{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
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Sguardi in spiaggia
Eravamo in vacanza su una splendida isola greca e scendevamo in spiaggia di solito al mattino, il pomeriggio preferivamo rimanere in camera a riposare e poi girovagare per i paesini.
Un giorno al mattino il cielo era nuvoloso ed avevamo deciso di andare in spiaggia di pomeriggio, quando nonostante il mare mosso il sole aveva ripreso a splendere.
C'è poca gente in spiaggia, distanti dal mare spumeggiante, l'arenile ampio con una duna confinante con la pineta, passeggiando sulla sabbia scorgiamo alcune coppie, che prendono il sole nudi senza preoccuparsi più di tanto di chi passi.
Un po' imbarazzati ci sistemiamo ad un centinaio di metri da loro godendo della magnifica vista del mare agitato e di un cielo ormai sereno.
Dopo poco mio marito mi dice che non distante da noi appena dietro la duna c'è un ragazzo sui 30 anni biondo, di lui vedo solo la testa e le spalle, sembra intento a leggere un libro.
Il ragazzo ad un tratto si alza, posso vederlo di spalle, ed è...nudo, " accidenti! " dico a mio marito... " al pomeriggio questa spiaggia cambia molto!! " ma lui rassicurante " credo che sono solo persone che amano il naturismo, godiamoci questo pomeriggio di sole ".
Sono un pò imbarazzata anche se devo ammettere che la situazione mi imcuriosisce e... mi intriga parecchio. Mentre parlo con mio marito, il ragazzo di spalle, nel sistemarsi l'asciugamano, si scopre, ha...un bel sedere, un pò chiaro per i miei gusti, preferisco il tipo mediterraneo, ma gradevole.
Per fortuna ho gli occhiali da sole così che non si notano le mie fugaci occhiate, mentre continua a sistemare l'asciugamano, si china e scorgo lì in mezzo alle gambe, pendere due belle...si insomma avete capito...distolgo lo sguardo...mi sembra troppo!!
Continuiamo a parlare del più e del meno, mio marito è adagiato con il capo sul mio ventre, il ragazzo si dirige verso il mare si bagna, cerco di pensare ad altro, all'improvviso vedo che ritorna, lo vedo camminare, il sesso ondeggia ad ogni passo, davvero notevole, mio marito esclama..." non male...hai visto? " ed io fingendomi distratta " cosa...? " e lui " ...niente...niente ".
Il ragazzo si siede e prende a leggere il libro, ogni tanto mi guarda, mio marito con la mano mi carezza la gamba come per pulirmi dalla sabbia, mi piace quella carezza che diventa più sensuale.
Il caldo del sole sulla pelle mi eccita e torno a guardare il ragazzo, il pene adagiato sulla gamba, la carezza di mio marito diventa più audace, è vicino allo slip del bikini e vedo dal gonfiore del costume che si stà eccitando.
Apro le gambe, il ragazzo ora può vedere la mano di mio marito armeggiare con il bordo del mio slip. Il cuore mi batte forte dall'eccitazione, il ragazzo...guarda le mie gambe, vedo il suo sesso gonfiarsi, poi sento le dita che scivolano sotto il milo slip, mi piace quel contatto, mi sento bagnata dal desiderio, il ragazzo finge di leggere ma la sua eccitazione tradisce il suo vero interesse, mi da l'idea di una persona tranquilla, ciò mi rassicura e decido di godere di quel gioco intrigante.
Per fortuna la spiaggia è semideserta ora e sento le dita di mio marito sul sesso, mi sta accarezzando e dagli umori abbondanti sa che sono eccitata, probabilmente ha capito il gioco e...continua, mi scosta lo slip, ora il mio sesso è completamente scoperto, avverto il caldo del sole, è fantastico...avrei voglia di toccare il sesso di mio marito che tende il costume, ma non ho il coraggio , vedo il ragazzo con una evidente erezione e lo sguardo come ipnotizzato su di me.
Dio... mi sta guardando la figa, le dita mi accarezzano il clitoride gonfio, cerco quel contatto, poi scivolano dentro di me, il ragazzo camincia a toccarsi, vedo...la sua mano che corre lungo l'asta lentamente, non riesco a distogliere lo sguardo, la cappella gonfia e le vene turgide, le palle che ondeggiano, mi piace essere guardata.
Allargo ancora le gambe istintivamente, li immagino tutti e due su di me, mio marito mi tocca meravigliosamente, vedo il ragazzo che senza più timori mi mostra il suo sesso teso allo spasimo mentre si accarezza, mi sembra quasi di toccarlo, caldo...duro... voglio vederlo godere, con la mano mi scopro ancora di più e gli mostro il mio sesso aperto...voglioso. Lui continua a masturbarsi sempre più velocemente, poi si ferma, stringendolo forte e vedo il suo piacere in bianchi fiotti fuoriuscire dalla cappella paonazza.
Chiudo gli occhi beata, sorrido a mio marito, non vedo l'ora di tornare in albergo...sul nostro letto.
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17 anni fa
ibiscogiallo, 54/54
Ultima visita: 13 anni fa -
Festa della donna
La nostra amica Barbara voleva festeggiare 8 marzo con alcune sue amiche, Anna ,Paola, Renata e Monica presso il night club di un suo caro amico dove ci sarebbe stato uno spettacolo di strip maschile per sole donne,e poi dopo la mezzanotte io e gli altri mariti avremmo potuto raggiungerle e avremmo fatto follie fino all’alba e mi aveva domandato se Laura era disposta ad andare con loro, io ho fatto presente a Barbara che avrei aderito molto volentieri alla sua proposta ma Laura come lei ben sapeva aveva frequentatole scuole dalle suore e le avevano inculcato delle idee assurde per quanto riguarda il sesso,lei non concepiva il rapporto al di fuori del matrimonio quindi sapendo che ci sarebbe stato lo strip non sarebbe mai andata. Barbara mi ha richiamato il giorno dopo dicendomi che se io fossi stato d’accordo lei aveva trovato il modo per portare Laura alla festa, e anche di farle cambiare idea sul sesso in quanto aveva parlato con il suo amico Carlo,e questi gli aveva detto che se avesse voluto avrebbe parlato con gli strip man e poteva organizzare qualcosa di veramente eccezionale per loro. A questo punto la curiosità si è fatta grande e ho chiesto se eventualmente avessi potuto assistere allo spettacolo,Barbara mi ha detto che c’era una sala con un finto specchio che veniva usata per controllare che nel salone fosse tutto tranquillo e avrei potuto tenere d’occhio la situazione. A Laura abbiamo detto che lei e le altre donne sarebbero andate a mangiarsi una pizza e poi sarebbero andate in discoteca dove io e gli altri mariti le avremmo raggiunte più tardi. La sera dell’8 marzo alle 19 Barbara e le altre amiche sono passate a prendere Laura E sono andate in pizzeria dove Barbara ha provveduto a far bere Laura un po’ più del solito non ubriacarla, ma renderla un po’ più euforica .Io intanto mi sono recato al night di Carlo come d’accordo , gli altri mariti sapevano che mi avrebbero dovuto coprire e ci saremmo ritrovati tutti all’una di notte. Uscite dalla pizzeria sono andate in una discoteca li vicino dove Barbara sapeva che per quella sera era obbligatoria la prenotazione difatti non le hanno fatte entrare, a quel punto Barbara ha proposto di andare in un locale di un suo amico e che ci avrebbero telefonato per spostare il ritrovo. Detto fatto alle 20,30 Barbara e le altre sono arrivate al locale e gli è stato assegnato un tavolo proprio in prossimità del palco e in una posizione che dalla saletta si poteva vedere benissimo. Il locale non era molto grande, c’era una musica bassa e molto sensuale e ospitava circa una settantina di donne molte delle quali già frementi per lo spettacolo che da li a poco avrebbe avuto inizio, sui tavolini c’erano delle bottiglie di spumante e dei mazzi di mimosa. Mia moglie Laura è una 40enne taglia 46 con 3a di seno ed è ancora una donna piacente da come vedo gli altri uomini che la guardano quando usciamo insieme. Quella sera era vestita con una minigonna (io adoro le minigonne) una camicetta calze autoreggenti e un completo intimo molto sexy che le aveva regalato Barbara proprio per la festa della Donna . Dalla saletta potevo vedere Laura un po’ euforica che rideva scherzava con le altre e forse dopo un paio di bicchieri di spumante anche un po’ alticcia. Le luci nella sala si sono abbassate e sul palco che invece si è illuminato sono comparsi otto ragazzoni di cui 4 bianchi e 4 neri che hanno incominciato a ballare invitando alcune signore del pubblico, dopo un po’ uno alla volta hanno riaccompagnato le signore ai tavolini e hanno dato inizio allo strip. Io guardavo Laura e la vedevo un po’ a disagio ma le altre la schernivano dicendo che quella sera era la loro festa e che si divertivano un mondo e poi bastava che guardasse come si comportavano le altre donne tra cui c’erano ragazze,ma anche tante madri di famiglia e erano chiaramente molto eccitate. Terminato lo strip nuovamente i ragazzoni sono scesi tra quella folla di donne con addosso solo il tanga tra il tripudio generale ,tutte che volevano essere invitate a ballare e stringersi tra le braccia quei fustoni, i ragazzi ne scelsero alcune e le portarono sul palco e dopo hanno ballato avvinghiate a quei maschioni cercando di palparseli il più possibile. Io incominciavo a spazientirmi erano già le 10,30 e non era ancora successo nulla di particolare, anzi Laura,Barbara e le altre non erano neanche state avvicinate,Carlo mi guardava e si è messo a ridere dicendomi che per fare le cose bene ci vuole pazienza , bisogna aspettare che il vino,la musica,e l’atmosfera agiscano sui freni inibitori, adesso inizia la vera sorpresa. Gli 8 ragazzi dopo essersi fatti sfilare i tanga dalle signore le riaccompagnano ai tavoli , e poi mentre 2 di loro portano sul palco alcuni tavolini gli altri 6 si avvicinano a Laura e alle sue amiche e le portano sul palco incominciando a ballare stringendo le donne e strusciandosi contro con fare seducente, vedo il ragazzo che balla con Laura la stringe e il suo pene eretto preme sulla gonna di Laura intanto le accarezza la schiena e piano piano scende sul suo sedere, Barbara non resiste a sentire il cazzo del suo accompagnatore sfregarle il ventre e incomincia spogliarsi seguita a ruota da Monica e Anna che prendono in mano le aste dei loro accompagnatori e dopo averle massaggiate un po’ incominciano a spompinarle, l’accompagnatore di Laura a quel punto prende la mano di Laura e la guida sul suo uccello e quando Laura cerca di ritrarla gli mostra le sue amiche in pieno coinvolgimento erotico e l e altre donne presenti in sala che vorrebbero essere al suo posto,poi con la mano le solleva la gonna e gli tocca il culo ,vedo Laura disorientata , ma intanto anche Renata e Paola si sono fatte prendere dall’euforia erotica e sono anche loro già nude, rimane solo Laura da spogliare e Barbara e Renata gli si avvicinano e incominciano spogliarla vedo che Laura non è pienamente d’accordo,ma loro non so cosa gli dicono e alla fine si lascia spogliare. Paola e Anna intanto sono state fatte sdraiare su due tavolini e stanno godendo come pazze Paola con un cazzo nero in bocca e un cazzo bianco in figa ,mentre Anna sta spompinando due cazzi bianchi in contemporanea e il terzo ragazzo Con la testa tra le sue cosce gli sta leccando la figa accuratamente depilata. Barbara si inginocchia e fa inginocchiare anche Laura e Renata davanti agli altri 3 ragazzi e dice loro di mettersi in fila e passare a farsi fare un pompino incominciando da lei poi da Renata e infine da Laura spostandosi spesso tipo roulette russa e avrebbe vinto quella che fosse riuscita a ottenere almeno due sborrate in bocca su tre, intanto Carlo mi ha detto che sarebbe sceso anche lui sul palco e di non farmi troppe seghe perché da li a poco lo avrei raggiunto .Non so chi abbia vinto la Roulette,anche perché in seguito gli altri ragazzi hanno voluto partecipare anche loro,poi due dei ragazzi hanno preso Laura e la hanno sdraiata sul tavolino uno gli ha allargato le cosce e ha incominciato a leccargli la figa pelosa mentre l’altro gli offriva il suo cazzone nero da succhiare, Carlo intanto era sceso in sala e salito sul palco ha incominciato a scopare Barbara ho visto che mormorava qualcosa all’orecchio di Barbara, che si è messa a ridere, quindi è arrivato un cameriere che portava delle bende e le ha consegnate a Barbara la quale le ha distribuite alle amiche dicendo che sarebbe stato molto più eccitante fare sesso senza vedere con chi lo facevi,tutte hanno indossato la benda, Laura sulle prime si opposta ma a quel punto doveva stare al gioco .Dopo averla bendata alcuni ragazzi hanno incominciato a toccarla dappertutto e Carlo mi ha fatto segno di raggiungerlo,mi sono spogliato e sono salito sul palco,e anche se ho sempre voluto scoparmi Renata sono subito andato da Laura il mio uccello stava per scoppiare poi a vedere uno dei neri che se la stava scopando ero eccitato come non mai, gli ho messo il cazzo in bocca e mi sono fatto fare un pompino aggiungendo alla fine anche il mio sperma a quello che già le colava dal viso, poi quando il nero ha finito mi sono infilato tra le sue cosce umide di sperma e l’ho scopata ,mentre Carlo gli toccava le tette e gli dava il suo uccello da succhiare poi le hanno messe alla pecorina e siamo tornati giocare alla Roulette russa scopandole un po’ per uno mentre gli altri si facevano fare i pompini e dopo anni di rifiuto assoluto sono finalmente riuscito a incularla dopo che uno dei ragazzi non sapendolo gli aveva rotto il culo seguito a ruota dagli altri che da tempo non vedevano un culo vergine. e anche le altre amiche hanno avuto la loro dose di cazzi in culo ,intanto i camerieri in sala di davano da fare con le altre donne che reclamavano la loro parte.Alle 24,30 Carlo mi ha chiamato e mi ha mandato a vestirmi poi ha chiamato Barbara dicendo di chiamare le sue amiche perché tra poco sarebbero state aperte le porte per permettere agli uomini fuori di raggiungere le compagne, Barbara chiamò le amiche e raccolti i vestiti corsero ai bagni per rimettersi in ordine . Noi siamo ufficialmente arrivati alle ore, 01,20,in modo di dargli tempo per riordinarsi e farsi una doccia, Quando siamo entrati Laura era ancora un po’ euforica, ci siamo baciati e ho sentito ancora nella sua bocca il sapore un po’ aspro dello sperma,quando gli ho chiesto se si era divertita mi ha risposto che la serata era andata bene ma che voleva ora ballare con me.
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17 anni fa
ocaselvaggia58,
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Ultima visita: 17 anni fa
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Festa a casa di barbara
Sabato sera una nostra amica Barbara ci ha invitati alla sua festa di compleanno e al telefono mi aveva accennato a una serata trasgressiva ,io ho fatto presente a Barbara il fatto che mia moglie Laura era contro i rapporti al di fuori del matrimonio, e lei mi ha rassicurato che avrebbe trovato lei il modo per aggirare l'ostacolo. quando siamo arrivati a casa di Barbara c'erano alcune coppie e anche alcuni singoli suoi colleghi di lavoro,dopo aver bevuto e ballato l'atmosfera si stava scaldando e già alcune coppie si erano appartate, io e Laura siamo rimasti seduti sul divano e Laura chiaramente a disagio era quasi intenzionata ad andarsene se non fosse stato per paura di fare brutta figura con la sua amica, ad un certo punto vediamo Barbara venire verso di noi completamente nuda tirandosi dietro un bel ragazzo tenuto per il cazzo,giunta davanti a Laura gli mostra il membro del ragazzo veramente notevole e con mossa rapida prende la mano di Laura e la stringe attorno a quel cazzo duro e pulsante dicendo prova a sentire che mazza, Laura cerca di tirarsi indietro ma io gli dico che da parte mia non ci sono problemi, e inoltre non mi sembrava ci fosse stato niente di male se avesse fatto una sega al ragazzo, il ragazzo intanto aveva incominciato a sbottonare la camicetta di mia moglie e a palpargli il seno, poi presa la testa di Laura cercava di portarla verso il suo uccello, Laura opponeva una certa resistenza allora Barbara prese il cazzo del ragazzo in bocca e lo portò verso le labbra di Laura per succhiarlo insieme,alla fine Laura acconsentì a dischiudere le labbra e a spompinare quel membro veramente notevole che pensavo la soffocasse, il ragazzo lasciò perdere il suo seno e cercò a questo punto di infilargli la mano sotto la minigonna Laura a sentire la mano del ragazzo tra le sue cosce le chiuse Barbara e io intervenimmo nuovamente allargando con dolcezza le cosce di Laura accorgendoci così che le sue mutandine erano bagnate,Barbara allora mi fece un sorriso e gliele sfilò permettendo al ragazzo di toccargli la sua figa umida,poi la fece alzare dal divano e la fece sdraiare sul tavolo in modo tale che il ragazzo potesse farsi spompinare e masturbarla più comodamente,a questo punto Barbara fece segno a un altro ragazzo questa volta di colore che stava osservando la scena masturbandosi, di avvicinarsi al tavolo anche questo cazzo era veramente notevole e si stava preparando scopare Laura quando Barbara lo ha fermato, questa è la sua prima volta con un altro uomo gli ha detto e deve essere memorabile gli si è inginocchiata davanti e ha preso il suo cazzo nero in bocca spompinandolo ho visto il cazzo già notevole crescere a vista d’occhio nell’esperta bocca di Barbara quando il cazzo del ragazzo era arrivato al limite, una verga dura e pulsante di voglia Barbara l’ha guidato nella figa di Laura che ha incominciato godere come non mai ,Barbara intanto si è data da fare con me, i due ragazzi si sono alternati quello che l’aveva scopata per primo se poi fatto fare un pompino,mentre l’altro godeva della sua figa, anche le altre coppie si sono date da fare scatenando un’orgia fantastica in cui ogni donna ha ricevuto la sua dose di cazzi anch’io mi sono dato parecchio da fare,abbiamo fatto sesso fino al mattino successivo ora non so in quanti si siano scopati Laura, ero troppo impegnato per contarli ma devo dire che è stata una esperienza veramente memorabile.
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17 anni fa
ocaselvaggia58,
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Ultima visita: 17 anni fa
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50 anni: la vita di un uomo di mezza età
Eravamo due coppie di amici io 50enne, mia moglie 45enne, Andrea mio coetaneo e sua moglie Milly, dieci anni più grande di lui ma ancora in ottima forma.
Milly, malgrado la sua età è una donna piacente, castana chiara, tette piene (una quinta) e un po’ cadenti, due occhioni celesti che quando ti trapassano ti fanno venire pensieri romanticoerotici. L’avevo spesso desiderata senza confessare nulla a mia moglie, ma non credevo di poter avere un’avventura con lei, non pensavo di potermi fare la migliore amica di mia moglie.
Neanche mia moglie scherza: più soda della sua amica, con i seni più piccoli ma più sodi, occhi neri profondi, pancia piatta e due cosce da amazzone. Amazzone nel senso che vuole spesso cavalcarmi.
Andrea la guardava spesso come se volesse spogliarla, ma non era mai andato oltre.
Una sera decidemmo tutti insieme di andare al cinema. Proiettavano “Malena” con la Bellucci.
Gli spettatori erano molti e bisognava accalcarsi al botteghino per fare il biglietto. Mentre da cavaliere mi appropinquo a fare il biglietto sentii due cosce avvolgere una mia gamba. Mi voltai e mi accorsi che Milly, approfittando della calca, stava strofinando il suo pube sulla mia natica. La mia reazione fu immediata e il cazzo si gonfiò dentro la patta. Non credevo arrivasse a tanto. Fatti i biglietti entrammo in sala. Prima entrò mia moglie, dietro di lei Andrea, quindi Milly e ultimo io. Anche se c’era buio riuscii a vedere nettamente davanti a me la mano di Andrea che serrava un gluteo di mia moglie. Bravo il porco, ci stava provando, e mia moglie sembrava impassibile. Ttrovammo quattro posti sull’utimafila e noi maschi ci posizioniamo ai lati e le due donne in mezzo. Accanto a me c’era Milly, quindi mia moglie ed infine Andrea. La Bellucci sullo schermo era bellissima, ma io ero piuttosto intento a scrutare Milly, elegantissima, fasciata da un abito nero di seta che lasciava scoperta una coscia fino al bordo della mutandine, dato il profondo spacco laterale, si intravedeva il merletto delle mutandine anch’esse nere, mentre dalla scollatura emergevano le sue meravigliose poppe.
Milly col passare degli anni migliora sempre più,pensai. Mai una sessantenne mi aveva eccitato tanto, il mio cazzo si eresse spontaneamente, tentai di distrarmi guardando il film dove un adolescente si faceva una sega pensando a Malena, ma non si spense la mia erezione, che cercavo in tutti i modi di mascherare assumendo la posizioni più strane e incrociando le gambe in modo di non vedere il gonfiore. Milly si accorse della situazione e mi chiese:
-Che ti succede, ti eccita il film?
–No Milly, mi ecciti tu, non riesco a farlo ammosciare. Lei senza darlo molto a vedere, prese il soprabito e lo posò sulle sue gambe in modo che coprisse anche le mie.
-Adesso ci penso io, disse.
La dolce visione della coscia scomparve, ma non scomparve la mia erezione che anzi cresceva sempre più visto che la porcona cominciò a strofinare la sua gamba sulla mia. Ad un tratto Milly mi si avvicinò all’orecchio e lo baciò delicatamente. Mi sembrava d’impazzire e poi s se ne fosse accorto Andrea. Mi girai dal suo lato e qui la seconda sorpresa. Aveva avvolto le spalle di mia moglie con la mano che poi affondava nella scollatura. Il porco stava palpando una tetta di mia moglie. Lei era immobile ma si leccava le labbra per il piacere, la troia.
Da un lato mi sentii avvampare di gelosia, ma per altri versi mi sentii più libero di agire.
Milly ad un certo punto mise una mano sotto il soprabito e lentamente aprì la zip, io mi sentivo il cuore in gola, ma l’eccitazione era forte e mi abbandonai sulla poltrona. La mano di Milly, iniziò a frugare fra le mie mutande cercando di liberare il mio cazzo; ci riuscì ben presto e lo tirò completamente fuori, coperto dal soprabito, e cominciò a farmi una lenta e gustosissima sega. La sua mano andava su e giù, dalle palle al glande in un andirivieni ora lento e soffice ora veloce e intenso. Di lato, accanto a noi Andrea prese la mano di mia moglie e la introdusse dentro la patta che aveva precedentemente aperta prima di porci sopra il suo giubbotto. La copertura era solo un palliativo, perchè dal movimento capii che mia mogli stava regalando ad Andrea una goduriosa sega.
Frenavo l’eccitazione che mi avrebbe condotto ben presto all’orgasmo, perché volevo assaporare a lungo l’incantevole andirivieni della mano di Milly sul mio cazzo. Quella troia tardona ci sapeva proprio fare e desideravo affondare il cazzo nella sua fregna ed essere avvolto dalle sue coscione. Ad un certo punto alla porca venne voglia di vedere quello che stava toccando, scostò un poco il soprabito, mi si avvicinò di nuovo all’orecchio, e dopo avermelo leccato mi sussurrò “Hai proprio un bel cazzo, lo accoglierei volentieri nella mia bocca, sta quasi scoppiando” ed era vero il mio cazzo era sul punto di esplodere. Lei, all’improvviso smise di masturbarmi, e ciò servì a bloccare il mio orgasmo. Cercò qualcosa nella borsetta, ma non riusciva a trovarla. Il mio cazzo nel frattempo accennava ad afflosciarsi, ma la sua erezione si riaccese nel vedere quello che stava accadendo nei posti accanto. Andrea aveva staccato la mano dal seno di mia moglie e l’aveva intrufolata tra le sue cosce. Il giubbotto di Andrea era scivolato e si notava chiaramente mia moglie con le cosce divaricate e la mano di Andrea pastrugnava nella sua fica, non si vedeva invece il cazzo di Andrea, ma il movimento del giubbotto lasciava intuire il resto.. I loro volti sognanti, la lingua di mia moglie che si leccava le labbra, il movimento delle sue cosce che a ritmo si stringevano e si allargavano, facevano capire il loro godimento.
-Guarda che porci – sussurrai a Milly, e gli leccai l’orecchio.
Milly non rispose, ma aveva trovato quello che cercava, una crema per le mani; si cosparse il palmo della mano. La puttana aveva unto la mano per lubrificare meglio il mio cazzo che in effetti aveva raggiunto una dimensione che non credevo possibile scorrendo velocemente nella mano di Milly. La crema mi dava sensazioni indescrivibili, mi sembrava di essere preso dalla sua bocca o dalla sua fica. Dopo pochi istanti la puttana capì che ero sul punto di zampillare, allora prese un fazzoletto dalla sua borsetta e lo adagiò sulla punta del cazzo, senza mai smettere con la sega. I movimenti diventarono sempre più veloci ed esplosi in una copiosa sborrata che il fazzoletto non riuscì a contenere colando sulla mano di Milly che prontamente portò alla bocca e leccò avidamente.
-Che sborrone! Disse, io vado a ricompormi un po’, al ritorno farai godere anche me, disse Milly e si alzò.
Durante la sua assenza potei osservare quella puttana di mia moglie che giungeva all’orgasmo, contorcendo il bacino, ma senza allentare il cazzo di Andrea.
-Dai troia, prendiglielo in bocca.
Lei non rispose, mi guardò con occhi ebeti, poi si guardò attorno, eravamo all’ultima fila e nessun altro spettatore era seduto sulla stessa fila di posti.
-Dai, io controllo l’entrata e ti avviso se necessario.
La troia sollevò il giubbotto e il cazzo di Andrea apparve eretto e paonazzo, era corto, ma enorme e sulla sommità emergeva un a cappella mostruosa. Lei lo bacio, lo strofinò a lungo sulle sue guance aiutandosi con auna mano r infine lo ingoiò fino in fondo. Dopo averne assaporata la consistenza cominciò a pompare con una maestria tale che ben presto Andrea le inondò la bocca con una tale quantità di liquido che lei faceva fatica ad inghiottire e dovette deglutire più volte.
Milly tornò, aveva l’aria sbarazzina.
-A quanto pare sono io l’unica ad essere ancora senza- disse guardando l’atteggiamento dei due.
Si sedette rimise il soprabito sulle ginocchia, poi prese la mia mano e la diresse verso le sue cosce. Avvertii la soffice seta del suo abito, poi la morbidezza della sua coscia, infine il cespuglio umido e caldo. Cazzo! Aveva tolto le mutandine e la sua fica grondava umori. Cominciai subito a massaggiarla a titillarle il clitoride, a ficcare dentro la fessura bagnata due dita, poi tre, poi quattro. Come era calda la fica della troia, in altre posizioni sarebbe entrata tutta la mano. Mi spostai tutto su di lei, con la mano libera circondai le sue spalle e affondai tra le sue tette. Intrufolai le dita tra le coppe del reggiseno e raggiunsi le sue meravigliose tette , grandi e burrose, afflosciati dall’età, ma piacevolissime e con capezzoloni eretti all’inverosimile. Le mie mani sul suo corpo e le dita in fica la facevano godere e per aumentare ancora il suo piacere, riprese in mano il mio cazzo che a quel tocco ricominciò ad inalberarsi.
-Dai porco, accelera che voglio godere, mi disse. La stantuffai velocemente con due dita e raccolsi tutte le pulsazioni, violentissime all’inizio e poi sempre più lievi, mentre dalla sua fica fuorusciva una tale quantità di liquido vaginale da bagnarmi tutta la mano ed anche la poltrona. Aprii la sua borsetta alla ricerca di un fazzoletto, ma trovai le sue mutandine di pizzo nero. Mi asciugai la mano e li misi in tasca.
Da allora capii che al cinema non si va solo per vedere il film, anzi del film non avevamo capito proprio nulla.
Durante il viaggio di ritorno eravamo tutti un po’ imbarazzati, ma complici. Fu sempre Milly, la più sfacciata, a rompere il ghiaccio.
-Film così, disse, potremmo organizzarli anche nel nostro salotto.
Una risata generale riportò la serenità e la proposta di Milly fu accolta. Se avrà seguito ve lo racconterò la prossima volta.
Era passato un mese da quando inaspettatamente avevamo messo parzialmente in pratica il desiderio di scopare con una nostra coppia di amici. La cosa era accaduta quasi per caso in un cinema .
L’esperienza al cinema aveva aumentato la nostra complicità e la nostra libidine. Ogni volta che facevamo l’amore, mia moglie ricordava il cazzo enorme di Andrea che aveva succhiato al cinema. A volte mentre mi cavalcava e spingeva il bacino come una forsennata, prende contemporaneamente in bocca una cazzo finto, immaginando che sia quello di Andrea.
-Si, vorrei entrambi i cazzi, uno in bocca e uno in fica, quello grossissimo e corto di Andrea in fica e il tuo lunghissimo in culo.
-Vai tranquilla, troia, prima o poi ti accontenteremo. In tal modo raggiungevamo spesso l’orgasmo insieme, io ricordando le tettone e la fica di Milly e lei immaginando di essere rotta da Andrea.
Milly la sera in cui eravamo stati al cinema aveva lanciato l’idea di vedere un film porno nel nostro salotto, ma non ne avevamo più riparlato. Decidemmo, allora, di fare una sorpresa ai nostri amici; dopo aver combrato un DVD di carattere erotico, una sera li invitammo a cena.
Miamoglie preparò dei piatti freddi. Sapeva che la cena sarebbe stata semplicemente la scusa per fare uno scambio totale con tutti i confort del nostro appartamento anziché nello scomode poltrone di un cinema. La privacy avrebbe scatenato ogni fantasia senza il pericolo di essere visti. Più che curarsi della cena Nella si era curata deo suo corpo. L’avevo seguita nella doccia, era così abbronzata da sembrare una giovane negra, ma la pelle bianchissima dei suoi seni e del suo bacino facevano arrapare ancora di più. Sotto il getto dell’acqua le nostre lingue si impastarono e il miocazzo comincià a spingere sul suo ventre piatto, ma lei mi frenò.
-Dobbiamo essere pronti e vigili fra poco, così roviniamo tutto.
-Hai ragione- risposi e a malincuore mi staccai da lei anche se il cazzo non voleva saperne di ammosciarsi. Dovetti usare l’acqua fredda e infine ci riuscii.
Nella asciugò il suo splendido corpo da amazzone, mise del profumo nei punti giusti e indossò un semplicissimo abitino da tennis: gonna cortissima e pieghettata e camicia abbottonata. La camicia era cortissima e si fermava al di sopra dell’ombelico, scendeva come un siparietto e lasciava spazio a mani fameliche che avrebbero voluto raggiungere i suoi seni piccoli, ma superbi. Non indossava reggiseno e i bottoni lasciati apposta aperti facevano scorgere le sue bianche mammelle che contrastavano con il resto del corpo.
-Sei bellissima –le dissi- faresti arrapare anche un impotente.
-Esagerato –rispose- e poi a me basta fare arrapare Andrea, lo desidero troppo.
Il trillo del campanello annunciò che i nostri amici erano arrivati, Nella corse alla porta e fece accomodare gli ospiti, bacini di rito e poi…
-Nella sei splendida, così abbronzata, hai un bel corpo e che buono odore. Cosa ci hai preparato di buono, fammi vedere. Nella prese Andrea per la mano e lo accompagnò in cucina, ma già prima di superare la soglia Andrea, ormai sicuro del seguito della serata, aveva lasciato la mano di Nella e aveva cercato il suo sedere da sotto la gonnellina. Lei dal canto suo aveva avvolto la vita di Andrea. A quel punto sono scomparsi alla vista.
-Che porco mio marito –disse Milly- è invaghito da tua moglie. Mi ha confessato, mentre mi scopa, che pensa a lei. Forse comincia a sentirmi vecchia e grassa. A te sembro così male?
-Ma che dici Milly! Da quando ti ho toccata al cinema ti sogno spesso, desidero le tue tettone, il tuo culo, la tua fica. Sei una gran fica, Milly, altro che vecchia.
In effetti Milly era ancora una bella donna e poi sapeva valorizzare il proprio corpo. Indossava un camicione di seta nero con due spacchi laterali alti che, al suo incedere, mostravano e nascondevano le sue cosce piene e rotonde, il camicione era sostenuto da due sottilissime bretelle che praticamente lasciavano alla vista le braccia piene e il profondo solco dei seni.
-Sei proprio una gran fica, Milly -ripetei.
L’attirai a me e sentii sul mio petto tutta la consistenza morbida delle sue tette, cominciai a baciarla con dolcezza sul collo, leccai il lobo dell’orecchio, introdussi tutto il suo padiglione auricolare in bocca e sentii che lei cominciava a fremere.
-Si, Carlo, mi fai impazzire, sento il tuo bastone duro sul mio ventre, mi piace.
-Spero, stasera, di fartelo sentire dappertutto, ma intanto ho una gran voglia di baciarti.
Presi il suo viso grassottello tra le mani e cominciai a baciarla, sugli occhi, sul naso, sulle labbra.
Poi le nostre labbra si incollarono, le lingue iniziarono una interminabile scherma, poi le mie labbra risucchiarono la sua lingua e lei mi imitò in un continuo scambio di ruoli. Le sue labbra sapevano di confetto, la sua bocca di fragola. Intrufolò una mano tra i nostri corpi e raggiunse l’oggetto del suo desiderio, cominciò a tastarlo da sopra i jeans in modo tale da farmi impazzire, malgrado il dolore prodotto dall’attrito dei pantaloni sul cazzo eretto. Io stringevo con le mie mani i suoi glutei e l’attiravo verso il mio cazzo.
-Smettetela con questo petting da adolescenti, adesso si mangia.
Era la voce di Nella che era rientrata assieme ad Andrea portando i piatti già pronti.
Ci sedemmo per cenare, ma l’aria profumava di sesso. Da una parte del tavolo stavano Andrea con mia moglie, praticamente appiccicati, sembrava stessero seduti sulla stessa sedia; dall’altra parte io e Milly. La mano di Andrea spariva spesso sotto il tavolo sicuramente alla ricerca delle cosce di mia moglie
Io ho appena assaggiato qualcosa. Con il palmo della vostra mano raggiunsi le cosce di Milly e la massaggiai sopra le mutande ispezionando il gonfiore del clitoride e delle labbra. Milly apriva e chiudeva le gambe rapita dal piacere ed io sentivo sulle mie dita il tessuto delle mutandine sempre più bagnato.
Finimmo presto la cena e ci sedemmo in salotto. Io avviai il lettore DVD e mi sedetti sul divano, Nella poltrona accanto a me prese posto Milly, mentre a centro del divano si posizionò Nella, tra me ed andrea.
Sul video cominciò a scorrere la scritta “Se non siete consenzienti……”
-Altro che consenzienti –disse Milly- siamo quattro porconi.
Poi cominciarono le scene. Una attrice seduta tra due maschi come Nella, intrufolava le mani nelle patte, tirava fuori due enormi cazzi già in tiro e cominciava a masturbarli, poi chinava la testa ora sull’uno ora sull’altro in un formidabile pompino.
Mia moglie a quella vista si ingoiò, era quello che aveva sognato. Aprì la zip di Andrea, poi quella di Andrea e tirò fuori i nostri arnesi che erano già attizzati.
-Che bello!!! Due cazzi…quello di Andrea è molto più corto del tuo, ma ha un diametro spaventoso, adesso provo a prenderlo in bocca. E si chinò su Andrea, dovette spalancare tutta la bocca per accogliero dentro e cominciò a pompare senza lasciare il mio cazzo che continuava a masturbare.
-Non stare li da sola, entriamo tutti e quattro sul divano, vieni Milly –dissi.
Milly si alzò dalla poltrona, tirò su il camicione e lo attorcigliò alla vita quindi si sedette accanto a me,ma stava stretta, allora alzò la gamba sinistra e la distese sul bracciolo. In tal modo le sue enormi cosce erano spalancate in una muta offerta. La mia mano corse su quelle cosce, cominciò a percorrerle dal ginocchio all’inguine, poi si infilò dentro lo slip e con le dita cominciai a premete sopra il clitoride. Poi scesi più in basso aprii le labbra e scoprii una palude. Le pareti interne erano completamente fradice, iniziai a penetrarla con un dito, poi con due…con tre e spinsi fino in fondo. Milly tremava per il piacere. Tirò fuori le tette dalle coppe del reggiseno senza slacciarlo e offrì alla mia mano libera quelle enormi poppe sormontate da vaste areole rosa e da capezzoli grossi come nocciole. Mi tuffai tra quelle tette e succhiai i capezzoli con foga. Fu così che Milly raggiunse il primo orgasmo della serata e rimase due minuti come in coma. Poi si riprese e vedendo quello che stava facendo mia moglie a suo marito, sbottò –Che troia, tua moglie! Poi si chinò sul mio cazzo e lo prese in bocca. Sensazioni indescrivibili mi avvolsero. La mano di mia moglie era ancora ancorata alla radice del mio cazzo, mentre la cappella fu risucchiata dalla bocca di Milly. A questo punto Nella lasciò il campo a Milly e si dedico ad Andrea. Nessuno badava più al film che continuava a scorrere sullo schermo. Mia moglie si alzò, si svestì velocemente e cavalcò Andrea. Il cazzo smisurato scorreva sulla pancia di Nella, ma non riusciva ad entrare. –Mi farà male, ma lo voglio…Si posizionò meglio, con una mano cercò di allargare la fica, con l’altra afferrò il cazzo dirigendolo al punto giusto, e spinse il culo in avanti. -Ahi! Mi rompi…si lo voglio...dai…ecco così….è tutto dentro. Raggiunto l’obiettivo cominciò un andirivieni ululando come una lupa in calore. Milly avuto il campo libero, cominciò a succhiarmi con foga, beandosi del mia cazzo molto più lungo di quello del marito. Ogni volta che tentava di ingoiarlo fino alla radice doveva interrompere per un senso di soffocamento, ma riprendeva ben prestola presa. Quelle interruzioni servivano a farlo ammosciare un po’, perché altrimenti sarei arrivato subito, mentre io volevo godere più a lungo possibile. Stanca anche di quella posizione, mia moglie si alzò ed invitò Andrea: -Andiamo nel lettone, staremo più comodi. Scomparvero verso la stanza da letto. Questo loro movimento aveva fatto interrompere anche me e Milly. Allora mi alzai e feci alzare anche Milly, le sfilai il camicione, slacciai il reggiseno e mi rituffai tra quelle poppe, tutto il mio viso scompariva nel solco schiacciato da quei globi, poi scesi verso la pancia, sulle cosce, mentre tiravo giù le sue mutandine. E qui scoprii i peli del pube: erano completamente bianchi. In quel punto Milly manifestava tutti i suoi anni. Ebbi un attimo di perplessità e lei se ne accorse. –Vedi che sembro vecchia anche a te. Il frutto roseo che appariva sotto quei peli provocò una nuova ondata di libidine. –Ma che dici, Milly, la tua fica è bellissima. E tuffai le mie labbra tra i peli alla ricerca della fessura. Con la punta della lingua iniziai ad esplorare il clitoride poi proseguii oltre aprendovi un varco fra le labbra. Continuai a leccarla golosamente con leccate lunghissime, interminabili; solo interrotte da piccole penetrazioni della lingua all'interno della vulva. Milly, cominciò a fremere di nuovo, non riuscì più a restare in piedi, si sedette nel centro del divano con le sue coscione lascivamente spalancate ed invitanti. Ripresi a leccare con con colpi lenti ma decisi, mentre facevo entrare ed uscire dalla sua vulva due dita. La mia lingua passava dal clitoride alla vulva, mentre bevevo i suoi umori che sapevano di miele. Cominciò a tremare e a battere i denti. Era il piacere che montava. A questo punto il ritmo della mia lingua divenne, velocissimo, mentre usavo le dita come un cazzo che la squassava. Smettila, ti prego, mi fai impazzire…no continua…è bello ..non smettere ….godo!!! Un ultimo scossone del suo bacino…poi il corpo immobile, ma la fica pulsante nei ritmi dell’orgasmo che raccolsi tutto sulla sua lingua. Milly era al suo secondo orgasmo. Rimase immobile, mentre io andai nella stanza da letto. Mia moglie aveva cambiato posizione e si stava facendo montare da Andrea che le stantuffava. Il suo volto esprimeva tutta la troiaggine di questo mondo. –Anche il Carlo, anche il tuo. Le porsi il mio cazzo in bocca e lei lo ciucciò per in po’, poi si svincolò. Fece porre Andrea supino e lo cavalcò piegandosi in avanti. –Dammelo dietro –mi disse. Non credevo alle mie orecchie, ma mi posizionai dietro e mentre lei continuava a prendere in fica il cazzo di Andrea le poggiai il mio sullo sfintere. –Così mi fai male porco,prendi quella crema sul comodino. Presi la crema,umettai il cazzo e la impalai con un colpo solo. –Ahi, porco, mi fai male, ma che bello, finalmente due cazzi, come desideravo. Cominciò a contorcersi per il piacere, ma io rallentai perche volevo arrivare con Milly che nel frattempo ci aveva raggiunti e si era coricata nello stesso letto, ancora sfinita. Andrea accelerò. –Nella sto arrivando…sei la troia più bella che abbia mai scopato.-Anch’io sto per venire, Andrea, dai scopami più forte. Andea accelerò il ritmo delle sue penetrazioni e raggiunsero insieme l’orgasmo mentre io mi ritraevo e mia moglie sembrava folle per il piacere. Nella ed Andrea si accasciarono abbracciati con le mani posate sui sessi e si addormentarono. Io mi alzai piano, andai a baciare Milly sulle labbra e lei aprì gli occhi e mi sorrise. –Aspettami un attimo cara, torno subito. In bagno scaricai la mia vescica piena e mi feci un accurato bidè e mi profumai. Poi tornai in camera da letto. Il corpo bianco di Milly riposava in una posizione di offerta. Mi sdraiai accanto a lei e ripresi a baciarla sulle labbra. Prima come in sogno poi completamente sveglia accolse i mie baci e afferrò il mio sesso. –Voglio sentirlo in tutto il corpo. L’accontentai con piacere, mi posi in posizione sessantanove e cominciai a strofinarle il cazzo sulle guance poi lo diressi versoi suoi seni e lei lo avvolse tutto, lo accolse sotto le ascelle e poi giù sull’ombelico dove lo fermò più a lungo. Nel frattempo la baciavo sulla fica. Dopo che il mio cazzo raggiunse le sue ginocchia ed io succhiai un suo alluce, mi voltai. –Si –disse- prendimi, sono la tua troia , inondami con la tua sborra. Era tenera e troia al tempo stesso, mi faceva tenerezza e mi infoiava. Sprofondai in lei con facilità, raggiunsi il suo utero, ritornai fuori e strofinai il mio cazzo sul suo clitoride fino a farla godere. –Mi fai impazzire, Carlo, pensi al mio piacere, mentre mio marito spesso pensa solo al suo. -Il tuo piacere è il mio, Milly. Raggiungemmo insieme l’orgasmo, la sua fica raccolse tutta la mia sborra, mentre avvertivo, questa volta sul cazzo, il suo terzo orgasmo.
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17 anni fa
versoilsole,
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Grazie padrona sophia
Lei era seduta su un divanetto rosso a due posti, vestita di un abito da sera di seta dorato, coperto da una giacchetta lilla con decorazioni dorate, alla sua destra un paio di polsiere di cuoio con moschettoni da scalata, alla destra un pacchetto di sigarette e un accendino, in mano agitava qualcosa che non riuscivo a identificare.
Mi invitò ad avvicinarmi. Giunto di fronte a Lei, notai che tale oggetto era un gatto a nove code, dall’impugnatura in legno e le corde color ebano.
Abbassai lo sguardo e salutai.
“Mettiti in ginocchio!”
Esitai immobile.
“Ho detto mettiti in ginocchio, saluta come si conviene ad una Signora!”
Mi inginocchiai ai Suoi piedi.
“Baciali!”, ordinò indicandomi i piedi.
Ne sollevò uno, che accarezzai ripetutamente con le labbra, salendo fino alla caviglia.
“Stenditi. Ti voglio disteso a terra lungo il divano!”
Ubbidii e mi distesi schiena a terra. Appoggiò le suole dei Suoi sandali dorati, una sul mio basso ventre, l’altra sullo sterno, con i quali fece una leggera pressione.
“Bravo, vedo che sei ben educato!”
“Adesso mettiti a quattro zampe!”
Senza curarsene, si sedette violentemente sulla mia schiena. Con una mano mi palpeggiava le natiche, indurite dalla tensione muscolare dovuta alla posizione.
Improvvisamente ebbe uno scatto violento, mi sollevò il busto e premette le corde della frusta sulla mia bocca, spingendo all’indietro la testa.
“Adesso cominciamo a fare sul serio.”
Mollò la presa e si rimise a sedere sul divano, prese un bracciale e me la mostrò davanti al viso, stirandola con entrambe le mani.
“Leccalo!”
Quando ne ebbi passato la mia lingua per tutta la sua superficie, me la legò al polso, poi fu la volta dell’altro bracciale, con la medesima cerimonia.
“Non ti hanno insegnato a ringraziare la tua Padrona per gli oggetti di cui ti fa dono?”
“China la testa. A terra!”
Mi fece chinare in ginocchioni con la testa completamente a terra, poi mi sollevò la camicia, denudandomi la schiena e ricoprendomi la testa con essa.
La Sua mano sinistra poggiava tra le mie spalle, quando la prima vergata raggiunse la schiena, facendomi sobbalzare.
“Fermo! Fammi vedere che sei abbastanza uomo da resistere alle carezze del mio gattino.”
La mano sinistra si posò con maggiore pressione, come a trattenere i miei sussulti, che cercai di controllare, riuscendoci sempre meglio, via via che le vergate si infrangevano violente sul mio dorso.
“Finalmente ti comporti da uomo. Alzati e fammi vedere che sai come si accontenta una Donna.”
Con la schiena arroventata, mi sollevai a fatica. Lei poggiava con un ginocchio sul divano e aveva scoperto i Suoi seni che, strizzati dalle spalline del vestito e dalla giacca, porgeva verso il mio viso.
Mi portai con la bocca sul capezzolo del seno sinistro e lo massaggiai dapprima delicatamente, poi con maggior vigore, fino a succhiarlo insieme a gran parte della tetta, all’interno della mia bocca.
Lei mi pose l’altro seno per sottoporlo allo stesso trattamento.
I suoi capezzoli si fecero turgidi, la sua bocca rilasciava lievi mugolii.
Qualche minuto dopo mi interruppe, afferrandomi le braccia, legate dalla camicia non ancora sfilata per le maniche, sollevandole sopra la mia testa.
“Stai fermo e tieni su le mani!”
Si chinò sulle ginocchia, appoggiandosi con un fianco sul divano e prese a sbottonarmi i pantaloni, me li abbassò insieme alle mutande, poi senza fare alcun commento afferrò il mio pene, semi-eretto, e i miei genitali, torturandoli allungandoli e girandoli su stessi o stringendoli con la mano.
Il dolore era lancinante, specialmente quando le sue attenzioni erano rivolte ai genitali, pur cercando di resistere, istintivamente ebbi dei sobbalzi.
“Fermo! Tieni le mani dietro la testa.”
Quando ne fu soddisfatta, mi fece togliere completamente la camicia, poi alzò dinnanzi a me e mi ordinò di sfilarle le mutandine.
Poi mi fece di nuovo sdraiare lungo il divano, schiena a terra, con i pantaloni ancora fino al ginocchio.
Riprese a giocare con i miei genitali, questa volta con la suola delle scarpe, premendo con la pianta, o torturandoli con il tacco.
Poi di nuovo con le mani, tirando la pelle alla base pene verso il busto e quella dello scroto dall’altro lato.
Lasciò la presa, si lasciò cadere sulla spalliera del divano e sollevando una gamba, mi ordinò di leccarle il pube.
Mi portai in ginocchio alla base del divano, infilai la testa tra le sue gambe e le passai la lingua lungo le labbra della vagina, Lei le afferrò con le mani e le allargò, aprendomi la cavità vaginale, dove ficcai quanta più lingua riuscivo ad infilare, movendola con movimenti ora lenti ora repentini, cercando di spennellarla ovunque e soffermandomi quando la sentivo mugolare di piacere.
Sentii sul mio mento l’umido del nettare che calava dalla Sua vagina, mentre i vagiti e i mugolii si fecero ancora più intensi.
Afferrandomi per la nuca, mosse la mia testa premendo la bocca lungo tutta la lunghezza della Sua vagina, per farsene risucchiare ogni goccia del suo piacere.
Si Alzò e mi fece segno di sedermi sul divano.
“Fattelo venire duro. Dacci sotto con le mani!”
Sotto il Suo sguardo attento e severo, presi a masturbarmi. Per incitarmi, teneva in tensione il gatto a nove code tra le Sue mani, rilasciando qualche lieve vergata sui genitali.
“Fammi sentire se è duro abbastanza!”
Si mise a sedere sul divano, orinandomi di appoggiarmi ad esso sulle ginocchia.
Afferrò il pene e se lo mise in bocca, pompandolo qualche secondo,
“Non è abbastanza duro come piace a me. Ti darò una mano!”
Mi fece scendere e inginocchiarmi ai piedi del divano, intimandomi di continuare a menarmelo.
Lei si voltò, poggiando le ginocchia sul divano, una mano sulla spalliera, mentre la sinistra, prese a muoversi lentamente tra le sue cosce. Le sue dita, strusciavano sulle labbra della Sua vagina per poi fare capolino in mezzo alle sue natiche, proprio davanti ai miei occhi.
Non servì altro per ingrossare la mia verga e renderla dura come il marmo.
Allungò la mano, per afferrarla, mi avvicinai per acconsentirle di verificarne la durezza.
La appoggiò tra le piccole labbra e spinse indietro i fianchi lentamente, fino ad inghiottirla completamente.
Tenendo una mano tra le natiche, assecondava il movimento dei Suoi fianchi, facendo scivolare l’asta del mio pene tra le Sue dita, prima ancora che nel Suo ventre.
La vista di quel culo perfetto, di quei glutei rotondi che oscillavano davanti ai miei occhi; sentire il calore della sua vagina avvolgere il mio pene, sentirlo fradicio del Suo piacere e stimolato della morsa delle Sue dita, mi stava rendendo impossibile ottemperare a quanto ordinatomi, di non arrivare all’orgasmo.
Il mio pene emise piccole vibrazioni, alla cui percezione, Lei si sfilò e mi ordinò di sdraiarmi di nuovo a terra.
Ricordandomi che non dovevo ancora venire, mi torturava i genitali con le corde del gatto.
La implorai di smettere, chè non avrei resistito a lungo, Lei mi ordinò di sflilarle i sandali e leccarle i piedi, ringraziandoLa per la Sua generosità.
Mentre eseguivo quanto richiesto, Lei si accese una sigaretta, godendosi lo spettacolo e compiacendosi della mia manifestazione di riconoscenza.
Quando ne fu soddisfatta mi fece rimettere in ginocchio, spostò la mia testa all’indietro e mi ordino di aprire bene la bocca e uscire la lingua. Porto la sigaretta al di sopra di essa e ne lasciò cadere la cenere. Così fino a quando non la terminò, spegnendola sulla mia lingua.
Si risedete sul divano, strizzando i seni fuori dalla scollatura e invitandomi a riportare su di essi la mia lingua ustionata.
Sentiva i miei sobbalzi quando sfregavo la parte ustionata e ne provava piacere; la mano destra scivolò tra le Sue gambe, le Sue dita si insinuarono tra di esse, provocandole un ulteriore orgasmo.
Mi afferrò le mani, legò i due moschettoni assicurando l’una all’altra, le portò tra le Sue gambe, e orinandomi di tenere le mani aperte , le strusciò sul pube, raccogliendo il Suo nettare sulla punta delle mie mani. Sdraiandosi sul divano, con le gambe ancora aperte e ancora sgorganti di un rivolo di piacere, mi ordinò di masturbarmi.
“Adesso voglio vederti godere!”
Mi alzai in piedi e con le mani legate afferrai il pene, maneggiandolo rapidamente.
Lei portò i suoi piedi, e il loro solo contatto alla sua base la verga vibrò, stavo ormai per venire.
“Sui piedi. Devi schizzare sui piedi!”.
Immediatamente il mio liquido zampillò copiosamente, ricadendo sulla pianta del piede sinistro di Lei, posto proprio davanti al glande.
I getti successivi invece cedettero sul dorso dell’altro piede, posto al di sotto del pene.
Soddisfatta, si accese una sigaretta.
“Bravissimo. E adesso ripulisci, lecca tutto!”
Mi inginocchiai per poter arrivare meglio ai suoi piedi, che leccai avidamente, prima il sinistro, la cui pianta era ricoperta della mia crema; poi il destro, dove rigoli di liquido si erano infilati tra le dita.
“Pulisci per bene anche me!”
Mi intimò, sdraiandosi sul divano e aprendo le gambe.
La ripulii di tutto il Suo nettare che ancora le inumidiva il pube.
Mi fece sollevare e mi mise il posacenere tra le mani, dove spense la sigaretta.
Lei si alzò a Sua volta; con una mano cinse il gatto a nove coda intorno alla mia bocca, tenendolo stretto ad essa come un morso, l’altra mano afferrò il pene e lo munse, provandone la fuoriuscita di alcune gocce di sperma.
“E questo? Te lo volevi risparmiare?”
Mi sbattè chino a terra e mi colpì con poche ma potenti vergate sulla schiena, caddi steso a terra, ma ciò non la fece desistere, fino a quando non la implorai di perdonarmi della mia mancanza.
Quando fu soddisfatta delle mie scuse, smise di colpirmi, mi scavalcò con una gamba, mentre con una mano mi accarezzava dolcemente.
“Sei un bravo schiavo, sono soddisfatta di te!”
“Grazie Padrona Sophia!”
Di tutta risposta Lei sputò sulla mia guancia e ne spalmò la saliva con la pianta del piede.
“Grazie Padrona Sophia!”
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17 anni fa
admin, 75
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Antonio, il 49 enne in attesa di essere svezzato d
Ciao, sono sempre antonio, il 49 enne in attesa di essere svezzato da una coppia.
Come al solito, mentre aspetto, fantastico. Ora vi racconto una mia nuova fantasia.
Una sera mentre controllo la posta, mi arriva una nuova mail con questa scritta: Ciao sono un lui di una coppia 50 enne, lei è come la foto. Io sono un cuckold, mi eccita l’idea che mia moglie si faccia sbattere da altri e la voglio realizzarla. Mi piacerebbe organizzare qualcosa con te, se ti va fatti vivo.
Immediatamente gli rispondo, gli faccio i complimenti per la moglie (è carina, formosetta e con una 4° di seno) e gli dico che sono a sua completa disposizione e che vorrei saperne di più. Dopo alcuni giorni lui mi risponde e mi dice che si tratta di un desiderio che ha da molto tempo, quello di essere cornuto. Si eccita in un modo tremendo all’idea. Ne ha parlato con la moglie ma lei è indecisa e si vergogna. Si dovrebbe organizzare qualcosa che la coinvolgesse, in modo del tutto casuale e discreto.
Inizia un fitto scambio di corrispondenza, finche non decidiamo di incontrarci io e lui un giorno durante una pausa pranza per pianificare il tutto.
Ci diamo appuntamento in un bar in centro, arriviamo puntuali e ci sistemiamo in angolo tranquillo ed apparto.
Dopo alcuni convenevoli in cui mi dice che, dopo avermi visto fisicamente, conoscendone i gusti, potrei andare bene per la moglie, inizia ad illustrarmi i contenuti del suo piano:
In sostanza dovremmo fingere di essere dei vecchi amici, simulare un incontro casuale insieme a lei e, dopo avermela presentata, mi avrebbe dato il numero del suo cellulare e, con la scusa di un’informazione su qualcosa inerente al suo lavoro, dovevo iniziare a corteggiarla per poi arrivare a scoparla. Il tutto ad una condizione: che lo tenessi costantemente informato di tutto, di ogni minimo particolare. La cosa mi intriga, lei mi piace ed accetto. Lui a questo punto mi racconta tutto di lei: ciò che le piace o non le piace, quello che ama fare a letto e fuori, le cosa che la infastidisco e quelle che la affascinano, insomma sono partito con un bel vantaggio.
Dopo esserci scambiati più informazioni possibili anche su di noi e i numeri cellulari, organizziamo per un incontro casuale in una sala da ballo (loro ballano i latino americani, fortuna vuole che anch’io sono capace, ho già fatto alcuni corsi).
Puntuale, all’ora e data stabilita, mi presento in sala. Mentre sto bevendo qualcosa al bar ecco che arrivano, lo vedo è in sua compagnia. E’ splendida, è veramente una bella donna. Lui si avvicina e, con la professionalità di due attori navigati, mettiamo in atto la farsa. Ci salutiamo calorosamente e lui, dopo avermela presentata, mi invita al loro tavolo. Accetto volentieri. Anche lei non ha nulla in contrario. Anzi mi fa mettere a mio agio chiacchierando con me del più e del meno.
Inizio subito a corteggiarla velatamente, a farle i complimenti sulla sua bellezza e bravura nel ballo. La invito e balliamo una bella Bachata. Mentre balliamo la abbraccio e la stringo con discrezione. Eccitante! Vedo lui con la coda dell’occhio che approva.
Alcuni giorni dopo lui mi chiama e mi da il numero di cellulare di lei e mi dice di iniziare il corteggiamento. Io la chiamo e, dopo alcuni complimenti, le chiedo informazioni sul suo lavoro. Lei non si mostra scocciata, anzi sembra contenta di avermi sentito. L’indomani le mando un sms con un complimento e, per conoscenza lo mando anche a lui. Lei mi risponde lusingata. Risposta che, immediatamente, giro a lui.
Ogni giorno divento sempre più audace fino ad arrivare al fatidico invito a cena. Lei, in un primo momento rifiuta, ma dopo una garbata insistenza accetta.
Eccitatissimo, chiamo lui e gli anticipo che la sera, al ritorno dal lavoro, la moglie gli avrebbe comunicato che la sera dopo doveva uscire a cena con i colleghi di lavoro. Lui a queste parole mi ha detto che si stava eccitando e mi chiede di chiamarlo per telefono durante l’incontro e nascondere il cellulare in modo da fargli ascoltare tutto.
Arriva il venerdì e, come d’accordo, la passo a prendere alcuni isolati oltre la loro abitazione. E’ splendida! Mi piace proprio. Andiamo a cena, parliamo del più e del meno e le do un piccolo regalino. Io la corteggio in modo sempre più spudorato ed eccitato. Lei sembra accettare, ma fa la risoluta.
Arriva l’ora di riaccompagnarla. Siamo in macchina sotto casa loro. E’ tardi, non c’è nessuno in strada, io con una scusa attivo il telefonino verso il numero di lui e lo appoggio sul vano. Si attiva la comunicazione e lui è in ascolto. A questo punto inizio ad accarezzarla e a baciarla, lei si lascia andare e mi bacia anche a sua volta, si sentono i nostri sospiri. Le metto una meno in mezzo alle gambe, le baci i seno stupendi, Tocco la sua figa. E’ tutta bagnata. Inizio a farle un ditalino. Lei mi tocca i pantaloni, sente il mio cazzo e apre la cerniera. Siamo in estasi. Mi eccita anche l’idea di vedere il telefono con la comunicazione aperta. Ad un certo punto la sento ansimare, si dimena. Sospira. Sta venendo. Godeee, godee. È venuta sulla mia mano. A questo punto si abbassa sul mio cazzo ed inizia uno splendido pompino. Me lo succhia con maestria. È bravissima. Lecca la mia cappella e poi sprofonda in tutto l’asse fino alle palle. Sono eccitatissimo, non resisto, mi sento venire, glielo dico (in modo da farlo sentire anche a lui) ma lei non toglie la bocca dalla mia cappella. Vengoooooo…… Con un urlo micidiale le sborro in bocca. Lei lo ingoia e lecca tutto.
Dopo averla salutata e fatta scendere, ho preso il telefono e ho chiesto se aveva ascoltato tutto. Mi ha risposto di si (aveva una voce affannosa).
L’indomani lui mi telefona e mi dice: “Grazie, appena è arrivata a casa le sono saltato addosso, ero eccitatissimo, abbiamo scopato come matti, La sua figa era un lago. L’ho baciata in bocca e ho sentito sulla mia lingua l’odore e il sapore della tua sborra. Grazie sei stato bravo, ma questo non è nulla, adesso dobbiamo organizzare il “capolavoro”. Mi spiega i particolari. Fantastico!!! Ma questa è un’altra storia
Ragazzi quest’uomo mi sta prendendo sul serio, non riesco a dirgli di no. Sono totalmente nelle sue mani. Questa coppia mi ha stregato.
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17 anni fa
versoilsole,
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Come immagino la mia prima volta
Ciao, mi chiamo Antonio, sono un 49 enne di Lecce e, nonostante la mia tenera età, sono un neofita di questo fantastico mondo trasgressivo e, nell'attesa di una coppia che mi svezzi (magari potreste essere voi due), mi eccito facendo lavorare la mia fantasia. Il racconto sottostante descrive come immagino la mia prima volta con una coppia con lui partecipe:
Immagino che ci incontriamo in un Motel vicino Lecce. Voi, per telefono, mi date il vostro numero di stanza. Io vi raggiungo poco dopo in camera. Vi vedo, siete una coppia fantastica. lei è bellissima, stupenda con la sua minigonna nera e la camicia bianca semiaperta. Anche tu sei un bell'uomo.
Dopo i convenevoli, tu ti siedi su una sedia vicino al letto e mi dici: "E' tutta tua, fammi vedere cosa sai fare." Siamo in piedi ai bordi del letto, mi avvicino ed inizio a spogliarla, accarezzarla e a baciarla sul collo, sotto le orecchie ed in bocca. Piano piano inizio a scendere verso i suoi splendidi seni. Inizio a leccare e succhiare i capezzoli. Lei inizia a sentirmi. Il mio cazzo vuole uscire dagli slip. A questo punto si abbassa dolcemente, si siede sul letto (io in piedi) e inizia a sfiorare il mio cazzo da sopra le mutande. é bravissima. Ormai è diventato duro, pulsante e caldo. Lei mi toglie le mutande e inizia un fantastico pompino.
Mi lecca con maestria, prima la cappella e dopo tutto l'asse. Ti guardo, anche tu sei eccitatissimo. Ti stai menando guardando la tua donna inginocchiata sul cazzo di un altro. La cosa ti eccita da matti (ti capisco, è una sensazione controversa: un misto di gelosia ed eccitazione pura).
Dopo il pompino, la faccio stendere sul letto, le allargo delicatamente le meravigliose gambe e inizio a leccare la sua bellissima figa con tanti peli. Con la punta della lingua le stimolo il clitoride e le piccole e grandi labbra, mentre le metto un dito dentro. Lei inizia a dimenarsi, la sento, sta venendo. ecco arriva... Vengo, vengooooo. Ha avuto il suo primo orgasmo.
A questo punto lo vuole tutto dentro. Io mi avvicino e le salgo sopra, mi metto il preservativo e le metto la punta del cazzo vicino la figa bagnatissima e inizio a spingere con molta calma fino alle palle.
A questo punto la stantuffo prima piano e poi sempre più forte.
Lei, presa dall'eccitazione, vuole anche il cazzo del suo uomo. Ti fa un cenno e tu arrivi. A questo punto si sposta, si mette alla pecorina e vuole il mio cazzo dentro da dietro e quello tuo in bocca. E' una scena stupenda: lei è al culmine del piacere. 2 cazzi tutti per lei, 4 mani che la toccano dappertutto, 2 bocche che la baciano e la leccano. E' stupendo!!! E' al centro dell'attenzione. Siamo tutti e due per lei. La facciamo sentire una Principessa.
Dopo un po’ la sentiamo ansimare e venire di nuovo. E' fantastico, io non resisto a questo spettacolo e vengo anch'io. Anche tu ci sei quasi, ecco che stai sborrando. Ti vedo venire, Le inondi la bocca di sborra. Lei è troppo eccitata e se la ingoia e lecca tutta.
E' stato fantastico. Ci stendiamo tutto e tre sul letto esausti. Lei, al centro, è bellissima!
Dopo un pò, mi rivesto e, in punta di piedi, me ne vado lasciandovi abbracciati a coccolarvi. Si vede che siete una coppia innamorata e complice. Bravi complimenti.
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17 anni fa
versoilsole,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Daniela trav for black men e superdotati
Vi racconto l'ultima mia uscita en femme, mi preparo con trucco vistoso parrucca bionda mini gonna stivali alti calze reggicalze e vado in una zona con forte presenza di maschi africani, arrivo in un bar gestito da un tunisino verso le 21,oo ci sono presenti 4 nord africani fra questi uno che gia mi ha scopato mi offrono da bere e mi fanno dei complimenti molto forti uno mi palpa il culo invitandomi di seguirlo in bagno ma non accetto mi rivolgo a quello che già conosco e gli dico che sono disponibile solo se mi vogliono scopare tutti assieme e loro accettano. Mi portano in una casa vicina, appena entrati m'inginocchio e mi offrono i loro cazzi da succhiare, a turno iniziano a scoparmi che goduria un cazzo in culo uno in bocca e due da segare, ho preso anche 2 cazzi in culo contemporaneamente, tutto questo dura 2 ore in fine mi sborrano in bocca. quando li saluto ho voglia ancora di cazzo mi rifaccio il trucco e passo a trovare un ragazzo senegalese che mi scopa da 2 anni solo perchè è superdotato. Abita da solo rimane sorpreso del mio arrivo vista l'ora ma è pronto a scoparmi visto che già da sotto la tuta si nota la sua eccitazione m'inginocchio e tiro fuori un cazzone lungo, grosso, nodoso con cappella in evidenza che quasi non mi entra in bocca, succhio avidamente per parecchi minuti poi mi fa girare e lo affonda a fatica dentro il mio culo m'incula con molta passione e dopo 20minuti di duri colpi mi sborra come al solito in bocca e dopo mi piscia in bocca. Nel salutarlo lo minaccio che se non mi trova 3/4 amici che mi scopano insieme non mi vedrà più, anche se non esaudirà il mio desiderio penso che non potrò fare a meno del suo cazzone.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Cinema \"diabolik\" e seducente signora
Il racconto che vi scrivo risale a quando ero adolescente, avevo 16 anni, mi piaceva molto il cinema e le storie fantastiche.
In quel periodo un cinema della mia città proiettava il film 'Diabolik' cioè la trasposizione cinematografica del famoso fumetto.
Con un gruppo di amici l'avevamo visto e mi era piaciuto molto (l'ho rivisto tempo fa e mi son reso conto che era un film mediocre) ed in un pomeriggio di noia avevo deciso di rivederlo.
Entro nel cinema e la 'maschera' mi indirizza verso l'ultima fila, l'unica ancora libera, non mi dispiaceva, in fondo da quel punto della sala si vedeva bene e poi il fascio della luce blu della cabina di proiezione, appena più in alto della mia poltrona, mi affascinava.
Mi siedo, appoggio il cappotto sulle gambe, era una meraviglia sentire il ticchettio del proiettore e stare al caldo a vedere un film emozionante.
Ogni tanto entrava qualcuno, allora si poteva, anche a film iniziato, la maschera accompagnava con una piccola pila lo spettatore alla poltrona e, tra un tempo e l'altro girava fra le file un venditore di bibite, gelati e patatine.
Era appena iniziato il film che entra una coppia di 40-50 anni, indirizzati dalla lucina della maschera si siedono accanto a me, posso solo intravederli al buio della sala, lei con una pelliccia e lui con un cappello, quando si siedono avverto il profumo di lei, un profumo dolce e fresco insieme e penso che mi piace, peccato che quella signora sia così... matura, a quell'epoca tutte le persone al di sopra dei 30 anni le consideravo 'matusa' come si diceva e poi....con la pelliccia... cosa da vecchi!
La pelliccia è ingombrante, occupa il suo posto ed in parte il mio, non mi dispiace è inverno e fa freddo. Cerco di tenere il braccio sulla mia poltrona senza toccare il suo ma... dopo poco sento il contatto leggero del suo ginocchio sulla mia gamba, lei ogni tanto chiacchiera con il compagno, sono imbarazzato da quel contatto ma, visto che lei non ci fa caso, decido di non spostarmi perchè devo ammettere che mi piace.
Poi sento il suo braccio vicino al mio, mi guarda per un attimo, ma io imbarazzatissimo continuo a fissare lo schermo, sento le sue dita che scivolano sul mio braccio ed arrivano alla mano, ho il cuore che va a 'mille', non so cosa fare ed aspetto gli eventi, mi stringe la mano e la dirige sotto la pelliccia, mi sembra una situazione irreale, sono teso, preoccupato, eccitato, ma la sua mano è rassicurante, mi accarezza come a dirmi, "stai calmo, tranquillo, va tutto bene" poi, sempre sotto la pelliccia mi guida la mano sulla sua gamba, sotto la stoffa del vestito avverto....un bel corpo, mi sembra di sognare, il compagno si gira e le dice qualcosa, mi si gela il sangue e vorrei scomparire ma lei trattiene la mia mano, in effetti la pelliccia copre bene ogni cosa, mi rassereno e le accarezzo la gamba poi vengo guidato sotto la gonna dove le calze si arrendono alla pelle delle cosce....che cosa fantastica erano i reggicalze, quei sottili fermagli sulla pelle nuda... è morbida quella pelle, calda, la mia mente si offusca dal piacere, sento le sue gambe schiudersi lentamente, divento più ardito (era ora...avrà pensato lei...) ed oso attentare a salire più su fino agli slip, che dovevano essere di seta, mi aspetto una reazione negativa ma...la sento offrirsi alla mia mano, non avevo ancora mai toccato una donna li... in mezzo alle gambe, sotto la sottile stoffa avverto il caldo umido del suo sesso che sembra aderire alle mie dita con un leggero movimento rotatorio.
La sua mano è sempre sulla mia e mi guida sotto lo slip sollevandone il bordo per invitarmi... sento i primi peli e la pelle sottile, il film scorre inutilmente davanti ai miei occhi, vado lentamente avanti fino alle grandi labbra, le sento umide, scivolose sotto i polpastrelli, mi spinge delicatamente verso il clitoride gonfio e turgido, non immaginavo che fosse così pronunciato e così piacevole da accarezzare, le sue dita mi invitano ad insistere scivolando da un punto all'altro e premendo ritmicamente, è divino sentirlo sgusciare ed inturgidirsi sempre più, ad un tratto scorgo l'altra sua mano che stringe quella del compagno (marito?) e mi fermo, ma lei mi invita a continuare ed a toccarla più in basso, il mio dito sempre guidato da lei viene avvolto da caldi umori e scivola dentro la vagina, sono in estasi, lei si apre sempre più, infilo anche l'altro dito, entro ed esco da lei poi risalgo verso il clitoride sempre più gonfio, penso che potrei accarezzarle per ore... ma poi sento la sua mano spostarsi sotto la pelliccia, fino ad arrivare alla mia gamba, guardo l'altra sua mano che stringe ancora quella del compagno, sono confuso... ma lei non sembra preoccupata.... mi sento toccare da quella mano che rapidamente giunge al mio sesso in piena erezione, sbottona il mio pantalone di quel tanto che basta e stringe con decisione e dolcezza l'asta, sento il suo pollice scivolare sulla cappella gonfia ripetutamente, poi scende fino a raccogliere le mie palle come in una conchiglia, le massaggia poi ritorna sul cazzo teso allo spasimo, io continuo a toccarla freneticamente ed in breve tempo vengo copiosamente nella sua mano, lei continua a tenerlo fino agli ultimi spasmi.
Prende un fazzoletto fa finta di soffiare il naso e poi lo passa sull'altra mano per pulirsi, mi da un colpetto sul sesso come a dire "grazie", si volta verso il suo compagno, si dicono qualcosa, poi si alzano e vanno via.
Rimango li, sta finenedo il primo tempo del film, una serata che non dimenticherò....mai.
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17 anni fa
ibiscogiallo, 54/54
Ultima visita: 13 anni fa -
Bendata
Penso a me e penso a una esperienza inaspettata e intrigante allo stesso modo. Pensando a me mi vedo in un antico castello, c’è molta gente, un grande salone, e la musica. Sono tutti vestiti in maschera, eleganti e misteriosi.
Mi vedo anch’io, mascherata, indosso un grande mantello di seta nero, lungo,
si, lungo fino ai piedi con uno strascico e un largo cappuccio che mi copre i capelli e parzialmente il viso. L’interno è di colore rosso. Sugli occhi una mascherina nera, sotto il mantello non sono molto vestita,anzi sono praticamente nuda, ho solo un tanga nero ridottissimo, è composto da due strisce di pelle nera che scendono dai miei fianchi e vanno sulle labbra esterne del mio sesso per poi congiungersi sotto all’interno delle cosce e risalire in un’unica striscia che va a dividere perfettamente il mio sedere. Due lacci chiudono il mantello senza lasciare intravedere nulla.
Accanto a me il mio uomo anche lui con lo stesso costume ma… senza nulla sotto.
Non so come ho fatto a farmi convincere ad andare in quel posto e così vestita, ma la cosa mi intriga molto. L’ambiente è illuminato da candelabri con molte candele sorretti manualmente da uomini dal fisico muscoloso e lucido per olio che ne esalta le forme e vestiti di un solo drappo che copre il loro sesso. La musica è calma con un ritmo lento e sensuale, uomini e donne danzano con movimenti sinuosi e con i corpi che strisciano l’uno contro l’altro, spesso quasi ad unirsi in un amplesso.
Guardo il salone è di forma circolare, le pareti sono interrotte da molti passaggi bui con la forma ad arco. Attraversiamo con passo languido il salone fra la gene che balla, sento i loro profumi, la loro eccitazione per i frequenti contatti e proseguo fino ad uno dei passaggi scuri. Entriamo,
dall’altra parte un bar ricavato nella pietra, tanti divani di varie forme e di colore rosso. Qui la luce è meno intensa ci sono solo due torce accese sulle pareti.
In un lato alcuni uomini che sorseggiando da calici di vetro rosso notano il nostro ingresso. Prendiamo anche noi del vino servito sempre in calici rossi, mi guardo intorno e vedo in un angolo una coppia che sta facendo sesso sopra ad un divano.
Il mio sguardo è calamitato dai due corpi avvinghiati, dai loro gemiti di piacere dal loro eros. Sento un calore improvviso risalire il mio corpo da sotto al mantello, è l’eccitazione. Il mio compagno dietro a me si accorge di questa attrazione, fa scivolare una mano lentamente sulla mia schiena fino a palparmi il sedere.
Scorgo di lato gli uomini osservare il palpeggiamento che ora si è fatto più insistente. L’altra mano accarezza di fianco un seno, il calore aumenta, sento i due ansimare e vedo gli uomini attratti dal pellustramento del mio corpo. La loro attenzione mi intriga, mi stuzzica e mi rende più provocante.
Porto le mani sui fianchi del mio uomo dietro a me e lo tiro contro al mio corpo, sento il suo membro già teso e voglioso appoggiarsi sulle natiche. Voglio provocare di più l’attenzione di quegli sguardi, chiedo al mio lui di slacciare il laccio più basso. La sua mano scivola sulla seta del mantello sfiora un capezzolo, passa sul ventre e libera la chiusura. Il mantello si apre come aprire un sipario, ora si vede molto meglio il mio copro fin sotto ai seni. Le mie gambe sono tese e accostate una all’altra, la mano di lui forza l’apertura, lentamente le socchiudo so bene che con questo movimento le due strisce di pelle che appoggiano sulle grandi labbra faranno da secondo sipario e la mia figa sarà aperta e provocante. Gli sguardi degli spettatori si fanno più accesi e la loro eccitazione fa crescere la mia in modo esponenziale. Ora i miei capezzoli sono turgidi al punto che sembra vogliano perforare il mantello che li copre, sento la mano di lui andare sull’inguine mentre l’altra da dietro sale fino a stringere un seno. Voglio osare di più e allora mi volto di colpo infilo la lingua in bocca al mio uomo mentre con una mano gli afferro il cazzo che non ne vuole più sapere di stare sotto al suo mantello, poi scendo con lingua lungo il mantello fino a mettermi in ginocchio e con la bocca aperta verso quell’arnese proteso. Sento gli sguardi degli spettatori so di provocare loro impulsi al basso ventre e me ne compiaccio. Con movimento rapido ingoio il pene per intero fino alle palle per poi chiudere le labbra attorno come una ventosa e aspirare risalendo lungo le sue nervature. Con la lingua giro intorno alla cappella già dura dall’estasi, poi scendo sulle palle e la faccio roteare vorticosamente provocando un irresistibile ansimare nel mio lui. Volto lo sguardo mentre le mie labbra scorrono sul cazzo e vedo loro già tutti con i loro membri fuori che si masturbano attenti alle nostre movenze.
La vista di quei cazzi tesi mi allaga la figa già pulsante,
mi sento padrona dei loro istinti e al centro dell’attenzione. Dopo pochi attimi la scena si interrompe il mio lui mi solleva, quando ho il volto davanti al suo penetra la mia bocca con la lingua, mi solleva una gamba e…sento il suo cazzo che mi penetra anche di sotto spingendomi contro il bancone del bar, bastano pochi colpi e sento l’orgasmo che si avvicina. Lui se ne accorge e smette di scoparmi, mi prende per mano e mi porta fuori dal bar. Proseguiamo per un lungo corridoio, qua e là gente che si accoppia in tutti i modi. Entriamo in una stanza piccola, buia, l’unica luce che entra è quella che filtra dall’esterno attraverso i fori che ci sono tutto intorno nelle pareti. Al centro, dal soffitto, pendono due braccialetti per i polsi attaccati al soffitto tramite catene. Capisco al volo le sue intenzioni e gli porgo i polsi con un sorriso intrigato. Mi trovo in un attimo legata e bendata, si sente la musica che proviene dal salone e i gemiti di gente che gode all’esterno della stanza. Una sua mano mi tocca il viso poi scende al centro delle tette e libera l’ultimo laccio del mantello che scivola a terra lasciandomi nuda, solo con quelle due striscette di pelle che quasi nulla coprono.
Sento dal suo respiro il viso avvicinarsi al mio collo e poi prenderlo a piccoli morsi quasi a gustarene il mio corpo lentamente. Ho ancora il sesso bagnato dalla precedente esperienza che già ne sto vivendo un’altra. Penso ancora a quei membri tesi eccitati dalla mia provocazione mentre sento la bocca di lui che va sui seni. La sua lingua li lecca a intermittenza, li stuzzica, le sue mani vanno sul sedere e poi all’improvviso sento davanti il suo cazzo che mi sfiora proprio li dove vorrei essere trafitta. Ma è solo un assaggio si allontana, sento ancora il suo viso vicino al collo, si avvicina ad un orecchio e mi sussurra “ hai visto i fori intorno?” Io rispondo di si. E mi dice “attraverso quei fori ci sono tanti occchi che si eccitano nel guardarci.”
La faccenda si fa sempre più intrigante, lui sa quanto mi piaccia eccitare.
Ora sento la sua testa fra le mie cosce e facilito l’accesso divarcandole, la sua lingua scorre fra le labbra umide. Ci gira intorno quasi ad assaporarne tutti gli umori, poi entra prepotente la sento pentrare come un pene e poi salire sul clitoride, vorticare su di esso. Mi salgono i brividi lungo la schiena sono indifesa cosi legata ma questo contribuisce a far salire gli ormoni. La lingua ora lecca e si distacca ritmicamente sul punto più debole, ansimo mugugno non rieseco a star ferma al punto di accostarmi contro una parete le catene sono lunghe e ne consentono il movimento. Nell’accostare sento contro la schiena il muro freddo e la forma dei fori sulla pelle, lui si accosta mi prende le gambe e mi solleva di peso. Si prendimi così fammelo sentire questo cazzo… poi lo sento spingersi dentro deciso ho un sussulto di piacere . Un colpo, due e poi si mette a roteare dentro. Io impazzisco sento i respiri delle persone che guardano dall’esterno e che si eccitano nel vedermi penetrata, li sento vicini e impotenti forse vorrebbero toccarmi avermi ma non possono, sento il suo cazzo roteare e premere sul clitoride, è un’estasi di sensi liberi. Ad un certo punto mi riappoggia con i piedi a terra e allunga il tiro delle catene. Ora posso muovermi di più, anche se sono ancora legata. Sento ancora il contatto della lingua che scende sulla schiena , mi provoca un fremito la sento calare lentamente fino alla giuntura dei glutei, le sue mani mi spingono sulla schiena in modo da abbassarmi e mettermi alla pecorina, mi piace essere presa da dietro e lui lo sa. La sua lingua ora ha facile accesso fra le mie natiche e continua ad esplorare fino a introdursi ancora nella mia figa palpitante. Ricevo quest’esplorazione estasiata ormai attendo solo di essere ancora penetrata. Poi avverto il distacco penso che lui da dietro stia per prendermi, ma… passano alcuni attimi di silenzio. Ora di nuovo un contatto, questa volta sulle labbra che apro per istinto. Sento la cappella entrare favorisco l’ingresso aprendo di più la bocca e incomincio a lavorare con la lingua su di essa. La sento indurirsi e crescere è una fantastica sensazione perché so di provocare piacere. Ora scorre nella mia bocca lentamente per tutta la sua lunghezza, è teso splendidamente teso ne avverto le contrazioni di piacere, la mia figa sbrodola ansiosa mentre arriva al mio udito l’ansimare di chi osserva. Un misto di istinti coinvolti insieme, poi la sua voce che mi chiede a che punto è la mia eccitazione. Sfilo arretrando la testa il cazzo dalla bocca e gli chiedo di scoparmi, sento le mani che mi prendono la testa e il cazzo che torna a riempirmi la bocca. Dò alcuni colpi decisi prendendolo tutto al punto di sentire le palle che battono contro il mento. Penso mi voglia venire in bocca e la cosa non mi spiace ma poi all’improvviso due mani mi afferrano da dietro e sento la sua voce che dice ora ti faccio godere mentre il suo cazzo entra deciso dentro di alla mia figa ansiosa. In una frazione di secondo una sensazione strana, non capisco, lui mi sta scopando da dietro ma allora il cazzo che ho spompinato con gusto di chi è? E tutto questo mentre i due membri mi scorrono davanti e dietro. Vorrei reagire però non ne ho il tempo perché la mia figa ormai esausta si mette a pulsare come un treno impazzito, sto scopando mentre pompo un altro cazzo. L’istinto di mollare la presa con la bocca viene sopraffatto dall’orgasmo che sta sopraggiungendo, non ero preparata a questa situazione si ne avevamo parlato ma non me l’aspettavo, però la cosa nello stesso tempo mi eccita al punto che muovo con decisione la testa stringendo le labbra e dopo pochi istanti sento esplodere il membro che mi innonda la bocca di caldo liquido mentre anche la mia figa ormai esausta si stringe convulsa attorno al cazzo di lui birbante che comunque, perdono perché è riuscito a farmi vivere un’esperienza che forse non avrei mai avuto il coraggio di affrontare.
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17 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
La cognata
“Esco adesso, ci vediamo tra mezz’ora a casa mia, ciao!”
Poche e perentorie parole per convocarmi ad un'altra mattinata di sesso, tre, quattro ore durante le quali avrei dovuto soddisfare ogni sua voglia e desiderio.
Era poco più di due mesi che si andava avanti così, quasi tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, puntuale ricevevo quella chiamata, non appena lei terminava il suo turno di lavoro, come capo squadra di una ditta di pulizie.
Due mesi prima era la ragazza di un mio amico, ci conoscevamo da anni, da quando fidanzandosi con lui, prese a frequentare il nostro gruppo di amici.
Timidissima, pian piano, prendendo confidenza con il resto della compagnia, rivelò una maliziosa sensualità, che stuzzicò e attrasse piacevolmente la mia attenzione.
Ben presto diventammo complici di maliziose provocazioni, all’inizio sottilmente celate in sottointesi e doppi sensi, ma, complice l’ingenua partecipazione del fidanzato, col tempo gli argomenti si fecero molto più audaci e palesi, fino ad arrivare a scambiarci anche confidenziali racconti delle nostre esperienze sessuali.
Nonostante l’evidente stato di eccitazione che mi procuravano tali conversazioni, condite da un corpo, seppur abbondante, sensualissimo e sapientemente esposto alla fantasia erotica maschile, il nostro rapporto rimase circoscritto a goliardici discorsi in compagnia.
Quell’estate invece, tutti i nostri amici, fidanzato di lei compreso, presero a lasciare la città ogni venerdì sera, per passare il week-end al mare.
Lei non poteva raggiungerlo, lavorando anche il fine settimana, mentre io preferivo passare le due giornate festive piegando e dando voce alla mia bicilindrica, sulle curve che si arrampicavano sull’Appennino Tosco-Emiliano.
Rimasti soli in città, passavamo insieme le serate e il tempo libero, dove potemmo dare libero sfogo ad ogni nostra inibizione, almeno verbalmente; fino a confessare la reciproca attrazione l’uno per l’altro, davanti a due boccali di birra sorseggiati sulla terrazza di un bar in collina, in una calda serata estiva, con il panorama della nostra città a fare da sfondo.
Fu quello l’unico momento di imbarazzo tra di noi, nonostante fosse sempre stata palese l’attrazione reciproca tra di noi, svelarla, manifestarla apertamente aveva turbato l’atmosfera di complicità tra noi. Come mai prima, lunghi silenzi si calarono nella nostra conversazione, fino a quando Lei prese a provocarmi, più o meno seriamente, credo per sondare le mie possibili reazioni.
Quella sera tornammo presto a casa; seduta dietro di me, sulla sella della mia moto, i suoi seni, avvolti semplicemente in una aderente canotta di cotone, si spalmavano sulla mia schiena, pressati dalla energica presa delle sue braccia, che mi avvolgevano, mentre le sue mani si strusciavano sui miei pettorali. La lasciai sul portone di casa in preda ad un evidente erezione, che maliziosamente constatò, lasciando cadere un braccio fino a portare il palmo della Sua mano “incidentalmente” a strofinarsi sul il mio basso ventre. Mi salutò con un sorrisetto divertito, mentre io sgommavo verso casa, a dar libero sfogo alla mia eccitazione.
La mattina successiva, rientrato dal mio giro sull’Appennino, trovai un Suo messaggio nella segreteria, dove mi invitava a pranzare con Lei, che era da sola a casa, visto che anche suo fratello e sua madre se erano anch’essi andati al mare.
La chiamai per confermare che sarai andato da Lei, giusto il tempo per fare una doccia.
Nonostante il mini pigiamino con il quale mi accolse, consumammo serenamente il pranzo, cose se nulla fosse successo la sera prima, ma quando le chiesi dove voleva andare dopo pranzo, Le si illuminarono gli occhi e la Sua bocca si estese in un raggiante sorriso.
“Voglio stare con te!”, mi rispose.
Imbarazzato le chiesi cosa voleva fare.
“Tutto quello che non abbiamo mai fatto!”, replicò divertita, sbottando in una sonora risata.
Speravo che si stesse solamente burlando di me, ma ebbi conferma delle Sue reali intenzioni, quando si inginocchiò tra le mie gambe e guardandomi divertita per il mio imbarazzo, prese a sbottonarmi i pantaloni.
Io mi ritirai e la invitai a desistere nelle sue intenzioni. Cercando di convincermi a cedere e soddisfare quello che era il desiderio di entrambi, mi assicurava che sarebbe rimasto un episodio isolato e che poi avremmo ripreso il nostro normale rapporto, tenendo per se quello che sarebbe successo. Sosteneva che non poteva resistere oltre e che se volevamo ancora frequentarci, dovevamo toglierci questo sfizio, che avrebbe per sempre condizionato il nostro rapporto.
Sebbene sapessi di sbagliare, mi lasciai corrompere senza porre troppa resistenza .
Fui letteralmente travolto dalla sua carica erotica e avvolto dal suo caldo e morbido corpo.
Passammo tutto il pomeriggio a mettere in pratica quello che finora avevamo argomentato, regalandoci ore di reciproco intenso piacere.
Il rientro di suo fratello, ci sorprese che eravamo ancora nudi sopra il letto, goduriosi e soddisfatti per le intense ore che ci eravamo regalato.
Ci rivestimmo in fretta e raggiungemmo il fratello in cucina, intento a preparare la cena per lui e la fidanzata che era con lui e che ci accolse con uno sguardo maliziosamente sorpreso.
Nonostante il loro invito a rimanere salutai la compagnia.
Solamente tre mattine dopo, mercoledì, la prima delle chiamate che dal quel giorno avrebbero condizionato le mie mattine infrasettimanali.
“Tra mezz’ora sono a casa da sola, ti aspetto!”
Le contestai che non dovevamo rischiare oltre e fermarci dove eravamo arrivati.
Nemmeno rispose, dopo mezz’ora irruppe in casa mia e mi aggredì affermando che lei non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere la cosa, tutt’altro, che fino a quando ne avesse avuto voglia, avrei dovuto soddisfarla, tranquillizzandomi - o minacciandomi - che se avessi fatto come lei voleva, la cosa sarebbe rimasta tra di noi.
Non ebbi difficoltà ad accettare e adeguarmi a questa inconsueta situazione e, dopo un iniziale imbarazzo, ne fui presto entusiasta partecipe.
Seguirono due mesi al servizio delle sue voglie; passavo gran parte delle mie mattine a leccarla e succhiarne gli umori, a cavalcarla o esserne cavalcato, affondando il mio membro tra le sue tettone o a masturbarla con le mie dita o con dei vibratori, o semplicemente massaggiarla e accarezzarla, se non farle semplicemente compagnia, completamente nudo, a volte costretto a masturbarmi per il suo diletto.
Quella mattina, come sempre, aprì la porta al solo sentire il rumore della mia moto. La raggiunsi al piano superiore, dove mi accolse in biancheria intima, una coulotte aderente in cotone e un reggiseno del tipo fitness, che sembrava scoppiare da un momento all’altro, sotto la pressione delle sui enormi seni..
Ci salutammo con un bacio casto, poi mi accompagnò nella sua camera, dove avrei dovuto spogliarmi completamente, sotto il suo sguardo divertito ed eccitato. Sovente, si eccitava talmente nel guardarmi svestire, da bagnare le mutandine con il suo umore; quando succedeva, il mio primo compito era ripulirla completamente.
Quella mattina però mi lasciò solo nella stanza, dicendomi che mi avrebbe aspettato nella stanza di suo fratello, giusto di fronte.
Il fatto di andare nella stanza di suo fratello non era inconsueto, spesso ci andavamo, curiosando nella sua fornita collezione di riviste e filmini pornografici, solo per divertimento o alla ricerca di nuove stimolanti situazioni.
Proprio curiosando nella stanza di suo fratello, trovammo vari giochi erotici, quali vibratori, falli in lattice, manette e addirittura una frusta la cui impugnatura aveva la forma di un fallo.
Alcuni li avevamo anche provati, ma non c’eravamo spinti oltre l’ammanettarci, o penetrarla con i falli e i vibratori, con i più piccoli dei quali l’avevo iniziata alla penetrazione anale.
Quindi, seppur sorpreso dalla sua strana assenza alla mia vestizione, senza dargli troppo peso, la raggiunsi nella stanza di fronte, dove fui accolto da una vera sorpresa.
Dentro la stanza, ad attendermi non c’era lei, ma sua cognata, che mi accolse vestita solamente di una mutandine in latex con applicato un fallo in lattice.
Lei, una morettina, minuta nel fisico, pelle olivastra e profondi occhi neri, mi guardava compiaciuta per la mia espressione di sorpresa.
In effetti non sapevo cosa dire o fare; ero nudo, da solo, in una camera da letto, con una provocante ragazza, per la quale non potevo negare di provarne attrazione, anch’essa nuda, se non fosse per quel inquietante accessorio in vita.
Vedendomi in preda ad un spaventoso imbarazzo che mi aveva immobilizzato sulla soglia della camera, la cognata non trattenne il riso e mi fece segno di avvicinarmi a lei.
Ironicamente mi chiese se ero sorpreso di vederla. Annuii.
Di seguito, mi chiese se mi dispiaceva il fatto che si fosse aggregata a noi; con lo sguardo feci un cenno verso il fallo che si ergeva dal suo ventre; ne rise divertita.
“Ti piace? Questo è molto meglio del tuo, è sempre pronto, non si affloscia mai e non sporca!”.
La guardai perplesso, lei se ne accorse e si adombrò.
“Ne vuoi una dimostrazione pratica?”
Con una mano mi afferrò il pene, e lo strinse energicamente.
“Vedi, il tuo ancora non è pronto!”
“Senti questo invece com’è duro”, aggiunse, afferrandomi una mano e portandola sul fallo artificiale.
Ero sempre più perplesso, ma il contatto della sua mano e il suo atteggiamento arrogante mi stavano eccitando e incuriosendo. Lo manifestai con una poderosa erezione.
Ci raggiunse anche la mia amica, completamente nuda.
“Adesso vediamo quanto duri!”
La mia amica si chinò davanti a me, afferrandomi il pene e avvolgendolo con le sue labbra, per poi cominciare un allettante rapporto orale. La cognata si portò dietro di lei, con le mani la afferrò per i i fianchi e la penetrò con il finto fallo.
Mentre il mio pene veniva massaggiato dalla calda bocca della mia amica, la vista di quell’esile corpicino di donna che la penetrava e la faceva gemere di piacere, ogni volta che affondava la sua protesi di gomma, mi indusse un rapido orgasmo che le riempì la bocca.
La cognata si fermò e le fece cenno di alzarsi.
“Durato poco, no?”
Poi mi fece segno di abbassarmi, con una mano mi afferrò per il mento, facendomi aprire la bocca.
Con l’altra mano spinse la testa della mia amica verso il mio viso.
“E adesso ti riprendi i tuoi scarti!”, disse, mentre la mia amica lasciò cadere dalla sua bocca, lo sperma con il quale l’avevo riempita, per colare, misto a saliva, fin dentro la mia.
Come ne sentii il sapore amaro e salto, feci per sputarlo, ma un gesto rapido ed energico della cognata, mi chiuse la bocca.
“Eh, no! Con me, chi sporca pulisce”, disse, prima di ordinarmi di ingoiarlo.
Meravigliandomi di me stesso, completamente inebetito dall’eccitazione che mi procurava questa anomala situazione, lo deglutii, provocandone una spiacevole sensazione di nausea, seguita da piccoli conati di vomito.
“Beh, adesso il tuo attrezzo è fuori uso” - disse ridendo la cognata - “Se vuoi continuare a partecipare dovrai offrirci qualcos’altro!”
Si stese con il busto sul letto, la mia amica si portò sopra di lei e si calò fino a impalarsi sul fallo che la cognata, con le mani teneva ben eretto, indirizzandolo verso la sua vagina.
Osservai sbalordito la mia amica cavalcare furiosamente quella rigida protesi, gemendo come indiavolata. Era facile all’orgasmo, e le servirono poche cavalcate per inumidire il fallo, con rigoli di piacere che raggiunsero la mano della cognata.
“Comincia con l’offrirci la lingua, fammi vedere come sei bravo a leccare!”, disse, ordinandomi di leccare e succhiare gli umori che fuoriuscivano dalla vagina della mia amica.
Mi avvicinai e accostai la mia bocca sotto i suoi fianchi, che nel loro movimento oscillatorio, mi colpivano il viso, mentre ero intento a succhiarne le saporite secrezioni.
La mia amica si fermò e sollevò i fianchi porgendomeli per procedere meglio nel mio lavoro di ripulitura; gemette soddisfatta quando affondai la lingua per rimuoverne ogni rimanenza sulle pareti vulviche.
Quando ne fu soddisfatta si fece da parte, lasciandomi in ginocchio, ai piedi della cognata, il cui accessorio fallico si ergeva a pochi centimetri dal mio viso.
La cognata sollevò le spalle, appoggiandosi sui gomiti. Con un movimento della testa fece cenno al fallo di gomma.
“Beh, non finisci il lavoro? Il mio attrezzo è bello fradicio!”.
Spalancai gli occhi, non potevo credere che mi stese chiedendo di leccare un fallo, seppur di gomma. Mi voltai verso la mia amica che ridendo divertita, mi incitò a farlo.
Più decisa, la cognata mi esortò ancora.
Timidamente mi avvicinai e allungai la lingua verso l’asta. La sonora risata della mia amica mi interruppe; la cognata la redarguì e mi intimò di continuare.
Mi riavvicinai, appoggiai la lingua e la passai per la sua lunghezza. Tornai alla base e ricominciai, sotto lo sguardo compiaciuto della mia amica e quello severo della cognata.
Dopo un paio di passate presi più confidenza e cominciai a leccare con più vigore.
Vidi la mia amica, seduta sopra una poltroncina a lato del letto, eccitata,sollevare e spalancare le gambe, per poi affondare le dita.
La cognata si sollevò sui fianchi e afferrandomi la testa con le mani, affondò il fallo nella mia bocca, pompandolo dentro e fuori e apostrofandomi con epiteti volgari, di solito riservati alle donne di malaffare.
Le pompate si fecero violente e rapide, e furono accompagnate da suoi gemiti di piacere.
Al culmine della sua azione, sfilò il membro dalla mia bocca e lo sollevò con una mano, mostrandomi, al di sotto, una fessura nella mutanda, in corrispondenza della cavità vulvica.
Senza attendere alcuna disposizione, affondai la mia lingua in quella fessura, stimolandone la secrezione del liquido orgasmico.
Le sua mani si cinsero alla mia nuca e schiacciarono la mia testa tra le sue gambe, quasi soffocandomi, fino a quando, con un lungo e sonoro sospiro, si lasciò cadere sul letto, mollando la presa.
Il mio membro aveva ripreso vigore e si stava di nuovo ergendo alla vista di quel corpo femminile godurioso, incredibilmente e eroticamente accessoriato di un membro maschile.
Mi alzai impugnando il pene con una mano, accennando l’intenzione di portarmi sopra di lei, ma premendo con un piede sul mio ventre, mi spinse indietro.
“Se vuoi scopare, c’è la tua troietta ancora bella calda! Anzi, perché non ce la scopiamo in due?”
Acconsentii. Mi fece cenno di sedere sul bordo del letto, poi prese la mia amica per mano e la invitò a montarmi, sdraiandomi sul letto.
Mentre la mia amazzone cominciava la cavalcata, sbattendomi in viso i suoi grandi seni, sentii afferrarmi le gambe e sollevarle, immediatamente dopo, la mia amica si fermò qualche secondo, per poi lanciare un gemito misto di piacere e dolore, quando la cognata la penetrò nel secondo canale.
Da quel momento il ritmo fu dettato dai lenti colpi della cognata , i cui fianchi sbattevano sui miei glutei. I colpi si fecero più intensi, e il mio pene fu in breve travolto e infradiciato da un ondata di piacere della mia amica.
Sentii un rigolo scendere lungo il mio solco anale, ingenuamente pensai che questa volta aveva superato se stessa nell’intensità dell’orgasmo.
Si sfilò da me, posizionandosi dandomi le spalle e offrendo alla mia bocca il suo frutto sgorgante di nettare.
Inebriato di piacere e golosamente perso nel gustare il suo succo, non feci caso che la cognata mi teneva ancora le gambe sollevate, se non quando passò la presa alla mia amica, che sovrastandomi con i fianchi sul viso e le gambe sulle braccia, mi aveva praticamente immobilizzato.
Il suo sedere si adagiò sul mio viso, impedendomi anche di parlare, quasi di respirare.
Sentii ancora del liquido calare lungo il solco, fino alla cavità anale.
Subito dopo, la cognata appoggiò la punta del suo fallo artificiale e lentamente mi penetrò, mentre cercavo di liberarmi dimenandomi, sotto il peso, non proprio leggero, della mia amica.
La mia resistenza non impedì alla cognata di proseguire nel suo intento, tutt’altro, il dolore di quella protesi che avanzava al mio interno, mi immobilizzò; ormai era entrata, il mio ano era stato violato, e non sapevo se rammaricarmi più per il dolore o per l’infame offesa che stavo subendo.
Incurante della mia reazione, procedette nella sua azione penetrativa, più fastidiosa che dolorosa; sicuramente meno di quando lo ritrasse, trascinando i non ben lubrificati lembi di pelle che chiudevano l’orifizio, che sembravano lacerarsi, provocandomi un lancinante dolore.
Lentamente mi penetrò di nuovo, questa volta con minor dolore e fastidio; il lubrificante sparso sulla verga e intorno alla cavità, aveva reso il mio canale più malleabile. Anche la mia resistenza venne scemando via via che il dolore diminuiva, e il senso di fastidio fu sostituito da un senso di piacere, dal sentirmi riempire il retto fino al ventre, sentire quella protesi solcarmi all’interno, il cui sfregamento mi procurava brividi di godimento, soprattutto quando, tolta ogni resistenza, il ritmo dei suoi colpi si fece più vigoroso e deciso e fui liberato della morsa del corpo della mia amica, cosicché potetti ammirare l’azione che quel corpicino olivastro stava compiendo su di me, le sue piccole tette ballare al ritmo dei suoi colpi e lo sguardo al tempo stesso compiaciuto e pieno di orgoglio, per avermi ridotto al suo volere.
Quelle sensazioni, e quelle visioni mi provocarono una grande eccitazione; impugnai il mio pene con entrambe le mani e lo masturbai freneticamente, fino a quando fui travolto da un maestoso zampillo che mi ricoprì del mio sperma fino alla testa.
La mia amica si precipitò a succhiarne quello che colava lungo il mio pene, mentre i colpi della cognata aumentarono di frequenza e potenza, fino quando piccoli gemiti ne preannunciarono l’imminente orgasmo, che si manifestò con piccoli gridi e colpi meno frequenti ma più potenti, arrestandosi poi con il fallo completamente inserito dentro di me.
Lo estrasse solo qualche minuto dopo, quando l’intensità del piacere procuratole dall’orgasmo calò.
Mentre le due ragazze si rivestivano, io rimasi steso sul letto, con il ventre e il petto ancora sporchi del mio sperma; silenziosamente le osservavo rimettersi nei panni delle brave ragazze, mentre io ero stato stravolto da quella esperienza e dal nuovo piacere che mi aveva procurato, ma anche dal disagio stesso nel provarne piacere.
Vestendosi, la cognata della mia amica, mi spiegò che si era accorta che avevamo curiosato e approfittato dei loro giochi. Rivelatolo alla mia amica, notò immediatamente il suo imbarazzo e ne approfittò per imporle di coinvolgerla nella nostra relazione.
Da quel giorno le nostre mattinate furono sconvolte, non solo dalla nostra nuova compagna, ma, soprattutto, dalle nuove emozioni alle quali questa ci introdusse.
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18 anni fa
admin, 75
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È tutto finito
“E’ finita.. è tutto finito!”
La ragazza era di spalle, la fronte appoggiata alla finestra,le mani aggrappate al davanzale quasi avesse paura di cadere..non voleva sentire quello che stava sentendo. Le nocche bianche per lo sforzo di non lasciarsi andare. Le spalle abbandonate come sotto un peso che lei non era più in grado di reggere che ad ogni parola si faceva più insostenibile.
Era nuda, sembrava guardasse fuori ma non era così, stava fissando con attenzione quasi maniacale la maniglia della finestra come se fosse importante, nel vortice dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti era come se avesse bisogno di un appiglio, di qualcosa di concreto sul quale fermarsi.
Fissava la maniglia, ne studiava le piccole viti, la lieve traccia di polvere, il riverbero della luce sulla cromatura, non riusciva a distogliere lo sguardo.
Era nuda, la fronte contro il vetro, i capelli che le coprono il viso, le mani aggrappate al davanzale come se ne andasse della sua vita. Gli unici appigli… quella maniglia e quel davanzale.
Il controluce e la penombra della stanza, ormai è quasi sera, disegnano sulla schiena nuda di lei mezzelune di ombra, sottolineano le curve scarne del corpo quasi da ragazzo, accentuano .
Non lo vede e non lo sente più, sa della sua presenza ma non ne sente nemmeno il respiro. Non vuole sentirlo, non vuole sentire quello che lui ha da dirle.Ogni parola è una coltellata che la piega, non vuole ascoltarlo. Sa che è tutto finito ma si aggrappa al gioco da bambina… se non ho sentito non vale..
Sa che è tutto finito, sa che il parlare di lui è solo una sorta di forma. E’ tutto finito anche senza che nessuno lo dica. Ma sentire la voce di lui così fredda così definitiva così quasi arrogante nel sapersi nel giusto la trafigge.
Lui è crudele sa di esserlo, vuole esserlo. Si sente ferito e sa solo attaccare quando soffre, si sente impotente ed è un sentire che lo spiazza, vorrebbe poter fare qualcosa poterle fare cambiare idea. L’ha pregata, supplicata, insultata, aggredita, lei è immobile da un tempo interminabile studia la maniglia aggrappata al davanzale.
Lo sente avvicinarsi lo sente respirare e muore un poco, com’è familiare quel respiro, più del suo stesso respiro, quel respiro che era…che è la sua vita, non sa pensare di poter viverne senza.
Lo sente vicino ma non si muove, non è in grado di muoversi,sa che perdere gli appigli, per quanto ridicoli possano sembrare, equivarrebbe a crollare. Non sa fare altro che aggrapparsi a quel davanzale, la fronte gelata a contatto con il vetro, i capelli sul viso.
Lo sente vicino, lo sente con la pelle, come si fa a spiegare alla pelle che è tutto finito.. lo sente con le viscere che gridano, lo cercano.. non ha cuore o cervello è solo sensazioni istintive per il resto è blackout totale. Niente razionalità, niente sentimento, troppo dolore, non sarebbe in grado di affrontarlo..lo sente.. quanto vicino.. quanto è facile per il corpo di lei sentirsi in sintonia, vibrare all’unisono con quel respiro, con quel calore, come si può dire al corpo di smettere di vibrare, spiegare ai nervi che è tutto finito.
Per lui non è diverso, sì è vero lui è in grado di parlare e di muoversi, lui sta gridando e insultando, ma anche lui è pelle e respiro e la pelle e il respiro di lui la sentono gemere come un animale ferito la sentono fremere della sua vicinanza ..anche lui è nudo lei lo conosce come se lo stesse guardando.
La grana della pelle, la sensazione al tatto, i percorsi Lo conosce e lo sa riconoscere con tutti i sensi indifferentemente, perché imparare una persona che devi perdere, come si fa a dimenticare, come si fa a dire ai ricordi è tutto inutile lasciatelo andare, è tutto finito
.La tocca, una mano aperta sul ventre una sulle reni…Tutto si annebbia, non ha più coerenza, nebbia rossastra …la schiaccia quasi tra le sue mani, grandi mani la avvolgono quasi completamente, piano comincia a cercare di staccarla da lì, vorrebbe farsi guardare vorrebbe vederle il viso…
Totale incoerenza.. lei non è più altro che fuoco, un fuoco che la divora e la consuma e quel davanzale dal quale non sa più staccarsi come se fosse l’unica cosa concreta nel suo universo che sta crollando.. non è in grado di pensare l’unica cosa che fa è rimanere aggrappata.
Lui la stringe tra le mani.. lei è creta tra le sue mani, non è mai stata in grado di opporvisi non lo ha mai voluto, non lo vuole ora. Il suo corpo grida grida l’assenza, grida il suo dolore, ancora lo vuole, lo ha sempre voluto.. e lui lo sa.. La sente vibrare tra le sue mani, gemere involontariamente, si sente a sua volta vibrare per quel corpo così abituale ma ormai perso
.La vuole ma non vuole farle del male non vuole accondiscendere al desiderio di dolore di lei.. quasi un’espiazione..quasi una conferma pratica di una condizione generale..non vuole farle del male sarebbe troppo facile sarebbe anche pericoloso in questo momento anche lui non è così coerente o razionale ha paura che lasciarsi andare sarebbe violenza inaudita violenza per lenire il dolore , violenza per distrarre il sentire.
Piano comincia ad accarezzarla non mani dolci leggere, mani frenate vibrano per non cedere ma passano pesanti sulle reni di lei scivolano sulla schiena, contano le vertebre..tutto è lentissimo troppo vicini a perdere il senso della misura. Continua a massaggiarla mentre con l’altra mano cerca di tirarla a sé.E’ un muoversi lento solo dopo un po’ si rende conto che lei adesso ha la schiena piegata in avanti, una mano la schiaccia sulle reni una cerca di tirarla sempre più indietro.
Coscienza improvvisa come un soffio in entrambi come è facile per lui vederla così offerta, indifesa, come è facile per lei sapersi offerta e indifesa ,la pelle, le viscere, il corpo, la mente, i pensieri tutto in loro è già andato.. già partito per una strada più facile da seguire che e da lasciare. Lo sente dietro di lei.. vibra conscio di quello che sarà, quasi impacciato sente il desiderio di lei ma non osa forzare la mano: è l’ultima volta.
L’ultima volta.
Come si può continuare sapendo che sarà l’ultima volta..non sanno, entrambi , pensare come sarà poi.. poi.. come può esserci un poi in un universo successivo.. dove è stata la svolta che ha ucciso tutto senza spegnere nulla..che crudeltà infinita volersi tanto senza volersi più..che crudeltà infinita volersi tanto senza volere un futuro..quando hanno rinunciato al futuro,quando.
Non la voleva così, non la voleva così senza guardarla in faccia, senza sentirla vicina.Non la voleva così come due estranei senza una storia.
Ma forse sono ormai estranei? Adesso che è stato detto che è tutto finito forse è un incontro di altri, non sono più loro ad incontrarsi, chiamarsi urlando e respingersi nello stesso momento.Forse è giusto che sia così.
Ma non la vuole così..piano la lascia andare e lei si accascia sempre aggrappata al davanzale. Piano comincia con dolce determinazione a aprirle le dita a staccarla da lì..Piano, un dito alla volta e le bacia le mani poi, poi la raccoglie come fosse una bimba, la prende in braccio gemente, la abbraccia come a proteggerla e la posa delicatamente sul letto. Le si avvicina piano ha paura della paura di lei, il momento della violenza è passato adesso.
Lui è invaso..forse intriso, come spiegare ..annegato in una sorta di dolcezza infinita, un magone lieve, un singhiozzo di premura, di necessità, di protezione .
Bambina sperduta e quasi incosciente è stata sempre quello che lui voleva lo strazia vederla ridotta così, comincia a baciarla piano le bacia le mani quasi insensibili per lo sforzo di essere state l’unico appiglio nel buio. Le bacia gli occhi ancora chiusi. Come vorrebbe guardarla, come vorrebbe che lei potesse guardarlo..
La prende in braccio e comincia a cullarla: una sorta di movimento ipnotico, cerca di seguire il ritmo dei gemiti di lei; vorrebbe riuscire a scaldarla; a strapparla al gelo che la fa tremare, al buio dove si è nascosta.
La culla piano parlando parole incoerenti, cercando una voce rassicurate, una nenia da bambini per accompagnarla, forse la vuole addormentare nella speranza che il sonno sia riposo. Nella speranza che il sonno sia pace.
E’ così stanco,così stanco..la tiene in braccio, la culla dolcemente, la accompagna con parole senza senso per darle una strada sonora da seguire cercando la calma.. Non l’avrebbe mai presa così, la culla per farla dormire e piano la sente accasciarsi, sente il suo respiro farsi regolare la stringe piano.
Com’è tutto difficile ma non c’è più nulla è tutto finito.
Lei dorme.. il viso leggermente imbronciato, le lacrime ancora le rigano il viso ,ogni tanto un singhiozzo ancora la scuote nel sonno. La guarda, non sa come sarà la vita adesso, non sa il futuro, non sa il respiro, non sa i riferimenti.La guarda ma non si attarda più, è venuto il momento: la posa delicatamente sul letto la copre con il lenzuolo leggero, si scosta, si riveste e esce.
Esce dalla stanza, esce da quella casa, esce da quella vita anche se non sa se fuori c’è ancora vita per lui.
Chiude la porta senza fare rumore..”Buonanotte amore mio.. E’ tutto finito….”
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18 anni fa
thendara,
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Luce ambrata
Un'amica mi ha fatto leggere questo delizioso suo racconto. Mi è piaciuto tanto che gli ho proposto di pubblicarlo qui, anche per la vostra gioia, ma è una timidona e mi ha pregato di farlo io per lei. Buona lettura!
luce ambrata… una stanza disadorna.. un futon bianco per terra…
nuda…
vieni da me amore mio………
il violino… lo senti il violino?
in piedi davanti a te ti spoglio… lentamente… ti tolgo gli occhiali e ti bacio il naso.. stai fermo!
ti sfilo il maglione.. slaccio i bottoni della camicia.. un bottone e una linguaccia.. un bottone e un sorriso scemo.. un bottone e un bacio improvviso.. stai fermo!…
ti sfilo la camicia.. la maglietta..
sono ferma.. il capo leggermente piegato ti guardo… che faccetta buffa…..
mi inginocchio…
ti sfilo le scarpe .. le calze.. bacio le caviglie… è da un po’ che si lamentano per essere state escluse dal gioco…
in ginocchio…
slaccio il bottone dei pantaloni.. poi la cerniera.. attenta a non toccarti… stai fermo!!!
li sfilo… poi sfilo gli slip..
nudo..
stai fermo!!!!
mi rialzo lentamente scivolando su di te con il naso.. distrattamente…ti prendo per mano.. ti porto nel letto…
semisdraiato con la schiena appoggiata ai cuscini.. mi siedo sui talloni accanto al letto….
ferma ti guardo.. mi cullo del mio essere accanto a te.. mi cullo sulla scia del violino.. la luce traballa.. si sente solo il respiro…
ti amo..
piano ti prendo una mano.. la tengo come una coppa preziosa: il palmo all’insù.. tra le mie mani come un’offerta.. avvicino il mio viso.. bacio il palmo.. nascondo il mio viso in quella mano.. la respiro.. la scopro con il naso.. esploro.. disegno le linee percorro le dita poi.. con la lingua.. piano… la sfioro appena…
io e la tua mano..
lecco il palmo.. scivolo nei solchi tra le dita… quasi senza sollevare il volto ti guardo.. mi fermo..
ti amo…
ancora nascondo il viso..e piano.. comincio ad accarezzami con la tua mano.. il viso, il collo.. mi struscio… mi senti?… mi vedi?..
piano la faccio scendere su di me.. la chiudo su un seno..e la stacco…stai fermo!!!!!
ti amo..
dondolo e dondola il mondo con me.. attorno a me.. mi cullo nella gioia di essere lì.. mi cullo nella gioia della tua presenza.. del tuo respiro.. del tuo odore…
ti amo.. immobile e silenziosa..
ti amo.. la mia urgenza è pari alla mia ostentazione di indifferenza..
ti amo..
mi accoccolo accanto a te.. mi abbraccio chiudendomi le tue braccia attorno… baciami…
baciami fino a farmi perdere qualsiasi contatto con il mondo esterno a noi…
baciami.. rubami l’anima e i pensieri… rubami il senno e la coscienza.. rubami la coerenza.. la conoscenza.. portami via da me…
baciami…
baciami…
baciami e scavami…
baciami e scioglimi…
marea.. non più coerente.. non più cosciente.. solo istinto??.. solo quello che voglio e devo essere..solo ed esclusivamente tua.. in te…
ti amo..
sfuggo dal bacio.. ansimante..
respiro.. ti guardo .. ti ascolto.. mi perdo nei tuoi occhi.. mi perdo nella tua presenza…
il mio muovermi piano denuncia quanto io sia vicina a perdere il controllo..
mi inginocchio tra le tue gambe.. mi piace guardarti.. mi piace guardarti anche con gli occhi chiusi.. mi piace perdermi in te.. mi è così naturale.. potrei scrivere .. devo perdermi in te… non posso esimermi.. ma forse è un dire che travisa.. ti amo.. ti voglio.. sai quanto ti voglio?.. ti prego dimmi che lo sai… ho i crampi.. i miei seni urlano.. il mio ventre urla.. il mio vuoto urla.. un dolore cattivo.. un dolore ammaliante.. ti prego.. uccidi il mio vuoto.. uccidi il mio dolore…
ma sono ancora lì.. ferma a guardarti.. sanguinando la necessità infinita di sentirti in me…
pelle.. io sono pelle.. tu sei pelle.. forse siamo al stessa pelle.. forse ci siamo scambiati la pelle..
è un unico sentire vibrare soffrire e perdersi…
ferma a guardarti..
ti amo..
voglio la tua pelle..
il naso sul tuo naso..
con il naso disegno il contorno degli occhi… delle labbra… scivolo sul collo dietro le orecchie.. le mordo.. le succhio appena.. il mio dolore urla.. urla con il tuo.. e poi piano scendo.. disegno fantasmi sul tuo petto con la punta del naso.. con la punta della lingua.. mi senti?.. vibro mi cullo e dondolo ormai attaccata alle inezie… ho perso la via… giro rigiro.. danzo sul tuo petto piroette folli con la lingua..
brucia.. brucio.. bruci..
vortice totale non ho più bussola.. solo il dolore che grida.. ipnotizzata dal dolore.. falena che cerca la fiamma nella quale perdersi.. alla quale arrendersi…
ti amo…
danza la mia lingua sul tuo corpo..
danza il mio dolce dolore infinito..
danza la stanza intorno a me..
tutto è concentrico… un buco nero nel quale voglio, devo perdermi..
mi chiama..
anche lui urla.. pretende attenzione..
vibra in sintonia con me.. ogni movimento .. ogni contatto.. ogni respiro.. è come se fosse respirato per lui..
urla…
mi fermo a guardarlo..
sposto lo sguardo da lui a te.. come mi piaci..
parafrasando una frase poco felice..”sono creta nelle tue mani”…io in questo momento esisto solo per essere quello che tu vuoi che io sia…
ti amo…
lo guardo.. lo accarezzo con gli occhi.. lo bacio con gli occhi.. lo annuso con gli occhi..
ti amo..
lui urla la sua urgenza..
io urlo la mia urgenza..
nel totale silenzio..
poso le mie mani su di te.. aperte per sentirti..
lo bacio e mi nutro della tua tensione.. mi schianto nell’onda d’urto che mi attraversa.. mi perdo definitivamente..
adesso sono tutto…
lo voglio.. lo prendo.. è mio….
non c’è più il tempo.. non c’è più lo spazio.. non ci sono freni.. solo desiderio infinito…
mi perdo del tuo sentire.. del tuo volere.. sono il tuo volere.. voglio il tuo piacere.. voglio il mio piacere che viene dal tuo vibrare.. che viene dal tuo urlo..
tutto cambia ritmo.. adesso.. è quasi violenza..
mi blocchi tenendomi per i capelli e mi scopi la bocca ..
non sono più null’altro..
sono solo il tuo piacere….
tutto urla in me… tutto urla attorno a me…
l’ultimo colpo.. violento..
sei mio..
ti amo…
mi accarezzi la testa… scivolo piano lungo il tuo corpo.. mi accoccolo in te.. baciami.. abbracciami.. avvolgimi.. proteggimi.. stammi vicino.. respira per me…
ti amo……
Thendara 20.11.2005
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18 anni fa
target55,
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La loro prima volta
Eccomi ancora qui....dopo il primo racconto e la quantità di e-mail porcelline, fantasiose e molto accattivanti che mi avete mandato ho deciso in poco tempo di tornare a parlare qui con tutti voi porcellini.
Mi sono chiesto......e adesso cosa racconto???
La risposta è venuta da sola.....se prima ho raccontato la mia prima esperienza con una coppia...ho pensato di raccontarvi la prima esperienza di una coppia che decidendo di allargare il numero di partecipanti ai loro giochi ha scelto me grazie a Desiderya.
Bene..! Per potervi raccontare tutto nella maniera più dettagliata ed eccitante possibile vi racconto l'esperienza di una coppia conosciuta poco più di un mese fa.
Ecco...chiudo gli occhi e cerco nella mia memoria le immagini che mi riportano a quella magnifica esperienza........
.......Il respiro di Silvia era ancora irregolare, interrotto da sporadici sospiri di piacere, nonostante il tempo trascorso dall’amplesso. Sola, stesa a gambe divaricate sul letto al centro della stanza, ascoltava le delicate sensazioni del rivolo di seme che colava lentamente dalle labbra della vagina mentre una cacofonia di sentimenti avversi si facevano strada dentro di lei.
- Come ho potuto farlo? – si domandava mentre la mente seguiva d’istinto la musica di sottofondo a bassissimo volume.
Non cercò la risposta, non n’ebbe il tempo. Appena il pensiero si spostò sugli avvenimenti di quella serata una fitta di piacere la costrinse a contrarre il ventre ancora una volta. Istintivamente portò la mano verso il pube e lasciò scivolare un dito tra le labbra della vagina. Percepì sulla pelle il suo stesso calore e l’umido vischioso del seme, allora si spinse verso il cuscino in modo da sollevare la schiena e spostare lo sguardo la dove teneva la mano. Osservò per prima cosa il proprio ventre, poi la delicata peluria del pube, allora sollevò lentamente il dito e rimase come ipnotizzata dal traslucido filamento che univa l’arto alla vagina. Ancora incredula portò la mano verso il volto ed appoggiò quel poco di seme sulle labbra per coglierne il sapore dopo averlo odorato.
- Da quanto tempo non sentivo il sapore di un seme diverso da quello di mio marito? – questa silente domanda la sconvolse meno di quanto potesse aspettarsi, anzi l’eccitò.
Penso che a quel punto le immagini di quella serata iniziarono a prendere possesso della sua mente. Risentì i propri gemiti e le parole d’incitamento, erano termini duri, diretti, decisi e forse volgari. Vocaboli che non si era mai nemmeno permessa di pensare erano usciti dalle sue labbra prossime a dischiudersi per lanciare l’estremo urlo di piacere.
Intanto la mano era tornata verso il pube come per trovare conferma, nel seme sempre più liquido, di quei ricordi che apparivano più vanescenti ora che il languore lasciava luogo alla spossatezza. Il contatto sul clitoride ancora arrossato le generò una fitta di piacere inatteso quanto intenso. Silvia voltò di lato il viso mentre chiudeva gli occhi concentrata sulle fitte provenienti dal ventre. Cercò di spostare il suo interesse, non voleva masturbarsi per cercare un piacere che non poteva replicare quello appena provato, e concentrò lo sguardo sul comodino stentando nel mettere a fuoco il fallo plastico abbandonato dopo il breve uso iniziale.
Quando lo riconobbe non esitò ad afferrarlo per portarselo nel solco tra i seni, lo fece scorrere sulle mammelle indugiando sui capezzoli mentre la mano continuava a scivolare sul clitoride impastando il seme residuo con un nuovo apporto del suo liquido lubrificante. Silvia portò il fallo alle bocca e lo inumidì, più per il piacere di sentire nuovamente tra le labbra un oggetto tondo e solido.
Senza indugiare lo portò quindi all’altezza della vagina, divaricò le labbra e se lo guidò dentro. Lo spinse con decisione sino in fondo nonostante le sue ragguardevoli dimensioni e stette immobile a lungo, senza muovere un muscolo, per gustarsi sino in fondo quella presenza.
Lentamente prese a contrarre i muscoli bassi per assaporarlo meglio, soddisfatta lo estrasse sino a farlo uscire completamente poi se lo spinse nuovamente dentro mentre un rauco gemito di piacere usciva dalle sue labbra serrate.
- Non ti è bastato?
Sei insaziabile!
La voce ammirata di Paolo giunse da molto lontano, da un mondo ed un tempo diverso da quello in cui si trovava ora. Silvia si scompose, non aprì gli occhi e non perse la concentrazione; estrasse il fallo per poi spingerlo nuovamente nel proprio ventre, molto lentamente questa volta.
- Sei fantastica… continua, ti prego!
dissi io
Lei non lo sentiva se non come un rumore di sottofondo che andava a sovrapporsi alla musica dolce. Spinse con forza ciò che restava dell’attrezzo in se ed arcuò il corpo sollevandolo dal letto a causa dell’intenso piacere, quindi crollò distesa tenendolo dentro per iniziare a muovere languidamente il bacino.
Paolo si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, dolcemente scostò la mano di Silvia dal fallo e la sostituì con la propria.
- Stai godendo! – costatò con stupore sottovoce, più rivolto a se stesso che a lei – Il seme di Alessio sta ancora colando dal tuo ventre… e sei già pronta a godere ancora!
Paolo si alzò per slacciare l’accappatoio con il quale si stava asciugando dopo la doccia, lo lasciò cadere in terra quindi s’inginocchiò davanti al bordo del letto. Allungò le mani sotto il corpo di Silvia e delicatamente la fece ruotare sino a porre il suo pube esattamente sul bordo, la guidò mentre sistemava le gambe intorno a lui poi tornò ad afferrare il fallo per muoverlo in lei.
La portò sino al limite dell’orgasmo, la tenne a lungo su quella sottile linea che separa il piacere dal godimento osservando eccitato come il suo ventre si adattasse al membro sintetico. Estasiato estrasse l’oggetto da lei e lo sostituì con il proprio di vera carne.
Silvia sussultò, riaprì gli occhi e fissò lo sguardo su quello di Paolo mentre lui entrava in lei, poi sussurrò qualcosa del tipo: “Avanti, riempimi anche tu” che, però, lui non comprese tanto era flebile la sua voce.
Silvia era troppo eccitata, come percepì il calore di Paolo nel proprio corpo raggiunse l’orgasmo ed i suoi spasmi incontrollati generarono immediatamente quello di lui. Penso che Pasolo sentì il suo seme espandersi nel ventre, unirsi a quello mio che ancora rimaneva e questa consapevolezza prolungò il suo piacere.
Silvia era veramente distrutta ora, sentiva il bisogno impellente di una doccia ma non aveva la forza di raggiungere il bagno. il recente orgasmo aveva colmato un desiderio rimasto insoddisfatto a causa della forte eccitazione e le aveva lasciato un dolce languore........
......Silvia mi guardò e io mi alzai......mi guardava dritta negli occhi.......aveva uno sguardo che mentre mi avvicinavo a lei mi rendeva sempre più eccitato...mi abbassai sul letto, presi Silvia dai fianchi e la avvicinai al bordo del letto, la girai dolcemente e la misi carponi....con una mano presi in mano il pene con l'altra la avvicnai a me tenendola dal bacino, appoggia la cappella, ne feci entrare solo un poco e la presi con tutte e 2 le mani dai fianchi, spostai il busto indietro e diedi un colpo deciso tirando Silvia berso di me, urlò, io mi fermai qualche secondo e inizia a possederla con forza..era ancora eccitatissima e sentirla urlare di piacere e vderla stringere le lenzuola con le mani mi eccitava terribilmente aumentai ancora il ritmo, dopo un po' sentì che stavo per venire.
-Silvia sto quasi per venire- dissi con i denti stretti.
-Vienimi dentro- rispose lei con il fiato quasi interrotto per il piacere.
Aumentai ancora e sentì il seme uscire e mentre venivo non mi fermai, Silvia urlò ancora più forte.
Poi silvia si lasciò cadere sul letto e io sopra di lei.
Ritornai con la mente alle origini di quella fantastica notte.
Avevamo organizzato una cena a casa mia, io disto parecchi chilometri dal loro paese, non troppi ma sufficienti a sconsigliare il rientro a casa quella stessa notte.
Al telefono erano stati chiari....
-veniamo, ma è la nostra prima volta e non sappiamo se andremo fino "in fondo"-
Andai a prenderli alla stazione ricordo bene cosa pensava lui mentre andavamo a casa mia e disse
-sono preoccupato da come mi sento come se la vita fosse spensierata e priva di vincoli sentimentali-
Io rimasi sorpreso ma mi limitai a sorridere.
Lei fece finta di non capire, era forse la prima volta che suo marito manifestava così apertamente una forma di gelosia, tutto sommato se ne sentì lusingata.
Il primo pensiero malizioso la colse quando, io chiesi a Paolo se il viaggio era andato bene ma non mi rispose nulla, nemmeno si era accorto che avevo detto qualcosa,guardai Silvia in faccia e lei sorrise.
Lei era con l'espressione assente come quella di chi è avvolto dai propri pensieri.
Paolo girò un poco lo specchietto retrovisore e la guardò
- A cosa stai pensando? – domandò aolo senza staccare gli occhi dallo specchietto.
- Io… emm .. a nulla! – rispose Silvia colta di sorpresa. – Guardo il paesaggio! – tentò di mentire.
- Non me la conti giusta. Ti conosco, sai!
Nei tuoi occhietti c’è una luce maliziosa!
- Guarda davanti che è meglio. – disse Silvia un po’ seccata d’essere stata scoperta, anche se si notava che era molto divertita
- Non ho bisogno di guardarti, basta sentire il tono della tua voce quando rispondi… Sbaglio o c’è qualcosa che speri ma, allo stesso tempo, temi?
- E di cosa dovrei aver paura? rispose Silvia
- Di te stessa. – fu la lapidaria risposta di Paolo. E ci misimo tutti a ridere.
Silvia decise di ritirarsi in un dignitoso silenzio mentre tentava di cacciare dalla mente le ossessive immagini che si erano formate. In un estremo tentativo di ritrovare una forma di razionalità si mise a valutare il suo abbigliamento e ai capi che aveva portato con se. La mente, però, non rispondeva e si limitò a visualizzare solamente l’intimo, troppo “decente”, che aveva scelto prima di partire.
Silvia era insoddisfatta e maledisse la sua timidezza che le aveva impedito di scegliere capi più sexy mentre si preparava in presenza di suo marito. Però una soluzione c’era
- Fermati nel prossimo paese, ho bisogno di una merceria.
Paolo non disse nulla, si limitò ad annuire. Aveva già compreso.
Meno di un ora dopo Silvia usciva felice da un negozio d’abbigliamento intimo con una discreta borsa tra le mani.
- Va meglio ora? – domandò Paolo che aveva atteso paziente il ritorno della moglie.
- Ora sì! Ma…
- Ma?
- Non vuol dire niente, mi son comprata qualcosa di molto sexy: biancheria, calze… solo perché volevo sentirmi meglio con me stessa.
Non volevo presentarmi alla cena vestita come una “vecchia”!
La guardai.....camicetta, gonna sopra il ginocchio, scarpe alte ma non troppo…
-Non mi sembri vecchia- dissi io con aria perplessa.
Così pare.. ma sai cosa ho sotto? – domandò Silvia
- String.
- E basta? non feci in tempo a dire una parola che lei aggiunse
- Autoreggenti! – disse pizzicando il sottile velo che le ricopriva le gambe.
- Nient’altro? – domandai
- Non mi pare… - tentennò Silvia aprendo dolcemente le gambe e facendo intravedere una paluria scura e ben disegnata
- Allora vedi che ho ragione! disse Paolo
- Forse! – rispose Silvia
Per tutto il viaggio il discorso mantenne questo tono ambiguo, tra loro non erano necessarie frasi esplicite per comprendersi.
Arrivammo a casa, cenammo mantenedno il discorso sul generico.
Paolo si alzò
Vieni, facciamo due passi fuori,… è una bella serata e non è nemmeno particolarmente fredda.
Accettò offrendo il braccio al marito.
Uscimmo fuori, Paolo accese una sigaretta e ci incamminammo sino ad una panca seminascosta nell’oscurità dove lui la fece accomodare restando, però, in piedi.
- Non ti siedi? – domandò lei
- Finisco la sigaretta. – rispose secco lui
- Non mi da fastidio, vieni! – lo invitò lei battendo con la mano sulla panca
- allora? come mai lamenti una vita… “piatta”, priva di stimoli…
disse Paolo con il sorriso tra le labbra.
“Dove vuole arrivare questo?” si domandò mentalmente Silvia(:D) anche se conosceva già la risposta. Decise di rimanere in silenzio, senza incoraggiare il marito, ma anche evitando di smorzare il suo evidente ottimismo.
- … e se fosse lui a fornirti questi “nuovi stimoli”? – domandò Paolo con sguardo d’intesa
- Sai la novità! – si lasciò sfuggire Silvia a mezza voce per poi subito pentirsene
- Ma non ti puoi immaginare cosa ho in mente per te, questa notte! – disse lui mentre appoggiava dolcemente la mano sulle gambe di Silvia.
Lei non diede segno d’aver colto quella carezza, temeva di apparire troppo disponibile
Silvia allora gli domandò:
- E cosa vorresti propormi di tanto eccitante?-
- Vedrai… sarà veramente qualcosa di nuovo, di stimolante. Fidati di me.
- Vieni con me! – la invitò lui mentre allontanava la mano.
Silvia mugolò in segno di disapprovazione poi disse:
- Dammi almeno un bacio, poi portami dove vuoi e fammi godere!
… e rimetti la mano dove stava prima, ti prego. – terminò ansimando.
Paolo l’accontentò. Avvicinò il viso alle labbra di Silvia mentre con la mano tornava sul pube, questa volta per sondarlo a fondo.
Anche io eccitato misi la mano sul pube di Silvia.
Mentre le loro lingue giocavano ora nel palato di una ora dell’altro, aveva visualizzato tutta una serie di possibili amplessi con lui, stimolata dalle dita che scorrevano sul clitoride lubrificato dalla prepotente eccitazione, ma la fantasia non poteva avvicinarsi a ciò che l’aspettava in quanto solo nei suoi più reconditi e segreti sogni aveva osato immaginare una situazione tanto eccitante.
Al termine dell’appassionato bacio Silvia era pronta ad accettare ogni genere di proposta da Paolo
Paolo la prese per mano ed in silenzio la guidò verso casa.
Silenzioso Paolo la guidò verso il corridoio che portava alla mia camera.
Mancavano pochi metri alla mia camerae l’eccitazione che l’aveva sorretta sino a quel momento, all’improvviso, sparì. Si rese conto di cosa stava per fare, comprese che oltrepassata la porta non poteva più tirarsi indietro e doveva andare sino in fondo, non poteva illuderlo sin dentro la mia camera.
Rallentò il passo per guadagnare tempo mentre si domandava se era realmente pronta a concedersi, per la prima volta, un avventura al di fuori del matrimonio. Troppe le sensazioni negative in lotta con quelle positive. Di fondo restava una latente eccitazione per la trasgressione insita in quella situazione.
Mi misi davanti a lei mi guardò e penso che unbrivido percorse la sua schiena.
“Non devi pensare, fallo e basta!” disse Paolo cher aveva letto i suoi pensieri
Paolo aveva colto le incertezze di Silvia ma era sicuro che l’avrebbe vinte, non si era voltato per incitarla, non aveva rallentato il passo, aveva aperto la porta della mia camera ed era entrato tenendola aperta per lei.
Ci sedemmo sul letto
Paolo le sussurrò nell’orecchio mentre l’abbracciava con dolcezza:
- Tanti anni fa mi avevi parlato di un tuo ricorrente sogno erotico. Un desiderio intimo e segreto che eri sicura di non soddisfare mai… che temevi di non avere il coraggio di soddisfare mai.
Ora puoi farlo!
Ciò che potrebbe accadere in questa stanza… non uscirà da qui se non vorrai.
poi colto un certo rilassamento lasciò scivolare le mani verso i glutei e le disse:
- Lasciati andare, non te ne pentirai.
Silvia riaprì gli occhi per fissare i miei che ero seduto sul letto, quindi sollevò il viso verso quello di Paolo e dischiuse le labbra in cerca di un bacio. Persa nella stupenda sensazione di quelle labbra a contatto delle proprie e nella crescente eccitazione si sentì portare verso il letto e spingere verso il basso sino a sedersi sul bordo. Improvvisamente le mani sul suo corpo divennero quattro, le carezze si moltiplicarono e con esse la percezione del piacere.
Silvia non oppose alcuna resistenza alle mani che scivolavano sulle gambe, che sollevavano la gonna, s’intrufolavano sotto la camicetta e ne slacciavano i bottoni. Restò immobile, con gli occhi chiusi, a godersi le sensazioni che nascevano da ogni punto del suo corpo solleticato da quelle mani, le aveva dappertutto oramai, pelle contro pelle. L’eccitazione era quasi incontrollabile, nella mente non vi era più traccia dei dubbi di poco prima, rimaneva solamente il desiderio di non perdersi neppure un istante di quell’orgia di sensazioni piacevoli.
Non riusciva a comprendere cosa le stessimo facendo, i punti stimolati erano troppi per seguire il piacere nato da ognuno di loro. Silvia gemette poi sussurrò:
- Spogliatemi!
La accontentammo. Abbandonammo per un istante il seno, la vulva, i fianchi e le gambe per sfilarle del tutto la camicetta e la gonna, le lasciarono solo le calze e le scarpe.
Silvia apprezzò questo gesto, si sentiva diversa con qualcosa ancora indosso, specie quei due simboli di femminilità. Era in attesa delle nostre mani, ora che nulla si opponeva più a lunghe carezze sulla pelle, ma ricevette uno stimolo ancor più intenso dalla mia lingua che le scivolava sulle calze in direzione del pube. Silvia aprì completamente le gambe, ansiosa di ricevere quella lingua tra le labbra della vagina, nello stesso tempo non dimenticò il membro di Paolo che le si stava avvicinando al viso.
Ingoiò l’asta del marito nel preciso istante in io spingevo con forza la lingua sul clitoride. Un’esplosione di piacere le invase il corpo, il sapore di maschio in bocca e lo stimolo in basso portarono Silvia in uno stato d’eccitazione che raramente aveva provato. Aspirò con forza e succhiò il membro mentre faceva scorrere la mano per tutta la sua lunghezza, si sentì subito gratificata dal lungo mugolio di piacere emesso da Paolo e s’impegnò al massimo per strappargli subito un orgasmo. Si rese conto di poter fare ciò che voleva senza preoccuparsi di spremere subito il suo amante, tanto ce n’era un altro pronto a soddisfarla. Fu questa scoperta a farla godere più dello stimolo che riceveva in basso.
io ero impetuoso, non mollavoper un istante il proprio ritmo, Silvia trasmetteva a Paolo il piacere che riceveva, forse troppo intenso. Paolo si allontanò bruscamente da lei per poi fissarla con gli occhi carichi di stupore. Silvia apprezzò quello sguardo, le piaceva stupire, dimostrarsi al di là delle aspettative.
“Sconvolto? Aspetta a vedere questo!” pensò.
La ragazza si sollevò con l’aiuto delle mani appoggiate sul materasso e si portò verso il centro del letto, s’adagiò distesa con le gambe aperte poi disse:
- Vieni! – rivolta a nessuno in particolare.
Lei sapeva che Paolo non avrebbe raccolto l’invito, aveva sentito il suo glande ingrossarsi tra le labbra e alcune sporadiche gocce di seme sulla lingua, era troppo vicino all’orgasmo per entrare in lei senza rischiare di venire subito. Come previsto fui io a sollevarmi e posizionarsi timidamente sopra di lei, indeciso se indossare o no il profilattico.
Era quello che voleva, accogliere Luca sotto gli occhi di Paolo.
- Prendimi! – mi sussurrò
scesi lentamente sino a portare il pene contro la vulva, attesi un movimento favorevole di Silvia poi spinsi penetrandola. Lei inarcò la schiena sollevandola dal letto mentre io mi spingevo sempre più a fondo nel ventre, quando lo sentì tutto dentro gemette e rantolò qualche parola che il rmarito non comprese.
iniziai a muovermi su di lei, uscivo quasi completamente poi rientravo, inizialmente con dolcezza, poi notato come lei spingeva il pube incontro al mio quando scendevo, presi a penetrarla sempre più intensamente. Silvia era eccitatissima, la dilatazione interna e la copiosità della lubrificazione mi consentivano un ritmo indiavolato. Lei seguiva il ritmo, non aspettava che io spingessi a fondo, si faceva sempre incontro incurante dell’espressione allucinata di Paolo.
Quando Silvia riusciva a spostare lo sguardo sul marito, rimasto in piedi ed in disparte, trasformava la propria espressione in una di puro piacere, più di quanto provasse in realtà, era eccitata dagli occhi di Paolo, da come scrutavano il suo corpo sotto quello mio, se li sentiva addosso.
Quando si ritenne soddisfatta di quell’iniziale amplesso mi disse che voleva cambiare posizione, mi sollevai a malincuore da lei, convinto di dover cedere il posto al marito ma mi ritrovai steso sul letto con Silvia che prendeva posizione sopra di me. Lei si sistemò a cavallo su di me, prese il membro e se lo posizionò tra le labbra della vulva, scese appena lo percepì correttamente indirizzato. Silvia si spinse sino in fondo aprendo le gambe per aderire completamente al mio corpo, poi iniziò a muovere solamente le anche con un espressione di puro piacere sul viso, ora vera e non ad uso di Paolo.
Dimenticò tutto il resto, in quel momento esisteva solamente quel pezzo di carne, dura, che aveva profondamente piantato nel ventre. Si muoveva in modo da sentirlo al meglio, contraeva e rilasciava ritmicamente la muscolatura interna mentre ondeggiava lentamente con le anche. Non si sollevava, non lo faceva scorrere in se e nemmeno cercava uno stimolo esterno sul clitoride. Le era sufficiente quella presenza dentro per godere. Quando ritenne d’essere pronta, fisicamente e psicologicamente, si lasciò cadere su di me e senza farlo uscire da sé chiamò Paolo.
- Avanti, vieni anche tu… fatemi impazzire!
Paolo non si aspettava questa richiesta, era convinto che lei si sarebbe limitata a prenderne uno mentre succhiava l’altro. Una doppia penetrazione andava al di là di ogni più perversa speranza. Era eccitato dall’idea di penetrarla analmente mentre lei aveva dentro me ed era felice che le avesse riservato quella parte del suo corpo. Salì sul letto e si sistemò dietro di lei che già aveva sollevato il sedere in attesa; ne dilatò le natiche e solleticò l’ano con un dito inumidito, quindi spinse il dito dentro di lei. Silvia rantolò di piacere e si dilatò.
- Sei pronta, vedo. – le disse Paolo con voce rotta dall’emozione
- Prendimi! Anche tu… dai! – riuscì a dire lei
Paolo posizionò il membro ed iniziò a spingere delicatamente.
- Aiutami… - disse rivolto a Silvia
Lei spinse per dilatare l’ano al massimo e lo sentì, improvvisamente, entrare.
Fu un esplosione di piacere misto ad un dolce dolore che lei sapeva apprezzare, urlò incurante del sottile spessore delle pareti della camera. Quando il dolore passò rimase la sensazione d’essere piena di due uomini e tornò a godere pur rimanendo immobile.
capimmo il suo stato ed iniziarono un lento movimento all’unisono. Silvia si rifiutava di pensare, di realizzare appieno ciò che stava facendo, si limitava a godere. Era un piacere troppo intenso per rovinarlo con la razionalità, era invasa dagli stimoli tanto da non riuscire più a comprenderne l’origine.
Ebbe un primo ed improvviso orgasmo, del tutto inatteso ma intenso, quasi feroce nel suo sviluppo. non ci fermammo, continuammo a muoverci senza badare ai lunghi ed a stento soffocati gemiti.
L’interno del suo corpo, in preda alle contrazioni involontarie, era troppo piacevole per fermarsi.
Silvia non terminò di godere, quel continuo movimento la manteneva in uno stato d’intenso piacere tanto da non consentirle di capire se l’orgasmo era terminato o no. In preda ad un puro delirio erotico si scopri ad urlare:
- Ora riempitemi! Riempitemi… tutti e due!
Questa frase entrò nelle mie orecchie che già a stento trattenevo il piacere, la voce di Silvia riuscì a rompere tutto il castello d’autocontrollo che mi ero costruito e venni immediatamente.
Silvia mi sentì ansimare e contemporaneamente mi percepì pulsare dentro il ventre, allora si spinse contro di me, lo prese completamente dentro mentre anche Paolo spingeva per eiacularle nel profondo dell’intestino. In un lampo di lucidità Silvia comprese che due uomini stavano iniettando il loro seme contemporaneamente nel suo corpo, quest’immagine riuscì a donarle un secondo, meno intenso forse, ma più lungo orgasmo.
Terminammo di godere che Silvia ancora provava un languido piacere, Paolo uscì da lei liberandola; lei si sollevò dolorante da me e crollò stesa sul letto, quindi chiuse gli occhi e rimase immobile a godersi ciò che rimaneva del piacere.
Aspetto i vostri commenti
Un grosso bacioa tutti
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18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Schiavo per due amiche
Ciao a tutti, la mia esperienza risale a 7 anni fa, quando ancora non ero sposato, avevo 28 anni e, in parte a me abitavano due ragazze, una delle due aveva 32 anni l' altra 25, stavo lavorando a casa loro, quando la piu' grande si accorge di un piccolo difetto nel mio lavoro.
subito infuriata chiama la sua amica, gli spiega l'accaduto, ridendo si rivolge a me dicendomi che appena avrei finito il lavoro mi avrebbe legato e mi avrebbe punito, io ridendo risposi che andava bene!
Finito il lavoro chiamo le due amiche che si erano spostate in camera, loro mi invitano a salire al piano superiore, cosi faccio.
Arrivo in camera e trovo le due ragazze in completini intimi in pelle, stupito chiedo se per caso dovevo scendere... no mi rispondono, mi dicono di spogliarmi, io dico che non posso, faccio per uscire quando un colpo di frusta mi prende la schiena!
allora mi volto e titubande obbedisco.
nudo come un verme, ridendo e scherzando mi prendono in giro, io molto imbarazzato mi inginocchio dalla vergogna, ma loro non smetteranno, anzi... mi fanno sdraiare sul letto a pancia in su, mi legano le mani alla testata e iniziano a torturarmi, per modo di dire, si perche' a me è piaciuto molto!
La piu' grande si siede sul mio viso e mi ordina di leccare la sua fighetta fino a quando non avrebbe goduto, io logicamente ubbidii, mentre la piu' giovane iniziava a giocare con il mio ano, usando il gel lubrificante entrava ed usciva, prima con un dito e poi con due, era la prima volta che qualche cosa entrava nel mio culo, ma iniziava a piacermi, tutto questo per circa 20 minuti credo, fino quando la piu' grande a goduto, pensando che avessero finito iniziai a dire che dovevo andare, ma loro non avevano finito........ la piu giovane prese un fallo finto e me lo mise in bocca mentre l'altra si mise uno strap on in vita e inizio ad incularmi, sempre senza troppa violenza, ma per uno alla prima esperienza i primi colpi non mi piacevano affatto, andarono avanti per altri dieci minuti fino a quando senza che mi toccassere venni come non mai, una goduta cosi purtroppo non l'ho piu' provata, ma non contente, la piu' grande disse all'altra, è tutto tuo, uscendo dalla stanza resati solo con la piu' giovane.
Si diverti un mondo a mettermi in bocca il mio sperma, gli piaceva molto e appena finito di farmi bere tutto si sedette sulla mia faccia e mentre mi faceva un pompino mi metteva dentro e fuori un fallo di gomma, mi fece venire un altra volta e mi fece bere tutto dalla sua bocca, veramente un peccato non aver piu' trovato nessuna ragazza o coppie amanti di queste situazioni, se qualcuna è interessata il mio profilo è: straponbg grazie e buona continuazione
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18 anni fa
straponbg,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Discesa agli inferi
Anche se non sono mai stata un angelo, ho visto nei tuoi occhi blu, in quel limbo di pomeriggio fiocchi di cotone misti a sprazzi di sole al tramonto dei nostri respiri ansimanti, e dita a serrare le tue dita, bocche a sfamarsi di bocche e sussulti di corpi come a squarciare l’aria intorno nel risalire e spingere e affondare... Grida soffocate, gemiti flebili, t’imploro e tu arrivi... percuoti, possiedi... m’invadi. E’ tuono che scuote e lacera... Smetto le mie ali per appartenerti mentre caldo scivoli lungo la mia schiena e nuovamente mi apro... e ancora infliggi e m’attraversi nella penombra immobile e vita s’impone. Scempio di me prostrata, caldo s’affanna delirante il piacere e diventa il silenzio miele si, da godere... Un attimo ancora, liquiefatta, tu incalzi e non siamo più noi... se dal cielo io cado, poi tu mi raccogli? No, mi lasci cadere... per i fianchi mi tieni di me godi e ti fregi di questo piacere, onda sulla risacca... anche lui si ritrae per poi ritornare... Ho sporcato le mie ali piene di rattoppi, dissestate, tumefatte... Io rosa nel fango, femmina senza un approdo non chiesi mai d’essere angelo... M’invischio col peccato, lo cerco, mi imbratto, odoro di sesso... Muschio bianco e borotalco, fuori e dentro di me sei rimasto e ti sento nei passi che affretto allontanandomi sì, bimba con le dita sporche di marmellata... L’hai trovata... hai il mio sapore. Consumalo. Consumami per ore... Non m’ami e non t’amo. Prendi la tua vita e confondila alla mia. Fermala. Fermami. Fammi l’amore... Vincimi. E sia.
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18 anni fa
muyhermosa,
35
Ultima visita: 15 anni fa
-
L\'amore, reo confesso
E’ una strana sensazione... Mi basta avvicinarmi a Lui per riconoscerlo dal suo profumo. Ad occhi chiusi.
Nessuna acqua di colonia... parlo del profumo della sua pelle, dell’aere che circonda la sua persona e che fa grande la sua presenza nella stanza.
L’odore del sesso, dedurrebbe qualcuno... ma non è così.
Non così semplice almeno.
Le sue mani, quando con il palmo mi percorre, delinea ogni curva, si estende... e propaga aromi, essenze nel farlo... E quando poi la bocca esclude le mani, quando al primo, timido tocco lo sento vibrare... Come quando torni a casa... e riconosci d’essere nella TUA casa, fra le tue cose.
E’ una presa della mente... parte fortissima dalle narici fino ad esploderti nel cervello come un’onda inarrestabile.
Ogni uomo ha il suo profumo. Quell’odore di buono mentre lo assaggi... quando lo ritrovi a distanza di tempo e "quel particolare" ti rievoca situazioni ma, soprattutto, qualcosa (qualcuno) che ti appartiene nel profondo.
Non è solo potere. E’ commozione mentre la sua mano, affondata nei tuoi capelli, ti attira con veemenza a sé... e senti la pressione, l’impazienza... Le tue mani potrebbero raccontare di lui: ogni carezza data e resa. Le dita che sanno come muoversi, quando accelerare, quando arrestarsi per strappargli quel gemito e creare quella sospensione... Tensione.
Attesa. E il piacere che è un crescendo...
Che domini e che ti sommerge.
Quello che amo di più è l’impeto, la frenesia, lo slancio tenero e impazzito con cui furioso si fa strada in me... e quando poi si ferma... e anche il cuore si ferma. Una frazione di secondo, lui che riprende a muovere piano quel mare fino ad incresparne le onde... La dolcezza con cui ti domina e la forza dell’attimo in cui il mondo trattiene il respiro...
E ancora quell’odore di buono... di mio... che sale fino alla testa, che sovrasta tutto, che riempie di sé ogni particolare, ogni dettaglio.
Un miracolo che tutte le volte si ripete.
A te, fra queste righe o altrove che, ad occhi chiusi, amo fino all’annullamento.
Ti so a memoria... e T’Amo...
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2
18 anni fa
muyhermosa,
35
Ultima visita: 15 anni fa
-
Serata al cine sexi
Erano mesi che desideravo che mia moglie si facesse chiavare da altri uomini, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.Ieri sera ho avuto la brillante idea di portarla in un cine porno:proiettavano scene di donne che avendo perso delle partite a biliardo sceglievano di concedere il proprio corpo agli avversari,come metodo di pagamento!Dicevo a mia moglie:"guarda come gode quella con tre cazzi"che la sua fica era bagnata,forse per le scene del film,ma magari anche per la presenza di diversi ragazzi che si erano avvicinati e le mostravano il cazzo duro!Vedevo che a volte li guardava,allora le dissi che se voleva poteva toccarli:mi chiese se ero scemo,ma le risposi che la cosa non mi sarebbe dispiaciuta!Guarda,amore,ne hai uno dietro la testa;ti basta tirare fuori la lingua per leccarlo:cosi"fece finalmente;roteava la sua lingua su quella cappella rosa e poi serrava le labbra sul cazzo di quel ragazzo e sugli altri che si avvicendavano.Non tardarono molto a sborrarle in bocca ;vedevo che le piaceva ingoiare il loro sperma e cosi' decisi che era venuto il momento che godesse pure lei:la feci alzare e chinare in avanti per far si che la potessero scopare!Se la trombarono in molti mentre lei succhiava altri cazzi che le sborravano sul viso:presi un fazzolettino per pulirla,ma lei col suo dito si prese la sborra portandosela all' interno della bocca;quindi,nel mentre che le sfondavano la fica,lo introdusse nel buco del culo:era un segno che desiderava farsi inculare dal gruppo!Era bellissimo vedere cazzi che a turno inculavano mia moglie:sborrava nel sentire entrare quelle dure verghe nel suo culo ed io piu' di lei!
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7
18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Il mio primo menage a trois
Salve a tutti,
vorrei raccontare come è stato il mio primo "menage a trois" con una coppia.
Avevo 20 anni e facevo il cameriere in una pizzeria nei pressi di Reggio Calabria.
Verso la metà di giugno si iniziano a vedere i primi turisti, ci sono delle magnifiche giornate e si può iniziare a frequentare le spiagge ancora in certi punti desolate.
Una sera, quando quasi avevo finito di lavorare, arriva una coppia tutti e due avevano circa 30 anni, ovviamente per me era una coppia normale come era normale che ne venivano centinaia per consumare una pizza, e per me, era altrettanto normale magari dopo la loro cena fermarmi a chiacchierare con qualcuno.
Finito di cenare questi ragazzi mi chiedono i caffè e quando li porto la donna della coppia si rivolge a me:
"E' un bel posto questo..già fa caldo e secondo me si potrebbe anche andare a mare..vero?".
Ovviamente quello che aveva detto era giusto, infatti, erano giornate ottime per andare a mare e le ho dato ragione.
Erano rimasti solo loro in pizzeria così ero più libero e mi sono potuto fermare a parlare con loro del più e del meno prendendo un po' di confidenza io con loro e loro con me.
Dopo la bella conversazione durata circa 15-20 minuti lei mi dice:
"conosci qualche spiaggia bella e un po’ isolata per poter prendere il solo in tranquillità?"..
..io che in da queste parti ci sono cresciuto di posti così ne conosco molti, ma me ne era venuto in mente uno molto bello e anche molto isolato e ho risposto:
"posti come ne cercate voi ce ne sono, ce n'è uno davvero bello però difficile da raggiungere se non si sa bene da dove bisogna passare....",
non c'era nessuna malizia nelle mie parole anche perchè avevo 20 anni......a questo punto Anna mi interrompe e con lo stesso tono che usa un amico che ti conosce da molto tempo mi chiede:
"perchè non ci accompagni tu"?
Io:
"va bene! Domani mattina potremmo vederci alle 9 qui di fronte e andiamo insieme".
Anna arriccia le sopracciglia e mi dice:
"spiegaci comunque come si arriva, magari con un disegno, se ci perdiamo potremmo telefonarti"
Faccio il disegno gli spiego meticolosamente dove dovevano lasciare la macchina e la strada che dovevano percorrere a piedi per arrivarci.
Appena finisco di spiegare Paolo mi dice:
"se vuoi raggiungici lo stesso li"
A questo punto io ero rimasto un po' perplesso, perchè non immaginavo minimamente cosa potessero volere da me quei due porcellini, però siccome mi erano apparsi molto simpatici e cordiali accetto:
"va bene"
rispondo in maniera un po' indecisa, ed ancora:
"va bene, domani mattina vi raggiungo li verso le 9:30-10:00".
Loro si alzano salutano e vanno via, io finisco il mio lavoro e vado a casa senza pensarci su molto.
La mattina dopo mentre mi preparavo per andare da loro mi sentivo un po' strano....avevo molti dubbi...non vi nascondo che ero anche un po' preoccupato da cosa volessero volere loro da me.
Però ripensandoci....e ripensandoci...mi ero convinto che cercassero solo amicizia..quindi perchè non andare.
Arrivo li in orario, anche se ero convinto che cercassero solo amicizia(forse) mentre attraversavo la pineta che separa la strada dalla spiaggia mi sono sentito eccitato.
Scendo sulla spiaggia li noto in lontananza, Paolo è sdraiato su un asciugamano Anna è in piedi sulla riva del mare che passeggia davanti Paolo.
Mi incammino verso di loro.........mentre mi cammino mi accorgo che Anna è in topless!!!.....altri 3 o 4 passi.....anzi no è NUDA!!!!
Improvvisamente mi eccito e sento il mio pisello venire su, mi devo fermare e aspettare che "tutto" torni "normale".
Mi avvicino e noto che anche Paolo è nudo.
Paolo si alza e mi saluta stringendomi la mano.
Appena arrivo sono imbarazzatissimo, non riesco a parlare se guardo Anna sotto il collo mi eccito e devo sedermi.
Per fortuna che Anna riusciva bene a mettermi a mio agio, così inizia a parlare tranquillamente e dopo un po' che parlava mi chiede:
"hai mai preso il sole nudo?"
io con un filo di voce:
"ehmmmm...veramente no"
ancora Anna:
"avresti problemi a metterti nudo anche tu?"
avrei voluto levarmi il costume subito però non ne ero tanto convinto perchè avevo qualche problema ed rispondo:
"non lo so se conviene molto"
Anna:
"perchè"?
ed io:
"ho paura di....ho paura di....."
Anna:
"hai paura che ti venga duro"?
ed io tutto rosso:
"ehmmm...si"
interviene Paolo:
"e che problema ci sarebbe? sei un maschio e se vedi una bella donna nuda ti viene duro....è normale"
A questo punto mi convinco, mi alzo in piedi e mi tolgo il costume.....appena tolto il costume ecco che si materializza la mia paura...:D subito mi eccito e mi viene davanti il pisello ritto...Anna per cercare di togliermi dall'imbarazzo:
"non ti preoccupare dopo un po' ti abitui..."
Dopo un po' è durato più di 30 minuti però effettivamente mi abituo e riesco a riprendere la parola e il controllo del mio corpo....
Anna decide di farsi un bagno e invita me e Paolo a seguirla in acqua...senza farmelo dire 2 volte la seguo.
Non sono sicuro di cosa pensavo in quel momento, so che la situazione iniziava ad intrigarmi.
Entro in acqua e inizio a nuotare appena passo vicino Anna mi ferma e mi tocca i fianchi....mi viene ancora il pisello duro e lei, che se ne accorge dice:
"ti è venuto di nuovo duro....fammi vedere",
con una mano lo stringe e con l'altra mi accarezza le palle, muove un poco la mano e per come ero eccitato sentivo che sarei venuto n poco, per non fare una brutta figura mi tiro indietro e le dico:
"devi stare attenta con certi giocattoli",
lei sorride e si allontana nuotando.
Usciamo dall'acqua, Anna era davanti a me mentre si sdraia a pancia in giù si ferma a pecorina e sistema l'asciugamano, io mi fermo e la ammiro, lei si gira, mi guarda e con un sorriso malizioso mi dice:
"ti piaccio così?"
io che non sono mai stato falso rispondo:
"direi di si, anche molto".
Aveva un bel culetto sodo e in su, una bella patatina rasata che veniva voglia di mettersi in ginocchio dietro di lei per leccarla.
Da quel momento in poi il mio pisello è rimasto sempre duro e Anna si divertiva a stuzzicarmi mettendosi in posizioni provocanti e guardandomi chiedendo sempre:
"...e così ti piaccio?"
Paolo era molto divertito dalla situazione e rimaneva piuttosto silenzioso.
Anna si rimette a pecorina con il culetto verso di me, mi guarda e mi chiede ancora:
"..ti piace?"
ed io:
"mmmmm.....moltissimo...."
Anna:
"cosa vorresti fare?"
ed io ormai liberato dei freni inibitori:
"..mi piacerebbe abbassarmi dietro di te e leccarti.."
ancora Anna:
"fallo se vuoi!"
chiunque si sarebbe subito messo "all'opera", ma io avevo 20 anni, e la situazione del tutto inattesa mi aveva un p' spiazzato.
Ma quella patatina rasata era talmente invitante che non mi sono fatto attendere.
Mi abbasso con le mani le apro dolcemente il culetto e lo sfioro con la punta della lingua, Anna inizia un poco a muovere il bacino.
Mi abbasso ancora un po', con 2 dita le apro la patatina e con la punta della lingua le sfioro il clitoride...lei geme un po'.
Paolo intanto rimasto indisparte inizia a masturbarsi.
Mi sollevo, ma rimango in ginocchio, Anna si gira mi guarda negli occhi avvicina la sua bocca al mio petto, mi sfiora, con una mano mi prende da dietro la schiena e mi avvicina a lei, scende sfiorandomi con la lingua il ventre..scende ancora con una mano solleva il pisello e sfiora la cappella con la lingua, fa scivolare la lingua verso le palle, poi torna su appoggia la cappella alle labbra e lo fa entrare dentro la bocca calda, io con le toccavo il seno e le accarezzavo la testa.
Ero troppo eccitato ogni 5 secondi sentivo che stavo per venire però cercavo di trattenermi in tutti modi e mi tiro indietro.
Anna si rimette a pecorina si avvicina Paolo che le apre il culetto con le mani e mi dice:
"vieni...avvicinati..."
Non rispondo nulla, mi avvicino e lo appoggio alla patatina Paolo mi mette una mano dietro la schiena e mi spienge dentro.
Mi muovo nemmeno 2 minuti, che sono costretto a rallentare ed uscirlo fuori.
Paolo le apre ancora il culetto con le mani si abbassa e la lecca bagnandola molto..........
Si solleva e mi dice guardandole il sedere:
"lo hai mai fatto?"
ed io:
"no!"
Mi avvicino, Paolo lo prende con una mano, lo appoggia al suo culetto e mi dice:
"devi entrare piano e un poco alla volta"
Metto dentro solo la cappella ed Anna inizia a gemere un poco più forte, mi sentivo asciutto e non riescivo a farlo entrare tutto, lo esco fuori la bagno io e rientro.
Ero al settimo cielo, eccitato come poche volte mi era capitato, entro piano, riesco a mandarlo tutto dentro Anna inizia a gridare e godere, vederla godere mi eccitava e non riuscivo più a trattenermi.
Paolo che era rimasto sempre vicino mi dice:
"vieni pure se stai venendo...tanto la mattina ancora è lunga........"
Mi lascio andare e inizio a sbattere Anna come un toro, inizio a gemere perchè stavo per venire, ma mentre mi stavo per tirare indietro Paolo mi mette una mano dietro la schiena e mi dice:
"vieni dentro e mordile la schiena mentre vieni"
Mi abbasso un po' sulla sua schiena e mentre le mordo la schiena e con le mani le stringo il seno le vengo dentro.
Non avevo mai avuto un orgasmo così intenso, per me era stato veramente formidabile, sensazionale.
Mi butto sull'asciugamano e per quanto ero eccitato non ho avuto bisogno di rimanere fermo molto tempo....infatti in quella mattina lo avevamo fatto altre volte.
Da quel momento in me è scattata una molla, in quel momento è nata la passione per gli incontri con le coppie.
Con Paolo e Anna l'amicizia continua, infatti ogni estate che loro vengono qui c'è sempre occasione per ritrovarci.
Non so perchè ho voluto raccontari la mia prima esperienza, forse perchè non ne ho mai parlato con nessuno, non ho mai potuto condividere quest'esperienza con qualcuno, forse è per questo......forse.
Spero che vi sia piaciuto e di averlo raccontato bene e in maniera stuzzicante.
Mi piacerebbe avere qualche vostro commento.
A presto
TrombinHood
26
3
18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
L\'amore per l\'arte (ultima parte )
Il giorno seguente ricordo, era una domenica.
G. mi chiamò la mattina per dirmi se potevamo trascorrere insieme la giornata.
Proposi di cucinare qualcosa da lui... mi disse che amava follemente la pasta con le zucchine ma che ai fornelli era un autentica negazione. , suggerii, ma G. aggiunse che in casa il frigo era vuoto dal momento che si era scordato di fare la spesa: >.
E così andò.
Nel più vicino supermercato, sotto casa, comprai delle zucchine, i fusilli, riposi in un contenitore i carciofini sott'olio fatti da mamma (che apprezzò moltissimo) e alle 15,00 in punto, lui fu sotto casa mia.
Sembrava tutto perfetto, non mancava nulla.
Viaggiammo fino a casa sua con i finestrini aperti, con il vento che ricacciava i capelli sul viso... ad un certo punto mi guardò attraverso gli occhiali da sole, mi fece un sorriso e chiese: >.
Esitai. >, risposi evasiva. Ma in realtà era già dalla sera precedente che non pensavo ad altro: quando un uomo ti lascia dormire nel suo letto, una notte intera, evidentemente gli interessi... Sotto un profilo sessuale, sicuramente.
Ed in effetti, l'alchimia fra noi si respirava a pieni polmoni: forte da stordire.
Una volta varcata la soglia di casa (ambiente che cominciava a diventarmi familiare), andò in bagno a fare una doccia e a mettersi comodo: mi offrì dei biscotti, che però non mi andavano... Preferii togliermi i vestiti di dosso e rimanere nel mio coordinato intimo (un corpetto in jeans legato da laccetti in raso rosa e guepiere).
Sistemai la spesa nel frigo, una parte l'appoggiai sull'armadietto della dispensa... cercai di mettere ordine, disponendo tutto in modo da trovarlo già pronto quando mi sarei apprestata a preparare la cena.
Guardai le lancette dell'orologio: segnavano le 15,40.
Faceva caldo, ma la sensazione fu quella di un benessere immediato, con l'aria fresca che arrivava dalla terrazza con ondate piacevolissime di refrigerio. L'estate stava per esplodere, torrida più degli altri anni.
G. uscì dal bagno avvolto in un accappatoio bianco. Bello come il sole. Profumava di buono... Mi invitò a spostarmi dal soggiorno alla camera da letto, per stare più comodi.
Allontanò il piumone rosa tirandolo verso i piedi del letto; mi tuffai sul cuscino avvolta da una sensazione di benessere prolungato, mi stiracchiai come una gatta... G. si distese nell'altra metà del letto, slacciò l'accappatoio di spugna e in un attimo il suo pene, già eretto e lucido, riempì la scena.
Aveva un fisico scolpito, abbronzato... Siamo rimasti così, a fissarci negli occhi come a sospendere il tempo, prima di lasciarmi vincere dalla tentazione di avvicinarmi... avicinarmi sempre più fino ad accostare il viso al suo bellissimo membro.
E per la prima volta lo assaggiai, strappandogli un mugolìo di assenso.
Sollevai lo sguardo sul suo volto disteso, gli occhi chiusi, abbandonato a qualunque cosa mani e bocca gli avrebbero riservato.
Tornai a chinarmi su di lui, stuzzicandolo appena con la lingua: il glande era già arrossato, quasi violaceo... ed umido.
Questa volta non mi fermai, lasciando che entrasse quasi completamente nella mia bocca... per sottrarmi poi e ricominciare con movimenti lenti, attenti ai dettagli del piacere che sentivo montare in lui, accompagnato da gemiti e rantoli eccitati mentre, con spasmi impazienti, tutto il suo corpo si protendeva verso di me perché accelerassi ogni gesto.
Non lo accontentai. Non subito.
Volevo giocare.
La bocca continuò a muoversi, a cedere il passo alla lingua che, instancabile percorreva la lunga asta lucida, avanti e indietro... e ogni volta che lo vedevo scomparire nella mia gola, sentivo il suo corpo sussultare con affondi ripetuti, mentre una mano, immersa fra i miei capelli, sembrava volersi assicurare che andassi avanti seguendo quel ritmo senza ulteriori interruzioni.
Questa volta fu accontentato.
Cinque, dieci minuti... serrati, intensi, in cui ogni movimento fu ben calcolato dalla mente... mi piaceva sentirlo gemere: un uomo così bello, colto... e un adone che quasi imprecava mentre si sollevò mettendosi quasi seduto e con una mano mi scostò i capelli dal viso: >, mi disse con voce roca.
E mentre il suo membro continuava ad uscire e ad entrare dalla mia bocca, i suoi rantoli si facevano sempre più concitati.
Iniziai a scappellarlo quando i movimenti divennero veloci... febbrili: si lasciò nuovamente cadere sul letto, ormai vicinissimo all'orgasmo.
Mi arrestai di colpo, sollevandomi sulle ginocchia, fissando la sua espressione stravolta dalla passione; feci scivolare via gli slip, arrotolandoli ai piedi del letto... allargai le gambe e mi accucciai sulla sua erezione, le spalle rivolte verso di lui, ammiccando: >.
Si sollevò mentre la mia schiena aderiva al suo petto villoso, e premette le mani sui seni, attraverso la stoffa del corpetto: mentre ondeggiavo piano, guidando il suo pene perchè potesse prendermi in quella posizione, sentii le sue mani spostarsi verso i mille gancetti che allacciavano il corpetto e vidi quest'ultimo scivolare sul pavimento: mi fu dentro con una spinta decisa.
Mi inarcai connun grido; le sue mani tornarono a posarsi sul miei seni adesso nudi, e si aggrappava al mio corpo come per avvalersi di un punto d'appoggio per tornare a penetrarmi ripetute volte, ancorato ai miei fianchi, emetteva suoni incomprensibili, a tratti cavernosi... Mi sollevavo, tornavo ad abbassarmi e ancora lui era tutto dentro di me, scivoloso, caldo e pulsante.
Mi sentivo grondare e non capivo se erano i miei o i suoi umori.
Forse i miei mescolati ai suoi.
Lo presi in mano mettendolo dentro e tirandolo fuori infinite volte... masturbarmi con il suo cazzo mi catapultò verso un orgasmo da vertigine, che esplose copioso come lo sperma che mi inondò il seno, la mano, parte del volto.
Ancora al culmine dell'orgasmo, G. mi afferrò per i fianchi e mi mise a pecorina: una mano sprofondo fra le mie cosce aperte e la sua erezione mi trapassò da dietro... una sincronia perfetta, mi sentivo inondata, e stavolta erano i miei umori ne ero certa... Un orgasmo multiplo: essere scopata davanti e dietro è una sensazione che ti esplode nelle tempie, pensi che se quel piacere andasse oltre, non potresti sopportarlo.
Con l'ultima spinta mi riempì con il suo sperma, un fiotto abbondante che mi invase e iniziò a scivolarmi tra le cosce: così rimanemmo, avvinti in un piacere che aveva del sublime e profumava di peccato...
Le lancette della sveglia digitale sul comodino segnavano le 17,05.
Quando G. uscì da me, andò in bagno a lavarsi... lo trovai davanti allo specchio che si sciacquava il viso, il membro manteneva ancora parte dell'erezione, ed era così lucido, invitante...
Quando mi vide sulla porta mi indirizzò un sorriso, ma certamente non si aspettava che dopo averlo baciato, mi chinassi a ringraziate con un bacio quel meraviglioso arnese del piacere che tanto aveva contribuito al mio benessere; allargò istintivamente le gambe e, dopo un bacetto innocuo, sentii imperiosa la sensazione di assaggiarlo... ancora...
Forte, con movimenti rapidi, quasi frettolosi, ravvicinati tra loro... la mia bocca fece tutto da sola: lo sentii nuovamente crescere, sullo sfondo dei suoi lamenti concitati di piacere, duro... lo spinse nella mia bocca fino a vederlo sparire e mi premette una mano contro la nuca, spingendo, spingendo, spingendo... Un grido roco ruppe un silenzio infranto solo da gemiti prima di venire così, schizzandomi in faccia, sul seno...
Era successo. Avevamo rotto il ghiaccio, cominciava a farsi sera... ed io iniziai a mettere la pentola con l'acqua salata sul fuoco, affettai le zucchine a rondelle e le lasciai riposare in acqua e sale perchè perdessero l'amaro che le contraddistingue: nuda.
E lui nudo, a girare per casa.
Assaggiò i carciofini, mi raggiunse alle spalle bisbigliandomi a un orecchioo: >, e con una mano, lasciava scivolare, tentatore, il suo pene in stato di riposo tra le mie natiche: mi sollevavo sulla punta dei piedi e trattenevo un respiro.
Lui mi sorrideva e s'allontanava.
Finiva di apparecchiare la tavola.
L'olio nella padella, sul fuoco, iniziava a friggere... buttai le zucchine dopo aver tolto l'acqua, insieme ai fusilli, nella pentola più grande.
>, la sua voce proveniva dal soggiorno: mi voltai e lo vidi sprofondato sul divano, davanti a una TV accesa che rimandava suoni in sottofondo. Ma nessuno sentiva.
Presi posto accanto a lui, intento a percorrersi il pene con un gesto che sprizzava orgoglio e lanciava insieme un messaggio preciso: la mia mano si sostituì alla sua mano, mentre entrambi restavamo in silenzio.
Avanti e indietro, avanti e indietro, percorrendo l'asta in tutta la sua lunghezza... soffermandomi sulla punta, giocando con la pellicina... si scappellò dopo neanche trenta secondi.
Lo vidi abbandonarsi contro lo schienale di pelle del divano ed incitarmi mentre entrambi guardavamo il suo pene ingrossarsi e crescere nella mia mano: >, il suo commento estasiato intanto che, rapidamente, lo facevo entrare ed uscire dalla stretta che lo avvolgeva.
Lo sentivo contratto, teso a prendere tutto il piacere che riceveva dal calore sprigionato da quel contatto... Ero eccitata, pensavo che non mi sarebbe dispiaciuto cavalcarlo per un po' e lasciare che mi sborasse dentro.
Le zucchine sul fuoco bruciavano!
G. si ricompose, per quanto fosse possibile in quella circostanza. Mi sentivo avvampare le guance... si rivelò una fatica sedersi a tavola e consumare quel pasto senza saltarci addosso prima... durante, dopo.
Guardammo la TV, parlammo di politica, di musica, di cucina.
>.
La TV continuammo a guardarla in camera: un vecchio filmato su Hitler... Lui tolse l'audio, scostò le lenzuola e sprofondò con il viso fra le mie cosce, entrandomi dentro con la lingua intanto che il suo membro mi penzolava davanti agli occhi.
Da una vita non facevo più una spagnola, pensai tutto sommato divertita e assuefatta dal piacere che faceva montare dentro di me quel suo esplorarmi così dettagliato, minuzioso e solerte.
Mi allargava con le dita e insinuava più in fondo la lingua... mi sentivo contorcermi, mi sembrava una tortura alla quale non avrei resistito a lungo... Presi il suo pene fra le labbra e iniziai a succhiarlo più forte, in sincronia con il piacere che sentivo crescere e dettar legge e regole. La sua voce ansimante divenne presto una specie di grugnito: mi penetrò con una mano, assestando più affondi, ripetuti e ravvicinati: al terzo stavo già godendo.
Quando mi intuì vicina all'orgasmo, accelerò, ed eera la sua mano che, egregiamente, si sostituiva a quel cazzo meraviglioso che avrei voluto sentire fra le mie gambe, pulsare e spingere come un cavallo selvaggio... Lo vidi inginocchiarsi davanti a me e puntarmelo contro il viso, prima di un lungo fiotto di sperma, accompagnato da un grido liberatorio.
Tornò il volume alla TV e dopo l'ennesima doccia, tornammo vicini, sul letto, la testa appoggiata sul suo petto mentre mi raccontava delle sue amicie influenti, della sua passione per la bellezza in generale e per l'arte.
Piccoli aneddoti con i suoi alunni per musei, in giro per città d'arte... mi fece sorridere e suscito al tempo stesso un'ammirazione che raramente ho provato verso un uomo.
Ci addormentammo con la TV accesa. E la sua bocca sulla mia...
Durante il sonno la sua mano era scivolata inavvertitamente all'altezza del mio inguine: mi svegliai in preda ad un languore che non seppi chiaramente mettere a fuoco.
Una sensazione strana di calore. Scostai il piumone con il quale ci eravamo coperti durante le ore della notte... fuori stava albeggiando... badai a non scoprire lui, ma sollevando un lembo del tessuto intravidi il suo pene, addormentato proprio come lui... Un pensiero mi attraversò la mente: quale risveglio più dolce...?
E poi G. stava dormendo e potevo guardarlo, osservarne le reazioni.. quelle che da lì a breve gli avrei regalato.
Lo accarezzai con il palmo di una mano... lo sentii sospirare.
Mi spostai e quando tornai verso di lui, fu con una carezza che tese a sollevarlo dalla posizione di riposo che aveva assunto, seguendoe i contorni con la punta delle dita, massaggiandolo nonostante si afflosciasse al mio passaggio, non ancora reattivo alle sollecitazioni.
Iniziai a percorrerlo dalla punta, con gesti flemmatici, percorrendo via via l'asta... provai ad accelerare i movimenti, e finalmente riuscii a ridargli vigore: sotto le dita lo sentivo rigido... duro come lo ricordavo nelle ore infuocate che avevano preceduto le ultime ore del giorno ormai alle spalle.
Unendo il pollice e l'indice esercitai una pressione sul glande e continuai a riprodurre gli stessi movimenti che avrebbe esercitato se me lo fossi messo dentro: avanti e indietro, fuori e dentro...
Vidi il suo petto alzarsi e abbassarsi nel sonno, lui voltare il viso nella mia direzione ma senza riuscire ad aprire gli occhi. Gli sentii pronunciare solo poche parole concitate:
>.
Quando tornai a posare lo sguardo sulla mano che ancora si stringeva intorno al suo membro, mi ritrovai davanti un'asta la cui visione fu qualcosa di sublime: un invito irrinunciabile... Lo presi quasi meccanicamente in bocca, ma con l'avidità di chi si apprestava a farlo per la prima volta, come a ingoiarlo d'un solo fiato.
Non badai ai dettagli, al crescere del suo piacere che di colpo lo svegliò dal suo sonno... niente di tutto questo; quando tornai alla realtà, G. stava per venire.
Soltanto allora mi fermai. Cercando il suo sguardo e insieme un'indicazione sui passi successivi: forse non era ancora sufficientemente presente all'orgasmo che stava per avere.
E infatti, lui mi spinse contro il materasso, mi sollevò per i fianchi dopo aver percorso la mia schiena con una lunga carezza e mi aferrò per le cosce, portandomi ad aderire contro l'erezione che mi trapassò.
Scicolò dentro di me mentre mi sentivo ansimare una, due, tre, quattro volte... e ad ogni affondo, la spinta era sempre più prolungata, fino a fermarsi dentro di me, che intanto venivo, venivo, venivo...
>, mi diceva estraendo il suo cazzo e rimettendolo dentro. >.
Lo specchio di fronte rifletteva la mia immagine in primo piano e un uomo da dietro, infoiato che mi scopava come se fosse, quella, l'ultima ragione del suo esistere.
Mi vidi così troia da eccitarmi in sequenza ripetuta... osservai il modo in cui ondeggiavo con il bacino in modo da sentirlo tutto dentro... e continuavo a schizzare, a sentire fra le gambe un calore umido che mi bagnava e dilagava... impregnando le lenzuola.
Attraverso lo specchio lo vidi estrarre il suo cazzo bagnato dei miei umori e lo vidi appoggiarmelo tra le natiche:
>, farfugliò in tono concitato prima di godere.
Una sensazione calda e appiccicosa mi scivolò sulla schiena... e più giù, fra le cosce. Prese il suo membro ancora grondante e lo mise nuovamente dentro, spingendo ancora due, tre volte...
Con un grido liberatorio.
Che si unì al mio...
5
1
18 anni fa
muyhermosa,
35
Ultima visita: 15 anni fa
-
Il mio primo uomo è stato un trans
Sono Lucio, ho 44 anni e sono felicemente sposato con Mara, una splendida donna mia coetanea. L'episodio che vado a raccontare mi è capitato nell'estate del 1999. Io e Mara eravamo sposati già da otto anni ed avevamo l'abitudine di fare una parte delle vacanze insieme ed una parte separati. Lei partiva già ai primi di luglio con le sue sorelle e si piazzavano tutti, sorelle, cognati nipoti ecc. nella gran casa di mio suocero a Massalubrense, vicino Sorrento. Io li raggiungevo nei fine settimana di luglio e poi andavo definitivamente ad agosto quando chiudevo l'azienda e mandavo in ferie gli operai.
Quel mese di luglio era la mia pacchia: andavo facendo le esperienze più trasgressive soprattutto sotto il profilo sessuale. Devo dire che la cosa che mi aveva sempre lasciato un senso di non completo appagamento era il rapporto con i transessuali che avevo sempre avuto in macchina e mi ero sempre fatto fare solo il classico pompino. Con qualcuno di questi fantasticavo di starci a letto belli nudi, ed averci un rapporto completo. Era uno sfizio che mi dovevo far passare e decisi di attivarmi. Mi misi a chiamare alcuni annunci sul giornale. C'erano molti annunci preregistrati ed uno di questi mi colpì perché andava in controtendenza rispetto al solito modo di comportarsi dei trans per strada che una volta afferrati i soldi cercano solo di farti venire il prima possibile. Questo invece diceva: "Ciao, sono una splendida trans italiana, mora, alta 1,80, bel seno, bel culo e bel cazzo. Sono attivo e passivo. So essere calda e vogliosa femmina e forte e deciso maschio per te o anche per la tua donna. Ricevo in casa e non ti metto fretta, basta che mi dici quanto tempo vuoi stare così non prendo appuntamenti. Ahhh… io vado a tariffa oraria… scusami per questa banalità. Ciao a presto. Chiama dalle 14.00 alle 16.00 per appuntamenti. Smack!!!" Questo messaggio da quella voce femminile con timbro maschile mi metteva addosso una eccitazione morbosa. Ogni tanto richiamavo solo per sentire la voce e mi veniva il cazzo duro. Chiamai e fu un'estasi. Proprio una bella persona solare. Mi metteva a mio agio di una volgarità misurata e calcolata mi diceva che anche in queste cose bisogna essere allegri e divertirsi. Insomma me lo prenotai per il martedì sera alle 23,00 fino alle 5,00 del mattino, a 50.000 l'ora faceva 300.000. Poco male, soldi benedetti.
Il martedì alle 23,00 arrivai lì con un certo batticuore salii al piano e bussai il campanello di Luigia. Mi aprì e sentii la gola secca e mi mancava anche il fiato. Aveva una vestaglia celeste annodata alla vita ed era proprio come me l'ero immaginato. Non riuscivo a dire una parola e lui si accorse del mio nervosismo. Mi disse di stare calmo e mi chiese se era di mio gradimento. Io ripresi il controllo di me e dissi che era bellissima. Lui mi rimandò in estasi quando sempre sulla porta si aprì la vestaglia sotto la quale era completamente nudo. Bellissimo corpo, bellissimo seno, ma quello che attirò subito la mia attenzione fu l'arnese che gli penzolava in mezzo alle gambe. Ne ebbi subito una sensazione ammirata. Non era duro e per questo scendeva verso il basso dandomi la sensazione di una proboscide…"chissà come deve essere in erezione?" pensai. Mi fece entrare e mi chiese se volevo un drink. Accettai e si mise a prepararlo invitandomi a mettermi nudo così avrei rotto il ghiaccio anch'io. "E poi, muoio dalla voglia di vedere come sei fatto" mi disse. Mi misi nudo e mi arrivò il complimento di rito sulle dimensioni del mio cazzo. In verità era evidente che il suo era più grosso del mio anche se eravamo ancora tutti e due mosci. A sorpresa me lo ritrovai di spalle col petto, anzi con il seno, a premere sulla mia schiena e con una mano ad afferrare il mio cazzo da dietro. La sensazione forte non fu il fatto che mi prendesse in mano il cazzo ma il fatto di avere il suo petto, il suo ventre ed anche il suo cazzo a premere sulla mia schiena. Una sensazione incredibile che mi fece venire subito il cazzo duro. Mi diede un paio di colpi a segarmelo poi mollò, mi diede uno schiaffetto sul culo e mi disse di seguirlo in camera. Mi fece stendere sul letto, mi infilò un preservativo e cominciò a spompinarmi. Il solito pompino del trans, bravo anche più delle donne, ma non era l'appagamento delle mie voglie. In verità ero venuto pensando di incularmelo a lungo ma adesso non ci stavo pensando proprio per niente. Ora senza rendermene conto stavo pensando al suo cazzo e, distrattamente, facendo finta che ci capitavo per sbaglio glielo andavo a sfiorare. Lui capì e mi mise a mio agio: "se vuoi prendermi il cazzo in mano fallo senza remore caro. Lo hai mai preso un cazzo in mano?". "No", gli risposi, "mai nessuno oltre il mio", e glielo afferrai senza più remore. Cominciai subito a menarglielo ad un ritmo forsennato. Tanto che mi disse di andare più piano se no lo facevo venire subito. Rallentai. Intanto aveva mollato il mio cazzo e si era disteso lasciandomi fare. Aveva capito che se mi avesse dato solo una piccola spinta mi avrebbe fatto fare qualunque cosa. Era bellissimo avere quel tronco fra le mani che svettava duro. Oramai avevo rotto gli indugi e cominciavo anche a sparlare. Dicevo liberamente quello che pensavo tirando fuori la parte più nascosta di me. Dicevo che aveva un cazzo bellissimo e che mi sarebbe piaciuto anche baciarglielo. Lo scappellavo con dolcezza ed ogni tanto mi veniva voglia di prenderlo in bocca. Lui se ne accorse e mi passò un preservativo dicendomi: "dai amore, infilamelo e poi lo puoi prendere anche in bocca." Glielo infilai con tutte e due le mani ed immediatamente mi ritrovai con una mano dietro la nuca che mi tirava decisamente verso quel magnifico arnese. Cambiò atteggiamento e mi disse quello che sapeva mi sarebbe piaciuto sentirmi dire: "va bene. Ora io faccio il maschio e tu fai la femmina. Fammi un bel pompino da gran troia. Ingoialo tutto fino alla palle." Quelle parole contribuivano a farmi perdere ogni ritegno. Non capivo più nulla. Ingoiavo quel cazzo fino a metà e l'altra metà la tenevo impugnata con la mano. Mi disse di togliere la mano e di cercare di ingoiarne il piu possibile e di guardarlo negli occhi mentre ingoiavo e succhiavo il suo cazzo. Mi sarei sentito ancora più disinibito; era vero. Dopo un po’ mi arriva una proposta che mi fece bloccare e sobbalzare dentro. “Senti caro…. Se vuoi che te lo metta nel culo non mi devi far venire con la bocca.” Io rallentai lo sbocchinamento pensando a quello che mi aveva detto ma lui lo interpretò come una risposta positiva alla sua proposta indecente. In effetti effettivamente ci stavo pensando. “Immagino che tu non l’abbia mai preso nel culo, vero?”. Smisi di succhiare solo per dirgli di no e ripresi di nuovo. “Beh, allora ci vorrà un po’ di tempo. Debbo fare con calma. Non devo farti molto male. Ti voglio lasciare un buon ricordo della tua prima volta. Dai mettiamoci a 69 così ti posso preparare il culetto con calma e intanto tu mi tieni duro il cazzo.” Ci mettemmo a 69 io sotto e lui sopra. Si mise il mio cazzo in mezzo al seno a farmi una spagnola ed intanto si dedicava al mio culo. Me lo leccò e me lo insalivò a lungo infilando ogni tanto un dito. Quando faceva così lo spompinavo più forte. “Sei come tutte le troione. Basta che le stuzzichi un po il culo e non ragionano più”. Mi lavorò il culo per quasi un’ora. Con creme e non so che altro. Oltre alle dita mi infilò anche qualche arnese. Poi mi disse che era arrivato il momento. Che ero pronto. Si tolse da sopra di me ed io mi misi a pecorina aspettando il momento e dicendogli di fare piano. Ma lui mi disse che quella posizione l’avremmo assunto dopo aver rotto…il ghiaccio. “per adesso ti metti come si mettono le donne quando lo prendono nella figa. Sdraiati.” Mi distesi di schiena e lui mi mise uno o due cuscini sotto al culo. Non capivo a cosa servisse. Lo capii subito dopo. Si mise davanti a me e mi alzò le gambe mettendo le mie caviglie sulle sue spalle.
In pratica avevo le spalle infossate nel letto, il culo proteso verso l’alto ed oscenamente aperto ed offerto. Ma soprattutto sentivo la sensazione di non essere più oramai in condizione di sottrarmi. Infatti sentii la sua cappella che si appoggiava al buco. Ebbi un sobbalzo e mi resi conto che in quella posizione potevo al massimo sobbalzare ma nulla mi poteva oramai più sottrarre al sacrificio. Mi rassicurò dicendo che avrebbe fatto piano e di rilassarmi. Non fu di parola il bastardo. Un adorabile bastardo. Non feci in tempo a godermi il brivido che mi percorreva la schiena che me lo aveva affondato tutto dentro senza sforzo. Mi scivolò dentro in una maniera oscena. Provai a stringere l’ano ma la lubrificazione fece in modo che sfilasse libero come un’anguilla che piu la stringi piu scivola. Quando mi fu completamente dentro rimase fermo così, si piegò in avanti distendendosi su di me. Mi ripiegò in due facendomi arrivare le mie ginocchia sulle spalle. Ero aperto al massimo e lui aveva affondato fino alle palle che infatti sentivo appoggiate sul mio fondoschiena. La sua pancia sulla mia ed il mio cazzo, che si era rimpicciolito al punto fa diventare una pellicina, in mezzo; il suo seno sul mio petto. Gli dissi di stare fermo un attimo così dentro di me e di farmi riprendere fiato. Infatti avevo il fiato in gola come se avessi salito una scala di corsa. In quella posizione mi venne di succhiargli la cosa che avevo più a portata di bocca: il seno. Ebbe una reazione violenta. Cominciò a pomparmi violentemente in quella posizione facendomi sentire dei colpi proprio sotto lo stomaco. Mi sarei voluto sottrarre ma non potevo. Mi pompò per una decina di minuti prima di venire ma mi sembrarono una eternità. Più passava il tempo e più il piacere e la libidine si sostituivano al dolore tanto che cominciai anche ad incitarlo. Oddio che esperienza meravigliosa. A casa l’ano mi bruciò per una settimana, specialmente quando andavo al bagno. Ma appena mi fui normalizzato lo richiamai e ci ritornai. Ci sono stato diverse volte, anche quando mia moglie non stava piu al mare ma a casa. Non ci sono più tornato dopo essere stato sotto ad un maschio normale. Ma questa è un’altra storia.
34
13
18 anni fa
gioiamia,
44
Ultima visita: 13 anni fa
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L\'amore per l\'arte
Ci eravamo piaciuti subito. Io e G., bello come il sole... altro, narciso e galante.
Insegnava (tutt'ora insegna) Storia dell'Arte in una delle Università più vicine a casa mia... fatale l'incontro.
Qualche chiacchiera, cena a lume di candela... banditi i discorsi sulle partite di calcio, sulla banalità del quotidiano e sulla mediocrità dell'ovvio: per tutto il tempo è stata una sintonia perfetta, sull'onda dei versi aulici di Dante per Beatrice, i peccati ludici del Boccaccio, l'amore del Leopardi per Silvia...
Fuori dal ristorante abbiamo camminato allacciati fino alla macchina, soffermandoci a guardare intorno a noi il cielo di un nero fitto... avvolgente. La luna occheggiava, complice e ruffiana.
La serata è sfumata sul divano bianco di casa sua... sorseggiando del vino bianco e ascoltando Aznavour, mentre mi parlava d'arte. Uomo raffinato, selettivo e grande esteta.
Bellissima l'aria che si respirava su quella terrazza, sul finire di un Giugno caldo... ma lì si stava bene.
Curava le rose, percio'- galantemente - mi disse con una allusione- portava nella sua alcova solo le cose più belle.
Siamo tornati sul divano, ha chiesto se poteva accarezzarmi... la sua vicinanza mi trasmetteva un senso di tepore che mi faceva sentire a casa... mi sono avvicinata a lui abbandonando la testa nell'incavo della sua spalla... lasciando che si insinuasse sotto la camicette aderente, nera, che apprezzasse la lingerie, curata e raffinatissima ma andasse oltre... scivolasse con le dita fino al capezzolo e si chinasse a prenderlo tra le labbra... Un fremito. Sensazione che ricordo nitidissima. Come ricordo d'essermi inarcata cercando il suo bacio.
Il primo bacio.
Avrei voluto... avremmo voluto.
Di colpo si è alzato facendo strada fino all'ingresso: mi guidò fuori dalle scale, tradito da sensazioni che non riusciva a nascondere... Salvo dirmi in ascensore: "Stasera avrei voluto..."
"...fare l'amore - conclusi io per lui - anch'io lo avrei voluto".
Ma mi riaccompagnò a casa quella sera, bello come un dio greco e stordito dalla vicinanza, in macchina, da un profumo eccessivo della mia pelle.
Tutta la notte ricevetti e risposi a messaggi infuocati.
Lui che aveva sentito il mio corpo rispondere e abbandonarsi tra le sue braccia, io che avevo trattenuto in me il desiderio di non rispondere più di me...
Ci saremmo visti il giorno dopo.
Tutta la notte fu impossibile chiudere occhio...
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18 anni fa
muyhermosa,
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Lo schiavo tom
Lo schiavo
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Dal diario dello schiavo :
“Questa mattina mi sono alzato un’ora e mezza prima della mia Padrona per pulire un po’ la casa e preparare una buona colazione. Chiaramente ho svolto tutti i miei impegni nel massimo silenzio affinché la mia meravigliosa Dea non ne fosse disturbata. Alle sette in punto, come ogni giorno lavorativo, mi sono recato in camera sua per svegliarla.
La Padrona dormiva comodamente, avvolta nel tiepido abbraccio delle sue morbide lenzuola di seta. Per un attimo sono rimasto incantato a guardarla. Ad ammirarla. In Lei c’è tutto: bellezza, sensualità, magnificenza, grazia, splendore. Mi rendo conto di essere molto fortunato a poter servire un essere a me tanto superiore.
Lei si chiama Sara. Ha ventisette anni e, per lo meno in via ufficiale, è la mia ragazza.
Naturalmente non è così. Di fronte a tale Divinità io non posso che chiamarmi schiavo e creatura inferiore.
Ne sono orgoglioso, però.
Con grazia ed attenzione ho scostato le lenzuola che la coprivano e dolcemente ho iniziato a leccare i suoi piedi per svegliarla nel migliore dei modi.
Dopo pochi secondi la Padrona si è destata. Mi ha dato un calcetto in faccia e mi ha allontanato.
“Ciao, schiavetto”
“Buongiorno, mia signora. Ha dormito bene?”
“Si, grazie”
“Le ho preparato la colazione”
“Che bravo! Grazie! Me la porti qui, per cortesia?”
“Sì, Padroncina, con grande piacere”
Si è rimessa sotto le coperte attendendo il mio ritorno. Nel frattempo ha accesa la TV collocata dalla parte opposta del letto e si è guardata il telegiornale.
Quando sono tornato ho appoggiato il vassoio sul comodino e mi sono messo a quattro zampe a fianco del letto.
“Vuole usarmi come tavolino, Padrona?”
Sara ha riso un po’, poi ha scossa la testa.
“No, schiavetto. Se tu fai da tavolino poi chi me li lecca i piedini?” ha domandato muovendo le sue inarrivabili estremità da sotto le coperte.
“Su, infila la testa sotto alle lenzuola e leccameli per benino”
“Sì, padrona. Come desidera”
Leccare i piedi della Padrona mi piace non so descrivere quanto. La loro pelle è vellutata e morbida, le loro forme assolutamente perfette. Inizio dal tallone del piede sinistro che curo con lente lappate da un’estremità all’altra.
Proseguo quindi lungo la pianta. Lo faccio delicatamente, perché non vorrei che la mia lingua d’essere inferiore provocasse un fastidioso solletico alla Dea.
Una volta massaggiate le piante dei piedi passo alle dita. E’ molto importante rimuovere il sudore e la polvere accumulata negli spazi fra le dita perché i piedini della Padrona, per sua stessa richiesta, devono essere sempre puliti e proprio nei punti più riposti va dedicata maggiore attenzione.
La parte conclusiva del mio lavoro è rappresentata dal dorso dei piedi. E’ liscio e regolare, un profilo che sembra disegnato da un artista rinascimentale.
Quando la Padrona ha terminato di far colazione odo di nuovo la sua voce.
“Per ora basta” dice.
Mi assesta un calcetto sul naso per farmi uscire la testa da sotto le coperte e mi attende con un sorriso brillante e cordiale.
“Mi aiuti ad alzarmi, schiavetto?”
“Certamente, Padroncina”
Mi sdraio sullo scendiletto e le faccio da tappetino affinché possa appoggiarmi i piedi addosso e non prendere freddo. I piedini della Dea meritano la massima cura.
“Ah, se non avessi te! Come farei?”
“E’ un privilegio, per me” rispondo.
Sara mi sorride. Il cuore mi batte forte.
Sento il peso della mia giovane Proprietaria sul petto e sulla gola. Non ha badato a dove poggiava i piedi, naturalmente. Così facendo mi ha chiusa la trachea, rischiando di farmi soffocare. Ma io non mi sono lamentato. Non avrei potuto. Ciò avrebbe arrecato disturbo alla Dea.
Mi sono prodigato per calzarle le ciabattine ai piedi senza scomodarla. Il fiato era sempre più corto e Lei era completamente indifferente al mio soffocamento. Sara si è alzata pesando interamente su di me, ha indossata la vestaglia di seta rosa che le ho regalata per Natale ed è scesa dal mio corpo indegno.
Una boccata d’aria fredda m’ha raggiunto di colpo i polmoni, facendomi male al petto.
“Vieni, schiavetto, andiamo in bagno”
“Sì, Padrona”
In bagno mi sono inginocchiato come tutte le mattine davanti allo specchio ed ho lasciato che la Padrona si sedesse sulla mia schiena. Doveva pettinarsi, lavarsi, truccarsi. Dell’ultima incombenza, in realtà, non aveva granché bisogno. Madre Natura le ha donato un corpo perfetto. Sara non ha necessità di meschini artifizi per essere più bella.
Un velo di rossetto, soltanto. Qualche volta un po’ di ombretto.
Il contatto del suo bellissimo sedere sul mio collo mi ha onorato. Soffrire per lei è la massima ricompensa, per me. Sara non si preoccupa di quanta fatica faccio mentre mi usa come sgabello in bagno. Ciò è giusto. Io esisto solo per servirla. Quando ho sentito che i muscoli si stavano intorpidendo a causa della fatica la Padrona, per fortuna, si è alzata. Non avrei voluto farla cadere a causa della mia debolezza.
“Su, schiavo, alla tua padroncina scappa forte la pipì!”
“Sì, mi usi pure come latrina”
La sua risata è stata dolce e cristallina.
“Dove altro potrei farla, altrimenti, se non dentro la tua bocca?” ha domandato.
“E’ un onore, per me”
“Certo che lo è! Su, mettiti in posizione”
Mi sono sdraiato con la faccia rivolta verso l’alto. Ho aperta la bocca ed ho atteso i comodi della bella Dea. Sara si è seduta sopra il mio viso, per un momento gravando interamente sul mio volto. Ha poi scostato la vestaglia per non sporcarla di orina e mi ha pisciato in bocca. Ne aveva molta nella vescica, meravigliosa fanciulla, mi spiace averla fatta attendere tanto prima di raccogliere i suoi bisogni fisiologici. Talvolta vorrei che la mia bocca inutile potesse staccarsi dal resto del corp per essere sempre a sua disposizione.
Quando la pisciata è terminata
“Schiavo, ti va di pulirmi?”
“Sì, Padrona, volentieri”
“Bravo, sei un tesoro”
“Grazie a lei per avermi permesso di obbedire ad una superba creatura angelica come Lei è”
“Come sei caro! Però ora lecca, cominciano a farmi male le ginocchia a star ferma in questa posizione”
Ho leccato come meglio ho potuto. Mi sono concesso anzi qualche lappata supplementare dopo che la pelle della Padrona è stata ripulita dalle ultime tracce di orina. La Dea poteva punirmi per questa mia inqualificabile libertà, tuttavia mi ha lasciato fare con generosità. Ad un certo punto ho sentito che il suo respiro si è fatto più corto e più profondo. Stava traendo piacere sessuale dal mio lavoro.
Ne sono stato lieto.
“Acc…è tardissimo! Oggi devo presentarmi in aula” ha detto ad un certo punto la Padrona “Schiavetto mio, sei stato bravo. Resterei qui un altro poco, purtroppo devo proprio andar via”
“Spiace anche a me, Padrona”
“Continueremo oggi, va bene?”
“Se va bene per Lei, io non posso che obbedire”
“Ah, ma come fai a sopportare una Padroncina terribile come me, povero caro!”
“E’ un onore essere suo servo” ho risposto con tutta la sincerità che disponevo.
“Va bene. Allora per stamani la tua Padroncina ha un’ultima richiesta per te. La farai contenta?”
“Certamente, ordini pure”
“Mentre sono in camera a vestirmi, tu prendi le mie scarpe…oggi veglio quelle nere col tacco a spillo. Sai, quelle col nastrino dorato?”
“Sì”
“Lucidamele per bene, voglio specchiarmi in loro”
“Sì, Padrona”
“E non perdere tempo a leccarle. Semmai quello lo farai stasera quando tornerò. Sai, con questi brutti giorni di pioggia ho paura che si sporcheranno parecchio, a camminare sui marciapiedi. Mi leccherai le suole, con la tua lingua. Ora fa alla svelta”
Mi sono recato immediatamente nella stanza delle scarpe, quella che un tempo era la mia camera ed il mio studio. Oggi dormo sotto al letto della Padrona, talvolta sullo scendiletto, e tutta la roba del mio studio è stata trasferita in garage, dove alla Dea non reca fastidio.
Ho prese le scarpe nere con il laccetto dorato e le ho lucidate ben bene ed a tempo di record. Dopo sono corso in camera della Dea a portargliele. Lei era già vestita di tutto punto. Aveva una giacca blu scura, gonna al ginocchio e calze nere.
Mi sono gettato ai suoi pedi sostenendo le sua scarpe in pari come una reliquia sacra e contemporaneamente le ho baciate le punte delle dita sotto le sue risatine divertite.
“Ti spiacerebbe essere tu a calzarmele?”
“Volentieri, Padrona”
Le ho infilata la prima scarpetta. Lo strusciare del margine della calzatura sul tessuto della calza era un fruscio velato.
Sara ha spinto in avanti senza preavviso la sua lunga gamba e mi ha messo il tacco in bocca.
“Succhialo, per cortesia”
“Sì”
“No, scusa, sai…ma mi sembrava che ci fosse rimasta una patacca di sudicio”
Non credo fosse vero, le avevo pulite accuratamente. Fosse stata anche la verità, comunque, la Padrona avrebbe fatto benissimo. E’ così che vanno trattati gli schiavi e la mia Proprietaria sa bene come usare un essere d’infimo livello quale io sono.
Lo schiavo non occorre solo per soddisfare i piaceri sessuali della Dominatrice, ma per ogni altra cosa, per la sua comodità, per svolgere mansioni noiose o faticose, per lasciare alla Padrona maggiore tempo libero. Lo schiavo, inoltre, non ha diritti, ma solo doveri.
Una Padrona merita la vita perfetta, alle faccende di casa pensa il servo. E’ così che funziona.
Non appena ho calzato anche l’altra scarpetta Sara si è alzata e si è recata alla porta.
L’ho seguita in adorazione a quattro zampe, così come mi è concesso di muovermi per casa. Sono la sua bestia ammaestrata e solo questo.
Nel frattempo ho ammirato il suo magnifico portamento e la classe dei suoi movimenti. Ho provato il desiderio di baciarle le gambe, i piedi ed il culo.
Sulla porta la Dea si è voltata verso di me e mi ha sorriso. Si è chinata un poco e mi ha accarezzata la testa.
“Bene, hai imparato a fare lo schiavo, eh?”
“Grazie, Padrona”
“Ti piace tanto essere mio schiavo?”
“Sì”
“Davvero?”
“Certamente”
“Allora salutami come si deve. Dammi un bacio su ciascun piede”
Mi sono accucciato a sfiorare il pavimento con il mento. Ho baciato i suoi piedi, poi le sue scarpe.
Erano pulite, le avevo appena lucidate. Avrei preferito leccarle da sporche. Mi sarei sentito come la larva che sono.
“Ehi, vacci piano! Ho detto i piedi soltanto. Non voglio mica che mi sbavi sulle scarpe pulite!”
“Scusi, Padrona”
“Non fa nulla, schiavetto mio. Ci vediamo stasera. Tu finisci di pulire la casa, nel frattempo”
Si è voltata e se ne è andata senza aggiungere altro.
Come prevedevo dovrò trascorrere un’altra giornata a pulire, stirare, spazzare ecc. ecc…
Da quando Sara è diventata la mia Padrona non ho più un momento per me e per i miei hobby. I miei amici e la mia vecchia vita sembrano solo vaghi ricordi.
Tuttavia sono contento di quel che sono e non vorrei mai e poi mai tornare ad essere ciò che ero.
La mia vita è questa, adesso. Ai piedi di una Dea che mi usa, mi sfrutta e mi deride.
Ma io sono contento.
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18 anni fa
tom,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Il piacere quotidiano
Mi sono svegliata un giorno, annoiata, rigirandomi nel letto... ho acceso il portatile, 24 messaggi non letti.
Uno dopo l'altro, ho iniziato a scorgere il mittente... nick strani, bizzarri... oppure originali.
Con alcuni di loro c'era stato uno scambio di mail, qualche battuta al telefono... Quel giorno però volevo trasgredire con qualcuno mai visto prima. Che non avrei visto mai più dopo esserci stata.
longtime@... Non ne ricordo neanche il nome, ma faceva il giornalista e anche lui viveva a Roma.
Giugno torrido di quest'anno.
L'ho tenuto sulla corda per qualche giorno... prima dell'appuntamento, sotto casa mia.
Una mattina infuocata, quasi all'alba.
Essendo sposato, non sarebbe stato possibile incontrarci la sera.
A me poco importava che fosse sposato o meno: volevo solo divagarmi... divertirmi per qualche ora, poi tornare a casa mia.
Tutti gli uomini, quando mi incontrano la prima volta, prima si perdono nel décolleté, poi, visibilmente imbarazzati, spostano lo sguardo sul viso e mi aprono la portiera.
Il giornalista non fece eccezione.
Durante il tragitto verso un appartamento a Ciampino, che un amico ruffiano gli aveva ceduto per la mattinata, mi raccontò della differenza che esisteva, per lui, tra amore e sesso.
.
Feci la vaga... chiedendo della sua vita, di quante volte avesse tradito sua moglie.
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Adulatore, pensai...
Il tragitto non fu lungo, parcheggiò in sosta rigorosamente vietata... fece strada per un centinaio di metri fino ad un portone enorme che imboccammo, seguimmo un viale interno e su per le scale... No, prendiamo l'ascensore, mi fa lui.
Prendemmo l'ascensore.
Bella casa. L'ingresso, ampio ed austero per l'arredamento, dava su un salone enorme, dominato da un salotto bianco, da tendaggi e tappeti pesanti... per la casa, incorniciate foto di bimbe, una coppia felice... sicuramente sposata... infine, la camera da letto.
Mi spoglio perchè in fondo questo voleva lui.
E in fondo anch'io.
Ero lì per quello.
Indossavo una gonna bianca, di lino... è stato un attimo sfilarla... e via anche il top elasticizzato sui fianchi che, generosamente, scivolato sulle spalle, metteva in risalto il mio florido decollété.
Via anche il reggiseno (ho una cura e una passione maniacale pr la lingerie... sempre raffinata e ricercatissima); intanto, ho avvertito la sua presenza alle spalle... le sue mani sui seni nudi, a coprirne i capezzoli, portandomi indietro con la schiena, finché ho sentito il corpo aderire al suo completamente... l'erezione pronunciata premeva già contro l'interno di una coscia... ma il calore della sua mano si spostava verso il basso, insinuandosi sotto l'orlo degli slip con una carezza dapprima lieve, poi insinuando due dita... Mi strappò un gemito soffocato.
I baci si fecero presto famelici, i respiri ansanti... Mi sono ritrovata sul letto, le gambe dischiuse mentre finiva di liberarmi dall'ultimo ostacolo che si frapponeva tra lui e il piacere... E' stato allora che ho sentito la sua lingua scivolarmi dentro, calda ed umida... ho chiuso gli occhi e ho assaporato il divenire di quel piacere sublime... credo sia durato un'eternità, interrompendosi proprio quando stavo per godere.
Quando si è riversato sul cuscino, lo sguardo rivolto verso il soffitto, le gambe ben aperte, mi ha attirata a sé intimandomi di baciarlo... e di non smettere, non smettere...
L'ho fatto strusciandomi contro di lui... scivolandogli addosso, come se dovessi cavalcarlo, ma immobile... Ho avvertito la pressione del suo pene enorme, duro e bagnato contro di me... ho sorriso pensando che sarebbe stato un attimo farlo venire... ma lui non voleva questo.
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Sostenni il suo sguardo concupiscente, lui impaziente, ansimante... emise un rantolo eccitato quando la mia mano scese a massaggiare il suo membro turgido, seguendo movimenti regolari, avanti e indietro, su e giù... delicatamente, poi con gesti febbrili, rapidi... per rallentare nuovamente... avvertivo lo sperma appiccicoso grondarmi fra le dita... mi ha fermata quando stava per avere un orgasmo.
Solo in quel momento sono scesa lungo il suo corpo e ho dischiuso le labbra... assaggiandolo con la punta della lingua; l'ho visto contorcersi e ansimare forte... più forte... l'ho preso tutto nella bocca, stuzzicando con la lingua il glande, soffermandomi sull'asta protesa e lucida, ora puntata contro la mia gola... Accelerai i movimenti, facendolo uscire e rientrare infinite volte, volevo che capisse che non era uno dei tanti passaggi prima di arrivare al rapporto sessuale completo... volevo che capisse che avevo scelto quel modo per farlo venire...
Proprio quando il messaggio giunse a destinazione, mi vidi bloccare, sollevare di peso e inchiodare al materasso, la faccia contro il cuscino... Mi fu dentro in un attimo, selvaggiamente... Iniziammo a godere. Gemere e godere ripetutamente... Mi possedette per un tempo incalcolabile, e lo fece furiosamente... mentre mi penetrava da dietro, con due dita mi esplorava la vagina, andava oltre i peli del pube... mi masturbava... Il cuscino soffocò l'orgasmo che esplose inatteso.
Mi girò tirandomi verso di sé per le gambe... si assicurò che fossero ben aperte, quindi vi fece scivolare il suo enorme membro intriso dei miei umori... e ricominciò a muoversi piano... piano... piano... poi sempre più forte, come un'onda decisa a non lasciar tracce di vita dietro di sé... nell'istante in cui il mio sguardo si poso' sulla nostra immagine riflessa nello specchio del comò, vidi due animali insaziabili che si possedevano come se dopo quel piacere non dovere rimanere null'altro per cui continuare a vivere.
Mi disse: , con un gemito che gli morì in gola. E l'istante successivo lo sentii riempirmi e colarmi fra le cosce... rimase immobile dieci, venti, trenta secondi... l'erezione era sempre lì, come se dovesse ancora venire...
Come impazzito mi fece scendere dal letto, mi appoggio all'armadio, lasciando che mi appoggiassi e tenessi ben aperte le gambe... e mi fu ancora dentro, con impeto e con veemenza, sconquassandomi di piacere... Gridava, gemeva... nietreggiò fino al letto e mi prese sopra da sé, penetrandomi fin nei più intimi recessi del mio essere donna.
Lo sentii dentro completamente, fermo e duro, conficcato dentro di me mentre ancora sborrava...
Gridai... sentivo il sangue fermarsi violentemente all'altezza delle tempie e queste ultime battere fino a dolermi...
Continuai quella danza... muovendomi avanti e indietro fintanto che lo sentii riempirmi, imponente, caldo e pulsante, affondare ancora cinque, sei sette volte...
Avevo avuto la mia dose di piacere quotidiano.
Non ci vedemmo mai più. Rifiutai tutte le sue chiamate al cellulare e non risposi mai ai suoi messaggi.
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18 anni fa
muyhermosa,
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Ultima visita: 15 anni fa
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Uomini: fatti e misfatti mai recensiti
E’ tardissimo... oppure è prestissimo. Che differenza fa?
Sono stata fuori stasera... cioè, ieri sera... Tutte donne. Non ricordo il nome del posto in cui siamo state... del resto ho bevuto un superanalcolico senza aver cenato... non si può pretenedere che io ricordi dove siamo state!!!
Pensavo fosse un aperitivo... o qualcosa del genere... Gli ingredienti erano fragole e limone... con una spruzzatina di rhum.
Una spruzzatina? Mamma mia, mi reggo appena in piedi! Ma stranamente non sono stanca e non ho sonno (crollo tra un attimo... vi faccio sapere!).
Mi hanno chiamata due amiche a mezzanotte e mezza, si festeggiava la delusione di una delle altre due, per la "buca" che le ha dato un tizio con cui aveva un appuntamento. Uno di quelli al buio... avete presente?
Che fatica consolare le amiche "scaricate" ancor prima che siano state conosciute dal tizio che si appresta a darsi alla fuga!!!
E dire che è carina Manu... è che gli uomini sono proprio strani. O Stronzi. Fate voi.
No, non scrivo per attaccare il "sesso forte", non è questo il punto... è che stasera (stanotte, va bene), sono in vena di riesumare cadaveri... Non cadaveri in carne e ossa... ma tirare fuori qualche scheletro dall’armadio... ma si, vi renderete infine quanto io sia veramente matta.
D’origine controllata.
Sono gli anni ad avermi fatta deragliare... Non dimenticherò mai quel Novembre del 19... non lo so, avevo 17 anni, fate voi un po’ i conti, lo stato in cui sono non mi consente di essere matematica!
Basti sapere che ne ho al momento trentatré.
(Devo proprio essere ubriaca: ho scritto trentatré... e non 33!).
Comunque sia... il conducente dell’autobus che mi riportava da scuola a casa, rimasti soli (io prossima alla fermata dove era previsto che scendessi), rallentò e mi prese la mano... non era male, ma era sposato e io stavo tremando (mi spaventavano quelli che facevano "sul serio"), cominciò col dirmi che pensava tutti i giorni a me, che sperava ogni mattina che ci saremmo incontrati perchè aveva capito di non essermi indifferente... Pregavo che arrivasse presto la mia fermata. Prima che scendessi mi disse: "Dimmi che penserai a me...", con quello sguardo concupiscente... Risposi in fretta: "Si, si...", e scappai via come un fulmine.
Vissi giorni, settimane di vera angoscia, senza trovare il coraggio per raccontare l’accaduto... Temevo che rivedendolo, quell’uomo così viscido (chiaro che non mi piaceva più!) potesse spingersi oltre.
Iniziai a raggiungere la mia scuola a piedi. Già... una salita interminabile, scansando le macchine che mi sfrecciavano agli angoli della strada, passandomi accanto... Sfilavo davanti alla fermata e qualche volta ci siamo incrociati con lo sguardo, io e il tizio.
Mai più una sola parola.
Un mesetto più tardi mi resi conto di non poter continuare a fare tutto quel percorso a piedi... era quasi Natale... e faceva freddo!!! Così rinnovai il mio abbonamento e mi sincerai scrupolosamente di salire su autobus il cui conducente fosse qualcun altro... Anni dopo (facevo praticamente l’Università), trovai il coraggio, ridendoci su, di confessarlo a mamma, la quale mi rimproverò di non averne parlato a casa... Feci spallucce.
Proprio in quel periodo l’importunatore degli autobus venne messo alla porta dalla moglie, scoperto in flagranza di adulterio!!!
E anche l’amante a quel punto lo aveva piantato.
L’ironia della sorte, pensai.
Sono sempre stata impacciata e timidissima con gli uomini. E più mi piacevano, più i miei disastri erano da prima pagina... Troppi giri di parole, troppi impicci sentimentali... Riccardo lui sì, mi tampinò per tre anni (fino al diploma), assediandomi con telefonate che coprivano l’arco di interi pomeriggi. Non siamo mai stati fidanzati né niente di simile.
Nella sua testa però io ero sua. E al telefono mi faceva ascoltare interminatamente ALTA MAREA, grande hit all’epoca di Venditti.
A distanza di quindici anni, incredibile a dirsi, riascoltandola ripenso a lui. Con tenerezza, pr il modo in cui l’ho respinto la sera in cui si presentò sotto casa con i suoi occhi azzurri e la sua Mercedes dicendomi che voleva darmi tutto, che avremmo cambiato una macchina al mese, che mi avrebbe regalato la casa che ogni donna sogna (ma io avevo 17 anni!), che ci saremmo sposati, che voleva conoscere mamma... ALT!
"Riavvolgi un attimo il nastro - l’ho bloccato - risali sulla tua fiammante Mercedes e riparti. Via. Veloce!".
Non l’ho più rivisto da quella sera di fine inverno... Amavo un altro che non avrei mai avuto. Ci avrei imiegato "solo" 10 anni a capirlo in fondo... ma se tornassi indietro, rifarei la stessa cosa. Un altro milione di volte ancora.
Mamma mi aspettava sulla porta con gli occhi attraversati da un luccichio strano... "Allora? - chiese impaziente - ti ha chiesto di sposarlo?".
Dopotutto andava avanti da tre anni quella storia.
Scusate... quale storia?
Mi faceva gli appostamenti al’uscita da scuola, le scenate al telefono perchè mi aveva vista parlare con un tizio all’uscita... Era il prof. di inglese! Carino, occhioni blu e soprannominato il "sosia di Paolo Bonolis" (ma si chiamava Alberto)... però sposatissimo, e lui era un prof. io un’allieva che stimava particolarmente per via della mia particolare propensione alle lingue... Le sue lezioni erano per me acqua fresca: mentre tutti stavano a prendere appunti, io anticipavo le risposte che avrebbero dovuto far seguito alla lezione del giorno.
Lui si interrompeva, guardava nella mia direzione e chiedeva: "Laura?". Ed ecco che io rispondevo in lingua inglese alla domanda che intanto tutti gli altri stavano cercando di tradurre in italiano!
Ero invece un disastro in matematica... che vuol dire? Ognino di noi ha un’inclinazione particolare per le applicazioni scientifiche o un’attidune alle materie umanistiche.
Ad ogni modo, tornando a Riccardo... chissà, adesso sarà sposato oppure... che ne so? Non riesco neanche ad immaginarlo... Mamma mi rimprovera ancora di non averlo sposato. E ancora non mi stanco di chiederle se le farebbe piacere adesso ritrovarsi con una figlia divorziata.
Io non lo amavo quello!!! E anche se non ci fossimo lasciati, sarei sposata da 15 anni, avrei dei bambini (o megari degli adolescenti) con problemi psicologici o esistenziali da sommare ai miei e sarei una trentenne frustrata e depressa!
Per carità... Dio se non altro ci ha dotati dell’uso del buon senso. Anche a 17 anni!!!
Sapevo quello che volevo... ancora meglio però quello che NON volevo.
Sempre avute idee chiare su questo.
Ma ne è passato di tempo prima che mi "sbloccassi"... Accidenti se ne è passato!!!
Con gli uomini (sempre più grandi di me, oppure... lasciate ogni speranza oh voi ch’entrate!) è sempre stato tutto così difficile... Ma non voglio annoiarvi: sono ubriaca! Domani (che è già oggi) potrei pentirmi di aver spifferato la mia vita ai quattro venti.. menzionando gli assenti.
Ma non voglio parlar male di nessuno... Sono così cambiata da allora che mi sembra di star qui a parlare di un’amica che non vedo da secoli.
"Heidi, ancora ti sorridono i monti?".
"Peter, l’hai più sentito?".
Mamma mia...
Quattordici anni più tardi.
Ho conosciuto uno... mai visto prima in vita mia. L’ho conosciuto come ci si puo’ conoscere in chat: dall’altra parte può esserci chiunque. Lui mi ricordava vagamente Al Pacino, un mito (il mio!) e dopo 10 minuti gli ho chiesto provocatoria: "Scommetto che non hai le palle per passare a prendermi sotto casa!".
Interdetto, lui ha digitat "Ma è quasi l’una!".
"Allora buonanotte, piccolo bambino... sogni d’oro!".
Il tizio (come si chiamava, maledizione? Non me lo ricordo...) ha voluto sincerarsi che non fosse uno scherzo, gli ho fornito l’indirizzo e dato il numero del mio cellulare. Era l’inizio dello scorso inverno. Brrr.....
Mi ha dett "Se hai tutta questa voglia, devi salire in macchina e devi subito darmi un bacio".
Il gioco si faceva intrigante.
"Indossa qualcosa di trasparente se ce l’hai", aveva aggiunto prima di riattaccare.
Credo che il mio rubino nero generosamente scoperto sul décolleté ornato da uno strato di pizzo che lasciava intravedere il candore della pelle quanto la morbidezza di ogni curva, sia stato molto, molto apprezzato.
L’abitacolo della Porshe nera sapeva di fumo... e anche lui quando l’ho baciato (continua a sfuggirmi il suo nome!).
Mi disse di essere di Roma (si sentiva!) e di avere una villa al Circeo... La cosa non mi scompose minimamente. Avresi solo voluto chiedergli: "Allora perchè vesti come uno scaricatore di porto?".
Ma era carino, così come l’avevo visto in foto... e ressi il gioco.
Ci appartammo, dopo esserci fermati al McDonald (immaginate me vestita in quel modo... e la gente che si girava alle due del mattino a guardarmi!) e pensò evidentemente di potersi prendere determinate libertà...
Mentre le sue mani mi frugavano sotto il vestito (non indossavo calze né biancheria intima... tutto calcolato!), facendo risalire l’orlo del tubino fin sopra le cosce, pensavo tra me: "Se sei bravo e ci sai fare ti lascio il tuo giocattolo".
Fu bravo, eccome... ma io non faccio sesso in macchina.
E non lo feci certo allora.
Ricordo però uno degli orgasmi più fantasmagorici che abbia mai avuto... Mi sono aggrappata a lui gridando, e lui mi ha fatta... venire, venire venire... Pochi altri hanno saputo usare sul corpo di una donna così magistralmente le loro mani... Quando ha iniziato a slacciarsi i pantaloni, io ancora scomposta e accaldata ho chiest "Non andiamo da te?".
"No, da me c’è mia figlia - ha farfugliato - sai, ha litigato con la madre e allora...".
"Allora devo riprendermi il giocattolino", ho pensato ad alta voce.
"Come?", chiede lui.
"Spiacente, tesor io non faccio sesso in macchina. E qui c’è anche gente".
In macchina, sul viale del ritorno, ha continuato a toccarmi, ad infiammarmi... le gambe quasi sul cruscotto, il vetro aperto e il vento che mi appiccicava i capelli sul viso, ciocche che s’incastravano agli angoli della bocca, la schiena inarcata... Ma siamo giunti a destinazione troppo presto.
Mi ha quasi supplicata sotto casa affinché gli permettessi di salire da me... "Tu hai goduto, io no!", mi ha rammentato inquisitorio, con l’espressione però di un bambino ingiustamente punito.
"La prossima volta ti organizzerai meglio", ho concluso lapidaria, scendendo dalla macchina.
Non l’ho più visto né sentito M. (ho ricordato ora il nome ma preferisco fermarmi alle iniziali).
Non l’ho mai amato.
Non mi manca.
Mi ha fatto "sballare", questo sì... una dele mie "notti brave"...
Mi ha detto che sono una che quando gioca, gioca forte.
Sono una - aggiungo - che quando gioca... gioca. E basta.
Mentre mi preparavo allo specchio, prima che lui arrivasse, guardavo la mia immagine riflessa, il rossetto che disegnava le labbra accendendole di un rosso cupo, gli occhi su cui avevo passato un velo di ombretto, e mi dicev "Che bel faccino da puttana!".
Ecco una delle ragioni per cui non mi trucco mai eccessivamente: da angelo candido ed etereo - saltando le vie di mezzo - mi trasformo senza averlo mai voluto, in qualcosa che di giorno non si vede.
Le scarpe di vernice con 12 centimetri di tacco, i capelli che si muovono da soli e ondegiano dalle spalle al fondoschiena, la pelle di porcellana... E tutti mi chiedono i documenti quando rivelo i miei 33 anni. Non ho mai dimostrato l’età che ho. Sarà un vantaggio, mi ripeto spesso, tra una ventina d’anni.
Ora sono innamorata, non si fanno più certe cose... ho messo la testa a posto da un pezzo.
E’ divertente se lo fai una volta. Se ti concedi delle repliche è tutto un déja vu: tutto secondo copione.
Invece deve rimanere esclusivo. Che te ne fai di una fotocopia sbiadita? E’ noioso... inutile e deleterio.
Si perde l’ebbrezza, l’unicità dell’esperienza in sé.
Non so neanch’io perchè ho raccontato queste cose... qui.
Nessuno sa queste cose di me!!
Beh, ma in quanti saremo...? Due... tre... dieci?
Bene cari signori e gentili signore... sappiate che siete a conoscenza di una parte di me di cui il 99 della gente a me più vicina è assolutamente ignara!!!
Potremmo quasi diventare amici...!!!
Le premesse parrebbero esserci tutte...
Potrei andare avanti a raccontare del mio passato "scomodo"... ma per stasera, direi, basta così...
Domani, da sobria, sicuramente non saprò cosa sia il coraggio per dare un seguito a queste confessioni tra "pochi intimi".
E’ il riscatto della 17enne impacciata che decide e si prende quello che vuole.
Se vuole.
Chissà, forse è anche un po’ colpa nostra se poi voi maschietti "scappate" spaventati...
... Sebbene, noi donne un po’ nevrotiche, stessimo solo giocando...
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18 anni fa
muyhermosa,
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Gigi e la mamma
Gigi e la mamma.
Ciao a tutti i lettori di questo sito.
Sono un ragazzo di 33 anni della Campania mi chiamo Luigi.
Più che un racconto la mia è una storia vera, la mia famiglia e composta da 7 persone:mia madre. mio padre,io e 4 sorelle più piccole di me ,potete immaginare nella mia adolescenza quante visioni o avuto di fighette , culi , reggiseno e perizoma.
Sono stato sempre un ragazzo autonomo, pur vivendo con i miei avevo una vita quasi mia.
iniziai cosi a farmi qualche regalino.
All’età di 15 anni non avevo la possibilità di andare a prostitute , ma di giornalini porno ero un collezionista, sfogliando una rivista trovai la vendita per corrispondenza di una bambola gonfiabile (non vi dico i miei ormoni) subito la ordinai,al suo arrivo non stavo più nella pelle.
(finalmente si inizia a scopare)
la prima notte non riuscivo a chiudere occhio dal desiderio di provarla , usci dalla camera per vedere se tutti dormivano,ma nel silenzio della casa del salone si sentiva un lamento,era soave, dolce, armonioso,proveniva dalla camera dei miei genitori,mi avvicinai alla porta socchiusa per sbirciare , con mio stupore vidi una scena celestiale, una posizione del kamasutra stupenda, mia madre a pecorina con sopra mio padre che la cavalcava , una figa stupenda ,depilata, seno enorme che dondolava ad ogni colpo, rimasi a vedere quello spettacolo stupendo,(passare dai giornalini porno a una scopata dal vivo….non so se rendo l’idea)ad un tratto mio padre tira fuori il suo uccello dalla figa e lo appoggia sul buchetto del culo, inizia a spingere piano piano, lo vedevo sprofondare nel culo di mia madre , sembrava di burro inghiottiva l’asta di mio padre dolcemente , su e giù ,per pochi colpi… poi uno schizzo, un gemito….vidi uscire dal culo il cazzo gocciolante di mio padre e la sborra colare per tutta la vagina di mamma.
Io stavo per esplodere quale occasione migliore per usare la bambola nuova ,corsi in camera la preparai ma appena la penetrai una scossa mi prese dietro la schiena,……haimè ero venuto , con tristezza misi a posto e mi misi sotto le coperte, non riuscivo a dormire, fantasticavo,pensavo sempre a quella posizione dei miei genitori , (ora diventata la mia preferita).
La mattina mi alzai per fare colazione , mi accorsi di vedere mia madre sotto un’altra luce,notai i suoi seni tondi e sodi dondolare nella vestaglia, il culo a mandolino prendeva forma ad ogni suo chinare,avevo ancora l’uccello duro , pensavo a lei , la desideravo.
Passarono dei giorni e pensavo come fare per toccarla ,odorala, baciarla possederla, non sapevo più cosa fare l’unica era d’ aspettare il momento giusto.
Passarono dei mesi e venne l’estate,scuole finite si iniziava ad andare al mare, in casa si iniziavano a vedere le prime forme nascoste dagl’ indumenti invernali, si girava per casa in intimo,mia madre usava una camicetta bianca trasparente fatta di merletti, tutine aderenti, pantaloncini e gonne corte , per me era una tortura vedere quelle rotondità, Sorelline ormai in fase di sviluppo,con le loro creme depilatorie e completino per il mare, (ma ancora non pensavo loro ).Io sempre più preso con la mia bambola, ormai era la mia amante segreta(mamma),scopavo con lei ogni volta che restavo solo in casa in qualsiasi ora del giorno e della notte. Una mattina mi alzai al mio solito orario 10:30 andai in bagno per lavarmi e vidi mia madre cucinare,stupido le dissi :
-mamma che fai a casa?....non sei al mare con le ragazze?- (le mie sorelle)
Rispose sorridendo :
-per qualche giorno non posso , resto a casa a sbrigare faccende-
Per me era un problema non potevo fare la solita scopata con la bambola….. deluso accesi la televisione a mi sdraiai sul divano.
-cosa fai , non esci??- mi chiese dalla cucina.
Risposi con voce triste: - no , non ne ho voglia.-
A sentire il mio tono lei entra in salone per capire il perché, con mia meraviglia aveva in mano degli assorbenti …..servivano a lei , aveva il ciclo, ecco il motivo della sua presenza in casa.
Si diresse verso il bagno per cambiarsi e socchiuse la porta ,sentivo il mio membro pulsare e gonfiarsi , saltai dal divano per vedere la scena , mi avvicinai alla porta,lei di spalle si alzò la gonna, abbassò le mutandine e cambiò l’assorbente mostrandomi quel bel culo segnato dalla prima abbronzatura,tremavo tutto ero eccitatissimo e mi venne un idea…….(era arrivata l’occasione che aspettavo)…..corsi in camera,mi spoglia , presi la bambola ,spalancai la porta della camera, decisi di farmi vedere mentre scopavo con lei.
Iniziai ad ansimare ….e a gemere…. sento la sua voce chiamare:-
- Luigi cosa succede?non ti senti bene?-
Con voce affannosa risposi:
- si mamma…..sono in camera-
venne subito a vedere preoccupata,entrando fece un’espressione sbalordita, vedere suo figli penetrare una bambola .
- cosa fai? Sei scemo!- mi disse con un po’ di imbarazzo.
- no mamma- risposi con voce doppia e affannata.
-La colpa e tua , mi piaci un sacco non resisto più ho voglia di fare l’amore con te ! –
A quella risposta arriva una sberla che mi fischiano ancora le orecchie.
-sei un porco,io sono tua madre.- uscii sbattendo la porta.
Mi sentivo sporco ,cosa avevo fatto, dopo qualche minuto mi feci coraggio ed andai da lei per chiederle scusa :
-mamma non ti volevo mancare di rispetto-
Lei mi guarda e a voce bassa mi sussurra:
-lo so che sono i tuoi ormoni e che io sono la prima donna che tu vedi, di sicuro mi avrai spiata nel bagno, in intimità , ma non puoi farlo -
Sentire quelle parole, con un tono calmo quasi pentito per lo schiaffo datomi poco prima, dentro di me il pentimento scomparse anzi qualcosa mi diceva che non era proprio successa una catastrofe tanto che andai in camera mia a finire il lavoro iniziato, godendo ancora di più.
Passarono ancora dei giorni tutto sembrava tornato normale tra noi ma……qualcosa di cambiato c’era,vedevo mia madre più sciolta verso di me, entrava in camera mia senza bussare,nel fare pulizia spostava la scatola della bambola come un comune oggetto e se mi trovava seminudo per lei non faceva differenza , ma la cosa che mi tormentava era il fatto che andava in bagno con la porta aperta sia per fare pipi’ ,lavarsi o vestire, insomma mi sentivo provocato.
Accettai la sfida.
Decisi di farle un regalo,andai in un negozio di intimo e le presi un completo di pizzo nero (sapevo dei suoi gusti) e lo nascosi nel ripostiglio.
Il giorno seguente aspettai l’uscita di mio padre che si recava al lavoro,uscii in silenzio e poggiai il pacco sopra il tavolo della cucina e scappai subito a letto.
Verso le 10:30 la mia sveglia inizio in modo particolare ,inserii una videocassetta porno, abbassai il volume a zero ed aspettai l’arrivo di mia madre per far partire il film e far finta di dormire ancora, mi sfilai gli slip , preparai la bambola e la misi vicino per far intendere di essere sfinito dalla scopata.
Sento dei passi,parte il piano, si apre la porta,il cuore mi sbatte forte,il cazzo diventa duro,avverto la sua presenza nella stanza , spegne il video registratore e va via ,ci resto un po’ male ma poi mi faccio una ragione,mi alzo per fare colazione mi reco in cucina e saluto:
-buongiorno-
Risponde con un po’ di ironia:
- nottatina movimentata, sentivo degli strani lamenti , spero ora vada meglio-
-ah! Dimenticavo ho trovato un regalino per una tua amichetta….complimenti…. deve avere ottimi gusti-
Un po’ arrabbiato gli risposi:
- non hai capito che è per te! Non sapevo come dartelo mi vergogno un po’.-
Lei si avvicina,si siede vicino a me e dice:
- lo so sciocchino, ma non l’accetto devi capire che non poi farmi la corte-
Infuriato mi alzo di colpo e scappo in camera,non le rivolsi la parola per una settimana,volevo provare un’altra tattica,so che per me lei farebbe qualsiasi cosa, volli tentare il tutto per tutto facendo l’offeso o il bambino capriccioso che voleva a tutti i costi il giocattolo.
una mattina alle 5:30 sentii chiudere la porta di casa, mio padre si recava al lavoro,mi sentivo agitato , avevo l’uccello duro , allora mi alzai per andare in bagno a fare pipi’,lo trovai occupato c’era lei con il culo rivolto verso la porta, si preparava a fare il bidé , vedevo scorrere delle gocce di sperma uscire dalla figa,sempre più arrapato entrai piano piano abbassando lo slip,cacciai fuori il mio cazzo duro e con un colpo la penetrai, entro subito, la sua figa era piena di umore e sborra,lei con un colpo di fianchi mi butta a terra ,si diresse verso la porta, la chiuse ,si avvicinò e mi dice:
- mi hai rotto le palle ,una volta e per tutte fallo se hai coraggio,sono qui.-
Si mette nuovamente a pecorina,mi avvicinai , puntai la cappella verso la figa calda e umida affondai con un colpo , lei diede un piccolo gemito stringendo leggermente le gambe.
Credevo di essere riuscito nell’impresa ma mi sbagliai , lei mi guardava con uno sguardo di ghiaccio, per quei pochi colpi che lei diedi non fece più una smorfia , un gemito,NIENTE,la mia bambola era più focosa di lei.
Lo tolsi di colpo,nell’uscire fuori fece un rumore…floop!!....lei tiro un sospiro o un gemito come di godimento. restando sempre in quella posizione, io uscii dal bagno infuriato.
Come al solito tra noi nessun accenno dei fatti accaduti in quelle occasioni , trascorrevamo la giornata come niente fosse accaduto, non riuscivo a capire il perchè non mi portasse rancore per come mi comportavo verso di lei,decisi di troncare la mia ossessione.
Passo circa un anno,io sempre più uomo con le mie esigenze,attratto da donne molto più grandi di me, iniziai a frequentare un giro di annunci sessuali sia con donne sia con coppie,imparai molte cose sul sesso scoprendo la mia passione per l’esibizionismo e giochetti vari.
un pomeriggio di primavera mi capitò di fare una scoperta,ritornai a casa dopo il lavoro,non c’era nessuno , tutti usciti , presi il ricambio della mia biancheria ed andai a fare la doccia.
Buttando gli slip nella cesta, feci una scoperta, un vibratore nero e massiccio.
-di chi potrebbe essere???...-
Non sapevo cosa pensare, il mio pensiero era rivolte alle mie sorelle,ormai donne.
Decisi di scoprire….ormai ero troppo eccitato” lo volevo sapere.”
Il lunedì mattina ritornai dal turno di notte,andai a letto e misi la sveglia dopo qualche ora , volevo domandare quella cosa a mia madre , sapevo che durante la mattina rimanevamo soli io a dormire lei a sbrigare faccende domestiche.
Verso le 11.00 mi sveglia,mi recai in bagno per i soliti bisogni,(come al solito in erezione) ma era occupato , mia madre si stava preparando per farsi un bagno, era quasi nuda indossava quel completino nero che gli regalai tempo fa ,aveva solo reggiseno e perizoma, decisi di entrare, andai a prendere il fallo di gomma,bussai alla porte e senza aspettare risposta entrai,lei sembrava aspettare questo momento , non fece nessuna obbiezione o smorfia vedendomi,
io sempre con il mio cazzo duro che usciva dagli slip le domandai:
-scusa, sai chi fa uso di questo?-
Lei lo prese, lo mise sul lavandino e rispose:
- è mio……….. ora ti scandalizzi tu?? –
A quella risposta mi avvicinai a lei ,con una mano le accarezzai un seno,piano piano iniziai a sbottonare il reggiseno,schizzarono fuori come due meloni , due capezzoli grandi e rossi , gia erano turgidi.
Lei si sciolse, stavolta sembrava tutt’ altro che fredda ,iniziai a toccarla il corpo, prima i seni ,scendendo sulla pancia infilai la mano nel perizoma toccandole il clitoride.
La fissai negli occhi e le dissi:
-mamma finalmente………. non ci credo.-
Lei con una voce calda disse:
- mi hai confuso,stregato,impazzivo all’idea che tu usavi un bambolotto inutile per soddisfare i tuoi desideri, la notte non riuscivo a farmene capace.
- Quel bambolotto eri tu mamma,la prima volta che stavo per usarlo sentii i gemiti tuoi e di papà è venni a vedere,rimasi incantato da come ti muovevi e dal tuo corpo formoso.
Mi abbassi gli slip e avvicinai la sua mano al mio cazzo pulsante di desiderio,lo afferrò saldamente,chiuse gli occhi e disse:
-finalmente,sai l’ultima volta che l’ho provato era bollente ed io non sapevo se continuare ho smettere perciò sembravo un pezzo di legno, lo capii dopo che era la cosa più bella che avevo provato nella mia vita,ma ora non lo lascerò scappare.-
Ci abbracciammo forte,io avvicinavo sempre più il cazzo in mezzo alla fessura di lei , con le mani agguantavo quel culone tondo e sodo , ci baciammo ardentemente .
Quando ci staccammo la presi la mano e la portai in camera da letto, ridendo lei disse:
-adesso cosa fai alla mamma,non sono mica quel bambolotto-
Io non risposi e la stesi sul letto, iniziai a baciarla l’ombellico,e scendendo sempre più giù le sfilai il perizoma,una figa stupenda, rasata,liscia e profumata,con un clitoride maestoso, non persi tempo lo presi subito in bocca succhiando quel monte di venere umido.
-AAAHHH….siii amore…siiiiiii….bello, AAAHHH….siiii.. siiiiii.. aaaaahh o mio dioooooo, bravo Gigi, bravoooooo.-
Si dimenava sul letto a gambe divaricate mi premeva la testa nella figa quasi a farmi mancare il respiro , con la bocca umida mi rialzai per baciarla , sembrava assaporare con gusto il suo umore.
-ti piace mamma , voglio farti provare il paradiso-
Inizia a leccare e succhiare i seni , prima su di uno poi sull’altro.
- siii amore……. ti piaceva anche da bambino succhiare i seni della mamma –
mi abbracciò, mi capovolse sul letto , ed inverti le parti ,scendendo con la lingua verso l’ombellico scavando all’interno con la punta,scendendo ancora arrivò sulla cappella del mio cazzo, sulla punta calda fuoriusciva un po’ di sperma che a lei sembrava piacere .
-cosii….siiii cosiiii…mamma mia come godoooo…mmmmmmmhhhhh-
Sentivo la sua lingua leccare tutto , le sue labbra strette salire e scendere tutta la mia asta , era stupendo non avevo mai provato questa sensazione di godimento .
Lei si alzo si diresse verso il divano si mise a pecorina e mostrandomi quell’ ennesima visione di figa .mi invito a penetrarla ,aggiungendo:
-ora continua da dove avevi lasciato. Dai ,vieni amore di mamma, vieni dentro me –
salii sopra di lei mi puntellai con il mio cazzo e lentamente le scivolai dentro fino alle palle,
- –OOOHHH SIIIII……..finalmente sei dentro di me, ti ho desiderato tanto in questi giorni, ora sei mio, cavalcami figlio mio donami la felicità che solo tu puoi darmi, vieni, vieni dentro di me puoi riempire la mia figa……è tutta tua amore-
Le toccavo i seni penzolanti ricordandomi di quella notte quando la spiai scopare con mio padre
Volli emulare quel momento .
Mi abbassi , con qualche colpo di lingua le umidi il culo , quel fiorellino rosa ora era mio.
Lei capii allargo ancora di più le gambe si chino un po di più ,dicendomi
-tesoro mio, prendilo , se vuoi da oggi sarà solo tuo –
Mi alzai , bagnai con la saliva la punta del cazzo ,lo avvicinai a fiorellino ed iniziai a dare piccoli colpetti,
- mmmmmmmhhhhh .. AAAHHH….siii amore…siiiiiii….bello,tesoro vieni voglio sentirti –
presto fatto con pochi colpi in quel buco stretto ma accogliente,sentii una forza scorrere lungo il cazzo schizzare fuori , il mio seme bollente era entrato dentro di lei.
Caddi inginocchiato ,abbracciai le sue gambe ,avevo la testa in direzione del culo ,vedevo lo sperma fuoriuscire,d’istinto lo leccai ,lei a quella scena si scateno.
Mi prese, mi butto sul letto e disse:
- lo dovevo capire che eri un porcellino come me,sai adoro anch’io leccare il cazzo grondante di sperma e dei miei umori dopo la scopata-
detto questori si getto con la bocca sul cazzo iniziandolo a succhiare tutta l’asta , massaggiandomi le palle ,la presi in vita la tirai verso di me ed iniziammo un gustosissimo 69 ,grandioso sentire il suo sapore mischiato al mio.
Ma la voglia di penetrarla non passava ,
la invitai a salire su di me , eravamo stanchi ma non volevamo finire,con un balzo si giro e si impalo sul mio cazzo rosso fuoco.
-mmmhhhhh……..aahhhhhhhh!!!........mamma vorrei non finire mai ……. È troppo bello –
- Tesoro di mamma ci puoi contare………non finirà mai più. –
A queste parole diventai rosso ,iniziavo a trattenermi ,stavo per esplodere ,lei non finiva mai di cavalcare ,il cazzo ormai gonfio era tutto inghiottito da quella figa celestiale,dopo un lungo bacio,lei disse:
- tesoro ,sborra dentro non preoccuparti,-
a quelle parole un’eruzione , lei continuava la sua cavalcata, facendomi urlare dal piacere (sensazione mai provata prima). Schizzavo sborra come un idrante , la sua figa era ancora più bagnata , le sue pompate si accompagnavano da dei suoni tipo scorregge , al suono di quei rumori neanche lei riuscii a trattenersi, prese la mia testa a due mani, afferro i miei capelli ,mi bacio appassionatamente per non urlare dal piacere , ma era quasi inutile i suoi mugolii erano forti .
in quella posizione restammo per qualche minuto senza parlare dandoci dei baci come due amanti innamorati.
Solo quando andammo in bagno (mano nella mano)commentammo quelle fantastiche ore.
-sei pentita mamma-
-no tesoro non più ,anzi sono felice e anche un po’ fiera a sapere che piaccio ai ragazzi e spece al mio , sei tutta la mia vita-
Un bacio lungo poi sotto la doccia…..
Ho avuto altri rapporti con lei che narrerrò in seguito.
Cari lettori come dicevo il mio non è un racconto ma realtà, posso dimostrarlo con foto filmati .
Aspetto un vostro commento , ovvio che se ci sono donne o uomini con le mie caratteristiche ci possiamo contattare alla mia mail [email protected] .
Vi aspetto . ciao a tutti.
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18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Venerdì 17/11
E poi dicono che il venerdì 17 porta sfiga, a me ha portato un maschio degno di questo nome. E' di Ancona bel tipo sui 50 anni, senza tanti preamboli mi ha spogliata ed ha incominciato a baciarmi, si è spogliato pure lui fisico asciutto e slanciato, e sono impazzita alla vista del suo cazzo già in buona erezione. Mi sono messa in ginocchio davanti a lui e con baci e leccate è diventato duro, a quel punto la mia bocca lo ha fatto sparire fino a sentirmelo in gola, cosa che mi fa arrapare e fa godere il maschio. Mi ha girata alla pecorina ed è partita una serata di godimento puro senza possibilità di riposarmi. Mi ha scopata per quasi 45 minuti di seguito cambiando di posizione mi sentivo il buco allagato da quando godevo. Ha goduto nel preservativo dandomi dei colpi da lasciarmi senza forze, ma soddisfatta al massimo. Dovevo incontrare un'altro amico, dopo di lui ma ho dovuto rimandare l'appuntamento da quando ero stanca ma anche soddisfatta sessualmente. Aspetto che ritorni a scoparmi, farei la schiava per lui pur di averlo ancora dentro di me.
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18 anni fa
graziatrav,
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Ultima visita: 2 anni fa
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Obsession
Non sò con precisione quale sia il momento esatto in cui tutto è cambiato.
Le mie priorità, i miei sogni, le mie aspettative.
Sono sempre stata una ragazza molto calda ed appassionata.
Ma ad un certo punto della mia vita il destino mi ha presentato questo mondo.
La mia sete di vita mi ha fatto apprendere in pochissimo tempo che questo è quello che voglio.
Ora lo so. Ne sono sicura. Un'ossesione mi perseguita, la mia immagine nuda ed impaurita, avvolta in un lenzuolo, dietro delle scatole, in una cantina buia ed umida, con gli occhi spauriti di chi attende il proprio carceriere. Sembra un incubo, nn lo è. Questo è il sogno più bello della mia vita, questo è quello che desidero dal mio futuro, donare la mia vita al mio carceriere.
Folle, lo sò, nn ci posso fare niente, niente, questa sono io. L'ho accettato oramai.
Le scene di violenza mi hanno sempre eccitato tantissimo.
Adoro le donne, gli uomini, i trans, tutti., adoro il sesso, adoro il sesso di gruppo.
Che bella sarebbe una comune dove stare tutti insieme a far sesso tutto il giorno....
E pensare che la vita sarebbe così semplice se solo noi nn fossimo così sciocchi da farci condizionare dalle priorità imposte da una società che nn ci appartiene....
Viva il sesso, viva la libertà d'esser schiava di chi voglio....
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18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Questo è amore?
Mai avrei pensato d' essere così, eppure era tutto così chiaro e lampante.
La scelta dei compagni, la sottomissione agli uomini considerati forti...
Eppure rabbrividivo vedendo le scene di sadomaso...che sciocchi mi dicevo...
Adesso è tutto diverso...tutto....
Passo le giornate a sognare ad occhi aperti il mio Padrone che stringe la sua cinghia attorno al mio collo...che mi apostrofa con i peggiori aggettivi...passo le ore immaginandolo girare nudo mentre pensa a cosa potrebbe farmi, mentre mi schiaffeggia, mentre mi violenta con le sue mani, mentre mi marchia con la sua pipì....
Mai avrei pensato di scrivere queste cose....mai....
Dio, quanto tutto il resto diventa inutile...tutto diventa così privo di significato...l'unico desiderio diventano quei posti bui, dove mi rannicchio per parlare con Lui, dove mi sento finalmente viva... dove il vuoto che era dentro di me si riempe d' improvviso...Lui mi parla, io rannicchiata in un angolo della stanza, in terra, al buio...la sua voce... e non desidero altro dalla vita, solo passare il resto della mia vita a servirlo, a fare tutto ciò che mi chiede, tutto, senza limiti, senza chiedere niente, solo ad eseguire, solo a renderlo felice... esistere solo per essere la sua serva, la sua schiava, la sua cagna...
Desiderare solo che Lui ti rinchiuda in una stanza, buia e vuota, nuda, completamente nuda e che apra quella stanza solo per abusare di te, per stringerti i capelli tra le sue mani e ricordarti che sei solo una cagna, la SUA cagna.... questo è amore?
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18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Alessia&paolo: storia di un amore virtuale (ma non
Alessia&Paolo: Storia di un amore virtuale (ma non troppo!)
Era Novembre, il vento gelido spazzava le strade e rendeva piacevole lo starsene chiusi in casa al caldo. Come al solito la televisione trasmetteva i stessi programmi insulsi di sempre, cosi Paolo decise di entrare in chat sperando di incontrare qualcuno di speciale. Cosi fù.
Appena connesso venne attratto da un nick: padovana1980, e la contattò. Conobbe cosi una ragazza simpatica con la quale era facile parlare: risero, scherzarono e, verso la fine della chiacchierata, cominciarono a parlare di sesso.
La ragazza, di nome Alessia, chiese ad Paolo quale era l'aspetto del sesso che gli piacesse di più; Paolo non ebbe dubbi nel rispondere: il sesso orale; Alessia allora cominciò a descrivere cosa intendesse lei per sesso orale. Fù stupendo, e Paolo si eccitò come poche volte gli era accaduo nella propria vita.
"Tu sarai seduto alla tua scrivania ed io, vestita con gonna nera, camicia bianca e senza intimo monterò sul tavolo. Comincerò ad accarezzarmi le gambe fasciate da autoreggenti nere, lentamente solleverò la gonna e ti mostrerò il mio sesso depilato, ma non completamente. Lo accarezzerò dolcemente e i tuoi occhi bramosi si fisseranno a guardare la mia mano. Sarà un attimo e le mie dita curiose violeranno la mia intimità e quando saranno ben intrise del mio sapore le porterò alle labbra: prima alle mie e poi alle tue e ti farò assaggiare il mio sapore di donna.
A questo punto slaccierò la camicetta e, dopo averla sfilata, scenderò dalla scrivania per inginocchiarmi tra le tue gambe. Ti accarezzerò e sentirò il tuo sesso già inturgidito dal desiderio di me. Leccherò la tua patta, prima di aprirla per tirare fuori l'oggetto del mio desiderio."
A questo punto Paolo era già eccitato, quella ragazza sconosciuta lo stava toccando nel profondo, ma il meglio doveva ancora arrivare.
"Lo bacerò, lo vezzeggerò con leggeri colpi di lingua, prima di prenderlo tra le labbra e succhiarlo. Ti slaccerò completamente i pantaloni e ti lascerò nudo di fronte a me. Lo prenderò in bocca succhiando e mordendo, e tu mi spingerai la testa verso di te mandandolo sempre più in profondità. Mi scoperai cosi, mentre le mie labbra saranno strette intorno all'asta, dandoti la sensazione di essere dentro di me.Ti fermerò, mi sfilerò e comincerò a passare la lingua su tutto il tuo sesso, finalmente teso allo spasimo, fino a giungere ai testicoli gonfi, li prenderò in bocca succhiandoli dolcemente: prima l'uno, poi l'altro. Ti farò scivolare sulla sedia per esplorare anche la tua intimità inviolata. La colpirò con veloci colpi, prima di massaggirala con un dito, tu rimarrai fermo, ed io ti penetrerò cosi. Passerò la lingua intorno al mio dito.. e muovendolo velocemente tornerò a leccare, a mordere e succhiare."
Poi, sbrigativamente, Alessia chiuse la connessione e lasciò Paolo con una erezione maestosa che dovette essere domata con una furiosa masturbazione.
Da quel giorno cominciò una assidua frequentazione fatta di mail, chat, SMS e telefonate. Più passavano i giorni più i due si scoprivano in sintonia, non solo sessualmente. Ogni volta che si sentivano cresceva la sensazione di essere davvero fatti l'uno per l'altra.
Purtroppo però i due ragazzi abitavano in città lontane e Alessia, oltre ad essere sposata, era madre di una bimba di pochi mesi. Nonostante questo la loro frequentazione virtuale continuava, in un crescendo di confidenze, di affetto e complicità.
Alessia faceva mostra di una fantasia sessuale davvero sviluppata, che faceva da contrappasso al goffo imbarazzo di Paolo. Infatti un giorno si sentirono telefonicamente mentre Paolo era sul pulmann al ritorno del lavoro e lei non perse occasione per cominciare ad eccitarlo descrivendo le circonvuzioni erotiche che avrebbero potuto vederli protagonisti. L'eccitazione di Paolo era evidente al punto che qualche compagno di viaggio certamente scopri il loro gioco; ma il ragazzo non se ne curava, preso com'era dall'assecondare la depravata fantasia della sua amica virtuale.
La sera successiva si incontrarono in chat, dove si erano dati appuntamento e Alessia chiese ad Paolo se avrebbe fatto una cosa per lei. Il ragazzo accettò di buon grado, anche se non sapeva di cosa si trattasse; ma ormai era cosi preso da lei che non le avrebbe rifiutato niente. Lei era sola in casa e gli chiese di masturbarsi mentre parlavano al telefono.
Il ragazzo rimase interdetto infatti, nonostante i 28 anni di età, non aveva mai fatto quel tipo di gioco, reputandolo una cosa stupida e riduttiva del piacere che può dare il sesso. Cio' nonostante accettò e le telefonò. Lei lo guido in quel gioco perverso, lo fece spogliare e sdraiare sul letto. Gli fece chiudere gli occhi e cominciò a descrivere la sua voglia di sentirlo in bocca, il piacere che prova nel sentirlo stretto tra i seni, la goduria che le dà cavalcare un uomo in piena erezione. Paolo si masturbava e gemeva mentre Alessia continuava a parlare e a toccarsi tra le gambe.
QUella sera Paolo ebbe un orgasmo intenso, uno dei più intensi della sua vita.
Questa storia proseguì per un bel pò, finche Alessia un giorno lo chiamò dalla stazione ferroviaria della sua città. Quella chiamata scatenò il panico nel ragazzo; infatti se da una parte era quello che più desiderava dall'altra c'era la paura di poter deludere in qualche modo quella donna incredibile che lo stava aspettando al bar della stazione.
Paolo aveva vissuto nei suoi pensieri e nei suoi sogni mille e mille volte quella situazione, ma ora che era reale era molto molto nervoso.
L'imbarazzo e la paura scomparvero in un lampo quando vide il sorriso esplodere sul bel volto di Alessia, la abbracciò forte, si inebriò del buon profumo dei suoi capelli e finalmente la baciò. Fù un bacio lungo, appassionato, molto cinematografico. Anche Alessia lo stinse e fu un attimo di felicità assoluta.
Paolo le chiese se volesse andare a casa sua e lei accettò. Durante il tragitto in auto rischiarono più volte di finire fuori strada non riuscendo ad evitare di baciarsi, tanta era la voglia repressa che avevano uno dell'altra. Finalmente presero la super strada, ma la situazione invece di migliorare peggiorò: infatti Alessia afferrò il sesso di Paolo e lo massaggiò finchè non divenne duro come il marmo, nonostante le rimostranze del ragazzo che aveva paura di causare un incidente. Aprì la patta e incurante delle altre auto che sfrecciavano a fianco si calò su di Paolo cominciadolo a succhiare con una magistrale bravura. Per fortuna il tragitto non era molto lungo e giunsero presto a casa del ragazzo.
Durante quel rapporto mille pensieri affolarono la mente di Paolo: si chiedeva perchè mai quella donna fantastica avesse scelto proprio lui, perchè avesse deciso di affrontare quel viaggio lunghissimo quando qualsiasi uomo sarebbe caduto ai suoi piedi dopo una sola occhiata, cosa aveva lui da offirle che non potesse trovare in un altro... ma alla fine prevalse la voglia di sentirla sua, anche se sarebbe stato magari per poco.
La prese per la mano e la guidò su per la scale, aprì la porta e la spinse dentro richiudendo immediatamente la porta quasi avesse paura che da un momento all'altro potesse fuggire via.
Si spogliarono in fretta e già le loro lingue si stringevano in un poderoso abbraccio mentre le mani di Paolo stringevano i seni della ragazza. Le sfregò i capezzoli ma li trovò già turgidi. Allora li baciò, alternando colpi di lingua a morsi delicati mentre una mano scendeva a cercare il clitoride. La sdraiò sul letto e fù subito tra le sua gambe ad omaggiarla con veloci passate di lingua. Le apri le labbra e cominciò a premere con la lingua il centro del suo piacere. Gli umori copiosi che colavano da Alessia dimostravano quanto gradisse quel gioco. Alessia spinse via la testa di Paolo e decise di esaudire una delle fantasie che il ragazzo le aveva più volte esposto: cominciò a masturbarsi a pochi centimetri dal suo volto.
Lo fece sdraiare e si avventò con la bocca sul sesso, succhiandolo e mordendolo, compiendo esattamente i stessi gesti descritti per telefono. Gli montò sopra, senza staccare la bocca dal suo giocattolo preferito, disponendosi per il più classico dei sessantanove. Sembravano cicloni, le lingue e le dita non riposavano un attimo alternandosi dai sessi ai sederi, in un turbinio di gioisa perversione.
Andre la spinse con la schiena sul letto, le alzò le gambe e la penetrò: prima lentamente, poi sempre più a fondo. Lei gemeva.
Ogni tanto il ragazzo estreva il proprio sesso da quello di lei per passarlo lascivamente sul clitoride, amplificando cosi il piacere di lei e rimandando di contro il proprio piacere. Non la voleva anticipare, voleva che esplodessero contemporaneamente nel più bell'orgasmo della vita.
Sarà si sfilò, fece sdraiare Paolo e si impalò sulla sua erezione. Cominciò a montarlo cosi, alternando ampi su e giù a rapidi movimenti circolatori del bacino che, in breve tempo, portarono Paolo sull'orlo dell'orgasmo.
Il ragazzo scese dal letto, fece sedere la sua partner sul bordo e, dopo averla spinta giù, si inginocchiò avendo cosi comodo accesso al sedere della ragazza. Lo leccò di nuovo, con maggior attenzione di prima. Lo penetrò con un dito e fù piacevolmente sorpreso di non avvertire una esagerata resistenza. Alessia intanto si masturbava.
Aprì un cassetto del comodino ed estrasse una pomata, la spalmò sul buco e lo massaggiò ungendosi cosi due dita, con cui presto penetrò la ragazza. Alessia gemette, ma non si ritirò volendo godere appieno di quell'erotica avventura.
Allora Paolo si tirò sù, le alzò le gambe e premette la cappella sul buco, superando lentamente la resistenza offerta dal culo della ragazza, che alla fine cedette permettendo al ragazzo di penetrarla completamente. I gemiti di Alessia aumentarono di intensità, come quelli di Paolo, all'aumentare della frequenza della penetrazione. La mano di Alessia non si staccava dal clitoride, e cosi in pochi minuti esplosero all'unisono in un grido liberatorio e in un copioso orgasmo.
Paolo rimanè dentro la sua compagna finchè il suo sesso, unto e soddisfatto, non uscì naturalmente. Si abbracciarono e rimasero cosi, ansimanti e soddisfatti, incuranti del fatto che presto si sarebbero dovuti separare. Entrambi erano coscienti del fatto che la vita di Alessia era altrove, che altre mani la reclamavano, ma erano entrambi felici che il loro sogno si fosse avverato, anche se per poco tempo.
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18 anni fa
achille27, 30
Ultima visita: 10 anni fa -
Il mio primo giorno d lavoro
dopo un breve colloquio col giovane responsabile dell'azienda,arriva il capo,un uomo sui 40 anni,dall'aria molto intelligente quanto seria,il corpo longilineo,carnaggione scura,capelli neri gellati,e 2 splendidi occhi verde smeralodo,direi scintillanti!!mi colpisce molto quell'uomo ma nn lo do' a vedere,egli cn lo sguardo penetrante si presenta,mi stringe la mano e visionato il mio curriculum decide d assumermi.io cn sguardo languido lo ringrazio e lo saluto confermando il mio impegno lavorativo,gia' dal pm stesso!torno a casa racconto a max quanto accaduto nn trascurando la descrizione dei tratti fisici e caratteriali del mio futuro capo!max capisce che l'uomo mi ha colpita che mi attrae,e mi propone uno dei ns soliti giochini..di provocazione x vedere cosa suscito e far sbavare chi mi sta d fronte!!l'idea mi piace..il pm mi presento a lavoro,leggermente truccata,abitino nero attillato.stivali neri cn tacco a spillo vertigionoso autoreggenti e immancabile il mio perizoma nero d pizzo!la mia collega mi accoglie mi sistema la scrivania e inizio a lavorare!squila il tel.è il capo che mi convoca in ufficio x discutere e firmare il contratto d'assunzione..inoltre aggiunge d fare presto poiche' il tempo a sua disposizione è poco!e chi lo fa aspettare??!!quale occasione migliore x tastare il terreno??!!raggiungo l'uffcio una strana eccitazione mi invade..mi apre la porta gli occhi scintillanti mi colpiscono!nota il mio abitino striminzito..mi imbarazza un po' il sguardo sulle mie curve...lui comprende il mio disagio e x tutta risposta mi fa un complimento e mi da una manata sul culo!!il mio"essere donna" si pompa!mi accomodo sulla poltrona accavallo la gamba e poichè l'abito è molto corto mi si vede la balza delle autoreggenti,fingo d ricompormi ma lui mi invita a rimanere il quel modo,d nn privarlo d quella bella vista!!anzi mi fa alzare e sedere sulla scrivania mi allarga le gambe e intrufola dentro la figa bagnata le sue dita...poi si abbassa scruta le mie labbra rosse e carnose si siede sulla poltrona ele ammira,scorgo il suo cazzo rigonfio attraverso i suoi pantaloni..è il mio momento!!mi inginocchio davanti a lui abbasso la zip e tiro fuori il cazzo..viene fuori il suo bel cazzone venoso e corposo....rispecchia a pieno la sua virilita'..lo lecco lo succhio..lecco le sue palle fino al culo...e torno su percorro il suo cazzo cn la mia lingua veloce fino alla punta gia violacea!mi spoglia rimango in autoreggenti perizoma e stivali..si sbottona la camicia x muoversi meglio..mi fa inclinare a 90° mi infila il cazzo nel culo dopo un breve bruciore godo come una pazza...i suoi colpi prima lenti eppoi ben assestati mi fanno provare un orgasmo molto intenso!mi gira,mi fermo un attimo prendo il cell e chiamo max metto il vivavoce appoggio il tel vicino a noi...il capo nn dice nulla anzi mi lecca i seni me li morde,mi tira i capelli,e mi struscia il cazzo sui peli della figa,io mega eccitata lo abbraccio e lo spingo verso d me.la sua "lama" spacca il centro del mio corpo!!è bello accoglierlo dentro me!!la tel è in corso max c sente ansimare e godere e qst lo eccita parecchio tanto che si masturba e immagina la scena che io sto vivendo anche x lui..intanto il capo si muove dentro me sembra instancabile le ns lingue s intrecciano cm i ns corpi..godo d nuovo e urlo..a lui viene la pelle d'oca nn si puo' + trattenere gode pure lui mi viene in bocca e cn la lingua lecca lo sperma fuori uscito.mi ricompongo firmo il contratto e torno nel mio ufficio.la mia collega mi chiede com'è andata ed io cn un sorriso smagliante le dico ch'è tutto ok!!torno a casa.trovo max tutto ingrifato come nn mai,mi spoglia,mi fa sdraiare sul pavimento e mi scopa,mi sussurra che sn stata brava..che ho fatto felice il mio capo ma + d tutto lui..mi riempie del suo sperma e continua a complimentarsi x il bel ricordo lasciato allo sconosciuto...ma che sa benissimo che appartengo a lui ed è lui che controlla la mia mente...
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18 anni fa
calienti,
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Ultima visita: 9 anni fa
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Il limite
Il limite.
L’alto cancello in ferro battuto si apre a scatti dischiudendo alla nostra auto la strada, contornata da grandi cipressi, che sparisce all’orizzonte ovattato dalla nebbia.
Gli alberi scorrono al nostro passaggio scandendo, come un infallibile metronomo, il mio ineludibile destino.
Le mie mani tradiscono l’emozione del mio cuore che rulla frenetico e con le dita tormento le autoreggenti nere col rischio di smagliarle.
Un senso di sgomento m’assale quando delle luci balenano tra la lanuginosa foschia e con uno scatto nervoso stringo il braccio di Flavio che sorridendo continua a guidare; vorrei urlargli che ho cambiato idea, che lo amo, che ho paura.
Ma solo un fievole sospiro trasale dalle mie labbra sapientemente orlate di rosso.
Il motore dell’auto si sopisce dinanzi a una villa palladiana nel cui centro trionfa una ampia scalinata che accede a un portico sorretto da quattro colonne classiche con capitelli dorici; l’ampia vetrata d’accesso s’apre liberando violenti getti di luce che s’infrangono nel piazzale ghiaioso circondato da alberi, simili, nell’ombra, a grossi titani.
Un uomo di mezz’età, elegante, ci accoglie signorilmente invitandoci ad entrare e il mio evidente imbarazzo non sfugge all’anfitrione che, con molta delicatezza e proferendomi un lusingante complimento, mi prende la mano accompagnandomi dolcemente nell’atrio.
Una grande scala in marmo rosso, curvando a metà del suo percorso, porta ai piani superiori mentre sui lati scorgo due ampi locali illuminati dalla luce tremolante di candelabri: tutta la volta ad archi è affrescata con motivi floreali e mitologici tra i quali colgo il ratto di Europa perpetrato dal lussurioso Zeus.
L’uomo che ci ha accolti mi sfila la pelliccia mentre Flavio mi sussurra la sua ammirazione per le ampie scollature che il vestito nero di raso mostra e cingendomi la vita mi sospinge a seguire l’elegante figura che nel frattempo si è avviata verso la sala di sinistra.
Appoggiate su due dei lati di quest’ultima, due massicci mobile a scaffali, di noce scuro, sui quali centinaia di libri allineati si susseguono fino alle volte del soffitto anch’esse affrescate e tra le due librerie, vicino all’angolo, una massiccia porta intarsiata; sulla parete che dà sul giardino, tre ampie vetrate bifore addobbate da fini tendaggi damascati porpora che impediscono la visione esterna, mentre sulla quarta parete, oltre alla porta d’ingresso, cinque grossi arazzi con scene venatorie, occupano l’ampia parete.
Al centro tre grandi divani di alcantara, verde chiaro, posizionati a forma di U sui quali due uomini stanno conversando sommessamente con in mano due ampi calici contenenti del brandy.
Veniamo presentati ai due uomini, che nel frattempo si sono educatamente alzati, dal nostro accompagnatore e vengo invitata da Flavio a sedermi sul divano in mezzo mentre lui e l’anfitrione si seggono sul divano alla mia destra e gli altri due su quello alla mia sinistra.
Nella mia mente baluginano emozioni contrastanti e la vergogna sembra sovrastare tutto tranne le mie gambe che non osano muoversi.
Rimango rigida senza appoggiare la schiena ai soffici cuscini e con le gambe strette, ruotate di tre quarti per cercare di celare le cosce nude tra gli spacchi dell’abito che tende a sollevarsi.
Loro conversano amabilmente come vecchi amici di affari, senza coinvolgermi, se non per offrirmi un brandy che rifiuto.
Cercando di apparire disinvolta, senza nemmeno proferire verbo, e so d’essere la protagonista della serata ma, volutamente trattata come un oggetto in attesa di essere usato e, cosa che scoprirò dopo, un oggetto consapevole e poco consenziente.
Sfruttando la poca attenzione riservatami ne approfitto per scrutare i tre uomini ai quali affibbio i soprannomi di anfitrione, tozzo e atleta : quello che sembra il proprietario della villa è un uomo molto alto, segaligno, con folti capelli bianchi pettinati all’indietro e con un naso aquilino che gli conferisce un aspetto aristocratico; l’altro di fronte a Flavio è tarchiato, sulla trentina e, le sue mani tozze e nodose emanano una sensazione di grande forza. Ha un viso largo diviso da un ampio naso da pugile e tutto nel suo aspetto richiama l’umiltà delle origini. Il terzo ha circa quarant’anni, è molto bello con capelli ed occhi neri, un viso molto regolare a tratti femmineo e un fisico atletico e proporzionato.
Il deus ex machina della riunione è senza dubbio l’anfitrione che detta gli argomenti sui quali discetta coltamente senza che nessuno degli interlocutori osi interromperlo nemmeno quando, facendo lunghe pause, gusta il brandy.
Anche Flavio, risoluto dominatore, subisce il fascino dell’abile oratore; l’atleta, pone domande intelligenti e si esprime forbitamente anche se non mostra una grande cultura mentre il tozzo sembra non interessarsi alla conversazione e a volte, mentre si sfrega le grosse mani, mi osserva le gambe con un sorriso ironico.
La scena , nella quale presto diverrò la protagonista, m’appare come un visione onirica e devo stringermi le dita fino a congestionarle per convincermi che non sto sognando.
Mio marito sta per materializzare le sue fantasie nei miei confronti ed io, o solo la parte oscura del mio subconscio, l’ho permesso.
Attendo come una vergine sacrificale che uno dei sacerdoti dia l’inizio all’orgia sublimatrice dove sarò immolata alle fantasie maschili.
L’orgoglio, dote che posseggo, s’accoda mesto a quella indescrivibile voglia di sottomissione, un fanciullesco bisogno di essere comandata e usata a dispetto della mia volontà.
Il sesso represso dall’infanzia vissuta in ambienti cattofobici ha creato in me questa indicibile voglia che rimarrà repressa solo per qualche momento, eppure mi ostino e m’illudo a pensare ancora che sono là solo per Flavio.
La coscienza della donna morigerata s’erge tra i flutti del desiderio ma è sempre più stremata e l’abisso l’attende inesorabile.
Vengo risvegliata dal mio sfarfallio mentale dall’atleta che si è alzato mentre gli altri hanno smesso di parlare e si pone dinanzi a me, così vicino che le sue gambe sfiorano le mie ginocchia sempre più serrate.
Fissandomi negli occhi con uno sguardo sardonico, si slaccia la cintura, si sbottona i pantaloni abbassandoli insieme agli slip; il suo membro in stato di semi erezione poggia su grossi testicoli molto scuri che si perdono nella folta peluria del pube e tutto, mi sembra pulsare minaccioso.
Rimango immobile e lui anche, ma ora sorride compiaciuto credendo di avermi impressionato, e in effetti non sono tranquilla.
L’impasse della scena viene interrotto da Flavio che mi chiede seccato cosa sto aspettando ed io lo guardo dapprima supplichevolmente e poi, osservata la sua espressione riprovevole e spinta dalla mano dell’atleta, m’avvicino al membro ed inizio a leccarlo lentamente.
La completa erezione non si fa attendere cosicché debbo spostarmi più avanti per raggiungere il prepuzio che inizio a suggere sempre lentamente.
L’atleta ansima e con le mani mi incita ad aumentare il ritmo ma io, ora protagonista, mantengo il ritmo impostato mentre con una mano gli massaggio lo scroto.
Mio marito sembra impazzito e mi apostrofa con epiteti pesanti mentre l’anfitrione deve ricorrere alla sua autorità per trattenere il tozzo che sembra essere diventato ancora più largo e paonazzo.
Nonostante la lentezza del coito orale sento che l’atleta fatica a trattenere l’orgasmo e allora mi stacco bruscamente schernendolo con un sorriso.
La mia esibizione d’indipendenza altera l’anfitrione che ordina all’atleta di spostarsi e inizia a fissarmi con ira e come disprezzandomi mi spiega altezzosamente che sono là solo per dare piacere e non per provarne, anche se non mi è precluso, e che l’obbedienza e l’osservanza ai desideri degli ospiti è inappellabile e indiscutibile.
L’enfasi con cui l’anfitrione ha elargito il suo disprezzo nei miei confronti risveglia l’orgoglio e con uno scatto mi alzo dirigendomi verso l’uscita; solo pochi passi e il tozzo mi raggiunge stringendomi con forza un braccio, interrompendo la mia fuga. Cerco di richiamare l’attenzione di Flavio che invece, tranquillo, continua a gustare il brandy.
L’anfitrione si alza e con un cenno ordina al tozzo di lasciarmi e, riprendendo il tono gentile che aveva usato accogliendoci, mi invita a seguirlo. Penso fiera che la mia dimostrazione di forza abbia placato la sua arroganza e così lo seguo verso la porta tra le due librerie.
Varchiamo la soglia entrando in un locale in forte penombra dove intravedo strane forme e sento un leggero tintinnio metallico.
La porta si richiude pesantemente dietro di me e, senza voltarmi, dai respiri affannosi, capisco che anche Flavio, tozzo e l’atleta ci hanno seguiti nella stanza.
La sensazione di trappola, sgradevole e svilente per la mia falsa sensazione trionfale di poco prima, lascia presto spazio all’incredulità non appena l’anfitrione, sparito nell’oscurità, accende delle candele.
Scorgo al centro della stanza una figura umana in una postura improbabile, come sollevata da terra, ma non riesco a distinguere i particolari a causa della scarsa luce; l’anfitrione, mentre accende un altro candelabro, con voce calma e metallica mi rispiega le finalità per cui sono lì, rimarcando che non posso scegliere.
Le sue parole poco prima mi avrebbero imbestialito ma la visione, ora chiara seppure tremolante, mi toglie il fiato: quella figura che avevo intravisto è una giovane donna appesa a circa mezzo metro da terra a quattro sottili catene che gli cingono i polsi e le caviglie.
Quest’ultime sono regolate in modo tale da costringere la poveretta a tenere le gambe allargate con il sesso e l’ano oscenamente mostrati e penetrati da due falli di gomma rossi fissati con cordicelle alle cosce.
E’ completamente nuda e sembra svenuta.
L’anfitrione sempre con una voce impersonale mi spiega che quella è la moglie dell’atleta che non ha voluto collaborare ed è stata punita.
Mentre cerco di focalizzare anche gli altri oggetti nella stanza, il tozzo e l’atleta, azionando dei verricelli, fanno scendere lentamente la donna su un tappeto persiano con forti tinte amaranto; lei si affloscia gemendo e l’atleta con gesti amorevoli e sussurrandogli qualcosa, la libera dai polsini che la imprigionano.
Poi, sempre delicatamente gli sfila i due vibratori e la bacia sulle labbra.
Fisso Flavio con ira dissimulando la paura che mi ha pervaso e lui evita il mio sguardo attendendo gli ordini dell’anfitrione.
Mi volto con uno scatto e ruoto la maniglia dorata della porta che non s’apre e nemmeno riesco a rigirarmi che mi sento afferrata alle braccia e trascinata nel centro della stanza, dove con forza vengo sdraiata su un lettino simile a quelli usati dai ginecologi con due staffe soprastanti dove mi vengono legate le cosce; anche i polsi vengono fissati alla struttura e l’unica cosa che posso fare è quella di gridare il mio disprezzo per loro.
La paura, incredibilmente, ha lasciato il posto alla combattività e con scossoni violenti cerco di liberarmi urlando anche parole poco educate all’indirizzo degli uomini e specialmente di Flavio.
Loro silenziosi, in cerchio di fronte alle mie gambe alzate e allargate e al mio sesso appena velato, mi guardano divertiti.
La donna accanto a me, forse risvegliata dai miei urli, si è messa in ginocchio abbracciando con forza la gamba del marito.
L’anfitrione le si avvicina sussurandogli qualcosa e lei, titubante, si alza, si posiziona in ginocchio tra le mie cosce spostando con delicatezza lo slip e
inizia a leccarmi la figa.
Mi contraggo effettuando i pochi movimenti che le cinghie mi permettono ma la lingua della donna inizia a provocarmi dei singulti di piacere.
Cerco di resistere offendendo la donna, ma la mia convinzione appare sempre più fittizia.
Lei intanto, sapientemente mi sugge il clitoride provocandomi sussulti di piacere e la sua lingua passa velocemente dalla vulva all’ano con sapiente perizia. Ora il mio piacere traspare da ogni muscolo e con gli occhi chiusi voglio solo raggiungere l’orgasmo.
Il lettino su cui giaccio è lungo poco meno del mio tronco cosicché la mia testa e il bacino sono esterni ad esso.
L’atleta, mentre sussulto per il piacere, avvicina al mio viso il membro eretto e, ruotandomi con forza il viso, me lo spinge in bocca; alla mia sinistra Flavio mi tamburella il suo cazzo sulla guancia continuando ad offendermi con solerzia; la donna continua il suo lavoro ormai invasa dai miei umori vaginali e l’anfitrione guarda compiaciuto il tutto.
Resiste poco, sposta la donna, mi strappa gli slip e mi penetra con forza tenendosi alle mie cosce. La donna intanto, eccitata dalla mia performance, si dedica a Flavio mentre l’atleta con bestiali singulti mi rovescia il suo seme in bocca e sul viso.
Il tozzo che fine ha fatto? Eccolo che appare nudo e tragico; il suo fallo è lungo ma l’immenso diametro lo fa sembrare corto.
L’anfitrione si sposta ridacchiando mentre tutti gli altri attori si fermano fissando quel mostro avvicinarsi.
Gli sistemano dei cuscini sotto i piedi a causa della statura e lui penetra la mia figa che nonostante sia molto umida fatica ad accoglierlo; mi scopa per circa un minuto come studiandomi, sorridendo sinistramente, e d’improvviso estrae il cazzo dalla figa e inizia a puntarlo al mio ano. Con le poche forze rimastemi cerco di spostarmi ma Flavio e l’atleta mi schiacciano i fianchi.
Non riesco nemmeno a urlare perché sono ancora invasa dallo sperma dell’atleta e il tozzo continua a spingere. La penetrazione risulta difficoltosa e la donna, su ordine dell’anfitrione, umetta con la lingua l’ano e il cazzo per permettere la sodomizzazione e così facendo il tozzo, dopo una secca spinta e un urlo soffocato, lacera l’ano iniziando dapprima lentamente e poi con sadico ritmo ad incularmi fino in fondo.
Da quel momento tutto è una grossa baraonda di sessi che si confrontano, senza nessuna cerebralità e con molta istintività: i maschi hanno la possibilità di trattarci come orinatoi, di seviziarci con schiaffi e pizzicotti, di riempirci tutti gli orifizi con il loro sperma, di offenderci verbalmente, insomma di trattarci come oggetti.
Tutte la forza che la madre terra infonde alle donne e che terrorizza l’altra metà del cielo, viene esorcizzata e tutto l’immaginabile viene materializzato.
Gli uomini danzano frenetici spostandoci, posizionandoci, occludendoci, offrendoci le loro terga per essere baciati in un estremo gesto di sopraffazione.
Noi due, le vittime, senza mai parlarci, abbiamo stretto un tacito sodalizio consolidato dal lampo indomito che talvolta attraversa i miei occhi e che rassicura la mia debole compagna di stupro.
E l’ora arriva quando le lunghe candele sono ormai dei mozziconi come i falli dei nostri dominatori che paiono ora delle scimmie sfinite. Giacciamo tra di loro, fieramente attente e ora uniche dominatrici.
Mi alzo e porgo il mio aiuto alla donna che s’alza anch’essa; nonostante il bruciore agli occhi e il dolore anale, riusciamo ad aprire la porta mentre nella penombra un uomo tenta d’alzarsi. Leste chiudiamo la pesante porta dietro noi e velocemente rovesciamo pesanti volumi dagli scaffali vicini che ostruiscono l’apertura della stessa.
I nostri ometti si sono svegliati e scuotono la porta con urla poco affabili e noi per rafforzare la diga cartacea, avviciniamo alle pile i tre divani d’alcantara.
Ci guardiamo, scoppiamo a ridere, ci abbracciamo saltellando nude e sporche come siamo, mentre gli orango ululano minacce tremende nei nostri confronti.
Mi guardo intorno rimuginando qualcosa e all’improvviso prendo un portacenere d’alabastro su un tavolino e mi scaglio sull’arazzo centrale, quello più grosso, lacerandolo con frenetici colpi. La mia compagna superata la sorpresa aggredisce una vetrina fracassandola con un grosso tomo e ridendo sinistramente.
La nostra opera devastatrice, dopo la frenesia iniziale, assume una cadenza metodica e tutte le suppellettili alla nostra portata vengono oltraggiate.
Le urla dei padroni sono cessate tranne quella dell’anfitrione che probabilmente è il tristissimo e arrabbiatissimo proprietario della casa.
Esaurita la nostra rivalsa nella stanza accanto, trovo le chiavi dell’auto che Flavio, sbadato, ha lasciato sulla libreria e coprendoci con i tendaggi strappati, raggiungiamo la macchina ridendo come delle liceali.
Parto schizzando ghiaia sulle vetrate e imbocco il viale facendo urlare il sei cilindri e poco dopo siamo al cancello, imponente, immanente e chiuso!
Il retrovisore dell’auto riflette una luce che rischiara l’abitacolo e voltandoci scorgiamo delle luci di un’auto che sta giungendo velocemente.
Sono loro!
Ed ora?
Sibilla&Prometeo
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18 anni fa
sibilla30pegasus, 49/49
Ultima visita: 9 anni fa -
Una giornata al mare, tanto per non morire...
Samanta ha 45 ed e’ ancora una splendida donna e da giovane doveva essere proprio una ragazza splendida. Andrea invece ha 35 anni, biondo, fisico asciutto.
Samanta e Andrea si trovano al mare, sulla spiaggia vicino alla loro casa di vacanza. Stanno prendendo il sole, lei in bikini nero, elegante e lui con un paio di pantaloncini da mare.
Di fianco al loro ombrellone si trova un ragazzo a quanto pare single. E’ alto, magro, capelli castani corti, sui trent’anni. Samanta si accorge subito che il ragazzo e’ glabro, o meglio, completamente depilato ed estremamente curato dalla punta dei piedi a quella delle mani. All’inizio Samanta non aveva fatto caso al ragazzo perche’ pensava fosse gay, poi, osservandolo, si accorse del modo in cui guardava le ragazze in costume e soprattutto del modo in cui lui la guardava.
Con una scusa qualunque Samanta gli rivolse la parola. Lui si presento’ “Giorgio”, 28 anni, studente dell’accademia di belle arti. La conversazione fu piacevole e duro’ una mezz’ora dopo di che si congedarono e Samanta lo invito’ per il pomeriggio a bere qualcosa insieme a loro nella loro casa. Andrea non partecipo’ alla conversazione e Samanta non lo interpello’ nemmeno prima di invitare il giovane a casa loro. Questo era normale visto che la figura autoritaria della coppia era sicuramente Samanta.
La casa di Samanta e Andrea era molto carina, un po’ isolata sulle colline, pur non essendo grandissima, aveva larghe vetrate da cui entrava imponente la luce del sole. Verso le tre del pomeriggio, mentre la temperatura sfiorava i 40 gradi, Giorgio suono’ alla porta. Samanta lo ando’ ad accogliere con un bikini nero e un pareo rosso, trasparente. Lo accompagno in salotto dove gli offri un gin lemon preparato da Andrea. Samanta si sedette sul divano di fianco al suo compagno che indossava solamente un paio di pantaloncini da mare. Giorgio invece, vestito con camicia e pantaloncini di lino, si accomodo’ su una poltrona di fronte alla coppia.
Dopo una breve conversazione si creo’ un istante di silenzio, imbarazzo, a quel punto Samanta invece di proporre un argomento poso’ delicatamente il bicchiere sul tavolino e comincio’ lentamente ad accarezzarsi il corpo. Si scosto’ i suoi lunghi capelli neri e si apri’ il pareo. Le mani accarezzavano i suoi seni ancora sodi e nascosti dal suo bikini nero. Le mani si abbassarono fino all’inguine. Le sue dita carezzavano lo slip danzando dal basso verso l’alto. Si intravedeva attraverso la mutandina il taglio della sua piccola conchiglia. Samanta si tolse gli slip rimanendo solo in reggiseno. Le sue dita si muovevano dall’alto in basso sulla sua fica sfiorando poi il clitoride con movimenti circolari. Samanta era eccitata, completamente bagnata a giudicare dal riflesso del sole che luccicava sulla sue grandi labbra.
Quella mattina in spiaggia Giorgio si era reso conto che Samanta aveva un non so che di perverso ma non si aspettava che questa sua personalita’ si sarebbe rivelato al primo incontro e in modo cosi’ spudorato.
Andrea, per niente sorpreso da Samanta, comincio’ a baciarla mentre lei continuava a masturbarsi. Le slaccio’ il reggiseno facendo fuoriuscire due splendidi seni bianchi che contrastavano amabilmente con la carnagione abbronzata di Samanta.
A un certo punto Samanta fece cenno a Giorgio di inginocchiarsi davanti alle sue gambe aperte. Gli prese una mano e la guido’ verso’ la sua fica mentre la sua lingua era aggrovigliata a quella di Andrea.
Giorgio comincio’ ad accarezzare quel buchino cosi’ bagnato, si concentro’ sul clitoride notando con piacere i sussulti di Samanta mentre il suo polpastrello sfiorava dolcemente quella zona cosi’ sensibile.
Samanta prese l’altra mano di Giorgio e l’allungo’ verso Andrea il quale nel frattempo si era tolto i pantaloncini. Girogio pote’ sentire il membro di Andrea ancora moscio nelle sue mani. All’inizio non seppe che fare. Giorgio aveva avuto spesso fantasie bisessuali ma non aveva mai avuto il coraggio di metterle in pratica.
Samanta guido’ la mano di Giorgio su e giu’. Il cazzo di Andrea era grande, grandissimo se confrontato con quello di Giorgio. Visto che non accennava a diventare duro lo prese con due dita tra indice e pollice e comincio’ ad andare su e giu’ mentre con l’altra mano era occupato a soddisfare Samanta.
La donna improvvisamente si alzo’ dal divano, mise una mano dietro la nuca di Giorgio e avvicino’ la sua faccia al suo basso ventre. Giorgio era stordito, con una mano continuava a giocare con l’inerme pezzo di carne di Andrea mentre la sua lingua entrava ed usciva dal quel frutto bagnato e prelibato. Il sapore di lei aveva riempito la sua bocca.
Samanta nel frattempo apri’ un cassetto e prese un dildo collegato ad una nera cintura di pelle. Samanta indosso’ la cintura, il fallo era estremamente reale, lungo una ventina di centimetri aveva una larga cappella e visibili grosse vene ai lati. Apri’ un profilattico e lo srotolo’ sopra il cazzo finto. Stacco’ la bocca di Giorgio dal suo nettare e gli ordino’ di succhiare quel fallo di plastica.
Grigio non seppe come reagire, apri’ la bocca e si trovo’ in bocca non piu’ il sapore di lei ma quello piu’ plastico del profilattico. La mano di Samanta lo spingeva avanti e indietro obbligandolo ad un pompino forzato mentre la mano di Giorgio si occupava sempre del cazzo di Andrea che continuava a rimanere inerme.
Samanta spingeva il suo finto pene fino alla gola di Giorgio. La bocca di lui era ormai piena di densa saliva che cadeva abbondantemente dai lati.
Samanta finalmente gli lascio’ la nuca, si abbasso’ e comincio’ a spogliare Giorgio. Gli tolse la camicia poi si mise alle sue spalle e tolse i pantaloncini e le mutande. Il suo cazzo, seppur piccolo era, al contrario di quello di Andrea, duro come il marmo.
Samanta si inginocchio’ dietro di lui. Giorgio pote’ sentire la pressione di quel fallo di plastica contro il suo sfintere. Samanta lubrifico’ il suo finto pene con un liquido oleoso. Spinse dolcemente il fallo contro l’apertura di Giorgio e lentamente fece entrare la cappella. Giorgio non era mai stato preso da dietro anche se piu’ di una volta si era masturbato inserendo oggetti nell’ano.
Giorgio senti la grossa cappella dentro di se e sentiva Samanta che lentamente spingeva l’intero fallo dentro di lui. Provo’ un po’ di paura ma questa svani’ al confronto dell’immenso piacere che la donna le stava dando. Il fallo era ormai tutto dentro e Samanta comincio’ a spingere con ritmo sempre piu’ elevato. Ogni volta che il dildo accarezzava la sua prostata, Giorgio provava un immenso piacere. Mentre Giorgio gemeva di piacere, Andrea si sposto’ leggermente sul divano in modo da avere il viso di Giorgio di fronte al suo cazzo ancora moscio. Andrea spinse la testa di Giorgo tra le sue gambe. Giorgio, in preda ad un’estasi mai provata, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovo’ in bocca il cazzo di Andrea mentre Samanta continuava a spingere con colpi potenti che si infrangevano sul deretano di Giorgio. Giorgio non aveva mai preso in bocca un pene prima d’ora. Il cazzo di Andrea era ancora molle, Giorgio comicnio’ a giocare con la lingua, poi a succhiarlo e senti’ il caldo e appiccicoso sapore delle gocce di pre-sperma che uscivano da quel floscio pezzo di carne.
Il cuore di Giorgio batteva all’imapazzata, il suo corpo era coinvolto in un insieme di sensazioni mai provate prima e la sua mente non sapeva su cosa concentrarsi. La penetrazione da parte di Samanta lo aveva coinvolto in lunghissimo orgasmo anale che sembrava non finire mai. Dallo sfintere di Giorgio uscivano rivoli di liquidi appiccicosi testimoni dell’immenso piacere che quell’uomo stava provando.
Il cazzo di Andrea comincio’ a farsi piu’ duro e presto occupo’ tutta la bocca di Giorgio.
Con sorpresa Giorgio si accorse che adorava quella nuova esperienza, comincio’ a succhiare il cazzo ormai duro di Andrea a partire dalla cappella, infilo’ la punta della lingua tra la cappella e il prepuzio cercando le goccie di presperma che inebriavano il suo palato. Poi prese ad andare piu’ in profondita’ e, come aveva fatto in precedenza con il dildo di Samanta, comincio ad andare su e giu’ fino a che il cazzo di Andrea non gli arrivo’ in gola. Giorgio ebbe un sussulto, quasi un conato, e un fiotto di densa saliva ricopri’ il cazzo di Andrea. La scena si protrasse per altri venti minuti. Giorgio avrebbe voluto che quella situazione non finisse mai ma ad un certo punto Samanta si alzo’.
Senza quell’enorme fallo dentro di lui Giorgio si senti vuoto ma continuo’ a succhiare avidamente il cazzo di Andrea.
Samanta si tolse la cintura col fallo, accarezzo’ Giorgio can passione e tenerezza e poi gli disse sottovoce, “ora e’ il mio turno”.
Samanta ripose la cintura e dallo stesso cassetto prese plug anale, lo adagio’ su una sedia, lo ricopri’ con un profilattico e invito’ Giorgio a sedersi sopra. Lentamente Girogio si abbasso’. Il suo sfintere ormai allenato dai colpi di Samanta non fece fatica ad accogliere quello strano oggetto che, grazie alla sua forma, rimaneva saldamente fermo nell’ano di Giorgio.
Il piccolo cazzo di Giorgio era duro e puntava in aria come volesse esplodere. Samanta si sedette su Giorgio e non fece nessuna fatica a far entrare quel piccolo cazzo nel suo affascinante posteriore. I ruoli si erano invertiti e, pur avendo ancora il culo impegnato, ora era Giorgio ad avere il suo pene nel culo di Samanta. Andrea si avvicino’ alla sedia e comincio’ avidamente a penetrare la fica di Samanta.
L’oggetto premeva sulla prostata di Giorgio provocandogli immensi piaceri. Samanta, doppiamente penetrata gemeva di piacere. Giorgio le accarezzava le tette mentre da dietro le baciava il collo e le orecchie. Samanta non seppe resistere al contemporaneo pompare del compagno e al dolce trattamento di Giorgio. Un primo orgasmo fece vibrare il corpo di Samanta. Dopo questo momento di immensa estasi Samanta trovo’ la forza di riprendersi e raggiungere un secondo orgasmo ancor piu’ potente del primo. La tensione dei muscoli del corpo di Samanta, i suoi gemiti e le sue contorsioni furono troppo forti per Giorgio che non riusci a trattenersi e grazie alla stimolazione anale inondo’ il culo di Samanta con una enorme quantita’ di sperma.
Soddisfatta, Samanta si alzo’ in piedi, ordino’ a Giorgio di sdraiarsi per terra e si inginocchio’ sedendosi con la fica a pochi centimetri dalla faccia di Giorgio.
Giorgio, con l’ano occupato e il cazzo ormai moscio’ si ritrovo’ la fica di Samanta sulla bocca, comincio’ a leccarla e ne assaporo’ sapori e i piaceri gia’ conosciuti. Distingueva chiaramente il sapore della fica di Samanta ma sentiva distintamente anche il sapore del cazzo di Andrea. Ad un tratto un terzo sapore si fece strada nella sua bocca, qualcosa di muschiato e dalla consistenza lattiginosa. Apri’ gli occhi e vide che dal culo di Samanta usciva un grosso rivolo di sperma che correva lungo la natica e si fermava sulla splendida fica di Samanta. Era lo sperma di Giorgio. La stimolazione della prostata gli aveva provocato un’abbondante eiaculazione mai provata prima d’ora. Ora tutto lo sperma stava tornando nella sua bocca. Nuovamente eccitato Giorgio provo’ piacere e comincio’ a cibarsi del suo nettare che copiosamente si riversava nella sua bocca.
Nel frattempo Samanta aveva in bocca il cazzo di Andrea. Girogio da sotto ammirava l’abilita’ di Samanta nel trattare quel grosso pezzo di carne. Si capiva che sapeva come far godere Andrea e quest’ultimo non tardo’ molto a venire. Gli schizzi di Andrea inondarono la bocca di Samanta che accolse quel nettare compiaciuta. Alcune goccie caddero sul corpo di Giorgio che in quel momento si senti’ una piccola troia.
Samanta si alzo’ e lecco’ le poche gocce di sperma cadute su Giorgio poi si volto’ verso di lui e teneramente lo accarezzo’.
Samanta si avvicino’ al viso di Giorgio e quel pomeriggio fini’ con un bacio lungo e bagnato dove lo sperma di Giorgio e quello di Andrea si amalgamarono in un unico sapore che riempiva le bocche del giovane Giorgio e di Samanta mentre le loro lingue si aggrovigliavano e giocavano a rincorrersi aiutate dal vellutato e muschiato liquido che le avvolgeva.
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18 anni fa
7maybi,
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Valeria 5 - finalmente donna!
Appena seduta in macchina la tensione accumulata nei giorni precedenti (vedi: Valeria 4 La grande occasione) si sciolse in un delizioso languore. Ero con Antonio! Stavamo andando in un posto in cui saremmo stati soli io e lui! Avremmo passato la notte insieme, nello stesso letto!
Mi sentivo come una gattina rannicchiata al sole, era struggente l’eccitazione che avevo dentro....temevo di farmene accorgere ma fortunatamente iniziammo a conversare di cose varie, qualche battuta e pettegolezzo su altri cugini, insomma niente di rilevante. Antonio teneva la conversazione, gli piaceva parlare ed io approfittavo di questo suo ruolo per iniziare a pensare alla mia strategia seduttiva....non ero riuscita a fare nessun piano se non quello di giocare sul mio fisico di adolescente implume ed invitante, sul fascino del mio culetto esaltato da uno slippino femminile, sulla magia di un letto da condividere...il letto già...ma come arrivarci?
Il viaggio non fu lungo, arrivammo alla casa, dopo un’oretta di superstrada e circa un quarto d’ora di una strada bianca che penetrava in una zona molto isolata e boscosa. Arrivati, aprimmo la casa, le finestre, sistemammo i bagagli, insomma le cose normali di queste circostanze.
Dovendo alzarci prima dell’alba, intorno alle sei, avevamo deciso che saremmo andati presto a dormire e così, nonostante non fossero ancora le venti, iniziammo a predisporci per la cena. Antonio si occupò di accendere il fuoco nel camino per arrostire delle bistecche ed io mi ero resa disponibile al resto, apparecchiare, pulire la verdura e la frutta, aprire il vino....che bello fare queste cose per lui! Fare quelle cose mi faceva sentire la sua ragazza ed anche per questo decisi di mettermi più a mio agio......
“fa troppo caldo Antonio, mi metto i calzoncini corti....”
“si, hai ragione, fa ancora molto caldo....”
e mentre lui, alle mie spalle, armeggiava con il fuoco, con dei movimenti un po’ flessuosi mi tolsi i jeans e rimasi qualche istante con gli slippini sexy in bella vista prima di indossare i pantaloncini corti (quelli che indossavo nelle mie scorribande al cinema...) che lasciavano generosamente indovinare le curve del mio culetto......Antonio non disse nulla ma con la coda dell’occhio avevo notato il suo sguardo all’inizio sorpreso e poi più attento....seguiva, cercando di far finta di nulla, le mie gambe lunghe e nude, e i miei movimenti mentre mi muovevo per la stanza. E i movimenti erano quelli che facevo al cinema, nonostante cercassi di controllarmi, mi veniva da ancheggiare, da muovere le braccia in un certo modo....con una mossa vista al cinema mi ero sciolta i capelli che tenevo legati a coda.....Antonio controllava la cottura della carne ma sempre più spesso sentivo il suo sguardo su di me....aveva capito? E che cosa? Era stupore ed incredulità o era interesse?
“Forza, siamo pronti, la carne è cotta!” Antonio mi chiamava a tavola, finii di pulire la verdura e mi sedetti di fronte a lui. Brindammo con del vino rosso che Antonio aveva portato e mangiammo con appetito chiacchierando del più e del meno. La cena non durò molto, il sole era tramontato, entrava un’arietta fresca dopo la giornata afosa, anche grazie al vino eravamo molto rilassati....per meglio dire lui sembrava piacevolmente rilassato mentre io un po’ meno.... pensavo al da farsi, a proporre un argomento che.....
“Uffa, tra un po’ devo tornare a scuola....rincontrare i compagni e le compagne dell’anno scorso... ”
“Perché non ti trovi bene in classe mista?”
“ Non parlarmene, le ragazze sono tutte smorfiose, pensano solo ad infastidire i maschi...” lo dissi con una vocina un po’ stridula, accompagnata da una mossettina civettuola della mano
“Ti trovi meglio con i ragazzi” fu l’inevitabile domanda di Antonio
“O belli quelli! Non fanno che prendermi in giro....”
“E perché? Ti prendono in giro per che cosa?”
Abbassai lo sguardo, feci l’aria vergognosa......
“Bè, sai....a me non crescono i peli.....dicono che se non mi crescono vuol dire che ......insomma neanche sotto le ascelle, niente vedi?” e immediatamente mi sfilai la maglietta per mostrargli le mie ascelle ed il mio petto implumi. Così facendo mi ero seduta al suo fianco
“Ma dai, non preoccuparti, vedrai che ti cresceranno.......e poi...”- qui il suo sguardo divenne più penetrante e la sua voce più bassa, quasi non volesse farsi sentire- “ .....e poi non stai affatto male così!”
Il complimento non era un granchè e la sua iniziativa non sembrava molto convinta. Mi alzai dalla panca e, con aria melodrammatica, mi gettai sul letto, dicendo che non capiva, che per me era complicato, che stavo soffrendo....
La scena funzionò. Antonio si sedette sul bordo del letto
“Dai, non fare così.....i tuoi compagni sono degli stupidi......che non sanno apprezzarti quanto meriti.....” la sua mano accarezzò i miei capelli con un gesto che voleva essere fraterno ma le sue dita erano più insistenti
Mi sollevai un po’ e fattami più vicino a lui gli chiesi:
“Sul serio Antonio pensi che io possa piacere? “ gli occhi spalancati ed esaltati dal mascara si posarono dentro i suoi occhi ma fissavano con scoperta voluttà anche la sua bocca, le sue labbra semiaperte.... il mio sguardo era proprio una invocazione, non ero stata mai baciata ed adesso offrivo la mia bocca ad un uomo stupendo .....
“Certo che puoi piacere......tu sei una delizia.....” la sua mano era scesa dai capelli al petto e le sue dita, quasi di nascosto, si misero ad accarezzare i miei capezzoli già duri.....ebbi un sussulto
“Cosa c’è? Che ti succede? Stai tremando....” Non riuscii a pronunciare una parola, avevo la gola secca, il respiro era ansimante....ma i miei occhi parlavano, lo guardavano, lo supplicavano.....la sua mano iniziò ad accarezzarmi il viso, ma quando le sue dita sfiorarono le mie labbra aperte, in modo molto pudico simulai un bacio....Antonio prese il mio volto tra le sue mani, mi guardò intensamente, aveva deciso finalmente!
“Io vorrei...avrei voglia di.....” .....non lo feci continuare.... “ Sì Antonio!” I nostri visi erano ormai vicinissimi, sentivo il suo respiro, la sua lingua passò lievemente sulle mie labbra e poi, all’improvviso, la sua bocca inghiottì la mia!
Fu un bacio lunghissimo che non voleva finire forse per paura del dopo.....ma il “dopo” era già iniziato perché le nostre mani cercavano i nostri corpi con avidità spasmodica....”Antonio, Antonio, Antonio.....” non riuscivo a non pronunciare il suo nome e così gli trasmettevo la voglia che avevo di lui. Prese a baciarmi sul collo e poi giù il petto, i capezzoli.....ero sotto di lui, gli feci sfilare la maglietta e vidi il suo torace robusto coperto di peli, ah! un maschio vero e bello sopra di me...
Presi l’iniziativa di sbottonargli i pantaloni.....
“Cosa fai piccolo? Cosa vuoi fare.....sei sicuro di.....” interruppe il mio lavoro ma la sua voce non era affatto convinta, forse però aveva bisogno ancora di una piccola spinta ...”Antonio, tesoro, ti desidero immensamente, fai tutto quello che vuoi di me......sono tutta tua!” sì, avevo usato il genere femminile! Basta con le cautele! Dovevo essere la sua donna.....almeno per quella notte!
Mentre le mie mani lavoravano per sfilargli i pantaloni, lui aveva preso possesso del mio culetto con una bramosia accumulata nelle ore precedenti......i pantaloncini erano già via! Solo il perizoma resisteva ma le sue dita spostavano quelle stretta strisciolina di stoffa per accarezzare il mio buchino....
Accucciata tra le sue ginocchia, accarezzavo le sue gambe pelose e muscolose e guardavo ai suoi boxer rigonfi......tolsi anche quelli ....il suo affare era imponente, per l’erezione violenta che gli avevo provocato il cazzo era quasi parallelo con la pancia.......tanto che prenderlo in bocca fu meno facile del solito.....iniziai a sbocchinarlo in quella posizione ma poi lui volle rovesciarmi in modo che mentre continuavo a sbocchinare lui, dall’altra parte, potesse esplorare con la sua lingua il mio culetto e soprattutto il mio buchino...sentivo il mio buchino bagnarsi, era la sua saliva, ma era anche qualcosa dentro, mi sentivo calda e bagnata dappertutto.....
Tornammo uno sopra l’altra e riprendemmo a baciarci in bocca, e mentre mi baciava il collo lo chiamavo, “Antonio, Antonio, amore mio, ti voglio ti voglio!” sì, non ne potevo più, il desiderio immenso ed anche la paura per il dolore che sapevo avrei avvertito mi spingevano ad abbreviare quella fase......
“Piccola- mi disse abbracciandomi e guardandomi negli occhi- ma tu non l’hai mai fatto?”
“No, Antonio, per me è la prima volta!”
“Io non voglio farti male, voglio solo farti stare bene, piccola!”
“Starò bene quando sentirò di averti dentro di me! Ti voglio da impazzire Antonio, fammi tua!”
Mi girò, riprese a entrare con la sua lingua nel mio buchino, a riempirlo di saliva che con il dito cercava di spandere bene, abituando anche il buchino all’ingresso di un corpo estraneo e allargandolo con delicatezza
Poi si sdraiò su di me e con la mano indirizzò il suo affare verso la mia fighetta. Nonostante la voglia immensa, ero tesissima, avevo paura di un male non sopportabile.
Quando sentii la sua cappella forzare, mi irrigidii ma non dissi nulla......ma un male terribile mi aggredì all’improvviso, sembrava mi stessero squartando, mi dovetti mordere per non urlare Basta! Esci! Antonio se ne accorse e si fermò “Tesoruccio, ti fa molto male? Sto cercando di fare piano piano.....ma se il male è troppo esco....non avere paura piccolina....” Rimase fermo dentro di me, non so se pochi istanti o diversi minuti, il dolore era fortissimo, ma non volevo che se ne andasse, sentivo le lacrime negli occhi ma ebbi la forza di dire “no, amore, non uscire, stai fermo, fai piano....” ...poi il dolore sembrò attenuarsi, o forse io mi ero abituata, il desiderio riprese il sopravvento, iniziai io, piano piano, a muovere il bacino, a far andare il culetto avanti e indietro per facilitare il suo ingresso. Anche Antonio riprese a muoversi...... ahh!, un’altrea fitta, fortissima, come se un tappo fosse saltato....adesso lo sentivo veramente dentro, lui si fermò di nuovo ma questa volta il dolore svanì più in fretta ....e i movimenti che facevo lentamente, i miei sospiri e mugoliii lo fecero riprendere....Antonio riiniziò a spingere, sempre controllandosi per non dare troppa forza, ed io mi sentivo rilassata e volavo.......stavo facendo l’amore con un uomo , con il mio uomo! mi stava sverginando, stavo diventando DONNA! Ero così eccitata che, forse per lo sfregamento sul letto, ebbi un orgasmo e sentii il mio grilletto bagnarsi., non mi era mai successo prima di godere senza dovermi toccare con le mani, era una sensazione nuova e meravigliosa............ Antonio ormai mi stava cavalcando alle grande, mi aveva sollevata, mi stringeva i fianchi con le sue mani forti e mi dava colpi possenti e veloci.....ansimava..... “tesoro, sei mia, ti voglio, ti sfondo.......ahhhhhhhhhhhhhhh............siiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!” mentre godeva mi dava le ultime spinte con un istinto da bestia e io sentivo la sua sborra calda che inondava il mio culetto......
Antonio si accasciò sopra di me, entrambi ansimanti e tremanti di paura e di piacere, il nostro sudore si univa alla saliva che le nostre labbra vogliose ancora si scambiavano.....mi sentivo finalmente rilassata, tutta umida, sentivo il mio culetto bagnato e non sapevo se fosse la sua sborra, sangue,miei umori......ma era tutto così bello, l’odore della usa pelle, la sua folta peluria, i baffi che mi pizzicavano quando mi baciava.......volevo che quella situazione non finisse.....e la notte infatti fu una notte lunga......
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18 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Aiutare un amico a scoparsi sua sorella…
Orgasmina si racconta...
Col proposito d’evitare di far evolvere questi racconti con una cronologia troppo lineare ed una soggettiva parimenti schematica, ho preferito scrivere d’un incredibile evento capitatomi qualche tempo fa, quando un mio amico ha voluto condividere con me il desiderio bruciante che nutre nei confronti di sua sorella.
Come spiegato nell’altro racconto, la mia prima esperienza di sesso l’ho avuta con mio fratello Diego, che poi divenne a tutti gli effetti il mio principale partner per lungo tempo, perciò sull’incesto posso dirmi: più che ferrata.
Le confessioni di questo mio amico, di nome Fabian, mi hanno colpito molto così ho deciso di aiutarlo affinché potesse trasformare in realtà ciò che da troppo tempo era solo un sogno proibito. Il mio intervento è stato risolutivo e pochi mesi dopo Fabian ha potuto possedere sua sorella Claudia. Io vi racconterò questa storia proprio dal punto di vista di Claudia, che è davvero una ragazza meravigliosa.
Avere 30 anni e vivere ancora coi propri genitori, al giorno d’oggi, è cosa normale, ancor più normale del contrario. Gli uomini sono troppo pigri, immaturi ed irresponsabili: il nido d’origine è la soluzione a questi difetti. Le donne invece sono troppo spaventate, impegnate a divertirsi e ai futuri progetti per curarsi di portare avanti una casa e una famiglia. Meglio restare a casa, godersi i servigi dei propri genitori quanto più a lungo possibile. (Tutto ciò vale in forma decisamente maggiore per le persone del Sud, come i reali protagonisti di questa storia.)
Questa condizione di promiscuità ad oltranza porta alle volte ad inaspettati, bizzarri, interessanti risvolti. Probabilmente sono severa con me stessa: i miei 24 anni, gli studi ancora in corso e la disponibilità a svolgere qualche faccenda domestica dovrebbero esonerarmi dal novero delle “mammone” incapaci di spiccare il volo. È differente la situazione di mio fratello Fabian che ha già 30 anni, un buon lavoro con una promettente prospettiva, ed una condizione economica rassicurante. Però Fabian nemmeno ci pensa a divenire adulto ed indipendente, gli stanno bene le cose così come sono, con la madre per serva e la sorella per complice. Devo dire che, al contrario di qualche tempo addietro, la mia opinione sull’operato di mio fratello è mutata positivamente e spero proprio che, Fabian, voglia trattenersi con noi ancora per un po’ di tempo. Certo, non è stato sempre così, i 6 anni e passa di differenza hanno rappresentato, per quasi due decenni, un ostacolo insormontabile tra noi due e le reciproche relazioni. Abbiamo cominciato ad incontrati solo quando io avevo ormai 18 anni e le mie amiche potevano essere considerate prede valide nel suo territorio di caccia. Fabian, dal canto suo, poteva contare su una bellezza esaltante, ed un carattere forte davvero fuori dal comune; era, ed è ancora, bello come Adone e forte come Ulisse (peccato però che sia anche stronzo come una scimmia, ma questa è un’altra storia); desiderato dalle donne e sempre disponibile ad accontentarle. Mi sono sorbita decine di confessioni spudorate e sconce da un numero imprecisato di mie amiche intime e non. Era incredibile: chi più, chi meno, riferiva col candore di una bambina, delle dimensioni notevoli del suo coso, piuttosto che della resistenza sfiancante o della tecnica sopraffina. Possibile che a nessuna di loro passasse per la mente che oltre ad essere sua sorella ero anche una donna, con curiosità ed appetiti identici ai loro!? Sembrava proprio di no!
Le immagini fantasticate inconsciamente dopo aver ascoltato le imprese da guinnes di mio fratello, raccontate dalla troietta di turno, mi sconfortavano e mi facevano sentire sporca… ma mi eccitavano anche! Finii così in un’orribile turbine di rimorsi e piacere, d’eccitazione e paura, di curiosità e sfibrante cautela. Però, al contrario di quanto potreste pensare, non mi sono mai spinta a fare nient’altro che immaginarlo dentro me. Mai spiato, mai provocato apertamente, mai adulato. Avevo continuato ad avere sempre lo stesso atteggiamento caustico e ostile di sempre.
Poi però le cose presero a cambiare: con l’avanzare dell’età la nostra relazione divenne più civile e la reciproca disponibilità accrebbe a dismisura ed in breve tempo. Ciò mi fece comprendere della fortuna di chi l’avrebbe incastrato, perché Fabian, con chi voleva, aveva delle attenzioni ed un modo di porsi adorabili, e poi era così sexy da farti sciogliere come un gelato ad ogni occhiata, e questo ormai succedeva anche a me. In un battibaleno, quegli stessi pensieri inconsci e sconci di qualche anno prima, si ripresentarono al mio cospetto ma ben più distinti e riconducibili al mio puro volere e non più ai soli istinti sessuali. Come se non bastasse, erano innumerevoli le occasioni per restare sola con lui, che mi coinvolgeva sempre nelle sue attività costringendomi a respirare il suo odore che m’inebriava accaldandomi i sensi ed annientandomi le difese.
Un giorno però le cose cambiarono ed un piccolo spiraglio di luce si presentò ai miei occhi bramosi di Fabian. Erano le nove e mezza di sera, eravamo sul divano a navigare in internet col suo portatile. Faceva caldo, Fabian era in pantaloncini ed a torso nudo. Io anche ero in pantaloncini cortissimi ed a coprirmi le piccole tettine una larga e bianca t-shirt da uomo. I miei capezzoli in sua presenza divenivano lunghissimi e durissimi, ma Fabian non sembrava curarsene. Comunque dicevo di questa fatidica sera e della svolta che fu portata da un’e-mail: mio fratello non era più accanto a me, era qualche passo più in là parlando al telefono, nell’oggetto c’era scritto: “Dedicato a Fabian”. Il mittente era una certa Veronica. La tentazione fu troppo forte, così l’aprii e cominciai a leggere.
“Caro Fabian, t’invio in anteprima il mio ultimo racconto. Il tema è sempre lo stesso, visto quanto ti piace. Naturalmente, è dedicato a te (stai diventando sempre più importante). Attendo tuoi commenti!”
Il racconto s’intitolava: “Amore contro natura ma pur sempre amore”. M’affrettai a leggere qualche riga qua e là: mi ci volle pochissimo per capire che quel racconto parlava proprio d’incesto, della passione improvvisa scoppiata tra un giovane ragazzo e sua sorella. Era discretamente lungo, ricco di particolari ed oltremodo eccitante. Divenni rossissima, non mi sarei mai aspettata una situazione del genere. Poi, quando udii Fabian terminare la telefonata, capii della cazzata che avevo fatto leggendo un’e-mail evidentemente molto personale e non trovai soluzione migliore che sparire, rifugiandomi in bagno. Sapevo perfettamente che Fabian si sarebbe accorto che avevo letto quella e-mail perciò mi vergognavo come una ladra. Ero anche torturata dall’imbarazzo per la reazioni della mia micia che prese a colare umori come fosse sudore da un’ascella. Potevo vedere nello specchio la mia faccia sconvolta, scandalizzata per quanto accadeva ma non riuscivo a fermare le pulsazioni violente che mi procuravano un piacere ingestibile.
Mi guardai bene dall’evitare Fabian per qualche tempo e lui fece lo stesso, d’altronde per lui quella situazione doveva essere ancora più imbarazzante. Così trascorsero diversi giorni, i miei pensieri non ne volevano sapere di mutare, anzi, dovetti rendermi conto che diveniva sempre meno piacevole scopare in quel periodo. Nemmeno più la mia amante donna riusciva ad appagarmi ed il vicolo mi sembrò dannatamente cieco. Era necessario chiarirmi con Fabian, d’altronde se lui leggeva certe cose era più che probabile che sperasse di metterle in pratica; e poi io ero, e sono, una ragazza più che desiderabile: alta, magra con un bel culo a mandolino, le tettine piccole ma perfettamente a pera, gl’occhi ed i capelli chiari (proprio come Fabian), e sensualità da vendere. Però non avevo la più pallida idea su come fare, era qualcosa di troppo rischioso; poco per volta il mio comportamento riprese ad essere quello di sempre.
…poi…
Erano passati poco più di tre mesi che avevo letto quell’e-mail, e poco meno di tre settimane che le cose tra me e mio fratello erano tornate ad una sorta di pseudo-normalità.
- Stasera c’è la festa di laurea di Michele, ha invitato anche te e ci conta che tu venga!
Michele era un suo amico con cui ero stata fidanzata per qualche tempo, un po’ di anni fa. La festa di laurea la organizzò nella sua villa sul mare ostentando tutta la sua ricchezza in ogni modo possibile. A notte fonda, quando ritornammo a casa, Fabian era completamente ubriaco ed in vena di provocazioni. Eravamo ancora nella mia piccola auto quando cominciò ad attaccarmi.
- Ti era piaciuta la storia di Vero?
Mi si gelò il sangue nelle vene e m’andò a fuoco la figa istantaneamente. Avevo immaginato migliaia di volte quella scena e pensavo d’essere pronta per affrontarla con serenità ma mi sbagliavo. Comunque non gli risposi e fissando la strada avanti a me feci finta di non aver sentito; Fabian rincarò la dose.
- Sono sicuro che tu adesso pensi che io sia un pervertito… ma non lo sono!
Fabian non si reggeva nemmeno in piedi, ormai era oltre l’ubriacatura e vicino al collasso. Mi fece tenerezza! Sentire quelle cose, dette in quel momento d’estrema fragilità, mi fecero comprendere quanto evidentemente anche lui avesse sofferto per quella mia invadenza. Così mi prodigai per rassicurarlo.
- Non preoccuparti, tu ormai sei un uomo adulto e puoi leggere, fare e desiderare tutto ciò che credi sia opportuno! Anch’io faccio un mucchio di cose che se si sapessero morirei per l’imbarazzo… ma non penso che diventerei improvvisamente una pervertita ai tuoi occhi!
(non c’è che dire, la risposta era davvero azzeccata)
Fabian mi disse che era fortunato ad avere una sorella così comprensiva come me, poi si afflosciò reclinando la testa sulle mie gambe. Indossavo un vestito nero poco più lungo di una minigonna e dalla scollatura vertiginosa, da cui le mie piccole pere facevano capolino ed erano in bella mostra. Le gambe erano inguainate da autoreggenti nere e velate, la balza di queste era in gran parte scoperta a causa della seduta di quella vettura. Dalla posizione che aveva assunto, Fabian poteva sentire il liscio delle calze sul volto e l’odore acido della mia micia che aveva preso a pulsare come non succedeva da tempo. Io invece potevo sentire il calore delle sue mani sulle gambe e sulla natica sinistra che era cinta dolcemente. In più potevo sentire il suo respiro pesante ed umido insinuarsi sotto il vestito e lambirmi le labbrine. Mi piaceva quella situazione, ormai nemmeno ci speravo più. Volli dare un segno tangibile della mia approvazione e dolcemente gli carezzai il volto ed i capelli tra cui infilai le mie unghie lunghe ed appuntite. Fabian gradì e s’ancorò a me più forte cingendo energicamente le mani e spingendo il capo proprio tra le mie cosce. Trasalii quando mi morse, grugnendo, sul pube.
- Ehi, ma che fai? Così c’ammazziamo!
Fabian s’alzò di scatto ritornando in posizione eretta e provò a fissarmi con gl’occhi mezzi chiusi e rossissimi. Era divertente.
- Sei proprio deliziosa lo sai, sorellina!?
Non gli risposi ma sorrisi approvando quel complimento. Fabian si sentì spronato a continuare ad adularmi e così, dopo un altro paio d’apprezzamenti, gli dissi di smetterla. In tutta risposta, Fabian, ritornò a tuffarsi con la testa sul mio pube e, con molta più intraprendenza, m’infilò le mani sotto il vestito, accarezzandomi sapientemente le gambe, salendo sempre più su fino all’elastico del perizoma cui s’aggrappò. La sua bocca, a differenza di prima, era aperta e sbavava muovendosi convulsamente su quel mio personalissimo tesoro. Emisi un lunghissimo e rumoroso respiro poi cominciai ad ansimare. Il mio piacere era divenuto palese e Fabian cominciò a tirare giù gli elastici del mio perizoma.
- Fabian… che fai? Avanti, Fabian, smettila che così… aaaaahh!
Il fratellone aveva fatto scorrere un dito per tutta la lunghezza del taglio della fica, e quando si scontrò col clitoride già gonfio e rigido ebbi l’orgasmo che da tanto tempo non riuscivo più a raggiungere. Fu qualcosa di violentissimo infatti non riuscii a tenere la strada e la macchina sbandò paurosamente per alcune decine di metri, poi finalmente riuscii a fermarla sul ciglio della strada. Con gl’occhi sbarrati e la bocca aperta per il godimento, ma anche per lo spavento, rimasi immobile a godermi quegli splendidi istanti e la reazione di Fabian.
- Sei un pilota eccezionale, sorellina!
Ero ancora lì con lo sguardo fisso nel vuoto, l’affanno ed il cuore in gola, quando risentii quelle mani decise sul mio corpo. Una s’infilò nella scollatura da cui fece saltar fuori le tettine ormai divenute sensibilissime, e con queste cominciò a giocare; l’altra s’insinuò sotto la gonna, raggiungendo le mutandine ed il frutto ormai schiumante. Un dito più audace mi penetrò con decisione togliendomi il respiro finché non se ne ritornò fuori per poi penetrarmi nuovamente. Il fratellone ci sapeva fare ed a me non pareva ancora vero. In un brevissimo lampo di lucidità provai a chiedergli:
- Cosa stiamo facendo, Fabian?
- Niente… ci amiamo come sempre, sorellina!
La sua lingua enorme e morbida m’invase improvvisamente la bocca esplorandola vorticosamente. La mia, ben più piccola e dura, sembrava si stesse battendo per portare qualche colpo a segno nella sua bocca tanto protetta da quel serpente grondante saliva. Ero completamente in sua balia e riprovai a respingerlo.
- Fabian fermati non possiamo!
Sembrava che io non esistessi, lui continuava a divorarmi con la bocca, ma soprattutto con le mani. All’improvviso la mano che mi stava masturbando si allontanò dalla fica e azionò la leva per spingere il sedile indietro prima ed in basso poi. Mi ritrovai improvvisamente reclinata e a cosce larghe, quindi Fabian usando entrambe le mani mi alzò la gonna e provò a togliermi il perizoma. Provai a fermarlo di nuovo.
- Cielo, Fabian, Fermati!
Evidentemente stizzito dalla mia ipocrita ritrosia, mi strappò il perizoma comunicandomi, con quel gesto appunto, la sua convinzione per ciò che stava facendo.
- Smettila, Claudia, voglio solo assaggiarti un po’!
La smisi davvero: rilassai i muscoli, divaricai per bene le gambe, sorrisi sincera e l’aiutai ad accucciarsi sulla mia conchiglia completamente depilata. Rapidi, precisi e baganatissimi colpi di lingua cominciarono a percuotermi il clitoride strappandomi crescenti urla di piacere. Dopo un po’ la lingua cominciò ad insinuarsi dentro, sempre più giù, fino a che il naso fu nel punto giusto per stuzzicarmi il clitoride.
- Così mi fai morire, Fabian!
- No, sei tu che mi fai morire… di diabete, sei dolcissima!
In preda ad un altro orgasmo il mio bacino cominciò ad oscillare paurosamente tanto che Fabian non riusciva più a centrare i punti chiave con la lingua. Dovetti tenergli la testa premuta contro, e così facendo l’inondai coi miei copiosissimi umori che andarono a sporcare anche il mio vestito e la tappezzerie del sedile.
- Forse adesso sarà meglio tornare a casa, sorellina!
- Tu non vuoi godere?
- Io sono troppo ubriaco… torniamo a casa, lì si vedrà!
Fabian si addormentò dopo non più di cinque minuti, ne fui dispiaciuta perché avrei voluto restituirgli un po’ di piacere. Comunque avremmo avuto tutto il tempo per rifarci.
Il giorno seguente l’incantesimo sembrava nuovamente spezzato…
Non lo so! Forse mi aspettavo la reazione sbagliata, forse pensare che si comportasse come una specie di fidanzato era una stronzata enorme. Anzi lo era senz’altro! Inoltre l’ubriacatura della sera prima si faceva sentire ancora e Fabian mi sembrava un rimbambito. Avevamo fatto colazione insieme poi però lui se n’era ritornato a letto lasciandomi con un miliardo di domande e preoccupazioni paranoiche e controproducenti. Mi si contorceva lo stomaco, ero davvero stufa… L’andai a svegliare.
- Mi posso stendere un po’ qui con te?
- Certo, tesoro, vieni!
Mi fece spazio sotto le lenzuola: c’era caldo ma puzzava anche un po’. Cominciai ad accarezzargli i capelli e la faccia come fosse un bambino, lasciando che rinvenisse coi suoi tempi: una buona mezz’ora. Quando fu pronto per alzarsi m’invitò a fare la doccia con lui lasciandomi oltremodo spiazzata.
- No, Fabian… non voglio fare la doccia con te!
- Fammi compagnia allora che voglio parlarti!
Fargli compagnia voleva dire vederlo nudo sotto la doccia… neppure questo m’andava perché sapevo che mi avrebbe fatta eccitare e non avrei più risposto delle mie azioni… però la curiosità era troppa e finii per accettare! Il fratellone aveva le spalle possenti, gli addominali in bella vista, il culo duro e alto e…. un cosone di tutto rispetto! Però mi faceva vergognare! La sua disinvoltura generava impaccio dentro me!
- Claudia… ti andrebbe di conoscere Vero?
Pensai immediatamente a come mai volesse farmela conoscere ma non riuscivo a darmi una risposta se non che dovevano essere buoni amici, molto intimi! Gli dissi che per me andava bene e qualche ora dopo fui informata che già quella sera saremmo andati a cena a casa di Veronica.
Lei era molto carina ma totalmente diversa da me: minuta, coi capelli nerissimi e gl’occhi verdi. Mi sembrò molto simpatica e cordiale sin da subito, mi stupirono però le sue continue carezze ad entrambi, soprattutto nei miei confronti. Mangiammo bene e tanto, bevemmo del buon vino rosso e chiudemmo le danze fumando un paio di canne d’erba. L’atmosfera era di complicità assoluta. La luce soffusa giocava a favore della crescente intimità che andava creandosi. Ad un certo punto, Fabian andò in bagno ed io restai sola con lei. Eravamo sedute una accanto all’altra sul divano, Veronica allungò una mano sulla mia gamba e l’accarezzò con convinzione.
- Tu e tuo fratello siete veramente bellissimi! …in realtà Fabian è una specie di droga per me… non sono innamorata di lui però ne ho bisogno continuamente!!!
- Credo di capire cosa intendi!
- Non ne sono sicura!
La sua mano mollò la gamba e mi accarezzò il volto delicatamente. Un brivido mi corse lungo la schiena facendomi irrigidire e chiudere gl’occhi. Avvertii le sue labbra calde e morbide sulle mie. Mi sentivo mancare ma mi piaceva. Aiutandosi con la mano, mi costrinse ad incollare la bocca alla sua. Con immenso piacere, fui violata da una lingua dura ed appuntita che sapientemente prese a vorticare nella mia bocca. Risposi a quel bacio con la passione che mi contraddistingue poi, sempre più coinvolta, le cinsi un fianco conducendo il suo petto al mio finché non vi aderì. Percepii i suoi capezzoli talmente duri e sporgenti che sembravano pungermi; la consistenza del suo seno, piccolo ma durissimo, mi ricordava le mie tette ai loro albori e quel pensiero mi faceva eccitare ancora di più. M’affrettai ad infilare le mani sotto la maglia per poter toccare quei globi da bambina. I capezzoli erano lunghi e puntavano verso l’alto, l’aureola invece era piccolissima ed abbastanza liscia. Anche lei si diede da fare e m’infilò una mano tra le gambe che però tenevo ancora chiuse ed ostruivano il cammino verso il mio tesoro. Nel frattempo il bacio era diventato sempre più spinto con le lingue che si scontravano all’esterno delle bocche con ritmo convulso.
Tutto quel trasporto m’impedì d’accorgermi dell’arrivo di Fabian che ci raggiunse accovacciandosi davanti a noi, e poggiate le mani sulle nostre gambe per richiamare l’attenzione disse
- È lo spettacolo più bello che abbia mai visto in vita mia… mia sorella che bacia la mia amante!
- Perché non t’unisci a noi!?
Veronica gli rispose a quel modo, quindi convinta che anch’io avessi accettato. Ciò mi fece pensare che quella ragazza custodisse tutti i segreti di mio fratello che a sua volta si fidava delle soluzioni da lei proposte. In ogni caso quell’invito non abbisognava d’alcuna conferma: Fabian si alzò e puntò verso di noi che già gli stavamo andando in contro. Tre bocche, tre lingue, tre voglie, tre smarriti nel piacere… solo due tipi di sangue!!!
Quel bacio a tre andò avanti per un pezzo quasi a volerci stancare poi, Fabian, con grande spirito d’iniziativa disse:
- Vorrei che vi esibiste per me!
Veronica era divertita io rapita! Non sentivo il benché minimo disagio pur non avendo mai fatto cose del genere; per mio fratello poi! Comunque accettai rendendomi conto che l’atmosfera era ideale per sperimentare:. esperienze comuni ai molti, che dentro me reclamavano l’applicazione pratica. Così assecondai Veronica che prendendomi per mano mi portò al centro della stanza e cominciò a sbottonare i bottoni della mia mise candida ai dolci e graffianti ritmi di David Bowie. I bottoni furono aperti tutti rapidamente, la camicia mi fu sfilata ed il push-up messo in bella mostra. Feci lo stesso con lei e sfilatale la maglia misi le sue coppe di champagne a nudo. I suoi seni erano piccoli ma dalla forma perfetta. I capezzoli erano turgidi, sporgenti e puntavano effettivamente verso l’alto in modo impressionante.
- Fai vedere le tue tette a Veronica!
Questo fu l’ordine di Fabian, che eseguii immediatamente portando le mani dietro la schiena e sbottonando il push-up. Adesso anche i miei seni erano a nudo, a Veronica le si illuminarono gl’occhi alla loro vista. Ho sempre ritenuto i miei seni il pezzo forte del mio corpo. Questi non sono grandissimi una terza a forma di pera, un po’ pendenti con dei capezzoli grandissimi che li fanno sembrare due fragole. Veronica si tuffò a bocca spalancata come a volerli divorare lasciando che i miei capezzoli s’inturgidissero come mai prima. I sensi presero immediatamente a mancarmi e la testa a girare. Veronica si lasciò cadere ai miei piedi e mi sfilò con un solo gesto la corta gonna che indossavo, scoprendo il perizoma di pizzo nero e minuscolo (modello filo interdentale). I suoi occhi rimasero fissi per qualche attimo sul mio pube bombato e completamente depilato, poi le mani s’arpionarono al perizoma e lo tirarono verso il basso lasciandolo poco al di sotto delle ginocchia.
- Sembra la fica di una bambina… mi piaci così senza peli!
Non le risposi ma le poggiai una mano sul capo che spinsi tra le gambe. Rapidi colpi di lingua mi solleticarono il clitoride ed un rivolo d’umori ebbe subito origine, scivolando lungo l’interno delle gambe. Il mio ansimare crebbe fino a divenire piccole grida di piacere e trasporto. Le gambe mi tremavano paurosamente: Veronica mi stava dando immenso piacere. Tutt’un tratto sentii le mani di Fabian cingermi la vita ed il suo respiro dietro l’orecchio. Prese a baciarlo subito, scendendo lungo il collo per ritornare al lobo ed all’orecchio in cui ci ficcò un bel pezzo di lingua, strappandomi un urlo più forte. Le mani salirono lungo il ventre per arrivare alle pere che strinse energicamente per poi cominciare a giocare coi capezzoli che, al contrario di quelli di Veronica, nel loro turgore puntavano verso il basso.
- Ti adoro, sorellina… tu sei Venere!
La mia risposta era un crescendo di grida di godimento e di pulsazioni vaginali. L’orgasmo mi travolse violentissimo con un altro grido quasi di sofferenza. Un lunghissimo e potentissimo getto di miele zampillò dalla mia micia ed inondò il volto di Veronica che poi si prodigò a leccare lentamente il resto dalle gambe. Portai un braccio indietro e cinsi la testa di Fabian guidandola più avanti per poter fare lingua in bocca con lui. Finito il bacio mi accompagnò verso il divano su cui mi sedei a cosce larghe: questa volta fu Fabian ad inginocchiarsi ed a sminettarmi con dedizione e sapienza. S’aiutò con le mani per aprire bene le labbrine così da raggiungere il mio clitoride ormai gonfissimo e duro. Come aveva già fatto in macchina, alternò leccate al clitoride ed affondi di lingua come a volermi scopare; sentivo l’orgasmo montare nuovamente a gran velocità mentre Veronica mi baciava con passione e mi titillava i capezzoli che sentivo sensibili come non mai. Presi ad urlare come un ossessa, quasi mi sentivo male per l’intensità del piacere che Fabian mi stava dando con la sua lingua. Venni un'altra volta però non riuscii a contenermi ed insieme al mio sugo uscì anche qualche fiotto di pipì, Fabian non disdegnò e deglutì anche quello.
Ero esausta, non avevo mai provato niente di così intenso e mi venne spontaneo accasciarmi sul divano per qualche secondo. Sentii allora Fabian e Veronica parlare, ma mi sembrava che le loro voci provenissero dall’aldilà.
- Hai visto quanto ha goduto, Vero?
- È impressionante! Credo che Claudia ti desiderasse più d’ogni altra cosa al mondo!
Avrei voluto confermare ma le parole mi si strozzarono in gola perché mi sentivo come violentata da quel piacere sconosciuto.
Quando mi ripresi e ritornai ad osservarli potei vedere che Veronica si era liberata dei jeans e adesso indossava solo delle mutandine modello anni ’70. Era inginocchiata tra le gambe di Fabian e gli stava leccando il cazzo con passione. Potevo vedere perfettamente la sua lingua titillare il glande lucido e viola, scendere lungo l’asta e solleticare le palle grosse e gonfie di sperma. Veronica se la cavava da vera fuoriclasse riuscendo a fare entrare nella sua piccola bocca quel cazzo enorme per tutta la sua lunghezza. Scendeva talmente giù nella gola che le procurava conati di vomito. Inoltre, ogni volta che lo tirava fuori dalla bocca, una quantità incredibile di saliva densissima fuoriusciva con esso. Era una scena da film porno, quella troietta era una vera deep throat (gola profonda). Ridestatami, Fabian mi fece reclinare su di lui affinché imitassi la sua amica in quel lavoro sopraffino. Due bocche però erano troppe anche per quello stallone di mio fratello che tenendo ben ferme le nostre teste davanti al suo cazzo, se ne venne con numerosissimi schizzi, che finirono nelle nostre bocche, sui nostri volti e sulle nostre tette.
La vista di tutto quello sperma mi sconvolse, mi prodigai per leccare tutto ciò che Veronica mi lasciava. Pulii per bene quel fallo che non accennava ad ammosciarsi, poi mi sollevai e divaricate bene le gambe mi ci impalai su. Mi sentii riempita immediatamente e mi mancò il fiato. Fabian, che aveva ancora il cazzo sensibilissimo per la sborrata appena fatta, strinse i denti e fece una smorfia col viso come di dolore, poi mi prese per i fianchi e cominciò a farmi fare su e già infilando quel cosone sempre più dentro fino a toccare il mio utero. Veronica, nel frattempo, sempre inginocchiata tra le cosce di Fabian, leccava ora le sue palle, ora il mio buchetto vergine. Quelle stantuffate tanto violente mi procuravano dolore e piacere che mischiandosi divenivano un unico delirio. Provai allora a poggiare i piedi a terra per tenermi più alta ed impedirgli d’entrare completamente dentro, ma Fabian si spingeva di più col bacino vanificando quel mio goffo espediente. Presto però il dolore svanì e rimase solo un intensissimo piacere che mi rese indemoniata fantina su quel cazzo equino. Le mie urla si fecero sempre più alte e frequenti, finché sentii un dito profanarmi il culo ed allora le urla mi si strozzarono, nuovamente, in gola. Fabian era ormai pronto a venire per la seconda volta, mi prese per il culo e, tenendomi ferma e sollevata, prese a pomparmi con violenza e rapidità, stavolta urlando anche lui, finché non mi riempì la fica, che a sua volta pisciò un’infinità d’umori. Quella fu la scopata del secolo! M’accasciai sul petto di Fabian e riprendemmo a baciarci come due innamorati.
Dopo qualche minuto, riacquistai un po’ di forza e di ragione, e mi resi conto che Veronica, al contrario di me che avevo perso il conto, non aveva goduto neanche una volta. Mi sentii in colpa ed un po’ triste per questo, così mi staccai da Fabian e raggiunsi Vero che era distesa sul tappeto davanti a noi. Mi adagiai su di lei e cominciammo un travolgente bacio. Con le mani andai alla ricerca del suo frutto proibito ancora coperto da quelle, insolite, mutandine. Un dito s’infilò da un lato e la penetrò. Veronica si strinse a me più forte ed alzò un po’ una gamba fino a puntare un piede a terra, così da permettermi di penetrarla meglio. Presto le dita dentro di lei divennero tre e lo sciacquettio che proveniva dalla sua micia mi parve indecente ed invitante. Così scesi verso la sua fonte e mi ci abbeverai con infinito gusto regalandole un potente orgasmo che feci mio fino all’ultima goccia.
Nel frattempo le batterie di Fabian si erano ricaricate, venne dietro di me, mi prese dai fianchi e mi sollevò fino a posizionarmi a quattro zampe. Sentii la sua cappella enorme all’imboccatura della fica strofinarsi sul clitoride tanto da farmi impazzire. Lo fece per lungo tempo, troppo… non resistevo più.
- Dio mio, Fabian… entra a chi aspetti, così mi fai impazzire!
Rise un attimo, poi entrò con un solo gesto, completamente dentro me. Mi sentii mancare, volevo urlare ma nessun verso uscì dalla mia bocca. Fabian cominciò a scoparmi subito con foga: mi stava sconquassando. Andò avanti per un tempo indefinibile che, comunque, a me sembrò un’eternità. Ebbi una serie d’orgasmi che sembravano diventare uno unico, lunghissimo e potentissimo. Nel frattempo cercavo di fare il possibile per far godere Veronica che ormai aveva tutta la mia mano dentro e muovendo il bacino si scopava da sola. Nei limiti del possibile continuai a leccarla riuscendo a farla eccitare ulteriormente. Finalmente anche Fabian arrivò al punto di sborrare, sentii inequivocabili le vibrazioni lungo il suo cazzo che preannunciavano l’espulsione del seme. Uscì velocemente dalla fica ormai in fiamme, si parò davanti a Veronica che sollevò il capo e imboccò quel cazzo mostruosamente grande, tutto fino a farlo scomparire. Non avevo mai visto una cosa del genere: del sesso di Fabian erano rimasti visibili soli i peli. Lo vidi inarcarsi all’indietro urlare e contrarsi. Una, due, tre, quattro, cinque, sei volte… Veronica mugolava e cercava di staccarsi da quel coso che la stava soffocando, però Fabian non glielo permise, se non quando fu sicuro d’aver finito di sborrare direttamente nello stomaco di quell’angelo.
Adesso anch’io sono diventata amante di Veronica… per meglio dire noi tre facciamo trio fisso.
Orgasmina
8
6
18 anni fa
luna1orgasmina,
28/28
Ultima visita: 16 anni fa
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Prima volta
durante una gita scolastica alle superiori, all'uscita da un museo sentii una mano che leggermente e velocemente mi accarezzò l'interno di una coscia e poi ancora più velocemente passò sul culo, soffermandosi all'altezza del buco, e un po' di più sulla chiappa
avevo un paio di jeans attillati ...
provai un brivido di piacere
voltandomi, cercando di non dare nell'occhio, vidi una compagna di classe che sorrideva maliziosa ... ricambiai il sorriso
non ci volle molto a ritrovarci a letto: non eravamo + vergini nè io nè lei
lei cominciò quasi subito a giocare: ricordo molto bene la nostra prima volta ... limonando fece scivolare la mano sul mio cazzo che era già duro e ci volle un attimo a sbottonare i jeans, che scesero a metà gamba
una sua mano strinse forte l'uccello, mentre l'altra cercava di farsi spazio tra le gambe per tornare a quel primo gesto che ci aveva scoperti al pomeriggio: toccò questa volta con forza, a mano spalancata, paspando con avidità il mio culo che stringevo eccitato
mi tolse i jeans e sempre in piedi cominciò a masturbarmi mentre la mano dietro continuava a palpare stringendo sempre più verso il buco
poi cominciò a baciarmi e leccarmi con piccole leccatine fugaci sul collo, e pian piano scese, fino a farmi sussultare sfiorando con la lingua la cappella, poi le palle ...
la mano sul cazzo si era fermata, ma stringeva facendolo pulsare
mi allargò le gambe, tenendomi in piedi, e non so bene come cambiò posizione, e si trovò con la bocca sulle mie chiappe
una mano continuava a stringere l'uccello, l'altra cominciò a massaggiarmi la chiappa destra, mentre la sua lingua iniziò a massaggiarmi l'altra chiappa a cerchi concentrici
la mano sul culo scese e mi strinse le palle, massaggiandole intensamente mentre l'altra mano ricominciava a fare su e giù con il cazzo a segarlo
carezzava le palle e con la lingua arrivò al buco del culo
e lì ci fu la mia scoperta: lei prese a leccare avidamente e a me piaceva enormemente, quando si accorse tolse le mani da cazzo e palle e le usò tutte e due per allargarmi le natiche, cercando di infilare sempre più la lingua nel buco
e riuscì!
sentivo la lingua che pian piano mi penetrava, mi venne da piegarmi e in un attimo mi trovai appoggiato alla ginocchia alla pecorina
la sua lingua era bellissima, sembrava adattarsi perfettamente e entrare morbidamente, leccando e lasciando saliva da tutte le parti
e poi la ragazza fece qualcosa di meraviglioso: mentre leccava penetrandomi avvicinò le dita delle due mani sempre più al buco, poi tolse la lingua, o meglio la sposto di lato, e capii che si stava succhiando un dito
la bocca rimase suglia soglia del buco e il dito cominciò a entrare
l'altra mano passò da sotto e tornò alle palle, che massaggiava con dolcezza
e il dito entrò
sentivo con stupore e godimento la mano chiusa che arrivava a toccare le natiche, il dito tutto dentro, e non so come il mio cazzo si trovò con la sua bocca intorno:
era riuscita in un'altra mossa: ci trovavamo in un 69, lei sotto, io sopra alla pecorina
io cominciai a leccare e usai le due mani per spalancare, toccare, entrare
mi sdraiai sulla sua bocca, scopandola in bocca e lei iniziò a muovere il suo dito nel mio culo, avanti e indietro
mi venne da leccare il suo di culo
e compresi che anche a lei piaceva
leccavo con energia avanti e dietro
entrando con un dito in figa e uno nel suo culo
mentre sentivo il suo dito che mi scopava e la sua bocca che lo prendeva fino alle palle
entrai con due dita nella sua figa, uno di una mano e uno di un'altra
poi le sfondai il culo con le stesse dita bagnate
e lì imparai che per entrare nel culo bisogna prima ammorbidire e bagnare, così non duole, anzi
sborrai in quella posizione e anche lei venne, forse più di una volta
e quando la mia sborra entrò nella sua bocca spinsi con la mano il suo dito tutto nel mio culo: sentivo una specie di contrazione nel culo che mi provocava un enorme piacere, dal culo al cazzo per tutto il tragitto e viceversa, e lasciai in quel momento litri di saliva sulla sua figa
urlai nel vero senso di parola dal piacere e lei usò la mano libera per afferrare il cazzo e spingerlo sempre più nella sua bocca, succhiando tutta la sborra
pulsavo davanti e dietro
la goduta fu veramente enorme e così per la prima volta compresi che c'erano modi particolari di godere, al di là dei pregiudizi assurdi su certe cose
7
2
18 anni fa
asprolimone,
37
Ultima visita: 18 anni fa
-
Voglia di nero
Quell’estate andammo al mare sulle coste atlantiche della Francia ed il nostro gioco preferito divenne
l’esibizionismo. Tutto nacque, come già era successo con Vittoria. Un tardo pomeriggio, seduti sulla
terrazza di un bar bevemmo qualche aperitivo di troppo, eravamo allegri ed eccitati e Laura mi chiese
di esprimerle una fantasia erotica. Le dissi che mi sarebbe piaciuto vederla mostrarsi in pubblico.
Detto fatto, quel giorno indossava un vestitino bianco leggero un po’ trasparente, andò in bagno ed al
suo ritorno si sedette accavallando le belle gambe, nel farlo tirò su il vestito e notai che aveva tolto le
mutandine, il pelo castano e riccio della sua fica apparve per un attimo. Sorrisi, si era proprio quello
che intendevo, il bar non era affollato, solo qualche coppia annoiata e stanca qua e la a riprendere le
forze prima della cena, un po’ scostato dai tavolini del bar notai un ragazzo nero, leggeva
distrattamente qualcosa e di tanto in tanto alzava lo sguardo per guardarsi intorno, forse aspettava
qualcuno o forse anche lui stava riposandosi su una panchina, era a torso nudo ed indossava dei
pantaloncini piuttosto attillati soffermai per un po’ il mio sguardo su di lui, inaspettatamente attratto
da quel fisico statuario. Solitamente non guardo gli uomini, ma era difficile staccare gli occhi da quel
ragazzo. Avrà avuto al massimo venticinque anni il corpo snello e una fascia muscolare asciutta. Era
al tempo stesso forte e delicato, il viso era lungo e le labbra carnose. Decisi che volevo vedere Laura
accarezzare quel corpo. Quando la guardai vidi che sorrideva, aveva notato dove si era fermato il mio
sguardo, nel frattempo aveva scavallato le gambe e tenendole un po’ aperte si era leggermente
spostata sulla sedia per mostrare la fica al ragazzo. Questi continuava nella sua lettura ma ad un
tratto, quasi come se subisse un richiamo alzò il viso dalla nostra parte e notò con un po’ di
imbarazzo il sorriso di Laura e soprattutto lo spettacolo che gli stava offrendo, rimase per un attimo
incredulo, battè le palpebre e si guardo intorno poi torno ad incollare lo sguardo tra le gambe di
Laura. Era chiaro che fosse in imbarazzo e non sapeva che pesci prendere. Laura col suo sguardo
malizioso ed il suo sorriso irresistibile alzò il bicchiere al suo indirizzo simulando un brindisi alla sua
salute. Il ragazzo si riscosse dalla sorpresa e si avvicinò al nostro tavolo, Laura gli sorrise facendogli
segno di sedersi con noi. Lucas (cosi si chiamava) si sedette, imbarazzato forse dalla mia presenza, di
fronte a Laura che per rompere subito il ghiaccio si occupò delle presentazioni “come mai un bel
ragazzo come te se ne stà tutto solo a leggere?” Lucas rispose che era arrivato quella mattina e che
aspettava l’arrivo di amici per il giorno seguente, ma che era contento di fare conoscenza di una
coppia così simpatica. Notai solo in quel momento che Laura oltre alle mutandine aveva tolto anche il
reggiseno e si era slacciata un paio di bottoni del vestito lasciando intravedere il suo seno morbido e
abbondante, notai la sua eccitazione dai capezzoli scuri che tendevano il tessuto trasparente del
vestito. In pratica era nuda davanti a noi. Lucas non le toglieva gli occhi da dosso ed io approfittai per
far scorrere il mio sguardo sul suo corpo, la sua pelle scura era liscia i muscoli addominali ben fatti e
contratti e dal pantaloncino si notava una notevole erezione che lui cercava di contenere. Mi stavo
eccitando, ero fiero che la mia donna suscitasse in un ragazzo cosi bello tutta quella eccitazione mi
trattenni dall’impulso di mettergli una mano tra le gambe. Intanto Laura parlava e si muoveva sulla
sedia in modo da mostrargli di tanto in tanto la fica che sicuramente si stava bagnando. Decisi che
volevo vedere mia moglie fare sesso con quel ragazzo. Quella sera invitammo Lucas da noi che
avevamo affittato un piccola villetta sulla costa. Lui accettò senza remore ed insieme ci avviammo
verso casa. In macchina Lucas si accomodo sul sedile posteriore, e Laura continuò a parlare con lui
rimanendo seduta a metà sul suo sedile mostrandomi così le cosce abbronzate. Parlava e rideva e con
apparente noncuranza, passando il braccio sopra la spalliera appoggiò un a mano sulla coscia di
Lucas che al contatto ebbe un sobbalzo. Laura rise divertita e gli disse di non preoccuparsi, “io e mio
marito siamo una coppia aperta, rilassati vedrai che ci divertiremo e passerai una serata
indimenticabile” Lucas mi sorrise nello specchietto aspettando un mio cenno, gli sorrisi a mia volta e
lo vidi rilassarsi. Arrivati a casa ci rifocillammo con un cocktail che ci mise su di giri. Laura prese in
mano la situazione e togliendosi il vestito disse che aveva bisogno di una doccia, nuda al centro della
stanza chiese a Lucas se volesse farla anche lui ed alla sua risposta affermativa gli si avvicinò ed
incominciò a sfilargli lentamente la maglietta che nel frattempo Lucas aveva indossato, mettendo a
nudo quel petto scolpito e la pelle lucida della schiena. Maliziosamente e delicatamente Laura fece
scorre le unghie sulla schiena di Lucas che chiudendo gli occhi si lasciò andare definitivamente.
Laura incominciò ad accarezzare voluttuosamente il petto di Lucas, poi si strinse a lui e baciandogli il
collo gli stampò i seni contro il suo corpo. Le mani di Laura andarono ad accarezzargli le spalle e la
schiena finendo per stringergli le natiche sode avvolte dal tessuto dei pantaloncini. Facendo pressione
su quel culo sodo, come solo i neri hanno, avvicinò il bacino di Lucas al suo e, a giudicare dalla sua
espressione, sentì l’erezione possente di Lucas contro il suo pube. Vidi Laura avvinghiarsi
maggiormente a Lucas incominciando a tempestargli il collo ed il petto di baci, si soffermo su un
capezzolo ed inizio a succhiarlo con trasporto, nel frattempo continuava a stringergli le natiche
saggiandone i muscoli. Comincio a scendere col viso verso il ventre piatto di Lucas facendo saettare
la lingua sulla sua pelle. Ad un tratto si inginocchiò davanti a lui venendosi a trovare col viso
all’altezza del suo membro ancora imprigionato nei pantaloncini. Laura affondò il viso nel tessuto ed
inspirò a fondo inebriandosi nell’odore di quel corpo di maschio nero. Lucas era visibilmente
eccitato, aveva chiuso gli occhi e godeva del lavoro sapiente di mia moglie. Anch’io ero
eccitatissimo, ero quasi ipnotizzato da quello spettacolo di due corpi perfetti che si muovevano
nell’armonia classica di movimenti erotici. In più il contrasto tra la pelle nera del ragazzo e quella
bianca, seppur abbronzata, di mia moglie era sconvolgente. Mi avvicinai a loro invidiando un po’
Laura, mi posizionai alle spalle del ragazzo ed un po’ timoroso di ciò che stavo per fare iniziai ad
accarezzare la schiena nuda di Lucas. Era come velluto, liscia e soda e a dispetto di quanto avessi
immaginato profumava delicatamente. Persi i sensi, chiusi gli occhi ed incominciai a baciargli le
spalle, poi la schiena e i fianchi, mi inginocchiai anch’io trovando il suo bel culo muscoloso davanti
al viso, ne saggiai la consistenza palpandolo delicatamente, era il culo di una statua. Lucas gemette
quando io e Laura decidemmo di mettere a nudo le sue grazie. Laura si ritrovo davanti il pene più
grosso e bello che avesse mai visto, gocciolante di eccitazione. La pelle nera lungo tutta la lunghezza
di quell’asta turgida diveniva color caffellatte sulla cappella gonfia e lucida. Lo prese con una mano
che a stento riusciva a contenerlo e socchiudendo gli occhi prese a tempestarlo di piccoli baci, di
piccoli colpi di lingua, di tanto in tanto lo spostava da un lato dedicando la sua attenzione ai testicoli
gonfi e duri. Io intanto mi ero ritrovato il culo nudo e perfetto davanti agli occhi. Presi a baciarlo e
mordicchiarlo, sentivo che poco a poco la tensione muscolare si attenuava, dopo un po’ divenne un
culo morbido e sodo. Indugiai a lungo con le labbra e con la lingua sul solco delle natiche finche non
le allargai delicatamente e vi tuffai tutto il viso inebriandomi del suo odore forte. Misi in azione la
lingua e saggiai la morbidezza ed il sapore dello sfintere stretto di Lucas. Il mio operato fu apprezzato
perche ad un tratto sentii la sua mano afferrarmi dietro la nuca affondandomi maggiormente il viso
tra le sue natiche. Affondai la lingua nel buchetto morbido ed assaporandone l’aroma pungente. Mi
eccitava da impazzire pensare che dall’altra parte c’era Laura intenta a succhiargli il grosso uccello.
Sentivo i risucchi della sua bocca ed i mugolii di piacere di Lucas. Decisi che volevo assaporare
anch’io quel bell’uccello, così mi portai accanto a Laura che se lo sfilò dalla bocca e me lo porse
sorridendo. Aprii la bocca inghiottendolo quanto più possibile era fantastico, enorme, per quanto mi
sforzassi, non riuscivo ad imboccarne più di un terzo. Pensai al piacere che avrei provato a prenderlo
nel culo. Mi avrebbe riempito fino alla pancia. Lucas si distese ed io rimasi tra le sue gambe a
succhiargli l’anima mentre Laura si accomodò a cavalcioni sul suo viso offrendogli la sua fica
succosa da leccare. Notai che Lucas aveva una lingua lunga e carnosa e la agitava nella sorca
sgocciolante umori di mia moglie che intanto si dimenava sul suo viso. Lucas le afferrò le natiche
polpose e l’attiro a sé penetrandola con la lingua. Poi iniziò una danza passandole la lingua nella fica
e nel buco del culo. Laura si apri le natiche. Vidi il piccolo buco aprirsi e la lingua di Lucas
scomparve al suo interno. Incredibile quel ragazzo la stava inculando con la lingua. Ero eccitatissimo
con quel cazzone che mi scorreva tra le labbra. Lo abbandonai per un po’ dedicandomi ai suoi
testicoli. Erano enormi anche quelli li succhiai avidamente ficcandomeli alternativamente in bocca.
Li leccai con trasporto, poi risalendo pian piano passai la lingua sull’interno delle cosce, sul ventre
piatto e muscoloso ed arrivai ad impadronirmi di un capezzolo. Ero disteso su di lui ed i nostri cazzi
si sfioravano. Era un bella sensazione li afferrai entrambi con una mano ed incominciai a masturbarli
insieme. Laura si girò ed alla vista dei due cazzi uniti ebbe un framito, stacco la fica dalla bocca di
Lucas e abbassandosi cerco di ficcarsi in bocca le due cappelle. Ci riuscì a malapena, inziò a lavorare
di lingua ed a succhiarli alternativamente. Ad un tratto Lucas mi sconvolse “lo voglio nel culo” disse.
Anche a lui piaceva prenderlo. Laura mi guardò con aria di chi dice “bè? Che aspetti?” mi tirai su
Lucas si posizionò alla pecorina e Laura guido il mio cazzo all’ingresso del buco nero di Lucas.
Incominciai a pompare quel bel culetto nero mentre Laura sotto di noi ci leccava le palle. Il cazzo di
lucas nel frattempo era rimasto durissimo cosicche Laura si accovaccio sotto di lui e se lo inserì nella
fica bagnata. Era un sballo, lucas scopava mia moglie ed io scopavo Lucas, ci muovevamo
ritmicamente muovendo le mani ognuno sul corpo dell’altro. Non durò molto, eravamo troppo
eccitati, cosicchè quando Lucas disse che doveva sborrare, io e mia moglie ci posizionammo in
ginocchio davanti a lui ed accogliemmo sui nostri visi e nello nostre bocche un denso ed
interminabile fiotto di sborra calda. Non avevo mai visto sborrare cosi tanto. Io e Laura unimmo le
nostre bocche sul cazzo di Lucas, assaporando le ultime gocce di quel nettare vischioso. Anch’io
sentivo la sborra salire dai coglioni. Lucas prese il mio posto e fu il mio turno di inondare quei volti e
quelle bocche della mia sborra. Il mio liquido bianco risaltava sulla pelle nera del ragazzo e fu uno
sballo vedere Laura passare la lingua a ripulire il viso di Lucas. Andammo finalmente a fare la doccia
ed approfittammo cosi per approfondire la conoscenza dei nostri corpi. Lavandoci a vicenda ognuno
accarezzava voluttuosamente il corpo dell’altro. Era una bella sensazione accarezzare quel corpo
perfetto di maschio nero, passare il taglio della mano nel solco delle sue natiche, incontrare le mani di
Laura, anch’esse intente all’esplorazione del corpo del ragazzo. Incominciai ad indugiare sul suo
sesso soppesando l’insieme del pene e dei testicoli. Struciando il mio corpo contro il suo mi rigirai ed
incominciai a sfregare le mie natiche sul suo uccello. La reazione non tardo ad arrivare, anche perchè
nel frattempo Laura si era impossessata della bocca carnosa di Lucas. La vedevo inserirgli la lingua
profondamente nella bocca oppure succhiare avidamente quel linguone carnoso. Lucas esibì
un’erezione se possibile più potente della precedente ed io cominciai a non poterne più dal desiderio
di prendermelo tutto nel culo. Lo sentii sussurrare nella bocca di Laura “mi sa che tuo marito è anche
più porco di me” Laura si avvicinò a me mi allargò le natiche e disse a Lucas “ Inculalo con la lingua
come hai fatto con me prima, fagli sentire che lingua lunga che hai”Lucas non se lo fece ripetere si
abbassò, affondò il viso tra le mie natiche aperte ed inserì la lingua nel profondo del mio sfintere
morbido ed aperto. Sentivo quel muscolo muoversi dentro di me e quasi non venni dal piacere. Mia
moglie mi inserì la sua lingua in un orecchio e mi sussurro con voce roca e sensuale “vedrai quando ti
prenderà il culo come godrai, voglio berti tutta la sborra mentre godi con un bel cazzo nel culo” Non
ne potevo più mi staccai da quella lingua ed afferrai il cazzone di Lucas portandomelo verso il culo.
Lucas non ebbe esitazioni, visto che avevo l’ano dilatato al massimo spinse con un colpo solo la sua
asta nelle mie visceri e cominciò a muoversi dentro di me. Davanti a me Laura si masturbava
furiosamente, eccitata dalla scena che aveva davanti, poi si tuffo col viso sul mio cazzo ed
incominciò a succhiarmi come raramente aveva fatto. Ebbi un orgasmo anale, riversando abbondanti
liquidi anali sul cazzo nero che avevo nel culo. Poi cominciai a sentire l’orgasmo montare verso la
punta del mio uccello immerso nella bocca succosa di Laura, non mi trattenni, mi abbandonai ad un
orgasmo incredibile tenendo l’ano stretto attorno al cazzo di Lucas. Riversai tutto il mio seme nella
bocca di Laura che non riuscì a contenerlo ed un rivolo bianco le scorse sul seno. Quando ebbi finito
la gurdai, aveva la bocca aperta piena della mia sborra che le colava dalle labbra,era un spettacolo. Le
dissi di non muoversi, mi sfilai dal cazzo di lucas e lo presi in mano dirigendolo verso la bocca di
Laura. Masturbandolo delicatamente sentii che il suo orgasmo era vicino, accelerai il ritmo fino a
quando un potente getto di sperma finì sugli occhi di Laura allora le appoggiai la cappella nera sul
labbro inferiore e guidai il getto caldo direttamente nella bocca aperta e piena del mio seme. La
miscela di sperma traboccò dalle labbra di Laura riversandosi sui seni e sulle cosce. Quando Lucas
ebbe terminato con un ultimo fremito la sua lunga sborrata, avvicinai la mia bocca a quella di Laura e
le infilai la lingua. Assaporai voluttuosamente quella miscela profumata. Laura serro la sua bocca
sulla mia e riverso tutto il liquido bianco nella mia gola. Succhiai fino all’ultima goccia e mi
avvicinai al viso di Lucas che ci osservava in estasi. Incollai le mie labbra alle sue e quando le ebbe
schiuse riversai al suo interno il nostro nettare. Buona parte fuoriuscì da un lato della sua bocca e
Laura si precipitò per non sprecarne neanche una goccia. Ci ritrovammo a leccarci e succhiarci le
rispettive lingue in un abbraccio a tre. Ad un tratto Laura disse “sono tutta sporca e appiccicata,
perché non provvedete a lavarmi?” e si accovacciò ai nostri piedi. Ci vollero pochi secondi e fu
inondata dai getti di piscio bollente che io e Lucas le riversammo sui seni sulla pancia e sul viso. Le
si masturbava e raggiunse l’orgasmo prima che noi avessimo terminato il nostro compito. Fù un
esperienza che ripetemmo spesso quell’estate, anche con gli amici di Lucas. Ma questo ve lo
racconterò laprossima volta.
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10
18 anni fa
nevada6,
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Ultima visita: 8 anni fa
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Voglia di pissing
Dopo esserci rilassati Vittoria, la nostra amante trans, stimolata dai due cocktail bevuti disse di avere
bisogno di fare pipì, la mia mente torno alla sera in cui l’avevo vista pisciare in quel modo tanto
eccitante ed i miei sensi furono assaliti dalla voglia perversa e del tutto insolita di ricevere quel suo
getto dorato sul mio corpo, sul mio viso, nella mia bocca. Fui preso da un senso di vergogna nei
confronti di Laura, che razza di marito era uno che desiderava farsi pisciare addosso da un trans? Per
un attimo cercai di combattere questa insana perversione ma non riuscivo proprio a trattenermi, cosi
dissi a Vittoria che l’avrei accompagnata in bagno, Laura mi sorrise mentre uscivo dal salone tenendo
Vittoria per mano. Entrai in bagno con lei che mi guardo con l’aria di aver capito cosa desideravo,
infatti mi guidò verso la vasca da bagno, mi fece entrare e mi disse di accovacciarmi tenendo il viso
verso di lei. Mi piaceva il suo modo di affrontare questo tipo di situazione in modo del tutto naturale.
Mi faceva sentire meno pervertito. Lei si posizionò sopra di me, guardavo quel corpo favoloso i suoi
seni coi capezzoli durissimi i fianchi generosi e la sua carne bianca e morbida, si volevo proprio che
quella creatura fantastica riversasse su di me la sua pioggia dorata e profumata, lo desideravo da
matti, mentre pensavo questo Laura apparve alle spalle di Vittoria e con la sua meravigliosa
espressione, tra il malizioso ed il perverso mi guardò compiaciuta, incollò le labbra sul collo di
Vittoria, poi da dietro le prese il pisello in mano e le disse “Dai bella, mio marito a sete, dagli da
bere!” Vittoria incominciò a pisciare mentre Laura dirigeva il getto di piscio caldo sul mio corpo,
sulla mia faccia. Aprii la bocca ed accolsi una sorsata di quel liquido caldo, conoscevo già il sapore
dell’urina in quanto anche con Laura a volte ci divertivamo a pisciarci addosso a vicenda prima di
scopare, ma il sapore del piscio di Vittoria sembrava diverso più gradevole forse per l’eccitazione.
Laura era visibilmente eccitata e dirigeva il getto di pipì su di me stringendo nella mano il cazzo di
Vittoria e strusciando il suo corpo su quello della nostra strana amica. Quando Vittoria ebbe
terminato era di nuovo eccitata ed il suo cazzo era di nuovo duro. Laura però le disse di mettersi
accanto a me nella vasca perché adesso toccava a lei svuotarsi. Vittoria le obbedì, ci sedemmo uno di
fronte all’altro e incominciammo a baciarci avidamente, Vittoria mi passava la lingua sul viso
raccogliendo gocce della sua pipì, intanto Laura salì coi piedi sui bordi della vasca posizionandosi
sopra di noi, gurdando verso l’alto vedemmo la sua figa aprirsi ed un getto violento e caldo ci inondò
continuammo a baciarci mentre nelle nostre bocche si riversava il piscio saporito di Laura era
meraviglioso. Vittoria mi toccava, mi stringeva il cazzo tra le mani, mi chiese in un sussurro se
volevo prenderlo dietro, le risposi che non vedevo l’ora, così bagnato di piscio mi posizionai alla
pecorina, Laura mi si avvicinò ed incominciò a baciarmi dolcemente le natiche poi, aprendomele fece
roteare la lingua sul mio sfintere impaziente, quando reputò che ero abbastanza lubrificato strinse con
una mano il cazzo di Vittoria guidandolo verso il mio buchetto. Abituato come ero alle dita di Laura,
non fu difficile per Vittoria penetrarmi, arrivò fino in fondo al mio culo ed iniziò a muoversi
ritmicamente dentro di me, mia moglie accarezzava le mie palle e quelle di Vittoria incitandola a
scoparmi.”dai fagli vedere come è bello prenderlo nel culo, fottilo per bene”. Era davvero bello come
diceva Laura sentivo quell’asta dura penetrarmi e mi piaceva da matti, sapere poi che mia moglie mi
guardava mi faceva impazzire. Vittoria si dimenò dentro di me per non so quanto tempo, avevo perso
qualsiasi contatto con la realtà godevo come un matto, nel frattempo Laura baciava ed accarezzava i
nostri corpi uniti, di tanto in tanto sfilava il cazzo di Vittoria dal mio culo e lo succhiava avidamente
assaporando i miei umori anali che, nel frattempo erano divenuti copiosi. Era anche lei eccitatissima,
girandomi la vidi succhiare i capezzoli di Vittoria poi alzò il viso e mentre la baciava le sussurrò nella
bocca “riempigli il culo della tua sborra calda” dopo qualche istante sentii il cazzo di Vittoria
irrigidirsi ed un fiotto caldo mi riempì le visceri. Laura la guardava estasiata mentre contorceva il
viso nell’espressione tipica di chi sta godendo. Ad un tratto Laura si stese supina sul pavimento e mi fece un cenno, intuii cosa mi stava chiedendo. Mi posizionai con le gambe allargate sul suo viso poi
mi abbassai su di lei ed aprendomi le natiche le riversai sul viso e nella bocca tutto lo sperma che
avevo dentro di me. Laura catturò fino all’ultima goccia quel nettare caldo e saporito dei miei umori e
ripulì il mio buco aperto lambendolo con la sua lingua. Adesso la volevo mi stesi su di lei e la
penetrai, nel frattempo le nostre lingue si incontrarono ed incominciarono a scambiarsi quel succo
denso che poco prima le avevo riversato in bocca. Vittoria ci guardava sfinita e bellissima e ci
incitava a godere. Quando sentii l’orgasmo avvicinarsi tirai fuori l’uccello e lo porsi nelle labbra
sapienti di Laura, Vittoria si avvicino e si unì a Laura, se lo passarono da una bocca all’altra finchè
non esplosi nella sborrata più bella della mia vita. Unimmo le nostre lingue in un lungo bacio saporito
di sperma, piscio ed umori anali. I nostri incontri con Vittoria divennero frequenti ci lasciavamo
andare a lunghe ore di sesso senza limiti e senza tabu impegnati solo a dare e ricevere godimento
eravamo un triangolo perfetto ed ogni depravazione diventava una cosa naturale e spontanea.
Prossimamente vi racconterò altre avventure mie e di Laura
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9
18 anni fa
nevada6,
44
Ultima visita: 8 anni fa
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Voglia di trans
Era da un po’ che il nostro rapporto si trascinava nella routine quotidiana, anche sessualmente non
avevamo granchè da inventare per stuzzicare i nostri sensi. Omai tra noi non c’erano più segreti,
conoscevo ogni centimetro del corpo meraviglioso di Laura e lei altrettanto. Stavamo insieme ormai
da anni e nel nostro piccolo mondo avevamo provato un po’ tutto. Sapevo ad esempio che Laura
impazziva per il rapporto anale, ma solo quando gli andava e, di tanto in tanto mentre stavamo
facendo l’amore mi diceva “Mettimelo dietro”, cosi si metteva alla pecorina e aprendosi le natiche
carnose mi accoglieva dentro il suo sfintere. Amava farsi leccare per dei momenti interminabili, si
apriva le grandi labbra e rimaneva in estasi sotto i miei colpi di lingua. Anche a me piaceva farmi
succhiare da lei e spesso le venivo in bocca, allora lei mi guardava con sguardo malizioso ed ingoiava
tutto golosamente poi veniva a baciarmi avidamente facendomi assaporare il gusto del mio
godimento. Sapevo che in questo c’era qualcosa di perverso in lei, un messaggio tipo “assaggia come
e buono il nettare del cazzo, dovresti provare anche tu!” Questa cosa mi sconvolgeva e mi eccitava
allo stesso momento, immaginavo di succhiare un cazzone enorme in compagnia di Laura e di leccare
tutto lo sperma dalla sua bocca impiastricciata, la cosa mi sconvolgeva!! Il problema era che il
pensiero di farlo con un uomo mi ripugnava. Incominciai cosi ad immaginare che l’uomo in
questione poteva essere un trans e la cosa incominciò a farsi ossessiva. Volevo avere un rapporto a tre
con un trans. Un giorno mentre facevamo l’amore le chiesi di raccontarmi una sua fantasia erotica, un
suo desiderio. “mi piacerebbe scopare con un altro uomo mentre tu ci guardi e ci lecchi e poi insieme
lo facciamo godere con la bocca passandoci la sborra da una bocca all’altra, mi piacerebbe vederti
succhiare un bel cazzo. Sono sicura che saresti un buon pompinaro e che ti piacerebbe anche
prenderlo nel culo, visto che godi tanto quando ti in filo la lingua o un dito mentre scopiamo”. Mentre
mi diceva queste cose esplosi in una sborrata incredibile inondandole la faccia! Lei mi sorrise e mi
disse “hai visto come ti sei eccitato al solo pensiero?” Per un paio di giorni non pensai ad altro, poi
una sera tornando a casa mi soffermai in un posto solitamente frequentato da trans, ne individuai uno
particolarmente eccitante, vestito con una minigonna rossa, calze nere tacchi a spillo ed un minuscolo
top nero che metteva in risalto due seni gonfi e sodi. La cosa che mi sconvolse fu che ad un certo
punto, sicura che la stessi osservando, si tirò su la gonna abbasso i minuscoli slip mettendo in mostra
un notevole uccello, poi girandosi mi mostrò un culo da sballo ed infine si accovacciò come una
donna e tirando un po’ indietro il pisello si produsse in una pisciata chilometrica. Tutto ciò ebbe il
risultato che quasi mi sborravo addosso. Vinsi le mie remore e mi avvicinai abbassando il finestrino
del passeggero. Vittoria (cosi si chiamava) era meravigliosa. Il suo viso aveva dei lineamenti dolci il
naso piccolo e due occhi verdi stupendi, dava parecchi punti a tante donne. Senza chiedergli quanto
volesse le dissi di salire. Mi guidò in un posto appartato ed incominciò a toccarmi la patta stupendosi
della mia erezione. Le dissi che volevo vederla nuda e ci accordammo sul prezzo. Si spogliò
completamente e mi sorpresi ad ammirare quel corpo da favola dalla pelle bianchissima con quella
particolarità stupenda tra le gambe: un uccello semi eretto di dimensioni di tutto rispetto. Incominciai
a baciarla dappertutto aveva un buon odore e la sua pelle era sorprendentemente liscia e vellutata, ero
eccitatissimo per la prima volta presi tra le mani il cazzo, era una sensazione strana ma
piacevolissima incominciai ad accarezzarlo poi impazzito dall’eccitazione lo avvolsi con le labbra ed
incominciai a succhiarlo avidamente. Aveva ancora il gusto acre dell’urina ma la cosa anziché
frenarmi mi eccitò maggiormente. Pensavo a quanto ero porco in quel momento: stavo succhiando un
cazzo duro e sporco di piscio e la cosa mi eccitava da morire, forse Laura aveva ragione. Intanto
Vittoria mi aveva messo una mano sulla nuca e dolcemente mi incitava a continuare, che ero bravo e
la eccitavo. Di tanto in tanto smettevo di succhiare e mi soffermavo a baciargli l’interno profumato
delle cosce la cosa sembrava piacergli particolarmente perché la sentivo fremere ad ogni mio bacio o colpetto di lingua. Decisi di andare oltre le dissi di girarsi ed incominciai a baciargli e mordicchiargli
le natiche poi allargandogliele scoprii un buchetto morbido e pulsante, non mi trattenni e vi affondai
la lingua. Il gemito che emise Vittoria era paragonabile ad un “continua ti prego” ma io non mi feci
pregare vi affondai quanto più possibile la lingua assaporando tutti i suoi umori. Mi sorpresi a sperare
di trovarvi tracce di sperma, cosa improbabile anche perché sentivo il vago odore-sapore di
lubrificante di preservativo, chissà quanti cazzi aveva già preso quella sera Vittoria. Intanto che
lavoravo di lingua masturbavo il cazzo ormai enorme di Vittoria che roteava il culo sulla mia faccia
affondata nelle sue natiche. Ad un tratto mi disse che se non la smettevo avrebbe sborrato. Mi
posizionai in modo da avere il suo bel cazzo lucido proprio davanti alla mia bocca e continuando a
masturbarla lo presi tra le labbra. Ci vollero pochi secondi la mia bocca fu inondata da un getto caldo
e vischioso del suo liquido, non pensai nemmeno per in attimo a sputarlo fuori, ma lo assaporai
golosamente e poi ingoiai tutto. Era acre, un sapore nuovo per niente buono, ma l’eccitazione lo
faceva diventare squisito. Vittoria si chinò su di me e mi mise la lingua tra le labbra dicendomi che le
era piaciuto moltissimo e che nessun cliente glielo aveva mai succhiato con tanto desiderio. Di uno
come me poteva anche innamorarsi. Poi con gesti femminilissimi porto la testa tra le mie gambe
prendendosi il mio cazzo in bocca. Con la mano mi stuzzicava i testicoli, di tanto in tanto me li
stringeva tra indice e police succhiandomeli, poi quando capì che stavo per esplodere mi inserì in dito
nel profondo del culo e mi fece sborrare nella sua bocca. Mi ripuli completamente di tutto il mio
sperma poi venne a baciarmi. Non aveva mandato giù una sola goccia del mio sperma, cosicche me lo
riversò in gola, poi stringendomi il mento con una mano mi passo la lingua sulle labbra
sussurrandomi di bere tutto, il mio sapore si mescolò al suo e mi rimase per giorni impresso nella
mente, ogni volta che ci pensavo dovevo masturbarmi. Non dissi niente a Laura di quella sera ma
sapevo che quanto prima Vittoria sarebbe entrata nel nostro letto. Qualche giorno dopo io e Laura
facevamo l’amore e fu lei a chiedermi di raccontargli una fantasia erotica. Le dissi che era molto
simile alla sua ma al posto dell’uomo c’era un trans. Laura si eccito come una forsennata, le piaceva
l’idea di lesbicare con una donna con l’uccello e mentre stava per venire mi ficco due dita nel culo e
la lingua in bocca. Era fatta, il giorno dopo passai dal luogo dove batteva Vittoria, ci appartammo e le
spiegai la situazione sulle prime rimase delusa che nella mia vita ci fosse già una donna ma poi, forse
già eccitata mi disse che le sarebbe piaciuto fare questa esperienza. Arrivammo a casa dove Laura ci
accolse con il suo carattere frizzante e premuroso, fece i complimenti a Vittoria per la sua bellezza e
la conquistò subito con la sua femminilità. Divennero immediatamente complici e vidi che Vittoria si
lasciava sedurre dal fascino e dalla bellezza di Laura. Chiacchierammo per un po’ di frivolezze farcite
di doppi sensi, giusto per toglierci un po’ dall’imbarazzo della situazione poi Laura prese le redini del
gioco. Incomincio con i paragoni tra i loro corpi, tipo chi delle due avesse le tette più grandi o più
sode e nel frattempo iniziando maliziosamente a toccare Vittoria sulle braccia nude o sulle gambe
scoperte, poi con la scusa di annusare il suo profumo affondò la testa nel collo di Vittoria
incominciando a baciarla con desiderio. Per me fu come un trauma, ero geloso ed eccitato davanti a
me si stava svolgendo uno spettacolo degno di un film porno e le attrici erano mia moglie e la mia
amante trans! Stavo per venire senza nemmeno toccarmi. Mi ripresi e mi unii allo spettacolo
portandomi dalla parte opposta a quella di Laura cominciai anche io a baciare avidamente il collo e le
spalle di Vittoria che era visibilmente in paradiso. Con movimenti uguali Io e Laura incominciammo
a tempestare il corpo di Vittoria di baci linguate e carezze. Fu eccitantissimo quando le nostre lingue
si incontrarono nella bocca di Vittoria che faceva fatica a contenerle, con le mani dietro le nostre
nuche guidava le nostre teste lì dove desiderava essere baciata e slinguazzata finchè ci trovammo
faccia a faccia io e Laura con il cazzo turgido di Vittoria tra noi due. Ci guardammo con occhi pieni
di desiderio ed iniziammo a far danzare le nostre lingue attorno alla cappella rosea e lucida di Vittoria. Era bellissimo passarsi quel cazzo da una bocca all’altra assaporando il dolce liquido che di
tanato in tanto usciva dal taglietto sulla cappella. Misi una mano tra le cosce di Laura trovai la sua
figa allagata dall’eccitazione e decisi che era venuto il momento di vedere mia moglie scopare con un
bel cazzo che non fosse il mio. Dissi a Laura di stendersi di tirar su le gambe ed aprirsi la figa. Laura
aveva una figa bellissima e quando Vittoria la vide in quella posizione le si avventò sopra per
leccarla. Era ciò che volevo, Laura distesa a gambe aperte e Vittoria alla pecorina che gliela leccava
Mi avvicinai al culo profumato di Vittoria e incominciai a leccarla. Il buchetto del culo si contraeva
sotto i colpi della mia lingua e le sue palle dure fremevano nella mia bocca, dalla punta del suo bel
cazzo continuava ad uscire del liquido vischioso che io assaporavo con avidità. Quando mi resi conto
che Vittoria rischiava di venire nella mia bocca dissi a Laura di mettersi alla pecorina poi presi con
una mano il cazzo di Vittoria e lo guidai fin dentro la figa di Laura che lo accolse con un gridolino.
Stupendo. Mi posizionai supino col viso tra le gambe di Laura, godevo di uno spettacolo splendido, il
cazzo durissimo di Vittoria entrava ed usciva dalla figa allagata della mia donna ed io leccavo
avidamente i loro sessi uniti mi soffermavo sul clitoride in fiamme di Laura e sui testicoli duri di
Vittoria che mi sbattevano sulla faccia, intanto Laura si era impadronita del mio cazzo e lo succhiava
avidamente. Ad un tratto un grido ed un fremito prolungato di Laura mi fece capire che aveva avuto
un orgasmo violento, il suo viso era sconvolto da spasimi di godimento come raramente l’avevo visto
durante i nostri giochi di sesso. Si staccò da quell’asta ancora in piena erezione e fradicia dei suoi
umori vaginali con un gesto della testa mi fece capire le sue intenzioni. Avvicinammo le nostre
bocche al cazzo di Vittoria ed a turno lo spompinammo con dolcezza Laura mi guardava con malizia
mentre risucchiavo la cappella nelle mie labbra producendo un singolare rumore, mi disse “amore, sei
nato per spompinare cazzi, mi eccita da morire guardarti mentre lo succhi, ora voglio vedere come
lecchi la sborra!”Queste parole ebbero per me un effetto esplosivo e venni tra le mani di Laura che
nel frattempo aveva preso a masturbarmi. Vittoria, anche lei eccitata dalle parole di mia moglie
l’accontento immediatamente scaricandomi sul viso e nella bocca un fiume di sborra caldissima,
Laura era estasiata da quello spettacolo che tanto aveva desiderato tanto che venne di nuovo, poi si
avvento anche lei sul cazzo di Vittoria ed incominciammo a ripulirlo della sborra con le nostre lingue
che si incontravano per catturare ogni goccia di quel nettare bianco. Tutto fini con un lungo bacio
profumato di sperma. Eravamo appena all’inizio, bevemmo qualcosa e riprendemmo le forze
chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto Vittoria stimolata dai due cocktail bevuti disse
di avere bisogno di fare pipì, la mia mente tornò alla sera in cui l’avevo vista pisciare in quel modo
tanto eccitante ed i miei sensi furono assaliti dalla voglia perversa e del tutto insolita di ricevere quel
suo getto dorato sul mio corpo, sul mio viso, nella mia bocca. Ma questa è una storia che vi
racconterò un'altra volta. Scrivetemi per dirmi se questo racconto vi è piaciuto
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7
18 anni fa
nevada6,
44
Ultima visita: 8 anni fa
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Il gusto forte del camionista
Mi eccita essere guardata e desiderata da maschi in calore. uno dei miei passatempi preferiti o se volete dei miei terreni di caccia preferiti sono le superstrade e le autostrade. E così ogni tanto mi metto tutta in ghingheri e decido di andare lungo una superstrada vicino a casa mia per mostrare le mie grazie ai camionisti di passaggio esibendomi in scosciate mozzafiato per fargli alzare il livello d’infoiamento.
Di solito giunta all’inizio della superstrada mi fermo alla prima piazzola e mi sistemo un pò il trucco, mentre guardo con la coda dell’occhio dallo specchietto retrovisore se sopraggiunge la sagoma di qualche camion.
Distinguo le luci nella notte che inconfondibili segnalano l’arrivo dei bisonti. La mia tattica consente nell’aprire la portiera, scendere lentamente dall’auto scosciandomi e, sculettando andare a controllare i fari anteriori piegandomi per far ben vedere attraverso lo spacco vertiginoso del vestito il mio culo, ogni tanto qualche camion passa sottolineando il suo apprezzamento con uno colpo di clacson prolungato.
Quella sera eseguii il mio piccolo show all’arrivo di due camion, lo spostamento d’aria del primo contribui ad alzare completamente il vestito mettendo allo scoperto per intero il culo e offrendo al camion in coda una visione completa senza veli. Il tipo si attacca al clacson e accenna una frenata.
Arriva un altro camion, mi appoggio al cofano della macchina e alzo la gonna scoprendomi tutta la coscia per sistemare il mio tanga, e whoao..., il tipo quasi inchioda attaccandosi al clacson, poi non riuscendo a fermarsi prosegue lentamente continuando a suonare ad intermittenza, sarà forse un invito? E sia, sono curiosa di vedere com’è il tipo. Rientro in macchina e lo seguo per un po', poi lo supero lentamente, accendendo la luce dello specchietto retrovisore scosciandomi contemporaneamente, il maiale si rifà gli occhi e comincia a lampeggiarmi nervosamente facendomi capire che vuole provare la selvaggina. Sono calda e vogliosa di un bel cazzone, perciò decido di vedere come và a finire.
Gli faccio capire di seguirmi e lo porto fino ad una stazione di servizio lungo la superstrada dotata di un ampio piazzale di sosta, una volta arrivati mi fermo sull’angolo estremo del piazzale e quando lui si ferma davanti alla mia macchina scendo scosciandomi e facendogli vedere gran parte delle mie grazie. Mi avvicino alla sua cabina con passo lento e ancheggiando vistosamente. Il tipo si affaccia dal finestrino incuriosito, mi chiede che ci faccio in giro per strada di notte e io gli rispondo sorridendo che mi piace provocare i camionisti.
Fortunatamente sembra che al porco non dispiacciano i trav, oppure è talmente arrapato che pur di scaricare il suo uccello non bada tanto al sottile. Fatto sta che spegne il motore e scende dalla cabina, mettendosi proprio difronte a me; è giovane, sulla trentina, fisico asciutto capelli corti, vestito con un paio di pantaloncini corti ed una maglietta fantasia con maniche corte. Mi dice che sono due settimane che non scopa e dall’accento intuisco che è napoletano; allora mettendogli una mano sul bozzo e palpando la consistenza, gli rispondo che è giunta l’ora di scaricare tutto lo sperma accumulato.
Ci spostiamo dietro al camion riparati da occhi indiscreti: mi appoggio ad una gomma e gli tiro giù i pantaloncini tirandogli fuori un cazzo già mezzo duro di dimensioni interessanti, mi chino difronte al suo bastone e me lo metto lentamente in bocca iniziando un bel pompino. Il suo cazzo ha un sapore forte, evidentemente un po' di sudore accompagnato da qualche pisciata ne hanno reso il gusto più porcino, meglio l’odore di maschio è più gustoso e mi arrapa di più. Gli lecco i testicoli salendo sù lungo l’asta del suo cazzo che si indurisce ancora di più prendendo delle dimensioni ragguardevoli. La sua cappella è gonfia e turgida di un rosso vivace; Gennaro (così si chiama il maioalone) mi prende la testa e mi guida nei movimenti del succhia, succhia, gemendo di piacere e dandomi della puttana. Riesce a stento a trattenere lo sperma perchè vuole incularmi, allora mi fermo e sfilatomi il cazzo dalla bocca mi rialzo strusciandomi a lui, chiedendogli di pazientare un attimo. Vado alla mia macchina e prendo della crema che metto un po' sull’ano. Poi ritorno verso Gennaro e alzatami la gonna mi tolgo lentamente il tanga e mi appoggio ad una ruota del camion offrendogli il mio culo.
- Forza amore vediamo come mi scopi- lo incito mentre lui con il cazzo in mano si avvicina e me e lo punta diritto nel buco, infilandomelo dentro ed affondandolo liscio come il burro; non avverto nessun dolore mentre il porco incomincia a fottermi con vigore, le sue stantuffate sono regolari e profonde facendomi sentire il suo cazzo dentro così bene che mi sembra che ci voglia infilare anche le palle. Mentre mi scopa così calorosamente con una mano mi scosta il vestito e mi inizia a tastare un seno mentre con l’altra mi tiene saldamente il fianco. Sono bagnata e stò per godere, lo stallone stà facendo un lavoro eccezionale tant’è che lo incito a non fermarsi. Entrambe siamo al massimo dell’eccitazione, ora Gennaro, che continua a fottermi, mi stringe entrambe i seni mentre con la punta della lingua mi stuzzica il lobo dell’orecchio, non riesco più a trattenermi e vengo mentre lui mi dice che ho un culo fantastico e che starebbe lì a scoparmi tutta la notte, mentre mi dice questo i miei umori mi colano tra le cosce ma stranamente la voglia di scopare non mi è passata tant’è che continuo a incitarlo.
Oramai sento che è al limite perciò mi faccio sfilare il cazzo dal culo e chinandomi me lo metto in direzione della mia faccia continuando a masturbarlo fin quando esplode con un getto di sperma caldo e denso che mi investe il viso e il petto, colando giù tra i seni tutti di fuori.
Sono intrisa di sperma su ogni parte del mio corpo, mai ne avevo avuto tanto in una serata.
Gennaro soddisfatto mi fa i suoi complimenti e gentilmente mi dà delle salviette umidificate per pulirmi un pò, poi prima di andarsene ci scambiamo rispettivamente i nostri numeri di telefono con la promessa di risentirci al più presto.
-Certo che ci vorrebbero degli stalloni del genere più spesso- dico a Gennaro che così gentile e mi spiega che anche altri suoi colleghi hanno un debole per i Trav.
-Purtroppo incontri come questo sono molto rari e trovare una Trav bella e focosa come te sono ancora più rari-, Gennaro mi lusinga tanto da spingermi a fargli una domanda, chiedendogli di sentire se in zona c’è qualche collega suo coetaneo che ha voglia di scopare, e lui non se lo fà ripetere due volte, prende la radio e si mette in contatto con un paio di colleghi che si trovavano da quelle parti si stavano dirigendo nella nostra direzione. Per radio dice loro di aver incontrato una femminiella tutto pepe con un bel culo caldo e accogliente ed una bocca che sembra un bella figa calda.
I due per radio chiedono le coordinate per il randez-vous, e mentre Gennaro gli stà dando le indicazioni io gli calo giù i pantaloncini e riprendo a massaggiargli l’uccello già mezzo duro. Gennaro per radio comunica l’operazione che stà subendo e dall’altra parte si sentono le voci dei compagni che lo incitano a tenermi occupata mentre loro arrivano.
Chiusa la comunicazione riprendiamo a strusciarci a vicenda mischiando i nostri umori. L’odore di sesso si fà più intenso mentre Gennaro con la sua lingua si mette a stuzzicarmi i capezzoli, mentre con la mano mi palpa il culo. Dopo circa dieci minuti, erano circa le tre di notte, entrano nel piazzale due Tir che si vanno a parcheggiare vicino a quello di Gennaro. Per un attimo ci fermiamo e subito il mio stallone mi rassicura dicendomi che sono i suoi amici.
Mentre ho il cazzo di Gennaro in bocca, vedo arrivare due uomini, uno e un po' grasso, porta una canottiera ed è con un paio di pantaloncini, mentre l’altro porta due baffi ed è già senza niente sotto, praticamente con il suo uccello che gli ciondola tra le gambe già mezzo duro.
Mario e Giuseppe, si presentano mentre per un attimo io mi tolgo il cazzo di Gennaro dalla bocca per salutarli e invitarli a partecipare all’orgia. Giuseppe che si trova già pronto si avvicina a me e mi struscia il suo cazzo sulla faccia invitandomi a prenderglielo in bocca. Con movimenti lenti e sinuosi inizio a leccare la cappella di Giuseppe mentre continuo a masturbare il cazzo di Gennaro. Ho tre maschi da soddisfare tutti per me non mi pare vero, mi sento circondata da cazzi in tiro pronti a scoparmi e a inondarmi di sperma.
Mentre alterno le mie prestazioni orali, dividendomi tra i cazzi di Gennaro e di Giuseppe, Mario che non tradisce il suo aspetto robusto con una cazzo di dimensioni molto interessanti si è fatto diventare duro il bindellone godendosi lo spettacolo, ma ora reclama la sua parte di bocchino. A questo punto mi sollevo e mi metto alla pecorina facendomi mettere davanti Mario e Gennaro mentre Giuseppe si appresta a infilarmi da dietro.
Proprio mentre inizio il mio pompino a Mario sento il cazzo di Giuseppe che entra nel mio culo iniziando a stantuffare con vigore, Gennaro lo incita a scoparmi e chiede come gli sembra il mio culo, Giuseppe si lascia andare a complimenti coloriti che interrompe bruscamente perchè stà per godere, e difatti tirando fuori il cazzo dal culo mi sborra sulla schiena con un getto potente e caldo. A questo punto tocca a Mario, per lui decido di farmi scopare alla francese, il suo cazzo mi prende ed entra lentamente cominciando un movimento sussultorio vivace, mi tiene ben stretti i fianchi mentre Gennaro mi porge il suo uccello che prendo e continuo a masturbare, Giuseppe dal canto suo mi strofina il cazzo suoi fianchi incitando Mario a scoparmi. L’incitamento deve aver fatto effetto a tutti e due tant’è che
Mario mi sfila l’uccello dal culo mettendosi difronte a me assieme Gennaro, mentre io mi abbasso per ricevere lo sperma di tutti e due che arrivano quasi in contemporanea dando luogo ad una vera e propria cascata di sperma che mi bagna tutta, prendendo a colarmi da tutte le parti.
Alla fine tutti e quattro siamo sfiniti ma pienamente soddisfatti, io di aver trovato in una sola notte tre stalloni simpatici e maiali, e loro di aver incontrato una trav calda e aperta a soddisfare le loro voglie porcine.
Che notte indimenticabile.
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18 anni fa
Lucrezia1Borgia193715, 44
Ultima visita: 9 anni fa