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La svolta(2 parte)
indosso solamente le mutandine,io obbedisco senza chiedere niente.
dopo circa un minuto arriva ,sempre vestita,non so cosa ha fatto in quel poco tempo,mi guarda, mi sorride ed inizia a levarsi la camicetta..dopodiche' sempre stando in piedi si sfila la gonna e posso finamente vederla in intimo..mi eccito da morire, ha un reggiseno nero che racchiude una terza molto soda, un perizoma e scopro che le sue calze sono autoreggenti con un pizzo molto sexy..sale sul letto ed inizia a baciare e leccare le mie cosce avvicinandosi alla vagina sempre piu' bagnata..quando ci arriva sposta le mutandine ed inizia a leccarla,io chiudo gli occhi e inizio a godere come non mai,ansimo,grido,poi iniziamo a baciarci i nostri corpi ormai sono come fusi tra loro ,si leva il reggiseno ed inizio a leccarle i capezzoli durissimi come marmo.. mi leva le mutande e si leva anche le sue; prende dal comodino in fianco un fallo dicendomi di metterlo e farla godere.io obbedisco le vado sopra ed inizio a scoparla..lei ha la testa girata verso destra e le gambe spalancate..e' inerme si farebbe fare di tutto in quel momento..mentre la scopo penso che io,ragazzina timida,sto facendo godere la mia insegnante 40enne e posso farle quello che voglio..e cosi faccio..la scopo davanti e dietro ,la lecco ,la bacio... e lei fa lo stesso con me dopo..avevo bisogno di una svolta...eccola.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
La svolta(1parte)
mi presento..sono lara, ragazzina timida19enne all 'ultimo anno di superiori.sono carina alta all 'incirca 1 e65 , seconda o poco piu' di seno capelli corti ma viso d 'angelo..purtroppo sono molto introversa e ne risento a scuola..non vado male ma potrei fare molto meglio.
oggi la mia insegnante di inglese finita la lezione mi chiama in disparte proponendomi di andare da lei il pomeriggio per fare un po' di ripasso.l 'appuntamento e' alle 16 a casa sua, mi presento dieci minuti prima ma lei e' gia pronta..anzi non si era proprio cambiata il vestito che portava a scuola;gonna fino al ginocchio con un po' di spacco laterale e camicetta bianca..portava calze nere ed ancora scarpe con un tacco di qualche cm..mancava solo la giacca che ho notato appoggiata malamente sulla sedia del salotto.
mi accoglie con un sorriso e mi offre da bere ma per la timidezza rifiuto senza neanche pensare che invece avrei bevuto volentieri qualcosa.
ho sempre avuto ammirazione per quella signora...sempre elegante,bella,all 'incirca era sui 40 capelli lunghi e un po mossi.ci accomodiamo in sala e dopo due chiacchere iniziamo a ripassare inglese ma ben presto si interrompe e mi chiede dei miei,delle mie amiche,se ho problemi di cuore..le dico che a casa va tutto bene,le amiche sono quelle d' infanzia e sono uscita con qualche ragazzo senza mai provare chissa quale sentimento.lei mi guarda e mi sorride in un modo angelico..in quel momento sento qualcosa di nuovo..un impulso ..una voglia...non so cosa ma rimango incantata da tale bellezza..lei lo nota e mi chiede di sederci sul divano per stare piu' comodi balbetto qualcosa e senza neanche accorgermene mi trovo seduta dove vuole lei, subito mi accarezza il volto...poi continua sempre piu' piano..la sua voce diminuisce d 'intensità...mentre io sono sempre piu' ferma , impassibile,quasi di ghiaccio.
ad un tratto mi bacia sulle labbra e poi sulla guancia sussurrandomi parole che non sento nemmeno perchè troppo concentrata su altro.. inizio a eccitatarmi e la bacio quasi violentemente;le nostre lingue si muovono sempre piu' velocemente,mi tocca una coscia,ho una gonna di jeans e la sua mano avanza fino a toccare le mie mutandine;inizia a toccarmi spostandomi leggermente il perizoma,io emetto un gemito..di colpo si ferma e mi dice di andare in camera da letto ed aspettarla con
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
Serena,la mia padrona.
Era la prima giornata di lavoro,ero ancora una ragazzina,da poco 18enne mi apprestavo ad entrare nel mondo del lavoro debbo dire con un po'di apprensione.Serena era la mia prima vera datrice di lavoro,ero un po'timida,impacciata ma cmq riuscivo a mascherare bene questa mia timidezza anche se a volte il mio viso mostrava il rossore che mi portava ad intimidirmi ancora di piu'.Serena era una bella donna,altissima,chioma fluente bionda,occhi azzurro mare,visino dolcissimo,un fisico messo in risalto da un bell'abito in seta che faceva intravedere le stupende forme del suo corpo statuario.Mi accoglie come fossi una figlia,cordiale,molto affabile,con la sua signorilita'pare una dea.Mi parla un po'delle mie mansioni di colf,dei miei impegni,del lavoro che dovro'svolgere e delle possibili opportunita'che queste mansioni mi offrono.La fiducia del personale e l'affidabilita'x lei sono qualita'basilari.Un arredamento moderno,una villa stupenda e un'accoglienza debbo dire inaspettata.La sua cordialita'mi fa'subito entrare in un rapporto confidenziale che mi mette a mio agio.E' una settimana che lavoro x Serena,i ns rapporti sono ottimi,piu'che il mio datore di lavoro,lei è un'amica,un'amica vera con cui spesso mi confido.Sono felice di guadagnami un buon stipendio e di essermi ambentata benissimo.Sono come tutti i giorni addetta alle pulizie dei bagni,sono 5 e molto belli,arredati con gusto e signorilita',Serena è lungo il corridoio, con passo felpato come se su di una nuvola camminasse,entra in bagno,mi sorride,mi osserva,dai suoi occhi che brillano vedo una luce strana,mi dice: cara,scusami,ho bisogno del bagno,io annuisco,faccio x uscire,mi sento all'improvviso da dietro prendere la mano,dolcemente,una mano delicata,morbidissima,dita affusolate,unghie curate e laccate,mi gira,mi sussurra:resta,non essere timida,vorrei confidarmi un po'con te.Annuisco,lei si alza la gonna,io chiudo la porta,si abbassa le mutandine da cui scorgo una sottile peluria bionda ed un piccolo ma prominente monte di venere.Serena mi parla,mi scruta,si confida spesso,ma ora entra in particolari della sua vita sessuale non proprio felice.Col marito un grosso industriale i rapporti non sono buoni.Mi parla della sua infelicita',lui spesso all'estero la trascura,la ignora,sessualmente è molto insoddisfatta.E' molto triste,gli occhi sono velati dalle lacrime.Mi prede per mano,mi abbraccia,mi stringe a lei,sento il calore del suo corpo stupendo,il profumo della sua pelle mi inebria i sensi.Serena è li'seduta,all'improvviso mi sussurra,amore,ma non ti sei ancora resa conto di quanto mi piaci?Sono allibita,non proferisco una parola,sento il calore del suo respiro sul mio collo,i baci teneri come un soffio di caldo vento,ora inizia a baciarmi sulla bocca,sento un fuoco che brucia dentro di me.Serena,le dico,scusami mi scappa la pipi',lei sorride,mi prende,mi abbassa dolcemente i pantaloni,mi togliele mutandine umide gia'di caldi umori,mi fa'sedere e mi osserva mentre faccio pipi',mi accarezza dolcemente il viso,senza proferire parola,mi tocca la rosellina dolcemente,la sua morbida mano stuzzica ed ostenta sul clitoride turgido e voglioso ancora bagnato,mi alza,mi apre le gambe,sento la sua bocca sul pube,la calda lingua sembra lambirmi l'anima,sale scende sul clito,mi penetra sempre piu'voluttuosamente,il mio corpo freme,gemo,gemo di piacere,un piacere dolcissimo,un piacere mai provato.Sono nuda,mi stende sul pavimento,mi bacia ancora,mi entra dentro con la lingua,sento i decisi colpi sul clito,sempre piu'intensi,mi penetra la fichetta calda e vogliosa,chiudo gli occhi,mi abbandono al piacere,mi sembra un sogno da cui non vorrei mai svegliarmi.I caldi umori scendono lungo le coscie,Serena mi entra sempre piu'dentro,mi sento penetrare dalla calda e vogliosa sua lingua quasi fosse un pene che mi penetra,urlo,urlo di piacere,non riesco piu'a trattenermi,apro gli occhi,lei li' nuda,bellissima,una dea che mi possiede,mi fa'impazzire di piacere,mi prende ,mi gira e mi apre le natiche, mi entra con un dito nell'orifizio anale, lo toglie lo inserisce,con la lingua mi lecca,mi fa'impazzire,sento pulsare il clito ed un dolce piacere, un brivido pervade il mio corpo.All'improvviso si toglie,apre un pensile del bagno da dove estrae un fallo nero,lucido,mi pare enorme,ora se lo lega in vita,all'improvviso mi apre le gambe e vedo una luce strana nei suoi occhi,un bagliore mai visto,Mi sento dentro all'improvviso quel fallo emorme,gemo,urlo di dolore e godo,godo di un piacere immenso,i colpi sempre piu'intensi mi fanno urlare a piu'non posso,Serena mi possiede,indifferente alla mia a volte ribellione,mi preme una mano sulla schiena,continua a scopami violentemente,la fichetta mi duole,mi sento in sua balia,il piacere si fa'sempre piu'intenso e urlo:amoreeeeeeeeeeee fammi tuaaaaaaaaaaaaaaa, scopamiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.sfondamiiiiiiiiiiiiiiiiii,godoooooooooooooooooooooo.Esplodo in un intenso orgasmo che il respirio mi toglie,mi sento in estasi,in un'estasi profonda di piacere.Serena sara'la mia padrona x circa due anni,quando lei e solo lei vuole mi possiede,dispone del mio corpo in ogni modo possibile,a volte mi lega,mi benda,mi tormenta i capezzoli, sono la sua schiava, mi porta in un'altra dimensione,fatta di piacere,dolore e sottomissione,mischiate soavemente come solo una dea sa'fare.Grazie Serena,mia Dea,sogno e realta'stupenda.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
Pioggia
Sapessi come piove da queste parti... tutti si ricoverano in qualche luogo, stanno stretti stretti dentro i bistrot, i bar le piazze coperte.. e io prendo l'ombrello e me ne vo a passeggio!
AVEVA il suo sorriso, forse l'unica consapevolezza. L'ho incontrata ad un angolo di strada che tremava sotto la pioggia. Mi sono avvicinata e l'ho fatta stare sotto il mio ombrello. Lei ha sorriso, le ho passato un braccio intorno alla vita e le ho chiesto se le andava di passeggiare, mettendole su quella magliettina fradicia il mio giubbotto jeans. - Non è il massimo ma.._ Lei mi ha schioccato un bacio sulla guancia. Mi arrivava alla spalla e aveva capelli biondissimi, un viso piccolo, di gazzella. Senza quegli occhi di speranza vera, non in attesa, empatici, ammutolendo quel sorriso che supera ogni attitudine al di sotto dell'infinito, avrei davanti a me una persona pronta alla morte, pensavo. Mentre lei racconta con ritmo sciolto e dondolante mi accorgo dei suoi gesti leggeri, una volontà così precisa da diventare impercettibile. è una donna bellissima e ingombrante. Dove riesce a mettere ogni giorno tanta bellezza? Lei non sembra accorgersi della sua potenza. O dissimula. Non è a suo agio e già mostra movenze da gatta, il suo odore mi arriva più chiaro, agro, come di quel corpo dopo un giorno senza profumi né borotalco, forse ha i peli nelle ascelle.
L'ho stretta tutta la notte, l'ho baciata a lungo, l'ho resa felice e l'ho lasciata andare. Lei è appena uscita. Io tra poco vedo Federico. Andava verso Trieste. Ha lasciato qui la sua maglietta ancora fradicia. La annuso senza stancarmi.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
Rosy
Rosy indossava un costume a due pezzi di colore nero. Gli slip piuttosto sgambati a malapena le celavano i peli e le labbra della figa. Un paio di Ray Ban dalle lenti scure le riparava gli occhi dal sole e dallo sguardo indiscreto della gente. Alla sfumatura rosea, quasi lilla, della pelle faceva contrasto la carnagione bruna dei ragazzi che si ostinavano a colmarla di attenzioni.
Coricato sulla stuoia, a pochi metri da Rosy, mantenevo lo sguardo nella direzione del suo giovane corpo deliziato dalle curve che sprigionavano vampate di calore africano. Conscia della propria bellezza, ape regina in mezzo a un branco di adolescenti, dava l'impressione di volerli sbeffeggiare guardando in maniera impudica nella mia direzione, incrociando in più di un'occasione il mio sguardo.
Stare a guardarla, ascoltando le parole che scambiava con i coetanei, era quanto di meglio mi era concesso in quell'insolita situazione. Invece mi sarebbe piaciuto ficcarle il cazzo fra le lentiggini che coloravano di rosa le guance intorno alla bocca, e farmi succhiare la cappella come era già accaduto in precedenti occasioni.
- Ti spiace correggere l'inclinazione dell'ombrellone? Così com'è orientato non fa abbastanza ombra. - disse Adriana.
Ruotai di qualche grado la pianta dell'ombrellone, dopodiché mi sdraiai sopra lo stuoino accanto a mia moglie.
- Non hai fame? - chiese Adriana.
- No.
- Vuoi una fetta di melone?
- Magari più tardi.
- Desideri da bere?
- Sì, grazie.
- Acqua minerale o Coca-Cola?
- Coca-Cola.
Adriana tolse dal bauletto termico una lattina di Coca-Cola e me la porse. Mentre sorseggiavo la bibita generai un paio di rutti nella direzione dei ragazzi. Una volta dissetato mi rimisi supino smanioso di placare l'ansia che Rosy mi aveva messo addosso.
La spiaggia del Lido Po dove Adriana ed io avevamo preso posto, insieme a una moltitudine di gente, distava un centinaio di metri dall'argine maestro. Oltre la barriera di terra artificiale, innalzata per impedire lo straripamento dell'importante corso d'acqua, potevo scorgere il campanile e i tetti delle case del paese.
Come succedeva in ogni domenica d'estate saremmo rimasti in spiaggia fino al tardo pomeriggio, dopodiché avremmo fatto ritorno a casa ad accogliere le nostre figlie e consumare la cena.
La musica sprigionata dalle onde radio di un apparecchio stereo giungeva insistente alle mie orecchie insieme allo strepitio di voci, urla e imprecazioni, ma soprattutto al trillo insistente dei telefoni cellulari. Quello di Rosy doveva essere incandescente perché trillava di continuo. Quando conversava al telefono volgeva di proposito lo sguardo nella mia direzione, burlandosi di me, parlando a bassa voce con dei probabili corteggiatori.
Stavo considerando l'opportunità di effettuare una passeggiata lungo il fiume, quando Rosy si mise in ginocchio sopra lo stuoino. Rimasi ad osservarla con curiosità mentre toglieva la parte superiore del costume da bagno, scarcerando le tette dall'involucro di stoffa che le teneva celate. In questo modo si guadagnò l'ammirazione mia e dei ragazzi che le stavano assiepati d'intorno.
Si mise supina e mise in bella mostra la parte pigmentata di rosa delle areole ed i capezzoli appuntiti, dopodiché girò il capo nella mia direzione e sorrise.
Non era la prima volta che vedevo Rosy in topless, più di una volta le avevo messo il cazzo fra le tette facendomi praticare più di una spagnola, ciononostante rimasi turbato dalla forma delle mammelle ingentilite dai raggi del sole. Mi ritrovai con il cazzo duro che pulsava sotto l'esile tessuto del costume da bagno senza saper cosa fare.
Messo a disagio dalla seducente presenza delle tette di Rosy mi girai sullo stuoino a pancia sotto, mantenendo lo sguardo fisso nella direzione della ragazza. Mia moglie, troppo impegnata a spalmarsi la crema di ambra solare sullo spesso strato di grasso della pelle, non si accorse del mio stato e mi lasciò godere dello spettacolo che avevo davanti agli occhi.
Rosy aveva diciotto anni, la stessa età di Giuditta: la maggiore delle mie due figlie. Entrambe avevano da poco conseguito la maturità scientifica, ed a breve si sarebbero iscritte all'università. Ma Rosy, a differenza di mia figlia, aveva cominciato giovanissima a lavorare coadiuvando i genitori nella conduzione della stazione di servizio per il rifornimento di carburante che avevano in gestione: l'unica in tutto il paese.
La mia storia con Rosy era cominciata una domenica mattina quando mi ero presentato alla stazione di servizio per fare rifornimento di benzina. Messo piede a terra mi ero avvicinato al bocchettone del serbatoio ed ero rimasto in attesa che uno dei gestori si avvicinasse.
- Buongiorno signor Ferrari.
- Ciao, Rosy.
- Quanta verde metto nel serbatoio?
- Il pieno! Ti spiace dare una occhiata alla pressione delle gomme e all'olio del motore? Devo andare a Genova e vorrei fare il viaggio con la vettura in perfetto ordine.
- Sarà fatto! - disse Rosy dispensandomi un ampio sorriso.
Ogni volta che mi recavo nella stazione di servizio e m'imbattevo in Rosy vestita con addosso la tuta da lavoro mi sentivo in imbarazzo. Sembrava persino un'altra donna rispetto alla Rosy che era solita presentarsi a casa mia per intrattenersi a studiare con mia figlia. Nelle vesti di benzinaia non sembrava per niente in soggezione, ma non possedeva la stessa carica erotica di quando la scorgevo agghindata con minigonne mozzafiato.
- Giuditta?
- E' ancora a letto. Stanotte è tornata alle tre. - dissi stizzito.
- Accidenti! E' tornata presto... quando esco al sabato sera ritorno a casa solo alla domenica mattino, dopo che ho fatto colazione. - disse cercando di scandalizzarmi.
- E tu ieri sera non sei andata in discoteca?
- No, sono rimasta in casa a studiare. Manca una settimana all'esame di maturità ed ho una grande quantità di cose da ripassare. Non sono preparata come Giuditta... lei sì che può permettersi la discoteca intelligente com'é.
Capelli lunghi raccolti a coda di cavallo, frangetta sulla fronte, denti perfettamente allineati, Rosy abbozzò un sorriso e m'invitò a spostare la macchina qualche metro più in là, vicino alla colonnina del compressore dell'aria.
- A quanto vuole la pressione delle gomme?
- Due atmosfere.
- Tutt'e quattro le gomme?
- Sì, direi proprio di sì...
Rosy si chinò sulla prima delle quattro ruote. Infilò il bocchettone del compressore nella valvola, poi azionò la fuoriuscita dell'aria fintanto che la lancetta del manometro si fermò sulla barra che indicava le due atmosfere. Eseguì il medesimo intervento sulle altre ruote ed io rimasi ad osservarla mentre compiva il lavoro, sorpreso dalla naturalezza con cui svolgeva un tipo di lavoro non propriamente adatto a una donna giovane come lei, perlomeno questo pensai.
- Controllo anche l'olio?
- Sì, grazie. - dissi.
- Sia gentile, salga in macchina e liberi il gancio del cofano.
Qualche istante dopo ero seduto al posto di guida della vettura intento ad azionare il comando che liberava il cofano. Rosy sollevò la copertura di lamiera e la fissò con un'asta metallica alla carrozzeria in modo che non le piombasse sul capo mentre controllava la presenza dell'olio nel motore.
- Va bene così, non c'è bisogno di alcun rabbocco. - disse dopo avere esaminato l'asta millimetrata che si era premurata di togliere dal blocco motore.
- Meglio così... adesso posso mettermi in viaggio senza preoccupazioni.
- Se vuole do una occhiata al liquido refrigerante, le spiace?
- No, tutt'altro
- E' sotto la linea del livello minimo. Che faccio, rabbocco?
- Sì certo.
Rosy si allontanò dall'autovettura. Fece ritorno poco dopo stringendo nella mano una lattina di Paraflù che si premurò di versare nella vaschetta del vano motore. Mentre compiva l'operazione mi sporsi verso la vettura per seguire più da vicino il lavoro che stava eseguendo. Inavvertitamente urtai il braccio di Rosy deviando l'uscita del liquido sulla carrozzeria, spruzzandomi i pantaloni.
- Accidenti!
- Mi scusi non l'ho fatto apposta. - disse Rosy mentre ultimava il rabbocco.
- Non preoccuparti, è stata colpa mia. - la rassicurai.
- Se vuole posso provare a togliere le macchie dai pantaloni. Ho uno smacchiatore che fa i miracoli. Però occorre farlo subito, prima che il liquido si rapprenda del tutto. Che faccio?
- Sì, va bene... facciamo la prova.
Rosy mi accompagnò nel bagno riservato al personale della stazione di servizio. Tolse da un armadietto una boccetta e, inginocchiatasi ai miei piedi, fece cadere alcune gocce del detergente sulle brache. La situazione precipitò, in maniera inaspettata, quando incominciò a operare con le dita sulle chiazze localizzate sulla patta dei pantaloni. In poco tempo mi ritrovai con il cazzo duro senza riuscire a porvi rimedio. Rosy, per niente confusa dal mio stato di eccitazione, proseguì nello strofinare le dita sul tessuto dei pantaloni, fintanto che sollevò lo sguardo nella mia direzione. I nostri occhi s'incrociarono.
Non ci scambiammo una sola parola, non ce ne fu bisogno. Abbassai la lampo e liberai il cazzo fuori dalla patta. Subito dopo accompagnai le braccia intorno al capo di Rosy e le avvicinai le labbra contro la cappella.
La ragazza aprì la bocca e le fui grato quando accolse fra le labbra il cazzo che le pulsava davanti agli occhi. Lo accompagnai dentro la bocca e lei incominciò a succhiarlo, poi si dedicò a leccarmi la cappella facendomi sciogliere di piacere.
Rosy era animata da una gran voglia di farmi venire al più presto nella bocca prima che giungesse uno dei genitori a cercarla. Per farlo si aiutò con la mano, impugnando il cazzo alla radice mentre lo succhiava, ma non le riusciva di farmi venire nonostante il mio stato d'eccitazione. Tutt'a un tratto abbassò la tuta e le mutandine fino ai piedi rimanendo con addosso la sola camicetta ed il reggiseno. Senza che lo reclamassi mi volse le spalle, dopodiché curvò il capo verso il lavandino abbrancandolo con l'estremità delle mani. Sbalordito dal suo gesto mi ritrovai con le natiche davanti agli occhi e le carezzai, poi puntai la cappella contro il buco del culo senza penetrarla, sfregandolo soltanto sulla pelle.
- Ti piace? - disse volgendo il capo nella mia direzione.
- Sì.
- E' questo che vuoi?
- No, non voglio il tuo culo.
- Cosa desideri?
- Scoparti nella figa, adesso!
Con le mani esercitai una presa sulle natiche che mi stavano davanti. Guidai il cazzo nella figa fradicia di umore e cominciai a scoparla.
I nostri corpi s'impregnarono del sudore dell'altro mentre spingevo il cazzo avanti e indietro ansimando come un animale. Evitai di sborrarle nella figa, eiaculando nella sua bocca come si fece premura di fare appena le dissi tremando che stavo per venire.
Come ogni domenica di luglio la spiaggia era colma di gente. La sfumatura quasi lilla della pelle di Rosy faceva differenza da quelle abbrunite delle altre donne rendendola ancora più desiderabile. Adoravo i suoi capelli fulvi, la pelle chiara e le tette con le areole rosa. Fare l'amore e l'amore sono due cose diverse. Facendo l'amore con Rosy avevo preso consapevolezza di quanto ero stato sciocco nel fare sesso per trent'anni sempre con la stessa persona, mia moglie, riservando solo a lei il mio amore.
Rosy con la sua ventata di giovinezza mi aveva fatto dono di un piacere intenso, ma soprattutto mi aveva aperto gli occhi sul quello che è un diverso modo d'intendere la vita offrendomi a cinquant'anni l'aureola della seduzione.
Quando nel tardo pomeriggio abbandonai la spiaggia Rosy era sdraiata sulla sabbia intenta ad abbronzare la pelle di colore lilla. Passandole accanto insieme a mia moglie non la degnai di uno sguardo e lo stesso fece lei.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
La cameriera dell\\\'albergo
Anna arrestò il carrello con la biancheria fresca di bucato davanti alla camera numero 33. Durante la notte la stanza aveva dato ospitalità ad una coppia di amanti che l'avevano abbandonata di prima mattina. L'Hotel in cui Anna prestava servizio come inserviente ai piani era ubicato sul viale Milano, dalle parti di piazza Roma a Riccione.
Il lavoro di Anna era semplice e ben pagato. Faceva le pulizie nelle camere senza farsi troppo scrupolo dei clienti che si erano intrattenuti nei locali.
Inserì il passepartout nella toppa della serratura ed entrò nella stanza da letto. La camera odorava di una familiare puzza di animale. Anna conosceva bene quel tipo di odore. Apparteneva ai miasmi delle persone che avevano impiegato il tempo a fare l'amore, sudando come porci, scorrazzando con i corpi sulle lenzuola.
Si avvicinò alla finestra e, facendo leva sulla forza delle braccia, fece salire l’avvolgibile della persiana fino al soffitto. Diede luce alla stanza rinunciando a spalancare le imposte della finestra per la pioggia che cadeva senza interruzione dal primo mattino.
Il letto matrimoniale era disfatto. Le lenzuola penzolavano da un lato del materasso insieme al copriletto che era servita a tenere coperti i corpi dei due amanti. Anna trascinò l'aspirapolvere nel mezzo della camera, poi andò dritta nella stanza da bagno. Dinanzi allo specchio guardò il suo viso riflesso nel vetro. Rimase lì solo pochi istanti. Il tempo di osservare le crespature della pelle a forma di zampa di gallina che le imbruttivano il viso ai bordi degli occhi.
Svuotando il cestino con il materiale di scarto, ubicato in un angolo della stanza da bagno, rinvenne tre preservativi colmi di sperma annodati su sé stessi. Il recupero dei tre cappucci le tolse l'ultimo dubbio, se mai ne avesse avuto, su ciò che avevano fatto i due amanti nella camera.
Iniziò a riordinare il bagno pulendo il lavabo ed il water, per ultimo tirò a lucido le mattonelle della doccia ed il pavimento. Rimpiazzò le saponette utilizzate da chi aveva occupato la camera con delle nuove confezioni, dopodiché ripose delle salviette candide di bucato nell'armadietto del bagno.
Nella stanza da letto passò in rassegna le tracce lasciate dai due sconosciuti, senza lasciarsi sfuggire il minimo indizio che avrebbe potuto rivelarle la personalità di chi aveva occupato il letto.
Stese il palmo della mano e si mise a strofinarla sulla superficie del lenzuolo steso sopra il materasso. Avvicinò le narici alla mano e annusò il profumo di cui era andata impregnandosi.
"Chissà da che parte del letto avrà dormito la donna" s'interrogò. D'altronde non avrebbe avuto molta importanza, ma la incuriosiva saperlo per annusare quella parte del lenzuolo.
Un pelo scuro, arricciato su sé stesso, faceva bella mostra di sé nel mezzo del letto. Anna lo carpì e lo depose sul palmo della mano per osservarlo con maggiore cura.
"Pelo maschio o pelo femmina?" si domandò. "Maschio di sicuro", pensò, costatata la lunghezza eccessiva del pelo. Nessuna donna li terrebbe così lunghi nel pube. Nemmeno poteva essere un capello: "troppo arricciato", pensò.
La scoperta la eccitò non poco. Si sdraiò bocconi sul lenzuolo e cominciò ad annusare la superficie del tessuto strusciando il petto contro il lenzuolo ruvido. I capezzoli le erano diventati turgidi e le punte si mostravano dure fino a farle male. Si girò supina e sbottonò il camice da lavoro che portava addosso. Rimase con le mutande ed il reggiseno lasciando che l'indumento da lavoro scivolasse sul pavimento. Accarezzò l'interno delle cosce allargate di proposito. Raggiunse con le dita i bordi della figa, calda e umida, e ripeté la manovra più volte cibandosi dell'eccitazione che le carezze sulla pelle nuda le sapevano dare.
Lasciò cadere la mano sotto l'elastico degli slip e raggiunse con le dita i peli del pube. Eseguì i movimenti con estrema lentezza, in conflitto col piacere che sentiva salirle da dentro e le faceva mancare il respiro. Raggiunse con l'estremità delle dita le labbra della figa e cominciò a strofinarle delicatamente. Proseguì fintanto che si decise a infilare un dito nella fessura che d'incanto si aprì al passaggio del medio.
Il clitoride spuntò fuori del suo involucro di carne e lei se ne prese cura accarezzandolo. Godeva nel sentirlo gonfio e duro mentre dalla fessura fuoriuscivano gli umori caldi della sua eccitazione. Si diede cura di trascinare il fluido degli umori bollenti sul clitoride per ammorbidirne la carne, mentre con l'altra mano accarezzava le tette. Le piaceva stare a coccolarsi i capezzoli, strizzarli e torcerli le provocava forti scosse di piacere.
Incominciò a sollevare il bacino dopo che ebbe introdotto un dito nella figa. Le pareti della vagina presero a contrarsi mentre il dito le entrava e usciva dalla fessura. In quell'istante desiderò che la porta si aprisse ed entrasse lui. Lo immaginò sopra di sé, sul letto, che le afferrava i polsi e la obbligava a stendere le braccia oltre il capo. Le gambe incominciarono a tremarle per l'eccitazione. Le sembrò di avvertire il respiro caldo della bocca dell'uomo sul proprio collo. Richiamò alla mente i momenti magici in cui la obbligava a leccargli la pianta dei piedi, insistendo affinché infilasse ciascun dito nella bocca, facendoseli succhiare fino al quando le labbra, fattesi gonfie, non tenevano una sola goccia di saliva.
Le piaceva addormentarsi sul petto villoso dell'uomo. Ascoltare l'ansare del suo respiro mentre lo masturbava fino a farlo venire nella propria mano. Non stavano più insieme da molto tempo, tre anni, ma nella mente manteneva viva l'immagine di quello che considerava essere ancora il suo uomo. Avrebbe desiderato che fosse lì, accanto a lei, a morderle le labbra della figa. Sarebbe stato sufficiente che la sfiorasse con la lingua, tutt'attorno le piccole labbra, per raggiungere lo stato di estremo godimento da cui non c'era più ritorno.
Mentre pensava a lui continuava a toccarsi il clitoride ruotandoci d'intorno con le dita. Incominciò a tendere i muscoli delle gambe ed irrigidirsi tutta. Fu assalita da fremiti in tutto il corpo. Le tette sembrarono scoppiarle tanto erano gonfie. I capezzoli erano turgidi e le dolevano. Assalì con due dita la fessura fra le cosce e si penetrò con estrema determinazione. Cominciò a contrarre le pareti della figa scotendo più volte il bacino nel letto. Un tremore che faceva fatica a contenere la pervase in tutto il corpo insieme a una sequela di gemiti che anticiparono il congiungersi delle cosce attorno alle dita che avevano smesso di agitarsi nella figa segregate dalla mucosa che non finiva di contrarsi.
Gli ultimi spasmi la colsero con gli occhi chiusi mentre raggiungeva lo stato di appagamento. Per tutto il tempo in cui si era toccata aveva mantenuto addosso le mutande ed il reggiseno. Percepiva un caldo umido e appiccicoso fra le cosce. Gli umori le colavano dalla fessura della figa ed avevano imbevuto il tessuto delle mutande. Rimase qualche istante in quella posizione fintanto che le membra, tutte, si rilassarono, poi si liberò delle mutandine e raggiunse il bagno per sistemarsi prima di ricominciare il suo lavoro quotidiano
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17 years ago
admin, 75
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Ho chiuso gli occhi
E ho immaginato, di essere lì con te... guardarti negli occhi, darti una leggera, delicata carezza sul viso... scendere sul collo e appoggiarci sopra una mano.. grande, calda... avvicinare le tue labbra alle mie e darti un dolce e delicato bacio... breve, intenso, strappandoti un dolce sorriso da quelle labbra, limpide e deliziose....e poi proseguire quel bacio, mentre le mie mani scivolano sulla tua schiena, su quella camicetta bianca, stretta che modella il tuo corpo e costringe i tuoi seni in una comoda stretta...e scivolarci sopra... trovare il tuo reggiseno e sganciarlo da sopra la camicia... strappandoti un sospiro e una piccola risata... girare attorno al tuo corpo.. .dandoti delicati baci sul collo, su quel piccolo segno viola che ti ho lasciato... chiedendoti scusa... e mordicchiarti delicatamente, ancora una volta, per rinvigorire quel segno che quando, lo guarderai, ti ricorderà il nostro week end...
avvolgerti in un caldo abbraccio, con le mie mani che impazzite vagano sul tuo corpo e ti strappano gemiti e sorrisi... con la mia lingua che con passione bacia il tuo collo, le spalle...le tue labbra, e si perde nella tua saliva, amandone il sapore...La mano corre... corre e si intrufola sotto i vestiti... scivola e cerca il reggiseno... ne segue l'elastico e lo percorre lentamente, in tutta la sua lunghezza... e poi mi infilo dentro.. cercando e afferrando delicatamente un tuo capezzolo... e ti guardo negli occhi... cercando i tuoi desideri... li percepisco.. in un attimo, in un lampo dei tuoi occhi vedo e li approvo... stringo dolcemente.. un poco più forte e ti strappo un sospiro... li lascio e quasi ansioso...ti sbottono quei delicati pantaloni rossi... mi inginocchio davanti a te... e ti guardo... con la camicetta bianca.... il reggiseno nero che si intravedeva appena... slacciato che lascia liberi i tuoi seni... e quegli slip neri, che prendo a baciare... fino ad arrivare al tuo monte di venere... ti guardo negli occhi... e prendo a mordicchiarlo da sopra la stoffa... i tuoi gemiti e le tue risate mi eccitano..... e mi invitano a continuare...bacio, bacio, bacio, e incomincio ad abbassarti quegli slip... ti guardo, sei già ormai bagnata dei tuoi gustosi succhi... ti faccio girare e bacio il tuo splendido fondoschiena... infilo un dito, l'indice, tra le tue natiche e scivolo, dall'alto verso il basso per farti venire un brivido... e ottengo il risultato sperato... divarichi leggermente le gambe e lasci che il mio pollice entri dentro di te.. ti appoggi al muro mentre il pollice ti stuzzica e il resto della mano ti avvolge le labbra... e stuzzica il clitoride...non passa molto che ti sento godere... sento i tuoi umori che bagnano le mie dita... con un sorriso scivolo fuori da te... assaporo il tuo sapore... e ti sorreggo... perché le tue gambe quasi non ti reggono... appagata.. ti accompagno a letto... ti abbraccio dolcemente... proteggendoti dal resto del mondo... e ti riempio di baci... mentre finisco di spogliarti... e infilarti quel bellissimo pigiama...
Mi sdraio al tuo fianco.. e ti guardo... quel sorriso stupendo che hai dopo ogni orgasmo... che mi rende consapevole del potere delle mie mani... che mi rende consapevole del piacere che ti dono... che amo darti e regalarti...e in un momento stupendo, che spero infinito... poso un delicato bacio sulle tue labbra... e ti abbraccio, appoggiando la tua testa sul mio petto... e così ti addormenti... con le mie mani che ti coccolano... e la mia voce che spreca dolci parole per le tue orecchie...
E ogni notte... chiudo gli occhi... e penso ancora a quel bellissimo sorriso... che allieta i miei pensieri... mi riempie il cuore... e disseta il mio desiderio di vederti... fino al nostro prossimo incontro...
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 21 hours ago -
La prima volta in quattro
Avevo una voglia matta di provare con un'altra donna,e cosa che è avvenuta un giorno mentre stavo al lavoro
E' venuta a lavorare presso dove io lavoro una ragazza,non carina, ma un bel tipetto,bel fisico con belle tette,inizialmente se la tirava,e si comportava da persona insospettabile,ma con il mio fiuto femminile avevo capito qualcosa di diverso in lei, anche se era fidanzata, e detta da lei molto molto fedele al suo lui.
Sarà strano ma è successo che un giorno ,come di sua consuetudine il mio principale mi chiama nel suo ufficio, mi comincia a palpeggiare a strusciare,io in quel momento avevo voglia di ciucciare il suo cazzo,gia grosso e duro,e mentre stavo davanti a lui in ginocchio con il suo arnese in bocca,sento una mano in testa, piu leggera e piu delicata di quella del mio capo, mi giro ed era lei,che evidentemente non vedendomi rientrare al mio posto di lavoro è venuta a curiosare e senza farsi dire niente si inginocchia anche lei, convinta che volesse ciucciare anche lei, mi tolgo il cazzo dalla bocca ,per farlo prendere a lei, invece inizia a baciarmi con la lingua,me la infila tutta nella bocca,con le mani inizia a spogliarmi,tirandomi fuori il mio seno i capezzoli erano diventati duri ero eccitatissima ( io 36 anni esperta, ma lei 24 anni piu esperta di me) lascio il cazzo del mio principale che allibito e sorpreso piu di me si scosta per guardarci,sempre con il suo cazzo fuori.
I nostri corpi letteralmente nudi (era fatta molto bene)si intrecciano con le mani le nostre lingue non stavano mai ferme io sul suo ed lei sul mio corpo,la faccio distendere sulla scrivania,ed cosa mai fatta,inizio a leccargli il clitolide,duro come il cazzo del mio pricipale,lei gemeva si divincolava sotto i colpi della mia lingua che era diventata come un martello pneumatico, gli alzai di piu le ginocchia e quando iniziai a infilare la lingua sul suo culetto si dimenava ancora di piu mentre gli infilai un dito nella passera,ed in quel momento al massimo della sua ma anche mia eccitazione i suoi gemiti erano piu forti, sentirla strillare io godevo ero un fiume in piena, la mia lingua non si fermava piu le mie mani sul suo sodo seno,sgrillettavano i suoi capezzoli duri ero come un robot non mi fermavo piu, fino quando le sue mani presero la mia testa per allontanarla, avevo capito che era esausta dal piacere e dal godimento avuto, in quel momento il mio principale si avvicina io lo prendo in bocca per ciucciarlo, era eccitatissimo, e lei per solidarietà inizzia a ciucciare insieme a me, fino quando il mio capo sposta la mia testa per farlo ciucciare solo a lei, ed a vederla e detto dal mio principale lei piu piccola di me ma espertissima in tutto e per tutto.
Dopo quel giorno , ci sono stati tantissimi altri giorni sempre noi tre,fino a quando una sera accordatoci per un incontro lei è venuta con un amico Gay, ed è stato fichissimo ed eccitatissimoooooooooooooo cosa che vi racconterò la prossima volta
ciao Fausta
Questo racconto è reale, cosi come l'ho raccontato
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17 years ago
fausta,
50/50
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Festa della donna
La nostra amica Barbara voleva festeggiare 8 marzo con alcune sue amiche, Anna ,Paola, Renata e Monica presso il night club di un suo caro amico dove ci sarebbe stato uno spettacolo di strip maschile per sole donne,e poi dopo la mezzanotte io e gli altri mariti avremmo potuto raggiungerle e avremmo fatto follie fino all’alba e mi aveva domandato se Laura era disposta ad andare con loro, io ho fatto presente a Barbara che avrei aderito molto volentieri alla sua proposta ma Laura come lei ben sapeva aveva frequentatole scuole dalle suore e le avevano inculcato delle idee assurde per quanto riguarda il sesso,lei non concepiva il rapporto al di fuori del matrimonio quindi sapendo che ci sarebbe stato lo strip non sarebbe mai andata. Barbara mi ha richiamato il giorno dopo dicendomi che se io fossi stato d’accordo lei aveva trovato il modo per portare Laura alla festa, e anche di farle cambiare idea sul sesso in quanto aveva parlato con il suo amico Carlo,e questi gli aveva detto che se avesse voluto avrebbe parlato con gli strip man e poteva organizzare qualcosa di veramente eccezionale per loro. A questo punto la curiosità si è fatta grande e ho chiesto se eventualmente avessi potuto assistere allo spettacolo,Barbara mi ha detto che c’era una sala con un finto specchio che veniva usata per controllare che nel salone fosse tutto tranquillo e avrei potuto tenere d’occhio la situazione. A Laura abbiamo detto che lei e le altre donne sarebbero andate a mangiarsi una pizza e poi sarebbero andate in discoteca dove io e gli altri mariti le avremmo raggiunte più tardi. La sera dell’8 marzo alle 19 Barbara e le altre amiche sono passate a prendere Laura E sono andate in pizzeria dove Barbara ha provveduto a far bere Laura un po’ più del solito non ubriacarla, ma renderla un po’ più euforica .Io intanto mi sono recato al night di Carlo come d’accordo , gli altri mariti sapevano che mi avrebbero dovuto coprire e ci saremmo ritrovati tutti all’una di notte. Uscite dalla pizzeria sono andate in una discoteca li vicino dove Barbara sapeva che per quella sera era obbligatoria la prenotazione difatti non le hanno fatte entrare, a quel punto Barbara ha proposto di andare in un locale di un suo amico e che ci avrebbero telefonato per spostare il ritrovo. Detto fatto alle 20,30 Barbara e le altre sono arrivate al locale e gli è stato assegnato un tavolo proprio in prossimità del palco e in una posizione che dalla saletta si poteva vedere benissimo. Il locale non era molto grande, c’era una musica bassa e molto sensuale e ospitava circa una settantina di donne molte delle quali già frementi per lo spettacolo che da li a poco avrebbe avuto inizio, sui tavolini c’erano delle bottiglie di spumante e dei mazzi di mimosa. Mia moglie Laura è una 40enne taglia 46 con 3a di seno ed è ancora una donna piacente da come vedo gli altri uomini che la guardano quando usciamo insieme. Quella sera era vestita con una minigonna (io adoro le minigonne) una camicetta calze autoreggenti e un completo intimo molto sexy che le aveva regalato Barbara proprio per la festa della Donna . Dalla saletta potevo vedere Laura un po’ euforica che rideva scherzava con le altre e forse dopo un paio di bicchieri di spumante anche un po’ alticcia. Le luci nella sala si sono abbassate e sul palco che invece si è illuminato sono comparsi otto ragazzoni di cui 4 bianchi e 4 neri che hanno incominciato a ballare invitando alcune signore del pubblico, dopo un po’ uno alla volta hanno riaccompagnato le signore ai tavolini e hanno dato inizio allo strip. Io guardavo Laura e la vedevo un po’ a disagio ma le altre la schernivano dicendo che quella sera era la loro festa e che si divertivano un mondo e poi bastava che guardasse come si comportavano le altre donne tra cui c’erano ragazze,ma anche tante madri di famiglia e erano chiaramente molto eccitate. Terminato lo strip nuovamente i ragazzoni sono scesi tra quella folla di donne con addosso solo il tanga tra il tripudio generale ,tutte che volevano essere invitate a ballare e stringersi tra le braccia quei fustoni, i ragazzi ne scelsero alcune e le portarono sul palco e dopo hanno ballato avvinghiate a quei maschioni cercando di palparseli il più possibile. Io incominciavo a spazientirmi erano già le 10,30 e non era ancora successo nulla di particolare, anzi Laura,Barbara e le altre non erano neanche state avvicinate,Carlo mi guardava e si è messo a ridere dicendomi che per fare le cose bene ci vuole pazienza , bisogna aspettare che il vino,la musica,e l’atmosfera agiscano sui freni inibitori, adesso inizia la vera sorpresa. Gli 8 ragazzi dopo essersi fatti sfilare i tanga dalle signore le riaccompagnano ai tavoli , e poi mentre 2 di loro portano sul palco alcuni tavolini gli altri 6 si avvicinano a Laura e alle sue amiche e le portano sul palco incominciando a ballare stringendo le donne e strusciandosi contro con fare seducente, vedo il ragazzo che balla con Laura la stringe e il suo pene eretto preme sulla gonna di Laura intanto le accarezza la schiena e piano piano scende sul suo sedere, Barbara non resiste a sentire il cazzo del suo accompagnatore sfregarle il ventre e incomincia spogliarsi seguita a ruota da Monica e Anna che prendono in mano le aste dei loro accompagnatori e dopo averle massaggiate un po’ incominciano a spompinarle, l’accompagnatore di Laura a quel punto prende la mano di Laura e la guida sul suo uccello e quando Laura cerca di ritrarla gli mostra le sue amiche in pieno coinvolgimento erotico e l e altre donne presenti in sala che vorrebbero essere al suo posto,poi con la mano le solleva la gonna e gli tocca il culo ,vedo Laura disorientata , ma intanto anche Renata e Paola si sono fatte prendere dall’euforia erotica e sono anche loro già nude, rimane solo Laura da spogliare e Barbara e Renata gli si avvicinano e incominciano spogliarla vedo che Laura non è pienamente d’accordo,ma loro non so cosa gli dicono e alla fine si lascia spogliare. Paola e Anna intanto sono state fatte sdraiare su due tavolini e stanno godendo come pazze Paola con un cazzo nero in bocca e un cazzo bianco in figa ,mentre Anna sta spompinando due cazzi bianchi in contemporanea e il terzo ragazzo Con la testa tra le sue cosce gli sta leccando la figa accuratamente depilata. Barbara si inginocchia e fa inginocchiare anche Laura e Renata davanti agli altri 3 ragazzi e dice loro di mettersi in fila e passare a farsi fare un pompino incominciando da lei poi da Renata e infine da Laura spostandosi spesso tipo roulette russa e avrebbe vinto quella che fosse riuscita a ottenere almeno due sborrate in bocca su tre, intanto Carlo mi ha detto che sarebbe sceso anche lui sul palco e di non farmi troppe seghe perché da li a poco lo avrei raggiunto .Non so chi abbia vinto la Roulette,anche perché in seguito gli altri ragazzi hanno voluto partecipare anche loro,poi due dei ragazzi hanno preso Laura e la hanno sdraiata sul tavolino uno gli ha allargato le cosce e ha incominciato a leccargli la figa pelosa mentre l’altro gli offriva il suo cazzone nero da succhiare, Carlo intanto era sceso in sala e salito sul palco ha incominciato a scopare Barbara ho visto che mormorava qualcosa all’orecchio di Barbara, che si è messa a ridere, quindi è arrivato un cameriere che portava delle bende e le ha consegnate a Barbara la quale le ha distribuite alle amiche dicendo che sarebbe stato molto più eccitante fare sesso senza vedere con chi lo facevi,tutte hanno indossato la benda, Laura sulle prime si opposta ma a quel punto doveva stare al gioco .Dopo averla bendata alcuni ragazzi hanno incominciato a toccarla dappertutto e Carlo mi ha fatto segno di raggiungerlo,mi sono spogliato e sono salito sul palco,e anche se ho sempre voluto scoparmi Renata sono subito andato da Laura il mio uccello stava per scoppiare poi a vedere uno dei neri che se la stava scopando ero eccitato come non mai, gli ho messo il cazzo in bocca e mi sono fatto fare un pompino aggiungendo alla fine anche il mio sperma a quello che già le colava dal viso, poi quando il nero ha finito mi sono infilato tra le sue cosce umide di sperma e l’ho scopata ,mentre Carlo gli toccava le tette e gli dava il suo uccello da succhiare poi le hanno messe alla pecorina e siamo tornati giocare alla Roulette russa scopandole un po’ per uno mentre gli altri si facevano fare i pompini e dopo anni di rifiuto assoluto sono finalmente riuscito a incularla dopo che uno dei ragazzi non sapendolo gli aveva rotto il culo seguito a ruota dagli altri che da tempo non vedevano un culo vergine. e anche le altre amiche hanno avuto la loro dose di cazzi in culo ,intanto i camerieri in sala di davano da fare con le altre donne che reclamavano la loro parte.Alle 24,30 Carlo mi ha chiamato e mi ha mandato a vestirmi poi ha chiamato Barbara dicendo di chiamare le sue amiche perché tra poco sarebbero state aperte le porte per permettere agli uomini fuori di raggiungere le compagne, Barbara chiamò le amiche e raccolti i vestiti corsero ai bagni per rimettersi in ordine . Noi siamo ufficialmente arrivati alle ore, 01,20,in modo di dargli tempo per riordinarsi e farsi una doccia, Quando siamo entrati Laura era ancora un po’ euforica, ci siamo baciati e ho sentito ancora nella sua bocca il sapore un po’ aspro dello sperma,quando gli ho chiesto se si era divertita mi ha risposto che la serata era andata bene ma che voleva ora ballare con me.
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17 years ago
ocaselvaggia58,
39/40
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Sala di doppiaggio
Non era una bella giornata.Avevo lavorato veramente troppo e la testa mi scoppiava
.Il lavoro doveva essere consegnato entro una settimana, ma questo doppiaggio faceva acqua da tutte le parti cosi' come chi partecipava a terminarlo...mai visti attori cosi' scadenti.
.A dire il vero per la parte del narratore avevamo trovato un professionista rapido, un po checca isterica ma che si era sbrigato in due sedute con pochisimi errori, ma il problema erano queste ultime due "sottocosto" consigliatemi da Paola ...non ne avevano imbroccata una!
Ormai erano assunte e dovevo combatterci per forza ...non mancava molto, ma erano dei generatori di perdita di tempo incredibili..!
Avevo percepito da subito che tra di loro c'era una forte tensione, per cui erano nervose e sbagliavano anche le cose piu semplici..le lasciavo un po a parlottare tra loro e a cercare di ripassare il testo da doppiare, ma secondo me finivano di parlare di tutt'altro, per cui eravamo in una situazione di stallo...
Chissa di che cazzo parlano pensavo...e alla tentazione e' seguita l'azione, quando furtivamente ho azionato l'audio interno della sala senza avvertirle.
-sei proprio una puttana, questa e' la verita'...lo hai fatto ancora...e me lo avevi giurato sulla testa di tua madre...e che problema c'era..volevi un cazzo di gomma? pensi che mi manchi la faccia di andarmelo a comperare..?bastava chiedermelo senza dovertela fare leccare per forza da quella maniaca di Maria..quella stronza ci prova con tutte sempre e con queste diavolerie ci sguazza!! perche' mi devi fare sempre fare comparire come una lesbica romantica e sentimentale del secolo scorso..? anche a me piace trasgredire qualche volta..pero' parliamone ...cosi' mi fai morire ogni volta..possibile che non lo capisci....?-
Due lesbiche. Che sono litigate a morte tra loro. Tombola.Non ne sarei uscito mai vivo e soprattutto non ne sarei uscito col lavoro terminato.Che fortuna.MI si era arrestata la salivazione...
-antica..sei proprio antica e fifona..io ci godo da matta ad infilarmi di tutto..e mi piacerebbe tanto farlo anche con te, ma ogni volta e' un problema...ogni volta una discussione...anzi solo a parlarne gia' mi sono eccitata...e finiamola poi ...cosi' veramente passi i limiti...stiamo lavorando cazzo! quel pirla li dietro gia' lo vedo un po impaziente e fa ancora di piu una bella faccia da idiota...si, guarda che faccia da pesce lesso...pero' e' carino...assomiglia un po al tuo ex marito?
-Quello almeno era alto Sandra, stronzo ma alto...oh non mi dire che ti faresti anche quello....piuttosto stacco il microfono e ti faccio io adesso.. e poi dimmi che sono antica..!-
La mia prima reazione era gia' diventata la seconda.Inadempienti , lesbiche e per giunta criticone! Un idea per tutte: una bella pausa caffe cosi da lasciarle belle tranquille a parlare e rigiurarsi amore eterno ed organizzare la riappacificazione con viaggetto premio a Lesbo...senno le potevo anche strozzare. Meglio la prima
_Bene ragazze , io torno tra una mezzora...vi porto qualcosa dal bar?....Grazie per la pronta risposta e a tra un po'... ( e andatevi ad ammazzare, stronze)...
Ero gia fuori alla porta quando il mio diavoletto comincio' a tirarmi per i calzoni...e se facevano pace? E se si ficcavano dentro veramente un microfono, peraltro costoso e igienizzato? E, diciamo la verita' , se ci scappava anche qualcosa extra...sai, una ha detto che ero carino...insomma lesbicate bellissime ne ho viste ma in vhs...e quando mi ricapitava piu'....dovevo travestirmi da formica e rientrare dalla porticina di lato senza fare cadere i pesciolini rossi di Paola...per questa nobile causa mi sarei anche smaterializzato come Star Trek!
Non avevo fatto in tempo ad aprire la fessura della porticina ...l'audio impietosamente mandava in diretta ( con effetti) i mugolii e i fruscii di due donne che si stavano baciando in bocca con straordinaria foga...loro.
-amore..lo sapevo che non ce la facevi piu e volevi farmi...toccami..toccami..-
Non avevano piu ritegno. Adele, la piu giovane, si era seduta a gambe larghe sul tavolino di lato scansando bruscamente il libro dei testi coi dialoghi e aveva con forza portato la mano di Sandra tra le coscie...continuavano a baciarsi a mugolare e sembravano avere tre mani e sei lingue...erano partite...
-troia, succhiami adesso poi te lo faccio vedere io il cazzo...tutta dentro la voglio la lingua...dai dai-
Era incredibile.E mentre la leccava gli infilava due dita con forza...ormai eravamo alle grida ed erano saltate tutte le forcine per capelli...e anche la mia chiusura lampo cominciava a dare in escandescenze...eh no, la sega no! Cazzo, io sto lavorandoo!!!
-il microfono, mettimelo, adesso , tutto...prendilo troia, prendilo....-
-ah adesso lo vuoi porca-alternando le parole a una passata di lingua -dimmi che lo vuoi...urla...dillo-
E adesso come ne esco? O facevo l'entrata trionfale con "OOps" e tutto si risistemava in pochi istanti o assistevo impotente all immersione di un costosissimo microfono in un oceano di piacere femminile...oh, lo sapete che c'e'...la roba e' della mia socia ed e' lei che mi ha mandao ste due canchere...faro' come Ponzio Pilato.Niente.
_Ah..di piu di piu ...tutto tutto...
Il problema era che il filo era rimasto attaccato per cui i suoni in diretta erano veramente sconcertanti...adesso era praticamente sparito dentro Adele mentre Sandra le mordeva i capezzoli per suscitarle un forte orgasmo...detto e fatto...era troppo eccitata.
Finito qui? No.Adesso per par condicio toccava all'altra...il mio pene aveva gia' fatto il giro d'italia per le contorsioni, ma la sega nooooooo!!!
Ora era tutto piu dolce...il contrario esatto..ma non era lei l'amante delle trasgressioni?
_Amore si , piano, piano....dimmi che mi vuoi tanto dimmi che ti faccio godere tanto...-dimmi ...dimmi...
Lento.Ora tutto andava al rallentatore e il piacere arrivava a tratti. Scattava, tremava, le accarezzava i capelli, le toccava le orecchie...si toccava i seni freneticamente...stava arrivando..la situazione morbosa era stata troppo per loro...
Sandra e' venuta quasi piangendo e ha gongolato per tre ore...ha schiacciato la faccia di Adele sul suo sesso quasi a soffocarla...quando ha rialzato la testa sembrava quasi si fosse spalmata un gelato...una carezza tra le gambe e... via! la ragione ritorna...dove siamo? che facciamo? Odiio questo adesso ritorna....
Non voglio nemmeno sapere come hanno fatto a farsi trovare praticamente pietrificate al loro posto...al bar ci sono andato poi per davvero, e volevo proprio vedere se le cose sarebbero riandate per il verso giusto.
Tempi record? Ormai ero esasperato dall'esperienza e avrei accettato anche un doppiaggio in sanscrito? Non lo so, tantevvero che le ho salutate semicordialmente ( eh no pesce lesso non lo doveva dire..) la sera alla fine del turno. Andato a buon fine...cosi' ha detto la mia socia...poi capiro' un giorno che ci azzecca lei con le simpatiche signorine...vabbe'.
Una sola curiosita'....tutto a posto e va bene, le forcine , i testi i capelli , il tavolino, etc etc....ma non potevo resistere alla tentazione per cui a luci semispente sono entrato nella sala...e indovinate che ho fatto????
Ho annusato il microfono no? Questo non lo potevano cammuffare....che sensazione!!!! Sono rimasto buoni cinque minuti ad occhi chiusi ad annusare...a ricordare...a ricordare...ricordare....ricordare che in frigo ho un paio di birre...ho una certa fame, casetta mia e' vicina e ......oh....guardatela come vi pare...ma io adesso ho staccato da lavorare e se non voglio avere problemi di prostata....scattera' la SEGA!!....
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18 years ago
annannanna,
38/39
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Estetista
Vi racconto la mia esperienza capitata oggi nel pomeriggio sperando di fare cosa gradita a voi maschietti....
Ore 13.30
E' arrivato il fatidico appuntamento con l'estetista e oggi , giornata piuttosto calda decido di infilarmi una gonnellina a fiorellini , un top , il giacchino di jeans , e un paio di sabo' color carne con tacco 12 per recarmi all'appuntamento.
Conosco tutte le estetiste nel centro in cui mi reco ogni settimana , ma oggi , sono stata accolta da una ragazza sui 30 anni che chiamero' Jenny che subito mi saluta garbatamente e mi dice che ha preso il posto di Giovanna, la mia estetista preferita ,in quanto lei e' influenzata ( che peccato povera!! ).
Dopo alcune chiacchere disinvolte Jenny mi dice di svestirmi e mettermi comoda per procedere al massaggio e io mi rilasso sul lettino ,sdraiata pancia basso, spogliandomi completamente e coprendomi solo con un asciugamano .
Jenny e' una bella donna bionda ( io non sono attratta dalle donne... o almeno non lo ero ) sui 30 anni , capelli legati , trucco leggero , una 3 di seno e un bel fisichetto fasciato dal suo grembiule bianco e verde . Portava dei sabot da infermera e un collant bianco.
Stesa sul lettino mi rilassai e mi preparai a godere del massaggio e lei inizio... delicatamente ... massaggiandomi le spalle e la nuca , scendendo sulla schiena , massaggiandomi i glutei e le gambe.
Era molto , molto brava e la cosa mi rilasso molto.
Dopo un lungo massaggio mentre parlavamo le dissi che era molto brava e lei sorrise e io le chiesi di scendere e dedicarsi ai miei piedi;
adoro quando li massaggiano , adoro sentire l'olio che mi passa tra le dita , le mani che stringono e accarezzano i piedi e le chiesi di dedicarsi con molto impegno a questo .
Iniziai a bagnarmi... anzi a dire il vero ero un lago... e lei se ne accorse , anche perche' il mio respiro aumento' decisamente tanto , e lei mi chiese se il massaggio era fatto a dovere o se avesse dovuto fare qualcosa di altro per farmi stare meglio.
Senza pensarci due volte presa dalla passione e dall'eccitazione del momento le dissi:
"Se sei cosi' tanto brava con le mani , chissa come potresti prenderti cura ancora dei miei piedini"
e lei senza pensarci due volte rispose:
" posso baciarli se vuoi " ( e sorrise )
Oddio...( mi sto bagnando anche ora mentre scrivo !!! )
Le dissi di fare quello che si sentiva....
sentii il calore del suo respiro contro il piede destro e la morbidezza delle sue labbra sopra le mie ditina.....
sentii il caldo contatto della sua bocca avvolgere parte del mio piede e la sua lingua infilarsi dentro le dita...
sentii il contatto della sua saliva contro il mio piede e inizia a non capire piu' nulla.....
ho iniziato a muovermi .. non riuscivo a stare ferma... strofinavo il mio corpo sul letto cercando un modo per stimolarmi .... e intanto puntavo il piede dentro la bocca di Jenny che inizio a respirare in modo piu' affannoso....
aprii le gambe leggermente e in quel momento sentii le sue mani salire sulle mie gambe e andare a sfiorare l'interno coscia ...la sentii salire... ormai erio in balia di questa donna...
In un attimo sentii una scossa salirmi dentro e esplosi un un orgasmo che non avevo mai sentito...
... ci fu un momento interminabile di silenzio.... lei smise di toccarmi e di leccarmi i piedi... prese l'olio e si posiziono' di fianco a me iniziano a masaggiarmi tutta...dalla testa ai piedi dicendomi :
Come vado come sostituta??
Scoppiammo a ridere come due vecchie amiche e le feci i miei complimenti dicendole che avrei prenotato un altro appuntamento la settimana prossima . Con lei chiaramente.
E' stata una esperienza che mi ha sconvolto perche' non sono mai stata con una donna , ma la delicatezza e il sapere cosa e come fare per darmi piacere e' stato entusiasmante.
Non vedo l'ora che sia Venerdi' prossimo... poi se non vi disturba... ve lo raccontero'!!
Ciao a tutti
Miriam
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18 years ago
Coppiacalda77,
30/39
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Sottomisura
Giungo in Piazza della Pilotta verso tarda mattina. Le vie adiacenti il Teatro Regio sono affollate di persone. Uomini e donne stanno assiepati attorno le bancarelle dove sono esposti in maniera disordinata indumenti, calzature e articoli casalinghi di ogni genere.
Le donne saltano da un banco all'altro, movendosi come cavallette, alla ricerca di un capo di abbigliamento griffato di fine serie, pronte a contendersi l'oggetto dei loro desideri con spintoni e male parole.
Andare in giro nei mercatini facendo shopping a basso costo è una pratica cui non so sottrarmi. Alcuni sociologi hanno paragonato l'esercizio di questo passatempo alla stessa stregua di certe droghe che creano dipendenza.
Ma ormai è' un fenomeno generalizzato che coinvolge un gran numero di donne e uomini che come me usano acquistare oggetti per il solo gusto di consumare, senza averne un reale bisogno.
A fatica, facendomi largo fra la folla, riesco ad avvicinarmi ai bancali che espongono abiti e tessuti per l'estate. Una gonnellina pareo in lycra di colore bianco attira la mia attenzione. Costa solo 6,50 Euro. La prendo e pago senza mercanteggiare sul prezzo. Ritiro la merce e infilo l'involucro nella sacca che porto tracolla. Poco più in là, nella zona del mercato riservata agli ambulanti che espongono scarpe, trovo degli zoccoli di legno di colori assortiti con sottili fascette multicolori. Ne prendo un paio: costano solo 8,00 Euro.
Fare shopping è divertente. A volte perfino eccitante. Muoversi fra le persone, sentire i loro odori, entrare a stretto contatto con i corpi, contendersi e passarsi gli oggetti fra le mani non mi produce solo agitazione, ma un grande turbamento. Nel caos che regna intorno ai banchi c'è sempre qualcuno che ne approfitta per allungare una mano e toccarmi il culo. Dopotutto è sempre meglio subire questo genere di attenzioni piuttosto che essere derubata del portafoglio da uno dei numerosi borseggiatori di professione che infestano i mercatini.
Ormai ho fatto l'abitudine ai palpeggiamenti, reagisco all'offensiva di chi insiste nel toccarmi il culo solo nel caso in cui la palpata si fa troppo insistente superando i limiti della decenza. Il più delle volte, girandomi, trovo alle mie spalle solo donne e ciò non mi dispiace: sono portata a credere che il mio culetto deve essere particolarmente appetibile a molte di loro.
Essere palpata sulle chiappe è quanto di meglio può capitarmi quando mi muovo fra la folla che sta assiepata attorno ai banchi. Ogni volta che sono oggetto di questo tipo di attenzioni provo una certa soddisfazione, cosciente come sono di avere regalato attimi d'intenso piacere a chi ha compiuto il gesto.
Il tipo di palpeggiamento che prediligo è quello con la mano morta, è un tipo di palpata docile, gentile, sensuale. Detesto invece chi volgarmente mi pizzica il culo o tenta d'inserirmi un dito tra le natiche.
Girovagando da una bancarella all'altra, in meno di mezz'ora, ho acquistato un gran numero di cose: due t-shirt, un abito a mezza manica in piquet elasticizzato, da indossare quando andrò in spiaggia, un copricostume, un telo mare verde con stampe a zebra, un bikini a righe colori arancio/viola e una borsa mare di plastica trasparente rigida. Infine ho comperato un regalo per Cristina: è con lei che ho appuntamento in Piazza Garibaldi.
Ripongo gli oggetti che ho acquistato nelle borse ai lati del portapacchi della bicicletta, dopodiché lascio la zona del mercato. Sospingo il velocipede e a piedi mi avvio verso Piazza della Pace.
Sotto l'ampio porticato del Palazzo della Pilotta un gruppo di donne moldave e bielorusse stanno sedute sulle panche di granito d'intorno al bacino d'acqua che l'architetto Piano ha inserito nell'arredo urbano di Piazzale della Pace quando ne ha curato il rifacimento. Le donne parlano fra loro, in maniera composta, sottovoce. Molte di loro espletano il lavoro di assistenti domiciliari prendendosi cura di anziani soli. Pagate in nero dai famigliari di quest'ultimi che altrimenti dovrebbero sborsare cifre iperboliche per ricoverarli nelle case di riposo. Non c'è nessun uomo a tenere loro compagnia: i mariti sono rimasti a casa ad accudire i figli. Sfilo dinanzi a loro e penso che sono donne coraggiose.
Mancano pochi minuti a mezzogiorno quando giungo in Piazza Garibaldi.
Cristina, vedendomi arrivare, abbandona la poltroncina in vimini dove sta comodamente seduta e mi viene incontro. Ci scambiamo un duplice bacio sulle guance, alla maniera francese e prendiamo posto al tavolo della caffetteria, poi ordiniamo un aperitivo. Al riparo dal sole, sotto un enorme ombrellone di colore beige, a poca distanza dal monumento a Garibaldi che troneggia in mezzo la Piazza, ci gustiamo il passeggio della gente che transita dinanzi a noi.
- Come va? - domanda.
- Bene. e tu?
- Anch'io
- Luca?
- Il solito. E' via, a Budapest. Torna martedì o mercoledì, spero.
Vorrei dirle qualcosa a proposito di Luca, ma esito e cambio argomento. Pur lavorando entrambe come infermiere nello stesso ospedale, ci frequentiamo da poco tempo, più precisamente da quando è stata trasferita nel reparto di medicina dove presto servizio da quattro anni.
- Ti ho preso un regalo - dico - E' solo un pensiero, ma spero che ti piaccia lo stesso. L'ho scorto in un bancale del mercato, così l'ho comperato.
- Beh! Mi hai messo addosso una certa curiosità. Posso sapere almeno cos'è?
- Prova a indovinarlo.
- Dai, Erika non fare la sciocchina. Dimmelo. non tenermi sulle braci.
E' magnifica Cristina quando sorride. Le sporgenze carnose delle sue labbra si schiudono e accenna a mordersi il labbro inferiore.
E' impaziente di sapere cosa le ho comperato. Batte nervosamente le dita sul bracciolo della poltroncina nell'attesa che le consegni il regalo.
Indossa una camicetta bianca, ampiamente scollata, e un paio di jeans che per la delicatezza della fattura e i modi eleganti della sua persona le donano un aspetto raffinato e nel contempo sbarazzino. I capelli castano scuri, raccolti dietro la nuca, a coda di cavallo, la fanno apparire più giovane di quanto non è, mentre invece ha la mia stessa età: trentadue anni.
- Potrebbe essere un copricostume, una t-shirt o un maglietta a vogatore di quelle a spalla stretta. Tu cosa pensi che sia? - le suggerisco.
- Dai, non farmi stare male... dimmelo.
Cristina afferra il bicchiere e sorseggia la bevanda analcolica. Seguo il movimento delle sue labbra che si dilatano al passaggio del liquido. Sono presa da un desiderio inconsulto d'infilarle la punta della mia lingua nella sua bocca, ma è solo una voglia matta: una allucinazione.
- Va beh, dai... Ora te lo vado a prendere. L'ho nel cestello della bici.
Mi allontano e torno poco dopo tenendo stretto nella mano il regalo.
- Tieni è qui dentro - dico, porgendole l'involucro.
- Che faccio. L'apro ora? - sussurra, stringendo fra le dita il regalo.
- Beh, se ti va che gli altri lo vedano.
- Ah! E' così dunque. C'è dentro qualcosa di misterioso di cui debba vergognarmi?
- Ma no, che dici mai.
- Beh! Allora lo apro...
Cristina estrae dal sacchetto l'involucro in plastica che contiene un bikini in tinta unita con reggiseno a forma di triangolo.
- Accidenti! E' un bellissimo coordinato bianco! Giusto quello di cui avevo bisogno.
- Dici?
- Sì, davvero!
- Ne sono felice. E' una piccola cosa, lo so. Su una pelle olivastra come la tua il bianco è il colore che più fa risaltare l'abbronzatura e la bellezza delle tue forme.
Cristina afferra il reggiseno, ne valuta la consistenza e le dimensioni e fa lo stesso con lo slip.
- Ma che misure hai preso?
- La terza di reggiseno e la taglia quarantadue per gli slip. Sono andata un po' a naso.
- Per essere una terza mi sembra piccola.non credo proprio che contengano i miei seni, per me è una seconda.
- Ma no, dai. Fai vedere.
Agguanto i capi di biancheria e li valuto.
- Ti sbagli, guarda c'è scritto nell'etichetta. E proprio una terza!
- Ti sbagli. Scusa se insisto, ma il reggiseno è di una misura più piccola.
Lo saprò bene, non credi?
- Beh, per giudicarlo dovrei vedertelo addosso.
- Lo indosserò appena sarò a casa, poi te lo farò sapere.
- Beh, potresti indossarli ora, così se non è della tua misura posso andare a cambiarlo subito.
- Sì, ma come faccio?
- Vieni dai, andiamo in bagno e te lo provi lì. Ti accompagno... se vuoi.
- Dici?
- Sì, dai. Andiamo, segui me.
Ci conosciamo da poco tempo eppure mi sento dannatamente attratta dal suo corpo. Anche ora che a passi lenti la precedo verso la caffetteria, pur se turbata dall'inconsueta intimità, cerco di reprimere la forte attrazione che provo verso lei.
Il percorso che conduce hai bagni lo conosco bene. Varco la porta dell'antibagno e lei mi segue appresso. Ci ritroviamo in uno spazio esiguo. Una specchiera a muro e due lavandini sono alla nostra destra, mentre nella parete opposta trovano posto le porte dei due gabinetti.
- Vai dentro. Ti aspetto qui mentre provi il costume - dico.
- Ma no, dai entriamo tutte e due insieme. Mi dai un consiglio, ti spiace?
- Ma veramente...
Cosa altro potrei risponderle? Che non vedo l'ora di essere chiusa in quello spazio ristretto insieme a lei e godere della sua intimità?
- Su dai non fare storie, seguimi.
Con un certo impaccio entro anch'io nel bagno. Lo spazio è piuttosto esiguo, ma sufficiente da permetterci di muoverci con una certa disinvoltura.
- Ti spiace tenere il bikini mentre mi spoglio?
- No, fai pure.
Mi consegna il costume e appoggia la borsetta di pelle all'attaccapanni, poi si libera dei jeans.
- Provi anche gli slip?
- Sì certo, intanto che ci sono provo anche quelli.
Una volta sfilati i pantaloni si libera della camicetta. L'intimo di pizzo bianco che indossa è carino davvero, il reggiseno a balconcino le sostiene i seni spingendoli verso l'alto.
- Ti spiace sganciarmi il reggiseno?
Prima che possa risponderle si è girata con la schiena nella mia direzione, in attesa che la liberi l'indumento.
Stacco il gancio e lascio che il reggiseno scivoli in avanti. Cristina lo toglie e lo appende alla gruccia infissa nel muro nel muro, poi si gira verso di me.
Il sorriso malizioso che traspare dalle sue labbra è incantevole come lo sono i suoi seni. Osservo le forme tonde e resto stupita nel constatare che i capezzoli sufficientemente prominenti sono inturgidi.
- Beh! Sei sorpresa?
- Cosa? - rispondo, stupita.
- Allora pensi ancora che la misura sia giusta?
- Beh, no... forse hai ragione tu, ma... -
Contrariamente alle mie mammelle, che col passare degli anni accennano sempre più a diventare pendule, le sue sono tonde e sufficientemente ritte.
Le porgo la parte superiore del costume e lei lo indossa.
- Beh, che ne dici ti sembra una terza, questa?
I lembi a forma di triangolo coprono a stento le forme dei seni, segno evidente che abbisogna di una taglia in più.
- In effetti, ti sta un poco stretto, lo ammetto.
Sfila le mutandine di pizzo e indossa quelle del bikini. Chino il capo e constato di persona che ha la passerina ben curata con uno striminzito ciuffo di peli neri nella parte superiore.
- Ti sta veramente bene - dico, col poco fiato che riesco a buttare fuori, tanto sono eccitata.
- Ti piaccio così?
- Beh, sì... Certo che sì.
- Senti come il tessuto stringe i seni. Ho ragione quando affermo che il reggiseno è di una misura in meno rispetto a quella che dovrei indossare?
Mi prende la mano e l'infila sotto la stoffa del costume a contatto di un capezzolo. Percepisco l'inturgidimento del profilo di carne e sento il mio cuore batte celermente a un ritmo di pulsazioni per me inconsueto.
- Che te ne pare?
- Dico che... hai due seni magnifici - pronuncio la frase come se volessi liberarmi di un grosso peso.
- Ti piacciono?
- Sì, certo, e tu sei bellissima.
Non attendo la sua risposta, mi faccio audace e avvicino le mie labbra alle sue. Le sfioro delicatamente, senza premere su di esse. Lei non si ritrae, lascia che la baci senza ricambiare il mio gesto. Il suo atteggiamento è passivo, ho l'impressione di avere commesso una gaffe e di avere rovinato col mio gesto la nostra amicizia. Sollevo le mani attorno il suo viso e premo le labbra sulle sue. Le sento aprirsi e contraccambiare i miei baci.
Sospingo Cristina contro la parete e proseguiamo a scambiarci dei baci.
Lei, che soltanto pochi istanti prima era ritrosa e pareva non lasciarsi andare, m'infila decisa le dita fra i capelli attirandomi con forza a sé.
Le sue labbra hanno il sapore del miele e la morbidezza di un corso d'acqua.
Baciare una donna è assai più gradevole di quanto lo sia con un uomo. I baci hanno un gusto particolare che li rende più eccitanti. Penetro nella cavità della sua bocca con la lingua e frugo dentro di lei. Alle mie sollecitazioni la sento fremere di piacere. Continuo a penetrarla senza interrompere la mia azione, lei mi imita e fa lo stesso. Le lingue s'intrecciano l'una sull'altra provocando ad entrambi intensi attimi di piacere.
Ho la fica fradicia di umori che sento colarmi fra le cosce. Proseguo nella mia azione incollando le labbra sul suo collo riempiendola di succhiotti.
Lei cerca di divincolarsi, ma tengo pressata la sua schiena contro la parete.
Afferro la punta di uno dei suoi capezzoli e lo spremo, delicatamente, senza farle troppo male. I seni che poc'anzi avevo intravisto floridi, nel momento in cui si era liberata del reggiseno, li ho finalmente nelle mie mani: sono sodi, più dei miei. Chino il capo e trascino le labbra sopra di loro.
Infilo la mano sotto l'elastico delle sue mutandine e con le dita raggiungo la sua passerina. Ha un sussulto di piacere quando la penetro con un dito.
La fica è inzuppata di umore come la mia. Infilo la lingua nella sua bocca e contemporaneamente inizio a masturbarla con il dito che tengo dentro la fessura. Il suo respiro si fa affannoso, ansima di piacere lasciandosi sfuggire qualche breve monosillabo dalle labbra.
Tengo la mano appoggiata sul suo monte di venere e con le dita strofino la sporgenza carnosa del clitoride. E' turgido e generoso di lunghezza. Lo immaginavo così e non ne resto delusa.
Senza remora alcuna ci abbandoniamo a soddisfare i piaceri della nostra carne. Godo... Cazzo se godo! Cristina è in mio possesso. Sento che in questo
momento potrei farle fare tutto ciò che voglio e lei mi ubbidirebbe. Le mordo il collo dietro la nuca e sento le sue gambe flettersi. S'inarca all'indietro con la schiena e pronuncia le prime parole da quando abbiamo iniziato a fare l'amore.
- Mi fai morire.basta ti prego, smettila - sussurra, mentre imperterrita proseguo a morderle il collo.
- Ti prego.ti prego.
La supplica mi eccita ancora di più. Tocco l'estremità del clitoride e agito il minuscolo cappuccio che lo avvolge, proseguo nella mia opera nonostante la mia amica tenti ripetutamente di allontanare la mia mano dalla sua tana.
- No... no... lasciami. Ti prego.
Cristina mugola di piacere e il suo corpo è percorso da un'infinità di brividi: sento che il suo orgasmo è imminente.
- Godo!... Godoo!... Godooo!
Urla ad alta voce accasciandosi col culo sul pavimento del bagno.
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3
19 years ago
nicky1, 36
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La mia cara cugina
Ciao a tutti mi chiamo Chiara e ho 18 anni e sono di Rimini, innanzitutto complimenti per il sito, l'ho scoperto da un paio di mesetti e devo dire che è fatto veramente bene.Comunque non sono qui per tessere le lodi di questo sito in realtà voglio raccontarvi questa "fantastica" ma sicuramente insolita storia che mi è capitata questa estate a mare.
Sono andata a mare come tutti gli anni in un villaggio la cosa diversa è che quest'anno non sono andata con i miei ma con i miei zii e quindi anche con mia cugina,che ha un anno in meno di me e con la quale sono molto amica, quasi fosse una sorella. Le serate a mare trascorrevano tranquille perchè c'era l'animazione e li la compagnia di ragazzi con cui avevamo legato era davvero ottima, poi si sa a mare si è sempre un pò più disinibiti e almeno mia cugina si fece un paio di storie con uno dei ragazzi dell'animazione, la cosa non mi dispiaceva più di tanto se non per il fatto che puntualmente rimanevo da sola con gli altri ragazzi del villaggio, non che mi dispiacesse però dopo la prima settimana molti di loro andarono via e quindi io mentre mia cugina Laura si divertiva con il suo caro "amante marino" io ero costretta a rimanere li intorno o peggio con i miei zii. Gli zii non facevano ne problemi di orari ne altro e sotto questo punto di vista erano tranquilli proprio, l'unica cosa è che se io stavo con loro cosa gli raccontavo su dove fosse la loro "angelica" figlioletta? Comunque dopo la prima settimana e mia cugina che ancora continua con le storie con st'animatore mi inizia a raccontare cosa fanno o cosa non fanno, anche perchè mi piaceva curiosare nelle sue emozioni, così la sera quando ci ritiravamo parlavamo.
"Laura ma mi racconti quello che fate o che non fate tu e Giuseppe?" gli chiesi io e lei "perchè?" "e dai dimmelo tanto quello che hai fatto tu l'avrò fatto anche io, sono un anno più grande di te e poi io sono stata fidanzata 6 mesi con un ragazzo".Alla fine riesco a strapparle delle parole e mi dice che di solito se ne andavano nella parte dove stanno le giostre visto che verso l'una di notte non c'è proprio nessuno e li mi ha raccontato come limonano, le mani di lui e di lei fino a dove si spingono e mi ha raccontato che è arrivata a farsi anche succhiare i capezzoli. La cosa non è che mi faceva rabbia ma un pò di invidia si però anche perchè eravamo in discussione sul fatto che Giuseppe sarebbe uscito con lei e non con me.
Ma le giornate li passavano tranquille e sopratutto velocemente, una sera stanca di farmi due palle aspettando attorno al parco giochi stavo per andare a chiamarla quando mi avvicino al parco sento una voce che ansima e saremo stati al massimo ad un metro di distanza poichè c'erano le siepi a dividere i nostri corpi, allora presa dalla curiosità rimango li e ascolto tutto, mi faccio un pò più in la per cercare anche di vedere cosa stessero facendo visto che ansimavano un pò e scorgo solo un paio di piedini nudi avvolti dalle mani dell'animatore, si stava facendo fare una sega con i piedi di mia cugina,assurdo. Resto ancora un pò li nei paraggi e poi me ne torno a casa con mia cugina. All'inizio non volevo che lei venisse a sapere che li avevo spiati ma dopo circa 3 mesi di astinenza su questo argomento ero abbastanza eccitata e iniziai a parlare ma non in modo diretto, bensì facendole dei complimenti su come fosse cambiata negli ultimi tempi, come fosse diventata bella. Lei la vidi un pò arrossire ma ringraziò così introdussi un altro argomento, le parti che gli uomini più amano in una donna e iniziammo a parlare di tutto il possibile arrivando ovviamente dove io volevo "i piedi". Quando facemmo il paragone con i nostri due piedi, che erano quasi simili, io le presi un piede in mano e massaggiai dolcemente la pianta senza sapere nemmeno come poi lei fece lo stesso con i miei e così ci trovammo una di fronte all'altra, ribadisco che io e mia cugina siamo praticamente come sorelle in quanto la prima volta che ci siamo masturbate eravamo assieme e non c'è niente che io non sappia di lei e viceversa. Poi mostrai le mie carte allora gli raccontai che li avevo spiati ma senza malizia, lei un pò risentita non lo diede tanto a vedere ma continuò con il massaggio, allora continuando per quella strada le ho chiesto se fosse stato bello e se avesse provato piacere perchè non ci vedevo molto di eccitante in una sega fatta con i piedi. Lei mi rispose che per lei è stata una cosa abbastanza nuova nel senso che quando si masturbava a casa con una mano si massaggiava anche i piedi e quindi l'uso dei piedi è stata una cosa che forse dava per scontato in un rapporto con un uomo. Io intanto mi ero fatta abbastanza rossa e così anche mia cugina allora per scherzare con il piede che avevo ancora libero allungai la gamba e gli toccai la fighetta, lei fece lo stesso con me e continuando un pò così lei mi chiese così a bruciapelo se volessimo massaggiarci un pò le fighette. A questo punto io dissi "Ok" tanto c'eravamo toccate un sacco di volte assieme ma il bello è che lei non intendeva ognuno la sua ma il contrario, io toccavo lei e lei me. Presa da un rossore improvviso non parlai nemmeno perchè viddi la mano di mia cugina allungarsi tra le mie gambe e così feci anche io. Penso che mia cugina potesse lavarsi le mani per quando fossi bagnata e anche lei non scherzava, intanto cominciai a fare delle piccole carezze da sotto gli slip di mia cugina mentre lei già stava con un l'indice nel mio solco, la cosa di faceva molto eccitante, c'era nell'aria una tale eccitazione. Dopo un pò che andava avanti questa cosa mia cugina si staccò con la sua mano e dovetti anche io fare lo stesso ora era davanti a me con un piede che si allungava verso le mie gambe io mi tolsi il perizoma e Laura fece lo stesso con il suo slip. Capì che cosa avesse intenzione di fare e feci la stessa cosa come uno specchio, sentivo il suo alluce premere sul solco e le altre piccole dita del piede che toccavano come tanti piccoli tentacoli ogni centimetro della mia fica, era bellissimo e il bello era che anche mia cugina stava provande le mie stesse sensazioni a giudicare dagli occhi chiusi e la testas all'indietro. Siamo andate avanti così per una buona mezz'ora dopodichè non che la feci più e assaltai letteralmente mia cugina allargandogli non con molta forza le gambe e mi ci fiondai con la lingua. Era praticamente zuppa di umori profumatissimi che mi facevano impazzire ancora di più. Quando venne lanciò un piccolo urletto di piacere e io che non mi staccavo piena di umori leccando l'impossibile per quanto fossi eccitata. Dopo poco si riprese dal suo orgasmo e mi fece girare per fare un bellissimo 69 dalla quale non ci scollammo prima di un oretta buona.
La mattina dopo quando ci svegliammo ancora con quel sapore in bocca l'una dell'altra ci guardammo con uno sguardo che non era di complicità, era qualcosa di più.
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3
19 years ago
nicky1, 36
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Monica
Oggi Monica è una donna, ha un lavoro, un marito, tante incombenze e tante responsabilità cui deve far fronte. I momenti di pace sono pochi, attimi di tranquillità che trascorre sdraiata sul letto a ripensare ai suoi sogni di ragazza, quando ancora contava le ore, i giorni in cui sarebbe arrivato il principe azzurro.
Mario è giunto a cavallo della sua moto nera, Mario ha visto Monica ed ha deciso che sarebbe stata sua. Erano giovani allora, e le carezze furtive scambiate nell’oscurità dei portoni, le mani inesperte che s’insinuavano voraci in ogni apertura, in ogni umido, sconosciuto anfratto erano la promessa di un desiderio bramoso che non tardava a sfogarsi per entrambi. Quegli orgasmi rubati alla notte, quelle parole gustate come caramelle,quella pelle sudata ed imperlata di piacere erano per Monica e Mario l’estasi dei vent’anni.
Oggi Mario è un commercialista affermato, il nero cavallo di ferro è stato sostituito con una fiammante macchina sportiva, gli orgasmi rubati alla notte sono ora soltanto deboli amplessi ritagliati nelle pause di lavoro, le parole di miele e di sole si sono trasformate in bigi e scoloriti messaggi attaccati sul frigo in cucina, ed i sogni di Monica sono solo pagine di diario sbiadite ed ingiallite nel fondo di un elegante comò.
Il mese scorso Monica è venuta da me per comprare un sogno. E’ stata per ore a rovistare tra gli scaffali della mia libreria alla ricerca di questo strano libretto. La guardavo mentre la gonna bianca tirava sui fianchi generosi e lei, non cercava di spingerla giù come ogni brava ragazza farebbe al cospetto di un maschio intenta a guardarla; d’altronde eravamo solo noi due, nell’afa di luglio all’ora di pranzo in un negozio semi vuoto. Ho visto il seno tirare dentro la soffocante camicetta bianca, che lei ha leggermente sbottonato con la semplicità di una bimba innocente. In fondo perché Monica dovrebbe avere riguardo davanti ad un’altra donna? Dietro al bancone difatti ci sono solo io, e lei non sa quanto sto bramando e desiderando quelle cosce e quel culo sodo.
Mi avvicino per darle una mano, il titolo di questo volume non mi è nuovo come non lo è il caldo e il turgore che sento crescere sotto la pelle.
Monica mi guarda con quel suo sguardo bambino in cui indovino desideri inespressi , e per un solo istante i suoi occhi si posano sulla mia scollatura.
In un attimo capisco qual è il sogno che cerca nel mio negozio.
Mi accosto ancor più con la scusa di aiutarla a prendere un libro, e le nostre mani per pochi secondi si sfiorano si cercano e subito si ritraggono intimidite.
La vedo arrossire ed abbassarsi la gonna che nel frattempo è salita ancor più. Ecco il primo segnale che cercavo, questa subitanea timidezza che apre ai miei occhi nuovi orizzonti.
Le fermo la mano che scivola sul tessuto e la sostituisco con la mia, che lenta accarezza quelle dolci rotondità di femmina. Lei mi guarda esterrefatta, ma lascia che gli eventi seguano il loro corso.
La bacio sulla bocca e la sua malsicura risposta rende più audace la mia lingua, che avidamente s’insinua tra le sue labbra di miele. Un sussulto, un solo gemito e dono a Monica tutto il piacere che solo una donna può darle; infilo lentamente un dito tra le sue gambe dischiuse, sento la sua carne pulsare ed inumidirsi, aprirsi come un fiore di loto al mio passaggio, con abilità e destrezza la conduco verso il bancone dove la adagio come un oggetto prezioso.
Le sfilo le mutandine di candido pizzo e le apro il sesso con due dita, mentre la mia lingua si dirige verso il centro del suo piacere. La lecco avidamente per minuti che sembrano secoli, le stuzzico i capezzoli come fossero petali di rosa, infilo un dito anche nel suo pertugio più stretto, continuando a lambire con la lingua l’essenza del suo godimento che si ingrandisce fin quasi ad esplodere.
Intanto anch’io inizio ad accarezzarmi mentre Monica fattasi più ardita, mi bacia sulle labbra con il desiderio e la passione di tutti i suoi anni frustrati.
Colgo in quel bacio i miraggi inespressi, le voglie celate e nascoste, il lieto fine della sua eterna favola.
Ci mettiamo una sopra l’altra e con foga e passione ci strusciamo, ci tocchiamo, ci accarezziamo, ci graffiamo, ci prendiamo , ci beviamo avidamente. Il suo corpo diventa argilla tra le mie mani, e il mio desiderio esplode nella sua bocca, regalandole l’indelebile aroma di donna appagata mentre il suo urlo di delizia si confonde con il mio.
Oggi Monica viene quotidianamente nel mio piccolo negozio di periferia, sempre alla stessa ora. Io l’aspetto dietro al bancone, poi chiudo la saracinesca e le dono tutti i suoi sogni di compiaciuta sovrana. Il suo diario ingiallito ha ripreso nuovamente colore, e Mario adesso cavalca da solo sopra la sua rossa, inutile, rabbia.
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20 years ago
desiderya, 40/42
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