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Tradimento al cellulare
Una sera, come tante, un venerdì, esco con Amici, dopo averle detto che sarei andato bene, una rimpatriata tra vecchi compagni di scuola. Lei mi dice che intanto non era in vena di uscire e così mi dice di non preoccuparmi, ci saremmo visti il giorno dopo.
Non sono un tipo da discoteca, però mi son fatto convincere dagl'altri, presi dall'entusiasmo e così siamo andati in cerca di avventure nel posto In del momento, pieno di ragazze affamate e noi eravamo pronti a buttarci in mezzo a quel mare, in cerca di una "toccata e fuga".
Arriviamo, Giulio, conosce un PR e ci fa saltare la solita noiosa coda. Quella sera era pieno di gente, c'era un ospite famoso, uno del grande fratello o di un altro reality, uno dei tanti modi per attirare le giovani generazioni.
Entriamo per l'una e la musica era già al massimo, c'era già gente sconvolta ed era pieno di gnocca il posto. Ambiente caldo e ragazze svestite. Alcune avranno avuto anche dieci annin meno di me, però avevano la carica erotica di una trentenne in carriera. Ah, io impazzisco per quel genere di donna e lo dimostra il fatto che la mia ragazza e presto, compagna di vita, visto che c'è nell'aria l'idea di andare a convivere, abbia 6 anni in più di me. Ci siamo trovati: a Lei piacciono i ragazzi più giovani e a me le donne più mature.
Elisa era a casa e io lì a divertirmi, quando le avevo detto di non preoccuparsi, visto che sarei andato semplicemente a bere, però non mi son fatto prendere dal senso di colpa, anzì. ho cercato di divertirmi il più possibile ed ero partito all'attacco di un paio di ragazzine che avevano notato il mio bell'aspetto e forse anche la mia BMW cabrio parcheggiata all'ingresso. Ero al bancone con una certa Sara, diceva di avere 22 anni, ma gliene davo molti meno, porta una canottierina nera, di quelle tutte piene di cose luccicanti e non porta il reggiseno. Lascia vedere le sue giovani e tenere tettine essendo più bassa di me di un bel po' e sofdera il suo sguardo da porca succhiando avidamente il terzo coca e avana che le ho offerto. Presto ci ritroviamo avvinghiati nel privè, io con le mani sul suo culettino sodo e lei con tutta la sua lingua dentro la mia cavità orale. Si muove in modo agitato e insicuro e la cosa mi fa capire che dev'essere alle prime esperienze, non mi eccita, non è il mio tipo, così dopo esserci scambiati quei pochi minuti di effusioni, mi allontano in cerca dei miei amici o nella speranza di trovare qualche belle donna divorziata affamata.
Su un divanetto poco distante, incredibile! Vedo Eli, la mia ragazza ("che cazzo ci fa qui?!" penso), decido di non farmi vedere, anche se ora era lei quella più stronza, perchè mi aveva detto di rimanere a casa... E' con della sue amiche e si vede che per loro la serata non stava prendendo la giusta piega, così decido di metterla alla prova.
Cerco i miei amici e Sergio, il più belloccio, lo convinco, con altri due ad andare al tavolo dove c'era la mia Lei, in cerca di conquiste. Sapevo che lui sarebbe stato il suo tipo e sapevo bene che anche Eli sarebbe stata la tipa per qualunque mio amico. Mi invidiavano sempre quella mia relazione con Lei, anche se l'han sempre solo conosciuta dai miei racconti. Erano praticamente dei perfetti sconosciuti che cercavano di andare ad abbordare altre ragazze, come succede sempre in disco. Con l'aiuto del PR, si fanno portare una bottiglia di champagne e della frutta al tavolo, facendo spiegare alle ragazze che il tavolo era prenotato da altre persone, ma che non era necessario andarsene, visto che chi aveva prenotato, aveva chiesto gentilmente di mandare assolutamente via quelle "splendide creature". Visto il complimento e il gesto galante, non si alzano e rimangono divertite al tavolino, pensando sicuramente che si sarebbe mossa un po' la serata in quel modo. Io mi stavo godendo la scena da lontano. Eccole, tutte e tre a guardarsi intorno, per cercare di scoprire chi sarebbero state le persone del tavolo ed ecco che dopo qualche minuto, spuntano Sergio e gl'altri, perfetti, con lo stile inconfondibile di quelli che in discoteca ne trovano sempre e da sempre.
Scattano le presentazioni e inizia una conversazione di un qualche tipo, bevono e si divertono. Dopo qualche tempo, sembrano conoscersi tutti da tempo. Un amica di Elisa stava prendendo confidenza con Giulio e un altra era rapita dalla bellezza e dai modi di Sergio, ma come gli avevo chiesto, Lui non aveva che occhi per Elisa. Eh.. eh... e non gli costava nemmeno troppa fatica, secondo me, visto che quella sera aveva un vestitino che le avevo regalato molto succinto. e sicuramente stava indossando il perizoma che le ho portato da Parigi nel mio ultimo viaggio per lavoro.
Sergio sta facendo del suo meglio ed Elisa mi sa che se ne sta accorgendo. Pensavo non accadesse quello che vi sto per raccontare e invece, eccoli alzarsi e prendere le giacche. Escono dal locale e si dirigono alla macchina: io naturalmente li seguo, continuano a parlare mi sembra e ad un certo punto mi prende un dubbio (cavolo! era l'una e mezza!Io ad Eli avevo detto che andavo semplicemente a bere, sicuramente, starà rientrando per paura che io scopra la sua scappatella, visto che quella sera l'avrei chiamata sicuramente, come sempre!!!).. quindi decido di chiamarla, anzi le mando un SMS - amore,guarda,è successo un problema,il mio amico non è stato bene e lo stiamo accompagnando a casa.Rientrerò molto tardi,nn preoccupari a va pure a dormire.Buonanotte micia- Micia era il nome affettuoso che le avevo dato.
E ora vediamo come si comporta... Mi squilla il telefono, ma che faccio! Non rispondo e così faccio. Non le ho risposto. Conoscendola dev'essersi incazzata un sacco. La macchina continua la strada, ma ad un certo punto, prende una direzione inaspettata che non porta nè a casa di Eli, nè a casa di Sergio e a dire la verità. sembrava proprio una strada di campagna.
Io non potevo seguirli lì in mezzo, mi avrebbero scoperto, così decido di chiamare Sergio e fingendo un po' al telefono con lui, gli chiedo di lasciare aperta la conversazione, in modo che si possa sentire almeno quello che accade.
Lei, gli aveva chiesto un posto per far pipì, da quel che ho capito, così la stava portando in campagna (e bravo Sergio! e troia Elisa, che poteva aspettare di arrivare a casa!).
E: "grazie! ora però non guardare, ma non spegnere le luci, che ho paura..."
si sente spegnersi il motore, eli scende dall'auto ela qualità dell'audio è talmente buona, grazie anche al silenzio della campagna che si sente anche lo zampillio di Eli
S: "finito? guarda che c'è un animale strano che si sta aggirando qui intorno. Ho visto un ombra! Corri!!!"
Sergio è furbo in questi casi ed Eli schizza immediatamente in macchina, con il perizoma ancora in mano!
E: "Ma sei scemo?! Mi fai prendere un infarto Cazzo! accidenti..."
Evidentemente lo spavento le aveva fatto bagnare un po' la gamba e mentre si risistemava Sergio le ha passato un fazzoletto di stoffa.
E: "No grazie!" in modo seccato
S: "Ti prego, lasciami il tuo profumo..."
E: "Non ti sembra di esagerare? Portami a casa" ...iniziando un pianto a singhiozzo
S: "Su dai, non fare così, perchè?"
E: "Mi piaci, ma non voglio tradire il mio ragazzo. Non sono una di quelle io... E' stato uno sbaglio. Scusa ma riportami a casa!"
S: "Perchè pensi che Lui sia veramente dall'amico, il venerdi sera?!" (si stava giocando tutte le carte)
E: "Cosa vuoi dire?!"
S: "Guarda non ti voglio prendere per il culo. Lucio è un mio carissimo amico e questa sera eravamo tutti in disco, c'era anche Lui!"
Attimi di silenzio con stupore, prevedibile di Eli e Mio (ma che cazzo stava facendo!Adesso lo ammazzo)
Continua la conversazione, Sergio le spiega la mia idea e Lei sembra quasi non crederci, quando ecco, lui le mostra il tel con la conversazione aperta e in silenzio le fa cenno di non farsi scoprire. Io gli avevo promesso dei soldi per portarla via, secondo il suo racconto e io non sapevo come intervenire a quel punto, per evitare casini o forse non volevo per vedere le conseguenze.
Lei, stupita e incazzata.
E: "Ah, così voleva che tu mi tenessi buona, in modo che lui potesse farsi i suoi porci comodi, bene!...."
silenzio...
E: "senti... facciamola finita!Vuoi scoparmi?!"
Sergio, dopo quella domanda, rimase impietrito, però immediatamente, prese lei in mano la situazione o meglio gli aprì la patta dei pantaloni e inizio a succhiare quel cazzo maestoso che gli invidiavamo nelle docce dopo la partitella del mercoledì sera. Da quel momento non parlo più.
E: "Per fortuna mi è capitato quello bello e quello con un cazzo enorme... grazie stronzo!"
Parlando dentro al telefono per farsi sentire da me. Io rimanevo ad ascoltare e avevo iniziato a masturbarmi.
Sergio non diceva niente, ma si sentiva che stava facendo la sua parte...
Iniziava a gemere Eli, sembrava di sentirla sopra di me, quando si fa l'amore, gli stessi versti, poi all'improvviso i versi si fanno più insistenti e con me poche volte aveva goduto in quel modo. Non stava solo fingendo, ma ci stava prendendo gusto. Brava la mia puttanella...
Sergio la sta pompando per benino e lei gli lascia fare di tutto. Dai gemiti tra dolore e piacere, penso che le abbia preso anche quello che io non avevo ancora avuto l'onore di possedere: il suo buco vergine. Irresistibile il suo fondo schiena e il suo seno grande e sodo che ora sarà stato accolto dalle mani di sergio. Aveva una station wagon, quindi avevano la possibiltà di muoversi liberamente, malgrado la scomodità della macchina.
Lei sembra proprio che non si accontenti e gode e urla, avrà già avuto almeno tre orgasmi, quand'ecco il gemito soffocato di Eli che si sta facendo venire in bocca per ingoiare il suo liquido...
E in questo è proprio brava! Ci sa fare Elisa e sentirla con un altro mi sta facendo esplodere!
Nel momento in cui viene Sergio, vengo anch'io, mi asciugo, prendo il telefono e parlo: "Grazie amore, sei stata fantastica... ci vediamo domani. Ora vado a dormire"
Non so Lei cos'abbia pensato o fatto in quel momento, so solo che il giorno dopo ci siamo visti a metà mattinata e ci siamo dati un lungo bacio senza dire niente.
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17 anni fa
BUNCIA, 39/40
Ultima visita: 12 anni fa -
Il bar di cinzia e marco
Tutto ebbe inizio lo scorso inverno.
Piacere, mi chiamo, o meglio, facciamo cosi... in questo racconto mi farò chiamare Cinzia per conservare almeno l'anonimato.
Spinta dalla voglia di condividere questa mia esperienza con altre persone e dietro il suggerimento della mia amica D. (buncia), eccomi qui a scrivere questo racconto.
Ho 29 anni e sono una di quelle ragazze sicure e piene di sè, sia per carattere ereditato dai familiari, che per la convinzione maturata nel tempo, visti i successi nel lavoro e nella vita. Ho un locale in una grande città italiana, un disco bar: un posto carino, costruito con tanta fatica e determinazione; per ovvie ragioni, non vi farò il nome del locale, però vi assicuro che esiste e che quello che sto per raccontare è veramente accaduto.
Lo scorso inverno, vista la mia momentanea difficoltà economica e visto che gl'affari non andavano poi molto bene, ho trovato un socio, un amico di vecchia data, pieno di conoscenze. Il suo ingresso, mi ha fatto rilanciare il mio locale, ora nostro e unendo menti e idee, siamo riusciti ora a farlo diventare la meta del week end per tanti ragazzi. La cosa che ci inorgoglisce di più è veder nascere dal niente una cosa, un idea e vederla crescere. Capita, talvolta, di incontrare persone che ti parlino del tuo locale in modo positivo, senza sapere che si sta parlando del tuo locale. Sono piccole soddisfazioni che portano ottimismo e convinzione.
Ma veniamo al racconto.
Marco idealizza con me questo progetto il novembre dello scorso anno. Chiudemmo per poche settimane il locale per alcuni lavori di restauro e per cambiare un po' l'arredamento e lo riaprimmo poco prima di Natale, giusto per rifarci delle spese. Era diventato uno spettacolo. Gente ce n'era tantissima e gl'affari andavano bene.
Dopo qualche tempo, arrivano degl'amici di Marco, una sera. Amici conosciuti in una vacanza studio in argentina qualche anno prima. Due bei ragazzi, con tutto il loro fascino sud americano. Non ricordo i loro nomi per un semplice motivo. Quella sera mi sono ubriacata un sacco e non ricordo niente. Solo col tempo sono riuscita a ricomporre frammenti di quello che è accaduto con l'aiuto di certe mie amiche.
Il mio locale non è molto grande, ma è ben strutturato. C'è un grande bancone e un po' di tavolini nella sala più grande, poi, in due salette ai lati, nella penombra ci sono dei divanetti con un tavolino basso al centro, dove solitamente si piazzano le compagnie e non si alzano per tutta la sera per paura di perdere i posti a sedere. La gente beve e si diverte, ma alle due siamo costretti a chiudere, per il troppo rumore e le lamentele dei palazzi intorno.
E così anche quel venerdì, alle due siamo stati costretti a chiudere, suonare il segnale di chiusura per l'ultimo giro di chupito, ma con uno strappo alla regola per gl'affezionati e per i due amici di Marco. Si tira giù la serranda e si rimane dentro con le luci basse e la musica a bassissimo volume. In questi momenti possiamo anche rilassarci un po' dal lavoro faticoso, fumarci una sigaretta dentro, infrangere qualche regola e normalmente si stappa sempre una bottiglia di vino per festeggiare l'ennesima serata andata bene.
Quella sera non eravamo in molti. C'eravamo io, marco, i suoi due amici e un tipo che era lì tutte le sere: un ragazzo strano, senza amici. Arrivava quando aprivamo e se ne andava quando si chiudeva, poteva anche essere pazzo, ma era innocuo.
I due argentini non parlavano molto bene l'italiano, così Marco faceva da interprete. Dopo, una mezz'ora, quando la conversazione stava prendendo piede a fatica, notai che ero sola con 4 ragazzi, tra l'altro con 4 bei ragazzi e la cosa iniziava ad intrigarmi dentro di me. Senza pensare troppo, andai a prendere un altra bottiglia, uno dei due stranieri mi seguì, mi fermò senza dire niente e mi chiese, un po' a parole un po' a gesti, se poteva preparare lui un cocktail di sua invenzione... Lo lasciai fare, anche se la cosa mi infastidiva un po', visto che sono gelosa del mio locale e dello spazio dietro al bancone.
Lo vedevo maneggiare con esperienza bottiglie e bicchieri e dopo poco preparò una bomba alcolica buonissima. Non so quanti ne preparò dopo, ma so per certa, che ad un certo punto ero seduta sulle gambre di quel ragazzo e mi stavo facendo accarezzare le cosce, come se fossi stata la star nello spettacolo di un night club.
Il mio nome è Cinzia, ho 29 anni, sono alta 1,76 cm, sono mora, occhi verdi, 92-61-89 le mie misure: questo è quello che riporta il mio curriculum artistico, quando mi sono presentata più volte per vari provini come comparsa. Solo due volte mi è andata bene, ma senza grossi guadagni, da lì l'idea di aprire il locale.
Beh, sono una vera figa e quella sera ero vestita, per attirare sempre più gente nel mio locale, in modo molto provocante... come sempre, intanto sono sempre dall'altra parte del bancone e non rischio nulla.
Minigonna con cintura larga in cuio, magliettina bianca aderente e semi trasparente col nome del locale e con scollo a V, reggisreno con ferretto in pizzo nero per sorreggermi la mia quarta generosa e un perizomina in linea col reggiseno, parigine e tacchi a spillo. Leggermente lolita nell'abbigliamento.
Ora sulle gambe di uno sconosciuto mi faccio accarezzare, vedo ridere gl'altri, anche Marco che mi fa cenno di continuare con la testa, ma continuare cosa, non so...
Il ragazzo sente che può osare e mi scoscia completamente e inizia ad accarezzarmi il culetto. Non sarà perfetto, però ha il suo fascino, malgrado la mia poca attività fisica. Chiudo gl'occhi un istante per cercare di prendere un po' coscienza, li riapro poco dopo e mi vedo un altro con i pantaloni abbassati e con la punta del suo pene a pochi centimetri dalla mia bocca. Non mi scandalizzo, sono eccitata al massimo, lo prendo in mano e lo accarezzo, lo bacio e gli do dei colpetti con la lingua per sentirlo crescere e ci vuole poco. L'altro ormai si è impossessato della mia parte bassa e mi sta facendo impazzire con dita e lingua insieme. Sento che ormai siamo entrati, senza troppi preliminari in un tunnel a senso unico, tanto vale divertirsi il più possibile.
Sento il mio seno sbattere avanti e indietro e due mani che me lo accarezzano, un cazzo duro come il ferro tra le gambe bagnate che mi pompa con insistenza. Le mie urla soffocate da un secondo membro in bocca e un terzo tra le mani. Enorme quello tra le mani! Mi volto con lo sguardo e vedo che appartiene a Marco. Cavolo! Non lo facevo così dotato il mio socio: che piacevole scoperta.
Non siamo più in 4, ma in tre nel locale. Evidentemente il cliente affezionato dev'essere uscito prima che iniziasse il tutto.
Sto godendo ripetutamente, non sono nel pieno delle mie facoltà e non sono per niente lucida, però sento una cascata di orgasmi: uno dietro l'altro... A rotazione i ragazzi mi prendono e quando viene il turno di Marco, si fa sentire la differenza. Non riesco a trattenere il dolore e il piacere e ci lancio un grido, che sicuramente avranno sentito anche gl'inquilini dell'ultimo piano del palazzo.
Che sensazione fantastica. Ero la loro puttana e la cosa, malgrado non mi fossi mai ritrovata in situazioni simili e non me le fossi nemmeno mai immaginate, non mi stava turbando... Marco mi sussurra, mentre continua a pompare con quel gran pezzo di carne "tesoro, ora ti daremo qualcosa di meglio da bere...". I tre raccolto il loro liquido dentro ad un bicchiere della CocaCola, era pieno a metà. L'orgia finisce improvvisamente e mi viene servita la bevanda allungata con qualcosa di alcolico, irriconoscibile, forse ruhm... Sorseggio, come se fosse tutto nella norma e gusto con piacere il loro sapore, apprezzando e chiedendo un po' di ghiaccio per rinfrescare il composto. Mi son bevuta un cocktail di sperma e ho notato che il quarto ragazzo non era uscito, ma era rimasto per riprendere tutta la scena. Per questo sono riuscita a raccontarvi questa storia.
Naturalmente quel video è rimasto in mio possesso, nella speranza che quando mi è stato mostrato, alcune sere dopo, non ce ne fossero troppe copie in giro. Io me lo riguardo con Marco, il mio compagno ora, quando sento la voglia di trasgredire e chissà se ne avranno una copia anche le due comparse argentine... (spero vi sia piaciuto)
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17 anni fa
BUNCIA, 39/40
Ultima visita: 12 anni fa -
Di recente le mie fantasie mi turbano....
la più recente e quella di trovarmi con la mia slave, a casa mia con lei appena entrata a gattoni si avvicina, mi segue fino al divano, lei ubbidiente le dico di mettersi in posizione e lei immediatamente si mette in posizione schiava (in ginocchi le mani dietro la nuca), in quel momento le prendo le mani le porto in avanti per ammanettarla, benderei gl'occhi e con una piccola corda non molto fine la farei girare attorno al seno e legherei come 2 salmi i seni e sull'estremità del capezzolo le attacco le mie pinze con i dentini di ferro regolabile ma mi sento poco buon e le stringo parecchio....faccio passare una piccola catenella attorno alle manette per agganciarle alle cavigliere che ti ho appena messo agganciando le 2 caviglie....ti guardo sei con il viso appoggiato al pavimento bendata con i seni legati e all’estremità le pinze le mani che ti passano davanti ai seni e in mezzo alle gambe legate alle caviglie.
Mi alzo giro per la stanza, senti dei rumori, ma non sai cosa ti aspetta sei bendata e legata ti senti inerte e il tuo fiato si affanna un pò per l'eccitazione e un pò per la paura, a quel punto mi avvicino e vedo che ti sei rannicchiata ti do una pesante sculacciata sul tuo magnifico sedere e io "alza quel culo schiava indegna" tu subito ubbidiente lo fai.
Ora vado non ti muovere e non abbassare il culo torno tra 10/15 min..
Senti il rumore della doccia e non sai nulla, ad un certo punto convinta che io non ci fossi ti rannicchi perchè stanca e li di nuovo altre 2 sculacciate che sembrano 2 frustate ti alzi subito sai di quale errore sei colpevole...... .
Li ti faccio una domanda " ora sarai punita perchè pensando che io non ci fossi tu sai cosa hai fatto ora ti darò una punizione e un piacere la tua sorte dipende da te scegli" 20 o 4 min. cosa hai scelto?
se hai scelto 20 pensando a venti baci o altre cose simili ti sei sbaglia erano 20 frustate se hai scelto 4 min che invece ti sembravano più lunghi, ti spaventavano erano 4 minuti di coccole e di baci del tuo padrone fai attenzione non pensare che sia sempre cosi, sarebbe molto facile.......
Ora vado a fare la doccia in quel momento ti scosto le mutandine, ti infilo il mio piccolo cuneo nel culo, le palline cinesi su per la figa, per evitare che ti escano o tu le spinga ti rimetto le mutandine.
Sotto la doccia penso a quello che vorrei fare con te, ma sono veramente tutte oggi non posso.
All'uscita della doccia mi metto il mio accappatoio blu e vengo in sala ancora caldo dall'acqua, mi avvicino e mi siedo di fianco a te, tu di tua spontanea volontà ti avvicini e mi lecchi i piedi sapendo che mi piace..... mi eccito ma non voglio fare nulla mi godo il momento, inizio a pensare di non volerne più altre e di smettere di cercare perchè tu mi soddisfi a pieno..... mi alzo ti lascio sempre li tu non dici nulla, sei eccezionale, nel frattempo mi vesto e torno li da te, ti slego, ti sbendo e ti ordino di rivestirti, a quel punto con un tono di voce presuntuoso dici mi tolgo le palline e il cuneo in quel momento divento matto "in ginocchio è questo il tono da usare con il tuo padrone" "no mio padrone ti chiedo scusa" ti avvicini per leccarmi le scarpe appena pulite ma io mi sposto, vado in camera, apro la scatola dei giochi e ti chiedo quale punizione vuoi: 4 o 20 se hai scelto 4 mi spiace per te ma sono 4 cubetti nella figa e se hai scelto 20 sono 20 cinghiate, ora alzati e rivestiti prima pero il cuneo e le palline le rivoglio dove erano, tu ubbidendo dopo la punizione ti sei vestita facendo tutto palline e cuneo.
Siamo usciti di casa e saliti in auto, in un silenzio che è assordante per tutto il tempo, sentivo il suo fiato in affanno e la sua eccitazione nel non sapere cosa ti attende….
siamo arrivati "scendi cagna" una volta scesi ci incamminiamo verso un vecchio casolare di campagna abbandonato e in disordine mezzo diroccato...li ad un trave alto ti lego le mani e i piedi a dei travi bassi ma in modo da lasciarti con le gambe leggermente aperte… ti benderei di nuovo....... e in quel momento ti metterei in bocca il manico del frustino............. inizierei a sculacciarti un pò più piano per aumentare sempre più ti chiedo se ti piace il cuneo mi dici che non lo senti quasi più lo sfilo bagno il mio pene con del lubrificante e li ti penetrerei..... li un sussulto di dolore di piacere ma subito diventa solo piacere allora mi fermo prendo il frustino dalla tua bocca e inizio a frustarti……. Mi fermo apro la scatole dei giochi e prendo le pinze te le attacco ai capezzoli e ricomincio a sculacciarti, accarezzarti, baciarti e morderti mi sento in tilt……. ti sfilo le palline, ti slego le mani ma solo per farti piegare e legarti le mani alle rispettive caviglie...... .
Ti guardo, sei li con gambe leggermente aperte, legata mani ai piedi è bendata, penso di non toccarti, ma non riesco….. decido di venirti dentro, decido di prendere la fila delle palline, mentre ti penetro il culo con il mio pene, ti penetro davanti con la fila di palline, goccioli ancora acqua e di te sei bagnata mi sento impazzire ti sento gemere ti sento venire e mi chiedi di non fermarmi ti piace da impazzire vuoi venire con me e dici "non fermarti non fermarti non fermarti voglio venire con te" "vengo vengo" "non fermarti anch'io anch’io", tremi come una foglia e io lo stesso mi trema una gamba da tanto sono eccitato e tu "uuuummmmm" UUUuuuuMmmmmm" "si si si SIIII" "fermati sono venuta……… fermati…….. muoio ……. fermati" e io non riuscivo a staccarmi era cosi duro ad un certo punto sentivo asciugarsi il tuo buchetto mi facevo male ho deciso di fermarmi....ti slego ci appoggiamo al muro e ti abbraccio e tu dolce come un cucciolo impaurito ti lasci avvolgere dal mio abbraccio tornammo a casa in silenzio e li seduti sul divano ti abbracciai e ti lasciasti andare una lacrima....
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17 anni fa
aadomy69,
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Ultima visita: 17 anni fa
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Storia di una notte di mezza estate - parte 2
(… continua) voltammo l’angolo senza nemmeno staccare le nostre lingue affannate, presi da un passione che, evidentemente, non era semplice sfogo del mio eterno desiderio, ma di quello di entrambi. Ora eravamo in questa strettoia, buia, un po’ sporca, dal terreno saliva un odore di muschio e di umidità, ma nulla avrebbe potuto interromperci ora.
Stacco la bocca e inizio a baciarle il collo, so che le piace, perché ad ogni donna piace ed è così, lei continua ad accarezzarmi e cerca di entrare facendosi largo tra cintura e pantaloni, ma l’impresa sembra complicata, così la aiuto… Improvvisamente si accovaccia e libera il suo oggetto di piacere. Si ferma, stupita, alza lo sguardo come per chiedermi se stessimo sbagliando oppure per farmi notare che non era abituata a dimensioni così grandi… la natura mi ha dotato di un bel cazzo e questo lei lo stava notando. Questo stop, durò solo pochi istanti, che per me, quel momento son sembrati un eternità, ma eccola ora con le labbra ad abbracciare l’intera circonferenza, la sua piccola bocca spalancata al massimo per accogliere il caldo e potente getto di sperma che, data l’eccitazione del momento, non si fa attendere molto.
E anche qui, pensavo, avendola sempre vista come una ragazza pudica, quasi come una suora, in certi periodi della nostra giovinezza, mi ha stupito. Non si è staccata, ha continuato la sua opera succhiando fino all’ultima goccia ed emettendo strozzati mugolii di piacere. Stava godendo facendomi una pompa! Che fantastico momento!
Ora alice si rialza, come se fosse soddisfatta e senza nemmeno guardarmi, si volta, come per uscire dal vicolo, ma pronto la blocco per un braccio e la bacio nuovamente con passione.
Il mio uccello è ancora fuori dai pantaloni e pronto per una seconda avventura; la invito a girarsi, prendendola sui fianchi e ammirando la bellezza del suo corpo, la accompagni leggermente, facendole un po’ di pressione sul suo capo a chinarsi in avanti e le alzo quel meraviglioso vestito… ora si ritrova col culo all’aria, è un fiume di piacere e voleva uscire ora sul più bello?! Eh eh…
L’accarezzo e le bacio le spalle scoperte, scopro i seni che mi fanno impazzire sentirli sbattere liberi, ha due capezzoli enormi, li sento e li perlustro con attenzione con le dita.
Mentre continuo la mia opera di seduttore, sempre con un miagolio leggero di voce, mi chiede, timidamente, di fare piano, sicuramente perché non sapeva come fosse stato avere quel “paletto” dentro e proprio mentre mi stava parlando avvicino la mia punta e l’appoggio sulla fessura umida. E’ talmente bagnata che è come se mi fosse scivolato dentro da solo, come se ad accompagnarlo ci fosse una forza esterna e così fu. Eccolo, completamente dentro, a fare il suo dovere. Inizio a stantuffarla e le inizia a godere. Gode e urla. Cavolo! Se fosse passato qualcuno in quel momento. Pronto, le tappo la bocca con la mano, me la morde, per sfogare diversamente il suo piacere e io la lascio mordere, anche se il dolore diventa sempre più acuto. Quei suoi dentini aguzzi mi stanno bucando la pelle e con l’aumentare del dolore io aumento l’energia dei miei colpi e Lei è come se lo sapesse ed è come se mi chiedesse sempre di più, fino al momento in cui raggiunge l’orgasmo ed esplode, mi chiede… “basta, basta…” ma con un tono di voce che non mi convince e io continuo… “oh, mio dio… siiiiiiiii continuaaaaaa”.
Alice non aveva mai goduto così a fondo, non sapeva nemmeno lei come comportarsi e cosa chiedermi, mi lasciava ora fare… Io ero al massimo del piacere, il mio cazzo che la stantuffava per bene e un pollice che le stava perlustrando il suo bel buchettino vergine, ma con la capacità di ragionare ancora, trovava la forza di spostarmi la mano per farmi capire che quello non sarebbe stato possibile…
Così mi limitai a completare l’opera. Senza pensare, esplosi dentro, intanto, per me Lei, non è mai stata e mai sarà una semplice avventura…
La serata finì qui. Ci ricompommo, raggiungemmo gl’altri, che nel frattempo si stavano chiedendo dove fossimo finiti. Noi cercammo di fare i disinvolti, a fatica, c’era la voglia di abbracciarsi e di baciarsi durante tutto il tragitto di ritorno. Qualcosa era cambiato, si ritornava alla realtà, ma ormai non era più quella di prima.
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17 anni fa
BUNCIA, 39/40
Ultima visita: 12 anni fa -
Storia di una notte di mezza estate - parte 1
Era una sera d’estate e più precisamente un sabato sera. Per ovviare alle solite serate passate seduti al tavolino del bar del quartiere decidemmo di andare ad una festa organizzata all’ultimo momento da un gruppo di amici. Ci ritrovammo verso le 22 e partimmo con 2 macchine. Eravamo in nove, io avevo preso la mia, perché si sapeva come andavano a finire queste serate. Inevitabilmente ci si ubriacava sempre, così, come sempre, mi sentivo più sicuro con la mia macchina.
Eravamo una compagnia di amici che si conoscono fin dall’infanzia, affiatata e di quelle dove in periodo adolescenziale ci si scambiava il partner quasi per gioco, come capita a tutti i ragazzi di quell’età, ma c’era un sogno che col tempo era diventato irraggiungibile: Alice.
Alice era la mia migliore amica. Ho cercato in tutti i modi di conquistarla, invano. Non sono un brutto ragazzo e non lo sono mai stato, ma evidentemente non son nemmeno mai stato il suo tipo.
Non era ritenuta la più bella della compagnia, ma per me lo è sempre stata: è sempre uscita con Carlo, il mio migliore amico, dopo un lungo periodo di litigi, proprio a causa di questa loro relazione, ma poi si sa… le amicizie alla fine sono sempre quelle più forti e così si è superato anche quell’ostacolo.
Quella sera Carlo non c’era, faceva il turno serale alla fabbrica e così, Alice era sola, come in tantissime altre occasioni.
Ero rassegnato da tempo, ma quella sera mi scatto una scintilla, forse per il suo abbigliamento che mi stava facendo andare il sangue in ebollizione. Era una calda serata, indossava un vestito di lino azzurro, con una fantasia di fiorellini bianchi che gli partiva da sopra al ginocchio, sandali aperti con un tacco non troppo alto e una scollatura non troppo osè, che lasciava intravedere le sue forme perfette.
Alice non è molto alta, però è perfetta: culetto sodo e a mandolino, almeno una 3 di seno abbondante, occhi verdi e capelli tinti di rosso ricci. Il viso è stupendo: ha l’espressione della brava ragazza, per questo era la bambina delle quale mi ero innamorato alle elementari.
Quella sera Alice era una bomba e io non riuscivo a staccarle gl’occhi di dosso, come in altre occasioni del resto. Era seduta dietro durante il viaggio e io avevo spostato lo specchietto per poterla guardare mentre si parlava tutti insieme.
L’unico episodio del passato legato a lei che mi ha sempre procurato eccitazione, riguardava una giornata in spiaggia di qualche anno prima. Eravamo ad Olbia, io, lei e Carlo e una compagna di università di Alice; in quel periodo cercavano di trovarmi l’anima gemella.
Ad un certo punto, le sento ridere, mentre Carlo era andato a farsi una nuotata. Io ero sotto l’ombrellone e mi stavo facendo una pennichella: apro gli occhi sentendo il rumore e chiedo cos’avessero da ridere, visto che sembravo io il motivo. Visibilmente imbarazzate fanno finta di niente, poi dopo che la compagna di Alice s’era allontanata per una granita, Alice mi si avvicina sussurrandomi in un orecchio che avevano notato la generosità del mio pacco…
Ero rimasto di stucco e da lì son sempre partite le mie fantasie erotiche su di loro, durante i miei momenti di piacere fai da te.
Ma ritornando alla serata, eccoci nel posto disperso in un paesino dell’entroterra, Gilfetteri, mi pare si chiamasse la frazione, classica festa con gente da tutte le parti, musica a tutto volume, e tanto tanto alcool… una di quelle feste private, aperte a tutti. Si beveva a volontà pagando solamente l’ingresso e quella sera sembrava che la gente si volesse proprio divertire.
Io prendo Alice per un braccio istintavemente e la porto immediatamente a prendere un cocktail “due cuba, anzi tre…”. Anche lei aveva voglia di divertirsi quella sera e si vedeva, dopo il secondo giro, mi confessa che era contenta che non ci fosse stata Carlo, altrimenti lui, non l’avrebbe fatta bere, visto che è il classico ragazzo per bene.
Beviamo e balliamo un po’, la serata sta procedendo magnificamente. Le luci del posto sottolineano ancor più la sua bellezza e non so se è l’alcool o cos’altro, ma più la guardo e più mi sembra di vedere in trasparenza il suo corpo. Mi sembra che indossi un perizomino fantastico bianco e non abbia il reggiseno, ma le ha talmente sode che le rimangono dritte ugualmente, poi mi giro e vedo che altre persone hanno gl’occhi puntati sul suo fondoschiena e capisco che allora dev’essere la luce del posto. Fantastico! Non riesco a staccarle gl’occhi da quel suo corpo, lei se ne accorge, si avvicina e mi chiede il perché…. Io senza pensare, grazie allo stato in cui ero, le risposi immediatamente “perché stasera sei incredibilmente sexy”. Mi ringrazia e mi prende per un braccio. Nel frattempo gli altri si erano dispersi, chi a bere, chi a ballare, qualcuno in cerca di conquiste.
Io e Alice ci ritroviamo ora in mezzo al casino e balliamo, ci strusciamo, la mia eccitazione si fa sentire e non so se farla notare maggiormente o imbarazzarmi; vedo che lei se ne accorge, è ubriaca quanto me, si avvicina e mi sfiora le labbra con un bacio accennato. Sto esplodendo…
E’ così vicina che riesco a vedere dentro la sua scollatura: è senza reggiseno, che visione fantastica. Non ce la faccio più. Con una scusa le chiedo di allontanarci un po’ e di andare alla macchina, per prendere il cellulare (che naturalmente non avevo dimenticato). Lei acconsente e mi segue. Ci teniamo per mano e barcolliamo nel buio allegramente in cerca di un posto dove appartarci.
Quella situazione ha dell’irreale. Me l’ero sognata un sacco di volte ma mai pensavo di raggiungerla un giorno. E invece, eccoci qui, appoggiata contro al muro di una casa è lì e mi guarda con quei due occhi. Senza pensarci mi avvicino e la sorprendo con un lungo bacio liberatorio: rischio. Lei non oppone resistenza e si lascia prendere e inizia a muovere le sue mani sul mio corpo, mi accarezza sotto la maglietta e poi va in cerca di quello che avrei sempre voluto fosse solo suo.
Io non sto con le mani in mano e le alzo il vestito, tastandole quel culetto sodo.
Subito dietro quel muro, un vicoletto strettissimo e buio tra due case… ci spostiamo ed entriamo. Qui, anche se passa qualcuno, non potrà vederci… (continuo?)
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17 anni fa
BUNCIA, 39/40
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Le vacance a martinica: il tanga tatuato.
Per le festività natalizie abbiamo deciso di andare fuori. Mia moglie aveva sempre desiderato di trascorrere un periodo al sole durante l’inverno, così siamo andati ai Carabi, precisamente a Martinica, nelle isole Antille francesi, in quanto io mi arrangio con la lingua francese. In effetti quando siamo partiti non avevamo pensato a nulla di particolare. Pensavamo di rilassarci e basta, senza pensare al sesso o ad altre cose. Ma c’è sempre qualcuno che ti mette i bastoni fra le ruote. Innanzitutto siamo partiti da Bologna in aereo per Fiumicino dove ci siamo imbarcati facendo scalo a Parigi. Giunti sul posto, al ritiro bagagli non troviamo la valigia di mia moglie. Chieste spiegazioni, ci hanno detto che doveva arrivare con un altro volo. Diamo l’indirizzo dell’albergo dove eravamo alloggiati ed andiamo via. Eravamo partiti con i vestiti invernali, mentre lì era estate, quindi dovevamo in un certo senso cambiarci d’abito. Mia moglie, non avendo la sua valigia, ha pensato di indossare una mia maglietta, che le faceva anche da minigonna, in attesa che arrivasse il suo bagaglio. Naturalmente sotto non aveva nulla. In spiaggia c’era chi stava in topless e anche lei si era messa col seno scoperto indossando un mio costume da bagno. Era ridicola con quel costume addosso, quindi se ne stava sdraiata a prendere il sole senza fare il bagno. Potevamo acquistare sul posto ciò che le occorreva, ma a parte il fatto che i prezzi erano salati, almeno per i turisti, ci avevano assicurato che il bagaglio sarebbe arrivato da un momento all’altro. Ad un certo punto vediamo una ragazza, dalle sembianze orientali, munita di attrezzatura per fare i tatuaggi. Mi viene una splendida idea: quella di far tatuare il pezzo di sotto del costume a mia moglie. Col mio francese cerco di farmi capire spiegando alla ragazza quale fosse la mia intenzione. Spiego quello che deve fare, cioè tatuare due strisce in vita che sembrino l’elastico dello slip con un filo dietro fino al coccige, tanto da farlo sembrare un vero filo che si inserisce tra i glutei. La parte davanti doveva presentare due fasce larghe partenti dai fianchi che andavano ad incontrarsi all’altezza della peluria del pube. Il colore era naturalmente nero. La ragazza lavorò su mia moglie per circa un paio d’ore ed il costo non fu poi così alto. Lì si pagava in euro visto che era un dipartimento francese e non c’è stato bisogno nemmeno del passaporto in quanto eravamo in territorio francese e quindi nella comunità europea. Il tatuaggio non era permanente però a contatto con l’acqua avrebbe resistito almeno un mese. Era un tipo di inchiostro che una volta secco non si sarebbe cancellato facilmente. Sotto il sole l’inchiostro si asciugò benissimo e nel pomeriggio mia moglie poté entrare in acqua in topless con suo nuovo tanga, ma in realtà era nuda. Il giorno successivo ricevemmo il messaggio dell’arrivo del bagaglio, tuttavia mia moglie si guardò bene dall’indossare i suoi costumi da bagno, ormai aveva preso gusto a starsene praticamente nuda sotto gli occhi di tutti. Anche se in effetti non si capiva bene che lei non stesse indossando alcuno slip. Facendoci caso si vedevano i peli del pube tranquillamente oppure quando lei stava a cosce spalancate, le si vedeva il rossore della figa aperta. Fu così che conoscemmo più a fondo Enrico, uno del posto che faceva l’animatore. Mentre mia moglie era sdraiata al sole a cosce aperte, eccolo portarci due belle spremute fresche. Enrico rimase con gli occhi sgranati nel vedere la figa di mia moglie in mostra. Enrico parlava diverse lingue e l’italiano era una di quelle, anche se io mi arrangiavo col francese. Si fermò accanto a noi ed io gli raccontai ogni cosa. Enrico ci lodò per l’iniziativa presa, ma ci disse anche che se ci fossimo rivolti a lui, poteva benissimo prestarci dei costumi da bagno femminili. Al che io gli dissi chiaramente che a mia moglie piaceva da morire stare nuda in spiaggia e lasciarsi ammirare da tutti e quello era stato un ottimo espediente. Gli dissi che i costumi ormai erano arrivati con la valigia, ma lei non li indossava proprio per lasciarsi vedere. Mentre eravamo seduti, mia moglie si alza e si avvia verso l’acqua. Sia io che Enrico sapevano che in effetti era nuda e la cosa faceva molta impressione, specialmente a me perché vedevo Enrico che stava mangiandosi con gli occhi mia moglie. L’effetto di tale sguardo lo notai immediatamente dall’ingrossamento del suo cazzo sotto il costume da bagno che, per fortuna, era del tipo a pantaloncini e quindi in un certo senso copriva. All’arrivo di mia moglie, le faccio notare l’eccitazione di Enrico. Mia moglie guarda Enrico negli occhi, dopodiché si sdraia sul lettino a cosce spudoratamente aperte mettendo la sua figa a disposizione degli occhi di questi. Enrico rimane sbigottito poi, ripresosi, dice che non aveva mai incontrato una coppia così aperta e disinvolta come noi. Egli non è solo affascinato dalla figa aperta, ma anche dalle poppe di mia moglie per via della loro grandezza e dei capezzoli che sembravano delle olive ascolane. Gli dico che dopo il pranzo noi abbiamo l’abitudine di andare a letto a riposarci per circa un’ora in camera. Enrico capisce e va via. Puntualmente una decina di minuti dopo esserci ritirati, ecco bussare alla porta della nostra camera. Era Enrico naturalmente, che si presenta con due bibite fresche. Ci dice che era un cocktail ideato da lui, preparato a base di frutta esotica ed un po’ di liquore amaro digestivo che molto contrastava col dolce della frutta. Enrico, posato il vassoio sul tavolo, come se fosse spinto da una tacita intesa, comincia a togliersi la maglietta rimanendo con i pantaloncini bianchi addosso. Mia moglie si avvicina a lui e lo bacia in bocca. Lui le prende in mano il seno e lo palpa. Vedo che i suoi pantaloncini fanno fatica a contenere il cazzo che ormai aveva raggiunto dimensioni considerevoli. Senza dire nulla io mi abbasso e sfilo i pantaloncini ad Enrico. Il suo cannone esce libero e preponderante puntando dritto. Immediatamente io glielo prendo in mano e lo dirigo tra le cosce di mia moglie che in un attimo lo accoglie. Ella comincia a dimenare le cosce provocando un movimento piacevole al cazzo di Enrico. Ormai i due erano partiti e quando si sono distesi sul letto, io chiesi ad Enrico se fosse sano, privo di ogni qualsiasi malattia. Enrico mi rassicurò dicendomi che nel suo lavoro doveva per forza mantenersi sano. Faceva il controllo con cadenza mensile. Immediatamente mia moglie afferra il cazzo di Enrico portandoselo sulle sue grandi labbra, dopodiché gli sale sopra e si infilza. Sento un grido soffocato di mia moglie, come se quel cazzone le avesse sfondato la figa. Si stanfuffa da sola e le sue poppe fanno su e giù anche quando Enrico gliele palpa energicamente. Io sono eccitatissimo e sento il bisogno di masturbarmi, ma non lo faccio, voglio scopare mia moglie e godere assieme a lei. Enrico è quasi giunto all’orgasmo, quindi gira mia moglie mettendosi lui sopra. Le dà colpi poderosi fino a quando non estrae il suo cazzo dalla figa di mia moglie sborrandole sulla pancia. Mia moglie è soddisfattissima e mentre Enrico si sdraia accanto a lei, io prendo il posto di Enrico infilandole dentro il mio uccello che, anche se non ha le dimensioni di quello di Enrico, è pur sempre un buon uccello. Purtroppo non riesco a durare molto. Do appena una decina di colpi e poi mi lascio andare dentro mia moglie. Facciamo tutti e tre una doccia prima di rimetterci a letto e questa volta è solo per riposare. Enrico torna alle sue mansioni e noi ci addormentiamo in un sonno ristoratore. Le nostre giornate trascorrono tranquillamente tra mare, spiaggia e scopate. Durante le serate Enrico fa di tutto per favorire sempre mia moglie nei giochi che lui organizza facendola risultare sempre la migliore. Una sera, poco prima di ripartire, abbiamo fatto un gioco in cui c’erano da pagare delle penitenze. Enrico doveva scegliere la penitenza di ognuno secondo il grado di errore commesso, che consisteva nel togliersi un capo di vestiario davanti a tutti. Naturalmente quando si trattava di mettere in mostra il corpo, mia moglie era sempre lì a sbagliare ogni cosa ed Enrico, che lo sapeva, faceva apposta a farle fare le penitenze più grosse. Così, dopo che mia moglie era rimasta con il solo pareo addosso che le copriva solo la parte inferiore mentre le sue poppe erano già scoperte, Enrico le ordina di togliersi tutto quanto. Mia moglie toglie il pareo. Gli altri obiettano che deve togliersi anche il tanga che indossa. A quel punto intervengo io dicendo che mia moglie non indossa nessun tanga e che quello è solo un tanga tatuato. Improvvisamente tutti prendono ad osservare da vicino il tanga tatuato di mia moglie rimanendo meravigliati per non averlo notato prima. Gli animi sono già accesi e si vedono coppie che prendono a baciarsi, forse per l’eccitazione del fatto che mia moglie era stata sempre nuda sotto i loro occhi senza che essi se ne fossero accorti. Ad un certo punto io lancio una sfida la cui penitenza doveva essere quella di fare l’amore con uno dei presenti. Indovinate chi perde la sfida? Proprio mia moglie. In effetti le altre donne non è che si fossero date da fare molto, ma si vedeva che non avevano intenzione di dare spettacolo. Eravamo circa una trentina di persone tutti attorno all’animatore che se ne stava dietro il piccolo tavolo fatto di canne. Tutti attendevano il responso di mia moglie e pensavano che fossi stato sicuramente io il prescelto, visto che ero suo marito, ma quando lei disse che voleva far l’amore con Enrico, lì davanti a tutti, molti si meravigliarono guardandomi e dandomi, senza dirmelo, del cornuto. Mia moglie prese a strusciarsi spudoratamente ad Enrico al centro della rotonda. Prende a spogliarlo inginocchiandosi davanti a lui abbassandogli i pantaloncini. Enrico è nudo e mia moglie prende a spompinarlo sotto lo sguardo degli altri. Tutti guardano lei e guardano anche me per vedere la mia reazione. Io avevo il cazzo in tiro e mi piaceva vedere mia moglie fare la troia con Enrico. C’era comunque chi si stava dando da fare. Un paio di coppiette già scopavano, eccitati dalla scena che avevano sotto i loro occhi. Ad un certo punto Enrico mise mia moglie sul suo tavolo di canne e la penetrò con un sol colpo. Prese a stantuffarla furiosamente perché incitato da lei e da chi guardava che scandiva il ritmo “op, op”. Ed io lì in piedi che mi godevo lo spettacolo, ma per fortuna c’era che si stava prendendo cura di me. Non potevo mai immaginare che la donna che mi stava accanto, anche se un po’ stagionata, aveva tirato fuori il mio cazzo menandomelo e prendendomelo in bocca. Il marito le era accanto e la guardava divertito, probabilmente anche a lui piaceva quel genere di cose. Enrico raggiunse l’orgasmo sulla pancia di mia moglie che era rimasta a cosce aperte sul tavolo. Egli si sposta, credendo che la cosa fosse finita lì, ma mia moglie cercò col suo sguardo qualcuno che venisse a prendere il posto di Enrico. Immediatamente un altro dei presenti le presentò il suo cazzo. La scopò anche lui e poi un altro e un altro ancora. Non so perché, ma mia moglie era la più gettonata della serata, rispetto alle altre donne che, seppur un po’ contrariate, avevano lasciato campo libero ai loro uomini di scopare con quella puttana sul tavolo, cioè mia moglie. Dormimmo profondamente anche fino al pranzo del giorno successivo. Partimmo con tanta tristezza. Dentro sentivamo come una specie di vuoto, specialmente mia moglie sentiva un immenso vuoto, si quello del cazzo di Enrico nella sua figa. Ciao a tutti.
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17 anni fa
gabbianofelice,
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Il mio primo incontro di 3 anni fa
Vi racconto nelle righe seguenti il primo dei miei incontri con una coppia ora mia amica. Tramite l’annuncio di morenasex sono stato contattato da diverse coppie della Calabria e qualcuna della Sicilia. Dopo aver contattato le coppie che mi avevano scritto sentendole telefonicamente mi sono convinto ad incontrarne una che mi aveva ispirato particolare fiducia. E’ questa una coppia sulla quarantina d’anni con cui ancora mi sento e mi incontro. Ci siamo dati l’appuntamento un sabato sera (loro sono sposati ed hanno la possibilità di uscire da soli esclusivamente il sabato) presso l’uscita dell’autostrada Salerno-Reggio. Io ero eccitatissimo, il cuore mi arrivava in gola e non riuscivo proprio a calmare tutta la mia ansia. Mentre arrivavo sul posto ho visto da lontano un’auto di lusso grande e scura come quella che la coppia mi aveva descritto. Nell’incertezza della cosa, come capite in queste situazioni, mi sono leggermente tenuto lontano dall’autovettura ed ho telefonato ai miei amici. Loro rispondendomi mi hanno confermato che erano loro in quell’auto e mi hanno quindi invitato a parcheggiare la mia vettura e ad entrare nella loro. Senza esitazione ho sistemato la mia auto e con i palpiti del cuore a 300 sono entrato nel lussuoso automezzo. Appena entrato ho avvertito subito nell’aria, non so come, un odore di sesso e di trasgressione. I due coniugi si sono voltati e si sono presentati. Lui un uomo distinto vestito elegantemente, Lei altrettanto distinta con indosso una folta pelliccia che lasciava intravedere un balconcino da paura. Gli occhi di lei presentandosi mi avevano praticamente mangiato. Aveva uno sguardo molto bello, profondo ed eccitante. Dalle loro prime parole ebbi subito la conferma che erano davvero persone perbene e serie. Facemmo un bel tratto di strada chiacchierando e loro mi dissero che quella con me era la seconda esperienza di questo genere e che la persona che avevano incontrato prima aveva deluso molto le loro aspettative. Mi cominciarono a fare i complimenti per come mi presentavo e perché anche io avevo confermato quelle che erano le loro aspettative. La signora di tanto in tanto si girava e mi fissava un po’ con gli occhi. Il marito si girava più spesso e dopo circa 15 minuti di conversazione mi cominciò a lanciare degli sguardi particolari indicandomi la moglie con un veloce movimento di occhi e cercando quasi di sussurrarmi qualcosa. Io cominciai a fare dei complimenti alla signora la quale li accettò con molto piacere dicendo che forse ero un po’ esagerato. Dopo cinque minuti, mentre l’atmosfera si era distesa e rasserenata dopo i primi indugi e le prime indecisioni, ci siamo fermati ad un ristorante. Era un bel ristorante, elegante e sobrio. La signora scese dalla macchina avvolta nella sua pelliccia e tutti e tre ci avviammo verso l’entrata. Non vi nascondo che la cena per me fu un momento davvero imbarazzante e non vedevo l’ora che si concludesse anche se forse non vedevo l’ora di conoscere l’evolversi del dopocena. Al tavolo io presi posto accanto alla signora ed il marito si sedette di fronte a noi. La signora sembrava imbarazzata ma ogni tanto mi lanciava delle occhiate che sembravano già spogliarmi. Discutemmo un po’ di tutto durante il banchetto accompagnato da un cibo e del vino ottimi. Nel corso della cena la signora non osò neanche sfiorarmi, evidentemente voleva riservarsi tutto per dopo. Al termine della cena che aveva favorito la nostra ulteriore conoscenza e confidenza la signora si recò in bagno ed indugiò qualche attimo, credo che già fosse tutta bagnata al sol pensiero di tutto quello che sarebbe successo dopo. Il marito nel frattempo andò a pagare il conto ed io pensai che effettivamente era stata una bella cena e che anche la compagnia non era stata davvero male. Francamente sul dopo non riuscivo proprio ad immaginare nulla visto che comunque la cena aveva avuto un andamento sereno senza alcun ammiccamento o palpeggiamento particolare. Mi era sembrato di stare al tavolo con una coppia di miei amici o con dei miei zii. La signora ha elegantemente reindossato la sua voluminosa pelliccia, che andava a coprire completamente i suoi eleganti fianchi ed il suo prorompente seno, e ci siamo avviati insieme verso l’uscita; naturalmente tutti i miei tentativi di pagare la cena o quantomeno la mia parte erano stati vani.
Entrati in auto cominciai a sentirmi obbligato con la gentilissima coppia a fare qualcosa per ripagarla, sentivo di dover agire ma nel frattempo l’auto aveva ripreso dolcemente la sua marcia e le mie braccia sembravano come immobilizzate, non riuscivo a capire come potevo fare a riscaldare la signora e quanto la cosa le sarebbe stata gradita.
Mentre continuavamo il nostro dialogo il marito cominciò a toccare sua moglie facendo apprezzamenti sulla stessa. Lei sembrava fredda e schiva, ma intanto si faceva toccare. Si intravedeva decisamente un balconcino con 2 poppe sopra che sembravano dire “toccami, prendimi, stringimi, leccami”. Intanto dalla pelliccia era uscita fuori una coscia della signora che lasciva intravedere una calza autoreggente nere con tanto di pizzo da paura. Intanto il marito continuava a palpeggiarla e lei di tanto in tanto emetteva un sospiro leggere ed impercettibile. Ad un tratto, mentre la signora chiuse gli occhi sospirando, il marito si girò e mi lanciò uno sguardo che non lasciava dubbi, dovevo agire. Avevo il membro che già sussultava nel mio intimo. Lentamente ficcai la mia mano nei seni della donna accarezzandola e palpeggiandola. La signora cominciò a sospirare in modo più deciso e mi lanciò uno sguardo che mi fece pietrificare….il mio membro che non riusciva già più a sostenere l’angusto spazio dei pantaloni. Continuai con i palpeggiamenti che piano piano si spinsero giù sino alla gonna e sin sotto alla stessa. La sotto la mia mano avvertiva un calore insolito e dirigendo le mie dita verso le sue più intime aperture mi accorsi che il perizoma era completamente fradicio. L’umore caldo e scivoloso diede ulteriore vigore alla mia asta che sussultò letteralmente cercando di sfondare il rigido tessuto in cui era costretta. Le mie dita sprofondarono nelle concavità della donna e la stessa andò fortemente in escandescenza. Mugolava e mi guardava avvolta non più dalla sua stupenda pelliccia ma da una travolgente voglia ed un immenso piacere. Mi trovai a guardarmi intorno e vidi che l’auto si era fermata in un luogo appartato e sicuro. Il marito era di fianco che preso dal piacere si sbatteva il suo arnese ed infilava un dito nel vogliosissimo buchino della sua consorte. Cominciai a spogliare lentamente la signora che nel frattempo aveva provveduto a stendere giù il sedile. Ormai la donna era assalita dolcemente da 4 mani e leccata ovunque. Il marito dopo un po’, scorgendo l’eccitazione altissima della moglie invitò la stessa a raggiungermi nella parte posteriore dell’auto. Immediatamente la signora saltò dietro e quasi completamente nuda mi invitò a spogliarmi. Io tolsi maglia e camicia e già lei si accingeva ad abbassarmi la cerniera delle mie parti intime. Il mio membro era ormai quasi al culmine e quando la donna infilò la sua avida mano nel mio intimo, cercando di tirare fuori a fatica il suo agognato premio, rimase esterrefatta vedendolo così turgido, vigoroso e svettante. Se lo guardò un po’ con gli occhi e con un lieve sorriso di immenso piacere piegò la sua testa su di me ed iniziò a leccarlo dalla cima. Leccava avidamente il membro che nel frattempo avava raggiunto in suo pieno splendore. Ad un tratto si fermò dal leccare e cominciò a lentamente a pomparlo. Il ritmo si fece più incalzante e quanto più il marito le stuzzicava i suoi due buchi tanto più lei ansimante aumentava il ritmo della stantuffata. Ormai la situazione era incontrollabile.
Il marito guardandola continuava a menarselo lentamente sussurrandole qualche parola eccitante. La donna sembrava ormai al massimo del ritmo ed io godevo come un matto sentendo la mia bella asta spompinata come non mai. Era un piacere enorme avvertire la maestria della donna nel donare piacere e sentirala mugolare di piacere mentre le mie dita entravano ed uscivano dalle sue intimità bagnate ed ingorde. Ad un tratto la signora calò il ritmo aperse le gambe e mi sbattè in piena faccia due chiappe da urlo. La comincia a leccare in entrambe le profondità. Di tanto in tanto il marito con le dita si occupava del buco più stretto ed ansimava compiaciuto del piacere di noi che ci leccavamo ormai ovunque in preda allla lussuria più sfrenata. Leccavo quella figa come un dolce prelibato ed effettivamente la stessa mi lasciava tra le labbra una dolcezza ed un umore che mi avevano già fatto sussultare l’asta per 3 volte. Le cominciai a leccare il bucchetto ficcandogli prima un dito e poi lentamente e delicatamente due. Lo spasmo era al massimo. Ormai in tre ci lamentavamo per l’immenso piacere che lacerava i nostri sensi. Un urlo deciso e rigoglioso di goduria immensa ruppe il tenue piacere che ondeggiava nell’aria avvolgendoci; era lei che venendo tremante mi aveva bagnato praticamente buona parte del mio viso che ormai era completamente immerso nelle profondità della donna. Nonostante il piacere che faceva ancora tremare e mugolare la donna, la stessa continuava a menare e leccare vibratamente il mio membro. Un sussulto mi scosse mentre la mia faccia era ancora immersa tra le sue gambe pervase di piacere. Un secondo sussulto più deciso mi scosse e subito dopo la donna, ancora vogliosa ed assetata di dolce nettare del piacere, ricevette senza esitazione il caldo liquido nella sua ampia e voluttuosa bocca. Io sussultavo dal piacere e lei stringendo leggermente le sue morbide labbra avvolse la mia asta bevendo tutto quanto uscisse dalla stessa. La donna continuò ancora per un paio di minuti sentendo che il membro era ancora duro e turgido come palloncino sotto pressione. Io, imperterrito, continuavo a leccare avidamente la sua bella fessura mentre lei comincio a girarsi verso di me e sedendosi cominciò a baciarmi e a sussurrarmi qualche parola di approvazione per le mie parti più nascoste. Ci baciammo a lungo con le nostre lingue che cercavano ancora di scovare un po’ di piacere. Il marito della donna cominciò a menarsi nuovamente il suo membro e guardando
la consorte la invitò a dargli un po’ di piacere. A questo punto si capovolsero i ruoli: io leccavo in profondità la donna masturbandola e lei scuoteva la sua testa ritmicamente e sapientemente donando ancora tanto tanto tanto piacere…………
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17 anni fa
admin, 75
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Il bacio segreto
"E' stata una bella serata", dice lei.
"Sì, anche per me", rispondo.
Non è necessario essere maghi per leggere nei nostri pensieri in questo momento: due adulti di sesso diverso, che per giunta si incontrano tramite un sito di annunci, lo fanno per un motivo ben preciso. Eppure, tra i desideri e le parole, tra i pensieri e le azioni spesso si insinua un velo di pudicizia e di riserbo che insieme al piacere è forse il solo in grado di salvare il sesso dalla sua funzione riproduttiva originaria e da una meccanica semplice e brutale.
"Chi farà il primo passo?" mi chiedo. Nei pochi minuti che ci separano dalle nostre macchine, parcheggiate sul limitare della spiaggia, mi si presentano decine di momenti in cui la mia lingua o il mio braccio potrebbero sciogliere questo dannato nodo di cautela. Ma niente. Si cammina in un silenzio carico di aspettativa, o facendo qualche osservazione casuale. Sollevo lo sguardo verso la strada: le macchine sono lì, a una ventina di metri. Ma porca maiala! perché qualche ladro non ha pensato di rubarne una? Il cuore comincia a pompare sangue alle tempie e mi sembra che i minuscoli grani di sabbia sotto i piedi facciano un fruscio insostenibile... quanto manca? venti secondi? dieci? forse meno? Alla fine, pressato dall'urgenza e dal terrore di essere cancellato dalla sua mente come una "serata persa", in tono del tutto incongruo con la notte di luna piena di metà maggio, satura di profumi salmastri e di bagliore argenteo, la mia lingua si ribella e si aggrappa al carro dell'ultimo pensiero.
"Dio mio! hai un culo fantastico!" dico.
Lei si volta e rimane a bocca aperta, palesemente sorpresa.
Attimi di panico... ho detto una cazzata che diventerà leggendaria!
Mi aspetto che mi lanci uno sguardo di scherno e si infili in macchina senza salutare. Invece scoppia a ridere, chinando addirittura la testa all'indietro. Io avvampo dalla vergogna, ma lei mi tocca il braccio, e senza riuscire a smettere di ridere mi dice: "Scusa, scusami... è che stavo pensando una cosa simile del tuo".
Dalla fossa delle Marianne alla vetta dell'Everest in mezzo secondo... decisamente il mio morale è la cosa più veloce su questa terra.
Poi baci, come uno si aspetta che i baci debbano essere: vibranti, impazienti, affamati. Il calore del suo corpo, finalmente, la morbidezza del suo seno contro il mio petto, quel suo profumo che mi avvolge e oblitera il resto del mondo. Prendo coraggio: "Vieni", le dico, portandola di corsa dietro il muro di uno stabilimento balneare ancora deserto. Un cono d'ombra ci protegge dalla vista di eventuali tiratardi. Da un baretto lontano, arriva il suono plasmato dal vento e dal rumore della risacca di un juke-box. La mia bella amante si appoggia contro una palizzata di canne e mi attira a se: le sue mani mi sbottonano la camicia frettolosamente e la sua bocca fa appena in tempo a sfiorare un mio capezzolo che io già sfuggo alle sue carezze e mi getto letteralmente ai suoi piedi. "Cosa vuoi fare?" mi chiede debolmente mentre le sollevo la gonna.
Comincio a tempestarle le cosce di baci e piccoli morsi, stuzzicando la pelle liscia con le unghie. La faccio voltare e le sfilo gli slip... il tessuto è bagnato. Mi sembra di sentirle le gambe tremare mentre vi faccio scorrere le mie mani fino ai fianchi. Lei inarca la schiena, istintivamente, offrendomi il succoso frutto del suo sesso. Guidato dal profumo vi appoggio la bocca e, senza leccare, mi limito a risucchiare il nettare salato e vischioso che cola tra le sue labbra crespe. Quante volte ho assaggiato una donna a quel modo, eppure ogni volta mi sembra di non conoscerne il sapore e mi abbandono con una fame che mi sorprende. Passo in rassegna tutte le carezze che la mia bocca ha imparato dall'esperienza: decise con la punta della lingua, e morbide, appiattendola intera contro la vulva; insolenti, facendo schioccare la lingua tra i denti, o pudiche, sfregando solo le lisce labbra; e ancora, blandendo la clitoride con il levigato retro della lingua o succhiandola, come fosse un minuscolo pene, e infine scopandola, irrigidendo la lingua per insinuarla dentro.
La mia bella bionda partecipa dimenando sinuosamente il suo rotondo fondoschiena, accompagnando ogni bacio con una diversa modulazione dei suoi gemiti e mugolando parole confuse. Mi intenerirei, se non fossi così eccitato. Mi si è gonfiato da farmi male, e preme ostinatamente contro i pantaloni per poter uscire. Resisto alla tentazione di aprire la lampo e masturbarmi, ho paura che verrei subito.
Quando decido di sostituire un dito alla mia lingua, sento che lo stringe con forza. Si rilassa ben presto e qualche attimo dopo infilo un secondo dito. A questo punto lei comincia a muoversi contro la mia mano, impalandosi su quell'improvvisato sostituto del fallo. Le mordo le natiche e lei sussulta, ogni morso un po' più vicino al suo punto debole. Lo sappiamo entrambi. Come sappiamo che alla fine darò sfogo al suo desiderio, dandole quel "bacio segreto" di cui mi ha confessato il desiderio più volte. Ma è un gioco che si gioca avanzando e indietreggiando, facendo a rimpiattino, fintando il colpo decisivo e alimentando il senso di attesa.
Di colpo ci pietrifichiamo e restiamo immobili per una coppia di girovaghi lunari, spuntata non si sa da dove, che cammina sulla battigia poco distante, finché non li vediamo allontanarsi. E poi, senza preavviso, mi insinuo tra le natiche tiepide e le poggio la lingua sul buchetto dell'ano. Lei reagisce come se le avessi leccato il cuore nudo e palpitante: ha un sussulto e trema, oscenamente esposta alla mia bocca, e si abbandona al duplice assalto, delle dita e della lingua, come un fiore in balia delle correnti contrastanti di un torrente.
Una sua mano impaziente mi afferra per i capelli e mi preme la testa contro di sé, facendomi affondare il viso nel solco che divide le due deliziose rotondità. E' questione di poco... lei mi incita a farla venire, e io aumento il ritmo con cui le mie dita la scopano senza smettere un attimo di saettare la mia lingua sullo sfintere, che molle di saliva già comincia a dischiudersi.
Infine mi grida il suo piacere con la bocca e con il corpo intero, scossa dalle ondate dell'orgasmo, inarcando ancor più la schiena e serrando con forza le gambe. Infine si lascia andare e scivola sulla sabbia, inginocchiandosi anche lei di fronte a me. Cerca la mia bocca, la mia lingua, mi bacia con forza, mi ringrazia, è stato bellissimo... "E poi?", penso un po' deluso nel vederla alzarsi e rassettare la gonna, "finito tutto?". Lei sembra percepire la mia perplessità e sorridendo mi tende la bella mano inanellata: "Vieni, andiamo a casa mia," dice, "qui non c'è abbastanza luce, e io voglio guardarti negli occhi mentre ti faccio godere".
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17 anni fa
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L\'iniziazione
Il battesimo del fuoco l’avevamo finalmente superato, con qualche patema d’animo, certo, ma anche con grande soddisfazione e appagamento. Tutto questo grazie ad una coppia conosciuta al Wall Sreet, che ci aveva introdotti in quel mondo a noi sconosciuto fatto di scambi di coppia, di sesso di gruppo, di sguardi compiaciuti dei guardoni o sorpresi e a volte ironici di coppiette in vena di trasgressione.
In realtà noi eravamo giunti al club privè per riuscire a soddisfare una voglia particolare: trovare un’amica che facesse sesso con Rosita, mentre io mi sarei accontentato di guardare le evoluzioni delle due donne o al più avrei aiutato l’amica a soddisfare la mia compagna. La ricerca della persona giusta aveva avuto avvio sulle pagine di internet, senza ottenere i risultati sperati, per questo eravamo arrivati al privè, seguendo la pubblicità di un sito erotico, con la speranza di riuscire nell’ardua impresa.
Una prima visita fatta qualche giorno prima, complice il fatto che vi fossero poche persone, era andata buca e non avevamo ancora compreso come ci si dovesse comportare in un luogo simile, in questa occasione non volevamo perdere altro tempo inutilmente e, in accordo con Rosita, decisi di abbordare qualcuno per trarne un utile suggerimento. Scelsi una donna, all’apparenza sola, seduta su un divanetto del club.
Le sedetti accanto e Annalisa, questo era il suo nome, rispose con cordialità e senza imbarazzo alcuno alle mie domande, ma non era sola come io credevo perchè di lì a poco fu raggiunta da Gigi, suo compagno, il quale non solo si prodigò nello schiarirmi le idee ma mi offrì la loro amicizia e successivamente anche lo stimolo per iniziare me e Rosita a quelle pratiche erotiche.
Al contrario di Annalisa, più riservata, Gigi oltre che simpatico era molto espansivo, e si mise da subito a guidare il gioco, anche perché si accorse che la nostra inesperienza non ci avrebbe portati lontano, per cui, dopo le necessarie presentazioni ed un poco di conversazione ci condusse al piano superiore, in quella che era una vera e propria alcova…
In una luce molto tenue alcune camere erano arredate solo con divanetti, poltrone e sofà. Tutte avevano al centro dei grandi letti e una aveva il pavimento completamente ricoperto da cuscini. Ogni camera era priva di porta e questo perché le coppie intente a fare sesso potevano essere oggetto degli sguardi morbosi dei guardoni, senza alcuna limitazione.
Anche per questo la nostra iniziazione non fu delle più facili! Infatti, per le varie stanze giravano visitatori più o meno interessati ma sempre spettatori di quel che succedeva e noi non avevamo mai provato a denudarci in pubblico, figuriamoci a fare l’amore! Poi c’era sempre la possibilità che qualcuno di loro allungasse una mano per toccare l’oggetto del desiderio e questo suscitava in noi una certa apprensione.
In quella circostanza Gigi fu bravissimo a sdrammatizzare la situazione e creare il clima giusto per aiutarci a superare i nostri tabù, così che, dopo pochi minuti, tutti e quattro giacevamo nudi sull’ampio talamo.
Rosita era interessata ad un approccio con Annalisa ma non sapeva come prendere l’iniziativa. Io non sapevo come aiutarla….fu ancora Gigi a invitare le due donne a darsi dei baci e a toccarsi reciprocamente, dicendo a me, di volta in volta come inserirmi nel quartetto. Gigi si era rivelato un vero regista del porno!
Ad un inizio soft, le due donne, mano a mano che il tempo passava, si spingevano oltre e le carezze e i baci si fecero via via più audaci. Si crearono dei veri intrecci, con Annalisa intenta a leccare la figa di Rosita che succhiava il cazzo a me, smanettando nello stesso tempo quello di Gigi che scopava con due dita la passera di Annalisa….poi Gigi si mese a leccare la figa di Rosita che succhiava il mio uccello, mentre io ero impegnato a leccare la passera di Annalisa, intenta a spompinare il suo uomo…incroci concatenati nel migliore stile hard!
La tensione e l’eccitazione salì fino al punto che Gigi e Annalisa si misero di fianco a noi e diedero il via alla scopata finale mentre io e Rosita ci accontentammo di guardare le evoluzioni erotiche di altre coppie che nel frattempo avevano animato l’ampia camera, impegnate in pompini o altre chiavate.
Non avevamo ancora superato il complesso di essere guardati mentre facevamo l’amore e, d’altro canto, se io non riuscivo a tenerlo duro per scoparla, Rosita non se la sentiva di farsi un altro uomo, fosse anche ben dotato carino e simpatico, come era Gigi. Ci sarebbe voluta un’altra occasione per rompere definitivamente il ghiaccio e godere di quella situazione fortemente erotica e intrigante.
L’occasione venne il sabato successivo. L’idea iniziale era quella di cenare in pizzeria e cercare di conoscersi meglio, poi fare quattro salti in sala da ballo e per ultimo trasferirsi in una stanza d’albergo per fare l’amore tutti insieme appassionatamente.
Io però avevo dovuto lavorare fino a tardi e venendo a mancare il tempo per tutte quelle cose ci demmo nuovamente appuntamento al Wall Street.
Per la verità a noi la cosa non spiacque, anche perché il luogo è fortemente eccitante oltre che piacevole. Sì, il Wall Street è un bel posto anche per ascoltare della buona musica e conversare, oltre che per scopare.
Giunti al Club cominciammo a ballare scambiandoci le donne. Mentre mormoravo qualche parolina gentile ad Annalisa vedevo con la coda dell’occhio Gigi palpare il sedere a Rosita e dato che mi stavo eccitando decisi di accorciare i tempi proponendo a Gigi ed Annalisa di approfittare della momentanea tranquillità dell’alcova per dare il via alla nostra orgia.
Sapevo che anche Rosita non vedeva l’ora di sentire su di sé la lingua di Annalisa, e avendo parlato per tutta la settimana della nostra avventura del sabato prima, eravamo giunti alla conclusione che a quell’incontro avremmo potuto concedere molto di più. L’amore fra noi garantiva solidità nel rapporto e quello che accadeva dovevamo considerarlo un semplice e stuzzicante passatempo.
Stavolta la svestizione non avvenne velocemente perché avevo proposto un gioco: le due donne avrebbero agito facendo esattamente quello che noi uomini gli avremmo chiesto di fare e tutti lo dovevano accettare con spirito. La volta successiva avremmo ribaltato le parti oppure a turno anche le due donne avrebbero potuto guidare il gioco.
Ci mettemmo ai piedi del grande letto e io cominciai col dire a Rosita di togliere la camicetta ad Annalisa. Con lentezza e sensualità il primo indumento cadde a terra, al che Gigi chiese ad Annalisa di togliere la maglietta a Rosita e di accarezzarle i seni….
Io spinsi Rosita a spogliare completamente Annalisa mentre Gigi alzò presto la temperatura dicendo alla sua donna di limonare in bocca Rosita….Quel gioco si dimostrava fortemente eccitante per tutti, sia per il modo che veniva condotto che per le nostre richieste, sempre più ardite e intime…Spingemmo Annalisa e Rosita verso ogni contatto fisico e con l’eccitazione in rapida crescita sparirono gonne reggiseno e mutandine, camice magliette e pantaloni, le loro mani e le loro lingue toccarono fighe culi e tette e poiché le nostre richieste compresero anche noi, Annalisa e Rosita ebbero presto il piacere di maneggiare i nostri cazzi…con nostra soddisfazione, ma anche piacere delle stesse donne.
Con quel gioco superavamo ogni barriera, ogni tabù, favorendo il raggiungimento di un intensa, veloce e gratificante per tutti.
Mentre Annalisa e Rosita erano impegnate in un sessantanove, ponemmo i nostri cazzi davanti alle loro labbra per un pompino da sogno...
Le donne erano eccitatissime, con la fava in bocca sentivano gli spasmi di piacere contrarre le loro fighette….i cazzi al massimo dell’erezione venivano leccati, mordicchiati, succhiati, accarezzati, smanettati…Il cazzo di Gigi era grosso e lungo e Rosita si diede da fare non poco per leccarlo e succhiarlo a dovere. Annalisa, invece, aveva in bocca la mia asta, non così lunga ma certo non meno grossa. Dopo un po’ ci disponemmo a sessantanove e oltre a essere leccate, le loro vagine subirono un primo, nostro massaggio….e loro non poterono trattenersi dal mugolare di piacere .
Rosita voleva provare a succhiare due cazzi contemporaneamente,. Così, mentre Annalisa sdraiata sotto di lei le leccava la figa, io e Gigi le ponemmo tra le mani i nostri cazzi eretti. Rosita estasiata leccava l’uno, smanettando quell’altro e viceversa….contorcendosi per i sapienti colpi di lingua di Annalisa direttial suo clitoride...poi fu la volta di Annalisa sperimentare quel gioco, con Rosita a leccarle figa e culo….
Dopo un’ora di quelle evoluzioni non ne potevo più, rischiavo di sborrare nel posto sbagliato e così messa Rosita alla pecorina la penetrai cominciando a montarla, cercando di stimolare i punti più erogeni della sua vagina. Presto i suoi mugolii mi indicarono che era prossima all’estasi così accelerai il ritmo fino a lasciarmi travolgere da un intenso orgasmo, seguito da quello di Rosita, tra gli sguardi attenti e goduriosi di alcuni spettatori.
Anche Gigi era intento a cavalcare Annalisa, prima chiavandola a smorzacandela e poi scopandola frontalmente con il suo possente cazzo….
Una copiosa sborrata coronò la ricerca del piacere dei due e una occhiata di intesa, sancì la nostra unione godereccia.
Gabri
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17 anni fa
gabri30rosita,
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Angela
ANGELA
Ci siamo, ho suonato il campanello. Mi ha detto di arrivare per le 16.00 di venerdì, così avrà a disposizione tutto il week-end per l’addestramento. Con uno strano sorriso aveva detto “vedrà che trasformazione al termine”. Già, la sola cosa che mi desta una certa preoccupazione è che quella trasformazione riguarda me, sì proprio me, ma non avevo alcun’idea di cosa intendesse dire.
Qualche giorno prima Angela mi aveva chiamato in disparte. Strano, lei assistente addetta alle pulizie mi si era rivolta con un tono velatamente arrogante, una sicurezza mai mostrata in altre circostanze. Si, avevamo parlato tante volte, mi aveva raccontato di come lei, in possesso di ben due diplomi e di due anni d’esami sostenuti alla facoltà di Medicina, aveva dovuto abbandonare gli studi e mettersi a lavorare sodo. Di come avesse dovuto lasciare i precedenti lavori per le avances e le richieste extra di colleghi, titolari e direttori vari. In fondo era proprio una gran bella donna, 41 anni portati meglio di una 30enne ed era anche piacevole chiacchierare con lei.
Quel giorno comunque, appena fummo soli, esordì con un lapidario “mi spiace ma lei è nei guai” Non capivo cosa volesse comunicarmi e glielo dissi, continuò “il fatto di essere l’unico galletto scapolo di questo schifoso pollaio, single come le piace dire continuamente, non le da certo diritti speciali,” e ancora “appartarsi con le colleghe sposate può procurare un bel po’ di guai, specialmente se il marito è il dirigente, non ci aveva pensato?”
“Ma…ma…co..cosa intende dire?” riuscii a farfugliare, ben sapendo a cosa si stava riferendo. Egle, la moglie del mio capo era stata piuttosto affettuosa con me durante la pausa pranzo di sette giorni prima, tanto affettuosa che eravamo finiti nello studio del marito a rotolarci sul tappeto per quasi un’ora. Ovviamente mi ero assicurato che non ci fosse nessuno in giro, come poteva, lei, sapere di quella innocente parentesi…….la voce di Angela mi riportò alla realtà: “è inutile fingere di cadere dalle nuvole”, disse porgendomi un pacchetto con delle foto. Ovviamente riguardavano le affettuosità scambiate con la Signora Egle. “Crede che dovrei consegnarle al capo?” esclamò con un sorrisetto che non mi piacque per niente. “Cosa vuole, co…cosa mi chiede in cambio di quelle foto” e poi, azzardando un coraggio che in quel momento non avevo affatto e sfoggiando un sorriso cretino le dissi accarezzandole il viso, “forse vuoi lo stesso trattamento offerto alla signora Egle?”. Un ceffone mi colpì violentemente, “non ti azzardare a fare lo stronzo con me” urlò dandomi per la prima volta del tu, “sconterai anche questa, vedrai” poi riprendendo la calma aggiunse “se non vuole che le foto finiscano su quella scrivania, venerdì alle 16.00 venga a casa mia, lei ha bisogno di un buon addestramento, si tenga libero per tutto il week end, vedrà che trasformazione al termine”, si girò e uscì sbattendo la porta, ma nel frattempo ancora una volta quello strano sorriso le aveva illuminato gli occhi. Frastornato dallo schiaffo ricevuto, ma più che altro inviperito con me stesso per non essere stato sufficientemente attento quando mi ero appartato con Egle, uscii dalla stanza e ritornai al lavoro.
Mi apre, mi saluta come se fossi il garzone del fornaio “ah ciao, entra entra e posa lì la borsa, non credo ti servirà”. Ha qualcosa di strano, certo l’abbigliamento non è quello da lavoro, mi sembra piuttosto ricercato, ma è lo sguardo ad essere completamente diverso.
“Bene caro mio, a te la scelta o le foto sulla scrivania del dirigente e magari, dopo anche su qualche giornale, oppure….”, “oppure?”, chiedo incuriosito.
“Lavoro tutto il giorno, quando torno a casa sono piuttosto stanca per occuparmi anche delle faccende domestiche, cosa ne dici di occupartene tu?”
Spalancai gli occhi, “non sono mica una servetta, non saprei neanche da dove cominciare”, “appunto”, replica ridendo, “ne ero certa, ecco perché hai bisogno di un addestramento full immersion in questi tre giorni, vedrai che alla fine sarai talmente contenta che mi chiederai di non andare più via”. “Oh scusa, ho detto contenta invece di contento, ma in fondo è giusto che ad una servetta ci si rivolga al femminile, non credi?”.
“Ma smettila con questa farsa”, dico quasi gridando, “spara quanti soldi vuoi e facciamola finita, ho già capito dove vuoi arrivare”.
“Stupido, imbecille, arrogante, credi che se volessi soldi ti avrei fatto venire fin qui? Non fai altro che peggiorare la tua situazione. Non so che farmene di te, puoi anche andartene. Considera le foto già su quella scrivania. Sparisci ora” e vedendomi immobile in mezzo alla stanza, aprendo la porta d’ingresso ripete alzando il tono della voce “spa-ri-sci”.
“Aspetta, calmati, spiegami meglio cosa vuoi da me in cambio di quelle foto, non credo di aver ben capito”.
“Sei troppo stupido per capire, dovrò mostrartelo di volta in volta, sappi solo che da questo momento tu appartieni a me. La tua volontà vale meno di zero, dovrai fare ogni cosa che ti dirò, ti piaccia o no. Ubbidirai senza replicare e se commetti anche solo il minimo errore, sarò costretta a punirti severamente. Farai cose che non avresti mai pensato di poter fare, le farai solo per il mio piacere e questo dovrà bastarti come motivazione. Sarai costretto a farle anche attraverso il dolore se dovesse essere necessario e spero tanto che sia necessario perché adoro infliggere punizioni fisiche.
Sappi che al termine dell’addestramento sarai completamente soggiogato e sottomesso alla tua Padrona”. Man mano che detta le condizioni il suo volto assume un’espressione sempre più dura e distaccata, la sua voce sempre più ferma e severa.
Io, inebetito, ascolto come se stessi guardando un film, senza replicare. Non trovo le parole per dirle che è pazza se crede, anche solo per un momento, che io accetti il suo gioco, non trovo le parole……… Non le trovo perché…..perché…..perché mentre parla, una strana eccitazione si è impadronita del mio cervello e non solo del cervello. Strana ma non sconosciuta. A volte ho pensato di vivere una situazione del genere, io sottomesso a una donna capace di dominarmi. Saranno state le bacchettate avute dalle suore, a far nascere in me questa pulsione? Ricordo che anche Egle, la moglie del capo, me lo chiese mentre scherzando, le baciavo un piede. Mentii spudoratamente come mento a me stesso.
Angela sembra leggermi nel pensiero. Capisce subito. mi guarda negli occhi, poi abbassa lo sguardo sul mio ventre, si accorge del gonfiore all’interno dei pantaloni e con un sorriso beffardo esclama “vedo che il tuo cazzo ragiona più velocemente del tuo cervello, cosa mi potevo aspettare da un coglione come te, bene non perdiamo tempo, mettiamoci al lavoro”, sappi comunque che sei libero di andar via, ma insieme con te partiranno anche le foto per l’indirizzo che sai”.
Capitolo 2°
Sembra impossibile, eppure sono qui, nella sua “sala giochi” come la chiama Lei. Alla fine ha finito per accettare, ma in realtà mi ci ha condotto lentamente, ha giocato con me come un gatto con il topolino.
Bruna, occhi scuri, media statura sembra una donna come tante, certo carina, sensuale, ma nulla farebbe credere che in lei si nasconde quel qualcosa che la rende ciò che è. Il seno è voluminoso, libero sotto la canotta di cotone leggero, i fianchi tondi riempiono la gonna piuttosto corta dalla quale scivolano fuori gambe tornite, velate da calze scure. Ai piedi scarpe con tacco alto. Una mano poggiata sul fianco, l’altra tamburella con le dita contro la coscia.
Non una parola, mi scruta dalla testa ai piedi come se mi vedesse per la prima volta, poi pianta lo sguardo nei miei occhi, è difficile sostenerlo ma ci provo cercando di sfidarla. Un passo avanti e improvvisamente la mano parte a colpire il mio viso. La sorpresa e la rabbia mi fanno vacillare ma non ho il tempo di reagire. “Non osare mai più sfidare la tua Signora, abbassa gli occhi quando ti guardo”. Era già difficile sostenere il suo sguardo, ora non riesco neppure a guardarla in viso; “così va meglio, stupido” sibila tra le labbra, “imparerai, vedrai che imparerai a rispettare la tua Padrona”.
“Ora giù in ginocchio” ordina con tono secco che non ammette repliche. Mi inginocchio e lei con la mano mi accompagna il capo verso il basso, “leccami i piedi ora, se vuoi che ti perdoni”. Le mie labbra sfiorano il collo del suo piede, il contatto con la calza velate mi provoca un certo piacere ma avverto che anche lei ha un fremito. Preme il piede contro la mia bocca e ordina “con la lingua, voglio sentirla”, e sfila via la scarpa offrendomi la pianta. Forza le mie labbra con le dita del piede facendole entrare. Con imbarazzo comincio a succhiarle facendo scorrere la lingua sotto tutte le dita. Per più di cinque minuti sono costretto ad umiliarmi baciandoli i piedi, riempiendo le narici del loro odore acre ma per niente sgradevole, dovrebbe infastidirmi e invece quell’odore stranamente mi eccita. “Basta ora, alzati”. Sono di nuovo ritto, ma non oso alzare gli occhi su di Lei.
“Ora iniziamo l’addestramento, ti senti pronto?”, “credo di si” mormoro. “Niente affatto” urla, “non sei affatto pronto se rispondi in questo modo, sembri una femminuccia spaventata”, poi con voce più dolce chiede “vuoi che ti tratti come una femminuccia?”, “no, assolutamente” rispondo con quel poco di orgoglio che mi è rimasto. Ride dicendo “e invece è proprio così che sarai addestrato, come una puttanella, imparerai ad essere la mia servetta in tutto e per tutto, intesi?”.
Esito qualche secondo prima di rispondere, pochi secondi fatali, un ceffone mi colpisce di nuovo in pieno viso, “intesi?” urla, “rispondi immediatamente quando la tua Signora ti fa una domanda. Non hai diritto di pensare ma solo di rispondere: “Sì Signora”, “capito”?, “sì Signora”, la risposta mi esce veloce e spontanea tradendo il mio istinto di voltare le spalle e andar via. E’ incredibile, riesce a leggere i miei pensieri, “se vuoi scappare devi farlo ora, dopo non potrai più farlo finché non lo vorrò io” mi sussurra accarezzandomi la guancia colpita dallo schiaffo, è una carezza incredibilmente dolce. “Ora mi allontano qualche minuto, puoi andare via se vuoi e non ci vedremo più e sai qual è il prezzo che pagherai, ma se decidi di restare voglio trovarti deciso ad ubbidire e a sopportare qualsiasi cosa io vorrò e ricordati, non avrai più la possibilità di ribellarti né di andartene” e girate le spalle si avvia verso la porta, “ a proposito” dice mentre esce, “quando torno voglio trovarti nudo in piedi al centro della stanza”. Ho il viso rosso, per lo schiaffo ma principalmente per la vergogna che provo in quella situazione. La mente è scombussolata, mille reazioni mi passano per la testa, ma non riesco a muovermi per andar via e lentamente, come se qualcun altro lo facesse per me, inizio a spogliarmi.
Saranno passati più di dieci minuti, sento dei passi avvicinarsi, la porta si apre. Non mi degna neppure di uno sguardo, era certa di ritrovarmi li, prende tutti i miei vestiti, li infila in una grossa borsa ed esce di nuovo.
Passano altri dieci minuti prima che ritorni. Eccola, apre la porta ed entra. Sono nudo con le mani poggiate sull’inguine nel ridicolo tentativo di coprire. Apre un cassetto, tira fuori qualcosa e girandosi di scatto mi colpisce violentemente le nocche delle dita con un frustino. Il dolore è lancinante, tiro via le mani per massaggiarle e così il secondo colpo si abbatte direttamente sul pene. Mi piego quasi in due, “hai vergogna della tua padrona?”, dice con tono autoritario, “ora, se vorrai andar via dovrai farlo così come sei, nudo come un verme, oppure indossando queste,” e poggiando in terra alcune cose ordina: “mettile e se ti donano potrò anche truccarti un po’, giusto un tocco di rossetto e qualche altra cosina, vedrai che bella schiavetta diventerai, ti presenterò alle mie amiche e potrò anche prestarti a loro se lo vorranno”, ” .
Pochi minuti dopo mi ritrovo vestito con calze, reggicalze, perizoma e reggiseno tutto rigorosamente nero, mentre sopra indosso una minigonna di stoffa verde ed una canottierina nera.
Una tempesta nel mio cervello, vergogna e umiliazione la fanno da padrone – io, io vestito da donna, io con il mio orgoglio di maschio ormai sotto i piedi. Il cervello è in tumulto, ma…….porca miseria, non solo il cervello. La mia pelle reagisce stranamente al contatto delle calze, quelle mutandine poi…..oh no, è proprio un’erezione quella che sto avendo, è già la seconda volta che reagisco in questo modo da quando sono qui e la cosa non mi tranquillizza affatto…………….
“Quel reggiseno è piuttosto vuoto, non trovi?”, “sì Signora” rispondo senza perdere tempo, insiste “ora lo riempiamo un po’”. Torna dopo qualche minuto con alcuni pezzi di stoffa bagnati e li infila nelle coppe simulando un seno che non posseggo. Sono gelati, i capezzoli si induriscono al contatto, istintivamente mi ritraggo lamentandomi per l’eccessivo freddo. “Stupida, continui a commettere errori. Sarò costretta a punirti come una collegiale”. Due piccole pinzette metalliche compaiono tra le sue mani, scostandomi il reggiseno le applica velocemente ai capezzoli induriti. Il dolore è sottile, a stento mitigato dal gelo del finto seno. Mi fa poggiare con il petto su un tavolo e le braccia allungate in avanti. Le pinzette schiacciate sul tavolo aumentano il loro morso ai capezzoli. Con una corda lega i polsi e le caviglie ai piedi del tavolo. Mi solleva la gonna scoprendomi il sedere su cui scorre solo il filo del perizoma, le gambe divaricate mi costringono, con mia grande vergogna, a mantenere i glutei aperti. “Ora vedremo se questa puttanella riesce a muoversi, e non permetterti di urlare”. Credo di sapere ciò che mi aspetta, un brivido di paura mi percorre la schiena, ce la farò a resistere? Ma perché mi sono messo in questa situazione? Devo esser……AAHHHH, un colpo di frusta si è abbattuto sulle natiche, non molto forte per la verità, ma sono stato colto di sorpresa e non ho potuto fare a meno di urlare. “Ma allora sei stupida, non capisci?” , cinque colpi si abbattono con violenza crescente, ho stretto i denti, ho retto in silenzio per i primi tre, ma gli ultimi due mi hanno strappato un urlo, le natiche mi bruciano, sono in fiamme. “Va bene l’hai voluto tu” dice tra i denti, ora è davanti a me in modo che la possa vedere, si sfila le mutandine affondandole prima nella fica, si avvicina e le infila nella mia bocca. Posso vedere il suo pube coperto da una fitta peluria nera mentre toglie le calze, con una mi fissa le mutandine nella bocca legandola dietro la mia nuca, “ora vedremo se riuscirai ancora ad urlare” dice mentre si porta di nuovo alle mie spalle. L’altra calza la usa per legarmi i testicoli staccandoli dalla base del pene legando poi anche questo in modo che possa mantenere una condizione di rigidità. Una quindicina di colpi, questa volta con una corta bacchetta di legno, si abbattono sul mio sedere colpendo in un paio di occasioni anche i testicoli tesi dalla legatura. Il dolore è lancinante ma non posso muovermi ne urlare. Qualche debole lamento filtra attraverso il bavaglio ma Lei sembra non sentirlo nemmeno. “Questo dovrebbe bastare per farti capire chi comanda qui, e se non bastasse potremo sempre riprendere” disse con un tono perentorio, un “si” sibilò attraverso il bavaglio “perché tu sei la mia schiavetta, vero?, ti senti tale?” arrossisco senza volerlo ma lei incalza, “lo vedremo subito. Poi sento la sua mano frugarmi dietro. Infila prima un dito, poi due.
Mi fa un po' male. Istintivamente grido e cerco di sottrarmi.
"Fermo!" ordina lei dandomi uno sculaccione. “Ora vedremo se avrai più voglia di ribellarti”, la punta della scarpa mi colpisce i testicoli, leggermente ma tanto da farmi sobbalzare “Fermo, o non sarò più tanto delicata”. Un sibilo e qualcosa si abbatte sui miei glutei, una, due, tre, dalle mie labbra può uscire solo un timido “ummmmm”, ma cerco di trattenere anche quello per non scatenare reazioni peggiori. Le sue dita riprendono a massaggiarmi lì. E' molto imbarazzante essere sottoposto a questa ispezione intima. Di nuovo un dito, poi due, tenta con il terzo ma il varco è stretto. La sento emettere un verso di soddisfazione, qualche secondo e qualcosa di umido mi unge il forellino. Riprende il gioco, e questa volta, quasi con violenza, il terzo dito affonda dentro di me, “ummmmm” tento di gridare e subito l’altra mano mi strizza i testicoli in maniera piuttosto dolorosa, “allora dì che ti piace, fai sì con la testa o te li stacco in un colpo”, la mia testa oscilla su e giù in un timido “si”. “Vedrai che piano piano potrò infilare tutta la mano fino al polso, è solo questione di allenamento. ”Poi toglie le dita e sento una cosa molto più dura e grossa spingere per farsi strada nella mia intimità. Fa veramente male! Sento entrare questo oggetto che mi sembra enorme. Prima lentamente poi più deciso, ormai il varco è aperto. Provo fastidio, dolore, vergogna, ma anche qualche altra cosa: un nuovo e strano senso di piacere.
"Bene. Ora è entrato tutto. Guai a te se lo fai uscire...D'ora in poi indosserai sempre questo, quando sarai con me perché una puttana deve sempre avere la fica bene aperta, e questa diventerà la tua fica” e ripetendolo quasi a volermi convincere definitivamente “perché tu sei la mia troia, la mia schiavetta puttana” e fissandomi con occhi furiosi mi spinge con la mano quell’affare ancora più dentro “vero?”, non posso che rispondere: “sì Signora”, “bene dimostramelo allora”. Mi slega polsi e caviglie obbligandomi a stare giù in ginocchio e toltomi l’improvvisato bavaglio sussurra “spalanca bene gli occhi e la bocca perché questa volta devi vedere bene ciò che chiedo alla mia schiava” e afferrata la testa per i capelli me la riversa all’indietro con uno sguardo che non promette nulla di buono. Sono lì, occhi e bocca ben aperta e il suo viso sul mio poco distante con un sorriso crudele. Le sue labbra si schiudono e un fiotto di saliva scende lentamente verso la mia bocca, “ingoia, ingoia tutto ciò che la tua Padrona ti regala, per te questo è miele, è un premio per la tua sottomissione”. Un altro fiotto ed un altro ancora scivolano verso la mia gola inondandomi di rabbia e di piacere facendomi perdere totalmente la ragione. Oramai mi sento un oggetto nelle sue mani, potrei fare davvero qualsiasi cosa mi imponesse e le più umilianti mi arrecherebbero maggior piacere. “ Bene, vedo che ti comporti come si deve, d’ora in poi mangerai solo dopo che io avrò masticato il tuo cibo e lo avrò ben imbevuto della mia saliva".
Capitolo 3°
“Adesso andiamo in bagno” mi ordina, “la tua Padrona è un po’ accaldata, devi lavarla!” Si siede sul bidet ed io, con le mani tremanti, lo riempio d’acqua. Mi insapono le mani e comincio a passarle tra le sue gambe, sulle sue parti intime, accuratamente depilate, a parte quell’elegante triangolino nero alla sommità. Non so se è possibile immaginare l’emozione che provo nel far scorrere la mano su quelle parti morbide e sensuali! “Anche dietro” insiste. Così posso raggiungere con la mano il forellino posteriore, massaggiarlo dolcemente con le dita. La sciacqua accuratamente ovunque. “Ti conviene togliere bene il sapone” dice lei “perché dovrai asciugarmi con la lingua”. “Sì Padrona, sto sciacquando benissimo”.
Si alza, ed io sono in ginocchio davanti a lei, tra le sue gambe leggermente divaricate. Lei si strofina sulla mia faccia, sui capelli.
Tiro fuori la lingua e cerco di togliere tutta l'acqua, cosa non facile. Si gira e si china leggermente in avanti. "Anche dietro!" Ordina.
E' una cosa bellissima mettere il volto lì, sentire con la bocca la sua pelle, le sue parti più intime. Troppo bella!
"Non mi devi leccare, stupido! Mi devi asciugare, fai entrare quella lingua!" fa lei quando si accorge che insisto troppo su certe parti.
"Mmm. La tua Padrona ha voglia di fare pipì, ora" dice con un lieve sorriso. Ho un tuffo al cuore. Mi fa mettere seduto a terra con la schiena appoggiata al water, la testa piegata all'indietro. Lei viene su di me e la sua fichetta è a pochi centimetri dalla mia bocca. "Apri bene, la bocca" mi ordina "e guai a te se non la bevi tutta!".
Ubbidisco, chiudendo gli occhi. Sento arrivarmi in bocca un rivolo di liquido tiepido e leggermente salato. Lo ingoio senza difficoltà. Non e' cattivo, penso con grande sollievo. Ma ora diventa un getto e faccio fatica a mandarlo giù senza strozzarmi. In parte mi bagna tutta la faccia. Lei continua, con piccoli intervalli, ad emettere getti di pipì, dirigendoli con precisione nella mia bocca ed io continuo a berla. Finalmente si e' svuotata!
Tremo tutto. Lei si strofina sul mio viso per asciugarsi e finalmente posso liberarmi da quella posizione scomodissima. “Non è mica finita sai?”, “non vorrai mica solo bere, dovrai pur mangiare qualcosa”. Uno strano presentimento mi attanaglia, tremo al pensiero di ciò
che mi sta sfiorando la mente. Si gira, avvicina lo sfintere alla mia bocca e si curva leggermente in avanti. Vedo l’orifizio allargarsi sempre di più, contrarsi, richiudersi e aprirsi. E’ un attimo, schiaccia il culo sulla mia bocca e qualcosa di solidi e molle mi si spalma sulla lingua. Penso al disgusto ma non ho il tempo di riflettere, lei è gia girata e tappandomi la bocca con la mano mi grida come una belva “ingoia, ingoia la merda della tua padrona. Ora, ora sei davvero il mio schiavo. Ti ci dovrai abituare”, e sedutasi sul bidet svuota la pancia in pochi secondi mugolando come se stesse avendo il migliore degli orgasmi. “Annusa, annusa e fai che diventi profumo per te” e afferratami la testa per i capelli, mi schiaccia il viso sul bidet fino a pochi centimetri dalla sua cacca. E assurdo, tremando come un bimbo impaurito, riesco a resistere senza reagire ma il tremito del mio corpo sembra eccitarla sempre di più. “Ora lavami di nuovo il culetto”, mi rassereno un po’, forse è finita, allungo le mani verso il sapone ma una risata mi blocca “cosa hai capito” mi fa ridendo, “con la lingua e fin dentro la pancia devi arrivare”. L’ho fatto, ho pulito tutto, tra eccitazione e disgusto il mio pene sembra scoppiare, mentre il mio culo quasi non avverte più il fastidio di quel grosso fallo che lo penetra. “Sembra che ti piaccia a guardare il tuo cazzettino, riproviamo allora” e raccolta un po’ di cacca con le dita la spalma sui suoi grossi capezzoli fino a ricoprirli. “Ti piace succhiare il seno della tua padroncina vero puttanella?” e senza attendere risposta il capezzolo sinistro è gia tra le mie labbra, “non devi leccare ma succhiare, come una bimba che prende il latte”. Sembra godere immensamente dei miei mugolii di disgusto, le piace molto farsi stringere e succhiare il seno, lo capisco dai movimenti del bacini e della schiena inarcata in avanti. “Ora l’altro, su”. Quando l’operazione le sembra completata decide di sciacquare la mia bocca ancora con la sua pipì, e mi costringe a ingurgitare tre quattro lunghi fiotti di piscia risciacquando la bocca prima di ingoiarla.
“Bene sembra che l’addestramento da i suoi frutti, ora la Signora ha voglia di scoparsi la sua puttanella, ripulisci bene tutto, lavati e raggiungimi di la”. Finalmente potrò fare l’amore con lei, so che avrò un orgasmo stupendo tanta è la voglia che ho di venire.
Povero illuso, sono in perizoma e reggiseno a quattro zampe sul tappeto mentre lei, dopo essersi fissato in vita un enorme fallo a due punte mi chiede “ dovrò legarti e imbavagliarti di nuovo, o starai buona buona mentre ti spacco il culo? Sappi che il bavaglio questa volta lo immergerò prima nella mia cacca e poi te lo caccerò in gola” “No” grido, “starò buono”. “Buona, stupida, buona non buono. Ricordati che sei una femmina, non vedi come sei vestita?”. Lo dice mentre spinge con la mano il grosso vibratore che ho ancora nello sfintere. Poi, tirato fuori quello, mi unge di nuovo il buco e comincia a spingere con i fianchi il grosso dildo che ha in vita. Sento sfondarmi il culo, si fa strada lentamente e affonda sempre di più ma mi fa impazzire. Il dolore si fonde al piacere, la vergogna e l’umiliazione sì perdono in un turbinio di emozioni sconvolgenti. E’ dentro di me, tutto, enorme e si muove come se fosse vero. Mi arriva alla pancia ma è un piacere incredibile. Sento il cervello liquefarsi e la mia voce che ripete “sì Padrona, sono la tua schiava, la tua puttana, fottimi, FOTTTIIIIMIIIII…….!!!”. Lo fa, cazzo se lo fa mentre mi stringe i fianchi con le mani, mi strizza quel falso seno che ho nel reggipetto, le pinze ai capezzoli mi provocano fitte di fuoco, mi strappa i capelli affondando sempre di più dentro di me ormai spalancato per lei.
Rallenta, si ferma, è totalmente svuotata. Io tremo tutto per l’emozione che quell’atto mi ha provocato. La sento uscire con delicatezza, si sfila quell’oggetto dalla fica e si strofina sul mio viso per asciugarsi e finalmente posso sdraiarmi sul tappeto mentre l’asciugo con le labbra.
“Riportami sul divano ordina”. Ubbidisco.
Lei comodamente seduta, io sempre in ginocchio davanti a Lei.
Si accende una sigaretta. Ne avrei voglia anch’io. Non me la offre ed io non oso parlare. Prende da una borsa delle manette. Mi fa girare e mi blocca i polsi dietro la schiena. Mi mette ai capezzoli delle mollette ancora più strette unite da una lunga catenella. Poi si stende sul divano, allarga dolcemente le cosce e mi tira la testa verso di lei.
“Adesso occupati un po’ della tua Padrona!” mi dice. Ora devo proprio leccarla come si deve. sto terribilmente scomodo, con le mani legate dietro, semisoffocato tra le sue gambe, ma mi do da fare con entusiasmo. Lei ogni tanto tira la catenella provocandomi delle fitte ai capezzoli e mi incita con voce soffocata “dai cane, lecca bene! Datti da fare per la tua Padrona”. Lecco freneticamente dappertutto. Inarca le reni ed io arrivo con la lingua anche dietro. La sento sospirare e gemere e questo mi riempie di gioia e mi da più vigore. E’ faticoso in quella posizione ma è impossibile descrivere la sensazione meravigliosa che provo ogni volta che le sfioro la clitoride e la sento fremere di piacere.
“Ora andiamo sul letto” sussurra finalmente dopo un tempo che mi è parso infinito.
Mi fa stendere sul letto, sale su di me e si siede sulla mia faccia. Continuo a leccare, a succhiare, a baciarla dappertutto, freneticamente, perché sento la sua eccitazione crescere e trasmettersi anche a me. Non è un normale rapporto sessuale, io sono solo un oggetto nelle sue mani. “Avanti verme” mi incita, “fai godere la tua Padrona!” e di tanto in tanto strattona i capezzoli per rammentarmi la mia sottomissione.
Ma ora con una mano la Padrona mi sta accarezzando il sesso!!!! Sento le sue parti intime contrarsi e capisco che sta per raggiungere ancora l’orgasmo. Le sue dita mi graffiano il petto….le sue mani??? Ma allora chi mi sta accarezzando il membro? Cazzo c’è qualcun altro, non riesco a vedere chi sia ma ora distinguo chiaramente il suo respiro eccitato, è una donna, ma chi diavolo può essere…… Angela geme e sospira sempre più finchè la sento scoppiare in un orgasmo mentre quella mano continua ad eccitarmi. A quel punto non resisto più e scoppio anch’io schizzando come non mai e affondando sempre più la lingua nel ventre della mia Padrona.
Mi sento morto! Lei si alza ed ora posso finalmente dare un volto a quella mano che mi ha portato all’orgasmo. Cosa!?!?!?, Egle la moglie del capo. E’ bellissima, arrossata per il recente piacere, è chiaro che si è masturbata. Era qui fin dal mio arrivo, nascosta chissà dove, complice di Angela fin da quando mi trascinò nell’ufficio del marito. Mi fa l’occhiolino, un sorriso dolcissimo. Ed anche i suoi occhi sorridono.
“Veramente” mi dice, mentre bacia Angela sulla bocca, “non ti avevamo ancora dato il permesso di venire”…..chiarendo subito che da questo momento le mie Padrone sono due, “per punizione vai in bagno a lavare tutta la biancheria. Ah, dimenticavo, visto che da domani le cose si faranno un po’ più dure per te, le foto che ho scattato oggi le useremo se decidessi di andar via prima della fine dell’addestramento”. La testa di Angela è già tra le sue cosce, se avessero potuto vedere la reazione del mio membro a quelle parole, avrebbero capito che le foto non servivano più……
by sogno
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 5 ore fa -
La signora luigina scena due
Eccomi qua care amiche ed amici grazie per aver apprezzato il mio primo racconto ed ora per chi non lo avesse ancora letto consiglio di farlo perché è una storia in sequenza il titolo del primo è “La Signora Luigina”.
……..
Vengo trascinato in camera da letto, l’odore è fresco e gradevole , la sensazione è quella di trovarmi all’interno del palmo di una grande mano pronta a stringerci con calore, protettiva ma al contempo lussuriosa. Sul cassettone attira la mia attenzione un cestino di petali di fiori secchi, tra i quali spicca per un intenso profumo di lavanda;
le narici vengono riempite da quell’odore che mi inebria e mi stordisce. Le sensazioni olfattive mi travolgono in un rutilante succedersi e alternarsi di vario tipo. Sarà il profumo dei fiori o quella della pelle di questa donna che mi appare come una novella Venere, dea della bellezza?
Lo sguardo corre via veloce tra le armoniose forme della Luigina e l’arredo coinvolgente di quella stanza, che ormai mi appare come l’alcova più emozionante della mia vita.
Il letto, di solido ferro battuto, ha una imponente testata sulla quale sono legati cuscini di piuma dai toni pastello; la mia mente vacilla … per un momento mi vedo legato alla mercè delle voglie di quella donna più matura di me..
Il cuore mi batte veloce, la signora Luigina si sdraia sul letto con le natiche vicine al suo bordo, lentamente apre la impalpabile vestaglietta in voile, mostrando nella penombra della camera tutte le sue grazie, alza con malizia le cosce e mi guarda in modo languido ed invitante.
Per un attimo rimango esitante, vorrei che l’emozione dell’attesa non passasse mai, vorrei che tutto ciò che mi circonda rimanesse immoto … quasi una fotografia da rivedere e rammentare nel tempo.
Poi d’improvviso riprendo coscienza della realtà e mi inginocchio davanti a lei che appoggia i piedi sulle mie spalle. Intanto le sue mani levigate ma decise carezzano i miei capelli.
Mi trovo così davanti alla sua fica che in quella posizione si mostra nella sua interezza: umida, pulsante e vogliosa.
Prima di tuffarmi osservo i particolari di quel gioiello della natura; le grandi labbra sono gonfie e brillano bagnate dagli umori che la Signora Luigina copiosamente genera, la clitoride sporge intrigante e turgida, pare di osservare un fiore nell’intreccio armonioso delle sue curve e sono rapito dal suo umido pulsare.
Non resisto più lentamente alito sopra la sua passera e ne aspiro l’odore agrodolce; sento la cappella che si gonfia e con una mano inizio lentamente a toccarmi mentre con la punta della lingua inizio a sfiorare il dorso delle grandi labbra che nel frattempo si sono ancor più gonfiate e si schiudono come in un magico e irripetibile momento.
D’un tratto un colpo di vento allarga leggermente la persiana della finestra facendo filtrare un raggio di luce che va ad illuminare, come un improvviso riflettore di scena, la sua intimità.
Ne rimango affascinato, mentre la mia eccitazione è divenuta quasi incontrollabile.
Seguo delicatamente con la lingua il contorno irregolare di quella bella passera e quando inizio ad sentire i gemiti della bella signora, affondo la bocca in un bacio passionale e intenso, il mio naso sfrega il grilletto mentre con la lingua mi muovo all’interno della sua fica languida e bagnatissima.
E’ talmente calda che per un attimo ho l’impressione di scottarmi … faccio quasi per ritrarmi ma le sue mani mi impediscono di muovermi … vuole che la faccia godere così.
Ho il volto completamente molle, sento il suo odore ed inizio a titillare velocemente con la lingua il suo grilletto premendoci sopra, lei inizia contrarsi ecco che inserisco un dito nella vagina premendolo fino in fondo a sentire il collo dell’utero e carezzandolo così con un movimento circolare, contemporaneamente infilo, quasi con pudore ed incertezza, un altro dito nel culo; mi soprende la facilità con cui viene attirato dentro, quasi per un’imprevista forza centripeta.
In quel momento iniziano le contrazioni, la signora restringe e rilascia più volte il ventre ed esplode in un orgasmo feroce con un gemito mi implora di prenderla. Io ancora inebriato da quell’amplesso orale mi annuso le mani e tocco il mio viso unto dei suoi caldi umori, allora mi rialzo e chinandomi su di lei la bacio in bocca leccandole il mento e tutto il volto.
Senza avere consapevolezza mi trovo dentro di lei, il mio membro è avvolto da una calore eccitante e voluttuoso; mentre continuiamo a baciarci la prendo con violenti colpi di reni sento sbattere la mia cappella contro il suo utero intanto lei, con ingordigia e voluttà, si tiene le cosce alte con le mani per non perdere nemmeno un centimetro del mio vigoroso cazzo.
Ecco che sta per venire morde un cuscino, mi pianta le unghia affilate nella schiena, sfoga così il suo godimento singhiozzando e gemendo mi implora “dimmi quando stai per venire ti prego non devi venirmi dentro…” io continuavo invece a fotterla, la sensazione di piacere e quella di leggero dolore per i graffi che mi stava procurando mi coinvolgevano in un’incoscienza travolgente.
La volevo riempire di cazzo e mi piaceva osservare la penetrazione mantenendomi sollevato sulle braccia; la osservavo mentre i suoi seni rimbalzavano come palline di un flipper impazzito, che cercavo di fermare attaccando la mia bocca come una ventosa a quegli enormi capezzoli.
Sento che sto per venire esco dalla sua fica fradicia e lei con un rapido movimento scende dal letto e si inginocchia sul tappetino infilandosi il mio cazzo in bocca.
Lo succhia avidamente, vedo le sue guance affossarsi al ritmo del suo suggere, sono madido di sudore, sto venendo … sento salire il mio seme … sto per avere l’orgasmo tanto desiderato e mi pare di avere un febbrone da cavallo.
Quando vengo lei succhia ancor più forte e stavolta non riesco a trattenere un urlo mi sento aspirato fino nei reni ed esplodo in una copiosa sborrata nella sua gola, mentre lei è attenta a non far cadere neanche una goccia del dolce liquido con la lingua ripulisce la mia possente verga partendo dalle palle fino a soffermarsi sull’attaccatura del prepuzio.
La Signora Luigina a questo punto si ricompone e mi invita a fare una doccia insieme prima di uscire a fare la spesa … ma questa amiche ed amici cari è un’altra storia che pubblicherò fra qualche giorno.
Un caro abbraccio
Il vostro amico Sparty
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17 anni fa
Sparty, 49/49
Ultima visita: 11 anni fa -
Sunshine
SUNSHINE
Accidenti! Al solito il collegamento internet non funziona! Dannato PC….prima o poi lo cambio ‘sto rottame e me ne prendo uno della nuova generazione con un bello schermo piatto, wireless connection e tutte le diavolerie più attuali…poi non sento storie, mi faccio l’ADSL a forfait così posso stare on line 24 h su 24, tanto, connetti e sconnetti, spendo uguale.
ON LINE NO LIMIT…….WOW!!!! Sai che chattate??? Allora sì che mi diverto!!
A quel punto però mi faccio anche una paginetta web su yahoo, la home page di sammyandcris dove potrò pubblicare le mie foto, i miei raccontini…..ma con accesso limitato solo ai pochi intimi del “Club dei Porcellini”, rigorosamente anonimi, tutte new entry, uomini e donne, che recluterò dopo attenta e scrupolosa selezione: il candidato ideale deve poter rappresentare al meglio se stesso in due righe di chat, deve essere interessante secondo i miei canoni e cioè: spiritoso, divertente, arguto, originale e possibilmente sorprendente (qualità rara nei maschi …..).
Non mi interessano i volti, mi interessano le voci, non nel senso “sonoro” ma solo per quello che trasmettono attraverso le parole scritte. Infatti non voglio stabilire contatti fisici, ma solo e rigorosamente virtuali dove la parola d’ordine è FANTASIA.
Conditio sine qua non: saper scrivere. Al primo errore di grammatica li sego! La maestrina che è in me non transige.
L’unica vecchia conoscenza che entra di diritto nel club è il porcellino numero uno, senza di lui il club non sarebbe neanche nato, lui….sì sempre e solo lui: SUNSHINE, my only personal sunshine.
Per lui faccio qualsiasi eccezione. E’ la mia debolezza: mi scatta l’impianto di irrigazione in automatico non appena lo vedo sul messenger, anche quando non è divertente, né originale, e di errori di grammatica ne fa diversi ma i suoi errori sono speciali.
Scrive talmente veloce che accavalla le lettere, allora sì che le sue frasi diventano divertenti, crea nuove parole, l’altro giorno “buio” è diventato “buoi”, “quando” “qnaudo” e gli avverbi “…mente” finiscono sempre invece in “mnete” o “emnte”, sembrano messaggi cifrati, un codice che capiamo solo noi. Anche la sua trasposizione del gergo livornese è decisamente simpatica, spesso mi ci butto anch’io col “deh!” e le finali dei verbi mozzate “s’a a provà a andà?”
Ma quella che prediligo è il suo “tu” che diventa “te” come dicono quaggiù, sarà che ha sempre voglia di bere il tè ma soprattutto di inzupparci il savoiardo?!
Come gliele darei delle belle lezioni di grammatica!!! Mi vedo già a maestra cattiva con lo sguardo sado-maso, grembiule di raso nero lucido e collettino di piquet bianco inamidato come le maestre zittelle di una volta, ma molto corto e attillato che accarezza le mie morbide curve, i capelli tirati sulla nuca e per un piglio ancora più severo, gli occhialini a miope leggermente calati sulla punta del naso, in perfetto contrasto con un trucco marcato, gli occhi pesantemente contornati con l’eyeliner nero, la bocca rosso fuoco, la posa aggressiva: in piedi a gambe divaricate sulle punte di scarpe in vernice rossa dai tacchi vertiginosi, le calze in seta nera velatissime, con la riga dietro a sottolineare i muscoli tesi dei polpacci, sorrette da un classicissimo reggicalze in pizzo nero, che traspare dallo spacco del grembiule generosamente sbottonato sul davanti e che evidenzia in primo piano la peluria nera del sesso libero da ingombri di lingérie.
Chiamo Sunshine alla lavagna, c’è solo lui nell’aula, lo faccio accomodare sulla sedia della cattedra e poi gli punto un tacco sul toracino tenero spalancandogli sul musino la mia fica vogliosa. Lui mi guarda incredulo, gli occhietti azzurri spaventati ma eccitati, il giovane virgulto già teso spunta dai pantaloni.
“Sunshine! Coniugami il passato remoto del verbo ANDARE”
E Sunshine sempre più incredulo incomincia “io andai, tu andasti, egli andò…”
“Bravo il mio bambino!!! E ora fammi il condizionale di FARE…..”
“Io farei, tu faresti….”
Incomincio ad eccitarmi sul serio e ad ancheggiargli davanti in modo sinuoso “Sì???Cosa faresti tu?….e ora fammi…VEDERE….” e gli slaccio i pantaloni e libero quella verga giovane e forte e Sunshine mi lascia fare, emozionato, ansioso, sento il suo desiderio aumentare sempre di più.
“Ora Sunshine fammi…..VENIRE…e vediamo se sai fare un corretto uso della Lingua” alzo una gamba e l’appoggio alla cattedra e gli premo letteralmente la fica sul viso offredogliela da baciare.
Il piccolo incomincia a leccarla divinamente, con uno slancio così naturale e perfetto, insinua la sua linguetta fra le labbra, poi le mordicchia, le succhia, stuzzica il clitoride, poi affonda la lingua nella fica, più dentro che può, e poi ne beve il succo che sgorga già abbondante, la mia voglia è al culmine. Si dà da fare anche con le mani, mi accarezza le cosce, mi impugna il culo, lo stringe, lo palpa vigorosamente, mi lecca il buchetto posteriore, lo ammorbidisce sapientemente e poi ci infila due dita mentre continua a baciarmi senza sosta davanti. Io mugolo, sospiro, ansimo in preda ad un desiderio esagerato. Gli slaccio la camicia, lo bacio, lo stuzzico nel collo, lo lecco avidamente, gli strizzo i capezzoli, gli massaggio quel toracino delizioso, lui mi sbottona il grembiule e mi libera le tette leccandomi e strizzandomi a sua volta i capezzoli assecondando la mia ingordigia, mi siedo prepotentemente sopra di lui e faccio accomodare il virgulto nella mia passera umida ed ansimante, lo cavalco all’impazzata, mi autocolpisco con quella verga durissima affondandovi al limite del dolore, mentre lui mi stringe le tette, mi impugna poderosamente il culo e io gli ordino di sculacciarmi forte fino a farmi urlare “Oh sì così fammi male dài!!!” “Ma maestra non vorrei….forse non dovrei…..” “Condizionale? Imperativo Sunshine!! DEVI DEVI!!!….continua così sì….PERFETTO sììììììììì” urlo tutto il mio godimento!
Il mio diligente allievo: “Ma….il perfetto non esiste, voleva dire imperfetto?”
“No, no, esiste esiste…. sei stato PERFETTO cucciolo e ora la maestra ti dà un premio” E mi accuccio fra le sue gambe e gli prendo il cazzo sempre turgido e non ancora sazio nella mia bocca e gli succhio fuori tutta la voglia che era pronta ad esplodere!
Eh sì! La classica situazione della maestra e del giovane allievo è una delle mie perversioni preferite ma soprattutto viceversa…insegnante giovane, allieva un po’ più attempatella….
Dunque….mi sono distratta…’fanculo gli amarcord…
Dicevo? On line? Succede di tutto: performance live, orgasmi live, litigate in chat….
Completino intimo o costumino nuovo? Accendo la webcam e via con lo strip tease….Nuovo taglio di capelli? E poi dai capelli al pelo il passo è breve….Appena alzata col pigiamino rosa? Ma poi tiro fuori subito quello più sexy con le coulotte avvolgenti arrapanti….
Mi meraviglio di me stessa, di come riesca a trovare ogni volta sempre qualcosa di nuovo….dalle mise…agli attrezzi…carote, zucchine, banane, ogni tanto i classici Tom e Jerry, immancabili, irrinunciabili, irripetibili Tom e Jerry, i miei cartoons…probabilmente perché la mia fonte di ispirazione, essendo molto più virtuale che reale e così evanescente (leggasi=così poco presente di ciccia) assume spesso toni onirici ed irreali e mi scatena l’immaginazione più libera stimolando la mia fantasia creativa.
Ma direi che sogno maggiormente ad occhi aperti, raramente Sunshine ha visitato i miei sogni notturni….lui è solare….diurno…..infatti proprio ultimamente mi è apparso verso mattina, al risveglio, in veste di folletto saltellante…..in realtà lui non saltella bensì ti salta sopra e ti sconquassa con l’impeto di un toro!
Al momento, il mio sogno, il mio desiderio più grande sarebbe quello di vedermelo apparire all’improvviso, a casa mia, eccitato dalle nostre reciproche stimolazioni in chat e dalla mie performance davanti alla webcam, e farmi scopare violentemente sul cubo come ai bei tempi ma non sarebbe un amarcord, sarebbe una novità eclatante, ora, una vera sorpresa , un happening grandioso.
Ma mi accontenterei di vederlo in webcam pure lui e guardarlo mentre mi guarda durante le mie esibizioni hard e il giorno che è solo in ufficio, tentarlo all’autoerotismo e per una volta poterlo guardare io accarezzarsi da solo, menarsi quel delizioso cazzetto biondo incitandomi con lo sguardo a seguirlo, osservare quel bel musino contrarsi in smorfie di piacere e godere insieme a lui a distanza eccitata dal masochistico voyeurismo…..
Più che sognare, mi piace immaginare, inventare, creare fantasie, scriverle, raccontarle….. ma….. qui il racconto sta languendo….non è un vero racconto….è….una carrellata di idee, di pensieri a ruota libera, ci vuole un gran finale maiale, aggressivo, perverso.
Non è perverso Sunshine-Folletto, troppo divertente, e nemmeno Sunshine-Cubista, grande ma troppo classico, come lo trasformo Sunshine per il gran finale?
Gli potrei mettere elmo, scudo e corazza e un bel gonnellino di cuoio, coi genitali al vento stile Achille-Brad Pitt nel recente Troy…..no…troppo mitologico, hollywoodiano, finto.
Gli ho già fatto fare il Californian Dream Man col tanga leopardato …….. ho tentato di legargli una banda di raso nero intorno agli occhi stile Zorro ma si è rifiutato….
Ci vuole una situazione non un travestimento.
Una festa sulla spiaggia, Sunshine al naturale con una bottiglia di birra in mano, contornato da abbronzatissime figliole e il suo clan di surfisti sbrindelloni, che amoreggiano tutti in mucchio fra le barche? Troppo reale e io non c’entro nulla…..
Come calarlo in un contesto drasticamente inusuale senza rischiare di creare un ballo in maschera?
Non riesco a dipingerlo in veste….che so….di meccanico con la tuta ciondoloni, tutto unto e sporco di grasso oppure farlo scendere da un TIR sistemarsi le palle con un gesto triviale emettendo magari anche un bel rutto da perfetto camionista…..
Ma….ora che ci penso…perché mai devo trovare un finale dal momento che ho appena detto che questo non è un vero racconto ma un turbine di fantasie nel mio personalissimo stile irotico?
E poi non lo voglio proprio un finale! Anzi, che duri questo flusso positivo e stimolante, questa piacevole, struggente, irrinunciabile tortura psico-erotica! E allora facciamolo durare…..che le invenzioni continuino….che l’ispirazione attinga ovunque…..
Infatti, nel momento in cui tenderei a languire in una breve e temibile pausa creativa, ecco che l’input mi arriva ancora un volta dal quotidiano e precisamente da una chat mattutina in cui Sunshine mi rivela la sua passione per la cucina e mi aggiorna sui suoi recenti esperimenti culinari sollecitandomi ricette e dritte in merito. Quella mattina ero di corsa, ci eravamo dilungati molto sull’argomento, dedicandoci come primo approccio ai piatti estivi, veloci, freschi e per l’appunto dovevo andare al mercato ed era già mezzogiorno, non avevo neanche un pezzo di pane né un pomodoro (il pomodoro è vitale d’estate, il pane sempre!), e quindi tagliai corto e gli buttai lì una cosina velocissima: salmone affumicato marinato con olio, limone, scorzette di limone, cuoricini e foglioline di sedano, capperi, cipolle affettate. E via di corsa.
Lui a pranzo, io al mercato.
Nel pomeriggio ricevo un’e-mail: “non ho capito una mazza del salmone con i quoricini di sedano etc….”
“quoricini?????” Ho letto bene??? Non è possibile,…..ma sì! Sicuramente lo fa apposta perché sa quanto si eccita la maestra a beccarlo in castagna e a scudisciarlo per queste catastrofi d’ortografia!!!
Infatti, questo piccolo episodio mi rimette subito in pista dopo un attimo di tentennamento tendente alla tristezza quando, dietro alla sua richiesta di fornirgli i miei consigli culinari, peraltro sapientemente sviolinata, la prima reazione sgomenta era stata “ Oh! Povera me! Altro che Samantha, siamo già alle “ricette di zia Cris?” . Al che lui si era subito premurato di rassicurarmi che per ora sono sempre cugina, e non c’è cosa più divina…..
Allora approfitto di questa ghiotta occasione, non posso resistere, lo redarguisco scherzosamente:
“Scusa ma anche se la maestra è in vacanza questo errore è imperdonabile caro il mio Sunshine -somarello, tra l’altro, non sei neanche capace di copiare? infatti io avevo scritto cuoricini con la “c”!! Diciamo che dovrei bocciarti a giugno, altro che esami a settembre!! ma dal momento che sei il cocco della maestra, sono disposta a concederti qualche ripetizioncina abbinata a lezioni di cucina……;-))”
A dire la verità non vedo l’ora!!! Ed ecco che mi si accendono subito tutte le lampadine : goderecce lezioni grammatical-erotico-culinarie?!? Mmmmmhhhhh….. e le immagini incominciano a fluire nella mia mente , l’impianto d’irrigazione entra in funzione, e gli input arrivano direttamente al centro elaborazione dati che tira fuori un Sunshine ai fornelli da mangiarlo in un boccone….
Subito mi concentro su questa nuova versione del mio Sunshine ai fornelli e mi eccito da morire nel figurarmelo nudo col culetto che spunta fuori dal grembiulone che copre solo il davanti e mentre lui rimesta al fuoco qualche miscuglio seguendo le mie istruzioni, io "supervisiono" da dietro appiccicandomi a lui, mi strofino contro il suo corpo, lo accarezzo, lo lecco, lo palpo ovunque e non appena lui si china leggermente in avanti ad assaporare gli aromi che fuoriescono dalla pentola, io pronta mi chino a mia volta a scovare il buchetto e insinuarci la lingua e farlo mugolare di piacere e poi infilarmi anche sotto il grembiulone e farmi un classicissimo aperitivo con hot dog mentre lui continua a prepararmi una succulenta cenetta……Mmmmmmmhhhhhh!!!!! Che meraviglia!!!
Oh sì! Sento che mi sta venendo la giusta ispirazione per un nuovo racconto della serie SUNSHINE AI FORNELLI o SUNSHINE IN CUCINA anche se è difficile riuscire ad essere originali in questo sfruttatissimo filone sesso e cibo.
Sarà anche banale ma cosa c’è di più golosamente libidinoso di spalmarsi a vicenda di miele, marmellata o gelato e leccarsi l’un l’altro voracemente?
E di più banalmente malizioso che ciucciare il calippo oscenamente ammiccando ad una fellatio?
E di più voluttuoso che affondare due dita nel viscoso caviale e portarsele alla bocca e leccarsele provocando con sguardo lascivo il tuo partner o la preda di turno?
Sicuramente non è da tutti trastullarsi con una bella banana e al termine, per reintegrare un po’ di potassio e magnesio consumati nel dispendio energetico di un super orgasmo vegetale, sbucciarla e mangiarsela con gusto!
Ne ho di idee nel cassetto, giochini già sperimentati e nuovi ancora da provare……ma il superclassico hot dog lo gradisco al naturale: la maionese non è la mia passione, il ketchup è buono ma è un troiaio, la senape sarebbe l’ideale ma dal momento che mi irrita le pareti nasali e mi provoca starnuti a raffica, non vorrei staccarglielo a morsi serrando incontrollatamente i denti ad ogni starnuto!!
Einstein dalla sua cartolina appesa sopra la mia postazione pc sorride sornione: “L’immaginazione è più importante della conoscenza” ……parole sante caro Albert, parole sante……
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1
17 anni fa
sammyandcris,
43/39
Ultima visita: 15 anni fa
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Il mio magnifico compleanno
Ciao sono un giovane 27 anni questa cosa e' un racconto di vita vissuta,che voglio immortalare grazie al mio racconto ...alcuni giorni fa era il mio compleanno, grazie ad una Chat conobbi la fantastica Roberta ragazza che per motivi di studio si trova nella mia regione dove vive una vita quotidiana perfetta, ottimi voti all'università' tanti amici, ma con il vizio di trasgredire destino ha voluto che ci siamo conosciuti per caso...
era da tempo che ci davamo appuntamenti per vederci ma non riuscivamo mai in nessun modo a vederci tanto e' vero che pensai si trattasse di uno scherzo o qualcuno che come al solito vuole compagnia sotto false vesti... Era il 6 Gennaio, dopo aver trascorso una bella giornata alle terme in compagnia di una mia amica rintronai a casa in prima serata.Ero molto stanco ma tanto eccitato per le belle tette i culi che solo le terme d'inverno regalano quando la mia amica Roberta entro in contatto con me, ormai avevo perso le speranze di vederla anche perché dato il tempo che era passato ero incredulo ma la buttai li e la invitai a prendere un caffè assieme lei accettò e prendemmo un appuntamento a 50km da casa mia mentre guidavo ero perplesso avevo timore,e' mai possibile che venga faceva?ma come sara' mai? faceva un freddo quella sera che pensavo non sarebbe mai venuta all'incontro.
quando arrivai nel luogo dove ci eravamo dati appuntamento era gia' li che aspettava vedevo da lontano i suoi lunghi capelli neri e indossava un jeans attillatissimo che le avvolgeva il sedere quasi fossero dei collant neri! ero visibilmente compiaciuto dal suo aspetto avevo visto il suo magnifico fondo schiena... quando si volto mi sorrise e disse sei tu Paolo? e io con fare imbarazzato le dissi si sono proprio io lei aveva visto qualche mia foto, ma non ero sicuro di piacerle anzi tutt' altro. Cominciammo a passeggiare senza una meta e dato il freddo che avvolgeva entrambe ci avvicinammo e la stringevo abbracciandola e con una mano mi avvicinavo al suo bel sedere, ed io avevo una paura fottuta di ricevere un rifiuto o addirittura una sberla, ma fu questo che mi fece capire che forse un po' le piacevo...
Ci incamminammo li verso le vie che costeggiavano il mare che era calmissimo e la luna faceva da sfondo ai suoi magnifici occhi verdi,era davvero un fantastico spettacolo(freddo a parte) ..... la mia mano si avvicinava sempre più al suo culo, capii che le piaceva farsi toccare indossava un generoso, giubbino molto corto sapendo che il suo pezzo forte era il suo magnifico culo!
Dopo un po' lei,mi appoggio ad un palo cercai di baciarla ma le interessava altro, con molta rapidità infilo' la sua mano aprendo il mio cappotto e apri' la zip dei miei pantaloni... il mio immane dardo era gia li' come sempre prontissimo e le sue dita raggiungevano la mia turgida cappella,ma faceva troppo freddo e c'era tanta luce attorno a noi,ma a dire il vero io avrei continuato li senza batter ciglio....quando lei mi disse ma qui fa freddo ti va se andiamo a fare un giro,avevo capito che avremmo continuato ma non sapevo cosa mi aspettava
Ci mettemmo in macchina e finalmente un po' di calduccio avevo una verga si dura ma con uno stimolo tremendo di pisciare lei mi indicava la strada ed io speravo che mi indicasse verso posti non troppo affollati... arrivammo in un posto cosi' trovato per caso abbastanza buio dove al momento non c'erano auto io ero davvero molto eccitato,nel frattempo si erano fatte le 24 in punto e lei mi prese verso di lei e mi bacio erano gli auguri piu' Caldi della mia vita... erano arrivati a sorpresa come un fulmine a ciel sereno e le sorprese sono sempre le piu' belle. Poco dopo comincio' a toccare il mio cazzo e lo misi subito fuori le braghe e lo appoggio' in bocca tutto e lo avvolgeva meravigliosamente tra le sue labbra e la sua calda mano lo sbatteva,con un savoir faire esagerato! stavo pensando che poco poco sarei scoppiato inondandole la bocca, ma sarebbe stato un peccato non poterla penetrare,ad un cero punto mi sono fissato a guardarla le sue enormi tette con i turgidi capezzoli e mi guardavo attorno e le ho chiesto di andare in un albergo dove avrei potuto esprimermi al meglio anche perche' non conoscevo il posto ed ero preoccupato da eventuali ladri che potevano farci puliti puliti e rovinarmi il compleanno.
Ma lei rispose no forse aveva tanta voglia di consumare l'amplesso e le ecciatava farlo li in auto,e in quel momento mentre mi leccava tutta la cappella con un fare divino mi chiese ma hai qualcosa in auto?capii subito che sarebbe stato un meraviglioso compleanno:-)
lei si tolse i jeans che le stavano cosi' potevo finalmente leccare la sua bella fighetta tutta bagnata e depilata ,ero arrapato come un sedicenne in calore e mi diceva,ti piace? Ci avrei mangiato in una figa del genere il solo pensarci mi fa fare la verga dura,quando mi infilai il preservativo e la cominciai a montare la tenevo stretta a me avevo le sue fantastiche natiche in mano e sentivo i suoi gemiti e mi diceva si dai prendimi cosi' ,sbattimelo tutto dentro, ancora si vai,nel frattempo quel posto era invaso da auto ero preoccupato ma la voglia di possederla era troppa forse lei dalla sua posizione non si era accorta che quel piazzale era pieno di auto ma la scopavo, ma la cosa stava diventando eccitante quanto pericolosa e improvvisamente mi disse:Basta!
Dove vuoi venirmi? pensavo avesse capito che era troppo pericoloso, tolsi il mio cazzo dalla sua vulva e fortemente mi tolsi il condom, tenevo le mie palle calde vicino alla sua bella fighetta e le sborrai sulle sue belle tette ancora con i capezzoli turgidi.
Auguro a tutti voi di passare un compleanno emozionante come il mio con pochi regali,ma con tante "sorprese"
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17 anni fa
richmond159469, 27
Ultima visita: 13 anni fa -
Incesto con triolismo
Sicuramente non sono normale, nel senso che non ho la testa a posto. Questo me lo hanno detto in molti. Ma la colpa non è da imputare tutta a me. Ma andiamo con ordine.
I miei ricordi vanno ad un cascinale di campagna dove io vivevo con mia madre. In questi ricordi c’era la figura di un uomo che ci veniva a trovare e che sicuramente non era né mio padre, né il marito di mia madre. Lui, che chiamerò Pippo, era sposato e quella cascina dove abitavamo noi era sua. I miei ricordi si perdono nel tempo, ma si risvegliano quando prendo a pensarmi nell’età della pubertà. Avevo circa 12 o 13 anni quando appare nella mia mente nuovamente quella figura: Pippo. Tutt’intorno al cascinale c’era un grande appezzamento di terreno di proprietà di Pippo, era la sua azienda agricola. Ogni volta che Pippo entrava in casa si chiudeva in camera da letto con mia madre e ne usciva dopo un paio d’ore. Tutte le volte che chiedevo a mia madre chi fosse, mi rispondeva che era un benefattore e che noi vivevamo grazie a lui che ci permetteva di vivere nella sua casa. Così capii che mia madre era costretta ad andare a letto con lui per poter campare. Un bel giorno Pippo, che di fatto viveva con sua moglie in città, arriva tutto raggiante e dice a mia madre che sua moglie, che era molto malata, era deceduta e quindi adesso era libero di sposare mia madre. Avvenne così tutto in fretta che non feci in tempo a rendermene conto. Ma la cosa più strana era che subito dopo il matrimonio, Pippo mi diede il suo cognome rendendomi quindi erede dei suoi beni. Pippo non aveva altri figli. Con me si comportava come un vero padre. Mi portava spesso con lui e ci divertivamo molto. Poi cominciò a farmi delle domande sul sesso. Mi parlava e riparlava delle donne, di ciò che ci si faceva assieme, del godimento e tante altre cose, finché una sera non ne parlò apertamente mentre eravamo a tavola. Vidi mia madre farsi rossa per la vergogna e anch’io mi vergognavo a parlarne con lei presente. Poi tutto andò a finire a ridere e quando parlavamo di sesso ci mettevamo a ridere. Era bello proprio perché ridevamo. Pippo faceva apprezzamenti sulle tette di mia madre dicendo che quando gliele succhiava era come se si attaccasse alle mammelle di una vacca svizzera, e giù un sacco di risate. Poi quando parlava del suo culo lo paragonava al mappamondo che c’era al museo civico. Poi cominciò a dire a mia madre di stare un po’ meno vestita in casa lasciandosi vedere da me in quanto non avevo mai visto una donna nuda. E tra le risate Pippo prese a scoprire mia madre tirandole su la gonna, scoprendole il seno. Ogni sera era la stessa cosa fino a che mia madre, viste le insistenze di Pippo, prese la decisione di lasciarsi addosso pochi vestiti. Durante il giorno mia madre se ne stava con reggiseno e slip trasparentissimi che mi mettevano un appetito sessuale tremendo. Il suo seno sembrava volere traboccare dal reggiseno indubbiamente di qualche misura più piccolo, per non parlare degli slip che sembrava non li avesse, per due motivi: uno perché erano trasparenti e l’altro perché erano talmente piccoli che le si infilavano nelle sue fessure lasciando ogni cosa scoperta. Passavano i giorni ed io mi abituavo sempre di più a vedere mia madre semi nuda. Poi un bel giorno vidi Pippo uscire dal bagno completamente nudo. Aveva un pisellone lungo e grosso. Rimasi a fissarglielo quasi spaventato. Mi disse che quando sarei diventato adulto, avrei avuto anch’io un affare grosso come lui. Ad un certo punto vidi spuntare mia madre che prese a ridere vedendo Pippo nudo, forse perché lui non si era mai mostrato a me nudo. Pippo disse che la cosa non valeva ed invitò mia madre a togliersi gli ultimi due indumenti che aveva addosso, vale a dire il reggiseno e gli slip e così mia madre si presentò nuda completamente, anche se non ce n’era bisogno visto che le si vedeva già tutto. Pippo la prese sotto braccio portandola in camera da letto. Rimasi fermo perché in un certo senso mi sarebbe piaciuto guardarli mentre facevano l’amore. Era come se Pippo mi avesse letto nel pensiero. Mi chiamò chiedendomi se avessi voluto guardarli mentre lui scopava mia madre. Diceva che era per insegnarmi come si faceva l’amore con una donna. Entrai con loro in camera e mia madre di piazzò sul letto a cosce spalancate impudicamente, senza vergognarsi del fatto che ero presente. Pippo mi fece avvicinare al letto. Avevo il viso a pochi centimetri dalla figa aperta di mia madre mentre Pippo con le dita gliel’apriva dicendomi i nomi delle cose che toccava. Sentivo mia madre ansimare per l’eccitazione e poi Pippo le infilò il cazzo dentro. Presero a scopare furiosamente e mia madre diceva cose che non le avevo mai sentito dire, come che le sarebbe piaciuto avere un altro cazzo in bocca e un altro nel culo, che si sentiva una grandissima troia, ecc. Lì per lì rimasi stupito, ma poi Pippo mi disse che durante l’amplesso era normale dire quelle cose. Avevo già 16 anni e il mio pisello cominciava ad assumere proporzioni importanti. Pippo mi aveva suggerito di rimanere nudo in casa, come facevano già lui e mia madre, ma io avevo un problema e cioè che quando stavo nudo davanti a mia madre, mi veniva duro. Una sera, mentre stavamo guardando la televisione, Pippo prese a pomiciare con mia madre. Io li guardavo senza dir nulla, quindi Pippo mi osserva e, vedendo che il mio pisello si era indurito, mi chiede se in quel momento avessi avuto voglia di masturbarmi. La voglia ce l’avevo, ma non mi ero mai masturbato davanti a mia madre. Con mia grande sorpresa fu mia madre stessa a dirmi di masturbarmi davanti a lei. Forse Pippo volle fare una specie di gioco, fatto sta che fece mettere mia madre seduta sul vivano a cosce spalancate, io mi cominciai a masturbarmi a qualche centimetro dal suo viso, mentre lui prese a leccarle la figa. In men che non si dica raggiunsi l’orgasmo sborrando a fiotti sul viso di mia madre e sulle sue tette. Lei prese a leccarsi la mia sbocca facendomi eccitare nuovamente. Avevo il pisello ancora duro e Pippo invitò mia madre a spompinarmi. Raggiunsi l’orgasmo dentro la bocca di mia madre con mio immenso piacere. Mia madre prese a baciarmi in bocca e sentivo in lei il sapore della sborra, ma ero preso talmente tanto dall’eccitazione che non badavo a nulla. Proprio mentre le mie labbra e la mia lingua erano congiunti con quelli di mia madre, ecco spuntare in mezzo il cazzo di Pippo tra le nostre bocche. Per un momento mi ritrassi, ma fu proprio mia madre a infilarsi il cazzo di Pippo in bocca per poi passarlo a me. Presi a spompinare il cazzo di Pippo e sentivo che mi piaceva. In quel momento avrei voluto che mi sborrasse dentro, mi pisciasse, non so cos’altro, forse avrei voluto essere una donna per essere scopata. Ormai avevo raggiunto e superato ogni grado di depravazione. Non avevo più nessun problema con mia madre, senza sapere che i problemi mi sarebbero arrivati dopo. Da li a poco, ecco cambiare nuovamente il panorama a casa nostra. Stavamo nudi in casa quando non c’era nessuno, mentre se arrivava qualcuno, ci vestivamo regolarmente. Ebbene una sera Pippo disse che aveva invitato a casa due persone con le quale avrebbe dovuto concludere un grosso affare che avrebbe portato molto denaro nelle casse della sua azienda. Lo vidi parlottare con mia madre la quale si fece seria, poi mi disse se per quella sera sarei potuto rimanere in camera in modo che loro sarebbero stati liberi di comportarsi come meglio credevano. Quella specie di invito-obbligo, mi fece pensare e così cercando di non farmi scorgere, mi misi a spiarli. La casa era fatta in modo che al piano terra ci fossero i servizi e la sala da pranzo, mentre al piano superiore c’erano le camere da letto. Io mi ero accucciato sulle scale e potevo vederli senza esser visto. Mia madre aveva preparato una bella cenetta e i due ospiti si dimostravano molto gentili ed educati. Mia madre era vestita normalmente, ma ogni volta che andava in cucina a prendere qualcosa, la vedevo tornare sempre con meno vestiti addosso. La cena si svolse regolarmente anche se di tanto in tanto Pippo palpava spudoratamente le tette a mia madre scoprendole i capezzoli sotto gli occhi dei due uomini. Alla fine della cena Pippo invita i due ospiti ad accomodarsi sul divano mentre mia madre avrebbe servito con un digestivo. Mia madre va in cucina dopo avere sparecchiato e ritorna in sala con il vassoio ed i bicchieri con l’amaro. Strabuzzai gli occhi quando la vidi senza la gonna addosso. Indossava solo un golfino con scollatura a “V”, un paio di calze autoreggenti e null’altro. Il pelo della figa le si vedeva chiaramente ed era molto invitante. I due uomini ebbero un momento di imbarazzo, ma subito dopo vennero messi a loro agio da Pippo che li invitò entrambi a far l’amore con mia madre. Ebbi immediatamente una stizza di rabbia, ma subito mi passò in quanto vidi mia madre che era consenziente e che, anzi, incitava i due uomini a possederla contemporaneamente. Quella fu la prima volta che vidi mia madre tra le braccia di estranei e secondo me quella visione mi condizionò fin da allora. Mi piaceva di più masturbarmi mentre mia madre scopava con altre persone o mentre lei se ne stava oscenamente e impudicamente nuda davanti agli altri. Lo dissi a Pippo il quale convenne con me dicendomi che avevamo gli stessi gusti, ma erano gusti che mi aveva trasmesso lui. Da allora non mi chiese di andarmene quando dovevano venire a casa persone per scopare con mia madre. Lei era contenta che io fossi presente ed io mi eccitavo tantissimo, tanto da masturbarmi sborrando sul viso di mia madre. Ormai avevo preso quella piega e a quanto pare anche a Pippo piaceva quel genere di cose, tanto più che chiamavamo mia madre “la nostra puttana”. Ed il bello era che a lei piaceva tantissimo sentirselo dire. Durante il servizio di leva mi ammalai, forse per un virus o non so cosa, fatto sta che i miei spermatozoi non erano più produttivi, ero diventato sterile. All’età di 21 anni, cioè quando terminai il servizio di leva, mia madre mi fece scopare con lei. Sembrava che lo avessi fatto da sempre, ma non lo avevo mai fatto. Avevo abbracciato e baciato in bocca mia madre una infinità di volte, lei mi aveva fatto un’infinità di pompini, ma mai avevo fatto l’amore con lei. Fu immensamente eccitante e Pippo, che era presente, sborrò sul viso di mia madre copiosamente, sottolineando che a lui quel genere di cose eccitava tremendamente. Lo aveva fatto forse per compassione sapendo che non potevo metterla incinta e forse anche perché nessuna donna mi avrebbe sposato sapendo che non avrei potuto procreare. Poi, un bel giorno, avvenne la cosa che, forse, io avevo sospettato ma che non osavo dire: Pippo mi disse che lui era il mio vero padre. Per un certo verso fu come se lo sapessi da tempo o forse speravo che fosse così, ma da un altro punto di vista rimasi amareggiato nel constatare che proprio mio padre mi aveva portato in quella strada di depravazione. Cercai di non farmene un dramma. Tranquillamente condussi la mia vita, apparentemente con molta normalità, senza far vedere a chicchessia quale fosse la mia vera inclinazione, cioè quella del guardone e cuckold, proprio come Pippo, cioè mio padre. Pippo era molto più grande di mia madre e a causa di una infermità ci lasciò. Lui si era messo con mia madre perché sua moglie, ammalata, non poteva dargli dei figli. Presi in mano le redinio dell'azienda. Rimasi solo con mia madre diventando il suo uomo fisso. Facevo l’amore con mia madre come se fossimo marito e moglie. Ma la cosa che mi attraeva di più era vederla scopare con altri o lasciarla ammirare nuda da altri. Mia madre aveva 45 anni ed era ancora nel fiore della sua sessualità e per procurarle degli uomini disposti a scoparla mentre io li osservavo, dovevamo inventarci cose sempre più bizzarre come ordinare due pizze e lasciare che mia madre si facesse trovare semi nuda in casa, con addosso solo una maglietta che le arrivava all’ombellico per poi fare eccitare il ragazzo delle pizze e farsi scopare da lui. Avevamo una scorta di preservativi di tutti i gusti. A volte quando veniva il tecnico dell’Enel a leggere il contatore, mia madre faceva finta di essere uscita dalla doccia presentandosi tutta nuda con un piccolo asciugamano davanti che in realtà non le copriva nulla. Riusciva a farsi scopare anche da quello mentre io mi masturbavo guardandoli. Spesso siamo stati presi a male parole in quanto con mia madre andavamo in giro per negozi e lei se ne stava tutta nuda sotto il soprabito e quando si sedeva per provarsi le scarpe o qualsiasi altra cosa, si mostrava nuda a chiunque fosse presente. Poi i suoi 50 anni non le permisero più di mostrarsi nuda in pubblico, ma per me rimane sempre la mia donna, anche perché io non la vedo invecchiare standole sempre accanto. Facciamo l’amore almeno due volte la settimana, ma lei ama spompinarmi in pubblico e questo ci ha procurato qualche guaio. Non avevo pensato mai di sposarmi perché lei mi ha sempre soddisfatto in tutto. Tuttavia fu mia madre ad impormi a prender moglie almeno per avere dei figli ai quali lasciare l’azienda. E qui c’era un grosso problema da risolvere perché qualora avessi preso moglie, non avrei potuto avere figli e in più avrei dovuto sicuramente smettere di trombare con mia madre. Non so come, ma qualcuno mi portò una sera ad un club privé dove conobbi delle persone, fra le quali Eleonora, una splendida mora con due labbra rosso fuoco, tutta curve che sembrava Jessica Rizzo, la famosa porno star. Aveva un nutrito gruppo di accompagnatori, ma riuscii a parlare con lei. Le dissi chiaramente che stavo cercando una moglie che fosse una troia e che andasse a letto con chiunque pur di lasciarmi godere osservandola. Le dissi anche che ero sterile. Dopo vari incontri Eleonora disse di averci pensato su quindi acconsentì di sposarmi, nonostante non fossi in grado di metterla incinta. Eleonora disse che questo non sarebbe stato un problema. Non ci volle molto a che mia madre e mia moglie entrassero in sintonia. Infatti entrando in casa per pranzare scoprii mia madre e mia moglie sedute comodamente sul divano intende a baciarsi teneramente in bocca. Ne fui talmente felice che capii di avere sposato da donna giusta per i miei gusti. Tuttavia, anche se l’intesa sessuale era diciamo quasi perfetta con mia moglie e mia madre che aveva intrapreso la via di lesbo senza disdegnare di spompinarmi di tanto in tanto, mi mancava la presenza di un altro uomo che mi facesse sentire cornuto a tutti gli effetti scopandosi mia moglie sotto i miei occhi. Ne parlai a tavola con le mie donne e ben presto venni accontentato dalla mia dolce mogliettina. Lei stava tutto il giorno con addosso una guépiére in pizzo nero con reggicalze incorporato e un paio di ciabatte con il tacco alto, non stava quasi mai completamente nuda, diceva che il quel modo un uomo vedendola si eccitava molto di più. Così quando si affacciava al balcone lo faceva abbigliata in quel modo tenendosi addosso una vestaglia di raso aperta in modo da sottolineare ancora di più il suo corpo. Gli occhi dei miei dipendenti erano tutti per lei e tutti mormoravano quanto fossi stato fortunato ad essermi sposato una bella donna come lei. Un bel giorno decidemmo di mettere in pratica il nostro piano. La nostra azienda agricola ha diversi dipendenti. Chiamai Beppe, un giovane sui 23/24 anni che sapevo si intendesse un po' di tutto, dicendogli che avevo bisogno di un idraulico in quanto si era otturato il lavandino di casa. Lo avevo fatto apposta a dirlo a lui in modo che lui stesso si fosse offerto di risolvere il problema. Naturalmente salimmo in casa senza avvisare le mie donne, che in realtà ci stavano aspettando, e quando entrammo in casa mia moglie fece finta di essere stata sorpresa semivestita. Andammo in bagno dove mia moglie mostrò a Beppe il problema e non solo quello. Infatti dalla guépiére si vedevano benissimo le areole dei seni di mia moglie nonché la peluria del pube in quanto lei aveva indossato un paio di mutandine trasparenti tipo tanga che non le nascondevano nulla. Aveva tolto la vestaglia in modo che girandosi le si fosse visto il culo nudo. La mia eccitazione era alle stelle e così quella di Beppe che trasudava vistosamente. Beppe aveva portato con se degli attrezzi, una pinza a pappagallo e una chiave inglese, quindi prese a smontare il sifone sotto il lavandino dopo avere spostato la colonnina. Mentre era chinato sotto il lavandino, mia moglie compie una mossa geniale: si abbassa le mutandine sedendosi sul water scusandosi per il fatto che non riusciva più a trattenerla. Mi si sono drizzate le punte delle orecchie in quanto già avevo tutto dritto, altrettanto fece Beppe che mi guardava con occhi imploranti pietà per quel martirio che gli stava provocando mia moglie. Sentimmo chiaramente il getto di urina scendere lungo le pareti del water, dopodiché mia moglie sfilò le sue mutandine dalle caviglie alzandosi in piedi dopo essersi asciugata la figa con la carta igienica. Ella rimase un pochino in piedi accanto a Beppe quel tanto da farlo morire di voglia mentre questi le guardava la figa standosene in ginocchio ai suoi piedi. Poi lei si gira e va via mostrandogli il culetto tondo e morbido. Beppe mi guarda e poi, scusandosi, mi dice che avrebbe voluto essere al posto della carta igienica per asciugargli la figa con la sua lingua. Effettivamente era un’affermazione molto grossa, specialmente se si pensa che sia stata fatta nei confronti della moglie del padrone dell’azienda, ma si doveva comprendere lo stato d’animo di Beppe in quel momento. Gli dissi che era normale il suo comportamento davanti ad una figona come mia moglie. Non trascorse che qualche secondo, ed ecco mia moglie fare nuovamente ingresso in bagno. Evidentemente era stata ad origliare dietro la porta. Eccola aprire i rubinetti della vasca in quanto doveva farsi il bagno. Mentre l’acqua scorreva lei si spogliava davanti a noi, impudicamente bella. Versa i Sali da bagno nell’acqua e poi si immerge dentro la schiuma odorosa. La sua carnagione abbronzata e la sua capigliatura nera corvina contrastano con la schiuma bianca, rendendo la visione paradisiaca. Beppe termina il lavoro, anche perché c’era poco da sturare. Lo invito a lavarsi le mani mentre mia moglie lo invita a lavarsi tutto quanto entrando nella vasca con lei. Beppe mi guarda incredulo, ma fino ad un certo punto, poiché aveva capito benissimo quali fossero le intenzioni di mia moglie: provocarlo. Senza batter ciglio inizia a spogliarsi e quando tira giù i pantaloni, ecco spuntare un membro talmente grosso che non era più contenuto negli slip. Faceva paura solo a guardarlo. Gli occhi di mia moglie erano puntati sul grosso cazzone di Beppe ed erano vogliosi. Beppe entra in vasca con lei e una volta a contatto, prendono a toccarsi reciprocamente. Beppe non credeva ai suoi occhi di stare nella vasca con mia moglie ed entrambi nudi. Dopo qualche minuto, sempre con me presente eccitatissimo più che mai, i due si alzano, prendono a sciacquarsi ed escono dalla vasca. Immediatamente prendo a frizionare il corpo di mia moglie con il telo da bagno, poi faccio altrettanto con Beppe il quale si sente in imbarazzo perché io, il suo capo, gli faccia da cameriere, ma vedo che non gli dispiace quando prendo a strofinargli il cazzone con il telo da bagno, sembra gradire la manovra. Mia moglie non ce la fa più, si inginocchia davanti Beppe e gli prende in bocca il grosso cazzone. La bocca di mia moglie fa fatica a contenere quell’uccellone. All’improvviso, come se fosse tutto concertato in precedenza e diretto da un grande regista, entra in scena mia madre. Beppe la fissa quasi sbalordito, ma mia madre gli va accanto e lo bacia in bocca, poi si rivolge verso di me e bacia in bocca anche me. Sentendomi eccitatissimo, si abbassa, mi tira fuori l’uccello e mi spompina così come mia moglie sta facendo con Beppe. Entrambi sborriamo nella bocca delle nostre spompinatrici. Mi sembra di non terminare più di sborrare. Mi sento scaricare tutta la mia energia, quindi crollo in ginocchio davanti a mia madre. Prendo a baciarla in bocca roteando la mia lingua in mezzo la mia sborra che lei ancora non aveva inghiottito. Mi sento perverso e voglioso di godere ancora. Do un’occhiata a mia moglie vedendole dei rivoli di sborra cadere lungo i lati della sua bocca. Evidentemente Beppe le aveva scaricato tanta di quella sborra nella bocca che lei non era riuscita a contenere né ad inghiottire. Mi girava la testa per la forte emozione. Beppe mi guarda e mi ringrazia per quel magnifico regalo. Mia moglie si dà una sistemata ai capelli, poi prende sotto braccio Beppe portandolo in camera da letto. Anch’io entro in camera da letto con loro, seguito da mia madre. Beppe è estasiato per quel trattamento. Mia moglie lo fa distendere sul letto e prende a baciarlo in bocca, gli mette i capezzoli in bocca e lui rinvigorisce nuovamente. Ad un certo punto è mia madre che si impossessa del cazzone di Beppe succhiandoglielo avidamente. Beppe la guarda e proferisce verso di lei alcune parole di compiacimento per l’apprezzamento del suo cazzo. Mi vien voglia di succhiarglielo anch’io. Mi avvicino a mia madre, quindi leggermente faccio pressione con la mia guancia sulla guancia di lei facendole capire di cedermi il posto. Imbocco quel grosso cazzone e prendo a spompinarlo. Vorrei che mi sborrasse in bocca, ma mia moglie interviene decisa spostandomi da una parte, poi dice a Beppe di scoparla. Mia moglie allarga oscenamente le cosce tenendosi con entrambe le mani la figa aperta. Beppe avanza il suo cazzone verso di lei, sembra una spada pronta ad infilzarla. Ed ecco la punta del glande farsi strada tra le grandi labbra di mia moglie che con una smorfia di piacere inarca la schiena inghiottendo nella sua figa quell’enorme cazzone. Beppe la scopa facendo dei movimenti lenti, come se volesse gustarsi la figa di mia moglie pian pianino, assaporarla millimetro per millimetro. Vedo i suoi testicoli giungere a toccare i glutei di mia moglie quindi presumo fin dove possa essere arrivato quell’enorme manico. All’improvviso mia moglie incita Beppe ad accelerare i colpi, sento che sta per godere, lo fa una, due volte, poi mi fa cenno di darle il mio cazzo in bocca mentre Beppe accelera ulteriormente il ritmo della scopata mollando dei poderosi fendenti dentro la figa. Mia moglie gode nuovamente ed io in lei. E poi Beppe non riesce più a trattenersi sborrando dentro la figa di mia moglie. Beppe affonda i suoi colpi all’unisono dei fiotti di sborra che escono dal suo cazzo e quando lui si ritrae da mia moglie, questa rimane a cosce aperte con la figa slargata. Accompagno Beppe nuovamente in bagno e questa volta lui fa una doccia veloce. Lascio mia moglie distesa sul letto, coccolata da mia madre che, amorevolmente, la bacia sulle labbra. Mentre usciamo dalla casa Beppe mi ringrazia per il regalo. Gli dico di non dire niente a nessuno in modo da continuare quel bel rapporto. Riprendiamo a lavorare e quando incrocio lo sguardo di Beppe, leggo in esso un senso di gratitudine. Ben presto nomino Beppe caporeparto, con il plauso di tutti in quanto, benché egli sia di giovane età, è in gamba, istruito e rispettoso verso tutti. Ben presto mi accorgo di aver fatto un’ottima scelta. Ormai non ho più bisogno di chiedere a Beppe di andare a sturare il lavandino in quanto regolarmente un giorno si e uno no, egli si reca a casa mia a scopare con mia moglie sempre, però, in mia presenza e con la mia partecipazione. Dopo qualche mese di quelle manovre, ecco che mia moglie rimane incinta. Sicuramente il padre non sono io. Era quindi sicuro che Beppe avesse messo incinta mia moglie. Ormai lui abitava con noi e probabilmente qualche dipendente sospettava che lui se la intendesse con mia moglie. Nessuno comunque ne parlava apertamente, anche perché ognuno voleva tenersi stretto il proprio posto di lavoro ed io, oltre alla normale paga sindacale, distribuivo ai miei dipendenti dei premi incentivanti e premi di produzione. Essi quindi tenevano a freno la loro lingua, facendo finta di non veder nulla. Questo perché mia moglie, durante il periodo estivo, aveva preso l’abitudine di prendere il sole nuda davanti casa e quindi era esposta agli sguardi di tutti. Non era difficile vedere mia moglie passeggiare nella tenuta tutta nuda, da sola o accompagnata da mia madre, per poi congiungersi con Beppe sotto gli occhi di qualche dipendente che a sua volta veniva accontentato da mia madre con la bocca. Per l’ultimo dell’anno ho invitato i miei dipendenti più virili e liberi da impegni familiari a trascorrere con noi il capodanno. Naturalmente a base di tutto c’era un’orgia dove mia moglie doveva essere l’unica donna protagonista, ma al festino si è aggiunta anche mia madre che, seppur avendo superato già i 50 anni, ha voluto mettere a disposizione i suoi tre buchi. Per me è stato estasiante vedere le mie due donne chiavate da più uomini contemporaneamente e spompinare un bel cazzone mentre me lo menavo godendo come un matto. Ora ho due figli ai quali ho dato il mio cognome ma che di fatto sono figli di Beppe e mia moglie, ma di questo nessuno ne è a conoscenza oltre noi in famiglia. La mia vita sessuale si limita ad osservare le performances di mia moglie che alterna i suoi amanti tra i dipendenti della nostra azienda, permettendomi di godere mediante masturbazione o spompinandomi. Qualcuno penserà che io sia un uomo fortunato, ma sinceramente non è così. E’ vero che ho raggiunto il mio sogno, ma a volte quando ci penso, avrei voluto fare una vita meno dissoluta e più normale. Ma cos’è la normalità?
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15
17 anni fa
gius3giov,
37/38
Ultima visita: 16 anni fa
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Sola nel mio scompartimento
Sono nel mio scompartimento sola, la giornata è stata alquanto pesante e non vedo l’ora di potermi rilassare un po’ sperando che non entri nessuno. Ogni volta che qualcuno passa davanti allo scompartimento incrocio le dita nella speranza che tiri diritto ed infatti la fortuna mi è amica. L’ora è tarda ed il treno è appena partito, mi aspetta un viaggio lungo, un’intera notte, e se tutto va bene spero di arrivare a casa all’ora prevista. Toccheremo città importanti per cui non mi illudo affatto di poter arrivare a destinazione sola nello scompartimento. Nonostante l’ora vedo un notevole movimento di gente lungo il corridoio, e non mi sembra che tutti stiano cercando posto altrimenti non mi spiego per quale motivo passano davanti al mio scompartimento senza approfittare del fatto che sia occupato solo da una donna.
Forse mi considerano bruttina e perciò vogliono evitare di avermi di fronte per l’intera notte? Non lo credo perché tutto sommato non mi hanno mai ritenuta brutta, anzi piuttosto interessante. In ogni caso per evitare che potesse capitare a me di ritrovarmi di fronte ad un uomo non bello provvedo a socchiudere le tendine lasciando, senza rendermene conto, circa una decina di centimetri di apertura.
Mi siedo in fondo allo scompartimento vicino al finestrino pensando alla noia del lungo viaggio e sperando di riuscire a dormire, spengo perciò la luce nello scompartimento e poggiando la testa sullo schienale mi rilasso.
Non sono passati che pochissimi minuti di relativo silenzio, infatti il rumore delle ruote sulle rotaie diventa una nenia che dopo poco non senti più, quando sento dei rumori di passi in avvicinamento. Sarà il solito che cerca ancora posto, eppure siamo partiti già da oltre venti minuti, poverino, dico tra me, avrà percorso tutto il treno invano. Speriamo che passi oltre, e non si fermi qui. Però, penso, e se fosse interessante, se fosse un uomo carino, mi piacerebbe che entrasse, nella peggiore delle ipotesi mi farebbe compagnia, e poi l’immaginazione va oltre …e nella migliore delle ipotesi? Cosa potrebbe succedere? Noto con stupore che la cosa mi intriga, sotto sotto mi intriga.
Infatti di li a poco compare alla mia vista la sagoma di un uomo che cerca di sbirciare attraverso lo spazio lasciato tra le tendine, si rende conto che sono sola, apre la porta socchiusa e mi saluta con un dolce “buonasera signora”. Comprendo dal suo saluto tutto il suo compiacimento per l’occasione che ha visto premiata la sua perseveranza nel cercare un posto, con una donna sola poi, è il massimo.
Io gli rispondo educatamente e lo guardo, niente male, proprio un bel ragazzo. Biondo e ben messo.
Lui aggiunge “a quanto pare questo è l’unico scompartimento libero, posso?” “Certo” rispondo. Spero abbia gli occhi chiari, sono il mio debole, ma non riesco a vederli in penombra. Pazienza dico a me stessa, ma la sua persona sembra molto intrigante, così a pelle.
Viene a sedersi di fronte a me….che stronzo mi dico sicuramente ci proverà, con uno scompartimento libero sceglie anche lui di stare davanti al finestrino dal alto opposto al mio, abbasso la testa mentre gioco con il mio palmare e sento i suoi occhi indagatori su di me. Mi guarda e mi scruta centimetro per centimetro e devo confessare che la cosa mi piace.
Ogni tanto alzo gli occhi per godermelo mentre lui guarda altrove, o forse fa finta di farlo e confermo la mia impressione iniziale. Si tratta proprio di un bell’esemplare di maschio, il tipo per le avventure. Indossa jeans stretti, camicia aperta sui pettorali abbronzati.
Mi sento strana, sento il cuore che mi batte, scopro con stupore che sono eccitata solo a guardarlo.
Infatti con gli occhi bassi lo guardo con attenzione e vedo che i suoi jeans sono strettissimi e mettono in evidenza un gonfiore certamente interessante. Penso “ se lui avesse la più pallida idea di ciò che indosso sotto il mio abito di lana, i suoi jeans diventerebbero praticamente insopportabili”. Sorrido stuzzicata dentro di me pensando a quel gonfiore nel sua massima eccitazione cosa potrebbe produrre, mi accorgo che la situazione mi eccita e mi intriga.
Non avrei mai pensato che potesse capitarmi un evento del genere, anche perché continuo a sentire i suoi occhi che continuano a scutarmi.
La situazione mi diverte, provo a stuzzicarlo.
Con la testa abbassata per non farmi notare, mentre gioco con il mio palamre che è diventato il pretesto per evitare di guardarlo, mi ricordo di avere un vestito con uno spacco anteriore abbastanza alto, per cui penso tra me in un istante di accavallare le gambe. Lo faccio. Lo spacco si apre fino a mostrare il pizzo delle mie autoreggenti. Perfetto, è proprio quello che volevo, sembra tutto funzionare per il meglio. Mi chiedo se noterà. Alzo lo sguardo con apparente indifferenza, il cuore mi batte a mille e guardo verso il finestrino sbirciando con la coda dell’occhio e noto che lui ha lo sguardo fisso sulle mie autoreggenti. Mi sta letteralmente mangiando con gli occhi, lo sento. Mi eccita questo giochino proprio perché è nato in maniera inattesa. Un salto nel buio.
Avverto che per lui sono molto interessante, ma avverto il suo disagio perché forse vorrebbe prendere l’iniziativa ma non è ancora sicuro se il mio accavallare le gambe sia stato un movimento casuale o voluto. Si muove in maniera nervosa, forse è eccitato anche lui, chissà il suo cuore come pulsa, e chissà come pulsa il suo rigonfiamento. Sorrido nei miei pensieri.
Prendo l’iniziativa io, mi alzo con il pretesto di prendere qualcosa dalla valigia e lascio il palmare sul sedile accanto al mio, gli volto le spalle mentre allungo le braccia verso l’alto. So che il vestito aderirà meglio al mio corpo evidenziando la presenza del perizoma nero che indosso. Avrei voluto avere gli occhi sulla nuca in questo momento per vedere la sua espressione. Mi attardo qualche secondo in questa posizione perché lui possa ammirare il mio fondoschiena, sodo e rotondo, il mio vanto, nonostante non sia più tanto una ragazzina.
Non riesco a capire il perché, ma scopro che, durante tutti questi secondi che mi sono sembrati una eternità e durante i quali cerco di chiudere la mia valigia, essa non vuole chiudersi. Sarà la mia emozione del momento? Sarà la mia crescente eccitazione a rendermi improvvisamente imbranata?
Lui nota tutto questo mio imbarazzo e mi dice:” Signora le serve aiuto? Vedo che non riesce a chiudere la sua valigia”. Annuisco imbarazzata e lui si alza. Mi aspettavo che si affiancasse a me e mi aiutasse, invece si pone alle mie spalle ufficialmente per aiutarmi e mi sfiora. Sento tutto il suo corpo sfiorare il mio ma quasi senza toccarmi e vengo investita da una ondata di calore interiore incredibile. Il suo bacino è vicinissimo al mio fondoschiena, anzi sono certa che mi tocca. Allunga le sue braccia per avvicinarle alle mie che sono sulla chiusura della valigia. In quell’istante scopro di non capire più nulla. Non ho avuto nessuna forza di dirgli di allontanarsi, forse perché non l’ho desiderato. Mi piaceva. Eccome se mi piaceva!!!! La sua dolcezza ha letteralmente smontato gli ultimi freni inibitori che avevo, poteva fare di me quello che voleva. Ha avvicinato la sua bocca dietro il mio orecchio e ho sentito che era letteralmente inebriato dal mio profumo, forse aveva gli occhi chiusi, sentivo che in qualche modo tremava, forse dall’emozione? Forse era il terrore di aver preso una cantonata nei miei confronti e quindi il pericolo che potessi mollargli un sonoro ceffone o gridare aiuto? Tremante e quasi con un filo di voce mi sussurra:” Non è facile cercare di chiudere una valigia mentre il treno provoca degli inopportuni tremolii, lasci fare a me, sento di avere il polso più fermo del suo in questo momento”. Contemporaneamente sento dietro di me una pressione sul mio fondoschiena……era il suo coso che mi toccava e lo sentivo molto bene nonostante il mio vestito ed i suoi pantaloni. Non riuscivo più a connettere, né tantomeno mi rendevo conto di essere su un treno, in un luogo tutto sommato pubblico, dove da un momento all’altro poteva entrare chiunque. Comincia a baciarmi lungo tutto il collo ma con una soavità ed una leggerezza che mi hanno tramortita per l’estremo piacere che ho provato mentre le sue mani cominciavano astringere le mie ancora protese verso la chiusura della valigia e mentre il rumore ripetitivo del treno scandiva i secondi in una maniera che in quel momento sembrava una dolce nenia. Ero completamente abbandonata a lui con gli occhi chiusi, sempre volgendogli le spalle mentre con sapiente maestria continuava a baciarmi e leccarmi il collo con la sua calda lingua. Cominciavo seriamente a bagnarmi, sentivo la mia passerina inzuppata come non mai ero eccitatissima.
All’improvviso, una brusca frenata del treno ci scaraventa seduti, lui sotto ed io sopra di lui sulla poltrona. Per il contraccolpo, e per una fortuita coincidenza, gli cado proprio sopra come se avessi voluto sedermi sul serio centrando l’obiettivo. Lo sento dietro, sotto i pantaloni, durissimo, per un attimo intendo che anche lui come me sia eccitatissimo. Ora mi trovo sulle sue gambe con le mie natiche sul suo bacino. Sorridiamo un pò impacciati anche perché quella frenata interrompe un momento molto caldo, ma sorridendo lui mi dice:” Non avevo mai provato un airbag cosi comodo ed eccitante”, sorridiamo divertiti. A quel punto, sorridendo, appoggia le sue mani sulle mie cosce stringendo ancora di più i nostri corpi e cominciando a muoversi sotto di me. Mai messaggio era stato più chiaro, mi desideravo e anche io lo desideravo come non mai.
Appoggio le mia schiena su suo petto portando la mia testa sulla sua spalla per gustarmi a pieno il calore del suo corpo, lui mi prende il viso e lo gira verso lui inizia a baciarmi prima con dei baci dolci leggeri e poi sempre più profondi. La sua lingua si insinua con estrema passione nella mia bocca quasi giocando con la ma lingua. I nostri umori cominciano a mescolarsi.
Alza le sue mani e comincia ad accarezzarmi il seno, duro e turgido come non mai. Sento i capezzoli duri come pietre e nonostante il vestito fanno quasi capolino da sotto evidenziando due piccoli rigonfiamenti. Lui accarezza dolcemente i mie capezzoli. Io mi sento in paradiso. Sono fradicia. Attraverso una scollatura del vestito inserisce la sua mano dentro passando sotto il reggiseno e comincia a toccare il mio capezzolo stringendolo a volte forte a volte più lentamente, donandomi quella sensazione mista di dolore piacere inebrianti. Gli dico con un fil di voce:” Stringilo, stringilo forte”. Non se lo fa ripetere due volte. Comincia a stringere il mio capezzolo ed io raggiungo delle vette di eccitazione incredibili.
Nel frattempo la mia mano corre dietro di me e la poggio sul suo rigonfiamento sui suoi pantaloni: lo sento pulsare. Lui mi alza il vestito scoprendo il mio perizoma nero e, senza che ci spostiamo da quella posizione che il caso aveva deciso per noi, comincia ad accarezzarmi le cosce avvicinandosi e nello stesso tempo allontanandosi dalla mia zona calda con movimenti all’apparenza casuali, ma voluti. Quando era vicino alla mia passera si allontanava e questo avvicinarsi ed allontanarsi accendeva in me un fuoco senza precedenti. Ad un certo punto decide di avvicinarsi definitivamente, solleva un lembo del mio perizoma e con la mano comincia ad accarezzare il mio ciuffetto di peluria nera che sovrasta la mia passera depialata. Sento le sue dita sul mio clitoride durissimo come non mai. Ormai lo voglio, lo desidero dentro di me, ma lui lo fa apposta a mettermi nelle condizioni quasi di pregarlo per prendermi. La mia passera fradicia, continua a grondare umori caldi e le sue dita accarezzano le mie grandi labbra ormai spalancate in attesa dell’ospite tanto desiderato.
Allora penso che non posso più aspettare mi alzo un attimo, mi giro verso di lui e comincio a sbottonargli la cintura e la lampo dei pantaloni continuando a baciarci in maniera forsennata, che mentre scende facilita la prorompente uscita del suo cazzo. Gli infilo la mano sotto gli slip e tiro fuori un bel cazzo durissimo, non eccezionale ma perfetto nelle sue fattezze esteriori e promettente. Mi abbasso per rendergli pan per focaccia e comincio con la mia lingua a leccarglielo tutto e le mie braccia sono sul suo petto. Faccio uscire la sua cappella, turgida e lo faccio sparire nella mia gola, quasi per intero. Ho sempre gradito fare pompini, ma questa volta voglio dare il massimo di me stessa. Lui appoggia le sue mani sulla mia testa assecondandomi mentre io con movimenti regolari vado su e giù godendomi la grazia di quel bel cazzo duro tutto a mia disposizione. La mia bocca scende giù verso le sue palle leccandogliele tutte e scorgendo sul suo volto una smorfia di estremo gradimento mentre ad occhi praticamente chiusi si abbandona alle mie attenzioni. Lo sento pulsare nella mia bocca e penso che prima o poi possa venirmi in bocca per farmi gustare il suo caldo nettare: sospendo alzandomi. Sono pronta lo voglio dentro di me, mi alzo, accosto leggermente il mio perizoma e mi risiedo sopra di lui sul suo cazzo che entra dentro di me con una facilità senza precedenti, bagnata come ero.
Mi sono sentita riempire la pancia in quel momento, anzi me lo sentivo durissimo quasi fino in gola e con movimenti regolari comincio a cavalcarlo come una amazzone sul suo cavallo. Chiudo gli occhi per gustarmi questo momento e sento che anche lui è praticamente allo sbando non capisce più nulla. Il suo cazzo poderoso entra ed esce dalla mia fica fradicia cosi come mi muovo io sopra di lui. Meraviglioso. Ho toccato vette di piacere incredibili. Sento quel martello pulsare progressivamente dentro di me ed io sto per raggiungere il mio orgasmo. Sono letteralmente impazzita, quei movimenti lenti ma continui ed intensi mi stanno portando all’apice del godimento. In un istante mi alzo velocemente facendolo uscire da me, mi chino per continuare il lavoro con la mia bocca, lui però si sdraia sui sedili e mi fa cenno di girarmi in un sessantanove, non me lo faccio ripetere due volte. Gli sono sopra con il mio vestito ormai sui fianchi ed il mio perizoma deformato dalle mani che tentano di allargarlo. Sono sopra il suo scettro che è subito in gola e contemporaneamente sento la sua lingua nella mia passera che si insinua dentro. Comincio a lavorarmi il suo cazzo che sento esploderà da un momento all’altro, ma anche io sto per esplodere. Non ce la faccio più il godimento è troppo intenso comincio a emettere mugolii di piacere sempre più alti, ma non mi sente nessuno perché il rumore del treno assordante copre la mia voce. Lui esplode. Sento la mia bocca che si riempie del suo caldissimo ed abbondante nettare dolciastro amarognolo; continuo a lavorargli il cazzo per non perdere nessuna goccia di quel caldo e prezioso nettare che ingoio ma anche io sono bagnatissima e noto che lui tra le mie cosce sta gustando parimenti i miei caldi umori di un orgasmo incredibile mai raggiunto in vita mia.
Ci abbandoniamo per un momento appagati l’uno sopra l’altra io con il viso sul suo cazzo quasi a riposo e lui con il suo volto ancora tra le mie gambe……..sensazione unica.
Rimaniamo così per circa cinque minuti senza dirci alcuna parola, provati da questa bellissima esperienza ma appagati.
In questi momenti di silenzio mi chiedo come fosse possibile che due persone che non si conoscano affatto possano trascorrere momenti cosi travolgenti! La cosa mi stupisce, era la mia prima occasione con uno sconosciuto, ‘meno male che mi era capitata’, dicevo tra di me sorridendo.
Mi guardo il suo scettro a portata di bocca, e comincio a baciarmelo tutto, lui quasi rispondendo alle mie rinnovate attenzioni comincia a ergersi nella sua maestà a poco a poco. Lo bacio e lo riprendo, sollevandomi un po’, tra le mie labbra cominciando a lavorarmelo per prepararlo allo show finale. Orami ogni mio freno inibitorio era caduto e volevo concludere questa splendida avventura con qualcosa che avevo raramente provato non senza qualche problemino che volevo eliminare del tutto.
Lui capisce, si rieccita, mi fa alzare completamente in piedi e senza dirmi nulla, continuando il clichè che ci aveva fatti incontrare, mi toglie il vestito sfilandomelo dalla testa.
Si risiede facendomi sedere sopra di lui mentre il suo cazzo si poggia tra le mie gambe, lo tocco con le mani accarezzandolo fin sotto alle sue palle e lui sparisce in mezzo al mio seno. Infatti mi alza il reggiseno e comincia a leccarmi i capezzoli forse sempre duri dall’inizio, non saprei dirlo, ormai non capisco più nulla e mi godo i piccoli morsi che ricevo ai miei capezzoli. Mi sto eccitando in maniera più forte di prima, lo sento. Sarà l’idea di quello che sto per fare, l’adrenalina sale a mille, chiudo gli occhi e quel dolore misto a piacere mi inebria letteralmente.
Noto con piacere che la mia passera si sta bagnando, ancora fradicia come se nulla fosse mia successo, la sensazione è incredibilmente forte. Il suo scettro è durissimo.
Allora nel silenzio mi alzo a mi poggio sui sedili mostrandogli tutto il mio fondoschiena, lui da dietro afferra il suo cazzo e mi viene dentro prima lentamente poi con sempre maggiore velocità, sento le sue palle che battono contro le mie natiche e la passera che impazzisce di piacere e gronda umori in maniera copiosa.
Quando si dice feeling.
Improvvisamente tira fuori il fallo dalla mia fica fradicia, io intuisco cosa voglia fare, è quello che in fondo desideravo per il mio show finale.
Con i mie stessi umori prepara l’altro buchino che era in attesa del suo ospite, accosta la sua durissima cappella e con estrema delicatezza avvicina la punta per farla entrare. La preparazione era stata ottima, il suo cazzo lentamente si fa strada dentro le mie profondità più intime entrandovi con agio e dolcezza. Emetto un mugolio misto di dolore e di piacere, ma forse più piacere, si sono certa il dolore era minimo. Lui era stato bravissimo. Mi sento riempire tutta. Comincia a stantuffarmi con sempre maggiore energia. Mi sento morire, un piacere crescente si sta impossessando di me, non ricordavo che prenderlo dietro fosse così bello. Mi sembra di impazzire mentre le sue palle battono su di me. Incredibile, penso in un attimo in cui mi sembra di esser me stessa, quel coso li è tutto dentro di me!!!! Si era vero, e sembrava che fosse a casa sua. Non so più come trattenermi, sento il piacere che mi spacca in due, non riesco a contenere il mio godimento e grido, grido mi sembra di morire. L’ultimo freno inibitorio mi fa trattenere dall’urlare senza ritegno perché penso a coloro che sono nello scompartimento accanto al nostro. E’ meraviglioso.
Il suo cazzo imitando il treno a ritmi regolari entra ed esce da me facendomi morire di piacere. Sento che si sta ancora gonfiando e questo accende gli ultimi residui di piacere da cui potevo attingere. Lo sento ansimante, sta per venire, viene dentro di me. Mi sento inondata ancora da quel caldo nettare che avevo assaporato prima. Non pensavo di poter morire di piacere ed ora mi sembrava di essere morta pur essendo ancora viva.
Dopo avermi lasciato tutto il suo nettare dentro, tira fuori il suo scettro ormai esausto come noi due del resto, lui si siede ed io sopra di lui poggiando la mia testa alla sua mentre entrambi abbiamo il cuore che batte a mille per il momento appena trascorso.
La cosa curiosa è che no ci siamo detti nulla.
Dopo circa quindici minuti abbiamo iniziato a vestirci, anche perché avevano annunciato la sosta a Bologna, e non potevamo farci sorprendere in questa situazione.
Ci rivestiamo, e lui mi saluta dandomi un bacio questa volta molto casto rispetto a quelli ricevuti poco prima. Gli dico:” Scendi?” Mi risponde: “ Non proprio, ma penso ci rivedremo; io sono Gianni”. Gli dico:” Io Laura, ma non capisco cosa voglia dirmi con queste parole”. Lui fa cenno di tacere, apre la porta ed esce.
Io mi affretto a sistemarmi richiudendo la porta e cercando di darmi un aspetto esteriore decente.
Mi risiedo e come un film mi ripercorro tutti i momenti di quel fantastico incontro.
Vivo la cosa come un tesoro tutto mio e prezioso con uno che forse no rivedrò più nella mia vita.
Assorta nei miei pensieri, no avevo notato che eravamo arrivati a Bologna. Apro un attimo il finestrino per prendermi un a boccata d’aria. Sono affacciata quando sento aprire la porta dello scompartimento, mi giro di scatto sicura che fosse Gianni, ma non era lui.
Si trattava di un signore sulla quarantina molto distinto, entra e dice:” Sono liberi questi posti?”, di fronte all’evidenza gli ho risposto di si. Lui entra, sistema il suo bagaglio e si siede sul posto vicino all’entrata. Io chiudo il finestrino e torno al mio posto riprendendo il mio palmare, ma dentro di me ancora sconvolta per l’accaduto di poco prima. Penso tra me se questo signore fosse entrato una mezz’oretta fa avrebbe visto uno spettacolo assurdo quanto fantastico nel suo genere, e sorridevo dentro di me.
Il treno riparte ma Gianni non si era fatto più vivo.
Lascio il palmare nella borsa e poggio la mia testa sullo schienale per cercare di riposare un po. Dopo qualche minuto la porta si riapre ed un braccio si solleva per accendere la luce, entra un uomo, era il controllore, lo guardo, lui mi guarda.
Porca miseria, esclamo dentro di me! Era Gianni.
Alza lo sguardo da sotto il berretto da controllore e mi dice quasi sorridendo beffardo:” Signora per cortesia il biglietto!”. Resto un attimo sbigottita mentre il signore nello scompartimento fa la stessa cosa. Mi ravvedo un po’ e comincio a cercare il biglietto nella mia borsa. Lo trovo e lo consegno per la marcatura.
Con indifferenza Gianni marca il biglietto e sorridendo mentre esce alza il braccio per rispegnere la luce mi dice:” Buon viaggio signora!”.
Dico dentro di me:” Ma che stronzo!” E sorridendo mi abbandono al mio meritato riposo.
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15
17 anni fa
Rosa30Maurizio,
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Ultima visita: 15 anni fa
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La signora luigina
Quando facevo il garzone
Eh sì cari amici una storia di fantasia ambientata nella mia adolescenza spero che vi piaccia e che sopratutto non vi annoi cercherò di essere brevissimo
Quel giorno ero particolarmente eccitato il padrone della bottega mi aveva detto che dovevo andare a ritinteggiare una porta interna a casa della signora Luigina.
Dovete sapere che la Signora Luigina era la classica donna che riempie le fantasie dei ragazzi (e non solo...), era una bella mora con grandi labbra sensuali e fianchi molto pronunciati, ma udite udite.. aveva due tette che letteralmente le scoppiavano fuori dalla vistosa scollatura che lei amava esibire.
La giornata primaverile era particolarmente bella ed un cielo azzurro incorniciava il balcone della sua casa mentre l'odore dell'erba appena tagliata dal giardiniere mi rinfrescava la gola e le narici...
Ecco che tiro il campanello (ne aveva uno a cordicella non so se i più giovani lettori ne hanno mai visto uno ... ma quando ero ragazzino io nelle ville patrizie andavano molto di moda).
Era giovedì, io lo sapevo che quel giorno la cameriera era in libertà e per questo ero particolarmente eccitato, infatti mi viene ad aprire proprio la Signora Luigina, bella come il sole mi sorride e mi dice "ciao Filippo allora il tuo padrone mi ha ascoltata, sai mi ero raccomandata che mandasse proprio te ti ho osservato a volte mentre lavorai in casa ed ho visto che sei un ragazzo per bene e preciso , ripulisci bene e non curiosi troppo".
Ah quelle parole.... incorniciate dal suo sorriso malizioso che pareva quasi strizzarmi gli occhi mi mandarono letteralmente in brodo di giuggiole, mi sentii avvampare e la Signora Luigina guardandomi fece una risatina maliziosa.
L'intrigante Signora mi accompagnò alla porta del bagno e mi disse "Ecco Filippo questa è la porta che devi verniciare, ma mi raccomando prima spazzolala bene altrimenti dopo sbolla, io intanto mi preparo che devo andare a fare la spesa, oggi devo fare tutto io in casa e mio marito è fuori per lavoro tornerà a notte fonda."
Un brivido intenso mi percorse tutta la schiena "cosa voleva farmi capire la bella signora?".
Mentre pulivo con diligenza la porta fui tentato di sbirciare dal buco della serratura e spiare la Signora luigina mentre si truccava... ma sorpresa sorpresa... la vidi a cavalcioni del bidet intenta a radersi i peli del pube, ne lasciava appena un ciuffetto malizioso sopra il clitoride.. mmmmmm avevo il cazzo che mi premeva contro i pantaloni...
Osservai con attenzione e cupidigia tutta la scena che mai avrei pensato di poter osservare, poi la Signora si spostò verso il lavandino così non potevo più vederla... continuai quindi con la pulizia della porta e ad un certo punto chiamai la signora per chiederle dove tenesse le scope.
La porta si aprì e la signora con una vestaglietta trasparente si fece vicina e guardandomi nel basso ventre mi chiese... "che succede Filippo non trovi più le scope? ma fammi sentire come hai grattato bene la porta ... sai io sono esigente.."
Così dicendo la fantastica donna mi si fece a fianco e mi prese una mano e delicatamente inizio ad accarezzare con me la porta per sentire come questa fosse liscia.
Sentivo il suo profumo, dolce e fresco e mi pareva di udire il battito del suo cuore che si confondeva al mio, le mie tempie pulsavano come quando correvo con i miei amici per scommessa.
Ero in balia dei sensi allora la Signora Luigina mi chiese "ma tu Filippo non hai mai sentito niente di più liscio di questa porta?"
Mi mise la mano sulla sua fica scansando com malizia la sua vestaglietta, dalla quale erano ormai uscite le sue belle tette, ecco che mi ritrovai immerso con il volto in quelle montagne di lussuria, mentre la mia mano carezzava la sua fica calda ed umida e liscia, liscia come mai avevo sentito.
Fu allora che chinandosi mi sbottonò i pantaloni e liberò il mio uccello di 18enne impetuoso e voglioso, era la prima volta che una donna matura mi faceva una cosa del genere, mi sentivo stordito ed eccitato, il mio cazzo sprofondò interamente nella sua bocca e sentiva la sua lingua girarmi intorno alla cappella, fu così che sentii una vera esposione venni con una potenza che mai avevo avuto... trattenni a stento un urlo mentre la Signora Luigina continuava a succhiarmi il cazzo svuotandolo di tutto ed ingoiando quasi con ingordigia tutto.
Mi trascinò in camera da letto e mi disse ed ora ragazzo tocca a te rendermi il favore……
Ma questa è un’altra storia…. Che vi racconterò soltanto se dimostrerete di avere apprezzato questa
Un abbraccio e a presto cari amici
Sparty
18
10
17 anni fa
Sparty, 49/49
Ultima visita: 11 anni fa -
Preghiera
PREGHIERA
Ti prego, Signore, ascolta la mia preghiera:
fa che Lei venga a me
Lei
cigno elegante dal candore intoccabile
bellezza altera dallo sguardo imperscrutabile
che mille trovadori e sommi poeti hanno cantato
descrivendo la sublime aura che l’ avvolge
con parole nuove concepite per Lei sola
poichè tutti i libri del mondo non ne contengono di adeguate e degne
Lei
che mi provoca un doloroso disperato desiderio
che mi attrae pericolosamente
e mi respinge con altezzosa noncuranza
Lei
il mio frutto proibito
fonte di fantasie dolci e torbide insieme
ispiratrice di sogni fantomatici e irreali
Ti prego, Signore, ascolta il mio grido disperato:
la mia vita in cambio del suo abbraccio celestiale,
nulla più conta ormai per me
Voglio perdermi nel suo grembo,
voglio sfiorare quella pelle di pesca vellutata,
voglio disegnare il profilo della sua schiena inarcata dal piacere
voglio schiudere il bocciolo del fiore serrato e nascosto
e liberare e odorare il suo profumo penetrante
e sorbire il dolce nettare che contiene
come gocce di rugiada che scivolano lungo i petali carnosi
voglio penetrare quell’andito segreto,
scrigno prezioso di gustose delizie
misteriosa promessa di incontenibili piaceri,
che lei generosa spalancherà per farsi colmare dal mio usignolo smanioso
E duetteremo insieme felici cantando e urlando il nostro ardente e immenso piacere.
Grazie Signore!
La mia preghiera è stata accolta: Lei viene a me.
I suoi occhi incontrano i miei per un istante soltanto ma l’enigma è svelato:
mi vuole.
La seguo ipnotizzato, chiudo la porta dietro di me. Soli in una grande stanza,
Lei in piedi accanto alla finestra, fiera nella sua nobile bellezza, un raggio di luce penetra a offuscare i contorni dell’ovale perfetto del suo viso e ad accendere il candore della sua pelle rendendola ancor più luminosa, splendida, angelica, divina….
Mi riprendo dall’estasi e mi butto ai suoi piedi “Oh! Madonna quale onore offrite a questo vostro umile servo, è tale l’emozione che ogni parola od ogni gesto mi parrebbero un’offesa a tanta bellezza e infinita grazia”
“Messere, vi prego….”
mi guarda con occhi dolci, imploranti, languidi, un sorriso sereno, invitante che cancella ogni mio impaccio e mi rende ardito.
Le nostre bocche finalmente si incontrano, le labbra si schiudono, le nostre lingue si intrecciano e si risucchiano ingorde.
Il suo tiepido petto schiacciato contro il mio, sento il suo cuore che sobbalza, il respiro si fa affannoso.
Affondo nella generosa scollatura, bacio quelle carni morbide, vellutate e candide e con le mani armeggio dietro alla complicata veste di pregiato broccato alla ricerca di un’apertura.
Mi scansa divertita, si allontana da me nascondendosi dietro un paravento di legno mirabilmente intarsiato e ne esce dopo pochi istanti completamente nuda offrendosi generosamente in tutto il suo incantevole e voluttuoso candore.
Si avvicina al letto immenso, coperto di lenzuola di raso e pizzi preziosi, e si adagia sensuale sprofondando mollemente fra i soffici cuscini, allungando verso di me le esili braccia in gesto di attesa.
Mi tuffo in tanta morbidezza, mi immergo nel suo abbraccio a lungo desiderato, bacio ogni parte di quel corpo meraviglioso che danza sinuosamente sotto di me e sussulta alle mie carezze, ancheggia smaniosa, sente la mia voglia ingrossarsi, lo sfiora con le sue mani delicate dapprima intimorita e timida, poi aumenta vigorosamente la presa e lo accarezza con veemenza. Poi mi invita a stendermi a mia volta, intuisco la sua curiosità di assaggiare il mio frutto maturo, glielo offro da baciare rovesciandomi in modo da raggiungere contemporaneamente il suo fiore ancora socchiuso, che invito a dischiudersi stuzzicandolo con la mia lingua mentre mi sento inghiottire in una bocca vischiosa e calda, che si contrae ritmicamente, allentando e tirando, provocandomi delle sensazioni sublimi che voglio ricambiare anch’io su di lei, continuando ad aprire quel fiore, da cui fuoriesce un profumo intenso e penetrante e l’attesa rugiada che mi avverte che è l’ora.
La mia bocca abbandona il fiore ormai dischiuso e pronto a ricevere il suo usignolo, la mia dama è completamente aperta e senza freni, spalanca le cosce, mi reclama dentro di lei, incitandomi con sguardi ardenti e smaniosi e sussurrandomi frasi inaspettate “vieni, giovane virgulto, insemina questo fiore, riempilo, inondalo, penetralo, fottilo, sfondalo, colpiscilo……”
Avvicino il becco dell’usignolo alla soglia tanto sospirata, sognata, anelata e mi godo l’istante per cui ho desiderato morire, e penetro l’andito segreto, vìolo lo scrigno prezioso, svelo le misteriose promesse di incontenibili piaceri, perdendomi in quell’umida caverna carnosa, che si richiude e si stringe intorno al mio membro duro e folle di desiderio, che spinge e affonda dentro di lei risucchiato inesorabilmente, da non poterne più scappare, da non volerne più uscire.
Mi stringe a sé avvinghiandosi alla mia schiena con le gambe, mi cattura, mi spinge le natiche con le mani, mi trattiene dentro di sé in modo innaturale, mi sento risucchiare violentemente come da una bocca di mostro marino e mille mani come tentacoli di una gigantesca piovra che mi afferrano, mi avvinghiano e mi stritolano e il mio pensiero si annebbia, la mia mente è totalmente offuscata da un piacere violento, da un misto di dolore e delizia che mi spaventa e mi inebria e mi rende inerte, totalmente perso nelle sue braccia, affondato nel mostro. Non capisco, non ne ho il tempo, non ne ho la forza, mi abbandono velocemente ad un torpore irreversibile.
Sento sopraggiungere il culmine, esplodo, colmo il fiore e muoio dentro la sua corolla.
Il mio desiderio è stato esaudito.
Grazie signore.
Ma ora sono stanco, non voglio più continuare a vivere, non ci sarà mai piacere più grande che potrà uguagliare questo giorno e se c’è non lo voglio provare, questo mi basta, non ne ho più la forza.
Grazie.
Sono felice.
La mia anima ora può fuggire libera, vagare per i campi elisi e mietere messi dorate per l’eternità.
Non sarà più sogno.
Un sospiro.
Il battito cessa.
La testa reclinata all’indietro, sdraiato sul divano, il libro ancora aperto al canto preferito, un sorriso beato stampato sul volto ancor acerbo ma provato, il braccio scivola mollemente lungo il corpo inerte e si abbandona penzoloni verso il pavimento, il laccio emostatico ancora annodato, la mano si apre e allenta la presa, la siringa scivola via e cade giù.
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1
17 anni fa
sammyandcris,
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E\' diventata la mia padrona
la mia storia sessuale si sta' evolvendo in modo pazzesco.............
vi consiglierei prima di andare avanti a leggere,di andare a rivedere quello che ho scritto circa 3 mesi fa,in modo che abbiate un quadro preciso della situazione.
........e' da circa un mese che mia moglie simona mi domina psicologicamente e sessualmente.
se leggete il mio primo racconto vi accorgerete che a me piace essere preso e scopato da mia moglie,anche analmente e quindi il passo ad essere dominato da simona e' stato breve.
e' successo una sera mentre eravamo entrambi in soggiorno,io guardavo la tv,mentre lei leggeva un libro.
ad un certo momento ho spostato lo sguardo verso mia moglie e l'ho vista seduta con il busto eretto,le gambe accavallate,la gonna corta e gli stivali,quelli che piacciono a me,con il tacco fine e altissimo.
ho iniziato a guardarla in modo fugace e cercando di non farmi vedere e visto che lei stava leggendo per me era facile ammirarla ma senza essere visto.
ad un certo punto con voce sicura e forte mi dice:
"hai finito di sbirciare segaiolo"!?!
rimasi interdetto e sorpreso da questa frase
allora cercai il suo sguardo duro che mi fece sentire un verme.
"adesso ti sistemo io segaiolo"
mi disse in tono minaccioso mentre si alzo' in piedi,si avvicino' e mi ordino':adesso spogliati completamente,e ti metti qui a 4 zampe sul pavimento."
sinceramente ero piu' preoccupato che eccitato,non avevo mai visto mia moglie cosi' decisa e offensiva nei miei confronti.
quando mi misi nella posizione in cui lei voleva,mi disse:"leccami gli stivali"
mentre leccavo sentii una fitta sulle mie chiappe,alzai lo sguardo e vidi che teneva in mano il laccio dell'accapatoio e mi frustava con un senso di cattiveria ed eccitazione che non avevo mai visto in lei.
e' stato in quel momento che iniziai ad eccitarmi,lei poi si sedette sul divano mi mise i suoi stivali sulla mia schiena come se fossi un tavolino e mi disse"da ora in poi qui comando io e dovrai risponderemi sempre,SI PADRONA."
ero eccitato di questo nuovo ruolo,avevo il cazzo duro e quando cercavo di prenderlo in mano per menarmelo,simona con gli stivali mi toglieva la mano e mi diceva:"decido io quando puoi segari,hai capito stronzo?"
ho risposto"si padrona"
"ma che bel culo da checca che hai" mi disse,mentre sentivo il tacco del suo stivale cercare il mio buco del culo,per poi sentirlo entrare e muoversi avanti e indietro.
"ti piace frocio?" mi disse in tono forte e deciso
"si padrona" mentre ero sull'orlo di sborrare.
gli dissi che stavo venendo e subito mi ordino' di farlo sui suoi stivali.
la schizzata fu talmente forte e copiosa che gemetti per piu' di un minuto,ma il bello doveva ancora venire.........
mi disse appena mi ero ripreso dal mio orgasmo:"adesso puliscimi gli stivali con la tua lingua e voglio vederli puliti e lucidi".
ho ubbidito alla mia padrona e anche se non avevo mai provato ad ingoiare la mia sborra devo dire che e' stato eccitante.
quando finii di leccare gli stivali,simona si stese sul divano,mi disse"resta li cosi' schiavo e non muoverti" lei allargo' le gambe si scosto' il perizoma e mi mostro' la fica senza nemmeno un pelo,rasata e liscia,e incomincio' a toccarsi e a sditalinarsi,mi insulto' ancora un paio di volte e poi ebbe un bellissimo orgasmo.
e' da quando abbiamo iniziato a giocare in questo modo, schiavo-padrona,che quasi tutte le sere devo sottomettermi ai suoi ordini.ormai sono diventato uno schiavetto tutto fare e dovreste sentirla come mi ordina quello che devo fare.
credo che presto si portera' a casa qualche bel ragazzo da scopare,io non la posso piu' penetrare,per lei sono solo uno schiavetto frocio e segaiolo.
mi sa che presto dovro' ripulire con la lingua la sborra del suo nuovo amante.
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17 anni fa
bisexual167715,
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Shopping di primavera
Shopping di primavera, ovvero…….”Le avventure di Sammy”:
21 marzo. Primavera. “E’ primaveraaaaaa…..svegliatevi bambineeeeee…….”
Finalmente!
E’ una giornata strepitosa, luminosissima, il cielo è perfettamente terso, non c’è una nube, un forte vento di ponente le ha spazzate via e ha ripulito l’aria. E’ una giornata degna del momento più bello dell’anno.
Sammy si alza di primo mattino, spalanca tutte le finestre e lascia entrare quell’aria nuova, fine, ancora freddina ma che prelude ad una giornata sicuramente tiepida.
Assapora quell’attesa, piacevole sensazione di rinnovamento che la primavera promette, con le attraenti lusinghe di giornate sempre più lunghe e sempre più calde per esplodere poi nella gioiosa ed assolata estate. Respira a pieni polmoni quell’aria frizzante e si gode i brividi di freddo che le pervadono tutto il corpo e le fanno rizzare i capezzoli impertinenti sotto la fine camiciola da notte.
Che gioia! Basta col grigiore e la tristezza invernali. Quest’inverno, in modo particolare, è stato molto triste e noioso e lungo per Sammy, sia per il tempo che per una serie di problemucci che l’hanno infastidita e che le hanno tolto la sua innata allegria, la sua spensieratezza e la sua sete di esperienza.
Ora ha solo voglia di riemergere da quel buio, ha voglia di rifiorire come i precoci boccioli del pesco, ha voglia di cinguettare come i passerotti che si appostano sulla ringhiera del suo terrazzo in attesa di qualche briciola di pane, ha voglia di correre, di ballare, di ridere, di giocare, di andare incontro al mondo, ha voglia ……..semplicemente di vita…..di godere…..di tutto……
E quando Sammy si mette in movimento, quando decide di fare qualcosa, non la ferma nessuno!
Il lavoro ha ingranato abbastanza e recentemente ha guadagnato molto bene. Almeno da questo punto di vista è soddisfatta e quindi può permettersi di regalarsi un bel un viaggetto.
Una settimana di sole e di mare non gliela toglie nessuno, ha solo l’imbarazzo della scelta, vedrà su INTERNET cosa propone Last Minute, Seychelles, Maldive, Capoverde, Isole Vergini, basta partire…..è sola, può decidere in tre secondi, non deve chiedere niente a nessuno, non deve preoccuparsi di nient’altro che dei bagagli. Già!I bagagli! Vestiti, scarpe, costumi, biancheria intima supersexy…….!
Per prima cosa, svuota come una forsennata gli armadi, via sciarpe, guanti, giacconi, tutto in lavanderia, tanto quando torna non le serviranno più. Passa in rassegna l’abbigliamento primaverile ed estivo, arriccia il naso “che vecchiume!! Bisogna rinnovarsi”
Un’occhiata all’ultimo numero di Grazia col reportage completo delle recenti sfilate milanesi primavera-estate .
La moda imperante comanda il pancino di fuori? e tutto quello che si può esibire si esibisca?
Sammy è prontissima! Ha un bel fisico minuto ma ben proporzionato, due belle gambe muscolose e un culetto bello tondo e ritto grazie alle faticose ma efficacissime sedute di spinning, inoltre si è sfondata di palestra tutto l’inverno e ora può esibire fiera degli addominali perfetti e sfoggiare un pancino supersexy con l’ombelico agghindato da un piercing con brillante che si è regalata per il suo compleanno.
Si ammira allo specchio nello splendore dei suoi 30 anni appena compiuti. Ha un bel visino, ingannevolmente ingenuo, con uno sguardo malizioso che crea un libidinoso mix di ingenuità e velato erotismo. Capelli corti biondi, taglio sbarazzino, occhi vispi verdi, simpatiche efelidi le costellano nasino e gote, boccuccia imbronciata in una piega vagamente porcellina.
“Niente male però!”, commenta fra sè. Anche le tette sono il suo orgoglio: riempiono una terza abbondantemente ma stanno su anche perfettamente da sole, belle turgide……..Uomini! Arrivooooooooo……….
E ora shopping!!!
“Ho intenzione di saccheggiare diversi negozi oggi! Dunque….vediamo…..oh sì…mi metto la gonna a portafoglio nera, che è molto pratica dovendo provare i vestiti, me la levo in due secondi” e poi ride fra sé “già! E’ molto pratica anche in altri frangenti e adatta a certe scenografie…..” e ripensa compiaciuta ad un paio di strip tease eseguiti tempo addietro con notevole successo proprio con quella gonna strategica.
Ovviamente sotto si infila un paio di calze autoreggenti, anch’esse molto pratiche, in modo che, dovesse provarsi dei sandali, se le può togliere velocemente senza doversi spogliare. Sopra: una magliettina leggera, un giaccone, ai piedi: scarpe comode per camminare e via!
Monta in macchina e si dirige verso la città, dove conosce i posticini giusti per fare buoni acquisti.
Decide di partire dal suo negozio di scarpe preferito, dove tra l’altro c’è il proprietario che ogni volta le fa gli occhi dolci, e non è neanche male per giunta. Lei si lascia corteggiare, gli fa credere di starci ma solo per farsi fare un po’ di sconto e poi si diverte a mollarlo lì a bocca asciutta, ma non è detto che prima o poi…..
Entra nel negozio con la disinvoltura degli habitués : “Eccomi qua! Buon giorno! c’è nessuno?”. Non ottiene risposta. “Uhuhuuuuu?????”. Niente. “Strano! Vabbeh….. guardiamo un po’ in giro, prima o poi arriverà qualcuno”.
Individua un bellissimo paio di Chanel color panna dal tacco vertiginoso, pensa: “non riuscirò mai a stare in equilibrio su questi trampoli!” e, mentre è lì che se le rigira fra le mani perplessa, ecco apparire qualcuno….ma non è il suo amico, il proprietario, è uno nuovo.
“Però! Niente male. Proprio niente male!”. Gli fa le lastre in tre secondi: 28-30 anni, 1,85 minimo, corporatura notevole, da una t-shirt nera attillata affiorano dei pettorali di tutto rispetto, palestrato sicuramente ma ben venga, capelli cortissimi, neri, lucidissimi, occhi ancor più neri, pelle ambrata, bocca sensuale, labbra carnose….ma da dove è uscito questo qui? Da un fotoromanzo o da una telenovela sudamericana?”.
“Buon giorno segnorita, prego, puè ajudarla?”
(“accento ispanico, non mi ero sbagliata”) “Sì grazie, ha il 37 di queste scarpe?”
“Sierto, gliele porto immediatamente, se acomodi”
E lo segue ipnotizzata mentre si avvia verso il retrobottega mostrando un culo ritto e massiccio e con un passo alla Denzel Washington che la fa letteralmente impazzire.
Mentre è lì ancora inebetita da quell’apparizione inattesa, ecco il mandingo che rientra con diverse scatole di scarpe.
“Mi sono permesso di portarle dei modelli simili e alcune mie proposte muy personali, se non le dispiace”
“Affatto, grazie!”
“Mi faccia provare le Chanel per prime……..”. Gliele infila lui e le sfiora il piede con delle manone forti che a Sammy ispirano già certi giochetti…..
“Querida! Mira! Le stanno muy bien, del resto tienes un piedino delizioso, penso che no hay ningun problema a calzare qualsiasi genere di scarpe. Provi un po’ queste qui” E le porge un paio di sabot pitonate con un tacco ancor più alto.
“Ok!” E lui le prende il piede senza che lei possa opporsi, le sfila la Chanel e le infila la sabot.
“Che le dicevo? Le stanno benissimo queste tambien, però io le consigliaria di togliere la calsa, così puede vedere meglio l’effetto che faranno perché seguro queste vanno sin calze!”
“Seguro!” Ripete Sammy divertita da quel mix di italiano e spagnolo. E intanto lui non le molla il piede e la guarda sornione.
Ma Sammy non è una che si imbarazza facilmente. Scosta maliziosamente i due teli della gonna a portafoglio, lasciando trasparire un bel venti centimentri di cosce inguainate nelle calze autoreggenti, che incomincia a srotolare delicatamente. Immediatamente, lui interviene e prosegue l’operazione carezzandole la gamba fino alla caviglia, sfila la sabot, e libera completamente il piede dalla calza, poi ripete l’operazione con l’altra gamba, prima sfila la sabot, poi le massaggia il piede e poi fa scorrere entrambe le mani su, su fino alla giarrettiera di pizzo con cui termina la calza, indugia, infila un dito e lo fa roteare, le sfiora la pelle sottostante. Sammy è già tutta un fremito, era già eccitata di primo mattino, ora questo bell’esemplare di maschio è arrivato come un dono dal cielo e non ha intenzione di lasciarselo scappare. Infatti non oppone resistenza, anzi lo asseconda, gli prende la mano e lo guida nei movimenti. Lui accetta l’invito e a questo punto si sente sicuro di poter continuare.
Mentre le sfila la calza, accompagna la discesa coprendole la gamba di baci, di leccatine, di morsini.
Sammy se la gode alla grande : “che inizio ragazzi!!”
Quando lui arriva in fondo, Sammy si sente quasi svenire dal desiderio: lui incomincia a leccarle e massaggiarle la pianta del piede, poi il calcagno, poi prende in bocca le piccole dita ed infine l’alluce. Quando lui incomincia a succhiarglielo lei emette un gemito che però soffoca immediatamente: istintivamente si guarda in torno, sono pur sempre in un negozio, se arriva qualcuno?
E infatti qualcuno c’è, è il suo amico, il padrone del negozio. Chissà da quanto tempo era lì?
A giudicare dallo sguardo decisamente allupato, deve aver seguito tutta la scena. Fissa intensamente Sammy come a dirle “ora vengo anch’io bella bimba”.
E Sammy intuisce immediatamente e le fa un cenno d’intesa “Non chiedo altro, amico mio”
Ecco che il nuovo arrivato si mette pure lui all’opera e lei si sdraia sul divanetto del negozio rovesciando all’indietro la testa completamente abbandonata a quell’estasi incredibile: due uomini letteralmente “ai suoi piedi”, una gamba ciascuno, la leccano, la succhiano, la sbaciucchiano avidamente finchè lei li implora di venire più su.
Si apre la gonna a portafoglio, il mandingo le sfila il tanga nero e incomincia a massaggiarle il culo con una presa prepotente, l’amico le toglie la maglietta, elimina il reggiseno e libera le sue splendide tette che si offrono turgide e sode alla sua bocca e chiedono solo di essere strizzate, baciate, leccate, mordicchiate. Lui esegue il rituale come se le leggesse dentro ogni singolo pensiero. L’altro le stuzzica la clitoride con la lingua e poi incomincia a leccarla e mordicchiarla in modo divino. Sammy è in uno stato di godimento memorabile, sentirsi baciare e leccare contemporaneamente tette e fica, è il massimo.
Ora però dopo tutte queste attenzioni, tocca pure a lei darsi da fare. E Sammy in quel momento farebbe qualsiasi cosa. I due si alternano. La invitano a girarsi e mentre il mandingo in piedi davanti a lei sfodera un membro degno della sua razza e glielo infila in bocca, l’amico la penetra da dietro dapprima delicatamente e poi colpendo e affondando sempre di più e più lui spinge più lei succhia avidamente e velocemente il cazzo del moro. Continuano così all’impazzata per un tempo incalcolabile, godono come dei rospi, il mandingo al momento culminante le libera la bocca e si trattiene, si scambia col suo boss, le infila il suo grosso cazzo nella fica e lei emette un gridolino, avverte la differenza, lui la colma al limite del dolore, e spalanca la bocca per accogliere il secondo membro che al contatto, già sovreccitato emette il suo caldo fiotto bagnandole le labbra e il mento.
Il mandingo affonda ancora una serie di colpi ma poi subito anche lui esplode in un fragoroso orgasmo mentre Sammy con le mani libere si sfrega la clitoride fino all’inverosimile e stragode pure lei sotto i colpi di quel cazzo enorme e durissimo.
Esausti, riprendono fiato sdraiandosi entrambi sopra il corpo ancora ansimante di Sammy e si concedono qualche minuto di riposo. Dopodichè Sammy si svincola dal duplice abbraccio, si alza, accarezza e bacia riconoscente i suoi due focosi amanti e si riveste.
Loro osservano la vestizione ancora deliziati dal piacevole e imprevisto ménage à trois e poi il proprietario del negozio le chiede “te ne vai già?”.
“Sì, ho ancora diversi negozi da visitare, devo completare il mio shopping. Ciao a tutti e due, siete stati fantastici!”
“E le scarpe? Quali hai scelto?
“Veramente…sono un po’ indecisa….eventualmente…ora vado a comperarmi dei vestitini, e poi torno così mi scelgo le più adatte e voi mi date un consiglio. Vi ritrovo entrambi vero?” dice con tono palesemente allusivo.
E i due in coro : “certo cara, a tua disposizione, torna quando vuoi!”
“Ok! Grazie! A più tardi allora!”
Esce soddisfatta dal negozio e imbocca la più elegante via cittadina dello shopping quasi saltellando. Non si perde una vetrina, curiosa dappertutto chiedendosi “chissà se troverò mai un altro negozio dove potrò ottenere un’attenzione così particolare!” e sospira ripensando a quell’appagante esperienza.
Ad un tratto, un posticino minuscolo che espone in vetrina un intimo di gran classe, attira la sua attenzione. Entra decisa e due splendide commesse l’accolgono con grandi cerimonie e spreco di sorrisi. Le mostrano tantissimi, bellissimi completi, ne sceglie un paio estremamente provocanti e sexy: uno di tulle trasparente bianco con dei piccoli fiori di pizzo rosa applicati nei punti strategici a creare un vedo-non-vedo di grande effetto e uno molto porco, color porpora, che lascia pochissimo all’immaginazione con un tanga ridottissimo e un reggiseno push-up che le spinge ancor più su le tette rendendole prorompenti.
Mentre si prova i completini nel camerino, una delle commesse fa capolino attraverso la tenda: “come le stanno?” tutto bene?” e poi si aggiunge la seconda che quando vede Sammy in porpora esclama “WOW! Le sta divinamente!!!Complimenti che personalino!!!”.
Le due si scambiano rapidamente un’occhiata d’intesa e si avvicinano a Sammy che, presa alla sprovvista e incredula si ritrova quattro mani che l’avvolgono e l’accarezzano con gesti sensuali.
Si gode la scena riflessa nello specchio del camerino e poi chiude gli occhi, si abbandona: “Che giornata! Ok! Ragazze….fatemi impazzire……” e nel frattempo pensa “chissà cosa mi riserva il prossimo negozio………..”
…..continua….. (devo?)
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17 anni fa
sammyandcris,
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Milano-livorno
Questa è una storia vera, almeno fino a Piacenza…….
Milano, Stazione Centrale, 9 dicembre 2002, h. 18.15.
Arrivo alla stazione con largo anticipo, ho già il biglietto ma devo recuperare i bagagli che avevo lasciato al deposito la mattina.
Salgo con le scale mobili, sono stanca, ho camminato molto, osservo, col naso all’insù, il bellissimo soffitto a padiglione che conosco da anni e che non mi stanco mai di ammirare e mi gusto l’atmosfera caotica e rumorosa della stazione. Sono contenta, infreddolita dalla rigida temperatura milanese dicembrina ma dentro avverto una sensazione di calore insolita.
Sono serena, sto vivendo un momento magico, vorrei non finisse mai, mi gusto ogni singolo istante, i miei occhi ridono, il mio viso è luminoso, tutto in me trasmette allegria: mi sento fiera e soddisfatta, bella e sexy inguainata nei miei nuovissimi strepitosi pantaloni di pelle nera, sapientemente scelti per esaltare le mie rotondità posteriori.
Sto frequentando un corso di scrittura che mi fornisce nuovi eccitantissimi stimoli, conosco persone interessanti, e sviluppo quella propensione a scrivere che ho sempre covato dentro di me e che proprio negli ultimi tempi avevo fatto esplodere nel mio dilettantesco sfogo autobiografico e i nei miei sperimentali raccontini erotici. Ora tento anche qualcosa di serio, riscopro il piacere della lettura e scopro il gusto di essere letta. Questo mi aiuta anche a vivere le esperienze che mi capitano in modo diverso gustandomele a lungo e guardandole con gli occhi vigili e attenti dello scrittore che cattura ispirazione ovunque. Produco tantissimo, scrivo ininterrottamente. Ho in mente storie già complete che aspettano impazienti di diventare parole, frasi, capitoli, racconti……romanzi. E sogno, fantastico, godo di questa frenesia produttiva.
Ho sempre la testa fra le nuvole, infatti: “Signora? Scusi? Mi ha sentito? Sono 5 € per i bagagli!”
“Come? Dice a me? Oh mi scusi, ero distratta!” “ E’ innamorata, eh? Si vede, ha gli occhi che le brillano!!!”
Mi brillano, sì, sono innamorata della vita, sono felice. Sta andando tutto alla grande, ho quasi paura a pensarlo. Sto faticosamente uscendo da un momento buio, doloroso e mi aggrappo saldamente a tutte le novità che mi capitano, curiosa di tutto, insaziabile di emozioni, drogata di passioni e perché no anche un po’ maliziosetta. Per ironia della sorte, proprio nel momento più drammatico della mia crisi personale, ho riscoperto quel lato ludico e ironico, al limite del comico, del mio carattere che avevo dimenticato da tempo.
E lo sfogo nei racconti che ho denominato “irotici” = ironico-irotici che deliziano un ristrettissimo gruppetto di amici lettori, i quali si divertono moltissimo e mi incoraggiano.
A Milano infatti, dovevo incontrare R., un tizio conosciuto sul web, collega di una mia amica milanese, al quale avevo inviato il mio ultimo raccontino “L’insegnante”, dopo aver saputo che aveva già letto “Casting”, fornitogli appunto dalla nostra comune amica, e che lo aveva apprezzato molto.
Abbiamo cominciato a scriverci, lui ha iniziato a sua volta a scrivere racconti, e via così a scambiarci mail, contromail, sms, telefonate .E’ un interlocutore brillantissimo e piacevolissimo, scopriamo di avere un sacco di cose in comune, oltre all’età e alla propensione a scrivere, e al piacere di questa stimolazione verbale senza conoscerci.
Decidiamo di incontrarci anche se io sono molto titubante, temo che questa bellissima quanto paradossale corrispondenza possa essere sciupata dalla realtà. Non cerco l’avventura, non mi interessa, mi basta il gioco solo virtuale e irreale, proprio per questo mi chiedo perché ci si debba conoscere. Ma la curiosità mi porta ad accettare. Poi destino vuole che all’ultimo momento, un imprevisto impedisca l’incontro.
Messaggiamo all’impazzata, lui muore dalla voglia di vedere quei pantaloni di pelle, che gli avevo descritto minuziosamente al telefono e poi si ricomincia via mail, e l’incontro è solo rimandato.
Per un attimo mi perdo in questi piacevoli pensieri. Nel frattempo ritiro i bagagli: una valigiona pesantissima dove avevo piazzato ben due dizionari acquistati da Feltrinelli grazie alla tessera sconto di mia sorella e un borsone shopping rinforzato da una seconda borsa all’interno per contenere un mucchio di libri, alcuni per me, altri da regalare, in previsione dell’imminente Natale.
Cerco il binario del Milano-Livorno, l’ultimo in fondo alla stazione! Trascino il mio pesante fardello fortunatamente provvisto di ruote e mi avvio verso la prima classe che naturalmente è in testa al treno, ogni tanto appoggio per terra il borsone e sgranchisco il braccio, insomma ci metto quasi un quarto d’ora per arrivare al vagone su cui carico con grande fatica tutto quanto ed entro alla ricerca di un posticino tranquillo.
Con mio disappunto, scopro che è una di quelle carrozze tutte aperte, senza scompartimenti, con posti ai lati e un corridoio centrale come negli aerei. Non sopporto queste carrozze, ma ormai sono lì, fortunatamente prendo raramente il treno e quindi per una volta posso anche adeguarmi. Istantaneamente ripenso a quando ero costretta a salire alle sei del venerdì sera su quello sfigatissimo treno, sicuramente il Milano-Livorno è uno dei treni più scomodi d’Italia, allietata però dall’idea del mio weekend soleggiato al mare. Non provo nessuna nostalgia, non provo niente. Meglio così, detesto gli amarcord…..
La carrozza è già abbastanza affollata, trovo un posto accanto al finestrino, poso valigione e borsona, mi levo il cappotto e mentre mi giro, incrocio lo sguardo di un bell’uomo alla mia destra, elegante, 40-45 anni, capello cortissimo leggermente brizzolato, pizzetto curato, sguardo intenso e vivace, fisico prestante già pronto a scattare in mio aiuto per caricare la valigia sopra al portabagagli.
Abbozzo un sorriso compiaciuto ma distolgo lo sguardo immediatamente (“dopo, caro mio, dopo, prima devo fare una cosa”), quindi lo spiazzo, armeggio con la valigia, apro la zip ed estraggo un paio di pantaloni di stoffa leggeri perché avevo previsto che in treno con i pantaloni di pelle avrei patito un gran caldo e inoltre, dovendo stare seduta a lungo, li avrei anche sformati sulle ginocchia, giammai! I miei bellissimi pantaloni di pelle nera!!! Mi dirigo verso la toilette per cambiarmi e con la coda dell’occhio sbircio il mio uomo che sta seguendo con curiosità l’operazione.
Ritorno al mio posto, ripongo i pantaloni di pelle e, non appena richiudo la valigia….oplà! Eccolo che scatta prontissimo, finalmente può aiutarmi a caricarla.
“Stia attento, è pesantissima, è piena di libri” lo avverto.
Con un certo sforzo (peserà 30 kg!) , lui alza la valigia e la posiziona sul portabagagli, guardandomi con un certo sgomento “Però! La cultura pesa eh? Bene comunque….”
Sorrisi, ringraziamenti, cordialità di rito e poi inaspettatamente mi sussurra all’orecchio “Peccato ha cambiato pantaloni, quelli di pelle le stavano d’incanto!”
Nonostante la sorpresa, civetta ribatto “Lo so, grazie! Molto gentile!”. E ognuno al suo posto.
Arriva il controllore “Signori, vi informo che questa carrozza è stata declassata, la prima classe si trova ora in coda al treno”.
I nostri sguardi si incontrano immediatamente, entrambi sgomenti “O no….abbiamo appena caricato la valigia” dico io; lui, con un’aria quasi supplichevole, mi chiede “Lei si sente declassata a rimanere qui?”
“Assolutamente no, e comunque, all’idea di rispostare quella valigia, non ci penso proprio”
“Che sollievo…….” dice riconoscente e ridiamo di questo curioso episodio.
Il treno parte e noi ci immergiamo nella lettura, ogni tanto uno sguardo al finestrino, con malcelata nonchalance ci scrutiamo ancora…..sorrisino…..suona il cellulare…lui esce.
Ritorna, mi riguarda, si risiede, prosegue la lettura. Rido tra me pensando “si preannuncia un viaggio interessante……”
Arriviamo a Piacenza.
A questo punto il mio bell’uomo si alza, mi allunga la mano, sfodera un sorriso smagliante e mi saluta “E’ stato un piacere signora! Buon proseguimento.”
Ci rimango malissimo, che peccato. Avevo proprio voglia di civettare un po’. Ero nello spirito giusto. Uffa, incomincio a messaggiare con R. accennandogli brevemente all’accaduto e mi diverto con lui chattando via sms. Poi mi rimetto a leggere ma non riesco a concentrarmi. Samamtha* si era già eccitata e la sua fervida fantasia si stava scatenando pensando subito ad un possibile racconto su quell’episodio. Passo il resto del viaggio ad immaginare cosa sarebbe potuto accadere, o meglio cosa mi sarebbe piaciuto che accadesse, se il mio uomo misterioso non fosse sceso dal treno…….
Ecco la mia personale, ideale, potenziale conclusione del viaggio:
Arriviamo a Piacenza. La signora di fronte a me scende dal treno. Lui è fulmineo: viene verso di me e si piazza nel posto appena liberato, ostentando un sorriso fiero, sicuro del suo fascino ma finge di chiedere “Posso?”
“Certo, prego è libero!” e contraccambio con un sorriso tra il malizioso e il compiaciuto.
“Allora! Mi spieghi perché si è cambiata i pantaloni!”
“Per stare più comoda e più fresca, quelli di pelle in un ambiente già riscaldato sono caldissimi. Sono stata in giro tutto il giorno per Milano e, all’esterno, con quella temperaturina ci volevano proprio, mentre qui fa troppo caldo e soprattutto dovendo affrontare un viaggio così lungo”
“Dove va?”
“Mi fermo al capolinea: Livorno”
“Ma senti! Io invece a Pisa. Abbiamo diverse ore per conoscerci , se le fa piacere naturalmente fare quattro chiacchiere, altrimenti non la disturbo oltre e la lascio alla sua lettura”
“La prego, mi fa molto piacere! Adoro conversare, sono molto curiosa, di cosa vuole parlare?”
“Parliamo dei suoi pantaloni di pelle, per esempio….”
“Insiste? Hanno fatto proprio colpo?!”
“Decisamente provocanti, mi immagino che anche ciò che a forza contenevano, debba essere altrettanto provocante!”
“Ehi! Non perde tempo, eh? Non le sembra di correre un po’ troppo e di rischiare parecchio?”
“Non faccia la smorfiosa. Una che va in giro con un paio di pantaloni così attilllati non lo fa a caso, è studiato, sa e vuole mettere in evidenza una parte del proprio corpo di cui sicuramente va fiera!”
“Touché mon ami! Touché ! Ok ! Anche a me non piace perder tempo ma se la mettiamo subito su questo piano, allora le dico che da uno che scatta in aiuto di una signora con una valigia come un pefetto gentleman, mi sarei aspettata un corteggiamento leggermente più prolungato rispetto al suo che è arrivato subito al mio culo in cinque minuti! Del resto, l’ha detto prima lei, abbiamo diverso tempo a disposizione, che fretta c’è?” E gli lancio un’occhiataccia sfrontata invitandolo alla sfida.
“Grandiosa! Lo sapevo, non mi ero sbagliato! Proprio una tipetta interessante, sa il fatto suo, eh? Si vuole centellinare il piacere, vuole gustarselo piano piano…….perfetto! Mi sa che a letto sei una che fa scintille……”
“ Sta di nuovo correndo troppo e la prego, continuiamo a darci del Lei, lo trovo più eccitante!”
“Come desidera Madame! E ora vorrei proporle un gioco stuzzicante”
“Adoro giocare, sentiamo”
“Non avevo dubbi. E’ molto semplice : indoviniamo a vicenda chi siamo e cosa ci piace”
“Sono bravissima in questo gioco, lo faccio spesso anche da sola, cominci lei, le concedo un vantaggio”
“Dunque, vediamo…..si chiama Roberta, ha 36 anni, è sposata, non ha figli, ha un amante, più giovane”
“Il nome non ha una grande importanza, per quanto riguarda l’età è carino e furbo da parte sua, per essere più credibile, togliermi così pochi anni quando sa perfettamente che sono più vicina ai 40 che ai 30, 39 fra pochi giorni per l’esattezza, quindi non creda di impressionarmi con questi vecchi trucchetti da finto galantuomo. E…..di amanti ne ho 3 (esagero!), di cui, sì, uno leggermente più giovane.”
“Non mi stupisce, lei è una che non si accontenta, mi piace ancora di più. Beh! Comunque ci sono andato abbastanza vicino, no? Ora tocca a lei”
“Lei invece è single, libero professionista di cosa non saprei, 45 anni; per lei è un piacere irrinunciabile corteggiare, fare nuove conquiste, giocare, stuzzicare, ed esprime una disinvoltura ed una fierezza nel dimostrare di poter vivere queste situazioni liberamente, senza sotterfugi, senza doversi nascondere che non può essere sposato né seriamente legato a qualcuno.”
“Centro! E ora veniamo a qualcosa di più interessante, indoviniamo i rispettivi gusti sessuali”
“Della serie….”non perdiamo troppo tempo in salamelecchi, quando si tromba?”
Sembra non sentirmi, va avanti per la sua strada, visibilmente eccitato da questo gioco intrigante.
“Per me lei è una dominatrice, le piace condurre il gioco, provocare, la vedo già in guépière, calze a rete e frustino…..mmmmmm…….direi che la sua posizione ideale è l’amazzone”
“Sta migliorando……sono senza parole…..e scommetto che a lei piace essere cavalcato”
“Soprattutto da una cavallerizza con i pantaloni in pelle!
“Ci stiamo eccitando, o sbaglio?”
“Ce l’ho duro da quanto ti sei tolta il cappotto ed è apparso il tuo bel culo in primo piano!”
“Effettivamente, devo dire che ha sempre riscosso un certo successo”
“Cosa darei per palparlo, sculacciarlo e…….”
“Con calma…..le propongo un nuovo gioco che le piacerà molto”
“Oh sììììì, tutto quello che vuoi…..”
“Rifacciamo tutto da capo”
“Cosa?”
“Ora capirai”
Mi alzo, monto sul bracciolo della poltrona e accedo alla valigia, la apro ed estraggo i pantaloni di pelle. Lui segue la manovra stupito ma visibilmente eccitato. Inoltre mi accorgo che in quella posizione, il mio più volte menzionato posteriore (del resto ognuno mette in mostra quello che ha!!) viene a trovarsi esattamente all’altezza del suo naso, lo muovo in modo provocante, ondeggio come se stessi per perdere l’equilibrio, lui si alza, finge di reggermi e sento le sue mani che mi afferrano i fianchi e mi stringono, si guarda intorno, lo scompartimento è vuoto. Non resiste, affonda le dita nelle mie morbide rotondità, mi massaggia, mi palpa poderosamente, vorticosamente, freneticamente come se avesse una voglia sopita da lungo tempo.
Assaporo questa gratificante sensazione e mi eccito a mia volta: sentirmi così ardentemente desiderata, in una situazione così insolita e incredibile, remota, inimmaginabile, con un aitante sconosciuto, in una carrozza ferroviaria, con i sobbalzi del treno sulle rotaie, la paura che arrivi qualcuno…..sto vivendo la scena di un film? Si scatena una libidine irrefrenabile, lui mi infila la mano fra le cosce, mi strofina e mi preme e io gli prendo la mano e gliela schiaccio ancora più forte contro ogni mia parte sensibile. A questo punto, ritengo che siamo caldissimi, scendo da quella scomoda ma piacevole posizione, prendo i pantaloni di pelle: “Vieni con me”. Mi segue ipnotizzato. Mi dirigo verso la toilette, entro, mi cambio di nuovo i pantaloni e poi spalanco la porta presentandomi di spalle, spingendo al di fuori il culo inguainato nella pelle nera e, torcendo il capo al di sopra della spalla, sfodero il più conturbante ed invitante degli sguardi.
Quando mi vede, si tuffa letteralmente verso di me, mi stringe, mi bacia ovunque poi mi alza di prepotenza con le sue braccia muscolose e mi mette in piedi come una statua sopra il wc, che fa da piedestallo. Mi slaccia i pantaloni e me li sfila lentamente, mi invita a togliermi il maglione. Scopro un intimo di pizzo nero molto elegante. Lui mi guarda con ammirazione “Mi spiace togliertelo, è di gran classe, ti sta benissimo, ma voglio mangiarti quelle deliziose tettine nascoste lì dentro”
“Accomodati” dico io (“se c’è una cosa che mi fa impazzire è proprio questa…..”).
Me le lecca divinamente, indugia sui capezzoli, con piccoli movimenti circolatori della lingua, poi li sfiora coi denti, alterna leccatine e morsini, accelerando e decelerando, strizzando e allentando, provocando in me delle scariche di puro piacere che arrivano dritte laggiù e mi fanno sobbalzare più del tremolio del treno. Mi mordicchia il seno e poi scorre con la lingua verso le spalle, scende giù per le braccia, mi succhia le dita e mordicchia l’esterno della mano (“altra cosa che mi fa uscire di testa….ma come fa a saperlo?”).
Sto godendo in modo inverosimile, non capisco più niente, sono completamente persa nelle sue mani, nella sua bocca ma un po’ di lucidità rimasta mi fa decidere che ora devo contraccambiare tutte quelle attenzioni. Gli apro la lampo, estraggo un membro di dimensioni medie ma durissimo che chiede solo di essere leccato, ingoiato, sbaciucchiato, succhiato, tirato e io l’accontento.
Ma ora lui vuole di più, si mette a sedere e mi invita a mettermi sopra di lui, mi penetra lentamente, si trattiene, indugia, esce, e poi mi spinge in giù i fianchi e affonda dentro di me prepotentemente. E poi mi chiede di cavalcarlo come più mi piace. Lo spazio è angusto, mi tengo appoggiata alle pareti, mi schiaccio col corpo contro di lui, offrendogli di nuovo le mie tette da baciare, aumento il ritmo, mi punto coi piedi per terra per fare più forza e mi avvio verso il rush finale. Esplodo in un fragoroso, supersonico orgasmo e lui ride felice poi mi ribalta a quattro zampe, mi devo aggrappare al lavello per non cadere all’ingiù perché il suo impeto mi travolge ed anche il mio sconosciuto amante raggiunge il culmine del piacere, emette il suo grandioso flutto spruzzandomi e cospargendomi tutto il sedere con grande soddisfazione.
Entrambi appagati, sorridenti, ci ricomponiamo, usciamo dalla toilette e ritorniamo ai nostri posti.
Nel frattempo il treno era arrivato a destinazione.
“Siamo già a Livorno! Ora devi prendere un altro mezzo per tornare a Pisa”
“Veramente, mia cara, dovevo scendere a Piacenza! Ma ho fatto volentieri questo lungo viaggio, ne è valsa la pena, me lo ricorderò per molto tempo e chissà mai che non ci rincontriamo un giorno, sempre sullo stesso treno.”
“Sono lusingata……e perché no? Lasciamo decidere al destino. E’ stato decisamente…….stimolante conversare con lei, ha reso il viaggio molto piacevole. Grazie. ”
“Grazie anche a lei, Madame, Adieu”
“Adieu, mon ami, credo che prenderò il treno più spesso d’ora in avanti”
“E io ci sarò, allora……Aurevoir”
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17 anni fa
sammyandcris,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Supermarket
Quella mattina era il mio turno di fare compere; mi ero svegliato eccitato, il mio arnese era duro come un tubo di ferro, avevo davvero voglia di godere, di scopare fino a farmi male, ma la mia compagna proprio non aveva voglia di prendermelo. Così rimasi con l'eccitazione al massimo per diverse ore pensando al piacere che le avrei procurato... Partii per il supermercato e continuavo a sentire il mio coso duro e lungo, quasi volesse uscire dalla patta dei pantaloni: quella mattina mi sarei scopato chiunque. Arrivato nel parcheggio, come di consuetudine presi il mio carrello e mi avviai verso l'interno. Un'infinità di odori e profumi mi avvolsero soffocandomi, ma mi feci forza e cominciai a filtrare tutte quelle sostanze che arrivavano al mio naso. Il supermercato non era affollato e le poche signore che vedevo me le scopavo tutte con la mente, filtravo i loro odori, e quasi distinguevo una passera pulita da una sporca. Giunsi al banco frigo, dove notai una donna che mi osservava; feci finta di niente, ma lei si avvicinava. Percepii il suo odore... era eccitata, o sì lo era; avrei giurato che i suoi umori le stessero colando giù per le gambe per quanto intenso era il profumo. Ad un certo punto lei mi disse, quasi ridacchiando: "Hai fregato del dentifricio? Ti conviene nasconderlo meglio", e mi fece notare il rigonfiamento sui pantaloni. Ero quasi imbarazzato ma poi lei mi toccò: la sua mano era calda, soffice e delicata. Io rimasi fermo e impacciato mentre lei mi sbottonava, ora l'aveva in mano. La mia eccitazione era a mille, lei cominciò a smanettarlo fissandomi negli
occhi; era una bella donna, sui 40, seni possenti, capelli lunghi e neri, labbra carnose che bramavano la mia carne. Non potevo rimanere inerme davanti a tanta voglia di sesso e le misi una mano tra le gambe. La prima cosa che notai fu il pelo: folto, liscio, umidiccio, il suo odore mi saliva alle narici stordendomi. Le allargai le labbra e velocemente le infilai un dito, non fece resistenza poiché quel mischio di umori la lubrificava a sufficienza. Un singolo dito bastò per farla godere in pochi istanti; non gemette, continuò a guardarmi fisso negli occhi, senza
battere ciglio.Ebbe qualche esitazione solamente all'apice del suo piacere, quando le sue labbra carnose si aprirono leggermente. Venne abbondantemente: gocce del suo liquido caddero sul pavimento e il solo vederle mi diede una grande carica dentro. Il mio arnese era acceso come una lampada, la mia cappella spuntava tra le sue dita; lo sentivo ingrossarsi sempre più, pulsava come un cuore. Lei lo strinse più forte e cominciò a pompare di più, sentivo quasi male, ma volevo essere alla sua altezza e non feci un respiro. Venni tra le sue mani, che continuarono a tirarmi fino a farmi uscire l'ultima goccia di sperma: il getto fu secco e deciso e le bagnò il vestito. Lei si leccò le dita abbassando lo sguardo, con fare affabile me
lo rimise dentro, mi sistemò i pantaloni e mi diede un bacio. Io rimasi fermo, quasi stordito, lei si allontanò e non la vidi mai più.
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17 anni fa
misterious168284, 39
Ultima visita: 12 anni fa -
Patrizia e mario
Patrizia e Mario
Avevo conosciuto Patrizia e Mario rispondendo, così, tanto per fare, ad un annuncio su una bacheca nella quale ero casualmente incappato nel corso di un vano e notturno peregrinare in internet. Non è che andassi cercando qualcosa; anzi, sono piuttosto scettico e diffidente su quello che possiamo trovare in quelle inserzioni: secondo me generalmente nascondono delle/dei professionisti del sesso, oppure gente con qualche problema di relazione sociale. Ma non escludo che da parte mia si tratti solo di un pigro e infondato pregiudizio. In ogni caso fin dalla prima lettura quell'annuncio saltò a piè pari qualsiasi mia possibile prevenzione e mi colpì per la sua semplicità: mi suggerì subito che dietro ci fossero due persone decisamente interessanti.
Non si discostava particolarmente dal consueto cliché tipico dell'annuncio di una coppia, uguale a mille altri; si limitavano a qualificarsi come coniugi 48-44 anni che cercavano un singolo come "spettatore e partecipe solo se richiesto". Seguiva l'immancabile corollario d'aggettivi: educato, pulito, discreto, ecc. Eppure c'era qualcosa di diverso che lo distingueva dalla massa delle mille promesse e proposte di sfrenata lussuria: nella scelta delle parole, nel modo di proporsi, nella richiesta. Si capiva, non saprei adesso dire in quale modo, che stavolta non si trattava, come quasi sempre accade, di un uomo che stava trascinando la sua donna recalcitrante nella realizzazione di una propria fantasia erotica. Piuttosto sembrava lei il motore della coppia: era lei, che nell'annuncio parlava anche a nome del marito. Risposi d'impulso per propormi con un'onesta dichiarazione descrittiva; spensi il computer, me ne andai a dormire come se quell'operazione avesse inferto il colpo finale alla mia insonnia.
Non mi aspettavo affatto di ricevere una risposta, in fondo non avevo nemmeno inviato una foto (non ne avevo, altrimenti non avrei avuto problemi) come loro chiedevano (elemento preferenziale). Soprattutto non mi aspettavo di ricevere una risposta così immediata, dopo meno di ventiquattro ore. Mi domandai perché avessero optato proprio per me, come prima scelta, tra le chissà quante risposte pervenute, corredate di foto con grossi cazzi frementi e masturbanti in loro onore. Forse perché si sentivano più a loro agio con la mia maturità di 50enne; forse perché la mia città distava soltanto 100 km. dalla loro. Oppure (mi piaceva pensare) perché le parole che avevo usato erano state le più in sintonia con il tono del loro annuncio. Chissà. Fatto sta che mi sorpresero facendomi trovare un loro e-mail nella mia casella di posta elettronica, con tanto di numero cellulare, e l'indicazione di una fascia oraria durante la quale chiamare: tra le dieci e mezza e le undici di sera.
Non aspettai la sera seguente: alle 22.30 in punto composi il numero indicato, con un'emozione che non provavo da secoli; finalmente intravedevo la prospettiva di realizzare un'esperienza che era sempre stata una delle mie fantasie.
Era autentico batticuore quello che provavo mentre sentivo squillare il loro telefono.
- Pronto? -
La sorpresa mi lasciò un attimo senza parole. Aspettavo una voce maschile, invece mi giungeva alle orecchie una voce femminile esile ma decisa:
- Pronto! -
- Ciao. Sono Antonio. Hai una voce bellissima. -
Del seguito della telefonata non ricordo molto. Soltanto che non fu banale, che mi chiese di descrivermi anche sommariamente, che parlava un italiano colto e senza inflessioni d'alcun tipo. A differenza di me non sembrava affatto impacciata; non fece mai cenno a suo marito, se non come di uno dei membri della coppia. Confermò che a loro piaceva soprattutto esibirsi in presenza di qualcuno che si eccitasse allo spettacolo che offrivano; solo in caso di eccezionale sintonia avrebbero potuto richiedere una mia eventuale partecipazione. Ero disposto a stare entro questi limiti? Ero disposto. Aveva già previsto il passo successivo: ci saremmo incontrati in un'enoteca di una cittadina che si trovava esattamente a metà strada tra le nostre. Quando? Ma per me anche domani. Rapida consultazione con il marito: si domani sera va benissimo; alle dieci.
Impaziente com'ero arrivai all'appuntamento quasi venti minuti prima. Il locale, piuttosto ampio ed elegante, non era molto affollato; in fondo era solo la sera di un qualsiasi giorno infrasettimanale. Mi sedetti ad un tavolo e ordinai un caffè che mi aiutasse a ingannare l'attesa. Tenevo d'occhio la porta, spalancata sulla notte tiepida, e intanto attraverso la vetrata osservavo i passanti, cercando di indovinare la coppia che si sarebbe infilata dentro per me. Mi sentivo divorato dalla curiosità: ero stato così distratto da non avere fatto nessuna domanda sul loro aspetto fisico. Fui assalito dal timore che risultassero di una bruttezza desolante; cominciai a cercare affannosamente quali parole sarebbero potuto risultare adeguate a consentirmi uno sganciamento che non risultasse offensivo. Nemmeno per un momento sospettai che il tutto potesse rivelarsi una burla. Nonostante tutte le mie attenzioni, il loro ingresso, con qualche legittimo minuto di ritardo, mi colse di sorpresa. Li notai che erano già entrati e si stavano guardando intorno. Mi avevano individuato, aspettavano un gesto di conferma da parte mia. Mi alzai, lanciai un sorriso verso di loro che, altrettanto sorridenti si diressero con passo deciso verso il mio tavolo.
Patrizia si rivelò una piccola brunetta veramente deliziosa: capelli a caschetto, occhi verdi e maliziosi, sorriso seducente. Mario era sul metro e settanta, rosso un po' stempiato, più giovanile dei suoi quarantaquattro anni, aveva l'aria impacciata di un ragazzone timido. Patrizia si sedette vicino a me, accavallò le gambe facendo uscire dalla gonna azzurra delle cosce tornite e abbronzate. Fu subito brava, con l'aiuto di alcuni bicchieri di un frizzante bianchino, a sciogliere ogni imbarazzo tra noi: cominciò a parlare come se il nostro fosse un normale incontro senza nessun altro scopo sottinteso. Davanti a Mario, seduto vicino a lei e di fronte a me, quasi sempre silenzioso, parlò di loro e del loro rapporto di coppia sposata da venti anni e con un figlio di quindici. Esaltava la loro perfetta armonia, che li portava a condividere tutto senza segreti e ipocrisie. Da parte mia, mi sentii in obbligo di rivelare qualcosa di me: del mio matrimonio della mia compagna, che adesso ignorava che fossi lì e soprattutto perché. Mi congratulai per la saldezza del loro legame, confessai di invidiarli un po': io non sono mai riuscito, e tuttora non riesco nonostante la maturità (almeno anagrafica) a guarire da un'insopprimibile tendenza all'infedeltà. Ammisi di avere sempre sentito una passione (del tutto innocua e non patologica, per carità) verso il voyeurismo e l'autoerotismo, che praticavo da sempre con piacere. Anche durante quei brevi e felici periodi della mia gioventù in cui avevo avuto un certo successo con le donne.
Insomma, ci piacemmo. Le vere motivazioni per le quali c'eravamo incontrati restavano sullo sfondo e rendevano eccitante la serata che, di per sé sarebbe stata comunque piacevole, specialmente dopo che anche Mario dimostrò di avere completamente superato l'iniziale imbarazzo. Patrizia (era chiaramente lei che conduceva la danza con noi) propose di lasciare, per quella sera, le cose a quel punto. Suggerì che avremmo potuto rivederci il sabato successivo per passare una giornata al mare insieme. Mario mi rivelò che loro conoscevano un luogo selvaggio e ignoto ai più, raggiungibile solo camminando per una mezz'ora per un sentiero nella macchia. Là avremmo trovato pace, silenzio, solitudine, macchia mediterranea, rumore di onde. Loro ci andavano sempre quando potevano, perché lì era possibile praticare il nudismo senza essere disturbati da guardoni e carabinieri. Quando ci salutammo, sul marciapiede di fronte al bar, con un confidenziale bacio sulle guance, c'era tra noi una palpabile atmosfera di eccitante complicità. Sentivo che un'ulteriore più accentuato contatto fisico avrebbe potuto procurarmi un'erezione; indovinavo che anche per Mario sarebbe stato la stessa cosa, mentre i verdi occhi di Patrizia, oltremodo luccicanti, mi facevano sospettare una fighetta bagnata. Era logico immaginare che una volta a casa si sarebbero gettati sul letto e avrebbero fatto l'amore fantasticando sul seguito dell'avventura che si accingevano a principiare.
E io? Boh! Non mi è mai piaciuto andare a puttane...quindi avrei consumato una bella scopata con mia moglie pensando a Patrizia e Mario.
Mia moglie era una gran porca, leccava dalla base alla punta e poi succhiava che era una meraviglia, ingoiava tutto lo sperma con una tale foga che a volte le venivo in bocca perché non riuscivo a fermarla.
Appena arrivato a casa l’ho presa e senza proferire parola ci siamo buttati nudi in un attimo sul letto e già affondavo il cazzo duro nella sua fica bagnata, e lei già gemeva implorando: "Siii, ancora di più, di più!!" Finché mi dedicai ai suoi capezzoli e la bocca baciandola, e intanto le mie mani scese giù esplorando con il dito la sua fica fradicia che poi un altro direttamente nel culo, godeva come una cagna in calore, voleva che le dicessi porcate ed io non mi tiravo indietro. "Brutta troia, ora ti sfondo il culo e ti sborro dentro come un pompiere, ti sbraco il buco con il mio cazzo!!" "No!, nel culo nooo? E troppo grosso mi fa male!?" "Zitta, zoccola e prendilo nel culo!!" "No!, dai troia non lo senti duro sul culo!!!" "Siii ai ragione maschiaccio, fallo? Inculami, sfondami!!" Afferrai il mio cazzo, congestionato da quanto era teso, ero dietro a lei che stava a carponi ed io allargai le sue chiappe per poi infilare la punta della cappella, diedi una forte spinta a tal punto da scivolare in profondità dentro al suo buchetto.
Lei, si allargava le chiappe urlando: "Dio che bello, si fammi male cazzone!!!" Allora non ci vedetti più, diedi certi colpi secchi da mozza fiato, lei urla e io sentivo le mie palle sbattere sulle sue chiappe. "Cazzo, sono dentro?" Urlai. "Yahoo! Che cazzo, siiii sfondami, dai sbracami il culo!!" Era difficile tenerla ferma con quel ritmo, ma ormai non capivo più niente, la sentivo stringere dalle contrazioni del suo ano che venni urlando come un dannato, e a breve finalmente la riempivo di sperma calda nel suo buco del culo. Ansante mi staccai da quel culo e lei si alza con lo sperma che gli cola dalla fica e dal culo, e sparisce in bagno. E poi fece una mezza scoreggia che mi fece ridere. "Cazzo che goduta!", dissi sfinito.
La mattinata del sabato si presentò subito, al primo sguardo fuori della mia persiana appena aperta, come una mattinata limpida e serena. L'aria era fresca, ma era facile indovinare che si sarebbe scaldata con l'avanzare delle ore.
Una cassetta dei Pink Floyd rese piacevole l'oretta d'autostrada per il mare e tenne i miei pensieri alla necessaria distanza dalle mie eccitanti aspettative. Parcheggiai nel piazzale sterrato che Mario mi aveva indicato con molta precisione; fu invece molto più difficile trovare l'imboccatura del sentiero che dal piazzale si dipartiva dentro la macchia. Per vederlo bisognava spostare una grossa fronda d'oleandro: ci si poteva arrivare solo conoscendone l'esistenza, oppure per un caso del tutto fortuito.
Quando arrivai sulla spiaggia, dopo quella che mi sembrò un'interminabile camminata in mezzo alla macchia ombrosa, Patrizia e Mario erano già arrivati, probabilmente da tempo. In riva al mare il sole era più caldo, ma era temperato da una lieve brezza che infondeva benessere: era decisamente una splendida mattinata d'inizio giugno. Li scorsi da lontano, sdraiati su degli ampi teli di spugna colorati, completamente nudi a prendere il sole. Avvicinandomi fui subito colpito dal candore della pelle di Patrizia, sul quale spiccava un vello nerissimo e foltissimo che si arrampicava in alto sul ventre piatto. Il corpo minuto, con i seni piccoli e appuntiti, sembrava quello di una ragazzina, solo un po’ addolcito da qualche appropriata curva che testimoniava una splendida maturità. Mario aveva un fisico asciutto, poco peloso. Quando mi videro arrivare si alzarono per salutarmi, ci stringemmo la mano. Rimasi un po' stupito nel costatare che, quando strinsi la mano a Mario, il suo membro ebbe alcune pulsazioni, quasi come se stesse per avere un'erezione. Stesi il mio telo vicino a quello di Patrizia, loro tornarono a sdraiarsi. Mi spogliai completamente per scaldarmi anch'io a quel magnifico sole di prima estate. L'atmosfera era così tranquilla ed amichevole che non induceva ad alcuna forma di morbosità o eccitazione. Rimasi un certo tempo in piedi di fronte a loro, sdraiati, per sottomettermi alla loro legittima curiosità, quindi mi sedetti. Per un bel po' continuammo a parlare del più e del meno, come vecchi amici; ma intanto il mio sguardo cercava di frugare tra i folti e riccioluti peli corvini in mezzo ai quali si affacciavano graziosi (e umidi?) petali rosa. Una certa eccitazione adesso cominciava a scorrere nelle mie vene, dovevo fare un certo sforzo per resistere alla tentazione di toccarmi: più volte il mio membro pulsava per un inizio di erezione, che però rimaneva solo un inizio.
Adesso tra noi era sceso il silenzio, l'unico rumore era dato dallo sciacquio delle onde. Patrizia e Mario stavano pigramente e languidamente stesi ad occhi chiusi, consapevoli che li stavo osservando sempre sul limite di una prorompente eccitazione.
Fu Patrizia (ancora una volta era chiaramente lei che dirigeva il gioco) a fare la prima mossa: allungò la sua mano e cominciò ad accarezzare il ventre del marito sdraiato vicino a lei, giocando con i suoi peli pubici. Come ad un segnale atteso il membro di Mario s'irrigidì, io sentii un calore intenso scendere dal mio petto verso il basso, il mio cazzo cominciò a pulsare e si erse. La mia mano scese ad accarezzarlo con lieve dolcezza. Patrizia si sollevò per chinarsi sul ventre del marito, fece sparire in bocca il suo membro eretto che indovinavo durissimo; intanto lasciava scivolare la mano tra le gambe, a farsi largo nel folto vello, a muoversi con lenta e sensuale regolarità. Io cambiai posizione per avere una migliore visuale dello spettacolo, continuavo a sfiorarmi il sesso con leggerezza, attento a tenermi lontano da un inopportuno orgasmo. Ma nonostante l'eccitazione non riuscivo ad essere del tutto tranquillo in un luogo così aperto, di tanto in tanto alzavo lo sguardo per dare un'occhiata intorno. Un ronzio di motore dal mare piatto distolse ancora di più la mia attenzione. Un gommone, con sopra una coppia, si stava avvicinando alla riva. Sicuramente due nudisti, pensai. Erano troppo lontani per riuscire a vedere quello che stavamo facendo, troppo vicini per non sospettarlo. Avvertii Patrizia e Mario, ormai completamente presi nel loro gioco per potersene accorgere. Senza troppa fretta, si ricomposero.
- Andiamo nella macchia - suggerì Patrizia con una voce bassa che non le avevo ancora sentito - là dentro nessuno verrà a disturbarci.
Raccogliemmo i nostri teli, li seguii nella fitta macchia che orlava la spiaggia. Prendemmo un sentiero seminascosto, che evidentemente loro conoscevano bene; l'attesa per quello che stava per accadere aveva mantenuto intatta la nostra eccitazione. Camminavamo nudi in mezzo alla natura, l'aria leggera e dolce ci accarezzava la pelle, Mario ed io avevamo il cazzo ancora potentemente eretto; la folta peluria di Patrizia era umida e brillante di goccioline.
Dopo qualche decina di interminabili metri ci infilammo per uno stretto varco quasi invisibile tra le piante, entrammo in una radura chiusa tra gli alberi e le siepi. Era una bellissima camera naturale e completamente ombreggiata, con il terreno reso soffice da sabbia ed erba. Stendemmo i nostri teli di spugna: i loro accostati, il mio trasversale per poterli osservare nella posizione più voyeuristicamente diretta e favorevole. Li guardai con desiderio mentre si accarezzavano reciprocamente, li osservai masturbarsi con dolcezza, li ho ammirati con eccitazione crescente mentre si attorcigliavano in un fremente sessantanove. E quando Patrizia, con le gambe oscenamente spalancate, mostrandomi la fica bagnata e gocciolante, ordinava con voce roca e spezzata a Mario di entrare dentro di lei. Da dietro potevo vedere il culo del marito che andava su e giù, immaginavo, più che intravedere, il suo cazzo duro che entrava e usciva da quella foresta nera e umida. Il mio sguardo era pieno di quello spettacolo: mi sono sollevato in piedi per dominare la scena dall'alto, mi masturbavo furiosamente, attento a non venire prima di essermi goduto la visione di un loro orgasmo. Patrizia, ha alzato lo sguardo sul mio cazzo percosso dalla mia mano, sulle mie palle che ondeggiavano sopra di lei; l'ho vista vibrare in un intenso orgasmo, per un attimo le sue pupille sono scomparse: nei suoi occhi solo il bianco e palpebre che battevano veloci. Per me l'immagine del suo godimento fu una frustata di eccitazione che mi costrinse a fermarmi per non concludere subito con una copiosa eiaculazione.
Come un'armonia dolce e inattesa alle mie orecchie risuonò la voce rotta e ansimante di Patrizia: mi chiedeva di avvicinarmi, di darle il mio cazzo da succhiare. Ho obbedito con le gambe che tremavano per l'eccitazione, mi sono messo in ginocchio, ho appoggiato il mio membro sulle sue labbra; lei ha passato la lingua lungo l’asta, poi ne ha fatto sparire la punta nella bocca succhiando con dolcezza. La mia eccitazione per poco non è esplosa in quel momento, quando ho sentito un’altra lingua, inattesa, che lambiva i miei testicoli. Ho dovuto ritrarmi bruscamente per non prorompere in un orgasmo irrefrenabile. Patrizia ha allontanato da sé il marito e rimanendo di fronte a noi con le gambe spalancate mi ha chiesto di leccarla. Ho affondato il viso tra le sue cosce, la sua fica era un fiore completamente sbocciato in mezzo ai folti peli neri e bagnati che si appiccicavano alla candida pelle dell'inguine. Ho cominciato con studiata lentezza a passare la lingua sulle labbra gonfie, sul clitoride piccolo e appuntito che si ergeva dalle rosee pieghe; assaporavo la forte fragranza della sua eccitazione. Avevo dimenticato Mario, che si era fermato un attimo a osservarci, poi ho notato il suo movimento per portare il suo membro all'altezza della bocca di Patrizia, che iniziava a succhiarlo dolcemente. Non mi sono sorpreso, questa volta, quando una bocca grande, forte, decisa, si è impadronita avidamente del mio cazzo duro ed eccitato.
Componevamo un'estatica congiunzione triangolare.
Ho sentito Patrizia sussultare in un lungo, intenso, vibrante orgasmo. La mia lingua, tutta la mia bocca, erano impregnate dell'acuto, delizioso umore della sua fica. Ho sollevato la testa e con un lungo bacio in bocca ho trasmesso a Mario la conoscenza dei suoi umori. Mentre ci baciavamo Patrizia ha preso in mano i nostri due cazzi, li ha uniti, accarezzati, strofinati tra loro; quindi si è chinata ed ha cominciato a leccarli e succhiarli alternativamente. A questo punto la tensione era veramente insopportabile, non avrei potuto resistere ancora per molto senza giungere ad un orgasmo. Ero sicuro che lo stesso fosse anche per Mario. Ma Patrizia lo aveva capito benissimo, da brava regista sapeva come e in quali tempi muovere i suoi attori: ha ordinato al marito di andarle sopra e di prenderla. Io, che ancora non avevo compreso quello che lei aveva in mente, mi accingevo a procurarmi un orgasmo che mettesse fine a quella che stava diventando una sofferenza.
Patrizia, con una voce rotta e appena percepibile: - Aspetta, aspetta, non venire ancora. - sussurrò. Portò le mani sulle natiche del marito che la stava montando e che adesso stava immobile con il cazzo piantato dentro di lei, gliele allargò con tutta la sua forza, mostrandomi il buco teso e aperto di Mario.
- Inculalo!- quasi gridò con la voce arrochita dal desiderio.
- Sì, inculami! - sussurrò Mario, quasi implorando.
Mai prima di allora avevo inculato un uomo, ebbi un attimo di smarrita esitazione. Ancora la voce di Patrizia arrivò a incalzarmi:
- Cosa aspetti? Prendilo! -
L'eccitazione era tale che se anche avessi avuto una residua inibizione da superare sarebbe svanita all'istante. Mi portai alle spalle di Mario, appoggiai il mio cazzo sul buco aperto e cominciai a spingere con forza. Il glande entrò con una certa fatica (e suppongo con un po' di dolore) nonostante lui cercasse in ogni modo di facilitarmi, mentre le piccole mani di Patrizia continuavano a tenere le natiche allargate. Infine con un colpo di bacino violento e improvviso affondai completamente fino a quando sentii miei peli pubici che sfioravano i glutei. Mario fu scosso da un sussulto e da una contrazione di dolore che si ripercossero su Patrizia, provocandole un orgasmo fortissimo, che la fece gridare e vibrare di piacere. Mario rimase folgorato tra il dolore della mia penetrazione violenta e il piacere che gli trasmise l'orgasmo della moglie sotto di lui; con un rantolo e mille spasmi rovesciò il suo sperma nella vagina di Patrizia. Sentii il suo corpo forte e robusto contrarsi nel piacere, scuotere il mio cazzo affondato nel suo corpo, mentre lo sfintere me lo stringeva convulsamente e ritmicamente. Troppo, troppo era adesso il mio piacere: con un lunghissimo, intenso orgasmo inondai di sperma il suo intestino.
Ci accasciammo l'uno sull'altro, esausti e appagati.
Restammo ancora per un po' in quella piccola porzione di paradiso, stesi in silenzio a riposare, ad aspettare che i nostri sudori e i nostri umori si asciugassero. Poi, come a un tacito segnale ci rialzammo e ci incamminammo verso la spiaggia. Mentre camminavamo completamente nudi sul sentiero nella macchia vedevo il mio sperma che scendeva dall'ano di Mario lungo l'interno della coscia. Patrizia aveva l'interno delle cosce bagnate da un liquido che doveva essere un cocktail tra i suoi umori vaginali, la mia saliva, lo sperma del marito.
Passammo ancora qualche ora in spiaggia conversando e ridendo. Mario si dimostrò una miniera inesauribile di barzellette che narrava con grande mimica facendo ridere fino alle lacrime Patrizia e me. Pranzammo con i panini che c'eravamo portati; mescolammo le birre che avevo portato io con il robusto vino rosso che avevano portato loro, e questo ci regalò una sonnolenta ed estatica allegria. Il primo bagno della stagione nell'acqua ancora fredda del mare di giugno servì a lavare i nostri corpi ancora imbrattati e a riportarci a un livello di coscienza più vigile. Ci stendemmo al caldo sole pomeridiano per asciugarci e recuperare energie.
Mentre stavo valutando se era il caso di proporre di tornare ancora nella macchia (mi era sorta l'imprevista e imprevedibile curiosità di invertire il ruolo con Mario), oppure di fissare un nuovo appuntamento, senza dire una parola si alzarono e cominciarono a vestirsi.
- Adesso dobbiamo andare via. -
La voce di Patrizia era dolce e neutra, ma decisa. Ero un po' sconcertato, mi domandavo adesso se involontariamente non avessi detto una qualche parola inopportuna.
- Ho commesso qualche gaffe? Mi piacerebbe incontrarvi di nuovo? -
- No, no, nessuna gaffe, sei stato perfetto. Ti prego di scusarci, anche a noi dispiace, ma non è possibile, non ci sarà un seguito. -
Tacque. Si rendeva conto che non potevano lasciarmi così, senza una spiegazione.
- Non dipende da te, ripeto: sei stato perfetto. Siamo noi che siamo fatti così. Mario ed io abbiamo bisogno di questi momenti per mantenere saldo il nostro rapporto di coppia. E' un equilibrio delicato, è necessario che queste evasioni che ci concediamo insieme avvengano raramente e con persone sempre diverse. Ma non sentirti usato, è stato molto bello. -
Infine, con un po' d'imbarazzo:
- So che sei una persona corretta e dimenticherai il nostro numero di telefono?- Mario era una presenza muta, a testa bassa; sembrava un bambinone che lascia che i grandi decidano per lui.
Ci salutammo baciandoci; li osservai mentre si allontanavano lungo la spiaggia, mi sdraiai sul telo solo dopo averli visti imboccare il sentiero che portava al piazzale sterrato dove avevo parcheggiato. Rimasi a godermi il sole già quasi estivo di quel lungo pomeriggio, con la testa zeppa di immagini e di fantasie.
Hanno mantenuto la parola: non li ho più sentiti e la cosa non ha avuto un seguito. Ho rispettato la loro volontà, non li ho più cercati. Tuttavia non dispero che un bel giorno il mio cellulare mi riporti la voce allegra di Patrizia o quella profonda di Mario.
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antonio da otranto
18
1
17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Mio cognato
Ecco il racconto di quello che è successo 6 mesi fa.
Ho 28 anni e da circa sette sono sposata con un uomo che a causa dei turni di lavoro resta fuori casa per circa 12/13 ore al giorno. Siamo esattamente quella che si dice una famiglia modello con una buona posizione economica e due bellissimi figli di 6 e 4 anni.
Sono sempre stata una moglie affettuosa e rispettosa nei confronti di mio marito e mai e poi mai avrei immaginato che mi potesse capitare una storia come quella che vado a raccontarvi.
Era un martedi di inizio novembre, mio marito faceva il suo solito turno dalle sei alle diciotto e dopo aver portato i bambini a scuola mi accingevo a cominciare il solito tran-tran delle faccende domestiche.Ho cominciato a rifare i letti, ho lavato le tazze della colazione e ho preso l'aspirapolvere per finire di pulire le stanze. Non appena ho premuto l'interruttore dell'elettrodomestico però, è saltata la corrente. Non sapendo come muovermi ho telefonato a mio marito per chiedergli che fare.
Non potendo muoversi dal lavoro (tra l'altro lavora a 40 km da casa) mi ha consigliato di chiamare il marito di mia sorella che lavorando di notte, e quindi essendo ancora a casa, avrebbe potuto darmi una mano. Detto, fatto. In effetti Gianni (mio cognato) era a casa e mi ha rassicurata dicendomi che sarebbe passato subito ad aiutarmi. Dopo circa dieci minuti ho sentito bussare alla porta, ho aperto ed era proprio Gianni con la sua cassetta degli attrezzi. Mi ha chiesto dov'era il contatore e si è portato subito in cantina a cercare di trovare il guasto. Constatato che giù era tutto a posto è salito a vedere se il problema era dell'aspirapolvere.
Ha cominciato a smontare l'apparecchio mentre io gli preparavo un caffè. Faceva un caldo tremendo, io avevo addosso una camicia e una gonna non eccessivamente corta ma molto aderente e mi sono accorta che mentre ero ai fornelli Gianni mi guardava insistentemente il culo. Ho fatto finta di niente e ho finito di preparare il caffè. Gianni ha sistemato tutto e prima di prendere il caffè ha voluto lavarsi le mani. Si è portato in bagno e dopo essersi lavato mi ha chiesto di portargli un asciugamano in quanto in bagno non ce n'erano. Ho portato l'asciugamano ma quando sono arrivata in bagno non ho fatto in tempo a darglielo in quanto Gianni mi ha accolto prendendomi per la testa e baciandomi intensamente.
Ho cercato di divincolarmi ma più lui mi stringeva la testa, più mi scioglievo. Mi ha messo una mano sul culo spingendomi verso di lui e facendomi sentire vicino al pube il suo sesso già in erezione.
Non ho più opposto resistenza e dopo due minuti mi sono ritrovata inginocchiata davanti a lui. Gli ho slacciato i pantaloni tirandogli fuori il cazzo ormai durissimo e ho cominciato a spompinarlo avidamente. Sentivo i suoi gemiti ad ogni colpo di lingua e la cosa mi eccitava da morire. Ad un certo punto mi ha presa in braccio e mi ha portata sul letto, mi ha spogliata e ha cominciato a leccarmi la figa come mai nessuno aveva fatto. Era bravissimo, talmente bravo che ho goduto sotto i colpi della sua lingua. Anche lui non ce la faceva più e mi ha penetrata dolcemente stringendomi per i glutei.
Mi stantuffava prima piano poi forte sempre più forte e più pensavo che quello era il marito di mia sorella, più mi eccitavo e mi sentivo troia. Dopo essere venuta altre due volte sotto i colpi di quella verga, gli ho urlato "basta, ora inculami ti prego". Il culo non l'avevo mai dato nemmeno a mio marito ma ormai avevo perso ogni inibizione. Mi ha appoggiato la cappella al buchino e mi ha sverginato il culo senza farmi sentire il minimo dolore e dopo avermi allargata per bene ha preteso di venirsene sulla mia faccia inondandomi tutta. Eravamo esausti ma soddisfatti.
Inutile dirvi che da quel giorno, ogni tanto a casa mia si rompe qualcosa (specie quando mio marito lavora) e Gianni è sempre ben felice di " venire " in mio aiuto.
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antonio da otranto
61
5
17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Patrizia e sua sorella angela
Dopo quella bella serata, con Patrizia ci siamo rivisti in occasione del matrimonio della sorella. La vado a prendere e al ritorno, fra un discorso e l’altro mi disse “ L’ho sai che penso sempre alla quella serata in cui abbiamo scopato! “ “ Anch’io – risposi – Non scordo la tua bella spompinata. Era magnifica “. A quel punto Patrizia mi colse di sorpresa “ Adesso che l’hai detto mi è venuta voglia di farlo. Tira fuori l’arnese, che desidero un po’ del tuo nettare. “ “ Cosa! – risposi – Proprio adesso che sto guidando “.
Senza pensarci due volte, mi abbassò la cerniera dei pantaloni, lo tirò fuori, lo ficco in bocca e iniziò a leccarlo con ardore. Dapprima inizio a passare la lingua intorno la cappella, poi leccò intorno all’asta e, infine, lo ficcò tutto in bocca, fino alle palle. Ebbi un sobbalzo “ Oh mio dio. Mi ero dimenticato com’eri brava. Anzi, sei migliorata tantissimooooo! Quanti ne hai fatti ? “
“ Abbastanza “ ripose. “ Scommetto tanti, visto che sei diventata una maestra. Siiii ….Oh mio dioooo …..Ancoraaaaa ….Siiiii ….Siiii ….Godo ….Ancoraaaa ….Si …sto per venire …Vengooooooooooo “. La mia sborra usci come una valanga e Patrizia non sé fatta pregare; lo leccò e m’ha ripulito ben bene il pene. La nostra fortuna che era sera tardi ( erano le 22:00 ) e che non transitava nessuno, poiché, per la troppa goduria, non riuscivo a tenere l’auto dritta.
Alla fine arrivammo a casa e la mamma di Patrizia mi disse “ Hai la faccia un po’ stanca “ “ Niente signora – le risposi – Sono un poco stanco “. In realtà non potevo dirle che Patrizia m’aveva fatto un pompino in auto, sarebbe scoppiato un putiferio. Era l’ultima cosa che volevo, alla vigilia delle nozze dell’altra figlia.
Prima di andarmene mi misi d’accordo con Patrizia di andare a mare e di avvisare la sorella. Presi un giorno di ferie prima delle nozze e con le due sorelle andammo a mare, in una piccola spiaggia isolata. Mentre Angela, la futura sposa, andava a farsi una lunga nuotata, poggio la mia mano sulla pancia di Patrizia e inizio a scendere fino alla bordatura degli slip. “ Che fai Antonio, Angela potrebbe vederci. “ “ Patrizia – le risposi – stai tranquilla. Lo sai che tua sorella ha il vizio di farsi lunghe nuotate, e siamo lontani dalla sua visuale. ”
A quel punto la mano scivola dentro gli slip e le infilo un dito dentro la figa. “ Avrei preferito di più il tuo arnese che il dito. “ Neanche me lo faccio dire neanche due volte, tiro fuori il cazzo, le tolgo velocemente gli slip, lei divarica le gambe e tombola : le ficco il cazzo dentro la figa già bagnata per l’eccitazione.
“ E Vai! – urlò – Finalmente risento il tuo arnese dentro la mia figa. Però fai in fretta, potrebbe arrivare la sorellina. “ Allora iniziai a stantuffare di brutto. Patrizia, verso la fine, cercò di trattenersi dall’urlare di goduria, ma dovette cedere all’incalzare dell’orgasmo che stava arrivando inesorabile. “ Siiiiiiiiiiiiiiiiii – urlò – Oh mamma mia, godoooooo …. Spaccami la figa in due …ti pregoooooo …non resisto … vengoooooooooo! “ A quel punto le inondai la figa come un fiume in piena, con la sborra che usciva dalla figa. Sfiniti, ma non esausti, ci mettemmo in un bel 69 e, mentre leccavo la sua figa con passione, Patrizia mi lecco il pene ben bene, pronto per un’altra scopata.
Finimmo appena in tempo, poiché, in lontananza, arrivava Angela a nuoto. Appena arrivò chiese se c’eravamo annoiati. “ Per niente. – risposi - Anzi, ci siamo divertiti. “ Ci esaminò da capo a piedi “ Voi due non me la contate giusta – disse – Mi nascondete qualcosa “ “ Noi! – disse Patrizia – Ma quando mai “.
A fine giornata andammo a casa mia a farci la doccia e passare il resto della giornata in allegria.
Appena arrivati a casa avvisai la mamma di Patrizia che le sorelle avrebbero mangiato da me.
“ Vado a farmi la doccia “ disse Angela “ Va bene – risposi – Così sistemo i teli da mare “. Dopo aver sistemato i teli, io e Patrizia incrociammo i nostri sguardi e, dopo un cenno di consenso con la testa, ci trovammo a letto a scopare. Manco a farlo a posta, Angela, in accappatoio, entra in camera da letto e trova la sorella con le gambe aperte a V e io, oltre a reggerle le gambe, col cazzo dentro di lei. “Brutta troia – disse con tono inviperito – non ti basta tuo marito , adesso ti scopi Antonio. E da te, Tony, non me lo sarei mai aspettato “. Non abbiamo avuto il tempo di aprire bocca che mia cugina se né scappò. Estraggo il cazzo da Patrizia ed entrambi corriamo da Angela per chiarire. Dopo un po’, e vedendo che non riuscivamo a calmarla, io Patrizia ci guardammo negli occhi e, senza farle avere il tempo di reagire, mi piazzo dietro Angela e le blocco le braccia. “ Che cazzo fai – urlò, mentre la sorella le slacciava l’accappatoio – Mollami brutto porco. E tu troia,… “
Neanche le faccio finire la frase che con un braccio riesco a continuare a bloccarle le braccia, e con una mano le tappo la bocca “ Dai Patrizia – dissi - leccale la figa, come solo tu sai leccare “. In un lampo si inginocchia, porta le gambe della sorella sulle sue spalle e inizia a leccarla come una indemoniata. Angela cerco di liberarsi, ma invano.Dopo un po’ che la sorella le leccava la figa, le tolgo la mano dalla bocca “ Ti prego – supplicò – fermati. Ti prometto che non dirò niente.Basta …non resisto “. A quel punto non resistette più ai colpi di lingua della sorella. “ Dai sorellona, continua.Voglio godere come non mai “ Mentre Patruzia era intenta a far godere la sorellina, notai che quest’ultima aveva una 5 abbondante e dei capezzoli talmente belli, da farmi eccitare come un toro.
“ Dai …lecca con passione la mia figa …Siii …godo …ancora ….siiiiiiii …Sei un tesoro di sorella …godoooooooooo “. Dopo la goduta mi rivolgo ad Angela “Mica abbiamo finito “ “ Come! – rispose – In che senso non abbiamo finito “. “ Mica pretenderai – insinuò Patrizia – che sia solo io l’unita troia personale di Tony “.
A quel punto, in un lampo, mettiamo Angela alla pecorina, le togliamo l’accappatoio e la blocchiamo; Patrizia per le braccia e io per il bacino. “ Tony, che volete farmi ? Mica vorrai sfondarmi il culo ? “ “ Mi sa di si – risposi – e dalla tua posizione non potrai opporti “. Non le do il tempo di fiatare che le sfondo il culo, provocandole un piccolo dolore. Inizio a stantuffare dolcemente, aumentando il ritmo e, in contemporanea, Patrizia si mette sotto sua sorella, piazzandosi, entrambe, in un bel 69. A quel punto mi si presenta una scena iddiliaca. Io sto inculando di brutto Angela, e le due sorelle che si leccano la figa a vicenda; alla fine godiamo simultaneamente.
Prima di estrarre il cazzo dal culo di Angela toccai le sue magnifiche tette e, infine, la figa. “ Cara Angela, noto che sei eccitata, ma preparati. Prima di scoparti avrai un arduo compito, che è quello di farmi godere “. Dopo averlo estratto, Angela, senza esitare, prese il mio cazzo, se lo ficca in bocca e inizia a spompinarmi di brutto. “Ohhhhh! Mamma mia quanto sei fantastica …lo sai che sei fantastica. Lecchi divinamente …siiii ….lecca più velocemente ….che goduriaaaa …siiii …continua ….sto per godere …vai …siiiii …godoooooooooo! “. Sborrai sulla sua faccia, innaffiandola. Ma lei non si preoccupò e ripulì a dovere il mio pene, degno lavoro di una troia affermata.
Visto che si era fatto tardi, erano quasi le 22, dissi “ Cara Patrizia, adesso dobbiamo concludere in bellezza l’addio al celibato di tua sorella. Prendi il fallo con la cinta che t’anno prestato e portalo “. “ Che vuoi fare ? “ chiese Angela “ Adesso proverai – risposi - una goduria mai provata “. Patrizia si affibbiò il fallo attorno alla vita e ci distendemmo entrambi sul letto, con le due aste pronte per l’impalamento. A questo punto Angela si posizionò sopra i due membri e si abbassò. Ogni qualvolta che il mio cazzo avanzava nella sua figa e il fallo nel suo culo, Angela cacciava un urlo misto di dolore e piacere.
Arrivata in fondo esclamò “ Oh mamma mia, quant’è bello essere sfondata da due cazzi “ Allora io e Patrizia la prendiamo per i fianchi e aiutammo Angela a salire e scendere e, dopo qualche minuto, io e Angela siamo venuti in un orgasmo pauroso e la mia sborra, che, oltre a sembrare un fiume in piena, le inondò la figa, fuoriuscendo.” Wow! Che bellissimo addio al celibato. Magari fossero tutti così “. “ Adesso tocca a Patrizia – dissi - avere lo stesso trattamento “. Qui partì un’altra sborrata che se non rimaneva incinta era un miracolo.
Dopo questa scopata estenuante, decidemmo di rimanere tutti e tre abbracciati. Quello che se la godeva ero io, poiché ero abbracciato a due belle troie, con le loro tette sode su di me, e la neo-sposa con la mano sul mio cazzo, pronta per il prossimo pompino.
Improvvisamente suona il citofono. Mi alzo, cercando di non svegliarle, e rispondo “ Chi e ? “ “Siamo noi, apri “ Erano i genitori di Patrizia e Angela. Dopo aver aperto il portone, mi proietto verso la camera e muovendole, le urlo “ Presto, vestiamoci. Sono arrivati i vostri genitorii “ Ci vestimmo velocemente e appena in tempo. Appena entrati ci chiesero“ Vi siete divertiti ? “ “ Tantissimo – risposi – E’ stata una giornata bellissima “. “ Ora dobbiamo andare– disse Patrizia – Domani dobbiamo svegliarci presto, c’è un matrimonio “.
Le accompagno fino alla macchina e tutte due le sorelle si girarono verso di me, mi baciarono con passione, Angela, e con la lingua, Patrizia, ringraziandomi per quella bella giornata.
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antonio da otranto
20
1
17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
La mia prima volta
Ho una vita normale neo laureato, fidanzato, benestante ma una fantasia mi aveva sempre affascinato senza però riuscire mai a trovare il coraggio di realizzarla:incontrare un uomo che mi traformasse nella sua troietta travestendomi a dovere e rendendomi femmina.
In effetti più volte mi ero travestito in casa con cosette lasciate dalla mia ragazza o roba di mia sorella e ogni volta che mi guadavo allo specchio vestita da "Manuela"(come decisi di chiamarmi) saliva in me un' eccitazione senza freni e la voglia di essere troia di un uomo pur non essendo attirato dagli uomini in altre circostanze.
Capitava spesso di chattare sperando di trovare l'uomo giusto ma un pò per e mie paure e un pò per la difficoltà di trovare persone serie non ero mai riuscito a trovare nessuno.
Il mio sogno era quello di trovare un uomo che mi invitasse a casa sua mi preparasse per bene con vestiti trucchi e parrucca e poi facesse di me quello che voleva.
Un giorno mi trovai a chattare con un certo Carlo 50 anni persona molto carina e affabile...........sposato.Mi dice che è un sogno suo e della moglie incontrare una trav e che pur avendo avuto varie esperienze con singoli e coppia non sono mai riusciti a trovare un atrav di loro gradimento.
Chattammo per qualche tempo e cominciai a fidarmi di Carlo cosi quando lui mi invitò a casa loro anche se ebbi un momento di perplessità, accettai.
Ci demmi appuntamento all'uscita dell'autostrada e quando arrivai sbito riconobbi la loro auto che mi lampeggiò.
Scesero dall'auto e i miei occhi sgranarono.Lui era davvero un bell'uomo:50anni alto,brizzolato,fisico asciutto;lei 44anni alta sull'1.70 bionda una 4 di seno.Insomma davvaro una bella coppia.
Ci avviammo verso casa loro e una votla arrivati mi offrirono un caffè e parlammo per una mezz'ora del più e del meno.Mentre parlavamo non potevo non notare le autoreggenti di Claudia ke si intravedevano dal vestitino ke indossava.
Ad un certo punto il discorso cadde sul motivo del nostro incontro e io ripetetti quello che già gli avevo detto in chat, cioè che avrei voluto farmi trasformare in una troietta al loro servizio.claudia disse che non ci sarebbero stati problemi e che mi avrebbe aiutato lei mentre Carlo disse he sarebbe uscito per un paio di ore e che al suo ritorno voleva trovarci sdraiate sul letto come tue troie perchè si avrebbe portato un regalo.
Carlo uscì e claudia mi invitò a seguirla in bagno.Mi fece spogliare e mi depilò completamente( non ho tanti peli già normalmente).Quando mi guardai allo specchio depilata già comincia ad accitarmi.Ho viso con lineamenti molto fini e un fisico asciutto con un culetto e delle gambe da far invidia ad una donna.dopo la depilazione mi truccò accuratamente e tirò fuori una stupenda parrucca mora.ero quasi una donna ma a queesto punto mancava la parte finale, l'abbigliamento.Claudia mi fece indossare un perizoma nero tavvero minuscolo, reggiseno dello stesso colore, auotreggenti nere molto ricamate, una mini davvero inguinale che mi disse che usava quando con il marito andava in club privè, e una magliettina che mi lasciava la pancia ben scoperte.Infine, sfruttando il fatto di avere llo stesso numero (40) mi fece indossare degli stivale fino a mezza coscia con almeno 13 cm di tacchi.quando mi guardai allo specchio cosi preparata mi sembrò di vedere un''altra persona e soprattutto ebbi l'impressione di essere davvero una donna.Intanto erano passate quasi due ore e sentimmo la porta aprirsi. Era Carlo che rientrava ma non era solo, era assieme ad altri due suei amici con quali spesso lui e la moglie giocavano.anche i due amici, su per giù coetanei di carlo, non erano niente male....!Intanto io e Claudia come promesso ci facemmo trovare sul letto e quando i 3 entrarono rimasero sbalorditi:ci spogliavano con gli occhi.anche Claudia si era preparasta per benino con un babydoll senza slip patstina rasata, tacchi alti:insomma uno schianto anche lei.Metre i tre guradavano Claudia comincio a baciarmi:ci baciammo per qualche minuto mentre ci palpavamo a vicenda, ma in me saliva il desiderio di assaggiare quei tre cazzoni che si incominciamo ad intravedere dai pantaloni.
Claudio ed i suoi amici si spogiarono restando in boxer e si sdraiarono con noi sul letto.appena li vi vidi li tutti per me abbassai i boxer di Carlo e comincia a succhiarlo con ingordigia.non avevo mai succhiato un cazzo ma credo che Carlo nemmeno se ne accorse tanta fu la voglia che ci misi.Dopo poco si avvicinarono anche gli altri due ed io e Claudia a vicenda succhiavamo tutti e tre.Dopo un pò Carlo si allontanò e tornò con un tubetto di vasellina che claiudia mi spalmò sul buchetto iniziandomi a penetrare con le dita.ero vergine dietro ma l'eccitazone del momento mi aveva dilatato per bene.Dopo poco Senti qualcosa he spingeva:non erano più le dita di Caludia ma il cazzo di Carlo che mentre io continuavo a succhiare i suoi amici tentava si sfondarmi il culetto.Gli dissi che ero vergine e lui con molta dolcezza ma anche molto vigorosamente mi penetrò tutta.Fu una sensazione che non si può descirvere:avere un cazzo nel culo con due in bocca e cladua che leccava da sotto il mio cazzo con me tutta acchittata da troia.Ci scoparono a vicenda tutti e tre per almeno un'oretta dopo di che quando vidi che si toglievano i preservativi capii che era il momento di assoporare quello che tante volte avevo immaginato di assaggiare.Io e Claudia ci mettemmo pronte con la testa di fronte ai 3 cazzi ormai pieni:dopo poche succhiate vennerro copiosamente sui nostri volti e nelle nostre bocche e noi non facemmo cadere nemmeno una goccia dopodichè ci baciammo profondamente in modo da passarci i rispettivi sapori.
fu una serata sensazionale che si è ripetuta altre volte.
non macherò di raccontarvele
14
2
17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 5 ore fa -
C\'e sempre da imparere
La storia che stò per raccontarvi a molti sembrerà pura invenzione, e, vi giuro che se qualcuno l’avesse raccontata a me avrei pensato la stessa cosa, ma vi garantisco è vera a 360°. Ma cominciamo la storia.
Ho una storia con lei da due anni anche se, data la distanza, abbiamo più incontri virtuali che reali entrambi intensi in ogni senso. Quindi immaginate la sorpresa quando ricevetti la sua telefonata che diceva: “ Domani sarò dalle tue parti con mio marito che deve fare dei lavori lì giù, quindi liberati perché voglio godere come non mai.” Immaginate ho fatto terra e fuoco per liberarmi. Come da accordi presi ci incontrammo nella loro stanza in albergo. Una volta entrato la trovai nuda sul letto distesa. Senza una parola mi fiondo su di lei e comincio a baciarla dappertutto. Ma, ecco la primanovità, mi ferma e mi dice: “ Ricordi i patti? “ Io annuisco. ( Si perché dovete sapere che ogni volta che ci vediamo uno di noi comandi e l’altro esegue senza repliche).
Risposi di si, aime toccava a me accettare di tutto, ma non diedi peso a quelle parole. Cominciò anche lei ad eccitarsi e a spogliarmi, a baciarmi, quando nel contempo squillo il suo cellulare. Mi ordino di stendermi al centro del letto. Un po’ contrariato accettai e Lei rispose e ascoltava senza smettere di leccare o succhiare. Rimasi di stucco quando lei chiudendo la comunicazione disse che stava con il suo amante. Comunque continuammo e lei comincia a spompinarmi ingoiandolo per tutta la lunghezza facendolo lievitar ben bene.
Ad un tratto, infastidito da strani scatti, aprì gli occhi e, devo dire, che per poco non svenni vedendo suo marito sulla porta d’ingresso che paonazzo ci fissava. Già pensavo a ciò che sarebbe successo, ma invece lei rimanendo con il mio cazzo vicino alle labbra e dando il culo al marito gli disse :” So che adesso vorresti fare un casino. Ma so anche che sono più di dieci anni che vorresti prendere il 2 canale. Quindi stai al mio gioco e forse ti accontento.” Penso tra me e me che mo si scatenerà un casino e tento goffamente di ricompormi, ma lei mi stringe le palle e mi ordina di star fermo che ha in serbo delle novità. Intanto noto che al rossore e sudore segue un ingrossamento sulla sua patta davanti e noto uno sguardo come di remissività. Allora mi stendo pensando sia io che lui di aver capito le sue intenzioni ma ci sbagliavamo. Lei lo aiuta a svestirsi. Una frase mi lascia senza parole quella che lei dice a lui :” prima di prendermi il culo, devi soddisfare lui come voglio io.” Tento ancora di ribellarmi ma mi ricorda subito l’accordo e forse perché noto la lussuria nei suoi occhi e devo dire anche dentro di me, o per l’eccessiva remissione, come se non aspettasse altro, decido di stare al gioco. Lei, più puttana del solito, lo spinge con la testa verso il mio cazzo e gli ordina di succhiarlo a dovere. Forse il mdo in cuilei lo spinge e lo fa scivolare fino in gola o perché gli piace ma noto che lui comincia a provarci gusto,e , devo dire che anche la mia titubanza si trasforma in foga. Lei Accarezza e succhia le mie palle e succhia il cazzo del marito che nel frattempo a preso un buon ritmo a far su e giù. Ad un certo punto lei ordina al marito di prenderla e spaccargli la fica e a me di inginocchiarmi con la sua testa tra le mie ganbe e insieme cominciano a spompinarmi, e lei ogni tanto infila la sua lingua nel mmio buchetto. Mi guarda, sguardo di intesa, ormai lui è nostro schiavo, intuisco e mi porto dietro di lui e comincio ad incularlo, lui si gira ma capisce che è cosi e basta. Dalle contrazioni che sento intuisco che stà per venire e allora prima raddoppio i colpi aprendolo in due, era vergine nel culo, e appena lui comincia sborrarle in fica io mo porto all’altezza delle lorobocche e, propri mentre viene anche lei, e le riempi di calda sborra e godo nel vedere come se la rubano a vicenda.
Non essendo ancora sazi si ricomincia. Adesso lei lo cavalca e io le sono dietro e cominci pia piano ad incularla, lei ormai senza freni inibitori urla di tutto e dice al marito che non riuscirà mai ad incularla allo stesso modo e, aggiunge che in un attimo è diventato cornutoe checca allo stesso tempo egli ordina di ripeterlo in ad alta voce. Mai perole sortirono un effetto cosi forte, vennimmo per la terza volta in un orgasmo che ti svuota e la riempimmo a dovere. Il tempo di riperndere fiato e decidemmo di andar in doccia per rinfrescarci. Lei lo fece inginocchiare accanto e mi ordinò di fargli vedere come la lavo di solito e nel contempo disse a lui di fare come facecva lei. Io comincia ad urinargli in bocca e sul corpo. Lei apri e gli fece aprire la bocca a lui per raccogliere quanto più possibile. Lui eccitato più che mai non perdeva occasione per sfiorargli in culo pur avendo ricevuto ordini di non allontanarsi mai dal mio cazzo. Penso però che lui pensi solo ad una cosa, tanto che quando lei si mette alla pecorina e comincia a succhiarmi e a far ingrossare ancora una volta il mio cazzo, lui si mette dietro e prima con un dito e, non appena lei gli dà l’ok, poi con il suo cazzo la penetra devo dire un po’ goffamente. Stavolta faccio io un buon 69 con lei sotto la doccia mentre lui continua apenetrarla da dietro. Mentre vsucchio e lecco il suo clitoride chi da quanto è gonfio senbra un mini-cazzo, ogli tanto la mia lingua arriva a lanbire il suo cazzo ma, sarà la situazione non mi infASTIDISCE anzi mi aumenta l’impulso animalesco e la troia lo intuisce, ormai stiamo per esplodere ancora. Lei vuole la mia sborra dentroe vuol bere quella del marito. Cosi mintre ci sistemiamo, io dentro di lei e lui davanti alla sua bocca, ancora una volta mi sorprende allontanando il cazzo del marito che schizza sulla sua faccia e sulla mia e volete sapere che fa la porca non ancora contenta? Prima mi ripulisce rienpiendosi la bocca e alla fine mi dice di berlo insieme. Cosi anche io ho assaggiato la sborra di un uomo, anche se la mia gia in altre situazioni l’avevo prova. Bè dire che è stata una brutta esperienza mentirei.
Penso che ormai lui sia rassegnato ad essere cornuto e checca e ad essere usato per i nostri giochi altamente hard. Io dal canto mio penso che comincerò a coinvolgere la mia ragazza in questi nistri giochi, Sai che orge e che godimenti e per giunta non più di nascosto……
Adesso vi saluto perché devo andare che mi aspettano per un’atra serata hard-…..
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17 anni fa
misterious168284, 39
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Io e mia moglie patrizia con l’amico di suo fratel
Quella sera mentre cenavamo Patrizia, mi annuncio che l’indomani Roberto, un amico di suo fratello, sarebbe passato da noi nel pomeriggio a prendere qualcosa di fresco. Si perché eravamo in piena estate e come si sa in estate i “pruriti” aumentano. I miei si moltiplicano.
Ormai non l’ascoltavo più, la mia mente viaggiava a mille facendo progetti (fattibili o meno) e come trovare il coraggio per chiedere a Patrizia di renderli reali
Le chiesi, per introdurre il discorso, se Roberto le avesse mai fatto avances di alcun genere. Mi rispose con una sonora risata per poi….: “ ma l’hai visto bene Roberto? “è fuori dubbio che già quando avevo 14 anni stravedeva per me” “ ma da qui ad avere il coraggio di farmi avances, ne corre”. “Pensa” continuò “che solo nel salutarmi, quando veniva su da noi a studiare con mio fratello, diventava rosso come un peperone”. Cosa che accadeva sistematicamente ancora sdesso.
Perfetto pensavo, il soggetto è proprio quello giusto ora bisogna passare all’esposizione del piano e… speriamo che sia predisposta.
La guardavo, mentre lei era lì sul divano di fronte al mio, bella come sempre, indossava un vestitino a fiori trasparente. Gambe lucide ben curate: le si intravedevano le mutandine che non riuscivano a trattenere a pieno quel bellissimo pelo di colore nero che io adoravo e che aveva fatto impazzire nel tempo camerieri, benzinai, camionisti passanti e chi più ne ha più ne metta. I suoi seni avvolti dal vestitino attillato lasciavano chiaramente vedere i suoi capezzoli turgidi. In mano il suo bicchiere di tè freddo che sorseggiava sapientemente rispondendo al mio sguardo con un aria quasi a voler simulare un punto di domanda.
Che abbia capito? Mi chiesi, sa già che ho qualcosa in mente? Tra le tante idee strane che mi erano venute, tirai fuori quella più classica. Quella che per intenderci ti da qualche soddisfazione ma non ti compromette.
Feci un gran sospiro (era da un po’ di tempo che Patrizia non mi assecondava) e....iniziai. “Senti Patrizia perché domani non ci divertiamo un po’?”
“in che senso?”-“ si, quando viene Roberto”.
“non iniziare con le tue idee strane. Ma poi che vorresti fare?”
“Eccola” pensai. Quel tira e molla che mi eccitava ancor più di ogni sua performance. Quel mio insistere e quei suoi “ma dai... ma sei matto?” Che goduria quando poi, dopo interminabili trattative accettava di farmi contento.
Anche quella volta fu così. Andammo a letto entrambi eccitati al pensiero di quello che sarebbe accaduto l’indomani. Facemmo l’amore con ardore e mentre ero dentro di lei e sentivo il suo piacere, le ripetevo “voglio che Roberto veda la tua pelosissima fica. Voglio che ti metta un vestitino cortissimo e che allarghi le tue stupende gambe per sbattergliela in faccia”. Lei venne eccitatissima più volte riempiendo il mio cazzo con i suoi umori.
Ore 16,00. Avevo atteso quel momento con ansia. Patrizia non altrettanto: Aveva avuto un ripensamento dovuto al fatto che lei e Roberto si conoscevano da anni e non le sembrava giusto. “Poi sai che figura” ripeteva. “ma quale figura tu devi fare in modo di essere naturale per fargli credere che il tutto accada senza la tua volontà”. “Ti ricordi al mare quando ti avvolgevi l’asciugamano intorno alla vita? Ti sedevi, orientavi le gambe verso i fortunati di turno (in genere un gruppetto di bei giovanottoni in cerca di pelo) e poi ti sfilavi il costume”? “Sembravi proprio un’ingenua, pudica ragazzina che per cambiarsi il costume, involontariamente faceva vedere la passera a tutta la spiaggia”.
“E se lo va a dire a mio fratello”? Ribattè.
“E cosa gli va a dire che è venuto a casa tua e ti ha visto le mutande mentre tu eri seduta? Così ci fa la figura del porco”.
Sembrò rassicurata da quello che le avevo detto anche perché il ragionamento non faceva una piega.
Il citofono. “e’ lui” le dissi “stai tranquilla. L’abbiamo fatto migliaia di volte”. “Si ma con gente che non conoscevo”. “La cosa eccitante è proprio questa” le risposi ed andai ad aprire.
Roberto si accomodò nell’ampio salone di casa nostra e già alla vista di Patrizia, vestita con una gonnellina corta e vaporosa (trasparentissima) e un top bianco che nulla lasciava all’immaginazione, incominciò a balbettare.
“Siediti” gli dissi indicandogli il divano di fronte a Patrizia e mi accomodai accanto a lui. Discutemmo del più e del meno per un po’, poi chiesi a Patrizia di andare in cucina a prendere delle birre.
Che spettacolo, non appena attraversò la luce che proveniva dalle ampie finestre della cucina, la sua gonna d’incanto scomparve. Era praticamente come nuda. Una dea. Roberto rimase di stucco. Io feci finta di niente e questo lo rassicurò. Notavo come nel parlare con me girava continuamente la testa verso la cucina aspettando il ritorno di mia moglie. Eccola. Ancora meglio vista così le intravedevamo pure i seni.
Patrizia ci porse la birra e risedette al suo posto. Passò la prima mezz’ora ma mia moglie non si decideva e allora incominciarono da parte mia i segnali sempre più insistenti e....finalmente eccola ad iniziare seppure in modo impacciato, lo spettacolino. Dapprima accavallò le gambe sempre più spesso e sempre più lentamente e poi il colpo di grazia. Tirò su la gamba destra appoggiando il piede sul cuscino del divano facendo finta di grattarsi il polpaccio.” Sai Mauro credo proprio che queste maledette zanzare quest’estate ci daranno filo da torcere. Guarda qui come è gonfio ”. Naturalmente entrambi, io e Roberto ci inginocchiammo a guardare premurosi il danno provocato dalla zanzara. In verità le premure di Lui erano rivolte altrove a giudicare da com’era intento a guardare la passera di mia moglie che, in quella posizione era in gran evidenza.
Patrizia rimase così a massaggiarsi e dal divano di fronte noi ci godevamo lo spettacolo. Non solo le si vedevano benissimo le mutandine ma anche il solito ciuffetto ribelle di peli. Roberto ormai era cotto e incominciò a sudare vistosamente. Patrizia intanto (sarà stata la birra che aveva bevuto?) era “partita”completamente. Infatti aveva assunto una posizione da capo sioux a gambe incrociate e stando così, il micro perizoma le finì al centro delle grosse labbra carnose e pelose. Io morivo dall’eccitazione e…figuratevi Roberto. Il suo arnese, che non mi sembrava cosa da poco gli si era gonfiato notevolmente.
Si era creata però un’aria molto pesante, imbarazzante direi. Avevo notato che neanche la mia Patrizia era rimasta indifferente. Infatti le sue mutandine bianche erano tutte bagnate. Inequivocabilmente davano segno della sua eccitazione.
Decisi allora di togliere tutti dall’imbarazzo e annunciai che sarei andato fuori in giardino a prendere da un altro frigorifero altre birre ghiacciate di birra.
“Si col cazzo che vado fuori” pensai. “adesso voglio proprio vedere cosa succede”. Aprii la porta esterna e la richiusi rimanendo dentro. Mi sollevai senza far rumore su di uno sgabello e da quella posizione potevo guardarli da una piccola finestra in alto creata tra cucina e salone per dare luce allo stesso. Scostai leggermente una delle tendine e…vidi Roberto che si era alzato e seduto accanto a Patrizia.
“Tu adesso abbassi le mutandine e me la fai vedere. Bene stavolta e da molto vicino. Voglio sentirne l’odore.” Le stava dicendo proprio questo. Alla faccia della timidezza.
“Roberto ma sei impazzito?”
“ Si sono pazzo di te da una vita e tu lo sai. Ma adesso basta, l’ho capito questo che giochino è tutto preparato. A te e a quel cornuto di tuo marito piace farvi guardare. Anzi a te piace farti guardare e a lui che ti guardino o che addirittura ti sbattano in sua presenza”.
“Ma che dici Roberto tu sei fuori di testa”. Si difendeva Patrizia.
“Stai zitta e fammi finire. Levati subito quelle cazzo di mutandine altrimenti te le strappo. Voglio vederla come si deve non resisto più”. E indicando il suo pacco.. “vedi come sono ridotto? Cosa credi, pur non avendo nessuna esperienza diretta con le ragazze, queste cose le capisco benissimo. Passo intere nottate su internet e di storie come questa ve n’è a centinaia”. Mi distruggo il cazzo a furia di menarmelo”.
“Ma smettila che qui succede un casino se torna Mario”. Diceva Patrizia sperando di farlo tornare in se.
Ma per tutta risposta Roberto si abbassò la cerniera dei pantaloni e se lo tirò fuori.
Patrizia zittì immediatamente e le lessi in viso tutto il suo stupore (almeno quanto il mio). Roberto aveva un cazzo enorme. Non solo in lunghezza (25-26 cm?) ma soprattutto in circonferenza. Praticamente un tronchetto della felicità (in tutti i sensi). Lo scappellò e incominciò a menarselo di brutto. “Se non ti togli le mutandine giuro che quando arriva tuo marito è così che mi troverà”. Patrizia ormai consapevole che Roberto fosse fuori di se e valutato che le sue erano minacce serie, si sfilò lentamente il perizoma.
“ora allarga le gambe voglio tuffarmi con le radici in quel tuo frutto succoso” e così dicendo si inginocchio tra le gambe di Patrizia. A giudicare dai mugugni oltre ad un cazzo enorme doveva avere anche una bella lingua grossa”. Passarono alcuni secondi e Patrizia si riebbe. “ Adesso che ho fatto come volevi, ricomponiti ti prego”.
“Lo faccio solo se mi prometti che resterai tutto il tempo a gambe larghe e non solo oggi. Intanto ti prego solo di prenderlo alcuni secondi in bocca”. Patrizia non se lo fece ripetere due volte e si abbassò ad assaporare quella cappella enorme.
Per quanto riguarda me, ero con l’ uccello tra le mani e me lo sbattevo alla grande.
Era tutto bellissimo. Le cose avevano preso una piega ben diversa da quello che avevo immaginato. La realtà che superava la fantasia e io stavo provando sensazioni che fino ad allora avevo solo vissuto nella mia mente. Vedevo il culo di Patrizia che si agitava voluttuosamente e dal suo sesso venire giù fiumi di umori (godeva di brutto la mia mogliettina). Smanettava quel cazzone su e giù senza lasciarselo sfuggire dalla bocca. Ogni decina di "botte" però, gli passava la lingua sulla grossa cappella e lo rimirava alcuni secondi prima di farlo scomparire a fatica di nuovo all’interno delle sue labbra. Ormai non si preoccupava (forse)neanche più di me. Nel preciso istante in cui vidi che Roberto aveva raggiunto il limite e immaginai litri di sborra inondare la gola di Patrizia, venni. Venni come non ero mai venuto prima (non si può spiegarlo a parole) di allora.
La mia cara mogliettina intanto (forse per non lasciare tracce) non fece cadere neanche una goccia della pioggia di sborra. La vedevo ora stranamente girare il suo posteriore verso quella mazza che non aveva affatto risentito del trattamento di poco prima. “Ehi ehi un momento” pensai, “cornuto no he, qui si stà esagerando, si sta passando ogni limite. E ripulitomi alla meno peggio mi fiondai in frigorifero (quello della cucina) a prendere due birre (non era vero che erano finite). Aprii la porta facendo più casino possibile e mi trattenni un po’ in cucina ad armeggiare col cavatappi perché avessero tempo di ricomporsi ( e capirai ci sarebbero volute delle ore). Entrai solennemente in salone con le birre in mano e dovevo avere proprio una faccia da imbecille perché i due mi guardavano stralunati. O erano stralunati per altri motivi?
Ormai il ghiaccio era rotto e tutti eravamo più tranquilli.
Mentre si parlava del più e del meno io facevo il resoconto della giornata.
Roberto si era appena “svuotato” e in bocca alla donna dei suoi sogni. Non era sicuro che io avessi preparato la cosa perché Patrizia non l’aveva confermato, ma ne era fortemente convinto ed era sicuro che ci sarebbero state altre occasioni per verificare.
Patrizia aveva assaggiato il cazzone dell’amico di suo fratello e sono sicuro che se solo avesse immaginato le dimensioni, la cosa sarebbe già avvenuta molti anni prima. Un solo cruccio da parte sua: l’unica a non aver goduto a pieno, ma a quello avrei pensato io dopo.
Inoltre dubitavo che i due si fossero accorti di essere visti.
Io mi ero fatto una megapippa ed avevo ottenuto molto più di quello in cui avevo sperato. Un po’ turbato lo ero però ed una domanda mi tormentava: aveva acconsentito a prenderglielo in bocca per non fare nascere casini o lo aveva fatto in quanto troia? E aveva veramente porto il culo per farsi impalare o era stata una mia impressione?
“Oh, insomma basta” mi dissi “l’hai voluto tu no? E allora zitto e buono”.
Ma la risposta alle mie domande arrivò subito. Infatti mi accorsi che mia moglie, senza forzature da parte mia e senza che ormai ve ne fosse necessità, spalancò le gambe ed il suo sesso apparve in tutta la sua bellezza. Ora l’imbarazzato ero io. Cazzo le mutandine non se l’era rimesse davvero.
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saluti
antonio da otranto
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17 anni fa
versoilsole, 50
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Il primo trio con patrizia
Patrizia è stata la mia amante più porca (alla faccia del marito che la riteneva frigida). Dopo i primi rapporti di "riscaldamento" abbiamo subito capito di avere un'enorme affinità sessuale, tra l'altro io ho la caratteristica di mantenere erezioni molto prolungate. Dopo la prima settimana, vedendo che gradiva essere masturbata anche analmente mentre mi stava sopra e la penetravo davanti, iniziammo a fantasticare di eccitanti rapporti perlomeno a 3, dove lei era al centro delle attenzioni mie e di un altro uomo. Dal dirlo al farlo ci passò un pò.. Nel frattempo lo facevamo dappertutto: al mare vicino ad altre coppie che ci guardavano e si toccavano, nel mio appartamento a piano terra con finestre aperte e persiane socchiuse sotto lo sguardo dei passanti più curiosi, in albergo con la porta aperta aspettando con desiderio un terzo partecipe dopo una cena in ristorante con lei con indosso solo un abitino in seta indiana, sul terrazzo di una villetta a Torre dell’Orso.... Ma lei mi precedette ed una sera dopo una litigata andò da suo marito che dopo averla consolata iniziò a scoparla sennonchè arrivò sulla scena il fratello del marito, che da sempre marcava stretta Patrizia. Evidentemente lei era ben pronta dopo molte prove di fantasia e così lo fecero in 3, come mi confessò il giorno dopo mentre scopavamo (me ne accorsi perchè aveva l'orifizio anale molto dilatato e dolente). Non mi arrabbiai, anzi ne fui molto eccitato. Sorridendo dopo aver visto come era dilatato il suo culo le dico che adesso poteva dire di essere fortunata. Lei ride e si lascia massaggiare prima le spalle, e sento che comincia a lasciarsi andare tra le mie mani. Continuo così per circa 10 minuti,sentendo i suoi mugoli leggeri di piacere. A quel punto o la va',o la spacca penso io. La giro leggermente per averla di fronte,lei non si oppone,comincio a mantrugiarli per bene le tettone che aveva, e non si oppone, cominciando ad eccitarsi,apre gli occhi, ed io fulmineo la bacio,succhiando avidamente la sua lingua,e lei ancor più vorace di me si stacca e comincia a baciarmi il collo,ed a succhiarmi i capezzoli, dato che io sotto le coperte ero solo in mutande come mia abitudine. Poi scende giù toglie i boxer,e comincia a succhiare come una troia esperta,il mio cazzo che fremeva per scoparla e per quei momenti. Mi sdraia e continua un maestoso pompino, fin sotto,succhiando le palle per bene,e giungendo fino a leccare avidamente lo scroto. Non reggo più se continui così le dico,lei si spoglia velocemente,e si gira a 69,mostrandomi tutta la sua meravigliosa e grassoccia fica, già bagnatissima di umori. Lecco come non mai,facendola godere come una vera porca, poi scivolo sotto mi pongo dietro,ed ecco penso, Patrizia è li,a pecorina di fronte a me. Metto l'uccello dentro fino a far sbattere le palle sul culone,che ad ogni mio colpo schiaffeggiavo per farla ancor più sussultare. Poi dopo 15 minuti di grandiosa scopata,la giro,le dico di non togliersi gli occhiali, lei ha gli occhi chiusi e la bocca aperta,e sborro come non mai,prima 3,poi 4 addirittura 5 fiotti di sperma,3 sul volto e gli occhiali uno sui capelli ed uno diretto in bocca!! Lei pulisce bene tutto il mio cazzo,va in bagno si lava,e come se niente fosse mi saluta con occhi ammiccanti senza dire altro.
Pochi giorni dopo, dando a Patrizia un orario di arrivo del mio amico Fabrizio falso e lasciando accostata la porta di casa riuscii nel mio intento. Quando lui arrivò noi eravamo da un bel pò in azione fantasticando ad alta voce su cosa avrebbe fatto lei se fossimo stati in 3 e come sempre era lei a parlare, ma quella volta misi come nome di fantasia Fabrizio, il quale arrivò ed eccitato dalla scena si avvicinò titubante ma Patrizia eccitatissima mi guardò e capendo il mio gioco tirò fuori l'uccello eretto di Fabrizio ma lui disse che voleva che a sbocchinarlo fossi io.
Patrizia gli dice subito, fallo solo con me tutte le volte che vuoi, ma lui dice no, voglio anche essere sbocchinato e voglio inculare Antonio. Dopo un po visto che non si dissuadeva accettiamo, Patrizia inizia a sbocchianarlo e dopo un po’ dice adesso sbocchianami tu e bevi tutto il mio sperma, l'idea mi schifava, ma che ci potevo fare oramai ero ecitato, così me lo passa in bocca ed inizio a sbocchinarlo, dopo un pò inizio a prenderci gusto e lo lecco con voglia, lo sento ansimare, lo sento ingrossarsi e tutto ad un tratto me lo ficca in gola e mi blocca con le mani e così sento tutto lo sperma in gola, e la prima volta che avevo un cazzo in bocca e la prima volta che bevevo sperma, ma devo dire con non è stato tragico come credevo, anzi ci avevo preso gusto.
Così dopo mi fece piegare mi sputò ripetutamente sul buco del culo e mi penetrò fu un'esperienza bellissima, Patrizia subito dopo si mise a gambe aperte davanti al mio cazzo così io penetravo lei e Fabrizio mi inculava di brutto, iniziai a godere e quella nuova sensazione mi fece venire nuovamente e riempire ancora una volta di sperma il la figa di Patrizia.Dopo mi fece metter da parte e si scopò Patrizia prima in culo e poi in fica, ed io che guardavo e mi masturbavo, mentre sentivo Patrizia godere come non aveva mai goduto con me e presa dall'eccitazione gridava, trombami come una puttana, continua così e fammi sentire per la prima volta donna veramente e cose del genere, così Fabrizio le sborrò anche lui nella fica e dopo la fece sedere sulla mia bocca e volle che io bevessi tutto quello che usciva, ho bevuto tanto tra il suo sperma, il mio e tutto il liquido di Patrizia.
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saluti
antonio da otranto
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Rosa mon amour
Rosa mon amour
Una mattina come tante altre mi reco a comperare il pane nel negozietto sotto casa quando mi imbatto in Rosa, una signora sulla cinquantina che nn vedevo da piu’ di un anno. Rosa ed io ci conoscevamo molto bene un tempo. Per diversi anni il sabato uscivamo insieme poiché i nostri figli erano compagni di scuola, ma poi i figli sono cresciuti e noi ci eravamo persi di vista e le uniche notizie che avevo di loro erano dovute ad un mio amico che aveva mantenuti dei rapporti. Durante la nostra amicizia, anche per via del fatto che abitavamo vicini, e che i miei figli anadavano spesso a giocare con i figli di Rosa ero diventato presso Rosa come un parente, uno zio. Rosa aveva infatti oltre a Sonia, un altro figlio più grande, avuto molto giovane, come regalo di una relazione terminata praticamente prima di cominciare. Poi aveva conosciuto Mario, anch’esso con alle spalle una infelice esperienza matrimoniale e dalla loro storia era poi nata Sonia. Sonia era una bella ragazza.
Ma ritorniamo a quella mattina. Sapevo che Sonia nel frattempo si era sposata, come avevo saputo che Rosa aveva divorziato. La cosa invece che non sapevo era che Rosa si era trasferita nel mio palazzo, nell’altra entrata, dove aveva acquistato un appartamento e dove viveva ormai sola. Rosa mi chiese molto garbatamente se avessi voluto andare con lei nel bar di fronte per prendere un caffè. Non mi invitava a salire da lei in quanto trasferitasi da poco disse che aveva ancora un gran disordine. Accettai. Al tavolino del bar cominciò a raccontarmi la sua vita nell’ultimo periodo. Mi raccontò del matrimonio di Sonia, del fatto che il figlio che per lavoro era stato trasferito in un’altra città fino ad arrivare quasi a sfogarsi con me per la rabbia verso il marito che praticamente l’aveva tradita per oltre 10 anni con la sua migliore amica, senza che lei se ne rendesse conto. Il tempo, tra una sigaretta e l’altra trascorse veloce. Ci congedammo con lei che mi disse che più avanti, non appena si fosse sistemata, potevo passare da lei a bere un caffè. Mi disse infine che le aveva fatto piacere fare due chiacchiere con me, e che dovevo considerare l’invito come un obbligo nei sui confronti. Le promisi che me ne sarei ricordato e ci salutammo.
Tornato a casa comincia a riflettere su quello strano incontro. La prima cosa che pensai fu che Rosa, nonostante l’età non più giovanissima e nonostante i duri colpi che aveva subito, era ancora decisamente una donna affascinante. Non molto alta, il fisico un po’ in carne ricordavo che si teneva ancora in forma passando le mattinate tra la palestra ed il centro estetico. Del resto il marito guadagnava un sacco di soldi e certamente anche in questo momento non doveva certamente fargliene mancare.
Ricordavo inoltre che una cosa contraddistingueva madre e figlia: un seno generoso ed abbondante. In tutta onestà più di una volta l’occhio mi era scappato sul culo o sul seno di Rosa,. Come donna mi intrigava parecchio e devo ammettere che qualche volta mi era capitato pure di trombarmi mia moglie, pensando a Rosa.
L’idea di riuscire a trombarmi Rosa prese insomma corpo.
La situazione però andava gestita in maniera accurata. Di sicuro non potevo pensare di presentarmi a casa sua e di saltargli addosso. Conoscendola poi, di sicuro non sarebbe stata un’impresa facile. Dovevo quindi procedere cauto oltre che cercare di essere il più discreto possibile.
Lasciai passare un po’ di tempo, finchè una mattina presi coraggio. La macchina era nel cortile per cui quasi certamente era in casa. Suonai il campanello. Il cuore mi batteva forte. Purtroppo probabilmente era uscita. Sto per andarmene quando una voce assonnata chiede chi fosse. “Ciao, sono Antonio, sempre valido l’invito per il caffè?” “Mi hai svegliato…ma che ore sono?” “Quasi le undici” “Scusami, ma ieri sera ho fatto un po’ tardi…comunque entra…sono al secondo piano”.
Salgo e trovo una porta socchiusa. “Permesso” “Entra pure, accomodati, arrivo subito…”.
Entro e chiudo la porta. Rosa arriva, capelli un po’ arruffati, vestaglietta corta bianca, praticamente trasparente, sotto la quale si poteva intravedere tutto senza molta immaginazione: due seni lasciati in balia della gravità su quali capeggiavano due magnifiche aureole. Per poco non svengo. “Beh che fai li impalato? Pensi di rimanere sull’uscio tutta la mattina?”. Rosa mi fa accomodare sul divano. “Caffè allora?” “…si, grazie…scusa la scortesia si può fumare?” Ero decisamente nervoso…”Certamente fai pure…io intanto vado a preparare il caffè”. Mi accendo una sigaretta. “Fatto le ore piccole ieri sera?” “Già, sono andata a ballare…”
Ecco un altro particolare di Rosa che mi era tornato alla mente. Era un’ottima ballerina e ricordo che lei ed il marito spesso la sera andavano a ballare…
“Certo farai fatica a trovare un ballerino alla tua altezza…” “Il problema non è tanto trovare il ballerino…di cavalieri è sempre pieno…il problema è trovare quello il cui scopo finale non fosse un altro…” “Mica ti spiacerà essere corteggiata, in fondo sei ancora una donna in splendida forma…” “Il fatto è che io vado in discoteca per ballare e non per rimorchiare…solo che voi maschietti come vedete una donna sola o accompagnata da qualche amica, partite per la vostra strada e pensate solo ad una cosa…” Come dargli torto…
”In questo momento l’ultima cosa che mi interessa è cercare un altro uomo…ho tutto quello che mi serve…posso fare ciò che voglio senza dover rendere conto a nessuno di ciò che faccio…e poi per quell’unica cosa che senza voi maschietti non si può fare, ti garantisco che dopo certe delusioni riesci a farne tranquillamente a meno…”
“Forse hai ragione…comunque se qualche volta vuoi posso accompagnarti io a ballare…” Che uscita infelice…mi sto cacciando in un vicolo cieco…meglio cambiare discorso…
Per fortuna Rosa arriva con il caffè e si accomoda sul divano al mio fianco. Non posso non ammettere che nel momento in cui si è piegata per poggiare il vassoio non ho potuto fare a meno di dare una sbirciatina dentro la scollatura….mamma mia che visione…
La ringrazio per il servizio, le chiedo quanto zucchero, la servo e gli offro una sigaretta che lei accetta volentieri. Poi facendo finta di nulla ricomincia a parlare delle delusioni che ha subito negli ultimi tempi e del fatto che faccia fatica a fidarsi ancora degli uomini. Stiamo ancora parlando quando le suona il cellulare. “Ciao Sonia…già finito?...beh se vuoi puoi fermarti a pranzo da me…no che non disturbi…ti aspetto…ciao piccola.” Era la figlia che quindi sarebbe passata di li a poco. “Era Sonia…passa tra una mezz’oretta…”. Per un fatto di discrezione preferivo che questa visita rimanesse un segreto tra me e Rosa. Proprio mentre pensavo queste cose Rosa mi anticipa:” Senti Antonio, non so cosa tu ne possa pensare, ma a me farebbe piacere fare due chiacchiere con te di tanto in tanto…però vorrei che questo possa rimanere un piccolo segreto tra noi due…per quanto riguarda la tua proposta di prima, a me farebbe piacere andare a ballare con te, ma un conto è se ci troviamo PER CASO in un locale, un conto è se ci rechiamo assieme…la gente alle volte corre fin troppo con la fantasia e non vorrei che poi comincino a circolare strane voci….”
Non sapevo che dire…era come se mi avesse letto nel pensiero…Anzi no, era come se mi avesse inaspettatamente aperto una starda dentro la quale sicuramente mi sarei buttato…
Finita la sigaretta capisco che per non rischiare strani incontri era meglio togliere il disturbo. Rosa allora decide di farmi vedere la sua nuova casa, prima di congedarmi. Mi fa vedere tutta la casa tranne la stanza da letto…”Sai, non vorrei tu ti spaventassi per il disordine…” “Non c’è problema...ci convivo da anni…” “Allora se non vuoi altro, questa è la mia alcova…” Apre e vedo la sua stanza…sinceramente di come fosse arredata non me ne poteva importare di meno…Rosa però si accorge del reggiseno caduto a fianco del letto e si china a raccoglierlo. Inutile dire che la vestaglietta non è stata in grado di seguire il movimento repentino…Mi trovo così di fronte inaspettatamente il suo bellissimo culo e noto che indossava un tanghino bianco che si infilava scomparendo tra le rotonde natiche. Se non avessi saputo che di li a poco arrivava la figlia, giuro che le avrei cinto i fianchi e l’avrei accomodata sul suo lettone…Rosa si gira come se nulla fosse. “Te l’ho detto che c’era un gran casino…beh adesso è ora che mi prepari…” Così dicendo mi accompagna alla porta. Io ancora scioccato dalla visione avevo perso l’uso della parola…“Allora ciao… spero che torni a trovarmi…magari non il giovedì mattina perché il mercoledì sera di solito vado a ballare…e poi Sonia il giovedì non lavora e spesso passa a trovarmi…” “Puoi contarci…” Scendo le scale e mi dirigo verso casa.
Il mercoledì sera c’era una sola discoteca nella zona che suonava il liscio, Dopo essere passato al bar a fare due chiacchiere e bere due birre con gli amici, decido di farci un salto. La macchina di Rosa era parcheggiata nel piazzale. Entro e mi dirigo al banco del bar. Comincio a guardarmi in giro. Ecco Rosa, è con un gruppo di amiche. Mi vede. Si alza e fa per dirigersi verso i servizi. All’ultimo cambia strada e me la ritrovo di fianco. Era vestita con una gonna lunga nera sopra la quale una maglietta scura attillata metteva in bel risalto le sue grazie. Uno spacco generoso permetteva di vedere le gambe tornite, avvolte in una calza a rete nera. I tacchi la facevano poi sembrare più alta di quanto in realtà non fosse. Era inoltre truccata, e rispetto alla mattina che l’avevo vista appena alzata, sembrava avesse una decina di anni in meno. Era a dir poco intrigante.
“Come mai da queste parti?” “Mah, cercavo una signora a cui volevo chiederle un ballo…” “E la signora credi che potrà accettare il tuo invito?” “Spero di si.. altrimenti vorrà dire che le offrirò da bere e poi toglierò gentilmente il disturbo…cosa posso offrirti?” “Un martini con ghiaccio grazie…” Inutile dire come finì la serata. Il ballo fu rimandato ad un’altra occasione, in compenso riuscimmo a finire due drink card parlando per un paio d’ore inizialmente al banco, poi su un divanetto. Ad un certo punto le sue amiche vennero a chiamarla. Lei si scuso con loro trovando e visto che non mi conoscevano, mi presentò loro come un suo carissimo cugino che non vedeva da tanto tempo. Ci salutammo, ma quella sera capii di avere probabilmente conquistato la sua fiducia. Non successe nulla, ma in qualche modo mi fece capire che stavo entrando ed ero ben accetto, nel suo mondo. Ci scambiammo i cellulari come due adolescenti e ci salutammo, non prima di averle promesso che sarei passato molto presto per bere nuovamente il suo ottimo caffè.
Trovare una mattinata libera fu un vero problema. Dovetti quindi attendere la settimana seguente. Nel frattempo le mandai qualche sms spiritoso con qualche battutina che lei ricambiò. Era mercoledì e le mandai un sms per chiederle se fosse in casa. Mi rispose che purtroppo non sarebbe rientrata prima delle 17, ma che se volevo potevo passare dopo quell’ora. Alle 17.30 puntualissimo suonai il campanello. Lei non chiese nemmeno chi fosse e mi apri. Venne sull’uscio e mi fece accomodare. Vista l’ora convenimmo come fosse più logico bere uno spumantino, piuttosto del caffè. Tra una sigaretta e l’altra, la bottiglia di prosecco finì e propose di aprirne una seconda. Ovviamente accettai. Mi disse che per la serata aveva in progetto di andare a ballare, ma che non ne aveva poi molta voglia. Fece un giro di telefonate alle amiche con cui era d’accordo ed a tutte asserì di avere un insopportabile mal di testa. L’ultima telefonata risultò però quantomeno strana. Telefonò alla figlia dicendole che sarebbe uscita con le sue amiche, che non sapeva dove erano dirette e che certamente avrebbe fatto tardi, motivo per cui l’indomani se avesse voluto passare a trovarla doveva venire dopo le 11.
Riposto il telefono, come se nulla fosse:”Ti fermi a cena?” “no grazie non vorrei disturbare…” “Ma quale disturbo… guarda che non è un invito, è un obbligo…” e mi fece un sorrisetto strano.
“ …e poi una volta non dicevi che ero la miglior cuoca del mondo?” detto questo mi diede un bacio sulla guancia e mi disse di seguirla in cucina dove si sarebbe cimentata ai fornelli. “ se non ti offendi accetto l’invito, ma preferirei passare un secondo da casa…anzi facciamo così, dammi un’oretta, vado a darmi una rinfrescata, passo di sotto al cinese e la cena la porto io già fatta…”.
Accettò la proposta. Feci tutto come da programma e mi presentai cena alla mano, bottiglia di spumante millesimato e rose. Quando mi vide sull’uscio con le rose mi venne in contro, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla bocca.
Ci accomodammo a tavola. Rosa si era cambiata e truccata. Era uno schianto. Indossava un vestito nero lungo sotto il quale si intravedeva un tanga nero i cui pizzi venivano messi in risalto ogni qualvolta doveva piegarsi. Il decolté lasciava immaginare la presenza di un reggiseno a balconcino che sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. Aveva per l’occasione indossato dei sandali molto alti neri laccati ed un collier che faceva bella mostra di se sul davanzale. Il trucco era piuttosto sobrio, non volgare, e notai che sia le unghie delle mani che quelle dei piedi erano state ripassate con dello smalto rosso. La sua visione nel complesso mi inebriava.
Cenammo e bevemmo dell’ottimo vino bianco, ma senza esagerare. Finimmo bevendo il caffè. Ci trasferimmo poi in salotto con lo spumante e due calici. Brindammo alla serata fantastica. Rosa mi disse che le sembrava di essere tornata in dietro di almeno vent’anni, io preferii evitare ogni commento che potesse in qualche modo rovinare l’atmosfera che si era creata. Ad un certo punto Rosa mi fece capire che le girava un pochino la testa e ne approfitto per sdraiarsi e poggiare la sua testa sulle mie gambe. Io cominciai a carezzarle i capelli. D’un tratto si alzò, mi diede un bacio fugace sulla bocca e mi disse di scusarla un secondo. Uscendo dal salotto abbasso le luci. L’atmosfera era fantastica. Ormai avevamo entrambi capito dove ci avrebbe portato questa serata, ma nessuno dei due sembrava avere il coraggio per fare la prima mossa. Mi decisi. Quando sarebbe tornata l’avrei abbracciata e baciata con passione. Non fu necessario. Rosa ritornò vestita solamente dei sandali e di una lunga vestaglia bianca. Mi alzai e le uniche parole che riuscii a pronunciare furono: “Sei bellissima.”. Lei si avvicinò e chiese se potevo farle un massaggio alle spalle e alla schiena. Le indicai il divano, ma lei mi disse che di là saremmo stati più comodi. Mi disse di seguirla e solo nel momento in cui si girò vidi che la vestaglia sulla schiena era completamente aperta. Inoltre potei facilmente capire che oltre a quella non indossava nessun altro indumento. La sua stanza era illuminata dalla luce di due candele e nell’aria vi era la fragranza alla vaniglia dell’incenso che stava bruciando sul comò. Si distese sul letto ed io al suo fianco comincia a massaggiarla. Andai avanti per alcuni minuti, poi il massaggio cominciò a diventare sempre più intimo. Senza dire nulla fece cadere le spalline e mi invitò a sfilargli la vestaglia. Finalmente, come in un sogno potevo vederla in tutto il suo splendore. Le erano rimasti solo i sandali allacciati alle caviglie, ma la loro presenza non faceva altro che intrigarmi maggiormente. Comicia a baciarle il collo, le spalle, poi scesi sempre più giù fino a soffermarmi sui glutei. Rosa socchiuse le gambe. Finalmente potevo intravedere la sua micina. Comincia con le mani ad esplorarle il corpo. Raggiunsi i seni, mentre con la lingua le stavo ripassando i buchetti. Rosa era un autentico fiume in piena. E ciò nonostante l’età. Non immagino come potesse essere stata a vent’anni!!!
Ad un certo punto Rosa si gira mettendomi davanti alla bocca la sua micia in tutto il suo splendore. Con la mia lingua prendo subito confidenza con il suo clitoride. L’odore acre della sua figa stava ormai superando di gran lunga quello dell’incenso e ciò mi inebriava. Il suo respiro si stava facendo sempre più affannoso. Le gambe si allargarono maggiormente. Le mie dita comiciarono allora ad esplorare il canale principale, mentre con la lingua continuavo la mia battaglia con il clitoride. Indice e medio erano già dentro Rosa. A questo punto avvicinai l’anulare al suo secondo buchetto, dove, vinta la resistenza iniziale, riuscii ad entrare tranquillamente. Scesi poi con la lingua tra i due buchetti ma lei non me lo permise, mi prese con forza per i capelli facendomi capire che il giochetto con il clitoride non le dispiaceva affatto. Stava per scoppiare, ma non era in quel modo che volevo farla venire, dopo probabilmente oltre un anno di forzata astinenza.
Mi liberai della sua presa e feci appena in tempo a togliermi scarpe, maglia e maglietta. “Dove scappi!!!” Mi prese, mi distese sul letto, finì di spogliarmi ed accolse il mio cazzo tra le sue labbra. Mi faceva impazzire!!! Leccava e succhiava con arte, ed in poco tempo mi sbrodolò tutto. Ad un certo punto sentii prima un’unghia, poi un dito fare pressione sul mio culo. Era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere, ma le lasciai fare. Lei poi pian piano risali finche le nostre bocche si incontrarono. Era il nostro primo bacio. Le nostre lingue iniziarono a giocare, scambiandosi gli umori precedentemente assaporati. Le nostre mani erano libere di toccare ed esplorare i nostri corpi. Il mio cazzo, forse per l’agitazione, o forse per l’alcool, non era al massimo del suo splendore, ma ciò in definitiva fu un vantaggio in quanto mi permise di controllarmi.
A questo punto la presi e la voltai. Quindi la attirai sopra di me. Cominciai nuovamente col baciarle il collo e stuzzicarle i lobi. Lei sembrava apprezzare, di tanto in tanto cercava la mia lingua e le nostre bocche si scambiavano baci di passione.
Con le mani mi ero dedicato nel frattempo ai seni. Erano morbidi e tendevano a cadere ai lati del suo corpo. I capezzoli erano comunque piuttosto turgidi e perfino le larghe aureole risaltavano al tatto. Scesi poi nuovamente con le mani verso la micetta che nel frattempo si era leggermente rasciugata. Bastò però il contatto con le mie mani per fare in modo che tornasse nuovamente a riempirsi dei giusti umori. Nel frattempo il mio cazzo si stava facendo massaggiare dal movimento dei suoi glutei e le sue mani, dapprima aggrappate alle lenzuola stavano ora dando una mano alle mie nello stuzzicarle la micia. Rosa si avvicinò ad un mio orecchio, mi leccò, mi morse e poi mi sussurrò:”SCOPAMI…”.
Molto lentamente la feci scendere, quindi mi alzai dal letto. “Dove vai!??” “A prendere un profilattico nel portafogli…” “Non serve…non posso più avere figli…e poi voglio sentirti dentro di me nudo, senza che tra i nostri corpi ci sia nulla…vieni…”e dicendo ciò si sdraio sul letto allargando bene le gambe…”vieni…sfondami…” Mi avvicinai al fondo del letto e cominciai leccandole un piede ancora avvolto nei sandali…poi risalii con la lingua fino alla micia per un ultimo salutino. Risalii ancora soffermandomi questa volta sulle immense tettone, poi, nel momento in cui le nostre bocche si incontrarono, anche i nostri corpi si unirono. Iniziammo una scopata lenta e passionale. Lei inarcò il grembo e piegò le gambe. Io mi alzai un attimo sostenuto sulle braccia, ma lei non mi lasciò…voleva i nostri corpi uniti il più possibile. Ad un certo punto mi spinse di lato a fu lei a salirmi sopra. Era a cavalcioni sopra di me. Lei dava il ritmo. Le sue tette venivano sballottate di qua e di la’. La loro visione risveglio del tutto il mio cazzo che si mise a rifiorire in lei. Rosa sembrava apprezzare molto la cosa. Emetteva dei lamenti che sembravano grida soffocate. Probabilmente non voleva rendere partecipi i vicini della nostra unione. Era fantastico. Ben difficilmente, avevo trovato una simile intesa sessuale con un’altra donna già al primo incontro. Sembrava che entrambi conoscessimo i giusti interruttori per far impazzire l’altro. Di tanto in tanto si inarcava ed io potevo apprezzare meglio il movimento delle tettone, mentre lei si sentiva ancora più riempita. Poi non appena si riabbassava potevo saggiare i sui capezzoloni con la mia lingua. Con le mani, dapprima impegnate nello stuzzicarle le tette, passai a cingerle lo splendido culo. Le palpavo le natiche, poi risalivo con le mani lungo la schiena, per finire col soffermarmi nuovamente tra i glutei. La cosa le piaceva, soprattutto quando con le dita mi avvicinavo e stuzzicavo il suo secondo buchetto. Poco alla volta mi dedicai allora al suo forellino. Mentre con una mano tenevo allargate le natiche, portai il medio alla mia bocca e lo leccai. Lei capendo al volo le mie intenzioni volle dare il suo benestare alla cosa e si mise il mio dito in bocca, lo baciò, lo mordicchiò e lo leccò ben bene prima di lasciarlo libero di fare ciò che entrambi sapevamo. Scesi col dito in mezzo al suo culo fantastico e comincia a stuzzicarla. Ben presto la resistenza fu vinta e riuscii ad entrare in lei con quasi tutto il dito. Stava impazzendo. Non contento feci spazio per il medio e questa volta le infilai due dita nel culo. Era ormai chiaro che stava per venire. Sarebbe stata questione probabilmente di attimi, ma poi sarebbe esplosa. Sentivo infatti la sua figa farsi sempre più avvolgente e stretta finchè ad un certo punto ci fù un autentico terremoto. Il suo respiro si fece sempre più affannoso, i suoi urletti sempre più incontrollati fino a quando dapprima il culo, poi anche la figa cominciarono a pompare come mai prima di allora avevo sentito. Stava letteralmente svenendo di piacere. Io avrei potuto tranquillamente inondarla con il mio sperma, ma cercavo di controllarmi per fare una cosa che avevo sempre sognato. Capii che era il momento di levarle le dita dal culo. Lei si staccò da me e si sdraiò esausta al mio fianco. Le salii sopra portando il mio cazzo all’altezza delle sue tette. Lei capii al volo cosa desideravo e strinse le sue immense e morbide tettone attorno al mio cazzo. Il gioco però non la soddisfaceva così, tenendomi il cazzo con una mano scivolò sulle lenzuola fino ad arrivare a mordicchiarmi lo scroto. Intanto con l’altra mano mi esplorava le natiche. Ormai ero arrivato al culmine dell’eccitazione. Prima le avvicinai nuovamente il cazzo alla bocca, poi lo ripresi tra le mie mani e sceso nuovamente sopra le tettone la inondai ci sborra calda. La riempii tra le tette, ma alcuni schizzi le arrivarono in faccia e sui capelli. Avevo avuto un orgasmo stratosferico. Poi esausto mi lasciai andare. Eravamo entrambi sfiniti. Lei si avvinghiò a me e così ci addormentammo.
Le luci dell’alba mi svegliarono. Saranno state si e no le 6. Dopo una decina di minuti mi alzai e mi diressi in bagno. Tornato nella stanza trovai Rosa rigirata su un fianco. La visione del suo culo, oltre al fatto che stesse dormendo con ancora i sandali addosso, risveglio di colpo i miei sensi. In un attimo mi misi a baciarle le natiche. Rosa si girò ed allora cominciai a leccarle la micia. In meno di un attimo la lingua scorreva immersa dei suoi umori. Con le mani le allargai le labbra e cominciai a leccarle con foga il clitoride ormai molto più che sveglio. Nel giro di pochi minuti Rosa venne ed il suo corpo di fu percorso da una serie di fremiti. Risalii lungo il suo corpo e la baciai. Rosa intanto con una mano aveva incominciato a stuzzicarmi il cazzo. Ad un certo punto scese e cominciò un pompino di quelli con la P maiuscola. In breve tempo le venni in bocca. Mentre lei ingoiava il mio corpo era percorso da scosse che mi sconquassarono. Ci baciammo nuovamente, poi decidemmo che era ora di alzarsi. Facemmo la doccia assieme baciandoci come due innamorati. “E’ stato fantastico…non avevo mai provato nulla di simile..sarà per via della trasgressione che si prova andando a letto con padre degli amici dei miei figli…sarà che sei stato dolcissimo…fatto sta che mi hai fatto oltrepassare ogni limite… Mentre mi rivestivo le osservavo il culo…già, …Pensando a ciò, e decisi che era arrivato il momento di togliere il disturbo. Ci salutammo, entrambi certi che ci saremmo rivisti molto presto…
graditi eventuali commenti…
ondatv@libero.it
saluti
antonio da otranto
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1
17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Mario e antonio i miei amori…..
Mario e Antonio sono seduti sul divano. Lo sapete che sono diventati amici? Io sono Patrizia la moglie di Mario che prima ho tradito mio marito con Antonio e poi, una volta che lui ci ha scoperti, sono stata costretta a stare con loro a vedere la TV. Loro parlavano e ridevano e io aspettavo per vedere cosa doveva accadere.
Mario mi guarda e dice: “Adesso dobbiamo festeggiare" e prima ancora che io possa replicare qualcosa lui inizia a baciarmi e a succhiarmi il lobo dell’orecchio e molto delicatamente mi prende la mano.
Sono paralizzata, un brivido come non ho mai sentito mi percorre o meglio mi invade il corpo, Antonio spenge la televisione, si avvicina e inizia ad accuparsi dell'altro orecchio portandomi le mani ai fianchi. Il tempo si è fermato. In questo momento ho quattro mani che mi passano per il corpo, che frugano, che cercano…. è una sensazione fantastica , i miei occhi sono chiusi, sento le loro mani scorrere sul mio corpo delicatamente e ancora nessuno dei due ha ancora toccato in punti " strategici".
I due amici mi fanno alzare in piedi, non riesco ad aprire occhi, il cuore batte all'impazzata, uno dei due, non so chi, si posiziona davanti e mi bacia in bocca mentre con le mani mi cintura alla vita, l’altro da dietro continua ad occuparsi del collo e dei lobi delle orecchie mentre le sue mani si posizionano sopra a quelle dell’amico in vita.
Adesso le loro mani iniziano a muoversi lentamente due lungo i miei fianchi due verso l’alto.
Le mani dell’uomo che stà davanti a me, e che ancora non ho coraggio di guardare, iniziano a sollevare la mia lunga gonna nera, mentre l’altro ha già raggiunto i bottoni della camicetta e uno ad uno li stà aprendo.La camicia adesso è tutta sbottonota, e con un gesto delicato mi viene sfilata da quello che ho dietro, l’altro intanto ha sollevato gran parte della gonna e si è già accorto che le mie gambe sono strette dentro a un paio di autoreggenti nere veramente eccitanti, mentre le mutandine, sempre nere, sono belle ma classiche con una trina in pizzo e una vasta superfice.
A questo punto, praticamente all’unisono sento dire “ Sei fantastica Patrizia, sei bellissima ed estremamente eccitante”.
Questo mi dà coraggio, apro gli occhi, davanti a me, ora lo vedo, c’è Mario, dietro Antonio, abbasso lo sguardo e capisco, dal rigonfiamento dei loro pantaloni, che, se sul fatto che sono bellissima possono anche aver mentito, sicuramente non lo hanno fatto nel definirmi eccitante.
Prendo coraggio e mi decido a muovere le mani, sono ancora impacciata ma inizio istintivamente con lo sfilare la felpa di Mario mentre loro finiscono di spogliarmi.
Un po’ con il mio aiuto e un po’ facendo da soli anche i due maschietti sono ormai in mutande, mentre a me sono rimasti addosso il coordinato e le calze. Si spogliano completamente, insieme, e si siedono sul divano, allungano le mani, mi tolgono le mutandine e mi invitano ad inginocchiarmi a terra davanti a loro. Adesso Mario mi abbassa il reggiseno, senza toglierlo per far apparire il mio seno ancora più prosperoso e Antonio si avvicina porgendo le sue labbra sulle mie. Prendo in mano i loro cazzi e inizio un leggero movimento, mi stacco da Antonio e inizio a slinguarmi con Mario.
Ho in mano due cazzi duri come il marmo, davanti a me due toraci che inizio alternativamente a baciare, muoio dalla voglia di prendere in bocca quelle due aste, ma confesso che aspetto un loro invito che non arriva. Una mano adesso mi solleva la testa, mi bacia, mi porge due profilattici e mi chiede di montarli sui loro peni. Solo adesso posso guardare con attenzione i loro membri, sono di misura normale, molto simili nelle dimensioni, forse Antonio ha un centimetro in meno di mio marito, ma niente di esagerato,sono duri come colonne di marmo e appetitosi come solo un cazzo ritto può essere. Vorrei prendere i due cazzi in bocca,contemporaneamente, ma visto che nessuno purtroppo me lo chiede, eseguo il mio compitino e ci srotolo sopra i due preservativi.
Antonio adesso si alza in piedi, mi aiuta a montare cavalcioni a mio marito e, palpandomi i seni , mi impone un lento ritmo, mentre Mario sembra più concentrato a non venire che a farmi provare piacere. Dopo pochi colpi Mario infatti raggiunge l'orgasmo, si alza e si avvia al bagno, Antonio si siede sul divano, uccello ritto e mi fa cenno di montare su di lui. Anche Antonio non dura molto, sicuramente l'eccitazione è notevole per tutti anche se io non sono riuscita a godere.
Adesso Antonio va al bagno, Mario sembra sparito forse è al piano superiore, io aspetto il mio turno, delusa sessualmente ma, tutto sommato, felice.
Anche Antonio esce dal bagno, non mi dice niente, si incammina per il piano superiore.
Entro io. Appena finito di lavarmi non ho il coraggio di uscire dal bagno, mi sento imbarazzata, poi decido che non posso passare la mia vita li e che, se qualcuno deve essere in imbarazzo, quella non sono certo io, loro hanno goduto velocemente e questo vuol dire che la mia parte l’ho fatta,mi lavo,mi ricompongo, alzo la testa ed esco. Riprendo immediatamente coraggio nel vedere mio marito e Antonio che all’apparenza sembrano messi peggio di me, forse per la ridicola durata del rapporto, si sono già rivestiti e hanno già riacceso la tv.
Nessuno dice niente riguardo a quanto successo e tutto, compresi gli argomenti, si ricollegano a quanto facevamo prima di scatenarsi, come se quei momenti non fossero mai esistiti.
Solo dopo capirò, quanto è stato importante e poco spontaneo da parte loro, i quali sicuramente non sono nuovi a esperienze di questo tipo, farmi intendere che erano dispiaciuti per la freddezza, la mancanza di preliminari, nonché per la breve durata del rapporto, che si è consumato, tutto compreso in una diecina di minuti o forse anche meno.
Sono finalmente a mio agio, vedere quei due cani bastonati mi fà sentire fiera e forte, non ho goduto,ma vengo fuori da questa esperienza a testa alta e mi sono levata una voglia.
Mi stò sbagliando !
Arriva la fine delle partite e, appreso che la nostra squadra ha vinto e bene, i due ripeteno il copione di un'oretta prima con tanto di "dobbiamo festeggiare" sussurrato all'orecchio.
Ora sono completamente a mio agio, il ghiaccio è rotto, tutto sembrava svolgersi come prima e se qualcuno ha bisogno di riscattarsi quella non sono io.
Loro sono diversi da prima, una volta che tutti ci siamo denudati, mi chiedono di rimettermi le scarpe, che mi ero tolta da sola ma che loro trovano particolarmente eccitanti, mi fanno sedere sul divano, Antonio in ginocchio a leccarmi la micetta mentre Mario monta in piedi sul divano e, senza tanti preamboli mi infila il cazzo in bocca. Cerco di ritmare il pompino con le leccate al mio basso ventre e ben presto si rendono conto, dai movimenti e dal mugolio soffocato dal cazzo di Mario che mi dilata la mascella, che ho raggiunto un’orgasmo.
Adesso siamo pari, decido allora di prendere una piccola iniziativa, visto che muoio dalla voglia di vedere due cazzi davanti a me, li faccio sedere sul divano, mi inginocchio a terra e inizio a spompinarli a turno per un tempo che non ricordo, fino a quando Antonio mi passa un profilattico, glielo infilo, lui si alza andando a posizionarsi dietro di me, mi fa alzare e inizia a penetrarmi la micetta umidissima da dietro, mentre il cazzo di Mario è sempre a disposizione della mia avida bocca. Farmi possedere alla pecorina mi ha sempre fatto impazzire, ma adesso, con uno dietro che spinge, un cazzo in bocca e quattro mani che frugano ovunque è una cosa fantastica. Mugolo e mi agito come una troiona navigata e comunque come non avrei mai pensato di fare, mentre il ritmo inizia piano piano a salire. Vorrei continuare all’infinito ma adesso anche Mario mi porge un preservativo e, anche se un po’ a malincuore, glielo monto;lui si siede sul divano Antonio sfila via l’uccello di dentro me e mi aiuta a montare cavalcioni su mio marito, ma stavolta in modo da dare a Mario le spalle e a lui,che stà davanti, la possibilità di baciarmi e toccarmi i seni.
Ho un bel pene che mi penetra, una mano da dietro avvolge un mio seno, l’altra mi stuzzica il clitoride, davanti a me un altro uomo con un bel cazzo duro che alternativamente ora mi bacia in bocca, ora mi bacia l’altro seno.
I due si scambiano varie volte il posto e ben presto mi convinco che stavolta la cosa non avrà durata breve.
Passo da un cazzo all'altro al loro comando e mentre uno si siede sul divano per avermi l’altro si mette davanti mi carezza, mi bacia, mi tocca i seni, mi aiuta a pompare visto che le mie gambe cominciano ad accusare la fatica, mi bisbiglia parole d'incoraggiamento, si delizia a toccare le mie gambe velate da quelle calze autoreggenti che fanno impazzire gli uomini.
Mario adesso chiede il cambio, si alza e va in bagno, penso che sia venuto, io monto su Antonio, ma stavolta in modo tradizionale, guardandolo, facendo si che lui possa massaggiarmi i seni e baciarmi in bocca, non capisco più niente, sono totalmente spaesata, godo e vorrei che non finisse mai.
Sento Mario tornare, fa un po' di tramestio ma non ci faccio più di tanto caso, Antonio a quel punto mi sfila il pene e velocemente si distende a terra, sul tappeto mi posiziona sopra di lui e riprende nuovamente a pompare.
Mario si posiziona vicino a noi alla mia destra, con una mano mi palpa i seni e sento che con l’altra inizia a spalmarmi qualcosa nei pressi e sopra il mio buco del culo.
Mi blocco, non so cosa fare ho paura, ma lui a già finito, si posiziona sopra di me e mi appoggia il suo pene al mio sfintere, mentre Antonio smette di pompare.
Alzo la testa,mi giro, guardo Mario e gli dico " No , il culo No ! ". In quel momento capisco cosa faceva quando è tornato, aveva posizionato un grande specchio sulla mia sinistra, mi bacia e mi dice " Guardati, guardati come sei bella e desiderata" e allo stesso tempo mi volta la testa verso lo specchio. Mi vedo, io chiusa nella morsa di due bei ragazzi come una pornostar, io davanti alla possibilità di provare un'esperienza nuovissima, io che mentre penso a tutte queste cose sento che Mario inizia a premere e non riesco a dire di nuovo no.
Avevo avuto tre soli rapporti anali con Mario, e tutti dolorosi, ma adesso no, forse anche perché Mario ha trovato come lubrificante, oltre a quello artificiale messo da lui, un bel po’ di umori della mia micetta che, vi assicuro, non aveva mai gocciolato così tanto.
Antonio è ancora bloccato, io emetto qualche smorfia di dolore, Mario da dietro inizia piano piano a farsi posto nel mio culo che ben presto prende a dilatarsi, confermando la mia sensazione che l’umettante che mi ha spalmato è veramente miracoloso.
Antonio da sotto mi bacia e mordicchia i seni, ma ancora è immobile con l’uccello dentro di me, Mario intento stà piano piano aumentando il ritmo della sua penetrazione.
Adesso le smorfie di dolore e i lamenti si trasformano in mugolii di piacere e Antonio,da sotto, riprende a pompare cercando un ritmo compatibile con quello del suo compagno.
Adesso i due hanno trovato la giusta sincronia e fortunatamente riescono a mantenerla per qualche minuto, quanto basta a farmi i loro cazzi che si strusciano dentro di me separati da una sottile membrana, quanto basta per farmi avere un altro feroce orgasmo.
Il ritmo aumenta in modo forsennato, il mio sfintere, ormai completamente dilatato è fonte di piacere immenso e quella scena riflessa nello specchio, che continuo a guardare con insistenza, aumenta a dismisura il mio godimento. Adesso veramente vorrei che il tempo si fermasse, ma purtroppo sento Mario sfilare il cazzo dal mio culo, si alza in piedi, toglie velocemente il preservativo viene davanti a me e, mentre Antonio, libero di fare come vuole,riprende a pompare a un ritmo esagerato mi mette il cazzo in bocca e viene.
Anche la sbroda non mi è mai piaciuta tanto ma adesso, vuoi anche per rispetto a Antonio che è sotto e che sicuramente non gradisce il seme dell’amico sul viso, la bevo tutta.
Non ho più freni, continuo a leccare le ultime gocce del cazzo di mio marito che si stà ammosciando davanti ai miei occhi e dico a Antonio di sbrigarsi che voglio bere anche il suo caldo nettare.
Antonio da sotto, con un gesto rapido, sfila il cazzo dalla mia topa e mentre mi siedo per ricevere la sua sborrata mi sento riposizionare alla pecorina, lo vedo nello specchio che mi monta dietro e, deciso a prendersi la sua parte di culo, appoggia l’asta dura al buco stretto e riparte a cavalcare. Mario è sempre davanti a me a farsi ciucciare il cazzo, tanto per tenere la mia bocca allenata per quando Antonio avrà finito. Anche Antonio ha deciso di venirmi in bocca, come l’amico mi assesta gli ultimi colpi decisi, poi sfila il preservativo, e senza voler disperdere neanche una goccia, mi viene davanti tenendomi il cazzo piantato nella gola fino alla fine.
Credevo di svenire. Non avevo mai goduto tanto. Non riesco a descrivere…immaginate voi, ma immaginate la cosa più positiva della vostra vita e moltiplicatela per cento.
Ci diamo una lavatina, mi rivesto, ci facciamo un caffè. Oramai siamo in tre io e Mario&Antonio
Per fare commenti scrivere a
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saluti
antonio da otranto
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
A otranto…..
Ero a Otranto in ferie con mia moglie e mia figlia, come al solito mia moglie con la bimba vanno a dormire presto, io un po’ per il caldo un po’ perché non ho sonno rimango nel giardino dell’albergo.
Sono seduto ad un tavolino da solo, mentre sto bevendo una birra, spunta una coppia sulla cinquantina, ciao come stai, bene prego sedetevi, posso offrirvi qualcosa da bere, sono degli amici conosciuti sempre in quel hotel, sono come noi clienti abituali, come noi tra l’altro.
Iniziamo a parlare di come abbiamo trascorso quest’anno che non ci siamo visti, una battuta una risata e senza accorgerci il tempo è volato.
Ormai il giardino dell’albergo e vuoto siamo rimasti solo noi, Paola si guarda attorno e ci fa notare a me e a suo marito che siamo rimasti soli, il marito fa un sorriso che è tutto un programma a lei poi si volta verso di me e con voce molto bassa mi dice : come va con tua moglie, siete molto giovani, immagino che vi fate delle belle scopate.
Io rimango un po’ allibito da quelle affermazioni, anche perché ormai sono anni che ci conosciamo e non mi sarei mai aspettato di sentirmi dire certe cose da lui, un tipo un po’ sulle sue e dall’apparenza molto riservato.
Rispondo va tutto bene ma le scopate non sono frequenti ne quantomeno belle.
Come,risponde lei a questa età non vi fate delle scopate da urlo?
No replico io, sai mia moglie è un po’ fredda, non soddisfa appieno le mie voglie e quindi sono costretto a ricorrere a soluzioni diverse.
Mi guarda e mi dice segaiolo, poi sorride con molta malizia e accavalla le gambe.
Immediatamente il mio sguardo scende per vedere le sue cosce scoperte, oddio anche prima non erano molto coperte visto che porta una mini molto mini.
Il marito si accorge che sto guardando le cosce della mogli e mi dice: ho notato che stai guardando le gambe di mia moglie, ti piacciono vero?
Un po’ imbarazzato dalla situazione sorrido e dico si.
Ci scommetto che ti fanno anche un po’ eccitare e magari stai già pensando a qualche cosa di più su vero?
Nel sentirmi dire quelle cose non capisco più niente e senza troppi giri di parole gli dico è già Franco stavo proprio pensando che una donna con due gambe così ha sicuramente una bella figa pelosa in mezzo alle cosce.
Lui che certamente non si aspettava una risposta del genere sorride e mi dice: come fai a saperlo te la già fatta vedere?
No ma non mi dispiacerebbe vederla.
Dopo un attimo di silenzio inizia a parlare Paola dicendo al marito: ai visto faccio ancora colpo sui giovanotti, non come te con quel coso moscio che ti ritrovi in mezzo alle gambe, io se voglio lo trovo ancora uno che mi scopa a dovere tu invece anche se viene una bella ragazza non scopi più visto che ti si rizza una volta al mese.
Scoppiamo a ridere tutti e tre poi Paola dice : si è fatto tardi io salgo.
Il marito dice va be salgo anch’io, si gira verso di me e mi dice tu che fai Sali?
No rimango ancora dieci minuti poi salgo.
Ok ti faccio compagnia.
Paola sale e noi cambiamo discorso finiamo la birra e ci stiamo fumando un'altra sigaretta quando ad un certo punto squilla il cellulare di Franco:pronto dimmi Paola , l’aria condizionata non funziona , lo sai che io con la tecnologia non vado molto d’accordo aspetta chiedo a Riccardo se ne capisce qualcosa.
Mi parla del problema che ha con l’aria condizionata e io capisco subito il perché non parte.
Allora richiama Paola e la avvisa che sta salendo con me per vedere di farla partire.
Mentre saliamo con l’ascensore lui mi dice: hai mai avuto rapporti con una coppia?
No perché ?
Se ti capitasse l’occasione lo faresti?
Ma che domande fai?
Sai io ho un desiderio vedere scopare mia moglie davanti a me, e poi scoparcela in due, tu saresti disposto a fare l’altro uomo?
Certo tua moglie e una gran fica e poi anch’io ho sempre desiderato fare un’ orgia, ma ad una condizione io solo con tua moglie, giusto per non fraintenderci.
Stai tranquillo non sono gay.
Entriamo in camera e stranamente c’era fresco, quindi l’aria condizionata funzionava perfettamente, la luce era soffusa, la porta del bagno rea chiusa ma non completamente.
Ci sediamo sulle sedie in camera e Franco chiama Paola, esce dal bagno con molta calma, indossa un reggiseno a balconcino che fa risaltare la sua 4^ piena di seno, uno slip trasparente nero, reggicalze e calze nere con la riga dietro.
A quel punto capisco che avevano organizzato tutto e che volevano fare una bell’orgia.
Il mio cazzo non stava più nei pantaloni tanto era diventato grosso, ero eccitato da morire avrei voluto tirarlo fuori e ficcarglielo tutto in bocca con forza fino a farla soffocare ma non volevo rovinare tutto e così con impazienza rimasi al mio posto.
Paola nel frattempo si era avvicinata a noi ed una volta inginocchiatasi davanti ci ha tirato fuori il cazzo prima al marito e poi a me, alla vista del mio cazzo (20 Cm) a esclamato è enorme, a quel punto preso dalla curiosità ho guardato il cazzo del marito per vedere quanto era grosso, era poco più della metà del mio e anche di circonferenza non era un gran che...
Dopo averli segati un po’ si è abbassata con la testa ed a cominciato a spompinare entrambi, alternando il ritmo ci stava facendo un pompino davvero da favola, dopo qualche minuto che continuava in quel modo si ferma e dice al marito che vuole farsi vedere quanto è porca e vuole infilarsi tutto il mio cazzo in bocca fino in gola, apre le sue labbra carnose e ben lubrificate dalla saliva e comincia a scendere arriva alla radice del mio cazzo poi risale poi scende giù fino a farselo arrivare in gola, ormai e presa dalla voglia di succhiare un cazzo cosi grosso che non pensa neanche più al marito.
Ad un certo punto si alza e si va a mettere sul letto a pecorina, mi chiama,io mi avvicino e lei mi supplica di scoparla.
Appoggio la mia cappella lucida e di colore violaceo alla sua vagina ed in un niente entra dentro tanto è bagnata.
Inizia a incitarmi a scoparla dai porco ficcamelo tutto lo voglio fino in fondo,dai sfondami la figa, non ho mai preso un cazzo così grosso in vita mia, mio dio come godo,sono una troia in calore ti prego spingi spaccami in due, poi chiama il marito lo fa posizionare davanti a lei e comincia a spompinarlo .
Alterna il pompino a delle frasi da vera troia ,poi ad un certo punto fa stendere il marito sul letto, si sfila il mio uccello dalla figa e si infila quello del marito, si gira e mi fa cenno di passare davanti.
Mentre si cavalca il marito inizia di nuovo a spompinarmi ma stavolta con più foga poi ogni tanto si ferma e dice che non vuole farmi venire subito poi ricomincia.
Ad un certo punto fa un cenno al marito che prontamente capisce e prende qualcosa dal tavolino vicino al letto io guardo con attenzione per capire cosa sia e vedo che è un tubetto di vaselina,
lo apre e si lubrifica il culo.
Ricomincia a spompinarmi con molta passione e con molta foga ma come prima si ferma mi guarda e dice: hei bel cazzone non vorrai venire subito lo sai che ho degli arretrati da soddisfare, poi via ricomincia a succhiare, succhia talmente forte che mi sento le palle uscire dal cazzo, inizia anche a massaggiarmi lo scroto ormai duro e gonfio, un po’ per l’eccitazione un po’ dalla quantità di sperma che mi sta facendo produrre, continua così ancora per qualche minuto poi si ferma.
Dopo qualche secondo di pausa mi si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce da porca dai adesso inculami voglio provare una doppia penetrazione, è la prima volta che lo faccio con due uomini, dev’essere bello prenderne due contemporaneamente.
Vado dietro di lei e appoggio la mia cappella al suo sfintere, inizio a fare un po’ di pressione per penetrarla ma non entra, ho paura di fargli male mi sembra troppo stretto cosi gli metto ancora della vaselina per lubrificarlo meglio.
Tento di rientrare ma niente allora lei inizia a spingere con le anche verso dietro segno che non le faccio male e che lo vuole, con un colpo secco mentre mi aiuto con le mani tirandola dai fianchi verso di me riesco a penetrarla, lei emette un mugolio di dolore e di piacere, rimane un attimo ferma e mi dice di non spingere, aspetta tesoro è enorme mi fa male stai fermo così il mio buchetto si abitua alla tua grandezza e poi ricominci ad entrare.
Dopo qualche istante sento che ricomincia a spingere verso di me, io sto godendo come non mai ad un certo punto mi incita con delle frasi da troia, si spingimelo fino in fondo, si sfondami il culo mentre mio marito mi scopa in figa, dai trapanami tutta, si trivellami il culo poi inizia a contrarre i muscoli e a urlare di piacere inizia a dire dai stalloni scopatemi più forte che sto per venire,dai dai vengoooooooo haaaa ssiiiiiii veeeengooooooo a queste parole il marito non resiste più e le sborra in figa mentre io continuo a scoparla, dai porco mio marito mi ha riempito la figa di sborra tu riempimi il culo ma io non voglio sborrarti in culo rispondo, e lei dove vuoi sborrarmi?
In bocca rispondo io allora lei si gira si sfila il cazzo del marito dalla figa si stende sul letto e mi fa salire sopra di lei, ora sono a cavalcioni sopra di lei con il cazzo all’altezza della bocca con il suo seno appoggiato alle palle, lei inizia a farmi una sega degna di una troia esperta come lei, poi se lo infila in bocca e inizia a succhiarmelo, lo sfila e mi dice che buon sapore che ha il tuo cazzo, te lo ripulisco dopo che me l’hai messo in culo, cazzo come sono troia, dai fammi bere voglio la tua sborra calda in bocca me la merito no?
Nel sentirla dire certe cose mi sono eccitato come un pazzo e sento la sborra ribollirmi alla radice del cazzo mi da ancora qualche succhiata ed ecco che annuncio il mio orgasmo.
Lei mi dice fanne tanta che voglio bere ho sete di te, dai che ti faccio un bocchino con ingoio, se lo infila il bocca e comincia a spompinarmi vogliosa più di prima io non resisto più e sborro.
Uno, due, tre, quattro,cinque fiotti di sborra calda e qualche altro spruzzetto lei non dice niente mugola ed ingoia tutto sotto lo sguardo del marito che non parla poi ricomincia a succhiare e lo ripulisce tutto se lo sfila dalla bocca e con un sorriso malizioso dice: adesso si che mi sono dissetata.
Ci stendiamo qualche minuto sul letto per riposarci un attimo poi mi alzo mi rivesto saluto e me ne vado.
Il mattino dopo ci troviamo a colazione, io sono al tavolo con mia moglie e mia figlia, lei e il marito si avvicinano per salutare mia moglie e mia figlia, e lei dice che noi ci siamo salutati ieri sera.
Poi dice a mia moglie con tono scherzoso: faresti bene a tenerlo sotto controllo questo tuo maritino ha la faccia da furbetto mi sa che quando tu vai a dormire lui si trova un’altra donna per divertirsi, scoppiamo tutti a ridere poi Paola mi guarda e mi fa l’occhiolino.
Per commenti potete contattarmi all'indirizzo : ondatv@libero.it
Ciao Antonio da Otranto
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Mario e patrizia coppia lui cuckold.....
Ho conosciuto Patrizia, all' epoca 30 anni, una donna carina non bellissima ma sicuramente simpatica e molto sensuale, dopo diversi giorni l'ho incontrata casualmente in un supermercato ci siamo messi a parlare ed è nata un'amicizia. Premesso che sono sposato, ho iniziato a corteggiarla velatamente più per gioco che per convinzione di riuscire a scoparla, mi aveva detto che era sposatissima e che aveva un bimbo piccolo, pensavo di avere pochissime chanches....
Un giorno, la rincontro nel supermercato dove lei andava a fare la spesa, ci salutiamo, e parlando del più e del meno, ad un tratto mi dice , sai Antonio, tu sei molto simpatico sabato pomeriggio ti andrebbe ti tenermi un po' di compagnia? Mio figlio dorme sino le 18 di solito e mio marito ha un' impegno hai voglia di venirmi a trovare? Io chiedevo se era sicura, perché se suo marito lo venisse a sapere potevano succedere degli inconvenienti. Lei mi rispose. e che teneva al corrente al marito che veniva un amico a trovarla e che lui non era geloso. Accetto l'invito anche se onestamente ero un pò titubante.... bhe' per farla breve arriva il sabato arrivo presso la sua abitazione, suono, e mi accoglie in tuta da ginnastica e mi fa' segno di parlare piano, in quanto il figlio si era appena addormentato, mi fa accomodare in un divano, mi offre il caffè, mi sentivo anche un po' imbarazzato onestamente....Lei e' bravissima a tranquillizzarmi e' veramente piacevole la sua compagnia ad un certo punto si allontana dicendo vado a vedere se nella stanzetta del figlio e' tutto tranquillo....al suo ritorno noto la cerniera della tuta più abbassata e si notava che non aveva più il reggiseno che segnava la tuta...il mio cazzo era diventato duro, ed ho pensato: “o questa fa la stronza o vuole scopare”, ero molto combattuto , la risposta e' arrivata da sola mi ha detto... mio figlio dorme come un angioletto non parlare che ho paura che si svegli intanto che mi parla si siede in terra davanti a me sul divano, mi abbassa la cerniera e mi tira fuori il cazzo mi trova impreparato e da duro che era mi si affloscia di colpo, mi dice di rilassarmi e mi da' un bacino sul cazzo ancora molle... mi fa segno di togliere i pantaloni....lo faccio e penso sto facendo una vera figura di merda .....lei riprende a darmi dei bacini sulla cappella, scende sino ai coglioni e inizia a leccarmeli, mi tira verso di lei facendomi allargare ancora di più le gambe e inizia a leccarmi sotto i coglioni dalla fine dei coglioni al buco del culo mi lecca e succhia mi e' tornato duro in un' attimo, l'ho presa per i capelli e l' ho guidata sul cazzo...lei subito ha preso la cappella in bocca e succhiava menandomelo una piccola pausa ci siamo spogliati e abbiamo iniziato un bel 69 , gli ho detto che non resistevo e lei a posto di spostarsi mi teneva il culo per non farmi spostare, gli ho sborrato in bocca anche l'anima. La troia non ha fatto una piega anzi....mi guardava sorridendomi. intanto che riprendo le forze lei si scusa e torna nella stanza del bambino con la scusa di guardare che tutto sia ok , ritorna, si siede in parte a me e mi dice se mi e' piaciuto. Gli dico di si e che è favolosa , e che la voglio scopare, si avvicina all'orecchio dicendomi,voglio sapere se ti proponessi un gioco .....come reagiresti? dipende dal gioco dico io ....lei risponde... senti Antonio, giochiamo a carte scoperte tu mi piaci molto e mi sei simpatico...l' avevo capito ...rispondo...lei continua io amo molto mio marito Mario che ....da cretino….. penso....si vede...lui prova piacere a vedermi scopare con altri uomini...lui e' felice di essere cornuto, io sono felice di fare la tua troia, mi piaci tu accetteresti questa situazione? io ero onestamente molto sbigottito, era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, in quel momento mi attraversavano mille pensieri per la testa, lei si riabbassa con la bocca sul mio cazzo lo succhia lui torna duro....se lo caccia tutto in bocca sino ai coglioni ......io dico sei davvero una fantastica vacca, su e giù con la bocca su tutta la lunghezza del mio cazzo un po' di volte poi si ferma.
Mi siedo meglio sul divano, lei si inginocchia su di me e si infila il cazzo nella figa , ci guardiamo in faccia, mi sussurra ....a lui piace quello che ti ho proposto....mi piace scoparti gli dico io, sei favolosa....sai cosa sono salita a fare prima? no e non me ne frega niente dico io , ferma il bacino col mio cazzo ben piantato dentro e vicino all' orecchio mi dice....stai tranquillo.....pesche ti fermi? dico io ripete stai tranquillo, mio marito è nella stanza del bambino e ci sta guardando prima sono andata la a baciarlo col sapore del tuo sperma in bocca....e riprende a scoparmi... CAZZO....esclamo ma dai non e' vero......lei ride....capisco che e' vero ma stranamente a posto di incazzarmi mi eccito di più la faccio scendere dal divano, la metto alla pecorina e comincio a pomparla con foga....sei una troia , sei una gran troia....la pompo con decisione lei viene, dai mi dice... non fermarti ...scopami ....continuo a pompare .... ha una figa fantastica...sente i miei sospiri più frequenti si sfila da me e si gira dicendomi scopami la bocca ....lo prende in bocca in ginocchio, io sono in piedi mi abbraccia mettendomi le mani sul culo e guida il ritmo dei miei colpi nella sua bocca .....sborro nuovamente nella sua gola urlandogli troia....finito di venire mi guarda e mi dice...mi piaci tanto....chiama il marito....lui viene con un sorriso cordiale e lo bacia in bocca ..... suggellando l'amicizia nata....
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Mario e patrizia ai laghi alimini
Mario e Patrizia ai laghi Alimini
Ciao a tutti sono Patrizia di Lecce e voglio raccontarvi cosa mi è successo questa estate almeno solo una delle cose che mi sono successe.
Cominciamo con le descrizioni: io sono una donna mora alta 165 occhi nocciola 2° di seno abbastanza sodo ( almeno per quello che dice mio marito Mario ) un bel sedere a pompetta, insomma piaccio abbastanza; mio marito invece e rosso di capelli occhi neri 160 un pò di pancetta che sta cercando di smaltire (anche se a me piace un sacco).Ma andiamo a noi…un giorno di luglio sono andata con mio marito ai laghi Alimini ad Otranto abbiamo percorso tutto il sentiero arrivando alla spiaggia che da sul mare aperto,in pratica un gran bel pezzo di strada. Arrivati li abbiamo scattato qualche foto che sono diventate piano piano un pò osè. Facendo diventare notevole anche la sua eccitazione data la posizione del luogo coperto anche da alcuni arbusti mi sono abbassata e uscitogli il pene ho cominciato a baciarlo, lo leccavo per l’intera lunghezza soffermandomi anche sui genitali…dopo un po’ mi ha fatta sdraiare ci siamo baciati, mi accarezzava ogni centimetro di pelle da sopra il costume, continuando a baciarmi scese pian piano fino all’ inguine dove si fermo un attimo per sciogliere lo slip,io gia ero letteralmente partita, quando mi cominciò a leccare venni in pochi secondi. Adesso lo desideravo dentro a tutti i costi e cosi fu, mi penetro dolcemente facendo in modo che lo sentissi tutto ricordo ancora che e stato stupendamente forte sentivo il suo cazzo muoversi avanti e in dietro. Dopo un po’ decisi di cavalcarlo io e dandogli le spalle mi sedetti su di lui quando mi accorsi che non eravamo soli infatti un gruppetto di uomini ci avevano notati e si stavano masturbando. Avvisai mio marito e lui mi disse che se volevo potevamo andarcene ma io continuai a muovermi e li continuavo a guardare, quando si avvicinarono vedevo i loro 7 cazzi duri che mi puntavano avevo i loro occhi addosso mentre cavalcavo mio marito il suo cazzo mi apriva totalmente ero cosi concentrata che raggiunsi un altro orgasmo. Era eccitante dare quello spettacolo a quelle persone anche se non capivo cosa dicessero si notava che erano eccitatissimi allora decisi di continuare a dare spettacolo cosi anziché continuare a farmi penetrare la fica ormai bagnatissima mi sedetti sul pene di mio marito che entro nel mio culo senza difficoltà e mentre continuavo a muovermi tolsi il reggiseno e cominciai a toccare quei bei membri ero totalmente partita li toccavo e li succhiavo a turno uno di loro si mise davanti a me entrando il pene nella mia fica ma lo fermai quasi subito lo feci alzare e accennando un no glielo presi in bocca facendolo venire dopo poco. A turno vennero tutti su di me fra seno e bocca mio marito mi fece mettere su di lui e comincio a toccarmi le tette mentre me lo rimise nella fica mi spalmava lo sperma degli altri su tutto il seno e con un dito giocava col mio ano ormai dilatato finche non mi senti penetrare di nuovo li uno dei guardoni mi stava penetrando il culo mentre mio marito aumentava i colpi nella mia fica, ero in estasi quando li senti sborrare assieme nei miei buchi venni per un ultimo orgasmo cosi intenso che mi lasciò senza forze quando mi ripresi erano tutti andati via e mio marito mi coccolava dolcemente dopo poco ci buttammo nudi in mare per ripulirci e andammo via contenti di questa nuova avventura durante il ritorno gli confessai che era una mia fantasia quella appena vissuta e lui si eccito tremendamente al punto di fermarsi in una piazzola di sosta e prendermi ancora una volta.
La storia finisce qui pero mi sono decisa dopo quel giorno che forse anche lui potrà realizzare una sua fantasia fatemi sapere esclusivamente via e-mail cosa ne pensate.
l’e-mail è
ondatv@libero.it
un abbraccio
Antonio
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2
17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Il diario di mario
Venerdì sera.
Patrizia e Antonio hanno rotto il ghiaccio. Si sono baciati e toccati, hanno pomiciato un po’ in soggiorno, ma senza esagerare, perché c’erano i bambini in casa. Io non ho visto nulla, poiché stavo con i bambini in un’altra stanza.
Il bambino di Antonio è un compagno di scuola di nostro figlio. Grazie all’amicizia dei bambini siamo diventati amici anche noi genitori e da un po’ di tempo ci frequentiamo in maniera sempre più assidua e intima.
Stasera Antonio era a cena da noi col figlio, poi i piccoli sono andati a giocare in un’altra stanza, mentre noi adulti prendevamo il caffè e facevamo discorsi molto piccanti.
Antonio è divorziato e vive a due isolati da noi. Per un po’ ha corteggiato discretamente Patrizia, poi alcuni giorni or sono presi coraggio e gli dissi che poteva farlo apertamente. Lui capì. In seguito, durante un colloquio molto confidenziale, gli confessai che Patrizia ed io parlavamo da tempo di fare un’esperienza di sesso a tre, ma non avevamo mai trovato il tipo giusto. Quell’uomo m’ispirava fiducia, così gli parlai a cuore aperto, inoltre vedevo in lui il tipo giusto, perché Patrizia ne era attratta. Da tempo parlavamo di lui, a letto, e lei si scaldava parecchio quando le dicevo che volevo vederla scopare con lui.
Stasera prendendo il caffè abbiamo parlato di questo. Per me era molto eccitante essere arrivati a quel punto, con mia moglie che diceva sì al suo pretendente e gli lanciava sguardi d’intesa e desiderio. Ho detto a Antonio che poteva baciare mia moglie, però c’era il pericolo che i bambini arrivassero da un momento all’altro, così io sono andato a giocare con loro per controllarli. Non sarebbe stato bello che mio figlio sorprendesse la mamma che baciava il padre del suo amichetto.
Più tardi, dopo che gli ospiti se ne sono andati, Patrizia ed io abbiamo giocato a “moglie puttana e marito cornuto”. Eravamo molto su di giri. A letto ci siamo divertiti.
Sabato mattina.
Noi padri abbiamo portato i bambini dalla madre di Antonio, al mare. Ci resteranno per tutto il fine settimana. In pratica ci siamo sbarazzati di loro in modo da essere liberi di spassarcela. Abbiamo lasciato i bambini alla nonna e siamo tornati indietro. Patrizia ci stava aspettando a casa.
In macchina, sulla strada del ritorno, abbiamo parlato di lei. La prospettiva del sesso a tre ci metteva entrambi in uno stato di piacevole tensione. Ho detto a Antonio che io vorrei guardare. Gli ho spiegato che Patrizia mi ha sempre assecondato, in linea di principio, ma si è decisa a fare sul serio solo dopo aver conosciuto lui.
“Le piaci molto,” gli ho detto.
Gli ho chiesto se mi faceva vedere l’uccello e lui lo ha tirato fuori dai pantaloni senza esitazione. Notevole. Un superbo regalo per mia moglie. Poi gliel’ho toccato. Antonio guidava, ha rallentato l’andatura e ha lasciato che glielo prendessi in mano.
“Vuoi succhiarlo?” mi ha chiesto.
Ha indovinato. In effetti ne avevo voglia.
La macchina di Antonio ha i vetri oscurati, il traffico era scarso, lui ha tirato un po’ indietro il sedile per lasciarmi posto. Mi sono calato giù fra il suo addome e il volante e gli ho preso il cazzo in bocca. Non lo avevo mai fatto prima e mi è piaciuto. Avrei voluto masturbarmi mentre poppavo e ho desiderato che lui mi venisse in bocca, ma dovevamo lasciare intatta la nostra carica di libidine per scaricarla su Patrizia. Non potevamo concederci l’orgasmo, quindi ci siamo trattenuti, però abbiamo deciso di vederci da soli quanto prima, in modo che io possa fargli un pompino completo.
Patrizia sa tutto delle mie fantasie da cornuto guardone, ma non le ho mai confessato questa tentazione così imbarazzante per un uomo. Non so come reagirebbe se la conoscesse, quindi ho fatto promettere a Antonio che non le avrebbe detto nulla.
Sabato pomeriggio
Arrivati a casa, abbiamo trovato Patrizia vestita con l’indumento più sexy del suo guardaroba, un negligé di pizzo che copre e non copre, che dà risalto alle sue curve. Immaginavo che avrebbe indossato quello… le ho detto mille volte che le sta da favola.
Già il loro primo bacio mi ha sconvolto. Che donna! Con la massima disinvoltura ha messo le braccia intorno al collo di Antonio e lo ha baciato a lungo. Mi ha quasi ignorato. È sembrata ricordarsi di me soltanto al termine del lungo bacio. In realtà sono stati una serie di baci in sequenza, interrotti da brevi frasi sussurrate sul tipo “mi piaci”, “ti desidero”, “sei bellissima”.
Poi Patrizia si è ricordata di me e mi ha chiesto: “Come va?”
“Benone,” ho risposto.
“Non sei geloso nemmeno un po’?”
“No,” ho negato, in parte mentendo, perché la gelosia è una componente dello stato d’animo del cuckold, che però contribuisce ad aumentare la sua libidine.
A dimostrazione che non ero affatto geloso, io stesso le ho tirato giù le spalline della veste scoprendole il seno.
“Guarda che invece dovresti essere un po’ geloso, perché Antonio mi piace moltissimo,” ha detto lei fissandomi negli occhi.
“Meglio così,” ho sentenziato facendo pressione sulla nuca di lui, spingendolo a chinarsi a baciarle le tette.
Pochi minuti dopo eravamo nudi, al massimo dei giri. Avevo un’erezione superba, ma Patrizia mostrava interesse soltanto per l’erezione di Antonio. Loro erano distesi a letto, avvinghiati, io in piedi che mi masturbavo.
Preliminari ridotti al minimo. Patrizia ha implorato la penetrazione e Antonio l’ha assecondata affondandole dentro e sbattendola con vigore. Lei boccheggiava gemente e ogni tanto m’informava che stava godendo da impazzire. Niente precauzioni anticoncezionali, Patrizia prende la pillola. Sia lei che io abbiamo esortato Antonio a venirle dentro.
Il mio proposito era d’aspettare che lui la riempisse per poi prendere il suo posto. Mi sarebbe piaciuto scivolare in lei sentendola lubrificata dallo sperma dell’altro, ma non ho resistito e sono venuto prima, cioè quando ho visto la smorfia di devastante piacere sul volto di Patrizia, che intanto mi diceva di sentire dentro di sé gli schizzi dell’eiaculazione che la inondavano. Allora mi sono messo davanti a lei e le ho sborrato in faccia. Dopodiché siamo crollati esausti.
Mentre si puliva la faccia con un fazzoletto, Patrizia mi ha ripetuto che un po’ geloso dovrei esserlo, perché scopare con Antonio le piace da impazzire… e certamente lo farà spesso in futuro.
Sabato sera.
Dopo cena abbiamo guardato la televisione. Patrizia stava seduta in mezzo a noi sul divano e giocherellava con i nostri cazzi. Abbiamo ricominciato a scambiarci effusioni sempre più spinte. Stavolta mia moglie era imparziale, tubava tanto con me quanto con Antonio, anche se a un certo punto a lui ha detto “lo voglio in bocca” e a me ha detto soltanto “fatti una sega”. Comunque a me andava bene. Io stesso la invitavo a riservare le premure più calde all’ospite. Il sessantanove, per esempio, lo ha fatto con lui.
Vedere il cazzo di Antonio nella sua bocca mi ha sconvolto di libidine. Credo che per me non ci sia visione più esaltante delle labbra di mia moglie che fasciano un bel cazzo. Soprattutto se lei, mentre lo succhia, mi fissa negli occhi, e leccandolo mi sorride.
Questa volta i preliminari sono stati lunghi. Ho partecipato anch’io, sia pure in maniera abbastanza marginale. Patrizia ha detto che come gliela lecca Antonio io me lo sogno. In effetti non sono un bravo leccatore. Ma va bene così, non m’interessa primeggiare, voglio solo che lei se la goda.
Le combinazioni delle posizioni e gl’intrecci di membra sono stati molteplici. Ogni tanto mi capitava di sfiorare il grosso e duro fallo del nostro amico, e non posso dire che ciò avvenisse per caso. Stavo attento che Patrizia non se ne accorgesse, ma evidentemente deve essersi avvista di qualcosa.
Lei ha fatto sedere Antonio su una seggiola, poi gli è andata sopra, lo ha cavalcato e si è letteralmente impalata. Ha cominciato ad ancheggiare, affinché il cazzo si muovesse dentro di lei. Mi ha sussurrato che godeva, che ce l’aveva tutto dentro, ma non c’era bisogno che lo dicesse, lo si vedeva benissimo. Era completamente aperta a gambe larghe sopra di lui, penetrata, e lo scopava.
Io la carezzavo, la coccolavo, la chiamavo amore mio, puttana, compiacendomi della sua lussuria e godendo del suo piacere. Mi tradiva, eppure mi rendeva felice. In realtà non si trattava di un tradimento, anche s e a me piaceva pensare che lo fosse.
Da dietro le premevo l’uccello sulla schiena e le palpavo le tette. Ho toccato là sotto dove avveniva la congiunzione fra la mia femmina e il maschio estraneo che la prendeva. Ho lambito le labbra della vagina e il fusto di carne che le violava. Ho sfiorato fugacemente le palle di Antonio.
“Amore,” mi ha domandato Patrizia all’improvviso, “mi sbaglio o il cazzo di Antonio piace anche a te?”
Io non ho risposto. Mi sono sentito come un colpevole che credeva di farla franca e invece viene scoperto. Il sospetto di lei era fondato, non avrei saputo negarlo.
“Sai,” ha osservato lei continuando ad ancheggiare sinuosamente contro l’addome di Antonio, “non troverei scandaloso se tu volessi giocarci un po’.”
Ha sorriso. Non un sorriso beffardo, ma pieno di malizia, complice, allusivo.
“Magari potremmo giocarci insieme,” ha aggiunto mostrandomi la lingua.
Poi si è piegata a baciare Antonio. Baciava il suo stallone e lo scopava, gli mugolava in bocca, gli alitava sulle labbra. Accelerava gradualmente il ritmo ondulatorio dei fianchi, nella cavalcata finale verso l’orgasmo.
“Hai qualcosa in contrario,” gli ha sussurrato, “se mio marito te lo lecca insieme a me?”
“No… niente in contrario…” ha risposto lui.
In quel momento si è sciolto qualcosa dentro di me, come se crollasse l’ultima barriera che imprigionava la mia natura. Ero libero. Con una donna come Patrizia potevo sentirmi libero di manifestare le inclinazioni più segrete.
Le ho preso il viso fra le mani e l’ho baciata. Un bacio famelico, lievemente ostacolato dai sussulti che Antonio le imprimeva colpendola da sotto.
“Voglio baciarti così quando hai la bocca piena del suo sperma,” le ho detto.
“Mmh sì,” ha mugolato lei. “Lo faremo, sì… ci divideremo questo bel cazzo… ci faremo schizzare entrambi… ma non adesso… ora lascialo alla mia fica… oh amore, come mi chiava bene… ora lo voglio nella fica…”
Mi sono tirato indietro e ho ammirato il culmine della loro fornicazione. Potevo darglielo da succhiare, oppure incularla, sapendo che lei avrebbe gradito prendere due cazzi contemporaneamente, ma non ho voluto distrarla dal godimento intenso che scorgevo nei suoi occhi, per cui mi sono masturbato spargendo il mio seme sul pavimento.
Sabato notte.
Loro stanno dormendo. Io non riuscivo a prendere sonno, sono andato nello studio e mi sono messo al computer a scrivere queste righe.
Domani sera andremo al mare a prendere i bambini dalla madre di Antonio e il nostro caldo week-end finirà, però abbiamo ancora una giornata davanti a noi.
Scrivere queste righe mi ha di nuovo eccitato. Sto pensando d’andare di là e succhiare l’uccello a Antonio mentre lui dorme, così magari si sveglia e ricominciamo. La prima cosa che Patrizia vedrà svegliandosi sarà il cazzo del suo amante nella bocca di suo marito. Penso che le piacerà. Così per una volta sarà lei a guadare.
fatemi sapere esclusivamente via e-mail cosa ne pensate.
l’e-mail è
ondatv@libero.it
un abbraccio
Antonio
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3
17 anni fa
versoilsole, 50
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Donna x un giorno
Ci conoscevamo da sei mesi....Carlo, un uomo maturo di 52 anni con una splendita moglia 40 che solo a guardarla mi faceva arrapare.. e lei lo sapeva ma in fondo immagino anche lui.. Dopo aver fatto il corso insieme si era istaurata una discreta e sincera amicizia e spesso si andava a fare sport insieme..e poi ci si attardava a prendere da bere e li si cadeva sempre sui soliti discorsi sex e ambigui..cosi quella famosa sera non mi parve x nulla strano il suo invito a bere qualcosa di freddo a casa sua..(mi aveva gia detto che la moglie era fuori,,purtroppo). Avevo notato ,però, che lui da tempo faceva sempre delle allusioni..non troppo velate sulla bisessaulita sul sesso trA UOMINI E SUL TRAVESTIRSI..E DICEVA CHE X SOLDI TUTTO CI SAREBBERO STATI..E COSI VIA ANCHE QUELLA SERA CON i soliti discorsi..ma forse complice il vino stavolta suscitavano una certa aria si sensualita ed eccitazione.. dopo diversi bicchieri con molta no chalnce mise i soldi sul tavolo e mi disse..”senti quei soldi sono tuoi se mi accontenti in una mia ideuzza..” Un po perplesso chiesi di che si trattava,.. Lui con tranquillita ed eccitazione mal celata mi disse “vai nella camera da letto e li troverai uno scatolo..aprilo e indossa tutto cio che c’e dentro senza fare domande e poi vieni qui….” Mi alzai e con aria di sfida presi i soldi e andai nella camera da letto..ma aperta la scatola rimasi di stuccco..c’era un intero vestiario della mia taglia x trasformarni in donna..perizoma, autoreggenti reggiseno, corpetto ghepierre, parrucca , rossetto e trucchi.. e sotto un messaggio..diceva se sei veramente troia come credo mettili e avrai un’altra bella sorpresa…Stizzito stavo x andare a dirgliene 4 ma notai nei mieei slip una eccitazione..e cosi complice il vino..accettai la sfida e mi preparai con la massima calma in modo da farlo eccitare al massimo.
Finito mi guardai allo speccio e ad eccezione del mio essere piu o meno villoso..sembravo un’autentica troia credetemi..cosi vestita tornai di la.. Ed ecco altro stupore..lo trovai lì seduto tutto nudo e con il suo cazzo, niente male in tiro. Ci guardammo con aria da sfida..e lui disse..”mmmm lo sapevo sei un’autentica troia in calore..ora vedo che sei alche eccitato..ho ancora un’altra proposta da farti.”.e cosi dicendo notai che in mano aveva da un lato altri soldi e il cellulare nell’altra. Dissi, mettendomi a gambe aperte e le braccia ai finchi ..”sentiamo”… Lui molto eccitato mi disse che se ero disposto a fargli da donna x alcune ore e a soddisfar tutto cio che voleva..mi avrebbe regalato altri 200 euro e il giorno dopo sua moglie sarebbe stata a mia disposizione tutto l’intero giorno. A QUELLE PAROLE il mio cazzo svetto e gli dissi ok ma chiama subito in viva voce tua moglie e accordiamoci.. lui lo fece dicendole..”cara sai ci ho pensato…va bene se vuoi farti christian ok domani ti concedo tutto il giorno..” Stupito capi il trucco..la moglie gli aveva chiesto che voleva far sesso con me e lui ha cercato di sfruttare l’occasione..ma ormai eravamo in ballo e cosi finita la telefonata..mi disse “ora che siamo accordati e hai preso i soldi vieni qui..” Mi avvicinai e non appena fui davanti a lui me lo tiro fuori e inizio a succhiare e leccare ..devodire che era veramente in gamba e mentre faceva questo si bagno un dito e me lo spinse tutto dentro il mio culo ancora vergine, non lo sarebbe stato ancora x molto. I fumi dell’alcol e l’eccitazione mi stavano veramente acendo ansimare e lui se ne accorse e capì che era il momento x osare..allora mi spinse giù in ginocchio e, senza preanboli, mi spinse la sua cappella in bocca… Inizialmente ebbi un conato di vomito ma lui spinse la mia testa più in giu e mi disse prova a muver la lingua e ad ingoiare la saliva..vedrai ti piacerà è facile..
Effettivamente più il tempo passava e piu provavo piacere..allora ricordandomi come mi piaceva essere toccato inizii a lavorar quel cazzo con una maestria degna di una mignotta..ormai persi i freni inibitori leccavo il cazzo succhiavo le palle e ormai fuori di me leccai anche il buco del culo e gli infilai un dito dentro.. lui parve gradire..Dopo circa un quarto d’ora di questo lavoro senti le parole che temevo e volevo nello stesso tempo..”è ora di chiavarti TROIA” girati e rimani carponi .. lo guardai ma il suo sgurdo era autoritario ma pacato mi girai , pensai,… tanto ormai 30 e uno 31.. mi riempi di vasellina tutto il buco e mi piaceva come andava su e giùù ad un tratto senti la sua cappella che sembrava enorme bensì avessi cmq visto che avevo il cazzo più piccolo del mio.. pian piano spingeva e si allontanava ..sentivo il culo dilaniato ma dopo il primo dolore iniziai a sentire piacere tanto da assecondare i movimenti e addirittura di incitarlo.. lui mi disse..ora ti farò definitivamente troia girati e sdraiati..cosi veci e dopo un secondo mi ritrovai con le gambe sulle sue spalle e lui che entrava ed usciva del mio culo mentre mi segava.. in poco tempo senti che si irrigidiva lui usci da dentro me e si mise a mo di 69. come un indemoniato inizio a spompinarmi e mi disse ora bevi la mia sborra,… incerto ma al culmine dellìeccitazione svuotai la mia sborra che lui bevve tutta e mentre anche fiotti sborra finivamo nella sua gola lui sparo dntro la mia bocca il primo fiotto che ingoiaii subito e cosi continuai pulendolo tutto meglio di una donna.. Restammo li un po..poi ci vestimmo e ci sedemmo in salotto a bere qualcosa. Lui mi disse domani potrei fare ciò che vuoi con mia moglie, ed infatti solo in giorno dopo scopri che ne era valasa la pena. Lui continuo dicendomi..” ti andrebbe di scopare come una donna quando voglio e come e con chi voglio ed in cambio riceverai mia moglie anche x piu giorni e il denaro e caso mai altre donne..” L o guadai pensieroso che voleva intendere altre donne e denaro proporzionato al numero…comunque accettai…e di li a breve capi cosa intendeva……
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17 anni fa
misterious168284, 39
Ultima visita: 12 anni fa -
Lecce: mario marito demotivato
Cominciò così: Patrizia una moglie molto seria, dedita al lavoro e alla casa, attenta a non farmi mancare alcunché però assolutamente non "trasgressiva" a letto. La nostra intesa sessuale inizialmente era stata buona, in particolare da fidanzati, purtroppo con l'andar del tempo, dopo il matrimonio, era subentrata la noia. Una sera, guardando un film in tv, per niente pornografico ma raffinatamente erotico ("Bella di giorno" di Bunuel), iniziai a toccarla dolcemente, a masturbarla. Non distoglieva lo sguardo dallo schermo e mi lasciava fare, la sentivo eccitata. Incoraggiato dalla situazione, complice quanto scorreva sullo schermo, mi avvicinai al suo orecchio e le chiesi, quasi sussurrando, se non avesse mai avuto delle fantasie riguardo all'andare con estranei, se non le fosse mai capitato di desiderare, anche solo per un momento, di fare sesso con un altro uomo. Il film tratta appunto di una donna insospettabile che, di giorno, si prostituisce per piacere e gode nell'essere trattata e pagata da puttana di lusso. Non mi rispose ma quasi subito ebbe un orgasmo. Poi prese la mia mano e la allontanò con un certo imperio. Quella notte non riuscii a prender sonno. Tentai di parlarle: il suo atteggiamento fu di chiusura; m'invitò a dormire dato che il mattino avrei dovuto, come sempre, alzarmi di buonora (sono insegnante in una scuola distante da dove abito). Passarono diversi giorni, forse un mese, senza che m'azzardassi a parlarle delle mie fantasie. A letto raggiunsi quasi l'impotenza e i veri stimoli m'arrivavano dall'immaginare la mia amata nelle situazioni più oscene, in particolare mi eccitavo pensandomi cornuto, con lei che mi tradiva. Mi piaceva pure fantasticare in chiave sadomaso: lei legata e abusata in mille modi con me passivamente presente. La domanda che entrambi ci ponemmo fu se, effettivamente, per non far naufragare la nostra unione avremmo dovuto dar vita a fantasie così spinte, con l'incognita - forse malefica - di un cambiamento radicale del nostro stile di vita più intimo o se limitarci nella condivisione di pensieri sconci. Le nostre paure erano più che giustificate: avvertivo che lei si stava, in un certo senso, violentando, andando contro le sue convinzioni morali, per non perdermi; mi parlò del suo terrore di vedermi reagire brutalmente o di assistere al mio disinamoramento sapendo di un suo reale tradimento. La rassicurai su tutta la linea; il nostro matrimonio poteva andare in crisi se non riceveva degli stimoli; se nuove emozioni non lo avessero ravvivato. In cuor mio ero ugualmente preoccupato: immaginarla con un altro uomo mi eccitava enormemente ma se poi se ne fosse innamorata? Stavo forse preparando la frantumazione della nostra unione? Oppure continuando col solito tran tran avremmo sì, in quel modo, causato la nostra separazione? Parlammo dei nostri timori e convenimmo che sarebbe stato meglio iniziare questo nuovo viaggio tenendo il più possibile separati affettività e sentimenti amorosi da sesso e lussuria. Decise che sarebbe accaduta casualmente la sua scelta "cornificatrice" - con o senza la mia presenza - e che, in ogni caso, m'avrebbe raccontato tutto subito. Da parte mia non dovevo assolutamente andare con altre donne tranne che in situazioni di eventuale scambio dei partner, con lei sempre presente.Passarono due tre mesi dalla nostra presa di posizione, tanto che temetti un suo ripensamento. Ero in macchina, di ritorno da scuola, quando squillò il cellulare e comparve il numero di mia moglie. Sentii la sua voce consigliarmi di accostare piuttosto che ascoltare col viva voce mentre guidavo. Imbucai una stradina laterale: la sua voce era strana, come alterata. Ebbi paura per un attimo che le fosse occorso un incidente. Poi capii: ansimava, le frasi erano spezzate, mugugnava. “Amore, adesso sei cornuto! Mi stanno scopando ... Sto scopando con un cazzo enorme nella figa ... Aaaggghhh ... E' bellissimo, è durissimo! Tira fuori il tuo cazzetto e comincia a menartelo. Questo sì che è un vero cazzo! Dai, fatti una seghetta mentre mi sfondano. Stasera sentirai come sono larga. Il tuo ci ballerà dentro!” Me lo menavo all'impazzata. Non avevo bisogno di chiedere cosa succedeva; la cronaca era in diretta con tutti gli effetti sonori del caso. Sentivo un po' lontana la voce del fottitore. Le dava della troia, della vacca e lei mugugnava, sospirava, pregava di sfondarla. Poi la comunicazione s'interruppe. Mi ero segato all'impazzata e avevo imbrattato i pantaloni. Era stato un orgasmo intensissimo e la testa mi girava. Solo allora realizzai d'essere in una pubblica via, per fortuna deserta. Realizzai pure che erano le tredici e trenta, che mia moglie per le quattordici di solito era a casa: cosa significava quel "stasera"? Sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio? In effetti la casa era deserta. Mangiai pochissimo, da solo. Avrei dovuto mettermi al lavoro, correggere un quintale di compiti ma lo stordimento, l'emozione mi portavano a pensare solo a quella telefonata. Lo stomaco inizialmente s'era chiuso come se una mano, con stretta ferrea, avesse tentato di strapparlo. Poi il cazzo aveva evidenziato il forte eccitamento e uno strano languore aveva preso il posto della sensazione dolorosa all'apparato digerente. Avrei voluto masturbarmi: tutte le volte che ripensavo al mio amore sfondato da un cazzone sconosciuto, mi sembrava d'essere lì lì per eiaculare. Volli trattenermi per la serata, per lei. Le ore passavano lentissime. Sentii aprirsi la porta d'ingresso verso le ventidue. Le corsi incontro. Era sorridente. Mi saltò subito al collo e mi baciò fiondandomi la lingua fino alle tonsille. Mi palpò il cazzo turgido. La tastai sotto la minigonna. Non portava biancheria, era nuda, solo le autoreggenti, era bagnata. Mi portai le dita al naso e mi anticipò: “ E' la sua sborra - sì, disse proprio così, "sborra" quando invece era solito chiamarlo "sperma" - mi ha scopata persino qui sotto casa, nell'androne. Mi ha riempito tutta, in bocca e ... E anche nel culo!” Mi succhiò con aria lasciva le dita intrise di sborra e dei suoi umori ficali. Non m'aveva quasi mai concesso la via anale. Allo sconosciuto aveva concesso tutto. “Ti devo dire una cosa ... Una cosa importante.” Mi allontanò d'un po' per potermi osservare meglio. Mi fissava. Era titubante, temeva, era chiaro, una mia reazione negativa. “Lo abbiamo fatto in tutti i modi e lui è venuto, come me, molte volte. Ecco ... Noi ... Io, beh non abbiamo preso precauzioni ed io ho voluto che mi sborrasse dentro, nella figa. Volevo godere ed ho goduto come una pazza, come ... Una troia!” Non le diedi tempo per continuare. L'attirai di nuovo a me e la baciai con violenza e con amore, sì, l'amavo infinitamente. Glielo dissi e glielo ripetei non so quanto. Mi teneva stretto il viso tra le mani e contraccambiava in continuazione esclamando: “Ti amo, ti amo!” quasi volesse rassicurarmi. Preparai il bagno e la lavai. La lavavo e la coccolavo. Era la mia dea. Ci coricammo dopo una breve cena consumata con lei sulle mie ginocchia. Non le chiesi alcunché dell'avventura, dello sconosciuto. A letto, mi promise di sua iniziativa, avrebbe raccontato "quasi" ogni cosa. Eravamo coricati, abbracciati nudi. “So che ti piacerebbe sentir raccontare tutto mentre mi scopi ma, amore mio, sono esausta. Se vuoi rimandiamo scopata e racconto a domani oppure adesso parlo, ti sego e, se proprio, ti faccio venire in bocca.” Optai per la sega. Seppe eccitarmi come non m'era mai accaduto. Le dissi della sborrata in auto e mi baciò come per ringraziarmi. Continuò ragguagliandomi su chi fosse l'uomo su come s'erano conosciuti - era Antonio il nostro amico di famiglia sua moglie era in vacanza con la figlia “Senti ...” Io pensavo al problema del possibile ingravidamento. “Il prossimo venerdì sera vuole che esca con lui.” Mi stava prospettando una relazione continuativa, si stava facendo un amante fisso. Non gradivo molto la cosa. Mi strinse il cazzo più forte aumentando il su e giù della mano. “Sì, la cosa mi attira e mi arrapa. Se vuoi che diventi un vera troia, dovresti farmi provare ... , ha degli amici, dei maiali come lui. Senti come ti è diventato duro: sei proprio un cornuto. Abbiamo parlato di te. Gli ho chiesto di farti ...” “Partecipare?” “No, per adesso attivamente no, ci intrigherebbe qualche volta farti guardare. Senti, se m'ha messo incinta che facciamo? Io ..., io lo terrei.” “A una condizione: che con lui non nasca una classica relazione da "amanti". Se ti crescerà la pancia, scoperai anche col pancione.” “Ok! Stai per venire, te lo prendo in bocca, sborrami in gola mio amore cornuto.”
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Con elena conosciuta in treno
Come al solito ero arrivato in netto anticipo alla stazione. Ma non conoscendo bene Cesena, non sapevo di quanto tempo avessi bisogno per arrivare alla ferrovia e prendere il treno per Lecce. Giornata bella, fresca e solare. Decido quindi di aspettare il treno fuori, seduto sulle fioriere vicino al parcheggio dei taxi.
Poco oltre, una decina di metri, noto di spalle una donna, una bruna intenta ad armeggiare con la sua scollatura. Si gira ma non riesco a far finta di nulla e continuo a guardare, se ne accorge, incrociamo gli sguardi e un po’ imbarazzati ci sorridiamo. Una bella donna, probabilmente sulla quarantina e dotata di un bel seno grande e tondo. Se ne stà li tranquilla a sistemarsi il reggiseno affondando le mani tra le tette. L’orologio della stazione mi ricorda però che il tempo è volato e il treno sta arrivando.
Salito a bordo trovo finalmente un paio di posti liberi, sistemo le mie cose e mi siedo. Stanco, un po’ accaldato per la corsa, mi addormento come un sasso per essere risvegliato ormai a Pescara dal controllore. Il posto affianco a me è occupato. Consegnando il biglietto mi accorgo che la mia vicina è proprio la signora che avevo visto a Cesena, a confermarlo è la scollatura e la vista di quelle magnifiche tettone. Ci sorridiamo ancora e iniziamo a parlare. Con mio grande stupore mi dice:
“Quando hai consegnato il biglietto e mi hai visto hai fatto la stessa faccia ammirata di Cesena. Ho notato che mi hai riconosciuto”.
Visto l’attacco deciso, persa la naturale diffidenza passo subito al tu “Bhe, non è stato difficile riconoscerti. Scusa per prima ma sono andato proprio in fissa”.
“Guarda che non mi spiace per nulla, sei un bell’uomo e certe attenzioni fanno proprio piacere”.
Nei kilometri fino a Lecce parliamo di noi, della nostra vita. Scopriamo che lavora per un negozio vicino casa mia, dove si stà recando per ritirare del materiale, e che poi sarebbe partita quasi subito per le vacanze. Con qualche sacrificio economico era riuscita a programmare una settimana di mare a Torre del’Orso. Prima di arrivare in stazione mi invita ad andarla a trovare in negozio il giorno dopo, verso le 18, in modo che potesse terminare l’inventario, chiudere il negozio e bere poi qualcosa assieme.
Il giorno dopo, ore 18.02, ero davanti alle vetrine a bussare sui vetri visto che per il pubblico era già chiuso. Del negozio avevo già sentito parlare, era specializzato in calzature sexy e abbigliamento da cubista, una specie di paradiso per un amante come me dei tacchi alti. Finalmente Elena viene ad aprirmi, con il suo solito sorrisone e la scollatura invitante. Non riuscivo però a tenere più a bada le mani. Aveva un top più scollato di quello del giorno prima, una minigonna nera, dei sandali trasparenti altissimi e due cavigliere piene di ciondoli. Troppo. Vestita così andiamo a prendere un aperitivo nel bar davanti al negozio dove ovviamente lei non passa inosservata. E’ tutto un sottile gioco di sguardi, di inviti e di provocazioni nei miei confronti. Non posso non farmi audace e l’eccitazione monta di conseguenza. Rialzandomi dalla sedia la mia erezione è chiaramente visibile e ad Elena non sfugge. Rientriamo nel negozio, la seguo nel magazzino, talmente vicino che quando si ferma sbatto contro il suo sedere. E’ tutto pronto.
Lei si gira, mi guarda e maliziosa dice “finalmente, ora fammi vedere di cosa sei capace e se ti meriti la mia attenzione. Ti dico subito che sarai capace saprò offrirti molto”. Non mi servivano certo quelle parole per eccitarmi ancor di più. Si siede sul bancone aprendo le gambe brunite, tra le cosce nulla, solo la nuda pelle liscia. Mi inginocchio leccandola accuratamente. Ha un clitoride particolarmente grande e sensibile e dopo pochi colpi di lingua è già bagnata. Adoro quel sapore, adoro far godere una donna con la sola lingua. Il succo corre giù per le gambe, con la lingua seguo quella striscia arrivando ai suoi piedi, alle sue zeppe e quei tacchi altissimi e affilati come il ghiaccio. Sbottono i miei pantaloni restando in boxer. Le sue mani iniziano a toccare il mio cazzo mentre io mi concentro sui suoi meloni, belli, maturi e decisamente prosperosi malgrado l’età. Si accovaccia, lo tira fuori, lo tocca e mi guarda con un misto di stupore e felicità. Avevo depilato il mio sesso appena prima di uscire, era morbido, liscio e sembrava persino più grande. Il mio cazzo, sparisce in un sol colpo nella sua bocca lasciandomi senza fiato. Mi sembra di sentire le pareti della sua gola ad ogni colpo. Spompinandomi con una mano scivola verso il mio ano cercando l’ingresso. Una sensazione che avevo già provato e che trovo estremamente piacevole. Non trova ostacolo e infila tutto il suo indice. Pochi colpi, sente il pulsare delle mie vene, estrae il cazzo dalla bocca e mi permette di annaffiarle il seno. Due settimane di astinenza, un’eccitazione pazzesca, un fiume di sborra che le sbatte sulle tette, alcuni fiotti in gola e altri addirittura sui capelli.
“Molto bene, non mi ero sbagliata su di te. Ora ti farò alcune domande e se le risposte mi convinceranno dovrai subito andare a casa a fare le valige”.
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa -
Proposta
Carissimo Paolo,
ero incuriosito dalla filosofia cuckold, avevo letto tante storie in merito e non capivo quale poteva essere il limite tra il vero e l'immaginario.
Mi ero iscritto ad una comunità virtuale in tema, avevo messo un'inserzione nella speranza di essere contattato da qualcuno. Dopo alcuni giorni una risposta da parte di una coppia, ci scambiamo una serie di e mail finche non si decide di scambiarci i numeri di telefono per sentirci più direttamente.
E' un sabato mattina, lui mi chiama ed iniziamo a dialogare: mi sembra una persona colta, decisa e con le idee chiare, decidiamo di incontrarci. Spero non sia un bluff, mi hanno intrigato moltissimo i suoi discorsi e la voce suadente, senza mezzi termini mi ha chiesto se sono disponibile a diventare l'amante di sua moglie, lui potrà essere presente e partecipare passivamente se lo vogliamo ma non necessariamente, l'unica cosa che vuole è essere messo al corrente di tutto quello che accadrà.
E viene il giorno dell'incontro, lui viene da solo all'appuntamento e m'invita a pranzo: dopo dieci minuti sembriamo due vecchi amici. Mi parla di cosa vorrebbe da me e come vorrebbe fosse impostato il rapporto con la moglie,ha tendenze bsx passive e la cosa non mi sconvolge affatto, lo avevo intuito ma non mi creo problemi tanto io sono bsx attivo e glielo faccio presente.
Mi parla di un suo sogno nel cassetto, vorrebbe che io mi facessi la moglie in un cesso di un locale pubblico mentre lui attende fuori, rispondo che per me non ci sono problemi anche se, tra me e me penso, che la cosa sia di difficile attuazione. Ci lasciamo dandoci appuntamento per la sera a cena.
Li vedo arrivare sul luogo dell'appuntamento con una precisione svizzera, mi presenta la moglie, piccolina minuta ma carina, un pò imbarazzata e molto timorosa.
Durante il tragitto in macchina si parla di tutto e tra una battuta e l'altra, Maria (la chiamerò così) sembra sciogliersi un pò mentre il marito ( che chiamerò Giovanni) fà da perfetto anfitrione. Arrivati al ristorante Giovanni fa in modo che maria si segga al mio fianco e dopo i soliti quattro convenevoli di rito mi fa segno di iniziare la provocazione verso la sua signora. Io non sò se vado bene a Maria e sono imbarazzato ma visti i discorsi spinti (ognuno racconta di esperienze passate)e grazie al buon vinello, metto da parte ogni remora ed inizio ad accarezzarla...prima sulla mano poi pian piano mi soffermo sulle sue cosce, lei mi lascia fare, le piace sicuramente il mio leggero tocco, Giovanni ci guarda soddisfatto. Mi faccio sempre più audace e mi insinuo tra le sue cosce, la trovo bagnatissima, le carezzo il clitoride con un dito e da come si dimena capisco che gradisce tanto. Lei mi accarezza il cazzo che nel frattempo è diventato di marmo e lo contengo nei pantaloni tra mille sofferenze. A questo punto Giovanni ritorna sull'argomento del cesso, Maria sembra titubante, io la invito a provare promettendole che se ci fossero problemi ritorneremmo sui nostri passi...mi alzo dal tavolo mentre il cameriere porte le pizze...lei mi segue.
Entriamo nell'antibagno,ci sono due porte, una per il servizio uomini e l'altra per le donne, non c'è nessuno ed entriamo nel cesso delle donne. Chiudo la porta a chiave, la stringo a me e la bacio. L'accarezzo, lei si china, tira giù la lampo e tirato fuori il cazzo mi spara una pompa di incredibile intensità, sembra un'idrovora da come succhia e bastano pochi affondi che le sborro copiosamente in bocca: un pò le cola sulle guance, il resto la trattiene in bocca...Usciamo, ci avviamo al tavolo dove Giovanni ci aspetta...
Allora? chiede lui,io rispondo che è andato tutto molto bene e che la moglie è una succhiacazzi non da poco...
Ti è piaciuto? chiede Giovanni alla moglie che per tutta risposta prende il piatto del marito e sputa sulla pizza tutta la sborra che aveva trattenuta in bocca...resto di stucco, non mi aspettavo tanto, Giovanni prende il piatto e divora la pizza...
Il resto alle prossime volte.
Dopo quel primo incontro più che conoscitivo i miei rapporti con la coppia diventarono più fitti ed affettuosi nonostante vivessimo in due città differenti. Non passava giorno che non ci si sentisse almeno un paio di volte al telefono per parlare di tutto, si venne ad instaurare con il marito una sorta di complicità come se ci si conoscesse da sempre, lui mi dava le dritte sulla moglie e sulle cose che le facevano piacere e così io potevo continuare il mio corteggiamento andando sul velluto. Dovendomi recare nella loro città per lavoro, li informai e loro mi invitarono a cena...
La giornata passò in fretta per fortuna, non vedevo l'ora di essere di nuovo con loro...Alle 20.00 in punto come da accordi, mi presentai a casa loro con uno splendido mazzo di fiori per lei ed una bottiglia di buon vino per lui.
Mi venne ad aprire lei e fu molto gioviale nell'accogliermi;mi fece accomodare nel salotto mentre arrivò anche Giovanni, tutto indaffarato perché stava pensando per la cena, mi salutò in fretta e corse dietro ai fornelli.
Maria si sedette al mio fianco, soliti convenevoli (perché ti sei disturbato, i fiori sono bellissimi...)e qualche battutina. Poi si fece seria:
"io non vorrei tu ti fossi fatta un'idea sbagliata su di me" disse "l'altra sera è stato bello ma non credere che io lo faccia con chiunque...per me era la prima volta in assoluto in un locale pubblico".
La stoppai mettendole dolcemente una mano sulla bocca e le dissi che non doveva crearsi nessun problema anzi ero io che mi dovevo scusare per aver rischiato di metterla in imbarazzo in un locale pubblico, lei apprezzò,mi carezzò la guancia e mi baciò con ardente passione...dal bacio al seguito il passo fu molto breve, in men che non si dica eravamo nudi avvinghiati in uno splendido sessantanove mentre sentivamo il marito rovistare tra le stoviglie... Mi salì sopra,prese il cazzo nella mano e lo guidò dentro la figa iniziando una cavalcata forsennata. Ogni tanto vedevo Giovanni far capolino dalla porta facendomi l'occhiolino in senso di compiacimento.
Le venni dentro la figa riempiendola mentre il marito ci avvisava che il cibo era a tavola...
"Caro, non lo vuoi l'aperitivo?" disse Maria al marito che ci raggiunse si chinò tra le cosce della moglie ripulendola per bene...
Ci ricomponemmo un pò e andammo a cenare,subito dopo cena Maria invitò Giovanni ad andarle a prendere le sigarette...feci per offrirle le mie ma mi diede un'occhiataccia...lui uscì e lei mi tirò per un braccio portandomi nella stanza da letto...
Dopo circa un'oretta squillò il cellulare della mia amica... era il marito che chiedeva se poteva ritornare...
"aspetta altri dieci minuti" le rispose lei "finisco di farmi trapanare il culo per bene e poi torni...mi stà aprendo per bene sai? mi sà che per sedermi ci vorrà qualche giorno non ha mica il cazzetto moscio come il tuo il nostro amico...". A sentire quelle parole mi arrapai ancora di più aumentai il ritmo e le sborrai nel culo mentre lei godeva come un'ossessa...
Tornò Giovanni, osservò la scena compiaciuto e passò alle pulizie di rito...sul mio cazzo e sulla moglie...
Pensi di essere interessato a fare una esperienza simile?
Antonio lecce
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17 anni fa
versoilsole, 50
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Mattina di un giorno di ferie
Mattina di Gennaio, fredda ma tersa e bellissima.
Approfittando di qualche giorno di ferie prima dell'Epifania abbiamo accettato l'invito di un singolo conosciuto in cam.
In un orario assolutamente inconsueto ma in un luogo assolutamente consueto, il classico motel all'inizio della Pontina a mezzogiorno. Il freddo impone a mia moglie un tailleur non troppo leggero sotto il cappotto, ma sotto la giacca del tailleur i seni viaggiano liberi e scoperti mentre sotto la gonna le mutandine spiccano per la loro assenza.
Ho sposato una donna che in certe occasioni ama sentirsi nuda nei punti che contano, si sente stuzzicata dai segnali che il suo corpo le manda e che che le ricordano cosa sta facendo.
Ci incontriamo in un autogrill sul Raccordo Anulare. Ci riconosciamo immediatamente quando siamo ancora tutti e tre in macchina: due o tre sessioni di cam saranno pure servite a qualcosa. Bacio sulle guance a lei, stretta di mano a me.
Seduti al tavolo in una sala quasi vuota si parla di ciò che è avvenuto in cam, Roberto le esprime la sua soddisfazione per averla vista esibirsi con i vibratori. L'espressione sul viso di lei è un invito esplicito, e non ci vuole molto perchè tra una chiacchiera e l'altra una mano del tizio si insinui sotto la gonna di mia moglie. Lei lo lascia fare e continua a sorridergli, la mano sale ed iniziano gli sguardi curiosi dei camerieri. E' tempo di alzarsi ed andarsene.
Lei in macchina con Roberto, io dietro che seguo con la mia macchina. Non mi resta che immaginare ciò che so che sta avvenendo, le gambe della mia consorte aperte quel tanto che basta, la mano destra di lui che fruga ed esplora mentre guida. Figuriamoci se non ne approfitta, non deve nemmeno prendersi il disturbo di scostarle le mutandine, non ci stanno. L'andatura è lenta, non mi stupirebbe che lei gli stia pure massaggiando il pacco. Arriviamo al motel. Parcheggiamo le auto.Lui va a pagare la stanza lei mi guarda languida seduta nella macchina dell'altro. Mi informa che Roberto le ha detto che vorrebbe rimanere solo con lei.
Un po' mi dà fastidio questa richiesta, la riformulo a mio uso e consumo, giusto per sentirmi meglio. Le dico che è più probabile che sia lei talmente troia che vuole divertirsi lasciando suo marito ad aspettarla in macchina. Mi guarda tra lo svampito ed il beffardo e non si prende la briga di negare. Roberto torna, la fa scendere dalla macchina, la prende sottobraccio e si dirigono in camera.
E' uno di quei motel fatti apposta per questo genere di necessità. Io li chiamo con il loro vero nome, "scorticatoi". Le camere stanno direttamente a livello della stradina interna del fabbricato. Li guardo entrare e non mi rimane che tornarmene in macchina.
So benissimo cosa sta accadendo, è come un film che mi gira nella mente, un film visto dal vivo già molte e molte volte.
Vedo nella mia mente il tailleur di lei che scivola a terra mentre la bocca avida del nostro amico starà mordendole senza troppo riguardo i capezzoli, vedo le sue mani che con rapacità si insinuano nelle intimità della mia donna, facendola sciogliere di piacere.
Mi chiudo in macchina, c'è un ventaccio gelido. La mia mano scivola nella patta dei pantaloni, si chiude delicatamente attorno al membro ed inizia un lento massaggio che va a sommarsi al piacere provocato da quelle immagini mentali, vivide e pulsanti come se fossero vere.
Passano una ventina di minuti. Mi viene l'idea di cercare di capire in quale stanza stanno. Mi dirigo nel corridoio che hanno imboccato prima loro due. Ho un po' di timore che qualche inserviente mi becchi, ho proprio l'atteggiamento del guardone che origlia alle porte delle camere, che poi è esattamente ciò che sto facendo. L'edificio è deserto, per fortuna, il personale se ne sta nell'area principale, a mezzogiorno i clienti sono rari.
Cammino in silenzio e mi fermo davanti ad ogni porta trattenendo il respiro. Alla fine ho un tuffo al cuore. Sento un sospiro di lei.
Mi avvicino alla porta guardandomi alle spalle. Sento un gemito di mia moglie, seguito da una serie di altri tenui lamenti.
Non posso sapere cosa Roberto le stia facendo, ma ho una violenta erezione. Ascolto con attenzione, non mi pare di percepire il movimento ritmico del letto. Torno sui miei passi per controllare la situazione. Nessuna cameriera nei paraggi, nessuno che stia controllando. Benone.
Torno ad origliare. Passano diversi minuti senza percepire nulla. Poi finalmente la voce di lei prodursi in un "siiiiii" prolungato, e una serie di singhiozzi soffocati e smozzicati. Adesso mi arriva attutito il rumore ritmico della spalliera del letto. Non ci vuole un genio per capire che Roberto se la sta scopando di gran carriera. Vorrei poterli guardare per farmi una bella sega davanti a loro, ne avrei tutto il diritto, porca miseria, ma so che lei gode anche del fatto di trovarsi da sola con Roberto. So anche che io non ci riesco mai a farla urlare in quel modo, eppure non mi manca nulla come amante. La differenza è che farsi scopare dal marito è un fatto normale, mentre farsi scopare da un tizio conosciuto in chat in una stanza di motel è tutta un'altra faccenda. Spero solo che Roberto sia un tipo corretto e che lei non sia "partita" al punto di farselo mettere dentro senza preservativo. Sento uno scalpiccìo fuori dell'edificio e mi allontano velocemente dalla porta e da quelle insane considerazioni.
Me ne torno in macchina, non mi va proprio di fare una figuraccia o di rischiare di essere cacciato via in malo modo dal motel.
Torno ad abbandonarmi alla mia immaginazione. Che razza di troia è mia moglie, ma credo che sia forse la ragione fondamentale per cui ne sono ancora così innamorato dopo tutti questi anni passati insieme. Non mi fa certo mancare stimoli ed emozioni. Chissà che razza di pompini si sarà fatto fare il nostro Roberto. Spero che glielo abbia sbattuto in gola per bene, dovrà pur essere successo qualcosa là dentro che le abbia fatto rimpiangere la mia presenza.
Un'ombra mi passa vicino, mi prende un accidente perchè sto in macchina come un cretino con il cazzo in mano, prima di rendermi conto che è solo un maledetto gatto che cammina sul muretto vicino. Decido di distrarmi un po', esco dal motel e me ne vado in una strada vicina, trovo un'edicola e acquisto un quotidiano. Trovo un bar e prendo un'aperitivo. Alla faccia di quella troia, mi dico per un attimo, rendendomi conto che in verità è lei in questo momento a servirsi di ciò che più le piace alla faccia mia....
Torno al motel sono passate quasi due ore da quando hanno iniziato. Trovo i due piccioncini a chiacchierare appoggiati alla mia macchina.
Mia moglie mi butta le braccia al collo e mi dice baciandomi quanto Roberto l'ha fatta divertire. Non ho fretta di chiederle nulla, tanto stasera le infilerò nella fica il suo cazzo di gomma preferito (quello nero) e lei mi snocciolerà per filo e per segno tutto quello che è successo.
Ci si saluta ripromettendoci di rivederci presto.
Sorrido dentro di me a queste promesse, so benissimo che non lo rivedremo più.
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17 anni fa
cp3roma,
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Patrizia: una moglie insoddisfatta
Anche quest’estate il signor Mario era stato obbligato dalla moglie ad andare al mare, nel solito paesino del Sud dove risiedeva sua suocera.
“Dai che dopo mamma si offende!” questa era stata la replica di Patrizia, la sua consorte. Ore e ore di viaggio in autostrada, il solito traffico e poi la sfacchinata a scaricare le valigie. Si era addormentato ancora vestito, mentre la moglie invece era andata a salutare sua madre. Lui non la incontrava da anni, da quando l’anziana donna lo aveva insultato pubblicamente al cenone di Capodanno, dopo aver scoperto, tramite voci di paese, che lui da giovane, prima di mettersi con la figlia, era stato con una prostituta. Era successo una sera che lui era ubriaco, nemmeno se ne ricordava, e gli amici lo avevano portato da questa donna, lo avevano anche aiutato a spogliarsi. Era stato inutile protestare, ormai nessuno della famiglia della moglie lo avrebbe più accolto. Da una parte ne era felice, perché aveva la scusa perfetta per non incontrare più quella vecchia arcigna e paralitica. Però non poteva evitare di farsi le vacanze lì, anche perché non pagavano nulla, visto che la casa era di Patrizia.
La mattina dopo andarono in spiaggia e lui era più nervoso del solito.
“Amore ho scordato le sigarette a casa, vado a prenderle.”
Tornò indietro velocemente e rimediò al problema. Ma mentre stava uscendo, vide due persone fuori al cortile che parlavano, e si rese conto che stavano parlando di lui e di sua moglie.
“Che coraggio i Maggio! Tornano tutti gli anni qui, nonostante tutto!”
“Lei ce l’ha a morte con la madre… Ma dico io, una povera vecchia invalida, nemmeno andarla a trovare.”
“Che gente di merda, io l’altra volta ci sono andata dalla signora Capuano, lo sai che piangeva?”
“Ormai le resta poco da vivere.. Quanto ci scommetti che la figlia si farà viva solo per l’eredità?”
Mario rimase immobile, mille pensieri cominciarono a martellargli il cervello. Si avviò nuovamente verso la spiaggia quando capì che erano passati dieci minuti.
“Tesoro ma dove sei stato, ero in pensiero!” gli disse Patrizia
“Sono andato al gabinetto” rispose lui freddamente, e andò a buttarsi in acqua. Dove andava sua moglie? Qual era la verità? Possibile che erano solo pettegolezzi falsi?
La nuotata non lo aiutò a rilassarsi, la testa gli scoppiava.
A pranzo non mangiò nulla, e si buttò sul letto in mutande e canottiera, a rimuginare ancora. Si stava quasi appisolando quando fu destato improvvisamente dalla voce di Patrizia.
“Amore vado da mamma! Ci vediamo tra un’oretta. Riposati così ti passa il mal di testa.”
Riposarsi? Appena sentì lo scatto della porta, Mario si rivestì in un attimo e cominciò furtivamente a seguire sua moglie.
Sentiva il suo profumo da lontano, muschio bianco misto all’odore dolce della sua pelle. Era più bella che mai, vestita con una maglietta bianca, che risaltava la sua abbronzatura e una gonna scura che le arrivava al ginocchio, sandali neri con un po’ di tacco. Le sue labbra carnose erano evidenziate dal rossetto viola e aveva un po’ di ombretto azzurro sugli occhi, due perle nere. Tutti le dicevano che non li dimostrava affatto i suoi 39 anni.
Come aveva fatto a non capirlo che c’era qualcosa di strano?
Voleva andare lì e picchiarla, ma era ipnotizzato.
La seguiva da lontano, in mezzo a quelle stradine senza asfalto, finché non la vide arrivare a una piazzola di sosta, appena fuori dal paesino, che era sempre deserta d’estate. Attorno c’erano una folta vegetazione incolta, terra di nessuno.
Mario vide apparire da dietro a un albero una mano di un uomo, che la trasse a sé. Furtivamente si avvicinò e trovò riparo dietro a un cespuglio, da cui vedeva e sentiva tutto.
Un uomo probabilmente sulla cinquantina, la baciò dolcemente sulle labbra e disse: “Amore quanto mi sei mancata… Sei bellissima!”
Lei gli sorrise e lo guardò incantata.
Mario lo riconobbe, era Antonio un amico di famiglia e ogni tanto scambiavano due parole in spiaggia.
“Mio marito non si sente bene. Dovevo restare a casa ma non ce l’ho fatta a stare senza di te.”
“Hai fatto bene, abbiamo così poco tempo per stare insieme… Quand’è che ci ripenserai su quella cosa?”
“Non posso… Sei importante per me, ma se poi non durasse? Io voglio bene a Mario.”
“Ma come fai a resistere? E’ una persona noiosa, non ti fa mai fare nulla, non ti emoziona…”
Lei abbassò il volto. Lui glielo carezzò dolcemente e lo alzò.
“Guardami…”
La fissò con il suo sguardo languido e cominciò a baciarla dolcemente, tanti piccoli bacetti, che diventavano sempre più prolungati… Fino a che i due non si avvinghiarono in un bacio appassionato e intenso.
Le mani di lui percorsero la sua schiena, dolcemente ma con pressione…Poi le palpò il culo tondo e sodo, che spinse verso di sé.
Si strusciò addosso a lei, quasi le alzava la gonna, e Patrizia era visibilmente eccitata. Cominciò ad ansimare e a baciarlo con maggiore foga.
Lui le abbassò la maglietta fino a scoprirle le tette e iniziò a leccargliele, prese in bocca i capezzoli.
Lei intanto gli stringeva il cazzo duro, che voleva uscire, come testimoniava la protuberanza sempre più grossa.
Mario guardava ed era pietrificato, combattuto tra la rabbia e la sorpresa. Non aveva mai visto sua moglie così eccitata.
“amore… tiratelo fuori, lo voglio toccare…”
Antonio non se lo fece ripetere due volte e si abbassò i pantaloncini. Il cazzo uscì, era eretto, duro, paonazzo, già scappellato.
Patrizia glielo prese in mano e se lo strofinò sotto la gonna, tra le cosce.
“Mmm.. Sì, così… Mi stai facendo scoppiare… Dai stenditi…” disse lui “Come sei bagnata”.
Lei lo lasciò e si distese in un punto dove era pieno di foglie morte, incurante del terreno umido, a cosce aperte. Si tolse le mutandine e cominciò a toccarsi la fica: era pelosa e nera, leggermente dischiusa e il clitoride era gonfio come un piccolo pene.
Lui le venne incontro con il cazzo in mano, le salì sopra. La baciò, poi le leccò ancora le tette nude.
“Dammelo…”
“E’ tutto tuo” disse Antonio. Prese un preservativo dalla tasca, strappò la confezione e se lo mise velocemente, poi avvicinò la cappella paonazza al buchino e la penetrò. Prima entrò piano con la punta, poi spinse il bacino e la riempì tutta.
“Ah.. Si.. Scopami!” sussurrò Patrizia, in un attimo di lucidità.
Antonio, appena ebbe la sicurezza di essere entrato bene, iniziò ad andare su e giù, senza fretta e senza eccessiva forza, come sapeva che piaceva alla sua donna, ma con quella costanza che riusciva a portarla piano piano in uno stato estremo di estasi.
I mugolii strozzati di Patrizia riempivano l’aria e raggiunsero Mario con la forza di un martello pneumatico che gli trapanava il cervello. Non l’aveva mai sentita agitarsi così e ora quella che aveva di fronte non sembrava più la donna con la quale viveva da anni. Talmente tanti anni che non se la ricordava più in quella situazione.
Un urlo strozzato più forte degli altri ebbe l’effetto di svegliare Mario da quella specie di torpore in cui era caduto. Si accorse che ce l’aveva terribilmente duro e doveva masturbarsi.
Si tirò giù la zip dei pantaloni e con difficoltà lo prese in mano. Fu una liberazione, dovette trattenersi per reprimere un sospiro.
Intanto la moglie continuava a essere sbattuta da Antonio e gemeva…
“Ahh.. Mmmh.. Sei.. un .. aah.. porcoo!”
Lui non diceva nulla e continuava a fotterla senza tregua, le aveva anche messo le sue gambe sulle spalle per sentirla meglio.
La fica di Patrizia grondava sotto i colpi del cazzo e Mario, suo marito, si stava menando l’uccello, stranamente felice di vedere sua moglie così puttana.
Lui non sarebbe mai stato un grande scopatore, era un uomo tradizionalista, aveva fatto il chierichetto. Esistevano le sante e le puttane. Patrizia era sua moglie, si erano sposati in Chiesa… Non gli sarebbe riuscito di trattarla come una donna in carne e ossa, anche se razionalmente sapeva che lo era. Ma se un altro la trattava come lui avrebbe voluto… Scoprì che in fondo, nella sua parte più animale, la cosa lo rendeva felice.
“Ahh… Continua… Sto per veniree!”
Patrizia era sudatissima, tutta sporca di terra e scopava, scopava… Lui spingeva e lei inarcava la schiena per sentire il cazzo fino in fondo…
Mario aveva gli occhi di fuori, ormai era quasi arrivato al culmine… Strinse forte nel pugno il suo cazzo marmoreo e sborrò, con l’altra mano sulla bocca per non gridare.
Poi nemmeno Antonio si trattenne più. Strinse forte le caviglie di Patrizia, che erano sulle sue spalle, e aumentò il ritmo, entrava e usciva sempre più velocemente.
“Si amore… Ahhh… Sto godendooo!” urlò Patrizia mentre veniva.
Sentendo la sua fica contrarsi, così stretta, che quasi lo faceva uscire, anche Antonio venne e si abbatté su di lei esausto.
Mario, appena si riprese, si pulì il cazzo moscio e svuotato con un fazzolettino di carta, se lo rimise nei pantaloni e tornò a casa.
Si lavò bene, per togliere le tracce di ciò che aveva fatto, e lavò anche le mutande. Lui sapeva riconoscere da metri l’odore di sperma, e ancora si vergognava come un ragazzino se la moglie scopriva che si era masturbato (finora era successo una decina di volte, di sera, dopo che aveva lavorato: troppo stanco per scopare, ma troppo arrapato per non fare nulla).
Si mise ad aspettare il tramonto sul balcone, con una bella sigaretta. Fumava placido, si carezzava la pancia prominente sopra la sua solita canottiera.
A un certo punto sentì un rumore di tacchi inconfondibile. Dette due boccate e si affacciò, buttando via il mozzicone.
“Ciao Patrizia.”
“Ciao amore, scusa il ritardo, mamma non si sentiva molto bene.”
“Non ti preoccupare. Sali su che ti preparo una bella cena, sarai stanca.”
“Eh si, oggi è stata dura. Mia madre non…”
Lui la interruppe : “Sshh… Sbrigati a salire e abbracciami.”
“Ti amo Mario.”
“Anche io.”
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17 anni fa
versoilsole, 50
Ultima visita: 15 anni fa