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Nickname..."manette"
"Posso?" La finestra del privato della chat di action si apre in alto a sinistra quasi inaspettatamente. Sarà la solita donna in cerca di virtuale o peggio sarà il solito uomo... che si finge donna. "Certo, dimmi!" Sempre essere cortese con la gente, non costa nulla. Così inizia questa storia, questa strana avventura con una ragazza di Milano di 29 anni: che le cose non erano come al solito lo capii subito, dalle prime battute, dalle sue parole, dalla sua disponibilità, da quella sua serietà e convinzione che trasmetteva nello scrivere. "Adesso devo andare, domani alle 16.00 in chat, stesso posto e non farmi aspettare." IL giorno dopo mi collego, più per abitudine che per lappuntamento che avevo dato, ma lei arriva e mi riapre il privato: "Eccomi, padrone, come vede sono puntuale." Ancora lei, ma allora forse è una cosa seria, proviamo ad approfondire. Le spiego che non ho tempo da perdere, che deve spedirmi una foto e darmi il numero di cellulare, altrimenti non se ne fa niente. "Subito, padrone, mi dia la sua casella di e-mail che le spedisco la foto il numero è 03... ." Cavolo il numero di cellulare dopo due incontri virtuali da qualche minuto mai successo! Aspetto la foto che arriva immediatamente, una bella ragazza, con un bel seno, lo si intravede sotto il maglione, non molto alta ma proporzionata. Soddisfatto per la sua prontezza nelleseguire ci che le avevo chiesto, le dico che per il giorno dopo deve entrare in una di quelle cabine che fanno le foto formato tessera, deve togliersi tutti i vestiti che le ricoprono il tronco e spedirmi poi le foto con il seno ben in vista. Chiudo il collegamento, mi adagio allo schienale della poltrona, prendo un sigaro e compiaciuto osservo il notes su cui cè scritto il suo numero di cellulare. No, non la chiamer, perché non voglio darle quella soddisfazione, chiamo invece la segretaria la vita continua, non mi lascio sconvolgere da questo. Il giorno dopo ho un appuntamento a Mantova, un cliente mi ha chiesto una consulenza per un problema sorto nella realizzazione di un centro commerciale, non ho nessuna voglia, ma mi tocca. Daltronde è uno dei miei migliori clienti. Subito si capisce qual è il problema, ma per risolverlo ho bisogno di avere delle tabelle e dei grafici che purtroppo non ho con me, chiamo lufficio e mi faccio spedire per posta elettronica quello che mi serve (la tecnologia moderna - cosa faremmo senza?). Fortunatamente lo schermo del portatile è orientato solo verso di me, e nessuno pu vedere: senza accorgermene avevo sbagliato ad aprire la posta, ed anziché aprire ci che stavo aspettando, mi sono comparse sul video quattro piccole foto di una ragazza a seno nudo, tipiche foto formato tessera un attimo di smarrimento, e poi la pressione dei tasti Alt+F4 chiude la videata senza che nessuno si possa accorgere di nulla. A lavoro terminato, mentre viaggio in autostrada verso Bergamo, ripenso a quella ragazza, forse è il caso di battere il ferro mentre è caldo. Mi sembra che per lei non sia solo un gioco virtuale, pu nascere qualcosa di interessante Chiamo lufficio: "Maria, mi faccia un piacere, sul blocco notes della mia scrivania cè un numero di cellulare, me lo pu leggere?" "Aspetti un attimo, architetto eccolo: 03.." "Grazie, Maria, perfetta come sempre." Modifico il menu del cellulare in modo da non inviare il mio numero, compongo le varie cifre ed invio la chiamata tuu .tuu suona libero, bene! "Sono Manette. A che ora finisci di lavorare?" Silenzio. Poi una vocina con il respiro affannoso risponde "Alle 17.00, Padrone." "Non mi piace essere chiamato padrone, chiamami signore. Fatti trovare alle 18.00 davanti allingresso principale della Fiera Campionaria puntuale." Perfetto! Mancano tre ore allappuntamento, ho tutto il tempo di passare in ufficio, sistemare alcune piccole cose e poi riprendere la strada per Milano. Mentre sono in macchina, la mia mente incomincia a correre, incomincia a pensare, ad immaginare quellincontro futuro il corpo di quella ragazza ma poi mi dico di non preoccuparmi, ho sempre improvvisato listinto mi ha sempre aiutato... perché dovrebbe abbandonarmi proprio ora? Alle 17.50 sono allinterno della macchina, vedo chiaramente lingresso della Fiera, lei è appena arrivata, si gira e rigira, cammina nervosamente non mi conosce, non sa che faccia abbia, nemmeno la macchina conosce sono solo io che posso sapere.. e questo è ancora più divertente ancora più entusiasmante! Scendere prima dellorario stabilito? Non se ne parla nemmeno, anzi, meglio aspettare anche qualche minuto dopo le 18.00. Anzi, meglio ancora tuu tuu lei toglie il cellulare dalla borsetta. "Sono io; voglio che adesso vai in un bar e compri un panino e una Coca ho fame. Ti richiamo fra 5 minuti." Mi sento bastardo dentro ma è una cosa automatica, un comportamento normale per me in certe occasioni, è come se vivessi due personalità. E in quel momento sono uno a cui piace "giocare". La osservo guardarsi attorno alla ricerca di un bar; lo vede al di la della strada. Passa proprio davanti al cofano della mia macchina, faccio finta di nulla, la osservo nei suoi jeans attillati, il suo giubbotto di montone, i sui capelli lunghi sciolti sulle spalle, una ragazza normale, decisa, lo si vede dal modo di comportarsi. Sa che io la vedo, lo ha capito, e questo le mette agitazione, non vuole sbagliare e non vuole nemmeno far la figura della tonta. Osserva Osserva tutti i passanti, alla ricerca di quel volto sconosciuto, di quel volto che non sa immaginare, forse vorrebbe fosse quel signore distinto comodamente seduto sulla panchina, o quel giovane in sella alla sua moto, o forse proprio quel signore seduto su quella Bmw sportiva parcheggiata li vicino, affascinata dalle macchine veloci. Ritorna, dalla borsetta spunta un sacchetto di carta bianca. Probabilmente la mia merenda, penso. Sta lì ad aspettare, toglie il cellulare dalla borsetta, osserva lorologio, i cinque minuti sono trascorsi. Le si legge in faccia che sta pensando E adesso, cosa mi chiederà?, chiaramente non è abituata a fare ci che gli altri le chiedono, ma questa volta è diverso, è pronta a qualsiasi cosa, scuote la testa innervosita per scacciare quei pensieri che da tre ore le martellano la mente, per svegliarsi da quellincubo o da quel sogno. "Sono io. Vedo che sei stata brava ed ubbidiente; prima sei passata davanti ad una Bmw Z3, sali dal lato dellautista, la porta è aperta, non dire nulla, ripeto: non voglio sentire una parola, accendi il motore e guida verso Bergamo, con calma." Non si guarda nemmeno in giro, sa benissimo qual è la macchina, si avvicina, toglie il giubbotto, lo piega, apre la portiera, ripone il giubbotto sul piano posteriore assieme alla borsa, si allaccia la cintura e accende il motore. Una Bmw Z3, wuaooo che macchina, posso pure guidarla, che bello, se sapesse il piacere che mi sta dando, se sapesse quanto sono appassionata di macchine, che fin da ragazzina mio padre, titolare di unautofficina, mi ha insegnato a guidare soprattutto le macchine sportive forse guiderebbe lui, pensa la ragazza. Io capisco da come si sistema il sedile e gli specchietti, da come dosa il gas e usa il cambio, che non è una sprovveduta in fatto di macchine. Forse dovrei dirle di scendere, guidare io e toglierle quel piacere, ma in fondo è giusto lasciarle questo piccolo premio, servirà comunque a far crescere la fiducia di entrambi. La guardo, la osservo, le faccio sentire il peso del mio sguardo sul suo volto, sul suo corpo; i suoi occhi osservano la strada, è concentrata su quello che sta facendo pur essendo consapevole della mia presenza, della presenza di uno sconosciuto al suo fianco. "Pianino," lammonisco, "Ci tengo alla mia macchina e soprattutto alla mia vita, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tutta la notte per noi, no ti preoccupare, rilassati e guida." "Sì, signore." La mia mano si posa pesantemente sulla sua coscia sinistra, uno scatto e unimprecazione di dolore esce dalla sua bocca. "Ti ho detto di stare zitta e quando dico zitta, vuol dire zitta! Parlerai quando ti dar il permesso per farlo." Adesso che faccio, la porto a casa o andiamo al motel? A casa, decido, ho appena finito di costruire una nuova barra di sospensione e non vedo lora di collaudarla, forse sto correndo troppo, forse sarebbe meglio prima parlarne un po, forse ma non ho voglia di parlare adesso. Sempre in silenzio, saliamo le scale ed entriamo nel mio appartamento, andiamo al piano di sopra nella mia mansardalaboratorio, la vista delle travi, delle corde e di tutti quegli strumenti costruiti con le mie mani mi mette tranquillità, mi fa proprio sentire in pace con me stesso e con il mondo che mi circonda. I timori, le paure, forse più mie che sue, scompaiono, e la mente elabora i sui piani in assoluta tranquillità in modo logico e automatico. "Nella stanza a fianco cè un armadio, allinterno troverai degli indumenti di pelle nera, spogliati e indossali. Ti aspetto qui. Hai tre minuti di tempo, non un secondo di più non un secondo di meno." Mi avvicino alla mia nuova barra di sospensione e controllo tutti i bulloni di giunzione, stacco la corda già predisposta dalla parete. Accipicchia, mi stavo dimenticando le manette: mi sembra giusto usarle, visto che il mio nick fa un esplicito riferimento ad esse. Sono tutto assorto nei miei preparativi quando la coda dellocchio percepisce unombra; mi volto leggermente e la vedo .splendida in quel costume di pelle nera che lascia alla mente la possibilità di immaginare le sue forme, il suo seno riempie il corpetto in pelle, le braccia lungo i fianchi, la testa leggermente reclinata in avanti in attesa forse immagina cosa succederà forse lo spera .o forse ne ha timore, in fondo sono uno . sconosciuto. Il suo corpo vibra. Me ne accorgo, mi avvicino, dolcemente le alzo la testa e, accarezzandole la nuca, le do un piccolo bacio sulla fronte, per dimostrarle che non deve temere, che pu fidarsi e che non le succederà nulla di male. "Grazie, signore." Il suo ringraziamento mi riempie di gioia, anche senza parlare, anche senza esserci spiegati ci siamo intesi .le nostre menti sono in sintonia ed entrambi abbiamo capito che quellincontro sarà solo linizio di un lungo rapporto
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13 years ago
Steve1977,
33
Last visit: 10 years ago
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Lo so' che torni...
"cosa indossi?" pensava fosse la solita persona inutile, sterile, incoerente , capace solo di masturbarsi di fronte a un computer. "cosa indosso?.... mutandine e reggiseno...fa caldo qui .." fedele al gioco sorrise. "bene... togliele" "ma sei impazzito??" "dai toglile , so che vuoi farlo, altrimenti mi avresti gia' chiuso la chat in faccia." "veramente io...." "Non mi importa un caz o di quello che veramente tu." "mah..." "Mah un ... ora fai quello che ti dico. Sento gia' le tue dita che tremano sui tasti, vedo il tuo sorriso cambiare sul tuo volto , i battiti del tuo cuore aumentano all'impazzata , e non muovere i piedi ora , non risolveresti niente." "......" "Gia' , brava . e' l'unica risposta che devi dare. Il tuo silenzio." Un tornado di emozioni la prese di sprovvista, lei , cosi' sempre tutta di un pezzo , cosi' da tempo incapace di provare una emozione degna di tal nome. Aveva smesso di sorridere , aveva smesso di pensare fosse il solito pervertito , aveva sentito qualcosa che la aveva impietrita .. e nonostante avesse la mano sul mouse e la freccetta sulla croce per chiudere la chat ...... segui' alla lettere il pensiero dello sconosciuto uomo del mistero che le indicava cosa fare... "Ora faremmo un gioco" "ah si.... ma se non so nemmeno come ti chiami" "Credi che sia importante sapere il mio nome?" "no..non credo" "Brava " .." ti sei tolta quel poco che avevi addosso?" "si , incredibilmente lo ho fatto" " ...non mentire, non ha senso farlo , visto che non ti vedo. Ma sara' cosi' per ora , perche' la prossima volta utilizzerai la cam o un altro sistema per farmi vedere se realmente fai quello che ti dico" "ah...e cosa ti dice che ci sara' una prossima volta" " me lo dice il fatto che tu sei ancora qui , sei nuda davanti a me , hai il cuore in gola, scrivi solamente perche' siamo distanti km e non senti la presenza mia fisica che possa farti qualsiasi cosa, ma comunque senti che ci sono , che sono dentro di te , che sono quella voce della tua coscenza che ti spinge a fare cose che da sola non faresti mai. Tutto questo mi dice che ci sara' una prossima volta." "......sono senza parole... mi conosci meglio tu che non so nemmeno chi sia, piuttosto che il mio ragazzo." "Vedi , ti stai aprendo a me senza volerlo e senza avertelo chiesto.".." Smettila di morderti il labbro , e' inutile" "ma ... come fai...riesci a vedere la cam ? dai dimmi la verita' sei un hacker?? ...dai " "Ti sento." "ma non ho l'audio ... " "Ti sento senza guardarti e senza sentirti. Non c'e bisogno che tu faccia rumore perche' io senta che tra le tue gambe ora c'e un lago." "e' vero..." "Prendi il rossetto , rosso." "il rossetto??" "Si voglio che tu faccia una cosa per me" "va bene" " e concludi le tue frasi con il termine Signore da ora in avanti " ... " se non lo farai dovrai prendere una molletta da bucato, al raggiungimento di 5 avrai un premio." "un premio??" " si . un premio da donare a me. prendine una intanto , visto che non hai scritto Signore nella domanda che mi hai fatto." "ma veramente....." " bene prendine due , vedrai che prima o poi impari" Questo atteggiamento che mai nessuno aveva avuto con lei la spiazzava, voleva andarsene, ma il suo corpo glielo impediva. La sfida , la voglia di sapere fino a che punto questo sconosciuto misterioso sarebbe potuto arrivare la costringeva a rimanere li ferma , nuda nata , con il rossetto in mano e due mollette sulla scrivania , di fianco al mouse . "Ho preso quello che mi ha chiesto ......Signore." questo termine la infastidiva piacevolemente. "brava, sentivo di avere di fronte una persona in grado di saper cogliere le sfumature del proprio piacere e con la capacita' e la voglia di scoprire se stessa " "le sue parole mi lusingano ...Signore" piacevolmente infastidita iniziava a sentir stuzzicata la sua anima . "non sono solo parole, celebralmente siamo sulla stessa lunghezza d'onda e con la stessa voglia di scoprire. Non siamo sullo stesso piano... ma questo lo stai iniziando a capire da sola...da quanto vedo.". "perche' Signore ? " "perche' come puoi ben notare , Io sono chiamato Signore , e tu non hai nome per il momento. Io sono vestito e tu sei completamente nuda , Io sono colui che ora ti guidera' verso la scoperta di te stessa e tu sei colei che conosce solo cio' che l'occhio vede." "sto iniziando a provare astio nei tuoi confronti.." "astio?... Prendi la 4 molletta , hai fatto un altro errore." ... . ... . ... " "Brava, prendi la 5 anche e preparati di fronte a me. Penso di aver capito cosa ti serve." Attimi di profondi silenzi..... da una parte Lui consapevole di cio' che faceva aveva azzardato troppo con una neofita del gioco, dall'altra parte lei ...balzata dalla sedia nuda nata , combattuta nella mente .... ma con il miele che le scendeva lungo le gambe .....stava ritornando verso la scrivania con in mano le ultime 2 mollette e si sedette. "So che sei li, nuda , che guardi lo schermo in attesa che queste parole compaiono davanti a te ." Passarono alcuni minuti in cui il respiro di lei era talmente forte da rendere silenziosi i numerosi rumori dentro la stanza. "Volevi tanto sapere il mio nome.... Ora ci sono due cose che farai per me ." "si Signore.... temo che le faro' " " Prendi il rossetto e scriviti il mio nome ... Steve ...sul petto ... tra i due seni " "oddio...." "Oddio?? ...qui non centra nessun altro che me e te. Ora scrivi e basta." "si Signore.." "Appena hai fatto resta ferma, dimmelo" Passarono alcuni minuti in cui la decisione di farlo o non farlo era nella sua testa come quella di passare o non passare a occhi chiusi in mezzo a un incrocio. Poi lo fece, a caratteri cubitali scrisse Steve tra i due seni...e rinizio' a respirare quasi normalmente. "Sento i tuoi battiti...lenti e profondi...rilassati e pesanti." "Si Signore...non ho mai fatto una cosa del genere." "Lo so." " ma sono eccitata come mai mi e' successo Signore" "Sapevo di non sbagliarmi." "le mollette Signore??" " bene , mi fa piacere che tu te le sia ricordate." Si morse le labbra per cio' che gli aveva appena ricordato.... "Smettila di morderti il labbro , non me lo ero dimenticato." " Questa e' la tua prima punizione , a cui ne faranno seguito altre se da ora in avanti non farai o sbaglierai o eviterai di eseguire le mie richieste. ".. "mmmhh.... in che guaio mi sono andata a cacciare ...Signore." "Non vuoi vedere quanto e' profonda la tana del Bianconiglio?? " "mmmhh .... ho paura... Signore" "Lo so. segui le mie istruzioni e ti portero' a scoprire cose di te che nemmeno immagini di poter sentire e di poter provare." "e' affascinante Signore faro' quel che desidera." "Prendi le mollette , sono 5 , una per ogni capezzolo , una per ogni labbro della tua fig..., e uno voglio che tu lo metta sul clito...ide" .. " fatto questo per stasera abbiamo finito " Spaventata, eccitata, confusa, curiosa , sola nella sua stanza allungo' le mani verso le mollette , mordendosi le labbra ...avvolgendo le caviglie contro le gambe della sedia .... pensando e ripensando .....impazzendo.... e sposto' la freccia verso la croce chiudendo la chat....e stupita , dopo un respiro profondo recuperando parzialmente lucidita' si chiese:"perche' ..." Dall'altra parte della rete intanto Lui scrisse: "Lo so...che torni."
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13 years ago
Steve1977,
33
Last visit: 10 years ago
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Primi giochi di gruppo
Succede spesso di ritrovarsi con amici e non sapere cosa inventare per passare allegramente il tempo, quel giorno eravamo io e un'altro amico con due coppie di amici, avevo già giocato con lui e una coppia ma non avevo mai superato il numero di 4, ma l'altra coppia di amici voleva "provarmi" visto ke gli intimi avevano ben parlato di me. Ed io non mi tirai indietro seppur la confusione spesso gioca brutti scherzi. Le due donne si sdraiarono sul letto e il mio amico subito mi spinse tra le cosce morbide e lisce della donna che mi aspettava con gran voglia. Cominciai a leccarle la passera e a succhiare le sue labbra inferiori mentre l'altro amico le massaggiava i seni e le faceva provare il suo fallo già duro e pronto al gioco. La situazione era ottimale, 2 uomini per ogni donna e tutti per tutte, eppure non riuscivo a concentrarmi per raggiungere la condizione ottimale per la penetrazione. La concentrazione per me è la base del piacere e non riuscivo a trovarla, finchè la mia amica con cui già avevo precedenti esperienze si accorse della mia condizione di disagio e mi aiutò a trovare lo stimolo giusto. Mi fece sdraiare al centro del letto e cominciò a succhiarla fino a mandarmi nuovamente in estasi. A lei si aggiunse l'altra donna e tutt'è due cominciarono e leccare ogni centimetro del mio corpo sino a mandarmi su di girie ritornai a girare. La mia amica cominciò a montarmi mentre l'altra donna si sedette sulla mia faccia per farsi leccare, mentre accadeva tutto questo gli altri uomini si preoccupavano di "tappare" i buchi rimasti scoperti. In quel turbine di movimenti e di emozioni ritrovai la carica giusta e cominciai a muovere il bacino mentre la lingua correva e le mani si alternavano prima su una poi sull'altra, in quel frangente gli altri uomini restarono a guardare mentre le donne cominciarono a tirar fuori dalla loro bocca intensi versi di piacere... Tutto è bene quel ke finisce bene, e quella volta fu proprio così.
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13 years ago
AnimoSolitario80,
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Last visit: 8 years ago
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La mia prima volta
Ero ancora un giovane ragazzo, amante del mare, e con la mia canoa mi divertivo ad esplorare spiagge e luoghi insoliti con la curiosità di trovare compagnie con cui allietare la giornata. Un giorno trovai una spiaggia splendida dove tutti prendevano il sole nudi, e la cosa mi incuriosì, così decisi di farmarmi in quel luogo per riposare e passare la giornata. In lontananza vidi una donna: capelli biondi, bocca carnosa, grandi seni, fonodoschienza come disegnato col compasso, e restai estasiato da tanta beltà così da sentire un fremito sulla mia pelle come una mano che lentamente e delicatamente accarezzava il mio corpo, così cominciai a toccarmi il petto, come fosse il suo, mentre lei a distanza guardava curiosa, e accennava il sorriso, continuai ad accarezzarmi come lei a sua volta faceva, sempre distanti ma sempre interessati. l'eccitazione aumentava e spinto dalla voglia di conoscere quella donna tanto seducente mi avvicinai e mi presentai a lei e suo marito facendole i complimenti per così tanta bellezza e cominciamo a discutere, tra una parola e l'altra continuavamo a guardarci, averla vicina mi rendeva sempre più trepidante ed eccitato finoad ammettere la mia voglia e dissi a lui: "perdonami ma tua moglie è davvero sensuale, è davvero difficile trattenersi dal toccare e baciare così tanta bellezza". Lui rispose: "ti ringrazio dei complimenti ma sai ke questo è un tabù, non si va con le donne degli altri", ma lo disse sorridendo, poichè aveva compreso che le mie intenzioni erano buone, e mi invito a trascorrere la giornata con loro e con piacere accettai. Noleggiammo un pedalò visto ke in canoa non c'era spazio per tutti e tre, pedalavamo io e lui mentre lei si faceva baciare dal sole nuda. E da quel nudo noi due trovavamo l'energia per pedalare sempre più forte verso una spiaggetta isolata dove nessuno avrebbe potutto disturbarci. Arrivati lì ci accomodammo vicino una grotta. Lei si sdraio in mezzo a noi due mentre io eccitatissimo ancora non sapevo come comportarmi. Lui mi sorrise e mi disse: "Ti piace davvero allora?" feci cenno con la testa mentre il cuore batteva forte e l'eccitazione saliva duramente sul mio fallo. Lei noto immediatamente ke era il momento giusto così guardo lui che mi disse: "se vuoi puoi tiocarla adesso". Cominciai a massaggiarle i seni, e il mio affanno si nascondeva tra i suoi sospiri, un senoenorme con dei capezzoli grandi, e una voglia irrefrenabile di leccarli così mi lasciai andare avvolto dalle sue braccia, e mentre le leccavo i seni lei posò le mani sul mio fallo e comincio a menarlo mentre io continuavo a baciarle e leccarle i seni e il collo mentre con le mani le accarezzavo la schiena e suo martio la baciava. Il desiderio era sempre più forte così mentre lui la baciava e si dedicava a massaggiarle i seni prosperosi ke fino ad allora erano stati oggetto delle mie attenzioni io pian piano scendevo verso l'interno coscia con la bocca per deliziarmi della sua matura e dolce passera, leccavo e gustavo come si lecca il fondo di una coppetta di buon gelato, e il sapore era intenso tanto da farla sussultare e presa dal desiderio mi fece sdraiare e mi montò come una fantina su un puledro da soma e cominciò a muoversi, dapprima dolcemente, poi sempre iù energicamente mentre teneva in bocca il falllo di suo marito ed io trattenevo il suo impeto massaggiandole i seni ruotando il le dita sui capezzoli alternandomi a massaggi sui fianchi e alla base del sedere. Siamo stati così per più di un'ora mentre il rumore del mare veniva soffocato dai sospiri di noi tre, culminati in un leggero e intenso verso di piacere. Soddisfatti dell'esperienza sistemammo le nostre cose e ripartimmo, un po' più stanchi, ma decisamente più soddisfatti.
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13 years ago
AnimoSolitario80,
31
Last visit: 8 years ago
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Incontro all'autogrill.
Tutto era cominciato con un MP sul sito, sito al quale mi ero iscritto pochi giorni prima, non ricordo bene se erano stati loro a contattare me o io a contattare loro ma sta di fatto che la sintonia sembrava emergere ad ogni messaggio di risposta reciproca che ci scambiavamo. Pensandoci meglio credo che sia stato io a scrivergli a causa di un loro video in cui la SWEET, Francesca, veniva montata a pecorina su un divano ed il BULL di turno le stava completamente in culo fino alle palle e mentre la pompava lei si esibiva masturbandosi in urla di godimento che raramente mi è capitato di ascoltare. Godeva di culo la TROIA, in un modo indescrivibile, eccome se godeva. Ma tant'è...non importa come abbiamo cominciato. I messaggi che scrivevo e che leggevo erano diretti e mi tornavano indietro dal CUCK, Franco. Passando i giorni la voglia reciproca di andare oltre i messaggi MP era palpabile e così un giorno ci scambiammo i rispettivi cellulari, io ed il CUCK. Mi disse che erano in ferie qualche giorno in montagna con altra gente e che non sarebbe stato libero di parlare al telefono ma talmente la voglia di sentirci era tanta, vista la paventata sintonia, che un Sabato pomeriggio con scambi di SMS scrissi che ero solo a casa e che mi sarebbe piaciuto sentire la voce di Francesca, la SWEET. Loro erano in giro nel centro di una notissima località delle Dolomiti assieme agli amici, passeggiando tra le vetrine e le vie ed allora chiesi tramite messaggio a lui se la sua SWEET poteva allontanarsi un attimo con una scusa per presentarsi a me e parlarmi facendomi ascoltare la sua voce. Lei lo fece molto volentieri e quando ci sentimmo ascoltai una bella voce squillante, chiara, decisa, di una donna che sapeva cosa voleva e non ne faceva mistero. Aveva poi una risata ammaliante, con un tono ed una modalità che ti avvolgeva tutto in un turbine di immagini erotiche che quel suono prefigurava. Le dissi che mentre parlavo con lei me ne stavo completamente nudo, a gambe divaricate, con il cellulare nella mano sinistra e con la destra mi adoperavo in una lenta sega in suo onore.............apprezzò moltissimo la cosa, ne fu inorgoglita. Ci lasciammo poco dopo per tornare lei dai suoi amici ed io alle faccende interrotte (felicemente) poco prima. Il Lunedì successivo mi arriva un messaggio da parte di Franco che mi dice che sono piaciuto molto a Francesca e che lei ha preteso di avere il mio cellulare in modo da potermi chiamare da sola. Ci sentimmo così nel pomeriggio; fu lei a mandarmi un SMS dicendo che era il suo cellulare e questo era un chiaro invito dicendo tra le righe:”Chiamami adesso che ti aspetto”. Quando la chiamai iniziammo una brillante e piacevolissima chiacchierata su varie cose ma alla fine non potemmo fare a meno di finire sull'aspetto che ci interessava di più, il sesso tra noi. Fu chiarissima, non voleva dolcezze, corteggiamento o roba simili, queste cose la annoiano, VOLEVA UN MASCHIO DECISO, NON IMPACCIATO E VERAMENTE PRONTO AD USARLA ED ABUSARLA per farla sentire una gran TROIA. I “teneroni” non fanno per lei. Ci sentimmo ancora i giorni successivi ed era un piacere ascoltarla e parlarci. Una donna molto intelligente, colta, affabile e con un'anima nera da grandissima PUTTANA. Capitò giorni dopo che io dovessi passare dalle sue parti rientrando dal lavoro ed allora ci accordammo per un primo incontro conoscitivo. Non sapevamo ancora nulla l'uno dell'altra se non qualche parola al telefono e viceversa, insomma due perfetti sconosciuti e per suggellare il senso del nostro rapporto futuro lei voleva incontrarmi nei cessi degli uomini di un autogrill. Posto insolito per un primo incontro ma era sicuramente un test per provarmi, per vedere se avevo un minimo cenno di pudore, paura, sbandamento o altro che non potesse essere contemplato in un MASTER come lei aveva bisogno. E così organizzammo. Erano circa le 16 di un pomeriggio di Luglio quando sentendoci telefonicamente ci demmo le coordinate per il posto; era un bell'autogrill sulla E45 con un ampio parcheggio. Arrivato al piazzale le scrissi che ero arrivato e che l'aspettavo. Credevo fosse ancora lontana ed invece mi rispose dicendo che lei era già dentro i bagni delle donne e che visto che altre signore non sembrava pensassero di uscire sarebbe uscita lei per seguirmi nei cessi degli uomini. Entrai nell'atrio del bar cercando le indicazioni della toilette e mi diressi verso quella direzione. Lei aveva descritto il tipo di parrucca che portava per essere più tranquilla di non farsi mai riconoscere dagli altri e passando davanti la porta aperta delle signore la vidi in piedi che stava scrivendo col telefonino. Sicuramente lei, come io, stava mandando il messaggio al CUCK per dirgli quando avremmo cominciato a fare sesso in quei cessi. Il CUCK mi aveva pregato di avvisarlo in modo tale che lui potesse mettersi comodo in ufficio a segarsi immaginando di minuto in minuto cosa accadeva alla sua sposa, la mia PUTTANA. Il CUCK mi aveva chiesto anche il favore di fare delle fotografie della cosa in modo tale che lui si potesse godere lo spettacolo della propria moglie TROIA “al lavoro”. Lei era bellissima, abbronzata, occhi vivissimi da femmina vogliosa, capelli nerissimi dati dalla parrucca a caschetto, una camicetta bianca su un paio di jeans che le fasciavano il bacino in modo favoloso e mettevano in luce un culo molto ben tirato su. Mi guardò passare davanti alla porta e subito ci fu tra noi un cenno di accordo e complicità. Mi fermai sulla soglia dei cessi degli uomini in attesa che lei uscisse da quello delle donne e mi seguisse. Entrammo dentro una cabina del bagno ed immediatamente la spinsi con forza sulla parete di destra cacciandole in bocca la lingua fino alle tonsille. Volevo violentarle la bocca con la mia lingua per farle capire immediatamente che lei era mia, totalmente mia ed in balia delle mie voglie. Lei tentava un parvenza di resistenza ma era chiaro che faceva parte del gioco, cercava di scansarmi le mani che la frugavano dappertutto, che cercavano di aprirle la camicetta, di sbottonarle i jeans. Le mie mani si impossessarono del suo culo schiacciato alla parete. Aveva un culo da sballo, si vedeva e si sentiva che lavorava molto in palestra per quel culo; era fatto in modo veramente divino, i glutei rotondi e sodi erano perfettamente separati e la mano a palparglielo da sopra i pantaloni finiva direttamente nell'incavatura dove si incontra il buco del culo e l'inizio della fica.Non volevo ascoltarli e neanche lei voleva che io li ascoltassi. La feci abbassare a forza e le feci slacciare i miei pantaloni per cominciare a succhiarmi il cazzo. Ci si avventò sopra con una ingordigia famelica. Gran POMPINARA, pensai. Dopo un po le ordinai di alzarsi e la feci girare dandomi le spalle ed attaccando le mani al muro, tirandole giù i pantaloni scoprii quel fantastico culo inguainato da un tatuaggio tribale sui lombari. Mi aveva detto che aveva il ciclo e che mi aveva voluto incontrare pur in quelle condizioni perché non voleva più aspettare; era curiosa di conoscermi e di testare la mia capacità di maschio dominante per vedere se la storia poteva andare avanti oppure ero uno dei tanti che parlano parlano e poi alla prova dei fatti sono una delusione. Con i jeans abbassati poco sotto il culo le appoggiai il cazzo tra le chiappe facendole sentire il turgore spingere ed aprire ancora meglio quelle già separate rotondità. Intanto più volte la maniglie della porta si era mossa a far notare che c'erano dei maschi che cercavano di entrare per i loro bisogni fisiologici non immaginando cosa stesse succedendo li dentro. Tenevamo le voci più basse possibile, anche se credo che qualcuno avesse potuto immaginare qualcosa. Parlandole all'orecchio le dissi che ora l'avrei inculata a pelle. Tutti e due eravamo certificati sanitariamente e perciò non c'era bisogno di nessun preservativo. Lei con fare deciso mi rispose che aveva il ciclo e così non le piaceva. Pur se avevo la quasi certezza che non era così desistei per evitare di tirare troppo la corda la prima volta. Ne avrei avuto occasione in futuro, ne ero certo. Si vedeva dagli occhi, da come si muoveva,e da come sussurrava che le piaceva il mio trattamento. La feci girare di nuovo e la feci inginocchiare per riprendere il pompino interrotto poco prima mentre con la sua digitale facevo quelle poche foto che mi aveva chiesto il marito.......CORNUTO. Purtroppo lo spazio angusto ed il fatto che essendo la prima volta volevo dedicarmi a lei mi evitò di fare tanti scatti come magari il CUCK avrebbe voluto. Ma in quel momento non me ne fregava assolutamente niente di quello che voleva lui, ora c'eravamo solo io e quella PUTTANA di sua moglie nei cessi di un autogrill col rischio di essere scoperti, visti, sentiti................ECCITANTISSIMO. Poco dopo sentii il piacere salire ed allora feci capire chiaramente alla BOCCHINARA che le stavo per sborrare in bocca. Un fiume di latte di cazzo le rovesciai dentro le labbra e lei senza staccarsi aspettò, continuando a pompare, che finissi di eruttarle in bocca. Finito dal basso mi guardò con occhi di fuoco, si alzò e venne a baciarmi con ancora la mia sborrata intonsa dentro le labbra. Ci scambiammo un profondissimo bacio ed a quel punto...la STRONZA, apri le sue labbra facendo uscire la sborra che andò a cadermi tutta sopra la mia T-shirt. Imprecai e lei guardandomi con gli occhi scintillanti per la soddisfazione mi sussurrò:”Basta un po' d'acqua e va via tutto”. Ci rassettammo e ci pulimmo con delle salviette umidificate e ci preparammo ad uscire. Aprii la porta con circospezione controllando che non ci fosse nessuno ne li dentro ne nel corridoio perché certamente se qualcuno l'avesse vista uscire, così bella, dal bagno degli uomini qualche domanda se la sarebbe posta. Era tutto a posto e la feci sgattaiolare fuori. Appena uscita mi apprestai a passare l'acqua sopra la maglietta sborrata e mi ritrovai con un uomo che era uscito dalla cabina del cesso accanto alla nostra con l'apertura della porta rivolta a poter vedere chi usciva dalla nostra posizione. Che si fosse appostato per vedere chi usciva dalla nostra porta? Mha.... Certamente se così fosse sono stato molto invidiato. Uscii e mi presi un caffè al bar pensando che lei se ne fosse ormai andata, ma invece quando fui all'esterno la trovai li fuori intenta a scrivere come l'avevo vista all'inizio. Stava sicuramente messaggiando al CORNUTO raccontandogli l'accaduto, cosa che feci immediatamente pure io. Glielo dovevamo.................per contratto. Quando se ne andò la vidi nella sua auto passarmi davanti lentamente e mandandarmi un bacio con la mano in segno di gradimento. Ne fui felice. Il giorno dopo il marito mi scrisse dicendomi che la sera a cena avevano parlato dell'accaduto e l'eccitazione tra loro era esplosa finendo il gioco sessuale godendo con una mega inculata che lei chiese al marito dicendogli:”Dai finisci il lavoro che non ha finito quel porco...INCULAMI!!” Che STRONZA !!
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13 years ago
Rudy3Master,
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Il permesso di essere troia
Appena la porta della sala operatoria si apre scatto in piedi. Disteso sulla lettiga, c’è mio marito Paolo, che è stato sottoposto a un intervento di fimosi. Siamo sposati da venticinque anni, con una figlia gia grande in giro per il mondo, quando circa sei mesi fa lui ha cominciato ad avere sempre più difficoltà, durante l’erezione a scappellare il membro. Col passare del tempo il problema è sempre più aumentato. Circa un mese fa ha preso contatto, con un suo caro amico d’infanzia, Carlo, un bell’uomo della stessa età di mio marito, che di professione fa l’urologo. Paolo e lui, si conoscono dalle elementari, poi finiti gli studi, Paolo è ingegnere, mentre Carlo è andato all’estero per finire la specializzazione in urologia. Da circa tre anni è tornato nella nostra città e quando è stato informato da mio marito, si è subito offerto di risolvere il problema. La sera prima del ricovero, è venuto a cena da noi, lui scapolo, ha passato la serata parlare dei loro divertimenti con le ragazze, durante la gioventù. Ed io, contemporaneamente mi sono spesso sentita osservata, il suo sguardo è sempre discretamente scivolato addosso al mio corpo. Con il problema che ha Paolo, sono circa due mesi che non faccio sesso, quindi sentirmi il suo sguardo, che scrutava il mio corpo, mi ha fatto un certo effetto. In più c’è da aggiungere che ero vestita abbastanza leggera per il caldo, e la mia camicetta aveva due bottoni di troppo aperti, questo ha permesso a lui di insinuare più volte i suoi occhi dentro la mia scollatura. Ho anche avuto l’impressione che mio marito si sia accorto della cosa e che sembrava compiaciuto delle attenzioni che il suo amico mi rivolgeva. Portano mio marito dentro una camera, dove c’è solo lui, io mi avvicino e gli chiedo come va, com’è stato l’intervento, ma prima di Paolo le risposte le ho direttamente da lui che ha eseguito personalmente l’operazione. “Tranquilla, è andato tutto bene, ora dovrete avere un poco di pazienza e poi tornerà a farti divertire come prima.” Lo guardo, poi mi giro verso mio marito, i nostri occhi s’incrociano in uno sguardo ricco di significati per noi. Certo, non mi posso lamentare, ma dire che lui mi faceva divertire non è proprio la definizione corretta, al massimo sono arrivata qualche volta all’orgasmo, ma per il momento è un dettaglio secondario. Mi offro di passare la notte con lui, ma sia Paolo, che Carlo, insistono che ci sono delle bravissime infermiere che si prenderanno cura di lui. Carlo chiede se voglio andare a mangiare qualche cosa, ma io rifiuto. “ Sei stata tutto il giorno chiusa qua dentro, dai vai a cena con lui, io qui non ho bisogno di nulla e tu invece sei stanca e oggi non hai toccato cibo.” L’insistenza di mio marito finisce per convincermi. Usciamo insieme, “vuoi passare a casa per darti una rinfrescata?” mi chiede Carlo, io annuisco e poco dopo siamo a casa mia. Lui si siede sul divano, io mi faccio una doccia veloce, esco e vado in camera con solo l’accappatoio, cerco un vestito per la sera ma, resto indecisa, torno da lui, con, in mano due capi diversi, “preferisci che indossi questo o il completo?” gli chiedo ponendomi davanti con i due capi in mano vestita solo dell’accappatoio corto che tenendo le braccia alte mostra una buona porzione di coscia scoperta. Lui ammira le mie gambe, poi indica il vestito, mi giro torno in camera ma lascio volutamente la porta socchiusa. Sento i suoi passi avvicinarsi alla porta della camera, sicuramente mi osserva, io resto girata di spalle a lui, apro l’accappatoio, e nuda, incomincio a vestirmi. Mi eccita sapere che mi guarda, certo io non sono proprio una moglie fedelissima, nei passati anni ho tradito alcune volte mio marito. Alcuni anni fa trovai delle tracce di rossetto sul collo della, camicia di Paolo, da allora ogni tanto mi concedo un’avventura rapida e anonima, vado in un’altra città e mi faccio scopare da un perfetto sconosciuto, poi torno e tutto, torna nella normalità. In questi ultimi anni ho smesso di tradirlo, ma da un poco mi sono resa conto che dai discorsi che mio marito mi fa a lui certe idee trasgressive non dispiacciono, specie quando facciamo sesso. Anche le ultima volte mentre mi penetrava, dopo aver indugiato a lungo nei preliminari, lui mi ha ripetutamente chiesto di immaginare che in quel momento ci fosse un altro nel letto con noi. In principio mi dava fastidio, ma ho notato che lui si eccitava di più, e quindi l’ho assecondato, tenendo conto che lui non ha una grande dotazione, quando mi scopa, viene velocemente, con questo giochetto il suo cazzo tornava rapidamente eretto e lui continuava scoparmi portandomi anche all’orgasmo. Non essendo ancora estate, la sera è più fresco, quindi decido di indossare delle autoreggenti nere, lui mi osserva, ora lo vedo dal riflesso sullo specchio, io indosso le scarpe con il tacco alto e per ultimo il vestito, senza reggiseno ne mutandine. Quando chiudo la lampo posta dietro al vestito, senza voltarmi lo chiamo, ”mi aiuti con la lampo?” lui si avvicina in silenzio, afferra la stoffa e chiude la cerniera, appoggia le mani sulle spalle e mi guarda attraverso lo specchio,” sei molto bella.” Spingo indietro il mio corpo, sento un notevole bozzo appoggiarsi per alcuni secondi al mio fondo schiena, mi eccito subito, resto a guardarlo attraverso lo specchio. Lunghi interminabili secondi i nostri occhi si guardano, non seve altro, lui mi gira, le sue labbra incontrano le mie e si uniscono in un bacio furioso, la sua lingua entra prepotente in me, io la succhio, lui, mi strige a se. Tutto il desiderio represso di due mesi emerge prepotentemente, sono un fuoco che brucia, sento la mia passerina inumidirsi e colare allo stesso tempo. Le sue mani mi stanno spogliando rapidamente, mi ritrovo nuda con solo le calze. In preda a un desiderio erotico mi abbasso davanti a lui, la mia immagine e riflessa nello specchio, apro i suoi pantaloni, ed estraggo il suo membro. Duro, molto più grande di quello di mio marito, lo osservo, ne aspiro l’odore di maschio che mi eccita da morire, apro la bocca, e comincio a leccare il glande delicatamente……. Muhmmuhmmhumm……. Un lungo gemito esce dalle sue labbra, si spoglia e in un attimo ci distendiamo sul letto, rovesciati. Mentre continuo a leccare quel palo che mi sembra, crescere sempre di più lui insinua la sua lingua dentro le pieghe della mia vulva, si sofferma sul bottoncino, lo succhia, lo aspira e strige fra i denti….. siiiuiuummiiiii…. Gemo, piena di desiderio come sono, non gli ci vuole molto a farmi godere ……. Siiiiiii …. Vengoooo ….siiiii … daiii scopami……. Lui con calma mi rigira, e disteso sotto di me, mi fa impalare su di lui. Resto per un momento senza fiato …..oddio..….siiiiii….èèèè…..belllisisiiiimmooooo……VENGO!.... veNGooo!!!!! ….SIiiiiiiiii…….. scossa da uno sconvolgente orgasmo mi distendo su di lui che mi lascia il tempo di rilassarmi. Poi mi afferra e gira di lato, solleva la mia gamba sinistra su di lui e incomincia a limare il suo palo dentro e fuori di me. Mi spinge dentro il suo cazzo in maniera lenta e continua lo sento sempre più in profondità, la mia vulva si apre e chiude al suo passaggio aspirandolo in maniera tale che ho la sensazione di mungerlo. Il canale vaginale ed i muscoli pelvici hanno preso a contrarsi e rilassarsi stringendo e allentando la presa sul pene, mi sembrava che stesse entrando sempre più dentro di me. ……. Siiii… daiiiii… sbattimiiiii… siiii …. Vengooooo ….. l’ennesimo orgasmo è il segnale per lui che è giunto il momento di godere, lo sento aumentare e poi esplode… siiiiii ….eccomiii …. tieniii… sboroooooo….. s’immobilizza dentro di me mi scarica dentro una quantità industriale di liquido bollente. Scossa dal piacere mi stacco da lui, mi abbasso e prendo in bocca il suo membro appena uscito da dentro la mia vulva che ora cola dei suoi umori. Lo infilo in gola, lo succhio, mi fa morire di piacere sentire lui che mi rigira di nuovo, affonda due dita dentro la mia fica ed estrae il seme che vi ha schizzato e incomincia lubrificarmi il forellino anale. Succhio con passione il suo cazzo che rimane duro, e teso, lui intanto ha provveduto, a prepararmi dietro, quando mi rigira, non ho dubbi su dove vuole infilare il suo durissimo palo. Sento la grossa cappella spingersi dentro il retto, resto immobile per agevolare l’inculata. Non ho usato di recente questo foro, solo prima di sposarmi mi facevo sbattere il cazzo in culo per restare vergine per il matrimonio, e mi piaceva moltissimo, Piero non ne era un grande estimatore, lui preferiva schizzarmi davanti. Godo, sento tutti il cazzo dentro, e godo, lui mi pompa con forza e impeto … siii… tieni troia…. Senti come ti sfondo il culo…. Sei una troia….. mi pompa fortissimo, lo incito, ….. siiiii… daiiiiii… spaccami il culoooo…siiii vengooo …daiiii…siiii …VENGOOOOoooo…siii… il primo orgasmo anale, che non provavo da tempo mi scuote più e meglio di tutti quelli avuti prima. Tremo scossa dal piacere, lo incito ancora, …diii più fortee…… daiii che vengo… daiiiiiiii…siiiii eccomiiiii ssiii …. GODOOoooo!!! …. Scossa da un fortissimo orgasmo contraggo i muscoli anali e lui non resiste, lo sento infilarsi sempre più velocemente in me …siiii troia..siiiii …eccomi….siiii…senti come ti sfondoooo… sborroooo!!!!!..... sento un calore intenso inondare il mio retto. Sfiniti, restiamo distesi, poi io mi separo da lui, mi giro e lo guardo in faccia, “grazie, sei stato fantastico, ne avevo un disperato bisogno.” Lui mi sorride, “lo sapevo, era la preoccupazione maggiore di Paolo.” “Mi ha fatto promettere che mi sarei occupato di te durante tutta la convalescenza, quindi ora facciamo una doccia insieme poi andiamo a cena.” Lo guardo stupita, cerco di capire e lui intuisce la mia perplessità. “Da quando sono tornato, io e tuo marito siamo tornati, ai vecchi sistemi che avevamo ben collaudato da ragazzi, una femmina scopata in due, lui abile linguista io più dotato, abbiamo fatto impazzire più di una femmina.” “Quando si è verificato il suo problema, mi ha chiesto di aiutarlo in tutto anche con te.” Ci facciamo la doccia insieme, poi andiamo a cena, ma al ritorno passiamo a casa sua, dove resto a dormire. L’alba ci sorprende ancora uno nelle braccia dell’altro, mi scopa con forza, godo meravigliosamente. Quando torno in clinica, con lui vado da Paolo, lui ci osserva, vedo il gesto d’intesa, sorrido, “dunque avevi progettato tutto, e se io non fossi stata d’accordo?” loro si guardano, poi Paolo ride, “no, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto, e poi in passato ti ho visto una volta fare la troia con tipo della sua corporatura. Tu non mi hai visto per il semplice motivo che io stavo scopando nello stesso alberghetto dove sei entrata tu. Se vuoi, in questo periodo che io non sono operativo puoi fare quello che ti pare, ma se scopi con lui soltanto te ne sarei grata, considerando che io da quella volta ho smesso di avere altre troie.” Rifletto un momento, “accetto, ma a una sola condizione, che appena il tuo funziona, mi prendete in due, muoio dalla voglia di sentire due dentro di me, altrimenti, poi che mi hai appena concesso il permesso di essere troia mi vado a cercare due maschioni che mi sbattono.” Loro si guardano e sorridono, “se per il momento ti accontento io, bene, altrimenti, provvederò, a trovare un valido aiuto fin quando lui non si sarà rimesso,” dice Carlo. Io abbraccio mio marito, lo bacio, e rivolta a loro aggiungo: “ si mi vai bene, ma se ne hai un terzo, tienilo in caldo, sai mi potrebbe venire il desiderio che dopo aver provato due, potrei anche fare tre.” Ci mettiamo a ridere, loro mi baciano e io sono felice, ho il permesso di essere troia e questo mi eccita tanto.
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13 years ago
admin, 75
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Una amica ai tempi della scuola - seconda parte
Fino a che il mio dito arriva a entrare sotto il perizoma e va sul buco del culo.... liscio senza peli...godo già solo a sentirlo lindo ..senza peli...lei mi ferma la mano...io la ritraggo e metto l'altra bagnata dalla saliva davanti entrando fino all'altezza del punto "G" girandola di spalle in modo che sono dietro di lei..e inizio a sditalinarla lei si dimena..ma io continuo sia a baciarla e leccarla sia a sditalinarla..a un certo punto la mano invece che fermarmi mi aiuta a scendere e la sento più calda...come se si fosse già bagnata...infatti arrivo più in basso ed è già un lago in piena... meglio entro senza problemi ....e inserisco indice e medio nel pertugio bagnato e continuo il massaggio fino a che inizia proprio ad ansimare. Allora porto su e giù anche la seconda mano per esplorarla meglio e a un certo punto stufo di lottare con questi jeans con il bottone già aperto...tiro giù la piccola zip e con le due mani prendo ai fianchi e tiro giù sia jeans che perizoma lasciandola nuda....con la lingua inizio a leccarla prima sul culo e poi piano piano sull'ano e in mezzo tra ano e vagina...sputo un pò di saliva e continuo a sditalinarla con le mani...oramai è già venuta...e sembra già in parte soddisfatta...forse ha già passato il rimorso di aver tradito il suo compagno/marito...i jeans cadono all'altezza delle caviglie e cerco di togliere almeno da un piede in modo da poterla aprire a compasso...si lascia togliere la gamba destra e si gira...la lecco e bacio e passivamente si lascia succhiare, mordichiare e leccare il clitoride...salgo e la bacio in modo che anche lei assaggi il suo liquido....con il pacco gonfio come non mai mi slaccio i pantaloni e tiro fuori il regalo visto che lei partecipa ma in modo passivo...salgo con le mani e dopo un bacio profondo e umido la prendo per le spalle e la spingo verso il mio pene... lei scende con poca resistenza e poi lo prende prima in mano e me lo segheggia ma poi lo porta verso la bocca ...inizia a baciarlo a lato e poi a dare qualche lecccatina, bacia le palle e vede che sono tutto rasato.....poi lo prende tutto in bocca prima la cappella e poi piano piano parte del mio membro e inzia a spompinarmi....sente che è turgido e che se continua così vengo nel giro di pochi minuti allora si ferma e poi lecca e poi si poggia con la bocca ciucciando solo la cappella...sale e mi bacia mentre io.. con la mano continuo ad accarezzarla sul culo e sul clitoride e con la punta del dito la massaggio...alza la gamba e con la mano sul mio pene la indirizza verso la vagina lo inserisco piano piano e lentamente entro...mi dice fai piano è grosso...e io annuisco continuando a penetrarla...dopo la prendo a cavalcioni e me la porto a terra ha le coscie contro il petto e la sento profondamente. Dopo un pò di tempo non so quanto ...quando sto per venire glielo dico e lei mi dice continua continua non ti fermare tanto prendo la pillola....e allora schizzo tutto dentro...e ci rimango fino a che rimane duro...continuano ad andare avanti e indietro...Alla fine mi tolgo e mi affianco a lei....soddisfatto del "primo round"....La vedo nuda stesa con ancora i capezzoli duri ...bellissima...inizio nuovamente a baciarla sia sulla bocca che sul seno fino alla vagina e risalgo....oramai si è stabilito quel sottile filo della complicità.... Parliamo, parliamo....e intanto io continuo a massaggirla.... vorrei fare la seconda esperienza..e sopratutto mi piacerebbe anche prenderla analmente visto che lì è tutto a posto e depilato molto bene... mentre scendo verso la vagina la giro e la lecco subito nel buco del culo e poi inserisco un dito leccandole la figa....lei dice.. no li no..dai..la ciuccio e la passo con le dita nuovamente davanti ma il dito dietro proprio non lo gradisce...mi dice....no guarda ho mai provato e poi mi hanno detto delle amiche che è doloroso !!! Ne parliamo per un bel pò anche se io continuo con la mano a massaggiare il posteriore e cerco di stimolarla per arrivare a un secondo rapporto...senza insistere inizia a succhiarlo e poi si mette sopra di me..ma a me come posizione non piace molto...nel giro di poco la rigiro...e dopo alcuni colpi in posizione da missionario mi tolgo e la giro di spalle...e la prendo da dietro sempre nella vagina...e lascio scivolare della saliva sul buco del culo e dopo un pò inserisco il mio dito pollice nel culo lentamente sempre scopandola...lei....no dai..mi fai male...l'ho posizionata distesa con le ginocchia sulle spalle in modo che sia in parte pronta...tolgo il dito e il cazzo e metto il pollice nella figa..così di bagna e poi lo rimetto nel culo....reinserisco il cazzo che è sempre più eccitato pensando di entrare nel culetto ....e continuo a sbatterla...tolgo il pollice e metto l'altro....fino a che lo metto dentro tutto...lo giro e rigiro dentro e poi metto prima uno e poi anche l'altro...e inizio ad allargare l'anello ...lei si muove ma oramai ha già la strada segnata e sa già che verrà impalata....credo comunque che non abbia fatto molta resistenza anche perchè l'ho fatto con molta delicatezza e lentamente con molta calma...dimenticavo di dirvi che poi ho anche preso dal borsello un gel di una nota marca e ne ho messo parecchio dentro...a un certo punto scivolavano bene le dita ....tolgo il pene dalla vagina...e con le dita medio e indice inserisco meglio nel buco del culo e l'altra mano tintilla il clitoride...oramai è rilassata anche se le dò alcuni schiaffetti sul culo per far si che non sia rigida al momento della penetrazione..la metto sul lato e da dietro inizio a puntare con il pene sul buco del culo...lei...no dai...no...al primo colpo penso di essere entrato in culo invece sono entrato davanti....dò alcuni colpi e poi lo tolgo e ripunto sul buco e piano piano entro...lei...ahi...mi fa male...le prendo la mano e le faccio allargare il culo almeno con una mano....tolgo e bagno sia il buco che il mio pene con altro gel ..lo faccio penetrare con il dito e poi riprendo...punto la cappella e dopo spingo fino a che sento di aver passato l'anello...sento che sta provando piacere e dolore insieme......spingo lentamente, metto altro gel e inizio a stantuffarla.. usando la mano davanti sul suo clitoride...oramai è fatta e lei sembra godere....quando oramai è rilassata e aperta...passo alternativamente davanti e dietro....fino a quando lei oramai sfatta mi dice...dai vieni... su...la tiro sulle ginocchia per terra a modi "pecora" le inarco la schiena e dopo averla nuovamente stantuffata a dovere vengo nel suo culo....sentendo il cazzo risucchiare tutto... bellissimo.. mi tolgo e le bacio un pò ovunque...Stesi a terra...parliamo un pò di tutto e continuo a toccarla nelle parti intime... con le mani poi le apro da dietro il culo per vedere finalmente la rosa che si forma..... chiedo poi ma... è così doloroso....e lei... anche se per alcuni giorni avrò male..ne è valsa la pena....mai goduto così intensamente e a fondo.... Spero di incontrarla nuovamente per continuare a giocare senza impegno...come in questo giorno bellissimo.... So che lei ha goduto molto e rivestendosi la vedevo molto soddisfatta e anche io....e questo è la cosa che mi è piaciuta di più... Baci.
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13 years ago
marcoprivate336018, 40
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.....la neve
.......la neve di quell'anno impediva il rientro a casa ,così trovai un'area di servizio con bar..un caffè x riscaldare il mio animo, e poi un po di meritato riposo. fuori il freddo si faceva sempre più intenso e il cielo era rosso come la voglia che saliva dentro di me.... così io e maria rientrammo nel mio grosso camion,chiudemmo le tendine e cominciammo a scaldarci sotto un caldo piumone.....maria così cominciò a toccarmi e piano piano scese sempre di più verso il mio pene e con abile lingua inizio a farmi il paradiso....fino a che non resistetti più e la presi x le sue chiome la girai e con la lingua le comprimevo il suo ano.....ad un certo punto sentiamo bussare, preoccupati cerchiamo velocemente di rivestirci....apro una tendina e vediamo un ragazzo che ci chiede se potevamo aiutarlo ...così un po scazzato scendo liberiamo la macchina in panne (dopo ben mezz'ora) eravamo congelati così dato che c'era molto freddo l'invito a riscaldarci tutti insieme da me dato che di posto ne avevamo in abbondanza...quindi roby e claudia si accomodano da noi e tra una chiacchiera e l'altra l'odore di sesso che emanava l'abitacolo si faceva sempre più denso a tal punto che maria invogliata bacia di colpo claudia che presa alla sprovvista e dalla situazione si lascia completamente andare...dopo ben 10 minuti eravamo tutti nudi sotto il piumone a giocare come matti e l'aria vogliosa che si respirava era al quanto meravigliosa!!! non dimenticherò mai quella sera così splendida.
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13 years ago
admin, 75
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History of violence 2
Sono due giorni che ripenso a quanto mi e' accaduto, all'assurda violenza sessuale subita da parte di Sergio. Quella sera sono tornata a casa in stato confusionale, ho cenato con i miei cercando di dissimulare il mio turbamento. Sulle prime ho anche pensato di andare alla polizia a sporgere denuncia contro Sergio, poi ho riflettuto: la cosa si sarebbe inevitabilmente risaputa. E se succedesse un fatto grave? E quali conseguenze poi avrebbe sul nostro rapporto questo episodio? Tra due mesi devo sposarmi, e' gia' tutto pronto, tutto fissato: ristorante, partecipazioni, lista di nozze, viaggio prenotato. A quale scopo creare un terremoto devastante per una cosa che non avra' seguito ne' conseguenze sul mio futuro e sulla mia felicita' matrimoniale? Certo, lo scopo sarebbe punire quel bastardo con una bella condanna penale, che ci starebbe tutta. Ma c'e' anche una parte oscura che si muove dentro di me, un pensiero fisso contro cui combatto con tutte le mie forze. Non solo alla fine della violenza ho provato un piacere sfrenato nel subire quello che ho subito, ma ho anche sperimentato una sorta di appagamento istintivo che non riesco a spiegarmi. E' questo appagamento che, nel profondo di me stessa, non mi permette di avercela con Sergio e di odiarlo con tutta me stessa. Galleggio mentalmente, incapace di valutare appieno le mie stesse sensazioni. Mi dico che devo dimenticare, che devo impegnarmi nel seppellire dentro me stessa questa finestra oscura che per un attimo si e' spalancata. E' l'unica cosa da fare. Ma arriva il terzo giorno, e la violenza torna a bussare alla mia porta. Sono al lavoro, in pausa pranzo, sto alla tavola calda con i colleghi, il cellulare squilla. Guardo il display, riconosco il numero. Mi cala un velo sugli occhi, il cuore mi batte impazzito. Poi mi sale il sangue al cervello, mi alzo sotto gli sguardi incuriositi dei colleghi, esco dal locale. -"Pronto, chi e'?". Ma so benissimo chi e'. -"Ciao bella Franceschina, come ti va la vita?". Ironia sferzante nella voce di Sergio. -"Brutto.... bastardo...." le parole mi escono strozzate dalla gola. "...come osi... come puoi pensare di chiamarmi?" Sergio si mette a ridere apertamente. -"Ma come 'brutto bastardo', dolcezza mia? Ma se nessuno ti ha mai fatto divertire tanto in vita tua come l'altro giorno, io mi aspetto almeno un ringraziamento!!!" La rabbia mi pervade. Bluffo, voglio gelarlo. "Aspettati invece una bella visitina di una volante, proprio stamattina sono stata in questura a denunciarti". Il bluff non sembra riuscire. Sergio continua a ridere. -"Come no, gli diciamo tutto al tuo futuro maritino su quanto ti ho fatto godere, cosi' magari impara qualcosa di importante su di te?". Non riesco a capire se e' davvero tranquillo o finge. Comunque e' un confronto verbale nel quale posso solo soccombere, decido di chiudere sperando di mettergli addosso almeno un po' di fifa. "Non al mio uomo, ma al magistrato dovrai dire molte cose. E ora vai a farti fottere!!!". Chiudo la comunicazione. Tremo dal nervosimo, devo aspettare due minuti e respirare profondamente per calmarmi prima di tornare al tavolo. Rientro, mi siedo. Arriva un sms. E' lui. Leggo. "Stasera controlla la posta sul pc, amore". Riecco la sensazione di gelo. Che significa questo sms? Passo il pomeriggio inquieta, non riesco a togliermi dalla mente quella frase. Arrivano le 18, torno a casa. Faccio delle piccole commissioni, poi entro in casa che mamma ha gia' preparato la cena. Mi rilasso chiacchierando a tavola con i miei, sparecchio, lavo i piatti. E vado al computer. Apro la posta, cinque nuovi messaggi, ed uno dal bastardo. Lo apro. "Ci vediamo domani alle 18.15 al bar sotto il tuo ufficio, l'email del tuo cervo e' rodolfo.*****@g*ail.com, giusto?". Leggo e rileggo il messaggio senza capire. Poi vedo l'allegato. Lo clicco. Sara' un virus? No, si chiama 32420238.avi... dev'essere un file video... Parte il lettore multimediale. Mi sento letteralmente morire quando le prime immagini scorrono sullo schermo. I gemiti del film invadono la stanza. Presa dal panico spengo gli altoparlanti prima che i miei sentano. Ci sono io in quel film. Ci sono io che sto sotto Sergio nella sua macchina. 52 atroci secondi di filmato in cui Sergio si vede di spalle, ma il mio viso si vede perfettamente, nitidissimo. Sullo schermo godo inequivocabilmente mentre lui mi monta ed io gli artiglio la schiena attirandolo contro di me e lo incito a farlo ancora. Riascolto le parole da me pronunciate: "Si, si, dai... ancora...". Mi prende una nausea improvvisa, faccio appena in tempo a correre in bagno e piegarmi sul wc rigettando con pochi profondi conati tutta la cena. Una telecamera nascosta nella macchina ha ripreso tutto, audio compreso. Mi sento perduta ed inizio a a piangere senza riuscire a fermarmi. Chiudo a chiave la porta della mia camera pregando che a nessuno venga voglia di fare due chiacchiere serali. Com'e' possibile che mi stia accadendo questo? Perche' proprio a me? Cosa devo fare? Come fa Sergio ad avere il mio cellulare, la mia email, l'email di Rodolfo e chissa' cos'altro? E, soprattutto, come posso uscire da questo incubo? Il giorno dopo. Ecco le 17.55, sto in ufficio, tra pochi minuti scendo e me lo trovero' davanti. Sono stanca e disfatta, la notte quasi insonne non mi ha portato alcun consiglio su come risolvere la situazione. Non ho nessuno con cui confidarmi. Scendo in ascensore, saluto distrattamente i colleghi, mi dirigo al bar. Eccolo. Mi squadra sogghignando leggermente. -"Cosa vuoi da me?" lo apostrofo livida in volto. -"Tesoro, voglio un sacco cose da te, ma tutte belle... ma dai che sto scherzando, guarda ti ho portato un regalino". Mi porge un pacco, non lo prendo. -"Deve finire qua, Sergio, e se tu fai qualcosa per danneggiarmi ti giuro che la pagherai cara". -"Danneggiarti? Tesoro, ma io voglio solo farti felice". Improvvisamente il viso di Sergio perde la maschera untuosa e falsamente compiacente per assumere un'espressione cattiva, quasi feroce. -"Adesso la pianti con queste stronzate, ti prendi sto ca**o di regalo, vai a casa, ti fai una doccia, lo indossi e stasera esci con me, altrimenti quel video domattina stara' su *ouporn e il link al video dentro tutte le caselle di posta di amici, parenti e colleghi. E non sperare che la polizia postale possa risalire a me, ho mille modi per farla franca. Tutto chiaro, baby? Alle 21.30 sotto casa tua, e vestita bene". Mi sbatte la scatola in mano, si volta e se ne va. Torno a casa in preda all'angoscia. Sento che se non faccio quello che vuole questo disgraziato e' capacissimo di porre in atto la minaccia. Non posso neanche immaginare che qualcuno veda quel video, ne avrei la vita distrutta. Mio padre, Rodolfo, amici, colleghi... Scarto il pacco, apro la scatola di cartone pressato. Dentro c'e' un abito nero elasticizzato ed un completo di intimo da donna, entrambi di ottima fattura. Mai indossato roba di questo genere, normalmente quando voglio esagerare e far eccitare Rodolfo indosso slippini trasparenti... Sono le 21.00, ho appena avvisato mamma e papa' che stasera esco, non mi hanno chiesto con chi e dove vado, lo danno per scontato. Chiamo Rodolfo per evitare che sia lui a chiamare a casa magari dopo che sono uscita. "Amore, ci pensi che tra cinquantotto giorni saremo marito e moglie?" e' la frase con cui il mio dolce fidanzato conclude la telefonata e mi augura una tenera buonanotte. Mi infilo le calze autoreggenti a rete, poi gli slip trasparenti davanti ed inesistenti dietro, solo un filo che mi passa tra le natiche. Sopra l'abitino, un tubino corto aderente che mette in evidenza gambe e stacco di coscia. Ho delle scarpe di vernice a tacco sufficientemente alto, le uniche con cui non sarei ridicola con questo vestito. Mi guardo allo specchio che mi restituisce un'immagine inedita di me stessa: sono indubitabilmente bella ed attraente. Quella patina di insignificanza che mi sono sempre sentita un po' cucita addosso non esiste piu'. Mi giro, le natiche tonde ed aggraziate risaltano. Levo le scarpe e le metto in una busta, metto dei mocassini per ingannare i miei, sopra un cappotto per nascondere la mia tenuta. Esco di casa con il cuore in gola, in ascensore levo i mocassini e rimetto le scarpe di vernice. Esco dal portone, sono le 21.30. Sergio e' li, nel suo macchinone. Scende, mi apre lo sportello sogghignando. Non dice nulla. Mi siedo, lui fa il giro della macchina e si mette alla guida. partiamo in silenzio. Lui scosta i lembi del cappotto e mi scopre le gambe avvolte dalle autoreggenti a rete. -"Ahhh lo vedi che splendore che sei, altro che quegli stracci da suora che metti sempre te". Non ribatto nulla, rimango chiusa nel mio mutismo. Mi aspetto che lui mi porti a casa sua, invece punta verso il centro. Sergio mi conduce in un elegante wine-bar seminterrato vicino Campo de' Fiori. Entriamo. L'ambiente e' in penombra, musica di sottofondo. Il gestore vede Sergio e viene a salutarlo, grandi pacche sulla schiena, poi si rivolge a me, riempiendomi di complimenti. Ci sediamo ad un tavolo, arrivano subito due margarita. Sergio parla del piu' e del meno, mi guarda ammirato, in lui non sembra esserci traccia ne' del sarcastico bastardo ne' della persona sinistra di oggi pomeriggio. E' quasi distaccato. Arriva un secondo margarita, poi il gestore viene al nostro tavolo insieme ad una bella donna sulla trentina, si siedono con noi, chiacchieriamo. L'atmosfera dl locale e' gradevole, alle lunghe finisco per sentirmi abbastanza a mio agio. Cerco di prendere la cosa nel modo migliore ed esco dal mutismo in cui mi ero rinchiusa. Dopo il secondo margarita arriva un cuba libre molto carico. Dopo la tequila quindi ecco il rum. Sorseggio e rido alle battute di Enzo, il gestore. Piano piano Sergio mi si avvicina, sento la sua mano sulla coscia. L'alcool e l'ambiente disinvolto hanno un effetto disinibitore e la situazione non mi pare piu' cosi' tremenda e negativa. Odio me stessa con tutte le mie forze rendendomi conto che la mano di Sergio che mi accarezza le cosce non mi dispiace affatto. La testa mi gira, la mano di Sergio lavora sotto il tavolo e si insinua prepotente sotto la gonna, mentre lui continua a discorrere ridendo con i suoi amici come se niente fosse. Mi rendo conto di avere la fica gia' completamente bagnata, scatta lo stesso oscuro meccanismo dell'altra volta in macchina, penso una cosa ma ne provo un'altra. Sergio improvvisamente interrompe un panegirico di Enzo chiedendogli del "bunker". Enzo continua a sorridere e gli risponde che il bunker e' sempre in regola. Non capisco di che parlano, l'altra ragazza ride. Ridendo anch'io chiedo cos'e' il bunker, allora Enzo invita Sergio a mostrarmelo. Sergio si alza, mi prende per mano e mi guida attraverso il locale. Sono le 23 passate e c'e' parecchia gente che beve, chiacchiera ed ascolta musica. Arriviamo ad un porta in fondo al locale a fianco della toilette. C'e' una scala che sale, ci chiudiamo la porta alle spalle. Sergio mi assale letteralmente sugi scalini, mi schiaccia contro il muro, le sue mani fanno risalire il vestitino, la sua lingua invade la mia bocca. Ma ormai e' una cosa che desidero anche io ed alla quale non ha senso resistere, non in questa situazione. Rispondo al bacio, lo abbraccio, lascio che le sue mani esplorino il mio corpo. Sergio quasi rantola di desiderio, mi soffoca, mi morde. Mi sento costretta a compiacere il suo desiderio selvaggio ed animalesco, mi sento bella, mi sento desiderabile come non lo sono mai stata. Le sue mani mi artigliano le natiche, sospiro di piacere. Mi solleva letteralmente con la sua forza insospettabile, sale i gradini, arriviamo ad un pianerottolo, c'e' una porta. Sergio la apre ed entriamo avvinghiati. Le scale squallide non lasciavano presagire l'ambientino squisito in cui ci troviamo. Velluto rosso alle pareti, moquette soffice, un grande ed elegante letto con uno specchio per soffitto, luce soffusa, musica di sottofondo, candele accese... E' un'alcova raffinata. Ma notero' meglio dopo questi particolari, adesso penso solo a fronteggiare l'assalto di Sergio. Mi si butta addosso, l'abitino risale sui fianchi le sue mani nelle mie mutandine, le sue dita si insinuano tra le labbra della mia fica ormai umide di nettare. -"Senti la mia puttanella quant'e' bagnata..." sospira sottovoce Sergio. Poi mi strappa letteralmente il vestito di dosso, con uno strattone fa saltare le mutandine, una spinta e finisco sul letto. Non faccio in tempo ad assestarmi che lui mi e' addosso, i pantaloni sbottonati. Apro le cosce per accoglierlo, il suo cazzo gia' svetta in completa erezione. La penetrazioe e' immediata e brutale. E paradisiaca. Inizio a godere sfrenatamente per quel trattamento. Sergio mi martella con una foga, una velocita' ed un'animalita' straordinarie. Mi avvinghio a lui e rispondo altrettanto animalescamente. Gli mordo le labbra, gli graffio il collo, gemo come una cagnolina in calore. Mi sento splendidamente troia per la prima volta in vita mia. Il ricatto, i problemi, le paure vengono spazzate via. Rodolfo, il mio imminente matrimonio, la mia vita fanno parte di una realta' sfocata con ha ben pochi rapporti con l'attimo presente. Sto godendo come non avrei mai ritenuto possibile godere, sto nel posto giusto, nel momento giusto, sotto l'uomo giusto. Sergio inizia a sudare copiosamente ed anche io. Si toglie di dosso, finiamo di spogliarci. Io mi libero del reggitette rimanendo con le sole autoreggenti, lui toglie pantaloni, camicia e maglietta, scarpe e calzini. Io sono seduta sul letto, lui mi si avvicina. Il suo cazzo vicino al mio viso. Non mi faccio pregare. Glielo prendo in bocca avidamente, con una mano gli massaggio le palle. Mi ordina di sputargli sulla cappella e di leccare la mia saliva. Mi ordina di leccargli le palle e di prendergliele in bocca. eseguo con la massima naturalezza. -"Guarda che troia che sei..." mi sferza lui. "Ti sposi tra due mesi, vero?" Non rispondo, continuo a ciucciargli il cazzo. Lui si sposta lateralmente e con una mano prende a sditalinarmi con energia. -"Quel fesso che ti sposi ti fa godere cosi', Franceschina?" Lui mi provoca, ma la mia attenzione ora e' tutta sul godimento che le sue sditalinate ed il sapore forte del suo membro mi procurano, continuo a non rispondere. Sergio mi prende improvvisamente, mi fa mettere alla pecorina con il viso contro la spalliera del letto. Mi penetra in fica entrando come nel burro. Con le mani mi afferra per le spalle e mi costringe ad appoggiare la faccia sul piano del letto. Il mio bacino punta verso l'alto e si offre oscenamente alle voglie di quel bastardo che ne approfitta alla grande ed inizia a martellarmi. Con una mano mi sculaccia violentemente, con l'altra mi artiglia il collo premendolo contro il letto. Sono immobilizzata e costretta a subire i brutali affondi del suo membro. Passa non piu' di un minuto e sento l'orgasmo arrivare. Sergio mi sta aprendo in due, sta facendo di me quello che vuole. Quando lo supplico mentalmente di sbattermi ancora piu' forte e di farmi male lui improvvisamente si ferma ed esce. Mi volto perplessa e non credo a cio' che vedo. Enzo e' in piedi accanto al letto, ci guarda. E' nudo dalla vita in giu', con una mano si tiene il cazzo in erezione. Con l'altra una telecamera digitale, sta riprendendo tutto. Mi manca il respiro. Sergio mi scosta da me. Sono di nuovo totalmente spiazzata, la realta' mi pare quasi vacillare. _"Vai, Enzo, continua tu". Enzo sale sul letto, mi si avvicina da dietro. Le sue mani sui miei fianchi, poi sento il suo cazzo premere, non so difendermi, non so se voglio difendermi. E' un attimo, e' dentro di me. Non mi ribello, non ho piu' volonta'. Sergio ci riprende, Enzo mi scopa con colpi piu' lenti di quelli furibondi di Sergio ma sono piu' cadenzati, piu' profondi. La sua cappella mi scandaglia l'utero, inizio a godere nuovamente. -"Che bel fimetto che ti sto facendo, Franceschina". E incalza "Ti piace farti sbattere da due maschietti, vero?". Sergio va al mobile bar, versa una generosa dose di tequila in un bicchiere, torna da me e mi appoggia il bicchiere tra le labbra. Enzo mi prende per i fianchi e mi immobilizza fermandosi. Ho il suo cazzo completamente assestato nella passera. Rimane immobile mentre io trangugio la tequila, poi arriva un secondo bicchiere, mando giu' pure quello. La testa inizia a galleggiarmi, Enzo riprende a sbattermi alla pecorina, Sergio mi si mette davanti, mi porge il membro. Ora ho un cazzo in bocca ed uno in fica, proprio come accade nei film porno. Sergio continua a filmare tutto con la telecamera. -"Allora, ne viene un bel filmetto, sai? Lo sai che con questo sei proprio fregata? Lo hai capito che da ora in poi sarai la nostra puttana, vero? Sei la puttana mia e la puttana di Enzo". Questa frase che sottolinea la costrizione a cui sono sottoposta mi procura una scarica di piacere, adesso il cazzo di Enzo che si muove dentro di me mi procura stilettate sublimi. -"Allora, mi hai sentito, troia?". Sergio mi allunga uno schiaffetto secco sul viso per scuotermi. -"Si, ho sentito..." mormoro. -"Hai capito che d'ora in avanti sei la nostra zoccola e che dovrai soddisfarci quando lo vogliamo noi?" -"Si, ho capito..." -"E cosa hai capito? Dillo, voglio sentirlo" -"...che sono la vostra zoccola...". -"E ti piace essere la nostra puttana, vero?". Sono in deliquio, questo trattamento verbale unito ad Enzo che mi fotte divinamente alla pecorina mi stanno portando verso un orgasmo vulcanico. -"Si, mi piace". -"Cosa ti piace, troia, dillo". -"Mi piace essere la vostra troia". Sergio mi avvicina la telecamera al volto. -"Succhiami il cazzo, puttana". Eseguo mentre lui riprende in primo piano. -"Ora di' che ti piacciono i nostri cazzi!" -"Mi piacciono i vostri cazzi, si, mi piacciono tanto..." -"Meglio cosi', perche' d'ora in poi sei la nostra cagna, alla faccia di quel coglione che ti sposi". A quest'ultimo insulto precipito nel baratro di un orgasmo abissale. Enzo aumenta la frequenza della monta io inizio ad urlare senza ritegno mentre Sergio riprende tutto. L'orgasmo mi svuota letteralmente, Enzo esce da dentro di me appena in tempo per bersagliare il mio fondoschiena con un copioso getto di sperma caldo e denso. Rimango inebetita, quasi sull'orlo dell'incoscienza, prona sul letto, il culo scoperto, imbrattato della sborra di Enzo, ancora proteso alle voglie di quei due porci. Invece i due escono dalla stanza, rimango per circa cinque minuti da sola, nuda. Non penso a rivestirmi e a scappare, va bene cosi'. Mi rigiro, completamente stordita. Sergio trona improvvisamente, lo guardo languida. -"Andiamo a darti una lavata, forza." Mi conduce in un delizioso bagnetto ricavato dietro una porticina seminascosta. Entro nuda nella spaziosa cabina doccia, un delizioso getto di acqua calda mi investe. Sergio entra con me, nudo anche lui. Ci baciamo appassionatamente, lui mi spande la docciaschiuma su tutto il corpo, mi accarezza, mi lava con gesti energici e decisi. Adoro sentire il tocco delle sue mani. Gli prendo il cazzo in mano e lo meno dolcemente. Le sue dita si spostano dietro, iniziano a stimolarmi l'ano. Lo lascio fare, ma sono un po' inquieta, immaginando a cosa prelude quel gesto. Le dita insaponate si fanno facimente strada nel mio buchetto. Sono ancora vergine analmente, con Rodolfo ci abbiamo provato ma il mio dolore e la sua scarsa determinazione hanno prevalso. Sono ancora sufficientemente ubriaca da lasciare che Sergio faccia quello che vuole. Ho tre dita nel culo che mi slargano e mi dilatano con decisione ma senza brutalita', l'altra mano di Sergio mi stimola la fica. Sergio prende altro sapone liquido e me lo inserisce nel sedere, poi mi gira. Appoggio le mani al vetro della doccia, sento il suo cazzo premere dietro. In poche spinte la sua cappella e' dentro il mio culo, ma sento dolore. Lo prego di fare piano, lui si ferma, poi procede con spinte lente e quasi impercettibili, avanti ed indietro. Ora ho mezzo cazzo infilato dentro, lo scongiuro di non andare oltre, sto al limite della sopportazione. -"Vedrai come ti diventera' questo bel culetto, fra un po' di tempo avrai due fiche, tesoro, e godrai il doppio". Rimanendo quasi immobile dentro di me Sergio inizia a sditalinarmi sapientemente davanti. Riprende a farmi godere anche mentalmente. -"Allora con chi godi di piu', con me o con quel pirla del tuo fidanzato?" -"Con te...". -"E con Enzo, ti e' piaciuto farlo?" -"Si..." -"Te lo sei goduto il cazzone di Enzo, vero, troia?" -"Si... tanto.." -"Enzo vuole incontrati da sola, in settimana lo vieni a trovare, ok?" -"Si... va bene..." -"Ti vuole vestita da zoccola... minigonna, autoreggenti, niente mutandine. Venerdi' sera vieni qui al locale, bevete qualcosa, poi venite quassu' al bunker e passate la notte insieme, se posso vi raggiungo.". Ogni frase, ogni oscenita', ogni porcata che sento mi fa avvicinare sempre piu' all'orgasmo. -"Toccami, toccami, ti prego... e spingi di piu' ora..." sussurro. Sono completamente cotta, il dolore della dilatazione anale si fonde al piacere, Sergio spinge e me lo mette tutto dentro, il suo cazzo mi entra dentro fino alle palle. Esplode l'orgasmo, il secondo della serata. Sergio aspetta che la mia piena si esaurisca, poi con delicatezza esce da dentro di me. Mi fa inginocchiare Sotto il getto dell'acqua calda gli prendo il membro in bocca. Poche succhiate poi il sapore inconfondibile dello sperma mi invade la bocca. In parte deglutisco, in parte lascio defluire fuori. Sergio rantola scaricandomi in bocca tutto il suo piacere....
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13 years ago
fd5947,
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Last visit: 4 years ago
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Piu' che un racconto.................fantasia!!!
Nella penombra che avvolge la notte, ci ritroviamo io e te insieme ai nostri amici Marco e Lisa, in quel luogo che ripetevamo sempre nelle nostre fantasie, un boschetto alle pendici dell'Etna,la nostra montagna. Siamo solo noi quattro, avvolti nell'oscurita', e senza proferire parola Lei inizia a contorcersi e mimare uno spogliarello, e' brava Lisa!!! Noi ci godiamo per un po' lo spettacolo, quel corpo che si contorce e pian piano si spoglia dei vestiti, pochi in realta', a cominciare dalla camicetta, che vola in terra e si poggia sulle foglie!! In noi comincia il processo di eccitazione che quel corpo, con i suoi sinuosi movimenti, ha svegliato. Le mie mani cominciano a frugare nei tuoi vestiti, svelano il tuo seno, mentre tu sei eccitata dai movimenti di Lisa, non reagisci, ma acconsenti. Allora anche Marco si unisce in questa ricerca dei posti piu' reconditi del piacere, inizia a frugare sotto la tua gonna, trova la tua fica gia' grondante di piacere, nella quale infila prima uno e poi due dita, senza trovare la minima resistenza. A questo punto anche Lisa, si avvicina e comincia a frugare nei pantaloni prima di Marco e poi tira fuori anche il cazzo dai miei pantaloni, Lisa avvicina dolcemente la bocca al mio arnese gia' rosso per l'eccitazione , e con movimenti lenti e sensuali, comincia a leccare l'oggetto del suo desiderio. Tu nel frattempo ti occupi dell'uccello di Marco, anche lui gia' in tiro e desideroso di provare la tua lingua, che non si fa' attendere, vorace la tua bocca accoglie quel cazzo turgido e duro, lo ingoi fino alla gola, pensando di soffocare, riprendi i movimenti lenti lungo tutta l'asta, cosi come Lisa che nel frattempo si occupa di leccare anche i testicoli. Ho voglia di leccare la fica, di sentire gli umori di Lisa, cosi la distendo per terra e comincio a leccare , e' depilata, il clitoride svetta come una asta , lei gradisce i colpi della mia lingua che a tratti entra dentro come fosse un cazzo affamato, all'improvviso sento che qualcuno ha preso ad occuparsi del mio cazzo................e' mia moglie, mentre Marco si e' messo sopra a Lisa , porgendogli il suo arnese, e' un groviglio di corpi!! In un cenno d'intesa con Marco decidiamo che e' giunto il tempo di scopare le due signore a dovere, iniziamo dalla mia, lei si siede sul mio cazzo mentre Marco gli porge il suo che lei ingoio in bocca mentre io la stantuffo per bene!! Lisa non rimane a guardare e reclama la sua porzione di cazzo, quindi si ritrovano tutte e due a leccare quello di Marco. E' giunta l'ora di prendere insieme mia moglie , restia da sempre a concedere il suo secondo canale, Marco avvicina la cappella allo sfintere, dopo averlo lubrificato, lei ha un cenno di ribellione, ma Marco nn curante, affonda il cazzo, che aiutato dal lubrificante anale, agevola la penetrazione, comincia ad affondare prima piano per poi aumentare , all'inizio prova dolore, ma subito si trasforma in piacere, e' piena, ha due cazzi, uno nella fica e uno in culo, lo sognava ma aveva timore. Adesso sa' che nn deve. La montiamo per bene, scambiandoci le posizioni, finche' nn decidiamo che Lisa nn puo' piu' aspettare, e lei nn si fa' pregare, la monto prima io, poi insieme uno in fica e uno in culo, Lisa ama essere presa anche dietro. La stantuffiamo per bene, per un tempo che sembra interminabile, mentre mia moglie assume una posizione che gli permette di leccare entrambi i cazzi mentre sono fuori dai rispettivi buchi............e' un delirio di piacere. Sentiamo entrambi che e' giunta l'ora di una bella sborrata.................Lisa e mia moglie adorano la sborra , calda, appiccicosa, gli piace sentirla addosso, in gola..............nn le facciamo attendere, con un sussulto veniamo quasi all'unisono, le riempiamo di sborra, mia moglie beve quasi tutta la mia e Lisa fa' altrettanto con Marco...................siamo esausti ma felici, e' stata una bella notte..............ce ne saranno altre!!!! p.s. fantasia...............e la fantasia nn si corregge, cosi e' sgorgato e cosi rimane!!!
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13 years ago
admin, 75
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La clessidra
Trenta minuti. Solo trenta minuti! Guardando il proprio corpo riflesso nello specchio di quell’ufficio enorme, pensò che tutto il suo futuro dipendeva da quei trenta minuti: poi, guardò lui. Inutile pensare a come fosse finita in quel casino e inutile sperare di uscirne senza quei trenta minuti. Immaginò la fine sabbia dentro una clessidra e il lento passaggio della stessa da una parte all’altra. Cominciò a spogliarsi abbassando lo sguardo quando incrociò i suoi occhi: Maurizio la guardava intensamente ed era incuriosito di vedere fino a dove sarebbe arrivata la trentenne che aveva davanti. Pochi minuti prima che lei entrasse nel suo ufficio, Paolo, un suo carissimo amico, gli aveva mandato un sms: “ Sta arrivando una ragazza che mi deve molto e a cui ho chiesto una cosa particolare. Quando sarà lì non dire niente, lasciala fare, guardala e mandami degli sms su cosa sta combinando”. Era una richiesta strana, ma il suo amico era sempre stato strano e sapeva sempre quello che faceva, quindi aspettò gli eventi mentre lei, adesso era lì davanti a lui e si stava spogliando. “Che diavolo sta succedendo” pensò “ e chi cavolo è questa stupenda ragazza”. Restò in silenzio come promesso, l’unica cosa che fece fu di chiudere i pannelli elettrici dell’ufficio per isolare la stanza già ermetica per il resto. Guardò il vestito nero a tubino scivolare dolcemente per terra lasciandola in reggiseno e slip dello stesso colore. Quando la vide armeggiare sul reggiseno avrebbe voluto chiederle perché, ma resistette alla propria curiosità. Rimase conturbato nel vedere il contrasto dell’abbronzato contro il pallido chiarore del seno. Tutto sembrava un film irreale. Se era uno scherzo, era ben fatto, ma che senso aveva? Cercò d’incrociare i suoi occhi, ma inutilmente. Rimase silente a guardare le mani di lei accarezzare lo slip e spingerlo piano verso il pavimento. Non avrebbe voluto violarle con lo sguardo le intimità, ma non era una sua idea, quella ragazza stava facendo tutto da sola: neanche nelle sue fantasie più erotiche avrebbe mai immaginato tanto. Una volta, parlando con il suo amico, aveva accennato ad un suo desiderio erotico molto simile, ma mai avrebbe pensato si realizzasse. “Te l’immagini una strafica che viene nel mio ufficio e si spoglia per esaudire le mie voglie? Questo sì, che sarebbe un bel modo d’iniziare la giornata…”. Possibile che Paolo si ricordasse di quella frase? Maurizio era perplesso e nello stesso tempo sempre più eccitato; la ragazza si era appoggiata alla scrivania e aspettava. ”Alza la testa”le ordinò, dubbioso che lei lo facesse, invece, lei la alzò e aspettò con una domanda silenziosa nei suoi occhi verdi mare. ”Accarezzati.” Lisa era imbarazzata, sarebbe voluto scappare a milioni di chilometri di distanza, guardò l’orologio, le sembrava di essere dentro quella stanza da ore, invece, erano passati solo quattro minuti, ne rimanevano ventisei alla fine della sua agonia. ”Come mi devo accarezzare?” chiese tremando. ”Come una che si prepara a fare all’amore con il proprio uomo” Amore? Pensò lei Una parola più sbagliata non si poteva trovare in quel momento. Quello sconosciuto era nel posto giusto al momento sbagliato, ma lei non poteva dirlo, doveva solo ubbidire, era l’unico modo per salvare la propria attività e la propria famiglia da un fallimento sicuro. La sua famiglia era, in definitiva, solo suo padre, ma ne sarebbe morto di crepacuore se fosse successo, era una vita che aveva quella piccola impresa e lei aveva fatto investimenti sbagliati mettendone a rischio immediato la continuità. La conseguenza, per uscirne, era quello che stava praticando da qualche minuto. Da quel bastardo di Paolo si aspettava un’ulteriore richiesta di denaro, non certo quello che stava facendo adesso. Mentre le dita scivolavano piano sui seni per poi scendere tra le cosce strette, chiuse gli occhi per non guardarlo. Immaginò l’ultima volta che si era spogliata per un uomo, era stato molto tempo prima, tanto tempo prima, poi, aveva scelto di stare vicino a suo padre nell’azienda sacrificando la sua vita privata; gli unici due uomini che erano stati con lei, dentro di lei, l’avevano lasciata per futili motivi: Alla fine, si era convinta che fosse meglio così. I suoi ricordi gli esplosero in testa mentre accarezzava il suo pube glabro, istintivamente divaricò leggermente le cosce lasciando passare le dite affusolate oltre il monte di Venere sporgente. Ricordò le poche volte che nel buio della sua stanza s’accarezzava cercando il piacere, era raro, ma quando lo faceva, era veramente intenso. Adesso, in quel momento, si vergognò di sentirsi umida tra le strette labbra. Era strana quella situazione, mai avrebbe pensato che essere guardata, l’avrebbe eccitata, era una parte di lei che non conosceva, eppure aprì gli occhi, lui la stava ancora guardando, anzi, la stava mangiando con gli occhi, si ritrovò con le gambe ancora più aperte e si ascoltò parlare: ”Va bene così ?è quello che volevi?” ” Non so cosa volevo, sto decidendo sul momento, ma mi sembra che a te piaccia, visto che io non sono il tuo uomo: devo immaginare che lo fai per te stessa. “Che stronzo”, pensò Lisa “Sono qui a prostituirmi e mi prende anche in giro.” Mancavano ancora venti minuti ”Sei molto bella,” disse Maurizio, sia vestita che nuda. Perché fai questa teatrata? Intendiamoci, non mi dispiace affatto quello che vedo, ma preferirei fosse una donna che lo desidera, a proporre lo spettacolo “ Deficiente! Deficiente!!” Pensò di se stesso. “Non era riuscito a stare zitto come promesso. Lei lo guardò basita: possibile non sapesse niente? Possibile che anche lui fosse parte di un gioco ordito da quel bastardo di Paolo? Lo guardò meglio, notò subito l’eccitazione evidente nei calzoni e questo, tutto sommato, le dava anche soddisfazione, poi, salì con lo sguardo sul suo viso e vide che era all’incirca della sua età e suoi lineamenti erano anche belli. In un’altra situazione avrebbe potuto essere anche gradevole conoscerlo ”Cosa vuoi?” chiese Maurizio. ” Cosa voglio io? Ma mi prendi in giro? Già è difficile farlo, quindi, fai di me quello che vuoi per altri quindici minuti e poi sparisco per sempre dalla tua vita!” Maurizio la guardò divertito e nello stesso tempo irritato: quella pazza era arrivata lì nel suo ufficio, si era spogliata, si toccava davanti a lui e diceva che era a sua disposizione ancora per quindici minuti. Certo che quindici minuti erano pochi per tutto quello che avrebbe voluto lui… ”Perché hai smesso d’accarezzarti?” disse con la rabbia di chi non sa che fare. Lei lo guardò furiosa, nei suoi occhi passò un lampo d’odio, spinse le dita tra le labbra bagnate facendo sparire le unghie tra la tenera carne: “Se è questo che vuoi, eccoti accontentato.”pensò. Reclinò la testa all’indietro e chiuse gli occhi cercando l’immagine di un uomo che la portasse al suo piacere e rimase sconcertata quando nella sua mente apparve lui, lo sconosciuto che aveva davanti. Cercò di scacciare il suo presunto incubo, poi, si rassegnò e cercò di prendere il meglio da quella situazione, mancava ancora poco alla scadenza del saldo del debito. Maurizio prese una sedia e si sedette al centro della stanza, era sudato e tremava come un bambino, quella ragazza era entrata come un proiettile nella sua vita e doveva decidere cosa fare; erano rimasti solo dieci minuti a sentire quello che aveva detto e lui voleva conoscerla meglio. Guardava affascinato le lunghe dita giocare con il proprio corpo, si capiva che le piaceva, non vedeva sofferenza, né forzature, anzi… Lisa si accorse che l’orgasmo era vicino, avrebbe voluto fermarsi, ma, se poi quel ragazzo avesse detto a Paolo che non aveva fatto fino in fondo quello che le era stato richiesto? Cercò mille motivi per non fermare il suo piacere che cresceva e li accettò tutti. Maurizio vide il corpo di lei che sinuosamente seguiva le movenze delle dita, capì che stava per vedere il piacere di lei esplodere in quella stanza, trattenne il respiro per il desiderio e aspettò gli eventi. Era tanto che non vedeva una donna godere, esattamente da un anno, la sera prima che sua moglie avesse quell’incidente assurdo che l’aveva portata via da lui per sempre: giusto il giorno del suo compleanno… “Un anno di vita senza vita”pensò Maurizio si accorse che non aveva scritto niente al suo più caro amico, mandò veloce un sms proprio mentre lei esplodeva nel suo piacere “Ma chi è questo portento della natura?” Paolo sorrise leggendo il messaggio. “Questo, è il mio regalo per te. Auguri amico, è ora che ritorni a vivere.” Lisa era trafelata, aveva raggiunto un orgasmo incredibile davanti ad uno sconosciuto, cercò di ricomporsi mentre guardava l’orologio: il tempo era scaduto. Cominciò a vestirsi, quasi dispiaciuta. Lui aspettò che lei finisse di coprire il corpo, quando vide che stava per andare verso la porta le si parò davanti e allungò la mano: ”Piacere, Maurizio, è un modo insolito per conoscersi, ma, se lei è d’accordo, che ne dice di girare la clessidra e ripartire dall’inizio per vedere se sono capace di farglielo rifare senza costrizioni, magari perché sono diventato veramente il suo uomo?” Lisa guardò il ragazzo dagli occhi dolci, non era colpa sua se lei era lì e, a pensarci bene non le aveva neanche chiesto di godere, era stata lei che non si era fermata. Le venne da ridere per l’imbarazzo e la situazione grottesca. ”Piacere Lisa, di me conosce già molto, quello che ancora non sa, è che quando faccio certe cose, mi viene sempre una gran fame.Che ne dice di conoscerci meglio davanti ad una lauta cena?” Maurizio guardò l’orologio, mancava ancora molto tempo prima che quella giornata di lavoro finisse, ma decise che era ora di tornare a vivere, da subito.
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13 years ago
fantasypervoi,
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Statale 26
Il testo dell'sms era chiaro: " fatti trovare alle 2130 nel parcheggio delle ex acciaierie di Savignano.Segui la statale 26 per 3 km e fermati quando vedrai un bidone di ferro che brucia nel parcheggio." Era l'unico messaggio che in quel pomeriggio freddo le era arrivato mentre lavorava al suo pc. L'ansia, la voglia, l'eccitazione, la paura erano le prime emozioni che si trovo' davanti leggendo quelle poche parole. Nel pomeriggio , guardando e riguardando il display del suo cell si sarebbe aspettata di tutto , come i giorni precedenti, ma mai e poi mai una richiesta di incontro di quel tipo...e poi... in un parcheggio... in una fabbrica abbandonata... perche'...cosa voleva.... Si ritrovo' nel parcheggio all'ora prestabilita' , con il cuore in gola, parcheggio distante per studiare la situazione , e l'unica cosa che vide era quel bidono arrugginito che faceva fiamme alte e minacciose. Il suo cell inizio' a suonare e le poche parole che senti' furono: "Spogliati ora, completamente e resta in attesa" e il click della fine della chiamata. Credeva di impazzire, eccitata , gia' bagnata da ore , avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altro posto , ma non li , aveva paura, aveva voglia , aveva freddo... ma inizio' lo stesso a spogliarsi.. timidamente. Fu un attimo , rumori di macchine , luci , suoni , si ritrovo' completamente accerchiata da 5 fari che si disposero a cerchio contro di lei , illuminandola completamente e non facendole vedere cosa stava succedendo. Impaurita tento' di coprirsi con gli abiti ormai a terra ma venne fermata da una mano che le prese i polsi e le giro' le braccia dietro la schiena. Riconobbe l'odore, riconobbe il calore , riconobbe il respiro dentro alle sue orecchie e quella voce cosi' penetrante che la invitarono a non muoversi e a fare cio' che lui voleva. "Non avere paura e fai quello che voglio. Ti ho organizzato questo, era quello che volevi." Quattro uomini davanti a lei la scherzavano , ridevano di lei cosi' ferma, cosi' bloccata dalle mani forti del suo Signore che la esponeva e la offriva a questi sconosciuti , cosi' eccitati alla vista di una creatura cosi' debole, cosi' indifesa, cosi' esposta al loro piacere. Era quello che lui voleva. Si sbottono' i pantaloni e con il membro gia' duro lo punto' direttamente contro di lei , facendosi spazio tra le sue gambe. Lei tento' di ribellarsi , la sua mente era in crisi, ma il suo corpo si bagnava a ogni presa piu' forte . Le sollevo' la gamba , e inizio' a penetrarla , con forza , con decisione , tirandole i capelli e mostrando a tutti la sua creatura riempita di piacere e di voglia mentre gli altri sconosciuti si avvicinarono e iniziarono a toccarla.... ....una mano le si poso' sui seni stringendoli.... una mano le ando' diritta verso il suo sesso cosi' bagnato e cosi' voglioso e tremendamente eccitato.....un'altro membro le si avvicino' al viso... e la penetro' tra le labbra .... I colpi che le affondava , sodomizzandola , le toglievano il respiro...e la voglia cresceva, aumentava, le riempiva ogni cellula del suo corpo rendendola estasiata, indemoniata ....era cio' che da tempo fantasticava. Iniziarono a venire copiosamente sul suo corpo ... in sequenza.. La sua bocca soddisfava ogni membro con una voglia inaudita ...non teneva piu' il conto dei suoi orgasmi dietro i colpi rapidi e poi lenti ...profondi e potenti che il suo Signore le dava dietro di lei. Uno dopo l'altro gli sconosciuti si allontanarono , come i pensieri che svaniscono dietro orgasmi immaginati , e solo lui resto' dentro di lei fino al momento in cui tutte le luci si spensero e solo la fiamma dell'inferno illuminava i due corpi uniti. Si inarco' gridando la sua passione e le venne dentro tutto il piacere che da tempo coltivava per lei facendola venire per l'ennesima volta rendendola stremata , umiliata , con le lacrime che le bagnavano il viso e la voglia di girarsi e stringere e abbracciare colui che la aveva resa cosi' cagna , cosi' soddisfatta , cosi' tremendamente e dolcemente ... .... Le uniche parole che lui le disse furono: "Questa e' solo la prima fantasia portata alla realta'...... resta sempre pronta, ce ne saranno altre".
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13 years ago
Steve1977,
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Mettiti comoda e apri la mente...
Ti desidero meravigliosa donna , sei bellissima mentre sei cosi' attenta a leggere cio' che ho da proporti.. ..se vedi la mie foto lo capisci dove mi fai arrivare. Ho scritto questo per te,cosa che un giorno potrebbe avverarsi. Sono molto amante del sesso e mi piace fantasticare ,e il mio modo di esibirmi e farlo in un certo modo. Ed ora... ti faro'godere... siediti comoda... e incomincia a leggere... abbassati le mutandine e leggi , il mio ... è gia duro e grosso... lo avvicino al tuo viso... e lo strofino delicatamente sulla tua bocca... a quel punto lo vedi... li... duro ed enorme sulle tue labbra... esci la lingua e incominci a leccarlo dolcemente tutto intorno e giu... la tua lingua lo lecca... tutto... fino ad arrivare alle palle per poi risalire fino alla turgida cappella che ho... apri la bocca e lo incominci a succhiare... ma non ti aspettare che entri tutto in bocca... lo succhi ed incominci ad accarezzarlo con le mani... è sempre piu duro ed enorme... tu incominci a toccare la tua passerina che è già bagnatissima e... con il dito ti accarezzi dolcemente il clitoride... sei bagnatissima... e già pronta per poterlo prendere dentro... mi baci sul collo, mi lecchi... mi succhi... facendomi rabbrividire... e... ti faccio girare sul letto mettendomi supina con il culetto in alto... per poter fare entrare meglio il mio enorme ... dentro la tua fichetta senza farti troppo male... ma sei troppo bagnata per farti male... lo affondo dolcemente ed tu lo senti... enorme... tutto dentro... è bellissimo... lo senti movere dentro di te... ti riempio tutta la ... .. incominci ad essere impaziente e molto eccitata mentre lo spingo fino alle palle.... lo senti tutto dentro e ti bagni tantissimo facendolo scivolare velocemente... lo senti uscire ed entrare ed a ogni affondo il piacere aumenta... perchè ti riempio tutta... e enorme... ti sento gemere... ma non voglio che io venga subito... allora lo esco dalla tua patatina bagnatissima e te lo ripongo in bocca chiedendoti di leccarmelo tutto... Tu allora ti metti sopra di me e lo incominci a leccare... gustandoti tutto il mio liquido caldo... che ti fa impazzire... incominci a sentire il mio ... in bocca pulsare freneticamente allora smetto... tu mi offri il tuo buchino sperando di non sentire troppo dolore... ma tu sei fantastica... usando il tuo umore che ti bagna tutta la fichetta lo lubrifichi per bene e... incominci a fare entrare il mio ... enorme... piano piano... allargando sempre di piu il tuo buchetto fino a che... non incominci a muoversi dolcemente dentro e fuori.... senti un po di male ma tu incominci a toccarti la ... .. prima docemente e poi freneticamente mentre affondo il mio ... sempre piu dentro... piu dentro... allargandoti tutta... tu stai impazzendo... lo senti tutto dentro... ti senti spaccare tutto il ... .. ma il piacere supera il dolore ed il fastidio... è duro... enorme ... gemi di piacere... ti muovi... mentre io spingo sempre piu forte tu continui a toccarti feneticamente... finche senti un calore... un calore che si sprigiona da dentro le tue viscere fino ad arrivare alla tua gola... urli... e godi... raggiungendo un orgasmo mai avuto... seguito da tanti piccoli orgasmi che ti spiazzano o che non ti fanno capire nulla finche... realizzi che io sto per venire ... allora ti sposti velocemente e guardandomi negli occhi lo prendi con le mani... lo avvicini alla tua bocca e lo infili dentro... giochi con la lingua mentre me lo succhi e io cercando di spingerlo sempre piu giu fino a soffocarti... ma è enorme.. mi accarezzi le palle con le unghia... e... finalmente lo senti pulsare... si gonfia... dentro la tua bocca... con la lingua sul mio buchetto senti fuoriuscire un liquido caldo... tu mi guardi e... esco il ... dalla tua bocca... lo lecchi dolcemente... con la mano lo muovi su e giu... fino a che lo senti enorme nella mano... si gonfia e... proprio mentre lo sto per rimetterlo in bocca... senti il mio sperma che skizza fino in gola... lo fai uscire e continua a spruzzare... il mio seme e sparso sul tuo viso, negli occhi... e... scola giu... fino al tuo seno... mentre tu gridi di piacere come non hai mai fatto prima... poi dolcemente lo riprendi in bocca... pulendolo tutto... fino a che... non diventa moscio e tranquillo... Sono convinto che hai goduto e ti sei toccata come ho goduto io toccandomi... guardando le tue foto mentre rileggevo il messaggio che ti ho inviato.. Ora tocca a te... non mi deludere... e... fammi godere come ho fatto io con te... vorrei tanto che tu mi inviassi qualcosa di te .. della tua mente.. qui in privato oppure.la mia msn e: [email protected] ti aspetto Steve
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13 years ago
Steve1977,
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History of violence
Mi chiamo Francesca, ho 24 anni, vivo a Roma e sono stata una ragazza completamente normale fino a sei mesi fa. Sono abbastanza carina, ma niente di particolarmente speciale: 1,63, mora, occhi e capelli castani, fisico abbastanza snello, seconda di seno, un visetto che definiscono un po' sbarazzino. Dopo il diploma, a 19 anni, mi sono impiegata in uno studio da commercialista come segretaria e lì ho conosciuto Rodolfo, che nell'autunno del 2006 aveva 23 anni. Rodolfo era un collaboratore esterno dello studio, si occupava della piccola rete di computer e del sito web dell'azienda. E' stato amore a prima vista, la seconda sera che siamo usciti insieme ho perso la verginità con lui. Ci siamo fidanzati ed infine sposati nell'aprile del 2011.
Come dicevo all'inizio, la mia vita è stata completamente normale fino a sei mesi fa: poi, nel febbraio di quest'anno, proprio a due mesi dal matrimonio che io e Rodolfo abbiamo sognato e progettato negli ultimi anni, la mia vita è precipitata in un pozzo dal quale non ho la forza di uscire, e dal quale non vedo via d'uscita.
Premetto che sono sempre stata una fidanzata fedelissima, non perchè ritengo che si debba per forza essere fedeli, ma perchè ho sempre trovato un tale e totale appagamento nel mio rapporto con Rodolfo che qualunque altro uomo non ha mai avuto la benchè minima possibilità di coinvolgermi. Una ragazza giovane e carina è continuamente messa sotto pressione dalle attenzioni maschili. Per quanto tali attenzioni possano essere garbate o sottintese negli uomini civili ed educati fino ad arrivare all'estremo opposto, ai volgaroni che esplicitano trivialmente le loro intenzioni, queste ci sono sempre. Eppure nei cinque anni della mia relazione con Rodolfo, nonostante frequenti e più o meno velate proposte da parte di diversi tizi, mai e poi mai ho provato il seppur minimo interesse a dare seguito ad una di queste faccende. Non mi interessavano, punto e basta.
Poi, un gran brutto giorno di sei mesi fa, Rodolfo accetta l'invito di Davide, suo amico d'infanzia, insieme alla sua ragazza a mangiare una pizza. Questo amico si porta appresso due suoi conoscenti di Viterbo. Facciamo le presentazioni e Davide ci presenta Fabrizio e Sergio, entrambi sui trent'anni. I due non mi piacciono istintivamente granchè, mi sembrano persone vagamente torbide. Tuttavia si tratta soltanto di mangiare una pizza, fare quattro chiacchiere e poi chi s'è visto s'è visto. Durante la cena noto che Sergio spesso mi guarda con una strana espressione sul volto. Trovo la cosa vagamente inquietante, ma lui è bravo a non farsi notare da Rodolfo che mi è seduto vicino e sta appassionatamente raccontando alcune delle sue avventure da pescatore. Istintivamente, ma anche per rendere maggiormente evidente il mio status di donna quasi sposata e solidissimamente fidanzata, mi stringo a Rodolfo e lo accarezzo dolcemente socchiudendo gli occhi, isolandomi anche mentalmente dal resto della tavolata, ma soprattutto dagli sguardi sottili ma poco piacevoli di Sergio. Alla fine della cena Davide ci fa la piccola sorpresa di far portare una bottiglia di champagne (dopo la pizza!!!) per brindare al nostro imminente matrimonio. Mi stringo a Rodolfo ed incrociamo i calici, mentre Sergio ci guarda con un'aria davvero strana.
Due giorni dopo esco dal lavoro, mi dirigo verso il parcheggio non lontano dall'ufficio quando sento una voce maschile chiamarmi: mi volto incuriosita non riconoscendo la voce. Vedo l'uomo e ci impiego un paio di secondi prima di realizzare chi è il tizio che mi sta chiamando. E' Sergio. Mi ero completamente dimenticata di lui e del suo strano atteggiamento di due sere prima. Non mi capacito di cosa stia a farci sotto il mio ufficio e lì per lì vengo presa alla sprovvista e non ho tempo di fare alcuna congettura. Lui mi porge la mano sorridendo e per educazione gliela stringo. Il suo sorriso è un po' untuoso e quello davvero non glielo ricambio. Impiego altri due secondi per ricordare il suo nome, ma preferisco chiedergli scusa e fare finta di averlo dimenticato. Lui non fa una piega e si ripresenta, parlando velocemente. Mi chiede del mio lavoro, del mio imminente matrimonio, con fare stordente. Mi invita a prendere un caffè con lui al bar davanti, io rifiuto dicendo che ho fretta e che devo tornare a casa. Sergio mi sommerge letteralmente di richieste di prendere questo benedetto caffè dicendomi che si metterà in ginocchio per strada se non lo seguo. A malincuore accetto, entriamo nel bar, lui si siede al tavolino. Io insisto per prendere il caffè al banco ma lui è irremovibile. Ora sono decisamente di malumore, mi siedo ma ammutolisco. Sergio parla velocemente finchè il cameriere arriva e posa i caffè sul tavolo. Bevo velocemente il mio caffè, poi improvvisamente mi alzo e lo saluto. Lui si alza e mi segue, mi aggira e mi mette una mano sulle spalle. Scosto il suo braccio con un gesto brusco e lo apostrofo duramente, intimandogli di non prendersi nessuna confidenza con me. Lui reagisce ostentando uno stupore assoluto, mi implora di non equivocare le sue intenzioni e si offre di accompagnarmi alla macchina. Declino il suo invito con decisione e gli dico chiaro e tondo di evitare in futuro di ripresentarsi. Mi volto e me ne vado camminando velocemente. Sono di pessimo umore e stramaledico mentalmente tutta quella purtroppo nutrita fetta di umanità maschile incapace di tenersi il pisello chiuso nei pantaloni.
Arrivo alla macchina, tiro fuori le chiavi, apro, metto in moto, mi allontano. Ho fatto circa tre chilometri quando mi squilla il cellulare. Lo afferro, il numero è sconosciuto. Rispondo e rimango di sale quando riconosco la voce di Sergio. In un attimo esplodo letteralmente:
-"Ma chi c***o ti ha dato il mio numero, brutto str***o? Come ti permetti di chiamarmi?" lo apostrofo furibonda.
Sergio risponde con finto stupore.
"Scusa, scusa sai, quando sei andata via dal bar rientrando mi sono accorto che avevi lasciato cadere il portafogli e così...".
Fermo la macchina con una frenata bruschissima, sono sconvolta. Cerco affannosamente nella borsetta il portafogli. Non c'è.
"E' tuo vero? E' rosso scuro con motivi a croce... dai, ti deve essere caduto, vieni che te lo dò..."
In 24 anni di vita non ho mai fatto cadere il portafogli dalla borsetta. Sento una sensazione di gelo. Nel portafogli ho patente, carta d'identità, bancomat, carta di credito, circa 150 euro in contanti.... non ho più fiato per parlare.
"Dai Francesca, non è successo niente, ti è caduto e hai avuto fortuna che l'ho ritrovato io, torna qui e te lo riprendi, è un attimo".
Non ho scelta, giro la macchina e torno al bar. E' evidente che il portafogli me l'ha sottratto lui dalla borsetta, ma non mi sono accorta di nulla, è incredibile. Cerco di convincermi che forse è effettivamente caduto. Arrivo sul posto, lui non c'è, lo richiamo al cellulare.
"Si Francesca sono qui in macchina, dopo il giornalaio, dall'altra parte della strada, mi vedi?".
Vedo l'edicola dall'altra parte, ma le corsie sono separate da un marciapiede spartitraffico, devo raggiungerlo a piedi, a meno di non reimmettermi nel traffico e fare un lungo giro. C'è un'auto vicino all'edicola, una grossa monovolume grigia. Mi avvicino timorosa, i vetri sono fumè e non si vede il guidatore. Dalla parte del viaggiatore si abbassa il finestrino, lo vedo.
-"Francesca, sali un attimo, dai".
-"No che non salgo, mi ridai il portafogli, per favore?".
-"Certo che te lo ridò, ma dai sali un attimo, di cosa hai paura, mica ti mangio".
Sono esasperata e stordita, non mi ero mai trovata in una situazione simile, apro lo sportello e salgo. Lui fa scattare la serratura, accende il motore e parte con decisione.
"Ma che fai? Ferma la macchina". Grido.
"Ma Francesca stai tranquilla, faccio il giro e ti riaccompagno alla macchina, è pericoloso attraversare a piedi qui".
-"Ma che c***o stai dicendo, voglio scendere da questa macchina ho detto" strillo.
Mi sento assalire dalla disperazione, non so come reagire. Sergio continua a parlare tranquillamente come se davvero mi stesse solo riaccompagnando alla macchina facendo il giro necessario a riprendere la strada. All'incrocio invece gira per una strada laterale, altri cento metri circa, dopo imbocca una rampa e scende in una sorta di piazzale interno ad un edificio. Non ho tempo di guardarmi attorno ma sono disperata e lo prego con le lacrime agli occhi di riportarmi alla macchina. Lui ferma l'auto, provo ad aprire lo sportello ma è bloccato, un attimo dopo mi ritrovo Sergio addosso, le sue mani che mi afferrano. Mi pare di vivere una situazione irreale, non credo che tutto questo stia succedendo davvero, proprio a me. Sergio ha intenzione di violentarmi, in macchina, in quel sudicio androne deserto. Ritrovo lucidità quando lui cerca di incollare la sua bocca alla mia. Cerco di schiaffeggiarlo ma mi blocca il polso con una stretta d'acciaio, mi rendo conto che è almeno tre volte più forte di me. Allora mi metto ad urlare come una pazza, ma lui non si ferma, incolla la sua bocca sulla mia. Serro le labbra ma sento la sua lingua calda muoversi sulla mia bocca contratta. Poi mi incolla la bocca sul collo leccandomelo oscenamente, mi prende i polsi e me li afferra con una mano sola. La forza che Sergio ha nelle mani è qualcosa di incredibile, riesce senza sforzo a bloccarmi entrambi i polsi con una mano sola. Con l'altra fruga e palpa il mio corpo. Grido e mi divincolo, ma in quel cortile deserto e dentro l'auto è impossibile che qualcuno mi senta. Avessi avuto i jeans sarebbe stato forse più facile opporre resistenza, ma ho la gonna al ginocchio, per lui è un attimo infilarmi la mano libera tra le cosce e risalire brutalmente. Mi fa aprire le cosce, mi strappa i collant, trova le mutandine, le sue dita le scalzano, le sento insinuarsi tra le labbra della fica. Sono immobilizzata e terrorizzata e proprio ora che mi aspetto arrivi il dolore lui cessa di agire con brutalità. Con due dita mi prende la clitoride ed inizia a stimolarla dolcemente, mentre i baci sul collo si fanno man mano più lenti e profondi. Passano un paio di minuti, il mio cuore rallenta i battiti impazziti, mi pare di stare in un incubo. Ho le mani imprigionate e sono immobilizzata, ma la mia fica inizia a bagnarsi, anche se solo per la stimolazione meccanica. Mi rendo conto solo adesso che Sergio mi sta parlando, prima non udivo nemmeno la sua voce.
"Lo senti come ti stai bagnando, troietta? Lo sai che questo è quello di cui ha bisogno una puttanella come te? L'ho capito subito l'altra sera quando non facevi altro che strofinarti a quel fesso del tuo ragazzo, adesso ti dò io quello che ti piace davvero".
Dovrei nausearmi per quelle parole, ma provocano l'effetto opposto, qualcosa mi si smuove nello stomaco e sento una tensione sconosciuta. Ora un dito di Sergio scivola avanti e indietro nella mia fica che si sta bagnando vistosamente. Il porco se ne rende conto, l'altra mano mi lascia i polsi e corre sotto la camicetta. E' un attimo per lui raggiungere i capezzoli e titillarmeli con la punta delle dita. La sua lingua mi vellica un orecchio, mi prende il lobo tra i denti me lo strizza leggermente.
Le senzazioni piacevoli mi gettano in uno stato di smarrita disperazione, mi metto a piangere e lo supplico di smetterla.
-"No che non smetto, Francesca, non lo vedi quanto ti piace?".
Precipito in un vortice di sensazioni sconvolgenti, la paura ed il disgusto iniziali funzionano da afrodisiaco, ora Sergio mi ha lasciato le mani libere e potrei reagire ma non mi decido a farlo. La sua mano sinistra mulinella vorticosamente nella mia fica che ormai è un lago, sento le sue labbra incollate alle mie, la sua lingua che preme per entrarmi in bocca. Socchiudo le labbra, la lingua di Sergio mi invade completamente la bocca. Mi sto arrendendo contro la mia volontà , lascio che la lingua del farabutto mi esplori la bocca, poi inevitabilmente inizio ad intrecciare la mia lingua con la sua. Limoniamo con le lingue un paio di minuti, poi Sergio si slaccia i pantaloni, se li abbassa, intravedo il suo pene eretto che svetta tra le gambe. La sua mano prende la mia e la guida sull'asta. Mi fa aprire le dita, che subito avvolgono il suo cazzo. Manovrandomi il polso guida la mia mano nel saliscendi della masturbazione. Sento nella mia mano il suo cazzo straordinariamente caldo. La sua mano lascia la mia e io proseguo il saliscendi, lui continua a baciarmi appassionatamente mentre mi stimola la fica con l'altra mano. Sergio si stacca, mi afferra la testa e se la guida tra le gambe. Sono totalmente inebetita non so reagire, forse a quel punto non voglio più nemmeno reagire. Mi abbasso, il suo cazzo mi entra in bocca non so neppure come, quasi fosse una cosa automatica. Il pompino parte quasi da solo, il cazzo di Sergio mi scivola fino in gola. Poi improvvisamente lo sputo e ho un altro moto di ribellione. Mi divincolo dalla sua stretta, cerco convulsamente di aprire la portiera e sottrarmi a quella situazione.
-"Lasciami, ti prego, io devo sposarmi, lasciami andare".
Allora Sergio mi riprende per le spalle con quelle mani incredibilmente forti e blocca ancora una volta il mio patetico tentativo di fuga.
-"Adesso brutta zoccola che non sei altro fai quello che dico io".
Mi scendono le lacrime a sentirmi chiamare così, io che in vita mia ho fatto l'amore solo con il mio Rodolfo.
Sergio ribalta il sedile, mi ci butta sopra a forza, mi fa allargare le gambe, strappa collant e mutandine facendomi male e mi sale sopra.
Mi metto ad urlare:
-"No, no, nooooooooooooooooo".
-"E stai zitta, cretina" mi apostrofa Sergio.
Mi afferra brutalmente i capelli, mi rovescia la testa all'indietro e con il corpo si assesta tra le mie gambe.
Sento il suo cazzo spingere contro la mia vulva, serro le gambe per sottrarmi alla penetrazione ma è tutto inutile. Il cazzo di Sergio di colpo entra dentro di me e la sensazione mi toglie letteralmente il respiro. Ce l'ha grosso e caldo. Prima ancora di potermi riprendere Sergio inizia a martellarmi con violenza, mi scopa con brutalità e mi penetra profondamente, sento la sua cappella spingere contro il mio utero.
Non riesco assolutamente a farne a meno ed inizio a godere.
Cerco di non farglielo capire, poi lui si blocca per qualche secondo, rimane fermo dentro di me, fa scivolare le mani dietro le mie chiappe, le afferra ed improvvisamente spinge con il bacino premendo il mio corpo contro di se.
Il suo cazzo mi apre in due, la sensazione è sconvolgente ed io urlo di goduria, sento Sergio dentro di me ad una profondità incredibile e a quell'urlo iniziale faccio seguire una serie ininterrotta di gemiti di godimento puro.
Tutto è cancellato, ora conta solo l'attimo presente, conta il piacere sovrumano, selvaggio, mai provato prima. Sergio mi cavalca con furia, ma ora sono anche io a spingere il bacino contro di lui.
-"Lo vedi quanto ti piace, puttanaccia che non sei altro?".
Mi ritrovo incredibilmente a rispondergli per le rime, sussurrando:
-"Si, si, dai... ancora..."....
Seguono minuti di scopata selvaggia, io lo artiglio e gli graffio la schiena, lui mi pompa selvaggiamente. Quanto è durata non saprei dirlo, se cinque minuti o mezzora. Arriviamo all'orgasmo quasi insieme. Il mio orgasmo è devastante, nulla di neanche lontanamente paragonabile al piacere dolce e birichino che provo quando faccio l'amore con Rodolfo. Mi metto ad urlare per la goduria, poi è il suo turno. Fa appena in tempo ad estrarre il membro dalla mia fica che schizzi violenti mi imbrattano l'interno cosce, il pube, impiastricciano i peli della fica. Sergio mi si leva di dosso, io sono un turbine di sensazioni contrastanti, provo schifo e vergogna per quello che mi è capitato, ma il mio corpo e la mia sessualità esultano. Mi tocco, ho inguini ed interno cosce imbrattati dallo sperma di quel malvivente. Ma non posso fare a meno di accarezzarmi la clitoride, sono frastornata. La mia fica è allargata, sfondata e dolorante di piacere. Mi accarezzo, mi sditalino... mi bastano una decina di secondi per ottenere un secondo orgasmo, meno selvaggio ma più lungo ed appagante del primo. Mentre rantolo il mio secondo orgasmo Sergio mi guarda divertito e commenta volgarmente.
-"Non ti è bastato, eh, mign***ona? Pure multiorgasmica sei".
Finito di godere, mi riassesto, mi tiro giù la gonna. Ho una rabbia violenta dentro di me.
Sergio si pulisce il cazzo con un kleenex umido, me ne passa un paio per ripulirmi alla meglio dalla sborra che mi sgocciola tra le cosce. Riavvia la macchina, mi riaccompagna alla mia auto.
Arrivati, scendo, non mi volto, lui non mi saluta.
Sento la macchina di Sergio andare via.
Salgo sulla mia macchina come un automa.
Devo tornare a casa, alla mia vita di sempre.
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13 years ago
fd5947,
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Ci pensavo da tempo
Era da un bel po' che mi frullava nella testa una mia fantasia e mi sembrava che rimanesse come tale... invece i sogni si avverano.Da molti anni frequentiamo una coppia con prole con cui e' nata una bella amicizia , si esce insieme con altre coppie, ma avevo nella testa LEI.. una bella donna di 39 anni, bel culo e un viso da porca, due labbra da far impazzire. Era una domenica come altre e mi arriva una chiamata nel cell. Ero a casa tranquillo, rispondo e la riconosco subito e mi chiede se posso andare a casa sua perche' l auto non le partiva e occupandomi di meccanica le dico che arrivo subito. Cosi dico a mia moglie che vado. Arrivo a casa sua, era sola, mi apre la porta e la trovo in accappatoio, mi fa entrare, mi siedo in cucina. Mi dice di aspettarla un attimo. Subito dopo entra in cucina . Era tutta nuda, fantastica, bellissima.. mi dice: ho voglia di fare sesso con te, voglio vedere se riesci a farmi una bella manutenzione. Superato il momento iniziale di imbarazzo, le dico che dipende da quanto e' brava a tirare pompini. Si avvicina,mi sbottona i jeans e mi comincia a toccare il cazzo bello duro, mi alzo dalla sedia e lei si inginocchia e comincia a succhiare..che goduria..con le mani mi accarezza le palle,sento la sua bocca calda che succhia sempre con piu' intensita', ho il cazzo che mi impazzisce.. ora basta le dico, ora tocca a me.. la prendo, la sdraio sul tavolo, le allargo le gambe e comincio a leccarle la figa gia' bagnata, le infilo un dito dentro il culo e urla, urla di piacere. Mi dice :sei un porco..continua maiale.. siii troia siiii...godi. Continuo x un po', poi mi butto su di lei e gli infilo il mio cazzo tutto dentro..le lecco il seno e le mie mani stringono il suo culo sodo..la sbatto sempre con piu' forza..godiamo godiamo.La giro e la metto a pecora e la sfonda tutta...mentre lei allungando la mano sul tavolo prende una carota che sicuramente aveva gia preparato e mi chiede di metterglia anche dentro...che troia che sei le dico. E cosi faccio...mi sembrava di sognare...dopo 10 minuti le vengo dentro...tutto dentro...entrambi sudati e sfiniti....non contenta mi prende il cazzo e se lo mette in bocca e mi fa venire x la seconda volta.. che bello. Da quel giorno la sua auto ha continui problemi e il mio lavoro aumenta...
12
1
13 years ago
admin, 75
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In vacanza
E' successo nel 2004. Sono divorziata da oltre 20 anni e quindi vado in vacanza con mia figlia tutti gli anni, la qual cosa mi è di ostacolo a fantasie erotiche. A febbraio 2004 ho avuto la possibilità di spostarmi da sola per lavoro-vacanza. Ho avuto un incarico professionale (sono ingegnere) di curare la progettazione e realizzazione di un villaggio turistico in Kenia, a Malindi. Sono partita in aereo da Roma e ho alloggiato presso una struttura turistica di proprietà del mio committente. Dopo un paio di giorni di ambientazione, una mattina sono stata "folgorata" dal cameriere che mi portò la colazione in camera (una villetta). Un ragazzo sui 25 anni alto 1,85 corpo scultoreo viso indigeno. Mi sono eccitata anche per la differenza di età. Dopo 2 minuti ho chiamato il servizio in camera, ho fatto entrare il ragazzo e sono uscita nuda dal bagno. Il poverino era alquanto imbarazzato e abbassava gli occhi, ma io mi sono avvicinata e ho iniziato ad accarezzarlo. Neanche un minuto ed ero inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo in bocca. Un cazzo nero enorme che più ciucciavo più aumentava. Ormai lo tenevo con due mani e lo facevo andare su e giù con quella capocchia enorme che entrava e usciva. Mi sono quindi messa alla pecorina sul bordo del letto, gli ho passato un preservativo che porto sempre in borsa e ho diretto il suo cazzo nella fica. Uno spettacolo! Mi ha stantuffato per circa 10 minuti facendomi anche un po' male, ma era un piacevole dolore. sono venuta come una maiala e lui ha sborrato un litro di sperma. Se ne è andato in silenzio lasciandomi ancora alla pecorina con tutta la sborra che riempiva il preservativo sul letto accanto a me. Dopo 2 giorni ho rivisto il ragazzo al bar e gli ho chiesto di prenotarmi una gita in barca con un suo amico; gli ho fatto capire chiaramente che tipo di "amico" dovesse essere e gli ho chiesto di venire con noi. A mezzogiorno del giorno successivo eravamo sul pontile di Malindi per imbarcarci. Il marinaio era uno spettacolo: un vero mandingo di circa 2 metri e un fisico palestarto da sballo. Ho pagato in anticipo e ho chiesto se il prezzo era "tutto compreso"; mi hanno risposto di sì e siamo partiti. Io mi sono spogliata completamente nuda e ho chiesto al cameriere di spalmarmi la crema protettiva e di spogliarsi. Il capitano guardava tutto e si vedeva che iniziava ad eccitarsi; da sotto il bermuda si vedeva crescere un cazzo niente male. Una volta a largo ho chiesto di fermarci e ho ordinato al capitano di mettersi nudo; era incredibile, un fisico così non l'ho mai visto! Lui era rimasto vicino al timone ed io gli presi il cazzo in mano come la cloche dei comandi; lui immobile stava sull'attenti con le braccia conserte. ho iniziato a prenderlo in bocca e a leccargli anche il buco del culo bellissimo che aveva. Nel frattempo il cameriere mi fece mettere alla pecorina con dei cuscini sotto le ginocchia e mi infilò il cazzo nella fica. Con un cazzo in bocca e l'altro con il preservativo nella fica mi sentivo in paradiso. A un certo punto capii che il capitano stava per venire e allora lo feci distendere, gli infilai con difficoltà il profilattico, e iniziai a cavalcarlo. Il cazzo era così doppio che a stento riuscivo a scenderci sopra. Il cameriere nel frattempo mi preparava il buco del culo con le mie creme e metteva 1 e 2 dita dentro; il cazzo enorme che avevo nella fica era di ostacolo alla penetrazione delle dita, ma ciò nonostante il cameriere tentò di incularmi. Ovviamente, per le dimensioni, non fu possibile e allora scesi da sopra il capitano e alla pecorina presi il cazzo del cameriere nel culo. Fu dura ma quando entrò tutto fu davvero meraviglioso. A un certo punto sentii il cazzo uscire dal culo e vidi il cameriere togliersi il preservativo e pulirselo con il telo del mare; era sporco di feci. Nel mentre osservavo però sentii la capocchia del capitano spingere sul mio buco del culo e dopo poco entrarci tutto dentro. Ormai era ben dilatato e i cazzi entravano facilmente nonostante le dimensioni. Sono stata inculata a turno dai due per lo meno per 20 minuti di seguito. Uno usciva e l'altro entrava, avrei tanto voluto vedere le dimensioni del mio buco del culo. Entrambi, prima il capitano e poi il cameriere sborrarono alla stessa maniera: tolsero il cazzo dal culo, tolsero il preservativo e indirizzarono lo schizzo di sborra in culo e subito dopo fecero un tuffo in acqua mentre io vedevo scendere sperma frammisto a feci dal mio culo che sembrava non volersi chiudere. Anche io mi tuffai e mi abbracciai ai miei partners baciandoli per la prima volta sulla bocca. Non fu più possibile un'altra uscita in barca perchè ripartii dopo 2 giorni, ma ho incontrato di nuovo tutti e due nella mia villetta anche se separatamente e ho goduto come una porca di quei cazzi di dimensioni stratosferiche: il cameriere lo aveva più lungo, il capitano più largo.
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13 years ago
admin, 75
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La signora della bicicletta.
Tutto inizio l’estate di qualche anno fa, quando svuotando il garage usci fuori una vecchia bicicletta di mia sorella. Poiché era ancora in ottimo stato la misi in vendita e da li a poco mi contattò una signora, con una voce molto calda e sensuale, dicendo che le interessava e se potevo portargliela fino a casa. Li per li considerato che era un po’ distante risposi di no ma poi sentito che la signora insisteva accettai di portargliela. Preso appuntamento e indirizzo mi presentai a casa. Suonato il campanello udii sempre la calda voce dirmi “entra pure ti apro e lascia nel giardino la bici e vieni a rinfrescarti in casa”. Entrato, restai stupito dall’arredamento curato con gran gusto e classe. Quando vedo avvicinarsi proveniente dall’altra stanza una splendida donna in tailleur, avrà avuto massimo quarantacinque anni, capelli neri lisci carnagione scura denti bianchissimi e un corpo da far invidia a tante ragazze. Dopo aver parlato del più e del meno e sorseggiato del succo, mi fece “non scappare via vado a sistemarmi un po’ oggi c’è un caldo”. Nel frattempo mi alzai per ammirare la cura della casa soffermandomi su di un dipinto dove era raffigurata una bellissima donna nuda. A un tratto mi sentii abbracciato da dietro e la sua voce “non voltarti, ti piaccio”, stupito, risposi in che senso, li sono io quando ero ventenne. Al che risposi molto arrossato, complimenti. Continuando lei “di la verità te la saresti scopata una così?” Sempre più imbarazzato, risposi “si alla grande”. Mi ruotò e mi chiese e adesso mi scoperesti? Voltato, la vidi con una vestaglia in velo e pizzo nero che lasciava intravedere il suo sinuoso corpo, un reggiseno che quasi esplodeva per quello che conteneva, infatti, si vedevano le areole fuoriuscire, e un tanga che conteneva quel gran bel culo. Nonostante quell’imbarazzo e stupore mi venne un’erezione talmente forte che mi sentivo il pisello scoppiare dai pantaloni. Mi afferrò e mi spinse sul divano e non appena mi slacciò i pantaloni, se lo mise in bocca a succhiare. Fino a quell’ora ero stato con altre ragazze, tutte più o meno della mia stessa età, ma mai con una più grande di me e devo dire il vero non mi avevano mai fatto una pompa con tanto voglia ed esperienza. Ero lì che a momenti solo per il suo sboccheggiare me ne venivo ma lei attenta si soffermava a leccarmi ovunque. Una goduria immensa mentre le sbottonavo il reggiseno per far uscire e accarezzare quelle tettone. Con grande facilità mi calzò il preservativo e salendomi sopra senza calarsi il tanga solo spostandolo lo fece scomparire fra le sue gambe dure e lisce come la seta. Ero in estasi mentre ero sbattuto, cosa che ero sempre io a sbattere, come non mai da questa donna splendida. Una cosa che mi prese fu il vedere quella sua fica depilata ai lati con un cortissimo ciuffettino sul monte. Dopo quell’esperienza ci rivedemmo altre volte fino a quando non diventò gelosa e ossessiva, cercandomi quasi perseguitandomi sempre più anche di notte. Nonostante ciò è stata la trombata più bella della mia vita che ancora oggi ricordo come se fosse ieri e che mi ha fatto venire voglia per le donne più grandi di me.
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13 years ago
admin, 75
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Una amica ai tempi della scuola - prima parte
Questo mi è successo giovedì ...chiedo scusa per l'italiano forse non molto corretto ma lo scrivo tutto in un fiato per come l'ho vissuto... Ero in ferie per 3 giorni e mi era saltata una giornata di relax e massaggi che avrei dovuto praticare a una lei di coppia......pazienza mi ero detto ho già avuto altre esperienze con le lei di coppia andate bene....andrò a fare un giro e vedremo di fare gli acquisti per la settimana successiva... Ero in un centro commerciale con il mio carrello e ..vicino a me a guardare verso gli scaffali chi mi trovo...Anna...dopo 15 anni...Oramai una donna.. molto carina e magra,vestita elegante ci incontravamo saltuariamente ai tempi della scuola in giro e diciamo che una sera c'eravamo anche "imboscati" entrambi un pò "brilli" uscendo da una discoteca.. diciamo che avevamo festeggiato ma dopo quella sera più nulla... a me era rimasta anche un pò la voglia di replicare quella serata ma non c'era mai stato più nulla... Allora come va ? e lei bene e tu .. io bene e .. non sei cambiata...e lei anche tu.. ma vedo che ti sei sposata...e lei.. eh si e ho anche un figlio..ah e va già a scuola..? si.. dico io sai ho bellissimi ricordi dei tempi passati.. e lei...anche io.. parlando parlando...ma ..scusa ma cosa fai dopo la spesa ? Lei: Vado a prendere mio figlio dai nonni !!! Allora visto che è primo pomeriggio prendi un caffè con me ... mi farebbe molto piacere..e lei ...mah....va bene ok... Finita la spesa andiamo in un bar e prendiamo un caffè e iniziamo a parlare del più e del meno...fino a quando le poso la mano sulla sua e l'altra sul ginocchio coscia dicendole... lo sai che mi piaci ancora .... e lei .. mah va lascia perdere sono sposata... e io ma anche io ho una compagna ma cosa vuol dire... Lascia stare dai....Le dico senti...mi farebbe piacere rivederti un giorno che sei libera e vorrei con te andare a fare un giro ? e lei...mah non so...va beh senti ti lascio il mio numero di cellulare e tu dammi il tuo e poi vediamo anche solo andare a fare una passeggiata nei prati o nei boschi ..che ne dici.. va beh vediamo ora devo andare a casa...parliamo ancora un po e poi se ne va... Penso peccato perchè in macchina avevo sia olio per massaggi che gel e avrei gradito molto rincontrarla per poi massaggiarla in tutte le sue parti e mi era già venuto in mente come arrivare a chiederle .. di farsi fare un massaggio mah non mi ha dato il tempo di replicare..... Il giorno dopo mi alzo e da non credere trovo una chiamata non risposta sul cellulare.. era lei.. cavoli avevo messo silenzioso per dormire un pò di più al mattino!!! chiamo subito con il cuore in gola e le dico..ciao sono io ..come stai e lei ..bene.. sai oggi mio figlio va a calcio e ho tutto il pomeriggio libero se voglio..mando mio suocero a prenderlo... Avevo già il ca...o duro e la mia saliva era azzerata.. rispondo quasi balbettando e incredulo...ma allora andiamo a fare un giro per le vigne...che ne dici ? e lei ..tentenna per un pò dicendomi...non so ..forse vediamo e poi alla fine mi dice...va bene alle 14.15 e io si si..nessun problema. Ci incontriamo in un parcheggio e sale sulla mia macchina..jeans a vita bassa stretti stretti..scarpe da ginnastica con tacco, camicetta bianca e golfino stretto ad avvolgerla..mentre sale ...entra e vedo il perizoma di pizzo uscire dal jeans e faccio fatica a non farle vedere che sono eccitato..e forse lei capisce ma fa finta di niente....Partiamo e andiamo verso un vigneto... iniziamo a passeggiare e poi dopo circa mezz'ora lei scivola salendo e le porgo la mano e poi la stringo a me e come in un impulso la bacio...Lei finito il bacio mi da un bel ceffone e io nuovamente la stringo e la bacio nuovamente... Questa volta lei ci mette anche la lingua e la passione...Inizio a palparla intorno alla schiena..sempre baciandola...sul culo e sulle cosce...e lei mi dice..dai basta ma cosa stiamo facendo...dai...Io me ne frego e continuo a baciarla e scendo verso il collo e verso il seno e lei non dai no.. ma è un no che sembra più un si...che un no non so come spiegarlo ma è così... a un certo punto la camicetta alla fine è aperta il regisseno è fuori dalla sede dei seni e entrambi sono a disposizione di mani e bocca.. e lei non sembra per nulla dispiaciuta.. le lecco e succhio i capezzoli e lei si lascia andare all'indietro..poi inizio a scendere lentamente...arrivo sotto l'ombelico con mano e bocca fino a raggiungere il jeans e a questo punto lei con la mano mi ferma...Io capisco il momento e torno lentamente su leccandola e accarezzandola...sempre dall'altro in basso e viceversa aumentando il raggio della mano verso la valle del piacere !!! Cavoli proprio ora che ero arrivato a toglierle i jeans... ed ero pronto a massaggiare e leccarle la passera !!!! Inoltre avevo il membro parecchio gonfio.....continuo anche dietro le orecchie e metto le mani prima sul bottone per aprirlo e dopo entro con le mani dentro il jeans sul culo...e lei si divincola...non capisco se per piacere e se non gradisce..più... rallento e poi continuo a leccare e succhiare i capezzoli la bacio e lecco in bocca e inizio con un mano a mettere alcune dita nella sua bocca...insieme alla mia lingua...mentre l'altra mano palpa avidamente entrambe le natiche e le fessure coperte da quel perizoma....Fine prima parte
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13 years ago
marcoprivate336018, 40
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Una sera al privè
Scoperto che mi piaceva essere penetrato,e che non mi bastava ricevere soltanto due piccole dita,ma non avendo ancora il coraggio di accettare la mia bisessualità,comprai qualche vibratore per "allenarmi"...navigai su internet x carpire qualche idea eccitante e scoprii anche il piacere del clistere...cominciai così ad unire entrambe le pratiche... Un pomeriggio comprai il saccheto x il clistere e comincia a riempirmi l'intestino con due litri di acqua calda,fino a sentirlo gonfiare a dismisura... Quando sentii l'acqua premere x uscire avvicinai il dildo e spinsi piano piano finchè non lo sentii cedere e scomparve dentro di me...x tutti i suoi 20 centimetri...senza sforzo...favorendo l'evacuazione del liquido...mmmmmmmm mi piacque un sacco e ripetei la pratica...e ancora oggi lo faccio...ma non mi basta un oggetto inanimato,x cui cerco sempre amicizie maschili attive,singole amanti strap-on e coppie con entrambi attivi...sia lui che lei... Una sera in un privè conobbi una coppia,ci appartammo sul lettone e comicia a scopare con lei,al culmine dell'eccitazione le sussurrai :" Ti piacerebbe che tuo marito mi inculasse?" E lei senza chiedermi nulla disse semplicemente al marito : "inculalo!!!" e lui mi venne dietro e mi inculò senza farselo ripetere...cazzo che goduria... Capii subito che sarebbe stata da quel momento la mia PADRONA !!! Lui mi chiese se volevo diventare l'amico di famiglia e io accettai... Ben presto fare semplicemente sesso non ci appagava più,così un pomeriggio lei cominciò a sculacciarmi e più lo faceva più mi eccitavo e più mi veniva duro...ben presto cominciò a legarmi,a frustarmi,e a sodomizzarmi prima con le dita..poi con i vibratori...spingendosi sempre oltre...fino ad arrivare ad infilarmi un cazzone nero di 7 cm di diametro e 25 di lunghezza,mi infilava la mano e mi succhiava e quando ero super duro si scopava e si inculava col mio cazzo senza mai slegarmi...e incitando il marito ad incularmi sempre più forte e senza ritegno... Un piacere super sottile e prolungato al massimo... mmmmmmmmmmm....come mi manca !!!
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13 years ago
admin, 75
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Mio compare un cazzo enorme
Estate 2011, mio compare Massimo, viene in Sicilia, per le vacanze con una nuova compagna, in agosto l’aereoporto a Catania è veramente affollato. Li vedo arrivare, sono sereni, specialmente mio compare, che dopo la separazione, aveva trascorso un brutto periodo. In macchina parliamo, ha una bella compagna, delle tette enormi e una voce, veramente accattivante. Anche la voce di Massimo, insieme al suo sguardo, sono diversi, arriviamo a casa, ci abito solo io, mentre mio figlio, viene a trovarmi, in we alternati. Li sistemo, per piacere di ospitalità nella mia camera mentre io dormirò, in quella di mio figlio. Durante la cena, i discorsi cadono sul sesso, e i due piccioncini, si scambiamo ripetutamente, sguardi “assassini”, e il tema, ripercorre una tematica, che io apprezzo, ma facendo il “quasi” serio, sorrido e sorvolo. Ma non sono certo uno stupido, i “ragazzi” hanno voglia di trasgressione e un giochetto a tre non mi dispiace certo…Mentre la signora, rimane un po’ in disparte, Massimo sottovoce, mi racconta di questa sua nuova fiamma, “una donna favolosa”, “tu invece come sei messo a donne?”, “mah io…” e cercando di completare la risposta, m’interrompe dicendo”non dirmi che ti piacciono gli uomini…” io non rispondo, anzi arrossisco, perché il calore mi sale dalle viscere, ripensando all’esperienza con Alessandro, poco tempo prima. Io però voglio fingere, voglio che mi sappia inesperto. Lui continua”dai non ci credo, ti piacciono gli uomini”, “ma sai, non ho mai provato, anche se qualche fantasia, mi è venuta in mente”. Massimo, mi confida, che a Flavia, piacerebbe vederlo, inculare un uomo e se io fossi d’accordo…”Massimo!!! Che dici? Io non sono mai stato con gli uomini…” Lui mi tranquillizza “Dai sono tuo compare, rimane una cosa, tra noi, facciamo così, adesso sul divano io e Flavia iniziamo a riscaldarci e tu fai finta di arrivare all’improvviso, poi faccio tutto io…”Sorride, dandomi una bella manata sul sedere. Entra in casa, e prende Flavia, che sorride, poi silenzio…stanno pomiciando di brutto, vedo Massimo stringere le grandi tette e la sua mano, carezzare il cazzo, ancora nascosto sotto pantaloni. Io li guardo e sono già eccitato, Flavia ha le tette scoperte e le labbra di Massimo stanno succhiando i suoi capezzoli turgidi. Flavia è n vulcano, in un attimo le sfila i pantaloni, tirando fuori il cazzo di Massimo…è enorme, non male per avere 60 anni..ma se pensa di incularmi con quel coso enorme si sbaglia di grosso…Però è bellissimo, una cappella, turgida lucida e un asta così dura…lo vorrei avere in bocca io…lui alza lo sguardo, il bastardo lo sa che sono dietro la persiana…mi fa un cenno…io entro. Flavia si scompone, cerca di aggiustarsi, Massimo non si muove di un millimetro, cerca di rassicurare la sua compagna…”non ti preoccupare…Claudio è una persona aperta di idee” “ma certo “ rispondo io, faccio per andarmene e Massimo mi ferma, “ma dove vai” siediti ci prendiamo da bere…Così riempio i bicchieri di una vodka ghiacciata e mi siedo di fianco a lui. Flavia lo invita a coprirsi, ma lui non si scompone “ e perché? Con questo caldo…a te dispiace Claudio?” Io rispondo di no, ma gli occhi vanno sempre li, sulla sua asta…”non dirmi che il mio pisello ti incuriosisce???” Fa finta di meravigliarsi…il finto tonto…però la domanda desta l’attenzione di Flavia, che si alza dritta sulle spalle, scrutando i miei occhi…lo prende in mano e mi invita “dai toccalo, non è così male”, mi faccio pregare un po’, intanto Flavia mena il cazzo di Massimo che torna a indurirsi, mi prende la mano e la mette sul cazzo, “dai facciamo insieme una sega al mio Massimo” le nostre mani vanno su e giù lentamente “ti insegno io, tranquillo” mi dice Flavia, non sapendo che avrei una voglia matto di ingoiare quel cazzo duro. Flavia lo prende in bocca, ci sa fare, gli occhi di lui si chiudono, smette e mi invita il cazzo, “assaggialo” non è un invito gentile questa volta, la troia è infoiata, vuole che lo prendo in bocca, la sua mano mi preme la testa, inizio piano con la lingua, come fossi un esperto, mi fa ridere il commento di Massimo, che mi dice “bravo, dai che impari presto” ripenso al cazzo di Alessandro, la metà rispetto a questo, mi piace mi riempie la bocca, me lo gusto piano “ma vedi Claudio, una vera troia, lasciamene un po’” scherza Flavia, facciamo un pompino stereo, le nostre lingue sul cazzo, si sfiorano, pomiciamo, sull’asta di Massimo, le tocco le tette. Lei questa volta mi spoglia, il mio cazzò è una misura normale, ma la lingua di Flavia è possente, un calore che ti invade, il mio cazzo diventa duro…mi gira…la troia vuole vedere Massimo sopra di me, mi palpa il culo, la sua lingua mi entra dietro, è bravo mi sta facendo impazzire, il mio cazzo in bocca di Flavia e il mio culo, accarezzato dalla lingua di Massimo, sto per svenire dal piacere…a un certo punto sento la cappella, di Massimo sfiorare le mie natiche…”prendilo adesso”, sospira Flavia… “prendilo subito” io non vorrei, ma…quasi quasi…la cappella spinge, fa male…io mi lamento…”aspetta” dice Flavia, si alza insaliva bene la cappella di Massimo, prende dalla borsa una crema e un vibratore, unge il cazzo di Massimo, accende il vibratore, più piccolo e comincia a penetrarmi, piano piano sempre più in fondo, sono un fuoco, mi piace. Mi sta toccando le palle, flavia mi sta inculando mi piace,”ecco prova adesso” Massimo comincia a entrare, questa volta è più deciso, la cappella si fa strada, il mio culo, la cerca, le va incontro, mi fa un po male, ma sto godendo come un matto…Flavia si allontana, guarda la scena, mentre si tocca, si sta masturbando…si avvicina, mi entra la lingua in bocca…”leccami” mi sussurra…Massimo è entrato, il suo ritmo diventa più rapido, sento le sue palle, non ci credo che quel coso mi è entrato tutto. Il sapore della fica di Flavia è forte, sta godendo come una pazza, inarca la schiena, mi schiaccia la faccia contro la sua fica, mi stanno prendendo in due, magnifico, sembra di volare…Massimo sta per godere, lo fa sul mio culo, anche Flavia la mia lingua la sta facendo andare in visibilio…Massimo viene davanti, si pulisce il cazzo con la mia lingua, continuo a sditalinare Flavia, il cazzo di Massimo diventa duro, nella mia bocca…”dai dobbiamo prepararlo per Flavia…””lo voglio adesso” urla Flavia, lui la prende di forza, e il mio cazzo , affonda nella bocca di Flavia, io non resisto più, sborroooo, la gola di lei ingoia tutto, mentre urla sotto i colpi del cazzo enorme…gode come una pazza e dopo un attimo Massimo arriva di nuovo…crolliamo a terra…E’ stata una vacanza, straordinaria, mi sono divertito alla grande…Massimo salutandomi, mi ha detto “sei una gran troia, io ritorno ti voglio da solo” la mia risposta un sorriso accennato e un pensiero, che non dispiacerebbe anche a me…
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13 years ago
admin, 75
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La noia
Materializzare i propri sogni erotici non sempre è facile. Colpa della solita routine e del solito stress, capaci di uccidere la passione più forte. Ma basta usare un po’ di immaginazione per trasformare la situazione. Ecco qualche trucco La colpa è quasi sempre dello stress e della routine. Qualche volta però ci si mette anche la pigrizia: quando il rapporto va avanti da tempo, la tentazione più grande è quella di sedersi sugli allori. Sbagliatissimo! Se volete che la vostra storia abbia lunga vita anche sotto le lenzuola (una relazione in bianco non la si augura a nessuno), dovrete sfornzavi di metterci un po' di buona volontà. E di fantasia. Lascia che i tuoi sogni più inconfessabili escano dalla tua testa e si materializzino a letto. Non dovete provare imbarazzo. L'imbarazzo riduce l'inclinazione al piacere: non vale la pena essere timide, è solo gran una fregatura. Non usare le tue tecniche di seduzione solamente in camera: la tensione sessuale si crea molto prima di varcare la soglia. Si può iniziare al ristorante, se state cenando fuori, al telefono, se siete al lavoro. Ogni posto è buono. Lo stress che ci si porta a casa dall’ufficio è il killer numero uno della passione . Entrate nel mood rilassandoti: fatti un bel bagno o una doccia, idrata la pelle con un olio per massaggi o una crema ricca e profumata. Prepara il terreno. Se non vivete insieme e lei sta venendo da te, abbi la decenza di far sparire le tazze e i piatti sporchi e svuotare il posacenere per lo meno. Qualche candela profumata, della buona musica, un’illuminazione soft e il gioco è fatto. Facile, no. Osa con la lingerie, niente mutande bianche di cotone per intenderci, o canotte con la spalla larga. A meno che lei non sia una bacchettona che fa sesso solo al buio e nella posizione del missionario. Nell’osare riconosci i tuoi limiti. Non prenderti troppo sul serio, non essere seriosa. Il sesso è divertente innanzitutto. Se il vostro atteggiamento sarà spensierato e disinvolto, ai suoi occhi sarete l'amante perfetto. Comunica. Se non ci arriva da sola devi dirle cosa vuoi. Sperare che lei sviluppi la capacità di leggerti nel pensiero è un’inutile perdita di tempo. Perciò sussurraglielo nell’orecchio. Recita. La parte sceglila tu, l’importante è che sia ad alto tasso erotico. I preliminari sono un ingrediente essenziale. Piume per solleticare, sciarpe di seta per legare, biancheria da mangiare, i classici fragole e champagne o panna e fragole, o fragole e cioccolato. Abbiamo citato sciarpe di seta e manette. Legarla al letto può rivelarsi un giochino molto molto divertente. Ma occhio a non stringere troppo. Non c’è nulla di meno romantico che dove chiamare i vigili del fuoco per liberarla.
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13 years ago
c13p8,
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A serizio
Desideroso della mia prima esperienza da sub, era molto tempo che leggevo tra gli annunci S/M. Torture, dolore, sesso avevano inibito il mio desiderio di contattare un master finché un giorno trovai un annuncio diverso: “Coppia dom cerca sub servizievole e ubbidiente. Lasciare telefono”. Rimasi colpito dalla semplicità della richiesta e scrissi il mio primo messaggio di posta elettronica. Venerdì, quattro giorni dopo, non avevo nessun nuovo messaggio nella mia mailbox, ma finalmente squilla il telefono. “Pronto sei Genny?” mi chiede una gentile voce femminile, “Sì…sono io”, “Hai risposto al mio annuncio. Sei libero domani pomeriggio?”, pensai velocemente ai miei impegni e risposi “Sì, certamente”. E seguirono le istruzioni sul luogo dell’incontro. 1. Incontro Sabato pomeriggio mi reco all’indirizzo. Un palazzone signorile. Suono al campanello “Sono Genny”, “Sali all’ultimo piano”. Mi riceve una coppia di bell'aspetto di mezz’età con lei molto piacente ed intrigante e lui robusto, alto dieci centimetri più di me. "Io sono Antonella e lui è Marco. Pensavamo ad una donna invece di un uomo perché abbiamo bisogno di una cameriera capace di fare i classici lavori femminili, però siamo molto, molto esigenti e non ci possiamo accontentare della solita professionista". “Io non ho mai avuto esperienze come sub ma posso esaudire i vostri desideri, so cavarmela nei lavori domestici anche se non mi intendo di cucina”. Lui controbatte “cucina a parte non negherai che per certi lavori le donne abbiano più capacità…”, “Io vivo da solo e sono abituato a pulire, stirare e cucire, basta mettermi alla prova!”. L’entusiasmo del momento non mi nasconde una certa perplessità. Non vorranno solo avere un uomo di fatica senza spese? Lui appare divertito dalla situazione mentre lei è più interessata a definire l’accordo: “Forse hai dei dubbi?”, “Non proprio, ma non capisco…” lei interrompe “non capisci cosa c’entra il sadomaso con le nostre esigenze?”. Annuisco. “Vedi Genny, noi amiamo essere circondati da persone rispettose delle buone regole e consapevoli di un ruolo di inferiorità nei nostri confronti. In particolare non amo essere contraddetta e desidero una persona assolutamente servizievole, ubbidiente e remissiva. La persona che cerchiamo non dovrà mai dubitare di un nostro ordine”. “Capisco”. “E capirai che queste non sono doti che possiamo trovare in una persona che accetta questo incarico per guadagno. Ti è chiaro?”, “Sì”. "Bene. Dovrai sempre rivolgerti a noi dandoci del lei e non usare mai i nostri nomi. Solo Padrona e Padrone. E soprattutto non vogliamo ripensamenti quindi per il periodo di prova che va da ora fino alle 12 di domani ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Non pensavo di poter trovare di meglio e dico "Sono pronto ad accettare subito, ditemi cosa devo fare". "Prima di tutto in casa nostra la servitù indossa una divisa. Il tuo abbigliamento da lavoro, tempo libero e riposo dovrà essere scelto da noi"; "Anche nel tempo libero?"; "Certamente, non ti voglio vedere con quegli stracci addosso, io stessa stabilirò il tuo abbigliamento giusto per ogni occasione" rispondo cercando di nascondere una evidente offesa al mio modo di vestire "Non ho particolari necessità nel vestirmi e posso adattarmi a qualunque cosa voi desideriate". Un attimo di silenzio, i due si guardano negli occhi poi lei aggiunge: "Mio marito ti accompagnerà nella tua camera, dove potrai spogliarti e indossare gli abiti da lavoro. Poi ti farò conoscere i tuoi doveri. Annuisco e il marito si alza dal divano e mi fa cenno di seguirlo. Procedo per un corridoio su cui si affacciano alcune porte e ne apre una. E' una piccola cameretta arredata con evidente gusto femminile, oserei dire quasi infantile. Entro dentro e lui rimane fermo a guardarmi. Un attimo di imbarazzo perché non so cosa fare. Esordisce "Sarà il caso di spogliarti come ti ha chiesto la padrona. Non ti imbarazza che ci sia io?"; "No assolutamente" e comincio a spogliarmi. "Togliti tutto, la signora non gradisce vedere a giro altri vestiti oltre a quelli che ti forniremo noi. Aspetto che tu me li consegni". Rimango perplesso ma decido di ubbidire e rimango con mutande e T-shirt. "Anche la biancheria intima per favore!", "Perché?", "Non ti prendiamo perché tu faccia domande. A noi serve una persona ubbidiente, se la cosa non fa per te, allora lasciamo perdere". E' una richiesta alquanto strana ma se vogliono fornirmi loro tutto il vestiario forse sarà il caso di accettare. Mi tolgo l'intimo depositandolo sugli altri vestiti e rimango nudo. "La divisa è nell'armadio, quando torno con mia moglie gradiremo vederti già pronto" e si allontana con i miei vestiti in mano. Chiude la porta e rimango solo. Mi avvicino all'armadio. E' abbastanza pieno di vestiti ma non riesco a trovare nulla di adatto. Guardando meglio non riesco a trovare un paio di pantaloni, solo gonne e vestiti femminili. Apro un primo cassetto e trovo la biancheria intima. Solo calze, mutandine, reggiseni e altro. Un altro cassetto e trovo sottovesti, camice da notte e vestaglie. Solo ora mi accorgo di essere nudo. Apro subito la porta senza sporgermi troppo e scorgo Marco nelle vicinanze. "Per favore Marco puoi venire un momento?". Si avvicina e "Ancora nudo? Poi ricordati che non voglio che tu mi dia del tu. Sono solo il tuo Padrone, chiaro?", "MI scusi padrone, non volevo disturbarla ma ho un problema", "Quale?", "Non trovo i vestiti", "Come sarebbe, c’è un armadio pieno?", "nell'armadio non c'è nulla di adatto e non mi sembra ci siano altri posti dove guardare". Entra dentro "fammi vedere". Apre l'armadio e guarda tra i vestiti. "Devo darti ragione non c'è la tua divisa, dovremo cercarla". Aggiunge "Mettiti qualcosa di questi e poi indosserai la tua divisa dopo che avrai visitato la casa", "Ma come? sono solo vestiti da donna. Non potrei rimettermi i miei?", "Ti ho già detto che non voglio discussioni, desidero non essere contraddetto e mi auguro che tu non insista, altrimenti perdo la pazienza e volano le mani. I tuoi vestiti non sono utilizzabili durante il periodo di prova" e nel frattempo prende una gonna scozzese e una camicetta bianca. Sorridendo molto ironicamente "Non ti vergognerai? anche gli scozzesi portano il kilt". Prendo la gonna in mano e rimango perplesso mentre lui aggiunge "Vuoi restare nudo sotto la gonnella? Vuoi raffreddarti?" Apre il cassetto dell'intimo e prende un paio di calze bianche e un body bianco in pizzo. "Questi dovrebbero starti bene". Sono imbarazzato ma evito di fare altre domande. Il body mi sta preciso ed ha le coppe rinforzate, mentre le calze mi arrivano al ginocchio. Marco continua a guardarmi quasi per farmi sentire ancora più imbarazzato e con il dito mi indica di proseguire rapidamente con gli altri vestiti. Prendo la camicetta. Ha i bottoni in posizione inusuale e il colletto ampio e ricamato con fiorellini e pizzi. Sotto le coppe rinforzate del body creano una sporgenza come fossero dei piccoli seni. Apro la gonna e dopo averla messa intorno alla vita l'abbottono. Marco mi indica vicino all'armadio un paio di ciabattine bianche. Le calzo poi si avvicina per sistemare la gonna all'altezza giusta e ridendo mi da una pacca sul sedere e aggiunge "A posto, sembri una scolaretta, ti mancano solo le treccine! Ora usciamo fuori che ti faccio vedere la casa poi torniamo dalla Padrona". Usciamo dalla stanza e torniamo nel corridoio. Mi guardo intorno, sono visibilmente imbarazzato in quelle vesti e non vorrei farmi vedere così dalla signora. "Avanti esci fuori e seguimi!". Mi mostra la stanza degli ospiti, un bagno e la camera da letto padronale. L'arredamento è classico, forse l'illuminazione un po' bassa, d'atmosfera, ma non rimango colpito da niente in particolare. Sono troppo preso dal mio nuovo abbigliamento e quella strana sensazione di sentirmi il body tirare lungo il corpo e la gonna finire tra le gambe. Torniamo in sala dove Antonella aspettava sul divano. "Finalmente siete tornati... perché quel vestito invece della divisa?". Vergognosamente vorrei giustificarmi ma Marco mi precede "Non era nell'armadio". "No? Forse è rimasta qui in sala. La cercheremo dopo, ora vieni a vedere la cucina. Seguimi!". Si alza e le vado dietro goffamente. Entriamo in cucina e aggiunge "Questa sarà la tua principale stanza di lavoro. Hai detto che non sai cucinare? Non importa, lasciamo perdere. In genere cucino io, ma tu dovrai aiutarmi e dovrai servire a tavola." annuisco "Poi dovrai svolgere qui i tuoi lavoretti, come stirare, rammendare e pulire le stoviglie. A mano perché altrimenti non si giustificherebbe la tua presenza a tempo pieno. Non amo i rumori in casa e non troverai elettrodomestici ad aiutarti. Solo strumenti di lavoro tradizionali. Non voglio vederti a giro per la casa senza un compito quindi quando hai terminato con le pulizie, finirai di fare i tuoi doveri in cucina altrimenti te ne tornerai in camera tua in attesa di un nostro ordine". Un momento di silenzio "Hai compreso tutto? Non ho piacere di ripetermi e non accetto ribellioni. In questa casa ricorriamo a punizioni severe per chi non segue le regole, quindi vedi di adeguarti velocemente". Rispondo "Sì, padrona, credo di aver capito...", "No 'credo', devi aver capito e basta. Ora torniamo in sala e vediamo se riusciamo a trovare questa divisa". La seguo con un leggero tremolio di imbarazzo. Mentre usciamo dalla cucina la padrona si rivolge a suo marito "Hai trovato la divisa?", "Sì, era stata riposta nel cassetto. Mi sembra ci sia tutto". Lei si rivolge a me "Allora spogliati, non vorrai tenerti questi vestiti? Possono andare bene per il tempo libero ma non per i lavori di casa", "Ma padrona, qui di fronte a lei..." Si avvicina e mi da uno schiaffo sul viso. "Questo è il primo avvertimento, ora ubbidisci! Ogni ordine deve essere eseguito senza discussione". Subito mi sbottono la camicetta e la gonna. "Anche le calze, mentre il body... per il momento puoi tenerlo se proprio ti vergogni". Quando sono spogliato, si avvicina Marco e deposita sullo schienale del divano la divisa. La guardo e scopro che sono di nuovo indumenti femminili. Un vestito nero di tessuto morbido e lucido a maniche corte e gonfie, bordato di pizzi bianchi alle estremità, un completo di servizio bianco, grembiulino, crestina e guanti di raso, un paio di calze a rete bianche e altro abbigliamento intimo. Io pensavo in una divisa maschile, vorrei reagire, ma osservo di sfuggita i loro volti decisi e impazienti e decido di assecondarli. “Siediti e parti con le calze”. Mi siedo e comincio la vestizione. La padrona mi suggerisce "più in alto fino alla coscia". Poi mi rialzo per indossare il vestito. E' elasticizzato, mi fa sentire tanto una bambolina. Prendo il grembiule. Ha due lunghi nastri. Lo metto intorno alla vita e tento di legarlo con un po' di impaccio. Marco mi viene dietro "Espira l'aria!" e stringendo molto stretti i nastri me li annoda con un grosso fiocco sul sedere. Non perde occasione per palparmi nuovamente il fondoschiena con la scusa di sistemare il fiocco. Nel frattempo Antonella prende la crestina e la pone sulla mia testa. "Non hai molti capelli. La crestina la devi portare obbligatoriamente ma non ha senso senza i capelli lunghi. Aspetta, intanto mettiti i guanti”. Si allontana verso le stanze mentre prendo i guanti. Sono lunghi ed arrivano fino al gomito. Nel frattempo Marco mi gira in torno per osservarmi più da vicino. “Non negherai che ti abbiamo avvertito che si trattava di lavoretti femminili” e contemporaneamente mi tocca nuovamente il sedere. Per fortuna Antonella torna immediatamente. Ha una parrucca in mano, si mette di fronte a me, mi toglie la crestina e “Chinati un poco in avanti, ecco così..” e mi calza la parrucca sulla testa. I capelli ora mi arrivano alle spalle, sono neri, a caschetto. La sistema per bene e rimette la crestina al suo posto. Si allontanano per guardare il risultato mentre io mi sento calare le calze e con una veloce mossa cerco di tirarle su. Antonella mi nota "Vedi che ti cascano le calze. Prendi queste" e mi passa un paio di reggicalze. "Cosa ci devo fare?" rispondo ingenuamente "Per il momento mettile sopra il body. Alla prossima occasione sarà meglio usare un paio di mutandine, sono più adatte con le reggicalze. Oppure una guêpiere se la preferisci". Aggiunge sorridendo "saresti decisamente più carina e seducente...". Faccio finta di non aver capito e mi siedo nuovamente. Con qualche difficoltà, tenendo il vestito sollevato, mi allaccio il reggicalze e attacco le bretelline alle calze. Provo una strana sensazione di eccitazione a vestire questi panni e il mio sesso lo dimostra con una erezione che riesco a malapena a nascondere grazie al body. Mi rialzo in piedi e tiro giù il vestito. Antonella: "Benissimo, ci siamo. Ora devo uscire. Rimarrai con il padrone che ti indicherà gli strumenti di lavoro. Comincerai a pulire la cucina e i bagni, poi le altre stanze. Mi raccomando esigo una pulizia accurata. Non ti sporcare assolutamente i vestiti, se ti serve in cucina c'è un grembiule integrale per i lavori più impegnativi. Preferisco che usi quello piuttosto che vedere anche una piccola macchia sul vestito o sul grembiulino". Poi e rivolgendosi a suo marito lo saluta baciandolo e si avvia alla porta di casa per uscire. 2. Franco Contemporaneamente Marco mi accompagna nuovamente in cucina. Mi mostra lo sportello in cui sono custodite le spazzole, gli stracci, le scope e i detersivi. Appeso allo sportello vedo il grembiule integrale. Lo prendo per provarmelo addosso ma è ridicolo, pieno di arricciature e nastrini. Anche se sono già vestito da cameriera faccio una smorfia di disappunto e Marco ghignando: "Se non ti piace non hai nessun obbligo. Hai sentito cosa ha detto la padrona: non vuole che ti sporchi assolutamente e ti posso assicurare che su questo è inflessibile. Se pensi di poter farne a meno è una tua scelta". Sto per metterlo via poi ci ripenso e decido di indossarlo. Faccio passare sopra la testa le spalline che reggono la pettorina. Le arricciature sono così evidenti che mi solleticano quando le tocco. Marco è di nuovo dietro di me per allacciarmi anche questo nuovo fardello. Mi sorride decisamente e istintivamente faccio altrettanto per assecondarlo. Questa volta è ancora più evidente e mi mette la mano sotto la gonnella per accarezzarmi i glutei. "Ma padrone!...", mi infila le dita sotto il body e risponde seccato "Silenzio, non fare la troietta! Ti stavo solo sistemando i vestiti". Toglie le dita seccato e ordina "Fila a pulire i cessi e fai un buon lavoro, devono essere splendenti prima del ritorno della padrona". Prendo gli stracci e il secchio, lo riempio d'acqua e con i detersivi vado nel bagno degli ospiti. Marco mi segue. Mi accorgo che manca qualcosa e sto per tornare indietro quando vengo fermato "Cosa c'è?", "Ho dimenticato lo spazzolone", "Non serve, puoi fare benissimo in ginocchio, con le mani a terra, così avrai risultati migliori", "Ma così è più faticoso!". Mi prende per una mano e torcendomi il braccio mi fa inarcare in avanti. Poi con l'altra solleva i vestito e mi sculaccia con una mezza dozzina di manate sul culo. Con uno strattone mi fa tornare di fronte a lui e mi afferra il mento con la mano: "Posso andare anche oltre, non hai che da insistere e potrai provare!... Ora in ginocchio e strofina!". E' un tipo molto forzuto e mi spaventa l'idea di contraddirlo nuovamente, prendo una spugna dal secchio e seguendo il dito del Padrone mi dirigo verso il vaso per pulirlo. Mi metto in ginocchio per strofinare in tutti i punti, anche i più nascosti. Sciacquo la spugna per eliminare il sapone residuo si incomincia ad intravedere lo splendore. Nel frattempo il padrone segue il lavoro alle mie spalle e solo quando ho finito di pulire il vaso mi accorgo che si è sbottonato e sta per urinare. Sono ancora in ginocchio accanto al vaso quando il getto fuoriesce e disastrosamente finisce non solo dentro il vaso, ma anche sul bordo e sulla seggetta e gli schizzi mi arrivano addosso, sul viso. Vorrei arrabbiarmi, sto per farlo quando lui "Prendi quella salvietta", riferendosi ad una appesa accanto al bidet. "Cerca di pulirmi per bene, non voglio richiudere la patta con il cazzo ancora umido". Timidamente lo tampono e lo asciugo evitando di toccargli direttamente il pene. "Scommetto che stai pensando come sarebbe bello poterlo succhiare nella tua bocca". Si stacca e continua "Non ora c'è il cesso ancora sporco, puliscilo e fai di corsa". Contemporaneamente mi prende la salvietta dalle mani e dopo averla passata sul bordo del vaso e mi mostra che è sporca. "Ti ho schizzato prima mentre pisciavo?" non aspetta la risposta e con un gesto deciso mi strofina sul viso la salvietta sporca della sua pipì. La getta per terra e se ne esce fischiettando. Sono ancora in ginocchio, vorrei mandare a quel paese tutta la storia, ma poi ragionando mi accorgo che non posso uscire vestito in quel modo. E i miei vestiti? Che fine hanno fatto. Ora capisco il significato della frase "ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Mi sento come imprigionato e realizzo che per il momento è meglio soprassedere ad ipotesi di fuga e invece assecondare la volontà dei padroni. Forse se mi mostrassi più accondiscendente potrei usufruire di un trattamento migliore. Riprendo il mio lavoro e ripulisco il nuovo sporco e proseguo con gli altri servizi. Dopo un quarto d'ora esco dal bagno. Marco è in sala a leggere il giornale, e io mi reco nel bagno padronale. E' arredato con più gusto, ma è più disordinato, segno evidente di un maggior utilizzo. E' abbastanza sporco, sicuramente è un po' di tempo che non viene pulito. In un angolo vedo qualcosa per terra. Un preservativo usato ancora pieno di sperma. Lo prendo schifato con la punta delle dita e lo butto nel sacchetto dell'immondizia. Procedo nelle pulizie come di consueto. Con Marco alle spalle accusavo una sensazione di soggezione che mi impediva di lavorare tranquillamente. Metto in ordine e concludo le pulizie dei bagni. Vado in cucina per prendere spolverino, panni e scopa per la pulizia delle camere. Marco mi intercetta dicendo "Hai fatto tutto per bene?", "Sì Padrone, ho pulito e riordinato i due bagni come mi aveva chiesto", "Andiamo a vedere se dici la verità". Si alza in piedi quando suonano alla porta. "Vai ad aprire alla padrona". Apro la porta d'ingresso ma invece della padrona mi trovo davanti un uomo. Costui si mostra meravigliato vedendomi, poi sorridendo mi chiede "Posso entrare?", e imbarazzatissimo cerco di balbettare qualche parola "Ma lei chi è... chi devo dire...", "Non ti preoccupare... buongiorno Marco!" e lui risponde "Ciao Franco, non ti aspettavo per quest'ora". Lo accoglie in sala poi rivolgendosi a me "Dopo andrò a vedere il tuo lavoro ora fila a fare ordine in cucina" e mi tira un'altra forte pacca sul sedere. Sono di nuovo colpito da uno stato di prostrazione, ora sono stato visto in queste condizioni anche da un estraneo. E meno male che è un estraneo e non un mio conoscente! Con rabbia mi tolgo il grembiule integrale e lo lascio sul tavolo. Dalla sala li sento ridere di gusto mentre riordino la cucina. A un tratto Marco mi chiama "Vieni qua da noi" e arrivo in sala a testa bassa. "Franco è un caro amico. Ogni sua richiesta è come un mio ordine", "Sì padrone...", "Ora accompagni Franco nel bagno degli ospiti. Vorrei che tu ti mostrassi ubbidiente, non voglio sentire rimostranze da parte sua. Chiaro?. Vai!". Lo precedo fino alla porta del bagno, ma li mi fa segno di andare avanti. Entro in bagno e lui dietro di me. Chiude la porta. Poi si rivolge a me "Devo urinare", "e io cosa dovrei fare?", "Vai al vaso sollevi la seggetta e ti metti in ginocchio accanto a guardare se ho qualche necessità. Difficile?" vado ed eseguo l'ordine. Ha un sorriso ancora più perverso e soddisfatto di Marco. Mi metto in ginocchio a lato del vaso e lui si avvicina. "Aprimi la patta, ci sono i bottoni e mi fa fatica aprirli". Mi avvicino ed esaudisco le sue richieste poi si scosta per tirare fuori il pene e urina nel vaso. Non cerca di provocarmi cercando di sporcare il vaso, ma non posso fare a meno di avvertire gli schizzi di urina che da quella breve distanza mi raggiungono ancora sul viso. Al termine mi chiede "Vieni a pulirmi" mi volto per cercare un’altra salvietta ma lui mi riprende subito "No, non cercare nulla, avvicinati". Si gira verso di me e con il suo pene eretto verso il mio viso mi chiede "Usa la lingua, lo preferisco". Allora sbotto "E no, posso sopportare gli schizzi, ma questo è troppo schifoso!". Mi sto per alzare in piedi e mi vedo arrivare sul viso due forti schiaffi e un perentorio "Torna in ginocchio! Ti ho chiesto di pulirmi e come ha detto il tuo Padrone devi ubbidirmi". Gli schiaffi mi fanno male e sono frastornato. Mi arrendo alla richiesta avvicinando la mia bocca e timidamente elargisco le mie prime leccatine con la lingua sul suo glande bagnato d'urina. Lui ha già cambiato atteggiamento è visibilmente più soddisfatto anche se mostra un viso serio. "Usa anche le labbra, ecco così, prendilo in bocca e continua ad usare la lingua". Il suo pene è tra le mie labbra e lui ha le sue mani sulla mia testa per tenerla in posizione. Improvvisamente mi sento schizzare sul palato e realizzo che non ha aveva finito la pipì. "Vedi che era rimasto qualcosa?, Da brava succhia tutto". Mi fa schifo quel sapore ma mi impedisce i movimenti e praticamente ingoio quel liquido nauseabondo dopo che ha invaso tutta la mia bocca. Stacca le mani dalla mia testa e si allontana rimettendosi il pene dentro la patta, poi verso di me "Abbottonami i pantaloni!" e con il viso arrabbiato ubbidisco a quest'ultimo ordine. Poi mi rialzo in silenzio e lo seguo mentre esce dal bagno. Tornati in sala Marco gli chiede "Sei rimasto soddisfatto?", "Per niente questa puttanella si è ribellata e sono stato obbligato a schiaffeggiarla", "Come! e tu cos'hai da dire?". "Mi ha fatto bere la sua pipì e...", "E ha fatto bene! Devi sempre ubbidire, come riuscirò a fartelo capire? In ginocchio qui, sul divano, subito!". Con circospezione vado sul divano e ci salgo sopra nel modo che mi è stato ordinato mentre Marco apre un cassetto e continua "Chinati giù e appoggiati con le mani sullo schienale". Torna verso di me e solleva la gonna "Ma padrone cosa fa...", "Zitta e immobile" e immediatamente scopro che in mano ha un frustino e mi colpisce sulle natiche con un primo colpo doloroso. Continua a colpire e insiste "Conta dieci colpi", "Uno...due...", ogni colpo è sempre più doloroso "...nove...dieci". "Ne vuoi ancora?", "No padrone, la prego, basta così..." e torna frustarmi "Non si dice mai NO al padrone. Devi sempre dire 'Sì padrone, se lo desidera'. E alla fine devi sempre ringraziare. E' chiaro? Conta!" conto di nuovo fino a dieci e ho gli occhi gonfi, sto quasi per piangere per l'umiliazione subita. “Nulla da dire?”, con una voce tremante “Grazie Padrone”. “Scendi dal divano, subito! E mettiti in ginocchio!”. Mi muovo con dolore, mi ha colpito anche sulle gambe. Scivolo dal divano fino a terra e mi metto nella posizione ordinata. “Chiedi scusa al signor Franco”. Mi sento quasi in colpa sussurro “Signor Franco le chiedo scusa per quanto è accaduto prima”. “Non basta. Per quale motivo lo hai fatto arrabbiare?”, “Perché non volevo…”, “non volevi cosa?”, “…non volevo leccargli il pene”. “Bene, se desideri il perdono e non ricevere altre punizioni dolorose, esegui ora il compito che ti aveva richiesto!”. Franco ascolta in disparte con il viso serio “Non pensare che venga io a metterti in bocca il mio cazzo ”. “Hai sentito? Striscia ai suoi piedi e non procurargli altri fastidi”. Mi avvicino sempre in ginocchio ai piedi di Franco. Lo osservo dal basso, ma lui evita di incrociare il mio sguardo. Alzo le mani verso la patta, la sbottono e apro anche la cinghia dei pantaloni. Dall’apertura dei boxer infilo le mie dita e cercando di essere delicato gli tiro fuori il pene. E’ abbastanza molle. Cerco nuovamente di incrociare inutilmente il suo sguardo poi avvicino la bocca. Tiro fuori la lingua per leccarlo come mi aveva chiesto. “Se vuoi farti perdonare lecca bene lo scroto e prendilo in bocca”. Ubbidisco. Mentre lecco il suo scroto mi ritrovo la bocca piena dei suoi peli e accenno un gesto per toglierli dalla bocca. “Non provarci, ogni pelo del mio cazzo vale più di te, sarà meglio per te ingoiarli piuttosto che sputarli”. Torno a leccare e baciare fino all’asta. Il pene è sempre più eretto. Con la coda dell’occhio vedo Marco a lato con il frustino tra le mani, pronto ad elargire nuove punizioni. Franco mi chiede “Ora come una brava puttanella, lo prendi in bocca e lecchi amorevolmente il mio glande”. Allargo le labbra e ritrovo nuovamente il suo pene in bocca. Chiudo gli occhi mentre appoggia le sue mani sulla mia testa, per guidare i movimenti. Mi allontana per farsi baciare dalla base del pene per tutta la lunghezza dell’asta. Me lo infila nuovamente in bocca e mi ordina di pompare sempre più intensamente “Così brava, ora mi piaci…”. L’odore dei suoi umori è stranamente inebriante e succhio avidamente senza pensieri per la testa. Rimango sorpreso dal primo schizzo di sperma. E’ caldo e decisamente più piacevole della precedente esperienza con la pipì. Seguono altri schizzi, ma Franco mi allontana dalla presa, vuole vedere gli ultimi schizzi sul mio viso. Mi ritrovo con le guance e il mento sporchi di liquido seminale. Istintivamente mi riavvicino al suo pene e finisco di bere le ultime gocce del suo succo e ripulirlo con la lingua. “Ora basta così”, Franco si allontana rimettendosi a posto da solo. Rimango in ginocchio guardando nel vuoto. Avevo fatto il mio primo pompino. Nel frattempo sento sbattere la porta. Antonella ci accoglie dicendo “Cosa sta succedendo?”. Marco risponde “Genny ha disubbidito ed ha offeso Franco”, “E che punizione gli hai dato?”, “Venti frustate, poi ha chiesto perdono a Franco”, si avvicina a me e “Mhhh posso immaginarmi che genere di perdono. Genny, alzati in piedi!”. Avverto ancora il dolore delle frustate e mi alzo lentamente. “Ecco, come pensavo! Nessuno ti impedisce di fare la troietta, ma non sopporto che ti sporchi gli abiti da lavoro. Non solo hai il viso pieno di sperma. Guardati sul petto”. Abbassando gli occhi vedo che qualche goccia di sperma ha raggiunto il vestito nero e ha lasciato un inconfondibile macchia traslucida. Antonella, di fronte a me è imbestialita e mi elargisce un forte schiaffo poi un altro. “Come una bimbetta che si sporca i vestitini ecco come sei. Ti ci vorrebbe… aspetta se lo trovo…” si avvicina al cassetto di un mobile, lo apre e ne porta via una busta trasparente. Lo apre di fronte a me. “Ecco cosa ti occorre”. Mi mostra una bavetta da bambina, rosa con i merletti bianchi. Io rimango ammutolito ad ascoltare “Ti avevo proposto il grembiule integrale ma vedo che il mio consiglio non ti è servito! Rimettiti subito in ginocchio”. Appena giù mi posiziona la bavetta sul petto e facendomi chinare la testa in avanti, la lega molto stretta intorno al collo. “Alzati, scattare”. Quando sono in piedi mi piglia per un braccio e mi gira verso gli altri due: “Quando vorrete usare la troietta per i vostri comodi, siete pregati di usare sempre la bavetta”. Rivolgendosi a me ”E tu non ti mettere subito a ciucciare cazzi senza averla indossata. La prossima mancanza saranno dolori. Chiaro?” Annuisco “Ora per punizione la terrai fino all’ora di servire la cena e ti chiameremo solo ‘mocciosetta’. Vai in cucina e non ti muovere fino a nuovo ordine!”. Passo in mezzo a Marco e Franco e ridicolizzandomi dicono “Allora sei una mocciosetta ciucciacazzi?” e Marco afferrando la bavetta me la passa sul viso per rimuovere le ultime tracce di sperma, poi mi elargisce la solita, pesante pacca sul culo. 3. La serata Completo le pulizie nella restante parte del pomeriggio. Per mia fortuna i Padroni e Franco sono impegnati in conversazione e hanno deciso di soprassedere a nuove umiliazioni. E’ quasi l’ora di cena e Antonella mi viene a trovare in cucina. Molto gentilmente mi istruisce sui suoi metodi per preparare la cena e mi avverte: “Franco rimarrà a cena da noi e si fermerà a dormire. Dopo cena desidero che tu vada a preparare la camera degli ospiti. Cerca di essere gentile perché oggi lo hai fatto arrabbiare veramente tanto e non vorrei capitasse di nuovo questa notte”, “Perché dovrei farlo arrabbiare questa notte?”, “Ah, dimenticavo. Il letto nella tua camera si è rotto recentemente e stanotte dovrai condividere la camera con il nostro ospite. Lui è già d’accordo”. “Ma io pensavo che potevo…”, “Non pensare niente, non è un tuo compito. Ti ho già detto che la tua camera è inutilizzabile quindi non discutere”, “Come desidera Padrona”. “Bene ora vai ad avvertire i signori che la cena è pronta”. Un attimo di ripensamento poi chiedo “Mi scusi Padrona ma aveva detto che per cena potevo togliermi questa” riferendomi alla bavetta. “Sì hai ragione, è l’ora di toglierla, ma… aspetta un momento. Prima vai ad avvertire i signori e chiedigli se hanno bisogni da fare”, “Come i bisogni?”, “Sì, allora non capisci? Vai in sala e fai quello che ti ho detto, muoviti, non voglio ripeterlo”. Velocemente entro in sala e timidamente mi metto davanti ai due per farmi notare. “La signora ha detto che la cena è pronta”. Mi guardano e Marco “Va bene. C’è altro?”. “Sì, mi ha detto di chiedervi se avete bisogni da fare”. Marco si alza in piedi e mi mette una mano sulla spalla “Certo mocciosetta, ho un bisogno grosso, grosso… mettiti giù”. Scendo in ginocchio ai suoi piedi mentre si sbottona i pantaloni e con modi rozzi mostra alla mia vista il suo pene. Volto il viso di lato, spero ancora sia uno scherzo. “Su la faccia, non devi guardare per terra, guarda bene il mio cazzo. Tira fuori bene la lingua e spalanca la bocca”. Faccio quel che mi chiede e appoggia il pene sulla mia lingua. Passano alcuni interminabili secondi di silenzio poi me lo infila in gola con un perentorio ordine “Chiudi le labbra e succhia tutto”. Sento il suo fluido entrare prepotentemente nella mia bocca. Subito si riempie e sono costretto a deglutire velocemente. Il liquido caldo scende nel mio corpo, il suo sapore è terribile e amplificato dalla sua temperatura. Ma ancora più schifoso il momento in cui finisce: succhio dal glande gli ultimi residui di pipì e appena posso nuovamente respirare mi accorgo del sapore nauseabondo che ho in bocca. Non posso fare a meno di emettere due colpi di tosse. Marco se ne va soddisfatto, mentre Franco è già pronto ad aspettare con il pene in mano: “Non vorrai mettere il mio uccello tra le tue labbra sporche, mocciosetta? Pulisciti, sto aspettando”. Avvicino la mano alla mia bocca con un lembo di tessuto fra le dita e lo passo intorno alle labbra ancora umide. “Così va bene”, si avvicina e me lo spinge subito in bocca. Le sue mani mi stringono ai lati della testa “Da brava porca troia, bevi tutto” e subito lo sento pisciare. Il sapore è diverso, fino a quel momento pensavo che le urine fossero tutte uguali. Questa considerazione non allontana l’umiliazione di sentirmi trasformato in un pisciatoio. A quali altre bassezze sarei stato costretto? Franco si allontana velocemente seguendo Marco a tavola. Antonella mi chiama dalla cucina e corro verso di lei. “I signori sono già seduti? hanno già fatto i loro bisogni?”, “Sì”, “bene, brava mocciosetta, ora ti posso togliere la bavetta, girati”, e mi scioglie il nodo di quel ridicolo e imbarazzante indumento. “Devi portartela dietro per ogni evenienza. Legala al nastro del grembiulino, così. Ora vado a sedermi accanto al padrone e solo dopo tu ci raggiungi con il vassoio degli antipasti. Poi ti dirò cosa fare”. La cena procede molto amabilmente e lentamente. Riesco ad eseguire gli ordini dei Padroni senza farmi rimproverare. Mi sento già meglio, più il tempo passa senza richieste assurde e punizioni esemplari, più sento che riuscirò ad arrivare alla fine della serata senza un crollo psicologico. Certo, quando mi avvicino al tavolo subisco palpatine al sedere anche molto fastidiose, ma ormai mi sembra quasi una normalità e ho imparato, come da comando, a sorridere spontaneamente invece di digrignare i denti. Dai discorsi riesco a capire che non vogliono andare a dormire troppo tardi, anche se Franco ha detto di voler visionare un film che gli ha prestato un amico. Infatti al termine della cena tutti e tre si alzano dal tavolo e raggiungono il divano. Con le luci abbassate li vedo interessati davanti al televisore mentre io ho l’ordine di mettere in ordine e ripulire. Posso mettere sotto i denti qualcosa di… commestibile, nella tranquillità della cucina. Ho addirittura la libertà di recarmi in bagno. Tutte quelle bevute precedenti hanno accelerato i miei bisogni fisiologici e finalmente posso liberarmi. Mi guardo allo specchio e vedo una figura mostruosa, né uomo né donna, ridicola e, ora lo capisco, da disprezzare. Quando sono entrato in questa casa non avevo idea di cosa fosse un’esperienza sadomaso. Certo anche questa non ne rappresenta l’universo, ma ora posso toccare con mano la sensazione di essere un sub comandato dai Padroni. “Genny, dove sei? Vieni qua da noi” sento la Padrona chiamarmi. Mi ricompongo in fretta ed esco dal bagno. “Antonella si alza dal divano e prendendomi per mano mi porta via con se. Ci avviamo verso la mia cameretta. Forse ha intenzione di farmi dormire da solo? Accende la luce e china a guardare nei cassetti. “Vediamo un po’ questo, no, questo mhhh, nemmeno…”, “Posso aiutarla, Padrona”. “Vorrei trovarti qualcosa da indossare per stanotte ma non vedo nulla di buono”, “Se lo desidera mi basta anche una maglietta”, “No, assolutamente, nulla di così trasandato. Genny, hai un aspetto troppo maschile, quella peluria sul petto, il viso… non ti posso mettere una camicia da notte come queste, bianche, trasparenti…”. Tra me pensavo: “meno male!”. “Vieni seguimi in camera mia”. E prendendomi nuovamente per la mano mi trascina nella sua camera. Entrati dentro chiude la porta e “Dai spogliati”, “come, tutto?”, “Sì, tutto”. Anche lei comincia a spogliarsi, mentre apre l’anta dell’armadio. Si siede sul bordo del letto accanto a me per togliersi le calze, poi si rialza per sfilarsi il vestito e l’intimo rimanendo nuda. Sono eccitato, devo ancora togliermi il body e lei si avvicina per aiutarmi. Sono nudo. Mi ferma quando pensa che ho intenzione di togliermi la parrucca e sussurrando “Resta così”, mi regala un bacio sulle labbra. Il mio pene è fieramente eccitato e la vedo sorridere per questa mia reazione. Dopo una così dura giornata mi sembra di sognare e quando sto per abbracciarla per stringerla a me si divincola gentilmente per tornare verso l’armadio. Una breve ricerca e “Ti piace questo?” Mi mostra un baby-doll trasparente adagiandolo sul suo petto. “Sì, carino, molto seducente”. Toglie la gruccia e lo indossa. Si avvicina e mi regala un altro bacio sulle labbra. Di nuovo si allontana divertita con un saltino verso l’armadio e io sono sempre più eccitato. Fruga di nuovo dentro e “E questo come ti sembra?” Prende un altro baby-doll, questa volta nero con un grande fiocco rosa davanti. Con un sorriso giocoso me lo mostra nuovamente facendolo aderire al suo petto. “Molto bello anche questo, non saprei…”. Per la terza volta un altro bacino, ma questa mi sussurra “Allora indossalo tu”., “…io?”, “Sì, tu. Voglio vedere come ti sta!”. Lo prendo con un po’ di imbarazzo e dopo averlo girato tra le mie mani me lo infilo dalla testa. Mi lascia con i glutei coperti a metà ed ho la sensazione di sentirmi ridicolo. L’eccitazione si è sopita, ma si riprende immediatamente quando Antonella si avvicina con la lingua tra le labbra e mi regala questa volta un bacio appassionato. Finalmente posso stringerla tra le mie braccia. Aveva solo intenzione di giocare prima di concedersi. Si avvicina al letto e si sdraia. La seguo baciandola a partire dai suoi piedi, le caviglie, le ginocchia ed arrivando a vedere le grandi labbra. La mia lingua si insinua nelle sue intimità e la sento ansimare d’eccitazione. Le concedo una delle mie migliori performance linguiste e sento che mi ripaga con uno splendido orgasmo. Vorrei osare oltre e mi rendo disponibile per altri servizi, ma non tardo a capire che Antonella dopo il momento di godimento torna ad essere la Padrona. “Va bene Genny, basta così. Porta via i tuoi vestiti da lavoro ed esci di camera”, “devo lasciare questo?”, indicando il baby-doll nero. “No, no. E’ l’ora di andare a dormire, lo puoi tenere e lo riporterai domattina. Ora fila a preparare il letto della camera degli ospiti. Domattina voglio vederti qui da me alle 9 in punto così come sei adesso. Buonanotte”. Mi volta le spalle e io rimango come un fesso. Raccolgo i vestiti ed esco di camera. La sala è vuota, non c’è traccia degli altri due. Mi guardo attorno, non vorrei farmi notare con questo nuovo tipo di abbigliamento. Non ho nemmeno idea di dove siano finiti Marco e Franco. Mi avvicino alla porta della mia cameretta. Vorrei togliermi il baby-doll, ma con cosa lo sostituirlo, un’altra camicia da notte? Improvvisamente sento un rumore provenire dal bagno ed entro velocemente nella stanza degli ospiti, che è aperta ma con la luce spenta. Accosto la porta e accendo la luce. Non c’è nessuno, meglio così. Mi guardo intorno, poi mi dirigo verso il letto per prepararlo. Scorgo i vestiti di Franco, lasciati disordinatamente e il frustino che usava Marco su di me. Mi guardo meglio intorno, ho la sensazione di dover subire una sorpresa, ma di nuovo vedo che non c’è nessuno. Ripongo i vestiti di Franco su una sedia e apro le coperte. Prendo il frustino in mano. Vorrei nasconderlo per non far venire qualche tentazione ma proprio in quel momento Franco irrompe spalancando la porta. Ha fatto la doccia ed indossa un accappatoio di spugna. Mi vede e “Il frustino lo puoi lasciare sul letto. Vieni qui da me”. Obbedisco e gli vado incontro. “Sei carina con questo vestitino, e questo cos’è” toccandomi il grosso fiocco rosa sul petto. Arrossisco dalla vergogna e lui continua “Certo, significa che sei una bambina. Una bambina cattiva però. Oggi mi hai fatto arrabbiare molto” e allunga le sue mani cercando di stringermi a lui. Arriva a toccarmi il sedere e avvicina le sue labbra alle mie con l’evidente intenzione di baciarmi profondamente. Subisco passivamente la sua iniziativa, poi mi lascia e ordina “Toglimi l’accappatoio, con molta delicatezza”. Sfilo le maniche ma devo avvicinarmi per toglierlo definitivamente. “Lascialo cadere per terra. Baciami dal collo fino ai piedi” E’ un ordine delicato ma perentorio e lo eseguo. Quando sono a terra “Lecca bene tra le dita dei piedi… ecco così, va bene”. “Rialzati. Devo punirti”, “Perché signor Franco? Cosa ho fatto?”, “Ora non hai fatto nulla di male, ma ti devo punire per oggi pomeriggio”, “Ma il Padrone ha già provveduto… le ho chiesto scusa… pensavo di essermi fatto perdonare”, “Hai pensato male. Voglio essere io ad impartire la punizione, quella del tuo padrone non conta, quindi mettiti in ginocchio sul letto, come hai fatto oggi sul divano, con il culetto ben sporgente”. Mi rialzo mestamente e vado verso il letto. Salgo sopra e mi sistemo in ginocchio, appoggiandomi sui palmi delle mani. “Il culetto più sporgente per favore e viso in avanti senza voltarti” E mi sporgo più indietro. Franco apre un cassetto, anche se la frusta è accanto a me. Lo sento armeggiare senza poter capire cosa ha intenzione di fare. Poi sento che afferra la frusta e chiudo gli occhi. Con le mani mi carezza amabilmente il sedere. Improvvisamente non sento più la sua mano e subito come una scossa una prima dolorosissima frustata. Un attimo di indugio poi una rapida sequenza di una decina. Si ferma e mi tocca con le mani sul sedere, nuovamente, per accertarsi che la pelle sia diventata sensibile al contatto. Per un istante mi infila un dito dentro al culo ed ho un piccolo sobbalzo. Si allontana e riprende a frustarmi. E’ un supplizio, si riavvicina e mi carezza le natiche affinché io possa provare ancora più dolore. Lascia la mano e sento nuovamente un tentativo di intrusione anale, ma questa volta le sue mani sono sui miei fianchi. Spinge forte e realizzo che sta introducendo il suo pene duro dentro il mio ano. Mi spinge con violenza, sento un forte dolore, ma diventa ancora più intenso quando la penetrazione è completa e il suo bacino va a sbattere contro le mie natiche infiammate. Io non riesco a sostenere quella posizione e adagio la mia testa di lato sul letto. “Ti prego fai più piano” e continua. “La prego… signor Franco mi fa molto male, ahi”, Bene è quello che voglio, mi piace così” e aumenta l’intensità dei colpi con grande piacere. Il mio ano veniva sverginato in quel frangente e io, impotente, subivo passivamente la volontà del mio aguzzino. Non so quanto tempo fosse passato, forse cinque o dieci minuti o anche più ma finalmente lo sentii rallentare ed ansimare per l’orgasmo. Con le mani mi stringe le chiappe per farmi sentire l’uscita del suo pene. “Fatti in là, voglio sdraiarmi” e si sistema a pancia in su sullo stesso lato del letto. “Toglimi il preservativo”. Mi avvicino e mi riprende “Con delicatezza e fai in modo che rimanga vuoto”. Stupito per la richiesta “Come vuoto?”, “Vuoto, come ti ho detto. Mentre lo sfili lascia ricadere lo sperma sul mio cazzo. Richiesta insolita, ma ormai ne ho fatto l’abitudine. “Buttalo per terra, lo raccoglierai domattina. Bene, ora vieni qua in mezzo alle mie gambe. Voglio addormentarmi piacevolmente”, “Come desidera signor Franco. Cosa devo fare?”, “Con la lingua e le labbra, mi ripulisci il cazzo ciucciando tutto lo sperma e mi riempi di baci e leccatine fino a quando mi addormenterò. Poi potrai dormire anche tu”. Credevo fosse finita invece mi tocca un altro supplizio. SI volta e spegne la luce e io mi chino su di lui per accontentarlo. 4. Domenica Le prime luci dell’alba riescono ad attraversare le persiane della finestra. Socchiudo gli occhi e mi rendo conto che non stavo sognando. Il fondoschiena mi fa male, dappertutto. Per limitare il dolore sono a pancia in giù, ma mi basta sentir scorrere il lenzuolo per capire che le mie chiappe sono arrossate dalle frustate. Ho anche un altro tipo di dolore, più interno. Credo di capire a cosa è dovuto. Giro la testa verso Franco e scopro che anche lui è sveglio. “Allora, ci siamo svegliati, finalmente!”, “… Buongiorno, che ore sono?”, “Abbastanza tardi per dormire ma abbastanza presto per altre cose”. “Cosa?”. Mi afferra la mano e mi fa toccare il suo pene eretto e durissimo. “Cosa? Per incularti, mia cara”. Non aspetta la risposta, si solleva e mi viene sopra, sulla schiena. Senza dire o chiedere, cerca il mio ano facendomi emettere qualche gridolino di dolore e mi penetra nuovamente. In quella posizione non ho nemmeno la possibilità di attutire la penetrazione con i miei movimenti e non posso trattenermi dall’ansimare per il dolore. Mi sbatte con forza e grande vigore, mi ha già fatto capire che gode nel farmi sentire male. Il letto si agita sotto i colpi pesanti di Franco e io vorrei piangere dal dolore. Improvvisamente interrompe la sua azione e si alza sulle sue ginocchia. “Per ora basta così era solo un assaggio. Via dal letto e mettiti in ginocchio desidero un bel servizietto e usa le precauzioni che ti ha consigliato la padrona per non sporcarti”. Capisco il messaggio e mi alzo dal letto. Sulla sedia dove sono i miei vestiti recupero la bavetta rosa, poi ritorno verso Franco che nel frattempo si è alzato in piedi. Me la metto intorno al collo e tento di legarla con qualche difficoltà. “Mettiti in ginocchio, te la sistemo io”. Quando sono giù reclino la testa in avanti. Franco afferra i lembi e me la stringe molto stretta, in modo da risultare volutamente fastidiosa. Quando rialzo la testa non aspetto altri ordini e inizio a baciare e leccare il suo pene, fino a prenderlo in bocca. “Brava Genny, così ti stai comportando proprio bene, continua così, sei una brava mocciosetta”. Immagino che desideri sborrarmi in bocca. Non sono proprio felice dell’idea ma lo preferisco rispetto alla dolorosa sodomizzazione. Invece mi accorgo che la sua eccitazione va decadendo. Poi lo sento dire “Eccomi, bevi troia” e un violento schizzo di urina mi colpisce il palato. Ingoio velocemente per non fare fuoriuscire una goccia, non vorrei incappare in qualche punizione. “Sì, brava, mi sei piaciuta. Una bella e piacevole pisciata in bocca è modo migliore per iniziare la giornata!” commenta molto ironicamente. Finisco di succhiare poi mi allontana. Vede i suoi vestiti sulla sedia, si riveste senza fiatare ulteriormente e poi esce dalla camera. Guardo l’orologio e mi accorgo che è tardissimo, sono già le 9. Mi sciolgo la bavetta, raccolgo velocemente la mia divisa e corro nella camera dei Padroni. La porta è aperta e la stanza è illuminata “Permesso, posso entrare?” Vedo Marco vestito con una vestaglia da camera che mi risponde “Avanti, entra pure”, “Buongiorno. La Padrona mi ha detto di essere qui per le 9”, “Sì lo so, ora è in bagno”. Marco si avvicina e mi guarda “E questo? Come siamo sensuali. Scommetto che stanotte tu e Franco avete fatto i maiali”, E mi mette una mano sul sedere allungando un dito verso l’ano. Faccio un sobbalzo, sono sensibilissimo in quelle zone ed emetto anche una breve esclamazione di dolore. “Bene vedo che hai culetto infuocato. Hai scopato come una puttana, vero?” Rimango in silenzio a testa bassa mentre Antonella fa la sua comparsa uscendo dal bagno padronale. “Buongiorno Genny”, “Buongiorno Padrona”. Marco si allontana ed entra in bagno a sua volta. “Vediamo il programma di stamani. Devi vestirti con la divisa per servirci la colazione, poi indosserai un vestitino da tempo libero perché per il momento non hai altri compiti. Mettiti subito le calze”. Mi siedo su una sedia per indossare le calze a rete. Antonella guarda nell’armadio e ne esce fuori con un nuovo indumento bianco. “Metti questa”. Rimango interdetto di fronte al nuovo indumento. “Ti aiuto io a legarla dietro”. Mi posa la guêpiere sul petto poi si mette dietro di me per legarla. “Intanto allacciati le calze” e rivolge la sua attenzione al contenuto di un cassetto. “Io attacco le bretelline alle calze e quando rialzo il viso lei mi dice “Indossa queste, vediamo come ti stanno”. Un paio di mutandine in tulle, veramente minime, a perizoma. Quando le calzo sento il filo che mi solletica dietro in modo molto fastidioso. Faccio notare il mio problema e mi risponde “Non ti preoccupare, ci farai l’abitudine come fanno tutte le donne. Ora prosegui con il resto. Dovresti essere capace di fare da sola”. Provo un certo fastidio a sentirmi trattato come fossi realmente una donna. Già devo sopportare il travestimento, poi sono oggetto sessuale di due uomini. E’ un’ulteriore umiliazione, ma la subisco in silenzio. Mi rivesto come ordinato, senza dover chiedere l’aiuto della Padrona. “Vai in cucina e preparaci la colazione. Latte caldo, caffè e biscotti per tutti. Presto, deve essere già pronto tutto prima del nostro arrivo”. Esco velocemente dalla camera e mi reco in cucina. In dieci minuti preparo tutto, appena in tempo per l’arrivo di Franco. “Ecco la servetta, ha già preparato tutto?” E si avvicina palpandomi nuovamente il culo, sapendo che mi procura fastidio e dolore. A ruota compaiono i Padroni e si sistemano intorno al tavolo in cucina. Li servo mentre fanno colazione e dai discorsi capisco che la Padrona vuole uscire in mattinata per visitare un mercatino rionale. Capisco anche che Franco non si tratterrà per il pranzo. Meno male un uomo di meno. Ma capisco anche che lei uscirà da sola e mi lascerà con loro due per un po’ di tempo durante la mattina. Si alzano dal tavolo e rimetto in ordine. Poi mi sento chiamare dalla Padrona e la raggiungo in camera. Si sta vestendo per uscire e mi dice “Allora, Genny. Io esco e ti lascio con i signori. Vedi di comportarti a modo. Non hai altri compiti e puoi toglierti la divisa”, “Grazie Padrona” e sto per dirigermi verso l’uscita quando mi interrompe “Aspetta”. Si mette gli orecchini poi mi prende per mano e mi porta nella mia cameretta. Quando siamo dentro “Togliti la divisa” e apre l’armadio. Io mi svesto degli accessori e del vestito. “Vediamo un po’… ecco quello che fa per te”. Ne tira fuori una camicetta a fiorellini semitrasparente a maniche lunghe e una ampia e fluida gonnellina fucsia. I risvolti del colletto, dei polsini e il fondo della gonna sono guarniti da arricciature molto evidenti. Indosso i vestiti e mi guardo allo specchio. Sembro una ragazzina frivola, di sopra, con un abbigliamento sexy, sotto. La gonna arriva alla coscia e la bordatura semitrasparente non riesce a nascondere il pizzo delle calze a rete. Mi sento tanto “puttana” e facilmente violabile. “A posto. Ora posso andare. Puoi leggere o guardare la televisione, ma ricorda di ubbidire sempre al Padrone. Ci vediamo per l’ora di pranzo. Ciao” ed esce dalla porta senza aspettare una mia risposta. A distanza sento sbattere la porta. Non ho avuto ordini particolari e cerco di starmene per conto mio. Ne approfitto per curiosare nella stanza. Apro il famoso armadio per vedere se trovo qualcosa di interessante. Niente, solo vestiti, tutti rigorosamente femminili. Anche molto giovanili, alcuni infantili e comunque molto frivoli. Anche la biancheria ha lo stesso aspetto. Penso che la Padrona abbia più il piacere di trovare una persona da assimilare ad una nipotina, da usare come una bambola da vestire, piuttosto che una domestica. Sicuramente quando la sera prima ha goduto con me, lo ha fatto pensando ad un piacere lesbico, come fossi stato una donna e non un uomo. E il Padrone? Lui si diverte e sfrutta la situazione. Forse lui è il vero master della situazione. Franco? Chi lo sa. Forse ama gli uomini passivi, che però abbiano un tocco di femminilità. Chiudo l’armadio continuando a pensare. “Genny, dove sei?” mi volto. E’ finita la tranquillità, il Padrone mi sta cercando. Apro la porta “Sono nella cameretta. Cosa desidera Padrone?”, “Vieni qua da noi”. La voce è rassicurante, ma non mi convince. Arrivo in sala. “Cosa stavi facendo?”, “Mi stavo riposando nella mia cameretta”, “Riposando? Non ti è bastata la notte per farlo?” sorride facendo un gesto di intesa a Franco. “Che ti ha detto la Padrona?”, “Che ho tempo libero per leggere o guardare la TV”. “E stavi leggendo?”, “No Padrone”, “allora vieni a guardare la TV insieme a noi”. Non sono molto convinto dell’offerta ma “Va bene. Cosa guardiamo?”, “Una cassetta che ha portato Franco. L’abbiamo già vista ieri sera, hai visto di cosa tratta?”, “No, ero in cucina a pulire e riordinare”. “Allora sei dei nostri. Vai nella dispensa a prendere un pacco di salatini e portaci da bere, ti aspettiamo. Per me un whisky e per Franco un analcolico”. Anche se non sono in servizio capisco che è il caso di ubbidire. Prendo un vassoio, le bottiglie e i bicchieri. Anche i salatini. Torno in sala e mi aspettano già seduti ai due lati del divano. Deposito il vassoio sul tavolo vicino e riempio i bicchieri secondo le loro indicazioni. Consegno nelle loro mani i bicchieri e Marco mi fa segno di sedermi proprio in mezzo a loro. Non ho molte alternative perché non ci sono altri posti. E’ la prima volta che mi siedo da quando mi sono levato dal letto. Il contatto del mio sedere con il divano, mi fa fare un piccolo sobbalzo perché sento ancora dolore. Vedo che Franco e Marco si guardano sorridendo per questa mia reazione. Marco fa partire il videoregistratore con il telecomando. Solo ora, in questa nuova posizione mi accorgo di quanto sia cortissima la mia gonna e la sistemo al meglio per coprire le cosce e non far vedere le bretelline della guêpiere. Parte il filmato e loro due non sembrano interessati a me. E’ una ripresa amatoriale di un loro conoscente. Non tardo a capire che il contenuto di tale film è decisamente hard e vedo Marco e Franco con i pantaloni aperti che si masturbano. Anche io mi eccito nella visione e sento che lo stretto perizoma non è più in grado di contenermi. Nella scena due donne fanno l’amore tra di loro in una camera da letto. Poi arrivano tre uomini e mentre una viene messa in un angolo e frustrata, l’altra è oggetto di sesso degli altri due. Cazzi in bocca, poi nel culo, poi di nuovo in bocca e… la mano di Marco che mi carezza sulla coscia. Gioca con le bretelline del reggicalze tirandole e facendole schioccare sulla mia pelle. Franco non è da meno e solleva la gonna fino a raggiungere le mutandine. Mette le sue dita sotto e arriva a toccarmi il pene indurito. Lo tira fuori e lo carezza, mi fa piacere subire queste attenzioni. Marco mi sorride e si avvicina. Mi bacia sul collo e sulle labbra ripetutamente, fino a baciarmi in bocca lasciandomi senza fiato. Franco è passato a masturbarmi con più decisione. Marco mi carezza intorno ai fianchi e sulle gambe e ogni tanto mi bacia di nuovo in bocca e io lo lascio fare. Mi sussurra “Voglio scoparti”. Contrariato mi riprendo dallo stordimento e tento di divincolarmi, il mio sedere fa ancora male. “La prego Padrone non ora…” e nell’agitazione casca un bicchiere e si rompe bagnando per terra. “Garda cosa hai fatto. Sei contenta ora?”, “Mi dispiace, non volevo…”. “Niente scuse hai sbagliato e devo punirti”, “Ma come…”. “Avanti, tirati giù le mutandine e sdraiati sopra le mie ginocchia”, “La prego signore, la frusta mi ha fatto molto male”, “E chi ti ha detto che ti frusto” mi sventola due forti ceffoni sul viso “Ubbidisci”. Abbasso le mutandine e mi metto nella posizione indicata. Franco è di fronte a me e mi fa appoggiare la testa in mezzo alle sue gambe, con i miei occhi proprio di fronte al suo sesso. Marco solleva la gonnellina e mi sculaccia di santa ragione, facendomi guaire per ogni colpo. Franco mi accarezza sulla testa e avvicina il suo pene al mio viso. Ormai il mio culo è indolenzito e Marco mi ordina di rialzarmi. “Non ho ancora finito. Rimettiti in ginocchio sul divano, con la testa in mezzo alle gambe di Franco”. Altri due schiaffi perentori, mi metto nella posizione indicata e Franco è pronto ad accogliermi nuovamente tra le sue gambe. Marco si sfila la cinghia dei pantaloni e appena sono in posizione mi solleva la gonnellina e mi frusta. Ormai non riesco a trattenere le lacrime, sono veramente sfinito. Terminata la sua azione e durante la pausa Franco dirige la mia bocca sul suo pene. Marco mi mette le mani sui fianchi, ha il pene eretto di dimensioni notevoli e mi infila due dita nel culo per allargarlo. Mentre sto già pompando il cazzo che ho in bocca, Marco mi infila il suo e mi sodomizza. Mi sbatte con molta forza, prima lentamente per penetrarmi completamente poi sempre più velocemente. Mi sbatte come una puttana, forse peggio. Franco già eccitato da tempo mi viene subito in bocca e rimango a sorseggiare per lungo tempo il suo succo mentre Marco continua instancabile a sfondarmi il culo. Finalmente mi sfila il suo pene, penso che abbia finito invece lo infila nuovamente nel modo più indelicato per martoriarmi. Ma dura poco. Lo sento ansimare per l’orgasmo, mi sta sborrando nel culo. Rallenta, mi assesta gli ultimi colpi poi se ne va. “Sei una troia, ecco cosa sei. Rialzati!”. Lentamente e dolorante, mi rimetto in sesto e ubbidisco all’ordine. Quando gli sono di fronte mi da uno schiaffo sul viso. “Sei una troia, te lo devi scrivere in testa” e mi tira un altro schiaffo ”Troia, puttana e non ti muovere” e via altri schiaffi. “Mettiti nell’angolo laggiù, con il viso rivolto verso la parete” Mi dirigo verso l’angolo indicato “E tieni la gonna sollevata con le mani, vogliamo ammirare il tuo culo infiammato. Non ti devi muovere fino a nuovo ordine e non fiatare”. Mi sollevo la gonna e sento che finiscono di visionare il film. E’ difficile stare immobili in quella posizione. Sento dolori dappertutto e come non bastasse sento lo sperma che fuoriesce dallo sfintere allargato. Mi brucia e solletica e non posso fare a meno di contorcermi mentre raggiunge l’interno della coscia. Cerco di stringere le chiappe, non vorrei subire altre punizioni per i miei movimenti. Il film finisce e Marco mi viene alle spalle “Allora ti sei pentita dei tuoi errori, puttana?”, “Sì padrone, le chiedo ancora perdono”. “Bene, ora vai nella tua cameretta, ti togli la camicetta e la gonna”, “Certo Padrone, sarà fatto”. “Indossi il tuo grembiulino, la crestina e i guanti e torni a pulire il tuo danno”, “Senza vestito?”, “Certamente, solo con la guêpiere”. “Va bene, Padrone, sarà fatto. Grazie Padrone”, “Brava e visto che ci sei mettiti la bavetta, è divertente vederti come una mocciosetta”, “Sì Padrone, subito” e scappo in camera prima di subire altre richieste. Ho paura delle sue reazioni e voglio evitare di contraddirlo. Torno da loro “Fatti vedere, sì così mi stai bene. Vai a prendere la scopa e gli stracci per pulire” Vado in cucina a prendere il necessario poi torno e mettendomi in ginocchio ripulisco i cocci. Mi osservano lavorare con sguardi divertiti e soddisfatti. Alla fine delle pulizie vi sedete sul divano sempre nudi dalla cintura in giù. “Ora la mocciosetta ci fai un bel servizietto completo. Ci devi baciare e leccare su tutto il corpo, a partire dai piedi e risalire, con particolare cura sulle zone che già conosci” Sto già per cominciare quando Franco mi interrompe “Aspetta non aver fretta. Marco dove lo tieni il dildo?”, “Sì certo anche quello. Mocciosetta apri il cassetto del mobile, prendi il fallo di gomma e i nastri”. Apro il cassetto e scopro una miniera di oggetti sadomaso. Ci sono diversi falli e prendo il più piccolo insieme ad alcuni nastri di stoffa bianchi. “No, non quello, uno più grosso”. Ne mostro un altro e mi fa cenno che va bene. Torno da loro e Franco “Ora ti metti in ginocchio e ti masturbi. Devi sborrare sul fallo senza farne cadere una goccia”. Mi metto in ginocchio. Sono stranamente eccitato dalla situazione e non ho difficoltà ad eseguire questo compito. Al momento dell’eiaculazione socchiudo la cappella per sopprimere lo schizzo, poi la riapro per cospargere il liquido seminale sul fallo. “Brava, ora lo avvicini alle tue labbra e lo ripulisci perfettamente”. Lecco il fallo e ingoio tutto il mio sperma. Nel frattempo Marco mi fa rialzare e mi lega un nastro stretto intorno alla vita. Poi si fa consegnare il fallo che ho appena ripulito e mi fa mettere nuovamente alla pecorina per terra. Mi contorco perché vengo nuovamente penetrato, questa volta dal fallo ma è una sensazione diversa, più fredda. Il fallo ha un anello alla base e Marco ci fa passare un altro pezzo di nastro che lega con due fiocchi a quello stretto alla vita, sul davanti e sul dietro. Stringe il tutto per fare in modo che il fallo rimanga in posizione. Gira l’anello zigrinato e mette in moto il vibratore. Mi sento agitare dentro, ho una sensazione che non so descrivere. Si rimette seduto e mi ordina di cominciare il mio lavoro. Ad ogni mossa o spostamento sento il fallo che rigidamente mi sconvolge interiormente. Lecco i piedi, le gambe e il pene. Passo da Marco a Franco e viceversa, loro stessi mi indicano quando è il momento di servirli. Franco si fa sbottonare la camicia e si fa baciare sul petto, poi pretende che mi avvicini al suo viso per farsi baciare in bocca. Marco da dietro mi agita il fallo per renderlo ancora più efficace e doloroso. “Lo dicevo che sei una troia, così mi piaci, ubbidiente e remissiva, ma soprattutto silenziosa”. Franco ha il cazzo nuovamente eretto, è eccitatissimo “Ti voglio scopare, in questa posizione” sono in ginocchio sul divano sopra e rivolto verso di lui. Marco scioglie il fiocco che lega il nastro ed estrae il fallo dopo averlo spento. Mi poso sul pene di Franco e lui non muove un dito, vedo che vuol lasciare a me l’iniziativa. Questa volta mi penetro da solo. Istintivamente non andrei oltre, ma Marco incalza “Tutto lì, dai muoviti su e giù, più velocemente, muoviti!” Mio malgrado mi devo far male da solo. Franco mi indica di avvicinarmi a lui senza fermarmi. Non è facile, riesco a malapena ad avvicinarmi e mi bacia a lungo mentre continuo a muovermi su di lui. Ora sono anche stanco oltre che dolorante. Franco decide che è il momento di soprassedere. Sto per rialzarmi quando Marco si siede nuovamente accanto e dice “Non hai mica finito, a me non lo fai questo servizio?"” Mi viene spontaneo sorridergli e prima di venirgli sopra, mi fa un gesto con la mano ad indicare che prima gradisce una pompatina. Esaudisco il suo desiderio curvandomi su di lui. Vuole solo rinforzare la sua erezione e usufruire di una lubrificazione naturale. Mi fa segno che basta e ripeto la scena avuta prima con Franco. Mi sono abituato all’idea di farmi scopare. I dolori sono diffusi e non riesco a far più caso ad una nuova penetrazione. Quando è contento anche lui mi fa segno che posso alzarmi. “Devo rimettermi il fallo?”, “No può bastare così. Puliscilo bene con la tua lingua e rimettilo dove l’hai trovato insieme ai nastri”. La padrona rientra in quel momento. “Salve a tutti”, poi rivolgendosi a me “Vedo che ti hanno fatto lavorare. Sei carina con la guêpiere e il grembiulino”, poi a suo marito “Com’è andata”. “Bene è stata abbastanza ubbidiente, qualche altro rimprovero, ma ora ha capito quali sono i suoi doveri”. “Brava Genny”. E’ quasi mezzogiorno e sta per scadere il tuo periodo di prova”. Mi scioglie la bavetta che avevo ancora ridicolmente stretta al collo. “Vai a spogliarti completamente nella tua cameretta e vatti a fare una doccia. Ti faremo trovare i tuoi vestiti sul letto quando uscirai dal bagno”. Finalmente, mi sento liberato da questa frase. Corro in camera ed eseguo il compito più facile che mi sia stato mai ordinato. Una doccia rilassante, per tutte le violenze subite, mi sciacquo la bocca con l’acqua calda come fosse una specie di disinfettante. Torno in camera e come promesso ritrovo i miei vestiti. Mi sembrano strani e ruvidi, dopo aver indossato per molte ore solo indumenti morbidi, gonnelline, camicette, baby-doll e intimo femminile. In un certo senso provavo piacere. Esco dalla stanza e torno in sala. Marco e Franco si sono rivestiti. Mi attendono sorridenti. Marco esordisce “Bravo, hai fatto il tuo dovere. Valuteremo insieme quando replicare un nuovo incontro” e mi stringe la mano. Sono piacevolmente sorpreso della trasformazione e dal sentirmi si rivolgere come una persona di sesso maschile. Mi rendo conto che anch’io devo uscire dal circolo vizioso di idee che mi ero costruito e in cui cominciavo a conformarmi. Rispondo “Sì, è stato un incontro interessante, penso che si potrà ripetere”. Antonella “Bene, così siamo tutti contenti. Ora ti salutiamo perché abbiamo altri impegni. Siamo invitati a pranzo, capirai…”, “Certo, nessun problema era come concordato”. Mi sorride e con la bavetta in mano Antonella mi dice “Prendi questa, servirà a ricordarti il nostro incontro e soprattutto che sei nostro sub”. Vorrei istintivamente dire grazie ma non lo faccio perché non riesco a capire quanto questo dono sia per ricordo o per un’ulteriore e beffarda umiliazione. Le faccio un sorriso e “Mi potete contattare nel solito modo".
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Gino e i fratellini- la vendetta
CIAO Gino dissi appena salito nel suo appartamento poi al ricordo del suo cazzo non resistetti mi inginocchiai ,la mia fame di cazzo e' sempre immensa, e tirai fuori la lingua che cominciai a muovere su' e giu'.L'invito per GINO fu' irresistibile si aprì la lampo dei pantaloni liberando l'uccello che si era già' gonfiato ed aveva raggiunto la già nota misura e mi si avvicina -Io apro bene la bocca e lo ingoio fino allo scroto. La mia esperienza in fatto di pompe e' grande e dopo pochi minuti Gino mi viene in gola ed io assettato ingoio con ingordigia poi mi mette supino e mi infila la sua pertica nel culo e mi stantuffa per una buona mezzora venendomi dentro due volte senza tirare il cazzo fuori . Dopo un po’ Gino va in bagno a rinfrescarsi io nonostante gli assalti di GINO ho ancora voglia . mi metto sul divano ed inizio a menarmelo ficcandomi nel contempo tre dita nel culo . Quando Gino esce da bagno vede quello che sto facendo sorride e mi dice “ti conosco e sapevo che ad una troia come te il mio cazzo non ti sarebbe bastato pertanto ti ho fatto una sorpresa ho chiamato due amici, due fratelli che in fatto di culi sanno il fatto loro. Ed avvicinatosi mi offre ancora l’uccello da succhiare che io accetto ed ingoio di nuovo.Sto assaporando l’uccello di Gino quando suonano all’appartamento Gino va ad aprire ed entrano i fratelli. Sembrano gemelli, sono alti e dalle spalle ampie, grosse mani e teste rasate a zero, la barba e' tagliata ma scura e fitta e ombreggia le mascelle squadrate, uno dei due ha folti baffi che gli scendono a lato della bocca come i miei. La camicia e matida di sudore, l'odore e' forte e maschio. Li i due si spogliono e poi mi si avvicinano e si siedono accanto a destra e a sinistra. Hanno corpi mastodontici, tatuati ovunque dai polpacci alla schiena e il pelo che li ricopre disegna strane figure tra quei tatuaggi scuri.Ma la cosa che impressiona di piu' dei due, se i gran fisici non bastassero a mettere paura, sono i bigoloni che pendono curvi sulle palle che, come se fossero di ferro, tirano giu' lo scroto rendendolo un grosso fagotto peloso. I due cazzoni sono ancora a riposo, con le cappelle grosse come mele avvolte dalla pelle e il prepuzio carnoso, umido e roseo, e' abbondante; l'asta e' un bastone nodoso ricco di vene gonfie.La voce di uno dei due e' profonda e baritonale: -Allora bel ciucciacazzi, cosa stavi facendo a GINO prima?- E appoggia una mano sulla mia coscia, io da troia infoiata non perdo tempo: “-Gli stavo succhiando il cazzo ma se volete continuo con i vostri”,mi chino a bocca spalancata sull'uccello alla mia sinistra ma non faccio in tempo sono loro che come lupi affamati mi sono gia' addosso, le loro manone ruvide mi stanno accarezzando ovunque e come per assaggiare la preda mi leccano il collo o i i capezzoli turgidi, li mordicchiano, io ho gli occhi chiusi e gradisco come non mai quelle due lingue che passano tra le mie chiappe sul buchetto caldo ed ancora infiammato dal cazzo di GINO rinfrescandolo.Mi mettono in piedi ho i due fratelli in ginocchio uno davanti e uno dietro, mi leccano le palle e addirittura l'uccello ,i due stanno assaporando il mio uccello, adesso percorrono la lunghezza della canna con le loro labbra ai due lati, e si alternano a succhiarlo infilandoselo in gola. Le loro teste rasate si muovono veloci e spesso le loro bocche si incontrano su quella verga baciandosi e limonandosi ma poi veloci come bestie fameliche non perdono tempo, si vede che lavorano sempre in coppia, uno preme subito la mia testa sul cazzo che si sta gonfiando a vista d'occhio, l'altro mi prende con le mani forti per i fianchi e mi mette subito alla pecorina sul lettino, poi si tuffa con la testa tra le mie chiappe. Sento la testa che si agita forsennatamente sul mio buco dilatato mentre succhia rumorosamente, la linguona fa davvero un bel lavoro al mio buco infatti io stesso porto le mani sulle chiappe per aprirle bene e sentire cosi' meglio la lingua ruvida che mi penetra , ma non mollo con la bocca l'asta che sto succhiando, tengo la bocca ben aperta per inghiottirla tutta .Veloce il fratello leccatore si mette diritto, adesso ha voglia di fotterla mia caverna ricca della sua saliva, si prende alla base la verga dura e infilza con un solo colpo di reni il mio culo e poco prima di arrivare fino in fondo toglie la mano e il rumore della sua pancia che sbatte contro le chiappe sudate del mio culo rimbomba nella stanza.La monta comincia subito forsennata, il culo peloso de fratello eccatore si muove a ritmo, con una gamba piegata sul letto e l'altra tesa a terra per puntarsi e dare piu' forza, l ‘altro fratello invece si e' messo in ginocchio e con le due mani a coppa sulla mia nuca e preme la testa contro l'inguine ficcandomi l’uccello fino in gola profonda, la scopata continua furiosa, le scosse impresse al mio corpo devasterebbero un uomo normale, in piu' mi sta dando forti pacche sul culo che gia' diventa completamente rosso.Ma mi accorgo che i due fratelli stanno comunicando a gesti, e' come un segnale tra di loro. Quello davanti che mi sta sempre in bocca, mostra il pugno chiuso al fratello dietro che mi sta scopando e questo fa un cenno d'assenso mostrando anche lui il pugno.Cazzo vuoi vedere che vogliono... infilarmi... il braccio nel culo.Infatti ora uno dei fratelli mi tiene fermo con la forza mentre l'altro dietro sta tentando di infilare quattro dita nel mio culo aperto mi oppongo con disperazione .“Non così mi rovinate” . Per fortuna Gino che finora ha guardato va in bagno si procura dela vasellina e del LUAN poi lancia uno sguardo eloquente al fratello intento a frugare nel mio culo allungandogli il tutto.Il fratello preso la vaselina ed il LUAN mi ritorna dietro mi unge abbondantemente dentro e fuori lo sfintere e poi mi dice “-Avanti rilassati troia che e' il tuo momento.”-e posiziona il pugno tutto unto contro il mio buco , -“NO fermi mi rovinate cosi', non ce la faccio a prenderlo” grido io-“-Silenzio vacca, siamo bravi noi altri a riempire i culi, vedrai che poi non potrai piu' farne a meno”.Il viso del fistatore e' serio e impegnato, mascella serrata mi prende con la mano libera il fianco e lo spinge con forza verso il pugno che scivola dentro per meta',i muscoli delle braccia tatuate sono tesi e sudati, il bicipite si gonfia per lo sforzo, in fondo solo un uomo come lui puo' manipolare cosi' il mio corpo che ha tra le mani che si agita a piu' non posso.”-NOOOOOO cazzo fermiiiii!!!-“Ma il buco ha superato le nocche del pugno che inesorabile scivola dentro.“-Ancora un piccolo sforzo e ci siamo, ma se non vuoi sentir dolore rilassati e' meglio per te troia!”- Realizzato che e' meglio fare quel che mi si dice mi calmo, ed ecco che in un attimo l'intero pugno e' risucchiato nel mio culo caldo, entra fino al polso e subito lo sfintere gli si chiude intorno.“-Ecco fatto!Adesso sentilo bene tutto e quando sei pronto rimettiti a succhiare il cazzo di mio fratello così saprò che posso iniziare a stantuffarti dentro” mi dice tenendo fermo il braccio.Dopo un po’ i mi comincia a piacere essere competamente pieno il dolore è sparito e mi era tornata la libido alle stelle, ripresi a a spompinare, e' il segnale che aspettavail fratello che mi ha infilato il braccio nel culo ,comincia a muovere il pugno nel culo, lo muove roteandolo a destra e a sinistra e poi lo sfila piano ma prima di farlo uscire tutto riaffonda deciso arrivando quasi all'avambraccio, “ Dio mi piace un sacco, infatti succhio con foga i cazzo che ho in bocca e non mi lamento piu' e quando il fratello che mi sta riempiendo la bocca di minchia mi chiede:”-Vuoi anche il mio adesso di braccio nel culo?Guarda che mani grosse che ho-“ Io faccio si con la testa senza mollargli il cazzo.Ormai e' fatta, ho provato di tutto sono una vera troia una troia col culo rotto.I fratelli si scambiano di posto e nel frattempo GINO manda un’esclamazione vedendo quanto si e' allargato il mio culo.Uno dei due fratelli mi disseta sborrandomi in gola ed io bevo assetato, l'altro ha praticamente ancora mezzo avambraccio infilato nel mio culo.Dopo essersi riposati un po’ uno dei due fratelli si siede sul letto e mi infia ‘uccello nel culo a spegnimoccolo sonoseduto so pra di lui, ben infilzato dal suoi cazzo, e debbo tenermi stretto al suo collo sobbalzando su e giu' dai colpi che ricevo da sotto, ma ecco che si avvicina da dietro anche l'altro e punta anche lui la sua cappella bagnata al mio buco gia' pieno del cazzo del fratello.Sforza la cappella contro e con uno sforzo immane mi entra anche lui non senza difficolta”-Dio come sei ancora stretto! Qui bisogna scoparti un bel po' prima di allargarti a dovere” e tutti e due continuano per un bel po’ ad incularmi assieme nonostante io sia ormai uscito di testa e nonostante il dolore li sprono”continuate …ancora ancora “.-Gino per farmi tacere mi rinfila i suo cazzo in bocca e mi dice”Succhia Troia credevi non mi fossi accorto dei giochi che continuavi a fare quando nmi allontanavo con OMAR e SAID durante la crocera?”Io succhio il suo cazzo con avidita. Gino ed i due fratelli dopo una ventina di minuti Sborrano insieme ed un lago di sperma mi riempi L’intestino e la gola tanto che dovetti correre in bagno era come avessi subito un clistere di due litri e lo sfintere dilaniato e dilatato non la teneva dentro.. Quando uscii da bagno i frateli se ne erano andati e Gino mi portò soccorso con un unguento speciale tentando di rimediare allo sconquasso de mio povero culo “ “Sei una gran vacca ma sei sempre a mia troia mi ricordo che mi hai aiutato facendoti inculare quando nessuno mi voleva appena vedevano le dimensioni del mio cazzo”.” Stanotte rimani da me così puoi riposare” Io lo guardai in un certo modo mi ricordavo quando mi inculava ogni ora, Lui capì “ non ti preoccupare non ti tocco allora erano mesi che ero in astinenza e poi con la caverna che ti hanno fatto i fratellini ; fino a che la crema non a fatto il suo effetto restringente non mi sentiresti e non ti sentirei nemmeno.
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13 years ago
admin, 75
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Nello spogliatoio della palestra... parte2
L'incontro in palestra mi lascio tutto scombussolato, ero in preda a mille emozioni contrastanti... Continuavo a sentire il suo odore e il suo sapore, sentivo ancora lo sperma colare dal mio culetto mentre tornavo a casa... e ne volevo ancora... Fu una settimana strana, sospesa, sentivo solo la sua presenza che mi dominava, mi scrutava e non faceva nulla... Come se se ne fosse dimenticato... Passò un altra settimana senza che facesse o richiedesse nulla... Sembrava nemmeno mi degnasse di uno sguardo e nessuno mi prendeva più in giro... Sapevo che aveva mantenuto la parola e che prima o poi sarebbe venuto a cercarmi... E io volevo che mi usasse di nuovo, non facevo altro che toccarmi pensando a lui, volevo di nuovo quel cazzone... Alla quinta settimana non c'è la facevo più, presi coraggio, ma non troppo e misi nella sua cartella un biglietto dove dicevo che se mi voleva quel pomeriggio sarei stato in collina in un boschetto vicino alla posta di suo nonno... Tornai a casa di corsa mi cambiai come se dovessi andare in palestra e non mi misi le mutande e mi precipitai nel boschetto... Non vidi nessuno... Ma due mani mi afferrarono da dietro dopo qualche minuto dal mio arrivo e mi coprirono la bocca e gli occhi... "Eri vogliosa vero puttanella? Non ne potevi più di restare senza il mio cazzone vero? Volevi bere ancora il mio sperma dillo..." Mugugnai di piacere e di profonda paura... Ero eccitatissimo, sentivo il suo cazzone premere sul mio culetto... Tolse la mano dagli occhi e me la infilo violenta dietro,nei pantaloni, pensando di trovare la resistenza dei boxer... Invece mi si infilarono subito due dita nell'ano... "Sei una puttanella senza mutandine.. e molto vogliosa di essere aperta..." Mugugnai e spinsi sempre più verso di lui il mio culetto che si dilatava e chiudeva... Allora mi tolse la mano e mi spinse a terra... Mi blocco pancia a terra con il ginocchio, mi prese le braccia e me le lego con qualcosa... Cercai di protestare ma mi mise qualcosa in bocca che mi ammutolì e lo lego dietro la nuca... Respiravo ma nemmeno un suono usciva dalla mia bocca... Mi tirò su con forza il bacino mettendomi in una strana posizione simile alla pecorina ma poggiavo la faccia e le spalle sul sottobosco, nelle foglie... Avevo il cuore a mille, e urlavo silenzioso di essere sbattuto e scopato subito... Ma lui ritardava... Prima con un dito.... Poi appena scorreva bene, con il secondo... Appena ero rilassato mise il terzo... Io impazzivo dal piacere, stavo godendo, mi schizzavo in faccia la mia stessa sborra... Vedevo da sotto, in una contorsione dolorosa cosa faceva... Infilo il quarto dito e poi la mano... Spingeva e mi sentivo spaccare in due sia dal dolore che dal piacere estremo... La tirò fuori di colpo... Mi sentivo il culo una voragine e mi penetro di colpo... Mi pompo tutto fino in fondo... Si fermava prima di venire e mi stringeva le palle per non farmi godere... Continuò così non so per quanto tempo... Impazzivo... Pensavo continuasse così per sempre... Tolse la presa dalle mie palle di botto e affondo tutto il suo cazzone nel mio culo venendo... Continuava a venire e a pulsare riempiendomi... Venni anch'io, come un getto tipo... Mi stavo svuotando sulla mia stessa faccia... Mi tolse il bavaglio e il mio stesso sperma mi colo in bocca... Mi tirò per i capelli e mi fece pulire il suo cazzone... Succhiavo tutto come una cannuccia e ingoiavo più che potevo... Mi venne con ultimo schizzo in gola direttamente... " Brava la mia puttanella... Sei proprio una perversa... Sei il mio schiavo ora e non puoi esistere senza nutrirti del mio sperma... Io te lo dono e io solo posso decidere cosa farti..." Annuiii... le parole non servivano, ero suo... "Qui mi piace... Sarà il nostro luogo di perversione privato... Il capanno del nonno non lo usa nessuno da anni..." "Il capanno farà da cornice e sfondo ad altre mie perversioni e desideri..." Se ne andò senza voltarsi con questa frase.... Spero che mi dica di incontrarci al più presto!! continua..........
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13 years ago
admin, 75
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Donne... 1
Mia moglie, da quando ci siamo trasferiti nella nuova casa, si sente un po' solo e quindi organizza con le vicine una specie di happy hour, ma fino a ieri non sapevo di cosa si trattasse veramente. Io sono sempre fuori per lavoro e lei rimane spesso da sola, così organizzano ( una volta per una) degli aperitivi a casa. Essendo tutte senza figli, le troie, facevano cose mai avrei immaginato facesse la mia dolce, troia mogliettina... Un giorno tornai a casa sulle cinque del pomeriggio e le trovai tutte completamente nude, mi sentivo quasi fuori luogo, pensavo che volessero fare un tuffo in piscina e non avevano il costume, invece.... quelle gran puttane stavano scopando tra di loro a casa mia. Quando sono arrivata una delle mie vicine di casa mi accolse (nuda) dicendomi: "Bisognerebbe che tu scopassi di più con la tua bella mogliettina, perchè se no si da ad altro... guarda vieni con me!" Inutile dire che quando mi ritrovai davanti davanti a quella scena tutto feci tranne che preoccuparmi... La puttana non aveva solo bisogno di cazzo, ma anche di figa.La trovai che si faceva leccare come una vera e propria puttana farebbe da una delle nostre vicine di casa e l'unica cosa che riuscì a dirmi fu. "Amore, sai che Carla è una vera troia? Mi lecca fino a farmi perdere la testa e io sono una gran puttana...! Ero eccitatissimo, insomma a quanti capita di vedere una scena scena così? Le troie vedendo che ero eccitato, e non poco, hanno iniziato a toccarmi i cazzo, a ciucciarmelo... Sapevo di essere solo un oggetto per loro, ma non mi importava volevo scoparmele tutte e vedere cosa sapevano fare... Leggi il seguito...
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13 years ago
darkangel80,
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Mia moglie è una rotta in culo
Era una mattina d'estate e, come al solito, mi alzai per andare a lavorare. Prima di uscire dissi a mia moglie che nella tarda mattinata sarebbe venuto l'idraulico per riparare la piccola perdita del lavello della cucina. Non sono neanche molto sicuro che mi avesse sentito e le lasciai un biglietto sul tavolo della cucina. Invece la troia mi aveva sentito bene, tanto che quando sono arrivati i due idraulici lei si fece ritrovare nel suo accappatoio preferito (che aveva le dimensioni di un fazzoletto, a stento le copriva il culo da porca che ha). Arrivati i due idraulici, mi disse, di avergli aperto la porta così come era uscita dalla doccia e di aver chiesto loro se gradivano un caffè. Inutile dire che i due hanno accettato e mentre lei infilava le cialde nella macchinetta disgraziatamente il laccetto del suo accappatoio si era slegato. Mi raccontò che i due nonostante l'imbarazzo non le tolsero gli occhi di dosso e lei per non imbarazzarli (dice lei...) fece finta che non fosse successo nulla e i riallacciò l'accapattoio . Quando diede il caffè ai due notò che avevano il cazzo indurito all'inverosimile per l'eccitazione e come una tria chiese loro se gli fosse piaciuto quello che avevano visto. Mi raccontò che non si aspettava la reazione che ebbe uno dei due, ma che quando il primo le disse. "inginocchiati bella troia e succhiami il cazzo, così vedi se sono imbarazzato o no!" lei non riuscì a resistere e così chiese anche all'altro di poterlo prendere in bocca, ammettendo che le piacciono almeno due cazzi. I due, secondo me, non riuscivano a credere che tutto ciò fosse vero ma il più intraprendente dei due non ci mise tanto a metterla sul divano per leccarle la figa depilatissima, toccarle i seni... mentre lei si spompinava l'altro prendendolo tutto in bocca. Quando arrivai io la trovai mentre faceva una doppia penetrazione, si faceva spaccare il culo e la figa dai due e quando mi vide sulla porta l'unica cosa che mi disse fu: "Amore unisciti a noi, oggi mi sento proprio una troia, voglio tanti cazzi" ed io l'accontentai...
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13 years ago
darkangel80,
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Nello spogliatoio della palestra...
A scuola ero sempre al centro dell'attenzione dei bulletti... Mi picchiavano e mi sfottevano data la mia sensibilità e il mio essere timido e impaurito... Alle medie, l'ultimo anno c'era questo ragazzo, bocciato due volte, che mi aveva preso di mira, ben preso dai semplici sfotto e scherzi passo al pestaggio fino ad arrivare alla dominazione psicologica... Un giorno vado in palestra per un corso di basket e me lo ritrovo al corso, mi aveva sentito ed era venuto anche lui a provare... Ero disperato, volevo essere lasciato in pace!!! E fu così, inaspettatamente non mi disse nulla e non mi prese in giro... Fu anche simpatico e mi aiuto quando inciampai... Pensai che non era così cattivo in fondo in fondo... Alla fine della lezione, nello spogliatoio tutti erano imbarazzati e si cambiarono velocemente e uscirono tutti tranne io e lui... Io mi avviai verso il bagno e lui mi segui senza che me ne accorgessi... Mi chiuse in bagno insieme a lui e mi fisso... Ero impaurito e mi si avvicino e mi disse:"facciamo un patto... Io non ti sfotto e non ti prendo più in giro, anzi ti difendo dagli altri bulletti se però tu fai una cosa per me..." Io ero sbalordito, e gli chiesi" Cosa??" Mi guardo e si slaccio i pantaloni... "Mi tocchi il pisello..." Io non avevo voglia... Ma se diceva davvero sarei stato al sicuro e in pace... "ma no dai..." dissi... Lui" Guarda che lo devi solo toccare, voglio capire se mi posso fidare se farai davvero quello che voglio...." "Non capisco" risposo" Perchè?" " perchè d'ora in poi finché resta attivo il patto io sarò il tuo protettore e tu il mio protetto... Nessuno ti può toccare e dire nulla..." "Dici davvero???" gli chiese di nuovo ,sempre più incredulo e propenso ad ascoltarlo... "Oggi non hai visto... Sarò così d'ora in avanti..." Allora presi coraggio e glielo toccai da sopra il boxer... Era duro e siccome era più grande di me, era già sviluppato.... Pian piano mi si avvicino e mi spinse la mano dicendomi di tirarlo fuori dai boxer.... Ero ipnotizzato e lo feci... Lo tirai fuori e lo massaggiai... "MMmmm... così, hai capito allora... Sarai la mia puttanella privata... Continua e nn farmi pentire di averti dato questa opportunità...""" Ero nelle sue mani... Mi inginocchiao di fronte e incominciai a masturbarlo come facevo da solo in camera... Gli massaggiavo le palle ed ad un certo punto mi afferro la testa e me lo sbatte in faccia... "Leccamelo ora puttanella, altrimenti ti sfotto a vita..." Ero eccitato e lo feci subito, lo scopri e leccai la cappella come nei film porno... Mi eccitava il sapore forte, lo ingoiai come il calippo... Succhiao e arrivaoi fino allla base, sentivo come se dovessi vomitare ma ignorai e lui mi scopo in bocca, si muoveva su e giu e in pochi secondi mi venne in gola... Ingoiai e deglutii senza pensare e il sapore di sperma mi eccito ancora di più... "Ora è il momento di sugellare il patto.... Metti a pecora e tirati giù le mutande.." Non capivo e facevo tutto in automatico... Nel momento di lucidità senti la sua cappella umida sul mio culetto e gli dissi di fare piano... Mi prese con forza invece, il dolore era enorme, pensavo di morire e cercai di togliermelo da dentro, ma lui mi tenne con forza e si fermo tutto dentro... "Fa male!!!"" gli urlo.... Lui mi dice di rilassarmi e aprire per bene... Mi rilasso piano piano e incomincio a provare solo fastidio e anche piacere, involontariamente mi allargo e stringo e lui ricomincia prima piano e poi con foga, oramai sento poco dolore e tanto piacere... "Continua così puttanella... ora ti riempio!!!" I colpi si fanno più frenetici e poi una serie di fiotti caldi mi riempiono la pancia... Godo e vengo anche io senza toccarmi, resta dentro di me e miprende per i capelli... " Se parli di questo te ne penti, d'ora in poi sarai sempre mia disposizione ok?!"... "Si o... oo..K" blalbetto... "bene risponde... Non preoccuparti, io terro fede alla mia parola fino a quando farai ciò che voglio, intesi?!" "Ok... Sono la tua puttanella d'ora in poi...""" Così mi infilai in un turbine di perversioni... Continua
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13 years ago
admin, 75
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La rossa - parte 6^
Ci sentimmo qualche giorno dopo, avevo organizzato un nuovo incontro con Carl. Mi disse che si era accorta che non era tanto male prenderlo dietro e che comunque aveva goduto ed ora voleva provare a prendere quello di Carl almeno una volta. - Sei sicura?, guarda che se glielo dico e poi ci andiamo poi non puoi tirarti indietro!!! -. - Lo sò - mi rispose, ma credo di farcela-. -Allora la mattina prima di andare fatti un paio di clisteri di camomilla, aiuta e pulisce ed eviterai sgradite sorprese-. Il giorno concordato ci recammo a casa di Carl, Paola come al solito vestita sexy, ma aveva nello sguardo qualcosa che non le avevo mai visto, una sorta di sguardo da porca. - Ho saputo che vuoi provare a prenderlo dietro - le chiese Carl - Si, credo di riuscirci, spero però che almeno all'inizio sarai delicato, sai non vorrei finire all'ospedale - rispose Paola, - tranquilla, sono esperto, non sarai la prima nè l'ultima, ti prometto che almeno all'inizio non ti farò del male anzi, facciamo così, lascerò che sia tu ad impalarti completamente, però una volta arrivato in fondo dopo non potrai tirarti indietro e dovrai lasciare fare a me...-. - Và bene - disse Paola. La stendemmo, la spogliammo, lasciandole solo il reggiseno a balconcino e le calze autoreggenti che per l'occasione aveva indossato. Dopo esserci spogliati anche noi prendemmo a leccarla dappertutto, un seno per uno, poi i lobi delle orecchie, le nostre mani vagavano sul suo corpo, se infilavo un dito nella fica Carl di dedicava al culetto e viceversa, se uno leccava tra le gambe, l'altro le faceva succhiare il cazzo, la portammo ad uno stato tale di eccitazione che la sua fica grondava umori in continuazione finchè Paola ci pregò di scoparla. Carl la infilzò con la sua potente mazza che entro dentro come il burro, iniziando a pomparsela ma senza andare fino in fondo, poi ci demmo il cambio. La scopavamo con metodo, evitando di farle raggiungere l'orgasmo, nel timore che poi si sarebbe raffreddata. Quando fu pronta Carl la mise a percorina e mentre io glielo mettevo in bocca prese una bella dose di lubrificante a base di acqua e se lo spalmò su tutta l'asta. Una dose generosa la usò per lubrificare lo sfintere, aiutandosi con le dita per farlo penetrare all'interno. Ne mise prima uno, poi due, poi tre, simulando una penetrazione, quando fu sufficientemente lubrificata le appoggiò la grossa cappella al foro e attese. Paola, timidamente, iniziò ad indietreggiare facendosene entrare un poco dentro. -Ahi- urlò Paola -mi fà male- Ma Carl prendendole la testa disse - Dai troia apri bene le chiappe e fatti sfondare dal mio cazzone. Te lo metto tutto fino in fondo, senti quant’è grosso-. Paola iniziò dei piccoli movimenti avanti e indietro e ogni volta l'immane cazzo entrava un pò di più. Quando fu dentro per circa la metà Carl si fermò. Paola ce l'aveva dentro per metà e a me già sembrava impossibile che un cazzo del genere potesse entrare nel buco di un culo, anche se l'avevo già visto qualche altra volta. Sudava, ansimava, si lamentava dal dolore, stringeva i pugni sul lenzuolo ma non desisteva dal suo proposito -Rilassati e apri bene il culo, stronza, se no senti male per davvero.- diceva Carl mentre le accarezzava la fica in modo da allentare la tensione della donna. Paola si rilassò per un istante e con un colpo all'indietro fece entrare tutto il cazzone nel buchetto con le palle pelose a contatto con la fica. Ahiiiii...- urlò Paola -mi bruciaaa…- e iniziò a piangere -Mi fa malee.. mi bruciaaaa - -Ti brucia il culetto ?- disse Carl -Dai prendilo tutto e senti com’è grosso-. -Vedrai che ti piacerà e poi qualcuno prima poi te lo doveva rompere per bene - -Ora inizierò a pomparti bene il buco merdoso, stronza. Mi sa che dovrò allargartelo per un bel po' questo buco- e iniziò a pompare. -Aghh.... mamma .... no .... mi stai rompendo... ti prego.... ahhh... fa male ....-implorava Paola. -Nooo.... non resisto. .... me lo sento in fiamme...... brucia ... brucia.... mi brucia il culooo ......- Incurante delle lamentele di Paola, Carl continuava a pompare mentre le diceva: -Voglio proprio allargartelo questo buco. Sentirai un po' di male all'inizio ma poi vedrai che ti piacerà da morire. Ce l’hai proprio bello stretto e bollente. Mi stai strizzando il cazzo, troia- -Aghhhhhh..... che maleee... ce l'hai troppo grossoooo.... cazzo che male... mi stai spaccando il culo..- urlava la donna -Sta zitta troiona rossa -le rispose l’uomo -stai zitta e goditi questo cazzone. Ti slargo tutta, ti voglio rompere. Te lo riempio fino all'intestino vacca.... troiona... Puttanona. Muovi il culo troia.- Paola era squassata dai colpi violenti e dal cazzone che le occupava tutto il retto. Prima iniziava a supplicare l'uomo continuando a dirgli -Ti prego... mi stai slargando il culo ... me lo stai rompendooo.. ahiii... più piano ... ti prego ... mi stai sfondandooo....- Ma Carl rispose -Lo senti questo bastone nel culo eh, puttana? .. godo a fartelo sentire fino in fondo troia.... sììììì...... ti voglio spaccare questo buco del culo pieno di merda... te lo voglio spanare… mmmmmm......- dandole delle manate forti sulle chiappe. Nel frattempo io mi deliziavo nella sua bocca prendendole le tette a piena mani. Ad un certo punto Paola iniziò a trarre piacere da quelle sensazioni di godimento e dolore e sentiva delle ondate di piacere fortissime -mmmmhh... mi sta iniziando a piacere ora... mmmhhh.... cazzo come mi allarghi beneee... mi stai sfasciando ma sto godendo.... daiii spaccami..... spaccameloo..è bello anche così…- -Dai vacca ... mi stai facendo un bel servizio col culo ... dai che ora godo e ti allago il culo di sborra ..daii....segami il cazzo col retto- -Il tuo cazzone mi sta facendo impazzire... daiiii... mi brucia il culo ma godo da matti. Mi fa male ma mi piace- -Sei una troia..... che gode col culo. Dai dillo mentre ti sbatti il mio cazzone- -Siii, sono una troia da strada.... mettimi questo bastone fino in fondo.... sto godendo.....godoooo... godoooooo- e Paola raggiunse l'orgasmo, anhe aiutata da me che nel frattempo mi ero steso per sdidalinarla. Carl si mise a pompare sempre più forte e anche lui godette urlando -Eccoti la sborra vacca da quattro soldi ..... ti allago gli intestiniiii- Un violento getto di sborra davvero le allagò l'intestino e, come al solito, tanta era la pressione che buona parte le usci dal culo spruzzando dappertutto. Carl si accasciò su Paola, i due si baciarono con un lungo lingua in bocca. Carl tirò fuori il cazzo e Paola ne approfittò per correre in bagno per liberarsi dai residui. Al ritorno Carl le disse -Dai, piccola, segalo, fai su e giù sul bastone nero- accarezzandole la testa rossa. Paola, come in uno stato di trance, cominciò a segare il cazzone del ragazzo di colore sentendolo ridiventare gradualmente sempre più duro. Intanto, il ragazzo, con fare autoritario, iniziò a tastarle le tette, per poi allungare una mano e strusciarle la fica. La trovò già bagnata e per questo motivo, sorridendo, fece un commento: -mmmm.. troia bianca, il bastone nero te l’ha già fatta bagnare di nuovo… aveva proprio ragione il nostro amico quando mi ha detto che eri un bel puttanone….. continua a segare e fammelo intostare bene bene.- Paola, senti risalire sempre di più l’eccitazione, presa dalla sega che stava facendo al cazzone nero e dal piacere che le rudi ma efficaci palpate mie e del ragazzo di colore le procuravano. -Ora dai una bella pompatina al bastone, fammi vedere come sai lavorare di bocca. Succhia il bastone di cioccolata, puttana.- Finita la frase Carl forzò le labbra della donna sulla cappella, Paola non potè fare altro che imboccare il cazzone e iniziare a fare un pompa. Carl le teneva la testa dandole il ritmo costringendo Paola a mettere molta saliva per far scivolare il cazzone nella sua bocca e a lavorare molto con la lingua roteando e leccando. Anche io le presentai il cazzo vicino al viso e quindi Paola si alternava a pompare i due cazzi, segandoli alternativamente. I nostri cazzi sembrano scoppiare da tanto erano tesi e questo aumentava la foga e la libidine con cui Paola circondava con le sue labbra l’una e l’altra asta. Arrivati a un punto in cui potrebbe essere difficile resistere e sborrare, Carl si mise in piedi, io mi distesi e feci in modo che Paola mi montasse sopra facendosi infilare di forza il mio cazzo fica. Carl, poi, la fece piegare su di me -Stai ferma e buona mentre senti il cazzo duro del mio amico che ti arriva fino all'utero. Ora ti allarghiamo di nuovo i buchi così sarai sempre pronta a prenderti cazzi di tutte le misure-. Carl avvicinò il cazzo alle natiche di Paola e spinse -Ora ti riempiamo tutti i buchi -.-Ahi ...... fai piano ti prego ...... ahhhhhhhh- Carl forzò la stretta fessura dicendo -Ora ti metto questa bella suppostona così sarai bella farcita in culo e in fica-. Con un colpo più forte entrò dentro lo stretto canale, reso ancora più stretto dalla mia verga in fica. -Ahh.... mamma .... no .... mi state spaccando.... vi prego.... ahhh... fa male ....- -Ancora ce n'hai solo metà- disse Carl -ora te lo metto tutto- e spingendo arrivò in fondo. -Noooo.... non resisto. .... mi sento in fiamme...... brucia ... brucia.... ohhhh ... dio che male....... aahh..... si lo sento che mi sta occupando tutto il rettooooooo ...... mi state riempiendo tuttaa.....Ahhhhhhhhhhhhhh......... cazzooooo..... mi state slabbrando i buchi .... vi prego non mi spaccate ....... ahhh- Carl intanto le pizzicava i capezzoli e le diceva -Dimmi un po' se te lo senti tutto puttana ?- Poi aggiunse un commento veramente volgare: -Vedrai che dopo questo lavoretto il buchetto marrone avrà le grinze un po’ più lisce.- Incuranti delle lamentele di Paola iniziammo a pompare sistematicamente, leccavo le tette di Paola che iniziava, ora che i buchi si erano allargati, a sentire meno dolore e sente il piacere riemergere. -La troia sta iniziando a divertirsi mi sembra- disse con un sorriso Carl -Eh si, sento che contrae il buchetto grinzoso e la fica molto bene- risposi io. Paola senti arrivare il piacere in modo improvviso, si sentiva avvolta in sensazioni che non aveva mai provato e mai credeva potessero esistere. -Mmhh, mi sta iniziando a piacere- diceva Paola senza più freni inibitori e ormai senza ritegno -Siete dei porci ma avete due cazzoni che mi stanno aprendo benissimo-. Carl, allora rincarando la dose disse: -La prossima volta non ti lasciamo un'apertura libera. Te lo facciamo mettere anche in bocca, così sarai tutta bella riempita- La fica di Paola era ormai un lago e anche il buco del culo si stava contraendo in preda a sensazioni fortissime. Insieme la pompavamo in modo sempre più serrato e Paola venne in un orgasmo travolgente dicendo -Ohhh. sii... sto venendo davanti e dietro .... godo ... godo ......- Allora Carl la incitò a usare parole più volgari dicendole: -Dillo, puttana, dillo che vieni con la fica e con il culo, dillo che sborri con tutte e due.- Paola, nel vortice della perversione, urlò: -Siiii, sborro con la fica e con il culoo…..vengo con la fica e il culooo…- e si contorceva in preda alle contrazioni dell’orgasmo. Ormai ben affiatati, con una serie di colpi più forti la innaffiammo le budella e l'utero contemporaneamente.-Ti sborro nel culo, puttanona rossa - diceva Carl -Eccoti la sborra nel pancino, troia spanata- urlavo io Paola senti una serie notevole di getti di sborra nella fica e nel culo che le diedero la sensazione di essere riempita fino all’orlo. Paola era distrutta, rivoli si sperma le colavano dalla fica e dal culo, si alzò e si fece la doccia, oramai si era fatto tardi e doveva ritornare a casa. In macchina la vedevo stranulata, rilassata, con lo sguardo che solo una donna soddisfatta ha negli occhi. Come al solito mi fermai ad una discreta distanza da casa sua, ci guardammo negli occhi, mi disse -Grazie, con te ho scoperto cosa significa il sesso!!! e...avevi ragione, non sono più la stessa di prima-. - Mi fà piacere, spero in senso positivo-, le risposi. -Certo, positivo senz'altro, ho scoperto la mia vera natura. Per troppo tempo mi sono negata ai piaceri del sesso ed ora voglio recuperare...Lascerò mio marito!!!!-. - Che cazzo dici?, una come tè non può stare senza agi, che farai? Come vivrai?- -Lascerò la città, andrò lontano, dove nessuno mi conosce- - per fare cosa? - -La puttana!!! ...mi piace...mi piace fare sesso e in più mi darà da vivere, ma se mi verrai a trovare una scopata per te sarà sempre gratis -. Ero shoccato, incapace di muovermi, di parlare, tentai di abbozzare un timido tentativo di farla retrocedere dalla sua decisione ma lei si avvicinò, posò il suo indice sulle mie labbra poi mi baciò - Ci sentiamo - mi disse e scese dalla macchina. Non ho voluto più rivederla nè risentirla, sò che si è trasferita e ha messo in atto il suo proposito ma per me un conto è fare la puttana per sfizio un'altro svilire il proprio corpo di donna per denaro. Avrò anche una moralità contorta ma non posso farci niente. A qualcuno magari capiterà di andare a puttane, magari gli capiterà una bella "Rossa" dai capelli ricci, leggermente in carne, piena di efelidi sul viso, sui seni e sulla maggior parte del corpo, in quel caso pensate a questo racconto e con la mente, mentre ve la scopate, portatele i miei saluti. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 years ago
scopodonnexsetteore,
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Tre,numero eccelso
E' sera.Si è piacevolmente cenato,parlato.C'era sempre una carica molto forte che aleggiava nella stanza,il desiderio era palpabile, ma nessuno lo afferrava, lo si voleva gustare lento, esasperarlo, per poi farlo esplodere. Lei, lei e lui. Tre persone che si stimano, si piacciono, si desiderano.In egual misura,senza differenze o pole position.Voglia di dare e ricevere, ognuno per gli altri due. Io e lui ci guardiamo e decidiamo, senza dirlo, che quella sera la protagonista è lei.Certo, daremo e riceveremo in egual misura, ma ci piace questo giochetto.. scegliere un cardine attorno al quale tutto ruota. Lei è ignara, nessuno ha detto niente ad alta voce, ma ci si conosce, c'è feeling, e sente dentro,e un guizzo la attraversa e già la eccita. La mente, è quella che davvero gode e rende tutto possibile.Il corpo è solo lo strumento attraverso il quale è possibile, ma è la mente. Lei sta parlando, lui si alza dalla tavola e si sposta sul divano. Mi alzo anch'io, come stessi sistemando qualcosa, invece arrivo alle spalle di lei,le accarezzo il collo,le spalle, le braccia. La faccio alzare.Le sussurro di continuare a parlare. Le abbasso le spalline del vestito nero che indossa, so che sotto è nuda.Ha un seno florido, morbido.Le abbasso il vestito fino alla vita. Le sto addosso,il mio petto contro la sua schiena,e lentamente la porto davanti a lui. Lui è seduto sul divano, io la faccio inginocchiare sul divano, prendo le sue poppe come coppe tra le mie mani,schiaccio il mio torace sulla sua schiena, le lecco il collo, e offro i seni a lui. Lui li inizia a succhiare, le mani che le tengono sono le mie, le stringo,le stringo i capezzoli offrendoli alla bocca avida di lui. Poi la allontano.Le tocco le braccia, le faccio capire che deve slacciargli i pantaloni.La faccio inginocchiare per terra, davanti a lui.Le allargo le cosce, le alzo il vestito fino a metà natiche.Sento che freme e so che se la tocco è bagnata.Invece c'è il cazzo di lui, duro, che aspetta, e allora prendo la sua testa, e la porto sul cazzo, e glielo faccio leccare,le sussurro solo leccare, voglio tanta saliva, devi farlo bene, con desiderio.Lo vuoi in bocca vero? lei mugola. io mi sdraio per terra la faccia sotto la sua figa, le tocco le cosce, esterno, interno, le tocco i polpacci, la mia bocca è vicina alla sua figa,sento il profumo, sento che pulsa, sento che cerca di porgerla, ma voglio farla impazzire, troppo facile arrivare subito al dunque.E so che "di sopra" lui le strizza le poppe, mentre lei glielo succhia, sempre più vogliosa,con tanta saliva.E allora mi avvicino, le faccio sentire la punta della lingua.. e poi mi alzo,le prendo la testa, la schiaccio sul cazzo.Si divincola e dice no, ma è si,perchè resta li e anzi lo fa.E allora la stacco,la metto dritta con la schiena, in ginocchio e dico a lui: ma vedi come è bella? guarda che poppe, e gliele lecco.Guarda che pancia, e la lecco.Guarda che cosce, e la lecco.Ma sapessi in mezzo, cosa c'è da guardare.... e lei freme, e lui conferma e dice ti desidero, ti voglio e lei freme.Mi rimetto fra le sue cosce, questa volta affondo subito la lingua nella sua fessura, che è succosa e profumata, e lei vibra.allora piano, con attenzione, le lecco le grandi labbra, una per una, l'inguine, e poi lentamente, scappuccio la clito (mi rifiuto articolo maschile ndr) e la lecco piano con colpetti di punta di lingua, poi la lecco a lingua tutta e piatta, poi la infilo dentro.Poi mi sposto nel perineo, sento il culetto pulsare, ma le lecco una natica, l'altra... e poi il culetto, piano, intorno, poi affondo.Intanto lui le lecca le poppe, il collo, la bocca, le stringe il seno, le mette il cazzo in bocca. Ci stacchiamo.La prendo, la porto sul letto. La faccio sdraiare, supina, le allargo le gambe.Le bendo gli occhi.Mi metto guinzaglio e collare. Arriva lui.Io in ginocchio ai piedi del letto, attendo.Lei è li, come un offerta ad una divinità ancestrale, in attesa di godere e ricevere. Con tono perentorio lui mi dice" leccale piano e bene i piedi".E io lo faccio.E lui intanto affonda la lingua tra le cosce, le stringe il seno, la tocca, la fa vibrare.Infila un dito.Due.Tre.Mi dice vieni, succhia le mie dita.Lei freme, le piace sapere e pensare che io sarò solo strumento per far piacere a lei, e che lui vuole lei.E che anch'io, che mi offro come devota lo faccio perchè voglio lei.E' un gioco, ma è vero. Lui si sdraia supino, la prende, se la mette sopra, schiena contro pancia,e mi dice "infila il mio cazzo dentro di lei".Io lo faccio .Lo Appoggio, e lui affonda, fino in fondo e deciso, ma con lentezza.E ci guardiamo e capisco.Vengo dietro di lui, prendo le poppe di lei a coppa e le strizzo.Lui le tiene le gambe larghe tenendola per le cosce, e inizia a scoparla, piano, deciso.E lei impazzisce. E poi mi dice " vai a completare".Allora mi metto davanti alle sue gambe aperte, ora le tengo io così, lui le strizza il seno, a volte con una mano le tira la testa prendendola per i capelli,le sputa addosso,ma in modo godurioso,nn dispregiativo, quello sarà per me, e io inizio a leccarle il culetto che è li, pulsante e fremente mentre la figa viene riempita. Poi mi dice Vattene al tuo posto.Mugolo per dispiacere, vedo sorriso maligno di lei, le piace privarmi.Mi inginocchio, fondo al letto, per terra.Il letto è un futon.Ora lui le toglie benda se la scopa e io devo guardare. Poi lei si alza.Viene da me,mi prende per il guinzaglio.Mi dice accoglimi.Allarga le gambe sulla mia faccia e mi inonda di pioggia dorata.Tutto, devi prenderlo tutto.E poi pulisci bene.Lo faccio.Intanto lei mi guarda e lui la tocca, le infila dita, lingua,cazzo in bocca. Poi lei a novanta, ma con la pancia appoggiata,nello yoga si chiama posizione del bambino.Lui mi prende per collare.Mi mette dietro di lei.Lui davanti.Cazzo in bocca.Le sue mani allargano le natiche di lei.Lecca bene mi dice, preparalo.Lo faccio.Lei succhia il suo cazzo, avida.Sento che il culo pulsa, si contrae, sento che lo vuole dentro. lui si piega, avvicina il volto.Lo allarga.Un dito.Due dita.Tira fuori.Leccale.Lecco.rimette dentro,tre dita.lei geme.TIra fuori, lui tiene l'ano allargato, leccalo.Io lecco e sbavo.Godo così tanto che sbavo.La mia figa pulsa e urla pietà, vi prego anche a me.Ma so che nn posso,nn ora,e nn quando vorrò io se nn sarà che vorranno loro, o meglio lei. Mi fa spostare un po', viene dietro di lei, la sculaccia, le dice se ha voglia, che bella troia che sei.Lei implora.Mi fa allargare il suo culo, prende il suo cazzo, e ci fa pioggia dorata.Mi dice lecca,pulisci,prendi.Lei gode da impazzire.Poi lui affonda.e qui è cattivo, lo sbatte e basta diretto veloce in fondo.Lei gode ma gode anche perchè è dolore (pain is close to pleasure...) Io vado davanti a lei, la lecco ovunque posso, le strizzo e succhio poppe.dio mi fanno impazzire adoro le poppe grosse, e anche nn troppo sode, da vera donna.E i capezzoli, devono esserci.Duri.Meglio se areola piccola.Mi infilo sotto, le lecco la figa, le labbra,lingua dentro, intorno, dita, mi struscio, tette, lei nn si degna ovviamente di toccarmi o leccarmi, gode, e basta, la troia.Ma la adoro per questo.Oggi io domani tu. E qui mi fermo.. chissà se racconto il resto.Qs è un racconto vero e vissuto.Giurin giurella
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13 years ago
bitterhoney,
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I massaggi di stefanino
> a Ste Molte volte nella vita capita di non dare il giusto peso alle situazioni che lo meritano, ciò che dico appare molto banale e superficiale ma è estremamente vero, così può capitare a volte di concentrarsi su determinate cose o persone che ti fanno perdere la cognizione della realtà circostante, ciò può accadere anche nell'amicizia dove la superbia del dare tutto per scontato può incidere inevitabilmente su contatti umani importanti: questa storia parla proprio del contrario di un amicizia ritrovata e di emozioni condivise, buona lettura... conobbi stefanino (nome di fantasia) all'età di 17 anni a presentarmelo fu il mio amico fraterno Alessandro il quale da molto tempo lo frequentava a causa del loro hobby in comune la fotografia, quest'amicizia nata dal nulla con il passare delle giornate cresceva aumentavano le uscite insieme i momenti di confronto, le sbronze e anche momenti di feroce scontro su idee divergenti che non facevano altro che aumentare il nostro feeling. Stefano all'epoca vantava una buona nomea nella mia città riguardo al suo aspetto fisico, non direi una bugia a sostenere che lui era uno dei 7 più bei ragazzi della mia città, carnagione scura occhi neri capello crespo fisico scolpito e una timidezza fine che lo rendeva una stella lucente difronte alle ragazze che impazzivano letteralmente per lui, ne aveva quante ne voleva, grandi piccole bionde more rosse, lui con molta educazione e raffinatezza si concedeva solo a ciò che riteneva interessante in quel momento (anche se poi non ho mai capito cosa intendesse per interessante) e inevitabili erano le stragi di cuori, ma anche li la sua classe nel relazionarsi faceva sì che comunque andassero le cose le donne che rimanevano deluse continuassero a stravedere per lui, in sintesi un mago, come magiche erano le narrazioni delle sue esperienze sessuali vissute come vere e proprie avventure, come quella volta che due ragazze più piccole del suo liceo fecero brucia a scuola per andare a casa sua a scoparselo. Nonostante le sue vicissitudini sessuali era una figura importante per noi era quello che sovente ci portava in giro per locali con la macchina dato che noi non avevamo ancora la patente, quello che ci indicava quelle location alternative che per noi erano ancora sconosciute, e mille altre cose ancora, ma la sua vita non era fatta solo di donne e feste, le sue incertezze e i suoi problemi mai confessati lo portarono a fare delle scelte sbagliate e dato che faceva l'università a Bologna anche per noi non era facile capire l'evoluzione del suo essere, sta di fatto che nel giro di due anni il suo rapporto con le droghe sintetiche si intensificò e così iniziò oltre al suo calvario psichico anche quello fisico che lo portò a contatto con l'alopecia a causa dello stress subito dall'assunzione di quelle sostanze, nel giro di tre mesi perse tutti i capelli e i peli sul corpo, non fu facile inizialmente ma piano piano iniziò a farsene una ragione e continuò la sua vita forte che quegli errori del passato non sarebbero stati più commessi. Il suo aspetto nuovo unito al suo temperamento riflessivo e il suo modo di abbigliarsi etnico ora più che mai li conferivano un aspetto da santone che a dispetto dei più critici non faceva calare l'attenzione delle donne su di lui anzi... prima di perderci di vista ricordo un episodio che coinvolse anche me (se pur indirettamente ), era un venerdì sera non avevo nulla da fare e attendevo l'evolversi della serata quando vedo sul cellulare una chiamata di ste , risposi dicendo: “bel fio cosa chiami me un sei a trombare una delle tue di venerdì sera..” ridendo mi rispose “infatti è per una che ti chiamo haahahaha” rimasi attonito per un istante, proseguì dicendomi, “se sei in città mi fai un favore c'è una mia amica di Pontedera si chiama Giulia, non riesce ad arrivare a casa mia non è che puoi farmi il piacere di accompagnarcela te che sono senza macchina, ovvio che poi resti qua da me a guardare un film, sempre se ti va ..” alla fine quella serata non diceva nulla, dissi di si accesi il motorino e andai verso il porto dove c'era Giulia con la sua yaris blu ad attendermi. Appena la vidi mi presentai notai che come tipo era un po timido ma non antipatico, era alta circa 1.75 bionda tinta occhi marroni con occhiale a segretaria porno per intendersi, una camicetta bianca con un leggero scollo che facevano notare la sua quarta soda e un paio di jeans che risaltavano le sue gambe sode e il suo gran culo, di viso non era bellissima ma un che di attraente lo aveva comunque, dopo le presentazioni del caso le dissi di seguirmi con la macchina e dopo 10 min eravamo giù nel bunker di Stefano, lo chiamavo così perchè allestì il suo scantinato nel condominio a stanza personale. Una volta arrivati da ste tra una chiacchiera e l'altra Giulia si sciolse e così iniziò una bella e lunga conversazione su vari argomenti sempre parafilosofici, come piacevano a ste ma dal modo di fare rigido della ragazza capivo che forse ero di troppo anche se tutti e due mi davano spunto di partecipazione, decisi così di andarmene. mentre tornavo a casa pensai che non avevo più sigarette mi fermai da un tabaccaio 24h e mi accorsi che non avevo il portafoglio con me, lo avevo lasciato da ste, così velocemente tornai indietro, apri il cancello del condominio e scesi giù nello scantinato sicuro di imbattermi in loro che guardavano il film e invece ….. dal corridoio buio filtrava la luce della cantina di Stefano, la porta era difettosa e spesso si chiudeva male lasciando sempre uno spiraglio, un forte odore di incenso si faceva più forte man mano che mi avvicinavo alla porta e quelli che credevo rumori della caldaia si rivelarono i colpi sul letto di Stefano che stava fottendo selvaggiamente Giulia. La cosa mi imbarazzò tanto ma al contempo come preso da una curiosità irresistibile rimasi immobile a spiare quei corpi nudi che si muovevano con ritmo forsennato, Giulia con le unghie sembrava voler scavare nella pelle di colui che la stava penetrando, il corpo implume e tirato del mio amico unito ad una dotazione a dir poco ottima non dava scampo alla studentessa di lingue che nell'estasi della passione iniziò a lanciare qualche esclamazione gemendo, “siii ah ahhh ahhh si stefano così così spingi ancoraaaaaaaaa” lui zitto spingeva sempre più forte finchè non decise di alzargli le gambe spingerle indietro e fotterla da sopra, le urla si fecero forti molto forti, da sopra le scale sentì il rumore di una porta che si apriva e preso dalla paura di essere scoperto andai di fretta a quella che era una uscita di sicurezza e col cuore in gola mi diressi a casa, per molti mesi quella scena di Giulia supina al corpo scolpito di Stefano fu l'oggetto delle mie masturbazioni, chissà forse è da li che capì la mia attrazione per il voyeurismo. Passarono circa 5 anni e di Stefano persi le tracce, certo non feci nemmeno nulla per evitare ciò, ma gli eventi e la mia svogliatezza ebbero il sopravvento, via via arrivavano notizie da amici in comune che lo davano sempre nel solito stato alternato tra crisi psicologiche e momenti di eccentricità. Un mese fa mentre mi stavo recando alla macchina vidi in lontananza una sagoma che li assomigliava decisi di aumentare il passo, era lui con la sua aria da guru, optai per un assalto amichevole da dietro le spalle non appena si voltò notai che il suo volto da spaventato si trasformo in giocondo, come quello che fa un bambino non appena li regali un giocattolo, dopo quell'abbraccio capì che tutto non era cambiato nonostante la lontananza temporale. La sua forma era smagliante viso radioso fisico perfetto, tirato come sempre, e uno charme secondo me più raffinato, in sostanza si era rimpadronito della sua persona e questo mi rendeva una delle persone più felici al mondo in quel momento, fissammo così un appuntamento nella sua casa al mare fuori città (lasciatagli gentilmente dai genitori) per il lunedì seguente dicendomi che ci sarebbero state sorprese.. non chiesi altro e attesi lunedì. La casa era bellissima era il piano terra di una grandissima palazzina a pochi metri dal mare, in un posto sperduto nella natura, l'appartamento era di circa 50 metri quadri, arredata tutta in stile moderno, il che li dava un tocco di stile unico, nel mostrarmi la sua reggia, si fermo avanti ad una porta chiusa mi disse : “chiudi gli occhi un secondo caro” quando li aprii rimasi esterrefatto, era una stanza bellissima, un rifacimento dell'interno di una tenda araba , aveva moltissima oggettistica etnica e un lettino nel mezzo, mi viene spontaneo di dirgli, “non ti sarai mica dato ai massaggi vero”, ridendo mi rispose “ebbene si caro mio, e sono anche bravo lavoro un sacco, se vuoi te ne faccio uno al volo così mi dai un giudizio”, non esitai un istante mi misi in mutande e mi feci massaggiare nella sua piccola Casablanca, tra una parola e un altra inevitabile fu l'argomento donne, “adesso quante ne scanni maialotto” lui “ ehehehe è un periodo un po confuso ho una ragazza con cui diciamo c'è un intesa che ora va avanti da 6 mesi ha 32 anni si chiama Valeria” “bene Ste dai se sei felice, e che” m'interruppe subito continuando il suo discorso, “ e poi ho altre de situazioni di sesso sfrenato a cui non so resistere, una è una ragazzetta di 20 anni conosciuta ad una festa di un mio amico, ma con lei mi vedo poco e poi c'è quella più pericolosa, forse se andavi al mare da bimbetto ai xxx te la ricordi, si chiama micaela” il cuore mi balzò in gola mi girai guardandolo fisso negli occhi con uno sguardo misto a incredulità e invidia, “ ma chi ste , la cubista???????” “ si mau esattamente lei, è pure fidanzata, è tanti anni che ci conosciamo e notavo da parte sua un certo interesse, finchè da qualche mese non mi chiese di farle qualche massaggio, in una seduta nel mentre stavo facendo i preparativi mau non ci crederai ma si è spogliata nuda e sdraiatasi sul lettino mi ha detto di cominciare il lavoro”. Devo necessariamente qui descrivervi il personaggio di Micaela, una ragazza che ha fatto fa e farà impazzire, alta più o meno 1.72 adesso bionda con un caschetto sexy mozzafiato terza e mezzo di seno sodo una schiena che sembra essere stata modellata dalla perfezione in persona con il suo picco massimo nel culo, al quale si può tranquillamente estendere l'esclamazione che Michelangelo fece quando terminò il Mosè, “perchè non parli!”. Di Micaela erano note le smanie esibizionistiche sui bagni il modo sensuale e provocatorio col quale soggiogava le menti (e non solo ) dei ragazzetti e uomini, inoltre faceva la cubista in un locale molto famoso della mia regione, e questo rendeva lei detto in francese una potta da dieci e lode!!!! all'idea di sapere che Stefanino se la fotteva in quella impazzivo!!, continuai allora preso dal relax del massaggio e dal profumo inebriante dei suoi incensi indiani a porli domande sulle vicende con Miky cercando di ottenere sempre più dettagli, la cosa sembrava non disturbare il mio amico anzi.. tutt'altro: “ vedi mau miky è una dea del sesso pensa che quando si mise sdraiata nuda sul lettino da dietro stavo avendo un mancamento, le sue forme così perfette e armoniose i suoi piccoli piedi e quello sguardo a puttanella in calore mi misero subito ko stavo quasi per venire senza toccarmi, per renderti una fotografia migliore, quando mi voltai teneva la gamba alzata e con il suo sguardo si prendeva gioco delle mie emozioni... iniziai lentamente a massaggiarla prima la schiena poi il sedere e arrivato li lei emise un piccolo gemito di piacere come se trascinata da quell'esperienza si voltò di scatto mi prese e mi fece suo”, queste parole trascinarono anche me a tal punto da chiedere a ste : “ ti prego se non è un problema potresti andare nei dettagli” ero eccitato visibilmente ma con ste mi sentivo in grado di poter essere libero di formulare questa domanda che agli occhi di tutti potrebbe sembrare inopportuna e invasiva ma lui dall'alto della sua libertà mentale non battè ciglio e rispose, “beh una cosa così non l'ho mai vissuta, ci baciammo intensamente con la lingua e nel mentre la cercava facendo roteare la sua dentro la mia, con le mani mi toglieva i vestiti i nostri corpi erano caldissimi, poi iniziò a baciarmi sul petto fino a scendere giù per gli addominali, non scorderò mai quando iniziò a leccarmi l'inguine stavo per impazzire, il mio cazzo era di marmo e le sue falangi lo sfioravano quel poco che bastava per farlo pulsare freneticamente, rivetti il pompino più bello della storiaio i pieni lei in ginocchio per terra, come una serva col suo padrone dopodichè mi chiese di mettermi a carponi per terra” “ che dici ste??????????? ma che voleva fare incularti??” “ ahahha no quello no ma non lo escluderei per il futuro, no mau semplicemente mi leccò lentamente e appassionatamente il buco anale” “ seeeeeeeeee non è possibile” “ e come se lo è fosse solo quello quella volta sono venuto tre volte la prima quando li sono entrato dentro dopo 5 spinte non riuscii più a controllarmi e la inondai ma dopo 20 min ero punto a capo, lei ne voleva ancora così scopammo in piedi con lei in collo a me che gridava spingendo all'inverosimile.. poi l'ultima dopo due ore preso da un incontrollabile voglia nel mentre preparava cena, vestita solo del suo perizoma nero di pizzo, non ho resistito e li sono saltato letteralmente addosso, non puoi capire con che foga la penetravo ogni colpo cercavo di affondare di più come se volessi entrare con tutto me stesso dentro di lei, non potevo far altro in quel momento che penetrare il suo corpo da dea fino a che ho potuto... fino all'ultima goccia del mio sperma”, quella conversazione non s'aveva da fare adesso mi ritrovavo barzotto e con una voglia matta di segarmi, cercai di contenermi e tra una battuta e l'altra mi calmai fino a che non feci rientro a casa dove mi toccai come un porco al racconto di ste. Le uscite si facevano frequenti ormai eravamo tornati buoni frequentatori, nonostante il mio desiderio voyueristico batteva forte mi trattenevo dal chiedere dettagli su eventuali altri incontri con la cubista, ma a quanto pare ero destinato ad incontrarli insieme. A volte le giornate uggiose non nonostante non portino allegria talvolta si rendono utili per cambiare all'ultimo dei programmi che altrimenti dovresti rispettare, così quella domenica la partita fu rinviata e nel mentre facevo ritorno a casa detti un colpo di telefono a ste per sapere se era in giro, fortuna vuole che era a casa annoiato come lo ero io,così andai da lui per fare due chiacchiere ma a quanto pere non eravamo soli, appena entrato oltre alle mille feste che ste era solito farmi notai che sull'attaccapanni c'era un giacchettino di pelle da donna e per terra un paio di tacchi neri, ovvio che la risposta la sapevo ma nel mentre stavo per chiedere se c'era qualcuno in casa eccola apparire in tutta la sua bellezza da modella, uno sguardo felino pronto allo sgraffio, miky in una sola parola spettacolare!. Si presentò con una fare timido ma malizioso ovviamente stefanino continuava nelle presentazioni, il cuore mi batteva forte non sapevo che dire che fare nos o se avessero già scopato oppure erano in procinto e io ero il classico intruso, il dubbio fu tolto quando nel parlare capì che era arrivata da poco anche lei, adesso dovevo restare calmo e cercare di guardarla il meno possibile, non fu così , la sua timidezza iniziale fu spazzata via immediatamente dal suo egocentrismo nel mentre stefano preparava un tè, per circa un ora non fece che parlare di lei delle sue serate in disco come cubista e delle sue performance artistiche come modella per alcuni artisti, era quasi impossibile prendere parola ma da un certo punto di vista era meglio così, uno ero completamente preso da lei e dalla sua gestualità sensuale due se avessi dovuto entrare nel merito di alcune questioni avrei dovuto contraddirla almeno una 20ina di volte data la mancanza di nozioni. Una volta bevuto il tè sul finire di un discorso miky si alza e va in bagno io e ste continuammo a parlare, quando rieccola questa volte senza jeans e solo con la maglia lunga che li faceva da vestitino corto, ecco li ho creduto di avere un attacco di cuore, si mise sul divanetto davanti al mio vedevo completamente le sue gambe lisce e scolpite strusciarsi lentamente tra loro per trovare la posizione più comoda fino a che una spallina del vestito largo improvvisamente si abbassò facendo intravedere la parte superiore del suo seno sinistro, non capì più niente ero eccitato e basta, era troppo bella, troppo sexy, troppo troia. Lasciai quell'appartamento con un grande nodo in gola era chiaro che avrebbero scopato non appena la porta si fosse socchiusa, ma nel mentre stavo per aprire la porta che dal cortile mi avrebbe portato alla strada dove avevo la macchina ebbi un ripensamento, la sensazione che provavo in me mi fece forte a tal punto che feci dietro front verso casa di Stefanino, volevo vederli scopare!, apri la porta del giardino entrai dal piccolo orto che aveva sul retro della palazzina e attesi circa 10 min, le serrande erano socchiuse, lentamente mi avvicinavo per captare eventuali suoni e così fù, miky gemeva lentamente come una cagna, le sue parole erano spezzate dai lamenti di piacere che la penetrazione del cazzo di Stefanino li procurava, non vedevo nulla, ma in quel momento riaffiorarono i ricordi di ciò che in passato avevo vissuto con la ragazza pisana, i suoni si facevano sempre più forti, non potevo lasciare tutto quello che stava accadendo all'archivio delle mia memoria mentale, questa volta no! avevo bisogno di catturare quella melodia, presi il cellulare e registrai i suoni che provenivano dalla finestra due tre min poi una macchina che stava entrando nel parcheggio mi costrinse ad allontanarmi per non essere visto, so che quello che facevo era probabilmente una violazione di domicilio di riservatezza o di come chiamate ora voi privacy, ma in sostanza non me ne fregava niente. Mi masturbai tutta la notte ad ascoltare quelle registrazioni una due tre quattro cinquanta chi lo ricorda più, ero in estasi coinvolto in qualcosa che non era mio inebriato dall'odore di quell'incenso che aveva impregnato la mia pelle e da quel suono celestiale scatenato dalla fusione di quei corpi.. due mesi dopo confessai a stefanino di averlo spiato e di essermi fortemente eccitato, all'inizio si arrabbiò dandomi del malato e pervertito, i luoghi comuni di chi ha il terrore di affrontare le proprie curiosità, due settimane dopo mi richiamò e mi perdonò per il gesto di cui a mente fretta forse era fin troppo avventato, ma c'era qualcosa di più in quella telefonata, dopo due giorni andai a trovarlo a casa sua questa volta Micaela non c'era ma c'era alessandra la sua nuova fiamma, tre ore dopo ero li seduto che guardavo loro che facevano l'amore per me avvolti dalla curiosità e dalla voglia di farsi guardare … ma questa è tutta un altra storia.. grazie a tutti coloro che si sono fermati almeno un istante a leggere le righe del mio racconto....
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13 years ago
youngvoyeur,
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La rossa - parte 5^
Per l'ultima fantasia dovevo organizzare le cose per bene. Sapevo che lei voleva veramente fare la puttana, nel senso che voleva essere pagata per fare sesso e conscia che ai clienti non poteva negare niente, vecchi, brutti o ragazzi che fossero stati. Complice il mio amico gestore misi un annuncio con una sua foto a viso coperto nel quale spiegavo che una insospettabile moglie, assolutamente non profesisonista, si sarebbe concessa ad uomini facoltosi per una sola volta, chiarendo che lei non sarebbe stata riconoscibile in viso perchè avrebbe portato una mascherina e che il tutto sarebbe avvenuto con me sempre presente, partecipe o meno a seconda dei gusti. Inutile dire l'enorme mole di mail che arrivarono. L'appuntamento era per gli inizi di Dicembre, quando l'albergo era chiuso al pubblico e il marito di lei era fuori per lavoro. Selezionai una rosa di 30 uomini di età diversa e di ogni estrazione sociale che avevano assicurato la presenza per il giorno prefissato. Arrivammo sul posto insieme, un'oretta prima di dare inizio alle danze, per avere modo di prepararsi. Ritirai la chiave ed entrammo da una porta secondaria. In camera fece la doccia, indossò la consueta lingerie come sempre molto arrapante ed infine la mascherina tipo carnevale di Venezia. Le dissi che il mio amico voleva essere "pagato" l'affitto della stanza. -Fallo venire- mi disse,lo chiamai e appena entrato lessi lo stupore nei suoi occhi nel vedere quella stupenda femmina. Lei era sul letto semidistesa, con un bustino che a stento reggeva le tettone e che fungeva anche da reggicalze, calze nere velate, rossetto e smalto rosso fuoco, perfettamente pettinata e truccata, una vera troia da monta insomma. Si salutarono, lei si alzò, si avvicinò, lo baciò dietro l'orecchio tastandogli il pacco. Lo prese per mano, lo portò in bagno, gli sbottonò la patta e, nel lavandino gli lavò il pene come una vera puttana. Dopo averlo asciugato lo precedette sculettando in camera da letto, lui la seguiva affascinato da quelle chiappe maestose che ondeggiavano. Si sedette sul letto, gli calò i calzoni ed iniziò un fantastico pompino. Il mio amico, eccitatissimo, le carezzava i capelli, le dava il ritmo della pompa, dopo un pò lei prese un preservativo, lo srotolò come una vera professionista, si stese, allargò le gambe preparandosi alla monta, si umettò la fica con le dita precedentemente inumidite con la saliva e gli fece segno di infilarglielo. Il mio amico non si fece pregare, glielo affondo dentro per intero...pochi colpi e tutto fù finito, si rialzò soddisfatto, raccolse le sue cose e se ne andò a ricevere gli ospiti. Lessi la delusione nel suo sguardo, anticipai le sue domande dicendole - le puttane non godono, sono pagate per far godere. Io non sò gli altri come saranno, ma tu sarai pagata per farlo, dovrai farli godere senza pensare al tuo piacere. Certo se godrai con loro ben venga, ma il tuo piacere verrà dopo, quando tutti se ne saranno andati -. - Ok -, mi disse, - sono pronta a fare la zoccola però, se ti farò un occhiolino, la persona che mi ha scopato cerca di farla aspettare in un altra stanza, alla fine lo faremo tutti insieme e gratis -. - Che troia che sei...tu sei puttana dentro, altro che per finta - le dissi. I "clienti" iniziarono ad arrivare e Paola iniziò il suo giorno da "puttana". Il patto era che avrebbero dovuto lasciare un regalino fisso più uno a piacere se riusciva a soddisfarli. Dalle 10 alle 17 si alternarono fra le sue cosce 30 uomini, tutti più o meno dotati, giovani, vecchi o di mezza età. Con tutti si ripeteva il rito del lavaggio preliminare e di quello conclusivo. A tutti praticò il pompino, qualcuno volle venirsene in bocca con un regalino supplementare, qualcuno volle farle il culo che lei accettò in cambio di una banconota, qualcuno se ne veniva subito, qualcun'altro era molto più resistente. Con alcuni vidi che godeva ma con altri si limitava ad essere passiva. Con chi le piaceva mi faceva l'occhiolino ed io mi precipitavo a proporgli un'altra ora di sesso alla fine, stavolta gratis. Alla fine ne erano rimasti tre più io. Inutile stare a descrivere ciò che le facemmo...aveva a disposizione quattro cazzi e dopo una giornata di sesso non era ancora sazia. Ce la scopammo in tutte le posizioni alternandoci nella bocca, nel culo, nella figa o fra le tette, non disdegnando le doppie e triple penetrazioni mentre un quarto cazzo veniva sollazzato dalle sue mani. Era uno spettacolo vedere Paola che godeva in continuazione, un orgasmo infinito, perchè quando uno era stanco subito un altro era pronto a prendere il suo posto nel buco lasciato libero. - Scopatemiii!!!...spaccatemii!!!...rompetemi tutta...voglio i vostri cazzi e bere la vostra sborra - Alla fine le venimmo tutti addosso, una vera pioggia di sborra che finì impiastricciandole le tette che nel frattempo era state tirate fuori dalla guepiere, il viso e i capelli e che lei si spalmava su tutto il corpo. Quando tutti se ne furono andati giaceva stremata ma soddisfatta sul letto. Si volse, mi guardò e mi sussurrò - Grazie -, - Non credevo si potesse godere così a fare la puttana -. Le risposi che forse era perchè tutto sommato era una sua fantasia realizzata e che le altre che lo fanno per necessita forse non godono. Mi rispose - può darsi, ma a me è piaciuto tantissimo, tanto che lo rifarei ancora - La riaccompagnai a casa, nei pressi, prima di scendere mi disse: - ora sò cosa vuol dire scopare, voglio dare un senso alla mia vita che poi ti dirò, ma prima devo verificare una cosa - - Cosa? - le chiesi, - tu organizza un'altra giornata di sesso con Carl e poi te lo dirò -. Mi baciò precipitosamente e scese dalla macchina. Per commenti, critiche e per conoscermi meglio: [email protected]
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13 years ago
scopodonnexsetteore,
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Passione indecente
indecente Passione Movimenti lenti, infinitamente sensuali: guardo la calza sparire sotto la gonna rossa cremisi e cerco d’immaginate il filo pendente di una giarrettiera inesorabilmente strozzato dentro l’incavo della calza. Non hai l’età per queste cose, penso. Quanto sei bella nel tuo pudore virgineo. Le cosce strette nel tentativo di difendere le tue intimità dai miei occhi: sai che ti desidero, sai che il mio sguardo, è il preludio al mio piacere. Abbassi lo sguardo, ho la sensazione che stai guardando il mio sesso che deforma i calzoni: probabilmente è una mia sensazione, o una mia speranza. Cerco d’immaginare le tue labbra… Penso a come potrei insegnarti le mie esperienze per tramutarle nei piaceri reciproci. Sto pensando mille cose indecenti su di te, quando, le gambe scivolano inerte sulla calza allargandosi piano: quello che vedo e adrenalina pura. Qualche cosa di bianco, indefinito, piccolo, a difendere il nulla. Cerco di non mostrare l’eccitazione che mi attraversa agli altri commensali. Sposto la sedia per vedere meglio: tu fai altrettanto per mostrare. Questo gioco mi snerva e mi prende. Sorrido ebete alla battuta di tua madre su un viaggio fatto insieme: non ho capito cosa ha detto, ma tutti ridono, quindi, è la cosa giusta da fare, quello che capisco bene, è che tu stai facendo in modo che la gonna si alzi un poco. Piccoli movimenti voluttuosi sulla sedia, mi permettono una visuale più sicura. Spregiudicatezza e audacia in quel tuo modo di succhiare il gelato che ti hanno appena passato. Sono basito dal tuo modo di aggredirlo e avvolgerlo, inebriato dal tuo modo di farlo sparire tra quelle labbra carnose. Trasecolo. I miei pensieri sono al limite dell’arresto, sicuramente del pestaggio da parte del padre di questa ragazzina. Se sapesse cosa desidero. Fortuna che non esistono video trasmettitori di pensieri. I tuoi occhi sono saliti e sfidano i miei. Percepisco la sfrontatezza della gioventù nel tuo modo d’agire e, sono sicuro che quel tuo modo di assaporare il gelato, è un colpo basso alla decenza fatto apposta per dimostrarmi che non sei più una bambina. Ma, c’è sempre un ma… - Maurizio vuoi un poco di gelato? - No, grazie… Rispondo evasivo, scocciato da quella distrazione forzata della madre, che gentilmente mi offre quello, che sua figlia sta già mangiando. “Vorrei le labbra di tua figlia”penso, sapendo che quella frase non sarà mai detta. Guardo il gusto di cioccolata sparire dentro le labbra e un brivido caldo mi attraversa il corpo nel momento che la lingua esce dal suo riparo naturale e scivola sul cono pulendolo e lasciandolo lucido di saliva: poi, un affondo sul gelato, di nuovo la bocca si apre e si riappropria del suo gusto. Cerco d’immaginare quanto può allargarsi per dare piacere ad un uomo, quanto è pronta ai giochi dell’erotismo: non mi sono nemmeno accorto che gli amici si sono spostati in terrazza lasciandomi solo. -Vieni fuori con noi?- Qualcuno mi reclama. Guardo le cosce chiudersi, mentre il gelato sta per finire. Lo sguardo torna ad abbassarsi, la gonna viene sistemata da quelle piccole mani. - Che cosa state organizzando? Dice la ragazza alzandosi. La guardo avviarsi verso il terrazzo e ne ammiro il fondo schiena, perdendomi in altri pensieri ancora più indecenti. - Perché, rimani con noi?. Le chiede la madre. - No, tra poco arriva Luca e andiamo al cinema. Mi alzo e raggiungo gli amici sul terrazzo e penso al suo ragazzo che l’accarezza furtivamente con l’aiuto di una sala buia. Vado a guardare la notte intensa portandomi al lato estremo del terrazzo per darmi una calmata e fare scendere l’eccitamento evidente. Lei si avvicina; - è sempre bello vederti e leggere i tuoi racconti, peccato che devo uscire, sarei restata volentieri con voi… Approfitto per darle un bacio sulla fronte accarezzarle la schiena delicatamente; - Anche per me piccola, è sempre bello vederti, uno di questi giorni, passo a prenderti e ti porto con me nel mondo reale - Non aspetto altro; Si mette in punta di piedi per baciarmi la guancia e inevitabilmente il suo seno mi accarezza il petto. Un clacson dal basso della strada ci riporta ai nostri impegni mondani; - Ciao mamma, ciao a tutti -. Con quella frase, la vedo sparire dietro la porta d’entrata per riapparire ancora più intensamente nei miei pensieri. Sento il portone aprirsi, la guardo abbracciare il suo ragazza e una fitta di gelosia s’impadronisce stupidamente di me quando vedo la mano del suo ragazzo accarezzarle il sedere. Alza lo sguardo a cercarmi e, in quello sguardo mi perdo…
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13 years ago
fantasypervoi,
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Quella volta che.....
Un pomeriggio di fine estate conosco in chat un ragazza. Era la lei di una coppia, almeno così diceva, visto che non aveva la foto. Mi chiede il numero di telefono e mi dice di tenermi pronto per la sera. FIGURATI SE E' VERO penso fra me e me. Di fatto non ci penso per niente, tanto che la sera esco con gli amici. Rincaso verso mezzanotte e mentre vado a letto mi arriva uno squillo. Un numero che non conosco..... Chiamo e mi risponde una vocina dolce e sensuale. Ciao sono io, ho appena finito di lavorare (faceva la barista in un locale). Vado a casa a farmi una doccia e ci vediamo? Come no! Faccio un doccia anche io, prendo la macchina e mi metto in viaggio (80 km). Sono quasi le 2 di notte e penso che forse è un bidone, quando mi arriva un altro squillo. Dove sei? Arrivo !!!! Esci lì, gira là, prendi quella stradina e vai diritto.... Era una strada di campagna. Con le luci in lontananza illumino qualcosa. Vedo la sagoma di una macchina. Ha il portellone aperto e.... un paio di stivali neri, due gambe lunghe e tornite, un sedere tondo e sodo senza slip, lasciato scoperto da una minigonna cortissima sollevata sulla schiena. Era chinata nel bagagliaio e faceva un pompino al suo uomo. Scendo dalla macchina e li raggiungo. Dico buonasera, ma lui mi fa cenno di non parlare e di agire. E' profumatissima. La tocco. E bagnatissima. Ne lecco il dolce nettare fino all'ultima goccia. Finalmente si solleva da dentro il bagagliaio e le vedo il viso. Bellissima!!! Si china, mi sbottona il pantalone e comincia un pompino divino. Il suo uomo mi chiede se può fotografare. Dico di si. Da quel momento e tutta mia..... Sul cofano, nel bagagliaio, sui sedili di dietro, a terra sulla coperta stesa per noi dal suo uomo. Scopiamo in tutte le posizioni e mi concede il secondo canale... Non ho nessuna intenzione di smettere, tanto che gli scappa un soddisfatto e piacevole: "MA NON TI FERMI MAI?" No!! Con una tale bellezza amante del sesso, no! Quando è troppo è troppo però, ed anche io vengo. Vengo sull'ultimo pompino alla gola profonda e la schizzo sul viso, come mi ha chiesto. Stanchi e soddisfatti, si ripulisce il viso. Ci rivestiamo e ci salutiamo. Entra in macchina con il suo uomo, fanno manovra e vanno via. Si fermano un attimo, lei abbassa in finestrino e mi dice: "Possiamo richiamarti?" Secondo voi cosa ho risposto?
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13 years ago
admin, 75
Last visit: 5 hours ago -
La scoperta
Sono un uomo sposato ,ma le cose con la mia lei nono vanno molto bene, lei è una di quelle che quando gli cerco qualcosa di diverso dalla solita sveltina,è sempre pronta a dire che quelle cose non si fanno, che sono contro natura. Stanco di questa situazione di metto a cercare su questo sito, che mi ha consigliato un collega. Non conoscevo l'esistenza e quindi ci vado con i piedi di piombo, il mio sogno sarebbe quello di trovare una coppia matura ,io ho 55 anni e quindi è inutile trovare altro. Dopo interminabili messaggi finalmente parlo con un tizio il quale mi cerca le foto del viso e anche alcuni miei nudi: IO al solito sono molto schettico e non mando niente e gli dico che sono convinto che lui non è sposato e gli và di scherzare. Lui mi dà un numero di cellulare e un orario in cui chiamare. All'ora stabilita chiamo e risponde una voce femminile che mi spiega che ha risposto solo per educazione e che sono una coppia in cerca di un singolo,e che comunque senza foto non si fà niente. Come uno stupido chiudo e continuo la mia ricerca: Quando ormai ho perso le speranze vengo contattato da un singolo bsx, che con garbo riesce a convincermi a prendere un caffè insieme e poi si sarebbe deciso. Siamo tutti e due sposati quindi massima riservatezza. Ci incontriamo in un bar del paese ,e dopo un pò ,non so nemmeno come arriviamo a casa sua , mi tremavano le gambe, saliamo di corsa e mi invita a vedere una cassetta . Mentre visioniamo la cassetta lui comuncia a chiedermi se ho voglia di un bacio , ed io subito dico di no. ma guardando il video non riesco a nascondere la mia eccitazione ,lui si accorge e mi sbottona i pantaloni, è molto esperto in un attimo mi trovo il cazzo tra le sue mani e poi lo prende in bocca .Dire che è bravo è dir poco ,non capisco più nulla si spoglia è un uomo più giovane di me , e quando lo vedo nudo davanti a me comincio a toccarlo è bello una sensazione mai provata,lo comincio a segare mentre lui mi spompina: Ad un tratto non sò come abbasso la mia bocca e comincio anche io a spompinarlo,una sesazione indescrivibile. con la coda dell'occhio vedo un ombra dietro la porta .Una donna eccitatissima, si stava masturbando,aveva dei capezzoli sporgenti, ho pensato potesse essere la moglie ma non riuscivo a parlare lui mi aveva detto che la moglie non sapeva niente di lui ma era troppo bella da vedere ed era proprio bello succhiare il cazzo del marito mentre lui lo faceva a me.
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13 years ago
tatarella,
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Estate 2010 - la rossa di treviso -5-
Ricordi d’estate 2010 Un martedi di giugno/La Rossa di Treviso La rossa è una conoscenza internettiana. Le solite chat, i soliti approcci lunghi a non finire, le solite fregature, chattate inconcludenti. Stranamente, questa invece dopo alcune chattate nelle quali sfoggiava anche una buona dose di intelligenza si è fatta vedere in webcam una notte da casa sua. Diceva di vivere sola, faceva i turni in ospedale e quando era di riposo passava qualche serata in chat. Dopo svariati incontri virtuali, Piero e la rossa sono passati alla conoscenza tramite webcam e dopo essersi visti in viso la comunicazione via web si è protratta per alcuni mesi sulla base di saluti, scambio di opinioni, conversazioni di vario genere anche con dei sottintesi di tipo erotico a volte, ma mai nulla di veramente diretto. Una sera vedendolo on line la rossa lo ha salutato chiedendogli che stesse facendo e se era di disturbo. Piero quasi senza pensarci, in un momento di totale incoscienza le ha risposto che si stava masturbando guardando un sito di videoamatoriali. Di li a fare sex cam2cam con la rossa è stato tutt’uno. Sebbene la distanza tra loro non sia eccezionale per poter incontrarsi dal vero, Piero preferisce tenere questa conoscenza solo a livello virtuale. Non è sicuro che dal vero poi si potrebbe scatenare quell’alchimia erotica necessaria per fare soltanto sesso disinteressato con lei. Va bene così invece. Hanno instaurato questo rapporto di complicità elettronica e in fondo anche solitaria. Quando nel profondo della notte occasionalmente si accorgono di essere collegati, finiscono per salutarsi, fare una chattata, accendere le webcam e masturbarsi guardandosi a vicenda. Lui godendo della vista di lei e del suo corpo pieno, quasi burroso, non grasso ma abbondante. Lei osservando il maschio ben piazzato, di spalle larghe, di solito in piedi a gambe divaricate a masturbarsi il bel cazzone grosso, a volte scappellato e un poco ricurvo a destra. A lei piace molto guardare come lui afferra il suo bel palo duro e come se lo sega e anche il braccio di lui teso e robusto mentre la mano sale e scende la verga dura. Piero di solito avvia anche qualche film porno allo stesso tempo e si diverte a vedere le tre cose insieme. La schermata con la sua burrosa rossa amica che le offre un primo piano della sua figa. La schermata più piccola di lui che si sega in piedi e lo schermo tv accanto al pc con un bel pornazzo sudicio e volgare. Siamo a metà giugno, è notte fonda, i vetri delle finestre sono aperti, fa caldo umido, la temperatura prelude già all’estate incombente anche se sembra essere un insolito giugno piovoso. Nella penombra della stanza il riflesso dello schermo del pc si spande tingendo le pareti di azzurrognolo. Lei è piuttosto ben formata, fianchi larghi, cosce abbondanti come i suoi seni. Occupa tutto lo schermo ingrandito questa volta. I capelli rossi fino alle spalle. E’stesa nuda sul divano a gambe divaricate e si passa la mano sulla passera. Davanti a lei il pc e la telecamerina fissata sopra di esso. L’occhio spietato della webcam entra negli anfratti più privati della vita e del corpo della rossa di Treviso. Le sue dita grassocce strizzano le grandi labbra, le titillano, le allargano per poi richiuderle. Ora invece infila dentro le dita, prima uno poi due. Poi si massaggia il monte mentre guarda Piero che trasmette a sua volta. Piero è in piedi nella sua posizione preferita davanti alla webcam a gambe divaricate e ben piantato a terra, tutto nudo tranne che per le mutande abbassate come vuole lei, quel tanto che basta per mettere in mostra il cazzo durissimo e le palle piene. Lui si sega lentamente per dare il tempo alla trasmissione di farlo vedere ben chiaro. Piero strofina la sua mano destra sul suo bel cazzone duro quasi a scoppiare. Sputa sul palmo della mano, si imbratta la cappella del suo uccello e poi tutta l’asta giù fino ai coglioni, scivolava in alto e ancora fa movimenti rotatori sulla sua cappella gonfia quasi dolorante. E’ molto eccitato. Guarda lo schermo del pc dove vede la rossa stesa a gambe larghe che si massaggia la figa sempre più convulsamente. Nello schermo ridotto di msn allo stesso tempo invece lui vede se stesso a segarsi in piedi, le gambe forti ben piantate a terra, il torace ampio, la destra che sega il suo bel cazzone e la sinistra che pizzica i capezzoli e i pettorali sodi e pelosi. Piero vorrebbe averla li accanto la rossa, si inginocchierebbe davanti a lei, avvicinerebbe la sua faccia alla figa di lei, la annuserebbe profondamente prima di passarci sopra la lingua in modo leggero e poi sempre più deciso fino a leccarla profondamente, e prenderle il clitoride tra le labbra e stringerlo. Hanno il vivavoce inserito i due. Lui sente i mugugni di lei e si eccita sempre di più. Saranno passati almeno venti minuti e ormai è difficile per Piero tenere tutto dentro, sente che vorrebbe spruzzare subito a fontana. Lo dice alla rossa che vorrebbe sborrare per lei. Risponde che va bene ma vuole vedere il suo cazzo da vicino mentre sborra. Piero allora avvicina la webcam al suo cazzone duro e scappellato, la sistema in modo che venga anche ripreso un angolo della superficie nera del tavolo. Ancora qualche colpo di mano e con un rantolo di voce avvisa la rossa che lui sta per venire. La rossa appare ancora stesa in tutta la sua nudità a sgrillettarsi la figa con la destra mentre con la sinistra si massaggia le tette e stringe i capezzoli rigidi sulla larga aureola scura. Piero la guarda voglioso, vorrebbe succhiare quel capezzoli e leccare in tondo l’aureola. E’ maledettamente voglioso, tutta quell’abbondanza di carne lo fa impazzire. Il rantolo si fa più roco. Piero alza il pollice davanti alla webcam per dare l’ok e grida che lui è pronto per venire. Osserva la rossa stesa sul divano, chiude gli occhi, sente salire dal profondo del suo intestino un’onda calda, tutti i muscoli delle sue gambe sono tesissimi e finalmente alcuni vigorosi fiotti di denso, bianco e vischioso sperma vanno ad impiastricciare con forza la superficie nera del tavolo dove risalta meglio il colore del bianco lattice nelle immagini della webcam. La rossa va in delirio alla vista di tanto brodo eruttato con forza dal suo maschione di giochi virtuali. Le due dita grassocce dentro la sua figa umidiccia si muovono ora a velocità sostenuta, sempre più forte, con la base del pollice spinge e massaggia il monte, infila le dita sempre più dentro, guarda la chiazza bianca dello sperma di Piero che si allarga sempre di più sul tavolo nero, le viene di inarcare la schiena, anche a lei ora si tendono i muscoli nascosti sotto la carne delle grosse gambe, gli alluci dei suoi piedi si piegano verso l’alto nel momento in cui scoppia in lei uno spasmodico e irrefrenabile orgasmo. Piero invece sta appoggiato al tavolo con le mani aperte a palmo in giù e osserva la sua rossa amica viversi il suo solitario godimento dall’altra parte del video a 200km di distanza. Il suo cazzo si sta lentamente ammosciando sovrapposto alla superficie del tavolo nero mentre da esso continuano a fuoriuscire ancora residui e goccioline di sperma.
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13 years ago
ManzoMaturo,
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Estate 2010 - al fiume -4-
Un mercoledi del mese di luglio / Il torrente Curiosando tra i profili di Desy, Piero ha visto le foto di uno che cercava coppie. Lo incuriosiva le foto del tipo fatte sulla sponda di un torrente con altra gente nuda in lontananza. Piero vuole sapere dove cavolo sono state scattate. Il posto sembra bello e accattivante. Senza pensarci su, manda un messaggio al tizio e gli chiede informazioni. La risposta che riceve è ricca di complicità e molto esauriente, con tanto di indicazioni ben precise su che cosa accade nel posto e con tanti auguri di buona caccia ma di non spargere troppo la voce. Il posto si trova a poco più di un’ora di macchina dalla casa di Piero. Una ricerca su google aiuta ad individuare come arrivarci. All’uscita dell’autostrada un groviglio di strade e qualche palazzone prima di addentrarsi in una zona industriale. Poi Piero prosegue oltre alcune rotonde, attraversa il paese e trova la statale come indicato. Oggi Piero ha disdetto due appuntamenti che sapeva poteva rimandare e si è ritagliato alcune ore per se. È una giornata splendida, fa caldo. Piero pensa che oggi ci starebbe bene qualcosa di trasgressivo. E’ veramente carico. L’ultima succosa schizzata l’ha fatta una settimana fa in webcam con la rossa di Treviso. Piero guida lungo la statale che ora è in salita formando mille tornanti nascosti dalla folta vegetazione. A tratti scorge delle belle fattorie, attraversa alcuni paesi con le case fatte di sasso e i gerani alle finestre. Passa sopra un ponte molto alto e scorge il torrente laggiù. Immagina sia il torrente che sta cercando ma deve arrivare prima alla località indicata. Piero torna a pensare alla rossa di Treviso, un brivido sale dal basso ventre su per la schiena e si accorge che gli si sta gonfiando il cazzo. Lo massaggia un poco, poi approfittando di un rettilineo infila la mano dentro il pantalone della tuta e lo sente tutto bello gonfio, lo accarezza e spera di poter trovare qualcuno con cui giocare oggi. Anzi si augura di vivere una bella maialata quel pomeriggio. Lui è veramente carico. Qualsiasi tipo di maialata va bene oggi, in un posto nuovo, eccitante e sconosciuto. Ha parcheggiato in prossimità del posto indicato, ci sono alcune vetture lasciate lungo la salita secondaria cosi come anche un paio di grosse moto. Il torrente è la sotto, giù in fondo. Bisognerà arrivarci a piedi, seguendo qualche sentiero. Piero si è appena avviato alla ricerca di un sentiero giusto per scendere quando passa una grossa moto rombante in discesa verso la statale. La conduce uno che indossa un giubbotto verde di pelle e jeans slavati e attillati alla coscia, con scarpe da ginnastica bianche. Ha l’aria di essere un giovane che ha passato qualche ora al torrente nella pausa pranzo. Promette bene la cosa. Se giovani centauri frequentano il posto significa che hanno qualche interesse a farlo, probabilmente sono a caccia di coppie. Piero scende tra il bosco e i rovi, ha individuato un sentiero e in breve tempo arriva in prossimità del torrente. Si, il posto è giusto. C’è gente la sotto, stesa sulle rocce o in piedi a passeggiare. Sono persone nude a prendere il sole. Ottimo. Continua a scendere e arriva al greto del torrente dove gli si apre una veduta paradisiaca. Alti costoni di roccia, vegetazione rigogliosa, sassi ovunque. Un rivolo di acqua limpida scorre nel letto ridotto del torrente, sembra essere fresca e pulita. D’istinto Piero si dirige verso sinistra contro corrente. Salta da un sasso all’altro, supera rocce, scavalca vecchi tronchi. Risale il fiumiciattolo che forma delle anse dove l’acqua è più profonda. Mano a mano che procede, si fa più stretto e tortuoso e le pareti rocciose ai lati sempre più alte. È un paesaggio mozzafiato, il paradiso terrestre. Ci sono alcuni Adamo ed Eva stesi al sole dalla parte opposta dove batte il sole. Due coppie ognuna per i cavoli suoi e nelle vicinanze due ragazzoni ben piazzati fisicamente anche questi ognuno per se. Accanto a loro, zaino e casco per la moto. Sopra i costoni di roccia il bosco diventa molto folto. Grilli e cicale la fanno da padrone, è l’unico rumore udibile oltre all’acqua che scroscia tra le rocce e le cascatelle nel letto del fiume. Piero è felicissimo della scoperta di questo posto. Ha già deciso che tornerà con la macchina fotografica grande per delle foto straordinarie, meglio il prossimo autunno per catturarne i colori caldi. Ora il torrente forma una gola stretta a gomito. Poco oltre Piero incrocia una coppia che parla con un tizio. I loro asciugamani sono stesi a terra. I tre stanno conversando in piedi e non prestano alcuna attenzione a lui. Peccato che lei sia molto grassa e abbia le tette piuttosto penzolanti e nemmeno tanto belloccia in viso. I due maschi, Piero lo nota appena, sono uno più giovane e molto magro quasi ossuto, l’altro invece che deve essere il marito ha la tradizionale panza. Siccome tutta la zona sta in ombra sotto il monte, ne deduce che questi sono puri naturisti che godono della simbiosi tra la loro nudità e madre natura tutto attorno. Piero prosegue oltre. Incontra un tipo pure lui nudo che passeggia tra la vegetazione e subito dopo un altro pure questo senza niente addosso che lo segue. Oltre l’ennesima ansa del torrente si apre un ampio spiazzo coperto di roccia levigatissima in pendenza, quasi un pavimento. Altre rocce di tutte le dimensioni e sagome formano il fondo del fiume. Su questa ansa aperta batte il sole molto caldo dato che la conformazione delle montagne attorno non lascia passare correnti d’aria. Qui il torrente forma due pozze profonde circa un metro e anche abbastanza nascoste. Due teli stanno stesi sulla roccia in pendenza. Piero vede due persone in acqua dentro una delle pozze. Lui è seduto di schiena. L’acqua gli arriva appena sopra il sedere. Lei gli sta sdraiata davanti tra le gambe. Ha i capelli neri e lunghi sciolti, avrà una cinquantina d’anni, è molto abbronzata, ha un viso piuttosto piacevole. Stanno giocando tra di loro, scherzano e parlottano. Nessun altro attorno. Piero passa oltre cercando un posto al sole e tranquillo, ma in effetti vuole un angolo dove essere visibile ai due. Lo trova nelle vicinanze e senza prestare attenzione alla coppia ma tenendoli d’occhio stende il suo asciugamano, sistema lo zaino, si spoglia lentamente. Loro lo hanno già notato e lo stanno osservando discretamente, mentre si strusciano una addosso all’altro. Lei sta radiografando Piero, senza farsi notare ma lui ha già captato ed è esattamente ciò che vuole lei. Piero è in piedi, ha tolto le scarpe e la tuta. È rimasto solo con il costume rosso che usa in piscina e la canotta. Si sfila anche il costume e da un’occhiata furtiva ai due. Il cazzo bello morbido, grosso e leggermente incurvato a destra fa mostra di se. Incrocia lo sguardo di lei per due decimi di secondo, ma lei ha già pesato e valutato la sua verga. Ora Piero gironzola un po’ come ad esplorare il posto, indossa solo la canotta che mette in evidenza le spalle larghe e sotto la quale si vede penzolare il suo bell’uccello. I sassi sono stramaledettamente caldi sotto i piedi. Il luogo è magnifico, il sole scotta, attorno è tutto un fitto bosco verde quasi impenetrabile. Piero torna al suo telo giallo e arancione e ci si stende sopra, ha tolto pure la canotta. Prova una sensazione favolosa, steso al caldo completamente nudo, il suo bel cazzo grosso, barzotto e incurvato a destra come sempre. E’ ben visibile ai due esattamente come lui vede loro. Meglio lasciare passare un poco di tempo prima di passare ad un eventuale approccio. Chiude gli occhi e si rilassa. Ha dimenticato a casa le sigarette. Tanto meglio pensa. Passano circa dieci minuti e i due escono dall’acqua, si asciugano e si stendono al sole. Piero e il lui di coppia si sono scambiati un paio di occhiate, alla seconda anche un breve accenno di sorriso corrisposto da Piero. Lei invece quasi estranea. Ora i due stanno stesi a godersi il sole e il silenzio mano nella mano. Poi lui molla e lentamente sfiorando la pelle della sua donna le accarezza la pancia con movimenti rotatori fino a scendere all’inguine. Sempre con dolcezza la mano inizia a massaggiare il monte e con le dita ad esplorare più sotto in profondità. Con la coda dell’occhio si assicura che Piero stia osservando. Ancora si incrociano per un attimo i loro sguardi. Piero incomincia ad eccitarsi e la nerchia tra le gambe inizia a muoversi e a gonfiarsi lentamente, cosa tra l’altro notata anche dal marito di lei. La donna si gira sulla pancia, allarga un poco le gambe e sembra voler dormire. Piero approfitta di questa pausa per farsi un giro. Ha intravisto un tipo oltre l’ansa, forse c’è qualcosa laggiù. Si avvia per esplorare il posto ma non sembra esserci nessuno tranne un telo e una borsa alla base di una roccia. Vede un sentiero dall’altra parte del torrente, lo raggiunge bagnandosi i piedi nell’attraversarlo. Il sentiero si inoltra nel fitto bosco, fa fresco sotto gli alberi. Piero è completamente nudo e prova una deliziosa sensazione di libertà in quel contesto. Fa qualche decina di passi e ad un tratto si trova davanti a due maschi, uno in piedi appoggiato di schiena ad un albero con i jeans abbassati e la maglietta viola tirata sopra il collo lasciando libero un bel torace abbastanza peloso e ben definito; l’altro con i capelli grigi, un accenno di sovrappeso e completamente nudo sta inginocchiato a succhiargli il cazzo. Quello in piedi tiene tra le mani la testa di quello sotto, gli spinge l’uccello giù fino alla gola e poi fuori e poi dentro come a scopargli la bocca. Quindi si ferma e il succhiatore riprende a succhiare e a leccargli il cazzo duro e gonfio. Piero a quella vista avrebbe voluto svoltare via per non disturbare se non fosse per il sorriso accattivante rovoltogli dal ragazzo dei jeans. Anche il succhiatore ora si è accorto della presenza di Piero e non se ne cura anzi ne sembra contento. A Piero gli si sta ingrossando l’uccello a dismisura osservando quella scena. Se lo prende tra le dita lo massaggia e inizia a segarsi guardandoli. Il suo cazzo si fa sempre piu grosso e duro, ora è veramente eccitato. Quello dei jeans lo guarda, gli sorride ancora e gli fa un cenno. Piero pensa che invece vorrebbe mettere il cazzo nella fica della coppia che ha lasciato al sole qualche attimo fà. E’indeciso se avvicinarsi e farsi sbocchinare pure lui oppure tornare indietro e riprendere il gioco con la coppia. Continua a menarsi la fava dura e legnosa solcata da tutte quelle vene azzurre grosse e sottili. I coglioni sotto che sono belli pieni gli fanno quasi male. Si avvicina ai due segandosi. Quello dei jeans gli prende il cazzo in mano e lo sega un poco, poi gli strizza i coglioni gonfi e duri, infine gli pizzica un capezzolo. Piero nel sentire che la mano di un uomo gli tiene il cazzone in mano si eccita ancora di più, ma vuole tornare dai due di prima per mettere le mani sulla figa eventualmente. Fa un cenno di saluto al ragazzo dei jeans, si sorridono e li lascia alla loro succhiata pomeridiana. Nel riattraversare il torrente Piero si accorge che ha ancora il cazzo duro e dritto che svetta per aria. Dentro di lui un turbine che dovrà calmare in qualche modo. Arrivato nei pressi della sua postazione vede che la coppia sta ancora dormendo. Piero allora scende nella pozza accanto a quella dove stavano i due poco prima. Si stende nell’acqua bassa e decisamente fresca a calmare le cariche erotiche accumulate nel bosco con i due maschi. Si sta abbandonando a qualche pensiero quando nota che il lui di coppia accarezza il culo di lei e le sussurra nell’orecchio. Subito dopo si alzano e tranquillamente scendono in acqua nella pozza vuota li vicino. Lui sulla cinquantina, capelli brizzolati, fisico di uno che sta alla scrivania tutto il giorno, lei invece anche se non più giovane è comunque ben curata e sicuramente un poco di palestra la fa per correggere qualche smagliatura visibile ma non sgradevole. Scendono in acqua con qualche brivido ma poi si abituano alla temperatura. Come prima Lui sta seduto e lei stesa in avanti tra le sue gambe, le appoggia il viso sulla pancia. Non passa molto che tra uno sguardo e un mezzo sorriso Piero attacca discorso lodando la bellezza del posto ma soprattutto l’esiguo numero di frequentatori e la tranquillità. La conversazione si evolve fino a quando arriva l’invito del lui di coppia di passare nella loro pozza. Piero non aspettava altro. Pure lei partecipa attivamente alla conversazione. Ora il clima si è fatto molto disteso. La conversazione continua su svariati argomenti e si protrae a lungo. E’ un modo per conoscersi meglio. Lei inizia a dare qualche bacetto al marito sull’addome e gli massaggia cazzo e palle sott’acqua. Spesso i suoi occhi si fissano con insistenza su quelli di Piero ampiamente ricambiata. Il lui di coppia ora si sistema seduto più comodamente appoggiando la schiena su una roccia. La nuova posizione permette a sua moglie che nel frattempo si è messa in ginocchio davanti al suo uomo di prendergli in mano tutto il cazzo sotto il pelo d’acqua. Anche a Piero si è indurito l’uccello. Poi di sorpresa lei affonda la bocca sul cazzo del marito e inizia a succhiare voluttuosamente stando sempre inginocchiata a pecora. Il marito e Piero si scambiano delle occhiate complici, sorridono e il lui gli fa cenno di si per dargli il via libera. Piero è eccitatissimo, il cazzo tutto scappellato e duro ora sta fuori dall’acqua. Si mette pure lui in ginocchio dietro la donna. La prende dolcemente per i fianchi e le struscia il suo palo duro tra le natiche, prima passandolo sul buco del culo poi scendendo a strofinarglielo sulla figa sotto. E’ un movimento che Piero persiste a fare con piacere tante, tante volte. Lei continua a succhiare il cazzo del suo uomo mentre muove il bacino avanti e indietro per sentire meglio invece il cazzo duro di Piero che glielo strofina sotto in modo ritmico. Piero avrebbe voglia di affondare la sua verga dura che sente pulsare di eccitazione nella figa di lei. Basterebbe un colpo ben indirizzato ed entrare dentro sentendone il calore delle pareti umidicce e sicuramente ben lubrificate. Ma penetrarla senza il consenso prima suo e poi del marito non è corretto e nemmeno educato. Piero spera eventualmente di poterlo fare in futuro sempre che lo vogliano incontrare ancora. Ora lei drizza la schiena e si siede sulle gambe piegate offrendosi tutta al marito il quale portandosi avanti la bacia. Piero invece si siede pure lui sulla gambe piegate facendo in modo che il suo cazzo duro sia ben sistemato sotto di lei, sente la sua figa fremere. Mentre i due si baciano con un profondo lingua in bocca, Piero da dietro la avvolge con le sue braccia poi mette le mani a coppa e se le riempie delle sue tette. Lei con la lingua del marito in bocca e seduta su cazzo duro di Piero si dimena come a volerlo tutto dentro. A questo punto Piero allunga la mano davanti e la porta sotto di lei fino ad infilarle un dito nella figa. Inizia a rigirare il dito in modo frenetico. Lei mugola con la lingua del marito in bocca, inizia a dimenarsi perché il dito di Piero la sta portando al settimo cielo. Fa spostare Piero di fianco in modo che lui possa infilare le dita nella figa al meglio e allo stesso tempo afferra con la destra il cazzo di lui. Il marito continua a baciarla con affetto e trasporto. E’arrivato il momento di godere. Le dita di Piero ora dentro la sua passera sono due e stanno dando il meglio fino quando lei inizia a emettere dei profondi sospiri e dei gemiti leggeri ma insistenti godendosi un orgasmo tra i due uomini. E’ a questo punto che Piero sente salire dalle viscere un intenso piacere mentre lei gli continua a segare la nerchia, fino a farlo schizzare fiotti densi e biancastri che si perdono nella limpida corrente d’acqua. Il sole è ancora alto e caldo ma sta già scomparendo dietro la cresta della montagna sovrastante il torrente. Tra poco sarà tutto in ombra. I tre si sciacquano e ritornano a sdraiarsi sui teli stesi sopra le rocce calde. Piero sta guidando in discesa lungo la statale sulla via del ritorno. E’ più che soddisfatto di come è andata nel pomeriggio, decide che deve assolutamente mandare un messaggio all’utente di Desy per la dritta circa il torrente e ringraziarlo. E poi sicuramente qualche altra puntata al torrente ha tutte le intenzioni di farla nelle prossime settimane d’estate rimaste. C’è un rettilineo davanti a lui ora. Con la sinistra tiene il volante. Allunga la destra sotto il pantalone della tuta, si accarezza il cazzo ora a riposo ma bello grosso, lo scappella. E’ ancora tutto umido e un poco appiccicoso di liquido spermatico, ne raccoglie qualche residuo sulla punta di un dito, lo annusa e sente odore di cazzo, odore di maschio, se lo porta alla bocca e lo succhia. Riprende il volante con le due mani e l’occhio gli cade sul sedile accanto, sul bigliettino che ha scritto in precedenza prima di rimettersi in moto….Alfonso e Lucia 055……….
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ManzoMaturo,
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Estate 2010 - domenica d'agosto -3-
Ricordi d’estate 2010 - Una domenica di agosto Siamo in piena stagione e siamo tutti a goderci il sole, il mare e la sera invece siamo a vagare per ristoranti, enoteche e barettini più o meno carini sui colli dell’entroterra. La favola dei bagnini che fanno a gara a scopare le tedesche è finita da almeno trent’anni. Ma sarà stato poi vero? si chiede Piero. Ora le tedesche vanno alle Maldive dove costa molto meno e fa molto esotico. Da noi invece ormai impera il mordi e fuggi. Tutti ammassati uno sopra all’altro il sabato e la domenica, mezzo vuoto gli altri giorni o quasi. Comunque dai, la spiaggia anche quest’anno non è poi male. Dopo i mugugni della gente per il nuovo parcheggio a pagamento e le palizzate a delimitare la balneabilità dell’arenile, tutti si sono adeguati. Piero si sta divertendo comuque questa estate. Ha conosciuto persone interessanti, con alcune è finita goduriosamente bene, ha arricchito i numeri nel cellulare con ottime prospettive per l’autunno e poi siamo solo a metà stagione. Ci sarà molto ancora a venire. E’ seduto a gambe incrociate sul suo telo giallo e arancione, si fuma una sigaretta e osserva il mondo che gli sta attorno. Osserva pure il suo uccello a dormire e che ha messo su troppo pelo, troppo per i suoi gusti. Non si è rasato da un paio di settimane. Stasera sotto la doccia tocca a lui. Essendo domenica, c’è il pienone in spiaggia oggi. Piero è arrivato tardi, sulle quattro del pomeriggio. Ha pranzato in famiglia e si è sparato una pennica pomeridiana. A lui che vive a poco più di un quarto d’ora dal mare, non interessa starci tutto il giorno. Preferisce la mattina presto o meglio ancora, fare tardi, molto tardi la sera. Si è sistemato nel primo buco che ha trovato a metà spiaggia circa. All’inizio ci sono le famigliole con i figli e a lui non piace starci. Ci sono tanti ombrelloni oggi sulla sua spiaggia che lui ha scoperto una vita fa. La memoria lo porta indietro nel tempo quando le dune le doveva scalare. Una volta arrivato osservava dove c’era qualche persona o qualche ombrellone in lontananza. C’è di tutto ora attorno a lui, specialmente oggi. Belli, brutti, grasse, magre, panze, passere più o meno abbronzate, bigoli più meno mosci, giovani, meno giovani. Un via vai incredibile di persone che passeggiano sulla riva avanti e indietro. Gli arzilli nonnetti sotto il tendone della palizzata che hanno montato all’inizio stagione oggi hanno parecchi amici e amiche in visita. E’ pieno di gente la sotto. Ci sono anche i due ragazzotti, quello con la testa rasata e l’amico, quelli che facevano casino vicino a lui qualche settimana fa. Sotto il tendone ci sono almeno tre o quattro donne, tutte belle in carne, sulla cinquantina e oltre. Tutto il gruppo sembra affiatato, conversano, scherzano, ridono. A pochi passi da Piero sulla sua destra una donna di circa trent’anni, dal fisico abbondante, per non dire grassoccia, mostra cosce belle piene come pure le braccia e un viso molto rotondo. Non una donna di Botero, ma molto simile. Piero ammira le sue tette imponenti, capezzoli color lattecaffe. E’di pelle molto chiara. La pelle delle tette è quasi trasparente, porcellanata. A Piero piace leccare, succhiare, mordicchiare grosse tette carnose. Anche strofinarci in mezzo il suo bel cazzo duro. Quando ha occasione di farlo, si sente come sprofondare in una sorta di limbo, una silenziosa calma interiore si impossessa di lui. Continua a succhiare, a leccare a mordicchiare, a nutrirsi di esse, tette ricche, abbondanti e generose. Non sa se tutto nasce da una celata reminescenza infantile oppure dal quella volta ancora ragazzotto che fu come dire, svezzato da una coppia tra le dune nel tardo pomeriggio del lunedi di Pasqua di molti anni fa. Era molto giovane, avrebbe compiuto ventidue anni a giorni. Aveva appena terminato il servizio militare. Il lunedi di Pasqua quell’anno cadeva molto tardi nel mese di aprile. Era una primavera molto calda e Piero ne approfittava spesso per farsi un giro alla spiaggia. Tra le dune quel pomeriggio assolato si trovavano nascoste diverse persone, le prime a prendere il primo sole integrale. Una coppia aveva scelto la duna più profonda, erano stesi sui teli. Lei aveva addosso solo la parte sotto del costume. Poteva aver superato i quaranta da un pezzo, era una bella donna, aveva le tette molto grandi. Il marito indossava solo una maglietta della salute grigio dalla quale sotto appariva un uccello non tanto lungo ma grosso. Al suo passaggio Piero vide che il marito stava lisciando la moglie tra le gambe con le dita sotto il costume. Non potè fare a meno di fermarsi un attimo a guardare. Immediatamente ebbe un’erezione ben visibile da sotto la tuta di felpa. La coppia non appariva disturbata dalla sua presenza, anzi, il marito continuava la sua manipolazione. Poi tolse il costume alla moglie e lei con un gesto quasi invitante allargava bene le gambe, mostrando a Piero la sua fica. Piero allora si accovacciava davanti a loro che continuavano a toccarsi. Lei si accarezzava anche le tette, pizzicandosi i capezzoli e allargando le gambe sempre di più. Piero abbassando la tuta e le mutande insieme metteva fuori il suo gran bel cazzo che tendeva a guardare a destra e a massaggiarselo. Fu a questo punto che arrivava l’invito di lei. Il marito alzandosi in piedi teneva d’occhio che non arrivassero persone a disturbare. Piero era steso su un fianco sul telo del marito. Lei gli aveva preso la testa da sopra, gli aveva attirato il viso sulla sua tetta di sinistra e lo aveva indotto a leccarla. Piero aveva iniziato a succhiare il capezzolo e leccare tutta la mammella, mordicchiando dove poteva e quando poteva. Allo stesso tempo stava strofinando il duo cazzo divenuto durissimo .sulla gamba, la coscia esattamente, di lei. Furono momenti di estasi per Piero, il leccamento continuò e pure lo sfregamento di cazzo. Era talmente occupato in questo che non si rendeva conto delle reazioni di lei. Il ragazzo voleva solo godere e fu cosi che sentì quasi le budella attorcigliarsi dentro e subito dopo fiotti di sperma denso e caldo andarono a spiaccicarsi sulle gambe di lei. Quell’anno, Piero aveva trovato gran una bella sorpresa dentro l’uovo di Pasqua. Piero era una bel ragazzo, alto, gambe solide, spalle larghe e braccia ben tornite. Il fisico lo aveva ben definito il lavoro nella panetteria dello zio, spesso la notte, a spostare sacchi di farina. Era un bel modo per procurarsi la paghetta, imparare la dignità del lavoro mentre continuava a studiare. Non appena faceva primavera, Piero si faceva delle belle pedalate in pineta per poi dare un’occhiata alla spiaggia dalle dune. Le prime donne nude, lui le aveva viste esattamente qui già quando da ragazzino aveva scoperto l’esistenza della spiaggia nudista. I primi pruriti erotici li aveva sperimentati qui. Vedere quelle gambe aperte, ciuffi pelosi e sederi rotondeggianti gli faceva sentire il sangue passare velocemente dalla gola alla testa, una specie di stordimento. Era cosi che pedalava a casa a tirarsi seghe magistrali. Poi timidamente aveva iniziato a fermarsi alla spiaggia per prendere il sole anche lui nudo come gli altri. La prima volta abbastanza isolato, un poco per pudore, un poco per timidezza. Ricorda perfettamente quella volta, il calore del sole che batteva sull’inguine, sul cazzo, sulle palle. Era un bacio caldo caldo, estremamente eccitante, che lo portò ad avere una immediata ed esagerata erezione. Era il suo battesimo al nudismo. Era la scoperta di un nuovo mondo. Finalmente la libertà di essere adulto. In seguito aveva acquisito più sicurezza e aveva iniziato a stendere il suo telo più vicino ad altre persone mantenendo sempre le debite distanze ma vicino abbastanza per potersi gustare la veduta di tanta abbondanza di fica. Con il passare del tempo, Piero iniziò a conoscere anche delle persone, parlando del più e del meno, aumentò la fiducia in se stesso e iniziò a sentirsi abbastanza sicuro di sé. Osservava attentamente il comportamento delle persone, iniziarono i giochi, gli ammiccamenti. Lui dal bel ragazzetto quale era, attirava parecchio. In più occasioni le donne allargavano le gambe per mettergli in mostra le passere e lui si godeva gli spettacolini. La nerchia gli tirava sempre di brutto ed era costretto a girarsi a pancia di sotto per non farsi vedere. Erano bei ricordi che Piero assaporava voluttuosamente grato al destino di averli potuti vivere. Oggi invece non distante dalla palizzata degli arzilli amici, e alle spalle di Piero, lei ha un fisico ancora veramente bello. Le tettine nude piccole piccole, il costume pure quello molto minimo di colore azzurro chiaro, i capelli tirati su sotto un cappello di foggia maschile. Un viso gradevole, molto femminile. Vista spesso in televisione, personaggio conosciuto e spesso chiacchierato poiché non si sapeva se uomo o donna. Sta insieme ad un’altra donna e un uomo e si godono la giornata di mare. Il pubblico li lascia in pace. Ogni tanto lei si alza gira un poco per poi risistemarsi sul suo telo. A dire la verità ha raggiunto per un saluto un tipo solo che stava abbastanza lontano sulla sinistra di Piero. Hanno parlato per un poco, era lei a portare avanti la conversazione per la quale sembrava avere interesse. Lui un po’ meno. Poi lei se ne tornata al suo posto dopo essersi gentilmente salutati. Muove bene il culo a mandolino, è molto sensuale. A Piero piace. Gli viene da pensare a qualche sera fa. Si era portato nel paese a pochi chilometri di distanza dove c’è il sex-shop nella piazza principale. Aveva fatto scorta di preservativi e gel in bustine. Li preferisce extra large perché più comodi e di quelli belli spessi per sicurezza. Nel negozio ne hanno una buona selezione. Si era perso tra le vetrine all’interno a guardare tutta una varietà di mercanzia che chiamano giocattoli. La sua fantasia si era scatenata tra falli di gomma, vibratori di tutte le forme, le ormai famose flash-light, catene, manette e cock-rings, video, abbigliamento, oggettistica di pelle e altre mille cose. Sorride alla vista dei vari anelli di metallo o di cuoio da mettere attorno al cazzo. La settimana scorsa gliene hanno fatto indossare uno per prova, era un gioco al mare tra le dune. Nonostante fosse molto tardi quella sera, il parcheggio era pieno di macchine, uno dei bar era affollatissimo di uomini che avevano occupato marciapiedi e parte della strada. Alcuni trans/trav passeggiavano oltre la piazza. Indossavano camicette aperte, magliette attillatissime, minigonne mozzafiato, tacchi alti e chiome lunghe. Erano praticamente donne bellissime. Una in particolare attirò la sua attenzione. Era stupefacente. Aveva un portamento femminile ed elegante. Piero non è mai stato con un trans, gli manca questa esperienza. Avventure di altro genere si, ma un trans/trav, mai. Sta per raggiungere la sua macchina quando da una delle porte che danno direttamente sul viale dove vivono e lavorano i trans/trav vede uscire un ragazzo forse nemmeno trentenne, bello maschio, camicia bianca immacolata, pantalone nero, scarpe classiche lucidissime, moro, capelli cortissimi e curati. Lo vede salire su un Mercedes nero e andarsene. Piero cerca di immaginare cosa possa aver fatto il ragazzo in casa del trans/trav. Il ruolo è immaginabile se quello che si dice in giro è vero; che di solito essi vanno forte perché tra le altre cose sanno usare benissimo il cazzo, trattasi generalmente di cazzoni notevoli. Con tutta probabilità il tipo del Mercedes ha la fidanzata a casa che non si sogna nemmeno che il suo uomo passi qualche serata a prenderlo nel culo da un trans/trav. Nel frattempo altre macchine passano, ritornano e si fermano, davanti alle porte aperte dove le/i brasiliane/i sono appoggiate/i allo stipite. All’interno, ambienti con luci soffuse…
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Estate 2010 - l'alluce -2-
Un venerdi del mese di luglio 2010 – L’alluce C’è stato abbastanza casino all’inizio dell’estate scorsa circa la spiaggia nudista; nudismo si o nudismo no? Poi alla fine, è stata una stagione di palle, tette, fiche, culi e cazzi esposti al sole e al vento come piace a tutti farlo. Un’ estate piuttosto calma rispetto a certi anni passati quando Piero aveva visto, vissuto e sperimentato cose turche sotto il solleone di quella spiaggia e nella pineta accanto tra il frinire di grilli e cicale. Piero osserva con un poco di malinconia le dune basse basse, quasi inesistenti ormai irrimediabilmente divorate dalle mareggiate invernali. Peccato che nessuno voglia fare veramente niente per preservarle. Le ricorda alte e sinuose, ricche di cespugli. Erano tempi dove tra una duna e l’altra ci si poteva stendere sul telo riparati se faceva brezza o nascosti se si cercava un poco di pace da solo o in compagnia. Spesso, la compagnia, Piero la rimediava durante la giornata sulla spiaggia. Se ci passava l’intera giornata, Piero si portava l’ombrellone se invece era soltanto per un pomeriggio esso non serviva. Comunque era sempre verso sera che ci si riparava tra le dune a godersi il tramonto in un modo o nell’altro e spesso a combinare. Piero era nato nelle vicinanze. Amava quel luogo. Già da piccolo, Piero, lo accompagnavano alle spiagge limitrofe quasi tutti i giorni. Ricorda i giocattoli, palette, secchielli, formine. Estati lunghissime. Giochi di spiaggia, amichetti chiassosi, salti nell’acqua, fette di pane spalmate di cioccolata. Piero era cresciuto e fu la sua bicicletta a portarlo su questa spiaggia una mattina d’estate all’età di dodici anni. Aveva sempre visto il grande ponte di ferro rugginoso che attraversava il fiume come un ostacolo invalicabile. Quel ponte non si doveva attraversare gli dicevano i suoi quando era bambino. Era stretto e pericoloso e dall’altra parte c’era il lupo cattivo. In seguito, la curiosità adolescenziale e la sfida verso ciò che gli avevano sempre insegnato i grandi a temerlo, lo avevano portato a superare quel minaccioso ponte a cavallo della sua bicicletta, fedele compagna di avventure. Dopo aver superato il ponte di ferro, ora che Piero era grandicello, poteva vedere una distesa di campi a perdita d’occhio, all’orizzonte una distante catena montuosa azzurrina e oltre i campi quella che sembrava essere una lunga e folta pineta nera. Piero scoprì i sentieri tra i pini; li percorse in velocità sul suo cavallo a due ruote in lungo e in largo, arrivò fino in fondo dove si apriva la larga bocca di un fiume, scalò le alte dune e vide la vastità del mare e la lunga spiaggia. Fu affascinato dal fatto che non c’erano stabilimenti. Lui la spiaggia la conosceva da sempre come una distesa di ombrelloni, sdraie e bar rumorosi impregnati di odore di caffè. Dalla cima della duna dove si trovava, Piero vedeva delle persone stese al sole, molto poche in verità. Con sua grande sorpresa, non avevano il costume addosso e per la prima volta in vita sua vedeva che gli uomini avevano in pipi molto grande e le donne soltanto un ciuffo di peli scuri ma anche delle belle bocce tonde che a lui vagamente ricordavano la sua mamma senza saperne il perché. Piero in quel momento sentiva come una sorta di vampata salirgli da dentro fino su verso la testa, un senso misto di disagio e fastidio, una sensazione nuova mai provata prima, qualcosa di oscuro. Piero resistette ad osservare. Su tutto ebbe il sopravvento la curiosità del maschietto adolescente. Quei corpi nudi stesi al sole. Ora sapeva che dalla cima di quella collinetta sabbiosa gli si stava aprendo un mondo nuovo, una nuova terra tutta da conquistare. Corse giù in velocità verso il sentiero dove aveva lasciato il suo cavallo di ferro, quasi a battere una ritirata. Aveva bisogno di riordinare le idee e capire come e quando ritornare, si, perché sarebbe certamente ritornato a scoprire questo nuovo mondo. Fu cosi che la spiaggia, la pineta, le dune divennero in seguito i suoi segreti maestri di vita. Tra altre mille persone tutte impegnate chi a dormire, chi a leggere, chi a chiacchierare o fare i bagni, Piero ora si fuma una sigaretta steso sul suo telo giallo e arancione mentre i ricordi di adolescente sfumano nel nulla. Ha fatto una sorta di cuscino di sabbia con qualche avanzo di tronco d’albero portato dal mare da chissà dove. Con la testa appoggiata sulla montagnola riesce a vedere la riva del mare dove l’acqua calma anzi piatta nel sole del pomeriggio colora la sabbia di un grigio scuro e che a sua volta viene calpestata da centinaia di piedi. Gente che passeggia nuda per lo più, avanti e indietro lasciando impronte che vengono quasi immediatamente cancellate. L’occhio di Piero cade sulla sua pancia da disteso, nulla di grasso veramente, ma quel chilo o due li deve togliere al più presto. Lui ci tiene molto, è uno di quelli che ama sentirsi la pancia piatta e tonica e segretamente ammira la pancia con le tartarughe o le saponette come si suol dire, di altri maschi che hanno la fortuna di averle. Piero ha appena passato i quaranta, è un bel moro in forma, il pettorale ben pronunciato grazie alle lunghe notti passate quando era ragazzo nel forno-panetteria dello zio a spostare quintali di farina ed enormi ceste di pane. E pure le gambe sono belle grosse e muscolose, ma quelle sono un dono di natura. Piero sposta l’occhio dalla pancia al suo uccello. Lo vede bello grosso e morbido, a riposo e che fa una bella curva appoggiandosi sul lato destro della zona inguinale. La cappella nascosta sotto la sottile pelle leggermente dorata come lo è tutto il resto del corpo. Con delicatezza, quasi con amore Piero passa una mano, come una carezza sul suo bel cazzo che francamente è la cosa alla quale egli tiene di più e di cui ne va orgoglioso. E’ un gesto naturale che tutti gli uomini fanno. Riporta ora la mano destra alla bocca, riprende la sigaretta tra le dita, aspira una lunga boccata di fumo che rigetta nell’aria e osserva un attimo la coppia che gli sta quasi davanti pochi metri più in là, sotto l’ombrellone verde e bianco. Il lui di coppia è disteso sulla pancia a dormire, ha un grosso foruncolo sulla natica destra, lei invece è distesa sulla schiena. Si è messa un cappello di paglia a falde larghe sul viso che la protegge dai raggi impietosi del sole e ha adagiato una sottile striscia di tessuto bianco sulle tette nascondendone i capezzoli. Dalla sua posizione Piero vede un accenno di peluria bionda che risalta al sole tra le gambe di lei. Vede solo il monte, il resto lo deve immaginare. C’è abbastanza gente oggi, è venerdi e già molti hanno lasciato la città per passare qui il fine settimana. Sulla sua sinistra non tanto lontano da lui, due amici sono sui loro teli vicini, un poco seduti, un poco accovacciati, un poco stesi, si muovono spesso. Hanno la pelle chiara, cioè non abbronzata anche se sono mori del tipo mediterraneo. Uno dei due ha una bella fava tra le gambe, l’altro è più ridotto, anzi piuttosto ridotto. Piero si chiede come si possa sentire interiormente un uomo dalle misure ridotte e inizia tutta una serie di sue considerazioni mentali. I due parlano e scherzano ma sembrano essere anche impacciati come lo sono i frequentatori non abituali della spiaggia nudista. Hanno un accento decisamente meridionale e parlano un linguaggio che a Piero ricorda i graduati della caserma dove egli ha passato un anno di militare vent’anni prima. Piero spegne il mozzicone di sigaretta, si rilassa steso tutto e chiude gli occhi. Ringrazia il cielo che il suo matrimonio non abbia prodotto figli e che il divorzio parecchi anni prima, dopo tutto il soffrire, sia stato liberatorio per entrambi. Sente il sapore del tabacco appena fumato sul palato della sua bocca. Alla sua donna piaceva sentire il sapore del fumo misto alla sua saliva quando si baciavano. Diceva che esaltava la sua mascolinità. Praticamente si scioglieva lei quando sentiva l’odore, il suo odore maschio, il profumo leggermente acidulo della pelle di lui e l’amarognolo del fumo sulle labbra. Quei lunghi baci, quei giochi di lingua, la saliva di entrambi, lo scambio degli umori orali, mentre facevano le coccole e meglio ancora quando facevano sesso. Si, perché per loro arrivava prima il sesso, scopare, sentire le lingue insinuarsi dentro le bocche dell’uno e dell’altra, mentre lui entrava dentro di lei e le assestava forti e decisi colpi di lombi. I loro corpi sudati, le contrazioni di lei quando entrava in orgasmo. E il suo labbro inferiore che lui amava mordicchiarle sempre più forte come a costringerla di tenere la testa ferma durante i convulsi spasmi di eccitazione mentre sprofondavano in un abisso di soddisfazione assoluta. Era tutto finito e ne aveva nostalgia. Questi erano i suoi ricordi prima di addormentarsi sotto il sole quel pomeriggio. Piero si risveglia con la bocca impastata, fa caldo, saranno le diciassette o anche più tardi. Beve un lungo sorso dalla bottiglia che tiene nello zaino blu tutto sfilacciato, quel vecchio zaino che acquistò almeno dieci anni prima durante una vacanza al sud. Lo zainetto è stato un buon compagno di viaggio, ne ha viste di tutti i colori tra le dune, sulle spiagge, nei boschi, in pineta, ovunque possibile, anche in aereo una volta. Se potesse parlare! Ma come un vero amico lo zaino sa tenere un segreto anzi una montagna di segreti. Piero nota che la coppia davanti a lui non c’è più, i due maschi invece sono ancora li. Stanno parlottando, hanno una faccia divertita e incuriosita allo stesso tempo, sembrano persino quasi eccitati nel vero senso della parola e guardano oltre Piero alla sua sinistra, si scambiano commenti e risatine. Squilla il cellulare di uno dei due che risponde. Piero capta solo alcune parole…Uheee ciao…si…no…tutto….il….eriggio…ma dai…tu in servizio? Ora lavori?…ecche ne so…minkia…davvero?...daje…e vieni pure tu…si la spiaggia…nudista…quella..come?..non ti va…se ci beccano?…caserma?...niente di male..ah ah..ah..dai vieni pure tu…40minuti…si la moto…ma vaffanc…ok dai …stasera…cena…mensa? Fuori con autobotte e autoscala oggi pomeriggio? Era grave? Ok a dopo…dopo si….ciao ciao…che stronzoooo…ciao. Piero si volta alla sua sinistra verso dove erano interessati a guardare i due. L’ombrellone è rosso a spicchi bianchi. Sotto un uomo di schiena molto larga e davanti a lui seminascosta si intravvede una donna bionda platinata. Il viso dai lineamenti pronunciati e dalle sembianze forti sembra essere quello di una signora abbastanza attempata, ma molto curata esteticamente, porta un largo cerchietto leopardato sopra i capelli lunghi, una tetta troppo turgida, Piero la intravvede pure e anche bene. Forse un buon ritocco. Accanto a lei un altro uomo sulla sessantina, magro. Anche lui semisdraiato. Dietro di lei invece una donna molto giovane e un altro uomo vicinissimo. Sono seduti. Parlano tutti insieme, un gruppetto di amici. Ridono, si scambiano commenti ma Piero non riesce a capire una parola. La donna bionda e attempata ha allargato le gambe e stando stesa appoggiata sui propri gomiti butta la testa indietro e ride. Sembra se la stia spassando bene in qualche modo. Ridono e scherzano. Piero si gira di schiena non trovando nulla di particolare nella scena del gruppetto e si rimette a riposare. Sente il caldo della sabbia sotto di lui e il volume del suo cazzo. Lo spinge un poco avanti e indietro affondandolo nella sabbia e ne assapora la piacevole sensazione. Ama il suo uccello e lo sente indurire la sotto. Gli fa compagnia. Si lascia andare ad occhi chiusi per un po’ fino a che gli passa il turgore della sua asta e tutto torna alla normalità. E’ solo allora che decide di andare a farsi un bagno. Si alza e da una sbirciata al gruppetto. Pure i due maschi alla sua destra stanno ancora guardando e ridacchiano divertiti. Sembra essere per loro un avvenimento nuovo, intrigante, che li ha presi di sorpresa. Uno dei due, quello dotato sta avendo una evidente erezione. Essa è diventata motivo di ilarità tra i due. Mentre si avvia verso la riva del mare, Piero vede l’intera scena come la vedono i due maschietti. Il tipo dalla schiena larga sta infatti giocando con il suo piede destro nel culo della bella bionda attempata, le sta infilando dentro al buchetto l’alluce intero, o ci sta provando, o lo sta solleticando. La biondona è tutta abbandonata al giochetto a gambe divaricate ma con grande sorpresa, quasi con sgomento Piero vede che lei non ha la figa tra le gambe allargate ma un gran cazzone grasso e grosso e mostra due tette belle gonfie. Attorno al bacino tiene una catenella dorata e ai polsi una dozzina di bracciali di tutti i tipi e colori. Attorno all’altro polso un fazzoletto rosa legato. Le mani sono grandi e possenti. Piero arriva al mare, si bagna velocemente, torna al suo telo, lo scuote dalla sabbia e lo riposiziona appena appena più su. Si stende a pancia in alto con il volto girato verso il gruppetto. Ora vede benissimo il piede del maschio che continua a stimolare il buco del culo del tipo/a a gambe larghe che non esita a sventagliare la grossa fava a destra e a sinistra mentre gli amici attorno si stanno divertendo a commentare. I due maschi alla destra di Piero, i due probabili vigili del fuoco, se la spassano pure loro ad osservare il ditalino di alluce al culo. Attorno al gruppetto tutta la gente che è in spiaggia sin dal mattino sotto gli ombrelloni guarda ma fa finta di non vedere. Il gruppetto continua lo show. L’alluce continua a stuzzicare il buchetto della procace biondona il cui uccello gonfio e barzotto ma non duro fa bella mostra di se esattamente come le due tette siliconate. I passanti che passeggiano lungo la spiaggia osservano incuriositi, qualcuno facendo finta di non aver visto, qualcun altro molto interessato, altri che rallentano il ritmo della passeggiata per vedere meglio. Piero nota che l’alluce del lui tenta di insinuarsi sempre più dentro il culo della biondona la quale si passa una mano sulla grassa nerchia con compiacimento. Due extracomunitari in maglietta, jeans, sandali e cappellino così vestiti sotto il caldo sole pomeridiano si sono stesi alla base di quelle che sono ormai le dune corrose e osservano pure loro. Piero dal suo telo giallo e arancione vede passare una coppia che frequenta la spiaggia da anni e che lui vorrebbe conoscere ma non ha mai avuto ne il coraggio di approcciarli ne la forza di farlo. Lei è una bella mora ancora molto piacevole, di fianchi larghi, che di solito se ne sta a leggere il suo libro mentre lui si intrattiene a parlare con molta gente li attorno, sono molto conosciuti. Lui è già abbronzatissimo, quasi nero come il carbone. Ha un notevolissimo uccello che gli ballonzola quà e là date le notevoli dimensioni. Piero deve ancora capire se questi due si danno allo scambio oppure no. Ora la biondona si è girata sulla pancia chiudendo le gambe e l’amico ha smesso di stuzzicarle/gli l’ano. Un ragazzo con i ricci castano chiaro, un bel viso, sui venticinque anni, un bel fisico che fa da contorno ad un bel pisello appropriato di giovane alluppato passa tra Piero e il gruppetto per la quarta volta. Sembra molto incuriosito dal gruppo e dai giochi in corso. Sa di essere bello e gli piace passeggiare per essere guardato. Piero lo aveva notato già da qualche tempo nelle ultime settimane per il fatto che il ragazzotto sembra non avere difficoltà ad attaccare discorso con coppie e gruppi di persone come vedremo in uno dei nei prossimi episodi.
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Estate 2010 - sotto il tendone -1-
Ricordi d’estate 2010 Sotto il tendone E’dall’inizio della stagione che un gruppetto di attempati signori ha piantato dei pali sulla spiaggia a ridosso di quelle che furono le belle dune, formando un ampio quadrilatero, delimitato da qualche tronco portato dal mare. Ha l’aria di essere un lavoretto destinato a durare tutta l’estate per esserne usufruito continuativamente da amici e conoscenti. Ogni volta che Piero passa sulla spiaggia vede più o meno gli stessi arzilli signori sotto i tendoni stesi tra i pali. Se ne stanno beati a chiacchierare tra di loro con le palle al vento, mangiano, bevono, ridono, scherzano, se la spassano. Piero ha notato inoltre che c’è un certo numero di ospiti di vario genere ogni volta tra di loro. Si chiede come questi possano monopolizzare la stessa postazione visto che la spiaggia è libera e chiunque arrivando e trovando il posto vuoto può prenderne possesso per la giornata. Solo in seguito ha capito dopo essere arrivato alla spiaggia una mattina presto che i gioviali amici fanno a turno per arrivare di buon’ora. Uno di loro si posiziona tra i pali a stendere i vari teloni ombreggianti; poi arrivano gli altri e finalmente gli amici e gli ospiti nelle tarde ore assolate. Insomma una sorta di beach club casareccio. Chi viene in bicicletta, l’appoggia contro un palo più corto e più grosso piantato apposta per questa funzione. Oggi Piero è arrivato dal sentiero maestro che delimita la pineta, ha imboccato uno qualsiasi dei tanti sentieri che attraversano le basse dune non facendo caso che si era portato molto vicino al quadrilatero dei pali, a pochi metri, in sostanza. Sono soltanto le otto del mattino; dopo cappuccino e cornetto, il giornale sulla spiaggia è quello che ci vuole. Ha la mattina libera e se la vuole godere tutta. Noncurante della posizione, Piero stende il suo telo giallo e arancione, si toglie la polo verde, la piega e ci fa una specie di cuscino, butta le infradito accanto allo zainetto e si sfila i pantaloncini. E’ affezionato a questi boxer in acrilico grigio scuro, regalo di amici. Si asciugano subito se li bagni. Gli stanno benissimo di misura, gli fanno il culo bello rotondo e danno molta evidenza al pacco davanti, cosa che non guasta. Piero si porta fino alla riva del mare, si bagna ovunque su tutto il corpo, si scappella bene il cazzo e fa alcune abluzioni con acqua salata lisciandosi la cappella con la punta delle dita. Si sa che fa bene alla pelle e abbronza. In seguito ritorna al suo posto e vede che uno degli arzilli amici dopo aver montato i tendoni tra i pali, si è sistemato alla meglio sotto di essi con un cappello alla borsalino e si sta fumando un sigaro. Non passa mezz’ora che arriva un altro dei suoi amici e successivamente un’altro ancora. Sono persone sulla settantina, lo si deduce dalla loro conformazione fisica. Iniziano subito a parlare, a scambiare battutine anche salaci, uno di loro parla in falsetto, il che fa pensare a Piero il quale può sentire tutto benissimo data la vicinanza che potrebbero essere froci. Ma sono simpatici. Piero si assopisce risvegliandosi di colpo quando sente sabbia volare, qualcuno correre molto vicino a lui, risate ed esclamazioni ad alta voce con un accento meridionale. Sono due giovanotti arrivati da poco e che da sotto il tendone si rincorrono e sbraitano abbastanza sguaiatamente, ridendo e pigliandosi per il culo con battute sceme e senza senso. Due giuggioloni che probabilmente hanno passato tutta la notte in disco o a fare chissà che cos’altro. Uno di loro, accorgendosi di aver disturbato, fa un sorrisone ammiccante a Piero per scusarsi. Hanno la faccia furbetta. Mettono simpatia dopotutto. I due si sono installati sotto il tendone, fanno un poco i “patacca” come si dice da queste parti, con gli attempati amici per acquisirne le simpatie. E’ ovvio comunque che si conoscono tutti da tempo. Uno dei maschietti è piuttosto belloccio di viso e ha un gran bel fisico tonico, pettorali ben definiti e un bell’uccellotto tra le gambe, un bell’animaletto da monta insomma come lo può essere un venticinquenne. Ha le gambe leggermente arcuate e i polpacci da calciatore. Completamente rasato, un tatuaggio sulla spalla sinistra e uno più piccolo all’inguine destro proprio sopra l’attaccatura della coscia. Dei due sembra essere il più scafato. Pure l’altro non è male, anzi, ma non all’altezza del primo. L’atteggiamento di entrambi è comunque sospettoso, si danno troppo da fare per apparire carini. Una percezione della quale Piero non si sa spiegare il perché o meglio, lo intuisce. La spiaggia va riempiendosi di gente, ombrelloni e sedie pieghevoli portate fin li a spalla. Qualcuno usa un carrellino a ruote massicce. I ragazzi delle bibite hanno già iniziato il su e giù con il loro thermos pieno di lattine e ghiaccio secco sulle spalle. Piero sente altre voci provenire da dietro, gente che è arrivata dal sentiero tra le dune. Si volta e vede le tre donne raggiungere la spiaggia. Indossano parei coloratissimi, cappelli vistosi, collane, bracciali. Sono abbronzatissime. Portano con loro un paio di ombrelloni. Li piantano a terra non distante da Piero. Sistemano rumorosamente le loro borse, si scambiano commenti e risatine. Mostrano folte chiome bionde, trucco pesante. Si tolgono i parei rimanendo in topless e costumino mini. Le tette sono molto grandi e sode, quasi dure. Fianchi stretti e spalle larghe. Hanno la voce piuttosto roca, le mani grandi, polpacci possenti e parlano brasiliano tra di loro. La coppia giunta da circa un quarto d’ora sta piantando invece il proprio ombrellone a qualche metro davanti a Piero. Hanno un cagnetto tutto nero al guinzaglio. La povera bestiola oggi soffrirà le pene dell’inferno sotto la calura del sole. La gente sta arrivando alla spiaggia sempre più numerosa ed è iniziata la ricerca del posto giusto per i nuovi arrivati. Sotto il telone tra i pali gli arzilli signori stanno distesi a oziare e pure i due maschietti. Quello belloccio e rasato si passa la mano sul pisello, se lo liscia bene, fa scivolare le dita tra le palle, le strizza leggermente e poi di nuovo a lisciarsi il cazzo addormentato. Quindi di colpo si gira a pancia di sotto e se la dorme. Ha pure un gran bel culetto tondo l’animaletto. E’ sopragiunta anche una giovane coppia che si sistema alla destra di Piero verso la riva dove la brezza è più percettibile. Lui indossa solo un bermuda bianco che vanno d’accordo con le infradito di pelle pure quelle bianche. La maglietta a righe bianche e azzurre invece se l’è infilata dietro la schiena nel pantaloncino e gli pende giù fino a mezza gamba. Nello sforzo di infilare il paletto dell’ombrellone nella sabbia, si evidenzia una bella muscolatura delle braccia, pettorali e la pancia piatta e tonica come piace a Piero. E’ un bel biondo con i capelli corti. La sua ragazza dopo aver rimestato a lungo dentro un borsone di paglia si è spostata per fare posto al suo ragazzo e all’apertura dell’ombrellone. Si è sfilata una lunga maglietta a fantasie geometriche stile anni sessanta sotto la quale non indossa altro e mette in luce due seni bellissimi, minuti, sodi, che guardano leggermente all’insù. Un costume rosa molto ridotto le copre poco più del pube, lasciando intuire che sotto è ben rasata e liscia. Ha i capelli lunghi castani, raccolti dietro. Piero li immagina a letto nudi mentre fanno all’amore nella posizione del missionario, dolcemente e con trasporto. Un extracomunitario di pelle piuttosto rossastra, forse un magrebino, con addosso jeans, una polo nera a maniche lunghe e cappellino rosso, porta un paio di grossi sandali del tipo che vedevi addosso ai tedeschi due decadi fa. Si è seduto sulla sabbia presso le dune nelle vicinanze delle tre signore brasiliane. E sta a guardare. Cosa molto insolita per quest’ora, si sta avvicinando per poi proseguire e trovare anche lui il suo posto giusto, il tipo alto e magro con i capelli ricci brizzolati che Piero vede su questa spiaggia da anni e anni. Si trascina dietro una vecchia bicicletta alla quale ha appeso per il lungo uno di quegli ombrellini striminziti da supermercato. Di solito si mette vicino alle coppie e cerca di conoscerle. Fa così da sempre. Ma a Piero è stato detto che invece adesca le coppie per introdurle nei privè di scambio. Insomma un indaffarato procacciatore di affari. Il tizio passa accanto alla coppia con il cane nero, osserva attentamente il marito ma soprattutto la moglie con occhio clinico e prosegue. Non ha prestato molta attenzione invece alla giovane coppia, probabilmente sono troppo giovani con pochi soldi e non ancora interessati a privè e scambi. Sulla riva, una moltitudine di esseri umani passeggia avanti e indietro, quasi tutti esponendo tette penzolanti, chili di cellulite, fianchi più o meno larghi, capelli tirati su a crocchia, capelli lunghi svolazzanti, cazzi piccoli, cazzi grandi, cazzi penduli, scroti rasati, scroti pelosi, scroti varicocelici, natiche obese, qualche pettorale gonfio di palestra o altra sostanza, molte vene varicose, e gruppetti di tre o quattro extracomunitari in braghette, canotte e sandali che vengono a vedere tanta figa come non ne hanno mai vista in vita loro e mai più ne vedranno. Piero si passa distrattamente la mano destra sul cazzo, bello, grosso o meglio grasso, morbido, leggermente ricurvo. E’ il suo giocattolo più bello e gli ha dato non poche soddisfazioni. Le punte delle sue dita giocano un poco con i peli corti anzi cortissimi del suo inguine e quindi scendono a solleticare la pelle dello scroto. E’ tutto liscio e pulito la sotto. Piero si rasa regolarmente, adora le palle lisce e ben rasate. Ama farsi fare le pompe ma va letteralmente giù di testa quando gli leccano i coglioni, quando glieli succhiano. E poi gli piace sentire le labbra che gli mordicchiano la pelle sulle gambe all’interno delle cosce procurandogli i brividi. Si stringe un poco le palle, le accarezza, risale con la mano, scappella il cazzo e poi richiude la testa del suo uccello ancora sotto la pelle come a proteggerla. Da un’oretta è arrivata anche la coppia, quella con lui abbronzatissimo, quasi nero come la pece e gli occhi chiari. Lei pure è ben abbronzata ma molto meno, si è tirata su i capelli nero corvino per niente naturale. Ha delle belle tette abbondanti e i fianchi larghi. La fica è rasata tranne che per una sottile striscia di pelo scuro lasciata li come sulla testa di un moicano. Lei si è già accomodata sulla piccola sedia pieghevole e la testa sotto l’ombrellone a leggere quel grosso libro che ha sempre per le mani e sul quale ci passa tutto il giorno. Tranne per quando va a farsi una passeggiata insieme al suo lui teneramente abbracciati. La catenella d’oro alla schiava attorno al collo del piede destro riflette il sole creando una miriade di stelline luccicanti. Due maschietti decisamente gay arrivano con tracolla di ordinanza, ombrellone sotto al braccio, cappellino, maglietta e jeans strappati. Uno manco a dirlo indossa la cintura D&G. Andatura sculettante. Occhiali con la montatura rigorosamente bianca e grande come va di moda ora. Quello della cintura è impegnato a dare della scema ad alta voce a qualcun altro per telefono cellulare. Il suo polso sinistro disegna ampie evoluzioni nell’aria. Proseguono verso il fondo della spiaggia dove trovi solo uomini. Con l’acqua all’altezza del ginocchio ci sono tre tipi brizzolati impegnati in una discussione. Piero non capisce di che si tratta, ma fa lo stesso. Uno ha un ventre piuttosto pronunciato, un altro ha il ventre abbastanza pronunciato, il terzo ha il ventre molto pronunciato. Il tipo che Piero aveva visto passare la mattina presto con una specie di rastrello sulle spalle, i pantaloni arrotolati su fino al ginocchio e diretto alla fine della spiaggia, sta tornando indietro. Deve essere uno di quelli che nel bel mezzo dell’estate ancora perdono tempo a scavare tra la sabbia molle in cerca di mitili. Cosa che di solito si fa preferibilmente con la stagione fredda. C’è una coppia che ancora non ha deciso dove piantare le tende. Lui sulla groppa è carico di tutte le masserizie utili per passare la giornata al mare. Lei con una sola borsa di pelle lucida rossa, ampia e con lunghi manici al braccio, fa segni a destra e a sinistra indicando probabili posti giusti dove fermarsi per poi decidere che quello non è dopotutto il posto migliore. Appare contrariata dal fatto che gli zoccoli dal tacco altissimo quasi vertiginoso (sembrano più una scarpa di legno) e pelle lucida rossa che si sposano con la borsa, affondino miseramente nella sabbia. Ogni tanto solleva il lembo di una lunga tunica, quasi un cafetano di lino color tortora per verificare la condizione dei poveri zoccoli. Il marito suda, guarda storto e dal suo volto si capisce che è già ampiamente smaronato. Lei invece accarezza la lunga e vistosa collana di grosse pietre dure color corallo mentre osserva l’orizzonte per cercare ancora un altro posto giusto dove accamparsi. Piero si alza e raccoglie le sue cose. Oramai molta altra gente è arrivata alla spiaggia. Con il fatto che la forestale ha delimitato off limits più della metà dell’arenile, ora si sta tutti più fitti e si è perso quella bella sensazione di essere su una spiaggia libera e naturale. Piero ha un flash di ricordi di quando era ragazzetto e aveva scoperto questa costa sabbiosa. La sua bici buttata a caso tra le dune e le tamerici. Lui che correva in salita sulla duna più alta da dove dominava tutto il litorale quasi deserto anche in piena estate. E’ quasi mezzogiorno, un panino veloce, una doccia altrettanto veloce e Piero dovrà sbrigare un paio di cosette durante il pomeriggio. ( Se ti aspettavi di leggere qualche sconceria erotica, mi dispiace ma quelle stanno negli altri racconti...eh eh eh …)
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ManzoMaturo,
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Sigaretta fortunata
Una sera di qualche tempo fa me ne tornavo verso casa da una cena di lavoro, stanco per la lunga giornata e leggermente intorpidito dal vino, e avevo voglia di fumarmi una sigaretta in tranquillità, per rilassarmi e aiutare la digestione. Ero sulla statale, per cui l'unica possibilità, visto che non fumo in macchina, sarebbe stata un'area di sosta, non molto appropriata vista l'assenza di luce e lo scorrimento veloce delle auto, o un distributore, sicuramente meno pericoloso. Sapevo che dopo qualche chilometro ne avrei trovato uno, per altro sempre semideserto, il posto ideale per la mia pausa. Arrivato sul posto, parcheggiai in uno dei lati, dove non c'era altra auto che la mia; nell'area adiacente c'erano i camion, ma sicuramente tutti stavano dormendo e nessuno avrebbe infastidito l'altro. Scesi soddisfatto, mi appoggiai alla fiancata e mi accesi la tanto agonata sigaretta. Il silenzio era interrotto solo dallo sfrecciare di qualche auto, per la verità piuttosto poche. Di fronte a me la strada semideserta, lo spartitraffico e dall'altra parte l'altro distributore, per chi procede in senso opposto. Tra una boccata e l'altra notai, proprio dall'altra parte, un'auto che si muoveva lentamente e a fari spenti, fino a fermarsi in un lato dell'area di sosta, lontano dalle pompe. "Una coppietta in intimità", pensai. L'auto era rivolta verso la mia direzione e dopo un po' vidi accendersi le luci di posizione, per qualche istante, poi spente di nuovo. A distanza di qualche secondo, di nuovo le luci accese, e stavolta notai anche il bagliore rosso degli stop, sul lato posteriore a me coperto: capii che non si trattava di una coppietta, ma probabilmente di qualcuno in cerca di... qualcos'altro. Iniziai a sentire una sorta di eccitazione e continuai a fissare l'auto, qualche decina di metri da me, e a ispirare nervosamente la sigaretta: era ovvio, avevo voglia di fare qualcosa di proibito, e probabilmente non ero il solo ! Rientrai in auto e accesi per qualche istante le mie luci di posizione, poi le spensi. Per qualche istante interminabile non accadde nulla, ma poi l'altra auto partì lentamente nel senso di marcia opposto al mio: lo spartitraffico non avrebbe permesso altre vie. Ora c'erano due possibilità: sarei rimasto in inutile attesa per qualche altro minuto per poi tornare a casa, oppure avrei visto tornare l'auto dallo specchietto retrovisore, dopo che la stessa avesse fatto inversione alla prima uscita, che avevo incrociato poche centinaia di metri prima. Così avvenne ! Ben presto vidi le luci riflesse sullo specchietto e riconobbi la carrozzeria della renault, che arrivò a parcheggiare a una manciata di metri da me. A quel punto l'imbarazzo e il nervosismo crebbe tantissimo, avevo una gran voglia ma proprio non sapevo che fare ! Le posizioni si accesero nuovamente per un paio di secondi, il richiamo era inconfondibile. Raccolsi il coraggio, presi un'altra sigaretta e, sceso dalla macchina, la accesi fissando quei fanali spenti. Non accadde nulla: evidentemente qualcuno, di cui intravedevo i contorni della figura nell'ombra della notte, mi stava studiando. Ero a metà sigaretta quando lo sportello finalmente si aprì e scese un uomo magro e rasato, di almeno 50 anni - ma non era facile stabilirlo, vista l'assenza di luce - che camminò lentamente fin dietro al casottino sul prato adiacente al parcheggio, in cui scomparve tra gli alberelli. Immediatamente, senza riuscire a capire come e perchè, diressi il passo dalla stessa parte, verso il punto in cui speravo di trovarlo. E lo trovai quasi subito, ben protetto dalle pareti del casottino e dai cespugli, girato di spalle e con i pantaloni calati fino al ginocchio. Qualche raggio di luce dei lampioni filtrava tra le frasche, illuminando parzialmente uno sguardo duro e carico di desiderio e, più in basso, un pene ancora morbido che stava stuzzicando con la mano. Stregato da quella visione, carico di desiderio, allungai anche la mia mano per toccarlo, e quasi immediatamente mi inginocchiai per accoglierlo completamente in bocca. L'uomo tolse la mano e mi lasciò fare, portandosela al fianco quasi a voler spingerlo spingere ancora più dentro. Iniziai a lavararlo con la lingua, a succhiarlo avidamente,a fare avanti e indietro con la bocca, come una vera troia. Lo sentivo indurirsi piano piano e cambiare lentamente dimensione, fino a riempirla e a toccare la gola con la cappella. Un cazzo non grandissimo, purtroppo, ma duro, e comunque un bel cazzo da succhiare in un momento inatteso ! Succhiavo e leccavo con tutta l'ingordigia del mondo, in ginocchio, gustando quella bellissima e inaspettata sorpresa. L'uomo iniziava a gemere sempre più affannosamente e ogni tanto mi prendeva la testa, per farsi succhiare come voleva lui: io lo assecondavo golosamente, godendo nel fare la troia nascosto ai bordi della strada. L'eccitazione salì alle stelle e presto arrivarono i gemiti nervosi che preannunciavano la sborrata. Continuai a succhiare, come era giusto fare, fino a sentire lo sperma caldo, poco per la verità, che usciva dalla cappella. Leccai ancora per un po', ma poi il cazzo mi venne tolto per essere ripulito con un fazzoletto. Sputai tutto, mi alzai orgoglioso e me ne andai, lasciandolo con i calzoni calati a pulirsi l'uccello, che si ammosciava piano piano. Non l'ho più visto, ma ogni tanto, quando mi capita, passo a fare benzina, nella speranza di poterlo ciucciare di nuovo ! (aspetto i vostri commenti !)
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admin, 75
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