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Un colloquio di lavoro - parte 2
I giorni successivi furono molto intensi, dedicati ad imparare tutte le mansioni che avrei dovuto svolgere per il mio nuovo capo. Danny, così si chiamava, era davvero molto esigente. Il giorno lo passavo ad imparare tutte le nozioni che mi sarebbero poi state utili per supportarlo nel suo lavoro quotidiano, e la sera la passavo ad imparare a soddisfarlo sessualmente in ogni modo. E come era esigente e determinato sul lavoro, così era a letto: ogni giorno mi inculava con passione e intensità, ed ogni giorno il mio culo lo accoglieva con maggior godimento reciproco. Un toro nero che quando usava il mio culo lo faceva senza nessun riguardo nei miei confronti: prendeva quello che voleva, come voleva e quando voleva, tanto che se durante il lavoro il rapporto era tra datore di lavoro e dipendente, a letto diventava tra padrone e oggetto del suo piacere.
Ma anche Kevin faceva la sua parte durante il periodo di addestramento, più che altro tenendo allenato il mio culo quando il capo per qualche motivo di lavoro era impegnato fuori città. Ogni volta che Danny doveva viaggiare per lavoro, Kevin sembrava ben felice di prenderne il posto, tant’è che ogni volta che tornava alla villa dopo averlo accompagnato all’aeroporto, la prima cosa che faceva era montarmi sul divano dove avevamo fatto il colloquio di assunzione. Alla fine avevo ormai imparato i tempi, per cui mi facevo trovare pronto, nudo e con il culo spalancato pronto a farmi sfondare da lui, che appena varcata la soglia della villa si spogliava e si presentava con il cazzo già di marmo nell’ampio salotto, impalandomi senza tanti complimenti. Per di più avevo ormai acquisito l’assoluta certezza che Kevin ci spiasse mentre Danny addestrava il mio culo e la mia bocca a soddisfare ogni sua voglia, perché Kevin non faceva mai nulla che Danny non avesse già fatto. Per esempio, Kevin mi fece cavalcare il suo cazzo solo dopo che Danny mi aveva per la prima volta impalato a smorzacandela col suo splendido totem di carne. Un giorno, mentre Danny mi sbatteva con la consueta foga, notai la presenza delle telecamere di sicurezza, che certamente durante il giorno dovevano essere adibite a sorvegliare ben altro. Tant’è che quando Danny raggiunse uno dei suoi animaleschi orgasmi inondami il viso di sperma, io sorrisi verso la telecamera strizzando l’occhio, con il nettare bollente che mi colava sulle guance. Quella sera Kevin infranse le regole aziendali, e non aspettò un viaggio del capo, venendo a casa mia per scoparmi a lungo e con passione: evidentemente pativa la competizione con Danny, ma la mia voglia di cazzo gli fece capire che poteva stare tranquillo.
Avrei sempre trovato il tempo di soddisfare anche le sue voglie.
Un giorno però Danny mi annunciò che avrei dovuto andare con lui nel successivo viaggio di lavoro: ero quindi pronto ad affrontare il lavoro fuori della villa. Da una parte ne fui felice, ma dall’altra notai Kevin abbastanza giù di tono. Gli sussurrai all’orecchio che, una volta tornato da quel viaggio, sarebbe dovuto venire da me a sfondarmi il culo come piaceva a lui. Il suo viso si illuminò, e il buonumore non andò via nemmeno quando ci accompagnò all’aeroporto. “Appena torni di distruggo il culo, troia…” mi sussurrò consegnandomi il trolley prima di risalire in auto e tornare alla villa. “Che ti ha detto?” chiese sornione Danny “Niente…. Mi augurava buon viaggio” dissi con un sorriso. “Farò finta di crederci”, rise lui.
Arrivammo in hotel subito prima di cena. Giusto il tempo di una doccia veloce e poi scendemmo nella hall per incontrare un potenziale cliente per cena. Ci raggiunse un uomo sulla cinquantina, brizzolato, dal fisico tonico e dai modi affabili, accompagnato da quella che doveva essere la sua segretaria, ma che più che altro sembrava una modella, alta, bionda, con due gambe mozzafiato ed un viso da bambola. L’uomo si presentò semplicemente ed amichevolmente col suo nome di battesimo, Marco, senza aggiungere inutili fronzoli. La cena scivolò via piacevole, con Danny e Marco che parlavano di affari come si parlerebbe dell’ultimo film uscito al cinema, come due vecchi amici. La bionda non proferì parola, restando seria ed imperturbabile tutta la sera, senza praticamente aprire bocca. “Di sicuro Marco stanotte non le aprirà solo la bocca” mi ritrovai a pensare alla fine della cena. Dopo il caffè ed un amaro per suggellare gli accordi, i due uomini si salutarono con una stretta di mano, e noi tornammo verso le nostre stanze. “Vieni con me” disse secco Kevin, eccitandomi soltanto con quell’ordine che faceva presagire che quella sera anche il mio capo avrebbe aperto bocca e culo della propria segretaria. Lo seguii docilmente nella sua stanza, iniziando a spogliarmi una volta dentro eseguendo il suo ennesimo ordine. “Davvero una gran fica la segretaria di Marco, vero?” disse lui mentre finiva di togliersi gli slip, mostrando il suo cazzo già in piena erezione. “Splendida” dissi io laconico “E’ per lei che ti è venuto così duro?” aggiunsi con un sorriso. “Non essere stupido” disse lui mentre mi prendeva per un braccio facendomi sedere sul bordo del letto e mettendosi davanti a me. “Le conosco quelle così: stai sicuro che non è abbastanza troia per me” aggiunse infilandomi senza tanti complimenti il cazzo durissimo fra le labbra, e iniziandomi a scoparmi la bocca tenendomi ben ferma la testa con le mani.
La mia bocca si riempì in poco tempo di saliva, bagnando quello splendido arnese che ad ogni affondo diventava lucido e viscido. In poco tempo il suo cazzo era durissimo, fradicio di saliva, e pronto per la monta. Danny mi fece alzare e mi fece mettere a pecora sul letto, col culo pronto a ricevere la sua razione di cazzo. Mentre ero pronto a ricevere l’assalto del suo enorme uccello, lo vidi prendere due delle sue cravatte e legarmi i polsi alle caviglie, bloccandomi così in quella posizione, con il viso premuto contro il lenzuolo e il culo a sua completa disposizione. Si mise dietro di me iniziando a massaggiarmi con forza i glutei, spalancandoli per mettere bene in mostra il buchetto che non aspettava altro che la sua razione di cazzo. Mi diede con entrambe le mani due forti schiaffi sul culo, afferrandolo poi con forza e puntando la cappella contro il buco, iniziando a spingere con vigore dentro di me il suo cazzo. Il suo cazzo entrò dentro di me inesorabile ed inarrestabile, e, nonostante il lungo apprendistato, mi lasciò senza fiato.
Iniziò a scoparmi con colpi profondi e potenti, scuotendo il mio corpo ad ogni spinta: Danny, più pesante e muscoloso di me, mi spingeva legato com’ero contro il letto, affondando ogni centimetro nel mio culo che lo accoglieva remissivo, dandomi come sempre brividi di piacere straordinari. Dopo alcune spinte, sentii bussare alla porta che dava sulla stanza accanto. Eppure non avevo ancora iniziato a gridare di piacere come facevo di solito quando Danny mi inculava… non avevamo fatto poi molto rumore… Danny non sembrò scomporsi, e mi sfilò dal culo il suo uccello, andando completamente nudo ad aprire, senza nemmeno chiedere chi fosse.
Danny aprì la porta, e sulla soglia vidi comparire Marco, completamente nudo e con il cazzo in tiro che ballonzolava tra le sue gambe mentre entrava nella stanza deciso. “Accidenti Danny…” esclamò entrando “Questa sì che è vera dedizione all’azienda!”. Allungò una mano ed iniziò a massaggiarmi i glutei, saggiandone la consistenza e dando un’occhiata al buchetto aperto che lo invitava all’azione. “Quella stronza sarà anche bellissima, ma ora è nella sua stanza che dorme… e di scopare non se ne parla…” disse lui quasi con rassegnazione. “Non preoccuparti” disse Danny mettendogli una mano sulla spalla “Sarò lieto di condividere con te Alex… Sfogati… vedrai… ne vale la pena!”. Sentii Marco salire sul letto e mettersi dietro di me: un attimo dopo il suo cazzo era puntato contro il mio culo e pronto ad entrare. Con una spinta decisa mi penetrò, affondando il suo grosso cazzo dentro fino ai coglioni, e tenendolo dentro per alcuni secondi, con sua evidente soddisfazione. “Cazzo, che splendido culo” ansimò Marco. “Offre la casa” disse Danny “Fai finta che sia la tua segretaria”, rise. “Quella troia” disse Marco mentre iniziava ad incularmi con un ritmo che lentamente andava aumentando per velocità e profondità. “Magari avesse un culo così! Troia… troia!” disse quasi con rabbia mentre mi sbatteva con forza e io mugolavo di piacere. Mi diede due o tre colpi molto potenti e poi estrasse dal culo il suo uccello, restando estasiato a guardare il mio culo aperto che non faceva altro che desiderare ancora cazzo.
Danny lo scansò delicatamente, risvegliandolo da quella trance, e mi prese per i fianchi, spostandomi di peso verso il bordo del letto. Così, stando in piedi, mi mise di nuovo nel culo il suo grosso pezzo di carne nera, iniziando ad incularmi come un vero toro, come amava fare lui. “Cazzo, ma gli piace proprio nel culo… questa sì che è una vera troia” disse Marco ammirando Danny che mi inculava con forza. Danny rallentò il ritmo, rispondendogli. “Ama il suo lavoro… e sa che io pretendo dal mio team obbedienza assoluta… per cui posso disporre di lui come voglio… e lui lo adora…. Vero Alex? Vero?!” disse quasi rabbioso mentre riprendeva a incularmi duramente. “Oh sì” mugolai io “lo adoro… il mio culo è tuo… spaccamelo… ti prego…”. Danny mi diede ancora diversi colpi e poi tirò fuori il cazzo: il mio culo rimase spalancato davanti ai due uomini, e Marco non perse nemmeno un secondo, rimettendomelo prontamente nel culo con un’unica potente spinta. “Che troia fantastica” mugolò mentre ricominciava a fottermi con decisione “Sei una splendida troia! Prendilo… prendilo nel culo… prendilo tutto!”.
Quei due porci si alternavano continuamente nel mio culo, quasi gareggiando fra loro a chi spingeva con più veemenza. Ogni cambio era accompagnato da un potente schiaffo sul culo da parte di chi lasciava il suo posto, e da una profusione di pesanti apprezzamenti su quanto me l’avessero sfondato, soprattutto da parte di Marco, finalmente libero di usare a proprio piacimento una troietta. Io ero in estasi, e dentro di me ringraziavo Danny per il duro e prolungato addestramento a cui mi aveva sottoposto, che adesso mi permetteva di godere a pieno di quella fantastica monta.
Ad un certo punto Danny mi sciolse i polsi, e disse a Marco “Se sei stanco, puoi lasciare che sia lui a cavalcarti…”. Marco non se lo fece ripetere, e si sdraiò sul letto col cazzo durissimo che svettava. Io mi misi su di lui, dandogli le spalle, e mi impalai lentamente su quello splendido uccello, fino a farlo sparire dentro di me fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiai le mani all’altezza del suo petto, ed iniziai lentamente ad andare su e giù. Danny si sedette su una poltroncina, mi sorrise e mi strizzò l’occhio, iniziando a menarsi lentamente l’enorme cazzo nero, gustandosi la scena. Io gli sorrisi a mia volta ed iniziai ad aumentare via via il ritmo con cui mi impalavo sul cazzo di Marco, fino a danzare su quel grosso pezzo di carne come una troia navigata. “Cazzo, questa sì che è fame” mugolò Marco mentre, non riuscendo a resistere, stava iniziando a spingere verso l’alto il bacino per incularmi più a fondo. Ovviamente dopo poco riprese totalmente il controllo del mio culo, muovendo di nuovo con forza e con un ritmo forsennato il suo cazzo dentro di me, che rimasi col bacino sollevato a ricevere l’ennesima scarica impetuosa di spinte. Vidi che Danny continuava a segarsi gustandomi la scena e sorridendo soddisfatto. Io reclinai la testa all’indietro gemendo di piacere, mentre il cazzo di Marco continuava a correre veloce nel mio culo.
“Sei proprio una troia…. Una grandissima troia” mugolava Marco mentre mi spaccava il culo, finché ad un tratto mi diede una spinta più forte, piantando a fondo il suo uccello nel mio culo, e restando immobile così per alcuni secondi. Con la stessa rapidità riabbassò il bacino e contemporaneamente mi spinse di lato, facendomi rotolare sul letto. Si alzò come un fulmine, mi prese per un braccio e mi fece inginocchiare davanti a lui, segno che quell’incontro di lavoro volgeva ormai al termine. Mi tenne la testa ben ferma con una mano, mentre con l’altra iniziò a segarsi furiosamente il grosso cazzo: io guardandolo dal basso gli sorrisi e aprii la bocca, tirando fuori la lingua. “Hai sete, eh puttana?” rantolò un attimo prima di emettere un gemito prolungato e raggiungere un devastante orgasmo. Gli schizzi arrivarono abbondanti sul mio viso, caldi e profumati. I primi tre o quattro in rapida sequenza, mi inondarono le guance, e poi gli altri direttamente in bocca, riempiendola rapidamente. Marco mi infilò il cazzo fra le labbra iniziando a scoparmi la bocca, ed io lo sentii pulsare ancora e regalarmi altro nettare da gustare mentre si muoveva avanti e indietro nella mia bocca. “Bevi troia…. Bevi tutto” ansimò Marco mentre rallentava man mano i movimenti finendo di svuotarsi, ed io, con il viso bagnato dal suo sperma, ingoiavo avidamente ogni goccia che il porco mi aveva schizzato in bocca.
Passata l’ondata di piena, mi sfilò il cazzo dalla bocca iniziando a passarmelo lentamente sul viso, mentre Kevin finalmente si alzò e gli si mise accanto, poggiandogli una mano sulla spalla. “Che ti avevo detto amico mio? Questi sono i collaboratori veramente preziosi, non credi?”. “Cazzo se hai ragione… quella stronza di là non vale un cazzo… se avesse anche solo un briciolo del suo talento…”. In ginocchio davanti a quei due stalloni sorridevo soddisfatto per gli apprezzamenti del mio capo e del mio primo cliente. “Se concludiamo questo affare se vuoi ogni tanto te lo posso prestare” disse sornione Danny. “Così mi tenti davvero” rispose Marco “ma credo che l’affare si possa fare. Brindiamo?”. Danny non se lo fece ripetere, prendendo una bottiglia di spumante e stappandola, riempiendo due calici e porgendone uno a Marco. I due brindarono, mentre io ero ancora lì, in ginocchio a guardarli nudi mentre suggellavano il loro accordo. Marco mi guardò e disse a Danny “Forse però sarebbe carino far bere anche lui, non credi?”. “Puoi fare quel che vuoi amico mio” disse Danny “Stasera è a tua completa disposizione”. “Fantastico….” Disse Marco con una strana luce nello sguardo. Con il bicchiere ormai vuoto in mano mi fece alzare e mi portò in bagno, facendomi inginocchiare nella doccia, mentre Danny, appoggiato allo stipite della porta del bagno supervisionava il tutto. “Al nostro accordo” disse trionfale Marco subito prima di iniziare a pisciarmi addosso un abbondantissimo getto di liquido dorato. Mi inondò trionfante il viso ed il corpo dirigendo poi il getto verso la mia bocca, che riempì rapidamente di piscio. Ingoiai per quanto potei quell’abbondante liquido che ormai mi colava dalla bocca, assaporandolo voluttuosamente. Evidentemente Marco si accorse che la sua pioggia dorata mi piaceva non poco, per cui interruppe il getto, e mise il calice di spumante davanti al suo cazzo. In pochi secondi lo riempì quasi fino all’orlo e me lo porse con un sorriso. “Tieni troia…. Brinda anche tu con noi” mi disse. Io gli sorrisi, afferrai il calice e guardandolo negli occhi iniziai a berne lentamente il contenuto. La cosa eccitò non poco Marco, che non riuscì a trattenersi dal pisciarmi in faccia le ultime riserve mentre io finivo di bere gli ultimi sorsi dal bicchiere. Glielo mostrai ormai vuoto, mentre Danny intervenne porgendo a Marco una penna… “Allora, affare fatto?”. “Puoi giurarci” disse Marco prendendo la penna e tornando nella camera, dove sulla scrivania Danny aveva preparato il contratto da firmare. Firmò senza esitazione tutte le copie del contratto, riconsegnando a Danny la penna. “Domattina fissiamo il prossimo incontro per definire le consegne” disse sornione. “E le scopate” aggiunse ridendo.
I due uomini si strinsero la mano, e Marco se ne tornò nella sua camera. “Bravo Alex, grazie a te stasera abbiamo in mano un ottimo contratto” disse. “E’ sempre un piacere fare il bene dell’azienda” dissi con un sorriso. “Ti meriti un grosso premio sai” disse lui facendomi mettere a pecora sul pavimento del bagno. Un attimo dopo, il suo grosso cazzo mi stava spaccando il culo.
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4 years ago
AlexBsxPass,
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Di ritorno dal..............
Eravamo di ritorno da un matrimonio di una coppia di nostri amici e la mia lei come al solito era molto attraente e inoltre per tutto il giorno in ogni momento possibile mi stuzzicava , cosa che anche io facevo con lei ,quindi oltre ad essere euforici per la bella giornatae per i bicchieri di troppo bevuti mentre eravamo in macchina per tornare lei mi propose di fare il lungo mare piuttosto che la parallela che era pericolosa per via degli alberi a bordo strada . poco dopo partiti abbassa il parasole e si rimette il rossetto ma questa volta invece del color carne mi sfoggia un rosso vivo ( cosa che mi eccita tantissimo ) e alla mia domanda del perché il rossetto alle 2 di notte lei si gira mi bacia un orecchio e mi sussurra che ha voglia di fare nottata .
Mi prende una mano si alza il vestito e quando mi avvicina la mano alla sua passera mi accorgo che non ha gli slip e io girandomi di scatto gli chiedo se è partita da casa così ??? Lei si gira di scatto mi mette una mano sul pisello già eccitato e in tiro e mi dice che si era tolta le mutande in bagno al ristorante poco prima di andare via .Nel frattempo continua a massaggiarmi l'uccello , velocemente con l'altra mano prende le mutandine dalla borsetta e me le mette sotto il naso e mi dice annusale bene sappi che ho voglia di essere leccata . Allora gli dico che andiamo di corsa a casa e che l'avrei scopata tutta la notte e lei con fare deciso mi dice di andare dove andavamo da ragazzi al mare in una zona appartata per coppiette che voleva essere scopata all'aperto come una vera porca . Un po' incredulo ed eccitato al massimo mi dirigo in quella spiaggetta ed essendo giovedì era vuota sto per togliermi la camicia al volo ma lei apre la porta e mi dice scendi e scopami scendo al volo le corro addosso la abbraccio le metto la lingua in bocca cosa che lei apprezza tantissimo e con una mano sono andato a stringergli una chiappa dura e con l'altra gli ho alzato il vestito e lei con fare disinvolto mi aiuta e rimane con il reggiseno e le calze e le sue favolose scarpe con un tacco a spillo altissimo la guardo e le dico questa notte sei veramente una porca, sei una maiala ,sei la mia troia, la mia puttana . Lei mi dice questa notte devi scoparmi come una puttana .La prendo per le spalle e la faccio inginocchiare e le dico allora adesso succhiami il pisello e lei con le sue labbra carnose e il suo rossetto rosso si presta al bocchino del secolo mi stavo eccitando tantissimo e le dissi di fermarsi altrimenti sarei venuto. Lei si ferma un attimo e mi dice che una vera puttana i bocchini li fa fino ad ingoiare tutta la sborra e continua a succhiarlo a leccarlo e a ingoiarlo tutto , io credevo si fermasse perché non la faceva impazzire l'idea di ingoiare sborra aveva provato una volta sola e la aveva sturbata , allora quando avevo raggiunto il culmine tentati di tirarmi indietro ma lei lo strinse ancora di più con la mano lo tolse dalla bocca si alzò e mi baciò e mi fini di togliere la camicia e i pantaloni , a quel punto anche io ero nudo su quella spiaggetta . si mise a quattro zampe e mi disse di leccarle il suo culo fantastico cosa che feci immediatamente e nel frattempo con la mano la masturbavo nella sua bella passera tutta bagnata e di tanto in tanto qualche dito lo infilavo nel suo culetto , cosa che lei gradisce moltissimo ad un certo punto si gira e mi dice adesso inculami .
Non mi feci ripetere la cosa due volte e in un attimo le misi il pisello nel suo fantastico culo con una certa decisione e lei mi disse di fare piano ma io preso dl gioco gli risposi che una vera puttana accontenta il suo cliente e la pompai forte ……. dopo poco lei prese quel dolore in piacere e venne in un orgasmo fantastico e io continuai fino a venirle dentro il culo ci sdraiammo per un po' su quella sabbia baciandoci in maniera passionale,e ci rialzammo cercammo di toglierci un po' di sabbia , e ci rivestimmo alla malo peggio e andammo a casa una doccia al volo e a letto tutto r iniziò da capo ma questa è un altra storia ………..
P.S. non sono uno scrittore, non sono forte in italiano.Questa è la mia storia una storia che fortunatamente ho vissuto e vivo tutt'ora con la mia lei ….accetto le critiche dei professori del sito .
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4 years ago
passero1selvaggio,
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Un colloquio di lavoro - parte 1
Quella mattina di primavera guardavo con curiosità le offerte di lavoro su siti specializzati: non ero alla ricerca di un lavoro, ma nella vita non si sa mai. Trovare un’occasione per migliorare le proprie condizioni è sempre difficile, per cui, anche se a tempo perso, una scorsa alle pagine e pagine di annunci era comunque qualcosa su cui spendere un po’ di tempo.
Un annuncio attirò la mia attenzione più degli altri: “Prestigiosa firma del lusso ricerca un personal assistant per il proprio responsabile di area”. L’annuncio era corredato di un indirizzo email abbastanza anonimo a cui inviare la propria candidatura. Seppur senza alcuna aspettativa, inviai il mio curriculum, che nulla aveva a che fare con il mondo del lusso o della moda, con tutti i miei dati.
Un paio di giorni dopo ricevetti una mail di risposta, con cui venivo convocato il giorno dopo presso un indirizzo fuori città, con la richiesta di confermare l’appuntamento, che feci senza esitare. Dentro di me ero quasi divertito da quella convocazione inaspettata, e il giorno dopo mi preparai per l’incontro come se dovessi andare a fare una gita. L’annuncio specificava che sarebbe stato informale, per cui evitai giacca e cravatta, preferendo abiti più sportivi senza però scadere esagerare: almeno la camicia è d’obbligo, pensai.
Arrivai all’appuntamento con più di quindici minuti d’anticipo, ed ebbi così il tempo di guardare la villa che mi comparve davanti una volta sceso dalla macchina. Era splendida, come si conviene ad una “prestigiosa firma del lusso”, con intorno un giardino che si intuiva rigoglioso al di là del muro di cinta.
Suonai con qualche minuto di anticipo, e dopo un po’ una voce al videocitofono si palesò. “Buongiorno sono Alex, sono qui per il colloquio”. Sentii scattare la serratura del cancelletto ed entrai: il giardino era splendido, e la piscina a fianco della villa lo era ancora di più. Il vialetto che arrivava su uno spiazzo davanti alla villa era curatissimo, e un paio di automobili di grossa cilindrata facevano bella mostra di sé davanti all’ingresso.
Appena arrivato davanti al grande portone, questo si aprì, con un tempismo quasi magico. Davanti a me comparve un uomo di colore, alto quasi due metri, robusto ed elegante, che mi tese la mano e mi invitò ad entrare.
“Buongiorno Alex, piacere di conoscerti, io sono Kevin… vieni, accomodati” mi disse con un leggero accento inglese. Evidentemente doveva essere in Italia da molto, poiché la sua pronuncia era ottima, e l’accento si percepiva, ma non era per nulla marcato.
Entrammo in un ampio salone con una grande porta finestra che dava sulla piscina, e ci accomodammo su un divano che nel mio salottino sono sarebbe mai potuto entrare. Parlare con Kevin era piacevole, e mi sembrò davvero strano definire quella chiacchierata un colloquio di lavoro. Certo, lui mi illustrò tutte le attività e le responsabilità che quel ruolo avrebbe comportato, ma lo fece con tale naturalezza e affabilità che faceva sembrare tutto molto banale. Rimarcò più volte che quel tipo di lavoro non prevedeva orari fissi, tutt’altro: le cose da fare erano tante, per cui la mia disponibilità sarebbe dovuta essere quasi assoluta.
“Questo ha fatto rinunciare praticamente tutti i candidati che ho incontrato fino ad ora” mi disse lui. “Evidentemente molte persone hanno perso il vero attaccamento al lavoro e lo spirito di sacrificio… Eppure lo stipendio è ottimo”, aggiunse. E in effetti lo stipendio era spropositato, cosa che però mi fece anche pensare che quel tipo di lavoro sarebbe stato davvero massacrante. “In effetti quando mi ha detto dello stipendio quasi credevo di aver capito male” dissi sorridendo “Ma se è così non stento a credere che lei pretenda massima disponibilità”. “Disponibilità e obbedienza assoluta” disse lui “e le necessità dell’azienda vengono prima di ogni altra cosa”. Non so perché, ma quando disse questa frase ebbi la sensazione di vedere nel suo sguardo qualcosa di strano che mi fece tentennare. “Ma devo dire che mi farebbe molto piacere se tu accettassi” aggiunse con largo sorriso “perché credo che tu potresti davvero essere adatto a questo ruolo… gli altri che ho incontrato li avrei scartati comunque, anche se si fossero resi disponibili ad accettare il ruolo di assistente personale”. “Beh, confesso che la cosa è molto allettante” dissi iniziando a pensare seriamente a quell’offerta di lavoro nata quasi esclusivamente per curiosità.
“Ne sarei davvero felice” disse lui alzandosi in piedi “perché qualcosa dentro di me mi dice che tu saresti la persona giusta” aggiunse con un sorriso malizioso. “Ma quando dico che le necessità aziendali vengono prima di tutto e che si pretende obbedienza assoluta… sono molto serio” disse slacciandosi i pantaloni e lasciandoli cadere giù fino alle caviglie.
Rimasi impietrito per quello che mi trovai davanti: non aveva biancheria intima, e fra le sue gambe un grosso uccello nero dondolava lentamente, ancora non in erezione, ma già di notevoli dimensioni. “Allora, pensi di essere all’altezza dell’incarico che ti viene offerto?” disse lui con tono professionale, nonostante io non lo guardassi più in viso, ma avessi gli occhi incollati a quel grosso arnese nero che continuava ad ondeggiare davanti a me. Ma quello che divenne chiaro era che il colloquio vero stava iniziando in quel momento. Non so se quell’incarico mi interessava davvero, ma quello splendido esemplare di uccello nero di sicuro sì. “Se sarò all’altezza non lo so” gli dissi prendendoglielo in mano delicatamente ed iniziando lentamente a massaggiarlo “ma sono uno a cui le sfide piacciono…”. Sollevai il suo cazzo che stava lentamente ed inesorabilmente diventando sempre più duro, portandomelo all’altezza delle labbra. Dischiusi la bocca per accogliere la grossa cappella nera, ed iniziai lentamente a far scorrere le mie labbra su quel pezzo di carne sempre più duro. “Bravo, mi piace vedere spirito di iniziativa” disse lui mentre si levava anche la camicia, restando nudo davanti a me, che ormai avevo iniziato a far scorrere con più decisione nella mia bocca il suo cazzo ormai duro. Lui mise entrambe le mani sulla mia testa, tenendola ben ferma, e prese il controllo della situazione, iniziando a muovere il bacino avanti e indietro con decisione, affondando il cazzo fino all’inizio della mia gola. Rivoli di saliva iniziarono a colarmi dagli angoli della bocca, mentre lui imperterrito continuava il ritmico andirivieni fra le mie labbra.
“Bravo” disse “si vede che sei portato… la dedizione al lavoro è una grande dote”, aggiunse sfilando il cazzo dalla mia bocca. Ondeggiava duro davanti a me, con abbondanti filamenti di saliva che univano le mie labbra a quell’invitante cappella. Lui iniziò a muovere il bacino a destra e a sinistra con movimenti decisi, iniziando a schiaffeggiarmi con il membro grosso e venoso, e ad ogni colpo la saliva schizzava e colava ovunque. Io rimasi a bocca aperta a guardarlo, godendomi ogni colpo di quel grosso cazzo in piena erezione, finché lui con decisione non me lo rimise in bocca, ricominciando a scoparmela. Diede alcune affondate decise, poi me lo infilò a fondo fin quasi in gola. Ma era grosso, troppo grosso per me, che non avevo mai imparato ad ingoiare un normale cazzo fino alla radice… figuriamoci uno così. Imperterrito, mi tenne il cazzo affondato in bocca per lunghi secondi, tirando anche la mia testa verso di sé, affinché io non potessi in alcun modo ritrarmi da quella prova. Un attimo prima che io andassi in crisi per la mancanza d’aria, lui sfilò il suo grosso cazzo dalla mia bocca, facendomi riprendere fiato. “Bravo, questo è lo spirito di sacrificio che cerchiamo”, esclamò. “Spogliati adesso, forza” mi ordinò, ed io, senza battere ciglio, mi spogliai in un attimo, obbedendo senza esitazione a quell’ordine. “A pecora sul divano ora” aggiunse in un tono che non ammetteva repliche. Mi misi sul divano a pecora, e lui mi sistemò meglio nella posizione da lui voluta, spostandomi le gambe e posizionando meglio il mio culo. “Perfetto così” disse dandomi una sonora sculacciata che mi fece sobbalzare. “Ora arriva la parte più importante del colloquio… ma anche la più impegnativa” aggiunse sistemandosi sul divano dietro di me. “Spero di soddisfare le vostre aspettative” dissi spingendo il culo all’indietro, spalancando così meglio davanti a lui la strada che portava a soddisfare le mie voglie perverse. Lui mise le mani sulle mie natiche e le spalancò per bene, rivelando il mio buchetto voglioso pronto ad essere penetrato.
“Mmmmmmm… non è certo il primo colloquio che fai, vero?” chiese osservando il mio buchetto che, chiaramente, non era certo vergine. “A dire il vero per un posto del genere mai…” dissi girando la testa verso di lui e guardandolo negli occhi. “Stai giù!” disse perentorio dandomi un’energica sculacciata che risuonò forte nel grande salotto. Ubbidii, mentre sentii la sua cappella appoggiarsi decisa sul mio ano e poi iniziare a spingere. Sentii il mio buco, pur allenato, spalancarsi a fatica per far entrare quel grosso arnese nero, che avanzava deciso centimetro dopo centimetro, incurante di cosa io potessi volere.
Ma, d’altra parte, più quel cazzo mi entrava nel culo, e più io non desideravo altro che continuasse, che non finisse… e lui sembrava lo sapesse, perché mi penetrò senza un attimo di esitazione finché ogni centimetro del suo grosso cazzo non fu dentro di me. “Ottimo!” disse lui con il cazzo piantato a fondo nel mio culo “Hai davvero ottime capacità… sembri proprio tagliato per questo posto. Ora vediamo come te la cavi sotto pressione…”. Non aveva ancora finito la frase che sentii il suo cazzo iniziare a muoversi nel mio culo con movimenti lenti, ma profondi e sicuri. Lo sentii afferrarmi per i fianchi e aumentare via via il ritmo di quel meraviglioso andirivieni, e soprattutto aumentare la potenza delle spinte, che diventarono nel volgere di pochi minuti energiche a tal punto da spingere con forza il mio corpo contro il divano.
Io mugolavo di piacere mentre quel nero di quasi due metri ormai spingeva come un toro il suo splendido cazzo a fondo nel mio culo sempre più sfondato. Il mio primo maschio nero non tradiva in alcun modo i luoghi comuni sugli uomini di colore, anzi… ne rispettava tutti i canoni. Mi sfondava il culo con veemenza, ad un ritmo veloce e costante, come se potesse andare avanti per ore ed ore. Io alzai la testa gemendo di piacere, e lui, senza variare per niente il ritmo dei colpi, mi sculacciò con forza ordinandomi di abbassare la testa. Obbedii, lasciandomi andare all’estasi che quel grosso cazzo nero mi procurava, sperando che non fosse un sogno… sperando che quel posto di lavoro fosse davvero mio.
Ad un tratto una voce profonda mi scosse da quell’estasi… “Allora Kevin, come va il candidato?”. Kevin si fermò, ed io aprii gli occhi, senza muovere la testa. Un altro uomo di colore, anch’egli con un fisico scultoreo, con indosso un accappatoio azzurro, era comparso nel salone, davanti al divano. Evidentemente doveva essere entrato dalla porta finestra che dava accesso alla piscina, ma io non mi ero accorto di nulla… potenza del piacere che un cazzo può dare…
“Credo stia andando molto bene” disse Kevin. “Ottimo!” rispose il secondo uomo “Sarebbe ora che finalmente trovassimo il mio assistente personale”. Il suo? Ma allora Kevin… era solo un collaboratore! “Secondo me può farcela…” aggiunse Kevin, mentre il secondo uomo lasciava cadere a terra l’accappatoio. Le ultime parole di Kevin ancora mi risuonavano nella testa quando vidi e capii: il secondo uomo aveva un cazzo già in piena erezione, ancora più grosso del suo, soprattutto in larghezza.
“Molto bene” disse l’uomo sparendo dalla mia vista, girando attorno al divano. “Finisco io…” aggiunse. Sentii il grosso cazzo di Kevin sfilarsi dal mio culo e dietro di me i due uomini darsi il cambio. Kevin si mise in piedi davanti a me, a braccia conserte. Lo vidi che mi guardava sorridendo e mi faceva l’occhiolino, mentre dietro di me sentii sistemarsi sul divano l’altro uomo, che iniziò a strofinarmi nel solco fra le natiche il suo enorme arnese. Poi lo piazzò al centro del mio buco già allargato dallo splendido lavoro di Kevin, ed iniziò a spingere. Anche lui spinse con decisione e senza fermarsi nemmeno per un attimo il suo grosso uccello nel mio culo. Direttive aziendali forse… Sta di fatto che io rimasi quasi senza fiato mentre quel devastante tronco di carne nera mi penetrò fino in fondo.
“Bravissimo!” disse l’uomo stringendomi forte i fianchi una volta piantato il suo cazzo nel mio culo. “Il lavoro potrebbe davvero essere tuo… “. “Sarebbe un vero piacere” quasi mugolai. “Mi piace questo entusiasmo…” disse lui. “Kevin ti ha detto che qui si lavora duro vero?”. “Oh sì…” dissi io gemendo, con quel grosso arnese ben piantato nel culo. “Non ho sentito!” disse l’uomo sculacciandomi con forza. “Sì! “, dissi io a voce alta, ma rotta dall’eccitazione. “Io adoro il lavoro duro…” ansimai… “Ho visto.”, disse lui, “ma alle volte Kevin è un po’ troppo tenero”, aggiunse. Vidi Kevin sorridere malizioso, mentre il suo capo dietro di me cominciava quella che probabilmente era l’ultima parte del mio colloquio.
Mi prese saldamente per i fianchi ed iniziò senza troppi complimenti ad incularmi con vigore, con colpi profondi e potenti, tirando fuori il cazzo quasi fino alla cappella e poi affondando con forza. Ogni affondo mi strappava un gemito di piacere e mi avvicinava sempre di più alla conquista di quel posto di lavoro a cui per nulla al mondo avrei rinunciato.
Il ritmo aumentò, con colpi sempre profondi e potenti, che quasi mi toglievano il fiato. “Ti piace proprio il duro lavoro…” ansimò l’uomo. “Lo adoro” gemetti io. L’uomo mi sculacciò ancora con forza. “Non ho sentito!” disse continuando imperterrito a sfondarmi il culo. “Lo adoro!” urlai io con tutto il fiato che avevo. “Lo adorooooo!” ripetei urlando, mentre vidi Kevin sorridermi con il pollice alzato. Approvava il porco, degno assistente di un uomo che mi stava sfondando a dovere. Ma forse ormai quel posto era mio…
L’uomo dietro di me sembrava un toro che non si sarebbe mai fermato davanti a nulla. Spingeva con forza il suo enorme arnese nel mio culo, incurante di ogni altra cosa. Mi stava mettendo alla prova, finendo di spaccarmi il culo che Kevin aveva già provveduto a testare col suo uccello. Ogni tanto l’uomo mi dava una sculacciata che aveva come effetto quello di farmi stringere il culo e sentire ancora meglio quanto quel grosso cazzo mi stesse sfondando. Io mugolavo come una troietta, e questo non faceva altro che fare infoiare ancora di più quel toro scatenato nel mio culo.
D’improvviso sfilò dal culo il suo cazzo e prendendomi per un braccio mi fece inginocchiare con fare autoritario. Mi infilò in bocca il grosso cazzo e, tenendomi la testa come prima aveva fatto Kevin, prese a scoparmela con frenesia. Affondò solo due o tre volte, poi mi lasciò in bocca solo la grossa cappella, e, tenendomi la testa ferma con una mano, iniziò a menarsi furiosamente il cazzo. Lo sentii fremere e subito dopo iniziare a schizzare nella mia bocca il suo nettare caldo. Quattro o cinque schizzi di sperma bollente mi riempirono rapidamente la bocca ed io, sicuro di quello che lui avrebbe voluto, ingoiai avidamente ogni goccia. Finalmente il movimento della sua mano rallentò, e gli ultimi fiotti di sperma mi finirono sulla lingua e poi in gola. Lui mi lasciò la testa e mi sfilò dalla bocca il cazzo guardandomi soddisfatto. Immaginando che non aspettasse altro, mi leccai le labbra, ingoiai le ultime gocce e mostrai la lingua e la bocca vuota per dimostrare che avevo ingoiato tutto il suo sperma. “Ottimo! Sei assunto!” disse l’uomo con un gran sorriso. “Kevin, per favore sbriga le ultime formalità…” disse prima di allontanarsi nudo verso la piscina.
Kevin mi fece alzare e poi mi spinse con decisione ancora sul divano, ma a pancia su. Mi sollevò le gambe e mi rimise nel culo il suo splendido cazzo nero. Tenendomi le gambe sollevate e spalancate, si mise su di me ed iniziò a incularmi con lo stesso vigore con cui mi aveva inculato prima che il suo capo arrivasse. “Così, bravo… così… inculami… dammelo tutto” mugolavo io. “Con vero piacere” ansimò Kevin, aumentando ancora la potenza delle spinte. Mi inculò ancora per diversi minuti, ad un ritmo ed una potenza che non calarono mai finché non raggiunse anche lui l’orgasmo. Con un balzo fu su di me, iniziando a menarsi il grosso cazzo a pochi centimetri dalla mia faccia. Io lo guardai, spalancando la bocca e tirando fuori la lingua, mentre ormai al culmine gemeva in preda ad un orgasmo impetuoso: gli schizzi arrivarono impetuosi e mi bagnarono il viso e la lingua, inondandomi di caldo sperma. Al contrario del capo, Kevin sembrava prediligere la sborrata sul viso anziché in bocca, dato che dirigeva chiaramente gli schizzi sul mio viso anziché sulla mia lingua. ”Secondo me questo lavoro ti piacerà” disse strizzandomi l’occhio. “Quando si comincia?” gli chiesi io con un sorriso. “Lo hai già fatto” rise Kevin. “Ora raggiungi il capo in piscina” aggiunse strizzando l’occhio. “Era tanto che cercavamo un assistente, e di lavoro arretrato ce n’è tanto!”. Per il mio culo ci sarebbe stato tanto lavoro e poco riposo… il lavoro dei sogni!
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Festa di carnevale
La festa di Carnevale a casa di Giulio era appena finita, e gli ospiti erano appena andati via. Almeno così credevamo io e Giulio: Andrea era invece ancora chiuso in bagno e nessuno se n’era accorto. E così io e Giulio ci ritrovammo poco dopo in camera da letto, vestiti da cowboy... ma ancora per poco. Giulio in piedi si stava ancora sfilando la camicia che io, inginocchiato davanti a lui, già gli avevo abbassato pantaloni e mutande e gli succhiavo avidamente il cazzo al pieno della sua erezione. In quel momento Andrea uscì dal bagno e sentendo mugolare si affacciò di nascosto dalla porta: rimase allibito ed eccitato, ma lì per lì non ebbe il coraggio di intervenire.
Io intanto spompinavo con foga Giulio, che ormai era nudo con il solo cappello da cowboy in testa e mi accarezzava la testa: “Sì, succhiamelo! Così, bravo!”. Gli leccai e gli succhiai il cazzo finché non fu pronto per la monta, duro come l’acciaio e lucido di saliva. “Dai cowboy!” gli dissi “Mettimelo nel culo adesso!”. Finii di spogliarmi anch’io e mi misi a pecora sul letto: Giulio si inginocchiò dietro di me e mi penetrò lentamente col suo uccellone. Me lo piantò nel culo fino alle palle, mentre io mugolavo di godimento sentendomi sfondato dal suo trapano di carne.
Andrea intanto, infoiatissimo, si era tirato fuori l’uccello e se lo menava sempre più arrapato dalla visione dell’uccello di Giulio che iniziava a muoversi avanti e indietro tra le mie chiappe.
“Dai, montami cowboy!” lo incitai “Fammi vedere cosa sai fare!”. Giulio mi prese per i fianchi e prese a scoparmi con colpi profondi e ritmati, facendomi gemere dal piacere che il massaggio anale praticatomi dal suo cazzo mi procurava. Ma io ne volevo ancora, e continuai ad incitarlo: “Hey cowboy, questo è trotto! Dai, spingi, andiamo al galoppo!”. Sentii i colpi di Giulio aumentare all’improvviso di intensità e di frequenza: ora sì che mi montava come un vero cowboy!
Lanciò qualche urlo in perfetto stile western mentre mi cavalcava, ed ogni tanto mi spronava dandomi una sonora sculacciata: “Dai, al galoppo! Su bello, corri!”. Ormai era entrato nella parte di cavaliere che gli avevo assegnato, incoraggiandolo e spronandolo: “Sì cowboy! Così! Spingi, spingi! Montami, dai, sfondami il culo!”. “Sì, sì, ti sfondo!” urlava Giulio spingendo con forza “Prendilo, prendilo tutto! Dai che siamo quasi arrivati!”. Mi fotteva ad una velocità incredibile: il mio sfintere ormai sfondato e rilassato accoglieva il suo pisellone docilmente, dandomi brividi di goduria intensissimi.
Dopo alcuni meravigliosi minuti, finalmente il mio cowboy arrivò a destinazione: mi piantò più a fondo che poté con un colpo vigoroso il suo uccello nel mio culo e venne. Il primo fiotto bollente di sperma mi allagò il retto, e ad esso ne seguirono molti altri. Ad ogni vigorosa affondata di Giulio nel mio retto, il suo membro pulsava schizzandomi nel culo un caldo fiotto. Al temine di quello splendido clistere di sborra, Giulio rimase col cazzo durissimo piantato nel mio culo.
“Vuoi fare un’altra corsetta?” mi chiese ansimando. “Sicuro!” risposi. “Anche se col cazzo che hai, più che un cowboy mi sembri uno splendido stallone!” aggiunsi. “Allora adesso tocca a te cavalcarmi!” disse lui. Senza sfilarmi l’uccello dal culo, si sdraiò su di me e mi fece ruotare con lui. Giulio si ritrovò così sdraiato sul letto a pancia in su, ed io su di lui col suo cazzo ancora ben piantato fra le chiappe. Mi misi meglio in posizione seduto sul suo cazzo, sostenendomi da una parte con le mani e sollevandomi dall’altra spingendo sulle gambe. Iniziai così la mia cavalcata a spegnimoccolo, dapprima al piccolo trotto, e poi sempre più veloce. “Bravo, così! Cavalca il mio cazzo! Dai, dai!” mi incitava Giulio. “Aaah, che cazzo che hai... lo adoro!” mugolavo io, “Sei uno stallone fantastico!”. Giulio, arrapatissimo, cominciò anche lui a spingere in alto il bacino, dando colpi veloci e profondi. “Cavalca! Cavalca!” mugolava Giulio. “Devi domarlo questo stallone! Non farti disarcionare! Dai, dai che si va più veloci! Al galoppo, al galoppo! Allarga il culo troia!” gridò aumentando l’intensità e la velocità dei colpi. Io ero ormai in balìa del suo uccello e non potevo fare altro che assecondare i suoi movimenti per non finire disarcionato.
In quel momento, Andrea non resistette più oltre all’arrapamento e si presentò nudo, con l’uccello equino di quasi 24 centimetri teso allo spasimo dalla goduria: “Posso partecipare anch’io al rodeo?” ci chiese. Io e Giulio ci fermammo per la sorpresa. Alla vista dello splendido cazzo di Andrea io cominciai a desiderare solo che Giulio dicesse di sì per poterlo gustare in bocca e nel culo. “Te la senti di domare due stalloni?” mi chiese Giulio. “Vi voglio!” risposi arrapatissimo, “Vi voglio entrambi! Scopatemi, sfondatemi, riempitemi di cazzo!”. “Si riparte allora!” disse Giulio ricominciando a pomparmi nel culo con foga la sua mazza bollente.
Andrea intanto era salito in piedi sul letto, con una gamba alla mia destra e l’altra alla mia sinistra, e si era leggermente piegato, presentandomi davanti al viso il suo cazzone, duro come il ferro e profumatissimo. Mi prese delicatamente la nuca e mi avvicinò alle labbra la cappella tesa dall’eccitazione. “Succhiamelo cowboy! Ristorati della lunga cavalcata!” mi disse mentre io aprivo la bocca ed accoglievo il so membro fra le labbra. Iniziò a muovere il bacino avanti e indietro scopandomi in bocca con il suo membro, mentre io lo succhiavo gustandone l’eccitante sapore. Ero ormai completamente succube dei loro cazzi che mi penetravano in culo ed in bocca, ed ero uno strumento di godimento al loro servizio: mi ero ormai completamente rilassato, e gustavo dentro di me la loro carne dura, in balia del loro arrapamento.
Ma ci volle poco perché Andrea, infoiatissimo, non raggiungesse l’orgasmo: fermò il movimento del bacino, lasciò che io tenessi fra le labbra solo il glande bollente ed iniziò a menarsi furiosamente la nerchia. “Ecco cowboy! Bevi, bevi! Bevi la mia sborra, bevila tutta!” rantolò mentre mi veniva in bocca. Gli abbondanti fiotti di nettare caldo e denso mi riempirono in pochi attimi la bocca, ed io ne gustai il meraviglioso sapore fino all’ultima goccia. Mentre Giulio continuava a trapanarmi il buco del culo, Andrea lasciò che io mi gustassi con calma la spremuta di coglioni che mi aveva schizzato in gola.
Poi mi sfilò dalla bocca il suo uccello che, nonostante l’eiaculazione era ancora duro come il ferro. “Dai Giulio, fammelo montare, muoio dalla voglia di provarlo!” disse. Giulio fermò la sua corsa ed io mi sfilai dal culo il suo uccello. Lui si sedette sul letto, in modo che io, a pecora, potessi spompinarlo mentre Andrea in ginocchio dietro di me si apprestava ad incularmi. “Dai Andrea, mettiglielo dentro! Sentirai che culo favoloso!” disse Giulio. Io smisi per un momento di succhiargli il cazzo: “Sì, dai! Ti prego... inculami!!” quasi supplicai Andrea, per poi riprendere con passione il bocchino a Giulio. Andrea mi spinse nel culo i suoi quasi 24 centimetri di carne dura e prelibata lentamente, centimetro dopo centimetro. Il mio sfintere, nonostante fosse allenato al pur grosso cazzo di Giulio, all’inizio fece fatica ad accogliere quel tronco enorme, ed io non potei fare a meno di interrompere il pompino a Giulio per gemere di godimento: “Aaaaaahh! Che cazzone enorme! E’ stupendo!” mugolai estasiato, sentendo Andrea che cominciava a muovere avanti e indietro nel mio retto il suo meraviglioso pisellone.
Si muoveva lentamente dietro di me, facendomi scorrere l’uccello nel culo per tutta la sua lunghezza, ed ogni volta che lo affondava io lo sentivo fino in gola. “Dai stallone, montami!” lo incitai. “Ti piace il mio cazzo, eh?” disse lui. “E’ fantastico! E’ così grosso e duro! Fottimi, sfondami!”. Andrea aumentò la velocità della scopata, squassandomi il retto con la sua proboscide, mentre io ripresi a spompinare con foga il cazzo di Giulio. Pompavo e succhiavo avidamente il suo cazzo mentre lui incitava sia me che Andrea: “Così, scopalo! Sfondagli il culo! E tu succhiamelo, così, bravo! Dai che voglio sborrarti in bocca, troia!” Andrea oramai mi pompava nel culo con colpi rapidi e profondi, e il mio sfintere ormai rilassato lo accoglieva docilmente.
Mentre mi gustavo quei due stupendi cazzoni, sentii Giulio fremere, e capii che era ormai vicino all’orgasmo. “Così, così! Succhia che ti vengo in bocca! Sì, sì! Vengo! Vengo!!” gridò Giulio in preda all’estasi. Io gli menavo furiosamente il cazzo, mentre ne succhiavo la cappella: sentii Giulio irrigidirsi e contemporaneamente il suo uccello irrigidirsi nella mia mano. Un attimo dopo, roventi schizzi di denso sperma mi si riversarono in gola: ciucciavo, succhiavo ed ingoiavo il gustoso succo dei coglioni di Giulio, mentre Andrea continuava imperterrito a sfondarmi il culo col suo cazzone, facendomelo arrivare fino allo stomaco.
Appena ebbi terminato di ripulire l’uccello di Giulio con la lingua e le labbra, mi fecero cambiare posizione: mi stesi supino, e Andrea mi sollevò le gambe e me le fece piegare, e mi ripiantò fra le chiappe il suo grosso cazzo. Giulio mi mise un cuscino dietro la testa, si mise su di me, e mi infilò tra le labbra il suo uccello, iniziando a scoparmi in bocca. Ero di nuovo totalmente il loro balìa: erano loro a dettare il ritmo della scopata con i loro uccelli che mi scorrevano nel culo ed in bocca. Io non potevo fare altro che accarezzare i glutei di Giulio ed i suoi coglioni turgidi, gustandomi la carne dei loro cazzi che penetravano dentro di me. Nei lunghi minuti che seguirono ci fu un susseguirsi ininterrotto di cambi di posizione con Giulio e Andrea che godevano a turno del mio culo e della mia bocca. Dapprima Giulio volle che gli montassi sopra a spegnimoccolo con le mani appoggiate al suo petto, mentre Andrea si faceva spompinare. Poi fu Andrea a volermi scopare su un fianco, mentre succhiavo il cazzo di Giulio che era seduto sul letto. Dopo Giulio volle scoparmi in piedi, mentre io, piegato in avanti, sbocchinavo Andrea seduto sul bordo del letto.
Ormai al culmine del piacere e prossimi all’orgasmo, i due stalloni mi sfilarono dalle labbra e dal retto i loro membri e si misero in piedi, l’uno accanto all’altro. “Dai, facci venire adesso!” disse Giulio. “Succhia i nostri cazzi, forza!” aggiunse Andrea. Io mi inginocchiai davanti a loro, ed iniziai a masturbarli. “Sì, sborrate!” li supplicai, “Fatemi bere il vostro sperma, venitemi in bocca!”. Iniziai così a distribuire succhiate, leccate, baci e carezze ai due uccelloni roventi che avevo in mano. Ne leccavo a turno le cappelle purpuree per la lunga scopata, baciandole e passandomele delicatamente sulle labbra. Gli leccavo i coglioni carichi di quello sperma che non vedevo l’ora di ricevere in faccia e fra le labbra e a turno davo energiche succhiate ai due cazzoni ormai prossimi all’ondata di piena.
Il profumo di quei due grossi membri mi inebriava, ed io li succhiavo con foga sempre maggiore, ansioso di farne sgorgare fuori la sborra. Spompinai e masturbai i miei due stalloni finché non li sentii irrigidirsi prossimi all’orgasmo: avvicinai allora le due cappelle tese allo spasimo fra loro, e vi avvicinai le labbra, mentre ora erano loro a menarsi velocemente i cazzi prossimi all’eiaculazione. Vennero praticamente insieme, inondandomi la bocca e la faccia con interminabili schizzi di sborra calda e densa. La quantità di seme che mi pisciarono in gola e sul viso fu straordinaria, tanto che credetti di affogare: sette o otto schizzi di nettare denso sgorgarono da ciascun uccello, e più si masturbavano e più mi riversavano sulle labbra il loro seme.
Io non potevo fare altro che accarezzare i loro testicoli e tentare di ingoiare lo sperma che sprizzava da due membri, finché entrambi non smisero di masturbarsi. Potei così riprendere in mano i due uccelli ancora pulsanti per il fantastico orgasmo, e potei ricominciare a succhiarli, leccarli, e baciarli avidamente per ripulirli dalla sborra e per tirarne fuori fino all’ultima goccia che ancora avevano nelle palle. Poi me li passai più volte sul viso, raccogliendo la sborra che mi avevano schizzato addosso, per leccarla dai loro cazzi.
Slinguai e baciai i piselli dei due stalloni, gustandone l’odore ed il sapore per lunghi e piacevoli minuti, finché Giulio e Andrea, esausti, si sedettero sul bordo del letto. Io continuavo ad accarezzare i loro membri caldi che andavano lentamente ammosciandosi: “Sei stato grande!” disse Andrea. “Come sempre!” aggiunse Giulio. “Ci hai davvero spompati. Dovrai darci un po’ di tregua!”. “Va bene, per stasera mi accontenterò” risposi loro, baciandoli ancora sulla cappella. Sapevo che era solo la prima di una lunga serie di splendide scopate...
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Un maschio per mia moglie.
Mi chiamo Luciano ho cinquanta anni, sono alto uno e ottanta, capelli corti castani, occhi castani corporatura normale. Sono sposato da venti sei anni con Sofia che ha la mia stessa età. Alta uno e sessanta e capelli fin sotto le spalle castano chiaro, occhi verdi, labbra carnose, seno una quarta e un gran bel culo. Sono un rappresentante di medicinali e questo spesso mi porta ad assentarmi fuori città per alcuni giorni e rientro solo nel fine settimana. Lei invece lavora insegnate nella scuola media del nostro paese. A letto, o comunque nell'intimità, siamo diversi. Io decisamente più porco lei molto più romantica, anche se, in alcuni momenti, se presa nel giusto modo, è abbastanza disinibita. Odia il sesso fatto in fretta. Ama molto essere coccolata, e le piacciono anche baci, carezze, strusciarsi nudi nel letto, e un pò di romanticismo. Da qualche tempo ho una fantasia che voglio realizzare, quella di lei che si lascia andare con un altro maschio. Abbiamo già avuto una situazione in cui io speravo che lei si fosse prestata ad un gioco che coinvolgeva anche una terza persona. È avvento un giorno che siamo andati al mare in un tratto di costa dove si può fare nudismo. Eravamo distesi al sole quando vicino a noi c’erano due ragazzi di cui uno di colore che giocavano e scherzavano. Casualmente la palla con cui giocavano è finita vicino a lei e il ragazzo di colore si è avvicinato e con garbo ed educazione è andato a riprenderla. Ho visto lo sguardo ammirato di Sofia quando il ragazzo educatamente ha sorriso e tornado verso il suo amico non la finiva più di guardarla. Un fisico davvero stupendo. Quando il sole stava tramontando e la spiaggia si è lentamente spopolata eravamo rimaste poche persone fra cui due ragazzi che avevano passato parte del pomeriggio a guardare lo splendido corpo di mia moglie Dopo aver notato il suo interesse per quel giovane dal fisico splendido ho incominciato a stuzzicarla a parole dicendole di scegliere con quale dei due ragazzi avrebbe voluto scopare. Lei all’inizio mi ha dato del porco, ma è il suo modo per farmi capire che la cosa la eccita. Quando le ho messo una mano fra le cosce e l’ho travata bagnata ho incominciato a masturbarla lentamente cercando di mantenere il più eccitata possibile. Ho cercato di ritardare il suo orgasmo, volevo che alla fine lei si decidesse a coinvolgere uno dei ragazzi per scopare con lei. I due ragazzi si sono accorti dei miei movimenti fra le gambe di mia moglie e si sono distesi vicino a noi aspettando il momento per entrare in gioco. Invece lei ha goduto coprendosi il volto e poi mi ha detto che era ora di tornare. Quando ci siamo alzati abbiamo visto i due che si segavano velocemente e le dedicavano due copiose sborrate. La più incredibile era quella del ragazzo di colore che aveva un cazzo veramente grande e lungo. Ha schizzato quattro getti lunghi e copiosi. Ho visto negli occhi di mia moglie uno vero sguardo di puro stupore. Ne ho dedotto che probabilmente è attratta dai maschi di colore. Da quel giorno ho iniziato ad avere una fantasia di lei che avesse un contatto molto intimo con un altro maschio. Dopo quel fatto ho anche capito che lei quando io sono presente si sente a disagio, quindi ho incominciato in maniera molto soft a farle immaginare di avere una avventura con un singolo da sola. Una sera stavamo facendo sesso quando mentre mi succhiava e le ho chiesto di immaginare che stesse scopando un altro maschio. La prima volta fatto finta di non capire o non sentire. Poi quando ho insistito all'improvviso ha avuto una strana reazione che non mi aspettavo.
“Ma perchè devo scopare con un altro?”
Le ho risposto che mi avrebbe eccitato sapere che gode con un altro maschio. Al momento la cosa è rimasta in sospeso. Sessualmente parlando mi dà già molte soddisfazioni. Non disdegna di succhiarmi e leccarmi fino alle palle. Le piace quando le lecco la figa procurandole grande piacere, mi reputa abbastanza bravo. Ho una buona dotazione sia in lunghezza che circonferenza. Sono anche abbastanza resistente e quando le vengo dentro lei gode moltissimo. Inoltre non mi ha mai fatto mancare il piacere del suo bel culetto. Gode molto anche in questo modo di fare sesso mentre per l’ingoio quando le vengo in gola dipende molto dal suo livello di eccitazione. Quando è molto vogliosa è assolutamente tanto porca. Naturalmente immaginare lei che fa sesso con un altro è diventato il mio sogno ricorrente. L'idea di saperla fra le braccia di un altro uomo mi fa impazzire di piacere e mi eccita tantissimo. Si, non voglio essere presente perche voglio che lei si lasci andare e goda liberamente. Dopo un pò di tempo sono tornato alla carica ribadendo il mio desiderio. Eravamo a letto e prima di una scopata. Io la penetravo con il fallo molto realistico, e lei mi succhiava quando le dico di immaginare che sia qualcun'altro a penetrarla. Mi guarda in silenzio, ma questa volta ha quasi sorriso come se la cosa le piacesse. Incoraggiato dalla sua reazione continuo nella mia fantasia e le dico di immaginare che nel letto ci sia quel bel ragazzo che ha visto in spiaggia. Per un attimo è restata immobile, quasi morivo pensando che avrebbe sbottato, invece ha incominciato a succhiarmi sempre più forte e io ho aumentato il gioco con il fallo scopandola più forte.
…ssiiii…daiiii..pensa che adesso te lo pianta dentroo…daai godi..lo senti ti sfonda…..
L’ho sentita gemere e poi è esplosa in un orgasmo forte e intenso come non lo aveva mai avuto in tutte le volte che l’ho scopata.
…huhuuummmm… veguummmmmm……
Ha preso a succhiare e godere così tanto che le sono venuto in bocca. Mi aspettavo una reazione sdegnata, invece lei mi ha guardato con occhi languidi e molto felici. Io senza nemmeno rendermene conto mi sono ritrovato ancora con il cazzo durissimo immaginando quanto piacere le poteva aver dato realizzare questa mia fantasia. Ho ripreso a scoparla e sono venuto poco dopo che lei aveva avuto un nuovo orgasmo. Ci siamo guardati un momento in faccia e subito ci siamo resi conto che la cosa era bella e lei ha sorriso.
“Sei un pazzo! Finirai col trovare il modo per realizzare questo tuo desiderio, ma fai attenzione se mi dovesse piacere, poi potrei desiderare di replicarlo ogni volta che ne avrò voglia.”
Mi ha guardato e poi è andata in bagno. Io ho capito che forse era giunto il momento di creare il presupposto per realizzare questo mio sogno. L’occasione si è presentata quasi per caso. Per lavoro mi sono travato a passare in una città poco distante dalla mia e ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da anni. Carlo è un bel maschio, alto e dal fisico scolpito e muscoloso. Pelle leggermente scura quasi ambrata, occhi e capelli nerissimi e sguardo da vero macho. Fisioterapista massaggiatore molto rinomato che quando mi ha riconosciuto è stato molto contento.
“Accidenti! Ma quanto tempo è passato dai giorni del liceo?”
È bastato poco per ritrovare la nostra complicità. Con lui alle feste del liceo era sempre una scopata sicura che si rimediava grazie al suo aspetto che attirava le femmine come mosche sul miele. Molte volte avevamo diviso la stessa ragazza nel letto e scopato anche in tre, quindi mi è subito sembrata la persona giusta per realizzare il mio desiderio. Gli ho spiegato il mio sogno. Lui mi ha detto che per lui non era un problema, e che avrebbe fatto di tutto per far vivere a mia moglie un momento molto bello e indimenticabile. Sfortunatamente il fatto di non abitare nella mia città avrebbe reso la cosa più difficile, ma io ho detto che avevo già una mezza idea e che con la sua complicità avrei convinto Sofia ad accettare il gioco. Incuriosito mi ha chiesto di lei e io gli ho mostrato delle foto di Sofia in costume e lui ha apprezzato molto bellezza della mia donna. Mi ha confessato che ha già avuto delle esperienze di questo genere e che sarebbe stato molto contento di aiutarmi nel realizzare la mia fantasia. Abbiamo stabilito un piano e grazie alla sua già collaudata esperienza, mi ha suggerito il modo come realizzarlo. L’occasione giusta sarebbe stato l’invito ricevuto per l’imminente inaugurazione di un laboratorio per analisi al quale avevo venduto molte attrezzature. Con l’occasione avrei anche portato mia moglie presso il suo studio dove lui le avrebbe fatto un bellissimo massaggio mentre io partecipavo alla noiosa cerimonia. Conoscendo la passione di mia moglie per i massaggi la cosa non mi avrebbe creato nessun problema e sarebbe stato perfetto per far spogliare Sofia e incominciare a stuzzicarla. Quando ho detto a mia moglie di questa opportunità per un attimo mi ha guardato cercando di capire dove volevo andare a parare, poi ha fatto un sorriso malizioso e ha accettato. Le ho spiegato che lui è un vecchio amico del liceo che avevo piena fiducia e mi sentivo tranquillo a lasciarla sola con lui. Ero molto eccitato al pensiero che Carlo l’avrebbe scopata. Quando siamo arrivati ho visto subito lo sguardo compiaciuto di Sofia che ha apprezzato molto il suo bel fisico, e la sua gentilezza. L’ha fatta accomodare nello studio e l’ha invitata a spogliarsi e le ha dato una mutandina mono uso e un telo per il seno. Mentre lei si spogliava, con lui ho concordato che avrei finto un contrattempo e che lui l’avrebbe dovuta riaccompagnare a casa nostra. Naturalmente lui ha accettato di farlo molto volentieri. Una volta a casa io e lui ci saremmo incontrati per sapere come si sarebbero svolte le cosa fra loro. Quando la saluto vedo che si spoglia mentre io me ne vado lasciandoli soli. Arrivo alla cerimonia, ma sono così teso e molto eccitato che dopo poco invento una scusa e me ne vado nei pressi dello studio di Carlo per aspettare il momento in cui lui l’avrebbe accompagnata a casa e poi mi sarei fatto raccontare i dettagli del gioco. Durante l’attesa mi sono segato due volte ho sborrato subito, eccitato da quanto immaginavo stesse accadendo a poca distanza da me. Dopo circa tre ore li vedo uscire e salire in auto in direzione la mia città che dista solo dieci minuti da questo posto. Lei mi sembra felice, allegra e questo mi fa ben sperare. Ho di nuovo il cazzo durissimo e non vedo l’ora di sapere i dettagli. Appena giunti nei presi di casa mia lei scende e allora io chiamo Carlo sul cellulare. Ci incontriamo nel parcheggio di un distributore appena fuori la tangenziale. Siamo soli e lui quando sale in auto mi guarda con l’aria davvero soddisfatta. Sono impaziente e lui incomincia a raccontarmi tutto.
“Appena te ne sei andato sono entrato nello studio e dove lei era distesa pancia in giù e ho iniziato il massaggio incominciando dalle caviglie. Ho indugiato molto lungo le gambe. Poi sono risalito lentamente sempre più in alto verso l’attaccatura della gamba. Dopo mi sono spostato di lato e ho visto che il filo della mutandina monouso è già sparito nel solco delle natiche e ho continuato il massaggio l’interno della coscia sempre salendo verso il suo splendido culo. L’ho massaggiato e poi sono risalito vero le spalle. Sofia si è rilassata e ha fatto un lungo respiro. L’ho la massaggiata a lungo lentamente. Quando ho raggiunto il capo mi sono disteso su di lei mentre con le mani scorrevo lungo la spina dorsale. In questo modo appena sopra il capo di Sofia si è materializzato un bel bozzo che a mala pena la stoffa della divisa è riuscito a celare. Lei lo deve aver percepito di sicuro perche l’ho volutamente messo in mostra e ho quasi avuto subito la sensazione che lei ha sollevato un poco il capo per avere un contatto con il mio cazzo. Tutto si svolto in silenzio. A questo punto mentre io avevo già il cazzo durissimo l’ho fatta girare. Lei ha fatto un profondo respiro poi si è girata e ha messo il sottile telo bianco a coprire il suo seno. A appoggiato il viso di lato sulla guancia e continua a tenere gli occhi socchiusi, ma ho visto dalla stoffa del telo che copriva i capezzoli che erano alti e tesi che si stava eccitando. Ho ripreso a massaggiarle le gambe dal basso. Prendo la gamba destra e la faccio inarcare e poi la massaggio sempre più intensamente lungo l’interno della coscia e quando arrivo all’attaccatura della gamba faccio in modo che il filo della mutandina sia teso verso l’alto. In questo modo lentamente la sottile stoffa si insinua fra le labbra della fica di Sofia che silenziosamente stava già gemendo di piacere. Mi si sposto di lato e poi sollevo anche l’altra gamba. Massaggio la coscia interna e quando salgo il alto le mie dita sfiorano le labbra della fica che adesso si sta bagnando. La stoffa della mutandina sta diventando dal colore scuro. Indugio un poco poi professionalmente risalgo il corpo, ignoro un poco i seni e poi le massaggio il collo. Lei era a pochi centimetri il mio cazzo che adesso è ben in evidenza davanti alla sua faccia. Scorro con le mani lungo i fianchi e poi nel risalire indugio fra le gambe. Improvvisamente Sofia ha stretto di colpo le gambe e imprigionando la mia mano che adesso la sta masturbando. Un gemito è uscito dalla bocca di Sofia.
……uuuhhhmmumummmmhuum……
Le lascio assaporare il piacere. Si è voltata verso di me e con un cenno del capo mi invita farla godere. Quando lei ha riaperto le gambe le ho preso una mano e l’ho porta al mio pacco. Lo ha afferrato, poi per un attimo ha esitato, quasi a voler rinunciare.”
…no…dai…ti prego…non voglio……daiiii…..
“La sua voce è incerta. Ho continuato a masturbarla e alla fine ho vinto le sue ultime titubanze. Forse si è resa conto che questo gioco oltre eccitare te piace ed incuriosisce anche lei. Ho abbassato i pantaloni e lei ha afferrato decisa il mio membro. “
Mentre Carlo parla mi sto segando la pensiero che lui per quanto mi ricordo ha una bella dotazione. Lui sorride e poi ricomincia a parlare.
“Prende il cazzo in mano, lo afferra e ne saggia durezza e consistenza. Poi mi lascia libera la mano e io mi sposto fra le sue gambe per leccarle la fica. Mi piace vederla bagnata e vogliosa la lecco con calma. Lecco e succhio il nettare che sta sgorgando. Lecco facendola impazzire e questo le procura il primo orgasmo.”
……ssssiuummmmm…venghuuuhmmmm…
“Tremava scossa dal piacere. Ha inarcato il corpo che si teso e nello spasmo del piacere e poi lentamente si è distesa di nuovo. Mi afferra per i capelli e mi trascina verso il suo viso. Le offro il cazzo da succhiare e lei lo infila tutto in bocca. Le metto una mano sul capo dettando il ritmo della pompa. Lei mi succhia e io sono molto eccitato. La incito a succhiarlo tutto.”
…sssi daii bella..troiona ssucchialo bene che te lo pianto tuttoo dentroooo……..
“Lo infila tutto dentro fin giù per la gola quasi a rischiare di soffocare. Mi guarda e si sfila il palo dalla bocca e mi supplica di scoparla.”
…ddaiiii….prendimmiiii..lo vogliooo tutto dentrooo!!!!....sssi daii scopamiiiiiiiiiiiiiiii……
“L’ho infilato tutto dentro con un solo affondo. Dopo un attimo di stupore ho visto che il suo viso si è trasformato in una maschera di puro piacere. A sollevato le gambe fino alle mie spalle mentre io la pompavo con un ritmo continuo e costante e ben presto lei ha raggiunto un nuovo orgasmo Godeva mentre io la guardavo estasiato.
…ssiiiiii………eccommii non ti fermareeeee…vengoooo! ..oraaaa!!!......
“Ho continuato imperterrito a scoparla e lei ben presto ha perso il conto di quante volte ha raggiunto il piacere. Ad un tratto l’ho sollevata e ho cambiato posizione. Adesso era in piedi piegata sul lettino con me dietro che le sono entrato in culo con un solo affondo. Era così eccitata e sfinita dai tanti orgasmi che nemmeno se ne accorta. Per un attimo si è irrigidita, poi lentamente dopo un bel respiro si è rilassata ha incominciato a godere anche di culo. Mi ha assecondato e si è fatta sfondare il culo con il cazzo ben piantato tutto dentro di lei. Ha incominciato ad assecondarmi nella pompata e mi veniva incontro per riceverlo tutto dentro.”
Ascolto le parole di Carlo e resto stupito ed estasiato. Sto quasi per venire di nuovo. Mi immagino la scena mentre lui continua a raccontare.
“In questa nuova posizione, lei ha un nuovo orgasmo e lo ha urlato con tutto il fiato che le rimane.
….sssii…vengooo!!..VENGOOOOO!!!..vengooo… bellisisimooooo….daai spaccami tutta..
Gode immediatamente e urla di nuovo di sfondarle il culo con più vigore.
…ssiiii… sfondandammiiiii tutto il culooooo!!!..spaccami tutta……vengooo!!!!
Sono al limite pure io e le scarico dentro tutto il mio piacere che la fa godere ancora di più.
…eccomiiii…SBORRROOOO!!!..oraaa!!!..oraa!!. ….ssisii eccommiii…sboorroo!! ti sborro in culo!!.
Mi fa eco il suo orgasmo.
….ssisii eccommiii…venggooo ti sentooo in culo!!.venggoooooooooooo!!!!!!...
Resto immobile e le scarico dentro l’intestino diversi fiotti di sborra. Poi mi sfilo e Sofia appena lo sfilo dal culo si gira e lo prende in bocca mettendosi in ginocchio davanti a me. Vederla succhiare il mio cazzo ancora abbastanza duro mi sconvolge mi eccita di nuovo. La sollevo, la metto distesa sul lettino e la scopo di nuovo. Lo spingo dentro fino in fondo. Poi la sbatto come un pazzo furioso e dopo che lei ha raggiunto ancora un orgasmo e le sborro in fica.
….ssisii eccommiii…sboorroo!! ti sborro in dentro….sei stupendaaa…..
Stupendo. Lei me lo sfila e lo porta ancora alla bocca, mi sorride e poi riprende a succhiare solo la cappella. Lo munge e succhia come una pazza scatenata e senza quasi che io me ne renda conto le sborro ancora in bocca quel poco che ho ancora nelle palle stupito dalla rapidità con cui mi ha fatto di nuovo venire. Beve e ingoia. Lo lecca e poi si solleva e mi bacia in bocca. La guardo affascinato dalla sua porcaggine. Lei sorride.
“Ti è dispiaciuto baciarmi in bocca dopo che ci sei venuto dentro?”
“L’ho guardata invidiando te che hai una femmina così stupenda. Le mie parole sono state di pura ammirazione.”
“Assolutamente no. Mi piace la donna troia che sa apprezzare i piaceri del sesso e li condivide con il suo uomo. Silvano è molto fortunato ad avere una femmina come te fra le braccia.”
“Mi ha guardato con un sorriso ironico. Le sue parole invece mi hanno stupito un poco.”
“Tu dici? Per lui oggi si è realizzato un sogno che ricorre da tempo nelle nostre scopate. Adesso però che ho goduto tanto con un altro maschio chissà se mi accontenterò del suo cazzo soltanto. Potrei andare con chi voglio, e quando voglio, tanto a lui farebbe solo piacere sapere che faccio la troia e lo cornifico in tutti i modi possibili.”
“Ha sorriso ed è andata a farsi una doccia e poi l’ho accompagnata a casa. Il resto adesso è nelle tue mani. Il futuro amico mio ti riserverà sicuramente tante sorprese, spero che siano belle, ma fai attenzione, lei è una femmina di livello superiore e se decide di farti cornuto non ti basterà un cazzo solo per farti le seghe.”
Ci salutiamo. Lo ringrazio di tutto e mi avvio verso casa con mille domande e altrettanti dubbi. Avrò fatto bene a farle vivere questa esperienza? Ha goduto così tanto che adesso ne vorrà sempre di più? Seguo i miei pensieri e mi incammino verso casa. Il futuro è dietro l’angolo.
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4 years ago
admin, 75
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L'orlo dei pantaloni, il coronavirus, il mistero femminile
Premessa :
Ho conosciuto Gabriella diversi anni addietro per motivi di lavoro, presentata da un'amica, venne per accompagnare a visita il figlio.
La prima volta che la vidi mi colpì il sorriso accattivante, i capelli neri e ricci, la sua semplicità nei gesti e nel modo di vestire. Conclusa la visita del ragazzo, ci salutammo dicendomi che faceva la sarta e per lavori di sartoria sarebbe stata ben felice di aiutarmi.
Dopo qualche mese la contattai per sistemare l'orlo di un pantalone che avevo acquistato e lei si mostro molto disponibile e puntuale, rimasto soddisfatto del lavoro di sartoria continuai a portarle i piccoli lavori che mi servivano.
arriviamo ai giorni nostri :
4 maggio 2020 fine del lockdown : telefono a Gabriella dicendole che ho due pantaloni a cui devo fare l'orlo, mi dice di andare a trovarla la mattina del giorno successivo
5 maggio 2020 : citofono al campanello e sento la sua voce squillante che mi invita a salire, la trovo allegra e simpatica come al solito, il metro da sarta al collo e la scatolina di spilli in mano, scambiamo due chiacchiere e poi mi dice di andare nello spogliatoio, dopo pochi minuti esco e lei mi fa i complimenti per il pantalone che indosso, mi dice di stare dritto perchè deve prendere la giusta misura per sistemare l'orlo, da dietro sento che piega la stoffa in eccesso e posiziona gli spilli, all'improvviso sento una voglia irresistibile crescere dentro, abbasso la cerniera ed esco fuori il cazzo già in tiro, quando lei finisce di prendere la misura mi vede con il cazzo in mano, duro e con la cappella che mi scoppia, si alza di scatto, mi dice che sono un gran porco, di vestirmi immediatamente ed andare via da casa sua e non farmi mai più vedere.
Provo a carmarla, chiedere scusa, le spiego che si è trattato di un attimo di debolezza e che sono sinceramente dispiaciuto e mortificato dal mio comportamento, dopo tante insistenze riesco a convincerla ad accettare le mie scuse, ritorno nello spogliatoio per indossare l'altro pantalone e prendere la misura dell'orlo, anche in questo caso le si abbassa e da dietro piega la stoffa in eccesso mettendo gli spilli per fissare il segno.
conclusa questa operazione mi passa davanti e con mia grande sorpresa abbassa la cerniera del pantalone e tira fuori il cazzo cominciando a spompinarlo, prima lentamente e poi sempre più forte, fino a farmi schizzare sulla sua faccia e sul pantalone nuovo.
9 maggio 2020 : ritiro i pantaloni, la lunghezza dell'orlo è perfetta ed uno dei due è stato anche lavato
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4 years ago
dr3house,
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Sesso virtuale... poco virtuale
Era estate, un’estate calda e afosa, di quelle in cui dovevo restare in città per finire un lavoro mentre tutti ormai erano al mare. La città era quasi deserta, e la sera la noia era diventata la prassi: la televisione non faceva altro che mandare repliche a ripetizione, e per la città le manifestazioni erano poco attraenti per chi come me era tornato stanco da una giornata di lavoro.
Per cui quella sera decisi di rilassarmi un po’ con qualche porno intrigante, ricco di inculate sfrenate e copiosi schizzi finali come piace a me. L’eccitazione ci mise poco a superare il livello di guardia, e, stanco di vedere un video, decisi di tirar fuori il mio fedele fallo in lattice, che dopo poco scorreva nel mio culo dandomi finalmente un po’ di piacere vero.
Ma avevo voglia di qualcosa in più, per cui, entrato in una chat, mi misi a cercare qualcuno da far godere, almeno in cam. Avevo voglia di mostrare il mio culo e la voglia di cazzo che aveva, eccitato all’idea di un bel maschio che godesse nell’ammirarlo. Un cazzo vero sarebbe stato l’ideale, ma per quella sera mi sarei anche potuto accontentare di far godere così un maschio.
Venni quindi contattato da un uomo sui 40, dal fisico robusto e muscoloso, con un nick che era tutto un programma: “Scassaculi”. Chattammo un po’, con l’eccitazione che cresceva, io con una mascherina e lui con l’inquadratura che non saliva mai oltre l’ombelico, finché lui non sfilò gli slip mettendo in bella mostra un uccello davvero notevole. Certo che con quell’affare tra le gambe, il suo nickname sembrava ancor più appropriato: era di certo lungo, ma soprattutto molto largo. “Ti bastano 16 centimetri di circonferenza?” disse lui con la voce piena di orgoglio ed eccitazione. “Non so… secondo te?” risposi io girandomi e mostrando alla cam il mio culo in cui il fallo era ben piantato a fondo. Lentamente lo sfilai, centimetro dopo centimetro, finché lui poté finalmente ammirare il mio buchetto spalancato sul suo schermo. “Cazzo, che culo che hai… sarebbe perfetto per il mio cazzo!” esclamò mentre si segava con forza il grosso uccello, ormai duro come il marmo.
Io infilai di nuovo nel culo il grosso fallo di lattice, iniziando a scoparmi il buchetto con movimenti profondi e lenti, lasciando che lui apprezzasse come riuscissi a prenderlo tutto con facilità.
Io ammiravo nello schermo il suo grosso cazzo, turgido e bagnato, mentre lo sentivo ansimare e ripetere che avrebbe tanto voluto essere lui a sfondarmi il culo. Io adoravo sentirglielo ripetere, e muovevo il culo e il fallo per eccitarlo sempre di più, con la voglia sempre crescente di vederlo sborrare.
Ad un certo punto però realizzai una cosa… distratto da quello splendido cazzo, non mi ero reso conto che quello che vedevo in cam non era altro che il salottino del mio vicino di casa Andrea!
Dissi allora al mio interlocutore in cam ormai a me non più sconosciuto, che sarei andato un attimo a prendere una sorpresa per lui, e che sarei tornato in pochi minuti. Lui non sembrò molto contento, eccitato com’era, ma accettò di aspettarmi incuriosito dalla sorpresa che gli avevo promesso. L’ultima cosa che vide nello schermo fu il fallo di lattice che mi entrava tutto nel culo, io che mi alzavo e lo salutavo mandandogli un bacio. Sfilai la mascherina e in fretta infilai un accappatoio e mi precipitai a suonare alla sua porta.
Andrea ci mise un po’ a venire ad aprire, evidentemente non preparato ad una improvvisa visita a tarda sera. “Chi è?” chiese evidentemente irritato. “Ciao Andrea sono Alex! Scusami per l’ora, potresti aprire per favore?” risposi. Andrea aprì la porta, e me lo ritrovai davanti con indosso solo dei pantaloncini, evidentemente infilati in fretta e furia, con l’uccello che li gonfiava a dismisura. “Scusami per l’ora, mi dispiace davvero” dissi mentre, incurante di ogni sua reazione, entravo dentro casa sua ritrovandomi nel suo salottino. “Volevo farmi una doccia ma ho qualche problema con l’acqua calda” dissi inventando la prima scusa che mi veniva in mente, mentre lui mi seguiva evidentemente nervoso per quella invasione che rischiava di mandare a monte la sua scopata, seppur virtuale.
Indicai lo schermo acceso del suo PC, sul quale campeggiava una spoglia parete bianca che sarebbe potuta essere casa di chiunque. “Ehi, stavi facendo porcherie in cam, eh?” chiesi provocatorio ad Andrea che ormai non sapeva più come fermarmi, evidentemente anche reso nervoso dal fatto che temeva che il suo interlocutore sarebbe potuto tornare sullo schermo da un momento all’altro, rivelandomi la sua passione per i culetti maschili.
Farfugliò qualcosa, e stava quasi per spegnere tutto in preda al panico, quando io rapidamente feci cadere per terra l’accappatoio e mi misi a quattro zampe sul divano dicendogli “Ma non sarebbe più eccitante dal vivo invece che in cam?”. Andrea rimase per un attimo interdetto, ma riconobbe subito il culo che fino a poco prima si esibiva in cam per lui, ed il grosso fallo ben piantato fino in fondo. Io muovevo lentamente il culo e gli sorridevo, finché vidi anche sul suo viso un sorriso carico di promesse. Si mise quindi dietro di me e sfilò delicatamente il fallo dal mio culo, restando ad ammirare il buco spalancato davanti a lui. “Mi hai fatto davvero una splendida sorpresa sai?” disse mentre appoggiava la grossa cappella al centro del mio buchetto fremente. “Adesso ne faccio io una bella grossa a te, troietta!” disse mentre iniziava a spingere nel mio culo il suo grosso cazzo. Incurante di ogni mia possibile reazione, spingeva inesorabilmente e con decisione il suo grosso trapano di carne dentro di me, che sentivo il buco del culo aprirsi e dilatarsi come non avevo mai provato prima. Gemevo sentendo quell’arnese farsi strada inarrestabile, senza troppi riguardi nei miei confronti, finché finalmente non fu tutto dentro.
Sentii le mani di Andrea afferrarmi saldamente per i fianchi, e, prima che io potessi dire nulla, lo sentii dire a denti stretti, con un tono che non lasciava dubbi riguardo al livello di eccitazione a cui era arrivato: “Hai ragione troia… molto meglio dal vivo… ora vedrai perché il mio nick in chat è “Scassaculi”…”. Non mi diede il tempo di rispondere. Sentii il suo cazzo iniziare a muoversi avanti e indietro nel mio culo con decisione, mentre le sue mani si saldavano ben strette sui miei fianchi. Le spinte diventarono in pochi secondi profonde e sempre più rapide, togliendomi il fiato per il piacere intenso che mi davano.
Andrea spingeva con forza, quasi con rabbia, aumentando il ritmo ad ogni affondo, ed io sentivo il suo cazzo prepotente aprirmi il culo sempre di più. Nella stanza risuonava il ritmico suono del suo inguine che sbatteva con forza contro il mio culo, e il nostro ansimare sempre più intenso. Io gemevo quasi in estasi con il culo preda di quel toro potente, che spingeva con forza mentre allo stesso tempo, con altrettanta forza, tirava il mio bacino verso di sé.
All’improvviso sfilò dal culo il suo cazzo, tenendomi i glutei allargati con le mani, mettendo in mostra il mio buco ben aperto dal suo instancabile lavoro. Io ansimavo senza riuscire a dire nulla, cercando di riprendere fiato dall’impegnativa monta. “Mmmmm… ancora non ci siamo sai troietta?” disse lui con voce roca “Ci vuole ancora una bella dose di cazzo!” aggiunse, infilandomi d’un colpo nel culo il suo cazzone, togliendomi il fiato. Mi girai a guardarlo, e lo vidi quasi con un ghigno dirmi “E’ quello che vuoi, vero troia?”. Io non riuscii a fare altro che ad annuire con la testa mentre lui ricominciava a fottermi con furia animalesca, levandomi il fiato. Non riuscivo a dire nulla, se non ad ansimare e gemere, in balìa di quel toro scatenato che sembrava non doversi fermare mai, inculandomi senza alcuna pietà.
Ma ad un certo punto mi tirò a sé con un’ennesima, potente spinta, piantandomi a fondo il suo grosso cazzo, ed io lo sentii rantolare. Il cazzo si irrigidì… si gonfiò… e un istante dopo sentii abbondanti schizzi riempirmi il retto. Quel porco mi stava inondando il culo di sborra, incurante di quello che io avrei voluto. Si prendeva ciò che voleva, come voleva, e quando lo voleva. “Troia…” sussurrò quasi “mi hai fatto sborrare… Sei proprio una troia…”. Mi girai e lo guardai sorridendo. “Il tuo nick è davvero quello giusto sai?” dissi finalmente ansimando, mentre sentivo che il suo cazzo era ancora ben piantato nel mio culo, duro come il marmo, mentre Andrea non accennava minimamente a tirarlo fuori. “Oh, non immagini quanto…” disse lui con un tono che lasciava presagire di tutto. “Non credere che sia finita qui, sai?” aggiunse ricominciando a muoversi nel mio culo.
Dopo pochi secondi, il suo grosso cazzo era ancora una volta all’opera, scopandomi con colpi profondi e ritmati, dalla cappella alla radice, scorrendo ancora meglio lubrificato dall’abbondante sborrata che Andrea mi aveva schizzato dentro. “Oh sì… così… dammelo ancora” gemetti io. “Ce n’è ancora tanto sai?” disse lui “Tanto cazzo per la mia troietta…” aggiunse aumentando leggermente il ritmo. “Ho proprio voglia di sfondarti a dovere” rantolò mentre le spinte ricominciavano a tornare quelle di un vero toro.
“Oh sì… sfondami… spaccami il culo…” ansimai “Adoro il tuo cazzo…”. “Allora ce l’hai la voce… pensavo non ti piacesse il mio cazzo o che ti stessi facendo male” ghignò ironicamente Andrea, ricominciando ad incularmi con ancora più foga. E finalmente riuscii a gridare tutto il mio godimento che il suo cazzo mi dava. “Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!!! Spaccameloooooooo!” gridai senza più alcun freno. “Brava troia! Urla… urla quanto ti pare… così ti voglio… Te lo spacco questo culo!” disse lui mentre il ritmo accelerava ancora e il suo cazzo mi devastava il culo facendomi impazzire.
Assestò altri due o tre colpi, potenti e profondi, ogni volta tenendo più a fondo che poteva il suo cazzo per alcuni secondi, e poi lo sfilò all’improvviso. “Mmmmmmm… gran culo, non c’è che dire… davvero fatto per prendere cazzi…” disse soddisfatto, per poi afferrarmi all’improvviso, cogliendomi di sorpresa, e rigirarmi con la schiena sul divano. Mi sollevò le gambe fino a portare le ginocchia contro il mio petto, e il mio culo fu di nuovo davanti a lui, aperto ed invitante. “Hai ancora voglia di cazzo, vero?” mi disse guardandomi, conoscendo già la risposta. “Oh sì… ti prego… dammelo ancora… incula la tua troietta…” fu la mia ovvia risposta. Lui mosse abilmente il bacino in modo che la punta del suo cazzo fosse sul mio buco fremente, e spinse all’improvviso, con un colpo deciso, penetrandomi a fondo. Chiusi gli occhi e inarcai la schiena, gemendo di piacere, sentendo ancora quel grosso pezzo di carne durissima dentro di me. Li riaprii, e Andrea mi guardava con un sorriso di compiacimento, fiero del piacere che mi dava e che si prendeva. “Sei un toro insaziabile” gli dissi guardandolo dritto negli occhi, mentre lui annuiva con la testa, sempre con quel sorriso malizioso sul viso, e ruotava lentamente il bacino, facendo sì che il suo grosso uccello mi massaggiasse per bene il retto.
Con le mani afferrai con decisione i suoi glutei e gli dissi con voce roca per il piacere: “Dai allora… finisci il lavoro… scassaculi… spaccamelo… distruggimi il culo…”. Andrea non se lo fece ripetere, dato che sapeva bene che sarebbe arrivato il momento in cui lo avrei implorato di fottermi ancora. “Con piacere, troia…” disse subito prima di iniziare un forsennato andirivieni nel mio culo. Io ero schiacciato contro il divano, con le ginocchia premute contro il petto e con le sue spinte potenti che mi pressavano ancora di più tanto che in alcuni momenti facevano spostare leggermente il divano. Io lo tenevo per i glutei, anzi, accompagnavo le sue spinte per far sì che fossero ancora più decise, mostrandogli che adoravo quel suo modo di incularmi. “Troia… sei una troia… e il tuo culo è mio…” ansimava lui. “Bravo… così… Spaccami il culo… SPACCAMELOOOOOOO!!” urlavo io senza ormai più alcuna remora, facendolo infoiare ancora di più, tanto che ormai spingeva nel mio culo sfondato come se stesse inculando la più rotta delle troie. E forse era quello che mi aveva fatto diventare…
Mi inculò così per alcuni interminabili e meravigliosi minuti, ripetendo quanto fossi troia e quanto ora il mio culo appartenesse a lui e a lui solo, finché all’improvviso non sfilò quel meraviglioso attrezzo di piacere dal mio culo e si spostò in avanti premendo con le sue cosce contro le mie, immobilizzandomi ancor di più contro il divano. Afferrò il suo cazzo lucido e venoso, iniziando a menarselo velocemente, avvicinandolo al mio viso più che poté. “Apri la bocca troia!” mi ordinò perentoriamente. Ed io eseguii, docilmente, e fremente per il desiderio di essere inondato dopo quella monta superlativa. “Ora ti inondo… vedrai…” disse quasi mi avesse letto nella mente, un attimo di prima di rantolare in preda ad un devastante orgasmo. Il cazzo si gonfiò, si contrasse, ed il primo abbondante schizzo mi colpì il viso, bagnandomi la fronte, il naso e le labbra. Al primo seguirono molti altri schizzi, che mi bagnarono le guance e le labbra, colandomi sul mento, e che Andrea cercava di dirigere il più possibile verso la mia bocca spalancata. Avevo il viso ormai pieno di sperma, quando Andrea si spinse col bacino ancora più avanti, infilandomi in bocca la grossa cappella che ancora schizzava gli ultimi fiotti di nettare bollente, che mi affrettai ad ingoiare, gustando il sapore di quella furibonda scopata.
Andrea lasciò che gli ripulissi per bene il cazzo, poi me lo passò sul viso per rimettermelo ancora in bocca, facendomi assaporare lo sperma che mi aveva schizzato in faccia. “Sei proprio una brava troietta” disse lui una volta ripreso fiato “e hai un culo da favola…”. “Beh… come hai detto tu… è tuo…” risposi. “Se in chat vedo uno Scassaculi posso venire direttamente da te a farmi scopare? Adoro essere inculato così…”. Andrea rise. “Puoi venire ogni volta che vuoi… ogni volta che hai voglia di cazzo… anche se non mi trovi in chat… spaccarti il culo è un godimento davvero speciale… il tuo Scassaculi sarà sempre a tua disposizione”. “Sempre? Davvero?” gli chiesi sorridendo mentre gli massaggiavo il cazzo. “Quando vuoi, troia” mi rispose, sorridendo malizioso, mentre sentivo tra le dita il suo cazzo riprendere vita.
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4 years ago
AlexBsxPass,
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Agnese
Dopo esserci lasciati con Sara in quella maniera, decisi di telefonare ad Agnese, la chiamai e mi rispose subito, sentivo che erra felice, mi disse che Sara le aveva detto che l'avevo lasciata per lei perché ero innamorata di lei; ovviamente assecondai questa versione e le dissi che sarei passato a prenderla alle 20.00 per andare a cena, lei mi disse che mi avrebbe aspettato.
Nel pomeriggio le inviai 11 rose rosse con un biglietto, prenotai in un ristorantino sulla spiaggia, tranquillo, tavolo abbastanza defilato.
Suonai e scese di corsa, era vestita semplicemente, sandali col tacco vestitino di quelli estivi con una serie di bottoni davanti (era il 3 giugno) tre sbottonati davanti e tre di sotto, era splendida anche perché era una stoffa leggera e semitrasparente, si notavano i capezzoli duri (aveva una splendida 3a) mi corse tra le braccia e ci baciammo, la presi per mano e la feci accomodare in auto, le aprii la portiera, cosa che la lusingava, ma il mio scopo era vedere le sue belle gambe fino quasi all'attaccatura.
Arrivati al ristorante fummo accompagnati al tavolo, era un locale dove andavo spesso, ci accomodammo, non di fronte ma ai lati vicini, era raggiante, mi chiese se era vero che avevo lasciato Sara per lei, cosa che affermavo sempre più con convinzione, i raccontava che avevano parlato tantissimo e mi aveva spiegato cosa desideravo, ad un certo punto si alzò per andare in toilette, quando tornò mi posò sul tavolo il suo perizoma, sorridendomi mi disse che sapeva che apprezzavo, la baciai con passione, poi la mia mano finì sulla sua gamba e cominciò a risalire, era eccitata, anche la sua mano arrivò al punto e mi guardò compiaciuta.
Finita la cena facemmo una passeggiata sulla spiaggia, ci sedemmo su di un patino e cominciammo a darci da fare, ma senza oltrepassare certi limiti, poi lei con i sandali in mano si alzò e ci avviammo alla macchina, rimase scalza, mi chiese se gli volevo offrire da bere a casa, io abito in una piccola colonica vicino alla darsena, mentre ci avviammo lei telefonò alla madre (era separata) e le disse che sarebbe rientrata la mattina dopo.
Arrivati a casa, parcheggiato in giardino fece per avviarsi, la fermai, la presi in braccio e varcammo la soglia, era al settimo cielo, ma così, mi disse si fa con la moglie, tra 5 anni ti sposo, quindi…
Ci accomodammo sul divano nel giardino d'inverno, lei si alzò e finì di sbottonare il vestito, era bellissima, si avvicinò e cominciò a spogliarmi, quando rimasi nudo la sua mano calda prese il mio cazzo durissimo (sui 20 cm) s'inginocchio e cominciò a leccarlo, poi levando la bocca mi disse scopami in bocca, cosa che feci con ardore, sembrava soffocasse ma mai levò la bocca, la pienai di sborra, era uno spettacolo, la feci alzare e la baciai, poi la presi in braccio e la portai in camera, l'adagiai sul letto, le misi le sue gambe sulle mie spalle e, abboccata la cappella, con un colpo deciso la penetrai, era caldissima bagnatissima, era un piacere; cambiavo spesso il ritmo della penetrazione, cominciò a squirtare ero eccitatissimo, cominciai a leccarle i piedini, mentre le davo colpi sempre più decisi, dopo un'eternità o forse troppo brevemente le venni dentro, rimanemmo sdraiati abbracciati, e dormimmo come angioletti fino al mattino, mi alzai e le preparai la colazione, rimase veramente compiaciuta, sul vassoio c'era una scatoletta, lei mi guardò e al mio segno con la testa, l'aprì, era l'anello di fidanzamento, la guardai e le chiesi se voleva diventare la mia fidanzata, non solo disse si (ovviamente) ma aggiunse, che sarebbe stata la mia puttana, poi guardandomi con un sorriso malizioso, aggiunse, in tutto e senza limiti.
Facemmo la doccia insieme e l'accompagnai a casa, dandoci appuntamento al tardo pomeriggio.
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4 years ago
fidanzatilu,
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Quattro amici
La macchina mi aveva abbandonato. Si era guastata e non voleva saperne di ripartire. Era notte fonda a Roma, ma d’estate qualche macchina ogni tanto si vedeva passare. Io guardavo nel cofano motore senza saper bene cosa cercare, ormai rassegnato a farmi chilometri a piedi per tornare a casa. Mentre stavo per rinunciare, una macchina con quattro ragazzi a bordo si fermò subito dopo la mia: mi misi sulla difensiva, più temendo in un’aggressione che sperando in un aiuto. Invece i quattro ragazzi furono gentilissimi, dandosi da fare febbrilmente per cercare di far ripartire mia auto, ma inutilmente. Si offrirono di trainare la mia macchina fino a casa mia, ed io, felice della fortuna che mi stava capitando nella sfortuna, accettai di buon grado. Uno di loro, Massimo, salì con me in macchina, mentre gli altri ci trainavano fino a casa mia. Parlammo un po’, ridendo e scherzando. Finché, arrivati a casa, non offrii loro di salire un momento a ripulirsi un po’ e a bere qualcosa, visto che mi sentivo in debito con loro.
Massimo, Toni, Gianni e Giulio, questi erano i loro nomi, accettarono di buon grado, visto che tanto poi l’alternativa era quella di tornarsene a casa a soffrire il caldo dentro il proprio letto. Entrammo in casa e li feci accomodare nel salotto della mia piccola casa e, mentre uno alla volta andavano a darsi una ripulita dal grasso della mia auto, bevemmo qualcosa di fresco, chiacchierando allegramente e ascoltando un po’ di musica. Si scherzò un bel po’, giocando anche sul fatto che loro erano usciti per rimorchiare qualche bella ragazza ed avevano finito per rimorchiare me.
Io dissi loro che certo non era la stessa cosa, anche perché magari una bella ragazza avrebbe saputo come ringraziarli del favore, visto che per di più erano quattro bei ragazzi. Poi mi assentai qualche minuto, per darmi una ripulita ed una rinfrescata anch’io.
Quando rientrai nel salotto, rimasi di sasso: loro erano tutti e quattro completamente nudi, in piedi davanti a me e sorridenti, con gli uccelli sugli attenti. Ed erano tutti dei gran begli uccelli, e tra tutti svettava, era il caso di dirlo, quello di Massimo, che era un tocco di carne di certo di più di 20 centimetri, che appariva oltretutto ben più largo degli altri.
Si accorsero subito che non li stavo guardando in faccia, ma che il mio sguardo era catturato dai loro cazzi duri, e capirono che non avrebbero dovuto fare grossi sforzi per convincermi. “Abbiamo pensato che dopo tutto, anche se non sei una ragazza, ti abbiamo pur sempre rimorchiato!” disse Massimo, “E a noi farebbe molto piacere essere ringraziati da te... Ma se non ne hai voglia, non preoccuparti, ci rivestiamo e andiamo via...”. Mentre Massimo ancora stava finendo di pronunciare quelle parole, io già mi ero sfilato la maglietta ed ero in ginocchio davanti a lui. “Non posso certo farvi andar via senza nemmeno un grazie...”, dissi un attimo prima di prendere in bocca il grosso cazzo di Massimo.
Contemporaneamente nella mano sinistra mi ritrovai l’uccello di Giulio, mentre nella destra quello di Toni, sentendoli indurirsi ancora di più mentre li stringevo forte. Si avvicinarono a pochi centimetri dal mio viso, mentre Gianni era ormai anche lui vicinissimo dietro di me: ero circondato da quattro splendidi cazzi, e dentro di me ringraziavo la mia auto che mi aveva lasciato sì a piedi, ma aveva creato le premesse per una meravigliosa abbuffata di cazzo.
Iniziai così a divorare i quattro grossi cazzi a turno. I ragazzi mi avevano circondato, ed io a turno spompinavo e succhiavo con gusto uno di loro, mentre gli altri tre si menavano gli uccelli godendosi lo spettacolo. Davo alcune succhiate al cazzo di turno, date con gusto accarezzandogli contemporaneamente i coglioni, e poi, restando sempre in ginocchio, giravo verso la mia destra per passare all’uccello successivo: lo afferravo con la mano e lo prendevo avidamente in bocca, dedicandogli le mie attenzioni di labbra e di lingua.
“Bravo, facceli diventare belli duri!” mi incitavano i ragazzi “Dai, troia, datti da fare!” Ogni volta che cambiavo, il cazzo successivo era sempre più duro del precedente, segno che il mio lavoro era ben fatto. Anche la mia foga cresceva ogni volta che in bocca prendevo un nuovo uccello, mentre li sentivo commentare fra loro le qualità dei miei succulenti pompini. La scorpacciata di cazzo era davvero goduriosa, ed anche loro quattro erano ormai arrapati al punto giusto, tanto che ciascuno di loro al proprio turno più che farsi spompinare ormai mi scopava in bocca.
Avevo decisamente perso il controllo della situazione, ed erano loro a decidere quando dovevo passare da un cazzo all’altro: decisi quindi di assecondarli e di essere il loro strumento di piacere, godendomi i loro quattro grossi uccelli lasciando completamente a loro il privilegio di comandare il gioco. Lasciai quindi che a turno mi scopassero in bocca, gustando fra le labbra il sapore dei loro stupendi cazzi ormai duri come il marmo, sapendo che entro breve sarebbe stato il mio culo ad essere riempito a turno.
Dopo poco infatti, Giulio si sedette sul divano, con a fianco Massimo e Toni, mentre Gianni rimase in piedi davanti a me, che ancora in ginocchio gli accarezzavo l’uccello. “Mentre eri a rinfrescarti abbiamo pescato 4 carte” disse Massimo, “e Gianni ha vinto il privilegio di incularti per primo... poi a turno ti sfonderemo il culo anche noi!”. Allora diedi un voluttuoso bacio sulla cappella del cazzo di Gianni, finii di spogliarmi e mi misi a pecora fra le gambe di Giulio, offrendo al primo stallone il mio culo da riempire.
Iniziai a spompinare il cazzo di Giulio, mentre con le mani afferrai i cazzi di Massimo e Toni: aspettavo con ansia che il quarto cazzo, quello di Gianni, mi sfondasse il culo. Dopo qualche secondo sentii la sua cappella appoggiarsi sul mio ano ed aumentare la pressione fino a vincere la resistenza dello sfintere. Lentamente il grosso cazzo di Gianni iniziò a trapanarmi il culo, mentre io iniziavo a mugolare di piacere con la bocca piena del cazzo di Giulio. Era una sensazione meravigliosa, mi sentivo pieno di cazzo: la bocca, le mani, il culo, ogni parte di me sembrava essere preda di carne dura e calda che guizzava dando e prendendo piacere. Gianni aveva preso a fottermi con gusto, dandomi della troia pompinara, mentre gli altri lo incitavano a sfondarmi il culo e a sbattermi come una puttana. E così fece Gianni che certo non si fece pregare, fottendomi con grande e reciproco godimento.
Poi tirò fuori il suo uccello, lasciando il posto a Toni: io rimasi immobile ad aspettare che loro ruotassero, ancora una volta strumento di piacere a loro diposizione, finché mi ritrovai davanti alla bocca il grosso uccello di Massimo. Toni mi infilò facilmente in culo il suo grosso cazzo e prese a scoparmi con foga, mentre io lavoravo di bocca e di mani gli altri tre uccelli. Poi fu la volta di Giulio, che mi riempì il culo, ormai sfondato da Gianni e Toni, con un colpo secco, iniziando poi un veloce avanti e indietro fra le mie chiappe. Infine fu la volta di Massimo: il suo uccello era il più grosso di tutti, ed io smaniavo dalla voglia di sentirlo nel culo. Mi penetrò dapprima lentamente infilandomelo tutto fra le chiappe, allargandomi ancora, per poi incularmi davvero con maestria, deliziandomi con i suoi centimetri come un vero stallone, muovendo il bacino massaggiandomi il retto in modo tale da mandarmi in estasi. Dovetti interrompere il pompino a Toni per poter gemere tutto il mio godimento e per incitarlo a sfondarmi il culo ancora e ancora.
Al secondo giro la foia dei quattro stalloni era ancora aumentata ed ognuno di loro mi inculò con foga tale che fu per me impossibile accarezzare i due cazzi che avevo di lato. Ero infatti costretto a sorreggermi a chi stavo spompinando per poter contrastare le spinte dello stallone di turno. Il turno successivo diventò una vera e propria eccitantissima catena di montaggio. Mentre uno di loro mi sfondava il culo col suo uccello, facendomelo arrivare fino in fondo con spinte veloci e profonde, gli altri tre praticamente facevano la fila dietro di lui. Girando la testa indietro li potevo vedere mentre in piedi si menavano i grossi uccelli, lucidi e splendidi, pronti a penetrarmi ancora il culo. Ognuno di loro infatti mi fotteva per non più di dieci o quindici secondi, lasciando il posto al successivo nella fila, che prontamente mi riempiva il culo con il suo cazzone. Io mi sentivo la loro puttana, schiava dei loro cazzi e pronta a qualunque cosa pur di soddisfarli, e gridavo il mio piacere incitandoli a sbattermi come una troia, e supplicandoli di darmi un nuovo cazzo nel culo ogni volta che uno di loro mi sfilava dal retto il suo cetriolone di carne.
La girandola di cazzi si interruppe quando Gianni, venuto il suo turno, volle incularmi facendomi mettere a pancia su e sollevandomi le gambe. Capii allora che la festa volgeva al termine, ma mancava ancora il suggello: il gran finale. Gianni infatti mi scopò nel culo con foga per alcuni secondi, dopodiché estrasse rapidamente il cazzo: me lo ritrovai in un attimo davanti al viso, ed istintivamente afferrai il mio stallone per i glutei mentre lui se lo menava furiosamente. Un istante dopo caldi e copiosi schizzi di sperma bollente mi colpirono le guance e la bocca. Aprii prontamente le labbra, cogliendo con la lingua parte della cascata di rovente sborra che mi si riversò addosso. Mentre allora Gianni mi infilava in bocca l’uccello per regalarmi le ultime stille del suo nettare, Toni mi sollevò le gambe e mi infilò nel culo il suo uccello, fottendomi finché Gianni non gli ebbe lasciato il suo posto.
Ancora una volta i quattro ragazzi dimostravano un affiatamento perfetto, ed io ebbi il piacere immenso di ricevere da Toni la seconda sborrata mentre ancora gocce di sperma di Gianni mi rigavano le guance ed il collo. I primi fiotti di sborra di Toni quindi mi bagnarono ancora il viso e le labbra, mentre i successivi me li schizzò direttamente in bocca. Giulio lasciò che io mi gustassi il nettare di Toni prima di regalarmi il suo: a differenza degli altri due arrivò all’orgasmo senza prima incularmi ancora, e la sua calda sborra andò a mescolarsi con quella di Gianni e Toni. I violenti schizzi mi colpirono le labbra, che io prontamente spalancai in cerca del seme prezioso: erano schizzi davvero potenti e copiosi che mi avevano ormai completamente intriso di sperma, il cui intenso profumo mi mandava in estasi.
Mentre anche Giulio lasciò che gli succhiassi l’uccello per svuotarsi completamente i coglioni, mi ritrovai il grosso cazzo di Massimo piantato nel culo che lo accolse docilmente, essendo ormai diventato il nido ideale per quei quattro splendidi uccelli.
Anche Massimo arrivò in pochi secondi all’orgasmo, e la quarta e più abbondante sborrata arrivò meravigliosa a suggellare quell’orgia di cazzi. Questa volta spalancai la bocca perché volevo che lui mi schizzasse in gola tutto il contenuto dei suoi coglioni, e fui accontentato: Massimo mi infilò fra le labbra la cappella infuocata un attimo prima che da essa iniziasse a sgorgare il caldo nettare. La sborra densa e filamentosa mi inondò rapidamente la bocca, andando a mescolarsi con quella degli altri tre che ancora avevo sulla lingua e facendomi così gustare uno splendido cocktail di sperma. Ingoiai avidamente la deliziosa spremuta di coglioni che Massimo mi riversò fra le labbra, succhiando poi la cappella con foga per essere sicuro di non perderne nemmeno una goccia, fino a che lui non mi sfilò dalla bocca l’uccello, che era ancora comunque bello grosso e duro.
“Mmmmm, davvero bravo!” disse Massimo una volta ritrovato il fiato, mentre mi passava voluttuosamente l’uccello sulle guance e sulle labbra. “Credo che difficilmente stasera io ed i miei amici saremmo potuti capitare meglio”. Sentii alle mie spalle gli altri tre assentire: “Hai davvero ragione!”, “E’ davvero una gran bella troia!”, “Già, sembra fatta apposta per prendere cazzi!”. “Anch’io non credo che sarei potuto capitare meglio”, dissi allora io, mentre accarezzavo, baciavo e leccavo l’uccello ancora barzotto di Massimo che continuava a rimanere davanti a me. “Siete dei tori fantastici! E’ stato stupendo essere la vostra troia... Spero tornerete presto a trovarmi!”. “Certo!” disse Massimo alzandosi, “Ma... cosa ti fa pensare che noi stiamo per andar via?”. Erano tutti e quattro in piedi, con i cazzi ancora duri e pronti ad una nuova girandola di pompini ed inculate! “Prepara il culetto” disse Massimo “perché ora si ricomincia!”. Sorrisi felice, e mentre ancora rivoli di sperma bagnavano la mia faccia, ero di nuovo in ginocchio davanti a loro, pronto a soddisfare le voglie perverse dei miei quattro stalloni di razza. Fu davvero una notte indimenticabile!
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4 years ago
AlexBsxPass,
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Finalmente cornuto!
Mi chiamo Ettore, ho cinquantasette anni, e da tempo ho acquistato una villetta bifamigliare in una nuova zona della città. L’idea era di avere un appartamento per me e uno da affittare, poiche sono solo, niente figli e sono vedovo. Ho fatto questo investimento e ho selezionato i nuovi inquilini. Su questo sono molto esigente, li voglio con lei troia e lui cornuto. La coppia che ha affittato il mio appartamento mi fa ben sperare. Appena giunti mi sono reso conto di due cose: lui Michele, abile commerciante mentre lei, Marina è una bella donna che sa come farsi ubbidire da lui. Ben presto sono diventato il salvagente di lei che mi cercava per ogni cosa e il confidente di lui che per le attenzioni che dedico a lei, non finisce mai di ringraziarmi. Marina è una bella donna. Alta, quarta di seno e veste sempre molto elegante. Lavora come direttrice di un settore di una importante Azienda nazionale. Bella, colta, ha l’aria di una che il cazzo lo ama, ma che lo prende di nascosto del marito. In passato con la complicità di mia moglie, ho goduto nel sottomettere giovani donne, mentre mia moglie umiliava e sottometteva i relativi mariti. Col tempo ho creato un gruppo di persone che come me amano giocare con le mogli troie di mariti cornuti. Lei mi è piaciuta subito e ho già iniziato ad avere una certa confidenza, specie quando lui è assente per lavoro. Una volta mi sono fatto vedere anche nudo. La natura mi ha fornito un attrezzo decisamente grosso e lungo. Lo ha ammirato cercando di non farsi vedere da me, che in realtà lo mostravo di proposito. Poco dopo il loro arrivo li ho invitati a cena. Per tutta la sera mentre riempivo continuamente il bicchiere di vino a lui, facevo la corte a lei che gradiva molto, così si è instaurata una certa confidenza anche con lei. Lui invece dopo quella sera, mi ha confessato che vorrebbe che sua moglie scopasse con un altro uomo. Io gli ho fatto capire che la cosa deve avvenire in maniera naturale, altrimenti si rischia di rovinare tutto, anche il matrimonio. Lui un po’ preoccupato mi ha chiesto se avevo esperienza. Quando gli ho risposto che in passato mi ero occupato di queste cose si è sentito subito sollevato. Mi ha raccontato di come sia troia a letto. Lo prende in tutti i buchi, e ingoia tutto. Oggi sto mettendo ordine in giardino, sono vestito solo con dei pantaloncini che evidenziano molto il pacco, mentre lei sta usando un notebook seduta sotto la veranda. Mi osserva con finta indifferenza, è vestita solo con una tunica leggera bianca e sotto non deve avere nulla perchè quando si è girata per salutarmi i capezzoli duri hanno teso il tessuto evidenziano lo splendido seno. Lui è a un convegno di lavoro, poco lontano dalla città, e all’improvviso un imprevisto semplifica tutte le cose, avviene una lieve scossa di terremoto.
Marina
Mi chiamo Marina, ho quaranta sei anni, e da quasi venti cinque sono sposata con Michele. Lavoro, per una azienda nazionale e ho raggiunto un buon livello di carriera anche grazie alla mia intraprendenza e a una bella forma fisica. Sono alta uno e ottanta, quarta di seno, cosce lunghe e belle, culo da favola, e labbra carnose che amano succhiare un bel cazzo. Appena terminati gli studi, un mio conoscente mi disse di rivolgermi a una persona che dirigeva un settore importante di questa azienda dove io volevo essere impiegata. Sono andata a parlare con lui senza tanti giri di parole mi disse che il posto c’era, ma bisognava pagarlo. Io ho capito subito come funzionava la cosa, e senza indugio gli ho detto che ero, giovane, appena laureata, e vergine, ma desiderosa d’imparare tutto. Un mese dopo ero la sua segretaria e la sua troia. Mi ha sverginato in tutto e per tutto. Ho imparato da lui ha succhiare il cazzo e bere sborra, a farmi scopare, e prenderlo in culo con molta soddisfazione. Dopo due anni ho scoperto che si liberava un posto di rilievo, io lo volevo, quindi mi sono rivolta al vice presidente che sapevo essere un vero porco. Alla mia richiesta di promozione ha risposto facendomi appoggiare i gomiti sulla sua scrivania e mi ha inculato in piedi con molto piacere per entrambi. Ovvio che la promozione è stata mia. Da tempo avevo conosciuto Michele, mi era simpatico anche se ha undici anni più di me, quando mi ha chiesto di sposarlo ho accetto. La vita matrimoniale si è rivelata subito per quello che è, monotona e poco soddisfacente, specie nel sesso. Lui ha un modesto cazzetto che all’inizio me lo sono fatto bastare, ma poi col tempo e l’età, non è più riuscito a soddisfare il mio crescente appetito sessuale. Per fortuna ho imparato a soddisfare le mie voglie diversamente. Lo scorso anno, mentre eravamo in vacanza, ho fatto una scoperta molto interessante. Il direttore del villaggio, aveva notato che amavo pendere il sole in topless, e mi ha fatto capire che a lui la cosa era molto gradita. Potete immaginare quanto ha fatto piacere a me scoprire che a mio marito la cosa non dispiaceva e che mi incoraggiava a frequentarlo. In breve mi ha scopato due sere di fila mentre mio marito dormiva beato con l’aiuto di alcuni bicchieri di vino di troppo. Dopo quel fatto ha preso forma dentro di me il desiderio di cornificarlo alla luce del sole e questo mi eccita tanto. Farlo cornuto con il suo benestare semplificherebbe tanto le cose anche fra noi. Circa due mesi fa è cambiato il presidente della mia azienda. La nuova dirigente, una bella donna mi ha convocato nel suo ufficio. Mi ha fatto i complimenti per il mio, operato, e poiche è fortemente convinta che il potere lo devono amministrare le donne, mi ha chiesto di occuparmi di un settore dell’azienda, lasciato molto alla deriva dalla precedente amministrazione. Mentre mi parlava era in piedi davanti a me. Mi osservava e quando ho accettato l’incarico e la nuova promozione la sua bocca si è incollata alla mia per un bacio davvero unico, bello, intenso e ricco di piacere e passione.
“Mi sei piaciuta subito appena ti ho visto. Faccio molto affidamento su di te per il lavoro e ti do carta bianca, ma vienimi a trovare spesso, il tuo corpo mi eccita tantissimo. “
Dopo quella volta, ci sentiamo spesso. Quasi una o due volte al mese passiamo un pomeriggio a giocare fra noi donne, assieme altre tre che lei ha messo in posti di comando, traendone tanto piacere, anche se il cazzo resta in cima alle mie preferenze. Per poter svolgere più agevolmente il mio nuovo incarico abbiamo preso in affitto questa villetta situata in una comoda posizione nelle vicinanze del mio ufficio. Ettore il proprietario è un bel maschio, maturo, possente, fisico asciutto e ben curato. Mi intriga il suo sguardo, credo che alla fine se devo fare le corna a mio marito con il suo benestare direi che Ettore è l’elemento giusto. Una volta, l’ho anche visto nudo e cavoli!! ha un cazzo che in posizione di riposo è veramente notevole. Mi sono bagnata solo a vederlo, quando ho immaginato di averlo dentro ho goduto subito. Una sera ci ha invito a cena. Mi ha fatto la corte con mio marito che rideva beato, mentre io sentivo un languore allo stomaco al solo pensiero di stare fra le sue braccia. Oggi sta sistemando il giardino. Lo guardo e noto che ha dei pantaloncini molto attillati che evidenziano il pacco. Sono nuda sotto la mia tunica di lino bianco, credo che anche lui lo abbia notato. Mentre lo guardo con la mano sfioro lentamente la mia lumachina che schiuma da morire. Improvvisamente una lieve scossa di terremoto cambia la mia vita.
Michele
Mi chiamo Michele, ho cinquantasette anni e sono sposato con Marina che ne ha undici meno di me. Lavoro nel settore commerciale di una ditta che vende attrezzature per medici e ospedali, questo mi porta ed essere spesso lontano da casa. Marina è una bella donna, sa gestire la sua vita molto bene, è dirigente di un settore di rilievo di un’Azienda nazionale. Veste molto elegante, con gusto e va matta per il tacco dodici, che evidenzia ancora di più il suo meraviglioso culo. Oltre al culo ha un bellissimo seno, una quarta bella soda. Quando prende il sole in topless, mi fa impazzire di piacere vedere gli sguardi dei maschi che si fermano a guadarlo. Siamo una coppia che ha un buon legame, lavoriamo tutta la settimana e solo nel Week end stiamo insieme, tranne come questa volta che sono fuori città per un convegno di aggiornamento. Da poco ci siamo trasferiti in una villetta e il proprietario, è una persona molto disponibile specie nei sui confronti, questo mi tranquillizza soprattutto quando sono fuori. Da tempo, ho il forte desiderio di vederla scopare con altri maschi. La sera quando sono fuori città per lavoro la immagino intenta a scopare con un altro uomo, la cosa mi eccita così tanto che devo segarmi furiosamente. Lo scorso anno in vacanza l’ho incoraggiata ad accettare la corte del direttore del villaggio, ma credo che non sia andata oltre il normale corteggiamento. Peccato, perchè mi sono segato spesso immaginando lui che la chiavava. Ettore il nostro proprietario, ci ha invitato a cena da lui, e nonostante io abbia bevuto più del normale ho visto che fra loro vi era una bella sintonia, per questo qualche giorno dopo l’ho fatto partecipe del mio desiderio di essere cornificato. Lui mi ha detto che in passato aveva avuto simili esperienze, mi ha messo in guardia dal farlo in maniera sbagliata, e si è offerto di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio. Oggi al convegno mi è arrivato un sms, che diceva che nelle nostre zone vi era stata una lieve scossa di terremoto ma che tutto era in ordine. Ho subito telefonato a Marina che era in compagnia di Ettore.
Ettore
Appena la terra ha tremato ho guardato verso Marina che è scatta in piedi voltandosi verso di me e urlando dallo spavento. Sono corso verso di lei l’ho abbracciata tranquillizzandola.
“Ettore, non mi lasciare, ho il terrore del terremoto. Stammi vicino, ti prego.”
“Calma, stai tranquilla, è tutto finito, ci sono io con te.”
Si è stretta a me, tremava come una foglia. Sentivo il mio cazzo premere contro il suo ventre e mi sono eccitato subito. Lei dopo un momento di paura si è calmata e sentendo la mia pressione contro il suo corpo si è stretta anche di più. Siamo rimasti immobili, poi lei mi ha detto che doveva avvertire il marito. Ha mandato un sms, e lui ci ha chiamato.
“Amore come stai? tutto bene? Ettore è lì con te? passamelo.”
Lei mette in viva voce il telefono. Lo tranquillizzo, e lui ripete molte volte di non lasciarla sola per che lei ha il terrore del terremoto.
“Ti prego Ettore, tienila molto vicino, fai di tutto per la sua tranquillità, qualunque cosa. Tu amore non ti staccare da lui, ubbidisci a tutto quello che lui ti chiede.”
Ci guardiamo negli occhi, lei ha un sorriso malizioso, in pratica lui ha messo sua moglie fra le mie braccia e lei non sembra dispiaciuta. La guardo e le mie labbra sono molto vicine alle sue e ci baciamo. La sua lingua entra di prepotenza nella mia bocca a cercare la mia con la quale intreccia una danza veramente erotica. Mi succhia il labbro, sento le sua mani scorrere lungo il petto fino a raggiungere il pacco che ora è perfettamente duro. Ci stacchiamo e lei mi invita d entrare.
“Hai sentito mio marito, non devi lasciarmi sola, stammi ben attaccato addosso, e allora andiamo dentro, nel mio letto mi sento al sicuro.”
La spoglio della tunica e vedo il suo corpo splendido, licio, senza nessuna imperfezione. Il seno sodo e la fica depilata ad eccezione di un triangolino di peli sul monte di Venere che la rende ancora più invitante. Lei si inginocchia davanti a me e estrae il cazzo da dentro i pantaloncini.
“..Whaoo!!!!!!..che bel cazzone!!!!..lo voglio tutto dentro di me….mi fa impazzire solo a guardarlo..”
Lo lecca in punta, scorre lungo l’asta e soppesa con la mano le grosse palle.
..accidenti come sono grosse!!!!… scommetto che dentro c’è tanta crema meravigliosa che voglio………bere……..tutta!!!!!!!!.....mmmhhuhhuumhmmmm……. sssiiii…………
Lo lecca con maestria. Lo infila in bocca assaporandolo bene, poi lo spinge in gola con qualche difficoltà.
…sssiiiii..bella troia..leccalo bene che te lo spingo in gola…ssii…cossììììì…..
Le affondo il palo in gola, non senza qualche difficoltà. Non demorde, anche se, con qualche difficoltà, continua ad affondarlo sempre più in profondità. Poi la sollevo, la distendo sul letto e infilo la testa fra le sue cosce. Sento il profumo del suo sesso che sta schiumando, l’odore di femmina in calore mi eccita tanto. Lo sniffo a pieni polmoni mentre lei m’implora di chiavarla.
….sssssiiii……………..ddaaaiiiiiiii…tttiiii voglioooooo!!!..cazzo..nonn resistoooo!!!!..
Non le do ascolto. Affondo di colpo la mia lingua fra le pieghe della sua ostrica che mi regala un sacco di umori dolcissimi. Lecco, aspiro e succhio torturandole il clito con i denti. Lo serro e lascio di continuo, questo le procura la prima ondata di piacere.
….ssssssSSSSSIIIIIiiiiii..cazzzooo…venggGGGGOOOooooo……… sssiiiii……
Trema scossa da un’incredibile orgasmo che mi riempie la bocca di nettare dolcissimo che lecco tutto. Poi mi sollevo e le affondo di colpo il cazzo tutto dentro. La sento stretta. Mi faccio strada dentro di lei che si apre al massimo per ricevermi. Sbatto la cappella sul fondo e lei ha un nuovo orgasmo che la scuote tutta. La sua bocca è spalancata ma non emette nessun suono. È scossa dal piacere e quando riesce proferire parola mi incita spaccarla tutta.
…s.ssiiiii..seeeiiii meravigliosooooo…sfondamiii tuttaaa……. vengono!!!.....
La stantuffo con calma. Voglio che assapori bene il piacere che le sto facendo provare. Lei gode, si scuote la testa a destra e sinistra come impazzita. La pompo a lungo, poi la sollevo e la faccio salire su di me. Impalata sul mio cazzo si muove avanti e indietro assaporandolo in tutta la sua lunghezza in un continuo di orgasmi. Sfinita si distende sul mio petto.
..Oddioooo..quanto ho goduto!!!...non mi era mai successo..ora voglio che godi anche tu…………
La metto di lato, la scopo con vigore e quando sono al limite le schizzo dentro tutta la mia semenza.
….sssiiii…….orrraaaaa….senti come ti riempooo..sborroooo!!!!..oraaa……..
Lei ha un ennesimo orgasmo. Gode e trema mentre io la farcisco come un bignè. Rimaniamo abbracciati e distesi sul letto. Lei mi accarezza e fa tanti complimenti.
“Ne ho presi di cazzi, ma il tuo li supera tutti. In genere dopo il mio primo orgasmo se ne vengono e tutto finisce. Tu invece mi hai scopato facendomi godere tanto. Da questo momento credo che il tuo cazzo sarà spesso ospite dentro di me se lo vorrai, farò di tutto, e sarà la tua troia per qualsiasi gioco tu voglia fare. Quanto al cornuto credo che sarà soddisfatto. Sono convinta che era quello che voleva, meglio di così non poteva andare.”
Restiamo abbracciati e lentamente lei mi fa eccitare di nuovo. Sento le sue labbra giocare con il mio cazzo, lo succhia, sega e lecca fin quando non raggiunge una nuova erezione.
“Sei fantastico!! Il tuo cazzo è già pronto, allora lo voglio in culo, ma fai piano, grossi così li prendo raramente.”
La rigiro, mi posiziono dietro di lei, le bagno il buchetto con della saliva e appoggio la punta al fiorellino che lentamente sia apre lasciando entrare il paletto.
……aaahhiiii…..piannoooo… come sei grosso…...no!!..non ti fermare..continua ma piano……
L’afferro per i fianchi e lo spingo lentamente senza sosta fin quando sento le palle sbattere sulle chiappe. Lei respira velocemente, mi prega di sfondarle il culo, cosa che faccio con piacere. Incomincio a limare quel buco sempre più velocemente e in profondità, fin quando lei che con una mano si masturba davanti non ha il primo orgasmo.
…sssiii..godooo..cazzo…mi fai godere anche dal culoooooo…..sssisisiiiii…….daaaiiiiiiii…..
La sbatto con gusto per molto tempo, facendole cambiare posizione, ma sempre restando ben piantato nel culo. Ad un tratto ci voltiamo e vediamo Michele che sulla soglia della camera si sta segando mentre ci osserva estasiato.
Lei si gira gli sorride e gli manda un bacio, poi con voce dolcissima lo fa partecipe di quello che sta avvenendo nel suo letto.
“Guarda cornuto come mi sfonda tutta!! Questo è un vero toro!!!...e tu da oggi in poi ti devi mettere bene in testa oltre alle corna, che LUI è un vero maschio e tu sarai solo il mio adorato cornuto, ma in fondo era quello che volevi?”
Lui annuisce e si avvicina mentre io sborro in culo a lei che lo estrae e lo lecca con gusto. Poi lo fa avvicinare e lo bacia in bocca facendole assaporare anche la mia semenza. Distesa a gambe aperte lo trascina con la bocca sulla fica fradicia del nostro piacere e lo obbliga a leccare tutto, cosa che lui fa con entusiasmo.
Da quel giorno sono passati due anni, lui continua lavorare sempre fuori, io ho trasformato Michela in una vera troia. Per raggiungere tale obbiettivo mi sono avvalso della collaborazione di alcuni amici che hanno scopato e usato lei a loro piacimento, mentre lui continua a ringraziarmi per le corna che porta.
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4 years ago
admin, 75
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La prima volta in tre
Mi chiamo Valerio, ho trenta sette anni, alto uno e ottanta per ottanta tre kg. Capelli corti castani, occhi castani corporatura normale, un pò di panzetta ma nell’insieme abbastanza gradevole. Sono sposato da dieci anni con Maria che ha trenta due anni. Alta uno e sessanta e pesa cinquantasette kg. Capelli fin sotto le spalle castano chiaro, occhi verdi, labbra carnose, seno una seconda e un gran bel culo! Sono un rappresentante di medicinali e questo spesso mi porta ad assentarmi fuori città per alcuni giorni e rientro solo nel fine settimana. Lei invece lavora insegnate di supporto nella scuola media del nostro paese. Abbiamo un figlio maschio, di cinque anni. È splendido ragazzo che oltre a riempirci di gioia in ogni istante ci impegna per tutto il tempo della nostra vita lasciandocene poco o quasi niente a disposizione per dedicarci un pò a noi ed alla nostra intimità. A letto, o comunque nell'intimità, siamo diversi. Io decisamente più porco lei molto più romantica, anche se, in alcuni momenti, se presa nel giusto modo, sa è essere abbastanza disinibita. Odia il sesso fatto in fretta. Ama molto essere coccolata, e le piacciono anche baci, carezze, strusciarsi nudi nel letto, e un pò di romanticismo. Sessualmente parlando mi dà già molte soddisfazioni. Non disdegna di succhiarmi e leccarmi fino alle palle, e le piace quando le lecco la figa procurandole grande piacere, mi reputa abbastanza bravo. Nonostante abbia una buona dotazione più di circa una ventina di cm, purtroppo, anzi spesso, sono troppo veloce. Vengo prima che lei raggiunga il suo orgasmo lasciandola mio malgrado insoddisfatta. Forse questo è dovuto al fatto che lo facciamo sempre con il preservativo poi che teme gravidanze indesiderate e non vuole sentir parlare di pillola. Inoltre non mi ha mai voluto concede il suo bel culetto perchè la ritiene una cosa sporca. Naturalmente questo è diventato il mio sogno ricorrente. Per incrementare il gioco intimo fra di noi, ho acquistato un fallo di gomma nero molto realistico che ogni tanto utilizziamo in base al suo umore, ed ho notato che quando lo usiamo è come se si eccitasse di più. Da qualche tempo ho una fantasia scaturita da un fatto del tutto innocente e quasi insignificante che è avvenuto casualmente. Un giorno che eravamo al mare assieme ad una coppia di amici, eravamo distesi al sole quando vicino a noi c’era un gruppo di ragazzi di cui uno di colore che giocavano e scherzavano. Casualmente la palla con cui giocavano è finita vicino a lei e il ragazzo di colore si è avvicinato e con garbo ed educazione è andato a riprenderla. Nulla di sconveniente, ma ho notato che lei ha avuto un grande apprezzamento, per questo ragazzo di colore, per il suo fisico splendido, e per la sua educazione. Ne ho dedotto che probabilmente è attratta dai maschi di colore. Da quel giorno ho iniziato ad avere il desiderio di lei scopata da un altro maschio, meglio se di colore. Per capire se vi era una reale possibilità di realizzare questo mio desiderio ho incominciato, in maniera molto soft a cercare di capire se lei era propensa ad una simile esperienza Durante un 69 l'ho penetrata con il fallo nero. Mentre mi succhiava e le ho chiesto di immaginare che stesse scopando con due cazzi. La prima volta fatto finta di non capire o non sentire. Poi quando ho insistito all'improvviso ha avuto una strana reazione che non mi aspettavo.
“Ma perchè vorresti con scopassi con un altro?”
Non sono riuscito a capire se lo ha detto incazzata o incuriosita, sta di fatto che ho farfugliato qualcosa ed ho sviato il discorso. Ben presto è diventata una fissazione avere il suo culetto e di vederla scopare con un altro. Anzi vederla alle prese con me ed un altro. Probabilmente tutto questo deriva dal fatto che spesso ho un orgasmo molto veloce e sicuramente saperla insoddisfatta mi rattrista. L'idea di vederla ed averla tra me ed un altro uomo mi fa impazzire di desiderio. Poter fare una doppia penetrazione o avere il tempo di recuperare mettendomi da parte mentre scopa con l'altro, ma sempre davanti a me. Dopo un pò di tempo sono tronato alla carica ribadendo il mio sogno. Eravamo a letto e prima di una scopata, la penetravo con il fallo nero, e mentre me lo succhiava quando le dico di immaginare che sia qualcun'altro a penetrarla. Mi guarda in silenzio, ma questa volta ha quasi sorriso come se la cosa le piacesse. Incoraggiato dalla sua reazione continuo nella mia fantasia e le dico di immaginare che assieme a noi in quel letto ci sia anche quel bel ragazzo che ha visto in spiaggia. Per un attimo è restata immobile, quasi morivo pensando che avrebbe sbottato, invece ha incominciato a succhiarmi sempre più forte e io ho aumentato il gioco ho continuato a parlare, scopandola più forte con il fallo.
…ssis daiiii..pensa che adesso te lo pianta dentroo…daai godi..lo senti ti sfonda…..
L’ho sentita gemere e poi è esplosa in un attimo in un orgasmo forte, e intenso, come non lo aveva mai avuto in tutte le volte che l’ho scopata.
…huhuuummmm… veguummmmmm……
Ha preso a tremare e a godere così tanto che sono venuto. Ha appena fatto in tempo a sfilarlo dalla bocca che le sono schizzato sul seno. Mi aspettavo una reazione sdegnata, invece lei mi ha guardato con occhi languidi e molto felici. Io senza nemmeno rendermene conto mi sono ritrovato ancora con il cazzo durissimo immaginando quanto piacere le poteva aver dato realizzare questa mia fantasia. Ho infilato un preservativo ho preso a scoparla con molto impeto facendola godere di nuovo e poi ho sborrato di nuovo pure io. Ci siamo guardati un momento in faccia e subito ci siamo resi conto che la cosa era bella e lei ha sorriso.
“Sei un pazzo!! Speriamo che ti passi questa fissa.”
Mi ha guardato, e poi è andata in bagno, ma le sue ultime parole le ha pronunciate senza troppa convinzione. Io ho pensato che forse era giunto il momento di creare il presupposto per vivere realizzare questo mio desiderio. L’occasione si è presentata quasi per caso. Ero in un magazzino che stavo acquistando del materiale edile quando ho sentito due colleghi che coperti dallo scaffale parlavano di un sito scambista. Ho annotato il nome e la sera casa mi sono messo alla ricerca di questo sito. Quando l’ho trovato ho capito che era quello che cercavo. Oltre alle coppie c’erano tanti singoli che si prestavano a far vivere delle emozioni del tipo che volevo io. Dopo essermi registrato come coppia. Ho mandato dei messaggio ad alcuni di loro e subito mi hanno subissato di richieste di foto, e molti di loro erano molto aggressivi, e invadenti, che alla fine me ne sono andato cancellando tutto. Sconsolato ho ripreso la mia ricerca e ho scoperto altri siti che se visitati con una certa prudenza potevano avere quello che stavo cercando. Navigando quasi in incognito mi sono imbattuto nel profilo di un ragazzo di colore che garbatamente si proponeva a coppie e singole per far vivere una esperienza molto gradevole. Mi ha subito colpito la sua gentilezza e il suo fisico statuario. Mi sono registrato, era l’unico modo per contattarlo, e quando gli ho mandato un messaggio pensavo che anche lui avrebbe voluto foto e altro per accettare di conoscermi. Perde due giorni non ho avuto nessuna risposta. Stavo quasi per desistere quando lui mi ha contattato scusandosi e mi ha spiegato che essendo un fisioterapista massaggiatore era stato impegnato con un noto personaggio che aveva avuto un problema serio e si era resa necessaria la sua presenza e quindi non aveva consultato il suo profilo. Molto gentilmente mi ha chiesto cosa desideravo. Gli ho spiegato il mio sogno. Lui mi ha detto che per lui non era un problema, non aveva molta esperienza, non era uno che passa tutto il tempo a scopare, ma si sarebbe attivato in tutti i modi perche si potesse far vivere a mia moglie un momento molto bello e indimenticabile. Il fatto che non fosse un assatanato mi ha da un lato fatto sentire meglio, mentre da dall’ altro ho avuto paura che la sua scarsa esperienza poteva compromettere tutto, quindi ho deciso che ci dovevamo incontrare per capire se lui era veramente la persona giusta per quello che io volevo. Fortunatamente non abitava nella mia città ma in una dove spesso vado per lavoro e quindi fissare un appuntamento con lui è stato facile. Quando ci siamo travati in un bar, ho avuto subito la sensazione che fosse quello giusto. Altro fisico splendido e modi garbatissimi. Lui mi ha confessato che si era tenuto sul vago perche di solito nella maggior parte dei casi sono dei gay che lo contattano con la scusa della moglie per avere un contatto intimo con lui. Ho subito chiarito questa cosa mostrando anche se non richieste, delle foto di Maria in costume e lui ha apprezzato molto la mia sincerità. Mi ha confessato che ha già avuto delle esperienze di questo genere e che sarebbe stato molto contento di aiutarmi nel realizzare la mia fantasia. Abbiamo stabilito un piano e grazie alla sua già collaudata esperienza, a quel punto ha giocato a carte scoperte, mi ha suggerito il modo come realizzarla. L’occasione giusta sarebbe stato l’imminente compleanno di mia moglie alla quale io avrei regalato un week end e un massaggio nel suo studio. Conoscendo la passione di mia moglie per i massaggi la cosa non mi avrebbe creato nessun problema e sarebbe stato perfetto per far spogliare Maria e incominciare a stuzzicarla e poi intervenire insieme a farle vivere uno sconvolgente momento di puro piacere. Mi organizzo. Figlio dai suoceri, e week end da soli nella città di Kistian così si chiama il singolo di colore. Cena romantica dove lui in disparte ci osserva e vede che fra noi c’è molto romanticismo, e tanta complicità. Il giorno successivo sono tutto emozionato, ho appuntamento con lui per la seduta di massaggi. L’avrei scopata molto volentieri, ma lui mi ha consigliato di non farlo, per non far scendere la voglia a mia moglie. Lei non sta sospettando nulla e si lascia condurre dentro lo studio di Kristian che ci accoglie molto gentilmente. Vedo subito lo sguardo compiaciuto di Maria che apprezza molto l’aspetto fisico, e soprattutto che è un bel ragazzo di colore. La fa accomodare nello studio. Essendo di domenica siamo assolutamente sicuri che nessuno verrà a disturbarci e questo fa rilassare sia me, che mia moglie. Lui la invita a spogliarsi e le porge una mutandina mono uso e un telo per il seno. Lei si spoglia mentre io nascosto nella stanza accanto posso attraverso una porta lasciata socchiusa vedere tutto quello che succede dentro la stanza. Sono avvolto da buio più nero mentre lei distesa sul lettino è illuminata da alcune candele profumate e una leggerissima musica di sottofondo rende il tutto molto rilassante. Osservo in silenzio pronto ad intervenire al momento giusto. Vedo lui che entra nella stanza e lei che è distesa a pancia in giù. Le sorride e poi si mette a massaggiarla incominciando dalle caviglie. Lo osservo e vedo che lui le sta massaggiando le gambe incominciando dai piedi. Mi sarei aspettato che facesse il contrario per poter vedere mia moglie in come avrebbe reagito. Lui indugia molto lungo le gambe risale lentamente sempre più in alto verso l’attaccatura della gamba. Dopo si sposta di lato e vedo che il filo della mutandina monouso è già sparito nel solco delle natiche e che lui le massaggia l’interno della coscia sempre salendo verso il suo splendido culo. Lo massaggia e poi risale vero le spalle. Maria si rilassa e fa un lungo respiro. Lui la massaggia abilmente e poi quando ha raggiunto il capo si distende su di lei mentre con le mani scorre lungo la spina dorsale. In questo modo appena sopra il capo di Maria si materializza un bel bozzo che a mala pena la stoffa della divisa di Kristian riesce a celare. Lei lo deve percepire di sicuro perche lui lo mette visibilmente in mostra e ho quasi la sensazione che lei sollevi un poco il capo per avere un contatto con il suo cazzo. Tutto si svolge in silenzio, e nel massimo rispetto. A questo punto mentre io ho il cazzo durissimo lui la fa girare. Lei fa un profondo respiro poi si gira e mette il sottile telo bianco a coprire il suo seno. Appoggia il viso di lato sulla guancia e continua a tenere gli occhi chiusi, ma si vede che si sta eccitando dalla stoffa del telo che copre i capezzoli che sono alti e tesi. In silenzio mi spoglio nudo e resto ancora nell’ombra a vedere come prosegue il gioco che mi sta eccitando tantissimo. Lui riprende a massaggiarle le gambe dal basso. Prende la gamba destra e la fa inarcare e poi la massaggia sempre più intensamente lungo l’interno della coscia e quando arriva all’attaccatura della gamba fa in modo che il filo della mutandina sia teso verso l’alto. In questo modo lentamente la sottile stoffa si insinua fra le labbra della fica di Maria che silenziosamente sta gemendo. Lo vedo dal fatto che con un gesto quasi impercettibile si sta mordendo il labbro inferiore. Un gesto che fa quando si eccita e io mi sento fra le mani il cazzo che quasi mi scoppia. Kristian si sposta di alto e poi solleva anche l’altra gamba. Massaggia la coscia interna e quando sale il alto le sue dita sfiorano le labbra della fica che adesso si sta bagnando. La stoffa della mutandina sta diventando di colore scuro. Lui indugia un poco poi professionalmente risale il corpo, ignora un poco i seni e poi massaggia il collo. Lei si trova a pochi centimetri il suo cazzo che adesso è ben in evidenza davanti alla sua faccia. Lui scorre con le mani lungo i fianchi e poi nel risalire indugia fra le gambe. Improvvisamente Maria stringe di colpo le gambe e imprigiona la mano di Kristian che adesso di sicuro al sta masturbando. Un gemito esce dalla bocca di Maria.
……uuuhhhmmumummmmhuum……
Lui le lascia assaporare il piacere, si volta verso di me e me e con un cenno del capo mi invita ad entrare in scena. Mi avvicino molto lentamente e in silenzio. Quando lei riapre le gambe lui le prende una mano e la porta al suo pacco. Lei lo afferra, poi percepisce la mia presenza e inizialmente un pò dubbiosa, perplessa ed un pò contrariata.
…no…dai…ti prego…non voglio……daiiii…..
La sua voce è incerta. Kristian continua a masturbarla e lei alla fine decide di lasciarsi andare perchè in fondo sa bene che la cosa piace ed incuriosisce anche lei. Lui si abbassa i pantaloni e lei afferra decisa il suo membro, un bel cazzo sicuramente un pò più lungo del mio ma decisamente più grosso. Lascia libera la fica e io mi ci tuffo a leccarla con molta passione. Lecco e succhio il nettare che sta sgorgando. Alzo lo sguardo e vedo che lui adesso le ha infilato il cazzo in gola e lei lo succhia avidamente. Sono così contento che quasi sborro senza toccarmi. Lecco come impazzito e lei ha il primo orgasmo che urla a bocca piena.
……ssssiuummmmm…venghuuuhmmmm…
Trema scossa dal piacere. Inarca il corpo che si tende nello spasmo del piacere e poi lentamente si ridistende. Sono eccitatissimo nel vedere che adesso lui le ha messo una mano sul capo e le detta il ritmo della pompa. Lei succhia e io sono così sconvolto che senza nessun preavviso mi sollevo e dopo aver indossato un preservativo che mi ha passato Kristian la penetro di colpo. Per un attimo lei mi guarda basita, poi il piacere ha il sopravvento e si rilassa mentre io la scopo in profondità. Solleva le gambe e le cinta dietro la mia schiena e mi asseconda nei movimenti quasi a voler aumentare la spinta in profondità. Sono così eccitato che sborro quasi subito senza che lei abbia raggiunto un orgasmo.
…hummm vengo!! accidenti!!! sto sborrando!!!
Lei si gira di scatto. Mi osserva e si rende conto che le sto venendo come sempre senza che lei abbia raggiunto il piacere. Resto immobile dentro di lei mentre vedo Kristian che dal taschino della divisa prende un profilattico, lo apre e poi rapidamente lo infila dopo aver tolto il cazzo dalla bocca di Maria. Quando esco prende prontamente il mio posto. Lei vorrebbe dire qualche cosa, mi segue con lo sguardo, ma la sua bocca si apre ma nessun suono ne esce. Lui le ha infilato tutto il suo palo dentro con un solo affondo e io dopo un attimo di stupore vedo che il viso di mia moglie si trasforma in una maschera di puro piacere. Dopo aver sollevato le sue gambe fino alle sue spalle la pompa con un ritmo continuo e costante e ben presto lei raggiunge quell’orgasmo che io non sono stato in grado di farle provare. Gode mentre io la guardo estasiato.
…ssis eccommii non ti fermareeeee…vengoooo!
Lui continua imperterrito a scoparla e lei ben presto perde il conto di quante volte ha raggiunto il piacere. Io sono rimasto in disparte a guardarla godere. Il mio cazzo dopo poco è tornato durissimo e mi avvicino alla sua bocca. Per un attimo lei lo rifiuta, poi in preda all’ennesimo orgasmo lo affonda in gola. Mi succhia con forza e io sono molto eccitato. Guardo Kristian e gli faccio un cenno convenuto. Lei è così eccitata e sfinita dai tanti orgasmi che non si è resa conto che ho passato a lui un piccolo flacone con dell’olio e lui le ha lubrificato il culo. Lei lo ha lasciato fare e quando lui mi fa cenno di tenere aperte e alte le gambe di Maria, io lo assecondo prontamente. Afferro le sue caviglie, lui esce dalla fica, si sfila il preservativo e poi dopo aver velocemente lubrificato il cazzo lo affonda nel culo di mia moglie. Per un attimo lei si irrigidisce, poi lentamente dopo un bel respiro si rilassa e lo asseconda. Mi sarei aspettato un netto rifiuto, invece la vedo che lentamente con solo qualche smorfia che presumo sia dolore, lei lo asseconda e si fa sfondare il culo da quel cazzo lungo e grosso che adesso è tutto dentro di lei. Basito lascio le gambe che lei appoggia la petto di lui che adesso incomincia a pomparla con il suo ritmo costante e metto una mano sulla sua fica e la masturbo. Lei gode e poi afferra il mio cazzo e se lo infila in gola. Osservo il modo con cui lei lo asseconda nella pompata e come gli va incontro per riceverlo tutto dentro. Resto stupito ed estasiato. Sto quasi per venire di nuovo, ma lui dopo averle fatto provare alcuni orgasmi la solleva e sempre tenendola impalata sul suo cazzo mi indica un comando che fa abbassare tutto il lettino e quando si mette di nuovo a sedere lui è disteso supino con lei sopra. La fa ruotare usando il suo cazzo come se fosse un perno e così adesso lei è distesa su di lui di spalle e ha le gambe aperte. Lui mi incita a farla godere.
“Dai lecca la fica! falla godere mentre io le sfondo questo culo stupendo!”
Ho forte il desiderio di farle il culo, ma seguo le indicazioni di lui e mi inginocchio fra le sue cosce e mi metto a leccarle la fica mentre il suo cazzo scorre a poca distanza dalla mia bocca e ammiro al potenza con cui lui la inculando. Lei ha un nuovo orgasmo e lo urla con tutto il fiato che le rimane.
….sssii vengooo!!..VENGOOOOO!!!..vengooo…
Mi arriva in bocca un vero fiume di nettare che bevo e assaporo tutto. Poi preso dal desiderio mi sollevo indosso un nuovo preservativo e appoggio il cazzo alle labbra strette della sua fica e cerco di entrare. Lei ha un momento di indecisione che però è subito fugato dal cazzo di Kristian che la fa di nuovo godere.
…nno…daii…è troppo…..ODDiiioooo ..vengo!!..
La voce gli muore in gola mentre io lentamente non senza qualche difficoltà le entro dentro. Mi fa subito impazzire sentire il cazzo di lui diviso solo da una sottile membrana. Sembra che li abbia tutti e due davanti. Gode e noi la scopiamo con molto vigore facendola urlare di nuovo di piacere.
…ssiiii………………..vengooo!!!!..........
Per me è troppo. Sento che sto per venire di nuovo quando improvvisamente Kristian gode e le riversa in culo la sua sborrata.
…eccomiiii…SBORRROOOO!!!..oraaa!!!.
Resto immobile e questo in un certo senso ritarda il mio orgasmo. Lascio che lui le scarichi dentro l’intestino diversi fiotti di sborra e poi sono io che mi sollevo, mi sfilo e sono seguito da Maria che appena se lo sfila dal culo si gira e lo prende in bocca a lui mettendosi in ginocchio davanti a me. Vederla succhiare quel cazzo ancora abbastanza duro mi sconvolge e le metto il mio dentro il tanto agognato culetto. Lo spingo dentro fino in fondo senza nessun problema. Le scopo il culo velocemente e ben presto le sborro in culo quel poco che ho ancora nelle palle.
….ssisii eccommiii…sboorroo!!
Stupendo. Lei si gira, mi sorride e poi continua a succhiare il suo cazzo a lui che adesso se lo sega con lei che ha in bocca solo la cappella. Basta poco perche anche lui le sborri in bocca. Ero dubbioso se lo avrebbe ingoiato per il semplice motivo che una cosa che le fa solo se è veramente appagata, ma vedo che con lui non fa nessun problema. Beve e ingoia, lo lecca e poi si solleva e mi bacia in bocca. Sento il sapore della sua sborra, ma sono così contento ed eccitato che mi fa piacere anche questo. Lei sfinita ci sorride e lui le indica una porta dove c’è un bagno e una doccia.
Poco dopo mentre lei si è data una rinfrescata e io mi sono rivestito ce ne andiamo. Appena siamo in macchina in viaggio verso casa lei mi guarda con aria severa.
“Sei un porco!! Mi hai teso un tranello!!
Le ultime parole le pronuncia ridendo. Da quel giorno la nostra vita sessuale ha avuto un repentino cambiamento. Spesso quando la scopo o le faccio il culo immagino sempre lei che si fa inculare da uno sconosciuto e questo mi eccita tantissimo.
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4 years ago
admin, 75
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Coppia bsx in piazzola di sosta
La mia prima esperienza con una coppia risale a un paio di anni fa, fino ad allora non avevo mai neanche pensato che potessi trovare eccitante giocare alla presenza di un altro uomo. Tutto accadde per caso in quanto, al rientro a casa dopo un viaggio, decisi di fermarmi in una piazzola di sosta per riposare una mezzoretta, così abbassai il sedile della macchina e crollai dopo pochi minuti. Fui risvegliato dopo una decina di minuti dal lampeggiare di un'altra macchina... inizialmente pensai al solito scocciatore invece con mia grande sorpresa era una coppia, lei sulla trentina e lui sicuramente oltre i 60. Fu il lui ad affiancarsi e dopo un primo sguardo si rivolse a me dicendomi che piacevo alla sua compagna e che le avrebbe fatto piacere assaggiare il mio cazzo... incredulo ed eccitato gli dissi subito di si e cosi la invitai a salire da me. inizialmente titubante il marito mi chiese se invece ero disponibile io ad andare con loro, ovviamente accettai anche perché sembravano persone distinte. appena salito in macchina e dopo le presentazioni del caso la tipa tirò fuori il cazzo del compagno e cominciò a succhiare avidamente invitandomi a tirarlo fuori, saliva azzerata ed eccitazione a mille, subito cominciai a masturbarbi. A quel punto decisi di prendere l'iniziativa toccando la fica alla donna che subito gradì ed era bagnatissima ... chiesi se potevo leccarla e a quel punto il marito mi disse che, ogni cosa che desideravo fare con lei, prima dovevo farlo con lui. Spiegai subito che non avevo mai avuto esperienze di quel tipo, ma lui quasi non mi ascoltò e incollò in un colpo solo tutto il cazzo in bocca, mentre lei continuava a succhiare il cazzo a lui... stranamente la cosa non mi dispiacque e lo lasciai fare, ma quando mi avvicinai per leccare lei, lui m'interruppe dicendomi nuovamente che avrei prima dovuto prendergli in bocca il cazzo... inizialmente rifiutai, ma cedetti subito dopo quando la moglie m'invitò a farlo dicendomi che dopo mi avrebbe fatto un pompino lei. Così appoggiai le mie labbra e cominciai a succhiare con la donna che mi incitava a prenderlo tutto in gola, lui mugolava e io ero eccitatissimo. senti un dito entrarmi piano piano nell'ano e sobbalzai, era lei che mi sussurrava dicendomi che si eccitava così, improvvisamente l'uomo mi prese la testa e con forza la spinse verso di lui... non potevo muovermi e stavo quasi per soffocare, ma ero inspiegabilmente eccitato, improvvisamente mi lasciò tirando il cazzo fuori dalla bocca, riversando una copiosa sborrata sulla mia faccia... ordinando alla moglie di pulire tutto con la lingua prima e spompinarmi.... sentire la sua lingua raccogliere lo sperma e attaccarsi subito dopo al cazzo fu stupendo. mentre mi spompinava questa volta fu il marito a infilarmi un dito nel culo.. godevo come non mai! Riversai un litro di sborra in bocca della moglie che in parte ingoio e in parte condivise con il marito dicendogli ... assaggia amore è buonissimo! dopo pochi minuti ci rivestimmo e loro scapparono via senza salutare...
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4 years ago
victor972,
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La patatina del nonno.
Mi chiamo Genny, ho diciannove anni e sono alta uno e settanta, capelli neri e occhia azzurri, regalo di nonna paterna, seno una terza, e un bel culetto a mandolino gambe lunghe e affusolate. Sono decisamente una bella ragazza che tiene molto al suo aspetto fisico e alla sua immagine, come mi ha insegnato mia nonna, che di classe ne aveva da vendere, una bella immagine fa sempre colpo e che aiuta in tanti casi della vita, e io sono sempre stata convinta che avesse veramente ragione. Da sei mesi vivo in una altra città essendo iscritta all’Università nella Facoltà di belle Arti. Abito in un piccolo bilocale con bagno posto in una bella zona di questa città, molto diversa da quella dove sono nata e anche questo nuovo modo di vivere è per me tutta una frizzante novità. Devo spiegarvi una cosa che caratterizza la mia famiglia. In casa mia hanno tutti l’abitudine di sposarsi presto, e in particolare di mettere incinta le moglie molto giovani. Non vi so spiegare il motivo o perche succede, ma succede e basta. Mio nonno Augusto ha sposato mia nonna Silvia che era incinta e aveva diciassette anni, ha partorito due maschi, mio zio Mario, che a sua volta ha sposato mia zia Claudia anche lei incita a diciassette anni e a diciannove aveva già due figli, e suo fratello Carlo che poi è mio padre, ha sposato mia madre Lucia, anche lei era incinta a sedici anni e ha diciannove aveva già mio fratello Stefano, e me che adesso mi ritrovo ad avere una madre che sembra mia sorella e mio padre che sembra il fratello maggiore di mio fratello. Da un certo punto di vista è anche un vantaggio, ci si ritrova sempre ad avere genitori giovani, ma nello stesso tempo la cosa mi rende un po inquieta perche io a diciannove anni, non sono ne fidanzata, ne sposata, e nemmeno incita mentre mio fratello ha già due figli avendo messo incinta mia cognata a diciassette anni e che ha partorito due gemelli, maschi. Siamo una famiglia benestante, e abbiamo due settori dove la mia famiglia ha investito e ha realizzato la propria fortuna. Un settore è la grande distribuzione alimentare, con sei super mercati, e nel settore delle maioliche e piastrelle, dove voglio inserirmi io e per questo frequento la Facoltà di belle Arti. Voglio dipingere maioliche, e fare dei capolavori con la mia fantasia e rinnovare un settore che i miei vorrebbero dismettere. Ovvio questo mi ha portato a scontrami con la mia famiglia che avrebbe voluto che pure io mi fossi inserita nelle varie amministrazioni dopo aver fatto studi di ragioniera o da dirigente per affiancare i miei fratelli e zii per dirigere le varie attività di famiglia, ma io ho deciso che voleva fare una cosa diversa e in questo solo mio nonno mi ha appoggiato. Per studiare mi sono allontanata dalla villa di famiglia dove tutti viviamo in totale armonia, e questo devo ammettere mi manca un poco. A diciannove anni essere di colpo libera è come prendere una sbornia. Ti senti padrona del mondo, e allora puoi fare quello che ti pare, andare dove vuoi e con chi vuoi. Allora penserete sesso a go go. Assolutamente no! Sono così terrorizzata dall’idea di rimanere incinta che ho cominciato ad assumere la pillola dai sedici anni. E questo mi ha condizionato sempre l’esistenza. Quando si tratta di sesso sono molto cauta, chiusa e soprattutto non ho mai messo il sesso fra le mia priorità, anche se ho avuto qualche frequentazione non ho mai ritenuto che la persona con cui uscivo era quella giusta. Dentro di me c’è sempre stata una sensazione che mi mancasse qualche cosa che mi portasse a lasciarmi andare. Sono sempre fuggita quando una relazione si stava incanalando in maniera molto seria. Naturalmente il mio aspetto, i miei occhi e il mio modo di essere sempre elegante, con mini e tacchi alti, ha scatenato un nugolo di maschi che mi ronzano intorno da quando ho messo piede all’Università. Poi visto che non riuscivano ad ottenere nulla è stata la volta delle ragazze che hanno senza mezzi termini iniziato a sedurmi sperando che fossi lesbica. Io mi sono sempre concentrata sullo studio, senza lasciarmi sedurre dal sesso e soprattutto ho continuato a mantenere i contatti con la mia famiglia che non vedeva di buon occhio il fatto che io me ne andavo a vivere da sola. Mio nonno Augusto, il patriarca di famiglia quando ha saputo le mie intenzioni ha detto una cosa che tutti hanno accettato.
“Vieni a casa una volta ogni quindici giorni, e telefoni almeno due volte al giorno ai tuoi genitori e una volta a me.”
Tutti d’accordo. Da quando è morta mia nonna per un banalissimo incidente, un ubriaco non ha rispettato uno stop, uccidendola, lui è cambiato. Per anni lui e mia nonna sono stati il mio punto di riferimento. Lei gran donna di una classe innata e sempre molto elegante anche in casa, che mi ha di fatto cresciuta e insegnato tutto quello che c’era da sapere nel vestire, muoversi, e in genere a vivere. Lui sempre dolcissimo con me che a suo dire ero la copia giovane della nonna, e che mi ha sempre chiamato la sua patatina. Un vero signore, sempre posato, nei modi e nelle reazioni. Un vero patriarca, un imperatore, come quello di cui lui ha il nome che però ha sempre fatto le cose in maniera giusta ed imparziale soprattutto con i suoi figli che ha istruito alla guida del suo impero consapevole che un giorno gli sarebbero succeduti, ma non con me. Per me ha sempre avuto un debole, un trattamento speciale e io ho un forte ascendente su di lui, gli posso chiedere ogni cosa e lui non me la rifiuta mai, in particolare dopo la morte della nonna. Oggi a cinquanta cinque anni ha un fisco che quando passa le donne lo divorano con gli occhi. Alto, imponente spalle larghe, asciutto, e con ancora quasi tutti i capelli neri, mani grandi e braccia forti che mi hanno sempre fatto sentire protetta e al cento del mondo. Da un po di tempo mi sono resa conto che c’è qualche cosa che non va in lui. Le nostre telefonate duravano in genere una ventina di minuti, invece adesso mi chiede appena le solite cose come se voglia evitarmi. Sono stata a casa la scorsa settimana e lui non l’ho visto, era a convegno a cui avrebbe potuto inviare chiunque e così, quando sono tornata all’Università e ho scoperto che non avremmo avuto lezioni ne venerdì ne sabato per i festeggiamenti del santo patrono, l’ho chiamato e l’ho invitato a raggiungermi per passare tre giorni insieme. All’inizio ha cercato delle scuse per non venire, ma io l’ho minacciato di sparire dalla sua vita se non mi accontentava.
“Ti prego non farlo. Vengo, il giovedì pomeriggio dopo l’ufficio vengo e staremo tre giorni insieme. Faccio prenotare dalla mia segretaria una camera in un albergo vicino a te e ti raggiungo.”
L’ho incenerito.
“Tu non devi prenotare nulla! Ho abbastanza spazio per entrambi e poi se non lo dici a nessuno è meglio. Ti voglio tutto per me e dimentica il cellulare che tanto non ti serve.”
Ha accettato tutte le mie condizioni. Il giovedì alle 13.30 me lo sono ritrovato appoggiato alla sua splendida Maserati, bello, sorridente e con una rosa rossa in mano. Naturalmente fin quando non l’ho salutato per tutti quelli che mi hanno guardato ero la classica troietta che si è venduta ad un ricco.
“Nonno!! che sorpresa!”
Lui mi ha abbracciato e mi ha aperto lo sportello della sua vettura e quando sono salita, la mini gonna è scivolata verso l’alto e lui ha ammirato le mie splendide cosce fasciate dalle mie inseparabili autoreggenti. Nel breve tratto fino a casa gli ho chiesto come mai mi aveva fatto questa sorpresa e lui ha detto che in ufficio il climatizzatore si era rotto e lui che aveva già la valigia in auto l’ha preso come un segno, se ne doveva andare a trovare la sua patatina. Appena dentro il mio appartamento ha dato una bella occhiata e ha annuito compiaciuto.
“Bello, intimo e ben tenuto. Non che avessi dubbi sul fatto che la mia patatina non fosse in grado di vivere da sola e di dimenticarsi di suo nonno che oggi le ha fatto fare la figura della troietta che si vende ad un vecchio porco che ama le ragazzine.”
La parte finale della frase la sussurra quasi a bassa voce. Mi giro lo afferro per il bavero della giacca e lo fulmino con uno sguardo mentre il mio viso molto vicino dal suo è una maschera di rabbia pura.
“Non ti permettere di dire queste cose! Oggi ho avuto una bellissima sorpresa da una persona che adoro e che non è affatto vecchio! In quanto alla troietta devi sapere che io non devo spiegazioni a nessuna delle persone che ci hanno visto e quando ti ho chiamato nonno tutte quelle puttanelle mi hanno sicuramente invidiato. Quindi chiariamo una cosa importante: qui c’è un bel maschio e non ci sono vecchi!”
I nostri occhi si scrutano, lui mi sconvolge con il suo sguardo profondo, e le nostre bocche sono vicinissime ad un tratto le sue labbra sono incollate alle mie. Dopo un attimo di stupore apro la bocca e la sua lingua penetra di prepotenza e si mette a giocare con la mia e ci scambiamo un bacio sconvolgente, forte, carico di passione. Sento uno strano languore nel ventre mentre le mie mutandine si bagnano in maniera incredibile. Ho un improvvisa ondata di calore che dal basso ventre sale fino al cervello e mi sconvolge la cosa che questo rivela. Ho sempre desiderato questo bacio! Fin da quando ero bambina e lo vedevo baciare mia nonna ho sempre desiderato essere così stretta fra le sue braccia e ora mi sembra di sognare. La sua mano mi accarezza la nuca, e sento il suo corpo aderire con il mio in un abbraccio carico di piacere soprattutto quando sento una forte erezione salire e comprimere il mio ventre che si spinge sempre di più verso di lui che dopo questo interminabile momento si stacca da me poi abbassa lo sguardo.
“Scusami, devo essere impazzito.”
Lo guardo e non gli rispondo, ma torno a baciarlo con la stessa passione di prima. Lui reagisce e mi abbraccia forte e continuiamo a limonare fin quando mi stacco e lo guardo dritto in faccia.
“Smetti di avere dei dubbi o ripensamenti. Io l’ho desiderato da quando ti ho visto farlo con la nonna. Mi sono resa conto solo adesso che in tutti questi anni ho solo desiderato te. Non ho voluto nessun legame, o altro uomo che te. Sei e resterai la sola persona al mondo che desidero avere dentro di me e quindi adesso ti prego fammi diventare donna perche io non lo farò mai con nessun altro.”
Lui mi guarda, i suoi occhi brillano di piacere poi si lascia condurre verso la camera da letto e quando sono dentro e mi spoglio lui mi stringe un attimo a se.
“Pensaci bene, dopo non sarà più possibile tornare indietro. Se andiamo avanti su questa follia devi promettermi che poi ti troverai un bravo marito e che mi farai felice quando avrai dei figli, promettimelo.”
Lo guardo e non dico nulla, lo bacio e poi mi abbasso e in qualche modo riesco ad aprire i pantaloni che poi scendono giù fino alle caviglie. Mi trovo davanti il suo scettro di carne dura e pulsante. Lo annuso e mi riempio le narici del profumo di maschio e poi lo lecco un po timidamente. Ho visto molti filmati su internet di come si succhia un cazzo, e si scopa, ma solo ora mi rendo conto della mia totale inesperienze e cerco di rimediare al meglio delle mie capacità. Lo imbocco in gola e lui geme.
…humumum…. ssii succhialo e leccalo tutto……
Mi appoggia le mani sul capo e mi imprime il ritmo della pompata. Io mi sento un lago fra le gambe. Sento la mia fichetta che si sta bagnando e che mi sembra bruciare da quanto la sento bollente. Lui mi solleva e io ne approfitto per far scivolare la mini e il reggiseno raggiunge sul pavimento la maglietta. Quando faccio per togliere le calze lui mi dice di lasciarle che mi rendono più sexy. Mi siedo sull’angolo del letto e lo riprendo in bocca con lui che adesso muove il bacino avanti e indietro e mi pompa in bocca il suo meraviglioso scettro che cerco di ingoiare più che posso. Lui mi asseconda e poi mi spinge sul letto, si inginocchia e mi da una delle leccate più belle che abbia mai ricevuto. Godo quasi subito e porto le mie mani sul suo capo e lo schiaccio contro la mia fica che gronda umori come un fiume in piena.
…humuhhm…ssiiii….sei…seiiii…stupendoooo!!!..
Sento la sua lingua scorrere lungo il taglio delle mia fica e poi si insinua dentro le grandi labbra mi succhia il liquido che sgorga copioso. Poi raggiunto il basso si insinua fra le chiappe e mi solletica anche la rosellina anale e poi risale e mi schiaccia il clito che è gonfio e molto sensibile. Mi fa godere un primo orgasmo che mi scuote tutta facendomi tremare.
…ssiii..eccomiii…vengo!!...vengoo.VENGOOOO!!!........vengoooo…..ORAAAAAAAAAAAAAA!!!...........
Mi lasci assaporare il mio primo orgasmo, poi io lo costringo a salire su di me lui mi sovrasta con il suo corpo massiccio. Mi guarda negli occhi mentre sento la punta del suo meraviglioso palo che si insinua fra le pieghe della mia fica bagnatissima che non aspetta altro che di riceverlo dentro.
..dai prendimi…dai…lo sai che ti voglio…. daiiii…fammi tua ….fammi diventare donna…….
Lui mi guarda e sorride.
“Sei ancora in tempo per rinunciare a commettere questa pazzia. Poi non si potrà tornare indietro.”
Lo guardo e lo supplico d scoparmi.
“Ti prego dai… entra dentro di me..sverginami…ti prego lo voglio…voglio solo te…. daii….ssiii……
Lui spinge un poco la punta dentro e io sento che deve essere in prossimità dell’imene e allora do un colpo di reni e spingo il mio corpo in alto andando incontro al suo con lui che appena sente che spingo mi da un colpo secco e scorre tutto dentro di me. Per un attimo mi sento come se mi stessero lacerando il ventre. È un attimo, perche quando il suo cazzo dopo che è scivolato dentro e avermi aperto tutta sbatte contro il fondo mi provoca una scarica elettrica che mi stordisce da quanto mi fa godere. Io urlo il mio orgasmo e poi la voce mi muore in gola.
…HHHAAA….SSIIII…VENGOOOO….venguhummm.
Lui resta immobile, mi guarda e i suoi occhi brillano di piacere.
“Godi e lasciati andare che adesso ti porto in paradiso.”
Poi incomincia a pomparmi e mi sbatte tutto il suo palo dentro e fuori con me che quando lo sento uscire gli vado incontro con il corpo per paura di non sentirlo tornare dentro. Mi fa godere e ben presto perdo il conto di quante volte ho detto vengo. Poi di colpo mi afferra e si gira e mi ritrovo su di lui impalata su quella trave che adesso entra dentro in tutta la sua lunghezza e che mi sfonda il ventre. Lui mi fa oscillare avanti e indietro e io mi sento come se la mia fica fosse una campana e il suo cazzo il batacchio. Godo di nuovo urlando il mio piacere mentre lui ha sollevato le mani e adesso impasta i miei seni e tortura i miei capezzoli. Godo e lo urlo con tutto il fiato che ho in gola.
…VENGO…VEGOOOO!!!...SSIIII..ORAAAAAAAA!!
Sfinita mi accascio su di lui che mi abbraccia e mi mette di lato. Solleva la mia gamba sul suo fianco e mi scopa di lato. Mi fa godere ancora, e io lo incito a farlo sempre più forte. Lo provoco e lui mi risponde per le rime.
….dai porco bastardo…scopami..fammelo sentire tutto..dai che ci godi a sventrare la tua patatina..sei un porco che gode a scopare la nipotina vergine..dai scopamiii…ssiiii..dai …..
..ssi piccola troietta ti scopo e ti slabbro tutta….
Mi afferra e mi sposta di lato, poi si mette dietro di me e mi solleva il culo e mi scopa da dietro. Lo sento tutto fino in pancia. Urlo di scoparmi così più forte che mi fa impazzire.
…sssiii…cazzo..mi…….sventriiii…sei.meravigliosoo…ssi daiii scopa la tua patatina..dai che sei un toro meraviglioso!... ssi daii più forte..daiii.. che vengooooooooooooooo…… oraaaaaaaaaaaa…
Mi sbatte così forte che il suo corpo si impatta col mio che ne subisce i colpi tremendi e mi scuote tutta. Sento le sue palle sbattere sulla fica e questo mi sconvolge di più e allora allungo una mano e cerco di accarezzarle. Lui lo sente mi sprona a masturbarmi e ad accarezzare le sue palle.
…daii…toccati che godi di più….ssi mi piace sentire che mi tocchi le palle…dai piccola che questo toro ti fa sentire quanto sei vacca…cazzo mi fai sborrare…ssi daii vieni che sborro…..daiiiii….
Lo sento scoparmi sempre più velocemente e poi mi scarica dentro una colossale sborrata.
….SSSSSIII…ECCOMMI…SBORROOOOOO!!!!
Sento questa ondata di calore che si riversa dentro di me e mi provoca un nuovo orgasmo. Vengo con lui.
…ssiii..ti senttooo…ssi bellisisimooo..vengo!!
Mi inonda la vagina e da quanto ne scarica dentro me. Alcuni schizzi fuoriescono agevolati dal fatto che lui continua a scoparmi sempre più forte. Poi si accascia su di me lentamente mi distendo con lui che resta dentro, ma si mette di fianco. I nostri respiri sono flebili, i nostri cuori battono all’impazzata e sono fradicia di sudore, di sperma che cola da tutte le parti, ma non me ne frega nulla. Mi giro e lo bacio in bocca e lui mi ricambia con passione e amore. Resto un momento in silenzio, poi gli parlo con voce rotta dall’emozione.
“Grazie, sei stato davvero meraviglioso. Solo ora mi sono resa conto di quanto ti desideravo. Tu e la nonna siete sempre state le mie figure di riferimento. Tu come maschio mentre la nonna come donna e siete sempre state le due persone che ho ammirato di più al mondo. Una volta vi ho visto fare sesso e sicuramente da allora ho desiderato essere fra le tue braccia. Grazie e ti prego non mi far mai mancare questa sensazione di piacere che ho sentito quando eri dentro di me. Unico! Lui mi guarda e poi mi parla. Anche la sua voce è emozionata.
“Tu sei stata meravigliosa. Da tanto tempo lo volevo, ma avevo anche paura di pensare una cosa simile. Anche tua nonna si era accorta che ti guardavo in modo diverso. Ti ricordi il tuo sedicesimo compleanno quando vi siete tuffate in piscina insieme e quando siete uscite dall’acqua i vostri costumi bianchi lasciavano vedere le vostre forme. Lei aveva notato il mio sguardo di desiderio e per tante notti fin quando poi è morta spesso quando la scopavo mi chiedeva se mi sarebbe piaciuto averti nel letto con noi due. Non puoi capire quanto mi eccitava una simile fantasia. Quando lei è venuta a mancare per un periodo di tempo mi sembrava di impazzire, ma poi c’eri tu e allora mi ricordavo le sue fantasie e mi sono illuso che tu restassi con me. Poi quando te ne sei voluta andare sono stato favorevole perche credevo che non avresti potuto fare a meno della tua famiglia e invece mi sono sbagliato. Allora mi sono convinto che tu mi avevi definitivamente messo da parte e me ne ero fatta una ragione, per questo ti stavo evitando. Ma ora mi sento molto felice, ti amo come se amassi tua nonna, tu sei la sua copia che mi fa impazzire mi sono segato tante volte pensando al tuo splendido corpo e adesso spero che non ti limiterai a una sola scopata.”
Sentirlo parlare mi ha fatto eccitare ancora di più. Mentre lo ascoltavo gli ho segato piano il cazzo che in breve era già quasi duro e senza dire nulla mi sono abbassata e l’ho preso di nuovo in bocca. Era ancora bagnato dei miei e suoi umori e l’ho leccato e succhiato fin quando è tornato di nuovo duro e lui ne ha goduto tanto.
…ssiiii..sei mervigliosaaaa…ssi dai succhialo..mi fai morire ..sei una bocchinara stupenda….ssiii……
Quando l’ho sentito bello duro mi sono girata e mi sono messa con il culo in alto. Lui mi ha guardato e per un attimo cercando di capire quello che volevo e quando l’ha capito ne è rimasto basito.
“Lo vuoi nel culo? Ma sei sicura? non è come davanti ti farò soffrire un po di più, ma poi sarà piacere immenso.”
Io l’ho invitato a scoparmi il culo.
“Lo so che sarà più doloroso, ma lo voglio. Non puoi lasciare le cose a metà e adesso fai quello che deve essere fatto. Io voglio il tuo cazzo nel culo e in ogni buco dove lo vorrai mettere io lo prenderò. Dai e non esitare.”
Si posiziona dietro e mi lecca e dilata piano con un dito e poi due il buchetto che dopo uno scatto iniziale si lascia sondare e dilatare bene. Poi mi lubrifica con la saliva e i miei umori che prende dalla mia fica che ancora cola del suo seme e quando è quasi pronto lo infila davanti per bagnarlo bene e poi lo appoggia la culo e lo spinge dentro deciso. Lo sento entrare e appena la cappella si fa strada dentro di me emetto un grido e lui si ferma subito.
..AHHH…piano…. NOOO!!..non ti fermare ..entra.
Lui molto lentamente lo spinge dentro. Mi sento dilatare il culo e mi sembra che mi stia sfondando le reni, ma sopporto e quando sento le sue grosse palle sbattere sulla mia fica mi rendo conto che l’ho tutto in culo. Lui resta un momento immobile, poi mi fa mettere una mano sulla mia fichetta per masturbarmi così il dolore si attenua e intanto incomincia a muoversi dentro e fuori.
….Dai toccati..mettiti due dita davanti e masturbati che così godi subito e sentirai meno dolore…
Io dopo un poco lo assecondo e quando cerco di fare entrare le dita dentro la fica la sento schiacciata e mi accarezzo il bottoncino gonfio e molto sensibile. Lui intanto mi sta limando il culo con molta maestria e io in breve incomincio a sentire il piacere e mi dimentico il dolore. Lo incito a sfondarmi il culo.
..ssii..dai porco..sfondami il culo!!! cazzo sei enorme…. mi spacchi…sei un porco che gode a spaccare il culo alla nipotina ..maiale..ci godi..dimmelo…porcoooo..cazzo mi fai godere….
Lui ha abbandonato ogni remora e adesso mi pompa il culo come un toro scatenato e senza quasi rendermene conto mi sento due dita dentro la fica. Piena e sfondata godo con lui che mi apostrofa i peggio epitaffi.
…sii certo che ti sfondo il culoo..sei una zoccoletta che deve essere sfondata..una vacca da letto..una troia che voglio spaccare tutta e farcire di sborra…. sii sono un porco che ci gode a spaccare e fottere la nipotina troia…e puttanaaa….. godii che sborro….ssiii daiii ti spacco…orra sborrooooo…. ssii eccomii..godi……oraaaaaaa….
Lo sento squassarmi il culo con colpi tremendi e poi mi inonda il culo di seme bollente. Continua a pomparmi e sento schizzare dal suo cazzo che dopo incomincia a scorrere sempre meglio lubrificato dal suo stesso seme.
…ssiii…eccommi vengooooooooo..orra..ssi ti sentooo..sei bollenteeeeeeeeeeeeee……
Poi mi abbraccia e si distende di lato con me girata di spalle e resta piantato dentro di me. Sento la sua erezione scemare, il cazzo scivolare fuori e allora mi giro e lo metto tutto in bocca. Lui geme di piacere.
….mhummm…ssi sei stupenda..non ti facevo così troia….. mi fai impazzire…piano ti prego…ho una certa età e due insieme cominciano ad essere una cosa seria…. si… leccalo mi piace…..ssiiii…..
Sentirmi dare della troia mi fa sentire orgogliosa e lo succhio e assaporo i nostri umori, poi mi sollevo e lo bacio con passione. Lui risponde al mio bacio e poi mi sorride compiaciuto.
“Sei una vera meraviglia. Tua nonna ne sarebbe fiera. Non sai quante volte mi diceva di sperare che tu un giorno ti trovavi un maschio che ti facesse godere come lei godeva con me. Altre volte mi diceva che se questo non fosse accaduto lei si sarebbe sacrificata e ti avrebbe fatto scopare da me in sua presenza per essere certa che tu potevi provare il piacere di essere posseduta da un vero maschio.”
Lo guardo e mi sento emozionata. Restiamo distesi e abbracciati per un bel po di tempo, poi ci facciamo la doccia insieme lui mi fa vestire veramente sexy e mi porta a cena in un bel posto distante solo venti minuti di auto da noi in riva al mare. Quando siamo tornati io gli ho messo le mani sulla patta e gli massaggiato il cazzo che ho sentito diventare durissimo. A letto quella notte è stato meraviglioso e mi ha scopato tantissimo. Per i restanti giorni mi sono fatta scopare in tutti i modi. Mi ha sborrato in gola e in ogni buco sempre e io mi sono dedicata a lui con tutta me stessa. Da quei giorni siamo diventati amanti e lui veniva spesso a trovarmi. Per tre anni abbiamo scopato e mi ha farcito in ogni buco, poi appena data la tesi di laurea breve, gli ho chiesto di ingravidarmi. Lui all’inizio si è opposto dicendo che poi sarebbe stato un casino con i miei fratelli, non avevo un marito. Io ho ribadito che la vita era la mia e che nessuno avrebbe mai saputo che lui era il padre. Dopo un po di tempo ha accettato e alla fine mi ha ingravidato due volte. Oggi ho due figli un maschio e una femmina, tutti miei, lui è morto da anni e loro che sono grandi hanno scoperto la verità e spesso mi ospitano nel loro letto, poi che sono da tempo amanti, ma questa è un’altra storia.
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4 years ago
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Un movimentato dopo cena
La cena a casa di Renato era finita da un po’, e dopo le solite chiacchiere a tirar tardi ormai quasi tutti erano andati via. Aveva voluto festeggiare la sua nuova casa, anche se le stanze erano ancora piene di scatoloni e pacchi e le tracce del recente trasloco erano evidenti. Eravamo ormai rimasti solo io, il padrone di casa, e Roberto, un suo vecchio amico. Avevo conosciuto Renato circa un mese prima, ad un matrimonio, e vista la simpatia reciproca avevamo cominciato a frequentarci spesso. Era un ragazzo moro, di circa 35 anni, con un fisico asciutto migliorato dal nuoto che lui amava praticare con assiduità. Roberto, anche lui sopra la trentina, biondo col pizzetto, aveva invece il fisico ben scolpito dal continuo esercizio in palestra: la sua prestanza quasi contrastava con il fare piuttosto pacato e tranquillo.
Buttati sul divano del piccolo salotto, parlavamo di argomenti classici quando dopo una serata si rimaneva fra maschietti. Il fisico di una bella biondina, Federica, portata da un’amica di Renato, aveva conquistato tutti, e gli apprezzamenti si facevano via via sempre più piccanti. Il viso della ragazza era dolce, e faceva da contraltare ad un fisico prorompente e sensuale: un seno ben tornito, anche se forse aiutato da un reggiseno di marca cha aveva fatto bella mostra di sé sotto una camicetta semitrasparente, ed un culetto fasciato da leggeri pantaloni bianchi. Della biancheria intima nessuna traccia...
“Davvero un culo spettacolare” disse Renato con un sospirone. Noi assentimmo con partecipazione quasi malinconica. “Beato chi se la incula!” aggiunse Renato “Voi avete mai inculato una?” ci chiese. “No...” dissi io.
“Nemmeno io” aggiunse Roberto “ma è sempre stato uno dei miei sogni. E tu?”. chiese poi. “Neanch’io” disse Renato “Tutte paurose. Non sono mai riuscito a convincere nessuna neppure a fare un tentativo”. “Non è che magari ce l’hai troppo grosso e s’impauriscono per quello?” gli chiesi sorridendo, con un pizzico di malizia. “Beh, certo piccolo non è, visto che vado per i 23 centimetri...” disse lui, sfoggiando una sicurezza che mi fece pensare che di certo doveva aver verificato con una riga. “Ma le ho provate tutte. Ho pure preparato una chiavetta con solo video di bellissime inculate per far vedere come può essere eccitante, ma niente... Eppure...” aggiunse cercando in un cassetto del mobile sotto la televisione, dal quale tirò fuori una chiavetta USB. La chiavetta incriminata immaginai. “Guardate un po’ e ditemi se non convincerebbe chiunque!” disse infilando la chiavetta nella porta USB ed accendendo la televisione. Subito sullo schermo comparve la scena di uno splendido uccello, grosso e turgido, che affondava ritmicamente fra un paio di stupende natiche di una bruna che a pecora mugolava di godimento.
“Effettivamente...” disse Roberto, ipnotizzato dalla scena. “Convincerebbe davvero chiunque...” dissi io, immaginandomi eccitato al posto della mora a godermi l’inculata. “Cosa c’è,” mi disse ridendo “vuoi dire che non sono mai riuscito a convincere una ragazza... ma che ho convinto un ragazzo?”. “Non mi dirai che la tua voglia di culo è arrivata a tal punto che ti accontenteresti del mio!” risposi io scherzando. Ma non troppo... “Quasi, quasi...” disse Renato “Più vedo questi video e più mi viene voglia di culo... Roberto, che ne pensi?” chiese sorridendo, ma con nella voce una specie di fremito. Roberto aveva gli occhi incollati al video, nel quale ora la bruna cavalcava a spegnimoccolo il grosso cazzo dello stallone, facendoselo sparire con facilità nel culo. Si girò con una luce maliziosa e perversa negli occhi. “Se anche lui non si spaventa per le dimensioni...” disse voglioso.
Io non dicevo nulla, felicemente sorpreso ed eccitato per la piega che la serata stava prendendo, ma preso così alla sprovvista che non sapevo cosa dire. Renato e Roberto si guardarono, capirono che certo non avrei detto loro di no, e si alzarono insieme, slacciandosi i pantaloni e calandoseli rapidamente insieme agli slip, lasciando così liberi i loro uccelli. Erano già belli duri per l’eccitazione dei nostri discorsi e per il video che la televisione mostrava, ed erano davvero grossi: Renato non sembrava aver esagerato sui suoi 23 centimetri, mentre il cazzo di Roberto, di certo era leggermente più piccolo, ma di sicuro più largo. Una bella sfida... “Allora” disse Renato “non mi dirai che ti fai spaventare anche tu!”
“Effettivamente sono davvero belli grossi” dissi io afferrandoli dolcemente ed iniziando a massaggiarli con cura. “Ma vederli qui davanti a me, mi fa solo venire una gran voglia prendervi nel culo..." dissi con la voce piena di eccitazione. "Vorrà dire che il primo culo che vi farete in vita vostra non lo potrete raccontare in giro!”.
Mi ero ormai seduto sul bordo del divano ed accarezzavo i grossi cazzi che ormai Renato e Roberto, in piedi davanti a me, avevano avvicinato al mio viso ormai a portata di labbra. “Allora comincia a spompinarci per bene” disse Renato, mentre lui e Roberto finivano di togliersi di dosso gli ultimi indumenti. “Stasera finalmente ci toglieremo un bello sfizio, vero Roberto?” aggiunse. “Pensavo che sarei rimasto con la voglia del culo di Federica tutta la notte... Invece ho come l’impressione che non lo rimpiangerò” rispose Roberto, mentre io cominciavo a distribuire leccate sulle due cappelle turgide che avevo davanti.
Dapprima muovevo la lingua in modo timido ed impacciato, ma via via che prendevo confidenza con quei grossi tronchi di carne i movimenti diventavano sempre più rapidi e vogliosi. Sentire sulla lingua la pelle dei loro cazzi mi eccitava ancora di più, ed aumentai la passione che mettevo nel leccarli. Le mie labbra iniziarono a sfiorarli a turno, mentre le mie mani tremanti li accarezzavano e gli soppesavano i coglioni. Con sempre più convinzione ed eccitazione iniziai a succhiare la cappella di Renato, gustando il sapore del suo grosso cazzo, per poi passare a succhiare quello di Roberto. Quasi metodicamente spompinavo a turno i due eccitatissimi ragazzi, cercando di distribuire equamente fra loro il mio lavoro di bocca.
L’odore di maschio in calore che quei due uccelli emanavano ed il loro sapore nella gola mi inebriavano, e mi spingevano a succhiarli con passione e con foga sempre crescenti. Ero così infoiato che me li strofinai avidamente sul viso entrambi, carezzandomi le guance e le labbra con la pelle di seta dei loro grossi membri, mugolando di piacere. Li baciai ancora e depositai su entrambi quanta più saliva potei, che poi spalmai accuratamente lungo i due cazzi: la vista di quei due grossi uccelli bagnati e lucidi di saliva, percorsi da vene pulsanti, con le cappelle gonfie di arrapamento puntate verso il mio viso quasi mi ipnotizzò, e per qualche secondo rimasi in trance ad accarezzarli lentamente ed a stringerli fra le mani.
“Non riesco davvero a capire come i vostri splendidi cazzi possano fare paura... Più li spompino e più aumenta la voglia di farmi sfondare...” dissi con un filo di voce. “Allora credo sia giunto il momento” disse Renato. “Scegli tu chi vuoi che ti inculi per primo”, aggiunse subito dopo. “Non voglio certo fare torto al padrone di casa... E dopotutto è stato lui ad avere questa magnifica idea” dissi sorridendo guardandoli dal basso. “Sarà un onore per me sfondarti il culo per primo” disse Renato facendomi alzare in piedi. Mi aiutarono a spogliarmi in fretta, poi Renato mi fece inginocchiare davanti a lui, e mi ritrovai ancora davanti al viso il suo grosso cazzo. Io ci depositai sopra ancora abbondante saliva, spalmandola con cura su quello splendido cetriolone di carne calda, mentre dietro di me Roberto mi palpava i glutei, accarezzandoli ed esplorando il solco fra di essi. “Mettiti a pecora, adesso. Ho proprio voglia di provare il tuo culetto” mi disse Renato. Io obbedii ansioso di farmi inculare, e dopo essermi messo a pecora come lui voleva, mi insalivai le dita e lubrificai anche il buchetto che di lì a poco avrebbe dovuto accogliere il suo grosso uccello.
“Inculami, dai” gli dissi con voce piena di voglia “Muoio dalla voglia di provare nel culo il tuo splendido cazzo”. “Finalmente una troietta vogliosa di prenderlo in culo...” disse Renato col tono di chi stava per fare una grande conquista. “Accontentalo allora,” disse Roberto “Sfondagli il culo!”. Renato appoggiò la grossa cappella al buco del mio culo, ce la strofinò sopra un paio di volte e poi cominciò a spingere. Il mio sfintere si spalancò a fatica per far entrare quel grosso uccello, che pian piano, centimetro dopo centimetro si faceva strada dentro di me. Una volta messami nel culo tutta la cappella, e sentendomi mugolare di godimento, Renato capì che poteva proseguire in quella sua prima esplorazione del mio retto. Lentamente, poco alla volta, mi infilò nel culo il suo cazzo: sembrava interminabile mentre avanzava inesorabile, centimetro dopo centimetro, fino a quando finalmente arrivò alla radice.
“Mmmmm, che culetto fantastico!” mugolò Renato muovendo il bacino per assestarmi meglio nel culo il suo grosso arnese. “Vedrai Roberto che meraviglia!” disse poi rivolgendosi all’amico. “Perché dopo di me t’inculerà anche lui sai?” mi disse poi infoiato, “E tu vuoi prendere in culo anche il suo cazzo, vero troia?”. “Oh, sì” rantolai di piacere. “Certo che dopo voglio anche lui... Ma adesso scopami, fammi vedere quanto ti piace il mio culo!” lo incitai voglioso. Renato mi prese per le natiche, le allargò con le mani ed inizio a muovere lentamente avanti e indietro il suo splendido uccello nel mio culo. Lo sentivo grosso e duro aprirmi il culo sempre di più ad ogni affondo, e ogni volta il mio buchetto si faceva sempre più accogliente.
Mentre con gli occhi chiusi mi godevo l’inizio di quella eccitante monta, fui risvegliato piacevolmente dal secondo stallone, che reclamando anche lui le mie attenzioni aveva preso a schiaffeggiarmi il viso col suo grosso randello di carne. “Dai troia, succhiami il cazzo”, mi ordinò Roberto in preda all’eccitazione, “Non dimenticarti del mio uccello!”. Aprii la bocca e subito Roberto me la riempì col suo grosso cazzo, ed io lo guardai dal basso mentre cominciava a scoparmi. Mi faceva scorrere fra le labbra il suo uccello con abilità, senza mai affondare troppo le spinte: ero così meravigliosamente in balìa di due splendidi cazzi, grossi e duri, che mi riempivano contemporaneamente il culo e la bocca, facendomi sentire la più grande troia del mondo. Renato ormai si era reso conto che il suo cazzo non incontrava più alcuna resistenza nell’entrarmi nel culo, ed aveva aumentato l’intensità della scopata, facendomi impazzire di godimento nel sentirlo incularmi con movimenti ampi e profondi.
Improvvisamente mi sfilò l’uccello dal culo e, tenendomi le chiappe allargate con le mani, chiamò Roberto: “Vieni qui, vieni a vedere che spettacolo!”. Roberto smise di scoparmi in bocca e si mise a fianco di Renato dietro di me, ed io girando la testa li potevo vedere mentre estasiati guardavano dritto in mezzo al mio culo, che tenuto spalancato con le mani da Renato era per loro un libidinoso spettacolo. “Ragazzi, è davvero un culetto fantastico!” commentò Roberto. “Dài, allora, provalo” gli disse Renato “Mettiglielo nel culo, è davvero eccitante”. Roberto non se lo fece ripetere: prese il posto di Renato dietro di me e mi infilò di slancio nel culo il suo grosso cazzo.
Renato aveva fatto un ottimo lavoro nell’aprirmelo, ma quando Roberto mi impalò sentii comunque il suo largo trapano di carne calda e dura aprirmi il buco del culo all’inverosimile. Prendendomi per i fianchi iniziò subito a incularmi con foga, mugolando che il mio culo gli piaceva da impazzire, che me l’avrebbe sfondato, che mi avrebbe fatto arrivare il suo cazzo in gola. Io intanto, godendomi il suo enorme uccello che mi sfondava il culo, lo incitavo infoiato come una troia in calore, quasi urlando di piacere: “Fottimi, inculami, sfondami il culo... Così, così! Spaccamelo, dammi tutto il tuo cazzone!”. Intanto mi aspettavo che Renato avrebbe preso il posto di Roberto e sarebbe quindi venuto davanti a me ad offrirmi il suo cazzo da spompinare, ma le mie aspettative furono deluse.
Entrò in una stanza e ne ritornò subito dopo con in mano una di quelle tavole di legno con le rotelle che servivano ai trasportatori per spostare mobili pesanti. Non feci in tempo a chiedermi il perché di quell’oggetto, quando lui fece cenno a Roberto di smettere di sfondarmi il culo. Roberto, a malincuore, non capendo le intenzioni dell’amico, interruppe la goduriosa monta. Renato mise quindi in terra la tavola, e mi ordinò di mettermici sopra a pecora. Io obbedii, salendo sulla tavola nella stessa posizione di prima, con il culo voglioso offerto ai due stalloni: Renato in un attimo mi rimise nel culo il suo splendido cazzo, e prendendomi saldamente per i fianchi riprese l’opera di sfondamento che Roberto aveva già portato a buon punto, iniziandomi a sbattermi con foga e passione.
Mi scopò per non più di un minuto, mi sfilò il cazzo dal culo, e facendo leggermente ruotare la tavola mi offrì a Roberto, che intanto si era messo in ginocchio al suo fianco. Rapidamente Roberto mi riempì ancora il culo con la sua mazza durissima, ricominciando a sbattermi di gusto. I due stalloni presero quindi a passarsi il mio culetto fra loro facendomi di volta in volta ruotare sulla tavola, fottendomi a turno come dei veri tori da monta. Era fantastico sentire i due grossi membri darsi il cambio con quella rapidità: ci volevano pochissimi secondi perché uno dei due cazzi prendesse il posto dell’altro, ed era eccitantissimo essere per loro un giocattolo di godimento. Ormai l’eccitazione era al massimo, e tutti e tre non facevamo altro che ansimare e mugolare. I due stalloni si incitavano a vicenda a fottermi con maggior vigore, ed io incitavo in estasi lo stallone di turno a sbattermi, a darmene ancora, a rompermi il culo scopandomi come una troia, come la loro troia.
Furono lunghi e meravigliosi minuti di godimento intenso, durante i quali riuscirono a farmi sentire una vera troia amante del cazzo. E loro da troia mi trattarono, anche quando si trattò di sborrare. All’improvviso Renato, che in quel momento mi stava fottendo, fece ruotare la tavola di mezzo giro, ed io mi trovai davanti al viso i loro grossi cazzi, con le cappelle gonfie, prossime a schizzare tutto il loro godimento. Vicini ormai all’orgasmo, se li stavano menando furiosamente, ed io feci appena in tempo ad aprire la bocca prima che la sborrata arrivasse inarrestabile.
I due stalloni rantolavano in preda all’estasi, mentre dalle loro cappelle turgide iniziarono a schizzare densi e copiosi fiotti di sperma bollente, che mi colpirono il viso, le guance, le labbra e la lingua. Mi inondarono di sborra, riempiendomi la faccia e la bocca con una sequenza interminabile di schizzi roventi, che io cercai per quanto possibile di raccogliere con la lingua per poterli assaporare ed ingoiare. Dopo quella doccia calda e profumata Renato mi infilò per primo il cazzo fra le labbra, ed io prontamente lo succhiai a fondo, mentre lui me lo faceva scorrere fra le labbra. Mentre me lo sfilava per lasciare il posto a Roberto, densi filamenti di sborra si allungarono tra le mie labbra ed il suo cazzo.
Anche Roberto lasciò che io gli succhiassi il cazzo gustando il sapore della sua sborra per poi sfilarlo anche lui. Poi entrambi presero a schiaffeggiarmi delicatamente le guance con i loro splendidi uccelli, spalmandomi la sborra sulle guance e raccogliendola per poi strofinarmi i cazzi sulle labbra. Quando il loro livello di eccitazione fu finalmente calato, presi in mano i loro meravigliosi uccelli per accarezzarli e baciarli sulla cappella, guardando i loro visi soddisfatti. “E’ stato davvero fantastico!” disse allora Roberto. “Finalmente un culo tutto per noi!” aggiunse Renato. “Chi ha avuto paura dei vostri cazzi si è perso un’esperienza fantastica” dissi io. “Prendervi nel culo è stato stupendo” aggiunsi distribuendo poi leccate ai due grossi cazzi che, nonostante la prepotente sborrata, mantenevano una certa durezza. “Per noi è stato un vero piacere” disse Renato “Anzi...”. Fece ancora ruotare la tavola di mezzo giro, ed in un attimo mi ritrovai ancora ben piantato nel culo il suo grosso cazzo. La giostra ricominciava...
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Una gita in moto
Era un po’ che vagavamo con la moto per la costa sarda alla ricerca di un posticino tranquillo per goderci il caldo mare estivo in pace e solitudine. Faceva caldo, ma la fresca brezza che ci accarezzava mentre tranquilli percorrevamo la strada assolata rendeva piacevole la gita. Finalmente, dopo chilometri e chilometri di totale assenza di tracce di vita e di turisti, decidemmo di fermarci. Trovammo infatti una specie di radura che avrebbe riparato la moto dai raggi roventi del sole, e ci levammo quel poco che avevamo addosso, rimanendo in costume: io avevo il mio solito paio di bermuda un po’ castigati, mentre Giulio, fiero di esibire il suo corpo ben modellato (anche se solo io quella volta avrei potuto goderne della vista), indossava un perizoma nero che metteva in evidenza tutte le sue forme, anche quelle più nascoste.
In un batter d’occhio fummo in spiaggia, a godere dei caldi raggi del sole e della frescura del mare trasparente e calmo. Io non potevo fare a meno di guardare il suo costume che sembrava di qualche misura più piccola, visto che pareva trattenere a stento al suo interno quello che doveva essere davvero un splendido esemplare d’uccello. Lo sbirciavo mentre usciva dall’acqua, quando il costume bagnato aderiva alla pelle ed esaltava ancora di più il suo contenuto, o stando sdraiato a prendere il sole, facendo finta di tenere gli occhi chiusi, e ammirando la montagna che svettava fra le gambe di lui che si godeva la tintarella supino.
A forza di guardare il suo corpo e di sbirciare il vistoso pacco, la mia mente aveva cominciato a galoppare, e mi stavo eccitando. Per fortuna avevo messo i miei castigati bermuda! Passai praticamente la mattina cercando sotterfugi ed inventando stratagemmi per poterlo guardare meglio ed immaginando cosa quel perizoma potesse nascondere.
Quando il sole era ormai a picco decidemmo di prenderci una pausa dalla calura e di andare in mezzo alla vegetazione dove avevamo parcheggiato la moto a consumare la colazione al sacco che ci eravamo portati dietro. La radura era così fitta che riparava egregiamente dal caldo e dallo sguardo di chiunque fosse mai capitato da quelle parti, dandoci protezione e refrigerio. Mangiammo un po’ di frutta e ci dissetammo seduti su un’ampia tovaglia, chiacchierando del più e del meno, e dicendoci contenti di aver trovato quel posto.
“E’ davvero tranquillo”, disse lui. “Il posto ideale per portarci una ragazza per farci di tutto al riparo di sguardi indiscreti”. “Hai proprio ragione”, risposi un po’ scherzando, “è davvero perfetto! Ma, spiacente per te, questa volta dovrai accontentarti della mia compagnia”.
“Mi accontenterei volentieri, se solo tu ne avessi voglia!”, disse lui ammiccando. Rimasi sorpreso, e pieno di voglia e di speranza al tempo stesso. “Accidenti, se proprio in crisi d'astinenza, eh?” dissi buttandola sullo scherzo.“E dai", disse lui, “sarebbe davvero un peccato sprecare un così bel posto non credi? E sì, hai proprio ragione, io ho davvero una tale voglia di scopare!” Mentre parlava io non potei fare a meno di notare che il suo perizoma si gonfiava rapidamente, e non riusciva praticamente più a contenere al suo interno l’uccello che andava risvegliandosi. “Ad essere sincero” dissi io, “è tutta la mattina che ti guardo e che ti immagino nudo... Mi hai fatto venire certe voglie...” “Allora è l’occasione giusta per divertirci davvero!” disse lui raggiante, “Ma ti avviso che a me le ragazze piacciono molto porche!”, aggiunse alzandosi in piedi ed avvicinandosi a me.
Il suo uccello barzotto aveva ormai fatto capolino fuori dal ridotto costume, ed aveva ipnotizzato il mio sguardo: lo osservavo oscillare a mezz’asta mentre lui lentamente si avvicinava. Appena mi fu davanti infilai le mani nel costume e glielo tirai giù lentamente, accarezzandogli le cosce e le gambe. Liberai così il suo uccello da quello stretto rifugio, e mentre gli sfilavo il costume lo guardavo pieno di voglia danzare a pochi centimetri dal mio viso, mentre lentamente andava indurendosi: pur se ancora mezzo moscio era davvero grosso, forse anche più di quanto io avessi fantasticato tutta la mattina. In preda alla voglia più sfrenata lo afferrai con una mano iniziando a menarlo dolcemente, mentre con l’altra mano gli accarezzavo lo scroto. Avevo le mani piene dell’oggetto dei miei sogni perversi, e già morivo dalla voglia di essere usato per soddisfare ogni suo desiderio di maschio in calore. A lui le ragazze piacevano porche? Io sentivo dentro di me bruciare la voglia di essere per lui la più porca di tutte!
“E’ davvero splendido” dissi con un filo di voce, mentre sentivo il suo uccello crescere lentamente fra le mie mani. “Sono felice che ti piaccia” disse lui, “perché ho davvero una gran voglia di fotterti!” “E io ho una gran voglia di essere la tua puttana”, dissi guardandolo voglioso e cominciando a baciargli la grossa cappella, mentre le mie mani frementi continuavano ad accarezzargli ed a stringergli l’uccello. Iniziai così un delicato ed accurato lavoro di lingua e di labbra, leccando e baciando con voluttà dapprima il glande e poi tutto l’interminabile tronco di quello splendido cazzo, giù giù fino ad arrivare ai coglioni che feci sobbalzare voluttuosamente a colpi di lingua, per poi risalire di nuovo lungo l’uccello per tornare a sfiorare con le labbra la cappella ormai in tiro. Il suo enorme cazzo era ora al pieno della sua erezione, con i suoi oltre venti centimetri di carne calda e prelibata davanti a me, nelle mie mani che tremanti e vogliose ne saggiavano le dimensioni e la rigidità.
Man mano che dentro di me cresceva inarrestabile il perverso desiderio di prendere nel culo quel cazzo da vero stallone di razza, le attenzioni che con le labbra e la lingua gli dedicavo facevano sempre di più trasparire la mia voglia, che il meraviglioso sapore dell’uccello nella mia bocca contribuiva a far aumentare a dismisura. Avevo preso a succhiarlo con foga ed impegno, anche se certo riuscivo a prenderne in bocca soltanto una parte, ed ogni tanto interrompevo il pompino passandomi voglioso quello splendido uccello sul viso e sul collo, godendo nel sentirne la pelle di seta accarezzarmi.
“Brava porcellina”, mi disse lui con una voce da cui traspariva chiaramente il godimento che le mie attenzioni gli procuravano. “Leccalo tutto, lubrificalo per bene... Riempilo di saliva, ché fra poco ti sfondo il culo!”. “Non vedo l’ora...” risposi io pieno di voglia, guardandolo dal basso con il suo cazzone stretto fra le mani. Ripresi a spompinarlo con cura, roteando la lingua sulla cappella che faceva ritmicamente avanti e indietro fra le labbra. Più volte interruppi il pompino per depositare sulla cappella della saliva, che poi con le mani spalmavo su tutto il cazzo. Ora il suo meraviglioso cazzone era splendidamente pronto per la monta, e la vista di quel tronco di carne duro, venoso e lucido di saliva mi ipnotizzò a tal punto che rimasi alcuni secondi ad ammirarlo estasiato.
“Me l’hai fatto diventare di marmo... Hai fatto davvero uno splendido lavoro”, disse lui risvegliandomi all’improvviso dal trance. “Ora è arrivato il momento di goderne i frutti... Mettiti a pecora!”. Eseguii il suo ordine in un attimo, sfilandomi i bermuda e mettendomi a pecora sulla tovaglia, sporgendo il culo all’indietro verso di lui, che ancora in piedi mi guardava. Mi inumidii due dita e me le infilai nel culo per lubrificare il buchetto e per mostrargli la strada da seguire. Invece di essere impaurito dalle dimensioni del suo uccello, ero eccitatissimo al pensiero di prendere quel grosso pezzo di carne nel culo, e non vedevo l’ora che lui mi sfondasse per farmi sentire la più grande troia del mondo. “Ti prego inculami” dissi voglioso “Dammi il tuo cazzone, sto morendo dalla voglia!”.
Lui si inginocchiò dietro di me e mi schiaffeggiò più volte i glutei con l’uccello, con il risultato di far crescere ancora di più la mia voglia di cazzo. Spinsi all’indietro il culo per cercare istintivamente il suo grosso cazzo in preda ad una spasmodica voglia di essere finalmente sfondato. Lui mi afferrò per un fianco con una mano, mentre con l’altra appoggiò la cappella al centro delle mie chiappe, iniziando lentamente a spingere. Spinse il cazzo fino a far leggermente allargare il mio sfintere e poi lo tirò indietro. Ripeté l’operazione diverse volte, e ogni volta spingeva il cazzo più a fondo, e ogni volta il mio buchetto si apriva un po’ di più per accogliere il suo pisellone. Lo sentivo sempre più rilassato, ed ogni volta che lui spingeva lo sentivo aprirsi sempre di più per adattarsi alle grosse dimensioni del suo cazzone.
Mi infilò e sfilò più volte dal culo la sua grossa cappella finché non decise che il mio ano era ormai pronto a prendere tutto il suo enorme tronco. Alla successiva spinta sentii che il mio culo si era ormai completamente spalancato, ed ancora una volta la sua cappellona era entrata dentro di me. Ma questa volta non si fermò. Continuò a penetrarmi lentamente, spingendomi nel culo centimetro dopo centimetro il suo grosso cazzo, facendomi quasi mancare il respiro. Nonostante tutta la preparazione, quell’uccello era così grosso che mi sentii completamente sfondare: non sentivo dolore, ma sentivo il buco del mio culo aperto all’inverosimile per accogliere quell’enorme cetriolone di carne e mi sembrava quasi fosse ancora più grosso di quanto non fosse realmente, dato che lui continuava ancora a spingerlo lentamente dentro di me, dandomi l’impressione che non finisse mai.
Era una sensazione indescrivibile e perversa, che diventò ancora più intensa quando lui, una volta infilatomi più a fondo che poté il cazzo nel culo, serrandomi per i fianchi cominciò davvero a scoparmi. Muoveva il suo grosso uccello lentamente avanti e indietro allargandomi sempre di più il buco del culo che ad ogni affondo lo accoglieva con sempre maggiore facilità. E più il suo cazzo affondava con facilità, più lui aumentava il ritmo della scopata, facendo aumentare di conseguenza il mio godimento.
“Hai davvero un bel culetto” disse lui ansimando, “Sembra fatto apposta per il mio cazzo!”. “E’ tutto per te, per il tuo splendido cazzone!” dissi io con un filo di voce, “Dammelo tutto, lo voglio tutto nel culo!”. “Ti accontento volentieri, puttanella”, disse lui allora, aumentando man mano il ritmo dell’inculata. Ad ogni suo affondo mi sentivo sempre più troia e con sempre maggiore voglia di cazzo, incontenibile e prepotente, mentre lui evidentemente sempre più infoiato ansimava sempre più forte fottendomi nel culo come un vero stallone da monta. Il suo cazzone mi scorreva nel culo duro come il marmo sempre più veloce e con colpi sempre più profondi, e lui mi fotteva ormai con foga gustandosi il mio culo come se stesse inculando la più splendida delle troie. La sua eccitazione crebbe a dismisura, e mentre io lo incitavo a fottermi, a scoparmi, a sfondarmi il culo, lui ben presto arrivò all’orgasmo.
Sentii il suo uccellone gonfiarsi ed indurirsi fino allo spasimo, e caldi schizzi inondarmi all’improvviso il retto. Dava forti spinte infilandomi per bene a fondo nel culo il suo uccello, e ad ogni affondo lo sentivo pulsare e schizzare caldo sperma nel mio retto. Per cinque o sei volte mi pisciò nel culo i suoi fiotti bollenti e dopo alcuni secondi in cui tenne ben piantato nel mio culo il suo grosso cazzo riprese lentamente a scoparmi. Il suo cazzo era rimasto grosso e duro nonostante la sborrata, segno evidente che la sua voglia di incularmi per mia fortuna non era ancora passata.
“Adoro il tuo cazzone” ansimai “Mi piace da impazzire! Non smettere ti prego! Dai stallone, scopa ancora la tua troia!” “Ti piace, eh?” disse lui voglioso, “Non preoccuparti troia, ce n’è ancora tanto, sai?”. “Mi piace, mi piace!” rantolai in preda alla voglia più sfrenata “Lo amo, sono la sua schiava! Dammelo ancora, ancora!”. Il suo uccello riprese il godurioso avanti e indietro nel mio culo con foga e passione, scorrendo ancora più facilmente nel retto ormai lubrificato anche dal meraviglioso clistere di sborra che mi aveva fatto. All’improvviso sentii il culo svuotarsi: aveva tirato fuori il suo cazzone, e si godeva la vista del mio culo spalancato davanti a lui, completamente ed oscenamente sfondato. Mi infilò di nuovo nel culo l’uccello, per poi estrarlo subito dopo. Si divertì più volte a farmi solo assaggiare il suo splendido cazzo, con un dentro e fuori eccitantissimo, per poi ripiantarmelo tutto nel culo, ricominciando a scoparmi con foga.
Dopo alcuni minuti mi sfilò ancora il cazzo dal culo per cambiare posizione, e si sdraiò sulla tovaglia, tenendo il suo enorme cazzo puntato verso l’alto. “Vieni qui e impalati sul mio cazzo”, mi ordinò, “Fammi vedere quanto sei troia e quanto ti piace prenderlo nel culo”. Non me lo feci certo ripetere: mi misi in piedi dandogli le spalle, piegai le gambe e mi abbassai finché il suo cazzone non fu a portata del mio culo. Abbassai ancora il bacino mentre lui teneva il suo cannone di carne puntato sul buco del mio culo, finché non sentii la cappella bollente sull’ano. Mi lasciai andare lentamente, sostenendomi con le mani sulle sue gambe, impalandomi voglioso sul suo grosso pisello che mi penetrò facilmente nel retto. Mi puntellai allora all’indietro con le mani ed iniziai a cavalcare il mio stallone: cominciai il mio su e giù sul suo cazzone dapprima lentamente, ma ben presto iniziai una furiosa danza. “Brava troia, ballami sul cazzo!” mi incitava lui, “Fammi godere, puttana, fammi godere!”. Mi muovevo su e giù sul suo uccellone con foga, sentendolo sempre grosso e duro, godendomelo come una troia affamata di cazzo, accogliendolo nel mio culo mai sazio di carne dura. Ma evidentemente il mio ritmo non lo soddisfaceva completamente visto che dopo alcuni minuti in cui mi lasciò godere a mio piacimento del suo tronco di carne, volle ancora cambiare posizione, per riprendere il controllo della situazione.
Mi fece mettere in piedi, piegato in avanti appoggiato alla moto, e mi fece sollevare una gamba appoggiandola alla moto. Mi piantò ancora il cazzo nel culo, iniziando a scoparmi con foga, facendo sobbalzare ad ogni affondo tutto il mio corpo: mi fotteva come un vero toro da monta in calore, dando spinte forti e profonde che mi toglievano il fiato. “Prendi troia, prendilo tutto!” rantolava in preda alla foga, “Voglio sfondarti il culo, puttana!”. E mentre lui mi scopava io lo incitavo a darmene ancora: “Dai stallone, sfondami! Così, così!” urlavo in preda all’estasi di quella meravigliosa scopata estiva in un posto solitario ed incontaminato. “Sei fantastico, fantastico! Che cazzo meraviglioso! Dai, dai, sbattimi più forte!”. Potevo gridare tutta la mia gioia ed il mio godimento di prendere in culo quel meraviglioso esemplare di cazzo senza paura, incitando il mio stallone a darmene ancora e ancora. E lui mi inculò a lungo, fottendomi con il suo meraviglioso arnese facendomi mugolare come una cagna in calore, finché non arrivò ancora al culmine del piacere.
Mi sfilò dal culo il suo enorme uccello e fece un passo indietro: “Vieni qui, puttana!” mi ordinò, “Inginocchiati davanti a me... Voglio riempirti di sborra adesso!”. Io mi inginocchiai davanti a lui, voglioso e speranzoso, non vedendo l’ora di ricevere su di me il suo caldo nettare. Gli accarezzavo le gambe ed i glutei ben torniti mentre lui si menava il grosso cazzo, la cui cappella purpurea per la lunga inculata era gonfia e lucida, dando l’impressione di esplodere da un momento all’altro. Stavo morendo dalla voglia, e la vista del quel magnifico uccello grosso, con le vene gonfie, duro, teso allo spasimo, e pronto a schizzarmi addosso il suo caldo nettare mi eccitava da morire. Aprii la bocca avvicinandola alla grossa cappella, cercando di lambirla con la lingua mentre lui si menava il cazzo all’impazzata, subito un attimo prima che la sborra cominciasse a sgorgare copiosa.
Il primo schizzo, denso, copioso, mi raggiunse sulla lingua e sulle labbra, seguito da altri che mi inondarono il viso. Il suo uccello schizzava i suoi lunghi fiotti di sperma come impazzito, ed io cercavo di raccoglierli facendomi inondare la bocca per gustarne il più possibile. Gustavo l’intenso sapore dello sperma mentre altri fiotti roventi continuavano a sgorgare da quella grossa fontana del piacere, soddisfacendo la mia sete di sborra. Mi fece una meravigliosa doccia di sperma bollente, schizzandomi addosso una decina di abbondanti fiotti caldi e densi. Finalmente lui smise di menarsi l’uccello ed io potei prenderlo vogliosamente in bocca, iniziando a succhiare con foga per assaporare fino all’ultima goccia di sborra, mentre con le mani ero io adesso a menarlo e ad accarezzarlo fremente, sentendolo ancora pulsare per l’orgasmo prepotente che lo aveva colto.
Mi lasciò fare per un po’, riprendendo fiato e facendosi coccolare e slinguare per bene l’uccello, finché carezzandomi la testa mi disse: “Sapevo che ci saremmo divertiti! Sei davvero una gran troia!”. “Con un meraviglioso cazzo come il tuo a disposizione, essere una troia è un vero piacere!”, gli dissi baciandogli affettuosamente l’uccello. “Quando vorrai scoparmi, sarò sempre pronto per te... Farò tutto quello che desideri, sarò la schiava del tuo cazzo!”. “Il mio cazzo sarà sempre felice di sfondarti il culo e la bocca... Sarà davvero una splendida vacanza!” Passammo il pomeriggio sdraiati in spiaggia, a riposarci e a riprenderci dall’animalesca scopata. Tornando verso casa, in moto, io mi reggevo a lui soddisfatto della splendida giornata. Mentre lui guidava la mia mano scivolò verso il basso ad accarezzargli lo strumento di piacere fra le sua gambe, e fui felice di sentirlo reagire alle carezze. Per tutto il viaggio gli sarei rimasto aggrappato, sicuro che sarebbe stata una notte di lungo piacere...
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Un momento speciale.
Mi chiamo Mario, ho cinquanta cinque anni e sono sposato con Irene. La nostra unione è da sempre stata caratterizzata dal reciproco dialogo, fiducia completa e tanta complicità. Lei ha sempre saputo delle mie scopate extra e io delle sue e solo raramente lo abbiamo fatto separati perche nella maggior parte dei casi abbiamo sempre trovato il modo per godere insieme della persona coinvolta nel nostro rapporto. Lavoro come contabile in un industria dolciaria e alimentare, lei invece è commessa in grande super mercato. Per un motivo legato alla produzione la mia fabbrica ha dovuto fermarsi per tre giorni necessari all’installazione di una serie di nuovi macchinari e quindi chi come me non era necessario al lavoro ha potuto usufruire di tre giornate di ferie che volevo trascorrere in montagna con mia moglie, ma non è stato possibile per lei, potersi assentare dal suo lavoro e così alla fine mi ha convinto a prendere il nostro motorhome per andare a trascorrere tre giorni di puro relax in montagna. Nel tardo pomeriggio mi sono incamminato lungo l’arteria autostradale e dopo circa due ore di viaggio mi trovo improvvisamente incolonnato e proprio mentre sto sorpassando un tir la colonna si ferma e io resto stretto fra un tir di lato a destra e uno davanti e uno dietro. Sono le diciannove quando la colonna si ferma. Aspetto dieci minuti e poi venti e alla fine scendo dal mio camper per vedere cosa ci blocca. Per farlo devo usare la porta laterale del camper perche quella del posto guida e stretta dalla barriera jersey. Appena sono fuori mi sposto verso il tir che sta di lato e quando raggiungo la parte anteriore subito ne discende un ragazzo sulla trentina, giovane e vestito con dei jeans e maglietta, mi guarda e mi spiega la situazione.
“Salve, credo che siamo fermi perche ci deve essere stato un incidente. Forse se andiamo più avanti riusciamo a vedere meglio.”
Ci incamminiamo fino alla cabina del tir che sta davanti al mio veicolo e lui bussa alla portiera e da sopra si affaccia il camionista che ci dice che in lontananza ci deve essere un bel casino, si vedono anche delle fiamme.
“Probabilmente è un incidente con un incendio e chissà cosa diavolo altro avranno combinato. E porca vacca ho anche finito il caffè e siamo molto lontani da un ristoro.”
Li guardo e faccio la mia proposta.
“Se volete un caffè io ho il camper. Potete venire dentro e ce lo facciamo subito.”
Si danno uno sguardo e accettano subito. Il giovane si presenta e dice di chiamarsi Luca, mentre l’altro più anziano si chiama Antonio, ma tutti lo chiamano Tony. Quando sta per salire si volata dietro e osserva il terzo veicolo posto dietro di me e mi fa una richiesta.
“Quello sul tir è Diego un mio collega, lavoriamo per la stessa ditta, ti dispiace se invito anche lui a prendere un caffè con noi?”
Mi giro e faccio un cenno a Diego di raggiungerci poi entro dentro seguito anche da gli altri. Quando sto per preparare il caffè li guardo e lancio una proposta.
“Ragazzi che ne dite di una spaghettata veloce? Sono le diciannove e trenta e un aio, oio, e peperoncino veloce ci sta benissimo tanto da quello che ho capito qui rischiamo di restare fermi almeno due ore come minimo.”
Accettano tutti con entusiasmo e subito scatta il cameratismo complice. Chi come me prepara la pentola e il resto, mentre loro su mia indicazione prendo la tovaglia, piatti di plastica e bicchieri e poi mentre siamo in attesa di consumare la pasta prendo dal frigo pane, salame, e formaggio. Quando chiedo se vogliono bere vino o birra è Tony che dopo una veloce occhiata tutti mi risponde.
“Meglio una birra e piccola. Dopo che avremo finito dovremo pur sempre guidare allora è meglio non rischiare.”
Comprendo subito il loro senso di responsabilità e metto sul tavolo quattro birre piccole poi mangiamo fra un aneddoto e l’altro. Mi raccontano di ingorghi paurosi, e incidenti mostruosi in cui si sono trovati e si divertono a raccontare le cazzate fatte per ingannare il tempo. Condisco la pasta e mangiamo sempre parlando fra noi. Mi sento dentro una strana sensazione. Da studente del liceo all’ultimo anno un compagno di scuola venuto a casa mia per studiare mi fece vedere un giornaletto porno e molto eccitati ci mettemmo a segarci insieme. Ad un certo punto mi chiese se poteva farmela lui la sega e io ho acconsentito. Ho provato una strana e piacevole sensazione nel sentire una mano diversa dalla mia segarmi e mi sono lasciato andare inclinando la testa all’indietro tenendo gli occhi socchiusi. Quando ero sul punto di sborrare lui improvvisamente mise la sua bocca sulla mia cappella e io gli dissi che sborravo.
“Che fai fermati!! Sto sborrando, toglilo dalla bocca che schizzo!”
Lui invece di fermarsi aumentò la suzione, io non riuscii a trattenermi, e gli sborrai in bocca gemendo il mio piacere.
……fermatiii…sborro…ssii eccomiii…sborroooo!!.
Serrò le labbra sulla cappella e ingoiò tutto. Ero sconvolta dal piacere provato. Mi disse prima di andarsene che se volevo lo avremmo rifatto ancora, ma io dopo gli esami andai in vacanza con i miei genitori mentre lui si trasferì in una altra città per studiare all’università e non l’ho più visto. La seconda volta che ho avuto un rapporto con un uomo fu durante il militare. Ero all’undicesimo mese, e un pomeriggio mi sono recato in un cinema a vedere una delle tante commedie erotiche, quelle classiche con la troiona di turno che si mostrava tutta nuda. Coloro che hanno una certa età li ricorderanno di sicuro. Quando sono entrato in sala il film era appena iniziato e c’era pochissima gente. Mi sono seduto quasi in ultima fila e poco dopo al mio fianco si è seduto un signore molto distinto e ben vestito. Mentre guardavo il film e il mio cazzo era già duro per le scene erotiche proiettate, sento una mano sulla mia coscia destra. Resto immobile e allora la mano scorre verso l’alto e raggiunge il mio pacco duro e lo accarezza. Resta un attimo in attesa della mia reazione che non c’è stata e allora lo stringe, e poi lo sega attraverso la stoffa. Poi prova a far scorrere in basso la lampo e io lo aiuto, slaccio anche il bottone dei pantaloni. Ora la mano può agevolmente entrare dentro e stringere la carne dura. Un gemito sommesso esce dalla bocca dello sconosciuto che si avvicina al mio, orecchio e mi sussurra.
“Mi alzo e vado in bagno. Se vuoi seguirmi non te ne pentirai.”
Detto questo si alza e scompare dietro una pesante tenda. Aspetto un momento, guardo il resto della sala che è intenta a seguire il film e entro velocemente in bagno. Appena dentro il tizio mi trascina dentro un gabinetto e chiusa la porta si inginocchia davanti a me tirato fuori il cazzo lo mette in bocca dopo averlo ammirato.
…hummmm ..che bel cazzone!!!...ssi lo voglio!!
Modestamente ho una discreta dotazione sia in lunghezza, quasi venti che una notevole circonferenza e una grossa cappella che sparisce fra le sue fauci. Lo succhia in maniera divina e io che ero in crisi di astinenza continua sento che non reggerò molto a quella bocca che me lo succhia come una idrovora. Lo ingoia meravigliosamente tutto dentro fin giù per la gola e poi lo fa scorrere fuori e lo lecca tutto lungo l’asta e mi succhia le palle e poi ricomincia sempre più forte e sempre più velocemente fin quando lo avviso che sono prossimo all’orgasmo.
..fermati…eiii..fermatii..sborro!! sborroooo!!!!
Imperterrito continua la pompata sempre più forte e io mi scarico dentro la sua bocca. Serra le labbra sulla cappella e lo ingoia a fiotti mentre io sborro anche l’anima dentro quel forno incandescente. Poi quando penso che sia tutto finito lui continua a succhiarmi e a segarmi con le mani facendolo restare durissimo.
…. un bel cazzone così lo voglio in culo..ssi tutto dentro dai sfondami le chiappe..ti pregooo….
Mi rendo conto che sono eccitato come un cavallo e quando lui si solleva e si appoggia piegato al muro e mi offre il culo dopo aver abbassato i pantaloni sento dentro di me il desiderio di fotterlo. Lo appoggio piano lui si gira e mi incita spingerlo dentro.
..che faii..esiti?..dai spingilo dentro tutto…dai sfondami il culooo…si dai spaccalo…..
Lo afferro per i fianchi e affondo dentro le sue chiappe che si aprono e sento che scivolo fino in fondo e lui geme di piacere.
…ssi……cazzooo…che……..belloo!!!..sei….enorme!!!..spingi……daii sfondami il culoooo…..
Lo pompo come un forsennato e gli slabbro il culo mentre lui si sega velocemente e gode come un maiale.
…ssi…daiiii..scopamiii tutto!! godooo..sii godooo!
Lo pompo e resisto molto di più di prima avendo già in parte svuotato le mie palle nella sua bocca e quando lui mi dice che sta sborrando per la seconda volta io sento di essere vicino all’orgasmo. Lui se ne rende conto e mi incita sborrare nel suo culo.
… siii …sborra!!sborramiiii in culloooo!!!
Sono al limite e mi scarico dentro di lui restando immobile. Mi svuoto e poi improvvisamente lui si sfila e si inginocchia e lo prende in bocca e succhia e lecca ogni cosa mentre la mia erezione sta ormai scemando. Quando è perfettamente pulito lui si solleva e mi ringrazia del piacere avuto, mi lascia il suo indirizzo pregandomi di tornare a trovarlo, ma io due giorni dopo sono tornato in licenza a casa e ho conosciuto quella che poi sarebbe diventata mia moglie e del tizio me ne sono dimenticato. Adesso sono in compagnia di tre maschi le cui battute sul sesso stanno scaldando l’atmosfera. In particolare Luca domanda che ci sia di male nel fare sesso liberamente anche fra maschi. Nessuno risponde, anzi ci diamo uno sguardo e sorseggiamo un pò di birra in un tacito assenso. Lui si alza in piedi, ci guarda e poi si sposta verso il letto posto nella parte posteriore del camper e si spoglia seguito da Diego che si denuda anche lui e lo raggiunge sul letto. Tony mi guarda e poi si spoglia anche lui e si distende sul letto e insieme guardano verso di me che mi alzo, mi sposto sul davanti e tiro la tenda che chiude la visuale da fuori fra il posto guida e il resto del veicolo, poi vado verso il letto e mi denudo pure io e mi distendo sul letto assieme a loro. Tony sembra ben dotato in circonferenza, mentre Luca è ben messo in lunghezza ma è più sottile del mio mentre Diego è sicuramente nella media. Quando vedono il mio già in tiro Diego è il primo che lo mette in bocca e incomincia a succhiarlo molto bene intanto è succhiato da Luca che essendo inginocchiato su di lui ha il culo in alto e adesso Tony si è messo dietro e lo lecca facendolo gemere subito.
….humm..come lo lecchi bene…ssi daii mi piaceeee…. ssi… hummm…… che belloooo….
Tony si distende continua a leccare Luca e nel cambiare posizione me lo ritrovo davanti alla faccia e io che non ho mai succhiato nessun cazzo lo porto alla mia bocca e per la prima volta lecco e succhio una bella cappella dura e gonfia. Tony geme di piacere nel sentire la mia bocca e poi è Luca che lo esorta a scoparlo.
…ssis daii..cazzo…..SCOPAMIIII……..
Lui si solleva e lo imbocca fra le chiappe di Luca che spalanca la bocca quando sente che lui affonda tutto dentro il suo culo.
…ssi cazzo….come sei grosso…spinggiiii…..
Tony lo tiene per i fianchi e lo pompa con dei colpo decisi e forti e lui gode mentre Diego che ha smesso di leccare e succhiare il mio cazzo si distende sotto Luca a creare un 69 e gli prende il cazzo in bocca e lo succhia dopo avermi invitato a scoparlo in culo.
…dai mettilo dentro…lo voglio sentire fino in fondo un bel cazzone come il tuo….daiiii..
Gli sollevo le gambe in alto sul mio petto e poi dopo averlo lubrificato in poco appoggio la cappella al suo buco e spingo piano. Lui smette di succhiare il cazzo dell’altro e mi incita spingere deciso.
…daii spingilooo..lo sento mi apre!! cazzo come lo sentoooo!!...ssi dai fino in fondooo!!!...
Affondo deciso e poi lo scopo con un ritmo cadenzato mentre Luca gode sia dal fatto che Tony lo sfonda nel culo ma anche dalla bocca di Diego che li succhia il cazzo molto intensamente mentre gli pompo il culo a fondo.
…ssis eccommii..sborro..cazzo…è bellissimooo..
Trema scosso dal piacere anche Tony sembra abbastanza vicino all‘apice del suo piacere intensifica i colpi nel culo di Luca che adesso sembra sfinito dall’orgasmo provato. Con un ultimo affondo Tony sborra in culo a Luca.
…sisi…..eccomiii…ooohh… cazzo!!!..sborrooo!!!
Lo affonda ancora un poco poi si sfila mentre io continuo a scopare Diego che adesso riceve da Luca il piacere di sentire il suo cazzo succhiato dall’amico. Con me che lo pompo in culo e Luca che lo succhia il suo orgasmo esplode improvviso e completo.
…eccomii…ssii daii…scopamiii..sborrooooo!!!!
Lo lascio assaporare il piacere poi mi sfilo da lui mentre e Tony si gira e mi chiede di provare anche lui il piacere di sentire il mio cazzo in culo.
..dai inculami che voglio sentirlo dentro un bel cazzo come il tuo… dai spingilo dentro..tuttto…
Mi metto dietro di lui e dopo aver bagnato la cappella con un poco di saliva lo abbocco al suo buco e spingo dentro. Sento un attimo di resistenza poi il culo si apre di colpo e affondo dentro di lui che geme e gode all’istante.
….hhhaaaa….ssisii…cazzoo!!...mi sfondi le reni!!!..
Si distende con me sopra che lo inculo con colpi decisi e continui quando Diego lo fa girare di lato e poi si mette a succhiare il suo cazzo e ben presto ridiventa duro e allora lui si mette di davanti a lui e vuole essere inculato da Tony mentre io lo scopo. Per un momento resto immobile, il tempo che Tony riesce a infilare il suo cazzo nel culo di Diego e a quel punto io resto fermo come Diego e solo Tony si muove avanti e indietro. Sembra una sfera su di un filo di cazzi. Quando incula Diego si sfila il mio cazzo dal culo e quando si sfila da Diego lo prende in culo da me. Luca ci guarda estasiato e decide che vuole essere in gioco anche lui e dopo aver succhiato il cazzo di Diego si pone davanti a lui e se lo infila in culo. Sconvolgente! Ora quattro maschi si infilano a vicenda in un trenino erotico godendo moltissimo. Il primo a schizzare è Luca che si è masturbato mentre lo prendeva in culo da Diego e poi è la volta di Diego che sborra in culo a Luca. Io sono al limite, lo pompo più forte e mi scarico dentro Tony che ne gode all’istante.
sssi..cazzo come ti sentooooo…..ssi bellissimo!!.
Resto immobile e il gruppo si scioglie e Tony che non è venuto mi chiede se pure io lo voglio in culo. Gli rispondo che sono vergine. Loro si danno uno sguardo stupito, poi Luca mi dice che sarà lui a preparami se lo voglio, e detto questo si posiziona dietro di me e incomincia a leccare e succhiare la mia rondella che dopo un comprensibile momento di tensione si scioglie lentamente. Mi lecca e infila lingua dentro, poi fa colare della saliva e la spinge dentro con un dito che sento scivolare sempre più velocemente e il piacere che ne deriva mi rilassa e quando mi sento pronto faccio un cenno a Tony che per tutto il tempo si è fatto succhiare e bagnare di saliva il cazzo da Diego. Lui si posiziona dietro di me lo spinge dentro lentamente. Subito sento il mio sfintere che cerca di resistere a quella introduzione, mi irrigidisco un poco, ma Tony mi invita a rilassarmi e lo faccio facendo un bel respiro. Improvvisamente con una spinta decisa Tony entra. Per un attimo mi sento sfondare e mi irrigidisco, poi mi rilasso e dopo che lui è rimasto immobile lo invito spingere ancora dentro. Lui lo sfila un poco e poi lo affonda tutto dentro di me. Mi sento sfondare e aprire con decisione, e Luca si mette sotto di me e mi succhia il cazzo che sta tornando duro.
..aaahhhh…piano..mi….sfondi!!!...fermo..resta fermo…….si va bene adesso muoviti piano…..
Lui rimane immobile e io mi rilasso anche perche sento il piacere che mi procura Luca che mi succhia il cazzo ritornato duro e mi fa godere. Tony si muove sempre più e lentamente l’azione combinata delle due cose mi procura un piacere mai provato. Lo sento scorrere dentro di me sempre più velocemente mi scopa e all’improvviso sento che sborro in bocca a Luca e godo.
…..ssi eccomiii…sborro!!!Luca..SBORROOO!!!
Mentre mi scarico di nuovo inaspettatamente in gola a Luca, Tony mi inonda il culo.
…sie eccomiii cazzo ti sborro in culooo..orraaaa!!
Sento una ondata di calore invadere il mio intestino e lui che continua a scoparmi fin quando il suo cazzo si ammoscia e esce. Restiamo un momento a guardarci stupiti e sorridenti, poi il rumore di motori che si riaccendono ci riporta alla realtà, il blocco è finito e si riparte. Ci rivestiamo in fretta e io mi metto alla guida e parto con loro che mi salutano suonando le trombe. Mi rendo conto di aver vissuto un momento veramente magico di sesso fra uomini in completa libertà, e tanto piacere e mi stupisce quanto ne ho provato. In tutti questi anni con mia moglie abbiamo avuto spesso e volentieri altri maschi nel letto. Non ho mai avuto la voglia di interagire con loro per scoprire cosa si provava, il suo ruolo in quel contesto era di far godere lei non me. Lei invece a volte si era divertita con la troietta di turno che trovava nel letto con me e più di una volta ne ha goduto la lingua fra le sue cosce. Passo i tre giorni in montagna e rifletto su quanto accaduto, in quel meraviglio momento imprevisto. Quando ritorno avrò una bella novità da raccontare a mia moglie, ma questa è una altra storia.
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4 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
In treno
Sono sul treno.... sto viaggiando, sto andando in Calabria... il viaggio è lungo, durerà tutta la notte e arriverò a Cosenza alle prime luci del giorno...Di fronte a me c'è un signore distinto, continua a scrivere sul suo portatile da quando si è seduto. Ha le gambe piuttosto lunghe, per questo come mi muovo il più delle volte le urto. Puntualmente chiedo scusa, puntualmente mi sorride con un cenno di capo.Accanto a lui una signora, bella donna.. avrà al massimo una quarantina d'anni, non smette un secondo di chiacchierare con la sua amica seduta di fronte, accanto a me..Il vagone è abbastanza pieno, anche se non affollatissimo... studio i passeggeri tra un momento e l'altro che scrivo a te.... ma c'è poco da studiare, sono perlopiù tutti già addormentati...L'uomo seduto di fronte a me continua a scrivere.. ogni tanto alza gli occhi e mi sorride, poi torna a guardare lo schermo... piano piano anche gli ultimi rimasti svegli si abbandonano al sonno, comprese le nostre vicine.. io continuo a scriverti... ti sto descrivendo la scena e tu mi scrivi le tue fantasie....L'uomo abbassa lo schermo e mette via il portatile..“Finito di lavorare?” gli chiedo amichevole.. lui annuisce e indica con un cenno il mio telefono “Non è un po' tardi per parlare col fidanzato? Non vuole proprio mollarti eh..”“E chi ti dice che è il mio fidanzato?”“Beh... sorridi quando leggi... ti mordi il labbro mentre scrivi.... o è il fidanzato, o una persona speciale...”Sorrido “E' complicato.... ma non ci sei andato lontano.... comunque ora ho finito, domani ha un incontro di lavoro e deve svegliarsi presto...”“Quindi ti ho tutta per me, finalmente....” sorride affascinanteMi coglie di sorpresa, cerco di cambiare discorso “Ah ehm.. scusami se ti urto sempre con le gambe.. questi posti sono cosi stretti... non trovi?”“Ma figurati... poi con questi stivali puoi farmi di tutto... posso?”Io annuisco, anche se non so quali siano le sue intenzioni.. indosso i primi stivali che mi hai regalato, quelli neri scamosciati alti fino a metà coscia, morbidissimi e sensuali, con il tacco altissimo e sottile da 12, sensuale ed elegante..Mi solleva la gamba e mette il piede sulle sue, per ammirarli meglio… “Scusa se mi sono permesso, ma gli stivali sono il mio feticcio.. ride – non prendermi per pazzo, ho una piccola ditta di calzature e da sempre gli stivali mi fanno impazzire.. specialmente quelli di questo tipo, con il gambale che arriva sopra il ginocchio.. complimenti, hai gusto...”Sorrido “In realtà sono un regalo, ma grazie... piacciono molto anche a me...”“Li ho notati prima, mentre venivi a sederti... poi con questa gonna ti stanno davvero d'incanto... e piacciono anche al tuo fidanzato barra amico barra è complicato?”Sorrido “Sì, piacciono anche a lui...”“Che uomo fortunato....” intanto continua a tenermi sollevata la gamba, accarezzandomela coperto dal tavolino, mentre il piede lo ha fatto scivolare fra le sue gambe.. forse è solo un'impressione mia, ma mi sembra che faccia una leggera pressione verso di lui.. il tutto con nonchalance, come se ci conoscessimo da sempre.. in effetti non mi sento imbarazzata per quel contatto e quando realizzo che non è solo un'impressione ma che ci sta provando davvero gusto ad avere il mio piede sul suo cazzo sento un brivido percorrermi... “Allora, hai una ditta di scarpe..?” .. mi protraggo verso di lui, appoggiandomi al tavolino per avvicinargli la scollatura, mentre con l'altro piede decido di passare al contrattacco cominciando ad accarezzargli l'altra gambaLui sorride lasciandomelo fare e annuisce “Esattamente.... proprio in Calabria... magari te la posso mostrare.. vieni spesso in calabria?”“Mh.. non esattamente... ma una visita alla tua fabbrica la faccio volentieri.....” e penso già ad un nuovo paio di stivali che potrei comprarmi che potrebbero piacere anche a teContinua a guidarmi il piede sul suo cazzo, che ormai non è più un'impressione: sta diventando sempre più duro.. “Puoi anche lasciarla.... il piede non scappa..” sorrido.. lui fa altrettanto, lasciando la mia caviglia.. e il mio piede non accenna a smettere di massaggiargli il cazzo, ora lo fa con più cura... con più voglia... sto già immaginando il momento in cui ti racconterò tutto... come diventerà duro il tuo cazzo a sentire le mie parole... il solo pensiero aumenta la mia eccitazione...“E il tuo fidanzato che dice quando fai queste cose?“Lui è felice...... anzi, scommetto che se gli raccontassi cosa sto facendo inizierebbe a toccarsi chiedendomi di continuare.... lo eccita sapermi in queste situazioni...”Lui non sembra colpito dalle mie parole, anzi. Colgo nei suoi occhi una luce particolare.“Ti eccita sapere che ha il cazzo duro? Talmente grosso che preme contro i pantaloni? Come se implorasse di essere tirato fuori?” ..io annuisco... lui riprende “Allora perchè non glielo racconti cosa stai facendo? Così si eccita.... e magari ti chiede anche di fare qualcosa con me......”Io sorrido e mi mordo il labbro.. prendo il cellulare e comincio a scrivere, senza smettere di accarezzargli il cazzo con lo stivale... ti mando un sms.... leggo la tua risposta e sorrido.... lo guardo...Alla prima fermata le nostre vicine scendono.. come si alzano ho modo di vedere l'uomo seduto opposto a me, dall'altro lato del corridoio.. ha osservato la scena sotto il tavolino e la sua mano è vicino la patta, evidenziata da un leggero rigonfiamento...Io mi alzo e sorrido all'uomo di fronte a me dicendo che vado un momento a sistemarmi il trucco, ma con il chiaro messaggio “seguimi”...Passo vicino all'uomo che ci osservava.. lui è più maturo.. gli sfioro la spalla... lui ci guarda allontanarci insieme......Andiamo alla toilette.. come siamo dentro mi bacia facendomi aderire con la schiena alla parete e subito le sue dita si insinuano fra le mie gambe“Wow sei già così eccitata...... e quanto sei bagnata..... è da quando ti sei seduta che aspetto questo momento.......... mi sa che io e te ci divertiremo......... mmmhh ti voglio!!! Voglio la tua fica!!”Gli prendo in mano il cazzo... voglio abbassarmi, voglio succhiarglielo, è già bello grosso... ma lui vuole sentirmi gemere e continua a stuzzicarmi il clitoride e a masturbarmi fino a che vengo.... mi lascio andare alle urla di piacere, coperte dal rumore del treno.... sento le gambe molli, mi stringo a lui..... vuole togliere le dita ma io gli chiedo di continuare..... lo guardo eloquente... torno con le spalle alla parete.... mi rilasso e lo invito a ricominciare.... ci metto qualche minuto di più a venire stavolta, ma è altrettanto superlativo.... sento il liquido che mi cola fra le gambe......Mentre sorrido e riprendo fiato lui mi guarda senza parole... e mi bacia.... le mie mani intanto gli aprono i pantaloni.... prendono il cazzo e cominciano a masturbarlo.... fin a che non mi abbasso e allora è la mia bocca a prendersene cura.... lo succhio... lo lecco... lo bacio.... e lo succhio di nuovo... lo ingoio.. me lo spingo tutto in gola....... continuo a succhiare vogliosamente, lui accompagna i movimenti della nuca sorreggendomi con la mano.... e mano mano che il suo piacere cresce aumenta la velocità dei miei movimenti....... continuo a succhiare fino a sentirlo così duro da scoppiare quasi..... lo faccio venire in bocca...... lo bevo tutto.... lo lecco.... lo ripulisco.... poi mi alzo e mentre ci rivestiamo sorrido “La prossima volta me lo metti dentro...”Torniamo ai nostri posti... e penso a te... non vedo l'ora di raccontarti tutto, di dirti come ho goduto... ci sediamo e senza neanche che me lo chieda riprendo a solleticare il cazzo di quell'uomo... con la coda dell'occhio vedo il nostro vicino che ci guarda compiaciuto... allora lo guardo e gli chiedo se vuol venire vicino a noi..Lui sorride e con lo sguardo indica il vagone pieno di persone che dormono “Forse questo non è il luogo adatto per parlare.... perchè non andiamo in un altro vagone dove possiamo parlare tranquilli?”Lo seguiamo... cammino sorreggendomi ogni tanto ai sedili, mentre l'uomo che mi sono appena scopata mi cammina dietro e ha la mano sotto la mia gonna...Arriviamo in un vagone vuoto, in fondo al treno. Qui i sedili sono più larghi... ci sediamo a un tavolino da quattro e ci presentiamo... comincia il nuovo arrivato, che si chiama Mauro, mentre il primo uomo si chiama Luca. Come nulla fosse il mio piede torna fra le gambe di Luca, mentre Mauro comincia a chiacchierare e a farci domande.... ma io non posso fare a meno di notare il rilievo fra le sue gambe e decido di provocarlo, così mentre parlo la mia mano indugia a lungo sulla sua gamba.... prima sul ginocchio.... e poi all'inguine.... e arrivo al suo cazzo mentre con Luca stanno parlando del lavoro...... “Perchè non parliamo di cose serie, adesso?” chiedo io guardandolo negli occhi mentre con la mano continuo ad accarezzargli il cazzo... Mauro è un uomo maturo... avrà una cinquantina d'anni... robusto.... ha l'aria di avere proprio un bel cazzo... Mauro e Luca si guardano.. io abbasso i braccioli mandando leggermente indietro lo schienale di Mauro, quindi gli tiro fuori il cazzo, mi metto sopra di lui, leggermente sollevata, con le ginocchia sui sedili, e accarezzo la fica con la cappella, muovendomi piano, simulando una lieve penetrazione“Mh... proprio come immaginavo.... hai proprio uno splendido cazzo...” ..scendo da lui... mi metto nel corridoio, in ginocchio, e affondo il suo cazzo nella bocca.... è più grosso di quello di Luca ma promette di diventare ancora più grosso... è quello a cui aspiro nonostante già adesso fa fatica ad entrarmi in bocca.. Mauro sospira deliziato, mi fa i complimenti per come succhio... gli piace quando le donne se lo spingono fino in gola... ma ho voglia di scoparlo... voglio sentire il suo cazzo tutto dentro di me..... così dopo diversi minuti che gli ho succhiato il cazzo torno alla posizione di prima, a cavallo sopra di lui, e comincio a cavalcarlo.... lui guida i miei movimenti tenendomi per i fianchi..... mi toglie la camicetta e comincia a mordermi, a baciarmi i seni...Lo sto scopando divinamente e al momento dell'orgasmo mi lascio andare ad un urlo liberatorio..... sto godendo incredibilmente tanto!!!!!Intanto Luca se lo è tirato fuori e si sta masturbando.... ce l'ha di nuovo duro.... mi vuole anche lui così.... lascio riposare Mauro e torno da Luca.... lo bacio con passione mentre il suo cazzo scivola nella mia fica con molta facilità... comincio a muovermi, a cavalcare anche lui.... lui mi stringe i seni... li bacia.... poi di divarica le natiche... e improvvisamente mi infila due dita dietro.... dall'eccitazione comincio a muovermi più veloce... più veloce.. più veloce... sto godendo, sto godendo ancora... quelle dita e quel cazzo magnifico mi stanno mandando in estasi e... aaaaaaaaaaaahhhhh!!! Ho un altro magnifico intenso interminabile orgasmo.... wow.... era come avere due cazzi dentro di me.....Mauro mi accarezza la schiena.... richiede attenzioni..... mi giro e lo bacio mentre Luca mi tiene i seni tra le mani e me li bacia... Mauro mi sussurra che vuole che glielo succhi ancora.... vuole venirmi in bocca, non ce la fa più a trattenersi....Così esco dai sedili, mentre lui rimane seduto sui tavolini centrali... anche Luca si alza.... lui si mette dietro di me..... così mentre io riprendo a succhiare il cazzo a Mauro, Luca comincia ad incularmi..... cullati dall'eccitazione reciproca che quei gesti ci stavano dando a tutti e tre e dal movimento del treno, veniamo tutti e tre nello stesso momento, l'uomo dentro l'altro....L'indomani ci salutiamo e ci scambiamo i numeri di telefono, con la promessa di sentirci presto...Io sarò dalla mia amica per qualche giorno poi tornerò a Roma....
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4 years ago
ladybutterfly,
30/37
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Quella doccia rinfrescante
Mi chiamo Antonio, ho 48 anni e lavoro come autista per una grossa ditta di trasporti internazionali. La scorsa estate, un giovedì di Agosto tornavo da Strasburgo in Italia e attraversando la Svizzera sono rimasto bloccato tre ore sotto una galleria per un grave incidente stradale. La prima cosa che ci ha ordinato la polizia è stato, ovviamente, quello di spegnere i motori per non morire asfissiati. Restare fermi sotto una montagna può sembrare semplice fresco, invece faceva un caldo boia. Climatizzatore spento e sudore a catinelle, e poi ti parlano della fresca Svizzera. Dopo questa prolungata sosta ci fanno ripartire e io sono sudato da far schifo. Puzzo come una concimaia, e vorrei riaccendere il climatizzatore, ma sono consapevole che se lo faccio mi si gelerà il sudore addosso e domani resterò bloccato dai dolori e non me lo posso permettere. Mi ricordo che fra pochi minuti di viaggio ci deve essere una piccola area di sosta. Non quelle con il distributore, ma una piazzola al fresco e con un bagno dove è consuetudine in questa nazione, vi è anche una doccia a monete che si può utilizzare liberamente in quanto quando un cliente esce subito si blocca per igienizzarsi con un getto di vapore bollente che la rende sterile poi si può usare nuovamente. Mi concentro sulla strada e dopo alcuni minuti vedo il cartello che lo indica e mi dirigo immediatamente verso la costruzione adibita ai bagni. Quando mi fermo noto che anche altri tre colleghi hanno avuto la mia stessa idea. Un bestione parcheggiato un po più avanti ha delle scritte in olandese, mentre dietro di lui uno con la targa rumena, mentre dietro di me si ferma un mezzo con scritte in tedesco. Cazzo! c’è mezza Europa in questo parcheggio! Prendo il necessario per la doccia, scendo e mi incammino verso la costruzione dove arrivo insieme al collega olandese. Un bel maschio, alto e biondo con un bel fisico dai lineamenti marcati. Dietro di me entra il rumeno, anche lui imponete e massiccio, mentre il tedesco che puzza da morire è il più basso e il più grassoccio, anzi è la sua panza da bevitore di birra che lo rende un falso magro. Appena dentro ci dirigiamo subito nel locale docce e il tulipano si avvicina a una delle due e impreca nella sua incomprensibile lingua. Lo guardiamo tutti e ci avviciniamo alla gettoniera e scopriamo che prende solo monete svizzere da un franco e che una delle docce è inservibile perche un genio tanto tonto, ci ha incastrato una moneta da un euro che è di spessore più grosso e quindi è inutilizzabile. Gli altri due cercano nelle, loro tasche le monete. Apro il mio porta spiccioli e scopro che ho cinque moneta da un franco e una sola da due necessaria per poter utilizzare gli armadietti dove si conservano gli effetti personali. Si mette la moneta e con la schiave si chiude e quando si rimette la chiave per aprirlo il meccanismo ti restituisce la moneta. Tutti e tre si voltano verso di me che mi sono seduto su di una panca di metallo posta nel mezzo della stanza e mi chiedono ognuno nella sua lingua di fare un cambio. Li guardo e mi sento uno strano fremito lungo il corpo. Sono quattro giorni che non scopo e dopo quasi venticinque anni di questo lavoro ho imparato che quando hai voglia va bene tutto, maschi e femmine tran o trav o gay, basta godere e l’olandese ha un bel fisico molto invitante. Gli passo la moneta per la doccia e gli spiego che metteremo quella da due franchi nell’armadietto che lui utilizzerà per conservare la sua roba, e quando avrà finito mi restituirà la moneta che a turno utilizzeremo per ogni uno di noi fin quando tutti avremo fatto una doccia rinfrescante. Il rumeno mi ringrazia nella mia lingua con parole semplici ma comprensibile e intanto il tulipano si spoglia e mette in evidenza un bel fisico con un bel culo tondo e invitante. Quando si gira verso di noi dopo aver depositato le sue cose dentro l’armadietto notiamo che ha anche una bella dotazione di tutto rispetto. Il tedesco che puzza peggio di tutti noi messi insieme fa un cenno di compiacimento mentre si tocca il pacco subito imitato anche da noi. L’olandese si chiude dentro la doccia e io incomincio a spogliarmi imitato dal rumeno mentre il tedesco si è seduto di lato mi eccita il suo fetore all’improvviso quando siamo nudi lui si allunga verso il mio cazzo e lo impugna mentre il rumeno che sta in piedi davanti a me mi offre un bel cazzo di generose proporzioni, decisamente il più dotato di tutti noi sia in lunghezza, ben oltre i ventidue che in circonferenza. Lo porto vicino alla bocca e aspiro l’odore di piscio, sudore e secrezioni bianche che ricoprono la cappella indice di una scarsa igiene che anzi che farmi indietreggiare mi eccitano ancora di più e lo imbocco fra le labbra e incomincio a succhiarlo mentre lo sento crescere e diventare molto duro e grosso tanto che le dita della mia mano non riescono più a cingerlo in circonferenza. Il tedesco intanto si è disteso e mi ha preso il mio in gola e lo succhia come se non ci fosse un domani. Godo nel fare una pompa colossale mentre mi succhiano il cazzo in maniera sconvolgente! Mentre mi dedico alla trave che ho in gola il rumeno mette una gamba sulla panca e mi fa capire con un movimento della mano sul mio capo che desidera che gli lecchi anche il culo. Mi abbasso e sento il fetore del sudore mi eccito ancora di più e lecco il suo culo non troppo pulito, ma sempre molto eccitato. Sento il tedesco che mi sta succhiando anche l’anima, sono quasi sul punto di sborrare quando si riapre la porta della doccia, dura solo due minuti di acqua e ne esce il tulipano che fa una esclamazione dice delle cose in olandese che nessuno capisce, ma tutti comprendiamo benissimo che la cosa che vede lo eccita e si mette a succhiare il tedesco. Quando il puzzolente sente che gli succhiano il cazzo aumenta la suzione del mio e mi porta inesorabilmente a godere nella sua bocca con un grido che dovrebbe farlo smettere, ma che invece lo incita a ingoiare tutto quello che gli scarico in gola.
…hhhaaaaaaa!!!!!...sborrrroooooooo!!!! cazzooo!!! sboorroooooooooooooooooo!!!!
Mi spreme tutto il mio succo e poi si dedica al cazzo del tulipano che adesso si è disteso sotto di lui in un 69 da infarto mentre il rumeno si posiziona dietro al tedesco e lo incula mentre io me ne vado a fare la doccia sconvolto dal piacere provato un poco barcollando. Prendo la moneta e deposito i mie averi nell’armadietto ed entro nella doccia. Appena sento l’acqua scorrere sul mio corpo mi sembra di essere in paradiso dal piacere che mi procura. Sento ancora il mio cazzo duro e ho i capezzoli tesi, mi sento ancora molto eccitato per tutto quello che ho lasciato fuori. Mi lavo mentre sul display i secondi da 120 vanno velocemente a zero. Quando si riapre la porta della doccia la scena che vedo è molto arrapante. Il rumeno sfonda il culo al tedesco mentre il tulipano gli lecca le palle e da sotto e succhia il cazzo del tedesco. Mi avvicino e osservo il rumeno che sta sfondando quel culo con immenso piacere. Me lo meno per farlo rimanere duro il rumeno con un grugnito incomprensibile si scarica nel culo sfondato del tedesco che trema di piacere. Dopo averlo farcito a dovere il bestione prende la moneta e entra nella doccia mentre io resto in compagnia dei due che adesso si cambiano di posto. Il tedesco si sposta e permette all’olandese di leccarli il culo da cui sgorga la sborrata del rumeno e così facendo mi ritrovo il bel culo olandese davanti al cazzo e dopo averlo lubrificato con un poco di saliva lo spingo tutto dentro. Lo sento caldo e morbido, lo pompo con vigore tenendolo fermo per i fianchi e a quel punto il tedesco che adesso sembra puzzare ancora di più si sdraia sotto di lui e gli rende il piacere succhiando il cazzo mentre io lo sfondo con colpi sempre più forti. Lo scopo intensamente e lui alla fine sborra in bocca al tedesco che si ingoia anche questa ricca schizzata e lo pulisce tutto e quando si riapre la porta della doccia e ne esce il rumeno lui prende va a farsi la doccia mentre il rumeno lo mette in bocca all’olandese che lo succhia molto forte e lo ingoia tutto poi che al rumeno non è rimasto duro, ma solo barzotto e mi rendo conto che adesso lo vorrei assaggiare pure io in culo, e quindi spero che riesca tornare bello e grosso come prima. Godiamo più intensamente ognuno di quello che l’altro fa e poi torna il tedesco che si mette a succhiare il cazzo del rumeno mentre io sfondo il tulipano. Nonostante due lingue lo succhiano a lui non si indurisce e allora con gesto del capo mi invita incularlo. Lo guardo sorpreso e poi mi metto dietro di lui e dopo aver bagnato la cappella con un poco di saliva lo affondo deciso dentro il suo culo che lo accoglie molto bene. Lo pompo deciso e intanto il tedesco si incula il tulipano mentre succhia il cazzo al rumeno che per effetto della mia pompata adesso è di nuovo eccitato e dopo un po di tempo gli sborra in bocca. Quando si svuota nella bocca di chi lo succhia contrae i muscoli anali e questo mi provoca una immediata sborrata che scarico dentro di lui che cerca di divincolarsi, ma fra chi lo succhia e io che lo inculo rimane ben fermo e quando mi sfilo lo vedo un poco contrariato, ma ci guardiamo in faccia e una risata con un applauso scioglie la tensione erotica che si è creata. Il tedesco adesso che ha sudato di nuovo continua a puzzare e lentamente se ne vanno lasciandomi da solo. Prendo il franco rimasto e mi infilo di nuovo dentro la doccia per una ennesimo attimo di puro piacere prima di riprendere il mio cammino.
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4 years ago
admin, 75
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Guardare e non toccare. ultima parte.
Anna adesso sta appoggiata ad un tronco, e sta succhiando Paolo a gambe aperte, rivolte verso il singolo che si sega senza perdere uno movimento di lei che si masturba lentamente. Anche Agnese si è distesa e mi sta segando piano mentre io la masturbo e poi sono imitato da Paolo che adesso ha infilato due dita dentro la fica di Anna che tiene le gambe inarcate per aprirle ancora di più e mostrare il gioco che sta sconvolgendo il singolo che si masturba velocemente convinto forse che adesso sarà il suo turno di godere con lei che succhia il cazzo di Paolo sempre più forte lo fa gemere di piacere. Osservo la scena e mi viene una idea che condivido con Agnese.
“Girati e mettiti con il culo in alto che lo facciamo morire. “
Lei guarda verso il singolo e poi si mette in ginocchio rivolta verso di me che le porgo il cazzo da succhiare di nuovo mentre mi allungo su di lei e le inumidisco il buco del culo. Lei porta una mano sotto di se, si masturba mentre io adesso le infilo un dito nel culo e la faccio mugolare di piacere.
..huhumhumm…si il culoooo!!! ssi mi piace…
Il suo gemito fa girare anche i nostri compagni, e Anna sorride per un attimo sfilandosi il cazzo dalla bocca e poi lo succhia di nuovo con più intensità. Paolo masturba Anna con molto vigore e le procura un orgasmo che le fa inarcare il corpo e tremare mentre urla tutto il suo piacere.
…ssi daiii….ssiiiiii..eccommiii..vengoo!! si vengoooooooo…daii non ti fermareeee……
Gode e poi succhia il cazzo di Paolo facendo godere anche a lui.
……ssiiiiiiiiiiiiii…daii…seiii…. divinaaa!!! dai che mi fai impazzireeeeeee….Annaaaaa!!!! sborrooo!!!
Lei si sfila il cazzo dalla bocca e sparge il seme sul corpo, dal seno al ventre larghe chiazze di sborra bianca la ricoprono, poi si rimette il cazzo in bocca e lo succhia ancora. Masturbo il culo di Agnese che si smanetta le dita in fica e gode anche lei.
…ssi..daii………mi………..fai….impazzirreee..vengoo..Cazzooo!!vengo……..……e…..godoooooo…oraaaaaaaaaaaa…ssiiiii…….
Sono quasi al limite e sto per sborrare quando Agnese smette di tremare e di succhiare il mio cazzo, si gira e si allunga sul corpo di Anna e incomincia a leccare la sborra che la ricopre. Lecca e succhia anche i seni e questo fa impazzire sia me che Paolo e pure il singolo che si masturba con frenesia. Anna solleva i capelli dell’amica per rendere più visibile quello che sta facendo e poi le prende il viso fra le mani e la bacia in bocca dove assapora il piacere di Paolo direttamente dalle labbra di Agnese con cui si scambia un bacio molto passionale. Dopo aver leccato le labbra dell’amica si gira verso di me mi sorride, le sue parole mi sconvolgono sia per la sensualità con cui le pronuncia sia per la libidine che mi procurano.
…adesso ..volgiamo la tua sborra……..
Agnese si distende di lato a lei e Paolo sta in ginocchio dal lato di Anna che mette il suo viso sul seno sinistro dell’amica e mi guarda a bocca aperta. Agnese allunga la mano e mi sega velocemente e io schizzo su di lei e in faccia a mia moglie che ne riceve uno schizzo fra le labbra e la guancia. Sborro con un grido di puro piacere sui loro corpi.
…ssi cazzo..che porcheeeee!!! sborroooo!!! ora!!!
Agnese mi masturba per spremere ogni goccia e poi si solleva e lo lecca mentre Paolo si masturba veloce il cazzo ancora durissimo. Anna si mette a leccare la mia semenza dal corpo di Agnese che le lecca il viso. La scena è talmente porca che restiamo in tiro e ci seghiamo mentre il singolo che non si è perso nulla del gioco sembra impazzito e vorrebbe sborrare. Fissa Anna che non lo degna di nota, anzi dopo aver goduto le labbra dell’amica la guarda, le fa un cenno con il capo indicando Paolo e poi si gira verso di me. Si sono intese al volo e Anna si distende supina a gambe aperte e invita Paolo a scoparla mentre Agnese la imita e mi trascina su di lei. Imbocco il mio cazzo far le fradicie labbra della sua fica mentre Anna che sta ricevendo Paolo dentro di se già gode lo incita scoparla con vigore.
…ssi daii…scopamiiii..sfondami la ficaa..ssiiiii.
Agnese solleva le gambe e le annoda dietro di me e io le infilo tutto il cazzo dentro con solo affondo che la fa tremare di piacere.
…ssi cazzoo..ti sentoooooo..mi spacchiii..daii lo volevo da tantoooooo..scopamiiiiii…..
Paolo scopa Anna con colpi tremendi che la portano velocemente al piacere gode spronando il suo stallone continuare.
…ssiiiiii.daiii..vegnooo..cazzo!! mi faiii godere…..
Agnese non è da meno e mi incita spaccarle la fica e a farla godere.
…ssi…………porcoo..sfondamii..sei….fantasticoooo..vengooo…goddooo…mi uccidiiiiiiiiiiii….
Gode e si stringe a me con le gambe e poi si rilassa, si gira verso Anna e le fa un cenno del capo. Anna si sfila da Paolo e si mette in ginocchio e lo esorta ad incularla mentre anche Agnese si mette nella stessa posizione, ma solo davanti al viso dell’amica che impugnato il cazzo di Paolo lo posiziona sul culo e lo invita sfondarlo.
…dai porco..sfondami il culoo..dai che mi piace..
Paolo le afferra le chiappe lo spinge tutto dentro con lei che gode, mentre io dopo aver lubrificato di nuovo il buchetto di Agnese lo spingo dentro con calma e lei lo apprezza.
…si…così..piano che sei grosso…mi fa impazzire ..ti sentoooo..cazzo mi spani il culooo..piano….
Lo affondo lentamente dentro di lei mentre Paolo sta scopando il culo di Anna con colpi tremendi e lei gode moltissimo.
….ssi daii sfondamiii..ssi mi piaceee… godooo…
Spingo il cazzo dentro il culo stretto di Agnese e poi la scopo con vigore lei ne gode subito.
…siiiiiiiiiii………..adesso…………mi………………piaceee..scopami..oddioooo..questo me lo sgarrraa..amoree..mi sfonda il culoooo………
La sbatto mentre Anna incita Paolo a sborrare sul suo viso.
..dai….si scopami e vieni…ti voglio in facciaaa…..
Paolo la sbatte come un toro impazzito e poi con gridio di piacere esce e si mette di lato e le schizza un getto bianco in faccia. Lei sega il cazzo fino a spremere ogni singola goccia e poi lo lecca con uno sguardo soddisfatto mentre del suo viso la sborra cola sul suo seno. Agnese visto tutto questo mi esorta a fare la stessa cosa.
…dai anche tuuuu…ssi daii… mi stai spanando il cullo..ma cazzo!!! è bellisssimo..dai sborrami in faccia anche tu!!! cazzo vengooo…..
Sono al limite e mi sfilo e lo metto davanti a lei che riceve sulle labbra la mia schizzata. Lo succhia e pulisce, poi si gira verso Anna e le due porche si leccano il piacere come due cagnette e poi si baciano mentre io e Paolo ci mettiamo seduti appoggiati la tronco. Il singolo si sta segando e Anna lo guarda e con un gesto lo fa sborrare. Lui schizza lunghi fiotti e poi stremato si siede pure lui. Restiamo un momento immobili e ci guardiamo poi una bella risata scioglie la tensione erotica che si era creata e ci solleviamo per andare a fare un bel bagno quando il singolo si avvicina e ci parla.
“Scusatemi, se vi disturbo, ma volevo fare i complimenti a queste due splendide femmine. Vengo in questa spiaggia da tanto tempo ma non avevo mai visto un gioco così erotico e molto eccitante. Mi scuso per la mia iniziale arroganza, ma in genere quando le donne vedono le mie misure ignorano tutto il resto, mentre voi avete goduto con questi due signori, che presumo siano i vostri partner, e mi avete fatto impazzire. Grazie e scusatemi.”
Anna lo guarda e gli sorride mentre insieme andiamo verso il mare.
Anna
“Avere delle misure come le tue non ci ha lasciato indifferenti, ma non era il nostro gioco. Avevamo deciso tutto questo da tempo e lo abbiamo realizzato esattamente come lo avevamo immaginato, tu eri solo un elemento in più del gioco, ma non la parte essenziale, per questo ti abbiamo ignorato. Grazie di aver capito e di essere restato al tuo posto.”
Passiamo il resto della giornata prendere il sole, a parlare con il singolo che abbiamo accettato vicino a noi e che per tutto il tempo è rimasto sempre in tiro con le donne che hanno fatto di tutto perche questo accadesse, senza mai dargli la possibilità di sfiorarle nemmeno con un dito. Da quel giorno Anna e Agnese diventano inseparabili, si contattano molte volte al giorno. Due mesi dopo ho ricevuto l’invito di Carla per assistere all’inaugurazione della nuova agenzia e lo faccio presente ad Anna che subito lo comunica ad Agnese, le due donne si organizzano per passare un week end nella sua città. Contatto Paolo che mi racconta che con lei ha raggiunto una bella sintonia e che ha conosciuto anche suo marito, un porco al nostro stesso livello che ama esibire la moglie anche più di noi. Il venerdì pomeriggio raggiungiamo i nostri amici che hanno prenotato con l’aggiunta di Carla una cena tutti insieme in un bel ristorante. Quando arriviamo a casa di Paolo che ci ospita, Anna e Agnese spariscono un bagno per un tempo lunghissimo e quando ne escono e si vestono ci lasciano senza fiato. Anna indossa un tubino elasticizzato nero e Agnese bianco e tacchi alti, insieme di certo non passeranno inosservate, ma poi in fondo è quello che vogliono. Giunti al ristorante quando entriamo io e lui lasciamo il passo alle donne che ci precedono e raccolgono tutti gli sguardi di ammirazione di tutti i maschi presenti e l’invidia di tutte le donne, tranne Carla che quando le vede fa un cenno di puro compiacimento. Lei non è da meno. Indossa un abito che le arriva appena sopra il ginocchio con spacchi laterali e la parte superiore mostra in bella evidenza il suo seno stupendo e abbondante che fatica ad essere contenuto dalla stoffa del vestito. Subito scatta fra le donne la complicità e anche fra di noi quando iniziamo a conoscere Giulio, suo marito ci rendiamo conto che è un vero porco.
Giulio
“Complimenti, avete due femmine stupende, ammirarle è un vero piacere per gli occhi e una vera tortura per la mente che non può esimersi dall’immaginare come dovrebbero essere a letto. Quanto a te caro Mario, ho saputo che hai dedicato una bella sega a mia moglie e ti assicuro che mi sarebbe piaciuto vedervi mentre lei ti faceva impazzire. Spero di avere un giorno lo stesso piacere. Anche tua moglie Agnese ha un corpo molto invitante, e sono sicuro che il suo culetto deve essere una vera favola scoparlo.”
Assodato che non ci sono segreti all’interno delle nostre coppie passiamo ad elencare ognuno i pregi e i difetti delle nostre donne che alla fine ci stupiscono quando finita la cena decidono di andare a casa di Carla che è nelle vicinanze. Appena dentro ci fanno accomodare su di un bel divano e lei ci sorprende con proposta insolita.
Carla
Cari amici, e ho appena conosciuto le vostre donne e subito mi sono sentita in perfetta sintonia con loro, e abbiamo deciso di comune accordo di fare un bel gioco che sembra piace a tutti. Adesso noi ci mettiamo sedute su quelle poltrone e voi restate qui sul divano e vi godete lo spettacolo.”
Guardo Anna che mi sorride in maniera molto maliziosa e immediatamente mi sento crescere una forte erezione. Giro lo sguardo e vedo che Giulio si è già estratto il cazzo fuori dai pantaloni e si sta masturbando lentamente copiato da Paolo che mi fa un cenno indicando le donne che si spogliano lentamente ci offrono l’immagine sconvolgente di tre femmine che si toccano, accarezzano e baciano con estrema disinvoltura. Anna e Carla si succhiano i seni mentre e Agnese lecca il culo di Carla e che si sporge indietro per agevolare la manovra. Mi sento un fremito dentro quando vedo i seni di Carla impastati dalle mani di mia moglie che li succhia e li strizza facendola gemere. Si mettono a leccarsi in maniera decisamente molto erotica. Il gioco erotico della provocazione dura poco. Giulio si stà eccitando molto in fretta e sfodera un cazzo di belle proporzioni, fra i tre è sicuramente il più dotato e dopo un attimo ci chiede di andare in camera per stare più comodi e gustare meglio lo spettacolo. Le donne ci precedono e quando entriamo noi loro sono nude sul letto con Agnese che lecca il culo a Anna che sta facendo un 69 con Carla. Ci spogliamo anche noi e ci avviciniamo al letto mentre Giulio incita la moglie far godere le amiche.
…si daiiii porcona…falle godere…queste troiette..dai che poi le voglio scopare… dai mi fa impazzire vederti leccare le loro fiche…sei..stupendamente….. troiaaaaa…..
Il gioco cambia, e adesso è Anna che lecca il culo di Carla mentre lei succhia la fica di Agnese che gode e reclama un cazzo in bocca.
…ssi mi fai impazzireee…..vengooo…..accidenti..voglio un cazzo!!!! lo vogliooooo…..mi fate morireee……
Gode moltissimo mentre le altre due adesso si concentrano su di lei. Anna le succhia la fica e Carla il seno e lei viene di nuovo mentre Giulio che si è avvicinato al letto le offre il cazzo da succhiare mentre anche Paolo si inginocchia sul letto e lo offre a Carla che lo ingoia tutto subito e lo succhia facendolo gemere di piacere.
…accidentiii..che bocca!!!... sei stupendaa…
Io mi avvicino al culo di Carla e lo accarezzo e lo bacio insinuando la lingua lungo il solco delle chiappe belle e grandi, cercando di raggiungere il buchetto, ma lei si gira e si siede sull’angolo del letto e mi attira a se.
….dai mettilo fra i miei seni..dai che te lo voglio succhiare tutto fino a farti morire……
Affascinato da tanta bellezza e abbondanza infilo il cazzo fra le sue mammelle e lei incomincia a farmi godere con un movimento lento e assolutamente sconvolgente. Lo faccio scorre su e giù e lei ogni volta che lo vede emergere sotto il suo mento lo lecca e lo bagna con la saliva per migliorare lo scorrimento. Mi fa impazzire e godo come un maiale.
…ssi troiia…leccalo…tutto..cazzo..mi fai impazzire..ho sognato tutto questo per mesi…cazzo sei fantastica…dai che mi piacee…
Giulio intanto si sta inculando Agnese che messa a pecora ha sotto di se Anna che gli lecca la fica mentre è scopata da Paolo e gode.
…ssi daii sfondamiii…siiiiiiiiiiii…… vengooo….
Carla mi sta facendo impazzire nel segarmi con le tette, e mi tiene sul, filo del piacere fin quando si distende e mi invita a scoparla. Mi metto su di lei e affondo il cazzo dento la fica bollente come una fornace. Lo prende tutto in sol colpo e geme quando lo sente arrivare in fondo.
…aaaaahhhh…ssiiiii…..bellissimoooooo…….
La scopo e lei gode mentre intorno a noi è un continuo susseguirsi di orgasmi a ripetizione. Poi Carla mi fa distendere supino e mi sale sopra. Lo spettacolo del suo seno enorme che sobbalza ad ogni spinta verso l’alto che le imprimo lo rende una cosa sconvolgente. Gode e mi offre i capezzoli in bocca. Li succhio e li mordo facendole ancora provare più piacere. Poi Paolo che si è sfilato da Anna che sta godendo la lingua di Agnese che la lecca si posiziona dietro Carla la spinge a distendersi su di me e poi lentamente lo infila nel suo culo e lei ne gode urlando.
….aahhh..porcoooo!!! mi sfondi il culooo!!! ssi maiale..sfondamiiiii..cazzo!! mi sventrate!!!!
Gode e trema scossa dal piacere anche Giulio sta per eruttare dentro Agnese che ha un nuovo orgasmo e poi sborra anche lui.
…eccommiii…sborroooo!! che meravigliaaa!!!!... ti inondo…. il culooo..belliisssimooooo…
Si sfila dal culo e lo offre alla bocca di Carla che lo succhia con molta passione nonostante sia scopata in doppia da noi, e lo fa restare duro mentre Paolo gli inonda il culo sborrando e godendo.
…ssi eccommii sborro!!...sborrro…..
Si scarica dentro di lei e si sfila mentre Agnese si avvicina e lo succhia. Carla si solleva da me si fa leccare il culo da Anna che messa a pecora le pulisce la sborra che sta sgorgando. Giulio vede il culo di mia moglie esposto e lo infila subito di colpo facendo gemere Anna.
..aaaahhh pianoooo!! me..lo spacchi..sei grosso!!!
Lui resta immobile per un poco e poi inizia a stantuffarla e lei incomincia a godere mentre io adesso mi sono infilato nelle fica di Agnese che sta facendo un 69 con Carla. Godiamo tutti e quando sto per venire è Carla che reclama la mia sborra sulle sue tette. Si distende supina e aspetta che io sborro sui suoi seni che tiene uniti. Sborro con Agnense che mi sega e mi fa schizzare sul viso e seno di Carla.
…cazzooo…venggooo…sborroooooo!!!!
Mi scarico su di lei con Agnese che mi succhia anche le ultime gocce e poi lo infila in gola e me lo fa restare duro mentre osservo Anna che adesso è stretta in doppia fra Giulio nel culo e Paolo in fica. Geme, gode e si sconvolge dal piacere poi raggiunge un ennesimo orgasmo.
-…sssi maiali..mi sventrateeee..vengoooo..dai….s si….. vengooooo…più forteeee..oraaaaaaa!!!....
Gode mentre anche Giulio le scarica una sborrata addosso mentre Paolo si sfila e si mette scopare Carla che è distesa davanti a lui. Poche pompate e sborra pure lui sulle sue tette che adesso sono ricoperte di sborra bianca e calda. In un intreccio di corpi dove ognuno ha perso la cognizione di chi scopava e che veniva scopato. Per un attimo restiamo immobili ad osservarci, poi sono le donne che ci sconvolgono quando si mettono leccare le tette di Carla ricoperte di sborra. Un intreccio di corpi femminili che fanno a gara chi ne raccoglie di più e poi la porta alla bocca dell’amica che l’assapora direttamente dalle loro labbra. Un piacere nel piacere che noi osserviamo sfiniti. Dopo baci e coccole le donne si placano e ci osservano compiaciute.
Carla
“Complimenti, un bel trio di maiali veramente unici. Mi avete fatto godere molto, e grazie anche a queste due maialine che sanno fare impazzire una donna. Due vere troiette stupende.”
Agnese
“Grazie a te che ci hai regalato una così bella emozione, e al tuo maschio che ha un bel cazzo che sa usare benissimo e che mi ha sfondato il culo. “
Anna
“Veramente la fortunata sono io. Da anni andavamo alla ricerca di una coppia con cui divertirsi e quando avevamo perso le speranze il destino ci ha fatto incontrare quattro persone stupende come voi. Un vero piacere aver goduto fra le vostre braccia, spero che sia l’inizio di una bella amicizia.”
Paolo
“Sono veramente fortunato ad aver scoperto quanto mi piace mostrare mia moglie e conoscere voi è stato il regalo più bello che la vita mi potesse fare, spero che come ha detto Anna questa sia la prima sera di tante altre.”
Giulio.
“Con una donna come Carla la vita non è mai monotona, lei ama scopare e mi dice tutto quello che fa anche con altri maschi. Quando mi ha raccontato del gioco con Mario morivo dalla voglia di conoscerlo e devo dire che aver conosciuto anche voi mi sembra un sogno. In genere ci limitiamo a giocare in cam con coppie che lo accettano, ma essere qui stasera e aver visto voi tre giocare ed eccitarci così mi ha fatto impazzire. Grazie e spero che si possa ripetere ancora altre volte.”
Li guardo e confermo il mio piacere nell’aver avuto la possibilità di godere e del magnifico seno di Carla, del meraviglioso culo di Agnese e ammirato la troiaggine di mia moglie. Dopo quella sera ci siamo rivisti altre sei volte e una volta siamo andati in vacanza tutti e sei insieme passando una settimana sconvolgente fatta di sesso esibizionismo scambio e chi più ne ha più ne metta. Poi è scoppiato il casino del virus e abbiamo riscoperto il piacere di giocare in cam. Fin quando questa pestilenza moderna non avrà fine, guardare e non toccare è tutto quello che ci resta.
15
2
4 years ago
admin, 75
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Guardare e non toccare. seconda parte.
Dopo aver vissuto l’esperienza in cam abbiamo avuto altri contatti con la coppia di nuovi amici e dopo tre mesi si è creata l’occasione per passare una bella giornata al mare insieme su di una spiaggia di un parco naturale coperta di grossi tronchi portati dalle onde e dove noi ci distendiamo per essere al riparo dal passaggio della gente. In particolare è stata la complicità che si è creata fra le nostre donne a determinare tutto questo. Ma voglio che sia mia moglie Anna a raccontarvi questo passaggio della storia.
Anna
Quando Mario è tornato e mi ha raccontato tutta la storia, compresa la bella sega fatta con la procace collega a cui aveva detto, per invogliarla a fare una spagnola con lui, che io avevo un seno molto piccolo, una seconda scarsa, mentre credo che la mia terza sia abbastanza buona come misura, ho sentito il desiderio di conoscere anche questa maialona, ma questo di sicuro sarebbe successo un seguito. Nell’immediato mi sono concentrata su Agnese con la quale ho intavolato prima una fitta conversazione con waths app e poi quando fra di noi si è creata una bella complicità anche di video chiamate. Come noi anche loro avevano avuto delle esperienze scambiste finite per una scarsa motivazione a proseguire questo tipo di gioco. In effetti anche noi ci eravamo trovati abbastanza male con le coppie incontrate. La prima che abbiamo incontrato erano molto nervosi e noi essendo inesperti non ci eravamo resi conto che loro giocavano allo scambio per cercare di risolvere i problemi che avevano all’interno della coppia e quindi come esperienza è finita con una litigata fra loro e noi che ce ne siamo andati a casa. La seconda peggio della prima. Lui un super dotato, non che Mario sia scarso, ma il suo era davvero extra, e quando ha notato sul mio volto lo stupore ha subito trattato mio marito malissimo offendendo il suo pisellino incapace di far godere una donna. Mi ha appena infilato il suo dentro mentre la sua compagna ha tergiversato per non fare sesso con mio marito e poi è tornata a scopare con il suo compagno lasciando noi al solo ruolo di spettatori come a dimostrare che solo lui era in grado, se ve ne fosse stata la necessità, di far godere entrambe. A quel punto siamo noi che ce ne siamo andati scocciati da tanta superbia. Il terzo esattamente l’opposto. Il lui era assolutamente mini dotato, ma io non ne ho fatto un dramma, solo che quando ha cercato di penetrarmi, il preservativo era troppo grande rispetto al contenuto e quindi si sfilava in continuazione. Alla fine l’ho fatto venire di bocca e la cosa è finita così. Abbiamo vissuto anche altre due esperienze ma non troppo intriganti. I maschi di queste coppie cercava più un singolo per le loro donne che una coppia per lo scambio e quindi abbiamo deciso di lasciar perdere di dedicarci alle nostre reciproche passioni, a lui la fotografia e a me l’esibizionismo. Mi sono sempre piaciuti gli sguardi dei maschi quando passo e metto in mostra il mio corpo. L’ho sempre fatto fin da ragazza, da quando mi sono resa conto che mi faceva bagnare tanto, e con Mario questo atteggiamento è emerso e lui lo ha accentuato facendomi indossare mini e tacchi alti, un tipo di abbigliamento che ha evidenziato il mio corpo che dimostra sempre minimo dieci anni di meno rispetto alla reale età. Per anni ci siamo sempre divertiti così in ogni luogo, e da qualche tempo avevamo intrapreso un dialogo con una coppia attraverso la cam, ma che poi forse per la loro timidezza, o forse per la nostra scarsa disponibilità a forzare il gioco non era sfociato a quasi nulla. Quando mi ha proposto questa nuova esperienza non ho esitato ad accettare anche se per abitudine prima gli ho dato del porco per tenerlo un poco sulle spine mentre mi scioglievo fra le gambe per l’eccitazione, poi ho accettato. La conoscenza della donna dell’altra coppia mi ha intrigato molto e nei mesi successivi ho capito che forse avevamo imboccato la via giusta per un nuovo capitolo delle nostra vita sessuale anche se ho paura di essere un po troppo in avanti con l’età per sviluppare tanti giochi. Agnese si è rivelata una vera porcellina viziosa e complice. Fra di noi spesso ci siamo mandate messaggi e foto davvero erotiche o provocanti e spesso in video chiamata ci masturbiamo mostrando all’altra le emozioni che proviamo. Naturalmente abbiamo raccontato a modo nostro e solo in parte quello che facciamo ai nostri rispettivi compagni che già così si eccitano come cavalli e ci montano come troie. Se avessimo raccontato tutte le varie porcate che ci siamo scambiate sarebbero impazziti o avrebbero fatto mille richieste aggiuntive. Meglio così, un po di limitazione con loro non guasta. Alla fine abbiamo deciso di conoscerci, ma di farlo a modo nostro facendolo sembrare casuale, organizzato da noi due che volevamo sempre avere il controllo del gioco. Abbiamo deciso di passare una bella giornata su di una spiaggia nudista posta a metà strada fra le nostre abitazioni, e loro non hanno avuto nessun sospetto. Quando ci siamo trovati gli uni davanti agli altri è stato bello vedere il loro stupore.
Agnese
Mi sono subito sentita in perfetta sintonia con Anna. Una bella, donna che mi ha coinvolto molto intensamente nel gioco che ci hanno proposto i nostri uomini. Dopo quella esperienza il dialogo fra di noi è diventato giornaliero, splendido e virale al punto tale che spesso ci masturbiamo in videochiamata. Adesso che li vedo arrivare in spiaggia dove sono in topless aspettando lei che mi vuole nuda, sento dentro di me la gioia nel vedere che dal vivo è ancora più bella.
“Ciao, finalmente ci vediamo. Sei incantevole e più bella che in video. Grazie di aver accettato la mia proposta.”
Anna
Complimenti anche a te, anche tu sei molto più bella che in video. Come potevo rifiutare di conoscerti realmente dopo quello che ci siamo dette e scambiate in questi tre mesi. Dai mettiamoci nude poi facciamo impazzire questi due maiali che già sbavano.”
Una bella risata rende subito cordiale la situazione e vedo Paolo che si mangia Anna con gli occhi mentre io mi godo lo splendido culo di Agnese che sorride compiaciuta. Dopo esserci denudati le due donne, mano nella mano si avvicinano al mare parlando fra loro.
Anna
“Sei incantevole, e non ti nascondo che avrei voglia di baciarti. Se tu sei d’accordo oggi vorrei che noi due facessimo impazzire i nostri maschi nello stesso modo in cui loro ci hanno fatto tremare la sera che ci siamo conosciute. Li facciamo mettere un po distanti da noi e fingere di essere due singoli e noi ci divertiamo ad eccitarli, come la scorsa volta ma con la differenza che qui siamo più da vicino, e poi non saremo soli. Che ne dici, ti stuzzica l’idea?”
Agnese
Accidenti Anna, sei un vulcano di idee stupende. Non sono sicura di riuscire lasciarmi andare così bene, non ho la tua disinvoltura, ma ce la metterò tutta per non deluderti, e per il bacio eccoti accontentata.”
Vedo le due donne sorridere poi baciarsi sulla bocca con incredibile dolcezza e tornare verso di noi che per tutto il tempo siamo stati ad ammirarle con occhi carichi di desiderio. Paolo mi confida che sarebbe molto felice di scopare mia moglie e io gli rispondo che incularmi la sua è il mio sogno ricorrente. Quando ritornano ci sconvolgono con la loro decisione.
Anna
“Abbiamo deciso di ripetere lo stesso gioco che ci ha fatto conoscere, quindi cari maschietti maialini prendete le vostre cose e spostatevi un poco più distanti da noi che in cambio vi faremo eccitare e sborrare come fontane.”
Le guardiamo allibiti. Tutti i nostri progetti di fotterle vanno rimandati. Paolo replica convinto di ottenere qualche sconto, ma loro sono irremovibili.
Agnese
“Non ti lamentare, questo gioco è da sempre il tuo sogno preferito, vedermi esibite e desiderata da altri maschi è la cosa che più ti eccita e lo chiedi da sempre, quindi adesso vai e divertiti. Se farai il bravo oggi avrai la giusta ricompensa.”
Guardo mia moglie, evito di replicare. Raccolgo il mio telo e mi sposto ad una distanza che loro ritengono giusta per essere ammirate e quando anche Paolo mi raggiunge lo vedo già in tiro.
“Mi sembra che veramente il gioco ti eccita!
Paolo
“Sono sicuro, che i due singoli che stanno un poco più lontani adesso si avvicineranno e sono curioso di vedere mia moglie come se la gioca. Certo che mi eccita, a te non sconvolge l’idea che saranno al centro dell’attenzione di più occhi e molti si masturberanno per loro? A me sconvolge, anzi spero che Agnese si lasci un poco andare con qualche maschio.”
Guardo verso le donne e mi rendo conto che adesso i singoli sono tre che si sono messi in bella mostra esibendo i loro membri già tesi e duri. Uno si masturba molto velocemente e quando sborra lancia un forte sospiro e poi se ne va. Poco dopo viene sostituito da un altro, un bel maschio, alto moro con un cazzo fuori dal comune e che porta un grosso anello fra l’attaccatura del membro e le palle. Non ha notato il fatto che prima eravamo insieme, e quando si avvicina non ci da nessuna considerazione e si concentra con lo sguardo verso di loro cercando di attirare il più possibile la loro attenzione. Guardo verso mia moglie e conoscendola credo che ci sarà da divertirsi, a lei questi maschi che pretendono di essere al centro della scena non piacciono, anzi li considera dei boriosi che pensano che avendo un super cazzo tutto gli è dovuto, mentre per lei è il gioco mentale quello che conta.
Anna
Ho appena visto la prima sborrata di uno che si è segato subito per poi allontanarsi e lasciare il posto ad un bell’esemplare di maschio, peccato che si consideri un dio e non un uomo. Mi voglio divertire a farlo impazzire con voce sommessa chiedo ad Agnese di stare al gioco. Lei mi guarda, vede il tipo e fa un mezzo sorriso ironico.
Agnese
Vedo che subito uno non ha resistito a segarsi e schizzare, poverino forse andava di fretta. Poi è arrivato questo con una aria così arrogante che ha messo in mostra un bell’attributo. Mi piace, ma non voglio essere la zoccoletta che gli sbava addosso. Anna mi ha fatto capire che lo vuole fare impazzire e io non vedo l’ora di aiutarla.
Per prima cosa Anna guarda verso di noi e ci sorride, poi incomincia un sottile gioco di seduzione rivolta a tutti gli altri maschi che la seguono e si masturbano lentamente. Io e Paolo siamo molto eccitati, ma seguiamo il gioco segandoci lentamente per non schizzare subito. Il maschio che è arrivato per ultimo, cerca di attirare l’attenzione delle ragazze che volutamente lo ignorano, si mena il grosso arnese mostrando la sua imponete erezione, ma le donne si girano verso di noi e ci regalano un assaggio di erotismo fatto fra loro che si toccano, si sfiorano e si eccitano mentre noi le guardiamo estasiati. Nel tentativo di farsi notare il tizio si avvicina troppo a loro, sto per intervenire quando Anna gli fa cenno di andarsene e lui stizzito le guarda con disprezzo. Lei gli sorride e poi torna ad accarezzare la sua fica che si vede benissimo luccicare da quanta è bagnata. Lui rimane ad osservarle, si rende conto che lo stanno umiliando con la loro indifferenza e allora cambia tattica, si siede e sta solo a guardare mentre ora le donne si masturbano visibilmente rivolte sia verso di noi che stiamo impazzendo, che verso gli altri maschi che si segano furiosamente e poi che stanno per sborrare chiedendo la loro attenzione. Uno schizza subito.
…ssi eccomiiii..sboorro…bellissimeeee..sborroo!
Loro accennano una leccata di labbra a gratificare il tributo che gli viene offerto mentre il secondo si avvicina un poco e schizza stando in piedi. Si vedono chiaramente i getti di sborra uscire con forza e poi dopo averlo spremuto bene lui fa un inchino e poi se ne va. Restiamo io Paolo e un altro singolo mentre il super dotato adesso osserva e si sega piano convinto che poi sarà la sua volta di sborrare magari addosso alle femmine. Anna sussurra una cosa ad Agnese e poi si volta verso l’ultimo rimasto e lo invita assieme a noi ad avvicinarsi a loro. In tre adesso siamo a poca distanza, e Anna mi fa allungare una mano per toccare il suo seno. Il super dotato sta impazzendo, cerca di avvicinarsi ma lei lo blocca di nuovo e lui se ne ritorna al suo posto. Ci guarda senza capire per quale motivo queste due femmine preferiscono noi a lui, e quando Anna mi accarezza il cazzo e lo porta alla bocca, lui si sega e si mette in vista per mostrare a mia moglie che lo sta facendo per lei. Sono molto eccitato e lo stesse lo è anche Paolo che mi osserva in attesa di ricevere da Anna l’invito ad assaporare il suo cazzo. Agnese che si masturba lentamente mi accarezza le palle e a questo punto Anna si gira, le sorride e lascia il mio membro alle cure dell’amica e si dedica quello di Paolo. L’altro singolo è prossimo alla sborrata, e Anna con un gesto eloquente lo invita schizzare sui suoi splendidi piedini, cosa che lui fa elogiandola.
….ssiiiii…sborrroooo!!!! ..sui tuoi meravigliosi piediniiii…cazzo!!!.che belloooo!!! meravigliosa!!!
Spreme tutta la sua semenza sulla caviglia di Anna, le da una carezza all’altro piede dove spalma un poco di sborra poi con un cenno del capo si allontana e tutto il gioco adesso si svolge fra noi e il super dotato che si sta segando più lentamente. Lei lo guarda e lui dopo un momento abbassa lo sguardo e si gira verso di me che gli sorrido. Ha capito che ha sbagliato approccio, si sposta un po più lontano e ci osserva.
continua…
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4 years ago
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Soggiogato
Mettere giù uno scritto della mia prima esperienza è un modo per riprovare le emozioni di quel lontano periodo... e la condivido volentieri.
Dunque, era estate, ed era quella di un ragazzo timido e piuttosto solitario, non perchè fossi introverso, ma perchè con due genitori iperprotettivi c'era poco da interagire con chiunque.
D'inverno era casa e scuola, scuola e casa.
D'estate sarebbe stata solo casa se non fosse stato che almeno la mattina riuscivo a sgattaiolare via, andando in giro per la città.
Lo spirito "avventuroso" di quel periodo mi spingeva alla ricerca di strutture edilizie abbandonate da esplorare e, tra queste, c'era uno stabilimento balneare sul lungomare, in disuso da anni a causa dell'inquinamento.
Una mattina di metà giugno, dopo un giro per lo stabilimento, ero seduto su quel che restava della sabbia della spiaggia a fissare il mare, quando avvertii la presenza di qualcuno.
Mi voltai e vidi un uomo che si aggirava tra le cabine a una ventina di metri da me.
Non era cosa strana, come me chiunque poteva accedere, quindi lo osservai senza timore pensando che una volta finito il suo giro sarebbe andato via.
Dopo essersi girato un paio di volte a guardarmi entró in una cabina sparendo nell'ombra.
Dopo qualche secondo, durante i quali continuai a fissare quella cabina, stavo per voltarmi a farmi i fatti miei, quando lo vidi riapparire sull'entrata, nudo dalla vita in giù, la maglietta tirata sul torace, a gambe larghe, con il cazzo in bell'evidenza.
In un primo momento non realizzai bene la cosa, poi concentrai meglio lo sguardo.
Nel frattempo il tipo, dopo essersi ancora guardato attorno per essere certo che potessi vederlo solo io, fece ondeggiare il suo cazzo con un movimento di bacino indicandomi con una mano di raggiungerlo.
Lo guardavo con curiosità, vidi che cominció a segarsi fino a raggiungere l'erezione, ma non mi passó neanche lontanamente per la testa di avvicinarmi.
Così restai qualche minuto ad osservarlo mentre si segava lentamente, alternando la sega a momenti in cui si afferrava il cazzo alla radice con due dita per farlo ondeggiare a mezz'aria, dopodichè mi alzai e me ne andai.
Detta così sembrerebbe quel che era stato, un episodio che avrebbe potuto non avere alcun peso.
Invece la fantasia di un 15enne timido e represso cominció a lavorarci sopra.
Il pensiero fisso di quell'età era il sesso ma, ovviamente, timido com'ero, non avevo frequentazioni femminili, quindi, aver visto un uomo che si masturbava s**tenó in me una certa voglia di approfondimento mista alla curiosità di capire se ció avesse potuto darmi un qualsiasi tipo di soddisfazione.
Dire che quel giorno non mi tornassero alla mente gli istanti vissuti in mattinata sarebbe ipocrisia.
Ci pensai e ci ripensai e decisi di tornare il giorno dopo allo stesso orario.
Il giorno dopo non lo vidi e neanche il giorno appresso ma il terzo giorno riapparve così come la prima volta, solo che stavolta avevo accorciato la distanza ed ero seduto a circa 10 metri dalla cabina, una distanza che ritenevo sicura per una eventuale fuga.
Arrivó, sempre scrutandosi intorno per verificare che non ci fosse nessun altro che io, e si diresse direttamente alla cabina della volta precedente e davanti alla quale ero seduto sulla sabbia.
Si fermó sulla soglia e si giró portandosi una mano sulla patta massaggiandosi mentre con l'altra mi invitava a raggiungerlo.
Io non mi mossi quindi si tolse i pantaloni e gli slip e restó un attimo a gambe larghe e mani sui fianchi.
Poi cominció a segarsi e in men che non si dica la mano scorreva avanti e indietro sul cazzo in erezione.
Non sarei dovuto essere presente?
Avrei dovuto andarmene?
So solo che ero affascinato da quel che vedevo, la distanza, sia pure più vicino rispetto alla volta precedente, era ancora tale da non permettermi una visione ottimale, ma stavolta rimasi fino all'eiaculazione.
Si rivesti in silenzio e mentre se ne andava si giró e disse una sola parola che udii a malapena, "venerdì".
Mi sembró ovvio che mi stava dando un appuntamento al venerdì successivo e la cosa mi agitó alquanto perchè passai i giorni successivi a pensare e ripensare a quanto visto e sentito, tra atteggiamenti esibizionistici e gemiti, e questa volta con la certezza che avrei potuto ancora assistere a qualcosa che non sapevo perchè avrebbe dovuto, ma mi attirava.
Il venerdì successivo, stesso posto, stessa ora, ero lì, e stavolta seduto a non più di tre, quattro metri dalla soglia della cabina per poter vedere meglio, in attesa.
Puntuale come un orologio svizzero lo vidi arrivare, sempre controllando che non ci fosse nessun altro, arrivando fino alla cabina.
In quel momento, da così vicino, realizzai quanto fosse ben più alto di me e quanto robusto fosse.
Era quello che si poteva definire un omone, credo fosse almeno 190 cm alto, non definibile come palestrato ma decisamente massiccio, con un accenno di pancia, che in seguito seppi avere 47 anni.
Al contrario io ero estremamente magro, alto solo un metro e settanta, con ancora solo 4 peli messi in croce sul corpo.
Senza parlare si spoglió e vidi subito che era già in erezione.
Afferrandosi il cazzo alla radice con indice e pollice fece un passo avanti e sporgendo il bacino in avanti cominció a parlare con voce profonda e allo stesso tempo pacata e decisa, esprimendosi, come sempre avrebbe fatto, in dialetto (traduco per comodità), e dicendomi ció che ancora ricordo come se fosse successo ieri.
"Bello eh?"
"Vieni, avvicinati, non ti faccio niente, vieni a vedere meglio che bella cappella che ho."
A quelle parole sobbalzai perchè mi resi conto di essere ormai a non più di due metri da lui che si era fermato un po' più avanti della soglia della cabina, ma non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo.
Oggi, col senno di poi, posso affermare che avesse un gran bel cazzo, saranno stati più o meno 20, forse 18 o 19 centimetri, ma larghi, decisamente larghi, con una cappella ben proporzionata e grossa.
Quindi, mi alzai ma le mie gambe non risposero al comando istintivo di indietreggiare e rimasi lì a fissarlo tra le gambe.
Lui approfittó di questa indecisione e fece due rapidi passi verso di me, mi prese la mano destra e indietreggió tirandomi senza forzarmi e dicendomi "Vieni, stai tranquillo, entriamo, così te lo faccio vedere bene da vicino".
Le mie gambe si mossero da sole e lo seguii nella cabina.
All'interno mi appoggiai istintivamente ad una parete e lui si paró di fronte a me, con un braccio teso e mano appoggiata al muro affianco alla mia testa, e con l'altra continuando a tenere la mia, che guidó verso il suo cazzo dicendomi "Dai, prendilo in mano, accarezzalo, vedrai che ti piacerà".
Ubbidii stringendo la mia mano sul suo cazzo, senza per altro riuscire a contenerlo tutto tanto era grosso rispetto alla mia mano e avendone una gradevole sensazione di calore, morbidezza e durezza al contempo.
Stringevo e mollavo cambiando la posizione della mano per rinnovare la sensazione che provavo senza distogliere lo sguardo dal suo cazzo, poi mi mise le mani sulle spalle e mi disse "Tieni ben stretta la mano, tieni immobile il braccio e guardami in faccia".
Non capii subito il perchè di quella richiesta ma ubbidii irrigidendo la mano ed il braccio e alzando lo sguardo.
Cominció a muovere il bacino avanti e indietro lentamente, letteralmente scopandomi la mano ben stretta intorno al suo cazzo.
Il suo sguardo si fece languido e, passandosi la lingua sulle labbra, mi disse "Dimmi la verità, ti piace, vero?"
Per la prima volta dissi qualcosa e risposi quasi sottovoce un "Si" balbettato.
Lui ebbe un gemito, "mmmhhh", accelleró il ritmo del bacino accarezzandomi con una mano il viso e la testa e dicendomi che avevo una manina morbida e calda.
Dopo un paio di minuti si fermó e mi fece posizionare al suo fianco destro in modo da potergli afferrare il cazzo e poterlo segare con la mano destra, inizialmente guidato dalla sua mano sinistra, mentre con la destra mi cingeva le spalle.
Non dimenticheró mai quella prima sega.
Credo che duró una decina di minuti prima che venisse e furono davvero dei bei momenti, tra la soddisfazione che provavo mentre, stringendolo, menavo quel cazzo, e gli incitamenti volgari, ma inaspettatamente graditi, che lui mi indirizzava.
Cominció a rivolgersi a me al femminile chiamandomi puttanella e zoccola, gemendo mentre continuava a dire che avevo una manina dal tocco delicato.
Inoltre, la sua mano destra era scivolata dalle spalle lungo la schiena fino a palparmi le natiche, ricavandone il complimento che avevo "un bel culetto".
Quando stette per venire mi disse " Non ti fermare, sto sborrando, continua".
Tra i suoi sospiri e le contrazioni del cazzo, che avvertivo con la mano, vidi i fiotti fuoriuscire restandone estasiato, mi sembró una cosa stupenda essere stato io a farlo sborrare.
Ricordo che quando se ne andó, lasciandomi solo, andai con le dita a toccare lo sperma sul pavimento per "sentirne" la consistenza.
Ebbi l'impressione che fosse molto più densa e vischiosa della mia e quel contatto non mi dispiacque per niente.
Inoltre mi dette appuntamento a una settimana dopo, dicendomi che gli ero proprio piaciuto, ma senza curarsi di quanto avessi o meno gradito.
Che dire, passai quella settimana a contare le ore, avevo proprio voglia di sentire le sue sconcezze, di vedere i suoi atteggiamenti esibizionistici, di sentire ancora al tatto il suo cazzo, e magari di farlo venire ancora.
Arrivó il giorno dell'appuntamento con largo anticipo andando direttamente alla cabina.
Poichè l'attesa era lunga mi sedetti a terra con le spalle al muro e aspettai.
Arrivó e sorrise vedendomi già lì dentro, dicendo "Ero certo di trovarti, il mio bel cazzo ti piace".
Mi stavo alzando ma mi fermó, dicendomi di restare seduto perchè dovevo vederlo da vicino, poi si spoglió e cominció a segarsi allargando le gambe e protendendo il bacino in avanti fino a ritrovarmi con il suo cazzo ormai duro a pochi centimetri dalla faccia.
Mi disse che voleva accarezzarmi la faccia col cazzo e, tenendolo al solito alla radice con pollice e indice, cominció a passarmelo sulle guance, da destra a sinistra e viceversa, accompagnando con un movimento laterale del bacino.
Poi si staccó leggermente e disse le parole che in quel momento non mi parvero tali ma che più di tante altre restarono indelebili negli anni nella mia memoria, "Dai, prendilo in bocca, assaggialo. È così buono che non potrai più farne a meno".
Così dicendo mi mise una mano sulla testa e appoggió la punta della cappella alle mie labbra.
Ho ancora in mente quegli attimi, con il cuore a mille per l'emozione, chiusi gli occhi e socchiusi leggermente le labbra per richiuderle sulla punta della cappella, per poi farle scivolare indietro, riaprirle e richiuderle con un po' di cappella in più nelle bocca e facendole ancora scivolare indietro.
Il tutto finchè non mi ritrovai l'intera cappella in bocca, che a quel punto mi sembró enorme.
Con un gemito disse "mmmhhh, ora tieni la cappella in bocca e succhiala mentre l'accarezzi con la lingua".
In effetti, realizzai che la lingua era rimasta indietro, in fondo alla bocca, così la rilassai e la portai a contatto con la cappella cominciando a leccarla tutt'intorno, permettendomi così di poter serrare meglio le labbra e creare il risucchio della succhiata.
Mi sembrava quasi impossibile, stavo facendo per davvero sesso, sesso serio, un sesso che consideravo proibito perchè fatto con un altro uomo, ma pur sempre sesso e, con mia sorpresa, decisamente piacevole.
Eh si, perchè quella cappella turgida risultava essere davvero gustosamente buona, il contatto con le labbra e la letterale carezza della lingua mi davano una sensazione di buon sapore, al punto che mugolai d'apprezzamento anch'io.
Lo sentii ridere e mi disse "Ti piace, eh?"
Senza staccare le labbra mossi la testa per esprimere il mio "si".
A quel punto mi disse "Brava, adesso succhia" e portando anche l'altra mano alla mia testa cominció un lento e gradualmente, sempre più accentuato movimento di bacino avanti e indietro, affondando sempre di più il cazzo nella mia bocca.
Si fermó quando, con circa mezzo cazzo infilato nella mia bocca, mi venne un conato di vomito per il fatto che era quasi in gola.
Mi disse di continuare io muovendo la testa e, riprendendo fiato, ubbidii.
Cominciai così la prima impacciata pompa della mia vita, ma nonostante un ritmo incostante, la scarsa padronanza e le interruzioni per riprendere fiato, ma credo soprattutto grazie al fatto che fossi per lui una novità, lo feci arrivare in pochi minuti all'eiculazione.
Quel che ricordo fu il suo silenzio, probabilmente voluto, mentre scorrevo avanti e indietro con le labbra e una mano sul suo cazzo che pareva di ferro tanto era teso.
D'improvviso avvertii una contrazione e contemporaneamente mi sentii la bocca piena di un liquido indefinibile, mi ritrassi istintivamente svuotando la bocca all'esterno e capendo contemporaneamente che si trattava del suo primo fiotto di sborra.
Rimasi a bocca aperta a guardarlo mentre fuoriuscivano gli altri fiotti, poi alzai lo sguardo e lui ebbe un'espressione sorniona che mi dava tanto di un "oops", come se non lo avesse fatto apposta.
Andandosene fu prodigo di complimenti, dicendomi che avevo una bocca morbida e calda, un vero nido per il suo uccello, che per essere la mia prima volta gli ero "sembrata" sufficientemente passionale, e che probabilmente ero "nata" per fare bocchini.
Fu anche molto risoluto perchè mi dette l'appuntamento per la settimana dopo ma, non avendo gradito il mio tirarmi indietro mentre veniva, testuali parole, mi disse "Se non ti fai sborrare in bocca, non venire proprio!".
Credo che sia stata la sua prima, palese, azione dominante nei miei confronti.
Ovviamente fu una settimana pensierosa, da una parte mi era piaciuto un casino tenere il suo cazzo in bocca e volevo rifarlo senz'altro, dall'altra non ero certo che avrei gradito la "sborrata in bocca".
Cercai in tutti i modi di fare mente locale a quegli attimi, a quali sensazioni avessi provato, al sapore sentito, ma non trovai motivazioni valide atte a impedirmi di farlo.
In effetti non è che le sensazioni fisiche fossero state nettamente negative, la densità era stata, più o meno, come quella di un succo di frutta e il sapore non aveva sapore, solo un vago retrogusto dolciastro, quindi mi convinsi che forse potevo farlo, anzi, dovevo, perchè, appunto, volevo ancora succhiare quel cazzo.
Quindi, la settimana dopo ero in cabina ad aspettarlo.
Quando arrivó fu soddisfatto di trovarmi, dicendomi che aveva proprio voglia di farmi una bella sborrata in bocca, mi disse di abbassarmi spingendo in basso la mia testa e mi ordinó (a questo punto tutto era diventato un ordine a cui dovevo obbedire) di spogliarlo.
Gli tolsi i pantaloni e gli slip e, anche se ancora molle, stavo per mettermelo in bocca, quando mi fermó, così, a bocca aperta, e mi disse con un certo tono di cattiveria psicologica:"Senti troia, se vuoi il mio cazzo mi devi pregare di dartelo, mica lo do a tutte, e poi voglio sentire la tua voce, voglio sentirti dire -TI PREGO, FAMMI SUCCHIARE IL TUO CAZZO- mentre mi guardi in faccia".
Non potevo non obbedire, e con un bel po' di vergogna (che a sentir lui mi dette la giusta espressione da "troietta vogliosa"), glielo dissi guardandolo in faccia.
Protese il bacino verso il mio viso e mi disse che non dovevo succhiarlo, ma leccarlo.
Non che sapessi come fare, ma cominciai a scorrere verticalmente con la lingua su e giù, modello gelato, poi, mano mano che diventava duro, il movimento si trasformó in un avanti e indietro lungo la mazza.
Cercavo di leccarlo tutto, sopra, sotto, sui lati, ma era solo un lavoro di lingua, poi mi fermó, me lo appoggió lateralmente sulle labbra e cominció a strofinarmelo avanti e indietro con movimento di bacino, tenendosi il cazzo con una mano e tenendomi la testa con l'altra.
Era ormai tutto insalivato e scorreva sulle labbra molto agevolmente, al punto che presi l'iniziativa e cominciai a farlo in autonomia soffermandomi sempre di più sulla cappella fino a prenderla in bocca e cominciare a sbocchinare.
Di quei momenti ricordo ancora il piacevole senso di soddisfazione fisica che provavo nel riempirmi la bocca di quel cazzo mista al piacere di essere guidato nei movimenti dai toni dominanti e di comando che mi venivano rivolti insieme ad incitamenti decisamente volgari.
Quel giorno cominciai a capire quanto mi piacesse essere sottomesso alle voglie sessuali di un porco che mi usava per il proprio piacere.
E così, tra un "succhia zoccola, succhia" e un "hai visto che bontà ti perdevi?", tra un "ti piace il cazzo, eh?", un "hai proprio una faccia da bocchinara", e un "dai, dai, che ti sto montando la sborra", arrivammo alla temuta sborrata in bocca.
Questa volta non fu silenzioso... si lasció andare a gemiti che mi fecero capire quanto fosse piacevole per lui quel che facevo.
Ricordo un "Tienilo in bocca, succhialo, arriva la sborra, è tutta per te" e un attimo dopo mi sentii letteralmente inondare la bocca da qualcosa di denso e caldo, come ricordavo, senza un sapore definito ma con retrogusto dolciastro.
Ricordo ancora le pulsazioni del suo cazzo ad ogni schizzo e quanto sentissi la bocca sempre più piena, al punto che non riuscii a tenerla tutta e me ne uscì un bel pó dalle labbra.
Si staccó un momento da me e mi ordinó di ingoiare, lo feci e in un lampo mi ritrovai ancora il cazzo in bocca con lui che voleva che succhiassi le ultime gocce e glielo ripulissi per bene mentre mi accarezzava la testa con dolcezza dicendomi anche che mi avrebbe usato a lungo.
In effetti, quello fu certamente il mio primo pompino con l'ingoio, ma non fu l'ultimo.
Infatti inizió una relazione durata ben 10 anni, terminata solo quando dovetti lasciare la mia città per studio e lavoro.
Anni in cui ho bevuto tanta di quella sborra da riempire una cisterna.
Anni in cui, oltre ad avere un'esistenza "cosiddetta" normale (le donne mi piacciono e col tempo mi sono sposato ed ho avuto dei figli, e amo la mia famiglia), ho imparato ad apprezzare, anche e sempre più, l'aspetto omossessuale della mia vita.
Anni in cui ho fatto esperienza e in cui ho imparato a trarre un sottile, ma sostanziale, godimento psicologico (soprattutto) dall'essere usato come oggetto di piacere da parte di un altro uomo.
Ovviamente per merito di Domenico (si chiamava così), che capì quanto mi piacesse umiliarmi e sottomettermi alle sue porcate, credo almeno quanto piacesse a lui sottopormici.
Lo trovavo stupendamente dominante, non avendo nessun tipo di inibizione nel dichiarare e dimostrare le sue voglie.
Aveva capito perfettamente quanto piacere mi dava il farlo godere e spesso mi diceva "La sborra è mia e se la vuoi te la devi guadagnare".
E devo dire che era anche un porco di tutto rispetto, la cui fantasia gli ha permesso di farsi sbocchinare (era il termine che gli piaceva usare) nelle più svariate posizioni, arrivando anche a legarmi per sentirsi padrone assoluto della situazione.
Ovviamente una tale condizione fu possibile solo perchè di lì a poche settimane cominció a portarmi a casa sua, dove poteva "godersi la sua troia" in assoluta tranquillità.
Il suo piacere massimo era vedermi ingoiare la sua sborra (che diventó anche la mia passione), facendomi sperimentare la cosa sborrandomi in bocca nei modi più lascivi, facendosela leccare dalle mani, da un bicchierino o dal preservativo,
Già, dal preservativo, perchè in poco tempo volle anche il mio culo, per il quale, appunto, usava il preservativo, e quando non riusciva a trattenersi si faceva ripulire il cazzo dopo aver tolto il preservativo che, alla fine, mi svuotava in bocca.
Le prime volte che mi inculó mi fece un male cane, non posso certamente dire che io ci sia stato perchè lo desiderassi ma negargli qualcosa era impensabile per come era impostato il rapporto.
Peró fu solo per le prime volte, perche dopo le prime 3, 4, la cosa diventó sempre meno spiacevole e decisamente più piacevole, anzi, direi che ormai ritenevo indispensabile farmi cavalcare.
Seguivamo una sorta di rituale, certamente frutto della conoscenza dei gusti reciproci, per cui, dopo averglielo fatto diventare duro a colpi di lingua e di labbra per gustarmelo un po', mi ritrovavo rialzato e girato di spalle con lui che mi stringeva le braccia intorno alla vita e al torace mentre spingeva il bacino in avanti ritmicamente, mentre io spingevo il mio indietro, facendomi scorrere il cazzo tra le chiappe, in una sorta di spagnola, e mentre mi baciava il collo o mi ansimava in un orecchio dicendomi sconcezze stupende, il tutto per qualche delizioso minuto.
Inutile dire quanto mi piacesse quel preliminare (e cosa non mi piaceva?), mi è sempre piaciuto il contatto fisico dei corpi ed in quel modo sentivo tutto il suo corpo a contatto col mio.
Aveva due posizioni preferite, accomunate dal tenermi bloccato col suo corpo e le sue braccia, o restando dietro di me in piedi tenendomi contro il muro, o (di gran lunga la mia preferita) stendendomi pancia sotto sul letto sotto di lui con un cuscino sotto il bacino.
Preferivo la seconda perchè mi rilassavo meglio e avvertivo sensazioni più goduriose.
Lui si sedeva sui miei polpacci e si chinava a leccarmi la schiena, scendendo fino in mezzo alle natiche, arrivando a leccare quello che una volta era un buchino e che aveva allargato ben bene a colpi di cazzo.
Aveva una lingua dannata, arrivava a farmi pregare di essere inculato.
Poi un rapido inserimento del preservativo con relativa lubrificazione con quella che credo fosse vaselina, mi puntava la cappella sul buco del culo e, senza spingere, si stendeva di peso su di me.
A quel punto mi sussurrava in un orecchio dicendomi che aveva voglia di cavalcarmi ma, come al solito, voleva che lo pregassi.
Che volete che vi dica, mi mandava così in tilt che addirittura lo scongiuravo di farlo.
Cominciava a spingere il bacino e sentivo la cappella farsi strada dilatandomi il buco e aprendosi la strada.
Ad ogni spinta lenta sentivo la cappella avanzare sempre più, fino ad entrare tutta oltrapassando la zona anale e affondando, poi, nell'intestino con un solo poderoso colpo di bacino, facendomi inarcare alla piacevole sensazione di pienezza.
Sarà stata la sensazione di totale sottomissione, bloccato sotto il peso del suo corpo, sarà stata la piacevole sensazione dello scorrimento del cazzo tra le crespe anali dilatate, sarà stato il meraviglioso massaggio della cappella lungo la parete intestinale adiacente la prostata, ma provavo un reale piacere fisico che mi induceva ad un vero comportamento da zoccola, tra inarcamenti, contorsioni e gemiti, accompagnati da incitamenti di rimando ai suoi.
Il mio preferito era forse il meno volgare, ma era carico di libidine, "Lo vuoi tutto eh? Allora toh, toh, toh, toh", accellerando il ritmo dei colpi di bacino e affondando il suo cazzo nel mio culo mentre il suo bacino, letteralmente, sbatteva sulle mie natiche.
La mia languida risposta tipo era "Si, si, si, si, dammelo tutto, scopami, riempimi il culo".
Se la memoria non mi inganna, dopo le prime dolorose volte, ho avuto spesso un orgasmo anch'io durante le inculate.
Mi cavalcava per un tempo variabile tra i 10 ed i 20 minuti, poi, a volte mi veniva dentro, facendomi bere la sborra dal preservativo, ma il più delle volte usciva dal mio culo, toglieva velocemente il preservativo, si segava per pochi secondi, e poi mi ripiazzava il cazzo in bocca per riempirmela della sua, ormai adorata e desiderata, sborra.
Che dire, mi ha regalato momenti unici nel genere, compresi gli incontri dell'ultimo anno (più o meno una decina), che ormai avvenivano ogni 30 o 40 giorni, ma che lui arricchì della presenza di un suo amico, forse un po' meno dotato, ma porco tanto quanto.
Ricordo che si cominciava sempre con una leccata a due cazzi, per poi ritrovarmi costantemente impegnato su due fronti, bocca e culo, fino a ricevere le due sborrate in bocca e raddoppiando il gusto dell'ingoio, una vera delizia.
Poi la vita ha deciso altrimenti e son dovuto andare via dalla mia città, come già detto, prima per studio, poi per lavoro, e tutto andó a scemare nel giro di pochissimo tempo.
Nei quasi 20 anni successivi non ho più avuto modo od occasione di poter dar sfogo a questa "innocente" passione.
Poi, con l'avvento della tecnologia internettiana, sono nati i siti con annunci online di tutti i tipi, ivi compresi quelli per incontri "uomo x uomo".
Oggi ho 49 anni, negli ultimi due anni ho incontrato qualche altro amico, con un paio ho allacciato delle brevi relazioni, ma a tutt'oggi, nonostante abbia "assaggiato" qualche bel cazzo, aspetto ancora chi mi faccia sentire la sua puttana di strada.
Per caso sei tu?
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4 years ago
complice3affidabile,
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è successo finalmente
Malgrado la mia vita da etero e la fortuna con le donne ho sempre avuto attrazione sui giochi tra maschi e quando immaginavo di far sesso con un uomo le mie erezione erano pazzesche e finivo sistematicamente per segarmi e questo bastava a soddisfare i miei istinti gay. La mia vita andava avanti normalmente tra famiglia amici e donne ma ogni tanto la mia mente viaggiava e spesso andava a finire nel sesso tra uomini e la cosa mi piaceva, ma ogni volta che mi si presentava l' occasione di fare sesso con un uomo mi tiravo indietro. Una sera smanettando su internet entro in un sito con una chat, tante stanze ma la mia attenzione va su una stanza in particolare, stanza " GAY", entro incuriosito e vedo tanti utenti che scrivono, rimango li a leggere fin quando vengo chiamato ad una chat privata, eccitato accetto e mi ritrovo a parlare di sesso con un altro uomo e trovo la cosa eccitante. Mi si apre un mondo fatto di chat con sconosciuti e seghe pazzesche ma voglio che tale rimanga. Ma la curiosità avanza fino ad iscrivermi in siti club per soli uomini, conosco tanta gente, molti simpatici tanti da evitare, vengo abbordato da tanti ma nessuno che valga la pena conoscere realmente e anche la paura faceva la sua parte, fino a quando conosco A, bravo ragazzo, educato e rispettoso, ci sentivamo spesso in chat, ci vedevamo in videochat e ci sentivamo al telefono finendo per segarci insieme. Dopo molti tentennamenti decido di conoscerlo dal vivo, lui lavora fuori e torna di tanto in tanto nella nostra regione in vacanza a trovare la famiglia. Ci diamo appuntamento in un b&b dove lui ha preso una stanza e per essere più liberi e tranquilli. Vado all' appuntamento eccitato e spaventato allo stesso tempo, quando ci incontriamo siamo entrambi imbarazzati ma contenti, ci salutiamo ci guardiamo negli occhi e ci avviamo verso la camara senza dirci nulla, qualche commento sulla stanza e a lui squilla il telefono comincia a parlare e io decido di prendere la situazione in mano, mi tolgo giubotto e scarpe e mi butto sul letto, lui parla ancora io non sento nulla tanta e l' adrenalina addosso, lui e ai piedi del letto che parla io avvicino il piede al suo pacco lo tocco ed è eccitato, bello duro, mi piace il contatto con quel pacco, lui mi sorride io prendo coraggio mi avvicino e lo tocco con le mani, gli sbottono i jeans li abbasso lo tocco da sotto il boxer lo tiro fuori e mi ritrovo davanti un bel cazzo, non lungo ne grosso ma ben fatto, lo prendo in mano e comincio a segare, lo guardo un attimo e lo prendo in bocca, il primo pompino della mia vita, finalmente finisce di parlare al cell, mi mette una mano in testa segno che gli piace quello che gli sto facendo, mi fermo e lui comincia a spogliarmi, nudo mi stendo sul letto osservando lui che si spoglia a sua volta, sale sul letto e comincia a leccarmi cominciando dalla pancia, sale ai capezzoli e arriva al collo, io mi rilasso godendomi quel momento, mi lecca l' orecchio e lentamente si dirige verso la mia bocca, sento le sue labbra sulle mie e subito dopo la sua lingua che cerca di entrare, apro la bocca e la sua lingua trova la mia, io mi ritraggo un po, l'unica cosa che nn avevo previsto di fare era baciarlo e lui lo sapeva, lui capisce e non insiste, io rivoglio il suo cazzo in bocca e me lo riprendo e da li in poi è un susseguirsi di emozioni, mi metto a pancia sotto e lui mi lecca i glutei e si dirige verso il buco e lo lecca sento la sua lingua che entra e a me piace, infila un dito e capisco che da li a poco è il momento del cazzo, mi metto a pecorina con delicatezza mi punta il cazzo sul buco mi prende per i fianchi e comincia a scoparmi, prima piano, poi via via aumenta i colpi fino al massimo godimento, io sono talmente eccitato che sborro solo con i colpi del suo cazzo nel mio culo fin quando anche lui si svuota dentro di me. Esausti ci buttiamo uno vicino all'altro guardandoci, lui è felicissimo e lo si vede dai suoi occhi, io anche, lui si avvicina e mi abbraccia, rimaniamo per un po così senza dirci nulla fin quando gli dico che vado a farmi una doccia, vado in bagno apro l'acqua entro e lui mi segue, ci laviamo a vicenda e giochiamo un po e finalmente parliamo un po, facendoci complimenti reciprochi, ci asciughiamo ci rivestiamo e insieme lasciamo il b&b, ci salutiamo con un abbraccio e con la promessa di rivederci prima possibile. Questa è la mia prima volta, c'è stata la seconda ed ultima , almeno fino ad ora, una scopata pazzesca che vi racconterò presto e che è successa due mesi dopo la prima, quando lui è tornato per trovare la famiglia e secondo me anche perchè voleva rivedermi e vi assicuro ne è valsa la pena per lui e per me.
ciao e alla prossima
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complice3affidabile,
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Guardare e non toccare
Mi chiamo Mario, ho cinquanta cinque anni e sono sposato con Anna che ha un anno meno di me. Anna è una bella donna che non dimostra la sua età. Guardandola le si attribuiscono al massimo quaranta anni. Alta uno e settanta corpo snello e ben proporzionato, occhi chiari, capelli biondi, seno appena una terza, ventre piatto nonostante una gravidanza e un bel culetto sodo e tondo, gambe snelle. La nostra unione è da sempre stata molto bella e vivace in particolare sotto il profilo erotico. Durante tutti gli anni passati insieme abbiamo sperimentato varie sfaccettature del sesso. In particolare dopo aver avuto delle esperienza di scambio di coppia non troppo soddisfacenti, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulla fotografia finalizzata all’esibizionismo. Anna ama essere fotografata. A lei piace essere colta in atteggiamenti sexy, provocanti e molto spesso hard. Lavora come impiegata e veste sempre in maniera appropriata a secondo delle circostanze, ma sempre elegante e mai volgare. Io sono da anni dipendente di una grossa compagnia assicurativa che due anni fa ha assorbito un’altra compagnia diventando un colosso a livello europeo. Dopo aver gestito per anni una mia agenzia sono stato promosso a capo area con l’incarico di riorganizzare le varie agenzie sparse nel territorio per finalizzare un miglior utilizzo delle risorse umane e una migliore capacità di incrementare i profitti. Questo lavoro mi porta spesso ad allontanarmi da casa anche per due o tre giorni. Durante una di questa trasferte è successo quello che voglio raccontarvi. Mi sono recato in una città distante diversi kilometri da casa mia per ottimizzare una ristrutturazione di cinque agenzie allo scopo di rendere migliore l’utilizzo del personale e incrementare i guadagni cercando di capire quale fra i vari agenti titolari aveva le maggiori possibilità di accorpare le altre filiali e rendere il pacchetto clienti più cospicuo. Il primo giorno che ero sul campo mi sono subito reso conto che due delle agenzie erano già messe in posizione ottima e non necessitavano di grandi modifiche, al massimo bastava incrementare il personale con inserimento di qualche altra unità lavorativa. Ben diverso era il discorso per le altre tre. Una diretta da Paolo, un soggetto molto capace e determinato a sviluppare le opportunità che la nuova situazione gli avrebbe offerto, l’altra agenzia era diretta da Carla un avvenente donna dal seno stupendamente prosperoso e anche lei molto agguerrita e decisa, mentre la terza, che a mio avviso era quella destinata ad essere accorpata con una delle altre due era diretta da Luigi un tizio molto vicino alla pensione e con poca voglia di scendere in competizione con il resto del gruppo. Un vero peccato perche la sua agenzia era fra quelle con più potenziale e ben posizionata al centro del territorio con la possibilità di incrementare il proprio fatturato. La mia ricerca consisteva nel determinare come ristrutturare e accorpare i vari soggetti. La riunione del mattino ad un certo punto è stata interrotta per una pausa caffè che abbiamo deciso di andare a prendere nel bar posto appena dall’altro lato della strada. Ero intento mordere un cornetto alla crema quando il bip del mio cellulare mi avvisa di un messaggio appena arrivato. Noto il numero e scopro essere quello di mia moglie così senza pensare ho aperto l’app e subito mi è apparsa una foto di Anna che mi mostrava le autoreggenti. Va detto che fra noi due spesso quando siamo lontani amiamo mandarci delle foto scattate al momento, tanto per ricordare all’altro che è sempre nei suoi pensieri. La foto mostra le splendide cosce di mia moglie fasciate da bellissime autoreggenti con pizzo dieci e si intravede anche uno string che però è di fatto immerso fra le labbra della sua fica. Resto piacevolmente stupito e per un attimo non mi rendo conto che Paolo che sta di lato a me ha potuto ammirare la foto e quando giro lo sguardo fra di noi ci diamo una occhiata e lui fa un cenno compiaciuto senza dire nulla. Gli altri più distanti non hanno visto nulla e cosi la questione rimane fra noi e dopo il caffè riprendiamo il lavoro fino all’ora di pranzo. Luigi va a casa perche soffre di ulcera gastrica e deve seguire una dieta ferrea, io, Carla e Paolo andiamo in un ristorante poco lontano. Mentre stiamo aspettando di mangiare arriva una signora che conosce Carla e la invita al suo tavolo per discutere di una festa che devono organizzare per il rione e così restiamo io e Paolo. Mentre consumiamo il pasto i nostri discorsi finiscono sulle donne. Lui come me apprezza le forme generose della collega, ma poi mi chiede se quella della foto è la mia donna. Lo guardo e gli faccio un cenno d’assenso. Lui prende il cellulare e mi mostra la foto di una donna molto bella e nuda.
“Questa è mia moglie Agnese.”
La guardo e a quel punto gli faccio rivedere la foto del bar.
“Bella donna, molto erotica come foto, complimenti, si vede che avete tanta complicità. Anche a mia moglie piace essere fotografata, anzi gli piaceva, adesso dice che è invecchiata e non si sente più bella. Ancora complimenti, si vede che la tua è molto più giovane della mia e quindi fa benissimo ad esibirsi per te.”
Lo guardo e gli chiedo quanti anni a sua moglie. Lui mi risponde che ha cinquanta anni come lui. A quel punto gli mostro una foto di Anna nuda presa di spalle gli chiedo di indovinare l’età della mia. Lui ci pensa un poco poi mi dice che al massimo ne avrà quaranta. Rido divertito e gli dico che ne ha uno meno di me cinquanta quattro.
“Cosa? Stai scherzando? Ha un corpo così liscio e sinuoso.”
Siamo interrotti dal ritorno di Carla che insieme a noi torna in agenzia e riprendiamo a esaminare il lavoro che dobbiamo fare. Alle diciotto tutti se ne vanno, io raccolgo le ultime cose e quando esco nel parcheggio trovo Paolo che mi aspetta.
“Sono solo, Agnese ha raggiunto sua zia che festeggia ottanta anni e ha raccolto tutta la sua famiglia, io li raggiungo sabato, se non hai impegni potremmo cenare insieme se ti può fare piacere continuare a parlare delle nostre donne. Oggi per la prima volta mi ha eccitato mostrati le foto di mia moglie e mi è sembrato che anche a te non dispiacesse. Naturalmente questo non avrà in nessun modo nessuna influenza su quanto deciderai del lavoro.”
Accetto anche perche stare da solo in hotel non mi entusiasma molto e in ogni caso è vero che pure mi sono eccitato quando lui mi ha mostrato sua moglie e il fatto che lui vedeva la mia mi ha incuriosito e voglio vedere dove ci porta un simile gioco. Puntuale alle venti mi passa a prendere per andare al ristornate dove ceniamo fra un aneddoto e l’altro sempre sullo stesso argomento. Scopro che loro hanno come noi avuto qualche esperienza di scambio, ma poi sempre per via dei soliti cretini tutto è finito. Adesso anche lui come me ama l’esibizionismo e il car-sex. Vorrebbe che sua moglie osasse di più con qualche singolo, ma lei si rifiuta adducendo la scarsa considerazione della sua bellezza dopo aver aggiunto questa età. Finito di cenare mi invita a casa sua per mostrami le foto e mi chiede se io ne ho di mia moglie. Gli mostro una chiavetta usb da 128GB e quindi passiamo dal mio albergo, prendo la mia auto e il mio notebook e lo seguo fino a casa sua. Giunti mi offre un limoncello e poi dopo esserci accomodati su un comodo divano incominciamo a scorre le varie foto e devo dire che Agnese è molto bella e fotogenica. Lui si eccita tantissimo con le foto hard di Anna e in particolare quelle dove lei apre le labbra della sua fica oppure è intenta a gustarsi un bel cazzo in bocca e mostra tutta la sua erotica porcaggine. Ad un tratto siamo tutti e due eccitati e lui mi chiede se per me è un problema se si masturba. Non ho nessuna difficoltà e lui estrae un bel cazzo lungo e duro e si mena lentamente mentre scorrono le immagini sui nostri schermi. Sono eccitato pure io e mi tiro fuori il cazzo per una bella sega quando mi viene una strana idea.
“Che ne dici di coinvolgere le nostre donne.”
Lui mi guarda senza capire e io gli spiego la mia idea.
”Facciamo una video chiamata con Skipe e se loro sono d’accordo giochiamo insieme come se fosse un gioco erotico in cam.”
Lui ci riflette un momento e poi acconsente. A quel punto chiamo mia moglie e lui la sua. Anna sono quasi convinto che accetta. Da tempo siamo in contatto con una coppia romagnola con cui ci vediamo in cam e alcune volte abbiamo anche accennato qualche gioco. Chiamo Anna e gli spiego cosa sto combinando e lei dopo avermi dato del porco e pervertito, lo dice sempre quando una situazione le piace, è il suo modo per farsi pregare e non cedere subito, accetta e aspetta che io mi colleghi con Skipe. Paolo ha dovuto penare un pò di più per convincere Agnese, ma alla fine c’è riuscito. Ha accettato anche lei, inoltre lui è sicuro che lei ha l’inseparabile tablet e relativa cam che usano per tenersi in contatto fra loro. Subito ci siamo organizzati, abbiamo posto due sedie davanti al divano e accese le cam con skype. Avviati i collegamenti ci troviamo davanti a due femmine stupende. Anna sembra la più disinvolta mentre Agnese all’inizio è un po titubante, quasi impacciata.
Anna
“Ma guarda che bella coppia di maiali!”
Agnese
“Del mio che fosse un porco non ne avevo dubbi, ma da quello che vedo ha trovato il suo degno compare.”
Dopo un simile commento io e Paolo ci diamo una bella occhiata e le invitiamo a giocare con noi, ma mia moglie non è dello stesso avviso.
Anna
“Caro per cortesia gira la cam che voglio conoscere Agnese.”
Eseguo spostando di lato le due cam e così adesso si inquadrano reciprocamente.
Anna
“Ciao, tu devi essere Agnese, piacere Anna.”
Agnese
“Ciao, piacere Agnese. Non riesco a capire come ho fatto ad accettare una simile pazzia, ma vorrei che poi che da quello che ho capito, loro ci godono da matti a fare questi giochi da veri maiali almeno io e te ci divertiamo al massimo se sei d’accordo.”
Anna
“Certo, sono dello stesso parere, anzi vorrei dirti che dovremmo essere noi due a dirigere il gioco, e a far impazzire questi due maiali che pensano di poterci usare a loro piacimento. Per realizzare la mia idea vorrei che tu ti dedicassi a mio marito e io al tuo facendoli impazzire a nostro piacimento.”
Agnese si trova subito d’accordo e allora rimettiamo le cam in modo ci inquadrano scambiando solo le posizioni così adesso sono davanti a lei mentre Anna si esibisce per Paolo.
Anna
…dai porcone ..segati..guarda che bella fica ti mostro…dai si così..fammelo vedere….bene…. .hai un bel cazzone e mi eccita molto.....
Agnese
…hummmm..che bel cazzo che vedo!!!..si da bravo fammelo vedere bene..guarda che bocca larga..pensa a come te lo posso ingoiare tutto!!... ssi dai che ti succhio anche le palle…….
Paolo si sega estasiato da quello che vede. Sposto un attimo lo sguardo e mi rendo conto che Anna sia sta scatenando mostrando culo e fica a lui che si sega in maniera pazzesca. In breve sta per schizzare ma Anna lo blocca.
Anna
“Non schizzare!!! ti proibisco di sborrare senza il mio ordine! se lo fai finisce tutto subito! fermati! stringi il cazzo con forza e blocca l’orgasmo! è un ordine! solo io ti posso dire quando devi venire! Porco! segaiolo! non ti azzardare a contraddire un mio ordine!!”
La sua voce è dura, autoritaria e non ammette repliche. Non mi ero mai accorto di quanto fosse decisa. Ritorno con lo sguardo verso Agnese che adesso si è girata e si masturba facendomi vedere due dita in fica e uno che ha bagnato e infilato lentamente nel culo
Agnese
“Bravo il mio porcello! sei più intelligente e porco del tuo amico. Guarda come mi fotto la fica e il culo. Dimmi in quale buco lo vorresti mettere? dimmelo e immagina che un altro cazzo è qui insieme a te che mi volete fottere. Scegli il tuo buco porco che l’altro sarà del cazzone più grosso del tuo.”
La guardo eccitato e mi sego lentamente. Ci penso un attimo e opto per il culo. Lei si esalta alla mia scelta.
Agnese
“Sei un maiale davvero esperto! hai notato che mi sono bagnata il dito e l’ho infilato lentamente in culo, e da questo deduci che deve essere stretto. Porco me lo vuoi sfondare così? ti piace l’idea di sfondarmi il culo mentre l’altro mi spana la fica? dimmelo maiale dimmi quello che stai pensando.”
La guardo estasiato da tanta porcaggine e libidine.
…si troia!! ti sfondo il culo…..guarda come me lo hai fatto diventare duro!!....si ti spacco il culo mentre l’altro ti slabbra la fica da troia che vedo aperta davanti a me! Dai mettilo dentro davanti che poi ti inculo!!...
Lei si mette tre dita davanti e poi lentamente in maniera esasperante si infila il dito in culo e geme di piacere invitandomi a scoparla con forza.
Agnese
…ssiii..porco!! mi spani il culooo…ssi mi sfondiiii..ssssiiii…che due maialiiii..mi sfondateeee… ssi voglio essere sfondataaaaaaaaaa....
Anna intanto è riuscita a non far sborrare Paolo.
Anna
“Bravo il mio porcone! sei riuscito a fermarti in tempo. Adesso immagina che ti lecco quel bel cazzo che tieni in mano. Guardami mentre lo succhio porco ti piace e poi lo bagno perche lo voglio in culo. Dimmelo che lo vuoi mettere nel mio culetto stretto.”
Paolo
ssiiiiii….mi….fai….impazzire ..ti sbatto il culooo..zoccolaaa!! sto per sborrare!! mi fai morireee..Annaaaa!! sborro!! ci sono..dai dimmelooo..che posso schizzare!!!!dai non resisto!..non ce la facciooo…orraa……dai ..dillooo.
Anna
“NON TI AZZARDARE!!! RESISTI!! NON SBORRARE !! SE LO FAI TI CASTRO!! TU SBORRI SOLO QUANDO LO DICO IO!!! CAPITO PORCO SEGAIOLO INDISCIPLINATO!! Resisti che poi sarà più bello!!”
Paolo impazzisce. Il suo viso è teso nello spasmo e lei ci gode nel imporre la sua volontà mentre si masturba con quattro dita piantate nella fica da cui sgorga un vero fiume di schiuma bianca.
Agnese
“Dai maialino mio che adesso lo voglio sentire pure io il tuo piacere…dai preparati che veniamo insieme.. non mi deludere come fa quell’indisciplinato del tuo amico..dai eccomi ci sono…siiiiiiiiii…..venggoo!! daii sborra fammelo sentire tutto dentro il tuo calore…..ssi oraaaa…”
Schizzo un fiume di sborra che a getti consistenti si spandono sul mio petto, sul ventre e lungo l’asta del cazzo che rimane durissimo. Instancabile mi continuo a masturbare mentre Anna uccide Paolo.
Anna
..si daii porco!! sborrraaa..adesso lo voglio vedere quanto me ne daiii…si sborrra che vengoo!
Paolo ha un momento di incredibile piacere nell’eruttare un vero e proprio fiume di lava bianca che schizza in alto e ricade sul suo corpo mentre urla il suo piacere ad Anna che lo fissa contenta.
…siii eccomii..SBORROOOO!!! TROIA TI RICOPRO TUTTAAAA!!...si guarda come schizzoooo!!!
Lei lo fissa e poi lo esorta a continuare segarsi per che ne vuole ancora.
Anna
“Continua non ti fermare. Dai che ne voglio un’altra razione in bocca e fica…dai che maschio sei che non riesci a scoparmi per due volte di seguito..dai e poi prendine un poco con un dito e mettilo in bocca voglio sentire il tuo sapore..dai maiale..dimmi che sapore ha la tua sborra!!”
Agnese sente quella richiesta e mi incita a fare la stessa cosa con la mia. Poi ricominciamo a segarci sempre più eccitati e anche loro adesso sono ben calde.
Anna
“Dai porco dimmi che sapore ha la tua semenza.”
Paolo gli risponde che è dolciastra. Lei lo esorta a segarsi più forte perche adesso vuole sentirla in gola e lui deve sborrare in fretta.
Agnese
“Hai sentito la mia amica, dimmi che sapore ha la tua. “
Gli rispondo che ha un sapore agrodolce come uno yogurt.
Agnese
“Mi piace lo yogurt. Anche tu adesso voglio che ti seghi più velocemente. Immagina che ho i buchi pieni del vostro seme e che Anna adesso si è inginocchiata fra le mie gambe e mi lecca la fica da cui cola tutto il vostro piacere. Ti eccita l’idea di lei che mi lecca? vorresti vederci fare un bel 69? dimmelo porco che al tuo amico questa fantasia lo fa uscire di testa.”
La guardo e poi guardo Paolo che si smanetta furiosamente e Anna che con la lingua sembra stia leccando una fica e gli confesso che l’idea mi eccita tanto.
Agnese
…si maiali..segatevviiiiiii…si dai che voglio godere ancoraaaa..Annna mi fai morire con la tua linguaaaa……..vengoooooo!!!!
Anna
….ssi Agnese…goddiii..e voi maiali..sborrate!! adesso coprite i nostri corpi di seme…orra vengoooo…Agneseeee…..vengooooo!!
Mi sego e sborro mentre Paolo urla anche lui il suo ennesimo orgasmo. Stremati restiamo immobili mentre ci guardano le donne con occhi carichi di soddisfazione. Poi Anna mi chiede di girare la cam perche vuole parlare con Agnese.
Anna
“Grazie sei stata una compagna di piacere stupenda! Mi sento molto soddisfatta di come abbiamo condotto il gioco e se non hai nulla in contrario vorrei il numero del tuo cellulare per continuare a comunicare fra di noi in privato.”
Agnese
“Grazie a te che mi hai condotto in questo gioco che mi ha divertito tantissimo. Sei stupenda e hai fatto impazzire mio marito. Sono convinta che se ci scambiamo i cellulari loro e il mio, in particolare impazzirà pensando a quante porcate in privato ci diremo. Sono certa che sarà eccitato tutto il giorno.”
Si scambiano i numeri e poi con un grande bacio collettivo il gioco finisce. Noi ci diamo uno sguardo incredulo e poi ci diamo una lavata. Quando me ne vado Paolo mi fa i complimenti per la porcaggine di mia moglie e io ricambio dicendo che un giorno lo dovremmo rifare, ma dal vivo, lui annuisce poi me ne vado a letto. L’indomani alla riunione comunico la mia scelta e trova tutti d’accordo. L’agenzia di Luigi sarà accorpata con quella di Carla che però si dovrà trasferire nella sede di Luigi che tanto fra sei mesi va in pensione e da quel momento sarà lei la titolare. Paolo però avrà da Carla tutti i clienti che con il trasferimento della sua agenzia resterebbero troppo lontani e quindi accorparli con Paolo diventa più produttivo. Quando lasciamo la riunione Paolo si dilegua velocemente per un impegno e io resto con Carla che mi invita nella sede della sua agenzia per comunicare la suo personale lo spostamento. Dopo una breve riunione con il suo personale tutti se ne vanno e solo noi due restiamo nel suo ufficio.
Carla
“Credevo che vista la vostra complicità fra te e Paolo avresti dato a lui tutto il porta foglio clienti. Passo un momento un pò difficile altrimenti avrei avuto più grinta nel imporre le mie ragioni. Avrei usato ogni mezzo per avere quello che poi tu molto diplomaticamente mi hai dato. Sono convinta che non a tutti piace un corpo cosi opulento ma avrei fatto di tutto per vincere.”
La guardo e le sorrido.
“Credimi se ti dico che il tuo corpo e in particolare il tuo seno stupendo mi ha subito suscitato pensieri molto peccaminosi. Parli con uno che ha una moglie con un accenno di seno, una seconda appena e quindi una “spagnola” me la sogno. Immagina che idea mi sono fatto del tuo seno.”
Lei mi guarda e poi mi spinge a sedere sulla sua poltrona e si mette in piedi davanti a me. Apre la camicetta e si toglie il reggiseno mostrando due zinne stupende. Una sesta come minimo grandi piene e tonde come due bocce da bowling.
“Guarda che spettacolo! Purtroppo ho il ciclo mestruale che mi stà svenando altrimenti ti averi scopato e fatto sentire il calore di questo seno sul tuo cazzo che adesso vorrei vedere. “
Apro i pantaloni e subito il mio cazzo svetta già duro e teso.
“Accidenti che bel cazzone!!! un vero peccato non poterlo assaggiare. Però voglio che ti resti il desiderio di metterlo fra questi seni come a me resta la voglia di sentirlo dentro il mio corpo. Dai segati e immagina di sborrare fra questi seni mentre io te lo succhio tutto e bevo la tua sborra!”
La guardo e la invito a metterlo fra quelle zinne stupende, ma lei è irremovibile.
“Se non mi diverto io non ti diverti nemmeno tu. Guardare e non toccare. Dai schizza che mi sto allagando l’assorbente di piacere. Dai schizza per me!”
Mi sego e sborro due getti potenti nonostante tutto quello che è successo la sera prima ma è troppo eccitante vederla impastare e stringere strizzare quel seno meraviglioso e i capezzoli durissimi. Per non fare casino mi sborro in mano. Lei si avvicina e prende la mia mano piena della mia semenza e la appoggia al seno e se la spalma sopra e poi porta la mano alla bocca e lecca tutta la sborra che vi è rimasta mugolando di piacere.
“Spero che ritorni presto a trovarmi. Un vero peccato non godere di un bel cazzo come questo, un vero peccato! ma chissà quando ricapiti.”
La guardo sorridendo e le rispondo.
“Sicuramente quando farai l’inaugurazione della nuova sede!”
Lei ride e poi concorda con me.
“Certo che ti invito!!! Sarai l’ospite d’onore!!
Me ne vado con la ferma convinzione che quando ritornerò sarà un giorno speciale e allora non mi limiterò a guardare e non toccare
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5 years ago
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Un piacevole antipasto due
Giunti a casa c'era il problema di non farsi vedere dagli amici del condominio che con noi saliva un extracomunitario e quindi feci scendere mia moglie che si avviò mentre io e il ragazzo facemmo un giro breve per darle il tempo di salire a casa. In auto il ragazzo mi chiese se ero bsx gli risposi di no e nel frattempo chiesi lui di farla divertire di farla godere e che io mi sarei limitato a guardare a spiare. Mi disse ok ma mi disse anche che se volevo potevo toccarlo per sentire quanto fosse eccitato, lo guardai ma la curiosità fu tanto e mettendogli la mano sulla patta sentii quanto fosse grande e doppio il suo cazzo. Mi ripresi un attimo e giunto sotto casa parcheggiai l'auto e quasi di corsa salimmo in ascensore e poi a casa. Lo feci accomodare e gli dissi che poteva andare in bagno a farsi una bella doccia perchè sicuramente mia moglie aveva preparato un accappatoio. Entrò in bagno e li c'era mia moglie ad attenderlo, gli chiese di spogliarsi e lui eseguì senza proferire parola. Era un bronzo di Riace con un cazzo già duro per la situazione si infilò sotto la doccia e mia moglie guardandomi mi disse eccitatissima è stupendo credimi è stupendo grazie amore. Dopo circa dieci minuti il ragazzo usci dalla doccia e infilandosi l'accappatoio ci raggiunse in salotto dove eravamo seduti io e mia moglie. Mia moglie gli chiese dove volesse accomodarsi e lui le disse subito accanto a te. Si sedette e guardando le gambe di mia moglie in autoreggenti subito le mise una mano tra le gambe e poggiò la sua lingua sul seno che si era già liberata del reggiseno. Le prese il capezzolo in bocca che diventò di marmo mentre ormai la mano si era impadronita della figa pelosa. Io mi sedetti di fronte a loro godendomi lo spettacolo e toccandomi, il ragazzo si tolse l'accappatoio e con delicatezza la stese sul divano le aprì le gambe e cominciò a leccarla, una lingua di fuoco percorreva su e giù la sua figa pelosa attardandosi sul buchino per poi risalire. Il godimento di mia moglie era evidente le sue grida soffocate, lo scorrere tra le gambe del suo nettare spettacolo indescrivibile dopo poco il ragazzo si alzò da quella posizione e alzandosi mostrò un cazzo stupendo e di marmo, le allargò le gambe e cominciò a chiavarsela prima piano poi sferrando dei poderosi colpi. Mia moglie gli chiese di togliersi il preservativo prima di venire perché voleva che gli venisse sulla pancia. Lui la girò voleva chiavarla nel culo ma mia moglie non volle perché era troppo grande allora lui prendendola da dietro ricominciò ancora a sbatterla forte poco dopo girandola le venne copiosamente sulla pancia. Un minuto di completo silenzio poi mia moglie mi chiesa se volessi pulirla con la lingua. Accettai anche se per me era la prima volta. Un sapore stupendo misto di sudore e odore di sesso. Il ragazzo riandò in bagno si rifece la doccia e dopo poco eravamo tutti e tre a tavola per mangiarci una pizza. Scambio di numeri di telefono e promessa di rivederci per nuovi ed eccitanti giochi.
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5 years ago
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Un gradito antipasto
Non poteva essere ero diventato un cornuto per mia scelta per mio desiderio e non mi pentivo di esserlo anzi, mi piaceva sempre di più anche perché avevo trovato in mia moglie colei che metteva in pratica le mie fantasie le mie voglie, volevo vederla posseduta, volevo sentirla godere. A casa nei momenti di relax ripensando agli incontri precedenti ci eccitavamo e scopavamo con la voglia di continuare questo fantastico gioco che avevamo intrapreso. Fu un pomeriggio che decidemmo di uscire di sera andare a cena e poi chissà divertirci in qualche modo. Già dal primo pomeriggio la vidi prepararsi con cura, voleva depilarsi le parti intime ma la pregai di non farlo, mi piaceva vederla col pelo, poco prima di uscire la spiai
per eccitarmi e vidi che indossava un vestitino leggero corto e le autoreggenti che si intravedevano, tacco 12 che la faceva sembrare altissima( già di suo è alta 1,75, capelli ricci e biondi, una quarta di seno e come ho scritto prima non depilata) bellissima, statuaria e con una voglia matta di giocare. Verso le 21,00 uscimmo di casa e già in macchina mi chiese di fare strade affollate. Capii subito che voleva saggiare la sua femminilità dagli occhi degli extracomunitari che c'avrebbero pulito il parabrezza della nostra auto Presi una strada lunghissima ma piena di semafori ed incroci ,al primo non successe niente al secondo invece si avvicinò un ragazzo alto quasi due metri che cominciando a pulire il vetro si accorse che mia moglie aveva le gambe semiaperte, un perizioma piccolissimo che dai lati fuoriuscivano i peli della figa, e dalla sua scollatura un reggiseno di pizzo nero che conteneva quel ben di dio. Mi accorsi che perdeva tempo infatti scattato il verde le macchine dietro cominciarono a suonare il clacson e avendo il vetro pieno di schiuma mi accostai al marciapiedi, mia moglie rimase com'era, il ragazzo allora rivolgendosi a me disse " complimenti lei ha una bellissima moglie" gli risposi "ti piace" e lui "si tantissimo" fu mia moglie allora a dire fino a che ora rimani qui? e lui " penso che tra poco vado via perché fa freddo," peccato rispose lei, e lui perché peccato ? e lei Non so l'ho detto per dire. Mi guardò forse voleva chiedermi qualcosa ma non capii e allora lei mi fece notare che il ragazzo stava toccandosi da sopra i pantaloni il cazzo che sembrava essere enorme. Lo guardai ma lui non smise anzi mi disse, tua moglie ha una voglia pazza di cazzo perché non mi fai salire in auto e ci divertiamo un po? Non reagii ma mi venne spontaneo rispondere dicendogli che avendo fame saremmo andati prima a cena e dopo, forse, chissà ci avremmo pensato alla sua risposta. Lui mi rispose subito ok andate a cena io stasera vi aspetto qui. Andammo via, mia moglie per un po di minuti rimase in silenzio poi mi prese la mano e la portò sulla sua figa, era bagnatissima e allora io guardandola: ma ti sei eccitata in questo modo avresti voluto forse farlo salire per giocare un po?E lei con fare serio mi disse " non puoi decidere sempre tu io chi devo scopare e chi no...si mi piaceva ma ti sei reso conto che cazzo che ha quel ragazzo? Le chiesi scusa dicendole che aveva ragione e le dissi se vuoi faccio inversione e lo facciamo salire…. rimase per un attimo in silenzio poi con poca voce e toccandosi mi disse " si lo voglio dai lo portiamo a casa una doccia e sarà pronto mentre tu ordinerai tre pizze a casa. La guardai eccitatissimo per questa nuova esperienza che stavamo intraprendendo feci inversione e tornai a quel semaforo. Il ragazzo era li ed era come fosse certo che saremmo ritornati subito a riprenderlo. Mi avvicinai e gli dissi se voleva venire a mangiare una pizza a casa, ovviamente mi rispose subito si. Salutò i suoi compagni di semaforo e salì, si mise comodo dietro si presentò e poco dopo parlando ci disse che non scopava da mesi e quindi era eccitatissimo e nel dirlo mise una mano sopra il seno di mia moglie che subito gli chiese di fermarsi perché avremmo giocato dopo che tutti e tre ci saremmo fatti una bella doccia. Fine della prima parte
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5 years ago
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Teleteleassistenza prima parte
Le mie giornate sono ormai cadenzate dal solito ritmo, arrivo in ufficio, accendo il PC, nel frattempo preparo il caffè, subito dopo mi siedo alla mia scrivania, inizio con il controllare le numerose email in attesa di iniziare la mia giornata lavorativa.
Sono un consulente informatico, passo parecchie ore davanti al PC per fornire assistenza a i miei clienti, non è certo un lavoro che riserva forti emozioni, ma facendolo con piacere, mi aiuta a trascorrere le giornate in maniera serena.
Sono già le 10 quando mi squilla il telefono, il numero è quello dell’ Avv. XXXXXX, conosco bene questa cliente, è un’Avvocato e solitamente mi chiama quando ha qualche problema con il deposito telematico degli atti.
*Buongiorno Francesco sono l’Avvocato XXXX ho qualche problema con un deposito, può aiutarmi ?
*Certamente Avvocato, mi attivi la teleassistenza che vediamo che problema ha.
Per dare supporto alla mia clientela uso un programma, AnyDesk, che mi consente di collegarmi, in maniera remota, al PC del cliente così da poter risolvere velocemente le varie problematiche.
Aspetto la connessione, ecco ora sono in collegamento con il PC della cliente e contemporaneamente al telefono con l’Avvocato, sul mio PC vedo il DeskTop del suo PC.
*bene avvocato mi faccia vedere dove si è bloccata
* ecco vede mi si blocca qui quando cerco di firmare i documenti con la chiavetta della firma remota.
*si vedo Avvocato, deve avere qualche problema con il Plug In di java, bisogna effettuare l’aggiornamento, ci penso io a effettuarlo.
Apro il Browser e mi collego al sito di Java da dove scarico la nuova versione, come normalmente avviene , quando si scaricano file, questi vengono copiati nella cartella Download del PC, così appena terminato il Download apro la cartella Download del PC per cercare il file e poterlo installare.
E proprio in questo momento mi accorgo che ci sono parecchi altri file oltre al mio, e non sono solo file ma molte sono foto, e che foto…
Non nascondo che la mia prima reazione, pur non trovandomi fisicamente accanto alla mia cliente, sia stata quella di un forte imbarazzo, soprattutto nel costatare che quelle foto, molto probabilmente, appartengono alla mia cliente, le stesse non lasciano molto margine all’immaginazione, non so che fare ma mentre sto cercando di realizzare sento la voce dell’Avvocato
*mi scusi Sig. Francesco non ricordavo di avere messo qui queste foto, mi perdoni…
Cosa fare ? ma soprattutto cosa dire ? prendo il coraggio a due mani e faccio uscire la mia vena trasgressiva o faccio finta di niente e chiudo il discorso ? pochi istanti e…
*si figuri Avvocato, sono delle belle foto e sarebbe un peccato non poterle ammirare tutte, le crea imbarazzo se continuo a vederne altre ?
*Sig.Francesco non vorrei che pensaste male di me, sono delle foto che ho fatto in un momento particolare, certo mi sento molto imbarazzata ma che le devo dire ormai le ha viste, mi prometta però di non dire nulla a nessuno, sa sono una professionista se si dovesse venire a sapere…
*ma che dice Avvocato stia tranquilla non dirò mai nulla sono una persona molto discreta
A questo punto mi sento autorizzato ad andare oltre e certamente non me lo faccio ripetere due volte, inizio a scorrere le foto, sono foto dove lei in completino sexy mette in mostra tutte le sue beltà, alta circa 169, fisico asciutto, capelli corti di un bel castano chiaro, un bel seno, almeno una terza abbondante messo in risalto dal body di pizzo nero che accoppiato al reggicalze mostra delle belle gambe tornite e lunghe, il tutto completato da un tanga ridottissimo che lascia intravedere la sua fica completamente depilata. Mi faccio più audace ed inizio a commentare le foto che via via scorrono sul mio schermo
*complimenti Avvocato, è una gran bella Donna e soprattutto mostra una gran classe, il completino le sta divinamente bene e mette in risalto le sue forme
*grazie Sig. Francesco, ho acquistato questo completino sul sito di un sexy shop, più per curiosità, desideravo vedere l’effetto che faceva indossato da me.
*direi che l’effetto è decisamente intrigante lei mostra una carica erotica eccezionale, non le nascondo che il vedere le sue foto mi eccita parecchio
*ma che dice Sig. Francesco così mi fa arrossire e quasi mi pento di averla autorizzata
*Avvocato lei è una gran bella Donna e queste foto mettono in risalto tutta la sua femminilità e non posso nascondere che vederle mi piace e mi eccita molto
*veramente pensa questo di me, pensa che sia così eccitate per lei ?
*certamente e più le vedo e più scopro quanto è sexy, posso continuare a vederle o la metto in imbarazzo ?
*ormai le sta vendendo e devo dire che superato il primo imbarazzo i suoi complimenti mi stanno lusingando molto
*sono contento quindi continuo ad ammirare le sue foto, magari nella speranza di trovarne altre più sexy è talmente bella che mi piacerebbe scoprirla di più
*in verità queste che vede sono le prime che ho fatto, poi presa dal gioco, ho provato altre pose, ma quelle sono troppo sconce non so se è il caso
*non si preoccupi Avvocato, non sono certo il tipo che si scandalizza, anzi sono decisamente la persona giusta dato che mi piace molto questo genere di foto e di gioco, se posso vorrei vedere il resto, anzi mi consenta di essere io a cercare altre foto sul suo PC.
*sig Francesco lei mi sta stuzzicando ma non vorrei che poi pensasse male di me, ho sempre timore che la cosa possa degenerare.
*assolutamente no Avvocato non si preoccupi che resterà un segreto fra me e lei, se le ha fatte è perché desiderava in qualche modo essere commentata ed io lo faccio volentieri, anzi le va se mentre le guardo la chiamo in video su whatsapp ?
*lei è proprio un diavoletto, mi sta facendo fare cose che non avrei mai pensato di fare, ma sinceramente è riuscito a stuzzicarmi in questa situazione, ok mi chiami in video su whatsapp
Mentre inizio a cercare altre foto sul suo PC sfogliando le cartelle effettuo una videochiamata con whatsapp, lei risponde subito, è seduta nella sua scrivania, indossa un tailleur grigio e sotto ha una camicetta nera, i capelli castani fanno bella mostra, per la prima volta la guardo con un’interesse diverso, fino a ieri era una semplice cliente, ora la vedo come un’irresistibile Femmina che ha saputo accendere in me il fuoco della passione.
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5 years ago
admin, 75
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La spiaggia
Avevo scoperto quella caletta per puro caso. Era così nascosta che non si vedeva dalla strada che era in alto, quasi irraggiungibile, e per questo poco frequentata. Anche perché era difficile arrivarci, se non si aveva una barca. E alle sette di sera poi, era praticamente deserta. Oltre me, solo un ragazzo biondo, alto e dal fisico ben scolpito, era rimasto fino a quell’ora. Sdraiato sul mio asciugamano, guardavo il mare, quando, con la coda dell’occhio, vidi il mio sconosciuto compagno di spiaggia levarsi il costume e rimanere completamente nudo. Ero quasi imbarazzato, ma feci finta di continuare a guardare il mare, mentre lui si avvicinava all’acqua camminando a passo lento. Potevo vedere il suo sedere dai glutei muscolosi che non facevano altro che confermare l’idea che quel ragazzo aveva ben sfruttato ore e ore di palestra. Si tuffò ed iniziò a nuotare, mentre io, facendo finta di niente, lo osservavo mentre faceva le sue evoluzioni nell’acqua. Dopo alcuni muniti uscì, col corpo bagnato che brillava alla luce del sole del tardo pomeriggio, ed i miei occhi furono attratti dal suo membro che faceva bella mostra di sé in mezzo alle sue cosce tornite. “Che abbia fatto palestra anche lì?” mi ritrovai a pensare quasi scherzosamente fra me e me, con gli occhi fissi sul pene del ragazzo che, seppur moscio, appariva davvero essere un bell’attrezzo di godimento. Mentre, ormai eccitato, dentro di me già immaginavo di poter usare il suo bel giocattolo di carne, mi resi conto che lui si era accorto che io gli stavo fissando l’uccello e mi stava guardando mentre camminava.
Chissà da quanto se ne era accorto! Imbarazzatissimo, mi misi giù a prendere l’ultimo sole, chiusi gli occhi e sperai che il mio comportamento fosse in realtà passato inosservato.
Dopo pochi secondi però un’ombra oscurò il sole: aprii gli occhi e vidi stagliarsi contro il sole a un metro da me la sagoma del ragazzo. Abituatomi a quella luce, mi resi conto che un’altra sagoma ora si vedeva distintamente: era quella del suo uccello, che ora era duro, lungo e grosso, bagnato e reso lucido dall’acqua del mare. Era un arnese di ben più di venti centimetri (avrei voluto poterlo misurare!) con due grossi testicoli ricoperti da una rada peluria bionda ed il glande dalla pelle di seta tesa dall’arrapamento.
“Ho visto che lo guardavi con tanto interesse, e così te l’ho portato!” disse il ragazzo con voce da cui traspariva tanta voglia di sesso. “Guardalo più da vicino, non avere paura...” mi disse poi. Io mi misi in ginocchio davanti a lui, ritrovandomi a pochi centimetri dal viso il suo grosso uccello duro, sentendone l’odore misto a quello dell’acqua salata. Misi le mie mani sulle sue cosce, accarezzandole timidamente e salendo pian piano fino a saggiare la consistenza dei suoi glutei di marmo. “Toccalo, accarezzalo, non avere paura!” disse ancora il ragazzo “Non morde mica! Anzi, se lo tratterai bene ti darà dell’ottima crema solare!”. Le mie mani allora gli accarezzarono i fianchi e lentamente scivolarono sulla carne prelibata del suo uccello: con la mano sinistra iniziai ad accarezzargli lo scroto sentendo sotto le mie dita i suoi grossi testicoli, mentre con la destra gli strinsi forte l’asta nella mano. Iniziai a massaggiarlo, favorito in questo dall’acqua del mare che faceva scivolare agevolmente le mie dita sul suo splendido cazzo, e pian piano avvicinavo il viso alla grossa cappella che emanava un meraviglioso ed arrapantissimo odore.
Mentre continuavo ad accarezzarlo, posai le labbra sulla pelle di seta del glande, baciandolo ripetutamente. “Bravo, baciami il cazzo! Leccamelo per bene!” mi disse sempre più arrapato. Sempre continuando ad accarezzargli i coglioni, cominciai a leccargli la cappella gustandone il sapore misto a quello dell’acqua salata, per poi dedicare slinguate sempre più intense a tutto il cazzo. Lo baciai ancora sulla cappella, poi sul tronco e, mentre con una mano lo tenevo sollevato, via via ricoprii l’intera asta di baci fino ad arrivare allo scroto. Lo titillai con la lingua e lo leccai avidamente, sentendo i testicoli sobbalzare alle profonde slinguate che gli davo. Poi risalii lungo il cazzo con la lingua fin sulla punta del glande, lo baciai ancora e finalmente lo presi in bocca. Sentii che il corpo del ragazzo fu percorso da un brivido, mentre io davo una prima, profonda succhiata al suo splendido uccello, gustando finalmente a pieno il sapore di maschio in calore nella mia gola. Gli diedi due o tre energiche succhiate assaporandolo voluttuosamente e, mentre lo accarezzavo ebbi finalmente il coraggio di alzare gli occhi per guardarlo in viso: “Mmmmm che delizia! E’ davvero fantastico!” mugolai mentre mi strofinavo l’uccello sulle guance. “Ti piace il mio cazzo, vero? Allora succhialo, fammi godere, troia!” disse lui. Eccitatissimo gli ripresi il cazzo fra le labbra ed iniziai un vigoroso su e giù con la testa, mentre le mie mani erano praticamente incollate alle sue chiappe e le stringevano forte, forzando il suo bacino a muoversi avanti e indietro per rendere ancora più avido il mio pompino, dimostrandogli così che aveva ragione, che ero davvero una troia affamata di cazzo, del suo cazzo. Sentivo la sua pelle di seta scorrermi fra le labbra e sulla lingua, che lo accarezzava ogni volta che affondava nella mia gola, mentre ritmicamente lo succhiavo accompagnandone il moto a stantuffo.
Ogni tanto interrompevo l’andirivieni del suo cazzo nella mia gola afferrandolo con una mano e strofinandomelo avidamente e voluttuosamente sulle guance, baciandolo e slinguandolo con foga, strofinando il viso sul suo cazzo, sui coglioni e sul pube, per poi riprenderlo ancora in bocca ricominciando un accanito su e giù con la testa. Lui mi aveva posato una mano sulla testa e mi incitava come fossi stato la sua donna: “Così, succhiamelo, succhiamelo tutto! Brava puttanella, sei fantastica!”. Lo spompinai con foga senza nemmeno rendermi conto che ormai era prossimo all’orgasmo. Gli ciucciavo il cazzo pensando solo all’eccitamento che mi dava il suo sapore nella bocca, all’arrapamento che mi dava l’essere trattato da lui come una magnifica pompinara. Il suo orgasmo mi colse quindi quasi di sorpresa: rantolò al culmine del piacere, mi levò dalla bocca l’uccello quasi strappandomelo dalle labbra ed iniziò a menarselo a gran velocità. Un istante dopo dalla cappella lucida iniziarono a schizzare caldi fiotti di sperma che mi colpirono il viso e le guance, ed io a bocca aperta cercavo di raccogliere al volo lo sperma e di passare la lingua sul glande che eruttava sborra a fiumi, tentando di berne il più possibile.
La sborrata fu abbondantissima, e anche se la maggior parte degli schizzi si erano riversati su di me come una vera e propria doccia di nettare caldo e profumato, riuscii a bere almeno un po’ di quella densa spremuta di coglioni. Poi lui mi strofinò l’uccello sul viso, carezzandomi le guance e le labbra con la seta della sua grossa cappella, spalmandomi sulla pelle lo sperma: appena smise glielo afferrai ed iniziai una lenta, accurata ma vorace pulizia con la lingua e le labbra. Gli leccai ogni centimetro del cazzo, assaporando a fondo il sapore di ogni stilla di sperma che raccoglievo con la lingua, mentre sentivo sul mio viso e sul collo colare lentamente le gocce di liquido che lui mi aveva appena schizzato addosso.
Mentre continuavo a leccare quello splendido cazzo, sentii che continuava a rimanere duro come il marmo, caldo e pulsante come quando avevo cominciato a spompinarlo.
Pensai allora che c’era solo una cosa da fare, per non perdere l’occasione e soddisfare a pieno la mia sfrenata voglia di quel grosso cazzone: smisi di leccarlo e rapidamente mi sfilai il costume e mi misi a pecora sull’asciugamano, spingendo all’indietro il culo per mostrargli la strada. Girai la testa verso di lui mentre con una mano mi accarezzavo il culo e la passavo nel solco fra le chiappe. “Mettimelo nel culo, ti prego! Ho tanta voglia di cazzo! Inculami, voglio essere la tua troia!” lo supplicai. Lui non aspettava altro e si inginocchiò dietro di me. “Va bene, puttanella!” disse. “Ora ti accontento! Te lo metterò nel culo con vero piacere!”. Sentii che mi appoggiava la cappella sul buco del culo ed iniziava a spingere. Il grosso cazzo iniziò farsi strada lentamente nel mio culetto, lubrificato dall’abbondante saliva di cui l’avevo ricoperto, e sentii l’ano dilatarsi al massimo per permettergli di penetrarmi.
Mi sentivo sfondare lentamente il culo da quei centimetri di cazzo che sembravano non finire mai, lunghi centimetri di uno splendido uccello che desideravo tutto dentro, tutto nel culo a rendermi una vera troia. Il ragazzo mi infilò nel retto più a fondo che potè il suo cetriolone di carne, mi afferrò forte per i fianchi ed iniziò lentamente a stantuffarmelo nel culo. “Eccotelo, troia! Prendi tutto il mio cazzo, prendilo tutto!” ansimò mentre cominciava ad accelerare pian piano il ritmo. Io sentivo il suo enorme uccello trapanarmi il culo con sempre maggiore facilità, colpo dopo colpo, sempre un po’ più veloce e sempre un po’ più forte, facendomene desiderare ancora, ancora e ancora. Volevo il suo splendido cazzo, lo volevo tutto nel culo, lo volevo ancora e più forte, lo incitavo a sbattermi come una troia, come la sua troia, mugolavo che aveva un cazzone fantastico e che lo desideravo tutto dentro fino ai coglioni.
Dopo alcuni minuti il ritmo dell’inculata era ormai frenetico: quello splendido stallone di razza mi montava con foga, tenendomi forte per i fianchi ed affondando i colpi nel mio culo con movimenti del bacino ampi e profondi. Ad ogni colpo il mio corpo sobbalzava per la forte spinta, e sentivo il retto ormai rilassato accogliere docilmente il meraviglioso cazzone del ragazzo, e mugolavo come una cagna stringendo e mordendo l’asciugamano. “Hai un culo stupendo troia! Godi, goditi tutto il mio cazzo!” rantolava lui mentre mi trapanava il culo, facendomi sentire ancora di più una femmina in calore, una vera troia. E godendo come una troia io gli rispondevo: “E’ tutto per te stallone! Sono la tua troia! Rompimi il culo col tuo cazzone, dai, sbattimi!”. E più lo incitavo, e più lui metteva foga nei colpi, sfondandomi il culo e facendomi godere come non mai e facendomi quasi gridare di piacere. Finché, dopo alcuni rapidi colpi, mi sentii improvvisamente svuotato: il mio culo era vuoto e prima che potessi realizzare sentii uno schizzo di sborra rovente colpirmi la schiena, seguito da altri, lunghi, violenti, schizzi, che mi colpirono il buco del culo e le chiappe, colandomi lentamente sulle gambe. Mi girai ed iniziai a spalmarmi sul culo la sborra, mentre osservavo il ragazzo che si masturbava furiosamente l’uccello, dalla cui cappella purpurea continuavano a sgorgare sempre più rari fiotti di sperma.
Dopo l’eiaculazione, il ragazzo rimase in ginocchio con gli occhi chiusi per riprendere fiato. Io mi girai, ed iniziai a succhiargli dolcemente il cazzo ancora pulsante per la sborrata, e lui, carezzandomi la testa, mi disse: “Sei stato fantastico... una vera troia!”. Ero orgoglioso del mio... lavoro! Smisi di spompinarlo e gli risposi sorridendo: “Con uno stupendo cazzo come questo è facile sentirsi una troia!”. E poi aggiunsi: “Ora vado a darmi una ripulita.”. Mi alzai e mi tuffai in mare per darmi un pulita veloce: non potevo certo tornare in albergo coperto di sperma! Quando tornai a riva... il ragazzo non c’era più. Che avessi solo sognato? Beh, a giudicare dal mio culetto... direi proprio di no! La sera dopo sarei sicuramente tornato in quella spiaggia!!
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5 years ago
AlexBsxPass,
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Un nuovo cliente
Buona sera a tutti voi che leggere questa mia nuova esperienza avvenuta circa quattro mesi fa. Premetto che sono un libero professionista (architetto) e oltre a praticare la libera professione lavoro anche per le Compagnie assicurative. In questo caso ero in veste di perito assicurativo. Fui incaricato dalla mia Mandate ad effettuare una perizia in un appartamento di una persona che aveva subito dei danni da bagnamento, oltre i danni subiti aveva procurati anche danni all'appartamento sottostante, cosi telefono, parlo con l'assicurato, fisso l'appuntamento e chiedo la cortesia di avvertire anche l'altro danneggiato, verso le 10,00. arrivato il giorno del sopralluogo puntuale vado all'appuntamento, prima dal Ns assicurato per costare i danni che lamentava, mi faccio annunciare dal portiere dello stabile e mi fanno salire, busso ed ad aprire la porta un sig,re distinto mi fa entrare in casa e subito mi spiega la dinamica di quello che era successo però vi era solo un piccolo problema che per vedere i danni dovevamo attendere perché il vano bagno era occupato dalla moglie. Dico che non vi era nessun problema e che nella attesa iniziavo a prendere degli appunti. dopo pochi minuti la moglie esce e con la faccia un po' imbarazzata si presenta e si scusa. Sig,ra distinta, un po' in carne, ma con una dolcezza nei movimenti e nel parlare veramente sexy, entro nel vano bagno per effettuare delle foto e la prima cosa che noto un perizoma appoggiato sul davanzale della finestra, il marito imbarazzato con un scatto si dirige verso la finestra e lo prende cercando di nasconderlo e io con un sorrisino gli faccio capire che non mi ero per niente imbarazzato ansi…., la sig.ra ritorna da noi in bagno e chiede se prendo un caffè e io rispondo con molto piacere mentre il marito le dici che sempre sbadata e che il suo intimo lo lascia sempre per tutta la casa, e lei con un sorrisino malizioso risponde "spero che nessuno si sia scandalizzato, e io rispondo "per niente ansi quello che ho risposto a suo marito" e qui scatto subito un sorriso su entrambi i visi ed uno sguardo tra di loro.Finito il sopralluogo in bagno chiedo al sig. se aveva avvertito la persona sottostante e che se mi poteva accompagnare a costare gli altri danni, Lui mi rispondo che non vi era nessun problema e che dopo però dovevamo risalire a prendere il caffè che la sig.ra stava preparando, certo rispondo. Facciamo il sopralluogo al piano sottostante ( e diciamo che lo faccio con una certa fretta) e risaliamo di nuovo. E qui succede quello che mi è sempre voluto che mi accadesse. Ci accomodiamo in salone per sbrigare le ultime cose burocratiche ed ecco arrivare la sig.ra con il caffè, la noto che è diversa da come l'ho vista uscire prima da bagno noto sul suo volto un'aria un po' furbetta e buttare tante occhiate al marito, inizia a parlare chiedendomi che impressione mi ero fatto dell'inquilino di sotto, io rispondo il motivo di questa domanda, e lei mi risponde, perché io lo vedo come un vecchio maniaco, guardone, uno che gli piace vedere e masturbarsi, a questo punto interviene il marito dicendo che se pure fosse qual è il problema perché io non lo faccio con te? E lei risponde cosa centra quello è un piacere che condividiamo io e te. A quel punto prendo la palla a volo e chiedo "quindi lei e cuck?" e Lui si da tempo e questa cosa ci fa eccitare ad entrambi, bene rispondo io, in che senso bene, e che io sono un bull dominante mi piace far godere la donna e il suo uomo . A questo punto lui mi chiede "quindi ti farebbe piacere far godere noi ?" con vero piacere anche se noto che la sig.ra mi farà godere Lei come un pazzo. I due si guardano e lei senza dire nulla si avvicina, mi fa alzare, si inginocchia e inizia a sbottonare la cinta dei pantaloni , guardandomi mentre lui si accomoda sul divano, con fare molto delicato mi abbassa i pantaloni e lo slip notando il mio sesso a buon punto, mi mette di profilo per farlo vedere anche al marito, il quale esclama, giornata fortunata oggi per te con il sorriso sulle labbre. La sig.ra ha una bocca carnose delle labbra che avvolgo per intero il mio sesso e che con la lingua lo fa veramente diventare duro. il marito mi chiede il permesso se può effettuare delle foto mentre la moglie mi spompina gli dico che non vi è nessun problema volendo può anche effettuare un video se vuole ma lui preferisce di do vuole fare foto almeno può masturbarsi con tranquillità un domani. La sig.ra continua a spompinare e a toccarsi il clitoride, succhia tocca e respira con affanno e lo fa sempre più velocemente a quel punto la fermo e le dico che la vorrei leccare la sua risposta fu non vedo l'ora e con fare dolce si stende a terra e apre le sue gambe era già senza intimo e usci una foresta nera (adoro il pelo ) inizio a leccarla come un pazzo gli succhio il clitoride che diventato durissimo e lei con le mani mi blocca la testa in modo da tenermi fermo sul suo sesso.
to be continue
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5 years ago
soit3,
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La scommessa
Non era stata una bella serata. Avevamo perso il derby per un colpo di sfortuna, e io avevo perso la mia scommessa con Marco. Mentre tornavo a casa in quella calda serata primaverile, deluso pensavo a quale diavoleria avrebbe inventato come pegno da pagare. Era stata una scommessa nata per gioco, senza una vera posta in palio, della serie ‘scommetto quello che vuoi’, tra risate, scherzi e qualche sfottò.
La sera dopo andai a casa sua, un po’ in apprensione per quello che mi aspettava. Marco mi fece accomodare, mi offrì da bere e facemmo quattro chiacchiere. Io ero un po’ nervoso, e notavo che lui aveva uno strano sorrisetto mentre, in maglietta e pantaloncini, sorseggiava la sua birra. “Allora,” disse ad un tratto, “sei pronto a pagare la scommessa?”. “Beh, sì” dissi io un po’ titubante, “una scommessa è una scommessa”. “Bene”, disse con un sorriso malizioso, “allora vieni con me”. Lo seguii sempre più dubbioso fino al bagno della sua piccola casa. Pensai ad un certo punto volesse farmi pagare la scommessa facendomi fare una doccia vestito, ma lui mi fece subito capire che mi sbagliavo.
“Spogliati” mi disse infatti. Mi sfilai la maglietta, i pantaloncini, le scarpe.
“Devi levarti tutto” disse lui “altrimenti la cosa non viene bene. Non ti vergognerai di un altro maschio?!” disse quasi ridendo. “No, no…” risposi io sempre più interdetto e sfilandomi tutto di dosso. “Adesso entra nella doccia e mettiti in ginocchio” disse Marco. “Vedrai, sarà divertente!”, aggiunse. ‘Per chi? Per me o per te?’ pensai io mentre completamente nudo mi inginocchiavo nella doccia. Ora ero lì, ed aspettavo la strana penitenza che Marco aveva deciso di farmi fare, aspettavo di capire quale strano rituale avesse in mente per me.
“Perfetto” disse avvicinandosi un po’ al box della doccia. “Sai, è tutto il giorno che non faccio altro che bere per festeggiare e per combattere questo caldo.” Mentre parlava, notai che i suoi pantaloncini erano leggermente gonfi. Magie di un derby vinto pensai. “Avrò bevuto almeno tre o quattro litri tra acqua, tè, succhi di frutta e birra” continuò, mentre lo vedevo davanti a me che si abbassava i pantaloncini, tirando fuori un uccello che, se pure moscio, aveva dimensioni ragguardevoli. “E allora mi sono detto: quale modo migliore di festeggiare…” disse ancora, mentre gli guardavo il cazzo come fosse stato tutto un sogno, “…che fare un bel brindisi alla faccia tua? Anzi, sulla tua faccia!”. Capii cosa voleva fare proprio mentre vidi sgorgare dalla punta del suo uccello un violento fiotto di piscio che mi inondò la faccia.
La sensazione che quel primo schizzo, violento e bollente, mi procurò, fu di una strana ed intensa eccitazione. Il liquido caldo mi colava dal viso sul corpo, e le gocce profumate scorrevano sulla mia pelle lentamente, mentre sentivo sulle labbra l’aspro sapore dell’urina. Lo schizzò cessò dopo pochi istanti, all’improvviso, così come era cominciato. Vidi Marco ridere, ma il suo riso placò e si trasformò in un sorrisetto ancora più malizioso quando vide che io, invece di ribellarmi, mi stavo leccando le labbra e gli stavo guardando il cazzo pieno di voglia.
Senza dire nulla puntò di nuovo il suo idrante verso di me, un idrante che invece che spegnere il fuoco col suo liquido era capace di alimentarlo, fino a farlo diventare un vero incendio di eccitamento e perversione. Il secondo getto non mi colse impreparato: fu violento come il primo, a testimoniare il fatto che il carico di piscio che Marco aveva preparato per me era davvero abbondante, e colpì la mia lingua protesa alla ricerca del liquido dorato. Marco diresse il getto prima sulla mia lingua e poi verso la bocca, riempiendomela rapidamente di piscio bollente. Io la chiusi facendolo traboccare e colare sul mento e poi sul corpo, mentre anche il secondo colpo si esauriva sulle mie labbra. “Ma allora ti piace proprio brindare col mio piscio, eh?” disse con tono eccitato dalla piacevole sorpresa. “Mmmmmmmm… è davvero fantastico” dissi io guardandolo dopo aver ancora assaporato le calde stille che mi aveva lasciato sulle labbra. “Spero tu ne abbia ancora tanta… E’ una doccia davvero eccitante…” lo stuzzicai. “Non preoccuparti” disse lui “Ti faccio annegare nel piscio…” aggiunse un attimo prima che dal suo uccello ricominciasse a sgorgare il liquido dorato. Mentre mi riempiva di piscio bollente, muoveva il suo cazzo con abilità, dirigendo il getto con precisione prima sul mio viso, poi sul corpo, bagnando ogni centimetro della mia pelle. Mi pisciò ininterrottamente addosso per una quindicina di secondi. Sentivo il liquido caldo bagnarmi la pelle, inondarmi il viso, e riempirmi la bocca, mentre qualche goccia mi scendeva nella gola ad aumentare la mia sete di piscio invece che a placarla.
Anche la terza ondata si placò, e mentre io mi spalmavo sul corpo il nettare dorato, Marco lentamente si avvicinò a me, col cazzo che visibilmente gli si era indurito. Era evidente che la cosa era andato oltre le sue previsioni, e l’eccitazione era talmente cresciuta anche in lui che il suo uccello aveva bisogno di cure urgenti. Non credo che fosse richiesto dal pegno per la scommessa persa, ma quando il suo cazzo fu a portata di labbra lo presi in bocca iniziando a succhiarlo avidamente. Mentre lo ripulivo con cura lo guardai dal basso e lo vidi con un’espressione soddisfatta che mi guardava mente lo spompinavo. “Guarda che però non è mica finita qui” disse lui voglioso. Mi preparai allora ad un’altra ondata, e un attimo dopo Marco iniziò a pisciarmi in bocca. Rapidamente mi riempì la bocca di piscio, ed io mossi la testa all’indietro allontanandomi dal suo cazzo, mentre il liquido bollente traboccava dalle mie labbra. Prontamente Marco afferrò il suo cazzo dirigendo ancora sapientemente il getto dipingendo sul mio corpo eccitanti ghirigori di piscio profumato, che io spalmai sul mio corpo fremente dall’eccitamento, accarezzandolo e bagnandone ogni parte, fino ad arrivare con le dita a stuzzicare il mio buchetto che ardeva ormai dal desiderio di essere sfondato.
Marco, dopo avermi scaricato addosso l’ennesimo gesto di piscio, spinse il bacino in avanti, puntando con decisione il suo grosso cazzo verso la mia bocca. Io la aprii lasciando penetrare fra le mie labbra vogliose il suo cazzo ormai duro come il marmo. Iniziai a spompinarlo con passione, succhiando con forza per gustare le gocce dorate che ancora aveva in serbo per me. Gli accarezzavo i coglioni gonfi mentre le mie labbra scorrevano sulla pelle di seta del suo uccello in piena erezione e la mia lingua stuzzicava la grossa cappella che mi esplorava la bocca. Mi mise le mani dietro la testa ed iniziò a muovere il bacino, scopandomi in bocca con evidente soddisfazione testimoniata sia dalle dimensioni e dalla durezza sempre maggiori del suo splendido cazzo, che dal suo respiro che si era fatto più affannoso.
Dopo avermi affondato due o tre colpi più veloci in fondo alla gola, mi sfilò all’improvviso il cazzo dalla bocca e, tenendomi sempre la testa con le mani, mosse il bacino a destra e a sinistra in modo da schiaffeggiarmi il viso con la carne bollente del suo uccello. Dopo avermi più volte colpito mentre io a bocca aperta cercavo di cogliere l’attimo in cui mi passava sulle labbra, Marco mi lasciò la testa e rimase immobile davanti a me. Il suo splendido pisellone era davanti al mio viso, a pochi centimetri dalla mia bocca, lucido e bagnato ad offrire uno spettacolo arrapantissimo. “Bene,” disse lui con voce piena di eccitazione, “visto che in questo derby ve l’abbiamo messo nel culo, credo che per te non ci sia miglior modo per pagare la scommessa che farti inculare!”. “Quel che è giusto è giusto…” risposi io felice di poter pagare il mio pegno in quel modo godurioso, “Dopotutto, avete avuto culo ieri durante la partita, è giusto che tu abbia culo anche stasera… il mio culo!”.
Mi misi quindi rapidamente a pecora, offrendo a Marco il mio culo spalancato perché lo riempisse con la sua grossa mazza. Mi passavo una mano tra le natiche, stuzzicandomi il buco del culo per mostrargli tutta la mia voglia. “Dai, cosa aspetti” gli dissi guardandolo mentre gli mostravo la strada, “Le scommesse vanno pagate fino in fondo no? E allora inculami dai… dammelo fino in fondo…” aggiunsi voglioso. Vidi Marco guardarmi fra le chiappe, dove il mio buchetto voglioso smaniava di essere aperto a dovere dal suo grosso chiavistello di carne.
Si inginocchiò dietro di me, con una mano mi afferrò saldamente un gluteo e con l’altra mi puntò il suo uccello al centro del mio pozzo della lussuria. Sentii la cappella appoggiarsi all’ano ed iniziare a spingere lentamente fino a vincerne la resistenza e penetrarmi nel retto. Marco restò alcuni istanti immobile e subito dopo mi sfilò dal culo la punta del cazzo, per poi infilarmela ancora, sempre lentamente, ma questa volta qualche centimetro più a fondo. Iniziai ad ansimare e a mugolare, mentre lui ripeteva ancora e ancora l’operazione, ogni volta affondandomi sempre più nel culo il suo grosso banano.
L’ultima spinta fu la più decisa, quella con cui mi piantò nel culo il suo cazzone fino alla radice, strappandomi un rantolo di godimento. “E’ davvero un piacere fare scommesse con te… “ disse ansimando per l’eccitazione. “E per me è un vero piacere perderle…” risposi io pieno di voglia, “se il pegno da pagare sarà sempre questo”. “La scommessa l’hai persa, ma hai vinto un bel trofeo per il tuo culo da troia”, disse Marco iniziando a pomparmi nel culo col suo cazzo durissimo. Iniziò a fottermi eccitatissimo, prendendomi per le spalle e facendomi inarcare la schiena: in questo modo il mio culo si spalancava davanti a lui in modo che mi potesse sbattere con più facilità. Io mugolavo di piacere, incitandolo a incularmi con più forza. “Così, così, dai…” lo spronavo, “Spaccami il culo, sfondamelo tutto”. Marco era ormai infoiatissimo e mi spaccava il culo dando colpi profondi e violenti che mi facevano sobbalzare tutto il corpo: era lui che, tenendomi per le spalle, faceva sì che per le forti spinte il mio corpo invece di essere proiettato in avanti andasse incontro al suo, facendo in modo che ad ogni spinta il suo enorme trapano di carne mi affondasse nel culo fino ai coglioni, dandomi la sensazione che mi arrivasse in gola da un momento all’altro.
All’improvviso sentii che Marco sfilava rapidamente il cazzo dal mio culo, che rimase spalancato essendosi ormai adattato alle dimensioni notevoli del godurioso ospite. Un attimo dopo me lo ripiantò tutto nel culo con un’unica spinta, veloce e profonda, per poi estrarlo ancora, e ancora ripiantarmelo durissimo fra le chiappe. Ruotai le spalle afferrandomi un gluteo e tenendolo allargato, mentre lo guardavo in estasi sfilare ancora il suo uccello dall’accogliente nido.
Rimase a guardare il mio buco che era ormai oscenamente sfondato davanti a lui. “Ragazzi che meraviglia…” sussurrò. “Ti piace? E allora cosa aspetti?” mugolai io, “Prendilo… è tutto per te! Dammi ancora cazzo…” aggiunsi in preda a una spasmodica voglia di essere ancora inculato a dovere. Marco mi afferrò saldamente i glutei e li spalancò ancora di più davanti a sé, facendomi sentire che il buco del mio culo era ormai davvero capace di accogliere il suo enorme cazzo con facilità degna di una troia navigata. Tenendomi allargate le chiappe e movendo il bacino fece sì che la cappella infuocata si appoggiasse ancora al mio ano, e con un colpo secco me lo piantò ancora una volta a fondo nel retto, ricominciando subito dopo a fottermi come un vero stallone in calore. “Prendi puttana!” rantolava mentre mi sfondava, “Prendilo tutto nel culo! Te lo spacco questo culetto da troia!”. E io come una troia mugolavo di piacere ad ogni affondo del suo cazzo nel mio culo, continuando ad incitarlo a sbattermi come una vera troia deve essere sbattuta. “Dai stallone, dai… Così…!” lo spronavo, “Inculami… sfondami… riempimi di cazzo!”
Marco mi inculò con passione per diversi minuti, e io sentivo le sue mani stringere forte li miei glutei mentre il suo grosso cazzo mi scorreva nel retto veloce e con facilità. Poi me lo spinse dentro fino ai coglioni, iniziando a ruotare il bacino come per assestarlo per bene dentro di me. Lo sentivo durissimo riempirmi meravigliosamente il culo, quando d’un tratto Marco me lo sfilò ancora rapidamente lasciando un vuoto che io volevo fosse riempito in fretta. Si sdraiò sul pavimento del bagno, col cazzo grosso, duro e lucido che svettava come una torre sul suo corpo. “Vieni qui adesso.” mi ordinò “Siediti sul mio cazzo e impalati. Fammi vedere quanto sei troia!”. Io mi alzai in piedi pieno di voglia e con lo sguardo catturato dal nodoso randello che Marco teneva dritto con una mano come un missile che di lì a poco sarebbe partito con destinazione il mio culo. Era davvero splendido: lo guardavo pulsare al massimo dell’erezione, ricoperto di vene che gli davano un aspetto ancora più eccitante, e sormontato da una cappella davvero grossa e turgida. Mi ritrovai a chiedermi come avesse fatto quell’arnese così grosso a entrarmi nel culo, e come fosse possibile che fosse riuscito ad aprirmelo così bene da scorrere veloce e a fondo come un pistone nel suo cilindro. Eppure, di lì a qualche secondo sarebbe ancora una volta affondato nel mio culo fino alla radice. Mi avvicinai a lui, sovrastandolo e dandogli le spalle; poi piegai le gambe fino a che il mio culo non fu a portata del suo uccello. Marco lo puntò dritto sul mio buchetto fremente, ed io sentii la grossa cappella appoggiarsi all’ano. Mi impalai sul suo grosso cetriolo di carne facendomelo sparire nel culo in un attimo, poi mi sistemai meglio appoggiando le mani all’indietro e spostando leggermente i piedi in avanti per potermi meglio sostenere e poter cavalcare agevolmente il mio stallone.
Iniziai a muovermi su e giù su quel meraviglioso pezzo di carne, dapprima lentamente, due o tre volte, per riprendere confidenza con il grosso ospite, ancora una volta piacevolmente meravigliato che il mio culo lo accogliesse con naturalezza. Marco sembrò leggermi nel pensiero. “Bravo, così… muoviti sul mio cazzo.” ansimò, “Hai un culo fantastico… sembra fatto apposta per il mio uccello”. Iniziai quindi ad accelerare il ritmo, godendomi il suo splendido attrezzo che mi trapanava il culo, muovendo il bacino su e giù ad un ritmo indiavolato, tanto che ad un certo punto quasi saltavo, lasciandomi cadere con forza su di lui, finché ad un certo punto non mi abbandonai completamente impalandomi con un colpo più energico degli altri, rimanendo ansimante col suo cazzo piantato durissimo nel culo fino alla radice. Marco allora sollevò il bacino per spingermi ancora più a fondo nel retto il suo trapano di carne, facendolo poi anche roteare per assestarsi meglio.
Poi si abbassò e mi fece alzare, per poi farmi ancora mettere in ginocchio nella doccia. “Sei davvero una troia fantastica” disse pieno di voglia, mettendosi di nuovo in piedi davanti a me, offrendomi ancora il suo cazzo. “Ti meriti un bel premio per gli sforzi fatti…” aggiunse poi. Io allungai la mano ed iniziai a massaggiargli i coglioni, mentre lui si menava il cazzo davanti al mio viso. “Li senti come sono pieni? E’ tutto merito tuo… lì dentro c’è il tuo premio” disse. “E allora dammelo, cosa aspetti?” gli dissi guardandolo dal basso, con la voce piena di voglia. Marco, ansimando ormai prossimo all’orgasmo, si menava furiosamente l’uccello, ed io lo vedevo davanti a me con la grossa cappella gonfia allo spasimo, pronta ad esplodermi in faccia tutto il suo godimento.
Vidi il grosso cazzo irrigidirsi mentre Marco lo stringeva forte, ed un istante dopo il primo schizzo bollente di sperma sgorgare violentemente dallo spacchetto dalla cappella colpendomi il viso, bagnandomi le labbra e la lingua protesa. Al primo fiotto ne seguirono altri, densi, abbondanti e profumati, che mi impiastricciarono il viso e mi riempirono la bocca di calda sborra, che io assaporai come fosse stato un prezioso nettare. Rantolando in preda all’orgasmo, Marco mi schizzò in faccia un’abbondantissima quantità di sperma, spalmandomela poi sul viso usando la grossa cappella, passandomela sulle guance e sulle labbra. Io la presi in bocca, succhiandola e ripulendola con cura, gustando il frutto libidinoso di quella scopata. “Mmmmm… la scommessa non poteva andare meglio di così” disse una volta che ebbe ripreso fiato. “Oh sì” risposi io leccandomi le dita mentre lui ancora si massaggiava lentamente il cazzo “Anzi, quasi quasi scommetto che lo scudetto quest’anno lo vincerà la Nocerina!”. “Non è nemmeno in Serie B!” rispose Marco con la voce roca, un attimo prima che dal suo cazzo sgorgasse un ultimo, lungo, intenso, profumatissimo getto di piscio bollente.
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5 years ago
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La crociera
Avevo vinto quella crociera per due ad un concorso. Sette giorni su una nave in giro per il Mediterraneo occidentale, in una cabina di lusso, servito e riverito. Purtroppo il giorno prima della partenza la mia compagna di viaggio ebbe dei problemi, e dovetti partire da solo. Non che l’idea mi piacesse particolarmente, ma sprecare il premio mi sembrava veramente stupido. Così partii sperando di trovare compagnia durante il viaggio, ma purtroppo dopo un paio di giorni mi resi conto che a bordo c’erano più che altro coppie più o meno giovani e qualche signora attempata in cerca di relax. Una sera al bar della discoteca della nave, mentre cercavo di consolarmi pensando che almeno mi sarei rilassato e crogiolato al caldo sole estivo, mi accorsi che a bordo non ero l’unico un po’ deluso.
Tre ragazzi sui divanetti poco distanti da me guardavano la pista un po’ sconsolati e confabulavano fra loro. Ogni tanto facevano battutine su chi stava ballando, per lo più coppiette in luna di miele. Evidentemente anche loro cercavano compagnia, ma le loro aspettative erano deluse. C’era ben poco da “cacciare” su quella nave e nonostante fossero tutti e tre dei ragazzi abbastanza prestanti quella crociera prometteva di essere abbastanza povera di avventure galanti. Uno di loro propose di andare a fare una partitina a carte, e gli altri aderirono allegramente all’iniziativa. Ma gli mancava il quarto... Feci finta di nulla, ma vidi con la coda dell’occhio che uno di loro indicava me.
Ero evidentemente da solo, e magari fare il quarto per una partitina non mi sarebbe dispiaciuto. Ed era effettivamente così: meglio una rilassante partita a carte che star lì a vedere coppiette ballare.
Un “ciao” mi confermò che i tre giocatori mi volevano come quarto. “Io mi chiamo Marco” disse il ragazzo con un largo sorriso “Io ed i miei amici siamo alla ricerca di un quarto per una partita a carte. Ti va?”. Mi presentai ed accettai il suo invito: “Una partita è quello che ci vuole... questa nave non sembra offrire svaghi notturni poi così eccitanti” gli dissi con fare complice. I suoi amici ci raggiunsero intorno al mio tavolino e si presentarono: i loro nomi erano Max e Federico ed insieme con Marco, visto il loro fisico, erano evidentemente frequentatori di qualche palestra. Parlando del più e del meno e raccontandoci un po’ di noi venne infatti fuori che si erano conosciuti in palestra ed erano diventati amici. Avevano scelto quella crociera per rilassarsi, prendere tanto sole e magari conquistare qualche bella passeggera. E quest’ultimo desiderio sembrava definitivamente frustrato dal panorama di persone che erano sulla nave. Di prede appetibili nemmeno l’ombra...
Raccontai loro perché ero lì, e perché mi ero ritrovato da solo. E proposi loro di andare a giocare nella mia cabina, lontano dal fracasso della discoteca della nave. La mia cabina infatti, come si conviene al premio di un concorso, era spaziosa, con una morbida moquette per terra, un grande letto, un bel tavolo e naturalmente il frigo bar pieno. I ragazzi accettarono l’invito, e quando fu il momento di scegliere il gioco, Federico propose di giocare a poker. Purtroppo eravamo tutti più o meno squattrinati, e di pagare bevendo non se ne parlava, visto che io e Marco eravamo astemi. Per cui ripiegammo su uno strip-poker un po’ casereccio, giusto per il piacere di giocare e di farci quattro risate.
La serata era molto calda, e forse per questo nessuno di noi si preoccupava di perdere: levarsi qualcosa di dosso era anzi una conquista per stare un po’ più freschi a ridere e scherzare. Giocavamo seduti sulla moquette, parlando e bevendo chi una bibita fresca chi un cocktail ghiacciato. Dopo neanche un’ora eravamo tutti praticamente in mutande, allegri ed accaldati. Le battute si facevano un po’ spinte, e le considerazioni sull’assenza di ragazze a bordo sempre più goliardiche. Marco fu il primo a perdere tutto, e si sfilò anche le mutande, restando completamente nudo, col corpo ben modellato dalla palestra, seduto al suo posto a guardare noi tre giocare. Il mio sguardo non poteva fare a meno di posarsi fra le sue gambe, dove un bell’esemplare di uccello faceva bella mostra di sé. Cercavo di non farmi notare, ma mentre guardavo le mie carte, di nascosto osservavo anche il cazzo di Marco, che, seppur moscio, risvegliava in me voglie perverse.
Fu poi la volta di Federico: perse anche lui le mutande cercando di bluffare con una misera coppia d’assi. E anche lui come Marco si sedette nudo ad osservare me e Max che ci sfidavamo nell’ultima mano. Ero distratto, con l’uccello di Federico alla mia sinistra e quello di Marco alla mia destra che mi impedivano di concentrarmi sulle carte. E la partita per me era ormai diventata meno giocosa, data la voglia che avevo di far spogliare anche Max per vedere se anche il suo uccello era all’altezza di quelli dei suoi amici. E la fortuna fu dalla mia parte... Max esibì trionfante un full, ma fu battuto dal mio poker di fanti. I suoi amici ridendo si alzarono in piedi prendendolo un po’ in giro, e anche Max fu costretto a spogliarsi. Si alzò anche lui in piedi e si sfilò le mutande, mettendo in mostra uno splendido esemplare di cazzo. Io rimasi seduto ad osservarlo, con lo sguardo calamitato dal suo uccello e da quelli dei suoi amici.
Evidentemente i tre se ne accorsero e, con un affiatamento tipico di tre compagni d’avventure, senza dire nulla decisero di comune accordo che forse quella crociera poteva essere ben sfruttata. “Beh, a quanto pare hai vinto tu” disse sornione Marco mentre tutti e tre si avvicinavano. Mi misi sulle ginocchia mentre i tre ragazzi lentamente si mettevano intorno a me. Io non riuscivo a vedere altro che i loro tre grossi cazzi sempre più vicini a me, e man mano li vedevo lentamente indurirsi. Evidentemente i tre ragazzi avevano deciso che in mancanza di ragazze appetibili a bordo io avrei potuto soddisfare le loro voglie di sesso. E dovevano avere certo intuito che io non mi sarei tirato indietro, visto che ero letteralmente ipnotizzato dai loro uccelli. “Vediamo come te la cavi con questo tris d’assi!” disse Max quando ormai erano vicinissimi. “Tris di assi ma tutti di bastoni, ovviamente” aggiunse Marco ridendo, ma con un tono che diceva tutto sulla voglia che aveva. “Oppure tris di re ognuno col suo scettro” ipotizzò Federico, anche lui pieno di voglia. E devo dire che a ben guardarli, erano davvero tre begli scettri!
Erano tutti e tre intorno a me, nelle stesse posizioni in cui fino ad un attimo prima avevamo giocato: Max davanti a me, Federico alla mia sinistra e Marco alla mia destra. Afferrai allora i cazzi di Federico e di Marco iniziando a massaggiarli delicatamente. “Come premio per il vincitore non potevo sperare di meglio!” dissi guardandoli dal basso, un attimo prima di aprire le labbra ed accogliere in bocca il cazzo di Max. Iniziai a succhiarlo dapprima timidamente, ma poi, sentendolo crescere fra le labbra e diventare sempre più duro, presi coraggio e presi a succhiare con passione. Sentivo i cazzi di Federico e Marco crescermi rapidamente fra le mani, sentendoli diventare di marmo fra le mie dita, sotto le mie carezze frementi.
I tre cazzi erano ormai nel pieno dell’erezione e ognuno aveva mantenuto le promesse riguardo le dimensioni: tutti erano sicuramente più di venti centimetri, anche se quello di Marco, visto barzotto poco prima, mi sembrava avesse una lunghezza ed un diametro leggermente superiori a quelli degli altri due. Per cui smisi di spompinare Max e mi girai leggermente verso destra, trovandomi davanti il cazzo di Marco. Non mi ero sbagliato: davanti alle mie labbra c’era un cazzo che avrebbe sicuramente fatto la gioia di qualunque ragazza in quella crociera. Ma per fortuna ragazze non ce n’erano, ed il piacere di avere quel grosso cazzo sarebbe stato tutto mio. Lo presi in bocca avidamente, cominciando a spompinarlo di gusto, mugolando di piacere. “Ehi, ma questa è vera fame di cazzo!” esclamò Marco piacevolmente sorpreso. “Ragazzi, credo che non rimpiangeremo il fatto di non aver trovato neanche una ragazza in questa crociera!” disse agli altri due.
Intanto Federico si era portato alla mia destra, in modo che potessi spompinare Marco avendo ancora le mani piene di cazzo. Lo sentivo smaniare di voglia, muovendo il bacino per assecondare il massaggio che facevo al suo cazzo. Finalmente arrivò anche il suo turno: smisi di spompinare il cazzo di Marco e presi in bocca il suo, iniziando a succhiare pieno di voglia. Federico mugolava di piacere mentre lo spompinavo, mentre Marco e Max si scambiavano opinioni sulla mia abilità nello spompinare i loro cazzi. Mentre succhiavo avidamente il grosso uccello di Federico, Max e Marco si misero dietro di me, e fecero cenno a Federico di abbassarsi. Federico eseguì, mettendosi in ginocchio mentre io, assecondando i suoi movimenti, mi ritrovai a quattro zampe che continuavo a succhiare il suo cazzo ormai duro come l’acciaio. In quella posizione fu facile per Max e Marco sfilarmi gli slip finendo così di spogliare anche me. Nudo e a pecora, col culo offerto ai due ragazzi, sentivo l’eccitazione e la voglia di cazzo crescere sempre più dentro di me. Max e Marco iniziarono a massaggiarmi i glutei, aprendoli e avvicinandoli più volte. Iniziarono a giocare col mio buchetto, infilandoci a turno le dita umide, bagnandolo per bene per lubrificarlo e farlo rilassare.
Da come gli succhiavo l’uccello, Federico si rese conto che il lavoro dei suoi amici doveva eccitarmi parecchio. “Ragazzi, da come spompina la cosa deve piacergli davvero. Secondo me ha una gran voglia di cazzo!” disse agli amici. Io smisi di spompinarlo, e continuando a massaggiargli il cazzo mi girai verso i due ragazzi. “Certo che ho voglia di cazzo” dissi loro “La partita l’ho vinta io, no? Per cui mi spetta il premio... Anzi, tre premi grossi e duri! E ho voglia di godermeli come si deve! Voglio essere riempito di cazzo!”. Fu la conferma per i tre ragazzi che non avrebbero avuto alcuna difficoltà ad usarmi come oggetto per il loro piacere, e che se anche erano partiti a caccia di ragazze avevano trovato un degno sollazzo per i loro uccelli. “Se le cose stanno così” disse allora Max “visto che io sono arrivato secondo tocca a me incularlo per primo!”.
Gli altri due non ebbero nulla da eccepire per cui, come una squadra ben affiatata, ognuno prese il posto che gli spettava. Federico mi prese la testa facendomi girare di nuovo verso di lui, mi strofinò sul viso il suo grosso cazzo e me lo infilò di nuovo fra le labbra, iniziando a scoparmi in bocca con dei lenti movimenti del bacino. Marco mi teneva spalancati i glutei, mentre Max aveva cominciato a strofinarmi sul buco del culo la sua cappella, e ad ogni passaggio sull’ano accennava una spinta. Mi passò più volte il cazzo nel solco fra le natiche finché ad un certo punto non iniziò a spingere con più decisione: la cappella entrò nel mio buchetto fremente di voglia procurandomi un perverso piacere. Max però la tirò rapidamente fuori per poi ricominciare a passarmi il cazzo fra le chiappe. Ripeté l’operazione due o tre volte, ed ogni volta la mia voglia di essere finalmente scopato aumentava, tanto che accennavo a spingere indietro il culo per accogliere il suo cazzo. “Dai Max, non farlo aspettare ancora” disse allora Marco “Non vedi che muore dalla voglia di prenderlo tutto nel culo?”. Marco mi aveva letto nel pensiero, e aveva pronunciato le parole che io, con la bocca piena del cazzo di Federico, non potevo certo dire.
La spinta successiva di Max fu la risposta alla domanda di Marco ed alla mia fame di cazzo: mi infilò nel culo la cappella e questa volta non si fermò. Lentamente il suo uccello mi penetrò centimetro dopo centimetro, ed il buco del mio culo abbastanza rilassato dopo tutto il lavoro di preparazione si spalancò per accoglierlo tutto. Mugolai di piacere, riempito meravigliosamente dai due cazzi di Federico e Max e quando quest’ultimo cominciò a fottermi spingendomi avanti e indietro nel culo il suo stantuffo di carne l’eccitazione mi aveva ormai trasformato in una troia in calore. Smisi perciò di spompinare Federico, anche se gli massaggiavo il cazzo con voglia e passione, perché non mi bastava più mugolare.
“Così, così!” incitai Max “Sfondami il culo! Sfondamelo col tuo cazzone!”. “Ti piace troia?” disse allora Max “Ti piace sentire il mio cazzo in culo?”. “Mi piace da impazzire” dissi con voce vogliosa “E’ così grosso e duro... Dai stallone, monta la tua troietta!”. Max accelerò allora il ritmo dei colpi, sfondandomi il culo con il suo grosso cazzo facendomi rantolare di godimento. Intanto Federico si era messo di fianco a noi e si godeva la scena masturbandosi. “E’ davvero una gran troia!” esclamò soddisfatto “Non poteva davvero capitarci di meglio su questa nave!”. Sentendo le sue parole non potei fare a meno di pensare che anch’io difficilmente avrei potuto immaginare una crociera più goduriosa di quella con tre stalloni arrapati pronti a soddisfare la mia fame di cazzo.
E a proposito di fame, davanti a me mi ritrovai Marco col suo grosso cazzo, che evidentemente voleva la sua parte di godimento. “Ti piace il cazzo, vero puttana?” mi disse iniziando a schiaffeggiarmi col suo turgido cazzone. “Lo adoro!” risposi io eccitato dai colpi che il suo membro mi dava sul viso. “E allora succhialo, troia!” mi disse voglioso mentre me lo infilava fra le labbra, iniziando a scoparmi in bocca. Ero completamente a disposizione dei due stalloni di razza e dei loro grossi cazzi che mi penetravano in culo ed in bocca, dandomi un godimento perverso ed intensissimo. Max mi diede ancora due o tre profondi colpi affondandomi il cazzo nel culo fino alla radice e poi si sfilò rapidamente: restai col culo oscenamente spalancato mentre assaporavo il gustoso uccello di Marco. Ma il vuoto fu presto riempito dalla nerchia di Federico, che mi sbattè nel culo con un solo colpo tutti i suoi centimetri di carne durissima, iniziando infoiatissimo a fottermi. Tenendomi forte per i fianchi sfogava tutta la sua libidine montandomi con forza scuotendo tutto il mio corpo che ad ogni affondo veniva spinto in avanti verso il grosso cazzo di Marco. Che fu subito affiancato da quello di Max, che dopo avermi sfondato per bene non aveva voglia di rimanere in disparte a guardare e desiderava che io dedicassi anche a lui le mie attenzioni di bocca. Mi ritrovai dunque i due cazzi di Marco e Max davanti al viso, e cercai di distribuire baci e slinguate su quei due splendidi membri.
I due ragazzi si divertivano a passarmeli sul viso, sulle labbra, ogni tanto affondandomeli in bocca, dimostrando un affiatamento che mi fece capire che non era la prima volta che si dividevano una preda. E poiché volevo che quella crociera diventasse un viaggio all’insegna dei piaceri del cazzo dovevo fare in modo di essere per loro la troia più porca e vogliosa che avessero mai scopato. Una volta trovati quei tre splendidi cazzi non potevo certo lasciare che il giorno dopo tornassero alla caccia di altre prede, seppur improbabili, su quella nave. Per cui mi lasciai andare facendomi guidare dal piacere intenso che quei tre uccelli mi stavano regalando, muovendo il culo per eccitare ancora di più Federico che mi fotteva, e muovendo la testa per cercare voglioso di procurare piacere con le labbra e la lingua ai due stalloni che avevo davanti. “Ragazzi, che troia!” commentò Max mentre la mia lingua gli accarezzava il cazzo “Davvero splendida” aggiunse Marco “E deve avere un culo fantastico”. “Puoi ben dirlo!” disse Federico “Provalo, vedrai che meraviglia!” aggiunse poi sfilandomelo dal culo.
Marco si mise al suo posto dietro di me, e mi aprì i glutei tenendoli allargati con le mani. Il mio culo era spalancato davanti a lui, col buco ben aperto dal prolungato passaggio dei cazzi dei suoi due amici. “Mmmmmm... che spettacolo...” commentò voglioso con un filo di voce. “Inculami ti prego” quasi lo supplicai “Lo voglio ancora nel culo... Tutto nel culo!”. Marco non si fece pregare oltre, appoggiò la cappella sul buco spalancato, e spinse il suo grosso cetriolone di carne a fondo nel mio retto, strappandomi rantoli di piacere. Il suo cazzo era il più grosso, ed anche se i suoi due amici mi avevano aperto per bene, la sua circonferenza abbondante mi dilatò ancora di più lo sfintere. Chiusi gli occhi per l’intenso piacere ed inarcai la schiena e la testa, mentre Marco mi infilava nel culo il suo cazzone fino ai coglioni, tanto che sentii il suo pube contro il mio culo a testimoniare che ogni centimetro del suo membro era ormai dentro di me. “Ti piace proprio prenderlo in culo, eh?” disse Marco sentendomi fremere di piacere quando il suo cazzo fu tutto dentro. Non aspettò una mia risposta, ma prese a fottermi con sempre maggior velocità, continuando a ripetere la domanda. “Ti piace il cazzo? Ti piace?” ripeteva mentre mi stantuffava “Ti piace, troia?”. Io mugolando di godimento come una cagna in calore continuavo a rispondergli con sempre maggior convinzione e voglia. “Sì, mi piace... mi piace… Sfondamelo tutto!” rantolavo sentendo il suo cazzone massaggiarmi il retto “Ne voglio ancora... ancora... dammelo tutto nel culo... tutto!”.
Marco mi sfondava il culo con colpi profondi e ritmati, mentre i suoi due amici davanti a me fecero sì che io dedicassi le mie attenzioni ai loro uccelli turgidi che avevo davanti al viso. Marco non poteva fare a meno di esprimere ansimando il piacere che quell’inculata procurava al suo cazzo, facendo aumentare le mie speranze che quell’orgia di cazzo si sarebbe ripetuta le sere seguenti. “Che culo fantastico!” disse dopo avermi mi sfilato dal culo il suo grosso membro restando a guardare il mio ano spalancato davanti a lui. “Sembra fatto apposta per prendere cazzi” disse rimettendomelo tutto nel culo. Ripeté due o tre volte l’operazione, sfilandomi il cazzo e infilandolo d’un colpo nel mio retto. Lo sfilò un’ultima volta, lasciando il posto ancora a Max per un secondo giro di goduriose inculate.
Max volle fottermi su un fianco tenendomi una gamba alzata e piegata, mentre io, sdraiato su Federico, succhiavo a turno i cazzi dei due membruti amici d’orgia. Marco non resistette a lungo al richiamo del mio culo e, rubando il posto a Federico mi fece stendere sulla schiena, mi sollevò le gambe e mi riempì ancora di cazzo, mentre Federico dovette accontentarsi di mettersi su di me e scoparmi in bocca. Max stava a guardare l’eccitante spettacolo masturbandosi ed incitando i due amici. “Forza ragazzi, riempite di cazzo questa troietta, fatela impazzire!” E i suoi amici stavano davvero facendomi impazzire di godimento, riempiendomi di carne bollente il culo e la bocca, mentre io completamente in loro potere, non potevo far altro che accarezzare i loro glutei muscolosi che si contraevano mentre spingevano dentro di me i loro cazzi.
Il godurioso andirivieni duro finché Max non reclamò anche lui la sua parte. “Ehi ragazzi, lasciatemene un po’!” disse agli amici, che prontamente si fermarono. Vidi che Max si sdraiava per terra tenendosi l’uccello dritto con una mano, e capii subito cosa voleva io facessi. “Dai troia, impalati sul mio cazzo! Fammi vedere come lo cavalchi!” disse infatti. Io mi misi su di lui, dandogli le spalle, e mi abbassai lentamente finché non sentii la sua turgida cappella sul mio ano. Allora mi impalai con un gemito su quel grosso tronco di carne, facendomelo sparire con facilità nel retto ormai avvezzo ad accogliere carne dura. Mi appoggiai con le mani per terra dietro di me ed iniziai una furiosa cavalcata sul membro di Max, che mi incitava con voce roca. “Dai troia, cavalcami! Così, così! Impalati sul mio cazzo!” mi ripeteva, mentre Federico e Marco in piedi iniziarono ad infilarmi a turno in bocca i loro cazzi. Ancora una volta si dimostrarono perfettamente affiatati, dandomi da spompinare i loro cazzi con un sincronismo perfetto: sapevo esattamente l’istante in cui uno me l’avrebbe sfilato dalla bocca per consentire all’altro di riempirmela di nuovo. Mi gustai così i loro tre meravigliosi cazzi per lunghi e piacevolissimi minuti, finché ancora una volta non vollero cambiare posizione.
Erano tutti e tre arrivati a livelli estremi di eccitamento: lo potevo vedere dai loro volti e dai loro cazzi, tesi dal piacere e turgidi di godimento. Ero certo che entro breve sarebbero arrivati all’orgasmo, suggellando con caldi fiotti di sperma quella superba scopata. Stando lì in ginocchio con loro tre davanti a me pensavo che fosse arrivato il momento di ricevere il premio finale, ma mi sbagliavo. “Cazzo, devo aver bevuto troppo” si lamentò Marco “Se non mi svuoto non riuscirò sborrare!” aggiunse dirigendosi verso il bagno della cabina. Con in mano i cazzi di Max e Federico potevo vedere da dov’ero Marco che cercava di rilassarsi piegato sulla tazza, col cazzo durissimo in mano puntato verso il basso. Era evidente che in quella posizione non si sarebbe mai rilassato abbastanza, e sicuramente avrebbe fatto un gran casino nel bagno. Per cui mi alzai, fra le proteste di Federico e Max che mi volevano lì a prendermi cura dei loro uccelli e andai da Marco.
Lo presi delicatamente per l’uccello e lo guidai fino davanti alla doccia. “Sfogati qui nella doccia” gli dissi mentre gli accarezzavo il cazzo “Non preoccuparti di dove va a finire il getto, ci si metterà poco a ripulire tutto, rilassati” aggiunsi mentre Marco con gli occhi chiusi si concentrava. Il primo getto di urina schizzò dal suo uccello mentre io lo massaggiavo sulla cappella, bagnandomi la mano, provocando in me una sensazione perversa e piacevole. Marco si concentrò ancora, e il secondo schizzo mi trovò pronto a farmi bagnare ancora la mano. La mia voglia era ormai incontenibile, e mi inginocchiai nella doccia proprio davanti a lui, prendendogli il cazzo in bocca, e succhiandolo di gusto, ripulendolo delle stille di urina che bagnavano la cappella.
Intanto Federico e Max si erano avvicinati, con lo sguardo pieno di voglia e arrapatissimi dallo spettacolo che io e Marco offrivamo ai loro occhi. “Dai pisellone, fammi una bella doccia dorata, inondami!” dissi a Marco slinguandogli il cazzo. Glielo stavo baciando sulla punta mentre gli massaggiavo i coglioni gonfi proprio quando un terzo e più abbondante getto di piscio caldo sgorgò dallo spacchetto della cappella, inondandomi il viso ed il corpo di liquido bollente.
Con uno sguardo d’intesa Max e Federico si misero al fianco di Marco, presero in mano i loro cannoni e me li puntarono addosso. Un triplice schizzo di piscio caldo mi inondò bagnandomi completamente: era eccitantissimo guardarli mentre dai loro cazzi sgorgavano tre copiosi fiotti di piscio bollente che dirigevano sapientemente su di me. Ero lì, in ginocchio a godermi la più arrapante doccia che avessi mai fatto, con i tre getti caldi che mi riempivano le gambe, il corpo ed il viso guidati sapientemente da mani abili. Per lunghi piacevolissimi ed interminabili secondi i tre amici si svuotarono su di me irrorandomi di pioggia dorata, lasciandomi gocciolante di calde stille in ginocchio nella doccia.
Si avvicinarono poi tutti e tre e mi circondarono ancora una volta con i loro turgidi ed invitanti tronchi di carne, dalle cui cappelle alcune gocce bagnavano ancora la pelle tesa dall’arrapamento. Ad uno ad uno li ripulii per bene, con sapienti leccate ed intense succhiate: passavo da un cazzo all’altro spompinandoli avidamente e con passione, eccitato da quella doccia e con dentro la voglia di riceverne una seconda, questa volta di sborra bollente. Ma a differenza della precedente, questa volta volevo che mi schizzassero in bocca, volevo poter assaporare il loro sperma, volevo poterlo gustare ed ingoiare. Con in bocca il grosso cazzo di Marco e nelle mani quelli degli altri due, ad un certo punto sentii l’uccello di Federico inturgidirsi ed irrigidirsi: prontamente lo accolsi fra le labbra, iniziando a masturbarlo furiosamente, mentre sentivo Federico ansimare di piacere ormai prossimo all’orgasmo. “Vengo, vengooooo” rantolò un attimo prima che il primo schizzo di densa sborra mi colpisse la lingua. Sentivo il cazzo pulsare nella mia mano nell’eiaculazione, e ad ogni contrazione un abbondante schizzo di sperma bollente inondarmi la bocca. Ingoiai avidamente il liquido che Federico mi schizzò abbondantemente fra le labbra, anche se data la quantità un rivolo di sperma mi colò dalla bocca fin sul mento.
Ero ancora intento ad assaporare la sborra di Federico e a slinguargli l’uccello quando Max mi tirò per un braccio affinché mi dedicassi al suo cazzo. Me lo ritrovai davanti con la cappella grossa, gonfia e pronta ad esplodere: il primo schizzo, violento ed abbondante mi colpi sul viso, prima che io potessi accogliere fra le labbra il suo splendido cazzo. Gli schizzi seguenti mi riempirono la bocca con reciproca soddisfazione. La sua, che poteva sborrare in bocca ad una troia affamata di cazzo, e la mia, che potevo ancora una volta sollazzarmi con il prelibato contenuto di un paio di grossi coglioni. Anche la sua sborrata fu abbondante, sei o sette fiotti di sperma caldo e denso che mi riempirono rapidamente la bocca, tanto che feci ancora una volta fatica ad ingoiare tutto.
Fu la volta di Marco, o almeno così credevo io... Invece lui mi fece alzare in piedi, mi fece girare e piegare in avanti, facendomi appoggiare alle pareti della doccia. In quella posizione ebbe ancora a sua completa disposizione il mio culetto tutto da fottere, e in un sol colpo, avidamente, mi piantò di nuovo nel retto il suo grosso trapano di carne. Iniziò a sbattermi come un vero toro da monta, dando colpi profondi e ritmati che mi fecero ancora impazzire di godimento. Col viso bagnato di sperma ed il corpo umido di piscio mi godevo quella perversa monta, aspettando da un momento all’altro che il mio stallone mi riempisse il culo di sborra. Ad un tratto Marco mi piantò nel culo il suo grosso cazzone ed io mi preparai a ricevere i suoi schizzi.
Che arrivarono puntuali, ma non di sborra... Quel gran porco di Marco aveva conservato un po’ caldo liquido per farmi un godurioso e perverso clistere di piscio! “Ahhhhhh... sì, che meraviglia!” rantolai di piacere “Pisciami nel culo, fammi un bel clistere bollente!”. Sentii il retto inondato ad allagato da due o tre scariche di urina bollente: “Sei una grandissima troia!” ansimò Marco. “Sì sono la vostra troia!” mugolai io “Sono tutta per voi... per i vostri cazzoni!”. Marco ricominciò a fottermi il culo infoiatissimo chiamandomi troia ad ogni affondo, mentre io mugolavo di godimento incitandolo a fottermi.
Mi diede ancora alcuni intensi colpi col suo poderoso cazzo, e poi lo sfilò, ormai prossimo alla sborrata. Mi inginocchiai ancora davanti a lui che rapidamente si menava il grosso uccello, e spalancai la bocca, cercando anche di slinguargli la cappella da cui aspettavo voglioso che schizzasse finalmente la sborra. Dopo pochi secondi fui accontentato: il primo copiosissimo, bollente e profumato fiotto di sperma mi colpì una guancia colandomi anche sul collo, mentre Marco rantolava nell’orgasmo. “Sborro troia, sborrooooo!” quasi gridò in preda al godimento parossistico, mentre dirigeva con abilità i suoi fiotti di sperma sulla mia lingua e nella mia bocca. Dopo alcuni schizzi Marco lasciò che io gli afferrassi il cazzo, in modo da poterlo menare mentre gli succhiavo voracemente la cappella, per poter gustare fino in fondo l’abbondante spremuta di coglioni che mi stava offrendo. Potei così ricevere direttamente in gola gli ultimi schizzi di sperma, bevendo il prelibato nettare direttamente da quella meravigliosa fonte di piacere.
Quando fu passata l’ondata di piena, mi ritrovai ancora in ginocchio con i loro tre cazzi davanti a me, ancora barzotti e pulsanti per la recente sborrata. Con il sapore del loro sperma in bocca ed in gola, usai i loro uccelli per spalmarmi sul viso la sborra che mi avevano schizzato addosso, e li baciai e leccai per ripulirli e per ringraziarli della splendida scopata.
“Ragazzi, che scopata!” disse Federico, il primo a rompere il silenzio, dandomi la conferma che anche per loro era stato un godimento straordinario. “Davvero una gran troia” aggiunse Max “Non potevamo trovare di meglio su questa nave”. “Non speravamo davvero di trovare una troia così!” disse Marco “Credo che questa sarà una crociera all’insegna del sesso più sfrenato... Che ne pensi, Alex? Hai voglia di essere la nostra puttana in questo viaggio?” mi chiese poi. Gli risposi guardandolo dal basso, col suo cazzo quasi sulle labbra: “Sono a completa disposizione dei vostri splendidi cazzi! Avevi dei dubbi forse?” gli chiesi malizioso, baciandogli poi la grossa cappella. “Volevo solo sentirtelo dire” disse lui. “Adesso datti una ripulita. Noi ti aspettiamo di là” aggiunse poi “Dobbiamo fare la rivincita...”
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5 years ago
AlexBsxPass,
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Sviluppi inattesi
Ciao, dopo diversi fine settimana separati, circa un mese fa rientrò a casa e, ovviamente mi raccontò tutto ciò che era successo nella settimana passata con John; mi disse che appena entrata la baciò con passione, mentre le sue mani la palpavano, poi le disse di spogliarsi e di rimanere in autoreggenti e scarpe con i tacchi a spillo, poi si avvicinò e le mise un collare, ovviamente anche un guinzaglio.
Lo guardò con aria interrogativa, le disse che era la sua puttana e che da quel momento, era lui a decidere.
Mi mise una ciotola col latte per terra e la fece bere come una cagna, mi disse che la cosa la eccitava, poi la prese e la portò a fare una passeggiata nella palazzina, di due piani con 4 appartamenti, era abitata da amici suoi tutti sani e superdotati, bussò ad un appartamento ed aprì un ragazzo che sembrava una montagna, tutto muscoli, al vederla lei notò la dotazione, il suo padrone cominciò a parlare e lui la toccava, poi la sdraiò sul divano e, tirato fuori un cazzo enorme, le disse di aprirsi con le mani, era spalancata e comunque fece fatica ad entrare, mi ha detto che la scopò per un pomeriggio, il culo un'altra volta le disse; john la portò fuori, sempre al guinzaglio con il liquido che colava lungo l'interno delle cosce:
Tutta la settimana funzionò così, lo venivano a trovare e mi scopavano, solo uno, dirimpettaio entrò e la guardò, senza nemmeno toccarla, John rise e le disse che sarebbe stato l'ultimo a venire a scoparla, la curiosità arrivava a mille, come mai ultimo? Le disse che se andava con lui, senza limiti, avrebbe avuto la "patente" di Queen of Spade; passai la settimana scopando con tutti quelli che venivano, o che la chiedevano in prestito.
L'ultimo giorno le disse che lui era superdotato, aveva almeno 30 cm di lunghezza, con circonferenza di una lattina di birra, se lo avesse soddisfatto la sua reputazione sarebbe stata alle stelle.
Rimasero soli, Sara mi disse di essere eccitata ed anche preoccupata, la sdraiò sul letto poi si spogliò, lei lo guardò con una certa preoccupazione si mise a leccarla con piacere, la sua fica era fradicia, la cappella cominciò ad insinuarsi in fica, mi disse che sembrava la squartassero, m allargò maggiormente le gambe, lui le prese le caviglie e l'allargò di più, lo sentì entrare, la squartava ma godeva, mi disse che cominciò a venire in continuazione, sembrava lo avesse in gola, cominciò a dare colpi forti, per più di un'ora la sfondò per poi riempirla in una maniera incredibile, poi le porse il cazzo, non sapeva come spompinarlo, ma cominciò a leccarlo, mi disse, come si fa con un gelato, appena duro, la guardò e le chiese se volava continuare, capì che le sarebbe toccato l'anale, lui le disse che avrebbe usato una crema anestetizzante e che l'avrebbe aiutata a farlo entrare, le disse di si.
la portò in casa sua, aveva un cavalletto ampio, ove la fece stendere, facendo alzare il suo bel culo, poi le legò mani e piedi e le mise un bavaglio, cominciò ad accarezzarle il buchetto, poi un dito, due, lei non sentiva niente, ma poi sentì la cappella appoggiarsi, non sentiva dolore ma sentì che si apriva, la carne tirava ed i muscoli, piano piano cedevano, poi le chiese se andava tutto bene, lei disse che fino a che non entrava non lo sapeva, lui rise, guarda che sono già dentro e disse, ora ti sfondo perché userò forza per scoparti, dette un colpo e la penetrò fino in fondo, poi si rese conto che aveva avuto qualche perdita di sangue, nella sua brutalità fu veramente favoloso, la scopò per due ore, aveva visto l'orologio; riempita completamente, lo sfilò e la slegò, la prese in braccio e la porto nell'appartamento di John, s'immerse in vasca per quasi tutta la notte, il giorno dopo, dolorante venne da me.
Mi fece vedere le dilatazioni, era eccitante, ma anche conturbante; poi ci mettemmo a parlare e mi disse che mi voleva bene, ma che eravamo stati insieme anche per il sesso, l'anticipai e le disi ma non ci amiamo più, sorrise, anche tu mi disse, non mi ami, comunque se vuoi, mi disse, conosco una persona che ti ama da quando ci siamo messi insieme, stasera verrà a cena da te, l'ho invitata per te, tentai di replicare dicendole che era sua cugina, se era il caso che mi mettessi con lei.
Ti ama e farebbe qualunque cosa tu le chiedessi, aggiunse, è bella, certo non è trasgressiva, ma se sei bravo…..e se ne andò sculettando, si voltò ed aggiunse che sarebbe stata QoS, senza nessuno fisso.
Mi preparai nell'attesa di Agnese, sua cugina
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5 years ago
fidanzatilu,
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Quel giorno in tre
Sono Piero, ho cinquanta tre anni e sono sposato da trenta. Sono una persona normalissima, lavoro e famiglia sono le mie occupazioni principali e il mio unico hobby è la pesca. Sono seduto sulla sponda del fiume assieme a tre amici conosciuti due anni fa in maniera molto speciale. La mia vita era come adesso lavoro e casa e la domenica qualche ora libera per la pesca. Stavo sulla riva del fiume quando ho visto due giovani seminascosti fra le piante che si baciavano. Nulla di strano se non per il fatto che erano due maschi. Per un attimo sono rimasto sbalordito, poi ho osservato meglio la scena e mi sono eccitato. Da qualche tempo sento dentro di me la voglia di spezzare la monotonia che ha generato il rapporto con mia moglie. Per carità, non mi lamento. Lei è una bella donna che sa dare piacere ad un maschio, e con me ci gode molto anche perché a me piace farlo con calma lentamente e farla godere molto e poi venire. Ma, da un po di tempo sembra tutto cosi ripetitivo, che alla fine non senti più quel desiderio che avevi prima. Vedere due maschi che si baciano mi ha fatto eccitare e la cosa mi ha stupito non poco. Da ragazzo quando andavo in palestra ho sbirciato sotto la doccia i cazzi dei maschi che si lavavano con me e allora credevo che fosse per il semplice motivo che uno fa il classico confronto, il tuo è più lungo il suo più grosso e lui ha le palle piccole e cose del genere, invece ora mi rendo conto che era perche mi piaceva sbirciare quei cazzi specie quelli più grossi con desiderio i stringerli fra le mani o in bocca. Ho osservato la scena e loro incuranti del fatto che potevo vederli hanno incominciato a scopare fra loro e a godere molto. Ricordo che mi sono dovuto fare una bella sega per smaltire la forte eccitazione che la cosa mi aveva procurato. Dopo quel fatto ho incominciato a informarmi tramite internet su cosa fosse con precisione il piacere che provavo e ho scoperto che mi sentivo un bisex. Amo le donne ma ho il forte desidero di godere con un maschio. Cavolo! Facile a dirsi ma quasi impossibile da mettere in pratica specie se lavori in un ambiente strettamente maschile dove i gay non sono visti di buon occhio. Passa del tempo e io mi ero quasi messo l’anima in pace quando una domenica mattina del mese di luglio decido di andare a pescare in un lago artificiale alimentato da un bel fiume che dalla sorgente al lago non incontra nessun paese e quindi l’acqua è pulitissima e il pesce si può anche mangiare. Raggiungo il luogo dove voglio pescare, un piccolo anfratto del lago difficilissimo da raggiungere e con poco spazio per questo spero di trovarlo libero. Quando posteggio la vettura nella piccola piazzola vedo che già c’è un’altra auto. Sconsolato quasi rinuncio, poi invece decido di scendere a vedere se posso mettere in acqua anche i miei ami, per pescare. Percorro l’impervio sentiero e dopo circa dieci minuti sono sul posto. Ci sono due persone che stanno già pescando. Uno più anziano e uno più giovane. Li saluto, osservo che non c’è molto spazio e faccio per andarmene quando il giovane dopo aver dato uno sguardo all’altro mi invita a restare, si stringono un poco e mi danno la possibilità di mettere in acqua anche le mie lenze. Posiziono le canne e poi li ringrazio. Loro sono in costume, infatti in quel luogo il sole ci batte tutto il giorno e l’unico posto all’ombra è occupato da loro. Una piccola sporgenze un po più in alto sotto un bel leccio offre l’unico riparo dal sole. Mi presento e scopro che il giovane si chiama Luca mentre l’altro Giuseppino, ma tutti lo chiamano Pino. Luca mi invita a mettere la mia roba all’ombra vicino alla loro.
“Ti conviene metterti anche un po più leggero, sai qui fra poco si brucia dal sole.”
In effetti indosso dei pantaloni lunghi e una camicia.
“Si hai ragione, ma non ho il costume come voi.”
Loro si guardano e poi scherzando mi rispondono.
“Nessun problema stai in mutande o se vuoi tanto siamo fra uomini ci possiamo mettere nudi.”
Scherzano e aspettano la mia reazione. Mi sento una strana sensazione dentro e dopo un attimo di riflessione mi spoglio nudo subito copiato da loro. Per un momento torna il vecchio confronto. Il mio è forse il più grosso, quello di Luca il più lungo mentre quello di Pino è quello che unisce tutte e due le caratteristiche. È il più lungo dei nostri e il più grosso. Dopo un attimo scoppiamo tutti e tre in una risata e sistemate le canne ci spostiamo sul piccolo rialzo per metterci all’ombra. Non c’è molto spazio e Luca si sposta un po più di lato e mi invita a sedermi. Mi siedo con le gambe incrociate come fanno loro e sento sempre più la sensazione che oggi accadrà una cosa che sicuramente non mi aspettavo, ma che ho la sensazione voglio da un po di tempo. Restiamo un poco in silenzio e mentre osserviamo le nostre canne con fare tranquillo Pino si accarezza il suo uccello che si sta gonfiando. Nessuno parla e anche Luca si tocca il cazzo e io senza quasi rendermene conto faccio lo stesso. Poi mi giro verso Luca e dopo che i nostri occhi si sono incrociati, così senza dire nulla lui mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia in bocca. Resto un momento passivo, poi rispondo a quel bacio con molta passione. Limoniamo un poco, le nostre lingue si cercano e si toccano, poi lui si stacca da me e mi spinge la testa vero il basso e mi ritrovo il suo cazzo duro davanti alla bocca. Non ho nessuna esperienza di bocchini, se non quelli che mi ha fatto mia moglie. Apro la bocca e mi metto a leccare e succhiare quel paletto di carne viva che succhiarlo mi procura tanto piacere. Luca geme di piacere e questo mi gratifica.
…uhhmumhmmm…che boccaaaa!!!! ssi cazzo come succhiaaa!!!! davvero bravo…daiiiiiii…..
Mentre sono piegato a succhiare Luca sento Pino che mi prende la mano destra e la porta sul suo cazzo. Lo sento duro, caldo e lo sego lentamente mentre lui mi accarezza i seni, mi lecca i capezzoli e mi tocca il mio cazzo durissimo. Lentamente scende verso il basso e in breve il mio cazzo è preda dalle sua labbra. Mi succhia con estrema maestria e adesso sono io che devo sfilarmi il cazzo dalla bocca per gemere di piacere.
…huhummm..ssiis…daiii..sei fantastico!!!!......
Lo sego con impeto e lui mi blocca dicendo che non vuole sborrare subito, poi mi prende con la mano la testa e mi fa girare verso di lui e mi bacia. Sento la sua lingua entrare con prepotenza nella mia bocca, succhia la mia e poi dopo aver goduto di questo bacio erotico mi fa piegare sul suo cazzo che me lo ritrova davanti al viso e mi incita a succhiarlo anche a lui.
..sii dai fammi sentire la tua bocca!!!....
Lo imbocco e cerco di ingoiarlo più che posso, ma è davvero grosso e allora lo lecco e succhio la cappella che sembra ingrossarsi sempre più. Lui apprezza e geme da quello che faccio al suo uccellone.
…mhuum…come lecca!! ssi daii ..che mi piaceee..
Mentre sono piegato sul cazzo di Pino, Luca si sta dedicando al mio culetto e io mi giro perche ho un attimo di incertezza e lo guardo un pò preoccupato.
…fai..piano ..sono vergine..e non credo che i vostri cazzi non ci possono stare ..siete troppo grossi..
Lui mi sorride e mi tranquillizza.
“Tranquillo. Incomincio ad allargarti piano piano e se senti che non ce la fai me lo dici che mi fermo subito.”
Lo sento che si abbassa e mi lecca e succhia il mio buchetto che dopo un attimo incomincia a rilassarsi e a gradire il gioco di lingua che Luca mi sta riservando e che alla fine mi piace molto. Nello stesso tempo ho ripreso a succhiare Pino che gradisce e invita Luca a fare un buon lavoro.
..si..dai succhialo.. che meraviglia!!!...dai che dopo che Luca ti ha aperto ti sfondo pure io…dai Luca scopalo …. e….aprilo bene…. che poi lo voglio infilzare anch’io….umm succhiamiiii……
Mi rilasso e sento che Luca prende posizione dietro di me e dopo aver inumidito il suo cazzo con molta saliva e fatta colare un poco fra le mie chiappe lo appoggia al mio buchetto che per un attimo si irrigidisce.
… calmo…rilassati e non ti irrigidire.. resta rilassato e ti piacerà….fai un bel respiro …..
Mi rilasso e lo sento spingere e di colpo il mio sfintere si dilata e lui affonda quasi tutto dentro di me. Per un attimo mi sembra che mi stia spaccando un due, ma è un attimo anche perche Pino si è disteso sotto di me e preso il mio cazzo in bocca lo sta succhiando. Mi sento un po frastornato dalla sensazione di essere succhiato e nello stesso tempo mi sento sfondato nel culo, ma entrambe le cose mi danno alla fine un piacere che incomincio a esprimere a miei occasionali compagni.
…ssisiii…mi piaceee….ssi cazzo mi spacchi il culo..ma non ti fermareeeee…ssi cazzo succhiaaa.
Luca adesso mi pompa con maestria. Mi affonda tutto il cazzo in culo e poi lo estrae lentamente per poi affondarlo di nuovo di colpo e mi fa incominciare a godere molto e lo dico a Pino che mi succhia sempre più forte e sono quasi all’orgasmo, ma non voglio sborrare.
…ssi mi piacee…cazzo scopamiiiii…e tu fermati che sto per sborrare e non voglio…ssii..daiii….
Pino si sfila da sotto e mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca e io lo ingoio più che posso, mentre Luca mi scopa sempre più forte e lo sento che è quasi al limite. Anche Pino se ne rende conto e lo esorta a rallentare il ritmo.
…cazzo come pompa!!! mi succhia anche l’anima… e tu non avere fretta a sborrare dai che me lo voglio godere un pò anch’io il suo bel culo….
Ma Luca non lo ascolta e ad un tratto lo sento spingerlo tutto dentro e poi esplodere in una sborrata che mi inonda il culo. Lo sento svuotarsi dentro con un grido di puro piacere.
…..ECCOMMIIIII….SBORROOOOOOO!!!!..ora….
Rimane immobile e poi si sfila. Io resto a guardarlo e intanto Pino si mette dietro di me e in un attimo lo sento che mi spinge dentro il suo cazzo che mi apre ancora di più, ma che scorre meglio per la grande quantità di sborra che trova dentro culo. Me lo infila tutto dentro e quando sento il suo corpo sbattere sul mio culo provo un piacere sconvolgente. Godo e lui mi incomincia a pompare come un pazzo scatenato. Mi lima il culo con un ritmo molto veloce e mi fa impazzire mentre Luca mi ha infilato il suo cazzo in bocca ancora sporco della sua sborra e dei miei umori anali e io mi ritrovo a succhiarlo come se non ci fosse un domani. Godo e pure loro godono con me.
huumummmm…ssi sfondamiiii…ssiiii….
Lui non si risparmia e mi pompa sempre più forte.
…ssiii..cazzo come sei stretto…. mi fai impazzire un culo vergine….ssii ti spacco tutto e poi ti sborro in gola…..ssi eccomii..ssi ci sono quasiiiii..oraaaa…
Luca si lascia succhiare fin quando non si rende conto l’ho pulito alla perfezione poi si sposta e lascia libera la mia bocca che ora urla tutto il piacere che sto provando.
…ssii daiiii….scopamiiiiiiiiii…cazzo mi fai impazzireeee…ssisi dai più forteeeeeeee…godo!!
Pino è al limite e lo sento dare un affondo e sborrare il primo schizzo nel culo, poi si sfila veloce e me lo presenta alla bocca e io lo infilo subito dentro e ricevo le altre due schizzate direttamente in gola. Lo succhio mentre lui gode come un porco.
…ssii cazzo!!!...sborooooo…bevviii….ssiii…..
Lo pulisco e lo lucido così bene che lui alla fine ci scherza pure un poco.
…accidenti!!! a questo il cazzo gli piace da morire..se non lo sfilo me lo finisce!!!....
Mi distendo sfinito, mentre loro adesso mi segano il mio cazzo e lo succhiano. Io non sono ancora venuto e intanto anche Luca avverte i segni di una nuova erezione. Pino lo succhia e lo infila tutto in gola e Luca lo incita a farlo tornare duro per scopare anche a lui. Io mi sollevo e Pino mi fa mettere dietro di lui e mi invita sfondargli il culo mentre succhia Luca. Sputo un pò di saliva sul suo buco e appoggio la cappella sul suo buco che quando spingo si apre senza nessun problema. Lo infilo tutto in un solo colpo dentro di lui che subito gradisce.
…ssi spingilo..cazzo ti sento..daii scopami…..
Nonostante mi sento ancora sconvolto dal piacere provato lo afferro per i fianchi e mi metto a pomparlo velocemente. Mi piace la sensazione del mio cazzo che affonda in quel culo morbido e ben aperto. Gode e anche Luca gli spinge il cazzo che adesso è di nuovo tornato duro tutto in gola.
…ssi succhialo che poi ti scopo pure io..cazzo mi fai impazzire la tua bocca..ssi…….succhiaaaaa……
Lo sbatto con vigore lui gode. Il suo cazzo è tornato durissimo e io mi abbasso un poco e lo prendo in mano mentre gli sfondo il culo a colpi di cazzo e mi sento al limite. Lui se ne accorge e mi incita sborrare sia nel culo che in bocca.
…ssi daii sborra!!!..si fammelo sentire anche in bocca..cazzo sei stupendooooo…ssi daiiiii……
Lo pompo ancora un poco poi esplodo dentro di lui che mi sfila il cazzo e se lo porta alla bocca e lo succhia divinamente.
….eccommiiii…sborroooo!!! ssi succhiamiiiii…
Lo ingoia tutto e lo succhia fin quando non ha spremuto anche l’ultima goccia. Mentre io me lo faccio succhiare Luca si è messo dietro di lui e gli ha infilato il cazzo in culo con un solo affondo. Pino gode sia in bocca che in culo. Anche Luca lo pompa come un pazzo e lui si sega il cazzo e io mi abbasso e lo prendo in bocca e lo succhio. Pino impazzisce fra di noi che lo facciamo godere tantissimo.
…HUHUMMMM…siiii….mi fate impazzire…godo!!
Luca lo pompa di brutto e ben presto anche lui è pronta per godere. Pino afferra il cazzo con la mano e se lo sfila dal culo e lo porta alla bocca e riceve tutta la sborrata in gola. Luca gode come un maiale e urla il suo piacere.
…ssi eccommiii..sborroooo!!!..beviiiiiiiiiiiii…….
Mi sfilo da sotto e faccio in tempo a vederlo ingoiare la copiosa sborrata e poi lui mi afferra il capo e mi bacia facendomi sentire ancora il sapore della sborra che ha appena ingoiato. Dopo aver limonato un poco, Pino fa girare Luca e se lo incula con un solo affondo. Vedo la faccia di Luca che si contrae per un attimo in una smorfia di dolore che subito si trasforma in una maschera di piacere e io dopo un attimo di indecisione mi metto a succhiare il cazzo di Luca mentre lui incomincia godere sbattuto da Pino che quando gli spinge il cazzo dentro lo sfonda con gusto.
…sis ti spacco anche il tuo culo..porco sfondatoo..
Luca ci incita a farlo godere.
…ssi daii spaccami…e tu succhia che ti voglio sborrare in gola…… ssuii dai più forteeee…….
Pino lo sbatte come una furia scatenata e ben presto raggiunge anche lui il culmine si svuota dentro quel culo slabbrato e poi lo estrae e ce lo fa succhiare ad entrambi.
…si troie…leccatemi…si cazzo mi fate morire…..
Poi sfiniti ci distendiamo al sole. Luca mi accarezza e mi parla dolcemente.
“Quando ti ho visto ho avuto subito una erezione. Mi succede sempre quando mi trovo davanti ad un maschio che mi piace e tu mi sei piaciuto subito. Pino è stato il mio primo cazzo e mi ha fatto piacere essere io a sverginarti. Mi piacerebbe che questa nostra esperienza si tramutasse in una bella amicizia. Io sono sposato e anche lui, tu come sei messo?”
Li guardo e subito mi rendo conto che ho finalmente trovato quello che andavo cercando e ne faccio partecipe i miei nuovi amici. Da allora sono passati tre anni e noi tre andiamo sempre a pesca insieme. A volte ci inventiamo una battuta di pesca al mare e ce ne andiamo il pomeriggio del sabato per poi tornare la domenica. Ovvio non andiamo a pesca, ma ci prendiamo una bella camera in un albergo e passiamo una notte di fuoco e poi il giorno dopo comperiamo del pesce dal pescatore e tutto questo va benissimo. Le nostre moglie sono contenete non sospettano nulla e noi ce la spassiamo alla grande sempre in tre, solo noi tre.
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5 years ago
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Tra elefanti e gazzelle
Così non va. Esci dalla doccia e vedi la tua immagine riflessa nello specchio, sei grasso. Hai una pancia che sembri un monsignore. No, così non va. Hai dormito poco e male, adesso ti senti stanco e affaticato. Come potrebbe essere diversamente, ieri sera fra pappardelle al sugo di lepre, cinghiale in umido, e altre prelibatezze come antipasto, hai mangiato da far schifo. Basta bisogna dare una svolta, così non può andare. Da quando sei in pensione, fra cene, pranzi e bisbocce varie, hai sempre fatto delle belle ingozzate e adesso quando sali sulla bilancia si vedono tutte. Centodiciotto kg. Cazzo!! Hai proprio esagerato. Il giorno dopo dal medico di famiglia, un vero amico, che ti striglia un poco, decidi di seguire le sue indicazioni. Esami completi, e poi prenoti una consulenza dalla dietologa che lui ti ha consigliato. Ti trovi davanti una bella quarantenne, che in un altro tempo le avresti fatto una corte serrata, solo per la splendida bocca da succhiacazzi che si ritrova, invece ora in silenzio e a testa bassa assecondi i suoi voleri. Ti confeziona una bella lista di lacrime e sangue. Dovrai sudare per riuscire a ritornare ad avere l’aspetto di un essere umano, e non un vecchio elefante grasso e stanco. Mi chiamo Mario, ho sessantanni e sono divorziato da dieci anni, da quando mia moglie si è stancata di vivere quasi sempre da sola per via del mio lavoro che mi ha portato per lunghi periodi lontano da casa. Non le ho fatto una colpa, ci stà che le cose vadano così e adesso che sono da poco in pensione ho scoperto il piacere della vera libertà anche se fisicamente ne ho approfittato un po troppo. Dopo questo inizio di vita da pensionato, ho deciso di rimettermi in forma, dopo anni di vita assolutamente sedentaria. Tuta, scarpette da ginnastica e la ferma convinzione di migliorare il mio aspetto fisico, mi dirigo verso il percorso verde che c’è appena pochi passi da casa mia. Mi basta scavalcare con un passaggio pedonale la statale e mi ritrovo nel percorso verde che gradualmente scende e costeggia il fiume per quasi venti kilometri. Mi incammino con il mio passo che cerca di essere svelto, ma ben presto mi rendo conto di essere in mezzo ad una vera e propria fauna da passeggio, e quello che vedo davanti a me è uno spettacolo che mi riempie di sconforto. Ci sono giovani maschi e femmine che corrono come gazzelle, poi ci sono il gruppo dei vecchi leoni, che camminano piano e parlano di tutto, sono maestri di calcio, tutti allenatori, ci sono i commentatori politici, tutti ministri, e poi ci sono le vecchie leonesse che parlano solo delle nuore, tutte inadeguate ai loro figli, o i generi che sono dei fannulloni rispetto alla santa della loro figlioletta. Poi ci sono i vecchi leopardi solitari che hanno corso una vita adesso si limitano a trotterellare cercando di dare il meno possibile nell’occhio, mantenendo un basso profilo, soli, silenziosi e incuranti di tutto quello che li circonda. E io? Io, mi sento un grosso e impacciato elefante che si muove lento e che fa fatica a fare ogni passo. Cazzo!! Ma come ho fatto a ridurmi così? Io cammino. Passo, dopo passo, giorno dopo giorno, seguendo il mio percorso abituale che mi fa fare otto km e mi fa bruciare i grassi in eccesso e dopo un mese quando mi ripresento davanti alla faccia da troia mi sento molto gratificato nello scoprire che ho già perduto due kg abbondanti. Da quel momento mi sento diverso, adesso mi sembra di essere anch’io un vecchio ghepardo che cammina per il suo sentiero, e mi scopro ad indugiare con lo sguardo, su certi culetti che ti sfrecciano davanti incuranti ben fasciati dentro delle attillatissime tutine Danzas che ne esaltano la forma. Ci provi a stare dietro a quelle che camminano più piano, ma il loro passo è ancora decisamente più veloce. Allora ripieghi su quelle che hanno una decina di anni più o meno di te e vedi delle belle signore toniche, che si mantengono in forma, e lo fanno ben vedere, che sono decise a non mollare, e a mantenersi appetibili. Ma sei concentrato sul tuo obbiettivo, e allora il tuo gioco mentale, è solo un far rabbia agli occhi. Dopo il secondo mese e sei già sceso di oltre quattro kg ti accorgi di lei. Bella, snella giovane, avrà al massimo una trentacinquina. Ti sembra una gazzella che cerca di attirare l’attenzione del felino, quasi a volerlo sfidare. Te ne sei accorto per caso, i suoi pantaloncini attillati hanno attirato la tua attenzione e hai notato che adesso cammina con il tuo passo. Le prime volte ti sorpassava, ti dava uno sguardo, e poi poco dopo, era già lontana, adesso invece, ti cammina spesso o davanti o dietro, e sembra che voglia stare con te, ma non lo fa capire esplicitamente, e questo ti incuriosisce. Poi un giorno quando ti passa di fianco la guardi, le fai un sorriso, e le dai un buongiorno, che lei ricambia, con tanto di sorriso. Il giorno dopo, lo stesso copione, e così per alcuni giorni. Una mattina, che è più caldo, le parli del tempo, e lei rallenta, si mette al tuo passo e camminate insieme, ma senza parlare, uno di fianco all’altro, ognuno con i suoi pensieri. La guardi attraverso i tuoi occhiali, e noti che è veramente bella. Alta come te, sicuramente una terza di seno piena, che quando cammina svelto, sobbalza su, e giù, quasi a farti notare che sono libere sotto la maglietta un pò larga, cosce lunghe e ben tornite, e un culetto che ti fa impazzire. Capelli biondi e lunghi, tenuti raccolti dietro alla nuca con un elastico a coda di cavallo. Lei ti osserva con lo stesso modo, da dietro i suoi occhiali neri e ti scruta senza mai farlo apertamente, è un sottile gioco di sguardi che non si incrociano mai. Poi un giorno casualmente noti un dettaglio a cui non avevi mai fatto caso, lei ti aspetta seduta in auto nel parcheggio che c’è dall’altro lato della statale, dove si vede quando tu scendi, dal cavalcavia, per iniziare il tuo percorso e casualmente lei si trova al tuo fianco. Così decidi di passare a iniziare il gioco della seduzione che ti è tanto caro, che hai giocato per anni di inteso lavoro come autista di bus turistici, che ti ha permesso di infilarti nel letto di stupende femmine vogliose che hai fatto impazzire di piacere. Se la gazzella vuole sentire i denti del vecchi ghepardo allora l’accontenti, e vediamo se è svelta a sfuggire ad un predatore astuto e attento come te. Il giorno dopo sali lentamente, vuoi essere sicuro che lei sia lì ad aspettare, e quando la vedi hai la certezza che ti sta aspettando allora le vai incontro e le offri un caffè al chiosco che c’è lì vicino. Dopo esserti presentato, e scoperto che si chiama Elena, la vedi seduta al tavolino che ti scruta e allora inizi il gioco. Si vede che l’hai sorpresa con il tuo invito, ma tu fingi indifferenza. Sorseggi il caffè senza dare troppo peso, ora è lei che deve rispondere al fatto che tu l’hai beccata che ti aspettava. Ti osserva senza parlare, poi vi incamminate per il percorso verde assieme uno accanto all’altro. Per quel giorno solo scambi di banalità, ma si nota che ha voglia di dialogare con te. Tu sembri indifferente mentre invece vuoi che sia lei ha fare il primo passo. Lo fa il giorno dopo che ti offre lei il caffè.
“Come mai un bell’uomo come te va in giro da solo?”
La guardi un po’ stupito e poi sorridendo le rispondi per le rime.
“Come mai una bella ragazza come te non ha una fede al dito? Sono diventati tutti cechi in questa città?”
Ora è lei che ti sorride, la sua è una risposta decisa.
“Non ci sono più i maschi di una volta. Tutto qui.”
La guardi e hai notato il suo rammarico in questa risposta. Le chiedi di lei e del suo lavoro.
“Vivo in un appartamento poco lontano, sono una veterinaria che lavora in una clinica per animali. Ho tre colleghe, sposate e loro hanno dei bambini piccoli, quindi preferiscono lavorare la mattina perche i figli sono o a scuola o all’asilo. Io copro il pomeriggio e poi la notte ne arriva un’altra che ha il marito che lavora di pomeriggio, quindi le è più comodo così. Non mi dispiace lavorare di pomeriggio, ho la mattina libera e posso camminare e fare tanta altre cose. E tu che lavoro fai?”
La guardo e le rispondo che sono in pensione.
“Accidenti!! ma non è giusto! sei così giovane già in pensione! ma che lavoro facevi?”
Le rispondi che eri un autista di bus turistici, e che il tuo lavoro ti ha portato in giro per il mondo così tanto che la tua famiglia si è accorta che poteva di fare a meno di te. Lei ti guarda e ha come una illuminazione.
“Ecco dove ti ho avevo già visto! Eri uno dei tre autisti che nel 2001 ci ha portato a fare una gita a Torino! Eri quello più anziano, quello che aveva il bus nuovissimo e più bello. Con te c’era uno con i capelli ricci e neri con degli occhi azzurri che ci aveva stregato a tutte e poi un altro un pò più grande completamente rasato.”
La guardi e di colpo ti torna alla mente quella gita.
“Noi eravamo tre classi, e nel tuo bus c’era la professoressa Italia, quella con i capelli castano scuri. “
Te la ricordi benissimo. Una bella donna, alta austera e fiera. Acida come uno yogurt andato a male, che appena salita nel bus aveva messo in chiaro che a comandare era lei, ma tu garbatamente le avevi fatto notare il contrario che dentro il bus eri tu il capo. Lei ti aveva dato uno sguardo stizzito, anche se poi nel corso della giornata si era resa conto che tu non eri un pivello, ma un professionista esperto e lei ne era rimasta piacevolmente colpita. La sera dopo la fine della giornata lavorativa aveva bussato alla tua porta e tu l’avevi fatta entrare. La scusa era di programmare la giornata successiva, ma quando ti aveva visto in accappatoio un pò aperto si era avvicinata a te e le sue unghie laccate di rosso avevano accarezzato il tuo petto villoso e tu l’avevi attirata a te e le avevi dato un bacio sconvolgente. La sua mano era scesa in basso e aperto l’indumento si sera trovata davanti un bel cazzo già quasi duro e grosso. Si era inginocchiata e lo aveva infilato far i denti e se lo succhiava con estrema maestria. L’avevi lasciata fare soprattutto perche mentre succhiava si era spogliata della giacca e della camicetta bianca e sollevandosi aveva fatto cadere la gonna ai suoi piedi assieme al tuo accappatoio. Indossava solo un bel bustino bianco con un reggiseno a balconcino che spingeva in altro il suo seno stupendo, una quarta piena e soda con dei capezzoli grossi e scuri. Sotto quattro sottili strisce di raso finivano per sorreggere delle calze velate color carne. La troia non indossava nessuna mutandina indice che era già partita con l’idea di farsi fottere da te, ma non aveva capito con che aveva a che fare. Ti aveva trascinato sul letto dove si era distesa e inarcate la cosce aperte ti aveva invita a leccarle la fica già fradicia. Per un vero cultore come te, della leccata di fica ti era quasi sembrato troppo facile. Avevi annusato il suo odore di femmina in calore sentito il buon profumo di troia che già schiuma di piacere per l’eccitazione. Le avevi insinuato la tua lingua lungo il solco, e l’avevi arrotolata infilandola velocemente dentro come un piccolo cazzo e una stilettata dopo l’altra l’avevi subito portata al piacere e lei si era sorpresa dalla facilità con cui la facevi venire.
..sisi sei stupendo!! ssi mi fai venire!!...vengooo!!
La sentivi tremare sotto di te, ma non sazio le avevi sollevato le gambe fin sopra le tue spalle e poi avevi proseguito a leccarla scivolando dal clito alla rondella del culo dove avevi infilato la lingua sempre arrotolata e lei lo aveva gradito molto.
.sei…..meraviglio!!!..ssi..mi..piace..anche…il…culooo…sssii..dai che vengo!! accidenti! mi fai venire….. ssii…dai…..venggoooo…..scopami!..dai!.
Naturalmente tu non eri assolutamente d’accordo. La zoccola doveva implorare non ordinare di scoparla, e su questo ti giocavi la tua reputazione. Avevi continuato a leccarla e lei dopo l’ennesimo orgasmo ti aveva preso per i capelli e attirato su di se. Il tuo cazzo ora durissimo si era incastrato perfettamente nello spacco della sua fica gocciolante e la tua cappella premeva decisa sul suo clito e lo schiacciava mentre tu ti muovevi lentamente sue giù. Lei era in preda ad un desiderio di cazzo tremendo.
..scopami!...dai scopamiii!! adesso!!!...
Aveva allungato una mano verso il basso, ma tu l’avevi bloccata e portate le mani sopra la sua testa tenendole entrambe ferme l’avevi immobilizzata. Il tuo sguardo era deciso come la tua voce.
“Mi devi supplicare di scoparti. Solo così forse lo farò! sei una troia che deve capire chi comanda nel letto!”
I suoi occhi resi languidi dal piacere ti imploravano come la sua flebile voce.
..Ti prego scopami…non ne poso più…..ti prego spingilo dentro……ti supplico…… sono una troia che vuole essere scopata da te…ti scongiuro...dammelo…….ti pregooo……
Avevi fatto scivolare la cappella appena fra le grandi labbra e l’avevi appena imboccata. Lei se ne era accorta e ti guardava con infinito languore.
…. ti supplico scopami….sono tua……ti supplicoo..
In quell’attimo ti eri sentito vincitore, adesso dovevi sconvolgerla e ti accingevi a giocare il tuo primo asso. La tua innata resistenza che ti aveva reso indimenticabile per tutte le femmine che ti eri scopato. Un affondo e le eri entrato tutto dentro. Avevi sentito il cazzo scivolare dentro di lei, calda e bagnata fino a sbattere in fondo. Lei aveva aperto la bocca sconvolta e poi ti eri sfilato e lo avevi spinto di colpo ancora dentro. Il tuo corpo aderiva perfettamente la suo. I suoi occhi erano stupiti e le sue labbra tremavano dal piacere. Ad ogni affondo lei spalancava la bocca per gridare, ma nessun suono ne usciva, poi aveva incominciato a godere subito.
…VENGO!...VENgooo!...vengooooooooooooo!!…
Aveva incominciato a godere a raffica in breve non si capiva dove finiva un orgasmo e incominciava l’altro. Si poteva dire che era un continuo piacere. L’avevi pompata a lungo e dopo l’ennesimo orgasmo l’avevi girata di lato e sollevata la gamba sua sopra di te la scopavi di nuovo. Avevi bagnato le dita e ti eri messo e giocare con il suo buchetto. Lei quasi destata da questo nuovo piacere lo aveva gradito molto.
…siii..mi piace..sentirlo in culo….ssi uhummmm…
sei …sei..STUPENDOOOO!!non ho mai goduto tanto..con nessun maschio….sei un vero toro!!!...
Ma tu non eri ancora sazio. Con un colpo deciso di reni l’avevi messa su di te. Il desiderio di giocare con i suoi seni e la voglia di vederla sconvolta ti aveva fatto prendere questa decisione e lei per un attimo ne era rimasta sconvolta. Impalata su di te adesso lo sentiva tutto dentro.
…ODDIOOooo!!!! lo sento fino nello stomaco!!!
Poi aveva incominciata saltellare su e giù nella inutile speranza di sentirti sborrare e tu ovviamente lo sapevi che tanto non sarebbe successo e ti divertivi a impastare i suoi seni e torturare i capezzoli stingendoli fra le dita e lei impazziva per questo piacere perverso che le facevi provare.
…ssiii..mi paice sei stizzi forteee!! cazzo!! godo!!.
Aveva goduto tanto fin quando sfinita si era accasciata sul tuo petto con il fiato corto e il cuore che batteva come un tamburo impazzito. A quel punto dentro di te era nato il desiderio di sondare anche l’altro buco. Ti eri sfilato da sotto e messo dietro di lei l’avevi di nuovo scopata con forza. Lei lo aveva sentito e subito era impazzita di nuovo.
…pianoooooo!! lo sento fino in gola!!! ..vengo..
Aveva ripreso a godere come prima ma tu intanto le stavi già bagnando il buco del culo con la saliva e dopo il suo ennesimo grido di piacere lo hai sfilato da davanti e senza indugi con un colpo deciso lo hai spinto tutto dentro quel culo hai desiderato sfondare dal primo momento che ci avevi messo gli occhi addosso.
…..hhhhaaaaa..mi spacchii!!!.....ssi spingiiiii…ssi ..
Dopo un attimo di irrigidimento la troia aveva subito preso a godere anche di culo e tu da porco navigato le hai afferrato una mano e poi le hai fatto capire che doveva masturbarsi. Lei era rimasta un attimo indecisa ma poi aveva in qualche modo infilato due dita nella fica e tu le sentivi attraverso la sottile membrana che si muovevano ritmicamente alle tue pompate. In breve aveva avuto un orgasmo sconvolgente.
…Vengo!!..cazzooooo!!..mi fai venire di culooo!!...ODDIO PISCIO!!!........ssiiiiiiiiiiiiii…
Le era sembrato di pisciare, invece per la prima volta stava squirtando. Tu, le hai afferrato la mano intrisa di quel piacere sconvolgente e l’hai portata alla bocca facendole assaporare il suo stesso piacere.
“Non stai pisciando, sei venuta e hai squirtato!”
Sconvolta si era lasciata sollevare in ginocchio e tu le avevi stretto i seni nelle tue meni mentre adesso le sgarravi il culo con colpi bestiali e sempre più veloci. Volevi inondare quel buco slabbrato. Lei convolta quasi non reagiva più e allora tu l’hai appoggiata distesa e sei venuto dentro di lei che quanto lo ha sentito nel culo ha avuto come un attimo di nuova vita.
….eccomi troia ti sborro in culoo..oraaaaaa!!!!!...….siiiiiiiiiiiii…ti sento…sei bollenteee…ssiiii………
Sei rimasto un poco immobile dentro di lei poi di sei disteso di lato e lei dopo un attimo si è girata e si è allungata sul tuo petto ti ha preso il cazzo in bocca e te lo ha succhiato e pulito alla perfezione. Dopo si è rivestita sommariamente tu l’hai accompagnata fino alla porta, una veloce occhiata al corridoio, la sua camera era davanti alla tua. Uscendo ti ha dato un bacio.
“Mi hai fatto godere come non ho mai fatto in vita mia sei un vero toro grazie.”
Le hai assestato una pacca sul culo e te ne sei andato a dormire. Il giorno seguente lei era la stessa di sempre, acida e stronza con tutti tranne te, poi la sera ha trovato il modo discreto per dirti che sarebbe venuta cercarti di nuovo. Quando è entrata in camera tua ti sei fatto trovare già nudo e lei si è spogliata in una attimo restando in reggicalze e autoreggenti con pizzo bellissime. Distesa sul letto ha incominciato a succhiarti con estrema bravura quando un rumore l’ha distratta, dalla porta del bagno sono entrati i tuoi colleghi già nudi e lei dopo un attimo li ha invitati a partecipare al gioco. L’avete scopata per diverse ore sfondando e riempiendo tutti i suoi buchi. I tuoi colleghi le sono venuti dentro due volte, sia in culo che davanti mentre tu dopo una lunga scopata le hai riversato in bocca tutta la tua sborra che lei ha gradito molto. Certo che te la ricordi la signora Italia, ma nonostante le insistenze di questa giovane donna sua allieva adesso fai il gentiluomo.
“Dimmi la sincera verità, te la sei portata a letto? tutti ne avevamo il sospetto, ma nessuno ne ha avuto la certezza.”
Tu la guardi le fai un sorriso sornione poi essendo finito il vostro giro davanti alla sua vettura la saluti. Lei è lì ad un passo da te. Sembra che ti stia offrendo le sue labbra per essere baciate. Siete molto vicini, ma all’ultimo momento tu non la baci. Lo vedi che lei se ne stupisce te ne vai. Quando ti volti a guardarla da sopra il cavalcavia vedi che da un pugno al volante della vettura come un gesto di stizza. Rifletti e ti rendi conto che forse stavi per cadere nella sua trappola. Se ti baciava era lei che ti aveva dominato. Se rifiutava il bacio era lei che avrebbe avuto il predominio su di te. Così le hai lasciato il dubbio e adesso è lei che ti deve cercare in quanto si è offerta a te, in ogni caso sei in una posizione di vantaggio e questo è in fondo quello che volevi. Il giorno dopo non la vedi e nemmeno il successivo. Pensi che potrebbe avere degli impegni di lavoro, oppure si è offesa, ma non credi in questa ipotesi. Il terzo giorno la vedi che ha parcheggiato un po più distante quasi a non voler essere vista e tu fingi di ignorarla. Lei vede che te ne vai e ti rincorre.
“Mario aspetta!”
Ti giri, lei si avvicina, ti guarda senza dire nulla poi ti bacia all’improvviso resti quasi immobile per un attimo poi rispondi al bacio quando senti la sua lingua entrare prepotente in bocca e giocare con la tua. Un bacio lungo, carico di passione e desiderio. Poi senza dire nulla ti prende per mano, e con la sua vettura vi allontanate per qualche minuto sempre in silenzio fino ad un caseggiato moderno. Salite in casa e appena chiusa la porta dietro di te lei torna a baciarti con passione e adesso ti tocca il pacco che si è già indurito al solo pensiero che adesso tu la farai impazzire di piacere. Certo ti a portato nella sua tana, ma sei sicuro che sarai tu a dominarla e su questo non hai dubbi. Si inginocchia ti fa scendere la tuta fino ai piedi e subito si trova danti il tuo bel cazzo già quasi alla massima erezione.
…hmumm..che bel cazzo!!!.....mmhummm…..
Lo mette subito in gola e lo succhia da vera esperta. Lo tiene con le sole labbra mentre si sfila i suoi indumenti e tu fai la stessa cosa. In un attimo siete nudi e lei si rialza e ti porta vicino al comodo divano dove lei si distende ti attira a se. La ragazza non ha nemmeno l’idea di chi ha invitato nella sua tana e adesso è giunto il momento di dimostrare a questa troietta che razza di porco ha fra le sue gambe. Le baci il collo poi scivoli giù e succhi i capezzoli piccoli ma duri e li mordi. Lei gradisce e geme ti spinge verso il basso, è impaziente di sentire la tua lingua sul sesso che sta già grondano ma tu lo fai con calma le imponi i tuoi tempi e questo la sconvolge ti vuole sentire lo implora.
…ssi dai mi fai impazzire ..ti desideroooooo….
Scivoli in basso e senti il profumo della fica che è pregna di succo e sta già colando. Le sollevi la gamba e la metti sulla spalliera ben in alto così ti ritrovi il taglio davanti alla tua bocca e affondi in quel nettare che vuole solo essere gustato. Scivoli in basso e insinui la lingua a cucchiaio dentro fra le grandi labbra che si dischiudono e lasciano sgorgare tanto nettare. Gode e tu la fai impazzire leccando e stuzzicando anche il suo buchetto che freme e si contrae quando cerchi di violarlo con la lingua arrotolata. Ha un potente orgasmo che la fa tremare.
…ssi cazzooo..vengoooo!! mi sconvolgiii!! vengoooo….ma sei incredibile!!!!!...sssiii…..
Ti stupisci della facilità con cui la fai godere eri convinto che avresti dovuto faticare molto di più, invece si sta sciogliendo sotto i colpi della tua lingua che incessantemente le martellano i punti più sensibile dopo un poco lei ti reclama.
..ti prego..scopamiiii…ti vogliooooo…daiiiii…
Senti che già ti implora mentre tu ancora non sei disposto ad accontentarla, deve supplicare, sottomettersi alla volontà del maschio che la sta dominando. Indugi ancora ti tira su di se, ma tu la guardi dritta negli occhi e lei capisce che sei tu che comandi.
..ti supplico scopami..mi stai facendo impazzire..ti prego…sei meraviglioso..mai avuto tanto piacere..
La senti che sta fremendo sotto di te. Sei già soddisfatto e così con un colpo ben studiato le affondi dentro il tuo cazzo che la dilata e scivola lungo le pareti che si aprono al passaggio di un simile ariete. La senti stretta, ti calza il cazzo come un guanto. Ti stupisce che sia così stretta, ma non ci fai troppo caso, la scopi e adesso devi dimostrarle che tu sei il massimo. Arrivato in fondo la guardi mentre dalla sua bocca aperta non esce nessun grido. Le sfili un po di cazzo e poi lo affondi nuovo con colpo finale che le sbatte sull’utero e la fa gridare di piacere. Appena entrato e già gode, di questi passi sarà sfinita fra poco.
…ssiii…bellissimoooo..vengooo…vengoooooo!!!..
La sbatti con un bel ritmo costante e ben cadenzato. Lei gode raffica e poi pensa che cambiando posizione le sarà più facile far schizzare anche a te. Ti blocca e si sfila da sotto, ti fa sedere sul divano e ti sale sopra impalandosi. Ha commesso il suo sbaglio più grosso, tu adori sentire la femmina sopra di te. Le afferri i seni e li torturi facendole male e lei gode come una pazza scatenata mentre ti pompa il cazzo salendo su e giù sempre più forte. Gode e viene in continuazione.
…ssii vengooo...........adesso..mi..........sventriiii..ssistupendooooo….vengoooooooooooo..ora!!!.....
Le afferri le natiche e le dilati. Insinui un dito nel culo. Lei sobbalza stupita, poi si concentra nel tentativo di farti sborrare, ma viene ancora fin quando sfinita di adagia sul tuo petto stremata. La fai scendere e la matti di spalle, le appoggi il cazzo di nuovo nella fica, ma lei si sottrae, ti prende per mano e ti porta in camera da letto dove si sdraia e ti offre il suo culo stupendo.
..scopami nel culo..a fai piano che non lo prendo da un bel po di tempo…. dai spaccami e sfondalo..
Le infili un dito, poi due, senti che cede senza opporre resistenza, affondi il cazzo nella fica slabbrate fradicia dei suoi umori e lo inzuppi lubrificandolo, poi lo appoggi alla rondella, lei fa un sospiro e tu affondi dentro lentamente ma con decisione, fin quando il tuo corpo non aderisce al suo. Lei si irrigidisce, resti fermo, sbatte due volte i pugni sul letto, poi ti muovi con calma, ma lei ti incita spaccare quel culo stretto.
…dai porco!! scopami il culo…. dai muoviti..slargalo forte e fammi male…daii….
La prendi per i fianchi e ti muovi deciso, senza pietà. Gode e urla e tu le imponi di masturbarsi la fica per goder e di più. La sollevi e le strizzi i seni mentre in ginocchio sul letto le spani quel culo che hai desiderato subito per tutto questo tempo. Ha due orgasmi molti intensi, poi si gira e ti supplica di sborrare non nel culo, ma nella fica. Resti un attimo stupito da una simile richiesta, ma non hai nessun problema a sfilare, cazzo dal culo e piantarlo di colpo in fica con lei che si sconvolge di nuovo dal piacere che prova e ti chiede di riempire il suo ventre. Piegata giù con il viso appoggiato al materasso, le dai gli ultimi colpi e poi ti scarichi dentro di lei nello stesso istante che anche lei gode.
…ssis ti sentoo..mi fai venireee… oraaaaa!!.....
..ssii eccomiii..sborroooo!!! sentilo..sborroooo!!!.
Senti le contrazioni dei muscoli vaginali che ti risucchiano il cazzo e lo mungono e spremono fino all’ultima goccia. Sfinita si distende e tu ti metti di lato e la guardi. Solo allora vedi una figura di un uomo nudo che si materializza uscendo dalla porta del bagno. Lo guardi e per una attimo resti sulla difensiva, ma è lei che mette tutto a posto.
“Lui è il mio compagno. Stiamo insieme da sei anni, ma ha un problema di eiaculazione precoce, non riesce a controllarsi e sborra subito. Lo amo e lui mi adora. Dopo una lunga riflessione abbiamo deciso che mi dovevo trovare un vero maschio, un bull come si dice adesso. Lui mi ha lasciato mano libera, e io ne ho provato quattro, tu sei il quinto e devo ammettere che sei in assoluto il migliore che abbia mai incontrato. Quando ti ho visto la prima volta al percorso verde non mi ricordavo dove ti avevo già visto, poi passando davanti alla mia vecchia scuola me lo sono ricordato. Sapevo già che ti eri scopato la nostra professoressa perche due anni dopo aver finito la scuola ho avuto una breve avventura con il tuo collega, quello senza i capelli e lui mi aveva raccontato che voi l’avevate scopate anche in tre e che tu eri stato quello che era durato di più di tutti facendo sbroccare la prof. Ero decisa a smettere di farmi scopare da tipi più scarsi di lui, gente che pensa solo al proprio piacere e basta. Quando gli ho raccontato di te, lui e mi ha spinto a fare una ultima prova anche con te. Devo ammettere che ha avuto ragione, sei di gran lunga il migliore e adesso vorremo farti una proposta se vuoi diventare il mio stallone fisso. Tu potrai scoparmi ogni volta che vorrai sia da sola che con lui presente se non ti disturba, e ti assicuro che per noi sarebbe bellissimo.”
Mentre lei mi ha dato le spiegazioni, lui si è insinuato fra le sue gambe si è messo leccare la mia semenza che sgorgava dalla sua fica e poi ha baciato a lei in bocca e mi hanno guardato in attesa di una risposta che non poteva che essere affermativa. Anzi quando hanno saputo che io ero in affitto ha voluto che mi trasferissi da loro. Dopo un anno e mezzo, il mio aspetto fisico e notevolmente migliorato. Lei ci tiene alla mia salute e alla mia linea. Con lui è stata subito amicizia, è un simpatico ragazzo che adora la sua donna e adesso abitiamo insieme, scopiamo insieme e anche lui è migliorato, a forza di schizzare alla fine si svuota e riesce ad avere una minima resistenza e a volte la scopa assieme a me. Da tre mesi lei ha partorito un bel maschietto che abbiamo chiamato Angelo. Lui non ha avuto nessun problema ad accettarlo come suo, in fondo le schizzava dentro anche lui anche se lo faceva velocemente, quindi c’è il ragionevole dubbio. Lei adesso ne vuole un altro, intanto andiamo tutti e tre spesso a camminare per il percorso verde e io spingo con piacere la carrozzina con dentro il pargolo e mi fa piacere vedere la gente che sorride pensando che sono il nonno che accompagna il nipote al parco. Dentro di me invece mi sento un rinnovato leone che ha deciso di risparmiare la gazzella e guarda i vecchi elefanti che si aggirano smarriti nel parco.
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5 years ago
admin, 75
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Gestore di casa vacanza sull' etna parte 1
Ciao a tutti..
Chi mi conosce lo sa, ma per tutti gli altri farò una piccola premessa.
Sono un singolo molto fantasioso e i classici incontri di sesso fini a se stessi non mi sono mai interessati, al contrario adoro organizzare sorprese e situazione ad alto contenuto erotico, insieme alla complicità dei Lui o delle Lei di coppia…
I dettagli degli ospiti sono volutamente omessi.
Oggi vi racconto un episodio successo poco tempo fa.
Da un pò di tempo ho acquistato una villetta in Sicilia, proprio sulle pendici dell'Etna, ormai da qualche anno la utilizzo solo nel periodo estivo e non sempre, rimanendo chiusa per tutto l'altro periodo dell'anno.
Un sera parlando con amici, mi coinvolgono in una discussione di case vacanze, dicevano che ormai è il futuro e che visto la posizione della mia villetta sarebbe stata un'ottima idea inserirla in uno dei siti online per la locazione giornaliera.
Cosi' facendo fini' per farmi coinvolgere e misi online la mia villetta.
Qualche settimana dopo, ricevetti i primi clienti e boom, massimo delle recensioni.
Guadagnando abbastanza bene e avendo recensioni alte decisi di continuare a pubblicare e misi online sempre piu' inserzioni dell'alloggio.
Una sera, mentre leggevo i vari last dei viaggi in questo sito di incontri, lessi di questa coppia campana che indicando le date di soggiorno su catania, chiedeva informazioni su dove soggiornare in maniera hot, scrissi al volo che potevano utilizzare la mia soluzione, che era vicina ad uno dei club siciliani piu' rinomati,vicina a luoghi comuni di car sex, che la trasgressione di sicuro non sarebbe mancata e che inoltre era situata sulle pendici dell'Etna, cosi' che con un auto a noleggio, avrebbero goduto a a poca distanza di posti mozzafiato al di fuori della trasgressione; il lui di coppia leggendo il mio annuncio mi chiese il link dell'alloggio, senza aggiungere altro, mi ringrazio e fini' la nostra conversazione.
Un paio d'ore dopo, ricevetti una prenotazione sul mio alloggio proprio per le date indicate da quella coppia in questo sito, o era il caso, o forse erano proprio loro.
Ecco i dati:
prenotazione per due persone,
periodo che coincidevano a perfezione,
nome e cognome di chi ha effettuato la prenotazione,
metodo di pagamento,
regione campana. Tombola!
A quel punto capi' subito che erano loro.
Dopo la prenotazione, il sito permette di vedere il numero cosi' che li aggiunsi su whatsapp ed ecco che mi comparve la foto della coppia.
Li contattai, presentandomi come gestore della casa vacanza e ringraziandoli della prenotazione, chiesi gli orari del check in e del check out e se avessero qualche esigenza in particolare, offrendo anche il servizio navetta dall'aeroporto o particolari escursioni nei luoghi di interesse comune...
Il cliente mi rispose che gli orari me li avrebbe comunicato in seguito, io di contro risposta dissi che non c'era nessun problema e che poteva farmi sapere anche il giorno prima dell'arrivo, cosi' chiusi la conversazione.
La mattina seguente, essendo ormai un abitudine, apri' il sito di annunci e mi ritrovai un messaggio proprio da quella coppia:
Ciao Giorgio, il tuo annuncio mi ha proprio colpito, ecco perchè ho deciso di prenotare proprio nella tua struttura per il nostro soggiorno a Catania, ti informo che mia moglie non legge questa chat, l'annuncio nel sito lo gestisco io e non gli ho detto nulla della nostra conversazione, lei è totalmente inconsapevole di ritrovarsi nella struttura di un singolo del sito, quindi ti prego di non far nessun cenno del nostro segreto e di organizzare qualcosa di davvero inaspettato per lei...
Cosi', divertito ed eccitato per questo messaggio, risposi che avrei pensato a tutto io e che a breve avrebbe ricevuto miei indicazioni utilizzando il canale del sito come strumento di comunicazione per organizzare il soggiorno hot....
Il giorno dopo...
Continua......
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5 years ago
Le1vie1di1Tinto,
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Le parentesi del cuore
Sto seduto nella sala d’aspetto davanti all’ufficio del direttore di una clinica ospedaliera. Aspetto di essere ricevuto, devo illustrare una serie di macchinari da inserire in due sale operatorie di questo ospedale che sono in fase di ristrutturazione. Mi chiamo Giorgio, ho 38 anni, sposato con Pamela, che ha un anno in meno, abbiamo un figlio di 16 anni di nome Luigi. Sono un rappresentante di elettro medicali, strumenti e accessori per tutto quello che si può mettere in un ospedale. Ad un tratto vedo una donna che parla al cellulare, passa e si dirige verso la porta dell’ufficio dove entra senza badare a me. Ho un colpo al cuore! Ma è Cristina!
Di colpo la mia mente ritorna al passato. Ero un giovane studente all’inizio del quarto anno di Liceo, quando si mise seduta al mio fianco nell’unico banco disponibile una nuova compagna, Cristina. Figlia di un poliziotto che era stato trasferito lei si era iscritta alla stessa scuola dove andavo io. Alta, bella, capelli biondi e lunghi, occhi chiari, e un bel sederino tondo e alto che sormontava due cosce splendide fasciate da jeans attillatissimi che sembravano cuciti addosso. Me ne innamorai all’istante. Ben presto la mia passione per lei fu ricambiata. Divenimmo inseparabili. Alla fine della scuola eravamo una coppia molto affiatata e passammo l’estate fra vacanze al mare e lunghe giornate in piscina. Alla ripresa della scuola eravamo ancora insieme e per quasi tutto l’anno la nostra storia era additata da tutti come una favola. L’amavo. All’inizio il sesso non fu molto esplicito, anzi, era restia a farsi anche toccare, ma col tempo ho guadagnato la sua fiducia. Passammo dal toccarci a vicenda, alle sconvolgenti leccate che la facevano godere tantissimo. Lei mi ricambiava con pompini che mi facevano tremare le gambe da quanto me lo succhiava. Fu durante la gita scolastica che riuscimmo a dormire insieme. La sverginai. Fu un momento indimenticabile. La feci godere con le mani e la bocca, poi le appoggiai la cappella fra le pieghe della sua fichetta e guardandola negli occhi ne chiesi il consenso.
“Vai, ma fai piano.”
Fu un momento unico. Dolcemente scivolai dentro di lei, sentire la sua verginità cedere di colpo mi fece sobbalzare e mi fermai, ma fu lei a chiedermi di continuare.
Dai…daiiii…spingiiiii…ssiiii..mi sventri ma mi piacee… sssiii..ma fai pianooo………
Entrai in lei fino in fondo. Rimasi immobile e poi lentamente mi sfilai per poi spingerlo di nuovo dentro. Ben presto la sua smorfia di dolore divenne una maschera di piacere. Bellissimo. La scopai con calma e lentamente lei raggiunse il primo orgasmo.
…ssisiiiii…èèèè belllissimmmooo…. Vengo!!!...
Durante tutto il periodo scolastico fummo inseparabili. La scopavo spesso e bene, lei godeva e si lasciava sempre più disinibire. Poi ad un tratto tutto cambiò. Non sono mai riuscito a capire cosa sia stato a generare questo cambiamento. Nel giro di tre mesi eravamo già separati, lei se ne era andata con il nuovo trasferimento del padre e io ero rimasto col cuore a pezzi. Trovai lavoro e conobbi Pamela, mi servì all’inizio per leccarmi le ferite, col tempo si è rivelata una bravissima moglie, amante e complice delle nostre esperienze erotiche. Sono soddisfatto di lei, e in questi anni anche se vado in giro per lavoro non l’ho mai tradita. Ora rivedere Cristina mi dato un certo turbamento. L’osservo attraverso il vetro delle porta. Sempre molto bella, più matura, elegantissima e forse il seno è diventato più grande, mentre il culo, quello è e resterà uno spettacolo. La segretaria mi fa cenno di entrare. Appena dentro le do una rapida occhiata, apro la mia 24 ore e incomincio a elencare le qualità dei miei prodotti. Lei mi dà uno sguardo, si gira e mi guarda meglio. Mi ha riconosciuto.
Cristina.
Mi chiamo Cristina, ho 38 anni, sposata con Dario, ho una figlia, Silvia. Sono responsabile del settore economico di questa ramo dell’ospedale. Oggi dobbiamo decidere la sostituzione di quasi tutti i macchinari di due sale operatorie. Abbiamo selezionato un preventivo molto interessante e abbiamo invitato, il rappresentante a venire ad illustrarcelo. Quando lo vedo entrare mi prende un colpo. È Giorgio! Che stupida avrei dovuto capirlo dal cognome. Lo guardo e mi torna in mente la nostra storia. Sono in compagnia di due delegati dell’amministrazione, e poi c’è Augusto il primario di questo reparto che sbava per portarmi a letto, quindi cerco di avere un contegno serio e distaccato. Lo osservo e ascolto le sue argomentazioni. Lui in maniera molto professionale ci illustra i vari prodotti, e noi lo ascoltiamo con attenzione. I due delegati del consiglio mi fanno cenno che la cosa ci interessa, allora congediamo Giorgio.
"La sua proposta deve essere discussa, se per lei va bene ci rivediamo domani mattina alle 11. Gentilmente mi lasci il suo cellulare se avessimo bisogno di un ulteriore chiarimento."
Lui mi da il numero, lo volevo senza dare nell'occhio, e se ne va. Restiamo un momento a parlare noi quattro, i delegati se ne vanno dicendo che per loro va bene, ma dobbiamo essere noi due a decidere cosa serve acquistare, quindi se ne vanno. Augusto mi guarda, è convinto che io non voglio le cose proposte da lui, mente io sto pensando esattamente il contrario, ma non lo do a vedere, discutiamo un poco, poi a lui arriva un sms e dopo averlo letto se ne va. Resto sola con i miei pensieri e ricordi di lui. Mio padre poliziotto era stato trasferito nella sua città, ero una giovane e bella ragazza appena trasferita da un'altra scuola che mi ritrovai ad essere la sua compagna di banco. Giorgio era un bel ragazzo, e devo dire che oggi è diventato un bell'uomo. Subito fra noi scattò l'intesa prima e l'amore poi. Si, ne ero perdutamente innamorata. Ben presto diventammo una coppia fissa, a scuola e fuori sempre insieme, le vacanze con i suoi e poi anche miei amici, e poi di nuovo il quinto anno insieme. A letto siamo andati per gradi. All'inizio io ero molto titubante, ma con la sua pazienza e la tranquillità che mi dava stare con lui mi sono lentamente fidata e lasciata andare. Lui era fantastico, mi leccava e succhiava masturbandomi che io godevo come una pazza. Era fantastico sentire le sue mani dappertutto. Col tempo ho deciso di restituire il piacere che mi dava. Ricordo le prime volte che glie lo prendevo in bocca. Inesperta lasciavo a lui il compito di istruirmi, e ben presto divenni una bravissima succhiacazzi. Avevo anche imparato a bere la sua semenza, mi piaceva aveva un sapore agrodolce fantastico. Il massimo l'abbiamo fatto durante la gita scolastica. Ci siamo accordati con due amici nostri, lei e un suo amico dormivano nelle mia camera, mentre io andavo da lui. Mi feci sverginare. Fu dolcissimo, mi portò ad un livello tale di eccitazione che quando entrò dentro io ebbi solo un attimo di dolore che lo face fermare, ma fui io a insistere perchè continuasse. Mi fece godere tantissimo al punto che quando stava per venire lo volli in bocca, non volevo sprecare il suo piacere che aveva dalla prima scopata con me. Nei mesi successivi mi scopava tantissimo. Era stupendo, poi avvenne un fatto che mise tutto in discussione. Lui fu oggetto delle attenzioni di una ragazza che a lui però non piaceva, ma pure io non ero rimasta immune dalle occhiate che il nuovo collega di mio padre mi dava quando veniva a casa nostra. Il massimo fu quando prese una camera nell'appartamento vicino a noi. Mi ero invaghita di lui. Alto bello, forte con un aria da macho tremenda. Mi ritrovavo a desiderarlo con tutta me stessa e senza accorgermene trascurai Giorgio che non si capacitava del mio cambiamento. Lo lasciai con la scusa che si faceva l'altra pur sapendo che non era vero. Mentre io ogni giorno desideravo sempre l'altro. Un pomeriggio vado in casa sua e lo trovo che ha appena fatto la doccia. Bellissimo!
"Come devo fare per farti capire che mi sono innamorata dite?"
Lui mi guarda, mi sorride ironico.
"Io non vado con le ragazzine, mi piacciono le donne vere."
Colpita sul vivo lo ribatto sedendomi sul tavolo, e aprendo le gambe mettendo in mostra la mia fichetta nuda.
"Io sono una donna!! dai dimostrami che sei un uomo."
Lui vista la mia determinazione si avvicina, mi mette una mano direttamente sulla figa, e infila un dito dentro facendomi mugolare.
hummumum.... dai che ti voglioooo..
Sorride divertito.
"Sei solo una ragazzina un pò troia, e ce ne passa dall'essere una donna".
Mi sento sfidata, e lo provoco.
"Secondo me tu sei frocio! non sei capace di scoparmi."
La sua risposta arriva in fretta. Mi fa scendere, apre l'accappatoio e mi presenta davanti al viso una nerchia enorme, doppia di quella di Giorgio che non è certo messo male, anzi ben oltre la media, ma la sua era enorme.
"Succhia troietta!! Vediamo se ti riesce di ingoiarlo."
Lo spinge con forza dentro la mia bocca. Ho la sensazione di soffocare, tossico e ho coniati di vomito. Lui divertito mi ritira su, mi gira e mi mette stesa sul tavolo.
" Adesso ti faccio sentire cosa significa essere una donna."
Spennella la grossa cappella fra le pieghe della mia fica e poi di colpo lo infila deciso nel culo.
...hhhaaaaaiiii..nnnnoooo..fa…..maleee..nnnoooooo!!!..esciii fa maleee....mi spacchiiii…il culoooo..
Incurante delle mie proteste lui mi sfonda il culo senza pietà. Mi pompa a piacimento, mi sculaccia con forza mentre mi dice di tutto.
"Tieni troietta..senti come lo prende una donna..adesso che ti ho rotto il culo puoi dire di essere una donna.. ssii vacca ti sfondo il culo...
Mi pompa come un pazzo e poi improvvisamente mi inonda di sborra.
...aaasssiiiii..adesso goddoooo..oraaa...
Lo spinge tutto dentro, poi esce e mi prende per i capelli, mi costringe a inginocchiarmi davanti a lui e me lo infila in bocca.
"Lecca e pulisci zoccola rotta in culo..pulisci per bene e poi vattene."
Me ne vado sfondata e delusa, mi aspettavo amore e invece mi ha trattato come una puttana. Sentivo colare tutta la sua sborra dal culo e per tre giorni mi ha fatto male. La sera mio padre ci disse che avevano accettato il trasferimento alla Digos, e che ci saremmo trasferiti in un'altra città. Rimasi solo per il tempo degli esami, vidi Giorgio che era molto triste, ma non volevo ammettere di aver fatto una cazzata a lasciarlo per quello stronzo, così me ne andai cercando di dimenticarlo. Era stata una brutta parentesi della mia vita che volevo dimenticare in fretta. Nella nuova città presi l'abilitazione come esperta in contabilità e fui assunta dall'ospedale. Il mio lavoro era di supporto ad una donna anziana che gestiva tutta la contabilità dell’ospedale, e dopo un anno ero brava come lei e quando si ammalò fu naturale per tutti che io ne prendessi il suo posto che ricopro tuttora. Lo stesso periodo ho conosciuto Dario, un impiegato di banca. Più che conosciuto l'ho tamponato nel parcheggio dell'ospedale. Ci siamo messi a ridere e poi tutto è cominciato. Durante il viaggio di nozze sono rimasta incinta, e ora lui è assieme a mia figlia ai campionati di nuoto che si svolgono in un'altra città. Prendo il telefono e chiamo Giorgio.
"Ciao, sono Cristina, che impegni hai per la sera? ci vieni a cena con me? Perfetto dimmi dove alloggi e alle venti passo a prenderti."
Chiudo senza che lui abbia il, tempo di chiedere altro, sono confusa, e tanto indecisa sul da farsi. Lavoro il resto del giorno sempre con la testa altrove, poi vado a casa e mi infilo dentro la vasca idromassaggi, per distendermi e schiarire le mie idee.
Giorgio.
Dopo aver esposto le mie argomentazioni, lei con una mossa strategica ha voluto il mio numero, e adesso ho appena ricevuto una sua telefonata con la quale mi invita a cena. Passo il pomeriggio a girare per i vari studi dentistici miei clienti e verso le sei rientro nell'albergo. Passo al bar e mi prendo un aperitivo, rifletto su tutta questa storia. Ho mille domande, mille dubbi, e tanti motivi per lasciar perdere, ma bevo il mio aperitivo e salgo in camera. Mi spoglio e resto immobile sotto la doccia, i pensieri sono tanti e l'acqua non riesce a lavarli. Dopo un po esco, mi asciugo, guardo l'orologio, sono le sette e venti, chiamo casa. Devo far suonare molto il telefono e alla fine mi risponde mia moglie.
"Scusa ero sotto la doccia. "
Mi chiede le solite cose, parliamo del suo lavoro e mi passa mio figlio, sempre allegro che mi racconta che ha messo gli occhi su di una tipetta a scuola ma che lei fa la preziosa. Chiudo con un bacio e vedo che sono quasi le venti meno dieci, mi vesto e indosso l'impermeabile, scendo ed esco dall'albergo. Appena fuori mi sento sbattere da un vento freddo come i miei pensieri.
Cristina
Esco dalla vasca, mi asciugo e nuda vado in camera. Cerco cosa indossare, ma il telefono mi scuote, guardo è mio marito. Parliamo delle gare, di nostra figlia che è un vero delfino. Mi racconta che si è qualificata per le semifinali, e se andrà male tornano domani sera altrimenti se tutto va bene dovranno fare le finali il giorno dopo. Li ascolto mentre ho la mente da tutt’altra parte, poi gli mando i migliori in bocca al lupo e li saluto con un bacio. Guardo l'orologio e decido che è ora che mi vesta. Cerco cosa mettere. Seria e professionale, una brava donna o trasgressiva e troia? Ci penso un attimo e decido che la ragazza seria l'ha già vista, quindi questa sera troia! Per primo indosso delle calze velate nere autoreggenti, string molto esile, reggicalze nero, poi seleziono tre reggiseni, li scarto tutti. Opto per uno a balconcino. Voglio che siano spinti in fuori, non compressi in una coppa, poi la gonna. Ne scelgo una nera, lunga alla caviglia con un vertiginoso spacco laterale e sopra una camicetta bianca molto attillata che delinea meglio il mio seno. Stivaletti alla caviglie e labbra e unghie rosso fuoco. Completo il tutto con una pelliccia di visone ecologico. Mi guardo alla specchio e mi faccio da sola i complimenti.
"Sei molto bella, sembri una vera puttana d'alto bordo. Questa sera o lo ammazzi o ti ammazza lui."
Arrivo davanti al suo albergo, lui mi vede e mi chiede di andare con la sua vettura, ma io insito e lui sale, mi guarda ammirato, decisamente ha un bell'aspetto. Tutto il viaggio siamo rimasti in silenzio, mi aspettavo una sfilza di domande. Io pure ne ho per lui, ma nessuno dei due ha voluto parlare. Dopo venti minuti raggiungiamo un piccolo ristorante posto fuori città, sito su di una collina, IL SASSO DEL FALCO. È un locale molto esclusivo, entrando vediamo solo tre tavoli occupati, il primo ci sono tre uomini che mi divorano con lo sguardo, l'altro due donne una più giovane e l'altra le sta facendo delle carezze sul volto. Il terzo una coppia che dall'aspetto direi che stanno velatamente litigando. Ci sediamo di lato un po in disparte e fatte le ordinazioni io gli sorride e parto all'attacco.
"Ne è passato di tempo. Allora come te la passi? sei sposato? figli?"
Lui mi risponde pacatamente, sposato figlio, e se la passa bene e tu? chiede.
Resto sul vago, risposte banali e semplici che non stemperano il sottile nervosismo che serpeggia fra di noi.
Giorgio
La vedo arrivare, bellissima. Mi fa salire sulla sua auto, mentre guida sicura le si apre un po la gonna e mostra il pizzo delle calze. Mi giro verso il finestrino. Che faccio? Amo mia moglie, e che faccio ora qui? Ho mille dubbi e domande, ma nessuno dei due parla. Entriamo nel ristorante, c’è poca gente e solo il tavolo con tre uomini ci degna di una bella occhiata. Lei mi guarda, meccanicamente come me ordina del cibo, ma è palese il desiderio di parlare più che mangiare. Arrivano le pietanze, mi fa due semplici domande molto banali e scontate, replico ma ottengo e le stese risposte. Mangiamo un poco, con scarsa convinzione, la guardo dritta negli occhi.
“Andiamocene.”
Lei mi guarda e senza aggiungere altro si alza, e insieme ci dirigiamo fuori, entriamo in auto, nessuno dei due parla.
Mi giro la bacio con impeto e furore. Come se il tempo si fosse rimesso in moto all’istante. Lei risponde al bacio spingendo con impeto la sua lingua dentro la mia bocca. Limoniamo un poco, poi la guardo e le dico che la voglio. Non risponde accende l’auto e in assoluto silenzio si dirige verso casa sua. Una bella costruzione, con annesso garages che lei apre e ci entra con la vettura. Accediamo da un corridoio direttamente in casa. Appena dentro la stringo a me, la voglio. Lei mi spoglia con molta impazienza e nudi ci adagiamo su di un letto matrimoniale che credo sia il suo, mi stringe a se. La bacio, inizio dal viso e scendo lentamente giù fino al suo ventre, ne sento il profumo, il desiderio e lei si gira e con destrezza infila il mio cazzo tutto in bocca. Geme e succhia come una furia scatenata.
….daiii ti voglio!!!! Prendimiiiii…
Mi rigiro, mi distendo su di lei che apre le gambe per ricevermi meglio. Appoggio la bollente cappella fra le pieghe della sua succosa ostrica che non aspetta altro che di essere penetrata, ma io indugio e lei mi supplica.
Ddaaiiiii….scopammiiii….tivogliooooo…
Con un colpo deciso affondo tutto in lei.
….aahhahhh……ssisiiiiiiiiiiiiiii…. bellissimoooo…
Lo sento scivolare dentro fin quando non sbatto in fondo. Lei trema scossa da un improvviso orgasmo.
….sssssssssiii…..mi faiii…ssiiii..vengoooo!!...
Accidenti appena dentro le ho fatto subito raggiungere un orgasmo.
…sssiiii…… meravigliosooo….godoooo….ssiii…
Le lascio assaporare il suo piacere, poi lentamente mi muovo e incomincio a pomparla come si deve. Lei gode a ripetizione, mi spinge di lato e sale su di me. Si impala sul mio cazzo e lo pompa con impeto e passione. È un cavalcata tremenda e bellissima. Si scuote e sbatte la testa da ogni lato mentre gode a raffica. Sfinita si distende su di me.
..daaii… voglio il tuo piacere…dai sborrami dentrooo..looo vogliooo…oddiooo mi fai venire ancoraaaa…si daii…….vieniiiii….sssiii……
La metto di lato e la scopo con ancora più forza fin quando pure io sono all’apice del piacere e schizzo dentro di lei.
Eccoooommmiiiii…sborrrooooo!!!!Oraaaaaaaa…
Sfiniti, con il fiato corto la bacio. Lei piange, mi chiede scusa per tutto quello che mi ha fatto. Mi spiega il perché se ne andata. L’ascolto e in silenzio mi alzo e mi rivesto. Sono incazzato. Lei mi viene vicino.
“Capisco il tuo risentimento. Sono certa che mi merito tutto il tuo disprezzo, ma vorrei chiederti di riflettere su tutta la faccenda. Sono passati tanti anni, siamo cresciuti e adesso potremmo ancora passare dei momenti bellissimi insieme. Se per te non sono degna di tutto questo, se per te merito il tuo disprezzo, allora ti capisco. Mi rivesto e ti riporto al tuo albergo. La guardo. Nuda, bellissima, con i capelli spettinati, il viso triste con l’aria di che aspetta una sentenza che da quasi per scontata. Sento il mio cuore battere prepotentemente per lei. Allargo le braccia e lei ci si infila dentro, un attimo, asciugo le sue lacrime con tanti baci.
“Basta..hai ragione..basta farci del male. Non so come faremo in futuro, ma adesso ti voglio e non lascerò che tu te ne vada ancora.”
Sento prepotente la mia erezione crescere di nuovo, la metto sul letto e ricomincio a scoparla per tutta la notte. Solo all’alba il suono del mio cellulare mi desta, è mia moglie. Ci parlo e poi è lei che chiama suo marito. Entrambi abbiamo ascoltato in silenzio le conversazioni che abbiamo avuto con i nostri rispettivi consorti, ma nessuno dei due ha mostrato gelosie o altro, mentre scambiavamo i classici ..ti amo e baci, ecc. Poi mi sono vestito, sono scivolato silenziosamente fuori, ho preso un taxi sono tornato in albergo. Alle undici puntuale ero davanti al suo ufficio, ho concluso un prezioso affare e da allora ogni due settimane vado da lei. Ci incontriamo di nascosto, è un momento che lei definisce “la sua parentesi del cuore.” Quella che si concede con me che per ora mi accontento di tutto questo. Non abbiamo molte speranze per un futuro prossimo, al momento viviamo alla giornata fra una parentesi e l’altra ci sono le nostre rispettive vite. Per il momento va bene così.
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5 years ago
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Un cazzuto amico di chat
Avevo conosciuto Gio’ un pigro mattino d’estate gironzolando per una chat in cerca di un po’ di chiacchiere e di svago piccante. Era in una stanza dal nome “Cazzi grossi” che era tutto un programma… Entrai anche se la stanza era desolatamente vuota, con solo lui in evidente attesa di qualcosa e qualcuno di interessante. Mi salutò ed iniziammo a chattare, e con mio piacere constatai che non disegnava i culetti maschili, anche se li preferiva con contorno di lingerie. Gli chiesi come mai fosse solo, ottenendo come risposta un laconico ma significativo “ce l’ho troppo grosso”. Me lo mostrò per qualche minuto in cam, e capii cosa intendeva: era un arnese che, seppure non in piena erezione, appariva davvero enorme, di sicuro oltre i 20 centimetri come mi disse lui con orgoglio ma anche quasi con sconsolata rassegnazione, e soprattutto con una circonferenza esagerata. E’ per questo che, nonostante trovasse in continuazione ammiratori per il suo splendido arnese, non riusciva però a trovare culetti abbastanza coraggiosi da provarlo fino in fondo.
La cosa non mi meravigliava più di tanto, viste le generose dimensioni del suo uccello, ma allo stesso tempo mi intrigava e mi stimolava le fantasie più perverse. Che tali sembravano dover rimanere, vista la distanza che ci separava… Ci ritrovammo quindi più volte a chattare, con lui che mi raccontava i continui fallimenti che otteneva nel trovare qualcuno che prendesse il suo enorme arnese nel culo.
Il tutto con l’aggravante della sua voglia di scatenarsi in una inculata selvaggia, a cui la sua irrefrenabile voglia di scopare un culo irrimediabilmente lo portava, con l’ovvia conseguenza di far fuggire chiunque provasse a prenderlo. Lo convinsi a provare con più calma, ad iniziare piano per poi provare ad aumentare il ritmo una volta che la troia di turno avesse preso dimestichezza col suo arnese, ma il risultato non cambiava. Tutti i pochi coraggiosi arrivavano a prendere la cappella e poi desistevano. Ed io mi ritrovavo a fantasticare se al loro posto sarei mai stato capace di accoglierlo tutto. La risposta nelle mie fantasie era ovviamente sì, ed immaginavo Gio’ soddisfatto ad incularmi con tutta la foga di cui poteva essere capace. Ma tanto erano solo fantasie.
Finché un giorno accadde l’inaspettato: Gio’ sarebbe dovuto venire per lavoro a meno di 50km da me, e mi propose di raggiungerlo, almeno per far due chiacchiere e finalmente conoscerci.
Pur se titubante, accettai, prenotando una stanza nel suo stesso hotel. Ci incontrammo per cena, e chiacchierammo amabilmente, anche se traspariva in modo tangibile la voglia di entrambi di cercare di capire se potevo essere davvero io la troia che lui stava così inutilmente cercando. “Stanza 321, fra mezz’ora…” mi disse lui con un sorriso malizioso una volta pagato il conto.
Salii in camera, mi feci una doccia veloce, ed usai il mio fido dildo per preparare il culetto, allargandolo e facendolo rilassare: la sfida che mi attendeva era davvero impegnativa. Passata la mezz’ora, mi infilai una semplice tuta ed andai da lui: bussai quasi timidamente alla stanza 321. Dopo pochi secondi mi aprì la porta accogliendomi con un sorriso. Era in accappatoio, e mi invitò ad entrare. Nemmeno mi sedetti, un po’ timoroso e titubante su cosa fare. Una cosa era cenare e fare due chiacchiere piacevoli, una cosa era affrontare la bestia che aveva tra le gambe.
Ci pensò lui a togliermi dall’imbarazzo, prendendo un pacchettino dalla sua valigia e lanciandomelo. “Dai, metti queste” disse con voce che tradiva una voglia irrefrenabile. Andai in bagno e aprii il pacchettino. Conteneva un paio di calze autoreggenti velate bianche, con la parte superiore in cui abbondava il pizzo. Le infilai guardandomi allo specchio, ed in effetti vedendo il mio culo incorniciato da quelle calze mi sentii davvero una troia pronta a fare qualunque cosa per soddisfare il suo maschio.
Uscii dal bagno mostrandomi nudo a lui con solo le calze indosso: Gio’ era nudo sul letto che lentamente si masturbava, ed evidentemente già pregustava la mia apparizione, visto che il suo cazzo era già quasi in piena erezione. Svettava, grosso, largo, venoso, di dimensioni davvero fuori della norma. Il solo pensare di prendere quell’enorme tronco di carne nel culo mi faceva rabbrividire, ma di piacere.
Gio’ si spostò mettendosi a sedere sul bordo del letto, con le gambe aperte. Con una mano teneva dritto il suo enorme uccello, muovendolo lentamente come per invogliarmi. Io lo guardavo come ipnotizzato quel grosso arnese ondeggiare, fremendo dalla voglia ma paralizzato al tempo stesso. “Dai, vieni… assaggialo… non morde mica sai?” sussurrò Gio’ che evidentemente stava anche lui morendo dalla voglia di capire quanto sarei potuto essere la troia che voleva.
Mi ritrovai inginocchiato fra le sue gambe, col suo cazzo che continuava ad ondeggiare invitante a pochi centimetri dal mio viso, emanando un eccitante profumo di maschio eccitato. Tirai fuori la lingua ed iniziai a leccarlo partendo dallo scroto e risalii lentamente su lungo il tronco che sembrava non finire mai, fino ad arrivare alla grossa cappella, che slinguai tutto intorno. Indugiai sulla punta e, guardando Gio’ dritto negli occhi, dischiusi le labbra accogliendo il glande nella mia bocca affamata.
Iniziai a succhiare lentamente, e mentre le mie labbra scorrevano lungo quel grosso tronco, lui lasciò il cazzo che io prontamente afferrai con entrambe le mani. Le mani scorrevano all’unisono con la bocca, avvolgendo quello splendido esemplare di cazzo. Lo spompinavo con foga, e ogni tanto interrompevo i movimenti frenetici per cercare di prenderne in bocca il più possibile, ma senza mai riuscire ad andare oltre la metà. Sentivo il cazzo durissimo fra le mie dita e fra le mie labbra, scorrermi sulla lingua fino all’inizio della gola, riempiendomi la bocca di carne bollente.
Il mio pompino appassionato non fece altro che portare l’eccitazione di Gio’ al livello di guardia, tanto che, ormai infoiato come un toro, si alzò in piedi senza alcun preavviso, e il cazzo scivolò fuori dalla mia bocca. Mi ritrovai Gio’ in piedi davanti a me, e il suo enorme cazzo ancora una volta davanti al viso che oscillava invitante. Lo afferrò e me lo sbatté più volte sul viso schiaffeggiandomi, mi afferrò la testa avvicinandola al suo cazzo e mi ordinò di aprire la bocca. Mi infilò il cazzo fra le labbra senza tanti complimenti e, continuando a tenermi la testa con una mano, iniziò a scoparmi la bocca. Il cazzo scorreva veloce fra le mie labbra arrivandomi quasi in gola, mentre io afferrai il bacino di Gio’ per cercare di frenarne l’impeto. Per tutta risposta lui mi prese la testa con entrambe le mani e accelerò fottendomi la bocca infoiato all’inverosimile. Rivoli di saliva mi colavano dalla bocca e lungo il suo cazzo, bagnandomi il mento e il petto. Sfilò il cazzo dalla mia bocca, fradicio e lucido di saliva, mentre io rimasi ansimante con la bocca spalancata a guardarlo. Guardò compiaciuto l’abbondante saliva che bagnava il suo grosso uccello per poi infilarmelo ancora con foga fra le labbra, ricominciando a scoparmi la bocca.
Lo sfilò e rinfilò nella mia bocca più volte, ogni volta con abbondante saliva che colava ovunque, e ogni volta riprendeva a fottermi la bocca con la stessa voglia e la stessa foga. Finché non mi prese per un braccio facendomi alzare e mi spinse sul letto facendomi mettere a pecora: in questo modo potevo finalmente offrirgli ciò che ormai smaniava possedere, ovvero il mio culo. Gio’ si mise in ginocchio dietro di me, ed iniziò a strofinare il grosso cazzo grondante saliva fra le mie natiche contro il buchetto fremente di voglia, bagnandolo abbondantemente.
“Adesso te lo sfondo questo bel culetto” sussurrò con voce carica di eccitazione. Puntò la grossa cappella sul mio buchetto ed iniziò a spingere: il lavoro preparatorio con il dildo era stato opportuno, perché mentre la punta del suo cazzo iniziava a farsi strada io sentii il culo aprirsi e tendersi all’inverosimile. “Piano Gio’… fai piano… è… enorme…” lo supplicai. Nonostante fosse infoiato in modo incredibile continuò a spingere lentamente, senza lasciarsi andare alla tentazione di iniziare a spingere come un toro. Il suo cazzo sembrava non finire mai, ed io sentivo il culo che faceva fatica ad accogliere quell’enorme uccello, strappandomi gemiti di piacere, ma anche togliendomi il fiato per quanto mi stava allargando.
“Bravo… così… prendilo… sta entrando tutto… ecco un culo come dico io…” ansimava lui finalmente alle prese con un culo capace di avere il coraggio per provare ad accogliere il suo colossale cazzo. “Oh sì Gio’… bravo, così…. Lentamente… vedrai che entra…” gli sussurravo per guidarlo e per spingerlo a proseguire con la dovuta delicatezza, necessaria ad evitare che cedesse e iniziasse a spingere come un forsennato, rovinando tutto. Lentamente, centimetro dopo centimetro, con una grande ed inaspettata pazienza, Gio’ mi piantò nel culo il suo cazzone. “Finalmente…” gemette mentre teneva il suo cazzo immobile ben piantato a fondo nel mio culo, e con le mani iniziava a massaggiarmi ed impastarmi i glutei “Finalmente un culo da vera troia…”. Girai la testa, e vidi che guardava estasiato il suo cazzo che era infilato fino in fondo al centro del mio culo, quasi incredulo di poter avere finalmente un culo per sé e per le sue voglie da tanto tempo frustrate.
“Oh Gio’ hai un cazzo fantastico” gli sussurrai con voce piena di voglia, svegliandolo da quella specie di trance. “Dai, inizia a muoverti… vedrai che sarà ancora meglio” aggiunsi sorridendo e leccandomi le labbra. Giò sorrise, e, tenendomi saldamente per i fianchi, iniziò lentamente a muovere indietro e avanti il bacino, con il suo uccello che così completava la sua opera, finendo di aprirmi il culo che ad ogni affondo era sempre più cedevole ed accogliente. “Bravo… così… mmmm…. mi piace da impazzire…” mugolavo mentre il suo cazzo scorreva sempre lentamente ma più deciso fra le mie chiappe.
Lentamente ma inesorabilmente Gio’ iniziò a spingere di più, facendo scorrere il suo cazzo con più energia e sempre maggior velocità. “Che culo… che culo…” continuava a ripetere, mentre sentivo il suo grosso cazzo spingere sempre di più e più a fondo. Ogni affondo mi strappava un mugolìo, e la cosa non faceva altro che aizzare Gio’ che ad ogni colpo aveva sempre più la certezza di aver finalmente trovato la troia che aveva tanto cercato. Ed ogni suo colpo era sempre più profondo, sempre più veloce, sempre più deciso. E il mio culo sempre più aperto ed accogliente.
Il ritmo stava diventando sempre più sostenuto, ed io sentivo il suo grosso cazzo affondare con sempre maggior facilità nel mio culo, sempre più dilatato. Gio’ ormai stava perdendo ogni remora sentendo il mio buchetto ormai remissivo e sentendomi mugolare di piacere ad ogni sua spinta, per cui mi prese saldamente per i fianchi ed aumentò ancora la profondità e la potenza delle spinte. Mi sentii quasi schiacciato contro la spalliera del letto, mentre lui spingeva con sempre maggior forza, incitandomi con voce roca: “prendilo troia… così così… prendilo tutto… te lo spacco questo culo da troia!”. “Così… bravo… spingi Gio’… spingi…” lo incitavo, sapendo che così sarebbe diventato un vero toro “spaccami il culo… spaccamelo come piace a te…”. Le sue voglie da toro erano ormai inarrestabili e senza freni, e dava spinte profonde e potenti, ad un ritmo forsennato, entrando con prepotenza nel mio culo ormai arresosi alla sua devastante foga.
Ad un trattò sfilò il cazzo dal culo, che rimase spalancato davanti a lui. “Cazzo che culo che hai… proprio come piace a me… sembra fatto apposta per il mio cazzo” disse con un filo di voce contemplando la voragine che aveva davanti. “E il tuo cazzo è quello che ci vuole per il mio culo affamato” gli sussurrai guardandolo “adoro come me lo scopi…”. Gio’ non mi fece nemmeno finire la frase e mi rimise nel culo il suo enorme arnese con un’unica, decisa spinta, talmente forte da togliermi il fiato. “E’ tutto per te troia… tutto per il tuo culo…” disse ricominciando a pomparmelo nel culo come un toro. Si sistemò meglio, mettendo i piedi all’altezza del mio bacino e sollevando il suo, in modo da trovarsi sopra di me. Le mie spalle ed il mio viso erano contro il materasso, ed il mio culo proteso verso l’alto ad contrastare le spinte del mio stallone: in questo modo, tenendomi per il glutei, mi inculava dall’alto vero il basso, schiacciandomi al letto. Con la testa piegata guardai all’indietro, e vidi nello specchio ai piedi del letto Gio’ che mi sovrastava, ed il suo grosso cazzo che mi affondava senza pietà nel culo.
Mi inculò con foga, con spinte profonde e potenti, per un tempo che mi sembrò infinito, finché non mi pianto il suo grosso cazzo a fondo nel culo e mi sussurrò all’orecchio “ti piace il mio cazzone nel culo, vero troia?”. “Mi piace da impazzire” ansimai “e adoro come mi inculi…”. “Troia!” mi disse sfilando all’improvviso il suo cazzo e spingendomi in avanti, quasi sbattendomi contro la spalliera di legno del letto. Con movimenti decisi mi fece mettere a pancia in su, mi prese le gambe, le sollevò e le piegò, tenendomele premute contro il petto. Il mio bacino si sollevò, e Gio’ mi affondò deciso nel culo il suo splendido tronco di carne, ricominciando a fottermi con vigore. Così immobilizzato non potevo far nulla, se non godere delle forti sensazioni che quel palo di carne mi dava nel penetrarmi con forza. Afferrai allora Gio’ per i glutei ed iniziai ad accompagnare i suoi movimenti, sentendolo contrarre i muscoli ad ogni affondo. Ma dopo un po’ più che accompagnarlo iniziai a tirarlo a me, cercando di fare in modo che spingesse con più forza e più a fondo il suo cazzo di marmo nel mio culo.
Il ritmo diventò forsennato, e Gio’ non resistette a lungo: con un balzo sfilò il cazzo dal mio culo e si mise su di me, che rimasi bloccato con le gambe spalancate bloccate dalle sue e il suo cazzo a pochi centimetri dal mio viso. Gio’ si segava a gran velocità, e dopo pochi secondi con un gemito iniziò a schizzare densi fiotti di sborra sul mio viso. “Troiaaaaaaaaa!” rantolò mentre i primi schizzi mi bagnavano il viso, le guance e le labbra, colandomi sulla pelle. A bocca spalancata cercavo di placare la mia sete di sperma, mentre lui continuava a menarselo e a schizzare senza curarsi di dove i densi fiotti andassero a finire. Fu così che al termine dell’ondata di piena mi ritrovai con il suo sapore in gola, ma anche con il viso, il collo ed i capelli bagnati dai suoi schizzi.
Avanzò ancora spingendo il bacino in avanti, e mi infilò fra le labbra la grossa cappella che ancora pulsava per l’orgasmo. Io feci l’unica cosa che c’era da fare, ovvero succhiarla per ripulirla da ogni goccia di sperma e per assaporare il frutto di quella entusiasmante cavalcata. “Bravo… pulisci tutto… succhia…” ansimava lui riprendendo fiato “sei proprio una gran troia…”. Mi piaceva sentirmi chiamare troia, mentre col suo cazzo nella mia bocca gli accarezzavo i glutei spingendolo ad affondare di più il cazzo fra le mie labbra. Un cazzo che non sembrava avere la minima intenzione di ammosciarsi, e che Gio’ iniziò a muovere lentamente avanti e indietro fra le mie labbra, duro come il marmo.
Lo sfilò dalla mia bocca, iniziando a passarmelo sul viso, facendomi sentire la sua pelle di seta sulle guance e sulle labbra. “Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese sorridendomi “Da impazzire” risposi. Gio iniziò a darmi dei colpetti col cazzo sul viso, prima sulle labbra, poi più decisi sulle guance. “E sai cosa si merita un troietta come te?” chiese con la voce rotta dalla voglia. “Cosa…” chiesi io con altrettanta voglia, mentre lui ormai quasi mi schiaffeggiava con il suo cazzo durissimo. “Questo…” disse mentre con una mossa fulminea si rimetteva indietro col bacino e mi infilava il cazzo nel mio culo già provato dalla monta da poco conclusa.
Ricominciò a sfondarmi il culo con foga, con colpi profondi e vigorosi, strappandomi rantoli di piacere intenso, dimostrando che nonostante la sborrata la sua voglia e il suo vigore erano intatti, segno di un desiderio represso da tanto di avere un culo a sua completa disposizione. E io ero ciò che aveva da tanto desiderato, una troia che non voleva altro che avere il suo grosso cazzo dentro di sé. “Così… bravo… inculami… incula la tua troia…” lo incitavo ansimando mentre il suo cazzo continuava senza pietà a distruggermi il culo. “E allora fammi vedere quanto sei troia… fammi vedere quanto ti piace nel culo…” disse ad un certo punto sfilandomelo dal culo e sdraiandosi sul letto, col bacino sul bordo ed i piedi poggiati per terra.
Salii su di lui, dandogli le spalle, e abbassando il bacino mi ritrovai con il suo cazzo fra le mie natiche, che premeva sul buchetto ormai aperto. Abbassandomi mi impalai sul suo cazzone, che mi scivolò nel culo con relativa facilità. Mi assestai per bene con quel grosso arnese del culo, per poi sollevare i piedi e metterli sul bordo del letto. In questo modo, appoggiandomi con le mani al suo torace, potei spingere e sollevare il bacino, iniziando un su e giù perverso su quell’enorme attrezzo di piacere. Gio’ mi teneva per il culo, accompagnando i miei movimenti e aiutandomi a sollevare ed abbassare il bacino ad un ritmo che man mano aumentava all’aumentare della mia voglia. “Così, troia… impalati…” mi incitava mentre il mio culo ingoiava con naturalezza il suo tronco di carne.
Il porco non aveva scelto a caso il lato del letto su cui iniziare quella cavalcata. Davanti a me c’era un grande specchio, nel quale mi sembrava di vedere una scena di un film porno: mi vedevo in autoreggenti impalarmi con gusto, con la faccia ancora bagnata dal suo sperma, mentre il suo cazzo spariva con facilità nel mio culo affamato. Mi sentivo una vera troia, mentre muovevo il culo su e giù su quel cazzo equino che ormai aveva reso il mio culo un’autostrada, impalandomi con foga. Ma a Gio’ piaceva controllare tutto, e iniziò a spingere in alto col bacino, dapprima per venirmi incontro quando mi abbassavo e penetrarmi con più profondità e decisione, per poi aumentare ancora una volta il ritmo.
Mi ritrovai fermo col bacino sollevato, mentre lui spingeva verso l’alto dando colpi potenti con sempre maggior velocità. Vedevo nello specchio il suo cazzo scoparmi con una velocità incredibile, che non credevo possibile quando all’inizio della serata avevo finalmente messo le mani e la bocca su quell’enorme arnese. E invece lo vedevo nello specchio e soprattutto lo prendevo nel culo con una naturalezza che evidentemente aveva reso reali i sogni del porco che continuava senza sosta a incularmi con foga e veemenza.
“Sì, sei proprio una grandissima troia!” disse piantandomelo a fondo nel culo. Senza togliermelo dal culo mi sollevò e mi spinse contro il tavolo, e mi ritrovai in piedi con le mani appoggiate al tavolo e lui dietro di me, sempre ben piantato nel mio culo. Mi fece sollevare una gamba facendomi poggiare il piede sulla sedia, e poi ricominciò a incularmi come un toro infoiato. Mi teneva stretto per i fianchi mentre affondava con forza nel mio culo, ed io dovetti ancora una volta fronteggiare la veemenza delle sue spinte. Mi inculò per un minuto buono ad una velocità pazzesca, raggiungendo un secondo orgasmo che si preannunciava abbondante come il primo. Sfilò il cazzo e mi diede una sonora sculacciata. “Inginocchiati troia” mi ordinò. In un attimo fui in ginocchio davanti a lui che si stringeva forte il cazzo pronto ad esplodere: un attimo dopo prese a menarselo furiosamente iniziando a schizzare come una fontana. “Sborroooooooooo!” rantolò mentre il primo schizzo mi colpì il viso, seguito da altri bollenti e densi. Continuando a ripetere quanto fossi troia svuotò ancora una volta i coglioni sul mio viso, le mie labbra e la mia bocca, per poi lasciandosi andare all’indietro sedendosi sfinito sul letto.
Mi guardò sorridendo mentre il suo sperma ancora mi colava sulle guance e mi disse: “Finalmente ho trovato la mia troia… credo che dovrò venire più spesso da queste parti…”
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5 years ago
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Un capodanno noioso
Non so come fossi finito a quella noiosa festa per l’ultimo dell’anno. Un grande locale per varia umanità, come famiglie che non avevano voglia di mettere a soqquadro la propria casa, gente a caccia di chissà che cosa, e gente annoiata che non era riuscita a trovare di meglio.
Io appartenevo a quest’ultima categoria, visto che la mia serata organizzata a casa di amici era saltata per degli impegni di lavoro che mi avevano trattenuto in città. E così ero lì, da solo e annoiato, con giacca e cravatta d’ordinanza, a guardarmi intorno e a scrutare gente che cercava di divertirsi per forza, gente che faceva finta di divertirsi, e gente che nemmeno aveva più voglia di fare finta.
Ad un certo punto notai un ragazzo alto, moro, che aveva anche lui l’aria di quello capitato lì per sbaglio. Con un bicchiere in mano si guardava intorno con aria annoiata, quasi cercasse dove fosse l’uscita per potersene andare, più che per guardare la gente attorno a sé. Andai a riempirmi il bicchiere con dell’altro vino, pensando che non avrei dovuto esagerare perché poi avrei dovuto guidare fino a casa.
Mentre versavo il vino sentii una voce dietro di me: “Magnifica festa, vero?”. Mi girai e mi ritrovai davanti il ragazzo moro che avevo notato prima…. Più che sorridere quasi rideva, sapendo di aver detto qualcosa di profondamente falso. “Ho visto che anche tu ti stai divertendo da morire qui”. “Si vede proprio tanto vero?” risposi ridendo, “forse era meglio rimanersene a casa…”. “Sì, forse sì” disse lui, “ma almeno qui c’è la speranza di annoiarsi inseme… Piacere, mi chiamo Andrea, ma tutti mi chiamano Andy”. “Piacere Andy, io sono Alex, e sono pronto a divedere la mia noia con te”.
Andy si mise a ridere mentre io lo guardavo… Era alto più di me, fisico tonico ma non palestrato, o almeno così sembrava sotto la giacca, sulla trentina, e con un paio di occhi vispi e maliziosi.
“In effetti la tua idea di rimanersene a casa non era davvero male” disse Andy “Io abito a 5 minuti a piedi da qui… Se ti va dividiamo la noia, un po’ di spumante, e forse anche qualche sfizio da mangiare”. Non ci pensai su molto, sia perché la noia quella festa non avrebbe mai mantenuto promesse che nemmeno aveva fatto, e sia perché Andy era simpatico e almeno ci saremmo fatti quattro risate in santa pace senza tutta quell’inutile confusione… “Mi sembra un’idea fantastica” risposi “Fuggiamo prima che arrivi mezzanotte e il solito trenino con musica brasiliana ci travolga!”.
Ridendo recuperammo i nostri cappotti e sempre ridendo arrivammo a casa di Andy dopo una breve camminata. Mi fece entrare nella sua abitazione, piccola ma accogliente, offrendomi un posto sul divano del salottino dopo avermi requisito il cappotto. Sparì per poco nella camera da letto per posare i cappotti e poi andò in cucina a prendere del vino. “Secondo me così va molto meglio” disse levandosi anche la giacca e liberandosi della cravatta e del suo nodo scomodo. Feci lo stesso, mentre si rideva e si scherzava come vecchi amici, mentre invece il nostro incontro era recentissimo, ma almeno sembrava aver salvato un ultimo dell’anno destinato alla noia per entrambi. Il vino aveva scaldato anche l’ambiente freddo di dicembre, anche se la casa piccola e accogliente di Andy era già molto calda di suo.
Mancava ormai poco a mezzanotte, e con la televisione senza audio che faceva da sfondo come un quadro animato, tanto per tenere sott’occhio l’ora, io e Andy chiacchieravamo contenti per la serata che sembrava ormai salva. “Meno male che siamo scappati da quella festa... Pensa a tutta quella gente che si sta annoiando e per di più in giacca e cravatta… Almeno qui possiamo stare comodi” dissi. “Infatti… io poi sopporto poco i vestiti ingessati, preferisco stare comodo e in libertà” rispose. “Beh, allora fai come se fossi a casa tua” dissi con una battuta più che scontata.
“Beh allora la tenuta non sarebbe proprio elegante” rispose Andy “di solito giro in mutande” aggiunse ridendo.”Oh beh... visto che è l'ultimo dell'anno... l'importante è che siano rosse” dissi ridendo. “Accidenti, sono nere” ammise lui “E le tue?” mi chiese. “Le mie? io nemmeno le ho... Però ho le calze rosse, vedi?” dissi ridendo e mostrandogli le mie calze. Scoppiò a ridere e mi chiese se davvero non le portassi, e visto che continuava a non crederci mi alzai in piedi, mi slacciai i pantaloni dandogli le spalle, e li abbassai mostrando una natica inequivocabilmente senza traccia di biancheria intima. “Convinto?” dissi sorridendo. “Questa cosa merita un brindisi” disse lui prendendo la bottiglia e riempiendo i bicchieri. “Ogni scusa è buona per brindare, eh?” dissi sorridendo. “Beh è l'ultimo dell'anno” disse Andy e proponendo un brindisi. “Alle tue mutande inesistenti allora!”. “Alle mie non mutande” brindai io. Bevemmo e poi brindammo ancora al nostro incontro che in qualche modo ci aveva salvato da quella festa.
“Mi è venuto un po’ caldo con questi brindisi” dichiarò Andy sbuffando e sbottonandosi la camicia fino a metà.
“In effetti fa un po' caldo” dissi io “Però è piacevole… Pensa che alla festa avresti ancora la cravatta” aggiunsi quasi come fosse una minaccia.
“Aiuto... meglio nudi piuttosto” disse Andy.
“Ah potendo scegliere certo” convenni io “Ma alla festa però sarebbe stato un po' sconveniente” aggiunsi ridendo.
“Là si...qui no però...” disse lui. “Beh, sei a casa tua... puoi fare come ti pare, no?” gli dissi sorridendo.
“Sai che ti dico...” disse Andy dopo averci pensato qualche secondo “Via l'anno vecchio, vestiti compresi!”. Si levò la camicia e poi si sfilò i pantaloni gettandoli qualche metro più in là, rimanendo seduto sul divano con i soli boxer neri. “Viva l’anno nuovo!” disse trionfante.
“E’ vero... non sono rossi” dissi ridendo e guardando i suoi boxer. “No... ma sono più belli i tuoi” disse lui ridendo, ma con uno sguardo pieno di malizia. Ma per non essere da meno mi levai la camicia e le scarpe… Poi mi alzai con un allegro “Ma sì, viva l’anno nuovo” e mi sfilai i pantaloni, restando nudo e mostrando ad Andy il mio culetto. Notai che il suo sguardo indugiava parecchio sul mio culetto nudo, per cui gli dissi ridendo “Guarda che anche tu puoi avere delle mutande così, sai?”. “Non so se mi starebbero bene” disse Andy, “A te stanno meravigliosamente”.
“Beh allora vediamo come ti stanno... levati quei boxer no?” dissi sorridendo e con dentro un’eccitante curiosità di vederlo nudo, curiosità alimentata anche dal vino che avevamo bevuto... “Ok... ecco fatto” disse lui sfilandosi i boxer e liberando il suo cazzo moscio ma comunque di dimensioni interessanti.
“Come mi stanno?” mi chiese sorridendo, mentre il mio sguardo era attirato dal suo pube depilato e dal suo uccello che suscitava in me uno strano e perverso interesse. “Secondo me ti stanno benissimo” dissi con un tono che mi parve un po’ troppo serio. “Certo io e te alla festa così davvero non potevamo rimanerci” dissi subito dopo ridendo per cercare di non far notare quanto fossi ipnotizzato da quel pezzo di carne che faceva bella mostra di sé fra le sue cosce. “Credo che questi ti stiano molto meglio dei boxer” azzardai “e secondo me sono molto più comodi no?” dissi sorridendo.
“Di sicuro” rispose Andy “Ma bisogna fare attenzione a non eccitarsi però” aggiunse ridendo.
“Beh, con tutto questo spumante...” dissi io ridendo “potrebbe non essere sempre facile”.
“A proposito... non manca molto a mezzanotte.... Converrà preparare una bottiglia per il brindisi, no?” aggiunsi.
“Già, hai ragione…” disse Andy guardando l’orologio “Dunque vediamo… hai preferenze?” mi chiese. “Direi di no... Tu?” dissi io. “Ne avrei una buonissima, ma è un po’ calda però” disse Andy.
“Beh... non vorrei tu la sprecassi con me però... magari la vuoi conservare per un'occasione speciale...” gli dissi. “Ma non sarebbe affatto sprecata” disse sorridendo. “E poi questa non è un’occasione speciale?” aggiunse, mentre il suo sorriso si faceva malizioso.
“In effetti... è l'ultimo dell'anno!” dissi mentre vedevo che Andy si accarezzava il cazzo come fosse il gesto più naturale del mondo in quel momento. “Allora... vada per la bottiglia... speciale...” dissi accettando la sua offerta “E visto che è quasi mezzanotte forse sarà il caso di prenderla”. “Hai ragione” disse lui “vado a prenderla”.
Andy sparì in cucina mentre io rimasi ad aspettarlo sul divano, ripensando al suo gesto di accarezzarsi il cazzo e al suo sguardo malizioso, che avevano suscitato in me una strana eccitazione. Dopo poco Andy tornò, con le mani vuote ma con il cazzo duro e scappellato, che in dimensioni superava abbondantemente le promesse che aveva fatto quando era moscio. La mia attenzione era catturata da quel grosso arnese, e lo seguii con lo sguardo mentre Andy venne a piazzarsi in piedi davanti al divano. “Come ti ho detto è calda, però ti assicuro che è speciale” disse Andy con quel sorriso che ormai più che malizioso era diventato porcello.
Il suo cazzo era davanti a me, grosso e venoso, con la cappella turgida e lucida che mi faceva sentire dentro una voglia di assaggiarla a cui ormai sapevo che non avrei saputo resistere. “Una bottiglia speciale davvero... di carne?” dissi sorridendo e senza nessuna voglia di resistere a quell’inaspettata offerta di un fine anno diverso. “E’d'annata…” disse Andy con voce che tradiva l’eccitazione. “Sarà anche calda...” dissi altrettanto eccitato “ma ha un aspetto davvero invitante... Una bella bottiglia in formato magnum…”. “E hai visto che tappo?” disse lui spingendo in avanti il bacino e facendo oscillare il suo grosso uccello davanti a me. “Mmmmmm.... sai... in questo caso... se sa di tappo... secondo me è anche meglio” dissi sorridendo mentre afferravo il grosso cazzo ed iniziavo a baciargli il glande gonfio di voglia.
“Bravo, assaggialo” disse Andy con la voce sempre più eccitata, mentre prendevo in bocca la sua turgida cappella dopo averla bagnata per bene con lunghe leccate. Il sapore del suo grosso cazzo mi riempiva sempre più la bocca, e più si spandeva nella mia gola, più succhiavo e leccavo con maggior convinzione. “Mmmmm… Allora ti piace proprio la mia bottiglia speciale, eh?” disse Andy sempre più infoiato. Incrociò il mio sguardo carico di voglia, che inequivocabilmente gli fece capire che il suo cazzo mi piaceva da impazzire: mi mise allora le mani sulla testa ed iniziò a muovere il bacino scopandomi la bocca. Io lasciai il suo cazzo, afferrando i suoi glutei accompagnando il movimento del suo bacino, con il grosso pezzo di carne che mi scorreva lentamente in bocca, facendomi impazzire dalla voglia sentendolo strofinarsi fra le mie labbra e sulla mia lingua. Al crescere dell’eccitazione, Andy aumentava il ritmo del suo avanti e indietro, mentre io avvolgevo con le mie labbra vogliose il suo cazzo sempre più grosso e duro, lasciando che mi scopasse la bocca a suo piacimento, e gustandomi il sapore di stallone in calore che mi mandava in estasi.
Andy mi scopò la bocca per lunghi eccitanti minuti, mentre la mezzanotte ormai era sempre più vicina. Poi lo sfilò, lasciandomi a bocca spalancata a guardare il suo grosso cazzo fradicio di saliva. Sempre tenendomi la testa con la mani, iniziò a muovere il bacino a destra e a sinistra, facendo oscillare il suo cazzo e sbattendomelo in faccia e sulla lingua protesa. “E’ davvero buono…” dissi pieno di voglia e leccandomi le labbra. “Allora mangialo… mangiamelo tutto” disse infoiato Andy infilandomi ancora fra le labbra il suo grosso cazzo e riprendendo a scoparmi la gola con decisione. Il cazzo mi scorreva in bocca deciso e veloce, arrivandomi quasi in gola e facendo aumentare a dismisura la mia voglia, facendomi sentire sempre di più una puttana pronta a farlo godere. Rivoli di saliva mi scendevano dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo, ormai fradicio, affondava nella mia bocca a un ritmo indiavolato.
“Si vede proprio che la mia bottiglia ti piace…” disse Andy sfilandomi il cazzo dalla bocca e guardandomi infoiatissimo. “Oh sì… è buonissima… hai avuto un’idea splendida…” risposi. “Certo però che mezzanotte è molto vicina” dissi guardando un orologio su un mobile “è quasi ora di stapparla non credi?” aggiunsi eccitatissimo guardando la grossa cappella a pochi centimetri dalla mia bocca. “Mmmmm… hai proprio ragione” disse Andy “Vuoi vedere come salta il tappo?” aggiunse prendendosi il cazzo con una mano e scuotendolo, facendo ondeggiare la grossa cappella davanti al mio viso. “Oh sì, fammi vedere come salta il tappo, ti prego” dissi pieno di voglia mentre Andy iniziava strofinarmi il grosso uccello sul viso. “Mmmmm… è una bottiglia davvero speciale…” dissi, “e deve contenere un nettare meraviglioso”. “E’ tutto da bere, sai?” disse lui “E sono convinto che ti piacerà da impazzire… secondo me hai tutte le doti di un vero intenditore…”. “Ho proprio voglia di brindare sai? Ormai manca meno di un minuto…” dissi eccitatissimo.
“E allora dai… agita per bene la bottiglia… come ad una premiazione” mi ordinò Andy con un sorriso perverso sul viso. Afferrai il suo cazzo, sentendolo di marmo nella mia mano, e iniziai a segarlo dapprima lentamente, e poi sempre più veloce man mano che la mezzanotte si avvicina. Con l’altra mano gli accarezzavo i coglioni gonfi di nettare, mentre fuori si sentiva la gente che faceva eco alla televisione, scandendo il conto alla rovescia. “10! 9!” urlavano in tv, mentre io davo affondi decisi con la mano, segando il suo cazzone al ritmo del conto alla rovescia. “8! 7!”. Ogni secondo un affondo, e ad ogni affondo il suo cazzo sempre più duro e turgido. “6! 5!” E ogni volta che la mano affondava alla radice, la cappella si inturgidiva, e io la slinguavo voglioso, mentre Andy ansimava sempre più forte e il suo corpo era percorso da fremiti sempre più intensi. “4! 3! 2!” e la mia mano iniziò a segare furiosamente il grosso cazzo di Andy sempre più vicino all’orgasmo, con la cappella sempre più gonfia e tesa allo spasimo. Lo guardavo dal basso a bocca spalancata, mentre la mezzanotte scoccò... “1! Auguriiiii!” e il primo schizzo, denso, violento, improvviso mi colpì il viso.
Continuavo a menarlo con forza, sentendo ritmicamente nella mano il suo cazzo pulsare e guardandolo schizzare ad ogni contrazione un abbondante fiotto di sperma rovente. “Sborrooooooooo!!” quasi urlò Andy, mentre fuori la guerra assordante dei botti di fine anno la faceva da padrona: fuochi d’artificio fuori e fuochi d’artificio nel piccolo salottino.
Dopo i primi tre o quattro schizzi abbondanti presi in bocca il cazzo che sembrava non dover smettere mai di inondarmi di bianco nettare, tanto che mentre sentivo colarmi sul viso lo sperma, sentivo ancora altre raffiche bollenti riempirmi rapidamente la bocca. Iniziai ad ingoiare voluttuosamente la sborra che mi stava schizzando in gola, assaporandola sempre più eccitato ed in balìa di quella situazione che mi spingeva sempre di più a comportarmi da troia.
Dopo che la piena fu passata, continuai a succhiare e a menargli il cazzo che nonostante l’abbondante sborrata non sembrava accennare ad ammosciarsi. Andy me lo sfilò dalla bocca, iniziando a strofinarmi la cappella sul viso, spalmandomi l’abbondante sperma che aveva schizzato. Rimasi con la bocca spalancata a guardarlo dal basso, mentre iniziò a sbattermi il cazzo ripetutamente sul viso e sulla lingua, facendo schizzare qua e là gocce di sborra. Me lo rimise in bocca per farselo ripulire, ed io presi a succhiarlo con forza, gustando ancora il suo splendido cazzo intriso di sperma. Lo ripulii per bene, e lo feci uscire dalla bocca lucido di saliva, ma senza la minima traccia di sborra. Gli baciai la cappella, la slinguai lentamente. “Mmmmm... avevi ragione... è una bottiglia davvero speciale...”, dissi eccitatissimo mentre gli menavo lentamente il cazzo ancora duro.
“E tu l'hai stappata benissimo, bravo” disse Andy riprendendo fiato. “E’ stato un vero piacere... anzi, un godimento direi” gli risposi sorridendo, con la cappella profumata a pochi centimetri dalla mia bocca. “Gli altri avranno stappato semplici bottiglie di spumante, io invece... una bella bottiglia piena di sperma...” dissi. “Certo, hai ragione... è un po' calda ma... credo che sia molto più buona bollente” aggiunsi. Intanto fuori i fuochi d'artificio erano ormai calati di intensità, ma dentro il salottino di Andy l’eccitazione non accennava a diminuire. Diedi un'altra succhiata profonda al cazzone di Andy, che se lo faceva succhiare soddisfatto guardandomi mentre con malcelata voglia lo assaporavo senza essere capace di saziarmi del suo sapore di stallone in calore.
Iniziai a segargli il cazzo ancora duro, guardandolo estasiato: era rimasto di marmo, grosso, duro, con le vene lungo il tronco che lo rendevano ancora più eccitante. La voglia era ormai incontenibile, e spompinarlo ormai non mi bastava più. “Ma dopo il brindisi... di solito... si ballano... quelle cose stupide...” gli dissi voglioso “tipo... il trenino...?”.
Un sorriso illuminò il viso di Andy. “Hai ragione… E’ tradizione, no?”. “Beh, non si può non farlo, no?” dissi sempre più eccitato. “Oh no, certo che no… Stai tu davanti vero?” disse Andy che evidentemente non aspettava altro che scoparmi il culo dopo essersi goduto la mia bocca. “Oh sì... credo sia la cosa migliore...” risposi. “Un bel trenino è quello che ci vuole per festeggiare il nuovo anno” aggiunsi, e mi girai, mettendomi a pecora sul divano, offrendo ad Andy la vista del mio culo pronto per essere sfondato.
Si mise dietro di me, iniziando a strofinarmi la grossa cappella sul buco. “Mmmmmm… hai davvero un bellissimo culetto, sai?” disse. “Adesso mi aggancio e facciamo partire il trenino” aggiunse con la voce sempre più infoiata. “Mmmmmmm... di solito i trenini alle feste li ho sempre odiati, ma questo sono sicuro che mi piacerà...” dissi mentre Andy iniziava a spingermi nel culo il suo cazzone. La grossa cappella mi dilatò il buco dandomi brividi di piacere perverso: centimetro dopo centimetro si infilò nel mio culo che la avvolse interamente. Andy si fermò per un attimo per sincerarsi che il suo grosso uccello non mi stesse facendo male, e una volta sentiti i miei gemiti che chiaramente erano di piacere, riprese a spingere il suo trapano di carne nel mio culo sempre più voglioso. A un tratto sentii il suo pube appoggiarsi al mio culo, e capii che Andy mi aveva infilato nel culo ogni centimetro del suo arnese, completando la fase di aggancio del nostro godurioso trenino di Capodanno.
Sentivo il retto invaso da quel grosso ospite, provando un piacere perverso ed intenso, unito ad una torbida voglia di essere trattato da troia che era cresciuta ad ogni centimetro di cazzo che si era fatto strada nel mio culo. “Buon anno pisellone…” gli sussurrai sempre più eccitato. “Buon anno a te, troia…” mi rispose Andy, iniziando a muovere nel mio culo il suo uccello. “Mmmmmmm… che cazzone che hai… è così grosso…” mugolai “e mi piace sentirlo nel culo…”. Sentendo che il suo grosso arnese non faceva altro che procurarmi godimento, Andy iniziò a muoversi con più decisione, aumentando la profondità del movimento del suo bacino. Il grosso cazzo scorreva lentamente nel mio culo, ma lo massaggiava a fondo, e io lo potevo sentire in tutta la sua lunghezza e larghezza mentre ad ogni affondo mi dilatava, accolto dal mio retto con sempre maggior facilità.
E più il mio culo si apriva, più Andy aumentava il ritmo dell’inculata, facendo man mano accelerare il perverso trenino: dopo alcuni minuti il suo stantuffo di carne mi scorreva veloce nel culo, duro come il ferro, lanciando il nostro trenino a tutta velocità verso il godimento più perverso. Mi teneva forte per i fianchi, mentre spingeva con sempre maggior forza il suo grosso cazzo nel mio culo sempre più docile e sempre più voglioso e affamato di carne dura.
Andy improvvisamente smise di stantuffarmi il culo, sfilando dal mio culo il suo grosso cazzo. Il mio buco ormai sfondato rimase aperto davanti ai suoi occhi, spalancato in attesa di essere ancora riempito. “Che meraviglia” sussurrò Andy pieno di voglia “davvero un gran culo da troia”. Io con le mani afferrai i miei glutei tenendo spalancato il culo davanti a lui. “Riempimelo ancora allora” lo incitai voglioso “rientra in galleria…”. Andy non se lo fece ripetere due volte, e mi infilò ancora con forza nel culo il suo grosso cazzo, ricominciando a fottermi con decisione. Poggiò le mani sullo schienale del divano, aumentando il ritmo dell’inculata e dando gran colpi di bacino che mi facevano sobbalzare. La stanza risuonava di gemiti e di mugolii, e del rumore dell’inguine di Andy che sbatteva ritmicamente sul mio culo, mentre il suo cazzo mi affondava dentro fino alla radice.
“Che grandissima troia!” ansimava Andy mentre mi sbatteva con foga, “davvero una grandissima troia…”. Io continuavo ad incitarlo ormai in estasi, godendomi il suo grosso cazzo che mi rovistava con forza nel culo. Andy mi fotteva con sempre maggior velocità e forza, sempre più prossimo alla seconda sborrata. “Che gran culo che hai… mi fa impazzire… dai troia, dai… il treno sta per arrivare in stazione…” disse con la voce piena di voglia. Mi sfilò rapidamente il cazzo dal culo, facendomi girare e sdraiare sul divano con la testa su un bracciolo. Rimase su di me e iniziò a menarsi furiosamente il grosso cazzo ormai teso all’inverosimile, con la cappella che sembrava dovesse scoppiare da un momento all’altro. Si segava con forza, finché diede un ultimo colpo scappellandosi il cazzo che vidi tendersi un attimo prima dell’orgasmo.
Violenti fiotti di sperma bollente schizzarono in rapida successione dal grosso cazzo di Andy, colpendomi il viso, le guance, le labbra ed il collo. Andy si segava continuando a spruzzarmi in faccia tutta la sua spremuta di coglioni, dandomi della troia, della puttana assetata di sborra. Passata l’ondata di piena, Andy lascio il suo cazzo che ancora pulsava per abbondante sborrata. Gli afferrai il cazzo, massaggiandoglielo lentamente, sentendo che ancora ogni tanto pulsava fra le mia mani. Il mio viso era intriso di seme bollente, facendomi sentire una troia pienamente soddisfatta del proprio lavoro.
“Mmmmmm… che meraviglia…” dissi baciandogli la bella cappella. “Sai, spero che sia vero quello che dice il detto”, aggiunsi. “Quale detto?” chiese incuriosito Andy. “Sai come si dice… chi lo prende in culo a capodanno, lo prende in culo tutto l’anno!”. “Vedrai che il cazzo non ti mancherà!” sorrise Andy. ”E ad essere sincero all’inizio temevo che andare a quella festa fosse un’inculata… poi per fortuna è stato proprio così!” dissi ridendo. “Ti dirò di più… ho come l’impressione che una non basterà” sorrise Andy mentre sentivo il suo cazzo farsi di nuovo duro fra le mie dita. Fuori i fuochi d’artificio si erano ormai placati. Ma dentro il salottino di Andy erano solo all’inizio…
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5 years ago
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Sofia, la mia prima volta in due
La mia prima "" volta in due.
Mi chiamo Sofia, ormai cinquantenne, ho conservato con dovizia la bellezza che la natura mi ha donato. Posso ancora vantare un seno ancora in forma e di riguardo è un lato B tonico e rotondo. Là signorotta che fa girare i maschi, ma che ha conservato l'integrità morale nel non concedersi facilmente. Un solo uomo a cui dare tutta me stessa. Vivo e lavoro sulle sponde del lago di Garda, anche se la vita mi ha portato a cambiare più volte paese sono rimasta fedele a questa zona.
Avevo da poco compiuto il mio 19' compleanno, la verginità la avevo messa in gioco con la mia maggiore età, e con tutta l'energia dei miei anni vivevo là spensieratezza di una vita che da lì a poco mi avrebbe portato ad essere donna, lasciandomi alle spalle tutti i ricordi della fanciullezza e del l'adolescenza.
Alta circa un metro e settanta, svettavo dei seni sodi di seconda misura con capezzoli turgidi e dritti verso l'alto e una terza di bacino con un sederino pronunciato da far girar la testa. Il tutto in lunghissimi capelli ricci e mossi che conferivano al mio aspetto un aria austera di ragazza anni sessanta.
Ero la più piccola di una famiglia dove i valori e i comportamenti di noi figli erano controllati a vista da genitori severi e quindi concedersi delle libertà, anche piccole era per noi molto difficile.
Il tutto accadde in un pomeriggio di primavera, quando si inizia a lasciarsi alle spalle i pesanti indumenti invernali e si può uscire con un abbigliamento più leggero.
Quel giorno indossavo una camicetta bianca, con sotto una canotta anch'essa bianca, niente reggiseno, non ne avevo bisogno, una gonna svasata di panno blu notte con sotto delle caste mutandine bianche tenute da collant e scarpe basse. Il mio programma era di andare a trovare un'amica che da poco aveva aperto un negozio di abbigliamento e passare un po' di tempo con lei, tanto per non restare in casa e curiosare sulle novità in arrivo.
Camminava poca gente, di primo pomeriggio, ed io non vedevo l'ora di misurare qualcosa di nuovo. Appena arrivai non trovai però i carrelli in ordine ma spostati e ammucchiati in una parte del negozio, mi accorsi subito della presenza di due ragazzi, qualche anno più grandi di me che si occupavano di sistemare le vetrine. Anche loro si accorsero della mia presenza, uno in particolare, alto circa quanto me, curato nei capelli, bel viso e un bel fisico palestrato. Anche l'altro ragazzo non era male, decisamente più alto e più palestrato, una leggera barba incolta ma tutto sommato molto piacente. A fare amicizia ci mettemmo davvero poco, tanto da restare a parlare con loro per un lungo periodo, e accettare senza battere ciglio l'invito a cena della mia amica una volta terminato il lavoro.
È così ci incontrammo la sera in pizzeria in cinque; la mia amica titolare del negozio, il suo ragazzo, io e i due vetrinisti. Ci trovammo subito bene, l'intesa che si era creata tra noi era perfetta, la birra scorreva a fiumi, battute e argomenti vari si mischiavano ai primi tentativi di approccio da parte del ragazzo che mi piaceva di più tra i due che si chiamava Piero. Ogni tanto un braccio per finta casuale da dietro le spalle, una leggera toccatina al viso, una mano poggiata distrattamente sulla gamba, senza esagerare e in modo educato. Quel tipo di corteggiamento non mi dispiaceva, anzi, apprezzavo quel modo soft di interesse verso di me seduti su una tavola lunga della pizzeria. Al termine della serata fu proprio Piero che mi disse se il giorno dopo avessi voluto pranzare con loro due in quanto avevano da terminare un lavoro che li avrebbe impegnati solo mezza giornata.
Quel ragazzo mi piaceva molto e accettai molto volentieri. Ci scambiammo un tenero bacio e la mia amica con fidanzato mi riaccompagnarono a casa.
Il giorno dopo ero tutta un fremito, da ragazzina che ero non avevo avuto tante occasioni di essere invitata a pranzo e soprattutto da un ragazzo che mi piaceva. Mi preparai con dovizia, doccia, capelli, trucco scegliendo con cura cosa mettere, non volevo essere troppo audace con la gonna e così scelsi dei pantaloni con le pences di colore rosa è un maglioncino vinaccia che si abbinava, sotto mutandine nuove molto sgambate e reggiseno in coordinato.
L'appuntamento era per le 13.00 nella piazza centrale, ero eccitata da quell'incontro, cercavo di controllare questa sensazione che mi pervadeva e nel frattempo passavano i minuti. Dal fondo della strada vidi comparire un furgoncino di colore bianco, era lui o meglio erano loro, Piero e il suo collega; dietro avevano gli attrezzi da lavoro e il furgoncino aveva tre posti tutti davanti. Questo non lo avevo previsto, di tutto avrei pensato tranne che arrivassero con questo mezzo. Venni invitata ad occupare il sedile centrale, ero imbarazzata, ma avere il mio Piero seduto alla destra al mio fianco mi rassicurò mente il suo collega si mise alla guida su un sedile staccato dal nostro. Ci avviammo verso il lago, è complice la strada un po' tortuosa sentivo il contratto con Piero sempre più spesso, prima gamba con gamba, poi mano dietro la spalla la vicinanza tra noi due aumentò notevolmente. Aveva un buon odore la sua pelle, e quei contatti mi procuravano leggeri brividi, tanto da poggiare la mia testa sulla sua spalla e lasciarmi carezzare i capelli, i lobi, il collo. Arrivammo al ristorante, anche in questo caso venni fatta sedere a tavola al centro dei due ma i miei occhi erano solo per Piero; presi solo un antipasto, desideravo le sue attenzioni non un abbondante pasto, mentre i due presero un primo, poi mix di dolce e frutta. Pensai, ora ci sarà una passeggiata, potremmo parlare, conoscerci, stare insieme e tante altre cose romantiche. La proposta di Piero fu invece di salire nella camera che occupavano in un B&B vicino al ristorante, raggiungibile a piedi dove oltre al fresco avremmo trovato un po di privacy che non avremmo trovato in un pomeriggio sul lungolago. Fu proprio questa voglia di privacy che mi convinse a seguirlo, mano nella mano, dolce, romantico, mentre il suo collega era rimasto distaccato da noi è in silenzio, quasi assente.
Due rampe di scale ed eccomi in una camera d'albergo con due bei ragazzi, Piero cercava di calmare il mio batticuore come poteva; mi descriveva l'ambiente, l'armadio, il comodino ma tutto inutile; ora era veramente troppo, messa al centro la sera prima sulla panca della pizzeria, al centro nel furgoncino, al centro al ristorante, che intenzioni avevano questi due ragazzi conosciuti da appena un giorno? Per chi mi avevano presa? Io ragazzina dolce e romantica!
Piero notò questo momento di sconforto in me, mi porto dietro la finestra invitandomi a guardare il lago, la vena romantica tornò nella mia testa, lui mi abbracciò da dietro stabilendo un contatto totale, iniziò a baciarmi sul collo e continuò baciandomi con passione sulla bocca, cosa che ricambiai volentieri ad occhi chiusi.
In quel contatto totale tra noi due percepì una forte erezione in lui, di spalle mentre mi teneva stretta guardando il lago sentivo qualcosa di molto duro nel solco del mio culetto, e la stessa erezione la percepivo contro la mia pancia nel lungo bacio che ci siamo scambiati.
Questo evento ha di molto abbassato le mie difese e dato che in quel momento nella camera eravamo solo noi due, il collega di lavoro era andato in bagno in una maniera molto silenziosa, ho iniziato a sciogliermi tra le braccia di Piero, che non ha perso tempo, tenendomi stretta a se ha iniziato a srotolare la tapparella con una sola mano, lasciando entrare nella stanza solamente quei pochi raggi solari attraverso i rettangoli mi ha inviato a sdraiarmi sul lettone.
Provavo una piacevole e comoda sensazione su quel letto, le altre occasioni, compreso la perdita della verginità le avevo avute tutte in macchina.
Era molto grande quel letto, tanto che Piero per starmi vicino si era posizionato al centro dello stesso ed io sul lato sinistro, ci siamo messi entrambi su un fianco e abbiamo iniziato una intensa pomiciata; lingue che si intrecciavano, carezze che andavano in posti sempre più intimi, iniziava un vortice di passione intensa tra noi due.
Fu Piero che per primo mi slacciò i pantaloni, abbasso la zip e per quanto potesse riuscirci con una sola mano tentò di abbassarli alle ginocchia, io lo aiutai nell'impresa muovendo le gambe per farli sfilare del tutto; Piero infilò la mano nelle mutandine, si fece largo nel ciuffo di peli nerissimi che avevo e iniziò ad impossessarsi della mia fica, dapprima con carezze sulle grandi labbra e subito dopo socchiudendole con l'indice e l'anulare infilò il dito medio dentro, trovandola già bagnata parecchio. Alternava quel dito da movimenti circolari sul clitoride a leggere penetrazioni all'interno.
Il mio respiro era corto e il mio battito accelerato, e anche io cercai la cintura dei suoi pantaloni, il bottone e la zip abbassandoli di conseguenza, con lo stesso copione mi impadronì del suo cazzo, tutto nella mia mano, percepivo i battiti del cuore attraverso il cazzo e iniziai a segarlo. Ci fermammo giusto il tempo di prendere coscienza che era arrivato il momento di spogliarsi, ognuno in simbiosi con l'altro, pantaloni lui-pantaloni io, maglietta lui-maglioncino io, boxer lui-mutandine io; e tornammo ad abbracciarci per stabilire un contatto totale con i nostri corpi.
Era arrivato il momento di darsi da fareper Piero, Io avevo una voglia di essere scopata che trapelava da tutti i pori, se ne stava lì ad occhi chiusi immaginando i numeri che avrei fatto. Lascio la mia bocca, scese sul collo passando da sotto i lobi, si soffermò sulle tette, sode, turgide, con dei capezzoli grossi e scuri come due olive, mi stringeva il seno con una mano e con la bocca succhiavai capezzoli, io gradivo molto da come alternava le tette da succhiare; scese lungo la pancia, una leccatina all'ombelico che mi fece contorcere per il solletico e poi giù..... mi misi comodamente sulle spalle, non opposi nessuna resistenza quando inizio a divaricarmi le gambe e tuffò tutta la sua faccia in mezzo. Io non ero depilata, di certo non pungeva ma era eccitatissimo il suo farsi strada con la bocca in mezzo a quel folto cespuglio di peli neri che a stento trattenevano tutto il mio miele, la sua faccia era completamente bagnata dei miei umori fin sotto le orecchie. Cercò il mio clitoride ma era ben nascosto, e così con la speranza di farlo venir fuori concedevo ampie e lunghe leccate su tutta la fica, infilando dentro la lingua il più che poteva.
Più leccava è più si bagnava, iniziai a mugolare e sospirare sempre con maggior vigore; tenevo le gambe belle larghe , Piero avrà pensato: chissà che voglia di cazzo che ha, eppure sembrava così ingenua in fatto di porcate, mi aveva detto che era vergine fino a poco tempo fa e che si è sempre accontentata di un sedile ribaltabile.
Anche io avevo una voglia di cazzo che non riuscivo più a trattenere, lasciai la sua bocca e iniziai lentamente a scendere lungo il collo, passando le labbra sulla pelle, poi i capezzoli, piccoli ma ben pronunciati che morderli era un piacere, Piero sussultava a quei morsi, poi l' ombelico e... scansando i peli pubici mi impossessai del suo cazzo. Niente male, una buona dimensione, la mia mano non aveva mentito e la mia bocca si schiuse su quella cappella rossa che sembrava scoppiare, mi fermai con le labbra solo sulla cappella e quando la avvolsi completamente tra le mie labbra iniziai a passare la lingua sul frenulo; Piero gradiva molto il mio pompino, ma era dolce e gentile, non mi obbligava a nulla, niente mano sulla testa a spingere o a tenermi sul cazzo, ma non era necessario, feci tutto da sola, iniziai a scendere su tutta la lunghezza del cazzo riuscendo ad arrivare quasi alla base. Poi passai a leccare con dovizia tutta la parte esterna e con la mano solleticavo le palle che sentivo gonfie di sperma. Da quanto tempo non veniva povero Piero?
Fu nel mentre ero intenta a succhiare quel cazzo in tiro che sentì il lento avanzare di una nuova presenza nella stanza, il collega era uscito dal bagno in punta di piedi e si era steso lungo lungo sul bordo destro del letto, ben lontano da noi si intende ma comunque presente.
Così decisi di continuare quel pompino ad occhi chiusi, nel mio romanticismo sessuale, è sempre ad occhi chiusi salii su Piero che aveva indossato un preservativo sedendomi sul suo cazzo, scesi vicino al suo orecchio e sussurrai "ma lui proprio qui deve restare?", Piero fece finta di non sentire e cercò di indirizzare il cazzo nella mia fica fradicia per la leccata di prima.
Non ci pensai per un attimo e iniziai a godermi il lento entrare del cazzo nella mia fica, dettando io il movimento finché non lo sentì tutto dentro, fino alla base; ero carica come una molla, iniziai a scopare quel cazzo, assecondata dal movimento sottostante che lo faceva entrare quel centimetro in più che ti fa godere, e badando che Piero non godesse mi feci la mia prima venuta di fica.
Fu a quel punto che mi tornò in mente il collega steso dall'altra parte, magari se n'è andato pensai e aprii gli occhi per controllare.
Purtroppo il suo viso era ancora lì, e mi guardava, scesi con lo sguardo più giù e una doccia gelata mi si scaricò sulla schiena; stava segando il cazzo più grande che avevo visto nella mia vita, lungo tra i 23 e i 25 cm, ma grosso come lattina di Coca Cola, il tutto con una cappella a fungo leggermente più grande del fusto.
Non sapevo cosa fare e cosa dire, la sorpresa che ebbi fu schioccante, ma fu lui a togliermi dal l'imbarazzo " se tu lo vuoi io me ne vado " mi disse ed io in risposta "ormaii sei qui..... Resta pure", allora mi prese la mano sinistra e la portò sul suo cazzo, invitandomi a continuare la sega che stava facendo.
Che cazzone gigante, tra il pollice e l'indice mancavano 4 centimetri per poterli unire e la mano scendeva dalla cappella alla base in una maniera meravigliosa. Nel frattempo Piero, riposato dalla mia venuta, aveva ripreso vigore ed eccitato dalla scena riprese ad infilarlo nella mia fica, allora il collega mi girò da dietro e iniziò a leccarmi con dovizia il buco del culetto; che bella sensazione di porcaggine, tanto che mi venne da chiedere se poteva dare una leccatina al cazzo di Piero mentre usciva dalla mia fica, ma questo non lo volle fare. Si sistemò in ginocchio dietro di me e iniziò a fare goffi tentativi di farlo entrare nel culo. Lo puntava sul buchetto, chiedeva a Piero di fermarsi con il cazzo fuori dalla fica, lo strusciava, insalivava il profilattico ma niente da fare; e meno male, ancora oggi devo dire grazie al mio culetto per non aver ceduto. La prima volta in una doppia, la prima volta in un panino, culo vergine e una mazza simile che voleva entrare. Mi avrebbe sfondato.
Era meglio cambiare posizione, magari rinunciava, e così scesi dal cazzo di Piero, iniziai di nuovo a leccarlo e spompinarlo, mi misi a pecorina sul bordo del letto invitando il collega ad entrare in fica, con un certo timore.
Infatti avevo ragione, già la cappella che premeva per aprire le labbra della fica faceva male ma complice la venuta precedente superò l'entrata; nonostante fossi bagnata sentivo le pareti della fica tirate al massimo e quel cazzone che cominciava ad entrare. Che sensazione, dolore e piacere che si mischiavano insieme, tirava indietro ed entrava un centimetro in più, poi di nuovo e di nuovo, ora avevo capito perché Piero spesso teneva il preservativo fermo con due dita o si arrotolava sulla cappella, il suo cazzo era la metà di quello del collega. Di riflesso pensai "se il cazzo di Piero mi entrava tutto e non avanzava niente, a parte il diametro quello del collega entrerà per metà?", ma avevo fatto male i miei conti, oltre alla grossezza che mi allargava in una maniera esagerata, il bastardo aveva intenzione di infilarlo per intero.
Messa a pecorina, sul bordo del letto, con il cazzo di Piero in bocca, lui mi teneva stretta per i fianchi per impedirmi di muovermi o di sottrarmi, entrava sempre di più, ma quando finisce pensai, qualche lacrima mi rigò il viso, gli occhi erano fuori dalle orbite, con le mani stringevo il lenzuolo quando mi disse "complimenti piccola, lo hai preso tutto", porca miseria, 25 cm di cazzo dentro di me, ma come avrà fatto? Ma il solo fatto di non averlo preso nel culetto mi rasserenava.
Cominciò così un lento avanti/indietro da parte di entrambi, io assecondavo i movimenti con il bacino, tenendo in bocca l'altro cazzo per non urlare, poi ha stabilito lui il ritmo, colpi sempre più veloci e sempre più profondi, mi sentivo spaccare per la dimensione ma il piacere prevaleva tanto che sono venuta due volte in quella posizione.
Le ginocchia cominciarono a cedere e chiesi di potermi stendere un po', fui accontentata, mi stesi di schiena sul letto invitandoli ai miei lati, volevo accarezzarli per far riposare un po' la mia fica, ma loro, tolti i preservativi non si accontentarono di una doppia sega e mi obbligarono a due pompini in contemporanea, mentre le loro mani mi carezzavano dappertutto.
Fu Piero che di nuovo con il cazzo in tiro, si posizionò tra le gambe portandosele sulle spalle e mi penetrò nuovamente in quella posizione, non lo sentivo tanto ma era comunque gradevole il suo ritmo di scopata.
Poi lasciò il posto al suo amico, si limitò ad allargarmi le gambe senza portarle sulle spalle e iniziò di nuovo a penetrarmi, stavolta non fu tanto delicato ad infilarlo di nuovo tutto dentro, sentivo le palle sbattere da sotto e i suoi peli che combaciavano perfettamente con i miei, colpi di reni senza tregua, e a ogni colpo emettevo un urlo più forte, poi anche lui iniziò a stancarsi, rallentò il ritmo, lo teneva fermo sul fondo della fica e sentivo la cappella che si ingrossava ancora di più, chiaro segno che stava per venire ma si tratteneva.
Ma per quanto voleva ancora scoparmi? Erano già passate due ore senza tregua, avevo perso il conto di quante volte ero venuta, era il momento di concludere, così lo invitai a mettersi comodo, al centro del letto, ci salii sopra e con la mano indirizzai quel cazzone all'entrata della fica, iniziai a scendere inesorabilmente, dettai io sia il ritmo che la velocità dei movimenti, guardandolo in modo vendicativo, me lo impalai di nuovo tutto, ma ero io a volerlo adesso; Piero non volle disturbare la scena, si mise in piedi sul materasso, poggiando la schiena sul muro del capezzale ed iniziò a segarsi, cercò di trattenersi ancora ma fui inesorabile, accelerai sperando solo che non si rompeva il preservativo e vai.....
Uno, due, tre, spruzzi di calda sborra dritta nella pancia, mi posizionai dritta in verticale e massaggiai teneramente le palle per far fuoriuscire gli spruzzi più tenui, e in quell'istante sentii altri spruzzi che mi cadevano sul seno.
È stata per me un esperienza meravigliosa, me la sono goduta a pieno, eravamo tutti esausti, tutti e tre stesi sul letto a guardare il soffitto.
Dopo un po' realizzai che dovevo tornare a casa e mi recai in bagno per darmi una lavata e poi una doccia, l'odore di sesso su di me era troppo evidente e lo avrebbero notato tutt'intorno. Iniziai con un bel bidè, dirigevo il getto d'acqua sul folto pelo nero e spesso colpivo anche il clitoride, passavo la mano sotto per rendermi conto di quanto fosse larga dopo questa esperienza, mi diedi un asciugata e mi alzai per guardarmi allo specchio, commentavo gli occhi e il trucco da rifare.
Ad un tratto la porta si aprì, il collega di Piero completamente nudo era entrato in bagno, pensai per fare la pipì o lavarsi anche lui. Il cazzo nonostante fosse moscio mostrava tutta la sua lunghezza penzolando. La sua intenzione era un altra, mi abbracciò da dietro tenendomi per le tette, iniziò a darmi bacini sul collo e in me un altro po' di voglia ritornò, lui percepì questo mio stato di semi eccitazione e senti che il suo cazzo iniziò a riprendere vigore; essere insieme nel bagno mi eccitò parecchio e allargai istintivamente le gambe, lui nuovamente in tiro indossò l'ultimo preservativo della scatola e iniziò nuovamente a farsi largo nella mia fica. Io provavo piacere da quella insolita situazione e lui provava piacere nel tenermi a pecorina con le mani poggiate al lavandino, a gambe larghe e godersi le mie espressioni allo specchio.
Sentivo la fica in fiamme ma mi piaceva, quella seconda durò parecchio nel bagno, io esausta riuscì a venire in contemporanea con lui, e ne aveva fatta parecchia nel serbatoio quando sfilò il preservativo per buttarlo nel cestino del bagno.
Poi finalmente ebbi modo di fare una lunga doccia, l'acqua calda sul mio corpo lavava quel l'odore di sesso, di maschi, non avevo rimpianti, in fondo mi era piaciuto.
Risalimmo in silenzio sul furgoncino, non una parola tra noi, ripercorrendo la strada al contrario iniziai a pensare che l'obiettivo dei due ragazzi in fondo fosse solo quello.
Mi lasciarono nella stessa piazza del mio paese, ma feci un giro largo per tornare a casa; non volevo assolutamente che si notasse qualcosa in me, anche se le gambe erano deboli e avevo un buon mal di pancia.
Il giorno dopo hanno provato a ricontattarmi, sicuramente con l'intento di ripetere o migliorare l'esperienza del giorno prima, non ero assolutamente d'accordo e troncai la relazione con i due ragazzi mandandoli in bianco.
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5 years ago
ConStellAzione,
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Il collega
Riccardo era un mio collega di lavoro, un ragazzone sui 30 anni, alto, capelli neri e folti, un viso squadrato ed un fisico massiccio e tonico, che quasi metteva soggezione. Quando lavoravo con lui mi sentivo sempre quasi in imbarazzo, e, anche se i rapporti erano ottimi, era come se la sua presenza fosse in qualche modo ingombrante.
Un giorno di giugno ci ritrovammo insieme in una trasferta a Milano e dopo una veloce cena in albergo decidemmo di ritrovarci nella sua camera per rivedere la presentazione da fare l’indomani ad un potenziale cliente, in modo da affinare le ultime cose.
Passai dalla mia camera, mi feci una bella doccia, indossai una maglietta ed un paio di pantaloni leggeri, e bussai alla sua camera. Quando mi venne ad aprire era in maglietta e tuta da ginnastica, che però presentava un particolare che attirò subito la mia attenzione: un grosso bozzo ondeggiante fra le sue gambe. Realizzai all’improvviso che quella sensazione di presenza ingombrante ed imbarazzo non era altro che una intima voglia di farmi scopare da lui, che faceva sì che al suo cospetto mi sentissi in difficoltà non per una questione caratteriale, ma semplicemente sessuale.
Esordii allora con la più scontata delle battute: “O sei contento di vedermi, o stavi guardando un porno… propenderei per la seconda!” dissi fingendo anche una risata. “Hai ragione, in effetti stavo proprio guardando un porno” disse lui con un po’ di imbarazzo, ma sempre col suo sorriso sornione stampato sul viso. Entrai dirigendomi al tavolino dove il suo portatile acceso mandava bagliori, segno che invece che la presentazione sullo schermo stavano scorrendo le sequenze di un film. Mi sedetti davanti al portatile, ed in effetti era proprio un porno quello che Riccardo stava guardando. Ad essere più precisi, un nero stava affondando il suo enorme arnese nel culo ormai sfondato di una biondina a pecora che, anche se il volume del portatile era quasi al minimo, si poteva intuire stesse gridando tutto il suo godimento.
Riccardo era in piedi al mio fianco, e con la coda dell’occhio potevo chiaramente vedere il suo uccello, di certo di dimensioni ragguardevoli, ondeggiare sotto la tuta in una danza erotica che non faceva altro che catturare sempre di più i miei sensi. “Accidenti che roba!” dissi sorridendo, anche se forse più che al film stavo alludendo al suo uccello. “Eppure ero convinto che uno come te non avesse problemi a trovare con chi divertirsi e non avesse bisogno di… supporti audiovisivi” aggiunsi ridendo.
“E invece è un bel po’ che non concludo nulla… è che mi ci vorrebbe porca una così, mica la solita ragazza per bene… Mi serve una da letto, non una brava in cucina!” disse ridendo, mentre il suo uccello continuava a ballare oscenamente nella tuta. “Non mi dirai che non riesci a trovarla…” dissi quasi perplesso. “Non ci crederai, ma porche vere in giro non ne trovo… forse aveva ragione un mio amico quando tempo fa mi disse ‘se vuoi una vera troia, scopati un maschio’…”.
La frase arrivò al mio orecchio mentre continuavo a guardare il video dove il nero senza pietà stantuffava il suo grosso cazzo nel culo della bionda, e con la mente immaginavo il cazzo di Riccardo entrare con la stessa decisione nel mio culo…
Mi girai a guardarlo e vidi che mi sorrideva. Sorrisi anch’io e senza dire nulla, continuando a guardarlo, afferrai i pantaloni della tuta per l’elastico e li tirai giù. Il suo grosso cazzo, ancora non in piena erezione, ondeggiava davanti al mio viso, invitante e profumato. Scivolai dalla sedia in ginocchio davanti a lui, senza esitare aprii la bocca e, continuando a guardarlo dal basso, presi fra le labbra la cappella. La succhiai lentamente, facendola uscire con uno schiocco dalle labbra. Riccardo sorrideva, evidentemente soddisfatto della possibilità di verificare in prima persona se quanto gli disse il suo amico corrispondeva a verità. Afferrai il suo cazzo che stava rapidamente raggiungendo un’erezione piena e prepotente, e accolsi ancora fra le labbra la cappella. La succhiai ancora due o tre volte, poi le mie labbra scorsero più in basso, cercando di accogliere più a fondo possibile il grosso uccello.
Iniziai a spompinare avidamente, eccitato dal sapore del suo cazzo che mi riempiva la bocca, e dal sapere che avrei dovuto dimostrargli di essere una troia all’altezza della biondina del video. E a giudicare dalle dimensioni del suo cazzo, sarebbe stata una sfida davvero eccitante.
Afferrai i suoi glutei, mentre le mie labbra scorrevano avanti e indietro sul suo cazzo ormai di marmo, e iniziai a tirarlo verso di me al ritmo del pompino. Lui non esitò a mettermi le mani sulla testa e a prendere l’iniziativa, scopandomi la bocca con un lento avanti e indietro che mi faceva arrivare la grossa cappella all’inizio della gola.
Evidentemente ormai aveva capito che avrebbe potuto tranquillamente mettere alla prova la mia troiaggine, e non si faceva più alcuno scrupolo a trattarmi come la troia che aveva sempre cercato. Mi sfilò il cazzo dalla bocca, e muovendo il bacino a destra e a sinistra, fece ondeggiare il grosso uccello colpendomi più volte il viso. La sua cappella mi sbatté più volte sulle guance, mentre io a bocca spalancata e lingua protesa lasciavo che prendesse in mano le redini del gioco, entrando nella parte della troia a completa disposizione del suo stallone. Senza usare le mani, sempre appoggiate sulla mia testa, infilò di nuovo il cazzo nella mia bocca, riprendendo l’eccitante andirivieni fra le mie labbra sempre più affamate. Rivoli di saliva iniziarono lentamente a colare dagli angoli della bocca, mentre il suo cazzo scorreva senza sosta ormai duro come il marmo.
D’improvviso si staccò, sfilandomi il cazzo dalla bocca, Finì di sfilarsi la tuta e si sedette sul bordo del letto. Appoggiò una mano all’inguine e con le dita tenne il cazzo dritto: era lucido e fradicio di saliva, duro e grosso, percorso da vene che lo rendevano ancora più eccitante ed attraente. Mi levai di dosso quel poco che avevo, scivolai fra le sue ginocchia e con la lingua inizia a stuzzicargli lo scroto, baciandolo e leccandogli poi accuratamente i grossi coglioni da toro. Con la lingua risalii lentamente lungo quello splendido palo di carne, sfiorandolo con le labbra: guardavo Riccardo mentre le mie labbra si avvicinavano alla cappella, si dischiudevano per poi serrarsi decise attorno alla base del glande.
Riccardo ebbe un sussulto, prova evidente che le attenzioni che dedicavo al suo splendido uccello lo eccitavano almeno quanto lui si aspettava o sperava. Le mie labbra scesero lungo il cazzo che sentivo durissimo riempirmi sempre di più la bocca finché la cappella non arrivò all’inizio della gola: io continuavo a guardarlo, mentre cercavo di ingoiare quanto più potevo quell’imponente tronco di carne.
Riccardo sorrideva, e da quel suo sorriso traspariva adesso malizia, voglia, godimento e la chiara soddisfazione di chi sapeva di aver trovato ciò che stava cercando. Una troia.
Iniziai a spompinarlo dapprima lentamente, poi man mano più velocemente, facendomi affondare in bocca il suo splendido cazzo, assaporandolo e gustandolo senza alcun ritegno né remora. Riccardo iniziò anche ad incitarmi: “Cazzo come spompini bene… allora il cazzo ti piace proprio… bravo… succhialo… succhiamelo tutto….” Sentirlo parlare mentre lo lavoravo di bocca non faceva altro che spronarmi a mettere ancora più passione nel dedicarmi al suo uccello. Ogni tanto interrompevo il su e giù di labbra per passarmi il suo cazzo sulle labbra: lo guardavo sorridendo, mi davo qualche colpo sulla lingua e poi tornavo ad ingoiarlo e a spompinarlo con foga.
All’ennesima interruzione, mentre mi passavo sulle labbra la splendida cappella, Riccardo mi guardò con uno sguardo che non lasciava alcun dubbio sulla quantità di voglia che aveva accumulato. “Sei davvero un gran pompinaro…” disse “ma non credere che la cosa finisca qui”. All’improvviso mi afferrò per le braccia tirandomi su, e dominandomi col suo fisico possente mi posizionò a pecora sul letto. Si mise dietro di me, e con le mani mi allargò le chiappe.: lasciò colare della saliva sul mio buco che fremeva dalla voglia, poi con entrambe le mani mi diede una sonora sculacciata sulle natiche. Le riprese ancora con le mani allargandole deciso, e appoggiando la sua grossa cappella contro il mio culo. “Adesso lo vediamo quanto ti piace il cazzo” disse con la voce piena di voglia.
Con decisione mi prese per un fianco ed iniziò a penetrarmi, spingendo senza troppe remore il suo grosso tronco di carne nel mio culo. Sentii il buco spalancarsi lasciandomi senza fiato, e il suo cazzo entrare centimetro dopo centimetro, senza fermarsi nemmeno per un istante. Strinsi le lenzuola fra le mani mentre Riccardo arrivava in pochi secondi a infilarmi nel culo tutto il suo splendido cazzo equino, strappandomi mugolii di piacere.
Non esitò un istante, mi prese per i fianchi ed iniziò a muoversi dentro di me con una certa decisione. Dopo le prime due o tre spinte lente ma profonde, con cui mi fece sentire il suo cazzo per tutta la sua lunghezza, mi prese per i fianchi con fermezza e aumentò il ritmo. “Adesso lo vedremo quanto ti piace il cazzo!” ripetè con voce roca mentre le sue spinte si facevano sempre più decise, profonde e veloci. Sentivo le sue mani grandi e forti stringermi con decisione i fianchi e tirarmi con sempre maggior forza verso di lui, mentre con colpi di bacino sempre più profondi mi affondava nel culo il suo splendido cazzo. Prese ad incularmi con foga, quasi con rabbia, come se dovesse sfogare sul mio culo tutta la frustrazione per non essere riuscito a trovare una vera troia prima di quella sera.
Mi stava spaccando il culo con quel grosso arnese duro come il marmo, facendomi impazzire di piacere. E invece di chiedergli di rallentare lo incitavo a scoparmi più forte: “Così… bravo… inculami… spaccamelooooo…” quasi rantolavo. Con spinte potenti e decise, Riccardo mi inculava senza alcuna pietà, esaltato dal godimento che il mio culo gli dava, e dai miei incitamenti che gli avevano ormai fatto capire che aveva finalmente trovato la troia tanto cercata. “Prendilo troia… prendilo tutto!” quasi mi ordinava mentre spingeva come un vero toro, assestando colpi che facevano sobbalzare il mio corpo. Con un ultimo, ennesimo affondo mi pianto nel culo tutto il suo splendido cazzo. “Sei una troia… una grandissima troia” mugolò prima di farmi girare con lui: mi ritrovai con lui sotto ed io a spegnimoccolo sopra di lui, con il cazzo piantato decisamente nel culo.
Senza nemmeno aspettare iniziai a danzare sul suo cazzo, in un frenetico e godurioso su e giù. Il mio culo ormai sfondato accoglieva con naturalezza il suo cazzone, che scorreva con facilità dentro di me. “Brava troia, impalati” mi ordinò Riccardo “goditi il mio cazzo… ti piace vero?”. “Da impazzire” ansimai io senza smettere di impalarmi sul quel grosso strumento di piacere. “Dimmi che sei la mia troia” mi ordinò. “Oh sì… sono la tua troia… e adoro il tuo cazzo” dissi. Riccardo prese di nuovo il controllo, iniziando a muovere verso l’alto il bacino, spingendomi ancora con forza nel culo il suo cazzo. Io fermai il mio movimento, restando leggermente sollevato, mentre lui aveva ripreso a fottermi il culo con foga. “Bravo… così… incula la tua troia”. “Dillo ancora!” ordinò ancora lui aumentando ancora il ritmo e la potenza delle spinte. “Sono la tua troiaaaaaaaa!” quasi urlai mentre il suo cazzo scorreva come impazzito nel mio culo.
All’improvviso mi ritrovai disarcionato: in un attimo Riccardo mi aveva fatto inginocchiare e il suo cazzo era davanti al mio viso e lui se lo stava menando a gran velocità. Pochi secondi e il primo schizzo, denso, potente e bollente, mi colpi in pieno il viso. “Prendi troia… prendi la mia sborra” rantolava Riccardo, mentre il suo cazzo come un fiume in piena mi inondava il viso, uno schizzo dopo l’altro. Lo sperma colava abbondante sulle mie guance e sulle labbra, mentre il suo cazzo sembrava non voler smettere di schizzare. Aprii la bocca per lasciare che mi infilasse tra le labbra l’uccello, che schizzò ancora gli ultimi fiotti nella mia gola.
“Cazzo che troia” disse Riccardo riprendendo fiato, mentre io continuavo imperterrito a succhiargli il cazzo assaporando lo sperma che mi aveva schizzato in bocca. Lo guardavo dal basso, col cazzo fra le labbra ed il viso completamente bagnato di sborra, e lui sorrideva soddisfatto. “Sei davvero una grandissima troia” disse. “Non era quello che cercavi?” gli dissi smettendo di spompinarlo. “Oh sì… Era da quando quel mio amico mi aveva messo in testa questa cosa che non facevo altro che pensare che avrei voluto incularti. E aveva ragione lui… sai essere una vera troia come piace a me”. “E come piace a me…” sussurrai riprendendogli in bocca il cazzo. Lo sentii crescere fra le mie labbra, segno che la serata sarebbe stata ancora lunga, e il mio culo non avrebbe avuto un attimo di tregua…
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5 years ago
AlexBsxPass,
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Così è iniziato l’anno nuovo
Finalmente ho convinto mia moglie ad aprirsi nel gioco a tre. Dopo aver messo un annuncio last minut ho selezionato il tipo che poteva andare bene a mia moglie e dopo averlo conosciuto presi appuntamento per la notte del primo dell’anno. Poi dissi a mia moglie che dopo aver festeggiato con la famiglia saremmo usciti con un amico. Ovvio che lei mi chiese chi era e io gli dissi che era un amico di vecchia data. Così dopo la mezzanotte lei si preparò con un bel vestitino e tacchi e andammo all’appuntamento. Angelo (questo il suo nome) dopo la presentazione e molte lusinghe ci fece entrare nella sua macchina e ci portò in giro. Aveva portato una bottiglia di spumante e dei calci in plastica e così brindammo. Mia moglie che non è abituata a bere era già un po’ allegretta e quando Angelo ci chiese se volevamo andare a casa sua per continuare a fare festa io accettai. Arrivati a casa ci accomodammo sul divano e tra una cosa e l’altra Angelo incominciò a toccare le gambe di mia moglie che imbarazza non sapeva cosa fare e io gli dissi di lasciarsi andare così Angelo continuò a salire. Vedere mia moglie essere toccata da un altro mi fece arrapare molto e sopratutto quando vidi che Angelo con tanto tatto gli sfilò il vestitino e incominciò a toccare e baciare tutte le parti del corpo andai in estasi. A quel punto Angelo prese per mano mia moglie e la portò in camera da letto si spogliò e a quel punto vidi che era assai fornito si avvicinò alla bocca di mia moglie e si fece fare un bel pompino cosa che mia moglie li fa con grande maestria è cosa strana si fece venire in bocca cosa che non è abituata a fare. Poi gli dissi che poteva iniziare lui e così la penetro in tutti e due i buchi che quando ci entrai io la trovai tutta aperta e bagnata di sperma. Quando ci rivestimmo ci accompagno alla nostra auto e ci salutammo con l’intenzione di rivedervi presto. È stato il primo dell’anno più bello di tutti
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5 years ago
chapos61,
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