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La nostra prima esperienza con un singolo
Premetto che ogni volta che facevamo l'amore io domandavo sempre a mia moglie se le avrebbe fatto piacere fare l'amore insieme ad un altro uomo e la sua risposta era sempre non lo so ma si sentiva che si eccitava tanto.
Io forte delle sue risposte mi misi in cerca di un singolo e dopo tanto penare lo trovai così feci in modo di farglielo conoscere dicendogli che era un amico .
Pochi giorni prima del suo compleanno che cade nel mese di giugno gli dissi che questa volta il suo compleanno lo avremmo passato da soli e non con i familiari.Il gorno del suo compleanno di mattina le dissi che saremmo andati a cena con Michele il nostro amico e se si presentasse l'occasione avremmo potuto fare il grande passo .Lei prima era turbata dal fatto ma man mano che si avvicinava l'ora dell'incontro si eccitava sempre più.Cosi indossò un vestitino non volgare ma che le stava a meraviglia e uscimmo ci incontrammo com Michele e andammo a cena dopo cena Michele ci invitò a prendere un amaro a casa sua e lei accetto .Arrivati a casa ci sedemmo sul divano e prendemmo un liquorino e fu così che mia moglie incominciò a sciogliersi michele da persona educata le faceva dei complimenti e dopo un pò incominciò a toccarle le gambe lei molto tremante si lasciava andare io ero al settimo cielo Michele incomncio a salire con la mano fino ad arrivare allo slip lei si muoveva con senso di vergogna ma si vedeva che le piaceva così incominciò a rilassarsi e inizio a rispondere in poco tempo passammo in camera da letto e Michele la spoglio tutta io d'apprima restai a guardare era stupendo vedere mia moglie nelle mani di un altro uomo lei incomincò dapprima a toccarglielo poi presa dalla situazione lo prese in bocca e io incominciai a leccarla poi Michele la prese la posizionò per bene e la penetrò con il suo arnese che era un gran bell'affare . La sorpresa più grande fu quando Michele la fece girare e gli poggiò la sua grossa cappelle vicino al buchetto ancora stretto perchè poco usato e piano piano incominciò a fiicarglielo nel culo lei d'apprima dolorante ma dopo con foga rispose a meraviglia a quella penetrazione e godette tanto io entravo nei suoi buchetti tutti aperti e ci stavo da dio Michele mi chise dova poteva venire e fu allora che io la sorpresi dicendo che poteva venire in bocca dove non mi aveva mai permesso di venire e fu così che lei bevve per la prima volta fu una serata stupenda e spero di passarne delle altre .
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10 years ago
cobra10,
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Last visit: 10 years ago
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Desiderio
Mi trovavo a letto in una calda mattinata d’estate e non lavoravo, quindi rimasi a casa iniziando ad addormentarmi su quelle lenzuola accaldate.
Quel calore mi trasmetteva sensazioni su tutto il corpo e iniziai a fantasticare.
Mi ritrovai su un lettino di massaggi e con mio stupore avevo addosso delle calze autoreggenti e basta; sdraiato con il culetto che svettava verso l’alto attendevo che la donna che mi avrebbe fatto i massaggi sarebbe venuta a momenti per deliziarmi delle sue mani su tutto il corpo.
Gli odori delle candele accese profumavano la stanza e i colori tenui rilassavano la mia mente.
Ad un tratto sento la porta aprirsi e rivoltomi verso quel rumore vedo una donna sulla trentina che mi sorride iniziando a spalmarsi le mani con un unguento profumato e chiaro.
Chiudo gli occhi e aspetto che le dolci manipolazioni mi porteranno un benessere indescrivibile.
La donna indossava un camice bianco aperto sul lato superiore che faceva intravedere i seni ben sollevati e i capezzoli rosa; allo stesso modo era aperto sotto e con il viso piegato di lato notai le belle gambe e le cosce da atleta.
Iniziò a massaggiarmi la schiena con le mani calde e il calore si diffondeva su tutto il corpo: scendeva piano piano dal collo ai glutei, premendoli con forza per poi risalire fino al collo, facendole scivolare per tutta la colonna, regalandomi sussulti indescrivibili.
Il suo ventre poggiava sulla mia nuca e potetti notare, con il camice sbottonato che non indossava nulla e la sua fica era totalmente depilata.
Iniziai ad allargare le gambe mostrando pure a lei la mia nudità e la mia apertura cercando di farle intuire che avrei voluto che mi massaggiasse più a fondo e con più insistenza sul mio buchetto aperto e che pulsava ad ogni contatto delle sue dita.
Ad un tratto cambiò posizione e si mise in ginocchio sul lettino tra le mie gambe facendomi allargare ancora di più e inarcare il culetto: provavo un po’ vergogna per quella posizione di sottomissione e con il buco aperto ma poi la cosa mi piacque e la lasciai fare.
Le sue mani scivolavano all’esterno delle mie natiche per poi proseguire dentro; sfiorava lo sfintere pulsante con le dita facendole salire per il solco fino ai testicoli.
Sentivo che metteva altra crema per poi ripassarla nuovamente sullo sfintere e iniziando a premere per farne entrare qualche goccia dentro; le dita iniziava ad insinuarsi tra le mie viscere regalandomi sensazioni che facevano scappare dei mugolii sempre più forti.
“ti piace essere massaggiato sul buchetto” esclamò con un sorriso “ l’ho visto che pulsa ad ogni mio tocco e le mie dita di fanno fremere dentro di te”
Non dissi niente ma aveva capito che annuivo con le palpitazioni.
Scese dal letto: la sentivo armeggiare con asciugamano e comodino per poi risalire e farmi aprire di nuovo le gambe.
Iniziò a toccarmi sopra le calze per risalire sui glutei premendoli con forza.
Ad un tratto inizia a sdraiarsi sopra la mia schiena e fu allora che sentì che aveva indossato uno strap-on.
Sentivo quel cazzo di gomma nel solco che strusciava lubrificandosi con la crema che era fuori e con voce calma all’orecchio mi disse: “ ora ti faccio godere come non hai mai fatto…….ti voglio scopare perché lo desideri e hai un culetto sodo e accogliente…………ne ho scelto uno proprio per te e per la tua capienza”.
Non avevo capito e non avevo visto che ne aveva scelto uno di grosse dimensioni; ero smarrito e non sapevo se rinunciare e girarmi oppure provare ad essere penetrato dal quel mostruoso cazzo di gomma simile ad una mazza da baseball.
Lei inizia a scendere e a premere la punta sullo sfintere che inizia ad aprirsi per ricevere quel bastone.
Fortuna che ero rilassato e cercai di non resistere ma assecondare quei movimenti di lei che spingeva all’infinito.
Iniziai a sentire dolore; la punta di quel cazzo di gomma era entrata e ora non rimaneva altro che allargarmi per ricevere tutta l’asta.
Sentivo lo stomaco che veniva infilzato da dentro e rimanevo bloccato come se un chiodo dalle grosse dimensioni mi avesse legato a quel lettino.
Dopo i primi colpi lo avevo inghiottito per intero e mi ero abituato a quell’arnese largo e scivoloso; il dolore lasciava spazio al piacere e lei mi sussurrava che ne aveva allargati tanti e che per il mio culetto aveva già preso la dimensione più grossa perché ero già pronto.
Lo sentivo dentro che scivolava ora velocemente ora lentamente; mi faceva assaporare tutta la sua lunghezza, centimetro dopo centimetro per poi scivolare fino al centro della pancia.
Inizia a venire copiosamente e l’orgasmo faceva stringere lo sfintere come se volesse risucchiare quel cazzo di gomma ancora di più.
Mi svegliai di soprassalto; un lago era sotto il mio ventre e il culetto pulsava all’impazzata.
Raccolsi quel seme liquido con le dita per assaggiare il sapore acre ma delizioso cercando di calmare quella voglia di donna con strap-on.
Un sogno che spero diventi realtà.
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10 years ago
admin, 75
Last visit: 15 hours ago -
La troia dei muratori
Quel sabato era il mio ultimo giorno a Pesaro e la domenica mattina sarei tornato a casa dopo un mese di intenso lavoro. La mia azienda mi aveva incaricato di avviare la nuova filiale e avevo completato la mia opera. Naturalmente per certi versi ero felice di tornare a casa ma avevo un pizzico di rimpianto perché lì, in quell’appartamentino che mi aveva messo a disposizione l’azienda, la sera quando tornavo dal lavoro potevo dare sfogo alla mia passione, indossare intimo femminile sexy. Avevo proprio preso l’abitudine, appena tornato a casa dal lavoro, di farmi una doccia e indossare perizoma, calze, guepiere o reggicalze, body, baby doll e trascorrere tutta la serata e anche la notte così (naturalmente ad eccezione dei giorni in cui avevo qualche impegno), sognando e fantasticando di fare la troia con qualche bel maschio. Fantasie che purtroppo erano rimaste tali e che molto spesso riguardavano Gino e Giovanni, due muratori 50enni di Avellino che, insieme a due giovani colleghi, erano nell’appartamento sotto il mio (erano impegnati in un cantiere fuori città). Ho avuto sempre una fortissima attrazione per i maschi maturi, ancora di più per quelli pelosi e fisicamente prestanti. Gino era alto e robusto, con un po’ di pancetta, mentre Giovanni era tarchiato, con una pancia un po’ più accentuata e pelosissimo. Avevamo fatto subito amicizia e spesso la sera facevamo cena insieme, con i due loro colleghi più giovani che invece uscivano e frequentavano un gruppo di coetanei. E in tutte quelle occasioni loro ovviamente non si facevano scrupoli di andare in giro per casa mezzi nudi, in mutande o in accappatoio ed ogni volta tornavo a casa eccitatissima, immaginando di essere posseduta e sbattuta da quei due maschi o sognando di gustare i loro bei cazzoni (avevo ampiamente visto che erano ben forniti). Quell’ultimo sabato sera mi avevano invitato a cena da loro, una cena per salutarci vista la ma partenza. I loro due colleghi non c’erano perché quel fine settimana erano tornati a casa. Il pomeriggio, dopo aver preparato parte delle valigie, mi ero fatto la doccia, mi ero messo un po’ di profumo, avevo indossato un perizoma nero, calze nere a rete e una guepiere di pizzo molto sensuale che esaltava il mio bel culetto. Come al solito distesa sul letto avevo iniziato a fantasticare quei due bei maschioni e, presa dalle fantasie, non mi ero resa conto che si era fatto, finchè non ho sentito suonare il campanello e Gino dall’altra parte della porta che mi chiamava invitandomi a scendere per la cena. Avrei potuto perdere 5 minuti per cambiarmi ma d’istinto ho deciso invece di scendere da loro così, indossando sopra l’intimo da troietta una tuta. Da un
lato ero certa che non si intravedeva nulla, dall’altro un po’ l’idea di stare con loro così mi eccitava, anche se non speravo certo chissà cosa. Non mi ricordavo più, però, del profumo femminile che avevo messo e che non passò certo inosservato. “Luca che ti metti il profumo da donna?” mi disse Gino mentre mi porgeva il bicchiere per il primo brindisi della serata. Farfugliai imbarazzata che era un profumo unisex, mentre Giovanni si avvicinò per brindare esclamando “Sarà che un po’ che non scopo ma già solo a sentire il profumo mi viene duro” disse portandosi la mano sugli slip bianchi che indossava sotto l’accappatoio. E se già averlo trovato in casa con l’accappatoio semi aperto che lasciava intravedere gli slip bianchi sulle sue cosce pelosissime mi aveva fatto andare il sangue al cervello, quel gesto mi fece ulteriormente salire la pressione. Cercai di non pensarci ma durante tutta la cena Gino e Giovanni non fecero altro che parlare di quanta voglia avevano, di quanto tempo era che non scopavano. I numerosi brindisi d’addio naturalmente contribuivano ad allentare ulteriormente i freni, con quei due maschioni che sprizzavano sesso da ogni poro ed io che cercavo disperatamente di non pensarci. Non capivo se avevo la mente annebbiata dai brindisi o dal desiderio, la troia che è in me avrebbe voluto gettarsi tra le braccia di quei due maschi ma riuscivo ancora a mantenere un briciolo di raziocinio. Finita la cena Giovanni si mise a sedere sul divano, con l’accappatoio semi aperto che lasciava uscire fuori la sua pancia pelosa sopra quegli slip bianchi che facevano ampiamente capire la sua dotazione. Gino, che indossava una canotta bianca e un paio di pantaloncini aderenti, si alzò per andare a prendere lo spumante, mettendo in evidenza la sua notevole eccitazione. “Vedo che sei proprio eccitato, tra un po’ strappi i pantaloncini” gli dissi quasi senza rendermene conto. “Lasciami stare che per come sto stasera mi accontenterei anche di un frocetto da sfondare” mi rispose d’istinto. Quelle parole e quella volgarità fiaccarono ulteriormente la mia già tenue resistenza, avevo assolutamente bisogno di fare la troia con quei due maschi ma avevo paura e non sapevo come fare la prima mossa. Fortunatamente ad aiutarmi fu il caso, Gino era di fronte a me, a pochi centimetri di distanza, e quando aprì la bottiglia di spumante involontariamente mi fece la doccia, bagnandomi soprattutto la giacca della tuta. “Toglitela che ti presto una maglia” mi disse Gino. Sapendo che sotto avevo la guepiere provai a dire che non faceva nulla ma non feci neppure in tempo a dire una parola che Gino già mi aveva tirato giù la lampo e mi aveva tolto la giacca della tuta, lasciandomi solamente con la guepiere. Gino mi guardò con espressione tra il sorpreso e lo schifato, gettò la giacca della tuta sul divano, vicino a Giovanni, con uno scatto mi tirò giù anche i pantaloni della tuta fino ai piedi, lasciandomi in perizoma e calze, e rivolgendosi all’amico disse “Guarda come va in giro sta troia,altro che brindisi e saluti questa voleva una bella razione di cazzo. Il mio, però, se lo può scordare”. Non mi ero mai sentita così umiliata e in imbarazzo, ero completamente nel pallone e non volevo fare altro che scappare al più presto, senza neppure pensare a ciò che stavo facendo mi sfilai definitivamente i pantaloni per muovermi meglio e mi chinai verso il divano per raccogliere la giacca e scappare via. Ma mentre mi chinavo Giovanni mi afferrò con decisione, costringendomi ad inginocchiarmi davanti a lui (che nel frattempo aveva completamente aperto il suo accappatoio mettendo in mostra la sua pancia e i suoi slip bianchi gonfi) e mentre mi spingeva la testa sulla sua patta esclamò rivoltò all’amico “ho bisogno di scaricare le palle, non me ne frega niente se è una troia o un frocetto, stasera mi voglio proprio divertire”. Sentivo il suo cazzone grosso e duro premere sul mio viso sotto gli slip e il suo intenso odore mi faceva impazzire. Senza quasi rendermene conto inizia a mugolare come una cagna in calore, facendo ulteriormente eccitare Giovanni “Senti che voglia di cazzo ha sta puttana” disse all’amico mentre spingendomi la testa contro i suoi slip con aria arrogante ed autoritaria mi diceva “Frocetto se vuoi il mio cazzo prima devi leccarmi i piedi, le cosce e le palle”. Non me lo feci ripetere due volte, mi chinai e presi il suo piedone ed iniziai a leccarlo, succhiandogli avidamente le dita dei piedi. Poi iniziai a risalire con le labbra lungo le sue gambe per soffermarmi sulle sue cosce pelose. Le leccavo con passione, inebriandomi con l’odore del suo sesso, poi appoggiai la mia bocca sui suoi slip gonfi , disegnando con le labbra il profilo del suo bel cazzone. Non resistevo più dal desiderio, senza indugio gli sfilai gli slip, trovandomi di fronte un cazzone grosso e durissimo, con due belle palle piene. “Fammi vedere che brava succhia cazzi sei” mi disse mentre mi strofinava il suo palo sul mio viso. Lo afferrai in mano ed iniziai a leccargli le palle, succhiandogliele alternativamente una alla volta. Poi piano piano con lingua iniziai a risalire lungo tutta l’asta del suo cazzone, fino ad arrivare alla cappella, poi scendevo nuovamente giù fino alle palle. Giovanni stava decisamente gradendo il mio lavoretto di bocca e ripeteva in continuazione “Brava troia, dai prendilo tutto in bocca”. Richiesta che ovviamente non potevo non accontentare, dopo aver assaporato un po’ la sua cappella turgida feci scivolare lentamente le mie labbra lungo tutta l’asta del suo cazzo fino a prenderlo tutto in bocca. Poi iniziai ad andare su e giù prima lentamente poi con più rapidità, ogni tanto lo tiravo fuori per leccargli le palle, poi ricominciavo a succhiarlo. Giovanni grugniva e gemeva eccitatissimo, mentre con la coda dell’occhio avevo visto che Gino si era avvicinato a noi sul divano, tanto che ormai sentivo la sua gamba vicinissima. Senza distogliermi dal cazzone di Giovanni con l’altra mano iniziai ad accarezzare le cosce di Gino, posandola poi sopra suo pacco. Un brivido mi sentì percorrere lungo tutto il corpo nel sentire un cazzo davvero di dimensioni notevoli, quello di Giovanni che stavo succhiando era già abbastanza grande ma quello di Gino sembrava davvero un cazzone incredibile. Lui intanto si era tolto i pantaloncini, restando solo con gli slip, chiaro segnale che aveva cambiato idea. Sempre continuando a succhiare il cazzo di Giovanni, tirai giù gli slip di Gino e presi in mano quell’incredibile palo di carne, iniziando a segarlo. “Ma allora sei proprio una troia ninfomane, il cazzo non ti basta mai” mi disse con sprezzo Gino che intanto insieme a Giovanni si era alzato in piedi ed erano uno a fianco dell’altro, con io in ginocchio davanti a loro, per facilitarmi il doppio pompino. Per un attimo mi staccai dal cazzo di Giovanni che presi in mano e mi fiondai su quello che Gino che me lo sbatteva in faccia irridendomi e insultandomi. Gli leccai voracemente le palle poi iniziai a leccargli il cazzo, facendolo scivolare nella mia bocca per succhiarlo tutto. Era davvero grandissimo, facevo fatica a succhiarlo tutto, dopo averlo gustato un po’ tornai su quello di Giovanni ed iniziai ad alternare, prendendo in bocca ora uno ora l’altro cazzo e contemporaneamente segando l’altro. Provai anche a prenderli contemporaneamente in bocca ma erano davvero troppo grandi, così mi accontentai di leccarli insieme, per poi riprendere a spampinarli alternativamente. Andai avanti per un po’ finchè Giovanni non si staccò dicendo che voleva rompermi il culo. Gino tornò a sedersi sul divano, mi inginocchiai alla pecorina tra le sue cosce e ripresi a succhiargli il cazzo, mentre Giovanni venne dietro di me afferrandomi per i fianchi e iniziando a strofinare il suo cazzone duro sulle mie chiappe. Con le mani me le allargò passando con la sua asta durissima nel solco delle mie chiappe. Avevo il cazzo di Gino in bocca e non potevo parlare ma avrei voluto urlargli di sbattermelo dentro, stavo impazzendo dal desiderio. Lo sentì staccarsi un attimo da me e immaginai che stesse per penetrarmi, invece iniziò a sculacciarmi le chiappe mentre mi insultava e mi “minacciava” di sfondarmi il culo. Non posso negare che gradivo tantissimo quel trattamento e lo capì pure Gino, dal modo sempre più appassionato con il quale gli succhiavo il cazzo, che rivolgendosi all’amico disse “Alla cagna piace anche essere sculacciata, è davvero una baldracca”. Giovanni proseguì a sculacciarmi per un po’, poi sputò sul mio buchetto e sulle sue mani e pian piano, prima con un dito, poi con due iniziò a penetrarmi e prepararmi il buchetto. Lo sentì di nuovo sputare tra le mie chiappe, poi mi afferrò con decisione per i fianchi e sentì la sua cappella appoggiarsi sul mio buchetto ed iniziare a forzare, prima lentamente poi con un paio di colpi decisi. Provai un dolore lancinante nel momento in cui mi penetrò, avrei voluto urlare per il dolore se solo non avessi avuto in bocca il cazzone di Gino. Sentivo quel cazzone nel mio culetto e mi sembrava che mi stesse lacerando, Gino mi teneva la testa sul suo cazzone per non farmi staccare e mi derideva “Fai la brava cagna che tanto ti piace, non volevi darti rompere il culo?”. Giovanni intanto era dentro di me ma stava fermo per darmi il tempo di abituarmi e rilassarmi. Poi pian piano inizio a spingere, all’inizio molto lentamente poi iniziò ad aumentare il ritmo. Sentivo ancora dolore che, però, pian piano si stava trasformando in un piacere all’inizio sottile, poi sempre più profondo. Ora Giovanni mi sbatteva con foga e decisione, sentivo il suo cazzone affondare nel mio culetto e le sue palle sbattere sulle mie chiappe e impazzivo dal piacere, godevo come una vacca mentre avevo ripreso a spampinare con passione Gino. Loro intanto mi incitavano e mi insultavano con sempre maggiore veemenza, ogni tanto Giovanni lo tirava fuori e mi dava uno sculaccione, per poi infilarmelo di nuovo e riprendere a sbattermi con veemenza, imitato da Gino che mi sbatteva il suo enorme cazzone sul viso, incitandomi a succhiarglielo, per poi rimettermelo in bocca. Stavo impazzendo di piacere, Giovanni ormai era arrivato e, dopo un po’, ha sfilato il suo cazzone dal mio culetto, me l’ha appoggiato sulle chiappe inondandomi la schiena con la sua calda sborra. Poi dopo un attimo si è alzato e si è diretto verso il bagno per lavarsi. Io ormai avevo perso ogni freno, continuavo a succhiare il cazzone di Gino ma ora volevo anche quel mostruoso palo nel culo, la voglia di essere sbattuta e inculata da quel maschione era più forte della paura per le sue dimensioni. Così mi sono staccata dal cazzo di Gino e con un filo di voce gli ho detto “Voglio anche il tuo cazzone nel culo, inculami maschione”. Ma, mentre mi preparavo a mettermi di nuovo alla pecorina, Gino con tono arrogante mi ha freddato. “Non ho nessuna intenzione di soddisfare un frocetto, voglio solo vuotarmi le palle. Riprendi a succhiare e non fare storie”. Un po’ delusa ho ripreso a succhiarlo con maggiore intensità, con l’intenzione di farlo venire al più presto. Cosa che è presto accaduta, con Gino che mi ha riversato sul viso e sulle labbra un’incredibile quantità di sborra. Poi si è accasciato sul divano, mentre io sono rimasta per un po’ esausta ai suoi piedi. Poi sono andata in bagno a lavarmi, tornando poi da lui dopo aver indossato nuovamente solo il perizoma. Mi sentivo una troia soddisfatta anche se non completamente, avrei voluto prendere quel cazzone incredibile nel culo. Così da perfetta troietta ho provato a fare un altro tentativo. Ho iniziato a raccogliere dal pavimento calze, guepiere e tuta, facendo bene in modo di esporre il mio bel culetto verso di lui. Che dopo avermi osservato un po’ ha esclamato “Certo però che hai un culo da troia davvero eccitante. Se fossi una donna con quel culo te lo aprirei”. A quel punto decisi di giocare l’ultima carta. Con l’aria della troia consumata sono andata da lui sul divano, ho appoggiato la mia gamba sulla sua e, mentre gli accarezzavo il suo cazzo già semi duro gli ho sussurrato. “Devo ringraziarti, se mi inculavi mi avresti solo fatto urlare dal dolore con il cazzone che ti ritrovi”. “Non mi provocare cagna, potresti pentirtene” mi ha risposto con tono minaccioso, mentre continuavo ad accarezzarli il cazzo che lentamente stavo tornando durissimo. “Perché che cosa potresti farmi?” gli ho sussurrato con un filo di voce, leccandogli poi fugacemente l’orecchio. Te la sei cercata cagna” ha replicato mentre con forza mi stringeva e mi sculacciava le chiappe. Con rapidità e decisione mi ha poi buttato sul divano, ordinandomi di mettermi alla pecorina. MI ha tolto il perizoma, rifilandomi due sonori schiaffoni sulle chiappe, poi ha appoggiato il suo cazzone tornato durissimo sul solco delle mie chiappe dicendomi “Senti come è grosso, ti sventro, ti faccio pentire di essere una cagna”. L’ho sentito sputare sulla sua cappella e sul mio buchetto già in parte lubrificato , non ho fatto neppure in tempo a implorarlo “fai piano” che ho sentito un dolore lancinante, insopportabile e intenso. MI aveva penetrato con decisione e ora mi sembrava che mi stesse spaccando in due. Urlavo di dolore e lo imploravo di fermarsi, di togliermi quel palo dal culo ma le mie urla e le mie implorazioni sembravano eccitarlo ancora di più. “Stai zitta cagna, ora te lo rompo quel culo da vacca” mi urlava mentre senza pietà iniziava a spingere con decisione. Le urla, intanto, avevano richiamato Giovanni che in piedi in a pochi metri osservava divertito la scena e mi insultava senza ritegno. Temevo di svenire dal dolore, mi sentivo come se mi stesse aprendo in due, con quell’incredibile palo di carne che temevo mi sfondasse davvero. Non ero mai stata sbattuta in quel modo, temevo davvero di non farcela ma pian piano il mio culetto ha iniziato ad abituarsi a quel palo e il dolore lentamente si attenuava, lasciando spazio ad un piacere intenso e sempre più irrefrenabile. Le mie urla si erano trasformati in mugolii e gemiti di piacere, con Gino che sempre più infoiato spingeva e mi sbatteva con veemenza, mentre Giovanni aveva iniziato a segarsi, eccitato dalla scena. Stavo letteralmente perdendo la testa, urlavo di non fermarsi di sfondarmi, godevo come una vacca. Gino, però, all’improvviso si è fermato, ha tirato fuori il cazzone dal mio culetto e si è seduto sul divano, invitandomi a salire sopra. Non me lo sono fatto ripetere due volte, sono salita cavalcioni su di lui e mentre Gino mi allargava le chiappe, mi sono impalata sul suo cazzone, facendolo scivolare tutto nel mio culo, ed ho iniziato a cavalcarlo ululando e gemendo come una cagna, mentre Gino mi stringeva e mi sculacciava le chiappe. Giovanni era dietro di noi ad osservare e non ha resistito, tanto che mi sono sentito un fiotto della sua sborra arrivare sulla mia schiena. Ho cavalcato quel cazzone grosso e duro per un po’, godendo come mai prima, poi all’improvviso Gino mi ha detto che non resisteva più, con rapidità mi ha fatto alzare e mi ha gettato sul divano, è venuto cavalcioni sopra di me e in un attimo ha rovesciato una gran quantità di sborra sul mio viso e sulla mia bocca, ordinandomi poi di pulirgli il cazzo. Solo allora mi hanno fatto tornare a casa, ero esausta e faticavo quasi a tenermi insieme ma mi sentivo troia e appagata. Da allora sono passati 3 anni e non ho più avuto occasioni simili e per questo vorrei tanto prima o poi incontrare nuovamente due muratori, due camionisti, due maschioni virili e decisi che mi riservano un trattamento simile.
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10 years ago
timida1troietta, 36
Last visit: 6 years ago -
En femme
Alcune volte mi piace giocare indossando lingerie sexy femminile ma non esco en femme fuori ma lo faccio solo in privato, ma quella sera avevo una voglia che andava oltre e sentirmi femmina e puttana aveva preso il sopravvento.
Comunque quella sera esco di casa con una camicetta bianca sbottonata e sotto dei jeans attillati in modo da far notare le mie gambe affusolate e femminili.
Il pezzo forte sotto i jeans: due calze velate nere con pizzo e reggicalze sempre di colore nero; per finire un perizoma merlettato con sottile filo dietro e davanti un disegno ricamato nero che faceva fatica a contenere la mia pur sempre parte maschile ben fornita.
Presa la macchina iniziai a farmi un giro dalle parti dove si trovano i trans all’olimpico e mi misi a guardare le bellezze appostate sulla strada.
Ne notai un paio ma una aveva colpito la mia curiosità: una mulatta di una straordinaria bellezza e la cosa mi stupì dato che sono rare a trovarle così.
Avvicinatomi notai i due occhi grandi e truccati molto femminili, due labbra con rossetto rosso e due seni che uscivano dalla camicetta.
Le gambe ben tornite con calze autoreggenti che si muovevano con mosse feline la facevano apparire una donna di classe anche se sapevo che sotto, la parte maschile, era presente; ed era quella che mi destava la curiosità di provare.
Fatta salire in macchina si va nel suo appartamento e salite le scale mi metto avanti in modo da porgere il mio culetto nei jeans aderenti e far capire la mia voglia e far uscire la mia femminilità nel muovermi davanti a lei.
Aperta la porta mi accomodai dentro e allentai i pantaloni e con la scusa di slacciarmi le scarpe, li tirai un po’ giù per far notare il mio perizoma mettendomi a pecorina.
Lei nel frattempo si era spogliata ed era rimasta solo con il seno scoperto, le calze e il perizoma e si era accomodata sul letto dicendomi di fare la stessa cosa.
Lì scattò la mia femminilità ed iniziai ad eseguire un perfetto spogliarello facendomi vedere con la lingerie che avevo addosso.
A quel punto lei sorridendo mi diceva che si era accorta di quanto fossi porca e puttana e già stava immaginando come mi avrebbe scopata dal momento che era salita in macchina.
Non avevo notato che era già mezza eccitata da quel spettacolino e al mio modo di pormi e scostato il perizoma rimasi esterrefatto dalla sorpresa che tiro fuori.
Un cazzo a dir poco gigantesco; almeno sui 28 cm e di una grossezza come una lattina di birra solo che al posto del freddo era molto calda.
Iniziai a giocarci con le mani; lo strofinavo e lo stringevo ma era impossibile prenderlo per intero con una sola mano e tenendolo con entrambe iniziai a menarlo pensando a come sarebbe potuto entrare senza farmi male.
L’eccitazione era al massimo e lei, forse stanca di quella manipolazione, mettendosi in piedi davanti a me spinse la mia testa verso quel cazzo enorme e cercò di farsi spazio tra le mie labbra.
Iniziai a leccarlo dal glande per tutta l’asta cercando di prendere le misure e farlo entrare dentro ma soffocavo ai colpi che lei iniziava a darmi dentro la gola.
Ero presa dal tremore e pensavo di farla godere così in modo da evitare il dopo e cioè che avrebbe cercato di trovare la strada per entrare dentro il mio culetto morbido ma comunque non abituato a quei calibri così da guerra.
Iniziò a prendermi con le mani da dietro e andando avanti e dietro mi scopò la bocca spalancata anche se non entrava per niente e aveva difficoltà nell’inserire tutta quella carne turgida e dura.
Ad un tratto mi disse di girarmi e mi spinse il culetto verso l’alto avvicinandolo al bordo del letto.
Iniziò a massaggiarmi i glutei, forse perché aveva capito che ero tesa, cercando di farmi rilassare, e nello stesso momento parlava che avevo un bel culetto e che gli sarebbe piaciuto sfondarmi come una puttana perché come una puttana indossavo quella lingerie femminile e sexy che l’aveva eccitata fortemente.
Pensavo che i ruoli si erano invertiti: lei era in cerca ed io la puttana che aspetta il prossimo cliente.
Con la lingua iniziò a leccarmi il buchetto cercando di affondarla dentro e i brividi mi salivano fino al collo.
Poi iniziò a penetrarmi con le dita passandomi una crema lubrificante e far rilassare lo sfintere: “Ecco, sei pronta; ti sento rilassata e allargata per bene e quindi sei pronta ad essere scopata da puttana”.
Le sue parole mi fecero un po’ paura ma era la realtà ed ero anche rilassata a ricevere quel missile dietro.
Sentivo il suo cazzo lungo il taglio delle natiche che strusciava sullo sfintere per lubrificarsi e farmi sentire il calore e la lunghezza che a breve avrebbe preso possesso del mio corpo; dopo, ad un tratto, lo sento puntare dritto sul buchetto e fare forza verso di me……………mi piegai un po’ avanti perché era come se mi spingesse un palo che non riusciva ad entrare; ma lei continuava a spingere e a tenermi i glutei schiacciati con le dita.
Il dolore era enorme come enorme era quel cazzo che cercava di impalarmi e farsi strada sul mio povero culetto; il glande era entrato ed aveva attraversato il mio muscolo ma mancavano ancora 25 cm di carne dura e larga.
Sentivo che mi allargavo a dismisura e a ogni centimetro che entrava mi sembrava di bruciare dentro e il fuoco superava il piacere.
“ Ecco, ti ho rotto il culo puttana che non sei altra; è tutto dentro e ora viene il bello”.
Si, lo avevo dentro; ero impalata e non potevo nemmeno girarmi per guardare quello spettacolo che lei si stava godendo.
Iniziò a pomparmi prima leggermente ma poi con colpi sempre più forti e a fondo; sentivo l’intestino scoppiare dentro e ogni volta che lo tirava fuori era come se il risucchio mi tirasse fuori le budella verso l’esterno; una pompa che risucchiava le mie viscere fuori ma subito dopo me li spingeva fino ai polmoni e in gola.
I tremori iniziarono a coprire tutto il mio corpo e mi sentivo inerme sotto quei colpi possenti e continui dati da quella trans stupenda, femminile ma con un palo tra le gambe.
Iniziai a godere e il mio sperma bagnava il letto e ad ogni colpo ne usciva ancora di più.
Spossato caddi senza forze sul letto; non riuscivo a muovermi ed ero preso da un senso di svenimento.
Gli occhi chiusi, pieno di eccitazione e felice per quel cazzo che mi aveva allargato mi aveva fatto perdere l’orientamento e dove mi trovavo.
Furono le sue parole a farmi ritornare in me: “ Ti è piaciuto troia……..avevo capito che aspettavi di essere scopata così……….ora hai il culetto rotto e la prossima volta farò meno fatica a scoparti puttana”.
Accompagnata sul posto mi diede un bacio sulla bocca e assaporai la sua lingua dolce; mi sentivo molle e senza forze; tremavo e ritornai a casa tremante.
Sul letto non riuscì a dormire, pensavo a quella oretta e al modo di come mi aveva allargata, alle sue parole e al suo bacio.
E’ inutile dire che sono ritornata da lei altre volte per essere abituata al suo calibro.
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10 years ago
admin, 75
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Convention a roma
Sempre in giro per lavoro, mi trovavo a Roma per una conferenza in un Hotel vicino l’aeroporto di Fiumicino.
Già pensavo che mi sarei fatto due balle per via del programma e degli orari infinito e cioè sia di mattina che di pomeriggio; poi, raggiungere il centro per divertirsi un po’ era difficile data la distanza.
Comunque, una moltitudine di persone nonché belle donne e ben vestite oltre alle accompagnatrici che di solito seguono le conferenze; quindi gli occhi me li sarei fatti lo stesso.
Arrivato in Hotel presi la camera e salii al 5° piano: un albergo non lussuoso ma ben messo.
Entrato in camera mi accorsi che nel bagno mancava la carta igienica e uscito nel corridoio cercai la signora delle pulizie in giro per chiedere qualche rotolo.
Da lontano due donne sulla cinquantina stavano preparando altre camere e avvicinatomi chiesi la carta un po’ con imbarazzo perché in una delle stanze c’era anche una bella ragazza bionda sulla ventina che aiutava le due donne.
Non so perché provai vergogna, forse per il normale utilizzo della carta e il fatto di doverlo dire mentre la giovane inserviente stava guardandomi.
Mi dissero che tra lì a poco me l’avrebbero portata.
Ritornato in camera, disfatta la valigia e spogliatomi tutto, inizia a farmi una doccia rilassante e pensando a quella giovane straniera mi eccitai immaginandola nuda sotto la doccia con me.
Avevo il cazzo duro immaginando i seni della giovane e al modo di come l’avrei scopata…………pensai a pecorina anche perché aveva un bel culetto da quello che avevo notato.
Ad un tratto sentii bussare alla porta: era l’inserviente che voleva darmi la carta igienica; imbarazzato presi l’asciugamani e l’avvolsi nella vita aprendo la porta.
Fuori c’era la giovane biondina che con un sorriso ammaliante mi porgeva la carta e con lo sguardo diede un’occhiatina alle mie parti basse.
Certo ero imbarazzato ma cercai di sorridere e dirgli che per un uomo è normale quando sotto la doccia pensa ad una bella ragazza come te.
Lei sorrise e andò via.
Per l’intera giornata pensavo a lei: due occhi di colore chiaro e un sorriso su una bocca piccola e deliziosa; due seni che s’intravedevano da sotto il camice con capezzoli verso l’alto e per finire un culetto bello tondo che non chiedeva altro di essere esplorato.
Finita la convention verso le ore 13:00 pensai di salire per dormicchiare un po’ senza mangiare e giunto in camera mi tolsi tutto per sdraiarmi sul letto nudo con la tv accesa per prendermi un po’ di libertà quando ad un tratto bussarono alla porta.
Scostata la porta di poco con me dietro fu una sorpresa di vedere la giovane inserviente che con sorriso malizioso e stupendo mi diceva che si era accorta che mancavano le saponette e me le aveva portate.
A quel punto facendo finta di nulla la lasciai accomodare e mi diressi sul letto guardando la tv e aspettando che lei uscisse dal bagno.
Era chiaro che aveva gradito la mia nudità in mattinata ed era ritornata con una scusa e io stetti al gioco facendomi guardare nudo sul letto e pensavo a come poteva finire quel gioco di seduzione.
Uscita dal bagno stette a guardarmi sull’uscio della porta e io lo stesso l’ammiravo nelle sue forme: indossava una camicetta rosa da dove svettavano due seni stupendi e una gonnellina fino alle ginocchia dello stesso colore.
“Ma tu rimani sempre nudo così e fai entrare le persone senza coprirti?” Mi disse sorridendo.
“Beh”, risposi, “sono un amante del nudismo e poi penso che anche tu non ti sei fatta problemi ad entrare vedendomi in questo modo”.
La risposta fece scattare un lampo negli occhi della giovane e senza dire nulla si sedette nel letto e iniziò ad avvicinare la sua bocca alla mia.
La sua lingua era morbida e iniziammo a limonare come due fidanzatini che si erano ritrovato dopo parecchio tempo.
Allungata la mano sotto la gonna mi accorsi che non aveva gli slip ed era tutta bagnata; il liquido scendeva tra le sue cosce e la mano si era intrufolata dentro la sua fica calda e vogliosa.
Mi disse che aveva pensato a me tutta la mattinata e la voglia di fare l’amore era salita alle stelle e senza darmi tregua aveva preso in bocca il mio cazzo facendolo suo e giocandoci con la lingua per assaporare tutta la sua lunghezza e liquido spermatico che fuoriusciva.
Di colpo lo lasciò e mi venne sopra tenendomi una mano sul petto; mi voleva scopare e l’unico modo era quello di cavalcarmi sopra come una cavallerizza: avvicino il suo corpo sopra e prima iniziò ad assaggiare la grossezza con le grandi labbra per poi farlo scivolare dentro in un colpo solo.
Era tutta bagnata e il liquido mi colava tra i testicoli e le gambe; poggiata la mano sentivo il caldo del suo ventre e il mio cazzo che gli premeva la pancia da dentro.
Iniziò a stantuffarsi dolcemente in modo da gustare tutta la lunghezza e grossezza e ad ogni discesa un gridolino le usciva dalla bocca.
Con la testa all’indietro e occhi chiusi continuava a scoparsi da sola; gli premevo con le mani il ventre e i seni duri in modo di farla eccitare e spremerla al punto giusto.
Iniziò a godere e a venire con spasmi enormi; sentivo i muscoli della fica che stringevano e pompavano il mio cazzo.
Mai avevo provato una cosa del genere e la cosa mi fece arrivare all’orgasmo; lei accortasi della mia eccitazione si sfilò da sopra e lo prese in bocca appena in tempo per non perderne nemmeno una goccia.
Inghiottì tutto e continuò a tenerlo dentro spremendo con le dita affinché uscisse anche l’ultimo rivolo di sperma.
Sorridendo mi disse che aveva un buon sapore e che le avrebbe fatto bene perché non aveva pranzato.
Mi misi a ridere anche perché io non avevo mangiato ………………..
Rimanemmo abbracciati per un po’ riscaldandoci a vicenda.
Sono stati due giorni di convention più belli della mia vita lavorativa più due giorni di vacanza che mi sono preso in più.
A proposito.........il suo culetto? Sarà un'altra storia
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10 years ago
admin, 75
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Massaggiatrice 65enne
Ciao a tutti ieri 12giugno 2013 mi recai da una signora di nome Laura per un problema alla spalla un nervo fuori posto + altri piccoli acciacchi ma sempre questione di nervi tutto causato dai diversi sport che pratico.Quindi arrivai davanti al suo cancello e lei stava sotto il portico con una amica molto affascinante.La chiamai alzò lo sguardo nel alzarsi per aprirmi il cancello la gonna gli rimase imezzo alle natiche e scoperta un pezzo di coscia,focalizai e pensai è impossibile che ha 65anni a un fisico da sballo la donna era molto affascinante, entrai mi presentai anche con la sua amica mi ofrì un un dissetante e rimanememmo sotto il portico 10 min.circa poi mi disse di accomodarmi che era ora di vedere che problemi avevo nel frattempo si andava a cambiare ,aprì la porta vetrata dove aveva lo studio l'amica rimase a guardarci da fuori seduta mi coricai sul lettino subito dopo arrivo con un camice bianco e indicai i problemi iniziò con la spalla a toccare e farmi anche un male cane avevo 2 nervi della spalla fuori posto quindi capitava che lei me la trovavo dietro alla mia testa durante il massaggio,mi disse di portare il braccio teso dietro lo portai e cavolo si infilò immezzo al suo camice esattamente immezzo alle sue gambe era senza mutandine ed era rasata nel sfilare il braccio la mia mano la toccò ed era pure umida ,imbarazzato le chiesi scusa e tolsi il braccio la sua amica iniziò a ridere come una matta lei pure Laura mi disse non preoccuparti cose che capitano.Al impatto non successe niente ma pensandoci quello che era successo pochi minuti prima iniziai ad eccitarmi mi portai la mano che le toccai la passera sul naso con la scusa di grattarmi e mi annusai le dita sapeva di sapone e di passera,mi eccitai ancora di + lei molto furba mi disse hai prurito il naso io con un piccolo sorriso le dissi di si notavo che continuava a guardarmi.Poi passo al ginocchio destro avevo pure li 2 nervi accavallati che mi procuravano ogni tanto un piccolo dolore alla schiena quindi si mise difianco a me e operava su lginocchio sentivo che un suo gomito sfiorava il mio pene più massaggiava il ginocchio più comprimeva il gomito e stava riuscendo a farmi una sega molto lentamente mi voltai dalla parte dove era lei cioè a fianco a me e le vedevo le forme delle sue chiappe la sua amica fuori mi guardava e mi diceva ti fa tanto male io le risposi con un gesto no mancava un poco x venire la Laura gli tirai
il bordo del camice si fermo e mi guardo sorridendo e mi disse ti faccio male o hai qualcosa d'altro? Le risposi sto per venire se continui con quel gomito.Lei mi rispose vuoi che smetta le dissi di no ma non con i pantaloni indosso.La sua amica mi guardava Laura gli disse alla sua amica Carmen mi dai una mano a sfilargli i pantaloni,si alzò entro Carmen da una gamba e Laura in quel altra mi sfilarono i pantaloni Laura mi sflilò anche gli slip e rimasi nudo io sempre coricato iniziarono tutte e 2 a succhiarmi se una mi succhiava il pene l'altra mi succhiava le palle e viceversa infilai una mano sotto il camice di Laura,Carmen si sfilò la gonna e mutandine e iniziai ad entrambe a sditalinarledavanti e dietro e sgrillettarle.Poi mi fecero alzare andammo fuori sul lato della casa dove nessuno poteva vedere ed iniziammo una vera orgia.Alla fine era oramai quasi sera mi Laura mi chiese di rimanere a cena con Carmen dopo varie insistenze accettai.Uscimmo dopo cena in paese per mangiarci un gelato una coppetta Laura se la porto a casa pensando di salutarle Laura mi disse dove pensavo di andare non era finita mise Carmen sul tavolo della cucina e con un cucchiaino gli spalmò il gelato e disse ora lecca andammo avanti così per un po poi andammo tutti e tre a letto dove ci fu un altra orgia.Eravamo talmente stanchi che decidemmo di dormire insieme. La mattina seguente me ne andai a casa pensando se era tutto vero quello che era successo.
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10 years ago
admin, 75
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Come divenni....la sua cagna
Il mio Frankie sembrava ormai essere diventato la mia guardia del corpo. Con sempre maggiore insolenza, in mille modi, esigeva la mia "patatina posteriore". Un giorno, mentre ero in giardino con la sola coulotte a coprirmi, appena mi chinai verso un fiore, lui piantò la sua testa fra le mie cosce, e con la sua lingua incominciò a frugarmi dappertutto. Cercai di allontanarlo dolcemente, ma la voce del vicino di casa, un bel maschione sulla cinquantina, salutandomi, aggiunse: "E' quel ben di Dio che vuole"!! "Già, mi sta sempre appiccicato al culetto"! Gli risposi, facendogli anche capire che sapevo benissimo cosa volesse....
In un'altra occasione ero nel box e, mentre i miei stavano al piano superiore della villetta, io mi ero inginocchiata alla pecorina perchè stavo cercando di recuperare un oggetto finito sotto l'auto. Il mio Frankie mi diede un paio di colpi di lingua al culetto, e subito cercò di montarmi. Sentivo il suo caldissimo cazzo, duro, che sbatteva disperatamente contro la mia coulotte, ma non riusciva ad entrarmi dentro. Non resistetti un attimo in più. Mi assicurai di essere sola con lui nel box, quindi mi abbassai la coulotte e riuscii, aprendo le cosce, giusto a mettermi un filo di saliva sul buchetto, che lui con un precisissimo, ma altrettanto deciso colpo, era già dentro di me. Ricordo solo quel magico: "PLOP" che sentii dentro di me; dentro al mio culetto. Non provai alcun dolore, ma solo tanto tantissimo piacere. Ero divenuta la sua cagna. Ma, forse fu una fortuna, dopo aver ricevuto sei o sette colpi, mi chiamarono dal piano di sopra e dovemmo interrompere l'amplesso. Gliel'avevo "data", e mi riproposi che, quanto prima, gliel'avrei ridata, non più frettolosamente, ma per un lungo amplesso.....
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10 years ago
maskietta, 35
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Il mio frankie....
Il mio Frankie sembrava smaniare sempre più per il mio corpo acerbo, specialmente quando giravo nuda per casa. Sembrava aver proprio perso la testa per me e non mi lasciava mai sola, anche se non poteva sapere in che diavoletta vogliosa mi stessi trasformando. Mi faceva una corte così serrata, che non perdeva occasione di infilare la sua caldissima lingua e frugare fra le mie cosce, ogni volta che mi piegavo. Io, da un lato non volevo cedere, ma d'altro canto, proprio non riuscivo a restare indifferente, concedendomi: "a lui", ogni volta un po' di più....e poi, in fondo in fondo, desideravamo tutti e due la stessa cosa, anche se madre natura ci aveva fatti differenti. Decisi di metterlo alla prova per capire se veramente eravamo fatti l'una per l'altro. Ma, come quando una sposa si concede per la prima notte di nozze, doveva essere un momento indimenticabile, sia per lui, che per lei (io). Lo lasciai per un po' fuori, lasciando socchiusa la porta, ed andai a prepararmi: mi cosparsi ben bene di nutella, tutta la regione anale, poi andai nella mia cameretta e mi adagiai in ginocchio al mio letto, posando sul letto la guancia ed il tronco, in modo da poter stare rilassata al massimo, e poter percepire tutte le sensazioni che mi attendevano. Lo chiamai appena un paio di volte, e lui si catapultò, ansimante, dietro di me ed incominciò a leccarmi tutta tutta. Sentivo i suoi colpi di lingua come fossero un carro armato che mi sollevava ad ogni colpo. Gemevo e mi aprivo sempre più il culetto con le mani, per fargli sempre più spazio. E lui ricambiava con la sua lingua così ruvida, ma estasiante, che sembravano colpi inferti con la carta vetrata. Poi....per almeno un paio di volte, cercò pure di "montarmi". Non gliela concessi, ma incominciai a pensarci su: aveva superato a pieni voti la prova e....forse se la meritava !?!
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10 years ago
maskietta, 35
Last visit: 9 years ago -
Quasi....donna !?!
Man mano che mio fratello cresceva, forse per pudore, forse per rispetto, allentava le attenzioni su di me. Spesso lui usciva, i miei genitori anche, ed io restavo sola in casa, o meglio con Frankie, un bel cane di media taglia. Abitando in una villetta di campagna, indossavo dei leggin's aderentissimi nei periodi freddi, oppure degli short's in poliestere, a pelle, nei periodi più caldi: quasi una coulotte che mi lasciava mezzo culetto di fuori. Ma, abituata sin da piccola a vivere senza nulla, li odiavo e, non appena sola, me ne liberavo restando,sotto sotto, come mi aveva fatto ed insegnato a stare, la mia mammina. Fortunatamente lei aveva sempre a disposizione oltre alla famigerata "peretta", anche un gran bel "clisterone" in vetro, di circa 2,5 litri, e, ogni volta che restavo da sola, ne approfittavo alla grande. Spesso anche Frankie cercava di "intervenire", leccandomi intimamente, ed io mi divertivo a girare per casa con la cannula conficcata nel culetto. Altre volte mi dilettavo a...trattenere nella pancina, il più a lungo possibile, tutta l'acqua del clistere. Poi, un bel dì, pensai che, se era così bello penetrarsi con una cannula sottile, chissà come sarebbe stato più "confortevole" infilarsi qualcosa di più grosso!?! Nel periodo scolastico disponevo di svariate matite e penne, tra cui una multipenna a dieci colori, di considerevole diametro....Già tutta nuda sotto, ed eccitatissima, mi insalivai il buchetto ed iniziai a spingermela dentro. Mi faceva male, ma il piacere che provavo superava di gran lunga quella lieta sofferenza....alla fine, quando l'ebbi tutta dentro, mi sentii più aperta e, soprattutto....più Donna !?!
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10 years ago
maskietta, 35
Last visit: 9 years ago -
Sensazioni
".......prego..........accomod ati......piacere, io sono Mike".
Tu appoggi la tua borsa, poggiati gli asciugamani sul materassino steso per terra parliamo del più o del meno.
E' caldo, l'ambiente è veramente accogliente, e tu ti togli la giacca.
Hai una tuta molto leggera, in cotone grigio chiaro, i pantaloni con le scritte e la maglia a manica lunga.
"Come mi devo mettere ?" chiedi un po' timidamente, anche se sai già quello che ti dir.
"Stai pure così" ti dico con voce calma, "sdraiati, mettiti a pancia in giù che iniziamo dalle spalle".
Tu ti inginocchi e riesco appena ad intravedere che non porti il reggiseno, ma è questione di un attimo, una frazione di secondo, e tu sei già stesa.
Cala il silenzio, le parole ora non servono più, i tuoi occhi si chiudono, come se volessi appisolarti.
Io accendo una candela, la radio già irradia una musica indiana che rende l'atmosfera densa di magia. Ora accendo anche l'incenso, e come questo arriva alle tue narici ti fa fare un respiro lungo e profondo, come un bambino che si sta abbandonando nella braccia della madre.
Spengo la luce, ed ecco che quasi tutto scompare, la candela che prima sembrava non avere nessuna importanza ora diviene la padrona dell'ambiente, è lei che domina luci e ombre, e dolcemente la fiamma traballa, come se volesse avvisarci che anche lei ora esiste.
Tu sei stesa sul materassino, le mani lungo i fianchi e il respiro lento.
Quasi senza che tu te ne accorga appoggio una mano all'altezza delle spalle, tra le scapole, e l'altra un po' più in giù, quasi alla fine della schiena e rimango così, fermo, per un paio di minuti.
E questo ti calma ancora di più. Sento il tuo respiro, calmo e regolare, e lo ascolto in silenzio.
Poi le due mani si congiungono sulle spalle, ed iniziano un movimento rotatorio e lento, per sciogliere le tensioni che hai accumulato durante il giorno. Le mani girano in circolo, poi scendono sulla schiena, all'altezza dei glutei si dividono e vanno sui fianchi per scendere verso l'esterno delle gambe e poi fino ai piedi.
Si fermono qualche istante e poi piano piano ritornano su, su, fino alle spalle, girano verso l'esterno e scendono sulle braccia e fino alle mani. Tornano ancora sulle spalle e quindi massaggio piano piano le tue cervicali doloranti.
"Che ne dici se togliamo la maglia?" chiedo io un po' timidamente.
Tu non rispondi, ma dopo due secondi stai già tentando di sfilare la maglia, restando il più possibile distesa a terra, cercando di muovere meno muscoli possibili. Oramai sei rilassata, e l'idea di dover mettere in moto di nuovo i muscoli non ti piace e quindi ti muovi il meno possibile, mentre io ti aiuto. Anche perchè non vuoi far vedere il seno, la timidezza è ancora un po' dentro di te, e questo in qualche modo ti mette un po' in imbarazzo. Hai paura a far vedere il tuo bel seno ad uno sconosciuto, anche se il pensiero in qualche modo ti eccita, ti entusiasma, ti fa sentire sensazioni nuove e inesplorate fino ad ora.
Ora senti le mie mani calde sulle tue spalle, e questo ti piace, ti dà un senso inequivocabile di sicurezza e di calore, di protezione. La sensazione senza la maglia è completamente diversa, più diretta. Il contatto umano provato così è una sensazione stupenda e io sto fermo, ti faccio sentire tutto il calore sulle tue spalle. Poi lentamente le mani cominciano a muoversi, e dolcemente si spostano sui fianchi, ed abbracciano i lati del tuo corpo, con le punta delle dita che arrivano quasi al seno, quasi volessero scoprire le tue forme "nascoste", celate come un frutto proibito non ancora pronto per essere svelato.
Le mani scendono, accarezzano ancora le gambe e i piedi, e ritornano sui glutei, ma subito si allontanano, quasi non te ne accorgi, e prendono i pantaloni della tuta ai lati, e piano piano scendono, sfilando i pantaloni.
Subito mi accorgo che porti un bellissimo perizoma bianco, che esalta le tue forme e quindi rallento nello sfilare i pantaloni, perchè voglio ammirare la tua bellezza in tutto e per tutto.
La candela per non concede molto, e il chiaro-ombra rende il tuo corpo quasi privo di contorno.
I pantaloni sono in fondo, e in un attimo non ci sono più. Appoggio le mie mani sui tuoi piedi, in un attimo spariscono i calzini di cotone bianchi, e il calore delle mie mani invadono la pianta dei tuoi piedi, facendoti sospirare dalla sensazione. Poi le mani salgono, abbracciano le gambe, si uniscono sopra i glutei e poi su fino alle spalle. Ora devo versare l'olio, ma lo metto prima sul palmo della mia mano, e poi con l'altra lo scaldo. L'olio scivola sulle tue spalle e con movimenti dolci ma decisi lo stendo su tutta la schiena, fermandomi sui tuoi bellissimi slip. Ma non basta, non ho spazio sulla tua schiena a sufficienza e così, con la scusa di stendere l'olio fino in fondo alla schiena, abbasso un po' il perizoma, ma solo di qualche centimetro, in modo da darmi la possibilità di arrivare fino in fondo senza problemi, ma in modo che ancora ti copra, che ti dia quel senso di protezione che ancora non vuoi abbandonare. Il perizoma è largo solamente un centimetro, ma il senso di protezione che dà è grande, è l'unica cosa che hai addosso, è l'unica cosa a cui puoi pensare per non sentirti completamente indifesa. E' ancora per un po' il tuo protettore.
Ma oramai non ci pensi più, le mie mani hanno cominciato a salire e scendere sulla tua dura schiena. Ogni movimento è uguale al precedente, eppure è diverso. Ad ogni movimento la tua schiena si abbandona sempre un po' di più, allenta le tensioni, e si fa sentire sempre più il benessere. Ogni movimento sembra uguale al precedente, eppure si ferma un po' prima, oppure un po' dopo, abbraccia di più il fianco, o si fa sentire di più sulla colonna vertebrale, arriva in fondo oppure no. Un po' alla volta le mie mani non le senti più, hanno un movimento lento e dolce, e oramai la schiena è diventata una specie di zona dove le emozioni si sentono, si sbloccano e ti fanno sognare. Le mani scendono poi lungo una gamba, arrivano fino al piede e dolcemente te lo massaggio. Ma ben presto il massaggio si fà più intenso, e le dita premono sulla pianta del piede, dando benessere e piacevolezza. Poi il massaggio ridiventa dolce e ti tocco una delle zone più erotiche del corpo umano: la parte molle tra un dito e l'altro del piede. E questo a te piace, e non vorresti che finisse più. Dolcemente passo anche all'altro piede, che come un fratello geloso aspettava frettolosamente il suo turno, come se non si potesse farlo solo ad uno dei due. E anche lì è l'estasi. Le mani poi si appoggiano su entrambi i piedi, e, passando sulla parte interna delle gambe salgono su, su, fino a dove le coscie quasi si toccano. Tu sei pronta a sentire le mani finire proprio là, e invece no, all'ultimo momento queste si dividono, passano sui fianchi, si ricongiungono sulla schiena, e poi su fino alle spalle, scendono lungo le braccia e finendo sulle mani. Torno ancora sulle spalle, scendo sulla schiena, ti accarezzo le gambe e ritorno ai piedi. Rifaccio tutto il movimento ancora una volta e tu ti tranquillizzi perchè pensi che sia uguale al precedente, ma ecco la variante pronta a farsi sentire: nel movimento di discesa, quasi per errore o per caso, le dita si incastrano sui tuoi slip oramai divenuti "di troppo", anche per te, e mi seguono, seguono le mie mani come volessero sparire da soli, e scivolano senza niente che li trattenga. Non li senti più, non sai se li ho abbassati un po' o se li ho sfilati dal tutto, ma non te ne importa, non ti preoccupi, non ha senso, oramai erano ingombranti, non lasciavano correre la fantasia, non potevano lasciar scorrere le emozioni, le sensazioni, i pensieri.
Ora le mani ripercorrono lo stesso sentiero, la stessa strada, e tu torni sugli stessi pensieri di prima, ma ora sei più libera di pensare che cosa accadrà in quel punto, e già pensi alle sensazioni, sei già avanti col pensiero, non puoi aspettare che le mie mani arrivino lì, devi per forza fantasticare, anche se basterebbe aspettare qualche secondo, qualche attimo in più. Le mie mani scivolano e salgono con la stessa velocità di prima, con la stessa intensità, con lo stesso calore. Ma a te sembra che vadano piano, sempre più piano, ti sembra che quasi si fermino, che non arrivino mai. Ma non ci arrivano, ad un certo punto come prima si dividono, ma poi si fermano, si avvicinano piano piano, si girano, abbracciano l'interno della coscia e si uniscono, e salgono unite verso i glutei, andando a sfiorare per un attimo le grandi labbra, che oramai sono calde e un po' bagnate. Per sbaglio un dito si appoggia proprio là, e nel suo movimento verso l'alto la percorre in tutta la sua lunghezza, anche se la cosa dura poco, è un attimo. Ma il dito prosegue nella sua corsa, e dolcemente sfiora l'ano, bagnato anche questo. La tua reazione è di benessere, senti il mio dito che rallenta, si ferma, torna indietro, gira un po' intorno all'ano, si allontana di nuovo, e ancora ritorna e ancora lo massaggia. E' una sensazione bellissima, unica, ma che per te dura poco, e la mano prosegue il suo cammino fino alle spalle per poi terminare come prima sulle mani.
Rifaccio tutti i movimenti un sacco di volte, non sei mai stanca, ma ad ogni passaggio è come se fosse la prima volta, l'eccitazione sale e le sensazioni non sono mai come il passaggio precedente, sono più forti, più intense, più vere.
A te sembra di essere sdraiata da poco, eppure non te ne sei accorta che è passata quasi un'ora.
Ti copro con un lenzuolo azzurro, appoggio le mie mani sul tuo capo ed ascolto il tuo respiro.
E tu non vorresti più muoverti.
Tenendo fermo il lenzuolo che ti copre tu ti giri. Sei consapevole di essere nuda, ma quel lenzuolo che ti copre ti rende tranquilla e sicura, anche se sai benissimo che un po' alla volta toglieremo anche quello, come abbiamo fatto con la tuta. Ma se prima la sensazione era di paura, ora quello che senti è il piacere, il piacere e il desiderio di togliere tutto, di togliere quella maschera che usiamo per mostrarci alla società, vogliamo riabbracciare quel senso di liberazione dagli schemi che ci impongono. Nudi è una bellissima sensazione, una liberazione anche interiore.
Mi metto in ginocchio dietro alla tua testa e appoggio le mie mani a fianco del tuo collo, una pressione appena percettibile.
Sposto il lenzuolo solo un poco più giù, in modo da scoprire le braccia, le mani e la parte superiore del petto, ma che non lasci assolutamente intravedere niente del tuo splendido seno.
Inizio così un massaggio che parte dalla tua mano destra, sale fino alla spalla, si sposta all'altro braccio e scende fino all'altra mano. Andata e ritorno, così, senza fretta nè obbiettivi, fino a quando, improvvisamente, le mie mani fanno scivolare il lenzuolo in giù, a scoprirti quel tanto sospirato seno, e quindi anche la pancia e l'ombelico. Ma mi fermo, perchè le sensazioni vanno gustate un po' alla volta, se vuoi che siano vissute appieno e non ci si stanchi mai delle sensazioni che verranno. Il lenzuolo ti copre il pube, ed è lì a proteggere l'ultima cosa che senti ancora solo tua, ma che oramai non vedi l'ora di scoprire.
Le mie mani si unisco vicino al tuo collo, scivolano giù infilandosi in mezzo ai seni, ma senza toccarli, passano sopra lo sterno, scendono sulla pancia, arrivano fino ad appena sotto l'ombelico, si allargano e scendono sui fianchi, per poi risalire lungo i fianchi, si infilano sotto le ascelle, e salgono fino a sopra le spalle, poi si riuniscono al centro e iniziano di nuovo a scendere come prima. In questo modo le mie mani girano attorno ai tuoi seni, ma non li toccano mai direttamente, e questo provoca in te una sensazione bellissima, una sorta di tocco-ma-non-tocco, e oramai sei così rilassata che non vedi l'ora che ci accada. Le mie mani eseguono ancora un paio di giri in questo modo, ed ecco ad un tratto, nella fase di salita, che le mani si alzano verso la pancia e salgono su piano piano, abbracciando i seni dolcemente. Le mia dita, una ad una, passano sopra i tuoi capezzoli, e tu senti le mie dita che seguono esattamente il tuo profilo. I capezzoli si induriscono, crescono, mentre le dita ci ripassano sopra nuovamente, per assaporare quella nuova condizione di turgidità, di nuova eccitazione.
I sospiri si fanno sentire, tu ti senti eccitata, ti stai bagnando sempre più, pensando che oramai quel lenzuolo che ti copre le gambe e i genitali ne faresti volentieri a meno, sei impaziente di toglierlo, perchè sai che le mie mani sapranno eccitarti piano piano, senza fretta alcuna.
Ed ecco che le mie mani scendono come prima, ma stavolta, dopo essere scese sui fianchi, proseguono il loro viaggio verso le gambe, e il lenzuolo ad un tratto non esiste più.
Ora sei proprio tu, ti senti completa, completamente libera, unica, intera. Non hai restrizioni, non hai costrizioni, non hai nessuno che ti giudica, nessuno che pensa male di te, nessuno con cui fare i conti o confrontarsi. Sei solamente tu, nella tua pienezza e consapevolezza delle tue sensazioni ed emozioni.
Il senso di libertà ti invade tutta, ti fa sentire libera e solitaria, come su un'isola deserta, sulla spiaggia, mentre prendi il sole, con niente addosso, nella più calma e pacifica isola sperduta nell'oceano azzurro.
Le mie mani proseguono con il loro lavoro, e questa volta tocca ad una gamba, che viene massaggiata dolcemente nella sua completa lunghezza. E quando la mano risale, le sensazioni si esaltano, si fantastica, si sogna. La mano arriva su, si ferma un po' sull'inguine, si gira e torna giù. Ma ogni volta va sempre un po' più su, fino ad accarezzare proprio quello che oramai aspettavi. E' una carezza dolce, lieve, che dura poco e poi svanisce, la mano non si ferma, compie solo un giro e torna giù. Non fai neanche in tempo ad eccitarti, e la mano se ne va. Vorresti rimanesse lì di più, ma lei deve fare il suo lavoro, deve massaggiare il tuo corpo, non ha tempo di fermarsi in un solo punto, e le carezze ti eccitano. Poi le mani passano sull'altra gamba e l'attesa estenuante prosegue, mentre il desiderio sale e tu cominci a mugugnare piano piano, come se ti vergognassi ti farti vedere che la cosa ti piace molto, forse moltissimo.
Ora le mie mani sono sui tuoi bellissimi piedi, e salgono piano piano lungo le gambe. All'altezza delle coscie scivolano sulla parte interna delle gambe, con le punta delle dita verso il basso, e salgono su fino a toccarsi. Poi si dividono tirando leggermente la tua pelle verso i fianchi. Per te è una sensazione bellissima. Sei già dolcemente bagnata, e questo movimento ti fa aprire le grandi labbra, lasciando intravedere solo po' del tuo sesso. E lo senti, senti che si aprono un po', e poi si richiudono, la sensazione è forte. La mani si riuniscono, risalgono la pancia e vanno a toccare i seni, che nel frattempo sono diventati duri e sodi, e i capezzoli sembrano scoppiare. Le mani ritornano giù rifacendo poi lo stesso movimento verso l'alto, ma questa volta, quando sono sulla parte interna delle coscie, le mani si girano, le punte delle dita sono verso la tua testa, e passano sopra il pube accarezzandolo. I miei pollici si toccano, e nel movimento di salita vanno ad appoggiarsi sulle tue grandi labbra. Le allargono dolcemente, e salendo ti fanno sentire il suo calore per tutta la sua lunghezza, fino a toccare il clitoride, sollevandolo un po'. Prima un pollice, e poi, quando il clitoride ricade, viene risollevato dall'altro. Non serve che ti trattieni, so quello che stai provando, e quindi non hai più freni, e ti lasci andare con un lungo e sottile "aaaaaaahhhhhhhh", come se non ci fosse nessuno a trattenerti, e le gambe ti cominciano un po' a tremare. Ma la mano non concede nulla di più, e passa via, mentre tu conti i secondi che separano il prossimo passaggio, sperando che sia uguale al precedente, ma che invece non lo sarà.
Le mani non sono mai come prima, le sensazioni non sono mai uguali, c'è sempre un qualche cosa in più, un qualche cosa di diverso che rende ogni movimento unico nel suo genere, anche se apparentemente uguale al precedente.
E quando le mani tornano lì ti senti libera e felice, una mano si intrattiene un po', mentre l'altra sale e tocca il seno, dando quel senso di emozione totale. Senti anche il mio petto appoggiarsi sulla tua pancia, un calore che ti invade completamente. Ascolti il mio cuore che batte, il mio avambraccio poggiato su di te che sembri guidare la mano, oppure è il contrario, non capisci più nulla. Ma che importa, ora non vuoi nemmeno pensare quello che sta succedendo, vuoi solo goderti quegli attimi così tanto attesi che non importa chi guidi le mie mani.
Esse si muovono insieme, poi si dividono, una va giù, una va su, sembra che facciano di testa loro, poi accarezzano il tuo clitoride, in senso circolare, poi in su e in giù, e quando sembra che arrivi l'apice del piacere, la mano si allontana, toccando un altra parte del corpo, ma sempre in modo eccitante e sconvolgente. Dove sarà l'altra mano ? E' facile perderla di vista, perderne la sensazione, sentire più una o l'altra, a seconda di che cosa stanno facendo. Ma sono entrambe eccitanti, sia che stiano salendo, sia che stiano scendendo. Il seno, il gomito, le spalle, le cosce, sono diventate tutte zone sensibili, non esistono più zone normali e zone erogene, il corpo si sente un tutt'uno e le mani avvolgono il tuo corpo in modo completo.
Tutto ad un tratto le mani si fermano, entrambe sulla tua pancia, poi lentamente scendono sulla parte interna delle coscie e senza nessun sforzo ti senti le gambe leggermente che si divaricano. Sei così bagnata che stai gocciolando sull'asciugamano sotto di te, e non capisci più quale è l'olio e quale sei tu. Le mani si fermano di nuovo, attendono qualche secondo e poi come una fiammata improvvisa che invade tutto il tuo corpo in una frazione di secondo, ti senti un calore salire verso il tuo petto, come un'esplosione di fuochi d'artificio, come un fulmine in una tempesta. Senti tutto il calore della mia lingua dentro di te, e non riesci a capire come si stia muovendo. Ma che importa, non è ora certamente la cosa a cui pensare, ma assaporare appieno quel senso di calore che si sta sviluppando. La mia lingua gioca con il tuo clitoride, giochi semplici ma efficaci. Lo muovo in senso circolare, mi allontano, mi avvicino, lo faccio traballare, tremare, e poi lo lascio andare. E tu ad ogni cambio di movimento senti una sensazione diversa, un calore che cresce piano piano, mentre le tue gambe tremano sempre più. Le mie mani per non stanno ferme, ti accarezzano le gambe, poi salgono a tenere ferma la tua pancia che nel frattempo si è messa a tremare anch'essa, quasi a seguire il tremore delle tue gambe. Ma la mia lingua non si ferma, e le mani non sono da meno. Sono già arrivate ai seni, e vanno a scoprire e a misurare la durezza dei tuoi capezzoli, induriti notevolmente. Tu ti senti completamente avvolta nel piacere, e non riesci più a stare ferma. Cominci a tremare di più, quasi a sussultare. Vorresti muoverti, forse girarti, ma sai che chi viene massaggiato deve rimanere fermo e i tuoi muscoli tremano, tentano di muoversi, ma poi crollano. E di lì non riesci a muoverti, sussultando sempre più, mentre non senti più i tuoi tremori che oramai hanno invaso tutto il corpo.
Ad un punto l'eccitazione esplode, ti senti invadere da un colpo di calore improvviso, fai un lungo sospiro "aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh" e ad un tratto i tremori si fermano. Io mi fermo, ti accarezzo un po' in tutto il corpo, mentre i tuoi muscoli sono esausti e vieni invasa da una calma interiore quasi mai provata prima. Tutto si calma, tutto si cheta, come se un fiume in piena fosse appena passato e ora avesse lasciato solo il silenzio infinito, come se avesse appena pulito il tuo corpo ma dalla parte interna. Le forze ti hanno abbandonato, io mi sono fermato.
Ti ricopro con il lenzuolo, la candela è ancora lì che ti guarda, e la felicità si vede nei tuoi occhi lucidi e contenti. Hai voglia di addormentarti, di rimanere ancora lì, almeno un altro po', ancora per 5 minuti, come quando bisogna alzarsi per andare al lavoro, hai bisogno di rimanere lì. Ma fretta non ce n'è. Il lenzuolo ti dà un po' di calore, anche se ti mancano già le mie mani, tolte da pochi secondi ma che fanno già sentire la loro mancanza.
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10 years ago
Massaggi1per1Lei,
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Complicità tra coniugi
Nel frattempo arrivò lo '87 e nello stabilimento in cui lavoravo, si effettuò il torneo
interaziendale di calcio ed io ero nella squadra ed avevo modo di vedere e di valutare, quando si
andava sotto le docce alla fine delle partite, i cazzi dei miei colleghi. Andavo sempre a lavorare
con un mio amico , una settimana con la mia auto ed una con la sua, eravamo molto affiatati,
parlando e riparlando una volta si andò su discorsi di sesso e di dimensioni di cazzi e mi disse
che lui aveva un cazzone. Di lì a poco si fece la prima partita del torneo, io giocavo in attacco ed
il mio amico giocava in porta, vincemmo ed alla fine si andò sotto le docce. Ci denudammo e
quando vidi il cazzo del mio amico restai meravigliato dalle dimensioni. Andai a casa ed alla
sera a letto mia moglie mi venne vicino, aveva voglia di scopare, era una donna di 30 anni nel
pieno delle pulsioni sessuali, cominciammo, verso la metà dell’amplesso quando vidi che
cominciava a godere, presi la palla al balzo e gli parlai del cazzo del mio amico e lei cominciò
ad eccitarsi moltissimo ad un certo punto mi disse voglio farmi sbattere da lui. Quando finimmo
si parlò del modo di agire per organizzare una serata particolare col mio amico. La settimana
dopo andammo con il mio amico Claudio ad una, delle tante feste dell’Unità che si svolgevano
nella zona. Come avevano pattuito mia moglie si era messa addosso un vestitino sottile e
abbottonato sul davanti da cima a fondo e sotto non aveva niente, abbiamo mangiato e ci siamo
disposti a tavola io da una parte e mia moglie e lui dall’altra, Lei si era sbottonata un po’ sul
davanti in modo che quando lui, che non ne sapeva nulla, si girava verso di Lei essendogli di
fianco, vedesse le sue tette. Lei d’ogni tanto le toccava la gamba con la sua e poi abbassava la
mano sotto la tavola e prendendo la sua mano se la faceva mettere sulla figa così da farsi fare un
ditalino, il pasto durò 30 minuti e tutte le volte che lei toccava l’uccello di lui e che lui le
toccava la figa lei mi guardava con occhi vogliosi. Poi ci siamo alzati ed abbiamo girato per la
festa e quando siamo arrivati nell’area del cinerama all’aperto ci siamo accorti che lo schermo
era piazzato in mezzo al prato a distanza di circa 100 metri dall’entrata e che appena più avanti
sulla sinistra c’era una rientranza coperta dalla vista della gente che andava a prendere posto
sulle poltrone del cinema e c’erano delle macchine e dei furgoni parcheggiati all’interno di
questo anfratto, bene mia moglie ci ha trascinati lì e poi facendoci restare sul ciglio dell’anfratto
ci entrò e facendo in modo che noi due vedessimo si aprì il vestito e si fece vedere tutta nuda, il
mio amico cominciò ad ansimare dal piacere e a questo punto mia moglie lo chiamo, lui entro e
mia moglie gli lo tirò fuori restando meravigliata dalle dimensioni del suo cazzo, cominciò a
spompinarlo ed a baciarlo con un desiderio immenso e quando lui gli mise la mano dentro la
figa mi chiamo e mi disse “senti com’è bagnata la figa di tua moglie” io andai gli vicino infilai
la mano nella figa di lei e sentii che grondava umore come mai l’avevo sentita grondare allora si
cominciò una scopata a tre, lui la scopava con il suo cazzone da quasi trenta centimetri mia
moglie prendeva il suo e faceva un pompino a me poi mi disse, tanto che prendeva il suo nella
figa “voglio il tuo nel culo” io gli girai dietro Claudio la sollevò lei si avvinghiò a lui che la
penetrò davanti ed io la penetrai dietro poi ci demmo il cambio ed io la penetrai davanti e lui
dietro con il suo cazzone. Poi andammo verso la macchina, ci salimmo, io davanti e loro due
dietro e mentre andavamo verso casa, lei con il vestito aperto gli salì a cavallo, se lo mise in figa
e cominciò a saltare, incurante delle macchine che incrociavamo, io d'ogni tanto mettevo la
mano dietro e toccavo la mazza di lui dentro alla figa di lei era una sensazione estasiante e
godetti a tal punto che venni. Da quel momento, ogni settimana facevamo qualcosa di
lussurioso. La settimana dopo andammo in un bistro in una città vicina, che aveva una saletta
interna buia ed isolata dal resto del bar, ci arrivammo verso le 9,00 di sera, nella sala non c’era
nessuno, i tavoli avevano divanetti al posto delle sedie, ci sedemmo in un tavolo un po’ nascosto
dall’entrata della sala, ordinammo qualcosa, poi quando ci portarono le consumazioni mia
moglie, che si era messa sempre il solito vestitino, vedendo che non si vedeva nessuno nella
sala, cominciò a girare per la sala tirandosi sul il vestito e facendo vedere il pelo della sua bella
figa e a sbottonarsi il vestito fin sotto le tette le tiro fuori si avvicinò al mio amico se le fece
leccare e prese la sua mano se la mise sul pube e si fece sditalinare, cominciò a toccargli il cazzo
glie lo tirò fuori cominciò a spompinarlo poi dopo un po si tiro sul il vestito gli andò a cavallo e
si fece scopare nella sala del bistro, poi mi prese il mio in bocca e venimmo tutti e tre insieme. Fu un esperienza meravigliosa. Ma una delle più belle fu quella volta, nell'estate dello '88, che
andammo in un'altra città vicina, con l’intenzione di andare in una sala cinematografica che
trasmetteva film porno, trovata la sala, andammo prima a mangiare una pizza in un locale non
tanto distante poi quando finimmo ci incamminammo verso il cinema io feci andare avanti mia
moglie con lui in modo che da dietro da lontano vedevo che si baciavano si toccavano ed io mi
eccitai un casino pensando a quello che sarebbe successo nel cinema, entrarono andarono in
galleria come avevamo concordato in precedenza, entrai andai alla cassa presi il biglietto e mi
incamminai su per le scale che portavano in galleria, arrivato al piano notai che la sala era sulla
destra e che sempre sulla destra c’era la porta d’entrata e più avanti in fondo al corridoio vidi
che c’era l’indicazione per i bagni, era da un po’ che, per l’eccitazione, mi era venuta voglia di
pisciare, allora andai verso i bagni e con mia enorme sorpresa vidi uscire dall’angolo mia
moglie con lui, mi dissero che anche a loro per l’eccitazione gli era venuta voglia di pisciare,
arrivai in fondo al corridoio e sulla destra si apri un altro corridoio non molto lungo ma molto
più largo di quello che avevo appena lasciato e notai che i bagni erano subito sulla sinistra e
sulla destra in fondo si intravvedeva una specie di stanzetta con un intramezzo, che non si
poteva vedere dall’entrata del bagno allora incuriosito, andai verso la stanzetta entrai e vidi che
c’erano due o tre divanetti, allora pensai “se sono venuti qui anche loro avranno sicuramente
visto quello che sto vedendo io ed allora mi balenò un pensiero, conoscendo mia moglie, che lei
volesse prima attirare qualche uomo andando nella sala a farsi vedere”, la cosa mi eccitò
moltissimo, Uscito dal bagno andai verso la porta della galleria entrai e vidi che c’era subito
sulla sinistra una serie di file da cinque posti per fila che cominciavano da 5 o 6 metri sopra le
file al centro della galleria, poi il framezzo con la scaletta che portava alle file superiori, nel
mezzo c’era il grosso delle poltroncine con 15 poltroncine per fila e poi ancora il framezzo ed in
fondo c’era un’altra serie di cinque posti come all’entrata sulla sinistra, ad un primo momento
non vidi nessuno, poi guardando più attentamente, notai che mia moglie con Claudio si erano
messi nelle file in fondo ai primi posti e sotto nelle poltroncine di mezzo alla prima fila c’erano
tre uomini di colore, mia moglie si era messa li per fare in modo che se i tre si fossero girati alla
loro sinistra l’avrebbero sicuramente vista. Io mi misi alle spalle dei tre uomini, 4 o 5 file più su
all’altezza di dove si erano messi mia moglie ed il mio amico, appena mi sedetti notai che mia
moglie aveva il vestito aperto sbottonato, così da far vedere le sue tette turgide e la peluria della
sua figa ed aveva in mano il cazzo di lui mentre lui la stava sditalinando con forza, allora mi
avvicinai mi sedetti alla destra di mia moglie. Il mio movimento insospettì uno dei tre uomini,
che fino a quel momento erano stati presi dalle scene del film, si girò e vide mia moglie con i
nostri due cazzi in mano e noi due uno con le mani sulle tette e l’altro con le mani nella figa.
Mia moglie si accorse subito che l’uomo la guardava e quando notò che era nero si leccò le
labbra dalla libidine, fece cenno all’uomo di salire verso di noi, allora l’uomo chiamò gli altri
due e tutti e tre si diressero verso di noi. Quando mia moglie vide che anche gli altri erano di
colore si lasciò scappare un gridolino di piacere e si alzò andò incontro ai tre e si avviò verso
l’uscita della sala, per andare in quella stanzetta che naturalmente aveva visto anche lei, con le
mani dei tre addosso che la toccavano in tutte le parti del corpo. Era estate il 9 luglio e nel
cinema c’era pochissima gente e tutti quelli che c’erano si erano accomodati in platea, quindi
quando mia moglie uscì dalla sala non c’era nessuno ed andò come avevo previsto nella saletta.
Io ed il mio amico restammo indietro e vedevamo da dietro tutta la scena, poi aspettammo che
mia moglie con i tre entrassero e subito dopo andammo anche noi. Quando entrai vidi una scena
meravigliosa che mi eccitò tantissimo, i tre uomini avevano tirato fuori gli arnesi che non erano
cazzi normali, erano tutte e tre sopra i 30 cm e il loro diametro era minimo di 7 o 8 cm, mia
moglie ne prese uno in bocca e gli altri due in mano, poi uno dei due si stese su un divanetto
disse a mia moglie di andarci sopra, lei si tirò giù il vestito e lo lasciò cadere a terra restando
tutta nuda, si mise a cavalcioni dell’uomo prese in mano il suo membro e se lo infilò in figa
mentre con la bocca spompinava uno e con la mano menava l’altro. Poi ad un certo punto disse
a quello che aveva il cazzo in mano di andargli dietro e si senti chiaramente che le disse “voglio
il tuo bell’uccello nel culo”, il fatto è che era il più grosso e lungo dei tre, l’uomo gli andò dietro si mise con le ginocchia sopra il ciglio del divanetto appoggio la cappella sullo sfintere di lei,
l’uomo cominciò a spingere piano e a poco a poco si vide sparire nel culo di lei prima la
cappella e poi tutto il cazzone fino alle palle. Il mio amico quando vide quella scena con lei che
aveva tre missili come quelli uno nella figa, uno nel culo ed uno in bocca si lasciò scappare un
grido di piacere e mi disse che ero un uomo molto fortunato ad avere una moglie così troia, io
andai davanti a mia moglie ci guardammo negli occhi e i suoi brillavano di piacere mi accostai
con le labbra alle sue e ci demmo un bacio lungo e profondo che durò fino a quando il terzo
nero mi scostò la testa e mise il suo cazzone nella bocca di lei. Andammo avanti così per quasi
tutto il film con mia moglie che a turno prendeva i nostri cinque cazzi, ma il non plus ultra è
stato quando, in un momento di calma apparente che lei seduta sul divanetto prendeva a turno i
cinque cazzi in bocca a volte anche due per volta, lei disse a Claudio di sdraiarsi sul divanetto a
fianco, lei gli andò sopra a cavalcioni si infilò il suo cazzo in culo, poi disse a me di andargli
dietro che voleva anche il mio nel culo , gli andai dietro appoggiai le ginocchia sul ciglio del
divanetto e lo infilai nello sfintere e cominciammo ad incularla forsennatamente. Lei allora disse
ad uno dei neri di metterglielo in culo anch'esso, il nero si piazzo a gambe aperte davanti sopra
di lei, si prese la mazza in mano la appoggiò sul buco del culo di lei e affondò il colpo, quando
Claudio sentì anche il nero entrare nel culo di Laura disse “non avevo mai visto una donna
prendere tre cazzi in culo” allora come sempre quando qualcuno diceva quella frase Laura
rispose “se si potesse ne prenderei altri tre nella topa” e continuò “ancora più forte più forte
sbragatemi tutta” fu così che venimmo tutti e cinque insieme riempiendo mia moglie di sborra.
Inutile dire che mia moglie venne almeno 5 o 6 volte
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10 years ago
brando1468237,
30
Last visit: 10 years ago
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Scopata al lavoro
Tra il lavoro e mia moglie che mi contava anche i minuti, il tempo per me era sempre di meno, mentre i contatti nei vari siti erano sempre di più.
Così decisi di fare un azzardo, incontrarmi con Marco al lavoro.
Il mio lavoro si svolge prevalentemente in ufficio, ma fortunatamente avevo la disponibilità di una stanza adibita a laboratorio, dove in quel periodo andavo spesso.
Lo proposi a Marco, dicendogli che si sarebbe dovuto accontentare, non sarei potuta essere al massimo dello splendore, in quanto ci saremo dovuti incontrare fuori ed entrare insieme per evitare che qualcuno gli facesse domande.
Lui accettò ed una mattina, chiusa in laboratorio, indossai alcune cosette sexy e mi rivestii con i soliti pantaloni, camicia e giubbotto.
Non aspettai molto che arrivò il suo sms “sono qui, dove sei?”, gli avevo spiegato il punto dove ci saremo visti; in un minuto ero da lui.
Un breve e veloce saluto ed entrammo.
Marco era un bell’uomo sui 45 anni, brizzolato ed un filo di pancetta; appena chiusa la porta, in un attimo mi spogliai e indossai parrucca e sandali.
Lui iniziò subito a palparmi il culo, mentre io massaggiavo il suo uccello da sopra i jeans; sentendolo già eccitato non esitai ad aprirgli i pantaloni ed abbassargli i boxer… il suo cazzo svettò in tutto il suo splendore, non lungo, ma largo con una bella cappella rosa.
Dopo un breve massaggio, mi inginocchiai ed iniziai un lento pompino; si era appoggiato al bancone da lavoro inarcando leggermente la schiena all’indietro e spingendo il cazzo in avanti.
Lo gustai solo per qualche minuto, perché lui mi fece rialzare dicendomi che voleva incularmi ed io non me lo feci ripetere, mi misi in ginocchio su una sedia, lui si posizionò dietro di me appoggiando la cappella al mio buco e inizio a spingere dolcemente.
Lo sentii entrare lentamente senza fermarsi, se non quando era già tutto dentro e con un gemito inizio a scoparmi, dapprima lentamente, poi, tenendomi stretta per i fianchi, con più foga… “ che culo che hai… si sei proprio una gran troia… ti piace farti sbattere?...” diceva mentre il suo cazzo entrava e usciva con forza.
Ero in un lago di umori, gemendo come una cagna con quel maschio che mi stava sbattendo… era meraviglioso… avevo trovato il modo di sfruttare il poco tempo che avevo per farmi montare… ed ero li, tra gli strumenti, vestita da troia con un maschio che mi sbatteva il suo cazzo nel mio culo insultandomi e sculacciandomi.
Ad un certo punto mi disse “prendilo in bocca che sto per venire”, mi girai velocemente e feci appena a tempo a prenderlo in bocca che con un gemito mi inondò di sborra riempendomi la bocca… succhiai le ultime gocce, poi guardandolo negli occhi inghiotti tutto il suo seme.
“mi piaci, sei una brava zoccola, ci rivediamo presto” ci rivestimmo e lo riaccompagnai fuori con ancora il suo sapore in bocca.
E non fu l’unico….
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10 years ago
milena3travesta,
45
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L'adolescenza - parte seconda
Appena si era sparsa la voce, anche mio fratello incominciò a farmi delle avances e così, quando eravamo soli nella camera da letto, prese a riferirmi che tutti, a scuola, dicevano che avevo un bel culetto, ed a chiedermi, con sempre maggior insistenza, di mostrarglielo. Irritata ?? Ma neanche per sogno. Se mi avevano palpata e "provata" i compagni, perchè non permetterlo a lui, che era molto più che un compagno ?? E poi mi aveva vista da sempre quando mia mamma mi faceva le perette....Glielo concessi.
Abbassarmi le mutandine in privato, davanti a lui, fu imbarazzante, ma altrettanto piacevole. Purtroppo, o...per fortuna, non si accontentò solo di guardarmi. Anche lui volle accarezzarmi e palparmi, fino ad implorarmi di venirmi a fare compagnia nel mio letto....Glielo concessi. Le prime volte mi palpava dopo che mi aveva calato giù le mutandine. Poi mi chiese se, mentre si masturbava poteva toccarmi. Gli concessi anche questo. Che a me piacesse da morire, lui sicuramente se ne accorse, ma mi ha sempre rispettata. Infine mi chiese se poteva salire sopra di me, mentre io ero a mutandine abbassate, e....glielo concessi. Mi rassicurò che non si sarebbe tolto le mutandine ed infatti sentivo il suo cosone e tutto il suo calore, attraverso il sottilissimo tessuto delle sue mutandine. Mentre io impazzivo di piacere, sognando di essere violentata, e mi dimenavo masturbandomi, lui, dolcemente mi teneva ferma ed appoggiava il suo sesso contro il mio culetto; sentivo il suo fiatone sul collo. Poi, ad un certo punto, mentre ero a gambe spalancate sotto di lui, sentii un calore molto più intenso, come avessi un ferro rovente fra le cosce. Mi fece un mare di complimenti, ed io non gli dissi nulla, ma mi ero accorta perfettamente che anche lui aveva abbassato le mutandine. Conferma ne fu, che quando, dopo che quell'abbraccio ebbe fine e mi rialzai le mie mutandine, dietro ero appiccicosa e bagnatissima del suo umore:....del suo amore.
Quell'abbraccio, nel mio letto, si è poi ripetuto tante e tante volte, ma lui mi ha sempre rispettata, e non mi ha mai chiesto di farmi penetrare: se, solo me lo avesse chiesto, credo che glielo avrei concesso.
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10 years ago
maskietta, 35
Last visit: 9 years ago -
L'adolescenza
Il mio primo approccio con un maskio, l'ho subìto a 12 anni. Eravamo in gita con la mia classe (3^ media che frequentavo con mio fratello), e mi ero attardata a scendere dall'autobus per sistemare la mia roba, quando, mentre ero ricurva in avanti, avvertii, dietro, proprio al centro del mio culetto, che un qualcosa di molto rigido e caldo, premeva contro di me. Non avendo la più pallida idea di cosa mi stesse accadendo, non vi diedi peso, sino a quando, due mani ferree non mi arpionarono le anche e sentii sussurrarmi all'orecchio, di stare ferma, perchè avevo un culetto splendido. Era il mio amico di classe e, pur cercando di divincolarmi, ci riuscii soltanto quando lui mollò la presa. Era la prima volta che "sentivo" la durezza ed il calore di un cazzo, e rimpiango che lui si sia staccato da me, ma non rimpiango assolutamente che quel gran porco, da quel momento, ha sparso la voce per tutta la classe, dicendo a tutti che avevo un magnifico culetto; e nella stessa classe c'era pure mio fratello maggiore.
Il secondo approccio l'ho subìto quando il mio compagno di banco, ormai al corrente della situazione, decise di "provarmi". Un giorno, quando mi sedetti, trovai la sua mano spalancata prontissima nel palparmi, e poco dopo, nei bagni della scuola, mentre bevevo alla fontana, praticamente inarcata a 90 gradi, si intrufolò di nascosto e mi fece la stessa cosa che mi aveva fatto l'altro compagno, poggiandomelo. Anche se mi piaceva, non condividevo di essere presa senza il mio consenso, quindi mi rialzai e, aiutandomi con le mani, nel tentativo di fargli del male, premetti il mio corpo contro di lui e contro il muro, con tutte le mie forze. Il risultato fu che lui, gemendo di piacere, mi ringraziava per quel che gli stavo facendo......che ingenua !?!
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10 years ago
maskietta, 35
Last visit: 9 years ago -
Non credevo mi potesse piacere
Io e la mia compagna che debbo dire è una gran fica siamo insieme da diversi anni e purtroppo anche per noi è arrivata la noia della rutin sulle prime era aumentare l'enfasi mentre facevamo sesso gli chiedevo di immaginare di fare sesso con uno sconosciuto, facendogli dire qualunque fantasia, sulle prime ci migliorava ma poi venne il desiderio di passare ai fatti si di conoscere altre coppie, iniziai a rispondere a qualche annuncio e facemmo vari incontri, debbo dire tutti deludenti e non facemmo nulla, solo un paio di volte con coppie migliori arrivammo a qualcosa di soft più che altro erotismo e qualche giochetto di mani, una volta pero incontrammo una coppia piuttosto simpatica ci prendevamo, lei era molto sensuale un culetto a mandolino, lui simpatico e iniziammo a frequentarci ma come coppie normali, si solo un po di erotismo e piccole provocazioni ma nulla di più, una volta pero ci invitarono a cena, fu una serata simpatica dopo una bella cena e qualche bicchiere di vino misero un dvd delle loro vacanze, bei posto ma pensavo oddio adesso ci annoiamo, mentre pensavo cosi le riprese andarono nella loro stanza e lui riprendeva Monica (la moglie) mentre faceva la doccia, una fica incredibile poi poggio la telecamera e entro nella doccia anche lui e li ci fu una sorpresa quando si tolse lo slip si vide una proboscide si sembrava la proboscide di un elefante, un cazzo incredibile almeno 27 x 18 una bestia, guardai la mia compagna e la vidi turbata, le pupille dilatate si si era incantata davanti a quel cazzo fuori misura, finimmo il filmino e complimentandoci con loro per tutto andammo via ma con la promessa di andare in vacanza assieme che peraltro era alle porte, dopo due settimane infatti partimmo assieme per Cattolica arrivammo in tardo pomeriggio e tra i bagagli e il resto la serata fini li, il giorno dopo ci alzammo tardi quasi all'ora di pranzo scendemmo un po in spiaggia e poi a pranzo, verso le tre scendemmo di nuovo in spiaggia tutti e quattro ci mettemmo al sole ma dopo qualche minuto la mia compagna Alessandra disse il sole mi da fastidio vado a riposare un po poi torno va bene dissi io e lei si incammino passarono solo un paio di minuti e lui disse si anche a me da un po di fastidio sara il primo sole, ci vediamo dopo, capii che era in atto una tresca e lo lasciai allontanare e guardai Monica che si era appisolata, allora mi affrettai a rientrare in albergo, volevo federe cosa combinavano corsi nella stanza facendo prima di loro che avevo visto fermarsi insieme al banco bar, entrai nella stanza e aprii le porte comunicanti delle due stanze e mi misi nascosto tra l'armadio e il muro coperto da un telo mare che avevano lasciato pendente dall'armadio, forse per farlo asciugare, passo solo qualche minuto e loro come previsto entrarono in stanza non appena entrati lui prese lei e la strinse a se mettendogli le mani sul culo e facendogli calare lo slip, lei si ritrasse per un attimo e lui le prese una mano e la mise sul suo costume aveva il cazzo cosi dritto che sembrava un palo lei allora gli abbasso il costume e alla vista di quello scettro si mise in ginocchio e lo prese in bocca, quasi non ci entrava per quanto era grosso, ma lei inizio a succhiarlo cosi forte che sembrava un mantice,a quel punto lui la prese e togliendogli anche il reggiseno la mise sopra il letto e inizio a leccargli la fica, lei mugulava ma smaniava un po si avevo capito lei voleva il cazzone, infatti lei come scansandolo si alzo e gli prese il cazzo tirandolo a se come un randello, lui allora gli prese le cosce e le appoggio sulle sue spalle e gli punto il cazzone sulla fica, spinse un po ma non entrava subito certo con quella misura, allora diede un paio di colpi di reni e OOoo gli entro di colpo mezzo cazzo e lei OOooo OOOoooo io che non sono mai stato guardone tantomeno Cuk ero cosi eccitato che stavo venendo sola a guardare quella scena si ero geloso ma un misto di morbosità rabbia e piacere mi pervadeva e toccandomi sono venuto in silenzio, intanto lui si era fermato e si era sfilato con disapprovazione di lei ma lui le disse girati lei obbedi dubbiosa si mise a pecorina lui impiedi le punto il cazzo nel culo e lei Noo Li no mi fa male e lui spinse un po e lei Noo allora lui si tolse e scostandosi le mise un dito nella fica piena di umori e poi inizio a massaggiargli con quel dito il buco del culo lubrificandolo cosi dopo poco punto di nuovo il cazzone nel culo e spinse non entrave si vedeva lei ritrarsi, allora lui diede un colpo deciso e AAaai Aai mi fa male brucia toglilo oi oi lui si fermo un po lei si ammutoli e lui con la mano gli tintillava il clitoride, poi di colpo lei come presa da un raptus inizio a Rinculare Dicendo OOoo OOoo oi ma diede un paio di colpi e se lo fece entrare tutto ululando e rinculando, io li dietro mi ero di nuovo eccitato non ne potevo più, per fortuna lui esplose e gli sburro nel culo inrrigidendosi poi si fermarono un momento lui si sfilo dal culo di lei e lei corse al bagno per pulirsi quasi subito lui la segui nel bagno per lavarsi io approfittai di quel momento per uscire dalla camera entrare nella mia e spararmi un segone incredibile.
Tornai in spiaggia e quando ci ritrovammo tutti assieme nulla non trapelo nulla si vedeva solo il viso di lei disteso, soddisfatto, la sera la scopai fino allo sfinimento ripensando allo spettacolo che avevo assistito.
Ma non credete anche io poi Faci scintille con Monica sua moglie iniziai nel sandalino, ma questa è un'altra storia che raccontero se questa è piaciuta.
Questi Sono Fatti Veri
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10 years ago
admin, 75
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Incontro con sorpresa
Devo premette che essendo sposata ho sempre poco tempo per fare incontri, e quando riesco devo superare sempre molte difficoltà.
Dai vari annunci che ho in rete, ricevo molte proposte, ma pochi hanno la pazienza di capire le mie necessità… tra i pochi c’era uno che non mi mollava, mi aveva riempito di email e devo dire che mi attirava molto, sia per l’età, aveva 59 anni, sia perché era un connubio di dolcezza ed autorità.
Non poteva ospitare, per cui avrei dovuto prendere la solita garconier che prendo in questi casi, aumentando le mie difficoltà, ma riuscii a combinare con lui un appuntamento.
Quella mattina, come sempre quando ho un appuntamento, mi dilungo in modo che mia moglie esca prima di me, e mi preparo per l’incontro, quindi passo poi dal lavoro per prendere le mie cose e, alle 9 in punto chiudo la porta della garconier alle mie spalle.
Dopo 45 minuti ero pronta, pulita, profumata e truccata, avevo indossato gueppier rossa, calze rosse, e brasiliana di pizzo rossa; sopra avevo messo una vestaglia semitrasparente nera, parrucca a caschetto e sandali rossi.
Sapevo che era molto dotato in larghezza, per cui mi ero portata una zucchina larga e per tutto il tempo l’avevo tenuta dentro in modo da rendere più dilatato lo sfintere.
Alle 9,45 in punto mi arriva un sms che era arrivato, gli rispondo dandogli i dettagli per raggiungermi e dopo poco sento suonare il campanello.
Nonostante sia abituata ad incontri di questo tipo, ho sempre il cuore in gola e, con le gambe tremanti, apro la porta; Mario è un uomo che dimostra qualche anno di meno, alto 1,90 capelli e barba brezzolati, un leggero accenno di pancetta ed una voce cavernosa.
Chiusa la porta, ci salutiamo entrambi con un po di timidezza mentre mi squadra dalla testa ai piedi per poi dirmi che sono uno schianto facendomi arrossire.
La porta di ingresso da in un soggiorno, e ci accomodiamo sul divano iniziando a parlare del più e del meno.
Terminato il colloquio rompighiaccio, mi avvicino a lui iniziando a carezzarlo sulla gamba e salendo fino alla protuberanza che aveva tra le gambe.
Anche lui mi accarezza le gambe infilando la mano sotto la vestaglia, girando dietro ed infilandola tra il divano ed il sedere, scostandolo un po per agevolarlo.
Come arriva al buchino emetto un gemito tirando la testa indietro e socchiudendo gli occhi, al che sento l’altra mano che mi passa dietro il collo e mi tira verso di lui incollando la sua bocca alla mia in un bacio mozzafiato.
La mia mano inizia a muoversi ed a stringere il suo gonfiore da sopra i pantaloni e sento che è gia eccitato e, nonostante mi tenga stretta a lui con le sua lingua che vortica nella mia bocca gli apro i pantaloni ed il suo cazzo, oramai duro, svetta subito fuori, al che lui si stacca dalle mie labbra e mi spinge delicatamente la testa verso il suo cazzo che non esito a prendere in bocca.
Un cazzo bellissimo, lungo il giusto ma molto largo con una cappella più larga dell’asta che fatico a tenere in bocca, al che penso a quella benedetta zucchina che preventivamente mi aveva già preparato.
Inizio un pompino usando più la lingua che la bocca, lavorando quel cazzo meraviglioso, così decidiamo di andare in camera, me mentre ci muoviamo dal divano, il suono del campanello alla porta mi gela il sangue, guardando lui come per chiedere, che cosa fare.
Me lui con tutta calma mi dice “sapevo che a te piacciono le gang, così ho invitato un paio di miei amici”; sul momento resto di sasso, poi presa da un senso di rabbia gli rispondo che avrebbe dovuto dirmelo, non può organizzare una cosa del genere a mia insaputa, stavo quasi per dirgli che non se ne faceva niente, ma lui, più veloce di me aveva gia aperto la porta, facendo entrare quattro uomini di cui due di colore…
“cazzo… no siete troppi… mi dispiace ma non se ne fa niente” dico io con tono deciso, “senti puttana, ora siamo qui e ci fai divertire tutti, è inutile che fai la santarellina, lo sappiamo tutti che sei una troia e le troie sono fatte solo per essere scopate” mentre si rivolge a me mi afferra per un braccio tirandomi verso la camera, facendomi capire chiaramente chi comandava.
“dai ragazzi, ora ci divertiamo… vediamo quanto è troia la santarellina” dice Mario ai suoi amici e quelli senza farselo ripetere, mi spingono in camera buttandomi sul letto, penso che a questo punto è meglio assecondarli o peggiorerei le cose, ma mentre penso questo Mario mi toglie la vestaglia e, due da un lato e due dal altro, mi girano a pancia in giu e mi legano i polsi.
In un attimo, senza che potessi reagire mi sono ritrovata legata mani e piedi ai quattro angoli del letto, braccia aperte e gambe divaricate, con il culo semiaperto davanti a loro… “dai ragazzi non mi piace questo gioco…” “non mi hai detto te in chat che ti piace essere legata, frustata, fistata… ora vediamo se ti piace davvero”.
Non so da dove, ma vidi muoversi una frusta nelle mani di Mario ed il primo colpo mi fece trasalire… “no vi prego…”implorai inutilmente, perché arrivò la seconda scudisciata sul culo, poi una terza… intanto si erano spogliati tutti e due si erano gia sistemati uno a destra e uno a sinistra sopra le mie braccia con i loro cazzi gia gonfi all’altezza della mia faccia.
“inizia a succhiarli puttana” e giu un’altra scudisciata… iniziai a succhiare quei cazzi con il viso bagnato dalle lacrime… ad ogni scudisciata emettevo un mugolio sobbalzando, oramai sentivo il culo che bruciava dappertutto, finchè decisero di darsi il cambio con altri due mentre uno dei due che avevo spompinato si sistemo sopra di me puntando la sua cappella sul mio buco, ci sputò sopra e con una spinta che mi fece mugolare di nuovo spinse il suo cazzo dentro fino alle palle.
“ti piace così puttana? Facci vedere come godi zoccola” mentre il primo mi stava sbattendo con forza schiacciandomi contro il materasso sotto le sue spinte.
Ad un cenno di Mario, il primo si spostò ed il secondo prese il suo posto… oramai già larga e fradicia, fece entrare il suo cazzo come nel burro, mentre continuavo a spompinare gli altri due.
Poi toccò al primo nero, aveva un cazzo enorme che mi fece trattenere il fiato mentre appoggiava la sua grossa cappella al buco, ma in un attimo scivolò dentro iniziando anche lui a sbattermi con forza… questo cambio di cazzi tra la mia bocca ed il culo andò avanti per più di mezzora finchè Mario fece rialzare il mio inculatore di turno mi disse “penso che ora sei abbastanza dilatata…” e mentre ero impegnata a trattenere i conati per quel cazzo che mi ritrovavo fino in gola, Mario cominciò a saggiare con la mano il mio culo, che oramai era aperto e dilatato, infilando da subito quattro dita e facendole roteare dentro, spinse leggermente per tastare quanto ero aperta e inizio ad infilare anche il quinto dito, iniziando a spingere delicatamente.
Sentivo il mio sfintere aprirsi lentamente, mentre la sua mano si faceva strada ed un leggerò bruciore mi avvisò che la sua mano era ormai tutta dentro… “guardate quanto è aperta la troia” disse spingendo di più la sua mano, la sentivo muoversi dentro, dandomi un piacere che non immaginavo e lui sentendo i miei mugolii e vedendo il movimento del mio culo, spinse ancora di più facendo girare la sua mano e spingendosi dentro oltre il polso… il mio ano oramai si stringeva quasi a metà del suo braccio, mentre io mugolavo godendo farcita.
Ritrasse la mano facendola scivolare fuori lasciando il mio buco vergognosamente aperto, ma per poco perché cominciò a scoparmi con la mano, facendole entrare ed uscire… ero oramai così aperta che scivolava dentro e fuori come fosse un cazzetto; lo sentii fermarsi per un momento, il tempo di sentire l’ano che si dilatava, stavolta con dolore… stava spingendo dentro anche la seconda mano… i miei mugolii si trasformarono in rantoli di dolore, stavo di nuovo piangendo mentre Mario faceva entrare anche la seconda mano fermandosi per un po.
Ero li, legata come una vacca, con un cazzo che mi scopava in bocca e due braccia che spuntavano fuori dal mio culo… Mario ricominciò a muoversi, tirando fuori lentamente entrambe le mani e rimettendole dentro… avevo il culo in fiamme ma lui imperterrito continuava a scoparmi con tutte e due la mani, finchè il piacere sostituì il dolore e, quando vide che stavo godendo bagnando il lenzuolo con la mia sborra, tirò fuori le mani e mi carezzò la mia fica anale aperta.
Ero esausta, ma loro no, così mi liberarono dai legacci per farmi riposare un po, lasciandomi li distesa e infradiciata dei miei umori.
Dopo un po mi venne vicino Mario, mi dette un bacio che ricambiai e mi disse “dai, ora ti scopiamo due a due e alla fine ti daremo un premio.
Dovetti spostarmi un po di lato per far posto ad uno dei due neri, mi fecero salire sopra di lui accomodando il mio culo sul suo cazzo che senza il minimo sforzo scivolò tutto dentro, il secondo nero si mise dietro di me e, spingendo un po’ la mia schiena verso il suo amico, appoggiò anche il suo cazzo che scivolò subito dentro, iniziando a pomparmi in due.
Mi scoparono per un po, poi si dettero il cambio con gli altri due, e anche loro spinsero i loro cazzi dentro fino alle palle… scivolavano dentro e fuori con estrema facilità mentre Mario mi scopava in bocca e segavo gli altri due, finchè mi dissero “ ora arriva il premio, mi sollevarono dal letto facendomi mettere in ginocchio a terra e loro cominciarono a segarsi, mentre la mia bocca passava da un cazzo all’altro, finchè iniziarono a venire, uno dopo l’altro riversarono i loro schizzi di sborra nella mia bocca, uno dei due neri venne così copiosamente che dovetti ingoiare la sborra che avevo in bocca per non farla uscire fuori.
Quando l’ultimo dei cinque ebbe svuotato i coglioni nella mia bocca ed io ebbi ingoiato tutto, Mario mi disse “brava, sei una brava zoccola, ci rivedremo di nuovo” detto questo si rivestirono tutti e se ne andarono, lasciandomi li con un rivolo di sborra sul mento, il culo che ancora bruciava per le frustate ed il buco aperto come una voragine.
Questo è un racconto di fantasia, chissà se un giorno si realizzi.
Un bacio, Milly
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10 years ago
milena3travesta,
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Emozioni ritrovate
Emozioni ritrovate
Per via del mio lavoro viaggio spesso in tutta Italia e con la mia macchina mi accingevo a prendere l’autostrada per Roma.
Giunto prima del casello autostradale di Pescara Nord, verso le 06:30 vedo una macchina in panne con quattro frecce accese quasi in mezzo alla strada con a bordo una donna sulla trentina d’anni che armeggiava con il suo cellulare, forse nella speranza di chiamare aiuto.
Prontamente mi fermai anche perché era un po’ pericoloso quel parcheggio e mi avvicinai per chiedere cosa fosse successo.
La donna scese dalla macchina e arrabbiata mi disse che era senza benzina perché il marito si era dimenticato di farle il pieno e anche lei stessa, sbadatamente, non aveva visto la lancetta a zero.
In più il marito, al telefono, le aveva fatto una scenata prendendola per scema e non sarebbe venuto ad aiutarla ma le aveva detto di parcheggiare e andare a piedi al lavoro.
Era vestita con un tailleur grigio scuro, sotto una gonna corta con apertura laterale che mostrava le gambe ben affusolate; una camicetta bianca aperta fino all’altezza del seno…………..nulla da dire, una bella signora in carriera; forse una commercialista o una che lavora in banca pensai.
A quel punto l’aiutai a spingere la macchina per parcheggiarla e mi offrii di accompagnarla; lei forse ancora arrabbiata accettò l’invito.
Da uomo galante la feci accomodare in macchina aprendo lo sportello e il gesto, gradito, mi aiutò a scorgere le gambe che dovette aprire per salire, mostrandomi le calze nere autoreggenti con uno squarcio di mutandina nera di pizzo e, sopra, notai pure che non aveva nemmeno il reggiseno perché nel movimento gli si era aperta la camicetta.
Salito in macchina, lei aveva già accavallato le gambe mettendosi comoda e iniziò a guardarmi mentre ripartivo.
Aveva capito che il mio sguardo, nel farla accomodare, aveva sbirciato le parti intime e lei comunque aveva anche acconsentito dato che subito dopo mi disse se mi era piaciuto aver visto quello spettacolo.
Rimasto stupito del fatto, risposi che l’intimo femminile mi aveva sempre attratto, specialmente se indossato da una bella donna come lei.
Presi la palla in balzo e le proposi di prendere un caffè da qualche parte prima di accompagnarla e lei accettò.
Come avevo fatto per farla salire, feci lo stesso per farla scendere, anzi, lei pretese che dovevo aprirgli la portiera e capii anche il motivo: nello scendere svolse tutti i movimenti al rallentatore per farmi ammirare meglio quella bellezza femminile che aveva in corpo; le gambe aperte a dismisura per mostrarmi quel paradiso in mezzo alle cosce; sollevò pure la gonna già tirata indietro per la posizione assunta sul sedile e strusciò con le mani l’autoreggente come per sistemarlo.
Presa la sua mano le dissi senza mezzi termini che era davvero una gran bella figa e il marito era fortunato a vederla tutti i giorni vestirsi e spogliarsi la sera.
Sorrise e mi fece l’occhiolino.
A quel punto avevo capito che lei era furiosa col marito e si concedeva nella sua totale bellezza a uno sconosciuto come me e dopo il caffè, al diavolo il lavoro e il viaggio a Roma, le feci la proposta di venire a casa mia, o meglio un appartamentino riservato e lontano da occhi indiscreti che ho in affitto che uso per incontrare delle amiche, per rivivere le stesse emozioni che il marito, forse, aveva smesso di provare.
Anche lei, ormai presa dal momento, accettava l’invito e iniziava a muoversi più languidamente visto che non smettevo di fissare le sue parti intime.
Salite le scale con quel culo da favola davanti gli occhi e con movenze feline avevo già il cazzo duro e turgido e non vedevo l’ora di scopare una figa come lei; entrati in casa non feci in tempo di chiudere che lei era abbracciata a me e con le labbra avvinghiate alle mie; la mia lingua assaggiava quelle labbra rosse e la sua lingua aveva un sapore dolce e vellutato.
Arrivammo sul letto e qui che lei mi spinse come per farmi guardare lo spettacolo: iniziò a spogliarsi lentamente, con naturalezza e lascivia nello stesso tempo; prima la giacca poi la camicetta rimanendo con quei capezzoli bianchi, duri e dritti all’insù; poi iniziò ad aprire la cerniera della gonna e la fece scivolare sopra quelle gambe affusolate, sopra le calze nere; alla fine tolse il perizoma mostrando la figa già umida e il culo bianco e tondo.
Iniziai a baciarla ovunque e le mie labbra assaggiavano quel corpo di donna pieno di voglia di essere presa e scopata; sul letto continuai a leccarla tutta fino ad arrivare sulla fica bagnata per l’eccitazione e iniziai pure a masturbarla con le dita, assaporando quel calore interno e tirando fuori quell’umore di donna.
Lei iniziava a mugolare e contorcersi sotto quelle carezze e quella penetrazione con le dita e continuavo a leccargli il clitoride che diventava sempre più rosso e caldo.
A quel punto iniziai a spogliarmi e senza darmi il tempo mi abbassò gli slip ammirando il mio cazzo tutto bagnato e lo prese in bocca.
Il mio umore si mischiava con la sua saliva e sentivo la lingua che assaggiava ogni centimetro del mio cazzo fino a farlo scendere in gola per poi risalire sulla punta della cappella calda e rugosa.
Mi sentivo un fuoco dentro; mai nessuna donna mi aveva fatto una pompa con quella voglia e bravura come stava facendo lei.
A quel punto la pregai di smettere perché volevo assaggiare la sua fica e sentire il caldo che emanava dentro prima di venirle in bocca.
Facemmo l’amore normalmente, senza cose troppo fantasiose o altro con le sue gambe sopra le mi spalle; era troppo bella per non farlo in maniera dolce.
L’orgasmo non si fece attendere troppo e sentivo il suo liquido che mi bagnava tutto il membro e i testicoli.
Giunto ad esplodere pure io gli feci capire che avrei apprezzato che lo prendesse in bocca per fargli assaggiare il mio umore e lei, come stava facendo prima, iniziò a leccare il suo sapore che era rimasto sul mio cazzo ancora duro.
La sua lingua era un serpente che scivolava sulla mia pelle; faceva suo quel bastone di carne e la cappella pronta ad esplodere.
La presi per i capelli, la gestivo in un certo senso, ma era lei ad andare avanti e indietro aspettando il mio seme per assaggiare la dolcezza che un uomo può dare.
Esplosi dentro la sua bocca chiusa e avvinghiata sulla mia cappella e senza farne perdere una goccia aveva inghiottito tutto dopo averlo accumulato sulla gola.
“Dopo il caffè ci voleva un po’ di dolce” esclamò con un sorriso soddisfatto sulle labbra e iniziò a baciare il mio ventre che tremava ancora sotto quei colpi di lingua e bacetti.
Ci vestimmo insieme e ammiravo quel corpo stupendo pensando a cosa dire per non essere andato all’appuntamento di lavoro a Roma.
L’accompagnai al lavoro verso il centro e mi mostrò nuovamente le gambe e il perizoma dicendomi che il marito mai gli aveva aperto la portiera e aveva gradito molto il gesto di galanteria.
Ci siamo rivisti altre volte e ho iniziato a comprare anche dei sexy giocattolini per aumentare la sua voglia di scoprire nuovi orizzonti ed emozioni ormai perse da tempo come quella di essere ammirata durante la routine giornaliera con il marito.
Ma è un’altra storia.
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10 years ago
admin, 75
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Colpa di mio marito parte n. 4 finale
Nel precedente racconto eravamo rimasti che ero andata a trovare Marco a casa sua.
Mentre il film scorre sullo sfondo, chiacchiero un po' con Fabio, Marco e' di la' che sta preparando qualcosa da bere e Fabio si scopre essere un tipo simpatico e per nulla minaccioso come erroneamente avevo pensato la volta scorsa , e' un tipo atletico ha una tuta che mostra un bel fisico e anche il grosso pacco fra le gambe , anche a riposo e' gia molto grosso.
Arriva Marco si scusa per non avere del tea ma ha un vinello spumante credo sia proprio Champagne , lo spumante comunque e' l'unico vino che riesco un po' a bere , io prendo il mio bicchiere e sorseggio un po' e poi comincio gia' subito a sorridere piu' del solito, faccio anche dei commenti ad una scena del film ... che ipocrita che sono non e' quel poco di vinello che mi fa parlare ma forse di piu' la scusa giusta per liberarmi della mia timidezza ....
Continuiamo simpaticamente a parlare mentre siamo tutti e tre sul divano , Marco intanto azzera il volume della Tv e cambia rapidamente con il telecomando , mette un film decisamente hard e mi chiede se con mio marito guardo ognitanto questi film , io gli rispondo che certo li guardiamo ma adesso di levarlo per favore , e lui mi chiede che genere guardo etero , gay, gang bang etc ... Non gli rispondo e lui passa ad un altro film dove ci sono due stalloni superdotati addosso ad una ragazza forse giapponese, mi chiede se mi piacerebbe provare un esperienza come quella ma io rispondo subito che quelli sono solo film , la realta' e' ben diversa e poi forse troppo spontaneamente ed in modo che appare provocatorio e malizioso dico anche che non credo gli uomini normali abbiano dei peni cosi' grossi , mentre con la coda dell'occhio vedo Fabio che deve averlo in tiro sotto la tuta, speriamo sapra' trattenersi ed essere gentil'uomo ma confido anche in Marco che penso lo sia, anzi quella in cui confido ancora meno forse sono proprio io che solo grazie alla timidezza e l'imabrazzo posso nascondere che un po' sono eccitata da tutta questa storia.
Una parte di me a questo punto vorrebbe alzarsi e andarsene via ma qualcosa ancora mi trattiene , me lo dice sempre anche mio marito che in certe situazioni posso diventare davvero trasgressiva anche se la mia innata timidezza e i miei tabu' frenano qualsiasi slancio, comunque non possono fermare anche i brividi che mi stanno correndo lungo la schiena.
Marco si accorge che sono tesa e accarezzandomi mi dice di rilassarmi , che sono con due uomini per bene, si fanno solo due chiacchiere e si scherza ma nulla che io non voglio poi mi passa ancora del vino , intanto continua ad accarezzarmi i capelli e con le mani va un po' sulla schiena , i brividi si fanno piu' intensi e d' imporvviso mi controllo un attimo e agitata dico che sono gia' da troppo tempo li e devo andare via e che mi chiamera' sicuramente mio marito , Marco mi dice ok no problem ma di restare ancora solo un minuto che non ho finito nemmeno il mio bicchiere di vino , e' champagne ed e' un peccato buttarlo, cosi' mi porge nuovamente il bicchiere.
Bevo ancora qualche sorso quando davvero mi squilla il telefono , e' mio marito , pero' mi fa specie il suo tempismo e le coincidenze sulle cose che Marco conosce molto bene di me sono troppe, mio marito mi chiede cosa sto facendo e se va tutto bene , non gli rispondo ed anzi sono io che gli faccio delle domande, allontanandomi pirma dai tizi e andando in bagno , lui risponde in modo vago, insisto con le domande e lui mi dice che se lo avesse pianificato palesemente io non avrei mai accettato ed ha ragione perche' mi conosce , poi aggiunge che sono una donna matura e intelligente e che immaginavo cosa avrei trovato in quell'appartamento ma ci sono andata lo stesso , e che ad ogni modo si sta realizzando quella mia fantasia di cui parliamo ognitanto e quindi di fare quello che mi sento di fare e di non preoccuparmi di lui, al che io maliziosamente gli rispondo che adesso sono in bagno e mi faro' un bel bidet e lo saluto chiudendo il telefono .
Mi lavo bene nel bidet poi per questioni di igiene non uso gli asciugamani li prensenti ma mi asciugo con le mie stesse mutandine che appoggio poi di nascosto dietro alla mia borsa in corridoio.
Torno in sala, sono comunque un po' tesa e nervosa, prendo e bevo quel bicchiere di vino e mi rilasso ancora un pochino sul divano, nel frattempo Marco inizia a coccolarmi , mi dice di stare traquilla mentre mi accarezza ancora.
Fabio invece se ne sta li tranquillo facendomi semplicemente dei complimenti riguardo la mia bellezza e sensualita' e dicendo che mio marito e' molto fortunato ad avre una gattina cosi' bella, mentre Marco continua a coccolarmi facendomi rilassare e accarezzandomi i capelli per tutta la lunghezza scendendo anche sulla schiena e piu' giu' poi risalendo mi tira improvvisamente su la maglietta e delicatamente mi bacia e mi lecca la schiena, questa e' una cosa che mi fa impazzire, chiudo gli occhi e mi lascio coccolare, sento le lingua di Marco sulla mia schiena e le sue carezze quando Fabio con delicatezza mi prende la mano che timidamente lascio andare verso di lui e la mette sul suo pene , lo tocco , e' duro e molto largo non riesco nemmeno a chiuderlo completamente nella mia mano, sempre con gli occhi chiusi continuo a toccarlo, lo sto proprio segando, non ho piu' inibizione, loro se ne accorgono e si fanno piu' decisi mi alzano anche la gonna e mi toccano le coscie che d'istinto tengo chiuse anche perche' non voglio farmi toccare in mezzo , ho vergogna di fargli vedere che sono gia' tutta bagnata , Marco pero' scende con la lingua poi con modi delicati ma anche decisi mi piega su un lato , vedendo che non indosso le mutande si inserisce con piu' decisione fra le mie coscie e comincia a leccarmi , con le mani mi allarga le coscie quel che basta per raggiungere il mio fiore, non oppongo nessuna resistenza , abilmente e rapido mi slaccia anche il reggiseno e sento Fabio anche che si fa piu' vicino iniziando a baciarmi e leccarmi dolcemente il seno e i capezzoli , sento i loro baci dappertutto e non so come ma mi ritrovo sdraiata sul tappeto davanti al divano , le loro lingue scorrono dolcemente su tutto il mio corpo dalle coscie alla schiena , dalle caviglie ai seni uno davanti e uno dietro mentre io sono sdraiata su un lato a gambe divaricate quasi inconsciamente a volermi offrire di piu' alla loro lingua.
Mentre ansimo di piacere a bocca aperta Fabio me lo appoggia sul viso facendo scorrere tutta la lunghezza del suo pesante membro sulle mie labbra e Marco si porta sopra di me , mi allargo per riceverlo e inizia a scoparmi, sono eccitatissima e mi arrendo completamente a loro , poi mi girano a pecorina, Marco mi afferra con forza i fianchi e mi lecca ancora fra il culetto e la figa , mi eccita molto essere leccata in questa posizione e mi offro completamente alla sua lingua mentre contemporaneamente prendo in bocca il pene Fabio.
Il regista di tutto e' Marco che tenendomi per i fianchi riprende a scoparmi da dietro , poi si cambiano di posizione Marco si sdraia davanti a me prendendomi la testa mi spinge in giu' verso il suo pene che ingoio fino in gola mentre con il mio sedere rimango a pecorina completamente divaricata verso suo cugino Fabio che ne approfitta subito per iniziare a leccarmi , e' bravissimo con lingua , ma il fatto di come si sofferma molto a leccarmi e dilatarmi il culetto mi fa pensare che non si fermera' facilmente solo con la lingua , sembrano entrambi molto abili e intenzionati a possedermi dappertutto sopratutto Fabio sembra molto insistente sul mio culetto , gioca anche con le dita e spalmandomi una cremina lubrificante, una o due dita entrano con facilita' forse per via che sono anche gia'molto eccitata, insiste a dilatarmi credo proprio che voglia incularmi , infatti mentre Marco mi trattiene con il pene spinto in gola , sento Fabio che me lo punta dietro , spinge e prova un po' di volte ma e' troppo grosso per me che non sono abituata a quel calibro, insiste ancora un po' ma appena entra parzialmente mi ritraggo bruscamente per il dolore, cosi' lascia perdere e si cambiano ancora di posizione, Fabio si porta sotto di me ed io su di lui a cavalcioni me lo inserisco da sola, il suo cazzo e' davvero enorme che seppure ho la vagina gia' fradicia e dilatata, entra quasi a fatica, mi riemprie tutta , la sua dimensione la sento fino in pancia ma nonostante questo lo cavalco energicamente prendendolo in tutta la sua lunghezza godo moltissimo e quasi subito con un forte gemito rivelo il mio piacere ed ho un orgasmo intenso e lungo.
Approfittando del mio momento di abbandono Fabio mi mette una mano dietro al collo e mi tira giu' con forza e decisione verso di lui facedomi cosi' allargare il sedere davanti a Marco che subito si accinge a penetrarmi nel culetto, e questa volta il pene di Marco entra facilmente perche' sono gia' un po dilatata dalle azioni precedenti , gli chiedo comunque di fare piano ma Marco mi dice di rilassarmi che mi piacera' e comincia a spingere forte, in due dentro di me pero' mi stanno facendo male , ma non si fermano, iniziano anche ad essere volgari e mi dicono che vogliono rimandarmi da mio marito tutta sfondata, tra me e me pero' penso che se lo meriterebbe pure, ma non trattengo comunque le smorfie di dolore e Marco seppure e' nel pieno della sua foga di uomo, non insiste piu' di tanto e capendo che per me e' doloroso fa un cenno anche a Fabio e si fermano un attimo , Fabio cosi si sposta mettendosi sdraiato davanti e me lo porge nuovamente in bocca mentre Marco esce dal mio culetto e mi penetra piu' delicatamente nella vagina e vanno avanti un po' cosi' ..... mi piace sentire in bocca il grosso pene di Fabio e lo spompino lentamente mentre Marco vedendomi rilassata riprova di nuova nel mio culetto , stavolta e' piu' delicato e progressivo , non mi fa piu' male ed anzi inizia a piacermi , mi sento molto dilatata e mi lascio passivamente inculare da Marco che va avanti per un po' cosi' fino a quando decide di afferrarmi per i polsi tirandomi le braccia indietro e aumentando di energia e ritmo, i suoi colpi diventano via via piu' forti e decisi e mi spingono violentemente verso il cazzo di Fabio che che mi arriva fino in gola, poi si ferma e mi lascia un attimo mentre Fabio mi invita ad andare sopra di lui e mi riprende nella figa e quasi contemporaneamente Marco mi spinge la schiena in giu' dicendo a Fabio di allargarmi le chiappe e mi riprende nel culo, li lascio fare , adesso mi stanno davvero scopando a sandwich , li ho entrambi completamente dentro di me che infuriano duri ed eccitatissimi , sono persa di godimento stretta fra i loro corpi forti e muscolosi ed ho un altro orgasmo questa volta cosi' intenso che le contrazioni quasi mi paralizzano le gambe per poi ritornare completamente rilassata e abbandonata fra le loro braccia ....
Improvvisamente pero' Marco sembra non farcela piu' , si porta davanti a me poi mi prende le mani tirandole su mentre Fabio da sotto me lo punta nel culo e prendendomi per le coscie le divarica alzandomi di peso , cerco di contrarre lo sfintere per sfuggire d'istinto a quella penetrazione ma la cappella e' gia' ormai decisamente dentro e riappoggiandomi giu' di peso non riesco ad oppormi all'invasione del suo cazzo duro che lacerandomi forse un po' mi entra tutto in culo, Marco intanto davanti a me continua a tenermi forte le mani impedendomi anche di divincolarmi da quella posizione permettendo cosi' a Fabio di sollevarmi e risbattermi giu' piu' volte.
Arrendendomi ormai a quell' irruenza mi lascio letteralmente spaccare il culo da questo ragazzone superdotato, mentre Marco anche lui senza piu' limiti e rispetto lo incita a sfondarmi di piu' il culo .... forse hanno perso un il senso della misura e sono in preda ai loro istinti ma anche io comunque non ho piu' controllo, dolore e piacere si sovrappongono e si confondono , sono cosi' persa e confusa che a fatica sento i loro commenti che si fanno sempre piu' volgari, ma remissima subisco lasciandomi fare di tutto.
Fabio continua a penetrarmi senza sosta quando ad un certo punto su ordine di Marco si ferma e prendendomi le mani mi trattiene impalata a lui mentre Marco mettendomi una mano dietro la testa mi spinge il suo cazzo in bocca , sento la sua cappella vibrare e pulsare , basta poco e mi esplode in bocca, di solito non ingoio lo sperma pero' non voglio far cadere lo sperma su Fabio che sta sotto o sui tappeti , ho paura che mi sgridano, cosi' lascio che Marco finisce di scaricarsi completamente nella mia bocca, ma il suo sperma e' tanto e denso non lo trattengo ed in buona parte lo ingoio.
Intanto anche Fabio non resiste piu' , ansima sta per venire e anche lui si porta davanti alla mia faccia mi ordina di stare in ginocchio aprendo la bocca che devono fare delle foto da mandare a mio marito , mi chiedono anche di tirar fuori la lingua che vogliono vedermi quanto sono troia con tutta quella sborra in bocca , ubbidisco senza fare storie, e subito anche Fabio schizza copiosamente riempiendomi la faccia di sperma , i goccioloni densi e pensanti del suo sperma mi cadono in faccia e in bocca, sento l'odore acre di questi due uomini ma continuo a tenere la bocca aperta su loro ordine, quando finalmente entrambi sfiniti si accasciano stanchi e soddisfatti ed anche io esausta mi sdraio per un attimo pensando a quello che ho fatto , di quanto mi sono spinta al limite, e seppure si e' esaudita quella recondita fantasia che nutrivo da tempo, realizzo comunque che lasciandomi andare cosi' tanto ho permesso a questi uomini di esagerare perdendo delicatezza e rispetto, sopratutto Marco si e' rivelato tutt'altro di quello che pensavo , gli uomini non si smentiscono mai .... non voglio piu' rivederli e voglio andare via subito, quindi mi rivesto in fretta senza nemmeno lavarmi e vado via dimenticando pure le mutandine che avevo appoggiato in corridoio ....
La storia per adesso finisce qui.
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10 years ago
admin, 75
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Una femmina con qualcosa in più.
Una femmina con qualcosa in più.
La vita a volte ci porta a fare delle riflessioni su noi stessi sbattendoci in faccia, senza complimenti, i nostri difetti e i nostri limiti. Sino ad un anno fa mi sono reputato una persona mentalmente aperta, in particolare davanti alle diversità, religiose, etniche e di orientamento sessuale. Insomma un tipo corretto, uno che le altre donne le guarda, certo, ma non ho mai cercato storie extra. Insomma non ho mai tradito la mia compagna, ma non perché le occasioni non si sono presentate, semplicemente perché non le ho create e /o alimentate.
Tutto questo sino a quattordici mesi fa.
Ormai sono trascorsi molti anni da quando io e Claudia ci conoscemmo. Siamo entrati in sintonia subito, entrambi uscivamo da esperienze esaurite ci siamo frequentati per un bel po’ e poi è arrivata la decisione di convivere. Abbiamo avuto subito una notevole intesa intellettiva, una discreta complicità e una scatenata attività sessuale. La mia donna è una grande scopatrice è sempre stata disponibile al sesso, i suoi mal di testa sono stati e sono rari. E’ disinibita, ci è successo per 5 volte, se non ricordo male, di scopare davanti ad altre persone e lei non si è mai tirata indietro, anzi, la cosa la eccitava ancora di più, allora come oggi, intendiamoci non mi riferisco a Club di scambio, ma a situazioni accadute con naturalezza, al mare ad esempio e al cinema, su un treno, cose così. In quelle occasioni quello ad avere qualche disagio sono stato io, ma lei ha sempre saputo coinvolgermi e rassicurarmi, guidandomi attraverso quelle situazioni piccanti sino a trovare quella naturalezza che non sapevo di avere.
Bisogna anche dire che la storia d’amore, tra me e Claudia, va avanti da svariati anni e che possiamo collocarci tranquillamente tra le coppie di mezza età. Questo però non ci impedisce, almeno sino ad ora, di scopare allegramente. La sua figa e sempre pronta ad accogliere il mio uccello e il mio cazzo è impazientemente felice di riempire, di calda sborra, quella passera accogliente. Per non parlare dei pompini, la mia compagna è una maestra in quest’arte. La nota negativa è imputabile alla monotonia, abbiamo ormai abbandonato le acrobazie da kamasutra e la complicità del sovrappeso in accordo col mal di schiena, fanno si che, sino ad alcuni mesi fa, le nostre posizioni dell’amore potessero essere elencate in numero di due: quella del missionario e lo smorza candela. C’era una pratica sessuale che la mia compagna ha sempre vietato e cioè, l’introduzione del mio uccello o di altri oggetti, nel suo buco del culo. E’ sempre stata categorica in merito, non ha mai nemmeno voluto provare, neanche ora; -“sborrami in faccia, sulle tette, dove vuoi, ma nel mio culo non ci infili niente”-, e diceva “niente” in modo consapevole poiché la volta che pronunciò “un cazzo” la presi in parola ricevendo come risposta un sonoro ceffone che ancora oggi mi fa male se ci penso. Era arrivata al punto che non toglieva nemmeno la camicia da notte; -“ho freddo”- diceva. Io l’ho sempre rassicurata che il suo corpo, come il mio del resto, è cambiato nel tempo ma riesce ad attizzarmi come prima, mi basta vedere un centimetro in più della sua pelle scoperta, il pizzo delle sue autoreggenti, o anche solo la scollatura della sua maglietta che si sposta sulla scapola a scoprire la spallina del reggiseno ed è come se il trombettiere del 7° cavalleggeri suonasse la carica, quel coso che mi ritrovo tra le gambe si gonfia e non vede l’ora di depositare il suo nettare dentro di lei. Nonostante le mie rassicurazioni, niente, rimaneva vestita. Tranne d’estate dove la necessità di sudare il meno possibile, visto il caldo e dato che noi odiamo i climatizzatori, la porta a mostrarsi, per la gioia dei miei occhi, come mamma l’ha fatta, il suo bel seno ancora tondo, il suo culo dalle proporzioni perfette, la sua passera parzialmente depilata, mi fanno ingrifare come un ragazzino. La stagione calda, su Claudia, esercita una sorta di potere portandola ad essere più disinibita e quindi torna a provare piacere nel mostrarsi totalmente nuda anche ad altri, ma mai per esibizionismo, solo per opportunità. Come l’estate scorsa al mare quando, una notte, salimmo nel terrazzo sovrastante l’Hotel per trovare refrigerio nella brezza d’Agosto, prendemmo posto su un materassino, e complice, forse il cielo stellato o la luna piena, cominciammo a limonare duro toccandoci in modo spinto. La terrazza era deserta e dato che una cosa tira l’altra ben presto i nostri vestiti trovarono migliore collocazione su una vicina sedia , avevo la lingua infilata nella sua figa quando qualcosa ci fece sobbalzare. Erano in modo inconfondibile gemiti femminili, e provenivano da lì vicino. Ci voltammo contemporaneamente verso l’origine del nostro turbamento e ci trovammo di fronte la figlia del proprietario che, nuda dalla cintola in giù, si stava massaggiando la clitoride. Senza smettere di masturbarsi e continuando a gemere riuscì a farfugliare qualcosa tipo: -“scusatemi, ma per favore continuate a fare quello che stavate facendo”-. La mia compagna non se lo fece ripetere due volte, mi fece sdraiare di schiena e voltandomi le spalle si mise sopra di me, spalancando le gambe ad esporre la sua figa bagnata, si sporse all’indietro inarcando la schiena per mostrare, all’intrusa, come riusciva a far scomparire dentro di lei tutto il mio cazzo. Ai gemiti della guardona unimmo anche i nostri triplicando così il vocalizzo, ma questa è un’altra storia.
Mi sono sempre considerato un buon amante con una dotazione normale in lunghezza ed un pizzico sopra alla media in diametro, mi considero un eterosessuale irriducibile, sebbene quanto vi racconto, da qui in avanti, potrebbe farvi puntare il dito per dirmi che sono una contraddizione, io amo le donne, o meglio, amo le femmine.
>>>--- IL PASSATO --->--- IL PPRESENTE ---
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10 years ago
admin, 75
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Massaggio erotico
Premetto che le mie mani danno sensazioni molto piacevoli (a detta delle donne che lo hanno sperimentato) e, possedendo uno studio dove poter organizzare, mi sono detto: perché non farlo?
Misi l'annuncio sul web, dove esprimevo le mie fantasie, ho ricevuto diversi contatti di cui alcuni molto validi.
Vi racconto cosa mi è accaduto di recente.
Per questo motivo, mi sono buttato a capofitto ed ho cominciato a perfezionare quella che secondo me era una dote naturale e mi sono attrezzato per fare dei veri e propri massaggi… erotici. Materasso in gommapiuma (molto comodo), da adagiare su un tavolo rettangolare, telo/spugna bianco (molto morbido), candele, musica ambient, oli profumati... insomma, tutto quello che ci vuole per creare la giusta atmosfera.
La mia idea ha subito entusiasmato ed incuriosito un paio di avvenenti signore ed inizialmente mi sono dedicato a quella che mi è parsa la più entusiasta. Lei, ovviamente ha voluto conoscermi, sia per avere un’idea sulla location e soprattutto per rendersi conto in quale mani si stava affidando. Contenta per aver gradito e trovato quel che cercava e, curiosa di quello che lei avrebbe potuto provare, abbiamo fissato la data per il fatidico massaggio.
Il tutto doveva svolgersi dopo un paio di giorni ed io fremevo per quell'appuntamento, soprattutto dopo aver visto quella signora di circa 45 anni che era davvero "ben messa".
Il giorno prefissato la signora si è presentata da me vestita in modo elegante, abbiamo parlato per qualche minuto, ed io le ho illustrato il tipo di massaggio che le avrei fatto e le ho chiesto su delle eventuali condizioni fisiche che avrebbero potuto interferire col massaggio stesso, ma mi disse che era tutto ok.
L'ambiente si presta molto e poi dopo aver acceso qualche candela e messo su un po' di musica soft lei si è spogliata, mentre io andavo in un'altra stanza per prepararmi al massaggio.
La trovai già adagiata sul lettino, ed indossava il perizoma nero e si coprì con un telo che le avevo dato. Tutto molto professionale. Tutto ciò che era rimasto scoperto era molto bello da vedere e non vedevo l’ora di poggiare le mie calde mani su quel corpo voluttuoso.
A questo punto ho iniziato a cospargerla di olio profumato e la bella signora si è subito rilassata e man mano che procedevo, vedevo che gradiva sempre più perché la sentivo molto più rilassata...
Il massaggio è iniziato dai piedi, polpacci e cosce, in modo deciso ma rilassante, cercando di sciogliere i muscoli e la stanchezza....trovavo molto eccitante la situazione e il pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere, pur senza averne certezza...e forse il bello era proprio questo... Piano piano il massaggio ha interessato i glutei per salire verso la schiena e le spalle....
Durante il massaggio arrivavo ad accarezzarle il sedere e poi tornavo su verso le spalle come se nulla fosse, aumentando il dubbio nella sua mente, poiché lei non capiva certamente se alcune manipolazioni avessero un recondito scopo o meno.
Facevo questo, cercando di comportarmi sempre in maniera professionale e distaccata...le chiedevo, con una voce modulata a dovere, che sensazioni stava provando...e se lei prima mi rispondeva che si sentiva rilassata poi man mano che procedevo toccando zone un po' più erogene mi rispondeva con dei mugolii...che avevano il potere di eccitarmi...beh in effetti lo ero anche prima!!!
Durante il massaggio indossavo una tutina leggera in modo che una volta eccitato lei potesse accorgersene, e questo accadeva regolarmente, perchè lei era schiena all'aria sul lettino ed io mi posizionavo prima da un lato e poi dall’altro per poter accarezzare meglio il suo splendido corpo, così anche dal lato della testa, partendo dal collo e allungandomi fino ai glutei... così facendo, "incidentalmente", accadeva che le sue mani venissero a contatto con la mia erezione ogni qual volta io mi spostassi... a volte indugiavo in quella posizione, per farle avvertire chiaramente il mio turgore, altre volte mi soffermavo appena in modo che lei avesse sempre il dubbio se la manovra potesse essere casuale... ogni tanto quando mi allungavo nel massaggio partendo dalle spalle e arrivando al sedere la mia erezione sbatteva sui suoi capelli....poi cambiavo posizione per allentare un po' la tensione e per rendere più divertente e incerto il gioco...
Le mie mani scivolavano lungo il suo corpo in maniera sapiente e soffermandosi nei punti oramai particolarmente erogeni e reattivi provocavo in lei delle convulsioni percettibili, chiaro segno che dall’essere rilassata passò all’essere eccitata.
A quel punto presi un telo, lo arrotolai e glielo feci mettere sotto il ventre in modo che il suo bellissimo culetto fosse ancora più alto così da intravedere la sua fica e il suo buchetto.
E adesso mi dedicai in quella zona, soffermandomi su buchi di venere (particolarmente sensibili), passando per i glutei e cominciando a far sentire le mie mani in modo più vigoroso palpandole il culo.
Le mie mani si facevano intraprendenti mentre il suo respiro cresceva sempre di più ed il mio cazzo era ormai visibilmente turgido. Dall’interno coscia si avvicinavano sempre più alla fica e finalmente le sfiorai con le dita le labbra e lei ebbe un inizio di sussulto, ma con l’altra mano poggiata lungo la schiena la rassicurai e lei con un leggero inarcamento mi fece capire che potevo…..osare!
Portai tutte e due le mani lì, in quel posto meraviglioso, e ormai le mie dita pian piano entrarono nella sua vulva accogliente, morbida e bagnata. In tutto questo non trascuravo di stuzzicare il buchetto.
La nostra conversazione, divenuta oramai maliziosa, aveva reso l'atmosfera sempre più rovente... finchè, posizionandomi nella posizione critica da un lato vicino alla sua testa e massaggiandola per come appena detto non ho avvertito che lei girò la testa e con la bocca aperta cercava di sentirlo sulla guancia...
Non potete capire l'eccitazione a che grado poteva essere arrivata...una cosa pazzesca..a quel punto ha cercato con le mani di abbassarmi la tuta per verificare se quello che sentiva era tutto vero...Mi ha fatto i complimenti dicendo che era la prima volta che provava di queste sensazioni... aveva detto queste parole con una grande malizia come a farmi capire che non era la prima volta che giocava con una persona che non era il marito... Sentirla parlare in questo modo riusciva ad eccitarmi più di quanto credessi possibile e nel frattempo pensavo a quanto era fortunato il marito ad avere una moglie simile... Una volta tirato fuori non ha esitato ad assaggiarlo....sembrava famelica lo voleva sempre di più ed era talmente ingorda che resistere mi è costata una grande fatica....mi sembrava il minimo ricambiarle il favore anche perchè, diciamocelo, leccare la sua fichetta era un'esperienza eccezionale...molto ben curata con una striscia di peli al centro...davvero deliziosa...e la signora non ha tardato molto a dimostrarmi che gradiva il trattamento finchè non mi detto di montarla e di farla sentire come una vera troia...non volevo credere alle mie orecchie...sapeva come stimolarmi la signora ...sembrava che tutto il mio sangue fosse confluito su un unico punto...il mio cazzo, che non tardavo a infilare nel caldo ed accogliente rifugio che mi era stato spalancato davanti... le parole di incitamento erano sempre crescenti, ci stimolavamo a vicenda era quasi una gara a chi riusciva a stimolare di più la mente dell'altro... le ho detto di pensare al marito...lei mi diceva che era un cornuto e io le dicevo di pensare che lui fosse li a guardarsi e di rivolgersi a lui per mostrargli quanto fosse troia...è stata un'esperienza bellissima che si è ripetuta diverse volte, ovviamente il marito non mancava mai di farsi raccontare tutto da lei.
E’ stata una bellissima esperienza che ho avuto modo di ripetere con persone diverse ed è sempre molto eccitante.
Ormai i miei massaggi sono divenuti famosi nel web, eh si…. chi ben semina tanto raccoglie o, per meglio dire, chi ben massaggia, tanto ….scopa!!!!
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10 years ago
Massaggi1per1Lei,
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Il "vucumprà"
Una volta al mese, qui in provincia, passa per le case nell'ora di mezzo giorno, un "Vucuprà" ovvero un uomo di origine Marocchine che vende: strofinacci, tovaglie, accendini e cianfrusaglie varie.... Il suo target: casalinghe e anziani, di giorno le persone sono quasi tutti a lavoro e a quell'ora c'è un silenzio e una pace fantastici, interrotto solo dall'abbaiare di cani e dal suo scampanellare di casa in casa.... Io quasi sempre non apro e faccio finta di non essere in casa, ma la mia vicina anziana gli apre sempre e lo fa accomodare in casa a volte per ore.... Non ci avevo mai fatto caso, ma un mio vicino me le fece notare con un sorrisetto malizioso e ironico, incuriosita mi ripromisi di farci caso e la prossima volta di tenerla d'occhio.... Ieri venne il giorno, salii al primo piano di casa mia, per avere un vista diretta sulle 2 finestre della casa della di fronte della mia vicina:1 del soggiorno e una della cucina...
La mia vicina, la signora Rosina, è una signora vedova sui 60 anni , non magrissima, capelli ricci brizzolati corti, si veste sempre molto modestamente, maglioncino, pantaloni, ciabatte, niente di sexy e appariscente...
Il Vucumprà si chiama Alì, è un ragazzotto di 35 anni alto, massiccio, colorito lievemente ambrato, delle manone e dei piedoni... niente di sexy anche lui.... ma non tutti i gusti sono alla Menta....
Alì entra nel cancello della villetta con giardino, non bussa e non suona sembra conoscere la casa e si avvicenda su per le scale con sicurezza, entra direttamente nella porta di ingresso e dalla finestra vedo la singora Rosina che sonnecchia sulla poltrona con gli occhi chiusi, lui la scuote e lei si sveglia e gli sorride, poi gli da una pacca sulla spalla e inizia a tirare fuori tovaglie, presine e cavolate varie per 15 minuti.... Io penso: il signor Egidio è proprio un contaballa.... e ormai stufa mi alzo per andarmene quando vedo Ali che gli mette una mano fra le gambe a Rosina, prendo il mio binocolo e metto a fuoco, si ha proprio la mano fra le cosce....
Alì si sbottona i pantaloni di profilo e sembra non portare le mutande, la vecchietta sgrana gli occhi e inizia a palpeggiare quel bel salamone di cioccolato, che diventa subito duro, dopo lo annusa e sorride...peccato non poter sentire cosa di dicono... Inizia a leccarlo come un cono gelato e lui si abbassa i pantaloni fino alle ginocchia e lei finalmente può succhiargli il membro e strofinargli i testicoli con mani sapienti... Se lo mette tutto in bocca fino in gola e ha un conato di vomito e lo etrae pieno di bava colante, lui inarca la schiena e si toglie la maglia, si intravede un corpo tonico e depilato, Alì prende la donna per le mani e la invita ad alzarsi, le toglie il maglione e con un gesto esperto anche il reggiseno, si intravedono 2 cocomeri giganti un pò cadenti, con 2 capezzoloni bruni, lui li tocca e gli strizza bene, lei si contorce, poi inizia a leccali e a succhiarli come un forsennato... Rosina è in estasi.... lui le leva i pantaloni e i mutandoni bianchi e lei rimane nuda come un verme, le infila una mano in mezzo le cosce ed inizia a sditalinarla con una velocità supersonica, gli toglie le dita dalla figa e se le mette in bocca tutto divertito... la fa sdraiare sul tavolo di legno di schiena e le apre le coscie, si accuccia, ci infila la sua testa riccia e bruna, lo vedo armeggiare e mi incavolo perchè non vede molto, poi si alza e sempre tenendo Rosina a gambe aperte inizia a pomparla con tutta la mano nella vagina.... adesso finalmente ci vedo bene...zoom con il binocolo e cavolo squirta.... un getto esce da quella vagina matura ma esperta, non smette più, penso.... Poi Alì prende Rosina e la gira sulla pancia e la mette alla pecorina e inizia a stantuffarla con suo manganello bruno, per una bella mezzora... penso e chi è ???? Sposta il tavolo con i suoi colpi assestati sapientemente, alla fine esce da quel corpo sudato e inizia a schizzare abbondantemente la schiena di Rosina, con il suo caldo sperma bianco, divertito lo spalma su tutta la schiena e inizia a massaggiarla per un bel 5 minuti.... il rumore si una autovettura mi distoglie da quello spettacolo, è la figlia di Rosina, Emma che arriva da lavorare... penso, che guaio adesso la figlia le fa una lavata di capo....
Emma parcheggia la sua macchina, sale le scale della villetta.... penso, mamma mia che guaiooooo.... Per aprire la porta di casa ci mette alcuni minuti, ha le mani occupate dalle borse della spesa, entra.....
Mi aspetto urla grida e inseguimenti con la scopa, ma niente di tutto ciò, Alì e Rosina si erano rivestiti in un secondo e facevano finta di esaminare la "merce"....
Emma quasi in trance,si era diretta in cucina per depositare le buste della spesa, Rosina intanto, gli passava una banconota arancione ad Alì e lo congedava con tutto il suo fardello fuori dalla porta e strizzandogli l'occhio lo salutava con : "Alla prossima"...
Scendo anch'io e penso cavolo ma sto signor Egidio è una curiosono sa proprio i cavoli di tutti!!!
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10 years ago
admin, 75
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L'ubbidienza di giada
La porta si aprì lentamente, il rumore del suo cigolare non mi distolse dal cadere della poggia incessante sul parcheggio dell'albergo, mi voltai lentamente e ma la ritrovai davanti, era in perfetto orario e vestita come gli avevo ordinato.
Era la prima volta che avevo a che fare con una donna, sono stato il master di molti uomini sposati che per cercare emozioni fuori forti desideravano la sottomissione mentale, il tutto principalmente in modo virtuale, senza mai stablire un contatto fisico, ma con lei fu diverso dal primo momento, dalle prime parole scambiate in chat sino alle telefonate ed oggi sono qua per raccontare la sua e la mia metamorfosi.
L'ubbidienza di Giada: I l'immagine
Ho sempre ordinato alla mia serva di vestirsi secondo quelle che erano le mie visioni del gioco, quando decidi di intraprendere questa strada devi essere deciso, non puoi farti mettere in discussione nemmeno un attimo, devi essere autoritario nella testa più che nella prestanza fisica. Gli imposi di trovarsi in un albergo della Verislia a metà strada tra me e lei, alle ore 14 del mese x del giorno y, alle ore 13 le inviai il messaggio comunicandogli il numero della stanza e il mio cognome.
Nel messaggio gli scrissi come doveva essere vestita, la volevo con dei tacchi neri 12 aperti sulle caviglie, calze autoreggenti nere, intimo di pizzo sempre dello stesso colore, tutto avvolto da un impermeabile color crema, di cui avevo indirizzato l'acquisto poichè lo avevo visionato in una catena di vestiti per donna.
Potevo ritenermi soddisfatto dato che sembrava uscita dai miai pensieri, non avevamo ancora parlato me i nostri sguardi si perforavano, già brivido caldo misto ad una sensazione di forza mi passava su tutto il corpo.
Sibilò un > al quale risposi
i suoi passi si fermarono. Quasi impietrita, delicatamente, si voltò e si diresse verso di me a testa bassa, visibilemnte emozonata.
>
> rispose quasi singhiozzando dall'emozione
> rimase in silenzio
> alzai bruscamente la voce fissandole negli occhi
> in quelle parole tirate fuori con un gemito c'era l'apertura della aporta della sua mente, ero entrato, era mia.
Sotto l'impermeabile aveva solo il suo intimo, aveva percorso 200 km in macchina così, le ordinai di togliersi i reggiseno e le mutande e di farlo con molta calma, come se non ci fosse un domani, ubbidì e rimase nuda nella sua morbida pelle bianca, i suoi seni sembravano scolpiti da un artista rinascimentale le sue gambe erano sode e dure, il suo profumo aveva invaso la stanza.
>
dalla tasca del mio cappotto tirai fori un collare da cane nero con le borchie in cuoio
> ripsose e senza tergiversare mi alzai e glielo misi sul collo. Fu il primo contatto ravvicinato con lei e con la sua pelle, gli strinsi il più possibile il collare lasciandogli però ampio margine di respiro.
> gli chiesi
> rispose lei.
Erano passati 10 minuti e lei continuava a camminare carponi, ogni tanto tiravo il guinzaglio con forza e aria prepotente, come se dovessi ricordarle chi comanda, potevo evitarlo? Certo che si ma non potevo fare altrimenti. La fatica e la sofferenza gli si leggevano nel volto ma nonostante questo continuava ad essere la mia cagna, i passi si facevano più lenti, il suo essere stremata mi eccitava da impazzire.
Gli tolsi il guinzaglio e gli intimai di alzarsi in piedi, così fece, notai le evidenti arrossature nelle zone nelle ginocchia e dei gomiti, ero sempre più eccitato, il mio cazzo era duro con la gonfiatura ben visivile, fissandola dritto negli occhi avvicinandomi a pochi cm dalle sue labbra gli sussurrai:
> con una smorfia di dolore misto a piacere mi tolse la giacca, osservavo le sue bellissime mani tremanti mentre mi sbottonavano la camicia, si abbassò per sfilarmi la cinghia, la tolse, sganciò l'ultimo dei bottoni, intanto mi ero levato le scarpe, eil suo sguardo si trasformò in stupito, ero nudo sotto, col cazzo dritto a pochi cm dalla sua bocca, lei si avvicinò ad occhi chiusi aprendo la bocca come se dovesse essere imboccata, ma la mia mano arrivò prima e afferrandogli il collo spingendo il suo viso verso di me, gli dissi digrignando i denti:
>
la legai, al meglio delle mia possibilità oggettive, ai quattro lati del letto, gli arti erano ben tirati, presi un nastro di seta nero e con quello la bendai dicendogli:
> rispose gemendo
>
presi le sue mutande da terra e gliele passai su tutto il corpo, piano, lentamente, sussurrando i primi versi della pioggia nel pineto del maestro d'annunzio, al termine della strofa gliele misi in bocca con forza, lei non si oppose e le morse chiudendola, il calore delle mie mani passava su tutto il suo corpo, lei lo sentiva e si dimenava gemendo, avrebbe voluto che la toccassi che andassi dritto al sodo, ma la normalità non è mai stata il mio forte, con la lingua tracciai un percorso di saliva dalla caviglia fino al suo collo passando per i capezzoli, così feci anche dall'altra parte, mi staccai.
Mi diressi verso il giacchetto per prendere l'ultimo strumento di gioco.
Le goccie cadevano sulla sua pelle seguite da smorfie e sussulti di dolore, prima sulla pancia poi sulle gambe e infine i seni il suo corpo era cosparso di cera, il profumo mischiato al sudore del corpo di giada creò un'essenza unica non descrivibile in nessun modo.
Liberai il suo corpo dai legami e detti libertà ai suoi piccoli occhi, la presi per una mano e la accompagnai al centro della stanza con una mano sulla spalla gli feci intendere che si doveva inginocchiare, capì subito, con lo sguardo desideroso e impaurito mi fissava mentre mi masturbavo a pochi cm dal suo volto:
>
> rispose lei e emntre la mano destra caricava gli ultimi colpi con la sinistra, accarezzandogli il viso le dissi:
>.
L'ubbidienza di Giada III il saluto
Il mio sperma cadeva copioso dentro la sua bocca assetata, non una goccia fi sprecata, la sensazione di piacere era massima, ma era la giusta conclusione di un gioco? No non lo era, finimmo a fare la doccia insieme o meglio la portai dentro con me, la insaponavo la lavavo, mordevo e schiffeggiavo la sa pelle come se fosse mia, in realtà la rabbia di perderla aveva preso il sopravvento ….
non una parola fu pronunciata da nessuno dei due ma solo uno sguardo profondo..
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10 years ago
youngvoyeur,
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Closer
al fine di una costante crescita e relativo piacere nella lettura commenti e critiche sono ben accette, buona lettura.
Prologo
> dissi col cuore in gola, lei seduta davanti a me sorrise, tirò giù l'ultimo sorso rimasto nel bicchiere e fissandomi con i suoi occhi verde smeraldo mi disse
il ragazzo non sembrava particolarmente imbarazzato e io continuavo ad ascoltare i loro discorsi , anche perchè il tono della loro voce (canne ed alcol si facevano sentire) era parechio alto, da quello che dicevano si evincevano le gesta erotiche della ragazza vittima della furia del ragazzotto, che a quanto pare si era divertito parecchio con lei abusando di ogni buco possibile e facendosi servire come solo una serva può fare, accontentando ogni suo capriccio. La cosa era diventata alquanto divertente poiché indirettmente aveva coinvolto anche me che intervenivo via via nel complimentarmi per la sfrontatezza del ragazzo nei confronti della troia. Così seppi che si era fatto lecare il buco del culo, che con la cintola dei pantaloni, mettendogliela sul collo gli aveva fatto fare la cagna con tanto di versi, ma l'apice massimo della conversazione che ormai aveva preso le pieghe di uno sketch comico fu quando disse che le aveva infilato nella figa mezza bottiglia di vodka, in quel momento partì un applauso dei sei presenti tra i quali il sottoscritto, fu meno bello quando un suo amico gli chiese:
>
>
un brivido caldo mi passò dal ventre al collo, iniziai tremare e il mio cazzo cresceva a dismisura nei pantaloni, le loro voci da essere forti diventarono echi nelle mie orecchie, ormi ero entrato nel mio mondo autistico dove il mio unico pensiero era solo uno: Stefania il mio sogno erotico, era quella puttana di cui stava parlando.
Andai a letto con quel pensiero in testa, come un martello pneumatico che ti batte in testa, mi feci sei o sette seghe, non ricordo persi il conto, non ruscivo a fermare la mia eccitazione mista alla rabbia, come cazzo faceva un ragazzetto del cazzo ad essersi fottuto lei? La risposta non è dificile da trovare .
La dura faccia della realtà
Passò una settimana, ogni volta che mi trovavo davanti alla palazzina della troia (ormai in testa per me era quello il suo nome) non riuscivo a non cercare di dare una sbirciatina al giardino per vedere se dalla finestra vedevo, come mi accadeva spesso, lei che dava ripetizioni, oppure più semplicemente se era in casa.
Così passarono due settimane, l'estate si faceva sempre più calda e di Stefy nemmeno l'ombra, ma quando meno te l'aspetti ecco che si presenta l'occasione giusta.
Stavo andando alla macchina per raggiungere i miei amici al mare quando davanti a me compare il ragazzo del moletto di qualche settimana prima, stava percheggiando il suo motorino e le opzioni non potevano essere tante.
Decisi così all'istante di cambiare programma e con la dovuta calma me ne tornai a casa, il mio intento era solamente uno, capire se lo avrebbe riscopato di nuovo. Dopo circa venti minuti uscì di casa e mi avvicinai alla palazzina di Stefania, ma non dovetti ammattire più di tanto per capire cosa stava succedendo, nonostante dalla finestra uscisse della musica assordante, i suoi gemiti riuscivano cmq a farsi sentire, mi bloccai per qualche istante come innanzi ad uno spettacolo naturale, ma non stavo vedendo niente, solo ascoltando, eppure godevo come non mai, cercai nella confusione del momento di muovermi organizzarmi, ma la prima cosa che mi venne di fare instintivamente fu quella di aprire il cancellino del giardino della sua casa e dirigermi il più possibile verso la finestra della troia, ma ciò che in conreto riuscì a fare fu solo registrare qualche frammento audio, avevo decisamente esagerato, ma ero anche consapevole ancora di più che quella troia doveva essere mia.
Rendez vous
L'esatate stava finendo e la maestrina si vedeva meno nei paraggi, in testa avevo solo lei nient'altro.
Ricordo che quella sera c'era un libeccio forte e rincasai dal locale dove ero con i miei amici abbastanza malconcio, feci per chiudere il cancello principale del complesso, quando ad un certo punto sentì una voce femminile da dietro dirmi: >, la mestrina era arrivata e a vedere dalle sue condizioni anche lei ci aveva dato dentro. Le sorrisi salutandola lei non contraccambiò e a quel punto una parte di me che ancora non avevo conosciuto uscì allo scoperto per dirgli: > lei si voltò di scatto con sguardo basito, io senza tergiversare un attimo rincarai la dose,
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10 years ago
youngvoyeur,
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Un padrona da urlooo... 1
Valentino era un così detto "bamboccione", a 40 anni viveva ancora con mamma e papà, e questo comportava molti privilegi, tra cui: colazione pronta in tavola tutte le mattine, vestiti puliti e stirati e lo stipendio da spendere tutto per se e per i suoi "vizietti"...
La sua vita procedeva abbastanza tranquilla nella sua bella città di riviera, il sole e il mare lo mantevano in forma e abbronzato quasi tutto l'anno, non era un adone, ma nel suo metro e settanta aveva ancora un fisico esile e infantile senza muscoli, un efebico insomma....
Un pomeriggio di febbraio, tornato a casa da lavorare, gli salì la sua strana voglia di sottomissione, portata dalla sua indole masochista, cerca e ricerca nel web... sempre le solite mercenarie, pensò... uffa... poi all'improvviso gli si illuminò il viso e vide una foto di una donna statuaria, bionda con i capelli lunghi e lisci, teutonica, non magrissima e veramente imponente ed inquietante... Forse finalmente avava trovato la Padrona giusta, prontamente inviò una mail di presentazione con allegata una foto non nuda come diceva l'annuncio, passarono i minuti, le ore, guardava e aggiornava outlook ogni 2 secondi, era impaziente, poi la madre lo chiamò per la cena, fece l'ultimo tentativo prima di chiudere il pc, e voilà la risposta finalmente, la padrona però dava ordine di chiamarla immediatamente, che fare? far freddare il piatto di tortellini alla panna o far incavolare la padrona? La scelta fu presa, andò in bagno e con mano tremante compose il numero di Isabel così si appellava la dea Teutonica.... drin, drin, drin, ad ogni drin gli saliva l'ansia e gli si formò un nodo in gola, finalmente dall'altra parte la conversazione si aprì con un :" prontooo", Valentino ci mise 5 secondi a rispondere e poi riuscì a esplodere un :"pronto" allegro e gioviale, la padrona gli ricordò che non c'era proprio niente da ridere, incominciò l'interrogatorio molto serio e severo, alla fine Padrona Isabel congedò lo schiavo con l'obbligo di: legare i suoi testicoli con un elastico tutta la notte, indossando degli stivali con del grasso dentro e di bere un litro d'acqua prima di andare a dormire e di astenersi dall'urinare tutta la notte; Valentinò ubbidì e a fatica bevve tutta l'acqua, indossò gli stivali e mise un elastico spesso sui suoi testicoli legandoli bene e dividendoli tra loro....Che nottata e che eccitazione però, pensò tutta la notte alla sua dolce padrona.
Era Venerdì mancavano poche ore all'incontro con la sua Padrona, preparò un borsone con un cambio di vestiti e vi aggiunse anche "gli attrezzi del mestiere", sapientemente nascosti dentro ad una valigia a combinazione sotto il letto... Salì in macchina, percorse quei 200 km come se fossero 20, l'eccitazione cresceva dentro di lui, ad un certo punto uscì dall'autostrada e fece lo squillo alla Padrona come segnale, per far sapere che era arrivato, attese con ansia, tutte le macchine che gli passavano davanti lo mettevano in allerta, si avvicinò una panda con una donna bruttissima con i capelli ricci e neri , un vecchia carampana, il suo sguardo da felice, diventò subito serio e triste, che delusione, pensò...Ma la macchina non si fermò e proseguì verso un'altra auto parcheggiata più avanti, Valentino tirò un sospiro di sollievo... non era lei...dopo 15 minuti si avvicinò una bellissima auto tedesca di colore nero, il parasole era abbassato e non si vedeva il conducente, la macchina si arrestò davanti alla sua, il telefono di Valentino squillò, lui rispose e lei lo informò che era arrivata.... La Padrona non scese dalla macchina, gli ordinò di prendere la sua roba e di salire sulla sua, lui obbedì, appena salito, Valentino ebbe una visione, davanti a lui una donna sui 30 anni con i capelli lunghi, lisci e biondi, indossava un colbacco di pelliccia, un pelliccia lunga fino ai piedi e degli stivali col tacco vertiginoso di camoscio nero.... Isabel prese una benda elastica e la consegnò a Valentino e gli ordinò di indossarla, lui deglutendo la indossò senza fiatare e un emozione misto paura ed eccitazione gli sali su per la schiena... La macchina si mosse, iniziò il suo lungo percorso, curve, salite, discese, finalmente arrestò la sua corsa davanti ad una villetta anni 30, Isabel disse:" stai zitto e non ti muovere, te lo dirò io cosa fare e quando", Valentinò fece un cenno del capo di assenso, poi, la Padrona strattonandolo, lo fece scendere dall'auto, camminare attraverso ad un cortile e entrare dentro ad una porta stretta, il suo naso si riempì odore di cantina ovvero tra polvere, vino e muffa, scese le scale dell'antro della Padrona e arrivato a destinazione gli venne tolta la benda, i suoi occhi fecero fatica ad abituarsi alla luce che illuminava la stanza, ma piano piano mise a fuoco, era una cantina fatta di pietre, il soffitto a volta e il pavimento in terra battuta, alle pareti degli anelli in ferro e ad un lato una specie di cavalletto enorme che sosteneva due travoni orizzontali con degli anelli e attaccati ad essi delle polsiere e delle cavigliere in pelle con dei ganci e delle fibbie, i travoni erano paralleli ma leggermente distanziati e sotto di essi nel pavimento un secchio enorme.... La Padrona informò lo schiavo che da quel momento non si sarebbe più chiamato Valentino ma "Lupanare"( i lupanari sono postriboli di epoca romana), lo fece spogliare nudo e gli fece indossare un slip a tanga di pelle nero, il suo corpo esile, totalmente depilato, iniziò a mostrare la pelle d'oca un pò per il freddo un pò per la paura, lo fece sdraiare supino e iniziò a legare i suoi polsi e le sue caviglie alle polsiere e alle cavigliere, stabilirono la "safe word", la padrona prese un rubinetto estensibile dalla parete e lo avvicinò al corpo dello schiavo, con una mano teneva il getto d'acqua e con l'altra uno spy con candeggina profumata, spruzzò tutto il corpo con quel liquido e dopo passò il getto d'acqua, lo schiavo lo immaginava freddo, invece era caldo e piacevole, che bello pensò, che brava padrona di prende cura di me... chiuse gli occhi con gesto sognante, ad improvviso il getto diventò gelido e Valentino si risvegliò dal suo viaggio mentale, il freddo gli aveva creato un erezione, la padrona lo guardò e gli disse: " se osi eiaculare ti dovrai bere i tuoi umori", lo schiavo la guardò sorridendo, lei gli strizzò un capezzolo con forza e lui immediatamente smise di sorridere e si contorse emettendo un girdo roco, la padrona iniziò a pinzare i capezzoli dello schiavo con 2 pinzette per biancheria di acciaio, una per ogni capezzolo, prese una candela rossa accesa, appesa ad una parete tipo abat-jour e iniziò a decorare il corpo dello schiavo con delle gocce di cera bollente, iniziò dai capezzolì, nella pancia, lungo i finchi, gli ordinò di aprire la bocca e di mostrare la lingua e colò della cera anche lì, obbligando lo schiavo a deglutire e margiarla, il corpo dello schiavo era dipindo con quella cera rossa, era uno spettacolo magnifico, Isabel prese la cavigliera che divideva i piedi con una barra di ferro e la agganciò ad un altro gancio che pendeva dal soffitto in modo da sollevare piedi e gambe dello schiavo, gli colò la cera calda sul dorso dei piedi e con la fiamma torturò la pianta dei piedi finchè lo schiavo non si contorse in una mossa drammatica... lei lo guardò e gli disse: "lo sai che se non ce la fai puoi dire la parolina magica" e lui : " no Padrona, è bellissimo, grazie Padrona". Il sollevare delle gambe fece intravedere lo sfintere dello schiavo e Isabel fu pervasa da un'idea niente male, infilò la candela accesa nel sedere dello schiavo e iniziò a sodomizzarlo, alcune gocce erano cadute roventi dentro l'ano, prese la candela e con la fiamma gli bruciò alcuni peletti che gli erano ancora rimasti vicino all'ano, la cera andò a fuoco e provocò un piccolo incendio e lo schiavo gridò forte, la Padrona sbottò in una fragorosa risata, lo schiavo era felice di ispirare ilarità alla sua Dea, che bello pensò la Padrona è anche simpatica, non la solita musona che si atteggia con torpilloqui e non trasmette autorità.... segue
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10 years ago
admin, 75
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Camionisti che passione..... 2
L'orologio in macchina segnava 20 minuti all'1...minchia che giornata!!!! in tutti i sensi.
mancavano una ventina di km al casello, ma avevo ancora un'ora da far passare. Se l'istinto era stato quello di fare in fretta, riflettendoci preferii decelarare, godendomi la radio in sottofondo, e ripensando a quanto era accaduto poco prima. ero quasi arrivato casello ormai, un paio di Km e poi a destra il parcheggio...
dietro di me due grossi fari, freccia a sinistra e mi supera....Lo Scania di Paolo. ...
"ha fatto in fretta però!", pensai; si rimette davanti alla mia macchina, due colpi di stop, come per dire "eccomi, seguimi"..... Usciti dal casello, freccia a destra e dentro il parcheggio..
Non c'erano tante vetture in sosta.. Paolo accostò e io posteggiai dietro il camion.. mi attardai un poco prima di scendere, controllando di non lasciare niente sul sedile...
I due fari dello stop lampeggiarono 4 volte, ravvicinati,, capii che era il segnale di via libera e , passando dietro il camion salii in cabina,
Paolo mi accolse con un "ciao, eccoci qua!", mentre richiudeva le tendine accuratamente, e metteva la sicura.
"Allora? volevo farti una sorpresa"
" e sorpresa è stata, credimi" - feci io " ed eccoci qua"
"So che si è fatto tardi per tutti e due. tu tra poco vai a dormire nel tuo letto, io invece devo ripartire. Volevo finire la serata con un ripasso tutto per me. quindi non perdiamo tempo :Spogliati!" e nel tempo che parlava, si era tolto i pantaloncini e la camicia che era ancora aperta da prima credo, e via anche le mutande.....
subito dopo fui io ad essere nudo.
Paolo si stese sul lettino, disse " vieni, fammi godere..." con voce risolutamente invitante. gli andai vicino e mi sedetti sul rialzo che sta tra i due sedili, al centro della cabina, appoggiai una mano sulla sua coscia e comnciai ad accarezzarla, poi con tutte e due le mani, mi avvicinavo all'inguine fino a sfiorarlo un paio di volte ma senza mai sfiorare il cazzo , poi ci arrivavo come per caso, e lì sentivo come un guizzo, come a dire "prendilo in mano", e lo prendevo in mano, era già duro al punto giusto...ebbi istintivamente il desiderio di averlo in bocca, come se qualcuno mi suggerisse cosa fare in quel momento,
mi piegai verso di lui mentre lo scappellavo, tirai fuori tutta la lingua e cominciai a farla scivolare umida sull'asta e sulla cappella, fino a prenderla delicatamente in bocca.......("lo senti ?").... si avvertiva chiaramente un odore particolare, era la sborrata di un'ora prima, era un qualcosa tra l'odore penetrante di un bosco dopo la pioggia, e un delicato sapore pungente, "buono!" continuai a leccare mentre la cappella era dentro la bocca, e nel frattempo la facevo scivolare sempre più all'interno fino a toccare con le labbra la base del cazzo, ....("ancora .... tutto....!") e li trattenermi ogni volta per più tempo, fino a quando la mancanza di aria ti fa tirare indietro la testa per respirare....("tutto, tutto, tuuuutto!")
"Lecca i coglioni"! era la voce roca di piacere di Paolo a suggerire , a richiedere, quello che in quel momento gli dava più piacere... che era anche il mio.
Mi spostai tra le sue cosce...
, i coglioni erano depilati e scivolavano in bocca anche insieme , erano già umidi della saliva del pompino, la lingua andava sotto a leccare verso l'alto , e scendere sempre più in basso, fino a sentire il buco..... sentirlo quasi fremere, e poi raggiungerlo, sentirlo fremere ancora ... Paolo alza una gamba, e io scivolo con la testa quasi sotto di lui, per arrivare bene a passare tutta lalingua attorno, e poi al centro, e lo sento cedere piano piano, fino a rilassarsi, nel mentre con la mano continuo a massaggiare il cazzo, e ad ogni colpo che lingua dà come per penetrarlo, avverto il contrarsi e il rilassarsi, e nella mano sento le pulsazioni del piacere aumentare...
"Prendilo in bocca adesso... "
"tutto!".....
ancora un paio di colpi ben assestati, gli dico :"Aspetta. voglio godere con te"
mi sdraio sul lettino con la testa completamente fuori dal materasso, apro la bocca,lui mi avvicina il cazzo alla bocca e piano piano lo fa entrare tutto.....
io comincio a toccarmi, mentre Paolo inizia un movimento lento e costante , entrando e uscendo dalla bocca e dalla gola.....mi chiava in bocca... sento il calore del suo piacere salire al pari del mio, ma continua a pompare inesorabile....., sento che il mio sta arrivando al massimo, e muovo il bacino e il corpo mentre sto per godere,
"VAi!......... Vai!" ..... e il suo getto arriva caldo e denso, a riempire la bocca.....
restiamo immobili per un po' , poi anche lui si sdraia sul lettino,
restiamo in silenzio, solo qualche macchina che passa più in là e i nostri respiri che si fanno sempre più rilassati ....
"mi daresti della carta, per favore"
..........
Nel rivestirci ci siamo fatti delle confidenze, sul lavoro, le solite cose di cui si parla con degli sconosciuti...
Mi disse dei suoi due ragazzi a casa, io parlai un po di me.. .. l'orologio segnava le 3.15...
circa due ore erano passate da quando ci eravamo fermati.... era ora di andare davvero.....
mentre mi stringeva la mano disse" il mio primo vero pompino! "
Sorrisi come per dire " Ma dai!", ma la stretta della sua mano mi fece capire che aveva goduto come desiderava ....
"hai il mio numero, fatti sentire"
scesi dal camion , misi in moto la macchina è partii dopo aver dato 2 lampeggiate per saluto.....
"che giornata.... che serata!"
arrivai a casa feci una doccia veloce, mi misi nel letto, mi venivano in mente situazioni, attimi, frasi, odori, sapori, sensazioni.......
presi il bigliettino, il cellulare, e scrissi un sms
" memorizzami come pompinaro"
Posai il telefonino, mi girai e poco dopo nel dormiveglia sentii il bipbip di un messaggio.. ma ero troppo stanco per leggerlo.... domattina lo farò......
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10 years ago
MisterCT,
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Una giornata al mare
Il tramonto in mezzo al mare è sempre bello, Valentina mi aiuta a tirare giù le vele ,è stata addestrata così bene che penso ,potrebbe fare anche regate oceaniche.
Si muove sul ponte con sicurezza ma la sua parte migliore è quando prende il sole nuda a prua.
Avere una Slave in barca è proprio una figata.
Entriamo a Camogli ,la manovra è sempre incasinata ci manca poco che mi porto via qualche barca ormeggiata nel mezzo del porticciolo.
Valentina è attenta ,sarà il suo culo che mi distrae ,però alla fine ormeggiamo.
I passeggiatori del tramonto sul molo con gli occhi le hanno già tolto il bikini che era già un pezzetto di stoffa molto ridotto.
Spengo il motore lascio valentina armeggiare con le vele Genoa e Randa ,sfilo la scala e scendo per mettere in tensione le due cime di poppa :fatto ? dico a Valentina di mettere in tensione le cime di prua e lei prontamente mi conferma con un :Si Padrone. Ho visto fermarsi la gente sul molo e con un sorriso ho confermato che ero io il fortunato.
Ci prepariamo per passare una serata nel ristorante della piazzetta ,la mia Slave indossa solo una maglietta con la scritta del nome della barca che gli passa davanti al seno ,credo che il ricamo sia proprio sul capezzolo destro, praticamente la maglietta copre appena il culo guarnito con una mutandina di pizzo.
Il pizzo bianco fa sempre bella figura su una chiappa abbronzata.
Lasciamo la barca e andiamo a prendere posto in piazzetta un tavolino ci aspetta.
La visuale del porticciolo è totale ,vediamo l’ingresso, il molo sulla sinistra e il cantierino per il rimessaggio e piccole riparazioni alla nostra destra.
Ordiniamo le solite cose estive ,insalatona con gamberi ecc…
Ecco che lo sguardo divertito della gente mi fa notare un’altra barca che entra ,un due alberi di dodici metri.
Dico a Valentina : Sarà dura farci stare il dodici ,non c’è tutto questo posto.
La manovra come pensavo si fa faticosa.
Guardo Valentina e lei capisce al volo ,si alza per andare a aiutare l’ormeggio che guarda caso è vicino alla nostra.
Come si alza la mia Slave gli occhi dei presenti le fissano il culo che ondeggia alla grande ,mi diverto e lei ha capito e sorride.
Alla fine il due alberi è ormeggiato ,l’aiuto di Valentina è stato determinante e ritorna sodisfatta seduta al mio fianco.
Siamo dietro a cenare quando vedo arrivare il proprietario del due alberi ,ci guardiamo e parte una risata :Romolo sei tu ?:Alberto ,mi sembrava la tua barca.
Romolo, vecchio marpione dello spettacolo anni sessanta.
Con lui noto una ragazza alta come lui , pantaloncini e maglietta rossa, capelli castani, viso angelico ,pelle chiarissima.
Romolo ha già capito che valentina è la mia Slave e introduce il discorso parlando della sua ragazza.
Caro Alberto potresti occuparti della mia Cinzia ,lei è completamente vergine sull’argomento Slave :E’ solo vergine sull’argomento per il resto no.
Parte una risata mia e di Valentina seguita da Romolo e Cinzia.
La mia risposta: Caro Romolo Valentina si occuperà della tua Cinzia.
Con un sorriso Valentina si dirige verso Cinzia e le da un bacio, già assaporo le carezze che guarderò farsi tra loro.
Con Romolo ci scambiamo le avventure di navigazione fatte sulle rispettive barca quando la mia Slave mi chiede: Padrone posso portare Cinzia a vedere la barca, io con un sorriso annuisco sapendo già cosa succederà.
Le due donne si dirigono verso il molo e rivolgendomi a Romolo: Ma la tua ha capito cosa è una Slave?
Romolo : Caro Alberto non abbiamo avuto modo di approfondire il discorso con Cinzia ,è intelligente e sono sicuro che apprenderà velocemente le regole .
Nel parlare si fa tardi e propongo di andare a trovare le due ragazze ,entrando le troviamo ,la mia seduta e Cinzia che lecca con voluttuosità i piedi di Valentina ,noto Cinzia con un collarino.
Valentina guardandomi con un cenno di sorriso : Padrone, Cinzia impara velocemente , io guardo Romolo :Si vedo e la serata non è finita .
Albert58
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10 years ago
admin, 75
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Cuore di mamma (2)
è ormai notte fonda Mariella è in silezio e guarda il soffitto,sdraiata nel lettone della sua camera da letto, che giornata... pensa, non riesce a dormire, pensando all'accaduto del giorno passato...Pasquale suo figlio l'aveva vista nuda con gli orifizi farciti del vibratore doppio: vergogna o eccitazione?.... Studia intnanto, come chiedere al papà di Sergio, l'amico di Pasquale, dove sono questi benedetti casini in sta cavolo di Svizzera... il sonno tarda a venire e un rumore sordo dalla cucina la distoglie dal suo pensare, Mariella si alza è nuda prende la vestaglia di pizzo rosa e la indossa, scalza si avvia verso la cucina e dalla luce della cappa intavede un'ombra che sembra essere quella di Michele, incavolata gli urla:" ma che cazzo fai a quest'ora? Mi hai spaventata a morte", lui col suo fare da buzzurro risponde:" spaventare te?! e che fai vestita da troia? Hai voglia di cazzo?", Mariella inorridita lo manda a quel paese con il gesto dell'ombrello e gli volta le spalle tornando verso la sua camera, lui la rincorre e la ferma cingendole i fianchi e all'orecchio le dice:" belle cose che insegni a tuo figlio... pure i vibratori nel culo ti metti, sei senza vergogna", lei si gira e gli dice:"tuo figlio vuole andare a puttane, fai il padre e portacelo tu", Michele incavolato nero la prende per i suoi folti e fluenti capelli lunghi di un colore castano dorato e la porta in camera del figlio, la colluttazione ha fatto aprire la vestaglia di Mariella e adesso si intravedono chiaramente i seni e la vagina parzilmente depilata, il padre strilla al figlio di svegliarsi, il povero Pasquale si sveglia di soprassalto e stropicciandosi gli occhi, dice:"Mamma, papà che sta succedendo?", il padre gli risponde." volevi andare a puttane e adesso tuo padre ti farà vedere come si scopa una troia" e rivolgendosi a Mariella le intima:" datti da fare se no ti spacco il culo", Mariella spinta in ginocchio dal ex marito capisce che dovrà fare un bel servizietto allo zoticone, Michele si sbottona i pantaloni dei jeans e abbassa i boxer fino alle ginocchia, Mariella con disgusto vede che è rimasto il cazzo moscio di sempre... che delusione... piccolo e moscio...inizia a ciucciare sta lumaca bavosa e dopo 10 minuti di tentativi tra: leccata di palle, ciucciata di cazzo e di cappella, riesce ad ottenere un cazzo niente male, allora lui la fa mettere alla pecorina e la inforca nella fica senza troppì complimenti, la stantuffa e la monta come un cavallo imbizzarrito, poi le punta il cazzo dritto nel buco del culo, Mariella si sposta e gli dice: " no, li no non lo abbiamo mai fatto!", lui non ascolta e lo infila tutto fino ai testicoli, emettendo un gemito e ridendo come un matto, davanti al grido roco di Mariella, inizia a pomparla e a toccarle i seni pizzicandole i capezzoli con forza, le si sdraia sulla schiena, la abbraccia in modo goffo e rozzo ma senza affetto, come un orco, e infine la riempie dei suoi umori..... Michele spiega al figlio che con le puttane dovà fare attenzione e usare il preservativo se no come dice lui : lo impestano... Pasquale lo guarda dubbioso e dice tra se e se: mio padre al cazzo più piccolo del mio, allora io sono un pò meglio.
Mariella è sdraiata a terra sfinita ha lo sguardo dei duo uomini addosso e pensa: almeno mio figlio non ha preso dal padre.... il cazzo...... intende....segue
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10 years ago
admin, 75
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Cuore di mamma (1)
Mariella si è appena separata da Michele, ha 1 figlio di 18 anni che ha un ritardo mentale per una sofferenza fetale, la vita non è stata clemente con lei ma come tutte le mamme farebbe di tutto per accontentare il suo bambino, Michele è un uomo gretto, materiale, pensa solo ai soldi, al piatto di minestra caldo sulla tavola e ad una figa sempre pronta a essere scopata, senza preliminari e troppe smancerie.... forse è questo il motivo dopo 20 anni di matrimonio della scelta di Mariella.
Pasquale il figlio di Mariella e Michele, frequenta una scuola per disabili in provincia di Varese e nello stesso centro incontra Sofia una ragazzina down che dimostra simpatia per Pasquale, gli manda bacetti con la mano da lontano.
Un pomeriggio Mariella mentre è in bagno, lascia la porta socchiusa, intanto è sola in casa e può finalmente dedicarsi un pò di coccole, ha da poco imparato a navigare su internet e navigando ha scoperto un sexy shop, niente male che vende vibratori on line, incuriosita ne ha comprato uno a doppio fallo, ed è decisa a provarlo, si spoglia si guarda allo specchio del lavandino, gira su se stessa, si osserva.... niente male per una quarantenne: seno sodo un bella 4 abbondante, culetto a mandoolino e fianchi stretti, si tocca i capezzoli e se li titilla usando un pò della sua saliva, ora è abbastanza eccitata e bagnata da provare il vibratore nella sua fighetta, non ha voglia di preamboli, vuole il cazzo tutto dentro senza complimenti, come faceva il suo ex marito, prende fiato e via tutto dentro, flap, flap, fplap, è fradicia la cagna, si sorprende della piacevolezza di quel fallo di gomma, sembra così reale.... Adesso è pronta per iniziare a prenderlo nel culo di inginocchia sul tappetino azzurro del bagno, e dalla porta a specchio si gode la scena, infila anche la seconda propaggine nel suo culo sudata di piacere e flop flop flop inizia a stantuffarsi di gran lena... Gli orgasmi: vaginale e anale, si fanno presto sentire, ha un sossulto e gode, gode e godeeee....è spossata appoggia le tette sul tappetino e di sdrai sfinita a terra, rimane in stato di trance per alcuni minuti... Tira un sospiro di sollievo, erano mesi,anni o forse non aveva mai goduto come si deve, Michele era il primo e il solo uomo, che aveva visitato la sua caverna di Ali Babà... che idiozia... era rimasta fedele e servizievole, mentre lui andava a puttane e si scopava la sua migliore amica, La Luisella, che troia e che cesso, pensò... Mah....
Mariella si risvegliata dal suo torpore dallo sbattere della porta di ingresso, cribbio era Pasquale che era di ritorno???, allora dovevano essere le 17... non aveva la forza di alzarsi e in un secondo lo vide spuntare con la testa in bagno, Pasquale disse:" mamma sei caduta? ti sei fatta male?", Mariella era in forte imbarazzo, ma prontamente rispose:" tranquillo sto bene amore", lo sguardo di Pasquale scese sugli orifizi della mamma e incuriosito disse:" mamma, non sapevo che anche tu usavi i vibratori come le donne su internet... sai mi faccio delle belle seghe guardandole...", la mamma non credeva a quello che sentivano le sue orecchie, era sbigottita... Pasquale continuò:"Però sono stufo di segarmi, vorrei una figa vera, me la compri mamma?, so che in Svizzera si può,un mio amico c'è andato con il papà e ha goduto tanto sai..."
Mariella superato il momento di imbarazzo annuì e promette al figlio la sua prima scopata si rialzò per andare a preparare la merenda al figlio..... (continua)
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10 years ago
admin, 75
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La scoperta di nonno arturo
Dopo tanto tempo ricordo ancora quel pomeriggio di settembre...
Avevo appena preso la patente e mi recai a casa della mia migliore amica con la macchina di mia mamma, per condurla con me a fare un giretto, mi ero vestita solo con un mini abito rosso e dei sandaletti gialli, suonai come di solito alla porta della villetta carina su 2 livelli, con mia sorpresa non mi aprì Susanna, ma suo nonno in pantaloncini corti a torso nudo, era ancora un bel uomo: magro, atletico nonostante i suoi 75 anni... mi fece entrare e mi disse che la nipotina era andata fare la spesa con i genitori e lui era da solo in casa e avrebbe gradito volentieri un pò di compagnia, lo informai che avevo preso la patente e lui tutto contento mi disse:"allora dobbiamo festeggiare", ed io :" magari ", lo vidi scomparire in cucina e tornare dopo 5 minuti con una bottiglia di champagne, 2 bicchieri e un secchiello con del ghiaccio, aprì la bottiglia che fece un bel botto e io li per li mi spaventai ma lui mi sorrise e mi disse:"ti faccio paura?" ed io : " No signor Giovanni, ci mancherebbe...", invece dentro di me mi stava salendo uno strano presentimento, lo avevo già sorpreso altre volte a fissarmi, soprattutto un giorno che giocavamo in giardino a gavettoni d'acqua con la Susanna e avevo la maglietta bagnata e una ventata di vento aveva fatto inturgidire i miei capezzoli....
Il signor Giovanni mi disse di accomodarmi sul divano vicino a lui e mi porse la flute di champagne gelida e io ne bevvi un bel sorso, lui prontamente mi versò di nuovo dell'altro champagne e così via fino a finire la bottiglia, io ero un pò confusa, ma vidi chiaramente il suo membro inturgidirsi visibilmente attraverso i suoi pantaloncini corti, lui vide che avevo notato il suo eccitamento e mi fece un domanda a brucia pelo, che mi scosse bruscamente : " ne hai mai visto uno di uccellino?" io scossi la testa e lui allora tirò giù l'elastico dei calzoni e delle mutande e scoprì la sua nudità in piena erezione, presa ma mi mano la appoggio sul suo menbro bianco e liscio, guidando la mia mano in un eterno su e giù...
Dopo alcuni minuti prese del ghiaccio e abbassate le bretelline del mio vestito e del reggiseno estrasse il mio abbondante seno con estrema delicatezza e iniziò ad accarezzarlo con estrema cura fino a far inturgidire i capezzoli, ci passò sopra del ghiaccio, che si sciolse immediatamente facendo colare l'acqua giù fino alle mutandine, ero tesa come una corda di violino ma super eccitata e soprattutto curiosa di cosa voleva farmi quel nonnino sporcaccione.... Il signor Giovanni non perse tempo si mise in bocca un mio capezzolo e inizio a strizzare delicatamente l'altro, e io inizia a gemere come una cagna in calore, mi sentivo tutta bagnata e fremente, una cosa del genere non l'avevo mai provata neanche quando Susanna mi insegno a masturbarmi....
Giovanni mi prese e mi fece sedere in braccio a lui con la schiena rivolta verso il suo petto nudo e mi divaricò le gambe, salì con le sue mani esperte su fino al mio perizoma di pizzo e mi sussurrò nelle orecchie: "che troietta che sei, lo immaginavo sai, non vedevo l'ora di farti fare la più bella goduta della tua vita, mia cara maialina, dimmi che sei la mia troietta tutta bagnata", Io ero così eccitata che non capivo più niente e ripetevo come un'automa tutto quello che voleva lui, se no mi minacciava di interrompere quel gustoso assaggio di erotismo....
La mano del signor Giovanni era ormai ferma sul mio clitoride e scorreva fino all'imbocco della mia vagina che era ormai un lago, ero così bangnata che mi era sceso il liquido giù per le cosce fino a formare una piccola pozzanghera sul pavimento di ceramica verde, lui allora infilà un dito dentro e con il dito dell'altra mano continuava a stimolarmi il clitoride, poi ne mise 2 e poi 3 e stupito mi disse: "uuu allora le ditina le hai già messe qui maiala?!" io imbarazzata non volevo confessargli che era stata sua nipote ad allargarmi la vagina la prima volta e allora annuii senza fiatare.
I minuti scorrevano e lui continuava a stimolare il clitoride finchè ebbi un'emozione strana mi sentivo contorcere e la figa mi si era irrigidita tutta ed ebbi un orgasmo pazzesco, lui mi sdraiò sul divano e alzatosi in piedi si mise nudo e mi disse:" adesso mi devi accontentare come ti ho accontentato io", si avvicinò col suo pene vicino alla mia bocca e mi disse:" leccalo succhialo ma ritrai i denti altrimenti mi fai male", io inizia a leccarlo come un lecca lecca, poi lui me lo infilò fino a sentirlo in fondo alla gola, il sapore era strano ma piacevole un liquido trasparente mi impastava la bocca, il suo cazzo era durissimo e faceva fatica ad entrarmi tutto in bocca, allora lui alzò il suo membrò e mi mostrò le sue palle sode e depilate e mi disse: "lecca anche queste" e io prontamente leccai succhia finchè lui mi disse: "la figa la lasciamo per il tuo fidanzato adesso pensiamo al tuo culetto" io ero spaventata.... il culo??? !!!
Mi fece mettere alla pecorina e iniziò a leccare figa e culo fino a farmi bagnare come una troia e poi piano piano infilò un dito nella sua bocca e poi sputando sul mio ano iniziò a deflorare la mia verginità anale, dopo un pò che mi aveva ben pompata decise di metterne un altro, con le 2 dita andava su e giù nel mio sfintere e le apriva e chiudeva come un pazzo eccitato e voglioso, io non ne potevo più avevo di nuovo voglia di godere e lui lo capì prontamente, diede una leccatina alla figa e poi mi disse: "sei pronta?" io annuii, lui mi fece girare e mi fece sdraiare sulla schiena, si mise le mie gambe appoggiate sul petto, prese una cremina speciale e piano piano infilò il suo enorme cazzo tutto dentro, io mi sentivo svenire, ma il piacere misto al dolore era troppo grande...
Lo sentivo ansimare e andare su e giù dentro di me lui era riuscito a farmi bagnare il sedere, lo prendevo tutto senza fiatare, poi mi disse:"ora ti puoi girare sei pronta per la pecorina", estrasse il suo manganello e io mi sentii svuotata tutto di un colpo, mi girò e mi mise in posizione, mi leccò il buchino che ormai era un bucone e ci mise ancora della pomatina, poi mi infilò il suo grosso arnese, ordinandomi di toccarmi il clitoride, e flop entrò tutto... Iniziò stavolta a pompara come un matto e io volevo dimostragli di saper sopportare bene "la cavalcata del nonno" come la chiamava lui...
Sentivo le sue palle sbattere contro la mia figa e inizia a straparlare, mi sentivo pervasa da uno stato di trance, iniziai ad urlare:"si dai che bello, ancora, ancora non fermarti" e lui vedendo che mi aveva fatto diventare una troia mi disse:" non possiamo sporcare in giro se no mia figlia chi la sente", io non capivo ero stordita, lui allora dopo 15 minuti ininterrotti di cavalcata mi disse:" prendi prendi prendi troia", non capivo... poi sentii un getto caldo dentro il mio sedere, mi aveva riempito il culo di sperma, era un misto di piacere e bruciore, lo levò bruscamente e mi fece sedere sulla sua faccia e a bocca aperta iniziò a leccare lo sperma che usciva dal mio ano, colava e lui leccava ci infilava anche un dito per toglierlo bene, leccava leccava leccava....
Poi mi disse: "vedi ti ho insegnato un metodo per non rimanere incinta e soprattutto rimanere vergine, devi ringraziarmi".
Ci rivestimmo come niente fosse io ero dolorante mi sentivo il sedere in fiamme lui non mi rivolse neanche la parola e guardandomi negli occhi avvicinò il suo dito indice alle sue labbra in segno di silenzio, io annuii...
Da quel giorno non lo vidi più e non rividi più neanche Susanna perchè prendemmo indirizzi diversi all'università, ma dopo anni penso ancora al dolce nonnino che mi deflorò il sedere come si deve!!!
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10 years ago
admin, 75
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Iniziazione di silvia
Silvia ha accettato che sarà la mia slave e io sto pensando alla cerimonia di iniziazione che sarà per lei un ricordo indimenticabile.
La preparazione alla cerimonia la tengo segreta in modo che la sorpresa sia di grande effetto .
La preparo psicologicamente le compro un corsetto nero lavorato con ricami in filo dorato con swarvsky , mutandine nere e scarpe dorate con tacco alto 12 cm: Questo lo indosserai il giorno della tua iniziazione. Silvia: Si padrone .La risposta è come le ho insegnato.
Arriva la serata tanto attesa ,aggiungo allo scarso abbigliamento di Silvia un mantello nero con cappuccio e l’interno foderato di raso rosso.
Per l’occasione è stata scelta una dimora storica del 1600 ,è decisamente la più indovinata ,tetra al punto giusto e austera .
Arriviamo all’ingresso si apre il cancello ,l’auto percorre un breve tratto di parco e poi si ferma davanti all’ingresso.
Io scendo con lei e l’accompagno oltre il portone dicendogli: Silvia qui ora devo lasciarti andare sola ma sappi che io sarò sempre con te tutta la serata. Lei con un lieve sorriso : Si padrone .
Silvia così dicendo si inoltra in un corridoio che la porterà in una sala con al centro una poltrona coperta da un drappo nero.
Un uomo con un cappuccio e una maschera, con un cenno indica di sedersi sulla poltrona .
Silvia attraversa tutta la sala ,conoscendola mi da l’impressione che abbia le gambe tremanti ma forse sono i tacchi alti che danno questa impressione .
La sala si riempie di persone ,tra loro anche donne, tutti con mantello , cappuccio e una mascherina ,a differenza di Silvia tutti hanno stampato sul mantello ricamato ,uno stemma araldico.
Posso riconoscere gli stemmi delle casate più antiche ma anche di quelle più recenti, dietro ogni mantello riesco a ricordare molti volti a me noti.
La loro presenza mi trasmette orgoglio :tutti i miei amici sono qui.
Si riesce a sentire una lieve musica in sottofondo ,direi musica classica.
Alla mia Slave viene ordinato di alzarsi e lasciare cadere il mantello ,lo spettacolo è veramente di grande effetto ,siamo tutti in circolo intorno a lei .
Viene avvicinata da due ragazze che le tolgono la mutandina ,lasciandola completamente alla vista di tutti con la fessura rosea in bella mostra.
Silvia la vedo agitarsi quando tolgono il drappo nero dalla poltrona e si viene a scoprire una poltrona ginecologica.
Le ragazze la sistemano sulla poltrona a gambe larghe legandogli polsi e caviglie.
Questo momento lo voluto io perché era una fantasia di Silvia ,ho desiderato che si avverasse .
Le ragazze a turno la accarezzano e la una di loro le apre la rosea fessura introducendo un fallo ,così facendo procurano un orgasmo a Silvia.
Due schiavi maschi ,tra questi un nero ,la possiedono a turno. silvia sotto i colpi ,raggiunge più volte orgasmi ,scuotendo tutta la struttura che la tiene bloccata a gambe larghe.
Dopo venti minuti di questo trattamento la mia slave viene slegata e fatta scendere dalla sedia ,nel contempo compare una struttura dove sarà adagiata con il culo in bella vista ,le due ragazze entrano con un enorme clistere che praticheranno a Silvia.
Sento silvia ansimare durante questo trattamento e alla fine si libererà al cospetto di tutti.
La cerimonia sta per finire messa in piedi Silvia assisterà all’applauso di tutti ,mi avvicino a lei la guardo negli occhi lei mi sorride dicendomi :sono stata brava padrone. Io rispondo : Si ora sei la mia Slave e dicendo così le metto sulle spalle un ‘altro mantello uguale al primo ma con la differenza che ora c’è uno stemma.
La serata prosegue ,tutti i presenti si tolgono le maschere si avvicinano a me, congratulandosi e complimentandosi per la bella serata.
Silvia è al centro dell’attenzione ,quello che ha sempre voluto e quello che io gli ho dato.
Durante la serata avrà occasione di conoscere Padroni , e schiavi sia al maschile che femminile , un mondo tutto nuovo per lei.
Sono sicuro che si divertirà e io con lei.
Albert 58
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10 years ago
admin, 75
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Prima volta con lingerie
PRIMA VOLTA CHE HO INDOSSATO LINGERIE
Anche se il piacere bisex ha fatto parte sempre di me ho avuto molte donne nella mia vita e la loro lingerie mi ha sempre attratto; vederle con quei perizomi e calze autoreggenti addosso mi ha sempre eccitato.
Una volta, dopo aver incontrato per l’ennesima volta una mia amica, mi sono accorto che aveva dimenticato le sue calze nella mia casa sopra il sofà e da dove ci siamo spostati per andare a fare sesso in camera.
Preso ancora dal ricordo di quelle ore passate insieme ho iniziato a toccarle e farle strusciare sopra di me in tutto il corpo.
Non so come ma mi venne spontaneo indossarle per sentire maggiormente il contatto con la mia pelle.
All’improvviso un calore mi avvolse tutte le gambe e guardandomi allo specchio, tutto nudo e con le sole calze di seta nere addosso, iniziai ad eccitarmi e il mio pene diventava sempre più duro a quella visione.
Il mio culetto bianco svettava e risaltava con quel colore e i glutei rotondi prendevano una forma molto tondeggiante.
Guardandomi di spalle mi accorsi di avere un culetto molto femminile e iniziai a camminare osservandomi i glutei.
La cosa mi piacque molto che all’indomani mi recai in un grande magazzino e con la scusa di fare un regalo per una donna comprai tutta la lingerie e abitino femminile da abbinare.
Giunto a casa iniziai ad indossare tutto: calze velate di colore nero con pizzo ricamato; reggicalze di pizzo che agganciai alle calze; dopo il perizoma sopra in modo che potevo abbassarlo senza sganciare nulla e per finire una camicetta bianca e una minigonna tipo kilt scozzese rossa a quadri.
Provavo a camminare e sculettare e facevo per sedermi o piegarmi in avanti per provare l’effetto del “ si vede e non si vede”.
Il risultato fu eccezionale anche perché l’uccello faceva di tutto per uscire fuori da quel perizoma e il buco del culetto iniziava a reclamare qualcosa di duro dentro, dato che l’eccitazione bisex aveva raggiunto il suo massimo desiderio.
Con le mani mi toccavo dovunque e provavo per la prima volta l’eccitazione di indossare quella lingerie ma il corpo era mio; sentivo il calore delle mie mani sopra di me e il contatto di quelle calze velate facevano aumentare il desiderio di penetrare quel corpo diventato femminile.
Sculettavo come una troietta e le mani mi iniziavano a spremere le cosce e il culetto.
Sdraiata sul letto presi il mio vibratore che usavo normalmente e iniziai a farmelo sentire addosso, strusciandolo sulle gambe, le cosce e dopo a premerlo dietro.
Volevo scopare quella creatura nuova e il calore e la voglia aumentava.
Abbassato il perizoma e messo a pecorina puntai il vibratore diritto sullo sfintere e piano piano iniziai a pomparmi guardandomi allo specchio.
Vedevo quel cazzo finto entrare dentro di me e sentivo la grossezza della sua misura, ma nello specchio vedevo una troietta che si faceva penetrare e spasimava ad ogni colpo e alle vibrazioni di quel giocattolo stupendo.
Iniziai a godere dietro sentendo vampate di calore e davanti con una copiosa venuta che sporcò tutte le calze e la lingerie.
Non ancora appagata mi misi in piedi e iniziai a sedermi sopra quel bastone di gomma fino a farlo scomparire dentro di me e sentirlo premere sulle mie viscere…………cavalcavo come un’amazzone quel fallo e davo dei colpi in avanti per sentirlo da dentro sul mio ventre.
Sfinito, mi lasciai cadere di fianco, ammirando i miei fianchi e le calze tutte bagnate; sembravo una donna con il culetto ancora voglioso.
Iniziai a toccarlo ed accarezzarlo come per rilassarlo e continuare quell’eccitazione avuta prima.
Da allora indosso lingerie per aumentare l’eccitazione e la voglia di sentirmi troia, magari scambiando effusioni con altra sorellina che mi accarezza dietro oppure con singolo che apprezza le mie forme.
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10 years ago
admin, 75
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Slave per caso (prima parte)
Slave per caso
(prima parte)
Una cara amica che ci conosciamo da molto tempo. Lei non immagina che io sono un Master.
Ci incontriamo per caso , ci incrociamo ,lei esce dal posteggio condominiale e io sto rientrando.
Ciao Alberto è tanto tempo che non ci vediamo ,sei arrivato adesso? Ciao Valentina : Si rientro dopo circa un mese dal lavoro .
Valentina è una signora di circa cinquanta anni ,sposata con un figlio, molto carina ,di cultura universitaria.
Conosco la famiglia ,marito, figlio ecc..
Vengo a sapere tramite amici la sua condizione famigliare, praticamente separata in casa e ho sentito che cerca distrazioni con altri uomini sempre insoddisfatta in cerca di qualcosa di più del banale sesso.
Tutte le volte che la incontro a essere sincero, faccio un pensierino , sento che anche lei non sarebbe dispiaciuta del pensiero.
Mi trattengo nel rivelare che sono un Master però se capita l’occasione un accenno penso di farlo.
Passano i giorni e un pomeriggio la incontro al parcheggio sotto casa.
Silvia hai voglia di fare un giro sulla mia piccina? Lei prontamente: Aspettavo il momento che mi invitassi.
Io con un sorriso: Dai andiamo a prendere un aperitivo così parliamo.
Strada facendo con la dovuta cautela e malizia domando: E dimmi i tuoi uomini come stanno? Lei esita qualche secondo ,forse non sa se mi riferisco a quelli di casa o fuori casa: Bene , ribatte : E le tue donne? Che era intelligente lo sapevo ma anche spiritosa no.
Cambio discorso ,hai sempre la casa in montagna?
Lei mi guarda con sorriso malizioso: devi portarci una donna? Prontamente l’occasione verbale non la lascio scappare : Si, tu? Mi accorgo di averla presa alla sprovvista ,ormai è fatta al limite finisce qui.
Mi guarda con sorriso della serie finalmente: quando vuoi andare. Faccio una pausa lunga ,il silenzio lascia intendere tutto: Devo dirti che io il rapporto lo vivo come Master. A questa parola scende il gelo , sto pensando che forse non era il caso di dirlo ,forse aspettare ,forse introdurre l’argomento con più tatto.
Lei dopo aver sentito questa parola mi guarda con fare serioso: Alberto ho sempre pensato che non eri uno qualunque , sei speciale e voglio vedere quanto .
La guardo ,sorrido ,e le accenno una carezza sul viso, lei mi dice: Master tu e io allora? Io con voce secca : Schiava. Silvia: Non sono mai stata schiava ,dovrai insegnarmi tutto: Non preoccuparti a questo ci penso io.
Qui inizia una nuova storia per Silvia slave . Rispondendo a chi mi ha chiesto se tutte queste slave che descrivo hanno una vita problematica ,posso rispondere in tutta sincerità che sono donne speciali, intelligenti e ovviamente curiose, stanche di vite piatte ,principalmente donne che sono trascurate intellettivamente da uomini che non sono in grado di trasmettere emozione e vitalità.
Donne che dopo aver avuto figli vengono abbandonate a un ruolo di madre e moglie ,privandole delle emozioni legate al sesso.
Donne ,forse dovrei dire ,pantere accompagnate a uomini che massimo possono avere un gattino.
Silvia è un esempio per tutte ,indipendente,
intelligente ,e cultura di altissimo livello .Un rapporto con un Master la
incuriosisce, gioca a mio favore che ci conosciamo da molto tempo.
Ho già pensato alla trasformazione come voglio che sia la mia Slave ,il
pensiero mi eccita ,allestirò per lei una cerimonia di iniziazione che sono
certo gli piacerà, la teatralità ha la sua importanza per una mente come quella di Silvia.
Sono sicuro che sarà una Slave stupenda .
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10 years ago
admin, 75
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Sapore di sale
Anche quella volta, dopo essere uscito dal mare, racchiuso nella piccola e serena baia, mi sono avviato a fare una camminata su per la scogliera sovrastante, così da asciugarmi sotto il sole caldo del primo pomeriggio e poter ammirare lo splendore di quella costa dall’alto. Camminavo spedito a testa bassa, guardando dove mettevo i piedi e aggirando gli aguzzi spuntoni di scogli sul cammino. Quando mi ritrovo di colpo piantato ed in bilico sul ciglio di un piccolo cratere che si apre in mezzo alla scogliera aspra e deserta, più profondo e nascosto rispetto alla linea del panorama. Ma la cosa che mi fa puntare i piedi e rimanere sconcertato è la vista di cosa occupava quella piccola area protetta: una donna, accovacciata sulle piante dei piedi, il costume intero tirato sulle ginocchia piegate, due seni generosi appoggiati sulla pancia bianca e burrosa, in testa un cappello di paglia a larghe tese ed un lago giallo e schiumoso che si gonfiava sotto lo scorrere di una cascata di piscio, per poi defluire in un fiume che le scorreva in mezzo i piedi e si perdeva tra i pori degli scogli neri e roventi.
Non potendo far finta di niente visto che i miei occhi avevano incrociati i suoi, grandi e neri, sotto l’ombra del cappello, tra lo stupore e l’imbarazzo, l’unica cosa che son riuscito a fare è stato emettere un timido :”Ops, mi scusi” e provare a continuare quasi indifferente.
“Ma no, scusa tu ragazzo, è che proprio non riesco a farla in mare, è più forte di me” apostrofò subito la donna, mentre si tirava su il costume a coprire i contorni della sua pelle liscia e non abbronzata.
Per sciogliere un po’ di tensione e sdrammatizzare sull’accaduto ho spostato l’argomento sull’età, ringraziandola per il “ragazzo” e dicendole che in realtà ormai mezza vita me l’ero giocata. La donna non mostra segnali di resa e continua a mantenere il discorso aperto complimentandosi per il mio fisico giovanile che, con mano leggera e provocante comincia a toccare. Mi scorre le dita sul petto ancora punteggiato di gocce di mare. Le unghie amaranto e pronunciate mi graffiano i fianchi sensibili provocando brividi inusuali che mi increspano la pelle. La mano approda sul basso ventre e poi sul costume ancora bagnato, dove con le dita unite segue il contorno del mio cazzo, con movimenti lievi e alternati che rendono l’aria ancora più rovente ed i battiti forti come colpi di tamburo. Incoraggiato dalle sue battutine maliziose mi comincio a sciogliere e nascondo la testa sotto il suo cappello, affondando il naso tra i suoi capelli e posando le labbra sul suo collo caldo e velato da un sottile strato di sudore. La sua mano avverte il desiderio che si fa sempre più grande nel costume e decide di accertarsi di persona del fenomeno inginocchiandosi e abbassandomi lo slip sulle cosce abbronzate. Afferra stretta con la mano la mia asta turgida e comincia a denudarla del prepuzio con movimenti lenti ma decisi.
Me lo scappella con forza e ci posa la punta lingua a seguirne i contorni. Segue la linea della mia asta, fino a sotto le palle, con maestria e docilità. Apre la bocca rotonda e vedo sparire il mio cazzo tra le sue gote gonfie. I suoi seni mi accarezzano le cosce, le sue labbra arrivano al cespuglio dei mie peli, mentre sento la cappella toccarle la gola. Comincia a pompare con foga sul mio cazzo, ingoiandolo fino in fondo e affogandosi nell’apnea di quel gesto, che le provoca vomiti di saliva sulla mia asta.
Mi strige le palle e sento il piacere salire inarrestabile. Le vene del cazzo mi scoppiano, le palle sono serbatoi al limite. La avverto che non resisto alle sue labbra di fuoco e che sto per venire, alla cui cosa lei reagisce senza allontanare le guance dal mio palo e aumentando il ritmo della sua succhiata avida. Un brivido mi scorre lungo la schiena sudata e un primo fiotto caldo le inonda la bocca affannata. Getti sempre più flebili fuoriescono dal mio cazzo duro come un marmo, seguiti da risucchi e ingoi della sua bocca ingorda. Le prendo la testa e le stringo in capelli in un estasi di piacere, mentre lei libera il mio membro stremato e svuotato di ulteriori velleità. Mi piego verso di lei e le sussurro con malizia in un orecchio: “adesso tocca a me”. “Ah si?” fa lei con sorriso malizioso.
Si butta indietro accasciandosi col culo sullo scoglio liscio. Solleva le gambe con le ginocchia ad angolo e con una mano si scosta la parte di costume che le ricopre la fica dicendomi: “prego accomodati ragazzo!”.
In devozione mi inginocchio e affondo la testa tra le sue cosce. Con le dita apro quelle labbra giganti che emergono dal sentiero di peli scuri che le circonda e comincio a raccogliere avido ogni goccia di lei. Con la lingua avverto subito il sapore dolce acre dei suoi umori che già le bagnano la fica, mischiato al sapore del suo piscio ancora sparso tra le pieghe della sua rosa rossa. Le tormento il clitoride con lingua, sentendolo diventare irto e duro come un capezzolo, mentre le infilo due dita nella fica ormai in un lago di piacere. Affondo con forza la mano perlustrando ogni angolo delle sue viscere. Tocco punti di inaspettato piacere e lei si inarca con gemiti trattenuti. Faccio circoli con la lingua attorno al clitoride proteso che poi raccolgo tra le mia labbra e succhio assetato.
Sento i brividi che le percorrono il corpo e le sue gambe che mi si stringono sulla faccia. Mi prende la testa con una mano e me la preme sulla fica fradicia, facendomi lavare il viso nel suo brodo. “Continua così, continua, ragazzo, siiiiii”. Onde di piacere le scuotono il corpo e sento le sue cosce morbide vibrarmi sulla testa mentre con la lingua, raccolgo piano tutti i rivoli dei suoi umori.
Risalgo lungo il suo petto scosso dal respiro affannoso e vado a posare le mie labbra umide sulle sue, roventi e aperte su un sorriso di soddisfazione. Inseguo la sua lingua con la mia, fino a catturarla e dividerci i resti del suo sapore di sale…
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10 years ago
Polase71, 52
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Camionisti che passione......
..........
Agosto, notte.
tornavo da una cena di lavoro in un agriturismo un po distante dalla città.. 45 km di autostrada, e poi a risposare finalmente.
niente autogrill, bisogno di svuotare la vescica, ... a 2km piazzola di sosta..... finalmente....
entrai , posteggio dietro due camion, scendo in fretta, passo dietro la macchina , apro i pantaloni e mi libero con un forte getto......
il rumore di una portiera richiusa, mi fece capire che qualcun altro aveva le stesse esigenze mie...
la poca luce in quella zona permetteva solo di vedere soltanto la sagoma scesa dal camion...
non alto, tarchiato.
contunuai a fare quello che facevo , e sentiti il rumore di un getto sull'asfalto.. un colpo di tosse, quasi per attirare l'attenzione, avevo finito di pisciare ma rimasi con il mio uccello in mano, mentre sentivo dei passi venire verso di me..
"Come dice il proverbio? Chi non piscia in compagnia...."
io lo completai. si mise di fronte a me "ti piace fare qualcosa?" dal mio sguardo capì la mia volontà,
"Fammi vedere cosa sai fare con la bocca", più chiaro di così?
ci spostammo dietro il camion, cominciai a toccarlo, lui poggiò le mani sulle mie spalle per farmi capire di andare giù ... mi avvicinai al suo cazzo, e con la punta della lingua leccai le ultime gocce di piscio rimaste, prendendolo in mano, mi resi conto che era un bell'arnese, non lungo ma tozzo e morbido, cominciai a passarlo sulle labbra , aprendole per fare uscire la punta della lingua, per leccare e assaporare un gusto dal sapore aspro.... la tirai fuori tutta cominciando a passarla sotto la cappella, con movimenti lenti e decisi, , per sentirlo indurirsi , aprire la bocca e farlo entrare lentamente, per farlo scaldare in bocca.. e renderlo ancora più duro e pulsante... pian piano entrava e usciva dalla mia bocca, per insalivarlo bene e farlo scivolare piano piano fino alle tonsille.... un colpo di testa e ... OLTRE!!!!
un paio di colpi secchi e decisi, a pomparlo dentro la gola, e poi respirare... rinfrescarlo col fiato....
a questo punto mi prese la testa, tenendola ferma
"apri bene la bocca!"
sentii il cazzo entrare tutto, e dare dei colpri fino a che un getto caldissimo mi arrivò in gola, si ritrasse a metà e il resto lo depositò nella mia bocca.....
"Che sborrata! -fece con la voce resa roca dal piacere recente- mi stavo menando il cazzo sul camion, da almeno un'ora.. ne avevo proprio bisogno....grazie !. Ho birra fresca ne beviamo una?"
"Volentieri, anche perchè ho bisogno di rilassarmi ,
sono stanco e ho avuto un giornata piena, e ancora un poco di KM da fare"...
"Anche io adesso voglio riposare, beviamo le birre, una sigaretta e poi ... buonanotte , dai monta su che ci sediamo comodi ".............
Non ero mai entrato nella cabina di un camion . é come un mini appartamento, con due lettini, poltrone reclinabili, aria condizionata, piccolo frigo, TV, PC, e potrei continuare con quali comfort è corredato. Facevo i miei commenti, mentre Gianni, giustamente ripeteva che in ogni caso è dura stare 8/10 ore a guidare, per questo ogni tanto si concedeva un poco di relax.
"Dall'assaggio che ho avuto, devo dirti che sei un buon pompinaro, ma che ci vorrebbe una ripassata più tranquilla, che dici, abbiamo ancora un po di tempo?"
nel frattempo si toccava il pacco con gesti lenti... rilassati; il suo telefonono si illuminò: chiamata in arrivo.
prese il telefono , esitò un istante , poi rispose: " Ehi Paolo... ... no non dormivo.... (nel silenzio sentivo la voce dall'altra parte, ma non distinguevo molto le parole, ma la conversazione sembrava scherzosa) so facendo due chiacchere con un amico .... una birra.... ci stiamo rilassando........"
(Gianni mi fece un cenno indicando il camion che stava davanti a noi che Paolo era lì)
".....ok ti aspettiamo per una birra"
Pochi minuti dopo, bussa alla portiera dal mio lato, apro e sale su.
"Paolo , questo è Marco , un mio amico"
mi spostai a sedere nel mezzo, e lui prese posto sul sedile. Come corporatura, poco più alto di me , forse un poco più in carne, e pieno di pelo, almeno sulle cosce e sulle braccia, da quel che si vedeva. Mi sentivo anche un poco imbarazzato, se avesse fatto domande sul come ci conoscessimo con Gianni... Boh, meglio non pensare e bere la birra.
"il rumore della portiera quando sei sceso mi ha svegliato, e poco dopo ho controllato dallo specchietto, ho sentito solo dei rumori, e che non eri solo, poi la portiera richiudersi dopo una decina di minuti, e visto che ancora avevi le luci all'interno accese ti ho chiamato, spero di non aver disturbato" disse Paolo, con un sorrisetto sulle labbra ( forse quando aveva "controllato" aveva anche visto quello che avevamo fatto....)
Gianni prontamente: "figurati, stavamo ingannando un poco di tempo, possiamo rilassarci ancora , se vi va"
ci guardammo e feci capire che per me non c'era problema.
"fagli vedere cosa sai fare, dai" disse Gianni , in maniera decisa. mentre diceva così si era alzato in piedi sul sedile abbassandosi i pantaloni e mostrando a me e Paolo il suo cazzo quasi eretto.
Girai lo sguardo verso Paolo, "Vai" disse questo, con tono di incoraggiamento , fermo come dicesse "Via!"
Nella mia mente fu come il segnale di una corsa
da 5000 metri.... da prendere con calma, crearla , attuarla e goderla allo stesso tempo, Gianni e Paolo spettatori e partecipanti al tempo stesso.
Avvicinai il viso alla cappella, cominciai a leccare come fosse un gustoso gelato, da assaporare fino in fondo, percepii l'odore e il sapore della sborrata precedente deciso e aspro, aprivo la bocca e la facevo entrare dentro, ancora fuori con la lingua e poi ancora dentro, dolcemente , piano senza correre troppo ancora ero ai 100 metri dalla partenza. Ogni volta che la cappella entrava in bocca, la spingevo qualche centimetro più a fondo, fino a quando non arrivai alla radice, dando un'ultima spinta mi fermai, per sentirla in gola, era come avere una grossa ciliegia che spingeva per essere inghiottita. istintivamente cercai di farlo un paio di volte.... di nuovo fuori, a leccare tutta la saliva che aveva sopra e lo rendeva scivoloso, e gustosissimo.
Dopo qualche minuto di questo gioco, spostai la mia attenzione sulle palle, leccandole, massaggiandole con la bocca bagnata, prendendole in bocca ad una ad una, e poi insieme, e poi ancora da sole, e ancora insieme, per poi ritornare alla cappella e al cazzo intero, ....
"Vedo che ci sai fare, da vero porco, vieni fammi provare!" era in piedi anche lui adesso vicino a Gianni. Mi mise sotto gli occhi un bel cazzo, che definirei "impegnativo", simile a un salame cacciatorino con una prunga per cappella, una sventola agrigentina, ... iniziava la parte della corsa dove si sente la fatica prima dello sprint finale... applicai la stessa tecnica che avevo usato prima con Gianni ..... avvicinai la bocca alla cappella, e con la mano delicatamente la scappellai, un odore intenso mi arrivò al naso , la lingua fu attirata dal sapore, un poco salato, forse non si era lavato prima di partire.... ma ci provai gusto ad assaporarlo, , prendendolo in bocca a poco a poco , ma per arrivare alla radice ho dovuto fare molti tentativi, la cappella era troppo grossa per passare oltre in gola, al quinto tentativo "Tutto! Tutto in gola!!" fece Paolo spingendomi la testa con la mano, sentii un groppo alla gola, , l'istinto fu la tosse, ma la mano era ferma dietro la mia testa, non so se furono secondi o minuti, apnea.... sentivo il cazzo di Paolo pulsare , pulsarmi dentro la bocca, le tonsille, la gola, lui grugniva.. sentii Gianni dire piano "Che ti avevo detto""?!
Paolo allentò la presa , il cazzo uscì dalla gola ,e dalla bocca e un profondo respiro fu di sollievo .con la mano mi spostò verso il cazzo dell'amico pronto a essere leccato e succhiato per lo sprint finale...
Adesso li avevo entrambi vicino alla bocca e alternavo leccare e succhiare ora l'uno ora l'altro, e poi le due cappelle insieme in bocca, mentre leccavo le palle ora a uno ora all'altro li segavo, e poi di nuovo in bocca alternati, fu Paolo ad arrivare primo. mi afferrò per la testa :"Spalanca la bocca!", in un sol colpo lo fece arrivare fino in gola, stantuffando finchè lo tirò fuori tenendolo in mano indirizzando il suo getto sulla faccia e in bocca, gli ultimi getti furono dentro la bocca e sulla lingua che si protendeva in fuori per gustare le ultime gocce , assaporavo la sborra e nel frattempo prendevo il cazzo di Gianni in bocca..
Anceh lui ebbe il suo sprint finale entrando fino in gola, e schizzando dentro, avvertii il calore dentro la gola, e inghiottivo, , Paolo strusciava sul mio viso pieno della sua schizzata il suo cazzo non duro come prima, lo usava come un pennello,
adesso avevo le due sborre mischiate in bocca e non ne distinguevo i sapori, un bel cocktail dopo le birre pensai!
I due fecero dei commenti al mio pompino...( lascio a voi quali ....)
Io dovevo andare ormai. Gianni rimaneva a dormire , Paolo andò via perchè disse sarebbe ripartito poco dopo .
Scambiammo il cellulare, e mi confessò che con Paolo avevano avuto qualche avventura, ma che non era un'abitudine, e che noi due ci saremmo sicuramente rivisti..
Avevo ancora un po di strada da fare. ma l'imprevisto, dopo la giornata trascorsa, non era stato del tutto spiacevole. mi avvio alla macchina, mentre metto in moto mi accorgo di un pezzo di carta sul parabrezza... altezza occhi.. devo toglierlo...
scendo e vedo che sta sotto il tergicristallo ... un biglietto?
un biglietto con scritto .. : Aspettami nel parcheggio dopo uscita casello, tra un'ora, 34................78..Paolo
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10 years ago
MisterCT,
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Un pulcino bagnato
UN PULCINO BAGNATO
Finalmente! Il D-day era arrivato. Avrebbero incontrato una coppia che, come loro, aveva voglia di trasgredire, di assaporare emozioni nuove, di mettere un po’ di fantasia in più nel loro rapporto. Ma loro avevano veramente questa voglia? In fondo il loro rapporto era già di per sé trasgressivo quindi perché spingersi oltre visto che durante i loro incontri avessero provato tutte le variazioni sul tema che la fantasia suggeriva? Quindi cosa cercavano ancora? Il tutto, si può dire, era nato per gioco; una frase buttata lì durante un loro incontro “Farlo in quattro con un’altra coppia”. Una frase della quale nessuno dei due voleva rivendicarne la paternità ma che aveva suscitato molta curiosità fino a spingerli a compiere il grande passo. Ed ora eccoli lì, Giorgio e Cinzia, in anticipo sull’orario, in attesa dell’altra coppia per un incontro dapprima conoscitivo e poi se fosse scattato il feeling avrebbero proseguito la conoscenza tra quattro mura. Come si sarebbero comportati? Avrebbero sfoggiato la loro solita naturalezza oppure si sarebbero trovati in imbarazzo a farlo davanti a gente sconosciuta? Mentre queste riflessioni a voce alta riempivano i minuti che mancavano all’appuntamento ecco che il cellulare di Giorgio fa capire loro che il momento fatidico era arrivato. Non potevano più tirarsi indietro…il dado era tratto. “Gli altri due” erano arrivati. Il loro aspetto era a prima vista rassicurante. Presentazioni di rito Giorgio, Cinzia piacere Andrea, Anna. All’inizio discorsi generici del tipo cosa fate nella vita, di che zona siete ecc. Sembrava un incontro tra amici che, non vedendosi da parecchio, si raccontavano del tempo trascorso dall’ultimo incontro. Fu Cinzia a rompere la monotonia del momento e, affrontando il toro per le corna, mise sul piatto il motivo vero di quel loro incontro. Fu una sollevazione per gli altri; il discorso cambiò subito genere e, usciti dall’imbarazzo iniziale, la conversazione si fece più sciolta tanto che ad un certo punto i due maschietti, quasi all’unisono, dissero “bene che vogliamo fare?”. Si accordarono per ritirarsi in un motel nelle vicinanze e continuare lì quel tipo di conoscenza più approfondita che avevano cercato. Il feeling era scattato. Erano entrambe al loro primo incontro di quel genere, quindi decisero di iniziare con una cosa abbastanza soft della serie “al momento ognuno per se poi quello che viene si vedrà”. Si trovarono tutti e 4 sullo stesso letto che, per quanto grande fosse sembrava togliere spazio ed intimità a tutti. Fu sempre Cinzia a prendere l’iniziativa e dedicare al sesso del suo uomo tutte quelle attenzioni orali che lo mandavano in estasi durante i loro incontri. Con la coda dell’occhio Giorgio vide che anche l’altra coppia era intenta nelle loro effusioni.. Però Giorgio notò che c’era qualcosa che non andava. La naturalezza dell’altra coppia non era pari alla loro. Soprattutto Anna non mostrava di essere a suo agio. Sembrava fosse infastidita dal gioco multiplo, come se la presenza degli altri due la inibisse. Dava l’impressione di essere il classico vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. Giorgio allora, per movimentare la situazione, propose di unirsi tutti e 4 assieme al gioco. Andrea fu subito entusiasta dell’idea; avendo visto Cinzia all’opera non aspettava altro che dedicarsi alle sua attenzioni e mentre i due si lasciavano andare alla lussuria, Giorgio si avvicinò ad Anna e per rompere il ghiaccio cominciò a toccarle il seno poi piano piano fece scendere la mano verso il suo basso ventre. Quando arrivò al pube la sentì fremere ed irrigidirsi. La vide con lo sguardo cercare comprensione e aiuto in Andrea ma questi ormai era tutto preso dalle attenzioni orali che Cinzia rivolgeva al suo membro. Lenti ed intensi colpi di lingua dapprima sul glande e poi affondando e facendo sparire il membro turgido fino in fondo alla bocca quasi fosse un Silvan in gonnella intento in un gioco di prestigio. Gianni dal canto suo cercava di infondere tranquillità ad Anna ma ogni tentativo di approccio non veniva ricambiato. Era troppo tesa. Allora cominciò a carezzarle piano piano i capelli, la fronte e a farle un po’ di coccole sul viso. Sembrava si stesse sciogliendo e allora tentò un nuovo assalto ponendo le labbra sulle sue e cercando con la lingua di aprirsi un varco nella sua bocca ma lei rimase fredda. Allora si avvicinò lentamente all’orecchio e per tranquillizzarla maggiormente le sussurrò “Non aver paura non succederà nulla che tu non voglia”. A quelle parole Anna, sicuramente rassicurata, aprì gli occhi e guardando Giorgio sorrise. Quel sorriso, così sereno e spontaneo e quello sguardo così tenero esprimevano una dolcezza fuori del comune. La facevano sembrare un pulcino bagnato in cerca di protezione. Giorgio allora l’attrasse a sé e cercò le sue labbra. Anna stavolta non oppose resistenza e si lasciò andare ad un lungo bacio appassionato che sembrava non avere mai fine. Non oppose resistenza neanche quando sentì che la mano di Giorgio scendeva verso il basso prima verso il seno giocando con il capezzolo, che nel frattempo si era inturgidito, e poi ancora più giù al pube e poi ancora quando sentì che le dita di Giorgio insistevano sul clitoride. Scoprì che quelle audaci carezze, fattesi più insistenti, cominciavano a piacerle anche se non erano quelle del suo uomo. Il respiro cominciò a farsi affannoso tradendo un’eccitazione che ormai era impossibile nascondere. Giorgio a quel punto scese con tutto il corpo verso il basso e affondò il viso tra le sue gambe. Cominciò a dedicarsi al suo clitoride con movimenti della lingua lenti e delicati poi quando sentì che il suo piacere cominciava a farsi più intenso ruppe gli indugi e decise di penetrarla. Ormai Anna si era completamente abbandonata e ad ogni colpo che Giorgio affondava sentiva il piacere percorrerle tutto il corpo fino ad arrivarle al cervello. Si sentirono travolti da una passione indescrivibile finchè entrambi esplosero in un orgasmo così intenso da togliere il fiato. Si baciarono di nuovo. Anna sembrava contenta e guardando negli occhi Giorgio gli rivolse lo stesso sorriso dolce di prima e lui la strinse a sé. Rimasero così abbracciati in silenzio per qualche istante. Dall’altra parte del letto poi, anche Cinzia e Giorgio, erano impegnati allo spasimo ad interpretare figure da kamasutra. Cinzia in posizione pecoreccia accoglieva lo stantuffo di Andrea lanciando dei gridolini di piacere soffocati a stento. Si ritrasse all’improvviso da quella lotta e cambiando posizione fece sparire nelle bocca il membro del compagno occasionale chiedendogli di venirle in bocca. Andrea non se lo fece ripetere due volte ed esplose con violenza sia nella bocca che sul viso di Cinzia. Senza perdere la calma ed ostentando una naturalezza non indifferente lei si ritrasse pian piano e con il dorso della mano si puliva le gocce di sperma che le avevano colpito il viso. Sembrava di assistere ad una scena dantesca “la bocca sollevò dal fiero pasto….”; del resto Cinzia non si smentiva mai, la sua esuberanza anche in campo sessuale, a parere di Giorgio, non aveva eguali. Rimasero adagiati tutti e 4 sul letto godendosi la fase di rilassamento. Brevi attimi di silenzio e di calma con un’atmosfera da quiete dopo la tempesta. Nessuno osava o aveva il coraggio di prendere la parola per raccontare le emozioni e le sensazioni vissute durante l’incontro. Fu Andrea a rompere il ghiaccio dicendo che il tempo, seppur piacevolmente, era comunque trascorso in fretta ed era tempo di tornare ai propri ovili. Si ricomposero e si salutarono ripromettendosi a breve un altro incontro. Saliti sulle proprie auto si avviarono. Durante il viaggio di ritorno Valeria parlava, parlava, parlava raccontava le proprie impressioni sia sulle persone incontrate sia su ciò che era avvenuto tra quelle 4 mura. Giorgio intento nella guida ogni tanto la guardava ma senza prestarle attenzione più di tanto. Altri pensieri affollavano la sua mente. Ripensava allo sguardo di Anna, quello sguardo da pulcino bagnato che esprimeva dolcezza e tenerezza allo stesso tempo. Non riusciva a toglierselo dalla mente. Il ricordo gli rimase ancora per diversi giorni.
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10 years ago
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Condivisa
Mi chiamo Liliana, ho quasi trentanove anni, da diciotto, sono sposata con Carlo, che ne ha due più di me. Abbiamo un figlio di nome Luca che avrà diciotto anni fra un mese. Sono appena uscita dalla doccia, sono nuda, ammiro il mio corpo. Alta uno e settantacinque, seno terza, anzi più quarta, capelli castano chiari, occhi scuri, viso aperto, sorriso solare bocca ampia e labbra carnose. Gambe abbastanza lunghe, ben tornite e sedere che molti definiscono, “ un bel culo!”, mani ben curate nonostante la mia sola occupazione di casalinga. Mentalmente faccio un resoconto della mia esistenza fino a questo momento della mia vita, e non mi lamento. Sono giunta al matrimonio “quasi vergine.” dico, quasi perche a sedici anni avevo un debole per un mio cugino più grande. All'epoca abitavamo insieme, e fra noi vi era molta confidenza. Fra un gioco e l'altro mi ritrovai il suo cazzo in bocca. All'inizio fu una vera sorpresa, poi lentamente imparai a succhiarlo veramente bene, e quando mi scaricò in bocca, la sua semenza ne fui veramente estasiata. Mi piaceva molto ingoiare il suo sperma, ne ero diventata golosa e non perdevo occasione per gustarlo. Ovviamente anche da parte sua la cosa lo riempiva di vero orgoglio, mi chiamava “ la sua piccola bocchinara ” io ne ero veramente fiera. Poi i suoi genitori decisero di emigrare, un mese prima della partenza ci ritrovammo io e lui da soli in casa mia. Ero dispiaciuta e nello stesso tempo desideravo donargli un ricordo indelebile, volevo essere sua!. Dopo averlo succhiato molto e a lungo, ero eccitatissima, lui mi leccava la lumachina facendomi schiumare da matti, ero pronta, glie lo dissi, ma lui dopo un momento mi disse che era una cosa che dovevo donare al mio futuro marito, mentre lui si sarebbe accontentato di un altro regalo. Mentre parlava, un suo dito mi stuzzicava il fiorellino anale, compresi e approvai all'istante la sua idea. Mi fece una vera preparazione, leccandomi molto e infilando lentamente le dita dentro l'ano per farlo abituare. Mi lubrificò con dell'olio profumato, ero pronta, lo volevo, mi misi distesa di lato, e lui si distese dietro di me. Mi pose la mia gamba sopra la sua e mentre sentivo la dura cappella appoggiarsi dietro di lui, con la mano mi torturava davanti il bottoncino provocandomi delle sensazioni di immenso piacere. Spinse per metà il cazzo dentro, con un colpo deciso ma delicato, sentii un dolore che subito fu sostituito dal piacere che mi dava davanti. Dopo un momento mi spinse tutto il randello dentro.
….....aaaaaahhhhhhhh....uuummmhhhmm..........sssssssssiiiiiiiiiiiiiii..............
Un lungo gemito di misto piacere /dolore uscì dalla mia bocca. Rimase immobile per un po', sempre toccandomi davanti, poi quando si rese conto che mi ero rilassata, prese a muoversi dentro e fuori. Prima lentamente, poi sempre più velocemente con il risultato che io incominciai a godere e lo incitavo a fare più forte.
….........sssssssssiiiiiiiiiiiiiii.............. ddddaaaaaaiiiiii....sfondamiiiiiiiii!!!!!! vengooooooooo!!......
Dopo che avevo ripetutamente goduto, lui esplose dentro di me con un grido bellissimo. Sentire l'ano riempito da un calore intenso, mi provocò l'ennesimo orgasmo. Non ci furono altre occasioni, e da allora non l'ho più fatto, nemmeno mio marito me l’ha mai chiesto ed io per serbare ancora quel ricordo non e l’ho mai cercato. Dopo un po anche i miei genitori si sono trasferiti in città, ed io avevo già conosciuto Carlo, uno studente dell'ultimo anno, mi piaceva, sentivo la mancanza di mio cugino, e ci fidanzammo. Per giustificare la mia particolare bravura nel succhiarlo dissi che me lo aveva insegnato un precedente fidanzato. Una sera, quando avevamo festeggiato il mio diciottesimo compleanno, fui sua. Fu subito piacere anche con lui. Fu bravo, mi portò a un tale livello di eccitazione che quando mi sverginò ho sentito solo un lieve fastidio, poi tanto piacere. Inesperti e incoscienti nessuno dei due si prese la briga di avere delle precauzioni, così mi ritrovai incinta. Dopo un comprensibile casino, le nostre famiglie si accordarono per farci sposare. Carlo aveva terminato gli studi di ragioneria e grazie a una conoscenza di mio suocero iniziò a lavorare in banca. Poi che possedevano una casa grande ci ricavarono una camera matrimoniale e andammo a vivere con loro. Lavorando tutti, io restavo a casa d accudire mio figlio e a prendermi cura della casa. All'inizio mi sembrò un po dura, poi lentamente la cosa incominciò a piacermi. Passarono gli anni, morirono sia i miei genitori che mia suocera, lei dopo una lunga malattia sempre accudita da me. Con mio marito non ho mai avuto problemi, il classico uomo tutto casa lavoro. Pochi svaghi e molta famiglia. A letto è molto attivo, anche ben messo fra le gambe. Mi scopa sempre con molto impeto, non mi lascia mai insoddisfatta, anche se non ha molta fantasia, io ne sono soddisfatta. Dopo tutti questi anni mi ritrovo ad ammirare il mio corpo, ne sono fiera, l'ho sempre curato molto, mi riguardo nello specchio che abbiamo nella piccola palestra che abbiamo ricavato nella nostra nuova casa che abbiamo acquistato dopo che abbiamo venduto le altre proprietà. Nuda mi trasferisco di sopra, vado in camera per vestirmi esento il rumore del portone chiudersi, e Franco mio suocero che ritorna dalla sua passeggiata quotidiana. Da due mesi è in pensione, e mi stò abituando alla sua presenza. Prima ero sempre sola, ora invece pranziamo insieme ci facciamo compagnia, mentre Carlo torna tardi dal lavoro e Luca ha sempre il pomeriggio impegnato fra studio, sport e ragazze. Franco, è un bell'uomo. Alto, spalle larghe, fisico asciutto, ha sessantadue anni, ma non li dimostra. Di recente ho sentito una signora dire a un altra che si sarebbe fatta un giretto volentieri con lui. Mi reco in cucina mentre lui generalmente legge il giornale, ma quando lo vedo, ho come l'impressione che mi guardi in modo diverso, più intenso e poi ignoro la vistosa erezione che gli gonfia il pacco. Mentre pranziamo, lui mi osserva decisamente, con occhi diversi, mentre i nostri discorsi finiscono sulle imminenti feste di Natale.
“ mi piacerebbe farvi un regalo, che ne dici se si va una settimana in montagna?” - mi chiede sempre con lo sguardo fisso su di me.
Mi sento un poco a disagio per l'insistenza del suo sguardo, ma gli rispondo che non vi sono problemi, sia a Carlo che Luca piace tantissimo sciare. Così al pomeriggio del giorno di Natale partiamo per la montagna. Arrivati, ci sistemiamo in una piccola baita affittata per noi. Carlo ed io, in camera insieme mentre lui e Luca dormono nella cameretta con i letti singoli. I due giorni a seguire furono tutto un girare di funivie e piste di sci. Poi Luca trovò degli amici che lo invitarono assieme al padre a fare il giro delle piste nere. Poi che era molto bello decisero di accettare, anche se questo comportava di dormire una sera in un rifugio in alta quota. L'indomani partirono di buon mattino, mentre, Franco ed io, ci dedicammo al puro relax. Nel pomeriggio eravamo in paese con la moto slitta, compresa nell'affitto della baita, vedemmo delle foto di alcune cascate completamente gelate, quindi prese delle informazioni e trovato il sentiero che vi conduceva siamo partiti. Dopo circa una mezza ora di viaggio abbiamo trovato il posto, era meraviglioso. Scattate tante foto, ci siamo rimessi in viaggio per il ritorno, anche perche si stava facendo velocemente notte, quando improvvisamente a iniziato una vera tormenta di neve. Ci troviamo subito in seria difficoltà. Nevica fortissimo e nel buio il piccolo faro del mezzo non fa vedere bene il sentiero, con il rischio di finire in un dirupo. Improvvisamente Franco nota delle cataste di tronchi a poca distanza dal sentiero, e si dirige verso di loro. Ci sono tronchi grandi e altri piccoli, fra le cataste è stato ricavato un piccolo rifugio, coperto, chiuso dietro e con dentro un grosso telo, lui mette la motoslitta davanti e copre con la neve l'ingresso, stende il telo e ne ricava un posto asciutto e riparato. Sono congelata. Batto i denti in maniera incontrollata, stò quasi al limite dell'ipotermia.
“ spogliati!, togliti i vestiti bagnati” - mi ordina perentorio. Lo guardo stupita, mi ordina di spogliarmi ed io muoio di freddo! Deve essere matto!
Non aspetta la mia reazione, si toglie la giacca a vento, poi la mia e la mette sotto di noi, poi mi denuda parzialmente e velocemente lui fa lo stesso. Mi avvolge con il telo e si distende su di me e mi stringe fra le braccia donandomi il suo calore. Per un momento credo di morire, poi lentamente il piccolo rifugio si rivela provvidenziale, mi sto riscaldando, e sento che sul mio ventre qualche cosa di duro preme. Fuori infuria la tormenta mentre dentro di me un turbine d’idee stà lasciando il posto alla ragione. I nostri occhi abituati al buio s’incontrano, poi senza che nessuno dica nulla le nostre bocche si uniscono in un bacio furioso, fatto di labbra che si mordono, lingue che s’intrecciano e succhiano impazzite. Le sue mani mi tolgono quel poco che è rimasto dei miei indumenti e mentre mi bagno in maniera assolutamente inusuale, lo sento premere con la dura cappella delle labbra della mia vagina che lo lascia entrare senza opporre nessuna resistenza. Scivola dentro di me fino in fondo. Sento il suo corpo aderire al mio, sento le palle battere sui glutei, mentre il mio clito è schiacciato meravigliosamente dal suo peso. Godo all'istante! Tremo, e non per il freddo ma per il piacere che mi da sentirlo dentro. Mi sembra molto più grande di quello di Carlo, e lo lascio sbattermi senza nessun ritegno. Lo incito, lo invito a farmi godere, cosa che fa meravigliosamente.
…...sssssiiiiii.......dddddaiiii spacccaaamiiiiii.....ssiiiiiiiii goddddoooooo.......oraaaaa!!!!!!!....
Mi pompa con esperta maestria. Lo sento affondate e poi uscire e ricominciare fin quando non gli urlo il mio piacere, poi mi pompa ancora più forte e mi fa urlare di nuovo. Infine lo avvolgo con le mie gambe, le serro dietro di lui e lo imploro di venire. Mi sbatte con furia selvaggia. In fine gode con un grido che lo scuote tutto.
….........aaaaaaaahhhhhhhhhhh..........SSSSIIIIII.......SBORROOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!......
Mi scarica dentro un fiume di caldo seme che non riesco a trattenere. Lo sento colare dalle labbra della mia dilatata fichetta. Immobili e in silenzio ci addormentiamo mentre fuori la tormenta infuria. All'alba ci guardiamo in faccia, mentre cerchiamo di recuperare la nostra roba per tornare alla baita. Lui mi sorride. Poi andiamo a casa. Dentro ci infiliamo sotto la doccia. Lui mi lava mentre l'acqua calda tonifica i nostri corpi. Siamo eccitati e lui mi prende da dietro. Lo sento entrare con impeto, mi apre, scopa divinamente, godo lo assecondo spingendo indietro il mio corpo andando incontro al suo meraviglioso palo che mi sfonda meravigliosamente.
…..sssiiiii...spingiiii...piùù...forteeee...sssiiiii....ddaiiiii...........godoooooo......
Mi serra per i fianchi, mi sbatte.
...Ti piace è?...lo sapevo che eri una troia nascosta.... ti ho visto qualche giorno fa mentre ti ammiravi davanti allo specchio, mi sono dovuto segare per quanto ero eccitato..... senti come ti sfondoooo....
Intuisco ora la sua insistenza a tavola, mi eccita ancora di più sapere che mi ha spiata.
...ssscopammiiiii...ssssiiiii.....sono una troiaaaa..ma fammiii godereeeee.........
Mi pompa a lungo, resto stupita dalla sua resistenza, poi si sfila da me. Sento come un senso di vuoto, lasciato da quel cuneo di carne. Lo sento lubrificarmi il fiorellino anale, mi giro lo guardo, lo voglio anche lì.
“ fai piano, sono quasi vergine.” - gli dico e mi giro di nuovo, appoggio le mani al muro e inarco indietro il culo per riceverlo meglio.
“ Quasi vergine? Mi vuoi far credere che mio figlio non si gode tutto questo splendore?”
Lo guardo e annuisco. Mi lubrifica con della schiuma, poi lentamente mi penetra fino in fondo, molto lentamente, facendomi assaporare centimetro dopo centimetro per tutta la sua lunghezza. Godo. Mi fa impazzire e sento che dentro di me qualche cosa sta cambiando. Mi sento troia e ne vado fiera. Mi sbatte il culo come un dannato. Mi serra i fianchi, poi esplode dentro facendomi provare la stessa sensazione di allora e ne godo in maniera sconvolgente. Dopo esserci rivestiti, sentiamo mio marito al cellulare. M’informa che essendo rimasti bloccati anche loro per la tormenta e che ora che splende il sole, vorrebbero approfittare per un po di fuori pista, quindi tornano l'indomani. Franco ascolta, poi finita la conversazione, mi dice che la sera mi porta cena fuori. Passiamo tutto il resto della giornata distesi davanti al caminetto a scambiarci coccole ed io glie lo succhio ripetutamente senza farlo venire. Mi eccita tantissimo sentire quel palo in gola, lui ne gode tantissimo e mi apostrofa i più sconvolgenti epitaffi.
…..dai succhialo troia....ssssiiiii cosiiiii a che bocchinara seiiii...vacca ...puttana... troia da bordello......ti faccio impazzire di piacere...ti sfondo anche la gola....zoccola!!!.......
Godo nel sentirlo parlare, gode del piacere delle mie labbra e questo mi fa impazzire. La sera usciamo a cena, mi metto così in tiro che a lui viene subito di nuovo duro. Dopo cena torniamo e la notte ci vede uniti in un instancabile amplesso che mi sfinisce. Alla fine sono costretta ad arrendermi, lui è sempre in tiro. Gli chiedo come fa e lui mi risponde che non scopava così dalla morte di mia suocera e che sono io che lo eccito, anche se poi ho scoperto certe pasticchine blu ben nascoste. Nel pomeriggio tornano gli altri. Sono sfiniti, Carlo decide di andare alla sauna per rilassarsi mentre Luca va a dormire, la sera esce con gli amici e vuole essere in forma. Alla sauna, data l'ora del pomeriggio, non c'è nessuno, io sono tentata di farmi scopare da mio marito. Dopo qualche moina lui è già in tiro, mentre io ho bisogno di scaldarmi di più. Mi distendo sulla lastra di marmo calda, e lui si mette in ginocchio, mi lecca divinamente, ora mi sto veramente eccitando. Siamo così intenti a divertirci che non ci accorgiamo di Luca, che non riuscendo a dormire ha deciso di raggiungerci. Ci osserva attraverso il vetro che c'è sulla porta, mi vede succhiare il cazzo di suo padre, poi che apro le cosce e mi lascio penetrare fino in fondo. Godo, non posso urlare ma la situazione intrigante mi eccita da morire. Carlo mi scopa di buona lena, mi fa raggiungere alcuni orgasmi, mi sento veramente troia, la notte con il suocero e il pomeriggio con mio marito, godo e impazzisco quando voltato lo sguardo, incrocio quello estasiato di mio figlio che ci osserva. Ho un tremendo orgasmo e sento anche Carlo che sta per venire, lo esorto a uscire e me lo infilo in gola, facendo in maniera che Luca si goda bene la scena. Quando rialzo il capo lui se ne andato, io dentro di me sento che ora voglio anche lui. Non ho nessuna remora, voglio godermi anche mio figlio! Il giorno dopo è un continuo scambio di dolci occhiate fra me e lui, piccole provocazioni e casuali contatti. Ci stiamo eccitando, ma nessuno dei due vuole fare il primo passo. A cena siamo in compagnia dei loro amici con cui sciano, io indosso una gonna e degli stivali. A tavola lo sento vicino a me, che spesso tocca con la mano la mia coscia. Dopo cena decidono di recarsi a giocare a curling, uno strano gioco con bocce di pietra da far scivolare sul ghiaccio. Luca ed io, ci sediamo sugli spalti a guardare, ma poi che il mio abbigliamento non è appropriato, sento freddo, decido di tornare e mi faccio accompagnare da mio figlio, che saluta tutti e scambia un cenno di saluto con il padre. A casa, appena dentro mi abbasso per ravvivare il fuoco nel caminetto, lui è in piedi davanti a me, vedo il gonfiore del pacco sui suoi pantaloni.
“ ti sei divertito a spiarci nella sauna?, ti è piaciuto? E chissà cosa pensi ora di tua madre? - gli chiedo sempre restando accovacciata davanti al focolare.
“scusa, ma eri così erotica che non ho potuto resistere, e devo dire che sei molto bella e brava, in quanto a cosa penso è presto detto, sei meravigliosa, e papà è molto fortunato ad avere una bella donna come te al fianco.” - mi risponde abbassando lo sguardo mentre arrossisce in viso.
“ Grazie, ma anche tu sei fortunato ad avermi come madre, anche se non mi reputo tanto bella, confrontata poi con le giovani ragazze che frequenti io sono da buttare.” - gli rispondo guardandolo negli occhi.
“ da buttare???.. ma scherzi, io se non fossi mia madre non so cosa ti farei!!” - mi risponde con impeto.
Era quello che volevo sentire. Mi avvicino gli apro i pantaloni e infilo la mano nei suoi boxer. Sento subito un bel cazzo duro che vibra fra le mie dita, lo estraggo e senza dire nulla lo infilo in bocca.
…... ooooooohhhhhhh … mammaaaaaa!!!!!!... seiii meravigliosaaa..... sborroooooooo.........
Non regge il gioco, m’inonda di calda semenza la bocca. L'ingoio è tanta e devo deglutire velocemente, ma riesco a mandarla tutta giù. Mi spoglio e anche lui lo fa velocemente, poi ci trasferiamo sul letto, lui mi lecca avidamente è stupenda la sua esuberante inesperienza che mi fa impazzire. Lo faccio calmare un poco poi lo voglio dentro di me. Segue attentamente i miei consigli, si muove bene e mi pompa a lungo. Godo, e ho due orgasmi bellissimi, poi anche lui è al limite, mi pompa con vigore, io urlo l'ennesimo orgasmo e anche lui si svuota dentro il mio ventre. Restiamo un momento abbracciati, poi, lo invito ad andare in camera sua, non voglio che suo padre lo trovi con me, lui esce e quando è sulla porta, si gira e mi guarda con un sorriso allusivo che non comprendo al momento Poco dopo tornano mio marito e mio suocero, si salutano e Carlo entra subito nel letto, è eccitato, mi penetra rapidamente con impeto. Resto un poco sorpresa, ho ancora dentro di me il seme di Luca, non ho avuto modo di lavarmi, e ho, paura che lui, se ne renda conto, invece lui mi scopa con tale vigore che mi fa godere subito e poi anche lui esplode dentro di me riempiendo ulteriormente la mia fica di seme che si mischia all'altro. Finito, vado a lavarmi in bagno, quando torno, ho una grande sorpresa. Distesi sul letto trovo tutte tre che mi guardano nudi con i loro cazzi gia in tiro.
“ amore vieni a letto che ora ti facciamo impazzire.” - mi dice Carlo invitandomi a braccia aperte.
Li guardo stupita. Loro mi sorridono, poi Carlo mi trascina fra loro, mi sussurra che poi mi spiega tutto, ma ora vuole che io goda fra loro. Una notte indimenticabile, mi hanno scopato ripetutamente in tutti i buchi e ricoperto ogni millimetro del mio corpo di caldissima sborra. All'alba sfiniti ci siamo addormentati, poi nel pomeriggio, fatti i bagagli siamo ripartiti e lungo il viaggio di ritorno mi hanno dato tutte le spiegazioni che volevo, ma c'era poco da spiegare, i tre si erano mesi d'accordo per condividermi fra loro e io ora mi godo le loro mazze, ma con la chiara promessa che Luca deve trovarsi una giovane donna per lui, magari un po troia da condividere con noi.
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10 years ago
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Slave irina
Piazzetta di Portofino siamo io e la mia Slave seduti a prendere un caffè .
La gente affolla la piazzetta e come al solito la mia Slave attira gli sguardi dei presenti.
Lei è tutta contenta ,accavalla le gambe e mette in mostra quello che ha.
La guardo compiaciuto e abbozzo un sorriso ,il cameriere ha già capito che è una Slave.
Il cameriere è abituato a cogliere le sfumature ,il marito non posso esserlo per ovvi motivi ,lei è attenta a eseguire i comandi, uno più uno fa due heheheh.
A un tratto si avvicina un distinto signore :Alberto anche tu qui?
Guardo con più attenzione e riconosco Aldo .
Una vecchia conoscenza :Aldo che sorpresa non eri in Brasile?
No no sono rientrato dopo un’ anno detto questo si siede con noi al tavolino: Prendi qualcosa gli chiedo.
Si rivolge verso la mia Slave :E tu?: Sono la sua schiava con voce decisa.
Aldo mi guarda e sorridendo : Se è così ,puoi imprestarmela .
La mia Slave mi guarda io guardo lei e Aldo aggiunge : Lo so che tu non dividi mai le tue Slave stavo solo scherzando.
Lo guardo sempre col sorriso: Con le Slave usi troppo il frustino l’ultima che ho visto ne aveva due strisce sul culo.
La risposta di Aldo non tarda: Si però era un bel culo.
Alla fine ridiamo tutti e tre lui allunga una mano verso le cosce della mia Slave ,lei mi guarda io abbozzo un sorriso e lei apre le gambe lasciando che la mano di Aldo entri a contatto con la rosea fessura di lei.
Aldo: è come al solito senza mutandine e bagnata ,hai una Slave da favola come sempre.
Si Aldo ma adesso stacca la mano dalla passera prima che ti morda ,queste sono passere con i denti e scoppia una risata generale .
Aldo : Sono qui con il barcone ,cosa dici ceniamo insieme ?
Si Aldo si può fare ,ci vediamo per le ventuno ti va bene? Aldo: porta anche lei così farà compagnia alla mia .
Ci alziamo salutandoci e andiamo verso il parcheggio al coperto dove ho messo la mia piccina.
Rientrando Lei mi dice: Padrone non mi piace quel Aldo, e io prontamente rispondo: è una vecchia conoscenza abbiamo fatto affari insieme ,è un buon socio ha solo qualche pecca ma non devi preoccuparti
Non è cosa per te. Sento un sospiro di sollievo.
Arriviamo alle ventuno ,puntuali come un orologio svizzero la mia Slave è stupenda ,si gira tutto il molo a vederla ,spuntano dalle barche come funghi per guardagli il culo.
Aldo è sulla poppa di quello che lui chiama barcone ,un trenta metri a vela da paura.
Al suo fianco una ragazza alta discreta ma come tutte le schiave di Aldo è trascurata, a dire il vero sembra spenta. La mia invece è uno splendore ,curata nella persona e nell’abito che è piccolo ma gli sta da incanto.
Aldo: benvenuti a bordo .Rispondo : chiedo al comandante il permesso di salire ,una risata accompagna la stretta di mano.
La mia schiava al mio cenno si dirige verso la ragazza e iniziano a conversare mentre io e Aldo beviamo qualcosa. Aldo: Ma sai che la tua schiava e uno schianto ,la mia risposta è secca : non e cosa per te ,sei troppo materiale qui si tratta di donna fine ,parliamo della tua ,dove l’hai presa?
Aldo: a niente mi hanno portata questa ragazza in cambio di un’auto. Mi scappa una risata sei sempre il solito era meglio che tenevi l’auto almeno non fai danni, è di ferro, la sua risata parte con fragore .Aldo : hai ragione come sempre.
Ci avviamo nel salone per cenare e prendere posto.
La mia Slave la siedo alla mia destra e altrettanto la Slave di Aldo.
La cena viene servita da due ragazze vestite alla zoccola .Ci scappa da ridere a tutti tranne la ragazza che siede al fianco di Aldo .
Aldo : vedi non ride mai da quando è qui non fa altro che tenere il broncio, finirà che la cedo a qualcuno.
Un’altra volta , dico con fare staccato, ma non riesci a farti durare nulla ,qui ridiamo solo io e lui.
Coraggio dimmi la storia della ragazza, e intanto andiamo avanti a mangiare.
Aldo: La ragazza è della Moldavia ,ero in affari con uno di loro e si era fissato di una auto che usavo ,alla fine ha voluto l’auto e mi ha dato questa ragazza ,io incalzo l’argomento: Ma che storia ha?
Aldo con un sospiro : una studentessa dell’università ,finita in qualche giro strano ,la solita storia, alla fine è stata fatta schiava credo per debiti.
Mentre lui racconta la storia guardo la ragazza che sta con occhi bassi e con fare spento.
Come sempre mi lascio impietosire e credo che Aldo si sia accorto. Aldo: facciamo così mi lasci una giornata la tua e io ti cedo la ragazza .Lo guardo con il sorriso :Non se ne parla neanche al massimo ti fa una pompa e tu mi cedi la ragazza.
Aldo :Affare fatto ,io guardo la mia Slave che sorride è una buona causa.
L a mia Slave non si fa pregare , gli sbottona i pantaloni e inizia a succhiare il cazzo di Aldo ,lui la afferra per i capelli e con foga accompagna la testa su e giù di lei ,io guardo e mi accorgo che lei lo sta facendo con maestria ,alla fine lui gli viene in bocca ,lei ingoia tutto e lo pulisce con la lingua .
Lui mi guarda : Azz. Alberto hai una pompinara da favola ,io accarezzo i capelli di lei con un sorriso compiaciuto.
La serata finisce come si direbbe in armonia e quando veniamo via ci ritroviamo questa ragazza a rimorchio.
La mettiamo dietro la mia piccina ,starà stretta ,meglio che sul barcone con quello spostato di Aldo.
Mentre sono alla guida mi rivolgo alla ragazza e gli chiedo come si chiama e lei mi risponde Irina ,certo che fantasia sui nomi poca.
Guardo la mia Slave : Hai salvato questa ragazza, lei mi guarda con il solito sorriso :Si padrone è sta una buona azione.
Bene siamo arrivati ,domani mattina vediamo sul da farsi ora tutti a nanna ,la ragazza sistemala e poi vieni da me.
Sono già a letto che vedo entrare la mia Slave ,collare e perizoma si infila sotto le lenzuola alla velocità della luce ,appoggia la testa sul mio petto: Padrone sono stata brava oggi, rispondo : Fantastica e lei: allora merito un premio ,Cosa vuoi per premio?
Padrone voglio essere scopata da dietro.
Ti accontento volentieri mia dolce schiava, la metto col culo all’aria ,è sempre un grande spettacolo.
Gli ordino di masturbarsi mentre la penetro dietro ,esegue con solerzia il comando ,fino a venire in contemporanea col suo padrone.
Ci accasciamo sfiniti in un abbraccio .
E’ mattina la mia Slave mi porta la colazione a letto e il solito giornale.
Gli chiedo notizie di Irina, mi conferma che ha fatto colazione e aspetta istruzioni.
Completo la mia colazione e vado in cucina , trovo la ragazza seduta in un angolo.
Chiamo la mia Slave ,ci guardiamo :che cosa ha la ragazza: Niente padrone forse aspetta una punizione .
Quale punizione ? La ragazza con poca voce : quella che mi prendo tutte le mattine.
Guardo la mia Slave con fare stupito: Cosa sta dicendo è pazza?
Interviene la mia Slave : Padrone Aldo si divertiva così ,mi avvicino a Irina la guardo negli occhi : Ho capito ,vestitevi oggi andiamo a fare shopping.
Alla mia Slave gli si illumina il viso ,ha già capito che potrà prendersi quella borsetta che ha visto ,con fare felino prende per un braccio Irina la porta in camera sua cercando di trovare un abito che gli vada bene. L’atmosfera è già cambiata sembravano due cerbiatte in calore ,volavano non toccavano il pavimento.
Quando arriviamo nel centro commerciale sembrano due pazze Irina era peggio di una bambina .
Giunge sera che sono sfinito ,come sempre il salotto diventa una cabina di prova vestiti e biancheria intima ,mi metto in un angolo e mi diverto a vederle.
Sono due belle gnocche ,Irina sembra rinata quando ride si illumina il viso.
Le due donne vanno d’accordo ,rivolgendomi alla mia Slave : Insegna a Irina le regole base del suo Master e domani portala da Mario : Si Padrone in coro.
Chi è Mario è quello che fa da estetista e parrucchiere alle più belle della città.
E’ ora di andare a letto ,le ragazze le sento che si fanno le confidenze ,sono immerso nella solita lettura prima di chiudere la luce vedo che con una velocita da centometrista si infilano sotto le lenzuola .
Hanno voglia di giocare ma a dire il vero mi limito a guardarle ,la mia Slave nuda indossa solo il collare e Irina anche lei nuda e collare.
Iniziano a accarezzarsi la mia Slave mi guarda: Padrone Irina e molto bella posso giocarci?
Io accenno un sorriso e gli faccio cenno di fare.
Lo spettacolo è degno dei più belli film Hard, le sento ansimare e godere più volte è un intreccio di mani ,gambe, e lingue.
Non passa molto che si attaccano al mio cazzo e a turno o insieme lo lustrano con la lingua ,la mia Slave lo avvolge dentro la sua fessura ,Irina si dedica ai capezzoli di lei .
Quando abbiamo finito mi ritrovo la rosea fessura di Irina sulle mie labbra ,le due ragazze che si baciano e io che sono venuto nel ventre della mi Slave .
Irina sorride : Non credevo che ci fosse un padrone così e la mia Slave :Si è il mio –nostro padrone
Ho un sospetto sono veramente il Padrone?
La mattina seguente mi sveglio con l’idea di dare a Irina una più stabile occupazione ,non mi piace che stia tutto il giorno a non fare nulla, la mia Slave si occupa dime e mi fa da segretaria ma Irina?
Con calma al risveglio delle ragazze. Vedo Irina e la mia Slave che sono a fare colazione ,mi avvicino :Irina che scuole hai fatto? lei mi guarda stupita :Ho fatto solo il primo anno di università , facoltà di giurisprudenza ,prontamente gli chiedo: Con che profitto? Ero la migliore Padrone.
Guardo la mia Slave e lei guarda me ,con una espressione stupita :ok facciamo così :Irina riprendi gli studi ,lei sgranando gli occhi : Ma padrone sono una schiava. Si sei la mia schiava .
Irina rimane per qualche minuto in silenzio poi scoppia in lacrime e si getta in ginocchio ai miei piedi: Grazie padrone .si va bene però basta piangere ,mi giro verso la mia Slave :Provvedi a tutto tu ,e con un sorriso : Ho fatto una buona azione , vero?: Si padrone :siamo in due aggiungo.
Passano le settimane ,gli studi di Irina vanno bene ,è la conferma che ho fatto la scelta giusta ,la mia Slave si occupa di tutto ,il mio ingresso in casa viene sempre accolto come una festa, Sono splendide ,Irina ha imparato in fretta e conosce i miei desideri , la mia Slave gli ha insegnato bene ,le due ragazze sono curate nella persona e in casa girano nude come piace a me.
Irina è un carattere diretto : Padrone vorrei che mi facessi un clistere ,Io la guardo sorrido è presente anche la mia Slave. preparate tutto per questa sera quando torno, la risposta è immediata :Si padrone.
Ho l’impressione che siano d’accordo le due monelle.
Il clistere è una pratica che molti Master usano per umiliare la Slave ,però può essere usato a fini erotici, quello punitivo molti Master lo usano con molta aggressività e potrebbe essere per la Slave un supplizio ,quello erotico è un piacere molto intimo .
Arrivo come al solito all’ora di cena ,come entro trovo nell’ingresso le due ragazze a accogliermi in ginocchio pronte a prendere la classica tirata di coda con bacio.
Le due monelle avevano preparato tutto ,mi siedo in bagno dove avevano preparato una sedia e Irina prontamente si sdraia a pancia in giù : Sono pronta Padrone.
Accarezzo il culo ,scendo con la mano fino alla rosea fessura e sento che è già bagnata ,sorrido e la mia Slave mi porge lo strumento da introdurre nel orifizio precedentemente lubrificato di Irina, sento che alla penetrazione della cannula segue un leggero sospiro di Irina ,apro il getto per far entrare il liquido e segue un altro sospiro, la mia Slave partecipa accarezzando il viso di Irina, allungo la mano verso il sesso di Irina e inizio a masturbarla cercando così di rendergli la cosa più piacevole possibile ,Irina è colta da piccoli fremiti sempre più frequenti ,allarga le gambe per aver più superfice vaginale al contatto della mia mano ,i spasmi sono ritmati ,L’orifizio lo sento pulsare ,il suo respiro è un ansimare sempre più veloce ,alla fine un piccolo urletto : Padrone Siiiiiiiiiiiii ,estraggo la cannula e prontamente la mia Slve con un dito va a tappare il buchetto per impedire la fuoriuscita del liquido.
Attendo un minuto la lascio riprendersi mentre gli accarezzo il culo fino alla fessura ,La mia Slave con un dito piantato nel culo di lei e l’altra mano gli accarezza il volto.
Dopo una pausa si gira Irina verso di me: Grazie padrone non ho mai goduto così.
Vita da master eheheheh.
Albert58
14
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10 years ago
admin, 75
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Due slave in una
Il mio lavoro mi porta nei posti più lontani del pianeta ,anche questa volta mi trovo in Asia.
Siamo in tre io il capo progetto e l’interprete. Stiamo viaggiando tra giungla e risaie , ci fermiamo in un villaggio .
Sono l’unico occidentale gli altri due sono del posto.
Il paesaggio è da favola ,di un verde acceso che in Europa non si vede.
L’interprete mi dice di entrare in una delle capanne per riposarmi una ventina di minuti prima di ripartire.
Entro e trovo tutta la famiglia pronta a salutarci come conviene con gli ospiti, gente cordiale ,l’interprete fa tutto lui ,anche perché io non comprendo nulla.
La famiglia composta da dieci figli più i due genitori che sembrano centenari e la nonna, anche lei centenaria ma sul serio.
Tra tutti noto due ragazze gemelle di una bellezza straordinaria ,vestite con l’abito oserei dire della domenica ,ho la conferma che mi aspettavano.
Il classico thè che non manca mai, io mio sguardo è sempre rivolto verso le due ragazze, carnagione chiara capelli castani chiari ,occhi chiari , mi dice l’interprete che hanno venticinque anni.
L’interprete parla con i genitori e dopo essersi scambiati botta e risposta incomprensibile da parte mia si gira verso di me e con fare serio mi chiede: Vuole comprare le due ragazze .
Io ho una età che non mi stupisce niente ormai però così a freddo sorrido per fare intendere lo scherzo è divertente.
Il traduttore mi guarda :Se non le prende lei le mandano al bordello della città più vicina.
Cavolo esclamo a alta voce ,poi capisco che le usanze del posto le necessità di questa gente son ben differenti dal mondo occidentale.
Mi viene il dubbio che abbiano preparato questo incontro sapendo che passavo di qui.
L’interprete lascia intendere che è proprio andata così.
Le due ragazze alzano lo sguardo e mi sorridono lasciando capire che per loro venir via da quel posto non erano certo un dispiacere, posso capirle.
Ok la contrattazione è fatta dal traduttore ,praticamente le ho pagate poco in dollari ,per loro è una fortuna ma duecento dollari l’una sicuramente non è una cifra proibitiva.
Portarle in occidente mi costerà sicuramente molto di più.
Praticamente per loro è come se uno si compra la lavatrice la stiratrice ,invece di mezzi tecnologici qui usano le persone.
E venuto il momento di partire rimaniamo in parola che le ragazze mi saranno consegnate all’aeroporto con documenti e tutto.
Passano due settimane e puntualmente mi ritrovo le due ragazze pronte a salire con me sull’aereo.
Sono stupende tutti le guardano il mio orgoglio è alle stelle ,sono minute ma ben proporzionate ,mi sorridono e a gesti mi fanno capire che sono contente di venire con me.
Inizio a avere qualche dubbio sull’acquisto se si può definire così. Altre due Slave ,già quella che ho mi fa impazzire ,pensate tre.
Ormai è fatta si arriva i Italia carico bagli e ragazze ,chiamo casa e spiego alla mia Slave che sto arrivando con due ragazze asiatiche .
Entro in casa trovo la mia Slave che ha eseguito le mie istruzioni alla lettera ,preparato bagno per me e per le ragazze, ecc…
L’ordine alla mia Slave è di prestare attenzione alle ragazze e piano piano di insegnargli le regole basi.
E’ incantata dalle due gemelle e prontamente le organizza .Le due ragazze non battono ciglio credo che per loro sia tutto normale ,nel loro paese fanno tutto in ginocchio ,sono servili di natura e si inseriscono alla grande nel nostro menagè famigliare.
All’indomani sera al mio rientro le trovo tutte e tre nude nell’ingresso in ginocchio. Entrando svolgo il solito rito del bacio tirando la coda alla mia cavalla ,mi accorgo che le cavalle ora sono tre.
Il sorriso sulla bocca della mia Slave mi mette di buon umore e accontento anche le cavalline.
Mi aspetta una serata alla grande ,tutte e tre svolazzano per casa a gara chi mi coccola di più ma la più divertita è la mia Slave ce assapora il fine serata nel grande lettone.
Non sono più il giovane di una volta gli anni si fanno sentire ma tre sono veramente troppo anche per uno come me.
Alla fine le lascio giocare tra loro e noto con piacere che chi si diverte di più e la mia schiava.
Alla mia schiava gli dico di portare le ragazze a prendere qualche vestito ,se una era uno scempio ,tre sono un uragano.
Alla sera il salotto si è trasformato in una sfilata di mutandine di pizzo e reggiseni, soldi sprecati intanto le faccio girare per casa nude .
Quando passano davanti al portiere ho l’impressione che dopo si masturbi ,non smette di guardagli il culo a tutte e tre.
Ma a parte questo l’addestramento che la mia Slave sta facendo con loro è molto buono e incomincia a dare i suoi frutti, le ragazze a turno appena mi siedo sul divano si lanciano tra le mie gambe pronte al comando per essere sculacciate o farmi dei pompini ,se va avanti così mi devo chiudere in camera.
Questo andazzo non può andare troppo avanti a,lle due ragazze devo trovare una sistemazione più idonea alla loro età ,anche la mia Slave a capito che troppo è troppo.
Siamo alla solita cena di fine anno tra Master.
Arrivo con la mia Slave e queste due ragazze ,sono vestite da favola e loro sono uno splendore che fa mancare il fiato, si accorgono tutti del nostro arrivo ,gli occhi di tutti le stanno spogliando.
Entriamo nella sala del banchetto ,c’è come tutti gli anni una pedana dove vengono messe le Slave che si vuole cedere a altri, possiamo dire una sorta di vetrina.
Metto le due ragazze per così dire in vetrina e la mia Slave come sempre al mio fianco in ginocchio accanto al tavolo.
Da lontano vedo le due ragazze in ginocchio sulla pedana e accanto altre ragazze che hanno portato i colleghi.
La serata ha inizio le slave sono in silenzio accanto al proprio Master ,il livello è alto qualche straniero e intravedo un arabo con la sua Slave. Ci è concesso di portare una sola Slave oltre a quelle da cedere.
A mezza serata si presenta un vecchio amico e mi chiede notizie su quelle due splendide creature in vetrina, rispondo che le cedo solo a certe condizioni.
Mi fa capire che ci sono persone interessate alle ragazze, io rispondo :Bene attendo di sapere chi si fa avanti.
Ovviamente le ragazze sono state informate e a dire il vero, meglio che ritornare al villaggio .
Si presentano in quattro, la scelta sta alla mia discrezione valuto il meglio per loro ,tra tutti scelgo un giovanotto Francese che risiede a Montecarlo.
Credo che le due ragazze con lui potranno stare tranquille ,ho l’impressione che il suo vigore possa placare le loro voglie.
Le condizioni che vado a chiedere per una cessione sono quelle che se non c’è più interesse da ambo le parti (Master o Slave)ritornino al vecchio proprietario ,ovvero io.
Aggiungo che porteranno il mio segno tatuato .
Il nuovo master accetta queste condizioni sapendo che le due future Slave saranno una delle cose più preziose che ha mai avuto.
Le due ragazze sono contente e più tardi mi verrà riferito che sono su una barca a vela di quaranta metri a Montecarlo.
Mi viene un dubbio “non sanno nuotare”.
A casa è ritornata la tranquillità e la mia Slave ha ripreso il suo posto , alla sera posso leggere un libro con lei nuda accanto ai miei piedi .
Come faccio a leggere se continui a leccarli.
Albert 58
4
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10 years ago
admin, 75
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Affitasi studio
Erano giorni che mia moglie diceva che cercavano in ufficio una nuova sede.
Mi proposi ad aiutarli indicando uno studio da visitare.
Mia moglie, ebbe l'incarico di andarlo a vedere con il suo datore di lavoro.
Quando la sera prima me lo disse, mi eccitai al pensiero che il suo datore di lavoro ci provasse con lei, magari stando solo loro in auto o in un posto riservato.
Ma lei subito mi smontò dicendo :"Ma caro, andiamo a vedere una casa vuota...."
Ebbene, non aveva ragione...
La casa non era vuota, ma già ammobiliata come ufficio. Io lo sapevo, poiché il mio amico che me l’aveva indicato, era già stato a visitarlo.
La sera seguente, mia moglie, la vedevo un po’ stranita, ma molto eccitata.
Io le chiesi come era andato il sopralluogo, e lei.. subito: “Molto interessante”. E si mise a ridere.
Io, facendo finta di niente, volli capire di più, e lei subito: “Mio caro, il mio capo ce l’ha davvero molto interessante. Il tuo sogno l’ho fatto avverare. Non litigheremo ora? Mi hai sempre chiesto di fare la porca con lui, ed ora ti dico che si è avverato, va bene??? “
Quest’ultima parte lo disse con molta preoccupazione, ma io subito l’abbracciai, baciandola calorosamente, dicendo: “raccontami tutto”
Ci sedemmo sul divano abbracciati, e mentre mi sbottonò il pantalone e me lo tirò fuori dolcemente, incominciò a raccontare.
Erano entrati in ufficio, era molto pulito e ben messo. Dopo due minuti avevano già visto tutto, in quanto era proprio quello che cercavano, ma il suo capo volle vedere il bagno, per come era messo.
Mia moglie osservò che stonava la porta con il vetro, e quindi si arrivò a ragionare… il si vede e non si vede.
Così nacque la scommessa… Se mi metto dietro il vetro, cosa vedi.
Il capo entro in bagno e si mise dietro il vetro. Abbasso il pantalone ed incominciò a menarselo.
Mia moglie guardò la scena e spiegava cosa vedeva :”Un bel arnese grande e duro….”
Apri la porta, e mia moglie perdendo scommessa dovette fare pegno. Si sedette sul bidet a gambe aperte e lo prese in mano.
Le sue tette meravigliose fuori dalla camicia come contorno dell’uccello del suo capo. La sua lingua che leccava i suoi sapori. Le sue labbra che premevano sulla cappella e succhiavano i suoi sapori.
Lei si toccava dolcemente in mezzo le gambe, mentre lui spingeva in bocca tutto.
Sul divano mentre me lo smanettava, mi leccava le labbra e continuava a raccontare, dicendo che il suo capo l’aveva più grande e duro… e come era duro.
Mentre me lo diceva, gli riempii la mano di sborra calda che se la leccò tra le dita. Poi baciandomi, disse…
Anche la sua sborra era molto calda, peccato che quel cretino dell’agenzia immobiliare si è dimenticato la chiave e quindi se ne parlerà per un altro giorno…
Mia moglie, alla fine aggiunse… “Mio caro, non ti preoccupare… se veramente sarà duro come immagino me lo farò scivolare tutto dentro… questa volta!!!”
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10 years ago
coppiadisalernonew,
45/45
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Prima volta
ricordo sempre quella prima volta......il pensare mi fa eccitare come non mai......ero adolescente e lui un po piu maturo dopo alcuni incontri di conoscenza e presa fiducia da entrambi...una sera si chiaccerava nella sua macchina fermi in un posto un po appartato mi mostro delle riviste porno e io incuriosito le sfogliavo con gusto e facendo domande sui generi poi lui mi disse se volev o vedere il suo dal vivo visto che mi incuriosiva e gli dissi di si...lui lo usci fuori era grosso e duro mi chiese se volevo toccarlo e accettai.....era caldo duro e piacevole da tenere nella mano che mi abbandonai con la testa sul suo petto per ammirarlo in tutta la sua grandezza mentre lo accarezzavo..mentre lui mi accarezzava la mia testa e la spingeva dolcemente verso giu fin che mi ritrovai il suo coso sotto il muso il suo odore era forte ed enebriante io chiusi gli occhi e mi feci guidare ad aprire le labbra e imboccarlo tutto...era piacevole e da allora non ho smesso piu ..........
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10 years ago
adorotrav60, 30
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