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Sottodotato con prole fotte per anni con mignotte senza che la moglie se ne avveda, scoperto il vizio lei si convince a trasgredine
Racconto erotico I° trasgressione di mia matura moglie con bull motorista che mi rende cuck.
Madre natura è stata benigna con me in tutto, però, in pubertà, sotto i dieci anni, non mi sottrasse dal subire il maltrattamento al pene di un tredicenne vicino di casa e sua sorellina mia coetanea.
Abitavo in un vasto casale di campagna dell’agro pontino, miei coetanei erano decine di maschi e femmine che girovagavano mezzi nudi per le aie e campi, i maschi gareggiavano a chi vinceva il gioco di schizzare la pipì più lontano con lo smanettamento del cazzo da mani delle ragazzotte.
Gare in cui non eccellevo, anzi ero sempre l’ultimo, gli altri maschietti avevano il cazzetto che floscio poco differiva dal mio, ma divenuto turgido era in tutti i sensi, lunghezza e circonferenza più del doppio del mio.
Fu così che il tredicenne mi propose, ed io accettai, di farmelo allungare ed ingrossare mediante l’ingabbiamento con spago a cappio scorsoio sotto cappella e con la sorellina che mi tirasse il capo della cordicella a modo di suo prigioniero schiavetto e mi menasse in giro tra le risa dei coetanei.
Il gioco mi piaceva, il mio piccolo pene si rizzava se la viziosa femminella dava forti strappi alla cordicella che si stringeva sempre di più sotto la cappella che si ingrossava e diveniva rossa violacea senza che mi facesse male, tanto è che me lo feci fare tante volte per molto tempo.
Però, dopo qualche anno si smise, il pene restava mini e la ragazzotta fu attratta da cazzi veri.
Alla visita di leva vidi che molti cazzi erano di poco differenti dal mio, ma vi erano anche se non molti lunghi e tondi il doppio e triplo del mio.
Fino a che non ebbi un impiego importante e ben retribuito nessuna donna mi se la filava.
Frequentavo un bar con una commessa bassina, ma schietta e simpatica che mi corteggiò.
Benché sverginata a 18 anni ed abusata da più di un fidanzato la impalmai perché me lo succhiava a meraviglia ed aveva una figa stretta che non mi metteva a disagio.
In 5 anni di matrimonio sgravò a parto cesareo 3 figli, la figa le restò stretta per 30 anni.
Non le venne mai lo sghiribizzo di provare veri cazzi per godersi orgasmi plurimi che aveva già conosciuto e che il mio mini pene non le dava.
Lei ignorava che ero stato svezzamento sessuale da troie che continuavo a frequentare e quando lo appurò, in età matura, i litigi furono violenti, si finì con un compromesso, io smettevo di scopare con le prostitute, ma lei si sarebbe fatta chiavare da dotati bull da me contattati e a lei graditi.
Nell’area di servizio autostradale ante Livorno le presentai motorista, un alto e ben messo 40enne della val di Nievole che le piacque e si fissò giorno e ora in cui, in un vicino appartato residence, avrebbe consumato la sua prima trasgressione me presente ed attivamente partecipe.
Nella prima settimana di giugno del 2011, prenoto in un resort a villette una camera ed alle 10,30 alla porta bussa il bull che avevamo preceduto di una decina di minuti.
Premesso che sesso protetto al primo coito è stato con tutti, però ritengo che il bull fisso ha diritto a chiavare a pelle e sborrare dentro, questa mia logica trae origine dalle 4 chiavate di mia moglie con maxstil, super dotato maschio che tutti i coiti ha fatto a pelle e sborrato dentro, ciò è stato possibile dalla sintonia e feeling sorto fin dal primo imbatto in autunno 2019.
La mia moglie era reduce da 25 copule, bis compresi, con 18 bull più o meno dotati, dei quali un terzo hanno scopato a pelle e un paio hanno sborrato dentro.
Il primo, motorista, 44 anni, alto e belloccio, ingegnere della Val di Nievole, cazzo 23x16, s'arrapa alla vista del mio cazzetto e monta maldestramente nella stretta figa della mogliettina e le strina i lembi vaginali, un anno di cura e sotto con il 2 bull @bix48 cazzo 19x16, che fa bis un mese dopo a pelle e sapendo che ha le tube legate, post 3 parto, svuota dentro seme dei rigogliosi coglioni.
Dopo altri 16 dotati bull, è il turno di maxstil, capisco di botto che sto per godermi una incredibilmente piacevole chiavata, lui s'è appena steso sul letto accanto a mia moglie che lei apre le corte bianche lisce cosce per meglio disporsi a che il cazzo di maxstil, al quale chiede se partorisce un maschio o una femmina e maxstil di rimbrotto dice maschio come sgravato da tutte le femmine inseminate dal suo arnese, mia moglie ride ed il superdotato maschio spinge il suo grosso cazzo con la mano dentro la assai stretta figa fino alle palle, anche se la penetrazione la favorisce e agevola imprevedibilmente mia moglie che a mezza corsa non s'incaglia come con altri bull.
Per lunghi minuti sono stordito, inebetito e inebriato assistendo alla bravura e competenza di maxstil nello stantuffare in vagina di mia moglie nell'intento di allargargliela assai come a me piacerebbe, e ficcare e pistonare nel fondo dell'utero senza che lei emetta flebili lai, anzi per gli orgasmi plurimi di cui è gratificata da palese segno avvinghiandosi alle spalle del bull ficcandogli le unghia nella pelle.
Premetto che sono sottodotato, 11,5cm, che ho chiavato mia moglie sempre a pelle e sborrato dentro da prima delle nozze a dopo, che lei ha accettato di trasgredire nel 2011, a quasi 60 anni, appurato accidentalmente del vizio che ho di frequentare mignotte con il gioco in presenza di altro super dotato maschio.
Maxstil carissimo, prendi atto di quanto penso e ritengo giusto, sono un cuck in quanto tale, sono contento e sottomesso, per cui accolgo felice e beato la tua pretesa di bull fisso di mia moglie di chiavartela a pelle e sborrare dentro la sua figa. Poi, dico che per il trio è elettrizzante adrenalina che scorre nelle loro vene fare le copule nel modo più naturale, pelle a pelle, c'è più calore, brio, sensualità che il preservativo limita, quando non resti dentro come nel mio caso per la corta canna o come è capitato a più di un bull che rispondendo al cellulare il pene gli si è afflosciato e me stato d'obbligo estrarre il condon dalla vagina. Gradirei che tu amico maxstil facessi un commento sull'argomento
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1
2 years ago
pina1desto,
70
Last visit: 9 hours ago
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sofia e il dentista.
Sono da poco passate le 13:00, quando entro in quel piccolo ristorante che c’è in questa nuova immensa area industriale e finanziaria. Quando sto per mettermi in fila, per prendere alcune pietanze, mi sento chiamare:
«Massimo!»
Mi giro e vedo venir verso di me Sofia. Lei e suo marito Luciano, sono due persone che conosco da tanti anni, ma che non vedo da almeno cinque. Mi viene incontro, lasciando al tavolo i suoi due commensali.
“Accidenti! Ma da quanto tempo è che non ci vediamo?”
La guardo: è bellissima! Sofia è una di quelle donne che sicuramente non passa inosservata. Di media statura, bionda, con degli splendidi occhi azzurri, un bel seno, sicuramente una 4ª piena, una bella bocca ampia con labbra carnose, il ventre piatto, un culo da favola e due cosce davvero stupende: è una di quelle donne che sanno come farsi notare.
«Ciao, Sofia. Ma sei sempre più bella? Con te il trascorrere del tempo è sempre stato molto generoso. Guardati! Dopo 5 anni, sei ancor più bella di come ti ricordassi!»
Ci scambiamo qualche convenevole e scopro che la sua azienda ha aperto un nuovo ufficio proprio in questa zona. Mi chiede di me e le racconto che, dopo aver passato tanto tempo giù nella capitale, ho deciso di tornare in questa città e di aprire, insieme ad altri due soci, uno studio dentistico.
Lei mi guarda e subito mi chiede ulteriori dettagli.
«Capiti veramente a proposito. Il mio vecchio dentista è andato in pensione, dopo aver preso il Covid, ed io son due anni che non faccio una pulizia ai denti fatta per bene. Inoltre ho un piccolo problema di cui vorrei parlarti, ma in privato. Possiamo fissare un appuntamento?»
Le lascio immediatamente il mio numero e lei mi dà il suo; le prometto che la contatterò a breve. Lei torna a sedersi insieme alle altre due persone che, per un attimo, si sono girati verso di me ed io, dopo aver preso un primo e un contorno, mi siedo in modo da poterla continuare ad osservare. Durante tutto il pranzo, è un continuo scambiarsi di occhiate e piccoli sorrisi alquanto maliziosi, che lei mi rivolge di continuo. Quando si alza per uscire, passa vicino al mio tavolo.
«Allora? Ci conto! Ho proprio bisogno del tuo prezioso lavoro, perché a me la bocca serve perfettamente efficiente!»
Le sorrido e rispondo che la sua splendida bocca e sicuramente al centro dei miei pensieri. Lei sorride, perché ha capito che ho compreso per bene il suo doppio senso e le ho risposto su quello stesso tono. Mi ha contattato nel pomeriggio con un messaggino e lei, dopo qualche istante, mi chiama:
«Massimo, come dicevo ho un piccolo problema ad un dente. Ci dev'essere qualcosa che graffia, perché, se ci passo sopra un dito, lo percepisco appena, ma, se ci passo sopra cose molto più sensibili, come la lingua, oppure qualcosa di ancor più delicato, mi accorgo che graffia. Non so se riesci a capire quanto possa darmi fastidio sentirmi dire che "graffio."»
La sento parlare con un tono di voce alquanto languida e decido di giocare un po’ con lei.
«Così, su due piedi, non riesco a capire cosa tu abbia in bocca che possa graffiare. Inoltre, mi stupisce ciò che dici: cioè, toccando la parte con un dito, non senti nulla, mentre lo percepisci con cose molto più delicate. Va da sé che i denti son fatti per mordere e frantumare, quindi, se la lingua è abbastanza sensibile da sentirlo, mi domando cosa ci sia di tanto delicato da sentirsi "graffiato".»
La sento sorridere dall’altro lato del filo e mi dice che non me lo può spiegare al telefono, ma che, in ogni caso, appena avrà la possibilità di farmi vedere la sua bocca, di sicuro riuscirò a capire dov'è il problema. Fissiamo un appuntamento per il giorno successivo alle 18:30 e lei si mostra molto contenta. Il giorno successivo, a metà mattinata, mi manda un messaggio e mi dice che, per l’ennesima volta, è stata ripresa per aver “rigato “qualcosa di molto sensibile.
Io le rispondo dicendo che son molto curioso di capire cosa possa aver in bocca che "stria" qualcosa di molto sensibile. Puntualissima arriva all’orario concordato. È bellissima, indossa uno splendido vestito che le arriva a metà coscia e, nella parte alta, uno spacco trapezoidale mette in mostra il solco dei suoi splendidi seni. Tacchi abbastanza alti le slanciano lo splendido culo che è il naturale termine di due cosce fasciate da calze autoreggenti. Mentre la faccio accomodare nel mio studio, lungo il corridoio, lei incontra i miei due soci.
«Ragazzi, permettetemi di presentarvi questa mia amica: Sofia, loro sono Luca e Marco, i medici con cui condivido questo studio.»
Loro la guardano con ammirazione, perché, come me, amano molto le belle donne ed anche lei rivolge loro uno sguardo alquanto compiaciuto. In effetti i miei soci sono due splendidi maschi. Appena seduta sul lettino, la sollevo e la faccio distendere. Lei accavalla leggermente la gamba destra e quel movimento fa risalire un po’ il vestito, così da metter in mostra le sue cosce: ora posso ammirare la balza di pizzo delle sue calze. Il mio pacco prende a gonfiarsi ed è proprio all’altezza del suo viso; lei lo nota e mi guarda, con un sorriso di compiacimento. Le chiedo dove ha il problema e le faccio aprire la bocca. Dopo un attento esame, scopro che, nell’arcata inferiore destra, fra uno dei suoi molari, le è spuntato, stranamente, un dente del giudizio.
«Scusa, Sofia, ma, da ultimo, non hai avuto dolore ai denti?»
Lei ci pensa un attimo e mi dice che qualche volta ha sentito un po’ di dolore, ma niente di che, tanto da poterlo alleviare con un semplice antidolorifico. Allora le spiego in cosa consisti il suo problema.
«Hai un piccolo dente del giudizio che si è creato fra due molari. È cresciuto in maniera così anomala che, probabilmente, senza che tu te ne sia accorta, si è leggermente scheggiato ed è questo che produce la "rigatura" quando prendi in bocca qualcosa di particolarmente sensibile.»
Lei mi guarda stupita e poi mi dice che, in ogni caso, dovremo far qualcosa per ovviare a quel fastidio. Immediatamente mi organizzo e, con una piccola fresa, dalla punta molto sottile, passo a limare leggermente quella scheggiatura.
«Credo di aver già risolto il tuo problema, ma, per sicurezza, passaci sopra la lingua e dimmi se senti che graffi ancora.»
Lei passa ripetutamente la lingua sul dente e si mostra soddisfatta.
«Credo di sì. Così, al momento, mi sembra che vada bene.»
La guardo e continuo a scherzare un po’ con lei.
«Certo, andrebbe fatto un lavoro più accurato e, soprattutto, anche un controllo più approfondito, utilizzando “cose molto sensibili.»
Lei mi guarda e, per un attimo, sembra riflettere, poi guarda l’orologio e mi dice che, purtroppo, per un controllo più approfondito non c’è tempo.
«Lo farei volentieri, ma questa sera vado molto di fretta, perché più tardi ho un appuntamento durante il quale, sicuramente, potrò verificare se abbiamo ovviato al disturbo.»
Mentre scende dal lettino, fa in maniera di aprire le sue cosce e mi mostra il nero del suo perizoma. È stato un gesto alquanto voluto e lei stessa ha potuto constatare l’effetto che ha avuto su di me: il mio pacco si è ulteriormente ingrossato. Mi guarda compiaciuta e, con malizia, mi chiede come dobbiamo procedere per risolvere definitivamente quel suo problema.
«A mio avviso dobbiamo estrarre questo dente cresciuto in maniera anomala. Andrebbe fatta anche un’accurata igiene orale. Restiamo in contatto, fissiamo un appuntamento.»
Lei mi disse che mi avrebbe richiamato l'indomani, dopo aver consultato la sua agenda e controllato quando sarà libera per fare tutto quanto necessario. Il giorno dopo, in tarda mattinata, mi manda un messaggio, alquanto disperato.
«Massimo, non ci siamo per niente. Continuo ancora a rigare!»
La chiamo e lei mi spiega che ha fatto una accurata verifica, ma il problema persiste.
«Massimo, sono disperata. Come faccio?! Non posso assolutamente continuare così. A me la bocca serve perfettamente efficiente e funzionante. Mi devi trovare una soluzione quanto più rapida possibile!»
Rifletto un attimo e le propongo di vederci questa sera, sempre alla stessa ora. Lei accetta e mi dice che sarà puntualissima. All’ora prestabilita la vedo arrivare più bella che mai. Indossa una gonna abbastanza corta, con un leggero spacco laterale, una camicetta bianca sotto cui si intravede un reggiseno in pizzo dello stesso colore e, ai piedi, delle scarpe con il tacco molto sottile e alto. La faccio accomodare sul lettino e poi chiedo a Luca di raggiungermi. Insieme esaminiamo il suo problema. Luca, dopo un attento esame, mi dice che ha lui la soluzione. Va nel suo studio e torna; utilizzando un particolare trapano con una fresa molto delicata, accarezza a lungo il dente da me smerigliato.
«Ora, signora, provi a passar la lingua e senta se avverte ancora qualche punto ruvido.»
Lei mi guarda con occhi maliziosi, mentre, tenendo le gambe aperte, ci ha fatto vedere che indossa un perizoma di color bianco, che è parzialmente infilato nello spacco della sua fica stupenda. Lei passa ripetutamente la lingua in maniera molto sensuale, sia sul dente, che sulle labbra. Io guardo Luca e poi azzardo una battuta.
«Questa volta sarebbe opportuno fare un controllo più accurato, facendo passare sul dente qualcosa di “molto sensibile”.»
Lei ci guarda, sorride e, nella posizione in cui si trova, sdraiata e con la testa reclinata indietro, all’altezza dei nostri pacchi già gonfi, riesce a notare le nostre rispettive verghe già dure che premono contro la stoffa dei jeans. Solleva un attimo la mano destra e la appoggia il mio pacco.
«Allora, vediamo se avete fatto un buon lavoro!»
In un attimo tirò fuori il mio membro già teso e duro. Anche Luca, rapidamente, fa lo stesso. Lei si trova davanti alla faccia due verghe di ottime proporzioni, sia in lunghezza, ma soprattutto in circonferenza.
«Caspita! Se l'avessi saputo, mi sarei fatta controllare già da un pezzo!»
Avvicino la punta del mio cazzo alla sua bocca, mentre lei con la mano sinistra impugna quello di Luca. Delicatamente le spingo il mio cazzo in gola e subito la sua lingua incomincia a lavorarlo a dovere. Lentamente le scopo la bocca, sento che non provo alcun fastidio nello strusciarlo sui denti. La mano di Luca Intanto si abbassa e si infila sotto la gonna, prendendo subito a masturbarla. Lei inizia a mugolare a bocca piena.
«Bravo, Luca! Fai scaldare questa troia. Intanto fa un controllo anche tu per verificare se ancora i suoi denti rigano il cazzo!»
Le sfilo il mio cazzo dalla bocca e subito viene sostituito da quello di Luca che, essendo ancor più grosso in spessore, lei riesce a ingoiarne solo una minima parte. I suoi gemiti riempiono la stanza e attirano l’attenzione di Marco che, avendo ormai completato il suo ciclo di appuntamenti, si avvicina al mio studio e, quando vede che siamo intenti a farla godere, si avvicina e subito si inginocchia fra le sue cosce, le sfila il perizoma già fradicio e inizia a leccarla.
«Accidenti, ragazzi! Questa troia è già fradicia! Ma?!... È già… cioè è già piena di sborra?!»
A sentire quelle parole, ci voltiamo entrambi verso di lui, per poi tornare a guardare lei. Valeria si sfila il cazzo di Luca dalla bocca e poi, con aria quasi serafica ci dà la sua spiegazione.
«Ragazzi, che volete? Ho un marito a casa, cui piace leccare la moglie dopo che è stata ben riempita, quindi, non sapendo che ora voi tre avreste contribuito a riempirmi ancora di più, ho provveduto a farlo fare ad uno dei miei capi. Anzi, oggi, tutto sommato, è andata anche male, perché generalmente mi scopano in due insieme.»
Marco la guarda e poi, senza nessuna esitazione, si apre i pantaloni e subito appoggia la sua verga fra quelle labbra di figa vogliose. Rispetto a noi, Marco è quello più dotato sia in lunghezza, che in circonferenza e, con un affondo deciso, glielo pianta tutto dentro. Lei ha un sussulto, il suo corpo si inarca leggermente verso l’alto per reggere la spinta, mentre torna ad infilarsi in gola il mio cazzo.
«Per la miseria, questa puttana è così piena, che il mio cazzo scivola che è una meraviglia!»
La sbatte subito con una certa violenza e lei, rapidamente, raggiunge un orgasmo. Il suo corpo trema, mentre viene scosso dal piacere di sentirsi la bocca piena e il ventre carico di questa splendida mazza. Poi Luca chiede a Marco di far cambio.
«Dai, fai chiavare un po’ anche me questa vacca!»
La fanno sollevare e Luca si sdraia sulla poltrona; la tira su di sé, facendola impalare nella sua verga. Subito Sofia inizia a provar piacere, nel sentirsi sbattere da Luca. Io guardo Marco e, con un lieve cenno della testa gli indico il culo di Sofia, che ora ondeggia sul palo di Luca per meglio ricevere le spinte che le imprime dal basso. Fa sollevare leggermente la poltrona, portandola ad un'altezza tale da trovarsi perfettamente in linea con le sue chiappe e, dopo averle afferrato le natiche ed averle aperte, ha poggiato la sua verga contro quel foro e, con una spinta decisa, le è entrato tutto dentro. Sofia emette un lieve lamento dovuto alla troppa irruenza.
«Piano! Fa piano, che quel porco del mio capo oggi l’ha voluto usare più volte! Va pazzo a scoparmi il culo!»
Marco solleva lo sguardo e mi guarda un po’ incredulo.
«Ma… effettivamente questa troia è tutta sfondata?!»
Ora la scopano con forza entrambi in perfetto sincronismo ed io, per completare l’opera, le infilo il mio cazzo in bocca.
«Brava, Sofia. Adesso che stai godendo, vediamo se ancora, mentre succhi il mio cazzo, i tuoi denti mi fanno il rigatino!»
Solleva lo sguardo ed i suoi occhi sprizzano compiacimento. I miei colleghi la sfondano con colpi sempre più forti e il primo ad arrivare è Marco, che le inonda il culo.
«Eccomi, sborro! Adesso ti aggiungo una dose extra per il tuo cornuto!»
Si svuota dentro di lei e poi, quando si sfila, ci scambiamo di posto, ma è Luca che mi chiede di infilarla nel culo. Lui si alza e io ne prendo il posto, e così lei si siede di spalle sul mio cazzo, che ospita allegramente nel culo. Luca la fa sdraiare su di me e le entra davanti, senza nessuna difficoltà. Le solleva le gambe e, mentre lei accoglie il cazzo di Marco in bocca, ancora turgido e completamente ricoperto dei suoi umori, affonda nella sua fica completamente dilatata. Anche Luca si muove freneticamente e, ben presto, si svuota in lei.
«Eccoti anche la mia dose di sborra per il cornuto!»
Lascio che lui si svuoti dentro di lei e poi anche lui si sfila e si fa ripulire il cazzo da Sofia. Ora sono io che voglio sborrare nel suo culo, ma lei gira e mi guarda.
«Scusami, Massimo. Sono talmente stanca che mi piacerebbe avere la tua sborrata direttamente in bocca.»
La capisco e le sorrido, l’aiuto a sollevarsi da me e subito lei si inginocchia e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo in maniera davvero sublime. È molto brava e mi porta vicino al piacere e poi, con un sorriso malizioso, si ferma. Io gemo e la guardo, cercando di capire il suo gioco. Lei sorride ancora e riprende a succhiarmi il cazzo. Siamo ancora intenti a scambiarci il nostro piacere, quando, dietro di noi, si materializzano Marco e Luca che, dopo aver sborrato, si erano allontanati.
«Scusate, ragazzi, ma abbiamo un impegno. È stato un vero piacere, Sofia, godere con te. Se ti riesce, facci sapere se il tuo cornuto ha apprezzato il regalo che gli abbiamo fatto.»
Lei sorride loro e fa un cenno del capo, poi riprende a succhiare il mio cazzo e ben presto mi porta ad esplodere nella sua bocca. Le riverso in gola tutto il mio piacere, che lei raccoglie meticolosamente, senza lasciare neanche una goccia. Poi si rialza, si ricompone e mi guarda con aria stanca.
«Accidenti! Ora sono proprio sfinita. Oggi, ridendo e scherzando, mi sono presa quattro cazzi di tutto rispetto. E, anche se ci sono abituata, ho preso anche quello del mio capo, che è un bel porco non meno di voi tre. In ogni caso, ora che vi ho conosciuto, verrò più spesso a far controlli o per una buona igiene orale. Avete degli spazzolini davvero importanti, per non parlare di quanto sia buono il vostro collutorio!»
Ci facciamo una bella risata su quell'evidente doppio senso. Poi lei se ne va ed io mi soffermo a pensare quanto la vita possa esser strana: ero convinto che Sofia fosse una moglie fedele, invece ho dovuto prendere atto che è una gran troia. Nel mio intimo, mi rallegro per questa scoperta.
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0
2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 11 hours ago -
Racconto erotico maxstil-moglie sottodotato piana lucchese, la conoscenza
Racconto erotico Maxstil-moglie sottodotato piana lucchese, la conoscenza
“Cara mia, amica intima, come m’hai detto che per te io sono, insicura, irreprensibile, candida, ma ardente, fascinosa, ammaliante, provocante, sensuale ed inappagata moglie del controverso, mini dotato e semi impotente, vizioso, fedifrago, settantenne pipinobsxp.
Ho vergato d'acchito questo testo che parte dalla fausta mia sorte che m'ha menato da te.
Nelle 3 settimane intercorse tra la nostra fausta conoscenza, 8 dic. 2019 in un bar di supermercato a Pisa e le inobliabili 2 ore di copula avvenuta in camera di villini di riservato hotel a Lucca, il 30.12.2019, m'hai informato d'esserti appagata per 33 anni del cazzetto del tuo coniuge che t'eri liberamente scelto, che ti ha chiavato non meno di 10-12 volte al mese e che nel 2011 scopri che frequentava spesso giovani mignotte, esperte prostitute e depravate puttane che l'hanno traviato e viziato sessualmente pur con gang-bang con lui soggetto attivo e passivo, sperperando un ingente patrimonio, mio e suo.
Gli chiedi di smettere ed invece lui ti convince a trasgredire insieme a lui.
In chat sul sito cui sono iscritto tuo marito mi ha proposto di allargarti la figa da 7 a 9 cm.
Mi son reso disposto ad incontrarti per drink in bar di vostra scelta.
Sono nel parcheggio convenuto, mi si ferma accanto auto da cui scende uomo, settantenne, imponente, altezza media, cenno di pancetta, capelli corti canuti, abbigliamento elegante, indi una femmina, te, che m’appari un gran pezzo di gnocca, donna di classe, non alta, snella, ampia gonna in rosso pompeiano sopra i ginocchi che mette in bella vista gambe da modella, blusa verde sopra la spalla, cintura stretta giro vita 42-44, camicetta bianca su reggiseno a balconcino che reggono prosperose zinne, ideali per goduriose spagnole.
Senza esagerazione ho davanti un corpo femmineo che emana e diffonde nello etere che la circonda un effluvio celestiale, sono confuso, inebriato e turbato al punto che mi metterei ai tuoi piedi in preghiera, in adorazione a che te divina musa del video, mi rendi partecipe della tua voluttuosa sessualità.
M’appari Musetta della Boeme che i maschi sostano, ammirano e con penetranti occhi la spogliano alla ricerca delle occulte beltà, che in te albergano a bizzeffe.
Ti presenti come l’attrice del video, e i miei luminosi occhi sono sgranati ed appiccicati all’armonioso folgorante tuo culo da sballo, per me degno della Mangano in riso amaro. Gradita sorpresa viene dal cornuto, quale tu hai reso godendo con diversi dotati bull.
Tuo marito sceglie tavolo appartato, accosta due sedie e ci fa sedere accanto, le nostre cosce sono a stretto contatto, vuole che ce la intendiamo, che tra noi scatti il giusto feeling.
Mi strizza l'occhio e va ad ordinare, temporeggia volutamente perché io possa circuirti.
A volo ti do notizie su me, Maxstil, nome d’arte di 60 enne ristoratore di Pisa, alto 190cm, peso 85kg, pene 22cm largo 5,5, originario dell’agro sarnese nel salernitano, persona persuasiva, affabile, conviviale e sincera, decine di esperienze con giovani e mature coppie.
Con mia immensa letizia candidamente ammetti che ti piaccio, ho fisico da vero maschio, toro da monta, amico della porta accanto, sei pronta a copulare con me e scambio cellulari.
Il cornuto mi fissa incontro per Il giorno 10 ore 10,30 al bar, inizio strada per le villette del resort ove hai più volte fottuto, mi saluti con caloroso abbraccio e mi dici che sei indisposta e aggiungi che pria che l'anno termini giacerai a letto con me in camera del vicino hotel.
Sei certa che l’extra large mio pene non ti sfondi la figa, ma ti darà orgasmi plurimi a te pria ignoti.
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2 years ago
pina1desto,
70
Last visit: 9 hours ago
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Maxstil racconta sua prima monta moglie sottodotato piana lucchese
Su diversi siti scambisti sono noto come Maxstil, ricercato toro (bull) pisano, sessantenne, alto 190 cm, grosso pene lungo 23cm e largo 5,5 cm, con faretra zeppa di scalpi di mariti da me resi cornuti, dotati o mini, spesso impotenti, dei quali mi son chiavato le loro mogli, giovani o mature, ma tutte insoddisfatte, avide di extra large cazzi e vogliose di aver la figa, e rare volte l’ano, trapanati da ben funzionante, il mio.
Ho scritto quanto segue per spontaneo sentimento di gratitudine nei confronti della coppia, ma più di lei che m’ha aperto gioiosamente le bianche, corte cosce per ben nove volte dal 30.12.2019, che di lui che mi contattò in uno dei suoi account di siti scambisti, visto i miei account, che chattando mi espose i sublimi, sensuali e voluttuosi coiti della moglie, dall’età di 57 anni, in sua gioiosa, contenta costante presenza dal giugno 2011 con 18 bull e circa 25 coiti, ma mai inculata, l’ano è sempre vergine pur se da lui abusato.
Feedback precedente ho narrato il primo incontro con la coppia e il feeling sorto con lei e del loro video sessuale erotico finito in web.
Inizio da novembre 2019 allorché il mini dotato, pene 11,5x2,8, mi chiede di trombargli la matura moglie ed allargargli la stretta figa da 7cm a 8-9.
Quindi racconto in prima persona rivolgendomi alla cara, meravigliosa sposa, l’erotica carnale mia I° copula con lei in una camera di riservato residence poco distante dalla rotabile Lucca Pisa, copula ripetuta 8 volte per graziosa concessione della disponibile lei, nelle medesime stanze con la procace, libidinosa, vogliosa, insoddisfatta ed avida di cazzo mogliettina, che considero mia amica e la migliore delle moglie che mi son fottute e sono tantissime.
Sono per la prima volta al parcheggio dell’hotel indicatomi, sostano auto italiane e straniere di grossa cilindrata, nel salire la scala m’imbatto in una coppia, lui sui 50 anni, appare persona di rango, lei, forse 25enne, (troia, mignotta o escort), le discende coppia sfasata e stanca come spossata per sesso fatto.
Busso alla porta 51, all’istante s’apre, entro ed il cornuto tuo coniuge veloce la chiude.
E' nudo, tra le gambe ha pisello da coniglio, forse 10cm, i negri del Sudan l’hanno 26-28, gli italiani 14-15cm, il mio è 22, ma largo 5,5 molto oltre la media mondiale.
Non credo che detto pisello t'abbia ingravidata, forse è accaduto con tuoi e/o suoi amici che t'hanno fottuta e che tu l'hai infinocchiato e spacciato per suo e lui c’è cascato.
Inquadro insistentemente il meraviglioso corpo femmineo in mezzo al letto, gambe corte, lisce, bianche, rari peli neri ai bordi delle rosee grosse labbra della figa, una piccola fessura, che m'appare sana ed intatta come natura t'ha fatta, 33 anni di tuo cazzetto e 18 cazzi di bull te l'hanno lasciata stretta 7 cm.
Il tuo coniuge sale sul letto e riprende il coito di fianco, ficca di botto il suo ritto e duro cazzetto nella tua fregna, più larga del suo sotto dimensionato pene.
Te sei indifferente, 33 anni t'hanno abituata a prenderlo, ma mai ti ha dato orgasmi.
Io per le trasgressioni che hai fatto ti stimo femmina sessualmente esperta e ti chiedo comunque come vuoi che ti prendo, qual è la tua posa preferita, di fianco, a sponda letto, alla missionaria, a pecorina, o altre pose del kamasutra che hai conosciuto.
So che l'hai ancora stretta e non vorrei che te rivivessi la tua prima esperienza del 2011.
Te rispondi secco: il cornuto mio marito in chat t’ha informato quanti bull m’hanno fottuta in 8 anni, le copule che ho fatto e le pose del kamasutra impostomi, iniziamo di fianco.
Il sottodotato è ansioso di cedermi il posto, smette di fotterti e dalla tua topa esce un pene di 2cm che in entrata era 11cm, in un attimo sono sul letto, mi posiziono dietro di te col ritto cazzo in mezzo alle tue cosce, la cappella del duro e ritto cazzo è alle grosse labbra, sento dirti "ci sei, vai", termini che per me sono adrenalina, sento che sei vogliosa, fremi d’ansia di prenderti il mio extra large cazzo in figa.
M’accorgo che repentinamente muovi il corpo quel giusto che mi consente di ben aderire alle tue chiappe, di spingere il mio cazzo lentamente e progressivamente dentro di te e ti sento dire " l’hai ficcato tutto dentro, lo sento fino in fondo, dai, madonna come mi piace, fammi venire per la prima volta", che porcella che sei, ti son mancate le passionali penetrazioni, vuoi ardentemente chiavare con vero cazzo, il mio, stavolta sei pronta e decisa a cimentarti con cazzo molto più dimensionato di tutti i precedenti.
Mi dici: “sto partorendo, come lo faccio maschio, o non si sa???”, al che rispondo: “sarà maschio come sgravato da tutte le spose che ho ingravidate” e tu continui: “meno male che sei alto, non mi pesi sulla pancia, me l'hai menato tutto diritto dentro fino alle palle!!! c’è voluto il fabbro, la morsa, per farlo entrare, ma ora che lo sento dentro mi fa bene!!! oh, oh, uh, uh, dai, oh, sii, sii, ah, ah che bello, godo, Dio come mi piace come chiavi a meraviglia, che mirabilia è un grosso ed efficiente cazzo in figa, oh, oh, ah, ah, vai fammelo sentire che entra ed esce, penetrami di continuo con questo tuo grosso cazzo, hai un pene assai meglio dei precedenti bull e poi v'è la differenza che lo sai usare, vai, vai, stantuffa veloce che ci godo di più, capito!!! Oh, oh, ah, ah, non ti fermare, vai, vai, dacci dentro forte, che fantastica, favolosa, magica scopata che sto facendo, dai dammi tanti orgasmi! a mio marito dico che non cambio pene voglio il tuo!!! sei il mio bull fisso, stallone mio non ti fermare, montami con forza e fammi sentire il cazzo che preme sotto l'ombelico ed il tuo seme uscire dagli orecchi.
Alle mie labbra non vengono le giuste parole per ringraziarti della appagante copula che mi regali e lodare la tua disponibilità a copulare con me, mi limito a dire che vivo il più stupendo, splendido e mirabile coito mai fatto, il mio pene è estasiato di stantuffare nella strettissima tua gnocca, gli sembra una manna celeste aver sverginata una matura sposa.
Tronfio mi rendo conto che i miei turgidi coglioni battono sulle labbra tua topa, da cui entra e n’esce senza intoppi, che te ascolti e gradisci gaiamente i miei rantoli di goduria animalesca, cinghiale ferito, e percepisco lieto i tuoi appassionati sospiri, i flebili e languidi lai cagionati dai continui orgasmi che provi.
Ti avvinghi a me a gambe divaricate, braccia strette alle costole e unghie nella pelle, penso che non è reale ciò che sta avvenendo, ad occhi aperti vedo le scene del video.
Mi piace che te sei lieta per i plurimi orgasmi che ti godi e lo dici sonoramente al presente tuo sposo che Maxstil ti piace e ci godi a farlo felice e che ti appioppiamo ulteriori robuste corna a quelle che avevi, corna ramificate tipiche delle renne finniche.
3-4 entra esci mio cazzo in tua figa e vi verso dentro tutta la sborra dei miei rigogliosi testicoli pieni come uova sode per l'astinenza di un mese perché tu potessi capire ed apprezzare quanto ti voglio e mi piaci e concedermi altre future copule da bull fisso.
E' mezz'ora che fottiamo, andiamo in bagno, io ti aiuto la lavarti la passerina e la lecco, come pure mammelle e capezzoli e tu il mio cazzo, completiamo lingue contorte in bocca.
Tra noi s’intromette il cornuto tuo marito che propone che fottiamo a sponda letto con due cuscini sotto il tuo culo in modo che la figa sia alla stessa altezza del cazzo.
Detto fatto hai due cuscini sotto tuo culo e cosce divaricate sopra mie spalle, cazzo a bocca vulva che in un baleno ti faccio sparire tutto dentro.
Spingo forte e veloce verso il basso, te da brava sollevi un poco il bacino, m’assecondi in modo che la tua natura, dalla vulva alla cervice, si distenda, che s'allarga il giusto e la cappella scivoli a fondo utero e te lo senti battere sotto l’ombelico, tu godi, un poco soffri, emetti lai di piacere e dolore, mi inciti a proseguire finché hai orgasmi continuativi.
Sarà per sempre impresso a fuoco nella mia mente i tempo con noi due avvinghiati l’un l’altro, col mio cazzo che sguazza a go, go nella tua passerina, striscio la cappella al tuo sano e vergine foro anale e spingo, v'entra per un paio di cm che tu mi stoppi, sei abituata al cazzetto del cornuto che non te l'ha mai sfondato, desisto certo che te lo violerò.
Con tua e mia sorpresa il cornuto ti allarga le tue cosce e mette la tua vulva ben in vista e mi chiede di aprire al massimo le labbra per fotografare il foro ove esisteva l'imene che a lui non è stato dato rompere, scatta foto alla figa ora ben larga di 8,5cm.
Sono certo che mi credo se ti confesso che il rapporto fatto con te è per me in assoluto il più esaltante e inebriante, roba da mille e una notte.
Questa I° copula che ho fatto con te resterà imperitura nella mia mente per il genuino, festoso, puro ed entusiasmante slancio emotivo con cui hai partecipato, l’hai fatta da porcella, non navigata vacca quale il turpe tuo consorte vuole che tu sia, abbiamo goduto a iosa e ce lo ricorderemo quale viatico per tante altre future copule, avendo tu deciso che sarò il tuo bull fisso finché hai voglia di fottere .
feedback che invio perché decidiate se pubblicarla, meglio è se finisce sui siti scambisti del cornuto.
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2 years ago
pina1desto,
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Fisting
Conoscetti Olivia quando entrambi eravamo fidanzati, ma fin da subito tra noi ci fu una certa sintonia che col tempo si trasformò prima in un intesa e poi in intimità.
Nonostante fossimo di due mondi completamente opposti, lei di famiglia agiata, molto educata e sempre impeccabile ed elegante, 15 anni in più di me, capelli lunghi castani e occhi verdi, magrissima, da vederle le ossa, sposata con un uomo di alto retaggio, sempre curato e anche un po' effemminato.
Io completamente opposto, famiglia operaia, casinaro dalla nascita, molto più rozzo, da panino e salamella, un metro e ottantacinque per 130 chilogrammi.
Lei e mia moglie erano amiche da molto tempo, entrambe con un precedente matrimonio da cui ebbero figli che, andando a scuola insieme, le portarono ad avvicinarsi.
Come detto fin da subito cominciammo col ridere e scherzare, poi col messaggiarci e infine nel diventare confidenti dei nostri problemi. E nel raccontare le nostre esperienze e i nostri desideri si era entrati in un intimità strana fatta di completa apertura quando si era soli all'essere distaccati quando ci si vedeva.
Una sera mentre eravamo a cena dai suoi genitori incrociandoci in corridoio, mentre io andavo verso il bagno e lei usciva, ci fermammo uno di fronte all'altra e ci baciammo, non fu qualcosa di romantico ma più selvaggio quasi che lei volesse farmi capire cosa dovevamo essere. Semplicemente amanti.
I giorni passavano e non si riusciva mai ad avere tempo per concedersi l'uno all'altra.
Un giorno, avendo il pomeriggio libero, tornai dal lavoro nella pausa pranzo e la incrocia mentre stava tornando anche lei, ci fermammo a parlare e lei dopo qualche battuta mi si avvicinò e a bassa voce mi disse che sarebbe corsa in bagno a masturbarsi pensando a me. Io sorrisi e le dissi che anche io avrei dato, ma che avrei voluto venire su di lei.
Arrivò in quel momento sua madre e, sorridendo, ci salutammo.
Arrivai a casa e la prima cosa che vidi fu una sua foto mandata da poco mentre utilizzava una spazzola come dildo chiusa in bagno e io ricambiai mandandole un video dove venivo dopo una sega.
Mi feci una doccia, mangiai e mi misi nudo sul divano sapendo di avere il pomeriggio libero fino a sera.
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Dopo una ventina di minuti suonarono il campanello e guardando dallo spioncino la vidi e aprii subito, nudo e con già una buona erezione. Lei sorrise appena mi vide togliendosi gli occhiali da sole.
Le presi la testa e la tirai a me, le nostre lingue mulinarono vorticosamente e tirai il suo corpo contro il mio in modo da farle sentire la durezza del mio uccello. Ci staccammo. Lei mi morse il labbro e poi mi prese il cazzo in mano e segando inizio a spogliarsi, fece cadere facilmente il vestito che aveva e rimase in intimo. Le misi le braccia sulle spalle e la spinsi giù, lei si accovacciò capendo quali erano le mie intenzioni e iniziò a succhiare. Tutte le volte che c'eravamo messaggiato i nostri sogni proibiti e le nostre foto in intimità mi fecero scattare qualcosa di animale. La sollevai e la portai in camera. La spinsi sul letto e lei non si oppose, la girai, le strappai le mutande e prendendo il gel che avevo preparato prima, la lubrificai con le dita, penetrandola e sentendola lamentarsi un po', poi presi il cazzo e entrai senza chiedere da dietro, lei si irrigidì e emise un urlo di dolore. Sapevo dai suoi racconti che era vergine di culo, ma oggi sarebbe stata la giornata giusta per sperimentare. Spinsi sempre più in modo selvaggio e lei non riusciva a contrastare la mia furia animale e si rassegnò e mi assecondó, affossò il viso nel cuscino e si mise a mugugnare e urlare mentre io mi impossessavo del suo buco del culo.
La violenza, si perché di quello si trattava, durò un po', e quando arrivai al culmine sborrai dentro tutto quello che potevo rimanendo a spingere fino a che il mio uccello non si affievolì. La sentii piangere. Non mi interessava, anzi ero talmente sopraffatto dai desideri che ormai non la vedevo più come una donna ma come un oggetto, non mi ero mai sentito così. Lei alzò la testa e mi guardò, era molto incattivita il suo sguardo completamente devastato dalle lacrime miste al trucco mi odiava ma comunque non si mosse perché la sua bocca dal rossetto sbavato aveva un sorriso, una sfida, sorrisi anche io e, come se fosse collegato ad una macchinetta, il cazzo mi si irrigidì di nuovo. Lei rimise la faccia nel cuscino e io la riposizionai e pensai alla nuova penetrazione, quello che pensò anche lei, ma non alla stessa penetrazione. Ripresi il gel, mi ingellai la mano e rientrai con le dita, la scopata precedente l'aveva fatta rilassare e allora entrai con altre due dita, lei si irrigidì, capendo, ma non fece in tempo a pronunciare parola che io spinsi a fondo la mia mano. Lei tremò e gridò, cercando di respingere il mio pugno, ma io la presi con un braccio e la bloccai a me, spingendo sempre più forte, lei cerco di allungarsi, poi di girarsi ma il mio peso e la mia forza non lo permisero, si mise le mani sulla testa e quasi affondo le sue
stesse unghie nella pelle, dal cuscino in cui aveva riposto la testa, i suoi no aumentavano la mia pazzia e il mio stato di potere. Spinsi ancora, lei tremava come presa da una scossa, ma poi, un momento di rilassatezza del suo muscolo mi diede la possibilità di entrare. Ero dentro al suo ano col pugno, sorrisi mentre i suoi urli di dolore venivano attenuati dal cuscino.
Ruotai il pugno dentro di lei e feci qualche movimento, avanti e indietro come per scoparla. Lei non si mosse, anche dal suo respiro capivo che stava ancora piangendo. Spinsi il braccio un po' più dentro e lei accompagnò il movimento quasi a richiamarlo dentro di sé. Mi fermai qualche secondo. La stanza era avvolta dal silenzio. Lei alzò la testa e con la bava alla bocca mi disse esattamente le uniche parole che non mi sarei mai aspettato.
- Scopami con quel braccio - E aggiunse una bestemmia.
Tutto l'opposto di quello che mi aspettavo sia dalla situazione che da lei. Avevo sbloccato qualcosa e non me lo feci ripetere, iniziai a fare avanti e indietro. Sentii tutto il muscolo che mi avvolgeva l'avambraccio stringersi presi il gel e svuotato il contenuto per cercare di alleviare la sensazione, ma non servì a molto. Spinsi sentendo l'attrito sulla mia pelle aumentare insieme alle grida di dolore di lei nel cuscino. Continuai con violenza per altri minuti.
All'improvviso lei allungando la mano mi prese le palle e si mise a stringere, sempre di più e più aumentava il dolore, più aumentava la mia eccitazione, più aumentava la mia violenza. Durò tutto pochi secondi ma fu elettrizzante. Quando lei lasciò la presa io sfilai il braccio ricoperto di gel misto a feci e sangue, e lei si lasciò cadere di lato mettendosi di fronte a me. Mi alzai, andai in bagno e mi ripulii, tornai da lei con degli asciugamani, lei si allungò e prese in mano la mia erezione, portandosela alla bocca e cominciò a succhiare, era un pompino blando, debole ma che racchiudeva tutta la violenza subita da quella donna nei momenti precedenti, un pompino che sembrava chiedere scusa, qualcosa che lo sconfitto concedeva al vincitore come riconoscenza, mi guardava con gli occhi rossi e pieni di
odio, le sorrisi prima di sfilarle il cazzo dalla bocca e sborrarle in faccia. Lei non si mosse, chiuse solo gli occhi, e io le spruzzai un paio di colpi sul viso prima di pulire la punta sulle sue labbra, lei leccò il
rimanente e poi prese l'asciugamano e tentò di alzarsi ma le mancarono le forze e cadde a terra. Si aggrappò a me per tirarsi su. Raccolse le mutande strappate e la guardai camminare in corridoio, zoppicando e con il culo in fiamme, con i suoi stessi fluidi che colavano sulle cosce, spettinata, con il viso completamente imbrattato di sborra, trucco e rossetto e molto sudata.
Entrò in bagno, e si mise sotto la doccia. Si lavò via tutto di dosso e rimase ferma qualche minuto a godersi l'acqua calda sulla pelle.
Uscì dalla doccia, si asciugò, uso il fon per i capelli. Poi si mise in borsa le mutande strappate e il reggiseno, prese il vestito e lo indossò, si mise le scarpe, senza mai dire una parola. Si finì di sistemare, riprese la borsetta e si mise su gli occhiali, si girò verso di me esattamente come quando era arrivata, senza un minimo di sbavatura, mi mise le braccia al collo e mi baciò, questa volta qualcosa di romantico, dolce, si staccò e tornando la donna che conoscevo mi disse che era stata la più bella sensazione della sua vita.
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1
2 years ago
Jean1Paul1Marat,
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Scambio prematrimoniale.
Mi chiamo Valentina, ho 27 anni e fra due settimane mi sposo. Sono bionda, dai capelli lunghi che mi arrivano ben oltre le spalle, ho occhi chiari, le labbra carnose, e un bel seno di terza misura, di cui vado particolarmente fiera. Penso di avere i fianchi un po’ larghi ed il culo un po’ grosso, ma le mie gambe sono lunghe e snelle e, in ogni caso, quando mi metto in tiro, faccio la mia porca figura. Come ho detto fra due settimane mi sposo con Michele, che ha la mia stessa età. Siamo fidanzati da tre anni e, benché entrambi venivamo da esperienze molto deludenti, quando ci siamo messi assieme è successo perché avevamo appena finito di scopare. In effetti è così. Ci eravamo conosciuti al matrimonio di Tommaso e Valeria, la mia migliore amica, dove io ero la testimone della sposa e lui quello dello sposo. Era la prima volta che lo vedevo e, dopo la cerimonia, ci siamo resi conto che avevamo entrambi bevuto un po’ troppo, così ci siamo ritrovati nel parcheggio delle auto e, dopo che tutto il giorno avevamo riso e scherzato e, come detto, bevuto tanto, ci siamo guardati negli occhi e, in un momento di lucidità, abbiamo convenuto che non era per niente il caso di mettersi alla guida di un'auto per tornare a casa. Non c’era nessuno, in quel momento nel parcheggio, solo noi due, così, abbiamo deciso di dormire nell’auto di Michele che, delle due, era quella più spaziosa. Appena entrata dentro, la prima cosa che ho fatto, mi sono tolta le scarpe e lui ha cominciato a slacciare la cintura dei pantaloni e, poi, senza neanche rendercene conto ci siam ritrovati solo con l’intimo addosso, perché tra le altre cose faceva un gran caldo. Ci siamo guardati e, senza dir nulla, abbiamo iniziato a scopare in maniera così allegra e piacevole, che ho goduto tantissimo. Anche lui è rimasto piacevolmente travolto dal mio modo di scopare, dalla bravura con cui gli succhiavo l’uccello e dal fatto che, dopo essermi fatta chiavare a lungo, mi son girata e gli ho offerto il culo, dove lui, alla fine, ha potuto sborrare, perché era talmente sbronzo che quasi non riusciva a venire. Ci siamo addormentati e, all’alba, quando ci siamo svegliati, ci siamo guardati negli occhi e siamo scoppiati in una bella risata. È cominciata così la nostra storia e, giorno dopo giorno, è diventata sempre più bella, ma soprattutto il sesso è diventato qualcosa di cui proprio non potevamo far a meno. Lui veniva da storie con donne molto gelose, mentre io mi ero imbattuta solo in mezze seghe, che amavano solo mettermi in mostra perché ero bella e figa. Anche con lui mi piace esser bella e figa e, soprattutto, mi piace farlo eccitare provocando situazioni a sorpresa sempre molto intriganti. Lui impazzisce di piacere quando mostro cosce e culo oppure creo situazioni imbarazzanti, come mostrarmi seminuda dentro il camerino di un negozio di abbigliamento, oppure gli faccio un pompino, quando si corre il rischio di esser scoperti da qualcuno. Queste situazioni lo eccitano in una maniera incredibile e il risultato è che, poi, mi scopa in maniera selvaggia e molto appagante. Va aggiunto che, fra le gambe, Michele, ha un cazzo di tutto rispetto. È lungo ben oltre la media, sicuramente sfiora una ventina di centimetri, ma è la circonferenza che lo rende veramente possente. Quando lo stringo fra le dita, non riesco a chiuderle È come se provassi a stringere il mio polso; ecco, il suo cazzo ha la stessa circonferenza. Mi fa impazzire quando mi sfonda in ogni buco, per poi farcirmi con abbondanti sborrate che mi mandano ai pazzi. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che fra di noi l’intesa sessuale è totale e completa. Lui non si tira indietro quando gli propongo qualche mia porcata ed io lo assecondo ogni volta che lui inventa qualche gioco in cui sono la protagonista del suo piacere. Una delle cose che ho in mente, prima di sposarmi, è una cosa che non abbiamo mai fatto, ma cui penso ogni giorno ed avverto forte il desiderio di volerla mettere in pratica. L'idea è di provare a realizzarla con Valentina e suo marito Tommaso. Con questa coppia abbiamo una buona intesa, perché anche loro sono due maialini veramente speciali. Con Valeria, poi, il discorso è ancora più intimo, perché ci conosciamo dalle superiori e, spesso e volentieri, abbiamo avuto dei momenti intimi fra di noi, dal momento che, sia a me che a lei, di tanto in tanto, piace molto poter leccare una bella fighetta, e questa raffinatezza ci ha da sempre legato molto. Complice la mia amica, decido di passare all’azione e, con la scusa degli ultimi dettagli, un pomeriggio ci rechiamo a casa loro e ci sediamo in giardino. Per l’occasione indosso una minigonna molto inguinale ed uno string bianco, quasi trasparente, mentre ai piedi ho dei sandali con zeppa, che inarcano il mio culo rendendolo molto invitante. Sopra indosso un top che, a malapena, copre il mio seno, lasciando l’ombelico libero e scoperto. Mentre son seduta sulla poltrona di vimini e sorseggio una bevanda fresca, Tommaso, da vero porco, parlando del più del meno, porta il discorso sul sesso.
«Con tutti questi impegni e preparativi, avrete di certo dovuto privarvi di qualche buona scopata, ma non sarà un problema perché avrete modo di rifarvi durante la luna di miele.»
Michele lo guarda sornione ed il suo intervento serve solo a gettare altra benzina sul fuoco.
«Tranquillo Tommy! Con la Vale, non si corre il rischio di rimaner con qualche voglia insoddisfatta, ma, anzi, tiene la contabilità perfettamente aggiornata.»
Lui continua a far battute e, ad un tratto, non so come, il discorso cade sull’abbigliamento e, a tal proposito, Tommaso ci racconta di quanto si sia eccitato a sapere che Valeria, nel giorno delle nozze, aveva uno string così esiguo da poter essere paragonato ad un filo interdentale.
«Scommetto che quello che oggi indossi tu, sarà almeno due volte più grande di quello che aveva Valeria quel giorno.»
Valeria sorride e annuisce e alla fine, Michele, quasi ferito nell'onore, mi chiede di aprire le cosce e mostrare il mio indumento intimo a Tommaso. Lui osserva e poi sparisce per un attimo, poco dopo torna con un piccolo album di foto, che lui stesso ha realizzato in maniera privata il giorno delle nozze, dove si vede Valeria a cosce aperte con un solo filo di perle, che, semplicemente, separa le labbra della sua fica. Improvvisamente tra tutti e quattro cala il silenzio, mentre vedo Michele guardare con occhi carichi di desiderio la fica di Valeria, così oscenamente mostrata nelle foto. Mentre continuo a scorrere quelle foto, Tommaso ha l'ardire di proporre di scattare qualche foto ricordo di me, con indosso lo stesso string di Valeria, e Michele acconsente con entusiasmo, così entrambe ci allontaniamo e, quando torniamo, siamo praticamente nude. Io indosso la fila di perle che mi provoca un particolare piacere scorrendo nello spacco della fica e Valeria, invece, indossa un sottile indumento che però è aperto davanti, lasciando a vista il suo spacco. Immediatamente, anche i due maschi si denudano e Michele mi accarezza dappertutto, facendomi eccitare moltissimo, mentre Tommaso, con la digitale tra le mani, inizia a scattare foto a raffica. Valeria non rimane passiva e, ben presto, si unisce a Michele nel farmi eccitare ancor di più. Sento la lingua di Valeria scivolare fra le mie cosce, mentre sto sdraiata sul divano di vimini e succhio con forza il cazzo di Michele, che è diventato durissimo. Tommaso scatta foto in continuazione, mentre si masturba. Noto con piacere che anche lui è molto dotato e questo accresce ancor di più la mia eccitazione. Avevo concordato con la mia amica di fare un giochino saffico, qualcosa di erotico fra noi due, ma, ad un tratto, mi ritrovo con il cazzo di Michele piantato nel culo. Lui sta seduto, mentre io lo cavalco e mi sdraio su di lui a cosce aperte, mentre Valeria mi lecca la fica facendomi urlare di piacere. Raggiungo un orgasmo devastante, che urlo a squarciagola.
«Vengo! Oddio, sto godendo! Mi fate impazzire! Più forte. Fatemi godere ancora più forte!»
Tommaso ci guarda estasiato, mentre immortala Valeria che si beve il piacere che sgorga dalla mia fica, poi, ad un tratto, lei che si stacca da me e, presa in mano la macchina fotografica, spinge Tommy fra le mie cosce. Lui guarda un attimo verso Michele che annuisce, mentre con le mani ora mi strizza i seni facendomi gemere ancor di più. Tommaso appoggia la punta del suo cazzo alla mia fica e Valeria immortala ineluttabilmente lo stupore che si dipinge sul mio viso, quando sento il cazzo di Tommy che mi scivola nella fica, facendomi godere all’istante. Mi sento piena, riempita davanti e dietro da due grosse spranghe di carne che ora si muovono all’unisono e mi fanno impazzire ed urlare di piacere. Godo così tanto che quasi svengo, se non fosse per il fatto che Michele, strizzandomi con forza i capezzoli, mi procura un certo dolore che riesce a mantenermi cosciente. Stretta fra quei due maschi, perdo il conto degli orgasmi, mentre Valeria esorta i due uomini a inondare i miei buchi.
«Sfondatela! Spaccate questa troia! Più forte, dovete pomparla più forte e farla urlare come una lupa alla luna! Coraggio, ragazzi, riempite i buchi di questa puttana!»
Inutile aggiungere che i miei due maschi ora mi sfondano, pompandomi sempre più forte e, quando avverto che, da un momento all’altro, inonderanno i miei buchi, Tommaso si sfila da me ed io resto un attimo interdetta, perché la sensazione che provo, nel sentirmi sfilare quel grosso randello dalla fica, è qualcosa di inaspettato. È stato come se mi avessero tolto via un pezzo di me, dal mio corpo.
«Dai, Michele, facciamo cambio. È da tanto tempo che ho voglia di scopare il culo di Valentina.»
Michele mi solleva, mi fa sfilare dal suo cazzo e subito mi spinge a cavalcare Tommaso che, seduto di fianco, mi fa impalare sulla sua spranga, piantandomela direttamente nel culo. Lo sento entrare deciso e forte e poi Michele mi si piazza davanti e mi penetra nella fica, con un affondo deciso. Scivolano agevolmente dentro di me, perché mi sento ben aperta e dilatata, e subito il piacere riprende, con maggior intensità di prima. Sentire il cazzo di Tommaso nel culo, mi fa impazzire, perché ho la netta sensazione che sia ancora più grosso di quello di Michele. Mi pompano velocemente, perché ormai sono al limite anche loro e, dopo avermi fatto provare un altro orgasmo, con un grugnito da veri maiali, quasi all’unisono, mi farciscono i buchi con una copiosa sborrata. Restano piantati dentro di me, mentre li sento iniettare i loro schizzi dentro il mio corpo; poi Michele si sfila per primo ed il suo cazzo è subito preda della bocca di Valeria, che se lo infila tutto in gola, mentre Tommaso, dopo avermi fatto alzare, mi offre il suo da succhiare, cosa che faccio immediatamente. Sono alle prese con quel randello che nonostante la copiosa sborrata sembra ancora continuare ad eruttare seme, quando, improvvisamente, sento una lingua lambirmi culo e fica da cui sta colando di tutto; mi giro e vedo Michele che si avvicina a me con il cazzo anche lui ancora ben duro, mentre Valeria mi lecca i buchi andando a raccogliere il seme che i due maschi mi hanno depositato dentro e poi, con la bocca piena, si avvicina alla mia e mi bacia con passione. È una sensazione bellissima condividere la sborra che lei ha raccolto dai miei buchi, mentre ora i due maschi, dopo averci osservato limonare, afferrano Valeria e, Michele, per primo, la fa sedere su di lui e io stessa afferro il cazzo del mio futuro marito e con precisione millimetrica appoggio la punta sul buco del culo della mia amica, dove quel grosso randello sprofonda agevolmente. Adesso è la volta di Valeria di godere in doppia, cosa che Tommaso mette in atto dopo che lei si è seduta sul cazzo di Michele. La vedo godere tantissimo anche lei, mentre i due infaticabili stalloni la sbattono, fin quando, sazi e soddisfatti, le riversano il resto della loro sborra dentro di buchi abbondantemente dilatati. Quando si sfilano, sono io che mi inginocchio davanti a lei e lecco il nettare che sgorga dai suoi buchi spanati e slabbrati, mentre lei accarezza la mia testa e struscia la sua fica sulla mia faccia. Sfiniti ci mettiamo seduti e ci guardiamo in faccia; viene spontanea una grossa risata, poi ci abbracciamo tutti e quattro felici e contenti.
È stata un'esperienza davvero sconvolgente, che ha cambiato la vita di tutti e quattro e, dopo esser tornati dalla luna di miele, abbiamo ripetuto più volte quella fantastica avventura, facendo divenire i nostri due amici, presenze ineludibili dei nostri giochi trasgressivi.
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2 years ago
baxi18, 55
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Ho scopato la suocera.
Mi chiamo Adriano, ho 36 anni, sono sposato con Michela che ha la mia stessa età. Da circa un anno, un trasferimento per motivi di lavoro ci ha permesso di tornare al nostro paese di origine. Abbiamo ristrutturato la vecchia casa dei miei genitori e questo ci fa davvero piacere, anche perché, dopo la loro morte, avvenuta circa una ventina di anni fa e di mio suocero appena tre anni orsono, è rimasta solo mia suocera come parente.
Lei abita in una piccola frazione, distante circa una decina di km da noi, in una villetta indipendente. Maria è una bella donna di cinquantasei anni, dal fisico stupendo ed il suo aspetto le permette di muoversi fra la gente senza passare inosservata. Alta, slanciata, fisico snello, una quarta di seno che sfida le leggi di gravità, il ventre piatto, un bel culo a mandolino, la rendono una vera gioia per gli occhi di chi la guarda. Capelli biondi, occhi chiari, labbra carnose, che lei adorna sempre con un rossetto rosso fuoco, ha sempre avuto una vita indipendente ed un rapporto speciale con mio suocero, che, sono convinto, era orgoglioso esibirla al suo fianco quando passeggiavano per le strade del paese, e notava gli occhi carichi di cupidigia dei maschi che la osservavano.
Per completare il quadro, bisogna aggiungere anche il fatto che lei ha sempre indossato abiti abbastanza audaci, che le modellavano le forme, stimolando ancor più il desiderio di chi la guardava, senza poter far a meno di sbavare per quel corpo stupendo.
Dopo la morte di mio suocero, il suo comportamento non è cambiato granché, anche se mi è sembrata un po’ più chiusa, riservata, sicuramente meno solare che in passato. In occasione delle ultime feste natalizie, è successo un piccolo fatto che ha, in qualche modo, modificato il nostro tranquillo tran tran quotidiano. La notte di Natale avevamo partecipato alla messa di mezzanotte e poi, tra una cosa e l’altra, assieme alla gente del paese, avevamo festeggiato nei locali della parrocchia, giusto per scambiare gli auguri. Praticamente siam tornati a casa molto tardi e, poiché nevicava, Michela ha insistito perché la madre passasse la notte a casa nostra, facendola sistemare nella camera degli ospiti, adiacente alla nostra. Al mattino, mi ero attardato ancora un poco nel letto, quando sono stato svegliato dal cicaleccio di mia moglie e sua madre che, in cucina, stavano decidendo se fare colazione o meno, in considerazione del fatto che era quasi ora di pranzo. A quel punto la figlia ha chiesto alla madre di venire chiedere anche il mio parere. Proprio in quel momento, stavo uscendo dal letto con indosso solo i miei slip alquanto striminziti, che, quindi, non nascondevano per niente una forte erezione mattutina, che faceva tendere il tessuto, mettendo in evidenza la mia poderosa dotazione. In effetti ho un bel cazzo di quasi una ventina di centimetri, con una ottima circonferenza che, a detta di mia moglie, quando una donna se lo sente entrare nel ventre, lo avverte per bene in tutta la sua esuberante consistenza. Maria, quando ha aperto la porta della camera, non ha potuto non notare la mia superba erezione, ma nemmeno è scappata fuori o si è coperta gli occhi, ha solo sorriso. Per un attimo ci siamo fissati negli occhi, poi lei ha girato i tacchi e se n’è andata. Io mi son vestito e, quando sono entrato in cucina, mi è sembrato che tutto era abbastanza normale. Nessun accenno a quanto successo poco prima. Due giorni dopo, passata la tormenta di neve, e riaperte le strade, lei mi ha pregato di accompagnarla a casa, perché voleva prendere almeno degli indumenti per cambiarsi, in quanto, in tutti quei giorni, aveva praticamente indossato sempre le stesse cose. Seduta accanto a me, nell'abitacolo della mia auto, all’inizio se n'è stata in silenzio, guardando fuori dal finestrino. Poi, ad un tratto, si è girata e, dopo avermi sorriso, mi ha parlato molto pacatamente.
«Scusami, per quello che è successo la mattina di Natale. Sono stata estremamente maleducata a non bussare, prima di entrare in camera tua.»
Era la prima volta che parlavamo di quanto era accaduto e io ho cercato di rassicurarla.
«Tranquilla, non è successo assolutamente niente di cui tu mi debba chiedere scusa. Piuttosto è stata colpa mia che, non essendo abituato ad avere persone in casa al di fuori della moglie, mi sono mostrato in uno stato alquanto indecente.»
Lei sorride e, dopo avere scosso la testa, scherza un po' su ciò che è accaduto.
«Indecente! Veramente a me sei apparso tutto, tranne che indecente. Sarei tentata a farti una domanda, cui, però, non sei tenuto a rispondere per forza.»
La guardo, sorrido e la invito a formulare la domanda.
«Scusami se te lo chiedo, ma son curiosa di sapere quante volte mia figlia, diciamo nell’arco di una settimana o di un mese, riesce a prendere quella meraviglia che spuntava dalle tue mutande.»
La guardo e mi rendo conto che stiamo argomentando su fatti molto intimi, così decido di stare al suo gioco, per vedere sin dove può arrivare.
«Veramente, non è che stiamo lì a contare quante volte lo facciamo; diciamo che lei se lo prende spesso e volentieri, ogni qualvolta che ne ha voglia.»
Lei mi guarda un po’ sbalordita, poi riflette per qualche secondo e, subito dopo, commenta con una certa malinconia nella voce.
«Capisco che, per una donna giovane come lei non ci sono molte difficoltà a godere con un maschio come te. Invece io, ormai vecchia, posso solo godere dei ricordi di splendidi momenti vissuti con mio marito.»
Era evidente la sua tristezza in quelle poche parole e, quindi, ho cercato di tirarle su il morale.
«Mettiamo subito in chiaro una cosa: tu non sei affatto vecchia! Sei una splendida donna matura che, in circostanze diverse, non mi dispiacerebbe per niente corteggiare con lo scopo di portarla a letto e farla godere il più possibile. Spero che non mi reputi troppo sfrontato.»
Lei si gira, mi guarda e, con un sorrisetto ironico, continua a schermirsi, cercando di sminuire la sua capacità seduttiva.
«Sei un adorabile bugiardo! Lo dici solo perché vuoi consolare una povera vecchia come me e, soprattutto, ti diverti a prendermi in giro, perché sai benissimo che, essendo tua suocera, non ti chiederei mai di fare quello che hai appena detto.»
Ora sono io che la guardo incuriosito. Mi sto rendendo conto che il nostro discorso è arrivato ad un punto in cui bisogna mettere in chiaro alcune cose.
«Maria, non scherzare con me! Parlando seriamente, una bella donna come te, stretta fra le mie braccia a godere mentre fa sesso con me, sarebbe qualcosa di estremamente eccitante. Posso confessarti che, in passato, ho fatto qualche pensiero peccaminoso nei tuoi confronti e, ti assicuro che, a suggerire questi complimenti, non è un sentimento di pietà o consolazione.»
Lei non mi risponde, perché siamo giunti alla sua abitazione e, dopo aver parcheggiato, entriamo in casa. Lei mi invita a sedermi sul divano, mentre provvederà a fare una doccia ristoratrice e mettere qualcosa in valigia, perché non staremo a lungo in casa, in quanto abbiamo deciso di partecipare, assieme ad altre persone del paese, alla festa di Capodanno, che si terrà nei locali della parrocchia.
Resto in silenzio a riflettere su quanto detto, mentre sento lei che entra in camera sua ed inizia a spogliarsi.
Titubante, la seguo con lo sguardo e quando vedo, attraverso il corridoio che lei è entrata in camera senza chiudere completamente la porta, decido di avvicinarmi in silenzio. Prendo a spiarla attraverso lo stipite della porta. Si spoglia velocemente, rivelando un fisico quasi perfetto nella sua naturale bellezza. Nonostante l'età, non presenta alcun cedimento: il suo corpo è ancora tonico da far invidia a quello di mia moglie. In effetti, madre e figlia si assomigliano tantissimo. Una volta nuda, entra direttamente in bagno attraverso la porta che ha in camera e sento lo scrosciare dell’acqua. Silenziosamente entro anche in camera e noto che la porta del bagno è lasciata accostata. Questo mi permette di osservarla attraverso lo specchio, mentre accuratamente si lava, passando ripetutamente la mano all’interno delle cosce ed anche lungo il solco del sedere. Si lava con cura e solerzia, con particolare attenzione al seno, che accarezza passando ripetutamente la mano sui capezzoli, che ora noto duri e gonfi. Quando lei chiude l’acqua, mi rendo conto che sta per uscire, così, silenziosamente, torno sui miei passi. Dopo qualche istante, mentre sono ancora nel salone, la vedo comparire avvolta nel suo accappatoio bianco. Mi osserva per un attimo in silenzio, poi la sua voce, ridotta a quasi un sussurro, scandisce:
«Potevi anche entrare, così avresti potuto ammirare meglio quello che stavi osservando di nascosto, come un ladro. Almeno, quello che hai visto, ha soddisfatto la tua curiosità?»
Resto alquanto sorpreso, non avendo percepito di esser stato notato mentre la spiavo. Sono davvero incerto sul da farsi, mentre, dentro di me, avverto la vergognosa sensazione di un bimbo sorpreso a rubare la marmellata.
«Scusami, sono stato un vero maleducato, ma, a maggior ragione, ribadisco quello che ti ho detto in auto: hai un corpo stupendo, che incanta!»
Lei si è avvicinata a me, mi guarda dritto negli occhi e poi, senza dir nulla, mi prende per mano e insieme siamo entrati in camera da letto. Lei, con un semplice gesto, ha lasciato cadere l'accappatoio ai suoi piedi, mostrandosi nuda a me che, nel frattempo, mi stavo spogliando così in fretta, come se i vestiti mi stessero bruciando addosso.
L’ho stretta a me ed abbiamo iniziato a baciarci.
La sua lingua è entrata con prepotenza nella mia bocca ed ha iniziato una danza erotica assieme alla mia, mentre le nostre mani esploravano esagitate i nostri corpi, alla ricerca dei punti più sensibili, onde acuire ancor più l’eccitazione ed il piacere. Quando ci siamo staccati l'ho adagiata sul letto, le ho baciato il corpo, scivolando fra le sue cosce e lei, lusingata dal desiderio che mostravo, ha tirato la mia testa sulla sua figa bagnata e gocciolante. Ho preso a leccare tutto il nettare che sgorgava copioso da quella fonte di Venere e lei, in breve, ha raggiunto subito un orgasmo e, con forza, ha schiacciato il mio viso contro la sua intimità, mentre la mia bocca veniva inondata dal suo nettare. Poi si è rigirata e la sua bocca si è subito impossessata del mio cazzo. Ho sentito che scivolava, in tutta la sua lunghezza, nella sua gola, mentre lei continuava a spingere il bacino contro la mia bocca, perché voleva godere ancora con la mia lingua. Mi ha leccato e succhiato avidamente, scivolando in basso fino a prendere in bocca anche le palle e, ad un tratto, con la voce rotta dall’emozione per la forte eccitazione, tanto da sembrare un flebile lamento, ha affermato:
«Non vedo l'ora di sentirti dentro, perché ci sto pensando da quella fatidica mattina. Quando ti ho visto, i miei occhi non hanno potuto staccarsi da questo membro meraviglioso e, immediatamente, un languore si è impadronita del mio basso ventre. In un istante mi son ritrovata fradicia fra le cosce. Ti voglio, lo voglio sentire tutto, fino in fondo.»
Mentre parlava, si è rigirata e distesa supina a cosce larghe e, con le braccia tese verso di me, mi ha invitato ad entrarle dentro. Mi sono appoggiato a quella meravigliosa fonte di goduria e, con un affondo deciso, sono entrato tutto, fino in fondo. Quando il mio cazzo ha colpito il fondo, lei ha inarcato il corpo e spalancato la bocca, mentre veniva scossa dai fremiti di un orgasmo portentoso.
«Meraviglioso! L’ho sentito tutto, fino in fondo! È stato così bello che mi hai subito fatto venire! Sei un vero toro! Scopami! Fai di me la tua vacca! Sbattimi! Fammi morire di piacere, perché è da tanto tempo che non mi sento così bene, fra le braccia di un maschio.»
L’ho scopata a lungo, facendola godere ripetutamente, poi l’ho rigirata e l'ho messa a quattro zampe e, tenendola per i fianchi, ho preso a scoparla da dietro, facendola impazzire ancor di più. Ero prossimo a godere e lei se n'è resa conto.
«Vieni, vienimi dentro! Inonda il mio ventre e poi fammi succhiare questo membro stupendo che mi sta facendo veramente godere tantissimo.»
Ho aspettato ancora un suo ennesimo orgasmo, poi l'ho riempita del mio sperma caldo e denso. Mi sono sfilato da lei che, rapidamente, si è girata e si è messa a succhiare lo sperma residuo dal mio cazzo, finché non ha raccolto ed ingoiato anche l’ultima stilla di piacere che ne usciva.
La sua bocca calda ha avuto su di me l’effetto di far rimanere il cazzo duro e lei, compiaciuta del risultato, mi ha fatto distendere supino ed è salita su di me, impalandosi ancora su quel membro che l’aveva fatta appena godere. Ho sentito colare il piacere dalla sua fica sul mio corpo e scivolare giù lungo le palle, mentre lei muoveva il corpo avanti/indietro scopandosi il mio cazzo e cavalcandolo come una amazzone scatenata. Vedevo i suoi seni ballonzolare davanti ai miei occhi e, sollevate le mani, ho preso a stringerli, ad impastarli, strizzandone i capezzoli, mentre lei mi incitava a farle ancora più male, perché questo le procurava molto piacere. Dopo l’ennesimo orgasmo, si è sdraiata sfinita su di me e, a quel punto, ho sentito forte il desiderio di violare anche l'altro pertugio. Sdraiata di lato, ho sollevato una sua gamba ed ho appoggiato la cappella al suo buchetto posteriore. Lei si è girata e, guardandomi con languore, mi ha solo pregato di far piano, perché erano anni che non prendeva un cazzo nel culo. Le sono scivolato dentro lentamente, facendo in modo che lei, man mano, si abituasse alla penetrazione.
Una volta tutto dentro, ho preso a limare quel buco stretto che lei contraeva, per aumentare ancor più le sue e le mie sensazioni, finché, con un grido animalesco, le ho irrorato anche nel culo.
Siamo rimasti sdraiati per qualche minuto, poi, insieme, siamo andati a far la doccia. Circa due ore dopo, siamo tornati a casa mia e, mentre lei disfaceva la valigia nella sua camera, mia moglie si è avvicinata a me e, dopo avermi abbracciato e baciato, mi ha guardato dritto negli occhi, quasi esaminando la mia reazione e, con una voce estremamente mielosa. mi ha chiesto:
«Quanto ha goduto mamma fra le tue braccia?»
L’ho guardata incredulo, ma lei mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, mi ha rasserenato.
«Ero dietro di lei quella mattina che è entrata in camera ed ha visto la tua erezione. Ho visto lo stupore nei suoi occhi e, poiché sono a conoscenza del fatto che, con mio padre, spesso e volentieri, facevano sesso coinvolgendo anche altre persone, quando è tornata in cucina, le ho parlato e le ho detto che se desiderava far sesso con te, non avrei avuto nulla in contrario, anzi, ne sarei stata davvero felice. Quando, poco fa, è entrata in casa, i nostri occhi si sono incrociati e lei mi ha fatto un piccolo cenno con la testa, dandomi conferma di aver scopato con te. Rinnovo quindi la mia domanda: quanto hai goduto fra le tue braccia?»
Ho abbracciato mia moglie e le ho detto che sua madre, di certo, si era divertita molto, perché non mi era sembrato avesse tenuto il conto di quante volte avesse raggiunto l’orgasmo.
Mia moglie mi ha abbracciato e mi ha baciato e, da quella sera, mia suocera ha preso a vivere in casa nostra, anzi, per esser più precisi, da quel giorno mi trovo con due femmine nel letto che, senza nessuna gelosia, si godono il mio cazzo.
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2 years ago
baxi18, 55
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Feedback maxstil a moglie pipinobsxp grato per le gioiose copule fatte
Feedback Maxstil a moglie mini dotato grato per le gioiose copule fatte
Questo scritto di Maxstil, dotatissimo buIl sessantenne pisano andava pubblicato sui siti scambisti desiderya, A69, la moglie offerta, per accordi col settantenne mini dotato cornuto della piana lucchese.
Voleva essere una testimonianza di gratitudine per avergli fatto fare la conoscenza di sua moglie che per il feeling nato tra i due al primo incontro del 8.12.2019 decidono di chiavare il 30.12.2019.
Ma l’introverso Maxstil senza motivazione opta per feedback alla moglie di pipinobsxp, il quale con orgoglio e vanto la pubblica nei suoi annuncio sui siti in cui è iscritto.
“Cara mia, amica intima, come m’hai detto che per te io sono, insicura, irreprensibile, candida, ma allo stesso tempo ardente, fascinosa, ammaliante, provocante e sensualmente insoddisfatta moglie del mini dotato, 11,5x2,8, vizioso, fedifrago, ma affabile, socievole e disponibile settantenne della piana lucchese.
Come m'hai detto tuo marito fino a 60 anni ha avuto una intensa vita sessuale, s’è scopato te devota onesta moglie quasi una dozzina di volte al mese ed ha frequentato mensilmente giovani mignotte, da solo o con occasionali altri maschi.
Io, maxstil, ho avvertito l’intima esigenza di vergare d’acchito quanto segue per rendere un grazie alla riservata, schiva e calorosa femmina, te che per il feeling intervenuta subito tra noi crea un percorso di durature numerose copule.
A scanso equivoci ti premetto che tutto quanto ho appurato su di te dal momento che sei apparsa al mio orizzonte è solo ed esclusivamente positivo ed elogiativo delle tue intrinseche qualità fisiche e morali.
Inizio con rammentare che negli ultimi tre anni hai trasgredito, di tua libera scelta con me, presente sempre tuo marito, che avevi reso cornuto con più d’uno dei 18 precedenti bull con cui hai fottuto, e di certo tanto è avvenuto nelle 9 copule, dal 30.12.2019a 8.11.2022.
Ai primi di settembre 2019 navigo in web e mi imbatto in video prodotto e postato da un certo pipinobsx, il tuo cornuto sposo, che la didascalia definisce amatoriale, cioè chi l’ha postato l’ha prodotto dal vivo.
Ha girato scene di sesso con protagonista la sua sposina, te, che trasgredisci per la tua prima volta nel 2011 con 44enne professionista di Montecatini, alto, giusto peso, socievole, adeguata esperienza, 20 spose già montate, cazzo 23x16, che mal adoperato nella penetrazione tua figa ne strina le fibre, coito interrotto.
Ti curi, ma caparbia ci riprovi nel 2013, a febbraio, maturo bull livornese, poco meno dotato, ma assai più esperto, un centinaio di scalpi di insoddisfatte spose in faretra, ti soddisfa e ti godi il tuo primo orgasmo, 2 mesi dopo gli concedi bis in cui ti fa lo sgarbo di ritrarti nuda e lo scacci, seguono altri 16 maschi dotati il giusto per la tua stretta figa, pochi ti piacciono e concedi solo 3-4 bis, nessuno t’incula, è sempre vergine.
Di certo la visione del video sarà arrapante, istruttiva su come copula una sposa, te, non troia o mignotta.
Senza pin non posso visionarlo, m’arrovello e trovo mail dell’autore a cui scrivo e chiedo con cortesia di inviarmelo, il tuo orgoglioso cornuto coniuge me lo recapita, purché lasci commento su quanto visionato.
Aperto il video, non trovo i giusti termini per descrivere le straordinarie, arrapanti, seducenti, affascinanti, belle, infiammanti e dilettevoli scene che ho innante i miei abbagliati e allucinati occhi.
E’ tutto vero, è sesso praticato dalla moglie in varie pose di kamasutra con bull di età e fisico diverso, anche con cazzi storti, no tutti extra dotati, nessuno di colore, scene riprese con modalità che farebbero rizzare il cazzo anche d’eunuco di serraglio levantino, scene che mettono in risalto il bestiale fisico e la fenomenale e passionale dote artistica della protagonista, cioè te, celestiale, verace bomba sexy ed autentica porcella, giudizio che si ha con la visione del film, per come chiava e fa pompini, anche a cazzi di 26-28cm.
Ho individuato nel video che pipinobsxp ha postato 26 coiti con 18 bull, 5 hanno avuto solo succhio, 8 fatto bis in bocca e figa, uno solo ha chiavato 3 volte, nessuno incula e 4 hanno fatto andare in bianco la moglie.
Nel film sono colpito e rapito d’intensa ammirazione per te, che con disinvoltura e disinteresse fotti con trasporto, gioia e goduria e prendi nella tua stretta topina cazzi di extra dimensione.
Del video visto segnalo la scena di una minuta bassina ben fatta femmina, te, in ginocchio su un cuscino, boccuccia all’altezza di ritto nudo pene, che con avidità e partecipazione imbocchi una cappella di pene, che determina immane frenesia erotica nel bull, il quale da corso ad un entra ed esci dallo stretto foro, la tua bocca, come se chiavasse in vagina, pochi movimenti e ti sborra in bocca e te ingoi tutto senza sputo.
A prima vista si dubita che sia la moglie di pipinobsxp, te, che chiavi, ma una vera troia, prostituta, escort d’alto bordo, ingaggiata e ben pagata per le riprese su un set porno.
Pertanto, pazzo di voglia di scoparti, rara porcella, contatto il cornuto pipinobsxp, lo riempio di elogio per il video fatto, degno di provetto cineasta, chiedo se ne ha prodotti altri che gradirei avere, poi, mi spertico in elogi per te, sua moglie, protagonista indiscussa d’incredibile performance di sesso e di estasianti copule.
Amplio al massimo il formato immagini, ma non individuo, ne risconto che tale donna io la conosco.
Inoltre non scorgo imperfezioni e/o difetti fisici, smagliature, rughe, vene varicose od alto, tipici dell’età matura e neppure morali, sei pudica, timida, inesperta e inibita moglie secondo il cornuto pipinobsxp.
Il quale è stato accorto a riprendere sempre e solo le parti intime dei soggetti, quelle strettamente relative agli organi sessuali, non ha inquadrato fattezze fisiche che li rendessero riconoscibili.
Sappi cara intima amica che ho carpito in chat confidenze da un paio di dotati bull che ti hanno scopato, che hanno riferito che trasgredivi perché stufa di 30 anni di chiavate col cazzetto di 11,5cm tondo 10 del tuo sposo, benché t’avesse ingravidata più volte, che non gli perdonavi di aver frequentato centinaia di troie e mignotte sperperando parte del tuo patrimonio e che scoperto il suo vizio ha rifiutato di cambiar via, anzi t’ha convinto a trasgredire in sua presenza con cazzi di bull da lui contattati ed a te graditi.
Petando, presente e partecipante il cornuto alla trasgressione, in camera di riservato resort hai copulato prima che ci incontrassimo 26 volte, anche se hai conservato la figa sana e intatta di 7cm come natura crea, come pure l’ano sano e semi vergine, v’è entrato solo mini pene del tuo sposo.
In chat con pipinobsxp su A69 mi propongo di allargarti la figa a non meno di 8,5cm e mi rendo disposto per drink in bar di tua e sua scelta, che è fissato all’8 dicembre al bar di IKEA di Pisa.
Sono nel parcheggio, mi si ferma accanto auto da cui scende uomo, settantenne, imponente, altezza media, cenno di pancetta, capelli corti canuti, abbigliamento elegante, indi una femmina, te, che m’appari un gran pezzo di gnocca, donna di classe, non alta, forme snelle, ampia gonna in rosso pompeiano, sopra i ginocchi e messa in bella vista gambe da modella, blusa verde sopra la spalla, cintura stretta giro vita 42-44, bianca camicetta aperta a balconcino che reggono prosperosi seni, ideali per goduriose spagnole con grosso cazzo.
Senza esagerazione ho davanti un corpo femmineo che emana e diffonde nello etere che la circonda un effluvio celestiale, sono confuso, inebriato e turbato al punto che mi metterei ai tuoi piedi in preghiera, in adorazione a che te divina musa del video, mi rendi partecipe della tua voluttuosa sessualità.
M’appari la Musetta della Boeme che i maschi sostano, ammirano, guardano con penetranti occhi per spogliarti alla ricerca delle tue occulte beltà, che in te di certo albergano e sono a bizzeffe.
L’uomo ti presenta come sua moglie, l’eroina del video, che ad occhi aperti si ammira e fai sognare.
Nel pub i miei luminosi occhi sono sgranati ed appiccicati all’armonioso folgorante tuo culo da sballo, per me degno della Mangano in riso amaro, gradita sorpresa viene dal cornuto, quale hai reso tuo marito godendo con più di un bull, che scelto tavolo appartato, accosta due sedie e ci fa sedere accanto, cosce e cosce a contatto, ci mette del suo perché noi ce la intendiamo, perché tra noi scatti il giusto feeling.
Poi, chiesto cosa ordinare va via e mi strizza l’occhio, lui temporeggerà perché io possa circuirti.
A volo ti do notizie su me, Maxstil, nome d’arte di 60 enne ristoratore di Pisa, alto 190cm, peso 85kg, pene 22cm largo 5,5, originario dell’agro sarnese nel salernitano, persona persuasiva, affabile, conviviale sincera. Con mia immensa letizia mi confidi che ti piaccio, ho fisico del vero maschio da portare a letto, che c’è il giusto feeling tra noi e sei disposta a copulare con me quanto prima, si fa scambio cellulari.
Al giorno 10 ore 10,30 devo essere nel bar inizio strada per le villette del resort ove si fotte, ci salutiamo e tu con mio disappunto dici che sei indisposta, ma che giacerai a letto con me ante fine anno.
Non temi che l’extra dimensione del mio pene ti sfondi la figa anzi ci ti vuoi confrontare, anzi desideri donarti a me come so che sai fare, però mi chiedi che il mio cazzo ti procuri orgasmi a te ignoti.
Da tuo marito so che la copula con te è per le ore 10,30 del 30.12.2019.”.
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2 years ago
pina1desto,
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Cinema porno
Ciao sono Marina 44enne e BBW e assieme al mio cuckold ho deciso di regalarmi una serata in un cinema porno del nord Italia.
Ho scelto tale posto, perché ho sempre pensato che è frequentato da vecchi porci libidinosi, i quali non si fanno scrupoli a tirarselo fuori e farsi svuotare solo per la voglia di scaricare.
Quella sera, entrati all’interno del cinema, dopo aver scoperto il mio décolleté e messo in bella mostra le mie grosse mammelle, ho fatto un breve giro di perlustrazione, e avendo visto che vi erano già circa 30 maschi, e che l’età media era attestata sui 55 - 60 anni, senza perdere tempo, mi sono seduta al primo divanetto della platea, con accanto il mio cornuto consapevole di cosa avrei fatto di lì a poco.
Premetto che amo essere usata da vecchi porci con le loro palle piene, i peli ispidi e bianchi, perché li reputo veramente depravati e perversi, e non hanno ritegno ad usarmi come merito, volendo solo svuotare per il mio e loro piacere.
Comunque, appena seduti, è stato l’inizio della mia felicità; sono stata circondata dal primo gruppo di maturi famelici i quali hanno iniziato a frugarmi e palparmi tutto il corpo, mentre altri iniziavano a tirarselo fuori. Chi si masturbava per preparalo al dopo e chi era già a cazzo dritto pronto all’uso.
Ho iniziato a dedicarmi a questi ultimi, iniziandoli a succhiarli e segarli contemporaneamente, mentre venivo stordita dall’odore forte e pungente di quelle cappelle e dai rumori dei loro rantoli. Da brava pompinara poi, ho visto chi era già pronto per schizzare e a catena di montaggio, ho iniziato a farli svuotare uno dopo l’altro.
Nel mentre il mio cornuto invitava chi ne avesse voglia a segarsi e sporcarmi ovunque volessero. Invito che è stato subito accolto così che, tra le venute in bocca e gli schizzi caldi e odorosi degli altri osservatori, sono stata usata come una latrina e una sboratoio per vecchi porci. A ogni svuotata in bocca, guardavo il mio uomo e con uno sguardo di complicità poi sputavo tutto per terra formando così mano mano una piccola pozzanghera.
Gli ultimi rimasti in attesa del loro turno, iniziavano ad apostrofare il mio cornuto dicendogli che avrei dovuto finire di lavorare anche i rimanenti piselli perché ero solo una vacca in carne nata solo per mungere e svuotare cazzi.
Alla fine sono riuscita a farli scaricare tutti, e ancora completamente lavata e sporcata da tutta quella sbora, guardavo il mio cuckold, dicendogli quanto mi era piaciuto cornificarlo. Lui impazzito di piacere mi baciava avidamente condividendo la mia bocca ancora saporita e odorosa, e masturbandosi, schizzava subito a terra nella pozzanghera che avevo tra i piedi.
Tornati in albergo, ancora odorosa di cappelle e incrostata di sbora, permettevo al mio dolce cornuto di odorare tutto il mio corpo usato, per poi addormentarsi sopra le mie morbide forme, ancora piacevolmente sporche e intrise di tutto quel liquido seminale maschile.
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2 years ago
admin, 75
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Mia moglie fa la modella.
Mi chiamo Lorenzo, ho 34 anni e sono di media statura, capelli scuri, occhi marroni, fisico normale e sono sposato con Elena, che ha la mia stessa età. Lei è una bella donna, dal fisico molto ben definito. È alta, snella, dai capelli castano chiaro lunghi, che le arrivano fino al seno davanti, e dietro, oltre le spalle. Il seno è di una terza abbondante, tonda e perfetta, che sembra il lavoro di un chirurgo plastico, mentre invece è tutto naturale. Ha capezzoli un po’ piccoli, ventre piatto ed un culo a forma di cuore posto al culmine di due cosce lunghe, snelle e ben affusolate. Anche il viso è un ovale perfetto, occhi chiari e labbra ben delineate. Fin da adolescente, ha praticato danza classica, che le ha modellato il fisico in maniera così bella e, poiché i miei suoceri hanno un atelier di moda per spose, lei per molti anni ha sfilato, mostrando a varie clienti modelli di vestiti da sposa. Questa attività le ha sempre fatto provare un piacere particolare nel vedersi ostentata. Col tempo, ho notato che questa sua vena esibizionista si è sempre più evoluta. Essendo un appassionato di fotografia artistica, l’ho portata ad apprezzare quella forma d'arte, riuscendo a realizzare degli scatti eccezionali, senza omettere di immortalarla anche in pose erotiche, particolarmente intriganti. La scorsa estate eravamo in vacanza in un villaggio turistico su un un’isola greca, e, una sera, il team di artisti che di solito intratteneva i turisti, hanno chiesto se fra il pubblico vi fosse qualcuna disposta a sfilare in passerella, indossando costumi da bagno per promuovere una raccolta fondi destinata ad un piccolo orfanotrofio dell’isola, che assisteva orfani di pescatori, morti in mare. Lei, aderendo alla mia insistente esortazione, si è fatta avanti e, assieme ad una decina di altre donne, è salita sul palco e, dopo aver ricevuto un applauso, sono sparite in appositi camerini, allestiti proprio per consentir loro di indossare i vari costumi da bagno. Dopo di che, una dopo l’altra, sono riapparse in passerella, e tutti hanno potuto ammirare con quanta grazia queste giovani donne presentavano i vari modelli. Tra il pubblico vi era un uomo sulla quarantina, dal fisico tonico e ben fatto, dai capelli molto corti e uno sguardo alquanto penetrante, che era incaricato di fotografare i vari modelli. Ebbene quell'uomo ha mostrato un particolare interesse per mia moglie, scattandole molte foto e, quando lo spettacolo ha avuto termine, ci ha raggiunto al nostro tavolo per complimentarsi con lei.
«Buonasera, mi chiamo Dimitri e desidero complimentarmi con la signora per la splendida classe ed eleganza, tenuta in passerella. Purtroppo in questa isola faccio fatica a trovare una modella che mi sarebbe necessaria per reclamizzare una serie di articoli di lingerie, molto raffinata. Comprendo benissimo che siete in vacanza, ma se la sua signora potesse dedicarmi anche solo poche ore del suo tempo, vi assicuro che per me sarebbe un grandissimo favore, che ricompenserei provvedendo al pagamento di tutte le spese occorse per questa vacanza.»
Istintivamente lei si dichiarò disponibile, perché avrebbe avuto piacere a posare per lui e, così, ci accordammo per il pomeriggio del giorno successivo, quando ci saremmo recati presso la sua abitazione, che era situata nella parte più alta dell'isola. Ero rimasto un po’ sorpreso dall’istantanea disponibilità di Elena, ma, avendo notato la gratificazione che le era derivata nello sfilare in passerella, ho pensato che, in fondo, non era poi tanto strano se avesse gradito anche posare davanti all’obiettivo della macchina fotografica e, dal momento che il relativo compenso rappresentava il rientro di quanto speso per la vacanza, tanto di guadagnato. La sera, a letto, abbiamo scopato in maniera molto appagante. L’ho sentita calda e vogliosa, e devo dire che questo mi ha fatto molto piacere. Stranamente, però, il giorno dopo la sentivo un po’ tesa e, quando abbiamo raggiunto l’abitazione di Dimitri, lui ci ha accolto cordialmente e subito si è adoperato affinché lei si rilassasse e si sentisse a proprio agio. Una volta entrati nella sua splendida abitazione, ci siamo trovati ad ammirare un panorama da mozzare il fiato: sul retro della casa, vi era uno splendido terrazzo, da cui si dominava l'intera isola. Lui le ha mostrato la sua camera da letto, dove potersi cambiare ed indossare la lingerie che, di volta in volta, lui avrebbe immortalato, sfruttando la magnifica location del suo terrazzo. Mentre lui preparava il set fotografico, ho visto Elena entrare in camera, spogliarsi ed indossare un reggiseno in pizzo nero, un reggicalze, calze nere, un sottile perizoma sempre in pizzo nero e, poiché il giorno precedente le aveva chiesto il numero delle scarpe, abbinate alle lingerie vi erano anche alcune paia di scarpe dal tacco veramente proibitivo. Ad un tratto Dimitri è entrato nella camera e, dopo averla osservata, le ha indicato un paio di sandali altissimi in vernice nera, con un cinturino regolabile alla caviglia, tacco 17,5 con plateau 6 cm, che le hanno ancor più evidenziato il suo splendido culo. Quando è uscita sul terrazzo, ho sentito il cazzo muoversi nei pantaloni, mentre Dimitri ha preso a scattare una serie di foto molto belle e sensuali. Elena si muoveva con naturalezza e lui si mostrava soddisfatto.
«Brava! Girati di lato! Solleva i capelli! Spingi indietro il culo! Adesso abbassati, brava, così! Sei meravigliosa!»
Era un susseguirsi di complimenti che hanno fatto molto piacere ad Elena, perché ho visto i suoi occhi brillare di profonda gioia. Poi lui l'ha invitata ad indossare un altro capo e lei è entrata in camera e si è spogliata nuda, mentre lui ricaricava le macchine fotografiche e, con la coda dell’occhio, la guardava attraverso la finestra aperta. Ho visto gonfiare il suo pacco e, invero, anche il mio cazzo era già bello duro. Lei è venuta fuori, indossando un corsetto nero molto erotico con perizoma realizzato in pizzo, di un tessuto nero semi trasparente. Ai piedi aveva degli zoccoli a base nera, con effetto legno laccato, con doppia fascia nera e tacco 13, plateau 4 cm. Quando l’ho vista, il mio cazzo ha preso a premere contro la stoffa dei pantaloni e lo stesso ho visto accadere a quello di Dimitri. Anche qui lui le ha scattato una serie di foto, che rasentavano l’osceno. Poi l’ha invitata di nuovo a cambiarsi e, questa volta, è uscita indossando un reggiseno costituito da spalline che tenevano insieme due piccoli triangoli di stoffa, che coprivano appena i capezzoli e, essendo i suoi seni piuttosto grossi e sodi, li faceva apparire ancor più nudi di quanto lo fossero stati, in realtà. Le mutandine erano costituite da un triangolo di stoffa, talmente esiguo che copriva a stento il suo monte di Venere e lasciava il sedere, completamente scoperto, perché i relativi fili erano scomparsi nel solco delle natiche. Ai piedi indossava dei sandali ad effetto cristallo, con tacco alto di 14 cm e plateau 4. Sembrava una vera zoccola! Gli occhi di Dimitri brillavano mentre osservava la deliziosa figura davanti alla sua macchina fotografica. Le ha scattato una decina di foto del genere decisamente porno, che hanno elevato ancor più il livello della nostra eccitazione, già alle stelle. Guardarla posare per un altro uomo, mi ha reso così eccitato che quando mi ha chiesto di unirmi a lei, ho colto al volo l'occasione e mi son spostato dietro di lei. Il mio cazzo era duro come una roccia e l'ho premuto tra le sue natiche nude. Lei ha risposto spingendo indietro il sedere, in modo che il mio cazzo fosse intrappolato tra le sue natiche. Ero così eccitato che ho portato le mie mani davanti, le ho preso i seni a coppa ed i capezzoli fra le dita, mentre con la bocca l’ho baciata sulla base della nuca. Elena ha emesso un gemito, poi ha chiuso gli occhi ed ha poggiato la testa sulle mie spalle. Ha preso a gemere e ad eccitarsi così tanto che il suo respiro è diventato pesante, mentre io, con un gesto rapido, le ho sfilato il reggiseno ed ho preso di nuovo i suoi seni fra le mani e, mentre li impastavo, Dimitri scattava foto in continuazione. Mi aspettavo qualche reazione da parte di Elena, che però non c’è stata, allora le ho sciolto i nodi che tenevano legato il perizoma, che le è scivolato lungo le gambe, esponendo la figa allo sguardo di Dimitri ed all’obiettivo della sua macchina fotografica. Ancora una volta non mi ha fermato, nemmeno quando ho tirato indietro le labbra della sua fica, per esporre le pieghe interne alla fotocamera. Dimitri si è inginocchiato davanti a lei ed ha ritratto in primo piano le mie dita che le pizzicavano il clitoride. Gemeva, boccheggiava e il suo sedere si premeva sempre più sulla mia erezione. Poi lui le ha voluto che indossasse ancora un altro capo, mentre chiedeva a me di scendere al piano inferiore, dove, sul tavolo, c’era una scatola contenente altri rullini, in quanto aveva esaurito quelli che aveva lì. Sono sceso e risalito in un attimo, ma, quando son tornato e sono rientrato in camera, son rimasto sulla porta strabiliato. Elena era sdraiata sul letto con le gambe divaricate e, tra le sue gambe, c'era Dimitri, che le infilava un cazzo enorme nella fica! Prima che potessi fare qualsiasi cosa per fermarlo, lui, con un affondo deciso, glielo ha spinto tutto dentro.
«Oooohh! Sì, mi sfonda! È enorme! Ti prego, spingilo tutto dentro!»
Il suo corpo ha avuto un sussulto, lei ha sollevato le gambe in modo che i suoi talloni poggiassero sulle sue spalle. I suoi occhi erano chiusi, ma dall'espressione del suo viso ho capito che stava veramente godendo per questa monta, a cui la stava sottoponendo Dimitri. Lui ha allungato le mani, ha afferrato i suoi seni, usandoli come maniglie per farla agitare avanti/indietro sul suo cazzo. Per un attimo, ho avvertito un forte senso di gelosia, ma poi mi sono eccitato al massimo: mi sono avvicinato a lei che ha girato la testa verso di me, ha aperto gli occhi e mi ha sorriso con languore. Ha alzato il braccio e mi ha tirato il viso contro il suo. Ci siamo baciati e le nostre lingue si sono intrecciate, mentre Dimitri continuava a scoparle la fica con colpi sempre più vigorosi, portandola ad un immediato orgasmo, talmente devastante che si è staccata da me, per urlare il suo piacere.
«Vengo! Oddio, sto godendo! Amore, impazzisco! Vengo! Dai, sbattimi più forte, che vengo! Ora!»
Il suo corpo ha preso a tremare, scosso da un orgasmo incredibile ed ha di nuovo sollevato la mano per attrarre di nuovo la mia bocca sulla sua e, mentre si contorceva scossa da quel piacere, mi ha succhiato con forza la lingua. Intanto le sue unghie si sono piantate nella mia schiena, graffiandomi, mentre ci abbandonavamo storditi da quel bacio così intenso e passionale. Lui, intanto, ha continuato a devastarla con colpi tremendi. La sbatteva sempre più forte, facendole sobbalzare il corpo ad ogni affondo, fin quando lui ha preso a chiavarla con maggior velocità, per, infine, sborrarle nella fica, con un urlo disumano.
«Sborro, eccomi! Sto sborrando! Troia meravigliosa, ti sto inondando la fica! Eccomi!»
È rimasto piantato dentro di lei, mentre il suo corpo sussultava e non potevo non vedere con quanta irruenza le stava riversando tutta la sborra dentro la fica. Poi, si è sfilato ed ho visto quel membro dal notevole spessore completamente ricoperto sia della sua sborra che degli umori di Elena e, alla vista della sua fica dilatata e piena del suo sperma, mi son tolto i pantaloni ed ho affondato anche il mio cazzo nella sua figa. Il mio cazzo è giunto in fondo in un sol colpo, dato la dilatazione e la lubrificazione della fica di mia moglie e, ad ogni spinta, sentivo la sborra di Dimitri schizzarmi sulle palle. Ero così eccitato, che l’ho scopata in maniera quasi furiosa e, quando lei mi ha guardato negli occhi e ha urlato un ennesimo orgasmo, le ho riversato dentro anche tutta la mia crema. Sono rimasto alcuni istanti piantato dentro di lei e poi, mentre mi sfilavo, Dimitri mi ha indicato la porta del bagno, dove mi son recato per prendere un asciugamano per poterci pulire, ma, una volta tornato, ho trovato che Elena era inginocchiata sul letto con il culo per aria e Dimitri che le stava sbattendo il cazzo nella figa, da dietro. Ad ogni affondo, vedevo rivoli di sperma che scorrevano lungo le sue gambe, e lui la teneva per i fianchi e la sbatteva con forza, scuotendo tutto il suo corpo. Ero così affascinato da quella scena, che ho preso la macchina fotografica ed ho iniziato a riprenderli mentre scopavano: è stata la cosa più eccitante cui avessi mai assistito. Ero così eccitato e travolto da quanto vedevo, che ho chiesto a Dimitri di cambiar spesso posizione. Lo ha fatto, molte volte ed ho scattato una miriade di foto, da diverse angolazioni, di Elena che veniva scopata. Ho anche immortalato l’attimo in cui lui le ha di nuovo riversato dentro un’altra ingente quantità di sperma e, quando ha sfilato il suo grosso membro, ha continuato a segarsi sul culo di Elena, che è stato completamente ricoperto di macchie bianche. Anche il mio cazzo era tornato nuovamente duro e, a quel punto, ho ridato a lui la macchina fotografica e mi sono posizionato dietro di lei, ma, anziché, prenderla nella fica, ormai ridotta ad una voragine dalla verga di Dimitri, ho poggiato la punta del cazzo sul buco del culo di mia moglie e, con due spinte decise, gliel’ho infilato tutto dentro.
«Fa piano! Mi sfondi il culo, ma non fermarti, spingilo più che puoi, perché mi piace da morire! Dai, amore, rompimi il culo!»
L'ho scopata duramente, cambiando spesso posizione in modo che Dimitri potesse scattare altre foto, che son servite ad immortalare anche questa seconda penetrazione e, quando ho sborrato e ho schizzato in parte nel suo culo, l'ho fatta velocemente inginocchiare davanti a me e le ho schizzato in faccia il resto della sborra che avevo ni coglioni. Lui ha immortalato anche questa scena, per poi guardarci tutti e tre e scoppiare a ridere soddisfatti.
«Accidenti! Sei stata davvero fantastica! Una vera porcellina! E tuo marito è un vero porco complice che ha saputo coinvolgermi in maniera adeguata: grazie!»
Poi ci siamo dati una ripulita e, dopo aver salutato il nostro ospite, siamo ritornati nel nostro appartamento. Durante il tragitto lei era abbastanza silenziosa e sembrava piuttosto imbarazzata dal suo comportamento così diretto, quanto osceno, ma io l’ho rasserenata, dicendole che era stata qualcosa di veramente eccitante che mai avrei pensato di poter godere durante l'intera esistenza.
«Tranquilla, amore, non farti prendere da rigurgiti morali: va tutto bene! Era una cosa che forse desideravamo entrambi, per questo ci siamo lasciati andare e mi è sembrato che sia stato piuttosto piacevole per tutti e due. Tu sei stata all'altezza della situazione e ti sei comportata come dovevi: femmina appassionata e carnale. Da tutto questo, ho scoperto un nuovo lato di te, che mi affascina e mi travolge da pazzi: se solo ripenso al momento in cui ti ho vista posseduta da lui... Che immagine da idillio: tremenda, ma, nello stesso tempo, di un erotismo unico.»
Il giorno dopo, Dimitri è venuto a casa nostra con le foto sviluppate. Erano tutte foto una più bella dell'altra e, nel guardarle, ci siamo eccitati di nuovo ed abbiamo ancora scopato Elena, fino a farla impazzire di piacere. Il momento più entusiasmante è stato quando, lei impalata su di me sdraiato supino, e Dimitri le ha infilato il suo grosso cazzo nel culo, facendole provare il piacere della doppia penetrazione.
«Piano, Dimitri, che mi sfondi! Oddio, sei enorme! Amore, mi sta devastando il culo, però mi piace: sto impazzendo. Su sfondatemi! Fatemi sentire una troia!»
L’abbiamo scopata bene ed a lungo, facendola godere moltissimo ed abbiamo ripetuto la cosa per altre tre volte. Infatti, nei giorni a seguire, ci ha condotto alla scoperta dell’isola, a bordo della sua barca ed ha scattato decine di foto ad Elena su spiaggette deserte, dove lei ha posato nuda o mentre, a turno, io e lui le riempivamo i buchi con i nostri cazzi. Una volta tornati da quella vacanza, per un po’ ce ne siamo stati buoni e tranquilli, poi, una sera, Elena mi ha confessato che le sarebbe piaciuto ancora posare nuda davanti ad una macchina fotografica e, così, mi son messo in contatto con un amico, che so quanto sia bravo nella fotografia ed ora siamo in viaggio per raggiungerlo.
Nutro la speranza che anche questa volta lei, oltre ad esibirsi in pose da troia, desideri anche esser farcita in ogni suo buco.
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2 years ago
baxi18, 55
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Il mio ecografo
Come detto dal principio, tutti i nostri racconti sono tutte STORIE VERE DI VITA VISSUTA che di comune accordo abbiamo deciso di condividere. Tutti i racconti sono scritti da me (marito) anche se qualcuno (tipo questo) viene scritto in prima persona come vissuto da lei e come me lo ha raccontato e scritto su un diario lei qualche anno dopo. Credo che scritto prima persona come effettivamente è avvenuto faccia ancora più presa sul lettore.
Qui si racconta della seconda e (a detta sua) ultima volta, in cui ho tradito nel vero senso etimologico della parola mio marito, nonostante lui già era un cuckold convinto e sapeva delle mie scopate con altri uomini (vedi il primo racconto). Ho tenuta nascosta questa mia relazione per circa 2 anni perché volevo avere il gusto di provare le emozioni di un vero tradimento e di un rapporto clandestino che in quel momento volevo condividere solo con il mio amante segreto , a cui non ho mai detto di avere un marito cornuto contento. In verità, l’ho fatto, anche perché ero sicura che nessuno mai poteva scoprire questa mia relazione clandestina. Quando la stessa è finita, perché andammo via da quel luogo, il giorno del compleanno di mio marito ,decisi di rivelare questo tradimento, sapendo bene di fargli un grandissimo regalo di compleanno e facendolo eccitare all’ inverosimile raccontando tutto nei minimi dettagli consapevole che la sua reazione sarebbe stata di puro godimento, cioè di una mega sborrata.
Tutto inizia quando mi viene diagnosticata una malattia (nulla di serio fortunatamente) irreversibile, che però dovevo monitorare con delle ecografie periodiche (una ogni sei mesi). Non essendo del posto, chiesi ad una mia amica un medico ecografo di cui mi potevo fidare e mi indico' a suo dire ( e io confermo) un medico molto bravo, serio e meticoloso uno dei più bravi sulla piazza.
Telefonai allo studio e mi rispose lui stesso (non aveva segretaria, chissà perché) mi diede un appuntamento per un giorno di mattina e mi chiese se era la prima volta che mi recavo da lui e mi raccomandò di portare tutte le analisi e le diagnosi varie in mio possesso.
Visto che mi dovevo spogliare rimanendo solo in intimo, davanti ad una persona che non conoscevo affatto, non volevo andare da sola e visto che mio marito non sarebbe potuto venire, chiesi alla mia amica che mi aveva indicato il medico, se poteva farmi compagnia per la visita, e lei accetto' la mia richiesta.
Ci ricevette un medico alto, pelato con un fisico muscoloso, palestrato il giusto, con una età sui 55 anni circa, io all'epoca avevo 38 anni. Non era bello, ma aveva un viso molto curato intrigante con due grandi occhi neri, labbra carnose , una voce sicura e due grandi mani. Mi fece la visita suscitando in me tanta fiducia era veramente molto meticoloso e preparato , mi spiegò tutto nei minimi dettagli, insomma un vero professionista. Dopo l’ecografia, approfittando del fatto che nella mattinata non aveva altre visite, si intrattenne con noi parlando di svariate cose, ci raccontò anche un po’ di lui, ci disse che era separato e adesso conviveva con un altra donna che aveva avuto diverse donne, che non credeva nel matrimonio e che prendeva la vita come viene, quando poteva si divertiva, ci parlò di tante esperienze di vita su diversi argomenti avute. Mi diede impressione di un uomo che sapeva quel che voleva, deciso, sicuro, ammiccante , insomma uno che ci sapeva fare con le donne ma anche molto professionale. Alla fine ci salutammo e quando andai via mi strinse la mano con un certo piacevole vigore sfiorandomi con le dita la mia internamente, aveva una mano molto grande.
Sulla via del ritorno, la mia amica mi dice “hai fatto colpo sul dottore hai visto come ti guardava? Che occhiate ti buttava”? Io risposi che era una sua impressione che non avevo fatto caso a quello che lei diceva. E lei” dai che è vero e poi non dirmi che non ti intriga un tipo così è un bel macho”. Io non ribattei, anche se ero d’accordo con lei in questa ultima affermazione; comunque tutto finì li.
Il momento decisivo di questa storia fu però circa 4 mesi dopo, un giorno qualunque mentre per caso, parcheggiavo la mia auto nella piazzetta antistante lo studio del medico, arrivò in quel momento lui con la sua grossa moto e parcheggiò davanti al suo portone, io mi accorsi e gli feci cenno di saluto e lui non so se mi riconobbe, ma ricambiò il saluto e vidi che indugiò molto, rivolto verso di me buttandomi un intrigante e prolungato sguardo. Entrò nel suo portone insistendo nel suo sguardo e come se non bastasse arrivando sopra al suo studio indossando il camice si affaccia dal balcone e mi fissa passandosi flebilmente ma senza equivoci, la lingua tra le labbra. Quegli sguardi mi turbarono tanto in maniera piacevole , quell’uomo era veramente un conquistatore seriale, un vero sfacciato porco. Per circa una settimana pensai piacevolmente a quei vogliosi sguardi, poi col tempo si dissiparono.
Nell’imminenza della nuova visita, mi ricordai di nuovo di quell’incrocio di sguardi e pensavo spesso come dovevo comportarmi, il medico, dal giorno degli sguardi, mi intrigava molto devo dire e non nascondo che ora volevo andare da sola alla visita per vedere come si sarebbe comportato. Così telefonai per l’appuntamento (non credo lui si ricordò del mio cognome) mi chiese se preferivo l’appuntamento di mattina o pomeriggio e se era la prima visita, io preferivo di mattina (ero sicura che sarei andata sola) e rimanemmo per il martedì successivo alle 11,15.
Andai da sola mi vesto in maniera elegante ma sobria, anche con un intimo bello, molto fine ma non volgare, non volevo dare elementi di provocazione nei suoi confronti.
Quando arrivai allo studio erano circa le 10.55 circa, mi accoglie e colsi nel suo volto la piacevole sorpresa nel vedermi e mi disse prontamente che ora si ricordava di me. Mi fece accomodare e disse di aspettare che aveva un paziente in visita. Dopo 5 minuti dal mio arrivo un ‘altra paziente anziana fu accolta dal dottore nello studio. Finì subito la visita con il primo paziente e mi chiese se cortesemente potevo far passare l’anziana che era arrivata dopo, prima di me visto che era una visita veloce, invece con me avrebbe impiegato più tempo. Mio malgrado gli feci capire a malincuore che consentivo, l’importante dissi era non perdere troppo tempo. Lui mi rassicurò e mi disse “lo prometto”. Devo confermare, che appena 10 minuti dopo l’anziana donna era già fuori dallo studio medico, il dottore compiaciuto mi dice “sono stato di parola?” io confermai e così mi invita a passare nello studio, che lui sarebbe arrivato a breve, andò in una stanza adiacente e anche in bagno e quando tornò vidi che aveva tolto il camice (poi capì perché) aveva un pantalone in panno grigio e una bella camicia bianca,aperta di sopra che faceva intravedere una folta peluria nera e che risaltava ancor di più i suoi bei muscoli. Mi chiese come andava, io risposi bene, lesse gli ultimi esami e mi invitò a spogliarmi ed accomodarmi sul lettino per l’ecografia, sinceramente ero tesa, ma mi piaceva stare con quell’uomo sola nella stanza semi buia; iniziò la visita e mi disse di rilassarmi il più possibile, che doveva approfondire degli aspetti che la prima volta erano stati tralasciati ed aveva bisogno di più tempo e della mia collaborazione nell’essere sciolta e rilassata e per rendere tutto ciò meglio possibile, contestualmente alla visita mi avrebbe aiutata a rilassarmi con dei leggeri massaggini in dei punti ben precisi e in più c'era già della musica appropriata in sottofondo che rilassavano e rasserenavano ancor di più l'ambiente.
Iniziò l’ecografia e contestualmente alla visita cominciò con le dita 8 a massaggiarmi lentamente in vari punti del corpo e proseguendo, capii che si soffermava insistentemente in punti ben precisi,che mi creavano dei lievi brividi di piacere che però man mano si fecero sempre più intensi. Iniziai a respirare sempre con maggior affanno, e percepivo un piacere che mi pervadeva lungo il corpo e mi eccitava grazie a quell’uomo che mi stava “ VISITANDO”, lentamente ero diventata un vulcano, i capezzoli della mia quarta di seno si erano inturgiditi e sembravano voler oltrepassare il tessuto del mio reggiseno .
Lui ovviamente, si accorse di tutto, il suo lavoro stava dando i risultati da lui sperati e mi rassicurava e mi parlava con voce suadente, consapevole del fatto che mi stava portando dove lui voleva, e nel mentre, continuava a dirmi di rilassarmi e di stare tranquilla che al momento non aveva riscontrato nessuna anomalia a riguardo la mia malattia e che tutto andava bene. Io ero in estasi , il mio respiro diventò affannoso, sentivo caldo, mi stavo eccitatando e lui lo sapeva e se ne accorgeva. Spesso mi faceva cambiare posizione e alcune volte mentre mi visitava, posizionava il suo pacco davanti al mio viso e qui notavo un notevole rigonfiamento e intravedevo la sagoma del suo uccello che sembrava di tutto rispetto e che mi faceva intuire anche il suo stato di vogliosità e eccitazione nei miei confronti. Il suo viso si compiaceva sempre più quando capì ( e non era difficile) di avermi ormai in pugno e tutto si materializzò quando nell’ennesimo cambio di posizione, involontariamente, con il mio braccio toccai la sua patta e di riflesso il suo cazzo sentendo tutta la sua turgidità . Fu un attimo in cui incrociammo i nostri sguardi in maniera prolungata e ci fissammo entrambi vogliosi; e capimmo che volevamola stessa cosa. Io mi morsi il labbro pur di non ansimare e lui mi sorrise gettando via il suo serio aplomb. Continuò ancora per qualche altro istante con la visita e poi mi disse “abbiamo finito è tutto ok” e nel medesimo istante prese la mia mano e me la portò sulla patta facendomela sentire in tutta la sua voglia,io non feci nessuna resistenza anzi accarezzai con cura il membro del dottore sentendolo duro e grosso nei pantaloni.
Mi fece alzare mi rassicurò che nella visita non aveva riscontrato nessuna criticità mi diede la carta per asciugarmi il gel della visita e da dietro appoggiandosi con il pacco al mio culo, mi baciò il collo e mettendo da parte il lei, mi disse “adesso ti faccio un’altra visita” . Mi spiegò poi che durante la specializzazione negli Stati Uniti aveva frequentato un corso di massaggio erotico e sapeva individuare i punti deboli di ognuno di noi, infatti diceva, che ogni persona ha delle parti erogene inconsapevoli e diverse uno dall’altro e, in quel corso gli avevano insegnato a individuare queste parti, e con me adesso e con qualche altra paziente prima di me, raccoglieva i frutti di quel corso.
Io ero ormai nelle sue mani in tutto e per tutto, e non mi ribellai a tutto questo, anzi ero accondiscendente in tutto, quell’uomo sicuro, deciso, muscoloso e quasi burbero mi intrigava tanto e soprattutto ormai, volevo ed essere scopata da quello che sentivo essere un grosso cazzo che premeva sul mio corpo e mi desiderava. Non feci nessuna resistenza anzi, mi girai e prima ci baciammo lingua in bocca e poi sbottonai e abbassai la cerniera dei pantaloni e lì, svettò un cazzone veramente dotato, (mi disse 22 cm), grosso, venoso, pulsante con una gran cappella violacea che subito impugnai (il porco non aveva mutande se li era tolti prima della visita quando andò in bagno consapevole delle sue intenzioni e sicuro di quello che sarebbe poi accaduto) e iniziai a leccare in lungo e in largo. Lo pompai bene ero veramente vogliosa di quel cazzo lo insalivai tutto persino le grosse palle pelose e nel mentre, lo fissavo negli occhi, lui si sbottono' del tutto la camicia e dopo qualche minuto mi portò nell'altra stanza dove c’era un lettino, notai che sul letto c'erano buttati il camice bianco e lo slip che il porco si era sfilato prima della visita intenzionato a quello che doveva fare, ³ ci spogliammo del tutto, aveva un petto molto villoso di peluria totalmente nera nonostante l’età non più verdissima, mi invitò a succhiarlo ancora ed io non mi feci pregare, poi mi disse di girarmi a pecora e pian piano mi penetrò. I colpi dapprima lenti, si fecero via via sempre più intensi e iniziò a sbattermi con vigore, io godevo a sentire quel potente uccello che mi pompava senza soluzione di continuità e sentire i grossi coglioni che sbattevano sul mio culo, mi chiese signorilmente e con molto garbo se mi andava il turpiloquio e quando io annuì, cominciò con frasi tipo” troia ti piace il mio cazzo” o “dove si trova adesso quel cornuto di tuo marito mentre ti fai sbattere da me” o ancora “tuo marito se lo sogna un cazzo come questo vero?” “hai un viso da zoccola vogliosa di minchia” e altre frasi ancora che lodavano il suo ottimo uccello e le sue arti amatorie deridendo mio marito. Io da parte mia, approvavo il suo modo di fare, godevo tantissimo, urlavo di piacere e lui mi incitava sempre più, cambiammo posizione ma era sempre un godimento averlo tra le cosce, ma purtroppo, mi accorsi che era tardi e dovevo andare via, lui molto pacatamente mi disse “ hai ragione è tardi ma non mi lasciare così, fammi sborrare, ci sarà più tempo per trombarti come si deve la prossima visita”. Così con un bel pompino solleticandogli anche i coglioni, lo feci sborrare e abbondanti fiotti di crema bianca e densa mi riempìrono la mano e qualche schizzo mi arrivò nella parte sinistra del viso. Lui mi diede tutto l'occorrente per ripulirmi, indossò solo gli slip e passò nello studio a scrivere il referto. Io mi rivestii e mi sistemai come potevo meglio, mi sentivo piena e appagata ovviamente non pagai la visita e salutandoci mi disse che la prossima volta dovevo chiamarlo almeno una settimana prima della visita in modo da non prendere altri appuntamenti e così avremmo trascorso una mattinata assieme a divertirci solo noi due senza nessun disturbo di altre visite , mi chiese anche di vestirmi in maniera sexy, “ ti voglio vestita da porca” mi disse e andai via.
Passarono i mesi e ogni tanto ripensavo a quella bella ma furtiva trombata, arrivò il tempo della visita di controllo e telefonai 10 giorni prima, come mi aveva raccomandato lui, adesso non vedevo l’ora di farmi montare di nuovo da quell’energumeno superdotato. Questa volta si ricordò subito di me e mi diede appuntamento alle 09,30 di un mercoledì successivo.
La mattina della visita ricordo, non vedevo l'ora che mio marito uscisse di casa per prepararmi a dovere come mi aveva chiesto il dottore. Mi vestii con un intimo molto sexy, reggicalze, perizoma, autoreggenti neri con il rigo dietro e con un reggiseno senza coppe, indossavo dei pantaloni attillatissimi che facevano intravedere lo spacco della mia fica eccitata e gonfia e delle scarpe con tacchi a spillo da 12 cm, truccata pesantemente ,devo ammettere ero eccitata e bagnata all’inverosimile, di sopra indossai un cappottino per coprire tutto e non destare sospetti.
Arrivai allo studio mi aprì ovviamente lui e quando, dopo avermi tolto galantemente il cappottino, mi vide così vestita mi disse che ero bellissima e con rispetto “sembri una troia di alto bordo”. Ci baciammo in bocca subito e iniziammo a palpeggiarci entrambi, il suo cazzo diventò in un lampo turgidissimo dentro i pantaloni , mi disse che la visita l’avremmo fatta dopo, adesso voleva dedicarsi interamente a me, io non aspettavo altro. Andammo nella stanza del lettino e sempre toccandoci a vicenda e baciandoci ci spogliammo a vicenda, volle che io rimanessi in intimo con le scarpe indossate, mi disse che l’intimo sexy lo faceva arrapare da morire lui fece svettare il suo uccellone grosso e violaceo e me lo mise in bocca a pomparlo, lì iniziò un susseguirsi di porcate senza fine in cui il maiale mi fece godere come mai nessuno prima, mi penetrò in tutte le posizioni incitandomi ad essere sempre più porca era un fiume in piena di parole volgari e di sesso sublime ed io lo accompagnavo senza pudore alcuno, leccava la fica divinamente e gli venni diverse volte in bocca facendogli assaporare il mio liquido che deglutiva senza alcun tentennamento e anzi, baciandomi mi invitava ad assaporarlo anche io. Al culmine di una ora buona di porcate varie e goduria senza fine, mi sborrò in faccia con getti copiosi e violenti di nettare bianco e appiccicoso. Ci ripulimmo e sempre nudi, andammo nello studio, dove lui mi fece l’ecografia, era eccitante vedere il dottore visitarmi con quel bel cazzo penzolante che io ogni tanto toccavo e menavo e che faceva una gran bella figura anche a riposo. Quando la visita volgeva al termine fu lui, che per far risalire il grado di eccitazione di entrambi, con una mano me lo porgeva in bocca invitandomi a leccarlo per farlo indurire e allo stesso tempo iniziava a solleticarmi la fica con le dita e poi iniziò a leccarla. In un batter d’occhio eravamo di nuovo entrambi eccitati e vogliosi l’uno dell’altro. Alla fine della visita e rassicurandomi che tutto era regolare ci avviammo di nuovo nell’altra stanza a farci la seconda scopata del giorno. Anche qui il dottore mi scopò alla grande facendomi godere a voce alta mischiando il mio godimento alle sue consuete frasi di turpiloquio spinto, che mi facevano sentire una puttana nelle sue mani. Sembrava il set di un film porno dove le posizioni, le frasi sporche, la goduria vocale, i rumori tipici di due corpi in continuo contatto si susseguivano, quel 55 enne era un toro scatenato e libidinoso che faceva impazzire le sue prede la seconda volta non veniva mai.
Finalmente dopo tanto, godemmo di nuovo entrambi alla grande e io uscì dallo studio alle 12,30, ero a pezzi avevo le gambe tremolanti dopo i tanti colpi che avevo piacevolmente ricevuto da quell’uomo e da quell’uccello vigoroso, ma ero molto soddisfatta e appagata. Con tutto il rispetto, mio marito, seppur abbastanza più giovane di lui, a letto aveva solo da imparare da un uomo così e non solo per le dimensioni del pene.
Alla terza visita dopo sei mesi, sempre unico appuntamento della mattinata, quando suonai si accertò che ero da sola e infatti quando aprì il portone il porco si presentò solo con il camice bianco con sotto solo lo slip bianco in micro fibra (era molto attento anche ai minimi dettagli) e con il cazzo già in tiro che spingeva il tessuto degli slip, io sempre vestita da zoccola avevo una minigonna strecht aderentissima, tacchi a spillo, calze a rete aperte davanti e dietro, un mini perizoma truccata da porca e con le unghie laccate di smalto bianco. Ci baciammo ancora una volta in bocca ci toccammo come consuetudine le parti intime per riscaldare l’aria e andammo subito nella stanza per scopare. Questa volta però volevo essere io a prendere l’iniziativa e farlo soffrire di piacere, infatti dopo avergli fatto il bidè, insaponandogli e lavandogli bene le parti intime stuzzicando allo stesso tempo il grosso cazzo, lo feci mettere a pecora sul letto e iniziai a leccargli il culo ed a solleticargli i grossi coglioni penzolanti lui godeva e soffriva ma io non lo facevo muovere da quella posizione, anche a me eccitava vedere lui essere dominato da me, gli leccai tutto il solco peloso e il buco del culo, lui godeva e voleva scoparmi ma io non desistevo e gli dicevo che non doveva muoversi, lo volevo portare alla massima eccitazione. Dopo 15 minuti circa di piacevolissima sofferenza lo feci girare e lo pompai ancora, per poi impalarmi sopra, lui mi sferrava forti colpi io godevo a più non posso mi palpava le tette me li succhiava era una furia di sesso i miei preliminari sul suo culo aveva sortito l’effetto sperato. Come al solito dopo la prima sborrata in faccia, mi fece la visita per poi riprendere il secondo tempo, e mentre mi scopava mi chiese se ero disposta a telefonare con una scusa a mio marito mentre lui era dentro di me, questa cosa lo faceva impazzire, io gli dissi di si e seppur per una breve telefonata senti la voce di mio marito parlare con me, mentre lui mi scopava in tutte le posizioni come un forsennato. Quando chiudemmo la telefonata, lo etichetto' per l'ennesima volta come un cornutone mi chiese se poteva metterlo nel culo ma sinceramente non me la sentivo visto le sue dimensioni. Terminò con la solita copiosa sborrata tra faccia e le tette urlando tutta la sua goduria mentre spruzzava nettare.
Questa fu l’ultima scopata con il dottore in quanto mio marito fu trasferito dall’azienda per cui lavora, in altra sede e quindi ho dovuto cambiare ecografo e città, ma sicuramente il mio ecografo preferito rimarrà sempre lui.
Quando gli telefonai per comunicargli che sarei andata via mi sembrò molto rammaricato al telefono (chissà perché) e
mi chiese se andavo per l’ultima volta
ancora allo studio prima di partire, per
farci l’ultima scopata ma anche se non certamente a
cuor leggero rifiutai l’invito e lo ringraziai
per i momenti di splendido sesso passati
assieme, ricambiandomi e affermando che
non mi avrebbe dimenticata.
Anche da parte mia non dimenticherò
quello splendido esemplare di uomo che a
letto non lasciava nulla al caso e che mi ha
fatto passare splendidi momenti di
goduria senza fine. Devo confessare che
ancora oggi a distanza di più di 10 anni e pur avendo avuto qualche altro amante, con il consenso di mio marito, non ho trovato nessun uomo che
mi abbia fatto godere come quel porco del
mio ecografo.
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1
2 years ago
gattavogliosa69,
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Amo mia moglie.
Mi chiamo Paolo, ho 26 anni, sono di media statura, moro occhi scuri e un fisico assolutamente normale. Sono sposato da tre anni con Marinella. Lei è una splendida ragazza che ha la mia stessa età, bionda, un bel seno florido di una terza abbondante e anche delle belle cosce. Viviamo in un piccolo appartamento in periferia. Un anno fa abbiamo avuto un grave incidente d'auto, in cui lei è rimasta temporaneamente paralizzata dalla vita in giù. Dopo quei brutti momenti, lentamente la situazione è andata migliorando, perché lei è stata sottoposta a una serie di interventi, compresa una riabilitazione intensiva che è stata decisiva a riportarla nelle migliori condizioni. Comunque dovrà ancora sottoporsi ad un ulteriore intervento, che dovrebbe riuscire a poter utilizzare gli arti inferiori.
Una sera, dopo aver cenato e prima di andare a letto, stavamo chiacchierando sul terrazzo e Marinella mi ha stupito con una domanda.
«Paolo hai mai pensato di far sesso con un'altra donna, visto che non sto nella condizione di poterti soddisfare?»
L'ho guardata e le ho risposto in maniera spontanea.
«Non ho mai pensato di far l'amore con nessun’altra, tranne te. Ti amo, qualunque cosa accada, ti amerò sempre.»
Ma lei ha insistito.
«Paolo non è giusto nei tuoi confronti. Lo capirei, se ti trovassi una donna con cui far sesso. So che mi ami, questo non è per niente in discussione, perché se tu trovassi un’altra sarebbe solo sesso e potrei accettarlo, considerando che sei giovane con certe esigenze.»
Le ho detto che non era il caso di insistere su quella circostanza e preferivo non parlarne più. Ho baciato la mia adorabile moglie e poi siamo andati a letto. Quella notte ho avuto difficoltà ad addormentarmi. La domanda di Marinella mi perseguitava. Non avevo mai accarezzato l'idea di scopare con un'altra donna, volevo Marinella e nessun’altra. Passarono due settimane e Marinella mi comunicò di aver invitato la sua amica Lucia, per il fine settimana, se per me non fosse stato un disturbo. Sapendo bene quanta amicizia ci fosse fra le due donne, non ho trovato nulla da eccepire. Lucia è un'amica di lunga data di Marinella, si conoscono bene e sono amiche fin dal liceo. Anche se vive in un’altra città, comunque vicina alla nostra, l'ho incontrata diverse volte ed era al nostro matrimonio come testimone di mia moglie. È una simpatica e giovane donna, sui venticinque anni, alta 1,70, capelli lunghi neri e ricci, occhi castani, un bel culo e tette nella media, per quello che ho potuto ammirare ogni volta che l’ho vista. Del resto la sua non sarebbe stata una visita insolita, dal momento che era venuta a far visita a mia moglie, altre quattro volte, dopo l’incidente. Venerdì sera è arrivata e, dopo i convenevoli di rito ed averla salutata cordialmente, ho preso la sua roba e l'ho portata nella stanza degli ospiti. Abbiamo cenato e poi chiacchierato tutti e tre insieme. Lucia è rimasta meravigliata nel prendere atto di quanto lavoro sia occorso per adeguare l'appartamento alla condizione di Marinella, costretta su una sedia a rotelle. Lucia aveva un aspetto allegro ed è stato bellissimo vederle insieme. Mi son assentato, lasciandole sole, perché certo che, fra donne, avrebbero voluto discutere di cose in privato. Sono andato nel mio piccolo studio e mi son messo davanti al pc. Dallo studio potevo sentirle ridere e mi ha fatto piacere che Marinella fosse allegra e si stesse divertendo con la sua amica del cuore. Mentre continuavano a parlare, mi son ritrovato su un sito porno, senza far caso al fatto che non avevo chiuso la porta dietro di me. All'improvviso, mi son trovato Lucia alle mie spalle, cogliendomi di sorpresa. Ho cercato di chiudere immediatamente la pagina, sperando che non vedesse nulla e, per sviare l’attenzione dallo schermo, le ho chiesto se era tutto ok.
Mi guardò, sorrise e mi parlò con voce molto pacata.
«Paolo, va tutto bene. Non dirò niente a Marinella: se hai bisogno di qualcosa, fammelo sapere, mentre sono qui. Qualunque cosa, farò in modo di favorirti.»
Mi ha dato un bacio sulla guancia e se n’è andata. Devo aver assunto una non precisata gamma di sfumature di rosso, mentre usciva dalla stanza. Non potevo credere di esser stato così negligente e speravo che non ne facesse cenno a Marinella, perché non volevo che potesse pensare che avessi bisogno di sesso, laddove, solo per un caso, mi ero trovato su quel sito. Sono andato a letto molto tardi e, mentre mia moglie dormiva tranquillamente, io mi giravo e rigiravo. La mia mente rifletteva su quello che mi aveva detto Lucia. Era venuta a cercarmi per farmi intendere che era disponibile o erano film che mi creavo nella testa? Forse Marinella l'aveva messa al corrente del discorso fatto qualche tempo prima? Alla fine, stremato, mi son addormentato. La mattina dopo, ci siam ritrovati tutti insieme a colazione. Marinella ed io, eravamo in pigiama, mentre Lucia indossava una vestaglia corta, leggera, che copriva a malapena il suo culo. Fui un po' sorpreso a vederla così, perché era sempre stata piuttosto pudica e, raramente, l'aveva vista abbigliata in maniera tanto succinta. A colazione finita, ho detto a Marinella che avrei pensato io a metter tutto in ordine, mentre lei andava in bagno, ma essa stessa ha chiesto a Lucia di aiutarmi. Marinella si è chiusa in bagno, Lucia ha svuotato la tavola ed io ho lavato i piatti. Mentre Lucia liberava il tavolo, mi ha sfiorato un paio di volte, sebbene ci fosse spazio a sufficienza, così come si chinava per raccogliere qualche tovagliolo da terra e, in quelle occasioni, ho notato che non indossava niente sotto la vestaglia. Per un breve istante, ho visto il suo culo e parte della sua fica.
Quando si si è voltata, ha notato che la stavo guardando.
«Paolo, è tutto a posto?»
Le ho risposto di sì ed ho continuato nel mio lavoro. Finito di riordinare la cucina, ci siamo diretti verso le nostre stanze. Marinella era uscita dal bagno, perciò mi son spogliato per andare a fare una doccia, quando Lucia mi ha chiamato nella sua stanza. Ero solo avvolto nel telo da bagno e, quando sono entrato, anche lei lo era; mi ha comunicato di aver avuto un problema con la doccia, perché non riusciva a regolare la temperatura dell'acqua. Allora sono andato in doccia ed ho regolato l'acqua calda e fredda, a suo piacimento. Mi ha ringraziato e, mentre me ne stavo andando, ho notato che il suo telo era per terra ed il suo corpo era in bella mostra; mi ha visto che la guardavo e, dopo essersi lasciata ammirare, si è fiondata sotto la doccia. Me ne sono andato il più velocemente possibile, ma, mentre andavo in camera mia, il mio cazzo si è indurito. Quando sono entrato nella stanza, Marinella ha notato il mio cazzo duro e mi ha chiesto perché fossi in quello stato. Le ho detto di aver aiutato Lucia a risolvere il problema con la doccia e, mentre me ne stavo andando, il suo asciugamani era caduto così da vederla nuda. Marinella ha sorriso e ha scosso un po’ la testa, fissandomi con occhi dolci.
«Almeno hai potuto godere di un bello spettacolo! Di sicuro di gran lunga più bello di quello che vedi ora qui.»
Non ho raccolto la sua provocazione e, quando ci siamo ritrovati tutti insieme, ho chiesto loro cosa volessero fare ed entrambe hanno risposto: "shopping".
Quindi, siamo andati al centro commerciale. Il primo negozio, in cui sono entrate, era specifico per biancheria intima. Io son rimasto fuori e, dopo un tempo che a me è sembrato un'eternità, sono uscite con pacchi, pacchetti e buste, che io ho dovuto portare. Per me la giornata sembrava infinita, ma le signore si sono divertite e quindi siam passati da un negozio all'altro. Era tardo pomeriggio quando, lasciato il centro commerciale, tornammo a casa. Ho chiesto alle ragazze cosa avessero comprato. Marinella ha risposto che aveva preso un paio di cose carine, mentre Lucia ha precisato che non erano affari miei ed ha riso. Per cena, ho ordinato tre pizze da asporto, perché eravamo troppo stanchi per uscire. Dopo cena, ho chiesto di nuovo cosa avessero comprato. Lucia mi ha chiesto se mi fosse piaciuto far da spettatore ad una passerella un po’ speciale. Ho guardato mia moglie, che si è messa ridere complice, con lo sguardo rivolto all’amica. Io ho finto indifferenza.
«Se volete che io vi assista, datevi da fare, perché ora son molto incuriosito.»
Non ho nemmeno finito di parlare che Lucia ha lasciato la stanza, mentre chiedevo a mia moglie cosa c’era di tanto divertente da ridere e lei ha scosso il capo, invitandomi a rilassarmi ed esser paziente. Dopo una decina di minuti, Lucia è uscita indossando una guepiere sexy nera trasparente, con un perizoma abbinato. Quell’indumento non lasciava nulla all'immaginazione. Le sue tette ed i relativi capezzoli erano perfettamente visibili, così come la sua fica liscia. Marinella sorrideva, mentre Lucia sfilava con il suo indumento sexy, poi ha chiesto se quanto vedessi mi piaceva. Le ho detto di sì, mentre guardavo Marinella cercando di capire quanto ne fosse complice oppure infastidita dal fatto che la sua amica si mostrasse così eccitante. Il rigonfiamento nei miei pantaloni ora era evidente e sia Marinella che Lucia non potevano fare a meno di notarlo. Poi è stata la voce di mia moglie che, rotto quell’incredibile silenzio sorto fra noi tre, ha esclamato:
«Te l'avevo detto che avrebbe funzionato? Come vedi si è eccitato ed è stato il tuo abbigliamento a farglielo venir duro.»
Le ho guardate entrambe alquanto infastidito, perché mi rendevo conto d'esser stato incastrato. Marinella, allora, si è rivolta di nuovo a me.
«Paolo, ti amo, ma non sta bene che tu debba soffrire, perché non posso esibirmi per te; ora non arrabbiarti con Lucia, perché sono stata io a chiederle se fosse disposta a far sesso con te, dopo averle spiegato ogni cosa. Sarei con voi nella stanza e, se per te va bene, potrei ammirare le due persone che amo di più divertirsi. Per favore, dimmi che lo farai per me: io ti amo, ma sono preoccupata perché ormai son cinque mesi che tu soffri per la mancanza di sesso intenso e completo. Solo da ultimo riesco a malapena a soddisfarti con la bocca o le mani; voglio che tu provi piacere nel penetrare una donna. Quando ho parlato di questo con Lucia, lei si è detta subito disponibile, perché il suo non sarà un dispetto o un tradimento nei miei confronti, bensì assolverà solo ad un compito che spetterebbe a me, ma cui sono impossibilitata.»
Le ho guardate entrambe, per poi dirigermi verso Marinella; mi son inginocchiato davanti a lei e l’ho abbracciata e baciata, con tutta la passione possibile.
«Amore, è bello questo tuo altruismo e perciò ti amo ancora di più, ma non è necessario. Non ho bisogno di un'altra donna per farmi felice, mi basti solo tu. Anche tu in questo momento stai soffrendo per questa astinenza forzata, quindi non è giusto che io tragga piacere, mentre tu rimani con la voglia in corpo.»
Marinella mi ha sorriso e, dopo aver ricambiato il bacio, ha continuato ad esprimere quello che era il suo intento.
«Paolo, amore mio, voglio che tu faccia questo per me, per rendermi felice, per farmi sentire come se stessi partecipando anch’io al vostro piacere. Non mi sento esclusa, anzi, proprio il fatto di esser con te in questo momento, mi fa sentire parte di questa cosa che ci unisce tutti e tre.»
Alla fine mi son convito ed ho detto che l’avrei fatto per lei, ma ad una sola condizione: che anche lei si fosse adagiata nuda sul letto, assieme a noi e, nel limite del possibile, avrebbe dovuto intervenire. Lei mi ha sorriso ed ha annuito, così tutti e tre siamo entrati in camera da letto e Marinella, dopo essersi fatta spogliare nuda, pur nelle sue limitazioni, mi ha stretto a sé, mi ha baciato e mi ha rinnovato l’invito a fare l'amore con l'amica Lucia, mentre lei sarebbe rimasta a guardare. Anche Lucia è venuta sul letto mentre mi spogliavo e il mio cazzo è saltato fuori in piena erezione. Mi son sdraiato sul letto accanto a mia moglie ed ho preso a succhiarle i seni, ad accarezzarle il volto, a baciarla insieme a Lucia, che partecipava attivamente per farle provare un minimo di piacere. Mi sono inginocchiato e, tenendo una mano dietro la testa di mia moglie, gli ho offerto la mia verga da succhiare. Lei ha dato qualche colpetto di lingua, poi l’ha offerto alla sua amica dicendo di esser già troppo stanca per continuare.
«Amica mia, aiutami! È giunto il momento che tu goda di questo maschio esattamente come farei io se fossi nelle tue stesse condizioni. Io son già sfinita, anche se, nel mio intimo, sono molto eccitata ed ora non posso far altro che osservare voi due godere. Non pensate a me, ma siate concentrati sul piacere che ognuno di voi due deve donare all’altro.»
Abbiamo iniziato a baciarci. Le nostre mani vagavano sui corpi dell'una e dell’altro. Non ci ho messo molto a rimuovere il suo perizoma. Potevo vedere con la coda dell'occhio, la mia adorabile moglie che ci osservava. Ho giocato con le tette di Lucia, le ho succhiato i capezzoli, facendola gemere di piacere.
«Sì, così, meraviglioso! Succhiali forte! Mordili fammi sentir dolore!»
La mia mano è corsa sulla sua fica liscia e ci ha giocato, facendo scorrere le dita lungo lo spacco, constatando che era già bagnata fradicia. Ho infilato due dita dentro ed ho iniziato a masturbarla facendola gemere ancora di piacere. Mia moglie era accanto a me e, ad un tratto, ha appoggiato una mano sulla mia testa. Mi sono girato verso di lei e, sorridendo, ha esclamato:
«Amore, lecca la fica di Lucia. Falle sentire quanto sei bravo a far scorrere la tua lingua fra le pieghe della sua ostrica profumata, che emana lo stesso odore come succede a me quando mi ecciti e mi dici che odoro di cagna in calore. Lecca questa cagna in calore, con la stessa intensità e bravura, come lo hai sempre fatto con me.»
Mi sono messo fra le cosce di Lucia ed ho iniziato a leccare la ostrica, che già grondava di piacere.
Si è rigirata, ha preso il mio cazzo in bocca ed ha iniziato a succhiarlo. Anche in questo caso Marinella ha fatto sentire la sua voce:
«Brava, amica mia! Accogli in bocca questa verga grossa e nodosa e succhiala tutta, fino in fondo. Fagli sentire la perizia della tua lingua, leccando per bene tutta l’asta, palle comprese.»
In quel momento mi è stato chiaro che, anche se stavo scopando Lucia, era con Marinella che stavo facendo l'amore. Ho continuato a leccare avidamente, abbeverandomi a quella fonte da cui sgorgava nettare dolcissimo, fin quando lei ha avuto un orgasmo e, sfilatasi il cazzo dalla bocca, ha esternato il proprio piacere guardando mia moglie che le sorrideva soddisfatta.
«Oddio. vengo! Meraviglioso! Paolo mi sta facendo impazzire!»
Si è staccata da me e si è sdraiata supina accanto a Marinella e, dopo aver scambiato un’occhiata d'intesa con lei, mia moglie mi ha incitato a gesti che era ora di scopare Lucia. Ho infilato il mio cazzo nella sua fica e ho iniziato a pomparla dapprima lentamente, facendola godere dolcemente. Sentivo la mano di mia moglie premere sulla mia spalla, quasi in modo da suggerire il ritmo della monta. Ho sollevato gli occhi ed ho visto le due donne guancia a guancia, così mi sono abbassato e le ho baciate entrambe. Quando mi son staccato, le due si son guardate con libidine e Lucia ha baciato mia moglie, mentre io le imprimevo colpi sempre più profondi, portandola di nuovo al piacere.
«Bellissimo! Bellissimo! Così! Scopami più forte che vengo! Paolo, vengo! Marinella, tuo marito mi fa godere! Che toro meraviglioso!»
Ho di nuovo guardato Marinella ed i miei occhi hanno incrociato i suoi, che mi trasmettevano tutto il suo orgoglio per il piacere che stavo donando alla sua amica, rilevabile dal suo volto stravolto.
«Dai, amor mio, chiava questa femmina. Sborra dentro di lei, affinché possa sentire il piacere del suo ventre inondato dal tuo seme!»
Non c’è voluto molto prima che fossi pronto a schizzare la mia sborra in profondità nella fica di Lucia. Mentre stavo venendo, continuavo a pronunciare il nome di mia moglie, che ha allungato una mano e mi ha accarezzato il volto, mentre la stessa Lucia si è girata verso di lei ed i suoi occhi hanno preso a lacrimare di gioia. Non appena ho finito di sborrare, mi son sfilato da lei e mi son rivolto immediatamente a Marinella, baciandola con passione e ripetendo quanto amassi solo lei, mentre Lucia, ancora in preda ai fremiti che la squassavano, prendeva il mio cazzo in bocca e raccoglieva tutte le tracce di sborra di cui ero ancora impregnato. Alla fine, tutti e tre ci siamo abbracciati, mentre lacrime di gioia imperlavano i nostri visi. Allora Lucia ha baciato Marinella in bocca, dicendo:
«Siete magnifici! Vi adoro tutti e due! Son contenta di aver prestato il mio corpo a tuo marito per farti vivere questo momento così intenso.»
Senza aggiungere altro, Lucia è uscita dalla camera per andare nella sua a fare una doccia ed io ne ho approfittato per abbracciare mia moglie con tutta la passione possibile.
«Ti amo come un pazzo, amore mio! Ti amo e ti amerò sempre, e non so come potrò mai sdebitarmi per questo momento così speciale, che mi hai regalato.»
Lucia è rimasta con noi fino alla domenica sera ed abbiamo fatto sesso ancora un’altra volta, con immensa soddisfazione di mia moglie che, finalmente, era quanto mai felice nel vedere quanto piacere era riuscita a regalarmi.
Abbiamo rivisto Lucia altre due volte, nei sei mesi successivi, ed abbiamo sempre vissuto momenti molto intensi. Marinella ha subito altre due operazioni e finalmente le sue gambe hanno ripreso a funzionare ed ora sta facendo una riabilitazione intensiva che le permette di muoversi quasi in autonomia, anche se con l’ausilio di una stampella, che quanto prima sarà smessa.
Abbiamo ripreso a far sesso fra noi due, molto bello e intenso e comunque, quando Lucia si trova con noi, lei permette all’amica di partecipare.
Ora stava a me dover esser riconoscente a Marinella per essersi preoccupata delle mie esigenze sessuali, e così, una volta, dopo aver goduto ancora nel ventre di Lucia, ho sussurrato a mia moglie che, appena sarebbe stata in grado di muoversi autonomamente, le avrei consentito di scegliersi un maschio a suo piacimento e di godere con lui, sotto il mio sguardo.
Ora son sdraiato sul letto, mentre il medico, un bell’uomo sulla quarantina, che ha operato mia moglie ridonandole la libertà e l'indipendenza di cui nessuno può far a meno, la sta scopando facendola godere moltissimo.
È uno spettacolo che mi provoca una moltitudine di sensazioni, ma che, in ogni caso, ripaga l’amore che lei ha donato a me.
Quanto amo questa donna!
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2 years ago
baxi18, 55
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Subito cornuto
Come detto nel precedente racconto ormai avevamo intrapreso questo tipo di rapporto di complicità e non si tornava indietro anche perché avevo capito che a Lucrezia piaceva moltissimo il cazzo, provare nuove emozioni, scopare con altri uomini e soprattutto, poterlo fare senza alcun timore di essere scoperta e quindi, di non dovendosi più nascondere da me, tutto ciò, la rendeva ancora più troia e più spudorata al mio cospetto. A dire il vero iniziammo a dirci veramente tutto (lei quasi tutto) e a non esserci segreti tra di noi nel sesso, ma ovviamente era solo lei la protagonista, perché a me non ha mai concesso di andare con altre donne. Con il tempo scoprii con i racconti di mia moglie che, sin da subito fidanzati, lei aveva già un amico che occasionalmente la scopava, pur essendo lui prima fidanzato e poi sposato e con il quale mi ha cornificato da subito e aveva pure tradito anche i suoi 3 fidanzati avuti prima di me. Infatti questo suo amico, di circa 9 anni più grande di lei, l'aveva rassicurata , protetta dandogli tanti consigli per via della sua esperienza e nel frattempo quando poteva, la fotteva, con lei ben disposta ad avere un amico abbastanza più grande di lei che gli dava sicurezza e piacere sessuale. Mi ha raccontato che in quel periodo quando andava a lavorare o in giro per la città, capitava di lasciare il suo piaggio al negozio di lui per controllarlo e a volte quando lui poteva, se ne entrava con lui in negozio e andando nel retro, facevano sesso furtivo dentro il negozio, oppure altre volte si davano appuntamento e poi si vedevano la sera in macchina e andando in zone idonee a tali scopi fottevano in auto. Con lui è un cordone ombelicale mai interrotto e che prosegue, anche se non in maniera continuativa ancora adesso, ma io l'ho scoperto solo anni dopo.
Infatti quando ormai era chiaro il nostro percorso, lei una volta mi disse che voleva scopare con un altro, ma non mi voleva dire con chi avrebbe fatto sesso. Quando andò la prima volta con lui, essendo io a conoscenza delle corna, non volle dirmi chi era il suo fortunato amante e solo dopo ho capito che tutto ciò, aveva il suo perché. Quando tornò dalla monta e su mie insistenze mi disse che Maurizio (che io conoscevo in maniera sommaria ma che comunque avevo visto varie volte perché mi fu da lei presentato come amico ) era il suo vecchio amante e che come mi diceva lei, seppur dotato di un cazzo normale e nonostante la prima volta non durava nemmeno tanto, era bellissimo per lei scopare con lui, perché gli piaceva e si sentiva a suo agio, sicura, e perché dopo la prima venuta di lui, la seconda e la terza scopata era veramente una lunghissima goduria perché non veniva mai. Immense erano le porcate che facevano assieme e mi disse che mi cornificava con lui già da tempo, mi diceva anche che aveva dei coglioni belli grossi molto più dei miei e lei si divertiva a prenderli in bocca.
Adesso poteva fottere liberamente e infatti periodicamente si accordavano e per ore andavano a scopare senza dire però a lui del mio consenso e che io sapevo tutto. Comunque da lì in poi, il livello si era notevolmente alzato e adesso se ne andavano a fare porcate in case che lui ogni tanto aveva a disposizione o in b&b e hotel e ogni volta tornava a casa piena e soddisfatta.
I rapporti con lui per un po di anni si sono interrotti perché andammo via per motivi di lavoro e quando si tornava non era semplice organizzare, anche se qualche volta capitava di incontrarsi. Dopo questi anni, però al nostro ritorno in pianta stabile, con lui ripresero a vedersi ad incontrarsi di nuovo, era l'unico uomo del nostro circondario con cui lei aveva un legame sessuale continuo. Adesso però
lui, via via, secondo me con il consenso di lei, si è fatto sempre più intraprendente, difatti quando si vedono la vuole senza intimo, adesso la scopa anche in culo, cosa che prima non avveniva e soprattutto le sborra addosso e le ordina che per quella sera, non deve lavarsi perché io marito, debbo sentire l'odore della sua sborra addosso a mia moglie. Ovviamente lei esegue i suoi ordini alla lettera e nel raccontare la monta si limita a farmi una sega dandomi del cornuto.
Invece con lui si lascia andare a fare tutto e le sue foto che mi porta non lasciano dubbi sulle sue porcate del suo trasporto, dei suoi gemiti di godimento.
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2 years ago
gattavogliosa69,
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Il guasto meccanico.
Sono Giulia, ho 39 anni e sono sposata con Alfredo da oltre vent’anni. Sono considerata una bella donna, mora, occhi scuri, un bel seno, un bel culo che, forse, è un po’ troppo grosso ed una bella bocca ampia, con labbra carnose. Mio marito è un bell’uomo e, come ho potuto constatare spesso, quando gli capita l’occasione non disdegna di fare qualche scopata extra, specie se occasionale. All’inizio mi sentivo offesa dal suo comportamento, poi, un giorno, mentre ero al lavoro, ho sentito una collega che, parlando al telefono, precisava alla persona, con cui stava comunicando, che per lei valeva l'adagio "Occhio per occhio".
Ci ho messo un po’ di tempo per giungere anch’io a questa conclusione e così, quando mi capita l’occasione, non disdegno di pareggiare in qualche modo il conto. Mi piace così tanto cornificare mio marito che credo che, a questo punto, sono io quella che ha collezionato più scopate extraconiugali. L’ultima è avvenuta casualmente, circa due settimane fa. Per lavoro, dovevo recarmi ad un incontro d’affari e, per l’occasione, mi ero messa particolarmente in tiro. Dovendo confrontarmi con una decina di maschi, che sapevo già molto porci e volendo ottenere il risultato che mi ero prefissa, avevo indossato una mini gonna nera, camicetta bianca e l’intimo bianco, che modellava ulteriormente il mio seno. Indossavo anche una giacca dello stesso colore della gonna, inoltre autoreggenti e tacco alto, completavano il mio outfit. Avevo passato sulle labbra una matita scura e il rossetto amaranto, che le hanno rese cariche di promettenti voluttà. Per due ore sono stata l’oggetto del desiderio dei maschi presenti alla unione e, quando me ne sono andata, avevo le mie mutandine completamente fradicie. Mi ero eccitata moltissimo a leggere, nei loro sguardi, tutto il desiderio che quei maschi nutrivano per me: mi avrebbero senz'altro sbattuta sul tavolo e scopata fino allo stremo delle forze. Risalita in auto, stavo tornando verso casa, quando, improvvisamente, ho avuto un guasto meccanico: il motore si è spento e non è stato possibile poterlo riavviare. Ciliegina sulla torta, è scoppiato un terribile temporale ed il cellulare non aveva campo. Quando sono uscita fuori, mi sono bagnata tutta. Rientrata in auto, avevo la camicetta completamente inzuppata, così l’ho tolta assieme al reggiseno, da strizzare per quanto era bagnato. Ho indossato la sola giacca e, quando per qualche minuto il temporale è cessato, sono scesa di nuovo, cercando di attirare l’attenzione delle auto che passavano per poter ricevere un aiuto. Ad un tratto si è fermato un furgone e due persone sono scese e sono venute verso di me. Gli ho spiegato che la mia auto era in panne e proprio non sapevo come tornare a casa. Erano due bei maschi, apparentemente sulla quarantina. Quello che sembrava il più anziano, ha detto di chiamarsi Lucio, mentre quello un po’ più giovane si è presentato come Michele. Hanno accertato che non vi era nessuna possibilità di riavviare il motore, quindi abbiamo accostato l’auto in uno spazio fuori dalla carreggiata e mi hanno invitato a salire con loro sul furgone, onde raggiungere la più vicina officina meccanica. Appena salita bordo, mi sono trovata seduta fra loro due. Dentro di me, avevo ancora tutta l’eccitazione provata durante la riunione e, vedendo questi due uomini che subito hanno preso a scrutarmi, ho deciso che potevo anche trarre qualche beneficio da questa disavventura. Ho preso ad accavallare le gambe, mentre i miei seni ballonzavano liberi da costrizioni e seguiti, nel loro agitarsi, con la coda dell'occhio dei due uomini. Seduta in mezzo a loro, non avevo bisogno di voltare la testa per capire quello che essi stavano guardando, né di allungare le mani: nei loro calzoni, qualcosa si stava attivando, diventando duro, sempre più duro. Ad un tratto, ho scavallato le gambe ed allargato un po' le cosce. La gonna, già di per sé corta, è salita vertiginosamente verso l'inguine a seguito di una buca sul fondo stradale, che ci ha fatto sobbalzare. Poi il veicolo è stato costretto a fermarsi perché il traffico era completamente bloccato. Me li sono ritrovati addosso, con due bocche avide che mi baciavano tra spalle e capelli, e quattro mani che esploravano sotto le mutandine, fica, cosce e zinne.
«Calma ragazzi! Questo non è il posto adatto per divertirci con calma e per bene. Fatemi chiamare l’officina e poi andremo a casa mia, perché voglio che mi sfondiate tutti i buchi, ma al riparo da sguardi indiscreti.»
Circa una ventina di minuti dopo, siamo giunti a casa mia. Durante il resto del tragitto, le loro mani hanno continuato ad esplorare il mio corpo. Le dita hanno indugiato a lungo fra le pieghe della mia fica, che si è rivelata essere un vero lago. Entrati in casa, ci siamo rapidamente spogliati e subito Michele si è disteso a terra ed io, con la sorca più che irrorata, sono scesa a smorzacandela sul suo cazzo, mentre spompinavo l'altro, centimetro dopo centimetro, facendolo arrivare alle tonsille. Entrambi ne hanno gioito.
«Accidenti! Questa vacca ha davvero la fica in fiamme!», cui l'altro ha aggiunto:
«Dovresti sentire la bocca! Mi sta ingoiando il cazzo fino in fondo!»
Sentirmi sfondata dal basso e chiavata in bocca dall’alto, mi ha provocato un fortissimo orgasmo. Ormai in pieno delirio di godimento, mi giro verso Lucio e lo imploro di farmi godere ancor di più.
«Presto, ficcami qualcosa nelle chiappe! Un cazzo! Si, voglio il tuo cazzo! Dai piantamelo nel culo!»
Lui mi fa distendere sopra Michele e, dopo essersi posizionato dietro di me, mi spinge dentro tutto il suo cazzo, con un affondo ben deciso.
«Cazzo, che meraviglia! Questa vacca ha il culo così aperto che per un attimo ho creduto di essere entrato nella fica. Dai, facciamola godere! Una vacca così deve essere montata fino allo sfinimento.»
Mi sbattono all’unisono. Godo e urlo il mio piacere, mentre essi continuano a pomparmi con un ritmo molto sostenuto. Si scambiano anche di posto e mi ritrovo il cazzo di Lucio, che è più grosso di quello di Michele, dentro la fica che viene sottoposta ad una maggiore dilatazione. Michele invece mi pompa il culo, sempre più in fretta. Urlo un ennesimo orgasmo, per poi sentire che Michele mi sta letteralmente riempiendo il culo.
«Troia stupenda! Senti come ti sto riempiendo il culo?»
Un’ondata di calore, mi riempie l’intestino, mentre Lucio, da sotto, adesso mi scopa con più forza. Michele si sfila da me e, in piedi, mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca.
«Succhiacazzi! Prendilo tutto in bocca, perché voglio ancora godere con una troia come te.»
Allungo le mani e la bocca verso la nerchia grondante e, senza ritegno, ne slinguo avida lo sperma. Il mio seno sobbalza su e giù ad ogni affondo di Lucio che, quando vede il cazzo del suo amico tornato bello duro, si sfila da sotto e, mentre l’altro mi sdraia a cosce all’aria e mi penetra di nuovo con forza, lui me lo fa succhiare ancora un po’. Godo e urlo quando raggiungo un altro orgasmo, poi cambiamo di nuovo posizione. Ora sono impalata sul cazzo di Michele e Lucio afferra i miei seni, li stringe con forza fra le mani, facendomi ancora godere, poi lascia i seni e appoggia una mano sulla mia testa, mentre con l’altra impugna con forza il suo cazzo e se lo mena velocemente davanti alla mia bocca.
«Troia, apri la bocca! Apri questa fogna di bocca, perché adesso te la voglio riempire di sborra!»
Un attimo dopo, una serie di schizzi incontrollabili cominciano a colpire il mio viso. Alcuni vanno in bocca, altri sulle guance, altri ancora sul collo, sui seni, mentre anche Michele mi scarica nella fica un’ennesima sborrata.
«Cazzo, che maiala! Guarda come la stai coprendo di sborra! Adesso completo l’opera: le sborro anch’io nella fica!»
Mi pompa ancora velocemente e poi mi scarica dentro altra sborra. Ho appena finito di leccare il cazzo di Lucio che Michele mi presenta anche il suo da pulire fino all’ultima goccia. Alla fine i due, soddisfatti, mi salutano lasciandomi un loro recapito telefonico. Resto seduta, sfinita, con la testa appoggiata al divano e senza rendermene conto mi assopisco. Sono destata dalle parole di mio marito.
«Sapevo che eri una troia, ma vederti così, coperta di sborra, mi fa pensare che ti sei scopata un plotone di soldati!»
Lo guardo stupita con un certo terrore per essermi fatta sorprendere in quello stato, ma subito mi rendo conto che lui non è affatto arrabbiato e, anzi, un attimo dopo mi trovo in bocca il suo cazzo.
«Succhialo e ingoialo tutto, maiala!»
Me lo tiene piantato in gola, mentre mi blocca il capo e mi scopa in bocca. Non resiste molto e improvvisamente mi riempie la gola del suo piacere.
«Ingoialo tutto, troia! Succhia fino all’ultima goccia! Perché da oggi in poi, si cambia: da oggi, andremo a scopare insieme, perché mi fa impazzire l’idea di vederti come ti ho vista oggi: magnificamente coperta di sborra!»
Sento un fremito scorrere lungo tutto il mio corpo al solo pensiero di poter scopare con altri maschi sotto gli occhi di mio marito e, dentro di me, benedico il fatto che la mia auto abbia avuto quel guasto.
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Come diventammo lei troia ed io cuck
Questa breve serie di racconti sono solo fatti accaduti veramente e storie vissute da noi e che ancora viviamo quando possiamo e dove la sola fantasia è relegata ai nomi dei protagonisti ed ai luoghi. Ripeto scriviamo solo di fatti accaduti e che oggi, visto il nostro stato di complicità, entrambi scriviamo e rendiamo pubblici, chi avrà la pazienza e l'interesse di leggere avrà anche un filo logico da seguire.
Tutto inizia circa 21 anni fa lei mia moglie Lucrezia (oggi 52 anni) gran bella donna, alta, mora, formosa 4 di seno, belle gambe, a cui piace (come tante altre) essere guardata e a volte provocare, ma sempre nei giusti canoni, in pubblico irreprensibile ma molto vogliosa e instancabile vacca da monta a letto ed in privato.
Le nostre storie di sesso scaturiscono per caso e mai mi sarei immaginatoda lei una cosa simile che poi mi coinvolgeva anche a me.
Io ero a fare un corso di marketing di aggiornamento per la mia azienda a Roma assieme ad altri colleghi e dopo 15 giorni ritorno nella mia Puglia a casa mia, all'epoca eravamo sposati da 3 anni e mai avevamo parlato di queste cose e neanche lei mai mi aveva fatto cenno di qualche sua voglia segreta.Quando ritorno, com'è ovvio avendo entrambi dell'arretrato sia io che lei non vedevamo l'ora di scopare alla grande. Quando iniziammo a toccarci e pomiciare e l'atmosfera si era riscaldata a dovere, confesso a mia moglie solo per rendere più infuocata l'atmosfera (ma ripeto in maniera innocente non immaginavo minimamente dove si andava a parare), di avere avuto nella notte un sogno erotico che la riguardava, ma non volevo raccontarlo perchè temevo di suscitare in lei irritazione, invece con insistenza volle che la rendessi partecipe di tutto. Raccontai che avevo sognato che il mio collega Massimo (un abruzzese alto e palestrato, un po trasandato con barba incolta ma devo dedurre molto intraprendente con le donne visto l'alto numero di telefonate che riceveva) che tra l'altro, mia moglie aveva conosciuto l'anno prima durante una cena di tutto l'apparato aziendale a Roma, scopava con lei a casa nostra. Infatti raccontavo che nel sogno io arrivavo a casa e trovavo mia moglie sul divano di casa, vestita da troia con dei leggins bianchi che lei aveva, tacchi alti senza reggiseno con Massimo accanto a lei nudo con il cazzone in tiro nelle mani di Lucrezia, che lo menava mentre si baciavano in bocca. Ho detto a mia moglie anche che veramente avevo visto Massimo nudo durante una doccia negli spogliatoi dopo una partita di calcetto che avevamo fatto una sera durante il meeting e gli confessai che avevo notato che aveva un gran cazzone grosso e lungo già a riposo.
Quando raccontai questo sogno, mia moglie forse perchè moriva dalla voglia di scopare, ebbe una reazione che mai mi sarei aspettato visto che fino a quella fatidica data mai mi aveva confessato di voglie nascoste e appariva irreprensibile su questi argomenti, anzi compiaciuta e con una carica erotica di eccitazione mi disse:"Massimo è bonazzo me lo farei subito ed ora che so che è pure superdotato mi hai fatto venire ancora più voglia di scoparmelo, anche se non lo farò". Io ebbi un sussulto di gelosia mista ad eccitazione nel sentire quelle parole dette da mia moglie e pensai a quanto era troia dentro ed ebbi il dubbio che già forse mi aveva reso cornuto con qualcuno.( Infatti lo aveva già fatto come racconterò in seguito e poi lo ha rifatto e ve lo racconteremo pure)
Quel giorno facemmo sesso a più non posso, lei venne più volte, era eccitata più che mai, forse immaginando Massimo che la scopava con il suo cazzone o, forse perchè 15 giorni di astinenza erano troppi per lei, devo confessare che anche io mi sentivo fortemente eccitato nell'immaginare mia moglie così vogliosa di farsi sbattere da un altro (era una situazione nuova per me che mai avevo preso in considerazione).
Nei giorni seguenti, a bocce ferme, per provocarla un pò e soprattutto per capire meglio io cosa eravamo e se quella situazione era dettata dal momento o da qualcosa di più profondo ripresi il discorso chiedendogli, se veramente aveva voglia di farsi scopare da altri uomini. Lei mi risponde che, se le condizioni lo permettevano cioè se erano uomini che gli piacevano, affidabili,sicuri, puliti, non volgari, riservati e soprattutto non dovevano essere dei nostri luoghi,la cosa non le sarebbe dispiaciuta, anzi la cosa gli avrebbe fatto piacere provare nuovi uccelli e godere da altri uomini. "La cosa ti confesso che mi intriga molto e mi ecciterebbe tanto, ma tu me lo dovresti consentire e lo devi sapere, altrimenti non se ne fa niente" fu la sua risposta non sapendo che già l'aveva fatto. Al nome di Massimo mi dice" che se non era un tuo collega, me lo farei volentieri ma siccome è una persona a te vicina non lo farò" devono essere solo persone fuori dal nostro ambito, nessuno dico nessuno dovrà mai sapere le mie porcate".
Nei giorni seguenti quando facevamo sesso a volte la provocavo e lei ormai aveva gettato la maschera e non nascondeva più la sua eccitazione nel voler fare del sesso con altri uomini, anzi mi diceva anche che un giorno gli sarebbe piaciuto anche farlo con due uomini ma uno dovevo essere io.
Iniziammo così una ricerca sui tanti siti appositi di incontri, alla ricerca di quello che faceva al caso suo, mettendosi in mostra in cam e soprattutto vedendo anche chi stava dall'altra parte in tutte le sue peculiarità se faceva al caso suo.
Dopo varie ricerche e tantissimi no (è veramente molto selettiva) tra quelli che si potevano incontrare anche per vie delle nostre esigenze logistiche e di spostamento (non ospitiamo), le sue prime preferenze caddero su due uomini in particolare. Il primo Maurizio suo coetaneo, gli piacque subito al primo impatto, un bell'uomo di Bari single,lei diceva che aveva un bellissimo sorriso, anche lui molto riservato e selettivo, con una mazza grossa e lunga (23 cm) che metteva bene in mostra (sinceramente quando io vidi quel gran cazzo in cam provai una certa invidia, io un normale 17 cm) e che mia moglie ormai disinibita al massimo fece sborrare in cam un paio di volte e che gli fece dire "questo non mi deve scappare"; il secondo Roberto, sposato ma diceva senza problemi ad incontrare, un abruzzese di Teramo, un bull gran porcone anche nelle sembianze estetiche che eccitò molto Lucrezia proprio per questo,anche lui serio ed affidabile con un cazzo di 20 cm ben proporzionato con due grosse palle, anche lui fatto sborrare in cam più volte.
Con il barese andò così: l'incontro conoscitivo fu in un bar della nostra città, in cui Maurizio le fa tantissimi complimenti per la sua bellezza e le promette che la monterà a dovere e la farà divertire di goduria, lei arriva addirittura a dirmi "di uno così potevo anche innamorarmi", si mettono d'accordo per un sabato pomeriggio a casa di lui. Lei mi dice che io in questo incontro la devo solo accompagnare, ma devo rimanere in macchina ad aspettare, non vuole che io assista alle loro performances anche perchè non sa la mia reazione a vederla con un altro anche se io ormai ero convinto a farla scopare ed anche perchè, lei con me vicino possibilmente non sarebbe stata libera di sfogare la sua porcaggine e comunque da sempre non vuole che io assista alle sue scopate.
Io ero si eccitato ma anche geloso ma pensavo che se ora non consentivo le sue voglie, con il passare del tempo mi avrebbe reso cornuto a mia insaputa (l'ha fatto lo stesso e dopo 3 anni mi ha raccontato tutto, leggerete il suo racconto in seguito). Quel sabato lei si veste da vera zoccola come gli aveva detto lui al telefono, pantaloni in pelle attillatissimi che non lasciavano spazio all'immaginazione, stivali tacco 12, autoreggenti, perizoma, reggiseno a balconcino con un corpetto stretto che faceva intravedere l'enorme seno, truccata da troia e unghie lunghe laccate bianco. Arriviamo a Bari alle 15 circa, lei è eccitatissima e si vedeva bene, lui ci viene a prendere dove concordato e arrivati a casa sua, quando mia moglie scende per avviarsi presso l'abitazione lui gli fa i complimenti " sei fantastica sembri più troia e più bona di Jessica Rizzo non vedo l'ora di pomparti" a me rassicurandomi che era in buone mani. Dalle 15,10 fino alle 19,00 mi tormento in macchina girando per la città e pensando a mia moglie che per la prima volta si stava scatenando su un altro cazzo anche perchè conoscevo bene la sua porcaggine a letto. Verso le 17,00 mi manda un sms "qui tutto ok va alla grande, break e ripartiamo di brutto Maurizio è un grande, ci vediamo più tardi amore" Alle 19,00 mi chiama e mi dice di andare a prenderla, quando arrivo era già rivestita e tirata come quando l'avevo lasciata, aveva lo spacco della fica enormemente gonfio segno dell'eccitazione che ancora l'avvolgeva, le chiedo come era andata e lei si limita ad un "bene valeva veramente la pena venire fino qui" lui invece mi dice " hai una donna che a letto è il sogno di tutti gli uomini, vale veramente la pena scopare con lei, non gli basta mai, guardagli lo spacco della fica come è gonfio ha una ficona spero di riscoparla ancora" e lei di rimando "credo proprio di si con quel ben di Dio che ti ritrovi in mezzo alle gambe", ci salutammo, loro si baciarono in bocca e andammo via.
A casa la sera me la scopai e lei infoiata come non mai mi racconta tutto nei dettagli, mi dice che lui inizia a baciarla di lingua prima in bocca e poi dappertutto fino alla fica fino a farla venire nella bocca di lui e che poi l'ha penetrata in tutte le posizioni, facendola sborrare non sa nemmeno lei quante volte, che lui lecca divinamente e che soprattutto ha un cazzo da sballo, grosso, duro come il marmo, nodoso e che viene dopo parecchio e che lei mai si sarebbe immaginata di essere così troia con un estraneo, al punto di farsi incitare, insultare da lui mentre lei da sotto gli leccava le palle e il buco del culo, mi disse che lui gli ha sborrato in bocca sul viso e sulle tette. Mi chiese di farla tornare da lui 23 cm di nerchia così dura e vigorosa non voleva lasciarla, per lei le dimensioni contano eccome. Quella sera anche con me venne più volte.
Con Roberto l'abruzzese, invece l'incontro fu quando andammo in vacanza a S.Benedetto del Tronto (devo dire scelta non casuale) lo avvertimmo e lo incontrammo in un bar dove lei concordò, anche qui espresse delle valutazioni che lasciavano presagire per lei un incontro infuocato e pieno di godimento in quanto gli sembrava un uomo veramente porco, sicuro di quello che voleva, ben messo fisicamente eccitante come uomo anche se non bello come Maurizio, un bull navigato, con un cazzo meno dotato di Maurizio ma sempre sostanzioso e soprattutto con due coglioni pieni da leccare tutto.
Accettammo l'invito per l'indomani mattina a casa sua e lei dopo la sveglia mattutina (probabilmente non riusciva più a dormire per l'eccitazione sapendo cosa l'aspettava), doccia e colazione in albergo, si preparò a dovere con un trucco pesante, olio idratante sulla pelle, decoltè tacco 12, mini gonna attillatissima che metteva in risalto il suo sedere e le sue lunghe gambe abbronzate, perizoma, capelli a coda e ci avviammo verso l'autostrada dove all'uscita del casello ci aspettava lui. Ci accompagnò al suo appartamento, era una seconda casa, di appoggio che lui diceva di usare per i suoi incontri clandestini con coppie e singole.
Lucrezia per questo incontro volle che io entrassi in casa ma dovevo prima rimanere in un altra stanza mentre lei si accoppiava con Roberto e poi forse mi avrebbe fatto partecipare. Lui era molto intraprendente e si vedeva che aveva parecchia esperienza in questi incontri, infatti, dopo averci offerto uno spumantino ghiacciato, non facendosi minimamente scrupolo della mia presenza si avvicina a Sonia e poggiando la sua mano sul sedere di mia moglie baciandola sul collo le prende la mano e gli fa tastare il pacco dicendole "lo senti come è già duro non resisto più ti farò gridare di piacere come tuo marito non ti ha mai fatto godere" Lei ebbe un sussulto di piacere a tastare il membro già in erezione ma disse di aspettare che finisse di fumare soffiandogli il fumo in viso in segno di sfida.
Andarono nella camera da letto chiusero la porta a chiave e mi dissero che se lo chiedevano loro in seguito mi avrebbero chiamato. Io mi misi dietro la porta ad origliare e dopo un poco in cui sentivo i loro baci e la loro eccitazione salire dalle parole che si dicevano, mia moglie iniziò con sospiri di piacere mentre lui la sbatteva, sentivo i colpi poderosi contro le sue natiche, insultandola e schiaffeggiandola. Lei lo pregava di non fermarsi che godeva "continua porco non ti fermare, puoi fare l'attore porno", era veramente un fiume in piena e lui ribatteva " il cornuto ti scopa così?" e lei "no magari, gli dovresti fare un po di scuola di sesso tu sei molto meglio infatti le corna gli fanno bene e continuerò a farli sempre" lei davanti a lui mi umiliava con tante parole. Dopo circa 40 minuti , mi chiamano e mi fanno entrare e trovo lei con il cazzo di lui in bocca che lo slinguava con voracità e dolcezza e poi lo baciava in bocca il suo amante facendogli sentire il sapore del suo cazzo stesso. Prima mi fanno guardare per la prima ed unica volta le loro acrobazie erotiche e quando mi fanno partecipare e ci scopiamo in due Lucrezia, lei gode da matti dicendo che è bellissimo avere due buchi pieni ed anche li constatai la grande zoccola che era diventata mia moglie insieme al saper fare di Roberto, infatti lui non veniva mai (è durato quasi il doppio mio pur avendo scopato da prima mia moglie ), ha una copiosa sborrata, ha trombato senza ritegno mia moglie in tutte le posizioni e lei godeva come una cagna non curandosi minimamente della mia presenza gli leccava la fica assaporando gli umori di lei. Lucrezia a sua volta lo leccò davanti e dietro e mi offendeva con frasi da cornuto e dicendomi di prendere esempio da lui cornutone "sono questi gli uomini che voglio io a letto.
Roberto da allora non l'ha più incontrato per via della nostra distanza anche se ogni tanto si sentono e vedono in cam facendolo ancora sborrare, Maurizio invece l'ha incontrato ancora un po di volte e dopo la doppia che vi ho raccontato, ha avuto un altra avventura di doppia penetrazione addirittura con un uomo di colore che lei desiderava tanto e che sarà raccontata in un altro episodio .
Io non pensavo mai di dover diventare un cuck e lei mi dice che non avrebbe immaginato mai di diventare la troia che adesso dice di sentirsi anche a 46 anni. Tutto merito di un sogno che per sfortuna di Massimo per lui non si è avverato ma che per fortuna di altri (vedi Maurizio e Roberto invece si).
Per quanto mi riguarda ormai va bene così meglio cuck che cornuto inconsapevole (anche se per un periodo lo sono stato) perchè come dice adesso lei "ormai non si torna indietro perchè scopare e non temere di essere scoperti dal proprio marito è la cosa più bella, anzi condividerla con lui è come scopare, due volte". Però da quella volta non mi ha mai fatto più assistere e partecipare alle sue monte con i suoi bull, mi dice che non si disinibisce a dovere. A me tocca segarmi.
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gattavogliosa69,
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Godo fra i maschi.
Mi chiamo Simonetta, ho 36 anni, e sono single. Amo troppo la mia libertà per legarmi ad un solo uomo e, soprattutto, vivo momenti della mia vita in cui mi sento talmente troia, che non potrei, in qualche modo, giustificare questo mio comportamento con un maschio che vive costantemente al mio fianco.
Adoro troppo la mia libertà, il mio aspetto fisico. Sono alta un metro e 70 ed ho capelli chiari, occhi azzurri ed una bocca larga e carnosa, un bel culo a mandolino sorretto da belle cosce lunghe e affusolate. Ho una splendida quarta di seno che amo mostrare con orgoglio.
La cosa che mi eccita in modo particolare è quando, d’estate, vado in qualche spiaggia e posso sfoggiare la procacia dei miei seni nudi con una certa impudenza. Quella mia parte anatomica ha sempre attirato ed eccitato gli uomini, come pure i miei fianchi tondi e la pancia piatta, che si evidenziano facilmente rispetto ai corpi di tante altre ragazze.
Adoro passeggiare sulla spiaggia mezza nuda, con addosso solo uno di quei minuscoli perizoma, fatti di un semplice triangolino di stoffa che, a mala pena, riescono a coprirmi il sesso.
Mi sento troia e questo mi fa impazzire molto, soprattutto quando cammino tranquillamente tra la gente, lanciando, di tanto in tanto, un’occhiata concupiscente agli uomini sdraiati sulla sabbia, che offrono il loro corpo al sole, oltreché alla vista.
Alcuni di essi hanno slip che nascondono interessanti promesse. La visione di quelle protuberanze consistenti, a malapena contenute in uno stretto slippino, mi stimolano la libido ai massimi livelli.
Provo una sensazione bellissima quando, accanto a me, noto un uomo vigoroso, sdraiato al sole, con il sesso voluminoso abbandonato sul ventre come un serpente, drizzarsi e poi venire ad offrirsi alla mia bocca. Ovviamente tutte quelle stimolazioni mi provocano l'irrigidimento dei capezzoli, che appaiono come chiodi, e, nello stesso tempo, avverto un'abbondante umidità fra le cosce. Mi piace molto sentire gli sguardi degli altri fissi su di me, anche se la gente, in particolare le donne, mi guardano con sussiego, perché il mio aspetto esprime chiaramente il mio bisogno di apparir sfacciata. Circa tre anni fa, ero distesa su una spiaggia nudista in Corsica, in fondo alla baia, in un posto un po’ più defilato, circondato da grossi massi che lo rendevano poco visibile alla maggior parte delle persone presenti in spiaggia. Mentre procedevo a spalmarmi la crema protettiva, mi sono accorta che il bordo del perizoma si era infilato nella fessura rasata e da esso facevano capolino le labbra della mia vagina, già abbondantemente fradicia. Di colpo mi son trovata circondata dai maschi che, precedentemente, avevo notato e che ora, vedendomi praticamente nuda, si sono avvicinati mostrandomi i loro sessi già belli duri e pronti. Alcuni si sono distesi in cerchio intorno a me, mentre altri hanno cominciato ad allungare le mani sul mio corpo. Sentivo i loro commenti di ammirazione e questo mi stava veramente facendo illanguidire: sentivo la mia micetta pulsare, come il battito di un cuore. Ero circondata da uomini con fisici scolpiti e protuberanze tra le più svariate. Vi erano di quelli splendidi, muscolosi e possenti, mentre altri avevano un fisico decisamente meno accattivante, anche se la cosa che più mi interessava era la loro dotazione.
In quel preciso momento, intorno a me vi erano circa una dozzina di splendide verghe una più bella dell’altra. Un po’ intimidita, ho cercato di venir fuori da quel cerchio conturbante di maschi, che ora desideravano il mio corpo.
Alcune mani più vogliose hanno afferrato i miei fianchi e poi i miei seni, ed hanno cominciato ad accarezzarmi il ventre. Delle dita si spingevano fino alla vulva. Qualcuno aveva anche trovato il mio bottoncino e, un istante dopo, si è trovato fra le mani anche la mia fica completamente bagnata.
In preda al piacere, ho risposto con immenso trasporto ad un bacio carico di passione, che uno di loro mi ha dato sulle labbra. Mentre ero intenta a godermi questo bacio, un sesso grosso e poderoso, ha trovato un percorso abbastanza lubrificato e mi è entrato in vagina.
Era un grosso arnese che ha cominciato a spingersi dentro di me e che, trovando la mia vagina così allagata, non ha trovato ostacoli ad esser accolto al suo interno, non senza lasciarmi piacevolmente sorpresa, perché, al contrario, avevo temuto che quella dimensione potesse presentarsi alquanto dolorosa. Sentivo i grossi coglioni sbattere sulle labbra della vagina; l’uomo che mi scopava si è sdraiato sulla sabbia, mentre altre mani hanno sostenuto ed accompagnato il mio corpo sul suo. Sdraiata su quello sconosciuto, ho sentito una leggera pressione fra le chiappe e una verga possente, come quella che già avevo in figa, cercava di penetrare nel buchetto posteriore. Dopo averlo ripetutamente lubrificato con la saliva, finalmente quella grossa verga ha trovato modo di penetrare, ha forzato l’apertura anale ed è entrato lentamente, ma con decisione, fino in fondo, nelle mie viscere. Dopo qualche istante di immobilità, durante il quale ho avuto modo di abituarmi alla loro presenza, i due uccelli hanno preso il ritmo regolare: uno mi scopava e l'altro mi inculava. Da quel momento in poi, sono stata travolta da una serie di orgasmi che si succedevano senza soluzione di continuità dentro di me. Mi sentivo riempita al massimo, avvertivo la spinta energica dei loro uccelli sempre più in profondità dentro di me, ed il piacere aumentava ancor più stimolato dal continuo turpiloquio di cui ero la destinataria indiscussa.
«Sei una vacca! Sei una puttana! Sei una troia! Una zoccola sfondata in ogni buco!»
Ero in estasi: sentivo il mio corpo scosso da un piacere inarrestabile, mentre ero trasportata in un limbo di piacere assoluto. Ho continuato a godere, facendomi scopare ed inculare da quei due tori meravigliosi. Ed ho goduto ancora, quando ho sentito il loro liquido caldo riempire i miei buchi, mentre le mie labbra erano cosparse del seme di altri maschi, che si masturbavano dopo avermi offerto i loro cazzi da succhiare. Mi hanno preso uno dopo l’altro, ciascuno almeno una volta e anche contemporaneamente, in culo e in fica. Hanno cercato di mettermi due cazzi insieme nella fica, ma quei membri erano così grossi che non ci sono riusciti. Infine, sdraiata, mi hanno letteralmente ricoperta di sperma. Ne avevo nei capelli, sulla faccia ed una gran quantità l'ho ingerita. Dopo questo genere di avventure, quasi sempre mi vergogno un po’ ad essere una troia perversa, e questo finché non affiora di nuovo il desiderio di sentire il mio corpo scosso da potenti brividi di piacere. Insomma amo sentirmi troia in mezzo a maschi che mi trattano esattamente come piace a me: da vera puttana!
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baxi18, 55
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Avventura in belgio parte 2
I nomi sono di fantasia, la storia è vera, e sarò molto sintetico.
Il rapporto con Tina a Mario continuava, ogni volta che andavo in Belgio per lavoro ci vedevamo, a Tina piaceva scopare con me e Mario, anche se Mario interveniva poco, scattava foto, con visi anche ripresi e Tina si eccitava, a Tina piaceva prendere 2 cazzi insieme e se Mario non interveniva usavamo un vibratore.
Un weekend andai a trovarli, avevano una festa con amici nel pomeriggio e ci divertimmo con circa una 10 di persone coppie e no.
Finita la festa naturalmente io dovevo rimanere e dormire con loro, alla porta Tina salutando gli amici si intrattenne con una ragazza giovane, piccola vestita di nero, ben fatta, tatuata, io durante la festa l’avevo notata poco, partecipava ma era sempre molto silenziosa.
Tina e Jennel tornarono in soggiorno mentre io e Mario sistemavamo le stanze.
Finito di sistemare io e Mario ci prendemmo un calice di vino (di vino e liquori ne avevamo consumati a fiumi) ci sedemmo in soggiorno e iniziammo a conversare. Dopo un po vennero con noi anche Tina e Jennel sempre bevendo alcolici, mi dissero che Jennel faceva parte di un complesso Rock locale non cantava e non suonava, gestiva gli audio, gli feci i complimenti e gli dissi di mettere su della buona musica cosa che fece. Noi parlavamo e le ragazze si misero a ballare scalze, prima normalmente, poi sempre più sexy, poi si tolsero le magliette e reggiseno e iniziarono ad accarezzarsi, io smisi di parlare e le guardai, con Mario iniziammo a fare il tifo. Pensavo che si fermassero lì, Tina si tolse anche le mutande e Jennel continuò a ballare, adesso si baciavano con più ardore e io ero eccitatissimo, io e Mario ci togliemmo la maglietta, e Mario andò a prendere da bere, Tina si avvicino a me e mise le tette sulla mia faccia, io naturalmente partecipavo, dopo poco vidi che Jennel si muoveva verso Mario, che intanto si era seduto, bevve un bicchiere di vino, si inginocchiò, prese il cazzo di Mario e iniziò a sbocchinarlo, io presi Tina la adagiai a terra, le apri le gambe e iniziai a leccargli la figa, dopo un po vidi che Mario si alzava, vidi l’ombra di Jennel che si infilava sotto di me, io leccavo la figa di Tina, Jennel prese il mio cazzo e se lo mise in bocca, aveva una bocca piccola, calda, la lingua si muoveva veloce, se lo mise tutto in bocca, e lavorava quasi a farmi venire subito, io smisi con Tina, presi la testa di Jennel e la baciai in bocca, non la conoscevo, non sapevo neanche il suo nome e si era avvicinata a me sbocchinandomi, la baciai appezzò ma era sempre silenziosa anche perchè aveva bevuto molto.
Mario si alzò e disse di andare tutti in camera da letto, cosa che facemmo, seguiti anche da bottiglie di vino e liquore, questo non mancava mai. Avevo capito che tra loro c’era già complicità lo avevano già fatto altre volte
Con Tina ormai io avevo un rapporto speciale, avevamo scopato diverse volte, solo con me e Mario, anche se Mario interveniva poco, scattava sempre fotografie a noi due, anche con il viso, e interveniva raramente, solo quando Tina voleva due cazzi, a volte per ovviare usavamo anche dei vibratori, a Tina piaceva, cazzi, vibratori, e farsi foto in tutte le posizioni e quando venivamo voleva le foto con lo sperma in bocca, avevamo centinaia di foto, anche con il mio volto e le divideva con certi amici.
Con Tina usavo un metodo di dolcezza e calma, carezze, baci e penetrazioni, poi quando lei si arrabbiava e mi sputava in faccia dicendomi le peggio cose io dovevo diventare violento, prenderla per i capelli, trascinarla per il letto, legarla con le cinghie, picchiarla, inculandola di forza, naturalmente Mario interveniva a parole, incitandomi a farle del male, dopo un po diventavo ancora dolce, la accarezzavo, la baciavo e la penetravo con dolcezza. Con Jennel cercavo di usare lo stesso metodo, ma vedevo che lei era nel letto, gambe aperte, ogni tanto la penetrava Mario, poi io poi Mario e a lei piaceva cosi, quando Mario la penetrava io le mettevo il cazzo in gola e lei succhiava tutto, poi ogni tanto si alzava, beveva, leccava la figa a Tina, si faceva leccare da me da Mario e da Tina.
Mario era già venuto, forse su Jennel io continuai ancora per un po, poi quando stavo venendo, Tina chiamò Jennel si mise dietro Tina, io sborrai in bocca a Tina con Jennel che cercava di limonare Tina, Mario guardava era sfinito. Prima di andare a letto feci la doccia con Jennel, non stava in piedi e la lavai io.
Sono stato molto sintetico e ho tralasciato tantissime cose.
Ci divertimmo
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2 years ago
willywin,
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Il culo di adele per il mio migliore amico.
Mi chiamo Piero, ho 47 anni e sono sposato da 26 anni con Adele, che ha la mia stessa età. Siamo una bella coppia, di bell’aspetto. Io sono alto, bel fisico, occhi marroni, capelli scuri e, sessualmente parlando, ho anche una discreta dotazione. Adele è una di quelle mogli esemplari, con una squisita educazione, molto carina ed educata, con un viso da ragazza ingenua, ma che denota una certa malizia. Ha occhi grandi e allungati, di colore verde, labbra attraenti e un corpo fatto per il sesso. Ha una vita molto stretta, che esalta i fianchi larghi e un sedere che fa impazzire chiunque, soprattutto per il modo in cui si muove. Porta sempre i tacchi alti e sa muoversi con quell'aria che la rende attraente solo a guardarla. In tutti questi anni di matrimonio, ha sempre messo in conto l’idea di ritrovarmi cornuto, così ho deciso di correre ai ripari. Da tempo io e lei amiamo frequentare amici per trascorrere serate diverse: non parlo solamente di una cena al ristorante o di un drink al bar, bensì di scopate fatte da mia moglie con singoli, mentre io mi masturbo. Adoro veder la mia donna mentre è sbattuta su un letto o su un divano, addirittura, una volta, anche dentro la cabina di un tir, provando anche quel tipo di esperienza. Abbiamo raggiunto questa splendida intesa, dopo lunghi dialoghi, durante i quali io mi sono aperto con lei e le ho esternato sia le mie paure, che i miei desideri. Lei ha riflettuto a lungo e, all’inizio, era molto titubante sull'esito positivo della cosa, ma, col tempo, abbiamo raggiunto un’intesa perfetta. Sono sempre io a scegliere la persona con cui lei può accompagnarsi, mentre lei sceglie la location e, soprattutto, sceglie anche come e quando deve avvenire. Una delle ultime volte che è successo, è stato quando Adele ha incontrato il mio amico Daniele. Io e lui ci si conoscevamo da una vita. Lo considero sicuramente uno dei miei migliori amici, sicuramente uno dei più fidati. Purtroppo, per lavoro, vive in una città abbastanza distante da noi. Quando l’ho chiamato, ho parlato a lungo con lui e gli ho confessato delle nostre divagazioni e, visto che non è fidanzato, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto partecipare a qualcuna di queste occasioni, poiché si ricordava bene che bella donna fosse Adele ed il suo meraviglioso culo. Così ci siamo dati appuntamento in una città, a metà strada tra la sua e la nostra, dove avevamo prenotato una stanza per la notte per tutti e tre. In questa maniera avremmo potuto spassarcela tutta la sera e, dopo una buona cena, risposarci per partire il giorno seguente e ritornare a casa. Quella sera Adele aveva indossato un paio di leggings stretti di colore bianco, che lasciavano intravedere il suo intimo, mentre sopra aveva una camicetta leggera con un motivo floreale, sbottonata sul suo splendido seno (una 4ª abbondante). Io e Daniele, invece, indossavamo semplicemente un paio di jeans ed una camicia. Dopo i saluti e quant'altro, ci siamo recati nel locale che aveva riservato proprio Adele, perché, come ho già detto, a lei piace scegliere la località degli incontri, visto che io mi ero occupato del maschio che l’avrebbe scopata sotto i miei occhi. Durante la cena, Daniele è rimasto affascinato da Adele. Se la ricordava bella, ma non così affascinante e sexy: era particolarmente attratto dal suo splendido culetto.
Al momento del caffè, Adele si è alzata per andare in bagno ed allora Daniele ha colto l'occasione per farmi due domande:
«Senti Piero, non vorrei apparire troppo invadente, ma alla tua donna posso far di tutto?»
«Certo, altrimenti che divertimento sarebbe? È proprio questo il bello del gioco, durante il quale ognuno di noi da fondo alle proprie fantasie.»
«Va bene, questo l’ho capito, ma posso anche scegliere di scoparla là dietro? Ha un culo da paura, la tua donna!»
L’ho guardato felice della sua affermazione.
«Mi fa piacere sentire apprezzamenti sul suo culo! Non puoi immaginare quante volte l’ho presa a sculacciate lì, mentre me la scopavo!»
«Quindi lo prendo per un sì! Cambiamo discorso che sta arrivando!»
«Certo, ma sta tranquillo! A lei piace godere anche in quel modo.»
Una volta usciti dal locale, abbiamo fatto una passeggiata e poi ci siamo avviati a piedi verso il residence scelto da Adele. Non era niente di che, ma perfetto per trascorrere una nottata di divertimento e far riposare i nostri corpi spossati dalle fatiche erotiche. Una volta prese le chiavi e arrivati in camera, ci siamo accomodati nella stanza ed io ho individuato subito una poltroncina da utilizzare come postazione ideale per godermi la performance di Adele. Daniele, intanto, dopo essersi tolto le scarpe, si è sistemato sdraiato sul letto. L’ho osservato soddisfatto, perché ricordavo che fosse ben dotato e, nel vedere quel suo grosso bozzo, ben evidente e pronto a sfasciare il culo ad Adele, mi ha fatto subito eccitare.
Adele è uscita scalza dal bagno e, con la sua voce languida e sensuale, mi ha chiesto:
«Allora, vogliamo dar inizio ai nostri giochi, Piero?»
Ho guardato mia moglie con ammirazione ed ho risposto:
«Certo, tesoro; io mi metterò qui comodo ad ammirarti»
Poi lei si è girata verso di lui, si è passata la lingua sulle labbra, compiaciuta nel rimirare il notevole rigonfiamento che aspettava d'esser scoperto.
«Daniele, tu sei pronto?»
«Sì, Adele, viene pure qua, che ho proprio voglia di scoparti!»
Lei ha finto di esser meravigliata, ma era chiaro che stava già pregustando ciò che sarebbe successo a breve.
«Ah, sicché? Vai subito al sodo tu? Allora vediamo che cosa sei in grado di fare e se riuscirai a stupirmi!»
Quindi, si è portata in ginocchio sul letto e subito hanno preso a baciarsi, mentre lui ha iniziato a sbottonarle la camicetta.
Io, nello stesso momento, ho iniziato pian piano a sbottonarmi i jeans e calare leggermente gli slip, così da tenere a portata di mano cazzo e palle che già iniziavano a bollire. A quel punto, lui ha preso a baciarle i seni, dopo averle sfilato completamente il reggiseno e, nel mentre, anche lei è scesa con le mani sui suoi jeans, carezzandogli il cazzo che, oramai, si vedeva già gonfio dentro quelle mutande. Allora lei si è chinata su di lui ed iniziò a fargli un sontuoso pompino davanti ai miei occhi. Mi è subito sfuggito un apprezzamento nei suoi confronti.
«Brava, amore mio! Fa sentire al nostro amico quanto sei brava a succhiare il cazzo!»
Lei ha si è voltata un attimo verso di me ed ha sorriso, poi ha preso a leccare la cappella e l’asta in tiro e lui non ha potuto far a meno di gemere dal piacere.
A quel punto, Adele, se lo è preso in bocca, guardandolo dritto negli occhi per continuare a farlo eccitare. Nel sentire la sua bocca calda avviluppare la sua verga, lui ha preso a gemere ed a complimentarsi con lei.
«Che spettacolo! Ha una bocca che sembra un vulcano! La lingua poi è fantastica! Brava, continua a succhiare! Amico mio, tua moglie è una perfetta pompinara!»
Ho visto Daniele che era davvero preso da lei. Si lasciava ciucciare il cazzo beatamente. Io lo guardavo e già immaginavo quando l'avrebbe scopata, e, soprattutto quando quella verga fosse sprofondata nel culo di Adele, visto che era una cosa desiderata da entrambi. A quel punto, lui l’ha fatta fermare e mettere carponi con lo sguardo rivolto verso il muro, affinché io avessi la perfetta visione del suo culo. Le ha sfilato i leggings bianchi e poi ha iniziato a sculacciarla, prima su una chiappa e poi sull’altra, lasciandole dei bei segni rossi su entrambe le chiappe. Dopodiché, ha messo due dita nella fica, facendola godere allo spasimo. Lei ha gradito il gioco e lo incitava ancor più in quanto era molto bagnata ed eccitata.
«Sì, così! Muoviti più velocemente, dai, che vengo! Vengo!»
Quando ha raggiunto il massimo del piacere si è girata verso di me che le sorridevo soddisfatto. Dopo averla fatta godere con le mani, Daniele si è avvicinato a lei ed ha appoggiato la cappella fra le labbra della sua fica e, tenendola per i fianchi, con una spinta decisa è affondato tutto dentro di lei. Ho visto il corpo di Adele inarcarsi per reggere la forte spinta con cui lui l’ha penetrata. Dopo esser rimasto un attimo immobile, ha preso a stantuffarla sempre più velocemente.
«Che meraviglia! Che fica calda e bollente! Sei fantastica! Adesso ti sfondo tutta!»
Adele ha preso a godere in abbondanza. Lui le ha assestato una pacca sul culo, e poi le ha ordinato di masturbarsi. Lei in preda al raptus erotico, lo ha assecondato e ha portato la sua mano sotto di sé, così da titillarsi il bottoncino, giungendo subito ad un nuovo orgasmo.
«Bellissimo! Mi stai sfondando! Continua più forte! Spaccami tutta! E tu, cornuto, guardami! Guarda come il tuo amico sta facendo godere questa vacca di tua moglie! Sei un cornuto! Meravigliosamente cornuto! Ti amo da impazzire!»
Daniele la stava sbattendo come un forsennato. Le ha lasciato assaporare ancora questo orgasmo, poi si è allungato su di lei ed ha afferrato i suoi seni, per farla sollevare. Quindi si è ritrovata inginocchiata davanti a lui, che la sbatteva con più forza e, mentre impastava i suoi seni, la trattava da vera zoccola.
«Sei una troia, una puttana, una zoccola tutta sfondata! Per ora ti sfondo la fica per il piacere del mio amico che è un gran cornuto, poi ti rompo anche il culo!»
Adele ha preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Le ha fatto cambiare anche posizione e l'ha scopata tenendola sotto di lui, con le gambe alzate e anche stesa di lato. Vedevo quella grossa verga sfondare la fica di mia moglie e la gioia che mi prendeva mi lasciava estasiato. Lui le ha sussurrato qualcosa, lei si è girata verso di me e, all’unisono, mi hanno fatto il gesto delle corna, facendomi sborrare all’istante.
«Amore, sei un cornuto!»
È stato un momento di profonda libidine. Poi lui le ha fatto di nuovo cambiare posizione. L'ha fatta mettere a quattro zampe, facendo in modo che io avessi una completa visuale su quello che avrebbe fatto. Quindi Daniele le ha fatto colare della saliva sul buco del culo ed ha preso a puntarle la cappella sul buchetto.
Io, intanto, mi stavo masturbando il cazzo e, nonostante avessi da poco sborrato, ce l'avevo ancora molto duro. Sentivo che il piacere affiorava con irruenza. Poi, ho avvertito un brivido lungo la schiena non appena ho visto quel suo enorme cazzo penetrare nel culo di lei. Lui si è girato verso di me e mi ha chiesto di avvicinarmi.
«Gran cornuto! Vieni a vedere come sfondo il culo a questa vacca di tua moglie!»
Mi son avvicinato, mi son inginocchiato di lato a lui ed ho avuto la completa visione di ciò che stava facendo. Egli, però, non era ancora soddisfatto e mi ha rivolto una ulteriore richiesta.
«Così non va bene. Devi sdraiarti sotto di lei e leccarle la fica, mentre assisti a questa particolare operazione che sto eseguendo su tua moglie.»
Un attimo dopo era sdraiato sotto di lei che, immobile, accoglieva dentro il suo culo quel palo di carne umana. Era qualcosa di fantastico veder sfondare il culo di mia moglie, qualcosa che desideravo da tempo. Non che lei non me lo concedesse, ma vederla così squassata da quell'enorme verga, era ancor più eccitante di quando ero io stesso ad incularla. Dopo esser penetrato, ha iniziato a muoversi lentamente, limando sapientemente quel buco di culo. Lo faceva scorrere tutto fuori, per poi affondarlo di nuovo tutto dentro di lei. Lei sembrava un mantice dal troppo ansimare ed emetteva uggiolii quasi stesse soffrendo.
«Fa piano, ti prego! Sei enorme! Mi stai spaccando il culo! Piano, che me lo sfondi!»
Daniele non ha badato alle sue parole, ma ha continuato a scoparla con sempre più vigore, addirittura afferrandole i capelli e tirandola un po’ a sé.
«Zitta, troia! Ti sfondo il culo a mio piacimento! Te lo voglio ridurre ad una voragine! Sei una troia tutta da godere e sfondare! E tu, cornuto, stai osservando con attenzione a come le sto spaccando il culo?»
Ho risposto con un gemito, perché in realtà stavo leccando il torrente di umori che colava dalla fica di mia moglie. Stava veramente godendo nel sentirsi sfondare dal mio amico. Lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha preso a limare quel buco con colpi molto forti e ben assestati. Lei ha avuto un orgasmo ed io mi sono preso in bocca tutto il suo piacere, mentre ora lo incitava a scoparla più forte.
«Sei fantastico! Più forte! Daniele, scopami più forte! Dai, spaccami il culo! Fai vedere al mio adorabile cornuto, come si rompe il culo a quella vacca di sua moglie!»
Quale amante si sarebbe trattenuto dall'ignorare le suppliche che provenivano dalla donna che stava chiavando? E, quindi, anche lui ha preso a sbatterla con forza; le appioppava dei colpi così forti che il suo seno ne era scosso facendolo ballonzolare, ed io ero al massimo dell’eccitazione. Ho sollevato il bacino e il mio cazzo duro era proprio davanti alle labbra di Adele che, dopo aver urlato un altro orgasmo, ha spalancato la bocca e se l’è infilato tutto in gola. Anche Daniele era sul punto di venire e, ad un tratto, gliene ha infilato solo la metà nel culo: si era bloccato, immobile, perché glielo stava riempiendo di sborra.
«Eccomi, vacca! Sborro! Sto sborrando! Adesso te lo riempio!»
Ho assistito alle contrazioni del suo cazzo, mentre farciva il culo di Adele. Poi lo ha sfilato velocemente e le ha sborrato lungo il solco delle natiche, facendo colare tutta la sua sborra tra le chiappe e sulla figa arrossata dalla vigorosa chiavata. Anch’io in quell’istante son venuto in bocca ad Adele. Lei ha ingoiato tutto, mentre Daniele mi impartiva un ennesimo ordine.
«Cornuto, lecca! Lecca tutta la sborra che sta colando!»
Ho allungato un po’ il collo e mi sono trovato con la bocca proprio lungo il taglio della fica di mia moglie, con, al di sopra, il suo culo da cui promanava un lungo rivolo di sbroda quale conseguenza di quanto egli le aveva iniettato all'interno. Ho leccato avidamente fino all’ultima goccia, mentre lui, dopo aver spremuto il cazzo su di lei, l’ha presentato alla sua bocca per farselo pulire.
«Puttana! Lecca e ripulisci tutto, mentre lui sta raccogliendo tutto quello che ti ho schizzato dentro!»
Vedevo il buco del culo largo di mia moglie ed ho leccato tutta la sborra di Daniele, considerandola come un premio. Poi mi son sfilato da sotto di lei e, avendo anche lei finito di pulire quella verga che tanto l’aveva fatta godere, ci siamo guardati tutti e tre negli occhi e, abbracciatici, siamo scoppiati a ridere.
Lui è rimasto oltremodo contento per l'esperienza vissuta e lo stesso è stato per me e mia moglie, così adesso ogni volta che ne abbiamo voglia, ci incontriamo per passare dei momenti stupendi, ma, soprattutto, per vedere con quanto piacere lui sfonda il culo di Adele, che non smette mai di ringraziarmi per averle donato la dotazione del mio amico più caro.
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2 years ago
baxi18, 55
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Mia figlia si sposa. ultima parte. giochi incestuosi in famiglia.
Esco dalla casa di Michele e ritorno alla mia abitazione. Quando entro cerco mia moglie e sento che sta parlando al telefono in giardino: così entro nel mio studio e, mentre lascio una cartella con dei documenti sulla scrivania, dalla finestra aperta mi giunge la sua voce e sento che sta parlando in maniera allegra e felice con qualcuno.
“Certo, amore mio, certo che lo faremo. Si gioia del mio cuore, farò tutto quello che vuoi. Non ti preoccupare, non avremo problemi, tanto lui nemmeno se ne accorge. Ti amo da impazzire!”
Resto basito nel sentire questa conversazione e, silenziosamente, riprendo i miei documenti ed esco di casa. Mi siedo nell'auto tenendo il telefono in mano, simulando una telefonata, mentre in realtà sto cercando di riflettere su ciò che ho appena scoperto. Sono un cornuto! Dopo un attimo di stupore, le mie riflessioni mi portano ad altre considerazioni. Non me ne importa nulla, perché in fondo non ho di che lamentarmi su mia moglie; infatti, in quest’ultima ventina di giorni, si era detta sorpresa dalle mie rinvigorite prestazioni e pretendeva che ogni sera le fornissi la sua razione di sesso, cosa cui ho assolto sempre con estremo impegno e piacere. Inoltre, non posso certo biasimare me stesso per aver continuato ad avere una relazione con mia figlia, fino al punto di ingravidarla, ed ora che si prospetta anche l’ipotesi di ingravidare anche mia nuora, non posso certo pretendere la fedeltà assoluta di mia moglie. L’unica cosa che mi infastidisce un po’, sta nel fatto che, se io l’ho tradita, l’ho fatto all’interno delle mura domestiche, mentre lei lo fa con qualcuno di questa città che, probabilmente, incontrandomi o guardandomi in faccia, potrebbe benissimo darmi del cornuto e, questo, in fondo, è una cosa che mi infastidisce molto. Dopo qualche minuto rientro in casa e lei mi accoglie sempre in maniera dolce e calorosa. Dopo cena, la lascio sul divano a seguire una delle puntate della sua soap preferita e me ne vado a letto. Mi addormento, ma dopo un po’ di tempo vengo destato dalla piacevole sensazione di sentire una bocca che mi sta succhiando il cazzo. Quando apro gli occhi, trovo lei che, nuda, mi sorride e si impala su di me, godendo quasi istantaneamente. Vengo colto da una strana sensazione, come una specie di rabbia che mi spinge a scoparla con vigore. L’afferro per i fianchi e la metto sotto di me, poi inizio a pomparla come un toro scatenato, mentre, nella mia mente, prende forma l’immagine di lei sbattuta da un altro maschio e questo, unito al fatto che la sento godere e urlare di piacere, all’improvviso, mi provoca una eiaculazione che le riverso tutto dentro. Sfinito, mi sdraio al suo fianco, lei appoggia la testa sul mio petto e, dopo avermi dato alcuni baci, solleva lo sguardo incrociando il mio.
«Amore, sei stato magnifico! Cioè lo sei sempre, ma questa sera sembrava che avessi uno stimolo in più. Ho avuto l’impressione come se mi stessi scopando in maniera più forte e vigorosa. Posso sapere cosa ti ha scatenato questa rinnovata vigoria erotica?»
La guardo e, per un attimo, penso di restare in silenzio, poi, al contrario, decido che in fondo vale la pena di azzardare un po’.
«Mi fa piacere sapere che ti è piaciuto il mio modo di scoparti; in effetti avevo in mente una strana idea che scaturisce da un semplice e banale fatto avvenuto oggi. Nel cantiere è venuta una signora per concordare alcuni dettagli e rifiniture del suo appartamento e, mentre parlava con il mio geometra, ho notato che fra di loro vi era una certa complicità. Nulla di particolare, ma questa sera, mentre facevo sesso con te, stranamente ho immaginato che quella signora fossi tu e che, in qualche modo, fossi l’oggetto del desiderio di un’altra persona. Comprendo il tuo stupore, ma ti assicuro che questa cosa mi ha, in qualche modo, eccitato in maniera così evidente che te ne sei accorta anche tu.»
Lei mi guarda, sorride e mi dice che, se le mie fantasie hanno il potere di trasformarsi sempre in momenti di così intenso piacere, son libero di fantasticare su qualunque cosa. L’indomani, mentre sono al lavoro, mi giunge un messaggio di Lucrezia che mi chiede se nel pomeriggio posso passare a prendere un caffè da lei e, quando la raggiungo, mentre siamo seduti a sorseggiare il caffè, lei mi guarda con uno sguardo un po’ teso.
«Scusami, Carlo, se ti ho fatto venire oggi, ma volevo dirti che ieri non sono stata completamente sincera con te. Come ti ho detto, io e Michele abbiamo deciso di avere un altro figlio, ma a lui ancora non ho detto che avrei chiesto il tuo aiuto, mentre ieri ti avevo detto di averlo già fatto e, poiché oggi mi sono arrivate le mestruazioni ed è più di un mese che non uso precauzioni, questo significa che, anche questa volta, non è riuscito a mettermi incinta. Anche se la volta precedente si è dimostrato subito contento di accettare che fosse mio padre ad aiutarlo di ingravidarmi, ora mi son convinta che questo fatto, un po’ lo ha cambiato. Naturalmente adora Lucilla, è un padre meraviglioso, ma questa volta, in qualche modo, vorrei risparmiargli, se possibile, la sensazione che non sia stato in grado di assolvere al suo dovere. Ne consegue che, a partire dai prossimi giorni, cioè il tempo che manca al nostro matrimonio, vorrei che, in qualche modo, fossi tu ad aiutarmi a realizzare questo progetto. Inoltre c’è una cosa che vorrei chiederti, ma forse sto esagerando: poiché non ho più mio padre, mi piacerebbe che fossi tu ad accompagnarmi all’altare. Ne ho parlato con mia madre e, nonostante sia molto dispiaciuta per la perdita, si è detta molto contenta che fossi tu ad assolvere a quest’incombenza. Di questo ne ho già parlato con Michele che si è detto assolutamente contento se ciò avvenisse.»
Rifletto un attimo sulla sua proposta e le confermo che ne sarei immensamente onorato. Per quanto concerne il discorso gravidanza, ritengo che se lei sarà in grado di alternare le mie sborrate con quelle di Michele, difficilmente lui se ne accorgerà e, questo, forse, gli eviterà un possibile trauma. Passano i giorni e fervono i preparativi per il matrimonio; di frequente mi trovo anche in compagnia di Anastasia, la madre di Lucrezia. È una bella donna prossima alla cinquantina, la classica bellezza mediterranea, con capelli neri e le curve tonde, ma non è assolutamente grassa, anzi, potrei dire che è piena nei posti giusti. È leggermente più bassa della figlia, sopperisce a questa carenza calzando scarpe dai tacchi veramente alti e, cosa che non passa inosservata, è il suo splendido seno, sicuramente una quinta abbondante. In più di una occasione l’ho accompagnata a casa ed ho notato come, in qualche modo, la signora si è fatta notare anche da me e, alla fine, ho avuto quasi la sensazione che volesse una bella spazzolata anche lei. Dopo i primi giorni di tranquillità, Lucrezia mi ha comunicato che erano finite le mestruazioni, quindi potevamo dare inizio al nostro progetto. Passano due giorni, durante i quali non riesco a liberarmi dai vari impegni, ma nel terzo lei mi manda un messaggio, dicendomi che mi sta aspettando ed è impaziente di sentire il mio cazzo dentro di lei. L’occasione si prospetta di pomeriggio e, quando entro, resto piacevolmente sorpreso nel vederla davanti a me. Mi stava aspettando dietro la porta di casa già nuda, fresca e profumata, già pronta per farsi montare. Era magnifico constatare che si era preparata per me. Appena chiusa la porta, mi ha tolto la giacca, la cravatta, la camicia ed i pantaloni e mi ha condotto in camera da letto; mi ha obbligato a mettermi seduto sul letto ed ha cominciato a succhiarmi cazzo e testicoli con estrema voracità. Era veramente affamata. Subito mi son ritrovato con la verga bella dura sotto le esperte leccate di questa femmina, che riusciva a infilarsi in gola tutto il mio cazzo con estrema disinvoltura. Poi mi è salita addosso, impalandosi sul mio palo duro e svettante. Ha iniziato a muoversi su e giù, tenendomi le braccia al collo, mentre mi baciava dappertutto ed ha iniziato a gemere e godere.
«Fantastico! È semplicemente meraviglioso sentirlo arrivare fino in fondo. Tuo figlio lo ha grosso come il tuo, ma non ha la stessa lunghezza, forse è superiore in circonferenza, ma il tuo arriva così ben in fondo, che la punta mi accarezza la cervice dell’utero, dandomi sensazioni da impazzire.»
Le ho lasciato assaporare due orgasmi, poi, dopo averla rigirata e messa sotto di me, ho preso a pomparla con vigore e lei ha cominciato ad incitarmi a scoparla più forte ed a riempirle il ventre.
«Voglio che ti svuoti dentro di me e mi riempi col tuo seme! Voglio esser ingravidata da te! Non puoi capire quante volte l’ho sognato, desiderato e voluto.»
La sbatto con più forza e, poi, d'un tratto mi svuoto dentro di lei, fornendole il più suggestivo tra i piaceri. Resto piantato dentro di lei, fin quando sento la mia verga cominciare ad aver qualche cedimento e, solo allora, mi sfilo e lei, prontamente, me lo prende in bocca, lo lecca e lo succhia, lasciandomelo perfettamente pulito. Svolto il mio ruolo di stallone, le do un bacio e me ne vado. Per alcuni giorni abbiamo ripetuto lo stesso copione, mentre lei mi informava che, la sera, al rientro di Michele, si faceva chiavare immediatamente da lui ed inondare il ventre, proprio come avevo già fatto io. Poi mi ha fatto notare di esser giunta nei tre giorni più fecondi del suo ciclo e che sarebbe stata opportuna un'intensa irrorazione di sperma, per poter esser certi di esser fecondata. L’occasione ce l’ha procurata proprio Michele, comunicando di assentarsi per il weekend per seguire una gara motociclistica, sport di cui è molto appassionato. Anche Adele sparisce per tre giorni, dicendo di voler passare il weekend insieme alle sue amiche in quella spa dove sono state l’altra volta, per prepararsi al meglio in vista dell’imminente matrimonio. Lucrezia provvede ad affidare Lucilla a sua madre Anastasia e, quando la raggiungo, nel pomeriggio, del venerdì, inizio un vero proprio "tour de force" sessuale, che mi porta a scoparla fino a domenica pomeriggio, sborrandole dentro per nove volte. Quando rientro, la domenica sera in casa mia, mi siedo nel mio studio e mi organizzo per il giorno successivo, preparando i documenti di cui avrò bisogno l’indomani. Mentre sono intento ad organizzarmi, sento rientrare Adele, che parla allegramente al telefono con qualcuno e sento solo un frammento del loro discorso.
“Certo che è stato bellissimo! Ti assicuro che è stato veramente emozionante! Certo, gioia mia: mi hai fatto avvicinare alle vette del paradiso!”
Stupito, resto in silenzio, mentre lei passa oltre il corridoio ed entra in camera nostra. Avverto, dentro di me, una sensazione contrastante. Come la volta precedente, non è tanto il fatto di sapere di aver le corna che mi dà fastidio, ma la consapevolezza che il suo amante la fa veramente divertire, mentre io, in questi ultimi tempi, non le ho mai fatto mancare il sesso, facendola sempre godere in maniera intensa ed appagante, cosa di cui anche lei si è complimentata con me. Resto ancora un po’ di tempo in silenzio a riflettere e, quando entro in camera, lei sta già dormendo. La settimana successiva scorre veloce fra ultimi preparativi, vari nervosismi degli sposi ed i tanti piccoli dettagli da curare. Durante tutta la settimana, ho comunque sempre trovato il tempo per irrorare il ventre di mia nuora e poi, finalmente, arriva il fatidico giorno delle nozze. Mi vesto di prima mattina e chiedo a mia moglie com’è la situazione: lei mi informa che Michele è abbastanza nervoso, ma sarà lei stessa a farlo calmare. Esco e mi reco a casa di Lucrezia, ma, appena presa l’auto e fatta poca strada, mi rendo conto di aver fatto una grande sciocchezza: ho dimenticato portafogli e cellulare. Torno indietro, e mi accorgo anche di non aver preso le chiavi di casa. Fortunatamente la mia abitazione ha due ingressi, quello anteriore ed un altro, posto sul retro, raggiungibile direttamente dal garage, la cui apertura si aziona con il telecomando che ho nell’auto. Entro in casa e, mentre percorro il corridoio per andare nello studio a prendere ciò che mi serve, sento dei gemiti provenire dalla camera di Michele. Resto un attimo interdetto, poi recupero cellulare e portafogli e, silenziosamente, mi avvicino alla sua camera, dove la porta è appena socchiusa. Guardo attraverso la luce dello stipite e ciò che vedo mi lascia veramente basito: in ginocchio sul letto, c’è Adele che si sta facendo scopare con estremo piacere da Michele. Osservo con quanto vigore scopa sua madre e di come lei lo inciti a farlo, ancor più forte.
«Dai, così più forte! Fammi impazzire! Fammi godere ancora, perché ne avevo proprio bisogno!»
Rimango allibito ad osservare: lui che la sbatte con forza e poi, con un grido quasi soffocato, le viene dentro. Rimane un po’ immobile, poi si sfila, si gira verso il comodino e prende un plug anale, di medie dimensioni; dopo averlo infilato nella fica di Adele, lo estrae completamente ricoperto del suo seme e, con decisione, lo infila nel culo di mia moglie.
«Voglio che lo tieni tutto il giorno, perché mi eccita sapere quanto piacere hai provato lo scorso weekend, quando ti ho sfondato il culo con il mio cazzo.»
Sono stordito da questa rivelazione e, in punta di piedi, me ne vado. Mentre guido metto a fuoco tanti piccoli dettagli e giungo alla conclusione che l’amante di mia moglie non è altri che mio figlio Michele. Quando arrivo a casa della sposa, ci sono già un po’ di parenti e vengo accolto calorosamente da Anastasia, che mi informa che la sposa e già un po’ tesa e nervosa.
«Sta tranquilla: faremo in modo che si rassereni. Anche al matrimonio di Silvia, lei era andata letteralmente nel pallone, ma il mio intervento ha risolto ogni cosa.»
Lei mi guarda, sorride e, in quel momento, arriva il fotografo, che per circa un’oretta monopolizza la sposa, scattando foto alquanto belle e artistiche. Poi Anastasia invita i parenti ad avviarsi alla chiesa e, ben presto, la casa comincia a svuotarsi. Poi si avvicina a me e mi prega di far qualcosa per calmare la sposa.
«È molto tesa e nervosa, quindi, sarà necessario che tu le dica qualcosa che la rassereni.»
Mi guarda con un’aria un po’ particolare, ma subito mi esorta ad entrare nella camera di Lucrezia. Giusto il tempo di chiudere la porta dietro di me e lei mi si avvicina e mi butta le braccia al collo.
«Scommetto che mia madre ti ha detto che son nervosa e, in effetti, un po’ lo sono. Due giorni fa, avrei dovuto aver le mestruazioni, ma non sono arrivate; quindi sono certa di esser incinta, anche se non ho ancora fatto il test. Ora voglio chiederti ancora un piccolo favore: tradizione vuole che la sposa indossi qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di usato. Ebbene io, in questo mese, ho usato la tua sborra per farmi ingravidare, quindi voglio che mi vieni dentro ancora una volta, perché sarà qualcosa di “usato “in abbondanza, e perché, mentre mi accompagni all’altare, la voglio sentir colare lungo le gambe, per avere la stessa meravigliosa sensazione provata anche da Silvia.»
La guardo davvero sorpreso, ma lei mi sorride dicendo che fra di loro vi è una grande complicità e mia figlia non si è trattenuta dal raccontarle quale stupenda sensazione avesse provato nel percorrere la navata della chiesa, avvertendo che la sua sborra le colava fra le cosce. Appena finito di parlare, prima si siede sul letto e, dopo avermi aperto i pantaloni, mi prende il cazzo in bocca che, immediatamente, mi diventa duro, poi si alza, mi volge le spalle, appoggia le mani sul letto e, piegata, mi offre il suo corpo. Sollevo il vestito, la trovo senza slip e le pianto la verga dentro, prendendo a stantuffarla di buona lena. La sento godere di un buon orgasmo e, nello stesso tempo, mi incita ad inondarle ancora una volta il ventre.
«Sei un toro magnifico! Un vero stallone da monta! Dai, fammi sentire ancora una volta quel tuo getto caldo, che per più giorni ha irrorato abbondantemente il mio ventre! Vieni, vieni adesso! Dai, che vengo anch'io!»
Eccitato mi svuoto dentro di lei con una generosa sborrata e, appena mi sono sfilato, lei tampona la fica con una mano, mentre con l’altra afferra il mio membro, se lo porta in bocca e lo lecca e pulisce tutto, poi mi indica un paio di slip appoggiati sul letto, ed io l’aiuto ad indossarli. Giusto il tempo di ricomporci, che entra Anastasia e vedo che, fra lei e sua figlia, si scambiano un gesto d’intesa, dopodiché la madre dice che è ora di andare. Una ventina di minuti e ci troviamo davanti alla chiesa; prima mia moglie, poi io, accompagniamo questi due giovani davanti all’altare. Io e Adele ci sediamo in prima fila e, quando mia moglie si avvicina, a bassa voce, ironizzo un po’ con lei.
«Vedo che Michele è ben sereno e tranquillo, come hai fatto a farlo rilassare?»
Lei sorride e risponde ironicamente che lo ha semplicemente lasciato sfogare.
«Anche Lucrezia mi sembra molto rilassata, le hai forse iniettato una buona dose di autostima?»
La guardo e decido di stare al gioco.
«Sì, credo sia la stessa quantità che è stata iniettata a te.»
Lei mi guarda facendo finta di non capire. Per il resto della giornata, continuo ad osservare il suo comportamento e, sapendo che tiene un cuneo piantato nel culo, mi rendo conto che la cosa mi eccita particolarmente. È sera tardi, quando facciamo ritorno nella nostra abitazione. Appena giunti in camera, prima che lei cominci a spogliarsi, la stringo a me e l’abbraccio con forza. Le nostre bocche si uniscono in un bacio caldo e appassionato, mentre le mani cominciano a spogliarci reciprocamente. In breve siamo entrambi nudi: la guardo negli occhi e la prego di girarsi, cosa che lei fa e, delicatamente, le sfilo il cuneo dal culo.
«Credo che sia stata una bellissima esperienza per te passare un’intera giornata con questo particolare oggetto nel culo, sapendo quanto hai eccitato Michele.»
Lei si gira e mi guarda un po’ sorpresa, poi mi invita a sdraiarmi con lei sul letto; prende il mio cazzo in bocca e lo succhia con forza, facendolo diventare immediatamente duro. Sale su di me e mi cavalca a lungo, godendo quasi immediatamente. Le lascio assaporare il piacere, poi la rigiro, la metto sotto di me e comincio a pomparla con un ritmo molto sostenuto. Lei gode, solleva le gambe e le annoda dietro di me, per assecondare meglio la monta e, soprattutto, per aver la possibilità di spingere il suo corpo in alto per andare incontro al mio e godere più intensamente. Viene urlando e, ad un tratto, la sua voce mi sconvolge.
«Chiavami più forte! Sfondami tutta! E, anche se non è più possibile, ingravidami! Dai, feconda il mio ventre come hai fecondato quello di nostra figlia e di nostra nuora! Lo so che sei un vero toro da monta ed è per questo che ti amo e sono infinitamente orgogliosa di te.»
La guardo negli occhi alquanto stupito, mentre una strana eccitazione mi spinge a sbatterla con una forza inaudita e, improvvisamente, l’orgasmo esplode nella mia testa e, un attimo dopo, le riverso dentro tutta la mia sborra.
«Magnifica troia! Certo che ti sborro dentro! Mi va di ingravidarti di nuovo, perché sei la mia vacca!»
È un orgasmo devastante quello che entrambi proviamo quasi nello stesso tempo. Poi, sfiniti, ci mettiamo sdraiati l’una accanto all’altro: lei è con la testa appoggiata sul mio petto, solleva lo sguardo ed i suoi occhi brillano di gioia.
«È giunto il momento che io e te mettiamo in chiaro alcune cose. Come ti ho detto sono molto orgogliosa del fatto che tu abbia ingravidato le due ragazze. Devo confessarti che, anch’io, a suo tempo, sono stata ingravidata da tuo padre. Ricordi quando volevamo avere un figlio e poi ci fu quel problema in quel cantiere devastato da quel forte temporale e tu eri stato costretto ad assentarti per tre giorni? Durante tutti i giorni precedenti, mi avevi scopato intensamente, per ho subito avvertito la mancanza del tuo cazzo. Dopo il primo giorno, la sera successiva, ero veramente in fregola. Avevo una disperata voglia di cazzo, così forte da non riuscire a ragionare. Mi feci una doccia veloce e quando sono entrata nuda in camera mia, e mi stavo vestendo, all’improvviso, sulla soglia della camera è comparso tuo padre. Mi son girata verso di lui guardandolo e, senza nascondere particolarmente le mie grazie, ho visto che lui mi guardava e la sua voce è stata l’unica cosa che mi ha fatto ragionare.
“Scommetto che hai una voglia matta di uscire a farti sbattere da qualcuno. Vi ho sentito scopare queste sere e, poiché Carlo mi ha detto che vuoi restare incinta, sono fermamente convinto che se esci e ti fai scopare da uno sconosciuto, sicuramente potrebbe ingravidarti. Non voglio che mio figlio allevi un bastardo, perciò, se proprio hai voglia di cazzo, questo è il mio e te lo darò fin quando non sarai sazia.”
Senza aggiungere altro, ha sfoderato un membro di media lunghezza, ma di notevole circonferenza, anzi, poteva benissimo esser definita esagerata. Mi ha scopato per tutta la notte, facendomi impazzire di piacere e inondando il mio ventre con il suo seme. Sembrava insaziabile e, dopo ogni orgasmo, continuava ancora a sbattermi ed a farmi godere ancora, e ancora, fin quando, stremata, mi sborrava dentro generose bordate del suo seme. Ovviamente ero nei fatidici tre giorni fertili e son rimasta incinta. Dopo la nascita di Michele, ho continuato, per alcuni anni, ad esser la sua troia. Sì, lui con me aveva un particolare rapporto: me lo piantava dritto nel culo. All’inizio è stato un po’ difficile ricever dentro quel grosso membro, ma, ben presto, mi sono abituata ed ho cominciato a godere con lui, come una vera puttana. Evitava di proposito di scoparmi nella fica, perché diceva che quello era compito tuo e, siccome tu lo assolvevi in maniera perfetta, lui ribadiva che era tuo dovere soddisfare la moglie, mentre il suo era quello di dar sfogo alla mia indole da puttana. Una volta ho anche desiderato avervi entrambi insieme, ma son giunta alla conclusione che lui non avrebbe mai accettato e, fin quando è rimasto in vita, ho goduto con lui come una vera zoccola, come la sua puttana. Quando è venuto a mancare, e ti assicuro che ho sentito tanto la sua mancanza, dentro di me qualcosa mi ha spinto a non cercare, in nessun modo, di sostituirlo con qualche altro cazzo fuori casa. Col tempo, mi son abituata al nostro menage ed ho sempre più apprezzato le scopate che facevo con te, perché, in ogni caso, sono sempre state molto soddisfacenti. Quando, cinque anni fa, mi son accorta che Silvia era diventata la tua amante, all’inizio, ho provato una lieve gelosia, poi, ripensando alle parole di tuo padre, dentro di me son giunta alla conclusione che era meglio che nostra figlia facesse esperienza con te. Son fiera del lavoro che hai fatto nel trasformare una puttanella adolescente in una donna matura, consapevole delle proprie scelte, e sufficientemente zoccola per godersi la vita. Il fatto che facesse esperienza in casa, in qualche modo, mi ha trovato assolutamente d’accordo, ed è per questo che non ho mai ostacolato il vostro gioco. Poi, tre anni fa, c'è stato un piccolo cambiamento, quando Michele è venuto da me ed era molto depresso, perché, nonostante i ripetuti sforzi non riusciva ad ingravidare Lucrezia. Gli ho consigliato di far degli esami e lui mi ha mostrato il risultato delle analisi sullo sperma, che evidenziavano che era tutto regolare, ma, forse, c’era un fattore stressante che gli impediva di rendere al massimo. Quando mi ha detto che Lucrezia aveva chiesto aiuto a suo padre per farsi ingravidare, ho visto un po’ di tristezza nei suoi occhi e, stringendolo a me, ho sentito premere, contro la mia pancia, qualcosa di veramente duro e poderoso. Quando la mia mano lo ha stretto, subito mi son resa conto che Michele era veramente figlio di tuo padre, perché il suo membro era esattamente la copia di quello che mi aveva fatto godere per tanto tempo. Non ho saputo resistere alla tentazione e, così, son diventata l’amante di mio figlio, nella stessa misura in cui tu lo eri di Silvia. Anche con lui, ho ripreso ad assaporare il piacere di farmi slargare il culo fino a farlo diventare una vera voragine. Anche se ad ingravidarmi è stato tuo padre, son fiera del fatto che lo hai allevato come figlio tuo e Michele è, di fatto, veramente tuo figlio. Poi, quando circa due mesi fa, hanno ripreso il discorso di avere un altro figlio, lui ne ha parlato con me, soprattutto del fatto che aveva notato la tua auto spesso parcheggiata nei presi di casa sua e subito ne ha dedotto che, questa volta, Lucrezia, non avendo più il padre, si era rivolta a te per farsi ingravidare e, insieme, abbiamo concordato che la cosa era la più giusta a farsi. Insieme abbiamo fatto in modo che tu avessi campo libero, soprattutto nei tre giorni in cui lei era nel periodo più fertile, ci siamo inventati la gara delle moto, anche se, in realtà, abbiamo trascorso tre giorni chiusi nella camera della spa a farmi inculare ed a godere in una maniera pazzesca. Oggi posso dirmi felice per avere un uomo come te che, nonostante tutto, ha sempre mantenuto il suo impegno, anche nei miei confronti, facendomi provare le stesse emozioni che devi aver provato con tua nuora, ma, soprattutto, con tua figlia. Ricordo ancora la mattina del matrimonio, quando siamo usciti e, fingendo di aver dimenticato qualcosa, son rientrata silenziosamente e, attraverso, la porta socchiusa, ho visto Silvia inginocchiata davanti alla patta dei tuoi pantaloni, che ti succhiava il cazzo, e, quindi, ho capito che tutto faceva parte di un contesto che io ho assecondato con estremo piacere. Oggi sono orgogliosa, perché insieme a te abbiamo allevato due figli che ci amano e ci vogliono molto bene, e spero che le giovani creature, che le due donne partoriranno, saranno in qualche modo la nostra gioia. Mi ha sempre eccitato molto, sapere che mio marito era un vero toro da monta, che ha ingravidato le sue vacche ed è per questo che, prima, ti ho chiesto di ingravidare anche me, ben sapendo che questo non è possibile, ma, in ogni caso, questa semplice fantasia mi ha veramente eccitato. Ora sai tutta la verità, resta solo un piccolo dettaglio, un desiderio che un giorno mi piacerebbe realizzare: esser posseduta da te e Michele contemporaneamente.»
La guardo provando un misto di stupore ed eccitazione nello stesso tempo e, poiché il mio cazzo è tornato di nuovo duro, le salgo sopra e la scopo facendola godere ancora in maniera intensa e molto coinvolgente. Il suo corpo trema scosso dai brividi di piacere, mentre la sua voce mi incita a farla godere ancora.
«Sì, toro meraviglioso, sfondami tutta! Fammi sentire la tua vigorosa forza che mi sbatte come ti sei sbattuto quelle due troiette che hai generosamente ingravidato. Più forte! Chiavami più forte! E poi, se lo ritieni di tuo gradimento, vorrei essere scopata da te, anche nel culo!»
Non ho permesso che ripetesse la richiesta: in un attimo l’ho fatta girare e le ho infilato la mia verga, tesa e dura, tutta nel culo. Ha emesso un lungo gemito di piacere e mi ha esortato a sfondarle quel buco, che si è subito aperto al passaggio del mio cazzo, per poi stringersi su di esso ed ha iniziato a contrarsi ritmicamente, risucchiando il mio cazzo e masturbandolo con i muscoli anali, finché ho concluso riversandole nel culo quel poco di sborra che era ancora presente nelle mie palle.
Sfiniti ci siamo addormentati e, un attimo prima di chiudere gli occhi, ho ripensato a mio padre, alla sua saggezza, che ci aveva permesso di tenere intatta la famiglia e di realizzare tutto quanto senza ricorrere ad interferenze esterne, ma godendoci le nostre donne senza esclusione di colpi. Ho avuto un affettuoso sentimento di riconoscenza per lui:
«Grazie papà!»
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2 years ago
baxi18, 55
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Mia figlia si sposa. seconda parte. ora la devo ingravidare.
Silvia era tornata da due giorni dal suo lungo viaggio di nozze. Io ero fuori per lavoro in auto, ad appena un’ora da casa, quando il mio cellulare prese a squillare. Il tempo di rispondere e la sua voce prese a riempire l’abitacolo della mia auto, mentre mi stavo dirigendo verso un cantiere, in quanto, come architetto, ne sono responsabile.
«Papà! Papà! È negativo! Capisci, NEGATIVO! Quel coglione cornuto, in quindici giorni non è riuscito neanche a mettermi incinta! Accidenti a te! Ma si può sapere dove sei? Io sono in uno dei tre giorni fertili, quindi devi fare il tuo dovere e ingravidarmi prima che lo faccia mio marito! Ricordi, papà, che me lo hai promesso? Ricordi che mi hai detto che se lui non era capace, avresti provveduto tu? Adesso devi fare il tuo dovere! Dove sei?»
Le spiego la situazione e le dico che sarò di ritorno domani sera. Lei urla che è impossibile arrivare a domani sera, deve vedermi per forza oggi. Resta per un lungo istante in silenzio, poi prende la sua decisione: verrà da me. Le invio l’indirizzo del mio albergo e subito chiamo la reception, dicendo che ho bisogno di un’altra camera per mia figlia, che mi deve raggiungere. Loro mi consigliano una piccola suite con due camere e subito li incarico di trasferire la mia valigia nella nuova sistemazione abitativa. Quando ritorno, nel primo pomeriggio, appena entro nella suite, lei mi corre incontro e mi abbraccia. Ha l’aria più felice e radiosa che le avessi mai visto in viso. Mi stringe a sé, mettendomi le braccia intorno al collo, incolla le sue labbra alle mie in un bacio lungo e talmente profondo, da lasciarmi quasi respiro. Infila immediatamente la sua lingua dentro il mio cavo orale, intrecciandosi con la mia e la sua mano ha preso la mia e se l'è portata tra le cosce, dove, con sorpresa l'ho trovata senza mutandine e col sesso depilato, caldo e grondante umori. Limoniamo per alcuni minuti, mentre le mie dita affondano nella sua intimità, che sento bollente.
«Papà! Non potevo resistere, non posso assolutamente accettare che sia quel cornuto ad ingravidarmi! Adesso abbiamo tutta la notte, così potrai fare il tuo dovere e ingravidarmi.»
L’ho guardata e ho potuto constatare che era felice e raggiante. Sprizzava sensualità e desiderio da ogni espressione del suo volto, mentre il corpo mi veniva offerto in maniera libidinosa in forza della sua esuberante sensualità.
In un attimo si è spogliata nuda e la stessa cosa ho fatto anch’io, poi ci siamo sdraiati sul letto e, subito, lei ha iniziato ad ansimare, a contorcersi vogliosa e mi implorava di farla godere.
«Papà, fammi impazzire! Leccami tutta e fammi godere prima di entrare dentro di me, per poi scaldarmi l'utero col tuo fertile seme.»
Ho infilato la mia testa fra le sue cosce e la mia lingua ha preso a muoversi fra le pieghe della sua ostrica che grondava umori in continuazione. Immediatamente ha avuto un orgasmo forte e intenso e, dopo avermi un po’ succhiato il cazzo, mi ha gridato che dovevo possederla.
«Papà…papà...chiavami ora! Fammi godere! Vieni dentro di me fammi sentire il calore della tua sborra! Prendimi e fammi sentire la tua cappella sbattere contro l'utero, riscaldami il ventre con la tua sborra!»
Godeva in preda ad un orgasmo intenso, mentre con le mani spingeva la mia testa sul suo sesso grondante e con le cosce stringeva le mie tempie in una morsa ferrea. Avevo assaporato fino all’ultima goccia di quel nettare sgorgato da quella fonte di piacere, poi, avevo sollevato lo sguardo e, mentre lei si era sdraiata supina a cosce aperte, mi ero allungato su di lei e, subito, le sue mani avevano afferrato il mio viso e mi aveva baciato e leccato il suo piacere che lo ricopriva, come avrebbe fatto una cagnolina che lecca il viso del suo padrone. Avevo appoggiato la punta del cazzo fra le valve di quell'ostrica che ora reclamava imperiosa la mia intrusione. Il suo viso era ansioso, in attesa di sentire il mio cazzo affondare nel suo ventre. La sua bocca ha emesso solo un flebile lamento, il suo corpo era ansioso ed impaziente di sentirmi dentro di lei.
«Scopami, papà! Spingilo tutto dentro, fino in fondo! Fammi sentire come un vero maschio mi scopa! Dai, ti prego, non farmi aspettare ancora; lo sai che è tutta la vita che aspetto questo momento. Sono anni che sogno di sentire il mio corpo fecondato dal tuo seme.»
Con una spinta decisa, son scivolato tutto dentro il suo corpo e, immediatamente, dalla sua bocca è fuoruscito un grido che ha accompagnato l'istantanea penetrazione e, nello stesso momento, ha sollevato le gambe e le ha annodate dietro la mia schiena, facendosi penetrare quanto più a fondo possibile.
Per un lungo istante son rimasto immobile dentro di lei, mentre sentivo le contrazioni vaginali stimolare il mio cazzo e poi mi sono sfilato un po’, per poi riaffondare ancora dentro di lei, che ha cominciato ad assecondare la monta spingendo sempre più il suo corpo per venire incontro al mio cazzo, che la penetrava in profondità. Ha iniziato a gemere di piacere, aumentando sempre di più le spinte verso di me ed io ho cominciato a muovermi ad un ritmo più veloce, fin quando l’ho sentita godere.
«Papà, vengo! Sto godendo! Vieni anche tu, papà! Godi con me!»
Ero talmente eccitato che le ho scaricato una raffica di schizzi di sborra densi e cremosi, direttamente sulla cervice uterina. Mi sono svuotato in lei, schizzando fino all’ultima goccia e poi siamo rimasti così legati e abbracciati, in silenzio, per lungo istante, con lei che non smetteva di tempestarmi il viso di baci e di lievi carezze, mentre, gioiosamente, ribadiva il suo desiderio.
«Voglio che tu mi metta incinta! Voglio esser ingravidata da te prima che lo faccia mio marito. Sappi che, sino a che non avrò la certezza di esser incinta, non ti darò tregua. Mi dovrai dedicare tutto il tuo tempo, perché non posso rischiare che mi ingravidi prima mio marito o qualcun altro. Ieri, ho detto al cornuto che ero stata dal medico, perché mi sentivo infiammata a causa dell'intensa attività sessuale, cui lui crede di avermi sottoposto durante il viaggio di nozze, e mi ha consigliato un periodo di riposo. In realtà, con lui, durante il viaggio di nozze, il sesso non è stato un granché. Mi scopava due volte al giorno, mattina e pomeriggio, ma non durava più che una decina di minuti ciascuna e, quando ero appena eccitata, lui mi veniva dentro con due schizzetti, che appena percepivo. Quando siamo stati nel secondo albergo, a Venezia, c’era una coppia, nostra vicina di stanza, con il lui che era più o meno della tua età e, per questo, mi piaceva da morire. Il secondo giorno, siamo andati a fare un giro delle isole insieme e lui mi ha scopato nei bagni del traghetto. Era un vero porco e, per tutti i cinque giorni che siamo stati insieme, mi ha scopato ripetutamente, sempre sborrandomi dentro, anche se lo pregavo di non farlo perché non ero protetta, ma l’idea di ingravidare una giovane sposa, lo eccitava così tanto che mi farciva di continuo in maniera così abbondante, che ero sempre costretta a correre al bagno a fare pipì, per cercare di farne uscire il più possibile, altrimenti mio marito avrebbe potuto accorgersene. Sì, lo so, papà, stai pensando che sono una gran troia. È vero, sono una grandissima zoccola, che non sa stare senza cazzo. Una vera puttana, perché è così che mi hai trasformato, e di questo ne sono molto fiera. Però, come vedi, nessuno è riuscito a mettermi incinta, ma da come ora mi sento piena, credo che tu ci riuscirai.»
Le chiedo cosa ha raccontato al marito per l'attuale sua assenza da casa e lei mi ha risposto che è semplicemente fuori per lavoro, fino a domenica e, poiché siamo nelle vicinanze del mare, potremmo passare il weekend insieme. Chiamo mia moglie e la informo che, per motivi di lavoro, mi dovrò trattenere fino a domenica, ricevendo in risposta che, a sua volta, ne approfitterà per andare con le sue amiche in quella spa, dove, da tempo, si dilettano a passare qualche giorno di relax. Nel sentire questo, Silvia mi guarda e mi dice che questo cambia tutto i suoi programmi e, così, mi prega di raggiungerla il giorno dopo a casa sua. Senza spiegarmi nulla, si riveste velocemente e torna a casa. Il giorno dopo lavoro alacremente e, nel primo pomeriggio, la chiamo avvertendola che sono di ritorno e lei mi prega di passare immediatamente da casa sua.
«Spero che non ti sei stancato molto, al lavoro, perché appena arrivi riprenderemo il discorso che abbiamo interrotto ieri sera e poi, per tre giorni, prenderai il posto di mio marito nel nostro letto matrimoniale!»
Passo velocemente da casa, tempo di una doccia al volo, mi cambio e poi, mentre mi reco a casa di mia figlia, rifletto che, fino ad oggi, non ho mai avuto la possibilità di star da solo con lei, per tanti giorni. Appena entrato in casa, il tempo di chiuder la porta e, quando mi son voltato, ho visto mia figlia con indosso di nuovo il suo abito da sposa, quello con cui l’avevo chiavata il giorno stesso delle sue nozze, prima di accompagnarla all’altare. Sono rimasto un attimo sorpreso e lei, con una vocina languida e sensuale, mi ha invitato ad abbracciarla.
«Papà, fammi rivivere la mia prima notte di nozze insieme a te, come ho sempre sognato fare. Tu mi hai regalato dei momenti bellissimi il giorno delle nozze, quando mi hai portata all’altare completamente farcita del tuo seme, realizzando quel sogno e quella promessa che mi avevi fatto tempo prima, ora sono io che ti chiedo di realizzare questo mio sogno: stringermi tra le tue braccia, come una novella sposa e regalarmi questa mia prima notte di nozze con te.»
Appena finito di parlare, mi ha stretto forte a sé e le sue labbra carnose si sono incollate alle mie, mentre il suo corpo ha aderito al mio, spingendo il bacino contro il mio pacco già duro.
«Papà, prendimi in braccio e portami a letto come farebbe un legittimo sposo nella sua prima notte con l'amata. Devi prendermi così, con indosso il mio vestito bianco, e non come ha fatto quel cretino di mio marito che ha voluto che prima ci spogliassimo, facessimo la doccia, e, appena mi ha visto nuda, si è subito infilato fra le mie cosce e se ne è venuto come un coniglio, prima ancora che io potessi sentirlo dentro.»
L’ho sollevata in braccio e l’ho adagiata sul letto, poi le ho allargato le cosce e la particolare fattura del vestito mi ha subito fatto vedere le sue gambe, fasciate da bianche autoreggenti, oltre la fica, calda e vogliosa, già pronta e resa lucida dagli umori che sgorgavano copiosi. Ho sbottonato i miei pantaloni giusto quel tanto che basta per tirar fuori il cazzo già duro e lei mi ha attirato su di sé e gliene ho appoggiato la punta fra le labbra fradice, poi, con una spinta decisa, son entrato tutto dentro di lei. Le sue mani hanno accarezzato il mio viso, attirandolo verso di sé e la sua lingua è entrata, rigida e vibrante, nella mia bocca alla ricerca della mia, risucchiandola quasi volerla mangiare. Ho preso a sbatterla come un ossesso, con colpi duri e profondi, facendola godere in continuazione, con un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. L’ho montata senza tregua, per oltre mezz'ora, fino a che lei, spossata dalla fatica e dagli innumerevoli orgasmi, mi ha supplicato di riempirle il ventre con il mio caldo seme.
«Amore, vieni! Sborrami dentro! Voglio sentire il tuo seme scaldare il mio utero! Dai, papà, vieni! Fallo insieme a me, che son pronta a venire!»
Non ho resistito oltre ed ho preso a pomparla più velocemente e, d'improvviso, ho iniziato a schizzare dentro di lei. Le ho riversato dentro un fiume di sborra, che si è mischiata agli umori dei suoi orgasmi, formando un cocktail speciale: ero come impazzito, ad ogni schizzo continuavo a pomparla con lei che era in preda a un raptus erotico e mi incitava a sbatterla ancor più forte, mentre dalla sua fica, ridotta ad una voragine, ad ogni affondo, sprizzavano schizzi del suo piacere che colavano, imbrattando il suo bianco vestito da sposa. Mi ha stretto, abbracciandomi forte, baciandomi in bocca e poi, quando sono uscito da lei, il mio cazzo era gocciolante ed ancora incredibilmente duro. Nonostante il suo aspetto sfatto, con un movimento lento e misurato, ha portato la sua bocca sul mio membro bagnato. Lo ha impugnato come un pennello ed ha cominciato a farselo scivolare sulle labbra, sul viso, sui capelli e sugli occhi, sino a spalmarsi il corpo con la mia sborra. Dopo averlo spennellato su di sé, si è girata verso di me, mostrandomi il suo volto ridotto ad una perfetta maschera di libidine ed amore. Siamo rimasti a lungo sdraiati insieme, poi, insieme, abbiamo fatto la doccia, lavandoci a vicenda e continuando a stuzzicarci. Abbiamo ordinato delle pizze e, poco dopo, quando il ragazzo ce le ha consegnate, lei gli si è presentata indossando una vestaglia di seta trasparente, sotto cui erano visibili le sue stupende forme di dea dell'amore. L’ho osservata mentre pagava quel ragazzo che sembrava inebetito dalla sua bellezza, perché Silvia appariva semplicemente meravigliosa nella sua conturbante bellezza e, quasi immediatamente, ho desiderato di nuovo di possedere quel corpo. Durante quella frugale cena, consumata a lume di candela, lei non smetteva di tessere le mie lodi e denigrare il marito, che riteneva valido solo a mantenere economicamente una moglie, ma assolutamente inadatto sotto il profilo sessuale. Ero letteralmente inorridito, mentre mi raccontava che, prima di far l’amore con suo marito, era costretta a provvedere ad una profonda igiene del proprio corpo, visto che lui era un pignolo e convinto igienista.
«Papà, con lui, prima di far l’amore, ci dobbiamo sempre lavare e sterilizzare completamente. Non ha mai voluto che gli prendessi il cazzo in bocca, dopo che era venuto. Non mi ha mai leccato e nemmeno sfiorato il buchetto anale e tu sai benissimo quanto mi piace quando me lo sfondi con il tuo cazzone. Ora sarebbe inorridito al vedere il mio vestito da sposa completamente ricoperto dei nostri umori e della tua sborra. E poi c’è una cosa che devi sempre tenere a mente: ti amo papà! Ti amo...ti amo con tutta me stessa e devo anche confessarti un’altra cosa: credo che Lucrezia, la compagna di Michele, abbia capito qualcosa, quando ci hanno accompagnato a prendere l’aereo per il viaggio: mi ha detto che io e lei avremmo dovuto parlare. Quando son tornata, era insieme a Michele e mi ha chiesto se ero già incinta e, quando gli ho detto che non lo ero ancora, ha sorriso ed ha detto che sicuramente a breve lo sarei stata e, allora, avremmo fatto quel discorsetto, cui aveva accennato precedentemente.»
La guardo e poi le dico di non preoccuparsi, perché ha la sensazione che anche Lucrezia nasconda qualche segreto. Finito di cenare, siamo tornati di nuovo nel letto, per il secondo round di una nottata che non sarebbe finita mai. L’ho scopata in tutte le posizioni e l’avrei anche inculata a fondo, ma lei non ha voluto, perché non voleva sprecare nessuna opportunità di esser ingravidata.
«Papà lo sai che mi fai impazzire quando mi sfondi il culo, ma non questa volta: adesso no. Adesso voglio solo sentirti davanti e voglio che nemmeno una goccia del tuo seme così prezioso, vada perduto. Avrei una voglia pazzesca di sentirti schizzare nella mia bocca, per riprovare la libidine che mi dà il calore del tuo sperma quando mi inonda il cavo orale e mi scalda l'ugola scendendo verso lo stomaco, ma non voglio rischiare: in questi giorni, ogni singola goccia del tuo seme, deve andare a riempire il mio utero.»
Le ho sorriso mentre mi ha tempestato di baci e poi, con voce un po’ malinconica, ha continuato a parlare.
«Papà fai presto ad ingravidarmi che anch'io non vedo l'ora che tutto torni come prima. Muoio dal desiderio di sentire il sapore così intenso della tua sborra che stimola le papille sulla mia lingua. Le tue mani che tengono ferma la mia testa mentre mi scopi in bocca e mi inciti a succhiarti e bere fino all’ultima goccia del tuo prezioso nettare. Mi manca la tua irruenza, che sento quando mi monti come una cagna e impazzisco quando mi sfondi il culo e lo riempi coi tuoi fiotti bollenti. Tutto questo mi manca da morire, per questo ti chiedo ingravidarmi prima possibile. Per questo voglio che, ogni singola goccia del tuo seme sia utilizzata per fecondare il mio ventre.»
Sentirla pronunciare quelle parole mentre continuavo a pomparla con un ritmo sempre più forte, hanno montato ancora più la mia libidine e mi hanno eccitato, facendo gonfiare ancor più il mio cazzo che sentivo stimolato dalle sue mucose, dalle sue contrazioni vaginali, fino al punto in cui son riuscito di nuovo ad esplodere ancora nel suo utero, con interminabili fiotti caldi ed abbondanti. Stremati, ci siamo addormentati e, all’alba, l’ho trovata ancora abbracciata a me. L’ho lasciata distesa nel letto, mi sono alzato e, mentre mi vestivo, l’ho guardata dormire ancora: aveva il viso sereno ed appagato. Sembrava un angelo. Era la mia bambina e, al tempo stesso, era il mio demonio, capace di sconvolgere la mia mente e sollecitarmi alle più sfrenate perversioni. Anche questa idea di farsi ingravidare da me era qualcosa di veramente folle, ma, nello stesso tempo, così eccitante da sconvolgere qualsiasi pensiero razionale. Non avevo rimorsi e nemmeno scrupoli, perché io stesso l’avevo portata a questo livello di perversione ed il massimo lo avevo raggiunto quando, farcita del mio seme, l’avevo accompagnato all’altare, ed ora era il suo momento di reclamare la mia perversione e la cosa, in qualche modo, compensava il nostro rapporto. Durante la giornata ho ricevuto diversi messaggi da lei che mi implorava di tornare più in fretta possibile, perché aveva estrema necessità di sentire il suo ventre ancora scaldato dal mio seme. Appena giunto in casa, si è stretta a me e di nuovo ha voluto esser scopata, cosa che ho fatto, facendola distendere sul tavolo della cucina. È stata una bella scopata, intensa e forte e, quando le ho riversato dentro il mio piacere, i suoi occhi si sono illuminati di gioia. Abbiamo fatto una doccia, poi abbiamo deciso di uscire a cena con lei che si è preparata con una mise veramente sexy. Me la sono trovata davanti che indossava una camicia bianca modello slim, con i tre bottoni più alti volutamente sbottonati, tette prive di reggiseno, minigonna nera, autoreggenti appena velate, un paio di decolleté con tacco 12; un leggero trucco intorno agli occhi e pochissimo rossetto. Siamo andati a cena in un piccolo ristorante dall’altro lato della città e, per tutta la serata, è stata oggetto di sguardi da parte di tutti i maschi presenti nella sala da pranzo. Al ritorno era così eccitata che, appena giunta in camera, si è seduta sul letto e subito ha allargato le cosce e mi ha invitato a leccarla.
«Papà, sfilami il perizoma e leccami: fammi impazzire dal piacere, ti prego!»
L’ho leccata e fatta impazzire, fino a portarla all’orgasmo. Ho assaporato e raccolto ogni singola traccia dei suoi abbondanti umori vaginali, che sgorgavano copiosi da quell’ostrica profumata, mentre lei ora mi incitava a possederla con forza.
«Chiavami, papà! Spingimi dentro il tuo arnese meraviglioso fino in fondo e inondami il ventre!»
Giusto il tempo di tirarlo fuori dai pantaloni e l’ho penetrata con forza, chiavandola a lungo e nel profondo. Ad ogni cambio di posizione, ci siamo parzialmente denudati e, alla fine, mi son ritrovato disteso, sdraiato sotto di lei che, impalata su di me, ondeggiava con il suo corpo scosso da molteplici orgasmi. Il fatto di averla scopata appena rientrato in casa, rendeva la mia resistenza pressoché infinita. L’ho chiavata per una buona mezz’ora e, alla fine, le son venuto dentro, con lei che impazziva di gioia nel sentire il suo ventre riempito dal mio seme.
«Sì, è bellissimo! Schizzami ancora dentro! Dai, ingravidami!»
Sfiniti ci siamo addormentati. All’alba la sua bocca calda mi ha destato, mentre succhiava avidamente il cazzo. L’ho guardata dicendole che avevo bisogno di un po’ di riposo altrimenti non ci sarebbe stato più nulla da spremere. Lei ha sorriso, e mi ha detto che era l’ultimo giorno in cui era fertile e, quindi, anche una sola goccia poteva esser utilizzata per il raggiungimento dello scopo. Il giorno successivo Luigi, il marito di Silvia, è rientrato e la mia bambina gli aveva confermato che l'infiammazione era passata e, quindi, avrebbero potuto riprendere a far l'amore, perché lei desiderava ardentemente che lui la ingravidasse. Naturalmente era semplicemente una giustificazione, perché nei dieci giorni successivi è stata sempre a tempestarmi di telefonate e richieste di sesso.
«Paparino, sono già pronta! Sono tutta bagnata. La mia patatina piange, aspettando l'arrivo del tuo cazzone! Dai che ci siamo quasi. Forse sono già gravida, ma fino a che non farò di nuovo il test, dovrai continuare a inondare il mio ventre.»
Naturalmente quelle telefonate avevano il potere di farmi correre da lei e scoparla come un toro impazzito e, quasi immediatamente dopo il mio passaggio, lei si faceva scopare anche dal cornuto, che nemmeno si rendeva conto di quanto fosse bagnata, perché la zoccoletta, si faceva fottere da lui ancora fradicia del mio sperma. Improvvisamente, una mattina, il mio cellulare ha preso a vibrare per una serie di messaggi.
«Papà! È fatta! Sono incinta, finalmente. Trova una scusa con la mamma e stasera portami a cena, così, poi, finalmente, mi potrai sfondare anche il culo.»
Non avevamo una casa disponibile per quella sera e, dunque, siam dovuti andare in un motel a ore, dove, come mi aveva promesso, oltre al sesso sfrenato mi ha dato ancora il tanto agognato culo, che mi aveva negato per tutto il periodo. Quella sera ha preteso che le sborrassi sempre e solo nel culo, sino al completo prosciugamento dei miei testicoli. Una settimana dopo, eravamo tutti insieme a pranzo e seduti a tavola anche con Michele e Lucrezia ed i genitori di Luigi, Silvia con orgoglio ha annunciato di esser finalmente gravida. Naturalmente tutti si sono complimentati con Luigi e mentre sollevavano i calici per un brindisi benaugurante, ho visto lo sguardo di Lucrezia che, dopo aver fatto un cenno d’intesa a Silvia, si è girata verso di me e mi ha sorriso in maniera maliziosa. Nel pomeriggio, mentre eravamo tutti seduti in veranda a sorseggiare un liquore, Lucrezia si è avvicinata a me con finta indifferenza e, senza farsi notare dagli altri, mi ha parlato a bassa voce.
«Congratulazioni! Finalmente hai accontentato tua figlia! Sono molto felice per te, soprattutto, son felice del fatto che sei veramente un bel toro da monta!»
Mi son girato e l’ho fissata, cercando di capire dove voleva andare a parare, ma lei ha sorriso e sempre con tono pacato, mi ha chiesto di poterci incontrare in maniera riservata. Ero un po’ titubante, ma considerando il fatto che aveva intuito che ad ingravidare Silvia ero stato io, ho deciso di stare al suo gioco. Abbiamo fissato un incontro per il pomeriggio del giorno successivo a casa sua e di mio figlio. Quando sono arrivato in casa loro, mi son trovato davanti questa splendida donna di 24 anni, dalla figura alta e slanciata, con i capelli neri lunghi che le arrivavano oltre le spalle, un bel seno florido di una quarta misura piena che, pur avendo allattato, era ancora più gonfio, fianchi un po’ larghi, e un bel culo posto sopra due cosce lunghe e snelle. Indossava una minigonna nera di pelle ed una camicetta bianca, con ai piedi dei sandali dal tacco alto, che le facevano inarcare la schiena, mettendo in evidenza il suo splendido culo. Ci siamo accomodati sul terrazzo di casa, da cui si gode un’ottima vista della città e, seduti ad un tavolino, lei mi ha servito delle bibite fresche. Mentre le sorseggiavamo, cerco di capire le sue intenzioni.
«Mi ha un po’ sorpreso, ieri, la tua affermazione, soprattutto quando ti sei complimentata con me per la gravidanza di Silvia.»
Lei mi ha guardato ed ha sorriso continuando ad annuire e, dopo aver sorseggiato un po’ la sua bibita, ha appoggiato il bicchiere sul tavolo e sollevando i suoi occhiali da sole, mi ha fissato dritta negli occhi.
«È inutile che cerchi di negarlo: so riconoscere quando una figlia è innamorata del proprio padre e ti posso assicurare che ho invidiato Silvia per il fatto che ha avuto la possibilità di farsi ingravidare da te. Come sai, io e Michele stiamo insieme da cinque anni e da tre abbiamo Lucilla, che, insieme, abbiamo così tanto desiderato, ma che, in realtà, non riuscivamo ad avere. Per quanto ci avessimo provato, non riuscivo mai a restare incinta di Michele e, poiché anch’io, da tempo, intrattenevo una relazione con Giulio mio padre, ne ho parlato con lui e, insieme, abbiamo deciso che forse era il caso che anche lui potesse collaborare alla realizzazione del progetto. Non posso dire con certezza se Lucilla e figlia di Michele, perché, da quel momento, mi facevo inondare il ventre sia da lui che da tuo figlio. A differenza di Silvia, io a Michele questa cosa non l’ho nascosta e, dopo un primo momento in cui lui è rimasto un po’ titubante, quando ha capito che tutto ciò era teso alla realizzazione del nostro progetto di avere un figlio, si è detto disposto a condividere il mio ventre con il cazzo di mio padre. Addirittura, una sera, mi hanno scopato in doppia, anzi, per esser più sicuri, me li hanno infilati tutti e due nella fica e, insieme son venuti inondando il mio ventre con le loro generose sborrate. Vedo nei tuoi occhi un certo stupore, ma ti assicuro che per me e Michele è stato un momento di intenso piacere e, nello stesso tempo, anche di gioia, perché il mese successivo ero incinta. Per tutta la gestazione, ho continuato a farmi scopare da entrambi, ed enorme è stata la nostra gioia, quando è nata questa bimba, che ha, di fatto, sancito la nostra complicità come coppia, ma, soprattutto, ci ha riempito di gioia per aver realizzato un progetto un po' particolare. Purtroppo, come sai, mio padre è morto due anni fa e, poiché io e Michele, fra un mese ci sposiamo, abbiamo preso in seria considerazione anche l’ipotesi di avere un altro figlio ed è per questo che lui sa benissimo che in questo momento sono qui a parlare con te, perché non avendo più mio padre che collabora ad ingravidarmi, vorrei che prendessi il suo posto.»
Sono senza parole. La guardo e, nello stesso tempo, ammiro questa femmina stupenda che mi sta rivelando che anche mio figlio, in qualche modo, ha accettato di esser un cornuto; intanto il suo racconto mi ha così eccitato che mi ritrovo il cazzo teso e duro. Ad un tratto si è alzata e poi si è inginocchiata fra le mie gambe e, dopo avermi slacciato i pantaloni, ha estratto il mio membro già turgido e quasi completamente duro e, guardandomi solo un attimo negli occhi, con voce languida ha concluso:
«Cosa ne pensi se mi occupo un po' anch'io, di lui?»
Senza attendere la mia risposta, ha cominciato a succhiarmelo, infilandoselo tutto in gola. L’ha leccato e succhiato a lungo, assaporando bene anche le palle, sino a farselo sciogliere in bocca come un ghiacciolo. Dopo aver ingoiato tutto ed avermi ben ripulito con la lingua, mi ha ricomposto lei stessa, poi mi ha guardato dritto negli occhi e la sua voce era calda e sensuale:
«Buonissima! Hai una sborra buonissima! Mi ricorda quella del mio defunto padre; spero che vorrai aiutarci in questo nostro nuovo progetto.»
L’ho guardata e le ho sorriso, dichiarandomi disponibile ad assecondare questo suo progetto.
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2 years ago
baxi18, 55
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Legami di famiglia3
Avevo sempre desiderato vedere mia moglie Pasqualina fare sesso con un'altro uomo, ne parlavamo spesso ma lei era sempre timorosa, aveva paura di fare brutti incontri ma la cosa che la frenava era la paura che la cosa potesse piacergli da non poterne fare più a meno. Ogni volta che scopavamo cercavo di convincerla. Niente da fare. Una sera di luglio dopo cena dopo aver bevuto un bicchiere di troppo ci ritrovammo nudi nel letto a baciarci dimenticandoci che nella stanza accanto alla nostra c'era Walter il fratello di mia moglie e con la porta aperta avrebbe sentito tutto, dai baci fu naturale arrivare a ben altro eravamo eccitati volevamo scopare Pasqualina mi venne sopra e si sedette sul mio cazzo iniziando a cavalcarlo ed ansimando, fottimi porco, mi diceva senza ritegno, chiavami, sentì dei passi nel corridoio e capì che eravamo osservati. Walter ci stava guardando ed io mi eccitai di più e mia moglie se ne accorse, cos'hai, mi sussurrò niente le risposi e continuai a scoparla, ad un tratto lei si sfilò il cazzo dalla fica e lo prese in bocca spompinamdolo come una forsennata ma nel momento in cui stavo per sborrare lo volle di nuovo nella fica. Godemmo insieme. Prima di addormentarci le confessai che avevo visto il fratello spiarci lei mi guardo sorrise, speriamo gli sia piaciuto esclamò. Il mattino seguente capì che mia moglie aveva deciso cosa fare, indossava un prendisole cortissimo, senza reggiseno e con un mini slip, era praticamente nuda e non mostrava alcuni imbarazzo davanti al fratello,anzi, quasi lo provocava. La sera dopo cena e dopo aver bevuto molto vino bianco eravamo allegrotti mettemmo un po' di musica ed iniziammo a ballare ma da lì a poco mi ritrovai con la lingua di moglie in bocca, inizio a limonarmi poi all'improvviso si inginocchiò mi slacciò i pantaloni e mi prese il cazzo in bocca. Walter la guardava seduto sul divano era paralizzato, Pasqualina si voltò si tolse il prendisole e si avvicinò al fratello gli si sedette accanto e lo baciò e mentre lo faceva gli aveva poggiato la mano sul cazzo. Stai tranuilla gli disse questa è una cosa che vogliamo entrambi ed abbiamo deciso di farlo con te, e mentre parlava non aveva perso tempo, aveva afferrato il cazzo del fratello e lo stava masturbando. Subito dopo lo prese in bocca e facendolo mi guardava come per dirmi, sei contento ora hai ottenuto quello che volevi,, intanto si era tolta gli slip il cazzo del fratello era durissimo, enorme, mia moglie gli si sedette in braccio ed aiutandosi con la mano si fece penetrare. Walters sborrò subito, troppa eccitazione ma Pasqualina glielo fece tornare subito duro e ci trasferimmo in camera da letto. Walter si scopo la sorella per tutta la notte, Pasqualina si fece anche inculare e mentre aveva il cazzo del fratello nel culo volle spompinarmi, venimmo insieme io e Walter che da quel giorno è il nostro compagno di scopata
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2 years ago
admin, 75
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Mia figlia si sposa. prima parte. il matrimonio di silvia
Mi chiamo Carlo, ho 48 anni e da quasi 25 sono sposato con Adele. È una bella donna, ha due anni meno di me e, dalla nostra unione sono nati due figli: Michele di 24 anni, e Silvia di 21. Michele è un bel ragazzo e da tre anni convive con Pamela, da cui ha avuto una splendida bambina, che è la gioia della nostra famiglia. Oggi invece siamo alle prese con il matrimonio di Silvia e, mentre sono in camera mia e mi sto vestendo per portare mia figlia all’altare, entra mia moglie, mi viene vicino ed è visibilmente preoccupata. È molto bella nel suo abito, però, in questo momento ha il viso molto teso e preoccupato.
«Carlo, sono preoccupata, Silvia è andata nel pallone. Credo si sia fatta prendere da una forte crisi di nervi: è indecisa, se sposarsi oppure lasciar perdere tutto.»
Le metto una mano sulla spalla, la guardo negli occhi e con voce calma la tranquillizzo.
«Non ti preoccupare tesoro, abbiamo ancora un buon margine di tempo; quindi, facciamo così: avviati in chiesa con Michele e raggiungi gli invitati. Qua rimango io, sistemo tutto e, al massimo tra un’ora, saremo lì anche noi.»
«Un’ora? Ma, Carlo, gli invitati saranno tutti lì ad aspettare?!»
Le rivolgo uno sguardo che non ammette repliche e le parlo con tono deciso.
«In ogni matrimonio che si rispetti, è tradizione che la sposa si faccia aspettare. Si aspetta sempre, perché noi dovremmo far eccezione? Su, è meglio che andiate, non perdete tempo.»
Sento mia moglie e mio figlio che chiudono la porta uscendo di casa e, immediatamente mi reco in camera di mia figlia, che trovo sdraiata sul suo letto, avvolta nel suo splendido abito da sposa. Come mi vede, si gira, mi butta le braccia al collo iniziando a balbettare e piangere, evidenziando tutta la sua fragilità ed insicurezza.
«Papà! Oh, papà, sono così confusa. Io, non so cosa fare, ho tanta paura. Se poi non va? Se lui, davanti all’altare, ci ripensa! Poi io non voglio perdervi, non voglio perdere la mamma, Michele e soprattutto te, papi, perché lo sai quanto ti amo.»
Vederla così mi viene un groppo al cuore. È incantevole e, per fortuna, non si è ancora truccata, altrimenti, con il mascara, avrebbe fatto un vero disastro. È bellissima: gli occhi grandi e azzurri, la lunga treccia di capelli biondi che ondeggia, l’abito è semplice e nello stesso tempo stupendo; è anche comodo perché nasconde un lungo spacco che facilita i movimenti. Ho fatto in modo che lo prendesse, proprio perché ho tante idee su questo momento, tante fantasie, ma, soprattutto, tanti desideri da realizzare. La stringo forte tra le mie braccia: è la mia bambina. Oggi si sposa con Luigi e siamo fortunati: è un bravo ragazzo, di buona famiglia, è educato ed ha una carriera promettente; è innamorato cotto di mia figlia e le lascia fare tutto quello che vuole. L’adora e questo lo rende il genero ideale. Le asciugo le lacrime, la tengo stretta a me e il suo splendido corpo aderisce al mio e questo già mi provoca brividi di piacere. La mia voce è più calma e pacata possibile per cercare di rasserenarla.
«Amore mio, è giunto il grande momento, quello che abbiamo immaginato da tanto tempo. Non ti preoccupare, andrà tutto bene, ci sto qua io. Noi, per te, ci saremo sempre e, inoltre, hai comprato una casa non lontano da qui e per questo puoi venire qui ogni volta che vorrai e faremo le cose che abbiamo sempre fatto, io e te.
Mia figlia sorride adesso, ed è radiosa.
«Grazie papà, tu sai sempre cosa dire per farmi sentire tranquilla.»
La guardo, ha allungato le braccia, ne afferro le mani e l’aiuto a mettersi in piedi.
«Amore, sei meravigliosa, una sposa incantevole. Aspettavo da tanto questo momento; su tesoro, dammi un bel bacio e dimentica le tue preoccupazioni, perché adesso voglio realizzare ciò che ti ho promesso da tempo.»
Silvia mi mette le braccia attorno al collo e mi dà un bacio sulla bocca. Subito sento la sua lingua giocare con la mia e questo eccita entrambi. La sua mano scende veloce sulla mia patta, abbassa la zip infilandosi all'interno, ed estrae il mio cazzo già duro e maestoso. Mi fa sedere sul letto poi comincia a leccarmelo piano con grande maestria. La sua bocca è meravigliosamente calda e la sua lingua indugia lungo l’asta; poi risale e, con la punta, gioca con il prepuzio e poi lo lascia scivolare lentamente nella gola, spingendoselo il più possibile nella sua bocca. Devo ammettere che mia figlia è una splendida succhiacazzi, che mi fa veramente impazzire quando stringe il mio membro fra le sue labbra. C’è voluto un po’ di tempo per insegnarle ad ingoiare il mio membro, che è abbastanza grosso e lungo, ma lei ora lo ingloba tutto in bocca con estrema facilità. Dopo avermi rivolto uno sguardo avido di desiderio ed aver visto i miei occhi brillare di piacere, incomincia a succhiare a gola profonda, stimolandolo sempre di più, finché mi porta all’apice del piacere.
«Amore, sei fantastica! Piccola, sto per venire! Amore, ti sborro in gola!»
Silvia serra le labbra e, immediatamente, le riverso in bocca una ingente quantità di sborra, che lei ingoia, poi dà un’ultima ripulita, raccogliendo fino all’ultima stilla. Assaporo compiaciuto ancora le sue labbra e, dentro di me, mi sento fiero perché è sempre stato un mio desiderio vederla così, inginocchiata ai miei piedi a succhiarmi il cazzo, per poi scoparla in abito da sposa. È stato un mio progetto, che contava molto sul fatto che mia figlia avesse dei dubbi e, in questi ultimi giorni, ho fatto in modo che la sua indecisione aumentasse per non avere nessuno fra i piedi e poter restare un po’ con lei, prima di portarla all’altare. Dopo essersi leccata le labbra, mi dà un bacio e poi mi guarda con occhi languidi di piacere.
«Papà! Sono così eccitata che avrei voglia di spogliarmi e farmi scopare da te. Papà, ti amo e non ha nessuna intenzione di rinunciare al tuo cazzo!»
Mi sollevo, la faccio sdraiare sul letto, divaricandole le gambe: ammiro le sue cosce fasciate da calze bianche sorrette da un reggicalze di pari colore, ed anche lì perizoma che copre a malapena quell’ostrica profumata, che ora reclama il piacere che le ho sempre dato. Mi abbasso, sposto l’indumento e comincio a leccare quella fica che conosco bene: ci vuole poco per farla urlare di piacere.
«Papà! Così, cazzo come sei bravo! Leccami tutta! Oh, papà, la tua lingua mi ha sempre fatto impazzire, fin dalla prima volta che l’ho sentita sulla mia fica ho sempre desiderato godere con te, anche in questo modo.»
Lecco e raccolgo quel nettare prelibato che sgorga da quella fonte di piacere, da cui mi disseto da sei anni.
«Amore mio, ricordi quando mi hai detto che non volevi sposarti per non privarti di sentire la mia sborra dentro di te? Ed io, per convincerti, ti ho promesso che ti avrei portato all’altare con il pancino pieno della mia sborra? È ora di mantenere quella promessa e adesso ti riempirò il ventre con la sborra che a te piace tanto.»
La guardo, le sorrido e mi slaccio i pantaloni; li abbasso fino alle caviglie, poi mi distendo di nuovo sul letto e, dopo averla aiutata a togliersi le scarpe ed a farla salire in piedi sopra di me, le allargo il vestito; lei sorride perché ora le diventa chiaro perché ho insistito a farle acquistare quel modello con quello spacco davanti. Lei divarica lentamente le gambe, perfettamente consapevole di quanto adori ammirare quella sua fica che si schiude per accogliermi dentro di sé e, scendendo lentamente, si impala sulla mia verga che le sprofonda tutta nel ventre.
«Ooh, papà! Come mi riempie il tuo cazzone! Ho sempre adorato sentirmi piena del tuo cazzo stupendo!»
Allunga le braccia cingendomi il collo, poi socchiude gli occhi e reclina la testa all’indietro: ondeggia ad occhi chiusi, mentre il suo viso si trasforma in una maschera di piacere. Comincio a pompare quella fica inarcando un po’ le gambe; la faccio sobbalzare su di me e, ben presto, lei comincia a gemere di piacere e ad incitarmi a scoparla ancora più forte.
«Così, papà! Riempimi! Scopami più forte! Come son piena! Ti sento fino in fondo!»
Tengo un buon ritmo. Guardo il suo volto stravolto dal piacere e sono immensamente felice. Lei ricambia lo sguardo e, ogni tanto, mi bacia le labbra, persistendo ad incitarmi.
«Papà! Come sei bravo! E come sei grosso! Luigi non è bravo e nemmeno grosso come te! È più piccolo e viene subito! Tu invece sei un vero toro che mi fa impazzire!»
La sento godere e mi rendo conto che deve amarmi moltissimo per accettare di scopare con quella mezzasega del futuro marito che, devo ammettere, pensa molto a far carriera per poterle assicurare una vita agiata ed è per questo che sono sicuro che lei proseguirà a voler sempre godere del mio cazzo. Son felice di scopare questa troia di mia figlia, che ho allevato trasformandola da una semplice puttanella, a questa splendida troia che ora sta godendo sul mio cazzo. In breve arriva all’orgasmo e gode mugolando e gemendo di piacere, mentre io continuo a stantuffarla, per farle assaporare fino in fondo l’orgasmo ed il piacere che sta provando. Mi bacia con passione, poi mi esorta a farcire il suo ventre del mio piacere.
«Dai, papà! Voglio sentire che mi inondi il ventre con il tuo piacere! Voglio sentirmi tutta piena!»
A queste parole, vengo anch’io. Una buona dose di sperma, la seconda di oggi, le riempie la pancia. Lei si porta la mano all’imboccatura della fica come per tapparla, ne raccoglie un po’ sulle dita e se le porta alla bocca, leccandole con avidità.
«Amore! Non esagerare, altrimenti non ci muoviamo più! Lo sai benissimo che, quando fai la troia così con me, mi fa impazzire!»
Lei mi guarda in maniera cattiva, ma è una finzione, poi si alza, e scende dal letto, si sfila il perizoma e da un cassetto prende altre mutandine, che indossa velocemente.
«Voglio indossare queste, perché così la tua sborra mi rimane più a lungo possibile in fica.»
La guardo compiaciuto della sua profonda troiaggine, e questo mi eccita ancor di più e mi stupisce il fatto che il mio cazzo sia ancora duro dopo due orgasmi, durante i quali non mi sono certo risparmiato nello svuotarmi nei suoi buchi. Mi alzo, l’afferro, la faccio appoggiare con le mani sul letto, piegata a 90° e, dopo aver alzato il vestito sopra le sue spalle, mi posiziono dietro di lei.
«Papà, che fai? Facciamo tardi!»
Abbasso leggermente la mutandina, quel tanto che basta e poi appoggio velocemente il cazzo all’imboccatura dell’ano e spingo forte.
«Scusa tesoro, ma avevo dimenticato che devo ancora riempirti in un’altra parte.»
La tengo stretta per i fianchi e, con un affondo deciso, le entro tutto dentro fino in fondo. Lei emette un lungo gemito e spinge il suo corpo contro il mio.
«Oh, papi! Sì, sfondami! Riempimi pure il culo!»
Le sbatto il culo come un pazzo scatenato, mentre lei continua ad incitarmi; porta una mano sotto e si masturba il clitoride per godere più velocemente. Sono così eccitato che non ci vuole molto a portarmi all’apice del piacere e le scarico dentro quel po’ di seme che ancora resta nelle mie palle, mentre lei raggiunge un ennesimo orgasmo. È un orgasmo intenso anche questo, che un po’ mi stordisce, e, quando mi sfilo da lei, Silvia si ricompone velocemente e, insieme, ci dirigiamo verso la chiesa, dove ci vedono arrivare. Mia moglie mi fa un cenno d’intesa, mentre offro il braccio a Silvia per accompagnarla all’altare. L'organo intona le note della marcia nuziale noi entriamo piano; lei si stringe al mio braccio, mentre solleva un attimo il volto verso di me ed i suoi occhi sono raggianti; la sua voce è qualcosa che mi fa fremere il cazzo nelle mutande.
«Papà! La tua sborra mi cola ancora dalla fica lungo la coscia, perché, per la doppia farcitura, le mutandine non sono in grado di contenere.»
La guardo raggiante e le parlo con tono complice:
«Allora? Te li senti i buchi pieni? Ricordi che ti ho promesso che ti avrei regalato questa sensazione? Dimmi, ti piace?»
Lei sorride emozionata.
«Sì, papà! È bellissimo! È una sensazione meravigliosa!»
Dopo un aver attraversato la navata della chiesa, l’affido all’ignaro cornuto e mi accosto a mia moglie, che si complimenta con me per averla convinta e rasserenata.
«Carlo, ma come hai fatto? Prima piangeva così disperata ed ora è felice e raggiante!»
Senza voltarmi e, con finta modestia, le rispondo usando un doppio senso.
«Non ho fatto niente di speciale, ma io so come prendere mia figlia e, soprattutto, come iniettarle massicce dosi di fiducia.»
Poi mi giro a guardare mia figlia e, dentro di me, con prepotenza riaffiorano i ricordi di come sono arrivato a tutto questo. Ricordo che, la prima volta che notai un suo particolare interesse nei miei confronti, fu quando, alla fine dei suoi 16 anni, un pomeriggio, ebbi ad accompagnarla ad una festa di compleanno di una sua amica. Avrei dovuto tornare a riprenderla molto tardi, invece, dopo due ore, mi chiamò pregandomi di riportarla a casa. Lungo il tragitto di ritorno, era silenziosa, triste e sconsolata ed io ebbi la netta impressione che fosse accaduto qualcosa di irreparabile. Giunti a casa, poiché eravamo soli, in quanto mia moglie e suo fratello erano assenti per tutto il weekend, lei si è buttata sul letto e si è messa a piangere. Io cercai di consolarla e, tenendola dolcemente fra le braccia, le chiesi cosa fosse successo.
«Voglio morire! A questo mondo non c’è nessuno che mi ama! Questo mondo fa schifo! Come si può amare un mondo, dove la tua migliore amica si fa scopare dal ragazzo più fico, che io cercavo di conquistare?»
L’ho consolata, dicendole che il mondo era pieno di ragazzi fichi, e una bella ragazza come lei non avrebbe avuto nessuna difficoltà a farli innamorare di sé. Poi uscii dalla sua camera e mi ritirai nella mia. Mi ero appena messo a letto e, come sempre, ero nudo, quando è arrivata mia figlia: si infilò sotto le coperte accanto a me, chiedendomi se poteva dormire con me. La circostanza mi impose di propendere per il sì. Indossava una casta mutandina, ed una semplice T-shirt, che è salita tutta quando si è infilata sotto le coperte, mostrando il suo seno già ben modellato e generoso. Dopo essersi distesa accanto a me, all’improvviso mi salì sopra, sedendosi sul mio cazzo e schiacciando lo spacco della sua fica su di esso. Entrambi i sessi erano divisi dal solo tessuto della sua mutandina; lei era sdraiata su di me e, guardandomi per un attimo negli occhi, la sua bocca ebbe ad unirsi alla mia. Immediatamente avvertii il calore della sua fica attraverso quel sottile strato di stoffa ed il mio cazzo crebbe a dismisura. Ad un tratto, allungò le mani, portandole in basso, per, con entrambe, afferrare il mio membro.
«Papà! Finalmente riesco a stringere in mano un vero cazzo! Ne ho tenuti alcuni in mano, ma nessuno mi ha mai dato l’emozione che provo ora nel sentire il tuo, grosso e duro.»
Senza dir niente e con un semplice gesto, scostò le mutandine di lato, si sollevò giusto quel tanto che poteva bastare, affinché la cappella le si poggiasse sullo spacco della fica, facendosi poi cadere su di essa, impalandosi. Sollevò il corpo in verticale, la testa reclinata indietro, la bocca spalancata, ma senza emettere alcun suono. Fu quello il momento in cui divenimmo schiavi l’uno dell’altro. Ho desiderato sempre di più quel corpo, e lei mi hai ripagato donandomi tutto il piacere possibile. Mi sentii in dovere di insegnarle tutto, e lei si mostrò allieva attenta e diligente, trasformandosi, da una puttanella inesperta come tante, a quella meravigliosa troia che è oggi, e che sta sposando questo inconsapevole cornuto. Quando lo conobbe, si rese subito conto che era innamorato cotto, ed io la esortai a portava avanti quella relazione, perché lui avrebbe rappresentato è il suo futuro, ma io avrei continuato ad esser il suo presente. Non voleva sposarlo per timore di perdere il piacere che provava nel farsi scopare da me, e per questo le promisi che l'avrei condotta all’altare, farcita del mio piacere e ora son soddisfatto di esser riuscito a mantenere questa mia promessa. Conoscendola, son sicuro che quando vorrà farmi diventare nonno, di certo non sarà questo ignaro cornuto che la sposa ad inondare il suo ventre e, già questo, mi provoca un'eccitazione che mi manda ai matti.
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2 years ago
baxi18, 55
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Legami di famiglia 2
Quel pomeriggio lo trascorremmo tutto a letto, io a 16 anni stavo provando l'ebbrezza del sesso, dopo che zio Franco mi aveva riempito il pancino di calda sborra fu zia Carmela a volermi scopare; zio Franco le fece indossare uno strapon con le cinghie era nero e grosso, zia lo unse con un lubrificante apposito e poi mi fece sdraiare sul letto, mi afferrò per le caviglie allargandomi tutta, zio afferrò lo strapon con la mano e lo poggiò sulla mia fichetta bagnata. A quel punto vidi gli occhi di zia Carmela lucidi sembravano di fuoco, guardandomi fissa iniziò a penetrarmi, era molto più grosso di quello di zio Franco infatti iniziai a sentire dolore, mi sentivo la fica lacerata ma allo stesso tempo un piacere immenso mugolavo dal piacere avevo il respiro affannato zia mi sussurrava che ero stupenda che le piaceva chiavarmi, zio Franco si stava masturbando e lo aveva rifatto duro e me lo mise in bocca, iniziai a leccarlo e succhiarlo mentre zia continuava a pomparmi nella fica venni mentre zio mi sborrava in bocca e mi venne naturale ingoiare tutto fino all'ultima goccia di sperma. Rimanemmo stremati sul letto e da quel giorno divenni l'amante dei miei zii trascorrevo la maggior parte del mio tempo a casa loro, tutti i weekend ed anche durante la settimana rimanevo a dormire da zio Franco e la cosa iniziò ad insospettire mamma che spesso mi chiedeva cosa facessimo la sera ma io riuscivo sempre a cambiare discorso. Con gli zii uscivamo anche di pomeriggio andavamo a cinema ma finivamo sempre per toccarci ci piaceva farci guardare zia Carmela amava farsi guardare tra le gambe infatti non portava mai le mutandine ed iniziò a non farle portare anche a me anche se indossavo i pantaloni d'estate indossavamo vestitini leggeri e corti d'inverno molte volte sotto al cappotto eravamo nude, ci piaceva eccitarci magari godere pure per una sega un un pompino o un ditalino poi a casa davamo libero sfogo alle nostre voglie. Un pomeriggio ero a casa di zio Franco e ci stavamo guardando un filmino porno, zia Carmela invece era in giro per commissioni con mamma che le aveva chiesto io cosa stavo facendo da sola a casa con zio Franco fu allora che decise di portarla a casa. Io e zio chiaramente dopo il film eravamo andati a letto e ci stavamo leccando come al solito, non sentimmo la porta aprirsi non le sentimmo camminare in casa, zia Carmela chiese a mamma di non fare rumore la porta della camera da letto era aperta mamma si affaccio e mi vide mentre avevo il cazzo di zio Franco in bocca. Zia Carmela le fece segno di stare zitta e guardare, mamma mi vide come il fratello mi chiavava come sborravo di piacere mentre mi fissava zia Carmela le aveva sbottonato la camicetta tolto il reggiseno ed infilato una mano tra le cosce, zio si accorse di tutto e mi fece mettere a pecorella con lo sguardo rivolto alla porta incrociai lo sguardo di mamma che nel frattempo aveva allargato completamente le cosce per farsi masturbare meglio, zio mi stava chiavando con forza e mamma stava per godere, zia Carmela tolse la mano dalle gambe di mamma le tolse la gonna e la fece sdraiare sul letto si inginocchiò ed iniziò a leccarle il figone io mi piegai e la baciai in bocca, continuate a baciarvi disse zio Franco e così facemmo le nostre lingue si toccavano la nostra saliva si mescolò senti mamma gemere stava godendo io gettai un urlo mentre zio mi godeva dentro per l'ennesima volta.
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2 years ago
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Il sottile piacere del tradimento. ultima parte.
Comunico con mio marito, informandolo che sto ancora aspettando suo padre e, mentre sto parlando con lui, improvvisamente due infermieri lo riportano in camera. Ha il viso stravolto dal dolore, però è sereno e cosciente. Parla con mio marito e gli spiega in breve che tutto è andato bene e che ora dovrà fare solo una lunga riabilitazione. Ironizza sul fatto che gli hanno fatto indossare delle calze bianche autoreggenti e questo suscita in tutti una certa allegria, che, in parte, stempera la tensione dell’attesa per la riuscita dell’operazione. Per tutto il giorno è ancora dolorante, un po’ stordito dall’anestesia e rivedo Roberto solo nel tardo pomeriggio. Ha l’aria stanca e non mi stupisce, considerando che ha passato una notte di sesso intenso con me ed un’intera giornata a fare operazioni. Quando entra in camera, istintivamente i nostri occhi si incontrano e, per un lungo istante, restiamo a guardarci, mentre sui nostri volti si dipinge un leggero sorriso, che non sfugge a mio suocero. Parla con lui e lo tranquillizza, perché tutto è andato a meraviglia, considerando che aveva dei seri problemi. Lo informa che il giorno successivo lo rimetterà in piedi e questo ci stupisce entrambi, poi saluta e se ne va. Restando sola con lui, vorrei chiedergli alcune spiegazioni, ma è un continuo via vai di infermieri che vengono in continuazione a controllare e verificare lo stato di salute di mio suocero e questo mi fa sospettare che sia stato Roberto ad ordinarlo. Giunge l’ora di uscire e lui mi prende entrambe le mani e, guardandomi negli occhi, mi parla con voce calma e serena.
«Gioia mia, sta tranquilla perché sto bene; ma ora perché non vai a scaricare la tensione con quel bravo giovane che sembra aver capito tutto di te. Non guardami con questi occhi interrogativi: ho notato che lo sguardo che vi siete scambiati e me ne sono compiaciuto. Come promesso, appena avremo un attimo di tempo, ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere, ma ora vai, esci con lui e divertiti.»
Gli sorrido e lui, con un cenno del capo, mi indica la porta e annuisce, ribadendo il desiderio di sapermi a divertire. Pochi passi fuori dalla clinica trovo Roberto ad aspettarmi.
«Va bene la solita mezz’ora?»
Lo guardo basita: vorrei capire se sta facendo questo perché si sente in dovere verso di me, oppure perché ha ancora desiderio di me.
«Cavolo! Ma non sei stanco? Dopo una giornata così, dovresti riposarti e, come minimo, dormire diverse ore.»
Lui sorride e mi risponde che passare del tempo con me è il miglior modo per rilassarsi, per scaricare ogni tensione e far svanire la fatica di una lunga giornata di lavoro. Per di più, domani, avrà solo due semplici interventi di routine, fissati in tarda mattinata, quindi, domani mattina, potrà anche dormire un po’ di più. Salgo in camera mia e, dopo una breve doccia, mi vesto in maniera semplice, ma elegante. Indosso un tailleur grigio, giacca e gonna, che mi arriva al ginocchio, con sotto una camicetta di pizzo nero, ricamata, che lascia intravedere il reggiseno anch'esso nero. Indosso delle autoreggenti ed ai piedi calzo delle scarpe, con un tacco 10; un leggero filo di rossetto sulle labbra, rende il mio outfit perfetto. Quando Roberto mi vede, esprime i suoi complimenti con un inchino, che è soave musica per il mio orgoglio di donna.
«Complimenti! Hai classe da vendere! Una bella donna come te, anche una banale foglia di fico, renderebbe il tuo aspetto splendido e di gran classe!»
Sorrido, lusingata dai suoi complimenti. Mi porta in un locale al centro della città. Scendiamo all’interno di uno strano enorme scantinato, dall’aspetto antico, ma veramente ben messo. Seduti ad un tavolo, iniziamo a gustare delle vere prelibatezze; lui mi tratta con dolcezza, facendomi mille coccole. Mi sento bene, serena e, nello stesso tempo, monta in me il desiderio per quel maschio, nonostante abbia già trascorso con lui una notte indimenticabile. Mi è chiaro che anche lui abbia lo stesso desiderio e, dopo cena, torniamo nel suo appartamento, dove passo con lui una nuova notte indimenticabile, durante la quale ha perso il conto di quante volte mi ha portato oltre l’orgasmo. Sfiniti ci addormentiamo e, all’alba, insieme andiamo a far la doccia e, anche lì lui inizia un gioco che ben presto ci eccita e mi ritrovo tra le mani la sua verga ancora dura.
«Non è possibile! Mi hai scopato tutta la notte e ancora oggi hai voglia di me?»
Lui sorride e ribadisce che di me non è mai sazio e, dopo avermi portato di nuovo quasi sul punto di godere, mi girai appoggiata al muro della doccia e mi penetra da dietro: sento la sua verga dura scivolare fino in fondo al mio ventre, portandomi ad un orgasmo che mi travolge tutta. Mi scopa con calma, a lungo e senza fretta, facendomi godere un orgasmo dopo l’altro, lasciandomi il tempo di assaporarli tutti e, solo quando vede che sono quasi sfinita, mi sbatte più velocemente, per poi sfilarsi da me ed offrirmi la verga in bocca. Spalanco le labbra e me lo infilo tutto in gola, giusto in tempo per ricevere tre generosi schizzi, che ingoio dopo averli assaporati per bene. Un’ora dopo entriamo insieme in clinica e subito lui viene con me in camera da mio suocero, che trova in buone condizioni. Insieme lo facciamo alzare in piedi e resto stupita dal fatto che, nonostante abbia subito quel tremendo intervento, lui sia già in grado di potersi muovere liberamente. Roberto se ne va e vedo mio suocero che, compiaciuto, mentre passeggia per la camera, come gli ha ordinato il dottore, si regge al mio braccio e lentamente mi parla.
«Gioia mia, hai un aspetto magnifico e riposato! Son sicuro che hai trascorso una gran bella notte e questo mi riempie il cuore di gioia. Come ti ho detto, ci tenevo molto al fatto che tu cogliessi questi momenti di libertà. Mio figlio è un ottimo manager, ma deve ancora imparare a gestire la sua vita matrimoniale. Sta facendo lo stesso errore che ha fatto io a suo tempo e, per questo, voglio che tu, adesso, ti diverta, poi troveremo il modo di far ragionare anche tuo marito e fargli capire quanto sia importante il giusto equilibrio fra lavoro e vita coniugale. Io l’ho imparato, tanto tempo fa, quando, dopo quattro anni di matrimonio con la mia adorata Eleonora, mi son reso conto che la stavo trascurando e lei, nel farmelo notare, mi fece capire che prima o poi mi avrebbe tradito. Ho riflettuto molto su questa cosa e così decisi di fare con lei un patto, che, nel tempo, ho sempre rispettato e che ci ha portato a vivere altri anni insieme in maniera intensa, appagante e, soprattutto, ad avere una vita sessuale piena di sorprese che ci ha permesso di esser più uniti e innamorati di prima. Il nostro patto era semplice: quando lei si rendeva conto che io la stavo trascurando, era libera di dirmi che si sarebbe fatta scopare da qualcuno, per soddisfare il desiderio di sesso che aveva. No, non guardami con questi occhi meravigliati, ti assicuro che la cosa è reale ed ha anche funzionato alla grande. Questo patto aveva un duplice scopo: spingermi a trovare il tempo da dedicare a mia moglie, oppure accettare il sottile piacere del tradimento, che ne poteva derivare. La prima volta, che mise in atto il nostro accordo, ricordo di aver passato un’intera serata in casa ad aspettarla seduto sul divano in balia di pensieri contrastanti, di sensazioni incredibili, di forti scatti di gelosia ed altrettanti momenti di forte eccitazione. Quando è tornata aveva l’aria stanca, ma soddisfatta e, insieme, sdraiati nel letto, abbiamo fatto sesso in maniera sconvolgente. L’ho scopata in maniera selvaggia, con vero furore. Ero come impazzito, ebbro di gelosia e, nello stesso tempo, eccitato dal fatto che si era fatta scopare da un altro. Ti giuro, era qualcosa di veramente sconvolgente. Ti giuro che FU qualcosa di veramente sconvolgente! Ebbe a raccontarmi i dettagli del suo incontro clandestino. Era andata in un bar e lì si era guardata intorno, in cerca di qualcuno interessante, ma non avendo trovato niente che facesse al caso suo, se ne uscì ed entrò in un altro bar, ma, anche in questo, non c’era nessuno che suscitava il suo interesse. Nell'uscire anche da questo secondo bar, fu strattonata accidentalmente da un signore sulla quarantina che, scusandosi, volle offrirle qualcosa e lei, guardandolo attentamente, si accorse che era davvero interessante. Seduti al bar, lei ebbe a confessargli che il marito la trascurava e che aveva una gran voglia di far sesso. Lui, senza alcun indugio, la portò a casa sua e, dopo averla spogliata, la eccitò a lungo con le mani e con la bocca, prima di penetrarla con una verga non troppo lunga, ma di notevole spessore. L'aveva scopato bene e a lungo, facendola godere molto e poi le aveva riversato in corpo una grande quantità di sborra. Nell'andar via, lei si era fatto dare il suo numero di telefono, con la promessa che, in caso ne avesse avuto bisogno, lo avrebbe contattato di nuovo. Naturalmente quel tipo di eccitazione ha comportato che, nei mesi a seguire, ho continuato a scoparla sempre in maniera intensa ed appagante. Poi di nuovo mi son lasciato prendere dal lavoro e lei mi ha messo di nuovo davanti al fatto compiuto. Una sera, rientrando dal lavoro, ho trovato un biglietto in cui mi ricordava del nostro patto. L’ho aspettata a letto con il cazzo duro e un misto di sensazioni ancor più forti e potenti di quelle provate in precedenza. Ero sconvolto dalla gelosia e dal desiderio di averla: ero eccitato immaginando che, in quel momento, la sapevo alle prese con un altro maschio, che la stava facendo godere oltre ogni limite. Quando è tornata, le ho dato solo il tempo di spogliarsi e, mentre la possedevo, sentivo la sua vagina aperta e dilatata, oltreché piena del seme del maschio che vi aveva goduto dentro. Non puoi capire quali sensazioni incredibili ho provato in quel momento. Era un insieme di gelosia, eccitazione, rabbia e furore, ma, nello stesso tempo, provavo un amore sconfinato per lei. Le ho urlato che l’amavo, che ero pazzo di lei, e che era una meravigliosa puttana. Lei ha assecondato ogni mio attimo e l’ho sentita godere in maniera sconvolgente. Anche in questo caso è trascorso un po’ di tempo, durante il quale abbiamo in qualche modo continuato a sfruttare l’onda dell’eccitazione che quel gioco ci procurava, poi avvenne una cosa che ha dato il colpo di grazia ad entrambi. Una sera, mentre eravamo a letto e dopo aver fatto l’amore in maniera molto intensa, ci stavamo scambiando delle coccole e le ho confessato una cosa che ha stupito lei, ma anche me stesso.
“Ti amo da impazzire, ma, nello stesso tempo, impazzisco di gelosia frammista a desiderio ogniqualvolta vai a farti montare da uno sconosciuto. Non so spiegarti perché e nemmeno da quando, ma sento dentro di me il desiderio di vederti scopata da un altro maschio.”
Lei mi rivolse uno sguardo sbigottito e poi scosse la testa, affermando che non se la sarebbe sentita di far sesso con un altro, in mia presenza. Allora ne parlammo e giungemmo ad un compromesso che ha soddisfatto entrambi. Circa una settimana dopo, una sera, lei aveva invitato Alberto, il suo amante segreto, a venire a scopare in casa nostra. Io ero nascosto ed ho assistito a quella monta stupenda, dove lei si è fatta scopare a lungo e bene, fino a farsi riempire di sborra. Sfinita ed appagata, è rimasta distesa sul letto, ricoperta del piacere di quel maschio ed io, uscito dal mio nascondiglio, mi son precipitato fra le sue braccia ed ho leccato ogni singolo lembo del suo corpo, mentre lei succhiava il mio cazzo che, alla fine, esplose nella sua bocca e, nonostante tutto, era rimasto duro come il ferro. Nonostante avesse chiavato a lungo con quel maschio, l’ho scopata con furore per tutta la notte, facendola godere ancora e urlare di piacere, ma, soprattutto, le ho fatto gridare ripetutamente che mi amava, che era la mia donna e la mia adorabile puttana. Poi abbiamo deciso di voler un figlio e, in qualche modo, il nostro patto ha subito una sospensione, perché lei è rimasta incinta e, dopo aver al messo al mondo Paolo, per circa due anni, la nostra vita è stata sempre serena e dolce, con il sesso ancor più soddisfacente. Poi, nell’estate successiva, siamo andati al mare e subito ho notato che il direttore dell’albergo, dove eravamo alloggiati, le aveva messo gli occhi addosso e non perdeva occasioni per farle complimenti e flirtare con lei, ogni qualvolta ve ne era l’opportunità. Era così palese l’interesse di lui nei suoi confronti, che lei, qualche volta, si sentiva in imbarazzo nei miei confronti, ma, nello stesso tempo, era attratta dalla personalità di quell’uomo così dominante. Allora fui io stesso, il giorno prima della fine della nostra vacanza, a suggerire ad Eleonora di scopare con lui. Nel pomeriggio, io ed il piccolo Paolo, uscimmo e andammo al Luna Park vicino al porto, lasciando Eleonora libera per l'intera mattinata. Quando ritornai, era quasi ora di cena e la trovai sdraiata nel nostro letto che aveva l’aria stravolta e stanca e, quando le chiesi come era andata, lei mi rispose che me ne avrebbe parlato in serata: dopo cena, eravamo sdraiati nel nostro letto e lei prese a farmi il resoconto di quanto accaduto. Mi disse che questa volta era stata una cosa completamente diversa. All’inizio si era trovata da sola con lui che l’aveva eccitata e baciata a lungo, facendola fremere di desiderio e poi l'aveva penetrata con un membro non troppo lungo, ma decisamente molto grosso. Mentre stava godendo del suo primo orgasmo, si era trovata davanti la moglie del direttore, che, con un sorriso, si era unita a loro. Era stata un’esperienza alquanto particolare, durante la quale lei aveva goduto sia con lui che con lei e questo le aveva procurato un piacere insolito, ma, nello stesso tempo, molto intenso. Dopo quella strana esperienza, per qualche tempo, non avevamo più avuto modo di vivere altre esperienze, ma qualcosa in Eleonora era cambiato. L’evento si verificò circa tre anni dopo, in occasione del primo giorno di scuola di Paolo. Facemmo la conoscenza con la sua insegnante e subito notai che la signora guardava con occhi carichi di interesse mia moglie. Qualche mese dopo, erano diventate amiche e, un giorno, scoprii che spesso e volentieri, entrambe si incontravano in casa nostra e si donavano piacere reciproco. Sembrava strano, ma Eleonora aveva di fatto preferito sfogare la sua insoddisfazione sessuale con una donna e questo, in qualche modo, è stato un suo modo di punirmi. La cosa è durata alcuni anni, poi abbiamo anche avuto qualche esperienza di scambio coppia, ma, ormai, quel sottile piacere del tradimento era svanito. Per questo ti chiedo di vivere i momenti che stai passando qui in maniera più intensa possibile, perché, una volta che torneremo a casa, faremo in modo di far capire a tuo marito quanto sia bello questo gioco del tradimento. Del resto lui non è immune dal tradire, perché, qualche anno fa, dopo che eravate stati in vacanza, l’ho sentito parlare con una ragazza e dargli un appuntamento. L’ho pedinato ed ho visto che si è incontrato con una biondina dalla faccia da vera puttanella e, qualche giorno dopo, si è incontrato di nuovo con lei; così lo presi in disparte e gli ho imposto di fare una scelta definitiva: una brava moglie come te o una sgualdrinella da quattro soldi. Lui è rimasto un po’ mortificato per esser stato sgamato, così penso che la questione sia finita in quello stesso momento.»
Guardo Pietro con occhi diversi e, finalmente, mi rendo conto di tanti piccoli dettagli che in passato mi avevano incuriosito, senza mai riuscire a capire quale fosse la reale intesa che ero convinta esistesse fra lui e mia suocera. Quella sera esco di nuovo con Roberto e passo con lui un’altra notte di sesso sconvolgente. La sera prima che lui dimettesse mio suocero, siamo stati insieme, e dopo aver fatto sesso intensamente, mentre ce ne stiamo abbracciati, gli chiedo che idea si fosse fatto di me.
«Penso che tu sia una donna stupenda, intelligente e con molta classe. A letto sei una gran vacca, che sa scopare bene che gode intensamente, capace di appagare un maschio e di godere all'infinito lasciandosi penetrare in ogni buco. Ammetto che, se vivessi in questa città, mi piacerebbe vederti ancora e, sicuramente, da domani sentirò la tua mancanza.»
Lo guardo e lo ringrazio per la sua estrema sincerità e, quando lui mi chiede cosa io penso di lui, sono altrettanto sincera come lo è stato lui.
«Professionalmente credo che tu sia un ottimo medico, maschio intelligente, dal fisico stupendo. Sessualmente parlando credo di poter capire la gelosia che, per te, potrebbe provare una donna. È innegabile il fatto che tu sia un vero maschio capace di far godere una donna prima ancora di possederla e questo ti colloca fra quelle persone che non possono esser solo di una donna. Tu sei un maschio che ama godere sicuramente a lungo e bene, ma cercare di legarti sarebbe il miglior sistema per farti fuggire. Tu sei il classico uomo che per stare con una donna, deve sentirsi libero di scegliere e non perché obbligato. Anch’io domani sera sentirò la tua mancanza e non ti nego che, se ne avrò l’occasione, cercherò ancora di giacere con te e di godere intensamente.»
Il giorno successivo siamo pronti a partire e quando lui viene nella camera di Pietro per consegnargli tutta la documentazione, si gira verso di me e mi abbraccia: io non mi trattengo dal baciarlo davanti a lui, che sorride compiaciuto.
«Caro dottore, sono immensamente felice nel costatare che ha messo a posto la mia schiena e, nello stesso tempo, ha reso felice mia nuora. Di questo gliene sarò sempre estremamente grato.»
Quando rientro a casa, sono una donna diversa e, dopo qualche giorno, una sera che siamo a letto, chiedo a mio marito da quanto tempo non facciamo sesso. Lui mi guarda un po’ stupito e mi dice che, in questo momento, si sente sotto pressione: allora gli propongo il patto che mi ha suggerito Pietro e leggo nei suoi occhi uno sguardo strano. Riflette sulla mia proposta, poi mi guarda e le sue parole mi riempiono di gioia.
«Sei libera di farlo, perché so che lo facevano anche i miei genitori e, poiché ho visto che la loro unione è sempre stata bella, lunga e felice, son convinto che questa soluzione potrebbe funzionare anche per noi. Accetto che tu, in maniera discreta e il più possibile riservata, posso avere un’amante per godere, ma voglio sapere, ogni volta che lo farai, quali sensazioni avrai provato con lui.»
Due sere dopo, sono uscita e, dopo un lungo girovagare, non sono riuscita a trovare qualcuno che suscitasse il mio interesse. Mentre tornavo a casa, mi son fermata ad un distributore di benzina, perché la mia auto necessitava di un rifornimento e, ad un tratto, dall’altro lato della pompa, si è fermato un uomo e, vedendomi un po’ in difficoltà, si è offerto di aiutarmi. Abbiamo parlato per qualche minuto e ho visto che lui mi osservava con desiderio, così, senza tanti giri di parole, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto scopare con lui. Ovviamente è rimasto alquanto perplesso, poi, una volta convinto che non stavo scherzando, ci siamo spostati in fondo al parcheggio del distributore e, sdraiata nell’auto, mi son fatta scopare da questo perfetto sconosciuto, come una puttana. Non è stato molto bello, anzi non mi è piaciuto più di quel tanto, ma, quando sono tornata casa, a notte fonda, ho trovato Paolo ad aspettarmi nel letto e subito ha voluto scoparmi, facendomi godere moltissimo. In quel momento mi son resa conto che non era importante la persona con cui lo facevo, ma ciò che provocavo nella mente del mio compagno ed è per questo che, ogni volta che sento il desiderio di scopare, esco, vado in un cinema e mi guardo un bel film, poi, torno a casa, e gli faccio credere che sono stata a farmi fottere da tanti maschi.
È superfluo dire che questo lo eccita in maniera tale che poi mi scopa in maniera incredibile. Forse il mio è diverso dal sottile piacere del tradimento, ma amo mio marito e se, per avere la sua attenzione, devo fingere di tradirlo, il gioco vale la candela.
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il sottile piacere del tradimento. seconda parte
Esco dalla clinica e percorro un breve tratto di strada, dove avevo notato un piccolo centro commerciale, con negozi di abbigliamento. Una volta entrata in uno di questi, cerco qualcosa di provocante da indossare per la serata, non avendo nel mio bagaglio nulla di adatto. La mia scelta cade su di un vestito di lino bianco, con nove bottoni davanti, che lo tengono chiuso e la solerte commessa mi consiglia di abbinarvi uno dei tre tipi di scarpe di quello stesso tessuto. La differenza fra le scarpe è costituita solo dal tacco: basso, medio e alto. Naturalmente scelgo quello alto e prendo anche un reggiseno a fascia, molto sottile, assieme ad un perizoma veramente striminzito. Quando torno in clinica, trovo mio suocero che sta parlando con Roberto, il quale ci informa che il giorno successivo sarà il primo ad esser operato, poi mi lancia solo un’occhiata e se ne va, mentre io resto ancora un po’ con Pietro, che però non fa che parlare dell’imminente intervento. Quando si fa ora di uscire, lui mi sorride e mi dice di non disattendere le sue parole. Uscendo trovo ad aspettarmi Roberto, che mi chiede se è sufficiente una mezz’ora per prepararmi e mi dà appuntamento davanti alla mia residenza. Entro in camera, faccio una doccia, poi massaggio il mio corpo con una crema per la pelle che la rende ancora più morbida e vellutata, poi indosso l’intimo, che mi soddisfa molto, soprattutto il perizoma che, dietro, sparisce completamente nel solco delle mie natiche e, quando indosso il vestito di lino bianco, sembra quasi che il mio culo sia completamente nudo. Mi inerpico sui sandali a zeppa che si legano alla caviglia con un fiocco dello stesso tessuto del vestito e, quando mi guardo allo specchio, decido che, dei nove bottoni, i primi due in alto, vanno lasciati aperti, così da mostrare il solco del mio florido seno. Lascio aperti anche gli ultimi tre in fondo, in modo che la mia coscia sia visibile ben oltre la metà, ad ogni passo. Un leggero filo di trucco e un po’ di lucidalabbra completano il mio outfit e, soddisfatta, scendo e trovo Roberto appoggiato ad una splendida Maserati. Sorride compiaciuto nel vedermi e, quando apre lo sportello per farmi salire, faccio in modo che abbia un completo panorama delle mie cosce. Parte velocemente e guida in maniera sicura e tranquilla. Durante il percorso, parliamo solo di cose banali, fin quando vedo che lui, lasciata la tangenziale, si inerpica su per la collina ed entra nel piazzale di una casa colonica, dove ci sono solo altre tre auto parcheggiate. Entrati in quel particolare ristorante, attraversiamo un piccolo salone, per uscire dall’altro lato, dove ci troviamo su uno splendido terrazzo con davanti, in forma degradante, si delinea l’intera città illuminata. Appena seduti, un’anziana signora si avvicina, ci sorride e subito inizia a servire bevande e cibo, senza che nessuno di noi due abbia ordinato nulla. Mangiamo assaporando con estremo piacere il gusto di quelle pietanze veramente squisite; intanto guardo Roberto con occhi carichi di desiderio e noto che anche lui non riesce a non indugiare sul mio corpo. Lui mi offre un pezzo di carne di agnello veramente squisita, ma io ho voglia di lui, e quando lui mi chiede il mio giudizio sulla pietanza, le mie parole sono pervase da un chiaro e lampante doppio senso.
«Decisamente molto buona, ma io, questa sera, ho fame di carne di "porco", possibilmente cruda.»
Lui mi guarda, sorride e mi prende per mano; insieme, dopo aver pagato il conto, ce ne andiamo velocemente. Nessuno di noi due parla e, ad un tratto, mi trovo davanti all’ingresso di una villetta molto carina, dove lui mi invita ad entrare. Appena dentro, mi stringe a sé e mi bacia con trasporto. Poi, si siede sul divano, lasciandomi in piedi davanti a sé e, mentre penso che vorrà spogliarmi, lui ha altre idee e, per me, in quel momento, inizia un vero percorso di piacere mai provato prima. Allunga le mani e mi accarezza le gambe, partendo dalle ginocchia per poi risalire, lungo l'esterno coscia, fino al culo. Poi, sempre quelle mani, hanno preso a salire lungo i miei fianchi, portandosi al seno, pizzicandomi i capezzoli, attraverso la sottile stoffa. Poi è sceso di nuovo sotto il mio vestito, mi ha sfilato il perizoma ed ha iniziato ad accarezzarmi la fica, passando le dita della mano destra, lungo le labbra della mia vagina, pronta ed offerta. Dopo avermi fatto divaricare le cosce, ha iniziato a dedicare tutte le sue attenzioni al clitoride, perché con le gambe così aperte lo lasciava totalmente esposto. Lo massaggiava con l'indice e il medio facendo dei cerchi con la punta delle dita e altre volte. con l'indice e il pollice, lo strizzava. Non ci vollero che pochi minuti per avere il primo orgasmo. Tutto il mio corpo tremava al punto che ho dovuto appoggiarmi alle sue spalle, per non cadere. Ho serrato di colpo le gambe, cercando di stringere la sua mano fra le mie cosce, perché il piacere che provavo era forte e intenso. Stavo urlando di piacere, mentre lui continuava a strofinare le dita molto lentamente, sul clitoride. Non mi ero ancora ripresa dall'orgasmo, quando mi ha sollevato facendomi tornare dritta e aperte di nuovo le gambe mi ha infilato ancora due dita dentro la figa. Le muoveva dentro senza portarle fuori, fin quando io, in preda ad un orgasmo, ho iniziato a muovere i fianchi, abbassandomi sulle ginocchia per cercare di far entrare quelle dita ancora più in profondità dentro di me. Ero totalmente in preda al piacere con le gambe aperte, muovendo i fianchi avanti e indietro, accarezzandomi il seno con le mani, mentre mi lasciavo scopare dalle dita di quest’uomo, che mi stava sconvolgendo con il piacere che mi stava procurando. Ho avuto un altro orgasmo, mentre lui continuava imperterrito a muovere le dita dentro di me, poi a tirarle fuori e inserirle di nuovo dentro, molto lentamente, utilizzando il suo pollice per strofinare di nuovo il clitoride. Di tanto in tanto aumentava il ritmo di quel dentro e fuori, facendolo molto velocemente, cosa che mi faceva impazzire perché dosava sapientemente il piacere e, quando si rendeva conto che ero prossima ad un orgasmo lui rallentava il ritmo facendomi arrivare sull'orlo della follia. Ad un tratto, mentre stavo per avere un ulteriore, ancor più forte e intenso del precedente, ho afferrato la mano di Roberto in modo che non smettesse di muovere le sue dita dentro di me. Lui ha assecondato il gioco ed io ho avuto un orgasmo così forte che lui ha dovuto sorreggermi, per poi adagiarmi delicatamente sul divano. Non mi aveva neanche spogliato e nemmeno scopato, e già avevo avuto alcuni orgasmi devastanti. Ora lo desideravo, lo volevo con tutta me stessa, al punto che, allungate entrambe le mani, l’ho afferrato per i fianchi e ho tirato il suo corpo davanti alla mia faccia, cercando velocemente di aprire i suoi pantaloni, perché volevo il suo cazzo in bocca. Lui ha indugiato ancora qualche secondo per aumentare ancor di più il mio desiderio, poi ho visto davanti ai miei occhi uno splendido membro di ottime dimensioni, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, con un bel glande. Quando l'ho avuto praticamente vicino alle mie labbra, l’ho bagnato sulla punta passandoci sopra la lingua e, chiusi gli occhi, ho iniziato a succhiarlo molto lentamente, facendo scorrere la lingua tutt'intorno, mentre muovevo la mano su e giù, segandolo lentamente. Lui ha appoggiato la mano sopra la mia testa e mi ha spinto quello splendido membro tutto in bocca. Ho appoggiato le mani sui suoi fianchi ed ho deciso che ora volevo esser io a fare impazzire lui. Lo lasciavo scivolare dentro lentamente e quando lo avevo tutto in bocca lo tenevo immobile, tutto piantato in gola, fin quando non ho avuto diversi conati di vomito; solo allora ho deciso di tirarlo fuori e poi, di nuovo, l’ho affondato tutto in gola, ripetendo questo gioco diverse volte, facendolo gemere di piacere. Solo quando quello splendido membro scivolava agevolmente lungo tutta la mia gola e io lo pompavo in maniera veloce e costante, consapevole che così l'avrei fatto sborrare, lui di colpo mi ha fermato, mi ha afferrato per le ascelle e, muovendoci velocemente, in pochi passi siamo entrati nella sua camera da letto. Rapidamente ci siamo spogliati completamente e lui mi ha messo supina sul letto. Mi ha preso per i fianchi, tirandomi a sé, facendo in modo che le mie gambe fossero appoggiate sul letto e le cosce oscenamente aperte, con la fica in bella vista. Si è inginocchiato ai piedi del letto e con l'indice ed il medio di una mano, ha aperto le labbra vaginali e così, con la fica completamente aperta ed esposta al suo sguardo, ha iniziato a leccarla. Se con le dita mi aveva già fatto impazzire, con la lingua è stato un autentico delirio. Ho avuto un orgasmo così forte e intenso, che ho abbassato le mani, gli ho afferrato la testa, l’ho schiacciata contro la fica, perché non volevo in nessun modo che smettesse di succhiarmi il clitoride. Era sconvolgente, mi stava facendo impazzire e ancora non mi aveva scopato! Dopo aver goduto intensamente, l'ho trascinato su di me con la speranza di sentire quel membro dentro la mia vagina e l’ho anche implorato di scoparmi.
«Fottimi! Per favore, prendimi! Voglio sentirti dentro di me, adesso! Spingimelo tutto dentro, fammelo sentire fino in fondo!»
Lui ha avuto un sorriso sornione e, reggendo il suo cazzo, ha preso a scorrere con la cappella lungo lo spacco, colpendo con la punta il mio clitoride. Quella manovra mi procurava fitte di piacere incredibili, che aumentavano sempre più il desiderio di averlo dentro. Ha giocato ancora un po’ con me, poi ha iniziato a spingermelo dentro, lentamente. Ha messo dentro solo il glande e lo ha tirato fuori, poi lo ha di nuovo affondato e così via, fino a quando, d'improvviso, l’ha messo tutto dentro ed allora ho sentito le sue palle sbattere contro le chiappe. Senza muoversi lo ha tenuto dentro per alcuni secondi, finché non ha iniziato a pomparmi lentamente, ma, ogni volta, il ritmo delle spinte aumentava sempre più. Ho provato un piacere infinito che andava aumentando sempre di più e, quando il mio corpo si è teso, pronto ad esplodere in un ennesimo orgasmo, lui, in maniera sadica, l'ha tirato fuori dalla fica per alcuni secondi, per poi rimetterlo dentro, prima lentamente, e poi sempre più velocemente. Follia pura! Mi stava facendo impazzire con questo gioco incredibilmente erotico, ma tremendamente sadico. Lo ha ripetuto un sacco di volte. Ero sull'orlo della follia. A suo piacimento lui smetteva di pomparmi, cioè si fermava ed ero io a muovere i fianchi avanti e indietro sempre più velocemente mi infilavo e mi toglievo il cazzo dalla fica. Gli piaceva restare immobile, facendo in modo che fossi io ad imprimere il ritmo all'amplesso e, di nuovo, quando stavo per venire, l'ha tirato fuori e ha aspettato qualche secondo prima di rimettermelo dentro. Ho urlato tutta la mia libidine.
«Basta, ti prego! Fammi godere! Voglio venire! Fammi impazzire! Non ti fermare! Sto venendo! Non ti fermare, ti prego!»
Lui, improvvisamente, l’ho messo dentro in un colpo solo. Ha preso a sbattermi molto velocemente ed io, guardandolo negli occhi, ho desiderato con tutta me stessa che non si fermasse, e lui, con il suo ego appagato, ha continuato a pomparmi in maniera bestiale, facendomi godere così tanto che quasi sono svenuta. Mi ha lasciato immobile, facendomi assaporare l’orgasmo devastante che mi aveva assalito e così a lungo desiderato, poi sue labbra si sono unite alle mie in un bacio sconvolgente e passionale. La cosa che mi stupiva era che io avevo già goduto moltissimo, mentre lui ancora non era venuto. L'ho lasciato scivolare di lato e, sdraiato supino, mi sono impalata su di lui. Leggevo nei suoi occhi l'immensa soddisfazione per la prova cui mi aveva sottoposto, così ho deciso che non poteva finire così. Ho preso a muovermi avanti/indietro, facendo scivolare quel membro tutto dentro di me; lui ha sollevato le mani ed ha afferrato i miei seni, strizzandoli con forza, mentre io godevo un orgasmo dopo l’altro, impalata su di lui. Alla fine, sfinita, mi sono adagiata sul suo petto e, con un filo di voce, l’ho supplicato di venire.
«Sei fantastico! Non ho mai goduto così tanto, anche se il mio unico punto di confronto è mio marito che, in ogni caso, fino ad oggi, mi ha sempre soddisfatto. Con te mi sto rendendo conto che il vero piacere è tutt’altra cosa. Ora voglio il tuo piacere, voglio bere il tuo nettare, lo voglio dentro il mio corpo, nella mia bocca, per apprezzare il sapore che ha il seme del maschio che, questa notte, mi ha fatto letteralmente impazzire.»
Lui mi ha spinto di lato e, dopo avermi fatto girare, mi ha penetrato da dietro, sollevando una gamba, mentre con le dita è tornato a stimolare il mio clitoride, facendomi nuovamente impazzire. Il ritmo ora era diverso, molto più veloce e più profondo e, all’improvviso, ho sentito il suo corpo rimanere attaccato al mio e un’onda di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui, con un gemito, quasi soffocato, ha preso a godere dentro di me. Ho lasciato che mi inondasse la vagina, poi mi sono girata di scatto e con la bocca sono andata a cercare quel membro stupendo, che continuava ad emettere schizzi sborra bollente. L'ho preso tutto in bocca, succhiandolo avidamente e continuando ad ingoiare fino all’ultima stilla di quel nettare prelibato, che sgorgava da quella verga che, dopo avermi fatto impazzire, continuava ad esser duro e potente, come se fino a quel momento non avesse goduto. Sorpresa da tanta vigoria, ho deciso che volevo esser sua fino in fondo e, guardandolo dritto negli occhi, mi sono inginocchiata davanti a lui e, senza dire una parola, con entrambe le mani ho dilatato le mie natiche e, praticamente, l’ho invitato a penetrarmi anche analmente. Quando lui ha lubrificato la cappella lungo lo spacco della mia fica, da cui sgorgava ancora sborra, ho aperto ancor più il buco del culo, consentendogli di affondare quel grosso membro dentro il mio culo che, non senza qualche dolore l’ha inglobato tutto, fino in fondo. Mi è sembrato che mi stesse sfondando le reni da quanto mi sembrava dilatare il mio buco, ma, nonostante ciò, la cosa mi piaceva moltissimo e, dopo aver allungato una mano sotto di me, ho preso ad accarezzarmi la fica impastata del suo seme e, ben presto, il ritmo della pompata cui mi ha sottoposto, mi ha procurato un altro orgasmo, mentre insistevo nel pregarlo di inondarmi anche quel buco. Mi ha scopato a lungo tenendomi ferma per i fianchi, fin quando, con un gemito, non si è svuotato completamente dentro di me. Siamo crollati entrambi abbracciati ed il sonno ci ha sorpreso. All’alba, il suono della sveglia ci desta e, rapidamente, recupero il mio vestito e, in un attimo. sono pronta ad uscire con lui che, lungo la strada, mi lascia davanti al mio residence. Entro in camera, mi metto stessa nel letto e rifletto su quello che è avvenuto durante la notte. È stato qualcosa di fantastico, di sconvolgente e, nello stesso tempo, sono presa a pensare quali spiegazioni potrò dare a mio suocero. All’orario convenuto, entro in clinica, ma lui ancora non è tornato in camera sua e devo aspettare più di un’ora. Comunico con mio marito, informandolo che sto ancora aspettando suo padre e, mentre sto parlando con lui, improvvisamente due infermieri lo riportano in camera. Ha il viso stravolto dal dolore, però è sereno e cosciente. Parla con mio marito e gli spiega in breve che tutto è andato bene e che ora dovrà fare solo una lunga riabilitazione. Ironizza sul fatto che gli hanno fatto indossare delle calze bianche autoreggenti e questo suscita in tutti una certa allegria, che, in parte, stempera la tensione dell’attesa per la riuscita dell’operazione. Per tutto il giorno è ancora dolorante, un po’ stordito dall’anestesia e rivedo Roberto solo nel tardo pomeriggio. Ha l’aria stanca e non mi stupisce, considerando che ha passato una notte di sesso intenso con me ed un’intera giornata a fare operazioni. Quando entra in camera, istintivamente i nostri occhi si incontrano e, per un lungo istante, restiamo a guardarci, mentre sui nostri volti si dipinge un leggero sorriso, che non sfugge a mio suocero. Parla con lui e lo tranquillizza, perché tutto è andato a meraviglia, considerando che aveva dei seri problemi. Lo informa che il giorno successivo lo rimetterà in piedi e questo ci stupisce entrambi, poi saluta e se ne va. Restando sola con lui, vorrei chiedergli alcune spiegazioni, ma è un continuo via vai di infermieri che vengono in continuazione a controllare e verificare lo stato di salute di mio suocero e questo mi fa sospettare che sia stato Roberto ad ordinarlo. Giunge l’ora di uscire e lui mi prende entrambe le mani e, guardandomi negli occhi, mi parla con voce calma e serena.
«Gioia mia, sta tranquilla perché sto bene; ma ora perché non vai a scaricare la tensione con quel bravo giovane che sembra aver capito tutto di te. Non guardami con questi occhi interrogativi: ho notato che lo sguardo che vi siete scambiati e me ne sono compiaciuto. Come promesso, appena avremo un attimo di tempo, ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere, ma ora vai, esci con lui e divertiti.»
Gli sorrido e lui, con un cenno del capo, mi indica la porta e annuisce, ribadendo il desiderio di sapermi a divertire. Pochi passi fuori dalla clinica trovo Roberto ad aspettarmi.
«Va bene la solita mezz’ora?»
Lo guardo basita: vorrei capire se sta facendo questo perché si sente in dovere verso di me, oppure perché ha ancora desiderio di me.
«Cavolo! Ma non sei stanco? Dopo una giornata così, dovresti riposarti e, come minimo, dormire diverse ore.»
Lui sorride e mi risponde che passare del tempo con me è il miglior modo per rilassarsi, per scaricare ogni tensione e far svanire la fatica di una lunga giornata di lavoro. Per di più, domani, avrà solo due semplici interventi di routine, fissati in tarda mattinata, quindi, domani mattina, potrà anche dormire un po’ di più. Salgo in camera mia e, dopo una breve doccia, mi vesto in maniera semplice, ma elegante. Indosso un tailleur grigio, giacca e gonna, che mi arriva al ginocchio, con sotto una camicetta di pizzo nero, ricamata, che lascia intravedere il reggiseno anch'esso nero. Indosso delle autoreggenti ed ai piedi calzo delle scarpe, con un tacco 10; un leggero filo di rossetto sulle labbra, rende il mio outfit perfetto. Quando Roberto mi vede, esprime i suoi complimenti con un inchino, che è soave musica per il mio orgoglio di donna.
«Complimenti! Hai classe da vendere! Una bella donna come te, anche una banale foglia di fico, renderebbe il tuo aspetto splendido e di gran classe!»
Sorrido, lusingata dai suoi complimenti. Mi porta in un locale al centro della città. Scendiamo all’interno di uno strano enorme scantinato, dall’aspetto antico, ma veramente ben messo. Seduti ad un tavolo, iniziamo a gustare delle vere prelibatezze; lui mi tratta con dolcezza, facendomi mille coccole. Mi sento bene, serena e, nello stesso tempo, monta in me il desiderio per quel maschio, nonostante abbia già trascorso con lui una notte indimenticabile. Mi è chiaro che anche lui abbia lo stesso desiderio e, dopo cena, torniamo nel suo appartamento, dove passo con lui una nuova notte indimenticabile, durante la quale ha perso il conto di quante volte mi ha portato oltre l’orgasmo. Sfiniti ci addormentiamo e, all’alba, insieme andiamo a far la doccia e, anche lì lui inizia un gioco che ben presto ci eccita e mi ritrovo tra le mani la sua verga ancora dura.
«Non è possibile! Mi hai scopato tutta la notte e ancora oggi hai voglia di me?»
Lui sorride e ribadisce che di me non è mai sazio e, dopo avermi portato di nuovo quasi sul punto di godere, mi girai appoggiata al muro della doccia e mi penetra da dietro: sento la sua verga dura scivolare fino in fondo al mio ventre, portandomi ad un orgasmo che mi travolge tutta. Mi scopa con calma, a lungo e senza fretta, facendomi godere un orgasmo dopo l’altro, lasciandomi il tempo di assaporarli tutti e, solo quando vede che sono quasi sfinita, mi sbatte più velocemente, per poi sfilarsi da me ed offrirmi la verga in bocca. Spalanco le labbra e me lo infilo tutto in gola, giusto in tempo per ricevere tre generosi schizzi, che ingoio dopo averli assaporati per bene. Un’ora dopo entriamo insieme in clinica e subito lui viene con me in camera da mio suocero, che trova in buone condizioni. Insieme lo facciamo alzare in piedi e resto stupita dal fatto che, nonostante abbia subito quel tremendo intervento, lui sia già in grado di potersi muovere liberamente. Roberto se ne va e vedo mio suocero che, compiaciuto, mentre passeggia per la camera, come gli ha ordinato il dottore, si regge al mio braccio e lentamente mi parla.
«Gioia mia, hai un aspetto magnifico e riposato! Son sicuro che hai trascorso una gran bella notte e questo mi riempie il cuore di gioia. Come ti ho detto, ci tenevo molto al fatto che tu cogliessi questi momenti di libertà. Mio figlio è un ottimo manager, ma deve ancora imparare a gestire la sua vita matrimoniale. Sta facendo lo stesso errore che ha fatto io a suo tempo e, per questo, voglio che tu, adesso, ti diverta, poi troveremo il modo di far ragionare anche tuo marito e fargli capire quanto sia importante il giusto equilibrio fra lavoro e vita coniugale. Io l’ho imparato, tanto tempo fa, quando, dopo quattro anni di matrimonio con la mia adorata Eleonora, mi son reso conto che la stavo trascurando e lei, nel farmelo notare, mi fece capire che prima o poi mi avrebbe tradito. Ho riflettuto molto su questa cosa e così decisi di fare con lei un patto, che, nel tempo, ho sempre rispettato e che ci ha portato a vivere altri anni insieme in maniera intensa, appagante e, soprattutto, ad avere una vita sessuale piena di sorprese che ci ha permesso di esser più uniti e innamorati di prima. Il nostro patto era semplice: quando lei si rendeva conto che io la stavo trascurando, era libera di dirmi che si sarebbe fatta scopare da qualcuno, per soddisfare il desiderio di sesso che aveva. No, non guardami con questi occhi meravigliati, ti assicuro che la cosa è reale ed ha anche funzionato alla grande. Questo patto aveva un duplice scopo: spingermi a trovare il tempo da dedicare a mia moglie, oppure accettare il sottile piacere del tradimento, che ne poteva derivare. La prima volta, che mise in atto il nostro accordo, ricordo di aver passato un’intera serata in casa ad aspettarla seduto sul divano in balia di pensieri contrastanti, di sensazioni incredibili, di forti scatti di gelosia ed altrettanti momenti di forte eccitazione. Quando è tornata aveva l’aria stanca, ma soddisfatta e, insieme, sdraiati nel letto, abbiamo fatto sesso in maniera sconvolgente. L’ho scopata in maniera selvaggia, con vero furore. Ero come impazzito, ebbro di gelosia e, nello stesso tempo, eccitato dal fatto che si era fatta scopare da un altro. Ti giuro, era qualcosa di veramente sconvolgente. Ti giuro che FU qualcosa di veramente sconvolgente! Ebbe a raccontarmi i dettagli del suo incontro clandestino. Era andata in un bar e lì si era guardata intorno, in cerca di qualcuno interessante, ma non avendo trovato niente che facesse al caso suo, se ne uscì ed entrò in un altro bar, ma, anche in questo, non c’era nessuno che suscitava il suo interesse. Nell'uscire anche da questo secondo bar, fu strattonata accidentalmente da un signore sulla quarantina che, scusandosi, volle offrirle qualcosa e lei, guardandolo attentamente, si accorse che era davvero interessante. Seduti al bar, lei ebbe a confessargli che il marito la trascurava e che aveva una gran voglia di far sesso. Lui, senza alcun indugio, la portò a casa sua e, dopo averla spogliata, la eccitò a lungo con le mani e con la bocca, prima di penetrarla con una verga non troppo lunga, ma di notevole spessore. L'aveva scopato bene e a lungo, facendola godere molto e poi le aveva riversato in corpo una grande quantità di sborra. Nell'andar via, lei si era fatto dare il suo numero di telefono, con la promessa che, in caso ne avesse avuto bisogno, lo avrebbe contattato di nuovo. Naturalmente quel tipo di eccitazione ha comportato che, nei mesi a seguire, ho continuato a scoparla sempre in maniera intensa ed appagante. Poi di nuovo mi son lasciato prendere dal lavoro e lei mi ha messo di nuovo davanti al fatto compiuto. Una sera, rientrando dal lavoro, ho trovato un biglietto in cui mi ricordava del nostro patto. L’ho aspettata a letto con il cazzo duro e un misto di sensazioni ancor più forti e potenti di quelle provate in precedenza. Ero sconvolto dalla gelosia e dal desiderio di averla: ero eccitato immaginando che, in quel momento, la sapevo alle prese con un altro maschio, che la stava facendo godere oltre ogni limite. Quando è tornata, le ho dato solo il tempo di spogliarsi e, mentre la possedevo, sentivo la sua vagina aperta e dilatata, oltreché piena del seme del maschio che vi aveva goduto dentro. Non puoi capire quali sensazioni incredibili ho provato in quel momento. Era un insieme di gelosia, eccitazione, rabbia e furore, ma, nello stesso tempo, provavo un amore sconfinato per lei. Le ho urlato che l’amavo, che ero pazzo di lei, e che era una meravigliosa puttana. Lei ha assecondato ogni mio attimo e l’ho sentita godere in maniera sconvolgente. Anche in questo caso è trascorso un po’ di tempo, durante il quale abbiamo in qualche modo continuato a sfruttare l’onda dell’eccitazione che quel gioco ci procurava, poi avvenne una cosa che ha dato il colpo di grazia ad entrambi. Una sera, mentre eravamo a letto e dopo aver fatto l’amore in maniera molto intensa, ci stavamo scambiando delle coccole e le ho confessato una cosa che ha stupito lei, ma anche me stesso.
“Ti amo da impazzire, ma, nello stesso tempo, impazzisco di gelosia frammista a desiderio ogniqualvolta vai a farti montare da uno sconosciuto. Non so spiegarti perché e nemmeno da quando, ma sento dentro di me il desiderio di vederti scopata da un altro maschio.”
Lei mi rivolse uno sguardo sbigottito e poi scosse la testa, affermando che non se la sarebbe sentita di far sesso con un altro, in mia presenza. Allora ne parlammo e giungemmo ad un compromesso che ha soddisfatto entrambi. Circa una settimana dopo, una sera, lei aveva invitato Alberto, il suo amante segreto, a venire a scopare in casa nostra. Io ero nascosto ed ho assistito a quella monta stupenda, dove lei si è fatta scopare a lungo e bene, fino a farsi riempire di sborra. Sfinita ed appagata, è rimasta distesa sul letto, ricoperta del piacere di quel maschio ed io, uscito dal mio nascondiglio, mi son precipitato fra le sue braccia ed ho leccato ogni singolo lembo del suo corpo, mentre lei succhiava il mio cazzo che, alla fine, esplose nella sua bocca e, nonostante tutto, era rimasto duro come il ferro. Nonostante avesse chiavato a lungo con quel maschio, l’ho scopata con furore per tutta la notte, facendola godere ancora e urlare di piacere, ma, soprattutto, le ho fatto gridare ripetutamente che mi amava, che era la mia donna e la mia adorabile puttana. Poi abbiamo deciso di voler un figlio e, in qualche modo, il nostro patto ha subito una sospensione, perché lei è rimasta incinta e, dopo aver al messo al mondo Paolo, per circa due anni, la nostra vita è stata sempre serena e dolce, con il sesso ancor più soddisfacente. Poi, nell’estate successiva, siamo andati al mare e subito ho notato che il direttore dell’albergo, dove eravamo alloggiati, le aveva messo gli occhi addosso e non perdeva occasioni per farle complimenti e flirtare con lei, ogni qualvolta ve ne era l’opportunità. Era così palese l’interesse di lui nei suoi confronti, che lei, qualche volta, si sentiva in imbarazzo nei miei confronti, ma, nello stesso tempo, era attratta dalla personalità di quell’uomo così dominante. Allora fui io stesso, il giorno prima della fine della nostra vacanza, a suggerire ad Eleonora di scopare con lui. Nel pomeriggio, io ed il piccolo Paolo, uscimmo e andammo al Luna Park vicino al porto, lasciando Eleonora libera per l'intera mattinata. Quando ritornai, era quasi ora di cena e la trovai sdraiata nel nostro letto che aveva l’aria stravolta e stanca e, quando le chiesi come era andata, lei mi rispose che me ne avrebbe parlato in serata: dopo cena, eravamo sdraiati nel nostro letto e lei prese a farmi il resoconto di quanto accaduto. Mi disse che questa volta era stata una cosa completamente diversa. All’inizio si era trovata da sola con lui che l’aveva eccitata e baciata a lungo, facendola fremere di desiderio e poi l'aveva penetrata con un membro non troppo lungo, ma decisamente molto grosso. Mentre stava godendo del suo primo orgasmo, si era trovata davanti la moglie del direttore, che, con un sorriso, si era unita a loro. Era stata un’esperienza alquanto particolare, durante la quale lei aveva goduto sia con lui che con lei e questo le aveva procurato un piacere insolito, ma, nello stesso tempo, molto intenso. Dopo quella strana esperienza, per qualche tempo, non avevamo più avuto modo di vivere altre esperienze, ma qualcosa in Eleonora era cambiato. L’evento si verificò circa tre anni dopo, in occasione del primo giorno di scuola di Paolo. Facemmo la conoscenza con la sua insegnante e subito notai che la signora guardava con occhi carichi di interesse mia moglie. Qualche mese dopo, erano diventate amiche e, un giorno, scoprii che spesso e volentieri, entrambe si incontravano in casa nostra e si donavano piacere reciproco. Sembrava strano, ma Eleonora aveva di fatto preferito sfogare la sua insoddisfazione sessuale con una donna e questo, in qualche modo, è stato un suo modo di punirmi. La cosa è durata alcuni anni, poi abbiamo anche avuto qualche esperienza di scambio coppia, ma, ormai, quel sottile piacere del tradimento era svanito. Per questo ti chiedo di vivere i momenti che stai passando qui in maniera più intensa possibile, perché, una volta che torneremo a casa, faremo in modo di far capire a tuo marito quanto sia bello questo gioco del tradimento. Del resto lui non è immune dal tradire, perché, qualche anno fa, dopo che eravate stati in vacanza, l’ho sentito parlare con una ragazza e dargli un appuntamento. L’ho pedinato ed ho visto che si è incontrato con una biondina dalla faccia da vera puttanella e, qualche giorno dopo, si è incontrato di nuovo con lei; così lo presi in disparte e gli ho imposto di fare una scelta definitiva: una brava moglie come te o una sgualdrinella da quattro soldi. Lui è rimasto un po’ mortificato per esser stato sgamato, così penso che la questione sia finita in quello stesso momento.»
Guardo Pietro con occhi diversi e, finalmente, mi rendo conto di tanti piccoli dettagli che in passato mi avevano incuriosito, senza mai riuscire a capire quale fosse la reale intesa che ero convinta esistesse fra lui e mia suocera. Quella sera esco di nuovo con Roberto e passo con lui un’altra notte di sesso sconvolgente. La sera prima che lui dimettesse mio suocero, siamo stati insieme, e dopo aver fatto sesso intensamente, mentre ce ne stiamo abbracciati, gli chiedo che idea si fosse fatto di me.
«Penso che tu sia una donna stupenda, intelligente e con molta classe. A letto sei una gran vacca, che sa scopare bene che gode intensamente, capace di appagare un maschio e di godere all'infinito lasciandosi penetrare in ogni buco. Ammetto che, se vivessi in questa città, mi piacerebbe vederti ancora e, sicuramente, da domani sentirò la tua mancanza.»
Lo guardo e lo ringrazio per la sua estrema sincerità e, quando lui mi chiede cosa io penso di lui, sono altrettanto sincera come lo è stato lui.
«Professionalmente credo che tu sia un ottimo medico, maschio intelligente, dal fisico stupendo. Sessualmente parlando credo di poter capire la gelosia che, per te, potrebbe provare una donna. È innegabile il fatto che tu sia un vero maschio capace di far godere una donna prima ancora di possederla e questo ti colloca fra quelle persone che non possono esser solo di una donna. Tu sei un maschio che ama godere sicuramente a lungo e bene, ma cercare di legarti sarebbe il miglior sistema per farti fuggire. Tu sei il classico uomo che per stare con una donna, deve sentirsi libero di scegliere e non perché obbligato. Anch’io domani sera sentirò la tua mancanza e non ti nego che, se ne avrò l’occasione, cercherò ancora di giacere con te e di godere intensamente.»
Il giorno successivo siamo pronti a partire e quando lui viene nella camera di Pietro per consegnargli tutta la documentazione, si gira verso di me e mi abbraccia: io non mi trattengo dal baciarlo davanti a lui, che sorride compiaciuto.
«Caro dottore, sono immensamente felice nel costatare che ha messo a posto la mia schiena e, nello stesso tempo, ha reso felice mia nuora. Di questo gliene sarò sempre estremamente grato.»
Quando rientro a casa, sono una donna diversa e, dopo qualche giorno, una sera che siamo a letto, chiedo a mio marito da quanto tempo non facciamo sesso. Lui mi guarda un po’ stupito e mi dice che, in questo momento, si sente sotto pressione: allora gli propongo il patto che mi ha suggerito Pietro e leggo nei suoi occhi uno sguardo strano. Riflette sulla mia proposta, poi mi guarda e le sue parole mi riempiono di gioia.
«Sei libera di farlo, perché so che lo facevano anche i miei genitori e, poiché ho visto che la loro unione è sempre stata bella, lunga e felice, son convinto che questa soluzione potrebbe funzionare anche per noi. Accetto che tu, in maniera discreta e il più possibile riservata, posso avere un’amante per godere, ma voglio sapere, ogni volta che lo farai, quali sensazioni avrai provato con lui.»
Due sere dopo, sono uscita e, dopo un lungo girovagare, non sono riuscita a trovare qualcuno che suscitasse il mio interesse. Mentre tornavo a casa, mi son fermata ad un distributore di benzina, perché la mia auto necessitava di un rifornimento e, ad un tratto, dall’altro lato della pompa, si è fermato un uomo e, vedendomi un po’ in difficoltà, si è offerto di aiutarmi. Abbiamo parlato per qualche minuto e ho visto che lui mi osservava con desiderio, così, senza tanti giri di parole, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto scopare con lui. Ovviamente è rimasto alquanto perplesso, poi, una volta convinto che non stavo scherzando, ci siamo spostati in fondo al parcheggio del distributore e, sdraiata nell’auto, mi son fatta scopare da questo perfetto sconosciuto, come una puttana. Non è stato molto bello, anzi non mi è piaciuto più di quel tanto, ma, quando sono tornata casa, a notte fonda, ho trovato Paolo ad aspettarmi nel letto e subito ha voluto scoparmi, facendomi godere moltissimo. In quel momento mi son resa conto che non era importante la persona con cui lo facevo, ma ciò che provocavo nella mente del mio compagno ed è per questo che, ogni volta che sento il desiderio di scopare, esco, vado in un cinema e mi guardo un bel film, poi, torno a casa, e gli faccio credere che sono stata a farmi fottere da tanti maschi.
È superfluo dire che questo lo eccita in maniera tale che poi mi scopa in maniera incredibile. Forse il mio è diverso dal sottile piacere del tradimento, ma amo mio marito e se, per avere la sua attenzione, devo fingere di tradirlo, il gioco vale la candela
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2 years ago
baxi18, 55
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Legami di famiglia
Mi chiamo Pasqualina avevo 15 anni quell'estate che i miei mi mandarono in vacanza con zio Franco, il fratello gemello di mamma, e la moglie Carmela, con la quale andavo molto d'accordo malgrado avesse 64anni aveva ancora uno spirito giovanile. Zio Franco aveva dieci anni di meno della moglie fisico palestrato e sempre allegro, le giornate trascorrevano tranquille la mattina a mare il pomeriggio shopping con zia Carmela, compravano vestiti ed intimo che poi a casa misuravano insieme con calma,quel lunedì pomeriggio zia mi volle comprare un bikini brasiliano e ne prese uno anche per lei. Tornate a casa trovammo zio Franco in partenza, doveva rientrare in città per problemi di lavoro e sarebbe tornato il sabato seguente. Dopo cena ci ritirammo in camera di zia per provarci i costumi, mi slacci il reggiseno mi chiese zia , aveva ancora un corpo da fare invidia, le slacciai il reggiseno, i suoi seni, una quarta abbondante, rimasero nudi con due capezzoli enormi voltati mi disse e mi tolse il reggiseno. Rimasi per un attimo imbarazzata, avevo una seconda che provai a coprire con le braccia, cosa fai Pasqualina, mi disse zia Carmela, stai tranquilla e sempre da dietro mi sfilò gli slip, ero nuda davanti a mia zia che tolse anche lei le mutandine, ci provammo i bikini che avevamo comprato a mia zia gli stava da Dio ma anche a me faceva la sua figura. Dormi qui stanotte visto che zio Franco non c'è ok risposi prendo il pigiama e torno ma va, disse zia con questo caldo anche il pigiama io dormo nuda anzi ora accendo l'aria condizionata.
In effetti nude con l'aria condizionata accesa si stava una favola, ci ritrovammo a parlare di noi le confessai che mi sarebbe piaciuto avere un corpo come il suo con due seni grandi, zia mi ascoltava guardandomi negli occhi, mi accarezzava i capelli, ma tu hai un corpicino favoloso mi disse, invidio le tue tettine e me le accarezzò, sentì un brivido lungo il corpo e chiusi gli occhi. Zia Carmela a quel punto mi sfiorò entrambi i capezzoli istintivamente mi morsi le labbra, rimasi con gli occhi chiusi sentì la bocca di zia sul mio seno e poi le sue labbra sulle mie. Mi venne naturale aprire leggermente la bocca e zia infilò dentro la sua lingua, la sua mano cercava di allargarmi le gambe, non opposi resistenza, il suo dito medio inizio a scorrermi lungo la fichetta. Aprì gli occhi e ricambiai il bacio con la lingua. Zia Carmela quella notte mi fece conoscere per la prima volta il sesso, mi fece godere tantissimo e da quel giorno divenni la sua amante, anche in spiaggia voleva baciarmi e quando si usciva la sera mi faceva vestire sempre in modo sexi e senza intimo poi una volta a casa mi faceva impazzire di piacere. Arrivo il sabato e zio Franco tornò a mare, penso che lui sapeva già cosa sarebbe successo in sua assenza infatti la sera a cena non si meravigliò nel vedermi a tavola quasi nuda e quando fu ora di andare a letto nel trovarmi nel suo letto accanto alla moglie. Stanotte proverai altro tesoro, mi disse zia Carmela che prese il cazzo di zio Franco in bocca per poi passarmelo. Lo spompinammo in due ma fui io la prima ad essere chiavata, zia mi fece mettere a pecorella sul letto, piegati in avanti ed allarga più che puoi le gambe, mi sussurrò all' orecchio, sentì il cazzo di zio Franco poggiarsi sulla mi fica umida ed entrarmi tutto dentro, mi apri in due e mi schizzò il suo caldo sperma tutto nella pancia. A quel punto zio Franco prese dalla valigia che aveva portato un pacchetto,lo aprì, all'interno c'era uno strapon nero, enorme, lo diede alla moglie, puoi divertirti con Pasqualina quando non ci sono provalo disse, zia aveva gli occhi di fuoco al pensiero che poteva chiavarmi, zio prese un vasetto,lo aprì si bagnò due dita e prese strofinarle sul buchetto del culo. Vuoi che la inculo? chiese zia Carmela al marito, è ancora vergine nel culetto con questo affare sentirà dolore, e tu sii dolce non farla soffrire rispose il porco di zio Franco, zia Carmela mi appoggio quell'affare enorme sul culetto ed iniziò a spingere, zio Franco mi toccava il clitoride, lo strofinava, lo pizzicava, più mi sollecitava la fichetta più sentivo il culetto aprirai e quel coso entrarmi dentro. Ad un certo punto mi sentivo di scoppiare la testa, ero eccitatissima, spingi di più chiesi a zia, si tesoro rispose lei, ho paura di farti male, spingi cagna, urlai, zia diede un colpo secco lo sentì affondare tutto dentro ed iniziò a pomparmi. Avevo il culetto completamente aperto e stavo godendo nel culo, mi piaceva pazzi, sborrai come mai mi era capitato e da quella sera i miei zii facevano a gara a chi doveva incularmi per primo.
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2 years ago
admin, 75
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Il pacco tanto atteso
Stanco di giocare con oggetti, mi ero finalmente deciso ad ordinare sul sito di un sexy shop un dildo realistico: un bel fallo con ventosa lungo 20cm e 4cm di diametro… almeno così diceva la scheda del prodotto. Smaniavo dalla voglia di provarlo e non vedevo l’ora che arrivasse. Finalmente, il giorno previsto per la consegna, qualcuno suonò il mio campanello.
Era il corriere con il mio tanto atteso regalo. Aprii la porta e lo vidi con il mio pacco in mano: altro che spedizione anonima! Sulla scatola campeggiava ben visibile la foto del grosso dildo, e sulla faccia del ragazzo un sorrisetto che era tutto un programma. Bella figura davvero. Mi sentiranno, pensai, dopo questa bella figura di merda.
“Alex?” disse il corriere con un gran sorriso.
“Ehmmmm…. Sì…” risposi imbarazzato.
“Allora questo è per te… ottima scelta” disse porgendomi il pacco.
“Grazie” risposi con un filo di voce prendendo il pacco tutt’altro che anonimo.
Chiusi la porta in fretta e ci misi un po’ a riprendermi dalla brutta figura. Feci una bella doccia per rilassarmi e poi decisi di provare il mio nuovo giocattolo senza aspettare, anche per scacciare con l’eccitazione la figuraccia appena fatta. Mi asciugai, mi misi a pecora sul pavimento della camera da letto, con il culo rivolto verso il grande specchio dell’armadio, e presi il grosso fallo che sembrava davvero realistico, con la grossa cappella e le vene in rilievo. Lo lubrificai per bene, bagnai per bene anche il mio buchetto, e lo appoggiai, iniziando a spingere. La cappella entrò lentamente, allargandomi piacevolmente il culo e poi, spingendo pian piano, il grosso fallo entrò tutto. Mi lavorai il culo a lungo, alla fine pienamente soddisfatto del mio acquisto, anzi, dal mio acquisto.
La sera, dopo una cena leggera, mentre mi rilassavo in accappatoio sul divano, suonarono alla porta. Mi chiesi chi potesse essere a quell’ora e andai ad aprire, trovandomi davanti il ragazzo che la mattina mi aveva consegnato il pacco.
“Buonasera!” mi disse con un largo sorriso.
“Buonasera” risposi un po’ sorpreso e interdetto “C’è… qualche problema?”
“Oh no, certo che no” rispose lui. “Ero solo passato a vedere se eri rimasto soddisfatto del pacco che ho consegnato oggi… mi sembrava abbastanza… impegnativo” aggiunse con un sorrisetto malizioso.
“Oh beh… ecco… no, tutto a posto grazie” risposi senza nemmeno sapere perché, ma ritrovandomi a pensare che quel ragazzo sulla trentina, moro, occhi scuri, non sembrava niente male.
“Mi fa piacere saperlo” disse lui “E’ un bene che i clienti siano soddisfatti di ciò che acquistano” aggiunse entrando in casa.
“Grazie… mille” risposi titubante.
“Ottimo” disse sorridendo “Anche perché se ti è piaciuto quello che hai comprato, sono sicuro che ti piacerà anche questo…” aggiunse abbassando gli short sportivi che indossava e mettendo in mostra un cazzo di dimensioni davvero notevoli, già duro e pulsante.
Rimasi senza parole nel vedere quel grosso tronco di carne davanti a me, per cui lui avanzò ed entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
“Guarda che se non ti piace hai sempre il diritto di recesso…” disse mentre i suoi short erano ormai sul pavimento e lui si sfilava anche la maglietta, sicuro di sé e del fatto che difficilmente mi sarei tirato indietro davanti a una tale offerta.
“Non vuoi proprio fare una prova?” disse mentre lo faceva ondeggiare davanti a me, a destra e a sinistra, catturando il mio sguardo come avrebbe fatto un ipnotizzatore. Lasciai cadere per terra l’accappatoio e mi inginocchiai davanti a quella meraviglia, afferrandola e iniziando a segarla, saggiandone dimensioni e durezza. Era ben più grosso del fallo con cui avevo giocato quel pomeriggio, con una splendida cappella turgida e svettante sulla cima di quello splendido pezzo di carne.
La presi avidamente fra le labbra, iniziando a succhiare e pompare, con la bocca che si riempiva rapidamente del sapore di quel cazzo imponente. Lui non perse tempo e con le mani mi prese la testa, tenendola ben ferma ed iniziando a scoparmi la bocca con foga. Il suo cazzo correva rapido fra le mie labbra e sulla lingua, mentre lui spingeva deciso ansimando. La saliva iniziava a colarmi dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo diventava sempre più padrone della mia bocca.
Ad un tratto mi sfilò il cazzo dalla bocca, ed io rimasi a bocca spalancata, con filamenti di saliva che univano le mie labbra al suo uccello, ed altra saliva che mi colava abbondante sul mento. Lui continuava a tenermi la testa ferma, ed iniziò ad affondare il cazzo nella bocca e a sfilarlo, con rapidi e abili movimenti di bacino, con la mia saliva che ormai aveva reso lucido e fradicio il suo cazzo. Dopo qualche affondo con una mano afferrò il suo cazzo alla base, ma continuò a tenermi sempre ben salda la testa con l’altra: iniziò a colpirmi il viso con forza con quel durissimo tronco di carne, facendo schizzare saliva ovunque. Alternava colpi sulle guance e sulla lingua che avevo prontamente tirato fuori, restando a bocca spalancata, per poi affondare in gola con decisione, ritirarlo fuori, e ricominciare a schiaffeggiarmi con forza.
“Sei proprio una brava troietta” disse con voce piena di voglia “e meriti un regalo da parte del nostro servizio clienti” aggiunse, prendendo accanto alla porta di ingresso un pacchetto che non avevo nemmeno notato quando era entrato in casa.
“Da aprire in camera da letto” disse con un sorriso sornione. Io sorrisi a mia volta, presi il pacchetto alzandomi e mi avviai verso la camera da letto, seguito dal ragazzo che nel frattempo finiva di spogliarsi buttando i suoi vestiti per terra.
“Davvero un gran culo…” lo sentii dire dietro di me “fa venire una gran voglia di sfondarlo” aggiunse provocandomi un brivido di piacere per quello che pregustavo sarebbe successo.
Arrivati in camera lui si guardò intorno e si sedette sul letto. “Su, aprilo” disse. Io in piedi davanti a lui aprii il pacchetto e ne tirai fuori un paio di autoreggenti nere e una mini a pieghe. “Erano in omaggio con il pacco che ti ho consegnato oggi” disse lui ridendo. “Su, mettile” aggiunse con un tono più serio.
Mi sedetti sul letto ed indossai le calze, che erano della misura giusta, avvolgendo le mie gambe lunghe e magre fino alla coscia. Mi alzai in piedi guardandomi nel grande specchio dell’armadio, eccitato dalla sensazione che mi davano.
“Anche la mini” disse lui in tono un po’ più deciso.
Non me lo feci ripetere, e indossai quella mini a pieghe leggermente svasata che sembrava quella di una cameriera di un film porno… Anche perché era davvero cortissima, arrivando appena sotto i glutei, con le autoreggenti in bella mostra…
“Davvero splendida” disse lui alzandosi, col cazzo durissimo.
“In ginocchio” mi ordinò poi…. Io ubbidii e mi ritrovai in un attimo il suo grosso cazzo di nuovo fra le labbra, durissimo e voglioso, che mi stantuffava deciso la bocca, facendomi di nuovo bagnare di saliva. Mi scopò brevemente la bocca, finché il suo cazzo non fu nuovamente grondante della mia abbondante saliva, e poi lo sfilò di colpo.
“Così può bastare” disse facendomi rialzare e spingendomi verso il letto, dove finii a pecora con lui in piedi dietro di me a sollevarmi la mini. “Adesso vediamo se il pacco che ti ho consegnato stamattina ha fatto un buon lavoro” disse dandomi una sonora sculacciata. Sentii la sua cappella passarmi più volte sul buco che si bagnava della mia stessa saliva, e poi fermarsi un momento.
Me lo spinse dentro il culo con decisione, piantandomelo a fondo con un’unica energica spinta che mi tolse il fiato. Il cazzo era decisamente più grosso del mio giocattolone, che almeno aveva avuto il merito di prepararmi a quel tronco di carne durissimo. Inarcai la schiena quasi senza fiato, mentre lui iniziava a incularmi con spinte che lentamente ma inesorabilmente aumentavano di intensità.
“Mmmmmmm… direi che ci siamo…. Ti ha allargato per bene…” disse lui, mentre io annuivo con la testa, ancora incapace di dire nulla. “Ma si può fare di meglio, troia” aggiunse. Lo sentii stringermi più forte i fianchi e iniziare a dare spinte sempre più energiche, affondando il suo splendido cazzo con forza nel mio culo sempre più aperto.
“Così brava” disse mentre le spinte si erano fatte potenti “Hai un culo fatto apposta per il cazzo… Ti piace vero troia?”.
“Oh sì” ebbi la forza quasi di sussurrare. Lui mi diede un colpo vigoroso tirandomi a sé a con forza e facendo penetrare il suo cazzo più a fondo che poté.
“Non ho sentito troia!” disse lui imperioso.
“Mi piace da impazzire” dissi ansimando.
“Non ho sentito!” disse ancora assestandomi un altro colpo potente e sculacciandomi.
“Lo adoro… mi fa impazzire” dissi in tono sempre più alto “Inculami ti prego non fermarti”.
“Non ho alcuna intenzione di fermarmi, troia” disse lui ricominciando a sbattermi con forza. Le sue spinte erano vigorose, ma anche la velocità andava aumentando. Dopo lunghi minuti di spinte da estasi, lui sfilò d’improvviso il cazzo e rimase a riprendere fiato ansimando.
Anche io ripresi fiato, e mi girai a guardarlo, vedendo che stava con gli occhi puntati al centro del mio culo, evidentemente soddisfatto del lavoro fatto fino a quel momento.
Mi guardò e mi sorrise… “Da oggi basta giocattoli per il tuo culo… da oggi sarai tu il mio giocattolo… Ti userò per godere ogni volta che voglio” disse con tono che non ammetteva repliche.
“Usami” gli dissi con voce piena di voglia. Non se lo fece ripetere, e mi piantò di nuovo nel culo il suo cazzo durissimo, ricominciando a incularmi con forza.
“E’ questo che vuoi troia? Vuoi essere una troia dominata da un vero maschio?” disse lui conoscendo già la risposta.
“Il mio culo è tuo” dissi ansimando con il corpo scosso per le sue spinte “Sei tu il padrone… io voglio solo che mi sfondi il culo!” aggiunsi prima di iniziare a mugolare ad ogni sua potente spinta, lasciandomi andare col corpo che veniva scosso ad ogni affondo.
“Ti accontento volentieri troia” disse lui quasi a denti stretti mentre imperterrito continuava a incularmi come un toro. “Vedrai come te lo spacco a dovere!” aggiunse mentre le spinte erano ormai talmente potenti che il letto tremava e scricchiolava.
Ad un tratto mi sfilò dal culo il suo grosso uccello, e lo sentii salire sul materasso, mettendosi in piedi all’altezza del mio culo. Piegò le gambe abbassando il bacino, finché il suo cazzo non fu di nuovo al centro del mio culo.
“Guarda troia” mi disse imponendomi di girarmi a guardare nello specchio “Guarda come entra bene nel tuo culo sfondato”.
Vidi nello specchio il mio culo incorniciato dalle autoreggenti e dalla mini tirata su, e il suo grosso cazzo puntato sul mio buco spalancato. Appena fu certo che io stavo guardando la scena riflessa nello specchio si abbassò ancora, affondando di nuovo il suo splendido tronco di carne nel mio culo che lo accolse docilmente. Il cazzo scivolò dentro con facilità fino ai coglioni, sparendo in un attimo nel mio buco affamato.
Iniziò così un’eccitante monta, con il ragazzo che mi scopava dall’alto verso il basso, affondando con forza il suo grosso cazzo dentro il mio culo che ormai lo lasciava entrare senza opporre più alcuna resistenza. Lo vedevo nello specchio sparire dentro di me fino alla radice, e lo sentivo spingermi verso il basso ad ogni affondo. Dopo poche spinte il vigore dei colpi era di nuovo aumentato e il ragazzo, ormai padrone del mio culo, mi usava pensando solo al suo piacere. Ma aveva ragione lui: essere dominato da un vero maschio maestro nell’inculare mi eccitava da impazzire, e più lui usava il mio culo e più io andavo in estasi… e più ovviamente lo supplicavo di darmene ancora e ancora.
Si sistemò meglio dietro di me, mi afferrò saldamente per i fianchi, e riprese a spingere con forza, tirandomi a sé allo stesso tempo. Con gli occhi chiusi, il viso contro il cuscino, il corpo sottoposto a spinte vigorose contro il letto, mi godevo quella monta animalesca, ormai totalmente in balia del ragazzo e del suo durissimo cazzo che mi entrava nel culo prendendosi il piacere come più gli piaceva. Non riuscivo a fare altro che mugolare “ancora… ancora… ancora…” ad ogni potente spinta, ricevendo piacere nel sentire che lui godeva nell’usare il mio culo.
Ad un certo punto mi spinse improvvisamente in avanti, e mi fece rigirare rapidamente a pancia su. Con un balzo fu sopra di me, giusto un attimo prima che dal suo cazzo iniziassero a schizzare potenti fiotti di sborra che iniziarono a bagnarmi il viso. Il ragazzo era sopra di me e, rantolando come un animale, si menava furiosamente il grosso cazzo, inondami le guance, il mento e le labbra di nettare bollente. Dopo i primi schizzi aprii la bocca in cui lui infilò prontamente la grossa cappella, finendo di svuotarsi i coglioni nella mia gola.
Ingoiai quell’abbondante quantità di sperma, segno inequivocabile che il ragazzo si era davvero goduto il mio culo a suo piacimento, finché lui non lasciò il suo cazzo che ancora pulsava per l’orgasmo, e si appoggiò con le mani alla spalliera del letto per riprendere fiato. Io afferrai il suo cazzo iniziando a slinguarlo e a ripulirlo di ogni goccia di sperma, col viso fradicio del suo seme, ancora intontito per quella monta durissima appena conclusa.
“Soddisfatto del nostro servizio clienti?” mi chiese il ragazzo con un sorriso sornione una volta ripreso fiato.
“Moltissimo” risposi baciandogli la grossa cappella. “Credo che però restituirò il giocattolo che ho comprato…. Se posso tenere questo” aggiunsi segando lentamente il suo splendido uccello. “Non c’è proprio confronto fra i due…”.
“Per il tuo culo quell’affare non va bene… sarà mia cura provvedere alla restituzione… e a sfondarti il culo ogni volta che vorrai” aggiunse mentre sentivo il suo cazzo indurirsi fra le mie dita… Un servizio clienti perfetto.
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2 years ago
AlexBsxPass,
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Il sottile piacere del tradimento. prima parte.
Mi chiamo Carla, ho 47 anni e sono sposata da 27 con Paolo, che ha la mia stessa età. Oltre noi due, la nostra famiglia è costituita anche da Michele, nostro figlio di 25 anni e nostra figlia Giulia, che di anni ne ha 23. Abitiamo in una splendida villa di proprietà di Pietro, mio suocero che, da oltre 15 anni è vedovo. Lui è una persona molto autoironica, simpatica, allegra e divertente, che, però, cambia quando entra nella fabbrica, da lui messa su nel settore della lavorazione del vetro che, col tempo, è diventata molto rinomata. Anch’io lavoro all’interno dell’azienda e mi occupo del settore amministrativo, mentre mio marito si occupa del settore produttivo ed è aiutato da nostro figlio Michele che, con il tempo, dovrà sostituire il padre. Giulia, invece, dopo aver completato gli studi di ragioneria, è entrata a far parte del mio staff e si occupa con me della contabilità. Fisicamente parlando, sono la classica bellezza mediterranea, abbastanza alta, con una folta capigliatura nera, le curve un po’ morbide, ma non grassa, a causa delle due gravidanze portate a termine. Curo il mio aspetto in maniera quasi maniacale, perché mi piace molto esser sempre in perfetta forma. Anche nel vestire, amo l'eleganza e la raffinatezza, fino a sfiorare il provocante: trovo insostituibili per me, indossare, d’inverno, autoreggenti con scarpe dal tacco impossibile. Giulia, invece, è ancora più pignola di me nel suo aspetto. Nella nostra immensa abitazione, abbiamo ricavato uno spazio dove è stata creata una fornitissima palestra, dove, ogni mattina, io e lei ci alleniamo in maniera intensa, allo scopo di mantenere il nostro fisico sempre tonico. Anche mio marito e nostro figlio praticano diversi sport e anche il loro aspetto è assolutamente gradevole e ben curato. Sessualmente parlando, quando ho conosciuto Paolo, ero ancora vergine, ma non illibata, perché qualche bel cazzo lo avevo già succhiato alla grande, considerando questa pratica tra le mie preferite. Lo stesso Paolo, quando eccitato, non perde occasione di infilare il suo bel randello nella mia bocca, godendosi alla grande il piacere che possono dare le mie labbra. La nostra vita matrimoniale è stata simile a quella di tante altre coppie, con alti e bassi, con momenti di intensa felicità, alternato ad altri costellati da tensioni e/o piccoli conflitti, tipici di chi vive e lavora insieme. Come ho detto, anche a letto dà il meglio di sé, scopandomi bene ed a lungo e, quasi sempre raggiungo il piacere, anche se, in questi ultimi mesi, il sesso è andato un po’ calando a causa del fatto che la nostra azienda è un po' troppo sotto pressione per la produzione di contenitori in vetro per uso medico. Non c'è dissapore tra noi, ma, la sera, siamo talmente stanchi che difficilmente riusciamo a far del buon sesso e, onestamente, questo mi manca un po’ troppo. Quando sembrava che tutto fosse tornato nella normalità, abbiamo dovuto far fronte ad un’altra esigenza che, nel tempo, era stata sempre rinviata. Pietro, mio suocero, da oltre due anni soffriva per una fastidiosissima discopatia che, da ultimo, era diventata veramente insopportabile e gli procurava dolori così forti che, alla fine, ha deciso di farsi operare. Il nostro medico di base, una persona molto esperta e competente, ci ha consigliato una clinica privata dove, a suo dire, sono molto esperti in questo tipo di interventi, anche perché, dovendosi intervenire a ridosso della spina dorsale, è bene che chi esegua l'intervento sia davvero competente, onde evitare problemi ancora più gravi. Non potendo abbandonare la fabbrica a sé stessa, Paolo mi ha chiesto se potevo occuparmi io della faccenda, seguendo Pietro in questa sua, non certo semplice, avventura. Dopo svariati contatti telefonici, siamo riusciti a fissare un appuntamento per una visita specialistica in quella clinica, che però si trova ad alcune centinaia di km da casa, comportando un viaggio di alcune ore che, naturalmente, non sono state per niente piacevoli né per me, che ho dovuto guidare, ma nemmeno per lui che comunque è dovuto stare alcune ore seduto, cosa che, per la sua schiena, è stato un vero calvario. Giunti a destinazione, ci siamo trovati nei pressi di una clinica moderna e molto bella. Dopo un’attesa di alcuni minuti, siamo stati ricevuti da Roberto, il medico che si sarebbe preso cura di mio suocero. Entrati nel suo ufficio mi sono trovata davanti un bell’uomo, sulla quarantina: alto, spalle larghe, occhi scuri e profondi, molto penetranti ed una voce pacata che ha subito messo mio suocero a suo agio, in quanto era alquanto teso e nervoso. Lui, dopo aver consultato tutti i risultati dei vari esami clinici, radiografie e quant’altro c'era nella cartella, gli ha spiegato esattamente tutto quello che avrebbe fatto per alleviare il suo dolore e risolvere definitivamente il suo problema. Mentre parlava, io ero seduta di fianco a mio suocero, lo osservavo attentamente e, dentro di me, ho provato uno strano brivido, ogni qualvolta lui, girando lo sguardo, incrociava i miei occhi che, seppur nascosti dietro i miei immancabili occhiali da sole, lo scrutavano intensamente. Dopo la sua esauriente spiegazione, ha comunque visitato Pietro e, mentre mio suocero era disteso prono, Roberto, nel muovere le mani sulla schiena di mio suocero, teneva gli occhi fissi su di me che, seppur non indossavo niente di provocante, avevo in qualche modo stimolato la sua attenzione, perché, in più di un’occasione, ho notato con quanto interesse cercava di fissare lo sguardo all’interno della mia camicetta che, con qualche difficoltà, riusciva a contenere la mia splendida quarta misura di seno. Finita la visita, lui ci ha congedato, dicendo che la direzione ci avrebbe contattato a breve per fissare la data dell’intervento. Ci ha congedati, facendo in modo che Pietro uscisse dall’ufficio avanti a me e, mentre mi accingevo ad uscire, ancora una volta i nostri sguardi si sono per un lungo istante incrociati, facendomi provare uno strano brivido che, in qualche modo, mi ha fatto inumidire il perizoma. Circa una settimana dopo, fu fissato l'appuntamento per il ricovero ed il relativo intervento chirurgico, che avrebbe messo fine alle sofferenze di mio suocero. Naturalmente, anche in questa occasione, sono stata io che l'ho condotto lì, alla clinica, e giunti in tarda mattinata, lui è stato immediatamente ricoverato. Qualche minuto dopo che aveva preso possesso della sua camera, è arrivato Roberto che indossava dei pantaloni blu scuro, con sopra una casacca da medico, sempre dello stesso colore, e, in testa, una strana bandana dai colori sgargianti. Mi ha quasi ignorato per tutto il tempo che è stato in quella camera, poi, mentre io me lo bevevo con gli occhi, prima di uscire, si è girato verso di me e mi ha chiesto come mi ero organizzata per l’alloggio e, scoperto che avevo prenotato nel vicino Bed & Breakfast, mi ha consigliato, per il pranzo, di recarmi poco distante, dove c’era un grazioso ristorante, che preparava piatti tipici del posto ma, soprattutto, ad un prezzo abbastanza contenuto, poi è uscito per completare il suo giro di visite. Sistemato mio suocero, mi son recata nella palazzina posta a poca distanza dalla clinica, dove avevo prenotato una camera, ne ho preso possesso, e mi sono recata nel ristorante indicato da Roberto. Il proprietario, un uomo molto alto, dall’aspetto imponente, con una pancia prominente, dopo avermi spogliato con gli occhi, mi ha fatto sedere e mi ha subito elencato i vari piatti del giorno. Io ho consumato un pasto breve e mi sono informata sugli orari del ristorante.
«Generalmente siamo aperti a pranzo e cena, tranne che domani, martedì, che è il nostro giorno di chiusura.»
Ho preso atto che il giorno successivo avrei dovuto, in qualche modo, arrangiarmi; ho consumato un veloce pasto e poi son tornata da mio suocero. Quando sono arrivata, ho constatato che già avevano provveduto a fare i vari accertamenti ed esami propedeutici per operarlo il successivo mercoledì, ma lui sembrava abbastanza sereno, perché Roberto aveva conquistato la sua piena fiducia e questo lo faceva ben sperare per la perfetta riuscita dell’intervento. Alle 20:00, una solerte infermiera, con tono garbato ma deciso, mi ha fatto uscire, perché era finito l’orario delle visite e così ho deciso di andare al ristorante per consumare una cena, prima di ritirarmi in camera mia. Quando son giunta nel locale, l’ho trovato completamente pieno e il proprietario, quando mi ha visto, mi è subito venuto incontro e mi ha assicurato che, in pochi minuti, mi avrebbe in ogni caso procurato un tavolo. Stavo osservando la variegata moltitudine di avventori di quel locale, costituito da alcune famiglie con bambini molto piccoli oppure da giovani ragazzi che stavano festeggiando qualcosa, quando, inaspettatamente, dietro di me, ho sentito una voce che, per un attimo, mi ha fatto trasalire.
«Scommetto che è tutto pieno!»
Mi son girata, mi son trovata davanti Roberto, che mi ha sorriso e, dopo avermi preso garbatamente per un braccio, mi ha invitato a sedermi al suo tavolo, che era riservato esclusivamente per lui. Il proprietario del locale, quando ci ha visto insieme, ha subito sorriso compiaciuto e, quando si è avvicinato a noi, ci ha dato un suggerimento per il menù della serata.
«Caro dottore, questa sera, che è in compagnia di questa splendida signora, mi permetta di consigliare delle linguine all’astice, che mi è stato consegnato proprio fresco questa mattina dal mio pescatore di fiducia.»
L’ho guardato un po’ stupita, ma Roberto mi ha assicurato che, essendo a poca distanza dal mare, il pesce che cucina il titolare del ristorante è assolutamente di prima qualità, anche perché il pescatore che glielo fornisce è suo cugino. Poco dopo, una giovane cameriera ci ha portato acqua e vino, mentre lui continuava a non togliermi gli occhi di dosso.
«È ammirevole la dedizione e l’affetto che lei nutre per suo padre, assistendolo in questo momento così delicato.»
L’ho guardato e sorriso, mentre lui mi versava del vino in di un calice.
«Mettiamo subito in chiaro due cose: Pietro è mio suocero e, poiché è titolare, insieme a mio marito, di una prestigiosa azienda nel settore del vetro e non ha figlie femmine, ha chiesto a me di assisterlo, non potendo, mio marito, lasciare la fabbrica che, in questo momento, è nel pieno della produzione.»
Lui mi guarda un po’ sorpreso e si complimenta per il fatto che una nuora si prenda così cura del proprio suocero, avendo, per anni, visto, con il lavoro che fa, spesso molte tensioni in quel genere di rapporto parentale. Decido che voglio conoscere meglio questo giovane, che ho davanti.
«Piuttosto, visto che ora il lavoro in sala operatoria è finito e, non dovendo indossare altro che i guanti durante le operazioni chirurgiche, non le sembra sia giunto il momento di rimettere la fede nunziale?»
Ora è lui che ride e scuote il capo, in senso di diniego.
«Non c’è assolutamente nessuna fede nunziale da rimettere: non sono sposato e nemmeno fidanzato.»
Sono incuriosita e, in maniera discreta, gli chiedo maggiori spiegazioni.
«La storia è un po’ lunga, ma, poiché abbiamo tempo, te la voglio raccontare. Fin da ragazzo, sono stato al fianco di mio nonno, che era un bravissimo chirurgo ortopedico. A volte mi faceva indossare un camice e mi teneva al suo fianco in sala operatoria, perché ero molto affascinato dal suo lavoro. In casa, oltre a lui, anche mio padre era chirurgo ortopedico, mentre mia madre era cardiologa, quindi, quando pranzavamo tutti insieme, era per me normale sentir parlare di interventi chirurgici. Quando mi sono diplomato, mio nonno mi ha pagato gli studi all’estero, perché voleva che diventassi un bravo chirurgo. In effetti, studiare, per me, era come fare un ripasso di tante nozioni che avevo visto nel reale e sentito per tanto tempo, quindi la laurea è stata solo una formalità e l'ho ottenuta con il massimo dei voti. Ovviamente in quella nazione, quando una scuola sforna gente veramente brava, subito la segnala ad aziende che sono interessate ad assumere personale giovane da inserire nei loro quadri. Io ho ricevuto tre offerte, due tramite e-mail ed una terza mi è stata consegnata a mano da una splendida signora, dal fisico veramente bellissimo, e questo mi ha convinto ad andare a lavorare in una clinica privata, dove avevano la necessità di specializzare un giovane laureato in nuove tecniche ortopediche. Dopo solo tre mesi, ero già l’amante di quella splendida signora che, seppur sposata, impazziva fra le mie braccia quando facevamo sesso. Per cinque anni, sono stato il suo amante e lei, ogni giorno, ogni volta che godeva con me, sembrava non esser mai sazia e, contemporaneamente, diventava sempre più gelosa e ossessivamente protettiva. La sua estrema gelosia era diventata qualcosa di veramente soffocante, così, quando son tornato nella mia città per il funerale di mio nonno, mio padre ha colto l’occasione per farmi conoscere il proprietario di questa clinica specializzata, che aveva bisogno di un nuovo ortopedico. Ho accettato e subito mi sono trovato al fianco di un medico molto esperto che, quando ha scoperto di chi ero il nipote, mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi ha insegnato a diventare quello che, credo oggi, io sia diventato: un bravo chirurgo specializzato in interventi molto delicati, come quello cui dovrò sottoporre tuo suocero. Naturalmente, dopo l’esperienza vissuta con quella donna, dall’appetito sessuale insaziabile, paragonabile solo alla sua intransigente gelosia, ho sempre cercato solo avventure sporadiche: il classico sesso mordi e fuggi, ma, soprattutto, nulla di serio ed impegnativo.»
Appena finito di parlare ci portano le linguine e, devo ammettere che erano buonissime, poi lo guardo e mi rendo conto che un maschio così, di fatto, meriterebbe di avere al fianco una donna veramente in gamba.
«Caspita! Hai avuto proprio ragione: queste linguine all’astice sono davvero una delizia. Domani sarà dura pranzare e cenare con un tramezzino consumato al bar!»
Lui mi guarda e, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, risponde con tono calmo e pacato alla mia battuta.
«Ma quale tramezzino?! Domani, a pranzo ci può anche stare, ma a cena ti porto in un ristorante che prepara della carne alla griglia in maniera squisita.»
Lo guardo con aria cattiva.
«Giovanotto, forse ti è sfuggito il fatto che io sono qui per assistere mio suocero, non per fare vita mondana!»
Lui scuote il capo e sorride.
«Non mi è sfuggito nulla, soprattutto il fatto che, ad una certa ora, ti fanno uscire dalla clinica e, poiché tuo suocero lo opero il giorno successivo, domani sera non avrai nessun problema a venire a cena con me. Non si tratta di fare vita mondana, ma semplicemente passare un momento tranquillo, assieme ad una persona che, spero, goda della tua fiducia.»
Lo guardo e son sempre più convinta che questo maschio mi intriga moltissimo, ma non voglio che la sua estrema sicurezza gli faccia credere di avere buon gioco con me. Rimango sul vago e gli rispondo che, a domani, ci dobbiamo arrivare. Finita la cena, lui mi offre di fare due passi, ma io ho bisogno di riflettere su questa strana situazione che si sta creando, perché avverto, dentro di me, il forte desiderio di spezzare, in qualche modo, la monotonia che si è creata nel rapporto fra me e mio marito e, nello stesso tempo, ero decisamente lusingata perché, alla mia età, ancora riuscivo a suscitare l’interesse di un giovane maschio
«No, grazie, non faccio nessuna passeggiata, perché adesso torno in camera mia, mi distendo e mi riposo, perché la giornata è stata particolarmente lunga e faticosa, e una “vecchietta” come me comincia ad avvertirne gli effetti.»
Lui, che mentre io parlo cammina al mio fianco, si gira di scatto e, guardandomi dritto negli occhi, mi parla con un tono di voce che mi fa bagnare le mutandine.
«Vecchietta tu? Accidenti, ma ti sei guardata bene? Guarda dietro di te, osserva le persone che sono ancora sedute dentro il ristorante, e dimmi quante di loro non vorrebbero esser belle come te, alla tua età. Oppure, guarda quelle giovani madri con i bimbi piccoli, che già sembrano molto più vecchie di te. Per non parlare di quelle ragazzette sedute a quel tavolo, che sembrano così libere e spigliate, ma se le metti davanti un maschio, ne ottieni solo due cose: o che si chiudono a riccio, per paura di un confronto, oppure bastano quattro carezze e cinque minuti di sesso per renderle stremate. Quindi, togliti dalla testa lo stereotipo della vecchietta, perché tu sei una bella donna, con un fisico prorompente e invidio tuo marito solo per il fatto che può averti nel letto tutte le sere, mentre io, onestamente, vorrei tenerti fra le braccia anche solo un ora, per farti impazzire di piacere.»
Scuoto il capo, cercando di fingere che la cosa non mi abbia in qualche modo lusingato e, nello stesso tempo, lo saluto cordialmente e mi ritiro in camera mia. Sdraiata sul letto, cerco, in qualche modo, di riflettere su tutta questa situazione, quando vengo interrotta dal telefono. Vedo che è mio marito che mi sta chiamando. Parlo con lui di tutte le cose che son successe durante il giorno, tranne del fatto che ho cenato con il medico che poi dovrà operare suo padre. Stranamente questa cosa mi eccita, perché, in vita mia, non ho mai tradito mio marito. Lavoriamo insieme e, fra i nostri dipendenti, nessuno di essi ha mai fatto delle avances nei miei confronti, né tantomeno altre persone che conosco nella vita di tutti i giorni. Però la stessa cosa non posso dire di mio marito che, sicuramente, qualche anno fa, durante una vacanza, era diventato molto intimo della giovane ragazza che prendeva il sole in topless, sdraiata accanto al nostro ombrellone. Non ho mai avuto la certezza del suo tradimento, anche se il sospetto è stato fortissimo; ora però sento, dentro di me, il sottile piacere provocato da questa situazione e decido che mi va di viverlo molto intensamente. Il giorno successivo, lo trascorro assieme a mio suocero, che continuava ad esser oggetto di esami e verifiche per l’imminente operazione, che avverrà il giorno dopo. Nel pomeriggio, riceviamo la videochiamata di mio marito, con il quale parliamo di tante cose, fin quando non siamo interrotti da un giovane infermiere, che entra e controlla alcuni dettagli della sua scheda. Appena uscito, mio marito fa una battuta che mi irrita terribilmente.
«Accidenti! Che bei ragazzi ci sono in questa clinica: mia moglie avrà modo di divertirsi moltissimo!»
Offesa gli rispondo a tono, all’istante.
«Stai insinuando che son venuta qui a far la puttana? Se non sbaglio sei stato tu a chiedermi di seguire tuo padre in questo momento così delicato.»
Restano entrambi in silenzio, mentre mi guardano sorpresi dal mio scatto e, solo allora, mi rendo conto che lui aveva semplicemente fatto una battuta, mentre io, decisamente tesa e nervosa, ho reagito in malo modo. Torniamo a parlare subito di lavoro, ma, chiusa la comunicazione, è Pietro che mi guarda dritto negli occhi.
«Ragazza mia, che cosa c’è che non va fra voi due?»
A testa bassa, farfuglio una scusa, cui naturalmente lui non crede.
«Carla, ti conosco da tanto tempo ed ammiro e apprezzo la tua serietà, la tua intelligenza, soprattutto la tua onestà intellettuale, quindi, non offendere la mia intelligenza. Tua suocera, buonanima, ti adorava e io stesso ho sempre pensato che mio figlio avesse trovato una donna veramente speciale, e sono molto orgoglioso di come curi gli interessi della nostra azienda, ma, lasciamelo dire, adesso voglio che mi parli liberamente: forse mio figlio ti crea dei problemi o, più semplicemente, ti trascura? Perché, se così fosse, ne avrei molto dispiacere.»
Lo guardo, sono irritata e così decido di sputare il rospo con lui, senza omettere di difendere mio marito.
«Non è che mi trascura; è che stiamo vivendo un momento un po’ troppo difficile, in cui il lavoro ci logora e, a volte, penso che non abbiamo un solo momento per noi.»
Lui mi guarda e la sua voce è calma e risoluta.
«Mi stai dicendo che mio figlio ti trascura? Che antepone il lavoro alla vostra intimità? Oppure, in breve, tanto per esser chiari, ti scopa poco, oppure, quando lo fa, non ti fa godere?»
Sono sbalordita dalla sua franchezza: è quel che si dice "dar a Cesare quel che è di Cesare". Non avevamo mai affrontato argomenti così intimi e, senza dire nulla, abbasso la testa e la muovo in senso negativo.
«Accidenti a me! Ho un figlio che è un bravo industriale, ma un fesso di prima categoria?! Ora, non ho nessuna intenzione di star a spiegarti certe cose, ma voglio che tu mi prometta una cosa: se, ne avrai l’occasione, durante questo periodo che stiamo in questa città, dove non ti conosce nessuno, voglio che tu ti diverta o, meglio, tanto per esser più chiari, desidero che tu ti faccia una magnifica scopata. Non mi chiedere perché ti dico questo, ne riparleremo a tempo debito, per ora promettimi che esaudirai questo mio desiderio.»
Ho appena il tempo di annuire, che viene un infermiere e lo porta via con sé, per completare la preparazione per l’imminente intervento del giorno successivo. Mi ritrovo con un po’ di tempo libero, così propendo ad assecondare il volere di mio suocero. Esco dalla clinica e percorro un breve tratto di strada, dove avevo notato un piccolo centro commerciale, con negozi di abbigliamento. Una volta entrata in uno di questi, cerco qualcosa di provocante da indossare per la serata, non avendo nel mio bagaglio nulla di adatto. La mia scelta cade su di un vestito di lino bianco, con nove bottoni davanti, che lo tengono chiuso e la solerte commessa mi consiglia di abbinarvi uno dei tre tipi di scarpe di quello stesso tessuto. La differenza fra le scarpe è costituita solo dal tacco: basso, medio e alto. Naturalmente scelgo quello alto e prendo anche un reggiseno a fascia, molto sottile, assieme ad un perizoma veramente striminzito. Quando torno in clinica, trovo mio suocero che sta parlando con Roberto, il quale ci informa che il giorno successivo sarà il primo ad esser operato, poi mi lancia solo un’occhiata e se ne va, mentre io resto ancora un po’ con Pietro, che però non fa che parlare dell’imminente intervento. Quando si fa ora di uscire, lui mi sorride e mi dice di non disattendere le sue parole. Uscendo trovo ad aspettarmi Roberto, che mi chiede se è sufficiente una mezz’ora per prepararmi e mi dà appuntamento davanti alla mia residenza. Entro in camera, faccio una doccia, poi massaggio il mio corpo con una crema per la pelle che la rende ancora più morbida e vellutata, poi indosso l’intimo, che mi soddisfa molto, soprattutto il perizoma che, dietro, sparisce completamente nel solco delle mie natiche e, quando indosso il vestito di lino bianco, sembra quasi che il mio culo sia completamente nudo. Mi inerpico sui sandali a zeppa che si legano alla caviglia con un fiocco dello stesso tessuto del vestito e, quando mi guardo allo specchio, decido che, dei nove bottoni, i primi due in alto, vanno lasciati aperti, così da mostrare il solco del mio florido seno. Lascio aperti anche gli ultimi tre in fondo, in modo che la mia coscia sia visibile ben oltre la metà, ad ogni passo. Un leggero filo di trucco e un po’ di lucidalabbra completano il mio outfit e, soddisfatta, scendo e trovo Roberto appoggiato ad una splendida Maserati. Sorride compiaciuto nel vedermi e, quando apre lo sportello per farmi salire, faccio in modo che abbia un completo panorama delle mie cosce. Parte velocemente e guida in maniera sicura e tranquilla. Durante il percorso, parliamo solo di cose banali, fin quando vedo che lui, lasciata la tangenziale, si inerpica su per la collina ed entra nel piazzale di una casa colonica, dove ci sono solo altre tre auto parcheggiate. Entrati in quel particolare ristorante, attraversiamo un piccolo salone, per uscire dall’altro lato, dove ci troviamo su uno splendido terrazzo con davanti, in forma degradante, si delinea l’intera città illuminata. Appena seduti, un’anziana signora si avvicina, ci sorride e subito inizia a servire bevande e cibo, senza che nessuno di noi due abbia ordinato nulla. Mangiamo assaporando con estremo piacere il gusto di quelle pietanze veramente squisite; intanto guardo Roberto con occhi carichi di desiderio e noto che anche lui non riesce a non indugiare sul mio corpo. Lui mi offre un pezzo di carne di agnello veramente squisita, ma io ho voglia di lui, e quando lui mi chiede il mio giudizio sulla pietanza, le mie parole sono pervase da un chiaro e lampante doppio senso.
«Decisamente molto buona, ma io, questa sera, ho fame di carne di "porco", possibilmente cruda.»
Lui mi guarda, sorride e mi prende per mano; insieme, dopo aver pagato il conto, ce ne andiamo velocemente. Nessuno di noi due parla e, ad un tratto, mi trovo davanti all’ingresso di una villetta molto carina, dove lui mi invita ad entrare. Appena dentro, mi stringe a sé e mi bacia con trasporto. Poi, si siede sul divano, lasciandomi in piedi davanti a sé e, mentre penso che vorrà spogliarmi, lui ha altre idee e, per me, in quel momento, inizia un vero percorso di piacere mai provato prima. Allunga le mani e mi accarezza le gambe, partendo dalle ginocchia per poi risalire, lungo l'esterno coscia, fino al culo. Poi, sempre quelle mani, hanno preso a salire lungo i miei fianchi, portandosi al seno, pizzicandomi i capezzoli, attraverso la sottile stoffa. Poi è sceso di nuovo sotto il mio vestito, mi ha sfilato il perizoma ed ha iniziato ad accarezzarmi la fica, passando le dita della mano destra, lungo le labbra della mia vagina, pronta ed offerta. Dopo avermi fatto divaricare le cosce, ha iniziato a dedicare tutte le sue attenzioni al clitoride, perché con le gambe così aperte lo lasciava totalmente esposto. Lo massaggiava con l'indice e il medio facendo dei cerchi con la punta delle dita e altre volte. con l'indice e il pollice, lo strizzava. Non ci vollero che pochi minuti per avere il primo orgasmo. Tutto il mio corpo tremava al punto che ho dovuto appoggiarmi alle sue spalle, per non cadere. Ho serrato di colpo le gambe, cercando di stringere la sua mano fra le mie cosce, perché il piacere che provavo era forte e intenso. Stavo urlando di piacere, mentre lui continuava a strofinare le dita molto lentamente, sul clitoride. Non mi ero ancora ripresa dall'orgasmo, quando mi ha sollevato facendomi tornare dritta e aperte di nuovo le gambe mi ha infilato ancora due dita dentro la figa. Le muoveva dentro senza portarle fuori, fin quando io, in preda ad un orgasmo, ho iniziato a muovere i fianchi, abbassandomi sulle ginocchia per cercare di far entrare quelle dita ancora più in profondità dentro di me. Ero totalmente in preda al piacere con le gambe aperte, muovendo i fianchi avanti e indietro, accarezzandomi il seno con le mani, mentre mi lasciavo scopare dalle dita di quest’uomo, che mi stava sconvolgendo con il piacere che mi stava procurando. Ho avuto un altro orgasmo, mentre lui continuava imperterrito a muovere le dita dentro di me, poi a tirarle fuori e inserirle di nuovo dentro, molto lentamente, utilizzando il suo pollice per strofinare di nuovo il clitoride. Di tanto in tanto aumentava il ritmo di quel dentro e fuori, facendolo molto velocemente, cosa che mi faceva impazzire perché dosava sapientemente il piacere e, quando si rendeva conto che ero prossima ad un orgasmo lui rallentava il ritmo facendomi arrivare sull'orlo della follia. Ad un tratto, mentre stavo per avere un ulteriore, ancor più forte e intenso del precedente, ho afferrato la mano di Roberto in modo che non smettesse di muovere le sue dita dentro di me. Lui ha assecondato il gioco ed io ho avuto un orgasmo così forte che lui ha dovuto sorreggermi, per poi adagiarmi delicatamente sul divano. Non mi aveva neanche spogliato e nemmeno scopato, e già avevo avuto alcuni orgasmi devastanti. Ora lo desideravo, lo volevo con tutta me stessa, al punto che, allungate entrambe le mani, l’ho afferrato per i fianchi e ho tirato il suo corpo davanti alla mia faccia, cercando velocemente di aprire i suoi pantaloni, perché volevo il suo cazzo in bocca. Lui ha indugiato ancora qualche secondo per aumentare ancor di più il mio desiderio, poi ho visto davanti ai miei occhi uno splendido membro di ottime dimensioni, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, con un bel glande. Quando l'ho avuto praticamente vicino alle mie labbra, l’ho bagnato sulla punta passandoci sopra la lingua e, chiusi gli occhi, ho iniziato a succhiarlo molto lentamente, facendo scorrere la lingua tutt'intorno, mentre muovevo la mano su e giù, segandolo lentamente. Lui ha appoggiato la mano sopra la mia testa e mi ha spinto quello splendido membro tutto in bocca. Ho appoggiato le mani sui suoi fianchi ed ho deciso che ora volevo esser io a fare impazzire lui. Lo lasciavo scivolare dentro lentamente e quando lo avevo tutto in bocca lo tenevo immobile, tutto piantato in gola, fin quando non ho avuto diversi conati di vomito; solo allora ho deciso di tirarlo fuori e poi, di nuovo, l’ho affondato tutto in gola, ripetendo questo gioco diverse volte, facendolo gemere di piacere. Solo quando quello splendido membro scivolava agevolmente lungo tutta la mia gola e io lo pompavo in maniera veloce e costante, consapevole che così l'avrei fatto sborrare, lui di colpo mi ha fermato, mi ha afferrato per le ascelle e, muovendoci velocemente, in pochi passi siamo entrati nella sua camera da letto. Rapidamente ci siamo spogliati completamente e lui mi ha messo supina sul letto. Mi ha preso per i fianchi, tirandomi a sé, facendo in modo che le mie gambe fossero appoggiate sul letto e le cosce oscenamente aperte, con la fica in bella vista. Si è inginocchiato ai piedi del letto e con l'indice ed il medio di una mano, ha aperto le labbra vaginali e così, con la fica completamente aperta ed esposta al suo sguardo, ha iniziato a leccarla. Se con le dita mi aveva già fatto impazzire, con la lingua è stato un autentico delirio. Ho avuto un orgasmo così forte e intenso, che ho abbassato le mani, gli ho afferrato la testa, l’ho schiacciata contro la fica, perché non volevo in nessun modo che smettesse di succhiarmi il clitoride. Era sconvolgente, mi stava facendo impazzire e ancora non mi aveva scopato! Dopo aver goduto intensamente, l'ho trascinato su di me con la speranza di sentire quel membro dentro la mia vagina e l’ho anche implorato di scoparmi.
«Fottimi! Per favore, prendimi! Voglio sentirti dentro di me, adesso! Spingimelo tutto dentro, fammelo sentire fino in fondo!»
Lui ha avuto un sorriso sornione e, reggendo il suo cazzo, ha preso a scorrere con la cappella lungo lo spacco, colpendo con la punta il mio clitoride. Quella manovra mi procurava fitte di piacere incredibili, che aumentavano sempre più il desiderio di averlo dentro. Ha giocato ancora un po’ con me, poi ha iniziato a spingermelo dentro, lentamente. Ha messo dentro solo il glande e lo ha tirato fuori, poi lo ha di nuovo affondato e così via, fino a quando, d'improvviso, l’ha messo tutto dentro ed allora ho sentito le sue palle sbattere contro le chiappe. Senza muoversi lo ha tenuto dentro per alcuni secondi, finché non ha iniziato a pomparmi lentamente, ma, ogni volta, il ritmo delle spinte aumentava sempre più. Ho provato un piacere infinito che andava aumentando sempre di più e, quando il mio corpo si è teso, pronto ad esplodere in un ennesimo orgasmo, lui, in maniera sadica, l'ha tirato fuori dalla fica per alcuni secondi, per poi rimetterlo dentro, prima lentamente, e poi sempre più velocemente. Follia pura! Mi stava facendo impazzire con questo gioco incredibilmente erotico, ma tremendamente sadico. Lo ha ripetuto un sacco di volte. Ero sull'orlo della follia. A suo piacimento lui smetteva di pomparmi, cioè si fermava ed ero io a muovere i fianchi avanti e indietro sempre più velocemente mi infilavo e mi toglievo il cazzo dalla fica. Gli piaceva restare immobile, facendo in modo che fossi io ad imprimere il ritmo all'amplesso e, di nuovo, quando stavo per venire, l'ha tirato fuori e ha aspettato qualche secondo prima di rimettermelo dentro. Ho urlato tutta la mia libidine.
«Basta, ti prego! Fammi godere! Voglio venire! Fammi impazzire! Non ti fermare! Sto venendo! Non ti fermare, ti prego!»
Lui, improvvisamente, l’ho messo dentro in un colpo solo. Ha preso a sbattermi molto velocemente ed io, guardandolo negli occhi, ho desiderato con tutta me stessa che non si fermasse, e lui, con il suo ego appagato, ha continuato a pomparmi in maniera bestiale, facendomi godere così tanto che quasi sono svenuta. Mi ha lasciato immobile, facendomi assaporare l’orgasmo devastante che mi aveva assalito e così a lungo desiderato, poi sue labbra si sono unite alle mie in un bacio sconvolgente e passionale. La cosa che mi stupiva era che io avevo già goduto moltissimo, mentre lui ancora non era venuto. L'ho lasciato scivolare di lato e, sdraiato supino, mi sono impalata su di lui. Leggevo nei suoi occhi l'immensa soddisfazione per la prova cui mi aveva sottoposto, così ho deciso che non poteva finire così. Ho preso a muovermi avanti/indietro, facendo scivolare quel membro tutto dentro di me; lui ha sollevato le mani ed ha afferrato i miei seni, strizzandoli con forza, mentre io godevo un orgasmo dopo l’altro, impalata su di lui. Alla fine, sfinita, mi sono adagiata sul suo petto e, con un filo di voce, l’ho supplicato di venire.
«Sei fantastico! Non ho mai goduto così tanto, anche se il mio unico punto di confronto è mio marito che, in ogni caso, fino ad oggi, mi ha sempre soddisfatto. Con te mi sto rendendo conto che il vero piacere è tutt’altra cosa. Ora voglio il tuo piacere, voglio bere il tuo nettare, lo voglio dentro il mio corpo, nella mia bocca, per apprezzare il sapore che ha il seme del maschio che, questa notte, mi ha fatto letteralmente impazzire.»
Lui mi ha spinto di lato e, dopo avermi fatto girare, mi ha penetrato da dietro, sollevando una gamba, mentre con le dita è tornato a stimolare il mio clitoride, facendomi nuovamente impazzire. Il ritmo ora era diverso, molto più veloce e più profondo e, all’improvviso, ho sentito il suo corpo rimanere attaccato al mio e un’onda di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui, con un gemito, quasi soffocato, ha preso a godere dentro di me. Ho lasciato che mi inondasse la vagina, poi mi sono girata di scatto e con la bocca sono andata a cercare quel membro stupendo, che continuava ad emettere schizzi sborra bollente. L'ho preso tutto in bocca, succhiandolo avidamente e continuando ad ingoiare fino all’ultima stilla di quel nettare prelibato, che sgorgava da quella verga che, dopo avermi fatto impazzire, continuava ad esser duro e potente, come se fino a quel momento non avesse goduto. Sorpresa da tanta vigoria, ho deciso che volevo esser sua fino in fondo e, guardandolo dritto negli occhi, mi sono inginocchiata davanti a lui e, senza dire una parola, con entrambe le mani ho dilatato le mie natiche e, praticamente, l’ho invitato a penetrarmi anche analmente. Quando lui ha lubrificato la cappella lungo lo spacco della mia fica, da cui sgorgava ancora sborra, ho aperto ancor più il buco del culo, consentendogli di affondare quel grosso membro dentro il mio culo che, non senza qualche dolore l’ha inglobato tutto, fino in fondo. Mi è sembrato che mi stesse sfondando le reni da quanto mi sembrava dilatare il mio buco, ma, nonostante ciò, la cosa mi piaceva moltissimo e, dopo aver allungato una mano sotto di me, ho preso ad accarezzarmi la fica impastata del suo seme e, ben presto, il ritmo della pompata cui mi ha sottoposto, mi ha procurato un altro orgasmo, mentre insistevo nel pregarlo di inondarmi anche quel buco. Mi ha scopato a lungo tenendomi ferma per i fianchi, fin quando, con un gemito, non si è svuotato completamente dentro di me. Siamo crollati entrambi abbracciati ed il sonno ci ha sorpreso. All’alba, il suono della sveglia ci desta e, rapidamente, recupero il mio vestito e, in un attimo. sono pronta ad uscire con lui che, lungo la strada, mi lascia davanti al mio residence. Entro in camera, mi metto stessa nel letto e rifletto su quello che è avvenuto durante la notte. È stato qualcosa di fantastico, di sconvolgente e, nello stesso tempo, sono presa a pensare quali spiegazioni potrò dare a mio suocero. All’orario convenuto, entro in clinica, ma lui ancora non è tornato in camera sua e devo aspettare più di un’ora.
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baxi18, 55
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Il toro di famiglia
Mi chiamo Antonio, sono alto un metro e settanta, capelli e occhi scuri, magro, e sono sposato con Sara, alta uno e cinquanta, bionda con occhi azzurri, belle tette, una seconda piena e soda di seno, bel culo grande e belle labbra carnose. Entrambi abbiamo venticinque anni e, mentre io sto completando gli studi medici, lei lavora come segretaria per un'azienda grafica. Siamo sposati da tre anni, ma, già da fidanzati, sono sempre stato incline a far la parte del cornuto e lei ha sempre favorito questa mia indole, regalandomi delle sontuose corna, sempre più complici. Un'esperienza abbastanza recente mi ha regalato tali e tante belle emozioni, da farmi schizzare direttamente nei calzoni, senza neanche toccarmi l’uccello, ed è capitata quando Sara ha partecipato ad un evento particolare, organizzato in occasione delle nozze d’oro di sua nonna. All’evento non ero presente, perché impegnato in ospedale a sostituire alcuni colleghi risultati positivi al covid. Nei pochi giorni precedenti all'evento, noi due non avevamo avuto molto tempo per noi e ancor meno per fare sesso. Era una situazione che si stava protraendo da oltre una decina di giorni, avendo avuto lei, la settimana prima, un ciclo mestruale particolarmente abbondante, che l’aveva molto debilitata. Eravamo entrambi eccitati e desiderosi di far sesso, ma per una serie di circostanze, abbiamo sempre dovuto rimandare per motivi ancor più impellenti. Quando l’ho sentita la mattina della cerimonia, dentro di me e per l’amore che le porto, l'ho esortata a divertirsi, rilassarsi e, se fosse capitata l’occasione, perché no, anche approfittare per godersi una scopata soddisfacente.
«Mi dispiace, amore, che non sono con te, ma, purtroppo, la situazione la conosci più che bene. Quindi vorrei che tu, oggi, indossassi qualcosa di particolarmente carino e seducente, cosicché, se ti si presentasse l’occasione di rendermi cornuto, devi promettermi che la coglierai senza farti alcuno scrupolo, perché l'ultima cosa che voglio è che tu debba rinunciarvi, per non esser lì con te.»
Lei ha sorriso e, con il melodioso tono della sua vocina languida, mi ha garantito che, se vi fosse verificata anche una remota opportunità di dare una splendida lucidata alle mie corna, non se la sarebbero lasciata sfuggire per niente.
«Tranquillo, amor mio, oggi non sarà facile per la tua puttanella trovare il modo di farti cornuto, perché alla cerimonia dovrebbero esser tutti parenti, ma se dovesse presentarsi qualche occasione, ti assicuro che non me la lascerei sfuggire.»
Prima di lasciarci, mi ha inviato due foto alquanto eloquenti. Nella prima, lei indossava un leggero vestito a fiori, con vaghe trasparenze e, nella seconda, mostrava il suo splendido intimo che, a malapena, copriva lo spacco della fica, mentre il seno era ancor più impreziosito da un indumento sottile, quasi invisibile sotto la stoffa leggera del vestito, ma che lo comprimeva leggermente, facendolo risaltare di più e rendere ancor più desiderabili quelle due splendide sfere. Una volta chiusa la comunicazione, per tutto il resto della giornata non ho avuto modo di poterla contattare, perché, fra emergenze varie e pazienti ordinari, è arrivata la sera senza nemmeno accorgermene. Solo quando il collega del turno di notte mi ha dato il cambio, mi son reso conto di aver trascorso l’intera giornata completamente assorbito dal lavoro. Appena salito in auto, mentre mi stavo dirigendo verso casa, ho esaminato il mio cellulare ed ho trovato un messaggio di Sara, che mi informava che sarebbe tornata a casa molto tardi.
«Amore, ti amo; appena torno ti racconto qualcosa che ti farà immensamente felice, perché ho trovato il modo di renderti meravigliosamente cornuto.»
Ho dovuto inchiodare la vettura sul bordo della strada e prendere velocemente un fazzolettino, perché mi stavo letteralmente sborrando nelle mutande dalla forte eccitazione provata nel leggere quel messaggio. Giunto in casa, ho fatto una doccia e mi son disteso nel letto, in attesa del suo ritorno. Stanco per la pesante giornata, mi sono assopito e, quando ho riaperto gli occhi, le calde labbra di Sara mi stavano succhiando il cazzo che, immediatamente è esploso nella sua bocca. Ho spalancato gli occhi, nel vederla completamente nuda accanto a me e mi son reso conto che era molto tardi. Lei, dopo aver ingoiato la mia sborra, senza dir nulla, è salita sul mio corpo e, dopo aver appoggiato la sua fica sulle mie labbra, mi ha esortato a succhiare la gran quantità di sborra che sgorgava da quella che ora era simile ad una caverna, ben aperta e abbondantemente irrorata di seme maschile.
«Leccami, cornuto! Lecca tutta la sborra che sta sgorgando dal mio ventre, perché ho trovato un maschio che mi ha letteralmente riempito del suo piacere, dopo avermi sfondato ogni buco, con un cazzo veramente stupendo! Leccami tutta e non perdere neanche una goccia, altrimenti non ti racconto nulla e ti lascio con la voglia, fin quando non mi riterrò soddisfatta.»
Inutile dire che mi sono attaccato alle labbra della sua fica e, con la lingua, ho raccolto ogni singola goccia di quel seme che colava, ogni stilla, spingendo con forza la lingua nella sua fica slabbrata, alla ricerca di ogni traccia di quel piacere maschile, che formava un cocktail altamente eccitante mischiato a quello di Sara. L’ho sentita gemere di piacere, mentre mi stavo dissertando a quella fonte poi, dopo averle regalato un incontenibile orgasmo, mi ha gratificato con complimenti e baci, per poi raccontarmi ciò che era successo.
«Che bello, amore! Continua così che vengo! Ancora! Ancor più forte! Bravo, cornuto, leccami forte! Dai che vengo! Ora, VENGO!»
L’ho sentita vibrare mentre la mia bocca si è riempita del suo piacere ancora misto alla sborra di chi le aveva farcito la fica. Poi si è sdraiata al mio fianco ed ha appoggiato la testa appoggiata sulla mia spalla destra e, mentre con la mano masturbava lievemente il mio cazzo ancora duro, ha iniziato a raccontarmi la sua avventura.
«Quando son giunta a casa dei nonni, sono stata accolta con gioia da tutti i parenti che, dal giorno del nostro matrimonio, non avevano più avuto modo di vedermi. È stato bello ridere e scherzare con loro e, quando è giunto il momento, abbiamo festeggiato nonna e nonno che, vestiti in maniera molto elegante, hanno deciso di rinnovare ancora le loro promesse matrimoniali, in una chiesetta che si trova sull’isolotto del fiume, che scorre a sud della città. Poiché il posto ha spazi limitati, abbiamo deciso di andarvi con il minor numero possibile di auto e così, mi sono ritrovata in un'auto con mia cugina, suo marito e lo zio. I nonni, invece, sono stati accompagnati da mia zia e un amico dello zio, che si è presentato con una splendida vettura molto elegante e, quando è sceso per aprire lo sportello alla nonna, io ero lì, che scattavo qualche foto: i nostri occhi si sono incrociati.
Avevo davanti a me uno splendido maschio, dall’apparente età di una cinquantina d'anni, spalle larghe, viso squadrato e sguardo molto magnetico, che mi ha scrutato fin dentro l’anima. Mi son sentita come messa a nudo e, per un attimo, ho avuto l’impressione che mi stesse scopando con lo sguardo. Ma è stato solo un attimo, perché, subito dopo, ha fatto salire davanti, al suo fianco, la zia Adele che, quando si è seduta, ha fatto risalire la sua corta gonna oltre il pizzo delle autoreggenti e, dalla mia posizione, ho potuto constatare che la cara zietta era priva di qualsiasi tipo di intimo. La cosa mi ha stupito non poco, ma, nello stesso tempo, mi ha incuriosito così tanto che, una volta salita in auto con mia cugina, entrambe sedute dietro, le ho chiesto, a bassa voce, perché sua madre era salita assieme a quell’uomo ed ai nonni. Lei ha dato un’occhiata davanti e, avendo visto che suo padre era tutto preso nella guida, mentre il suo giovane marito era assorto su un gioco del suo smartphone, a bassa voce mi ha dato una risposta, che mi ha incuriosito ancora di più.
«Di cosa, ti stupisci? È normale, quando nella stalla c’è un altro toro che si prende cura della tua vacca, e non solo di lei, ma anche delle altre giovani giumente, presenti nella stalla.»
L’ho guardato senza capire e lei mi ha fatto un cenno come per dire che, più in là, mi avrebbe spiegato meglio. Giunti a destinazione, siamo arrivati all’isolotto attraverso una piccola passerella in legno e, poiché la chiesetta era davvero piccola, la maggior parte delle persone sono rimaste fuori, appoggiate ad un muretto, sotto una ombrosa pianta che offriva frescura. Mentre tutti i parenti erano intenti a seguire la breve funzione, io e mia cugina ci siamo sedute un po’ in disparte. Siamo state raggiunte da quello splendido maschio che, dopo aver abbracciato e baciato sulla bocca mia cugina, continuando a tenerla stretta, si è rivolto verso di me e, ancora una volta, i suoi occhi mi hanno penetrato fin nel profondo dell’anima.
«Chi è questa giovane puttanella che non conosco, ma che vorrei tanto avere nel letto, insieme a te.»
Ero basita, ma, nello stesso tempo, fortemente eccitata dal tono autoritario e sicuro di quel maschio che, con un arrogante linguaggio, si rivolgeva a lei, parlando di me come se mi conoscesse da sempre. Mia cugina gli ha detto chi ero e lui, con fare ancora più da padrone, mi ha guardato e, dopo essersi avvicinato a me, mi ha stretto a lui, facendomi subito sentire il grosso bozzo che premeva contro la mia pancia. Ero ipnotizzata dal suo sguardo e sentivo che stavo bagnando il perizoma, mentre lui, dopo avermi dato una ulteriore occhiata tipo laser, mi ha baciato, infilandomi, con prepotenza, la lingua in bocca. Stupita da tanto ardire e, soprattutto, da quel suo fare impudente, assolutamente incurante che vi fosse altra gente, ho sentito le gambe venir meno ed un gemito di piacere è uscito dalla mia bocca, mentre la sua lingua giocava con prepotenza con la mia. Inoltre, la sua mano è scivolata lungo la mia schiena e, afferrate con forza le mie chiappe, ha fatto in modo che incollassi ancora più il bacino al suo corpo.
«Come immaginavo, sei una bella puttana e mi piacerebbe farti assaggiare il mio cazzo.»
Poi, senza aggiungere altro, si è girato e se n’è andato, lasciandomi sbalordita, con mia cugina che rideva compiaciuta. L’ho guardata, cercando di capire, e lei mi ha raccontato tutta la storia.
«Circa due anni fa, mio padre è entrato in società con lui e, dopo la seconda settimana che lavoravano insieme, lui lo ha invitato a cena a casa nostra e mia madre ne è rimasta subito affascinata. Inutile dire che, già da quella sera, Mario, così si chiama, si è scopato mia madre sotto lo sguardo estasiato di mio padre e, da quel momento, lui è entrato di diritto nel letto matrimoniale di mia madre e, dopo circa un mese, quando ho chiesto a mia madre perché fosse così felice, lei mi ha risposto che, finalmente, aveva trovato un vero toro che la montava come una vacca. Incuriosita, ho voluto conoscerlo e, come hai visto, il suo comportamento è tale da aver affascinato anche me e, senza quasi rendermene conto, mi son ritrovata a pecora, davanti a lui, che mi scopava con forza, mentre io leccavo la figa a mia madre, che godeva come una troia. Naturalmente, quel cornuto di mio marito ha provato ad obbiettare, ma, anche lui come mio padre, si è ritrovato con l’uccello chiuso dentro una gabbietta, di cui io ho la chiave e, se non fa il bravo, non lo libero. Gli concedo di sborrare solo una volta al mese. Naturalmente, ogni volta che Mario mi monta, sia da sola che insieme a mia madre, farcisce i miei buchi di sborra, che poi faccio leccare al caro cornutello.
Ti posso assicurare che un maschio come lui, non ha nessuna difficoltà a soddisfare due zoccole come noi. Fra non molto, smetto di prendere gli anticoncezionali e mi faccio ingravidare da lui, tanto quel cornuto di mio marito non ha nulla da eccepire. Se posso darti un consiglio, assaggialo, perché di maschi come lui se ne trovano difficilmente. Oltre ad avere una dotazione fuori dal comune, una spranga di carne lunga e grossa, ha una resistenza non indifferente e, solo quando noi due siamo sfinite dal piacere che abbiamo provato, solo allora, ci copre il viso di copiose sborrate che sgorgano da due palle grosse, come quelle di un toro. Ti assicuro, e tu sai benissimo, che non sono stata una santa, come d’altronde non lo sei neanche tu che di cazzi ne ho presi tanti, ma, davanti al suo, mi è sembrato come esser scopata per la prima volta.»
Non ho avuto modo di replicare, perché la cerimonia era finita e, tutti insieme, ci siamo recati poco distante, dove, in uno splendido agriturismo, ci siamo seduti a pranzo. Durante il ricevimento, lui è venuto due volte vicino noi e, assieme a mia zia, si è complimentato per il mio aspetto da splendida puttanella.
«Questa tua nipotina non la conoscevo, ma devo dire che ha proprio l’aria di una bella zoccoletta, cui piace il cazzo. Non vedo l’ora di inebriarmi al sapore della sua fica.»
Mentre parlava, teneva stretta mia zia davanti a tutto il parentato e molti ridevano compiaciuti, essendo, evidentemente, a conoscenza del fatto che quel maschio si scopava mia zia; anche altre delle donne presenti lo guardavano con la speranza di poter godere con quel maschio stupendo. Quando la cerimonia stava per finire, lui mi è venuto vicino e mi ha detto che mi avrebbe accompagnato a casa. Ero affascinata e, nello stesso tempo, un po’ intimorita all’idea di trovarmi sola con lui. Quando tutti hanno cominciato ad andarsene, lui mi ha preso per un braccio e, dopo aver salutato mia zia e mia cugina, mi ha fatto salire in auto con lui. Abbiamo fatto poca strada, perché, dopo una breve deviazione, lui si è fermato in riva al fiume e mi ha fatto scendere; dopo avermi appoggiato al cofano dell’auto, si è abbassato davanti a me e, strappatomi il perizoma completamente inzuppato, ho sentito la sua lingua giocare fra le pieghe della mia fica e subito mi son sentita travolta da un’onda di piacere, perché quella lingua mi stava mandando ai matti. Ho goduto ed urlato a squarciagola il mio piacere. Lui, a quel punto, si è alzato ed io sono scivolata davanti a lui, ai sui piedi, mentre lui ha velocemente estratto il più bel cazzo che abbia mai visto, in vita mia: doveva avere una lunghezza di circa venticinque centimetri ed una circonferenza quasi quanto il mio polso, tant’è che ho provato ad impugnarlo, senza riuscire a congiungere le dita e, ti assicuro, mancava ancora parecchio per poterle unire, ed era sormontato da una grossa cappella, che sembrava una fragola matura.
La sua mano sulla testa mi ha fatto subito capire che quella splendida mazza voleva entrare con prepotenza nella mia bocca. Lo ha spinto dentro con forza, mentre io cercavo di ingoiarne il più possibile. Tu sai che sono una brava succhia cazzi, ma, a malapena, riuscivo ad andare oltre la punta di quel cilindro di carne, che mi stava letteralmente slogando la mandibola.
«Apri bene la bocca, troia! Ti voglio scopare la gola!»
Me lo ha spinto con forza dentro, e mi sentivo veramente usata a suo piacimento e questo mi hai eccitato così tanto che quasi ho raggiunto un orgasmo all’istante. Lui, dopo aver spinto ripetutamente il suo cazzo nella mia bocca, mi ha sollevato di peso e, appoggiatami sul cofano della vettura, ha sollevato le mie gambe e ho sentito quella grossa cappella appoggiarsi tra le labbra della mia fica e, con una spinta decisa, mi è scivolato tutto dentro. Per un attimo, mi è sembrato come se stessi perdendo la verginità per la seconda volta. Sentivo tendere le pareti della mia vagina, che cercavano di contenere quel mostro che, inesorabilmente scivolava sempre più dentro di me. Ad un tratto, l'ho sentito sbattere con forza sul fondo ed ho subito avuto un orgasmo devastante, mentre lui, dopo essersi fermato un attimo, ha allungato le mani, mi ha estratto i seni ed ha cominciato a stringerli e impastarli, mentre, dopo avere sfilato un po’ quell’enorme trave dal mio ventre, ha ripreso a spingerla di nuovo dentro. Ad ogni affondo avevo l’impressione che la mia fica si stesse dilatando, ed ho avuto un forte orgasmo quando, dopo l’ennesimo affondo, ho sentito il suo corpo sbattere contro il mio. Lo avevo tutto dentro! Ho urlato il mio piacere, mentre lui si è abbassato su di me e la sua bocca, afferrato uno dei miei seni, lo ha stretto con rabbia fra i denti, facendomi godere ed impazzire di piacere.
«Sì, più forte! Sfondami più forte! Sbattimi più forte! Spaccami la fica! Lo voglio sentire fin dentro lo stomaco.»
Lui ha preso a sbattermi sempre più forte, mentre urlavo dal piacere e lo incitavo a scoparmi più vigorosamente: era compiaciuto al massimo nel vedermi godere.
«Lo avevo capito subito che eri una cagna! Una bella cagnetta in calore, che non voleva altro che essere montata a dovere. Brava cagna, continua a godere, così che, alla fine, potrò farcire la tua fica con tutto il mio piacere. Brava! Continua a guaire come una cagna, perché farò di te la mia cagnetta personale e ti porterò al guinzaglio ogni volta che avrò voglia di sentire la tua lingua, che mi lecca come una bastardina.»
Ero stordita dal piacere mentre lui continuava a sbattermi sempre più forte, fin quando ho perso il conto di quante volte ho raggiunto l’orgasmo: credo di esser svenuta fra le sue braccia. L’ho sentito sfilarsi da me e, immediatamente, ho avuto la sensazione che la mia fica fosse completamente devastata. Lui, senza nessuna esitazione, mi ha rigirato, fatto appoggiare i piedi per terra e distendere di nuovo sul cofano, mentre ho sentito quella grossa cappella premere contro il buco del culo.
Intimorita ho cercato di dissuaderlo dall'infilare quella trave dentro di me.
«No, ti prego! Cazzo, sei troppo grosso! Ti prego, fa piano! Fa piano che mi laceri il culo!»
Lui non ha detto nulla, mi ha solo assestato due sonore sculacciate e poi, tenendomi le chiappe aperte, ha iniziato a spingere la punta contro il mio buchetto che, di colpo, ha lasciato libero il passaggio a quel mostro. Ho sentito quella trave di carne viva scivolare tutta dentro il mio culo. La sensazione che provavo era quella di esser sventrata ed aperta in due. Ho provato a gridare, ma dalla mia bocca non è uscito alcun suono, mi sono stupita del fatto che, anche in questo caso, quando ho sentito il suo corpo aderire alle mie chiappe, ho avuto un orgasmo devastante che mi ha fatto tremare in maniera incontrollata. Ha preso a limarmi il culo sempre più velocemente, compiaciuto del fatto che ce lo avevo molto stretto.
«Che meraviglia! Che buco stretto! Un culo come il tuo avrebbe dovuto esser aperto da tempo, ma è evidente che quel fesso di tuo marito sicuramente non è capace di godere nello sfondare un culo stupendo come questo. Me lo voglio godere tutto, fino in fondo. Poi ti scarico dentro una sborrata così abbondante che ti sembrerà di aver fatto un clistere.»
Mi pompava il culo così forte, che le mie gambe, per il piacere, hanno quasi ceduto, e lui, nell’afferrarmi per i fianchi, ha fatto un movimento un po’ più brusco e il cazzo è scivolato fuori dal culo ed è entrato di nuovo nella mia fica.
«Va bene anche così! Per ora ti inondo la fica; a farcire il culo ci penserò la prossima volta.»
Piegata davanti a lui, con la testa schiacciata sul cofano, con lui che mi sbatteva sempre più forte, ho raggiunto un altro orgasmo devastante e, improvvisamente, ho sentito un’ondata di calore invadere la mia vagina, mentre lui immobile restava piantato tutto dentro di me.
«Cagna! Senti come ti sto riempendo il ventre! Come le cagne, trattengo il mio cazzo dentro, così il mio seme andrà ad inondare di più il tuo utero.»
Ero come impazzita. Lo sentivo pulsare dentro di me, ad ogni fiotto che riversava nella mia vagina. Siamo rimasti per alcuni istanti attaccati, poi lui ha allungato una mano e, afferrato ciò che restava del mio perizoma, dopo averlo arrotolato tipo tappo, si è sfilato di colpo e me lo ha spinto tutto dentro la fica.
«Tienilo così! Tieni dentro questo tappo come se fosse il nodo di un cane, che ti blocca la fuoriuscita della sborra, perché, come cagna, voglio che resti il mio piacere il più a lungo possibile dentro di te. Poi andrai a casa e lo farai leccare al tuo cornuto, dicendogli che, una di queste sere, verrò a trovarti, per finire ciò che ho appena cominciato.»
«Malferma sulle gambe e con la fica riempita di sborra e di ciò che restava del mio perizoma, sono risalita in auto e lui mi ha lasciato davanti casa.»
Nel sentire quel racconto, mi son ritrovato di nuovo con il cazzo duro e Sara si abbassa e me lo prende in bocca: in un attimo le inondo la gola con il mio ennesimo piacere. Tre giorni dopo, lui è venuto a cena a casa nostra e, appena entrato, ho subito capito che lui era un uomo totalmente diverso da tutti quelli che avevano fino ad oggi scopato Sara: era un vero padrone. Appena entrato, mi ha subito guardato negli occhi e messo in chiaro le sue condizioni.
«Ciao cornuto, spero che avrai concesso a Sara il riposo di cui aveva bisogno, perché questa sera la voglio montare a mio piacimento. Naturalmente, da oggi in poi, tu dovrai astenerti da aver rapporti con lei e, a tal proposito, ti ho portato un regalo che voglio che tu indossi, immediatamente.»
Mentre parlava, era in piedi davanti a me e Sara che era seduta sul divano e, dopo aver scartato il regalo, mi son trovato tra le mani, due cose: una gabbietta di castità ed un collare con il guinzaglio. Ho guardato cercando di capire e lui, senza tanti giri di parole, mi ha ordinato di indossare la gabbietta e di mettere il guinzaglio al collo di Sara, perché, da quel momento, era da considerarsi sua cagnetta personale. Il resto della serata, io nudo con addosso solo la gabbietta, l’ho servito a tavola, mentre Sara stava accucciata ai suoi piedi e lui, di tanto in tanto, le elargiva qualche carezza sulla testa. Dopo cena, tenendola al guinzaglio, l'ha fatta procedere a quattro zampe fino alla camera da letto e, dopo che lei lo ha spogliato completamente, ho potuto ammirare la sua enorme dotazione. Subito sono stato invitato a darmi da fare per farlo eccitare leccando quelle grosse palle e quel cazzo che stava già danno segni di eccitazione. Mentre con la bocca ero intento ad eccitare quel toro, lui, utilizzando la cintura del guinzaglio, si divertiva a frustare il culo di Sara. Naturalmente mia moglie, ad ogni colpo, sembrava godere sempre di più e, quando ha avuto un orgasmo, lui, con un gesto, mi ha spinto di lato e, dopo averla afferrata da dietro, le ha spinto con forza l'enorme palo tutto dentro di lei. Sara ha inarcato la schiena e lui, dopo aver tirato il guinzaglio, le ha ordinato di guaire come una cagna.
«Godi cagna! Senti come ti sfondo? Poi ti farcirò sia il culo che la fica, così che questo cornuto avrà ancora parecchio da leccare.»
Ero così eccitato che, senza rendermene conto, sono venuto senza toccarmi, e quando lui se ne reso conto, mi ha frustato con il guinzaglio, mentre continuava a sfondare mia moglie, che godeva all’impazzata. È stata la prima volta di un lungo periodo, durante il quale lui ha goduto con Sara nel trattarla come una cagna e, una sera, ha voluto tenere la sua stalla al completo: le due vacche, zia e nipote, oltre la cagna Sara, mentre io facevo semplicemente il cornuto. Ora, ogni volta che vuole, dispone di Sara a suo piacimento ed io, ogni volta, vengo, senza neanche toccarmi.
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2 years ago
baxi18, 55
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Nel bosco a funghi
be che dire andare a funghi e trovare altro... che fortuna
la settimana scorsa misi un paio di volte un last per sabato che per motivi di lavoro mi dovevo recare nel trentino. Caspita giornata assurda con pioggia e freddino, controllo le mail i messaggi e nessuno ma dico nessuno ha risposto al mio last! (poi leggi vieni ti succhio ti faccio mi fai etcc... ma dove siete ... ) ok alle 8.50 arrivo a destinazione e mi addentro nel bosco con cautela vista la giornata, e anche perche avevo visto un'altra vettura in parcheggio. dopo alcuni minuti addentrandomi nel bosco noto strani bagliori pensavo ad un princio d'incendio o una cosa simile, la pioggia nel frattempo smise e sembrava regalare un raggio di sole, curioso mi avvicino verso quei strani bagliori e notai che non cèra nulla di che preoccuparsi perchè erail flash di un fotografo che stava immortalando un bella donna, passai e salutai , non so come e perchè ma iniaziammo a parlare come se fosse un pezzo che ci conoscessimo, mi dice che stava facendo alcune foto per loro tanto per avere qualche scatto cosi, io allora mi propongo dicendo se volete qualche scatto posso farvelo io anziche usare l'autoscatto, i due si guardano e acconsentono ringraziando da subito per la gentilezza. e iniziai a fotografare qualche posa normale un bacio una carezza qualche primo piano e... la mano di lui cerca sotto le gonne della splendida donna, io chiedocontinuo a scattare o vi lascio soli, lei dice no no se non ti disturba vai pure avanti, ad un certo punto vidi che il semplice servizio fotografico stava prendendo una piega differente e lei comincio a sbottonare i pantaloni di lui tirandogli fuori una signora mazza, lei inizia a masturbarlo e a spompinarlo mentre lui la prende per i capelli e la preme contro il suo membro, una scena davvero hot , e intanto anche il mio cazzo iniziava a diventare duro e speravo di non essere visto perchè indossavo dei pantaloni comodi per il bosco ma scomodi per queste situazioni, lei lascia la presa e si mette in piedi e inizia a spogliari mentre lui viene da me e mi dice vuoi giocare un po con lei , tranquillo a noi piacciono queste situazioni, non me lo sono fatto dire due volte , vado verso la maiala che mi dava le spelle e inizio a baciarle il collo sino andare piu giu mi inginocchio per baciarle il culo e ei improvvisamente si gira mi tira in piedi e mi prende per icapelli e mi dice mordimi i capezzoli ti prego mentre io le prendevo un capezzoli in bocca lei inizio a masturbarsi con tutte e due le mani, che poi mi mise le dita in bocca facendomi assaporare il gusto della sua fica, a quel punto mi inginocchiai e inizia a baciarla aveva poco pelo quindi riuscivo a vedere e assaporare quella meravigliosa fessura carnosa e bagnata, allarga le gambe e mi dica devo fare la pipi, io scosto un po la testa ma mentre lei piscia me la prende e mi fa leccare e bere , io ormai non capivo più nulla non mi ricordavo nemmeno che lei non era sola, a quel punto mi alzai la girai e la misi a 90gradi mi riabassaie iniziai a leccare il culo e lafica con tanta foga che lei stava godendo , sta maiala allora mi alzai e con il cazzo bello duro la penetrai prima dolcemente poi inizia a sbatterla, dopo un po le i mi dice stenditi , cèra una coperta che prima non avevo notato , mi ci stesi sopra e lei si sedette sopra la mia faccia implorandomi di mangiarla e laccarla, e mentre la scavo leccando mi prende il cazzo e inizia un 69, era stupendo lei si alza e mentre stava godendo mi piscia nuovamente addosso io ero steso e bloccato a terra , ma la cosa non mi do nessun problema , ma nello stesso istante mi ricordai che lei non era sola ...si perche lui mi stava facendo un pompino , meraviglioso, e mentre venivo lui e lei iniziarono a mangiami tutto vuotandomi completamente le palle, lasciandomi quasi senza fiato, lei grande porca fece stendere lui e a quel punto piscio in faccia a quell'uomo io non so perchè o percome presi il cazzo di lui duro e gonfio e inizia a leccarlo e poi con grande forza lo masturbai sino a farlo venire lei si butto con la bocca sul cazzo e inizio a bere poi con la mano cerco la mia testa e la avvicino alle sua facendomi baciare e leccare il cazzo di lui , non avevo mai assaporato una situazione simile, con grande maestria mi fece diventare il cazzo duro mi fece sedere e lei mi venne a cavalcioni e mentre lei cavalcava lui si intrufulo prima con la lingua fra il mio culo palle e fica di lei per andare poi a infilarle il cazzo in culo cosi che per l'ennesima volta lei venne , non contentaci fece sedere in modo che i nostri cazzi fossero vicini da toccarsi , lei apri le gambe e piscio sui nostri cazzi, che poi lecco nuovamente. non so se nella mia vita potra ancora capitarmi una situazione simile , spero e mi auguro di si. chissa se un giorno incontrero nuovamente quella coppia che non ha nemmeno voluto lasciarmi il numero di telefono. un'avventura indimenticabile
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2
2 years ago
admin, 75
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Una vacca in fiera.
Mi chiamo Olga, 46 anni, alta 1,70, bionda, occhi azzurri, una buona quarta di seno, un bel fisico snello dalle cosce lunghe e un bel culo a mandolino. Da 24 anni sono sposata con Piero, bel maschio, alto, forte, spalle larghe, capelli e occhi scuri, e una bella dotazione fra le gambe, che sa usare benissimo, perché sessualmente parlando è un vero maiale! Dalla nostra unione è nata Lucia, che ha 22 anni, anche lei una bella ragazza e, fisicamente, mi assomiglia molto.
Io e mio marito abbiamo un grande negozio di antiquariato, abbastanza conosciuto sia su internet, che nella nostra città; spesso e volentieri partecipiamo a fiere o mostre, dove esponiamo gli oggetti di antiquario più pregiati e otteniamo sempre un buon successo, sia di pubblico che di gradimento per la merce. Come già detto mio marito è un vero porco e, ritrovandosi una moglie decisamente avvenente, si dà da fare per esibirla e, riconosco, la cosa non mi dispiace affatto. Fin da subito, da quando ci sposammo, lui ha voluto che indossassi abiti molto succinti, tacchi molto alti e, soggettivamente, la cosa mi ha sempre eccitato molto. A letto non gli ho mai negato nulla, ogni mio buco è stato oggetto del suo desiderio ed io ne ho tratto sempre molto piacere nel sentirmi riempire dalle ondate di sperma che lui mi ci riversava dentro. Circa un mese fa, però, mi sono accorta che c’era una cliente che veniva sempre in negozio, soprattutto ogni volta che io ero assente, e la cosa mi ha un po’ insospettita: non sono gelosa, diciamo, però, che non mi piace esser trattata da stupida. Apparentemente è una donna che veste in maniera banale e semplice, nulla che attiri l’attenzione di un maschio, ma la sua aria ingenua, non mi ha convinto per niente e così, una mattina, ho finto di essere assente e, dopo essermi appostata nelle vicinanze del mio negozio, l’ho vista arrivare ed entrare dentro rapidamente. Ho fatto il giro dell’isolato e sono entrata dal retro del negozio dove abbiamo un grande magazzino e, silenziosamente, mi sono addentrata all’interno del locale: non ho dovuto fare molta strada, perché ho visto Piero, seduto su un grosso divano ricoperto da un telo, con i pantaloni abbassati e la zoccola che, inginocchiata fra le sue gambe, gli succhiava avidamente il cazzo. Devo ammettere che ci sapeva veramente fare, perché prendere in bocca tutto il cazzo di mio marito non è cosa facile, non solo perché piuttosto lungo, ma anche abbastanza largo, laddove la tizia se lo infilava in gola con una certa disinvoltura, che faceva pensare quanto la puttana fosse allenata. Dopo averlo leccato e succhiato, la troia si è sollevata la gonna e inginocchiata sul divano, volgendo le spalle a Piero, lo ha esortato a penetrarla.
«Dai, prendimi! Spingimi il tuo cazzone tutto dentro nel culo! Sei un porco! Lo so che ti piace, sfondarmi il culo perché tua moglie non te lo concede mai!»
Cosa? Ma che diavolo sta raccontando? Io non gli do il culo? Ma se è la prima cosa che si è preso da quando stiamo assieme. Quando l’ho conosciuto ero vergine e, per timore di restare incinta, gli ho subito concesso il culo e lui racconta a questa sciacquetta da due soldi, che non gli do il culo? Mi viene quasi voglia di uscire dal mio nascondiglio e dirgliene quattro! Invece resto in silenzio e, nonostante il furore e la rabbia che provo, osservo compiaciuta mio marito, che monta quella vacca e le sfonda il culo con un certo ardore; la cosa mi riempie stranamente d’orgoglio, perché vedo la vacca che subisce la monta di mio marito e la cosa mi fa illanguidire, con conseguente lago fra le cosce, perché conosco a menadito quello che lei sta provando in quel momento. Silenziosamente me ne vado e rimugino, dentro di me, come fare per pareggiare il conto. Volutamente, da brava carogna, dal giorno che l’ho visto scopare dentro il magazzino con quella zoccola, gli sono stata praticamente sempre appiccicata addosso, facendo in modo che non avesse mai un momento libero per potersi dedicare a quella puttana, che si gode il mio uomo e, nello stesso tempo, gli ho negato sia fica che culetto, adducendo, di volta in volta, una scusa sempre diversa ed ho potuto notare che questa sua forzata astinenza lo ha fatto un po’ innervosire e questo mi è piaciuto molto, perché, fin quando non avrò l’occasione di pareggiare il conto, cercherò di farlo soffrire il più possibile. L’occasione giunge qualche settimana dopo, quando finalmente viene pubblicato il calendario delle varie mostre e fiere antiquarie, che si svolgeranno fra le varie città della nazione, e dobbiamo decidere a quale partecipare. In particolare ce n’è sono due a cui abbiamo sempre partecipato, ottenendo un grande successo sia come vendite, che come ricaduta di presenze nel nostro negozio. L’unico problema però è che, entrambe, avvengono praticamente nello stesso giorno o periodo e questo ci crea qualche problema. La prima è una mostra di mobili d'antiquariato per la quale abbiamo già preparato una bella raccolta di pezzi, che sicuramente susciteranno l’interesse di chi li vedrà esposti, mentre la seconda è una vera e propria fiera antiquaria, dove, lo scorso anno, abbiamo venduto tanti piccoli oggetti, ricavandone un cospicuo profitto.
«Potremmo dividerci e partecipare ad entrambe le fiere. Io potrei andare con il camion carico di mobili alla mostra, mentre tu con il furgone potresti andare alla fiera e, poiché la mia dura un giorno in meno rispetto alla tua, l’ultimo giorno potrei raggiungerti e tornare insieme a te.»
Lo guardo e, dentro di me, sento un moto di rabbia che soffoco, perché il porco, avrà sicuramente un paio di giorni da passare insieme a quella zoccola che si sta scopando alle mie spalle. In effetti io dovrò partire il venerdì mattina, per tornare il lunedì sera, mentre lui partirà il sabato mattina per tornare la domenica e questo veramente mi suscita rabbia, che però domino senza lasciarla trasparire.
«Certo, potremmo fare così, l’unica cosa è che, guidare il furgone, mi rimane sempre un po’ difficoltoso.»
Lui sorride e mi dice che in fondo è come guidare la mia smart, con l’unica differenza che è semplicemente più lungo è più grande. Lascio perdere e decido di meditare vendetta. Ci organizziamo e, quando viene il giorno della partenza, il venerdì mattina mi alzo molto presto e, dopo una breve doccia, esco in camera nuda, sotto lo sguardo di lui che subito mi mostra il suo cazzo teso e duro, ma che io ignoro volutamente, tanto sono consapevole che appena uscita, lui chiamerà la zoccola per potersi finalmente sfogare dopo la lunga astinenza cui l’ho sottoposto. Apro l’armadio ed indosso una mini di jeans molto corta, sotto uno string assolutamente invisibile e, sopra, un reggiseno sottilissimo, che viene coperto da una camicetta bianca, tenuta chiusa con solo due bottoni.
«Accidenti! Ma sei sicura che vai alla fiera e non a portare “Olga in fiera!” Mi sembra quasi che la merce da esporre sia più la tua che quella che abbiamo nel furgone.»
Mi giro e lo fulmino con uno sguardo.
«Di cosa ti lamenti? Non è così che mi son sempre vestita ogni volta che siamo andati insieme in fiera? Non ti è sempre piaciuto mostrare quella troia di tua moglie, per far accrescere l’interesse verso il nostro banco ed aumentare i ricavi? In ogni caso, quando deciderò di mettere "Olga in fiera “, sta tranquillo che sarò io a stabilire, sia il prezzo, che a scegliere l’acquirente e, in ogni caso, ci sarà un toro che avrà delle corna veramente spettacolari, degne di quelle che porta quella vacca di sua moglie!»
Mi guarda stupito, cercando di capire il doppio senso della mia affermazione, ma non gli concedo la possibilità di approfondire, perché gli concedo giusto il tempo di indossare un paio di sandali a zeppa, che inarcano ulteriormente il mio culo per poi salutarlo e andarmene. Durante il tragitto decido di verificare se il mio outfit è tale da attirare lo sguardo di qualche maschio e così mi fermo ad una stazione di servizio con annesso bar e, dieci minuti dopo, quando esco ho lo string completamente zuppo dal piacere che ho provato nel costatare che, nel raggio di un centinaio di metri, tutti i maschi che hanno posato il loro sguardo su di me, mi hanno praticamente ingravidata. Giungo a destinazione e mi reco nel punto dove si svolgerà la fiera e scopro che è posta in una zona nuova, di recente costruzione, appositamente creata per fiere ed esposizioni, con degli enormi capannoni, al cui interno possiamo creare i nostri stand. Un solerte vigile urbano, dopo aver registrato i miei dati ed incassato la tassa d’iscrizione, con gli occhi incollati al mio culo, mi indica il posto dove dovrò parcheggiare il mio veicolo, all’interno dell'enorme capannone. Quando giungo nello spazio a me assegnato, scopro che mi troverò in mezzo a due altri espositori: sul mio lato destro, un bel numismatico sulla cinquantina, mentre, sul lato sinistro ci sono due giovani ragazzi sulla trentina, che vendono dischi in vinile e, quando mi vedono parcheggiare il veicolo, in mezzo al loro, tutti e tre si danno un’occhiata veramente compiaciuta e subito mi aiutano a sistemare i miei espositori e, ogni volta che mi piego per prendere una scatola di oggetti da esposizione, vedo con piacere che le mie splendide cosce, viste da dietro, così come le mie chiappe, che si intravedono sotto la mini, provocano esattamente l’effetto che mi ero proposta: far gonfiare i loro pacchi! Abbiamo giusto il tempo di sistemare la nostra merce che subito comincia ad arrivare gente e, per tutta la giornata, è un continuo via vai di visitatori che, ben presto, si interessano molto all’oggettistica da me esposta. Il numismatico, che si chiama Andrea, è il primo che mi offre il caffè, dopo che, ripetutamente, gli ho cambiato banconote per dare il resto, in quanto lui è a corto di moneta contante. Invece i due ragazzi, Luca e Matteo, mi offrono il pranzo. Riusciamo a consumare solo un paio di tramezzini, perché per tutto il giorno, l’affluenza della gente ci tiene impegnati. Giunti alla fine della giornata, posso constatare di aver fatto ottimi affari e, mentre la mostra chiude i battenti del primo giorno, Andrea mi chiede dove passerò la notte.
«In genere dormo nel furgone, perché, abitualmente, queste fiere si tengono in zone molto aperte, dove non c’è sorveglianza, ma credo che questa sera dovrò trovarmi un albergo, perché dormire qui dentro significherà soffocare dal caldo e, inoltre la nostra merce è al sicuro, in quanto questo centro fieristico, oltre ad essere idoneamente recintato, è anche munito di un sistema di sorveglianza, da quanto ho capito.»
Mentre parlavo con lui, si è avvicinato anche Matteo e subito mi propone di dormire laddove loro hanno prenotato una camera. Accetto volentieri, ma, dopo aver prenotato la camera, chiedo come fare per chiamare un taxi per poter raggiungere la struttura, ma Luca propone di andare tutti insieme, perché lui è munito di un’autovettura. Sistemate le nostre mercanzie, tutti e quattro usciamo dal centro fieristico e Andrea, con una certa galanteria, prende il mio trolley e lo porta fino all’auto.
«Conosco un ristorantino da queste parti, dove si mangia della carne alla griglia davvero ottima. Che ne dite di andarci tutti e quattro, dopo esserci dati una bella rinfrescata.»
Naturalmente tutti abbiamo accettato e, giunti in albergo, ho notato che la mia camera era posta esattamente come in fiera, fra quella di Andrea, e quella dei due ragazzi. Ho fatto una rapida doccia e, poiché era abbastanza caldo, ho indossato un vestito di lino bianco, sotto cui si intravedeva solo un sottile perizoma dello stesso colore. Ai piedi ho calzato dei sandali con tacco 12, un filo di trucco, un lieve tratto di rossetto sulle labbra, e sono uscita ad aspettare i miei amici. Quando sono uscita dall’albergo, li ho trovati tutti e tre appoggiati all’auto che mi aspettavano e, subito, si sono complimentati con me per la mia bellezza. Anche in quest’occasione son salita davanti ed ho notato che Luca, alla guida, ha indugiato a lungo con lo sguardo sulle mie cosce in bella mostra. Mi son sentita subito fiera del risultato ottenuto e, una volta giunti nel ristorante, abbiamo dovuto aspettare che si liberasse qualche tavolo, per cui ci siamo seduti al bar ed abbiamo consumato un aperitivo. Andrea era molto incuriosito dal fatto che ero sola, perché si ricordava di me ad una procedente fiera, dove c'era anche mio marito.
«Lui è impegnato nella mostra antiquaria e, così, quest’anno abbiamo deciso che sarei venuta da sola alla fiera che si tiene in questo paese, in onore del loro patrono. Però, se vi dispiace che manca mio marito, posso chiedere a lui di venire qui, al posto mio.»
La mia battuta è servita ad instillare una certa ilarità nel gruppo che, dopo le risate, ha fatto loro affermare che andavo benissimo io, anzi, Luca ha detto che, essendo la prima volta che veniva a questo genere di manifestazioni, si sentiva molto onorato di aver fatto la mia conoscenza. Abbiamo iniziato a cenare e l’atmosfera conviviale si è ancor più accresciuta con parole dai doppi sensi, quando io ho ordinato un filetto di manzo, quasi al sangue, cui è seguita la sottolineatura di Matteo.
«Occhio ragazzi! Alla signora piace il filetto di manzo, quasi al sangue.»
Andrea ha sorriso, dicendo che, per una bella signora come me, di filetti poteva trovarne tanti, più o meno cotti, a suo piacimento. Abbiamo continuato a scherzare su questa battuta, con Luca che ha detto che anche a lui piaceva la carne di manza, perché la vacca matura, era di gran lunga meglio della giovane vitellina tenera, ma con poco sapore.
«Ora basta ragazzi! Se continuate a prendermi in giro così, finirò con l’offendermi: mi state dando della vecchia, anzi, della vecchia vacca!»
Tutti e tre si sono guardati in faccia e, sollevato il calice, Andrea ha proposto un brindisi.
«Non sei affatto vecchia e, sul fatto della "vacca", senza offesa: tutti e tre speriamo proprio che tu possa esserlo, perché sei talmente seducente da indurci a sperare che almeno uno di noi, questa notte, possa avere il piacere di condividere il letto con te, letto che, diversamente, sarebbe sciaguratamente vuoto.»
Li ho guardati tutti e tre in faccia, mentre sorseggiavo il mio vino e, dentro di me, ho avvertito un impulso inarrestabile: non sapendo chi scegliere dei tre, ho deciso che li avrei avuti tutti e tre insieme. Finita la cena, li ho pregati di riportarmi in albergo, perché mi sentivo alquanto stanca e brilla, così loro, senza nessuna obiezione, sono tornati con me in hotel. Giunti davanti alle nostre camere, poiché io avevo una matrimoniale, li ho invitati ad entrare ed a farmi compagnia. Appena dentro, Andrea ha aperto il minibar e, mentre continuavamo a scherzare briosamente, abbiamo dato fondo ai liquori che vi erano e, questo, ha sciolto un po’ i miei freni inibitori, perché, dentro di me, sapevo che avevo tutto il diritto di pareggiare il conto con mio marito. Dal momento che lui mi cornificava da tempo, non trovavo affatto sconveniente di trovarmi con tre maschi insieme: sentivo che questo mi rendeva, in qualche modo, giustizia. L’unica cosa è che, essendo loro in tre, potevo apparire effettivamente "vacca". Ad un tratto, Andrea si è trovato in piedi dietro di me ed ha allungato le sue braccia ai miei fianchi e mi ha stretto a lui, sempre voltata di spalle. Ho avvertito qualcosa di duro premere sul solco delle mie natiche e, subito, mi sono sentita bagnare, perché doveva esser qualcosa di veramente notevole. Luca lo ha imitato e abbracciandomi da davanti, mi ha fatto sentire il suo pacco abbastanza consistente, premere contro la mia pancia, e quel contatto è bastato a farmi sentire le gambe molli: ho sentito forte il desiderio di godere con loro. Senza dir nulla, in un attimo, ci siamo spogliati, e mi sono trovata seduta sul letto con loro tre in piedi, davanti a me. Andrea al centro, Luca a destra, e Matteo a sinistra. Andrea è sicuramente il più dotato dei tre, il suo cazzo è grosso sicuramente come quello di mio marito, mentre Luca sembra averlo il più lungo di tutti, ma anche quello di Matteo non è da meno. Me li offrono da succhiare, con Andrea che appoggia la mano sulla mia testa e la spinge in modo che la mia bocca si alterni sulle loro cappelle.
«Brava! Succhiali e leccali bene, perché questa notte ti facciamo impazzire!»
Mi sento un lago fra le cosce. La mia fica schiuma e si contrae ritmicamente, ad ogni affondo dei loro membri nella mia bocca. Dopo averle leccate tutte, Luca mi spinge sul letto e, una volta distesa, mentre continuo a leccare gli altri due inginocchiati ai miei fianchi, lui infila la sua testa fra le mie cosce e subito mi fa gemere di piacere, quando affonda la lingua fra le labbra della mia fica, leccandomi in maniera appassionata. Godo a ripetizione e, ben presto, raggiungo un orgasmo che mi fa tremare tutta, urlando a bocca piena del cazzo di Andrea.
«Ragazzi è stupenda! Questa vacca è veramente fantastica! Me la voglio godere subito!»
Le parole di Andrea mi eccitano ancora di più. Lui si distende supino e mi trascina su di sé per farsi cavalcare. Sento la punta di quel meraviglioso palo di carne infilarsi con forza dentro di me e scivolare fino in fondo, mentre lui afferra con forza i miei seni e me li strizza, donandomi ancora altro piacere.
«Che meraviglia! Questa troia è talmente bagnata che mi sembra di avere infilato il cazzo nel burro!»
Gli altri due sono in piedi ai miei lati e alternano i loro cazzi nella mia bocca, mentre io prendo a galoppare su e giù sopra quella verga che mi scopa alla grande. Ben presto, un nuovo orgasmo scuote il mio corpo e, sfilatomi il cazzo dalla bocca, urlo il mio piacere a pieni polmoni.
«Vengo! Oddio sto godendo ancora! Scopatemi ancora più forte!»
Sono in preda ad un raptus erotico che stravolge il mio corpo e abbatte ogni ulteriore remora o titubanza: ora voglio godere, voglio assaporare il piacere che questi tre maschi sapranno darmi. Dopo l’orgasmo, Luca, mi spinge a sdraiarmi sul corpo di Andrea e, inginocchiato dietro di me, sento che lascia colare un po’ di saliva nel solco delle natiche e poi, con la punta del cazzo, la spalma sul mio buco del culo, per poi, lentamente, affondare il suo lungo randello dentro di me. Lo sento scivolare nel mio culo senza troppa difficoltà e anche lui ne è piacevolmente stupito.
«Caspita, ragazzi! Questa vacca ha il culo così aperto che sono entrato senza nessuna difficoltà! Dev'esser così abituata a prenderlo nel culo che sicuramente ci gode anche tantissimo.»
Ora mi pompano con forza i loro cazzi nei miei buchi, facendomi godere moltissimo, mentre Matteo continua ad offrirmi il suo cazzo da succhiare. Godo e urlo il mio piacere, sia a bocca piena che a voce alta e, dopo un ennesimo orgasmo, si scambiano di posto. Ora è Andrea che, dopo essersi sfilato da me, mi ha fatto girare e, pur restando sdraiato, mi ha infilato il suo randello in culo. Nonostante fosse già abbastanza aperto, ho sentito quella grossa mazza entrarmi con decisione fino in fondo e poi è stata la volta di Matteo che, inginocchiato fra le mie cosce, mi ha spinto il suo cazzo tutto in fondo alla fica, facendomi urlare per il godimento provato. Si sono alternati altre due volte nei miei buchi e, alla fine, tutti e tre, dopo avermi fatto sdraiare in mezzo a loro, hanno ricoperto il mio corpo di sborra calda. Dopo che sono venuti, li ho alternati fra le mie labbra, succhiando e raccogliendo il loro nettare fino all’ultima goccia. Per le tre sere successive, abbiamo ripetuto questo gioco con estremo piacere per tutti e, quando son tornata casa, mi sentivo davvero soddisfatta per quello che avevo fatto, ma non ho detto niente a mio marito, ma lo farò presto, perché abbiamo in programma, fra un paio di settimane, un’ennesima fiera dove saranno presenti anche i miei tre amici e, a quel punto, informerò mio marito che la sua adorabile vacca ha avuto molto successo in fiera.
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2 years ago
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Adesso lo voglio rifare!
Mi chiamo Stefania, ho 29 anni e sono sposata con Marco che ha la mia stessa età. Siamo stati fidanzati per cinque anni e, poi, abbiamo deciso di sposarci, dopo che entrambi ci eravamo assicurati un buon posto di lavoro. Economicamente parlando siamo una coppia tranquilla, abbiamo come tante altre coppie il nostro bel mutuo da pagare, ma grazie al nostro lavoro ben remunerato, possiamo anche permetterci di fare una vita abbastanza agiata. Sono alta un metro e settanta, capelli neri a caschetto, occhi scuri, bocca abbastanza ampia, che piace tanto a mio marito, soprattutto quando ci infila il suo bel cazzone. Terza di seno, ventre piatto e un bel culo, anche se giudico i miei fianchi un po’ troppo ampi, e questo del mio aspetto non mi soddisfa tanto.
Marco è un bel ragazzo: anche lui moro, occhi scuri, fisico abbastanza asciutto, amante di diversi sport, che gli permettono di mantenere una buona condizione fisica. Sessualmente parlando, quando ci siamo conosciuti, ognuno di noi aveva fatto le sue esperienze e, fra di noi, l’intesa sessuale è stata subito completa e appagante. Lui ha un’ottima dotazione, un po’ sopra la media e, in ogni caso, è un buon amante a letto: ama molto eccitarmi, sia con le mani che con la lingua, per poi penetrarmi a lungo, pompandomi dolcemente, fin quando io non ho raggiunto diversi orgasmi e, a quel punto, lui si sente appagato e mi riversa nel ventre tutto il suo piacere. Circa un mese fa, mi ha un po’ sorpreso, quando mi ha proposto una storia a tre con un altro uomo. Non pensavo che mio marito potesse avere questo tipo di fantasie e, istintivamente, ho rifiutato, in parte, certamente, per il timore di confessare che l’idea mi piaceva e non poco. Poi, una settimana fa, si presenta l’occasione per vivere questa insolita esperienza. Di passaggio nella nostra città, c'è un vecchio amico di Marco, che io ho visto solo una volta, nel giorno del nostro matrimonio, in quanto egli lavora e vive in un’altra città. Luca è arrivato a casa nostra nel tardo pomeriggio del sabato e, dopo aver lasciato il bagaglio nella camera degli ospiti a lui riservata, siamo usciti tutti insieme per andare a cena al ristorante, dove entrambi si sono prodigati per farmi trascorrere una serata allegra e divertente. Dopo il ristorante, siamo andati a ballare in una discoteca e, fino a tarda notte, ci siamo divertiti tutti e tre. Prima di tornare a casa, li ho visti parlottare a bassa voce tra loro e, poi, una volta pronti a partire, Marco mi ha chiesto di mettermi alla guida, perché, a suo dire, aveva un po' esagerato con l'alcool. Mentre guidavo, Marco, che era seduto dietro di me, ha iniziato ad accarezzarmi il seno, mentre Luca, che mi era a fianco, osservava la scena con molto interesse. Mi sentivo eccitata, ma, nello stesso tempo, un po’ indecisa per la presenza del nostro amico, che mi guardava con occhi carichi di desiderio. Arrivati in casa, ci siamo seduti sul divano per fare un ennesimo brindisi e, dopo aver bevuto il classico bicchiere della staffa, Marco mi ha preso da dietro e, baciandomi sul collo, ha cominciato ad accarezzarmi dolcemente, facendomi illanguidire per il piacere che stavo provando.
«Luca, che ne pensi di mia moglie? È di tuo gradimento? Credi che insieme saremo in grado di farle toccare le vette dell'estasi, che vorrei provasse, stretta fra le nostre braccia.»
Mentre parlava, Marco ha allungato le mani e mi ha sollevato la gonna, facendola salire lungo i fianchi e mostrando a Luca i miei indumenti intimi e, soprattutto, reggicalze e autoreggenti, che avevo indossato per l’occasione, assieme a delle scarpe tacco 12. Mentre venivo esposta e mostrata, avvertivo un misto di imbarazzo, ma, nello stesso tempo, ero eccitata da questa insolita situazione, che era venuta a crearsi fra noi. Allora ho deciso che volevo vivere in maniera completa e appagante questa nuova esperienza, così ho proposto di andare in camera nostra, per stare più comodi. Mentre eseguivo un eccitante spogliarello, essi si sono denudati velocemente ed ho potuto ammirare la splendida dotazione che svettava, dura e maestosa, sull’inguine di Luca. Uno splendido cazzo, più lungo di quello di mio marito e, sicuramente, con una circonferenza maggiore della sua, che mi ha subito fatto bagnare fra le cosce. Avvertii un dolce brivido scorrermi lungo la schiena, al solo immaginare di esser penetrata da quella colonna di carne. Poi Luca mi ha abbracciato da dietro ed ho sentito quella splendida verga insinuarsi nel solco delle natiche, instillandomi altri brividi di intenso piacere, che Marco accoglieva in bocca in quanto si era inginocchiato davanti a me, leccandomi la fica. Ho goduto subito e un lungo gemito è promanato dalla mia bocca, mentre il mio corpo ha preso a tremare, scosso da brividi lascivi. Con indosso le sole autoreggenti, mi hanno fatto sdraiare sul letto e subito hanno iniziato ad accarezzarmi e baciarmi tutto il corpo. Ero un oggetto nelle loro mani, uno strumento che loro suonavano a piacimento, facendomi vibrare di piacere. Mi hanno letteralmente divorato la fica e, contemporaneamente, le loro dita hanno cominciato ad esplorare ogni orifizio, portandomi sempre ad un livello di piacere così intenso, che ho chiuso gli occhi ed ho lasciato che le loro mani, le loro bocche, brucassero liberamente sul mio corpo. Ad un tratto ho sentito il cazzo di mio marito premere sulle mie labbra e, dischiusa la bocca, l’ho accolto dentro, iniziando a leccarlo e succhiarlo con ingordigia. Luca, intanto, si è inginocchiato fra le mie cosce e, afferrata la sua splendida verga, mi ha fatto scorrere la cappella nello spacco della fica, che era ridotta ad una fonte di continui umori: fino a quel momento non avevo mai provato niente di simile; poi, ha iniziato a penetrare e, con due affondi decisi, l’ho sentito tutto dentro di me. Quando la punta ha battuto sul fondo della fica, ho provato un misto di dolore/piacere che subito mi ha provocato un ulteriore orgasmo: ho urlato a bocca piena, in quanto Marco mi aveva spinto il suo cazzo tutto in gola. Ero in estasi completa! Sentivo quel membro pomparmi con un ritmo molto sostenuto e, nello stesso tempo, succhiavo avidamente il sesso di mio marito, che mi sembrava sempre più gonfio e pronto all’orgasmo. Lui deve essersi reso conto di esser prossimo al piacere e, dopo averlo estratto dalla mia bocca, ha cominciato ad accarezzarmi i capezzoli con la cappella, strofinandomela sui seni. Stavo godendo ripetutamente ed ero ormai presa dal delirio erotico, quando ho iniziato ad incitarli a scoparmi con più vigore, a sfondarmi la fica con un ritmo sempre più veloce. Dopo l’ennesimo orgasmo, Luca è uscito da me ed il suo posto è stato preso da mio marito, mentre ricevevo in bocca ancora quel suo splendido palo di carne, ricoperto dei miei stessi umori. L’ho leccato e succhiato, cercando di ingoiarne quanto più possibile, mentre Marco ora mi scopava in maniera forsennata.
Mi sbatteva velocemente, pompandomi con forza e facendomi godere di nuovo, così, dopo l’ennesimo orgasmo, si è sfilato da me; mi ha rivoltato per poi penetrarmi di nuovo da dietro, tenendomi stretta per i fianchi; intanto Luca continuava a scoparmi la bocca, tenendomi la testa ferma e muovendo il bacino con una lentezza esasperante: me lo spingeva tutto fin in fondo alla gola. Poi si è allungato su di me e le sue mani hanno raggiunto la mia fica; ha iniziato a masturbarmi, mentre Marco, ancora da dietro, mi scopava come una furia. Ho goduto di nuovo, con un orgasmo ancora più forte e devastante del precedente, al punto che sono quasi svenuta; allora Marco si è sfilato da me ed ha lasciato il posto a Luca, che si è inginocchiato dietro e, con un affondo deciso, me lo ha infilato tutto, fino in fondo. Ho spalancato la bocca, nel sentire quel membro che scorreva tutto dentro di me fino in fondo, mentre Marco si è sdraiato sotto di me ed ha iniziato a leccarmi il clitoride, ritrovandomi così il suo cazzo davanti alla bocca. Sentire la sua lingua che stimolava ancor di più il mio bottoncino, mentre Luca mi pompava con un ritmo molto sostenuto, mi ha fatto di nuovo arrivare all’orgasmo e, dopo l’ennesimo urlo di piacere, ho abbassato la testa e mi sono infilata in bocca il cazzo di mio marito. Ero stordita dal piacere. Ho succhiato con forza quel membro, mentre mi sentivo ancora scorrere nel ventre l’altro, che, ad ogni affondo, penetrava sempre più dentro di me, fin quando ho sentito il suo corpo aderire al mio e, allora, mi sono resa conto che lo avevo tutto dentro. Dopo avermi portato all'ennesimo orgasmo, Luca ha allungato le mani e mi ha afferrato i seni, tirandomi in alto e facendomi inginocchiare davanti a lui, che, dopo avermi abbracciato, si è disteso trascinandomi sul suo corpo. Mi sono ritrovata a gambe aperte, con lui che, inarcate le gambe, mi pompava dal basso, permettendo così a Marco di inginocchiarsi fra di noi e, tenendo il cazzo in mano, con quello ha cominciato a martellarmi il clitoride. Era sconvolgente sentire quei colpi in quel punto sensibile del mio corpo, che non smetteva di giungere a nuovi godimenti per il tramite di quelle sollecitazioni. Poi, ho sentito la punta del cazzo di mio marito appoggiarsi fra le labbra della mia fica: l’ho guardato, cercando di capire quali potessero essere le sue intenzioni, e, nei suoi occhi, ho letto il forte desiderio di spingermelo dentro. Ho subito avuto un brivido di paura e stavo per dirgli di non farlo, quando lui, invece, con una spinta decisa, mi ha infilato dentro più della metà del suo cazzo. Mi sono sentita aprire, dilatare, tendere le pareti della vagina, che comunque l’ha accolto al suo interno, lasciandomi profondamente stupita: avevo due cazzi in fica! Questa presa d'atto, mi ha mandato ai matti, ma subito ho ripreso a godere, come se, fino a quel momento, non l'avessi già fatto. Mi scopavano entrambi in rapida successione, insieme dentro e insieme fuori, per poi riaffondare di nuovo contemporaneamente dentro di me. Ho goduto e urlato il mio piacere con tutto il fiato che avevo in gola, poi, sfinita, mi sono lasciata cadere inerte su di loro, che, aumentato il ritmo, poco dopo mi hanno inondato il ventre con un'ingente quantità di sperma, che è sgorgata dalla mia vagina, completamente dilatata, slabbrata, aperta, da quei due cazzi che mi avevano fatto letteralmente impazzire. Marco, si è sfilato e si è sdraiato di lato, mentre io sono scivolata fra lui e Luca, che mi ha baciato sulla guancia, complimentandosi con me per la splendida performance.
«Complimenti, sei stata veramente speciale! Prenderne due dentro la fica come hai fatto tu, non è da tutte e tu, amica mia, sei veramente una gran troia! Marco, sei molto fortunato ad avere una moglie così esuberante!»
Li ho guardati entrambi, ed ho appurato quanto fossero ebbri di felicità; nello stesso tempo, anch'io mi sentivo al settimo cielo. Avevo goduto così tanto che quasi non mi sembrava vero e, nello stesso tempo, la bocca di Marco ha preso a baciarmi il collo, dietro la nuca, facendomi vibrare di nuovo; quella stimolazione è stata avvertita anche da Luca, che ha preso ad accarezzare ancora il mio corpo, insinuando di nuovo le dita nella mia fica non ancora chiusa, da cui continuava a sgorgare il loro seme. Li ho guardati, non senza meraviglia, ed ho cercato di capire le loro intenzioni.
«Ragazzi! Ragazzi, calma! Non mi direte che avete ancora voglia? Vi prego, fermatevi, altrimenti non rispondo più di me.»
Era vero, nonostante avessi già goduto in maniera così intensa, sentire di nuovo quelle loro mani scorrere sul mio corpo, mi stava procurando altro piacere, ancora più intenso, che mi ha letteralmente stravolta. Incuranti delle mie parole, hanno continuato ad accarezzarmi e, a turno, mi sono ritrovata davanti alla bocca i loro membri ancora turgidi e, dopo averli succhiati e leccati, alternandoli nella mia bocca, ben presto erano pronti per una nuova battaglia. Intenta a succhiare il cazzo di Marco, ho sentito Luca posizionarsi dietro di me e, dopo aver a lungo infilato due dita nella fica fradicia del loro piacere, ho sentito che utilizzava quei succhi per lubrificarmi il culo. Ho subito intuito le sue intenzioni e, decisa ad accoglierlo anche in quell'orifizio, mi sono posizionata in maniera da rendergli più agevole l’operazione. Lui, dopo aver affondato ripetutamente la sua splendida verga all’interno della mia vagina farcita di sperma, l’ha tolta, puntandola con decisione sul mio buchetto, che sotto la pressione di quella cappella dura e vogliosa, si è aperto lentamente, lasciandolo scivolare tutto dentro di me. Mi è sembrato come se qualcuno mi stesse infilando una spranga nel culo, tanto mi sembrava lungo quel cazzo che mi stava penetrando. Lui, con delicatezza, ma risoluto, è affondato tutto dentro di me e quando il suo corpo ha aderito al mio, mi ha afferrato per i fianchi e per l’ennesima volta si è sdraiato trascinandomi su di sé. Quando Marco, si è posizionato fra le sue cosce, ho realizzato che per l’ennesima volta avrei provato un’altra esperienza indimenticabile: una doppia penetrazione. Sentire il membro di mio marito, incunearsi nella mia vagina, mi ha subito fatto godere e, quando hanno iniziato a pomparmi, ho urlato subito un ennesimo orgasmo. Mi hanno scopato in doppia, per un tempo che a me è sembrato infinito, facendomi raggiungere diversi orgasmi e, soprattutto, sono rimasta sconvolta quando Luca ha chiesto a mio marito di scambiarsi di posto. Praticamente, sentirlo di nuovo nella vagina, mentre mio marito mi pompava il culo, mi ha fatto ancora urlare di piacere. Questa volta, mi hanno scopato a lungo ed a fondo, strappandomi continue urla finché credo di essere svenuta, perché mi sono ritrovata nel letto, con loro due che, inginocchiati ai lati, mi stavano osservando con aria preoccupata. Una volta tranquillizzati sul mio stato di salute, entrambi hanno preso a segarsi molto velocemente e, in breve, il mio ventre, i miei seni, il mio viso è stato ricoperto dagli schizzi del loro piacere. Mi sentivo più che lusingata nel vedere il mio corpo imbrattato del loro seme e, nello stesso tempo, ho provato un lungo brivido che mi ha scosso tutto il corpo e, psicologicamente, mi sono sentita veramente troia e felicemente appagata. Sfiniti, siamo rimasti tutti e tre sdraiati sul letto e, all’alba, ho sentito le mani di Luca che continuavano ad accarezzare il mio corpo.
«Accidenti! Mi hai scopato per tutta la notte e, adesso, hai ancora voglia di me?»
Lui mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio sulle labbra, ha continuato ad accarezzare il mio corpo, mentre la sua voce risuonava nel silenzio della stanza.
«Stefania, sei una femmina talmente seducente che proprio non riesco ad esser sazio di te. È stato così bello averti questa notte ed ora, al solo pensiero che tutto debba considerarsi finito, mi fa venire ancora voglia e non oso staccarmi da te.»
Poi, senza aggiungere altro, ho sentito il suo membro che, da dietro, andava di nuovo ad insinuarsi fra le pieghe della mia fica, ancora abbondantemente ricolma di succhi, certamente di quelli che mi avevano riempito e che ancora colavano da essa. Ha ripreso a scoparmi in maniera lenta ma determinata, con affondi lunghi che, ben presto hanno iniziato a farmi godere di nuovo. Stavo per urlare il primo orgasmo, quando improvvisamente mi sono ritrovata in bocca il cazzo di mio marito, duro e teso. L’ho succhiato con forza, mentre Luca mi scopava sempre più velocemente e ben presto, ho sentito entrambi riversare dentro di me il loro piacere. Il primo ad arrivarmi in bocca è stato Marco, che mi ha schizzato il suo piacere fin dentro la gola, seguito immediatamente da Luca che, con due affondi decisi, è rimasto ben piantato dentro di me, mentre la mia vagina veniva inondata dal suo piacere. Mi hanno lasciato stremata nel letto, mentre loro sono andati a farsi una doccia e preparare la colazione. Ho chiuso gli occhi, mentre sentivo il mio corpo ancora scosso dai brividi di piacere appena provato e, dentro di me, ho avvertito forte il desiderio di provare ancora una volta, questa straordinaria esperienza, così forte quanto appagante, che, spero, mio marito mi proponga di viverla ancora molto presto e, semmai, con un altro maschio.
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Alla troia piacciono i cazzi giovani.
Mi chiamo Luigi, ho 28 anni e da tre anni sono sposato con Adele, che ha la mia stessa età. Sono di media statura, fisico normale, occhi e capelli scuri e, sessualmente parlando, sono ben messo, con un cazzo di medie dimensioni. Prima di conoscere lei, ho avuto qualche esperienza bisex. Adele è bionda, occhi azzurri, bocca ampia labbra carnose, con un seno di una terza abbondante, curve un po’ arrotondate, ma non grassa, ha un culo magnifico che è la cosa che mi fa impazzire di più. Ci frequentavamo e facevamo sesso da quando avevamo vent'anni. Abbiamo sempre avuto una vita sessuale abbastanza intensa, appagante e, soprattutto, abbiamo sempre adottato un comportamento alquanto libertino. Con lei il sesso non è stato mai ripetitivo, anzi, è una donna ricca di fantasia e desiderosa di situazioni insolite. Parlando fra di noi, ho scoperto che anche lei aveva avuto delle esperienze bisex con una sua compagna di scuola e, quando ha scoperto che anch’io avevo avuto esperienze simili, siam giunti alla conclusione che ci sarebbe piaciuto avere un'altra persona per formare un trio. Per alcuni mesi, questa nostra fantasia ci ha eccitato moltissimo e, spesso, ho sorpreso lei che fantasticava su come avrebbe potuto essere il gioco in presenza dell’altro e, alcune volte, ho visto che, mentre immaginava come sarebbe successo, si è masturbata ripetutamente, traendone molto piacere. La scorsa estate, a causa della pandemia, abbiamo deciso di passare le nostre vacanze nella nostra proprietà, situata in riva al mare, a circa un paio d’ore da casa nostra. Quando siamo giunti, ci siamo resi conto che l’intera palazzina necessitava di qualche manutenzione e così, quando siamo andati al supermercato per rifornire il nostro frigo, abbiamo chiesto al proprietario del negozio se conosceva qualcuno che ci avrebbe potuto aiutare a mettere ordine e tinteggiare la nostra casa. Lui dopo averci pensato un po’, ci ha consigliato un ragazzo, amico di suo figlio che, a causa della pandemia, era tornato a casa e, sicuramente, guadagnare qualche soldo extra, non gli sarebbe dispiaciuto. Dopo averlo contattato telefonicamente, lo abbiamo pregato di venirci a trovare presso la nostra abitazione. Dopo circa un’ora, ci siamo trovati davanti Riccardo, un bel ragazzo alto un metro e 70, spalle larghe, fisico asciutto e ben proporzionato, con dei lunghi capelli biondi legati dietro la nuca, a formare una coda di cavallo, occhi azzurri e braccia forti, con alcuni tatuaggi che gli conferivano un’aria veramente piacevole. Ho visto subito lo sguardo interessato di mia moglie e, dopo aver parlato con lui, ci siamo accordati per il giorno successivo per iniziare a fare dei lavori di manutenzione, a partire dal tetto, per poi passare alle pareti esterne ed al giardino, che circonda la nostra proprietà. Quella sera, mia moglie mi ha scopato in maniera molto eccitata e, sentendola così calda, le ho chiesto se era eccitata all’idea che avremmo avuto quel ragazzo per casa per qualche giorno.
«Certo, è un bel ragazzo e son sicura che guadagnare qualche soldo da spendere in vacanza, gli farà veramente piacere e, se poi ci scappa anche qualche extra, sicuramente non credo che si tirerà indietro.»
Le ho sorriso, perché ho capito che non si era voluta sbilanciare, ma, nello stesso tempo, sentivo la sua figa vogliosa e bagnata fradicia.
«Sei una gran maiala! Ti sei già bagnata al solo pensiero di poterti scopare quel ragazzo.»
Il giorno successivo, di buon'ora, è arrivato Riccardo con indosso una T-shirt da basket, che metteva in mostra il petto glabro, e dei jeans tagliati, abbastanza corti, che evidenziavano cosce forti e muscolose. Subito ci siamo organizzati e, insieme, siamo andati in un negozio ad acquistare tutto l’occorrente che sarebbe servito per fare i lavori. Dopo circa un’ora, lui era in cima ad una scala, posta di lato alla finestra della sala da pranzo e tutto ciò che si vedeva era il suo corpo, dal collo in giù. Adele era appoggiata allo stipite della porta della cucina e guardava fuori il corpo del ragazzo che, con i suoi movimenti, sembrava stesse scopando qualcuno. Mi sono avvicinato da dietro e, silenziosamente, le ho sussurrato qualcosa all’orecchio.
«Vedo che sei interessata al fisico di quel giovane: che ne dici di invitarlo dentro a prendere un caffè?»
Lei mi ha guardato e mi ha sorriso in maniera maliziosa, poi, con il capo, ha fatto un cenno d’assenso e, prima che potessi dire ancora qualcosa, ha aggiunto un’altra condizione.
«Ok, va bene, ma allontanati almeno per una mezz’oretta, perché voglio capire se è il caso di coinvolgerlo nei nostri giochi.»
L’ho guardata un po’ stupito, ma, nello stesso tempo, infastidito per il fatto che voleva giocare da sola. Conoscendo però mia moglie, ero sicuro che, in ogni caso, avrei avuto anch’io la mia parte di piacere nel gioco che stavamo iniziando. Sono uscito ed ho invitato Riccardo ad entrare in casa.
«Per cortesia, aiuta mia moglie a sistemare un paio di cose dentro casa, mentre io vado di nuovo al negozio per prendere una cosa che ho dimenticato di acquistare.»
Lui ha ubbidito immediatamente e, appena l'ho visto sparire dentro casa, ho preso l’auto e, dopo aver fatto solo un breve giro, son tornato silenziosamente a casa mia. Sono entrato dalla porta posteriore e, non visto, ho osservato lui e mia moglie seduti su di un divano. La scena davanti a miei occhi era quanto di più eccitante mi potessi aspettare: Adele, con tutta la gonna alzata, aveva le cosce aperte, mentre Riccardo era inginocchiato e le stava ingordamente leccando la fica. Consapevole del fatto che ormai doveva esser chiaro che il giovane era disposto a partecipare ai nostri giochi, mi son fatto avanti e, quando lui mi ha visto, per un attimo è rimasto sorpreso e sbigottito dalla mia presenza.
«Tranquillo! Va tutto bene! Continua pure a far godere questa maiala, perché una zoccola come lei, ha sempre bisogno di due cazzi per godere.»
Lui, dopo un breve attimo di esitazione in cui ha guardato me e lei, che gli ha sorriso, ha ripreso nel suo lavoro, per poi metterci entrambi nudi davanti a lei. Avevamo i nostri cazzi belli duri davanti alla sua faccia e lei ha iniziato a leccarli; quello di Riccardo era già teso e duro come il mio. Così, mentre Adele si infilava il suo grosso cazzo in bocca, io mi son tuffato fra le cosce di lei ed ho leccato la sua figa molto bagnata, fin quando lei non ha avuto un primo orgasmo e si è messa a mugolare con la bocca piena del grosso cazzo che il giovane le aveva spinto tutto giù in fondo alla gola. Appena si è ripresa dall’orgasmo, si è sfilato il grosso cazzo dalla bocca e giratasi verso di me, mi ha chiesto una cosa che già da qualche tempo le piace vedermi fare, quando ci dedichiamo a scopare con qualche singolo.
«Succhiagli il cazzo per farlo entrare ben lubrificato nella mia fica.»
All’inizio questa cosa mi dava un po’ fastidio, ma, col tempo, è diventata una pratica che amo fare piacevolmente. Mi sono avvicinato a Riccardo ed ho iniziato, da sotto le sue palle glabre, a leccargliele con gusto, poi ho preso il suo cazzo, identico al mio, cioè una bella mazza nodosa e dura, e, dopo averlo scappellato, l'ho succhiato, cercando di farlo entrare il più possibile nella mia bocca. Dopo averlo abbondantemente ricoperto di saliva, l’ho afferrato con la mano e l’ho posizionato fra le cosce di quella troia di mia moglie, che non aspettava altro di ricevere quella bella mazza dentro la sua fica grondante.
«Forza, ragazzo, sbatti questa troia con il tuo cazzo grosso. Spingilo tutto dentro e sfonda questa vacca, che non aspetta altro.»
Lui non ha perso tempo. Si è messo le gambe di lei sulle spalle e, con una spinta decisa, glielo ha affondato tutto dentro quella fica succosa. Poi ha iniziato a scoparla come un toro scatenato, mentre io mi son posizionato davanti al viso di entrambi, che si sono alternati a succhiarmi cazzo e palle. La cosa era talmente eccitante che Adele ha avuto subito un orgasmo molto intenso e questo ha scatenato ancor di più Riccardo, che ha preso a sbatterla sempre più forte, finché d'un tratto, ha sollevato il capo e, mentre mi guardava, le ha scaricato dentro tutto il suo piacere.
«SBORRO! Sborro! Ora la riempio tutta, questa puttana! Guardami, mentre le inondo la fica di sborra.»
Non ho resistito e, immediatamente, ho iniziato a schizzare sborra sulla faccia di mia moglie e su di lui che, dopo il primo schizzo, ha aperto la bocca per ricevere anche lui la sua dose del mio nettare direttamente in bocca. È stato un momento stupendo, soprattutto quando entrambi hanno ripreso a leccarmi il cazzo, fino a raccogliere ogni stilla di piacere e, a quel punto, ho chiesto a Riccardo di tirarlo fuori dalla fica di Adele, così da permettermi di inginocchiarmi fra le sue cosce per succhiare tutto il nettare che sgorgava da quella fica slabbrata.
Mentre assaporavo con gioia tutto quel succo, lui in piedi, davanti a lei, si faceva succhiare il cazzo. Vedere mia moglie leccare con gusto quella mazza ancora turgida, mi hai eccitato ancor di più e, sollevatomi, mi son dedicato anch’io a raccogliere qualche goccia di sborra che ancora fuorusciva da quella splendida mazza. Mentre ero intento a leccare, il mio cazzo si è appoggiato alla fica calda di Adele e, essendo rimasto ancora duro, glielo spinto dentro, inzuppandolo nella sborra che poco prima stavo leccando. Era sconvolgente sentire il mio cazzo sguazzare in quel cocktail di umori, mentre continuavo a succhiare il cazzo di Riccardo che, sotto l’azione delle nostre lingue, era tornato perfettamente duro. Allora ho afferrato mia moglie e l'ho trascinata su di me, che mi son seduto sul divano e, guardando Riccardo, l’ho esortato ad infilare il suo splendido randello nel culo di mia moglie, che quando ha udito la mia richiesta, ha sorriso e l’ha spronato a spingerglielo ben bene dentro, fino in fondo. Lui non si è perso d'animo e, dopo essersi inginocchiato, ho sentito la sua dura cappella che si faceva strada nel culo spanato di mia moglie. Un affondo deciso e fu tutto dentro di lei, che ha cominciato immediatamente a godere, in maniera assoluta e completa. Sentivo la mazza di Riccardo scorrere lungo la sottile parete che divide due buchi, mentre mia moglie godeva; allora le ho afferrato i seni e li ha portati alla bocca, prendendo a morderle i capezzoli, stringendoglieli con forza fra i denti, perché so che questo le piace moltissimo. Quel misto di dolore/piacere le procura un orgasmo sconvolgente. Avuto quasi all’istante un ennesimo orgasmo, ha cominciato a fremere in maniera così scomposta, che, per un attimo, il cazzo di Riccardo è uscito dal culo e lui, nell’impeto di rimetterlo dentro, anziché spingerlo nel culo, lo ha infilato direttamente nella figa, assieme al mio. Mia moglie ha spalancato di colpo la bocca, ma nessun suono è uscito dalle sue labbra, mentre io ho sentito chiaramente il membro di Riccardo entrare tutto dentro la fica, assieme al mio, fino alle palle.
«Bravo Riccardo! Hai fatto benissimo ad infilarlo nella fica, così questa troia, slabbrata e sfondata, ha quello che realmente si merita.»
Dopo un lieve attimo di stupore, sul viso di mia moglie è apparsa un’espressione di puro piacere, mentre ormai noi due la stavamo pompando in maniera molto decisa. Io, dal basso, le spingevo tutto il mio cazzo dentro, mentre lui, da dietro, glielo affondava con sempre maggior vigore, fin quando lei, dopo l’ennesimo orgasmo, è quasi svenuta dal piacere. Tutto questo gioco però mi ha procurato una forte eccitazione e, ben presto, mi sono svuotato nella fica di mia moglie che, sentendomi godere, si è lasciata andare all'estasi totale.
«Accidenti, che porco! Ti sei eccitato nel sentirmi sfondata da due cazzi? Sei davvero un maiale!»
In effetti era vero. L’idea di sapere mia moglie sfondata da due cazzi, mi ha veramente fatto sballare il cervello e, dopo essermi sfilato da lei, ho lasciato a Riccardo il compito di continuare a montare quella vacca, che continuava a godere senza sosta. Anche se ero già venuto due volte, la scena era talmente eccitante che mi son posto davanti alla sua faccia, dall’altro lato del divano, e dopo aver invitato Riccardo a sfondare e riempire anche il culo della mia troia, le ho infilato il cazzo in bocca, per farmelo succhiare ancora. Era qualcosa di straordinariamente bello vedere con quanto impeto e passione Riccardo le pompava il culo e, quando con un grido di completa soddisfazione è rimasto immobile e tutto piantato dentro di lei, ho capito che le stava inondando il culo di sborra. È rimasto così per alcuni istanti, poi se ne è uscito, producendo il classico rumore (flop) di qualcosa che viene stappato e, poiché mi ero spostato dietro, ho potuto ammirare il culo spanato di mia moglie, da cui sgorgava un ennesimo rivolo di sborra bianca. Senza nessuna esitazione mi sono inginocchiato e mi son messo a leccare e ripulire anche quel buco, così generosamente spanato e farcito.
Questa avventura è stata l’inizio di una lunga collaborazione durata per tutto il periodo estivo, in cui, io e Riccardo, abbiamo ripetutamente scopato mia moglie e, poiché la vacca non era mai sazia, lui si è attivato ad invitare alcuni suoi amici a trascorrere le vacanze da noi, così che anche quelli hanno montato Adele, facendola godere incessantemente ed in tutti i modi immaginabili.
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2 years ago
baxi18, 55
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La dottoressa visita in intramoenia
Roby mi ha chiesto se potevo visitarlo, aveva fastidio in zona genitali; pensai ad una visita in intramoenia, perchè no...
Data la mia età sono ancora una Dottoressa "vecchio stampo", preferisco visitare accuratamente il paziente, "toccandolo".
Per verificare la salute del pene, di solito faccio accomodare seduto il paziente sul lettino e mi siedo di fronte.
La visita riesce meglio con un pene turgido, quindi, a costo di passare per una ....troia, di solito lascio il camice sbottonato e lascio intravvedere le mie piccole mammelle; questo aiuta ad avere una prima reazione in termini di erezione e secrezione liquido seminale.
A seguire procedo con la palpazione dei testicoli: non indosso guanti di lattice per non perdere informazioni tattili.
Verificata la consistenza dei testicoli ed il loro carico di sperma, mio dedico al pene.
Se il paziente non è circonciso procedo a scoprire il glande: se l'eccitazione è arrivata al punto di far produrre un minimo di liquido seminale procedo con la verifica della sua consistenza e sapore; con gli anni ho verificato che il metodo migliore è quello di avvicinare le labbra quasi si volesse dare un piccolo bacio, farle inumidire del liquido e poi passare la lingua sulle mie labbra per riconoscere, tramite il gusto, se ci sono anomalie.
Qualora non ci fosse ancora liquido seminale disponibile, procederei con stimolazione manuale.
Per la misura della pressione del pene non c'è metodo migliore che accoglierlo in bocca: questo di solito porta il membro alla sua massima estensione e con le labbra, nuovamente, posso verificarne la pressione.
E' utile, talvolta, accogliere completamente il membro in gola per verificarne il comportamento in situazione di stress.
Qualora, durante l'analisi dei testicoli, verificassi una sofferenza dovuta all'eccessiva produzione e stasi di sperma, cerco sempre di alleviare tale situazione portando, con labbra, bocca e gola, il paziente all'eiaculazione.
Di solito la quantità di sperma prodotto è importante, può capitare che mi venga spruzzato sul viso, sul seno, sulle cosce.
Se però la mia giornata lavorativa non è al termine, per rimanere "in ordine", preferisco ingoiare tutto il seme, in modo da non lasciare tracce.
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2 years ago
ing30dott,
55/55
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Mi scopa insieme al suo amico e scopro il suo passato.
Sono Viviana, ho 32 anni e sono sposata da sei, dopo due di fidanzamento, con Piero che, di anni, ne ha cinque più di me. Sono alta 1,80, mora con i capelli a caschetto che mi arrivano appena alle spalle, gli occhi scuri, e una bella bocca ampia con labbra carnose; il mio seno è di una buona terza misura, ho il ventre piatto ed un bel culo a cuoricino, che sormonta due cosce ben tornite e lunghe. Piero invece è leggermente più alto di me, spalle larghe, capelli ricci e neri, mentre gli occhi sono di un azzurro che non passa inosservato. Inoltre, fisicamente, è molto muscoloso, perché deve tenersi in forma per la qualifica che ha di sommozzatore presso i Vigili del Fuoco. Quando ci siamo conosciuti, entrambi avevamo avuto le nostre esperienze e lui, soprattutto, era da sempre stato l’oggetto delle attenzioni di molte donne, ammaliate dal suo fisico imponente, oltre che dal fascino che gliene deriva per esser un pompiere. Sessualmente parlando è un maschio molto dotato, con un membro ben oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e questo, unito al fatto che ama molto dedicarsi ai preliminari, riesce a farmi impazzire. È bravissimo a farmi godere anche senza penetrarmi: usando solo lingua e mani, riesce a portarmi ad un livello di eccitazione davvero sconvolgente. Come già detto, anch’io ero reduce da alcune esperienze, per vero non troppo fortunate, ma che, in ogni caso, mi avevano avviato nei primi rudimenti sul sesso. In effetti, quando ero stata sverginata, non avevo provato un gran piacere, mentre nel prenderlo in bocca o in culo, si era rivelata qualcosa di completamente diverso. Specie nell’orale, ero diventata piuttosto brava e lui ha avuto modo di apprezzare subito la mia bravura a fagocitare tutta in gola la sua splendida dotazione. Nella vita di tutti i giorni, siamo una coppia normalissima, che vive, lavora e si diverte nello stesso modo di tante altre coppie, senza particolari eccessi. Però c’è un dettaglio che è necessario io evidenzi: è capitato spesso che, di passaggio nella sua caserma, oppure le volte in cui ho partecipato insieme a lui a delle cene con i suoi compagni di lavoro, quasi tutti come lui sposati, ho notato che molti fra essi mi guardavano con concupiscenza e questo, inutile dirlo, mi produceva un languore particolare: ero, insomma, particolarmente lusingata, ricevevo da quei loro sguardi una eccezionale gratifica alla mia sensualità. A Piero, ovviamente, non è sfuggito l’atteggiamento nei miei confronti dei suoi colleghi, che, seppur compagni di belle donne, non hanno lesinato sguardi e commenti al punto da eccitarlo così tanto che la sera, a letto, ha dato sfogo a tutta la sua libidine, chiavandomi in maniera straordinaria. La scorsa primavera si è verificato un fatto che ha, in qualche modo, spezzato la nostra routine. Ci siamo recati in una città molto distante da casa nostra, per partecipare al matrimonio di mia cugina Paola. Essendo io orfana di entrambi i genitori, mio padre era il fratello della madre di questa mia cugina e, di conseguenza, non ho potuto in nessun modo rifiutarmi di esser presente all’evento. Ci siamo recati in questa grande città, dove Piero aveva prestato servizio nei primi otto anni di lavoro come pompiere e dove lui ha partecipato al corso per diventare specialista sommozzatore. Mancava da questa città da oltre otto di anni, ma aveva conservato l’amicizia con Gianni, un suo collega di cinque anni più grande che, quando lui è stato assunto, è stato il suo istruttore ed il compagno assiduo di lavoro, fin quando non fu trasferito nella nostra città natale. Una volta giunti in quella città, scopro che lui e Gianni si erano già sentiti e, poiché l'amico non è sposato, ci ha proposto di ospitarci nel suo appartamento, in quanto sufficientemente grande per tutti. Quando giungiamo in città, per la prima volta conosco questo suo amico, di cui, per il passato, ho solo sentito parlare.
«Allora, pivello! Finalmente sei riuscito a tornare a trovare un vecchio amico! E questa splendida ragazza? Non mi dire che sei anche riuscito a convincere una così bella donna a condividere la sua vita con te? Signora, spero che lei sia consapevole del rischio che corre a vivere al fianco di questo scellerato! In ogni caso è un vero piacere fare la sua conoscenza.»
Mi abbraccia e mi stringe, avvertendo il suo corpo aderire contro il mio, ed anche una certa protuberanza premere contro il mio basso ventre. Non si trattava di una vera e propria erezione ed è questo che, in qualche modo, mi ha un po’ incuriosito: se non era in erezione ed io sentivo premere sul pube qualcosa di voluminoso, cosa poteva ritrovarsi quest’uomo nelle mutande? Ci mostra il suo appartamento, che trovo esser molto bello e ben tenuto, nonostante sia un single. La camera riservata a noi è una matrimoniale molto bella ed arredata con gusto, immediatamente adiacente alla sua e, dall’altro lato del corridoio, ci sono due bagni, uno più grande e uno po’ più piccolo, che lui riserva per sé, lasciando quello più grande a noi. Appena il tempo di sistemare i nostri bagagli e, subito, assieme a lui, andiamo a cena in un piccolo ristorante e passiamo una bellissima serata, in cui scopro che mio marito ha una certa complicità con il suo amico. Durante la cena, annaffiata da alcune bottiglie di buon vinello, emergono tanti dettagli e particolari che non conoscevo della loro vita, nei primi anni di lavoro. Hanno passato otto anni assieme e, insieme, hanno condiviso tanti momenti importanti, ma, come emerge, anche tanti momenti di sesso con donne che non hanno avuto remore a farsi sbattere da entrambi. C’è qualcosa nel loro parlare che non mi è chiaro, ma, in ogni caso, la loro amicizia è veramente tenace. Inoltre scopro per quale motivo Gianni non è venuto al nostro matrimonio: era impegnato, assieme ad altri cinque o sei colleghi, anch'essi assenti, nel difficile sforzo di domare un gigantesco incendio all’estero. Ricordo benissimo quel momento particolare, in cui un intero paese rimase circondato dal fuoco e vi morirono diverse persone. Terminata la cena, torniamo a casa che è molto tardi e poiché siamo stanchi e, il giorno dopo, dovremo presenziare alla cerimonia nuziale, con relativi annessi e connessi, ce ne andiamo a letto e, anche se avrei voglia di far sesso, ci rinuncio, perché Piero si addormenta quasi subito. Il mattino dopo, è proprio mio marito che mi sveglia, accarezzandomi fra le cosce e, nonostante sentissi forte il desiderio di godere, perché, a conti fatti, son circa una decina di giorni che non faccio sesso per via del ciclo mestruale, riesco, in qualche modo, a sviare la sua voglia di scoparmi e, anzi, mi infilo direttamente in bagno per farmi una doccia e prepararmi per l’evento matrimoniale. Quando esco, avvolta nel mio accappatoio, incrocio Gianni, che entra nell’altro bagno e, facendomi un inchino, mi saluta simpaticamente.
«Buongiorno, bellissima signora! Spero che la sua giornata sia ricca di soddisfazioni, sicuramente molto più della mia.»
In effetti, lui ha la giornata impegnata in un servizio antincendio in un teatro, dove si svolge uno spettacolo che richiede comunque la presenza di almeno un'unità di vigili del fuoco. È qualcosa di noioso, cui Piero, quando può, rinuncia volentieri, ed io, incassato il complimento, mi infilo direttamente in camera per iniziare a prepararmi. Piero invece impiega pochissimo ad indossare il completo che ha comprato per l’occasione: una giacca in doppiopetto, che gli valorizza ancor più il suo aspetto, mentre io ho un abito in chiffon stile impero, attillato, senza maniche, che fascia il mio corpo come una seconda pelle, che arriva al ginocchio. Molto elegante è di color pesca chiaro e mette in risalto i miei capelli neri; ai piedi calzo dei sandali con un tacco così sottile, che definirlo a spillo, quasi non rende l’idea e son tenuti legati alla caviglia, con un cinturino. Mentre sono in camera per ultimare il mio makeup, Gianni e Piero mi chiamano dalla cucina, avvertendomi che il caffè è pronto. Quando esco dalla camera e mi presento a loro, Piero sorride, mentre Gianni mi guarda e, facendo un inchino, non smette di coprirmi di complimenti.
«Accidenti, pivello! Devo riconoscere che questa tua donna è davvero stupenda! Oggi calamiterà su di sé l'attenzione degli invitati, sottraendo la scena che spetta alla sposa, ma, poiché la reputo persona molto intelligente, dubito che le farà questo dispetto. In ogni caso, sarà una delle donne più ammirate alla cerimonia e... se non fosse tua moglie…»
Gli rivolgo uno sguardo da indispettita, quasi a volerlo rimproverare, ma è palese che quel complimento mi ha davvero fatto piacere. Sorseggio con loro il caffè, poi faccio pochi passi e mi fermo davanti allo specchio dell’ingresso; sento sul mio corpo i loro sguardi e, in particolare, sul mio culo che è ben evidenziato dall’abito che indosso, sotto cui porto un micro perizoma assolutamente invisibile, mentre nella parte alta è la particolare cucitura del vestito a sorreggere il mio seno, assolutamente privo di alcun sostegno, in quanto la scollatura del vestito, sia davanti che dietro, lo renderebbero visibile e, perciò, antiestetico. Li osservo attraverso lo specchio, mentre mi piego leggermente in avanti per evidenziare ancora di più il mio culo a mandolino che, inarcato dei tacchi alti che indosso, lo rendono ancor più invitante. I due si scambiano un’occhiata, mentre io metto il rossetto sulle mie labbra e poiché vedo che Gianni dice qualcosa a Piero, che annuisce, vanitosamente inarco ancor di più il culo, per renderlo davvero irresistibile. Dopo di che partiamo per la cerimonia e, per tutto il giorno, è esattamente come aveva pronosticato Gianni: la mia sensualità rivaleggia con quella della sposa, ma io faccio di tutto per non rubarle la scena, anche se lei, in più occasioni, mi tiene al suo fianco e noto, negli occhi dei maschietti, il loro sguardo carico di cupidigia. Durante il banchetto nuziale, credo di aver ballato con tutti gli uomini presenti alla cerimonia, i quali, chi più chi meno, non si è sottratto dal farmi avvertire sul ventre la protuberanza innervata del loro fallo. Anche Piero è stato oggetto delle attenzioni di varie donne, che hanno voluto ballare con lui, stringendosi il più possibile al mio maschio veramente stupendo. Alla fine, ce ne siamo andati che era quasi mezzanotte. Giunti a casa, appena entrati, abbiamo trovato Gianni seduto sul divano che indossava semplicemente una T-shirt ed un paio di pantaloncini da basket e, appena ci ha visti, ci ha invitato a sedere per un attimo con lui e rilassarci.
«Accidenti! Queste scarpe sono stupende, ma indossarle una giornata intera con questo tacco poi, ha messo a dura prova le mie caviglie e i miei martoriati piedi.»
Prima di poter aggiungere qualcosa, Gianni si è abbassato e, dopo avermi preso entrambi i piedi, li ha sollevati, appoggiandoli sulle sue cosce.
«Posso?»
Io non ho replicato e nemmeno Piero, quindi lui, dopo aver slacciato e sfilato i miei sandali, ha preso delicatamente a massaggiarmi i piedi. Ero sdraiata con la testa appoggiata al corpo di Piero e Gianni si è allontanato un po’ da me in modo da darmi la possibilità di potermi distendere, cosa che ho fatto, appoggiando la testa sulla pancia di Piero, mentre lui ora, massaggiandomi i piedi e caviglie, aveva di certo la possibilità di scorgere il mio intimo, perché il vestito è risalito ad altre metà della coscia.
«Sei meraviglioso! Ti prego, continua! I miei piedi te ne saranno eternamente grati!»
Le abili mani di Gianni hanno preso a massaggiarmi le dita dei piedi e poi su, fino alla caviglia ed al polpaccio, fino ad arrivare al ginocchio. Ero così piacevolmente soddisfatta dalla sua manipolazione, che di proposito ho divaricato le cosce, così da esser certa che ora lui poteva vedere il mio perizoma ultra trasparente. Ho socchiuso gli occhi, consapevole del fatto che, divaricando le cosce, gli mettevo in mostra la mia intimità, azione che a lui deve esser piaciuta molto, come dev'esser piaciuto anche a Piero, perché, spostando leggermente la testa più in basso, la mia guancia sinistra è venuta a contatto con il suo pacco, che ho sentito gonfiarsi immediatamente. Era una situazione alquanto strana, perché stavo volutamente provocando sia mio marito, che il suo amico, consapevole del fatto che, in passato, questi due uomini si erano scopati ripetutamente più di una donna insieme e questo, dentro di me, avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme, mentre, invece, in quel fatidico momento, vuoi per la stanchezza, vuoi perché al matrimonio avevamo bevuto un po’ troppo, o, forse, semplicemente perché avevo voglia di scopare, i miei freni inibitori hanno preso ad allentarsi. Quando ho sentito il cazzo di Piero gonfiarsi sulla mia guancia, senza aprire gli occhi, ho preso a sfregare la testa su e giù, massaggiando quel membro con la guancia sinistra, ed ho sentito il respiro di mio marito cambiare, per divenire più ansante. Ad un tratto le mani di Gianni, mentre massaggiavano le mie gambe, non si sono più fermate all’altezza delle ginocchia, ma hanno cominciato a salire ancor più su, fino ad arrivare ben sotto il vestito. Ho aperto gli occhi ed il mio sguardo ha incrociato il suo; era calmo, ma, nello stesso tempo, aveva l’aria perplessa di chi aspetta un muto assenso per far ciò che ha in mente. Ho sollevato lo sguardo muovendo la testa ed ho incrociato quello di mio marito, che mi ha sorriso. Allora ho richiuso gli occhi ed ho fatto un lungo sospiro, tornando a strusciare la guancia sul cazzo di mio marito, ora perfettamente duro. Le mani di Gianni hanno ripreso a salire lungo le mie cosce fino all’attaccatura e, un attimo dopo, lui è sceso dal divano, si è seduto per terra e, dopo aver sollevato in alto le mie cosce, ha fiondato fra esse la sua testa e, in un attimo, con l'aiuto delle dita, mi ha spostato il perizoma e subito la sua lingua ha preso possesso delle mucose interne della mia conchiglia che, dopo una giornata passata a sudare, ballare ed altre cose, proprio non doveva esser perfettamente profumata.
«No ti prego, non mi sono lavata!»
Naturalmente la mia era solo un'ultima inutile difesa, perché, in realtà, non avevo neanche finito di parlare, che lui si stava godendo i sapori di ogni piega della mia vulva, scivolando con la lingua lungo lo spacco e, risalendo su, giocava con il mio bottoncino, facendomi subito gemere di piacere. Anche Piero non si è fatto scrupoli e, allungata una mano, ha aperto la patta dei pantaloni e, in un attimo, mi sono ritrovata davanti alla faccia il suo membro teso e duro. Ho aperto la bocca e ne ho infilato più della metà in gola. Lui ha preso a gemere, ma la prima ad urlare a bocca piena un orgasmo forte e intenso, sono stata io. La lingua di Gianni mi stava veramente martellando la fica in maniera sconvolgente e tutta la situazione, in quel momento, mi ha portato a raggiungere un orgasmo forte, intenso, che mi ha fatto godere così tanto da farmi venir meno. Quando ho riaperto gli occhi, erano entrambi inginocchiati davanti a me, con l’aria molto preoccupata: io ho sorriso ad entrambi allo scopo di tranquillizzarli.
«Va tutto bene! È solo che mi avete fatto impazzire di piacere al punto da farmi svenire.»
Piero si è abbassato su di me, mi ha sorriso e mi ha baciato, poi mi ha preso in braccio con estrema facilità e, fatti pochi passi, siamo entrati in camera nostra, seguiti in silenzio da Gianni. Mi ha poggiato in piedi davanti al letto con loro alle spalle. Erano entrambi in silenzio, aspettavano da me il segnale per dare inizio ai giochi; ero consapevole del fatto che solo io avrei potuto aprire le danze. Sapevo perfettamente quello che sarebbe successo: mi avrebbero scopato insieme.
Ho fatto un profondo respiro, perché, dentro di me, ho sentito forte il desiderio di provare questa esperienza, che, se Piero me la proponeva assieme al suo amico con cui aveva condiviso otto anni della sua esistenza, potevo esser certa che era la persona giusta con cui provare questa emozione.
«Gianni, per cortesia, mi slacci il vestito, dietro.»
Ho volutamente far il suo nome, per fargli intendere che lo volevo nel gioco. Poi mi sono girata, ed ho incrociato lo sguardo di Piero che mi ha sorriso e, preso con entrambe le mani il mio viso, mi ha baciato, mentre Gianni, dietro di me, lasciava scorrere la cerniera lampo e, in un attimo, il mio vestito si è afflosciato per terra. Lui si è inginocchiato dietro di me e, delicatamente, ha sfilato anche il mio perizoma, poi, una volta tornato in piedi, mi ha fatto sedere sul letto e, inginocchiato fra le mie cosce, ha ripreso a leccare la mia passera, facendomi di nuovo godere intensamente. Piero si è denudato in un attimo, è salito sul letto e mi offerto il suo cazzo da succhiare, cosa che ho fatto all'istante. Lo sentivo gemere, mentre Gianni si scatenava fra le pieghe della mia fica e la sua lingua ora percorreva lo spacco in tutta la sua lunghezza, scivolando in basso, fino ad arrivare alla rosellina anale, che stimolava con la punta della lingua. Ho avuto di nuovo le stesse sensazioni provate prima sul divano e, nella mia mente, si è formato un'onda di piacere che ha percorso tutto il mio corpo, finendo nella sua bocca, mentre io ho preso a godere a bocca piena del cazzo di mio marito. Lui è rimasto immobile e quando l’orgasmo è passato, senza dir nulla, mi ha spinto un po’ indietro nel letto e, dopo essersi inginocchiato, ha appoggiato la cappella del suo cazzo direttamente fra le labbra della mia fica. Ho abbassato lo sguardo giusto in tempo per costatare che il suo membro era anche più grosso di quello di Piero, ma ne ho anche avvertito la consistenza allorché, con una spinta decisa, è scivolato tutto dentro di me, facendomi spalancare la bocca e gemere di piacere. L’ho sentito scivolare fino in fondo, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, e la punta di quel membro enorme è andata sbattere sul fondo, provocandomi una scarica di piacere che mi ha fatto godere all’istante. Ho inarcato il mio corpo scosso dal piacere e l’ho guardato negli occhi, implorandolo di farmi godere ancora.
«Meraviglioso! Ti sento tutto dentro! Ti prego, scopami con forza, fammi godere.»
Lui mi ha sorriso ed ha sollevato le mie gambe, che subito sono state afferrate da Piero, che le ha tenute alte e divaricate: è stato allora che ha preso a stantuffarmi dopo aver fatto una battuta che in quel momento non ho capito.
«Tranquilla piccola! Ti farò godere, ti scoperò fino allo sfinimento. Stai tranquilla che io, di cazzo, ne ho per tutti e due.»
Presa dal piacere non ho dato rilievo alla sua frase, perché ha preso a pomparmi con un ritmo molto sostenuto, fatto di affondi che, ad ogni spinta, facevano sobbalzare il mio seno verso l’alto. Mentre continuo a tenere il cazzo di Piero in bocca, lui ben presto mi ha fatto godere ancora e, a quel punto, è successa una cosa che mi ha lasciato letteralmente basita. Nell’istante in cui il mio corpo ha preso a tremare di piacere, Piero si è allungato in avanti su di me e il suo viso era un passo da quello di Gianni; i due si sono scambiati un’occhiata, poi, senza nessuna esitazione, Piero ha messo una mano dietro la nuca di Gianni e l’ha attirato a sé: i due si sono baciati. Sbalordita li ho osservati. Non era un bacio erotico, era qualcosa di più profondo, intenso, potrei dire, di vero amore. Hanno limonato a lungo e vedevo le loro bocche muoversi perché sicuramente le lingue si stavano rincorrendo, mentre Gianni continuava a pomparmi e a farmi godere ancora, io mi sono ripresa dallo stupore e, chiudendo per un attimo gli occhi, mi sono lasciata andare ad un ennesimo orgasmo. Nel sentirmi godere, i due si sono staccati ed ho visto un cenno d’intesa negli occhi di Gianni; subito Piero si è tolto da sopra me e Gianni, dopo avermi abbracciato, è rotolato sul letto, sdraiandosi supino sotto di me, sempre continuando a mantenere la grossa verga piantata nel mio ventre. Quando ho visto Piero inginocchiarsi fra le gambe di Gianni, ho capito subito cosa mi aspettava: una doppia penetrazione cui non mi sarei sottratta per nessun motivo al mondo. Ho fatto un respiro profondo e mi son sdraiata sul petto di Gianni, che ha afferrato le mie natiche e me le ha aperte, mentre Piero si è abbassato e la sua lingua è andata a lubrificare il mio fiorellino anale, che subito ha reagito, contraendosi alla stimolazione cui era stato sottoposto. Poi si è tirato su e, dopo essersi posizionato con la punta contro la mia rosetta, è entrato con una spinta decisa ed ha preso a scivolare nel mio culo, mentre io ho spalancato la bocca perché non mi ero mai sentita così piena.
«Cazzo, amore, fa piano! Ti sento entrare tutto dentro! E non è che non lo voglio, ma ti ricordo che ne ho un altro piantato davanti, quindi, ti prego, fa piano.»
Lui ha continuato a spingere lentamente, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, poi è rimasto per un lungo istante immobile, mentre Gianni, dopo aver inarcato un po’ le gambe, ha preso a muoversi dolcemente sotto di me, procurandomi subito tanto di quel piacere che è andato a lenire, almeno in parte, il fastidio che stavo provando per quella seconda introduzione. Poi è stato il paradiso! I due si sono perfettamente sincronizzati ed hanno preso a pomparmi con una sintonia sconvolgente: dentro uno, fuori l’altro, con affondi decisi ed io ho cominciato a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Sentivo le mani di Gianni torturarmi i capezzoli e, ogni tanto, uno, portato alle sue labbra, veniva stretto e morso tra i denti, procurandomi altro incommensurabile piacere. Non so quanti orgasmi ho raggiunto, né per quanto tempo mi hanno scopato in doppia e, quando ero convinta che fossero prossimi al piacere anche loro, Piero si è sfilato da dietro e, fattami sollevare, mi ha girato per di nuovo farmi sedere sul corpo di Gianni, che, afferrato il suo grosso membro, me ne ha appoggiato la punta al culo e, all’istante, mi sono trovata impalata su quella grossa verga, che mi è arrivata tutta dentro, fin nello stomaco. Immediatamente Piero si è posizionato fra le mie cosce ed il gioco è ricominciato esattamente come prima, con l’unica variante che la mazza più grossa ora mi sfondava il culo. Ho avuto altri due orgasmi, poi Piero ha guardato Gianni e, con un cenno d’assenso, i due si sono sincronizzati, e hanno preso a scoparmi in maniera molto veloce, fin quando, improvvisamente, entrambi, quasi nello stesso momento, hanno cominciato a spruzzare dentro di me tutto il loro piacere. Ho sentito schizzi di seme bollente riempire la mia vagina, così come il mio intestino. Ad ogni contrazione dei loro membri sentivo altro piacere riversato dentro di me. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, poi Piero si è abbassato su di me e mi ha baciato in bocca. Anche questo è stato un bacio speciale, carico d’amore, di piacere, di immensa soddisfazione nei confronti della sua donna che non si era privata di godere con due maschi. Poi si è sfilato e si è sdraiato di lato ed io, aiutata da Gianni, mi son sollevata, ma subito lui mi ha fatto inginocchiare sopra la faccia di Piero, facendo sì che i miei buchi, abbondantemente farciti del loro seme, si son trovati all’altezza della sua bocca. Ho sentito la lingua di mio marito muoversi in maniera rapida e vorace, per raccogliere tutto ciò che sgorgava dai miei orifizi spanati, mentre Gianni, disteso di traverso fra noi, si è abbassato e si è infilato in bocca il cazzo di mio marito ancora turgido. È stato uno spettacolo stupendo, vederlo con quanto amore succhiava quella verga, che per otto anni era stata solo mia. Stavo provando piaceri completamente nuovi per me, ma, nonostante questo, mi sono sdraiata e, senza nessuna esitazione, ho preso il membro di Gianni, ancora barzotto e ricoperto degli umori del mio culo, e l’ho infilato in bocca: ho preso a succhiarlo intensamente, con il forte desiderio di vederlo di nuovo pronto a combattere. Mentre lo succhiavo, guardavo Gianni che ora aveva fatto quasi tornare completamente duro quello di mio marito che, imperterrito continuava a leccare la sborra che colava dai miei buchi. Quando anche il suo è tornato ad essere perfettamente in tiro, ci siamo un attimo sciolti da quello strano triangolo e, dopo avermi guardato un attimo in faccia, Gianni ha girato gli occhi verso Piero e gli ha rivolto una supplica.
«Mi piacerebbe tanto sentirlo ancora dentro di me e, se non hai nulla in contrario, vorrei sentirlo mentre mi scopo ancora tua moglie.»
Un attimo di imbarazzo ha percorso i loro sguardi ed io ho deciso che solo più tardi avrei chiesto tutte le spiegazioni di quella situazione tanto strana che, in ogni caso, si stava delineando e, senza dir nulla, mi sono sdraiata a cosce aperte e, alzate le braccia, ho invitato Gianni a penetrarmi. Lui mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, anziché infilarsi fra le mie cosce, mi ha messo di lato e, sollevatami una gamba, mi ha infilato la sua grossa mazza direttamente nella fica, con un affondo secco e deciso. L’ho sentito entrare di nuovo dentro di me e subito ho provato incredibili sensazioni, ma ho anche voltato lo sguardo sopra la sua spalla ed ho visto Piero che ha appoggiato la cappella al culo di Gianni che, a sua volta ha sollevato la gamba, per agevolare l’introduzione dell'amico dentro di sé.
«Oh, sì! Sapessi da quanto tempo avevo voglia di sentirti di nuovo dentro.»
Ho sentito gonfiarsi il membro di Gianni dentro di me e, ad ogni affondo che Piero gli dava nel culo, io ricevevo la contro spinta, dentro la mia fica. È stata una sensazione bellissima e deve aver emozionato entrambi, perché Piero ha preso a muoversi pompando il culo di Gianni in maniera veloce e devastante, con colpi profondi, che lo facevano scuotere tutto, ma nello stesso tempo, dovevano avergli procurato molto piacere, perché ben presto, con un grido, gli ha riversato in culo il suo piacere.
«Eccomi, sborro! Torno a sborrarti nel culo!»
Ho sentito Gianni restare immobile piantato dentro di me, mentre Piero con gli ultimi colpi gli versava in culo tutto il suo piacere. Ho visto la gioia dipinta negli occhi di Gianni e, dopo esser rimasti alcuni istanti immobili, i due si sono sciolti ed ho visto un certo imbarazzo negli occhi di mio marito; ho interpretato quell'imbarazzo come se anche lui desiderasse provare la stessa emozione, allora l’ho baciato in bocca e mi sono sdraiata supina, invitandolo a salire su di me per un 69.
«Vieni sopra di me, che voglio succhiarti il cazzo e tu, Gianni, rendi al tuo amico lo stesso piacere che lui ha fatto provare a te.»
Senza nessuna esitazione, Piero si è sdraiato su di me e subito, Gianni si è posizionato dietro di lui e, dopo avergli lubrificato con della saliva il buco del culo, ha appoggiato la cappella contro la sua rosetta ed io, da sdraiata, ho afferrato quella verga e, dopo averla passata a lungo nella mia bocca ed averla ricoperta di saliva, l'ho appoggiata al culo di mio marito. Gianni, con un affondo lento, ma deciso, gli è entrato tutto dentro, fino alle palle.
«Cazzo, Gianni, fa piano! Sono otto anni che non lo prendo nel culo! Non me lo ricordavo così bello!»
Ho preso a succhiare il cazzo di mio marito, mentre assistevo alla sua messa in culo da parte di quel maschio, che ora gli limava quel foro con colpi decisi ed affondi duri, fin quando, ad un tratto, anche lui, probabilmente emozionato dal piacere, è rimasto un attimo immobile ed ho visto le contrazioni di quel membro che scaricava nel culo di mio marito una notevole bordata di caldi fiotti di sborra. Anche lui si è svuotato rapidamente nella mia bocca, poi si è sfilato ed io mi sono allungata un po’ dietro Piero, così da poter raccogliere con la lingua quel rivolo bianco che sgorgava dal culo spanato di mio marito. È durato poco però, perché i due maschi si sono rigirati e baciati di nuovo. Allora mi sono sollevata e, dopo averli abbracciati e baciati, ho chiesto qualche spiegazione.
È stato Gianni, a chiarire le cose.
«Quando Piero è arrivato qui città per il corso nei Vigili del Fuoco, tra noi due è scattato subito un feeling incredibile. L’ho ospitato in attesa che trovasse una sistemazione, ma, dalla terza sera che dormiva qui, già eravamo insieme nel letto. In gioventù, avevo già avuto qualche esperienza bisex, ma con lui è stato subito amore. Naturalmente, nel nostro ambiente di caserma, questa cosa sarebbe apparsa subito alquanto discutibile, quindi, poiché ad entrambi piaceva la fica, per non creare moti di gelosia fra noi, ogni femmina che ciascuno rimorchiava, doveva accettare di farsi scopare da entrambi. La cosa ha avuto il merito di ammantarci dell'immagine di due tori da monta ed è servita a sviare ogni dubbio sulla nostra sessualità. Ovviamente quando scopavamo le donne, a nessuno di noi due veniva in mente di far quello che abbiamo fatto con te: scambiarci un bacio o prendere in bocca i nostri rispettivi uccelli. È stata una piacevole sorpresa quando oggi lui si è abbandonato a rifarlo con me. A suo tempo, avevo anche sentito forte il desiderio di rendere pubblico quel nostro rapporto, ma lui non volle e, poiché aveva già fatto domanda per essere riavvicinato, quando se n'è andato, ho capito che le cose potevano andare benissimo così. Per qualche anno, ho evitato anche di avere altri contatti, perché, dopo di lui, non ho voluto nessun’altra storia e, quando ho capito che era giusto così, ho riallacciato con lui l’iniziale amicizia. Poi, al sapere che lo avrei rivisto, mi ha provocato tanta malinconia che, invece, la tua presenza ha in qualche modo mitigato e reso tutto più bello. Non esser gelosa di me, perché non ho nessuna intenzione di creare nessun problema al vostro rapporto, ma son felice di sapere che la persona con cui lui vive, ha voluto provare le stesse emozioni che provavamo noi a godere con altre donne, ma, soprattutto, son felice di aver reso, in qualche modo, pubblico il fatto che sono ancora innamorato di lui.»
Li guardo e li abbraccio entrambi, li bacio, li stringo a me, mentre essi hanno gli occhi lucidi dall’emozione e son felice che abbiano condiviso con me il loro segreto. Poi è Piero che suggerisce a Gianni un certo progetto.
«A breve si dovrebbe liberare un posto da caposquadra nella mia caserma, perché non fai domanda e ti trasferisci nella mia città?»
Gianni lo guarda, sorride, poi guarda anche me e mi dà un bacio.
«Son già due mesi che ho fatto domanda per esser io quello che ricoprirà quel posto. Doveva esser una sorpresa, ma poiché la sorpresa me l’avete fatto voi due, accettando di buon grado quello che c’è stato fra di noi, son felice di condividere il fatto che, appena il tuo caposquadra sarà collocato in pensione, io mi trasferirò nella vostra città. Spero che la nostra amicizia duri ancora, ma se pensate che possa esser d'intralcio alla vostra unione, io sarò solo un semplice collega, come tanti.»
Un mese dopo si è trasferito e, poiché all’inizio non aveva nessun posto dove andare, lo abbiamo ospitato a casa nostra, dove vive tuttora. Ora, insieme, sono fuori dalla camera dell’ospedale e mi osservano allattare una creatura, che è stata concepita con entrambi. Sì, quando ho deciso di rimanere incinta, li ho pregati di inondare il mio ventre con il loro seme e loro si sono generosamente offerti di soddisfare questo mio desiderio. Ammetto che non è stato facile, perché, per non creare dubbi o disparità, li ho presi tutti e due nella fica, contemporaneamente. È stata un’esperienza forte, sconvolgente e nello stesso tempo mi ha fatto impazzire di piacere, quando li ho sentiti riversare il loro seme contemporaneamente nel mio ventre. Sono immensamente felice di aver scoperto questa parte del passato di mio marito e, soprattutto, son felice del fatto che la persona che ora vive insieme a noi, lo ama quanto me e, con la nascita di questo figlio, abbiamo in qualche modo cementato questa nostra unione. Spero che la vita mi dia la possibilità di replicare questa immensa emozione, che, all'oggi, provo ancora con questi due maschi stupendi.
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2 years ago
baxi18, 55
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La coppia toscana
Venne come al solito lui a prendermi all’aeroporto di Bergamo. Ormai la nostra era una prassi consolidata e che funzionava, mi aspettava nel parcheggio del centro commerciale, io arrivavo salivo sulla sua Audi, salutavo e lui metteva in moto e iniziava ad andare verso Milano. In autostrada si tirava fuori l’uccello e io senza dire una parola mi abbassavo e lo iniziavo a ciucciare.
Non mi interessava se qualcuno mi vedeva, avevo troppo voglia di quella nerchia che praticamente mi aveva reso schiavo di cazzo. Gli piaceva mentre lo succhiavo in macchina, lo sentivo mugolare e dopo qualche minuto sentivo la sua mano cercare i miei capezzoli, gli piaceva eccitarmi nell’attesa dell’arrivo a casa, chissà questa volta cosa mi avrebbero ordinato di fare.
A me invece non piaceva particolarmente leccarlo in macchina, io nel pompino metto tutto me stesso e i sobbalzi della macchina non mi permettevano di farlo, non nascondo però che la situazione era eccitante, lo era soprattutto per la paura di essere visto dai camionisti, gente che solitamente ha l’occhio lungo.
Sentii la macchina rallentare e cercai di capire cosa stesse succedendo, la mano del mio amico però non mi permise di alzare la testa, costringendomi ad ingoiare la sua nerchia fino alla cappella. La macchina si fermo e senti aprire e poi richiudere velocemente gli sportelli posteriori, erano sicuramente salite due persone ma non sapevo chi erano, il tempo di realizzare che Marco riparti velocemente.
Era una situazione irreale, io continuavo a succhiare, Marco continuava a guidare e dietro due sconosciuti almeno per me guardavano. Iniziai a riflettere, eravamo ancora in autostrada perciò li aveva caricati in un area di sosta, chi potevano mai essere e soprattutto perché erano saliti.
Arrivammo alla barriera e Marco mi disse di alzarmi, ero curioso e perciò guardi immediatamente dietro, quale la mia curiosità quando vidi due paia di occhi piantati su di me, erano occhi di una coppia.
Mi salutarono in maniera garbata e mi fecero i complimenti per quello che mi avevano visto fare poco prima, iniziammo una discussione cordiale e li conobbi meglio. Erano due amici di Marco, marito e moglie fuori dai giri particolari ma con la voglia di divertirsi e di far divertire. Mentre parlavo tra me e me pensavo che la situazione stava facendosi interessante ed ero molto curioso di vedere come essa sarebbe evoluta.
Arrivammo a casa di Marco, sembravamo quattro buoni amici pronti per una cena formale e invece eravamo quattro porcelli che di li a poco si sarebbero dati il piacere.
Dentro già ci aspettava Giovanni, aveva preparato un aperitivo e la buona dose di prosecco che accompagnò i tramezzini ci fece perdere quelle poche inibizioni che avevamo.
Come spesso accade in queste situazioni a dare il via ai giochi fu l’unica donna del gruppo, prima inizio a pomiciare con il suo compagno poi pian pianino ci coinvolse tutti in un petting che si faceva con il passare dei minuti sempre più spinto.
In pochi minuti ci ritrovammo tutti a succhiare il cazzo del nuovo nostro amico, io specialmente che prediligo l’oral mi divisi quella bella asta turgida con la sua compagna, come per incanto ci eravamo divisi le parti leccandolo in maniera maniacale, prima l’asta, poi le palle, poi di nuovo l’asta e cosi via, con le nostre lingue che ogni tanto si sfioravano scambiandoci filamenti di saliva.
Nel frattempo vidi con la coda dell’occhio che Marco e Giovanni si davano da fare in un bel 69, sentivo le loro bocche succhiare in maniera vorace e la cosa mi eccitava parecchio.
A un certo punto lei mi lascio solo con il cazzo del marito in bocca, si alzo e scompare per qualche minuto, pensai che era andata in bagno e cosi era stato, ma solo per mettersi addosso un bel strap on.
Mi si paro davanti e capì immediatamente che io sarei stato la guest star della serata, lo capì dal fatto che Marco e Giovanni avevano smesso il loro 69, mentre invece il marito ritrasse il suo cazzo e mi spinse la testa verso quell’oggetto inanimato che spuntava dalle cosce della moglie. Iniziai subito a pomparlo come se fosse un vero cazzo mettendoci tutto il mio impegno, notai che lei indietreggiava fino ad arrivare all’altezza del divano dove si sedette. Io la seguii per tutto il movimento non lasciando mai con la bocca l’appendice di plastica che ero sicuro presto mi avrebbe violato.
Di fatto mi ero ritrovato a pecora per continuare il pompino che avevo iniziato e poco dopo sentii dei movimenti attorno al mio buchino posteriore, non sapevo chi ci stesse giocando ma senti un dito entrare dentro di me, avvertii il freddo del lubrificante che Marco usava allo scopo di allargarmi e capii che da li a poco sarei stato scopato, cosi avvenne infatti qualche minuto dopo, non sapevo chi era dentro di me, ma esclusi Giovanni perché il suo grosso cazzo non sarebbe entrato in maniera agevole.
Era una situazione bellissima, stavo succhiando mentre qualcuno mi scopava, andavo su e giù con la testa seguendo il ritmo dei colpi che venivano da dietro ed ero eccitato da impazzire. Come se non bastasse qualcuno dei tre che avevo alle spalle mi imbocco il cazzo cercando di farmi un pompino, la situazione non era delle più agevole visto gli spazi ristretti ma mi stava portando velocemente all’orgasmo.
Passammo una decina di minuti in quella posizione fino a quando la donna decise che era il momento di fottermi, si scambio il posto con Giovanni lasciandomi da succhiare il suo immenso cazzone e lei passo dietro per cavalcarmi.
Eravamo tutti super eccitati e Giovanni mi schizzo in gola quasi immediatamente, si alzo e vidi davanti a me il cazzo di Marco, lo imboccai senza esitazioni e feci venire anche lui, e dopo tocco al marito della donna che mi stava scopando, sentire anche il suo schizzo in gola mi fece quasi venire. Alla fine con la bocca piena di sperma sentii la donna dirmi, “sei una brava cagna ora tocca a te godere”, le parole furono seguite dai fatti perché lei mi obbligo ad alzarmi, la vidi togliersi lo strap on e dopo avermi messo un preservativo mi fece segno di scoparla.
La fottei li a terra mentre i tre amici che erano venuti nella mia bocca ci guardavano, la scopai come se non ci fosse un domani fino a quando non la sentii urlare dal piacere, solo in quel momento mi svuotai nel condom lanciando un urlo di piacere.
Ci rivestimmo non dopo aver fumato una sigaretta, salutarono e insieme a Marco, che presumo li riportava alla loro macchina, andarono via, ancor oggi non so i loro nomi….
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2 years ago
piacere1totale,
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esibizionista per gioco.
Mi chiamo Elisa, ho trent’anni, sono sposata con Daniele che ha la mia stessa età. Siamo sposati da tre anni, dopo due di fidanzamento. Lo conoscevo già dai tempi del liceo, ma poi ci eravamo persi di vista. L’occasione per un nuovo incontro fu il matrimonio di mia cugina: lui era fra gli invitati dello sposo. Per la cerimonia mi ero vestita con un bell' abito, molto sensuale ed avvolgente, che faceva risaltare le mie curve, il mio culetto tondo e sodo, nonché la mia quarta di seno, che si gonfiava ogni volta che un maschio ci poneva lo sguardo. Ho belle gambe, anche se sono alta solo un metro e sessantacinque; ho i capelli neri che avevo raccolto in una acconciatura particolarmente elaborata, che metteva in risalto il mio collo e le spalle nude. Quando ho visto Daniele, mi son subito sentita bagnare fra le gambe. Era decisamente uno dei ragazzi più belli della festa e molte altre invitate se lo mangiavano con gli occhi. Mi son sentita sfidata, lo volevo solo per me ed ho cominciato a provocarlo. All’inizio faceva il sostenuto, cercava di snobbarmi, ma, alla fine della giornata, eravamo a letto insieme. Mi ha scopato molto bene, ho goduto molto, mi ha fatto piacere succhiargli il cazzo e farmi sborrare in gola. Da sposati, la nostra vita sessuale ha preso subito una piega decisamente bella. Con lui le mie gonne sono diventate MOLTO corte, i tacchi MOLTO alti e le camicette, o meglio la mia quarta di seno, MOLTO in vista. All’inizio la cosa mi infastidiva un poco, ma, col tempo, ho imparato ad apprezzare il fatto che eccitavo i maschi che mi guardavano e, ben presto, mi sono scoperta una fervente esibizionista. Certo, con Daniele facevo un poco la preziosa, ma solo per farmi supplicare; diciamo, per avere una scusa per esser più puttana. La mia prima reale esibizione in pubblico, l’ho fatta quasi senza rendermene conto. Un pomeriggio mi ha portato in un'ansa del Ticino, dove c’è una piccola spiaggia. La giornata era calda, il sole scaldava i nostri corpi, lui mi stava spalmando la crema solare, quando mi ha fatto togliere la parte di sopra del costume, sostenendo che il segno bianco non era bello da vedere sul seno. Così, in topless, ha cominciato ad eccitarmi e io, languidamente, mi sono lasciata toccare. Ero un lago fra le gambe. Lui mi masturbava dolcemente
e, alla fine, l’ho implorato di scoparmi.
«Ti voglio! Prendimi!»
Ero eccitata così tanto che le mie grida hanno attirato l’attenzione di un signore, che stava prendendo il sole nudo poco distante, ma coperto da alcuni arbusti. Dopo ho scoperto che quel posto era una spiaggia nudista e la cosa mi ha eccitato ancora di più. Daniele prima mi ha infilato il cazzo in gola e, mentre lo stavo succhiando di gusto, ha notato il tizio che si stava segando, lì vicino.
«Succhiami! Si! Che gran pompinara, che sei! Dai, che ti sfondo anche la gola!»
Ero un lago! Mi sentivo chiamare troia, puttana e questo, da sempre, mi ha eccitato, ed a maggior ragione in quel momento che, giratami, ho visto il tizio che si stava masturbando per me. Fino a quel momento, tutte le mie esibizioni avevano sempre avuto l’effetto di vedere dei pacchi gonfiarsi, uomini sbavare dietro di me, ma ora, vedere uno che si segava, mi stava eccitando tantissimo. Quando mi sono sfilata il cazzo dalla bocca, ho guardato Daniele negli occhi ed ho intuito che voleva di più. Il suo sguardo da porco ha incrociato il mio da puttana, molto eccitata, e allora ho annuito. C’eravamo capiti con uno sguardo! Lui ha invitato il tizio ad avvicinarsi, ed ho potuto vedere che aveva un bel cazzone grosso, ma non molto lungo. Daniele mi ha penetrato sotto lo sguardo da vero maiale del tizio, che ha allungato una mano, toccandomi i seni. Ero in estasi! Sentivo che mio marito mi sfondava con colpi tremendi, eccitato dalla situazione, e, in più, mi faceva esaltava il fatto che uno sconosciuto mi stava impastando i seni, mentre vedevo quel grosso arnese che veniva segato velocemente. Ho avuto un orgasmo incredibile che ha echeggiato lungo tutta la sponda del fiume. Tremavo dal piacere, anche mio marito ha goduto, troppo eccitato dal gioco. È venuto con un grido rauco e, come un fiume in piena, ha riversato dentro di me tutta la sua eccitazione! Mi ha scaricato dentro, tanta di quella sborra come mai prima d’ora, ma il bello è stato vedere che anche il porco, che si segava, mi ha schizzato sui seni.
«Eccomi! Ti ricopro i seni con la mia sborra!»
Caldi schizzi di seme bianco mi hanno ricoperto il seno, mentre lui mi strusciava il suo cazzo sul capezzolo destro. Dopo un momento in cui siamo rimasti immobili, io mi sono alzata, sono andata al fiume a lavarmi e, quando sono tornata, eravamo di nuovo soli e ci siamo distesi in silenzio. Circa due ore dopo, mentre tornavamo, abbiamo ripensato a quello che era successo, ci siamo guardati in faccia, non riuscivamo a crederci. Per giorni la sera, nel nostro letto, abbiamo ripensato a quel momento così eccitante e siamo giunti alla conclusione che lo avremmo dovuto rifare, qualora ci fosse stata una nuova occasione. Dopo una ventina di giorni, siamo tornati al fiume. Era una domenica mattina di quasi estate. Quando siamo arrivati sulla sponda del Ticino, c’erano solo due singoli nudi, ma distanti da noi. Ci siamo spogliati e, mentre Daniele mi spalmava la crema, ho visto dall’altro lato, verso la mia sinistra, che si era denudato un bel giovane, sulla ventina, con un cazzo che, da moscio, era già di belle proporzioni. Mi sono incuriosita ed ho deciso che lo volevo vedere in tutta la sua possanza. Ho iniziato a toccarmi, dapprima discretamente, poi in maniera sempre più evidente ed esplicita, con le gambe aperte nella sua direzione. Daniele era già molto eccitato e mi esortava ad osare di più. Da parte mia, quando ho capito che avevo tutta l’attenzione del maschio, ho aperto le cosce, mi sono infilata due dita dentro, non prima di averle mostrate a lui in modo lascivo e, mentre le mettevo in bocca per bagnarle, ho simulato una specie di pompino. Mentre mi smanettavo la fica, ho guardato il tizio e l’ho invitato ad avvicinarsi, cosa che fatto subito. Allora mi sono ritrovata con mio marito da un lato e dall’altro il tizio, che mi ha posizionato un bellissimo cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca. Dopo un attimo, non ho resistito a quel richiamo e me lo sono infilato in gola. Il sapore di maschio infoiato mi ha eccitato ancora di più, tanto da invogliarlo a tessere le mie lodi di fantastica succhia cazzi.
«…mmhuummm, che meraviglia! Come succhia! Dai, che ti scopo la gola!»
Mentre ero intenta a sfoggiare uno dei miei più succulenti pompini, ho notato che Daniele non era attivo, non mi toccava più, era quasi immobile. L’ho guardato, mi ha sorriso e, girando il capo, ho capito il suo tentennamento. Attorno a me, sul mio lato destro, c'erano altri cinque maschi, che si stavano segando i cazzi, duri per me! Ero in paradiso! Ho guardato Daniele ed ho sorriso; lui, ancora una volta, ha capito che ero disponibile al gioco e li ha fatti avvicinare. Ero circondata da cazzi, mentre mi stavo godendo in bocca un bel paletto duro. Mio marito ha preso a scoparmi, incitato dagli altri a sfondarmi in tutti i buchi.
«Dai, sfondale anche il culo! Dai, che la copriamo di sborra! Una così la devi sfondare! Aprile anche il culo! Dai, facci vedere come le rompi il culo! Dai, perché se non lo fai tu, lo facciamo noi!»
Ero eccitata, ma anche terrorizzata all’idea che potessero scoparmi tutti assieme. Daniele mi ha rigirato e mi ha inculato di botto. Ho sentito il cazzo entrare fino alle palle, che mi sbattevano sulla fica bagnata: era qualcosa di meraviglioso. Ho ripreso in bocca il cazzo del tizio, mentre altri mi toccavano la schiena, il culo ed i seni; insomma, intorno a me, era tutto un tripudio di mani e cazzi che si segavano per me, mentre insistevano a incitare Daniele a sfondarmi più forte.
«Dai così! Spaccale il culo! Bravo, sfondala!»
Mi pompava come un pazzo ed io godevo. Sentivo delle dita che mi si insinuavano dentro la fica, mi masturbavano, mentre lui mi sfondava il culo; ho goduto a bocca piena, senza ritegno. Il mio corpo è stato scosso da scariche di piacere puro. Il primo ad arrivare, e non avrebbe potuto esser diversamente, è stato il singolo, che ho succhiato con tutta l’anima. Mi schizza in faccia tre getti di sborra, poi si è pulito il cazzo con i miei capelli.
«Magnifica troia! Eccomi, vengo, sborro!»
Poi è il turno di Daniele, che mi ha inondato il culo, mentre gli altri erano in attesa del loro turno. Mio marito mi scarica dentro il contenuto delle sue palle, poi mi lascia distendere supina, per ricevere addosso le schizzate dei cinque maschi, che si stanno segando velocemente. Infatti, poco dopo, vengo ricoperta di sborra sul seno, sul viso, sulla pancia. Uno dopo l’altro mi gratificano del loro piacere, mentre continuano ad usare epiteti tipo puttana, zoccola, troia e succhiacazzi. Si spremono fino all’ultima goccia, uno me lo fa anche leccare un poco. Lentamente, come sono apparsi, si allontanano, mentre Daniele mi spalma la loro crema su tutto il viso, il seno, a sua volta eccitato come un cavallo. Poco dopo mi rimette il cazzo durissimo in fica, mi pompa velocemente e sborra di nuovo, super eccitato dalla situazione che abbiamo appena vissuto. Sfiniti ci immergiamo nel fiume per una rinfrescata. Ci accorgiamo che, improvvisamente, il cielo si è riempito di nuvole minacciose, e, a quel punto decidiamo di andarcene, sotto lo sguardo compiaciuto dei maschi che mi hanno goduto addosso. Per due mesi abbiamo fatto altri giochi esibizionistici, ma senza più coinvolgere altri, se non in modo provocatorio e visivo. Un pomeriggio di settembre, decidiamo di andare alla Città Mercato che dista due ore da casa nostra. Quando entro nell'auto, indosso solo una mini in pelle nera, una camicetta abbondantemente aperta che mostra il solco del mio seno; un paio di sandali dal tacco dodici e niente altro. Lungo il percorso, Daniele si diverte ad eccitarmi, mettendo una mano fra le mie cosce e, quando imbocca l’autostrada, sono già bagnata fradicia: lui si diverte a suonare a tutti i camionisti che sorpassa, mettendo ben in mostra la mia fica scoperta. Giunti a destinazione sono già molto calda e lui non perde occasione per esibirmi ancora di più, in special modo quando sono nei camerini per provare qualche capo di abbigliamento: si diverte a lasciare una buona parte della tenda aperta e se la gode a vedere lo sguardo allupato dei maschi, che sbirciano dentro. Uno in particolare ci segue per un poco. È un bell’uomo sulla cinquantina, alto, fisico asciutto e imponente; mi sorride, poi, in un momento in cui Daniele è un po’ più distante, mi si avvicina e mi fa una proposta davvero oscena.
«Signorina, lei è così bella, che le darei cinquanta euro per poterle toccare la fica nuda che sta mostrando in giro».
Lo guardo stupita, mentre Daniele si avvicina e mi chiede se va tutto bene. Il tizio sfrontatamente lo guarda e lo informa sulla proposta che mi aveva appena rivolta. Vedo per un attimo il suo sguardo stupito, poi, subito dopo, un sorriso da vero porco, che mi lascia un poco incredula sul fatto che sta facendo un cenno di assenso, al tizio. Cazzo! Mi vende! Il signore ci dice di seguirlo nel parcheggio sottostante; arrivati ci porta in una zona un po’ appartata, dietro due colonne, dove, in una specie di nicchia, è parcheggiato il suo grosso SUV nero. Aperto lo sportello di dietro, mi fa distendere sul sedile, e mentre Daniele mi guarda eccitato già con il cazzo in mano, il tizio estrae due banconote da cinquanta.
«Se me la fai, anche leccare ti do questi soldi. Voglio solo leccartela! Sono solo un regalo, non ti sto comprando e tu non ti stai vendendo, ma solo provando l’ebrezza di ricevere una offerta, anzi un regalo, per la tua disponibilità.»
Lo guardo e mi distendo a gambe aperte. Lo sento avvicinarsi con la bocca alla mia fica bagnata, poi mi lecca avidamente e subito mi porta ad un alto livello di piacere. Godo scossa da un improvviso orgasmo, che sorprende anche Daniele, che si masturba velocemente. Godo e lui mi succhia anche l’anima. Gli riempio la bocca del mio piacere e, quando si rialza, vedo che ha fra le mani un bel cazzo duro e grosso. Senza esitare mi inginocchio, lo prendo golosamente in bocca, lo succhio, fino a farlo sborrare fra le mie labbra.
«Brava! Eccomi, bevi, meravigliosa troia! Sborro!»
Bevo e ingoio tutto quello che mi schizza in bocca. La sborra del tizio e quella di Daniele, che, eccitato come un maiale, mi sborra pure lui in faccia. Restiamo per un momento immobili, poi mi do una rassettata, mentre il tizio sale in auto e se ne va, lasciandoci interdetti. Di colpo ci rendiamo conto che, forse, siamo andati troppo oltre. Di questo passo, andrà a finire che io mi prostituirò, in considerazione del fatto che mi sono lasciata leccare per cento euro. Il gioco esibizionistico ci sta prendendo al mano, non credo che, alla fine, riusciremo più fermarci. Da quel giorno sono passati due anni. Sono rimasta incinta e, per tanto tempo, non ho più voluto esibirmi. Anche Daniele si è dato una calmata e, adesso, il massimo della trasgressione consiste nel topless al mare in estate, ma non riesco proprio a dimenticare le forti emozioni provate quando mi sentivo desiderata. Chissà... forse in futuro?!
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2 years ago
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Gli offro mia moglie per il week end.
Mi chiamo Paolo, ho 52 anni e sono sposato con Pamela, che festeggia, fra tre giorni, cinquant’anni. Da oltre cinque anni sono un cuckold convinto e molto felice di poter assecondare le scappatelle di mia moglie. All’inizio ero proprio io ad organizzare le sue uscite con i bull, ma ormai, da tempo, è lei stessa che sceglie dove, come e quando incontrare i suoi amanti. Pamela è una splendida donna, con un fisico veramente da sballo. È una bellissima donna dai capelli rossi naturali, con tette di una quarta misura ed un culo bello, alto e sodo, che lei evidenzia ancor più indossando tacchi alti, che lo inarcano al punto da renderlo ancor più concupiscente. Si mantiene sempre bella e in forma, grazie all'intensa attività fisica cui si sottopone, compresi vari massaggi e sedute dall’estetista. Siamo una coppia benestante: la mia rendita mi consente di provvedere a tutto il necessario senza bisogno che mia moglie lavori. Questo nostro status ci permette di realizzare ogni nostro desiderio ed io sono per davvero molto felice quando lei mi comunica che ha organizzato qualche incontro con il toro di turno, che la monterà sotto i miei occhi, facendola godere allo sfinimento. Per festeggiare i suoi cinquant’anni, Pamela mi ha chiesto di voler trascorrere un intero weekend con un nuovo amante, conosciuto da poco. Poiché doveva essere il mio regalo per il suo compleanno, mi ha permesso di scegliere il luogo ed il periodo, così da imbastire un vero e proprio soggiorno molto eccitante per lei, che già si vedeva oggetto di attenzioni da parte di questo giovane bull. Mi ha raccontato di averlo conosciuto assieme ad uno dei suoi amanti storici ed è rimasta molto colpita dal fatto che Tony, così si chiama il giovane, ha una dotazione assolutamente extra, ben oltre i 25 cm ed uno spessore impressionante. La prima volta che lo aveva visto in azione, non aveva potuto testare quella meraviglia, perché era riservata ad una giovane ventenne, che desiderava esser sverginata e la madre della ragazza aveva detto a Pamela che lei stessa ci aveva scopato e, quando lo aveva accolto dentro di sé, si era sentita quasi sverginare di nuovo e, questa affermazione, aveva sorpreso mia moglie, giacché conosceva bene la donna ed era informata di tutti i cazzi che si era goduta, un po’ di tutte le misure, compresi un paio di colore, che erano veramente molto grossi. L’idea di poter scopare con Tony ha, in qualche modo, intrigato molto Pamela, perché l'amico che glielo aveva presentato, le aveva anche riferito che Tony, a differenza di altri, è un’amante molto paziente e, soprattutto, proteso al piacere da fornire alla donna con cui fa sesso. Conscio della sua notevole voglia di vivere questa nuova esperienza, ho organizzato al meglio: mia moglie ed io ci siamo accordati per incontrarlo e trascorrere un weekend assieme in un resort naturista, trovato su un sito apposito, dove figurava anche una meravigliosa spa con acqua termale calda. Ho organizzato tutto alla perfezione e, così, un sabato pomeriggio, in un punto specifico, abbiamo preso a bordo del mio Suv questo nuovo aspirante amante di mia moglie, che non vedeva l'ora di aver tempo a sufficienza da passare con noi. Giunti nel luogo dell’appuntamento, mi son trovato davanti un bel maschio di 25 anni, dalla corporatura atletica, alto, d’aspetto imponente, molto elegante, con spalle larghe, fisico asciutto con muscoli scolpiti, che ha subito conquistato mia moglie, che lo ha abbracciato e baciato in bocca, ignorando completamente la mia presenza. Lei era vestita molto elegante, con i capelli raccolti in alto dietro la nuca, ostentando i suoi orecchini di perla, al pari della collana; il suo vestito nero non era molto corto e le gambe erano velate da calze nere autoreggenti, inoltre ai piedi calzava scarpe con tacchi a spillo 12. Mentre io caricavo la valigia di Tony, loro due son saliti dietro e subito si son baciati e abbracciati, ignorando completamente la mia presenza e questo mi ha, in qualche modo, subito eccitato: il giovane si stava dedicando completamente a mia moglie e questo era è esattamente quello che volevo. Per circa un paio d’ore, loro due hanno continuato come se io non esistessi, seduti sul sedile posteriore, con lui che ha infilato la mano sotto il vestito di mia moglie e, per tutto il viaggio, l’ha masturbata, facendola venire due volte. Era particolarmente conturbante assistere ai suoi orgasmi, mentre lui non le ha mai permesso di estrarre il suo cazzo dai pantaloni: si è dedicato esclusivamente al godimento di lei, continuando a masturbarla anche dopo ogni singolo orgasmo. Appena giunti a destinazione, mentre io facevo il check in, essi si son diretti al bar per un aperitivo, prima di andare a cena. Io, nel frattempo, ho preso possesso della suite che avevo prenotato per noi. Era posta al secondo piano della struttura e composta da una camera matrimoniale, con una cameretta più piccola per me, un piccolo salotto ed una sala da bagno, veramente al top: oltre ai sanitari, c’era un’immensa vasca idromassaggio per quattro persone, un’ampia doccia capace di accogliere quello stesso numero di clienti, un doppio lavandino con uno specchio enorme. Appena sistemate le nostre cose e disfatte le valige, un messaggio di mia moglie mi sollecita a raggiungerli per poter andare a cena. Per l’occasione, avevo prenotato in un ristorante presso un paesetto che dista poco lontano dalla struttura. Stavo per uscire, quando, improvvisamente, la porta si è aperta e loro due sono entrati, tenendosi abbracciati come due innamorati. Sono rimasto per un attimo frastornato da quella intrusione, ma li ho lasciati continuare a coccolarsi.
Pamela non vedeva l'ora di prendergli il cazzo in mano, ma lui ha continuato ad impedirglielo.
«Caspita, non è possibile! Mi hai fatto godere già due volte e ancora non mi hai permesso di prendere in mano il tuo scettro!»
Li guardavo affascinato da tutto questo e aspettavo, quasi con ansia, di vedere come si sarebbe evoluta questa situazione, quando lui, improvvisamente, si è staccato da lei e, aperta la sua valigia, ne ha estratto una piccola scatola; l'ha consegnata a lei, che l’ha aperta immediatamente, ritrovandosi tra le mani un plug di medie proporzioni, con incastonato un piccolo gioiello. Ho notato lo stupore di mia moglie nel costatare ciò che conteneva la scatola e, soprattutto, perché era di un certo spessore. Lui le ha sorriso, poi, dopo averlo tolto dalle sue mani, si è girato verso di me e, per la prima volta, mi ha preso in considerazione.
«Fa in modo di farglielo indossare. Voglio che il suo culo assuma la forma giusta per accogliere la mia verga: questa sera le voglio sfondare anche quel buco.»
Sono rimasto un attimo allibito, incerto sul da farsi, ma lo sguardo severo di mia moglie mi ha subito dato lo sprone affinché esaudissi il desiderio del bull. Lei non ha detto nulla, si è girata e, divaricate le gambe, si è piegata fino a toccare il letto con le mani, inarcando il suo splendido culo. Io mi son subito inginocchiato dietro di lei e, dopo averle sollevato il vestito, ho infilato la mia bocca direttamente nel solco delle sue natiche e, con la lingua, sono andato a lubrificare il suo fiorellino, che ha subito reagito contraendosi a seguito della mia stimolazione. Qualche gemito è uscito dalla bocca di mia moglie, mentre io le lubrificavo il culo per poterle inserire quel cuneo all’interno del suo buchetto. Lui ci osservava in silenzio e, quando ho iniziato ad appoggiare il cuneo al suo buchetto, lui mi ha incitato a far meglio.
«Prendilo in bocca! Voglio che lo ricopri di saliva, perché deve scivolare dentro di lei, senza provocarle alcun fastidio.»
Ho eseguito immediatamente il suo ordine e, dopo averlo lubrificato per bene, ho iniziato a spingerlo dentro e, ben presto, nonostante le dimensioni (avrà avuto un 5 cm di diametro), il cuneo è scivolato tutto dentro di lei, lasciando fuori solo il gioiello rosso. Mia moglie ha emesso un lungo gemito, quando l’operazione si è conclusa e lui le ha chiesto se andava tutto bene. Lei si è sollevata e, dopo aver abbassato il vestito, si è diretta verso di lui e l’ha baciato con passione.
«Va benissimo! Mi sento insolitamente piena, ma è una sensazione veramente bella. In genere, quando mi riempiono il culo, poi mi pompano e mi fanno godere, invece, in questo caso mi sento piena e, mentre cammino, mi sento stimolare ancora di più. È qualcosa di veramente stupendo!»
Si sono abbracciati, poi si sono girati verso di me, che ho provveduto ad aprire la porta della camera e subito siamo partiti per andare al ristorante, con me sempre davanti, alla guida e loro due dietro, che ridevano e scherzavano. Appena giunti al ristorante, il proprietario ci ha condotto al tavolo prenotato ed io ho fatto notare a mia moglie, che, se fosse stato suo desiderio, avrei potuto anche cenare da solo ad un tavolo singolo, ma lei, dopo aver sorriso al boy-friend, ha detto che andava bene se anch’io fossi stato seduto al tavolo, con loro. Mi ha fatto molto piacere questa cosa, perché, durante la cena, i due non riuscivano a distogliere lo sguardo l'uno dall'altro: flirtavano e si toccavano, scambiandosi coccole ed effusioni. A metà della cena, Tony ha estratto una piccola scatola, che mia moglie ha aperto e dentro c’era una meravigliosa cavigliera dorata, con appeso la scritta sweet. Mia moglie lo ha subito ringraziato, baciandolo e così ha reso evidente a tutti, che io ero il suo "cornuto". Si è alzata in piedi e, appoggiato il piede destro sulla sedia e sotto lo sguardo inebetito di tutte le persone presenti nella sala, mi ha chiesto di allacciarle quel regalo appena ricevuto. Mi sono inginocchiato ai suoi piedi ed ho eseguito quanto richiestomi. La cosa mi ha dato una soddisfazione immensa: sono ben cinque anni che ho assunto il ruolo del cornuto e, per tutto questo lungo periodo, mia moglie, di maschi che l’hanno montata, ne ha avuti tanti, ma questa era la prima volta che uno di essi le faceva un regalo così particolare. Durante la cena, lui le ha chiesto se provava fastidio nel sentirsi il cuneo nel culo, ma lei ha risposto che era una sensazione assolutamente nuova e speciale, che non aveva mai provato e che le stava dando sensazioni decisamente particolari. Finita la cena, siamo tornati nella nostra suite. Quando siamo arrivati nella stanza, il bull l'ha presa tra le braccia e l'ha baciata appassionatamente: è stato bellissimo. Ho aperto una bottiglia di prosecco, già presente in frigo, e l'ho versato per loro che hanno brindato, mentre io sono rimasto ad ammirarli, perché finalmente potevo guardare Pamela diventar sua per il fine settimana. Ero molto contento del fatto che mia moglie avesse trovato un amante così speciale ed attento ai suoi bisogni, al suo piacere. Dopo aver brindato, lui l’ha baciata di nuovo e, mentre la stringeva a sé, vedevo mia moglie spingere il suo corpo contro quell’enorme massa di carne che si intravedeva sotto il tessuto dei pantaloni. Lei avrebbe voluto spogliarlo per accarezzare quella grossa mazza che si celava sotto il tessuto, ma lui è stato di tutt’altro avviso. Ha continuato a baciarla e accarezzarla, poi le ha detto di spogliarsi. Su richiesta di mia moglie, ho attivato immediatamente la video camera, per immortalare questo momento e Pamela si è spogliata in maniera lenta e lasciva, improvvisando uno striptease, che lui ha apprezzato, osservandola, immobile. Lei si è tolto tutto, tranne la collana di perle, le autoreggenti con i tacchi alti e, nello stesso tempo, anch’io mi son denudato dietro di loro, in silenzio. Ero immensamente felice per le sensazioni che stavo provando: in particolare, mi piaceva vedere la felicità dipinta sul volto di mia moglie e questo, per me, è quanto di più gratificante passa esistere. È una sensazione stupenda vederla godere, restare defilato, senza interferire con lei, esser invisibile, ma nello stesso tempo presente, pronto ad ogni sua richiesta o a soddisfare ogni sua esigenza o del maschio che gode con lei. Sono sensazioni che provo sempre da quando sono un cuckold e, ogni volta che lei mi consente di assistere alla monta, mi sento sempre più fiero di lei, della sua bellezza, del suo esser femmina e troia, ma, nello stesso tempo, moglie innamorata. Quando si è spogliata completamente, si è avvicinata a lui e, dopo averlo baciato, ha cominciato lentamente a togliere i suoi indumenti uno dopo l’altro, senza fretta, con lui immobile che si lasciava spogliare senza sfiorarla neanche con un dito, mentre lei, ad ogni indumento che gli toglieva, gli strofinava il suo corpo addosso, come una gatta in calore. Era molto eccitante la scena, perché la apparente indifferenza di Tony, contrastava molto con la forte eccitazione che aveva mia moglie. Alla fine, ha abbassato i boxer e si è trovata davanti quel gioiello della natura: finalmente ho potuto vedere anch’io quella splendida dotazione, era qualcosa di veramente fantastico! Io ho una buona dotazione, ma paragonata al suo, era come se il mio fosse il dito pollice ed il suo un braccio! Ecco, questo rende esattamente la differenza tra il mio cazzo il suo. Lei si è girata verso di me estasiata e, felice di tenere fra le mani quella mazza di notevoli dimensioni, ha subito cercato di infilarselo in bocca, ingoiandone una buona parte e, girato lo sguardo verso di me, per mostrarmi quanto fosse troia nell’ingoiare quell’enorme verga. Lui l’ha assecondata per un poco, poi, ad un tratto, si è staccato da lei e, dalla sua valigia, ha estratto una benda con cui ha fasciato gli occhi di mia moglie.
«Non voglio che tu abbia nessuna distrazione! Devi solo concentrarti sul mio cazzo! Voglio che ti concentri solo sulle sensazioni che provi, senza distrarti a guardare lui che sta godendo come un maiale nel vederti giocare con la mia verga. Devi esser concentrata solo ed esclusivamente su di me!»
Sono rimasto piacevolmente colpito da questa affermazione. Era davvero importante vedere quanto lui fosse determinato a farla godere in maniera intensa ed appagante. Effettivamente lei aveva già avuto due orgasmi esagerati e lui le aveva solo fatto appena assaggiare il suo cazzo in bocca. Dopo averla bendata l’ha fatta mettere seduta sul letto e lei ha ripreso in bocca quanto più possibile di nuovo quella splendida verga e lui, in piedi davanti a lei, ha lasciato che lei continuasse a lucidare con la lingua quella meraviglia, scivolando verso il basso, ed evidenziando due grosse palle appese allo scroto: un vero toro da monta. Poi lui l’ha spinta a sdraiarsi supina sul letto e, inginocchiato su di lei, ha iniziato un meraviglioso 69 con lei sdraiata sotto di lui. Facendo appena flettere le gambe, le spingeva in gola quella verga enorme, mentre le leccava la fica, facendo gemere mia moglie con sempre maggior intensità, finché, ad un tratto, ha avuto un orgasmo squassante che ha avuto, come effetto, l’immediata chiusura delle sue cosce intorno alla testa di lui, mentre gemeva a bocca piena. Lui è rimasto immobile, proseguendo a leccare la fica di mia moglie e, quando l’orgasmo è passato, lui si è sfilato da sopra di lei e, dopo averla posizionata a cosce aperte e senza voltarsi, si è rivolto a me, invitandomi ad avvicinarmi.
«Avvicinati, prendi in mano il mio cazzo e inseriscilo nella fica di tua moglie.»
Diceva questo sorridendo e io, ubbidiente, mi sono avvicinato e, inginocchiato di lato a lui, ho allungato la mano, ho afferrato la grossa verga senza riuscire a congiungere le dita e, mentre stavo per appoggiarla fra le labbra della fica fradicia di mia moglie, lui mi ha suggerito di succhiargliela, assicurandomi che fosse ben lubrificata per lei. Non sono gay, ma non potevo dir di no, perché ho avvertito quel suggerimento come un'imposizione e, dentro di me, ne ero molto felice di poter assolvere a questo compito, che mi permetteva di assistere in posizione davvero privilegiata alla monta di mia moglie. Senza esitazione ho spalancato la bocca ed è stato molto bello sentire nella mia bocca ciò che avrebbe sentito mia moglie quando lui l’avrebbe scopata e, in più, mi sentivo anche eccitato a sapere che lui mi guardava mentre glielo prendevo in bocca con avidità. Mia moglie ha chiesto di poter guardare, ma lui le ha detto di tenere la benda sugli occhi perché voleva solo che il suo cazzo fosse ben lubrificato. Ho cercato di ingoiarne anch’io il più possibile, strappandogli un gemito di piacere, poi lui si è tirato fuori dalla mia bocca e mi ha detto di nuovo di metterglielo dentro. Lei, sdraiata supina gemeva come mai prima avevo avuto modo di sentire e, mentre lo indirizzavo fra le labbra della sua fica, non potevo far a meno di godermi come lentamente, colpo dopo colpo, scompariva nella figa di mia moglie. Quando il corpo di Tony ha aderito a quello di Pamela, lei aveva già avuto un orgasmo molto intenso, che io ho tempestivamente immortalato, inquadrando il suo viso stravolto dal piacere, mentre lui la sbatteva con un ritmo piuttosto sostenuto. Oltre i gemiti di piacere di mia moglie, l’unico rumore che si percepiva era lo sbattere dei loro corpi che cozzavano l'uno contro l’altro. Dopo questo orgasmo, lui l’ha messa di lato e, inginocchiato dietro di lei, ha continuato a pomparla facendola godere ancora, fin quando, per l’ennesima volta, Pamela è venuta. Era sconvolta: le aveva già fatto avere quattro orgasmi, di cui due scopandola profondamente e il suo ritmo proseguiva con costanza e calma, senza alcun cenno di cedimento. Dopo l’orgasmo, Pamela si è girata e si è inginocchiata di nuovo davanti a lui: gli ha offerto la sua fica slabbrata e lui si è inginocchiato dietro di lei ed ha affondato la sua verga, resa lucida dagli umori rilasciati dalla fica di mia moglie; vi è entrato in un solo affondo, che l'ha fatta sussultare quando le è arrivato in fondo, strappandole un urlo di assoluto godimento.
«Fantastico! Mi sfonda il ventre! Cazzo! Mi fai sborrare di nuovo?! Vengo! Non ti fermare, vengo! Spingimelo tutto dentro.»
La cosa sconvolgente era che, mentre spingeva con forza quella verga nel ventre di mia moglie, lei continuava a tenere il plug nel culo e, per questo, la stimolazione che ne riceveva era amplificata al massimo, facendola godere repentinamente: in buona sostanza era come se fosse presa in doppia.
Io mi son sdraiato dietro di lui ed ho potuto realizzare delle immagini video veramente stupende. Era magnifico vedere quella mazza entrare ed uscire in continuazione dal ventre di mia moglie, che urlava tutto il suo piacere. È andato avanti a scoparla, cambiando diverse posizioni, per quasi un’oretta, facendola godere ripetutamente; poi l’ha messa di nuovo supina ed è entrato di nuovo nella sua fica slabbrata e gonfia, posizionandosi sopra di lei, inchiodandola al letto con le gambe in alto e le mani che si aggrappavano saldamente alle lenzuola. Lei ha urlato un ennesimo orgasmo, poi sollevate le mani, ha afferrato il suo viso e l’ha tirato verso di sé, cercando di baciarlo. Lui si è abbassato e, dopo aver risposto al suo bacio, le ha tolto la benda e l’ha guardata negli occhi, e rimirando il suo sguardo languido e stremato, le ha sorriso compiaciuto.
«Sei fantastica! Sei una delle poche femmine che sono state capaci di resistere per tutto questo tempo a farsi sbattere da me. Se mi regali un altro l’orgasmo, ti inondo il ventre con il mio piacere.»
Gli ha sorriso ed ha annuito; poi ha cominciato a spingere il corpo verso l’altro, cercando di assecondare il ritmo della pompa cui era sottoposta e, ben presto, lei ha goduto di un nuovo orgasmo che gli ha urlato a squarciagola.
«Vengo! Vengo! Mi fai impazzire! Ti prego, riempimi!»
L‘ha scopata ancora per cinque minuti, o giù di lì, in quel modo implacabile, poi anche lui, dopo aver aumentato abbondantemente il suo ritmo, ad un tratto, è rimasto piantato, immobile, dentro di lei.
«Eccomi! Ora! Ora sborro! Ti sto riempendo il ventre con il mio seme!»
Ero inginocchiato dietro di lui, ho visto attraverso un piccolo schermo della video camera, le contrazioni di quel membro che, pulsando, iniettava sborra nella fica di mia moglie. Ne ho contate quasi una decina e lei è rimasta immobile, poi lui, d'un tratto, si è sfilato e, sollevatosi su di lei, ha preso la mano sinistra di mia moglie e ha fatto un gesto che son riuscito a filmare: si trattava dell'inequivocabile gesto delle "corna", che mi ha eccitato così tanto da farmi quasi sborrare senza toccarmi; poi ha appoggiato la cappella del suo cazzo, da cui sgorgava ancora sborra, sopra la fede nunziale di mia moglie, per sancire con quella benedizione il fatto che, con quella sborra, aveva marchiato mia moglie come sua vacca. Poi lui si è abbassato verso di lei e si sono baciati profondamente per diversi minuti e poi, giratosi un attimo verso di me, mi ha invitato a ripulirla, cosa che sono stato felice di fare. L'ho leccata e succhiata come mai prima d'ora. Ero così intento a ripulire la fica di mia moglie, che ho solo parzialmente potuto notare il fatto che lui si era sdraiato di fianco lei e mia moglie si era allungata su di lui e gli aveva preso in bocca quella meravigliosa verga, che nonostante avesse eruttato una grande quantità di sborra, non sembrava ancora dar cenno di cedimento e, grazie alle labbra di mia moglie ed alla sua innata bravura nel fare i pompini, ben presto l'ho vista tornare ad esser dura e svettante, come all’inizio. Dopo, aver ripulito in maniera perfetta la fica di mia moglie, lui mi ha ordinato di sfilare il plug dal culo di mia moglie, cosa che ho fatto all'istante. Lui ha baciato mia moglie e sdraiandosi supino, le ha ordinato di salire su di lui ed accogliere il cazzo nel culo. Lei lo ha scavalcato e, tenendo le chiappe ben aperte, si è girata verso di me e con uno sguardo più che languido mi ha fatto subito capire quale fosse il mio ruolo. Mi sono inginocchiato dietro di lei e, afferrata la grossa mazza, stavo per puntarla contro il buco del culo di mia moglie, quando lei, con un tono deciso, mi ha detto che dovevo prima lubrificarlo.
«Come pensi che possa entrare, se non lo cospargi di tanta di saliva. Vuoi davvero che mi sfasci il culo?»
Mi son abbassato ed ho preso quella verga in bocca. Ho sentito ancora qualche residuo di sborra, cosa che mi ha fatto eccitare ancora di più e, dopo aver bagnato bene la punta, l'ho rivolta verso la rondella del culo di mia moglie che, dolcemente, le è scivolato tutto dentro l’intestino. Ho visto la sua bocca spalancarsi, quando lui ha inarcato le gambe ed ha preso a pomparla dal basso, sfondandole il culo in maniera da non credere. Dopo un momento di indecisione, Pamela ha preso a godere e incitare a farlo con maggior vigoria.
«Più forte! Scopami il culo più forte! È bellissimo! Ora vengo!»
Sono rimasto stupito dalla velocità con cui ha raggiunto il primo orgasmo anale con quella verga piantate nel culo, che glielo spanava e sfondava in maniera sconvolgente. Ha continuato a pomparla a lungo, cambiando due volte posizione e, alla fine, le ha riversato dentro un’ennesima quantità di sborra incredibile. Quando si è sfilato, ho potuto ammirare quale enorme voragine era diventato il culo di mia moglie, da cui fuorusciva una quantità impressionante di sborra, che ho subito leccato e pulito fino all’ultima goccia. Sfiniti si sono addormentati e, la mattina dopo, lei lo ha svegliato succhiandogli il cazzo; a quel punto lui l’ha ricompensata con una copiosa sborrata in bocca, che lei ha provveduto ad ingoiare fino all’ultima goccia. Abbiamo trascorso la mattinata immersi nell’acqua della spa e, all’ora di pranzo, loro due hanno mangiato da soli al tavolo, mentre io li osservavo seduto un po' defilato, ma nelle immediate vicinanze. Dopo pranzo son saliti di nuovo in camera e lui l’ha scopata di nuovo facendola godere tantissimo, per poi chiavarle anche il culo, ed è stato uno spettacolo indimenticabile vederla di nuovo sottomessa completamente a lui, che le ha farcito il culo con la stessa quantità di sborra che le aveva riversato nella fica. Questo è stato il miglior weekend che abbia mai vissuto, perché ho potuto finalmente vedere mia moglie godere con un vero toro, che l’ha montata facendola godere all'inverosimile. Quando siamo tornati a casa, una volta nel nostro letto, mia moglie, nonostante fosse totalmente aperta e sfondata, ha voluto esser scopata anche da me e questo mi ha riempito di un immenso orgoglio, perché, in quel momento, ho sentito Pamela esser davvero la mia donna, mentre fino a quel momento l'avevo vista esser una troia che voleva solo godere con un altro maschio e questo, per me, fa molta differenza.
Il mese prossimo inviterà di nuovo Tony e non vedo l'ora, perché le sensazioni che ho provato sono state così forti ed intense che, al solo pensiero, mi viene talmente duro, da dover ricorrere ad una sega.
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Ho fatto montare mia moglie al privé.
Mi chiamo Paolo, ho 42 anni, sono di media statura, occhi scuri, fisico normale leggermente in sovrappeso e da 18 anni sono sposato con Daniela, che ha due anni meno di me, capelli castano chiari, seno molto bello e un po' appuntito con capezzoli grossi e fianchi larghi, un bel culo e due belle cosce lunghe e tornite. In questi ultimi tempi, avevo notato, e lo stesso aveva fatto anche lei, che nel sesso fra noi, era subentrata un po’ di monotonia. Da qualche tempo, onde ovviare a questo calo di libido, avevo maturato una fantasia: vederla scopata da altri uomini. Sì, mi sarebbe piaciuto che lei potesse godere con cazzi diversi dal mio che, in ogni caso, è un bel cazzo, nella media. Da tempo avevo preso a visitare siti scambisti e, dopo essermi registrato su uno di essi, ho iniziato ad interagire con altre persone che nutrivano la mia stessa fantasia o, quanto meglio, avessero già vissuto qualche esperienza di quel tipo. Sono entrato in contatto con Marco, che abitava non troppo lontano da noi: un bel giovane di 30 anni, già abbastanza esperto, ben dotato per come appariva da certe immagini sul suo profilo ed egli stesso ha ammesso di averlo lungo ben oltre i 20 cm, con un’ottima circonferenza. Mi ha chiesto di scattare alcune foto di lei nuda e, quando gliele ho mostrate, l’ha trovata senz'altro concupiscente al punto da eseguire un breve video, nel quale si masturbava raccontandomi quanto se ne sentiva preso e come l’avrebbe scopata su gliene avessi offerto l'occasione. Devo confessare che tutto questo ha eccitato moltissimo anche me. Questo continuo dialogare con lui, mi ha eccitato sempre di più e così, un bel giorno, ho deciso di parlarne con lei e, mentre facevo scorrere le foto di lei nuda che avevo postato sul sito, le ho confessato che mi sarebbe piaciuto andare con lei in uno di quei posti dove provare a trascorrere qualche ora per valutare se quel tipo di gioco avesse potuto mettere un po’ di pepe nel nostro rapporto.
Lei è rimasta alquanto sorpresa.
«Ma sei proprio sicuro che non ti dispiacerebbe se mi facessi scopare da un altro maschio?»
L’ho guardata, le ho sorriso e, dopo averla baciata, le ho riferito che non mi sarebbe dispiaciuto affatto, se avesse fatto sesso con qualcun altro e, soprattutto, ne avesse goduto alla grande. Con mia sorpresa, ha accettato di andare una sera in un club prive', giusto per vedere come ci si divertiva in quei posti. Quando ne ho parlato con Marco, mi ha consigliato un posto molto carino che lui frequentava abitualmente, dove c’era la possibilità di trascorrere ore liete senza esser infastiditi da chi non era gradito e, sicuramente, lei avrebbe potuto cogliere avventure davvero interessanti. Ovviamente ci siam messi d'accordo per incontrarci la sera in cui saremmo andati nel locale e, a quel punto, lui mi ha anche dato consigli sulle cose da far indossare a mia moglie e, soprattutto, quale comportamento avrei dovuto tenere affinché potesse divertirsi, senza sentirsi inibita. Vi andammo il sabato successivo e quella sera lei era molto avvenente: dall'estetista si era fatta radere i peli della fica, lasciandone solo una sottile striscia molto corti sul pube. Su mio suggerimento, aveva indossato della lingerie nera, molto sexy, sotto un vestito nero molto leggero e piuttosto corto, con aperture ai lati delle cosce, che, al suo incedere, mostravano il pizzo delle autoreggenti e, a completare, aveva ai piedi delle scarpe tacco 12, che servivano ad evidenziare il suo meraviglioso culo, rendendolo ancor più invitante. Giunti nel locale, a noi si è avvicinato Marco e, fatte le presentazioni, abbiamo iniziato a chiacchierare e bere qualcosa. Mia moglie, che all’inizio era un po’ tesa e nervosa, con la sua presenza si è rilassata, sentendosi subito a suo agio con lui. Quando mi ha chiesto di ballare, ho rifiutato, esortandola a farlo con Marco, così da ulteriormente affiatarsi con l'amico. I due hanno preso a ballare ed era un ritmo molto lento, per cui era giocoforza esser stretti, abbracciati, facendomi render conto che quel movimento permetteva ad entrambi di strofinare i loro corpi, l’un con l’altro. Marco l'ha presa per la vita, premendo il suo bacino contro quello di lei, che gli ha allungato le braccia intorno al collo. Quel modo di ballare non aveva nulla di diverso da un coito vero e proprio: Marco strofinava il suo pacco gonfio contro di lei, mentre le diceva qualcosa all'orecchio ed approfittava anche a farle scorrere la lingua sul collo e, poi, sulle labbra, mentre una sua mano le stringeva il culo. A fine ballo, una volta separati, Marco ho preso la mano di mia moglie e se l’è appoggiata sul membro, che lei ha cominciato a tastare dolcemente. Si son baciati a lungo e intensamente, mentre lui le accarezzava il culo e lei continuava a strofinare la mano su quel grosso cazzo, che gli si gonfiava sotto i pantaloni. Son tornati al nostro divanetto e, con un cenno del capo, sono stato invitato a seguirli oltre una grossa tenda, nell’area riservata. Una volta entrati all’interno di una camera, ho chiuso la porta, notando Daniela leggermente confusa; guardava lui e me, titubante sul da farsi. Così ho preso l'iniziativa: ho cominciato a baciarle la bocca e alzarle il vestito; le ho abbassato le mutandine, mentre lui, da dietro, si è appoggiato, con il suo cazzo grosso fra le chiappe di mia moglie; ha allungato una mano davanti, per titillarle la figa ormai bagnata. Quando Daniela ha iniziato a gemere, le ho aperto ancor di più le gambe ed ho fatto cenno a Marco di continuare. Ha preso a baciare mia moglie sulla bocca, sul collo, mentre le titillava il clitoride o la masturbava con sempre maggior vigore, poi ha estratto il suo cazzo magnificamente eretto e, presa una mano di Daniela, glielo ha fatto stringere. Mia moglie ha cominciato a masturbarlo con espressione sognante: era evidente quanto fosse eccitata, allora si è piegata davanti a lui e glielo ha preso in bocca, succhiandolo golosamente, mentre io proseguivo a sollecitarle la figa da dietro e mi masturbavo. Ad un certo punto si è velocemente spogliata, subito imitata anche da noi, per poi sdraiarsi sul letto a cosce aperte; io mi son inginocchiato di lato e le ho offerto il mio cazzo da succhiare, mentre Marco, sdraiato fra le sue cosce, ha preso a leccarle la fica, facendole subito raggiungere un orgasmo. L'effetto è stato tale da farla vibrare tutta, cosicché, ebbra di desiderio, ha afferrato i capelli di Marco, trascinandolo su di sé, gli ha afferrato il cazzo e se lo è sistemato all'ingresso della figa; lui non ha perso tempo: con una spinta decisa, gliel’ha infilato tutto dentro, fin in fondo. Ad ogni vigorosa spinta di quel maschio che la montava, vedevo le tette di Daniela che sballottavano, mentre urlava dal piacere.
«Mmmmmmm, che toro e che cazzo stupendo mi stai ficcando dentro! È fantastico! Mi slarga la fica in una maniera indescrivibile!»
L’ho vista godere subito moltissimo e questo ha acuito ancor più la mia eccitazione. Allora ho rivolto lo sguardo a Marco, chiedendogli se era tutto di suo gradimento.
«Ti piace la cagna? Adesso, finalmente, puoi scopare questa troia che hai desiderato forse anche da troppo tempo. Dai, falla godere come non mai!»
Lui la sbatteva con forza ed ha subito preso ad elogiare le sue doti da troia.
«Scopa meravigliosamente e la sua fica è così calda, che ho desiderio di riempirla di sborra bollente! Ti avevo detto che, se ne avessi avuto l’occasione, te l’avrei scopata fino allo sfinimento!»
Nel frattempo, accanto a lei, mi stavo facendo la migliore sega della mia vita e, dopo un suo ennesimo orgasmo, ho deciso di sborrare nella fica di mia moglie, per poi consentire anche a lui di riempirle la bocca di sborra. Quando lei ha annunciato di esser prossima ad avere un nuovo orgasmo, ho chiesto a Marco di toglierlo, così potevo, a mia volta, metterglielo dentro e, mentre lei veniva, in totale orgasmo, avrebbe potuto succhiare il cazzo di Marco, con la speranza che lui le sborrasse in bocca. Tutto questo perché mia moglie non ha mai eseguito un pompino con l’ingoio ed ora, vedendola così presa, era possibile che l'avrebbe fatto, dandomi una grande soddisfazione. Lui, che era a conoscenza di questo mio desiderio, ha capito bene quali erano le mie intenzioni. Quindi ha afferrato la testa di mia moglie ed ha cominciato a scoparle la bocca con la stessa intensità con cui le stavo pompando la fica. Ero molto eccitato all'idea che qualcuno potesse venirle in bocca, poiché a me non lo aveva mai lasciato fare: chissà che ora, in piena estasi dell'orgasmo, non avrebbe continuato a succhiare quel cazzo che tanto piacere le aveva donato. Io la osservavo attentamente, curioso di vedere cosa sarebbe successo quando lui le avrebbe schizzato lo sperma, caldo e denso, nella bocca. Per una frazione di secondo, ha fatto il gesto di volerlo tirar fuori, ma poi, con mia grande sorpresa, ha continuato a succhiarlo, ricevendo tante schizzate, una dopo l'altra, al punto da riempirle la bocca fino a tracimare dalle sue labbra e qualche goccia è anche caduta addosso a me. Eccitato dalla visione di mia moglie che finalmente ingoiava una generosa sborrata, le ho scaricato dentro tutto il mio piacere, lasciandole la figa ben allagata. Lei ha continuato a succhiare il cazzo di Marco, che non ha dato nessun cenno di cedimento e, ancora ben duro, si è sfilato dalla bocca di Daniela e, quando anch’io sono uscito dalle sue cosce, lui l’ha girata e l'ha fatta inginocchiare davanti a sé. Ha subito preso a scoparla da dietro, facendola ancora godere senza soluzione di continuità. Io, completamente estasiato dal gioco che stavamo facendo, mi son sistemato davanti a mia moglie e le ho dato il mio cazzo da succhiare. Lei, senza alcuna esitazione, me lo ha preso in bocca, succhiandolo con forza, per riportarlo alla sua naturale vigoria. Lui la scopava con colpi fortissimi e lei godeva a ripetizione. Poi abbiamo cambiato di nuovo posizione: lui si è sdraiato supino e lei gli è salita sopra, cavalcandolo. Era uno spettacolo di un erotismo unico veder mia moglie fare su e giù su quel membro, con i seni che sballottavano davanti la faccia di Marco che, allungate le mani, li ha afferrati ed ha preso a stringerli e strizzarne i capezzoli, dandole ulteriore piacere. In tutto questo la mia eccitazione aumentava sempre più e, dopo che lei ha goduto per l’ennesima volta, lui l’ha spinta di lato e, dopo averle sfilato il cazzo dalla fica, glielo ha posizionato sul culo. In tanti anni di matrimonio, ho avuto il piacere di scopare il culo di mia moglie solo due volte, perché questo genere di rapporto non è mai stato di suo gradimento ed ora ero curioso di vedere se, dopo la sborrata in bocca, accettava anche di farsi sfondare il culo da quel grosso membro, che sicuramente glielo avrebbe aperto in maniera definitiva. Lei non ha opposto alcun rifiuto, anzi, con le mani ha aperto le chiappe per favorirne l’introduzione e lui, con un affondo deciso, le è entrato dentro fino in fondo. Ho visto l'iniziale smorfia di terrore sul volto di mia moglie, ma, dopo che lui le ha dato modo, per più di qualche secondo, di far adattare l'orifizio alle sue dimensioni, ha preso a stantuffarla. Nel mentre, si è girato verso di me e mi ha invitato a farla godere, leccandole la fica. Ho infilato la testa tra le cosce di mia moglie ed ho preso a leccarle la fica da cui ancora fuorusciva la sborra che vi avevo riversato dentro e, nello stesso tempo, potevo vedere quel grosso membro sfondare il culo di Daniela con il massimo del piacere. Ho preso a leccare tutto ciò che gocciolava dalla fica di mia moglie, mentre lei godeva come una matta e, ad un tratto, mi ha afferrato il cazzo e se lo è infilato tutto in gola, succhiandolo con forza. Ero così eccitato che, poco dopo, le ha scaricato in bocca un’ennesima sborrata che, questa volta, lei ha ingoiato fino all’ultima goccia. Ero estasiato dal piacere che stavo provando e per il fatto che vedevo Daniela godere sotto i colpi di quel toro, che le sfondava il culo con sommo piacere. Ad un tratto lui, dopo averla fatta godere ancora una volta, con un grido, ha cominciato a scaricare nel culo di mia moglie una sborrata notevole e lei, nel sentire quel piacere, ha fatto un movimento un po’ brusco, cosicché quel cazzo le si è sfilato dal culo ed io me lo son ritrovato davanti alla faccia. Mentre continuavo a leccare la fica di Daniela, mi son preso in bocca anche una sborrata di Marco. Lui, visto che ormai il cazzo si era sfilato dal culo, con un affondo deciso, lo ha spinto di nuovo tutto dentro la fica di Daniela, continuando a pomparla fino a completare la sua sborrata dentro di lei. Io son rimasto sorpreso dalla schizzata di sborra in faccia e mi son spostato, rialzandomi; mi son avvicinato al viso di mia moglie, che, quando mi ha visto imbrattato di sborra, mi ha tirato a sé e, dopo avermi baciato, mi ha leccato il seme presente sulle mie guance. Anche Marco era giunto al limite e, dopo un po’, si è sfilato da lei con il cazzo moscio, ma ancora fradicio dei suoi e miei umori. A quel punto, Daniela l’ha attirato a sé e, presa quella verga ormai barzotta in mano, si è messa a leccarla e pulirla, poi si è girata verso di me e me lo offerto da succhiare e leccare, insieme a lei. Non ho avuto un attimo di esitazione e, insieme, ci siamo dedicati a pulire quel membro che tanta goduria le aveva donato. È stata un’esperienza forte ed entusiasmante e, da allora, oltre a Marco, che rimane sempre uno dei tori preferiti con cui mia moglie ama scopare, abbiamo avuto altri maschi nel nostro letto e il nostro rapporto sessuale, oltre che appagante, si è arricchito di tante sorprese che ci fanno condurre una vita oltremodo emozionante.
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2 years ago
baxi18, 55
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La prima volta.
Alle elementari mi piace succhiare i miei compagni di classe, e lo facevo nel bagno quando la maestra acconsentiva di farmi andare al bagno. ovviamente, mi sedevo sul water, e succhiavo il cazzo a tutti i miei compagni, o meglio, loro sapevano, ad uno per volta, gli ciucciavo il cazzo, ovviamente niente sborra, si era ancora troppo giovani, però mi piace un casino farlo. un bel giorno però uno dei bidelli si presento davanti a me con il cazzo fuori dicendomi, Sono giorni che ti vedo da lassù (indicando il muro sopra la toilette, ed ora spompini anche me altrimenti ti sputtano, davanti ad un ricatto simile e vile allo stesso tempo, non ho avuto scelta, che poi era un bel cazzo, molto peloso e durissimo, molto diverso di quello che avevo succhiato fino a quel momento, iniziai a ciucciarglielo, dopo circa 5 minuti mi prende la testa con le due mani e cerca di ficcarmelo tutto in bocca, schizzandomi la sborra dentro, quella volta me ne uscì anche dal naso, la ingoiai tutta, non mi aveva dato altra scelta.
ti è piaciuto? no era molto brutta, ma mi è piaciuto molto, se oggi pomeriggio vieni a trovarmi te ne darò ancora, mi disse il posto che conoscevo di già. e li mi sverginò, da quel giorno non ho mai smesso di prenderlo nel culo ed in bocca, di ingoiare e di farmi baciare, continuammo per diversi anni.
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2 years ago
admin, 75
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