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Grecia 1 estate 2010
In parte storia vera, in parte sentito dire, in parte fantasia
Ero in Bulgaria per lavoro quando mi arrivò una telefonata da Denise, era da mesi che non la sentivo, anni prima mi aveva introdotto quando lavoravo a Londra nel mondo fetish, era stata per quasi un anno la mia schiava e c’eravamo divertiti (qui vale la pena aprire un altro capitolo) dopo i saluti mi disse “ Siamo in una villa pazzesca in Grecia, villa isolata sul mare con piscina, ci serve un uomo e ho pensato a te, che dici ? riesci a venire almeno per il weekend ?” non dissi altro, conoscendo Denise sapevo di cosa si trattava, ogni tanto mi mandava foto, dopo varie esperienze nel fetish sapevo che si era fermata in una “House”, ci pensai su e visto che il lavoro era terminato dissi di si.
Arrivai nella casa di notte, verso mezzanotte, la casa era bellissima, grande, una bella piscina e quasi sul mare, anche se l’ora era tarda c’era un gran caldo, quando arrivai andammo tutti in cucina per le presentazioni, io visto il gran caldo mangiai frutta, visto il lungo viaggio.
Mentre mangiavo Denise tenne le presentazioni, c’era Pio e Pia (per facilità di nomi) i proprietari della casa e insieme a Denise gli organizzatori della House, erano più anziani di me almeno di 10 anni ma era una coppia in forma, lei bionda, bassa con un gran seno, lui basso un po grassoccio, poi c’era Masha 1 e Masha 2, erano quasi identiche, bionde, magre, e giovani, della stessa età di Denise sui 28 anni, anche se identiche una era inglese e l’altra era bielorussa, Denise mi disse poi che erano lesbiche, vivevano insieme ma le piacevano anche i cazzi, tutte le donne erano con slip e seno nudo, tranne Denise che era completamente nuda, non mi meravigliai la conoscevo era il suo modo di stare.
Dopo aver parlato per un po’ per farmi conoscere, ed essendo ormai ora tarda, tutti andarono a letto, e quando dissi a Pio “io dove dormo ?” Pio mi rispose “Non ci sono posti assegnati, tutti dormono dove vogliano, con chiunque e quando uno vuole, è una regola della House, poi Denise ti spiegherà tutto”
Denise venne nel mio letto, mi spiegò velocemente le regole, mi disse che il giorno dopo sarebbero arrivate altre due coppie, ma il rapporto era troppo sbilanciato con troppe donne, quindi aveva invitato me, sapendo di fare una bella figura, poi mi disse che doveva dormire con Pio e Pia, e uscendo dalla stanza alla mia domanda “ma io domani come devo comportarmi ?” mi disse “Niente, sole, piscina e sesso libero senza pudore…riposati domani vedrai ti divertirai…benvenuto nella casa, sei piaciuto subito a tutti…”
Rimasi scettico, ma mi fidavo di Denise, quando lavoravo a Londra mi introdusse nel mondo fetish iscrivendomi in un famoso sito, lei aveva attraversato tutte le parti di quel mondo, era stata una modella fetish, con foto esplicite in atteggiamenti quasi sado, poi avevamo deciso che fosse la mia schiava, io potevo farle fare tutto quello che volevo e lei doveva ubbidire, naturalmente si fidava di me, anche perché io viaggiavo spesso, mi raccontava tutto, mi mandava tutte le foto che si faceva così io gliele conservavo catalogandole, e l’unica cosa che mi eccitava quando non ero a Londra era “voglio la foto della tua figa adesso” cosa che lei faceva immediatamente anche se era al lavoro, poi dopo di me divenne la terza partner di coppie, poi si diede alle corde e catene, poi alle candele e tutto il resto, poi mi disse che alla fine era entrata in questa House, dove erano circa 10 uomini e 12 donne e facevano servizi fotografici “porno” a tema, tipo olimpiadi, rivisitazioni di famose pubblicità, il G20 visto sotto la loro ottica, ecc ecc e ogni tanto mi mandava qualche foto, mi disse anche che pubblicavano tutto su un sito e quadagnavano anche.
Presi le pillole di guaranà fatte dalla mia amica farmacista brasiliana e mi addormentai stanco
Al mattino mi alzai alle 7.00, mi misi dei pantaloncini e andai in cucina per fare colazione, mentre bevevo il caffè arrivo Masha 2 (la biolorussa) completamente nuda, figa liscia mi baciò in bocca e si prese parte del caffè, si sedette e disse che la regola era di stare nudi, io mi alzai immediatamente e mi tolsi i pantaloncini, dopo il caffè dissi “io sono nuovo qui, che significa sesso libero ?” lei rise, si avvicinò, mi aprì le gambe, si inginocchiò e guardandomi mi prese il cazzo in bocca, lo sbocchinò ben bene e appena mi divenne duro, smise e si alzò, sempre guardandomi, io dissi “ok adesso ti saluto io” lei subito alzò una gamba, mise il piede sulla mia gamba e portò la sua figa sulla mia bocca, e io iniziai a slinguazzare con impeto, quando iniziò a godere, lei si spostò e disse “dopo, adesso devo portare il caffè a Masha 1, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, trattieniti “
Dissi che dovevo fare e mandare via dei report urgenti e ritornai in camera a lavorare sul computer.
Verso le 10 terminai, il caldo era aumentato, andai in cucina e vidi che tutti erano fuori nudi, chi sulle sdraio chi in acqua, presi un caffè e li raggiunsi, tutti mi salutarono con calore, passai cicino a tutti per salutare, sembrava un set di un film porno, Denise era con me, Pio, Pia e Masha 1 erano insieme, Masha 2 era in acqua, dopo i primi convenevoli, mi buttai con Denise in acqua e incominciai a giocare con loro, dopo una nuotata mi sedetti sul bordo piscina a vedere Denise e Masha che nuotavano nude, mi raggiunse sul bordo Pio e si sedette vicino a me, mi chiese come andava, se avevo dormito bene e mi spiegò un po’ le regole di comportamento, poche per la verità: sesso libero, si poteva sborrare dentro la figa e in bocca, il culo solo su richiesta della donna e ognuno dormiva dove voleva, i posti fissi non esistevano, Denise era l’addetta alle foto e filmati, per poi metterli in rete, nel loro sito, ci guadagnavano anche, anche se spese e guadagno alla fine era pari a 0, poi mi disse che sicuramente mi avrebbero accettato nella House, ma doveva sentire gli altri, io accettai.
Mentre parlavamo arrivarono dalla piscina Denise e Masha 2, noi eravamo seduti sul bordo, Denise si avvicinò e mi disse “ti sono mancata come schiava?” risposi subito con un bel si, e lei infilandosi tra le mie gambe incominciò a succhiarmi il cazzo, dicendo a Masha “te lo avevo detto che ne valeva la pena” Masha annuì, disse che lo aveva già assaggiato, si girò e incominciò a succhiare il cazzo a Pio, mentre noi ancora parlavamo dei dettagli.
Ci chiamò Pia, era con Masha e voleva provarmi, ci alzammo e andai da Pia, anche se più grande di me era ancora una bella donna, piccola con un gran seno, arrivai da lei, la slinguazzai un po poi visto che Masha le leccava la figa gli misi il cazzo in bocca e lei inziò a succhiare, poi si girò e gli infilai il cazzo nella figa da dietro, Pio glielo mise in bocca e Masha continuava a leccare qualsiasi cosa, Denise arrivò a scattare foto, io lo mettevo dove capitava, figa bocca, poi arrivo anche Denise e Masha prese la camera per le foto.
Mentre eravamo indaffarati, arrivò un'altra coppia, Claudio e Claudia, Pio gli andò incontro e la Pia iniziò a parlare con loro, si spogliarono in un battibaleno e si unirono a noi, Claudio aveva la stessa età di Pio, mentre Claudia era coetanea a Denise, era piccola, mora, un bel seno, belle gambe, nel gruppo ero io atletico, alto, sono bianco ma ho la pelle molto scura, sono senza peli di natura e rispetto agli altri ero anche meglio dotato, notavo che le ragazze mi invitavano spesso, per la gioia di Denise che era orgogliosa di me.
Mentre ci scambiavamo i saluti con i nuovi arrivati notai che Masha 2 stava uscendo dal acqua, il pompino del mattino e quella sua bocca piccola mi erano rimasti impressi, cosi mentre lei si stava sdraiando sul lettino la raggiunsi, volevo solo invitarla in acqua, ma lei appena arrivai, spalancò le sue splendide gambe, io a quella viste mi inginocchiai e incomincia a leccargli la figa, ero veramente eccitato, e facevo tutto con decisione, lei lo capi si sedette e mi prese in bocca il cazzo, intanto arrivo Denise a fotografare e ogni tanto interveniva, finito di succhiarmi il cazzo Masha mi guardò e mi disse “scopami” cosa che feci molto lentamente, la limonai bene, poi iniziai a spingere il cazzo sempre più in fondo e sempre più rapido, Denise non riusciva a interrompermi e inizio a scattare foto, Masha mi guardo e mi disse “sborra dove vuoi, in figa o in bocca” poi si abbandonò in estasi, io prosegui sempre scopando con decisione, mentre lei godeva, arrivò anche Claudia ridendo, quando sentii la vagina di Masha che si gonfiava venni come una fontana, metà in figa e metà sulla pancia, una sborrata violenta e massiccia, Claudia mi toccava le palle, e Denise posata la macchina si mise a leccare il mio sperma per baciare poi Masha che era ancora in trance,
poi Claudia leccò la figa a Masha e Denise la limonava.
Avevo portato due bottiglie di Gin per i Gin Tonic, tutti ne bevevano come fosse acqua, tranne io, io mi trattenni, bevvi solo un bicchiere.
A mezzogiorno il caldo era aumentato, e andammo tutti sotto la veranda di fianco alla cucina, pronti per mangiare qualcosa, intanto era arrivata l’ultima coppia, Martina e Martino, una bellissima coppia, sui 30 anni tutti e due, lei stupenda, una slovacca, bionda alta, occhi azzurri, gambe alte, un culo perfetto, bellissima, poteva fare la fotomodella tranquillamente, una figa imperiale, e anche allegra e simpatica, lui un inglese simpatico bel fisico ma non molto alto, ci presentammo e con lui ci fu subito intesa, eravamo quelli che tenevano la compagnia, dopo mangiato ci sdraiammo tutti sotto il portico io con Denise e Masha, Martina e Martino in piedi che raccontavano storie delle loro ultime avventure, io intanto ammiravo il corpo nudo di Martina che intanto tirò fuori il suo nuovo vibratore preso in Germania e lo faceva vedere a tutti noi, naturalmente Denise se lo provò su di lei, mentre io la aiutavo e tutte le altre si avvicinarono per vedere e provare, la scena era bellissima, piena di risate, fighe aperte e altri vibratori che uscirono per essere provati e testati, mentre ci divertivamo, Martina si sedette vicino a me, la limonai per presentarmi, lei ammirò il mio cazzo che era duro come il marmo, si piego e iniziò a succhiarlo, poi fu interrotta, e alzandosi mi disse “poi mi scopi ? “dissi “certamente”. Denise era sempre di fianco a me, e teneva sempre il mio cazzo in mano e ogni tanto a turno qualcuna si sedeva al mio fianco per scambiare due chiacchere e ogni tanto mi sbocchinava, io leccavo tutte le tette e fighe che mi si avvicinavano, poi vidi che Martina era in mezzo a Pio e Claudio che la stavano scopando, Martino scopava Masha 1 e 2 e così io scopai Claudia, mentre ogni tanto arrivava qualcuna per intervenire.
Poi appena il sole calò andammo tutti in piscina, a giocare, il gioco era un uomo a turno bendato sul bordo e le ragazze che a turno lo sbocchinavano e chi era bendato doveva indovinare di chi era la bocca, poi volevano fare il contrario, una ragazza bendata a turno e doveva indovinare di chi era il cazzo, ma tutti mi dissero che io non potevo competere perché facilmente riconoscibile, tra le mie proteste e risate generali.
Quando finimmo di giocare io i avvicinai a Martina, la presi la portai sul lettino, lei apri le gambe subito e io la penetrai subito, Martina oltre ad essere una strafiga era anche una macchina da guerra, la avevo già vista al opera, la scopai davanti, poi le leccai la figa e gli misi di forza il cazzo in bocca, tutto in fondo, la giravo e rigiravo, venne solo Denise per fare foto, poi mentre la scopavo mi disse se volevo incularla, e potevo sborrare dove volevo anche in bocca, non riuscii a incularla ma feci una scopata da urlo, Denise fotografava e ogni tanto la limonava, sborrai in figa, tirai fuori il cazzo e glielo misi in bocca e lei inizio a succhiare, godeva perché Claudia gli aveva infilato il vibratore in figa e culo, e lei continuava a godere.
Io mi misi ad ammirare Lei, Claudia e Denise, intanto avevo preso la macchina e iniziai a fotografare, gli uomini erano sfiniti, io avevo ancora il cazzo duro, ma fotografavo, le ragazze erano scatenate, avevono messo Pia in mezzo e si divertivano su di lei con vibratori e leccate, poi passarono a Martina, poi a Claudia, io ogni tanto intervenivo mettendo il cazzo o in bocca o scopando chi mi apriva le gambe.
Venne sera e rimanemmo sempre nudi a bordo piscina, mi parlarono dei loro progetti da realizzare per il sito, io gli diedi qualche idea, poi andammo a dormire, in una giornata io avevo scopato 5 ragazze nuove e Denise ancora, mai successo. Io mi misi a dormire con Masha 1 e 2, Pio e Pia dormirono con Denise e Claudio e Claudia con Martino e Martina insieme, ma visto che noi ogni tanto noi ridevamo, ogni tanto veniva qualcuno e si univa a noi.
Il giorno dopo fu la stessa giornata, io per fortuna continuavo a prendere il Guaranà, quelle fuori commercio, con Martina appena ci incrociavamo erano leccate, ma anche con tutte le altre.
A fine weekend dovetti partire, mi dissero che sicuramente potevo fare parte della House, e ne sono ancora iscritto.
Nelle foto ne ho poche con il mio viso, io ho fotografato a tutte la figa in primo piano, e quando le rivedo mi eccito ancora.
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2 years ago
willywin,
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Un gioco davvero speciale.
Mi chiamo Elisa, ho quarant'anni, sono sposata con Marco che ha la mia stessa età e abbiano due figli, di dieci e cinque anni. Sono considerata una bella donna, alta di media statura, un bel seno, capelli neri lunghi, labbra sensuali e, come dice mio marito, ho la carne nei punti giusti, che modella bene i miei fianchi, al punto da esser considerata una donna molto attraente. Lavoro come architetto in uno studio che si occupa di progettazione e realizzazione di immobili. Insieme a me lavorano altre persone, che si occupano anche di progettazione di arredamenti di interni. Marco è un bel maschio, alto, spalle forti, moro, occhi scuri, un bel fisico asciutto e, fra le gambe, a una buona dotazione, che sa usare molto bene. Lavora come imprenditore edile ed ha una sua azienda, che dirige personalmente. La storia che voglio raccontarvi è cominciata più di due anni fa. Era un periodo in cui le cose non giravano per niente fra me e lui. Lo vedevo assente, preso ad inseguire qualcosa che non riuscivo a capire cosa potesse essere. Il sesso, poi, fra noi, era diventato alquanto sporadico. Rapide sveltine o scopata in cui, a malapena, riuscivo a raggiungere il piacere. Ero giunta alla conclusione, che potesse avere un’altra donna. Di questo ne ero assolutamente certa, ma quello che ero curiosa di sapere era chi potesse esser la zoccola. Quando eravamo insieme, lui continuamente scambiava messaggi con lei e, una volta che gli ho chiesto chi fosse la persona con cui chattava così assiduamente, la sua risposta era stata semplicemente: cose di lavoro. Era impossibile controllare il suo cellulare, perché ogni volta che lo lasciava inseriva il pin e, poiché non lo conoscevo, era impossibile accedere ai dati. Però, come dice un vecchio detto 'il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi', un giorno ho trovato la pentola scoperta. Era una domenica mattina e, mentre ero indaffarata a preparare il pranzo, lui era seduto sul divano nel salone, continuando a messaggiare con la puttana. Ogni tanto faceva qualche sorriso compiaciuto, indice del fatto che si stava veramente divertendo. Improvvisamente hanno suonato al citofono, era mia suocera che voleva che lui scendesse per aiutarla a prendere una cassa, contenente quelle che io definivo 'le reliquie di famiglia'. Era una serie di vasi e piatti di porcellana che i miei suoceri, dopo aver venduto l’appartamento in città ed essersi trasferiti nella loro casa al mare, avevano deciso di lasciare in casa nostra, perché, nella casa al mare, c’era sempre tanta gente ed era alto il rischio che quei 'preziosi manufatti' si rompessero. A me non piacevano per niente quelle porcellane, ma, come sempre, dovevo far buon viso a cattivo gioco. Lui, nel rispondere a sua madre, aveva lasciato il telefono appoggiato sul tavolo. Appena sceso, io, curiosa ho preso il telefono ed ho trovato una pagina non chiusa, ma ridotta ad icona. Quando ho riaperto la pagina, mi son travata davanti il suo profilo in un sito di incontri per singoli/e e coppie scambiste. Son rimasta basita nel vedere che lui aveva un profilo da singolo e stava massaggiando con una puttana, il cui nickname era 'FarfallaXX'. Subito la mia rabbia è esplosa così forte da farmi contrarre lo stomaco e, dopo un momento di sbalordito stupore, ho preso il mio cellulare ed ho fotografato il suo profilo con il suo nickname, compreso quello della puttana. Giusto in tempo di rimettere il telefono sul tavolo, dopo aver chiuso la pagina, che lui è entrato insieme a mia suocera e, insieme, sono andati a porre quella preziosa reliquia in uno stanzino, adibito a scarpiera, ben lontano dal rischio che i miei figli avessero potuto danneggiare ciò che era contenuto all’interno di quella scatola. Ho scambiato qualche sorriso e battuta di cortesia con mia suocera, lei se ne è andata velocemente, perché il suocero aveva l’auto ferma in doppia fila. Durante il pranzo non ho mangiato quasi nulla, perché ero così arrabbiata che lo stomaco era completamente chiuso. Dopo aver sistemato la tavola, mentre il bastardo se ne stava seduto sul divano, insieme ai figli, tutti intenti a veder le partite di calcio, sport di cui sono tutti quanti appassionati, io son andata in camera nostra, mi son seduta sul letto, con le spalle appoggiate alla testiera. Ho aperto il mio notebook e sono andata alla ricerca di quel sito per incontri. Subito mi son resa conto che, per accedere ai profili, era necessario esser registrati e, quindi, ho eseguito tutte le operazioni per farne parte. Non era richiesto granché: una mail, un nickname, qualche foto, alcune frasi di presentazione ed altri piccoli dettagli, come la regione di provenienza, la città o il paese di residenza. Ho riflettuto attentamente ed ho assunto la ferma decisione di creare un mio profilo. Per prima cosa ho creato una mail nuova e segreta, poi ho cercato, nella memoria del mio notebook, alcune foto di me in costume da bagno dell’estate precedente e, dopo averle selezionate, ho utilizzato Photoshop per modificarle. Modestamente sono molto brava ad usare quel programma, perché nel mio lavoro è di uso quotidiano e, quindi, ho modificato le mie immagini in maniera da rendermi assolutamente irriconoscibile. Ho addirittura cambiato il colore dei miei capelli da neri, in biondi. Ho reso irriconoscibile tutto ciò che mi circondava e tutto quello che poteva, in qualche modo, esser ricondotto a me, come anelli, bracciali, o altre cose da me indossate. Poi ho cercato un nickname e, poiché non mi veniva in mente niente di originale, mentre riflettevo, ho accarezzato la collana di perle che avevo al collo, e, in un attimo, ho avuto l’idea che cercavo: mi sarei chiamata semplicemente "Perla". Ho inserito il nome della nostra regione, ma ho deciso di barare sulla città, inserendo una località vicino alla mia, così da rendere ancora più difficile la mia identificazione. Ho eseguito la registrazione inserendo tutti i dati richiesti, e, dopo qualche minuto, mi è arrivato il link che confermava la mia avvenuta iscrizione. Ho aperto la pagina del sito e subito sono andata a cercare il profilo di Marco e, dopo averlo trovato, ho scoperto che si era registrato come singolo ed aveva inserito poche righe di presentazione. Si definiva un singolo, ben dotato, di bell’aspetto, disponibile a giocare con singole o coppie. Mentre leggevo tutto questo, il mio umore è diventato ancor più nero. Poi la mia attenzione è stata attratta dal numero delle sue amicizie, fra cui spiccavano molte coppie ed anche alcune singole. Una di loro era la troia con cui lui continuava a messaggiare, perché, seppur intento a guardare le partite di calcio, era ancora connesso con lei. Ho preso ad esaminare le foto della puttana. Ve ne erano più di una ventina e ho cominciato a sfogliarle ed a guardarle una ad una. Le prime mostravano la puttana a cosce aperte ed a culo all'aria e, su una di queste, ho notato un piccolo dettaglio, parzialmente coperto. Era un piccolo tatuaggio sul polso destro, una piccola chiave di violino. Ero sicura di averlo già visto su qualcuno che conoscevo, ma, in quel momento, non mi veniva in mente chi fosse. Poi vi erano alcune foto dove la maiala scopava con un uomo e, analizzando bene le immagini, ho capito che era quel bastardo di mio marito. Sfogliando la foto successiva, mi sono accorta di un dettaglio che mi ha subito incuriosito. La maiala era a cosce aperte in ufficio e mostrava di non indossare l’intimo, ma la cosa che era stata parzialmente cancellata molto male, era qualcosa che era appesa alla parete della stanza. Utilizzando il cursore, ho trascinato la foto fuori dal sito e l’ho messa sul desktop. Sì, l’ho letteralmente rubata. L’ho aperta con Photoshop ed ho ritagliato il dettaglio e l’ha ingrandito per poterlo vedere meglio. Non c’era dubbio: era un attestato di merito rilasciato ad una persona che conoscevo benissimo: quella gran puttana della mia collega Mara. Nonostante fosse parzialmente sfocato, si leggeva benissimo il suo nome. Inoltre ho selezionato un altro piccolo dettaglio di quella foto: una lettera M, di colore blu, appesa ad un bracciale parzialmente coperto. Il colore della lettera era rovinato su una delle gambe della M ed io stessa avevo fatto rilevare alla collega quel difetto, ma lei mi aveva risposto che, sì, se ne era accorta, ma era troppo affezionata a quella lettera, per cambiarla. In quel momento pensavo che fosse la iniziale del suo nome, invece ora mi rendevo conto che, forse, era la M di Marco. Si dice che tre indizi fanno una prova ed io, ora, ero certa che Farfalla XX, fosse quella puttana della mia collega che, durante l’ultima cena in occasione delle festività del Natale passato, era stata sempre a flirtare con mio marito: ero nera come la pece. Improvvisamente sono stata distratta da quei miei pensieri dalla voce di mio figlio più piccolo, che è entrato in camera.
«Mamma, papà ha detto di vestirti, che usciamo per mangiare un gelato.»
Ho chiuso tutto e ho spento il mio notebook. Ho indossato un paio di Jeans, una T-shirt e un semplice giacchetto con ai piedi un paio di sandali normalissimi. Siamo usciti a piedi per il paese e, dopo pochi minuti, eravamo a passeggio lungo la via principale. Per volere di Marco, ci siamo seduti sui tavolini esterni della gelateria più rinomata del paese. È un posto che adoro, perché il gelato è molto buono. Il proprietario è Roberto, un amico di vecchia data di Marco. Si conoscono da tanti anni ed hanno condiviso anche molte cose insieme, come la passione per la bicicletta, fin quando, un giorno, Roberto non è caduto e ne è uscito con un brutto ricordo che porta ancora alla sua mano destra: una brutta cicatrice a forma di X prodotta da una bottiglia su cui lui è andato ad impattare, cadendo dalla bici. È lui stesso che viene a prendere le nostre ordinazioni e, naturalmente, non perde l’occasione per scherzare con Marco ma riferendosi a me.
«Caro amico. La tua donna è sempre più bella.»
È un bell’uomo, dall’aspetto carismatico, ma questo suo modo di esprimersi, lasciando intendere sempre qualche doppio senso, mi infastidisce. È consapevole del suo fascino e lo esercita in maniera alquanto disinvolta. È sposato con una donna che, invece, è quanto di più scostante e superba si possa trovare. È la classica donna altezzosa, che guarda tutti dall’alto al basso, consapevole del suo stato sociale e della sua ricchezza, che deriva dal fatto che suo padre aveva fondato il ristorante che c’è nel retro di questo bar-pasticceria, ed ora anche gelateria, molto rinomato in zona. Mentre sto mangiando il mio gelato, ad un tratto comprendo il motivo vero per cui siamo usciti e ci siamo seduti così in bella mostra. Seguendo lo sguardo di Marco, vedo arrivare quella grande zoccola di Mara. Ora capisco perché il bastardo ha voluto uscire e mettersi seduto proprio qui, perché, essendo domenica, aveva voglia di vedere la sua puttana. La zoccola indossa una mise alquanto eccentrica. Una minigonna, dei tacchi alti da 12 cm, ed una camicetta bianca, sotto cui si intravede il reggiseno dello stesso colore. È nell’insieme una bella donna, con i capelli neri a caschetto ed un bel fisico slanciato e snello e so per certo che, in ufficio, sono molti a desiderare di portarsela a letto. Lei viene verso di noi e, con finta indifferenza, saluta me e i miei figli, mentre lancia una lunga occhiata verso Marco. Mentre si sporge a baciarlo, lui la invita a mettersi seduta e, allora, noto un altro piccolo dettaglio che avevo intravisto in una delle foto sul suo profilo: una farfalla colorata che lei porta appesa al collo, come collana. Faccio dei sorrisi di cortesia e battute abbastanza allegre per cercare di minimizzare il mio stato d'animo piuttosto agitato: nel mio intimo li vorrei strozzare tutti e due. Dopo aver consumato il gelato e parlato del più e del meno, con lei che, ignorando quell’idiota di suo marito, che da bravo cornuto la asseconda in tutto e per tutto, lancia l’idea di andare a mangiare una pizza in un locale giù, verso il mare. Faccio notare a Marco che, se andiamo al mare, rientreremo abbastanza tardi e i nostri figli, il giorno dopo, dovranno andare a scuola. Pensavo di avergli suggerito una buona scusa per rifiutare, ma lui, dopo un attimo di riflessione, mi gela con le sue parole.
«Che problema c’è? Passano tutta la settimana insieme a tua madre, per cui, se anche stasera li lasciamo a lei, non vedo che difficoltà ci sia.»
Azzerata! I due si scambiano un’occhiata d’intesa, mentre io mi sento veramente esclusa. Passiamo la serata con loro due che monopolizzano tutti i discorsi, mentre io, e quel cornuto di suo marito, siamo solo delle comparse.
Durante la notte, medito la vendetta. Il pomeriggio del giorno successivo, mentre sto aspettando un cliente, apro momentaneamente il mio notebook e vado a dare uno sguardo al mio profilo sul sito. Sono stupita! Ho ricevuto migliaia di messaggi, di richieste da parte di singoli che anelano a portarmi a letto, a sfondarmi tutta, a riempirmi di sborra ed a farmi mangiare km di cazzo. Prendo a depennare molte di quelle generose offerte. Mentre cancello, uno dopo l’altro, tutti questi aspiranti stalloni, la mia attenzione si concentra su una foto di un uomo dall’aspetto familiare. Vorrei approfondire, ma l’arrivo del cliente mi costringe a soprassedere. Quando torno a casa, è ancora presto e così dedico ancora qualche minuto a quel profilo. È un singolo del mio paese e analizzo alcuni particolari che permettono di capire chi è in realtà: è Roberto. Son sicura che sia lui e così inizio un breve scambio di saluti. Lui mi risponde quasi subito e incomincia a farmi domande cercando di capire chi possa esser io. Si sviluppa un gioco tra di noi, fatto di piccole astuzie, depistaggi e snervanti tira e molla. Gli racconto che conosco delle persone nel suo paese, tra cui anch’io. Lui insiste, perché vorrebbe far sesso con me.
«Calma! Si fa presto a dire voglio far sesso con te! Hai idea di quanti in questo sito mi hanno offerto la stessa cosa? Io sono molto esigente e selettiva! Tu, cosa hai da offrire? E, soprattutto, come fai a dimostrarmi che sei un vero toro, capace di fare le corna a mio marito?» Mi elenca una serie infinita di situazioni, avventure e, soprattutto, mi offre qualsiasi garanzia, ma io continuo a tenerlo in tensione. Mentre chatto con lui, mi ricordo che, nel computer di casa, ho foto e video di quando a mio marito piaceva molto riprendermi, mentre scopavamo, oppure di immortalarmi in pose sexy e provocanti. Con una pennetta USB trasferisco tutto il materiale nel mio notebook e, dopo averlo “sterilizzato“, eliminando ogni possibile elemento che possa, in qualche modo, farmi riconoscere, gli invio una foto di me nuda. La cosa lo fa impazzire. In risposta, mi invia foto del suo cazzo e devo ammettere che è abbastanza ben dotato. È un po’ più corto di quello di Marco, ma, in compenso, è molto più largo. Mi bagno nel vedere quella grossa verga, che mi viene offerta. Con questo gioco di tira e molla, andiamo avanti per circa 6 mesi. Durante tutto questo periodo, lui mi ha inviato dei video sulle sue performances con le sue troie occasionali e, in più di una occasione, sono riuscita ad identificare la puttana che si stava scopando. Alcune sono anche persone insospettabili del mio paese. Naturalmente tutto questo aumenta in me la curiosità, oltreché l’eccitazione e, nello stesso tempo, la soddisfazione di sapere che vi è una persona che bramerebbe avermi fra le sue braccia. Inoltre, durante questo periodo, ho parallelamente mantenuto un discreto contatto anche con mio marito, che, a sua volta si è proposto per scoparmi. Mi ha fatto uno strano effetto sapere che voleva scoparmi, quando ogni notte mi ha nel letto e mi ignora completamente. In maniera subdola, ma molto accattivante, sono anche diventata amica di 'Farfalla XX'. È da non credere come, nascosti dietro una tastiera, si possa interagire con persone che si conoscono e che si frequentano nella vita di tutti i giorni. Dopo un primo approccio, con lei è nata una certa complicità e, quando le ho detto che conoscevo Elisa, lei mi ha detto cosa pensava di me, senza sapere che stava parlando proprio con quella persona.
«È una brava collega ed è anche una bella donna, ma non sa valorizzarsi. Veste sempre in maniera molto formale, quando, in realtà, ha un corpo che, se opportunamente valorizzato, darebbe dei punti a tante che si credono avvenenti. In ufficio, sono molti a desiderarla, ma restano spiazzati dal suo disinteresse. Questo, naturalmente, a me fa molto piacere, perché lei ha uno splendido marito. Ti posso assicurare che è un bel maschio, che sa usar proprio bene la splendida dotazione che ha fra le cosce.»
Naturalmente, ho concordato con lei sulla sua descrizione nei miei confronti e, poi, con il tempo, sono riuscita a scendere nei dettagli ed a capire che la loro tresca durava già da mesi. Sentivo dentro di me ribollire la rabbia e, nello stesso tempo, ho cominciato a farla interessare anche a Roberto. Le ho detto, in confidenza, di esserci già andata a letto e gli ho mostrato la foto del suo cazzo grosso e duro. La maiala ne è rimasta alquanto colpita e, lentamente, ha cominciato ad interessarsi a lui sempre con la mia complicità, mentre, gradualmente, stava cominciando a diradare le uscite con mio marito. La cosa cominciò a riempirmi di immenso piacere e Marco, un sabato sera, mi ha chiesto di andare a ballare in una discoteca, distante dalla nostra città. È un posto dove andavamo molto spesso, sia da fidanzati che dopo sposati. Negli ultimi giorni, prima di questa novità, lo avevo visto alquanto nervoso e triste e, tramite la chat, avevo scoperto che la collega aveva rinunciato ad uscire con lui. Per l’occasione mi ero preparata davvero bene. Avevo indossato il mio abito nero elasticizzato, che modellava molto le mie forme. Sotto indossavo solo uno perizoma sottilissimo, quasi invisibile, che era letteralmente sparito nel solco delle natiche. Nella parte superiore, non avevo indossato nessun tipo di reggiseno ed i miei seni potevano muoversi liberamente, sfregando i capezzoli sul tessuto, che li faceva divenir duri e ben visibili. La parte alta del vestito era tenuta, sul seno, da due sottili strisce di tessuto, che andavano ad annodarsi dietro la nuca. Completavano la mise, delle autoreggenti nere con un pizzo alto circa 10 cm e, ai piedi, avevo calzato delle scarpe con tacco 15. Guardandomi allo specchio, vedevo un'eccezionale strafiga! Per tutto il viaggio, Marco è stato in silenzio e, una volta giunti nel parcheggio, prima di scendere, si è girato verso di me e, come accadeva in passato, ha ripetuto le stesse regole che ci davamo ogni volta che venivamo a ballare in questo posto.
«Ok, divertiamoci! Dentro il locale, come sempre, è zona franca e tutto quello che facciamo dentro il locale, non è assolutamente da giustificare. Puoi fare quello che vuoi e la stessa cosa farò io. Quando sei stanca, ce ne andiamo.»
Era la nostra regola in passato e mi ha emozionato sentirla di nuovo reiterata in questa serata, che per me era speciale. Siamo entrati, ci siamo messi a ballare e, ben presto, ho perso il conto di quanti cazzi si sono strusciati sul mio culo, di quante mani mi hanno accarezzato, più o meno volutamente. Molto spesso ho ballato insieme a lui e, più di una volta, mi sono accorta che c’era sempre qualche puttanella che si strusciava abbondantemente contro di lui, ma, stranamente non mi sentivo gelosa, perché era esattamente questo lo spirito del nostro accordo. Ad un tratto, ho notato che lui era sparito e così ho un fatto il giro del locale cercando di capire dove potesse trovarsi. Quando ero quasi in prossimità del bagno, dopo circa una ventina di minuti che lo cercavo, ho visto che lui è uscito ed è andato verso il nostro tavolo. Mi sono girata per non farmi vedere e, passando davanti al bar, ho preso due drink e, mentre mi accingevo a tornare al tavolo, ho visto una di quelle puttanelle, che si era ripetutamente strusciata su di lui, che usciva dal bagno. Sono rimasta stupita dal fatto che, anziché esser gelosa o adirata, mi son sentita veramente orgogliosa: il mio uomo si era scopato una puttana e sicuramente l’aveva fatta godere! Quando son tornata al tavolo, gli ho dato da bere, lui mi ha guardato ed ha sorriso; dopo aver bevuto un po’ del nostro drink, il DJ ha proposto delle danze latino-americane. Noi siamo due fanatici di questo genere musicale e, senza nessuna esitazione, abbiamo preso a ballare. Onestamente, più che ballare, è stato uno strusciare il mio corpo contro il suo cazzo, che ho sentito molto duro. Alla fine della musica, ero eccitatissima e, stringendomi a lui, gli ho chiesto di andare a casa. Lui mi ha preso per mano e siamo usciti; abbiamo preso la superstrada che porta a casa nostra. Ad un tratto, ho sentito forte il desiderio di fare una cosa che, in passato, mi piaceva molto, dopo le serate in discoteca: mi sono allungata su di lui, gli ho aperto la patta dei pantaloni e, dopo avergli tirato fuori la sua splendida verga, ho iniziato a lavorargliela con la bocca.
Modestamente sono molto brava a far pompini, grazie proprio alla pazienza che ha avuto nel farmi perfezionare quella tecnica. Ho sentito sul suo cazzo il sapore di un’altra donna e questo mi hai eccitato ancor di più. Ho infilato in gola quella ventina di centimetri di carne viva, che sentivo fremere tra le mie labbra. Lui mi ha lasciato giocare per un po' con il suo cazzo, poi ha fatto una deviazione ed è entrato nel piazzale di un distributore, andandosi a sistemarsi nell’angolo più defilato e buio. Senza dir nulla, ha fatto scorrere indietro il sedile del suo grosso SUV ed io, senza perdere la presa su quel cazzo, sono salita su di lui e, con un semplice gesto, me lo sono infilato tutto dentro, fino in fondo. Sentire la verga di mio marito dilatare le labbra della mia fica e scivolare tutto, fino in fondo, e sbattere con forza contro il mio utero, mi ha provocato un orgasmo istantaneo. Ho spalancato la bocca e son riuscita a pronunciare solo qualche parola.
«Oh sì!… Io… Vengo!… uhumum!»
Lui ha sciolto il nodo dietro il mio collo e, quando ha abbassato il vestito, ho schiacciato il mio seno contro il suo viso. Ho sentito il mio corpo esser percorso da una scarica elettrica così potente, che mi ha fatto fremere come una foglia al vento. La sua voce mi ha fatto godere ancora di più.
«Certo che devi venire! Ti voglio scopare come una troia!»
L’ho guardato un attimo negli occhi e, poi, gli ho risposto nello stesso tono.
«Certo che mi devi scopare come una troia! Voglio godere così tanto che, quando torno a casa, voglio raccontare a quel cornuto di mio marito che un vero toro mi ha sfondato e riempito tutta! Quel porco, questa sera, forse si scopa un’altra donna!»
Lui, dopo qualche secondo, ha preso a scoparmi, spingendo il bacino in alto, in maniera da far sbattere il mio corpo contro l'imperiale dell’auto. Ho preso a godere ininterrottamente, urlando il mio piacere. L’ho abbracciato con forza mentre godevo e, urlando, lo incitavo.
«Più forte! Scopami più forte! Fammi sentire che sei un vero toro! Sfondami tutta!»
Sembrava impazzito. Poi, ad un tratto, mi ha stretto forte, mi ha abbracciato e baciato con passione. Ero scossa da un ennesimo orgasmo quando, improvvisamente ho sentito il mio ventre, che si riempiva di calore. Era appena venuto dentro di me.
Dopo quella sera, le nostre cose sono riprese sempre in meglio. Anche il sesso era tornato ad esser bello ed appagante e, in me, avvertivo come un senso di colpa per esser presente su un sito per scambisti, laddove avevo notato che lui ne aveva cancellato il profilo. Ero tentata di far la stessa cosa anch’io, ma ero continuamente pressata dalle insistenti richieste di Roberto di volermi incontrare, e allora ho deciso che avrei portato avanti ancora un po’ il gioco, fino a togliermi un certo sfizio che mi era venuto in mente. Mantenendo il mio anonimato, ho fatto in modo che lui potesse incontrare Mara. Ho fatto in modo che all’incontro ci fossi anch’io, tanto per sviare i sospetti su di me e cercare, in qualche modo, di offrire a lui la possibilità di corteggiarla. Roberto non si è lasciato sfuggire l’occasione e, a partire da quel momento, ha cominciato a corteggiare Mara, in maniera sempre più assidua. Lei era un po’ indecisa e allora io giocavo su entrambi i tavoli. Gli consigliavo le risposte, facendogli dire le cose che piacevano a lei. Pian piano l’ho esortata a rispondergli giusto per gioco e poi mi facevo raccontare quello che non le andava nel comportamento di lui. Quindi, da abile regista, con la scusa di un incontro di lavoro, son riuscita a lasciarli da soli. Ci siamo visti nel suo locale un lunedì che era chiuso e, appena entrata insieme alla mia collega per vagliare un progetto di ristrutturazione, cosa che, in realtà, era solo una scusa per farli conoscere, ho finto una chiamata e mi sono allontanata, lasciandoli soli. Quella sera stessa, lui mi ha contattato nella chat. Gli ho chiesto come era andata con la mia collega e lui mi ha detto che avevano iniziato a dialogare bene ed a lungo. Lei era rimasta molto affascinata da lui e, sempre con la scusa del progetto, si sarebbero rivisti dopo qualche giorno. Naturalmente ho chiesto la stessa cosa a lei e mi ha risposto che era molto combattuta dal desiderio di cedere alle sue lusinghe, ma, nello stesso tempo, era un po’ titubante perché, in ogni caso, essendo dello stesso paese e lui noto come un dongiovanni, aveva qualche dubbio a intessere una tresca con lui. Naturalmente ho giocato ancora una volta su entrambi i tavoli e per circa due mesi; quando lui, un lunedì sera, mi ha detto di aprire la mail e, dopo aver visto il filmato che mi aveva inviato, lo avremmo commentato insieme. Ho fatto quanto richiesto ed ho visto il filmato ripreso dalla telecamera interna del ristorante. Erano entrambi all’interno del locale chiuso e lui ha cercato di baciarla, ma, inizialmente, Mara ha provato a far la preziosa, cercando di sottrarsi al bacio.
«No! Dai, che fai! Lascia perdere ci conoscono tutti! Potrebbe vederci qualcuno! Lo facciamo un’altra volta. Qui no, ti prego!»
Per un attimo, mi son meravigliata nel vedere che lei, in qualche modo, frapponeva una strenua resistenza, ma poi, ad un tratto, quando lui è riuscito a baciarla ed a infilarle una mano fra le cosce, lei si è lasciata andare. L'ha messa sdraiata sopra un tavolo e, quando si è inginocchiato fra le sue cosce per leccarle la fica, si è girato verso la telecamera, quasi a voler precisare che la stessa cosa l’avrebbe fatta volentieri anche a me. Ha fatto gemere e godere la mia collega, leccandola per bene ed a lungo. Lei ha avuto un lungo orgasmo, che lui ha assaporato, dissertandosi a quella fonte di piacere da cui sgorgava nettare prelibato. Poi si è alzato in piedi e, dopo aver spogliato quasi completamente la mia collega, le ha messo in bocca il suo grosso cazzo. Le teneva le mani sulla testa e le imponeva il ritmo della pompa, spingendo il suo grosso cazzo giù per la gola di Mara.
«Ingoialo tutto, troia! Ti voglio scopare in bocca, come una puttana! Succhialo e leccalo per bene!»
Lui, mentre parlava, si era di nuovo girato verso la telecamera, facendomi capire che questo poteva essere il trattamento che avrebbe potuto riservare anche a me, se avesse avuto la fortuna di avermi fra le mani. Vedevo gli occhi di Mara riempirsi di lacrime, mentre lui quasi la soffocava spingendo la sua grossa verga in fondo alla sua gola. Poi, improvvisamente, l’ha sdraiata sul tavolo e, appoggiate le sue cosce al petto, l’ha penetrata con un solo affondo. Ho visto il corpo di Mara sobbalzare verso l’altro e i suoi seni sballottare su e giù, per tutte le volte che lui le spingeva con forza, quasi con rabbia, il suo cazzo dentro.
Ha preso a scoparla come un toro scatenato. Mara ora godeva e il suo piacere, andava sempre più aumentando. L’ha scopata e l'ha fatta venire diverse volte, poi, quando ha visto che lei era frastornata dal piacere, l’ha fatta scendere dal tavolo e l’ha fatta mettere con le gambe per terra ma distesa, piegata su di esso. Si è posizionato fra le sue chiappe ed ha iniziato a spingere quella grossa verga nel culo di Mara, che cercava, in tutti modi, di sottrarsi a quel violento amplesso.
«Sta ferma, troia! Ti spacco il culo a mio piacimento! Te lo voglio sfondare tutto! Perché sei una puttana, una grandissima zoccola!»
Anche in questo caso ha guardato verso la telecamera e mi era chiaro il significato di quelle sue parole, indirizzate a me. Lei dopo un iniziale momento di dolore, ha preso a godere di culo e lui, con fare sadico, ha preso a sculacciarla e insultarla ancor di più, sempre guardando verso la telecamera, mentre inveiva contro di lei.
«Guarda che grandissima zoccola! Lo prendi nel culo alla grande. Sei una puttana! Te lo voglio spaccare tutto questo culo!»
La scopava con colpi devastanti e, ad un tratto, si è sfilato da lei e, dopo averla presa per i capelli, l’ha fatta inginocchiare per terra davanti a lui, mettendo bene il viso in mostra davanti alla telecamera, le ha fatto aprire la bocca ed ha preso a sborrarle addosso.
«Apri la bocca, puttana! Bevi tutto, fino all’ultima goccia!»
Le ha riversato in faccia e addosso un'ingente quantità di sborra, poi ha fatto una cosa che mi ha ulteriormente sorpreso: dopo averla afferrata per i capelli, l’ha trascinata un po’ più distante, avvicinandosi in qualche modo alla telecamera, e poi ha preso ad urinare sulla sua faccia. Mara era stravolta, mentre lui con fare sadico e, guardando sempre intensamente verso la telecamera, ha continuato ad insultarla.
«Adesso ti lavo, puttana! Facevi tanto la difficile ed invece ora ti lasci trattare come una grandissima baldracca!»
Dopo averla trattata in maniera così dura, ha preso dei teli e l’ha aiutata a ripulirsi, accompagnandola in bagno. Mentre lei era intenta a darsi una ripulita, lui si è girato verso la telecamera ed ha fatto il gesto di "OK?" con un dito, scandendo con le labbra la frase: 'appena ti metto le mani addosso, sarà questo che succederà anche a te!'
Finito di guardare il video, son tornata a chattare con lui e, quando mi ha chiesto cosa avevo provato nel vedere la mia collega trattata in quel modo, gli ho risposto che io ero di tutta un’altra pasta. Ho cercato in qualche modo di farmi raccontare dalla mia collega come era stata l’esperienza con lui, ma lei è rimasta molto sul vago, dicendo semplicemente che era stata una bella scopata.
Dopo questo episodio, è sorta in me la forte convinzione di abbandonare il gioco, e, col passare dei mesi, lui ha continuato in tutti modi a cercare di capire che io fossi, ma ancora non c’è riuscito. Da qualche tempo, ho evitato di rispondere ai suoi messaggi e, stranamente, quando mi incontra in giro per il paese, se sono sola, nemmeno mi rivolge la parola e questo a me va benissimo, perché aumenta ancor più il desiderio di lasciar perdere.
È stata una bella esperienza, durante la quale son riuscita a capire diverse cose, una delle quali è che, nascosti dietro una tastiera, siamo tutti leoni, cioè tutti cacciatori e prede.
Tutto però dipende da come ciascuno decide di interpretare il proprio ruolo.
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2 years ago
baxi18, 55
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La casa in campagna (la svolta)
Giugno 2021,Riesco finalmente a organizzare un pomeriggio con il mio Padrone nella casa di campagna,allora mi preparo di tutto punto per farmi trovare bella e femminile come piace a lui.Lascio il cancello del vialetto aperto per facilitargli l’accesso in macchina e mi posiziono per il suo arrivo.Lui arriva e mi trova inginocchiata, con le mani ammanettate dietro la testa, collare con guinzaglio,la gabbietta al mio inutile cazzetto, plug nel culo e occhi bendati.Senza dire una parola mi accarezza il viso, mi bacia sulle labbra e mi ficca la lingua in bocca per trovare la mia.Mi fa aprire la bocca e fa colare la sua saliva dentro…Si prende il tempo che gli serve per spogliarsi e prepararsi come crede,per farmi quello che gli passa per la testa,si avvicina a me e mette il tuo meraviglioso cazzo ancora barzotto nella mia bocca.Inizio a succhiarlo, ma vengo fermata…Lo tiene fermo, si gode il calore delle mie labbra e della mia lingua.Lo tira fuori, mi sputa in bocca e lo rimette dentro.Quindi inizia a pisciare intimandomi di non perderne una sola goccia.Appena finito, sento il suo cazzo gonfiarsi e allora inizia a scoparmi la bocca come fosse una fica.Affonda il suo meraviglioso cazzo fino in gola, fino a farmi piangere, ignorando i conati di vomito…Mi schiaffeggia, mi sputa in faccia, mi sculaccia…Mi maltratta come una cagna disubbidiente.Si impone come fa un vero Padrone con una schiava senza valore, come piace a me.Fino a svuotarsi le palle nella mia gola.Io ingoio il tuo dolce nettare, è inevitabile.Nel frattempo il mio inutile cazzetto ha sbrodolato una quantità immensa di umore senza avermi dato un orgasmo eil grosso plug è sfuggito via dal mio sfintere.Vengo obbligata a ripulire il pavimento con la lingua e nel frattempo mi rificca il plug nel culo dopo averlo ispezionato bene con le dita.Lo spinge in fondo e lo estrae. Senza delicatezza.Capisco che ha ancora voglia di usarmi e il pomeriggio è ancora lungo……Dopo essersi svuotato i coglioni nella mia bocca e divertito un po’ con il mio culo e il plug,sento il Padrone armeggiare con il cellulare e capisco che sta scambiando messaggi con qualcuno, ma non oso chiedere e lui non si sbottona.Io sono ancora bendata e ammanettata e non mi rendo conto al 100% di cosa mi succede intorno.Succedeva, a volte, che invitasse qualcuno di sua conoscenza a divertirsi con me in sua presenza…Ma mai è successo che qualcuno arrivasse a giochi iniziati.In ogni caso la cosa non mi preoccupava e anzi ero anche eccitata dall’idea,perché al di fuori del gioco, eravamo anche in ottimi rapporti di amicizia e conoscevamo le rispettive vite, relazioni e fantasie.In ogni caso succedeva spesso che ricevesse messaggi di lavoro e di tanto in tanto controllava e rispondeva.Quindi mi sentivo in una botte di ferro.Sapevo che non avrebbe fatto mai nulla di compromettente nei miei confronti.Si avvicina, mi libera dalle manette, prende il guinzaglio e mentre lo tira a sé dice: “Vieni qua troia, leccami le palle che ho ancora voglia di godere!”Io lo seguo a quattro zampe, in silenzio e alla cieca fino a che lui non raggiunge il divano e si accomoda.Allora inizio a leccargli le palle come ordinato e sento il suo meraviglioso cazzo che inizia a svegliarsi.Allora provo a prenderlo in bocca, ma lui:“Troia, ti ho detto le palle, non il cazzo!"Si fa in avanti e mi da uno schiaffo.“Apri la bocca, schiava!”Mi ficca due dita in bocca e ci sputa dentro.Padrone: “Chi sono io?”Io: “Il mio Padrone”Padrone: “E tu? Chi o cosa sei tu?”Io: “Sono la tua schiava, Signore. La tua cagna”Padrone: “Bene. E chi ti ha detto che puoi prendere iniziative?”Io: “Nessuno, Padrone"Padrone: “Bene, ora riprendi a leccarmi le palle e leccami anche il culo, da brava cagna!”Riprendo il mio dovere e lui continua ad armeggiare al telefono…Dopo qualche minuto mi concede di leccargli il cazzo e anche di succhiarglielo. Io sempre bendata.So che sta scambiando messaggi con qualcuno e credo che abbia anche fatto qualche foto, ma non mi preoccupo.“Insalivalo bene, troia, ché ora ti inculo!”“Sì, Padrone”La saliva gli arriva fino al buco del culo ed è allora che mi invita a mettermi sopra di lui…Seguo il suo invito e mi metto a smorza candela sul suo splendido cazzo che in men che non si dica è dentro di me fino alle palle.Inizia a scoparmi divinamente (come suo solito) e a strizzarmi i capezzolimentre dalla sua bocca escono insulti di ogni tipo…Sono fatta così, più vengo insultata, più mi eccito. E lui lo sa bene!Padrone: “Sei solo una lurida troia! Dillo!”Io: “Sì Padrone, sono una lurida troia, la tua!”Padrone: “Una femmina mancata. Ecco cosa sei! Una vera adoratrice del cazzo!”Io: “Sì Padrone!”Padrone: “Sei la mia femmina e la mia cagna! E di tutti quelli che voglio io!”Io: “Sì Padrone, è vero Padrone!”Nel frattempo sento il rumore di una macchina che si spegne e lo sportello chiudersi…Immagino sia arrivato il complice di turno…Allora il Padrone mi fa alzare e mettere a pecorina ai piedi del divanoPadrone: “A pecora, cagna! Prendi la tua posizione naturale e mentre mi spompini mostra il culo all’ospite che sta entrando!”e poi, rivolgendosi all’ospite: “Accomodati, prendi posto e goditi lo spettacolo di questa lurida cagna!”E rivolgendosi a me: “Vero che sei la mia schiava, lurida cagnetta?”Mi stacco un attimo dal cazzo e “Sì, Padrone, sono la tua lurida cagnetta”Padrone: “Bene, ora facciamo vedere come lo prendi nel culo!”Lui si sposta dietro di me e io mi metto nella giusta posizione per farmi penetrare…Padrone: “Prendi troia! Prendilo tutto nel culo, frocia che non sei altro! Dillo che ti piace il cazzo"Io: “Sì Padrone, adoro il cazzo, sono fatta per dare piacere ai maschi veri!”Padrone: “Brava cagna! Dillo cosa sei davvero!”Io: “Sono un finto maschio, Signore. Una femmina mancata. Un frocio rotto in culo!”Padrone: “Continua!”Io: “Sono solo una schiava, la tua schiava, Padrone!"Padrone: “Guardati cagna… Sei vestita da troia, il tuo inutile cazzo ingabbiato e lo stai prendendo in culo come una puttanadopo avermi già fatto godere e ingoiato tutta la mia sborra e il mio piscio!”Io: “Sì Padrone. Lo so, sono una vera troia!”Padrone: “Che troia che sei! Cosa potrebbe mai pensare la tua Federica se ti vedesse così?” (Federica è la ragazza che frequentavo in quel periodo)Io: “Che sono più troia di lei, Padrone!”Padrone: “Secondo me dovresti dirglielo e farla divertire con un vero maschio, non con un frocio come te!”Io: “Sarebbe bellissimo, Padrone se Federica accettasse… Per me sarebbe meraviglioso essere la schiava di entrambi”Padrone: “E per me sarebbe bello scoparvi insieme e farti vedere come un vero uomo scopa una vera donna come Federica”Io: “Hai ragione Padrone. Io sono un finto maschio e non sono in grado…”Padrone: “Lo so lurida troietta. Me lo dice sempre quando la scopo!”Io: “Cosa?”Padrone: “Sì, troia, hai capito bene. Mi scopo la tua donna da due mesi e quando lei mi ha confessato di sentirsi in colpa,le ho detto che non doveva perché tu sei più troia di lei!”Io: “Sì, come no…”Padrone: “È tutto vero, per questo le ho detto di venire a vedere di persona, oggi”Faccio per staccarmi da lui e girarmi per affrontare l’argomento quando sento una voce a pochi metri da noi,una voce femminile e familiare: “È tutto vero, caro il mio frocetto!”Io paralizzato… ormai avevo capito, ma non avevo il coraggio di togliere la benda dagli occhi…Sento Federica che si alza e i suoi passi verso di me: “Ora dimmi, caro il mio frocetto, è tutto vero quello che ho sentito finora?”Mi toglie la benda, ma non ho il coraggio di guardarla…“Rispondi, frocio di merda! Che lo sei l’ho potuto constatare con i miei stessi occhi, ma è vero che hai ingoiato la sua sborra e il suo piscio? Da quanto va avanti questa storia?”Padrone: “Rispondi frocio!”Federica: “Zitto tu, che con te faccio i conti dopo!”Io: “Sì, diversi anni...”Federica: “Già non ci credevo quando lo stronzo del tuo amico me lo ha raccontato, non ci credevo nemmeno quando ho visto le foto che mi mandava prima,e non ci credevo quando ti ho visto con i miei stessi occhi fino a due minuti fa!”Io: “Fede…”Federica: “Zitto, frocio testa di cazzo! Sei indifendibile! E io che mi sentivo in colpa perché ti tradivo con sto testa di cazzo!”Padrone: “Beh, non ti credere molto diversa da lui! Anche tu ti sei fatta scopare da me..."Io: “Scusa Fede… hai ragione a essere incazzata con me, ma non posso farci niente se mi piace anche il cazzo. Anche se te lo avessi detto, non avresti accettato...”Federica: “Su questo hai ragione, stronzo frocio di merda! Non lo avrei accettato, ma...”Io: “Ma cosa?”Federica: “Ma lo posso capire… L’unica cosa che non capisco è il perché sono così eccitata, oltre che incazzata!"Padrone: “Ammettilo, la cosa ti piace! Altrimenti non saresti venuta per verificare e poi…”Federica: ”E poi cosa?”Padrone: “E poi non mi sei sembrata così sconvolta quando te lo raccontavo. Anzi...”Federica: “…”Padrone: “Sei eccitata, l’hai detto tu! E tu, frocio del cazzo, torna a succhiarmelo, subito!”Io: “Ma…”Padrone: “Senza se e senza ma. Succhiamelo, schiava! Fai il tuo dovere”Resto un attimo perplesso. Che cazzo sta succedendo?Mi ritrovo in intimo da troia (e il pisello ingabbiato) con il mio amico/Padrone che ha fatto lo stronzo perché si è scopato la mia donna dicendoletutto sul mio conto e la mia donna qui incazzata perché la tradisco con un uomo…Stiamo litigando di brutto e lui mi chiede di succhiarglielo!È surreale! Ma sta succedendo davvero?E il Padrone rivolgendosi a Fede: “La situazione è questa, ti piaccia o no. Ora io voglio continuare a divertirmi e sei invitata a non rompere le palle!”Io sempre più incredulo…Padrone: “Il tuo uomo è un rotto in culo, è anche più troia di te. A me piace e a lui piace”Io completamente shockato li guardo entrambi…Federica, rivolgendosi a me: “Hai sentito il Padrone? Fai la brava, dai, schiavetta… fami vedere quanto ti piace il suo cazzo!”Ritorno nel mio ruolo da “femmina” e come ipnotizzata mi avvicino al cazzo del Padrone per succhiarlo davanti agli occhi e all’eccitazione della mia donna.Lei si avvicina a noi per guardare meglio, mi accarezza mentre spompino il Padrone e inizia a solleticarmi il buco del culo.Sembra affascinata dalla gabbietta e rivolge delle attenzioni anche alle mie palle, ma poi torna sul mio buco del culo che inizia a penetrare con le dita.Federica quindi si spoglia e si unisce a noi, prima aiutandomi in un favoloso pompino a due bocche e poi,sotto la guida del Padrone, penetrandomi con il plug mentre io continuavo a succhiare.Padrone: “Vai Fede, rompi il culo al frocio del tuo uomo!”Federica: “Giulio (il Padrone), ma ti sembra un uomo questo frocio di merda vestito da troia?”Giulio: “Hai ragione Fede, è solo una troia rotta in culo, una cagna in calore!”Federica: “Giulio, dovresti vedere come le ho aperto il culo, potrebbe entrarci una mano!”Giulio: “Vai allora, rompila con la mano, anzi, prima fammela fottere altrimenti poi nemmeno la sento!”Allora il Padrone si posiziona dietro di me e Federica davanti.Lui inizia a scoparmi divinamente mentre lei si fa leccare la fica fino a godere.Io ero esausta.Un pompino interminabile e adesso una leccata “violenta” alla fica della mia ragazza. Avevo il collo che non reggeva più.Padrone: “ Fede, vieni qua, voglio che ficchi la mano nel culo del frocio mentre lo inculo!"Fede: “Sicuro? Non è che lo spacchiamo?”Io: “Vai Fede, se sento dolore ve lo dico…”Fede si mette dietro, accanto al Padrone e dopo essersi sputata sulle dita inizia a penetrarmi mentre Giulio mi incula.Inizia con due dita e passa subito a tre…Non crede ai suoi occhi quando inserisce anche il quarto.Federica: “Amore, ma che culo sfondato hai?”Io non ragionavo più, troppo piacere… ero in estasi!Giulio: “Visto? Chi è più troia, tu o lei?”Federica: “Avevi ragione! Ora però togli il cazzo che voglio provare a entrare con tutta la mano…”Giulio tira fuori il cazzo dal mio culo e si sposta davanti a me per farselo succhiare ancora e tenerli larghe le chiappeper favorire il fisting da parte di Federica…Ci ripensa e si posiziona dietro di lei è impegnata a penetrarmi con tutta la mano.Federica: “No! Non in fica! Dopo che l’hai tenuto nel culo di questo frocio non puoi scoparmi in fica…Dopo quello che ho visto e sto vivendo oggi, mi pare giusto che lo prenda in culo anche io”Giulio: “Ti accontento volentieri!”Diamo vita a questo strano trenino in cui il mio Padrone incula la mia donna che a sua volta fista me…Il mio cazzo ingabbiato sgocciola a non finire, Fede gode come una troia e Giulio è felicissimo!Federica non riesce più a reggere quindi tira fuori la sua mano dal mio culo per stare più comoda,Giulio la incula come non ci fosse un domani e io appena mi riprendo mi accingo a togliere la gabbietta dal cazzo pergodermi un po’ la mia donna quando “Che stai facendo, schiava?” è Federica“Tolgo la gabbietta così ti scopo un po’ anche io” rispondo“Non ti permettere!” ribatte lei, insieme al Padrone.“Mettiti sotto e leccami la fica mentre lui mi incula” Continua Fede“E leccami anche i coglioni!” Aggiunge GiulioCapisco che non ho scelta… mi metto sotto e inizio a leccare entrambi fino a quando lui non gode nel culo di Federicaper poi farsi ripulire il cazzo dalla mia lingua mentre la sborra che cola dal culo della mia donna, mi finisce sul collo.Federica si gira e sempre con la fica sopra di me, inizia a pomiciare con Giulio mentre io ho ancora il suo cazzo in bocca…Lentamente si stacca dalle labbra del Padrone e si avvicina alle mie… mi bacia con dolcezza, lascia colare un po’ di saliva nella mia bocca emi dice che è il momento di togliere la gabbietta.Mi alzo, la tolgo e mi avvicino a lei ma mi respinge mentre abbraccia Giulio e riprende a baciarlo.“Dai, schiava. Facci vedere come gode una cagna. Segati per noi!” mi ordina Federica.E aggiunge: “Da oggi in poi, sarò libera di incontrare il tuo Padrone ogni volta che voglio e fare quello che voglio.Ogni volta che lo inviterò a casa tu te ne starai fuori se non ti voglio tra i piedi, intesi?Ma anche tu sarai libera di vederlo ogni volta che vuoi e senza nasconderti da me, anzi, io sarò sempre presente e sarò la tua Padrona.E ogni volta che avrai voglia di me, dovrai chiederlo a Giulio, al Padrone.Faremo l’amore solo se lui ti darà il permesso, chiaro? Se proprio avrai tanta voglia, allora ti inculerò io, come abbiamo fatto oggi!”Nel frattempo sto per venire… vengo…"Sì, Fede”“No tesoro, si dice "Sì Padrona!”"“Sì, Padrona!”Da Giugno a Ottobre del 2021 siamo stati un trio molto affiatato.Abbiamo giocato in ogni modo, io da trav o in versione maschile, non aveva importanza.Sono stato anche attivo con lei e qualche volta siamo riusciti a coinvolgere altre persone, coppie, singoli, singole…Una bella parentesi. Poi la fidanzata di Giulio si è trasferita per lavoro e lui l’ha seguita.Federica e io abbiamo continuato a frequentarci per un po’, ma nonostante il bene che ci volevamo, ci siamo allontanati.Capita che ci vediamo qualche volta, anche tutti e tre insieme. Qualche volta finiamo anche a letto.La vera amicizia dura per sempre.
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Una serata tra amici
Mi chiamo Alberto ed assieme alla mia compagna, Teresa, da tempo parliamo di creare la possibilità di un incontro di sesso con una coppia. Nel tempo abbiamo individuato Luigi e Maria, una coppia di amici molto carina e “vivace”. Almeno così ci sembrava dei discorsi fatti insieme, una sorta di sondaggio sulla loro “predisposizione” a scopare con altri. Luigi, nei lunghi incontri avuti a cena o nei pomeriggi, appariva molto disponibile, addirittura con una nota bisex molto accentuata. Maria, molto più pigra sia fisicamente che mentalmente, non dava segnali negati, anzi dalle occhiate che faceva su Alberto si intuiva che non avrebbe disdegnato un approccio sessuale con lui.
Avevamo invitato Luigi e Teresa a passare il pomeriggio e la serata insieme a casa nostra, con l’intento di approfondire la discussione sul sesso a quattro. Però, qualcosa del piano non funzionò completamente.
"Dov'è Maria?" chiese Teresa a Luigi, mentre lo faceva entrare in casa.
Luigi scosse la testa. "È a casa. Oggi non voleva uscire."
Teresa sorrise ironicamente e scosse la testa. "Non esce mai di casa. Non esce mai. Le hai detto che volevamo che veniste entrambi?"
"Sì, gliel'ho detto. Ma, lei ..." scosse di nuovo la testa.
Disse Teresa. "Preparo da bere qualcosa per tutti noi."
Luigi osservò Teresa mentre si dirigeva verso la cucina. Era vestita con una gonna corta e una camicetta attillata. Era meravigliosa con i suoi lunghi capelli castano ramato, gli occhi nocciola e la pelle color crema. Luigi sentì un'agitazione all'inguine.
"Ehi, Luigi," gridai dal divano del soggiorno. "Maria non ce l'ha fatta, eh. Tranquillo, staremo bene lo stesso, anche senza lei".
Rispose Luigi "No. Immagino sia quella che chiameresti una persona di casa."
"Peccato. Speravo che potessimo fare un quartetto stasera, o qualsiasi altra cosa" ridacchiai. “Sembra che Teresa sia in inferiorità numerica, ma penso che possa prendersi cura di entrambi." Ridacchiai di nuovo passandomi la mano sull'inguine.
Luigi sorrise incerto all'allusione. Non sapeva se parlassi sul serio o no.
Teresa ritornata dalla cucina con le bevande, si sedette sul divano tra Luigi e me.
Dissi mettendo la mano sulla gamba della mia compagna accarezzandola "Stavo solo dicendo a Luigi che senza Maria, abbiamo scombinato il numero previsto, tesoro … due contro una".
"Sì, avrei avuto davvero bisogno che Maria fosse qui." disse Teresa. "Sarebbe stata una serata alla pari. Saremmo stati due contro due."
"O tre contro una" sorrisi.
Luigi mi guardò mentre accarezzavo la gamba della mia donna, e notai che il suo cazzo cominciò a eccitarsi … cominciò a crescere. Teresa era così dannatamente tosta. Mi aveva confidato, ingenuamente, che aveva fantasticato di fare sesso con lei.
Tentando di “accendere” la serata Teresa disse "Guardiamo un film, ... un film porno."
Mi alzai dal divano, scelsi un cd tra quelli che avevamo in casa e lo inserii nel lettore.
Teresa era seduta sul divano e la sua gonna, così stretta, si era sollevata fino a scoprire lo slip. Luigi guardò le sue gambe e il suo cazzo sussultò e si irrigidì ancora di più. Il film hard faceva anche la sua parte. Vi erano due uomini e una donna che scopavano insieme. L'uccello di Luigi adesso era rigido e si vedeva pulsare tra le gambe.
Sbottonai la camicetta di Teresa e le posai la mano sui seni accarezzandoli e massaggiandoli. Teresa spostò la sua mano sul mio pene e me la accarezzò.
Luigi, quasi incredulo di quello che stava accadendo, sussultò quando Teresa si allungò e gli accarezzò il pacco. Il suo cazzo ora era duro e pulsante. Ho sganciato il reggiseno di Teresa, i suoi seni sodi e rotondi erano bellissimi da vedere. Sono andato giù su uno di loro, leccandolo e succhiandolo. Teresa, prendendo l’iniziativa, anche per far capite le nostre intenzioni a Luigi, ha aperto la cerniera dei nostri pantaloni e, con un movimento delicato ma inequivocabile, ha tirato fuori i nostri cazzi. Luigi emise un gemito di approvazione e si concentrò nell’accarezzare le sue tette. Lei ansimò e gli spinse i seni in faccia. Luigi le accarezzò il capezzolo con la lingua mentre li massaggiava con le mani.
Mi sono messo in ginocchio sul divano accanto alla mia compagna e ho guidato il mio cazzo verso la sua bocca. Gli occhi di Luigi si spalancarono quando vide Teresa aprire le labbra e prendere il cazzo. Con un movimento delicato e preciso, l’ho fatto scivolare nella bocca di Teresa.
Per Luigi quella visione è stata un vero e proprio incentivo, ha visto il suo cazzo pulsare e raggiungere il massimo della durezza possibile. Il suo cuore batteva all'impazzata e la gola e la bocca si seccavano mentre guardava come Teresa leccava avidamente. Alla visione di quella verga dura e carnosa, in Luigi aumentava l’eccitazione e, da bisex, sentiva il desiderio di succhiarlo anche lui.
Teresa, volendo far eccitare ancora di più Luigi, lasciò il mio attrezzo e, abbassandosi su di lui, inizio a leccare la sua verga. Lo succhiò bene e con forza, muovendo la testa avanti e indietro sulla sua carne. Luigi si irrigidì e ansimò alla sensazione della sua calda bocca bagnata che scivolava su e giù sul suo cazzo. Era in estasi mentre le arava la bocca. Aveva fantasticato di scoparsela e ora quella fantasia si stava avverando. Ho tolto le mutandine a mia moglie e lei ha sollevato le gambe tirandole indietro. Ho iniziato a leccarle e succhiarle i seni e Luigi si è diretto verso la sua figa. La guardò a bocca aperta. La sua figa era bellissima. Sembrava una pesca rosso-dorata. Con un gemito di lussuria, vi cadde sopra, seppellendovi la faccia. Teresa si sollevò, schiacciando e strusciando la figa sulla sua bocca.
"Oh, ah, sì, leccami, Luigi, mangiami la figa, oh sì, mangiami."
Le leccò e succhiò il clitoride, picchiettandolo e strofinandolo con la lingua e succhiandolo con le labbra.
Le fece i complimenti dicendo “Hai una figa dal sapore dolce, la più dolce che abbia mai leccato.”
Penetrava la sua figa con la lingua, roteando e infilandola dentro. Sentì una calda bocca bagnata sul suo cazzo. Abbassò lo sguardo e vide la mia testa sul suo inguine. Luigi gemette e affondò il suo cazzo nella mia bocca. Lo succhiai avidamente, facendo roteare la mia lingua su di esso mentre facevo scivolare le labbra su e giù. Luigi inarcò il mio viso, arricciandomi la bocca per scoparla come fosse una figa. Una scossa di pura lussuria percorse il suo corpo. Un uomo gli stava succhiando il cazzo. Feci scivolare l’attrezzo turgido di Luigi fuori dalla bocca, lo afferrai delicatamente avvicinando Teresa.
"Luigi," dissi "scopala adesso."
Luigi montò su Teresa, le afferrò il sedere liscio e morbido e si spinse in avanti.
"Huhh!" gridò ad alta voce mentre spingeva il suo cazzo nella sua figa.
"Fotti Teresa", ribattei "fottila bene."
Luigi ha piantato il suo cazzo duro nella figa di Teresa e disse “Dio, è così bello! La tua figa è super calda e piena di umori.”
Sentendo queste parole Teresa, con un movimento pelvico, cosa che sapeva fare benissimo, gli strinse il cazzo come una morsa.
"Oh sì - unh - ahh!" grugnì Luigi mentre dimenava la sua verga in profondità nella sua figa.
Teresa era così bella e sexy, la sua figa era così calda e umida e aderente, lui aveva sognato di scoparsela da tanto tempo, ora lo stava facendo. Avvolse le braccia e le gambe attorno a lei e le sollevò i fianchi.
"Ahh - dammelo, Luigi," espirò raucamente. "oh sì, dammelo tutto."
Ha dato una spinta e ha affondato ogni centimetro del suo cazzo in lei, poi ha iniziato a scoparla sul serio, pompandolo nella sua deliziosa figa.
"Ti sta scopando bene, tesoro?" Ho chiesto.
"Oh sì, ahmmm, e lo sento così fottutamente bene," ansimò "augh, mi sta pompando, mi sta fottendo così bene che sto per venire!"
Luigi vide che ero inginocchiato accanto a lui. Il suo grosso cazzo penetrava rigido e martellante Teresa. Ero proprio lì vicino. Lui afferrò il mio pene e, senza fermarsi dal trapanare la figa di Teresa, scese su di esso succhiandolo con gusto, divorandolo facendo oscillare la testa su e giù su di esso. Io, d’istinto, ho afferrato la testa di Luigi ed ho accentuati il suo movimento, sfondando la sua bocca ho gridato: "Succhiami il cazzo bella troia! Scopa Teresa!"
"Oh dio, oh tesoro, vengo!" Teresa ansimava. "Adesso! Oh, Luigi, vieni con me, vieni dentro di me adesso!"
"Fallo, Luigi," gli dissi "sborra dentro di lei. Schizza lo sperma dentro."
Ho fatto scivolare il mio cazzo fuori dalla bocca di Luigi, e lui, seguendo il mio incitamento, ha immerso la sua verga il più profondo possibile nella figa di Teresa. Dopo un ampio movimento, arrivando al culmine del piacere, ha spruzzato, godendo, il suo denso sperma nel profondo della sua figa, urlando "Oh dio, unhhh - ahhhh!"
Lei ansimando gridò. "Spingi dentro il tuo cazzo, riempimi la mia figa del tuo sperma!"
Luigi ha pompato goccio dopo goccio il suo sperma nella figa di Teresa, sparando il suo carico in lei, svuotando le sue palle. Poi lo ha tirato fuori ed è rotolato via, io ho preso subito il suo posto. Ho scopato la mia compagna forte e veloce, sbattendo il mio cazzo duro dentro di lei, martellando la sua figa.
"Oh, dolce bellissima figa! Sei meravigliosa Teresa!" Ho urlato mentre la montavo. Sentendo l’orgasmo arrivare estrassi il cazzo dalla figa, feci girare Teresa e con immenso piacere continuai la scopata nella sua bocca. Sapevo che Teresa amava anche essere inondata dallo sperma in bocca e, come ultimo piacere, amava ingoiarlo masturbando il suo clitoride per godere anche lei. Dopo poco, arrivato al culmine dell’eccitazione di tutti e due e sotto gli occhi incuriositi di Luigi, schizzavo lo sperma dentro di lei raggiungendo l’orgasmo contemporaneamente a Teresa che nel frattempo era aiutata nel suo intento da Luigi che le eccitava il seno leccandogli i capezzoli. Fu un tripudio di sensazioni indescrivibili, un piacere carnale enorme. Avevamo raggiunto una intesa quasi perfetta, almeno per questa volta.
Dopo tanta eccitazione tanto piacere, soddisfatti, ci siamo sdraiati sul divano, temporaneamente sazi, guardando il film sulla tv.
"Quella ragazza assomiglia a Maria", disse Teresa, indicando la donna nel film.
"Sì, vero!" disse Luigi guardando la tv dove la donna era intenta a succhiare il cazzo di un uomo mentre un altro le pompava la figa da dietro “Assomiglia a Maria”.
Era carina con lunghi capelli biondo castano, occhi verdazzurri, pelle fulva, ossatura grossa e corposa.
"Assomiglia a Maria," ribadì Luigi. "ma lei non sarebbe mai in quella posizione - con due uomini. Maria è ..." scosse la testa, "conservatrice, immagino si possa dire così in fatto di sesso."
"Perché dici così?" domandò Teresa.
"Lei ... beh, è piuttosto inibita. È alquanto schizzinosa riguardo alle sperimentazioni sessuali. Sembra che le piaccia solo in un modo: la vecchia posizione del missionario. Si rifiuta se provo a introdurre qualcos'altro nel nostro rapporto, come leccarle la figa o altro, non parliamo poi di rapporti con il lato B che, tra l’altro, mi piacerebbe fare con te, sempre se Alberto è d’accordo. Solo insistendo mi succhia il cazzo o prova una posizione diversa dal missionario."
"Se a Teresa va essere scopata da te nel culo, perché no!” poi aggiunsi “Mi piacerebbe fare sesso con Maria, farmelo succhiare e fotterla dappertutto."
"Anch'io!", ha detto Luigi, e tutti abbiamo riso.
“Dovremo trovare un modo per far sì che Maria si unisca a noi e non solo per cenare”, disse Teresa "mi piacerebbe che noi quattro stessimo insieme leccando, succhiando e scopando. Mi stuzzica l’idea di fare sesso con lei, credo che riuscirei a sbloccarla con la situazione giusta, ho idea che sia una vera donna da monta".
Con questo auspicio si concluse la serata preventivando il coinvolgimento di Maria in un altro incontro da organizzare in futuro.
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Nuora e suocera. ultima parte
Lentamente, a fatica, raggiungo Luisa e gli altri, che mi salutano e se ne vanno lasciandoci da sole. Lei ha l’aria davvero sbattuta, ma è anche abbastanza soddisfatta.
«Accidenti, quei tre maiali erano insaziabili! Ma li ho spremuti fino all’ultima goccia! Inoltre son riuscita a strappare una buona percentuale di profitti: loro puntavano ad avere il 5% di tutto l’affare, mentre io proposto lo 0,5% su ogni appalto e subappalto. Anche tu mi sembri alquanto provata.»
La guardo e confermo che sono anch’io alquanto provata, perché se loro erano in tre, lui, da solo, non era per niente il più scarso. Ce ne andiamo ognuna per proprio conto e, mentre in auto mi dirigo verso casa, ripenso a tutta questa questione e sento dentro di me un profondo sconforto. Mi aspettavo qualsiasi richiesta, anche la più onerosa, sia in termini economici che sessuali, ma non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Quando rientro mi guardano tutti in silenzio, si aspettano da me un resoconto dettagliato su tutta la questione. Spiego i termini dell’accordo ed ometto il fatto che Giorgio mi ha chiesto un figlio. È Giulia che, mentre Carlo e Luca esultano di gioia, mi guarda e, mentre me ne vado in camera e fare una doccia, mi segue fin dentro il bagno.
«Hai detto che Luisa ha strappato un buon accordo in termini di percentuali, ma non mi hai detto quanto ha chiesto Giorgio, come ricompensa.»
La guardo e poi chino il capo cercando di addurre una spiegazione che non ho. Lei mi si avvicina, mi solleva il viso e mi fissa negli occhi.
«Pamela, che succede? Perché non rispondi alla mia domanda?»
Sento dentro di me una profonda tristezza e, alla fine, con un filo di voce le spiego la situazione.
«Il prezzo che ha chiesto come compenso è troppo alto! Cioè, io lo pagherò lo stesso perché voglio che la nostra azienda sia in prima fila in questo progetto, ma tutto questo mi costerà l’amore di Luca.»
Giulia mi guarda sbigottita, mi fissa intensamente e con una voce molto pacata, ma decisa, mi chiede una spiegazione più precisa. La guardo e, alla fine, le dico tutto.
«Il prezzo da pagare per aver l’appalto è che io presti il mio utero a Giorgio, perché vuole un figlio da me. Naturalmente questo significa che non posso accettare che Luca continui a tenermi al suo fianco. Accetterò questo compromesso, ma questo significherà la fine della nostra storia.»
Giulia mi guarda sbigottita, poi, ad un tratto, esplode come un vulcano.
«Assolutamente no! Questo non può pretenderlo! Ci sono tante donne al mondo, perché vuole un figlio proprio da te? Questo no!»
Entro nella doccia e lascio che l’acqua scorra sul mio corpo, ma, nonostante tutto, non riesce a lavare via i miei pensieri e quando esco e li raggiungo per la cena, loro mi guardano in silenzio. Mentre Iniziamo a consumare la cena, Carlo mi chiede se ciò che ha detto Giulia è vero ed io annuisco. L’unico che resta in silenzio è Luca che, con il capo basso, se ne sta in silenzio, fin quando si gira verso sua madre e la guarda in silenzio. Lei scuote il capo e, guardando verso noi due, ci dice che il prezzo è troppo alto e che non si dovrà pagare. Mi alzo e me ne vado a letto, seguita da Luca che, in silenzio, si sdraia accanto a me. Mi giro verso di lui, lo bacio, lo abbraccio, lui mi tiene stretta fra le sue braccia e la sua voce è calma.
«Non voglio rinunciare a te e non m'importa se sarà lui a ingravidarti, gli darai un figlio e poi la cosa finirà lì. Il resto della nostra vita, la voglio passare insieme a te.»
Lo bacio, lo stringo a me e, sfinita, mi addormento. Ad un tratto mi sveglio nel cuore della notte e, nel silenzio della stanza, improvvisamente mi viene in mente una cosa che, in un primo momento, non ho preso in nessuna considerazione. Giorgio ha detto che ero la nipote di Maria, quindi mia nonna deve in qualche modo conoscere quest’uomo. Resto a riflettere per tutto il resto della notte e, all’alba, dopo una doccia veloce, saluto tutti mentre fanno colazione, dicendo che devo appurare una cosa e che ci ritroveremo in ufficio. Prendo l’auto, raggiungo mia nonna che da circa un anno vive nella mia stessa città, dopo che una rovinosa caduta le ha fratturato il femore. Quando mi vede arrivare all’alba, subito si preoccupa, ma io la rassicuro dicendole che ho bisogno di lei per dei consigli.
«Ho bisogno di sapere se ti ricordi una persona di nome Giorgio, che oggi è un importante uomo politico.»
Non ho nemmeno finito di pronunciare le parole che il volto di mia nonna si oscura e subito scatta sulla difensiva.
«Che diavolo vuoi sapere di Giorgio? Quell’uomo devi tenerlo alla larga da te! Stagli lontano, oppure soffrirai moltissimo!»
La guardo sbigottita, ha intuito immediatamente di chi sto parlando e la sua espressione contrariata mi induce ad insistere per avere ulteriori informazioni.
«Nonna, per cortesia, dimmi tutto quello che c'è da sapere su quest’uomo, perché mi serve il maggior numero di informazioni su di lui.»
Lei mi guarda ancor più dura e le sue parole non sono da meno.
«Ti ho detto di lasciar perdere. Non aver nulla a che fare con lui, altrimenti riuscirai solo farti del male. È una persona che tu devi tenere il più possibile lontano da te.»
Faccio un profondo respiro, poi la guardo dritta negli occhi e con un tono molto decisa le chiedo di nuovo delle spiegazioni.
«Ti ho detto che non posso assolutamente ignorarlo. Sto per trattare un affare che comporterà milioni da spendere in un’opera colossale, dove lui è la chiave di tutto il gioco. Non posso rinunciare ad avere informazioni su di lui, perché è una cosa molto importante per me.»
Lei continua a scuotere il capo, poi, per l’ultima volta, ribadisce che devo stare lontano da lui.
«Amore mio, non ci son soldi che possano giustificare il fatto che tu debba stare vicino a lui. È una persona da tenere a distanza e, ancor di più, evita in tutti i modi di andare a letto con lui!»
Mentre pronuncia queste parole io abbasso gli occhi e lei intuisce subito che questo è già avvenuto.
«No, cazzo, no! Con tutti i maschi che ci sono al mondo, proprio con lui dovevi scopare?»
La guardo e cerco di ribattere, ma lei è molto sulla difensiva.
«Cosa vuoi che mi importi una scopata in più o in meno? Ti sto dicendo che sto trattando un affare gigantesco e tu ti preoccupi se mi faccio una scopata con lui? Ti assicuro che mi ha chiesto molto di più. Vuole avere un figlio da me!»
La sua risposta è istantanea e durissima!
«NO! ASSOLUTAMENTE NO! Non puoi dare un figlio a tuo NONNO! Già il fatto che ci hai scopato è una cosa che non sarebbe dovuta succedere.»
La guardo stupita e cerco di mettere a fuoco le sue parole, mentre lei china il capo e continua a scuotere la testa con l’aria affranta e delusa.
«Cosa c’entra che lui sia mio nonno? Come fai a dire una cosa del genere? Ti vuoi decidere raccontarmi tutto, sì o no?»
Lei tiene la testa bassa, e parla con un fil di voce dal tono molto malinconico.
«Eravamo entrambi molto giovani, lui appena diciottenne, io ne avevo quasi 25. Eravamo innamorati persi e stavamo insieme da quasi tre mesi. Io però ero già una gran zoccola e lui questo lo sapeva, ma non gliene importava nulla. Lo amavo ero pazza di lui e, quando prese il diploma con ottimi voti, decidemmo di festeggiare a modo nostro, facendo sesso All’epoca, succhiavo già tanti cazzi e li prendevo tranquillamente anche nel culo, perché ero restia a dar la patatina, perché avevo paura di restar incinta. All’epoca non era come oggi ed un figlio era un problema serio. Ma quella notte con lui, non mi sono risparmiata in niente. Mi ha scopato e fatto godere fino allo sfinimento. Ha inondato ogni mio buco ripetutamente ed io ne ho goduto tantissimo. All’alba, mi ha detto che si sarebbe trasferito in un’altra città per studiare giurisprudenza e mi ha chiesto di andare con lui, ma io non ho avuto il coraggio di seguirlo. Ero, come ti ho già detto, una gran zoccola e pensavo che un bravo ragazzo come lui, di buona famiglia, molto benestante, non avrebbe accettato un matrimonio con una come me, così ho preferito che se ne andasse. Gli ho detto che non lo amavo e che mi ero solo divertita a godere con lui, dal momento che scopava molto bene. Lui se n’è andato e, un mese dopo, ho scoperto di esser incinta di tua madre, ma a lui non ho detto nulla. Di lui non ho saputo più nulla, fin quando non ho visto il suo volto nei telegiornali, quando cioè è diventato ministro. Ora capisci perché non voglio che tu gli dia un figlio.»
La guardo e mi rendo conto che tutta questa storia mi sta sconvolgendo, mentre lei mi chiede per quale motivo avrebbe scelto proprio me per voler un figlio. Non riesco a darle nessuna spiegazione, se non il fatto che lui era ben consapevole che io ero sua nipote. Lei ci riflette un momento, poi mi chiede quando dovrei rivedere Giorgio e, scoperto che avverrà nel pomeriggio, scatta in piedi e mi guarda dritto negli occhi con un’aria davvero battagliera.
«Verrò con te, oggi pomeriggio, quando dovrai incontrare Giorgio. Verrò con te e vedremo se riuscirò a fargli cambiare idea. Sta tranquilla che, in un modo o nell’altro, tu l’affare lo farai, ma non darai un figlio a tuo nonno!»
Concordo con lei l’ora dell’appuntamento e poi torno in ufficio, dove trovo ad aspettarmi tutti quanti. Giulia e Luisa mi aspettano nel mio ufficio e, nel vedermi tranquilla e rilassata, Giulia mi chiede che cosa ho in mente di fare.
«Ho in mente di andare all’appuntamento, ma, come avvenuto qualche tempo fa con la madre di Giuliano, anche questa volta credo di avere un piccolo jolly da giocare.»
Giulia mi guarda, ma non le do ulteriori spiegazioni e subito mi metto al lavoro insieme a Luisa per preparare la proposta da inoltrare per la partecipazione alla gara d’appalto. Puntuale, nel primo pomeriggio, passo a prendere mia nonna e la trovo in splendida forma. Indossa un completo azzurro con pantalone elegante, un lungo chiffon di pizzo senza maniche e, ai piedi, dei sandali con tacco 10, che la rendono molto sensuale. Giunte nell’appartamento, abbiamo solo il tempo di accendere le luci che, poco dopo, arriva Giorgio. Io gli apro la porta e mi tiro di lato e lui, entrando, si trova davanti mia nonna. Rimane un attimo stupito nel vederla e, anche lei lo guarda con occhi che brillano per l'emozione. Chiudo la porta, ma il rumore non distrae nessuno dei due che continuano a fissarsi in silenzio. Poi mia nonna si gira e si siede sul divano, invitando lui a fare lo stesso. Anch’io mi siedo accanto a loro, mettendo Giorgio nel mezzo e noto che lui ha solo occhi per lei.
«Sapevo che Pamela era tua nipote, poiché è da tempo che ti cerco: ero sicuro che lei ti avrebbe parlato di me.»
Mia nonna lo guarda e, fissandolo negli occhi, gli parla con voce calma, ma risoluta.
«Non capisco per quale motivo ti interessa ancora una persona come me. In ogni caso, lascia in pace Pamela. Voglio che lei resti fuori dalla nostra storia; qualunque possano esser le ragioni che vi legano, lei ne deve restar fuori.»
Lui la guarda e sorride, poi, si gira verso di me e, continuando a sorridere, parla con un tono ironico.
«Con lei ho delle questioni in sospeso che risolverò presto, anzi, dipende tutto da lei come andranno risolte le nostre questioni.»
Mia nonna lo guarda e gli occhi ora diventano duri e cattivi.
«Non hai bisogno di lei, anzi, non avresti nemmeno dovuto andarci a letto.»
Lui rimane per un attimo stupito nell'apprendere che io le ho raccontato che siamo andati a letto insieme.
«Perché non avrei dovuto? Sapevo che era una femmina calda, stupenda. Quando Amedeo mi ha detto che era la nipote di una che vendeva sigarette e bocchini, ho capito subito che era tua nipote e, poiché volevo di nuovo vederti, l’ho usata per raggiungere il mio scopo. Ora ho altro in mente e lei sarà di nuovo uno strumento nelle mie mani.»
Mia nonna lo guarda dritto negli occhi e, se il suo sguardo è duro, la sua voce lo è ancor di più.
«Non hai nessuna necessità di ingravidare Pamela. Non puoi avere un figlio da tua nipote!»
Il viso di Giorgio è una maschera di stupore, mentre la sua bocca resta aperta, senza emettere alcun suono.
«Non scherzare! Questa volta non ti permetterò di farmi del male. Ho sofferto tanto, quando mi hai cacciato e, adesso, pensi di poter giocare ancora con me?»
Mia nonna lo guarda e continua a parlare con la stessa durezza.
«Ricordi quella sera? Quella notte in cui ci siamo amati intensamente, donandoci l’uno all’altro senza riserve? Quella notte sono stata tua, in maniera totale e completa e, dopo quella notte, ho scoperto di esser incinta della madre di Pamela! Lei è tua nipote!»
Lui rimane decisamente strabiliato. Si guarda in giro e guarda lei, chiedendo conferma di quanto appena sentito dalla sua voce.
«Tu mi assicuri che io ho una figlia?»
Mia nonna gli garantisce che può fare qualsiasi prova, anche quella del DNA. Lui riflette un attimo, poi si gira e mi guarda e mi dice di andarmene, perché, se quello che dice mia nonna è vero, non ha più assolutamente bisogno di me e, comunque, l’affare sarà nostro. Ma se gli ha mentito, noi non avremmo nulla. Guardo mia nonna, che annuisce e mi invita ad andarmene. Esco immediatamente da quella casa, corro in ufficio, ignoro tutti ed entro nell’ufficio di Luca; mi siedo a cosce aperte su di lui, che mi guarda con aria stupita: io lo bacio e poi, quando mi stacco, lo fisso negli occhi.
«Adesso ingravidami! Voglio che riempi il mio ventre con il tuo seme! Voglio un figlio da te!»
I suoi occhi brillano di gioia e stupore e si voltano verso la porta, da dove ci guardano Giulia e Luisa, cercando di capire il significato delle mie parole. Io sorrido e dico loro che l’affare è andato in porto: il jolly che ho giocato è stato vincente! Giulia sorride e, ad alta voce ha un’esclamazione che mi riempie di gioia.
«Siiiii! Ne ero certa. In questa famiglia ogni nuova zoccola è migliore della precedente! Come io lo sono stata per mia suocera, lei lo sarà per me! Guarda Luisa, guarda bene questa donna, perché insieme, voi due farete grandi cose!»
E così è stato. Abbiamo fatto grandi cose. Da quel momento, è iniziata una nuova era, dove io e Luisa ci siamo impegnate su due fronti molto importanti: il lavoro e la famiglia. Luca mi ha ingravidato ed ho messo al mondo Lucrezia, una bimba stupenda, mentre anche Luisa si è fatta ingravidare ed ha messo al mondo Silvia. Le due fanciulle son subito diventate la ragione di vita di Giulia, che ha lasciato l’amministrazione dell’azienda a noi, per dedicarsi a crescere quelle che lei stessa ha definito le nuove zoccole, che, un giorno, prenderanno il nostro posto. Per quanto riguarda il lavoro, è stato un vero successo. Grazie al contributo di tutti, abbiamo condotto a compimento quell'affare colossale, durante il quale abbiamo conosciuto tanta gente, aperto le cosce ancora a tanti altri maschi e succhiato tanti cazzi, ma, alla fine, la nostra azienda è stata riconosciuta all'avanguardia sul mercato. Mia nonna e Giorgio stanno insieme, dopo che lui si è ritirato dalla politica e mia madre ha trovato loro un bell’appartamento nella nostra città. Io son diventata la moglie di Luca e, con fierezza, oggi posso dire che, se sono una gran zoccola, capace di dirigere quest’azienda con la stessa bravura e determinazione di mia suocera, devo tutto a lei, che ha saputo infondere in me la forza ed il coraggio di andare sempre avanti a testa alta. Spero che mia figlia, da grande, sia la nuova zoccola che prenderà il mio posto e, quando deciderà di sposarsi, abbia la fortuna di imbattersi in una suocera altrettanto zoccola da apprezzare le sue qualità.
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baxi18, 55
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nuora e suocera. terza parte
Pamela
Così ci siamo ritrovate da sole, in una città senza amicizie e fortunatamente mamma ha trovato subito lavoro come commessa in un negozio di cosmetica ed intimo femminile. Io mi sono iscritta in un liceo vicino casa e lì ho fatto la conoscenza di Luisa, una splendida ragazza che è subito diventata mia amica intima. Infatti dopo i primi giorni di scuola, mi ha invitato a studiare a casa sua in quanto era un po' carente in matematica, materia che a me è sempre piaciuta molto. Così fra un ripasso e un compito, abbiamo cominciato a farci delle confidenze intime e, quando ha scoperto che non ero più vergine, ne è rimasta piacevolmente sorpresa.
«Veramente ti sei fatta sverginare dal tuo ginecologo? Caspita, come sei fortunata! Inoltre ti invidio, in maniera davvero ammirata, per il fatto che hai succhiato una gran quantità di cazzi!»
Le ho confermato che di cazzi ne avevo succhiati tanti e che mi ero fatta sfondare fica e culo dal mio ginecologo, che aveva fatto un lavoro veramente eccellente, facendomi godere moltissimo. Ormai eccitate, ci siamo sdraiate sul letto: io ero a gambe larghe con lei che si è abbassata fra le mie cosce e, improvvisamente, la sua bocca si è incollata alla mia fica e la sua lingua ha preso a giocare con il mio clitoride, facendomi subito impazzire di piacere. Non sono rimasta passiva, mi son girata verso di lei e anch’io ho infilato la testa fra le sue cosce e le ho ricambiato il piacere. Abbiamo goduto intensamente entrambe, molto a lungo. È stato bello scoprire che anche lei non era vergine e, mentre stavamo ancora assaporando il piacere delle nostre leccate, improvvisamente la porta si è aperta ed è entrato suo fratello Luca. Luisa si è girata verso di lui e, con un sorriso, l’ha invitato ad avvicinarsi a noi. All’inizio ero leggermente in imbarazzo per la situazione strana in cui mi trovavo, ma lui si è seduto sul letto e, avvicinatosi a sua sorella, le ha chiesto chi ero e cosa stavamo facendo. Luisa gli ha sorriso e, dopo averci presentato, le ha detto che ero una vera porcellina, che sapevo leccar bene una passera, ma, soprattutto, mi vantavo di esser brava nel succhiare il cazzo e, sinceramente, questa era una cosa che avrebbe voluto verificare con il suo aiuto. Luca mi ha dato un’occhiata e, senza aggiungere altro, ha aperto la patta dei pantaloni ed ha sfoderato una verga veramente stupenda! Sicuramente era uno dei più bei cazzi che abbia mai visto, sia in lunghezza, superiore ai venti cm, ma anche di notevole spessore. Ho sentito un fremito fra le cosce e sono stata assalita dal forte il desiderio di assaggiare quella splendida mazza, non ancora perfettamente in tiro. Mi sono avvicinata a lui e, dopo averlo impugnato con entrambe le mani, mi son impegnata a regalare a quel giovane il più bel pompino della sua vita. L’ho leccato, succhiato e infilato in gola fino in fondo, suscitando lo stupore di entrambi.
«Caspita! Questa puttanella se l'è infilato tutto in gola! Questa sì che di cazzi ne deve aver presi tanti»
Orgogliosa di questa affermazione, ho continuato a pompare quella verga che sembrava lievitare ad ogni affondo nella mia gola. Sentivo proprio forzare il mio esofago al passaggio di quel grosso membro, che volevo far sborrare con tutta me stessa. Ho anche accarezzato le sue grosse palle, piene e dure, immaginando che fossero colme di nettare prelibato. Luisa mi guardava estasiata, fin quando mi sono impegnata a fondo, facendolo sborrare come un cavallo.
«Accidenti come succhia bene! Mi ha fatto schizzare in un attimo! Mai trovata una cosi brava succhiacazzi!»
Conoscere Luca è stato molto bello. Mi ha subito scopato, godendone tantissimo, mentre io, nel trovarmi in mano quello splendido cazzo, ne ero davvero colpita. Le sue dimensioni e la sua bravura mi hanno fatto godere molto. Nello stesso tempo, io pure ho fatto godere lui, succhiandolo e prendendolo dentro ogni buco, lasciandolo molto soddisfatto. Per circa due mesi, abbiamo fatto sesso intensamente, poi, una sera, dopo aver scopato e goduto tanto, mentre ero distesa su di lui, mi ha fatto i complimenti, ma io non mi sentivo soddisfatta.
«Sei stata fantastica! Mi hai fatto davvero godere. Sei una troia stupenda!»
In quel momento non ho detto nulla, ma poi dopo, da sola, nel mio letto, ho riflettuto e son giunta alle mie conclusioni. Per tre giorni non sono andata a scuola e mi son negata al telefono sia con lui che con Luisa. Il giorno che son tornata in classe, Luisa durante la ricreazione mi ha fatto il terzo grado.
«Che ti è successo? Perché sei sparita?»
L’ho guardata e gli ho detto che era meglio che troncavo con Luca. Lei mi guarda sorpresa e mi chiede il motivo.
«Luca è un bravo ragazzo e pure di famiglia benestante, quindi credo che debba trovarsi una brava ragazza, tranquilla e fedele, di buona famiglia e, possibilmente, ricca. Credo che i tuoi genitori non approverebbero una come me. Diciamolo chiaramente: sono una zoccola! Una che non esita a fottere in ogni occasione, mentre lui dovrebbe trovarsi una che non abbia tante fregole.»
Luisa mi guarda stupita e mi chiede se è davvero questo il motivo per cui non mi son fatta sentire per tre giorni e, quando gliel’ho confermato, lei mi ha rivolto uno sguardo davvero adirato.
«Tu non hai capito nulla di cosa desidera mio fratello. Non sa che farsene di una bacia pile. Lui vuole una zoccola come te. E poi, non hai idea di quella che è la mia famiglia. Quindi smetti di farti pippe mentali.»
Detto questo siamo tornate in classe e non ha aggiunto altro. All’uscita mi sono trovata davanti Luca che, guardandomi in faccia, in maniera molto seria, mi ha invitato a salire in auto con lui. Abbiamo percorso la breve distanza dalla scuola fino a casa mia e, una volta dentro, appena chiusa la porta, lui ha sollevato entrambe le mani e le ha appoggiate alle mie spalle. Il suo sguardo era serio, sereno, ma, nello stesso tempo, duro.
«Non so cosa cazzo ti sia preso in questi tre giorni. Mi hai fatto letteralmente impazzire. Mia sorella dice che ti preoccupa il fatto di esserti resa conto di esser una zoccola: è tutto qui il problema? Se questo è il problema, sappi che non esiste, perché io voglio una femmina come te, bella, disponibile e affamata di cazzo. Si, voglio una zoccola, una puttana che mi soddisfi in tutto e per tutto. Non me ne frega un cazzo, se scopa con altre persone, se si farà rompere il culo da chiunque oppure lo succhia, quando ne ha voglia, al primo che passa. Sono più che felice veder la donna che amo che svetta i piedi al cielo mentre si fa chiavare da qualcuno che l'abbia intrigata: ne sarei veramente fiero. L’unica cosa che mi importa è che mi ami, e che desideri passare la sua vita insieme a me. Nella mia famiglia, esser una donna zoccola è un grande privilegio e ti informo che mia madre è una delle più grandi puttane che abbiano mai calcato questa terra. Adesso, dimmi che non mi ami, dimmi che ti sei trovata un altro che ti scopa meglio di me ed io me ne uscirò da quella porta e non ti darò più alcun fastidio, altrimenti, stringimi forte e non farmi più star male, come lo sono stato in questi tre giorni.»
L’ho abbracciato con tutta la forza e l’ho baciato piangendo, mentre lui mi ha spogliato velocemente e ci siamo messi a scopare sul pavimento, con lui che sembrava impazzito, mentre mi sfondava la fica a colpi di cazzo, gridando che mi amava, che ero la sua puttana, e che era orgoglioso di avere una futura moglie troia. Un mese dopo, mi ha portato a casa sua a conoscere i suoi genitori e sua madre ha ascoltato con attenzione tutte le cose che Carlo mi ha chiesto, mentre Luca era raggiante di felicità e Luisa tesseva le mie lodi, soprattutto sulla mia spiccata capacità di destreggiarmi con i numeri. Quando è giunto il momento di salutarmi, Giulia mi ha preso un attimo in disparte e, guardandomi dritto negli occhi, mi ha espresso il suo compiacimento.
«Mi ha fatto molto piacere conoscere la ragazza che ha riempito il cuore di mio figlio e, poiché lo amo come la mia stessa vita, ti prego solo di non farlo più soffrire, come è successo qualche tempo fa, perché non lo sopporterei. Diversamente desidero che tu ti senta fiera ed orgogliosa di far parte di questa famiglia, dove noi donne non abbiamo scrupoli ad aprire le cosce quando il gioco vale la candela, oppure, semplicemente, perché in quel momento sentiamo il desiderio di fare una bella chiavata. Spero che ti diplomerai velocemente, perché ho bisogno di gente come te e come mia figlia Luisa, nella mia azienda.»
Mi ha abbracciato e baciato e, da quel momento, spesso e volentieri, insieme a Luisa siamo andate a trovarla sul posto di lavoro, iniziando a renderci conto di quale avrebbe potuto essere il nostro futuro. Come promesso, appena ci siamo diplomate, siamo state assunte direttamente nell'azienda di Giulia e Carlo. Fin da subito, siamo state inserite nell'amministrazione, mentre Luca ormai si occupava, insieme a suo padre, della parte operativa. Per un certo periodo, abbiamo lavorato per acquisire pratica e subito ci siam rese conto di quanto fosse complesso, ma, nello stesso tempo, bello il lavoro che stavamo facendo. Giulia era molto entusiasta di noi che non avevamo scrupoli nell’usare il nostro corpo per avere le stesse agevolazioni che aveva lei, ma, soprattutto, arrivò un momento in cui c'era in ballo un grosso progetto diviso in due parti. La prima parte era la costruzione di un nuovo centro commerciale, adiacente una zona di case popolari. L’unico problema era che avevamo contro la nostra storica rivale: un'altra società di costruzioni, diretta da un uomo che era un vero e proprio squalo negli affari. Giulia era alquanto preoccupata, perché il proprietario, Amedeo, un bell'uomo sulla cinquantina, alto ed imponente, dal fisico snello, era molto ben introdotto negli ambienti politici ed era in grado di aggiudicarsi l’eventuale gara di appalto, quando, riflettendo un istante, le proposi un'idea e lei, dopo averci pensato su, trovò che era talmente innovativa che poteva anche funzionare. Fissai un appuntamento con il proprietario dell'altra azienda e così andai all'appuntamento. Quando lui mi vide arrivare, si guardò intorno e si disse sorpreso del fatto che ero io a rappresentare la nostra azienda.
«Giulia deve esser arrivata alla frutta, se manda una giovane puttanella come te a trattare i suoi affari!»
Io mi son seduta e guardandolo dritto negli occhi, gli ho risposto sorridendo.
«Se ha mandato me, è evidente che avrò la capacita di trattare un affare che andrebbe realizzato insieme.»
Lui mi ha guardato scrutandomi dalla testa ai piedi e mi ha chiesto di esporre la mia idea.
«La nostra proposta è molto semplice: noi potremmo unire le nostre due aziende e vincere entrambi i due appalti, in maniera da realizzare entrambe le strutture a vantaggio delle nostre due aziende unite, in una semplice ATI "associazione temporanea di imprese" e questo sarebbe molto vantaggioso per entrambi.»
Lui mi guarda e sorride, poi con tono sprezzante mi chiede per quale motivo avrebbe dovuto accettare, considerando che di sicuro aveva già in tasca uno dei due appalti e buone probabilità di vincere anche il secondo. Io l'ho guardato negli occhi e, con un tono molto calmo e pacato, gli ho spiegato che grazie alla nostra unione quel “quasi” poteva diventare certezza.
«Ammesso e non concesso che questa possa essere una buona idea, voglio in cambio qualcos'altro: se vincessimo l’appalto, io voglio scegliere quello migliore e tu dovrai venire a letto con me.»
Io l’ho guardato e sorriso, convinta che ormai il gioco era fatto, così ho alzato ancora di più il tiro.
«Non ha nessuna importanza, quando si sceglierà il lavoro, chi avrà l’appalto più grosso e sostanzioso; l'importante è vincere ed insieme vinceremo!»
Poi, senza aggiungere altro, mi sono alzata in piedi e l'ho invitato a seguirmi all'interno del bar; appena entrata nel bagno, mi son girata e mi sono abbassata davanti a lui, gli ho aperto la patta dei pantaloni e subito mi sono trovata davanti un bel cazzo, non lungo come quello di Luca, neanche dello stesso spessore, ma comunque degno di rispetto e, senza nessuna esitazione, l'ho preso in bocca e l’ho succhiato in maniera rapida e veloce. Lui, dopo un attimo di stupore, ha assecondato la mia pompa e, ben presto, mi sono ritrovata in bocca una copiosa sborrata, che ho ingoiato fino all'ultima goccia. Poi mi sono alzata in piedi e, guardandolo negli occhi, gli ho detto:
«Ci vediamo domani mattina nei nostri uffici per definire l’accordo: considera questo solo un anticipo, perché se vinciamo l'appalto, saranno due le puttanelle nel tuo letto e non ti sarà facile soddisfarci.»
Me ne sono andata lasciandolo sbigottito. Il mattino successivo lo vediamo arrivare nei nostri uffici insieme a suo figlio Giuliano, un bel ragazzo dell'età di Luca e, appena ci siamo seduti nella sala riunioni, subito ho notato che Giuliano aveva occhi solo per Luisa che, a sua volta, lo guardava in maniera alquanto interessata. Amedeo ha chiesto subito a Giulia se era veramente convinta di voler fare questa cosa insieme e lei, senza rispondere, si è girata verso di me e mi ha invitato ad esporre l'intero progetto. Ho iniziato a parlare del lavoro elencando tutte le varie cose che si sarebbero potute fare insieme ed i vantaggi di questa operazione che stavamo organizzando. Lui ha ascoltato in silenzio, mentre Giuliano prendeva appunti in continuazione e, quando è stato il momento di decidere, lui si è girato verso suo figlio e si è consultato un poco con lui, fin quando, tornando a guardare verso di me, ha detto che l'idea era buona, ma c'erano tante cose da aggiustare.
Subito Giulia ha specificato che effettivamente la cosa andava definita fin nei minimi dettagli e, per fare questo, ha indicato noi quattro: io, Luisa, Luca e suo figlio Giuliano e ci ha invitati a lavorare tutti e quattro insieme per l'intera settimana, allo scopo di definire i minimi dettagli per perfezionare la proposta da inviare, in modo da poter vincere l’appalto. Subito dopo ho presentato il foglio dove dovevano apporre la firma per la formazione della società temporanea, ma Amedeo si è alzato in piedi e, guardando sia Carlo che Giulia negli occhi, ha allungato la mano tenendo a precisare che, per lui, una stretta di mano era come una parola data e valeva più di mille firme. Per tutto il resto della settimana abbiamo lavorato insieme a Giuliano, che si è rivelato esser un ragazzo veramente speciale e abbiamo capito che era succube della madre, una donna estremamente acida e schiva, che rendeva la vita difficile sia ad Amedeo che a suo figlio. Subito mi sono resa conto che Giuliano era follemente innamorato di Luisa, che lo ricambiava dello stesso affetto già dalla seconda sera; erano andati a letto insieme e, in quell’occasione, lei aveva potuto constatare che il ragazzo era ben dotato e questo mi ha lasciato un po’ stupito, considerando che il padre non aveva poi una così grande dotazione. Questa riflessione mi ha portato anche a farne un’altra: Amedeo aveva troppo potere nella nuova società e dovevo in qualche modo limitare la sua arroganza. Ho preso ad analizzare la sua famiglia, e, considerato il fatto che Giuliano era ormai era succube di Luisa, ho cercato di capire che razza di moglie fosse la madre di questo ragazzo che, quando parlava di lei, i suoi occhi si velavano di tristezza. Una mattina presto ho iniziato a seguirla, dopo aver avuto da Giuliano l’informazione che la signora ogni mattina andava a messa. La prima mattina ho aspettato due ore fuori dalla chiesa e mi son stupita del fatto che, alla fine, ne era uscita solo lei, dopo che gli altri parrocchiani erano usciti già da un pezzo. Così ho fatto una breve ricognizione intorno la chiesa e, il giorno successivo, mi sono appostata nelle vicinanze e, quando lei arrivata, ho visto che ha assistito alla veloce funzione mattutina, officiata da un prete dall’aspetto imponente, di vecchio stampo, uno di quelli che indossano quella lunga tunica piena di bottoni. Finita la funzione religiosa, lei e il parroco si sono recati in sagrestia ed io, entrando da una porta laterale, li ho seguiti e, nascosta dietro un pesante tendaggio, ho potuto vedere la madre di Giuliano, inginocchiata davanti al prete, che gli aveva estratto il cazzo e, presolo in bocca, lo ingoiava a fatica, trattandosi di una nerchia di notevoli dimensioni. Immediatamente ho preso il mio cellulare e, in modalità video, ho ripreso tutta la scena. La vacca gemeva, mentre il porco le spingeva in gola quella grossa verga e, ad un tratto, lui l’ha fatta sollevare e, appoggiatala ad un tavolo, le ha sollevato il vestito ed ho potuto notare che la troia non aveva indossato nessun tipo di intimo, ma solo delle calze autoreggenti, di modo che lui, con un solo affondo, ha potuto prenderla da dietro, infilando quella maestosa verga tutta dentro di lei. La donna ha avuto un sussulto, ha cercato di inarcare un po’ il corpo per reggere l’impatto di quella monta bestiale ed ha subito preso ad emettere gemiti.
«No, ti prego, fa piano: mi sfondi tutta. E poi ti ho detto di non scopami. Lo sai che ho paura di restare di nuovo incinta. Dai, ti prego, mettimelo nel culo!»
Il porco ha grugnito mentre la pompava con affondi sempre più violenti.
«Sei una vacca sfondata! Ti scopo e ti sborro dove voglio! E se ho voglia di ingravidarti di nuovo, lo faccio senza nessun problema, tanto poi la domenica osservo quella faccia da stronzo di tuo marito che mi guarda, senza sapere che sta allevando mio figlio!»
Sono rimasta senza fiato nel sentire quelle parole, mentre lei ha continuato a lamentarsi e a pregarlo di metterglielo nel culo. Lui, ad un tratto, si è sfilato da lei e, con una spinta decisa, lo ha infilato tutto nel culo della zoccola che ha urlato di dolore.
«Aaahhii! Fa piano, me lo sfondi!»
Lui le ha assestato una sonora pacca sul sedere ed ha preso a sbatterla sempre più forte, poi, ad un tratto, si è sfilato e l'ha fatta girare e inginocchiare davanti a lui e, con una mano sul capo, mentre teneva il cazzo con l’altra, le ha infilato la grossa cappella in bocca e, con un grugnito da vero porco, ha cominciato a schizzare il suo piacere nella gola della troia, che faticava ad ingoiarlo. Soddisfatta del risultato, me ne sono andata e, giunta in ufficio, sono andata direttamente da Giulia e, quando le ho mostrato il filmato, lei mi ha guardato e alzatasi in piedi, mi ha abbracciato e baciato sulla bocca.
«Amore mio, questo sì che è un colpo da maestro. Avevo capito che eri una persona estremamente intelligente e magnificamente puttana! Io e te faremo diventare quest’azienda la più importante del mondo!»
Dopo una decina di giorni, Amedeo entra trionfante in ufficio e ci annuncia che abbiamo vinto l’appalto e vuole scegliere quello più favorevole. Giulia lo guarda con assoluta tranquillità e lo invita a festeggiare insieme a tutti noi la domenica successiva a casa nostra e, durante il pranzo, saranno definiti i dettagli di tutta l’operazione. Lui accetta volentieri, si gira verso di me e, guardandomi dritto negli occhi, mi parla in tono sarcastico.
«Adesso tu, e la tua amica puttanella, preparatevi, perché vi sfondo tutte e due!»
Io annuisco sorridendo e la domenica successiva lui si presenta a casa di Giulia assieme ad Eleonora, quella troia di sua moglie, che se la fa con il prete. Durante tutto il pranzo, lei ci guarda con occhi carichi di alterigia e, a malapena assapora alcune delle pietanze che le vengono servite, mentre osserva, con sussiego, le occhiate e le coccole d'amore che Giuliano scambia con Luisa. Come concordato tra me e Giulia, sollevo il calice e propongono un brindisi.
«Brindo alla realizzazione di questa impresa, che darà lustro alle nostre due aziende.»
Eleonora nemmeno solleva il calice e, con un tono sprezzante, a mezza voce, dice soltanto che di "risaputo e noto" c’è soltanto la nostra fama di puttane. Giulia finge di non sentire e, guardando Amedeo, solleva anche lei il calice e rincara la dose.
«È veramente un piacere avere al tavolo una persona come te, che ha subito capito l’importanza di unire le nostre forze per ottenere un maggior risultato e, fra persone che si rispettano, è un piacere averti qui in mezzo a noi.»
Eleonora ci guarda con disprezzo, non riesce a reggere la tensione che si è creata e, alla fine, sbotta pesantemente.
«Rispetto? Di quale rispetto parli, se tutti sanno che razza di donna sei e di come gestisci i tuoi affari in maniera tanto spudorata. Inoltre ho notato che tua figlia sta cercando di circuire mio figlio, ma ti assicuro che non ti riuscirà di trascinarlo in questo ambiente così lascivo ed immorale. Per lui ci vuole una donna seria, rispettosa e timorata di Dio!»
Era esattamente giunta al punto in cui volevamo arrivasse. Improvvisamente Giulia estrae il suo cellulare e avvia il video di lei inginocchiata davanti al prete e con un tono duro, le ribatte ogni parola.
«Dici a me che sono una zoccola? Certo che lo sono: lo sono sempre stata e sempre lo sarò. Ma io almeno l’ho fatto alla luce del sole, rendendo consapevole mio marito che aveva al fianco una cui piaceva fottere, non credo che Amedeo possa dire lo stesso di te. Guardate tutti come questa puttana cerca di ammantarsi di perbenismo, laddove se la spassa con quel bastardo del prete. Io, con il prete, non ci sono mai andata a letto!»
Amedeo prende il cellulare e guarda il filmato in silenzio, mentre lei sbianca e cerca in qualche modo di riprendersi dal colpo. Lui si alza in piedi, si gira verso di lei e la sua ira è incontenibile: temo quasi che possa ucciderla.
«Grandissima baldracca! Maledetta puttana! Sei una sudicia bagascia! Per tutti questi anni ci hai frantumato i coglioni a me e Giuliano, con la scusa che dovevamo esser persone moralmente oneste e, adesso, vedo invece che tu sei la più puttana delle puttane: una zoccola che se la fa con il parroco? Da oggi si cambia! Per prima cosa, Giuliano, anche se non è figlio mio, sarà libero di sposare chi vuole e se ritiene che questa ragazza, che so essere una stupenda puttanella, vorrà esser sua moglie, io ne sarò più che felice, così uniremo definitivamente le nostre aziende una volta per tutte. Quanto a te, troia, da oggi in poi si cambia e ti assicuro che, o farai esattamente tutto quello che vorrò io, oppure te ne puoi anche andare, altrimenti renderò la tua vita un inferno.»
È stato un cambiamento radicale veramente unico. Due mesi dopo, Giuliano e Luisa si sono sposati e le due aziende si sono fuse in una solo, dove Carlo, Amedeo e Giulia erano i tre dirigenti, mentre noi quattro, ci siamo divisi i compiti. Io e Luisa ci occupavamo dell'amministrazione, mentre Luca e Giuliano della parte operativa. Quanto ad Eleonora, Amedeo le ha reso la vita veramente difficile. Un cambiamento radicale del look è stato l’inizio di una nuova vita. Da quel momento in poi doveva esser lei ad inginocchiarsi davanti a clienti e fornitori, succhiare i loro cazzi e farsi inculare, per ottenere sconti o agevolazioni, e, ben presto, si è resa conto dell’errore commesso nell’essere una troia fedifraga e traditrice, quando invece avrebbe potuto esser una puttana ottenendo da quella vita tutti gli agi possibili. Al matrimonio di Giuliano e Luisa è stata invitata anche mia madre, perché Giulia ha in mente una certa idea che vuole mettere in pratica. A margine della cerimonia, Giulia e mia madre scambiano un lungo momento di confronto insieme.
«Pamela mi ha raccontato che sei una donna molto in gamba, che sa trattare affari e, soprattutto, non disdegna aprire le cosce quando sia opportuno per il bene di tutti. Ogni volta che costruiamo delle abitazioni, c’è una agenzia immobiliare che si occupa della loro vendita, ma il proprietario è stanco ed ha deciso di lasciare, così mi ha proposto di acquistare l’agenzia e di farla diventare il nostro punto vendita. Per far questo ho bisogno di una persona di cui mi fidi ciecamente e, siccome tua figlia è diventata molto importante per me, son sicura che anche tu potresti dare il tuo contributo: ti considero persona decisamente affidabile e per questo avrei pensato di affidare a te la gestione di questa operazione.»
Mia madre la guarda e sorride e precisa solo che, per anni, ha venduto sigarette e bocchini. Giulia ride e fa notare che anche a vendere bocchini non è per niente facile, come non lo è a vendere una casa e, in ogni caso, il vecchio proprietario la affiancherà per fornirle tutta l'esperienza accumulata negli anni, poiché è uno che ama le belle donne e, sicuramente, sarà prodigo di consigli nei suoi confronti. Mia madre accetta e, da quel momento, anche lei entra a far parte della famiglia.
Per prima cosa, cerco per lei un piccolo appartamento più adatto al nuovo corso della sua vita e questo è per me motivo di orgoglio. Per circa un anno le cose son procedute in maniera fantastica, poi, tramite un contatto che aveva Amedeo, è emerso che un’importante opera avrebbe riguardato la nostra città. Era qualcosa di colossale, un lavoro che sarebbe durato come minimo cinque o sei anni, con un importante giro di affari che avrebbe coinvolto tante aziende. Abbiamo fatto una riunione, cui eravamo presenti oltre ad Amedeo, Giulia e Carlo, anche io e Luisa. È stato proprio Amedeo, ad esporre il progetto.
«Il mio contatto mi ha fatto sapere che ci sarà un’importante assegnazione per lo svolgimento di un lavoro per la costruzione di un immenso raccordo anulare, che circonderà la città al fine di alleggerire il traffico urbano. Sarà un lavoro per svariati milioni, dove, oltre noi, saranno coinvolte anche tante aziende, ma per fare questo occorre agire in maniera preventiva e molto discreta, per questo ho bisogno di voi due, ragazze, perché spetterà a voi il compito più onerosa di tessere i contatti, sia con il mio contatto al parlamento, sia con altri esponenti delle varie commissioni. Tutto dovrà avvenire in maniera molto discreta e prudente, priva di scalpore, ed è per questo che non posso mandare Eleonora, perché lei è solo una bagascia, non è una femmina intelligente come voi due, capaci di agire sul filo del rasoio ma in maniera efficace.»
Ci espone tutti i dettagli dell’operazione e subito noi due ci mostriamo disponibili per condurre in porto questo che sarà un lavoro talmente importante che sancirà definitivamente l’ascesa della nostra azienda ad altissimi livelli. Dopo una decina di giorni, Amedeo ci informa che ha fissato un appuntamento con quattro persone, che avverrà in un luogo molto particolare: un minuscolo appartamento situato in un palazzo che è munito di un immenso parcheggio sotterraneo, da cui è possibile entrare ed uscire, senza esser notati. Io e Luisa ci rechiamo all'appuntamento, indossando delle mise molto sexy: io, un tubino elasticizzato con sotto le mie sole autoreggenti e scarpe tacco 12; lei, una mini gonna con camicetta bianca e, ai piedi, anche lei delle scarpe con il tacco molto alto. Dopo circa 10 minuti che stiamo ad aspettare nell’appartamento, vediamo arrivare quattro persone: il primo, più carismatico di tutti, è un uomo dall’età non ben definita, ma, in ogni caso, dall’aspetto molto giovanile. Si presenta dicendo di chiamarsi Giorgio e, quando scopre che io sono Pamela, mi prende per mano e, lasciando Luisa in compagnia degli altri tre, subito mi porta in una delle due camere. Una volta dentro, mi fa spogliare e anche lui si spoglia mettendo in mostra un bel membro ancora in posizione di riposo ma di ottime dimensioni, sia in lunghezza che in circonferenza. Insieme ci sdraiamo sul letto e lui mi guarda dritto negli occhi e mi parla con una velata malinconia.
«Sono due anni che questo cazzo non tira. Hanno provato in tante a farlo indurire, senza riuscirci. Vediamo se la tua fama di succhiacazzi straordinaria è corretta.»
Lo guardo un po’ intimorita e, dentro di me, sento che dovrò dare il massimo della mia esperienza per fare ergere quella verga, che, presa in mano, sento piuttosto flaccida. Comincio a leccarla e a succhiarla, ma sembra proprio che su di essa la mia abilità non sortisca alcun effetto. Allora scivolo con la lingua fin giù verso le palle e ne lecco e succhio una per volta, continuando a segare con la mano la verga, che proprio non dà segno di indurirsi. Mentre prendo la punta in bocca, con la mano continuo ad accarezzare le palle e, con la punta del dito, sfioro il suo forellino anale e, subito, sento un lieve sussulto nella verga. Quindi bagno la falange del dito indice e torno a stuzzicare il suo buchetto e, immediatamente, sento la verga che inizia ad indurirsi in bocca. Continuo a titillare il culo di quel maschio, che ora mi osserva meravigliato perché il suo cazzo sta diventando grosso e duro.
«Cazzo, che portento! Finalmente una troia che sa succhiare il cazzo! Continua, ti prego, non smettere assolutamente! Dai, che voglio sborrare!»
Lo succhio e lo lecco, sentendolo lievitare nella mia bocca e, quando mi rendo conto che è all’apice della sua erezione, con occhi languidi mi giro verso di lui e lo provoco in maniera da esperta puttana.
«Ma come? Mi dici che non scopi da due anni e adesso che ti faccio diventare il cazzo duro, ti accontenteresti solo di un pompino?»
Lui mi guarda abbastanza stupito ed io, senza dir nulla, con la fica già fradicia al pensiero di sentirmi dentro quella splendida verga, salgo su di lui e tenendolo ben dritto inserisco la punta fra le labbra della mia vagina e mi impalo su di lui. Vedo il suo sguardo estasiato dal piacere che prova nel sentire il suo cazzo affondare dentro di me e, sollevate le mani, mi afferra per i fianchi e ruota su sé stesso, ponendomi sotto di lui. Ora mi sovrasta con tutta la sua mole: prende a pomparmi la fica sempre più forte, facendomi gemere di piacere.
«Dai, toro meraviglioso, sfondami tutta! Scopami più forte! Dai goditi questa vacca, che è riuscita a farti diventare il cazzo duro!»
Mi pompa con un ritmo molto sostenuto ed io ho un orgasmo dopo l’altro, fin quando mi rendo conto che non resisterà ancora molto, così decido di lanciargli una nuova provocazione.
«Sei meraviglioso! Un vero toro da monta! Adesso voglio sentirti anche nel culo! Dai, sfondami anche il culo!»
Non si fa pregare, si sfila e mi rigira e, un attimo dopo, lo sento entrare dentro di me con una spinta decisa, finché il suo corpo non aderisce al mio. Mi prende per i fianchi e mi pompa sempre più energicamente, eccitato dal gioco.
«Fantastica! Sei una vacca stupenda! Ti sfondo il culo! Ti voglio sfondare tutta!»
Mi sbatte come un ossesso. Mi scopa con colpi durissimi, ed io ho un altro orgasmo, che gli urlo a piena voce. Poi di colpo mi spingo in avanti, mi sfilo, mi rigiro e lo guardo dritto negli occhi.
«Adesso, adesso che ho goduto come una troia, voglio bere il tuo seme. Voglio sentire la tua sborra scivolare giù per la mia gola!»
Lui non accetta, mi trascina di nuovo sotto di sé e prende a pomparmi ancora più forte, fin quando io ho un nuovo orgasmo e, improvvisamente, rimane immobile: sento il mio ventre riempirsi del calore del suo piacere, mentre emette un grido che non ha nulla di umano.
«Troia, sto sborrando. Che femmina magnifica che sei!»
Si sfila da me ed uno schizzo colpisce il mio corpo, mentre io allungo la mia faccia ed apro la bocca per ricevere in gola gli ultimi due schizzi di sborra. Lui rimane disteso supino, sfinito, mentre io continuo a leccare quel cazzo che mi ha fatto godere e, quando torno a sfiorare ancora la sua rosetta anale, lui mi blocca.
«No, fermati. Basta così. Sapevo che eri una speciale, ma non immaginavo fino a questo punto. D’altronde non avrebbe potuto esser diversamente, da una che è la nipote di Maria.»
Lo guardo un attimo stupita e gli chiedo cosa c’entra mia nonna Maria. Lui scuote il capo e, senza aggiungere altro, si alza in piedi e comincia a rivestirsi. Io lo imito e, mentre sto finendo di indossare i miei abiti, lui si gira verso di me e detta le condizioni.
«Perfetto! È stato tutto veramente perfetto ed è per questo che la vostra azienda avrà l’appalto e sarà la capofila di questo lavoro che coinvolgerà un sacco di gente e che frutterà a tutti un sacco di soldi. I tre che sono di là con la tua amica avranno una lauta percentuale, che sarà quantificata al momento dell’appalto.»
Lo guardo e mi rendo conto che non ha finito il discorso.
«Ok, questo lo sapevo, ma non mi hai ancora detto quanto sia la percentuale che spetta a te.»
Lui scuote il capo e non risponde, poi mi si avvicina e mi guarda dritto negli occhi: la sua voce è calma, ma nello stesso tempo stentorea.
«Io non voglio soldi, di quelli ne ho anche troppi. Quattro anni fa è morta mia moglie ed io mi sono ritrovato ad esser solo, perché lei era sterile e, quindi, non ho nessuno cui lasciare la mia eredita, per cui il mio compenso me lo dovrai dare tu: dovrai lasciarti ingravidare da me e darmi un figlio. Questi sono i termini dell’accordo, che non è discutibile: prendere o lasciare e, domani pomeriggio, alle 18:00, voglio una risposta definitiva.»
Senza aggiungere altro esce, mentre io sono costretta a sedermi sul letto, perché le gambe non mi reggono.
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2 years ago
baxi18, 55
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La cagna di coppia 2ªparte
Seconda parte
Ci trovammo distesi tutti e tre soddisfatti ed appagati di ciò che era successo ..
Che figata, ero al settimo cielo, poi vedere tutto da un diverso punto di vista, be solo a ripensarci mi venne di nuovo il cazzo barzotto
Lì per lì mi osservarono, e lui disse sussurrando: "Garda la troietta, pere abbia fame ancora...."
In effetti io ho goduto e tanto, ma ero ancora pieno di sborra.
Mi ignorarono uno si alzò, l'altra andò a rinfrescarsi... Io rimasi li sul letto incredulo e con il cazzo in mano.... Mi stuzzicai con le mani, mi toccai e piano piano la mano inizio a muoversi sull'asta dolcemente.
Avevo gli occhi socchiusi e, dopo forse un minuto, sentii la voce di lei che rimproverandomi mi disse: "Che cosa stai facendo, ti abbiamo forse detto che ti puoi segare sul nostro letto?" Mi uccise.... mi umiliò, dicendo questo, ero pieno di voglia e non potevo toccarmi... che situazione...
È pur vero, che io era stato accolto da loro perché servizievole ed ubbidiente. Quindi non mi stavo comportando in modo corretto...
Di nuovo la voce di lei che parla con tono deciso: "Cagna vogliosa vieni qui a finire il lavoro che ho iniziato ..."
Mi fece stendere in bagno a faccia in su, mi cavalcò con le gambe e mi si sedette sopra e mi ordinò di pulirgli tutta la figa con la lingua.
Non attendevo altro da fare, non esitai nemmeno, vidi il suo bel culo tondo avvicinarsi sempre più, e una volta avvicinato fino a sfiorarmi la faccia, lei inizio ad ondeggiare avanti ed indietro ... Si faceva leccare il buchino dietro, bello, morbido, rilassato, vista la posizione, poi mi ordinava di leccargli le pareti della vagina e poi si faceva succhiare il clitoride, si come fosse un cazzo...
La sentivo godere ansimare e andò avanti fin che non ebbe un altro orgasmo.
Passarono credo dieci minuti, e mentre gemeva, arrivo di nuovo lui....
Si mise a ridacchiare e mi sentii toccare le palle... Che sia giunto il mio momento....
No purtroppo, lui inizio a giocarci ma solo per il proprio gusto sadico , me le stringeva le tirava e mi dava qualche colpetto, giusto per farmi un pochino di male...Godevo? Mmm, non so, era un rapporto di odio e amore con questo gioco, ma ubbidiente significa ubbidire...
Lei poi suggeriva a lui e sadico com'era, eseguiva male gli ordini, quindi doveva ripetere l'esercizio e io rimanevo lì in balia loro...
Mi fecero alzare e distendere con la testa nella doccia, lei mi si pose di nuovo sopra alla faccia e iniziò a masturbarsi con due dita dentro la figa. Capii che da lì a poco mi avrebbe inondato, e non passò molto, che inizio a schizzarmi in faccia dicendomi: "allora troia ti piace che ti squirti in faccia!?!? Lavora tienila tutta in bocca e non perderne nemmeno una goccia!!!"
Lo pretese e mi inondò tutta la faccia e bocca. Quando fu piana, lui arrivò e si pose anche lui sopra me e con il cazzo sopra la mia bocca ..
"Sai che a lei piace che io intinga il cazzo nella bocca dove ha appena squirtato, per poi succhiarselo... "
Io rimasi li ammutolito perché la bocca era piena, lui mise il cazzo dentro si alzò e lei dietro la mia testa in ginocchio che lo aspettava per succhiarglielo.... Lo fece, poi lo intinse di nuovo e così via...
Mi fecero alzare lei mi risciacquò, una rinfrescata veloce, mi asciugò e notai che diventò più dolce, buona e mansueto...
"Vieni cara ora tocca a te .." mi riportò a letto: "mettiti a carponi ora diventerai ma nostra troia" mi misi con la testa appoggiata al letto e braccia avanti... Mi sentii toccare dietro, mi sentivo tutto sempre più piacevolmente scivoloso, e capii che prima una lingua poi due che mi leccavano,... uno ,due ,tre dita.... Mi piaceva... Altra pausa e più nulla..
mha!!! D'un tratto ecco che mi stanno appoggiando qualcosa di rigido mi sento preso per i fianchi, ma una presa delicata... Era lei con lo strapon :"troietta e la mia ora..." Era lei che mi voleva, anzi mi stava scopando, per mia fortuna non era molto importante in misura, ma iniziava ad entrare e si sentiva comunque. Io non ne ho presi tanti e comunque piccoli..."lo senti troia? Lo sai che cosa sto facendo? Ti scopo e ti apro il culo, e preparo la strada aperta per lui..." Mio dio era, il suo, il cazzo più grande che ho visto dal vero... Passo del tempo mentre mi scopava, poi lo tolse e chiamò Claudio dicendo di avvicinarsi. "La troia te l'ho scaldata e pronta". Pochi secondi, cambio della guardia subito e li gioco cambio ... Sentii ungermi nuovamente e qualche cosa di grosso appoggiarsi dietro ...
Spinse con delicatezza, ma entrò inesorabilmente. Mi faceva male sempre più, da non resistere e cercando di scappare mi sentii strattonare all'indietro e mi piantò deciso ... Un dolore incedibile ed insopportabile...
Lui:
"Cagna! sei venuta da noi pensando che avessimo avuto bisogno di una leccatrice??"
Lei:
"Ti sbagli cagna vogliosa, ti vogliamo aprire il culo, rompertelo, in modo che tu diventi mansueto ed ubbidiente appunto, e con il buco aperto. Quindi cosa ci devi dire ora!!!
Rimasi lì con un dolore fortissimo che mi toglieva il fiato e dovevo rispondere...
Con un filo di fiato e sofferente risposi: "Si padroni, sono la vostra cagna ubbidiente..."
Senti il palo di Claudio muoversi piano e sentii Claudia che mi metteva ancora lubrificante, inizio muoversi dolcemente su e giù e lì dolore inizio a trasformarsi in piacere, si godevo e molto. Sentii una mano che mi afferrò il cazzo poi una bocca che iniziò a spompinarmi delicatamente ... In quel momento, capii di essere veramente contento di averli conosciuti, mi stavano ripagando in due, dei servizi dati prima... Uno mi scopava dolcemente, l'altra mi stava svuotando lo scroto....
D'un tratto iniziai a venire, spruzzando con una forza tale che lo sperma gli finì in gola e lui mi riempi il culo.... Pensando fosse finita, mi rilassai scivolando di lato su di lei, sul letto, ma non erano ancora contenti, mi rimisero a carponi con le gambe ben aperte, e lì sentii leccarmi il culo e intuivo c'è limonavano tra di loro, leccavano e limonavano tutto lo sperma..
Troppo bello...
Ci salutammo con un semplice arrivederci...
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2 years ago
admin, 75
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La cagna di coppia 1ªparte
Inizio semplicemente cosi...
"Ciao",
"Ciao piacere Mario"
"Piacere Claudio"
"Piacere Claudia" (pura fantasia)
"Come va?"
"Bene!, son felice di essere qua con voi...."
"Prego entra"
"Grazie"
Entro una casa e mi invitano a sedermi. Bel posto accogliente...
Si inizia con il bere un caffè e scambiare quattro chiacchiere su argomenti quotidiani....
Io li osservavo, e cercavo di capire quale fosse la loro impressione nei miei confronti... Sono attratti da me, non lo sono...
Lei bella, morbida quel giusto che attizza l'idea di baciarla da per tutto per ore mordicchiando la con succhiotti di labbra, due seni belli rotondi con al centro due capezzoli da succhiare ..mmmm
Lui, uomo normale, di bella presenza e soprattutto compagnia un vero fisico ma non noto altro per ora...
Dopo un oretta, inizio a vedere la Claudia dare sguardi sempre più intensi a Claudio, come gli volesse dire che era impaziente.... Si alzò e in un modo deciso e disse sicura
"bhe Claudio, ci fai vedere che cosa tieni sotto a quei pantaloni?"
Lui si alzò e si diresse invitandomi a seguirlo verso la camera da letto. Li si tolse la cintura e si aprì i pantaloni, lei gli si avvicina, lo tocca con la mano ed inizia ad accarezzargli il cazzo da sopra i boxer.... e guardare me dicendo se non mi facesse voglia... Mmmm e me lo chiedi? Che bellezza, io mi sono infiammato subito, semplicemente perché per me è la prima volta con una coppia...
Lei strofina, mi guarda e mi dice se non fossi interessato a vedere che cosa ci fosse sotto.... Ormai io ero quasi intontito, ipnotizzato, vedevo solo la mano che frugava, quel cazzo che cresceva e sempre di più ...
Lei mi invita ad avvicinarmi ed ad inginocchiarmi di fronte a lui....
Una volta li, dolcemente con la sua mano, mi sento spingere verso il cazzo di Marco e non potendo resistere, inizio a mordicchiarlo da sopra i boxer.
Lo stringo con i denti delicatamente, gli metto le mani ben salde sulle chiappe e lo tiro a me avidamente e continuo a mordicchiare.
Claudia la sento sorridere e dire come io fossi per lei una bella troietta vogliosa di cazzo.... da dietro mi ferma, lo spoglia dai boxer e mi ritrovo il cazzo durissimo di fronte a me di Claudio.
Non ci penso due volte, me lo infilo in bocca e lo succhio, sempre più forte, mmm che bello. Da dietro, arriva ancora lei e inizia a spingermi la testa perché il cazzo di Marco potesse infilarsi sempre più nella mia
gola scopandomela ...
Che meraviglia...mentre succedeva sentii una mano che mi tocca il ventre, capisco che è la Claudia, che mi sta togliendo i pantaloni e mi spoglia. Mi afferra il cazzo e me lo spompina...che meraviglia una bocca calda, esperta e vogliosa, che scende infilandotelo fin dove riesce, per poi risalire e succhia la cappella come fosse un dolce.
Meraviglia......
Io godo lui gode e lei che fa da regista.... Per ora!...
Dopo esserci goduto questo momento, sento lei che mi dice con tono deciso, di distendermi sul letto con la testa sul bordo, non capii lì per lì, ma subito dopo arriva sopra di me e mi si siede sulla faccia. Mi ritrovai con la sua figa bagnata tutta mia da leccare e succhiare, lo faci e per parecchio. La sentivo ansimare e godere le infilavo la lingua ovunque riuscissi. Gli succhiavo il clitoride che nel frattempo era diventato bello duro, come un cazzetto da spompinare.. e godeva ....Gli infilavo la lingua nella vagina inondata da umori per poi passare fino al suo bel buchetto, ad oggi leccatina si ammorbidiva sempre più permettendo alla lingua dì entrare senza ostacoli...
Di riflesso lei godendo, si è distesa su me e ha iniziato a succhiarmi di nuovo il cazzo. D'un tratto non capivo più niente ma sentii il piacere aumentare... Mi resi conto che le bocche erano due e pure le lingue.... Claudio Claudia assieme che mi succhiano, non ci potevo credere, godevo veramente come un porco..... Situazione bellissima che andò avanti purtroppo non per molto però, i due avevano un progetto, lei rimase lì, lui passa dietro e mi resi conto che avrei visto il cazzo che entrava nella figa di Claudia. Scena imperiale...
Oltre all'immaginabile...
Non resisto devo assolutamente leccare e succhiare tutto quel bel vedere. Con il collo mi contorcevo, per partire dal clitoride ed arrivare al perineo di lui. Notai che quando gli succhiavo le palle, lui ansimava di più e rallentava per darmi la possibilità di leccare meglio. Da lì a poco capito che mi stava offrendo il suo buchino da leccare e quindi son scivolata un pochino più indietro per prepararmi a leccaregli il culetto.. Lui inizio ad penetrare Claudia e uscendo mi posizionava il buchetto sulla punta della lingua appuntita rigida, facendosi penetrare in pochino.... Quanta troiaggine, quanta trasgressione in quel letto.
Ad un tratto lui si ferma di nuovo arretra e me lo fa succhiare mi diceva troia che non sei altro succhialo bene e io li impietrito con la bocca piena ..
Lo ritolse e continuò a scopare Claudia, ad una certa iniziarono ad ansimare sempre più e ho capito che avrei visto uno spruzzo di sborra arrivare.... Lei inizio a colare umori dalla figa, lui ansimava come un porco, dentro di lei e io sotto con la lingua, Spruzzo tutto d'un colpo sulla schiena di Claudia poi mi disse succhiarlo e pulirlo tutto come una brava troietta.... Andò cosi
E continuammo a giocare per un bel po'...
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2 years ago
admin, 75
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Nuora e suocera. seconda parte
Pamela
Mi chiamo Pamela, ho ventidue anni e sono sposata con Luca. Sono alta m.1,70, capelli lunghi e neri, occhi scuri, seno una terza abbondante e un bel culetto alto e sodo, gambe lunghe e labbra carnose. Sono la figlia unica di una famiglia dalle idee molto libertine. Mio padre, un gran porco, ha sposato Elisa, mia madre, che aveva diciassette anni, dopo che lei era rimasta incinta. Questa situazione particolare ha, in qualche modo, determinato un cambiamento totale nella vita di mia madre. Non tanto perché era diventata madre, ma perché questo ha determinato una grande complicità con mia nonna Maria. Lei, all’epoca, era già titolare di una tabaccheria, dove, in vetrina, c’era un cartello che riportava uno slogan alquanto particolare: QUI SI VENDONO SIGARETTE E BOCCHINI! Naturalmente, davanti al cartello, c’erano alcuni pacchetti di sigarette e piccoli dispositivi utilizzati per filtrare la nicotina: appunto i bocchini. In realtà, come ho poi scoperto dopo, la nonna i bocchini li faceva a gogò e se li faceva anche pagare profumatamente. L’inserimento di mia madre nell’azienda di famiglia aveva subito determinato un incremento delle entrate e, ben presto, anche lei ha cominciato a succhiare il cazzo ai clienti molto affezionati, incrementando al massimo i suoi guadagni. Il fatto che mia nonna e mia madre fossero due zoccole, rendeva mio padre molto felice e la loro complicità era veramente qualcosa di speciale. Volutamente le faceva indossare abiti molto succinti, dove erano ben in evidenza le sue grazie, costituite da un seno molto rigoglioso, due splendide cosce e un bel culo tondo, che veniva ancor più valorizzato dal fatto che lei indossava sempre scarpe con tacchi molto alti. Fra lui e mia madre c’era una complicità totale, durata fino a quando mio padre non è morto d’infarto, una notte nel sonno, quando io avevo solo 12 anni. Crescevo allegra e felice, ovviamente all’oscuro di tutto ciò che avveniva nel retro della tabaccheria, dove spesso mia madre, o mia nonna, si recavano a succhiare il cazzo al cliente di turno. Dopo la morte di mio padre, questa cosa è andata alquanto sminuendo soprattutto per quanto riguardava mia madre, mentre invece mia nonna continuava a succhiare allegramente tutte le mazze che gli si paravano davanti al viso. A 16 anni ero già alquanto sviluppata. Il mio seno era già cresciuto abbastanza e anche il mio corpo era divenuto più formoso, al punto che i vestiti mi erano subito piccoli, le gonne un po’ troppo corte. La cosa però che mi dava fastidio in modo particolare, era il ciclo mestruale. Arrivava all’improvviso e, nei primi quattro o cinque giorni, era devastante. Avevo dolori così forti da piegarmi in due e perdite di sangue così abbondanti che ero costretta a cambiarmi l’assorbente in continuazione. Fu, però, grazie a questo fastidio, che scoprii cosa avveniva nel retro della tabaccheria. Ero appena entrata in tabaccheria, quando ho sentito l'assoluta necessità di cambiare l’assorbente, perciò mi son recata nel bagno posto nel retro del locale. Mentre ero chiusa in bagno, ho sentito mia nonna entrare dalla porta posteriore insieme ad un tizio; lei si è seduta nel piccolo ufficio, posto proprio di fronte alla porta del bagno, ed io, Incuriosita dal fatto che fosse entrata dal retro, ho guardato attraverso il buco della serratura ed ho potuto subito constatare che il tizio era in piedi, davanti a mia nonna seduta, ed aveva sfoderato una bella mazza. Non è che ne avessi già viste tante, forse due o tre, ma quella era particolarmente lunga ed ho visto con quanta disinvoltura mia nonna se la infilava giù, tutta in gola. Ero sbalordita dalla facilità con cui aveva ingoiato quella verga e, soprattutto, non riuscivo a capire come, con quel palo piantato in gola, riuscisse a tirar fuori la lingua e lambire, con la punta, le palle del porco, che, ovviamente, ansimava di piacere da vero maiale.
«Che meravigliosa succhiacazzi! Dai, succhialo bene che ti voglio sborrare direttamente in gola!»
Nel vedere quello spettacolo, ho portato un dito in bocca e ho provato ad imitare ciò che stava facendo mia nonna, ma subito ho avuto dei conati di vomito e questo mi ha stupito ancora di più, perché, se con un solo dito a me veniva da vomitare, proprio non riuscivo a capire come la nonna potesse infilarsi in gola quella verga, che sarà stata lunga quasi una ventina di cm. Ha continuato per un po’ a succhiare, facendolo scorrere dentro/fuori dalla bocca, fin quando il tizio non le ha appoggiato una mano sulla testa ed ha preso a scoparla con più violenza. Alla fine, con un grugnito da vero porco, è rimasto immobile con metà del cazzo infilato nella bocca di nonna ed ha cominciato a sborrare. Lei ha serrato le labbra e mentre lui le riversava in gola la sua sborra, ho visto lei ingoiare ripetutamente, senza perderne neanche una goccia. L’uomo si è complimentato con lei e poi ha rimesso il cazzo nei pantaloni, ha estratto una banconota dalla tasca e l'ha data alla nonna, complimentandosi con lei.
«Maria, sei veramente una gran succhiacazzi! Anche Elisa, tua nuora, è molto brava, ma tu sei veramente unica!»
Ero basita nel sentire che anche mia madre fosse una succhiacazzi, anche se, dentro di me, mentre vedevo la scena di mia nonna che ingoiava quella verga, ho sentito uno strano brivido percorrere il mio corpo, fino a raggiungere la mia patatina, che ho sentito bagnarsi immediatamente. Ho avuto l’impressione che il mio ciclo mestruale fosse diventato ancor più abbondante e, di conseguenza, ho sostituito di nuovo l’assorbente. Però, ho notato che il colore del sangue era meno rosso del solito, anzi, direi rosa, e questo mi ha un po’ incuriosito. Mentre cercavo di pulirmi la fica, prima di mettere un nuovo assorbente, appena ho sfiorato il mio bottoncino, ho sentito la stessa identica sensazione provata mentre guardavo mia nonna succhiare quel cazzo e il mio corpo è stato scosso dallo stesso brivido: la mia mano si è immediatamente riempita di liquido rossastro. Era la prima volta che avevo un orgasmo così intenso, molto più forte di quello che provavo ogniqualvolta mi accarezzavo la patatina. Quando sono uscita dal bagno, son tornata nel negozio e vi ho trovato mia madre che, vedendomi alquanto sconvolta, si è subito preoccupata.
«Amore mio, che c'è? Non stai bene? Mi sembri distrutta!»
Ero un po’ in imbarazzo perché avrei voluto chiederle tante cose, ma la mia timidezza non me lo permetteva. Le ho solo spiegato che il ciclo mestruale mi stava devastando.
«Accidenti! Ho dolori dappertutto! Vorrei riuscire a capire perché si deve soffrire così tanto! Farei qualunque cosa pur di non aver più questi dolori!»
Mia madre mi ha abbracciato e sorriso, poi mi ha guardato negli occhi e, con voce pacata mi ha spiegato che era ora di porre fine alle mie sofferenze. Dopo una decina di giorni, mi ha accompagnato a fare un esame del sangue e, avuti gli esiti, siamo andate insieme da Paolo, il suo ginecologo. Ero decisamente in imbarazzo quando mi sono trovata davanti un maschio veramente bello! Alto, spalle larghe, occhi neri e profondi, mani belle e ben curate, con dita lunghe e sottili. Ha salutato subito molto cordialmente mia madre, stringendola in un abbraccio che andava al di là del professionale.
«Elisa, sei sempre uno splendore! Presumo che questa splendida ragazza sia tua figlia Pamela.»
Mia madre gli ha spiegato quale era il mio problema; lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha invitato a spogliarmi nuda. Io ho guardato mia madre, mentre le mie guance erano diventate rosse come due pomodori maturi. Mia madre, con calma, mi ha abbracciato e mi ha spiegato la situazione.
«Figlia mia, non devi affatto arrossire davanti a Paolo, perché è una persona di cui mi fido ciecamente, molto competente e, soprattutto, la persona giusta che, in qualche modo, riuscirà ad alleviare i tuoi dolori mestruali. Se non ricordo male hai detto che saresti stata disposta a fare qualunque cosa pur di non sentirli più, quindi, ora spogliati e fai tutto quello che lui ti dirà.»
Un po’ titubante, mi son denudata sotto lo sguardo di loro due, ma soprattutto quello di lui, che mi ammirava compiaciuto. Mi ha fatto sdraiare su di un lettino e sollevare le gambe su degli appositi sostegni; mi son ritrovata con la fica aperta ed esposta. Lui si è seduto fra le mie cosce e, con un la mano fasciata da un guanto, ha esplorato la mia intimità. Ho avuto subito uno scatto e lui mi ha subito tranquillizzata.
«Pamela, rilassati! Non ti devi preoccupare di nulla, perché non intendo farti alcun male. Non ti preoccupare se senti piacere, anzi spero che tu ne senta tanto, perché questo è indice di un perfetto funzionamento di tutto il tuo corpo. Rilassati e lasciami ispezionare la tua intimità.»
Ho sentito le sue dita indugiare lungo le labbra della mia ostrica, che ha cominciato a secernere umori in continuazione e lui se ne è molto compiaciuto.
«Bravissima! Ti stai bagnando in maniera stupenda! Inoltre vedo con piacere, che sei ancora vergine e questo, in qualche modo, è una cosa che mi spinge a farti godere ancora di più.»
Ha sollevato lo sguardo e, dopo avermi guardato un attimo mentre io eludevo il suo sguardo ed arrossivo fino alla cima dei capelli, lui si è girato verso mia madre e l'ha guardata dritta negli occhi.
«Non capita molto spesso di avere tra le mani una giovane fica così bella e vergine: vorrei farle provare qualche brivido in più, se tu sei d’accordo!»
Ho visto mia madre che gli ha sorriso ed ha annuito; allora lui, dopo aver introdotto nella mia vagina alcuni tamponi per prendere dei campioni, ad un tratto ha avvicinato la sua faccia alla mia fica e la sua lingua calda ha preso a lambire le pieghe della mia intimità. Anche in questo caso ho avuto un fremito che mi ha fatto fremere, ma lui mi ha esortato ancora a restare calma e cercare di assaporare al massimo il piacere che quell'azione mi avrebbe provocato. È stato semplicemente fantastico! Ho sentito la sua lingua muoversi lungo tutto lo spacco della mia fica, indugiando sul bottoncino e procurandomi un piacere mai provato prima. Già da tempo mi masturbavo, ma le sensazioni che stavo provando con lui erano qualcosa di veramente sconvolgente! Ad un tratto il mio corpo è stato percorso da una scarica elettrica che, dalla testa, ha attraversato tutto il corpo facendolo tendere in ogni singolo muscolo, inarcare il mio corpo ed infine esplodere nella sua bocca. Un gemito alquanto soffocato per la vergogna che, in quel momento, stavo provando nel godere nella sua bocca, ha indicato ad entrambi che stavo veramente godendo. Lui ha incollato la sua bocca alla mia fica ed ha leccato tutto quello che da essa sgorgava. Soddisfatto si è girato verso mia madre, complimentandosi sia con me che con lei.
«Meravigliosa! Una delle più belle leccate di fica che abbia mai fatto! Una fica vergine ha un sapore veramente unico! Dovresti assaporarlo un po’ anche tu. Dai, inginocchiati qui davanti e continua a leccarla, mentre io voglio che lei assapori anche un altro piacere.»
Immediatamente mia madre ha preso il suo posto e subito ho sentito la sua lingua indugiare con la stessa intensità e bravura di Paolo. Lui, intanto, si è alzato in piedi e si è posto di lato a me e, dopo avermi fatto girare la testa verso di lui, ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha presentato un bel cazzo di ottime proporzioni. La sua splendida cappella rossa era lì ad un passo dalla mia bocca e lui, delicatamente, mi ha invitato a succhiarla.
«Apri la bocca, lecca e succhia.»
Con un po’ di incertezza ho iniziato a fare quanto mi veniva richiesto, mentre il mio corpo veniva scosso da un intenso orgasmo provocatomi da mia madre. Ho preso a gemere a bocca piena, mentre lei continuava a leccare tutto ciò che sgorgava dalla mia fica, fin quando si è alzata ed è venuta vicino a me, soddisfatta del risultato.
«Paolo avevi ragione! La sua fica vergine ha un sapore veramente unico! E adesso voglio che tu, figlia mia, impari a fare un perfetto pompino!»
Immediatamente si è abbassata ed ha iniziato ad elargire consigli ed istruzioni su come realizzare un perfetto pompino. Mi sono sentita molto eccitata da questa strana situazione e, ben presto, ho cominciato a leccare a succhiare quel cazzo sempre meglio, inducendo lui a farmi dei complimenti.
«Bravissima! Elisa, tua figlia è veramente brava! Con la dovuta esperienza diventerà una meravigliosa succhiacazzi come te! Adesso è giunta l’ora di farle assaggiare la mia crema!»
Mia madre mi ha detto che fra poco mi avrebbe riempito la bocca di sborra, che avrebbe avuto un sapore un po’ acidula, una specie di yogurt, di cui io sono ghiotta. Ho serrato le labbra e lui ha cominciato muovere il bacino avanti indietro sempre più velocemente fin quando, ad un tratto, è rimasto immobile e subito la mia bocca si è riempita di crema densa e calda. Ho strabuzzato un po’ gli occhi per la sorpresa, ma, dietro consiglio di mia madre, ho ingoiato velocemente e subito mentre la mia bocca si riempiva ancora. Ho ingoiato anche questa seconda dose e poi ho continuato a leccare e spremere massaggiando le sue grosse palle, sempre sotto lo sguardo attento di mia madre, che continuava ad elargire consigli. Alla fine, quando l’ha tolto dalla bocca, era ben pulito e lucido e questo ha costituito motivo d’orgoglio anche per lei.
«Bravissima, amor mio; hai eseguito il tuo primo pompino in maniera davvero perfetta! Col tempo diventerai anche tu una adorabile succhia cazzi come me!»
Poi mi son rivestita e lui ci ha dato appuntamento per due sere dopo, per prescrivere la pillola. Quando è stato il momento di tornare da lui, mia madre mi ha invitato ad andare tranquillamente da sola ed io ero alquanto felice, perché speravo di ripetere l’esperienza vissuta. Per l’occasione, dietro consiglio di mia madre, ho indossato una T-shirt con sotto un reggiseno molto sottile ed un piccolo perizoma subito scomparso sotto una mini gonna molto corta e, poiché da tempo adoravo già indossare i tacchi alti, ne ho indossati un paio veramente spettacolari che mi hanno inarcato il culo rendendolo veramente spettacolare. Giunta nel suo ambulatorio, mi ha fatto accomodare e, poiché era l’ultima paziente, ha chiuso la porta dietro di noi così da non correre il rischio di esser disturbati. Mi son seduta davanti alla sua scrivania ed ho accavallato le gambe, suscitando subito un suo sorriso di compiacimento. Lui si è alzato e, dopo aver aperto una vetrina, ha preso una confezione e si è appoggiato alla scrivania davanti a me.
«Ti ho prescritto questa serie di pillole, perché sono il perfetto dosaggio per la tua giovane età. Se non sbaglio fra pochi giorni compirai il 17 anni e questo farmaco è perfetto per regolarizzare il tuo ciclo mestruale e farti vivere la vita in maniera serena senza nessun tipo di problema. Inoltre questa confezione, come vedi, ha le prime sette pillole in questo spazio rosso, che sta a significare che queste le devi prendere a partire dal primo giorno che avrai il ciclo mestruale. È importante iniziare esattamente come indica la confezione, così sarai perfettamente protetta. Due giorni dopo aver finito di prendere le pillole nello spazio rosso, torni da me.»
Appena finito di parlare, lui era in piedi davanti a me e all’altezza del mio viso c’era il suo pacco già gonfio sotto la stoffa dei pantaloni. Senza nessuna esitazione ho alzato la mano e sono andata ad accarezzarlo attraverso la stoffa; subito lui mi ha sorriso, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati in un piccolo locale adiacente allo studio, dove c’era un letto non molto grande, ma sicuramente molto comodo. Mi ha invitato a spogliarmi nuda, mentre lui ha fatto lo stesso.
«Oggi voglio insegnarti un’altra cosa: ti voglio far godere mentre mi succhi il cazzo! Sai cos’è un 69?»
Ho scosso il capo perché ignoravo di cosa stesse parlando e lui, una volta nuda, mi ha fatto distendere su quel letto e, giratami al contrario, si è messo a leccarmi la fica, mentre io mi son trovata, davanti alla faccia, la sua splendida mazza che subito ho preso a leccare. Sentivo ondate di piacere percorrere il mio corpo e questo mi faceva impegnare sempre di più a succhiare quella meraviglia, che sembrava diventare sempre più grossa nella mia bocca. Ho avuto un violento orgasmo, che lui ha succhiato tutto con la bocca e poi mi ha incitato a spinger il suo cazzo ancor più in fondo nella mia gola.
«Prova ad affondarlo ancora di più e vedrai che la sensazione di vomito sparisce nel trattenerlo sempre più in bocca.»
Mentre lui riprendeva a leccarmi la fica, portandomi di nuovo a godere, io ho seguito il suo insegnamento e, ben presto, son riuscita a prenderlo tutto in gola. Mi son sentita molto fiera di tutto questo e lui, come ricompensa, mi ha fatto di nuovo tremare con un altro orgasmo molto forte. Mentre mi leccava la fica, con un dito è andato a titillare le crespe del mio culo. Per un attimo ho avuto un leggero irrigidimento, ma lui mi ha subito incitato a restare calma.
«Rilassati e goditi il piacere che stai provando. Anche con questo buco si può godere moltissimo e mi piacerebbe molto farti vivere questa esperienza.»
L’ho guardato, sostenendo che, da quanto già sapevo sul rapporto anale, mi risultava che era un qualcosa di particolarmente doloroso.
«È doloroso se e quando viene fatto in maniera impropria e frettolosa. Se, invece, viene eseguita per bene, ti posso assicurare che il piacere è sconvolgente.»
Ho annuito e son tornata a succhiargli il cazzo, mentre lui, lentamente, dopo averlo lubrificato con i miei stessi umori, ha iniziato a infilarmi un dito nel culo. Ho preso a gemere per l’insolita introduzione, che mi dava una strana sensazione. Quando lui si è reso conto che ero già ben disposta, si è alzato in piedi, è andato di corsa nello studio ed è tornato con in mano un piccolo tubetto di crema, con una lunga cannula. Ha spalmato la crema sopra il mio orifizio e, delicatamente, con un dito ha iniziato a farla scivolare dentro. Ha ripetuto più volte la stessa operazione, mentre io cominciavo ad abituarmi al piacere di quell’intrusione, fin quando, ad un tratto, non ha inserito delicatamente la cannula tutta dentro il mio culo: ho sentito qualcosa di fresco che, lentamente, pervadeva le mie viscere. Quando ha sfilato la cannula dal culo, ha lubrificato ancora di più la rosetta e, con un dito, ne ha spalmato ancora sul foro, ha spinto delicatamente il dito dentro, che è scivolato senza nessun problema. Ha anche lubrificato la punta del suo cazzo, poi mi ha esortato a mettere il viso sul cuscino e, con le mani, tenere le chiappe ben aperte.
«Quando sentirai la punta del mio cazzo forzare la tua rosetta, non ti irrigidire. Resta rilassata e spingi come se volessi evacuare, questa operazione servirà a far rilassare i muscoli anali e, solo all’inizio, sentirai un po’ di fastidio, ma, quando entrerò dentro di te, la sensazione sarà molto più bella. Appena senti il mio cazzo entrare, con una mano, masturbati, così il piacere sarà completo!»
Continuava a muovere il dito ancora un po’ dentro e fuori, poi ho sentito la sua cappella premere fra le crespe del mio culo. Mi ne ha spinto un po’ dentro poi si è sfilato, io ho cominciato a masturbarmi velocemente, mentre lui ripeteva il gioco dentro fuori, spingendone sempre di più all’interno. Sentivo il piacere della masturbazione che, in qualche modo, leniva il fastidio che provavo nel sentirmi il culo pieno da quella grossa verga. Poi, lentamente, quando la punta è entrata e uscita liberamente, ha preso a scorrere sempre più in profondità, fin quando ho avvertito che ce l'avevo tutto nel culo.
«Cazzo, ti sento! Mi stai slargando il culo! Fa un po’ male, ma non tantissimo!»
È rimasto immobile e la sua mano destra è venuta a sostituire la mia sulla fica; subito ha preso a masturbarmi velocemente, mentre, contemporaneamente, ha preso a sfilare la verga dal culo, per poi infilarla di nuovo dentro, iniziando un lento va e vieni che, unito alla masturbazione, ben presto mi ha portato a superare il fastidio della sua presenza nel culo. Ho cominciato a sentire uno strano piacere, molto diverso da tutto ciò che avevo provato fino a quel momento: più lo sentivo muovere e più questa sensazione era bella. Ad un tratto, ho avuto un orgasmo perché il mio corpo è stato percorso dalla testa ai piedi da un’ondata di piacere che mi ha letteralmente sconvolto.
«Oddio, vengo! Vengo! VENGO!»
Ho preso a tremare in maniera incontrollata, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più velocemente. Ad un tratto, mi ha afferrato i seni e mi ha costretto a mettermi inginocchio davanti a lui, mentre continuava a sfondarmi il culo sempre più forte. Era un piacere sconvolgente, unico e fantastico! Lui, con la mano destra, mi masturbava e, ad un tratto, ha messo due dita della mano sinistra dentro la mia bocca, ha appoggiato la sua guancia alla mia e le sue parole mi hanno sconvolto!
«Chiudi gli occhi! Chiudi gli occhi e immagina che, mentre ti fai sfondare il culo, hai un altro cazzo in bocca da succhiare!»
Nello stesso istante in cui ho chiuso gli occhi ed ho immaginato ciò che mi veniva suggerito, ho avuto immediatamente un altro orgasmo. Ho preso a tremare e a gemere a bocca piena, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più forte. Ha continuato a limarmi il culo, facendomi godere ancora un’altra volta, poi mi ha avvertito che mi avrebbe inondato il culo di sborra e che, una volta finito, avrei dovuto infilarmi il cazzo in bocca e leccare fino all’ultima goccia. Ero in delirio.
«Sì! Dai, sborrami nel culo! Voglio sentirla tutta dentro la tua sborra! Dai, che vengo! Oddio, vengo!»
Un orgasmo incredibile ha scosso tutto il mio corpo, mentre lui ha preso a riversare nel mio intestino tutta la sua sborra. Sentivo ondate di calore riempire il mio retto, mentre lui con colpi violenti si svuotava dentro di me.
«Tieni, puttanella! Prendilo tutto nel culo, meravigliosa zoccoletta! Ti sborro in culo! Sei una puttanella magnifica. Farò di te la mia sgualdrina.»
Ho sentito tutte le contrazioni del suo cazzo mentre mi schizzava nel culo e poi, ad un tratto, mi ha spinto via da sé ed io, nel sentirmi sfilare il cazzo dal culo, mi son girata e l’ho preso in bocca. Era ricoperto di tutto: dai miei umori alla sua sborra. Ho leccato fino all’ultima goccia e lui mi ha osservato compiaciuto.
«Sei fantastica! Per esser così giovane e inesperta, sei semplicemente fantastica! Una sgualdrina stupenda! Farò di te una grande zoccola!»
Siamo rimasti distesi per un po’ di tempo: ero sdraiata sul suo petto e, ad un tratto, lui mi ha preso il viso e mi ha guardato negli occhi.
«Ti è piaciuto? Spero proprio di sì, perché voglio far di te la mia troietta personale. Tua madre mi aveva avvertito che saresti venuta da sola, e lei stessa mi ha sollecitato di iniziarti al piacere della sodomia. Ti ho prescritto la pillola, ma non voglio che tu vada in giro a farti scopare da chiunque, e nemmeno a farti inculare, questi due buchi saranno solo ed esclusivamente miei. Succhia tutti i cazzi che vuoi, ma non mi deludere: fica e culo sono miei! Ricordati quello che sto per dirti: tu per me sei una persona speciale!»
Gli ho sorriso e gli ho garantito che avrei fatto esattamente come lui mi ha detto, anche se ero curiosa di capire per quale motivo fossi per lui così speciale. Quando son tornata a casa, mia madre mi ha abbracciato e mi ha chiesto come mi era sembrata quell’esperienza; io l’ho guardata e le ho risposto che era stata davvero magnifica.
«Amore mio, ne ero certa! Paolo è una persona veramente speciale, lo era anche per tuo padre, che era suo amico dalle elementari. Sì, Paolo è proprio una persona speciale!»
L’ho guardata cercando di capire perché anche per lei era speciale e così ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei ha abbassato lo sguardo e la sua voce era carica di malinconia, mentre raccontava:
«Quando ho conosciuto tuo padre, Paolo era il suo migliore amico e, fra noi, è nata subito una splendida amicizia. All’epoca, Paolo studiava ancora per diventare medico ed aveva dato un importante esame che di fatto completava una lunga serie. Eravamo così allegri e felici quella sera, a casa sua, che, tra un brindisi e l’altro, siamo finiti tutti e tre insieme a letto. Mi hanno scopato insieme, anzi, tuo padre mi ha sverginato quella sera e Paolo si è preso la mia verginità anale. Mi hanno scopato insieme a lungo, in doppia, sborrando entrambi ripetutamente dentro di me, senza preoccuparsi minimamente del fatto che avrei potuto restare incinta. Infatti, quando è successo e ne abbiamo preso atto, tuo padre non ha avuto un attimo di esitazione a sposarmi e Paolo ha sempre seguito tutta la gravidanza, continuando a scopare con me con tuo padre presente, senza nessun problema. Potrei azzardare a dire che, forse, potresti esser anche figlia sua.»
In quel momento, mi è stato chiaro tutto quello che c’era da capire. Son tornata a trovare Paolo come mi aveva detto lui e constatato che prendere la pillola non mi aveva creato nessun problema, mi son fatta inculare ancora godendo tantissimo. Dopo di allora, ci son tornata altre due volte, sempre facendo in modo che lui avesse modo di sfondarmi il culo, mentre invece mia madre aveva preso a frequentare Edoardo, un bel ragazzo di quarant’anni che, periodicamente, veniva nella tabaccheria, in quanto era un rappresentante di articoli da fumo. Fra di loro era nata una bella relazione e, una sera, ne abbiamo parlato tutte e tre insieme. Mia madre ha spiegato che lui avrebbe voluto che lei andasse a vivere con lui, ma l’unico inconveniente stava nel fatto che lui abitava in un’altra città. Stranamente, è stata mia nonna a spingere mia madre ad accettare questo cambiamento totale della sua vita.
«Figlia mia, hai 35 anni, una figlia di 17 e, quindi, hai tutto il diritto di rifarti una vita. Io sono stanca, quindi, possiamo vendere la tabaccheria e voi due potete andare a vivere in un’altra città, avendo già nelle mani un bel gruzzoletto.»
Ha chiesto anche il mio parere, che è stato subito favorevole, con una sola piccola eccezione: poiché ero al quarto anno delle superiori, ho chiesto di poter finire i rimanenti tre mesi di scuola in città, poi, mi sarei trasferita con lei nella nuova destinazione. Lei ha accettato subito e così abbiamo messo in vendita la tabaccheria, che trovandosi in una zona molto strategica ed avendo un ottimo fatturato, ci ha messo in condizione di ricavarne un ingente profitto, soddisfacendo le aspettative di tutti. Io mi sono trasferita a casa di mia nonna e, da quel momento, anche la mia vita è diventata veramente speciale. Mi son divertita a succhiare tutti i cazzi che mi son venuti a tiro, soprattutto con la complicità di mia nonna, che aveva già un suo giro di persone fidate che, periodicamente, si facevano succhiare il cazzo da lei, ma ora erano molto più contenti di poterlo infilare nella mia bocca. Negli ultimi tre mesi, ne ho presi davvero tanti di cazzi, soprattutto perché, una sera, sono stata invitata da una classe del quinto superiori, alla cena degli ultimi 100 giorni, dove eravamo solo una decina di ragazze in compagnia di non so quanti ragazzi: a giro, ci hanno fatto succhiare tanti di quei cazzi, che credo di aver ingoiato una quantità industriale di sborra. Mi son anche tolta qualche sfizio. Mi son succhiata il professore di ginnastica, che, appena me l’ha messo in bocca, è subito schizzato. Anche il professore di matematica è passato fra le mie labbra e, il suo, è stato il cazzo più piccolo che abbia mai visto in vita mia. Mi son fatta anche il bidello del nostro piano, un vero porco con un cazzo corto, ma di grosso spessore, che ha apprezzato così tanto il mio lavoro di bocca che ha sborrato due volte. Mi son fatta anche il vicepreside, che sembrava quello più inarrivabile, mentre il porco per eccellenza è stato il preside, che mi ha scopato la bocca a lungo e, quando ha sborrato, me lo ha spinto tutto in gola. Naturalmente gli ultimi tre mesi che ho passato in questa città, mi sono fatta inculare ripetutamente da Paolo e, due giorni prima di trasferirmi, ho passato un intero pomeriggio in sua compagnia, durante il quale, per cinque ore, mi ha sfondato fica e culo, facendo diventare entrambi i buchi delle vere voragini, godendo moltissimo nel sentire il suo seme inondare il mio ventre. Poi mi sono trasferita e, per tutta l’estate, ho passato le mie vacanze in compagnia di mia madre e del suo giovane amore che, però, ha cominciato a rivolgere delle attenzioni anche verso di me e questo ha irritato molto sia me che mia madre. Infatti io, quando me ne sono accorta, ho riferito subito a lei che, immediatamente, ne ha discusso con lui. Il bastardo, però, ha cercato di negare, dicendo che ero io che lo provocavo, così un giorno gli abbiamo teso una trappola: con mia madre nascosta in casa ed io intenta a prendere il sole in terrazza. Lui è arrivato ed ha cercato in tutti modi di far sesso con me, finché mia madre è uscita dal suo nascondiglio e lo ha cacciato di casa.
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baxi18, 55
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Nuora e suocera. prima parte
Che fra queste due categorie di donne ci siano spesso scintille, è un fatto acclarato. In genere, una suocera considera il figlio sempre il suo cucciolo, il suo bimbo che solo lei sa accudire e, quindi, il sopraggiungere della nuora va ad intaccare questa certezza. La nuora, dal canto suo, sa che combattere contro la suocera genera sempre il malcontento nella coppia e quindi le loro incomprensioni restano chiuse nel loro ambito, in maniera molto labile, senza coinvolgere l’ignaro coniuge, cui vengono profusi solo sorrisi e basta. Ma non è sempre così. Fra mia madre Giulia e mia moglie Pamela, vi è un rapporto magnifico, una quasi simbiosi che rasenta l’amore e sapete il motivo di questa fantastica amicizia? Entrambe sono due zoccole e, ad esse, va aggiunta anche mia sorella Luisa. Sì, mia madre è una zoccola come poche e mia moglie e mia sorella, non sono da meno. Ma badate bene, zoccole non ci si diventa, ce l’hai dentro, quell’esser zoccola ce l’hai nel DNA, e non perché ci si vuol diventare o perché tuo marito ti ci vuole far diventare, lo sei per natura, così, senza forzature. Esse sono zoccole, furbe e consapevoli di questa loro peculiarità. Fra loro non ci sono scontri o competizioni: tutte e tre sanno che, unite, sono davvero insuperabili e, per me e mio padre, esser cornuti è una condizione ed un dato di fatto così ovvio, che non ce ne facciamo certo un cruccio, anzi, spesso ne abbiamo pure usufruito e goduto anche noi. Mia madre, oggi, ha quarantasette anni: è una bella donna, la classica bellezza mediterranea, alta, mora e con un seno rigoglioso, una quarta piena, labbra carnose, gambe lunghe, confluenti in un culo da favola. Sposata con mio padre da ventotto anni, io ne ho ventidue e sono di due più grande di mia sorella Lucia, anche lei una grande zoccola, ma voglio che sia mia madre stessa a raccontarvi, come sia diventata così zoccola.
Giulia
Sono Giulia e son sposata con Carlo da ventotto anni. La descrizione fisica di me l'ha già fatta mio figlio Luca, ma ciò che voglio raccontarvi ora è come è successo che son diventata una grande zoccola. Da ragazza vivevo in una zona popolare della città e, insieme a tre amiche, di cui una più grande, ci divertivamo a far a gara a chi faceva più bocchini. All’epoca avevo diciassette anni e, ben presto, avevo scoperto che c’era gente disposta a pagare per farsi succhiare il cazzo e, se ci sborravano in bocca, il compenso era di gran lunga maggiore. Con questo sistema, in breve tempo, il mio gruzzolo era lievitato di molto. Ero considerata una vera professionista. Ne succhiavo anche sei o sette al giorno e, più mi pagavano, più lì accontentavo. Fu durante lo stesso anno che ricevetti, da parte di Giovanni, la proposta di farmi rompere il culo. Era un amico di famiglia, anzi, direi che fosse più amico di mia madre, al punto tale che, spesso, veniva in casa anche quando mio padre non c’era. Aveva scoperto la mia indole tesa a succhiare cazzi e, quando lo facevo con lui, mi infilava le mani fra i seni, già di quarta misura, e quelle carezze mi mandavano in estasi. Data l'opulenza dei miei seni, avevo già sperimentato la spagnola e, quando quella pratica la facevo a lui, si eccitava davvero tantissimo. Non lo aveva molto grosso, ma lungo e con una bella cappella a punta.
«Brava, così, lecca e stringi per bene il cazzo! Mi fai impazzire! Che seno stupendo! Dai, che sborro!»
Quando me lo mettevo fra i seni, lui sborrava tantissimo e, ovviamente, il regalo era sempre più consistente. Fu durante l’inizio dell’estate che mi chiese di scoparmi nel culo.
«Ti pago una bella somma e ti prometto che sarò delicato.»
Ero combattuta e incerta, così chiesi consiglio a mia madre. Le sue parole mi furono molto utili nel prendere la mia decisione.
«Figlia mia, nella vita di una donna capita sempre uno che, quando meno te lo aspetti, ti sfonda il culo e, in genere, ci va giù di brutto e senza nessuna delicatezza. Se decidi di fartelo rompere da Giovanni, son certa che lui farà un buon lavoro: è bravo, gentile, di lui mi fido. Avrai anche il culo rotto, ma ne avrai guadagnato una bella sommetta e, forse, ci godrai pure.»
Così mi lasciai convincere e una mattina di inizio giugno mia madre entrò in camera mia e mi portò in bagno, dove mi sottopose a due grossi clisteri. Sentire l’acqua tiepida entrare dentro il mio intestino, mi eccitò molto e poi lei aggiunse della crema che, in qualche modo, rese più morbido ed elastico il mio buchetto. Dopo di che, andò ad aprire la porta per andarsene e mi lasciò con Giovanni che, quando lei lo ha salutato, era sulla soglia di casa e gli ha raccomandato di usare dolcezza con me. Lui mi trovò vicino alla porta della mia cameretta, nuda e pronta. Mi prese per mano e, dopo avermi dato un bacio, mi portò vicino al letto e, dolcemente, mi fece distendere e cominciò ad accarezzarmi, portandomi subito ad un buon livello di eccitazione. Si mise disteso sul letto e mi fece allungare su di lui e, per la prima volta, sperimentai un bel 69. Da come glielo succhiavo, lui ne traeva tanto piacere che ricambiava leccandomi la fica, fino a farmi raggiungere un portentoso orgasmo. Tremavo scossa da quel forte piacere e mi concentrai su quel cazzo che avevo succhiato molte volte. Poi mi mise di lato.
«No, piccola! Non voglio sborrare nella tua bocca, anche se mi piace tanto; adesso ti preparo il culetto per poterlo aprire in maniera perfetta!»
Così si mise dietro di me e mi sollevò, facendomi appoggiare il viso sul materasso e cominciò a leccare e succhiare il mio fiorellino, che lentamente si rilassava. Lui, con un dito, lo riempiva di quella stessa crema che mamma aveva lasciato in camera mia e sentivo che, quando lo infilava dentro, scorreva bene senza provocarmi alcun dolore o fastidio. Dopo averlo lubrificato in abbondanza, appoggiò la cappella sul buchetto e si allungò su di me.
«Rilassati e fa un bel respiro; quando, contando, arrivo a tre, non ti irrigidire: sentirai solo un leggero dolore o fastidio, ma passerà presto e poi sarà solo piacere. Dai, comincio a contare. Uno...»
Non arrivò mai a tre, perché appena detto uno me lo spinse dentro tutto di colpo. Dopo un attimo di esitazione ed anche un po’ di paura, l’ho sentito scivolare agevolmente. Mi sentivo allargare e riempire l’intestino. Ho fatto un bel respiro e, dopo poco, avvertivo solo una certa pienezza, oltre un leggero fastidio al culo. Lui ha preso a scorrere dentro e fuori ed io mi rilassavo. Mi ha afferrato per i fianchi e, lentamente, ho incominciato a sentire un piacere diverso, intenso. Lui mi scopava sempre più forte, fin quando, improvvisamente, ho avuto il mio primo orgasmo. Ero sconvolta, non credevo potesse esser così bello. Ne avevo sentito parlare dalle compagne e tutte dicevano che nel culo faceva male, non si gode, mentre, al contrario, io stavo realmente godendo di culo.
«Cazzo! Mi piace! Dai, vengo!»
Lo sentivo scorrere liberamente e mi procurava una bellissima sensazione di pienezza, perciò lo assecondavo spingendo il mio corpo contro il suo cazzo, quando affondava dentro di me e lui, rendendosene conto, me lo spingeva con maggior forza e più velocemente.
«Che bella troietta che sei! Sei meravigliosa! Cazzo, lo prendi in culo come se lo avessi sempre fatto! Se continui così, diventi più zoccola di tua madre! Sì, ti sfondo!»
Poi ha allungato le mani sul mio corpo, ha afferrato i miei seni e mi ha costretto a mettermi dritta. Adesso ero in ginocchio sul letto, con lui che mi impastava i seni e torturava magnificamente i capezzoli, mentre me lo spingeva sempre più forte nel culo.
«Dai, troietta, toccati la fica, che così godi di più!»
Ho aderito a quel suo suggerimento e, appena ho sfiorato il mio bottoncino, un violento orgasmo mi ha fatto fremere tutta.
«Vengo! SI', VENGO! ORA!»
Mi ha scopato il culo a lungo ed abbiamo cambiato diverse posizioni: fin quando ero distesa di lato, con lui che mi inculava con violenza, mi teneva la gamba sul suo fianco, mentre, con la mano mi masturbava davanti. È così che ho avuto l’ennesimo orgasmo, che ha scatenato anche il suo.
«Cazzo! Mi fai venire di nuovo! Ora vengo ancora!»
Lui mi ha pompato ancora un po', poi è esploso nel mio intestino. Ho sentito dilagare dentro di me il suo seme bollente. Ho provato la stessa sensazione di quando, poco prima, mia madre mi aveva fatto il clistere di acqua tiepida, solo che ora non era acqua, ma sborra e questo aumentava la mia libidine.
«Sì, monellina, eccomi, sborro, ti riempio il culo! Cazzo, che meraviglia!»
Ha continuato a muoversi dentro di me al punto da farmi sentire la sua sbroda schizzar fuori dal culetto ridotto ad un cratere, ogni volta che me lo spingeva dentro, poi ho avuto forte il desiderio di venerare quel cazzo che mia aveva fatto godere tanto e, dopo averlo sfilato dal mio martoriato buchetto, mi son rigirata velocemente e l’ho preso in bocca, lasciando Giovanni oltremodo sorpreso.
«Accidenti, che troia! Dai, vediamo se ti riesce di farmi sborrare di nuovo! Mi fai morire con la tua bocca! Sei una perfetta succhia cazzi!»
Inutile dire che ci ho messo l’anima in quel pompino. Volevo dimostrare che ero una zoccola di tutto rispetto e, dopo averlo succhiato e segato con la mano, lui ha preso a godere, finché non mi ha schizzato due bordate di sborra in bocca. Erano solo due, ma per me hanno rappresentato un vero premio.
«Dai, eccomi cazzo! Mi fai sborrare! Sei fantastica! Che troia! Nemmeno a tua madre riesce tutto questo, sei insuperabile e farò di te una vera zoccola, un capolavoro di troia!»
L’ho lasciato pulito e poi mi sono adagiata sul suo petto. Il suo respiro era affannato, ma io volevo delle spiegazioni che lui non ha esitato ad elargirmi, con dovizia di particolari.
«Che volevi intendere quando dicevi che sono più brava di mamma? Che ne sai tu di come succhia mia madre?»
Lui mi ha sollevato il viso e con un sorriso sereno, mi ha confermato ciò che, già da tempo, sospettavo, ma con un particolare in più, che mi ha stupito.
«Scopo tua madre da quando si è sposata con tuo padre, cui ho fatto da testimone. La prima notte di nozze, lui l’ha sverginata davanti ed io dietro. L’abbiamo scopata per tutto il viaggio di nozze e, dopo la prima volta, le abbiamo sborrato dentro insieme, tante di quelle volte, che è possibile che tu possa esser mia figlia. Da allora la scopo regolarmente, con grande soddisfazione di tuo padre, che impazzisce quando le sfondo il culo e poi le inondo la fica. Quando siam tornati dal viaggio di nozze, era già incinta di te. Da allora sono il suo toro fisso e, da alcuni anni, tuo padre nemmeno partecipa più alle nostre scopate, ma non si oppone se la faccio montare anche da due o tre amici fidati, che poi è quanto voglio fare anche con te. Chi credi mi abbia detto che eri diventata una brava succhia cazzi e mi ha consigliato di farti questo servizietto al culo, facendomi giurare che ti avrei lasciato intatta la fica? Secondo il suo volere, la devi dare solo alla persona che diventerà tuo marito, mentre il resto, bocca e culo, li puoi far assaggiare a chiunque ti paghi bene. Spero che un giorno, trovi un bravo ragazzo che sappia apprezzare la tua bravura a godere con un cazzo in bocca e, da adesso, anche in culo. Nel frattempo provvederò che tu ne goda al massimo, se lo vorrai.»
L’ho abbracciato e baciato con le lacrime agli occhi per la gioia. Poi sono andata in bagno per lavarmi, anche perché sentivo che mi colava tutto dal culo. Quando son tornata, lui si era rivestito e, sul comodino, c’era una cospicua somma di danaro, molto più di quanto stabilito. L’ho guardato incredula.
«Tranquilla, te li sei meritati tutti, con quel superbo pompino. Adesso me ne vado, ma ci sentiamo e ti farò provare ancora tanto piacere.»
Quando è tornata mia madre, mi ha chiesto di raccontarle tutto e poi mi ha ispezionato il martoriato culetto, constatando che era tutto a posto. Si è complimentata con me per il mio ingresso nel mondo delle zoccole, rotte in culo. Nei mesi a seguire, sono stata inculata da lui e, per tre volte, anche dai suoi amici, che mi hanno slargato a dovere e farcito bocca e culo a volontà, ma sempre nel rispetto del patto che la fica poteva esser leccata, masturbata, ma mai scopata. L’estate dell'anno dopo, avevo già diciotto anni, eravamo al mare e mia madre aveva subito fatto amicizia con Pietro, il nostro vicino di ombrellone, titolare di una bella impresa edile, con una ventina di operai, che aveva con sé, in vacanza, anche il figlio di nome Carlo, un bel ragazzo di vent'anni, molto timido, mentre invece lui era un gran porco. Al secondo giorno, già scopava con mia madre, con la benedizione di mio padre, che si consumava di seghe a guardare quanto fosse troia la sua dolce mogliettina. Mi son subito innamorata di Carlo e, il secondo giorno che stavamo insieme, gli ho fatto un pompino che lo ha, di fatto, legato a me, in maniera definitiva. La sera stessa, mi son fatta inculare, appoggiata ad una roccia. Lui ha spinto dentro il suo cazzo, di buone proporzioni fra le mie chiappe e poi, con un bell’affondo è entrato tutto dentro. Certo non era come quelli che avevo già preso, ma lui non se ne è reso conto, perché mi ha afferrato per i fianchi ed ha preso a stantuffarmi velocemente, sborrando poco dopo con un gemito di puro piacere, mentre io mi ero solo appena eccitata. Il giorno dopo, avevamo noleggiato un pattino per andare a fare il bagno nudi al largo e, dopo un bel tuffo, mi sono distesa e lui mi è venuto sopra: ho imboccato il suo cazzo fra le labbra della mia fica e l'ho lasciato fare perché avevo deciso che era giunto il momento tanto atteso di sentirlo anche davanti. L'ho solo pregato di esser dolce.
«Ti prego, fa piano, sono vergine.»
Ho letto lo stupore sul suo viso.
«Ma come, succhi l’uccello meglio di una puttana e lo prendi in culo divinamente, e sei ancora vergine?»
Ho annuito e lui, con molta delicatezza, mi ha spinto dentro il suo cazzo durissimo, che mi ha provocato un po’ di dolore solo nell’attimo in cui mi ha sverginato, poi ha preso a scoparmi velocemente e, in breve, quando io non ero ancora venuta, mi ha sborrato dentro tutto il suo piacere.
«Adesso sborro! È bellissimo!»
Ho sentito il suo sperma invadermi l’utero ed io ci sono rimasta un po’ male. Ero abituata a godere molto prima di sentire un maschio schizzarmi dentro e, d’impeto, mi son sfilata da sotto di lui e poi gli ho parlato con tono estremamente deciso.
«Adesso me la lecchi e mi fai godere!»
Lui è rimasto un attimo indeciso, ma io l’ho afferrato per i capelli e l’ho costretto a leccarmi la fica, da cui usciva la sua sborra mista al mio sangue.
«Accidenti, ma questo è sangue?! Allora era vero che eri vergine?!»
Mi ha leccato fin quando non son venuta e, potenza della gioventù, il suo cazzo era di nuovo in tiro: l’ho succhiato un po' e poi me lo son rimesso dentro e, questa volta, mi ha portato ad avere un vero orgasmo, anche se ben lontano da quelli provati con le inculate. Quella stessa sera, mentre eravamo a cena con i miei genitori e suo padre, lui ha annunciato a tutti che era sua intenzione sposarmi. Pietro si è girato verso mia madre ed ha sollevato il calice per un brindisi.
«Se mi garantisci che diventerà zoccola, almeno quanto te, allora si sposeranno molto presto!»
Mia madre ha sorriso e gli ha garantito che, già da un pezzo, ero più troia di lei e Carlo lo ha confermato.
«Ti assicuro, papà, che ha il culo ben aperto e fa dei bocchini sconvolgenti, ma, cosa insolita era ancora vergine. Oggi ho avuto la sua verginità sul pattino al largo e le son venuto dentro con molto piacere. Le ho anche leccato la fica piena del mio seme e lei ha goduto tanto.»
Nel sentire quelle parole Pietro ha sorriso e poi ci siamo messi tutti sul divano.
Pietro giocava con le tette di mia madre, mentre Carlo mi masturbava con una mano sotto la gonna. Ad un tratto, ero così eccitata che ho aperto i suoi pantaloni, gli ho estratto il cazzo e me lo sono infilato in gola, sotto lo sguardo estasiato di mio padre e di Pietro, che ammirava la splendida tecnica che avevo nel succhiarlo. Carlo era troppo eccitato ed ha sborrato quasi subito. Allora Pietro si è spostato e mi ha fatto mettere vicino a lui, ha estratto un bel cazzo grosso e duro e mi ha invitato a succhiarlo, assieme a mia madre. Dopo averlo reso ben duro, lui mi ha chiesto di potermi inculare.
«Ci tengo a verificare che sei una gran zoccola. Nella mia famiglia, una puttana sfondata c’è sempre stata e mia moglie era fenomenale. Dai, solo per questa volta, poi non ti sfiorerò più, nemmeno con un dito.»
Mi sono inginocchiata sul divano e lui, dopo che mi aveva fatto colare della saliva fra le chiappe, me lo ha appoggiato al culo e poi, con un affondo deciso, è entrato di colpo fino in fondo.
«Accidenti! Che bel culo sfondato! Di certo lo prendi meglio che in fica! Che bello! Ti scopo il culo e ci sborro dentro, pure io!»
Poi, rivolto a mia madre:
«Dai, zoccola, mettiti sotto e lecca la fica, mentre le scopo il culo e tu, che aspetti a fartelo succhiare? Così vedremo se è veramente una che sa scopare per bene, e, soprattutto, se è zoccola al punto da goderne per il nostro piacere!»
Mi ha afferrato per i fianchi e, dopo che mia madre si è distesa sotto di me ed ha cominciato a leccarmi la fica, e Carlo mi ha infilato il cazzo in gola, lui ha preso a pomparmi come un toro scatenato, dandomi dei colpi fortissimi che mi hanno portato quasi subito a godere. Mi ha scassato il culo per una buona mezzora e poi ha sborrato, un po’ dentro ed il resto sul viso di mia madre, che lo ha ripulito tutto.
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1
2 years ago
baxi18, 55
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Adesso sono un cornuto!
Mi chiamo Marco, ho 35 anni e da tre sono sposato con Milena. Sono di media statura, capelli neri, occhi marroni; lavoro come consulente finanziario in una banca. Milena ha la mia stessa età, è una bella donna alta 1,70, bionda, occhi chiari, seno una buona terza piena, cosce lunghe, ed un bel culo tondo e sodo. Da quando siamo sposati, ho iniziato a sospettare sulla sua fedeltà. Non ci sono stati fatti specifici, ma avevo notato, qua e là, indizi significativi: uscite la sera con amiche che non conoscevo, oppure qualche chiamata, cui non aveva risposto, dopo aver fatto squillare a lungo il telefono, insolite distrazioni, un tono distratto in certe nostre conversazioni telefoniche, come se stesse con qualcuno. Infine la svolta qualche giorno più tardi. Quella mattina l'ho chiamata dal lavoro e quella sensazione che potesse essere con qualcuno si è ancor più rafforzata. Qualche frase spezzata, un'esclamazione inspiegabile, insomma segnali che portavano ad un'unica conclusione: non era sola! Ho interrotto la comunicazione, avvertendo che al lavoro sarei stato impegnato fino al pomeriggio, così da non farle sospettare che io potessi interrompere quello che stava facendo. Ho lasciato l'ufficio con un pretesto: in piena estate, c'era poco lavoro e poca gente, quindi la mia assenza non sarebbe stata notata. Son corso a casa che non dista molto dal mio posto di lavoro: solo circa 15 minuti d'auto. Era necessario arrivare velocemente, per scoprire cosa stava succedendo. Il mio cuore batteva forte, in un misto di angoscia ed eccitazione. Quando son arrivato a destinazione, ho lasciato la vettura nel parcheggio sotterraneo e questo mi ha permesso di raggiungere direttamente il nostro appartamento, senza esser visto da nessuno e, senza indugio, sono entrato silenziosamente in casa. Sono andato verso la nostra camera, ho aperto la porta e lì l’ho travata, sul nostro letto matrimoniale, tutta presa a gustarsi i suoi giochi erotici. La prima cosa che ho visto, è stato un culo peloso rivolto verso di me, che si muoveva ritmicamente, su e giù, su e giù. Ero paralizzato. Non è che non me lo aspettassi, ovviamente, ma constatare che i miei sospetti erano brutalmente confermati, era qualcosa di troppo forte. La mia irruzione non è passata inosservata, nonostante il detentore del culo peloso e la mia Milena, sotto di lui, se la stessero godendo alla grande. Milena mi guardò con un misto tra sorpresa e shock. Non se lo aspettava, era ovvio, e avrebbe preferito non farsi trovare in quella posizione, anche questo era evidente. Io ero senza parole ed anche Milena. Mentre il "culo peloso", si tolse da Milena e, appoggiatosi accanto, sul gomito destro, mi guardò con un'espressione tra il sorpreso ed il malizioso.
Ruppe il silenzio, chiedendo: «Chi sei?»
Che sfacciato! Non ho potuto rispondere a nulla, ma la cagna ha recuperato la calma ed ha risposto per me: «È Marco, mio marito.»
E, come se ci trovassimo nella più innocente delle situazioni, ha completato la presentazione dicendomi:
«Questo è Massimo... Un mio amico.»
Tanta sfrontatezza aumentò il mio stupore, inibendomi di proferir parola. Un senso di dolore ed umiliazione mi aveva paralizzato, ma, da qualche altra parte, nel mio intimo, quella scena mi aveva eccitato al massimo. A poco a poco sono stato in grado di realizzare la situazione che avevo davanti agli occhi. Erano entrambi completamente nudi. Il corpo bello ed esuberante di Milena era sdraiato sulla schiena, con le gambe divaricate e le grandi tette che le svettavano sul petto. L'uomo che se la godeva era un individuo alto, magro, piuttosto peloso, che mi guardava con curiosità e un cenno soddisfatto. Sicuramente si godeva il fatto che io ero il cornuto e lui era colui che me le aveva appena fatte. Il suo cazzo era ancora teso, proprio come l'aveva tirato fuori dalla fica di Milena quando ero entrato. Ho notato subito che aveva un arnese di generose dimensioni, più grande del mio in spessore e in lunghezza. Visto che ancora non pronunciavo parola, Milena ha ripreso:
«Non so cosa vorresti fare: potremmo continuare a stare insieme o potremmo divorziare, ma, in ogni caso, io non smetterei di andare a letto con Massimo.»
Il fatto che abbia messo le cose in modo così chiaro, mi ha aiutato a superare la mia perplessità e dire quello cui facevo fatica a credere che fosse uscito dalla mia bocca.
«No, Milena. Non voglio divorziare. Voglio continuare ad esser tuo marito e mi farò una ragione se hai bisogno di qualcun altro per esser chiavata in maniera così energica ed appagante.»
Il bull si è fatto una risata piena di soddisfazione. Milena mi guardò attonita e, come se quella soluzione fosse la più bella del mondo, si voltò verso di lui e lo baciò appassionatamente sulla bocca. Hanno limonato per alcuni minuti, mentre io guardavo sempre più ferito ed umiliato, ma, nello stesso tempo, sempre più eccitato, come dimostrato dal gonfiore nei miei pantaloni. Quando finalmente decisero di separare le loro bocche, Milena mi guardò di nuovo con lui davvero incuriosito. Di nuovo, il suono delle mie stesse parole mi sorprese, perché io stesso facevo fatica a credere a quello che dicevo.
«Non voglio perderti. Voglio stare con te, anche se devo abituarmi a vederti scopare con un altro.»
Era una totale soggezione alla libertà di decidere della vita sua e mia, senza limiti e/o condizioni.
«Chiudi la porta e goditi lo spettacolo!»
Molto lentamente si chinò sull'uomo, abbassò la testa e cominciò a baciargli il membro duro. Fece scorrere la lingua su e giù sul tronco, leccò delicatamente il glande, scese con le labbra e la lingua lungo il palo rigido, si dedicò a baciare, leccare e succhiare le palle dure e piene, risalì il tronco fino a ingoiarlo tutto con gioia. Massimo giaceva supino, con chiara espressione di soddisfazione, ed emetteva eloquenti gemiti di piacere, senza esimersi dal sottolineare:
«Brava, zoccola! Fa vedere al cornuto come si succhia e lecca un bel cazzo come questo! Dai, continua. che ti voglio inondare la gola di sborra. Dai, troia, succhia!»
Milena proseguì in quel compito, mentre io ero ben consapevole della sua maestria nel portare a termine quel gioco, finché lui le chiese di farlo sborrare:
«Dai, vacca, succhia che sborro!»
Un suo grido, da vero porco, rese evidente il momento in cui, a seguito del succhiare di lei, le stava riversando in gola tutta la sua sborra. Milena ha proseguito nella sua azione, fino a spremere tutto il succo che poteva ottenere e, solo allora, ebbe a lasciare il grosso randello con la lentezza di chi abbandona qualcosa che in realtà avrebbe voluto ancora tenere per sé.
Poi si alzò sul letto, mi guardò di nuovo e mi disse con fermezza:
«Se vuoi vedere quanto son troia e come ti faccio cornuto, devi farne parte. Vieni a baciarmi!»
Mi avvicinai a lei e premetti la mia bocca contro la sua. Le ho fatto scorrere la lingua dentro, avvertendo subito il sapore acre di sperma e succhi vaginali di cui era inzuppato quel cazzo, prima che lei lo pulisse con il pompino. Quando ha ritenuto che avessi già assaporato abbastanza i sapori del sesso nella sua bocca, si è staccata e mi ha inflitto un nuovo ordine:
«Ora leccami e succhiami la figa, quella dove, fino a poco fa, ha scopato un altro! Me l'ha farcita bene già una volta e, quindi, la trovi ben ricca di crema!»
Ancora una volta ho obbedito, senza chiedermi perché mi stavo sottoponendo a questa ulteriore umiliazione. Mi inginocchiai accanto al letto, affondai la testa tra le sue gambe e presi a leccarla a fondo. Il mio stato d'animo era ridotto ad uno straccio, mi sentivo umiliato, deriso, ma la situazione mi eccitava terribilmente. Senza muover le gambe, affinché continuassi a succhiare, lei avvicinò il busto al corpo di Massimo e prese a baciarlo sulla bocca, sul collo, dietro le orecchie e sul petto peloso. Dalla mia posizione li sentivo parlare appassionatamente.
Lui non smetteva a prodigarle lodi e complimenti.
«Sei la mia femmina, la mia vacca da letto, la mia puttana dolce e succhiacazzi, che voglio sfondare tutta!»
Lei mugolava e gongolava compiaciuta, ricambiando.
«Tu sei il mio toro, un maschio fantastico, una vera fonte di sborra calda!»
Si baciavano con passione e piacere con tutto il trasporto possibile.
Alla fine la mano di Massimo mi separò dal sesso di mia moglie.
«Togliti, cornuto, che la voglio scopare ancora!»
Le salì di nuovo addosso e, dalla mia posizione più bassa, ho notato che il suo cazzo era di dimensioni davvero notevoli e, con un affondo deciso, le sprofondò di nuovo in quella grotta che, almeno finora, avevo considerato solo mia, mentre lei, gemendo di piacere, tornò a circondandogli la vita con le sue gambe.
«Dai, sfondami! Sei un toro meraviglioso! Guarda, cornuto, come mi sfonda!»
Mi son seduto per terra a guardare come scopavano. E devo ammettere che è stato un vero spettacolo. Subito le sue grida ed i gemiti di piacere di Milena hanno riempito la stanza, fin quando, dopo diversi minuti che scopavano intensamente, sono venuti insieme. Lui si è svuotato di nuovo dentro mia moglie, e ancora io ho avuto il compito di pulirle la fica da ogni traccia della sborrata, mentre la bocca di Milena faceva lo stesso con il cazzo del suo amante.
Massimo mi ha toccato scherzosamente la fronte, chiamandomi cornuto in tutte le varianti che gli venivano in mente. Quando Milena ha finito il suo lavoro di pulizia, ha voluto che io l’ascoltassi attentamente.
«Sia ben chiaro che, d'ora in poi, continuerò a scopare con Massimo. Lo sai vero? Ho deciso che gli affido, in maniera incondizionata, figa, bocca e culo, e, per quel che ti riguarda, potrai vederci quando scopiamo, a condizione che tu esegua quanto ti chiediamo. Se sarai bravo ed ubbidiente, poi continuare ad esser mio marito e scopare con me, quando Massimo è lontano, altrimenti me ne vado con lui.»
L’ho guardata, cercando di capire.
«Ma... come siamo arrivati a tutto questo? E perché hai deciso così?»
Lei mi ha sorriso in maniera ironica.
«E me lo chiedi? Al matrimonio di tua cugina, c’era un vecchio che, per tutto il giorno, non ha fatto altro che sbirciare fra le mie cosce e tu, che hai fatto, quando mi ha toccato ripetutamente il culo? Mi hai detto che le mie recriminazioni erano esagerate, perché lui era solo un po’ sbronzo! Io, però, ho notato come ti eri eccitato, né più e né meno come ti è successo ora! Ma guardati! Hai il cazzo duro pure ora che mi hai visto chiavata da questo toro stupendo!»
Effettivamente tutti abbiamo abbassato lo sguardo per dare un'occhiata al famigerato rigonfiamento dei miei pantaloni. La sua voce ha risuonato molto dura.
«Per questa volta, ti puoi fare una sega, ma appena torni in ufficio, non qui; però, in futuro, te la devi meritare! Inoltre fammi un piacere: Prima di tornare al lavoro, scendi in farmacia e prendimi del lubrificante, perché lui mi vuole sfondare anche il culo e me lo voglio godere per bene, senza aver dolore.»
Sono sceso e risalito velocemente e, dopo avergli consegnato il flacone di lubrificante, lei mi ha imposto di tornare al lavoro, tanto al resto avrebbe pensato lui. Mentre me ne andavo, Milena mi ha dato un bacio e ha detto una cosa che mi ha davvero fatto eccitare tantissimo:
«Ho deciso che condurrò la mia vita con te in questo modo, perché è così che mi piace, quindi fa la tua parte ed aiutami a godermela. Sei un buon cornuto e, per questo, ti amo di più. Non preoccuparti, Massimo non sarà il solo, ce ne saranno altri che semineranno nel mio giardino, in modo tale che tu possa godere di corna sempre ben fresche e lucide.»
Non sono riuscito ad arrivare in ufficio; appena in auto, mi son segato ed ho schizzato immediatamente.
Cazzo, sono un cornuto e mi sento soddisfatto.
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2 years ago
baxi18, 55
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Germania 2
Germania 2
I nomi sono di fantasia, e sarò molto sintetico, ambientato nel 2008
Quando tornai in Germania, andai a casa di Marina ed eravamo veramente felici di vederci, Marina era splendida, una 40enne in splendida forma, gambe lunghe, un bel seno, fisico scolpito e tra noi c’era stato da subito intesa e complicità.
Arrivai il venerdì e andammo a mangiare fuori, in un bel posto, mi disse subito che Paul e Ingrid non ci sarebbero stati, erano fuori città e forse sarebbe arrivata Anna, dopo andammo in giro a fare compere, comprammo di tutto e andammo anche in un “sexy shop”, le comprai manette nuove, tortura capezzoli, un vibratore nuovo e del olio aromatizzato per il culo, (alla commessa disse che voleva un buon olio per essere inculata, la commessa le diede la marca di quello che usava lei ! e le fece gli auguri). Tornati a casa ci mettemmo nudi e io anche se stanco iniziai con calma e dolcezza, avevo una voglia matta di limonare molto e usare molte carezza, lingua e baci, Marina apprezzò e si sottomise ai miei modi, limonavo, baciavo leccavo, poi la girai e iniziai a baciare e morsicare tutto quello che mi capitava, collo, seno, figa, culo poi mi fermavo io e allora era lei a baciare leccare e mordere, ogni tanto la penetravo, con dolcezza poi più rude, da dietro, dal davanti faccia a faccia, poi le prendevo la testa e gli mettevo il cazzo in gola, ero stanco (dal brasile mi avevo portato le pillole di guaranà date dalla mia amica farmacista) durammo così per 2 ore senza fermarci, ogni tanto usavo il vibratore che aveva lei, la legavo e usavo su di lei anche la rotellina con le punte che avevo preso, lo usai sul seno e sulla figa, Marina godeva coma una pazza ma era legata e bendata, poi venni sul suo seno e in bocca con uno schizzo enorme e abbondante, a lei piaceva lo sperma.
Il giorno dopo arrivò Anna, fu felice di rivedermi, era magra, piccolina molto bassa e con poco seno, capelli a spazzola bianchi, non l’ho mai saputo ma sicuramente ha 10 anni più di me, ma a letto era instancabile e non si tirava mai indietro.
Andammo subito in camera, mentre ci spogliavamo Marina e Anna dissero che loro adesso facevano le Dominatrici e io dovevo fare lo schiavo, ci pensai, poi dissi di no, io sono il Dominatore e voi siete le schiave, accettarono e io divenni il Padrone.
Presi un frustino e mi sedetti in mezzo al letto seduto sulla testiera, poi ordinai loro si baciarsi e scaldarsi mentre io guardavo, e il gioco parti, Anna piccola a letto si muoveva agile e rapida con la lingua velocissima, Marina era stupenda, fisico perfetto, Anna si muoveva e lei era passiva, io ogni tanto con il frustino le incitavo a fare quello che volevo io se non obbedivano le davo una fustata sul culo e loro subito obbedivano. Quando ero ben eccitato mi misi in piedi, avevo ancora gli slip, e ordinai loro di togliermeli, si avvicinò Anna, mi tolse gli slip e si mise il mio cazzo enorme in bocca, le presi la testa e incominciai a scoparla in bocca, Marina si era infilata sotto e leccava Anna. Poi presi Anna la misi di schiena e la penetrai dolcemente, Marina mi limonava, scopai prima una poi l’altra, infilai il cazzo in bocca prima a una poi a l’altra, insieme mi sbocchinavano, presi il nuovo vibratore e lo usai su Marina, poi su Anna, poi mi riposavo e loro continuavano, durò molto, anche perché il Guaranà mi faceva effetto.
Sborrai in mezzo a loro due e Marina mi pulì il cazzo con la lingua, poi arrivò anche Anna e limonò Marina.
Loro continuarono, io ero sfinito, io resisto anche 2 ore ma quando vengo il cazzo si spegne, le guardavo che si leccavano e ogni tanto mi piaceva giocare con le dita nella figa di Anna, era anziana ma aveva una fighina spettacolare e mi eccitava un sacco.
Finimmo sfiniti sul letto e ci addormentammo cosi nudi e felici.
Con Marina ogni tanto ancora ci vediamo, Paul e Ingrid e Anna ormai hanno smesso e ci vediamo ogni tanto alle cene, scopo solo con Marina e sono scopate favolose, e ha sempre un bel fisico sempre curato.
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2 years ago
willywin,
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La vacanza fortemente voluta
Dopo aver intrapreso questa bellissima strada, mia moglie è sempre stata continuamente contattata da tanti uomini di tutti i tipi e di tutte le età e ovviamente bisognava come è normale, fare una ampia selezione. C'è da dire che lei ha sempre prediletto uomini maturi. Tra i tanti contatti, l'aveva intrigata Stefano 57 anni, un gran porco romano dal fisico statuario, peloso e un gran viso da maialone barbuto. A dispetto della sua fisiognomica era però un tipo molto educato e galante, con cui Lucrezia varie volte si era già vista in cam. Lui pur avendo un cazzo normalissimo, la intrigava molto e le piaceva in particolare il suo viso voglioso e la sua inesauribile voglia di fare sesso e soprattutto il fatto di essere un abile corteggiatore come pochi. Viveva da solo (è separato) e ci invitò ad andare a Roma, per ospitarci da soli in una sua seconda casa. Ci disse che potevamo andare in qualsiasi momento, dovevamo solo avvertirlo prima, in maniera che lui si sarebbe reso libero e disponibilissimo per noi. Potevamo quindi stare durante il soggiorno, nella nostra privacy e se lei voleva, quando voleva, loro avrebbero potuto fare sesso in tutta tranquillità. Lucrezia, col tempo ormai aveva un continuo e ostinato desiderio di andare a trovarlo, soprattutto, dopo essersi visti in cam diverse volte anche in maniera libidinosa ed esuberante mostrandosi anche in maniera spinta, e lui avendo più di qualche volta deriso di me, dicendo a Lucrezia che lei meritava a letto uno come lui e non un cornuto flaccido e poco maschio come lui mi definiva. Usava al cospetto di mia moglie queste frasi, invogliandola sempre più di andarlo a trovare per montarla e farla godere come meritava. Lucrezia decise e quando giunse il momento del viaggio, ci siamo messi preventivamente d'accordo con lui, per andare a fare una vacanza di una settimana a Roma ospite di Stefano. Una vacanza riposante ma era chiaro che sarebbe stata sicuramente anche molto trasgressiva. Lui ovviamente per quella settimana si mise in ferie.
Un lunedì partimmo in treno e al nostro arrivo alla stazione Termini, c'era lui ad attenderci. Come al solito, si presentò come lo avevamo conosciuto in cam e quindi non potevamo non vederlo, visto la sua stazza e visto come si veste sempre con vestiti eccentrici, vistosi e particolari che si notano subito. Infatti aveva un cappello alla cowboy una camicia mezza aperta e un gilet di colore rosso, un pantalone di panno nero e una mocassina lavorata a punta, molto particolare.
Ci salutammo, loro si baciarono sulla guancia , mia moglie era vestita normale con un jeans stretto , camicia e maglioncino, poco prima dell'arrivo si era data una ripassata al trucco, ci avviammo alla macchina con lui che con galanteria gli portava il bagaglio e una volta in macchina già pretese che lei si sedesse davanti accanto a lui.
Durante i 40 minuti circa, di tragitto per arrivare a casa, si parlava del più e del meno, nessun cenno al sesso tranne una sua battuta in cui disse in maniera diretta, che dopo diverso tempo di conoscenza a distanza, gli era diventato duro solo ad averla a fianco. Arrivati a casa ci fece sistemare e vedere il nostro alloggio, era molto confortevole devo dire e dopo circa 1 ora ci lasciò soli , dicendoci che andava a casa sua, dove viveva, che distava circa 10 minuti dalla casa nostra e che ci saremmo visti la sera verso le 20 per venirci a prendere, visto che eravamo suoi ospiti in un ristorante in cui aveva prenotato. Alle 20 era puntualissimo da noi, vestito sempre in maniera vistosa diede dei consigli di vestizione a mia moglie che ancora si stava preparando con cura e vidi che in un momento fregandosene di me e senza nessun timore, affondò la sua mano sul culo di Lucrezia che per l'occasione aveva indossato una gonna a tubino molto stretta di colore rosso, che anzi gli sorrise sorniona per nulla infastidita da quell'uomo estraneo che la palpava.
Partimmo per il ristorante, all'andata, lui alla guida e lei accanto e tutto andò normalmente, anche al ristorante massima discrezione e tranquillità senza nessun cenno al sesso ma solo discorsi su vari argomenti. Quando finimmo e dovevamo tornare a casa, lui indicò la strada al navigatore e pretese che guidassi io, mentre loro si accomodarono entrambi dietro. Lungo la strada lui molto intraprendente iniziò a baciarla in bocca e sul collo corrisposto da mia moglie e si toccavano le parti intime a vicenda, lui voleva qualcosa in più di baci e carezze, ma lei si rifiutò con me presente. Arrivati a casa, lui mi fece parcheggiare la macchina nel garage e mi dice di salire in casa che loro mi avrebbero seguito a breve, capendo subito quello che sarebbe accaduto da lì a poco nella macchina. Infatti dopo circa un 25 minuti salgono anche loro, lui la bacia sulla guancia e la lascia in casa, mi saluta senza dire nulla e va via dicendo che ci saremmo rivisti l'indomani, disse che non voleva dilungarsi immaginando la nostra stanchezza dovuta al viaggio. A letto chiesi a lei cosa avevano fatto in macchina e lei confermando i miei timori mi disse che gli aveva fatto un pompino prendendogli la tanta sborra in bocca ma sputandola subito dopo, visto che lei non ingoia e, mi disse inoltre che lui mentre sborrava godeva a voce alta come un maialone e che avevano rimandato all'indomani la prima scopata pur essendo entrambi molto vogliosi reciprocamente. L'indomani mattina verso le nove lui arrivò a casa e portò 2 colazioni e preciso' che erano per loro due, io ero costretto a dover uscire per fare colazione e andare al bar. Così fu, io andai via senza portarmi le chiavi di casa e dopo circa un'ora lui mi manda un sms dicendomi di rientrare . Li trovai che si stavano sistemando per uscire (era chiaro che avevano scopato) per andare in giro per Roma. Girammo per la città come se lui era il marito ed io l'accompagnatore, ma mai con toni sprezzanti o con umiliazioni, tutto si limitava ad essere loro a prendere le decisioni su cosa fare ed io, che le dovevo accettare. Quando la sera rientrammo, lui ordinò in un locale di sua conoscenza, del cibo da asporto erano circa le 18.30 e mi disse che io alle 20.00 circa dovevo ritirare la cena. Loro se ne salirono sopra ed io dovevo aspettare in macchina fino all'orario del ritiro. Nel frattempo ovviamente pensai che loro avrebbero sicuramente fatto sesso di nuovo. Infatti dopo la cena lui andò via e mia moglie a letto mi confermò che avevano scopato sia al mattino che la sera. Disse che lui era un gran porco e un bravo toro pur avendo un cazzo di misure normalissime. Gli piaceva essere leccato lungo tutto il corpo soprattutto i capezzoli di cui era sensibilissimo. Diceva inoltre che era un instancabile leccatore di fica, cosa che ha fatto impazzire mia moglie, gli piaceva da morire sentire godere mia moglie mentre la leccava in maniera continua affondando il suo viso ed avendo la barba, la faceva godere a più non posso con quello sfregamento della barba sulle labbra della fica eccitata. Lei più volte gli è venuta in bocca e lui imperterrito leccava ancora più intensamente e con più foga i suoi umori, insomma un vero porco come lei immaginava e come soprattutto voleva.
L'indomani, lui ci disse che aveva degli impegni e sarebbe venuto a casa nostra solo la sera , noi quindi avevamo un giorno intero per girare in città.
Durante quel giorno le telefono' varie volte e in una di queste, gli propose se lei da sola era propensa a trascorrere la notte da lui. Lei me lo chiese dicendomi che si sarebbe rimessa alla mia decisione, ma vedevo chiaramente nella sua espressione che era entusiasta di quella proposta e voleva fortemente andare da lui e trascorrere la notte con lui. Io gli dissi che poteva, lei mi diede un bacio liberatorio e gioiosa diede subito la risposta affermativa a Stefano. Non era assolutamente difficile pensare che sarebbe stata per loro una bella notte di grandi porcate. Lui verso le 19.00 passò a prenderla a casa ma non sali nemmeno sopra, le telefonò che era sotto casa e che la aspettava in macchina, lei premurosa e già pronta, dopo la doccia si era preparata vestita sexy con una altra gonna nera a tubino stretta e attillata, con stivali con tacchi a spillo e con un intimo in pizzo con perizoma da porca, si trucco' da zoccola e si portò anche abiti di ricambio, mi salutò e felice andò via. Li vidi dal balcone che lei appena sali in macchina nell' oscurità lo baciò in bocca e subito andarono via.
Pensavo e ripensavo a come si sarebbero divertiti quella notte. A confermare quella ovvietà verso le 22.30 lei mi telefonò per darmi la buonanotte dicendomi che già erano a letto e subito dopo aver chiuso la telefonata mi mandò un breve video di un pompino in cui lui tenendola per la coda dei capelli, gli diceva " dai troiona succhiamelo tutto, leccami pure i coglioni". Lei era in intimo con perizoma e autoreggenti mentre glielo succhiava.
E il video finisce con un primo piano di lui con la faccia sorridente, sarcastico nei miei confronti e arrapato che godeva e ansimava e con le mani che facevano il segno delle corna mentre lei glielo leccava.
Il mattino seguente fino alle 9 nessuno si fece vivo, poi lei mi telefonò per sincerarsi che tutto era ok e mi disse che erano ancora a letto e che sarebbero tornati a casa verso mezzogiorno per andare tutti assieme a pranzo fuori.
Quando arrivarono, erano entrambi con aria soddisfatta , lui sorridente e pure un tantino irriverente nei miei confronti, di chi aveva perfettamente fatto il suo dovere di bull, montando e dando piacere alla donna di un altro. Quando, in un momento che eravamo soli, gli chiesi come era andata , mi rispose "alla grande, stanotte abbiamo scopato fino alle 2 e poco fa prima di venire qui, gli ho dato un'altra bella botta, quanto è calda e quanto è troia , mi ha prosciugato ma l'ho montata, sbattuta in tutti i modi e soddisfatta come Dio comanda per una come lei". Quel giorno andò tutto normalmente, io poi la sera a letto, chiesi pure a lei come erano andate le cose la notte precedente e mi disse che avevano scopato intensamente e che si era fatta pure inculare da lui. Lui aveva preteso che per tutto il tempo entrambi in casa stessero solo in intimo, lei vestita da troia con autoreggenti e tacchi e lui in slip con il cazzo che durante l'eccitazione si vedeva negli slip pronto per montare mia moglie. Mi confermò che quando lui sborrava aveva una copiosa sborrata e gridava come un porcone, che lei lo aveva cavalcato di sopra senza tregua e che lui a pecora l'ha sbattuta vigorosamente schiaffeggiandogli il culo. Insomma mi confermò in tutto che avevano fatto sesso in ogni angolo della casa. Lui, per essere ancora più carico, si era preso anche una pastiglia blu che a detta di mia moglie aveva dato ottimi risultati visto le sue prestazioni. Insomma, mi confermò che l'aveva montata a dovere e soddisfatta tanto. Il venerdì, lui la mattina aveva impegni pregressi e sarebbe venuto da noi a pranzo, infatti arrivò verso le 12.30 e pranzammo in casa . Durante la preparazione del pranzo non perdeva occasione di strusciarsi la patta gonfia che si intravedeva nei pantaloni al culo di mia moglie e di allungare le mani sui fianchi e sul culo, lei si era vestita provocatoriamente con dei fuseux strettissimi con sotto il perizoma che gli solcavano benissimo le pacche del culo e gli facevano intravedere lo spacco della fica sempre eccitata, facendo scatenare in chi la vedeva la libidine sessuale. In tutta sincerità devo dire per onestà, che mia moglie mai si scompose minimamente alle "palpate" di lui, anzi annuiva sorridente come se non aspettasse altro. Era chiaro che entrambi volevano scopare di nuovo.
Infatti subito dopo pranzo, mi chiesero se potevano chiudersi in camera da letto perché disse lui "abbiamo una pratica da sbrigare che a te, non ti riguarda "
Andarono in bagno a lavarsi e poi si chiusero a chiave in camera da letto, lui mi disse di non rompere e al massimo mi concedevano di origliare dietro la porta. Fu così, che poco dopo, iniziarono le danze e li sentivo entrambi gemere, andai dietro la porta e non mi vergogno a dirlo, guardavo per quello che si vedeva dal buco della chiave. Riuscì a vedere un immagine che mi rimarrà per sempre in mente, lui con quel fisicone portentoso era a carponi sul letto e mia moglie da dietro che gli leccava il culo e lui godeva da matti muovendo sinuosamente il corpo per poter farsi leccare meglio lo spacco in lungo e in largo. Il resto delle immagini erano quelle di una scopata molto movimentata con posizioni che si alternavano, rumori, effusioni, gemiti e parolacce che si susseguivano. Dopo circa 40 minuti, lui uscì nudo e andò in bagno a lavarsi e poi anche lei andò a lavarsi. Si rivestirono e come se nulla fosse, i due amanti vennero da me per uscire in giro insieme. Ancora una volta devo ammettere che quando andavamo in giro il comportamento del bull di mia moglie, era tranquillo e insospettabile anche nei miei confronti.
Quando la sera andammo a letto, lei mi parlava entusiasta di quelle scopate quotidiane con lui e quando gli dissi che avevo visto la sua leccata di culo, lei ammise che gli piaceva tantissimo leccargli il culo (lo ha sempre fatto anche con altri bull) ancor di più a quel bestione perché averlo almeno per qualche momento ai suoi piedi , in cui lei dirigeva i giochi e lui era alla sua mercé la faceva sentire dominante al cospetto di un uomo così virile. Gli piaceva da morire e la eccitava infinitamente leccare quel peloso solco e contemporaneamente solleticargli il cazzo, sentirlo godere perché , anche a lui gli piaceva tantissimo subire quel bellissimo trattamento e la incitava a leccarglielo con il massimo impegno. Mi disse inoltre che l'indomani essendo l'ultimo giorno di soggiorno a Roma, pur venendo lui già di mattina da noi, si erano messi d'accordo che nel pomeriggio sarebbero andati di nuovo a casa sua a farsi l'ultima grande scopata.
Infatti l'indomani mattina, lui alle 08.30 era già da noi e tutti assieme, prima, andammo a fare colazione e poi tranquillamente in giro per Roma. Pranzammo pure fuori e vidi che lui durante il pranzo si prese un'altra pillola blu e dopo aver pranzato, verso le 14.00 rientrammo sotto casa, dove io scesi dall'auto, e loro invece come da accordi, andarono via a casa di lui per farsi l'ennesima e ultima scopata. Tornarono a casa verso le 19.00 ancora una volta sereni e soddisfatti. Lui mi disse che l'aveva inculata di nuovo e che si erano divertiti tanto, e in un periodo di break tra una scopata e l'altra mentre erano a letto avevano visto pure un film porno e lui gli aveva anche fatto vedere un paio di video che aveva sul telefono di suoi altri incontri pregressi con altre coppie. Non so se per farmi ingelosire, ma mi disse anche che" è una gran troia fa dei pompini indimenticabili con la sua bocca calda e avvolgente, sei un gran cornuto da sempre, ma domani ti faccio un regalo ".
La sera cenammo fuori, l'indomani nel pomeriggio dovevamo ripartire, e lui ci doveva accompagnare in stazione, quindi avrebbe pranzato da noi. Quando arrivò verso mezzogiorno ci disse che aveva ordinato il pranzo. Verso l'una ci fu consegnato, pranzammo assieme e poi, lui senza dire nulla se la prese per mano e si avviarono in camera da letto, davanti a lei mi disse di restare li, ma di nascosto, mi fece anche un segno di intesa, dopo circa 10 minuti passai verso la camera da letto che lui sicuramente di proposito aveva lasciato socchiusa e lo vidi di spalle in piedi con i pantaloni abbassati e lei in ginocchio che ancora una volta lo stava spompinando, mentre lui glielo porgeva in bocca. Si girò e si accorse di me, mi guardò con viso da bull superiore e soddisfatto di chi, ancora una volta stava dando e ricevendo piacere alla femmina di un altro, mi fece segno di restare e si girò con il corpo, per farmi vedere bene mia moglie che aveva il suo cazzo in bocca, era il regalo che mi aveva detto il giorno prima. Lei si accorse di me ed ebbe un cenno di tentennamento ma lui subito la incalzo' ordinando di continuare a lavorare e leccare perché "devo far vedere a quel cornuto come si trattano le mogli calde e porche come te"; e continuò a darglielo in bocca, mia moglie obbedi' continuando a succhiargli il cazzo. Io continuai a guardarli fino a quando lui non cominciò ad emettere urla di piacere, segno che stava per sborrare e così fu, uscendo il cazzo dalla bocca di mia moglie e sborrando la sua abbondante sborra a terra. Mia moglie si alzò e lui la prese per la testa e si baciarono intensamente con la lingua in bocca.
Quella era l'ultimo momento di piacere carnale prima di partire.
Si risistemarono e dopo circa mezz'ora ci avviammo alla stazione, lui pretese sempre che lei sedesse davanti e arrivati alla stazione gli portò il bagaglio, ci promise che appena il tempo e il lavoro lo avrebbero permesso, in qualche modo ci saremmo rivisti o a Roma o da qualche altra parte. Si baciarono furtivamente di nuovo in bocca e salimmo sul treno.
La sera quando arrivammo ed eravamo a letto, parlando di lui, lei mi disse che era stata una gran bella vacanza in tutti i suoi risvolti e che lui gli piaceva perché era un bull certamente duro in certi aspetti ma mai violento, che mai ha abusato della sua indole di dominante ,sempre educato, galante premuroso ai piaceri della donna. Uno che ci sapeva fare veramente sia tra le lenzuola che fuori. La sbatteva in maniera si pesante ma mai violenta che chiedeva sempre prima di osare ed a lei piaceva molto quel modo di porsi nei suoi confronti. "Spero di rivederlo ancora" mi disse Lucrezia e infatti lo rivede ancora.
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gattavogliosa69,
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Ho disinibito mia moglie.
Mi chiamo Marco ho 50 anni e sono sposato con Valeria da 30 anni. Abbiamo 2 splendidi figli, un maschio, Andrea, di 29 anni e la femmina, Lucia, di 27. Valeria ha la mia stessa età, è magra, bruna, occhi scuri, un bel seno che riempie una 4ª misura, un bel culo tondo e sodo, ama molto esser fine ed elegante. Da ragazza ha avuto un’educazione molto rigida e solo con me si è lasciata un po' andare ai piaceri della vita. In effetti la nostra vita sessuale non ha grandi sconvolgimenti, perché a lei piace molto la classica scopata alla missionaria, raramente lo prende in bocca o se lo lascia infilare nel suo splendido culetto. Lavoro come dipendente di una grande azienda produttrice di energia elettrica, mentre lei, dopo aver lavorato molti anni come segretaria d'azienda, ora fa la casalinga, perché quell'azienda è finita in fallimento. Abbiamo avuto, fino ad oggi, una vita molto tranquilla, senza scossoni, ma ultimamente avverto, dentro di me, il forte desiderio di cambiare il nostro monotono modo di far sesso. Ho voglia di apportare dei cambiamenti e, soprattutto, desidero disinibire questa donna, che mi sembra, dopo la perdita del lavoro, si sia lasciata un po’ andare. Per realizzare questo mio progetto, ho deciso che, dopo tanto tempo, in occasione delle feste di Natale, di regalarle un po’ di intimo particolare. Sono andato in un negozio specifico e, con molta serenità ed oculatezza ho scelto dei capi più idonei per lei. Arrivato a casa, la notte della vigilia, una volta rimasti soli, scartammo i regali. Alla vista dell’intimo, lei si è missa a ridere e ha detto che non aveva più l’età per quelle cose. Le avevo regalato uno slip nero con i bordini di pizzo, completamente trasparente, un paio di autoreggenti e un reggicalze perfettamente coordinato, oltre ad un reggiseno sempre di colore nero, ma con del pizzo finissimo trasparente, che modellava il suo meraviglioso seno. Le ho chiesto di indossarli, ma ha risposto che era troppo tardi e siamo andati a dormire. Nel letto proseguimmo a parlare e fui richiesto come mai avessi pensato a regalarle un intimo così spinto.
«Amore, scusa, ma perché mi hai regalato queste cose tanto particolari che mi farebbero sentire a disagio ad averle addosso.»
«Te le ho regalate perché ti trovo ancora bella e sensuale e vorrei che la nostra vita sessuale avesse un po’ di pepe in più. Da quando hai lasciato il lavoro, ho come l’impressione che tu ti sia lasciata andare. Non che ti trascuri personalmente, ma ti sento spenta, come se il sesso non fosse più fra i tuoi interessi. Ho voglia di risvegliare la tua passione che, anche se non è mai stata molto intensa, ora mi manca. Mi piacerebbe che domani tu indossassi quelle cose in occasione del pranzo di Natale con tutti gli amici e parenti.»
Lei mi ha risposto che voleva pensarci. La mattina dopo ci siamo svegliati sul tardi e, fatta colazione, poiché dovevamo stare a pranzo fuori, indugiamo ancora un po’ nel letto, per poi iniziare a prepararci. Quando lo fece lei, il mio cuore prese a batter forte, ma vidi che, nel vestirsi, indossò uno slip semplice, allora la ripresi, sostenendo che non mi piaceva.
«Dai, amore, metti queste!»
Lei mi rivolge uno sguardo meravigliato e ribatte:
«Ma sei pazzo? Saremo insieme a parenti ed amici, come potrei indossare cose così spregiudicate e particolari?»
Io le rimandai uno sguardo sorridente e continuai ad insistere.
«Ma dai, tanto lo so solo io; chi dovrebbe vederti? Sarà un nostro piccolo segreto, una nostra lieve complicità.»
Fece un sospiro di autocompiacimento e, lentamente, iniziò a mettersi gli slip regalati, dopo le autoreggenti e infine, sul reggicalze, iniziò a titubare.
«Coraggio, che stai benissimo! Sei veramente stupenda!»
Lei mi accontentò e, prima che indossasse la gonna, l’ho presa per mano e l'ho portata in bagno e, dopo averla fatta sedere sullo sgabello, le ho detto di lasciarmi fare. Mi son inginocchiato fra le sue cosce e, utilizzando il mio rasoio, le ho aggiustato il pelo sotto gli slip. Ero tremendamente eccitato al solo sapere che lei indossava quell’intimo così ricercato e lei non nascondeva di esser imbarazzata. Quegli slip non nascondevano i suoi glutei che, alla sua età, erano ancora così sodi e lisci. Sopra indossò una gonna nera, con un leggero spacchetto laterale che le arrivava fino al ginocchio. Completò il tutto con un leggero filo di trucco ed un paio di scarpe con tacco non troppo alto.
Arrivammo al ristorante, salutammo tutti e ci scambiammo i vari saluti; lei era seduta assieme a mia sorella e sua cognata e, mentre si rideva e scherzava, lei non si era accorta di aver leggermente divaricato le gambe e, di fronte, c’era Walter, il fratello di mio cognato, che subito puntò gli occhi su di lei. Egli è un bel maschio di 45 anni, con un certo fascino, ha sempre scherzato con mia moglie e, in più occasioni, l’ha sempre corteggiata in maniera discreta ma insistente. Io ero eccitatissimo. Era chiaro che, dal posto dove era seduto, riusciva a vedere tutto e, sicuramente, non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di ammirare le sue splendide cosce. Infatti ho visto che si abbassò per raccogliere il tovagliolo e guardò in mezzo alle gambe di mia moglie, che non si era accorta di nulla.
Avrei voluto intervenire, ma il gioco mi piaceva troppo: anch’io riuscivo a vedere la trasparenza dello slip, poi lei si alzò e tutto finì li. Ero al culmine del piacere e della gelosia: mia moglie, così seria ed elegante, che veniva guardata da un altro uomo. Mi allontanai per andare in bagno. Uscito, trovai Walter che si era seduto lì vicino; feci finta di nulla, però mi accorsi che i suoi occhi non si staccavano dal corpo di mia moglie. Lei continuava ad esser ignara di tutto. Ritornai al tavolo e, nel mettermi seduto, notai che Walter si era seduto di fronte a lei. Eravamo presi a ridere e scherzare, ma notai che, più di una volta, si abbassò per allacciarsi le scarpe: mi erano chiare le sue intenzioni. Non riuscivo a credere che, l'idea che un altro uomo potesse desiderare mia moglie, mi eccitasse così tanto. Finimmo di mangiare e mia sorella ci chiese di andare a casa con altri parenti, per giocare a carte: noi accettammo. Appena arrivati, mentre salivamo le scale, finsi di aver dimenticato qualcosa in auto e, quindi, li lasciai che salivano: mia sorella davanti, poi Tania, la moglie di Walter e, davanti a lui, mia moglie. Arrivando immediatamente dietro di loro, ho percepito l’imbarazzo di mia moglie che cercava di mettersi quanto più defilata possibile, ma, nonostante ciò, era evidente che lei cercava di abbassarsi la gonna, ma le autoreggenti ed il perizoma erano anche fin troppo visibili. Quando giungemmo quasi in cima alle scale, lui si è girato verso di me e ci siamo scambiati un’occhiata, consapevoli del fatto che entrambi avevamo visto tutto quello che c’era da vedere. Nessuno di noi due disse nulla, entrammo in casa e ci mettemmo comodi. Avevo il membro durissimo: mia moglie, vestita così, mi aveva riacceso tutte le sensazioni possibili. Poi, mentre stavamo giocando, Walter si era messo seduto davanti a lei e, in più di un’occasione, ho notato che spesso si abbassava per raccogliere sempre qualcosa da terra e, in un paio di occasioni, anch’io mi son abbassato ed ho visto che sbirciava fra le cosce di mia moglie, che lei teneva divaricate sotto il tavolo. La serata finì sul tardi e, mentre si tornava a casa, io e lei, in auto, parlavamo dei fatti salienti che avevano movimentato la giornata. Giunti in camera, lei è andata in bagno a togliere il trucco: io sono entrato e le ho detto che avevo molto apprezzato per come era vestita, ma lei ha risposto che, invece, a lei era sembrato un po’ troppo esagerato. Le ho alzato la gonna e le ho passato le dita sulla vagina: ero troppo eccitato. Le ho confessato che, nel salire le scale, si era visto tutto e che, pure Walter, aveva visto tutto.
«Accidenti, che pessima figura ho fatto! Chissà cosa penserà di me?»
Il tono della sua voce era incerto ed era alquanto arrossita, ma io le ho spostato gli slip ed ho notato con stupore che era già umida. Ho iniziato a masturbarla e lei ha chiuso gli occhi; io, preso dall’eccitazione, ho ripreso a parlare, mentre proseguivo a masturbarla.
«Sicuramente Walter avrà visto tutto e mi è sembrato anche molto interessato alle tue splendide cosce, al punto che, per tutto il pomeriggio, quando eri seduta al ristorante, avevi un po' aperto le gambe e ti si vedeva la fica tra gli slip trasparenti. È stata una cosa incredibilmente eccitante.»
Lei non ha risposto, ha continuato a tenere gli occhi chiusi, ma la sentivo ansimare, sentivo i suoi umori riempire abbondantemente le mie dita, che ora la masturbavano più vigorosamente. Mi son accorto che era particolarmente eccitata. Per il passato non avevamo mai avuto rapporti sessuali molto intensi, lei si mostrava sempre più che inibita per certe cose, ma, quella sera, stranamente, la sentivo particolarmente languida e lasciva. Le ho slacciato il vestito e, completamente nuda, con indosso solo l’intimo che le avevo regalato, ho potuto constatare che il sottile reggiseno mostrava i suoi capezzoli durissimi ed anche il suo respiro era alquanto accelerato. Continuando a masturbarla, ho ripreso a sussurrarle ciò che avevo visto.
«Walter non si è perso nulla dello spettacolo che gli hai offerto oggi, con le tue cosce spalancate e la fica in bella mostra. Era anche molto interessato al tuo culetto e, in più di un'occasione, ho notato come te lo ammirava, desideroso di profanarlo.»
Mentre parlavo, con l’altra mano le ho passato un dito sul buchetto e lei ha iniziato a gemere e spingere il suo corpo verso il mio e poi, con una mano ha afferrato la mia verga dura ed ha iniziato a segarmi da sopra la stoffa dei pantaloni. Continuando a baciarla, siamo usciti dal bagno e ci siamo ritrovati sul letto della nostra camera. Mi sono inginocchiato fra le sue cosce ed l'ho trovata completamente bagnata. Ero eccitatissimo, ho iniziato a baciarla, leccando i suoi umori attraverso il pizzo delle mutandine e lei ha ripreso a gemere. Mentre continuo a farla godere con la lingua, mi sono slacciato i pantaloni e, preso da un forte desiderio, mi son allungato su di lei e, con un affondo secco e netto, gliel’ho infilato tutto dentro, fino in fondo. Ha avuto un orgasmo all’istante e, quando lo ha esternato, sono rimasto alquanto sorpreso, perché, di solito, gode in silenzio.
«Ooohhh! Sì! Ancora! Dai, amore, che vengo!»
In quell'occasione, mi son reso conto che qualcosa la stava veramente eccitando e son giunto alla conclusione che non poteva non trattarsi del fatto di essersi mostrata, anche involontariamente, agli occhi di Walter. Preso dalla forte eccitazione, non son riuscito a resistere molto e, dopo averla sentita godere ancora una volta, ho iniziato a schizzare dentro di lei, riempiendola.
«Amore, vengo! Sto sborrando!»
Ho sentito il suo corpo fremere, mentre le riversavo dentro tre generose schizzate, poi mi sono sfilato ed ho presentato alla sua bocca il mio cazzo ancora gocciolante. Inizialmente e solo per un attimo, ha cercato di evitare di imboccarlo.
«No dai… Ti prego, lo sai che…»
Vista la mia decisione, ha aperto le labbra ed io gliel’ho infilato tutto in bocca. Anche in questo caso, non ha reagito negativamente: ha preso a leccarlo e succhiarlo, fino a raccogliere anche l’ultima goccia della sborra, che ancora sgorgava dal mio membro. Stanchi, ci siamo addormentati e, per il resto dei giorni che ci separavano dal Capodanno, non siamo tornati sull’argomento, ma abbiamo fatto sesso un’altra volta, in maniera molto intensa ed ho avvertito che era eccitata e vogliosa più del solito. Per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, ci siamo accordati, insieme a mia sorella Paola e suo marito Stefano, a Walter e Tania, per trascorrere la serata in un ristorante che, oltre al cenone, offriva la possibilità di un'ampia pista da ballo, per festeggiare degnamente l’arrivo dell’anno nuovo. La sera di Capodanno ci siamo trovati davanti al ristorante, tutti e sei insieme. Valeria indossava un abito aderente in maglina che le arrivava al ginocchio e ne modellava splendidamente il corpo. Sotto aveva indossato le sue calze autoreggenti, senza che io le dicessi nulla e sapevo che, con quel particolare vestito, il micro perizoma, di colore inevitabilmente rosso in segno di augurio, che le avevo regalato, era sicuramente infilato nel solco delle sue natiche. Nella parte superiore, l’avevo vista indossare un reggiseno di colore rosso sottilissimo, quasi invisibile. Ai piedi calzava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10, a spillo. Anche le altre due donne, indossavano vestiti rossi. Mia sorella aveva un abito a trapezio plissettato, che le arrivava appena sopra il ginocchio ed anche lei indossava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10 a spillo, mentre la più audace delle tre era sicuramente Tania, che indossava un abito aderente, con scollo profondo, che metteva in mostra il suo splendido seno. Ai piedi, scarpe di vernice nera con tacco altissimo, a stiletto. Subito ho notato che Walter non staccava mai gli occhi dal corpo di Valeria. Ci siamo seduti al tavolo, di forma rotonda, ed ho notato che Walter si è seduto proprio davanti a mia moglie. Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata, mentre la cena procedeva tranquillamente, in maniera allegra e divertente. Una buona orchestrina suonava musica che istigava a ballare e, fra di noi, ci si alternava a far ballare le nostre donne. Non sempre si ballava con la propria compagna, anzi, a seconda della musica, ci si scambiava di partner. In effetti a me e Valeria piace molto ballare sia il liscio che i ritmi latino-americani, mentre mia sorella e suo marito amano molto il rock e i balli di gruppo, infine Walter e sua moglie preferiscono il tango e, in particolare a Tania, piace molto il latino-americano. Quando mancava circa un’ora alla mezzanotte, Walter ha preso a ballare quasi sempre con Valeria. Mentre io e mio cognato ci alternavamo a ballare con Tania o mia sorella. Ad un tratto mi sono accorto che, per tre brani di seguito, non avevano smesso di ballare e, poiché al tavolo ero rimasto solo con mia sorella, che era intenta a smanettare sul suo cellulare per scambiare messaggi di auguri con i vari amici, mi son alzato discretamente ed ho fatto il giro della sala, alla ricerca di Valeria e Walter. Quando sono giunto quasi all’altezza del bar, li ho visti che ballavano in una zona un po' meno illuminata del salone. Più che ballare, sembrava quasi che si strusciassero i corpi l'uno contro l'altro, lui teneva la sua faccia vicino alla guancia di Valeria e, ogni tanto, lei rideva. Non potevo sentire cosa si dicessero, ma era chiaro che lui la stava insidiando facendola ridere e, ogni tanto, lei si scostava e lo guardava sorridendo, a volte annuendo, altre scuotendo la testa in segno negativo. Durante una di queste volte, li ho visti di profilo ed ho notato che lui aveva il pacco gonfio e, quando ha di nuovo stretto mia moglie a sé, mi son reso conto che lei non ha fatto nulla per tenersi distante da quella presa così decisa. Ad un tratto, dopo che la musica è finita, mia moglie è tornata al nostro tavolo e, così, anch’io son ritornato al mio posto. Una volta giuntovi, lei era seduta ed aveva il viso arrossato e, quando mi ha visto, ha preso un tovagliolo e lo ha usato come ventaglio, dichiarando che aveva molto caldo. Walter fingeva indifferenza, tenendo il cellulare in mano e, ad un tratto, Valeria ha detto che sarebbe andata in bagno a spruzzarsi dell'acqua fresca sul viso. Quando lei si è alzata, Tania e mio cognato hanno continuato a ballare, mia sorella a messaggiare con il suo cellulare, poi, improvvisamente, anche Walter si è alzato e ha attraversato la pista da ballo. L’ho seguito con lo sguardo e, discretamente, mi sono alzato e mi sono incamminato in senso opposto al suo. Quando è giunto in prossimità del bagno, ho notato che lui si è dato un’occhiata intorno per vedere se qualcuno di noi lo stesse osservando e, di punto in bianco, ha superato la porta del bagno. Quel locale era munito di una porta che immetteva in un antibagno, al cui interno si trovavano le porte che immettevano in due bagni veri e propri, riservati, uno alle signore ed un altro ai maschi, ed entrambi strutturati in modo da poter ospitare un disabile. Ho osservato la scena di lui che entrava e, mentre la porta dell’antibagno si chiudeva lentamente, ho visto mia moglie uscire dal bagno delle signore e lui, dopo averla presa per un braccio, l‘ha spinta di nuovo dentro, chiudendo la porta dietro di sé. Silenziosamente son subito entrato anch’io, occupando quello adiacente destinato agli uomini. Ho notato che il divisorio non raggiungeva il soffitto, quindi, approfittando della presenza di un piccolo sgabello, ci son salito sopra e così ho potuto scrutare quanto succedeva dentro, senza esser visto. Nello stesso tempo ho silenziato il mio cellulare e, sistematolo in modalità video, ho iniziato a riprendere mia moglie che stava parlando con Walter. Egli voleva baciarla, ma lei opponeva una lieve resistenza.
«No, dai ti prego… Andiamo di là, che sicuramente ci cercano… Dai, non è possibile.»
Lui però le aveva messo il braccio sinistro intorno al collo e, attirandola a sé, ha incollato la sua bocca a quella di mia moglie. Subito hanno preso a limonare intensamente, mentre la mano destra di lui ha stretto con forza il seno di Valeria, facendola gemere. Poi, rapidamente, la sua mano è scesa verso il basso e si è infilata sotto il vestito, iniziando a masturbarla. Ho visto lei fingere una qualche resistenza, ma poi, anziché togliere la mano infilata fra le sue cosce, ha allungato la sua sul pacco duro di Walter ed ha iniziato a masturbarlo da sopra i pantaloni. Egli deve averla fatta godere, perché, ad un tratto, lei ha emesso un mugolio di piacere, mentre continuava a baciarlo. Walter le ha tolto il braccio dal collo e, continuando a baciarla, con la mano sinistra ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto un bel sesso, già teso e duro. Lei lo ha afferrato ed ha iniziato a segarlo, ma lui, infoiato, l'ha spinta a sedere sul grosso water e subito gli ha presentato il suo cazzo davanti alla bocca.
«Succhiamelo! Prendilo tutto in bocca, perché non resisto! È dal giorno di Natale che ti desidero, da quando ho ammirato le tue splendide cosce: per tutto il giorno non ho fatto altro che desiderare di poterti infilare il cazzo in bocca!»
Lei ha cercato di dissuaderlo, ma in maniera assolutamente poco convincente.
«No, dai, ti prego, non abbiamo tempo.»
Lui non ha sentito ragioni e, dopo averle appoggiato il cazzo fra le labbra, con entrambe le mani appoggiate sulla sua testa, glielo ha spinto direttamente tutto in gola. Ho visto mia moglie prendere quella discreta mazza tranquillamente in bocca, senza nessuna remora e questo mi ha, in qualche modo, dato fastidio, anche se ero tremendamente eccitato. Lui la scopava in bocca, soddisfatto del piacere che provava.
«Ci avrei giurato che eri una magnifica pompinara!»
L'ha scopata velocemente per un po’, poi, di colpo, l’ha fatta sollevare, voltare e piegare a 90°, cosa che lei ha eseguito senza opporre nessuna resistenza. Le ha sollevato velocemente il vestito e, spostato con un dito il filo del micro perizoma, le ha infilato di colpo il cazzo tutto dentro, fino in fondo.
«Che meraviglia! Che bella fica calda, che hai! Sei una zoccola stupenda!»
Lei ha preso a godere ed ha avuto subito un orgasmo che ha esternato apertamente, senza alcun ritegno.
«Sì, dai, continua! Dai, scopami più forte, che vengo!»
Lui ha preso a stantuffarla come un pazzo scatenato, mentre continuava ad insultarla.
«Certo che ti scopo! Ti avrei scopato il giorno di Natale, sopra il tavolo, davanti a tutti! Ma adesso ti spacco la fica e te la riempio, come un bignè!»
Lei ha avuto un altro orgasmo, poi si è girata e lo ha supplicato di non sborrarle dentro.
«No, ti prego, dentro no! Non mi sborrare dentro, non sono protetta, e poi, per tutto il resto della serata, continuerebbe a colarmi fra le mie cosce. Dai, ti prego, esci: te lo prendo in bocca.»
In quel momento, mi sembrava di esser stato catapultato in un altro universo. Quella che stava scopando, dall’altro lato del muro, tutto sembrava, tranne che la donna che, in tutti questi anni, ha scopato con me, nel nostro letto. Provavo una forte gelosia, ma anche una tremenda eccitazione, il tutto condito da una certa rabbia che stava montando in me sempre più. Lui ha continuato a chiavarla ancora per un po’, poi l'ha girata di colpo, facendola mettere di nuovo seduta. Lei ha afferrato, con entrambe le mani, quel cazzo che l’aveva fatta godere già per due volte, lo ha portato alla bocca e, senza alcuna remora, si è lasciata riempire la bocca dalla copiosa sborrata che lui vi ha riversato dentro.
«Brava, zoccola! Ingoiala tutta! Fino all’ultima goccia!»
È stato troppo. Silenziosamente, son sceso e sono uscito, ed ho deciso che era ora di tirare una bastardata. Ho aperto e fatto volutamente rumore, iniziando a chiamare mia moglie.
«Amore, dove sei? Amore, sei ancora in bagno? Dai, che mancano pochi minuti alla mezzanotte e ci aspettano tutti per il brindisi.»
Ho preso a tamburellare con le nocche sulla porta del bagno delle signore e lei, con voce roca, mi ha risposto:
«Sì, amore, arrivo subito, dai aspettami al tavolo, che ti raggiungo subito.»
Io ho insistito, sostenendo che mancavano pochissimi minuti e, quindi, era ora che uscisse. Lei ha aperto la porta ed è uscita con l’aria alquanto tesa e preoccupata, poi ha chiuso immediatamente la porta dietro di sé, mi ha preso il braccio ed ha cercato di guadagnare l'uscita. Aveva il viso stravolto e così mi son divertito un po’ con lei.
«Amore, che succede? Hai l’aria un po' sbattuta! Stai bene?»
Lei ha abbassato lo sguardo ed ha semplicemente detto che c'era troppo caldo e mi ha quasi trascinato fuori dal bagno. Io però, appena uscito, fatti solo due passi, mi son fermato ed ho preso il cellulare in mano e, fingendo di controllare un messaggio, ho guardato l’inizio del video per accertarmi che fosse venuto perfetto. Lei, un po’ incuriosita, si è avvicinata, ma io ho subito chiuso la ripresa e, nello stesso tempo, in quel preciso momento, dietro di noi, alla spicciolata, è uscito Walter che, quando ci ha trovato fermi davanti alla porta, si è defilato verso il bar, fingendo di non averci visto. Entrambi ci siamo dati un’occhiata, perché sia io che lei, lo abbiamo visto benissimo e, sul viso di mia moglie si è subito resa evidente la sua preoccupazione, ma io, senza aggiungere alcunché, l’ho presa per mano e siam tornati al nostro tavolo. Poco dopo è arrivato anche Walter, che si è seduto senza dir nulla. Poi il solito rituale, la conta dei secondi, i tappi di spumante che saltano, i calici che vengono riempiti, i brindisi, i baci e gli abbracci, ma, quando Valeria si è avvicinata a me per darmi un bacio, io mi sono leggermente spostato di lato e, accostata la bocca al suo orecchio, le ho sussurrato una cosa che l’ha lasciata decisamente basita.
«Prima di darmi un bacio in bocca, bevi un po’ di prosecco, così elimini il sapore della sborra di Walter!»
Se le avessi dato una coltellata in quel momento, non sarebbe uscita una goccia di sangue, per quanto è rimasta raggelata dalle mie parole. Subito l’orchestra ha iniziato a suonare e tutti hanno iniziato a fare il classico trenino, compresi i nostri commensali, mentre noi due siamo rimasti seduti al tavolo, rifiutando l’invito di partecipare. Lei mi ha guardato senza proferir parola, io le ho sorriso e, con voce pacata, le ho detto:
«Tranquilla, va tutto bene; ne riparleremo a tempo debito!»
Lei ha provato a balbettare qualcosa, ma io non le ho dato tempo e, in un momento in cui il trenino di persone ci passava vicino, mi son alzato di scatto e mi son infilato immediatamente dietro le spalle di Tania, che stava appoggiata a mio cognato che, a sua volta era appoggiato a mia sorella, con davanti a sé, Walter. Dopo qualche minuto di baraonda, l’orchestra ha iniziato ad eseguire un tango ed io, che avevo Tania fra le mani, l’ho guardata, lei mi ha sorriso compiaciuta ed ha accettato di ballare con me. Immediatamente il suo corpo ha aderito al mio e, poiché ero ancora molto eccitato, ho letto lo stupore nei suoi occhi, quando il suo ventre è entrato in contatto con il mio membro duro. Per un attimo siamo rimasti a guardarci, poi lei mi ha fatto un sorrisetto malizioso e per tutta la durata del ballo, il suo corpo non ha smesso di strusciarsi sul mio cazzo. Terminato il ballo, siamo tornati verso il tavolo, dove c’erano gli altri quattro, che, però, erano tutti indaffarati a scambiare messaggi di auguri con i vari amici e, poiché l’orchestra ha ripreso a suonare, stavolta con una samba, Tania, senza alcuna esitazione, mi ha preso per mano e mi ha trascinato di nuovo in pista. Anche durante questo ballo il suo corpo, in particolare il suo splendido culetto, ha continuato a dimenarsi contro il mio pacco, sempre più duro. Tania è una bella donna, alta, snella, con una 3ª di seno ed un culo a mandolino, che è un vero spettacolo. Avendo poi tacchi alti, risultava ancor più evidenziato nella sua pomposità e, quindi, strofinare il mio cazzo contro quelle splendide natiche, mi ha procurato ancora una più forte eccitazione, al punto da farmi male. Finito di ballare, stavamo per tornare verso il nostro tavolo, quando l’orchestra ha ripreso con una magica e, quanto mai opportuna, lambada. C’è bastato guardarci negli occhi e subito lei ha iniziato a strusciare il suo corpo sul mio. Non stavamo ballando, stavamo semplicemente mimando un amplesso con i nostri due corpi a strofinarsi l'uno contro l'altro. Al termine di questa ulteriore musica, siamo rimasti un attimo abbracciati e lei ha scherzato:
«Accidenti! Se non finiva la musica, non so come sarebbe andata a finire!»
Io l’ho guardata ed ho sorriso.
«Te lo dico io come sarebbe andata a finire: che avresti visto una sontuosa macchia di bagnato sui miei pantaloni!»
Abbiamo riso entrambi e, dato uno sguardo in giro verso gli amici che, seduti al tavolo, erano tutti presi con i loro cellulari, mentre iniziava un nuovo motivo, ho preso Tania per mano e, poiché eravamo ad un passo dal bagno, ci son entrato dentro e, senza indugio, l’ho infilata nel bagno degli uomini. Appena chiusa la porta dietro di me, lei si è inginocchiata, mi ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto la mia verga, dura all'impossibile.
«Wow! Che bel cazzo, che hai? Me ne ero accorta mentre ballavamo, ma trovarmelo fra le mani, è tutta un'altra cosa.»
Senza aggiungere altro, se l’è infilato quasi tutto in gola, dimostrando di esser una provetta pompinara. Per un po', ho lasciato che assaporasse la mia verga, poi l’ho sollevata e l'ho messa appoggiata al water, l’ho fatta piegare in avanti e, dopo averle sollevato il vestito e scostato il filo del perizoma, con un solo affondo, gliel'ho infilato tutto dentro, facendola sussultare e gemere nello stesso tempo.
«Oh, sì. Spingimelo tutto dentro! Dai scopami forte, che mi piace da morire il tuo cazzo! Ecco, cazzo, sto per venire!»
Effettivamente il suo corpo ha preso subito a tremare di piacere, mentre io la sbattevo come un pazzo scatenato
.
«Certo che te lo spingo tutto dentro, puttanona. Te la voglio sfondare tutta questa fica goduriosa, per poi riempirtela tutta del mio sperma: godi, vacca!»
Lei è stata scossa da un altro orgasmo, mentre io continuavo a chiavarla sempre più velocemente, poi si è girata e mi ha pregato di sborrarle in bocca.
«Non mi sborrare dentro altrimenti poi mi cola tutto lungo le cosce. Inoltre un bel cazzo come il tuo, voglio sentirlo svuotare nella mia bocca. Dai, chiavami ancora un po’ e poi, fammi bere!»
Non potevo esimermi dal soddisfare una così succulenta richiesta. Le ho dato ancora qualche altro colpo, poi mi son sfilato, lei si è inginocchiata davanti a me e spalancate le fauci, lo ha letteralmente fagocitato tutto fino all'ultima goccia. Le ho lasciato assaporare la mia verga per un po’, poi ne ho sfilato ina buona parte e lei lo ha stretto con entrambe le mani, mentre serrava ancora le labbra intorno alla punta e, con la lingua, mi torturava la cappella.
«Eccomi, dai, bevi, troia! Ingoiala tutta, fino all’ultima goccia!»
Non ne ha perso nemmeno una stilla. Lo ha ingoiato tutto fino all’ultima goccia ed ha leccato e pulito il mio cazzo in maniera perfetta! Poi ci siamo ricomposti velocemente e siamo usciti. Non vedevo il nostro tavolo, di conseguenza, per non destare sospetti anziché andare verso il tavolo, siamo andati verso il bar e ci siam fatti servire due calici di prosecco e con i bicchieri in mano siam tornati verso il nostro tavolo. Quando ci siamo arrivati, ho trovato solo mia moglie e mio cognato, mentre mia sorella ballava con Walter; mio cognato ha preso subito Tania e l’ha portata a ballare con lui. Valeria mi ha guardato un attimo e mi ha chiesto che fine avessi fatto. Io ho solo sollevato il calice indicando che eravamo andati a bere. È rimasta per un attimo perplessa, poi ha lasciato cadere qualsiasi altra richiesta di spiegazioni. Siamo rimasti circa un’altra oretta, poi tutti stanchi abbiamo deciso che la serata poteva finire lì. Nel salutare gli amici, ho visto Walter avvicinarsi a Valeria e sussurrarle qualcosa e, subito dopo, lei lo ha guardato con aria sdegnata, mentre io mi sono avvicinato a Tania e, fingendo di rinnovarle gli auguri, le ho sussurrato che ciò che era successo nel bagno era solo l’antipasto e lei mi ha risposto che era a mia completa disposizione, in qualunque momento avessi voluto un pranzo completo. Durante il viaggio di ritorno, Valeria è rimasta in silenzio; anche se avrei voluto chiedere diverse spiegazioni, nessuno di noi ha proferito parola. Giunti in casa nostra, sdraiati nel letto, ognuno di noi si è girato dal proprio lato e ci siamo addormentati. All’alba sono stato svegliato da una piacevole sensazione e, aperti gli occhi, ho notato che mia moglie mi stava succhiando il cazzo, che era già diventato bello duro. Ha sollevato lo sguardo, trovandomi piacevolmente sorpreso da quell'insolita iniziativa e, senza dir nulla, dopo avermi sorriso un po’ maliziosamente, è salita su di me e si è impalata sul mio cazzo. In silenzio ho sollevato le mani, ho afferrato i suoi seni e li ho impastati facendola godere, mentre dopo aver inarcato le gambe ho preso a sbatterla con forza dal basso, facendola godere. Con me non ha esternato il suo piacere, ma solo un lungo gemito mi ha fatto capire che aveva raggiunto l’orgasmo. Indispettito l’ho girata di lato ed ho continuato a scoparla con più forza, facendola godere di nuovo e, anche in questo caso, lei si è messa a gemere godendo quasi in silenzio. Allora mi sono sfilato da lei e l’ho fatta girare carponi, mi sono inginocchiato fra le sue cosce e, dopo aver appoggiato la punta del cazzo fra le labbra della sua fica, all’ultimo istante, prima di spingerglielo dentro, ho sollevato un po’ la punta e, senza nessun preavviso, l’ho infilato tutto nel culo con un solo affondo. Lei ha emesso un grido di dolore, cercando di sottrarsi a quella dolorosa penetrazione.
«Ahi, mi fai male! Fa piano, mi fai male! Lo sai che non lo voglio nel culo! Mi stai facendo malissimo: togliti per favore!»
Io ho continuato a rimaner piantato dentro di lei e la mia voce aveva un tono severo ed alquanto sadico.
«Ti faccio male? Senti dolore? Allora siamo pari, perché è lo stesso dolore che ho sentito io nel vederti scopare con Walter.»
Lei si è girata e mi ha guardato, cercando di negare.
«Guarda che non è come pensi… Io, cioè, volevo… Cioè no, io non… Non puoi dirmi, una cosa del genere!»
Io, rimanendo piantato nel suo culo, mi son allungato fino al mio comodino ed ho preso il cellulare. Un attimo dopo ho avviato il video che le avevo fatto, mentre scopava con Walter. Lei è letteralmente sbiancata. Mi ha guardato ed ha cercato di farfugliare qualcosa, delle inutili scuse, ma io le ho parlato con tono duro, che non ammetteva nessuna replica.
«Tranquilla, va tutto bene! Visto che ti piace far la zoccola, adesso si cambia! A partire da questo momento, voglio che tu esaudisci ogni mio desiderio, ogni mia fantasia; qualunque cosa ti chiederò di fare, tu dovrai obbedire ciecamente, altrimenti prendo questa registrazione e vado da un avvocato, affinché ognuno vada per la sua strada. Voglio subito una risposta, giusto il tempo che impiegherò a sborrare, perché se non mi avrai risposto prima, nel momento in cui ti schizzerò in bocca, sarai così piena di sborra che non potrai assolutamente aprirla. Decidi in fretta, perché ho voglia di sborrare.»
Senza aggiungere altro, ho preso a stantuffarle il culo con forza, facendola davvero soffrire. Ho sentito i suoi lamenti e le sue lacrime che, lentamente, si son trasformate in gemiti di piacere e, quando mi son reso conto che stava per godere, le ho assestato due sonore sculacciate, facendola sussultare ancora.
«Urla, vacca! Se stai godendo, lo devi urlare! Ho visto che con Walter non ti sei fatta nessuna remora ad urlare il tuo piacere. E poi ho anche altre cose da chiederti, ma questo lo farò dopo: adesso voglio solo sfondarti il culo ed avere una tua risposta!»
Mentre le dicevo questo, ho continuato a pomparle il culo sempre più forte e, ad un tratto, lei si è lasciata andare.
«Sì, dai, spaccami il culo! Fammi godere come una troia! Mi è sempre piaciuto molto prenderlo nel culo, ma ho avuto sempre paura di accettare questa cosa, perché non sei stato tu il primo a farmelo. Per tre anni sono stata la puttana del mio capo, che impazziva di piacere nel riempirmi il culo con le sue abbondanti sborrate! Sì, ti ho fatto cornuto per diverso tempo. Ora fai pure quello che vuoi, ma ti prego, continua a sfondarmi il culo!»
Ho sborrato all’istante. Sapere di esser cornuto, mi ha fatto ingelosire in una maniera pazzesca, ma, nello stesso tempo, anche sborrare come un fiume in piena. Dopo i primi schizzi, l’ho sfilato dal culo e, senza tanti convenevoli, gliel’ho presentato alle labbra: lei ha aperto la bocca e lo ha ingoiato tutto, fino alla radice. In quel momento mi son reso conto che mia moglie era veramente una zoccola: mentre, per tutto questo tempo, mi ero fatto l'idea che fosse una donna timida e rispettosa, adesso prendevo atto che, in realtà, avevo fra le mani una puttana viziosa, tutta da godere. Lei ha pulito per bene il mio cazzo, fino all’ultima goccia di sborra, poi si è allungata su di me e la sua bocca si è avvicinata alla mia e, prima di baciarmi, mi ha guardato con un sorrisetto alquanto ironico.
«Allora? Chi è più brava a far bocchini: io o Tania?»
L’ho guardata cercando di fingere di non capire, ma lei ha continuato con il suo sorriso ironico.
«Vi ho visti uscire dal bagno e sicuramente non eravate andati lì per fare pipì, quindi penso che, come minimo, un bocchino deve avertelo fatto. Ma non importa: a me sta bene anche così, solo che adesso ho voglia di baciarti, di farti sentire il sapore della tua sborra in bocca. Spero che imparerai in fretta ad apprezzare questo sapore, perché intendo fartelo assaggiare ancora altre volte e con un sapore sempre diverso.»
Il mio cazzo è diventato di nuovo duro all’istante. L’ho baciata con vera passione, mentre le infilavo di nuovo il cazzo nella fica ed ho ripreso a scoparla con forza, facendola godere di nuovo.
Nella mia mente ho fatto un rapido consuntivo di quanto accaduto: ero finalmente felice di avere una moglie puttana, proprio come avevo sempre desiderato.
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2 years ago
baxi18, 55
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Una sorpresa per ornella
Serata di Agosto, fa molto caldo.
Antonella si spoglia e si distende sotto un lenzuolo leggero, le finestre semiaperte per fare passare la brezza notturna.
Le dico:io sto su, un poco di televisione e poi arrivo.
Va bene, mi rispose e spenta la luce chiude gli occhi mettendosi su un fianco dalla parte sinistra, io di solito dormo a destra.
Il suo fondoschiena scoperto sino ai glutei e appena visibile dal riflesso della sala.
Attendo diversi minuti, poi mi accerto che si sia addormentata.
Sono quasi le due di notte.
Prendo il cellulare e invio un Sms al ragazzo che aveva risposto all'annuncio.
Diceva: vieni a casa mia e potrai avere mia moglie sostituendoti a me a sua insaputa.
Apro la porta facendo segno con il dito di mantenere il silenzio.
Gli indico il bagno e gli chiedo di spogliarsi completamente.
Intanto controllo Antonella, nella camera regolo anche la luce della sala in modo da creare un riflesso soffuso.
Antonella è quasi del tutto scoperta, le cosce divaricate con un lembo di lenzuolo a coprirle appena i glutei nudi.
Dorme.
Forse mi aveva aspettato ma poi il sonno ha preso il sopravvento.
So che pensava: lo aspetto per fare all'amore.
Era andata a letto eccitata dal alcune carezze intime che le avevo fatto ed inoltre finalmente eravamo soli, la prole dai parenti dopo molto tempo.
Sento il rumore del rubinetto del bide in bagno.
Ecco il ragazzo esce in silenzio sorridente e un poco timoroso.
Non bellissimo, ma nudo con pochi peli e il suo sesso gonfio e i testicoli ben fatti.
Un bel maschio per Antonella penso.
Lo faccio camminare in punta di piedi a vedere il corpo seminudo di Antonella facendogli segno di non fare rumore.
Poi gli chiedo di arretrare notando che il suo sesso era diventato rigido perfino lucido tanto era teso.
Il glande era quasi scoperto e gonfio.
I suoi 23 cm non erano una bufala.
Dopo avere visto la femmina nuda nel letto sorride e mi regala un ok come apprezzamento.
Gli spiego che deve entrare piano piano dalla parte libera, mettendosi sotto le lenzuola e di non fare nulla per cinque o dieci minuti.
Subito dopo il ragazzo entra di soppiatto nella camera.
Io lo osservo nella penombra salire nel letto lentamente e poi accucciarsi verso sinistra.
Un leggero movimento di Antonella mi convince che ha sentito un corpo nel letto, probabilmente pensa a me.
Ecco che io suo corpo si muove girandosi verso sinistra esponendo fondoschiena e glutei completamente scoperti al ragazzo che non si muove.
Io sono li alla testata del letto e osservo eccitato lo spettacolo.
Il ragazzo si tocca il suo sesso e osserva il corpo di Antonella eccitato.
Il tempo passa velocemente, ad un certo punto sento muoversi le lenzuola e vedo il sesso gonfio del ragazzo avvicinarsi al culetto di Antonella.
Si avvicina.
Le mette la mano sul fianco destro e si avvicina ancora.
Lei non si muove, chissà se è sveglia, senza dubbio il dormiveglia è pesante.
A volte faccio nella stessa maniera e lei sa che è il mio gioco preferito.
La mano sinistra del ragazzo apre leggermente i glutei di Antonella e con l'altra prende in mano il sesso duro tutto nudo e con il glande gonfio.
Ecco si avvicina al sesso di Antonella e lo appoggia fermandosi.
Antonella ha un piccolo sussulto e si piega un poco probabilmente lo ha sentito sfiorare il suo sesso.
Vedo il sesso maschile puntare sui glutei di Antonella, sono eccitato.
Lui era tutto concentrato sui glutei di Antonella.
Si morde un attimo le labra e poi mi guarda.
Vedo i muscoli delle gambe del ragazzo tendersi e i glutei spostarsi in avanti.
Il suo sesso sparisce parzialmente nel ventre di mia moglie che fa uscire un sospiro dalla gola.
Il ragazzo si ferma un attimo forse timoroso, il suo sesso era entrato appena appena, ma il glande era dentro.
Vedo la sua mano sparire sotto le lenzuola e dirigersi sui seni iniziando a baciarla sulle spalle.
Il silenzio viene interrotto dal rumore dei baci e dal lenzuolo insieme a dei gemiti femminili.
Sento anche il respiro del ragazzo che probabilmente ha sentito il calore interno di Antonella.
Il corpo di Antonella si è inarcato un attimo .
Sono eccitatissimo, lei non mi vede, sono nella zona buia della stanza ma vedo tutto.
Vedo i glutei del ragazzo stingersi nel momento che entra lentamene in Antonella.
Immagino tutti i ventitre centimetri entrare gonfi con il glande enorme che apre la strada alla carne tesa.
Non vedo più il sesso maschile, vedo il corpo del ragazzo unito a quello di Antonella.
Adesso mia moglie si accorge del cazzo duro nel proprio sesso, la sua bocca si apre.
Non è il mio ma forse non se ne accorge e lo accoglie con un urletto che conferma di avere il cazzo dello sconosciuto completamente dentro.
Cerco di vedere e mi avvicino.
Lei ha gli occhi chiusi e la bocca aperta come se avesse qualcosa dentro il ventre che la obbliga a aprirla da cui esce un "ahhhh" con una seguente smorfia come di dolore, o piacere....
I gemiti del ragazzo si fanno più intensi.
Con sapienza lui inizia un movimento lento, lo vedo uscire quasi completamente sino a mostrare il glande che noto ingrossato e umido , il resto del nerbo luccica, teso , turgido.
Lo vedo vicino alle labra bagnate del sesso di mia moglie.
La sua farfalla è completamente aperta e la luce rivela l'umore bianco dell'eccitazione di Antonella che inizia a colare dai lati inferiori della vagina.
Poi dopo essere uscito lentamente ed averlo osservato insieme al corpo aperto di Antonella lo affonda inaspettatamente con un vigoroso colpo di reni,
fino in fondo con i suoi 23 centimetri di lunghezza.
Un urlo mal represso esce dalla bocca di Antonella.
La vedo aprire la bocca e gli occhi, le narici del naso dilatarsi la testa ripiegarsi all'indietro per poi abbassarsi subito dopo.
Antonella fa uscire dalla sua gola dei sospiri di piacere che non avevo mai sentito.
Il suo corpo rimane nella posizione iniziale offrendo totalmente il corpo al sesso che la sta violando.
La sua schiena lucida di sudore eccita il ragazzo.
Antonella ha il suo primo orgasmo ma lui non si ferma.
Anzi inizia un movimento quasi a rotazione ogni volta che entra nel suo ventre ormai violentato dal suo sesso ingrossato a dismisura.
La pelle del sesso maschile quando esce è tirata e le vene gonfie, il glande gonfio e rosso.
Lui prende i fianchi di Antonella e la costringe a mettersi in ginocchio ed ad alzare i glutei.
Senza fermarsi usa le gambe per divaricare le cosce di Antonella.
Con le mani le prende i fianchi appena sopra i glutei e si alza con il lombo allungando le gambe e iniziando una serie di flessioni che fanno sussultare Antonella...
Sono preoccupato nel vedere il sesso del ragazzo uscite completamente con il glande gonfio e rientrare esattamente al centro dei glutei sprofondando con forza nel corpo di Antonella e sparendo alla mia vista.
Il ragazzo aumenta il movimento e spinge dentro con decisione il suo sesso nudo godendo del calore del corpo di mia moglie che ansima godendo di nuovo.
Poi vedo che il ragazzo esce lentamente dal corpo di Antonella, il suo cazzo è turgido e bagnato dagli umori femminili.
Lo sconosciuto la guarda e le apre i glutei con le mani dolcemente per trovare l'ingresso proibito.
Punta il suo sesso sull'ano di Antonella e poi vedo le sue gambe allargare all'estremo le cosce di Antonella.
Mi avvicino al ragazzo che nota questo mio interesse.
Apre per me i glutei di Antonella.
Con una mano appoggiata al fondoschiena in prossimità dei glutei poi le spinge il corpo verso il basso.
Vedo Antonella piegata con il viso incollato al cuscino e il viso girato dalla parte sinistra.
I glutei bellissimì, nudi offerti, aperti.
Vedo la sua vagina umida apertissima .
Il ragazzo passa il suo glande sulla vagina di Antonella introducendolo per inimidirlo.
Poi usa la mano sinistra per impugnare il suo cazzo gonfio e lo dirige dritto verso il culetto di Antonella che mostrava bene il suo ano ancora dischiuso.
Noto piccoli movimenti del suo ano come se tendesse a stringersi ancora prima di essere violato.
Poi il rilascio e subito dopo un nuovo eccitante movimento.
Vedo il glande del ragazzo appoggiarsi all'entrata dell'ano che inizia ad aprirsi mentre i lombi del ragazzo iniziano a spingere.
Da Antonella esce un gemito di preoccupazione.
Antonella allunga il braccio destro e con la mano cerca di frenare il ragazzo.
Il glande del sesso maschile apre lentamente il forellino inizia a farsi strada per superare il primo ostacolo.
Dalla bocca di Antonella esce un no, no mi fa male,
Ma il ragazzo continua senza fermarsi a spingere il sesso nel culetto di Antonella.
Improvvisamente il glande con un movilento improvviso scivola dentro avvolto dalla carne vergine che circonda l'ingresso provocando una reazione di Antonella che cerca di spingersi in avanti in modo da allontanare il sesso del ragazzo dl suo culetto.
Per fare questo dovrebbe però recuperare il braccio destro e usarlo per muovere il corpo.
Con un movimento inaspettato il ragazzo le prende la mano destra e con decisione le blocca il braccio sulla schiena .
Antonella bloccata agita i fianchi ma rimane bloccata e dice ancora no.
La scena che vedo mi eccita da morire.
Il ragazzo mi guarda ed io con la testa faccio un segno di assenso.
Lui la guarda eppoi vedo i suoi glutei tendersi e il cazzo con le vene gonfie entrare dentro il culetto di Antonella che risponde con un urlo credo di dolore.
Il sangue mi va alla testa. Preoccupato mi tengo pronto ad intervenire.
Vedo Antonella abbassare la testa e aprire la mano bloccata.
Guardando bene vedo il cazzo ancora fuori per quasi tutta la lunghezza.
Probabilmente mia moglie ha dentro cinque o sei centimetri.
Il glande gonfio le ha provocato senza dubbio un poco di dolore nella dilatazione.
Lui si ferma un attimo e vedo che Antonella si rilassa.
Ecco allora il braccio del ragazzo prenderle i capelli e obbligare Antonella ad alzare la testa.
Vedo la sua bocca socchiusa, il suo volto stravolto dal piacere precedente, i seni sudati con i capezzoli turgidi.
Gli occhi chiusi.
Il ragazzo è eccitato al massimo.
La guarda godendo la scena.
Vede il suo cazzo dentro il culetto di Antonella e probabilmente sente il suo calore e le contrazioni anali che gli stanno masturbando il glande e lo fa gonfiare di piacere.
Sembra prenda un attimo di tempo.
Ad un certo punto sputa due volte sul culetto di Antonella in prossimità del punto in cui il suo cazzo è dentro il corpo di mia moglie.
Poi i suoi reni si inarcano e il suo ventre si irrigidisce e il suo cazzo entra completamente dentro.
Il corpo di antonella tenta di inarcarsi anche se bloccata dal ragazzo, la sua bocca si apre completamente, le narici sembrano scoppiare.
Un grido esce dalla sua bocca strappandomi un piacere immenso.
Vedo tutta la scena davanti a me.
Non vedo più il cazzo è dentro tutto
Immagino 23 centimetri spingersi nel suo intestino.
Il corpo del ragazzo è unito a quello di mia moglie da un cazzo di carne eccitata.
Il piacere del ragazzo si nota dalla sua espressione.
Ha la bocca aperta mentre con la mano sinistra tiene i capelli di mia moglie e con la mano destra la mano di Antonella.
Il suo corpo è lucido, sudato.
Guarda in basso.
Capisce che è tutto dentro Antonella.
Le guarda la schiena e chiude gli occhi per godere del calore del corpo di Antonella che nel frattempo non so se stia godendo o piangendo.
Vedo il movimento lento dentro il corpo femminile
Poi inizia a uscire e rientrare dolcemente strappando mugolii a mia moglie che diventano sempre più intensi .
Sta godendo.
Vedo i glutei del ragazzo aumentare i movimenti.
Abbassa ancora lo sguardo per godersi lo spettacolo del corpo di Antonella e il piacere della violenza appena affermata.
Il suo sesso si gonfia dentro mia moglie che percepisce la grandezza del cazzo che sente nel ventre.
Lo capisco dalle vene del collo che si ingrossano e dal colorito rossiccio del viso.
Vedo Antonella abbassare la testa rilasciata dal ragazzo insieme al braccio.
Antonella si punta meglio ristabilendo l'equilibrio.
La vedo bellissima nuda, i capezzoli turgidi con quel ragazzo che adesso gli prende i fianchi, anzi i glutei.
Il mio sesso scoppia nel sentire il piacere di Antonella salire.
Dalla bocca del ragazzo improvvisamente escono dei grugniti mai sentiti, credo di piacere.
Ad un certo punto noto i movimenti dei glutei del ragazzo.
I suoi lombi spingere il suo sesso nel ventre di Antonella come se desiderasse andare oltre la profondità in cui si trova.
Il movimento diventa irregolare, alza la testa, le sue mani stringono forte i fianchi di Antonella che sembra lamentarsi.
Un grugnito più forte dell'altro e movimenti intensi mi fa capire che sta godendo nel ventre di Antonella.
Immagino il sesso del ragazzo gonfiarsi a dismisura e lo sperma bianco caldo e copioso innondare il culetto di Antonella.
Antonella si è accorta dello sperma che innonda il suo ventre e dopo un primo accenno di resistenza inizia a godere inarcando il corpo come lei fa di solito quando raggiunge un orgasmo.
Il ragazzo inizia a scopare Antonella con forza.
Antonella scoppia in un nuovo orgasmo quando lui esce per un attimo e quando con una spinta energica entra di nuovo questa volta sino in fondo.
Ho fatto in tempo a vedere il cazzo del ragazzo gonfio e bagnato.
L'orifizio di Antonella che tenta di chiudersi ma poi accoglie di nuovo i 23 centimetri di carne avvolgendoli e caricando di orgasmo il maschio e donando alla femmina chissà quali voluttuose sensazioni.
Questo non evita una smorfia di dolore seguita dalla sorpresa di sentirlo dentro di nuovo tanto che spalanca la bocca e alza la testa.
Sembra che quando il ragazzo la penetra Antonella venga trafitta da qualcosa di enorme tanto da farle aprire la bocca.
Antonella geme di piacere ma non si accorge che lui si sta eccitando di nuovo.
Il ragazzo tiene le mani sui glutei di Antonella mentre con un movimento rapido esce dal suo culetto.
Per un attimo lascia i fianchi di Antonella per aprire i glutei e farmi vedere il suo ano gonfio e aperto.
Un rigolo di sperma esce dall'orifizio e cola sulle cosce e sulla sua figa che vedo enormemente aperta ed eccitata.
Guardo il suo cazzo gonfio , lui lo prende e lo appoggia alla figa di Antonella.
Io eccitato appoggio la mano sui glutei del ragazzo e lo spingo in modo che il cazzo entri in mia moglie.
Lui mi lascia fare divertito ma nello stesso tempo eccitato.
Antonella lancia urlini di piacere.
Poi spingo i glutei del ragazzo in modo che entri tutto in Antonella la quale si inarca con la schiena.
Poi infilo la mano tra i glutei di Antonella e il ventre del ragazzo.
Il cazzo esce dal sesso di mia moglie sino a che vedo il glande appena dentro.
Il clitoride di Antonella è gonfio, come il glande del ragazzo.
Faccio fatica a prenderlo tutto in mano data la dimensione.
Lui ha un piccolo sussulto ma tiene ancora le mani sui fianchi di Antonella e cerca di spingere il cazzo dentro.
Lo lascio fare ma presto sento che il suo sesso duro e nodoso inizia a palpitare.
Allora lo masturbo dolcemente estraendo contemporaneamente il glande per poi rimetterlo dentro e continuare la masturbazione.
Vedo il suo viso alzarsi verso l'alto e chiudere gli occhi.
Inizia a grugnire,
Antonella sente quando appoggio la punta del cazzo sul clitoride e impazzisce di piacere con gridolini .
Poi vedo la mano di Antonella comparire e le sue dita iniziare a toccarsi e masturbarsi, sente le mie stringere il cazzo che la sta penetrando.
Il piacere sta salendo.
Antonella sta per venire lo sento dale sue vibrazioni e dai versolini.
Sto masturbando il ragazzo masturbo mentre il glande entra nel corpo di Antonella.
Si gonfia e sento altri grugniti da parte del ragazzo.
Sento le pulsazioni del sesso del ragazzo aumentare, sta per venire.
Antonella sta godendo.
Aumento i movimenti della mia mano sul cazzo del ragazzo.
Lo sento irrigidirsi per il piacere che sta sopraggiungendo.
Il suo cazzo si gonfia.
Sento che vuole entrare.
Sento che viene sta per godere.
Lo spingo dentro e lo verdo scomparire nel ventre di Antonella.
Il grugnito del ragazzo è diventato un Ahhhhh.
Sento il suo cazzo esplodere dentro Antonella che urla di piacere spingendo per sentirlo tutto dentro.
Sento lo sperma scorrere nel cazzo e raggiungere il glande per poi innondare e riempire mia moglie.
Rimangono fermi uno dentro l'altra per qualche attimo, tutti e due sudatissimi.
Lui esce lentamente.
Vedo il suo cazzo aprire la figa di Antonella ancora gonfio e scappellato completamente.
Lo sperma esce denso dal sesso di mia moglie colando tra le cosce.
Il ragazzo scende dal letto e va in doccia.
Antonella è distrutta sul letto, nuda.
Lo sconosciuto esce dal bagno vestito, mi saluta, lo saluto.
Esce in silenzio
Spengo la luce, vado in camera, lei dorme, forse, non dice nulla, l' odore di sperma e forte, inebriante, non la tocco.
La mattina seguente nessun cenno, fa il caffe come al solito, va a lavorare.
Come tutti i giorni..
32
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ornella3hd,
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Vogliamo incontrare altre coppie?
Il nostro livello di complicità cresceva a dismisura, era come se queste confidenze sbloccassero ogni volta un livello superiore di intimità e di vicinanza tra noi. Il sesso era sempre più bello, sempre meno standard e spesso preceduto da confessioni eccitanti. Un giorno mi disse: «Per me è impossibile pensare di trascorrere la nostra esistenza senza provare a condividere i nostri desideri e le nostre esperienze con qualcuno, meglio se questo qualcuno è il nostro partner! Mi sento fortunata in questo momento, voglio che tu lo sappia e voglio che continui ad aprirti con me!». Non aspettavo altro che questo. Iniziai a raccontarle di quando da adolescente durante una estate mi capitava spesso di confidarmi con un amico per un amore non corrisposto, un classico di quegli anni. Passavo interi pomeriggi a chiacchierare con lui e forse era davvero esausto di sentire sempre gli stessi sfoghi. Le raccontai di quel giorno. Passammo in piscina tutto il tempo e la sera mi chiese di restare a cena a casa sua perché i suoi erano in vacanza, se volevo restare a dormire potevo tranquillamente. Non fu una cosa programmata, non mi sentii costretto a farlo. Dopo cena sul divano guardando la tv, mezzi assonnati, finimmo su uno di quei canali privati locali. Parliamo del 1999 e all'epoca dopo la mezzanotte su questi canali c'erano spesso donne semi-nude e film erotici. La mia fu una reazione spontanea, ero in slip ed ebbi quasi un'erezione evidente. Il mio amico mi prese un po' in giro, fu davvero abile a far sembrare la cosa accidentale e al contempo a sfiorarmi proprio lì. Sentii come una scossa elettrica percorrere tutto il corpo in pochi attimi: restai di sasso. Mi accorsi che aveva l'altra mano all'interno del suo pantaloncino e già da un po' si stava toccando, era chiaro che aveva premeditato tutto. Non avevo mai pensato ad una situazione simile, nemmeno nelle mie fantasie. Non avevo mai cercato nè mai desiderato una cosa del genere nemmeno lontanamente. Eppure mi ci ritrovavo dentro fino al collo e la cosa più strana (almeno per me) fu che a quel punto ero curiosissimo di farmi toccare da lui e di fare lo stesso io. Non avevo mai sospettato che a lui potesse piacere un uomo, nè tantomeno che potessi piacergli io. E lo stesso valeva per me. Ovviamente fu lui a prendere l'iniziativa, a scalarmi lo slip con un gesto deciso e a fare, tra una risata e l'altra, commenti sul mio pisello. Mentre con una sorta di lentezza voluta iniziava a masturbarmi, senza fretta, con calma. Come a volersi godere quel momento a pieno. Mi masturbava e guardava il pisello gonfiarsi tra le sue mani, non mi ero mai bagnato così con una donna. Il glande era completamente zuppo e rosso, gonfio di voglia e di testosterone. Il movimento della sua mano era seguito da quel rumore che tanto ci eccita mentre facciamo queste cose. Volevo fermarlo perché così sarei durato poco, provavo a sottrarmi ma ero praticamente bloccato, sdraiato sullo schienale del divano. Fu quasi una sfida per me arrivare ai suoi pantaloni, sentire che anche lui aveva un'erezione fortissima. Mi ritrovai anch'io in mano un pisellone scappellato duro e sgocciolante, che doveva solo essere un po' stuzzicato. Presi la sua mano e stringendola con forza la bloccai, lui capì che doveva fermarsi. Mi alzai per rifiatare un attimo. Lui restò seduto sul divano, così mi ci inginocchiai di fronte e feci una cosa bellissima: presi le sue palle tutte in bocca e nel mentre iniziai a masturbarlo vigorosamente...Avevo una gran voglia di sentire che gusto avesse la sua cappella e i suoi fluidi, mi allungai dallo scroto fin su e la presi tutta. Mi riempiva la bocca, respiravo a fatica. Non sapevo se succhiare o leccare ma quella sensazione nuova mi piacque molto. Capii che giocare col cazzo di un altro era bellissimo, era forse una cosa tanto sottovalutata fino a quel momento. Lui era più bravo di me, soprattutto più grande e con più esperienza... Percepiva i tempi molto meglio di me quindi mi avvisò che stava per venire e non ci volle molto a sentire tutto il suo sperma bollente percorrermi l'esofago e il viso. Una delle sensazioni di condivisione più belle tra due persone, indipendentemente dai sessi e dagli orientamenti sessuali. Il seme della vita, il senso di tutto, il frutto della nostra passione. Molti la considerano solo una volgarità ma per me fu qualcosa di diverso. Assaporare il gusto dello sperma di qualcun altro era davvero molto eccitante, al punto che mi domandai se mai sarei stato in grado di ripulire la fica della mia ragazza dopo che un altro uomo le sarebbe venuto dentro.
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2 years ago
SingoloBsxNA,
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Sottodotato con prole fotte per anni con mignotte senza che la moglie se ne avveda, scoperto il vizio lei si convince a trasgredine
Racconto erotico I° trasgressione di mia matura moglie con bull motorista che mi rende cuck.
Madre natura è stata benigna con me in tutto, però, in pubertà, sotto i dieci anni, non mi sottrasse dal subire il maltrattamento al pene di un tredicenne vicino di casa e sua sorellina mia coetanea.
Abitavo in un vasto casale di campagna dell’agro pontino, miei coetanei erano decine di maschi e femmine che girovagavano mezzi nudi per le aie e campi, i maschi gareggiavano a chi vinceva il gioco di schizzare la pipì più lontano con lo smanettamento del cazzo da mani delle ragazzotte.
Gare in cui non eccellevo, anzi ero sempre l’ultimo, gli altri maschietti avevano il cazzetto che floscio poco differiva dal mio, ma divenuto turgido era in tutti i sensi, lunghezza e circonferenza più del doppio del mio.
Fu così che il tredicenne mi propose, ed io accettai, di farmelo allungare ed ingrossare mediante l’ingabbiamento con spago a cappio scorsoio sotto cappella e con la sorellina che mi tirasse il capo della cordicella a modo di suo prigioniero schiavetto e mi menasse in giro tra le risa dei coetanei.
Il gioco mi piaceva, il mio piccolo pene si rizzava se la viziosa femminella dava forti strappi alla cordicella che si stringeva sempre di più sotto la cappella che si ingrossava e diveniva rossa violacea senza che mi facesse male, tanto è che me lo feci fare tante volte per molto tempo.
Però, dopo qualche anno si smise, il pene restava mini e la ragazzotta fu attratta da cazzi veri.
Alla visita di leva vidi che molti cazzi erano di poco differenti dal mio, ma vi erano anche se non molti lunghi e tondi il doppio e triplo del mio.
Fino a che non ebbi un impiego importante e ben retribuito nessuna donna mi se la filava.
Frequentavo un bar con una commessa bassina, ma schietta e simpatica che mi corteggiò.
Benché sverginata a 18 anni ed abusata da più di un fidanzato la impalmai perché me lo succhiava a meraviglia ed aveva una figa stretta che non mi metteva a disagio.
In 5 anni di matrimonio sgravò a parto cesareo 3 figli, la figa le restò stretta per 30 anni.
Non le venne mai lo sghiribizzo di provare veri cazzi per godersi orgasmi plurimi che aveva già conosciuto e che il mio mini pene non le dava.
Lei ignorava che ero stato svezzamento sessuale da troie che continuavo a frequentare e quando lo appurò, in età matura, i litigi furono violenti, si finì con un compromesso, io smettevo di scopare con le prostitute, ma lei si sarebbe fatta chiavare da dotati bull da me contattati e a lei graditi.
Nell’area di servizio autostradale ante Livorno le presentai motorista, un alto e ben messo 40enne della val di Nievole che le piacque e si fissò giorno e ora in cui, in un vicino appartato residence, avrebbe consumato la sua prima trasgressione me presente ed attivamente partecipe.
Nella prima settimana di giugno del 2011, prenoto in un resort a villette una camera ed alle 10,30 alla porta bussa il bull che avevamo preceduto di una decina di minuti.
Premesso che sesso protetto al primo coito è stato con tutti, però ritengo che il bull fisso ha diritto a chiavare a pelle e sborrare dentro, questa mia logica trae origine dalle 4 chiavate di mia moglie con maxstil, super dotato maschio che tutti i coiti ha fatto a pelle e sborrato dentro, ciò è stato possibile dalla sintonia e feeling sorto fin dal primo imbatto in autunno 2019.
La mia moglie era reduce da 25 copule, bis compresi, con 18 bull più o meno dotati, dei quali un terzo hanno scopato a pelle e un paio hanno sborrato dentro.
Il primo, motorista, 44 anni, alto e belloccio, ingegnere della Val di Nievole, cazzo 23x16, s'arrapa alla vista del mio cazzetto e monta maldestramente nella stretta figa della mogliettina e le strina i lembi vaginali, un anno di cura e sotto con il 2 bull @bix48 cazzo 19x16, che fa bis un mese dopo a pelle e sapendo che ha le tube legate, post 3 parto, svuota dentro seme dei rigogliosi coglioni.
Dopo altri 16 dotati bull, è il turno di maxstil, capisco di botto che sto per godermi una incredibilmente piacevole chiavata, lui s'è appena steso sul letto accanto a mia moglie che lei apre le corte bianche lisce cosce per meglio disporsi a che il cazzo di maxstil, al quale chiede se partorisce un maschio o una femmina e maxstil di rimbrotto dice maschio come sgravato da tutte le femmine inseminate dal suo arnese, mia moglie ride ed il superdotato maschio spinge il suo grosso cazzo con la mano dentro la assai stretta figa fino alle palle, anche se la penetrazione la favorisce e agevola imprevedibilmente mia moglie che a mezza corsa non s'incaglia come con altri bull.
Per lunghi minuti sono stordito, inebetito e inebriato assistendo alla bravura e competenza di maxstil nello stantuffare in vagina di mia moglie nell'intento di allargargliela assai come a me piacerebbe, e ficcare e pistonare nel fondo dell'utero senza che lei emetta flebili lai, anzi per gli orgasmi plurimi di cui è gratificata da palese segno avvinghiandosi alle spalle del bull ficcandogli le unghia nella pelle.
Premetto che sono sottodotato, 11,5cm, che ho chiavato mia moglie sempre a pelle e sborrato dentro da prima delle nozze a dopo, che lei ha accettato di trasgredire nel 2011, a quasi 60 anni, appurato accidentalmente del vizio che ho di frequentare mignotte con il gioco in presenza di altro super dotato maschio.
Maxstil carissimo, prendi atto di quanto penso e ritengo giusto, sono un cuck in quanto tale, sono contento e sottomesso, per cui accolgo felice e beato la tua pretesa di bull fisso di mia moglie di chiavartela a pelle e sborrare dentro la sua figa. Poi, dico che per il trio è elettrizzante adrenalina che scorre nelle loro vene fare le copule nel modo più naturale, pelle a pelle, c'è più calore, brio, sensualità che il preservativo limita, quando non resti dentro come nel mio caso per la corta canna o come è capitato a più di un bull che rispondendo al cellulare il pene gli si è afflosciato e me stato d'obbligo estrarre il condon dalla vagina. Gradirei che tu amico maxstil facessi un commento sull'argomento
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2 years ago
pina1desto,
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sofia e il dentista.
Sono da poco passate le 13:00, quando entro in quel piccolo ristorante che c’è in questa nuova immensa area industriale e finanziaria. Quando sto per mettermi in fila, per prendere alcune pietanze, mi sento chiamare:
«Massimo!»
Mi giro e vedo venir verso di me Sofia. Lei e suo marito Luciano, sono due persone che conosco da tanti anni, ma che non vedo da almeno cinque. Mi viene incontro, lasciando al tavolo i suoi due commensali.
“Accidenti! Ma da quanto tempo è che non ci vediamo?”
La guardo: è bellissima! Sofia è una di quelle donne che sicuramente non passa inosservata. Di media statura, bionda, con degli splendidi occhi azzurri, un bel seno, sicuramente una 4ª piena, una bella bocca ampia con labbra carnose, il ventre piatto, un culo da favola e due cosce davvero stupende: è una di quelle donne che sanno come farsi notare.
«Ciao, Sofia. Ma sei sempre più bella? Con te il trascorrere del tempo è sempre stato molto generoso. Guardati! Dopo 5 anni, sei ancor più bella di come ti ricordassi!»
Ci scambiamo qualche convenevole e scopro che la sua azienda ha aperto un nuovo ufficio proprio in questa zona. Mi chiede di me e le racconto che, dopo aver passato tanto tempo giù nella capitale, ho deciso di tornare in questa città e di aprire, insieme ad altri due soci, uno studio dentistico.
Lei mi guarda e subito mi chiede ulteriori dettagli.
«Capiti veramente a proposito. Il mio vecchio dentista è andato in pensione, dopo aver preso il Covid, ed io son due anni che non faccio una pulizia ai denti fatta per bene. Inoltre ho un piccolo problema di cui vorrei parlarti, ma in privato. Possiamo fissare un appuntamento?»
Le lascio immediatamente il mio numero e lei mi dà il suo; le prometto che la contatterò a breve. Lei torna a sedersi insieme alle altre due persone che, per un attimo, si sono girati verso di me ed io, dopo aver preso un primo e un contorno, mi siedo in modo da poterla continuare ad osservare. Durante tutto il pranzo, è un continuo scambiarsi di occhiate e piccoli sorrisi alquanto maliziosi, che lei mi rivolge di continuo. Quando si alza per uscire, passa vicino al mio tavolo.
«Allora? Ci conto! Ho proprio bisogno del tuo prezioso lavoro, perché a me la bocca serve perfettamente efficiente!»
Le sorrido e rispondo che la sua splendida bocca e sicuramente al centro dei miei pensieri. Lei sorride, perché ha capito che ho compreso per bene il suo doppio senso e le ho risposto su quello stesso tono. Mi ha contattato nel pomeriggio con un messaggino e lei, dopo qualche istante, mi chiama:
«Massimo, come dicevo ho un piccolo problema ad un dente. Ci dev'essere qualcosa che graffia, perché, se ci passo sopra un dito, lo percepisco appena, ma, se ci passo sopra cose molto più sensibili, come la lingua, oppure qualcosa di ancor più delicato, mi accorgo che graffia. Non so se riesci a capire quanto possa darmi fastidio sentirmi dire che "graffio."»
La sento parlare con un tono di voce alquanto languida e decido di giocare un po’ con lei.
«Così, su due piedi, non riesco a capire cosa tu abbia in bocca che possa graffiare. Inoltre, mi stupisce ciò che dici: cioè, toccando la parte con un dito, non senti nulla, mentre lo percepisci con cose molto più delicate. Va da sé che i denti son fatti per mordere e frantumare, quindi, se la lingua è abbastanza sensibile da sentirlo, mi domando cosa ci sia di tanto delicato da sentirsi "graffiato".»
La sento sorridere dall’altro lato del filo e mi dice che non me lo può spiegare al telefono, ma che, in ogni caso, appena avrà la possibilità di farmi vedere la sua bocca, di sicuro riuscirò a capire dov'è il problema. Fissiamo un appuntamento per il giorno successivo alle 18:30 e lei si mostra molto contenta. Il giorno successivo, a metà mattinata, mi manda un messaggio e mi dice che, per l’ennesima volta, è stata ripresa per aver “rigato “qualcosa di molto sensibile.
Io le rispondo dicendo che son molto curioso di capire cosa possa aver in bocca che "stria" qualcosa di molto sensibile. Puntualissima arriva all’orario concordato. È bellissima, indossa uno splendido vestito che le arriva a metà coscia e, nella parte alta, uno spacco trapezoidale mette in mostra il solco dei suoi splendidi seni. Tacchi abbastanza alti le slanciano lo splendido culo che è il naturale termine di due cosce fasciate da calze autoreggenti. Mentre la faccio accomodare nel mio studio, lungo il corridoio, lei incontra i miei due soci.
«Ragazzi, permettetemi di presentarvi questa mia amica: Sofia, loro sono Luca e Marco, i medici con cui condivido questo studio.»
Loro la guardano con ammirazione, perché, come me, amano molto le belle donne ed anche lei rivolge loro uno sguardo alquanto compiaciuto. In effetti i miei soci sono due splendidi maschi. Appena seduta sul lettino, la sollevo e la faccio distendere. Lei accavalla leggermente la gamba destra e quel movimento fa risalire un po’ il vestito, così da metter in mostra le sue cosce: ora posso ammirare la balza di pizzo delle sue calze. Il mio pacco prende a gonfiarsi ed è proprio all’altezza del suo viso; lei lo nota e mi guarda, con un sorriso di compiacimento. Le chiedo dove ha il problema e le faccio aprire la bocca. Dopo un attento esame, scopro che, nell’arcata inferiore destra, fra uno dei suoi molari, le è spuntato, stranamente, un dente del giudizio.
«Scusa, Sofia, ma, da ultimo, non hai avuto dolore ai denti?»
Lei ci pensa un attimo e mi dice che qualche volta ha sentito un po’ di dolore, ma niente di che, tanto da poterlo alleviare con un semplice antidolorifico. Allora le spiego in cosa consisti il suo problema.
«Hai un piccolo dente del giudizio che si è creato fra due molari. È cresciuto in maniera così anomala che, probabilmente, senza che tu te ne sia accorta, si è leggermente scheggiato ed è questo che produce la "rigatura" quando prendi in bocca qualcosa di particolarmente sensibile.»
Lei mi guarda stupita e poi mi dice che, in ogni caso, dovremo far qualcosa per ovviare a quel fastidio. Immediatamente mi organizzo e, con una piccola fresa, dalla punta molto sottile, passo a limare leggermente quella scheggiatura.
«Credo di aver già risolto il tuo problema, ma, per sicurezza, passaci sopra la lingua e dimmi se senti che graffi ancora.»
Lei passa ripetutamente la lingua sul dente e si mostra soddisfatta.
«Credo di sì. Così, al momento, mi sembra che vada bene.»
La guardo e continuo a scherzare un po’ con lei.
«Certo, andrebbe fatto un lavoro più accurato e, soprattutto, anche un controllo più approfondito, utilizzando “cose molto sensibili.»
Lei mi guarda e, per un attimo, sembra riflettere, poi guarda l’orologio e mi dice che, purtroppo, per un controllo più approfondito non c’è tempo.
«Lo farei volentieri, ma questa sera vado molto di fretta, perché più tardi ho un appuntamento durante il quale, sicuramente, potrò verificare se abbiamo ovviato al disturbo.»
Mentre scende dal lettino, fa in maniera di aprire le sue cosce e mi mostra il nero del suo perizoma. È stato un gesto alquanto voluto e lei stessa ha potuto constatare l’effetto che ha avuto su di me: il mio pacco si è ulteriormente ingrossato. Mi guarda compiaciuta e, con malizia, mi chiede come dobbiamo procedere per risolvere definitivamente quel suo problema.
«A mio avviso dobbiamo estrarre questo dente cresciuto in maniera anomala. Andrebbe fatta anche un’accurata igiene orale. Restiamo in contatto, fissiamo un appuntamento.»
Lei mi disse che mi avrebbe richiamato l'indomani, dopo aver consultato la sua agenda e controllato quando sarà libera per fare tutto quanto necessario. Il giorno dopo, in tarda mattinata, mi manda un messaggio, alquanto disperato.
«Massimo, non ci siamo per niente. Continuo ancora a rigare!»
La chiamo e lei mi spiega che ha fatto una accurata verifica, ma il problema persiste.
«Massimo, sono disperata. Come faccio?! Non posso assolutamente continuare così. A me la bocca serve perfettamente efficiente e funzionante. Mi devi trovare una soluzione quanto più rapida possibile!»
Rifletto un attimo e le propongo di vederci questa sera, sempre alla stessa ora. Lei accetta e mi dice che sarà puntualissima. All’ora prestabilita la vedo arrivare più bella che mai. Indossa una gonna abbastanza corta, con un leggero spacco laterale, una camicetta bianca sotto cui si intravede un reggiseno in pizzo dello stesso colore e, ai piedi, delle scarpe con il tacco molto sottile e alto. La faccio accomodare sul lettino e poi chiedo a Luca di raggiungermi. Insieme esaminiamo il suo problema. Luca, dopo un attento esame, mi dice che ha lui la soluzione. Va nel suo studio e torna; utilizzando un particolare trapano con una fresa molto delicata, accarezza a lungo il dente da me smerigliato.
«Ora, signora, provi a passar la lingua e senta se avverte ancora qualche punto ruvido.»
Lei mi guarda con occhi maliziosi, mentre, tenendo le gambe aperte, ci ha fatto vedere che indossa un perizoma di color bianco, che è parzialmente infilato nello spacco della sua fica stupenda. Lei passa ripetutamente la lingua in maniera molto sensuale, sia sul dente, che sulle labbra. Io guardo Luca e poi azzardo una battuta.
«Questa volta sarebbe opportuno fare un controllo più accurato, facendo passare sul dente qualcosa di “molto sensibile”.»
Lei ci guarda, sorride e, nella posizione in cui si trova, sdraiata e con la testa reclinata indietro, all’altezza dei nostri pacchi già gonfi, riesce a notare le nostre rispettive verghe già dure che premono contro la stoffa dei jeans. Solleva un attimo la mano destra e la appoggia il mio pacco.
«Allora, vediamo se avete fatto un buon lavoro!»
In un attimo tirò fuori il mio membro già teso e duro. Anche Luca, rapidamente, fa lo stesso. Lei si trova davanti alla faccia due verghe di ottime proporzioni, sia in lunghezza, ma soprattutto in circonferenza.
«Caspita! Se l'avessi saputo, mi sarei fatta controllare già da un pezzo!»
Avvicino la punta del mio cazzo alla sua bocca, mentre lei con la mano sinistra impugna quello di Luca. Delicatamente le spingo il mio cazzo in gola e subito la sua lingua incomincia a lavorarlo a dovere. Lentamente le scopo la bocca, sento che non provo alcun fastidio nello strusciarlo sui denti. La mano di Luca Intanto si abbassa e si infila sotto la gonna, prendendo subito a masturbarla. Lei inizia a mugolare a bocca piena.
«Bravo, Luca! Fai scaldare questa troia. Intanto fa un controllo anche tu per verificare se ancora i suoi denti rigano il cazzo!»
Le sfilo il mio cazzo dalla bocca e subito viene sostituito da quello di Luca che, essendo ancor più grosso in spessore, lei riesce a ingoiarne solo una minima parte. I suoi gemiti riempiono la stanza e attirano l’attenzione di Marco che, avendo ormai completato il suo ciclo di appuntamenti, si avvicina al mio studio e, quando vede che siamo intenti a farla godere, si avvicina e subito si inginocchia fra le sue cosce, le sfila il perizoma già fradicio e inizia a leccarla.
«Accidenti, ragazzi! Questa troia è già fradicia! Ma?!... È già… cioè è già piena di sborra?!»
A sentire quelle parole, ci voltiamo entrambi verso di lui, per poi tornare a guardare lei. Valeria si sfila il cazzo di Luca dalla bocca e poi, con aria quasi serafica ci dà la sua spiegazione.
«Ragazzi, che volete? Ho un marito a casa, cui piace leccare la moglie dopo che è stata ben riempita, quindi, non sapendo che ora voi tre avreste contribuito a riempirmi ancora di più, ho provveduto a farlo fare ad uno dei miei capi. Anzi, oggi, tutto sommato, è andata anche male, perché generalmente mi scopano in due insieme.»
Marco la guarda e poi, senza nessuna esitazione, si apre i pantaloni e subito appoggia la sua verga fra quelle labbra di figa vogliose. Rispetto a noi, Marco è quello più dotato sia in lunghezza, che in circonferenza e, con un affondo deciso, glielo pianta tutto dentro. Lei ha un sussulto, il suo corpo si inarca leggermente verso l’alto per reggere la spinta, mentre torna ad infilarsi in gola il mio cazzo.
«Per la miseria, questa puttana è così piena, che il mio cazzo scivola che è una meraviglia!»
La sbatte subito con una certa violenza e lei, rapidamente, raggiunge un orgasmo. Il suo corpo trema, mentre viene scosso dal piacere di sentirsi la bocca piena e il ventre carico di questa splendida mazza. Poi Luca chiede a Marco di far cambio.
«Dai, fai chiavare un po’ anche me questa vacca!»
La fanno sollevare e Luca si sdraia sulla poltrona; la tira su di sé, facendola impalare nella sua verga. Subito Sofia inizia a provar piacere, nel sentirsi sbattere da Luca. Io guardo Marco e, con un lieve cenno della testa gli indico il culo di Sofia, che ora ondeggia sul palo di Luca per meglio ricevere le spinte che le imprime dal basso. Fa sollevare leggermente la poltrona, portandola ad un'altezza tale da trovarsi perfettamente in linea con le sue chiappe e, dopo averle afferrato le natiche ed averle aperte, ha poggiato la sua verga contro quel foro e, con una spinta decisa, le è entrato tutto dentro. Sofia emette un lieve lamento dovuto alla troppa irruenza.
«Piano! Fa piano, che quel porco del mio capo oggi l’ha voluto usare più volte! Va pazzo a scoparmi il culo!»
Marco solleva lo sguardo e mi guarda un po’ incredulo.
«Ma… effettivamente questa troia è tutta sfondata?!»
Ora la scopano con forza entrambi in perfetto sincronismo ed io, per completare l’opera, le infilo il mio cazzo in bocca.
«Brava, Sofia. Adesso che stai godendo, vediamo se ancora, mentre succhi il mio cazzo, i tuoi denti mi fanno il rigatino!»
Solleva lo sguardo ed i suoi occhi sprizzano compiacimento. I miei colleghi la sfondano con colpi sempre più forti e il primo ad arrivare è Marco, che le inonda il culo.
«Eccomi, sborro! Adesso ti aggiungo una dose extra per il tuo cornuto!»
Si svuota dentro di lei e poi, quando si sfila, ci scambiamo di posto, ma è Luca che mi chiede di infilarla nel culo. Lui si alza e io ne prendo il posto, e così lei si siede di spalle sul mio cazzo, che ospita allegramente nel culo. Luca la fa sdraiare su di me e le entra davanti, senza nessuna difficoltà. Le solleva le gambe e, mentre lei accoglie il cazzo di Marco in bocca, ancora turgido e completamente ricoperto dei suoi umori, affonda nella sua fica completamente dilatata. Anche Luca si muove freneticamente e, ben presto, si svuota in lei.
«Eccoti anche la mia dose di sborra per il cornuto!»
Lascio che lui si svuoti dentro di lei e poi anche lui si sfila e si fa ripulire il cazzo da Sofia. Ora sono io che voglio sborrare nel suo culo, ma lei gira e mi guarda.
«Scusami, Massimo. Sono talmente stanca che mi piacerebbe avere la tua sborrata direttamente in bocca.»
La capisco e le sorrido, l’aiuto a sollevarsi da me e subito lei si inginocchia e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo in maniera davvero sublime. È molto brava e mi porta vicino al piacere e poi, con un sorriso malizioso, si ferma. Io gemo e la guardo, cercando di capire il suo gioco. Lei sorride ancora e riprende a succhiarmi il cazzo. Siamo ancora intenti a scambiarci il nostro piacere, quando, dietro di noi, si materializzano Marco e Luca che, dopo aver sborrato, si erano allontanati.
«Scusate, ragazzi, ma abbiamo un impegno. È stato un vero piacere, Sofia, godere con te. Se ti riesce, facci sapere se il tuo cornuto ha apprezzato il regalo che gli abbiamo fatto.»
Lei sorride loro e fa un cenno del capo, poi riprende a succhiare il mio cazzo e ben presto mi porta ad esplodere nella sua bocca. Le riverso in gola tutto il mio piacere, che lei raccoglie meticolosamente, senza lasciare neanche una goccia. Poi si rialza, si ricompone e mi guarda con aria stanca.
«Accidenti! Ora sono proprio sfinita. Oggi, ridendo e scherzando, mi sono presa quattro cazzi di tutto rispetto. E, anche se ci sono abituata, ho preso anche quello del mio capo, che è un bel porco non meno di voi tre. In ogni caso, ora che vi ho conosciuto, verrò più spesso a far controlli o per una buona igiene orale. Avete degli spazzolini davvero importanti, per non parlare di quanto sia buono il vostro collutorio!»
Ci facciamo una bella risata su quell'evidente doppio senso. Poi lei se ne va ed io mi soffermo a pensare quanto la vita possa esser strana: ero convinto che Sofia fosse una moglie fedele, invece ho dovuto prendere atto che è una gran troia. Nel mio intimo, mi rallegro per questa scoperta.
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2 years ago
baxi18, 55
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Racconto erotico maxstil-moglie sottodotato piana lucchese, la conoscenza
Racconto erotico Maxstil-moglie sottodotato piana lucchese, la conoscenza
“Cara mia, amica intima, come m’hai detto che per te io sono, insicura, irreprensibile, candida, ma ardente, fascinosa, ammaliante, provocante, sensuale ed inappagata moglie del controverso, mini dotato e semi impotente, vizioso, fedifrago, settantenne pipinobsxp.
Ho vergato d'acchito questo testo che parte dalla fausta mia sorte che m'ha menato da te.
Nelle 3 settimane intercorse tra la nostra fausta conoscenza, 8 dic. 2019 in un bar di supermercato a Pisa e le inobliabili 2 ore di copula avvenuta in camera di villini di riservato hotel a Lucca, il 30.12.2019, m'hai informato d'esserti appagata per 33 anni del cazzetto del tuo coniuge che t'eri liberamente scelto, che ti ha chiavato non meno di 10-12 volte al mese e che nel 2011 scopri che frequentava spesso giovani mignotte, esperte prostitute e depravate puttane che l'hanno traviato e viziato sessualmente pur con gang-bang con lui soggetto attivo e passivo, sperperando un ingente patrimonio, mio e suo.
Gli chiedi di smettere ed invece lui ti convince a trasgredire insieme a lui.
In chat sul sito cui sono iscritto tuo marito mi ha proposto di allargarti la figa da 7 a 9 cm.
Mi son reso disposto ad incontrarti per drink in bar di vostra scelta.
Sono nel parcheggio convenuto, mi si ferma accanto auto da cui scende uomo, settantenne, imponente, altezza media, cenno di pancetta, capelli corti canuti, abbigliamento elegante, indi una femmina, te, che m’appari un gran pezzo di gnocca, donna di classe, non alta, snella, ampia gonna in rosso pompeiano sopra i ginocchi che mette in bella vista gambe da modella, blusa verde sopra la spalla, cintura stretta giro vita 42-44, camicetta bianca su reggiseno a balconcino che reggono prosperose zinne, ideali per goduriose spagnole.
Senza esagerazione ho davanti un corpo femmineo che emana e diffonde nello etere che la circonda un effluvio celestiale, sono confuso, inebriato e turbato al punto che mi metterei ai tuoi piedi in preghiera, in adorazione a che te divina musa del video, mi rendi partecipe della tua voluttuosa sessualità.
M’appari Musetta della Boeme che i maschi sostano, ammirano e con penetranti occhi la spogliano alla ricerca delle occulte beltà, che in te albergano a bizzeffe.
Ti presenti come l’attrice del video, e i miei luminosi occhi sono sgranati ed appiccicati all’armonioso folgorante tuo culo da sballo, per me degno della Mangano in riso amaro. Gradita sorpresa viene dal cornuto, quale tu hai reso godendo con diversi dotati bull.
Tuo marito sceglie tavolo appartato, accosta due sedie e ci fa sedere accanto, le nostre cosce sono a stretto contatto, vuole che ce la intendiamo, che tra noi scatti il giusto feeling.
Mi strizza l'occhio e va ad ordinare, temporeggia volutamente perché io possa circuirti.
A volo ti do notizie su me, Maxstil, nome d’arte di 60 enne ristoratore di Pisa, alto 190cm, peso 85kg, pene 22cm largo 5,5, originario dell’agro sarnese nel salernitano, persona persuasiva, affabile, conviviale e sincera, decine di esperienze con giovani e mature coppie.
Con mia immensa letizia candidamente ammetti che ti piaccio, ho fisico da vero maschio, toro da monta, amico della porta accanto, sei pronta a copulare con me e scambio cellulari.
Il cornuto mi fissa incontro per Il giorno 10 ore 10,30 al bar, inizio strada per le villette del resort ove hai più volte fottuto, mi saluti con caloroso abbraccio e mi dici che sei indisposta e aggiungi che pria che l'anno termini giacerai a letto con me in camera del vicino hotel.
Sei certa che l’extra large mio pene non ti sfondi la figa, ma ti darà orgasmi plurimi a te pria ignoti.
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pina1desto,
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Maxstil racconta sua prima monta moglie sottodotato piana lucchese
Su diversi siti scambisti sono noto come Maxstil, ricercato toro (bull) pisano, sessantenne, alto 190 cm, grosso pene lungo 23cm e largo 5,5 cm, con faretra zeppa di scalpi di mariti da me resi cornuti, dotati o mini, spesso impotenti, dei quali mi son chiavato le loro mogli, giovani o mature, ma tutte insoddisfatte, avide di extra large cazzi e vogliose di aver la figa, e rare volte l’ano, trapanati da ben funzionante, il mio.
Ho scritto quanto segue per spontaneo sentimento di gratitudine nei confronti della coppia, ma più di lei che m’ha aperto gioiosamente le bianche, corte cosce per ben nove volte dal 30.12.2019, che di lui che mi contattò in uno dei suoi account di siti scambisti, visto i miei account, che chattando mi espose i sublimi, sensuali e voluttuosi coiti della moglie, dall’età di 57 anni, in sua gioiosa, contenta costante presenza dal giugno 2011 con 18 bull e circa 25 coiti, ma mai inculata, l’ano è sempre vergine pur se da lui abusato.
Feedback precedente ho narrato il primo incontro con la coppia e il feeling sorto con lei e del loro video sessuale erotico finito in web.
Inizio da novembre 2019 allorché il mini dotato, pene 11,5x2,8, mi chiede di trombargli la matura moglie ed allargargli la stretta figa da 7cm a 8-9.
Quindi racconto in prima persona rivolgendomi alla cara, meravigliosa sposa, l’erotica carnale mia I° copula con lei in una camera di riservato residence poco distante dalla rotabile Lucca Pisa, copula ripetuta 8 volte per graziosa concessione della disponibile lei, nelle medesime stanze con la procace, libidinosa, vogliosa, insoddisfatta ed avida di cazzo mogliettina, che considero mia amica e la migliore delle moglie che mi son fottute e sono tantissime.
Sono per la prima volta al parcheggio dell’hotel indicatomi, sostano auto italiane e straniere di grossa cilindrata, nel salire la scala m’imbatto in una coppia, lui sui 50 anni, appare persona di rango, lei, forse 25enne, (troia, mignotta o escort), le discende coppia sfasata e stanca come spossata per sesso fatto.
Busso alla porta 51, all’istante s’apre, entro ed il cornuto tuo coniuge veloce la chiude.
E' nudo, tra le gambe ha pisello da coniglio, forse 10cm, i negri del Sudan l’hanno 26-28, gli italiani 14-15cm, il mio è 22, ma largo 5,5 molto oltre la media mondiale.
Non credo che detto pisello t'abbia ingravidata, forse è accaduto con tuoi e/o suoi amici che t'hanno fottuta e che tu l'hai infinocchiato e spacciato per suo e lui c’è cascato.
Inquadro insistentemente il meraviglioso corpo femmineo in mezzo al letto, gambe corte, lisce, bianche, rari peli neri ai bordi delle rosee grosse labbra della figa, una piccola fessura, che m'appare sana ed intatta come natura t'ha fatta, 33 anni di tuo cazzetto e 18 cazzi di bull te l'hanno lasciata stretta 7 cm.
Il tuo coniuge sale sul letto e riprende il coito di fianco, ficca di botto il suo ritto e duro cazzetto nella tua fregna, più larga del suo sotto dimensionato pene.
Te sei indifferente, 33 anni t'hanno abituata a prenderlo, ma mai ti ha dato orgasmi.
Io per le trasgressioni che hai fatto ti stimo femmina sessualmente esperta e ti chiedo comunque come vuoi che ti prendo, qual è la tua posa preferita, di fianco, a sponda letto, alla missionaria, a pecorina, o altre pose del kamasutra che hai conosciuto.
So che l'hai ancora stretta e non vorrei che te rivivessi la tua prima esperienza del 2011.
Te rispondi secco: il cornuto mio marito in chat t’ha informato quanti bull m’hanno fottuta in 8 anni, le copule che ho fatto e le pose del kamasutra impostomi, iniziamo di fianco.
Il sottodotato è ansioso di cedermi il posto, smette di fotterti e dalla tua topa esce un pene di 2cm che in entrata era 11cm, in un attimo sono sul letto, mi posiziono dietro di te col ritto cazzo in mezzo alle tue cosce, la cappella del duro e ritto cazzo è alle grosse labbra, sento dirti "ci sei, vai", termini che per me sono adrenalina, sento che sei vogliosa, fremi d’ansia di prenderti il mio extra large cazzo in figa.
M’accorgo che repentinamente muovi il corpo quel giusto che mi consente di ben aderire alle tue chiappe, di spingere il mio cazzo lentamente e progressivamente dentro di te e ti sento dire " l’hai ficcato tutto dentro, lo sento fino in fondo, dai, madonna come mi piace, fammi venire per la prima volta", che porcella che sei, ti son mancate le passionali penetrazioni, vuoi ardentemente chiavare con vero cazzo, il mio, stavolta sei pronta e decisa a cimentarti con cazzo molto più dimensionato di tutti i precedenti.
Mi dici: “sto partorendo, come lo faccio maschio, o non si sa???”, al che rispondo: “sarà maschio come sgravato da tutte le spose che ho ingravidate” e tu continui: “meno male che sei alto, non mi pesi sulla pancia, me l'hai menato tutto diritto dentro fino alle palle!!! c’è voluto il fabbro, la morsa, per farlo entrare, ma ora che lo sento dentro mi fa bene!!! oh, oh, uh, uh, dai, oh, sii, sii, ah, ah che bello, godo, Dio come mi piace come chiavi a meraviglia, che mirabilia è un grosso ed efficiente cazzo in figa, oh, oh, ah, ah, vai fammelo sentire che entra ed esce, penetrami di continuo con questo tuo grosso cazzo, hai un pene assai meglio dei precedenti bull e poi v'è la differenza che lo sai usare, vai, vai, stantuffa veloce che ci godo di più, capito!!! Oh, oh, ah, ah, non ti fermare, vai, vai, dacci dentro forte, che fantastica, favolosa, magica scopata che sto facendo, dai dammi tanti orgasmi! a mio marito dico che non cambio pene voglio il tuo!!! sei il mio bull fisso, stallone mio non ti fermare, montami con forza e fammi sentire il cazzo che preme sotto l'ombelico ed il tuo seme uscire dagli orecchi.
Alle mie labbra non vengono le giuste parole per ringraziarti della appagante copula che mi regali e lodare la tua disponibilità a copulare con me, mi limito a dire che vivo il più stupendo, splendido e mirabile coito mai fatto, il mio pene è estasiato di stantuffare nella strettissima tua gnocca, gli sembra una manna celeste aver sverginata una matura sposa.
Tronfio mi rendo conto che i miei turgidi coglioni battono sulle labbra tua topa, da cui entra e n’esce senza intoppi, che te ascolti e gradisci gaiamente i miei rantoli di goduria animalesca, cinghiale ferito, e percepisco lieto i tuoi appassionati sospiri, i flebili e languidi lai cagionati dai continui orgasmi che provi.
Ti avvinghi a me a gambe divaricate, braccia strette alle costole e unghie nella pelle, penso che non è reale ciò che sta avvenendo, ad occhi aperti vedo le scene del video.
Mi piace che te sei lieta per i plurimi orgasmi che ti godi e lo dici sonoramente al presente tuo sposo che Maxstil ti piace e ci godi a farlo felice e che ti appioppiamo ulteriori robuste corna a quelle che avevi, corna ramificate tipiche delle renne finniche.
3-4 entra esci mio cazzo in tua figa e vi verso dentro tutta la sborra dei miei rigogliosi testicoli pieni come uova sode per l'astinenza di un mese perché tu potessi capire ed apprezzare quanto ti voglio e mi piaci e concedermi altre future copule da bull fisso.
E' mezz'ora che fottiamo, andiamo in bagno, io ti aiuto la lavarti la passerina e la lecco, come pure mammelle e capezzoli e tu il mio cazzo, completiamo lingue contorte in bocca.
Tra noi s’intromette il cornuto tuo marito che propone che fottiamo a sponda letto con due cuscini sotto il tuo culo in modo che la figa sia alla stessa altezza del cazzo.
Detto fatto hai due cuscini sotto tuo culo e cosce divaricate sopra mie spalle, cazzo a bocca vulva che in un baleno ti faccio sparire tutto dentro.
Spingo forte e veloce verso il basso, te da brava sollevi un poco il bacino, m’assecondi in modo che la tua natura, dalla vulva alla cervice, si distenda, che s'allarga il giusto e la cappella scivoli a fondo utero e te lo senti battere sotto l’ombelico, tu godi, un poco soffri, emetti lai di piacere e dolore, mi inciti a proseguire finché hai orgasmi continuativi.
Sarà per sempre impresso a fuoco nella mia mente i tempo con noi due avvinghiati l’un l’altro, col mio cazzo che sguazza a go, go nella tua passerina, striscio la cappella al tuo sano e vergine foro anale e spingo, v'entra per un paio di cm che tu mi stoppi, sei abituata al cazzetto del cornuto che non te l'ha mai sfondato, desisto certo che te lo violerò.
Con tua e mia sorpresa il cornuto ti allarga le tue cosce e mette la tua vulva ben in vista e mi chiede di aprire al massimo le labbra per fotografare il foro ove esisteva l'imene che a lui non è stato dato rompere, scatta foto alla figa ora ben larga di 8,5cm.
Sono certo che mi credo se ti confesso che il rapporto fatto con te è per me in assoluto il più esaltante e inebriante, roba da mille e una notte.
Questa I° copula che ho fatto con te resterà imperitura nella mia mente per il genuino, festoso, puro ed entusiasmante slancio emotivo con cui hai partecipato, l’hai fatta da porcella, non navigata vacca quale il turpe tuo consorte vuole che tu sia, abbiamo goduto a iosa e ce lo ricorderemo quale viatico per tante altre future copule, avendo tu deciso che sarò il tuo bull fisso finché hai voglia di fottere .
feedback che invio perché decidiate se pubblicarla, meglio è se finisce sui siti scambisti del cornuto.
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pina1desto,
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Fisting
Conoscetti Olivia quando entrambi eravamo fidanzati, ma fin da subito tra noi ci fu una certa sintonia che col tempo si trasformò prima in un intesa e poi in intimità.
Nonostante fossimo di due mondi completamente opposti, lei di famiglia agiata, molto educata e sempre impeccabile ed elegante, 15 anni in più di me, capelli lunghi castani e occhi verdi, magrissima, da vederle le ossa, sposata con un uomo di alto retaggio, sempre curato e anche un po' effemminato.
Io completamente opposto, famiglia operaia, casinaro dalla nascita, molto più rozzo, da panino e salamella, un metro e ottantacinque per 130 chilogrammi.
Lei e mia moglie erano amiche da molto tempo, entrambe con un precedente matrimonio da cui ebbero figli che, andando a scuola insieme, le portarono ad avvicinarsi.
Come detto fin da subito cominciammo col ridere e scherzare, poi col messaggiarci e infine nel diventare confidenti dei nostri problemi. E nel raccontare le nostre esperienze e i nostri desideri si era entrati in un intimità strana fatta di completa apertura quando si era soli all'essere distaccati quando ci si vedeva.
Una sera mentre eravamo a cena dai suoi genitori incrociandoci in corridoio, mentre io andavo verso il bagno e lei usciva, ci fermammo uno di fronte all'altra e ci baciammo, non fu qualcosa di romantico ma più selvaggio quasi che lei volesse farmi capire cosa dovevamo essere. Semplicemente amanti.
I giorni passavano e non si riusciva mai ad avere tempo per concedersi l'uno all'altra.
Un giorno, avendo il pomeriggio libero, tornai dal lavoro nella pausa pranzo e la incrocia mentre stava tornando anche lei, ci fermammo a parlare e lei dopo qualche battuta mi si avvicinò e a bassa voce mi disse che sarebbe corsa in bagno a masturbarsi pensando a me. Io sorrisi e le dissi che anche io avrei dato, ma che avrei voluto venire su di lei.
Arrivò in quel momento sua madre e, sorridendo, ci salutammo.
Arrivai a casa e la prima cosa che vidi fu una sua foto mandata da poco mentre utilizzava una spazzola come dildo chiusa in bagno e io ricambiai mandandole un video dove venivo dopo una sega.
Mi feci una doccia, mangiai e mi misi nudo sul divano sapendo di avere il pomeriggio libero fino a sera.
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Dopo una ventina di minuti suonarono il campanello e guardando dallo spioncino la vidi e aprii subito, nudo e con già una buona erezione. Lei sorrise appena mi vide togliendosi gli occhiali da sole.
Le presi la testa e la tirai a me, le nostre lingue mulinarono vorticosamente e tirai il suo corpo contro il mio in modo da farle sentire la durezza del mio uccello. Ci staccammo. Lei mi morse il labbro e poi mi prese il cazzo in mano e segando inizio a spogliarsi, fece cadere facilmente il vestito che aveva e rimase in intimo. Le misi le braccia sulle spalle e la spinsi giù, lei si accovacciò capendo quali erano le mie intenzioni e iniziò a succhiare. Tutte le volte che c'eravamo messaggiato i nostri sogni proibiti e le nostre foto in intimità mi fecero scattare qualcosa di animale. La sollevai e la portai in camera. La spinsi sul letto e lei non si oppose, la girai, le strappai le mutande e prendendo il gel che avevo preparato prima, la lubrificai con le dita, penetrandola e sentendola lamentarsi un po', poi presi il cazzo e entrai senza chiedere da dietro, lei si irrigidì e emise un urlo di dolore. Sapevo dai suoi racconti che era vergine di culo, ma oggi sarebbe stata la giornata giusta per sperimentare. Spinsi sempre più in modo selvaggio e lei non riusciva a contrastare la mia furia animale e si rassegnò e mi assecondó, affossò il viso nel cuscino e si mise a mugugnare e urlare mentre io mi impossessavo del suo buco del culo.
La violenza, si perché di quello si trattava, durò un po', e quando arrivai al culmine sborrai dentro tutto quello che potevo rimanendo a spingere fino a che il mio uccello non si affievolì. La sentii piangere. Non mi interessava, anzi ero talmente sopraffatto dai desideri che ormai non la vedevo più come una donna ma come un oggetto, non mi ero mai sentito così. Lei alzò la testa e mi guardò, era molto incattivita il suo sguardo completamente devastato dalle lacrime miste al trucco mi odiava ma comunque non si mosse perché la sua bocca dal rossetto sbavato aveva un sorriso, una sfida, sorrisi anche io e, come se fosse collegato ad una macchinetta, il cazzo mi si irrigidì di nuovo. Lei rimise la faccia nel cuscino e io la riposizionai e pensai alla nuova penetrazione, quello che pensò anche lei, ma non alla stessa penetrazione. Ripresi il gel, mi ingellai la mano e rientrai con le dita, la scopata precedente l'aveva fatta rilassare e allora entrai con altre due dita, lei si irrigidì, capendo, ma non fece in tempo a pronunciare parola che io spinsi a fondo la mia mano. Lei tremò e gridò, cercando di respingere il mio pugno, ma io la presi con un braccio e la bloccai a me, spingendo sempre più forte, lei cerco di allungarsi, poi di girarsi ma il mio peso e la mia forza non lo permisero, si mise le mani sulla testa e quasi affondo le sue
stesse unghie nella pelle, dal cuscino in cui aveva riposto la testa, i suoi no aumentavano la mia pazzia e il mio stato di potere. Spinsi ancora, lei tremava come presa da una scossa, ma poi, un momento di rilassatezza del suo muscolo mi diede la possibilità di entrare. Ero dentro al suo ano col pugno, sorrisi mentre i suoi urli di dolore venivano attenuati dal cuscino.
Ruotai il pugno dentro di lei e feci qualche movimento, avanti e indietro come per scoparla. Lei non si mosse, anche dal suo respiro capivo che stava ancora piangendo. Spinsi il braccio un po' più dentro e lei accompagnò il movimento quasi a richiamarlo dentro di sé. Mi fermai qualche secondo. La stanza era avvolta dal silenzio. Lei alzò la testa e con la bava alla bocca mi disse esattamente le uniche parole che non mi sarei mai aspettato.
- Scopami con quel braccio - E aggiunse una bestemmia.
Tutto l'opposto di quello che mi aspettavo sia dalla situazione che da lei. Avevo sbloccato qualcosa e non me lo feci ripetere, iniziai a fare avanti e indietro. Sentii tutto il muscolo che mi avvolgeva l'avambraccio stringersi presi il gel e svuotato il contenuto per cercare di alleviare la sensazione, ma non servì a molto. Spinsi sentendo l'attrito sulla mia pelle aumentare insieme alle grida di dolore di lei nel cuscino. Continuai con violenza per altri minuti.
All'improvviso lei allungando la mano mi prese le palle e si mise a stringere, sempre di più e più aumentava il dolore, più aumentava la mia eccitazione, più aumentava la mia violenza. Durò tutto pochi secondi ma fu elettrizzante. Quando lei lasciò la presa io sfilai il braccio ricoperto di gel misto a feci e sangue, e lei si lasciò cadere di lato mettendosi di fronte a me. Mi alzai, andai in bagno e mi ripulii, tornai da lei con degli asciugamani, lei si allungò e prese in mano la mia erezione, portandosela alla bocca e cominciò a succhiare, era un pompino blando, debole ma che racchiudeva tutta la violenza subita da quella donna nei momenti precedenti, un pompino che sembrava chiedere scusa, qualcosa che lo sconfitto concedeva al vincitore come riconoscenza, mi guardava con gli occhi rossi e pieni di
odio, le sorrisi prima di sfilarle il cazzo dalla bocca e sborrarle in faccia. Lei non si mosse, chiuse solo gli occhi, e io le spruzzai un paio di colpi sul viso prima di pulire la punta sulle sue labbra, lei leccò il
rimanente e poi prese l'asciugamano e tentò di alzarsi ma le mancarono le forze e cadde a terra. Si aggrappò a me per tirarsi su. Raccolse le mutande strappate e la guardai camminare in corridoio, zoppicando e con il culo in fiamme, con i suoi stessi fluidi che colavano sulle cosce, spettinata, con il viso completamente imbrattato di sborra, trucco e rossetto e molto sudata.
Entrò in bagno, e si mise sotto la doccia. Si lavò via tutto di dosso e rimase ferma qualche minuto a godersi l'acqua calda sulla pelle.
Uscì dalla doccia, si asciugò, uso il fon per i capelli. Poi si mise in borsa le mutande strappate e il reggiseno, prese il vestito e lo indossò, si mise le scarpe, senza mai dire una parola. Si finì di sistemare, riprese la borsetta e si mise su gli occhiali, si girò verso di me esattamente come quando era arrivata, senza un minimo di sbavatura, mi mise le braccia al collo e mi baciò, questa volta qualcosa di romantico, dolce, si staccò e tornando la donna che conoscevo mi disse che era stata la più bella sensazione della sua vita.
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2 years ago
Jean1Paul1Marat,
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Scambio prematrimoniale.
Mi chiamo Valentina, ho 27 anni e fra due settimane mi sposo. Sono bionda, dai capelli lunghi che mi arrivano ben oltre le spalle, ho occhi chiari, le labbra carnose, e un bel seno di terza misura, di cui vado particolarmente fiera. Penso di avere i fianchi un po’ larghi ed il culo un po’ grosso, ma le mie gambe sono lunghe e snelle e, in ogni caso, quando mi metto in tiro, faccio la mia porca figura. Come ho detto fra due settimane mi sposo con Michele, che ha la mia stessa età. Siamo fidanzati da tre anni e, benché entrambi venivamo da esperienze molto deludenti, quando ci siamo messi assieme è successo perché avevamo appena finito di scopare. In effetti è così. Ci eravamo conosciuti al matrimonio di Tommaso e Valeria, la mia migliore amica, dove io ero la testimone della sposa e lui quello dello sposo. Era la prima volta che lo vedevo e, dopo la cerimonia, ci siamo resi conto che avevamo entrambi bevuto un po’ troppo, così ci siamo ritrovati nel parcheggio delle auto e, dopo che tutto il giorno avevamo riso e scherzato e, come detto, bevuto tanto, ci siamo guardati negli occhi e, in un momento di lucidità, abbiamo convenuto che non era per niente il caso di mettersi alla guida di un'auto per tornare a casa. Non c’era nessuno, in quel momento nel parcheggio, solo noi due, così, abbiamo deciso di dormire nell’auto di Michele che, delle due, era quella più spaziosa. Appena entrata dentro, la prima cosa che ho fatto, mi sono tolta le scarpe e lui ha cominciato a slacciare la cintura dei pantaloni e, poi, senza neanche rendercene conto ci siam ritrovati solo con l’intimo addosso, perché tra le altre cose faceva un gran caldo. Ci siamo guardati e, senza dir nulla, abbiamo iniziato a scopare in maniera così allegra e piacevole, che ho goduto tantissimo. Anche lui è rimasto piacevolmente travolto dal mio modo di scopare, dalla bravura con cui gli succhiavo l’uccello e dal fatto che, dopo essermi fatta chiavare a lungo, mi son girata e gli ho offerto il culo, dove lui, alla fine, ha potuto sborrare, perché era talmente sbronzo che quasi non riusciva a venire. Ci siamo addormentati e, all’alba, quando ci siamo svegliati, ci siamo guardati negli occhi e siamo scoppiati in una bella risata. È cominciata così la nostra storia e, giorno dopo giorno, è diventata sempre più bella, ma soprattutto il sesso è diventato qualcosa di cui proprio non potevamo far a meno. Lui veniva da storie con donne molto gelose, mentre io mi ero imbattuta solo in mezze seghe, che amavano solo mettermi in mostra perché ero bella e figa. Anche con lui mi piace esser bella e figa e, soprattutto, mi piace farlo eccitare provocando situazioni a sorpresa sempre molto intriganti. Lui impazzisce di piacere quando mostro cosce e culo oppure creo situazioni imbarazzanti, come mostrarmi seminuda dentro il camerino di un negozio di abbigliamento, oppure gli faccio un pompino, quando si corre il rischio di esser scoperti da qualcuno. Queste situazioni lo eccitano in una maniera incredibile e il risultato è che, poi, mi scopa in maniera selvaggia e molto appagante. Va aggiunto che, fra le gambe, Michele, ha un cazzo di tutto rispetto. È lungo ben oltre la media, sicuramente sfiora una ventina di centimetri, ma è la circonferenza che lo rende veramente possente. Quando lo stringo fra le dita, non riesco a chiuderle È come se provassi a stringere il mio polso; ecco, il suo cazzo ha la stessa circonferenza. Mi fa impazzire quando mi sfonda in ogni buco, per poi farcirmi con abbondanti sborrate che mi mandano ai pazzi. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che fra di noi l’intesa sessuale è totale e completa. Lui non si tira indietro quando gli propongo qualche mia porcata ed io lo assecondo ogni volta che lui inventa qualche gioco in cui sono la protagonista del suo piacere. Una delle cose che ho in mente, prima di sposarmi, è una cosa che non abbiamo mai fatto, ma cui penso ogni giorno ed avverto forte il desiderio di volerla mettere in pratica. L'idea è di provare a realizzarla con Valentina e suo marito Tommaso. Con questa coppia abbiamo una buona intesa, perché anche loro sono due maialini veramente speciali. Con Valeria, poi, il discorso è ancora più intimo, perché ci conosciamo dalle superiori e, spesso e volentieri, abbiamo avuto dei momenti intimi fra di noi, dal momento che, sia a me che a lei, di tanto in tanto, piace molto poter leccare una bella fighetta, e questa raffinatezza ci ha da sempre legato molto. Complice la mia amica, decido di passare all’azione e, con la scusa degli ultimi dettagli, un pomeriggio ci rechiamo a casa loro e ci sediamo in giardino. Per l’occasione indosso una minigonna molto inguinale ed uno string bianco, quasi trasparente, mentre ai piedi ho dei sandali con zeppa, che inarcano il mio culo rendendolo molto invitante. Sopra indosso un top che, a malapena, copre il mio seno, lasciando l’ombelico libero e scoperto. Mentre son seduta sulla poltrona di vimini e sorseggio una bevanda fresca, Tommaso, da vero porco, parlando del più del meno, porta il discorso sul sesso.
«Con tutti questi impegni e preparativi, avrete di certo dovuto privarvi di qualche buona scopata, ma non sarà un problema perché avrete modo di rifarvi durante la luna di miele.»
Michele lo guarda sornione ed il suo intervento serve solo a gettare altra benzina sul fuoco.
«Tranquillo Tommy! Con la Vale, non si corre il rischio di rimaner con qualche voglia insoddisfatta, ma, anzi, tiene la contabilità perfettamente aggiornata.»
Lui continua a far battute e, ad un tratto, non so come, il discorso cade sull’abbigliamento e, a tal proposito, Tommaso ci racconta di quanto si sia eccitato a sapere che Valeria, nel giorno delle nozze, aveva uno string così esiguo da poter essere paragonato ad un filo interdentale.
«Scommetto che quello che oggi indossi tu, sarà almeno due volte più grande di quello che aveva Valeria quel giorno.»
Valeria sorride e annuisce e alla fine, Michele, quasi ferito nell'onore, mi chiede di aprire le cosce e mostrare il mio indumento intimo a Tommaso. Lui osserva e poi sparisce per un attimo, poco dopo torna con un piccolo album di foto, che lui stesso ha realizzato in maniera privata il giorno delle nozze, dove si vede Valeria a cosce aperte con un solo filo di perle, che, semplicemente, separa le labbra della sua fica. Improvvisamente tra tutti e quattro cala il silenzio, mentre vedo Michele guardare con occhi carichi di desiderio la fica di Valeria, così oscenamente mostrata nelle foto. Mentre continuo a scorrere quelle foto, Tommaso ha l'ardire di proporre di scattare qualche foto ricordo di me, con indosso lo stesso string di Valeria, e Michele acconsente con entusiasmo, così entrambe ci allontaniamo e, quando torniamo, siamo praticamente nude. Io indosso la fila di perle che mi provoca un particolare piacere scorrendo nello spacco della fica e Valeria, invece, indossa un sottile indumento che però è aperto davanti, lasciando a vista il suo spacco. Immediatamente, anche i due maschi si denudano e Michele mi accarezza dappertutto, facendomi eccitare moltissimo, mentre Tommaso, con la digitale tra le mani, inizia a scattare foto a raffica. Valeria non rimane passiva e, ben presto, si unisce a Michele nel farmi eccitare ancor di più. Sento la lingua di Valeria scivolare fra le mie cosce, mentre sto sdraiata sul divano di vimini e succhio con forza il cazzo di Michele, che è diventato durissimo. Tommaso scatta foto in continuazione, mentre si masturba. Noto con piacere che anche lui è molto dotato e questo accresce ancor di più la mia eccitazione. Avevo concordato con la mia amica di fare un giochino saffico, qualcosa di erotico fra noi due, ma, ad un tratto, mi ritrovo con il cazzo di Michele piantato nel culo. Lui sta seduto, mentre io lo cavalco e mi sdraio su di lui a cosce aperte, mentre Valeria mi lecca la fica facendomi urlare di piacere. Raggiungo un orgasmo devastante, che urlo a squarciagola.
«Vengo! Oddio, sto godendo! Mi fate impazzire! Più forte. Fatemi godere ancora più forte!»
Tommaso ci guarda estasiato, mentre immortala Valeria che si beve il piacere che sgorga dalla mia fica, poi, ad un tratto, lei che si stacca da me e, presa in mano la macchina fotografica, spinge Tommy fra le mie cosce. Lui guarda un attimo verso Michele che annuisce, mentre con le mani ora mi strizza i seni facendomi gemere ancor di più. Tommaso appoggia la punta del suo cazzo alla mia fica e Valeria immortala ineluttabilmente lo stupore che si dipinge sul mio viso, quando sento il cazzo di Tommy che mi scivola nella fica, facendomi godere all’istante. Mi sento piena, riempita davanti e dietro da due grosse spranghe di carne che ora si muovono all’unisono e mi fanno impazzire ed urlare di piacere. Godo così tanto che quasi svengo, se non fosse per il fatto che Michele, strizzandomi con forza i capezzoli, mi procura un certo dolore che riesce a mantenermi cosciente. Stretta fra quei due maschi, perdo il conto degli orgasmi, mentre Valeria esorta i due uomini a inondare i miei buchi.
«Sfondatela! Spaccate questa troia! Più forte, dovete pomparla più forte e farla urlare come una lupa alla luna! Coraggio, ragazzi, riempite i buchi di questa puttana!»
Inutile aggiungere che i miei due maschi ora mi sfondano, pompandomi sempre più forte e, quando avverto che, da un momento all’altro, inonderanno i miei buchi, Tommaso si sfila da me ed io resto un attimo interdetta, perché la sensazione che provo, nel sentirmi sfilare quel grosso randello dalla fica, è qualcosa di inaspettato. È stato come se mi avessero tolto via un pezzo di me, dal mio corpo.
«Dai, Michele, facciamo cambio. È da tanto tempo che ho voglia di scopare il culo di Valentina.»
Michele mi solleva, mi fa sfilare dal suo cazzo e subito mi spinge a cavalcare Tommaso che, seduto di fianco, mi fa impalare sulla sua spranga, piantandomela direttamente nel culo. Lo sento entrare deciso e forte e poi Michele mi si piazza davanti e mi penetra nella fica, con un affondo deciso. Scivolano agevolmente dentro di me, perché mi sento ben aperta e dilatata, e subito il piacere riprende, con maggior intensità di prima. Sentire il cazzo di Tommaso nel culo, mi fa impazzire, perché ho la netta sensazione che sia ancora più grosso di quello di Michele. Mi pompano velocemente, perché ormai sono al limite anche loro e, dopo avermi fatto provare un altro orgasmo, con un grugnito da veri maiali, quasi all’unisono, mi farciscono i buchi con una copiosa sborrata. Restano piantati dentro di me, mentre li sento iniettare i loro schizzi dentro il mio corpo; poi Michele si sfila per primo ed il suo cazzo è subito preda della bocca di Valeria, che se lo infila tutto in gola, mentre Tommaso, dopo avermi fatto alzare, mi offre il suo da succhiare, cosa che faccio immediatamente. Sono alle prese con quel randello che nonostante la copiosa sborrata sembra ancora continuare ad eruttare seme, quando, improvvisamente, sento una lingua lambirmi culo e fica da cui sta colando di tutto; mi giro e vedo Michele che si avvicina a me con il cazzo anche lui ancora ben duro, mentre Valeria mi lecca i buchi andando a raccogliere il seme che i due maschi mi hanno depositato dentro e poi, con la bocca piena, si avvicina alla mia e mi bacia con passione. È una sensazione bellissima condividere la sborra che lei ha raccolto dai miei buchi, mentre ora i due maschi, dopo averci osservato limonare, afferrano Valeria e, Michele, per primo, la fa sedere su di lui e io stessa afferro il cazzo del mio futuro marito e con precisione millimetrica appoggio la punta sul buco del culo della mia amica, dove quel grosso randello sprofonda agevolmente. Adesso è la volta di Valeria di godere in doppia, cosa che Tommaso mette in atto dopo che lei si è seduta sul cazzo di Michele. La vedo godere tantissimo anche lei, mentre i due infaticabili stalloni la sbattono, fin quando, sazi e soddisfatti, le riversano il resto della loro sborra dentro di buchi abbondantemente dilatati. Quando si sfilano, sono io che mi inginocchio davanti a lei e lecco il nettare che sgorga dai suoi buchi spanati e slabbrati, mentre lei accarezza la mia testa e struscia la sua fica sulla mia faccia. Sfiniti ci mettiamo seduti e ci guardiamo in faccia; viene spontanea una grossa risata, poi ci abbracciamo tutti e quattro felici e contenti.
È stata un'esperienza davvero sconvolgente, che ha cambiato la vita di tutti e quattro e, dopo esser tornati dalla luna di miele, abbiamo ripetuto più volte quella fantastica avventura, facendo divenire i nostri due amici, presenze ineludibili dei nostri giochi trasgressivi.
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2 years ago
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LA MINIGONNA DI SABRI
Questo è il fedele resoconto di una bellissima avventura cuck che ho vissuto qualche anni fa, i fatti sono reali mentre i nomi sono inventati.Rispondo ad un annuncio, il lui di una coppia cerca un singolo che sia disposto a corteggiare la moglie all’oscuro di tutto. Giorgio e Sabrina sono una coppia cuck, con lui felice ed instancabile procacciatore di uomini ed eccitato spettatore dei giochi erotici della moglie. Sabri, che poi descriverò meglio è molto esibizionista e si eccita ad uscire con minigonne e vestiti super attillati provocando sguardi, commenti, e a volte, approcci. Per pochi fortunati, questi approcci finiscono nel letto di lei. Giorgio mi risponde dicendo che le mie foto e il modo in cui mi presento lo hanno convinto che sono il tipo di uomo che a Sabri interessa e che la cosa si poteva organizzare. Abito vicino a Como, loro in un piccolo e pittoresco paese tra Brescia e Verona, quindi, visto le distanze, la cosa andava organizzata per bene. Infatti trovo in Giorgio un organizzatore fantastico mi fornisce ovviamente le foto non censurate della moglie, le sue abitudini e il fatto che frequenta molto spesso una palestra nel centro del paese. Io mi sarei presentato come uno appena arrivato per questioni di lavoro e per un breve periodo. Frequentando la stessa palestra l’avevo notata e volevo conoscerla, questa era la semplice scusa per approcciarla. Arriva così il giorno X, Giorgio con cui avevo ormai una corrispondenza quasi giornaliera, mi avverte che quel pomeriggio Sabri verso le quattro sarebbe stata in palestra e di solito dopo circa un’ora sarebbe uscita, era quello il momento giusto per tentare l’aggancio. Con grandi speranze ma anche con la consapevolezza che tutto poteva risolversi in un viaggio a R....o e ritorno, chiedo un pomeriggio di permesso e parto. Arrivo con molto anticipo in modo da potermi ambientare, trovo subito la piazzetta, sede della palestra e parcheggio, il paese è piccolo e in una mezz’ora me lo giro tutto. Torno alla piazzetta e conoscendo il numero di targa mi piazzo vicinissimo alla macchina di Sabri e aspetto. Puntualissima poco dopo le cinque Sabri esce dalla palestra e viene verso di me, cioè verso la sua macchina, devo dire che anche se era un gioco, avevo un po’ il cuore in gola, non sono mai stato uno molto abituato a questo genere di approcci, comunque ero lì e tanto valeva buttarsi. Giorgio si era raccomandato di usare con lei un tono deciso e molto esplicito, senza arrivare alla volgarità; le piacevano gli uomini decisi e che la facessero sentire desiderata, sexy e "un po’ puttana”, parole sue. “Ciao Sabri” le dico, lei si ferma mi guarda e si vede che sta cercando di capire chi sono, “Ci conosciamo?” mi dice squadrandomi e anche se è notevolmente più bassa di me sono io che mi sento piccolo. Parto con la storiella che ci siamo inventati e con una notevole faccia di bronzo le dico che da pochissimo frequento la sua stessa palestra, che ho notato questa fica incredibile e che dopo molte insistenze il proprietario della palestra mi ha detto come si chiama ed ha anche aggiunto di mettermi in fila perché tutta la palestra, la parte maschile in toto e anche qualche elemento femminile, è innamorata di lei. Mi guarda con aria di chi è abituata ai complimenti ma si vede anche che le fa piacere. Giorgio mi ha detto che da ragazza ha fatto danza classica e che va in palestra almeno due volte alla settimana e si vede: corpo tonicissimo, magra con il culo sodo e il bacino stretto, gambe dritte, seni piccoli, non molto alta ma molto proporzionata. Il tutto, quel giorno, confezionato in un paio di fusò color pesca attillatissimi che non lasciavano nessuno spazio all’immaginazione, il culo era una poesia, immaginate due piccole mele perfettamente rotonde che si muovono ad un ritmo ipnotico e sensuale. Il tipo di donna che mi eccita alla follia. “Sono qui per qualche giorno per lavoro e poi tornerò a casa, non conosco nessuno e quando ti ho vista ho pensato che sarebbe stato bello cominciare con una donna così sexy...” Il suo sguardo è enigmatico, intuisco che sta cercando di valutarmi e di capire se la persona che ha davanti è un mezzo matto, un maniaco, o uno a cui si può dare un po’ di tempo e di spazio. Fortunatamente decide per l’ultima opzione, guarda l’orologio e mi dice “Vabbè ho un po’ di tempo, avrei dovuto fare altro in paese ma lo faccio un’altra volta, li c’è un bar carino possiamo bere qualcosa.”Nella mia testa comincio a sparare fuochi artificiali, il primo scoglio è superato ma ce ne sono tanti altri. Ci sediamo e cominciamo a parlare un po’ e a conoscerci, io di me dico il minimo indispensabile e invece voglio sapere tutto di lei, le sue abitudini, i suoi hobby e ricordandomi delle raccomandazioni di Giorgio di farla sentire un po’ puttana, i suoi vizi. “Stabiliamo subito che sono sposata, felicemente sposata e che non cerco avventure, I miei hobby come hai potuto vedere sono la palestra e mi piace correre, vado la mattina presto o la sera.”La interrompo dicendo che è chiaro che frequenta una palestra, perché ha un corpo fantastico e che lei è proprio il tipo di donna che mi fa impazzire e che dal momento in cui l’ho vista non faccio altro che pensare a una cosa... “E sarebbe?” dice guardandomi con una faccia tipo: “Lo so che cosa pensi maiale, voi siete tutti uguali.” La lascio di stucco rispondendole “Non faccio altro che pensare a come sarebbe bello invitarla per un aperitivo, come sto facendo ora.” La risposta la sorprende e anche piacevolmente perché si mette a ridere e mi guarda questa volta con uno sguardo diverso. Decido che è il momento di passare a una nuova fase, un altro punto cruciale del nostro piano per cui ho bisogno dell’aiuto di Giorgio. Con la scusa di andare in bagno mi allontano e lo chiamo, risponde al secondo squillo, gli dico solo “Siamo in un bar, va tutto bene, chiamala”. Ritorno al tavolo dopo tre o quattro minuti e la trovo immersa in una conversazione al telefono, ovviamente sta parlando con Giorgio e se, osservandola da lontano, la conversazione è animata, nel momento in cui mi siedo al tavolo Sabri risponde solo con dei monosillabi: sì, no, no, sì, forse, va bene. “Era Giorgio, mio marito, gli ho raccontato dove sono e con chi sono, con lui non ho mai segreti, siamo una coppia molto affiatata e allo stesso tempo molto aperta.” Una frase sibillina che se non fossi stato a conoscenza dei retroscena mi avrebbe lasciato un bel po’ da pensare, “Gli ho raccontato che sei un mio collega della palestra che sei appena arrivato e che non conosci nessuno e lui mi ha proposto di invitarti a cena, mio marito è sempre così gentile con tutti e molto comprensivo con me.” Anche questa frase se non avessi saputo tutto avrebbe avuto un sapore piuttosto enigmatico. Non le do il tempo di pensarci ulteriormente e rispondo che erano straordinariamente gentili, che accettavo volentieri e che avrei preso del vino e del gelato.Anche questo scoglio era stato superato e secondo Giorgio, il fatto che avesse deciso di invitarmi, dava all’impresa una percentuale di riuscita attorno al 50%. Non male!Così la seguo in macchina fino alla loro casa, parcheggiamo, entriamo e mentre mi accomodo in cucina Sabri va in camera per cambiarsi, si ripresenta pochi minuti dopo con un top bianco che lascia scoperta la pancia, perfettamente piatta e un paio di pantaloncini di spugna attillatissimi, sempre bianchi. Mi sembra chiaro che le piace essere ammirata e le piace sentirlo quindi la guardo e dico “Sei veramente una gran fica”. Lei ghigna e risponde “Questo me l’hai già detto, invece di star lì seduto a spiarmi e a farti seghe, dammi una mano!” Mi alzo e la aiuto a preparare la tavola e a tagliare un po’ di cose per un’insalata, facendo così siamo molto vicini, a volte si mette di fianco a me per posare sul tavolo altre verdure, a volte mi da la schiena e i nostri corpi quasi si sfiorano, sentirla così vicino mi fa indurire il cazzo e decido di accelerare un po’ i tempi. Approfittando del fatto che sta lavando qualcosa nel lavello, le metto le mani sui fianchi, mi appoggio a lei e comincio a baciarla sul collo. Sono sicuro che attraverso la stoffa leggerissima dei pantaloncini sente perfettamente la pressione del mio uccello duro che si incunea facilmente tra le sue natiche sode e morbide allo stesso tempo. Reagisce sorpresa ma non tanto, come se si aspettasse e quasi desiderasse una avances del genere. Mi scosta con la mano e mi dice “Ma cosa fai, guarda che tra poco arriva Giorgio!” per fare così si deve voltare e a quel punto incollo la mia bocca alla sua e con mia grande sorpresa non trovo nessuna resistenza. A me piace baciare, lasciare che le bocche si uniscano, le lingue si mischino, scambiarsi la saliva. Anche a lei fa piacere, è ovvio, le lingue giocano entrando in profondità nelle bocche, la sua sa di fresco, forse nei pochi minuti in cui si è cambiata ha trovato anche il tempo per lavarsi i denti e percepisco un sottile aroma di menta. Per un paio di minuti buoni le nostre lingue giocano e le mani sfiorano i corpi, stringo subito le sue natiche apprezzandone una volta di più, la forma perfetta. La sollevo facilmente, è proprio leggera, e la metto a sedere sul piano della cucina in modo da averla ad un’altezza più simile alla mia. Le allargo le gambe e di nuovo il mio uccello in piena erezione si appoggia a lei, la spingo contro di me in modo di far combaciare perfettamente il mio cazzo e la sua fica. E comincio a strusciarmi, Sabri si lascia scappare un gemito, la stoffa dei suoi pantaloncini di spugna è sottile come carta velina, sicuramente lo sente quasi come se fossimo nudi. Scendo di nuovo sul suo collo e la lecco, poi mi sposto in su. Mordicchio i lobi e appoggiando le labbra al suo orecchio le sussurro “Ti voglio leccare tutta e poi ti scopo” provocando un brivido e un altro debole gemito. Le mie mani, adesso libere di muoversi, si concentrano sui suoi seni, non porta niente sotto la stoffa sottile del top che indossa e posso sentire i capezzoli induriti dall’eccitazione. Mentre li strizzò gentilmente sento il suo respiro farsi più pesante, mi apro un bottone della camicia e porto le sue mani sul mio petto invitandola a continuare.Risponde al mio invito slacciandone altri due, adesso la camicia è quasi tutta aperta, mancano solo gli ultimi bottoni in basso, fa scorrere le mani sulla mia pelle, mi strizza gentilmente i capezzoli poi si china e con la lingua li lecca e li mordicchia piano, è una cosa che nessuna donna mi ha mai fatto e mi attraversa una scarica di adrenalina lasciandomi per un attimo senza fiato.Ho una mezza idea di contraccambiare il favore, slacciarle il top e baciarle i capezzoli ma proprio in quel momento sentiamo il rumore inconfondibile di chiavi nella serratura, è Giorgio che rientra. Ovviamente ognuno torna velocemente al proprio posto: io a tagliare i pomodori e Sabri a lavare qualcosa nel lavello. Giorgio entra in cucina e se coglie qualcosa di strano: la tensione evidente, la forma del mio uccello ancora molto duro sotto i pantaloni, il viso arrossato di Sabri, la traccia della mia saliva sul suo collo, fa finta di non accorgersene. Finalmente dopo tanti scambi di mail e telefonate ci incontriamo, è un uomo molto distinto con un viso cordiale e sorridente che mi piace immediatamente, la differenza di età tra i due è molto evidente. È un dirigente importante in una banca di una città vicina.Intanto Sabri ha finito di preparare, ci sediamo e mangiamo, io racconto un pò di me, poco, e loro mi raccontano com’è vivere a R....o. È una cena semplice e veloce, nella stanza c’è un misto di buon umore, di eccitazione e di attesa, le occhiate tra me e Sabri e tra me e Giorgio dicono molto di più delle parole. Giorgio si alza e dice che prenderemo il caffè in salotto e va di là, lo sentiamo trafficare con bicchieri e bottiglie, io aiuto Sabri a sparecchiare ma non ce la faccio a passarle davanti senza prenderle con le mani il viso e metterle di nuovo la lingua in bocca, il cazzo mi sta scoppiando nei pantaloni prendo la sua mano e glielo faccio sentire attraverso la stoffa dei jeans. Lei la toglie ma non subito, indugia un po’ sulla forma come a valutarne le dimensioni, poi si alza e mi dice “Meglio se vai di là, vi raggiungo.”Trovo Giorgio che armeggia con i cuscini del divano, scambio con lui qualche segno di intesa ma non c’è tempo di parlarci perché Sabri è praticamente dietro di me. Quando siamo tutte e tre seduti e con un bicchiere in mano, sparo il proiettile di grosso calibro, la frase che nel nostro piano può aprire le porte del paradiso: “Giorgio ma non sei geloso di tua moglie, mi dicono che va in giro con delle minigonne pazzesche, e che quando esce gli uomini la seguono in processione, io purtroppo non l’ho ancora vista in minigonna però ho sentito che alcune sono esageratamente corte.” ”Come non l’hai ancora vista? Sabri bisogna rimediare, ha delle minigonne che sono cortissime e a me eccita sapere che gira così e che gli uomini sbavano. E anche a te eccita, vero tesoro, ti fa piacere che gli uomini ti guardino.” Lei seduta accanto a lui ride e dice che le piace indossare la minigonna e vedere l’effetto che fa e che la maggior parte degli uomini le fanno pena, si limitano a guardarla ma non fanno niente, non tentano neanche di scambiare due parole con lei e dicendolo mi guarda fisso “Poi ci sono le eccezioni.” aggiunge. “Dai Sabri facci una piccola sfilata, fai vedere a Filippo cosa si è perso fino adesso.” Intervengo anch’io ”Dai Sabri ti prego, fammi vedere cosa mi sono perso.” Si fa pregare ancora per qualche secondo e poi alzandosi un po’ svogliata dice “Va bene lo faccio solo perché me lo chiede Giorgio.” Mentre si allontana Giorgio mi lancia uno sguardo d’intesa e ad alta voce aggiunge “Mi raccomando, metti quelle cortissime!” Incomincia così una sfilata indimenticabile. La prima che indossa è una minigonna bianca con dei disegni azzurri, svasata e molto corta, copre metà coscia, ma mentre cammina la fa ondeggiare scoprendo tutta la gamba fino alle mutandine, per l’occasione si è messa anche scarpe eleganti con tacco a spillo e l’effetto è fulminante. Io e Giorgio siamo seduti sul divano fianco a fianco, Sabri provenendo dalla camera da letto arriva dritta verso di noi e, come una modella professionista, si ferma in pose provocanti, ondeggia un po’ i fianchi, poi ci dà le spalle sculetta e riparte verso la camera da letto per un nuovo cambio. Giorgio ride, batte le mani, mi guarda, mi fa l’occhiolino e mi dice “Guarda che va tutto alla grandissima, mi sa che ci divertiamo.” Io non sto più nella pelle e neanche nei miei vestiti, il cazzo sta ormai bucando i pantaloni ed è un rigonfiamento evidentissimo, Giorgio lo nota e si mette a ridere “Vedo che tu sei già pronto, bravo, tienilo caldo che tra poco ti serve.”Entra Sabri con la seconda minigonna questa volta è rossa, più corta della precedente e attillata, quando arriva vicino a noi si volta e si piega a novanta, come per sistemarsi qualcosa nella scarpa, dandoci così la visione del suo culo perfetto nella cui fessura vedo sparire il tessuto nero delle mutandine. Giorgio le mette le mani sul culo alzando completamente la minigonna e mi incita a far lo stesso, non mi faccio pregare e sostituisco le mie mani alle sue.Le natiche sono sode e lisce, infilo l’indice sotto le mutandine che in corrispondenza della vulva sono già umide, lei rimane in quella posizione lasciandomi fare, sto per perdere completamente la testa ma Sabri è più veloce di me, si rialza e rientra in camera da letto avvertendoci che la prossima sarebbe stata l’ultima.Io ho la bocca secca e senza accorgermene mi sto toccando il cazzo sotto i pantaloni, Giorgio intanto si è spostato e si è seduto su una poltrona di fianco lasciando a me tutto il divano. Rientra Sabri con un’altra minigonna anche questa cortissima e come la prima svasata in modo da non rimanere troppo attillata sulle gambe. Come la volta precedente arrivata davanti a noi si china, ma questa volta non indossa niente sotto la gonna, vedo la le labbra della vulva completamente depilate a questo punto non capisco più niente, anzi, capisco tutto quello che devo fare, mi metto in ginocchio e immergo la mia faccia nella sua fica già bagnata. Lecco le labbra e assaporo i suoi umori sulla lingua, le divarico un po’ le gambe in modo da poterla leccare meglio, lei con le mani prende la mia nuca e mi guida in modo che la mia bocca vada dove può darle più piacere. Nonostante l’eccitazione sono scomodo, quindi mi stacco mi giro e a questo punto mi trovo davanti a lei, immergo di nuovo la faccia nella fica bollente. Lecco l’interno delle cosce e bacio la fica di Sabri come se stessi baciando la sua bocca, strofinando le mie labbra sulle sue, immergendo la mia lingua tra le sue. Il solo suono che si sente sono i mugolii di Sabri e i suoi gemiti, anche lei deve essere un po’ scomoda e allora si siede sulle gambe di Giorgio, spingendo di nuovo la mia faccia in mezzo alle sue gambe, invitandomi a riprendere il lavoro. Intanto Giorgio che fino a quel momento si era limitato a guardarci, slaccia i bottoni del top di Sabri e lo fa cadere per terra e poi le mani vanno a cercare subito i seni e capezzoli gonfi e appuntiti. Io intanto non ho mai smesso di strusciare, strofinare, leccare, mordicchiarle la fica, i gemiti si sono fatti più sonori e frequenti, inserisco un dito e poi sentendo che l’interno della vulva è completamente bagnato, anche il secondo. Comincio a scoparla con le dita è il momento in cui Sabri ha il primo orgasmo, si inarca spingendo contemporaneamente il bacino verso l’alto mentre un lungo brivido la percorre, l’orgasmo è intenso e lungo ripetendosi parecchie volte con scatti che piano piano si quietano, lasciandola un po stordita tra le braccia di Giorgio. La raggiungo e le metto la lingua in bocca, facendole assaggiare i suoi umori più intimi. Poi mi alzo, ho un caldo pazzesco e mi rendo conto di essere ancora completamente vestito, mi tolgo la camicia, mi slaccio i pantaloni e mi sfilo le mutande, eccolo lì il mio uccello in piena erezione che non chiede altro che di essere accolto nella bocca di Sabri. Lei lo guarda e nonostante fossimo tutti un po’ agitati ha ancora lo spirito per fare una battuta “Quando me l’hai fatto toccare prima non sembrava così grosso” poi lo prende tra le mani e se lo porta alla bocca. Inizia un lungo scambio di effusioni tra la sua bocca e il mio cazzo, non solo un pompino, ma un’opera d’arte, senza quasi toccarlo con le mani lo percorre tutto con le labbra leccandolo e mordicchiandolo, dalle palle fin su alla cappella. Arrivata in cima si ferma un attimo per poi con le mani posate sui miei glutei spingermi dentro di lei ingoiandolo tutto fino in gola e lasciandomi letteralmente senza fiato. Ripete questo esercizio due, tre volte e io mi accorgo che con questo ritmo non posso resistere ancora per molto, la fermo, mi siedo sul divano e la faccio salire a cavalcioni invitandola a impalarsi sul mio cazzo. Giorgio che intanto ci guardava e scattava foto le passa un preservativo, Sabri me lo infila e poi con un lungo gemito mi fa entrare dentro di lei. Mentre mi cavalca mi prende le mani e se le porta sui seni poi si china e mi mette la lingua in bocca e mi sussurra di fotterla e di scoparla come una troia. Mentre è chinata ne approfitto per metterle il medio nel culo, “Siiiiiiiii scopami anche il culo.” Ormai il parossismo è al limite, ci limitiamo a muoverci all’unisono e a dare il più possibile piacere all’altro fino a che, quasi contemporaneamente veniamo, io con un lungo orgasmo che mi provoca spasmi e brividi e lei subito dopo, dimenandosi su di me per poi lentamente abbandonare la testa sul mio petto. La accarezzo e la bacio, stiamo così per qualche secondo, immobili, assaporando ancora le ondate di piacere. Mi divincolo da Sabri che crolla sul divano e chiedo a Giorgio il bagno, ci sto parecchio un po’ per riprendere fiato un po’ per lavarmi un po’ per guardarmi allo specchio e sorridermi, solo poche ore prima ero partito da Como pieno di dubbi e incertezze e adesso avevo appena finito una delle scopate più belle e intense della mia vita. Ritorno in salotto ancora completamente nudo, Sabri è sempre sdraiata sul divano in posizione fetale e Giorgio sta riguardando i film e le foto che ha fatto con la macchina.“Sono venuti una meraviglia, poi ti mando qualcosa” mi dice con un sorriso, “Ma mi sa che la Sabri è fuori combattimento, io speravo in un bis ma ho paura che dobbiamo organizzare un’altra volta.” In effetti Sabri non aveva più energie e anch’io mi sentivo molto stanco, oltretutto mi aspettavano almeno due ore di strada per arrivare a casa. Dopo quella volta ci siamo rivisti altre volte ed è stato divertente spiegare a Sabri tutto il piano e tutte le manovre che abbiamo architettato quel giorno. é passato tanto tempo ormai, ma la memoria di quella serata selvaggia rimane ancora indelebile nella mia testa.
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2 years ago
XDUDE70,
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Ho scopato la suocera.
Mi chiamo Adriano, ho 36 anni, sono sposato con Michela che ha la mia stessa età. Da circa un anno, un trasferimento per motivi di lavoro ci ha permesso di tornare al nostro paese di origine. Abbiamo ristrutturato la vecchia casa dei miei genitori e questo ci fa davvero piacere, anche perché, dopo la loro morte, avvenuta circa una ventina di anni fa e di mio suocero appena tre anni orsono, è rimasta solo mia suocera come parente.
Lei abita in una piccola frazione, distante circa una decina di km da noi, in una villetta indipendente. Maria è una bella donna di cinquantasei anni, dal fisico stupendo ed il suo aspetto le permette di muoversi fra la gente senza passare inosservata. Alta, slanciata, fisico snello, una quarta di seno che sfida le leggi di gravità, il ventre piatto, un bel culo a mandolino, la rendono una vera gioia per gli occhi di chi la guarda. Capelli biondi, occhi chiari, labbra carnose, che lei adorna sempre con un rossetto rosso fuoco, ha sempre avuto una vita indipendente ed un rapporto speciale con mio suocero, che, sono convinto, era orgoglioso esibirla al suo fianco quando passeggiavano per le strade del paese, e notava gli occhi carichi di cupidigia dei maschi che la osservavano.
Per completare il quadro, bisogna aggiungere anche il fatto che lei ha sempre indossato abiti abbastanza audaci, che le modellavano le forme, stimolando ancor più il desiderio di chi la guardava, senza poter far a meno di sbavare per quel corpo stupendo.
Dopo la morte di mio suocero, il suo comportamento non è cambiato granché, anche se mi è sembrata un po’ più chiusa, riservata, sicuramente meno solare che in passato. In occasione delle ultime feste natalizie, è successo un piccolo fatto che ha, in qualche modo, modificato il nostro tranquillo tran tran quotidiano. La notte di Natale avevamo partecipato alla messa di mezzanotte e poi, tra una cosa e l’altra, assieme alla gente del paese, avevamo festeggiato nei locali della parrocchia, giusto per scambiare gli auguri. Praticamente siam tornati a casa molto tardi e, poiché nevicava, Michela ha insistito perché la madre passasse la notte a casa nostra, facendola sistemare nella camera degli ospiti, adiacente alla nostra. Al mattino, mi ero attardato ancora un poco nel letto, quando sono stato svegliato dal cicaleccio di mia moglie e sua madre che, in cucina, stavano decidendo se fare colazione o meno, in considerazione del fatto che era quasi ora di pranzo. A quel punto la figlia ha chiesto alla madre di venire chiedere anche il mio parere. Proprio in quel momento, stavo uscendo dal letto con indosso solo i miei slip alquanto striminziti, che, quindi, non nascondevano per niente una forte erezione mattutina, che faceva tendere il tessuto, mettendo in evidenza la mia poderosa dotazione. In effetti ho un bel cazzo di quasi una ventina di centimetri, con una ottima circonferenza che, a detta di mia moglie, quando una donna se lo sente entrare nel ventre, lo avverte per bene in tutta la sua esuberante consistenza. Maria, quando ha aperto la porta della camera, non ha potuto non notare la mia superba erezione, ma nemmeno è scappata fuori o si è coperta gli occhi, ha solo sorriso. Per un attimo ci siamo fissati negli occhi, poi lei ha girato i tacchi e se n’è andata. Io mi son vestito e, quando sono entrato in cucina, mi è sembrato che tutto era abbastanza normale. Nessun accenno a quanto successo poco prima. Due giorni dopo, passata la tormenta di neve, e riaperte le strade, lei mi ha pregato di accompagnarla a casa, perché voleva prendere almeno degli indumenti per cambiarsi, in quanto, in tutti quei giorni, aveva praticamente indossato sempre le stesse cose. Seduta accanto a me, nell'abitacolo della mia auto, all’inizio se n'è stata in silenzio, guardando fuori dal finestrino. Poi, ad un tratto, si è girata e, dopo avermi sorriso, mi ha parlato molto pacatamente.
«Scusami, per quello che è successo la mattina di Natale. Sono stata estremamente maleducata a non bussare, prima di entrare in camera tua.»
Era la prima volta che parlavamo di quanto era accaduto e io ho cercato di rassicurarla.
«Tranquilla, non è successo assolutamente niente di cui tu mi debba chiedere scusa. Piuttosto è stata colpa mia che, non essendo abituato ad avere persone in casa al di fuori della moglie, mi sono mostrato in uno stato alquanto indecente.»
Lei sorride e, dopo avere scosso la testa, scherza un po' su ciò che è accaduto.
«Indecente! Veramente a me sei apparso tutto, tranne che indecente. Sarei tentata a farti una domanda, cui, però, non sei tenuto a rispondere per forza.»
La guardo, sorrido e la invito a formulare la domanda.
«Scusami se te lo chiedo, ma son curiosa di sapere quante volte mia figlia, diciamo nell’arco di una settimana o di un mese, riesce a prendere quella meraviglia che spuntava dalle tue mutande.»
La guardo e mi rendo conto che stiamo argomentando su fatti molto intimi, così decido di stare al suo gioco, per vedere sin dove può arrivare.
«Veramente, non è che stiamo lì a contare quante volte lo facciamo; diciamo che lei se lo prende spesso e volentieri, ogni qualvolta che ne ha voglia.»
Lei mi guarda un po’ sbalordita, poi riflette per qualche secondo e, subito dopo, commenta con una certa malinconia nella voce.
«Capisco che, per una donna giovane come lei non ci sono molte difficoltà a godere con un maschio come te. Invece io, ormai vecchia, posso solo godere dei ricordi di splendidi momenti vissuti con mio marito.»
Era evidente la sua tristezza in quelle poche parole e, quindi, ho cercato di tirarle su il morale.
«Mettiamo subito in chiaro una cosa: tu non sei affatto vecchia! Sei una splendida donna matura che, in circostanze diverse, non mi dispiacerebbe per niente corteggiare con lo scopo di portarla a letto e farla godere il più possibile. Spero che non mi reputi troppo sfrontato.»
Lei si gira, mi guarda e, con un sorrisetto ironico, continua a schermirsi, cercando di sminuire la sua capacità seduttiva.
«Sei un adorabile bugiardo! Lo dici solo perché vuoi consolare una povera vecchia come me e, soprattutto, ti diverti a prendermi in giro, perché sai benissimo che, essendo tua suocera, non ti chiederei mai di fare quello che hai appena detto.»
Ora sono io che la guardo incuriosito. Mi sto rendendo conto che il nostro discorso è arrivato ad un punto in cui bisogna mettere in chiaro alcune cose.
«Maria, non scherzare con me! Parlando seriamente, una bella donna come te, stretta fra le mie braccia a godere mentre fa sesso con me, sarebbe qualcosa di estremamente eccitante. Posso confessarti che, in passato, ho fatto qualche pensiero peccaminoso nei tuoi confronti e, ti assicuro che, a suggerire questi complimenti, non è un sentimento di pietà o consolazione.»
Lei non mi risponde, perché siamo giunti alla sua abitazione e, dopo aver parcheggiato, entriamo in casa. Lei mi invita a sedermi sul divano, mentre provvederà a fare una doccia ristoratrice e mettere qualcosa in valigia, perché non staremo a lungo in casa, in quanto abbiamo deciso di partecipare, assieme ad altre persone del paese, alla festa di Capodanno, che si terrà nei locali della parrocchia.
Resto in silenzio a riflettere su quanto detto, mentre sento lei che entra in camera sua ed inizia a spogliarsi.
Titubante, la seguo con lo sguardo e quando vedo, attraverso il corridoio che lei è entrata in camera senza chiudere completamente la porta, decido di avvicinarmi in silenzio. Prendo a spiarla attraverso lo stipite della porta. Si spoglia velocemente, rivelando un fisico quasi perfetto nella sua naturale bellezza. Nonostante l'età, non presenta alcun cedimento: il suo corpo è ancora tonico da far invidia a quello di mia moglie. In effetti, madre e figlia si assomigliano tantissimo. Una volta nuda, entra direttamente in bagno attraverso la porta che ha in camera e sento lo scrosciare dell’acqua. Silenziosamente entro anche in camera e noto che la porta del bagno è lasciata accostata. Questo mi permette di osservarla attraverso lo specchio, mentre accuratamente si lava, passando ripetutamente la mano all’interno delle cosce ed anche lungo il solco del sedere. Si lava con cura e solerzia, con particolare attenzione al seno, che accarezza passando ripetutamente la mano sui capezzoli, che ora noto duri e gonfi. Quando lei chiude l’acqua, mi rendo conto che sta per uscire, così, silenziosamente, torno sui miei passi. Dopo qualche istante, mentre sono ancora nel salone, la vedo comparire avvolta nel suo accappatoio bianco. Mi osserva per un attimo in silenzio, poi la sua voce, ridotta a quasi un sussurro, scandisce:
«Potevi anche entrare, così avresti potuto ammirare meglio quello che stavi osservando di nascosto, come un ladro. Almeno, quello che hai visto, ha soddisfatto la tua curiosità?»
Resto alquanto sorpreso, non avendo percepito di esser stato notato mentre la spiavo. Sono davvero incerto sul da farsi, mentre, dentro di me, avverto la vergognosa sensazione di un bimbo sorpreso a rubare la marmellata.
«Scusami, sono stato un vero maleducato, ma, a maggior ragione, ribadisco quello che ti ho detto in auto: hai un corpo stupendo, che incanta!»
Lei si è avvicinata a me, mi guarda dritto negli occhi e poi, senza dir nulla, mi prende per mano e insieme siamo entrati in camera da letto. Lei, con un semplice gesto, ha lasciato cadere l'accappatoio ai suoi piedi, mostrandosi nuda a me che, nel frattempo, mi stavo spogliando così in fretta, come se i vestiti mi stessero bruciando addosso.
L’ho stretta a me ed abbiamo iniziato a baciarci.
La sua lingua è entrata con prepotenza nella mia bocca ed ha iniziato una danza erotica assieme alla mia, mentre le nostre mani esploravano esagitate i nostri corpi, alla ricerca dei punti più sensibili, onde acuire ancor più l’eccitazione ed il piacere. Quando ci siamo staccati l'ho adagiata sul letto, le ho baciato il corpo, scivolando fra le sue cosce e lei, lusingata dal desiderio che mostravo, ha tirato la mia testa sulla sua figa bagnata e gocciolante. Ho preso a leccare tutto il nettare che sgorgava copioso da quella fonte di Venere e lei, in breve, ha raggiunto subito un orgasmo e, con forza, ha schiacciato il mio viso contro la sua intimità, mentre la mia bocca veniva inondata dal suo nettare. Poi si è rigirata e la sua bocca si è subito impossessata del mio cazzo. Ho sentito che scivolava, in tutta la sua lunghezza, nella sua gola, mentre lei continuava a spingere il bacino contro la mia bocca, perché voleva godere ancora con la mia lingua. Mi ha leccato e succhiato avidamente, scivolando in basso fino a prendere in bocca anche le palle e, ad un tratto, con la voce rotta dall’emozione per la forte eccitazione, tanto da sembrare un flebile lamento, ha affermato:
«Non vedo l'ora di sentirti dentro, perché ci sto pensando da quella fatidica mattina. Quando ti ho visto, i miei occhi non hanno potuto staccarsi da questo membro meraviglioso e, immediatamente, un languore si è impadronita del mio basso ventre. In un istante mi son ritrovata fradicia fra le cosce. Ti voglio, lo voglio sentire tutto, fino in fondo.»
Mentre parlava, si è rigirata e distesa supina a cosce larghe e, con le braccia tese verso di me, mi ha invitato ad entrarle dentro. Mi sono appoggiato a quella meravigliosa fonte di goduria e, con un affondo deciso, sono entrato tutto, fino in fondo. Quando il mio cazzo ha colpito il fondo, lei ha inarcato il corpo e spalancato la bocca, mentre veniva scossa dai fremiti di un orgasmo portentoso.
«Meraviglioso! L’ho sentito tutto, fino in fondo! È stato così bello che mi hai subito fatto venire! Sei un vero toro! Scopami! Fai di me la tua vacca! Sbattimi! Fammi morire di piacere, perché è da tanto tempo che non mi sento così bene, fra le braccia di un maschio.»
L’ho scopata a lungo, facendola godere ripetutamente, poi l’ho rigirata e l'ho messa a quattro zampe e, tenendola per i fianchi, ho preso a scoparla da dietro, facendola impazzire ancor di più. Ero prossimo a godere e lei se n'è resa conto.
«Vieni, vienimi dentro! Inonda il mio ventre e poi fammi succhiare questo membro stupendo che mi sta facendo veramente godere tantissimo.»
Ho aspettato ancora un suo ennesimo orgasmo, poi l'ho riempita del mio sperma caldo e denso. Mi sono sfilato da lei che, rapidamente, si è girata e si è messa a succhiare lo sperma residuo dal mio cazzo, finché non ha raccolto ed ingoiato anche l’ultima stilla di piacere che ne usciva.
La sua bocca calda ha avuto su di me l’effetto di far rimanere il cazzo duro e lei, compiaciuta del risultato, mi ha fatto distendere supino ed è salita su di me, impalandosi ancora su quel membro che l’aveva fatta appena godere. Ho sentito colare il piacere dalla sua fica sul mio corpo e scivolare giù lungo le palle, mentre lei muoveva il corpo avanti/indietro scopandosi il mio cazzo e cavalcandolo come una amazzone scatenata. Vedevo i suoi seni ballonzolare davanti ai miei occhi e, sollevate le mani, ho preso a stringerli, ad impastarli, strizzandone i capezzoli, mentre lei mi incitava a farle ancora più male, perché questo le procurava molto piacere. Dopo l’ennesimo orgasmo, si è sdraiata sfinita su di me e, a quel punto, ho sentito forte il desiderio di violare anche l'altro pertugio. Sdraiata di lato, ho sollevato una sua gamba ed ho appoggiato la cappella al suo buchetto posteriore. Lei si è girata e, guardandomi con languore, mi ha solo pregato di far piano, perché erano anni che non prendeva un cazzo nel culo. Le sono scivolato dentro lentamente, facendo in modo che lei, man mano, si abituasse alla penetrazione.
Una volta tutto dentro, ho preso a limare quel buco stretto che lei contraeva, per aumentare ancor più le sue e le mie sensazioni, finché, con un grido animalesco, le ho irrorato anche nel culo.
Siamo rimasti sdraiati per qualche minuto, poi, insieme, siamo andati a far la doccia. Circa due ore dopo, siamo tornati a casa mia e, mentre lei disfaceva la valigia nella sua camera, mia moglie si è avvicinata a me e, dopo avermi abbracciato e baciato, mi ha guardato dritto negli occhi, quasi esaminando la mia reazione e, con una voce estremamente mielosa. mi ha chiesto:
«Quanto ha goduto mamma fra le tue braccia?»
L’ho guardata incredulo, ma lei mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, mi ha rasserenato.
«Ero dietro di lei quella mattina che è entrata in camera ed ha visto la tua erezione. Ho visto lo stupore nei suoi occhi e, poiché sono a conoscenza del fatto che, con mio padre, spesso e volentieri, facevano sesso coinvolgendo anche altre persone, quando è tornata in cucina, le ho parlato e le ho detto che se desiderava far sesso con te, non avrei avuto nulla in contrario, anzi, ne sarei stata davvero felice. Quando, poco fa, è entrata in casa, i nostri occhi si sono incrociati e lei mi ha fatto un piccolo cenno con la testa, dandomi conferma di aver scopato con te. Rinnovo quindi la mia domanda: quanto hai goduto fra le tue braccia?»
Ho abbracciato mia moglie e le ho detto che sua madre, di certo, si era divertita molto, perché non mi era sembrato avesse tenuto il conto di quante volte avesse raggiunto l’orgasmo.
Mia moglie mi ha abbracciato e mi ha baciato e, da quella sera, mia suocera ha preso a vivere in casa nostra, anzi, per esser più precisi, da quel giorno mi trovo con due femmine nel letto che, senza nessuna gelosia, si godono il mio cazzo.
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2 years ago
baxi18, 55
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Feedback maxstil a moglie pipinobsxp grato per le gioiose copule fatte
Feedback Maxstil a moglie mini dotato grato per le gioiose copule fatte
Questo scritto di Maxstil, dotatissimo buIl sessantenne pisano andava pubblicato sui siti scambisti desiderya, A69, la moglie offerta, per accordi col settantenne mini dotato cornuto della piana lucchese.
Voleva essere una testimonianza di gratitudine per avergli fatto fare la conoscenza di sua moglie che per il feeling nato tra i due al primo incontro del 8.12.2019 decidono di chiavare il 30.12.2019.
Ma l’introverso Maxstil senza motivazione opta per feedback alla moglie di pipinobsxp, il quale con orgoglio e vanto la pubblica nei suoi annuncio sui siti in cui è iscritto.
“Cara mia, amica intima, come m’hai detto che per te io sono, insicura, irreprensibile, candida, ma allo stesso tempo ardente, fascinosa, ammaliante, provocante e sensualmente insoddisfatta moglie del mini dotato, 11,5x2,8, vizioso, fedifrago, ma affabile, socievole e disponibile settantenne della piana lucchese.
Come m'hai detto tuo marito fino a 60 anni ha avuto una intensa vita sessuale, s’è scopato te devota onesta moglie quasi una dozzina di volte al mese ed ha frequentato mensilmente giovani mignotte, da solo o con occasionali altri maschi.
Io, maxstil, ho avvertito l’intima esigenza di vergare d’acchito quanto segue per rendere un grazie alla riservata, schiva e calorosa femmina, te che per il feeling intervenuta subito tra noi crea un percorso di durature numerose copule.
A scanso equivoci ti premetto che tutto quanto ho appurato su di te dal momento che sei apparsa al mio orizzonte è solo ed esclusivamente positivo ed elogiativo delle tue intrinseche qualità fisiche e morali.
Inizio con rammentare che negli ultimi tre anni hai trasgredito, di tua libera scelta con me, presente sempre tuo marito, che avevi reso cornuto con più d’uno dei 18 precedenti bull con cui hai fottuto, e di certo tanto è avvenuto nelle 9 copule, dal 30.12.2019a 8.11.2022.
Ai primi di settembre 2019 navigo in web e mi imbatto in video prodotto e postato da un certo pipinobsx, il tuo cornuto sposo, che la didascalia definisce amatoriale, cioè chi l’ha postato l’ha prodotto dal vivo.
Ha girato scene di sesso con protagonista la sua sposina, te, che trasgredisci per la tua prima volta nel 2011 con 44enne professionista di Montecatini, alto, giusto peso, socievole, adeguata esperienza, 20 spose già montate, cazzo 23x16, che mal adoperato nella penetrazione tua figa ne strina le fibre, coito interrotto.
Ti curi, ma caparbia ci riprovi nel 2013, a febbraio, maturo bull livornese, poco meno dotato, ma assai più esperto, un centinaio di scalpi di insoddisfatte spose in faretra, ti soddisfa e ti godi il tuo primo orgasmo, 2 mesi dopo gli concedi bis in cui ti fa lo sgarbo di ritrarti nuda e lo scacci, seguono altri 16 maschi dotati il giusto per la tua stretta figa, pochi ti piacciono e concedi solo 3-4 bis, nessuno t’incula, è sempre vergine.
Di certo la visione del video sarà arrapante, istruttiva su come copula una sposa, te, non troia o mignotta.
Senza pin non posso visionarlo, m’arrovello e trovo mail dell’autore a cui scrivo e chiedo con cortesia di inviarmelo, il tuo orgoglioso cornuto coniuge me lo recapita, purché lasci commento su quanto visionato.
Aperto il video, non trovo i giusti termini per descrivere le straordinarie, arrapanti, seducenti, affascinanti, belle, infiammanti e dilettevoli scene che ho innante i miei abbagliati e allucinati occhi.
E’ tutto vero, è sesso praticato dalla moglie in varie pose di kamasutra con bull di età e fisico diverso, anche con cazzi storti, no tutti extra dotati, nessuno di colore, scene riprese con modalità che farebbero rizzare il cazzo anche d’eunuco di serraglio levantino, scene che mettono in risalto il bestiale fisico e la fenomenale e passionale dote artistica della protagonista, cioè te, celestiale, verace bomba sexy ed autentica porcella, giudizio che si ha con la visione del film, per come chiava e fa pompini, anche a cazzi di 26-28cm.
Ho individuato nel video che pipinobsxp ha postato 26 coiti con 18 bull, 5 hanno avuto solo succhio, 8 fatto bis in bocca e figa, uno solo ha chiavato 3 volte, nessuno incula e 4 hanno fatto andare in bianco la moglie.
Nel film sono colpito e rapito d’intensa ammirazione per te, che con disinvoltura e disinteresse fotti con trasporto, gioia e goduria e prendi nella tua stretta topina cazzi di extra dimensione.
Del video visto segnalo la scena di una minuta bassina ben fatta femmina, te, in ginocchio su un cuscino, boccuccia all’altezza di ritto nudo pene, che con avidità e partecipazione imbocchi una cappella di pene, che determina immane frenesia erotica nel bull, il quale da corso ad un entra ed esci dallo stretto foro, la tua bocca, come se chiavasse in vagina, pochi movimenti e ti sborra in bocca e te ingoi tutto senza sputo.
A prima vista si dubita che sia la moglie di pipinobsxp, te, che chiavi, ma una vera troia, prostituta, escort d’alto bordo, ingaggiata e ben pagata per le riprese su un set porno.
Pertanto, pazzo di voglia di scoparti, rara porcella, contatto il cornuto pipinobsxp, lo riempio di elogio per il video fatto, degno di provetto cineasta, chiedo se ne ha prodotti altri che gradirei avere, poi, mi spertico in elogi per te, sua moglie, protagonista indiscussa d’incredibile performance di sesso e di estasianti copule.
Amplio al massimo il formato immagini, ma non individuo, ne risconto che tale donna io la conosco.
Inoltre non scorgo imperfezioni e/o difetti fisici, smagliature, rughe, vene varicose od alto, tipici dell’età matura e neppure morali, sei pudica, timida, inesperta e inibita moglie secondo il cornuto pipinobsxp.
Il quale è stato accorto a riprendere sempre e solo le parti intime dei soggetti, quelle strettamente relative agli organi sessuali, non ha inquadrato fattezze fisiche che li rendessero riconoscibili.
Sappi cara intima amica che ho carpito in chat confidenze da un paio di dotati bull che ti hanno scopato, che hanno riferito che trasgredivi perché stufa di 30 anni di chiavate col cazzetto di 11,5cm tondo 10 del tuo sposo, benché t’avesse ingravidata più volte, che non gli perdonavi di aver frequentato centinaia di troie e mignotte sperperando parte del tuo patrimonio e che scoperto il suo vizio ha rifiutato di cambiar via, anzi t’ha convinto a trasgredire in sua presenza con cazzi di bull da lui contattati ed a te graditi.
Petando, presente e partecipante il cornuto alla trasgressione, in camera di riservato resort hai copulato prima che ci incontrassimo 26 volte, anche se hai conservato la figa sana e intatta di 7cm come natura crea, come pure l’ano sano e semi vergine, v’è entrato solo mini pene del tuo sposo.
In chat con pipinobsxp su A69 mi propongo di allargarti la figa a non meno di 8,5cm e mi rendo disposto per drink in bar di tua e sua scelta, che è fissato all’8 dicembre al bar di IKEA di Pisa.
Sono nel parcheggio, mi si ferma accanto auto da cui scende uomo, settantenne, imponente, altezza media, cenno di pancetta, capelli corti canuti, abbigliamento elegante, indi una femmina, te, che m’appari un gran pezzo di gnocca, donna di classe, non alta, forme snelle, ampia gonna in rosso pompeiano, sopra i ginocchi e messa in bella vista gambe da modella, blusa verde sopra la spalla, cintura stretta giro vita 42-44, bianca camicetta aperta a balconcino che reggono prosperosi seni, ideali per goduriose spagnole con grosso cazzo.
Senza esagerazione ho davanti un corpo femmineo che emana e diffonde nello etere che la circonda un effluvio celestiale, sono confuso, inebriato e turbato al punto che mi metterei ai tuoi piedi in preghiera, in adorazione a che te divina musa del video, mi rendi partecipe della tua voluttuosa sessualità.
M’appari la Musetta della Boeme che i maschi sostano, ammirano, guardano con penetranti occhi per spogliarti alla ricerca delle tue occulte beltà, che in te di certo albergano e sono a bizzeffe.
L’uomo ti presenta come sua moglie, l’eroina del video, che ad occhi aperti si ammira e fai sognare.
Nel pub i miei luminosi occhi sono sgranati ed appiccicati all’armonioso folgorante tuo culo da sballo, per me degno della Mangano in riso amaro, gradita sorpresa viene dal cornuto, quale hai reso tuo marito godendo con più di un bull, che scelto tavolo appartato, accosta due sedie e ci fa sedere accanto, cosce e cosce a contatto, ci mette del suo perché noi ce la intendiamo, perché tra noi scatti il giusto feeling.
Poi, chiesto cosa ordinare va via e mi strizza l’occhio, lui temporeggerà perché io possa circuirti.
A volo ti do notizie su me, Maxstil, nome d’arte di 60 enne ristoratore di Pisa, alto 190cm, peso 85kg, pene 22cm largo 5,5, originario dell’agro sarnese nel salernitano, persona persuasiva, affabile, conviviale sincera. Con mia immensa letizia mi confidi che ti piaccio, ho fisico del vero maschio da portare a letto, che c’è il giusto feeling tra noi e sei disposta a copulare con me quanto prima, si fa scambio cellulari.
Al giorno 10 ore 10,30 devo essere nel bar inizio strada per le villette del resort ove si fotte, ci salutiamo e tu con mio disappunto dici che sei indisposta, ma che giacerai a letto con me ante fine anno.
Non temi che l’extra dimensione del mio pene ti sfondi la figa anzi ci ti vuoi confrontare, anzi desideri donarti a me come so che sai fare, però mi chiedi che il mio cazzo ti procuri orgasmi a te ignoti.
Da tuo marito so che la copula con te è per le ore 10,30 del 30.12.2019.”.
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2 years ago
pina1desto,
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Cinema porno
Ciao sono Marina 44enne e BBW e assieme al mio cuckold ho deciso di regalarmi una serata in un cinema porno del nord Italia.
Ho scelto tale posto, perché ho sempre pensato che è frequentato da vecchi porci libidinosi, i quali non si fanno scrupoli a tirarselo fuori e farsi svuotare solo per la voglia di scaricare.
Quella sera, entrati all’interno del cinema, dopo aver scoperto il mio décolleté e messo in bella mostra le mie grosse mammelle, ho fatto un breve giro di perlustrazione, e avendo visto che vi erano già circa 30 maschi, e che l’età media era attestata sui 55 - 60 anni, senza perdere tempo, mi sono seduta al primo divanetto della platea, con accanto il mio cornuto consapevole di cosa avrei fatto di lì a poco.
Premetto che amo essere usata da vecchi porci con le loro palle piene, i peli ispidi e bianchi, perché li reputo veramente depravati e perversi, e non hanno ritegno ad usarmi come merito, volendo solo svuotare per il mio e loro piacere.
Comunque, appena seduti, è stato l’inizio della mia felicità; sono stata circondata dal primo gruppo di maturi famelici i quali hanno iniziato a frugarmi e palparmi tutto il corpo, mentre altri iniziavano a tirarselo fuori. Chi si masturbava per preparalo al dopo e chi era già a cazzo dritto pronto all’uso.
Ho iniziato a dedicarmi a questi ultimi, iniziandoli a succhiarli e segarli contemporaneamente, mentre venivo stordita dall’odore forte e pungente di quelle cappelle e dai rumori dei loro rantoli. Da brava pompinara poi, ho visto chi era già pronto per schizzare e a catena di montaggio, ho iniziato a farli svuotare uno dopo l’altro.
Nel mentre il mio cornuto invitava chi ne avesse voglia a segarsi e sporcarmi ovunque volessero. Invito che è stato subito accolto così che, tra le venute in bocca e gli schizzi caldi e odorosi degli altri osservatori, sono stata usata come una latrina e una sboratoio per vecchi porci. A ogni svuotata in bocca, guardavo il mio uomo e con uno sguardo di complicità poi sputavo tutto per terra formando così mano mano una piccola pozzanghera.
Gli ultimi rimasti in attesa del loro turno, iniziavano ad apostrofare il mio cornuto dicendogli che avrei dovuto finire di lavorare anche i rimanenti piselli perché ero solo una vacca in carne nata solo per mungere e svuotare cazzi.
Alla fine sono riuscita a farli scaricare tutti, e ancora completamente lavata e sporcata da tutta quella sbora, guardavo il mio cuckold, dicendogli quanto mi era piaciuto cornificarlo. Lui impazzito di piacere mi baciava avidamente condividendo la mia bocca ancora saporita e odorosa, e masturbandosi, schizzava subito a terra nella pozzanghera che avevo tra i piedi.
Tornati in albergo, ancora odorosa di cappelle e incrostata di sbora, permettevo al mio dolce cornuto di odorare tutto il mio corpo usato, per poi addormentarsi sopra le mie morbide forme, ancora piacevolmente sporche e intrise di tutto quel liquido seminale maschile.
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2 years ago
admin, 75
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Mia moglie fa la modella.
Mi chiamo Lorenzo, ho 34 anni e sono di media statura, capelli scuri, occhi marroni, fisico normale e sono sposato con Elena, che ha la mia stessa età. Lei è una bella donna, dal fisico molto ben definito. È alta, snella, dai capelli castano chiaro lunghi, che le arrivano fino al seno davanti, e dietro, oltre le spalle. Il seno è di una terza abbondante, tonda e perfetta, che sembra il lavoro di un chirurgo plastico, mentre invece è tutto naturale. Ha capezzoli un po’ piccoli, ventre piatto ed un culo a forma di cuore posto al culmine di due cosce lunghe, snelle e ben affusolate. Anche il viso è un ovale perfetto, occhi chiari e labbra ben delineate. Fin da adolescente, ha praticato danza classica, che le ha modellato il fisico in maniera così bella e, poiché i miei suoceri hanno un atelier di moda per spose, lei per molti anni ha sfilato, mostrando a varie clienti modelli di vestiti da sposa. Questa attività le ha sempre fatto provare un piacere particolare nel vedersi ostentata. Col tempo, ho notato che questa sua vena esibizionista si è sempre più evoluta. Essendo un appassionato di fotografia artistica, l’ho portata ad apprezzare quella forma d'arte, riuscendo a realizzare degli scatti eccezionali, senza omettere di immortalarla anche in pose erotiche, particolarmente intriganti. La scorsa estate eravamo in vacanza in un villaggio turistico su un un’isola greca, e, una sera, il team di artisti che di solito intratteneva i turisti, hanno chiesto se fra il pubblico vi fosse qualcuna disposta a sfilare in passerella, indossando costumi da bagno per promuovere una raccolta fondi destinata ad un piccolo orfanotrofio dell’isola, che assisteva orfani di pescatori, morti in mare. Lei, aderendo alla mia insistente esortazione, si è fatta avanti e, assieme ad una decina di altre donne, è salita sul palco e, dopo aver ricevuto un applauso, sono sparite in appositi camerini, allestiti proprio per consentir loro di indossare i vari costumi da bagno. Dopo di che, una dopo l’altra, sono riapparse in passerella, e tutti hanno potuto ammirare con quanta grazia queste giovani donne presentavano i vari modelli. Tra il pubblico vi era un uomo sulla quarantina, dal fisico tonico e ben fatto, dai capelli molto corti e uno sguardo alquanto penetrante, che era incaricato di fotografare i vari modelli. Ebbene quell'uomo ha mostrato un particolare interesse per mia moglie, scattandole molte foto e, quando lo spettacolo ha avuto termine, ci ha raggiunto al nostro tavolo per complimentarsi con lei.
«Buonasera, mi chiamo Dimitri e desidero complimentarmi con la signora per la splendida classe ed eleganza, tenuta in passerella. Purtroppo in questa isola faccio fatica a trovare una modella che mi sarebbe necessaria per reclamizzare una serie di articoli di lingerie, molto raffinata. Comprendo benissimo che siete in vacanza, ma se la sua signora potesse dedicarmi anche solo poche ore del suo tempo, vi assicuro che per me sarebbe un grandissimo favore, che ricompenserei provvedendo al pagamento di tutte le spese occorse per questa vacanza.»
Istintivamente lei si dichiarò disponibile, perché avrebbe avuto piacere a posare per lui e, così, ci accordammo per il pomeriggio del giorno successivo, quando ci saremmo recati presso la sua abitazione, che era situata nella parte più alta dell'isola. Ero rimasto un po’ sorpreso dall’istantanea disponibilità di Elena, ma, avendo notato la gratificazione che le era derivata nello sfilare in passerella, ho pensato che, in fondo, non era poi tanto strano se avesse gradito anche posare davanti all’obiettivo della macchina fotografica e, dal momento che il relativo compenso rappresentava il rientro di quanto speso per la vacanza, tanto di guadagnato. La sera, a letto, abbiamo scopato in maniera molto appagante. L’ho sentita calda e vogliosa, e devo dire che questo mi ha fatto molto piacere. Stranamente, però, il giorno dopo la sentivo un po’ tesa e, quando abbiamo raggiunto l’abitazione di Dimitri, lui ci ha accolto cordialmente e subito si è adoperato affinché lei si rilassasse e si sentisse a proprio agio. Una volta entrati nella sua splendida abitazione, ci siamo trovati ad ammirare un panorama da mozzare il fiato: sul retro della casa, vi era uno splendido terrazzo, da cui si dominava l'intera isola. Lui le ha mostrato la sua camera da letto, dove potersi cambiare ed indossare la lingerie che, di volta in volta, lui avrebbe immortalato, sfruttando la magnifica location del suo terrazzo. Mentre lui preparava il set fotografico, ho visto Elena entrare in camera, spogliarsi ed indossare un reggiseno in pizzo nero, un reggicalze, calze nere, un sottile perizoma sempre in pizzo nero e, poiché il giorno precedente le aveva chiesto il numero delle scarpe, abbinate alle lingerie vi erano anche alcune paia di scarpe dal tacco veramente proibitivo. Ad un tratto Dimitri è entrato nella camera e, dopo averla osservata, le ha indicato un paio di sandali altissimi in vernice nera, con un cinturino regolabile alla caviglia, tacco 17,5 con plateau 6 cm, che le hanno ancor più evidenziato il suo splendido culo. Quando è uscita sul terrazzo, ho sentito il cazzo muoversi nei pantaloni, mentre Dimitri ha preso a scattare una serie di foto molto belle e sensuali. Elena si muoveva con naturalezza e lui si mostrava soddisfatto.
«Brava! Girati di lato! Solleva i capelli! Spingi indietro il culo! Adesso abbassati, brava, così! Sei meravigliosa!»
Era un susseguirsi di complimenti che hanno fatto molto piacere ad Elena, perché ho visto i suoi occhi brillare di profonda gioia. Poi lui l'ha invitata ad indossare un altro capo e lei è entrata in camera e si è spogliata nuda, mentre lui ricaricava le macchine fotografiche e, con la coda dell’occhio, la guardava attraverso la finestra aperta. Ho visto gonfiare il suo pacco e, invero, anche il mio cazzo era già bello duro. Lei è venuta fuori, indossando un corsetto nero molto erotico con perizoma realizzato in pizzo, di un tessuto nero semi trasparente. Ai piedi aveva degli zoccoli a base nera, con effetto legno laccato, con doppia fascia nera e tacco 13, plateau 4 cm. Quando l’ho vista, il mio cazzo ha preso a premere contro la stoffa dei pantaloni e lo stesso ho visto accadere a quello di Dimitri. Anche qui lui le ha scattato una serie di foto, che rasentavano l’osceno. Poi l’ha invitata di nuovo a cambiarsi e, questa volta, è uscita indossando un reggiseno costituito da spalline che tenevano insieme due piccoli triangoli di stoffa, che coprivano appena i capezzoli e, essendo i suoi seni piuttosto grossi e sodi, li faceva apparire ancor più nudi di quanto lo fossero stati, in realtà. Le mutandine erano costituite da un triangolo di stoffa, talmente esiguo che copriva a stento il suo monte di Venere e lasciava il sedere, completamente scoperto, perché i relativi fili erano scomparsi nel solco delle natiche. Ai piedi indossava dei sandali ad effetto cristallo, con tacco alto di 14 cm e plateau 4. Sembrava una vera zoccola! Gli occhi di Dimitri brillavano mentre osservava la deliziosa figura davanti alla sua macchina fotografica. Le ha scattato una decina di foto del genere decisamente porno, che hanno elevato ancor più il livello della nostra eccitazione, già alle stelle. Guardarla posare per un altro uomo, mi ha reso così eccitato che quando mi ha chiesto di unirmi a lei, ho colto al volo l'occasione e mi son spostato dietro di lei. Il mio cazzo era duro come una roccia e l'ho premuto tra le sue natiche nude. Lei ha risposto spingendo indietro il sedere, in modo che il mio cazzo fosse intrappolato tra le sue natiche. Ero così eccitato che ho portato le mie mani davanti, le ho preso i seni a coppa ed i capezzoli fra le dita, mentre con la bocca l’ho baciata sulla base della nuca. Elena ha emesso un gemito, poi ha chiuso gli occhi ed ha poggiato la testa sulle mie spalle. Ha preso a gemere e ad eccitarsi così tanto che il suo respiro è diventato pesante, mentre io, con un gesto rapido, le ho sfilato il reggiseno ed ho preso di nuovo i suoi seni fra le mani e, mentre li impastavo, Dimitri scattava foto in continuazione. Mi aspettavo qualche reazione da parte di Elena, che però non c’è stata, allora le ho sciolto i nodi che tenevano legato il perizoma, che le è scivolato lungo le gambe, esponendo la figa allo sguardo di Dimitri ed all’obiettivo della sua macchina fotografica. Ancora una volta non mi ha fermato, nemmeno quando ho tirato indietro le labbra della sua fica, per esporre le pieghe interne alla fotocamera. Dimitri si è inginocchiato davanti a lei ed ha ritratto in primo piano le mie dita che le pizzicavano il clitoride. Gemeva, boccheggiava e il suo sedere si premeva sempre più sulla mia erezione. Poi lui le ha voluto che indossasse ancora un altro capo, mentre chiedeva a me di scendere al piano inferiore, dove, sul tavolo, c’era una scatola contenente altri rullini, in quanto aveva esaurito quelli che aveva lì. Sono sceso e risalito in un attimo, ma, quando son tornato e sono rientrato in camera, son rimasto sulla porta strabiliato. Elena era sdraiata sul letto con le gambe divaricate e, tra le sue gambe, c'era Dimitri, che le infilava un cazzo enorme nella fica! Prima che potessi fare qualsiasi cosa per fermarlo, lui, con un affondo deciso, glielo ha spinto tutto dentro.
«Oooohh! Sì, mi sfonda! È enorme! Ti prego, spingilo tutto dentro!»
Il suo corpo ha avuto un sussulto, lei ha sollevato le gambe in modo che i suoi talloni poggiassero sulle sue spalle. I suoi occhi erano chiusi, ma dall'espressione del suo viso ho capito che stava veramente godendo per questa monta, a cui la stava sottoponendo Dimitri. Lui ha allungato le mani, ha afferrato i suoi seni, usandoli come maniglie per farla agitare avanti/indietro sul suo cazzo. Per un attimo, ho avvertito un forte senso di gelosia, ma poi mi sono eccitato al massimo: mi sono avvicinato a lei che ha girato la testa verso di me, ha aperto gli occhi e mi ha sorriso con languore. Ha alzato il braccio e mi ha tirato il viso contro il suo. Ci siamo baciati e le nostre lingue si sono intrecciate, mentre Dimitri continuava a scoparle la fica con colpi sempre più vigorosi, portandola ad un immediato orgasmo, talmente devastante che si è staccata da me, per urlare il suo piacere.
«Vengo! Oddio, sto godendo! Amore, impazzisco! Vengo! Dai, sbattimi più forte, che vengo! Ora!»
Il suo corpo ha preso a tremare, scosso da un orgasmo incredibile ed ha di nuovo sollevato la mano per attrarre di nuovo la mia bocca sulla sua e, mentre si contorceva scossa da quel piacere, mi ha succhiato con forza la lingua. Intanto le sue unghie si sono piantate nella mia schiena, graffiandomi, mentre ci abbandonavamo storditi da quel bacio così intenso e passionale. Lui, intanto, ha continuato a devastarla con colpi tremendi. La sbatteva sempre più forte, facendole sobbalzare il corpo ad ogni affondo, fin quando lui ha preso a chiavarla con maggior velocità, per, infine, sborrarle nella fica, con un urlo disumano.
«Sborro, eccomi! Sto sborrando! Troia meravigliosa, ti sto inondando la fica! Eccomi!»
È rimasto piantato dentro di lei, mentre il suo corpo sussultava e non potevo non vedere con quanta irruenza le stava riversando tutta la sborra dentro la fica. Poi, si è sfilato ed ho visto quel membro dal notevole spessore completamente ricoperto sia della sua sborra che degli umori di Elena e, alla vista della sua fica dilatata e piena del suo sperma, mi son tolto i pantaloni ed ho affondato anche il mio cazzo nella sua figa. Il mio cazzo è giunto in fondo in un sol colpo, dato la dilatazione e la lubrificazione della fica di mia moglie e, ad ogni spinta, sentivo la sborra di Dimitri schizzarmi sulle palle. Ero così eccitato, che l’ho scopata in maniera quasi furiosa e, quando lei mi ha guardato negli occhi e ha urlato un ennesimo orgasmo, le ho riversato dentro anche tutta la mia crema. Sono rimasto alcuni istanti piantato dentro di lei e poi, mentre mi sfilavo, Dimitri mi ha indicato la porta del bagno, dove mi son recato per prendere un asciugamano per poterci pulire, ma, una volta tornato, ho trovato che Elena era inginocchiata sul letto con il culo per aria e Dimitri che le stava sbattendo il cazzo nella figa, da dietro. Ad ogni affondo, vedevo rivoli di sperma che scorrevano lungo le sue gambe, e lui la teneva per i fianchi e la sbatteva con forza, scuotendo tutto il suo corpo. Ero così affascinato da quella scena, che ho preso la macchina fotografica ed ho iniziato a riprenderli mentre scopavano: è stata la cosa più eccitante cui avessi mai assistito. Ero così eccitato e travolto da quanto vedevo, che ho chiesto a Dimitri di cambiar spesso posizione. Lo ha fatto, molte volte ed ho scattato una miriade di foto, da diverse angolazioni, di Elena che veniva scopata. Ho anche immortalato l’attimo in cui lui le ha di nuovo riversato dentro un’altra ingente quantità di sperma e, quando ha sfilato il suo grosso membro, ha continuato a segarsi sul culo di Elena, che è stato completamente ricoperto di macchie bianche. Anche il mio cazzo era tornato nuovamente duro e, a quel punto, ho ridato a lui la macchina fotografica e mi sono posizionato dietro di lei, ma, anziché, prenderla nella fica, ormai ridotta ad una voragine dalla verga di Dimitri, ho poggiato la punta del cazzo sul buco del culo di mia moglie e, con due spinte decise, gliel’ho infilato tutto dentro.
«Fa piano! Mi sfondi il culo, ma non fermarti, spingilo più che puoi, perché mi piace da morire! Dai, amore, rompimi il culo!»
L'ho scopata duramente, cambiando spesso posizione in modo che Dimitri potesse scattare altre foto, che son servite ad immortalare anche questa seconda penetrazione e, quando ho sborrato e ho schizzato in parte nel suo culo, l'ho fatta velocemente inginocchiare davanti a me e le ho schizzato in faccia il resto della sborra che avevo ni coglioni. Lui ha immortalato anche questa scena, per poi guardarci tutti e tre e scoppiare a ridere soddisfatti.
«Accidenti! Sei stata davvero fantastica! Una vera porcellina! E tuo marito è un vero porco complice che ha saputo coinvolgermi in maniera adeguata: grazie!»
Poi ci siamo dati una ripulita e, dopo aver salutato il nostro ospite, siamo ritornati nel nostro appartamento. Durante il tragitto lei era abbastanza silenziosa e sembrava piuttosto imbarazzata dal suo comportamento così diretto, quanto osceno, ma io l’ho rasserenata, dicendole che era stata qualcosa di veramente eccitante che mai avrei pensato di poter godere durante l'intera esistenza.
«Tranquilla, amore, non farti prendere da rigurgiti morali: va tutto bene! Era una cosa che forse desideravamo entrambi, per questo ci siamo lasciati andare e mi è sembrato che sia stato piuttosto piacevole per tutti e due. Tu sei stata all'altezza della situazione e ti sei comportata come dovevi: femmina appassionata e carnale. Da tutto questo, ho scoperto un nuovo lato di te, che mi affascina e mi travolge da pazzi: se solo ripenso al momento in cui ti ho vista posseduta da lui... Che immagine da idillio: tremenda, ma, nello stesso tempo, di un erotismo unico.»
Il giorno dopo, Dimitri è venuto a casa nostra con le foto sviluppate. Erano tutte foto una più bella dell'altra e, nel guardarle, ci siamo eccitati di nuovo ed abbiamo ancora scopato Elena, fino a farla impazzire di piacere. Il momento più entusiasmante è stato quando, lei impalata su di me sdraiato supino, e Dimitri le ha infilato il suo grosso cazzo nel culo, facendole provare il piacere della doppia penetrazione.
«Piano, Dimitri, che mi sfondi! Oddio, sei enorme! Amore, mi sta devastando il culo, però mi piace: sto impazzendo. Su sfondatemi! Fatemi sentire una troia!»
L’abbiamo scopata bene ed a lungo, facendola godere moltissimo ed abbiamo ripetuto la cosa per altre tre volte. Infatti, nei giorni a seguire, ci ha condotto alla scoperta dell’isola, a bordo della sua barca ed ha scattato decine di foto ad Elena su spiaggette deserte, dove lei ha posato nuda o mentre, a turno, io e lui le riempivamo i buchi con i nostri cazzi. Una volta tornati da quella vacanza, per un po’ ce ne siamo stati buoni e tranquilli, poi, una sera, Elena mi ha confessato che le sarebbe piaciuto ancora posare nuda davanti ad una macchina fotografica e, così, mi son messo in contatto con un amico, che so quanto sia bravo nella fotografia ed ora siamo in viaggio per raggiungerlo.
Nutro la speranza che anche questa volta lei, oltre ad esibirsi in pose da troia, desideri anche esser farcita in ogni suo buco.
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2 years ago
baxi18, 55
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Il mio ecografo
Come detto dal principio, tutti i nostri racconti sono tutte STORIE VERE DI VITA VISSUTA che di comune accordo abbiamo deciso di condividere. Tutti i racconti sono scritti da me (marito) anche se qualcuno (tipo questo) viene scritto in prima persona come vissuto da lei e come me lo ha raccontato e scritto su un diario lei qualche anno dopo. Credo che scritto prima persona come effettivamente è avvenuto faccia ancora più presa sul lettore.
Qui si racconta della seconda e (a detta sua) ultima volta, in cui ho tradito nel vero senso etimologico della parola mio marito, nonostante lui già era un cuckold convinto e sapeva delle mie scopate con altri uomini (vedi il primo racconto). Ho tenuta nascosta questa mia relazione per circa 2 anni perché volevo avere il gusto di provare le emozioni di un vero tradimento e di un rapporto clandestino che in quel momento volevo condividere solo con il mio amante segreto , a cui non ho mai detto di avere un marito cornuto contento. In verità, l’ho fatto, anche perché ero sicura che nessuno mai poteva scoprire questa mia relazione clandestina. Quando la stessa è finita, perché andammo via da quel luogo, il giorno del compleanno di mio marito ,decisi di rivelare questo tradimento, sapendo bene di fargli un grandissimo regalo di compleanno e facendolo eccitare all’ inverosimile raccontando tutto nei minimi dettagli consapevole che la sua reazione sarebbe stata di puro godimento, cioè di una mega sborrata.
Tutto inizia quando mi viene diagnosticata una malattia (nulla di serio fortunatamente) irreversibile, che però dovevo monitorare con delle ecografie periodiche (una ogni sei mesi). Non essendo del posto, chiesi ad una mia amica un medico ecografo di cui mi potevo fidare e mi indico' a suo dire ( e io confermo) un medico molto bravo, serio e meticoloso uno dei più bravi sulla piazza.
Telefonai allo studio e mi rispose lui stesso (non aveva segretaria, chissà perché) mi diede un appuntamento per un giorno di mattina e mi chiese se era la prima volta che mi recavo da lui e mi raccomandò di portare tutte le analisi e le diagnosi varie in mio possesso.
Visto che mi dovevo spogliare rimanendo solo in intimo, davanti ad una persona che non conoscevo affatto, non volevo andare da sola e visto che mio marito non sarebbe potuto venire, chiesi alla mia amica che mi aveva indicato il medico, se poteva farmi compagnia per la visita, e lei accetto' la mia richiesta.
Ci ricevette un medico alto, pelato con un fisico muscoloso, palestrato il giusto, con una età sui 55 anni circa, io all'epoca avevo 38 anni. Non era bello, ma aveva un viso molto curato intrigante con due grandi occhi neri, labbra carnose , una voce sicura e due grandi mani. Mi fece la visita suscitando in me tanta fiducia era veramente molto meticoloso e preparato , mi spiegò tutto nei minimi dettagli, insomma un vero professionista. Dopo l’ecografia, approfittando del fatto che nella mattinata non aveva altre visite, si intrattenne con noi parlando di svariate cose, ci raccontò anche un po’ di lui, ci disse che era separato e adesso conviveva con un altra donna che aveva avuto diverse donne, che non credeva nel matrimonio e che prendeva la vita come viene, quando poteva si divertiva, ci parlò di tante esperienze di vita su diversi argomenti avute. Mi diede impressione di un uomo che sapeva quel che voleva, deciso, sicuro, ammiccante , insomma uno che ci sapeva fare con le donne ma anche molto professionale. Alla fine ci salutammo e quando andai via mi strinse la mano con un certo piacevole vigore sfiorandomi con le dita la mia internamente, aveva una mano molto grande.
Sulla via del ritorno, la mia amica mi dice “hai fatto colpo sul dottore hai visto come ti guardava? Che occhiate ti buttava”? Io risposi che era una sua impressione che non avevo fatto caso a quello che lei diceva. E lei” dai che è vero e poi non dirmi che non ti intriga un tipo così è un bel macho”. Io non ribattei, anche se ero d’accordo con lei in questa ultima affermazione; comunque tutto finì li.
Il momento decisivo di questa storia fu però circa 4 mesi dopo, un giorno qualunque mentre per caso, parcheggiavo la mia auto nella piazzetta antistante lo studio del medico, arrivò in quel momento lui con la sua grossa moto e parcheggiò davanti al suo portone, io mi accorsi e gli feci cenno di saluto e lui non so se mi riconobbe, ma ricambiò il saluto e vidi che indugiò molto, rivolto verso di me buttandomi un intrigante e prolungato sguardo. Entrò nel suo portone insistendo nel suo sguardo e come se non bastasse arrivando sopra al suo studio indossando il camice si affaccia dal balcone e mi fissa passandosi flebilmente ma senza equivoci, la lingua tra le labbra. Quegli sguardi mi turbarono tanto in maniera piacevole , quell’uomo era veramente un conquistatore seriale, un vero sfacciato porco. Per circa una settimana pensai piacevolmente a quei vogliosi sguardi, poi col tempo si dissiparono.
Nell’imminenza della nuova visita, mi ricordai di nuovo di quell’incrocio di sguardi e pensavo spesso come dovevo comportarmi, il medico, dal giorno degli sguardi, mi intrigava molto devo dire e non nascondo che ora volevo andare da sola alla visita per vedere come si sarebbe comportato. Così telefonai per l’appuntamento (non credo lui si ricordò del mio cognome) mi chiese se preferivo l’appuntamento di mattina o pomeriggio e se era la prima visita, io preferivo di mattina (ero sicura che sarei andata sola) e rimanemmo per il martedì successivo alle 11,15.
Andai da sola mi vesto in maniera elegante ma sobria, anche con un intimo bello, molto fine ma non volgare, non volevo dare elementi di provocazione nei suoi confronti.
Quando arrivai allo studio erano circa le 10.55 circa, mi accoglie e colsi nel suo volto la piacevole sorpresa nel vedermi e mi disse prontamente che ora si ricordava di me. Mi fece accomodare e disse di aspettare che aveva un paziente in visita. Dopo 5 minuti dal mio arrivo un ‘altra paziente anziana fu accolta dal dottore nello studio. Finì subito la visita con il primo paziente e mi chiese se cortesemente potevo far passare l’anziana che era arrivata dopo, prima di me visto che era una visita veloce, invece con me avrebbe impiegato più tempo. Mio malgrado gli feci capire a malincuore che consentivo, l’importante dissi era non perdere troppo tempo. Lui mi rassicurò e mi disse “lo prometto”. Devo confermare, che appena 10 minuti dopo l’anziana donna era già fuori dallo studio medico, il dottore compiaciuto mi dice “sono stato di parola?” io confermai e così mi invita a passare nello studio, che lui sarebbe arrivato a breve, andò in una stanza adiacente e anche in bagno e quando tornò vidi che aveva tolto il camice (poi capì perché) aveva un pantalone in panno grigio e una bella camicia bianca,aperta di sopra che faceva intravedere una folta peluria nera e che risaltava ancor di più i suoi bei muscoli. Mi chiese come andava, io risposi bene, lesse gli ultimi esami e mi invitò a spogliarmi ed accomodarmi sul lettino per l’ecografia, sinceramente ero tesa, ma mi piaceva stare con quell’uomo sola nella stanza semi buia; iniziò la visita e mi disse di rilassarmi il più possibile, che doveva approfondire degli aspetti che la prima volta erano stati tralasciati ed aveva bisogno di più tempo e della mia collaborazione nell’essere sciolta e rilassata e per rendere tutto ciò meglio possibile, contestualmente alla visita mi avrebbe aiutata a rilassarmi con dei leggeri massaggini in dei punti ben precisi e in più c'era già della musica appropriata in sottofondo che rilassavano e rasserenavano ancor di più l'ambiente.
Iniziò l’ecografia e contestualmente alla visita cominciò con le dita 8 a massaggiarmi lentamente in vari punti del corpo e proseguendo, capii che si soffermava insistentemente in punti ben precisi,che mi creavano dei lievi brividi di piacere che però man mano si fecero sempre più intensi. Iniziai a respirare sempre con maggior affanno, e percepivo un piacere che mi pervadeva lungo il corpo e mi eccitava grazie a quell’uomo che mi stava “ VISITANDO”, lentamente ero diventata un vulcano, i capezzoli della mia quarta di seno si erano inturgiditi e sembravano voler oltrepassare il tessuto del mio reggiseno .
Lui ovviamente, si accorse di tutto, il suo lavoro stava dando i risultati da lui sperati e mi rassicurava e mi parlava con voce suadente, consapevole del fatto che mi stava portando dove lui voleva, e nel mentre, continuava a dirmi di rilassarmi e di stare tranquilla che al momento non aveva riscontrato nessuna anomalia a riguardo la mia malattia e che tutto andava bene. Io ero in estasi , il mio respiro diventò affannoso, sentivo caldo, mi stavo eccitatando e lui lo sapeva e se ne accorgeva. Spesso mi faceva cambiare posizione e alcune volte mentre mi visitava, posizionava il suo pacco davanti al mio viso e qui notavo un notevole rigonfiamento e intravedevo la sagoma del suo uccello che sembrava di tutto rispetto e che mi faceva intuire anche il suo stato di vogliosità e eccitazione nei miei confronti. Il suo viso si compiaceva sempre più quando capì ( e non era difficile) di avermi ormai in pugno e tutto si materializzò quando nell’ennesimo cambio di posizione, involontariamente, con il mio braccio toccai la sua patta e di riflesso il suo cazzo sentendo tutta la sua turgidità . Fu un attimo in cui incrociammo i nostri sguardi in maniera prolungata e ci fissammo entrambi vogliosi; e capimmo che volevamola stessa cosa. Io mi morsi il labbro pur di non ansimare e lui mi sorrise gettando via il suo serio aplomb. Continuò ancora per qualche altro istante con la visita e poi mi disse “abbiamo finito è tutto ok” e nel medesimo istante prese la mia mano e me la portò sulla patta facendomela sentire in tutta la sua voglia,io non feci nessuna resistenza anzi accarezzai con cura il membro del dottore sentendolo duro e grosso nei pantaloni.
Mi fece alzare mi rassicurò che nella visita non aveva riscontrato nessuna criticità mi diede la carta per asciugarmi il gel della visita e da dietro appoggiandosi con il pacco al mio culo, mi baciò il collo e mettendo da parte il lei, mi disse “adesso ti faccio un’altra visita” . Mi spiegò poi che durante la specializzazione negli Stati Uniti aveva frequentato un corso di massaggio erotico e sapeva individuare i punti deboli di ognuno di noi, infatti diceva, che ogni persona ha delle parti erogene inconsapevoli e diverse uno dall’altro e, in quel corso gli avevano insegnato a individuare queste parti, e con me adesso e con qualche altra paziente prima di me, raccoglieva i frutti di quel corso.
Io ero ormai nelle sue mani in tutto e per tutto, e non mi ribellai a tutto questo, anzi ero accondiscendente in tutto, quell’uomo sicuro, deciso, muscoloso e quasi burbero mi intrigava tanto e soprattutto ormai, volevo ed essere scopata da quello che sentivo essere un grosso cazzo che premeva sul mio corpo e mi desiderava. Non feci nessuna resistenza anzi, mi girai e prima ci baciammo lingua in bocca e poi sbottonai e abbassai la cerniera dei pantaloni e lì, svettò un cazzone veramente dotato, (mi disse 22 cm), grosso, venoso, pulsante con una gran cappella violacea che subito impugnai (il porco non aveva mutande se li era tolti prima della visita quando andò in bagno consapevole delle sue intenzioni e sicuro di quello che sarebbe poi accaduto) e iniziai a leccare in lungo e in largo. Lo pompai bene ero veramente vogliosa di quel cazzo lo insalivai tutto persino le grosse palle pelose e nel mentre, lo fissavo negli occhi, lui si sbottono' del tutto la camicia e dopo qualche minuto mi portò nell'altra stanza dove c’era un lettino, notai che sul letto c'erano buttati il camice bianco e lo slip che il porco si era sfilato prima della visita intenzionato a quello che doveva fare, ³ ci spogliammo del tutto, aveva un petto molto villoso di peluria totalmente nera nonostante l’età non più verdissima, mi invitò a succhiarlo ancora ed io non mi feci pregare, poi mi disse di girarmi a pecora e pian piano mi penetrò. I colpi dapprima lenti, si fecero via via sempre più intensi e iniziò a sbattermi con vigore, io godevo a sentire quel potente uccello che mi pompava senza soluzione di continuità e sentire i grossi coglioni che sbattevano sul mio culo, mi chiese signorilmente e con molto garbo se mi andava il turpiloquio e quando io annuì, cominciò con frasi tipo” troia ti piace il mio cazzo” o “dove si trova adesso quel cornuto di tuo marito mentre ti fai sbattere da me” o ancora “tuo marito se lo sogna un cazzo come questo vero?” “hai un viso da zoccola vogliosa di minchia” e altre frasi ancora che lodavano il suo ottimo uccello e le sue arti amatorie deridendo mio marito. Io da parte mia, approvavo il suo modo di fare, godevo tantissimo, urlavo di piacere e lui mi incitava sempre più, cambiammo posizione ma era sempre un godimento averlo tra le cosce, ma purtroppo, mi accorsi che era tardi e dovevo andare via, lui molto pacatamente mi disse “ hai ragione è tardi ma non mi lasciare così, fammi sborrare, ci sarà più tempo per trombarti come si deve la prossima visita”. Così con un bel pompino solleticandogli anche i coglioni, lo feci sborrare e abbondanti fiotti di crema bianca e densa mi riempìrono la mano e qualche schizzo mi arrivò nella parte sinistra del viso. Lui mi diede tutto l'occorrente per ripulirmi, indossò solo gli slip e passò nello studio a scrivere il referto. Io mi rivestii e mi sistemai come potevo meglio, mi sentivo piena e appagata ovviamente non pagai la visita e salutandoci mi disse che la prossima volta dovevo chiamarlo almeno una settimana prima della visita in modo da non prendere altri appuntamenti e così avremmo trascorso una mattinata assieme a divertirci solo noi due senza nessun disturbo di altre visite , mi chiese anche di vestirmi in maniera sexy, “ ti voglio vestita da porca” mi disse e andai via.
Passarono i mesi e ogni tanto ripensavo a quella bella ma furtiva trombata, arrivò il tempo della visita di controllo e telefonai 10 giorni prima, come mi aveva raccomandato lui, adesso non vedevo l’ora di farmi montare di nuovo da quell’energumeno superdotato. Questa volta si ricordò subito di me e mi diede appuntamento alle 09,30 di un mercoledì successivo.
La mattina della visita ricordo, non vedevo l'ora che mio marito uscisse di casa per prepararmi a dovere come mi aveva chiesto il dottore. Mi vestii con un intimo molto sexy, reggicalze, perizoma, autoreggenti neri con il rigo dietro e con un reggiseno senza coppe, indossavo dei pantaloni attillatissimi che facevano intravedere lo spacco della mia fica eccitata e gonfia e delle scarpe con tacchi a spillo da 12 cm, truccata pesantemente ,devo ammettere ero eccitata e bagnata all’inverosimile, di sopra indossai un cappottino per coprire tutto e non destare sospetti.
Arrivai allo studio mi aprì ovviamente lui e quando, dopo avermi tolto galantemente il cappottino, mi vide così vestita mi disse che ero bellissima e con rispetto “sembri una troia di alto bordo”. Ci baciammo in bocca subito e iniziammo a palpeggiarci entrambi, il suo cazzo diventò in un lampo turgidissimo dentro i pantaloni , mi disse che la visita l’avremmo fatta dopo, adesso voleva dedicarsi interamente a me, io non aspettavo altro. Andammo nella stanza del lettino e sempre toccandoci a vicenda e baciandoci ci spogliammo a vicenda, volle che io rimanessi in intimo con le scarpe indossate, mi disse che l’intimo sexy lo faceva arrapare da morire lui fece svettare il suo uccellone grosso e violaceo e me lo mise in bocca a pomparlo, lì iniziò un susseguirsi di porcate senza fine in cui il maiale mi fece godere come mai nessuno prima, mi penetrò in tutte le posizioni incitandomi ad essere sempre più porca era un fiume in piena di parole volgari e di sesso sublime ed io lo accompagnavo senza pudore alcuno, leccava la fica divinamente e gli venni diverse volte in bocca facendogli assaporare il mio liquido che deglutiva senza alcun tentennamento e anzi, baciandomi mi invitava ad assaporarlo anche io. Al culmine di una ora buona di porcate varie e goduria senza fine, mi sborrò in faccia con getti copiosi e violenti di nettare bianco e appiccicoso. Ci ripulimmo e sempre nudi, andammo nello studio, dove lui mi fece l’ecografia, era eccitante vedere il dottore visitarmi con quel bel cazzo penzolante che io ogni tanto toccavo e menavo e che faceva una gran bella figura anche a riposo. Quando la visita volgeva al termine fu lui, che per far risalire il grado di eccitazione di entrambi, con una mano me lo porgeva in bocca invitandomi a leccarlo per farlo indurire e allo stesso tempo iniziava a solleticarmi la fica con le dita e poi iniziò a leccarla. In un batter d’occhio eravamo di nuovo entrambi eccitati e vogliosi l’uno dell’altro. Alla fine della visita e rassicurandomi che tutto era regolare ci avviammo di nuovo nell’altra stanza a farci la seconda scopata del giorno. Anche qui il dottore mi scopò alla grande facendomi godere a voce alta mischiando il mio godimento alle sue consuete frasi di turpiloquio spinto, che mi facevano sentire una puttana nelle sue mani. Sembrava il set di un film porno dove le posizioni, le frasi sporche, la goduria vocale, i rumori tipici di due corpi in continuo contatto si susseguivano, quel 55 enne era un toro scatenato e libidinoso che faceva impazzire le sue prede la seconda volta non veniva mai.
Finalmente dopo tanto, godemmo di nuovo entrambi alla grande e io uscì dallo studio alle 12,30, ero a pezzi avevo le gambe tremolanti dopo i tanti colpi che avevo piacevolmente ricevuto da quell’uomo e da quell’uccello vigoroso, ma ero molto soddisfatta e appagata. Con tutto il rispetto, mio marito, seppur abbastanza più giovane di lui, a letto aveva solo da imparare da un uomo così e non solo per le dimensioni del pene.
Alla terza visita dopo sei mesi, sempre unico appuntamento della mattinata, quando suonai si accertò che ero da sola e infatti quando aprì il portone il porco si presentò solo con il camice bianco con sotto solo lo slip bianco in micro fibra (era molto attento anche ai minimi dettagli) e con il cazzo già in tiro che spingeva il tessuto degli slip, io sempre vestita da zoccola avevo una minigonna strecht aderentissima, tacchi a spillo, calze a rete aperte davanti e dietro, un mini perizoma truccata da porca e con le unghie laccate di smalto bianco. Ci baciammo ancora una volta in bocca ci toccammo come consuetudine le parti intime per riscaldare l’aria e andammo subito nella stanza per scopare. Questa volta però volevo essere io a prendere l’iniziativa e farlo soffrire di piacere, infatti dopo avergli fatto il bidè, insaponandogli e lavandogli bene le parti intime stuzzicando allo stesso tempo il grosso cazzo, lo feci mettere a pecora sul letto e iniziai a leccargli il culo ed a solleticargli i grossi coglioni penzolanti lui godeva e soffriva ma io non lo facevo muovere da quella posizione, anche a me eccitava vedere lui essere dominato da me, gli leccai tutto il solco peloso e il buco del culo, lui godeva e voleva scoparmi ma io non desistevo e gli dicevo che non doveva muoversi, lo volevo portare alla massima eccitazione. Dopo 15 minuti circa di piacevolissima sofferenza lo feci girare e lo pompai ancora, per poi impalarmi sopra, lui mi sferrava forti colpi io godevo a più non posso mi palpava le tette me li succhiava era una furia di sesso i miei preliminari sul suo culo aveva sortito l’effetto sperato. Come al solito dopo la prima sborrata in faccia, mi fece la visita per poi riprendere il secondo tempo, e mentre mi scopava mi chiese se ero disposta a telefonare con una scusa a mio marito mentre lui era dentro di me, questa cosa lo faceva impazzire, io gli dissi di si e seppur per una breve telefonata senti la voce di mio marito parlare con me, mentre lui mi scopava in tutte le posizioni come un forsennato. Quando chiudemmo la telefonata, lo etichetto' per l'ennesima volta come un cornutone mi chiese se poteva metterlo nel culo ma sinceramente non me la sentivo visto le sue dimensioni. Terminò con la solita copiosa sborrata tra faccia e le tette urlando tutta la sua goduria mentre spruzzava nettare.
Questa fu l’ultima scopata con il dottore in quanto mio marito fu trasferito dall’azienda per cui lavora, in altra sede e quindi ho dovuto cambiare ecografo e città, ma sicuramente il mio ecografo preferito rimarrà sempre lui.
Quando gli telefonai per comunicargli che sarei andata via mi sembrò molto rammaricato al telefono (chissà perché) e
mi chiese se andavo per l’ultima volta
ancora allo studio prima di partire, per
farci l’ultima scopata ma anche se non certamente a
cuor leggero rifiutai l’invito e lo ringraziai
per i momenti di splendido sesso passati
assieme, ricambiandomi e affermando che
non mi avrebbe dimenticata.
Anche da parte mia non dimenticherò
quello splendido esemplare di uomo che a
letto non lasciava nulla al caso e che mi ha
fatto passare splendidi momenti di
goduria senza fine. Devo confessare che
ancora oggi a distanza di più di 10 anni e pur avendo avuto qualche altro amante, con il consenso di mio marito, non ho trovato nessun uomo che
mi abbia fatto godere come quel porco del
mio ecografo.
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1
2 years ago
gattavogliosa69,
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Amo mia moglie.
Mi chiamo Paolo, ho 26 anni, sono di media statura, moro occhi scuri e un fisico assolutamente normale. Sono sposato da tre anni con Marinella. Lei è una splendida ragazza che ha la mia stessa età, bionda, un bel seno florido di una terza abbondante e anche delle belle cosce. Viviamo in un piccolo appartamento in periferia. Un anno fa abbiamo avuto un grave incidente d'auto, in cui lei è rimasta temporaneamente paralizzata dalla vita in giù. Dopo quei brutti momenti, lentamente la situazione è andata migliorando, perché lei è stata sottoposta a una serie di interventi, compresa una riabilitazione intensiva che è stata decisiva a riportarla nelle migliori condizioni. Comunque dovrà ancora sottoporsi ad un ulteriore intervento, che dovrebbe riuscire a poter utilizzare gli arti inferiori.
Una sera, dopo aver cenato e prima di andare a letto, stavamo chiacchierando sul terrazzo e Marinella mi ha stupito con una domanda.
«Paolo hai mai pensato di far sesso con un'altra donna, visto che non sto nella condizione di poterti soddisfare?»
L'ho guardata e le ho risposto in maniera spontanea.
«Non ho mai pensato di far l'amore con nessun’altra, tranne te. Ti amo, qualunque cosa accada, ti amerò sempre.»
Ma lei ha insistito.
«Paolo non è giusto nei tuoi confronti. Lo capirei, se ti trovassi una donna con cui far sesso. So che mi ami, questo non è per niente in discussione, perché se tu trovassi un’altra sarebbe solo sesso e potrei accettarlo, considerando che sei giovane con certe esigenze.»
Le ho detto che non era il caso di insistere su quella circostanza e preferivo non parlarne più. Ho baciato la mia adorabile moglie e poi siamo andati a letto. Quella notte ho avuto difficoltà ad addormentarmi. La domanda di Marinella mi perseguitava. Non avevo mai accarezzato l'idea di scopare con un'altra donna, volevo Marinella e nessun’altra. Passarono due settimane e Marinella mi comunicò di aver invitato la sua amica Lucia, per il fine settimana, se per me non fosse stato un disturbo. Sapendo bene quanta amicizia ci fosse fra le due donne, non ho trovato nulla da eccepire. Lucia è un'amica di lunga data di Marinella, si conoscono bene e sono amiche fin dal liceo. Anche se vive in un’altra città, comunque vicina alla nostra, l'ho incontrata diverse volte ed era al nostro matrimonio come testimone di mia moglie. È una simpatica e giovane donna, sui venticinque anni, alta 1,70, capelli lunghi neri e ricci, occhi castani, un bel culo e tette nella media, per quello che ho potuto ammirare ogni volta che l’ho vista. Del resto la sua non sarebbe stata una visita insolita, dal momento che era venuta a far visita a mia moglie, altre quattro volte, dopo l’incidente. Venerdì sera è arrivata e, dopo i convenevoli di rito ed averla salutata cordialmente, ho preso la sua roba e l'ho portata nella stanza degli ospiti. Abbiamo cenato e poi chiacchierato tutti e tre insieme. Lucia è rimasta meravigliata nel prendere atto di quanto lavoro sia occorso per adeguare l'appartamento alla condizione di Marinella, costretta su una sedia a rotelle. Lucia aveva un aspetto allegro ed è stato bellissimo vederle insieme. Mi son assentato, lasciandole sole, perché certo che, fra donne, avrebbero voluto discutere di cose in privato. Sono andato nel mio piccolo studio e mi son messo davanti al pc. Dallo studio potevo sentirle ridere e mi ha fatto piacere che Marinella fosse allegra e si stesse divertendo con la sua amica del cuore. Mentre continuavano a parlare, mi son ritrovato su un sito porno, senza far caso al fatto che non avevo chiuso la porta dietro di me. All'improvviso, mi son trovato Lucia alle mie spalle, cogliendomi di sorpresa. Ho cercato di chiudere immediatamente la pagina, sperando che non vedesse nulla e, per sviare l’attenzione dallo schermo, le ho chiesto se era tutto ok.
Mi guardò, sorrise e mi parlò con voce molto pacata.
«Paolo, va tutto bene. Non dirò niente a Marinella: se hai bisogno di qualcosa, fammelo sapere, mentre sono qui. Qualunque cosa, farò in modo di favorirti.»
Mi ha dato un bacio sulla guancia e se n’è andata. Devo aver assunto una non precisata gamma di sfumature di rosso, mentre usciva dalla stanza. Non potevo credere di esser stato così negligente e speravo che non ne facesse cenno a Marinella, perché non volevo che potesse pensare che avessi bisogno di sesso, laddove, solo per un caso, mi ero trovato su quel sito. Sono andato a letto molto tardi e, mentre mia moglie dormiva tranquillamente, io mi giravo e rigiravo. La mia mente rifletteva su quello che mi aveva detto Lucia. Era venuta a cercarmi per farmi intendere che era disponibile o erano film che mi creavo nella testa? Forse Marinella l'aveva messa al corrente del discorso fatto qualche tempo prima? Alla fine, stremato, mi son addormentato. La mattina dopo, ci siam ritrovati tutti insieme a colazione. Marinella ed io, eravamo in pigiama, mentre Lucia indossava una vestaglia corta, leggera, che copriva a malapena il suo culo. Fui un po' sorpreso a vederla così, perché era sempre stata piuttosto pudica e, raramente, l'aveva vista abbigliata in maniera tanto succinta. A colazione finita, ho detto a Marinella che avrei pensato io a metter tutto in ordine, mentre lei andava in bagno, ma essa stessa ha chiesto a Lucia di aiutarmi. Marinella si è chiusa in bagno, Lucia ha svuotato la tavola ed io ho lavato i piatti. Mentre Lucia liberava il tavolo, mi ha sfiorato un paio di volte, sebbene ci fosse spazio a sufficienza, così come si chinava per raccogliere qualche tovagliolo da terra e, in quelle occasioni, ho notato che non indossava niente sotto la vestaglia. Per un breve istante, ho visto il suo culo e parte della sua fica.
Quando si si è voltata, ha notato che la stavo guardando.
«Paolo, è tutto a posto?»
Le ho risposto di sì ed ho continuato nel mio lavoro. Finito di riordinare la cucina, ci siamo diretti verso le nostre stanze. Marinella era uscita dal bagno, perciò mi son spogliato per andare a fare una doccia, quando Lucia mi ha chiamato nella sua stanza. Ero solo avvolto nel telo da bagno e, quando sono entrato, anche lei lo era; mi ha comunicato di aver avuto un problema con la doccia, perché non riusciva a regolare la temperatura dell'acqua. Allora sono andato in doccia ed ho regolato l'acqua calda e fredda, a suo piacimento. Mi ha ringraziato e, mentre me ne stavo andando, ho notato che il suo telo era per terra ed il suo corpo era in bella mostra; mi ha visto che la guardavo e, dopo essersi lasciata ammirare, si è fiondata sotto la doccia. Me ne sono andato il più velocemente possibile, ma, mentre andavo in camera mia, il mio cazzo si è indurito. Quando sono entrato nella stanza, Marinella ha notato il mio cazzo duro e mi ha chiesto perché fossi in quello stato. Le ho detto di aver aiutato Lucia a risolvere il problema con la doccia e, mentre me ne stavo andando, il suo asciugamani era caduto così da vederla nuda. Marinella ha sorriso e ha scosso un po’ la testa, fissandomi con occhi dolci.
«Almeno hai potuto godere di un bello spettacolo! Di sicuro di gran lunga più bello di quello che vedi ora qui.»
Non ho raccolto la sua provocazione e, quando ci siamo ritrovati tutti insieme, ho chiesto loro cosa volessero fare ed entrambe hanno risposto: "shopping".
Quindi, siamo andati al centro commerciale. Il primo negozio, in cui sono entrate, era specifico per biancheria intima. Io son rimasto fuori e, dopo un tempo che a me è sembrato un'eternità, sono uscite con pacchi, pacchetti e buste, che io ho dovuto portare. Per me la giornata sembrava infinita, ma le signore si sono divertite e quindi siam passati da un negozio all'altro. Era tardo pomeriggio quando, lasciato il centro commerciale, tornammo a casa. Ho chiesto alle ragazze cosa avessero comprato. Marinella ha risposto che aveva preso un paio di cose carine, mentre Lucia ha precisato che non erano affari miei ed ha riso. Per cena, ho ordinato tre pizze da asporto, perché eravamo troppo stanchi per uscire. Dopo cena, ho chiesto di nuovo cosa avessero comprato. Lucia mi ha chiesto se mi fosse piaciuto far da spettatore ad una passerella un po’ speciale. Ho guardato mia moglie, che si è messa ridere complice, con lo sguardo rivolto all’amica. Io ho finto indifferenza.
«Se volete che io vi assista, datevi da fare, perché ora son molto incuriosito.»
Non ho nemmeno finito di parlare che Lucia ha lasciato la stanza, mentre chiedevo a mia moglie cosa c’era di tanto divertente da ridere e lei ha scosso il capo, invitandomi a rilassarmi ed esser paziente. Dopo una decina di minuti, Lucia è uscita indossando una guepiere sexy nera trasparente, con un perizoma abbinato. Quell’indumento non lasciava nulla all'immaginazione. Le sue tette ed i relativi capezzoli erano perfettamente visibili, così come la sua fica liscia. Marinella sorrideva, mentre Lucia sfilava con il suo indumento sexy, poi ha chiesto se quanto vedessi mi piaceva. Le ho detto di sì, mentre guardavo Marinella cercando di capire quanto ne fosse complice oppure infastidita dal fatto che la sua amica si mostrasse così eccitante. Il rigonfiamento nei miei pantaloni ora era evidente e sia Marinella che Lucia non potevano fare a meno di notarlo. Poi è stata la voce di mia moglie che, rotto quell’incredibile silenzio sorto fra noi tre, ha esclamato:
«Te l'avevo detto che avrebbe funzionato? Come vedi si è eccitato ed è stato il tuo abbigliamento a farglielo venir duro.»
Le ho guardate entrambe alquanto infastidito, perché mi rendevo conto d'esser stato incastrato. Marinella, allora, si è rivolta di nuovo a me.
«Paolo, ti amo, ma non sta bene che tu debba soffrire, perché non posso esibirmi per te; ora non arrabbiarti con Lucia, perché sono stata io a chiederle se fosse disposta a far sesso con te, dopo averle spiegato ogni cosa. Sarei con voi nella stanza e, se per te va bene, potrei ammirare le due persone che amo di più divertirsi. Per favore, dimmi che lo farai per me: io ti amo, ma sono preoccupata perché ormai son cinque mesi che tu soffri per la mancanza di sesso intenso e completo. Solo da ultimo riesco a malapena a soddisfarti con la bocca o le mani; voglio che tu provi piacere nel penetrare una donna. Quando ho parlato di questo con Lucia, lei si è detta subito disponibile, perché il suo non sarà un dispetto o un tradimento nei miei confronti, bensì assolverà solo ad un compito che spetterebbe a me, ma cui sono impossibilitata.»
Le ho guardate entrambe, per poi dirigermi verso Marinella; mi son inginocchiato davanti a lei e l’ho abbracciata e baciata, con tutta la passione possibile.
«Amore, è bello questo tuo altruismo e perciò ti amo ancora di più, ma non è necessario. Non ho bisogno di un'altra donna per farmi felice, mi basti solo tu. Anche tu in questo momento stai soffrendo per questa astinenza forzata, quindi non è giusto che io tragga piacere, mentre tu rimani con la voglia in corpo.»
Marinella mi ha sorriso e, dopo aver ricambiato il bacio, ha continuato ad esprimere quello che era il suo intento.
«Paolo, amore mio, voglio che tu faccia questo per me, per rendermi felice, per farmi sentire come se stessi partecipando anch’io al vostro piacere. Non mi sento esclusa, anzi, proprio il fatto di esser con te in questo momento, mi fa sentire parte di questa cosa che ci unisce tutti e tre.»
Alla fine mi son convito ed ho detto che l’avrei fatto per lei, ma ad una sola condizione: che anche lei si fosse adagiata nuda sul letto, assieme a noi e, nel limite del possibile, avrebbe dovuto intervenire. Lei mi ha sorriso ed ha annuito, così tutti e tre siamo entrati in camera da letto e Marinella, dopo essersi fatta spogliare nuda, pur nelle sue limitazioni, mi ha stretto a sé, mi ha baciato e mi ha rinnovato l’invito a fare l'amore con l'amica Lucia, mentre lei sarebbe rimasta a guardare. Anche Lucia è venuta sul letto mentre mi spogliavo e il mio cazzo è saltato fuori in piena erezione. Mi son sdraiato sul letto accanto a mia moglie ed ho preso a succhiarle i seni, ad accarezzarle il volto, a baciarla insieme a Lucia, che partecipava attivamente per farle provare un minimo di piacere. Mi sono inginocchiato e, tenendo una mano dietro la testa di mia moglie, gli ho offerto la mia verga da succhiare. Lei ha dato qualche colpetto di lingua, poi l’ha offerto alla sua amica dicendo di esser già troppo stanca per continuare.
«Amica mia, aiutami! È giunto il momento che tu goda di questo maschio esattamente come farei io se fossi nelle tue stesse condizioni. Io son già sfinita, anche se, nel mio intimo, sono molto eccitata ed ora non posso far altro che osservare voi due godere. Non pensate a me, ma siate concentrati sul piacere che ognuno di voi due deve donare all’altro.»
Abbiamo iniziato a baciarci. Le nostre mani vagavano sui corpi dell'una e dell’altro. Non ci ho messo molto a rimuovere il suo perizoma. Potevo vedere con la coda dell'occhio, la mia adorabile moglie che ci osservava. Ho giocato con le tette di Lucia, le ho succhiato i capezzoli, facendola gemere di piacere.
«Sì, così, meraviglioso! Succhiali forte! Mordili fammi sentir dolore!»
La mia mano è corsa sulla sua fica liscia e ci ha giocato, facendo scorrere le dita lungo lo spacco, constatando che era già bagnata fradicia. Ho infilato due dita dentro ed ho iniziato a masturbarla facendola gemere ancora di piacere. Mia moglie era accanto a me e, ad un tratto, ha appoggiato una mano sulla mia testa. Mi sono girato verso di lei e, sorridendo, ha esclamato:
«Amore, lecca la fica di Lucia. Falle sentire quanto sei bravo a far scorrere la tua lingua fra le pieghe della sua ostrica profumata, che emana lo stesso odore come succede a me quando mi ecciti e mi dici che odoro di cagna in calore. Lecca questa cagna in calore, con la stessa intensità e bravura, come lo hai sempre fatto con me.»
Mi sono messo fra le cosce di Lucia ed ho iniziato a leccare la ostrica, che già grondava di piacere.
Si è rigirata, ha preso il mio cazzo in bocca ed ha iniziato a succhiarlo. Anche in questo caso Marinella ha fatto sentire la sua voce:
«Brava, amica mia! Accogli in bocca questa verga grossa e nodosa e succhiala tutta, fino in fondo. Fagli sentire la perizia della tua lingua, leccando per bene tutta l’asta, palle comprese.»
In quel momento mi è stato chiaro che, anche se stavo scopando Lucia, era con Marinella che stavo facendo l'amore. Ho continuato a leccare avidamente, abbeverandomi a quella fonte da cui sgorgava nettare dolcissimo, fin quando lei ha avuto un orgasmo e, sfilatasi il cazzo dalla bocca, ha esternato il proprio piacere guardando mia moglie che le sorrideva soddisfatta.
«Oddio. vengo! Meraviglioso! Paolo mi sta facendo impazzire!»
Si è staccata da me e si è sdraiata supina accanto a Marinella e, dopo aver scambiato un’occhiata d'intesa con lei, mia moglie mi ha incitato a gesti che era ora di scopare Lucia. Ho infilato il mio cazzo nella sua fica e ho iniziato a pomparla dapprima lentamente, facendola godere dolcemente. Sentivo la mano di mia moglie premere sulla mia spalla, quasi in modo da suggerire il ritmo della monta. Ho sollevato gli occhi ed ho visto le due donne guancia a guancia, così mi sono abbassato e le ho baciate entrambe. Quando mi son staccato, le due si son guardate con libidine e Lucia ha baciato mia moglie, mentre io le imprimevo colpi sempre più profondi, portandola di nuovo al piacere.
«Bellissimo! Bellissimo! Così! Scopami più forte che vengo! Paolo, vengo! Marinella, tuo marito mi fa godere! Che toro meraviglioso!»
Ho di nuovo guardato Marinella ed i miei occhi hanno incrociato i suoi, che mi trasmettevano tutto il suo orgoglio per il piacere che stavo donando alla sua amica, rilevabile dal suo volto stravolto.
«Dai, amor mio, chiava questa femmina. Sborra dentro di lei, affinché possa sentire il piacere del suo ventre inondato dal tuo seme!»
Non c’è voluto molto prima che fossi pronto a schizzare la mia sborra in profondità nella fica di Lucia. Mentre stavo venendo, continuavo a pronunciare il nome di mia moglie, che ha allungato una mano e mi ha accarezzato il volto, mentre la stessa Lucia si è girata verso di lei ed i suoi occhi hanno preso a lacrimare di gioia. Non appena ho finito di sborrare, mi son sfilato da lei e mi son rivolto immediatamente a Marinella, baciandola con passione e ripetendo quanto amassi solo lei, mentre Lucia, ancora in preda ai fremiti che la squassavano, prendeva il mio cazzo in bocca e raccoglieva tutte le tracce di sborra di cui ero ancora impregnato. Alla fine, tutti e tre ci siamo abbracciati, mentre lacrime di gioia imperlavano i nostri visi. Allora Lucia ha baciato Marinella in bocca, dicendo:
«Siete magnifici! Vi adoro tutti e due! Son contenta di aver prestato il mio corpo a tuo marito per farti vivere questo momento così intenso.»
Senza aggiungere altro, Lucia è uscita dalla camera per andare nella sua a fare una doccia ed io ne ho approfittato per abbracciare mia moglie con tutta la passione possibile.
«Ti amo come un pazzo, amore mio! Ti amo e ti amerò sempre, e non so come potrò mai sdebitarmi per questo momento così speciale, che mi hai regalato.»
Lucia è rimasta con noi fino alla domenica sera ed abbiamo fatto sesso ancora un’altra volta, con immensa soddisfazione di mia moglie che, finalmente, era quanto mai felice nel vedere quanto piacere era riuscita a regalarmi.
Abbiamo rivisto Lucia altre due volte, nei sei mesi successivi, ed abbiamo sempre vissuto momenti molto intensi. Marinella ha subito altre due operazioni e finalmente le sue gambe hanno ripreso a funzionare ed ora sta facendo una riabilitazione intensiva che le permette di muoversi quasi in autonomia, anche se con l’ausilio di una stampella, che quanto prima sarà smessa.
Abbiamo ripreso a far sesso fra noi due, molto bello e intenso e comunque, quando Lucia si trova con noi, lei permette all’amica di partecipare.
Ora stava a me dover esser riconoscente a Marinella per essersi preoccupata delle mie esigenze sessuali, e così, una volta, dopo aver goduto ancora nel ventre di Lucia, ho sussurrato a mia moglie che, appena sarebbe stata in grado di muoversi autonomamente, le avrei consentito di scegliersi un maschio a suo piacimento e di godere con lui, sotto il mio sguardo.
Ora son sdraiato sul letto, mentre il medico, un bell’uomo sulla quarantina, che ha operato mia moglie ridonandole la libertà e l'indipendenza di cui nessuno può far a meno, la sta scopando facendola godere moltissimo.
È uno spettacolo che mi provoca una moltitudine di sensazioni, ma che, in ogni caso, ripaga l’amore che lei ha donato a me.
Quanto amo questa donna!
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2 years ago
baxi18, 55
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Subito cornuto
Come detto nel precedente racconto ormai avevamo intrapreso questo tipo di rapporto di complicità e non si tornava indietro anche perché avevo capito che a Lucrezia piaceva moltissimo il cazzo, provare nuove emozioni, scopare con altri uomini e soprattutto, poterlo fare senza alcun timore di essere scoperta e quindi, di non dovendosi più nascondere da me, tutto ciò, la rendeva ancora più troia e più spudorata al mio cospetto. A dire il vero iniziammo a dirci veramente tutto (lei quasi tutto) e a non esserci segreti tra di noi nel sesso, ma ovviamente era solo lei la protagonista, perché a me non ha mai concesso di andare con altre donne. Con il tempo scoprii con i racconti di mia moglie che, sin da subito fidanzati, lei aveva già un amico che occasionalmente la scopava, pur essendo lui prima fidanzato e poi sposato e con il quale mi ha cornificato da subito e aveva pure tradito anche i suoi 3 fidanzati avuti prima di me. Infatti questo suo amico, di circa 9 anni più grande di lei, l'aveva rassicurata , protetta dandogli tanti consigli per via della sua esperienza e nel frattempo quando poteva, la fotteva, con lei ben disposta ad avere un amico abbastanza più grande di lei che gli dava sicurezza e piacere sessuale. Mi ha raccontato che in quel periodo quando andava a lavorare o in giro per la città, capitava di lasciare il suo piaggio al negozio di lui per controllarlo e a volte quando lui poteva, se ne entrava con lui in negozio e andando nel retro, facevano sesso furtivo dentro il negozio, oppure altre volte si davano appuntamento e poi si vedevano la sera in macchina e andando in zone idonee a tali scopi fottevano in auto. Con lui è un cordone ombelicale mai interrotto e che prosegue, anche se non in maniera continuativa ancora adesso, ma io l'ho scoperto solo anni dopo.
Infatti quando ormai era chiaro il nostro percorso, lei una volta mi disse che voleva scopare con un altro, ma non mi voleva dire con chi avrebbe fatto sesso. Quando andò la prima volta con lui, essendo io a conoscenza delle corna, non volle dirmi chi era il suo fortunato amante e solo dopo ho capito che tutto ciò, aveva il suo perché. Quando tornò dalla monta e su mie insistenze mi disse che Maurizio (che io conoscevo in maniera sommaria ma che comunque avevo visto varie volte perché mi fu da lei presentato come amico ) era il suo vecchio amante e che come mi diceva lei, seppur dotato di un cazzo normale e nonostante la prima volta non durava nemmeno tanto, era bellissimo per lei scopare con lui, perché gli piaceva e si sentiva a suo agio, sicura, e perché dopo la prima venuta di lui, la seconda e la terza scopata era veramente una lunghissima goduria perché non veniva mai. Immense erano le porcate che facevano assieme e mi disse che mi cornificava con lui già da tempo, mi diceva anche che aveva dei coglioni belli grossi molto più dei miei e lei si divertiva a prenderli in bocca.
Adesso poteva fottere liberamente e infatti periodicamente si accordavano e per ore andavano a scopare senza dire però a lui del mio consenso e che io sapevo tutto. Comunque da lì in poi, il livello si era notevolmente alzato e adesso se ne andavano a fare porcate in case che lui ogni tanto aveva a disposizione o in b&b e hotel e ogni volta tornava a casa piena e soddisfatta.
I rapporti con lui per un po di anni si sono interrotti perché andammo via per motivi di lavoro e quando si tornava non era semplice organizzare, anche se qualche volta capitava di incontrarsi. Dopo questi anni, però al nostro ritorno in pianta stabile, con lui ripresero a vedersi ad incontrarsi di nuovo, era l'unico uomo del nostro circondario con cui lei aveva un legame sessuale continuo. Adesso però
lui, via via, secondo me con il consenso di lei, si è fatto sempre più intraprendente, difatti quando si vedono la vuole senza intimo, adesso la scopa anche in culo, cosa che prima non avveniva e soprattutto le sborra addosso e le ordina che per quella sera, non deve lavarsi perché io marito, debbo sentire l'odore della sua sborra addosso a mia moglie. Ovviamente lei esegue i suoi ordini alla lettera e nel raccontare la monta si limita a farmi una sega dandomi del cornuto.
Invece con lui si lascia andare a fare tutto e le sue foto che mi porta non lasciano dubbi sulle sue porcate del suo trasporto, dei suoi gemiti di godimento.
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2 years ago
gattavogliosa69,
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Last visit: 2 months ago
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Il guasto meccanico.
Sono Giulia, ho 39 anni e sono sposata con Alfredo da oltre vent’anni. Sono considerata una bella donna, mora, occhi scuri, un bel seno, un bel culo che, forse, è un po’ troppo grosso ed una bella bocca ampia, con labbra carnose. Mio marito è un bell’uomo e, come ho potuto constatare spesso, quando gli capita l’occasione non disdegna di fare qualche scopata extra, specie se occasionale. All’inizio mi sentivo offesa dal suo comportamento, poi, un giorno, mentre ero al lavoro, ho sentito una collega che, parlando al telefono, precisava alla persona, con cui stava comunicando, che per lei valeva l'adagio "Occhio per occhio".
Ci ho messo un po’ di tempo per giungere anch’io a questa conclusione e così, quando mi capita l’occasione, non disdegno di pareggiare in qualche modo il conto. Mi piace così tanto cornificare mio marito che credo che, a questo punto, sono io quella che ha collezionato più scopate extraconiugali. L’ultima è avvenuta casualmente, circa due settimane fa. Per lavoro, dovevo recarmi ad un incontro d’affari e, per l’occasione, mi ero messa particolarmente in tiro. Dovendo confrontarmi con una decina di maschi, che sapevo già molto porci e volendo ottenere il risultato che mi ero prefissa, avevo indossato una mini gonna nera, camicetta bianca e l’intimo bianco, che modellava ulteriormente il mio seno. Indossavo anche una giacca dello stesso colore della gonna, inoltre autoreggenti e tacco alto, completavano il mio outfit. Avevo passato sulle labbra una matita scura e il rossetto amaranto, che le hanno rese cariche di promettenti voluttà. Per due ore sono stata l’oggetto del desiderio dei maschi presenti alla unione e, quando me ne sono andata, avevo le mie mutandine completamente fradicie. Mi ero eccitata moltissimo a leggere, nei loro sguardi, tutto il desiderio che quei maschi nutrivano per me: mi avrebbero senz'altro sbattuta sul tavolo e scopata fino allo stremo delle forze. Risalita in auto, stavo tornando verso casa, quando, improvvisamente, ho avuto un guasto meccanico: il motore si è spento e non è stato possibile poterlo riavviare. Ciliegina sulla torta, è scoppiato un terribile temporale ed il cellulare non aveva campo. Quando sono uscita fuori, mi sono bagnata tutta. Rientrata in auto, avevo la camicetta completamente inzuppata, così l’ho tolta assieme al reggiseno, da strizzare per quanto era bagnato. Ho indossato la sola giacca e, quando per qualche minuto il temporale è cessato, sono scesa di nuovo, cercando di attirare l’attenzione delle auto che passavano per poter ricevere un aiuto. Ad un tratto si è fermato un furgone e due persone sono scese e sono venute verso di me. Gli ho spiegato che la mia auto era in panne e proprio non sapevo come tornare a casa. Erano due bei maschi, apparentemente sulla quarantina. Quello che sembrava il più anziano, ha detto di chiamarsi Lucio, mentre quello un po’ più giovane si è presentato come Michele. Hanno accertato che non vi era nessuna possibilità di riavviare il motore, quindi abbiamo accostato l’auto in uno spazio fuori dalla carreggiata e mi hanno invitato a salire con loro sul furgone, onde raggiungere la più vicina officina meccanica. Appena salita bordo, mi sono trovata seduta fra loro due. Dentro di me, avevo ancora tutta l’eccitazione provata durante la riunione e, vedendo questi due uomini che subito hanno preso a scrutarmi, ho deciso che potevo anche trarre qualche beneficio da questa disavventura. Ho preso ad accavallare le gambe, mentre i miei seni ballonzavano liberi da costrizioni e seguiti, nel loro agitarsi, con la coda dell'occhio dei due uomini. Seduta in mezzo a loro, non avevo bisogno di voltare la testa per capire quello che essi stavano guardando, né di allungare le mani: nei loro calzoni, qualcosa si stava attivando, diventando duro, sempre più duro. Ad un tratto, ho scavallato le gambe ed allargato un po' le cosce. La gonna, già di per sé corta, è salita vertiginosamente verso l'inguine a seguito di una buca sul fondo stradale, che ci ha fatto sobbalzare. Poi il veicolo è stato costretto a fermarsi perché il traffico era completamente bloccato. Me li sono ritrovati addosso, con due bocche avide che mi baciavano tra spalle e capelli, e quattro mani che esploravano sotto le mutandine, fica, cosce e zinne.
«Calma ragazzi! Questo non è il posto adatto per divertirci con calma e per bene. Fatemi chiamare l’officina e poi andremo a casa mia, perché voglio che mi sfondiate tutti i buchi, ma al riparo da sguardi indiscreti.»
Circa una ventina di minuti dopo, siamo giunti a casa mia. Durante il resto del tragitto, le loro mani hanno continuato ad esplorare il mio corpo. Le dita hanno indugiato a lungo fra le pieghe della mia fica, che si è rivelata essere un vero lago. Entrati in casa, ci siamo rapidamente spogliati e subito Michele si è disteso a terra ed io, con la sorca più che irrorata, sono scesa a smorzacandela sul suo cazzo, mentre spompinavo l'altro, centimetro dopo centimetro, facendolo arrivare alle tonsille. Entrambi ne hanno gioito.
«Accidenti! Questa vacca ha davvero la fica in fiamme!», cui l'altro ha aggiunto:
«Dovresti sentire la bocca! Mi sta ingoiando il cazzo fino in fondo!»
Sentirmi sfondata dal basso e chiavata in bocca dall’alto, mi ha provocato un fortissimo orgasmo. Ormai in pieno delirio di godimento, mi giro verso Lucio e lo imploro di farmi godere ancor di più.
«Presto, ficcami qualcosa nelle chiappe! Un cazzo! Si, voglio il tuo cazzo! Dai piantamelo nel culo!»
Lui mi fa distendere sopra Michele e, dopo essersi posizionato dietro di me, mi spinge dentro tutto il suo cazzo, con un affondo ben deciso.
«Cazzo, che meraviglia! Questa vacca ha il culo così aperto che per un attimo ho creduto di essere entrato nella fica. Dai, facciamola godere! Una vacca così deve essere montata fino allo sfinimento.»
Mi sbattono all’unisono. Godo e urlo il mio piacere, mentre essi continuano a pomparmi con un ritmo molto sostenuto. Si scambiano anche di posto e mi ritrovo il cazzo di Lucio, che è più grosso di quello di Michele, dentro la fica che viene sottoposta ad una maggiore dilatazione. Michele invece mi pompa il culo, sempre più in fretta. Urlo un ennesimo orgasmo, per poi sentire che Michele mi sta letteralmente riempiendo il culo.
«Troia stupenda! Senti come ti sto riempiendo il culo?»
Un’ondata di calore, mi riempie l’intestino, mentre Lucio, da sotto, adesso mi scopa con più forza. Michele si sfila da me e, in piedi, mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca.
«Succhiacazzi! Prendilo tutto in bocca, perché voglio ancora godere con una troia come te.»
Allungo le mani e la bocca verso la nerchia grondante e, senza ritegno, ne slinguo avida lo sperma. Il mio seno sobbalza su e giù ad ogni affondo di Lucio che, quando vede il cazzo del suo amico tornato bello duro, si sfila da sotto e, mentre l’altro mi sdraia a cosce all’aria e mi penetra di nuovo con forza, lui me lo fa succhiare ancora un po’. Godo e urlo quando raggiungo un altro orgasmo, poi cambiamo di nuovo posizione. Ora sono impalata sul cazzo di Michele e Lucio afferra i miei seni, li stringe con forza fra le mani, facendomi ancora godere, poi lascia i seni e appoggia una mano sulla mia testa, mentre con l’altra impugna con forza il suo cazzo e se lo mena velocemente davanti alla mia bocca.
«Troia, apri la bocca! Apri questa fogna di bocca, perché adesso te la voglio riempire di sborra!»
Un attimo dopo, una serie di schizzi incontrollabili cominciano a colpire il mio viso. Alcuni vanno in bocca, altri sulle guance, altri ancora sul collo, sui seni, mentre anche Michele mi scarica nella fica un’ennesima sborrata.
«Cazzo, che maiala! Guarda come la stai coprendo di sborra! Adesso completo l’opera: le sborro anch’io nella fica!»
Mi pompa ancora velocemente e poi mi scarica dentro altra sborra. Ho appena finito di leccare il cazzo di Lucio che Michele mi presenta anche il suo da pulire fino all’ultima goccia. Alla fine i due, soddisfatti, mi salutano lasciandomi un loro recapito telefonico. Resto seduta, sfinita, con la testa appoggiata al divano e senza rendermene conto mi assopisco. Sono destata dalle parole di mio marito.
«Sapevo che eri una troia, ma vederti così, coperta di sborra, mi fa pensare che ti sei scopata un plotone di soldati!»
Lo guardo stupita con un certo terrore per essermi fatta sorprendere in quello stato, ma subito mi rendo conto che lui non è affatto arrabbiato e, anzi, un attimo dopo mi trovo in bocca il suo cazzo.
«Succhialo e ingoialo tutto, maiala!»
Me lo tiene piantato in gola, mentre mi blocca il capo e mi scopa in bocca. Non resiste molto e improvvisamente mi riempie la gola del suo piacere.
«Ingoialo tutto, troia! Succhia fino all’ultima goccia! Perché da oggi in poi, si cambia: da oggi, andremo a scopare insieme, perché mi fa impazzire l’idea di vederti come ti ho vista oggi: magnificamente coperta di sborra!»
Sento un fremito scorrere lungo tutto il mio corpo al solo pensiero di poter scopare con altri maschi sotto gli occhi di mio marito e, dentro di me, benedico il fatto che la mia auto abbia avuto quel guasto.
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Come diventammo lei troia ed io cuck
Questa breve serie di racconti sono solo fatti accaduti veramente e storie vissute da noi e che ancora viviamo quando possiamo e dove la sola fantasia è relegata ai nomi dei protagonisti ed ai luoghi. Ripeto scriviamo solo di fatti accaduti e che oggi, visto il nostro stato di complicità, entrambi scriviamo e rendiamo pubblici, chi avrà la pazienza e l'interesse di leggere avrà anche un filo logico da seguire.
Tutto inizia circa 21 anni fa lei mia moglie Lucrezia (oggi 52 anni) gran bella donna, alta, mora, formosa 4 di seno, belle gambe, a cui piace (come tante altre) essere guardata e a volte provocare, ma sempre nei giusti canoni, in pubblico irreprensibile ma molto vogliosa e instancabile vacca da monta a letto ed in privato.
Le nostre storie di sesso scaturiscono per caso e mai mi sarei immaginatoda lei una cosa simile che poi mi coinvolgeva anche a me.
Io ero a fare un corso di marketing di aggiornamento per la mia azienda a Roma assieme ad altri colleghi e dopo 15 giorni ritorno nella mia Puglia a casa mia, all'epoca eravamo sposati da 3 anni e mai avevamo parlato di queste cose e neanche lei mai mi aveva fatto cenno di qualche sua voglia segreta.Quando ritorno, com'è ovvio avendo entrambi dell'arretrato sia io che lei non vedevamo l'ora di scopare alla grande. Quando iniziammo a toccarci e pomiciare e l'atmosfera si era riscaldata a dovere, confesso a mia moglie solo per rendere più infuocata l'atmosfera (ma ripeto in maniera innocente non immaginavo minimamente dove si andava a parare), di avere avuto nella notte un sogno erotico che la riguardava, ma non volevo raccontarlo perchè temevo di suscitare in lei irritazione, invece con insistenza volle che la rendessi partecipe di tutto. Raccontai che avevo sognato che il mio collega Massimo (un abruzzese alto e palestrato, un po trasandato con barba incolta ma devo dedurre molto intraprendente con le donne visto l'alto numero di telefonate che riceveva) che tra l'altro, mia moglie aveva conosciuto l'anno prima durante una cena di tutto l'apparato aziendale a Roma, scopava con lei a casa nostra. Infatti raccontavo che nel sogno io arrivavo a casa e trovavo mia moglie sul divano di casa, vestita da troia con dei leggins bianchi che lei aveva, tacchi alti senza reggiseno con Massimo accanto a lei nudo con il cazzone in tiro nelle mani di Lucrezia, che lo menava mentre si baciavano in bocca. Ho detto a mia moglie anche che veramente avevo visto Massimo nudo durante una doccia negli spogliatoi dopo una partita di calcetto che avevamo fatto una sera durante il meeting e gli confessai che avevo notato che aveva un gran cazzone grosso e lungo già a riposo.
Quando raccontai questo sogno, mia moglie forse perchè moriva dalla voglia di scopare, ebbe una reazione che mai mi sarei aspettato visto che fino a quella fatidica data mai mi aveva confessato di voglie nascoste e appariva irreprensibile su questi argomenti, anzi compiaciuta e con una carica erotica di eccitazione mi disse:"Massimo è bonazzo me lo farei subito ed ora che so che è pure superdotato mi hai fatto venire ancora più voglia di scoparmelo, anche se non lo farò". Io ebbi un sussulto di gelosia mista ad eccitazione nel sentire quelle parole dette da mia moglie e pensai a quanto era troia dentro ed ebbi il dubbio che già forse mi aveva reso cornuto con qualcuno.( Infatti lo aveva già fatto come racconterò in seguito e poi lo ha rifatto e ve lo racconteremo pure)
Quel giorno facemmo sesso a più non posso, lei venne più volte, era eccitata più che mai, forse immaginando Massimo che la scopava con il suo cazzone o, forse perchè 15 giorni di astinenza erano troppi per lei, devo confessare che anche io mi sentivo fortemente eccitato nell'immaginare mia moglie così vogliosa di farsi sbattere da un altro (era una situazione nuova per me che mai avevo preso in considerazione).
Nei giorni seguenti, a bocce ferme, per provocarla un pò e soprattutto per capire meglio io cosa eravamo e se quella situazione era dettata dal momento o da qualcosa di più profondo ripresi il discorso chiedendogli, se veramente aveva voglia di farsi scopare da altri uomini. Lei mi risponde che, se le condizioni lo permettevano cioè se erano uomini che gli piacevano, affidabili,sicuri, puliti, non volgari, riservati e soprattutto non dovevano essere dei nostri luoghi,la cosa non le sarebbe dispiaciuta, anzi la cosa gli avrebbe fatto piacere provare nuovi uccelli e godere da altri uomini. "La cosa ti confesso che mi intriga molto e mi ecciterebbe tanto, ma tu me lo dovresti consentire e lo devi sapere, altrimenti non se ne fa niente" fu la sua risposta non sapendo che già l'aveva fatto. Al nome di Massimo mi dice" che se non era un tuo collega, me lo farei volentieri ma siccome è una persona a te vicina non lo farò" devono essere solo persone fuori dal nostro ambito, nessuno dico nessuno dovrà mai sapere le mie porcate".
Nei giorni seguenti quando facevamo sesso a volte la provocavo e lei ormai aveva gettato la maschera e non nascondeva più la sua eccitazione nel voler fare del sesso con altri uomini, anzi mi diceva anche che un giorno gli sarebbe piaciuto anche farlo con due uomini ma uno dovevo essere io.
Iniziammo così una ricerca sui tanti siti appositi di incontri, alla ricerca di quello che faceva al caso suo, mettendosi in mostra in cam e soprattutto vedendo anche chi stava dall'altra parte in tutte le sue peculiarità se faceva al caso suo.
Dopo varie ricerche e tantissimi no (è veramente molto selettiva) tra quelli che si potevano incontrare anche per vie delle nostre esigenze logistiche e di spostamento (non ospitiamo), le sue prime preferenze caddero su due uomini in particolare. Il primo Maurizio suo coetaneo, gli piacque subito al primo impatto, un bell'uomo di Bari single,lei diceva che aveva un bellissimo sorriso, anche lui molto riservato e selettivo, con una mazza grossa e lunga (23 cm) che metteva bene in mostra (sinceramente quando io vidi quel gran cazzo in cam provai una certa invidia, io un normale 17 cm) e che mia moglie ormai disinibita al massimo fece sborrare in cam un paio di volte e che gli fece dire "questo non mi deve scappare"; il secondo Roberto, sposato ma diceva senza problemi ad incontrare, un abruzzese di Teramo, un bull gran porcone anche nelle sembianze estetiche che eccitò molto Lucrezia proprio per questo,anche lui serio ed affidabile con un cazzo di 20 cm ben proporzionato con due grosse palle, anche lui fatto sborrare in cam più volte.
Con il barese andò così: l'incontro conoscitivo fu in un bar della nostra città, in cui Maurizio le fa tantissimi complimenti per la sua bellezza e le promette che la monterà a dovere e la farà divertire di goduria, lei arriva addirittura a dirmi "di uno così potevo anche innamorarmi", si mettono d'accordo per un sabato pomeriggio a casa di lui. Lei mi dice che io in questo incontro la devo solo accompagnare, ma devo rimanere in macchina ad aspettare, non vuole che io assista alle loro performances anche perchè non sa la mia reazione a vederla con un altro anche se io ormai ero convinto a farla scopare ed anche perchè, lei con me vicino possibilmente non sarebbe stata libera di sfogare la sua porcaggine e comunque da sempre non vuole che io assista alle sue scopate.
Io ero si eccitato ma anche geloso ma pensavo che se ora non consentivo le sue voglie, con il passare del tempo mi avrebbe reso cornuto a mia insaputa (l'ha fatto lo stesso e dopo 3 anni mi ha raccontato tutto, leggerete il suo racconto in seguito). Quel sabato lei si veste da vera zoccola come gli aveva detto lui al telefono, pantaloni in pelle attillatissimi che non lasciavano spazio all'immaginazione, stivali tacco 12, autoreggenti, perizoma, reggiseno a balconcino con un corpetto stretto che faceva intravedere l'enorme seno, truccata da troia e unghie lunghe laccate bianco. Arriviamo a Bari alle 15 circa, lei è eccitatissima e si vedeva bene, lui ci viene a prendere dove concordato e arrivati a casa sua, quando mia moglie scende per avviarsi presso l'abitazione lui gli fa i complimenti " sei fantastica sembri più troia e più bona di Jessica Rizzo non vedo l'ora di pomparti" a me rassicurandomi che era in buone mani. Dalle 15,10 fino alle 19,00 mi tormento in macchina girando per la città e pensando a mia moglie che per la prima volta si stava scatenando su un altro cazzo anche perchè conoscevo bene la sua porcaggine a letto. Verso le 17,00 mi manda un sms "qui tutto ok va alla grande, break e ripartiamo di brutto Maurizio è un grande, ci vediamo più tardi amore" Alle 19,00 mi chiama e mi dice di andare a prenderla, quando arrivo era già rivestita e tirata come quando l'avevo lasciata, aveva lo spacco della fica enormemente gonfio segno dell'eccitazione che ancora l'avvolgeva, le chiedo come era andata e lei si limita ad un "bene valeva veramente la pena venire fino qui" lui invece mi dice " hai una donna che a letto è il sogno di tutti gli uomini, vale veramente la pena scopare con lei, non gli basta mai, guardagli lo spacco della fica come è gonfio ha una ficona spero di riscoparla ancora" e lei di rimando "credo proprio di si con quel ben di Dio che ti ritrovi in mezzo alle gambe", ci salutammo, loro si baciarono in bocca e andammo via.
A casa la sera me la scopai e lei infoiata come non mai mi racconta tutto nei dettagli, mi dice che lui inizia a baciarla di lingua prima in bocca e poi dappertutto fino alla fica fino a farla venire nella bocca di lui e che poi l'ha penetrata in tutte le posizioni, facendola sborrare non sa nemmeno lei quante volte, che lui lecca divinamente e che soprattutto ha un cazzo da sballo, grosso, duro come il marmo, nodoso e che viene dopo parecchio e che lei mai si sarebbe immaginata di essere così troia con un estraneo, al punto di farsi incitare, insultare da lui mentre lei da sotto gli leccava le palle e il buco del culo, mi disse che lui gli ha sborrato in bocca sul viso e sulle tette. Mi chiese di farla tornare da lui 23 cm di nerchia così dura e vigorosa non voleva lasciarla, per lei le dimensioni contano eccome. Quella sera anche con me venne più volte.
Con Roberto l'abruzzese, invece l'incontro fu quando andammo in vacanza a S.Benedetto del Tronto (devo dire scelta non casuale) lo avvertimmo e lo incontrammo in un bar dove lei concordò, anche qui espresse delle valutazioni che lasciavano presagire per lei un incontro infuocato e pieno di godimento in quanto gli sembrava un uomo veramente porco, sicuro di quello che voleva, ben messo fisicamente eccitante come uomo anche se non bello come Maurizio, un bull navigato, con un cazzo meno dotato di Maurizio ma sempre sostanzioso e soprattutto con due coglioni pieni da leccare tutto.
Accettammo l'invito per l'indomani mattina a casa sua e lei dopo la sveglia mattutina (probabilmente non riusciva più a dormire per l'eccitazione sapendo cosa l'aspettava), doccia e colazione in albergo, si preparò a dovere con un trucco pesante, olio idratante sulla pelle, decoltè tacco 12, mini gonna attillatissima che metteva in risalto il suo sedere e le sue lunghe gambe abbronzate, perizoma, capelli a coda e ci avviammo verso l'autostrada dove all'uscita del casello ci aspettava lui. Ci accompagnò al suo appartamento, era una seconda casa, di appoggio che lui diceva di usare per i suoi incontri clandestini con coppie e singole.
Lucrezia per questo incontro volle che io entrassi in casa ma dovevo prima rimanere in un altra stanza mentre lei si accoppiava con Roberto e poi forse mi avrebbe fatto partecipare. Lui era molto intraprendente e si vedeva che aveva parecchia esperienza in questi incontri, infatti, dopo averci offerto uno spumantino ghiacciato, non facendosi minimamente scrupolo della mia presenza si avvicina a Sonia e poggiando la sua mano sul sedere di mia moglie baciandola sul collo le prende la mano e gli fa tastare il pacco dicendole "lo senti come è già duro non resisto più ti farò gridare di piacere come tuo marito non ti ha mai fatto godere" Lei ebbe un sussulto di piacere a tastare il membro già in erezione ma disse di aspettare che finisse di fumare soffiandogli il fumo in viso in segno di sfida.
Andarono nella camera da letto chiusero la porta a chiave e mi dissero che se lo chiedevano loro in seguito mi avrebbero chiamato. Io mi misi dietro la porta ad origliare e dopo un poco in cui sentivo i loro baci e la loro eccitazione salire dalle parole che si dicevano, mia moglie iniziò con sospiri di piacere mentre lui la sbatteva, sentivo i colpi poderosi contro le sue natiche, insultandola e schiaffeggiandola. Lei lo pregava di non fermarsi che godeva "continua porco non ti fermare, puoi fare l'attore porno", era veramente un fiume in piena e lui ribatteva " il cornuto ti scopa così?" e lei "no magari, gli dovresti fare un po di scuola di sesso tu sei molto meglio infatti le corna gli fanno bene e continuerò a farli sempre" lei davanti a lui mi umiliava con tante parole. Dopo circa 40 minuti , mi chiamano e mi fanno entrare e trovo lei con il cazzo di lui in bocca che lo slinguava con voracità e dolcezza e poi lo baciava in bocca il suo amante facendogli sentire il sapore del suo cazzo stesso. Prima mi fanno guardare per la prima ed unica volta le loro acrobazie erotiche e quando mi fanno partecipare e ci scopiamo in due Lucrezia, lei gode da matti dicendo che è bellissimo avere due buchi pieni ed anche li constatai la grande zoccola che era diventata mia moglie insieme al saper fare di Roberto, infatti lui non veniva mai (è durato quasi il doppio mio pur avendo scopato da prima mia moglie ), ha una copiosa sborrata, ha trombato senza ritegno mia moglie in tutte le posizioni e lei godeva come una cagna non curandosi minimamente della mia presenza gli leccava la fica assaporando gli umori di lei. Lucrezia a sua volta lo leccò davanti e dietro e mi offendeva con frasi da cornuto e dicendomi di prendere esempio da lui cornutone "sono questi gli uomini che voglio io a letto.
Roberto da allora non l'ha più incontrato per via della nostra distanza anche se ogni tanto si sentono e vedono in cam facendolo ancora sborrare, Maurizio invece l'ha incontrato ancora un po di volte e dopo la doppia che vi ho raccontato, ha avuto un altra avventura di doppia penetrazione addirittura con un uomo di colore che lei desiderava tanto e che sarà raccontata in un altro episodio .
Io non pensavo mai di dover diventare un cuck e lei mi dice che non avrebbe immaginato mai di diventare la troia che adesso dice di sentirsi anche a 46 anni. Tutto merito di un sogno che per sfortuna di Massimo per lui non si è avverato ma che per fortuna di altri (vedi Maurizio e Roberto invece si).
Per quanto mi riguarda ormai va bene così meglio cuck che cornuto inconsapevole (anche se per un periodo lo sono stato) perchè come dice adesso lei "ormai non si torna indietro perchè scopare e non temere di essere scoperti dal proprio marito è la cosa più bella, anzi condividerla con lui è come scopare, due volte". Però da quella volta non mi ha mai fatto più assistere e partecipare alle sue monte con i suoi bull, mi dice che non si disinibisce a dovere. A me tocca segarmi.
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2 years ago
gattavogliosa69,
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Godo fra i maschi.
Mi chiamo Simonetta, ho 36 anni, e sono single. Amo troppo la mia libertà per legarmi ad un solo uomo e, soprattutto, vivo momenti della mia vita in cui mi sento talmente troia, che non potrei, in qualche modo, giustificare questo mio comportamento con un maschio che vive costantemente al mio fianco.
Adoro troppo la mia libertà, il mio aspetto fisico. Sono alta un metro e 70 ed ho capelli chiari, occhi azzurri ed una bocca larga e carnosa, un bel culo a mandolino sorretto da belle cosce lunghe e affusolate. Ho una splendida quarta di seno che amo mostrare con orgoglio.
La cosa che mi eccita in modo particolare è quando, d’estate, vado in qualche spiaggia e posso sfoggiare la procacia dei miei seni nudi con una certa impudenza. Quella mia parte anatomica ha sempre attirato ed eccitato gli uomini, come pure i miei fianchi tondi e la pancia piatta, che si evidenziano facilmente rispetto ai corpi di tante altre ragazze.
Adoro passeggiare sulla spiaggia mezza nuda, con addosso solo uno di quei minuscoli perizoma, fatti di un semplice triangolino di stoffa che, a mala pena, riescono a coprirmi il sesso.
Mi sento troia e questo mi fa impazzire molto, soprattutto quando cammino tranquillamente tra la gente, lanciando, di tanto in tanto, un’occhiata concupiscente agli uomini sdraiati sulla sabbia, che offrono il loro corpo al sole, oltreché alla vista.
Alcuni di essi hanno slip che nascondono interessanti promesse. La visione di quelle protuberanze consistenti, a malapena contenute in uno stretto slippino, mi stimolano la libido ai massimi livelli.
Provo una sensazione bellissima quando, accanto a me, noto un uomo vigoroso, sdraiato al sole, con il sesso voluminoso abbandonato sul ventre come un serpente, drizzarsi e poi venire ad offrirsi alla mia bocca. Ovviamente tutte quelle stimolazioni mi provocano l'irrigidimento dei capezzoli, che appaiono come chiodi, e, nello stesso tempo, avverto un'abbondante umidità fra le cosce. Mi piace molto sentire gli sguardi degli altri fissi su di me, anche se la gente, in particolare le donne, mi guardano con sussiego, perché il mio aspetto esprime chiaramente il mio bisogno di apparir sfacciata. Circa tre anni fa, ero distesa su una spiaggia nudista in Corsica, in fondo alla baia, in un posto un po’ più defilato, circondato da grossi massi che lo rendevano poco visibile alla maggior parte delle persone presenti in spiaggia. Mentre procedevo a spalmarmi la crema protettiva, mi sono accorta che il bordo del perizoma si era infilato nella fessura rasata e da esso facevano capolino le labbra della mia vagina, già abbondantemente fradicia. Di colpo mi son trovata circondata dai maschi che, precedentemente, avevo notato e che ora, vedendomi praticamente nuda, si sono avvicinati mostrandomi i loro sessi già belli duri e pronti. Alcuni si sono distesi in cerchio intorno a me, mentre altri hanno cominciato ad allungare le mani sul mio corpo. Sentivo i loro commenti di ammirazione e questo mi stava veramente facendo illanguidire: sentivo la mia micetta pulsare, come il battito di un cuore. Ero circondata da uomini con fisici scolpiti e protuberanze tra le più svariate. Vi erano di quelli splendidi, muscolosi e possenti, mentre altri avevano un fisico decisamente meno accattivante, anche se la cosa che più mi interessava era la loro dotazione.
In quel preciso momento, intorno a me vi erano circa una dozzina di splendide verghe una più bella dell’altra. Un po’ intimidita, ho cercato di venir fuori da quel cerchio conturbante di maschi, che ora desideravano il mio corpo.
Alcune mani più vogliose hanno afferrato i miei fianchi e poi i miei seni, ed hanno cominciato ad accarezzarmi il ventre. Delle dita si spingevano fino alla vulva. Qualcuno aveva anche trovato il mio bottoncino e, un istante dopo, si è trovato fra le mani anche la mia fica completamente bagnata.
In preda al piacere, ho risposto con immenso trasporto ad un bacio carico di passione, che uno di loro mi ha dato sulle labbra. Mentre ero intenta a godermi questo bacio, un sesso grosso e poderoso, ha trovato un percorso abbastanza lubrificato e mi è entrato in vagina.
Era un grosso arnese che ha cominciato a spingersi dentro di me e che, trovando la mia vagina così allagata, non ha trovato ostacoli ad esser accolto al suo interno, non senza lasciarmi piacevolmente sorpresa, perché, al contrario, avevo temuto che quella dimensione potesse presentarsi alquanto dolorosa. Sentivo i grossi coglioni sbattere sulle labbra della vagina; l’uomo che mi scopava si è sdraiato sulla sabbia, mentre altre mani hanno sostenuto ed accompagnato il mio corpo sul suo. Sdraiata su quello sconosciuto, ho sentito una leggera pressione fra le chiappe e una verga possente, come quella che già avevo in figa, cercava di penetrare nel buchetto posteriore. Dopo averlo ripetutamente lubrificato con la saliva, finalmente quella grossa verga ha trovato modo di penetrare, ha forzato l’apertura anale ed è entrato lentamente, ma con decisione, fino in fondo, nelle mie viscere. Dopo qualche istante di immobilità, durante il quale ho avuto modo di abituarmi alla loro presenza, i due uccelli hanno preso il ritmo regolare: uno mi scopava e l'altro mi inculava. Da quel momento in poi, sono stata travolta da una serie di orgasmi che si succedevano senza soluzione di continuità dentro di me. Mi sentivo riempita al massimo, avvertivo la spinta energica dei loro uccelli sempre più in profondità dentro di me, ed il piacere aumentava ancor più stimolato dal continuo turpiloquio di cui ero la destinataria indiscussa.
«Sei una vacca! Sei una puttana! Sei una troia! Una zoccola sfondata in ogni buco!»
Ero in estasi: sentivo il mio corpo scosso da un piacere inarrestabile, mentre ero trasportata in un limbo di piacere assoluto. Ho continuato a godere, facendomi scopare ed inculare da quei due tori meravigliosi. Ed ho goduto ancora, quando ho sentito il loro liquido caldo riempire i miei buchi, mentre le mie labbra erano cosparse del seme di altri maschi, che si masturbavano dopo avermi offerto i loro cazzi da succhiare. Mi hanno preso uno dopo l’altro, ciascuno almeno una volta e anche contemporaneamente, in culo e in fica. Hanno cercato di mettermi due cazzi insieme nella fica, ma quei membri erano così grossi che non ci sono riusciti. Infine, sdraiata, mi hanno letteralmente ricoperta di sperma. Ne avevo nei capelli, sulla faccia ed una gran quantità l'ho ingerita. Dopo questo genere di avventure, quasi sempre mi vergogno un po’ ad essere una troia perversa, e questo finché non affiora di nuovo il desiderio di sentire il mio corpo scosso da potenti brividi di piacere. Insomma amo sentirmi troia in mezzo a maschi che mi trattano esattamente come piace a me: da vera puttana!
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2 years ago
baxi18, 55
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Avventura in belgio parte 2
I nomi sono di fantasia, la storia è vera, e sarò molto sintetico.
Il rapporto con Tina a Mario continuava, ogni volta che andavo in Belgio per lavoro ci vedevamo, a Tina piaceva scopare con me e Mario, anche se Mario interveniva poco, scattava foto, con visi anche ripresi e Tina si eccitava, a Tina piaceva prendere 2 cazzi insieme e se Mario non interveniva usavamo un vibratore.
Un weekend andai a trovarli, avevano una festa con amici nel pomeriggio e ci divertimmo con circa una 10 di persone coppie e no.
Finita la festa naturalmente io dovevo rimanere e dormire con loro, alla porta Tina salutando gli amici si intrattenne con una ragazza giovane, piccola vestita di nero, ben fatta, tatuata, io durante la festa l’avevo notata poco, partecipava ma era sempre molto silenziosa.
Tina e Jennel tornarono in soggiorno mentre io e Mario sistemavamo le stanze.
Finito di sistemare io e Mario ci prendemmo un calice di vino (di vino e liquori ne avevamo consumati a fiumi) ci sedemmo in soggiorno e iniziammo a conversare. Dopo un po vennero con noi anche Tina e Jennel sempre bevendo alcolici, mi dissero che Jennel faceva parte di un complesso Rock locale non cantava e non suonava, gestiva gli audio, gli feci i complimenti e gli dissi di mettere su della buona musica cosa che fece. Noi parlavamo e le ragazze si misero a ballare scalze, prima normalmente, poi sempre più sexy, poi si tolsero le magliette e reggiseno e iniziarono ad accarezzarsi, io smisi di parlare e le guardai, con Mario iniziammo a fare il tifo. Pensavo che si fermassero lì, Tina si tolse anche le mutande e Jennel continuò a ballare, adesso si baciavano con più ardore e io ero eccitatissimo, io e Mario ci togliemmo la maglietta, e Mario andò a prendere da bere, Tina si avvicino a me e mise le tette sulla mia faccia, io naturalmente partecipavo, dopo poco vidi che Jennel si muoveva verso Mario, che intanto si era seduto, bevve un bicchiere di vino, si inginocchiò, prese il cazzo di Mario e iniziò a sbocchinarlo, io presi Tina la adagiai a terra, le apri le gambe e iniziai a leccargli la figa, dopo un po vidi che Mario si alzava, vidi l’ombra di Jennel che si infilava sotto di me, io leccavo la figa di Tina, Jennel prese il mio cazzo e se lo mise in bocca, aveva una bocca piccola, calda, la lingua si muoveva veloce, se lo mise tutto in bocca, e lavorava quasi a farmi venire subito, io smisi con Tina, presi la testa di Jennel e la baciai in bocca, non la conoscevo, non sapevo neanche il suo nome e si era avvicinata a me sbocchinandomi, la baciai appezzò ma era sempre silenziosa anche perchè aveva bevuto molto.
Mario si alzò e disse di andare tutti in camera da letto, cosa che facemmo, seguiti anche da bottiglie di vino e liquore, questo non mancava mai. Avevo capito che tra loro c’era già complicità lo avevano già fatto altre volte
Con Tina ormai io avevo un rapporto speciale, avevamo scopato diverse volte, solo con me e Mario, anche se Mario interveniva poco, scattava sempre fotografie a noi due, anche con il viso, e interveniva raramente, solo quando Tina voleva due cazzi, a volte per ovviare usavamo anche dei vibratori, a Tina piaceva, cazzi, vibratori, e farsi foto in tutte le posizioni e quando venivamo voleva le foto con lo sperma in bocca, avevamo centinaia di foto, anche con il mio volto e le divideva con certi amici.
Con Tina usavo un metodo di dolcezza e calma, carezze, baci e penetrazioni, poi quando lei si arrabbiava e mi sputava in faccia dicendomi le peggio cose io dovevo diventare violento, prenderla per i capelli, trascinarla per il letto, legarla con le cinghie, picchiarla, inculandola di forza, naturalmente Mario interveniva a parole, incitandomi a farle del male, dopo un po diventavo ancora dolce, la accarezzavo, la baciavo e la penetravo con dolcezza. Con Jennel cercavo di usare lo stesso metodo, ma vedevo che lei era nel letto, gambe aperte, ogni tanto la penetrava Mario, poi io poi Mario e a lei piaceva cosi, quando Mario la penetrava io le mettevo il cazzo in gola e lei succhiava tutto, poi ogni tanto si alzava, beveva, leccava la figa a Tina, si faceva leccare da me da Mario e da Tina.
Mario era già venuto, forse su Jennel io continuai ancora per un po, poi quando stavo venendo, Tina chiamò Jennel si mise dietro Tina, io sborrai in bocca a Tina con Jennel che cercava di limonare Tina, Mario guardava era sfinito. Prima di andare a letto feci la doccia con Jennel, non stava in piedi e la lavai io.
Sono stato molto sintetico e ho tralasciato tantissime cose.
Ci divertimmo
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willywin,
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Il culo di adele per il mio migliore amico.
Mi chiamo Piero, ho 47 anni e sono sposato da 26 anni con Adele, che ha la mia stessa età. Siamo una bella coppia, di bell’aspetto. Io sono alto, bel fisico, occhi marroni, capelli scuri e, sessualmente parlando, ho anche una discreta dotazione. Adele è una di quelle mogli esemplari, con una squisita educazione, molto carina ed educata, con un viso da ragazza ingenua, ma che denota una certa malizia. Ha occhi grandi e allungati, di colore verde, labbra attraenti e un corpo fatto per il sesso. Ha una vita molto stretta, che esalta i fianchi larghi e un sedere che fa impazzire chiunque, soprattutto per il modo in cui si muove. Porta sempre i tacchi alti e sa muoversi con quell'aria che la rende attraente solo a guardarla. In tutti questi anni di matrimonio, ha sempre messo in conto l’idea di ritrovarmi cornuto, così ho deciso di correre ai ripari. Da tempo io e lei amiamo frequentare amici per trascorrere serate diverse: non parlo solamente di una cena al ristorante o di un drink al bar, bensì di scopate fatte da mia moglie con singoli, mentre io mi masturbo. Adoro veder la mia donna mentre è sbattuta su un letto o su un divano, addirittura, una volta, anche dentro la cabina di un tir, provando anche quel tipo di esperienza. Abbiamo raggiunto questa splendida intesa, dopo lunghi dialoghi, durante i quali io mi sono aperto con lei e le ho esternato sia le mie paure, che i miei desideri. Lei ha riflettuto a lungo e, all’inizio, era molto titubante sull'esito positivo della cosa, ma, col tempo, abbiamo raggiunto un’intesa perfetta. Sono sempre io a scegliere la persona con cui lei può accompagnarsi, mentre lei sceglie la location e, soprattutto, sceglie anche come e quando deve avvenire. Una delle ultime volte che è successo, è stato quando Adele ha incontrato il mio amico Daniele. Io e lui ci si conoscevamo da una vita. Lo considero sicuramente uno dei miei migliori amici, sicuramente uno dei più fidati. Purtroppo, per lavoro, vive in una città abbastanza distante da noi. Quando l’ho chiamato, ho parlato a lungo con lui e gli ho confessato delle nostre divagazioni e, visto che non è fidanzato, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto partecipare a qualcuna di queste occasioni, poiché si ricordava bene che bella donna fosse Adele ed il suo meraviglioso culo. Così ci siamo dati appuntamento in una città, a metà strada tra la sua e la nostra, dove avevamo prenotato una stanza per la notte per tutti e tre. In questa maniera avremmo potuto spassarcela tutta la sera e, dopo una buona cena, risposarci per partire il giorno seguente e ritornare a casa. Quella sera Adele aveva indossato un paio di leggings stretti di colore bianco, che lasciavano intravedere il suo intimo, mentre sopra aveva una camicetta leggera con un motivo floreale, sbottonata sul suo splendido seno (una 4ª abbondante). Io e Daniele, invece, indossavamo semplicemente un paio di jeans ed una camicia. Dopo i saluti e quant'altro, ci siamo recati nel locale che aveva riservato proprio Adele, perché, come ho già detto, a lei piace scegliere la località degli incontri, visto che io mi ero occupato del maschio che l’avrebbe scopata sotto i miei occhi. Durante la cena, Daniele è rimasto affascinato da Adele. Se la ricordava bella, ma non così affascinante e sexy: era particolarmente attratto dal suo splendido culetto.
Al momento del caffè, Adele si è alzata per andare in bagno ed allora Daniele ha colto l'occasione per farmi due domande:
«Senti Piero, non vorrei apparire troppo invadente, ma alla tua donna posso far di tutto?»
«Certo, altrimenti che divertimento sarebbe? È proprio questo il bello del gioco, durante il quale ognuno di noi da fondo alle proprie fantasie.»
«Va bene, questo l’ho capito, ma posso anche scegliere di scoparla là dietro? Ha un culo da paura, la tua donna!»
L’ho guardato felice della sua affermazione.
«Mi fa piacere sentire apprezzamenti sul suo culo! Non puoi immaginare quante volte l’ho presa a sculacciate lì, mentre me la scopavo!»
«Quindi lo prendo per un sì! Cambiamo discorso che sta arrivando!»
«Certo, ma sta tranquillo! A lei piace godere anche in quel modo.»
Una volta usciti dal locale, abbiamo fatto una passeggiata e poi ci siamo avviati a piedi verso il residence scelto da Adele. Non era niente di che, ma perfetto per trascorrere una nottata di divertimento e far riposare i nostri corpi spossati dalle fatiche erotiche. Una volta prese le chiavi e arrivati in camera, ci siamo accomodati nella stanza ed io ho individuato subito una poltroncina da utilizzare come postazione ideale per godermi la performance di Adele. Daniele, intanto, dopo essersi tolto le scarpe, si è sistemato sdraiato sul letto. L’ho osservato soddisfatto, perché ricordavo che fosse ben dotato e, nel vedere quel suo grosso bozzo, ben evidente e pronto a sfasciare il culo ad Adele, mi ha fatto subito eccitare.
Adele è uscita scalza dal bagno e, con la sua voce languida e sensuale, mi ha chiesto:
«Allora, vogliamo dar inizio ai nostri giochi, Piero?»
Ho guardato mia moglie con ammirazione ed ho risposto:
«Certo, tesoro; io mi metterò qui comodo ad ammirarti»
Poi lei si è girata verso di lui, si è passata la lingua sulle labbra, compiaciuta nel rimirare il notevole rigonfiamento che aspettava d'esser scoperto.
«Daniele, tu sei pronto?»
«Sì, Adele, viene pure qua, che ho proprio voglia di scoparti!»
Lei ha finto di esser meravigliata, ma era chiaro che stava già pregustando ciò che sarebbe successo a breve.
«Ah, sicché? Vai subito al sodo tu? Allora vediamo che cosa sei in grado di fare e se riuscirai a stupirmi!»
Quindi, si è portata in ginocchio sul letto e subito hanno preso a baciarsi, mentre lui ha iniziato a sbottonarle la camicetta.
Io, nello stesso momento, ho iniziato pian piano a sbottonarmi i jeans e calare leggermente gli slip, così da tenere a portata di mano cazzo e palle che già iniziavano a bollire. A quel punto, lui ha preso a baciarle i seni, dopo averle sfilato completamente il reggiseno e, nel mentre, anche lei è scesa con le mani sui suoi jeans, carezzandogli il cazzo che, oramai, si vedeva già gonfio dentro quelle mutande. Allora lei si è chinata su di lui ed iniziò a fargli un sontuoso pompino davanti ai miei occhi. Mi è subito sfuggito un apprezzamento nei suoi confronti.
«Brava, amore mio! Fa sentire al nostro amico quanto sei brava a succhiare il cazzo!»
Lei ha si è voltata un attimo verso di me ed ha sorriso, poi ha preso a leccare la cappella e l’asta in tiro e lui non ha potuto far a meno di gemere dal piacere.
A quel punto, Adele, se lo è preso in bocca, guardandolo dritto negli occhi per continuare a farlo eccitare. Nel sentire la sua bocca calda avviluppare la sua verga, lui ha preso a gemere ed a complimentarsi con lei.
«Che spettacolo! Ha una bocca che sembra un vulcano! La lingua poi è fantastica! Brava, continua a succhiare! Amico mio, tua moglie è una perfetta pompinara!»
Ho visto Daniele che era davvero preso da lei. Si lasciava ciucciare il cazzo beatamente. Io lo guardavo e già immaginavo quando l'avrebbe scopata, e, soprattutto quando quella verga fosse sprofondata nel culo di Adele, visto che era una cosa desiderata da entrambi. A quel punto, lui l’ha fatta fermare e mettere carponi con lo sguardo rivolto verso il muro, affinché io avessi la perfetta visione del suo culo. Le ha sfilato i leggings bianchi e poi ha iniziato a sculacciarla, prima su una chiappa e poi sull’altra, lasciandole dei bei segni rossi su entrambe le chiappe. Dopodiché, ha messo due dita nella fica, facendola godere allo spasimo. Lei ha gradito il gioco e lo incitava ancor più in quanto era molto bagnata ed eccitata.
«Sì, così! Muoviti più velocemente, dai, che vengo! Vengo!»
Quando ha raggiunto il massimo del piacere si è girata verso di me che le sorridevo soddisfatto. Dopo averla fatta godere con le mani, Daniele si è avvicinato a lei ed ha appoggiato la cappella fra le labbra della sua fica e, tenendola per i fianchi, con una spinta decisa è affondato tutto dentro di lei. Ho visto il corpo di Adele inarcarsi per reggere la forte spinta con cui lui l’ha penetrata. Dopo esser rimasto un attimo immobile, ha preso a stantuffarla sempre più velocemente.
«Che meraviglia! Che fica calda e bollente! Sei fantastica! Adesso ti sfondo tutta!»
Adele ha preso a godere in abbondanza. Lui le ha assestato una pacca sul culo, e poi le ha ordinato di masturbarsi. Lei in preda al raptus erotico, lo ha assecondato e ha portato la sua mano sotto di sé, così da titillarsi il bottoncino, giungendo subito ad un nuovo orgasmo.
«Bellissimo! Mi stai sfondando! Continua più forte! Spaccami tutta! E tu, cornuto, guardami! Guarda come il tuo amico sta facendo godere questa vacca di tua moglie! Sei un cornuto! Meravigliosamente cornuto! Ti amo da impazzire!»
Daniele la stava sbattendo come un forsennato. Le ha lasciato assaporare ancora questo orgasmo, poi si è allungato su di lei ed ha afferrato i suoi seni, per farla sollevare. Quindi si è ritrovata inginocchiata davanti a lui, che la sbatteva con più forza e, mentre impastava i suoi seni, la trattava da vera zoccola.
«Sei una troia, una puttana, una zoccola tutta sfondata! Per ora ti sfondo la fica per il piacere del mio amico che è un gran cornuto, poi ti rompo anche il culo!»
Adele ha preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Le ha fatto cambiare anche posizione e l'ha scopata tenendola sotto di lui, con le gambe alzate e anche stesa di lato. Vedevo quella grossa verga sfondare la fica di mia moglie e la gioia che mi prendeva mi lasciava estasiato. Lui le ha sussurrato qualcosa, lei si è girata verso di me e, all’unisono, mi hanno fatto il gesto delle corna, facendomi sborrare all’istante.
«Amore, sei un cornuto!»
È stato un momento di profonda libidine. Poi lui le ha fatto di nuovo cambiare posizione. L'ha fatta mettere a quattro zampe, facendo in modo che io avessi una completa visuale su quello che avrebbe fatto. Quindi Daniele le ha fatto colare della saliva sul buco del culo ed ha preso a puntarle la cappella sul buchetto.
Io, intanto, mi stavo masturbando il cazzo e, nonostante avessi da poco sborrato, ce l'avevo ancora molto duro. Sentivo che il piacere affiorava con irruenza. Poi, ho avvertito un brivido lungo la schiena non appena ho visto quel suo enorme cazzo penetrare nel culo di lei. Lui si è girato verso di me e mi ha chiesto di avvicinarmi.
«Gran cornuto! Vieni a vedere come sfondo il culo a questa vacca di tua moglie!»
Mi son avvicinato, mi son inginocchiato di lato a lui ed ho avuto la completa visione di ciò che stava facendo. Egli, però, non era ancora soddisfatto e mi ha rivolto una ulteriore richiesta.
«Così non va bene. Devi sdraiarti sotto di lei e leccarle la fica, mentre assisti a questa particolare operazione che sto eseguendo su tua moglie.»
Un attimo dopo era sdraiato sotto di lei che, immobile, accoglieva dentro il suo culo quel palo di carne umana. Era qualcosa di fantastico veder sfondare il culo di mia moglie, qualcosa che desideravo da tempo. Non che lei non me lo concedesse, ma vederla così squassata da quell'enorme verga, era ancor più eccitante di quando ero io stesso ad incularla. Dopo esser penetrato, ha iniziato a muoversi lentamente, limando sapientemente quel buco di culo. Lo faceva scorrere tutto fuori, per poi affondarlo di nuovo tutto dentro di lei. Lei sembrava un mantice dal troppo ansimare ed emetteva uggiolii quasi stesse soffrendo.
«Fa piano, ti prego! Sei enorme! Mi stai spaccando il culo! Piano, che me lo sfondi!»
Daniele non ha badato alle sue parole, ma ha continuato a scoparla con sempre più vigore, addirittura afferrandole i capelli e tirandola un po’ a sé.
«Zitta, troia! Ti sfondo il culo a mio piacimento! Te lo voglio ridurre ad una voragine! Sei una troia tutta da godere e sfondare! E tu, cornuto, stai osservando con attenzione a come le sto spaccando il culo?»
Ho risposto con un gemito, perché in realtà stavo leccando il torrente di umori che colava dalla fica di mia moglie. Stava veramente godendo nel sentirsi sfondare dal mio amico. Lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha preso a limare quel buco con colpi molto forti e ben assestati. Lei ha avuto un orgasmo ed io mi sono preso in bocca tutto il suo piacere, mentre ora lo incitava a scoparla più forte.
«Sei fantastico! Più forte! Daniele, scopami più forte! Dai, spaccami il culo! Fai vedere al mio adorabile cornuto, come si rompe il culo a quella vacca di sua moglie!»
Quale amante si sarebbe trattenuto dall'ignorare le suppliche che provenivano dalla donna che stava chiavando? E, quindi, anche lui ha preso a sbatterla con forza; le appioppava dei colpi così forti che il suo seno ne era scosso facendolo ballonzolare, ed io ero al massimo dell’eccitazione. Ho sollevato il bacino e il mio cazzo duro era proprio davanti alle labbra di Adele che, dopo aver urlato un altro orgasmo, ha spalancato la bocca e se l’è infilato tutto in gola. Anche Daniele era sul punto di venire e, ad un tratto, gliene ha infilato solo la metà nel culo: si era bloccato, immobile, perché glielo stava riempiendo di sborra.
«Eccomi, vacca! Sborro! Sto sborrando! Adesso te lo riempio!»
Ho assistito alle contrazioni del suo cazzo, mentre farciva il culo di Adele. Poi lo ha sfilato velocemente e le ha sborrato lungo il solco delle natiche, facendo colare tutta la sua sborra tra le chiappe e sulla figa arrossata dalla vigorosa chiavata. Anch’io in quell’istante son venuto in bocca ad Adele. Lei ha ingoiato tutto, mentre Daniele mi impartiva un ennesimo ordine.
«Cornuto, lecca! Lecca tutta la sborra che sta colando!»
Ho allungato un po’ il collo e mi sono trovato con la bocca proprio lungo il taglio della fica di mia moglie, con, al di sopra, il suo culo da cui promanava un lungo rivolo di sbroda quale conseguenza di quanto egli le aveva iniettato all'interno. Ho leccato avidamente fino all’ultima goccia, mentre lui, dopo aver spremuto il cazzo su di lei, l’ha presentato alla sua bocca per farselo pulire.
«Puttana! Lecca e ripulisci tutto, mentre lui sta raccogliendo tutto quello che ti ho schizzato dentro!»
Vedevo il buco del culo largo di mia moglie ed ho leccato tutta la sborra di Daniele, considerandola come un premio. Poi mi son sfilato da sotto di lei e, avendo anche lei finito di pulire quella verga che tanto l’aveva fatta godere, ci siamo guardati tutti e tre negli occhi e, abbracciatici, siamo scoppiati a ridere.
Lui è rimasto oltremodo contento per l'esperienza vissuta e lo stesso è stato per me e mia moglie, così adesso ogni volta che ne abbiamo voglia, ci incontriamo per passare dei momenti stupendi, ma, soprattutto, per vedere con quanto piacere lui sfonda il culo di Adele, che non smette mai di ringraziarmi per averle donato la dotazione del mio amico più caro.
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2 years ago
baxi18, 55
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Mia figlia si sposa. ultima parte. giochi incestuosi in famiglia.
Esco dalla casa di Michele e ritorno alla mia abitazione. Quando entro cerco mia moglie e sento che sta parlando al telefono in giardino: così entro nel mio studio e, mentre lascio una cartella con dei documenti sulla scrivania, dalla finestra aperta mi giunge la sua voce e sento che sta parlando in maniera allegra e felice con qualcuno.
“Certo, amore mio, certo che lo faremo. Si gioia del mio cuore, farò tutto quello che vuoi. Non ti preoccupare, non avremo problemi, tanto lui nemmeno se ne accorge. Ti amo da impazzire!”
Resto basito nel sentire questa conversazione e, silenziosamente, riprendo i miei documenti ed esco di casa. Mi siedo nell'auto tenendo il telefono in mano, simulando una telefonata, mentre in realtà sto cercando di riflettere su ciò che ho appena scoperto. Sono un cornuto! Dopo un attimo di stupore, le mie riflessioni mi portano ad altre considerazioni. Non me ne importa nulla, perché in fondo non ho di che lamentarmi su mia moglie; infatti, in quest’ultima ventina di giorni, si era detta sorpresa dalle mie rinvigorite prestazioni e pretendeva che ogni sera le fornissi la sua razione di sesso, cosa cui ho assolto sempre con estremo impegno e piacere. Inoltre, non posso certo biasimare me stesso per aver continuato ad avere una relazione con mia figlia, fino al punto di ingravidarla, ed ora che si prospetta anche l’ipotesi di ingravidare anche mia nuora, non posso certo pretendere la fedeltà assoluta di mia moglie. L’unica cosa che mi infastidisce un po’, sta nel fatto che, se io l’ho tradita, l’ho fatto all’interno delle mura domestiche, mentre lei lo fa con qualcuno di questa città che, probabilmente, incontrandomi o guardandomi in faccia, potrebbe benissimo darmi del cornuto e, questo, in fondo, è una cosa che mi infastidisce molto. Dopo qualche minuto rientro in casa e lei mi accoglie sempre in maniera dolce e calorosa. Dopo cena, la lascio sul divano a seguire una delle puntate della sua soap preferita e me ne vado a letto. Mi addormento, ma dopo un po’ di tempo vengo destato dalla piacevole sensazione di sentire una bocca che mi sta succhiando il cazzo. Quando apro gli occhi, trovo lei che, nuda, mi sorride e si impala su di me, godendo quasi istantaneamente. Vengo colto da una strana sensazione, come una specie di rabbia che mi spinge a scoparla con vigore. L’afferro per i fianchi e la metto sotto di me, poi inizio a pomparla come un toro scatenato, mentre, nella mia mente, prende forma l’immagine di lei sbattuta da un altro maschio e questo, unito al fatto che la sento godere e urlare di piacere, all’improvviso, mi provoca una eiaculazione che le riverso tutto dentro. Sfinito, mi sdraio al suo fianco, lei appoggia la testa sul mio petto e, dopo avermi dato alcuni baci, solleva lo sguardo incrociando il mio.
«Amore, sei stato magnifico! Cioè lo sei sempre, ma questa sera sembrava che avessi uno stimolo in più. Ho avuto l’impressione come se mi stessi scopando in maniera più forte e vigorosa. Posso sapere cosa ti ha scatenato questa rinnovata vigoria erotica?»
La guardo e, per un attimo, penso di restare in silenzio, poi, al contrario, decido che in fondo vale la pena di azzardare un po’.
«Mi fa piacere sapere che ti è piaciuto il mio modo di scoparti; in effetti avevo in mente una strana idea che scaturisce da un semplice e banale fatto avvenuto oggi. Nel cantiere è venuta una signora per concordare alcuni dettagli e rifiniture del suo appartamento e, mentre parlava con il mio geometra, ho notato che fra di loro vi era una certa complicità. Nulla di particolare, ma questa sera, mentre facevo sesso con te, stranamente ho immaginato che quella signora fossi tu e che, in qualche modo, fossi l’oggetto del desiderio di un’altra persona. Comprendo il tuo stupore, ma ti assicuro che questa cosa mi ha, in qualche modo, eccitato in maniera così evidente che te ne sei accorta anche tu.»
Lei mi guarda, sorride e mi dice che, se le mie fantasie hanno il potere di trasformarsi sempre in momenti di così intenso piacere, son libero di fantasticare su qualunque cosa. L’indomani, mentre sono al lavoro, mi giunge un messaggio di Lucrezia che mi chiede se nel pomeriggio posso passare a prendere un caffè da lei e, quando la raggiungo, mentre siamo seduti a sorseggiare il caffè, lei mi guarda con uno sguardo un po’ teso.
«Scusami, Carlo, se ti ho fatto venire oggi, ma volevo dirti che ieri non sono stata completamente sincera con te. Come ti ho detto, io e Michele abbiamo deciso di avere un altro figlio, ma a lui ancora non ho detto che avrei chiesto il tuo aiuto, mentre ieri ti avevo detto di averlo già fatto e, poiché oggi mi sono arrivate le mestruazioni ed è più di un mese che non uso precauzioni, questo significa che, anche questa volta, non è riuscito a mettermi incinta. Anche se la volta precedente si è dimostrato subito contento di accettare che fosse mio padre ad aiutarlo di ingravidarmi, ora mi son convinta che questo fatto, un po’ lo ha cambiato. Naturalmente adora Lucilla, è un padre meraviglioso, ma questa volta, in qualche modo, vorrei risparmiargli, se possibile, la sensazione che non sia stato in grado di assolvere al suo dovere. Ne consegue che, a partire dai prossimi giorni, cioè il tempo che manca al nostro matrimonio, vorrei che, in qualche modo, fossi tu ad aiutarmi a realizzare questo progetto. Inoltre c’è una cosa che vorrei chiederti, ma forse sto esagerando: poiché non ho più mio padre, mi piacerebbe che fossi tu ad accompagnarmi all’altare. Ne ho parlato con mia madre e, nonostante sia molto dispiaciuta per la perdita, si è detta molto contenta che fossi tu ad assolvere a quest’incombenza. Di questo ne ho già parlato con Michele che si è detto assolutamente contento se ciò avvenisse.»
Rifletto un attimo sulla sua proposta e le confermo che ne sarei immensamente onorato. Per quanto concerne il discorso gravidanza, ritengo che se lei sarà in grado di alternare le mie sborrate con quelle di Michele, difficilmente lui se ne accorgerà e, questo, forse, gli eviterà un possibile trauma. Passano i giorni e fervono i preparativi per il matrimonio; di frequente mi trovo anche in compagnia di Anastasia, la madre di Lucrezia. È una bella donna prossima alla cinquantina, la classica bellezza mediterranea, con capelli neri e le curve tonde, ma non è assolutamente grassa, anzi, potrei dire che è piena nei posti giusti. È leggermente più bassa della figlia, sopperisce a questa carenza calzando scarpe dai tacchi veramente alti e, cosa che non passa inosservata, è il suo splendido seno, sicuramente una quinta abbondante. In più di una occasione l’ho accompagnata a casa ed ho notato come, in qualche modo, la signora si è fatta notare anche da me e, alla fine, ho avuto quasi la sensazione che volesse una bella spazzolata anche lei. Dopo i primi giorni di tranquillità, Lucrezia mi ha comunicato che erano finite le mestruazioni, quindi potevamo dare inizio al nostro progetto. Passano due giorni, durante i quali non riesco a liberarmi dai vari impegni, ma nel terzo lei mi manda un messaggio, dicendomi che mi sta aspettando ed è impaziente di sentire il mio cazzo dentro di lei. L’occasione si prospetta di pomeriggio e, quando entro, resto piacevolmente sorpreso nel vederla davanti a me. Mi stava aspettando dietro la porta di casa già nuda, fresca e profumata, già pronta per farsi montare. Era magnifico constatare che si era preparata per me. Appena chiusa la porta, mi ha tolto la giacca, la cravatta, la camicia ed i pantaloni e mi ha condotto in camera da letto; mi ha obbligato a mettermi seduto sul letto ed ha cominciato a succhiarmi cazzo e testicoli con estrema voracità. Era veramente affamata. Subito mi son ritrovato con la verga bella dura sotto le esperte leccate di questa femmina, che riusciva a infilarsi in gola tutto il mio cazzo con estrema disinvoltura. Poi mi è salita addosso, impalandosi sul mio palo duro e svettante. Ha iniziato a muoversi su e giù, tenendomi le braccia al collo, mentre mi baciava dappertutto ed ha iniziato a gemere e godere.
«Fantastico! È semplicemente meraviglioso sentirlo arrivare fino in fondo. Tuo figlio lo ha grosso come il tuo, ma non ha la stessa lunghezza, forse è superiore in circonferenza, ma il tuo arriva così ben in fondo, che la punta mi accarezza la cervice dell’utero, dandomi sensazioni da impazzire.»
Le ho lasciato assaporare due orgasmi, poi, dopo averla rigirata e messa sotto di me, ho preso a pomparla con vigore e lei ha cominciato ad incitarmi a scoparla più forte ed a riempirle il ventre.
«Voglio che ti svuoti dentro di me e mi riempi col tuo seme! Voglio esser ingravidata da te! Non puoi capire quante volte l’ho sognato, desiderato e voluto.»
La sbatto con più forza e, poi, d'un tratto mi svuoto dentro di lei, fornendole il più suggestivo tra i piaceri. Resto piantato dentro di lei, fin quando sento la mia verga cominciare ad aver qualche cedimento e, solo allora, mi sfilo e lei, prontamente, me lo prende in bocca, lo lecca e lo succhia, lasciandomelo perfettamente pulito. Svolto il mio ruolo di stallone, le do un bacio e me ne vado. Per alcuni giorni abbiamo ripetuto lo stesso copione, mentre lei mi informava che, la sera, al rientro di Michele, si faceva chiavare immediatamente da lui ed inondare il ventre, proprio come avevo già fatto io. Poi mi ha fatto notare di esser giunta nei tre giorni più fecondi del suo ciclo e che sarebbe stata opportuna un'intensa irrorazione di sperma, per poter esser certi di esser fecondata. L’occasione ce l’ha procurata proprio Michele, comunicando di assentarsi per il weekend per seguire una gara motociclistica, sport di cui è molto appassionato. Anche Adele sparisce per tre giorni, dicendo di voler passare il weekend insieme alle sue amiche in quella spa dove sono state l’altra volta, per prepararsi al meglio in vista dell’imminente matrimonio. Lucrezia provvede ad affidare Lucilla a sua madre Anastasia e, quando la raggiungo, nel pomeriggio, del venerdì, inizio un vero proprio "tour de force" sessuale, che mi porta a scoparla fino a domenica pomeriggio, sborrandole dentro per nove volte. Quando rientro, la domenica sera in casa mia, mi siedo nel mio studio e mi organizzo per il giorno successivo, preparando i documenti di cui avrò bisogno l’indomani. Mentre sono intento ad organizzarmi, sento rientrare Adele, che parla allegramente al telefono con qualcuno e sento solo un frammento del loro discorso.
“Certo che è stato bellissimo! Ti assicuro che è stato veramente emozionante! Certo, gioia mia: mi hai fatto avvicinare alle vette del paradiso!”
Stupito, resto in silenzio, mentre lei passa oltre il corridoio ed entra in camera nostra. Avverto, dentro di me, una sensazione contrastante. Come la volta precedente, non è tanto il fatto di sapere di aver le corna che mi dà fastidio, ma la consapevolezza che il suo amante la fa veramente divertire, mentre io, in questi ultimi tempi, non le ho mai fatto mancare il sesso, facendola sempre godere in maniera intensa ed appagante, cosa di cui anche lei si è complimentata con me. Resto ancora un po’ di tempo in silenzio a riflettere e, quando entro in camera, lei sta già dormendo. La settimana successiva scorre veloce fra ultimi preparativi, vari nervosismi degli sposi ed i tanti piccoli dettagli da curare. Durante tutta la settimana, ho comunque sempre trovato il tempo per irrorare il ventre di mia nuora e poi, finalmente, arriva il fatidico giorno delle nozze. Mi vesto di prima mattina e chiedo a mia moglie com’è la situazione: lei mi informa che Michele è abbastanza nervoso, ma sarà lei stessa a farlo calmare. Esco e mi reco a casa di Lucrezia, ma, appena presa l’auto e fatta poca strada, mi rendo conto di aver fatto una grande sciocchezza: ho dimenticato portafogli e cellulare. Torno indietro, e mi accorgo anche di non aver preso le chiavi di casa. Fortunatamente la mia abitazione ha due ingressi, quello anteriore ed un altro, posto sul retro, raggiungibile direttamente dal garage, la cui apertura si aziona con il telecomando che ho nell’auto. Entro in casa e, mentre percorro il corridoio per andare nello studio a prendere ciò che mi serve, sento dei gemiti provenire dalla camera di Michele. Resto un attimo interdetto, poi recupero cellulare e portafogli e, silenziosamente, mi avvicino alla sua camera, dove la porta è appena socchiusa. Guardo attraverso la luce dello stipite e ciò che vedo mi lascia veramente basito: in ginocchio sul letto, c’è Adele che si sta facendo scopare con estremo piacere da Michele. Osservo con quanto vigore scopa sua madre e di come lei lo inciti a farlo, ancor più forte.
«Dai, così più forte! Fammi impazzire! Fammi godere ancora, perché ne avevo proprio bisogno!»
Rimango allibito ad osservare: lui che la sbatte con forza e poi, con un grido quasi soffocato, le viene dentro. Rimane un po’ immobile, poi si sfila, si gira verso il comodino e prende un plug anale, di medie dimensioni; dopo averlo infilato nella fica di Adele, lo estrae completamente ricoperto del suo seme e, con decisione, lo infila nel culo di mia moglie.
«Voglio che lo tieni tutto il giorno, perché mi eccita sapere quanto piacere hai provato lo scorso weekend, quando ti ho sfondato il culo con il mio cazzo.»
Sono stordito da questa rivelazione e, in punta di piedi, me ne vado. Mentre guido metto a fuoco tanti piccoli dettagli e giungo alla conclusione che l’amante di mia moglie non è altri che mio figlio Michele. Quando arrivo a casa della sposa, ci sono già un po’ di parenti e vengo accolto calorosamente da Anastasia, che mi informa che la sposa e già un po’ tesa e nervosa.
«Sta tranquilla: faremo in modo che si rassereni. Anche al matrimonio di Silvia, lei era andata letteralmente nel pallone, ma il mio intervento ha risolto ogni cosa.»
Lei mi guarda, sorride e, in quel momento, arriva il fotografo, che per circa un’oretta monopolizza la sposa, scattando foto alquanto belle e artistiche. Poi Anastasia invita i parenti ad avviarsi alla chiesa e, ben presto, la casa comincia a svuotarsi. Poi si avvicina a me e mi prega di far qualcosa per calmare la sposa.
«È molto tesa e nervosa, quindi, sarà necessario che tu le dica qualcosa che la rassereni.»
Mi guarda con un’aria un po’ particolare, ma subito mi esorta ad entrare nella camera di Lucrezia. Giusto il tempo di chiudere la porta dietro di me e lei mi si avvicina e mi butta le braccia al collo.
«Scommetto che mia madre ti ha detto che son nervosa e, in effetti, un po’ lo sono. Due giorni fa, avrei dovuto aver le mestruazioni, ma non sono arrivate; quindi sono certa di esser incinta, anche se non ho ancora fatto il test. Ora voglio chiederti ancora un piccolo favore: tradizione vuole che la sposa indossi qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di usato. Ebbene io, in questo mese, ho usato la tua sborra per farmi ingravidare, quindi voglio che mi vieni dentro ancora una volta, perché sarà qualcosa di “usato “in abbondanza, e perché, mentre mi accompagni all’altare, la voglio sentir colare lungo le gambe, per avere la stessa meravigliosa sensazione provata anche da Silvia.»
La guardo davvero sorpreso, ma lei mi sorride dicendo che fra di loro vi è una grande complicità e mia figlia non si è trattenuta dal raccontarle quale stupenda sensazione avesse provato nel percorrere la navata della chiesa, avvertendo che la sua sborra le colava fra le cosce. Appena finito di parlare, prima si siede sul letto e, dopo avermi aperto i pantaloni, mi prende il cazzo in bocca che, immediatamente, mi diventa duro, poi si alza, mi volge le spalle, appoggia le mani sul letto e, piegata, mi offre il suo corpo. Sollevo il vestito, la trovo senza slip e le pianto la verga dentro, prendendo a stantuffarla di buona lena. La sento godere di un buon orgasmo e, nello stesso tempo, mi incita ad inondarle ancora una volta il ventre.
«Sei un toro magnifico! Un vero stallone da monta! Dai, fammi sentire ancora una volta quel tuo getto caldo, che per più giorni ha irrorato abbondantemente il mio ventre! Vieni, vieni adesso! Dai, che vengo anch'io!»
Eccitato mi svuoto dentro di lei con una generosa sborrata e, appena mi sono sfilato, lei tampona la fica con una mano, mentre con l’altra afferra il mio membro, se lo porta in bocca e lo lecca e pulisce tutto, poi mi indica un paio di slip appoggiati sul letto, ed io l’aiuto ad indossarli. Giusto il tempo di ricomporci, che entra Anastasia e vedo che, fra lei e sua figlia, si scambiano un gesto d’intesa, dopodiché la madre dice che è ora di andare. Una ventina di minuti e ci troviamo davanti alla chiesa; prima mia moglie, poi io, accompagniamo questi due giovani davanti all’altare. Io e Adele ci sediamo in prima fila e, quando mia moglie si avvicina, a bassa voce, ironizzo un po’ con lei.
«Vedo che Michele è ben sereno e tranquillo, come hai fatto a farlo rilassare?»
Lei sorride e risponde ironicamente che lo ha semplicemente lasciato sfogare.
«Anche Lucrezia mi sembra molto rilassata, le hai forse iniettato una buona dose di autostima?»
La guardo e decido di stare al gioco.
«Sì, credo sia la stessa quantità che è stata iniettata a te.»
Lei mi guarda facendo finta di non capire. Per il resto della giornata, continuo ad osservare il suo comportamento e, sapendo che tiene un cuneo piantato nel culo, mi rendo conto che la cosa mi eccita particolarmente. È sera tardi, quando facciamo ritorno nella nostra abitazione. Appena giunti in camera, prima che lei cominci a spogliarsi, la stringo a me e l’abbraccio con forza. Le nostre bocche si uniscono in un bacio caldo e appassionato, mentre le mani cominciano a spogliarci reciprocamente. In breve siamo entrambi nudi: la guardo negli occhi e la prego di girarsi, cosa che lei fa e, delicatamente, le sfilo il cuneo dal culo.
«Credo che sia stata una bellissima esperienza per te passare un’intera giornata con questo particolare oggetto nel culo, sapendo quanto hai eccitato Michele.»
Lei si gira e mi guarda un po’ sorpresa, poi mi invita a sdraiarmi con lei sul letto; prende il mio cazzo in bocca e lo succhia con forza, facendolo diventare immediatamente duro. Sale su di me e mi cavalca a lungo, godendo quasi immediatamente. Le lascio assaporare il piacere, poi la rigiro, la metto sotto di me e comincio a pomparla con un ritmo molto sostenuto. Lei gode, solleva le gambe e le annoda dietro di me, per assecondare meglio la monta e, soprattutto, per aver la possibilità di spingere il suo corpo in alto per andare incontro al mio e godere più intensamente. Viene urlando e, ad un tratto, la sua voce mi sconvolge.
«Chiavami più forte! Sfondami tutta! E, anche se non è più possibile, ingravidami! Dai, feconda il mio ventre come hai fecondato quello di nostra figlia e di nostra nuora! Lo so che sei un vero toro da monta ed è per questo che ti amo e sono infinitamente orgogliosa di te.»
La guardo negli occhi alquanto stupito, mentre una strana eccitazione mi spinge a sbatterla con una forza inaudita e, improvvisamente, l’orgasmo esplode nella mia testa e, un attimo dopo, le riverso dentro tutta la mia sborra.
«Magnifica troia! Certo che ti sborro dentro! Mi va di ingravidarti di nuovo, perché sei la mia vacca!»
È un orgasmo devastante quello che entrambi proviamo quasi nello stesso tempo. Poi, sfiniti, ci mettiamo sdraiati l’una accanto all’altro: lei è con la testa appoggiata sul mio petto, solleva lo sguardo ed i suoi occhi brillano di gioia.
«È giunto il momento che io e te mettiamo in chiaro alcune cose. Come ti ho detto sono molto orgogliosa del fatto che tu abbia ingravidato le due ragazze. Devo confessarti che, anch’io, a suo tempo, sono stata ingravidata da tuo padre. Ricordi quando volevamo avere un figlio e poi ci fu quel problema in quel cantiere devastato da quel forte temporale e tu eri stato costretto ad assentarti per tre giorni? Durante tutti i giorni precedenti, mi avevi scopato intensamente, per ho subito avvertito la mancanza del tuo cazzo. Dopo il primo giorno, la sera successiva, ero veramente in fregola. Avevo una disperata voglia di cazzo, così forte da non riuscire a ragionare. Mi feci una doccia veloce e quando sono entrata nuda in camera mia, e mi stavo vestendo, all’improvviso, sulla soglia della camera è comparso tuo padre. Mi son girata verso di lui guardandolo e, senza nascondere particolarmente le mie grazie, ho visto che lui mi guardava e la sua voce è stata l’unica cosa che mi ha fatto ragionare.
“Scommetto che hai una voglia matta di uscire a farti sbattere da qualcuno. Vi ho sentito scopare queste sere e, poiché Carlo mi ha detto che vuoi restare incinta, sono fermamente convinto che se esci e ti fai scopare da uno sconosciuto, sicuramente potrebbe ingravidarti. Non voglio che mio figlio allevi un bastardo, perciò, se proprio hai voglia di cazzo, questo è il mio e te lo darò fin quando non sarai sazia.”
Senza aggiungere altro, ha sfoderato un membro di media lunghezza, ma di notevole circonferenza, anzi, poteva benissimo esser definita esagerata. Mi ha scopato per tutta la notte, facendomi impazzire di piacere e inondando il mio ventre con il suo seme. Sembrava insaziabile e, dopo ogni orgasmo, continuava ancora a sbattermi ed a farmi godere ancora, e ancora, fin quando, stremata, mi sborrava dentro generose bordate del suo seme. Ovviamente ero nei fatidici tre giorni fertili e son rimasta incinta. Dopo la nascita di Michele, ho continuato, per alcuni anni, ad esser la sua troia. Sì, lui con me aveva un particolare rapporto: me lo piantava dritto nel culo. All’inizio è stato un po’ difficile ricever dentro quel grosso membro, ma, ben presto, mi sono abituata ed ho cominciato a godere con lui, come una vera puttana. Evitava di proposito di scoparmi nella fica, perché diceva che quello era compito tuo e, siccome tu lo assolvevi in maniera perfetta, lui ribadiva che era tuo dovere soddisfare la moglie, mentre il suo era quello di dar sfogo alla mia indole da puttana. Una volta ho anche desiderato avervi entrambi insieme, ma son giunta alla conclusione che lui non avrebbe mai accettato e, fin quando è rimasto in vita, ho goduto con lui come una vera zoccola, come la sua puttana. Quando è venuto a mancare, e ti assicuro che ho sentito tanto la sua mancanza, dentro di me qualcosa mi ha spinto a non cercare, in nessun modo, di sostituirlo con qualche altro cazzo fuori casa. Col tempo, mi son abituata al nostro menage ed ho sempre più apprezzato le scopate che facevo con te, perché, in ogni caso, sono sempre state molto soddisfacenti. Quando, cinque anni fa, mi son accorta che Silvia era diventata la tua amante, all’inizio, ho provato una lieve gelosia, poi, ripensando alle parole di tuo padre, dentro di me son giunta alla conclusione che era meglio che nostra figlia facesse esperienza con te. Son fiera del lavoro che hai fatto nel trasformare una puttanella adolescente in una donna matura, consapevole delle proprie scelte, e sufficientemente zoccola per godersi la vita. Il fatto che facesse esperienza in casa, in qualche modo, mi ha trovato assolutamente d’accordo, ed è per questo che non ho mai ostacolato il vostro gioco. Poi, tre anni fa, c'è stato un piccolo cambiamento, quando Michele è venuto da me ed era molto depresso, perché, nonostante i ripetuti sforzi non riusciva ad ingravidare Lucrezia. Gli ho consigliato di far degli esami e lui mi ha mostrato il risultato delle analisi sullo sperma, che evidenziavano che era tutto regolare, ma, forse, c’era un fattore stressante che gli impediva di rendere al massimo. Quando mi ha detto che Lucrezia aveva chiesto aiuto a suo padre per farsi ingravidare, ho visto un po’ di tristezza nei suoi occhi e, stringendolo a me, ho sentito premere, contro la mia pancia, qualcosa di veramente duro e poderoso. Quando la mia mano lo ha stretto, subito mi son resa conto che Michele era veramente figlio di tuo padre, perché il suo membro era esattamente la copia di quello che mi aveva fatto godere per tanto tempo. Non ho saputo resistere alla tentazione e, così, son diventata l’amante di mio figlio, nella stessa misura in cui tu lo eri di Silvia. Anche con lui, ho ripreso ad assaporare il piacere di farmi slargare il culo fino a farlo diventare una vera voragine. Anche se ad ingravidarmi è stato tuo padre, son fiera del fatto che lo hai allevato come figlio tuo e Michele è, di fatto, veramente tuo figlio. Poi, quando circa due mesi fa, hanno ripreso il discorso di avere un altro figlio, lui ne ha parlato con me, soprattutto del fatto che aveva notato la tua auto spesso parcheggiata nei presi di casa sua e subito ne ha dedotto che, questa volta, Lucrezia, non avendo più il padre, si era rivolta a te per farsi ingravidare e, insieme, abbiamo concordato che la cosa era la più giusta a farsi. Insieme abbiamo fatto in modo che tu avessi campo libero, soprattutto nei tre giorni in cui lei era nel periodo più fertile, ci siamo inventati la gara delle moto, anche se, in realtà, abbiamo trascorso tre giorni chiusi nella camera della spa a farmi inculare ed a godere in una maniera pazzesca. Oggi posso dirmi felice per avere un uomo come te che, nonostante tutto, ha sempre mantenuto il suo impegno, anche nei miei confronti, facendomi provare le stesse emozioni che devi aver provato con tua nuora, ma, soprattutto, con tua figlia. Ricordo ancora la mattina del matrimonio, quando siamo usciti e, fingendo di aver dimenticato qualcosa, son rientrata silenziosamente e, attraverso, la porta socchiusa, ho visto Silvia inginocchiata davanti alla patta dei tuoi pantaloni, che ti succhiava il cazzo, e, quindi, ho capito che tutto faceva parte di un contesto che io ho assecondato con estremo piacere. Oggi sono orgogliosa, perché insieme a te abbiamo allevato due figli che ci amano e ci vogliono molto bene, e spero che le giovani creature, che le due donne partoriranno, saranno in qualche modo la nostra gioia. Mi ha sempre eccitato molto, sapere che mio marito era un vero toro da monta, che ha ingravidato le sue vacche ed è per questo che, prima, ti ho chiesto di ingravidare anche me, ben sapendo che questo non è possibile, ma, in ogni caso, questa semplice fantasia mi ha veramente eccitato. Ora sai tutta la verità, resta solo un piccolo dettaglio, un desiderio che un giorno mi piacerebbe realizzare: esser posseduta da te e Michele contemporaneamente.»
La guardo provando un misto di stupore ed eccitazione nello stesso tempo e, poiché il mio cazzo è tornato di nuovo duro, le salgo sopra e la scopo facendola godere ancora in maniera intensa e molto coinvolgente. Il suo corpo trema scosso dai brividi di piacere, mentre la sua voce mi incita a farla godere ancora.
«Sì, toro meraviglioso, sfondami tutta! Fammi sentire la tua vigorosa forza che mi sbatte come ti sei sbattuto quelle due troiette che hai generosamente ingravidato. Più forte! Chiavami più forte! E poi, se lo ritieni di tuo gradimento, vorrei essere scopata da te, anche nel culo!»
Non ho permesso che ripetesse la richiesta: in un attimo l’ho fatta girare e le ho infilato la mia verga, tesa e dura, tutta nel culo. Ha emesso un lungo gemito di piacere e mi ha esortato a sfondarle quel buco, che si è subito aperto al passaggio del mio cazzo, per poi stringersi su di esso ed ha iniziato a contrarsi ritmicamente, risucchiando il mio cazzo e masturbandolo con i muscoli anali, finché ho concluso riversandole nel culo quel poco di sborra che era ancora presente nelle mie palle.
Sfiniti ci siamo addormentati e, un attimo prima di chiudere gli occhi, ho ripensato a mio padre, alla sua saggezza, che ci aveva permesso di tenere intatta la famiglia e di realizzare tutto quanto senza ricorrere ad interferenze esterne, ma godendoci le nostre donne senza esclusione di colpi. Ho avuto un affettuoso sentimento di riconoscenza per lui:
«Grazie papà!»
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2 years ago
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Mia figlia si sposa. seconda parte. ora la devo ingravidare.
Silvia era tornata da due giorni dal suo lungo viaggio di nozze. Io ero fuori per lavoro in auto, ad appena un’ora da casa, quando il mio cellulare prese a squillare. Il tempo di rispondere e la sua voce prese a riempire l’abitacolo della mia auto, mentre mi stavo dirigendo verso un cantiere, in quanto, come architetto, ne sono responsabile.
«Papà! Papà! È negativo! Capisci, NEGATIVO! Quel coglione cornuto, in quindici giorni non è riuscito neanche a mettermi incinta! Accidenti a te! Ma si può sapere dove sei? Io sono in uno dei tre giorni fertili, quindi devi fare il tuo dovere e ingravidarmi prima che lo faccia mio marito! Ricordi, papà, che me lo hai promesso? Ricordi che mi hai detto che se lui non era capace, avresti provveduto tu? Adesso devi fare il tuo dovere! Dove sei?»
Le spiego la situazione e le dico che sarò di ritorno domani sera. Lei urla che è impossibile arrivare a domani sera, deve vedermi per forza oggi. Resta per un lungo istante in silenzio, poi prende la sua decisione: verrà da me. Le invio l’indirizzo del mio albergo e subito chiamo la reception, dicendo che ho bisogno di un’altra camera per mia figlia, che mi deve raggiungere. Loro mi consigliano una piccola suite con due camere e subito li incarico di trasferire la mia valigia nella nuova sistemazione abitativa. Quando ritorno, nel primo pomeriggio, appena entro nella suite, lei mi corre incontro e mi abbraccia. Ha l’aria più felice e radiosa che le avessi mai visto in viso. Mi stringe a sé, mettendomi le braccia intorno al collo, incolla le sue labbra alle mie in un bacio lungo e talmente profondo, da lasciarmi quasi respiro. Infila immediatamente la sua lingua dentro il mio cavo orale, intrecciandosi con la mia e la sua mano ha preso la mia e se l'è portata tra le cosce, dove, con sorpresa l'ho trovata senza mutandine e col sesso depilato, caldo e grondante umori. Limoniamo per alcuni minuti, mentre le mie dita affondano nella sua intimità, che sento bollente.
«Papà! Non potevo resistere, non posso assolutamente accettare che sia quel cornuto ad ingravidarmi! Adesso abbiamo tutta la notte, così potrai fare il tuo dovere e ingravidarmi.»
L’ho guardata e ho potuto constatare che era felice e raggiante. Sprizzava sensualità e desiderio da ogni espressione del suo volto, mentre il corpo mi veniva offerto in maniera libidinosa in forza della sua esuberante sensualità.
In un attimo si è spogliata nuda e la stessa cosa ho fatto anch’io, poi ci siamo sdraiati sul letto e, subito, lei ha iniziato ad ansimare, a contorcersi vogliosa e mi implorava di farla godere.
«Papà, fammi impazzire! Leccami tutta e fammi godere prima di entrare dentro di me, per poi scaldarmi l'utero col tuo fertile seme.»
Ho infilato la mia testa fra le sue cosce e la mia lingua ha preso a muoversi fra le pieghe della sua ostrica che grondava umori in continuazione. Immediatamente ha avuto un orgasmo forte e intenso e, dopo avermi un po’ succhiato il cazzo, mi ha gridato che dovevo possederla.
«Papà…papà...chiavami ora! Fammi godere! Vieni dentro di me fammi sentire il calore della tua sborra! Prendimi e fammi sentire la tua cappella sbattere contro l'utero, riscaldami il ventre con la tua sborra!»
Godeva in preda ad un orgasmo intenso, mentre con le mani spingeva la mia testa sul suo sesso grondante e con le cosce stringeva le mie tempie in una morsa ferrea. Avevo assaporato fino all’ultima goccia di quel nettare sgorgato da quella fonte di piacere, poi, avevo sollevato lo sguardo e, mentre lei si era sdraiata supina a cosce aperte, mi ero allungato su di lei e, subito, le sue mani avevano afferrato il mio viso e mi aveva baciato e leccato il suo piacere che lo ricopriva, come avrebbe fatto una cagnolina che lecca il viso del suo padrone. Avevo appoggiato la punta del cazzo fra le valve di quell'ostrica che ora reclamava imperiosa la mia intrusione. Il suo viso era ansioso, in attesa di sentire il mio cazzo affondare nel suo ventre. La sua bocca ha emesso solo un flebile lamento, il suo corpo era ansioso ed impaziente di sentirmi dentro di lei.
«Scopami, papà! Spingilo tutto dentro, fino in fondo! Fammi sentire come un vero maschio mi scopa! Dai, ti prego, non farmi aspettare ancora; lo sai che è tutta la vita che aspetto questo momento. Sono anni che sogno di sentire il mio corpo fecondato dal tuo seme.»
Con una spinta decisa, son scivolato tutto dentro il suo corpo e, immediatamente, dalla sua bocca è fuoruscito un grido che ha accompagnato l'istantanea penetrazione e, nello stesso momento, ha sollevato le gambe e le ha annodate dietro la mia schiena, facendosi penetrare quanto più a fondo possibile.
Per un lungo istante son rimasto immobile dentro di lei, mentre sentivo le contrazioni vaginali stimolare il mio cazzo e poi mi sono sfilato un po’, per poi riaffondare ancora dentro di lei, che ha cominciato ad assecondare la monta spingendo sempre più il suo corpo per venire incontro al mio cazzo, che la penetrava in profondità. Ha iniziato a gemere di piacere, aumentando sempre di più le spinte verso di me ed io ho cominciato a muovermi ad un ritmo più veloce, fin quando l’ho sentita godere.
«Papà, vengo! Sto godendo! Vieni anche tu, papà! Godi con me!»
Ero talmente eccitato che le ho scaricato una raffica di schizzi di sborra densi e cremosi, direttamente sulla cervice uterina. Mi sono svuotato in lei, schizzando fino all’ultima goccia e poi siamo rimasti così legati e abbracciati, in silenzio, per lungo istante, con lei che non smetteva di tempestarmi il viso di baci e di lievi carezze, mentre, gioiosamente, ribadiva il suo desiderio.
«Voglio che tu mi metta incinta! Voglio esser ingravidata da te prima che lo faccia mio marito. Sappi che, sino a che non avrò la certezza di esser incinta, non ti darò tregua. Mi dovrai dedicare tutto il tuo tempo, perché non posso rischiare che mi ingravidi prima mio marito o qualcun altro. Ieri, ho detto al cornuto che ero stata dal medico, perché mi sentivo infiammata a causa dell'intensa attività sessuale, cui lui crede di avermi sottoposto durante il viaggio di nozze, e mi ha consigliato un periodo di riposo. In realtà, con lui, durante il viaggio di nozze, il sesso non è stato un granché. Mi scopava due volte al giorno, mattina e pomeriggio, ma non durava più che una decina di minuti ciascuna e, quando ero appena eccitata, lui mi veniva dentro con due schizzetti, che appena percepivo. Quando siamo stati nel secondo albergo, a Venezia, c’era una coppia, nostra vicina di stanza, con il lui che era più o meno della tua età e, per questo, mi piaceva da morire. Il secondo giorno, siamo andati a fare un giro delle isole insieme e lui mi ha scopato nei bagni del traghetto. Era un vero porco e, per tutti i cinque giorni che siamo stati insieme, mi ha scopato ripetutamente, sempre sborrandomi dentro, anche se lo pregavo di non farlo perché non ero protetta, ma l’idea di ingravidare una giovane sposa, lo eccitava così tanto che mi farciva di continuo in maniera così abbondante, che ero sempre costretta a correre al bagno a fare pipì, per cercare di farne uscire il più possibile, altrimenti mio marito avrebbe potuto accorgersene. Sì, lo so, papà, stai pensando che sono una gran troia. È vero, sono una grandissima zoccola, che non sa stare senza cazzo. Una vera puttana, perché è così che mi hai trasformato, e di questo ne sono molto fiera. Però, come vedi, nessuno è riuscito a mettermi incinta, ma da come ora mi sento piena, credo che tu ci riuscirai.»
Le chiedo cosa ha raccontato al marito per l'attuale sua assenza da casa e lei mi ha risposto che è semplicemente fuori per lavoro, fino a domenica e, poiché siamo nelle vicinanze del mare, potremmo passare il weekend insieme. Chiamo mia moglie e la informo che, per motivi di lavoro, mi dovrò trattenere fino a domenica, ricevendo in risposta che, a sua volta, ne approfitterà per andare con le sue amiche in quella spa, dove, da tempo, si dilettano a passare qualche giorno di relax. Nel sentire questo, Silvia mi guarda e mi dice che questo cambia tutto i suoi programmi e, così, mi prega di raggiungerla il giorno dopo a casa sua. Senza spiegarmi nulla, si riveste velocemente e torna a casa. Il giorno dopo lavoro alacremente e, nel primo pomeriggio, la chiamo avvertendola che sono di ritorno e lei mi prega di passare immediatamente da casa sua.
«Spero che non ti sei stancato molto, al lavoro, perché appena arrivi riprenderemo il discorso che abbiamo interrotto ieri sera e poi, per tre giorni, prenderai il posto di mio marito nel nostro letto matrimoniale!»
Passo velocemente da casa, tempo di una doccia al volo, mi cambio e poi, mentre mi reco a casa di mia figlia, rifletto che, fino ad oggi, non ho mai avuto la possibilità di star da solo con lei, per tanti giorni. Appena entrato in casa, il tempo di chiuder la porta e, quando mi son voltato, ho visto mia figlia con indosso di nuovo il suo abito da sposa, quello con cui l’avevo chiavata il giorno stesso delle sue nozze, prima di accompagnarla all’altare. Sono rimasto un attimo sorpreso e lei, con una vocina languida e sensuale, mi ha invitato ad abbracciarla.
«Papà, fammi rivivere la mia prima notte di nozze insieme a te, come ho sempre sognato fare. Tu mi hai regalato dei momenti bellissimi il giorno delle nozze, quando mi hai portata all’altare completamente farcita del tuo seme, realizzando quel sogno e quella promessa che mi avevi fatto tempo prima, ora sono io che ti chiedo di realizzare questo mio sogno: stringermi tra le tue braccia, come una novella sposa e regalarmi questa mia prima notte di nozze con te.»
Appena finito di parlare, mi ha stretto forte a sé e le sue labbra carnose si sono incollate alle mie, mentre il suo corpo ha aderito al mio, spingendo il bacino contro il mio pacco già duro.
«Papà, prendimi in braccio e portami a letto come farebbe un legittimo sposo nella sua prima notte con l'amata. Devi prendermi così, con indosso il mio vestito bianco, e non come ha fatto quel cretino di mio marito che ha voluto che prima ci spogliassimo, facessimo la doccia, e, appena mi ha visto nuda, si è subito infilato fra le mie cosce e se ne è venuto come un coniglio, prima ancora che io potessi sentirlo dentro.»
L’ho sollevata in braccio e l’ho adagiata sul letto, poi le ho allargato le cosce e la particolare fattura del vestito mi ha subito fatto vedere le sue gambe, fasciate da bianche autoreggenti, oltre la fica, calda e vogliosa, già pronta e resa lucida dagli umori che sgorgavano copiosi. Ho sbottonato i miei pantaloni giusto quel tanto che basta per tirar fuori il cazzo già duro e lei mi ha attirato su di sé e gliene ho appoggiato la punta fra le labbra fradice, poi, con una spinta decisa, son entrato tutto dentro di lei. Le sue mani hanno accarezzato il mio viso, attirandolo verso di sé e la sua lingua è entrata, rigida e vibrante, nella mia bocca alla ricerca della mia, risucchiandola quasi volerla mangiare. Ho preso a sbatterla come un ossesso, con colpi duri e profondi, facendola godere in continuazione, con un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. L’ho montata senza tregua, per oltre mezz'ora, fino a che lei, spossata dalla fatica e dagli innumerevoli orgasmi, mi ha supplicato di riempirle il ventre con il mio caldo seme.
«Amore, vieni! Sborrami dentro! Voglio sentire il tuo seme scaldare il mio utero! Dai, papà, vieni! Fallo insieme a me, che son pronta a venire!»
Non ho resistito oltre ed ho preso a pomparla più velocemente e, d'improvviso, ho iniziato a schizzare dentro di lei. Le ho riversato dentro un fiume di sborra, che si è mischiata agli umori dei suoi orgasmi, formando un cocktail speciale: ero come impazzito, ad ogni schizzo continuavo a pomparla con lei che era in preda a un raptus erotico e mi incitava a sbatterla ancor più forte, mentre dalla sua fica, ridotta ad una voragine, ad ogni affondo, sprizzavano schizzi del suo piacere che colavano, imbrattando il suo bianco vestito da sposa. Mi ha stretto, abbracciandomi forte, baciandomi in bocca e poi, quando sono uscito da lei, il mio cazzo era gocciolante ed ancora incredibilmente duro. Nonostante il suo aspetto sfatto, con un movimento lento e misurato, ha portato la sua bocca sul mio membro bagnato. Lo ha impugnato come un pennello ed ha cominciato a farselo scivolare sulle labbra, sul viso, sui capelli e sugli occhi, sino a spalmarsi il corpo con la mia sborra. Dopo averlo spennellato su di sé, si è girata verso di me, mostrandomi il suo volto ridotto ad una perfetta maschera di libidine ed amore. Siamo rimasti a lungo sdraiati insieme, poi, insieme, abbiamo fatto la doccia, lavandoci a vicenda e continuando a stuzzicarci. Abbiamo ordinato delle pizze e, poco dopo, quando il ragazzo ce le ha consegnate, lei gli si è presentata indossando una vestaglia di seta trasparente, sotto cui erano visibili le sue stupende forme di dea dell'amore. L’ho osservata mentre pagava quel ragazzo che sembrava inebetito dalla sua bellezza, perché Silvia appariva semplicemente meravigliosa nella sua conturbante bellezza e, quasi immediatamente, ho desiderato di nuovo di possedere quel corpo. Durante quella frugale cena, consumata a lume di candela, lei non smetteva di tessere le mie lodi e denigrare il marito, che riteneva valido solo a mantenere economicamente una moglie, ma assolutamente inadatto sotto il profilo sessuale. Ero letteralmente inorridito, mentre mi raccontava che, prima di far l’amore con suo marito, era costretta a provvedere ad una profonda igiene del proprio corpo, visto che lui era un pignolo e convinto igienista.
«Papà, con lui, prima di far l’amore, ci dobbiamo sempre lavare e sterilizzare completamente. Non ha mai voluto che gli prendessi il cazzo in bocca, dopo che era venuto. Non mi ha mai leccato e nemmeno sfiorato il buchetto anale e tu sai benissimo quanto mi piace quando me lo sfondi con il tuo cazzone. Ora sarebbe inorridito al vedere il mio vestito da sposa completamente ricoperto dei nostri umori e della tua sborra. E poi c’è una cosa che devi sempre tenere a mente: ti amo papà! Ti amo...ti amo con tutta me stessa e devo anche confessarti un’altra cosa: credo che Lucrezia, la compagna di Michele, abbia capito qualcosa, quando ci hanno accompagnato a prendere l’aereo per il viaggio: mi ha detto che io e lei avremmo dovuto parlare. Quando son tornata, era insieme a Michele e mi ha chiesto se ero già incinta e, quando gli ho detto che non lo ero ancora, ha sorriso ed ha detto che sicuramente a breve lo sarei stata e, allora, avremmo fatto quel discorsetto, cui aveva accennato precedentemente.»
La guardo e poi le dico di non preoccuparsi, perché ha la sensazione che anche Lucrezia nasconda qualche segreto. Finito di cenare, siamo tornati di nuovo nel letto, per il secondo round di una nottata che non sarebbe finita mai. L’ho scopata in tutte le posizioni e l’avrei anche inculata a fondo, ma lei non ha voluto, perché non voleva sprecare nessuna opportunità di esser ingravidata.
«Papà lo sai che mi fai impazzire quando mi sfondi il culo, ma non questa volta: adesso no. Adesso voglio solo sentirti davanti e voglio che nemmeno una goccia del tuo seme così prezioso, vada perduto. Avrei una voglia pazzesca di sentirti schizzare nella mia bocca, per riprovare la libidine che mi dà il calore del tuo sperma quando mi inonda il cavo orale e mi scalda l'ugola scendendo verso lo stomaco, ma non voglio rischiare: in questi giorni, ogni singola goccia del tuo seme, deve andare a riempire il mio utero.»
Le ho sorriso mentre mi ha tempestato di baci e poi, con voce un po’ malinconica, ha continuato a parlare.
«Papà fai presto ad ingravidarmi che anch'io non vedo l'ora che tutto torni come prima. Muoio dal desiderio di sentire il sapore così intenso della tua sborra che stimola le papille sulla mia lingua. Le tue mani che tengono ferma la mia testa mentre mi scopi in bocca e mi inciti a succhiarti e bere fino all’ultima goccia del tuo prezioso nettare. Mi manca la tua irruenza, che sento quando mi monti come una cagna e impazzisco quando mi sfondi il culo e lo riempi coi tuoi fiotti bollenti. Tutto questo mi manca da morire, per questo ti chiedo ingravidarmi prima possibile. Per questo voglio che, ogni singola goccia del tuo seme sia utilizzata per fecondare il mio ventre.»
Sentirla pronunciare quelle parole mentre continuavo a pomparla con un ritmo sempre più forte, hanno montato ancora più la mia libidine e mi hanno eccitato, facendo gonfiare ancor più il mio cazzo che sentivo stimolato dalle sue mucose, dalle sue contrazioni vaginali, fino al punto in cui son riuscito di nuovo ad esplodere ancora nel suo utero, con interminabili fiotti caldi ed abbondanti. Stremati, ci siamo addormentati e, all’alba, l’ho trovata ancora abbracciata a me. L’ho lasciata distesa nel letto, mi sono alzato e, mentre mi vestivo, l’ho guardata dormire ancora: aveva il viso sereno ed appagato. Sembrava un angelo. Era la mia bambina e, al tempo stesso, era il mio demonio, capace di sconvolgere la mia mente e sollecitarmi alle più sfrenate perversioni. Anche questa idea di farsi ingravidare da me era qualcosa di veramente folle, ma, nello stesso tempo, così eccitante da sconvolgere qualsiasi pensiero razionale. Non avevo rimorsi e nemmeno scrupoli, perché io stesso l’avevo portata a questo livello di perversione ed il massimo lo avevo raggiunto quando, farcita del mio seme, l’avevo accompagnato all’altare, ed ora era il suo momento di reclamare la mia perversione e la cosa, in qualche modo, compensava il nostro rapporto. Durante la giornata ho ricevuto diversi messaggi da lei che mi implorava di tornare più in fretta possibile, perché aveva estrema necessità di sentire il suo ventre ancora scaldato dal mio seme. Appena giunto in casa, si è stretta a me e di nuovo ha voluto esser scopata, cosa che ho fatto, facendola distendere sul tavolo della cucina. È stata una bella scopata, intensa e forte e, quando le ho riversato dentro il mio piacere, i suoi occhi si sono illuminati di gioia. Abbiamo fatto una doccia, poi abbiamo deciso di uscire a cena con lei che si è preparata con una mise veramente sexy. Me la sono trovata davanti che indossava una camicia bianca modello slim, con i tre bottoni più alti volutamente sbottonati, tette prive di reggiseno, minigonna nera, autoreggenti appena velate, un paio di decolleté con tacco 12; un leggero trucco intorno agli occhi e pochissimo rossetto. Siamo andati a cena in un piccolo ristorante dall’altro lato della città e, per tutta la serata, è stata oggetto di sguardi da parte di tutti i maschi presenti nella sala da pranzo. Al ritorno era così eccitata che, appena giunta in camera, si è seduta sul letto e subito ha allargato le cosce e mi ha invitato a leccarla.
«Papà, sfilami il perizoma e leccami: fammi impazzire dal piacere, ti prego!»
L’ho leccata e fatta impazzire, fino a portarla all’orgasmo. Ho assaporato e raccolto ogni singola traccia dei suoi abbondanti umori vaginali, che sgorgavano copiosi da quell’ostrica profumata, mentre lei ora mi incitava a possederla con forza.
«Chiavami, papà! Spingimi dentro il tuo arnese meraviglioso fino in fondo e inondami il ventre!»
Giusto il tempo di tirarlo fuori dai pantaloni e l’ho penetrata con forza, chiavandola a lungo e nel profondo. Ad ogni cambio di posizione, ci siamo parzialmente denudati e, alla fine, mi son ritrovato disteso, sdraiato sotto di lei che, impalata su di me, ondeggiava con il suo corpo scosso da molteplici orgasmi. Il fatto di averla scopata appena rientrato in casa, rendeva la mia resistenza pressoché infinita. L’ho chiavata per una buona mezz’ora e, alla fine, le son venuto dentro, con lei che impazziva di gioia nel sentire il suo ventre riempito dal mio seme.
«Sì, è bellissimo! Schizzami ancora dentro! Dai, ingravidami!»
Sfiniti ci siamo addormentati. All’alba la sua bocca calda mi ha destato, mentre succhiava avidamente il cazzo. L’ho guardata dicendole che avevo bisogno di un po’ di riposo altrimenti non ci sarebbe stato più nulla da spremere. Lei ha sorriso, e mi ha detto che era l’ultimo giorno in cui era fertile e, quindi, anche una sola goccia poteva esser utilizzata per il raggiungimento dello scopo. Il giorno successivo Luigi, il marito di Silvia, è rientrato e la mia bambina gli aveva confermato che l'infiammazione era passata e, quindi, avrebbero potuto riprendere a far l'amore, perché lei desiderava ardentemente che lui la ingravidasse. Naturalmente era semplicemente una giustificazione, perché nei dieci giorni successivi è stata sempre a tempestarmi di telefonate e richieste di sesso.
«Paparino, sono già pronta! Sono tutta bagnata. La mia patatina piange, aspettando l'arrivo del tuo cazzone! Dai che ci siamo quasi. Forse sono già gravida, ma fino a che non farò di nuovo il test, dovrai continuare a inondare il mio ventre.»
Naturalmente quelle telefonate avevano il potere di farmi correre da lei e scoparla come un toro impazzito e, quasi immediatamente dopo il mio passaggio, lei si faceva scopare anche dal cornuto, che nemmeno si rendeva conto di quanto fosse bagnata, perché la zoccoletta, si faceva fottere da lui ancora fradicia del mio sperma. Improvvisamente, una mattina, il mio cellulare ha preso a vibrare per una serie di messaggi.
«Papà! È fatta! Sono incinta, finalmente. Trova una scusa con la mamma e stasera portami a cena, così, poi, finalmente, mi potrai sfondare anche il culo.»
Non avevamo una casa disponibile per quella sera e, dunque, siam dovuti andare in un motel a ore, dove, come mi aveva promesso, oltre al sesso sfrenato mi ha dato ancora il tanto agognato culo, che mi aveva negato per tutto il periodo. Quella sera ha preteso che le sborrassi sempre e solo nel culo, sino al completo prosciugamento dei miei testicoli. Una settimana dopo, eravamo tutti insieme a pranzo e seduti a tavola anche con Michele e Lucrezia ed i genitori di Luigi, Silvia con orgoglio ha annunciato di esser finalmente gravida. Naturalmente tutti si sono complimentati con Luigi e mentre sollevavano i calici per un brindisi benaugurante, ho visto lo sguardo di Lucrezia che, dopo aver fatto un cenno d’intesa a Silvia, si è girata verso di me e mi ha sorriso in maniera maliziosa. Nel pomeriggio, mentre eravamo tutti seduti in veranda a sorseggiare un liquore, Lucrezia si è avvicinata a me con finta indifferenza e, senza farsi notare dagli altri, mi ha parlato a bassa voce.
«Congratulazioni! Finalmente hai accontentato tua figlia! Sono molto felice per te, soprattutto, son felice del fatto che sei veramente un bel toro da monta!»
Mi son girato e l’ho fissata, cercando di capire dove voleva andare a parare, ma lei ha sorriso e sempre con tono pacato, mi ha chiesto di poterci incontrare in maniera riservata. Ero un po’ titubante, ma considerando il fatto che aveva intuito che ad ingravidare Silvia ero stato io, ho deciso di stare al suo gioco. Abbiamo fissato un incontro per il pomeriggio del giorno successivo a casa sua e di mio figlio. Quando sono arrivato in casa loro, mi son trovato davanti questa splendida donna di 24 anni, dalla figura alta e slanciata, con i capelli neri lunghi che le arrivavano oltre le spalle, un bel seno florido di una quarta misura piena che, pur avendo allattato, era ancora più gonfio, fianchi un po’ larghi, e un bel culo posto sopra due cosce lunghe e snelle. Indossava una minigonna nera di pelle ed una camicetta bianca, con ai piedi dei sandali dal tacco alto, che le facevano inarcare la schiena, mettendo in evidenza il suo splendido culo. Ci siamo accomodati sul terrazzo di casa, da cui si gode un’ottima vista della città e, seduti ad un tavolino, lei mi ha servito delle bibite fresche. Mentre le sorseggiavamo, cerco di capire le sue intenzioni.
«Mi ha un po’ sorpreso, ieri, la tua affermazione, soprattutto quando ti sei complimentata con me per la gravidanza di Silvia.»
Lei mi ha guardato ed ha sorriso continuando ad annuire e, dopo aver sorseggiato un po’ la sua bibita, ha appoggiato il bicchiere sul tavolo e sollevando i suoi occhiali da sole, mi ha fissato dritta negli occhi.
«È inutile che cerchi di negarlo: so riconoscere quando una figlia è innamorata del proprio padre e ti posso assicurare che ho invidiato Silvia per il fatto che ha avuto la possibilità di farsi ingravidare da te. Come sai, io e Michele stiamo insieme da cinque anni e da tre abbiamo Lucilla, che, insieme, abbiamo così tanto desiderato, ma che, in realtà, non riuscivamo ad avere. Per quanto ci avessimo provato, non riuscivo mai a restare incinta di Michele e, poiché anch’io, da tempo, intrattenevo una relazione con Giulio mio padre, ne ho parlato con lui e, insieme, abbiamo deciso che forse era il caso che anche lui potesse collaborare alla realizzazione del progetto. Non posso dire con certezza se Lucilla e figlia di Michele, perché, da quel momento, mi facevo inondare il ventre sia da lui che da tuo figlio. A differenza di Silvia, io a Michele questa cosa non l’ho nascosta e, dopo un primo momento in cui lui è rimasto un po’ titubante, quando ha capito che tutto ciò era teso alla realizzazione del nostro progetto di avere un figlio, si è detto disposto a condividere il mio ventre con il cazzo di mio padre. Addirittura, una sera, mi hanno scopato in doppia, anzi, per esser più sicuri, me li hanno infilati tutti e due nella fica e, insieme son venuti inondando il mio ventre con le loro generose sborrate. Vedo nei tuoi occhi un certo stupore, ma ti assicuro che per me e Michele è stato un momento di intenso piacere e, nello stesso tempo, anche di gioia, perché il mese successivo ero incinta. Per tutta la gestazione, ho continuato a farmi scopare da entrambi, ed enorme è stata la nostra gioia, quando è nata questa bimba, che ha, di fatto, sancito la nostra complicità come coppia, ma, soprattutto, ci ha riempito di gioia per aver realizzato un progetto un po' particolare. Purtroppo, come sai, mio padre è morto due anni fa e, poiché io e Michele, fra un mese ci sposiamo, abbiamo preso in seria considerazione anche l’ipotesi di avere un altro figlio ed è per questo che lui sa benissimo che in questo momento sono qui a parlare con te, perché non avendo più mio padre che collabora ad ingravidarmi, vorrei che prendessi il suo posto.»
Sono senza parole. La guardo e, nello stesso tempo, ammiro questa femmina stupenda che mi sta rivelando che anche mio figlio, in qualche modo, ha accettato di esser un cornuto; intanto il suo racconto mi ha così eccitato che mi ritrovo il cazzo teso e duro. Ad un tratto si è alzata e poi si è inginocchiata fra le mie gambe e, dopo avermi slacciato i pantaloni, ha estratto il mio membro già turgido e quasi completamente duro e, guardandomi solo un attimo negli occhi, con voce languida ha concluso:
«Cosa ne pensi se mi occupo un po' anch'io, di lui?»
Senza attendere la mia risposta, ha cominciato a succhiarmelo, infilandoselo tutto in gola. L’ha leccato e succhiato a lungo, assaporando bene anche le palle, sino a farselo sciogliere in bocca come un ghiacciolo. Dopo aver ingoiato tutto ed avermi ben ripulito con la lingua, mi ha ricomposto lei stessa, poi mi ha guardato dritto negli occhi e la sua voce era calda e sensuale:
«Buonissima! Hai una sborra buonissima! Mi ricorda quella del mio defunto padre; spero che vorrai aiutarci in questo nostro nuovo progetto.»
L’ho guardata e le ho sorriso, dichiarandomi disponibile ad assecondare questo suo progetto.
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2 years ago
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Legami di famiglia3
Avevo sempre desiderato vedere mia moglie Pasqualina fare sesso con un'altro uomo, ne parlavamo spesso ma lei era sempre timorosa, aveva paura di fare brutti incontri ma la cosa che la frenava era la paura che la cosa potesse piacergli da non poterne fare più a meno. Ogni volta che scopavamo cercavo di convincerla. Niente da fare. Una sera di luglio dopo cena dopo aver bevuto un bicchiere di troppo ci ritrovammo nudi nel letto a baciarci dimenticandoci che nella stanza accanto alla nostra c'era Walter il fratello di mia moglie e con la porta aperta avrebbe sentito tutto, dai baci fu naturale arrivare a ben altro eravamo eccitati volevamo scopare Pasqualina mi venne sopra e si sedette sul mio cazzo iniziando a cavalcarlo ed ansimando, fottimi porco, mi diceva senza ritegno, chiavami, sentì dei passi nel corridoio e capì che eravamo osservati. Walter ci stava guardando ed io mi eccitai di più e mia moglie se ne accorse, cos'hai, mi sussurrò niente le risposi e continuai a scoparla, ad un tratto lei si sfilò il cazzo dalla fica e lo prese in bocca spompinamdolo come una forsennata ma nel momento in cui stavo per sborrare lo volle di nuovo nella fica. Godemmo insieme. Prima di addormentarci le confessai che avevo visto il fratello spiarci lei mi guardo sorrise, speriamo gli sia piaciuto esclamò. Il mattino seguente capì che mia moglie aveva deciso cosa fare, indossava un prendisole cortissimo, senza reggiseno e con un mini slip, era praticamente nuda e non mostrava alcuni imbarazzo davanti al fratello,anzi, quasi lo provocava. La sera dopo cena e dopo aver bevuto molto vino bianco eravamo allegrotti mettemmo un po' di musica ed iniziammo a ballare ma da lì a poco mi ritrovai con la lingua di moglie in bocca, inizio a limonarmi poi all'improvviso si inginocchiò mi slacciò i pantaloni e mi prese il cazzo in bocca. Walter la guardava seduto sul divano era paralizzato, Pasqualina si voltò si tolse il prendisole e si avvicinò al fratello gli si sedette accanto e lo baciò e mentre lo faceva gli aveva poggiato la mano sul cazzo. Stai tranuilla gli disse questa è una cosa che vogliamo entrambi ed abbiamo deciso di farlo con te, e mentre parlava non aveva perso tempo, aveva afferrato il cazzo del fratello e lo stava masturbando. Subito dopo lo prese in bocca e facendolo mi guardava come per dirmi, sei contento ora hai ottenuto quello che volevi,, intanto si era tolta gli slip il cazzo del fratello era durissimo, enorme, mia moglie gli si sedette in braccio ed aiutandosi con la mano si fece penetrare. Walters sborrò subito, troppa eccitazione ma Pasqualina glielo fece tornare subito duro e ci trasferimmo in camera da letto. Walter si scopo la sorella per tutta la notte, Pasqualina si fece anche inculare e mentre aveva il cazzo del fratello nel culo volle spompinarmi, venimmo insieme io e Walter che da quel giorno è il nostro compagno di scopata
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2 years ago
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Mia figlia si sposa. prima parte. il matrimonio di silvia
Mi chiamo Carlo, ho 48 anni e da quasi 25 sono sposato con Adele. È una bella donna, ha due anni meno di me e, dalla nostra unione sono nati due figli: Michele di 24 anni, e Silvia di 21. Michele è un bel ragazzo e da tre anni convive con Pamela, da cui ha avuto una splendida bambina, che è la gioia della nostra famiglia. Oggi invece siamo alle prese con il matrimonio di Silvia e, mentre sono in camera mia e mi sto vestendo per portare mia figlia all’altare, entra mia moglie, mi viene vicino ed è visibilmente preoccupata. È molto bella nel suo abito, però, in questo momento ha il viso molto teso e preoccupato.
«Carlo, sono preoccupata, Silvia è andata nel pallone. Credo si sia fatta prendere da una forte crisi di nervi: è indecisa, se sposarsi oppure lasciar perdere tutto.»
Le metto una mano sulla spalla, la guardo negli occhi e con voce calma la tranquillizzo.
«Non ti preoccupare tesoro, abbiamo ancora un buon margine di tempo; quindi, facciamo così: avviati in chiesa con Michele e raggiungi gli invitati. Qua rimango io, sistemo tutto e, al massimo tra un’ora, saremo lì anche noi.»
«Un’ora? Ma, Carlo, gli invitati saranno tutti lì ad aspettare?!»
Le rivolgo uno sguardo che non ammette repliche e le parlo con tono deciso.
«In ogni matrimonio che si rispetti, è tradizione che la sposa si faccia aspettare. Si aspetta sempre, perché noi dovremmo far eccezione? Su, è meglio che andiate, non perdete tempo.»
Sento mia moglie e mio figlio che chiudono la porta uscendo di casa e, immediatamente mi reco in camera di mia figlia, che trovo sdraiata sul suo letto, avvolta nel suo splendido abito da sposa. Come mi vede, si gira, mi butta le braccia al collo iniziando a balbettare e piangere, evidenziando tutta la sua fragilità ed insicurezza.
«Papà! Oh, papà, sono così confusa. Io, non so cosa fare, ho tanta paura. Se poi non va? Se lui, davanti all’altare, ci ripensa! Poi io non voglio perdervi, non voglio perdere la mamma, Michele e soprattutto te, papi, perché lo sai quanto ti amo.»
Vederla così mi viene un groppo al cuore. È incantevole e, per fortuna, non si è ancora truccata, altrimenti, con il mascara, avrebbe fatto un vero disastro. È bellissima: gli occhi grandi e azzurri, la lunga treccia di capelli biondi che ondeggia, l’abito è semplice e nello stesso tempo stupendo; è anche comodo perché nasconde un lungo spacco che facilita i movimenti. Ho fatto in modo che lo prendesse, proprio perché ho tante idee su questo momento, tante fantasie, ma, soprattutto, tanti desideri da realizzare. La stringo forte tra le mie braccia: è la mia bambina. Oggi si sposa con Luigi e siamo fortunati: è un bravo ragazzo, di buona famiglia, è educato ed ha una carriera promettente; è innamorato cotto di mia figlia e le lascia fare tutto quello che vuole. L’adora e questo lo rende il genero ideale. Le asciugo le lacrime, la tengo stretta a me e il suo splendido corpo aderisce al mio e questo già mi provoca brividi di piacere. La mia voce è più calma e pacata possibile per cercare di rasserenarla.
«Amore mio, è giunto il grande momento, quello che abbiamo immaginato da tanto tempo. Non ti preoccupare, andrà tutto bene, ci sto qua io. Noi, per te, ci saremo sempre e, inoltre, hai comprato una casa non lontano da qui e per questo puoi venire qui ogni volta che vorrai e faremo le cose che abbiamo sempre fatto, io e te.
Mia figlia sorride adesso, ed è radiosa.
«Grazie papà, tu sai sempre cosa dire per farmi sentire tranquilla.»
La guardo, ha allungato le braccia, ne afferro le mani e l’aiuto a mettersi in piedi.
«Amore, sei meravigliosa, una sposa incantevole. Aspettavo da tanto questo momento; su tesoro, dammi un bel bacio e dimentica le tue preoccupazioni, perché adesso voglio realizzare ciò che ti ho promesso da tempo.»
Silvia mi mette le braccia attorno al collo e mi dà un bacio sulla bocca. Subito sento la sua lingua giocare con la mia e questo eccita entrambi. La sua mano scende veloce sulla mia patta, abbassa la zip infilandosi all'interno, ed estrae il mio cazzo già duro e maestoso. Mi fa sedere sul letto poi comincia a leccarmelo piano con grande maestria. La sua bocca è meravigliosamente calda e la sua lingua indugia lungo l’asta; poi risale e, con la punta, gioca con il prepuzio e poi lo lascia scivolare lentamente nella gola, spingendoselo il più possibile nella sua bocca. Devo ammettere che mia figlia è una splendida succhiacazzi, che mi fa veramente impazzire quando stringe il mio membro fra le sue labbra. C’è voluto un po’ di tempo per insegnarle ad ingoiare il mio membro, che è abbastanza grosso e lungo, ma lei ora lo ingloba tutto in bocca con estrema facilità. Dopo avermi rivolto uno sguardo avido di desiderio ed aver visto i miei occhi brillare di piacere, incomincia a succhiare a gola profonda, stimolandolo sempre di più, finché mi porta all’apice del piacere.
«Amore, sei fantastica! Piccola, sto per venire! Amore, ti sborro in gola!»
Silvia serra le labbra e, immediatamente, le riverso in bocca una ingente quantità di sborra, che lei ingoia, poi dà un’ultima ripulita, raccogliendo fino all’ultima stilla. Assaporo compiaciuto ancora le sue labbra e, dentro di me, mi sento fiero perché è sempre stato un mio desiderio vederla così, inginocchiata ai miei piedi a succhiarmi il cazzo, per poi scoparla in abito da sposa. È stato un mio progetto, che contava molto sul fatto che mia figlia avesse dei dubbi e, in questi ultimi giorni, ho fatto in modo che la sua indecisione aumentasse per non avere nessuno fra i piedi e poter restare un po’ con lei, prima di portarla all’altare. Dopo essersi leccata le labbra, mi dà un bacio e poi mi guarda con occhi languidi di piacere.
«Papà! Sono così eccitata che avrei voglia di spogliarmi e farmi scopare da te. Papà, ti amo e non ha nessuna intenzione di rinunciare al tuo cazzo!»
Mi sollevo, la faccio sdraiare sul letto, divaricandole le gambe: ammiro le sue cosce fasciate da calze bianche sorrette da un reggicalze di pari colore, ed anche lì perizoma che copre a malapena quell’ostrica profumata, che ora reclama il piacere che le ho sempre dato. Mi abbasso, sposto l’indumento e comincio a leccare quella fica che conosco bene: ci vuole poco per farla urlare di piacere.
«Papà! Così, cazzo come sei bravo! Leccami tutta! Oh, papà, la tua lingua mi ha sempre fatto impazzire, fin dalla prima volta che l’ho sentita sulla mia fica ho sempre desiderato godere con te, anche in questo modo.»
Lecco e raccolgo quel nettare prelibato che sgorga da quella fonte di piacere, da cui mi disseto da sei anni.
«Amore mio, ricordi quando mi hai detto che non volevi sposarti per non privarti di sentire la mia sborra dentro di te? Ed io, per convincerti, ti ho promesso che ti avrei portato all’altare con il pancino pieno della mia sborra? È ora di mantenere quella promessa e adesso ti riempirò il ventre con la sborra che a te piace tanto.»
La guardo, le sorrido e mi slaccio i pantaloni; li abbasso fino alle caviglie, poi mi distendo di nuovo sul letto e, dopo averla aiutata a togliersi le scarpe ed a farla salire in piedi sopra di me, le allargo il vestito; lei sorride perché ora le diventa chiaro perché ho insistito a farle acquistare quel modello con quello spacco davanti. Lei divarica lentamente le gambe, perfettamente consapevole di quanto adori ammirare quella sua fica che si schiude per accogliermi dentro di sé e, scendendo lentamente, si impala sulla mia verga che le sprofonda tutta nel ventre.
«Ooh, papà! Come mi riempie il tuo cazzone! Ho sempre adorato sentirmi piena del tuo cazzo stupendo!»
Allunga le braccia cingendomi il collo, poi socchiude gli occhi e reclina la testa all’indietro: ondeggia ad occhi chiusi, mentre il suo viso si trasforma in una maschera di piacere. Comincio a pompare quella fica inarcando un po’ le gambe; la faccio sobbalzare su di me e, ben presto, lei comincia a gemere di piacere e ad incitarmi a scoparla ancora più forte.
«Così, papà! Riempimi! Scopami più forte! Come son piena! Ti sento fino in fondo!»
Tengo un buon ritmo. Guardo il suo volto stravolto dal piacere e sono immensamente felice. Lei ricambia lo sguardo e, ogni tanto, mi bacia le labbra, persistendo ad incitarmi.
«Papà! Come sei bravo! E come sei grosso! Luigi non è bravo e nemmeno grosso come te! È più piccolo e viene subito! Tu invece sei un vero toro che mi fa impazzire!»
La sento godere e mi rendo conto che deve amarmi moltissimo per accettare di scopare con quella mezzasega del futuro marito che, devo ammettere, pensa molto a far carriera per poterle assicurare una vita agiata ed è per questo che sono sicuro che lei proseguirà a voler sempre godere del mio cazzo. Son felice di scopare questa troia di mia figlia, che ho allevato trasformandola da una semplice puttanella, a questa splendida troia che ora sta godendo sul mio cazzo. In breve arriva all’orgasmo e gode mugolando e gemendo di piacere, mentre io continuo a stantuffarla, per farle assaporare fino in fondo l’orgasmo ed il piacere che sta provando. Mi bacia con passione, poi mi esorta a farcire il suo ventre del mio piacere.
«Dai, papà! Voglio sentire che mi inondi il ventre con il tuo piacere! Voglio sentirmi tutta piena!»
A queste parole, vengo anch’io. Una buona dose di sperma, la seconda di oggi, le riempie la pancia. Lei si porta la mano all’imboccatura della fica come per tapparla, ne raccoglie un po’ sulle dita e se le porta alla bocca, leccandole con avidità.
«Amore! Non esagerare, altrimenti non ci muoviamo più! Lo sai benissimo che, quando fai la troia così con me, mi fa impazzire!»
Lei mi guarda in maniera cattiva, ma è una finzione, poi si alza, e scende dal letto, si sfila il perizoma e da un cassetto prende altre mutandine, che indossa velocemente.
«Voglio indossare queste, perché così la tua sborra mi rimane più a lungo possibile in fica.»
La guardo compiaciuto della sua profonda troiaggine, e questo mi eccita ancor di più e mi stupisce il fatto che il mio cazzo sia ancora duro dopo due orgasmi, durante i quali non mi sono certo risparmiato nello svuotarmi nei suoi buchi. Mi alzo, l’afferro, la faccio appoggiare con le mani sul letto, piegata a 90° e, dopo aver alzato il vestito sopra le sue spalle, mi posiziono dietro di lei.
«Papà, che fai? Facciamo tardi!»
Abbasso leggermente la mutandina, quel tanto che basta e poi appoggio velocemente il cazzo all’imboccatura dell’ano e spingo forte.
«Scusa tesoro, ma avevo dimenticato che devo ancora riempirti in un’altra parte.»
La tengo stretta per i fianchi e, con un affondo deciso, le entro tutto dentro fino in fondo. Lei emette un lungo gemito e spinge il suo corpo contro il mio.
«Oh, papi! Sì, sfondami! Riempimi pure il culo!»
Le sbatto il culo come un pazzo scatenato, mentre lei continua ad incitarmi; porta una mano sotto e si masturba il clitoride per godere più velocemente. Sono così eccitato che non ci vuole molto a portarmi all’apice del piacere e le scarico dentro quel po’ di seme che ancora resta nelle mie palle, mentre lei raggiunge un ennesimo orgasmo. È un orgasmo intenso anche questo, che un po’ mi stordisce, e, quando mi sfilo da lei, Silvia si ricompone velocemente e, insieme, ci dirigiamo verso la chiesa, dove ci vedono arrivare. Mia moglie mi fa un cenno d’intesa, mentre offro il braccio a Silvia per accompagnarla all’altare. L'organo intona le note della marcia nuziale noi entriamo piano; lei si stringe al mio braccio, mentre solleva un attimo il volto verso di me ed i suoi occhi sono raggianti; la sua voce è qualcosa che mi fa fremere il cazzo nelle mutande.
«Papà! La tua sborra mi cola ancora dalla fica lungo la coscia, perché, per la doppia farcitura, le mutandine non sono in grado di contenere.»
La guardo raggiante e le parlo con tono complice:
«Allora? Te li senti i buchi pieni? Ricordi che ti ho promesso che ti avrei regalato questa sensazione? Dimmi, ti piace?»
Lei sorride emozionata.
«Sì, papà! È bellissimo! È una sensazione meravigliosa!»
Dopo un aver attraversato la navata della chiesa, l’affido all’ignaro cornuto e mi accosto a mia moglie, che si complimenta con me per averla convinta e rasserenata.
«Carlo, ma come hai fatto? Prima piangeva così disperata ed ora è felice e raggiante!»
Senza voltarmi e, con finta modestia, le rispondo usando un doppio senso.
«Non ho fatto niente di speciale, ma io so come prendere mia figlia e, soprattutto, come iniettarle massicce dosi di fiducia.»
Poi mi giro a guardare mia figlia e, dentro di me, con prepotenza riaffiorano i ricordi di come sono arrivato a tutto questo. Ricordo che, la prima volta che notai un suo particolare interesse nei miei confronti, fu quando, alla fine dei suoi 16 anni, un pomeriggio, ebbi ad accompagnarla ad una festa di compleanno di una sua amica. Avrei dovuto tornare a riprenderla molto tardi, invece, dopo due ore, mi chiamò pregandomi di riportarla a casa. Lungo il tragitto di ritorno, era silenziosa, triste e sconsolata ed io ebbi la netta impressione che fosse accaduto qualcosa di irreparabile. Giunti a casa, poiché eravamo soli, in quanto mia moglie e suo fratello erano assenti per tutto il weekend, lei si è buttata sul letto e si è messa a piangere. Io cercai di consolarla e, tenendola dolcemente fra le braccia, le chiesi cosa fosse successo.
«Voglio morire! A questo mondo non c’è nessuno che mi ama! Questo mondo fa schifo! Come si può amare un mondo, dove la tua migliore amica si fa scopare dal ragazzo più fico, che io cercavo di conquistare?»
L’ho consolata, dicendole che il mondo era pieno di ragazzi fichi, e una bella ragazza come lei non avrebbe avuto nessuna difficoltà a farli innamorare di sé. Poi uscii dalla sua camera e mi ritirai nella mia. Mi ero appena messo a letto e, come sempre, ero nudo, quando è arrivata mia figlia: si infilò sotto le coperte accanto a me, chiedendomi se poteva dormire con me. La circostanza mi impose di propendere per il sì. Indossava una casta mutandina, ed una semplice T-shirt, che è salita tutta quando si è infilata sotto le coperte, mostrando il suo seno già ben modellato e generoso. Dopo essersi distesa accanto a me, all’improvviso mi salì sopra, sedendosi sul mio cazzo e schiacciando lo spacco della sua fica su di esso. Entrambi i sessi erano divisi dal solo tessuto della sua mutandina; lei era sdraiata su di me e, guardandomi per un attimo negli occhi, la sua bocca ebbe ad unirsi alla mia. Immediatamente avvertii il calore della sua fica attraverso quel sottile strato di stoffa ed il mio cazzo crebbe a dismisura. Ad un tratto, allungò le mani, portandole in basso, per, con entrambe, afferrare il mio membro.
«Papà! Finalmente riesco a stringere in mano un vero cazzo! Ne ho tenuti alcuni in mano, ma nessuno mi ha mai dato l’emozione che provo ora nel sentire il tuo, grosso e duro.»
Senza dir niente e con un semplice gesto, scostò le mutandine di lato, si sollevò giusto quel tanto che poteva bastare, affinché la cappella le si poggiasse sullo spacco della fica, facendosi poi cadere su di essa, impalandosi. Sollevò il corpo in verticale, la testa reclinata indietro, la bocca spalancata, ma senza emettere alcun suono. Fu quello il momento in cui divenimmo schiavi l’uno dell’altro. Ho desiderato sempre di più quel corpo, e lei mi hai ripagato donandomi tutto il piacere possibile. Mi sentii in dovere di insegnarle tutto, e lei si mostrò allieva attenta e diligente, trasformandosi, da una puttanella inesperta come tante, a quella meravigliosa troia che è oggi, e che sta sposando questo inconsapevole cornuto. Quando lo conobbe, si rese subito conto che era innamorato cotto, ed io la esortai a portava avanti quella relazione, perché lui avrebbe rappresentato è il suo futuro, ma io avrei continuato ad esser il suo presente. Non voleva sposarlo per timore di perdere il piacere che provava nel farsi scopare da me, e per questo le promisi che l'avrei condotta all’altare, farcita del mio piacere e ora son soddisfatto di esser riuscito a mantenere questa mia promessa. Conoscendola, son sicuro che quando vorrà farmi diventare nonno, di certo non sarà questo ignaro cornuto che la sposa ad inondare il suo ventre e, già questo, mi provoca un'eccitazione che mi manda ai matti.
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2 years ago
baxi18, 55
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Legami di famiglia 2
Quel pomeriggio lo trascorremmo tutto a letto, io a 16 anni stavo provando l'ebbrezza del sesso, dopo che zio Franco mi aveva riempito il pancino di calda sborra fu zia Carmela a volermi scopare; zio Franco le fece indossare uno strapon con le cinghie era nero e grosso, zia lo unse con un lubrificante apposito e poi mi fece sdraiare sul letto, mi afferrò per le caviglie allargandomi tutta, zio afferrò lo strapon con la mano e lo poggiò sulla mia fichetta bagnata. A quel punto vidi gli occhi di zia Carmela lucidi sembravano di fuoco, guardandomi fissa iniziò a penetrarmi, era molto più grosso di quello di zio Franco infatti iniziai a sentire dolore, mi sentivo la fica lacerata ma allo stesso tempo un piacere immenso mugolavo dal piacere avevo il respiro affannato zia mi sussurrava che ero stupenda che le piaceva chiavarmi, zio Franco si stava masturbando e lo aveva rifatto duro e me lo mise in bocca, iniziai a leccarlo e succhiarlo mentre zia continuava a pomparmi nella fica venni mentre zio mi sborrava in bocca e mi venne naturale ingoiare tutto fino all'ultima goccia di sperma. Rimanemmo stremati sul letto e da quel giorno divenni l'amante dei miei zii trascorrevo la maggior parte del mio tempo a casa loro, tutti i weekend ed anche durante la settimana rimanevo a dormire da zio Franco e la cosa iniziò ad insospettire mamma che spesso mi chiedeva cosa facessimo la sera ma io riuscivo sempre a cambiare discorso. Con gli zii uscivamo anche di pomeriggio andavamo a cinema ma finivamo sempre per toccarci ci piaceva farci guardare zia Carmela amava farsi guardare tra le gambe infatti non portava mai le mutandine ed iniziò a non farle portare anche a me anche se indossavo i pantaloni d'estate indossavamo vestitini leggeri e corti d'inverno molte volte sotto al cappotto eravamo nude, ci piaceva eccitarci magari godere pure per una sega un un pompino o un ditalino poi a casa davamo libero sfogo alle nostre voglie. Un pomeriggio ero a casa di zio Franco e ci stavamo guardando un filmino porno, zia Carmela invece era in giro per commissioni con mamma che le aveva chiesto io cosa stavo facendo da sola a casa con zio Franco fu allora che decise di portarla a casa. Io e zio chiaramente dopo il film eravamo andati a letto e ci stavamo leccando come al solito, non sentimmo la porta aprirsi non le sentimmo camminare in casa, zia Carmela chiese a mamma di non fare rumore la porta della camera da letto era aperta mamma si affaccio e mi vide mentre avevo il cazzo di zio Franco in bocca. Zia Carmela le fece segno di stare zitta e guardare, mamma mi vide come il fratello mi chiavava come sborravo di piacere mentre mi fissava zia Carmela le aveva sbottonato la camicetta tolto il reggiseno ed infilato una mano tra le cosce, zio si accorse di tutto e mi fece mettere a pecorella con lo sguardo rivolto alla porta incrociai lo sguardo di mamma che nel frattempo aveva allargato completamente le cosce per farsi masturbare meglio, zio mi stava chiavando con forza e mamma stava per godere, zia Carmela tolse la mano dalle gambe di mamma le tolse la gonna e la fece sdraiare sul letto si inginocchiò ed iniziò a leccarle il figone io mi piegai e la baciai in bocca, continuate a baciarvi disse zio Franco e così facemmo le nostre lingue si toccavano la nostra saliva si mescolò senti mamma gemere stava godendo io gettai un urlo mentre zio mi godeva dentro per l'ennesima volta.
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2 years ago
admin, 75
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