alla casetta, ci siamo coccolati e scopato bene per un po’. Poi mi ha chiesto se mi andava farmi vedere da lui mentre godevo con altri maschi.
«Per vederti di nuovo sorridere, sono disposta a far tutto ciò che vuoi.»
Lui ha sorriso e, mentre ci stavamo godendo una pausa, ha inviato alcuni messaggi; siamo rimasti ancora un po’ a divagarci, anche perché lui si era fatto una puntura di viagra ed aveva un cazzo mastodontico. Un dettaglio che non ho specificato è che lui ha una verga non umana: un cazzo di 28 cm di lunghezza e 12 di circonferenza! Non è umano! È un cavallo! È per questo che, alla sua età 65 anni, per farlo diventar duro, si fa delle iniezioni di viagra e questo lo trasforma in un mostro! Dopo un po’, sono arrivati due maschi sui trent’anni, già conosciuti e frequentati varie volte insieme a lui. Sono due camionisti, nostri clienti, molto devoti e complici con lui. Io indossavo una vestaglietta e basta, lui si era rimesso i pantaloni. Dopo aver chiacchierato e bevuto un po’ di vino, servito da lui, io ero fra loro due sul divano. Hanno iniziato a mettermi le mani addosso, dappertutto e, ovviamente anch’io mi son messa a giocare con loro. Entrambi avevano due bei cazzi; li ho masturbati e succhiati a lungo con molto piacere, sempre sotto lo sguardo ammirato di mio padre. Dopo mi hanno scopata davanti a lui, sul divano, in piedi, sulla tavola, per venti minuti. Poi però ha voluto partecipare anche lui e, per questo, avevo i tre buchi sempre pieni, con i due che hanno sborrato tre volte nell’arco di due ore. Stefano, mio padre, alla fine, mi ha riempito la faccia con il suo secchio di sborra: è un cavallo anche in questo! Fin qui tutto nella norma. Son andata a pulirmi e, di nuovo, mi son seduta sul divano e, alla fine, lui mi ha preso per mano. Era felice, io un po’ sconvolta, ma i suoi occhi brillavano. Mi ha ringraziato. Io gli ho lasciato fare tutto quello che voleva. Dopo la prima scopata con i due tipi, lui, ancora seduto, mi ha detto di eccitarli e farglielo tornare duro ad entrambi. Era una cosa per niente difficile per me amante del cazzo e i due veri tori da monta. Allora lui si è messo ad impartire ordini e, ad un certo punto, ha ordinato loro di prendermi in doppia. Non hanno perso tempo; io mi son girata verso di lui e, sorridendo, ho un po’ ironizzato.
«Grazie, papà, per avermi dato il permesso di dare il culo ad altri!»
Lui mi ha guadare con occhi duri ed ha dato nuovi ordini ai due.
«Sta zitta, troia! Inculatela assieme! Una bella doppia nel culo e, quando state per venire, ditemelo!»
Io ci ho scherzato ancora un po', senza rendermi conto che adesso in lui si era liberata una certa forma di sadismo. I due stalloni mi hanno scopato il culo in doppia, bene ed a lungo, facendomi anche godere molto; sono così troia che, a prenderlo nel culo mi fa impazzire, se poi è in doppia, ancor più! Essi, dopo avermi sbudellato alla grande, erano pronti a godere. Lui si è messo dietro di me, che ero in ginocchio per terra, ha afferrato la mia testa ed ha fatto in modo da farmi avere i due cazzi davanti alla faccia.
«Adesso riempitela assieme, questa troia!»
Mi reggeva la testa e mi obbligava a tenere la bocca aperta, dandomi della troia. Io sentivo il clitoride che fremeva e godevo come una matta. Non sentivo neanche male all’ano, per quanto quel gioco mi stava travolgendo. Una delle cose che mi ha fatto sballare di brutto, è stato il pensiero che stavo mettendo le corna a mio marito con mio padre e subire le porcate di lui, durante quelle che lui definisce “riunioni di lavoro”. Ho goduto come un'autentica maiala. A quel punto, i due si son rivestiti e lui ha fatto una cosa che mi ha davvero sconvolto: mentre ero distrutta, sfatta e piena di sperma, ha tirato fuori il portafogli e li ha pagati!
«Ecco qui, venti euro a testa. È una sgualdrina così sfasciata e sfondata, quindi è troppo facile farla sbrodolare e non meritate di più. Non avete dovuto faticare molto per farla godere!»
Li ha pagati facendomi vedere bene i venti euro. Loro se ne sono andati e lui mi ha detto di rivestirmi, che ce ne saremmo andati. Ero sconvolta. Distrutta e psicologicamente sconvolta. Mi aveva ceduto a quelli per venti sporchi euro? Peggio di una puttana da strada, magari nera! Non ho avuto la forza di replicare.
La mattina dopo, al lavoro, alle sette e mezza, lui si è comportato come se niente fosse. Io camminavo a gambe larghe e non potevo sedermi, se non su un fianco per quanto mi doleva il culo, ma lui, pur vedendomi così, non ha mai accennato a nulla. La cosa è andata avanti così e mi ha fatto girare le palle questa sua assoluta indifferenza, come se non fosse successo nulla! Alla pausa caffè delle dieci con lui e mia madre, lei mi ha chiesto perché mi sedevo su un fianco ed io le ho risposto che avevo male alle emorroidi. Lui ha avuto un piccolo sorriso ironico, da sadico. Poi quando lei è andata via, lui mi ha preso per mano, mi ha baciato e messa sul tavolo a pecora; voleva incularmi.
«No! Ti prego, nel culo no! Mi fa ancora male!»
Lui non mi ha nemmeno ascoltata. Mi ha sfondato con il suo mostruoso cazzone e io ho goduto come una vacca! All’inizio, piangevo e urlavo, poi ho iniziato a godere e volevo che non smettesse più. Alla fine ha goduto e mi ha fatto ripulire il suo cazzo.
«Puliscimi il cazzo! Credo che ti organizzerò un po’ di sedute per tenerti in allenamento, così non frigni più, troietta!»
L’ho guardato e gli ho chiesto perché mi aveva fatto scopare da quei due maschi per poi pagarli. La sua risposta mi ha fatto capire che ero davvero nei guai!
«Bisogna pagare chi scopa una sgualdrina come te; ormai non vali più niente! Giusto venti euro, come una nera da strada!»
Quella risposta mi ha lasciato basita; siam tornati al lavoro, come se non fosse mai successo nulla fra di noi. Era chiaro che era adirato, anzi, incazzato e non capivo il motivo. Ma ho avuto poco tempo per riflettere. Il giorno dopo, alle 7:30, lo tenevo già piantato nel culo, mentre mi parlava di contratti da fare in giornata. In realtà ero io a pensare che mi fottesse. Lui ha sfoderato il suo cazzo e me lo ha messo nel culo.
Io mi son aggrappata alla tastiera del Pc e, quasi, la spaccavo. Avevo le lacrime agli occhi e poi ho preso a godere come una vacca, dicendogli: "Continua, maiale!" Mi dava colpi veloci, alternati ad altri che mi alzavano da terra. Mi ha scopato così, credo, per circa un quarto d’ora. Poi, dopo averlo tirato fuori, è andato al lavandino, mi ha chiamato e mi ha fatto pulire con l’acqua il suo membro durissimo; poi mi ha fatto sedere e mi ha scopato la gola. Appena mia ha riempito la faccia di crema, gli ho chiesto il motivo per cui mi aveva trovato due maschi e poi li aveva pagati per scoparmi. Lui mi ha fissato per un attimo e la sua risposta mi ha gelato il sangue.
«Ti sei divertita, mentre ero in ospedale e ti sei scopata mezzo mondo, senza il mio permesso. Con quel gesto, ho voluto farti capire che tu sei mia ed io solo posso darti a chi voglio e posso anche pagare per farti scopare, ma questa è stata solo la prima serie di punizioni cui ti sottoporrò a partire dai prossimi giorni, affinché tu capisca che non puoi farti i cazzi che vuoi tu, senza il mio permesso!»
Non ha aggiunto altro. Mi ha lasciato a terra con la faccia piena di sborra ed il cuore in tumulto. Adesso aspetto il resto e son ben sicura che non sarà una passeggiata! Sono sua e lui è tremendamente geloso, anche se poi, per puro divertimento, mi vende a chi vuole! Mi bagno al solo immaginare quali prove molto perverse ha in mente per me.
La mattina dopo, appena alzata, ho messo del ghiaccio nel bidet e ci sono rimasta per circa mezz’ora. Si consideri che io patisco molto il freddo e quella mia seduta nell'acqua ghiacciata l'ho accolta come fosse calda. Avevo gli orifizi in fiamme, da quanto me li avevano abusati. Dopo un po’ che ero lì, mi son sfiorata per lavarmi e mi son resa conto di avere i buchetti aperti, quasi avessi inserito un dilatatore. Ho passato due giorni, durante i quali ho inventato dei problemi con mio marito per non scopare con lui; dovevo riprendermi perché sapevo che non era finita. La sera del venerdì, mi ha portato di nuovo alla casetta ed abbiamo fatto una bella scopata solo noi due. Ero felice perché pensavo che tutto si fosse appianato, ma lui, dopo aver goduto, mi ha dato un ordine secco e preciso.
«Siediti sul divano, troia! Adesso ti prendi la seconda lezione!»
Dopo un po’ sono arrivati tre tipi giovani, sui trent'anni, abbastanza rozzi: forse dei contadini, tra l'altro anche sporchi. Lui li ha salutati all’entrata e uno ha chiesto subito dove fosse la puttana. Da quel momento mi hanno trattato come una puttana, anche perché lui ha preteso che mi pagassero prima, proprio come si fa con le puttane: venticinque euro a testa! Loro avrebbero voluto darmene cinquanta, ma lui non ha voluto.
«Non vale tanto questa sgualdrina! È una puttana sfondata di poco valore, ma che vi deve far divertire molto!»
Nelle prime due ore, mi hanno fatto di tutto e di più. Dopo una doppia nel culo, in cui ho goduto tanto, ad un tratto papà ha preso due cuscini e me li ha fatti mettere sotto al culo, per terra sul tappeto.
«Ma io voglio il letto...»
La sua risposta è stata categorica!
«Le sgualdrine come te non meritano un letto!»
Cosi sistemata, mi chiavavano a turno tutti e tre. Chi non mi scopava, si sedeva sulla mia faccia: palle in bocca o culo da leccare. Due erano solo sudati, ma uno veramente sporco, mentre l’altro mi torturava le tette e si scambiavano di posto in assoluta libertà di sborrare come e dove volevano loro. Dopo una pausa, mio padre mi ha fatto alzare. C'era un tavolino da due posti nella stanza; mi ha fatto mettere a pecora e mi ha legato le caviglie alle gambe del tavolo, obbligandomi a cosce aperte. Io, sfinita, l'ho implorato:
«Basta?»
Lui mi ha risposto molto duramente.
«Sei solo all’inizio, sgualdrina! Adesso occupatevi del culo della signora!»
Hanno ripreso a divertirsi con me. Mi hanno anche fatto una cosa che non avevo mai fatto: uno dei tre, che aveva le braccia da agricoltore, mi ha fistato, credo, fin oltre il polso. Giuro che temevo mi sfilasse le budella con le mani. Il maiale di mio padre, ad un certo punto, lo ha fatto togliere ed è entrato lui con il pugno chiuso.
«Ora, troia, ti cagherai addosso per una settimana e ti toccherà andare in giro con pannolini per incontinenti, come i vecchi!»
Io pensavo di morire da un momento all’altro, però, nel contempo godevo come una cagna. Alla fine, sono svenuta. Mio padre mi ha preso in braccio e mi ha portato sotto la doccia fredda e, quando mi son ripresa, lui mi ha preso per i capelli e messa in ginocchio. Lì c’è una vasca grande di quelle ad angolo. Io ero in mezzo a tutti e quattro, che mi hanno pisciato addosso, e devo dire che, sebbene ogni tanto ho rischiato di soffocare, ho goduto come una matta. La cosa sconvolgente era che questi pensavano di essere con una puttana vera, perché gli hanno detto la vogliamo ancora, perché in strada costano di più.
«State tranquilli; questa per sei mesi ve la do almeno due volte al mese e ci metteremo d’accordo sul prezzo. Se poi venite regolarmente, vi faccio lo sconto.»
Cioè gli cedeva sua figlia a venti euro a notte. Alla fine, se ne sono andati. Ero distrutta. Mi son fatta una rapida doccia e poi, in macchina, durante il ritorno, io non parlavo e lui ha precisato che questa era la seconda lezione.
«Non approfittare mai più di una mia malattia, perché la prossima volta ti vendo agli albanesi, affinché ti mettano ogni sera in strada, brutta puttana! E non credere che sia finita qui!»
Io che cercavo conforto, ho ottenuto solo questo. Ammetto però che ho goduto come una vacca, comunque non credo che sia finita così: del resto non è stato solo negativo. Credo che a vedermi godere per lui, ci sia rimasto male; non erano questi i suoi piani. Poi, però, due giorni dopo, ho capito cosa l’ha fatto incazzare così tanto. Mi ha chiamato in ufficio, mi ha dato quattro fogli intestati da un investigatore con i miei movimenti nei giorni in cui lui era all’ospedale. Ti credo che era incazzato come una bestia! Ci sono, in dodici giorni, sette fermate in campagna, fra pomeriggi e sere. Ci sono tre foto che ritraggono me che salgo a casa di Edoardo, uno dei miei bull segreti, in tre mattine diverse. Due volte il volto di Silvano, altro bull storico, ripreso dalle telecamere sul retro di casa. A vedere quei documenti ho pensato: ma quanto sono troia?
Poi mi è arrivata la terza lezione. Il mercoledì sera, siamo partiti. Mi ha fatto indossare un body, reggicalze e tacchi alti, con sopra un trench e basta. Appena cambiata, lui ha fermato l’auto e mi ha fatto inginocchiare; me lo ha messo davanti alla faccia e io l’ho succhiato. Il tempo di bere il suo seme che sono arrivati due con una macchina di grossa cilindrata e lui mi ha dato a loro. Abbiamo percorso l’autostrada, con i due che si alternavano alla guida, per scoparmi sul sedile posteriore. Mi hanno portato in un parcheggio per camion. Mi hanno fatto scendere e mi hanno fatto battere per un’ora.
«Chiedi 100 euro e noi saremo qui a controllare che tutto vada bene.»
Sono scesa e c’erano altre due come me. In quel momento ho pensato: cazzo, forse questo era il parcheggio per la punizione delle mogli troie? Una piangeva, mentre l’altra invece sembrava più tranquilla. Si era già formata una fila di auto e camionisti a piedi. Appena fuori dell'auto, una macchina arriva e mi carica subito. La macchina con i miei papponi segue e questo va in fondo al parcheggio. Bel tipo elegante. Mi ha scopato con preservativo e mi ha chiesto poi di poter venire in bocca; io ho accettato senza batter ciglio. Scesa da quell'auto, sono stata subito caricata da un’altra. Tipo grasso, un po’ rozzo. Ha voluto solo un pompino. Un po’ sporco e agitato è venuto appena mi ha toccato il culo e le gambe. Poi mi ha riportato lì e subito un’altra macchina mi ha caricato. In fondo, dove ci fermavamo, c’erano dei camionisti che aspettavano e guardavano. Il tipo ha aperto la porta mentre glielo succhiavo, stando inginocchiata sul mio sedile e lui alla guida. Quindi i camionisti hanno approfittato per mettermi le mani su culo, gambe e figa. Poi mi hanno presa così in due, mentre spompinavo. Questo è durato di più. Arriva la vettura dei miei papponi ed il tipo paga, ed io scendo. Mi prendono su e mi portano in fondo al parcheggio, dove non c’era nessuno. C’era mio padre con la sua macchina. Scendono tutti ed io rimango dentro con il vetro aperto.
«Allora? Com’è andata questa puttana?»
Uno dei due gli risponde che ho guadagnato 500 euro.
«Ok, sono vostri, ma la scopate davanti a me.»
Loro erano tre, quindi si spostano e lui ci segue. Io guardo e lo imploro.
«Ma non basta quello che ho fatto finora?»
Il tizio mi guarda e risponde per lui.
«Lui è il cliente e noi facciamo quello che vuole lui!»
Mi hanno portato in un motel a ore, di quelli dove si parcheggia direttamente davanti alla camera e, appena entrati, è arrivato anche il mio aguzzino. Si è seduto su una poltrona e loro hanno iniziato. Lui li incitava dandomi della troia e loro, ovviamente, lo hanno fatto. Io, tutto sommato non avevo male e, quindi, per ripicca, facevo finta di godere per fargli rabbia, ma comunque ogni tanto godevo per davvero.
Il tutto è durato una mezzoretta. Loro si son scaricati tutti su di me e poi mi hanno messo sul comodino trecento euro. Papà si è alzato, ha preso i trecento euro e glieli ha ridati, aggiungendo a quelli, altri venti euro.
«È una puttana: non merita di più!»
Usciti loro, mi sono rivestita e lui mi ha portato a casa.
Sono diventata il suo giocattolo. Mi usa a suo piacimento e, per quanto questo possa umiliarmi, non ne posso far a meno. Lo amo e, senza di lui, senza le sue perversioni, le umiliazioni che mi infligge, io non sarei nulla e per questo spero che escogiti una nuova punizione.
Al solo pensiero mi bagno come una fontana
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1 year ago
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Il fine giustifica i mezzi.
Mi chiamo Lucrezia ed ho 20 anni. Sono alta, snella, bionda, occhi azzurri, terza di seno e un bel culetto a compendio di un paio di cosce ben tornite. Ero praticamente in rotta di collisione con i miei genitori, che volevano che frequentassi l’università, ma il mio carattere, decisamente ribelle, mi aveva portato, dopo una furiosa litigata, ad andarmene di casa. Un trolly, con un po' di biancheria, jeans e qualche maglietta, un paio di maglioni e quello che avevo nel mio salvadanaio. Volevo esser libera e indipendente ma, in effetti, non sapevo neanche da dove cominciare. Ho raggiunto una cara amica che viveva in un’altra città, dove si era iscritta all’università. Ho deciso che volevo trovare un lavoro, in fondo avevo un diploma di ragioneria, ottenuto con il massimo dei voti e, quindi, decisi che, prima di dar fondo ai miei 4000 euro di risparmi, avrei dovuto trovarmi un lavoro. Mi son subito messa alla ricerca di un'occupazione confacente agli studi fatti, ma sembrava che nessuno studio di ragioneria avesse bisogno di una nuova dipendente. Girando per la città, mi son resa conto che dovevo esser indipendente in tutto e, avendo notato che c’erano parecchi cartelli "affittasi", soprattutto su delle porte a livello strada, chiamo un paio di numeri e trovo quasi subito una specie di monolocale a 100 euro al mese, ovviamente a nero, niente contratto, affitto anticipato ogni mese, ma mi sta bene lo stesso. Mi costava poco e così avrei avuto un letto ed una cucina, qualche sedia, un tavolo ed un frigorifero. Lo metto in ordine, pulisco tutto e lo rendo igienicamente accettabile. Dovevo però sempre trovare un lavoro, di qualsiasi tipo. Giro a vuoto tutto il giorno. Niente da fare. A sera, seduta su uno sgabello in un bar, per cena mi concedo un cappuccino. Sono demoralizzata e, ad un tratto, vedo che una delle bariste saluta un signore appena entrato, parlano fra di loro ed il tizio si volta verso di me e mi guarda con attenzione. Mi si avvicina e, dopo essersi presentato, mi fa qualche domanda.
«Ho appena appreso che lei sta cercando lavoro: cosa sa fare? Che studi ha fatto?»
Lo guardo e gli dico che ho il diploma di ragioniera e che, in ogni caso, accetto tutto ciò che mi viene proposto. Lui ci pensa un po' e poi mi dà un indirizzo, dicendomi di presentarmi il giorno dopo, che ne parlerà con il suo socio, perché forse ha un lavoro adatto a me. Il giorno successivo, mi trucco, mi vesto con cura e mi presento all’indirizzo lasciatomi da Gennaro, il tizio entrato nel bar.
Quando entro, trovo una signora anziana che mi dice che, in quel momento, sono tutti assenti per motivi personali, però prende il mio numero di telefono. La guardo sconsolata e ipotizzo che sarà un altro buco nell'acqua. Invece la sera, sul tardi, il mio telefono squilla: è Gennaro e mi dice che, se voglio e sono disponibile, posso andar a fare un colloquio con lui e il suo socio. Fisso subito l'appuntamento. Mi presento all’appuntamento puntualissima. Voglio fare una buona impressione. Mi vesto in modo da valorizzare la mia figura: minigonna, una magliettina aderente e, guardandomi allo specchio, trovo che faccio la mia bella figura. Entro e trovo solo lui ed un altro signore, che sembra della sua stessa età, sulla cinquantina. Si presenta anche l’altro, dicendo di chiamarsi Giovanni. Chiedono di me e della mia storia. Mi ascoltano e poi Giovanni mi avanza la loro proposta.
«La signora che c’era ieri è in pensione e mia moglie sta male, per questo motivo ieri non c‘era nessuno. Qui c’è bisogno di una persona che abbia voglia di lavorare, senza guardar troppo l’orologio.»
Li guardo e mi rendo conto che devo giocare bene le mie carte. Loro restano un po' in silenzio, in attesa delle mie parole.
«Ho bisogno di lavorare, davvero bisogno; gli orari non mi spaventano e, soprattutto, imparo in fretta. Se mi assumono, saprò e potrò dimostrare di esser un valido elemento.»
Si scambiano una occhiata e poi non mi danno subito una risposta; dicono che mi chiameranno. Così me ne vado, sempre più sfiduciata nell'animo. Giro un po' per la città, senza una meta precisa. Poi me ne torno nel mio monolocale, faccio una doccia, indosso la mia solita t-shirt da uomo e, senza nient'altro addosso, mi siedo a mangiar qualcosa; è sera tardi, quasi le undici. Sono delusa, mi sembra che tutto vada male, quando, improvvisamente, il mio telefono squilla di nuovo. È Gennaro, uno dei due titolari incontrati quella mattina, e mi dice che sono appena usciti dall’ospedale, dove è ricoverata la moglie di Giovanni e che avrebbero raggiunto un accordo; avevano solo bisogno di definire con me qualche dettaglio, come la retribuzione ed altre cosette. Mi chiede se ero disponibile, a definire subito, in quanto erano in zona. Mi è sembrato un colpo di fortuna e li ho invitati a raggiungermi.
«Non vorremmo farla uscire da sola a quest’ora cosi tardi.»
«Nessun problema: vi do il mio indirizzo e vi aspetto.»
Feci un po' d'ordine e m'infilai velocemente una gonna, la prima che trovai abbastanza decente. Arrivarono velocemente. Li feci entrare e ci sedemmo al tavolo, sulle uniche tre sedie che possedevo. Il loro discorso fu abbastanza conciso ed estremamente chiaro.
«Come le abbiamo accennato, ci servirebbe una persona che si faccia carico dell’ufficio e lo consideri come suo. La retribuzione sarà come da contratto nazionale e, in più, ci saranno dei bonus in base all'impegno che mostrerà di profondere. È chiaro che si dovrà instaurare un rapporto di estrema fiducia fra noi: dovrà esser un dare per avere e, quindi, io dovevo...»
Ho subito realizzato dove volevano andare a parare. Del resto non ero nuova a proposte di quel genere. Aggiungo che non ero vergine da tempo e che prendevo la pillola, perché il sesso fatto bene mi piaceva e, in fondo, questi due erano esteticamente due bei esemplari di maschi anche se un po’ maturi, ma sicuramente corretti e di un certo fascino. Mi sono alzata dalla sedia e li ho guardati, mentre mi sono avvicinata al letto. Loro mi hanno seguito e si son messi davanti a me, in attesa della mia prima mossa. Mi son lasciata scivolare la gonna ai piedi ed ho, poi, sbottonato la camicia; poi mi son seduta sul letto, aspettando. Ci misero un attimo a denudarsi. Avevano un bel corpo tonico ed asciutto. Mi sono ritrovata davanti alla faccia le loro verghe. Non erano ancora in piena erezione, ma erano di buone dimensioni, sia in lunghezza che in larghezza. Sarebbe stata una lunga notte. Non era la prima volta che facevo questo gioco a tre; mi era capitato solo un'altra volta, poco tempo prima. Ho allungato le mani e, impugnati i loro cazzi, ho cominciato a segarli, dando, di tanto in tanto, una leccatina ciascuno. Nonostante non fossero giovanissimi, raggiunsero presto la giusta consistenza. Mi son trovata davanti due belle verghe di tutto rispetto. Gennaro era dotato più in lunghezza, mentre Giovanni era sicuramente più grosso. Il sesso mi è sempre piaciuto, ma era la prima volta che lo facevo con due persone che potevano esser mio padre. Anche questo aspetto era per me eccitante: se fosse servito per ottenere un lavoro, tanto meglio. Ci eravamo distesi sul letto e loro due erano al mio fianco: ero certa che erano rimasti sorpresi dalla mia farfallina completamente rasata.
«Che splendida la tua patatina, completamente rasata!»
Gennaro mi baciò, accarezzandomi un seno ed infilandomi tutta la lingua in bocca. Giovanni mi allargò le cosce, scese giù e con le dita aprì le grandi labbra; cominciò a leccarmi. Ebbi un orgasmo improvviso e ne fummo tutti stupiti.
«Oddio, mi fai venire! Vengo!»
Gennaro mi tirò su di sé e, continuando a baciarmi, si prese in mano il pene e cominciò a strofinarne la punta sulla mia farfallina, fino a quando le mie grandi labbra si aprirono da sole, consentendogli di penetrare. L’ho sentito entrare molto lentamente, fino in fondo. mi ha aperto tutta e, nello stesso tempo, mi sentivo piena! Era una sensazione stupenda! Mi ha fatto mettere in verticale ed ho preso a cavalcare con quella verga che mi sfondava il ventre, da quanto lo sentivo in profondità! Giovanni continuava ad accarezzarmi il seno, le spalle, la schiena ed il culetto. Ad un certo punto ho sentito le sue dita allargarmi il buchino. Mi sono irrigidita. Ero consapevole che mi avrebbe fatto male. Lo sapevo, all'inizio sarebbe stato doloroso ma lui continuò ad infilare solo il dito. Mi ha dato tempo per abituarmi a quel tipo d’intrusione e, quando ha sentito che mi ero rilassata, le dita son diventate due. Mi stava allargando pian piano. Intanto ero già al secondo orgasmo. Gennaro sotto di me invece niente, continuava imperterrito ad assecondare il mio movimento, spingendo ogni tanto il bacino verso l’alto, per farmelo sentire meglio.
«Brava, puttanella! Godi, che ti facciamo impazzire!»
Giovanni intanto mi aveva lubrificato con della saliva il buchetto e poi, smise di usare le dita: sentii la punta del suo cazzo forzare il mio buchino, cominciando ad entrare un millimetro dopo l'altro, lentamente, ma inesorabilmente. Ho sentito i muscoli cedere ed il mio sfintere abituarsi pian piano all'intrusione. Mi son fermata per permettergli di entrare e sentir meno dolore. Finalmente arrivò in fondo, sentivo le sue palle contro il mio culetto. Cominciò a muoversi e Gennaro sotto di me lo imitò. Trovarono subito il giusto ritmo. Urlai, non tanto per il dolore, quanto per il piacere: ero al mio terzo orgasmo.
«Vengo! Cazzo, mi fate impazzire! Vengo!»
Loro mi sorrisero, compiaciuti.
«Certo che ti facciamo impazzire! Adesso ti sfondiamo ogni buco, puttanella!»
Mi pomparono per una buona mezz’ora, facendomi godere ancora altre due volte, poi il loro ritmo aumentò. Io godevo e mugolavo come una gatta e mi contorcevo per il piacere, con quei due pioli di carne dentro di me. Li ho esortati a godere dentro di me.
«Su, venite! Voglio godere della vostra broda dentro! Su, sborrate, vengo!»
Accelerarono il ritmo e poi mi inondarono ogni buco. Mi sono sentita completamente farcita del loro sperma caldo. Sfinita, mi sono sciolta dal loro abbraccio e li ho guardati: mi sorridevano compiaciuti. Sentivo colare il loro seme da ogni buco e poi mi alzai per andare in bagno a lavarmi.
Al mio ritorno, erano ancora sul letto.
«Non vorrai dirci che sei già stanca?»
Gli ho sorriso e me li sono presi di nuovo in bocca.
È stata una lunga notte, ma ho goduto moltissimo. Ho avuto il lavoro e, per anni, mi son fatta scopare da loro insieme, ma anche da qualche altro cliente maturo e porco.
Oggi lo studio è mio e non ho vergogna a dire che "il fine giustifica i mezzi".
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1 year ago
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Ne ho presi tre e mi hanno fatto impazzire.
Mi chiamo Barbara, ho 45 anni e da 25 sono sposata con Riccardo, che ha due anni più di me. Sono alta, bionda e con gli occhi chiari. Ho una 4a misura di seno, ancora bella e tonica, che sfida la legge di gravità, restando su benissimo. Ho una bocca ampia e labbra davvero sensuali, cosce lunghe e snelle, oltre un bel culo che è oggetto degli sguardi di maschi vogliosi. Riccardo è un bel maschio, moro, con qualche capello bianco, fisico snello e braccia forti. Ha una bella dotazione, un po’ oltre la media. Abbiamo un figlio, che ha 23 anni e studia medicina in un’altra città. Il rapporto con mio marito è sempre e stato molto semplice e, a volte, addirittura monotono. Mi piace il sesso ed il piacere più di lui, che mi prende solo quando ne ha voglia, mentre io vorrei godere diversamente. Le nostre scopate son diventate sempre più ripetitive, mai una fantasia, un diversivo, sempre lo stesso cliché. Mi tocca, mi eccita, mi penetra e poi, appena son venuta, gode dentro di me, mi dà un bacio e tutto finisce. Cosi da anni. Non ne posso più! Ho provato a farglielo capire, ma lui mi ha guardato come se fossi pazza.
«Di che ti lamenti? Ti faccio godere e non ti chiedo altro, perché vorresti cambiare? A me piace e basta, così!»
Da non credere! Ho cercato di spiegarmi, ma lui è sempre convinto che è giusto così. Alla fine ci ho rinunciato. Poi, casualmente, la svolta. Mia suocera si deve operare al femore e Riccardo la raggiunge e, poiché è sola, decide di assisterla per il tempo necessario all’intervento. Lei abita nella stessa città dove studia nostro figlio, che vive con lei. Il primo giorno che mi son ritrovata sola in casa, era un sabato mattina, stava finendo l’inverno, le giornate appena più lunghe, l’aria più calda. Mi son svegliata e la casa mi sembrava incredibilmente vuota. Mi sentivo inquieta, diversa. Una sensazione di libertà mi provocava un brivido di eccitazione. Avevo riflettuto su tutta la mia vita ed ero giunta alla conclusione che dovevo far qualcosa perché mi sembrava che la vita mi stesse sfuggendo, che non stavo vivendo e che mi stavo e perdendo il meglio che la vita potesse offrirmi. Volevo godere! Volevo sentirmi viva e, perché no, troia! Decisi di farmi un bagno. Immersa nella vasca riflettevo su come trovare il modo di godermi questa inaspettata libertà. Mi guardai allo specchio e mi trovai bella. Il mio corpo era ancora tonico, quello una quarantenne. Con un sorriso, ho passato la mano sui seni, morbidi, ho guardato il mio ventre abbastanza piatto ed il culo, me lo sono accarezzato e l’ho trovato sodo, alto e tonico. Cazzo! Adesso dovevo trovare chi me lo trastullasse. Mi tornarono in mente le scopate fatte prima di conoscere Riccardo. Ricordo di aver cominciato a circa sedici anni, ad interessarmi al sesso e, alla soglia dei diciotto, mi son fatta sverginare senza troppi rimorsi. Dopo un inizio un po’ incerto, ho trovato dei maschi più grandi di me che mi scopavano alla grande. Con uno, di circa una trentina di anni, ho provato il rapporto anale, che mi è subito piaciuto tantissimo. Con la bocca ero già brava di mio e, quindi, fin quando non ho conosciuto Riccardo, scopavo sempre tanto e bene. Di lui mi son innamorata subito e con lui il sesso era piacevole. Un anno di fidanzamento, poi, dopo le nozze, sono rimasta subito incinta. Per tutto il periodo della gestazione, mi ha scopato pochissimo e, dopo, è subentrato quel suo sistema semplice di scoparmi e, da allora in poi, è stato quasi sempre così. Non ne posso più! Ho passato diverse ora a rilassarmi. Poi, nel pomeriggio, ho sentito mio marito e mio figlio e, alla sera, ho deciso di uscire per un aperitivo. Ho indossato un vestito molto aderente. Sotto, nessun tipo di intimo, solo delle calze con il reggicalze attaccato, che fasciavano le mie gambe in modo molto sensuale. Ai piedi dei decolté nere con tacco 12. Ho preso l’auto e mi son diretta in centro. Ho lasciato la vettura nel parcheggio sotterraneo e, salita in piazza con un ascensore, mi son ritrovata in mezzo a tanta gente, che passeggiava lungo il corso. Mi son seduta ad un tavolino all’aperto di un bar, restando girata verso il corso, per offrire una buona visuale delle mie cosce. Sorseggiando uno spritz, ho dato un’occhiata distratta al panorama che offriva il corso: molti giovani, tantissimi giovanissimi. Poi il mio sguardo è stato catturato da un signore distinto, che parla con due ragazzi sulla trentina. Si son seduti al tavolo davanti a me. Lui, sicuramente un cinquantenne, alto, capelli neri e modi molto garbati, parlava a bassa voce, quasi con discrezione. Uno dei due ragazzi ha notato che mi ero interessata a loro e, con un gesto del capo, lo ha fatto notare anche agli altri. Ho notato che mi hanno rivolto un insistente occhiata. Mi son eccitata nel vedermi valutata. Mi sentivo sotto esame e, nello stesso tempo, ero pervasa da una strana sensazione di eccitazione in tutto il corpo. Sentivo che li volevo, tutti e tre! Mi son quasi stupita di me stessa. Ho capito che quella sera mi sentivo davvero troia! Avevo davvero voglia di far sesso con quei tre, perché mi sembrava che fossero esattamente il numero perfetto per togliermi la voglia di scopare. Ad un tratto, il tipo più anziano si è alzato ed è venuto verso di me.
«Signora, lei si è accorta che siamo rimasti molto affascianti dalla sua avvenenza? Quindi ha due opzioni: la prima è quella di ignorarci e questo sarebbe molto triste. La seconda, invece, è quella di unirsi a noi, affinché anche lei possa godere della nostra compagnia e passare momenti di sublimo divertimento, che sarebbe importante poterlo vivere assieme.»
L’ho guardato un po’ incredula. Era la prima volta che venivo abbordata con una proposta così sfacciata, ma anche tanto simpatica. Mi son alzata dal mio e seduta al loro tavolo. Subito il signore anziano, ha fatto le presentazioni.
«Io sono Hans, loro sono Diego e Lucio. Le dispiace farci conoscere il suo di nome?»
Ho stretto loro la mano e mi sono presentata.
«Piacere, sono Barbara.»
Abbiamo iniziato a parlare del fatto che erano entrambi forestieri e che, solo Hans, di origini tedesche, era della città. Vedevo che mi osservavano, specie i due ragazzi, con occhi davvero carichi di lussuria. Mi spogliavano con lo sguardo ed io ero mi sentivo travolta dall'eccitazione. Ad un tratto Hans ha fatto una domanda e io li ho scioccati tutti e tre.
«Come mai una belle signora come te, è sola in giro per la città?»
Ho riflettuto un attimo. Ho deciso che non volevo andare troppo per il sottile.
«Sono sola. Mio marito e fuori città. Di recente ho fatto sesso con lui, ma non ne sono rimasta soddisfatta e così, questa sera, ho deciso che mi voglio divertire.»
Ho visto lo stupore nei loro occhi. Hans è stato il più reattivo.
«Allora perché non andiamo a casa mia, che dista solo cinque minuti da qui e vediamo di farti divertire un po’?»
Senza aggiungere altro, ci siamo alzati e incamminati verso l’altro lato della piazza e siamo entrati in un bel palazzo. Già in ascensore, ho sentito che i due che erano dietro di me hanno allungato le mani. Mi hanno palpato il culo e io non ho reagito. La cosa, cosi insolita, continuava ad eccitarmi. Ero pervasa da una strana sensazione, curiosità, eccitazione, in tutto il corpo. Ho ammesso con me stessa che avevo voglia di far l’amore con questi tre maschi. La sensazione mi faceva rabbrividire e, solo all’idea, il respiro, il mio respiro, era cambiato. C’era il desiderio nel mio respiro, il desiderio dei loro corpi, il desiderio di esser desiderata. Avevo voglia di qualche cosa che per me era davvero estremo. Più saliva l’ascensore e più aumentava il mio desiderio. Appena entrati, Hans, mi ha abbracciato e, mentre mi accarezzava, mi parlava.
«Sei bellissima! Ammetto che ho desiderato il tuo corpo appena ti ho visto. L’idea di poterti avere mi eccita
Ho sentito le sue mani scivolare sotto il vestito, sfiorarmi i seni. Mi son lasciata andare alle sensazioni. Ero già molto eccitata e lo sono diventata molto di più quando Diego si è appoggiato dietro di me e mi ha incuneato il suo membro fra i glutei. Ho sentito qualcosa di notevole premere sulle mie chiappe e ciò mi ha fatto bagnare ancor di più. La sua bocca mi ha baciato sulla nuca, facendomi provare dei brividi di piacere. Poi Hans mi ha condotto dentro una stanza. Mi hanno spogliato rapidamente e io mi sono distesa supina sul letto, a cosce larghe, mentre li osservavo spogliarsi velocemente. Per un istante mi hanno guardato ed io ho goduto ad esser l’oggetto del loro piacere. Questo mi ha eccitato da morire. Hans si è inginocchiato fra le mie cosce e ha preso a leccarmi. Subito gli altri due, si sono inginocchiati ai lati e mi hanno offerto i loro membri turgidi, duri, da succhiare. Erano tre belle mazze! Hans, fra i tre, era quello con il maggior spessore, mentre Diego era di sicuro il più lungo e Lucio era un po’ una via di mezzo fra i due, ma in ogni caso tre belle mazze, di tutto rispetto. Ho iniziato a succhiare con impegno, mentre venivo leccata divinamente. Ben presto un orgasmo mi ha travolto e fatto gemere a bocca piena. Hans ha ricevuto in bocca una ingente quantità della mia crema. Ha bevuto tutto e poi si è complimentato con me.
«Barbara sei davvero molto dolce! Il tuo piacere è nettare puro! Adesso ti voglio godere fini in fondo!»
Mi ha preso. Sentii il suo membro entrare dentro di me, completamente bagnata di piacere. L’ho sentito fino in fondo. Ho chiuso gli occhi. Ho sentito le bocche, il calore del loro respiro mentre mi leccavano e baciavano sul collo sui seni. Le mani che mi accarezzavano, strizzavano i seni: ero in paradiso e ho deciso di assaporare al massimo questa sensazione, così piacevole. Diego mi ha preso la testa fra le mani e mi ha infilato il suo pene lentamente in bocca. L’ho accolto ed ho iniziato a leccarlo avidamente, mentre Hans continuava a sbattermi senza sosta, con un ritmo inesorabile e perentorio che mi ha portato ad avere un nuovo orgasmo. Ho tremato e loro si son fermati per farmi assaporare l’attimo intenso del piacere. Poi Lucio ha chiesto ad Hans di girarsi e di mettermi su di lui. Un attimo dopo, mentre ero distesa su Hans, l’ho sentito armeggiare dietro di me, mi titillava il buchetto. Mi son rilassata e l’ho accolto tutto dentro, mentre gemevo di nuovo con il cazzo di Diego in bocca. Ero piena! Tre cazzi mi riempivano il corpo ed i miei buchi, scavandomi dentro e facendomi godere come non ricordavo di aver mai fatto. Non so per quanto tempo, mi hanno pompato ed io ho goduto, senza soluzione di continuità, un orgasmo dopo l’altro. Sembrava un momento infinito e perfetto, fino a che ho sentito il calore del loro sperma invadere i miei buchi. Li ho sentiti tendersi e riversarmi dentro il loro piacere, mentre gemevano. Ho ingoiato il seme di quello che avevo in bocca. Siamo rimasti un momento immobili e, poi, ci siamo sciolti ed ho assaporato anche quello degli altri. La mia bocca avida li ha accolti e assaporati tutti fra i loro gemiti di piacere.
«Adorabile! Lo tiene in bocca in maniera divina! Stupenda!»
Ci siamo rilassati e, dopo un po', Diego mi ha messo di nuovo le mani fra le cosce, ha preso a toccarmi facendomi eccitare ancora ed io gli ho ripreso il cazzo in bocca, trovandolo già ben pronto. Abbiamo iniziato di nuovo a scopare e lui mi ha posseduto tenendomi sotto di lui. Mi ha sollevato le gambe e mi ha penetrato con vigore, scopandomi molto forte. Non è durato molto, ma ho goduto ancora. Appena lui si è sfilato, il suo posto è stato preso da Lucio, che, a sua volta, mi ha scopato bene ed a lungo. Quando è venuto si è sfilato e mi ha schizzato il suo piacere fra i seni. Era bellissimo! Hans intanto si era segato e, quando erano pronti a rilasciare il loro piacere, me lo hanno messo in bocca, facendomi dono di una bella quantità di crema.
Poi, son andata a pulirmi e, quando sono tornata, Hans mi ha chiesto se mi andava di rivederlo.
«Ogni due settimane, ospito ragazzi che vengono in città per un corso di aggiornamento. Significa che, ogni due settimane, ho maschi nuovi con cui potresti far sesso, per non rivederli più. Pensaci, se ti va ancora di divertirti.»
Me ne sono andata e, da allora, ogni due settimane mi faccio tre maschi, che mi fanno impazzire e mi farciscono ogni buco. Mio marito? Lui è più contento di me, perché, quando mi scopa, non devo far altro che pensare ai tre che mi hanno sfondato e subito godo, rendendo lui molto felice perché convinto di esser stato l’artefice del mio piacere.
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1 year ago
baxi18, 55
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Certe cose una ragazza per bene non le fa!
Mi chiamo Silvia, ho da poco compiuto diciotto anni. Sono alta, snella, bionda, occhi azzurri e labbra carnose, cosce lunghe, con un bellissimo culo a mandolino, solo le tette un po’ piccole, appena una seconda piena. Fra poco più di un mese, devo sostenere gli esami di maturità. Purtroppo, in questi ultimi tempi, ho avuto dei problemi con il mio fidanzato, che mi ha lasciato per una sgualdrinella da quattro soldi, più grande di lui, che se lo rigira a suo piacimento. Naturalmente lo studio ha risentito di questo mio stato d’animo. In particolare, all’ultima verifica, di matematica ho fatto un vero casino. Quando ho consegnato il compito, praticamente in bianco, il prof mi ha dato una occhiata davvero preoccupata. Dario, questo è il suo nome, è un fico da paura! Trentotto anni, alto, moro, dai capelli ricci ed un’aria da maledetto, che ti fa illanguidire il ventre quando ti guarda con quello sguardo penetrante, che ti arriva fin dentro l’anima. Tutte noi lo guardiamo con occhi carichi di desiderio, ma si vocifera che sia gay e non sembra interessato a nessuna di noi. Sono stata l’ultima a consegnare il compito, quando tutti gli altri sono usciti e lui mi ha trattenuto un attimo per parlare con me.
«Signorina, cos’è questo? Mi consegna un compito in bianco? Sa cosa significa, vero? È un due! Ad esser buoni e generosi, se non un inclassificabile, che, poi, avrebbe la conseguenza di non esser ammessa agli esami!»
Lo guardo, lo supplico, senza nessuna speranza.
«La prego prof, non mi rovini! Non voglio perdere l’anno! Mi farò interrogare, cercherò di migliorare.»
«Sì, ma il tempo è poco. Ancora pochi giorni e subito saremo a giugno; io non ho solo lei ha interrogare.»
Lo guardo disperata e lui sembra intenerito dal mio aspetto preoccupato.
«Venga a casa mia, oggi pomeriggio, non si potrebbe, ma, data la sua condizione, farò uno strappo alla regola e l’aiuterò a prepararsi per l’interrogazione di domani.»
Lo ringrazio e me ne vado con il cuore in subbuglio. Alle quattro, mi presento a casa sua. Indosso una gonnellina corta a pieghe, che svolazza e mostra le mie splendide gambe ad ogni passo, con sopra una camicetta leggera che non riesce a nascondere in sottostante reggiseno molto sottile, che modella un po’ il mio seno, facendolo sembrare più grande: di solito, questo suscita l’interesse degli uomini che mi guardano. Rifletto sul fatto che il prof è davvero di ghiaccio: non son riuscita a far colpo su di lui! Suono e salgo a casa sua. Mi viene ad aprire, ha jeans ed una polo: sembra decisamente più giovane! Con un sorriso, mi fa accomodare ad un tavolo, poi mi propone il quesito del compito in classe di matematica che ho fallito. Lo guardo e cerco di capirci qualche cosa, ma, niente: non ci capisco una beata mazza! Ho la mente vuota, non riesco a fare nemmeno due più due. Lui sta in piedi, dietro di me, mi spiega passo per passo ogni operazione. Si può dire che mi abbia dettato, letteralmente, la soluzione. Me lo ha fatto scrivere su di un foglio identico a quello che ho consegnato in bianco. Poi, mi sorride ed io mi sento un po’ sollevata. Lui prende in mano entrambi i fogli, quello della mattina e lo mette vicino a quello che ho appena scritto.
«Vede la differenza? Questa è la verifica che avrebbe dovuto consegnare.»
Lo guardo per un attimo, mi sento depressa, non so che fare, guardo per terra per lunghissimi secondi, in silenzio, in attesa di un verdetto che tarda ad arrivare.
«Le faccio una proposta: diciamo che voglio aiutarti ancora. Ora potrei stracciare questo foglio e far finta che tu mi abbia consegnato quest’altro. Per farlo, voglio che tu sia gentile con me. Pensaci. Questo compito che hai - ho - fatto, ora merita 10 e l’ammissione sarebbe sicura. Mi hai capito?»
Lo guardo e mi sembra di vedere un raggio di sole, che illumina il cielo. Farfuglio, fingendo di esser indecisa e confusa, mentre ho capito benissimo! Il porco, non solo non è gay, ma adesso vuole una lauta ricompensa! Mi guarda sarcastico. Intuisce che ho capito, ed aggiunge:
«OK, solo che i giochi li conduco io: tu dovrai esser ubbidiente in tutto!»
Accetto la sua implicita proposta, anche se mi ha spiazzato. Faccio cenno d’assenso col capo. Si avvicina, mi sbottona lentamente la camicetta, mi palpa le tette.
«Belle! Mi sembravano più piccole, invece sono anche belle sode!»
Me le massaggia con una certa bravura e subito mi procura brividi di piacere. Si abbassa fino a sfiorarmi i capezzoli con le labbra. Poi si siede su di una poltrona e mi fa sedere sulle sue ginocchia, a gambe aperte, mentre continua a leccarmi, strizzarmi le tette ed a tirami i capezzoli. Godo, ma cerco di non darlo a vedere.
«Ti ho offerto un 10! Se lo vuoi, te lo devi meritare tutto! Pensaci bene: tutto significa nessun rifiuto!»
Lo guardo e annuisco, pensando che, in fondo, la cosa mi sta davvero eccitando. Mi sbottona completamente la camicetta e mi aiuta a togliermela, mi slaccia il reggiseno, facendo schizzare fuori i seni: i capezzoli, prima compressi nell'indumento, ora sono eretti e duri. Li prende in bocca, me li morde, mi fa male e, nello stesso tempo, mi fa gemere di piacere.
«Godi, troietta, che fra poco ti farò urlare di piacere!»
Poi riprende a succhiarmi le tette, mentre la mano scende sugli slip, ne scosta i lembi e, con le dita, mi sfiora il sesso e si compiace nel sentirlo liscio e ben depilato. Mi rendo conto che è un porco incallito: sono adirata, soprattutto con me stessa, per aver ceduto al ricatto, ma sono anche eccitata. Mi sento esplorare la fica che è già fradicia e lui se ne compiace.
«Mmmhhh, che bella fighetta stretta! Te la allargherò io, non preoccuparti! Alla fine, sarai cosi aperta che mi dirai grazie.»
Mi masturba con estrema bravura ed io sento il mio corpo che risponde agli stimoli, con contrazioni sempre più convulse. La mia fica secerne un'ingente quantità di umori, che colano copiosi sulle dita del prof. Cazzo, mi sta facendo impazzire con le sole mani!
«Sei un'autentica zoccoletta! Una porcella! Senti come sei eccitata?! Voglio sentirti godere!»
Muove le dita facendole ruotare dentro la mia vagina e questo mi fa andare ai pazzi. Godo e lascio fare, mentre non riesco a trattenere un grido di piacere.
«Vengo, cazzo, mi fai schizzare! Dai, non ti fermare, fammi godere! ORA!»
Lui, reggendomi fra le braccia, si gode i miei fremiti, poi estrae le dita e se le succhia avidamente.
«Hai decisamente un buon sapore! Poi ti leccherò, ma adesso... datti da fare! Ora tocca a te farmi godere!»
Con un movimento molto rapido, mi sfila le mutandine e poi mi fa aprire i suoi jeans, li abbassa e mi trovo in mano un cazzo davvero stupendo. Molto lungo, più di tutti quelli che ho visto, ma soprattutto grosso. Lo impugno, ma non riesco a cingerlo con le dita. Mi fa inginocchiare davanti a sé e me lo poggia sulle labbra.
«Dai, puttanella, fammi sentire quanto sei brava a succhiarlo!»
Lo guardo stupita e l’idea di prenderlo in bocca mi sconvolge: è troppo grosso! Cerco di non farlo. Comincio col baciargli le palle, anch’esse grosse, gonfie e pelose, poi bacio e lecco l’asta, lui grugnisce soddisfatto, alla fine arrivo con le labbra alla cappella, è rossa, lucida e pulsante. Lui si compiace con me.
«Brava, puttanella! Si vede che ti sei allenata a succhiar cazzi! Brava! Adesso che hai adorato il dio Priapo, prendilo in bocca! Voglio sentire la tua lingua! Leccalo tutto, che poi te lo pianto dentro!»
Spalanco al massimo la bocca e lo accolgo dentro. È solo la punta che entra, ma lui mi appoggia una mano sul capo e me lo spinge interamente dentro. Soffoco, ho dei conati di vomito che a lui non sfuggono, ma mi esorta a resistere.
«Resisti! Dai, bagnalo bene, che poi ti apro tutta! Resisti e non mi deludere!»
Reprimo gli stimoli, per un tempo che ha me sembra infinito, e poi lui, soddisfatto, me lo sfila dalla bocca, facendomi tornare a respirare. Mi solleva e mi ordina di sedermi su di lui.
«Impalati su di me, troia! Dai, adesso è giunto il momento di sentirlo tutto dentro! Cavalcalo e sfondati la fica!»
Mi allarga le gambe e mi posiziona l’uccello all’ingresso della fica. Lo sento che entra e mi dilata. Lo guardo e mi lamento un po’.
«Piano, mi spacchi! Sei grosso, lo sento tutto!»
Lui ride divertito e ci ironizza un po'.
«Si sente che non sei abituata a cazzi di questo calibro, eh, troietta? Non sono mica una mezza sega come i tuoi compagni?! Adesso ti faccio sentire un cazzo vero! Ti apro in due! Forza, cavalcami! Te lo devi meritare quel 10: cosa credi, che te lo dia gratis?»
Lo sento che mi dilata al massimo. Mi entra di prepotenza, spingendo dal basso in su, sui fianchi. Mi penetra tutto e, quando tocca il fondo, io urlo il mio primo orgasmo.
«Oddio, vengo, cazzo, mi sfondi, ma godo! Godo! ORA!»
Mi guarda soddisfatto e ne ha tutte le ragioni. Mi ha fatto gridare di piacere e la sensazione che provo, mentre mi apre in due, mi sconvolge la mente e io sto continuo a venire senza ritegno. Lo monto in una cavalcata furiosa, spingendo sui talloni. Mi tiene per i fianchi, mi accompagna e mi guida nel mio su e giù. La sua bocca è incollata alle tette, che vengono succhiate e morse senza pietà. Ora voglio godere e lo incito a sfondarmi tutta. Lui non si fa pregare e me lo spinge sempre più dentro, fin quando mi rendo conto che, adesso, tocco le sue gambe: "Cazzo, ce l'ho tutto dentro"?!
«Dai, ancora! Dammelo tutto! Sfondami e fammi impazzire! Non smettere! Continua! Vengo!»
Deliro. Sto urlando. Sento il piacere scorrere lungo la spina dorsale e lungo tutta me stessa, prima di manifestarsi tra le gambe. Godo in continuazione, questo, alla fine, mi porta allo stremo, mentre lui sembra ancora fresco come una rosa. Cosa aspetta a venire? Mi guarda, sorride e mi solleva da lui. Lo sento uscire da dentro ed avverto come un senso di vuoto: sembra che mi stia portando via un pezzo del mio corpo.
«Soddisfatta? Hai goduto abbastanza?»
Annuisco debolmente. Lui si solleva e mi fa posizionare in ginocchio sulla poltrona. Ho il culo in alto, ben esposto.
«Bene: ora è il mio turno! Non penserai che mi lasciassi sfuggire l’occasione di sfondarti questo culetto davvero magnifico? Rilassati, che, alla fine, piacerà anche a te!»
Lo guardo incredula e lui mi chiede se sono già aperta o vergine di culo.
«Sono vergine: il mio ex ha provato a farlo, ma non ci è riuscito: era troppo doloroso anche per lui, ma son sicura che tu ci riuscirai con il tuo cazzone. Però, ti prego, cerca di desistere: ti farò altro, quello che vuoi!»
Lui ha un ghigno, da vero sadico.
«No, bella mia! Voglio il tuo culo! Se sarai brava e te lo fai sfondare, ti aiuterò anche agli esami, altrimenti farò in modo che tu sia bocciata. Rilassati, che io non sono il tuo ex: io so come si prepara un culo per esser penetrato.»
Si inginocchia dietro di me e comincia a leccarlo, a partire dalla fica. Lo fa così bene che, ben presto, fremo di piacere e sento il suo dito che mi forza la rosetta, che lentamente va rilassandosi e lui la lubrifica con saliva mista ad i miei umori, che sgorgano copiosi. Mi sento una cagna, desiderosa di sentirlo dentro, mentre fremo in un misto di timore/piacere, condito di desiderio, che mi fa vibrare nell'attesa. Lui se ne accorge.
«Lo vedi, troietta, che lo vuoi anche tu. Adesso rilassati, fai un bel respiro. Dai, che poi sarai tu a pregarmi di volerlo ancora dentro.»
Lui mi fa aprire i glutei ed appoggia la punta sul buchetto, spinge un po’. Avverto che forza e, per reazione, mi irrigidisco. Lui mi molla due sonore sculacciate ed il dolore mi fa rilassare i muscoli: lui ne approfitta per spingerlo più dentro. Sento un po’ di dolore, ma non tanto. Lui resta immobile e poi si sfila; lo riaffonda, spingendolo ancora di più. Entra ed esce più volte, fin quando non mi abituo. Lui mi esorta a masturbarmi, cosa che faccio, e così il dolore quasi sparisce, poi, con una ultima spinta decisa, mi entra tutto dentro. Sento il suo corpo aderire al mio e le sue grosse palle sbattere sulle labbra della fica e gemo in un misto di piacere/dolore che mi eccita tantissimo.
«Ahhhi! Piano, cazzo! Mi sfondi! Però, non toglierlo: mi piace. Cazzo, quanto sei grosso, ma è deliziosamente piacevole: dai, scopami!»
Io stessa resto stupita dalle mie parole, mentre lui sghignazza soddisfatto.
«Te lo dicevo che ti sarebbe piaciuto. Adesso te lo apro tutto! Puttanella, sarai una bella rotta in culo, tutta sfondata!»
Mi tiene bloccata per i fianchi e mi lima il culo meravigliosamente. Godo e vengo, senza soluzione di continuità. È talmente intenso il piacere che, alla fine, crollo sotto di lui, sfinita, e lui non è ancora venuto. Mi giro, lo guardo e lo supplico di sborrare.
«Dai, vieni, che non ce la faccio più! Sborra ti prego!»
Lui si sfila dal mio martoriato buchetto, che sento davvero malconcio. Si siede e mi fa inginocchiare di nuovo fra le sue gambe.
«Non penserai che sarei così folle da sborrarti dentro? Così tu potresti denunciarmi una volta fuori di qui, per violenza carnale, con la prova del mio DNA tra le gambe, invece, un bel bocchino con ingoio, non è facile da portare come prova. Quando l’avrai ingoiata tutta la mia sborra e, dopo che ci avremo brindato su, non ne resterà più niente. No, bella mia! Adesso lo succhi e lo ingoi tutto, fino all’ultima goccia! Ed ora finisci il tuo lavoro, puttana! Te lo devi guadagnare quel 10: succhia!»
Me lo appoggia di nuovo alle labbra. Lo guardo succube: sono ancora scossa dal piacere che mi ha fatto provare. Mai, fin ad ora, avevo goduto così tanto, e quindi voglio che resti indimenticabile anche il mio pompino. Se prima ero titubante, ora voglio farlo impazzire! Ho il suo cazzo davanti al viso, svettante e bagnato di me, grosso, lungo e vigoroso. Tiro fuori la lingua, lecco un po’ la punta e poi apro le labbra; infilo la cappella in bocca, mi tocca il palato, lo lecco e poi lo estraggo: lecco l’asta, scendo in basso, seguendo tutte le venature. Lui sospira e grugnisce soddisfatto. Lecco e succhio le palle gonfie e dure, poi risalgo e lo prendo decisa in bocca. Lo spingo il più possibile dentro e lui me lo spinge di colpo in gola.
«Succhialo, puttana! Succhialo tutto! Ingoialo! Voglio sfondarti anche la gola!»
Ho un conato di vomito che reprimo e lui continua, imperterrito, a scoparmi la bocca. Resto passiva e lo assecondo, facendomi scopare in gola. Lo sento affondare sempre più in fondo, con ritmo sempre più veloce. Impazzisco mentre mi sento usata e sfondata da questo maschio che mi sta dominando e sfondando davvero tutta. Godo e gemo a bocca piena, e lui lo percepisce e mi insulta, mentre ora mi ha infilato tutto il cazzo in gola.
«Ti sfondo, puttana! Sei una lurida cagna! Una vacca! Una zoccola! Adesso bevi!»
Sento che sto colando! Dalla mia fica sgorgano ancora i miei umori o, forse, sto venendo con lui, che mi sta usando, che mi umilia, per essermi venduta a lui. Mi sento davvero puttana, una cagna! Lo sento che mi riempie la gola con un fiume di sborra calda. Deglutisco e ingoio senza fiatare. Nello stesso istante sto venendo e godendo, mentre mi sento una lurida cagna, perché queste cose una ragazza per bene, come sono io, non le fa! Lecco tutto e poi lui mi solleva, mi fa vestire in silenzio, poi, prima di uscire, mi offre un calice di prosecco che bevo, guardandolo negli occhi. Lui non dice nulla, io esco e mi sento stanca, ma tanto soddisfatta: ho conquistato un bel voto e un aiuto agli esami. Mi sono fatta fare il culo per questo e, in fondo, ne sono contenta. Chissà, magari dopo gli esami…
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1 year ago
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Il piacere corre sul filo.
Mi chiamo Letizia, ho 57 anni e sono sposata con Steve, che ne ha 54 ed è munito di un bel fisico: alto un metro e novanta, spalle larghe e fisico asciutto, muscoloso ma non palestrato. Occhi e capelli scuri, mani forti ed una buona dotazione fra le gambe. Non ha una lunghezza eccessiva, poco sotto i venti, ma è molto largo. Quando mi penetra, lo sento bene. Io sono un po' più bassa di lui. Bionda, fisico longilineo e seno grosso, una quinta piena. Occhi chiari, gambe lunghe e lisce, sormontate da un culetto tondo e sodo, zona del mio corpo che mio marito adora. Siamo sposati da vent’anni e fra di noi il sesso è stato sempre alla base della nostra vita di coppia. Ricordo i primi tempi che si stava insieme: mi scopava ogni giorno. Con lui mi son sempre sentita bene, a mio agio, sicura e desiderosa di nuove esperienze. Fin da subito, per lui è stato chiaro che ero disponibile a giocar con lui, a mettere in pratica tutte le porcate che mi proponeva. Ricordo che, alla prima vacanza insieme, mi scopava tre volte al giorno e io ne godevo come una pazza. Mi ha sfondato letteralmente il culo con il suo cazzone: la cosa che lo manda ai pazzi è quella di incularmi e sborrare sul mio viso. Lentamente son passati gli anni ed anche noi, come tante coppie, abbiamo avuto alti e bassi, ma, nel sesso, abbiamo trovato sempre il nostro naturale rifugio, che ci ha unito e divertito sempre più. Nonostante tutta la nostra buona volontà, ad un certo punto è subentrata un po’ di noia, conseguente più dalle necessità di vita in comune, che ci ha fatto mettere il sesso un po' in secondo piano. Entrambi ci siam resi conto che era ora di trovare nuovi stimoli per il nostro rapporto e l’occasione si è presentata, inaspettatamente, tre anni fa, quando mio marito, ingegnere al soldo di una grossa multinazionale delle costruzioni, è stato mandato a lavorare all’estero. Era la fine di giugno, sarebbe rimasto fuori casa per cinque/sei settimane. Fin dalla prima sera, mi son resa conto che era dura per me addormentarmi senza una persona al fianco e non ritrovarla la mattina dopo. Le prime sere, le telefonate con Steve erano incentrate sul suo lavoro, mentre, dentro di me, il desiderio di lui cresceva a dismisura. Il sabato, poi, è stato il giorno peggiore. Abituati a dedicare quel giorno della settimana a noi due, a trovarmi sola è stato molto triste. La sera ho fatto una cena molto parca, mi son fatta una doccia e mi sono distesa sul letto, nuda, come sempre (amiamo dormire entrambi nudi), in attesa della sua telefonata che tardava ad arrivare.
Ero inquieta, nervosa ed impaziente di sentire la sua voce. Ho preso un libro per leggerlo, ma mi son resa conto che non riuscivo a seguire il racconto. Volevo lui, mi mancavano le sue labbra, il suo corpo. Ad un tratto ha squillato il cellulare, era lui.
«Ciao, amore, come stai?»
Al solo sentire la sua voce, mi ha subito eccitato: era carica di malinconia e desiderio.
«Mi manchi. Vorrei sentir le tue mani sul mio corpo. Vorrei sentire le tue labbra che mi succhiano i capezzoli, li stringono, mi fanno impazzire. Vorrei il tuo cazzone nel culo!»
Mi son sorpresa io stessa per come le mie parole siano uscite a fiume dalla mia bocca. Lui è rimasto un attimo in silenzio, poi l’ho sentito sospirare.
«Manchi tantissimo anche a me. Sentire che mi desideri, mi fa venir voglia di segarmi pensando a te, che sei nuda sul nostro letto.»
La sua voce mi ha fatto bagnare. Sentire che aveva forte il desiderio di me, sapere che aveva il cazzo in mano, mi ha quasi portato all’orgasmo. Le sue parole, poi, sono state un'autentica rivelazione.
«Amore, vai nel mio studio. Nel secondo cassetto, c’è la scatola del tuo cellulare; vai a prendere il filo dell’auricolare e mettila sul telefono: potrai sentire la mia voce ed avrai le mani libere. Prendi anche qualcosa dal frigo, non so, un cetriolo, una zucchina, qualunque cosa possa esser simile al mio cazzo. Dai, sbrigati, che ti faccio impazzire!»
Eseguo e, poco dopo, sono sul letto. Lui mi richiama e incomincia a descrivere quello che mi farebbe se fosse qui con me. Io gli rispondo per le rime. Incominciamo un gioco erotico, fatto di immagini mentali, sensazioni e giochi con mani ed altro che, ben presto, ci portano al piacere.
«Sì, dai, troia...succhiami il cazzo! Sì, così…dai, lecca, che poi ti sfondo il culo! Troia, sì, ingoialo! Sei una vacca succhia cazzi!»
Sbrodolo al solo sentirmi dare della troia. È vero: sento di esserlo e ne vado fiera. Con lui, anche se lo ammetto, per non dargli troppo potere, mi sento veramente una troia. Lo ha sempre saputo e se ne approfitta facendomi godere del fatto che lo sono. Ricambio il gioco.
«Porco, leccami bene! Voglio sentire la tua lingua, fino in fondo! Vengo, sei un maiale. Mi fai godere! Dammelo tutto, lo voglio!»
Lui rincara la dose.
«Sei proprio una troia! Appena sei alle prese con un cazzo, vieni e schizzi da vera maiala. Se credi che ti sfondo subito il culo da zoccola che ti ritrovi, ti sbagli: devi godere tanto, prima!»
Lo imploro, sono un lago fra le gambe. Immaginarlo con me mi eccita da morire.
«Prendimi! Scopami! Lo voglio dentro! Mi fai venire!»
Tremo scossa dal piacere. Mi sconvolge questo gioco che non avevamo mai fatto. Lui mi tortura la mente.
«Ti piacerebbe, troia, che ti sfondassi fica e culo? Allora mettiti dentro il cazzo che hai in mano, tutto, fino in fondo! Lo so che ti piace star sopra... dai, cavalcami, cosi vieni anche tu! Godi, che poi ti sfondo il culo! Scopati con quello! Sei proprio una puttana!»
Mi pianto dentro un bel cetriolo. Non è come avere il suo, ma, al momento, mi va bene anche questo. Non è la prima volta che mi scopo un ortaggio. Da fidanzati, lui si divertiva a vedermi godere con un cetriolo in figa ed io impazzivo nel godere, mentre lui si segava per me. Alla fine gli prendevo il cazzo in bocca, lo succhiavo e lui mi sborrava su tette e viso. Era qualcosa di sconvolgente. Godo nel penetrarmi e glielo dico:
«Lo sento, dentro! Sei enorme! Godo! Dai, scopami, porco! Fai godere la tua troia!»
Lui si immedesima ancor di più e mi porta al piacere.
«Cagna, ti sfondo! Godi e mettiti le dita in culo, che ti faccio godere! Sborro! Mi fai schizzare! Bevi, troia!»
Vengo. Urlo e godo. Sento il mio corpo attraversato da scariche di adrenalina simili a scariche di corrente elettrica a mille. Ho le convulsioni, da quanto tremo. Lui non è da meno. Lo sento respirare dentro la mia testa, che riceve la sua voce dalle cuffiette, che tengo inserite nelle orecchie. Mi sembra di averlo qui con me. Restiamo per un momento in silenzio. Ognuno sente il respiro affannato dell’altro.
«Grazie, amore. Sei stata meravigliosa. Ho goduto come un porco. Era come se ti avessi avuto qui, con me. Sei una vera troia, che sa far godere un uomo. Grazie.»
Le sue parole mi riempiono di immenso orgoglio. Mi ha fatto davvero piacere far la troia con il mio uomo e, sentire che sborrava per me, ha aggiunto altro piacere al piacere.
«Anche tu sei stato meraviglioso. Non avevamo mai fatto sesso al telefono e mi è piaciuto tantissimo.»
Passiamo le altre settimane a far sempre questo gioco.
Lo incrementiamo, con fantasie sempre più spinte e porche, che mi fanno sentire sempre più troia. In particolare lui mi chiede se, durante la mia giornata lavorativa, possa esserci stato qualche maschio che mi ha riservato delle attenzioni particolari. Invento per lui situazioni che lo eccitano e lui non mi lesina commenti del tipo: sei una troia, vacca e puttana; quelle parole mi fanno eccitare ancora di più. Quando ritorna, ai primi di agosto, passiamo due giorni a letto a far sesso, durante i quali mi faccio scopare stando sopra di lui; io godo solo se lo cavalco e mi sfonda il culo in tutti i modi. Me lo allarga proprio tanto e, poi, mi sborra in faccia, chiamandomi troia. Gli piace come lo succhio e pulisco, senza ingoiare, poi lascio che il suo seme coli, dal mento, fin sopra le mie tette. Nei mesi a seguire, lui ha dovuto assentarsi altre volte per lavoro, ma abbiamo sempre goduto stando insieme al telefono. Quando l’anno dopo, gli hanno assegnato un ufficio fisso nella nostra città, abbiamo ripreso la vita di sempre. Per sei mesi le cose sembravano esser migliorate, ma, senza che nessuno dei due lo facesse notare, si ripetevano fra noi momenti di apatia nel sesso; era come se, ad un tratto, ci mancasse qualcosa per esser perfetto. Qualche mese dopo, eravamo in vacanza e stavo sotto l’ombrellone al mare. Lui leggeva distrattamene il giornale, quando ho sentito la mia vicina, seduta su di un lettino sotto un ombrellone vicino, parlare con il marito o compagno al telefono. Lei lo ha chiamato amore, mi manchi, quando arrivi, sono tutta un fremito. Ovvio, parlava a bassa voce, ma l’ho sentita chiaramente. Di colpo ho capito cosa ci mancava. Mi son alzata, ho detto a mio marito che tornavo in camera e, una volta entrata, ho preso il telefono e l’ho chiamato. Gli ho chiesto di allontanarsi dall’ombrellone, di raggiungere certe barche tirate in secco sulla sabbia e poi, quando l’ho visto raggiungere il posto, ho cambiato tono.
«Bravo, porco! Ho visto che hai memorizzato il mio numero, mentre lo scandivo alla mia vicina e adesso mi chiami: scommetto che ti sei accorto che non ho mio marito con me. L’ho fatto apposta per poter sentire quello che desideri da me.»
Lui, per un attimo, è rimasto in silenzio. Poi ha capito il gioco ed a cominciato a recitare la sua parte.
«Certo, grandissima troia. Ti sto chiamando, perché avevo capito subito che una vacca come te aveva bisogno di un cazzo in più per godere come si deve. Sono un bel cazzone pronto a scoparti in tutti i buchi ed a sfondare quel bel culo da troia che ti ritrovi, perché tu sei una troia, vero? Dai, ammettilo, dimmi che sei una troia.»
«Certo che sono una troia! Avevo capito subito, dalle occhiate che mi hai lanciato, che mi volevi e, da brava zoccola, ho dato il mio numero alla vicina, in modo che tu lo sentissi. Dimmi, che mi faresti? Io sono nuda ed aspetto di esser riempita da un toro come te!»
Lui recita la sua parte.
«Mentre ti parlo, tu accarezzati. Inizia a godere. Ti accarezzo e bacio i seni. Ci infilo in mezzo il mio cazzo e mi lascio spompinare da una succhiacazzi come te! Mi fai una bella spagnola, ma, non ti schizzo subito in bocca. Troppo facile. No, voglio prima infilarti due dita, anzi, ad una troia come te, che è sicuramente più che aperta, di dita ce ne vogliono almeno tre in figa e ti masturbo a lungo. Ti faccio sborrare anche l’anima e poi ti sfondo, prima la figa e poi il culo, che sicuramente è più dilatato di quella dopo tutti i cazzi che una puttana come te deve aver preso. Alla fine ti schizzo in faccia e sulle tette.»
Ansimo di piacere. Continuo a recitare la parte, ma sono eccitata al massimo.
«Sei un porco! Ti sento! Mi stai facendo bagnare tantissimo! Porco, ti voglio!»
Ero così presa dal gioco, che non mi sono accorta che Steve, nel frattempo, era risalito in camera.
«Eccomi! Adesso ti sfondo! Tu continua a parlare con il porco al telefono: digli che si deve segare per te.»
Ha appoggiato il suo cellulare sul comò e mi ha inculato subito con un solo colpo. Ho urlato di piacere/dolore per la repentina intromissione a freddo. Ha preso a scoparmi, mentre io continuavo a parlare con un ipotetico interlocutore all’altro capo del filo.
«Mi sfonda! Che toro! Spaccami! Godo…vengo!»
Ero un lago! Lui mi stantuffava il culo ad una velocità pazzesca. Era un toro scatenato, mentre io mi sentivo una VERA TROIA, che stava godendo mentre immaginava che un estraneo si stesse segando per lei! Il suo orgasmo è arrivato in breve tempo. L’eccitazione, il gioco hanno limitato molto la sua resistenza. Ha emesso un grido e poi mi ha schizzato un po' nel culo, per poi presentarmi davanti alla bocca quel suo poderoso cazzo.
«Succhia e pulisci troia!»
Lo accontento ma poi mi viene un’idea. Pulisco il suo cazzo che è ancora duro, faccio colare la sborra sulle tette e lo sconvolgo.
«Dopo quella di mio marito in culo, voglio la tua sul viso! Sei stato fantastico! Succhiarti il cazzo, mentre lui mi sfondava il culo, è stato veramente un lavoro da VERA TROIA! Guarda, porco, mi son presa la sborra di un altro maschio in bocca, mentre tu mi sfondavi il culo e, da brava troia, la faccio colare sul seno quasi fosse una crema rigenerante.»
Per lui è troppo!! Eccitato come un cavallo, si distende supino e mi mette sopra di lui. Mi scopa in maniera sconvolgente! Viene e si accascia sfinito.
«Amore, quando ti ci metti, sei una vera troia! Mi hai fatto impazzire. Ti amo!»
Lo guardo compiaciuta. Si, mi sento veramente la sua troia. Lo lascio sempre sulla corda, non voglio che abbia troppe certezze, se ne approfitterebbe.
«Hai sempre saputo che sono una troia. Mi sembra che la cosa non ti dispiace e ne ricavi tanto godimento.»
Ci siam resi conto che quel gioco ci sconvolgeva e, per questo, continuavamo a fingere di avere una persona che mi contatta per godere, mentre lui mi scopa. Passati altri mesi, un giorno Steve torna a casa e mi dice che ha una idea che, di sicuro, mi piacerà. Mi mostra un sito di coppie scambiste. Scatto in piedi, come una molla.
«No, cazzo! No! Io lo scambio non lo faccio! Io non voglio un altro maschio che mi scopa! Non voglio vedere un’altra con te! Mi basti tu!»
Lui sorride, mi lascia sfogare, poi si spiega.
«Nessuno scambio. Mettiamo un nostro annuncio, specifichiamo che cerchiamo solo ed esclusivamente un singolo che, contattato al telefono, si presti a masturbarsi, mentre ti scopo. Né più e né meno di quello che facciamo nel nostro solito gioco.»
Al solo sentire la sua idea, che a me già frullava per la testa da un po' di tempo, mi bagno, ma, da brava troia quale sono, non lo do a vedere, anzi, simulo una certa diffidenza.
«Non credo sia una buona idea, dare il tuo numero in giro per il mondo. Immagina se ti chiamano mentre sei in riunione o stai con il presidente. No, è meglio di no!»
Lui, da bravo porco, ha notato il breve tremore nella mia voce. Sa che da brava troia, devo dissentire anche se mi sono già bagnata alla sola idea.
«Tranquilla, metteremo dei last minute. Ci faremo inviare il loro numero e poi, vedi, ho preso una scheda nuova e la metto nel telefono vecchio, che avevo prima di questo. Lo attiveremo solo per il nostro gioco. Inoltre regolo le impostazioni in modo che non invii il nostro numero. Non ci sarà nessun rischio. Va in camera e vestiti da troia, come sai far benissimo, che ti scatto delle foto da mettere sul sito.»
Lo guardo estasiata. Lui mi ha veramente capito! Sa benissimo che quando stimola la mia natura da troia fin al midollo, non gli nego nulla. Vado e torno vestita da perfetta puttana. Mi immortala con degli scatti più che erotici. Posta le foto e, dopo qualche ora, siamo sommersi da richieste e numeri telefonici. Ne scelgo uno, di un bel ragazzo. Steve lo chiama, gli spiega quello che vogliamo, poi, eccitato come un cavallo, mi incula mentre descrivo al giovane quello che provo e, soprattutto, quello che voglio da lui. Collabora e mi procura una vera ondata di piacere. Finalmente una voce reale che mi stimola ad esser sempre più troia e mio marito, che sa benissimo quanto lo sia, ne gode sfondandomi il culo. Invito il nostro interlocutore a segarsi sempre più in fretta, perché mio marito mi sta davvero devastando il culo. Sento dall’altra parte del telefono, lui che ha il respiro corto per la smisurata eccitazione.
«Sì, grandissima troia... mi sto segando, mentre vorrei essere lì con te a sborrarti su tette e faccia! Sei una vacca! Mi fai godere! Dì a quel porco di scoparti il culo più forte... dai, che sborro!»
Mio marito è sconvolto. Si rende conto che ha fatto emergere, in tutto e per tutto, la vera TROIA che era in me. Io stessa mi stupisco per come, fino a questo momento, abbia cercato di nascondere la mia vera indole: sono una TROIA e non c'è altro termine che mi possa definire al meglio. Ne vado fiera! Steve, sconvolto, chiude di colpo la comunicazione, mentre mi sborra in faccia un fiume di seme bollente.
«Basta! Vacca… puttana… ti schizzo tutta!»
Gode e, quando mi presenta il cazzo davanti alla bocca, glielo succhio, lecco in maniera famelica. Lo guardo, ha il viso estasiato, sconvolto dal piacere o, forse, dal fatto che finalmente ho accettato il mio ruolo di moglie troia.
Dopo quel primo contatto, abbiamo ripetuto questo gioco diverse altre volte, sempre cambiando il porco che mi ascoltava godere.
Poi, una sera, abbiamo osato molto di più. Lui ne ha chiamati tre, con i nostri tre cellulari con i numeri oscurati: è stato sconvolgente, sentirmi desiderata da tre maschi, mentre lui mi scopava come un pazzo scatenato.
Ho goduto tantissimo. Sono convinta che, dopo questa esperienza, vorrà ancora di più. Anche se insisto a negare la mia disponibilità, lui sa benissimo che la troia che è in me, non gli negherà nessuna nuova emozione.
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1 year ago
baxi18, 55
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figlia puttana, di madre troia.
Io mi chiamo Marina, ho 39 anni e sono sposata con Davide che ne ha uno più di me. Abbiamo una figlia che da poco ha compiuto 18 anni e come regalo di compleanno ci ha fatto una specifica richiesta: una gang con dieci maschi! Con mia figlia Dany, abbiamo un bel rapporto. Da qualche tempo vi eravamo accorti che ci spiava. Tutto è cominciato una sera come ormai tante non c'era nulla di programmato. La porta della camera da letto ormai era quasi spalancata, e nostra figlia si presentò come al solito, dietro il muro a guardarci. Era da un po’ che lo avevo notato, poco dopo il suo 15° compleanno, e la cosa mi eccitava. Stavo cavalcando mio marito quando non so cosa mi prese, mi alzai di scatto, ed andai dietro la porta, la trovai con la manina negli slip che si masturbava.
“Scusa mamma, non volevo infastidirti. Scusa, non lo faccio più!”
Scoppiando in lacrime mi ripeteva; scusa. Cercai di rassicurarla, nel dirgli più volte, che la curiosità sessuale è normalissima alla sua età, mentre prendendola per mano la portai a letto con noi. Mi rivolsi verso mio marito.
“È vero Davide che non c’è nulla di male se guarda?”
Mio marito non rispose, ma fece un cenno con la testa, asserendo, quello che dicevo. A quel punto gli confermai che poteva guardarci a suo piacimento
“Da oggi non avrai più bisogno di spiarci, sdraiati vicino a noi, e guardaci.”
Iniziai a succhiare il cazzo a mio marito, ormai moscio per l'imbarazzo, ma, per la presenza della nostra piccola, a letto con noi, non ci volle molto a farlo diventare come il ferro. Era chiaro che, anche a lui, vedersi osservato dalla piccina, lo eccitava molto. Salita sopra di lui e preso il cazzo di suo padre nella mano, gli ho mostrato come me lo ficcavo dentro. Lei era pietrificata. Non faceva nulla, con le mani richiuse al seno. Io scopavo mio marito, e nostra figlia, ci guardava senza fare nulla. Mi eccitava essere osservata da lei, che incredula mi fissava, mentre godevo come una maiala. Dopo un po’ che godevo, fui colta da una forte perversione; gli presi la sua mano e la portai sulla sua fica e gli dissi di toccarsi.
“Dai amore di mamma, toccati e sentirai quanto è bello!”
Lei timorosa non lo faceva. Allora l'aiutai io con il movimento della mia mano. Naturalmente l'eccitazione era tanta anche per lei, e ho sentito la sua fichetta bagnatissima. Fu in quel preciso momento che non ho capito più nulla, ero in preda ad una vera perversione sessuale nei confronti di mia figlia. Ho deciso di sfilargli gli slip e far scorrere le mie dita tra le labbra della fichetta di mia figlia. Lei da quel momento in poi ha iniziato a raggiungere il primo orgasmo e la mia soddisfazione fu tanta nel sentire godere mia figlia sotto le mie dita. Suo padre alla vista della scena non è durato tanto e uscendo da dentro me ha schizzato tanta di quella sborra da rimanerne entrambe ricoperte.
“Che due adorabili puttanelle! Vi sborro tutte! Vengo e vi sborro!”
Aveva lo sguardo stravolto dalla libidine per quel gesto così perverso e incestuoso. Dopo ci sdraiammo a letto tutti silenziosi per riprenderci. Quello strano silenzio ci portava paura, insicurezza, quando vidi mio marito, suo padre, allungare anche lui le mani nella fichetta della figlia. Dopo pochi attimi il suo cazzo era nuovamente duro come il ferro nel toccare le parti intime di nostra figlia. Io mi sono alzata e mi sono messa tra le gambe di mia figlia per leccarla. Non avevo mai provato in vita mia una sensazione tanto bella. Una fica stupenda! Un sapore buonissimo che mi inebriava così tanto, da sconvolgere i miei sensi.
“Amore della mamma, sei dolcissima! Non ho mai provato in vita mia una sensazione tanto bella! La tua fica è qualcosa di veramente prezioso. Ha un sapore buonissimo, che mi inebria così tanto da sconvolgermi tutta!”
Suo padre nel frattempo aveva già preso la sua manina e si stava facendo segare il cazzo.
«Vieni amore di babbo, tocca questo strumento che ti ha generato. Lo senti come è di nuovo duro, dal fatto che tu adesso lo stai toccando? Brava così, stringilo e segalo piano.”
La piccola che con il ritmo della sega iniziava a prenderci gusto, e trovarsi il cazzo fra le mani, lo segava con molto interesse. Io continuavo a leccargli la fica e la sentivo continuamente vibrare sotto la mia lingua in orgasmi continui.
“oooh mamma! Mi fai morire! È… è… bellissimo!”
Nel sentirla godere suo padre la baciava in bocca con la lingua mentre lei lo segava, e dopo poco ho sentito che suo padre stava sborrando tra le mani di sua figlia.
“Amore, sborro! Continua, non ti fermare! Fa piano, ma non ti fermare. È bellissimo!”
Lei come se avesse già capito rallentò il ritmo strofinando le dita sulla cappella sporca di sborra. Li lasciai fare dedicandomi ancora al suo piacere e pochi attimi dopo mi esplode in un orgasmo molto abbondante.
“Brava, amore di mamma! Così, godi! Dai, che è bellissimo!”
Ormai esausti ci sdraiammo a letto, dopo pochi attimi, lei fece cenno di volersi alzare, ma suo padre l’afferrò per i fianchi pregandola di restare.
“No, amore, resta con noi, non andar via. Resta pure con noi e, da oggi, vieni quando vuoi.”
Lei non se lo fece ripetere e rimase a letto.
Da quella sera fu un susseguire di nuove esperienze. La piccola prendeva sempre più dimestichezza con entrambi. Ormai era un continuo godere e farci godere. Da lì a qualche settimana iniziò a succhiare il cazzo di suo padre, poi a leccare la mia fica, fino a farsi godere in bocca dal padre ingoiando tutto.
“Brava, amore di mamma! Ingoia tutto, che è da sballo il suo sapore. Ti piace la crema di papa?”
Ne era inebriata. La faceva impazzire il sapore della sborra in gola, al punto da divenirne golosa.
“Mi fa impazzire il suo sapore! È buonissima! Ne voglio sempre di più!”
Davide era orgoglioso di come ingoiava la sua crema.
“Che spettacolo! Guarda come la ingoia! Sta diventando più brava di te! Non ne perde una goccia!”
Il passo successivo fu farla godere stando sopra suo padre. Era importante che lei avesse la giusta tranquillità nel sentire il cazzo scorrere sulla sua fichetta. Ho voluto che lei godesse molto nel sentirlo a pelle sullo spacco di quella piccola ma adorabile fichetta che aveva già iniziato a sbrodolare molto quando la masturbavamo.
“Brava amore di mamma, metti la tua patatina sul tronco e strusciati su di lui cosi lo senti che ti fa godere.”
“Mamma! È bellissimo! Mi fa impazzire come mi struscia la patatina!”
Era pronta, completa, mancava solo la penetrazione. Una sera fu lei stessa tra una cosa e l'altra nel mettersi sopra suo padre prendergli il cazzo tra le mani e indirizzarlo nella sua fica, allora capimmo che era arrivato il momento di sverginarla. Allora ho guardato Davide e gli ho detto che era ora di organizzarci, perché la perdita della sua verginità doveva avvenire in maniera molto dolce e serena.
“Voglio che la nostra piccola abbia una prima volta indimenticabile.”
Lui era così eccitato che mi ha scopato subito al pensiero di sverginarla. Io non ero meno eccitata di lui. Nel sentirlo affondare dentro di me l’ho provocato.
“Porco! Ti eccita il pensiero di sfondare nostra figlia! Senti com’è diventato duro il tuo cazzo! Sei un maiale che gode nel pensare a quanto sarà bello sverginarla!”
Lui mi ha risposto per le rime.
“Si troia! Sono eccitato da morire al pensiero che tu vacca di una madre mi metti nostra figlia davanti al mio cazzo e vuoi che la svergini! Sono certo che poi andrai a leccare la sua giovane fica sfondata!”
Aveva ragione. Ero sconvolta ed eccitatissima al pensiero di vederlo violare la sua giovane rosa. Così avvenne. Una sera si è ritrovata fra le nostre braccia e l’abbiamo portata ad un livello di eccitazione così elevato, che ne è rimata stordita da quanto ne ebbe a godere. Davide si era piazzato fra le sue cosce e lei godeva nel sentir strofinare il suo cazzo durissimo sullo spacco della giovane fichetta, lei gli ha sorriso e lo ha esortato a prenderla.
“Dai pay spingi! Dai lo voglio! Prendimi!”
A lui luccicavano gli occhi dal desiderio e dalla contentezza di quello che stava facendo.
“Rilassati amore di papa. Sentirai solo un breve attimo di dolore, ma poi sarà piacere unico. Fai un bel respiro e resta morbida, non irrigidirti.”
Lei gli ha sorriso di nuovo. Il suo volto era in quel momento sconvolto dal piacere che lui gli procurava mentre strusciava la cappella lungo lo spacco, e io gli torturavo i microscopici capezzoli già molto sensibili. Poi lei ha chiuso per un attimo gli occhi in preda ad un ennesimo attimo di piacere e lui con un colpo secco le è entrato tutto dentro. Per un attimo ha fatto una smorfia di dolore, ma poi è esplosa in un orgasmo devastante. Ha iniziato a godere così tanto, che lui, ad un certo punto, l’ha guardata e gli ha detto che sarebbe venuto dentro di lei. Ero felice e un po’ preoccupata di questo, poteva essere un rischio, avendo già avuto le mestruazioni, ma ho deciso che si poteva fare.
“Vengo, piccola, ti sborro dentro!”
Ho visto lei piangere di gioia. Così l’ho tranquillizzata.
“Sì, amore mio, senti come ti inonda il ventre quel seme che ti ha generato!”
È quasi svenuta da quanto ha goduto nel sentire tutto quel calore che invadeva e riempiva il ventre.
“Oooh papa! Lo sento! È…è… bellissimo come mi inonda! È caldo! Mi piace!”
Ha tremato scossa da quel primo orgasmo da donna. Lui le ha riversato dentro un fiume di sborra che appena uscito mi sono subito dedicata leccare facendo impazzire di piacere nostra figlia.
“Ohhhoooo! MAMMA! COSÌ MI FAI MORIRE!... mamma!”
Ero inebriata dal piacere di leccare la crema che lui le aveva riversato dentro e che era intrisa del suo sangue verginale. Da quella sera in poi, abbiamo preso a scopare sempre più intensamente. Il passo successivo è stata l’apertura del culetto. Per quello ci abbiamo impiegato un po’ di più.
“Dai mamma lo voglio anche nel culo!”
“Si amore mio, ma ci vuole un po’ di pazienza.”
Ho preteso che fosse ben allenata prima di farsi sfondare il culo da papà. Effettivamente è stata un po’ più dura. Lui era elettrizzato all’idea di romperle il culo.
“Piccola rilassati che papa fa piano ma alla fine te lo sfonda questo culetto meraviglioso!”
Fra le mie leccate, e il lubrificante sparso a fiumi alla fine è riuscito ad infilare il suo cazzo nel culetto di sua figlia.
“Piano pay che mi sfondi! Però è bello! fa un po’ male ma non troppo! Dai così…si così va bene!”
Lui è stato molto delicato e quando si è reso conto che lei si era abituata a sentirlo dentro ha preso a limare anche quel foro facendola godere quasi subito.
“Si papy…così va bene...dai che mi piace...papy! mi fai …vengo!”
Mentre lui le sfondava il culetto io da sotto leccavo la sua fichetta che grondava di piacere. Era un orgasmo continuo che l’ha portata godere subito nel sentirsi scopare anche il culo. Dopo quella volta ha iniziato a godere completamente e con la pratica, è diventata ben presto una bella rotta in culo. Da quella sera in poi lui l’ha scopata con grande piacere e pure Luca l'ha scopata il mio bull di fiducia un singolo superdotato con 23 cm. di cazzo. Dopo mesi di intenso sesso a tre, dove avveniva tutto nella massima serenità, gli dissi che doveva lasciarci casa libera che sarebbe venuto un mio amico che conoscevo da anni per scopare, e lei curiosa mi domando immediatamente chi fosse.
“Non lo conosci. È un ragazzo serissimo, con cui ci scopo da anni ed ha una particolarità: è molto dotato.”
Lei quella sera non mi disse nulla usci con le amiche lasciandoci soli in casa. Il nostro amico venne e scopammo sempre alla grande, mio marito si dedicò alle foto e video. In tarda serata, quando lui andò via, mi inviò un messaggio di questo tenore: "Mamma, posso tornare?"
Le diedi il mio assenso. Era davvero tanta la sua curiosità che, appena rientrata, venne in camera da letto.
“Allora com’è andata? Come riesci a far funzionare questo rapporto? Com’è che ti fai scopare da un altro, davanti a papà? E cosa faceva papà, mentre tu scopavi con l’altro? Dai, voglio ogni dettaglio.”
Mi ha riempita di domande. Le ho risposto serenamente. Poi le ho fatto una domanda.
“Amore, quante domande! Se proprio vuoi soddisfare la tua curiosità, ti andrebbe di provare?"
Per un attimo è rimasta in silenzio. Era incuriosita, ma anche un po’ intimidita. Un cazzo nuovo, mai preso, meglio la certezza.
“Ormai mi son abituata con papà. Però, se hai qualche sua foto da farmi vedere, ne sarei contenta.”
Le ho mostrato tutte le foto ed i video realizzati da Davide. Quando ho visto quel membro enorme, è rimasta senza parole.
“Ma…ma è enorme! Come fai a fartelo entrare tutto dentro?”
Era molto impaurita dalle misure di quel cazzo, ma curiosa nel guardare ogni dettaglio. Le ho rinnovato la domanda.
“Amore, ti piacerebbe provarlo?”
Sconvolta mi ha guardata.
“No, mamma! Temo di non poterci riuscire: è troppo grosso!”
“Lasciami parlare con lui e spiegargli la situazione. Se lui è favorevole, lo faccio venire e tu farai quello che ti senti di fare.”
Infatti fu proprio così. L'indomani gli telefonai.
“Ti devo parlare possiamo vederci per un caffe?”
Lui immediatamente si rese disponibile ad un incontro. Io però vista l'età di mia figlia, 15 anni, appena compiuti mi sentivo molto imbarazzata, non sapevo come aprire il discorso. Ci vedemmo al bar una volta seduti al tavolo mi chiese cosa era successo. Rimasi in silenzio, lui mi guardava ed io non sapevo come dirglielo. Mi feci coraggio e gli spiegai la situazione.
“Da qualche tempo, abbiamo intrapreso un rapporto molto più intimo con nostra figlia e, avendo ammirato qualche tua foto, sarebbe curiosa di provare ad avere un rapporto anche con te.”
Lui è rimasto un attimo in silenzio.
“Ma, non è piccola tua figlia? Mi sembra minorenne, e già scopa?”
L’ho guardato negli occhi e ho finito il discorso.
“Si, ha 15 anni li ha compiuti da un po’ di tempo. Questo favore lo posso chiedere solo a te che ci conosciamo da anni ed abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto di complicità e amicizia. Devi esser dolcissimo con lei, che sa già fare tante cose, ma non ha preso altro che il cazzo del padre. Tu saresti il suo primo maschio.”
È rimasto qualche minuto in silenzio.
“Ma tuo marito? Sei sicura che a lui sia bene se la scopo io?”
L’ho guardato dritto negli occhi.
“Per volere di nostra figlia è stato lui a farla diventare donna! È convinto che scopare anche con te sarebbe una bella esperienza per lei.”
Mi ha sorriso con malizia.
“Vi voglio troppo bene per astenermi, sono disponibile organizza. Sarò per lei una esperienza indimenticabile e sarò molto dolce. Mi eccita il pensiero del suo corpo acerbo.”
“Grazie, capirai... questo favore lo posso chiedere solo a te, che ci conosciamo da anni ed abbiamo sempre avuto un buonissimo rapporto di amicizia e complicità.”
Andammo via ed io entusiasta non vedevo l'ora di dare la bella notizia a mia figlia e mio marito. Una volta a casa mia figlia mi è venuta a salutare e guardandola negli occhi l’ho baciata in bocca con la lingua.
“Mi ha detto sì! Ha accettato di scoparti!”
Lei è rimasta in silenzio, un po’ indecisa e titubante. Ha avuto come un attimo di sbandamento.
“Mamma io non ci riuscirò mai a farlo è enorme! Mamma, cosa vuoi... dubito che riuscirò mai a prenderlo, è enorme!”
Le ho sorriso e l’ho tranquillizzato.
“Non devi preoccuparti di nulla. Lui sarà dolcissimo e paziente; ti lascerà fare solo quello che ti senti di fare. Se non ci riesci, va benissimo lo stesso.”
Organizzai tutto per la sera dopo. Io un completino intimo nero, mia figlia gli ho comperato un completino traforato bianco dove lasciava trasparire la poca peluria, lei emozionatissima, io peggio di lei.
Quando all'improvviso squilla il citofono, era lui, e io gli dissi di salire, mia figlia scappa e si chiude nella sua cameretta. Io rimango in cucina senza sapere cosa fare, mio marito va ad aprire alla porta.
Entra mi bacia e mi fa cenno con la testa, gli dissi di aspettare che sarei andata io a chiamarla, lui mi ferma, e va a bussare alla porta della sua camera.
“Dany, sono Luca, voglio solo conoscerti. Non ti faccio nulla. Nemmeno mi avvicino a te, se non vuoi.”
Lei lo lascia entrare e poi noi preoccupati abbiamo origliato e l’ho sentito che gli parlava con calma.
“Sta tranquilla, non ti faccio nulla. È comprensibile il tuo imbarazzo: non mi conosci. Io conosco i tuoi genitori da anni e, come sai, faccio sesso con tua madre; è per questo motivo che ha scelto me, altrimenti non avrebbe chiesto a nessun’altro di giocare con te. Io, però, non voglio farti nulla che tu non voglia. Ora, se ti senti tranquilla, andiamo di là e guardi giocare me e mamma. Quando ti sarai rilassata a sufficienza, anche con la presenza di tuo padre, allora potrai fare quello che ti piacerà fare. Siamo d’accordo?”
Dopo un po’ di tempo, li vediamo uscire dalla stanzetta mano nella mano e venire da noi. Lui mi baciai in bocca con mia figlia che mi guarda. Andammo verso la camera da letto, io mi dedicai immediatamente a lui, lei guardava e dopo un po’ suo padre inizio ad accarezzarla, baciarla delicatamente. Era protesa con lo sguardo su quello che facevo con lui. Davide ha preso a masturbarla piano, dolcemente. Lei guardava estasiata il cazzo del bull e, incredula, pensava che non era possibile accoglierlo dentro: era troppo grosso! Davide le parlava con calma.
“Piccola lasciati andare. Guarda mamma come lo succhia! Ti piacerebbe sentirlo nelle mani, o in bocca? Dai non essere timida! Io lo so che sei una bella porcellina! Dai facciamolo vedere anche a Luca.”
Poi l’ha fatta distendere vicino a noi. Luca, nel vedere un fiore appena sbocciato, è rimasto estasiato. Gli guardava la passerina strettissima, i piccoli bottoncini del seno, che erano spuntati in fuori con le prime mestruazioni. Io continuava a succhiargli il cazzo, mentre mia figlia ne ero ormai affascinata. Luca le ha sorriso e le ha parlato dolcemente.
“Sei bellissima! Il tuo piccolo ed esile corpicino mi piace moltissimo!”
Si è chinato fra le sue cosce ed ha iniziato a gustarsi con la lingua la sua impaziente fighetta. È impazzita da come la leccava. Lei si è lasciata andare completamente. Allora ho smesso di succhiarlo, ho preso la mano di mia figlia e l’ha portata a circondare quel suo cazzo grosso. Era ormai eccitatissima. Lo voleva e si vedeva!
“Mamma è enorme! Mi sconvolge ma sono anche molto curiosa.”
Era completamente persa dal desiderio, gli menava il cazzo e se lo strofinava fra le gambe. L’ha guardato e, con voce languida, rotta dal desiderio, l’ha pregato di scoparla.
“Ti voglio! Ti voglio. Prendimi, piano!”
Gli ha appoggiato la cappella fra le piccole labbra di quella ostrica che era lucida dal piacere. Per un attimo ho temuto che fosse troppo grosso per lei, ma lui le è entrato dentro molto lentamente. Vedevo la piccola fichetta dilatarsi sempre di più. Lui affondava in lei e poi ne sfilava un po', per poi spingerlo dentro di nuovo, sempre molto piano, facendo in modo che i muscoli della fica si dilatassero al passaggio di quel palo tanto possente. Alla fine l’ho visto arrivarle in fondo. Lei ha goduto all’istante. Il suo corpo si è teso e lei ha spalancato la bocca, ma non è riuscita ad emettere alcun suono. Solo il suo viso stravolto ci ha fatto capire che stava godendo.
“Brava, piccola! Così, godi e abbandonati al piacere.”
Le parole di Davide hanno rotto il silenzio. L’ha guardata con le lacrime agli occhi per la gioia, mentre io osservavo da vicino e godevo con lei.
“Sì, amore mio, godi. Lo hai preso quasi tutto, ma va bene così! Rilassati e goditelo tutto dentro!”
Nel sentire che lo aveva quasi tutto dentro, ha goduto di nuovo. Lui ha preso a pomparla con affondi decisi, ma lenti, e lei godeva come mai aveva fatto prima, nemmeno con suo padre. Ad un tratto, si è resa conto che il suo corpo aderiva al suo: lo aveva per davvero tutto dentro! Lui l’ha scopata tantissimo. È quasi svenuta da quanto ha goduto. Noi eravamo entusiasti dal vederla godere. Davide lo incitava scoparla forte.
“Bravo Luca sfondala! Falle sentire tutto il cazzo fino dentro la pancia! Mi fa impazzire vederla ridotta così troia con te!”
Io ne ero orgogliosa.
“Brava la mia piccola puttanella! Guarda come lo prende! E poi diceva che non ci sarebbe riuscita! Adesso lo senti tutto dentro vero amore mio?”
Lei mi ha sorriso stravolta dal piacere. Hanno cambiato diverse posizioni e l’ha presa anche da dietro a pecorina, lei era impazzita di piacere.
“Bellissimo! fantastico! Stupendo! Dai sfondami tutta! Lo voglio tutto fino in fondo! Spaccami!”
Quando è venuto, l’ha ricoperta di crema, che lei ha cercato di ingoiarne il più possibile.
“Bevi piccola troietta! Senti come ti sborro tutta!”
Io ero entusiasta.
“Amore mio, sei stata fantastica! Hai visto che lo hai preso tutto! Ti è piaciuto? Dimmi che sei contenta!”
Luca ero raggiante. Davide aveva gli occhi lucidi dalla gioia. Da allora son passati tre anni. Ha provato anche suo padre e Luca in doppia e da quanto ha goduto è quasi svenuta. Inoltre lei ha scopato oltre che con lui anche con altri maschi che regolarmente mi hanno scopato. È diventata una meravigliosa puttanella rotta ad ogni esperienza. Il mese scorso ha compiuto 18 anni ed ha sempre espresso il desiderio di festeggiare con una gang di dieci maschi. Ce lo ha detto una sera a cena con Luca presente. Davide l’ha guardata e sorriso, mentre io ho fatto una faccia un po’ scettica.
“Amore della mamma, credo che dieci siano un po’ troppi! È vero che sei una puttanella ormai rotta in ogni buco, ma dieci mi sembrano troppi. Tu, amore, che ne pensi?”
Nel parlare mi girata verso i miei uomini. Davide ha solo stretto le spalle, mentre Luca l’ha guardata un po’ incuriosito.
“E come li vorresti questi dieci cazzi per te?”
Lei molto elettrizzata, l’ha guardato con occhi da vera porcellina.
“Tre neri ben dotati. Tre lunghi e tre molto grossi. Poi ci sei tu che fai il decimo: sei lungo e ben dotato in circonferenza, quindi assolvi al compito benissimo e poi il tuo l’ho già preso nel culo!”
Lui è rimasto un po’ incredulo, mi ha guardato stupito ed ha sorriso, parlando con me.
“È diventata più troia di te! Sono curioso di vederla all’opera! Adesso li trovo nove cazzi come li vuole lei, ma se non li regge tutti, preparati, perché sarà compito tuo finire il lavoro!”
Così abbiamo organizzato per il sabato sera. Cena in una villa un po’ isolata e, dopo i festeggiamenti con torta e fuochi d'artificio, ci siamo seduti sul divano. Lei per tutto il tempo è stata circondata da cazzi davvero super. I tre neri erano enormi, ma anche gli altri non erano da meno. L’hanno eccitata e fatto succhiare le loro verghe durissime per tutta la sera, ma, solo quando Luca ha fatto un cenno a tutti, l’hanno scopata. Per tutta la sera l’hanno tenuta sempre molto eccitata e io ero trepidante dal desiderio di vederla posseduta. Si è cimentata in una vera gang. Con tre che la scopavano in ogni buco ed altri due uno per mano. Io e suo padre la guardavamo ammirati. A giro l’hanno scopato tutti e son venuti dentro di lei con sborrate colossali. Per tutta la notte si è presa questi meravigliosi dieci cazzi. Solo alle cinque del mattino, sfinita e sborrata ovunque, ho chiesto a me di darle il cambio. Era esausta.
Luca le ha fatto i complimenti e tutti si son segati per coprirla di sborra.
“Mia cara, tua figlia diventerà più troia di te e avrà ancor più tempo, rispetto a te, di fottere e farsi chiavare all'infinito!”
La voce di suo padre ha risuonato nella stanza. Mi sono tolta un cazzo nero dalla bocca, ho sorriso e poi gli ha risposto.
“Già è più troia di me! Guarda come ha spremuto questi cazzi! Sono tutti svuotati! È già più troia di me, credimi!”
Lei mi ha ascoltata soddisfatta e felice! Potevo essere fiera di avere trasformato mia figlia in una vera puttana!
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Le mogli del prete.
Mi chiamo Giuseppina, ho 32 anni, sono alta m.1.70, occhi scuri e capelli neri. Un bel seno, una quarta molto tonda e soda, un bel culo armonioso e gambe ben tornite. Da sei sono sposata con Paolo, che è un maschio normalissimo. Di media statura, moro, occhi scuri, della mia stessa età. Ci conosciamo un po’ da sempre. Eravamo insieme alle elementari e, poi, nello stesso gruppo di amici. Siamo stati fidanzati per circa tre anni e poi ci siamo sposati. Siamo una coppia come tante. Ero vergine e lui è stato il mio primo uomo. Devo riconoscere di non esser rimasta troppo soddisfatta dal sesso che faccio con lui. Mi scopa velocemente, una volta a settimana, in genere il sabato sera. Mi tocca un poco, mi sale sopra e mi pompa, poi, all’improvviso, mi viene dentro. Uso la pillola per motivi legati alla regolarizzazione del flusso mestruale, altrimenti sarei rimasta incinta da tempo. A volte è così veloce che nemmeno riesco ad eccitarmi. In quel caso, me ne vado in bagno e mi masturbo fin quando non raggiungo l'orgasmo. È frustrante questa situazione e lui non sembra accorgersene. Viviamo in un piccolo sobborgo di una grande città. Il nostro è un piccolo paesetto arroccato sulla costa di una collina, con una vecchia torre, una bella chiesa, un gruppetto di case, in tutto siamo circa 500 abitanti. Ai piedi del vecchio paese, un costruttore lungimirante ha costruito delle villette a schiera e, in una di queste, ci abito io e mio marito. Ci basta attraversare il fiume che scorre ai piedi della collina ed entrambi raggiungiamo la zona industriale, dove lavoriamo io come segretaria in una ditta di spedizioni e lui in una grande officina che ripara mezzi pesanti. Siamo gente semplice, che vive in maniera semplice, all’interno di un piccolo paese, dove ci si conosce un po’ tutti. Uno dei punti di ritrovo della comunità è la chiesa, dove ogni domenica io e Paolo, assieme ai miei genitori, mamma Rosa e mio padre Enzo, andiamo ad assistere alla messa. Da un anno abbiamo un parroco nuovo. Il vecchio don Giuseppe è andato in pensione e, al suo posto, è arrivato don Giulio, un prete quarantenne che ha passato circa venti anni in Africa, come missionario. Lui si è subito ben inserito nella comunità. Simpatico, disponibilissimo, mite e dall’aspetto tranquillo. Fisicamente non è né imponente, come il precedente parroco, che era un colosso. Lui è di media satura, non troppo grasso, né magro. Ha i capelli corti e bianchi ed il viso è un po’ scavato. Ti parla sempre con voce molto pacata ed ascolta sempre le persone che gli si rivolgono, cui sa dare sempre buoni consigli. È amato anche perché, in ogni occasione, non si sottrae al lavoro. Che si tratti di mietere il grano, raccogliere uva o olive, lui è sempre in mezzo alla sua gente. Personalmente, ho un buon rapporto con lui, anche se, fino a circa dieci giorni fa, non ho sentito il bisogno di confessarmi.
Era una domenica mattina di inizio novembre. Faceva già molto freddo e noi, come ogni domenica eravamo tutti e quattro in chiesa. Paolo e papà parlavano sottovoce di pesca, in attesa della messa. Mamma si era già confessata e io, che avevo una certa inquietudine a causa di una certa cosa che mi era capitata due sere prima e che mi tormentava, ho deciso che dovevo raccontarlo a qualcuno per aver un consiglio. Mi son inginocchiata al confessionale ed ho atteso il mio turno. Mi sentivo inquieta. La mia coscienza non mi lasciava in pace; dovevo confessare il mio peccato. Ho aspettato che lui iniziasse a confessarmi e tutto d’un fiato ho preso a parlare.
«Dimmi figlia mia, cosa ti porta da me?»
«Perdonatemi padre, perché ho peccato. Ho commesso un peccato grave. Ho fatto un errore come moglie, ho guardato un altro uomo e non solo guardato, ma ho infranto la promessa fatta in questa chiesa di amare e rispettare mio marito: l’ho tradito.»
Lui ha fatto un sospiro, poi, con voce pacata, mi ha esortato a narrare la mia colpa.
«Che cosa hai fatto, mia cara, parla, raccontami tutto.»
Ho esitato un attimo. Lui ha rinnovato la sua richiesta a voler sapere la verità.
«Parla, figliola. Liberati la coscienza.»
Ho abbassato lo sguardo ed ho ripercorso con la mente le cose che mi erano successe venerdì sera.
«Stavo tornando dal lavoro quando mi son fermata ad un distributore per mettere benzina. Ero intenta a rifornire la mia vettura e dall’altro lato vi era un tizio che stava rifornendo il proprio camion. Era un bel ragazzo con dei capelli biondi e un bel fisico. Mi ha sorriso, ma io non gli ho dato importanza. Ad un tratto, lui mi ha fatto notare che avevo uno pneumatico forato. Faceva freddo e io non ero in grado di sostituirlo; lui si è offerto di aiutarmi. Ci siamo spostati di lato, nel piazzale del distributore. Lui mi ha detto di salire nella cabina del camion, mentre mi sostituiva la ruota forata. Per farlo ha aperto la portiera del camion, lato passeggero e, quando ho iniziato a salire, la mia gonna stretta mi era d'impedimento, cosi l’ho sollevata un po' e lui non ha potuto far a meno di ammirare le mie cosce. Mi ha appoggiato una mano sul sedere e mi ha spinto in alto. Sentire quel contatto cosi particolare, mi ha sortito una strana sensazione. Ero quasi eccitata. Salita a bordo, mi son guardata un po’ intorno. Ogni giorno vedo tanti di questi bestioni, ma non vi ero mai salita a bordo e, quindi, sono stata presa da un po’ di curiosità. Tutto era pulitissimo, e quel profumo era molto piacevole. Ho guardato dietro di me ed ho visto che c’era una cuccetta, che una tenda, parzialmente chiusa, lasciava intravedere un calendario dove vi era la foto di una donna bellissima in lingerie, molto fine e molto sexy. Sono rimasta affascinata da quella immagine. Lei era bellissima, ma anche il suo succinto abbigliamento lo era. Calze velate con pizzo alto, reggicalze ed un micro perizoma la rendevano sexy e voluttuosa. Il reggiseno a balconcino aumentava il volume del suo seno tondo e perfetto. Erano tutte cose che non avevo mai indossato, ma che mi affascinavano. Ero così presa da quello che guardava, che non mi son accorta che lui, avendo sostituito la gomma, è risalito e, nell’aprire lo sportello dalla sua parte, mi ha sorpresa ad ammirare quella immagine. Sono arrossita come se fossi stata colta in fragrante, lui mi ha sorriso e si è avvicinato a me, che ero carponi e mi guardava. Non mi toglieva gli occhi di dosso, gli ho sorriso, ma un sorriso innocente e amichevole e lui, allungata una mano, mi ha toccato il seno.
“Tu sei molto più bella!”
Nel carezzarmi il seno, mi ha baciato così velocemente, che son rimasta stupita. Io, padre, non ho opposto resistenza: mi son lasciata baciare. Padre, la mia testa mi diceva di no, ma il mio corpo ha detto sì. Mi ha infilato una mano sotto il maglioncino ed ha liberato il mio seno. L’ho lasciato fare. Capisce, padre? Ho provato come un senso di impotenza. Volevo ciò che stava facendo e questo è terribile! Non ho mai tradito mio marito, ma in quel momento non ero in grado di oppormi: lo volevo e basta! Ha spinto la mia testa facendomi prendere il suo cazzo in bocca ed io l’ho fatto. Era più grosso di quello di mio marito, duro e caldo. Lui ha infilato la sua lingua fra le mie cosce, dopo aver tirato di lato le mutandine ormai fradice, e mi ha leccato divinamente! Mai provato un piacere così forte! Ho goduto senza ritegno. Poi si è disteso e mi ha fatto salire su di lui. Mi son sentita in corpo quella mazza poderosa che mi sconvolgeva. Mi faceva salire e scendere sulla sua nerchia, che mi sfondava la mia micetta con forza. Godevo in continuazione. Non mi era mai capitato di godere così tanto. Con mio marito, tutto dura pochissimo, mentre quel ragazzo sembrava insaziabile. Ero in preda al demone della lussuria, padre; quel cazzo enorme mi faceva perdere la testa. Dopo avermi fatto godere molto, si è sfilato e me lo ha messo davanti alla bocca ed io, padre, l'ho succhiato e baciato e, quando è venuto, ho ingoiato tutto il seme. Ero sconvolta da quanto piacere avevo provato, mentre lui era ancora duro; stavo vivendo qualcosa di impensabile per me. Dopo l'orgasmo, a mio marito gli si ammoscia subito, invece lui era già pronto per un nuovo assalto. Mi ha messo le sue dita nella mia micetta, io stringevo le cosce per resistere, padre, ma quello ha incominciato a leccare le mie tette, ha dato piccoli morsi ai miei capezzoli, ed io non ho opposto alcuna resistenza e, non so come, padre, ma è riuscito ad infilarlo di nuovo dentro di me. Ha preso a muoversi con calma, ma con decisione. Ero così bagnata, padre, che scivolava dentro di me, facendomi sentire tanto piacere. Mi faceva godere ancora e ancora, padre. Era come un dolce supplizio, volevo morire, padre, ma il piacere di esser infilzata da quella nerchia, padre, non mi lasciava ragionare. Ero posseduta dalla lussuria più sfrenata. Ho goduto, padre. Ho goduto come non mai; alla fine è venuto anche lui. Avevo perso la cognizione del tempo e, dopo un’ora, mi ha lasciato andare.
Solo allora mi son resa conto del peccato che avevo commesso. Il rimorso per quello che avevo fatto e provato, mi perseguita ancora ed ora non so come posso guardare mio marito negli occhi: l'ho fatto cornuto!»
Ho sentito un profondo respiro dall’altro lato e poi la voce di don Giulio, mi ha destato dal mio profondo turbamento.
«Cara, quello che hai confessato è molto grave. Per assolverti devo fare una profonda riflessione e penso che ne parlerò con nostro Signore, per trovare una soluzione giusta ai tuoi peccati. Domani sera, quando torni dal lavoro, vieni nel mio ufficio e insieme cercheremo di scoprire la giusta assoluzione. Adesso vai che ho altre confessioni da fare. Recita dieci Avemaria e vai tranquilla ed in pace; vedrai che un rimedio lo troviamo. Che Dio ti benedica.»
Mi son inginocchiata e, dopo aver recitato le preghiere della penitenza, mi sono seduta vicino a mia madre, che mi guardava un po’ incuriosita. Per tutta la durata della messa, ho osservato don Giulio. Un bell'uomo, pacato e serio, molto convincente, specie nella predica, che ci ha fatto riflettere su tante cose. Ero tranquilla sul fatto che la sera dopo avrei trovato la giusta espiazione alla mia mancanza.
La sera dopo, di ritorno dal lavoro, sono andata direttamente dietro la chiesa, dove c’è l’abitazione del prete. Ho bussato e lui mi ha aperto la porta. Mi ha guardato un attimo e io ho puntualizzato chi ero.
«Padre, sono io quella che ha reso "cornuto" il marito.»
Ha sorriso e mi ha fatto accomodare. Siamo entrati un piccolo studio. Mi son seduta e lui si è messo davanti a me, appoggiato alla scrivania, ha messo le mani sul petto, incrociando le dita ed ha preso a parlare solennemente.
«Cara mia, il matrimonio è una cosa sacra, ma è anche qualcosa che tra noi esseri umani ci porta ad aver sempre la benedizione del nostro Signore. Però come esseri umani abbiamo così tante debolezze e il nostro buon Pastore sa che siamo creature imperfette. Ora è molto difficile per me lasciar perdere su questo peccato così grave, perché la tentazione ti ha reso debole e l'assoluzione richiede un'attenta analisi di tutto quello che è avvenuto fra te e quello sconosciuto. Raccontami di nuovo il tuo peccato: ho bisogno di capire ancor meglio per poterti assolvere.»
L’ho guardato fiduciosa e gli ho raccontato del fatto che quando mi mettono le mani sul seno, perdo ogni freno inibitore. In effetti è questo il mio problema.
«Lo sconosciuto se ne è reso conto e così è riuscito a far tutto ciò che voleva con me; ma adesso io sono preoccupata e la mia coscienza non mi lascia in pace. Padre, cosa ne pensa lei?»
Lui mi ha dato una bella occhiata e poi si è spiegato.
«Mia cara, hai un bel paio di tette e con quella camicetta stretta i tuoi capezzoli s'indovinano. Ovvio che suscitano, in chi li guarda, peccaminosi pensieri.»
Mi sono sentita stranita e, nello stesso tempo, lusingata.
«Davvero vi pare che siano belle, Padre? Trovate che ho un bel seno?»
Lui ha annuito ed ha allungato le mani, profondendosi in una carezza che donava conforto a quella mia parte anatomica. L’ho guardato stupita.
«Ma... Padre! Cosa fatte?»
Lui con un tono pacato mi ha espresso il suo pensiero.
«Cara mia, devo capire come reagisci quando il peccato si impossessa di te! É proprio quello che devo ancora capire!»
Ero un po’ eccitata e, nello stesso tempo, curiosa al punto da lasciarlo fare.
«Se è necessario, va bene così: accomodatevi pure e fate tutto ciò che serve per farvi capire.»
Lui si è spostato dietro la sedia dove ero seduta. Con entrambe le mani accarezzava il mio seno sodo e già teso. I miei capezzoli si erano subito induriti. Mi sono sentita eccitata. Lui ha infilato le mani dentro la mia camicetta e toccava le mie tette, senza fermarsi, mentre io ho preso a mugolare come una gatta in calore. Con estrema bravura, mi pizzicava i capezzoli con una mano, mentre l'altra era scivolata sotto la gonna, tra le mie cosce, che non riuscivo a chiudere: accettavo passivamente le sue carezze. Ero talmente presa dal piacere che provavo, da non accorgermi che mi aveva fatto sfilare la camicetta, in pratica ero nuda dalla vita in su e le mie tette erano libere ed esposte, mentre sentivo le sue dita che vagavano sopra le mie mutandine. In un attimo di lucidità, gli ho chiesto se era giusto quello che stavamo facendo.
«Ma... Padre: questo non è un altro peccato?»
Lui mi ha sorriso bonariamente.
«Il peccato sarebbe se non accontentassimo il volere di nostro Signore. Dai, lasciati andare. Siamo deboli e lui capisce. Dopo, assolverà tutti e due e avremo capito come va risolto il tuo problema. Dai, lasciati andare.»
Ho fatto un sospiro e mi son arresa. Lui si è messo in fronte a me, aveva un rigonfiamento considerevole sotto i calzoni. Ho allungato le mani e li ho aperti. Subito è balzato fuori un cazzo di dimensioni celestiali, ancor più grosso e lungo di quello del camionista!
«Brava, adesso prendilo in bocca e succhialo per bene!»
Non ho avuto nessuna esitazione. Ho aperto la bocca e l'ho succhiato avidamente. Lui, intanto, si era allungato verso di me e mi masturbava. Ansimavo e godevo con le sue dita nella mia fica, ormai ridotta ad un lago. Mi ha fatto sollevare e appoggiare alla scrivania dietro di lui. Mi ha fatto distendere su di essa con le cosce alzate. Ero alla giusta altezza per esser penetrata. La mia fica era in linea col suo cazzo. Lui ha appoggiato i miei talloni al suo petto ed ha avvicinato il suo arnese; poi, lentamente, lo ha fatto entrare nella mia ostrica bagnata e pronta. È scivolato tutto dentro di me. Mi son sentita aprire e riempire nello stesso tempo. Mi sembrava di esser di nuovo sverginata da quanto mi dilatava le pareti della vagina, che lo ha accolto con tutta la devozione possibile. Ha preso a pomparmi con un ritmo costante e io ho iniziato a godere a ripetizione. L’ho fissato in viso e gli ho gridato il mio piacere.
«Vengo! Mi state facendo godere! VENGO! E' BELLISSIMO!»
Venivo a fiumi. La mia fica gocciolava in continuazione, ero scossa da un piacere mai provato in vita mia. Era ancora più intenso di quello provato con il camionista. Mi ha pompato a lungo e fatto godere molto, ma lui non era ancora venuto. Poi mi ha fatto scendere dalla scrivania. Mi ha fatto girare e chinare, distesa con il petto sul piano di quel mobilio. Ho sentito il suo cazzo sbattere sulle mie chiappe, alla ricerca del buco del culo, ma lo ha infilato nella mia fica. Mi ha afferrato per i fianchi e mi sbatteva con forza. Ero in delirio e l’ho incitato.
«Sì, così! Mi sfondate! Più forte! Lo voglio tutto dentro!»
Li mi sbatteva ed ha preso a dirmi cose incredibili che mi hanno eccitato ancor di più.
«Certo che te lo sbatto tutto dentro. Te la sfondo questa fica così stretta. Sei davvero una bella zoccoletta, tutta da godere!»
Sbrodolavo al sentirmi dare della zoccoletta. Ho avuto un ennesimo orgasmo, poi lui si è sfilato di nuovo, lasciandomi in quella posizione; poi ha appoggiato il suo randello al buco del culo. Ho avuto un attimo di terrore nel sentirgli spingere quel cazzo di notevoli dimensioni dentro il mio quasi vergine culetto.
«Piano, vi prego. Son quasi vergine lì! Vi prego, fate piano!»
Lui mi ha detto di rilassarmi e poi, con lenta determinazione, me lo ha piantato tutto nel culo.
«Sì, lo sento! Oddio, che bello!»
A prenderlo nel sedere, mi ha fatto godere di nuovo ancora una volta.
«Ti piace, troia? Ero certo che ti sarebbe piaciuto nel culo!»
Ha preso a sfondarmi il culo con vigore e poi, assodato che quel trattamento mi provocava altri stupendi orgasmi, con un grugnito da vero porco ha scaricato tanta di quella sborra al punto da farmi avvertire il pancino gonfio.
«Eccomi, troia! Te lo riempio come un bignè, questo culo da favola!»
Ero sconvolta da quanto ho goduto, ma anche lui era rimasto come stordito. Si è seduto sul divano lì vicino. Il suo cazzo era ancora duro, non si era ammosciato per niente. Mi ha fatto cenno di avvicinarmi. Mi son seduta vicino a lui, che si è messo a leccarmi le tette. Ho ripreso a mugolare come una cagna in calore. Ho ripreso a godere, quasi non l'avessi fatto fino a quel momento, e lui mi ha fatto impalare su di lui. L’ho sentito fin dentro il ventre! La mia schiena, inarcata dal piacere, mentre saltellavo su e giù sulla nerchia indurita del prete che ancora una volta mi portava all'apice di un ennesimo orgasmo. Sentivo la sua crema colare dal culo sfondato, mentre ora la mia fica la reclamava e lui non si è fatto pregare. Quando le sue mani mi hanno strizzato i capezzoli, sono venuta in maniera squassante.
«Vengo ancora; mi state uccidendo dal piacere: eccomi, adesso, vengo!»
Ero sconvolta e lui mi ha farcito la fica con altri getti del suo piacere, che ho sentito fin dentro lo stomaco.
«Tieni, puttanella! Sei una delle migliori troiette che ho scopato finora! Ti inondo tutta!»
Mi ha riempito davvero la fica con una massiccia dose della sua crema. Siamo rimasti immobili per un po’, poi mi son sollevata e mi sentivo ridotta ad un disastro. Lui mi ha indicato la porta del bagno, dove sono andata a pulirmi. Quando sono tornata, lui si era rivestito. L’ho guardato e ho chiesto:
«Allora, Padre, come la mettiamo con i nostri peccati?»
Lui mi ha sorriso e mi ha detto che era necessario che io mi confessassi ogni lunedì pomeriggio, a casa sua.
Per tutto il mese di novembre ed un po’ di dicembre, ogni lunedì sera mi sono fatta scopare dal prete. Ho scoperto che non ero la sola, ma quella del lunedì. Il mercoledì andava Piera, la figlia della tabaccaia, mia coetanea, mentre il venerdì era il turno di Sonia, la figlia del macellaio. Due giorni prima di Natale, eravamo tutte e tre in chiesa a pulire, assieme alle nostre madri, ed ho notato che vi era una buona armonia fra di noi. Era chiaro che tutte tre sapevamo delle altre che, a turno, ci scopavamo il prete. Non c’era nessuna gelosia, ma solo molta complicità. Il giorno di Natale, dopo pranzo, mentre con mia madre rassettavo la tavola dopo aver consumato il pranzo di Natale, lei mi ha chiesto una cosa che mi ha lasciato alquanto titubante.
«Lo sai che Piera è incinta? Forse anche Sonia lo sarà a breve, me lo ha detto sua madre.»
L’ho guardata, cercando di capire dove voleva andar a parare. Lei mi ha sorriso e, poiché eravamo sole (papà e mio marito erano usciti per andare al bar a fare una partita a carte con i loro amici), lei mi ha guardato in faccia e con la più assoluta tranquillità mi ha spiegato tutto.
«Sono a conoscenza del fatto che anche tu sei una delle tre mogli del prete. Non guardarmi con quella faccia stupita, non c’è nulla di male, anzi lo devi considerare un bel privilegio. Io, la madre di Piera e quella di Sonia, lo siamo state quando vi era don Giuseppe. Lui, a suo tempo, ci ha ingravidato a tutte e tre, ed è per questo che ti chiami Giuseppina. Lui era un vero toro da monta. Ha ingravidato una decina di donne nel paese. Piera e Sonia ti sono sorelle da parte di padre. Piera si è già fatta ingravidare da don Giulio e anche Sonia lo sarà a breve, quindi vorrei sapere tu che aspetti?»
La guardo basita e chiedo maggiori spiegazioni.
«Ma... con papà... come hai fatto? Lui non si è accorto che tu scopavi con il prete? Insomma, voglio dire, sei stata ingravidata dal prete e lui... non ha avuto niente da ridire?»
Mamma ride di gusto.
«Sì, se aspettavo lui, col cavolo che tu nascevi! Lui è sterile! Quando ce ne siamo accorti, è stata la moglie del dottore che mi ha suggerito don Giuseppe.
“Meglio con il prete che con un paesano, che potrebbe sempre sputtanare tuo marito e rendere pubbliche le sue corna! Il prete non parla per tanti motivi e, poi, è un bel toro!”
Così l’ho detto a tuo padre, che ha accettato ogni cosa senza frapporre alcun problema. Alcune volte ha anche assistito alla monta e si segava, mentre Giuseppe mi sfondava! Aveva una bella mazza, come si dice che l'abbia anche Giulio. Mi hanno detto che in Africa ha due o tre figli abbastanza grandi; li ha avviati al sacerdozio e chissà che un giorno non potrebbero esser assegnati a questa parrocchia. Quindi, se non vuoi perder il treno, sbrigati a farti ingravidare anche tu. Con tuo marito non c’è problema; a lui lo fai scopare sempre dopo, tanto non se ne accorge.»
Così ho fatto. La prima a partorire è stata Piera: un bel maschietto. Poi io e Sonia, quasi assieme, due belle femminucce. Adesso sto battezzando il nostro maschietto che chiamerò Giulio, mentre Sonia e Piera, devono ancora partorire: hanno aspettato un po’, per un secondo giro.
Oltre noi tre, ci sono state altre nascite nel piccolo paese e allora don Giulio ha chiesto e ottenuto che fosse creato un piccolo oratorio, per insegnare catechismo a questi giovani che saranno il futuro del nostro paese. Naturalmente io e le altre due mogli, già ci siamo offerte per insegnar loro il catechismo. Fra di noi tre vi è una grande amicizia e tanta complicità. Andiamo molto d’accordo, perché siamo le mogli del prete e questo compito ci spetta di diritto!
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1 year ago
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L'incontro con federica parte 2
Il concetto del dopo riprendiamo può avere diverse interpretazioni.
Dico questo perché, dopo 5 minuti che ero dentro la doccia arriva Federica e mi dice:” Ho sabbia ovunque, guarda: qui sulle tette, e qui sul sederino. Mi aiuti a toglierla?”
Fortunatamente la doccia è molto grande, è una di quelle senza cabina, con una grande parete di cristallo a dividerla dal resto del bagno.
Fede mi passa una spugna e del bagnoschiuma. Io però voglio sentire i suoi seni sotto le mie mani; pertanto, faccio cadere la spugna a terra, metto il sapone sulle mie mani e posizionandomi dietro di lei, inizio a massaggiare e a lavare le sue tette. Non lascio un solo centimetro senza sapone.
I suoi capezzoli sono molto duri e grandi, si insinuano tra le mie dita mentre la lavo, allora io le stringo delicatamente come se fossero una molletta e dei gemiti si uniscono al rumore dell’acqua.
Il suo seno è fantastico, mi piace molto, è pieno e prorompente. Non mi da assolutamente fastidio che non sia completamente naturale. Mi farò dare il numero del dottore che ha creato queste due meraviglie per fargli una statua.
Pizzico i capezzoli; lei mi poggia le mani sulle mie e fa in modo che io stringa più forte. Prende poi la mia mano destra, la porta sulla sua fica e fa in modo che io inizi anche a masturbarla.
“Ti prego mettimi le dita dentro, sto godendo come una liceale troia che si vuole fare tutti i maschietti della scuola. Ne voglio almeno due e non aver timore, non mi rompo, quindi mettici vigore.”
Eseguo gli ordini, mi piace sentire il suo corpo nudo e bagnato che tocca il mio. La sua schiena è sexy, sensuale, muscolosa, ma non esagerata.
Mentre la tocco e la faccio godere, le lecco e bacio il collo. Ogni tanto lo succhio, ma con delicatezza senza lasciare il segno. Lei di rimando appoggia il suo sedere sul mio cazzo, si limita a strusciarlo, non chiede altro.
E’ troppo concentrata sul piacere che le mia dita le stanno procurando.
Sento la sua vagina umida e non per colpa dell’acqua della doccia. Le sue labbra si sono gonfiate, il suo clitoride è diventato un bottoncino di marmo che litiga con l’anellino che fa da padrone a quella meravigliosa e succosa fica.
Vorrei leccarla di nuovo, ma ora non voglio fermare la sua estasi.
Percepisco con la mano sinistra, che si trova sul suo seno, l’aumentare del battito cardiaco. Il suo cuore inizia a scalpitare come un treno in corsa. Le mie dita, quelle dentro di lei, vengono abbracciate da piccoli spasmi.
I muscoli delle sue gambe, prima lentamente, poi sempre più velocemente cominciano a tremare fino a quando un urlo di puro piacere rompe il silenzio del bagno.
La mia mano destra è completamente zuppa di un denso nettare.
Esco da lei, ma posiziono la mano a conchiglia sulla sua vagina e la stringo fino al cessare di ogni tremolio e rimaniamo così per alcuni minuti.
Federica si gira e vedo i suoi meravigliosi occhi azzurri socchiusi e pieni di eccitazione e appagamento. Mi fissa per alcuni secondi e poi inizia a giocare con le mie labbra. Le morde, le lecca, le succhia, insomma le coccola.
Continua per un tempo infinito.
Ora è delicata, non come prima a letto dove era impetuosa come un fiume in piena. Le mie labbra si stanno gonfiando come 2 gommoni, neanche il suo chirurgo estetico riuscirebbe a farle diventare come sono ora.
Afferra le mie natiche e con energia le stringe attirandomi verso il suo corpo e la sua lingua inizia a cercare la mia, fermando così la dolce tortura.
Anche in questo caso il bacio è soft, calmo e coccoloso. Cinque minuti di infinito piacere.
“Dai adesso faccio la brava, laviamoci e togliamo tutta la sabbia rimasta, mi devo assolutamente lavare i capelli, sono uno schifo”
“Scusa Fede, non noti che il mio amichetto la sotto sta chiedendo attenzioni? Lo hai praticamente torturato strusciandoti su di lui.”
Federica con tono divertito:” Fai il bravo anche tu, ora finiamo di lavarci e se ti comporti bene dopo di faccio un bel regalino.”
Dovrei abbassare la temperatura della doccia fino allo zero assoluto per calmare il piccolo Joe e farlo rientrare nei ranghi. Però la promessa di un regalino più tardi a doccia finita riesce ad addomesticarlo.
Pochi minuti e torna in letargo, grazie anche al fatto che Federica ha terminato di farsi la doccia e si è allontanata per asciugarsi i capelli.
Da lontano Federica mi domanda se mi va qualcosa da bere o da mangiare, perché a lei è venuta un po’ di fame. Io le rispondo che gradisco solo un bicchiere di acqua fresca e la raggiungo in cucina.
La trovo intenta a prepararsi un toast al prosciutto e formaggio. Indossa un accappatoio rosso che sembra un babydoll e oltretutto un seno sta cercando di fuggire all’ esterno. Secondo me lo fa di proposito a provocarmi, oppure, magari è solo deformazione professionale.
“Sicuro che non vuoi un toast anche te? Ci impiego veramente poco a farlo. A me viene una fame mostruosa dopo che ho goduto. Per fortuna quando lavoro al club faccio finta, altrimenti starei sempre a mangiare e ora sarei una botte.”
“No, ti ringrazio, mi basta l’acqua. Lo sai che mi hai confessato qual è la tua Kriptonite? Quindi se fai finta di avere un orgasmo non ti viene fame. Devo escogitare un modo per sfruttare questa occasione!”
Federica mi sorride e va verso il frigorifero a prendere una bottiglia, io intanto mi siedo. Una volta riempito il bicchiere viene verso di me. Si avvicina un po’ troppo e la mia mano destra si insinua sul suo bellissimo sedere, mentre con la sinistra prendo il bicchiere e inizio a bere.
Federica non si muove, si fa tastare senza problemi e io ne approfitto bevendo con molta calma. La carezza diventa un massaggio. Il maialino che è in me mi suggerisce un modo alternativo di usare l’indice.
Inizio a farlo scorrere lungo la fessura interglutea, ogni qual volta il dito si avvicina al buchino del peccato si sofferma con una piccola pressione.
Intanto l’accappatoio si apre completamente e davanti a me ritorna a manifestarsi il messaggio tatuato. Le do un bacino quasi casto sul piercing e alzo gli occhi per vedere il suo viso.
Ha un’espressione rilassata, i suoi occhi sono chiusi e si nota che sta apprezzando ciò che le sto facendo. Le do un altro bacio sull’ anellino, questa volta un po’ più ardito, lo prendo tra le labbra e applico un leggero risucchio su tutta la parte a contatto con la mia bocca.
Sento appoggiare la sua mano sulla mia testa, con delicatezza mi allontana e fissandomi con un sussurro mi dice: “Non riesci proprio a comportarti bene, sei veramente un porco e ogni occasione non te la lasci sfuggire. Fortuna per te che io sia una troia e che non mi tiro mai indietro. Tuttavia, ora fermati così possiamo tornare in camera per il tuo regalino. E visto che mi hai stimolato, sarà ancora più divertente.”
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L'incontro con federica parte 1
Ieri sono stato invitato da una mia vecchia amica di Roma ad un evento in un Club di Ravenna. Incuriosito, soprattutto perché sono passati più di 20 anni dal nostro ultimo contatto, ho deciso di partecipare.
Faccio un giro di telefonate per trovare qualche amica disposta ad accompagnarmi, ma purtroppo erano già tutte impegnate.
Decido comunque di partecipare all’ evento, consapevole che sicuramente l’invito mi è stato fatto perché presente in una mailing list e non perché effettivamente mi volessero li; anche perché poi l’ho chiesto alla mia “amica” organizzatrice ed effettivamente era così, non si ricordava assolutamente chi fossi.
L’evento è stato un po’ noioso e purtroppo non c’erano tante persone oltre ai vincitori dei premi. Come al solito tanti singoli, una decina di coppie e una singola con la quale ho parlato per una decina di minuti, ma poi anche lei annoiata, ha deciso di andare a casa.
Certo le ragazze che hanno fatto gli spettacoli erano bellissime, ma è naturale per una ventenne che fa l’attrice porno. Purtroppo, non hanno interagito molto con il pubblico, quindi, si molto belle da vedere, ma alla fine noia totale.
Solamente due ragazze trans hanno ottimizzato il tempo e si sono concesse ai singoli presenti. Pompini come se non ci fosse un domani e per alcuni anche qualcosa in più. Essendo le uniche, sono praticamente state assalite. C’era una fila che neanche alla posta si è mai vista. Io mi sono tenuto in disparte a giocare con il telefono, anche perché non mi interessava partecipare.
Decido di contattare una coppia conosciuta in spiaggia al lido di Dante per vedere se la serata poteva cambiare direzione. Gli mando un messaggino, ma rispondono che si trovavano a Firenze, ma l’indomani erano liberi e potevano vederci al Certe Notti di Minerbio già dalla mattina alle 11. Rimaniamo d’accordo che ci saremo aggiornati questa mattina.
Sono rimasto a Ravenna, perché anche se annoiato al club ho bevuto alcuni cocktail e non era salutare tornare a Bologna in macchina. Questa mattina appena svegliato, controllo se ho ricevuto qualche messaggio , ma silenzio assoluto, allora mentre aspetto la conferma da parte di Gianpaolo, decido di andare in spiaggia.
Faccio una colazione veloce e mi dirigo verso il Lido di Dante, è prestissimo sono le 7:30, ma voglio andare sulla spiaggia per godere del fresco e della natura.
La spiaggia è vuota, ci nono pochissime persone: chi passeggia, chi corre, un paio di persone che nuotano e le cicale che fanno da sfondo musicale insieme alle piccole onde di un mare quasi calmo.
Inizio a passeggiare lungo la riva del mare a piedi nudi, ogni tanto calpesto qualche conchiglia e i miei piedi inveiscono contro di me, ma sopporto il lieve fastidio e proseguo. Essendo quasi vuota la spiaggia, è facile notare cosa stanno facendo i pochi avventori.
Mi colpisce una donna intenta a raccogliere delle conchiglie che sta utilizzando per scrivere un messaggio. Ha dei capelli neri molto lunghi, alcuni tatuaggi di animali e un seno spettacolare, molto bello con 2 grandi capezzoli.
Non è completamente nuda, porta un piccolo perizoma fuxia che le valorizza un lato b tonico e marmoreo alla vista.
Non la voglio disturbare, anche perché sicuramente da qualche parte c’è un uomo che prima o poi arriverà e non mi piace fare il terzo incomodo. Le passo accanto facendo attenzione a non calpestare la sua opera, lei alza il viso e mi augura il buongiorno che io subito ricambio.
Proseguo il cammino, ogni tanto mi giro e mi accorgo che anche lei mi guarda.
Dopo circa 15 minuti di passeggiata, anche perché la spiaggia non è molto lunga, torno indietro. Leggo sulla spiaggia la scritta: “Le occasioni sono fugaci”. È un messaggio particolarmente strano soprattutto scritto con le conchiglie sulla spiaggia, chissà che storia si nasconde dietro.
Decido di stendere il telo mare proprio davanti alla scritta. Controllo il telefono, ma a parte la batteria che muta in continuazione la sua carica, non c’è altra variazione o messaggio all’orizzonte.
La spiaggia si sta popolando velocemente. Accanto a me arriva un uomo altissimo e pieno di muscoli che inizia a piantare un ombrellone e a sistemare vari teli e tutto il resto dell’attrezzatura da mare che si è portato.
Terminato il lavoro lo vedo allontanarsi per andare a fare un bagno per togliersi il sudore di dosso. Anche io decido di andarmi a bagnare perché la temperatura ora inizia a essere molto alta.
Finito di rinfrescarmi torno a controllare il cellulare, ma nulla, perciò decido di fare un ulteriore passeggiata per far passare il tempo più velocemente.
Come un miraggio all’orizzonte, rincrocio la donna dal perizoma fuxia che mi sorride e questa volta mi saluta con un Ciao, però non si ferma e neanche io. Però, a differenza di prima, non continuo più il mio percorso, ma mi giro e inizio a seguirla. Per due volte lei si gira, come se controllasse che effettivamente io sia dietro e continuo a seguirla.
Purtroppo, l’inseguimento finisce sotto l’ombrellone dell’uomo che poco prima si era posizionato vicino al mio telo.
Lo sapevo, la bella signora è accompagnata e io a confronto con il suo uomo sono Peppa Pig.
La mia dea provocatrice si spoglia lentamente, ovvero si toglie il perizoma e ciò che prima era celato, ora viene mostrato. Ha la vagina completamente depilata e tatuata, ma non con dei disegni, bensì con delle scritte.
Sul monte di venere in corsivo nero “For Deposit Only” con una grande A Rossa appena sotto e allineata allo spacco.
Lateralmente alle grandi labbra: a sinistra “Fuck” e a destra “Slut”. Infine, a decorare il tutto: un meraviglioso anellino d’argento proprio nel centro.
Mi sorride ancora una volta, consapevole che la sto fissando e che il mio timido pisellino ora è sull’ attenti.
Prende dalla borsa una maschera subacquea e va a nuotare. Preso dallo sconforto e dall’ammirazione per il marito, forse più che ammirazione è gelosia, controllo se la mia coppietta preferita si è fatta viva, ma ancora nulla.
Sono arrivate le 11, è ora che inizi a rivestirmi per incamminarmi, visto che Minerbio non è proprio vicinissimo. Mentre indosso i pantaloncini, la bella signora torna dal mare e con spiccato accento milanese mi fa:” Ma come vai già via? Non ti piace il mare e quello che vedi?”
Io seriamente disorientato le rispondo: “Certo il mare mi piace ma ho un appuntamento al Certe Notti tra un po’, visto che è lontano inizio a incamminarmi”
Lei di rimando: “Cos’è il Certe Notti?”
Allora le spiego che tipo di locale sia, come è fatto, cosa si fa normalmente e il motivo per il quale sto andando li. Lei mi chiede altre informazioni del locale: ad esempio i costi, se ci sono donne fisse che intrattengono e tante altre cose.
Alla fine, mi fa: “quindi se ho capito bene, ora tu vai via perché ti vai a scopare una che hai conosciuto qui in spiaggia giusto? Insomma, ti fai tanti km quando potresti fare la stessa cosa qui senza tanto sbattimento”.
Forse ho capito male, probabilmente sta giocando e si sta divertendo a provocarmi, visto che il marito non c’è e lei magari si sta annoiando. Ma sto al gioco e le rispondo: “In realtà ora vorrei rimanere, ma ho preso un impegno e non è corretto dare buca così”. Neanche termino la frase che mi arriva un messaggio.
Che sfiga: Eva mi scrive che si è svegliata con un gran mal di testa e che preferisce rimanere a casa. Allora guardo la mia vicina di telo e mi rispoglio dicendole che i programmi sono saltati.
Sta tornando il marito. Ma non è solo, accanto a lui c’è un travestito con un parruccone biondo e un costume argento con milioni di paillettes come il carnevale di Rio.
Mr. Muscolo:”Fede ho appena fatto amicizia con Amanda, mi ha invitato a casa sua a mangiare. E ti devo dire che ho molta fame e sete e Amanda mi vuole dissetare al meglio; quindi, non so a che ora tornerò”.
Fede:”non ti preoccupare Riky, anche io vado a pranzo con un nuovo amico, adesso glielo chiedo, ma non credo che rifiuterà.”
Se prima ero disorientato, ora non sto campendo un cazzo. Appena Riky si allontana mi rivolgo a Fede: “Il tuo nuovo amico sono io?”
La risposta affermativa non tarda a manifestarsi, per scrupolo mi chiede se mi va e io le rispondo che, se vuole possiamo andare a mangiare al ristorante del campeggio che è praticamente dietro di noi.
Per risposta inizia a vestirsi, cosa che faccio anche io. Ora che un pareo la copre mi porge la mano:” Intanto direi di presentarci: piacere io sono Federica”.
“Piacere assolutamente mio, io mi chiamo Giorgio.”
Finite le presentazioni ci dirigiamo al ristorante. Durante il pranzo mi racconta che Riky è una amico Gay che la ospita a casa e che di giorno lavora come commessa, ma di notte lavora in un Club a Monza come intrattenitrice per uomini soli.
Parliamo un po’ di noi, di cosa ci piace, delle nostre vite ecc. ecc. Io però curioso come una scimmia in astinenza da noccioline le chiedo perché mi ha rivolto la parola. Visto il lavoro che fa di notte, ipotizzo che semplicemente sta cercando un cliente.
Sempre sorridendomi Federica mi risponde: “Questa mattina eravamo praticamente soli in spiaccia, ti sei avvicinato, ma non mi hai rivolto parola. Cosa molto strana per me, però ho poi notato che mi guardavi mentre andavi via. Mi è piaciuto molto il fatto che non mi hai dato fastidio anche se evidentemente mi stavi scopando con gli occhi.
Sei stato molto carino e mi sono detta, ora gli lascio un messaggio, se lo legge e rimane qui ad aspettarmi me lo scopo tutto il pomeriggio”.
Ora sono io che sorrido, per ben due motivi: il primo è che ora ho capito la scritta sulla spiaggia e il secondo, ma non meno importante motivo: è che qualcuno mi vuole bene in cielo.
Terminato il pranzo, Federica mi porta a casa. Le chiedo se posso farmi una doccia veloce per togliere la sabbia e il sale. Mi prende per mano e mi conduce in bagno.
Appena arrivati non resisto, le stringo i fianchi con le dita, lei appoggia le mani sulle mie spalle emettendo un sospiro languido che riempie il poco spazio rimasto tra noi. Mi dice di avvicinarmi di più con voce roca, sposto una mano sulla sua schiena e una dietro la testa.
Le nostre labbra si toccano, si dischiudono, mi sembrano due petali di rosa soffici e carnosi. Finalmente sento il suo sapore; le nostre lingue ballano un walzer lento.
Ci esploriamo e nel mentre mi stringe il cazzo tra le mani e io le afferro i glutei.
Federica si stacca dalla mia bocca e decide che ora le sue labbra devono conoscere un’altra parte del mio corpo. Si mette in ginocchio, e mi dice fissandomi dal basso:” Il tuo amichetto non è lunghissimo, ma porca troia è largo, non so se la mia bocca riuscirà a prenderlo”
Evidentemente mi sta prendendo in giro perché fa un affondo che le sue labbra arrivano a contatto con i miei testicoli.
Ritorna verso la cima e con la lingua inizia a dare dei colpetti sul glande. Con le unghie mi accarezza tutto il pene provocandomi dei brividi e facendolo crescere ancora di più. Mi dice parole sconce, tra un gemito e l’altro.
Le sue unghie ora si divertono anche sui miei testicoli.
Riprende il cazzo in bocca e cerco di fermarla dicendole che, se continua le verrò in bocca. Invece di fermarsi aumenta il ritmo. Io non resisto e il mio sperma la gola.
“Mmm che buono, è dolce. Ne voglio ancora, ma ora tocca a me godere”
Continua ancora un po’ a giocare con la lingua ripulendo tutto. Si alza e mi mette la lingua dentro l’orecchio destro e inizia a spompinare anche lui. Io le sussurro che forse è meglio se ci facciamo la doccia prima.
Lei di rimando: “Sti cazzi la doccia, voglio che mi lecchi la fica fino a farmi godere, è inutile lavarsi tanto ti sporcherò tutto di nuovo.”
Mi porta in camera. Si sdraia e apre le gambe: “Ora mi devi leccare la fica, me la devi succhiare. Voglio sentire la tua lingua. Deve essere un cazzo ingordo che non si ferma mai. Usa anche le dita, tutto quello che vuoi. Non ti staccare finché non ti verrò in bocca. Io ho bevuto il tuo seme e tu devi bere il mio nettare.”
Non ho mai conosciuto una donna così porca e non mi sembra giusto non accontentarla. Inizio così a giocare con le sue grandi labbra e sono veramente grandi. Molto spesse e carnose. Le inumidisco con la lingua e poi succhio tirandole. Poi passo la lingua sul clitoride, spostando l’anellino he ha tra le gambe. Una sensazione strana, ma erotica. L’anellino è freddo, mentre tutto il resto è caldo e umido. Il duro con il morbido.
Le inserisco prima un dito e poi l’altro dentro. Lei mi afferra la mano e mi fa affondare ancora di più dentro di lei con forza bruta. Geme e grida, mi dice porco fottimi.
Io esco da lei che protesta, ma con le mani prendo le labbra e le apro, le tiro verso l’esterno aprendola tantissimo e le inserisco la lingua dentro, su e giù più volte come fosse un cazzo. Serro le mie labbra sulla sua fica e succhio, creo un vuoto e poi mi allontano generando il tipico rumore di una bottiglia stappata.
Dopo tre volte, inizio ad avvertite un leggero tremolio delle gambe di Federica. Poggio la mano sinistra sul monte, mentre l’indice e il medio della mano destra tornano dentro la fica e inizio a pompare velocemente premendo contemporaneamente con la mano sinistra. Il lavoro manuale dura neanche un minuto che un orgasmo dirompente e umido arriva sulla mia faccia.
Federica mi prende la testa con le due mani e mi riporta la bocca sulla vagina, spingendola e togliendomi il respiro. Continua a venire su di me e dentro la mia bocca fino a quando non è soddisfatta. Allora mi allontana il viso e inizia a baciami.
Mi lecca la faccia, mi asciuga e mi bacia. Continua fino a quando la sua saliva non sostituisce il suo succo.
Effettivamente ora sono più sporco di prima e Federica mi dice: “Ora possiamo fare la doccia, poi dopo riprendiamo”
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L'infedele.
Mi chiamo Mara, ho cinquantasei anni e sono sposata con Marco, che ha la mia stessa età. In tutta la mia vita, l’adulterio è stato il filo conduttore di quasi tutta la mia esperienza erotica. Ho conosciuto il sesso tardi, rispetto a tante altre ragazze, perché mi sono divertita tantissimo a prendere in giro tutti i maschi, che mi facevano il filo. Verso i diciassette anni, ho capito che il sesso doveva essere un piacevole modo per dominare i ragazzi, poiché erano disposti a tutto per farsi portare a letto. Mi fidanzai con Marco, un ragazzo veramente carino, simpatico, di buona famiglia e con qualche soldo, il che non guasta. I primi mesi lui si limitava a baciarmi e questo mi piaceva: era il primo che non allungava subito le mani in mezzo alle cosce. L’anno dopo scoprimmo insieme il piacere del pompino: io gli prendevo il cazzo in bocca, ci giocavo un poco e poi lui schizzava. Non che fosse molto dotato e, anche in fatto di resistenza non era certo un campione, ma a me andava bene così. Venne il momento per lui di partire per il servizio di leva. Quindi, decidemmo che io sarei rimasta vergine fino al suo ritorno, tanto per dimostragli la mia fedeltà e veramente gli rimasi fedele. Nessun maschio mi ha scopato durante il periodo che lui era militare. Io, però, sentivo sempre il desiderio di avere quel nervo duro e caldo in bocca e ogni tanto, specie la domenica, quando lui non tornava, io prendevo la macchina di papà e mi facevo un giretto in città. Quasi sempre rimediavo un bel cazzo da succhiare. Essi avrebbero voluto anche scoparmi, ma io inserivo all'interno delle mutandine un’assorbente e simulavo di aver le mestruazioni; perciò, alla fine, un bel bocchino risultava sempre gradito al posto di niente. Avevo trovato un lavoro come commessa in un negozio di abbigliamento e la proprietaria era una donna alquanto libera, disinibita e, grazie a lei, scoprii i notevoli vantaggi della pillola. Decisi subito di adottare questo sistema anticoncezionale e, quando il mio ragazzo finì il militare, io ero pronta; mi feci sverginare, senza troppe remore. Non fu per niente una grande scopata. Lui mi toccò e, quando si rese conto che mi ero bagnata, mi infilò il cazzo dentro, senza troppi complimenti e, dopo un po' di fik fik, mi riempì la fica di sborra. Anche se non ero molto convinta che scopare fosse questo, mi dissi che per una giusta causa, il sacrificio poteva esser fatto. Tre mesi dopo, per il suo compleanno, mi feci anche aprire il culo. Stesso copione, con la sola differenza che fu un po' più doloroso. Dopo queste esperienze non tanto soddisfacenti, mi ripromisi di cercare un bel cazzo che potesse regalarmi dei bei momenti di sesso.
Avevo già conosciuto i miei suoceri: lui, Alfio, un maschio splendido, alto, capelli ed occhi neri, mani forti al punto che, quando mi strinse la mano per la prima volta e mi guardò dritto negli occhi, mi sentii sciogliere come del ghiaccio al sole; lei, Rosa, invece era una vera sega di donna. Sempre a lamentarsi di tutto e di tutti e lui che mi guardava come per dire che non la sopportava più. Qualche tempo dopo, un grave fatto cambiò la nostra vita. Una domenica, in cui ero stata invitata a pranzo a casa loro, lui ci informò che, a seguito certi esami clinici, i medici gli avevano diagnosticato una gravissima malattia degenerativa e, quindi, non gli restava molto da vivere, sei/otto mesi, al massimo un anno. Restammo tutti impietriti, lui, invece, ci guardò e disse di non star lì a piangere, ma di organizzarci. Mi chiese se volevo bene a suo figlio e se fossi stata contenta di sposarlo. A lui sarebbe piaciuto, prima di morire, di assistere alle nostre nozze. Ci mettemmo subito all’opera, organizzammo tutto in tempi brevi. Venne anche il momento in cui il mio futuro marito andò, con tutti i suoi amici, a festeggiare l’addio al celibato.
Mancava una settimana alle nozze, io non avevo nessuna intenzione di passare quella sera a casa, volevo anch’io una serata da ricordare: indossai una mini, calze autoreggenti, insostituibili per me, tacchi alti, una magliettina molto sottile e, a bordo dell'auto, mi diressi verso una città abbastanza lontana dalla nostra. Appena uscita dall’autostrada, una pattuglia delle forze dell’ordine, mi intimò di fermarmi. Io accostai ed il più vecchio dei due, mi chiese i documenti. Io mi allungai verso il cassettino del cruscotto per prendere i documenti e lui ebbe modo di poter vedere il mio culetto.
Finito il controllo, si complimentò con me.
«È stato un piacere fermare una bella ragazza come lei e constatare che tutto è in regola. Ora la mando via. Sicuramente ci sarà un bel ragazzo che la starà aspettando per passare con lei una magnifica serata.»
Io rivolsi un’occhiata ad entrambi i poliziotti. Uno era molto giovane ed anche un bel ragazzo, l’altro, più anziano, non era affatto male, quindi risposi:
«Veramente non mi aspetta nessuno. Il mio futuro marito, questa sera va a festeggiare il suo addio al celibato ed io non volevo che questa serata trascorresse così inutilmente.»
Essi si son scambiati uno sguardo: il più vecchio fece un cenno d’assenso all’altro e, parlando sottovoce, mi fece una proposta.
«Se possiamo esserti utile, non far complimenti. Fra poco dobbiamo far pausa e, se vuoi...»
Al mio cenno d’assenso, essi mi hanno invitato a seguirli. Poco dopo siamo entrati in un parcheggio quasi buio ed essi mi hanno fatto metter la macchina in fondo, dietro un rimorchio di un camion. Sono scesi dalla loro macchina, si sono avvicinati e quattro mani hanno iniziato a toccarmi dappertutto. Mi stavo già bagnando: in un attimo mi hanno sfilato le mutandine e mi hanno fatto distendere nel divano posteriore della loro macchina. Il più vecchio si è abbassato ed ha preso a leccarmi la fica in un modo che non avevo mai provato. Mi leccava dal clitoride al culo, seguendo tutto lo spacco della fica. Morivo ed ho cominciato a gemere di piacere. Non potevo neanche parlare: l’altro aveva fatto il giro della vettura e, aperto lo sportello dall’altro lato, mi aveva infilato il suo cazzo in bocca. Il lavoro di lingua ha avuto l’effetto desiderato. Di punto in bianco, gli ho allagato la bocca, gridando:
« … venngguuuuummummm …»
Lui, a quel punto, si è tirato su e mi ha piantato il cazzo dentro. Mi sono sentita aprire da un palo grande, lungo, che mi dilatava le pareti della fica con incredibile potenza. Lo ha spinto tutto dentro e, quando ha raggiunto il fondo, son venuta di nuovo. Ho gridato con il cazzo in bocca e, mentre mi scopava, ha commentato:
«… ahhh… che bella fica stretta, non è certo una delle solite puttane: questa l’ha usata poco; dai, che la facciamo morire di piacere!»
Ha continuato a pomparmi con forza. Io ero preda di una strana frenesia. Volevo essere scopata con forza e loro non si fecero pregare. Poco dopo, quando credevo che il vecchio sarebbe venuto, mi ha tirato su le gambe e, così, mi è penetrato più in profondità. L’altro allora gli ha chiesto di fargli posto. È passato dall’altro lato della macchina, mi ha rigirato, mi ha leccato il culo con estrema bravura per poi infilarmi il cazzo dietro.
«…sì … ha proprio i buchi stretti, senti questo culo, è quasi vergine.»
Stavo godendo, non sentivo nessun dolore e son venuta di nuovo.
« Sì… vengo! … Sì, più forte!»
Immediatamente mi sono ritrovata il secondo cazzo in bocca. Mi hanno pompata moltissimo, scambiandosi spesso di posto, poi, quando ormai non ce la facevo più, li ho pregati di concludere.
«Vi prego … Sborrate! … Non ce la faccio …più!»
Ero sconvolta. Ero abituata alle scopate del mio futuro marito, quindici minuti e via, mentre questi mi limavano culo e fica da non so quanto tempo. Mi hanno fatto mettere fuori della macchina, accovacciata giù e poi mi hanno invitato a succhiare i loro meravigliosi cazzi, cosa che ho fatto con estremo piacere.
«Dai, bella bocchinara, dai, succhia, che ti riempiamo la bocca, dai, bevi!»
E poco dopo, prima il giovane, mi ha infilato di forza tutto il palo in bocca, schizzando lunghi fiotti di nettare dolcissimo.
«Bevi, troia …eccomi che sborro!»
E io da brava ho ingoiato. Poi l’altro, mi ha messo la cappella sulle labbra e mi ha inondato bocca, viso, capelli di caldissima sborra.
«Eccomi… arrivo anch'io. Tieni... Sborro!»
Sono rimasta per un momento immobile, sfinita, appoggiata alla vettura. Mi hanno dato dei fazzolettini per pulirmi, poi li ho ringraziati e salutati. Ho ripreso la mia vettura e me ne son tornata a casa soddisfatta.
La domenica dopo ci siamo sposati. La sera, mio marito era talmente sbronzo che siamo partiti la mattina dopo per il viaggio di nozze. Inutile dire che quella notte, abbiamo solo dormito. Non è stato molto importante. Per come mi scopava lui, se ne poteva anche far a meno. La sera siamo arrivati a Venezia. Avevamo prenotato in un piccolo albergo vicino al centro, ci siamo sistemati e siamo usciti a cena. Siamo prima andati un po' in giro, poi, avendo fame, ci siamo fermati in un ristorante, non molto vicino all’albergo. Appena seduti, il cameriere ha preso le nostre ordinazioni e ci ha portato del vino. Mio marito ha guardato la bottiglia ed ha commentato che in un posto dove c’era solo acqua, il vino non doveva esser molto buono. Ne ha versato circa mezzo bicchiere e lo ha bevuto tutto d’un fiato, così, a stomaco vuoto. Consapevole del fatto che mio marito non regge bene il vino, per non litigare, me ne sono andata in bagno. Quando sono tornata, lui ne aveva bevuto quasi mezza bottiglia. Durante la cena ha scolato tutta la bottiglia, con la conseguenza che si è ubriacato. Io ero nera. Mi infastidiva il fatto che, oltre ad esser sbronzo mi toccava riportarlo all’albergo. Fra una cazzata e l’altra, oltre al rischio di finire dentro un canale, sono riuscita a trovare l’albergo, che era quasi mezzanotte. Il portiere di notte, un bell’uomo sulla quarantina, quando mi ha visto, entrare ha subito capito tutto.
«Aspetti, che le do una mano, tanto voi eravate gli ultimi che dovevano ancora rientrare.»
Detto questo ha chiuso il portoncino ed ha chiamato l’ascensore. Insieme siam saliti al secondo piano. Aperta la nostra camera, mi ha aiutato a mettere mio marito a letto e, subito dopo, era già nel mondo dei sogni.
Il portiere mi ha guardato e mi ha rivolto una domanda:
«Siete in viaggio di nozze?»
Ho annuito con il capo.
«E lui si ubriaca con una moglie bella come te? Io ti avrei scopato per tutta la notte!»
Lo guardo e gli chiedo:
«Lo faresti per davvero?»
Non mi risponde. Mi prende per mano e, usciti dalla nostra camera, mi infila dentro la porta dell'altra camera davanti alla nostra. Ci avviciniamo al letto e, sia io che lui ci siamo spogliati in un baleno. Mi fa distendere sul letto e, messa a 69, mi tira su di lui. Sento subito la sua lingua infilarsi fra le pieghe della fica. Mi trovo davanti un bel cazzone lungo e grosso che comincio a succhiare, sentendolo crescere ancor di più. Lui mi lecca divinamente, mi passa la lingua dal clitoride al buco del culo. Mi sconvolge. Devo venire e subito gli scarico in bocca il primo di una lunga serie di orgasmi. Non contento gli sento succhiare i miei abbondanti succhi, che sgorgano copiosi dalla mia fica in fiamme. Mi succhia ed io godo di nuovo; più chiavo e più lo desidero.
«Scopami, ti voglio!»
Lui non si fa pregare. Mette un cuscino sotto la schiena e si posizione fra le mie cosce. Sento la punta del glande, appoggiarsi fra le labbra, mi apro il più possibile, lo voglio, ma lui indugia: io sto quasi raggiungendo il delirio.
Porto le gambe in alto, dietro la sua schiena e mi aggrappo a lui, cercando di infilarmi dentro quel palo. Lui inizia ad entrare dentro di me, con una lentezza esasperante. Contemporaneamente sento il cazzo scorrere lungo le pareti della fica, che man mano si dilata per permettergli di entrare; lo fa molto lentamente e sembra non finire mai, da quanto lo sento lungo. Lui ha appena finito di piantarmisi dentro, che già vengo. Sento tendersi ogni muscolo del mio corpo. Godo.
«Sì, … vengo! Sì, adesso!»
Mi lascia il tempo di gustarmi l’orgasmo e subito dopo incomincia a pomparmi. Si muove con un ritmo marcato, non troppo veloce me neanche piano e, soprattutto, continuo. Mi manda via di testa, mi sconvolge, perdo il conto di quante volte vengo. Poi, ad un tratto, gli sento aumentare il pompaggio e, poco dopo, mi inonda la fica con caldi getti di sborra. Io lo sfilo da dentro, mi rigiro ed accolgo, sia in viso che in bocca, le ultime due bordate di sperma. Non ancora sazia, lo riprendo in bocca e comincio a succhiarlo, come un’ossessa. Lui mi mette due dita nella fica, da cui cola la sua sborra; raccoglie un po' di quel liquido e lo porta verso il buchetto posteriore.
Mi sorride e chiede: «Sei aperta, qui?»
Annuisco. Lui insiste nel lubrificare il proprio arnese. Mi rendo conto che fra poco avrò quel meraviglioso palo nel culo e, al solo pensarlo, mi bagno ancor di più. Mi rigira, si posiziona dietro di me. Siamo distesi di lato, lui insinua la cappella dentro il buco, che si dilata subito, mi lascia qualche secondo che a me sembrano eterni, mi spingo indietro, lo voglio e lui mi spinge tutto il cazzo dentro. Con la mano mi tocca davanti, resta fermo per un po', poi si scatena. Mi pompa con forza ed io godo senza ritegno.
«Sì, dai, che meraviglia! Vengo!»
M’incula da vero esperto, limando il buchetto con forza. Mi abbandono al piacere. Poi dopo l’ennesimo orgasmo, lo prego di venire, voglio sentire la sua sborra che mi riempie il culo.
«Sì, dai, vieni, riempimi il culo!»
Lui aumenta e schizza.
«Eccomi, ti sborro nel culo!»
Restiamo per un po' abbracciati.
«Credo che tu sia una femmina stupenda: sei nata per il sesso e farai la felicità, oltre che di te stessa, di quanti vorranno goderti. Sei pronta a godere ogni volta che se ne presenti l’occasione: sei una gran troia.»
Prendo quelle parole come la più grande lusinga. Mi alzo, prendo i miei vestiti e, nuda, rientro in camera mia. Faccio una doccia e vado a letto. Al mattino, mi sveglia mio marito. Gli sento mettere le mani fra le mie gambe, vuole scopare ed io lo accolgo dentro di me. Lui si scatena velocemente, senza rendersi neanche conto che sono più aperta e, quasi subito, viene; mi copre di baci, lo lascio fare e lo assecondo. Usciamo in giro per la città e, verso sera, quando decidiamo di tornare in albergo, ci fermiamo in un bar: ho bisogno di servirmi della toilette. Lo lascio al banco ed ordina due aperitivi. Quando torno, parlava di vini con due ragazzi. Lui mi presenta a quelli che sono Nicola e Franco, due pugliesi che si trovano a Venezia per un corso di non so cosa. Mentre si parla, Nicola mi scruta ed avverto che mi sta spogliando con quegli occhi da marpione. Tra un brindisi e l’altro, ci invitano a casa loro posta lì vicino, per mangiare qualcosa e continuare a parlar di vini. Sono convinti che i migliori vini del mondo siano quelli della loro terra. Così ci incamminiamo verso casa e mi rendo conto che quei due hanno in mente qualche cosa di particolare. Giunti al loro appartamento, aprono una bottiglia di vino, rosso, fortissimo. Io fingo di bere e lo verso dentro il lavandino della cucina, mente mio marito lo beve tutto d’un fiato. Ho capito subito che vogliono ubriacarlo. Mi sono simpatici e mi piacciono, quindi li assecondo nella realizzazione del loro piano. Dopo alcuni brindisi, lui è completamente partito, quindi si è addormentato, appoggiato al tavolo.
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo come a dire: "Ed ora?". Essi mi dicono che hanno una cameretta dove metterlo a dormire e subito vi provvediamo. Appena chiusa la porta della cameretta, io mi avvicino ad essi e sento i loro bozzi che denotano una forte eccitazione. Io? Non sono da meno. M’inginocchio davanti a loro, che aprono i pantaloni tirando fuori due cazzi veramente consistenti, lunghi e grossi. Li prendo in bocca alternandoli e poi ci mettiamo tutti nudi sul grande letto matrimoniale di quella camera. Mi toccano, leccano, succhiano e poi m’infilano i loro meravigliosi cazzi dappertutto. Godo come una vacca, mi lascio scopare con forza e vengo a ripetizione. Dopo aver goduto abbastanza, li prego di accompagnarmi in albergo, assieme a mio marito. Mi aiutano. Quando sto per lasciarli, mi chiedono di rivederci la sera dopo. Alcuni loro amici danno una festa speciale, ma, ovviamente, senza il mio lui.
«Se fosse necessario, lo possiamo portare a casa nostra e lo facciamo bere di nuovo.»
Ci rifletto un momento e rispondo che ho un’altra idea. Se va tutto come penso, ci vediamo nel bar vicino all’albergo, alle venti e trenta. Entro nell’albergo e il portiere di notte, lo stesso della sera prima, mi sorride, capisce tutto e mi aiuta con l’ascensore, poi mi augura la buona notte. Io lo metto a letto, mi faccio una doccia e mi metto a dormire. L’indomani lui si sveglia, mi vuole scopare, io mi giro e gli offro il culo, lui ne gode di più e, contento, mi infila il cazzo dentro, pochi minuti dopo è tutto finito. Passiamo tutto il giorno in giro per le isole. A pranzo, gli proibisco di toccare un solo goccio di vino. Quando decidiamo di tornare in l’albergo, facendo finta di sbagliar strada, passo davanti ad un negozio che avevo visto il giorno prima. Un'enoteca e, in vetrina, era esposta una bottiglia di grappa dal nome che è tutto un programma: “GRAPPA BOCCHINO”. Gliela faccio notare conscia di quanto gli piaccia la grappa, per aver fatto il militare in Friuli. Lo invoglio a comperare una bottiglia, prendendola a ridere sul nome. Lui ne compera tre. Tornati in albergo, io gli dico che non mi sembra il caso di regalarla: tanto sarà uno schifo, la venderanno solo per il doppio senso che ingenera quel nome. Lui ne apre una bottiglia, me ne versa un po', ma, per lui, mezzo bicchiere. Lo beve tutto d’un fiato ed io fingo di assaggiarla.
«Ma fa schifo: hai visto che è come ti dicevo io?»
Lui, ovviamente, mi risponde che non ne capisco nulla e se ne versa ancora un altro mezzo bicchiere. Mi è chiaro che lui non regge la grappa ancor più del vino ed io conto proprio su questo. Mi spoglio per fare una doccia. Lui si siede sulla poltrona e continua a sorseggiare il liquore, mentre io vado in bagno. Lascio la porta semi aperta e vedo che ne beve ancora, mi faccio la doccia velocemente e, quando esco, lui è già partito. A fatica riesco a metterlo a letto, non prima di avergli fatto bere ancora un goccio, fingendo di essere ubriaca come lui. Poi indosso una mini, le mie inseparabili autoreggenti, tacchi alti, una camicia ed una giacca che arriva appena a coprire il culo, niente intimo, tanto, da quello che ho capito, non mi servirà e vado al bar a trovare i miei amici. Essi nel vedermi sola, mi fanno i complimenti. Ci incamminiamo e, poco dopo, entriamo in un vecchio palazzo. Saliti al terzo piano, una donna dai lunghi capelli biondi ci apre: è bellissima. Alta circa uno e novanta, una terza di seno, un culo a mandolino che sormonta due cosce sensuali, ben inguainate in calze come le mie. Entriamo dentro un gran salone dove, con lei che ci fa strada, troviamo seduta, su uno degli innumerevoli divani, un’altra donna, forse di età superiore alla nostra, dai capelli rosso fuoco, molto belli: entrambe quelle donne sembrano due modelle. Insieme ad esse ci sono una decina di uomini di tutte le età e con quelli che sono venuti con me, sono in dodici. Nicola mi si avvicina da dietro, sento il suo cazzo premere contro il culo, mi bacia sul collo e mi spiega la situazione.
«Come vedi la “festa” siete voi, cioè siamo noi a farla a voi. Niente violenza o cose che non vorresti, nessuno oserà insistere e, quando ne hai abbastanza, devi solo dire "stop". Allora, ci stai?»
Mi giro, ho gli occhi di tutti addosso che mi scrutano in silenzio. Lo bacio e chiedo:
«Posso almeno spogliarmi?»
Un grido di esultanza rompe il silenzio. Subito un numero imprecisato di mani mi toccano, bocche mi baciano dappertutto e poi, cazzi, tanti, che mi riempiono ogni buco, facendomi godere tantissimo. Sembrano infaticabili. Appena uno lascia libero un buco, subito viene riempito da un altro, sborrandomi dentro. Ho provato cose che non mi erano neanche passate per la mente: ad esempio due cazzi contemporaneamente dentro la fica. Una cosa da svenire di piacere o di esser leccata da una donna, dolcissima. L’unica cosa che mi ha sconvolto e che ho rifiutato, è stato quando mi hanno appoggiato due cazzi sul culo. Ho avuto paura ed ho detto no e nessuno ha trovato nulla da ridire. Non mi ricordo quante volte ho goduto. Tantissime. Mai fatta una scorpacciata di cazzi così. Forse ho pareggiato i conti con la mia gioventù. Poi, dopo l’ennesima sborrata in bocca, mi sono girata ed ho visto i miei due amici stravaccati su di un divano, nudi, sfiniti, con i loro cazzi mosci. Mi sono seduta in mezzo a loro ed ho fatto il punto della serata.
«Sono le due, io ne avrei abbastanza, mi riaccompagnereste all’albergo? Non credo di esserne capace da sola.»
Mi hanno sorriso e ci siamo rivestiti. Colavo dappertutto. Ho salutato la rossa che era alle prese con due cazzi in culo e la bionda che ancora se ne scopava uno dietro e uno in gola, e siamo usciti. Mi hanno accompagnato fino all’albergo; io non mi reggevo in piedi. Ero sfinita. Quando sono entrata, il portiere, quello della prima sera, mi ha sorriso ancora, ha capito tutto e mi ha aperto l’ascensore.
«Notte piacevole?»
L’ho guardato ed ho sorriso.
«Indimenticabile!»
Sono salita in camera mia. Mi sono fatta una doccia per togliermi le tracce di sborra che avevo ovunque, poi, prima di mettermi a letto, ho versato metà della bottiglia di grappa, come se l’avessimo bevuta entrambi, me ne sono messe alcune gocce addosso, come se fossi stata ubriaca pure io e mi sono messa a letto. Al mattino, lui mi ha svegliata, voleva scopare, ma io non ne avevo alcuna intenzione.
«Accidenti a te e a quel dannato liquore, mi hai fatto ubriacare! Ho un dannatissimo mal di testa.»
Lui insisteva. Allora ho preso il cazzo in bocca e segandolo e succhiandolo velocemente, l’ho fatto sborrare, tanto, una più o meno, non faceva nessuna differenza. Siamo partiti, per andar a trovare un suo cugino a Milano. Sia lui che sua moglie erano le persone più antipatiche di questo mondo. L’unica loro ragione di vita, erano i soldi. Per loro tutto era troppo caro, costava troppo e si risolvevano nel solo lavoro. Siamo rimasti solo due giorni, poi siamo andati a trovare un suo amico che aveva fatto il militare con lui e che abitava in un paesino vicino La Spezia. Quando siamo arrivati ed abbiamo fatto le presentazioni, ciò che mi ha colpito di più è stato il padre del suo amico. Di nome Bruno, non molto alto, ma asciutto, duro, con le mani forti, rugose, piene di calli, con un’aria da vecchio lupo di mare, sulla quarantina. Mi ha puntato addosso i suoi occhi di un blu simile a quello del mare, facendomi sentir bagnare la fica; in fondo erano tre giorni che non scopavo e già ne avvertivo il desiderio. Nel pomeriggio, mio marito mi ha informato che quella sera sarebbero andati in un paese lì vicino a trovare un altro ex commilitone loro amico, e che la cosa era, come dire, fra uomini. Io mi ero rassegnata a passare una serata in casa, quando Bruno, venuto a conoscenza della decisione del figlio di uscire con l’amico, ha detto che, essendoci luna piena, sarebbe stata una notte perfetta per mettere giù il palamito, ma che, se lui non ci fosse stato, avrebbe dovuto rinunciare. Io lo guardo e chiedo se posso essere utile, dal momento che essi vogliono uscir da soli. Lui mi sorride e mi dice che non è necessaria alcuna perizia in quello che c'era da fare. Anche il figlio, guardando mio marito, gli consiglia di lasciarmi andare.
«È bravissimo, puoi star tranquillo che, domani mattina, te la riporta tutta intera.»
Al calar del sole, lui mi dice di prendere un paniere con dentro la nostra cena. Saliti, sulla sua barca, un gozzo perfettamente attrezzato, ci apprestiamo ad uscire dal porto. La notte scende velocemente, lui entra nella stretta cabina e m’istruisce sul da farsi.
«Vedi questa è la bussola e questo serve per il motore. Quando te lo dirò, dovrai tenere questa rotta e questa velocità, al resto ci penso io.»
Raggiungiamo il mare aperto ed il buio più profondo ci avvolge. Un piccolo faro illumina la coperta dove lui sta armeggiando dentro un grosso cesto, pieno di ami e i due faretti, uno rosso e l’alto bianco, illuminano la notte. Lui osserva la costa in lontananza e decide che siamo nel posto giusto. Mette in mare una piccola boa bianca e mi fa partire. Il motore al minimo e la rotta, sono le uniche cose cui devo pensare. Lui, invece, con una maestria unica, estrae dalla cesta uno alla volta gli ami, vi aggancia delle sardine come esca e li cala in mare. Dopo circa un’ora, ha messo in mare, legati a un lunghissimo filo, circa 4000 ami, mette un’altra boa, e questa è munita di una piccola luce fluorescente. Riprende il timone e porta la barca poco lontano, getta l’ancora e, dal boccaporto tira fuori una coperta. Ci sediamo, apre il cestino e prende del formaggio, pane, vino, e un salame dalle strane venature, sembra un cazzo nodoso. Mi porge del formaggio, ma anche del vino, che però rifiuto.
«Dai bevi, mica ti voglio ubriacare? Dopo che abbiamo mangiato, ti scopo e ti voglio ben sobria; dimmi, piuttosto, il salame ti piace a fette o intero?»
Lo guardo ridendo.
«Dipende: se lo prendo per bocca, a fette, altrimenti lo preferisco intero. Dipende anche dal tipo di salame e poi, chi ti dice che io mi lascerò scopare da te?»
Lui mangia con calma e mi guarda.
«Ascoltami bene, ragazza mia. Io di donne ne ho conosciute tante e sono in grado di riconoscere subito, una che ha voglia di cazzo. Tu sei una di quelle. Mangia, che dopo ti faccio divertire. Mi sembra che ne hai bisogno. Sono convinto che tuo marito non riesca a soddisfare una come te; non mi sembra per niente il tipo.»
Poco dopo si avvicina a me, io mi sono già bagnata. Mi sfila la maglia. I miei seni piccoli sono subito preda della sua bocca. Mi succhia i capezzoli, li stringe fra i denti e poi mi sfila pantaloni e mutandine insieme. Mi adagia sul boccaporto facendomi trovare giusto all'altezza più adeguata. Si abbassa ed infila la testa fra le mie cosce. Sentire quella ruvida lingua, insinuarsi fra le labbra alla ricerca del mio clito, che subito succhia con forza, mi sconvolge.
«…sì…sì…è …stupendo! … dai … vengo!»
Resto stupita della velocità con cui mi ha fatto godere. O lui è bravissimo, o io ero di nuovo piena di libidine, o forse tutte e due le cose. Sono piacevolmente stupita quando sento che mi appoggia il suo arnese sullo spacco della fica. Mi sposto, lo afferro e prendo in bocca. Voglio riuscire a sentirlo in bocca. È un cazzo particolare, non è molto grosso, ma abbastanza lungo. La cosa che colpisce è la cappella. Grande come quella di un fungo, più del diametro del cazzo stesso. La inserisco dentro la mia bocca capiente e gli faccio un lavoretto con i fiocchi.
«…mmhmmmummumm … Sei proprio brava, lecca, e succhia, che poi ti scopo.»
Non resisto al desiderio di sentirlo dentro.
«Dai… prendimi, dai, che non resisto … ti voglio.»
Lui si mette in ginocchio, il cazzo è proprio all'altezza giusta, mi fa avvolgere le gambe dietro la sua schiena e mi infila il “porcino.”
Lo sento scivolare dentro lentamente. Mi tendo come la corda di un violino e, quando raggiunge il fondo, esplodo subito. Lui comincia un’infernale va e vieni con un ritmo decisamente sostenuto. Mi scuote ad ogni affondo, sembra quasi volermelo far uscire dalla bocca, tanto me lo affonda dentro. Sono sconvolta e godo ripetutamente, senza nessun freno; urlo e, dopo l’ennesimo orgasmo, lo esorto a sborrarmi dentro.
«Sì, così! …. Più forte! … Vengo! … VENGO! … dai, schizzami dentro!»
Lui mi asseconda e, poco dopo, mi regala l’agognata sbrodata.
«Tieni, vacca! Sborro!»
Getti caldissimi dissetano la mia fica infuocata. Rimane ancora un po' dentro di me, poi lo faccio mettere di lato e prendo il suo cazzo in bocca. Lo succhio, sento il profumo del mio piacere mischiato al suo dentro la mia bocca, perciò m’impegno e lui gradisce.
«Dai, magnifica bocchinara. Dai, che se me lo fai tornar duro, ti sfondo anche il culo.»
A quelle parole mi scateno come non mai, lo voglio! Basta poco e lui si ritrova di nuovo con il palo pronto. Mi mette alla pecorina e si posiziona dietro di me. Spennella il glande diverse volte sulla fica da cui esce un rivolo di sborra e poi mi penetra il culo.
«…aaaaaaaaahhhhhhhhiiiii … piano!»
Fingo di provar dolore, ma lui lo infila con ancor più forza.
«Zitta, vacca! Il tuo culo è talmente aperto che ci passerebbe un sottomarino e questa non è certo opera di tuo marito.»
Continua a pomparmi con forza: è bellissimo. Lo assecondo nei movimenti e questo mi eccita di più. Raggiungo il primo di una bellissima serie di orgasmi anali. Lui si è abbassato e mi ha infilato due dita nella fica, che continua a grondare del mio piacere, misto al suo.
«Sì... dai, porco! …. Dai, che vengo!»
Godo tantissimo e ne sono immensamente felice. Lui è molto resistente. Alla fine lo imploro di sborrare dentro il mio culetto in fiamme.
«Vieni … Ti prego, ho il culo in fiamme!»
«Va bene, sborro, ma una parte dovrai berla.»
Lo sento sborrare nel culo. Poi mi fa girare velocemente e due getti mi imbrattano il viso, fra naso e bocca.
«Bevi, troia! E ingoia!»
Come un’indemoniata non mi perdo nemmeno una goccia di quel succo. Ci mettiamo un po' seduti, stremati, lo guardo, e sorrido.
«Sei stato fantastico!»
Lui non si vanta per niente, anzi...
«Ti ringrazio, ma sono invecchiato. Una volta ti avrei scopato fino all’alba. Dai, adesso facciamo il bagno.»
Ci tuffiamo, l’acqua è calda; nonostante si sia a settembre, si sta benissimo. Lui mi strige a sé. Mi succhia i seni, mi accarezza, io lo tocco, vorrei che questo momento non finisse mai.
«Sei una femmina da letto. Sei fatta per il sesso, lo fai con passione. Ti piace e questa è la tua caratteristica migliore. Fregatene di tuo marito. Secondo me nemmeno si è reso conto di che bomba ha per le mani, divertiti sempre.»
Risaliamo in barca, lui mi aiuta a rivestirmi e recuperiamo la lenza. Alla fine abbiamo pescato tantissimi pesci e, scelti quelli che lui vuole cucinare per noi, gli altri, al mattino, quando torniamo, li consegna ad un suo amico grossista, che li vende per lui.
«Notte magica. Hai fatto una pesca miracolosa!»
Commenta il tipo.
«Certo, ho imbarcato una sirena, come potevo non prendere tanti pesci.»
L’altro indugia se di me con un’occhiata che sembra volermi spogliare, poi ce ne torniamo a casa. I due giorni successivi usciamo con tutti gli amici di mio marito. Alcuni giorni dopo, decidiamo di tornare a casa, dove ci aspetta un triste compito. Dovrò assistere mio suocero e la cosa non mi rende felice. Affronto il mio nuovo compito. Mio marito e mia suocera escono per andare al lavoro e tornano la sera. Per tutto il primo mese è un continuo entrare ed uscire dall’ospedale. Lui è sempre forte.
Le prime cose che mi ha detto, sono state semplici e chiare.
«Io voglio che tu sia sempre allegra. Non mi piacciono musi o pianti, quelli, se vorrai, li farai dopo. Voglio vivere i giorni che mi restano in maniera felice.»
Ovviamente questo mio comportamento non piace alla suocera. Alla fine del mese, una sera, io e mio marito litigammo per questo. Io ero nervosa perché era un mese che non scopavo, ad eccezione di velocissime sveltine con lui. La mattina dopo il litigio, mentre sono in cucina in pigiama, a preparare la colazione, mio suocero si avvicina.
«Che hai?»
Gli rispondo: "Nulla". Lui mi fa girare, il mio sguardo è rivolto verso il basso, lui mi mette una mano sotto il mento e lo solleva: il mio sguardo incontra il suo.
«La vostra camera e la mia è divisa da un muro sottile. Per cosa avete litigato, ieri sera?»
Cerco una scusa, ma non regge. Lui insiste.
«Voglio sapere per cosa litigavate: forse per me? O per altro? Forse mio figlio non ti rende felice? Poiché sono malato, di notte non dormo e non mi è sembrato di sentire i classici rumori che una coppia, da poco sposata, dovrebbe fare; forse ti trascura a letto?»
Lo guardo, i miei occhi parlano da soli.
«Veramente non è proprio che mi trascura, è che…insomma, lui finisce subito e io non…»
Mi guarda, capisce tutto. Mi prende per mano, mi porta dentro la sua camera. Mi avvicina al letto, mi stringe a sé, mi bacia. Sento la sua lingua entrare prepotentemente dentro la mia bocca, cercare la mia lingua e succhiarla. Immediatamente le sue mani mi sfilano la parte superiore del pigiama, poi mi fa sedere sul letto. Si abbassa e anche i pantaloni e le mutandine finiscono ai miei piedi. Sono nuda, la fica è umida e sono in attesa di quanto penso succederà. Si toglie il sopra del suo pigiama. Il suo petto forte e leggermente peloso mi eccita ancor di più. Infila la testa fra le mie gambe e sento la sua lingua aprire le labbra della mia fica, mi sbrodolo subito nella sua bocca. È fantastico il modo come mi lecca. Mi lecca e succhia facendo girare un poco la lingua e, contemporaneamente, mi schiaccia il bottoncino: godo all'istante. Urlo il mio piacere, sono travolta dal desiderio. Lo invito a distendersi sul letto e mi posiziono su di lui, a rovescio. Il suo cazzo è quanto di meglio si possa desiderare. Assomiglia a una grossa pannocchia di mais, grosso in circonferenza alla base e più stretto al glande. Lo infilo in gola. Lo succhio con passione e lui ricambia facendomi venire di nuovo: lo voglio! Mi stacco e lo invito a scoparmi. Mi sale su e sento il suo corpo massiccio schiacciarmi sul letto. Avvicina la cappella alla fica e, in un solo colpo, me lo infila tutto dentro. Resto a bocca aperta. Un lungo gemito accompagna il mio primo immediato orgasmo. Resta dentro per un po' immobile, poi comincia a pomparmi con colpi fortissimi. Mi scuote tutta, io godo, lo guardo incredula.
«Vengo! … Godo! … sì … dai…sei…un…toro…meraviglioso…dai…»
Si scatena. Mi demolisce con affondi devastanti e, alla fine, mi ritrovo ad aver goduto tantissimo. Poi si ferma, ansima, lo vedo sudare, mi ricordo che è malato, lo faccio distendere, ma lui continua a scoparmi di lato, sempre con forza. Io lo incito:
«dai … vieni, fammi sentir la tua sborra dentro…dai, che mi fai impazzire.»
Mi sbatte ancora un po', poi lo sento schizzare. Mi sfilo, mi abbasso in tempo per gustare le ultime gocce di seme dentro la mia bocca. La succhio con passione, lo bevo letteralmente e lui commenta compiaciuto.
«Accidenti, ragazza mia, che gran bocchinara che sei…mi piaci, dai … così…è bellissimo!»
Lo faccio godere continuando a leccarlo fino a che non diventa moscio. Da quel giorno, appena gli altri escono per andare al lavoro, io m’infilo dentro il suo letto e lui lo fa dentro di me. Mi rendo conto, ben presto che, giorno dopo giorno, la sua forza diminuisce; la malattia sta per avere il sopravvento. Anche lui se ne rende conto e un giorno mi dice di vestirmi sexy, per andar a trovare un suo amico. Raggiungiamo la grande città ed entriamo in un palazzo del potere. Si fa annunciare da una segretaria di un certo presidente, che lo riceve come se fosse un fratello. Dopo gli immancabili convenevoli e le assicurazioni sul suo stato di salute, l’uomo gli chiede se sono io quella che deve sistemare. Allora prende da un cassetto un pacco di fogli e me li porge.
«Li compili, si metta laggiù.»
Mentre io scrivo, essi parlano a bassa voce; vedo l’altro scrutarmi più volte. È un bell’uomo sulla cinquantina, ben portati. Dopo, si salutano e ce ne andiamo. Mio suocero mi dice che, quando lui sarà morto, questo suo amico mi troverà un buon posto.
«Non voglio che resti a casa; tu sei fatta per vivere, mentre a casa, moriresti. Voglio che questo resti un nostro segreto.»
Passano due mesi e, un mattino, lui non si risveglia. Dopo tutto il casino del funerale e altro, io seguendo le istruzioni ricevute, vado a trovare il tipo che, effettivamente, mi aveva trovato un buon lavoro, con un'unica condizione: il lavoro si svolge in città. La cosa non mi spaventa affatto e, quando ho ottenuto il posto, apro una busta che mi aveva lasciato mio suocero. All'interno c'erano due lettere, una indirizzata a me e l’altra al suo amico. Lui mi dice che, data l’amicizia che li lega, lui mi troverà un buon lavoro, ma dovrò decidere io se, per riconoscenza, vorrò andarci a letto, in quanto lui non si permetterà di chiedermelo; spetterà solo a me decidere e, come ultimo consiglio, mio suocero mi suggerisce di farlo.
Chiamo la persona in questione e gli do la lettera. La legge e mi chiede quali siano le mie intenzioni. Gli rispondo di trovare un posto tranquillo. Mi richiama il giorno dopo, ci incontriamo, e mi porta in una casa in riva al lago. Mi scopa divinamente: ne avevo proprio bisogno. Mi pompa fica, culo e bocca fino allo stremo delle forze. Lo devo implorare per farlo smettere tanto è virile. Alla fine mi ringrazia. Dice che non mi cercherà più, ma, se dovessi avere bisogno di lui, non mi devo far scrupoli. Incomincio una nuova vita. Il nuovo lavoro si presenta più impegnativo del previsto e,
poiché non ho nessuna esperienza, decido di affidarmi a persone esperte. Ne seleziono tre. Il primo si rivela un borioso, che ti faceva sentire una deficiente. Il secondo, appena aperto bocca, mi ha fatto capire che, prima, bisognava passare per il suo letto. Poi il terzo, quello che credevo il più porco, il più chiacchierato, si è rivelato una persona disponibilissima. Sempre presente, affidabile, mi ha insegnato tutto. Per la prima volta, in vita mia, me ne sono innamorata. Me ne sono accorta quando l’azienda ha creato una squadra di persone per un lavoro molto impegnativo, a contatto con il pubblico. Lui era sempre al centro delle attenzioni delle donne ed io ne soffrivo. Non mi decidevo a rivelare questo mio sentimento, ne temevo il risultato. Finito il lavoro, tutti abbiamo deciso di andare una sera a cena insieme. Io, che non conoscevo la città, l’ho pregato di accompagnarmi: era una scusa per stare ancore di più con lui. Dopo cena, siamo andati a ballare in discoteca, e lì il gruppo si è smembrato; io ne ho approfittato, per invitarlo ad uscire e star un po’ da soli. Quando mi sono ritrovata in macchina con lui, gli ho lanciato le braccia al collo e l’ho baciato. Lui ha risposto con impeto al mio bacio, confessandomi poi che avrebbe voluto farlo da tempo. Così è cominciata la nostra storia. Mi ero presa una cotta terribile per lui. Era stupendo, sempre meraviglioso, ma dannatamente spietato a letto. Un’amante fantastico, molto fantasioso e dotato, non tanto di super cazzo, ma di un modo fantastico di usarlo e questo mi faceva letteralmente impazzire. Mai sazio, mai soddisfatto, pretendeva sempre di farmi avere qualche orgasmo in più, prima di venire a sua volta. Meraviglioso! Abbiamo scopato in tutti i posti di lavoro dove siamo stati insieme. Con lui ho conosciuto il piacere dell’esibizionismo, mi faceva impazzire di piacere quando mi chiedeva di girare fra la gente a fica nuda e lui si eccitava tantissimo. Ogni posto era buono per scopare, con lui ho fatto di tutto, anche il sesso in mezzo alla gente. Eravamo talmente presi che, spesso, ci organizzavamo prendendo qualche giorno di ferie e trascorrerlo insieme. Ma la cosa più scellerata che abbiamo fatto è stata quella di far conoscere le nostre famiglie. Di uscire assieme ai nostri compagni. Per vera sua moglie, una bella donna, mal sopportava la mia presenza: era troppo evidente la nostra complicità. Il massimo è stato fare insieme le ferie estive, insieme, sotto lo stesso tetto, in una villa al mare, con due camere matrimoniali. Quando il giorno tornavamo dal mare, io e lui andavamo in bagni separati a fare la doccia, ma lui, scavalcava un muretto ed entrava nel mio bagno. Mi scopava ed io dovevo mordermi le labbra per non urlare. Quattro anni abbiamo passato insieme. Poi un giorno, dopo aver fatto l’amore, mentre eravamo rilassati, gli ho fatto un discorso che da tempo tenevo in animo.
«Voglio smettere la pillola: vorrei aver un figlio.»
Lui mi ha sorriso.
«Va bene, vorrà dire che staremo più attenti, se vuoi compero dei preservativi.»
L’ho guardato, non aveva capito.
«Forse non mi sono spiegata bene: voglio avere un figlio da te!»
Mi ha fissato scuro in volto.
«No! Non è possibile. Ho già due figli e non ne voglio altri. Lo sai che non voglio divorziare da lei, quindi, non fare cazzate: lascia perdere. Non erano questi i nostri patti.»
Ero furiosa. Ma come?! Per fare la vacca a letto ero fantastica, ma per aver un figlio da lui, no?! Per tutto il mese abbiamo litigato: ero ferma nella mia decisione. Alla fine, l’ho minacciato che avrei scopato con il primo che me lo avesse chiesto. Lui mi ha chiesto di non tradirlo. Si era accorto che c’era un tipo alto e biondo che, da qualche tempo, mi corteggiava con discrezione.
«Non tradirmi, altrimenti rovini tutto.»
Avevo già da tempo parlato con mio marito e, quindi, abbiamo fatto di tutto perché io restassi incinta. Per tutto il mese, mi sono fatta scopare da lui. Non ne ricavavo alcun piacere, ma mi serviva per raggiungere il mio scopo: essere messa incinta. Quando mi son resa conto che c’ero riuscita, ho fatto in modo che il mio amore mi vedesse con il biondo e ci ho pure scopato. Una vera delusione: ero troppo abituata a lui che mi sbatteva per ore. Questo invece, dopo dieci minuti, era tutto finito; ma ciò che mi interessava maggiormente, era di punirlo per il rifiuto datomi. Quando lui è venuto a sapere che ero incinta, è venuto a trovarmi sul posto di lavoro.
«Ora sarai contenta. Ti sei fatta mettere incinta da quello?»
«Certo, è stato meglio di te!»
Mi ha guardato con disprezzo.
«Sei una puttana!»
E se n'è andato. Quelle parole mi hanno ferito più di una coltellata. Per non vedermelo ancora lui davanti, mi sono messo presto in maternità. Non l’ho più visto per circa due anni. Si era fatto trasferire in una sede esterna. I suoi colleghi di lavoro raccontavano che aveva fatto strage di donne. Inoltre, da più di un anno, frequentava assiduamente una francese.
«Una femmina veramente bella, di classe.»
Così l’avevano definita alcuni che la conoscevano. In tanti avevano cercato di portarsela a letto, ma sembra che solo lui c’era riuscito. Io, durante la gravidanza, mi sono resa conto dello sbaglio fatto a perdere uno come lui. Sentivo la mancanza di tutte le cose che facevamo insieme. Le nostre interminabili telefonate, scopate, fughe. Le sue mani, bellissime, lunghe, che adoravo sentire su di me. Da allora ho fatto qualche scopata, ho trovato un nuovo amante. Niente a che vedere con lui. Ieri sono entrata in un bar, vicino a dove lavoro, e l’ho visto seduto ad un tavolino con una bellissima donna. Non poteva esser diversamente, visto l’elevato standard delle sue amanti. Si notava che lei era affascinata da lui. Lo guardava come facevo io, ai miei tempi: se lo beveva con gli occhi. L’ho salutato, lui ha risposto con un semplice gesto della mano. Lei si è girata, mi ha guardato e gli ha chiesto qualcosa in francese. Lui ha guardato di nuovo verso di me e le ha risposto che non ero nulla di importante. Era vero, non potevo certo sperare di avere per lui ancora importanza. Me ne sono andata e, per un momento, ho ammesso a me stessa, che il tradimento, questa volta, non era stata la scelta migliore e che era inutile sperare: conoscendolo, sono certa che lui non torna indietro.
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1 year ago
baxi18, 55
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Mia moglie incinta mi regala corna bellissime!
Mi chiamo Andrea, ho 32 anni e son sposato da sei con Laura. Sono di media statura. Capelli castani, occhi marroni, fisico normale, né grasso, né magro. Sessualmente parlando ho una dotazione assolutamente nella norma. Laura è una bella donna, alta un po’ più di me, bionda, occhi chiari, seno bello e tondo, labbra carnose e un bel culo, posto al culmine di due cosce snelle ed affusolate. Quando ci siamo conosciuti, otto anni fa, lei come me aveva già fatto le sue belle esperienze in campo sessuale. Bravissima nella fellatio, lo prendeva nel culo con estrema disinvoltura. Le è sempre piaciuto godere molto e intensamente, anche in fica. Dopo i primi cinque anni di matrimonio, durante i quali ho apprezzato molto le sue, appena decantate, virtù di brava femmina da letto, ho iniziato ad esser piuttosto curioso sul suo passato. Lentamente ho appreso che, a parte le occasionali scopate da sabato sera, dopo la discoteca, vi era un maschio che a lei era rimasto molto impresso e dal cui ricordo non si era mai del tutto separata. Luca, questo il nome del suo amico, era un ragazzo che lei aveva conosciuto fin dalle scuole medie. La loro l’amicizia era stata profonda. Fra di essi non vi era stato un legame tale da esser definito da "fidanzati", ma un bel rapporto di sesso intenso e molto appagante per entrambi. In più di una occasione mi ha raccontato delle sconvolgenti scopate che si faceva con lui e del fatto che avesse un cazzo di dimensioni notevoli, sia in lunghezza che in circonferenza. Di come lui le avesse insegnato a succhiarlo, fino a fargli emettere un fiume di crema nella sua bocca, che poi lei ingoiava del tutto. Naturalmente tutto questo mi eccitava tantissimo, permettendomi di scoparla con ardore, quasi a voler competere con quel suo ricordo. In più di una occasione l’avevo immaginata fra le braccia dell'altro e mi ero dovuto segare furiosamente, per placare la forte erezione che questa fantasia mi procurava. Un anno prima di incontrare me, lui era andato all’estero con la sua famiglia e a lei era rimasta sempre la nostalgia di quell'amicizia così profonda. Poi, circa due mesi fa, la svolta. Laura, incinta di cinque mesi, era con me in fila per far l’ecografia, quando, improvvisamente, ha incontrato il suo amico.
«Luca! Ma che ci fai qui?»
Lo stupore e la gioia di lei è stata quasi sopraffatta dal piacere di lui che, vedendola, l’ha abbracciata e baciata in bocca, come se fosse sua moglie. Lei ha risposto con ardore al bacio. Ho avuto una violenta erezione, che ho faticato a mascherare. Lei, dopo aver risposto al suo bacio si è girata verso di me ed ha fatto le presentazioni.
«Amore, questo è il mio amico Luca, di cui ti ho parlato.»
Gli ho stretto la mano e li ho lasciati parlare un po', ma poi, essendo il nostro turno, si son scambiati i recapiti telefonici e la sera stessa lui è venuto a cena da noi. Per tutta la serata è stato come se io non ci fossi. Hanno ricordato i momenti passati insieme e io ero così eccitato che, ad un certo punto, ho detto a mia moglie che, se ne sentisse il bisogno, avrei potuto uscire, oppure avrebbe potuto portar l'amico in camera e rinnovare il piacere di un tempo: giacere con lui. I suoi occhi hanno brillato di gioia; lei si è alzata, mi ha abbracciato e baciato, commossa.
«Amore, sei la persona più dolce del mondo. Ti amo e non puoi immaginare quanto questa tua disponibilità mi renda felice. Sai quanto ci tengo alla sua amicizia e la tua generosità mi porta a pensare che sei la persona più importante della mia vita. Con lui è solo sesso fatto bene, ma solo sesso, perché è te che amo! Perciò grazie, ma, ti prego, non mi lasciar sola: ti voglio accanto a me, mentre godo con lui.»
Da quella sera, sono passati due mesi. Abbiamo scoperto che lei è incinta di una bella bimba ed a me è piaciuto veder mia moglie godere così tanto, mentre Luca la chiavava. Come questa sera che li guardo, mentre lei è sdraiata su un fianco, con le mani che regge la pancia, dov’è nostra figlia. Luca, la sta penetrando da dietro. Laura tiene gli occhi chiusi e la bocca spalancata, godendosi quella lenta e piacevole penetrazione; a volte geme, emettendo dei piccoli sospiri di puro piacere. Luca l'ama moltissimo; questo l’ho capito in varie occasioni e riprese. Il loro, adesso, è amore puro, che però non mi esclude, anzi mi sento molto partecipe di questa relazione, che avviene sotto i miei occhi. Lo vedo da come la scopa, che le vuole un mondo di bene. Lo fa con molta attenzione, avendo cura di non farle male con il suo pene così grande. Naturalmente anche Laura ricambia il suo sentimento, altrimenti non avrebbe fatto l'amore con lui. Ho scoperto poi che, in realtà, erano molto intimi ai tempi del liceo e sono sempre stati molto legati. Dopo che si son ritrovati, Laura è diventata molto attiva sessualmente a causa della gravidanza e, per noi tre, è stato naturale far l'amore tutt'insieme. È così bello vederla felice, da farmi commuovere. Ora la scopa con calma. Ha messo le proprie mani sulle sue e insieme accarezzano la bambina. Sembra che stiano trasmettendo a mia figlia le sensazioni di piacere che stanno provando. Lui ha molta resistenza e voleva aspettare il suo orgasmo. Io mi son emozionato nel comprendere tutto il riguardo profuso nei confronti di Laura e, così, mi son seduto accanto a lei per accarezzarle i seni, che, sebbene fossero già abbastanza grossi, a maggior ragione per la gravidanza. Laura mi ha preso il cazzo in mano, ma io mi son allontanato, non era il mio momento. Ora era compito di Luca farla godere intensamente. Le ho stretto un po' i capezzoli, finché un po' del suo latte è cominciato a scorrere. Così mi son sdraiato ed ho cominciato a succhiarlo. Il gusto era buono, per me sapeva di ambrosia. Laura ha iniziato a scuotere la testa, mostrando che il suo orgasmo era prossimo. Luca ha accelerato il suo ritmo per venire insieme a lei. Le ho messo la mano sulla pancia per accompagnare mia figlia, in un momento così gioioso per sua madre. Quasi volevo che si rendesse conto che sua madre adesso stava godendo e questo non la doveva spaventare, ma farla gioire. Gli spasmi dell'orgasmo hanno cominciato ad esser sempre più intensi e hanno coinciso con i gemiti di piacere di Luca che, non appena lei è venuta, ha eiaculato nel ventre di mia moglie. I due erano abbracciati, lui ancora con il membro dentro di lei. Si son baciati teneramente e lei ha sorriso nel guardarmi.
«Come sempre è bellissimo godere con lui. Mi infonde tanta gioia e, nello stesso tempo, mi eccita cosi tanto, che godo moltissimo. Grazie amore per lasciarmi godere con lui, senza interferire. Sei una persona stupenda ed io ti amo.»
Come sempre, le sue parole mi riempiono di orgoglio e piacere. Adoro vederla soddisfatta. Poi lei si è spostata un po’ in avanti e, come sempre, il notevole cazzo di Luca era ancora infilato dentro di lei. Ho osservato che dalla sua fica slabbrata colava un po’ di seme, ma lei mi ha chiesto dell’acqua; gliene ho offerto ad entrambi; avevano sudato molto e non volevo che lei si disidratasse. Laura era radiosa, pienamente soddisfatta, come non l'avevo mai vista prima. Mi ha chiesto qualcosa da mangiare e io ho portato loro dell'uva. Quando son tornato, si stavano tenendo per mano, sul punto di baciarsi e ho aspettato un po'. Si sono uniti in un bacio caldo e profondo, riuscivo quasi a vedere la lingua di Luca muoversi dentro la sua bocca. Abbiamo mangiato insieme dell'uva. Era tutto così romantico: loro due che sembravano una coppia di innamorati adolescenti, che si guardano l'un l'altro e si imboccavano gli acini in bocca. Questa serenità fra noi e la loro complicità mi ha riempito di piacere. Poi Laura ha detto che lo voleva ancora e, senza nessuna esitazione, si è chinata verso il suo membro che, nonostante fosse a riposo, era ancora di buone dimensioni. Poi si è girata verso di me e, con un gesto del capo, mi ha fatto intendere che, se volevo abbeverarmi alla sua fonte, potevo farlo. Mentre lei si dedicava a far tornare duro il cazzo di Luca, io ho infilato la lingua fra le pieghe della sua ostrica, che tracimava dei suoi umori e del seme di Luca. Mentre io mi dissetavo, lei lo ha preso con una mano ed ha iniziato a baciarlo e leccarlo, come solo lei sa fare.
Con due dita ha scostato il prepuzio ed ha estratto il glande, un glande spesso e rosato. Se lo è messo in bocca e ci ha passato sopra la lingua. Poi ha iniziato a scendere lungo il tronco con le labbra, fino a prenderlo tutto in bocca. Il gioco ha subito avuto l’effetto di far tornare ben duro e teso il cazzo di Luca. Lei, evidentemente non ancora soddisfatta, ha iniziato a leccargli i testicoli, scendendo verso il suo ano. A quel punto Luca aveva una bella erezione. Mia moglie si è accovacciata di fronte a lui e passandogli una mano tra le gambe ha sistemato il membro all'ingresso della sua vagina. Ha preso a gemere forte, mentre sentiva l'intera lunghezza dell'asta entrare nella sua carne. L’ho osservata prendersi dentro quel grosso palo e poi ha cominciato a muoversi di lato, senza smettere di gemere. Lui la teneva per i fianchi, scopandola molto lentamente. Poi ha allungato le mani fino ai seni di Laura, che ha afferrato e strizzato facendola gemere ancor di più. Laura era sconvolta, perché la penetrazione era troppo profonda e sembrava molto stanca. Si è fermata ed io gli ho dato un sorso d'acqua e un bacio fortissimo sulla bocca.
«Non ce la faccio più! Cambiamo posizione.»
L’abbiamo aiutata ad alzarsi e a mettersi in ginocchio e lui si è messo dietro di lei. Ho visto il pene di Luca, enorme e rigido come un'asta d'acciaio, che si è appoggiato di nuovo nello spacco e lentamente è penetrato tutto dentro, mentre la teneva per i fianchi. Ha iniziato a muoversi, ma Laura non era a suo agio.
«No, così non va bene! Ho bisogno di una posizione più comoda.»
Allora le ho consigliato di far mettere Luca sdraiato sul bordo del letto con i piedi sul pavimento e lei sopra, con le spalle rivolte a lui ed anche lei con i piedi sul pavimento. Così poteva aver modo di controllare la penetrazione. Questa posizione è risultata molto soddisfacente per entrambi. Ha preso a muoversi molto lentamente, ma con il cazzo tutto dentro. Ho visto che ansimava di nuovo e si stava accarezzando la pancia. Quando ha iniziato a pizzicarsi i capezzoli, ho capito che stava per avere un nuovo orgasmo. Ha emesso un gemito e il suo corpo ha preso a tremare, indicando che aveva raggiunto il parossismo.
«Vengo! Adesso vengo! Mi sento benissimo! Ora!»
È stato un orgasmo molto intenso. Non avrebbe potuto esser diversamente, considerando il membro che la stava riempiendo tutta. Si è sollevata da lui piuttosto esausta. Si è seduta sul letto con Luca che era ancora in piedi davanti a lei.
«Avvicinati, che voglio far sentire a mia figlia il sapore del tuo seme. Dai, lasciati succhiare e poi vieni nella mia bocca.»
Lo ha fatto avvicinare e poi, prendendo il membro con entrambe le mani, se lo è messo in bocca. Ha cominciato a far scorrere le labbra lungo tutta la lunghezza del cazzo, mentre lo accarezzava con entrambe le mani. Luca non ha resistito a lungo al trattamento che mia moglie gli stava riservando ed ha eiaculato.
«Laura! Accidenti, sei meravigliosa! Laura, vengo! Bevi tutto, ingoialo!»
Quando ha visto che si irrigidiva prima dell'orgasmo, mia moglie ha serrato le labbra ed ha ingoiato tutto ciò che le veniva riversato in bocca. Ho visto che deglutiva molto, quindi mi è stato chiaro che gliene aveva schizzato tanto.
Lei non ha sprecato niente, proprio come piace a lei. Sfinita si è distesa supina sul letto. Lui le si è disteso accanto e io dall’altro lato. Entrambi eravamo lì ad ammirare il suo ventre gonfio di sette mesi. Lei ci ha sorriso.
«Ho deciso di chiamarla Silvia, come si chiamava mia madre. Questa sera le ho fatto assaggiare la crema di maschio e mi sembra, da come scalcia, che l’abbia gradita. Nei due mesi a seguire, continuerò a ingoiare il vostro seme e spero che a lei piaccia, perché vorrei che, da grande, divenisse una buona puttanella come me! Ho due maschi meravigliosi al fianco e non potrei desiderare altro dalla vita, se non una figlia che ripercorra la mia strada. Ora mi sento un po’ stanca e vorrei dormire.»
Ho fatto cenno a Luca di restar con lei e li ho lasciati abbracciati l'uno all'altro. Li ho lasciati dormire insieme tutta la notte, mentre io son andato a dormire sul divano. Nei due mesi successivi, lei ha ingoiato tutta la sborra possibile. Un po’ della mia, ma moltissima di Luca. Nostra figlia è nata perfetta, bella e vispa come la madre, di cui ha ripreso i tratti somatici e cresce circondata dall'amore di tutti noi. Abbaiamo preso una casa più grande con più camere, perché mia moglie è di nuovo incinta di cinque mesi.
Aspetta un bambino, che chiameremo Luca, in onore di suo padre; la famiglia cresce e, quindi, ci vuole più spazio. Io son l’uomo più felice del mondo, nel vederla sempre montata da lui, che la fa godere tantissimo e questo è amore puro.
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1 year ago
baxi18, 55
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Sono una sgualdrina.
Mi chiamo Marina, ho 39 anni, sono di media statura. Bionda, capelli lunghi, quarta di seno con dei capezzoli grossi e pronunciati, ventre abbastanza piatto. Ho partorito una volta sola ed ero molto giovane, quindi il mio fisico è rimasto assolutamente molto tonico. Sono considerata una bella donna, con un bel culo e delle cosce da sballo; ho la bocca ampia e carnosa, ideale per pompini, perché a me il cazzo piace tantissimo. Da 20 anni, sono sposata con Davide, che ha un anno più di me. Abbiamo una figlia Dany, che da poco ha compiuto 18 anni, ma già da due è entrata a condividere le nostre divagazioni sessuali, con anche suo padre dentro di sé. Oltre a lui, anche Luca, il mio stallone di fiducia, scopa con mia figlia, che fin da subito ha apprezzato la notevole dotazione di cui lui è fornito. Da giovane, appena 12/13 anni, a scuola si parlava già di maschietti, ma tutte o quasi noi, non avevamo nessuna esperienza in merito. Io però tenevo d'occhio mia madre, perché lei era una bella donna, molto ammirata dagli uomini e, spesso e volentieri, vedevo mio padre che mi accompagnava da qualche parte, lasciandola da sola per farla stare in compagnia di qualche maschio. All'inizio non capivo perché faceva questa cosa, poi, un giorno, ho capito che lui le concedeva la libertà di poter scopare con chi voleva. Per me, all'epoca, era incomprensibile accettare il fatto che un marito lasciasse sua moglie a far la puttana con altri maschi, lui però era felice così. Poi, una volta, avevo già quindici anni, ho sentito lei parlare con una sua amica, che aveva il marito disoccupato.
“Amica mia, se vuoi trovare un posto a tuo marito, devi inginocchiarti e fare il giro delle sette chiese.”
In quel momento non ho ben capito la storia delle sette chiese. Infatti nemmeno la sua amica aveva ben compreso quel motto, tanto che, alla fine, mamma è stata più esplicita.
“Io, per farlo assumere come operaio nel comune, ho succhiato il cazzo a 3/4 assessori comunali, in più mi ero fatta scopare dal vice sindaco, assieme al comandante dei vigili. Due maiali senza uguali, che mi hanno sfondato per tre ore senza sosta, però, alla fine, lui ha avuto il lavoro. Se non fai cosi, piangerai sempre miseria.”
Dopo poco tempo la sua amica le ha detto che il marito era stato assunto al cimitero, come becchino comunale ed allora ho capito che anche lei si era fatta "il giro delle sette chiese". Tutto questo mi ha spinto a seguirla sempre più da vicino, per capir bene il suo modo di menar la propria vita. La prima volta che ho visto mia madre con un altro uomo è stato casualmente. Un giorno che eravamo andate a far la spesa dal macellaio che, dopo averla servita, l’ha chiamata nel retro bottega. Io, incuriosita, sono andata a spiare e l'ho vista inginocchiata che teneva il cazzo del macellaio in mano e lo succhiava. Alla fine lui le è venuto in bocca e lei ha ingoiato tutto. Son rimasta molto sorpresa da tutto questo, ma anche molto incuriosita, anche se, per me, all'epoca, era qualcosa di incomprensibile. Così, verso la fine dei quindici anni, ho cominciato a prendere qualche cazzo in mano dei miei coetanei. Qualche ragazzetto un po' più grande e intraprendente, mi faceva far delle seghe ed io ne ero assolutamente entusiasta. Mi piaceva sentir gonfiare quei giovani membri e poi vederli schizzare, mentre li vedevo contorcersi dal piacere. Era una sensazione di assoluto dominio, che mi incuteva tanta autostima, facendomi sentire alla grande. L’estate dopo, avevo appena compiuto sedici anni ed ero molto curiosa, di sperimentare il sesso. Come ogni anno, papà ha preso in affitto la casa al mare, dove avremmo soggiornato per tutta l’estate io e mamma, mentre lui faceva la spola fra mare e lavoro e lì ho conosciuto il nuovo bagnino, che era stato assunto nello stabilimento balneare dove andavamo a prendere il sole. Era così bello da sentirmene subito affascinata e così, al secondo giorno, mi ha infilato il suo cazzo in bocca.
“Dai, puttanella, succhialo!”
Io l'ho fatto immediatamente, senza nessuna esitazione.
“Ok, ma non sono molto esperta. Se vuoi un bel servizio, mi devi istruire.”
Lui lo ha fatto a dovere ed io ho avuto solo qualche difficoltà, quando, d'improvviso, mi ha riversato in bocca un'ingente quantità di sborra che avrei dovuto ingoiare.
“Bevi e mandala giù, tutta!”
Mi venivano su conati di vomito, ma mi son imposta di ingoiarla tutta.
Mi era piaciuto molto, nonostante le difficoltà e così, quando nel pomeriggio mi ha infilato di nuovo il cazzo in bocca, l'esperienza avuta al mattino mi ha aiutato a succhiarlo meglio e a leccarlo con ancor più piacere.
Quando ho capito che stava per arrivare, anziché tenerlo infilato in gola, l’ho stretto fra le labbra e mi son fatta riempire la bocca, tenuta ben chiusa. Sentire il sapore di quella crema prelibata mi ha eccitato tantissimo, ma, soprattutto mi eccitava la sensazione di tenerlo in bocca ed assaporare quel nettare, tanto da farmi desiderare di provar tutto ancora una volta.
Per tutta l'estate, ho succhiato il cazzo a tutti quelli che mi son venuti a tiro. Alla fine ero diventata una esperta succhia cazzi. Il vero salto di qualità l'ho fatto vicino alle feste di natale dello stesso anno. Ho sorpreso mia madre a scopare con il suo amante in casa. Lei è rimasta molto sorpresa dal fatto di esser stata colta in flagrante. II porco del suo amante non era altro che il direttore della banca dove lei era cliente: quando mi ha vista, è come se fosse rimasto folgorato.
“Accidenti! Ma questa tua ragazzetta è cresciuta proprio bene!”
Erano nudi sul letto e lui, che aveva un cazzo di dimensioni davvero notevoli, lo teneva in bella mostra. Mamma, che gli aveva chiesto un prestito per dei lavori da fare in casa, ha subito colto la palla al balzo e, avendo notato che ero rimasta affascinata da quel cazzo superbo, si è alzata dal letto ed è venuta verso di me, avendo, da perfetta zoccola, capito subito che avrei voluto assaggiare anch’io quel cazzo.
“Dai, amore della mamma, oggi ti faccio un regalo meraviglioso. Spogliati e gioca con noi.”
Mi ha fatto spogliare nuda e, insieme, siam salite sul letto ed abbiamo cominciato a succhiare quel membro a due bocche. Credevo di esser una esperta bocchinara, invece mi son resa conto che avevo ancora tante cose da imparare. Lei è stata una maestra perfetta e, da quel momento e per circa due/tre mesi, mi son divertita insieme a lei e ad Antonio, nome del porco suo amante che la scopava due volte a settimana. Poi un giorno e, poco dopo il mio diciassettesimo compleanno, mentre eravamo sdraiati nel letto e insieme lo stavamo facendo eccitare, lui ha voluto leccarmi la fica. Si è inginocchiato fra le mie cosce ed ha cominciato a leccare la mia patatina, ancora vergine. Subito ho provato delle bellissime sensazioni. Ho urlato due orgasmi tremendi che mi hanno scossa e fatto tremare tutta quanta. Già in passato, mi aveva fatto godere, ma sembrava che quel giorno fosse ancora più porco ed io ero sicuramente più eccitata. Ad un tratto lui si è sollevato, ha guardato mia madre negli occhi e le ha detto una cosa che, in quel momento, non ho percepito perché ero ancora stordita dal piacere.
“Questa fica vergine, la voglio!”
Mia madre l'ha guardato un po' nervosa, ma lui, senza aggiungere altro, si è allungato su di me ed ho sentito quella grossa cappella appoggiarsi fra le labbra della mia ostrica e, prima che potessi esternare il mio pensiero, con una spinta decisa, mi è entrata tutta dentro. Una smorfia di dolore si è dipinta sul mio viso, ho stravolto gli occhi e, a bocca aperta, ho guardato mia madre che, un po' preoccupata, ha cercato di rassicurarmi.
“Sta tranquilla, bambina mia: è tutto finito! Adesso comincerai a sentir solo piacere. Rilassati e lasciati andare, perché è il momento di godere.”
Lui, con un mezzo ghigno un po' sadico, ha dato un'altra spinta e mi è entrato tutto dentro. Quando la punta del suo cazzo ha sbattuto sul fondo, ho sentito un misto di dolore/piacere che, per la prima volta, mi ha provocato un orgasmo davvero immenso, al punto che son quasi svenuta. Poi ha preso a pomparmi sempre più forte ed abbiamo cambiato posizione più volte. Quella più sconvolgente è stata quando ero su di lui, impalata su quel mostro, che mi devastava il ventre. Dolore e piacere erano altalenanti, ma godevo senza soluzione di continuità. Poi mi ha messo a pecora e, da dietro, mi penetrava la fica, mentre io leccavo quella di mia madre, con lui che godeva a trattarci da troie.
“Che puttane meravigliose! Dai, sgualdrina, lecca quella vacca di tua madre.”
Lei era un lago. Non ho ben capito se fosse per la mia lingua che la faceva godere o per il fatto che lui mi sfondava. Sta di fatto che, quando è arrivato all’apice, mi ha sborrato dentro, nonostante mia madre avesse tentato di dissuaderlo dal farlo.
“Adesso te la riempio tutta, puttanella mia. Sentirai che schizzi ti farò sentire nell’utero! Sei una vacca da montare, proprio come tua madre!”
Lei ha continuato a pregarlo di non schizzarmi dentro.
“No, Antonio, non farlo! Me la metti incita! È troppo giovane! Dai, non farlo! Te lo succhiamo insieme, ci sborri in faccia! Ma dentro no. Non lo fare!”
Ma lui, incurante delle sue proteste, mi ha riversato dentro una ingente quantità di crema, che mi ha fatto godere di nuovo. Poi, non contento, ha imposto a mia madre di leccarmela.
“Troia, leccala tutta, mentre lei me lo pulisce!”
Sentirmi leccare da lei è stato davvero eccitante. Ho succhiato e pulito il cazzo di Antonio, che ancora schizzava sborra a non finire. L'esperienza di sentirlo dentro di me e inondarmi, è stata meravigliosa e ne son rimasta affascinata. Fortunatamente, quella prima volta, non son rimasta incinta, ma mia madre è corsa subito ai ripari: il giorno dopo mi ha portato dal suo ginecologo, un bel porco che, conoscendo quanto fosse troia mia madre, mi ha prescritto la pillola, ma, in cambio, ha voluto esser pagato in natura. Così mi ha scopato e sborrato in bocca. Da allora, ogni due mesi, andavo a prendere due scatole di anticoncezionali e sempre con il pagamento in natura. È stato lui che, per la prima volta, mi ha rotto il culetto, facendomi godere moltissimo sentendo un lieve dolore. Dopo quell'esperienza con l'amante di mia madre, era diventata consuetudine scopare in due. Il porco ne traeva molto piacere, perché ci considerava le sue troie. A volte veniva anche con qualche cliente facoltoso della banca e ci faceva montare allegramente, insieme a lui. Una volta, addirittura, erano in tre ed uno era particolarmente forte, grosso e ciccione, ma con un cazzo fuori dal comune, sia in lunghezza che in circonferenza. Quando mi ha visto, son divenuta l'oggetto del suo desiderio e, per tutta la sera, non ha fatto altro che riempire i miei buchi e, alla fine, mi ha riempito di crema bocca, fica e culo. In estate, come ogni anno, ci siamo trasferite al mare, dove io e mamma continuavamo a far le troie a nostro piacimento: io mi scopavo tutti i cazzi che mi venivano a tiro ed ero sempre ben felice di godere per farmi riempire ogni buco. Era l’estate del mio diciannovesimo anno di età e, poco dopo, ho conosciuto Davide, un bel ragazzo, ben dotato che mi ha scopato una sera intera, facendomi godere molto. Per me la cosa era finita lì, ma, il giorno dopo, me lo son ritrovato appiccicato a me, dichiarandosi innamorato di me, che voleva sposarmi; io l'ho guardato alquanto sorpresa.
“Ma sei serio? Guarda che a me non interessa proprio, né fidanzarmi e tanto meno sposarmi!”
Ma lui ha continuato ad insistere e, per tutta l'estate, ha continuato a scoparmi, anche se sapeva che scopavo con altre persone. Sembrava che a lui la cosa non interessasse minimamente. Era così innamorato che, quasi non se ne accorgeva che io scopassi con ogni maschio che ritenevo valido. Finita l'estate e ritornata in città, poiché lui abitava in un paese vicino, mi ha portato a conoscere i suoi genitori. Quando ho conosciuto suo padre, ho capito tutto da come mi ha guardato. Quel giorno, indossavo una minigonna ed una maglietta abbastanza attillata, sotto cui si intravedevano i miei capezzoli grossi e duri, già eccitati. Nel pomeriggio, suo padre mi ha preso in disparte e, dopo avermi portato in una camera, senza tanti complimenti, ha aperto la patta dei pantaloni, mi ha fatto inginocchiare e mi ha dato un ordine categorico.
“Troia! Succhiami il cazzo!”
Era una bella verga, ancor più grossa di quella del figlio e io, intimamente, ho pensato:
"Al diavolo... non me ne frega niente di rompere il fidanzamento, ma questo cazzone me lo voglio proprio gustare!"
Così mi son inginocchiata e mi son fatta scopare la bocca da quel porco che godeva molto nell'infilarmi il suo lungo cazzo giù per la gola. Pensavo che avrebbe sborrato di lì a poco, invece era molto resistente e, dopo avermi chiavato la bocca a lungo, mi ha sollevato e mi ha fatto inginocchiare sul letto. Ha sollevato la gonna, ha spostato il perizoma e mi ha piantato quel grosso randello con un colpo solo dentro la fica.
“Ti sfondo puttana!”
Io ho urlato con un misto di dolore/piacere nel sentirmi sfondare da quella verga così possente che, con colpi forti e decisi, mi trapanava profondamente
“Cazzo, mi spacchi tutta, però mi piace: continua!”
Mi sembrava di averlo fin dentro lo stomaco. Ad ogni colpo godevo come una vacca. Lui mi pompava e continuava a dirmi che ero una troia stupenda. Era vero. In quel momento mi sentivo una troia da quanto godevo nel farmi martellare da quel cazzo. Alla fine, dopo avermi fatto provare diversi orgasmi, si è sfilato e, dopo avermi fatto di nuovo inginocchiare, mi ha guardato dritto in faccia e mi ha dato un altro ordine secco e perentorio.
"Adesso bevi e ingoiarla tutta!”
Ho aperto la bocca ed ho ricevuto un ingente quantità di sborra che mi ha riempito la cavità orale; ho ingoiato un po' a fatica. Però l’ho succhiato e leccato tutto, senza perder nemmeno una goccia. Soddisfatto mi ha guardato ed ha sorriso, mentre io ero sfinita e son crollata seduta sul pavimento, con la testa appoggiata al letto. Lui, dopo essersi riabbottonato i pantaloni, mi ha guardato e mi ha detto una cosa che mi ha davvero stupito.
“Che aspetti a sposare mio figlio? Sbrigati, perché una troia come te la voglio ogni giorno, dentro casa!”
Son rimasta veramente stupita, ma, nello stesso tempo, soddisfatta ed ho accarezzato subito l'idea di aver un altro maschio come lui che mi scopava regolarmente, oltre al mio futuro marito. Così, dopo sei mesi, eravamo già sposati. Anche il giorno del matrimonio, mio suocero ha voluto riempirmi la bocca di sborra e, dopo avermi fatto ingoiare una ingente quantità di crema, mi ha guardato, mi ha sorriso e, dopo essersi pulito e rivestito, mi ha dato un ordine che è mancato poco che mi facesse sbrodolare.
“Adesso vai di là e bacia quel cornuto di mio figlio!”
Ho impiegato un po' a ricompormi e, quando son tornata all'interno della sala, ho cercato con gli occhi mio marito, che era un po' mezzo brillo, per tutti i brindisi che aveva fatto. Ho visto mio suocero insieme al fotografo che mi ha fatto un cenno con il capo. Io mi son avvicinata a mio marito e ho visto mio suocero che, insieme al fotografo, mi ha fatto un cenno di intesa; allora ho baciato in bocca mio marito, mentre il fotografo scattava la foto per immortalare questo indimenticabile momento. Mio marito era talmente ubriaco che non si è nemmeno reso conto di star assaporando, con quel bacio, la sborra di suo padre. Anche in viaggio di nozze, l'ho cornificato tre volte, con tre camerieri diversi, nei tre alberghi in cui siamo stati. Poi ho preso a vivere la mia vita da casalinga e, ogni volta che avevo voglia di cazzo, mi son appagata senza tanti problemi. Naturalmente questa cosa ha cominciato ad innervosire mio marito e son nate le prime discussioni. Io, però, ho continuato a condurre la mia vita libertina e a farmi scopare, sia dal suocero che da tutti quei cazzi che mi piacevano e che, di tanto in tanto desideravo sentire schizzare, dentro di me. Alla fine c'è stata una sera in cui, oltre ad un bel maschio molto dotato, sono stata scopata anche da mio suocero e, quando è tornato mio marito e voleva scopare, io mi son rifiutata. Lui si è incazzato ed abbiamo avuto una forte discussione. Alla fine, quasi con forza, mi è entrato dentro e mi ha trovato bella larga e aperta.
“Ma sei tutta sfondata? Chi ti ha scopato, troia?”
Io gli ho risposto che mi ero fatta chiavare da un bel cazzo e, se la cosa gli dava particolarmente fastidio, potevamo anche iniziare le pratiche per il divorzio. Mi aspettavo una reazione molto diversa da quella che invece è avvenuta. Lui, per tutta risposta, mi ha scopato con furia animalesca ed è venuto dentro di me.
“Puttana, sei una puttana, tutta sfondata!”
Da quel momento, le cose son cambiate. Lui ha preso atto che era un cornuto e, quindi, tanto valeva esser connivente. Così abbiamo iniziato a scopare senza crearci problemi. Un giorno mi ha chiesto cosa ne pensavo dell'idea di aver un figlio. All'inizio mi sembrava una cosa assurda, ma poi, pensandoci un po', ne abbiamo discusso insieme. Gli ho chiesto quanto questa cosa lo interessava e lui mi ha detto che per lui era fondamentale aver una persona che fosse è il frutto del nostro amore.
“Però tu, sarai disposta a rinunciare per un certo periodo a farti scopare da altri maschi? Non ho niente da ridire che sei una sgualdrina, ma, in questo caso, pretendo di esser l’unico ad irrorarti il ventre.”
Dopo un’attenta riflessione gli ho assicurato che la mia fica sarebbe stata inondata solo dal suo seme. Così la settimana dopo, ho smesso di assumere la pillola, ho avuto le mestruazioni e lui ha iniziato ad inondare il mio ventre. Era davvero intenzionato ad ingravidarmi. Mi scopava, mattina e sera, giorno e notte e, ogni volta, che ne aveva voglia o l'occasione. Io ero sempre pronta e disponibile per farmi schizzare dentro, anche se, a volte, non godevo, perché magari la scopata veniva fatta senza tanta enfasi. Naturalmente sentivo il bisogno di altri cazzi: uno fra tutti, quello di mio suocero. Con mio suocero ne abbiamo parlato. Gli ho spiegato che volevo farlo diventar nonno. Lui, dalla gioia, mi ha infilato il cazzo in bocca e mi ha spiegato la sua idea.
“La tua fica non la sfioro neanche con un dito. Sta tranquilla, però nulla vieta di poterti infilare il cazzo in bocca o in culo!”
E così è stato. Ho cominciato a ingoiare sborrate da lui e a farmelo mettere in culo anche da qualche altro, a cui negavano tassativamente la fica, che veniva, quotidianamente, irrorata dai caldi schizzi di sborra di mio marito. Dopo un mese, ho fatto il test di gravidanza e son risultata incinta. Allora ho abbracciato mio marito e, dalla contentezza, abbiamo scopato a lungo. Poi, ovviamente, ho ripreso a far la troia a mio piacimento. Ho continuato a scopare anche con altri cazzi, fino a circa 10 giorni dal parto. Alla fine ho partorito una splendida bambina, cui abbiamo dato il nome di Dany.
Son passati gli anni, diciotto per l’esattezza, e mia figlia, copia vivente di me stessa, è diventata una bella sgualdrina al pari della madre. Ne sono fiera.
Mi piace pensare che, da quando era nel mio grembo e che abbia avuto modo di assaporare la crema di cazzo che ingoiavo con molto piacere, sia stato questo a spingerla a seguire le mie stesse orme, assatanata e ingorda di cazzo. La guardo con orgoglio, perché son riuscita a farle capire che il piacere va sempre colto, indistintamente da dove arriva, maschio o femmina, e lei, come me, è divenuta una magnifica sgualdrina, cui sarò fiera, un giorno, di lasciare il mio testimone per farle portare avanti questa filosofia di vita, che se scandalizza le ben pensanti, mi riempie di gioia.
Sono una sgualdrina e ne sono fiera!
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1 year ago
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Quel giorno in tre
Sono Piero, ho cinquantatré anni e sono sposato da trenta. Sono una persona normalissima; lavoro e famiglia sono le mie occupazioni prevalenti ed il mio unico hobby è la pesca. Sono seduto sulla sponda del fiume assieme a tre amici, conosciuti due anni fa, in maniera particolare. La mia vita era come adesso: lavoro, casa e la domenica qualche ora libera per la pesca. Stavo sulla riva del fiume, quando ho visto due giovani, seminascosti fra le piante, che si baciavano. Nulla di strano, se non per il fatto che erano due maschi. Per un attimo sono rimasto sorpreso, poi ho osservato meglio la scena e mi sono eccitato. Da qualche tempo avverto, dentro di me, il bisogno di spezzare la monotonia che ha generato il rapporto con mia moglie. Per carità, non mi lamento. Lei è una bella donna, che sa dar piacere ad un maschio e, con me, ci gode molto, anche perché a me piace farlo con tutta la dolcezza possibile così da farla godere molto prima di venire. Ma, da un po’ di tempo, sembra tutto cosi ripetitivo che, alla fine, non senti più quel desiderio che avevi prima. Vedere quei maschi che si baciano, mi ha fatto eccitare e la cosa mi ha stupito non poco. Da ragazzo, quando andavo in palestra, ho spesso sbirciato, sotto la doccia, i cazzi dei maschi che si lavavano assieme a me e, allora, attribuivo quella curiosità al semplice motivo di poter fare il classico confronto: il tuo è più lungo, il suo più grosso, e lui ha le palle piccole, e cose del genere, invece ora mi rendo conto che era perché mi piaceva sbirciare quei cazzi, specie quelli più grossi con desiderio di stringerli fra le mani o accoglierli in bocca. Ho osservato la scena ed essi, incuranti del fatto che li guardavo, hanno preso a scopare fra loro ed a godere molto. Ricordo che mi sono dovuto fare una bella sega, per placare la forte eccitazione che quella scena mi aveva procurato. Dopo quel fatto, ho cominciato ad informarmi, a mezzo Internet, su cosa fosse con precisione il piacere che provavo ed ho scoperto che avevo la tendenza alla bisessualità. Amo le donne, ma ho il forte desidero di godere con un maschio. Cavolo! Facile a dirsi, ma quasi impossibile da praticarsi, specie se lavori in un ambiente strettamente maschile, dove i gay non son visti di buon occhio. Passa del tempo ed io mi ero quasi messo l’anima in pace, quando una domenica mattina, del mese di luglio, decido di andare a pescare in un lago artificiale, alimentato da un bel fiume che, dalla sorgente al lago, non incontra nessun paese e, quindi, l’acqua è pulitissima ed il pesce è buono da mangiare. Raggiungo il luogo ritenuto idoneo alla pesca, un piccolo anfratto del lago, difficilissimo da raggiungere e con poco spazio, per questo spero di trovarlo libero. Quando posteggio la vettura nella piccola piazzola, vedo che c'è già un’altra auto. Sono un po' contrariato e vorrei quasi rinunciare, poi, invece, decido di scendere a vedere se posso mettere in acqua anche i miei ami. Percorro l’impervio sentiero e, dopo circa dieci minuti, sono sul posto. Ci sono due persone che stanno già pescando: uno più anziano ed uno più giovane. Li saluto, osservo che non c’è molto spazio e faccio per andarmene, quando il giovane, dopo aver scambiato uno sguardo con l’altro, mi invita a restare, si stringono un po' e mi danno la possibilità di mettere in acqua anche le mie lenze. Posiziono le canne e li ringrazio. Sono in costume da bagno, perché in quel luogo il sole picchia tutto il giorno e l’unico posto all’ombra è occupato da loro. Si tratta di una piccola sporgenze posta un po’ più in alto, sotto un bel leccio, che offre un buon riparo dal sole. Mi presento e lo stesso fanno loro, così scopro che il giovane si chiama Luca, mentre l’altro Giuseppino, ma tutti lo chiamano Pino. Luca mi invita a sistemare la mia roba all’ombra, accanto alla loro.
«E' opportuno che anche tu ti metta un po’ più leggero: qui, fra poco, ci si scotta sotto il sole». In effetti indosso dei pantaloni lunghi ed una camicia.
«Sì, hai ragione, ma non ho il costume come voi.»
Loro si guardano e poi, con fare divertito, mi rispondono:
«Nessun problema, resta in mutande o, se vuoi, visto che siamo fra uomini, potremmo anche metterci nudi.»
Sarà una provocazione, uno scherzo, intanto aspettano la mia reazione. Mi sento una strana sensazione dentro e, dopo un attimo di esitazione, mi spoglio nudo, subito emulato da loro. Per un momento, si insinua in me il vecchio stimolo al confronto. Il mio è forse il più grosso, quello di Luca il più lungo, mentre quello di Pino è quello che unisce entrambe le caratteristiche: è più lungo e grosso dei nostri. Dopo un attimo di silenzio, scoppiamo in una grassa risata e, sistemate le canne, ci spostiamo sul piccolo rialzo per metterci all’ombra. Non c’è molto spazio e Luca si sposta un po’ più di lato e mi invita a sedermi. Mi siedo con le gambe incrociate, come fanno loro, e avverto sempre più la sensazione che oggi accadrà qualcosa che proprio non mi sarei aspettato, ma che desideravo da un po’ di tempo. Restiamo per un bel po' in silenzio e, mentre fissiamo le nostre canne, con fare tranquillo Pino si accarezza l'uccello, che si sta man mano gonfiando. Nessuno parla e anche Luca si tocca il cazzo ed io, senza rendermene conto, faccio lo stesso. Poi mi giro verso Luca e, dopo che i nostri occhi si sono incrociati, senza dir nulla, lui mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia in bocca. Resto un momento passivo, poi rispondo a quel bacio con molta passione.
Limoniamo un po', le nostre lingue si cercano e si toccano, poi lui si stacca da me e mi spinge la testa verso il basso, facendomi ritrovare il suo cazzo duro dinanzi alla bocca. Non ho nessuna esperienza di bocchini, se non quelli che mi ha fatto mia moglie, ma apro la bocca e mi metto a leccare e succhiare quel paletto di carne viva, che, a succhiarlo, mi procura tanto piacere. Luca emette un gemito e questo mi gratifica.
«…uhhmumhmmm…che bocca! Sì, cazzo, come succhi bene! Davvero bravo…dai…»
Mentre sono piegato a succhiare Luca, sento Pino che mi prende la mano destra e la porta sul suo cazzo. Lo sento duro, caldo e lo sego lentamente, mentre lui mi accarezza il petto, mi lecca i capezzoli e mi tocca il mio cazzo. Lentamente scende verso il basso e, in breve, il mio cazzo è preda dalle sue labbra. Mi succhia con estrema maestria e, adesso, sono io che devo sfilarmi il cazzo dalla bocca per gemere di piacere.
«…huhummm…sì …dai ...sei fantastico!»
Lo sego con impeto e lui mi blocca dicendo che non vuole sborrare subito, poi mi prende la testa con la mano, mi fa girare verso di lui e mi bacia. Sento la sua lingua entrare con prepotenza nella mia bocca, succhia la mia e poi, dopo aver goduto di questo bacio fortemente erotico, mi fa piegare sul suo cazzo, che mi ritrovo davanti al viso, e mi esorta a succhiarlo.
«Dai, fammi sentire la tua bocca!»
Lo imbocco e cerco di ingoiarlo più che posso, ma è davvero grosso. Lecco e succhio la cappella che sembra ingrossarsi sempre più. Lui apprezza e geme per quello che sto facendo al suo uccellone.
«…mhuum…come lecca! Sì, dai ... mi piace…»
Mentre sono piegato sul cazzo di Pino, Luca si sta dedicando al mio culetto ed io mi giro in preda ad un attimo di incertezza. Lo guardo preoccupato.
«Fa...piano ... sono vergine...e non credo che i vostri cazzi ci possano stare ...siete troppo grossi.»
Lui mi sorride e mi rasserena.
«Tranquillo. Comincerò ad allargarti pian piano e, se senti che non ce la fai, me lo dici ed io mi fermo subito.»
Lo sento che si abbassa, mi lecca e succhia il buchetto che, dopo un po' comincia a rilassarsi ed a gradire il gioco di lingua che Luca mi sta riservando. Frattanto ho ripreso a succhiare Pino, che gradisce e invita Luca a fare un buon lavoro.
«Dai, succhialo! ... Che meraviglia! ... Dai, che dopo che Luca ti ha aperto il culo, te lo sfondo pure io…Dai, Luca, scopalo ed aprilo tutto, che poi lo voglio infilzare anch’io! ….umuhuhumm, succhiami…»
Mi rilasso e sento che Luca prende posizione dietro di me e, dopo aver inumidito il suo cazzo con molta saliva e fattane colare altra fra le mie chiappe, lo appoggia al buchetto che, per reazione, si irrigidisce.
«… calmo…rilassati, non ti irrigidire ... resta rilassato e vedrai che ti piacerà…fa un bel respiro …»
Mi rilasso, lo sento spingere e, di colpo, il mio sfintere si dilata e lui affonda quasi tutto dentro di me. Per un attimo mi sembra che mi stia spaccando in due. È solo un attimo, anche perché Pino si è disteso sotto di me e, preso il mio cazzo in bocca, lo sta succhiando come un forsennato. Mi sento un po’ frastornato dalla sensazione di esser succhiato e, nello stesso tempo, mi sento profanato nel culo, ma entrambe le cose mi trasmettono un piacere che comincio ad esternare ai miei occasionali compagni.
«Sì …mi piace…sì, cazzo, mi stai spaccando il culo! ...ma non ti fermare …e tu, succhiami il cazzo!»
Luca adesso mi pompa con maestria. Mi affonda tutto il cazzo in culo e poi lo estrae lentamente, per poi affondarlo di nuovo tutto d'un colpo. La cosa mi piace e comincio a godere molto. Lo dico a Pino che mi succhia sempre più forte e son quasi all’orgasmo, ma non voglio sborrare.
«Sì, mi piace…cazzo, scopami…e tu fermati che sto per sborrare e non voglio…sì…dai…»
Pino si sfila da sotto e mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca. Lo ingoio più che posso, mentre Luca mi scopa sempre più forte ed avverto che è quasi al limite. Anche Pino se ne rende conto e lo esorta a rallentare il ritmo.
«Cazzo, come pompa! Mi succhia anche l’anima … e tu non aver fretta a sborrare. Dai, che me lo voglio godere un po’ anch’io il suo bel culo…»
Ma Luca non lo ascolta e, ad un tratto, sento che lo spinge tutto dentro, per poi esplodere in una sborrata che mi inonda il culo. Lo sento svuotarsi dentro con un grido di puro piacere.
«ECCOMMI…SBORRO! Ora!»
Rimane immobile e poi si sfila. Io resto a guardarlo e, intanto, Pino si mette dietro di me e, un attimo dopo, sento che mi spinge dentro il suo cazzo che, data la maggior consistenza, mi apre ancor di più. Devo però prendere atto che, a causa della quantità di sborra che già è dentro il mio culo, l'altro scorre meglio. Me lo infila tutto dentro e, quando sento il suo corpo sbattere sul mio, provo un piacere sconvolgente.
Godo e lui comincia a pompare come un pazzo scatenato. Mi lima il culo con un ritmo molto veloce, mi fa impazzire, mentre Luca mi ha infilato il suo cazzo in bocca, ancora lordo della sua sborra e dei miei umori anali, ed io mi ritrovo a succhiarlo come se non ci fosse un domani. Godo e pure loro con me.
«huumummmm…sì, sfondami…sì.»
Lui non si risparmia e mi pompa sempre più forte.
«Sì...cazzo come sei stretto…. Mi fa impazzire il culo vergine…sì ti spacco tutto e poi ti sborro in gola…sì eccomi...sì ci sono quasi...ora…»
Luca si lascia succhiare fin quando non si rende conto che l’ho ripulito alla perfezione. Poi si sposta e lascia libera la mia bocca che ora urla tutto il piacere che sto provando.
«Sì…dai, scopami… cazzo, mi fai impazzire! Sì…sì, dai più forte…godo!»
Pino è al limite, gli sento imprimere un affondo e sborrare il primo schizzo nel culo, poi si sfila veloce e me lo presenta alla bocca. Lo infilo subito dentro e ricevo le altre due schizzate, direttamente in gola. Lo succhio mentre lui gode come un porco.
«Cazzo! Sborro! Bevi…così!»
Lo pulisco e lo lucido così bene, che lui, alla fine, ci scherza pure un po'.
«ACCIDENTI! A questo il cazzo piace da morire! Se non glielo sfilo, me lo divora!»
Mi distendo sfinito, mentre loro adesso mi segano il cazzo e lo succhiano. Io non sono ancora venuto e, intanto, anche Luca avverte i segni di una nuova erezione. Pino lo succhia e lo infila tutto in gola e Luca lo incita a farlo tornare duro, per scopare anche lui. Io mi sollevo e Pino mi fa mettere dietro di lui e mi invita a sfondargli il culo, mentre succhia Luca. Sputo un po' di saliva sul suo buco, appoggio la cappella e appena spingo si apre di suo. Glielo infilo tutto in un sol colpo e lui mostra subito di gradire.
«Sì, spingilo...cazzo, ti sento! ...dai, scopami…»
Nonostante mi sento ancora sconvolto dal piacere appena provato, lo afferro per i fianchi e mi metto a pomparlo a ritmo veloce. Mi piace la sensazione del mio cazzo che affonda in quel culo morbido e ben aperto. Gode e anche Pino gli spinge il cazzo, tornato di nuovo duro, tutto in gola.
«Succhialo che poi ti scopo pure io...cazzo, mi fa impazzire la tua bocca…sì…succhia…»
Lo sbatto con vigore e lui gode. Il suo cazzo è tornato durissimo, io mi abbasso un poco e glielo prendo in mano, mentre gli sfondo il culo a colpi di cazzo fino a sentirmi al limite. Lui se ne accorge e mi incita a sborrare sia nel culo che in bocca.
«Dai, sborra! ... Fammelo sentire anche in bocca…cazzo, sei stupendo! …Sì, dai… VIENI!»
Lo pompo ancora un po', poi esplodo dentro di lui che, toltosi il cazzo dal culo, se lo porta alla bocca e lo succhia divinamente.
«Eccomi… sborro! Succhiami…»
Ingoia tutto e succhia fin quando non ha spremuto anche l’ultima goccia. Mentre io me lo faccio succhiare, Luca si è messo dietro Pino, infilandogli il cazzo in culo con un solo affondo. Pino gode sia in bocca che in culo. Anche Luca lo pompa come un pazzo, si sega il cazzo ed io mi abbasso, glielo prendo in bocca e lo succhio. Pino impazzisce fra di noi che lo facciamo godere tantissimo.
«…HUHUMMMM…sì…mi fate impazzire…godo!»
Luca lo pompa di brutto e ben presto anche lui è pronto a godere. Pino afferra il cazzo con la mano, se lo sfila dal culo, lo porta alla bocca ed accoglie tutta la sborrata in gola. Luca gode come un maiale ed urla il suo piacere.
«Eccomi…sborro! ...bevi, TROIA!»
Mi sfilo da sotto e faccio in tempo a vederlo ingoiare la copiosa sborrata. Lui mi afferra la testa e mi bacia, facendomi sentire ancora il sapore della sborra che ha appena ingoiato. Dopo aver limonato un poco, Pino fa girare Luca e se lo incula con un solo affondo. Vedo la faccia di Luca che si contrae per un attimo in una smorfia di dolore, ma subito si trasforma in una maschera di piacere e io, dopo un attimo di indecisione, mi metto a succhiare il cazzo di Luca, mentre lui incomincia a godere sbattuto da Pino che, quando gli spinge il cazzo dentro, lo sfonda con gusto.
«Ti spacco anche il tuo culo...porco sfondato!»
Luca ci incita a farlo godere.
«Sì, da bravo, spaccami… e tu, succhia che ti voglio sborrare in gola… così, dai, più forte!»
Pino lo sbatte come una furia scatenata e ben presto raggiunge anche lui il culmine. Si svuota dentro quel culo più che dilatato, e poi lo estrae e ce lo fa succhiare ad entrambi.
«Sì, troie…leccatemi…sì, cazzo, mi fate morire…»
Poi, sfiniti, ci distendiamo al sole. Luca mi accarezza e mi parla dolcemente.
«Quando ti ho visto, ho avuto subito un'erezione. Mi succede sempre, quando mi trovo davanti un maschio che mi piace, e tu mi sei piaciuto subito. Pino è stato il mio primo cazzo. Mi ha fatto piacere sverginarti. Mi piacerebbe che questa nostra esperienza si tramutasse in una bella amicizia. Io sono sposato e anche lui, tu come sei messo?»
Li guardo e subito mi rendo conto che ho finalmente trovato quello che andavo cercando e ne rendo partecipi i miei nuovi amici.
Da allora sono passati tre anni e noi tre andiamo sempre a pesca insieme. A volte ci inventiamo una battuta di pesca al mare e ce ne andiamo il pomeriggio del sabato per tornare la domenica.
Ovvio che non andiamo a pesca, ma ci prendiamo una bella camera in un albergo e passiamo una notte di fuoco; poi, il giorno dopo, comperiamo del pesce e tutto questo va benissimo. Le nostre mogli sono contente, non sospettano nulla, e noi ce la spassiamo alla grande sempre in tre, solo noi tre.
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1 year ago
baxi18, 55
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Una coppia molto giovane
Mi chiamo Carlo, sono un over 60 di media statura, con i capelli bianchi, aspetto normale, ma ben curato. Sono munito di una buona dotazione, un po’ sopra la norma, che è sempre stata molto apprezzata dalle signore che hanno avuto modo di valutarla. Soprattutto quelle che, un tempo, venivano portate a Saturnia da mariti compiacenti, che le portavano in quel posto per farle toccare. Questo ha influito molto nel mio modo di vivere e di gustare la sessualità. Con il tempo, ho visitato i più grandi santuari della trasgressione: da Cap d'Agde al Lido di Dante, alle spiagge nudiste della Toscana e della Calabria, fino a Maspalomas a Gran Canaria. Nell’ultimo decennio, ho scoperto anche il piacere di andare in Croazia. Lungo le sue coste, la trasgressione viene praticata in maniera audace e molto composta: c'è l'erotismo, il piacere del gioco, il gusto di osservare e di toccarsi. Il sesso non è troppo esplicito, ma serpeggia latente in tutti quelli che frequentano quelle zone. È piacevole da vedere ed invoglia a partecipare. Infatti, col tempo, ho imparato a preferire maggiormente il gioco esibizionistico o voyerismo al posto dei normali amplessi. Certo non disdegno una bella scopata, ma trovo che una donna che si tocca e si esibisce davanti a me sia di gran lunga più eccitante ed intrigante. Quest'anno, verso la fine di giugno, mi son recato in Croazia per trascorrere una settimana su qualche scogliera dedita alla perdizione. Il secondo giorno che ero sul posto, ho incontrato una coppia che avevo già notato in passato. Lui, un uomo tranquillo, silenzioso, osservatore attento a tutto ciò che coinvolge la sua donna; lei, una splendida donna sulla cinquantina, capelli scuri, seno grosso, labbra carnose, ventre abbastanza piatto ed un culo da sballo. Sa di esser bella e si comporta da regina della spiaggia. È comunque un'esibizionista, che ama molto giocare con i singoli. Quel giorno aveva messo gli occhi su di me ed io, naturalmente, me ne son sentito particolarmente lusingato. Ha cominciato con l'invitarmi con il semplice sguardo a sedermi a poca distanza da lei, a circa tre o quattro metri e poi ha cominciato ad allargare le cosce in maniera quanto mai provocante, ad accarezzarsi il seno e far scivolare giù la mano, per farla indugiare sul suo bottoncino. Ripetutamente mi mostrava la sua ostrica già resa lucida dagli umori. Io la seguivo con attenzione e l’assecondavo, masturbandomi in relazione alla intensità con cui lei si masturbava. Se lei accelerava il ritmo, lo facevo anch'io, se lei lo riduceva, lo riducevo anch'io. Era un gioco sottile di sguardi, di sensazioni, di piacevole erotismo, che mi aveva coinvolto molto. Se qualche soggetto invadente, si frapponeva fra me e lei, ella chiudeva automaticamente le cosce e si girava in maniera da voltargli le spalle: chiaro atteggiamento di chi cerca di far capire all'intruso di non esser gradito; intendeva dedicare il gioco solo a me. Alcuni singoli si erano seduti in semicerchio intorno a noi, ma sempre rimanendo dietro di me, a debita distanza. Il gioco è andato avanti per quasi tutto il giorno, alternandosi con momenti più o meno intensi, ma sempre fra di noi, in maniera alquanto eccitante, ma, nello stesso tempo, anche estenuante, perché era evidente che lei intendesse prolungare il piacere quanto più possibile. Poi, ad un tratto, ho visto che mi ha guardato bene in faccia, sguardo fisso ed ha cominciato a muovere le sue mani in maniera più frenetica; la sua bocca si è spalancata, i suoi occhi si sono chiusi ed ha emesso un flebile lamento. In quello stesso istante ha raggiunto l'orgasmo. È rimasta con gli occhi chiusi, mentre il suo corpo veniva scosso da brividi intensi di piacere, sotto lo sguardo estasiato del marito, che non perdeva un solo movimento della sua mano. Quando ha riaperto gli occhi, ho intensificato la mia masturbazione, perché ora toccava a me godere per lei. Essa, con cenno della mano, mi ha invitato ad avvicinarmi quel tanto che basta, perché il mio corpo fosse in prossimità dei suoi piedi. Ha sollevato la gamba destra ed ha avvicinato il suo splendido piedino, impreziosito da un'immancabile cavigliera d’oro con ciondoli di corna, chiaro simbolo della sua propensione a farne dono al maritino. Quel piede ha raggiunto la punta del mio cazzo, con l'esplicito invito a farselo ricoprire di sborra. Mi sono segato velocemente e poi, guardandola fissa negli occhi, ho cominciato a scaricare getti intensi di piacere su quella caviglia, su quel meraviglioso piedino e sulla coscia. Lei ha sorriso, ha apprezzato e spalancato la bocca, leccandosi le labbra avidamente. Mi guardava con occhi da vera porca, che godeva nel vedermi sborrare sul suo piede. Quando ho finito di schizzare, lei ha allungato una mano, ha afferrato il membro e lo ha spremuto fino all'ultima goccia. Proprio l'ultima goccia, l’ha raccolta con il pollice e, lentamente, sempre fissandomi negli occhi, l'ha portato alle labbra per gustare il mio piacere. In quell'istante, un piccolo applauso si è levato dal gruppo di singoli che era dietro di me; si erano segati ed erano venuti anche loro, complimentandosi con la donna per la splendida performance che ci aveva regalato. Queste sono le cose che mi piacciono molto di quel posto, dove l'erotismo viene fatto in maniera intrigante, mai scontata, ma sempre molto eccitante. Lei, dopo quella particolare sua esibizione, si è rivolta verso il marito e gli ha allungato il piede, ricoperto della mia crema. L'uomo lo ha preso fra le mani, quasi fosse un oggetto sacro, da adorare, ed ha cominciato a spalmare la mia sborra sulle cosce e sulle caviglie della moglie. È stata la conclusione di un gioco incredibilmente eccitante. Sono tornato a sedere al mio posto e lei ha preso a distendersi per gustarsi gli ultimi raggi di sole. La sera son uscito e, passeggiando per il paese, ho notato che, quest'anno, la cittadina turistica dove mi trovavo era più piena di ragazzi giovani e questo mi ha regalato una certa allegria. Il giorno successivo son tornato nella stessa scogliera e nonostante fossero le 10:00 del mattino, vi era pochissima gente, per cui la scogliera era alquanto libera. Mi son disteso al mio solito posto ed ho fatto un bagno rinfrescante, perché il sole già cominciava a farsi sentire sulla pelle. Quando son uscito dall'acqua, ho visto arrivare una giovane coppia, anzi giovanissima. Lui avrà avuto, al massimo, circa venticinque anni, lei sembrava averne intorno ai 18/20, non di più. Li avevo notati mentre andavo via la sera precedente: scattavano foto con il tramonto. Lei indossava un vistoso bikini rosso che risaltava notevolmente sulla sua pelle bianca. Con tutta la scogliera libera, si son guardati un attimo intorno, mi hanno visto e lei ha annuito con il capo; si son venuti a sdraiare a due o tre metri da me. Io son rimasto lusingato da questa scelta, perché era chiaro il fatto che avevano volutamente stendere i loro teli vicino al mio. Li ho osservati da dietro i miei occhiali scuri, mentre mi spalmavo la crema protettiva. Lui un bel ragazzo di aspetto normale, di media statura, moro con il fisico non troppo robusto, lei una bambolina. Una piccola Barbie umana, dal corpo esile e perfetto. Capelli biondi a caschetto, occhi chiari, seno non troppo grande, al massimo una seconda, tondo, perfetto, sembravano due pompelmi con dei capezzoli sottilissimi. Il ventre piatto in un corpo un po' magro, il culetto tondo perfetto, sembrava disegnato con il compasso. Le cosce lunghe e snelle e, sia le unghie delle mani che quelle dei piedi, erano colorate di un rosso acceso, che metteva ancor più in risalto la bellezza delle sue estremità. La bocca, non troppo ampia, le labbra sottili, erano incorniciate su un ovale del viso quasi perfetto. Si sono spogliati nudi e, sdraiati accanto a me. Lui ha iniziato a spalmarle la crema protettiva, perché la pelle della ragazza era anche troppo bianca, ma, più che spalmare, sembrava che l’accarezzasse, mentre guardava verso di me. Lei teneva lo sguardo in basso, sembrava timida, quasi impacciata. Lui però cercava di capire se avesse attratto la mia attenzione e se il gioco avesse suscitato il mio interesse. È stato un lungo massaggio, durante il quale ho visto i capezzoli della ragazza ergersi dritti e appuntiti, anche se sottili e, a quel punto, abbiamo iniziato un gioco di sguardi ed intense occhiate, da parte di lui che cercava di mostrarmi la sua lei, che, timidamente, stava al gioco, non senza un certo imbarazzo. Doveva esser di certo da poco che avevano intrapreso quel gioco. Lui le parlava nell’orecchio, lei si girava verso di me e notava che avevo già un bel principio d'erezione. Seppur timidamente, quando lei si è resa conto che aveva la mia attenzione, ha iniziato a muovere ed aprire/chiudere le gambe, con malcelata indifferenza, mostrandomi lo spacco della sua patatina, molto piccola: sembrava una pesca liscia e matura. Completamente rasata e pulita, era incredibilmente sensuale. Il rosa della carne della sua ostrica era in netto contrasto con il bianco della sua pelle. Il gioco ha iniziato ad intrigarci, teneva gli occhi chiusi, mentre lui continuava ad accarezzarla, arrivando quasi a masturbarla, prima in maniera soft, poi con maggior vigore. Ho visto le guance della ragazzina imporporarsi di rosa e questo suo verginale imbarazzo, mi ha eccitato particolarmente. Alcuni singoli son venuti a sedersi accanto a me per meglio osservare la scena. Il giovane lo ha fatto presente, sussurrando qualcosa all’orecchio della ragazzina, che, quasi, d’istinto, ha, per un attimo, ha serrato le cosce, per poi tornare ad aprirle, mostrando il suo splendido fiore. Ad un tratto, la scena si è accresciuta d'interesse per il sopraggiungere della bella, con cui avevo giocato il giorno precedente. Ha notato il capannello di singoli intorno alla ragazzina e, con una certa nonchalance, anche lei ha steso il suo telo a poca distanza da quello della ragazza. Senza degnarla di uno sguardo, si è piegata a 90°, mostrando il suo splendido culo e attirando l’attenzione di alcuni singoli, che si son spostati più vicino a lei. A me è sembrato un gesto di sfida. Il confronto tra le due donne era davvero improbo: la ragazzina, giovane, bellissima, era assolutamente inesperta e certamente molto impacciata; l'altra, invece, era esperta, consapevole del suo potenziale seduttivo, cosa che ha subito calamitato attorno a sé un discreto numero di singoli, che subito hanno iniziato a segarsi per lei. Non mi ha degnato di uno sguardo, perché, si è resa conto che io ero affascinato dalla ragazzina. Il gioco è iniziato in maniera alquanto avvincente. La bella ha subito ricevuto l’omaggio di alcune sborrate da parte di diversi singoli che, nel vederla così aperta ad accarezzarsi, in maniera lasciva e provocante, hanno subito schizzato. Io, invece, son rimasto ad ammirare la ragazzina che veniva accarezzata dal compagno e masturbata sempre più intensamente; ben presto ho visto il suo corpo tendersi, inarcarsi, scosso dal primo orgasmo. Solo un flebile gemito è uscito dalla sua bocca, mentre ancora fremeva sotto l'effetto dell’orgasmo. Lui mi ha sorriso, perché ho annuito quando lei ha goduto. La mia eccitazione ora era alle stelle. Mi masturbavo lentamente, cercando di godermi ogni attimo di quel gioco che si era creato fra noi, mentre, al suo fianco, la bella continuava a far schizzare cazzi a raffica. Il giovane mi ha fatto cenno di avvicinarmi ed io mi son inginocchiato al suo lato destro. Lei mi ha guardato con occhi stupiti, poi si è girata verso di lui, in evidente imbarazzo. Ero meravigliato dal tanto candore di una donna che, palesemente, si stava esibendo più per compiacere lui, che per un proprio desiderio. Son rimasto immobile, senza turbarla, essendo già lei molto tesa. Lui ha ripreso a masturbarla con più vigore e lei ha iniziato a gemere di nuovo. Lui, con la mano libera, ha sollevato la mano della ragazzina e l’ha appoggiata sul mio cazzo durissimo. Lei, per un istante, l’ha tolta, ma poi, di sua spontanea volontà, me lo ha impugnato ed ha iniziato a segarmi, facendo lo stesso con l’altra mano con il cazzo del suo uomo. Ci segava entrambi, mentre lui la scopava con le dita sempre più velocemente. Ho visto lui esser quasi all’apice. Il gioco doveva averlo eccitato tantissimo. Mi ha indicato con lo sguardo il seno di lei e io, con molta calma, ho appoggiato la mano su quella meraviglia, stringendo il minuscolo capezzolo fra le dita. Lei si è girata verso di me e mi ha guardato con occhi resi languidi dal piacere che stava provando. Lui ha intensificato la masturbazione e lei ha goduto di nuovo, stringendo con la mano il mio sesso, segandolo con maggior fretta. Lui mi ha guardato ed io ho intuito che era prossimo al piacere. Ho appoggiato la mia mano su quella della ragazzina e l'ho stretta attorno al mio cazzo, facendomi segare con maggior velocità. Una smorfia sul viso della ragazzina, ci ha fatto capire che era all’apice: il suo corpo si è inarcato ed è esploso in un orgasmo davvero intenso. Lui ha continuato a scoparla con le dita, poi mi ha guardato ed ha sborrato su di lei. Il suo seme si è sparso sul suo corpo acerbo ed io non sono stato da meno. Lei ha abbandonato i nostri membri, coprendosi il viso con le mani. Ho indirizzato il mio schizzo di sborra su quei seni stupendi e li ho omaggiati con una buona quantità di crema, ricoprendoli del tutto. Lui ha guardato lei, che gli ha sorriso, poi, con un dito ha raccolto un po’ della sua e mia crema e l'ha portato alle labbra di lei, che si sono schiuse per poterlo ciucciare. Io mi son spremuto il cazzo su di lei, poi mi son spostato. Il mio compito era finito. Ora erano loro che dovevano decidere il proseguo del gioco. Lei si è alzata di scatto e, insieme, sono andati verso il mare e si son tuffati per un bagno ristoratore. Io mi sono seduto sotto il mio ombrellone ed ho dato uno sguardo verso la bella che, dopo l’ennesimo schizzo del solito singolo frettoloso, si è messa a pancia in giù, stanca del gioco. Mi è sembrata come infastidita dal fatto che nessuno fosse capace di regger il gioco come era successo il giorno prima con me, restando duro per molto tempo e regalandole intense emozioni, prima di omaggiarla con una sontuosa schizzata. Il mio sguardo si è concentrato di nuovo sulla coppia giovane che, seduti sulla scogliera, vicino al mare, parlavano e si scambiavano effusioni. Ne ho dedotto che tutto era nella norma.
Mi son alzato e recato al chiosco lì vicino, per uno spuntino.
Seduto, mentre mangiavo, li ho visti andarsene abbracciati e, quando son passati davanti a me, lei mi ha sorriso e salutato con un cenno del capo, mentre lui la stringeva sorridendo.
Ho riflettuto sul fatto che, in tre giorni di vacanza, avevo già vissuto due belle e intense avventure, molto soddisfacenti e appaganti.
Mancavano ancora quattro giorni al mio rientro. Non male come inizio!
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1 year ago
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le foto porno con mio fratello
Mi chiamo Giulia, ho 27 anni e sono una bella ragazza, dal fisico ben modellato da anni di danza classica. Sono esile, alta, capelli neri e lunghi fin oltre le spalle, occhi scuri, il seno di una seconda piena con dei capezzoli piccolissimi. Il culetto è ben tondo e sodo, posto al culmine di gambe dritte ed affusolate. Vivo e lavoro come impiegata nella biblioteca comunale multimediale della città, dove ho completato gli studi di scienza della comunicazione. Sono abbastanza lontana da casa e vivo qui perché, durante gli studi, ero fidanzata con un ragazzo che non piaceva ai miei genitori, in quanto lo ritenevano il classico figlio di papà viziato, che avesse fatto soldi in modo un po’ equivoco. In disaccordo con i miei genitori, ho preferito trovarmi un lavoro e restare qui, per non riconoscere con loro che, in fondo, potevano anche aver ragione. Per questo mio padre non mi rivolge la parola da più di tre anni. Anche la mamma si fa sentire poco, mentre l’unico con cui, ogni tanto mi sento al cellullare, è Luca mio fratello. Da poco è stato assunto in un centro informatico con la funzione di tecnico riparatore, essendo lui da sempre affascinato dal mondo dei computer e dell’informatica. È un mago anche con un semplice smartphone, quindi con un pc fa miracoli. Non lo vedo da tempo e me lo ricordo molto impegnato in uno sport molto duro, come il karate. Una sera, dopo le solite due ore di danza classica, mentre mi accingevo a tornare al mio appartamento, la mia vettura mi ha lasciato a piedi. Non vi è stato nulla da fare, il motore non ha voluto in nessun modo avviarsi e così sono stata costretta a prendere un taxi. Il giorno successivo, ho chiamato un carro attrezzi e sono andata a recuperare la mia vettura; quando il meccanico ha aperto il cofano ha potuto constatare che il motore era andato, perché non ero stata attenta a far la necessaria manutenzione. Praticamente ci voleva un motore nuovo, una spesa esagerata! Ero un attimo indecisa sul da farsi. La vettura è usata, ma in ottime condizioni, ne sto ancora pagando le rate e non mi potevo certo permettermi una spesa cosi eccessiva. Il meccanico mi ha suggerito di prendere un motore rigenerato, che avrebbe avuto un costo inferiore a quello nuovo, ma, in ogni caso, era una cifra tale che non ero in grado di sostenere. Avevo bisogno di soldi! La sera a casa, seduta sul divano, stavo sfogliando il giornale, cercando negli annunci qualche soluzione, quando una cosa ha attirato la mia attenzione.
“Cercansi modelle o modelli per catalogo di biancheria intima. Gli aspiranti devono esser giovani ed in forma. È richiesta una certa disinvoltura nel mostrarsi poco vestiti o addirittura nudi. Offresi compenso adeguato a fine servizio.”
Per un attimo ho avuto un sorriso sarcastico, pensando trattarsi di una bufala, ma poi la curiosità ha avuto la meglio su di me. Ho chiamato il numero indicato e, dopo aver risposto ad alcune domande, ho fissato un appuntamento per il sabato successivo per un colloquio ed eventuale lavoro, che, ha dire della persona con cui parlavo, era davvero semplice e ben remunerato. Era musica per le mie orecchie. Il giorno prescelto ho raccolto i miei capelli in uno chignon, perché faceva già abbastanza caldo. Ho indossato una gonna non troppo lunga, ma facile da togliere, in previsione del fatto che, per indossare della biancheria intima, mi sarei dovuta spogliare; sopra misi una maglietta semplice e, ai piedi, dei sandali dal tacco medio, legati alla caviglia con un cintino. Con un taxi, sono andata all’indirizzo che mi era stato fornito. Mi son trovata nei pressi di una palazzina di tre piani, ho cercato il nome sul campanello ed ho suonato. Alla risposta, una voce maschile mi ha detto: terzo piano. Esco dall’ascensore e vedo un uomo alto, molto distinto, che mi ha fatto cenno di entrare. Appena dentro mi son ritrovata in un appartamento trasformato in uno studio e, subito, lui si è presentato.
«Piacere sono Paolo.»
Ho notato che mi ha rivolto una bella occhiata e si è compiaciuto di quello che vedeva. Mi ha fatto accomodare in quello che doveva esser il suo ufficio e sedere davanti ad una scrivania sul cui lato opposto c'era lui che ha iniziato a far domande.
«Perché le interessa questo lavoro?»
L’ho guardato e l’ho anche trovato un tipo interessante. Ho cercato di esser abbastanza tranquilla.
«Ho bisogno di soldi. Devo sostenere una spesa esosa ed ho bisogno di soldi.»
Mi ha fissato intensamente.
«L'annuncio precisava di esser muniti di una certa disinvoltura nel mostrarsi poco vestiti o addirittura nudi. Come si sente a doversi spogliare davanti ad una fotocamera?»
L’ho guardato nutrendo qualche perplessità su ciò che mi aveva appena chiesto.
«Non voglio credere che saranno foto porno?»
Lui mi è sembrato a disagio.
«No, no, non è così! Ma, in parte, implica la nudità. Più di un po'. Abbiamo linee da reclamizzare che sono destinate alla vendita nei sexy shop e saranno fatte foto con modelli, sia femminili che maschili.»
Ero ancora più curiosa adesso. L’ho guardato e, a mia volta, gli ho rivolto una domanda ben precisa.
«In ogni caso non dovrò far sesso? Voglio dire che, anche se ci saranno dei modelli maschili, io non ci devo avere dei rapporti sessuali?»
Lui ha risposto con un tono molto conciliante.
«No, questo no. Ma ci saranno una serie di posizioni sessuali particolari e avremo bisogno di foto per ciascuna di quelle posizioni. Per questo non volgiamo attori professionisti, ma gente normale, che risulta molto più naturale e spontanea, anche in un eventuale condizione di imbarazzo.»
Ero davvero stupita. Un misto di curiosità ed imbarazzo mi faceva pensare che, forse, sarebbe stato meglio andarsene, ma il fatto di dove riprendere un taxi, mi ha riportato al vero motivo per cui ero lì.
«Posizioni sessuali? È molto più di una certa disinvoltura nel mostrarsi nudi. Non credo di esser interessata nel lasciare che uno mi ficchi il suo pene dentro, in modo da poter meglio illustrare una certa comodità o bellezza della lingerie da reclamizzare. Su questo vorrei maggiori certezze!»
Paolo ha alzato le mani.
«No, non fraintendermi. La maggior parte di questi scatti non deve mostrare nulla di così dettagliato. Sono le posizioni dei due corpi che contano. Non c’è assoluto bisogno di mostrare effettivamente la penetrazione. Al massimo lo potrai avvertire appoggiato addosso, ma possiamo usare sia un modello o qualcosa di finto.»
Gli ho fatto solo un’altra domanda, prima di decidere se accettare o meno.
«Presumo che tu sia il modello maschile per queste immagini.»
Lui è rimasto un attimo spiazzato dalla mia domanda. Ha reagito d’istinto.
«Purtroppo no! Voglio dire che mi piacerebbe, eccome, posare con te. Ma c'è un altro uomo. In questo momento sta in un’altra stanza a colloquio con la mia socia.»
Ero indecisa, ma sempre meno convinta della bontà della cosa; mi sembrava tutto alquanto assurdo, ma mi servono i soldi e quindi ho chiesto informazioni sul compenso.
«Mi sembra un po’ pazzesco quello che sto per fare, ma, dimmi, che compenso mi spetterebbe se accettassi?»
«Se accetti e se ci permetti di usare le immagini del tuo corpo liberamente, su tutti i mercati mondiali, il compenso sale moltissimo. Diciamo fra i 3.000 e i 5.000. Se poi accettassi anche qualche situazione un po’ più erotica, allora potresti arrivare ai 10.000 tranquillamente. Come vedi dipende da te. Aggiungo che oggi ci occupiamo del casting, ma il servizio sarà fatto in un altro luogo: una villa immersa nel verde in cima ad una collina, con intorno un parco immenso e assolutamente discreta.»
L’ho guardato e ho notato che lui sembrava abbastanza interessato alla mia figura; mi ha osservato con estrema attenzione e poi ha aggiunto una ulteriore domanda a quelle finora fatte.
«Hai un bel fisico, molto snello e ben proporzionato; sicuramente fai dello sport per mantenerti così in forma, ma vorrei sapere se hai cicatrici, tatuaggi, piercing o peli sul corpo.»
Gli ho risposto che ero una ballerina di danza classica e non avevo nulla di quello che lui mi aveva chiesto. Lui ha fatto un sorriso molto compiaciuto. Non ha aggiunto altro, si è alzato in piedi e ho notato che aveva un bel pacco gonfio. Ha aggiunto, mentre mi congedava, che mi avrebbe chiamata in settimana per dirmi se e quando si sarebbe proceduto al servizio fotografico. Sono uscita e, mentre andavo a casa, ripensavo a tutta questa storia che mi sembrava davvero insolita. Il giovedì mi chiama una voce femminile.
«Ciao, sono Nadia, la socia di Paolo, ti volevo chiedere se eri interessata al sevizio fotografico, perché abbiamo trovato la tua controparte maschile e, se non hai cambiato idea, sabato mattina vorremmo iniziare. Ti mando l’indirizzo del luogo dove faremo il servizio fotografico.»
Confermo la mia disponibilità ed aggiungo solo che non ho un mezzo per raggiungere il posto del sevizio. Lei resta un attimo in silenzio, poi mi dice che ci vedremo davanti all’edificio dove ho fatto il colloquio. Il sabato arrivo puntuale sul luogo dell’incontro e trovo ad aspettarmi Paolo. Mi sorride e poi mi invita a salire in auto, per raggiungere il luogo designato. Durante il viaggio iniziammo a parlare.
«Apprezziamo molto che tu faccia da modella per noi, Giulia. Sapessi quanto è difficile trovare la persona giusta, con il look giusto e questo è un compito difficile per qualsiasi modella. Sei davvero molto bella. Penso che abbiamo trovato anche il maschio perfetto per il servizio. È davvero un bravo ragazzo, come prima cosa ed è davvero un fusto, con un bel viso. Son sicuro che voi due andrete d'accordo. Sembra molto professionale anche se, come te, non è un modello professionista. Ci sta aspettando in villa con la mia socia.»
Dopo una mezzora di viaggio, siamo entrati in un cancello che si è richiuso dietro di noi e, percorso un lungo viale in salita, siamo giunti davanti ad una villa in stile moderno. Scesi, siamo entrati ed ho visto una donna e un maschio, girato di spalle, che parlavano al centro di un magnifico salone. La stanza era piena di attrezzatura fotografica: luci, cavalletti, ombrelli e cavi dappertutto e due persone intente a sistemare ogni cosa. Loro parlavano e, quando si son girati, son rimasta basita. Nadia si sposta e mi presenta il modello che altri non è che Luca, mio fratello.
«Tu devi esser Giulia.»
Mentre parla, noi due ci guardiamo restando a bocca aperta. Il primo a rompere il silenzio è Paolo.
«Questo è Luca: ma...voi due vi conoscete?!»
«Oh cavolo!»
Ho esclamato mentre Luca ha sorriso e risposto a Paolo.
«Sì, immagino che tu possa dire che ci conosciamo. Paolo, Nadia, vorrei presentarvi mia sorella Giulia.»
C’è stato un silenzio infinito nella stanza, mentre tutti gli occupanti pensavano all’incredibile scherzo del destino. Luca è venuto verso di me, che ancora ero sbalordita ed a bocca aperta.
«Ciao, Giulia Non avrei mai pensato di vederti qui. Stai bene? Sembri un po' pallida. Sono un po' sorpreso che tu abbia accettato di fare questo lavoro.»
Mentre io lo guardavo ancora stupita, la voce di Nadia risuonò dietro di noi.
«Merda! Ho noleggiato tutta questa roba per fare le foto oggi. Stavamo per provare a realizzare tutto in un giorno. Questo imprevisto ci costerà un sacco!»
Luca ha appoggiato la mano sulla spalla di Nadia.
«Lascia che ti dia un suggerimento: non è che io e Giulia non ci siamo mai visti nudi. Voglio dire, siamo cresciuti insieme in una casa con un solo bagno. E hai detto che non ci son rapporti reali nelle riprese, giusto? Cosa ne pensi, Giulia? Pensi di poter fare delle foto, anche se con me?»
Nadia si è girata verso di me e mi ha guardato in attesa della mia risposta. Ho guardato Luca e ho ripensato agli anni trascorsi insieme. I nostri genitori erano sempre molto impegnati nel lavoro a far carriera e noi eravamo cresciuti aiutandoci a vicenda. Ho ripensato a come Luca mi avesse "protetta" dai ragazzi, soprattutto durante il liceo. Era stato bravo, così bravo che in realtà ero vergine quando mi ero fidanzata con quel poco di buono che, dopo avermi sverginata e goduta un po’, mi aveva lasciata per una puttanella da quattro soldi. Dopo quella storia finita male, Luca era scomparso già da diversi mesi e, da allora, avevo ricevuto da lui solo poche telefonate. In questo momento ero felice di vederlo. Gli ho sorriso e, finalmente, sono riuscita a riprendermi dallo stupore.
«Cosa diavolo stai facendo? Perché hai accettato di posare per foto come queste? Pensavo che stessi facendo un sacco di soldi con quel lavoro da tecnico?»
Luca ha ricambiato il sorriso e mi ha risposto.
«In realtà, li sto facendo. La mia era solo curiosità. Ho pensato che sarebbe stato interessante far qualcosa del genere. Ho anche pensato che avrei potuto incontrare una ragazza e vederla nuda senza tutto le paranoie del corteggiamento.»
Paolo ha preso in mano la situazione.
«Ok, ragazzi, mi fa piacere che vi siate ritrovati, ma non abbiamo risolto questo problema. Abbiamo noleggiato tutta questa attrezzatura, quindi, ovviamente, vorremmo procedere. Giulia non hai risposto alla domanda di Nadia. Ti va di procedere oltre?»
Ho guardato sia lui che lei, e poi Luca.
«Immagino che non potrei esser più al sicuro. E come ha detto lui; ci siamo visti nudi più di una volta. Credo che possiamo fare un tentativo.»
La tensione nella stanza è svanita di colpo. Piuttosto che lasciarci riflettere ulteriormente, Paolo e Nadia iniziato ad informarci sull'ordine in cui sarebbero state scattate le fotografie, per quanto tempo avrebbero dovuto esser mantenute alcune pose e altre informazioni che rendevano la sessione impersonale. Alla fine, però, è arrivato il momento in cui abbiamo dovuto metterci nudi per iniziare. Paolo si è avvicinato ad entrambi e ci ha invitati a spogliarci.
«Non abbiamo uno spogliatoio vero e proprio, ma dato che le pose son tutte nude, non sembrava importante. Inoltre dobbiamo attendere che i vostri corpi si liberino dai segni impressi da indumenti, tipo spalline del reggiseno, elastico della biancheria intima, insomma quel genere di cose. In genere i due protagonisti che si conoscono al momento, hanno bisogno di socializzare, ma voi trovate un modo per perder un po’ di tempo, mentre io e Nadia prepariamo l'attrezzatura.»
Ho guardato mio fratello e mi son messa a ridere.
«Ricordi l'ultima volta che ci siamo visti nudi?»
Lui mi ha guardato e si è messo ridere a sua volta.
«Fu la sera che dovevi uscire con quel borioso di Michele. Mi stava così antipatico che ho fatto di tutto per farti arrivar tardi.»
Lo guardo e ricordo perfettamente che, alla fine, esasperata dal fatto che lui teneva occupato il bagno, continuando a far la doccia, per farmi andare in ritardo, alla fine ero entrata passando direttamente dalla finestra che, dalla terrazza, immette nel bagno. Sono rimasta stupita, quando, appena scavalcata la finestra, ho notato che mio fratello si stava masturbando allegramente. Non si aspettava la mia irruzione da quel lato e così, quando si è girato, ho potuto notare la sua consistente dotazione. Ne avevo già visti di cazzi, ma, il suo era veramente qualcosa di spettacolare! Lungo, grosso, perfettamente cilindrico e teso, con in cima una punta a forma di albicocca.
«Mi ricordo che ti eri così incazzato, perché ti avevo interrotto! Te lo stavi menando alla grande!»
Luca mi guarda ridere e anche se adesso è davanti a me, vedo quel mostro a riposo, ricordo che, in quel momento, ero rimasta veramente stupita, ma, soprattutto, affascinata.
«Ricordo di aver pensato ad un cavallo, quando ho visto il tuo...È stato molto interessante. Era la prima volta che vedevo qualcosa di così abbondante!»
Luca ride ancora, mentre noto che un po’ si sta eccitando.
«Però mi sembra di ricordare che neanche tu ti sei fatta tanti scrupoli a togliere l’accappatoio ed infilarti nuda dentro la doccia. Ricordo d'esser rimasto sorpreso nell'appurare che ti... eri rasata... laggiù.»
Restiamo entrambi in silenzio a rammentare quei momenti. Ricordo che per tutta la serata, insieme a quel ragazzo, non ha fatto altro che pensare a ciò che avevo visto nel bagno: il membro di mio fratello. I nostri pensieri vengono distratti dalla voce di Nadia, che ci invita a prepararci. Iniziamo così una serie di fotografie, incentrate su due cose in particolare: mentre io son nuda, lui indossa della biancheria intima maschile e la mia presenza è tesa al solo accentuare la sua possente erezione, posta in evidenza dalla biancheria indossata. Poi avviene il contrario. Quando la indosso io, lui è nudo e il suo membro è sempre in prossimità del mio corpo. A volte tocca il tessuto dell’intimo che indosso e questo, alla fine, mi costringe ad andare più volte in bagno per rinfrescarmi, perché tutto questo continuo strusciarsi di corpi, del suo membro eretto appoggiato su di me, mi procura una forte eccitazione. Anche lui non è da meno: il suo cazzo è rimasto in tiro in continuazione. Lavoriamo alacremente per circa quattro ore. Durante la pausa pranzo, restiamo nudi, con indosso solo due semplici kimono. Consumiamo un pasto veloce (dei sandwiches) e poi si riprende il lavoro. Paolo è entusiasta della nostra performance.
«Ragazzi, siete fantastici! Avete una disinvoltura davanti alla fotocamera, che colpisce per la sua naturalezza. Sembra quasi che abbiate fatto questo lavoro da sempre. Magnifici!»
Riprendiamo il lavoro e le scene diventano sempre più bollenti. Alcune volte mi sono trovata con la faccia quasi a contatto con la punta del suo membro ed ho sentito la mia lumachina schiumare. Alla fine, dopo circa altre quattro ore di lavoro, Nadia dice che è soddisfatta.
«Ok, ragazzi, basta così! Siete veramente stati fantastici! Il materiale che abbiamo realizzato è già qualcosa di veramente fantastico. Paolo, durante la pausa pranzo, ha inviato qualche scatto al nostro committente, che si è già complimentato con voi! Sono veramente contenta ed entusiasta.»
Un applauso da parte del personale che ha contribuito alla realizzazione del servizio, riempie il silenzio del luogo. Poi, mentre mi rivesto, Nadia, si avvicina e mi guarda dritto negli occhi.
«Giulia, sei stata meravigliosa! Credimi, ho avuto molte modelle, ma tu sei stata la migliore in assoluto, la più importante che abbia mai avuto davanti. Sono autorizzata a dirti che il committente ha deciso che tutta la biancheria intima e le scarpe che hai indossato per il servizio sono tue, te le sei meritate, come premio per il tuo comportamento così naturale, davanti alla fotocamera.»
Nel dirmi questo, mi consegna una busta con dentro un assegno da €5000. La guardo stupita e lei ribadisce che i soldi sono assolutamente meritati e tutte le cose che mi dona in più sono un premio che, in qualche modo, gratificano l'impegno profuso. Mi parla con il viso a pochi centimetri dal mio e poi mi dà un bacio sfiorandomi le labbra. Mi guarda per un attimo, in attesa di una qualche mia reazione. Le sorrido e lei mi bacia di nuovo e, questa volta, in maniera più intensa e profonda. Le nostre lingue impazziscono, mentre lei mi stringe con forza a sé. Quando ci stacchiamo lei sorride, i suoi occhi brillano di gioia.
«Scusami, ma non ho saputo resistere alla tentazione di baciarti. È tutto il giorno che ti ammiro nuda e, forse ti sembrerà strano, ma mi sono eccitata moltissimo. Spero che, dopo questo servizio, avremo la possibilità, in qualche modo, di prendere un caffè o un drink insieme.»
Sono un po’ sbalordita, ma contenta. Ci raggiunge Luca, insieme a Paolo e gli chiedo di caricare le scatole contenenti biancheria intima e scarpe che mi è stata donata, ma Luca interviene e dice a Paolo di non preoccuparsi che mi accompagna lui a casa. Salutiamo i nostri amici e, saliti in auto, ci avviamo verso casa mia. Per un momento restiamo entrambi in silenzio, anche se, dentro di me, avverto uno strano languore. Sono stata eccitata per tutto il giorno, nel trovarmi davanti alla faccia quello splendido membro di mio fratello. Anche se è mio fratello, io son sempre una donna e son convinta che anche a lui abbia fatto un certo effetto avermi nuda fra le sue mani.
«Che ne dici se, dopo che abbiamo lasciato la roba a casa mia, andassimo a cena in un piccolo ristorante lì vicino, che so quanto si mangia bene. Sai, oggi, il pranzo non è che mi abbia soddisfatto.»
Luca mi guarda, io annuisco, e lui aggiunge un ulteriore dettaglio.
«Accetto a due condizioni: la prima è che sia io a pagare; la seconda è che mi permetti prima di fare una doccia e di restare a dormire a casa tua, perché, dopo questa lunga giornata, non ho nessuna intenzione di far un’ora di strada per tornare a casa mia.»
Ho un brivido nel sentir le sue parole: accetto senza alcuna esitazione. Arrivati in casa, lo invito ad andare a far la doccia per primo.
«Mentre io metto a posto tutta questa roba, tu fa pure la doccia, che poi la faccio anch’io.»
Si spoglia nudo e sento ancora il brivido di piacere che si rinnova nella mia mente nel vedere il suo corpo splendidamente scolpito. Sistemo la biancheria intima che mi è stata regalata e noto che, almeno quattro capi dovranno esser lavati, perché è evidente che, mentre li indossavo, dovevo essermi eccitata così tanto, da sporcarli. Esce dalla doccia, con solo un asciugamano legato alla vita, sotto cui si nota la sua erezione. Fingo di ignorarla e, dopo essermi spogliata nuda, senza guardarlo in faccia, faccio una rapida doccia e, quando esco, lui è quasi pronto. Indosso una gonna bianca, abbastanza corta, sandali col tacco alto e, come intimo, un perizoma bianco con sopra un reggiseno quasi invisibile, che modella la forma del mio seno, rendendola ancor più seducente. Una camicia bianca, abbastanza aderente, rivela ancora di più la bellezza del mio seno. Ci diamo un’occhiata e, sorridendo, usciamo. Fatti pochi passi, entriamo in un piccolo ristorante, dove ci mettiamo a mangiare, ridere e scherzare. Parliamo della giornata e di come certe situazioni ci hanno eccitato.
«Ti sembrerà starno, ma mi ha fatto un particolare effetto esser nuda davanti a te. In certi momenti ho faticato a tener presente che eri mio fratello.»
Lui sorride.
«La stessa cosa è successa a me. Nelle foto in cui eri nuda e io ti appoggiavo il sesso sul corpo, ero eccitatissimo.»
Lo guardo e nessuno dei due aggiunge altro, ma è chiaro che fra di noi è scattata una scintilla. Usciti dal ristorante, mi stringo al suo braccio e lui mi cinge la vita. In silenzio, torniamo a casa mia. Sembriamo una coppia di fidanzati e, appena dentro l’appartamento, senza che nessuno dica una sola parola, lui, improvvisamente, mi stringe a sé e mi bacia con passione. Lo volevo anch’io. Rispondo al suo bacio, mi stringo al suo corpo e sento prepotente ergersi la sua erezione. Ci strappiamo letteralmente i vestiti di dosso, quasi bruciassero. In un attimo siamo nudi e ci guardiamo in faccia in silenzio. Ho quasi paura a toccarlo. Mi sembra un sogno cullato per tanto tempo. Lui mi prende per mano ed entriamo, sempre in silenzio, in camera da letto e poi cominciamo a toccarci, leccarci e eccitarci come se adesso avessimo fretta. Mi fa letteralmente impazzire quella sua bocca che mi lecca divinamente ed io ricambio, accogliendo in gola tutto quel suo meraviglioso cazzo, che sento durissimo. Lo voglio. Lo trascino quasi di forza su di me e lui mi penetra molto lentamente. Lo sento che mi scivola lungo le pareti della vagina, ridotta ad un lago di umori. Quando arriva in fondo, rimane immobile e io ho un primo orgasmo.
«Luca! Luca! Mi fai… Luca, VENGO!»
Devastante! Sento il mio corpo tremare in maniera incontrollata. Lui adesso si muove dentro e fuori, con molta calma. Mi scopa benissimo e io subito riprendo a godere e lo stringo con forza a me. Lui mi sovrasta e mi sorride divertito.
«Godi! Voglio che godi tantissimo! Non sai da quanto ti volevo! Oggi, mi son dovuto segare per non schizzarti addosso! Godi, che ti faccio impazzire questa sera!»
Mi sento in paradiso. Con il mio ex era molto diverso. Lui mi eccitava appena un po', poi mi penetrava, godevo alla svelta e, quando lui mi schizzava dentro il suo piacere, era tutto finito. Con Luca, sto impazzendo. Godo senza fine. Dopo un tempo che a me è sembrato eterno, durante il quale mi ha scopato a lungo, cambiando diverse posizioni, ma sempre facendomi raggiungere l’orgasmo, finalmente lui gode con me. Sento il suo piacere esplodere dentro il mio corpo; lo abbraccio e, senza dir nulla, sfiniti, ci addormentiamo. All’alba è lui che mi stuzzica, masturbandomi; mi sveglio fra le sue braccia, lo guardo e lui mi sorride.
«Buon giorno, amor mio. Spero che il risveglio sia bello come l’attimo in cui ci siamo addormentati.»
Lo stringo e lo bacio con passione. Lui mi penetra quasi all’istante e io mi stupisco di ritrovarmi già bagnata. Disteso supino, mi trascina su di lui e mi fa godere, mentre stimola i miei seni, stringendo i capezzoli fra indice e pollice. Godo e vengo in continuazione: anche lui mi segue dopo un po'. Mi inonda il ventre con il suo seme bollente e poi mi distendo, stremata, su di lui.
«Solo ora mi rendo conto di quanto ti volevo. Da quella sera nel bagno, in cui ti ho visto che ti masturbavi, dentro di me, inconsciamente, ti ho sempre desiderato. A volte, quando stavo con Michele, mentre lui mi scopava, pensavo a te e godevo all’istante.»
Luca mi sorride, mi bacia e poi parla:
«Io ti ho sempre desiderata. Ero furioso quando ti sei fidanzata con bel bellimbusto borioso e viziato. Hanno sempre avuto ragione i nostri genitori, ma ti amavo troppo per dirtelo. Ho cercato di starti lontano, ma non ci sono mai riuscito. Ho cercato solo donne che ti assomigliavano e poi, con esse, sfogavo la mia frustrazione, il mio desideri di averti. Quando se ne rendevano conto, mi mandavano al diavolo. Era te che volevo, non loro, e questo io l’ho sempre saputo. Ora non ho idea di come gestire questa cosa, ma ti voglio e il resto non ha nessuna importanza.»
È cominciata così la mia vita con lui. Dopo due settimane, Nadia mi ha cercato. Mi ha raccontato che il committente ci vuole conoscere e ci ha proposto un altro lavoro. lo abbiamo incontrato. Harry, un simpatico inglese, innamorato della Scozia, dove possiede un castello da favola. Ci ha inviato a passare una settimana con lui, assieme a Paolo e Nadia. Tutti e quattro ci siam divertiti molto e grande è stato il mio stupore nel constatare che Harry era gay. La cosa divertente è stata che, dopo essersi goduto il cazzo di Luca, ci ha fatto una insolita proposta.
«Il cazzo di Luca mi fa impazzire! Ma comprendo anche che tu, che sei sua sorella, ne abbia saputo apprezzare la sua dotazione al punto da andarci a letto. Ebbene avrei una proposta un po’ bizzarra: io ti sposo. Tu diventi mia moglie, Luca ti ingravida ed il figlio vostro, sarebbe il mio erede. Tu puoi continuare a scopare con lui e io avrei, sia il piacere del suo cazzo che un erede, mentre voi sareste liberi di amarvi, anche alla luce del sole.»
Abbiamo accettato ed oggi sono una brava moglie di un marito gay, che mi ha fatto ingravidare dal suo amante, nonché mio fratello. Ho già partorito un bel maschietto e adesso son di nuovo pregna: fra qualche giorno, partorirò una bella femminuccia.
E pensare che tutto è nato per delle foto hard! Non ci posso credere!
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1 year ago
baxi18, 55
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finalmente cornuto!
Mi chiamo Ettore, ho cinquantasette anni, da tempo ho acquistato una villetta bifamiliare in una zona nuova della città. L’idea era di avere un appartamento per me ed uno da affittare, poiché sono solo, niente figli e son vedovo. Ho fatto questo investimento ed ho selezionato gli inquilini. Su questo sono molto esigente: li voglio con la lei troia ed il lui cornuto. La coppia che ha da poco affittato il mio appartamento, mi fa ben sperare. Appena giunti, mi son reso conto di due cose: lui Michele, abile commerciante, mentre lei, Marina è una bella donna, che sa come farsi ubbidire da lui. Ben presto son diventato il salvagente di lei, che mi cerca per ogni cosa, nonché il confidente di lui, che, per le attenzioni che dedico a lei, non finisce mai di ringraziarmi. Marina è una bella donna. Alta, quarta di seno e veste sempre molto elegante. Lavora come direttrice di un settore di una importante azienda nazionale. Bella, colta, ha l’aria di una che ama il cazzo ed ama prenderlo anche di nascosto dal marito. In passato, con la complicità di mia moglie, ho goduto nel sottomettere giovani donne, mentre mia moglie umiliava e sottometteva i relativi mariti. Col tempo ho creato un gruppo di persone, che, come me, amano giocare con le mogli troie di mariti cornuti. Lei mi è piaciuta subito ed ho già intessuto una certa confidenza, specie quando lui è assente per lavoro. Una volta mi son fatto vedere anche nudo. La natura mi ha fornito di un attrezzo decisamente grosso e lungo, e lei, nella circostanza, lo ha ammirato, cercando di non farsi notare da me, che, in realtà, glielo mostravo di proposito. Poco dopo il loro arrivo, li ho invitati a cena. Per tutta la sera, mentre riempivo continuamente il bicchiere di vino a lui, facevo la corte a lei, che gradiva molto, così si è instaurata una certa confidenza anche con lei. Lui, invece, dopo quella sera, mi ha confessato di desiderare che sua moglie scopasse con un altro uomo. Era chiaro che quella confidenza era rivolta a me, ma gli ho fatto capire che tutto dovrà avvenire in maniera naturale, altrimenti si poteva rischiare di rovinare tutto, anche il suo stesso matrimonio. Lui, un po’ preoccupato, mi ha chiesto se avevo esperienza in quel campo. Quando gli ho risposto che, in passato, mi ero occupato di queste cose, ha accolto bene la notizia. Mi ha messo a parte di quanto sia troia a letto, che lo prende in tutti i buchi ed ingoia lo sperma. Oggi, sto mettendo ordine in giardino; son vestito solo con dei pantaloncini, che evidenziano molto il pacco, mentre lei sta usando un notebook, seduta sotto la veranda. Mi osserva con finta indifferenza: è vestita solo con una tunica leggera bianca e, sotto, deve esser priva di ogni indumento intimo, in quanto, allorché si è girata per salutarmi, i capezzoli duri hanno teso il tessuto, evidenziando lo splendido seno. Lui è fuori città, ad un convegno di lavoro e, all’improvviso, un imprevisto accelera tutte le cose: si verifica una lieve scossa di terremoto.
Marina
Sono Marina, ho quarantasei anni e, da quasi venticinque, sono sposata con Michele. Lavoro per una azienda nazionale ed ho raggiunto un buon livello di carriera, anche grazie alla mia intraprendenza ed una buona forma fisica. Sono alta un metro e ottanta, quarta di seno, cosce lunghe e belle, culo da favola, labbra carnose, che adorano succhiare bei cazzi. Appena terminati gli studi, un mio conoscente mi disse di rivolgermi ad una persona che dirigeva un settore importante di questa azienda, dove anelavo esser impiegata. Mi son presentata al soggetto e, senza tanti giri di parole, ebbe a dirmi che il posto c’era, ma bisognava pagarlo. Ho capito subito dove volesse andare a parare e, senza indugio, gli ho detto che ero giovane, appena laureata e vergine, ma desiderosa d’apprendere. Un mese dopo, ero la sua segretaria e la sua troia. Mi ha sverginato in tutto e per tutto. Ho imparato da lui a succhiare il cazzo e bere la sborra, a farmi scopare e chiavare nel culo, con molta soddisfazione. Dopo due anni, ho scoperto che si liberava un posto di rilievo, cui non volevo rinunciare e, quindi, mi son rivolta al vice presidente, che sapevo esser un vero porco. Appena avanzata la mia richiesta, ha risposto facendomi appoggiare i gomiti sulla sua scrivania e mi ha inculato in piedi, con molto piacere per entrambi: ovvio che quel posto è stato mio.
Da tempo avevo conosciuto Michele, mi era simpatico, anche se aveva undici anni più di me e, quando mi ha chiesto di sposarlo, ho accettato. La vita matrimoniale si è rivelata subito per quello che è, monotona e poco soddisfacente, soprattutto nel sesso. Lui ha un modesto arnese che, all’inizio, me lo son fatto bastare, ma poi, col tempo e l’età, non è più riuscito a soddisfare il mio crescente appetito sessuale. Per fortuna ho imparato a soddisfare le mie voglie diversamente. Lo scorso anno, mentre eravamo in vacanza, ho fatto una scoperta molto interessante. Il direttore del villaggio aveva notato che amavo prendere il sole in topless e mi ha fatto capire che a lui la cosa era molto gradita. Potrete immaginare quanto abbia fatto piacere a me: scoprire che a mio marito la cosa non dispiaceva e che mi incoraggiava a frequentarlo. In breve, mi son fatta scopare per due sere di fila, mentre mio marito dormiva beato, con l’aiuto di alcuni bicchieri di vino di troppo. Dopo quel fatto, ho cominciata ad apprezzare l'intimo piacere di cornificarlo, alla luce del sole, perché trovavo la cosa quanto mai intrigante. Farlo cornuto con il suo benestare avrebbe semplificato le cose anche fra noi. Circa due mesi fa, è cambiato il presidente della mia azienda. La nuova dirigente, una bella donna, mi ha convocato nel suo ufficio. Mi ha fatto i complimenti per il mio operato e, poiché è fortemente convinta che il potere lo devono detenere le donne, mi ha chiesto di occuparmi di un settore dell’azienda, abbandonato alla deriva dalla precedente amministrazione. Mentre mi parlava, era in piedi davanti a me. Mi osservava e, quando ho accettato l’incarico, con conseguente nuova promozione, la sua bocca si è incollata alla mia per un bacio davvero unico, bello, intenso e ricco di piacere e passione.
«Mi sei piaciuta subito, appena ti ho visto. Faccio molto affidamento su di te in ordine al lavoro e sappi che hai carta bianca; però, vieni a trovarmi spesso: il tuo corpo mi eccita da morire.»
Dopo quella volta, ci vediamo spesso. Quasi una, o due volte, al mese passiamo un intero pomeriggio a giocare fra noi donne, assieme ad altre tre che lei ha messo in posti di comando; ne otteniamo molto piacere, anche se il cazzo resta in cima alle mie preferenze.
Per poter svolgere più agevolmente il mio nuovo incarico, abbiamo preso in affitto questa villetta, situata in una comoda posizione nelle vicinanze del mio ufficio. Ettore, il proprietario, è un bel maschio, maturo, possente, fisico asciutto e ben curato. Mi intriga il suo sguardo, credo che, alla fine, se devo metter le corna a mio marito con il suo benestare, direi che Ettore è l’elemento giusto. Una volta, l’ho anche visto nudo e... cavoli!! Ha un cazzo che, in posizione di riposo, è veramente notevole: mi son bagnata solo a guardarlo, per non parlare nell'immaginare ad averlo dentro.
Una sera ci ha invitato a cena. Mi ha fatto la corte con mio marito che rideva beato, mentre io avvertivo un languore allo stomaco al solo pensiero di poter stare fra le sue braccia. Oggi, sta sistemando il giardino. Lo guardo e noto che ha dei pantaloncini molto attillati, che evidenziano il pacco. Sono nuda, sotto la mia tunica di lino bianco e credo che lui l'abbia notato. Mentre lo guardo, con la mano mi sfioro lentamente la lumachina, che schiuma da morire. Improvvisamente, una leggera scossa di terremoto, cambia la mia vita.
Michele
Sono Michele, ho cinquantasette anni e sono sposato con Marina, che ne ha undici meno di me. Lavoro nel settore commerciale di una ditta che vende attrezzature per aziende agricole. Questo mio lavoro mi porta spesso lontano da casa. Marina è una bella donna, sa gestire la sua vita molto bene, è dirigente di un settore di rilievo di un’Azienda nazionale. La posizione che occupa all'interno della sua azienda, le impone di esser sempre molto elegante, con una certa classe ed ha una particolare predilezione per il tacco dodici, che riesce ad evidenziare ancor di più il suo meraviglioso culo. Oltre al culo ha un magnifico seno, una buona quarta, ben soda. Quando prende il sole in topless, mi fa impazzire di piacere nel vedere gli sguardi dei maschi, che si soffermano a guardarlo. Siamo una coppia che ha costruito un buon legame, lavoriamo tutta la settimana e, solo nei week-end, stiamo insieme, tranne, come questa volta che son fuori città, per un convegno di aggiornamento. Da poco, ci siamo trasferiti in una villetta ed il proprietario, è una persona molto disponibile, specie nei confronti di mia moglie e questo mi tranquillizza, soprattutto quando son lontano da casa. Da tempo nutro il forte desiderio di vederla posseduta da altri maschi. La sera, quando sono fuori città per lavoro, la immagino intenta a chiavare con un altro uomo e la cosa mi eccita così tanto, da indurmi a furiose seghe. Lo scorso anno, in vacanza, l’ho incoraggiata ad accettare la corte del direttore del villaggio, ma credo che non sia andata oltre il normale corteggiamento. Peccato, perché mi son segato spesso, immaginando lui che se la chiavava. Ettore, il nostro proprietario, ci ha invitato a cena da lui e, nonostante io abbia bevuto più del dovuto, mi son accorto che fra loro si era creata un buon feeling e per questo, qualche giorno dopo, l’ho reso partecipe del mio desiderio di esser cornificato. Lui mi ha informato che, in passato, aveva avuto simili esperienze e mi ha messo in guardia dal farlo in maniera sbagliata; si è, comunque, offerto di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio. Oggi, al convegno, mi è arrivato un sms, avvertendomi che, nelle nostre zone, vi era stata una lieve scossa di terremoto, ma che sembrava non avesse prodotto danni. Ho subito telefonato a Marina, che si trovava in compagnia di Ettore.
Ettore
Appena la terra ha tremato, ho guardato verso Marina, che è scattata in piedi, voltandosi verso di me, mentre urlava per lo spavento. Son corso verso di lei, l’ho abbracciata e tranquillizzata.
«Ettore, ti prego, stammi vicino: ho terrore del terremoto. Stammi vicino, ti prego.»
«Calma, stai tranquilla, è tutto finito: ci sono io con te.»
Si è stretta a me, tremava come una foglia. Sentivo il mio cazzo premere contro il suo ventre e mi sono eccitato subito. Lei, dopo un momento di paura, si è calmata e, sentendo premere il mio corpo contro il suo, si è stretta di più. Siamo rimasti immobili, poi lei mi ha detto che doveva avvertire il marito. Ha mandato un sms, e lui ci ha chiamato.
«Amore, come stai? Tutto bene? Ettore è lì con te? Passamelo.»
Lei mette il telefono in viva voce. Lo tranquillizzo e lui ripete molte volte di non lasciarla sola, perché lei ha un terrore folle del terremoto.
«Ti prego, Ettore, stalle molto vicino, fa di tutto per la sua tranquillità, qualunque cosa. Tu, amore, non ti allontanare da lui, ubbidisci a tutto ciò che ti chiede.»
Ci guardiamo negli occhi, lei ha un sorriso malizioso; in pratica lui ha messo sua moglie fra le mie braccia e lei non sembra dispiaciuta. La guardo e le mie labbra sono molto vicine alle sue, ci baciamo. La sua lingua entra di prepotenza nella mia bocca a cercar la mia, con la quale intreccia una danza dal forte sapore erotico. Mi succhia il labbro, sento le sue mani scorrere lungo il petto, fino a raggiungere il pacco, che ora è completamente duro. Ci stacchiamo e lei mi invita ad entrare.
«Hai sentito mio marito? Non devi lasciarmi sola, stammi ben attaccato addosso. Dai, andiamo dentro, nel mio letto mi sento al sicuro.»
La spoglio della tunica e vedo il suo corpo splendido, liscio, privo di qualsiasi imperfezione: ha il seno sodo e la fica depilata, ad eccezione di un triangolino sul monte di Venere, che la rende ancor più conturbante. Lei si inginocchia davanti a me ed estrae il cazzo da dentro i pantaloncini.
«…Whaoo! Che bel cazzone?! Lo voglio tutto dentro di me: mi fa sballare al solo guardarlo!»
Lo lecca in punta, scorre lungo l’asta e soppesa con la mano le grosse palle.
«...Accidenti, come sono grosse! Scommetto che al loro interno c’è tanta crema saporita che voglio… bere… tutta! mmmhhuhhuumhmmmm…»
Lo lecca con perizia. Lo infila in bocca, assaporandolo per bene, poi se lo spinge in gola, anche se con qualche difficoltà.
«Sì… bella troia… leccamelo bene, che te lo spingo fin dentro la gola!»
Le affondo il palo e lei lo accoglie con infinito piacere; anche se con qualche difficoltà, continua a spingerselo ancor più in profondità. Poi la sollevo, la distendo sul letto e infilo la testa fra le sue cosce.
Sento il profumo del suo sesso: è un intenso odore di femmina in calore che mi eccita tanto. Ne aspiro il profumo a pieni polmoni, mentre lei m’implora di chiavarla.
«Dai… ti voglio! Cazzo... non resisto!»
Non le do ascolto. Affondo di colpo la mia lingua fra le pieghe della sua ostrica, che mi dona copiosi umori dolcissimi. Lecco, aspiro e succhio, torturandole il clitoride con i denti. Lo mordo e rilascio di continuo; questa azione le provoca la prima ondata di piacere. Trema, scossa da un incredibile orgasmo, che mi riempie la bocca di nettare dolcissimo. Lo ingoio tutto e poi mi sollevo e le affondo di colpo il cazzo tutto dentro.
La sento stretta. Mi faccio strada dentro di lei, che si apre al massimo per ricevermi. Sento la cappella sbattere sul fondo e lei ha un nuovo orgasmo, che la scuote tutta. La sua bocca è spalancata, ma non emette suoni. È scossa dal piacere e, quando riesce a proferir parola, mi esorta a spaccarla tutta.
«Sei… meraviglioso! Sfondami tutta! Vengo!»
La stantuffo con calma. Voglio che si goda per bene il piacere che le sto facendo provare. Lei è in pieno delirio erotico, scuote la testa a destra ed a sinistra, come impazzita. La pompo a lungo, poi la sollevo e la faccio salire su di me. Libera nelle sue azioni ed impalata sul mio cazzo, si muove avanti e indietro, centellinando il mio cazzo per tutta la sua lunghezza, in un continuo di orgasmi. Poi, sfinita, si distende sul mio petto.
«...Oddio, quanto ho goduto! Non mi era mai successo... ora voglio che godi anche tu…»
La metto di lato, la scopo con vigore e, quando sono al limite, le schizzo dentro tutta la mia goduria.
«Ora… senti come ti riempio? Sborro!»
Lei ha un ennesimo orgasmo. Gode e trema, mentre io la farcisco come un bignè. Rimaniamo abbracciati e distesi sul letto. Lei mi accarezza e mi rivolge tanti complimenti.
«Ne ho presi di cazzi, ma il tuo li supera tutti. In genere, dopo il mio primo orgasmo, se ne vengono e tutto finisce lì. Tu, invece, mi hai scopato facendomi godere all'impazzata. Da questo momento, credo che il tuo cazzo sarà spesso ospite dentro di me, se lo vorrai, e farò di tutto per esser la tua troia, in qualunque gioco tu voglia coinvolgermi. Quanto al cornuto, credo che sarà soddisfatto. Son convinta che era quello che voleva e, meglio di così, non poteva andare.»
Restiamo abbracciati e, lentamente, lei mi fa eccitare di nuovo. Sento le sue labbra giocare con il mio cazzo: me lo succhia, sega e lecca, finché non raggiunge la sua completa erezione.
«Sei fantastico! Il tuo cazzo è già pronto e, perciò me lo voglio godere nel culo, però... fa piano: grossi così, ne ho avuti raramente.»
La rigiro, mi posiziono dietro di lei, le bagno il buchetto con della saliva ed appoggio la punta al forellino, che, molto lentamente, si apre come il bocciolo di un fiore, permettendo il passaggio del paletto.
«Aaahhiiiiaa… piano! Come sei grosso! No, non ti fermare, continua a penetrarmi, ma piano.»
L’afferro per i fianchi e glielo spingo dentro lentamente, ma senza fermarmi, finché non sento i coglioni sbattere sulle sue chiappe. Lei respira con affanno, mi invita a sfondarle il culo, cosa che faccio con vero piacere. Incomincio a limare quel buco, sempre più velocemente ed in profondità, fin quando lei, che con una mano si titilla il clitoride, non ha il primo orgasmo.
«Godo, cazzo, mi fai godere anche dal culo! Pazzesco!»
La sbatto con gusto per molto tempo, facendole cambiare posizione, ma sempre restando ben piantato nel suo culo.
Ad un tratto ci voltiamo e vediamo Michele sulla soglia della camera. Si sta segando mentre ci osserva estasiato. Lei si volta, gli sorride e gli manda un bacio; poi, con voce dolcissima, lo fa partecipe di quello che sta succedendo nel suo letto.
«Guarda, cornuto, come mi sfonda tutta! Questo è un vero toro! Tu, da oggi in poi, ti devi metter bene in testa, oltre alle corna, che LUI è un vero maschio e tu sarai solo il mio adorato cornuto, che, in effetti, era quello che volevi, vero?»
Lui annuisce, si avvicina mentre io le sborro in culo; se lo estrae per leccarlo con gusto. Poi fa avvicinare di più suo marito e lo bacia in bocca, facendogli assaggiare anche la mia sbroda.
Distesa, a gambe aperte, se lo trascina con la bocca sulla fica fradicia del nostro piacere e lo obbliga a leccar tutto, cosa che lui fa con estremo piacere. Da quel giorno, son passati due anni: lui continua a lavorare fuori ed io ho trasformato Marina in una perfetta troia.
Per raggiungere tale scopo, mi son avvalso della collaborazione di alcuni amici che hanno scopato e usato lei, a loro piacimento, mentre Michele continua a ringraziarmi per le corna che continuo a donargli.
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1 year ago
baxi18, 55
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Sogno proibito
Siamo in un appartamento di un tuo amico, sei stato invitato a giocare a poker, il tuo amico ti ha detto che sarete in 6. Tu decidi di portarmi con te perche dici che ti porto fortuna.
Io penso:"Ci saranno tutte le mogli, sicuramente!".
Per la serata mi dici di vestirmi sexy, mi vuoi bellissima al tuo fianco...
Decido di indossare un vestitino corto, nero, con un spacco sulla coscia sinistra, scollato, senza reggiseno. Attillatissimo. E scarpe altissime, nere.
Senza mutandine.
Ci avviamo a casa del tuo amico...
Suoniamo alla porta e ci accoglie uno degli amici ospiti. Non ti conosce, quindi ti presenti e mi presenti. Lui mi ammira, mi squadra dalla testa ai piedi, e mi bacia la mano...
Tu, orgoglioso, mi presenti agli altri in casa.
Mi rendo conto che sono l'unica donna...
In mezzo a 6 uomini.
Sono un po' timida... mi siedo al tavolo rotondo dove iniziate a giocare a carte, sono vicino a te. Mi accarezzi la gamba, mi vedi che sono tesa, non a mio agio, allora chiedi al padrone di casa di portarmi del vino bianco. Sai che mi piace tanto e mi rilassa subito.
Tu stai viincendo molto alla partita... ti sto portando tanta fortuna... sto seduta vicino a te, mi accarezzi le gambe... mi sfiori la figa da sopra il vestitino... ti ecciti..e vinci..
Vinci tutto!!
I tuoi amici sono tristi.
La serata è stata lunga... io ho bevuto molto vino.. sono bella brilla!
Anche tu e i tuoi amici siete alticci...
Tu mi vedi che sono ubriaca, ma lucida..
Lo sai che quello stato mi piace... sai anche che mi rende più porca e disinibita...
Allora decidi di divertirci un po...
Proponi ai tuoi amici un gioco, dicendo:
"Allora ragazzi, mia moglie ha tanta voglia di essere scopata, ha sempre voglia del mio cazzo la porca. È una troia insaziabile. A lei piace tanto essere guardata mentre la possiedo... Volete partecipare allo spettacolo? E chissà... tutto potrebbe succedere...?
Ovviamente tutti hanno accettato l'invito...
Liberi il tavolo dalle carte... mi ci fai sedere sopra, su un lato del tavolo, a gambe larghe... inizi a baciarmi... mi accarezzi ovunque... la figa... le tette...
Poi ti abbassi... e mi lecchi la figa... bagnatissima... e mi scopi, da in piedi...
Mi prendi in braccio, così, a gambe larghe col tuo cazzone nella mia figa...e mi sbatti a terra... e continui a scoparmi...
Mi fai venire tante volte... col tuo bel cazzone meraviglioso che mi fa godere tantissimo!!!
I tuoi amici sono in piedi, intorno a noi... col cazzo di fuori... eccitatissimi...
Allora mi dici all'orecchio: "Mettiti in ginocchio, fammi vedere quanto sei troia"...
Mi metto in ginocchio... tutti e 5 si avvicinano alla mia faccia con il loro cazzo e io inizio a leccarlo un po' a tutti... solo un assaggino di lingua... giusto per eccitarli tutti...
Loro si eccitano
Uno mi prende la testa e mi infila il cazzo in bocca... Si eccitano come animali, tutti mi vogliono... iniziano a toccarmi... tutte le mani addosso... le ho ovunque...
Ho le tette strizzate da 4 mani e 3 cazzi sul viso...
Ne afferro 2... e li masturbo per bene..
Il terzo mi sbatte il cazzo in bocca...
Gli altri 2 che mi toccavano le tette mi allargano le gambe e la figa... sono bagnata...
Ti chiedono se possono scoparmi...
Tu dici di no... che sono solo tua... ma tutto il resto si...
Sei seduto su un divanetto... con il cazzo di fuori a masturbarti... sei eccitatissimo...
Allora mi sdraio a terra...a gambe larghe... tutta nuda... solo coi tacchi...
Uno mi lecca la figa... un altro mi lecca i piedi... un altro le tette... un altro si mette in ginocchio vicino al mio viso e mi sbatte il cazzo duro in bocca... e l'ultimo se lo fa prendere in mano...
Fanno a turno... tutti mi leccano ovunque e io prendo in bocca il cazzo di tutti a turno...
Sono eccitatissimi... vogliono tutti schizzare...
Allora mi rimetto in ginocchio... ma sui tacchi... con la figa all'aria... e loro tutti in cerchio col cazzo sulla mia faccia...
Anche tu ti aggreghi...
6 cazzi sulla mia faccia... sulla mia lingua...
Schizzate tutti contemporaneamente... sulla mia faccia... sulle mie tette... sulla mia lingua.
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1 year ago
vanitosacuriosa, 45/45
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La prima e unica volta con una trans
L'estate è iniziata e anche il caldo si fa sentire. Mi affaccio alla finestra e per qualche secondo godo della leggera brezza che colpisce il mio viso.
Decido di uscire e fare una passeggiata per il centro di Bologna.
Oggi è sabato e c'è molta gente per le strade, ma fortunatamente la brezza che ho sentito a casa è presente anche lungo la via che sto percorrendo.
Io non sono bolognese, mi sono trasferito solo da un paio di anni e non conosco molto bene la città e i locali presenti qui nel centro, in lontananza scorgo un gruppetto di persone che sta entrando in un edificio che sembra antico e con della musica in sottofondo. Mi avvicino e leggo subito un cartello che cita: "Una comunità che cresce dal 1982", scopro dopo qualche secondo che è un famoso locale LGBTI.
Io sono un ragazzo etero, ma ho avuto in passato nella mia città di origine molti amici gay e sono di larghe vedute, quindi, decido di entrare e curiosare un po' in giro; c'è molta gente e il caldo si fa sentire ancora di più, mi viene sete e pertanto decido che è giunto il momento di bere qualcosa.
Trovo il bar: è molto affollato ed è difficile trovare un buco dove infilarmi e ordinare da bere, aguzzando bene la vista, anche perché non c'è molta luce, noto uno spazietto vicino a una ragazza con i capelli castani, lunghi e mossi che le arrivano fino sopra il sedere.
Indossa un abito molto bello e sexy: sembra una lunga fascia nera che le avvolge il corpo, lasciando intravedere parti del corpo e un seno molto prosperoso che fa fatica a rimanere intrappolato in quel vestitino che a volte sembra strappato e a volte tagliato con cura nei posti giusti. Io sono un uomo normalissimo, ho 50 anni e anche se sono alto 180cm, sono molto robusto, diciamo in sovrappeso e caratterialmente sono timido. Però vedendo la ragazza e il suo splendido sorriso, mi faccio coraggio, mi avvicino e le dico che se mi fa un po' di spazio le offro da bere.
Lei mi guarda per qualche secondo, non dice nulla e io imbarazzato capendo che forse non sono il suo tipo le dico "Scusami se ti ho dato fastidio, però fa caldo e ho sete, purtroppo solo da questa parte del bar ho visto che c'è un po' di spazio e volevo essere originale senza essere troppo invadente per chiederti di farmi posto".
Lei continua a studiarmi per qualche altro secondo e poi mi dice che le piace bere una Vodka alla pesca e mi fa un po' di posto per ordinare al barista e mi dice che si chiama Sonia.
Iniziamo a parlare e continuiamo a bere fino per oltre due ore, ogni tanto balliamo e io muoio ogni volta la tocco i suoi fianchi setosi ed eccitanti. Si fanno le 3 del mattino ed è ora di tornare a casa, chiedo a Sonia se le serve un passaggio, ma lei fissandomi nuovamente mi chiede: mi puoi accompagnare a casa, sono brilla e mi farebbe piacere non andare da sola, poi abito anche qui vicino. Ovviamente le rispondo che non c'è nessun problema e lei mi dà un bacetto sulla guancia e mi prende per mano e così ci dirigiamo verso casa sua.
Arriviamo davanti al portone, prende le chiavi, apre la porta e riprende la mia mano tirandomi dentro.
Appena entrato, mi prende il viso tra le mani, mi fissa nuovamente e si avvicina baciandomi. Sento la sua lingua che cerca la mia, le sue mani che si appoggiano sul mio sedere e io incredulo che ne approfitto e cerco di tastarle con una mano un seno e con l'altra le accarezzo la schiena.
Sonia gioca con le mie labbra, le mordicchia, le succhia, ogni tanto le lascia riposare però continua a baciarmi tutto il viso giocando con la sua meravigliosa lingua. Sono eccitato da morire, lei lo capisce e prendendomi nuovamente per mano mi accompagna verso il divano, dove riprende a baciarmi, ma prima di farmi sedere, mi toglie i pantaloni e i boxer.
Con i suoi meravigliosi occhi neri mi guarda e senza dire nulla si abbassa e inizia una lunga sequenza di baci sul mio cazzo, alternandoli a delle leccate infuocate.
Sento la sua saliva che ormai bagna ogni mia parte intima, ma lei è instancabile: inizia a succhiare i miei testicoli, gioca con la lingua e con le mani, stuzzica il mio ano che per la prima volta riceve la visita sia della lingua che delle sue dita.
Passa un'eternità e ringrazio di non essere venuto, fortunatamente non sono un tipo veloce e questo mi ha permesso di godere come non mai della meravigliosa e calda lingua di Sonia.
Si alza e mi fa alzare anche a me, riprende quel meraviglioso gioco di sguardi e mi dice:
"Adesso vorrei che mi spogliassi e che mi facessi tutto quello che io ho fatto a te. Ho capito che sei un tipo gentile e tenero, spero che quello che troverai sotto il vestito non ti creerà problemi, perché veramente voglio passare tutta la sera con te e risvegliarmi domani mattina tra le tue braccia".
Ora è il mio turno di fissarla, perché non comprendo a fondo la sua affermazione, ma le dico che è meravigliosa e che nulla mi farà cambiare idea, inizio così ad abbassarle il vestito mentre lei continua a invadere la mia bocca con la sua lingua tenendomi il viso con le sue morbide mani.
Faccio scendere il vestito all'altezza dei fianchi e appena sento l'elastico delle sue mutandine, lo aggancio con l'indice e in un solo colpo tolgo vestito e biancheria intima.
Ora capisco la sua affermazione, davanti a me vedo un cazzo: è più grande del mio che misura circa 16 cm, ma il suo è più lungo di almeno 5 e più fino, ha una leggera curvatura a destra ed è circonciso; quindi la sua cappella è già pronta e ricettiva.
Sonia appena nota il mio stupore mi dice: "Scusa se non te l'ho detto e capisco se ora vuoi andare via". Io le rispondo iniziando a fare ciò che lei prima ha fatto con il mio cazzo. Quindi inizio a baciarlo e a leccarlo, io mi eccito a sentire pulsare sotto la mia lingua il desiderio di Sonia, voglio prenderlo completamente in bocca, ma è piccola e non le vorrei far male con i denti. Sonia mi incita, le dico che non le voglio far male, ma mi prende la testa e inizia a scoparmi la bocca, mi fa male la mascella, ma vado avanti.
Sonia: “Prima ti ho leccato le palle, perché a me piace moltissimo quando lo fanno a me, non aver paura, succhiale quanto vuoi e mentre lo fai, ti prego, infilami un dito nel culo".
Scopro così che mi eccita essere comandato e guidato in questa meravigliosa esperienza.
Io: "Sonia sei meravigliosa, scusami, è la prima volta che faccio queste cose, abbi pazienza, dimmi quello che devo fare e quello che ti piace". Sonia sentendo queste mie parole, sorride e il suo sguardo diventa ancora più erotico ed eccitante.
Sonia:" Dai continua, ora riprendi il mio cazzo in bocca, sono eccitatissima e sto per venire, vorrei farlo nella tua bocca, ma se non vuoi dimmelo".
Non so cosa mi sia preso, ma ormai stavo giocando e volevo essere partecipe al 100%, perciò mi aiutai con la mano aumentando il ritmo del pompino ed ecco che sento degli schizzi densi che invadono la mia bocca, prima uno, poi un altro fino a riempirla tutta. Sonia mi toglie il cazzo dalla bocca e presa da un raptus perverso, mi bacia. Giochiamo con le lingue e con la sua sborra fino a quando le nostre bocche non tornano a essere pulite.
Il cazzo di Sonia rimane turgido e io lo riprendo in bocca, mi piace. Sonia, con fatica si stacca da me e mi fa alzare, prende il mio cazzo in mano e mi porta in camera da letto e mi dice:
" Ora ti insegnerò a inculare una trans dandole il maggior godimento possibile".
Si mette sul letto a pecorina e mi ordina di leccarle il culo, mi dice che deve essere molto bagnato e di aiutarmi con le dita per allargarlo e bagnarlo bene anche in profondità. Mi fa fare questo giochino con la lingua e con le dita per più di dieci minuti, sento il suo buchetto che ogni qualvolta passo la lingua ha dei leggeri spasmi, quando inserisco le dita, queste vengono catturate e strette, ma lentamente il buco si allarga.
Sonia: "Ora scappellati il cazzo e visto che è largo, cerca di inserirlo lentamente, prima però vieni che te lo bagno ". Sonia mi fa avvicinare, accenna un pompino, ma in realtà ci sputa sopra fino a quando non è bagnatissimo. Subito dopo, mi rimetto dietro di lei e seguendo le sue istruzioni inizio a fare sesso con il suo meraviglioso culo.
Sonia:" Inseriscilo lentamente, poi rimani fermo fino al mio via." Passa un minuto e il mio cazzo inizia a pulsare dal desiderio, prigioniero di Sonia, calda e pulsante anche Lei.
Sonia:" Dai, ora il mio culo si è abituato e puoi iniziare a pompare: non andare veloce, voglio sentirlo tutto, voglio che tu venga dentro di me, ma lentamente."
Non resisto molto, ma non la voglio deludere, perciò cerco di trattenermi il più possibile, ma la mia cappella, ormai ultrasensibile, chiede pietà e così dopo neanche dieci minuti inizio a sborrare, riesco a togliermi velocemente il preservativo vengo sul culo di Sonia.
Sonia: "Vieni, sdraiati che ora me lo devi ripulire tutto". Io mi sdraio e lei viene con il culo sulla mia faccia, il lecco e sento il sapore della mia sborra che entra in me, pulisco tutto.
Sonia mi bacia, rifacciamo il giochino di prima con le lingue e poi ci abbracciamo e ci addormentiamo.
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