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Una stupida ripicca. primo capitolo
Mi chiamo Anna, ho ventisette anni e sono sposta da tre anni con Paolo, che ha la mia stessa età. Sono una bella ragazza, alta un metro e settantacinque, seno di una terza un po’ scarsa, occhi chiari, capelli neri e lunghi. Ho un bel fisico snello e tonico, gambe lunghe e affusolate e, anche se tutti mi dicono il contrario, credo di avere il culo un po’ troppo grande. Mio marito è un bell'uomo, alto più di me, spalle larghe, fisico da vero nuotatore, occhi scuri ed ha anche una discreta dotazione: sì, ha un bel cazzo, non troppo lungo, ma abbastanza grosso. Siamo stati fidanzati due anni, poi un bel matrimonio e, da allora, abbiamo iniziato al nostra vita matrimoniale fatta di cose semplici, allo stesso modo di quella di tante coppie coetanee: lavoro, amici, serate con i suoceri, ferie, a volte da soli ed altre in compagnia. Ha un carattere allegro, e questo mi piace molto di lui, ma ci sono cose che ho scoperto con il tempo, vivendo insieme, che mi mandano letteralmente in bestia. All’inizio non gli davo molta importanza, poi, col tempo, mi sono accorta che per lui erano cose assolutamente normali. La prima vera incazzatura la ebbi quando dovevamo andare al battesimo di mia nipote. L'evento coincideva con una gara di pesca, cui lui voleva partecipare e, di conseguenza, non ci voleva venire: le sue necessità erano inderogabili, infischiandosene di quelle degli altri. Dopo aver tanto insistito, eravamo giunti ad un compromesso: vai a pesca, ma, a metà mattinata, torni e andiamo al battesimo. Stupida io che ci ho creduto. È tornato alle sei del pomeriggio, quasi sbronzo, con un trofeo in mano, felice di quello che aveva fatto in barba ai miei desideri.
Per ripicca, sono stata alcuni giorni col muso, facendo in modo che lui si rendesse conto del mio disappunto; ha cercato di coccolarmi per un po’, ma poi le cose sono tornate come prima: per quieto vivere ho lasciato perdere. La seconda volta è stata davvero grossa, una vera carognata. Erano trascorsi circa sei mesi da quella volta e dovevamo partecipare, assieme ai miei genitori ed altri parenti, al cinquantesimo anniversario di matrimonio di una zia, sorella di mio padre, che abita in una città piuttosto distante da noi. Per questo evento avevo speso tempo ed energie, sia per organizzare le persone che sarebbero dovute venir con noi, sia per il viaggio. Stupidamente non avevo fatto caso che la data, a metà maggio, coincideva con un'importante gara di campionato, dove la sua squadra del cuore, a pari punti con la diretta inseguitrice, avrebbe giocato una partita che, in caso di vittoria, le valeva il campionato. Ovvio che un simile evento per lui era imperdibile. Il sabato che saremmo dovuti partire per l'evento da me organizzato, che ci avrebbe tenuti fuori tre giorni, lui mi dice che ha la febbre a 39°. Ci resto malissimo: lui sembra un moribondo e sono combattuta fra il rinunciare o andare con gli altri.
«Amore, vai pure, non ti preoccupare per me; mi bastano un paio di giorni di riposo e qualche tachipirina e vedrai che lunedì starò già bene».
Decido di partire, con dei sensi di colpa mostruosi: mi dicevo di esser una moglie snaturata, che abbandona il proprio marito malato per andarsi a divertire. Nei due giorni lo chiamo e lui mi rassicura e, quando torno il lunedì, lui è già al lavoro; mi faccio perdonare, facendolo sentire molto importante per me, coccolandolo, e facendo sesso come piace a lui, in piedi, come fossi una puttana, che fa una marchetta. Questa fantasia lo eccita tantissimo. Passa circa un mese e ci troviamo assieme ai suoi amici. Per due volte l’anno, si ritrova con tre di loro, che sono amici da sempre. Questa volta spetta a noi ospitarli nel giardino della nostra villetta, con tanto di barbecue acceso.
Non sono entusiasta dei suoi amici. Luciano, il più porco, è divorziato, perché la moglie lo aveva sorpreso che si scopava la badante della madre. È davvero un maiale e la sua natura non si discosta da quello che è, anche quando arriva a casa mia e mi fa degli apprezzamenti, che per me sono pesanti, ma che per mio marito sono solo complimenti.
«Accidenti, Paolo, che bella puledra è tua moglie. Dovrebbe essere un piacere cavalcarla».
Tutte frasi che non mi piacciono per niente, ma a Paolo sembra solo un linguaggio po’ spinto. Poi c’è Andrea, l’igienista. È talmente fissato con la pulizia e l’igiene, che per lui tutto non è mai troppo pulito e sterilizzato. I suoi amici lo sfottono dicendo che non si fa fare i bocchini dalla moglie per una questione igienica e che la scopa con il preservativo per paura di qualche contagio. Ora mi chiedo: come ha fatto a restare incinta, se lui usa queste precauzioni? Ha partorito due volte e, a guardare bene i suoi figli, non gli assomigliano per niente. Poi c’è Marco. È l’unico che mi sta un po’ simpatico. È un bravo padre, forse tra i quattro è quello più con la testa sulle spalle. È quello che cerca sempre di mettere un freno alle porcate di Luciano ed alle pazzie di mio marito. Erano tutti fuori ed io sono andata in bagno, non quello principale, ma nel nostro privato, che abbiamo in camera da letto. Ha una finestrella, in quel momento aperta che si affaccia sul giardino, ma con la persiana chiusa. Devo cambiare l’assorbente; ho un ciclo mestruale piuttosto abbondante ma che, per fortuna, viene contenuto dall'azione della pillola anticoncezionale, altrimenti avrei un collasso, quando sento mio marito e Luciano parlare.
«Finalmente Diego mi ha mandato le foto della partita. Sai, ero convinto che non saresti riuscito a venirci. Sei un grande! Far credere a tua moglie che stavi male. Una trovata davvero unica. Adesso te le mando sul cellulare».
Lui ride divertito.
«No, non sul cellulare, mandale nella mail, altrimenti rischio che lei potrebbe vederle. Sì, devo ammettere che è stata proprio una trovata geniale; inoltre lei ha anche avuto dei sensi di colpa».
Ridono divertiti, mentre io sono sbalordita. Mi ha preso in giro e se la ride alle mie spalle. Sono furiosa! Vorrei uscire e prenderlo a pugni. Resisto, pensando velocemente a come fargliela pagare. Poi ho un’idea. Esco silenziosamente e vado nella cameretta dove abbiamo il pc. È acceso, come sempre, ed apro la sua mail: non mi serve la password, tanto lui la tiene memorizzata; vedo le mail di Luciano e le invio alla mia posta elettronica. Cancello tutto ed esco, passando per la cucina, dove prendo, come scusa per il mio allontanamento, delle bottiglia di birra. Sono un fascio di nervi, ma non lo do a vedere. Ho già in mente come fargliela pagare e questo mi soddisfa. Passano dei giorni ed arriva la prima domenica di luglio. Siamo invitati al matrimonio della nipote di mio suocero. Antonio, mio suocero, ha un fratello che a sua volta ha due figli, un maschio di circa trenta tre anni, sposato da più di cinque, e la femmina, che ha la mia stessa età. Lei, nonostante sia mia coetanea, è una tipetta molto boriosa, la classica ragazza che si dà un sacco di arie e, per questo, non abbiamo mai legato molto. Per i miei suoceri, questo è un evento molto importante, ma io ho deciso che non ci vado. Quando lo dico a mio marito, va su tutte le furie. Dapprima mi impreca, poi minaccia e strilla che non posso rifiutarmi. Pretende di sapere la motivazione, ma io, con calma, gli rispondo facendolo infuriare ancor di più, affermando semplicemente non ne ho voglia. Passiamo dei giorni in cui i miei rapporti con lui sono molto tesi e, quando arriva la domenica, mentre lui è già vestito e pronto, io riempio la vasca del nostro bagno in camera e mi ci metto dentro, chiudendo la porta a chiave. Lui è furioso, minaccia di sfondare la porta, ma io non demordo. La mia ripicca è servita. Quando arrivano i suoceri, con i quali avremmo dovuto andare insieme all’evento, sento suo padre imprecare, bussano alla porta, ma io continuo a non rispondere, fin quando, dopo una bella sfuriata, è mia suocera Flavia a chiedere di entrare. Flavia è una bella donna. Ha quarantotto anni, cinque in meno di mio suocero. Alta come me, ha i capelli biondi, tinti giusto quel tanto per mascherare qualcuno bianco. È una donna che veste sempre molto elegante, con classe, mai sciatta. Ho sempre pensato che fosse succube del marito, mai uno screzio, mai un tono di voce alto o una parola fuori luogo: insomma una persona che sa stare al suo posto, presente, ma mai invadente. Mi piace per cui metto l’accappatoio e la faccio entrare. Appena dentro mi sorride e si siede sul bordo della vasca; la sua gonna sale un po', mostrando delle belle gambe.
«Mia cara ragazza, capisco che sei arrabbiata per quello che ha fatto quell’imbecille di mio figlio. Sono furiosa come te, ma, credimi, non è questo il modo di fargliela pagare. Tieni conto che tuo suocero e mio figlio sono dei perfetti imbecilli. Per essi, comportarsi come ha fatto tuo marito con te, è normale. Sono talmente pieni di boria ed il loro ego è talmente smisurato, che non concepiscono che una persona possa avere delle esigenze, desideri o voglie diverse dalle loro. Se credi che, tenendo in piedi questa stupida ripicca, possa risolvere qualcosa in tuo favore, ti sbagli. Lasciatelo dire da chi, da più anni di te, ci combatte. Adesso ti vesti, vieni con noi e poi, tra due o tre giorni, ti trovi un bel maschio da cui ti farai scopare a morte, ti farai sborrare in bocca e, venuta a casa, bacerai tuo marito, facendogli avvertire, nella tua bocca, il sapore di un altro maschio. Sono talmente ottusi che non lo riconoscono, ma, dentro di te, ti sarai presa una rivincita, che va ben oltre questa semplice ripicca. Se continui così, non fa altro che aumentare la loro convinzione che hanno ragione, una donna non deve chiedere, ma ubbidire. Questa è nella loro stupidità, la giusta regola che si deve seguire.»
Guardo basita mia suocera! La conosco da quasi cinque anni e non l’ho mai sentita parlare in questo modo. Ma lei prosegue:
«Credi che io, in tutti questi anni, non abbia subito delle carognate, come ha fatto Paolo con te? Suo padre è anche peggio. Mi stupisce che tu ci abbia impiegato così tanto tempo a ribellarti. Ero certa che, prima o poi, questo momento sarebbe arrivato e l'ho aspettavo fin da quando lo hai sposato. Vestiti, mettiti elegante, sei una bella ragazza. Ora devi essere anche una bella donna elegante, per far in modo che loro abbiano un bel trofeo da mostrare ai loro amici, ma è dentro di te che devi sentirti sexy, per dimostrare a te stessa che sei una vera signora, impeccabile in pubblico, ma troia dentro! Io ti insegnerò tutto questo, se me lo permetterai. Un pomeriggio, dei giorni a venire, ci prendiamo un bel caffè a casa mia e ti farò da maestra, così finalmente sarai veramente felice».
Mi ha convinto. Credo che le darò retta, anche se non mi sarei aspettata una simile confessione. Andiamo in camera e mi spoglio nuda davanti a lei, che vedo riflessa nello specchio dell’armadio che mi guarda con occhi pieni di desiderio. Ne resto meravigliata, ma non perdo tempo. Apro un cassetto, prendo le mutandine, ma lei interviene.
«No, queste non ti servono! Metti queste calze e solo questo reggiseno».
La guardo senza capire.
«Ti ho detto che devi essere elegante per loro e "troia" per te. Sapere che non porti l’intimo ti farà sentire troia per te! Ma loro non lo sanno. Questa per te sarà una prima, piccola ripicca».
La guardo con occhi nuovi. Mi piace da morire quello che mi sta proponendo e l’assecondo in tutto. Mi siedo sull’angolo del letto e metto le calze. Lei si inginocchia sul letto, solleva la gonna e mostra le autoreggenti che indossa; da dietro mi aggancia il reggiseno a balconcino che ha scelto per me. Sento le sue mani sui miei seni e la cosa mi provoca un certo languore: lei è così delicata, mi accarezza il seno, fingendo di aggiustare l’indumento. Mi eccita e la guardo perplessa. Le nostre bocche sono così vicine che, per un attimo, ho creduto volesse baciarmi. Mi sceglie una gonna a portafoglio, non troppo lunga, camicetta bianca ed una giacca del colore della gonna. Fruga fra le mie scarpe, e mi porge delle decolleté, con tacco dodici. Mi fa sedere sul letto e si mette davanti a me, piegata sui talloni. La sua gonna sale fino all’inguine, mostrando che anche lei non indossa intimo. Mi prende un piede fasciato dalle calze velate e, prima di indossare la scarpa, lo accarezza; con la scusa di verificare che la calza sia a posto, mi massaggia delicatamente il piede e la coscia, risalendo fin quasi all'inguine. Ripete al stessa cosa con l’altro piede. Poi, mi mostra la sua natura bella e semi depilata. Vedo le grandi labbra sporgere: mi sto eccitando ed avverto forte la sensazione delle farfalle nello stomaco. Sono due settimane che non ho un orgasmo e sono facilmente lusingabile. Lei deve averlo intuito e fremo, dentro di me, per un desiderio assolutamente sconosciuto.
«Queste sono perfette, per farti apparire come una vera signora. Sei giovane e, quindi, devi essere bella: un pizzico di malizia devi esibirla. Con queste scarpe sei perfetta! Un lieve trucco e un filo di rossetto, rigorosamente rosso, e sarai perfetta».
Entro di nuovo in bagno, prendo il necessario per il trucco, ma lei mi fa sedere sullo sgabello e mi trucca in maniera semplice, ma perfetta. Prende il rossetto e mi si avvicina con la sua bocca. Siamo di nuovo tanto vicine; i nostri occhi si guardano, sento forte il desiderio di baciarla e lei fa proprio quello. E' un attimo e le sue labbra sono incollate alle mie. Mi sollevo e la stringo a me. La sua mano destra, scende rapida fra le mie gambe. Solleva la gonna e subito risale, fin quando non incontra la mia lumachina, che sta schiumando da paura: sono un lago! Un lungo gemito liberatorio esce dalla mia bocca. Mi sento le gambe tremare. Passo una mano dietro la sua testa e la stringo di più contro di me. Un bacio carico di passione e desiderio ci travolge. Si stacca, mi dà altri baci sulle labbra e noto che i suoi occhi sono colmi di desiderio, libidine, ed io sono stupita per tutto questo. Non ho mai baciato una donna! Mi è piaciuto tantissimo. La guardo con desiderio, ma lei mi sussurra, con tono complice, che dobbiamo andare, ma che avremo modo di soddisfare le nostre voglie. Quando usciamo dalla camera, mio suocero da un colpetto con il gomito a mio marito, come a dire che, per merito di Flavia, era tutto sistemato. Durante tutto l’evento, lei mi è stata sempre vicina. Ho potuto ammirare la sua classe nel rivolgersi a tutti, sempre con modi gentili, pacati. Era sempre presente, me lo era in maniera discreta, sempre in secondo piano, lasciando al marito tutta la scena che, ovviamente, occupava insieme al figlio. Ho notato che lei, non si è mai trovata al centro dell’attenzione, in nessuna occasione. Ho provato una strana sensazione ad esser nuda sotto. Mi sentivo eccitata al pensiero che nessuno, a parte Flavia, sapeva che ero nuda. Mi sentivo libera e leggera, ma, nel contempo, tanto porca. Spesso ci siamo tenute, mano nella mano. Quando è giunto il momento del taglio della torta nunziale, tutti si sono accalcati vicino agli sposi, che si erano spostati sotto un gazebo, appositamente addobbato. Noi due siamo rimaste un po' in disparte, con in mano i calici per brindare. Eravamo appoggiate ad una colonna, quando lei mi ha fatto un cenno con la testa ad indicarmi la madre della sposa, che veniva verso di noi con la nuora.
«Ciao, Flavia, vedo che sei in compagnia della tua giovane nuora. Come le va, la vita matrimoniale? Si diverte?»
Si rivolge a me, mentre con lo sguardo ha incrociato quello di Flavia.
«Cara Angela, mia nuora è come la tua; ha da poco capito le regole del gioco, ma credo che dovrò istruirla a dovere, anzi conto su voi due, per un aiuto».
Le due donne si rivolgono uno sguardo complice, poi Sara, la nuora di Angela, solleva il calice e lo fa tintinnare assieme al mio.
«Ben venuta nel club!»
Le guardo, cercando di immaginare quello che la mia mente pensa di aver intuito. A gran voce, reclamano Angela per le foto e lei se ne va portando Flavia con sé. Sara si avvicina e mi parla fissandomi negli occhi.
«Mi fa piacere sapere che anche tu hai capito che con uomini come i nostri mariti c’è ben poco da fare, se non prendersi delle piccole, ma significative rivincite, specie se te la fanno davvero sporca. All’inizio non avevo capito come girava il mondo, ma poi ci ha pensato Angela a spiegarmi come sopravvivere. Avere la suocera dalla mia parte è stato fondamentale, specie quando ho deciso di rimanere incinta. Se aspettavo quel fesso di mio marito, sarei diventata troppo vecchia, così lei mi ha dato una mano a cercare lo stallone giusto per la mia monta. È stato sconvolgente! Credimi, queste due donne che sono amiche ed amanti da sempre, sanno come ci si diverte e si sopravvive a maschi come quelli che abbiamo sposato. Sono felice che anche tu lo abbia capito; avrai modo di constatare quanto lei saprà farti felice e spero che, qualche volta, potremo stare insieme: mi sei sempre piaciuta ed una profonda leccata fra le tue cosce la darei volentieri».
La guardo incredula, ma anche eccitata. Poi mi viene da chiederle se anche lei è nuda sotto. La sua risposta è più di quanto immaginassi.
«Solo nuda? Indosso anche un cuneo ben piantato nel culo, per fare in modo che questa sera, lei me lo sfondi con il suo strap-on di taglia XXXL. Non vedo l’ora; è una settimana che alleno il culo. Le ho promesso che sarebbe stata lei a sverginarmi con il suo cazzone finto, prima di offrirlo a due nuovi amanti, che voglio provare insieme».
Si solleva un clamore di esultanza per il brindisi, poi tornano le due signore, e Sara mi chiede se l’accompagno in bagno. Guardo verso Flavia che mi fa cenno di andare e la seguo in silenzio. Giunte all'interno della struttura principale, ci dirigiamo al piano superiore, dove ci sono le camere ed entriamo dentro una vuota. Lei chiude la porta a chiave e immediatamente me la ritrovo incollata alle mie labbra. Mi bacia con infinita dolcezza e, nello stesso tempo, con molto trasporto. La sua mano mi fruga fra le cosce e accertato che sono nuda, mi distende sul letto e vi si infila tra di esse. Mi lecca in modo sconvolgente per me, che non ho mai avuto un simile trattamento; dopo breve, raggiungo il primo orgasmo, che mi fa tremare tutta. Rimane immobile fin quando il piacere che mi ha travolto, lentamente svanisce; si rialza e si siede a sua volta sul letto, apre le gambe e mi ritrovo davanti la sua fica completamente depilata. Più in giù è visibile il gioiello del plug che le adorna il culo; non resisto alla tentazione di infilare la mia lingua fra le labbra umide di quel fiore rosa, che profuma di femmina in calore. Gode all’istante.
«Dai, continua, che vengo! Non sai da quanto ti volevo! Leccami…ora!»
Trema e mi sconvolge per la rapidità con cui l’ho fatta godere. Lei si calma e torniamo di sotto. Lungo le scale mi dice che fra le braccia di Angela e Flavia ha provato emozioni stupende. Spesso le inseriscono dentro la fica delle palline o ovuli vibranti, che la stremano, specie se poi, uscite, ci deve camminare. Angela è abbastanza sadica in questo, ma, in compenso, è molto autoritaria, anche con il marito ed il figlio ed essi la rispettano.
Gli sposi hanno aperto le danze e tutti ballano; anche Flavia si concede a dei ragazzi che la fanno divertire. Io invece non accetto di ballare con nessuno. Mi sento benissimo e, quando si avvicina Paolo, lo bacio in bocca consapevole che nella mia è ancora presente il sapore del piacere di Sara. Lui è contento e risponde compiaciuto al mio bacio. In quel momento mi tornano in mente le parole di mia suocera: sono davvero ottusi e non si rendono conto di nulla. Mi guardo in giro, alla ricerca di un bel cazzo da succhiare, per completare la mia ripicca.
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3 years ago
baxi18, 55
Last visit: 20 hours ago -
Liberi tutti!
Erano ormai mesi che la pandemia aveva diviso in due gli amanti del sesso: da una parte gli incuranti e spericolati, che nonostante tutto non rinunciavano al sesso per nulla al mondo, e dall’altra i prudenti (e forse anche un po’ timorosi), la cui voglia aumentava sempre di più, ma con la paura che costringeva a solitarie sedute passate a fantasticare. Io ovviamente ero tra quelli prudenti: già prudente di mio in normali circostanze, durante il lungo periodo di astinenza non avevo fatto che altro che cercare qualcuno con cui mi ripromettevo di passare eccitanti momenti una volta passata l’emergenza.
Avevo quindi raccolto qualche sporadico contatto nella speranza di un futuro incontro, ma dopo un po’ alcuni erano spariti, mentre altri si “vedevano” in chat solo saltuariamente. Molti poi non mi attiravano per nulla, mentre alcuni avevano davvero delle belle dotazioni, e si ripromettevano di giocare con il mio culo appena la situazione lo avesse permesso. Avevo dato il mio contatto Skype ai più intriganti e più promettenti, ma più il tempo passava e più le interazioni in chat si facevano rare o terminavano del tutto senza lasciare traccia.
Arrivò la seconda estate, e la situazione migliorò. Finalmente si poteva andare in giro un po’ più liberamente e i contatti potevano lentamente riprendere, anche se i miei sembravano tutti spariti da tempo. Finché una sera, noiosa come ormai tante altre passate a cercare qualcosa di eccitante, uno dei contatti si rifece vivo. “Ciao Alex!” mi scrisse Marco, un quarantenne che abitava dall'altra parte della città. “Ti ricordi di me?” aggiunse. Non lo avevo certo dimenticato: si era mostrato una volta in cam, e il suo uccello mi era rimasto bene impresso nella memoria, grosso, venoso e con una splendida cappella. E poi il nick “Inculatore” non si dimentica facilmente, pensai. “Certo che mi ricordo” risposi “Come stai? Sei sparito… pensavo avessi trovato di meglio”. “Beh, è un po’ che non uso Skype…” scrisse “Ma ora… dopo tutta questa astinenza… ho il cazzo che mi scoppia, e ho una voglia pazzesca di un culo… il tuo culo”.
Il cuore andava all’impazzata, e già immaginavo cosa poteva essere rompere il digiuno con un maschio così, quando un altro contatto tornò online dopo tanto tempo. “Ciao troia!” esordì Andrea, un cinquantenne separato sparito da più di un mese. “Anch’io ho una voglia pazzesca” risposi a Marco “Finalmente un bel cazzo…. magari!” aggiunsi, per poi precipitarmi a rispondere ad Andrea. “Ehi, quanto tempo! Pensavo ti fossi dimenticato di me!” gli scrissi. “Ma no! Come potrei aver dimenticato il tuo culetto? Sono mesi che me lo sogno e me lo sego…” mi rispose. “Tanto che mi chiedevo… visto che adesso si può… hai ancora voglia di fartelo sfondare?”. Il verbo era di certo adatto: il suo uccello dalle foto sembrava davvero grosso, con un diametro di 5 centimetri. O almeno così lui mi aveva detto una sera mentre chattavamo. E il suo nick “Spaccaculi” sembrava più che adatto…
Mesi di astinenza, ed ora due stalloni si facevano vivi nella stessa sera. “Non sai che voglia che ho di farmi sbattere” risposi ad Andrea, mentre Marco continuava a scrivere. “Il mio cazzo sarà tutto per te”. “Quando vuoi” risposi velocemente, alternando le mie risposte ai due uomini che incalzavano mostrando un notevole arrapamento. Marco non si fece certo pregare: “Perché non adesso allora… te l’ho detto che sto morendo di voglia… dai, vieni da me… voglio finalmente usare il tuo culo”. Mi colse un po’ alla sprovvista, anche perché non abitava certo dietro l’angolo. Ma ormai tutto era permesso, e certo non potevo farmi scappare un’occasione così. “Dammi il tempo di prepararmi ed arrivare da te…” risposi pregustando una notte di sesso finalmente libero e un po’ folle.
“Dai raggiungimi ti prego” scrisse Andrea lo spaccaculi “Non vuoi verificare se il mio nick è meritato?”. Aprì la cam, mostrando il suo cazzo in tutto il suo splendore. Duro e venoso, oscillava invitante sullo schermo mentre Andrea sussurrava “Vieni Alex… ho proprio voglia di spaccare il tuo bel culetto…”. Quando niente e quando troppo in una sera. A malincuore confessai ad Andrea che stavo per andare a farmi scopare da un altro. Ormai avevo detto di sì a Marco e non sarebbe stato certo corretto piantarlo adesso. Andrea non insistette, ma mi fece promettere che il giorno dopo gli avrei fatto usare il mio culo a suo piacimento e mi augurò una serata eccitante. Ovviamente gli dissi di sì, e mi andai a preparare con l’eccitazione che cresceva di minuto in minuto.
Dopo più di mezz’ora di macchina arrivai all’indirizzo che Marco mi aveva dato, che corrispondeva ad una villetta poco fuori Roma, circondata da un piccolo giardino. Parcheggiai e citofonai: dopo pochi secondi la serratura del cancelletto scattò. Aprii il cancelletto e mi ritrovai su un piccolo vialetto che attraversando il giardino conduceva alla villetta. Sulla porta di casa spalancata mi aspettava Marco, completamente nudo, con il cazzo in tiro in bella mostra, e un gran sorriso stampato sul volto. “Non aveva senso rivestirmi per poi spogliarmi no?” mi disse allegramente. “Direi proprio di no” dissi ridendo ed entrando in casa “io però per venire qualcosa addosso ho dovuto metterla” aggiunsi. “Poco male” disse lui “ora puoi levarti tutto… casa mia è a prova di privacy… nessuno può vederci, nemmeno in giardino”. “Splendido” dissi levandomi di dosso i pochi indumenti estivi che avevo addosso, rimanendo nudo nell’ampio salotto della villetta. “Così puoi scoparmi dove vuoi” gli dissi con un sorriso malizioso. “Deciderò durante la serata” disse sornione “tanto nessuno può nemmeno sentirci…” aggiunse con un tono sempre più eccitato. “Hai intenzione bellicose eh? Vuoi fare molto rumore?” chiesi quasi per gioco. “Ho intenzione di farti urlare come una troia” disse dandomi una forte sculacciata e palpandomi il culo con decisione. “Un bel programma direi… non vedo l’ora” dissi con la voce sempre più carica di eccitazione.
“L’ora è adesso” disse lui quasi facendosi serio “l’ora in cui finalmente ti sfonderemo a dovere”. Rimasi per un attimo interdetto sentendolo parlare al plurale e stavo per dire qualcosa, quando un secondo uomo nudo comparve sulla soglia della camera da letto. “Ti presento il mio amico Andrea, o meglio “Spaccaculi”, come preferisce farsi chiamare in chat”. Riconobbi il suo grosso cazzo e rimasi a guardarlo senza sapere cosa dire. Fu Marco a levarmi da quell’imbarazzo: “Io e Andrea siamo amici da tempo, e mi ha detto che sei stato molto corretto a rifiutare il suo cazzo perché ormai avevi preso un impegno con me… e noi lo abbiamo apprezzato.”. “Per cui abbiamo deciso che stasera meritavi una doppia razione di cazzo…” aggiunse Andrea che avanzò fino a mettersi a fianco di Marco. Rimasi a guardare quei due grossi cazzi dondolare invitanti davanti a me mentre i due uomini sorrisero soddisfatti dell’effetto che la sorpresa aveva avuto su di me. “Stanotte dovremo recuperare un mucchio di scopate non fatte vero Marco?” disse Andrea. “Se questa troia ha solo un po’ della voglia che ci ha detto di avere… vedrai che sarà una notte impegnativa” rispose Marco. “Inginocchiati troia” mi ordinò prima che io potessi dire qualcosa “e adora i nostri cazzi”. Non me lo feci ripetere, anche perché nell’impartirmi l’ordine Marco mi mise una mano su una spalla spingendomi verso il pavimento. Mi ritrovai in ginocchio con i loro grossi uccelli davanti al viso: grossi, durissimi e profumati di maschio in calore erano la realizzazione di mesi di sogni da troia. Li afferrai stringendoli per saggiarne la durezza, sentendo nelle mie mani la potenza delle loro erezioni. Il cazzo di Andrea era davvero imponente, con un diametro esagerato. Ma anche quello di Marco era splendido, grosso, largo e venoso con una grossa cappella che non esitai a prendere in bocca avidamente, succhiandola con forza e assaporando finalmente quella carne durissima.
Passai poi a succhiare Andrea, per poi iniziare a pompare i due cazzi a turno, con foga, con voglia, facendo ogni volta fatica per le loro dimensioni. “Aaaahhhh… cazzo! Finalmente una bocca vorace!” disse Marco. “Questa è proprio fame di cazzo” aggiunse Andrea mentre la mia bocca li accoglieva a turno, inondandoli di saliva. “Credo proprio che stanotte ci divertiremo” disse Andrea. “Ho una tale voglia di culo…” dichiarò con voce eccitata Marco. “E allora cosa aspetti?” gli rispose Andrea “Mettiglielo nel culo… secondo me non aspetta altro… vero troia?”. Smisi di spompinarli, con rivoli di saliva che mi bagnavano le labbra e colavano sul mento e sorrisi loro guardandoli dal basso. “Lo prendo per un sì” disse Marco prendendomi per un braccio e facendomi mettere a pecora senza tanti complimenti. Si succhiò tre dita e me le infilò nel culo con decisione, ruotandole e muovendole avanti e indietro per saggiare il mio sfintere. Andrea si piazzò davanti a me e mi mise in bocca il suo cazzo iniziando lentamente a scoparmela. “Non perdere tempo… Inculalo… sono sicuro che è già pronto” disse poi all’amico. Marco non se lo fece ripetere, appoggiò il glande contro il mio buchetto ed iniziò a spingere. Sentii il cazzo farsi strada dentro di me con decisione, lentamente ma inesorabilmente. Il mio culo lo accolse docilmente e brividi di piacere corsero lungo il mio corpo sentendo quel grosso arnese di carne penetrarmi fino all’ultimo centimetro, mentre il cazzo di Andrea continuava a scorrermi fra le labbra.
“Cazzo… finalmente… che culo…” rantolò Marco con il cazzo ben piantato a fondo nel mio culo. “Te l’avevo detto… secondo me è fatto per prendere cazzi” aggiunse Andrea “Dai… scopalo… dagli un assaggio di quello che lo aspetta questa notte…”. Marco non se lo fece ripetere, mi prese saldamente per i fianchi, ed iniziò a muoversi avanti e indietro, lento ma deciso, affondando nel mio culo il suo cazzo fino alla radice. Ogni spinta era più decisa e più rapida della precedente, e dopo pochi affondi Marco mi stava inculando con spinte decise e profonde, dimostrando di voler finalmente sfogare tutta la voglia arretrata.
“Bravo… così…” lo incitava Andrea che adesso si era fermato “Scopalo per bene… così non devo nemmeno muovermi per scopargli la bocca”. E aveva ragione. Le spinte di Marco facevano sì che il cazzo di Andrea mi affondasse fra le labbra senza che lui si muovesse. Si spinse in avanti e con le mani afferrò i miei glutei, tenendoli spalancati e agevolando Marco nel penetrarmi a fondo. “Che gran culo” disse subito prima di assestarmi una forte sculacciata, per poi lasciare il mio culo e afferrare la mia testa per scoparmi meglio la bocca. “Cazzo che troia” disse Marco mentre continuava a ritmo serrato a fottermi il culo. “Davvero una gran troia” confermò Andrea sfilandomi dalla bocca il suo grosso cazzo. “Voglio il suo culo” aggiunse poi rivolto a Marco che sfilò il suo cazzo dandomi una pacca sul culo. “E’ tutto per te… goditelo, è davvero un culo accogliente” aggiunse mettendosi davanti a me al posto di Andrea, iniziando a strofinarmi sul viso il suo cazzo bollente. Sentii Andrea sistemarsi dietro di me e appoggiarmi la grossa cappella sul buco già aperto dal suo amico. “Adesso vedremo quanto è accogliente” disse iniziando a spingere. Sentii la cappella farsi strada e penetrare nel culo aprendomelo ancora di più: il diametro del suo cazzo era davvero notevole e già la sola cappella mi allargava più di quanto non avesse fatto il cazzo di Marco. Mi prese per i fianchi, tenendo solo la cappella nel mio culo. “Adesso sentirai perché il suo nick è “Spaccaculi”… sono sicuro che lo apprezzerai” mi disse Marco guardandomi con un sorriso e tenendomi saldamente la testa. “Dai Andrea… spaccagli il culo…”. “Volentieri” disse Andrea un attimo prima di affondare con un colpo deciso il suo enorme cazzo nel mio culo.
Urlai sentendo il culo dilatarsi come non mai, aperto con forza dal largo uccello di Andrea che in un attimo era penetrato fino alla radice. “Cazzo sì…” ghignò Andrea “questo è un culo come si deve”. Muoveva il bacino per assestare meglio il suo grosso palo di carne nel mio culo, mentre io cercavo di riprendere fiato. “Fa male?” chiese Marco, più per avere conferma che il suo amico stesse tenendo fede al suo nick. Ripresi fiato, mentre il culo massaggiato dai movimenti di Andrea si stava rilassando ed abituando al suo grosso uccello, e riaprii gli occhi guardando Marco. “E’… fantastico” dissi pieno di voglia. “Lo sapevo!” disse Marco eccitatissimo al suo amico “E’ proprio una troia! Dai Andrea… sfondalo!”. Andrea non se lo fece certo ripetere, e indietreggiò fino a lasciare nel mio culo solo la cappella, per poi spingere con forza ancora una volta l’enorme cazzo a fondo nel mio culo, facendomi inarcare la schiena e gemere ancora. “Ti piace il mio cazzo vero troia?” chiese Andrea conoscendo già la risposta e affondando ancora con forza nel mio culo. “Lo adoro” gemetti sentendo il culo ancora una volta accogliere il suo grosso cazzo. “Non ho sentito! disse Andrea spingendo ancora con forza dentro il mio culo il suo uccello duro come il marmo. “Lo adoro!” urlai allora “Spaccami il culo! SPACCAMELO!” urlai con forza. “Ti accontento subito troia…” disse Andrea, serrando ancor di più le sue mani sui miei fianchi ed iniziando a incularmi con spinte forti e vigorose. Non erano rapide, ma ogni spinta era potente e profonda, e il suo cazzo dilatava ad ogni affondo il mio culo. Sentivo il suo enorme palo di carne penetrare fino alla radice, ed il suo bacino sbattere con forza contro il mio culo, facendo sobbalzare il mio corpo ormai in sua balìa. “Prendi puttana…” ripeteva ad ogni affondo “prendi il mio cazzo… E’ tutto per te!”. Io mugolavo ad ogni spinta, mentre Marco si segava seduto sul divano godendosi la scena. Andrea spinse ancora a fondo, ruotando il bacino facendo sì che il suo splendido cazzo mi allargasse ancora.
“Sei proprio una gran troia” disse Andrea con il cazzo ben piantato nel mio culo mentre io ansimavo sentendolo grosso e durissimo dentro di me. “Non fermarti… non fermarti… “, quasi lo pregai “Ancora cazzo… ancora…”. Andrea ricominciò immediatamente ad incularmi con decisione, ma questa volta il ritmo si fece via via più intenso. “Tutto per te troia… te lo spacco questo culo! Te lo spacco!” urlò in preda ad un’eccitazione travolgente. Tenne fede al suo nick: le sue spinte erano potenti e veloci, e il suo cazzo entrava prepotente nel mio culo ormai aperto senza alcuna pietà, scuotendo con forza il mio corpo percorso da intense ondate di piacere.
All’improvviso estrasse dal mio ano il suo grosso arnese e con le mani mi tenne ben aperto il culo. “Guarda qui che culo” lo sentii dire. “Secondo me però ci vuole ancora qualche colpo” disse Andrea rimettendomi nel culo con un’unica potente spinta il suo durissimo uccello e riprendendo a fottermi ancora una volta con spinte degne di un toro. “Oh sì… sì… sfondami il culo… sono una troiaaaaaa!” urlai in preda all’estasi che quel pezzo di carne durissima mi procurava. “Brava troia… urla… urla!” ripeteva Andrea mentre mi sbatteva senza sosta. “Ti piace proprio come ti spacca, vero troia?” disse Marco. “Da impazzire… è davvero uno spaccaculi…” gli risposi gemendo. Una forte sculacciata mi fece sobbalzare, mentre sentivo il cazzo di Andrea continuare il suo andirivieni nel mio culo. “Mi sa che non ha sentito sai, troia?” disse senza rallentare nemmeno un attimo. “Sei un vero spaccaculi!” ripetei più forte “Il mio spaccaculi! Spingi! Spingi! Spaccami il culooooo!” urlai incitandolo.
Andrea mi pompò il culo con foga per diversi minuti, spingendo come un toro, per poi sfilarmi all’improvviso il cazzo dal culo e comparire davanti a me. Mi fece mettere in fretta in ginocchio mentre si menava il cazzo furiosamente, e io feci appena in tempo a sistemarmi che il primo schizzo sgorgò violentissimo da quell’uccello teso allo spasimo, colpendomi il viso. Al primo schizzo ne seguirono altri, da perderne il conto: non era solo uno spaccaculi di prim’ordine, ma anche un grande sborratore. Rantolando mi inondò il viso di sperma bollente, che iniziò a colarmi sulle guance e sulle labbra, prima che io spalancassi la bocca e tirassi fuori la lingua per permettergli di schizzarmi dentro e farmi gustare il suo nettare. Mi infilò in bocca il cazzo iniziando a scoparmela, scaricandomi così direttamente in gola gli ultimi fiotti e facendosi ripulire il cazzo. Una volta passata l’ondata di piena Andrea si lasciò andare sul divano a fianco di Marco ansimando. “Cazzo che troia!” disse “Ti ho spaccato il culo, ma mi hai davvero svuotato…”.
Sorrisi soddisfatto col viso fradicio di sperma, ma Marco a quel punto smise di fare lo spettatore, mi fece alzare e mi spinse sul divano a pancia su. Mi sollevò le gambe facendomi portare le ginocchia all’altezza del petto, puntò il suo cazzo durissimo contro il mio culo e guardandomi mi sorrise e disse: “Guarda che abbiamo appena iniziato sai? Abbiamo tanta di quella fame arretrata che stanotte il tuo culo dovrà fare gli straordinari!”. Spinse a fondo senza troppi complimenti il suo cazzo, iniziando a fottermi con veemenza, schiacciando il mio corpo contro il divano tenendo con forza le mie ginocchia contro il mio petto, immobilizzandomi. Sopra di me, mi inculava deciso, scopandomi il culo ormai completamente aperto dal grosso cazzo di Andrea. “Bravo Marco, sfondala questa troia” lo incitava Andrea “Riempila di cazzo”. “Che culo che ha… sembra di burro” ansimava Marco mentre imperterrito mi sbatteva con forza, ad un ritmo che continuava ad aumentare. Afferrai i suoi glutei, dapprima accompagnando i suoi movimenti e poi stringendoli e tirandolo verso di me. “Cazzo che grandissima troia!” disse Andrea commentando la cosa. “Più forte la inculi e più vuole il cazzo!”, aggiunse. “E noi la accontentiamo volentieri, vero troia?” disse Marco assestandomi altri colpi poderosi. “Il mio culo ha bisogno di cazzi… i vostri cazzi…” mugolai un attimo prima che Marco mi desse un’affondata potente piantandomi nel culo il suo cazzo e chiudesse gli occhi rantolando e dandomi della troia ancora una volta. Sentii il suo cazzo irrigidirsi, e un attimo dopo iniziare a pulsare, e caldi schizzi mi inondarmi il retto con un’abbondante razione di seme: col cazzo piantato a fondo Marco si svuotò i coglioni dentro di me fino all’ultima goccia. Riaprì gli occhi e mi guardò sorridendo, ricominciando lentamente a muoversi, il cazzo ancora durissimo nel mio culo nonostante la sborrata. “Non pensavi mica che avessimo finito vero?” disse mentre aumentava nuovamente il ritmo dell’inculata. “Abbiamo intenzione di usarti a lungo stanotte…” aggiunse mentre ancora una volta riprendeva a fottermi con veemenza. Io strinsi i cuscini del divano godendomi quell’ulteriore forsennata cavalcata. “Sono venuto per questo…” dissi ansimando “per essere riempito di cazzo”. “E ne hai trovati due” disse Andrea che era di nuovo in tiro, col cazzo grosso e duro pronto per riempirmi ancora. Marco sfilò il cazzo e si staccò da me, e prendendomi per un braccio mi condusse in camera da letto, dove un armadio occupava un’intera parete, completamente ricoperto da specchi. Andrea si sdraiò per terra e mi ingiunse di impalarmi sul suo cazzo. Mi misi in posizione, posizionando il suo splendido glande contro il mio buchetto, e lentamente mi abbassai, impalandomi sul suo uccello. Potevo vedere la scena nello specchio, con il grosso palo di carne di Andrea che lentamente spariva nel mio culo man mano che mi abbassavo, finché non fu dentro fino alla radice. Mi sistemai meglio su di lui, appoggiandomi all’indietro con le mani sul suo petto, ed iniziai lentamente a muovermi su e giù, sentendo nuovamente il culo dilatato da quel largo cazzo. Guardavo nello specchio il suo cazzo penetrarmi ormai con facilità, e mi sembrava incredibile che un affare così potesse entrare nel mio culo come fosse la cosa più naturale del mondo.
Evidentemente però Andrea non gradiva molto quel ritmo lento con cui mi gustavo l’inculata nello specchio, per cui afferrò i miei glutei e bloccò i miei movimenti, tenendo il mio culo sollevato. “Così andiamo troppo lenti” disse “Per il tuo culo da troia ci vuole ben altro” aggiunse subito prima di cominciare a spingere verso l’alto, iniziando a pomparmi il culo con vigore. In pochi secondi le sue spinte tornarono ad essere potenti e veloci, ed io potevo vedere estasiato nello specchio quel grosso trapano di carne scorrere rapido nel mio culo. “Oh sì, cazzo, sì” ansimai “Bravo… inculami… spaccamelo… SPACCAMELO!” urlai senza ritegno, sapendo che gli unici che potevano sentirmi urlare erano i due stalloni di cui quella notte ero lo strumento di piacere.
“Una vera troia che sa apprezzare una bella inculata… proprio quello di cui avevamo bisogno!” disse Marco mettendosi davanti a me ed iniziando a schiaffeggiarmi col suo cazzo durissimo. Spalancai la bocca e Marco prontamente la riempì con la carne del suo uccello. Mi tenne salda la testa ed iniziò a scoparmi la bocca, facendo penetrare la cappella fino all’inizio della gola ad ogni affondo e facendo sì che abbondante saliva iniziasse a colarmi dagli angoli della bocca. I due maschi mi penetravano senza ritegno, prepotenti e autoritari, prendendosi il loro piacere e usandomi a loro piacimento. Più mi scopavano, più pensavano soltanto a godere e a godersi i miei buchi, fregandosene di quello che potessi volere io. Ma quel modo di fare mi faceva impazzire di piacere: più mi riempivano con i loro cazzi arroganti e più ne volevo, più li sentivo spingere e più mi lasciavo andare facendomi usare come una troia, la troia che loro volevano.
Le spinte di Andrea verso l’alto diventarono ad un certo punto talmente potenti che Marco perse la presa, i loro cazzi uscirono dalla mia bocca e dal mio culo e io finii per terra. Marco mi fece mettere a pecora dandomi un paio di sonore sculacciate e mi piantò con forza nel culo il suo cazzo, prendendo a fottermi con vigore per qualche minuto, finché Andrea non lo fece spostare per incularmi. Si misero così a fottermi il culo a turno, dimostrando un tale affiatamento che evidentemente avevano acquisito a forza di dividersi puttanelle. Il via vai di cazzi durò a lungo: mi inculavano a turno per non più di una decina di secondi, sbattendomi con forza ogni volta crescente, finché non mi fecero girare e me li ritrovai in piedi davanti a me che si menavano furiosamente i grossi cazzi. Fu un attimo, e gli schizzi mi colpirono in faccia con forza, densi, caldi e ancora una volta abbondanti. I due porci mi vennero sul viso svuotandosi i coglioni fino all’ultima goccia, e io sentivo lo sperma colarmi sulle guance, sulle labbra, sul mento. Mi leccai le labbra guardando i due amici che sorridevano soddisfatti per avermi inondato. “Mi sa che è meglio se si lava la faccia vero Marco?” disse Andrea. “Hai ragione… vieni!” mi ordinò Marco prendendomi per un braccio e conducendomi in giardino. Mi fece mettere sul prato, e mi ritrovai ancora una volta Andrea e Marco davanti a me, che si guardarono e si scambiarono uno sguardo di intesa. Un momento dopo, puntarono i loro uccelli verso di me e iniziarono a pisciare, inondami il viso ed il corpo di abbondante pioggia dorata. Istintivamente aprii la bocca, lasciando che dirigessero i loro getti direttamente sulla mia lingua: ingoiai avidamente per quanto possibile il loro piscio, ma la quantità era talmente tanta che uscì dalla bocca colandomi sul corpo. Bevetti molti sorsi di liquido dorato, finché i getti non calarono di intensità. I due porci si avvicinarono a me e sgrullarono i loro cazzi davanti al mio viso, donandomi le ultime gocce di piscio bollente. Sorrisi loro col viso fradicio, afferrai i loro cazzi e presi a menarli lentamente e a leccarli. “Grazie” dissi “siete proprio due stalloni fantastici… i vostri nick sono davvero meritati”. Andrea disse a Marco, come se io non avessi detto nulla: “Lo sapevo che era una gran troia… il cazzo lo adora”. “Hai proprio ragione” rispose Marco “Davvero la troia giusta per noi”. Mentre i due parlavano, io sentii fra le dita i due cazzi diventare sempre più duri, invece che ammosciarsi, e in breve mi ritrovai nelle mani due grossi pezzi di carne durissima. I due dovettero notare la mia espressione, tra lo stupito e l’incredulo. “Pensavi che ne avessimo abbastanza?” disse Marco ridendo. “Preparati troia” aggiunse Andrea “la notte è lunga e nostri cazzi hanno ancora fame”. Sorrisi, e un attimo dopo Andrea mi stava nuovamente spaccando il culo. Sarebbe stata una lunga notte. Una notte da ricordare... e da ripetere.
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3 years ago
AlexBsxPass,
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intriganti evasioni. ultima parte
Al rientro dalle vacanze, alle superiori sono diventata subito amica con Silvia. Fra di noi è stata intesa completa. Dopo pochi giorni già eravamo intime e durante le vacanze invernali, ho conosciuto Mario suo fratello e me ne sono innamorata all’istante. Ero indecisa se parlarne con Silvia, ma alla fine l’ho fatto.
«Silvia, ti devo chiedere una cosa. Tu sai che io non sono una santerellina, quello che si dice a scuola è vero, che mi succhio tanti cazzi e mi piace da morire farlo, su questo ne abbiamo discusso parecchio, e ho sempre avuto la tua approvazione, ma adesso ho un grosso problema. Mi sono innamorata di tuo fratello, e mi sembra che anche a lui io vada a genio. Vorrei sapere tu che ne pensi. Ti sembro troppo zoccola per stare con lui?»
Lei mi ha guardato con occhi carichi di gioia.
«Adorabile troietta, lo sai benissimo che tu per me sei una ragazza stupenda, mi fa impazzire saperti una zoccoletta succhiacazzi. Se a lui, che ritengo essere un bel porcello, gli vai bene io non ho niente da obbiettare. Solo ti prego di renderlo felice, è mio fratello, gli voglio un bene dell’anima.»
Da quel momento la mia vita è cambiata in modo radicale. Con lui ho scoperto il piacere di esibirmi non solo per il mio piacere, ma anche per la sua eccitazione. Saperlo eccitato mi ha sempre fatto sbrodolare tanto, con lui ho provato sempre indimenticabili emozioni e tanto piacere, ma sempre insieme e sempre complici. Con Silvia il rapporto si è sempre più cementato, e fra di noi l’intesa è risultata sempre perfetta anche se non mi ha mai voluto dire che era il padre di suo figlio.
«Un giorno te lo racconto, ma dovari giurare che non lo dici a nessuno nemmeno a Marco.»
Mi sono messa l’anima in pace convinta che quando lei sarebbe stata pronta me lo avrebbe raccontato. E adesso veniamo a quello che poi è il motivo per cui sono io a raccontavi la nostra vita di coppia. Dopo la scoperta del tumore e la relativa asportazione dell’utero, sono caduta in una strana depressione. Il sapere che non potevo più procreare mi ha lasciato sconvolta, distrutta e apatica. Mi sembrava che tutto avesse perso il suo splendore. Il sesso, i giochi o altro non avevano più nessun interesse. Mario dal canto suo ha cercato in ogni modo di scuotermi e di farmi sempre sentire a mio agio e per questo ha sempre avuto la mia gratitudine e riconoscenza. Mi rendevo conto di non farlo più felice, ma dentro di me qualche cosa si era bloccato, spento. La morte poi di suo padre, mio suocero ci ha rattristato ancora di più. Silvia è rimasta quella più colpita. Lei e suo padre erano inseparabili. Lui la rendeva partecipe di ogni istante della sua vita. E la gioia quando lei aveva dato il suo stesso cognome al figlio Marco. Con quanto piacere lui aveva sempre voluto i nostri figli, con noi in ufficio il pomeriggio dopo la scuola. Sembrava che fossero figli suoi da quanto li teneva sempre con lui. Spesso li faceva giocare nel suo studio, li teneva al suo fianco in molte occasioni dove si vedeva benissimo la sua soddisfazione. Col passare degli anni, sia mia figlia che mio nipote sono diventati inseparabili e adesso sono quasi pronti per affiancarci nel lavoro che sanno fare benissimo anche grazie ai suoi insegnamenti. Circa un mese fa abbiamo partecipato ad un convegno organizzato dalla nostra associazione per prendere visione delle nove disposizioni in tema fiscale. Un vero concentrato di noia pazzesca, ma estremamente necessario e per questo io e Silvia vi abbiamo partecipato.
In genere ero felice di lasciare a lei e suo padre queste riunioni, così mi ha chiesto di affiancarla e io essendo in un momento un po’ particolare ho pensato che un cambiamento, se pur momentaneo mi avrebbe giovato. E per giovare ha giovato. Durante la giornata abbiamo fatto la conoscenza di una bella donna che ha la nostra stessa età. In un mucchio di maschi eravamo solo poche donne e lei sembrava più contenta di noi di socializzare per sentirsi meno sotto tiro. Laura, questo è il suo nome ci ha detto che ogni volta era la stessa storia, tanti a cercare di provarci e lei che non vuole storie con i colleghi anche perche è sposata. Durante la cena ci hanno invitato ad andare a ballare nella discoteca sottostante l’hotel, ma lei ha detto che preferiva andarsene a cercare un po’ di divertimento in un locale fuori dal convegno e così abbiamo deciso di seguirla. Sedute in un bar con poche persone attorno, solo una decina di maschi che ci guardavano con un certo interesse lei si è confidata con noi. Sembrava che aveva tanta voglia di parlare e ci ha raccontato che era della nostra stessa città, solo più in periferia nella zona industriale. Sposata con un bel maschio di cui ci ha fatto vedere una foto e devo ammettere che aveva ragione. Stefano suo marito le voleva molto bene e insieme facevano una bella coppia. Sposata da diversi anni hanno solo un figlio maschio di nome Daniele. Purtroppo non ne può avere altri, anzi per far nascere Daniele ha dovuto decidere lei se rischiare oppure no. Quando è rimasta incinta le hanno diagnosticato un tumore benigno che sarebbe cresciuto nel suo utero con la stessa rapidità del figlio quindi lei ha preso la decisione di averlo e poi di farsi asportare tutto l’apparato riproduttivo. Sentirla parlare mi ha riacceso un dolore che ho cercato di reprimere per un po’ di tempo senza però riuscirci e vedendo lei così calma e tranquilla le ho raccontato che io avevo avuto lo stesso problema, e che anche a me era stato asportato tutto l’utero e che adesso mi sentivo molto depressa e che ne stava facendo le spese era mio marito. Mentre stavo parlando le arriva un messaggio sul cellulare e lei lo legge e scuote il capo. Incuriosite le chiediamo cosa ci sia che non va bene e lei sorride ironicamente.
«Con mio marito da tempo abbiamo sviluppato un bel gioco. Chi di noi due è fuori città per lavoro, anche a lui capita spesso, decide di sfidare l’altro ad una prova un po’ particolare, ma credo che questa volta non sia possibile che io la superi, dovrò pagare pegno.»
La guardiamo incuriosite al massimo e lei un po’ titubante ci racconta che loro sono una coppia che ha una forte intesa e massima fiducia fra loro, e che qualche volta rendono il loro rapporto un po’ più piccante con delle situazioni particolari. Noi due ci diamo una occhiata e io le parlo sinceramente.
«Potrebbe essere che stai parlando con due persone che ti capiscono benissimo di cosa vai parlando. Io e mio marito avevamo lo stesso tipo di gioco fin quando io ho avuto quel problema e adesso non me la sento di giocare. Mi fa molto piacere capire come tu sei riuscita a superare la tremenda situazione che quel tipo di operazione ti lascia dentro. In ogni caso se possiamo esserti di aiuto in qualche modo siamo a tua disposizione.»
Lei ci guarda con ammirazione e poi mi chiede se io adesso non faccio più sesso con mio marito. Le rispondo che il sesso lo faccio, ma lui vorrebbe di più essendo abituato a certe situazioni eccitanti e giochi vari che facevamo insieme, solo che io mi sento depressa e alla fine è lui che ne fa le spese.
«Mi stai dicendo che voi facevate delle cose molto interessanti sul piano erotico ma che adesso è tutto finito? Scusa ma perche è finito? Che colpa ne ha lui se tu hai dovuto subire una operazione? Poi così facendo gli fai scontare una cosa che esula dalla sua volontà, non credo che tu ti saresti fatta operare se non fosse stato realmente necessario, quindi se la vita ti ha dato un pugno e ti mette al tappeto rialzati e continui a combattere. Stefano mi è stato sempre vicino e tanto comprensivo che io non me la sono sentita di privarlo del piacere che avevamo prima di tutto questo. Per questo accetto sempre di buon grado quando lui mi sprona a mettermi in gioco come questa sera che vorrebbe che io scopassi con un maschio sotto lo sguardo di una donna anche se fosse sua moglie.»
La guardiamo e sorridendo le facciamo una proposta.
«Se ti va scegli che ti pare e portalo in camera e poi scopaci quanto vuoi, noi staremo a guardare così non dovrai pagare pegno con tuo marito.»
Lei ci guarda stupita e poi sorride.
«Anche così non è facile, ma ci riuscirò. Grazie conto sulla vostra complicità.»
Si alza, e si avvia verso il bancone del bar dove ci sono due maschi davvero splendidi che le sorridono, lei si siede vicino a quello è più giovane e le parla sottovoce. Lui sorride e guarda verso di noi e annuisce e poi la segue con noi che le andiamo dietro. Appena fuori dal locale lui ci dice che abita poco lontano e che se volgiamo possiamo salire da lui. Lei mentre camminiamo ci racconta che gli ha detto che aveva scommesso con noi che si sarebbe fatta scopare da lui sotto lo sguardo compiaciuto di noi che altrimenti le avremmo fatto pagare un pegno molto più pesante. Lui ci invita ad entrare e poi si dedica a lei che sembra non prestare molta attenzione, solo lo stretto indispensabile. Lo succhia un poco e poi si fa scopare sul divano chiudendo gli occhi mentre lui la stantuffa senza sosta e alla fine quando sborra le schizza dentro tutto il suo seme le urla addosso il suo piacere. Restiamo stupite dal suo comportamento e dal fatto che appena lui si è sfilato lei ha indossato subito delle mutandine diverse da quelle che aveva prima, direi molto caste e coprenti senza andare a pulirsi in bagno. Quando ce ne siamo andate le ho chiesto se tutto questo aveva in senso e la sua risposta è stata più che esauriente.
«Io non ho scopato con lui, ma mentalmente con mio marito e ho goduto solo nella mia mente al pensiero che domani quando torno gli mostro le mutandine piene del seme di quel maschio che ha solo assolto il compito di eccitarci nel nostro gioco. Solo con la mente io godo quando non c’è lui. Con lui sono una furia scatenata, ma senza divento passiva e solo in testa, dentro di me lo immagino che mi guarda e gode.»
Reato stupita da tanta unione e soprattutto adesso capisco il mio stupido comportamento nei confronti di mio marito e di come lo sta facendo soffrire è per una colpa che non ha e adesso voglio rimediare. Domani quando torno voglio riaccendere il piacere, la lussuria, l’esibizionismo e svegliare di nuovo la troia che è in me e che adesso vuole di nuovo giocare. Le parlo di noi come coppia e come giochiamo e le propongo una serata fra noi come coppia. Mi risponde che per loro sarebbe molto bello anche perche non hanno esperienze di scambi di coppia e nemmeno noi lo abbiamo realmente fatto quindi ne riparliamo la ritorno in città. Ho lasciato passare tre giorni per dare a Laura il tempo di confidarsi con suo marito per un eventuale incontro che adesso si sta realizzando in quanto anche lui è subito rimasto molto entusiasta. Adesso mi sto preparando per incontrare Laura e Stefano e mi voglio mettere in tiro al massimo. Quando oggi l’ho detto a Mario è impazzito di gioia e adesso non sta nella pelle dalla voglia di conoscerli. Spero che sia una serata sconvolgente, ne abbiamo bisogno entrambi.
«Paola sbrigasti che facciamo tardi!»
«Un attimo che arrivo! Cerca di avere pazienza, lo sai che mi piace essere al meglio.»
Sono impaziente di conoscere questa coppia e spero che da quello che mi ha raccontato Paola sia stupenda e lei questa sera deve essere perfetta. Tornare a fare sesso di nuovo in maniera così intrigante mi fa sperare che il peggio sia passato e che il futuro sarà ricco di nuove e intriganti evasioni.
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3 years ago
baxi18, 55
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Intriganti evasioni. quarta parte
Incomincio a leccare e succhiare quel palo di carne vive e pulsante. Lui mi indica cosa devo fare e come farlo. Io mi applico al meglio e alla fine ottengo i suoi complimenti e la sua sborra in bocca.
«Brava, succhiami anche le palle! Brava così. Adesso leccalo tutto, e con la mano gioca con le mie palle, mentre lo infili in gola, così da brava che mi fai sborrare. Succhialo, dai che vengo e tu ingoia tutto!»
Mi schizza in bocca dei fiotti di crema calda e densa che assaporo e trovo davvero buona. Ne spruzza tanta che fatico a ingoiarla. Succhio e lecco mentre lui geme di piacere. Mi scarica tutta la sborra in bocca, alla fine lui è molto soddisfatto. Quando ho finito lui mi sorride soddisfatto.
«Brava troietta. Tua nonna è una vera succhia cazzi e troia, ma tu in breve diventerai più zoccola di lei. Hai la stoffa della puttana, e questo mi fa tanto piacere. Se ti ribecco a spiare nelle cabine sono guai. Adesso vattene. Sparisci.»
Torno di corsa verso l’ombrellone e ci trovo mia nonna che mi chiede dove ero finita.
«Sono andata a prendere un gelato.»
Lei sorride, e mi si avvicina.
«La prossima volta che lecchi un gelato non farlo sgocciolare sul costume. Macchia ed è molto difficile da togliere.»
Abbasso lo sguardo e vedo che una goccia di sborra ha sporcato il mio reggiseno del costume rosso e si vede benissimo. Arrossisco mentre lei finge indifferenza. Dopo un’oretta ce ne torniamo a casa e pranziamo. Abitualmente la nonna dopo pranzo fa un riposino e io mi metto in veranda a leggere, ma quel giorno mi prende per mano e mi porta sul letto con lei. Sdraiate l’una accanto all’altra mi parla con un tono calmo e pacato.
«Chi ti ha offerto il gelato da succhiare.»
Esito un attimo e le rispondo.
«Il bagnino.»
Lei sorride compiaciuta.
«Mi fa piacere che la mia nipotina abbia buon gusto. Per una vecchietta come me sarà dura reggere la tua concorrenza. Sarà rimasto così soddisfatto, che adesso mi dovrò cercare un altro ossetto da spolpare.»
La guardo e la sparo tutto d’in fiato.
«Soddisfatto? Scherzi, spero. A mala pena avrò avuto la sufficienza. Sono così inesperta che questo è stato in assoluto il mio primo e pompino! Tua nipote è così inesperta che rasenta il ridicolo»
Lei mi guarda stupita e mi abbraccia con amore.
«Adorabile porcellina, mi vuoi far credere che sei una ragazza illibata? Con una nonna come me che ha zoccoleggiato, e ancora zoccoleggia, e una madre come la tua, a cui il cazzo piace oltre modo, e ti assicuro che quel porco di tuo padre, gli ne fa gustare tanto, tu mi dici di essere inesperta e vergine? Se è così allora cambia tutto. Perche non mi hai mai chiesto nulla? Averi potuto darti tanti consigli e qualche aiuto. Dai raccontami nei dettagli quello che hai fatto al bagnino, e dimmi anche perche ai detto che eri quasi sufficiente. Mi fai capire che una certa esperienza l’avevi già fatta.»
Mi sento tranquilla. La sua voce è calma e comprensiva, che le racconto tutto e in particolare anche di aver spiato mamma, prima e lei oggi.
«Bricconcella, non si va in giro a spiare le persone. Se me lo dicevi ti potevo aiutare facendoti partecipe del gioco. A Luigi sicuramente sarebbe piaciuto tanto. Oggi mi ha detto che ti avrebbe scopato volentieri. Allora io adesso ho da proporti in patto, ma pensaci bene se lo accetti lo devi rispettare fino in fondo.»
La guardo e prometto curiosa di sapere i termini del patto.
«Io e te da oggi siamo amiche e complici. Ti puoi succhiare tutti cazzi che vuoi, ma se è vero che sei vergine, e poi che sei sotto la mia custodia, la patatina le devi tenere ben chiusa. Niente sciocchezze, e io ti insegnerò tutto che serve sapere nel sesso.»
La guardo e abbraccio con gioia. Le prometto che sarò fedele al patto, e lei mi spiega quello che c’è ancora da sapere per essere una vera succhiacazzi. Le chiedo anche di lei e il nonno, e di mia madre. Mi racconta che il nonno era un vero porco, che amava esibirla e si eccitava quando lei si mostrava tanto troia, e volte lui stesso le portava degli amici in casa per scopare insieme. Anche mia madre è una bella zoccola, le piace tanto esibirsi, ma lo fa di nascosto da me, e sopra tutto con le complicità di mio padre.
«Mia cara figliola, il seme della troiaggine è molto insito nel DNA delle femmine della nostra famiglia e tu prometti molto bene.»
Facciamo in una bella risata e ce ne torniamo al mare. Quando siamo sotto l’ombrellone vediamo Luigi, la moglie è a prendere il caffè, la nonna gli parla a voce bassa, lui annuisce e mi guarda. Quando torna sua moglie la nonna la invita a fare una passeggiata, dicendo che ha bisogno di sgranchirsi le gambe. Appena se ne sono andate Luigi mi guarda, mi fa un cenno con il capo, e si allontana verso le cabine io lo seguo. Appena dentro la sua lui mi guarda, si siede sulla sedia e estrae un bel cazzo già quasi duro.
«Tua nonna mi ha detto che hai bisogno di fare un po’ di pratica. Spogliati del reggiseno e poi succhiami il cazzo.»
Lo guardo un po’ titubante.
«Stai tranquilla, ha detto che non ti devo scopare, ma non ha detto nulla per le tue tette che mi fanno impazzire. Dai vieni qui che ti insegno come si fa una bella spagnola.»
Mi inginocchio, lui sporge in fuori il bacino e mette il suo cazzo, che adesso è bello duro fra le mie tette, mi invita a masturbarlo con il movimento del seno. Bellissimo! Mi piace vederlo ansimare, godere come un porco, per la mia prestazione.
«Dai leccalo quando spunta sotto alla tua faccia! Cazzo! che spettacolo! Hai due seni stupendi! Mi piace, leccalo tutto, anche le palle! Sei stupenda! Mi fai godere, sei meglio di tua nonna!».
Mi rendo conto che sono io a gestire il suo piacere, mi diverto a farlo impazzire. Lo succhio e poi lecco, lo metto fra seni a mio piacimento. Lui si contorce e mi supplica di farlo sborrare. Lo torturo ancora un poco, il tempo di accarezzarmi la micetta da sopra il costume e raggiungere il mio piacere, che lo faccio schizzare in bocca. Lo succhio forte e lui sborra. Gode gemendo molto forte. Mi riversa in bocca tanta sborra calda e densa. Il sapore è diverso da quella del bagnino, ma è gradevole e fatico un poco a ingoiarla tutta. Ne cade un poco sul seno, lui me la spalma massaggiando i capezzoli duri, mi fa venire ancora. Lecco e succhio fino a spremere anche l’ultima goccia, poi lui mi invita ad andarmene per non destare sospetti. Esco e vado in mare a fare il bagno, perche il sotto del mio costume presenta una vistosa macchia umida, all’altezza della mia micetta che ha sbrodolato tantissimo. Quando esco, mi distendo sul mio lettino, tornano la nonna e la signora Adele, che si guarda in torno a cercare Luigi. Poi lo vede che viene dalla parte del bar con una bottiglia di acqua in mano. Mi nonna mi guarda e con un cenno del capo le faccio capire che è tutto a posto. Nei giorni a seguire mi sono sbizzarrita a succhiare tanti bei cazzoni, anche cinque o sei al giorno, e con tutti facevo un patto molto chiaro, la patatina non si tocca. Solo una volta uno ha cercato di scoparmi, ma io l’ho mandato al diavolo, dicendo se che se provava a insistere lo denunciavo perche ero minorenne. Quando sono arrivati i miei genitori, i giochi giornalieri sono stati limitati dalla loro presenza, ma tutto era solo rimandato alla sera, quando loro se ne andavano in giro per locali, e io e mia nonna ci divertivamo molto. La sera dell’ultima domenica appena usciti i miei genitori per andare ad una sagra di birra, bevanda che a mia nonna non piace, noi ci siamo messe in tiro da urlo per passare una indimenticabile serata. Lei gonna corta di lino nero con topo bianco, niente intimo ne sopra ne sotto, sandali con tacco vertiginoso. Io mini elasticizzata bianca, trasparente, praticamente nuda, zero intimo, e top azzurro, sandali a zeppa da vertigine. Sembravamo due battone a caccia di clienti. Mentre camminavamo per la passeggiata sentivo i commenti dei maschi che ci hanno proposto di tutto. Ero così eccitata che pensavo si sarebbe visto il piacere colare dalle cosce. Seduta al tavolo di un bar a sorseggiare un drink, mia nonna ha accavallato le gambe e due maschi al tavolo vicino al nostro hanno sollevato i calici in segno di gratitudine per lo spettacolo offerto. Lei mi ha guardato e sorriso, poi ha sollevato il suo per ricambiare, e un attimo dopo erano davanti a noi due splendidi esempi di uomini vogliosi, con il pacco già duro e voluminoso. Uno moro e l’altro biondo, ci hanno offerto un giro in auto sulle colline che noi abbiamo accettato. Quando siamo saliti sulla loro auto uno splendido maggiolone cabrio, io sono salita dietro con il biondo di nome Riccardo e lei davanti con Tommaso il moro. Appena partiti e imboccata la strada verso le colline Ric, ha messo una mano sulle mie cosce, ma mia nonna si è girata e ha messo in chiaro le cose.
«Patti chiari fin da subito, lei è mia nipote è ancora per poco minorenne, se uno di voi la tocca lo denuncio. Se volete scopare ci sono io per tutti e due lei solo giochini di bocca e basta. Se va bene ok altrimenti puoi anche fermare la vettura e noi scendiamo.»
Loro si sono dati uno sguardo e non hanno avuto nulla da obbiettare, e hanno giurato di stare ai patti. Subito dopo Ric ha estratto un bel cazzo di belle proporzioni e mi ha invitato succhiarlo.
«Dai troietta se non posso scoparti fammi sentire come lo succhi.»
Mi sono abbassata e ho incominciato giocare con quel gingillo intanto anche la nonna stuzzicava Tom che aveva imboccato una stradina laterale che è finita sotto un grande eucalipto. Tom ha sorriso a tutti e poi è sceso.
«Se vogliamo divertirci stiamo comodi.»
A tirato fuori un grosso plaid e tutti ci siamo distesi dopo esserci rapidamente denudati. Ci siamo messe a succhiare i nostri rispettivi cazzi, ma Tom aveva già le idee chiare. Ha fatto mettere la nonna a pecora e mi ha invitato a giocare con lei.
«Lecca il suo bel culo che la voglio inculare.»
Inginocchiata dietro di lei che succhiava entrambi i cazzi duri mi sono messa leccare il suo anello anale che reagiva contraendosi in modo spasmodico e mi stavo eccitando moltissimo. Tom si è portato dietro e dopo averlo infilato ancora dentro la mia bocca lo ha appoggiato al suo buchetto e l’ha spinto tutto dentro.
«Che bel culo sfondato! Ric entra che è una meraviglia. La troietta lo succhia bene, ma la nonna ha i buchi spananti! Cazzo come mi calza, sembra che me lo succhia di culo!»
Io che osservavo estasiata la monta e sono stata invitata a mettermi sotto di lei e leccare la sua fica. Così mi sono ritrovata distesa supina e la nonna sopra a 69. La nonna ha preso a godere urlando tutto il suo piacere anche se aveva il cazzo di Ric in bocca. Godeva e li incitava a scoparla più forte. Poi l’ho sentita tremare dal piacere, Ric le ha tolto il cazzo dalla bocca, si è posizionato di lato e ha invitato Tom a cambiare posizione.
«Dai Tom, mettila sopra di te, che la voglio scopare Le voglio sfondare anche la fica.»
Tom la stretta fra le braccia ed è rotolato di lato portando con se lei che ora era a gambe aperte impalata di culo su di lui, e Ric si è posizionato fra le sue gambe, e ha infilato il cazzo dentro di lei che ha spalancato la bocca e ha incominciato a godere. Ero sconvolta da quello che stavo vedendo. Non mi era mai passato per la mente l’idea che una donna potesse essere sfondata così da due maschi contemporaneamente. Era una maschera di piacere. Tom mi ha guardato e mi ha detto di sedermi sul suo viso che voleva leccarmi la fica. Ho guardato la nonna che mi ha fatto cenno che si poteva fare e mi sono seduta su di lui di spalle a lei che godeva a raffica. Ero in estasi nel sentire la lingua di lui che ravanava dentro le pieghe della mia micetta che sbrodolava a ripetizione. Abbiamo goduto tanto e poi il primo ad arrivare è stato Ric che è venuto dentro di lei urlando il suo piacere. Le ha dato ancore delle spinte forti e poi è uscito e si è presentato alla sua bocca per farselo succhiare ancora. Io mi sono spostata e Tom, ha messo la nonna di lato e la inculava da dietro. Mi ha detto che dovevo leccare la sborra che colava dalla sua fica. Mi sono distesa e ho avuto davanti ai miei occhi la sua figona slabbrata da cui colava della sborra, io l’ho leccata mentre vedevo il cazzo che le pompava il culo. Ric si è disteso di lato e ha continuato a farsi succhiare il cazzo dalla nonna mentre mi leccava la fica facendomi godere. Mi ha sconvolto il piacere che sentivo fra le gambe e ad un tratto ho anche desiderato di sentire quel palo dentro di me, ma la sborrata di Tom ha fatto cambiare di nuovo posizione a tutti. Lui si è sfilato dal suo culo e le ha schizzato in faccia e in bocca invitando anche me a succhiare il suo cazzo che sborrava. Un potente getto ha colpito il viso di nonna e poi il mio. Il resto ce lo siamo divise leccando a turno il cazzo da cui usciva copiosa ancora tanta sborra e poi senza nemmeno rendercene conto io ho leccato il suo viso e lei il mio e poi ci siamo baciate per assaporare meglio il seme di quel maschio che ci aveva annaffiate. I due maschi, vista tanta porcaggine si sono ritrovati ancora il cazzo duro. Tom, mi ha fatto mettere distesa e lui si messo in ginocchio su di me e ha usato il mio seno per una spagnola stupenda sborrando ancora tanta crema che la nonna ha leccato mentre Ric la scopava in culo. L’ennesimo orgasmo collettivo a sancito la fine del gioco. Distesi supini loro ci hanno ringraziato mentre io mi stringevo a mia nonna ero sfinita e felice di aver vissuto una così sconvolgente esperienza.
«Complimenti, siete state fantastiche e tu ragazzina hai la stoffa per diventare più puttana di tua nonna. Fortunato il maschio che avrà il tuo amore. Sarà bello per lui godere di tanta troiaggine. In quanto a te bella signora sei una vera zoccola superlativa come se ne incontrano poche. Complimenti davvero!»
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3 years ago
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Intriganti evasioni. terza parte
Seguito di una storia di coppia. Invito i cortesi lettori a rileggere i primi due capitoli già presenti in questo sito.
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La nostra amicizia con Luca è durata per quattro anni. Poi lui per motivi di lavoro si è allontanato, ma insieme abbiamo realizzato diverse porcate, lei come promesso gli ha dato anche il culo, e lui l’ha fatta godere tantissimo. Abbiamo organizzato anche grazie a lui, delle gang, dove Paola a davvero distrutto quattro cazzi degni di tutto rispetto. Io in quella occasione sono quasi rimasto ad ammirare la troiaggine di mia moglie, e solo alla fine, lei ha preteso il mio cazzo in bocca, dove ha voluto che le riversassi tutta la sborra, che si era accumulata nelle mie palle. Poi il lavoro, e il fatto che mio padre non stava bene di cuore, e l’anno successivo ci ha lasciato, ha reso le nostre erotiche evasioni sempre più rare, inoltre avevamo preso in considerazione l’idea di un altro figlio. Purtroppo quando siamo andati a fare gli esami di controllo per mettere in cantiere questo progetto è emersa una sconcertante realtà. Lei dovrà subire asportazione l’utero per un tumore benigno, che le avrebbe poi potuto causare seri rischi, e il concepimento era assolutamente da escludere. Paola ha accusato il colpo. Per diversi giorni è rimasta in uno stato di assoluto mutismo, apatia e tanta tristezza. Poi lentamente con tutto l’amore, e l’affetto soprattutto di mia sorella che lavorava con lei ogni giorno, ha un poco superato la sua tristezza, anche se di giochi trasgressivi sembrava che non se ne parlasse più, mentre io ero sempre molto attento, a non ferire la sua sensibilità. Il sesso lo facevamo, lei godeva, ma dentro di me il desiderio di vederla ancora fra le braccia di un altro maschio, era sempre molto forte. Per un bel po’ di tempo siamo ridiventati una coppia assolutamente normale. Niente trasgressione, sesso normale anche se molto appagante. Sentivo che dovevo fare qualche cosa per ritornare ai nostri giochi erotici. Ne ho parlato con lei, che mi ha semplicemente risposto che non era ancora pronta riprendere quello che facevamo prima. Poi la svolta. Inaspettata e imprevista. Come ho detto ho una sorella di nome Silvia, da sempre grande amica di Paola. Lavorano insieme, e dopo la morte di mio padre, hanno preso a dirigere con ottimi risultati, lo studio da commercialisti. Silvia è uno schianto di femmina. Alta come Paola, ma bionda naturale, capelli che le arrivano alle spalle, un fisico mozza fiato, tenuto curatissimo, con estenuanti esercizi fisici, e sedute di massaggi, pilates e altre diavolerie che la rendono bella e molto desiderabile. Lei e Paola hanno la stessa età, ma lei non è sposata. Quasi nello stesso periodo di Paola, anche lei è rimasta incinta e ha partorito un bel maschietto di nome Carlo, che ha più o meno la stessa età di nostra figlia Giulia con cui ha un legame fortissimo. Non ha mai rivelato chi fosse il padre di Carlo, e mio padre ha accettato di buon grado, il fatto che lei, gli ha dato il suo cognome, questo lo rendeva molto orgoglioso di avere un nipote come Carlo. Mio nipote e mia figlia, sono cresciuti a pane e codici fiscali e ovviamente oggi hanno intrapreso gli studi finalizzati a raggiungere la laurea di ragionieri per poter affiancare le loro madri nella gestione dello studio. Proprio per questo motivo Paola e Silvia si sono recate insieme ad un convegno di approfondimento fiscale finalizzato a illustrare alcuni cambiamenti nel loro lavoro. Quando sono partite io ho augurato a Paola di divertirsi e lei mi ha sorriso dicendo che forse non c’era tanto da divertirsi in posti cosi noiosi. Dopo due giorni quando sono tronate ho notato nello sguardo di mia moglie un deciso cambiamento. Era di colpo sparita come per incanto la malinconia e il suo apatico distacco. Era tornata la sua aria allegra e lo sguardo trasgressivo. La sera nel letto mi ha scopato con impeto e vera passione come non succedeva da tempo. Era tornata la mia donna troia e vorace di cazzo che tanto mi era piaciuta. Sodisfatta la voglia di godere mi aspettavo un racconto dettagliato per scoprire cosa le avesse ridato tanto entusiasmo, ma lei mi ha sorriso e ha dichiarato di essere molto stanca e di avere voglia di dormire. Vi lascio pensare che notte ho passato ad immaginare tutti gli scenari possibile che le potevano essere accaduti per farla tornare così carica e vogliosa. Per tre giorni non ne ha fatto assolutamente parola. Ho chiesto a mia sorella se doveva raccontarmi quello che era successo. Lei mi ha guardato con un’aria molto preoccupata e seria.
«Come? Cosa succede? Non succede nulla! Perche mi fai questa domanda? Che problemi ci sono? Hai forse litigato con Paola o sei diventato geloso? Ti assicura che non abbiamo fatto nulla di male e in ogni caso non spetta a me raccontarti nulla. Lo sai che sono sua amica e quindi se vuoi sapere qualche cosa chiedi a lei.»
Ovvio con una simile risposta, le mie curiosità sono salite alle stelle, ma per scoprire cosa è successo adesso voglio che sia lei a proseguire la storia.
Paola
Mi chiamo Paola e chi sono lo sapete se avete letto quanto raccontato da Mario mio marito. Quello che non vi ha detto è come sono diventata la troia che sono oggi. Quando avevo quindici anni, ero già una bella ragazza alta e ben sviluppata con un bel seno già una terza abbondante che era oggetto del desiderio di molti occhi indiscreti. Io invece ero impaurita dal sesso perche non ne sapevo niente. Nulla di importante, perche qualche amorazzo l’avevo avuto, ma niente degno di nota. Sentir parlare di sesso le mie amiche, specie quelle più grandi, che raccontavano di seghe, scopate, inculate o bocchini, mi affascinava e intimoriva, per la mia assoluta inesperienza, e in più non avevo una vera amica a cui chiedere. Passare per una sfigata inesperta non mi andava di certo, quindi me ne stavo in disparte in attesa di tempi migliori. L’occasione, come avviene spesso in questi casi arrivò casualmente. Una sera, dopo essere tornata stanca morta da una festa di compleanno ho salutato i miei genitori e me ne sono andata a letto. Devo aver dormito per circa una oretta quando mi sono svegliata con una sete pazzesca. Esco dalla mia camera per andare in cucina a bere e passando davanti alla camera dei miei genitori sono incuriosita dalla luce rosa che filtra attraverso lo stipite della porta lasciata semi socchiusa. Butto lo sguardo dentro e vedo una cosa che ha di fatto cambiato tutta la mia vita. Mia madre Teresa distesa su mio padre Antonio mentre gli succhiava il cazzo! Un bel 69 in piena regola come non ne avevo mai visti! La cosa sconvolgente era che lei a due metri da me, divorava il cazzo di mio padre, che era di ottime dimensioni. Dopo un attimo di stupore mi sono messa guardare mia madre, ho cercato di imparare tutto quello che lei faceva. Ho capito subito che era un pompino in piena regola, perche mio padre ansimava e la esortava a succhiarlo più forte.
«Teresa, si succhia che ti sborro in bocca. Mi fai morire, sei una bocchinara stupenda! Ti dovevo schizzare in culo o in fica, ma tu sei una troia, e lo vuoi in bocca. Aahh…cazzo..NO! Che fai non smettere! Mi uccidi! Si succhia e bevi!»
Vedevo mia madre giocare con quel palo in bocca a suo piacimento. Ho capito subito chi comandava il gioco, era lei che poteva succhiarlo, o leccarlo, ma in ogni caso era lei, che decideva quando farlo godere. Unico! Di colpo ho realizzato che succhiare un cazzo, adesso che stavo imparando come si faceva, mi eccitava tantissimo. Avevo le mutandine già fradicie, ho messo una mano dentro, e silenziosamente mi sono masturbata. Seguivo ogni mossa di mia madre. Con un dito in bocca simulavo tutto quello che lei faceva a mio padre, e come lo faceva impazzire e supplicare di farlo godere. Vedevo lui sollevare le gambe per agevolare la leccata del culo, e le palle grosse e piene. Era lei che lo faceva impazzire, mentre lui era costretto a smettere di leccare la sua fica, per godere come un porco. Poi lei ha messo una mano alla base del cazzo, e con le labbra serrate sulla punta, mentre, lo segava lo succhiava a morte, lui ha sborrato. Si è spostato di lato, è uscito da sotto di lei, si è sollevato di scatto, lei ha aperto la bocca, e con la punta sulle labbra, ha ricevuto in bocca dei fiotti di sborra densi e bianchi. Lui godeva, e lei lo ha spremuto fino all’ultima goccia, poi ha ingoiato tutto. Lui si è disteso supino, mentre lei ha ripulito il cazzo, che si stava ammosciando, poi ha fatto una cosa che non mi sarei aspettata: l’ha baciato in bocca, e lui ha risposto con passione a quel bacio, lungo e sensuale. Questo non lo aveva raccontato nessuna delle mie amiche, anzi alcune dicevano che i maschi prima di baciarle di nuovo gli facevano masticare un chewingum. Con la fica fradicia e in fiamme, me ne sono tornata a letto. Adesso sapevo come fare un pompino. L’unica cosa che non sapevo come era il sapore della sborra. Anche se era tutta teoria, non era più una cosa sconosciuta, dovevo solo metterla in pratica. Per diverse sere li ho spiati, ho assistito anche ad una inculata memorabile. Per non parlare delle scopate dove lui la sfondava e le dava della troia e lei ci godeva tanto, mentre io non capivo per quale motivo le piacesse sentirselo dire. L’arrivo dell’estate e delle vacanze al mare erano per me un momento di puro piacere.
Generalmente i miei genitori prendevano un appartamento al mare per tutto il mese di Agosto, assieme a Elisa, la mia nonna materna. Elisa era una donna stupenda. Sposata giovane con mio nonno, che era deceduto quando io avevo un anno, era appena oltre la soglia dei sessanta e li portava divinamente. Alta, snella, gambe lunghe e un bel culo a mandolino che lei evidenziava con indumenti attillati e tacchi alti. Forse il seno non era il massimo, appena una seconda piena, ma con un viso armonioso e labbra sensuali. Era simpatica, allegra e solare. I primi quindici giorni li avrei passati con lei, mentre i miei genitori ci avrebbero raggiunto dopo. Quando scendevo in spiaggia con lei notavo subito, che molte delle persone, in particolare i maschi adulti, mi osservavano con un certo interesse, e non perdevano l’occasione di ammirare il mio seno, che esplodeva sotto il costume, che faceva fatica a contenerlo. Anche il mio splendido culetto era oggetto di sguardi carichi di desiderio. Ne ero consapevole, e non perdevo l’occasione per mostrarlo, con pose ingenue ma ben studiate, e questo mi faceva scaldare la micia fra le gambe. Mi eccitava esibirmi in piegamenti che evidenziavano il mio culo, e mostravano il mio seno. Si, ero già una bella esibizionista un po’ troietta. Fra quelli che sbavavano, uno dei più simpatici era il nostro vicino di ombrellone, il signor Luigi. Amico, come sua moglie Adele della nonna, erano due simpatiche persone. La signora Adele amava, fare le passeggiate, e spesso ero io che l’accompagnavo, perche mi annoiavo a stare sempre sdraiata al sole. Il secondo giorno che ero appena partita a passeggio con la signora Adele, lei poco dopo incontra una sua cara amica che la prega di seguirla per andare in un negozio di intimo per acquistare dei costumi in svendita. Lei mi guarda, io le saluto e me ne torno verso il mio ombrellone, dove vedo che la nonna si sta allontanando. Incuriosita la seguo, vedo che si inoltra fra le cabine che servono per spogliarsi e mettere i costumi. La vedo entrare dentro la nostra che è la numero sette, subito seguita dal signor Luigi. Sempre più incuriosita, giro dietro e mi abbasso fra la cabina e il muro del magazzino dei bagnini. La mattina mettendo il costume, mi è caduto il sopra, e per raccoglierlo ho notato un piccolo foro fra una delle assi di legno. Sembrava una scheggiatura del legno, ma adesso capisco che poteva anche essere utile per dare una sbirciatina dentro per vedere chi si cambia, o come in questo caso che ci si nasconde. Appena mi abbasso e sbircio dentro mi trovo la nonna inginocchiata davanti a Luigi, che gli succhiava il cazzo. Un bel cazzo grosso, ma non troppo lungo. Lei lo ingoiava con una certa facilità e lo succhiava facendolo godere. Lei gemeva di piacere con la bocca piena mentre lui la incitava farlo venire.
«Brava succhialo! Come pompi bene, vorrei scoparti, ma oggi mia moglie torna presto dalla passeggiata, vuole andare a prendere il pesce. Mi fai impazzire se mi succhi anche le palle! Ti scopo in bocca! Tieni troia! Ingoialo tutto!»
Lo vedevo spingere quel palo in gola a mia nonna che li infilava con estrema maestria e anche se aveva le lacrime agli occhi non sembrava soffrire, ma anzi si masturbava con una mano e lo succhiava sempre più forte. Ero convinta che lui sarebbe schizzato a breve quando mi sento una mano davanti alla bocca e una presa forte che mi immobilizza. Una voce mi ha sussurrato all’orecchio.
«Come ti permetti di spiare dentro le cabine! Non si fanno queste cose! Adesso ti porto dai tuoi genitori e vediamo come finisce!»
Mi solleva e mi trascina un po’ più lontano. Mi libera la bocca, lo riconosco è il nostro bagnino, anche lui amico della nonna. Rossa in viso e impaurita dalle conseguenze lo supplico.
«La supplico, non lo dica a mia nonna, sarebbe un casino, sono disposta ad accontentarla in qualche modo se non lo dice a nessuno.»
Lui si guarda in torno, nessuno ci ha visti e allora mi trascina dentro il loro magazzino. Mi fa sedere su una poltroncina, poi estrae un bel cazzo già duro e lo presenta alla mia bocca. Lo guardo estasiata, mi rendo conto che questo sarà il mio primo pompino, ma per un attimo resto immobile e lui mi sprona a succhiarlo.
«Allora che fai ci hai ripensato?»
Lo guardo e gli dico che va bene, ma non so come si fa non l’ho mai fatto. Lui sorride divertito, si siede al posto mio e mi fa inginocchiare fra le sue gambe. Mi trovo quel palo davanti alla faccia e mi sento bagnare le mutandine del costume.
«Va bene, ti insegno io come si fa. Mi stupisce che tua nonna cosi zoccola, abbia una nipote che non sa succhiare un cazzo. Allora immagina di leccare il ghiacciolo alla fragola, che ti piace tanto, quello che usi per far eccitare chi ti guarda, e segui i miei insegnamenti, diventerai la più brava succhia cazzi della spiaggia.»
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3 years ago
baxi18, 55
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Io lui e la trans
il mio incontro più trasgressivo che ho vissuto fino ad ora è stato che una sera su una chat, ho contattato una trans molto carina, parliamo mi chiede delle foto e senza problemi gli mando qualche foto via mail. Il giorno seguente la ricerco su questa chat e gli faccio una battuta che se voleva potevo dormire da lei. mi risponde dopo un oretta assolutamente si. Wooow mi da indirizzo, ora e numero di cellulare. chiudo tutto vado a cena torno nella mia cameretta mi preparo perizoma una tuta (che durava poco) scarpe scendo saldo in macchia e via. Arrivo a Loano di fronte al supermercato D...........O parcheggio attraverso, e in tanto l'agitazione saliva. Gli faccio uno squillo come d'accordo mi apre piano terra prima porta a destra.... entro la vedo ancor più bella che in foto (anche se in foto era più alta...) indossava un paio di calze a rete stretta un perizoma chi gli copriva appena il cazzo e scarpe d'orate con zeppa non aveva nient'altro addosso, si gira mi accompagna in una stanza noto un tatuaggio sulla chiappa una rosa rossa un po sbiadita. Arrivati in stanza mi da un bacio con la lingua e mi dice di spogliarmi, che andava un attimo in cucina, cosi mi spoglio via la tuta via scarpe e calze rimango in perizoma, rientra in stanza e con un tono più brusco mi dice che mi dovevo spogliare totale cosi rapidamente levo il perizoma. Mi prende per mano mi porta in una stanza di fronte in quella che eravamo buia non si vedeva poco niente riesco a intravedere una sagoma di una persona mi sa salire sul letto la terza persona mi inizia a succhiare il cazzo riconosco che e un uomo, anche lei sale e affianco a me ci baciamo come fossimo due fidanzati mentre lui ci succhia a entrambi. Passati una decina di minuti (almeno sembrava) lei scende con la testa sul cazzo di lui lo inizia a spompinare per non rimaner a bocca asciutta e in disparte succhio il cazzo di lei noto che da mollo e molto grosso bho mi do da fare intanto le massaggio il buchetto. Finiti questi preliminari ed eccitati più che mai lei mi prende x i capelli mi mette al centro del letto e lei si mette davanti a me a gambe larghe sento il lui che e dietro di me, sputa nella mano mi lubrifica il buchetto appoggia sul buco il suo cazzo e piano piano entra tutto, mi inizia a dare dei colpetti lenti nel frattempo lei mi prende la testa e mi fa succhiare il suo cazzo lui aumenta la velocità sento che dopo un po inizia ad ansimare più forte tira fuori il cazzo sento che gode sulle mie chiappe sento che cola lei si alza va dietro e in meno di un secondo sento il suo cazzo entrare (porca troia se e grosso mi faceva male dopo che uno mi ha scopato) urlo un po di dolore e piacere; intanto lui si riveste la saluta e se ne va continua per un bel pò scende dal letto mi prende per il braccio e mi porta nella stanza iniziale dove c'erano i miei vestiti e soprattutto la luce, mi fa sdraiare a pancia in giù lei e sopra di me sento che rientra con quel cazzo enorme mentre mi da dei colpetti prende il pc lo mette davanti a me e carica un video porno di 2 gay che uno pisciava nell'ano dell'altro mentre lo guardavo mi dava dei baci e mi sussurra nell'orecchi se volevo provare non mi andava e cosi rifiuto sposta il pc e continua con più ferocia mi mette a pecora 3 colpi secchi leva il cazzo mi dice che sta per venire e lo vuole far di gran classe, va in cucina sto giro sul serio (nella mia testa penso che va a fare) torna subito dopo con un imbuto di plastica rimango a pecora me lo infila nell'ano e poco dopo sento caldo giro leggermente la testa x chiedere cosa stava facendo lei mi risponde " NON DOVEVI RIFIUTARE ADESSO TI PISCIO IN CULO POI TI LEVO L'IMBUTO E TI SCOPO TANTO HAI UN CULETTO STRETTO E NON NE PERDI UNA GOCCIA (SORRIDENDO)" finito di riempirmi da come aveva detto e promesso leva l'imbuto si masturba un po per far tornare l'erezione e giù dentro il suo cazzo mi scopa come un martello dopo svariati colpi si ferma e senza togliere il suo cazzo dal mio culo ci giriamo mi trovo sopra di lei a smorza candela continua alla grande a scoparmi finchè non arriva il momento tanto atteso con molta calma leva il cazzo mi mette 3 dita per tappare mi porta in bagno sul wc e mi f scaricare il piscio mentre lei e davanti a me, si masturba gode da matti sborra sul mio petto mi prende mi fa inginocchiare mi dice di masturbarmi mi massaggia le palle con il piede arriva anche per me il momento di godere sborro le lavo il piede si sborra mi guarda sorridendo mi dice " ops e finita la carta quindi lecca e ripulisci il piede" la lecco tutta finito mi do una scicaquata al petto guardiamo l'ora e si e fatta l'una torniamo in camera mi dice sta notte dormi con questo ( un butt plug largo 3-4 cm) cosi se scende qualcosa non mi macchi il letto me lo mette con dolcezza mi da un bacio con la lingua buona notte. Al mattino seguente ci svegliamo assieme mi sfila il plug mi da il buon giorno si alza tutta nuda prepara il caffe e me lo porta a letto, preso il caffe mi rivesto e la saluto. QUESTO RACCONTO E VERO.
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3 years ago
micaelatrav,
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Prendere il sole
Settimana scorsa come ogni domenica mi preparo per la mia mezzo giornata di sole in pace e tranquillità depilazione intima gambe scelgo che perizoma mettere anche il sex toy (bisogna sempre averne uno dietro).
Una volta finiti i preparativi mi vesto jeans maglietta esco e vado a prendere la macchina, mi diigo al mio solito posticino vicino a casa 3 / 4 km parcheggio scendo faccio il sottopasso e poi salgo su per gli scogli cerco un posticino tranquillo dove poter essere sdraiata comodamente, una volta trovato mi siedo e mi inizio a spogliare per ora sono ancora sola ma sono anche le 10 di solito arriva gente piu tardi. Una volta tolta i vestiti rimango in perizoma nero tipo “farfalla” con un po di retina davanti che si intravedeva il mio pisello mi metto la crema solare per evitare scottature cosi mi sdraio sull'asciugamano e mi rilasso un po. Dopo un paio di minuti vedo in lontananza una persona pensando che era anche lui per la stessa cosa “sole” cosi per essere piu provocante di quando potevo essere decido di usare il sex toy cosi chiunque passava poteva notarlo prendo un po di saliva mi bagno il buchino prendo il “butt plug” in acciaio largo 4,5 cm senza farmi notare piu di tanto scosto il perizoma lo punto e piano piano mi ci siedo sopra e con una spinta lo faccio sparire e rimane in vista il brillantino viola fuori. La persona che ho visto in lontananza sta passeggiando verso di me ma io continuo a far finta di nulla dormire o guardare il cellulare, noto che ogni tanto si ferma si guarda in torno e continua a camminare sempre verso di me, io continuo a far i fatti miei. Noto che e quasi dietro di me si sofferma a guardare il mio lato b e con gesto (l'ho fatto apposta ma ti faccio credere che non e vero) gli cade l'asciugamano che ha in spalla sulle mie gambe con modo di far gentile mi chiede immediatamente scusa dicendo che era il vento gli rispondo ci mancherebbe figurarti lo vedo e mi rimetto a testa in giu sul cuscino sento che e vicino a me si siede sullo scoglio vicino al mio mi inizia ad accarezzare le gambe molto lentamente mi provoca dei brividi su tutto il corpo sembrano mani di un massaggiatore pulite senza un callo o grezze sa dove toccarmi man mano sale con le mani io continuo a far finta di nulla alterno tra cellulare e riposarmi sento che mi massaggia i glutei mi allarga le natiche nota ovviamente il mio giochino che e dentro non dice nulla continua a far quello che sta facendo mi massaggia accarezza mi dice se ho freddo (forse vedendo tutti quei brividi) gli rispondo di no che era lui a provocarmi questi brividi mi prende il perizoma me lo vuole sfilare lo aiuto inarcando il la schiena rimango nuda con il butt plug dentro mi allarga le gambe prende il mio cazzo lo mette sotto che lui da dietro vede culo palle e cazzo mi accarezza e massaggia al punto che mi provoca una erezione con una mano mi allarga una chiappa e con l'altra molto delicatamente mi prende il sex toy lo sfila piano piano che manco me ne accorgo. Dall'altra parte noto che sale altra gente ma a me non da fastidio ragiono molto (se ti piace guarda se non ti piace girati), una volta tolto il sex toy ho il buco un po largo tenendo un plug di 4,5 cm e normale, si tuffa con la faccia mi lecca prima in mezzo sotto sopra al buco poi dentro e fuori inarcola schiena per mi piace come lo fa mentre lecca fa entrare un suo dito lo fa sparire sento le sue nocche lo tiene dentro non stantuffa ma lo muove come se dentro ci fosse la rotellina del mouse io per non dargli corda da (stronza) continuo a far i farti miei tra l'altro ricevo una telefonata mentre lui e impegnato dietro. I curiosi si fanno sotto hanno il cazzo in mano ma rimango ferma a ricevere le attenzioni mi continua a muover il suo dito dentro e leccare per un attimo lo tira fuori ne punta due molto dolcemente le fa entrare le ricevo tutte fino in fondo le muove sempre e lecca da farmi impazzire fino a farmi uscire il liquido preiaculatorio spostando la testa scorgo che ha il cazzo fuori duro sembra bello tutto depilato come piace a me mi giro a guardare il mare lui si alza si mette sopra di me appoggia il suo cazzo sul mio buco ma ci son le sue dita dentro ma lo lascio fare man mano leva le dita e spinge il suo cazzo dentro ora inzia a far su e giu ci son tutti gl'altri che guardano si stanno masturbando nel veder come mi sta facendo il culo per rendere il gioco piu bello mi allargo le chiappe e poco dopo mi metto a pecora sento le sue palle attaccate al mio culo mi sta martellando in modo dolce da non farmi male ormai dal mio cazzo un continuo uscir di liquido pre spermale a un certo punto si ferma leva il suo cazzo metto il dito mi dice di far la brava che mi piacerà appoggia la punta del suo cazzo spinge fa un po male ma resisto anche lui mi chiede ti tener duro cosi stringo i denti sento che esclama ecco brava cosi ohhhhhh aveva messo il suo cazzo piu un dito dentro il mio culo ha iniziato a far su e giu piano per abituarmi poi sempre piu veloce e sempre piu lunghe dentro e fuori dentro e fuori in meno di 10 minuti mi ha portato all'orgasmo senza sfiorarmi il cazzo ho goduto senza essere toccata o masturbata lui esclama con un tono di dispiacere “nooooo non devi godere le tue contrazioni mi portano anche a me all'orgasmo” cosi una decina di colpi sfilail cazzo ma lascia il suo dito dentro mi sborra sulle chiappe sfinito anche lui e da quelli che ci guardavano parte un applauso di compiacimento sorrido mi sdraio lui prende il sex toy me lo rimette piano lo tengo dentro che un piacere ha delle salviette con se mi pulisce dal suo sperma mi ringrazi e sorridendo gli dico PREGO e se ne va via lasciandomi li continuando a prendere il sole.
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3 years ago
micaelatrav,
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Leccami cornuto.
Mi chiamo Anna, sono alta un metro e 65, capelli neri, ricciolini. Ho un bel fisico, un bel culo a mandolino e labbra carnose naturali che, a detta di molti, invogliano a infilarvi dentro un bel cazzo per farselo succhiare per bene. Sono considerata una donna solare, allegra, simpatica e dolce. Da 25 anni, sono sposata con Franco, che ne ha 47. Con lui, ho provato un po’ di tutto nel sesso. Mi ha insegnato a succhiare bene il cazzo, a ingoiare la sborra, ho apprezzato il rapporto anale, ma la cosa che ha cambiato la mia vita, è stata la trasgressione, avventura che mi ha portato a vivere esperienze sessuali con altri maschi.
Sì, a mio marito piace che io abbia rapporti con altri uomini. Ho avuto diverse esperienze e, ora, è giunto il momento di farvi partecipi delle mie avventure più recenti, nel mondo della trasgressione. Di recente, quel cornuto di mio marito ha incontrato un singolo conosciuto su un sito di scambisti. Dopo aver valutato se è o meno una persona affidabile, provvede lui a trovarmi i maschi che mi scoperanno, e la cosa gli mette pepe addosso, confidandomi che gli sarebbe piaciuto organizzare una mia uscita, da sola con lui. Quando torno a casa, il cornuto ha già organizzato tutto. Sul letto matrimoniale, trovo preparato tutto quello che dovrò indossare: un abito cortissimo nero, elasticizzato, che copre appena le mie forme, calze auto reggenti e un bel paio di scarpe dal tacco altissimo. Non serve altro, se non un po’ di trucco agli occhi, e labbra rosse, da troia. Puntuale come la morte, alle ventuno suonano alla porta. Franco va ad aprire e mi presenta Diego.
Ho davanti un bel maschio, alto, sguardo da maledetto e con un fisico da dio greco. Mi sento subito inumidire fra le cosce. Un saluto al cornuto e via con lui, a vivere una serata di pura trasgressione. Mentre andiamo non so dove, mi chiede di me, dei miei desideri, di quello che mi piace fare con un maschio.
«Con la giusta persona, non pongo limiti. Amo succhiarlo, scopare e se mi inculano, ci godo bene. Mi piacciono anche le situazioni insolite, trasgressive e particolarmente eccitanti».
Lui sorride e mi dice che ha già in mente un posto, dove starò di sicuro a mio agio. Dopo circa una mezz'ora parcheggiamo, sotto un palazzo, quasi in periferia e, saliti all’ultimo piano, entriamo in un prive'. Mi sento strana: non sono mai stata in un prive'. Mentre stiamo girando per il locale, vedo delle donne che scopano: lo guardo e gli dico che me ne voglio andare. Lui ne è stupito, ma io sono irremovibile: in un posto dove ci sono altre donne, non ci scopo. La cosa lo ha sorpreso molto, ma non per questo si arrende. Ripresa l’auto ci dirigiamo in piena periferia, in un posto dove si pratica il car sex. Mentre raggiungiamo questo posto, prima gli ho fatto un bocchino con ingoio, mentre lui guidava in mezzo al traffico, incurante di chi ci poteva vedere, anzi trovavo la cosa molto eccitante, poi, ho chattato con il cornuto, rimproverandolo, per non aver detto a Diego che la presenza di altre donne mi infastidisce. Lui si scusa e mi chiede dove siamo diretti. Lo informo del nuovo piano. Passiamo lì, circa due ore, durante le quali vengo scopata da ben quattro maschi. Sfinita, chiedo a Diego di andarcene, anche perché si son fatti avanti altri maschi, ma proprio non voglio. Appena ci siamo allontanati, chiamo Franco e gli dico di venirmi a prendere. Diego gli dice di raggiungerci nei pressi dello stadio. Appena Franco arriva, mi fa scendere dalla sua auto e, per un momento, vedo delle auto che si avvicinano e mi chiedono quanto voglio. Mi rendo contro che il bastardo ha dato appuntamento a mio marito in questo posto, dove ci sono le puttane e tanti clienti mi scambiano per una di loro. Alla terza auto che si avvicina, riconosco mio marito. Salgo e ce ne andiamo via, in fretta. Vorrei andare a casa, ma la situazione lo ha eccitato e vorrebbe che io facessi una marchetta, ma io non ci penso nemmeno. Mi chiede dove siamo stati e decide di tornare nel piazzale dove abbiamo fatto il car sex. Restiamo un po' in quel posto; lui fa le luci ad una auto, ma l’altro non si avvicina. Mi mette una mano fra le cosce e sente che sono piena di sborra che cola da ogni buco. È eccitato al massimo, mi porta un poco più lontano. Estrae il cazzo e lo mette nella mia mano, vuole che gli racconti quello che ho fatto con Diego in quel posto. Scruto il suo sguardo e, dentro di me, avverto il bisogno di una cosa che questa sera nessuno mi ha fatto: voglio esser leccata!
«Leccami cornuto!»
Resta un attimo interdetto. Poi, si spostiamo assieme sul sedile posteriore e, aperte le gambe, si incolla direttamente con la bocca sulla mia fica grondante, piena della sborra di tutti quelli che mi hanno scopato. È bravo! Mi lecca e succhia, in breve tempo, tutto quello che ne esce. Ci godo alla grande.
«huummm…Sì...Porco, cornuto…Vengo! Cazzo, che maiale sei! Ti piace la sborra di chi mi ha montato! Dai... Lecca tutto, che vengo!»
Mi lecca a dovere, poi, sazio, si mette seduto e mi mette il suo cazzo di nuovo in mano. Vuole che gli racconti tutto.
«Appena arrivati, ci siamo trovati subito due singoli che, ben presto, capiscono che Diego mi esibisce e vuole scoparmi assieme a loro. Ci spostiamo un poco più in disparte e, aperta la macchina, mi ritrovo subito due bei cazzi da succhiare. Loro mi insultano con uno spinto turpiloquio e Diego rincara la dose.
«Apri la bocca, troia, succhia! Che vacca che sei! Una vera zoccola!»
«Fatela godere, dobbiamo scoparla bene, altrimenti il cornuto che me l’ha affidata, non è soddisfatto; dai, troia che ti sfondiamo».
«Mi distendono sul sedile di dietro e, a turno, mi entrano dentro, mentre l’altro mi fa succhiare il suo cazzo».
«Accidenti come lo succhia! E' una vera troia succhiacazzi, quella che abbiamo trovato! Dai, ingoialo!»
«Me lo spinge tutto dentro la gola e mi fa godere il fatto che mi stia scopando in bocca, mentre l’altro mi spacca la fica. Diego assiste divertito, mentre altri due maschi si avvicinano e gli chiedono se posso esser disponibile a scopare anche con loro».
«Certo che la potete scopare. È una troia che il marito mi ha affidato per farla scopare e riempire di sborra in ogni buco. A proposito, fatela mettere girata, così posso sfondarle il culo».
«Ho appena il tempo di inginocchiarmi, che mi si para davanti il cazzo di Diego. Enorme! Lungo e TANTO grosso. Cerco di convincerlo a desistere dall'incularmi».
«No, aspetta… sei troppo grosso, per il mio culo!»
«Cerco di farlo ragionare: magari, prima mi faccio inculare da uno più piccolo, ma lui non sente ragioni e, dopo averlo spennellato, un po' davanti, fa colare della saliva nel solco e di botto mi incula, fino in fondo. Urlo per il dolore, mentre lui non mi degna di alcun riguardo: mi serra i fianchi e prende a pomparmi, come un toro scatenato. Sento un dolore bestia. Lo sai che nel culo mi piace, ma deve esser preparato, lui invece mi sfonda il culo, quasi a secco. Fortunatamente un altro mi masturba e, ben presto, il dolore fa posto al piacere. Godo nel sentire quella trave nel culo. Mi slabbra il culo, senza pietà».
«Lo senti troia che poi ti piace? Dai ragazzi, metteteglielo anche davanti, prendiamo sta vacca in tutti i buchi. Godi, puttana!»
«Mi solleva e si distende sul sedile. Mi ritrovo con le gambe alzate e aperte. Subito un altro mi infila davanti un cazzo lungo che scivola, non senza difficolta, dentro il mio ventre. Mi sento piena e godo. Un altro si mette sul sedile davanti e mi tocca i seni. Li strizza e impasta, mentre mi sputa in bocca e mi insulta».
«Godi puttana che questa sera ti sfondiamo tutta!»
Vengo come un fiume in piena. Godo e incito chi mi scopa a farlo più forte.
«Più forte! Vengo! Vengo! VENGO!»
«Quello davanti mi sbatte velocemente e poi sborra.
Lo sento schizzare dentro e subito esce per lasciare il posto ad un altro, con il cazzo più corto, ma più grosso. Entra con un colpo secco, dentro di me. Schizzi di sborra escono dalla mia fica slabbrata, che adesso è pompata con vigoria, mentre Diego, da sotto, mi scopa il culo sempre più forte. Vengo di nuovo, assieme al secondo, che mi schizza tutta la sua sborra direttamente dentro. Anche Diego è al limite e mi mette di lato, mentre mi fa un clistere di sborra.
«Sborro! Cagna, ti riempio il culo!»
«Mi ha aperto così tanto il culo, che ne esce un poco e, appena si sfila, subito un terzo prende il suo posto. Mi pompa il culo, mentre un quarto mi mette il cazzo in bocca e mi scopa la gola. Vengono insieme e mi inondano ancora di sborra, che mi fanno ingoiare tutta. Ero esausta ed ho voluto smettere. Adesso sai tutto».
Durante il racconto Franco ha sempre avuto il cazzo in erezione e, adesso, mi fa distendere e me lo pianta dentro. Sento la sborra colare ancora: lui mi scopa, sebbene sono così aperta che dubito possa avvertire il piacere di essermi dentro; gode e, dopo poco, che mi pompa, viene anche lui dentro di me. Mi sento riempire del suo piacere, ero quasi sul punto di godere di nuovo. Appena lui è venuto, l’ho baciato ed abbiamo limonato un poco.
«Ti amo», gli ho detto. Lui mi ha sorriso compiaciuto, allora con un sorriso complice e malizioso, ho aggiunto:
«Adesso, leccami ancora, cornuto!»
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3 years ago
baxi18, 55
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La moglie perfetta. seconda parte
Da quel giorno sono passati velocemente dieci anni, durante i quali il nostro modo di godere, si arricchito di bellissime esperienze, esibizionismo, scambi, gang, privè, esperienze lesbo, lei non si è mai tirata indietro, potevo già dirmi soddisfatto, ma c’era ancora una cosa che mi mancava da lei. Il particolare che ancora non mi soddisfa, è che tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto insieme, lei si era sempre trovata in mia compagnia. A differenza di lei, a me era successo, di avere l’occasione di scopare quando sono in giro per lavoro. Quando le raccontavo tutto lei si eccitava tantissimo. Il mio rammarico era che anche lei avesse un momento suo da cogliere al volo. Poi l’anno scorso finalmente la svolta, io ero via, sarei rimasto fuori per due giorni. Cinzia sapeva che il secondo giorno avrei visto una troia di cliente che mi aveva contattato, in sua presenza. Mentre era in conversazione con il viva voce del cellulare aveva sentito che la zoccolona mi chiedeva di passare da lei portando il mio “giocattolo.” Lo aveva appena assaggiato qualche mese prima, ma non le era stato possibile provarlo completamente. Mentre la sera del primo giorno ero in albergo e stavo ricapitolando il lavoro della giornata che era stato molto buono, mi suona il cellulare, vedo che si tratta di lei.
«Amore, sai io dovrei andare a cena con un tizio, ma non saprei se accettare.»
La sento che esita.
«È un bell’ uomo?»
Chiedo.
«Si, mi piace.»
Mi risponde titubante.
«Allora vai, mettiti in tiro, e vai, se poi ci scappa la scopata, domani sera, mi racconti tutto.»
Le rispondo con entusiasmo.
«Grazie amore ti amo.»
La sento allegra e rilassata.
Lascio, perdere il lavoro e mi distendo sul letto, mi prendo li cazzo in mano e comincio a segarmi. La immagino vestita sexy, lui che la mangia con lo sguardo le mani di lui sul suo corpo il cazzo di lui dentro di lei il suo piacere, mi sego velocemente.
«…UUUUHHHMMM…si …vengo …»
Urlo, stremato ma felice. Schizzo un fiume di sborra, mi addormento. Il giorno dopo trovo un sms sul mio cellulare.
«Notte stupenda, sono distrutta, ti amo, torna presto che ti racconto.»
Guardo l’orario, è stato spedito alle 5,30 di questa mattina, sono al settimo cielo. Lavoro tutta la mattinata con un’euforia contagiosa che mi fa concludere dei buonissimi affari. Poi alle tredici la chiamo, ma il suo cellulare è ancora spento. Mangio e mi preparo per andare all’appuntamento con la troia che per firmare la commessa vuole il mio cazzo. Quando sto per entrare nel suo ufficio, mi suona il telefonino, da qualche tempo, uso una di quelle piccole auricolari senza fili utilizzano il bluetooth e si mettono direttamente sull’orecchio lasciandoti le mani libere. È lei.
«Amore, come va? Quanto lavoro hai ancora?»
La sento stanca.
«Tu, come stai?»
«Sono stanca ma felice, è stata una notte incredibile, ma poi questa sera ti racconto tutto, e tu?»
Sento che è felice, questo mi carica di più, io sto per andare dalla troia.
«Allora ti lascio.»
Ho un lampo di genio, e le faccio una proposta ridendo.
«No, non chiudere, resta in ascolto così potrai, sentire tutto.»
Metto il telefonino in tasca poi entro. La troia mi saluta, si alza e viene verso me. Sui quaranta portati bene, ha l’aria e la faccia, di una che non si è mai fatta mancare il cazzo, poi chiusa la porta dell’ufficio a chiave mi abbraccia. Parla con voce lasciva.
«Allora lo hai portato il giocattolo?»
Mette una mano sul mio cazzo che tra lei che si sta eccitando, tra mia moglie che mi sta ascoltando diventa durissimo.
«Certo.»
Sottile, mi arriva nell’orecchio, un ordina da Cinzia.
«Mettiglielo in bocca, vediamo se è capace di ingoiarlo.»
Eseguo, la tipa si abbassa e resta piacevolmente stupita.
«… mmmummm … che bel palo …»
Comincia a succhiare appena la cappella.
«Ma che c’è, dico io, per far sentire pure a Cinzia, ne prendi solo un pezzetto?»
«Ma è troppo grande per la mia bocca!»
Cinzia, interviene sempre dentro la mia orecchia.
«Non te lo far rigare con i denti, dai mettile tu la lingua nella figa.»
Mi ordina.
La sollevo, la metto a gambe alte sopra la scrivania. Incomincio a lappare la figa appena ricoperta da un sottile tanga, lei decolla subito.
«… ooohh…si! Accidenti come lecchi! …Vengo!»
Mi sbrodola in bocca la prima sborrata. Cinzia sente tutto e continua a dirigere il gioco.
«Scopala, falle sentire dentro il cazzo del mio uomo, spaccala!»
Non perdo nemmeno un secondo, mi alzo e le pianto il cazzo dentro in un solo colpo.
«…AAAAhhhhhh… Si … Che palo! Piano …Mi sfondi!»
Cinzia, che sente tutto, rincara la dose.
Si dai sfondala! Spingilo tutto dentro a questa vacca!»
Sento che si sta eccitando pure lei. Comincio a pomparla come un forsennato, con colpi devastanti. Lei sborra ancora due, o tre volte con grida fortissime.
«Vengo! …Si … ooooohhh!»
«Piantalo nel culo, amore, falle il culo. Spaccale il culo a questa troia! Che se lo ricordi il cazzo del mio uomo.»
Ricevo nell’auricolare questo preciso ordine. Lei è sfinita. Sfilo il cazzo e dopo averla messa distesa sulla scrivania le pennello il cazzo fra la fica e il culo. Cinzia mi esorta ancora.
«Dai, amore spaccale il culo!»
Lei forse intuisce ma io non mi fermo.
«…Heii...no!…Ma che ti viene….AAHHHII...Mi spacchi!»
Urla. Ma io ormai sono già tutto dentro. Il cazzo le perfora il culo, lei si irrigidisce. Le ordino di rilassarsi, ma non ubbidisce. Le mollo due sonore sculacciate, ripeto l’ordine di rilassarsi. Comincio a stantuffarle il culo.
«…aaaahhhhiiiii…. Fai piano!»
«No! sbattila più forte!»
Mi ordina Cinzia. Sono al massimo dell’eccitazione, mi scopo una troia mentre ricevo ordini da mia moglie.
«…ooohhh…si... Mi piace… Vengo! Dai sborra anche tu!»
Comincia urlare la troia.
«No! no! Non sborrarle in culo, lo deve bere e pulire tutto! Non voglio che resti traccia dei suoi umori anali, schizza tutto in bocca!»
Mi ordina di nuovo Cinzia. Le prendo la testa con la sinistra, la giro e mi porto con il cazzo davanti alle sue labbra.
«Apri … Tieni… sborro!»
La inondo di spruzzi lunghi e copiosi.
«Pulisci tutto!»
Lei esegue. Poi sfinita si siede sulla poltrona, io mi rimetto il cazzo dentro, e le porgo i documenti da firmare, cosa che fa, mentre mi parla con un filo di voce.
«Vedo che sei sposato, ma tua moglie quanto tempo sta fra una scopata del genere e l’altra?»
Io la guardo, e sorrido.
«Veramente per mia moglie questo è solo un preliminare.»
«Accidenti, falle i miei complimenti.»
Sorrido, divertito e mostro l’auricolare.
«Già fatti in questo momento di persona.»
Lei mi guarda allibita.
«…ma?»
«Si, lei ci stava ascoltando.»
Prendendo i fogli e vado verso l’uscita.
«Amore torna presto.»
Mi dice Cinzia, io dopo solo tre ore e mezzo sono a casa. Appena rientro mi fa spogliare.
«Vieni, ho preparato il nostro angolo di paradiso.»
In effetti, il bagno ha le luci soffuse, candele profumate. Ci immergiamo insieme, lei si distende con la spalla sinistra appoggiata al mio petto, mi prende il cazzo in mano e mi comincia segare lentamente, io attendo il suo racconto.
«Ieri sera, verso le diciotto, sono andata a vedere quel centro commerciale nuovo, che hanno realizzato allo svincolo della tangenziale. C’era un casino di gente, per cui ho parcheggiato la macchina sopra un piccolo marciapiede, tanto sarei rimasta solo il tempo per vedere se era aperto il nuovo negozio di intimo. Mi sono distratta fra le vetrine, così sono uscita che erano le diciannove e trenta. Quando sono tornata alla macchina, mi sono resa conto, di aver chiuso l’uscita, di una grossa vettura, parcheggiata più in là. Il proprietario mi stava aspettando, quando mi ha visto sul primo, aveva l’aria incazzata, poi il suo viso è cambiato all’istante. Ho assunto un’aria davvero mortificata.
«Mi scusi, non mi ero resa conto di averla bloccata, spero di non averle recato troppo disturbo.»
«Veramente dovevo andare a cena con degli amici, ma, visto il ritardo, chiamerò.»
«Mi dispiace, non so come farmi perdonare.»
Lui mi guarda, ci pensa un attimo e poi mi sorride.
«Veramente un modo ci sarebbe. Lei ha impegni per la serata?»
Mi chiede molto seriamente.
Io ci penso un momento, mi rendo conto che forse è quel famoso momento di cui parli tu. Decido in un attimo.
«No, sono libera.»
«Allora per che non viene a cena con me?»
Lo guardo, e accetto.
«Va bene, ma dovrei cambiarmi.»
«Le basta un’ora?»
«Certo, è sufficiente.»
«Allora ci vediamo fra un’ora qui.»
Sono tornata a casa, ti ho telefonato, tu mi hai detto di andare. Ho fatto una doccia veloce, mi sono messa quelle calze autoreggenti nuove, quelle con dieci centimetri di pizzo elasticizzato che stanno su da sole. Ho indossato il vestito lungo, quello di seta che mi hai regalato per il mio compleanno.
Incuriosito chiedo una spiegazione.
«Dici quello che sotto è gonna e sopra ha il dietro tutto scoperto e davanti quelle piccole strisce di stoffa a V che dal ventre ti arrivano dietro la nuca coprendo appena i capezzoli?»
Si quello. Ho aggiunto le scarpe nere col tacco alto da dodici, la stola per coprirmi le spalle e quando mi sono guardata allo specchio mi sono data della gran fica! Arrivata al parcheggio, lui è rimasto senza parole. Mi ha fatto accomodare dentro la sua macchina e si è presentato.
«Mi chiamo Alberto, e tu?»
«Cinzia.»
«Quando ho chiamato i miei amici per spiegare il ritardo hanno chiesto di portare a cena anche te, anche se fossimo arrivati in ritardo, non c’erano problemi, ti va di venire?»
«Va bene, così avrò modo di scusarmi anche con loro.»
Dopo venti minuti ci siamo trovati davanti a una villa molto grande, nel parcheggio c’erano due sole macchine. Appena entrata ho trovato quattro persone. Alfio il padrone di casa, era il più alto di tutti, poi Carlo e Luca i due più bassi e Giulio sicuramente il più giovane, ma pelato completamente. La cena era a base di pesce, buonissimo, servito da una giovane ed efficientissima cameriera. Abbiamo mangiato molto, e bevuto del Verdicchio, ma non mi sono ubriacata. Dopo cena ci siamo trasferiti dentro una saletta molto intima, con un grande focolare acceso, con due divani di pelle nera con ampi braccioli. Tutti si sono seduti tranne Alfio che da un mobile bar ha servito a tutti del cognac, poi a messo della musica molto soft, abbassato le luci. Il caminetto regalava un gioco di ombre, Alberto mi ha invitato a ballare. Il suo movimento era dolce, lento, quando i nostri corpi si sono toccati, ho sentito il cazzo in erezione, un membro lungo che mi arrivava fino all’ombelico. La sua bocca si è posata dolcemente sulla mia spalla destra, le sue labbra hanno cominciato a baciarmi il collo dietro la nuca con un movimento molto lento e sensuale. Da dietro la sua bocca è arrivata davanti, i nostri occhi si sono guardati per un attimo e poi lui mi ha baciato. La sua lingua è entrata dentro la mia bocca che non aspettava altro, mi sono abbandonata al piacere del bacio. Le sue mani mi hanno cinto i fianchi, ho spinto il bacino contro il suo cazzo durissimo e sono andata in estasi. Mi stavo eccitando molto. Ad un tratto ho sentito dietro di me un altro cazzo appoggiarsi contro lo spacco delle mie natiche, una bocca baciarmi la nuca. Due mani insinuarsi da sotto le mie ascelle direttamente ad afferrare i seni da dietro, ho mandato la testa indietro assaporando il nuovo ed intenso piacere che aumentava. Da dietro Alfio mi ha sciolto il piccolo nodo che teneva unito il vestito, e con un cenno ad Alberto si sono distaccati da me lasciando cadere a terra l’abito, ero nuda! Subito si sono di nuovo occupati di me. Uno dietro è sceso a lappare il buchetto, mentre con una mano mi accarezzava davanti mandandomi in estasi. Davanti Alberto si dedicava ai seni succhiando i capezzoli, mi sono resa conto che pure le altre tre persone che nel frattempo si erano denudate hanno cominciato a toccarmi in ogni parete del mio corpo fino sollevarmi da terra per adagiarmi sopra uno dei divani e cominciare così un lavoro di lingua sconvolgente. Mi sono ritrovata con il cazzo di Alberto in bocca. Alfio che mi succhiava la figa, e Carlo e Luca che mi avevano messo in ogni mano il proprio cazzo per segarli, mentre Giulio si preparava ad infilarmi la figa. Mi sono sentita dentro un palo che non era grosso come il tuo, amore, ma sicuramente più lungo tanto che mi sembrava non finisse mai di entrare. Ho cominciato a gemere. Allora lui si è alzato, mi ha preso di peso e dopo essersi lui accomodato in poltrona sul bracciolo mi ha cominciato a sbattere con forza. Stavo per arrivare al primo orgasmo quando Alberto si è piantato tutto dentro il mio culetto.
«Bella porca, ti infilo il culo! Accidenti! Ma sei apertissima! Ragazzi questa troia è sfondata di culo da paura!»
Hanno iniziato a spingere dentro il cazzo mentre Luca continuava ad infilarmi il suo dentro la mia bocca.
«È proprio aperta, guardate come lo ingoia, si che bocchinara!»
Ha urlato spingendolo dentro, mentre segavo pure Carlo e Alfio. Ho cominciato a sborrare senza tregua. Donavo piacere a cinque uomini contemporaneamente e questo mi faceva impazzire. Gli orgasmi si sono succeduti a ripetizione, mentre loro si davano il cambio dentro di me. Poi ad un certo punto mi hanno rigirata, con le cosce alzate. Carlo mi infilava il culo Luca ha fatto una considerazione:
«aspetta, è tanto aperta che …»
Un secondo dopo aveva unito il suo cazzo con quello di Carlo e mi sono entrati in doppia nel culo.
«HHHHHHHHAAHHHAHH …SI aaaahhh …si … spingete!»
Hanno iniziato a sbattermi fino a morire. Mi hanno pompato tanto. Hanno ripetuto la doppia anche davanti. Sono andata in delirio.
«… OOOHHH… SI … SFONFDATEMI! Più forte … si!»
Cosi per alcune ore, fino a quando uno dopo l’altro alla terza o quarta schizzata di sborra dentro, o sopra me si sono arresi.
«Sei tremenda! Non abbiamo mai trovato una come te, capace di reggere tanto! Complimenti, sei unica!»
«Stanca, malferma sulle gambe mi sono rivestita, Alberto mi ha riaccompagnato alla macchina. Quando sono rientrata ti ho mandato il messaggio, erano le cinque e trenta, ero stanca morta, ma felice.»
Io ho chiuso gli occhi, lei si è infilata il mio cazzo in bocca e nel momento che sborravo, mi sono detto: “Ora si che è perfetta!”
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3 years ago
baxi18, 55
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Il gusto di lasciarsi andare
Poche volte capita nella vita di essere in sintonia con persone speciali, quelle per intenderci che non servono le parole per capirsi “al volo”.
Sera d’estate calda, per intenderci quelle giornate calde in cui la pelle non sopporta nemmeno il contatto con la seta.
Docce fredde e tuffi in piscina per contrastare la differenza tra temperatura corporea e quella dell’ambiente circostante, ma non si può’ vivere in acqua tutto il giorno figuriamoci tutta la notte,
non una bava di vento soffia per smorzare la pellicola di sudore che resta avvinghiata su ogni millimetro di pelle.
Esco sul balcone e sento caldo, entro in casa e sento più’ caldo, cosi’ decido di mettermi seduto sul balcone con in dosso solo i boxer leggeri e belli comodi aspettando che morfeus possa avere la pazienza di accogliermi su una nuvola sobbalzato da una tenue brezza e godermi una rilassante notte di frescura.
Luci spente posso ammirare i terrazzi dei vicini dalla mia balconata circondata da vetri, piccola genialità dell’architetto della palazzina dove vivo, privacy nulla ma almeno mi godo la vista delle onde del mare incastonate tra due palazzi che mi separano dalla spiaggia.
Bibita al mio fianco, rimugino sui pensieri del passato e fantastico su quelli futuro quando vedo nel balcone di fronte a me spegnersi la luce dell’appartamento e una siluette sinuosa che si adagia in toplex sulla sdraio del suo balcone gemello come struttura in vetrata.
La semi oscurità’ non mi permette di capire l’eta’ e il viso della mia vicina ma il corpo lo noto eccome, una quarta libera all’aria e un costumino striminzito che cerca di coprire due gambe accavallate mi portano i pensieri a giocare con quella donna intravista al bar la mattina.
E chi riesce a prendere più’ sonno.
Le forme dei seni dei suoi fianchi le noto e le assaporo tutte complice un sottile strato sulla sua pelle di sudore che rende ogni sua curva quasi evanescente nella penombra di quella caldo tramonto estivo.
Muovo in avanti la testa quel poco per avere una visione completa del balcone e di quella dea che non può’ nascondersi dietro una lastra di vetro.
Penso subito che ha il mio stesso problema, come trascorrere la notte senza vestiti e trovare refrigerio al calar del sole.
Il mio movimento attira il suo sguardo e noto che solleva una mano in un saluto che capisco immediatamente che e’ rivolto a me.
Contraccambio sollevando il bicchiere di birra freddo appena tirato fuori del frigo e senza dire una parola vedo il suo corpo che si solleva in tutto il suo splendore sulla lastra di vetro del terrazzo.
Muovendo la mano simula una sorsata di fresca bevanda in un bicchiere immaginario e penso a quelle gocce che le scivolano sul collo tra il solco dei seni sino a scendere sulla sua pancia e perdersi nel suo ombelico.
Lei si sporge e intuisce la sensazione di freschezza che mi gusto dal mio bicchiere e che mi riempe lo stomaco, pochi passi e vedo accendersi le luci del suo appartamento e tra una finestra e l’altra la vedo indaffarata a cercare qualcosa da mettersi sulle spalle poi il buio tra i vetri delle finestre.
Fantastico sulle sue curve quando sporgendomi noto la sua figura uscire dal suo portone e avvicinarsi al mio.
Sento diversi suoni di citofoni provenire dietro la porta blindata del mio appartamento, tra cui il mio, sicuramente penso che non sa’ il mio cognome e che a caso ha pigiato i sei tasti del citofono per vedere se riusciva a farsi aprire il portone.
Mi sporgo dalla lastra di vetro che mi separa dal vuoto del mio balcone e nello stesso istante vedo che alza la testa e con la stessa mano mi saluta.
Tanti pensieri in testa mi offuscano la mente o forse e sono i troppi sorsi di birra che iniziano a fare il loro effetto ma mi rendo conto di muovere le gambe di arrivare al citofono e di attivare il videocitofono.
E vedo il suo viso nel monitor, inconsciamente premo il tasto dell’apertura della serratura del cancelletto e del portone e allungo la mano sulla maniglia che si apre dolcemente al mio tocco e lascio la porta socchiusa sempre a luci spente.
Mi avvio verso la cucina e preparo due boccali di birra fredda e li porto sul mio balcone e li mi sdraio in attesa.
Sento la porta blindata che si socchiude e si chiude con un leggero soffio e percepisco i passi decisi che vengono verso il balcone.
Senza una parola la vedo sdraiarsi sulla sdraio al mio fianco, vedo le sue dita affusolate che cingono il boccale di birra e un sorriso che non mi dimenticherò’ mai più’.
Il frusciare del vestito leggero si e’ incollato sulla sua pelle e lascia intravedere molto di più’ di quello che voleva nascondere, la sua quarta di seno, il suo ventre leggermente abbondante e le sue gambe non magre ma neanche flaccide.
Sollevando il boccale lo avvicina al mio facendolo tintinnare accompagnato da quel stupendo sorriso mentre i suoi occhi si posano sui miei boxer che perdono la battaglia di trattenere la mia gonfia cappella che pulsa, so’ già’ cosa vuole.
Le sue labbra si posano sull’orlo del boccale cingendolo voluttuosamente e lasciando scivolare in gola la fredda birra, ammiro il percorso del torace e del suo ventre che accoglie quel liquido degli dei, un toccasana in quella calda nottata.
Io non resisto e senza dire una parola sfioro quell’abbondante seno che muovendosi si scopre dal succinto abito e si fa’ ammirare in tutta la sua bellezza.
Una mia mano non riesce a trattenere quel seno con un’aureola grossa tre dita senza capezzolo, le mie labbra si avvicinano e iniziano a succhiarlo delicatamente facendo rabbrividire tutta la pelle della donna.
Un soffio sommesso m’implora di non smettere, intingo le dita della mano libera e avvicinandomi inizio a strizzare e pizzicare l’altro capezzolo.
Il ventre inizia a inarcarsi e lentamente le mie dita seguono ogni sua rughetta della sua pancia sino a fermarsi intorno al suo ombelico le tolgo dalla sua pelle e le puccio di nuovo nella birra fredda per far gocciolare il liquido biondo sul suo buchino, sarà’ lo sbalzo di temperatura tra pelle calda e birra fredda ma tutta la sua pancia freme, trema sussulta.
Le sue labbra lasciano a malincuore il freddo vetro del bicchiere e le gocce di nettare alcoolico sono subito raccolte dalla punta della sua lingua a evitar che nessuna venga persa o peggio evaporata.
Sento il suo fiato sulla mia cappella e le morbide labbra dischiudersi per avvolgerla mentre la lingua esplora il prepuzio e lo spinge verso il basso.
Se esiste un paradiso me l’immagino cosi’, caldo e avvolgente.
Nel spostare la testa il vestitino scivola sulla sdraio lasciando la stupenda visione di uno striminzito costume che a mala pena riesce a trattenere una chioma di peli scuri subito spostato dalle mie dita che cercano il solco tra le sue gambe che si spostano per accoglierle.
Una sua mano prende la mia e con decisione punta il mio dito indice nella fessura dettando profondità’ e velocità’ della sua libidine, mentre il resto delle sue dita iniziano una danza che dal monte di venere scende e lucida con cura il suo clitoride.
Le sue labbra ora bramano l’intera asta levigando e scivolando sino ai miei testicoli che tremano per il dolce tocco della sua lingua, lascio decidere a lei la velocità’ e cosa leccare di me stesso.
Il mio indice esplora la sua fessura aiutato prima dal mio pollice poi da altre dita come una morsa l’intrappola e la blocca per poi aprirsi nella sua fessura per richiudersi e ruotare delicatamente ma con decisione.
Sento le sue labbra chiudersi con forza sul mio cazzo senza provocar dolore ma non lo molla sino a quando sento le prime gocce farsi strada nella sua gola, lei allarga le labbra e introduce la mia cappella più’ in profondità’ per non perdersi nulla di me stesso.
Lascio a lei la decisione e lei si assapora ogni mio flotto caldo e ingoia tutto mentre il suo ventre freme al contatto prolungato con le mie dita nella sua fica e si lascia andare a un piacere intenso e atteso.
Si stacca da me e si distende sulla sdraio contenta e sempre con quel soave sorriso, le mie dita lasciano la presa dalla sua fessura e per essere bastardo dentro verso il resto del mio boccale la birra ancora fredda sulle sue labbra che scivola sui suoi seni fianchi e sulla fessura.
Una doccia inattesa che le provoca spasmi di piacere intensi quasi quanto il piacere del precedente orgasmo, una leggera brezza s’insinua in ogni sua piega della sua pelle provocandole un’eccitazione che la fa’ letteralmente saltare dalla sdraio e sedere sulle mie cosce, la mia cappella strofina contro il suo cespuglio e con maestria l’orienta nella sua fessura.
Un colpo secco delle sue anche a il mio cazzo sparisce dentro di lei mentre i miei occhi sono rapiti dalle due aureole che danzano e ballonzolano a pochi centimetri dalle mie labbra.
Con le mani spreme i suoi seni e me li infila letteralmente tra le mie labbra alla ricerca della mia lingua che inizia a slinguettare quei favolosi taglia quarta.
Lascio a lei la voglia della spinta e della velocità’ dei movimenti ma non dura molto che sento il suo bacino tremare e inarcarsi sino a lasciarsi andare contro il mio petto, a quel punto stantuffo sino a quando sento i miei testicoli spremersi e lascia fluire tutto in lei.
Sento il suo respiro sul mio collo lentamente riprendere un ritmo regolare e li’ mi stupisce, prende la sua restante birra fredda e la versa dall’alto sui nostri corpi accaldati una doccia gelida su pelli bollenti.
Si alza sottraendo al mio cazzo il suo paradiso e sulla mia pancia con un dito scrive “grazie”.
Si sistema alla ben e meglio il costume, si veste con quel misero vestitino sento i suoi passi sul pavimento fresco della mia casa aprire la porta e il soffio della chiusura della porta blindata.
Resto qualche minuto a godermi la brezza serale e vedo le luci del suo appartamento accendersi in sequenza per poi spegnersi e la sua siluette che si adagia sulla sua sdraio.
Resto incantato dai riflessi argentei della luna sui suoi capelli ancora bagnati di birra, mi alzo e con la mano rispondo al suo saluto e vedo la sua mano che simula la prossima bevuta di quel nettare freddo degli dei dopo un bacio lasciato libero dalla sua mano.
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3 years ago
admin, 75
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Guardone per lavoro
sono in una stanza con una donna nuda sdraiata su un comodo divano, io seduto di fronte a lei su una comoda poltrona.
pareti bianche, nessuna finestra, due porte (una per entrare attigua ad un camerino e una per uscire con doccia wc e bidè come negli alberghi), una videocamera e un climatizzatore che mantiene la temperatura ambientale costantemente sui 23 gradi.
fin qui può sembrare normale o strano a seconda di come si voglia vedere l’intera situazione.
premetto una cosa.
sono single e libero da impegni sentimentali per scelta, preferisco cambiare continuamente senza vincoli nè restrizioni.
io sono un analizzatore o come preferisco chiamarmi un voyeur o guardone ma lo faccio per lavoro.
lavoro per diverse ditte che fabbricano oggetti particolari molto ricercarti sia dalle single che dalle coppie.
il mio lavoro è osservare la soddisfazione che il prodotto preso in esame può donare a chi ne fà uso.
non mi occupo di progettazione o di tecnica di fabbricazione o di contatti con fornitori e commercializzazione o di reperire le risorse umane per le prove.
detto così significa poco o niente.
io osservo, filmo da più angolazioni, il grado di gradimento, la rapidità e intensità dell’orgasmo o amplesso, le sensazioni che prima durante e dopo la prova percepisce chi utilizza l’oggetto.
sul divano vedo la donna, lineamenti nordici, pelle chiara, capelli castano quasi rossicci e peli ascellari e pube rossicci, capezzoli nella media e una terza direi ad occhio e croce, occhi glaciali ma non da mistres.
gambe affusolate, fianchi stretti, un’accenno di pancetta e due labbra della fica leggermente increspate, indice di attività sessuale nella norma.
io lavoro, lei è pagata per questo lavoro, nessun contatto tra noi due come da contratto che devono sottoscrivere prima della prova, lei sà che verrà filmata e che ci sarò io ad osservarla.
come da accordi le ragazze o le donne non sanno in anticipo cosa proveranno, solo al momento dell’apertura della scatola vedranno il prodotto da testare.
per oggi ho ancora almeno 6 prove di soddisfazione come le chiamo io.
quando lei è pronta senza parlare ma con un accenno del capo mi fà capire che posso iniziare a filmare.
le dita affusolate, unghia ben curate, cercano sul divano un pacchetto di medie dimensioni.
apre la scatola e dentro c’è un succhia clitoride.
sul suo viso espressione neutra, quindi sà cos’è e come funziona.
sposta il bacino, allarga le gambe e le grandi labbra si dischiudono lasciando intravvedere delle sottili piccole labbra e un clitoride piuttosto piccolo per la grandezza della sua fica.
con la mano destra impugna il succhiotto e con la sinistra prima preme un bottoncino, regola una piccola rotellina per l’intensità e poi con due dita allarga le grandi labbra alla ricerca del suo clito.
penso tra me che è esperta, chissà quante volte l’ha già fatto.
ci sono ragazze e donne che chiudono gl’occhi, chi guarda il proprio pube, chi distoglie lo sguardo osservano un punto imprecisato di una della pareti, ma lei tiene i suoi occhi fissi sui miei, non per sfida ma quasi per cercare compiacimento in quello che stà facendo e quello chi io potrei provare nell’osservarla.
tutti gli oggetti di prova per contratto non vengono forniti con gel o lubrificanti che potrebbero alterare le sensazioni, rallentare o accelerare l’orgasmo.
lei lo sà e non accenna a lubrificarlo con la sua saliva, né tanto meno con la mia.
piazza la piccola ventosa in silicone sul clitoride e inizia a rilassarsi.
in pochi secondi il suo corpo si adatta alla posizione più adatta a ricevere il suo personale e segreto piacere.
qualcuna si stimola, strizza, ruota, accarezza e palpa i capezzoli per proprio dilettamento.
lei no.
due dita tengono ben aperta la sua fica e l’altra tiene adesso il succhiotto sul clitoride senza ruotarlo senza muoverlo.
leggere goccioline di sudore iniziano ad imperlarle il viso e l’interno cosce, indice dell’imminente orgasmo
e così è.
inizia a muovere il bacino sul divano verso di me per allargare meglio le gambe e puntellarsi sulla pelle del divano con i talloni mentre le punta delle dita del piedi iniziano a muoversi in una leggera danza.
ora il suo respiro inizia ad essere più rapido, le labbra della bocca si stanno incurvando in un sorriso, i suoi occhi cercano i miei e rapidamente si spostano al centro dei miei pantaloni che iniziano a gonfiarsi.
inizia a ridere sommessamente ma dura poco perché il suo corpo inizia ad avere movimenti ritmici e ondulatori quasi a simulare un’immaginaria scopata nei suoi pensieri.
io vedo, osservo, ma mi riesce sempre più difficile analizzare ogni particolare perché la mia attenzione è rapita dall’interezza di quel corpo che tra breve esploderà nel suo gustoso amplesso.
e così è.
i suoi seni iniziano a tintinnare, la testa viene spinta all’indietro, la schiena s’inarca e le gambe fremono.
un urlo liberatorio esce dalla sua bocca che stavolta si apre in un lussurioso sorriso di godimento.
vedo che si lascia andare sul divano, si prende qualche minuto per gustarsi i rimasugli dell’orgasmo e resta immobile per altri minuti che sembrano un’eternità ai miei occhi con le gambe sempre spalancate.
Lentamente chiude le dita della mano sinistra dalle grandi labbra, qualche gocciolina di umori gocciola sulla pelle del divano e altrettanto lentamente toglie il succhia clitoride dalla sua paradisiaca fica.
con la mano sinistra si massaggia per intero più volte l’intera fessura, allunga le gambe e appoggia i talloni sul pavimento.
il contatto freddo le provoca un brivido che dura pochi attimi e si alza per tutta la sua statuaria figura.
spengo la telecamera e ammiro il rivolo madreperlaceo che scivola all’interno delle sue cosce.
con disinvoltura e un pizzico di civetteria si gira, posa il succhia clitoride sul divano sapendo di essere osservata in tutti i sinuosi movimenti come una danza prestabilita.
senza dire nulla si avvicina a me, prende la mia mano e sul dorso con una penna scrive il suo nome e un numero di cellulare.
accosta le labbra al mio orecchio e con voce calma ma decisa mi sussurra: “grazie, chiamami quando vuoi”
pochi passi, sento la porta d’uscita aprirsi, la vedo sorridere e si avvia nel bagno a farsi la doccia.
mi alzo con fatica dalla poltroncina ostacolato dalla durezza della mia mazza che spinge contro i boxer, imbusto il succhia clitoride con la sua scatolina, l’etichetto per bene con data e ora e disinfetto con lo spray la pelle del divano e le poche gocce sul pavimento.
ci sono donne che si masturbano per il gusto di provare piacere, altre per diverse necessità, altre per noia, poche per passione.
annoto sulla mia rubrica il nome il suo numero di cellulare il prodotto che ha provato e la data.
dalla rubrica del mio smartphone digito un messaggio a Mony , poche parole ma sicuramente si ricorderà di me.
“è stato magnifico ammirarti mentre godevi, mi chiamo A. , chiamami quando vuoi”.
pochi secondi e vedo la sua risposta: “lo farò, seguito da un cuoricino e due labbra dischiuse in un bacio”
un altro trillo di suoneria, apro il mio cellulare e vedo una foto, la sua fica pulita aperta tra due dita e un messaggio: “solo tua”.
in una parte della mia memoria rimarrà per sempre la donna Mony a cui piace farsi ammirare mentre gode.
sistemo sul divanetto un’altra scatola chiusa leggermente più grande di quella precedente, preparo la telecamera e attendo la prossima ragazza.
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3 years ago
admin, 75
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Con calma, con tranquillità
per te
Volevo che ti sfiorassi le tue labbra con due dita
il collo, i tuoi capezzoli delicatamente
con calma, con tranquillità
scendi sul tuo ventre, ombelico
segui le grandi labbra della fessura
accarezza il clitoride, massaggiarlo
inumidisci due dita della mano
entra lentamente nella fessura
massaggia con calma
Cosa senti?
ora allarga delicatamente le grandi labbra con due dita
con le dita dell'altra mano segui tutti i bordi
con calma, con tranquillità
più volte
quando ne hai voglia
prendi il clitoride tra le dita e massaggialo
tiralo lentamente e rilascialo, tiralo e rilascialo
quando vuoi segui la fessura dall'alto in basso
dal basso verso l'alto, più volte
con calma, con tranquillità
ora hai la mia attenzione
Ho la mia faccia davanti alla tua fessura
Senti il mio respiro sulla tua pelle inumidita
Inarca la schiena un po' in avanti
Così brava
Tieni le tue grandi labbra aperte
Senza sforzo, Che io possa sentire
Il tuo dolce aroma pungente
Con la punta della lingua incomincio a seguire il bordo
Un fremito
Continuo a seguire il bordo
Quando sono sul clitoride apro le labbra e le avvolgo
un bacio un altro
con calma, con tranquillità
Cosa senti?
Comincio a leccarlo
Con calma all'inizio, poi sempre più avidamente, quasi furiosamente lecco.
Inarchi la schiena.
Un getto caldo mi riempie la bocca.
Lo bevo tutto senza perdere una goccia del tuo nettare
Continuo con calma a succhiare e leccare
con la mia mano tocco la tua fessura
è bagnata e viscosa
con le tue dita prendi le mie e le porti nella fessura e le lasci lì
Con le tue mani mi tieni la testa
La stringi e sento un altro rivolo caldo che punge
Lo bevo tutto
Con le mie dita dentro di te comincio timidamente ad esplorare
Mi faccio strada senza mai smettere di succhiare con le labbra
Le tue mani si liberano e attirano la mia testa verso di te
Ora ho quasi tutte le mie dita dentro di te
Cosa senti?
I minuti passano, Sento il tuo ventre tremare
Le tue natiche si contraggono e si rilasciano, ritmicamente
sempre più velocemente
ora le mie dita nella tua fessura sentono i tuoi muscoli contrarsi
avidamente stringi il mio viso contro la tua fessura
poi un urlo profondo liberatorio
esplosione di estasi animale
cerchi di allontanare la mia testa con le mani
ma io la tengo attaccata a te
e continuo a succhiare
e continuo ad esplorare dentro la tua fessura
piccoli rivoli perlacei li sento scorrere tra le mie dita
un'altra contrazione delle natiche
più intensa della precedente
le natiche fremono
un altro urlo più forte più lungo, secondo orgasmo
Cerchi di lottare per spingere via la mia testa
ma ti manca la forza
la mia lingua e le mie labbra sul tuo clitoride sono bloccate
Tolgo le dita dalla tua fessura e afferro il tuo culo
Ora non puoi scappare
Dove vuoi essere ora?
ora non scappi, il tuo corpo freme
si ribella alla presa ma non vuole che io smetta
rivoli di sudore scendono dal ventre sul mio naso
per sciogliersi nei tuoi abbondati umori della tua fessura
continuo a provare piacere nel leccarti e succhiarti
lascio tranquillo il clittoride
scendo per tutta la lunghezza della tua fessura
sino al tuo stretto buco
e inizio a succhiare avidamente il miele che sgorga da dentro di te
sento che ti piace
e quando non ne esce più
lecco quello che non vuoi darmi
quello che trattieni dentro
e sento il buco che si contrae e si rilascia
si contrae e si rilascia
e ricomincia a donarmi il tuo miele
dolce aspro continuo a leccare a leccare
provi a liberarti ma la mia presa è salda
un'altro urlo più sommesso più flebile
non ha la forza di lasciare le tue labbra
e il tuo corpo freme come preso da convulsioni incontrollate
e si lascia andare verso la mia testa
con calma, con tranquillità
dischiudo le labbra
lascio andare malvolentieri il tuo paradiso e ti sorrego tra le mie braccia
il tuo respiro inizia a diventare regolare
le tue labbra cercano le mie
le trovano
con calma, con tranquillità
il pomeriggio scivola nelle braccia della notte
lascio qualche minuto per riprenderti le forze
e andiamo in cucina, preparo cena e mangiamo
un pomeriggio diverso dal solito
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3 years ago
admin, 75
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75 €
Sono chiuso in un cesso di un bagno di un autogrill del nord Italia e mi mancano ancora 300 km per incontrare un cliente che aspetta me per mettere una firma per chiudere il contratto poi finalmente posso andare in ferie.
Nella porta chiusa qualcuno ha attaccato un adesivo con un codice QR.
Penso ormai lo mettono ovunque e non mi stupirei se è di qualche ditta che vendere prodotti per igiene personalevo assorbenti.
La gente è paranoica di questi tempi, scanner per rilevazione temperatura ovunque e in quasi tutti i locali per il pubblico, igienizzante che annientantano il 99,99/100 di tutto da qualsiasi superficie, mascherine facciali che sembrano uscite dai film di fantascienza o peggio da quelli horror/splatter.
Contatti sociali al minimo del minimo.
In pratica .... che palle.
Per noia scannerrizzo il codice QR e sullo smartphone si apre un link con una sola domanda;
Che genere sei?
Una lista di generi sessuali, che manco wikipedia e pornhub messi insieme li può contenere, rigorosamente in ordine alfabetico che pareva infinito.
Visto che ho tempo li scorro tutti e ne conto ben 375, di questi ne conosco il significato solo di circa una decina, e ne posso scegliere uno solo.
Clicco su estero.
Altra schermata, altra domanda.
Qulal'è l'orientamento sessuale che preferisci ?
Altra lista di 421 risposte a scelta singola.
Scelgo donna.
Inizio a prenderci gusto intanto che aspetto di fare i miei bisogni corporali.
Altre domande e altre risposte e sospetto che o mi vogliono vendere qualcosa o che sia qualche diavoleria per carpire i propri dati personali alla faccia della privacy.
Mi sembra un gioco di ruolo dove ogni risposta di orienta un infinita possibilità future eliminandone altre.
Finite le domande e le rispettive risposte mi appare un codice e le istruzioni per pagamento alla cassa del market dell"autogrill.
Mi pulisco con salviette igienizzanti che ho trovato all'ingresso del bagno, mi vesto ed esco direzione cassa market autogrill.
Mostro il codice al cassiere e chiedo cortesemente il corrispettivo e la dicitura del prodotto, e lui come se fossi il milionesimo cliente del suo turno a cui è stato richuesta la stessa cosa, gira il monitor e mi fà leggere 75 € e la lista di un pranzo per 3 persone con tutte le portare elencate.
Al massimo posso scaricarlo come spesa di lavoro, penso.
Il dipendente mi guarda con occhi di pesce cotto pronto per essere arrotolato per il sushi e mi dice: "vuole procedere?".
Passo la carta di credito e il pagamento va a buon fine e mi viene consegnato lo scontrino diviso in due parti.
La parte finale reca indicazioni precise su dove recarsi per ritirare il prodotto appena acquistato.
"Che cazzo ho comprato, bho"
Seguo fedelmente le indicazioni e mi ritrovo nel piccolo market.
Altro addetto dietro la cassa, gli passo lo scontrino, mi chiede il modello dello smartphone e la mia taglia dei vestiti.
vedo che fruga negli scaffali e tira fuori un pacchetto delle dimensioni di una scatola di scarpe e me lo porge con un sorrisetto stampato sul viso.
"Buon divertimento" sussurra e lo lascia sul bancone.
"Le consiglio di andare in macchina, parcheggiare l'auto in un posto tranquillo, aprire il pacchetto, seguire attentamente le istruzioni e si diverta"
Prendo il pacchetto, vado in macchina e visto che ho ancora tempo per l'appuntamento avcendo la macchina e m'incammino sull'autostrada alla ricerca di un'area di sosta.
Il navigatore con solerzia mi indica che tra 10 km troverò una piazzola di sosta utilizzata normalmente dai camionisti per il loro turno di riposo e che a quell'ora è discretamente libera.
Giunto alla piazzola vedo che la mia auto è l'unica a parte due tir parcheggiati poco lontano.
Apro il pacchetto e per prima cosa mi indica di spogliarmi integralmente e d'indossare una leggerissima tutina che avvolge per intero il mio corpo.
Meno male che la mia auto è abbastanza comoda quindi mi dentro e con facilità infilo la tutina dai piedi sino a coprirmi la testa con il cappuccio.
Collego lo spinotto usb alla presa della macchina, lo collego al mio smartphone e lo infilo in una fessura con elastici davanti agl'occhi.
La prima cosa che penso è "se qualcuno mi vede in questo momento posso sembrare come un astronauta nel rover sul suolo marziano"
Ma chi se ne ne frega.
Clicco sull'accensione dello smartphone e dopo alcuni istanti di nausea i miei occhi si adattano al visore.
Vedo solo una Schermata nera con due puntini bianchi.
I puntini si spostano lentamente a destra in alto a sinistra e in basso e si riportano al centro.
Altra schermata che mi avverte che il sistema è perfettamente calibrato.
Una scritta mi chiede di appogiare le mani sulle ginocchia.
Fatto.
Un leggero ronzio e sento il tessuto della tutina nera aderire perfettamente in ogni mia plica della mia pelle.
Un altro lieve ronzio e sento avvolgere il cazzo come in un preservativi fatto su misura per me e un piccolissimo introflessione del tessuto s'insinua tra le mie chiappe e senza fastidio ne dolore penetra di pochi millimetri nello spingere analisi.
"Figata" penso.
Altra schermata settaggio parametri biometrici un leggero calore invase ogni millimetro della mia pelle come microscopiche dita.
audio settato, fine procedura, inizio programma scelto.
Per poco non vomito il pranzo.
D'innanzi ai miei occhi vedo una schiena di una donna e la sua chioma bionda che ondeggia al ritmo delle mie penetrazioni, un culo non troppo magro che ingloba il mio cazzo che stantuffa forsennato un ritmo tecno.
La tuta grazie a non sò quanti sensori cuciti nel suo tessuto preme e rilascia ogni muscolo del mio corpo come se stessi vivendo le scene che come un film si svolgono sullo smartphone.
Piccoli sensori posti dietro i padiglioni auricolari mi fanno percepire ogni fruscio delle lenzuola ogni colpo del culo contro il mio bacino e ogni sfregamento delle poppe discretamente abbondanti della donna che sta inculando.
Altri sensori fanno innervare e rilasciare i muscoli del mio cazzo proprio come una reale incultata.
Sento la cappella che sfrega.
"Sbattimi più forte"
"Sfondamelo"
"Riempimi tutta"
"Ti piace farti fottere il culo" Grugliasco, ma nessun suono viene emesso dalle mie corde vocali perché microscopici stimolatori sotto il mento fanno vibrare le mie corde vocali.
Sono immerso in un sogno e percepisco tutto anche la sensazione di umido che la mia mazza percepisce ad ogni affondo in quel favoloso culo.
Le mie dita strizzano i suoi seni, pizzicano i tirano i capezzoli larghi e duri per poi tuffarsi in quella figa smanettandola facendola sussultare ad ogni affondo.
Percepisco le strizzate dei mie muscoli mentre il mio bacino sbatte contro le chiappa della lussuriosa ninfomane.
L'unica sensazione che non sento è la stanchezza che in quella forsennata inculata avrebbe spompato lo stallone.
Cioè non sento la stanchezza.
"Ancora, ancora, non ti fermare" ulula la rossa.
Ormai ho preso un ritmo talmente rapido che sento montarmi l'onda di piacere che precede il mio orgarmo.
Piccoli sensori della tuta posti tra i fori delle mie narici mi permettono di sentire l'odore intenso del sudore della mia compagna virtuale che con un urlo strozzato sussultare per il secondo suo orgasmo.
Ma ho ancora voglia di afferrare la chioma bionda e di tirarla verso me per aumentare la penetrazione del mio cazzo e vedo la sua testa innalzarsi verso il mio torace e i suoi capelli che sfogano sui miei addominali.
Potrei continuare per ore a fotterla senza mai fermarmi, solo per farla venire più volte sino a sfinirla.
Sento la cappella gonfia sento un formicolio ai testimoni pronti a svuotarsi in lei.
E in un tripudio sfavillante di piacere intenso sento la mia storia riempire il culo della bionda.
Ma il mio cazzo non accenna a sgonfiare come nel ring di una reale inculcata
Lo schermo si spegne e solo allora realizzo che è stata una cavalcata virtuale ma non sento nè stanchezza nè dispiacere.
Solo una grande voglia di scoprire cosa può ancora donarmi questo pacchetto costato 75 €.
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3 years ago
admin, 75
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Fammi godere ancora
l'annuncio era chiaro
... se sai far godere una donna solo con la tua lingua ? ...
mi mancava la saliva in bocca pregustando il gusto acre e dolce di una fica
chiamai il numero di telefono
ci mettemmo d'accordo per vederci subito
a casa sua
voce suadente e frizzante
età sulla quarantina
attraverso la città come un fulmine
la casa è quella
faccio due squilli sul suo cellulare
suono alla porta
mi apre una donna in maglietta e mutandine
mi fà entrare
sbammmmmm
mi ritrovo per terra con lei a cavalcioni sul mio viso
... ora fammi godere ...
sussurra
le sue mutandine sul mio naso
profumano di biancheria pulita
ma quello che mi manda in disibilio e la sua peluria
morbida
chiara
arruffata
soffice
senza spostare le mutandine inizio a soffiare
aria fresca sulla sua fica
le piace
inizia a muovere il bacino sul mio viso
movimenti lenti ben calibrati
con le sue mani mi massaggia la mia testa rasata
sà quello che vuole
sà come ottenere il massimo da me
inizio con la punta della lingua a leccare tutta la lunghezza della fessura
con calma dal basso all'alto per poi ridiscendere, salire e ridiscendere
inizia a bagnarsi
fuori la mia lingua
dentro i suoi umori
bene
continuo
sento le sue mani sulla mia testa che iniziano a tirarmi a lei
ora delicatamente
ora con forza
le sue coscie che si allargano per poi restringersi con tenacia sulle mie guance
mi manca il respiro ma continuo in apnea
riprendo fiato e mi concentro sul suo clittoride
che inizia a raddrizzarsi, a farsi strada tra le grandi labbra,
bloccato dalle sue mutandine lotta per farsi leccare meglio
inizio a succhiarlo lentamente con avidia
poche gocce di urina esco non più trattrenute
inzuppano le mutandine
lecco tutto
mi piace, succhio il tessuto con dentro il clittoride
e lui mi dona altre gocce
ingoio e succhio
sino a quando non riesce a trattenere
e un getto caldo innonda la mia bocca
poca è uscita
mi ha dissetato
succhiando succhiando altra urina calda
getti dorati sul mio viso
getti caldi nella mia bocca
lecco avidamente
sento le sue cosce che si stringono
le sue mani che schiacciano la mia faccia
sulle sue mutandine
e continuo a leccare
vedo il suo corpo che s'innarca e cade di schiena sulle mie coscie
primo orgasmo
primo intenso piacere
resta qualche minuto sdraiata sulle mie gambe
vedo la sua testa che ruota sui miei pantaloncini
si è accorta del rigonfiamento in mezzo alle mie gambe
la cappella che pulsa contro il tessuto
vuole trovare la strada per farsi baciare dalle sue labbra
la trova e fà capolino tra la coscia e il lembo di tessuto
libertà, è a pochi centimetri dalla sua guancia
si gonfia come un pavone e si allunga per baciare a suo modo
quelle labbra sensuali
lei si avvicina, allarga le labbra, le richiude e bacia la cappella
un colpo di reni e la vedo di nuovo sopra la mia testa
con due dita sposta la mutandina al lato e
mi sbatte la sua fica nuda sulle mie labbra, sopra la mia lingua già pronta
con poco sforzo risucchia la lingua dentro
inizio a rotearla nel suo buco
stretto, invitante, eroticamente pronto
le piace molto
si muove avanti e indietro per accogliere
meglio la mia lingua e sentire il mio naso
strusciare sul suo clittoride
si piaga leggermente di lato con il corpo e rovista nella borsetta
tira fuori tre palline tenute insieme da un sottile filo
accende un interuttore piccolo
e iniziano a vibrare come lo smartphone
me li mette sulla fronte sotto il suo clittoride
lingua che impazzita frulla dentro di lei,
palline che massaggiano il suo clittoride
con due dita sfilo le sfere e le spingo tutte e tre dentro la fessura
e succhio il clittotide
un'altro getto di urina caldo in bocca
un'altro urlo esce dalla sua bocca
un'altro orgasmo che vuole esplodere in lei
ma si trattiene per godere molto più intensamente del primo
sento le sfere sfrigolare dentro di lei
e succhi densi biancastri che iniziano a fuoriuscire dalla fessura
come miele da barattolo, inizialmente lentamente goccia a goccia
poi quantità sempre più copiose miscelate
con gocce di urina che la fluidificano
rendendola gustosa al mio palato
e le mie labbra piantate sul clittoride succhiano avidamente
al ritmo delle palline
un altro spasmo delle coscie sulle mie guance
morse che schiacciano, mani che spingono la mia testa
sempre più nella sua fica, quasi a volerla farla entrare tutta dentro
si butta indietro con un urlo liberatorio
schiacciando con la sya testa la mia mazza
che sguizza al lato opposto a quella chioma di capelli
andandosi a posare sulle sue labbra serrate
occhi chiusi labbra deformate
secondo orgasmo
lo sento nelle sue cosce, lo sento nei sui glutei che fremono
lo sento dentro il suo buco che rilascia una fontana
calda e cristallina misto a al suo squirting
una sinfonia per la mia lingua che raccoglie tutto
la mia cappella che picchetta sulle sue labbra,
pulsando spera che si accorga di lei
e lei apre le labbra e l'accoglie con baci e succhiotti
ma allora gli piace il caazo penso
lascio a lei la scelta d'azione
dopo tutto è lei che ha invitato me
e mi sembra scortese abbusare di lei
anche se appena accolto in casa sua sono stato
usato e utilizzato come il suo giocattolo sessuale preferito
è dolce farsi trasportare dalla sua passione
dove lei vuole che la porto
penso che dopo due orgasmi sia soddisfatta
invece sposta il bacino in avanti
stando attenta di non mollare la presa
con le sue labbra incollate sulla mia cappella
e mi fa' capire di ricominciare
allunga una mano, rovista nella borsetta
e tira fuori un fallo in simil pelle rigido
lungo meno della mia asta e largo molto meno
penso che sia un dildo anale
esatto
tiro a me la cordicella e le sfere escono
dalla fessura con un sonoro ploooopp
le poso vicino alla borsetta e questo giochetto
tra noi due inizia a piacermi sempre di piu'
lei propone, io eseguo
avvicino la punta del didlo al cerchietto di carne
e con un colpo deciso penetro il buco del culo
un gemito prova ad uscire dalla sua bocca
ma viene bloccato in gola dalla mia cappella
tra le sua labbra
18 cm tutti dentro, i muscoli del buco che fanno molta resistenza
cercano di spingerlo fuori, ma io lo blocco
vedo i suoi glutei che si strizzano,
le sue cosce che hanno ripreso a torturare le mie guance
ma le sue labbra non mollano la presa sulla mia asta
che e' arrivata al punto di riempire la sua gola
e siamo due orgasmi per lei, uno per me
ingoia sino all'ultima goccia,
lecca e asciuga tutta la superficie dell'asta
stacca le labbra, le pulisce con la punta della lingua
colpo d'anca ed e' di nuovo in posizione cavallerizza sul mio viso
con il dildo piantato dentro il suo buco di culo
qualche piccolo spostamento tattico dei glutei
per ritrovare l'equilibrio sul mio viso
con le mani prende le mie mani
le indirizza verso la fessura
ma questa sara' descritta dettagliatamente
nella prossima puntata
8
0
3 years ago
admin, 75
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La moglie perfetta. prima parte
Mi chiamo Fabio e sono sposato con Cinzia da dieci anni. Lei è quella che, secondo me, si può definire la moglie perfetta: intelligente, simpatica, è una donna che sa destreggiarsi bene in ogni situazione. Esteticamente è una bella donna, ma, sempre secondo me, è a letto che emergono tutte le sue vere qualità. Ad esempio: gode tantissimo, viene sempre, sia se la scopi o se le pianti il cazzo in culo, cosa che gradisce molto, lei viene, non squirta ma quasi, poi se le infili il cazzo in bocca, senti proprio che VA DENTRO la gola. Impazzisce letteralmente quando si sente riempire di sborra ed inoltre è presente in lei, anche una spiccata vena esibizionistica che, col tempo ho fatto emergere. Quando l’ho conosciuta, aveva poco più di vent'anni. Eravamo in fila, all’ufficio postale; abbiamo parlato per più di un’ora, poi usciti, siamo andati a pranzo insieme; i nostri sguardi si sono tuffati l'uno in quelli dell'altra e da quel momento siamo diventati inseparabili. Il sabato successivo la invito a mangiare una pizza e, mentre andiamo al ristorante, parliamo e viene fuori che ho casa libera; lei, allora, mi guarda e dice:
«Andiamo a casa, che non ho più fame».
Venti minuti dopo, siamo a letto; lei si crogiola con il bellissimo regalo che Madre Natura mi ha fatto: un cazzo non troppo lungo, quasi venti centimetri, ma con una circonferenza esagerata. Lei si lecca le labbra e dice:
«Fica mia, fatti capanna e tu, culetto, non temere, all’asciutto non ti farò restere!»
Ce la ridiamo, lei si tuffa con la bocca sopra e comincia ad ingoiare il palo. Sorpreso per tanta capacità orale, mi godo un po’ la pompa, poi la rigiro e scopro la sua figa già fradicia; la lecco e lei parte.
«…muummmm … sì …stupendo...oooohhh…sì...»
Eccitatissima, ci si impala sopra ed io rimango piacevolmente affascinato dalla disinvoltura con cui si prende dentro il mio cazzo: per me è la prima volta.
In genere, per ottenere questo da qualsiasi altra donna, devo pregarla in ginocchio. Andiamo avanti tutta la notte, lei gode in continuazione, le metto un dito nel buchetto dietro.
«Se ce ne metti due, godo di più».
Quasi sborro nel sentire quelle parole. Appena si calma davanti, le pianto il palo dietro, dapprima con calma, ma lei, appena sente la cappella dentro, spinge con forza il culo indietro, facendosi infilare il cazzo in un solo colpo. Stremati, verso le quattro ci addormentiamo. Mi sveglia lei, verso mezzogiorno, succhiandomi ancora il palo: io la guardo, è meravigliosa; lei mi si mette sopra:
«Sai, mi piacerebbe ricevere da te ancora una bella spazzolata, ma, se sei fidanzato o non ti sono piaciuta, posso anche rivestirmi e andarmene. Non mi va di costringere nessuno».
La guardo sorridendo.
«Piacerebbe molto anche a me, ma alle seguenti condizioni: se ti stanchi di me, lo dici o, se ti va di scopare con un altro, me lo dici, se poi ti innamori, allora sei libera».
Ora è lei a sorridere.
«Guarda che non ti posso assicurare che non mi capiterà di scopare con altri, ma, quanto ad innamorarmi, credo che sia molto difficile».
Io la guardo in maniera interlocutoria e lei prosegue:
«Come ti sarai reso conto, sono abbastanza aperta. Due anni fa circa, appena presa la patente, ho incontrato un ragazzo tedesco, che studiava in questa città. Era bellissimo, alto biondo, occhi chiari, mi si è bagnata subito la figa. Lo aggancio e, dopo tre giorni, lo porto in un posticino tranquillo e me lo scopo a dovere. Lui è stupendo, mi pompa moltissimo e, quando mi sborra dentro la figa, ben protetta dalla pillola, mi sento felice. Il giorno dopo, lo vedo e mi dice di scopare di nuovo. Immagina un po' se mi tiro indietro. Mi regala una sbattuta ancora più vigorosa del giorno prima, e mi viene in bocca con una quantità industriale di sborra. Sono estasiata: non solo è bello, ma mi sbatte da morire. La sera dopo, stessa storia: mi scopa di nuovo, mi manda talmente in orbita leccandomi che, quando mi pianta il cazzo in culo, se non fosse stato per un po' di dolore, nemmeno me ne sarei accorta: ero al settimo cielo. Lo riaccompagno a casa e, mentre sto tornando alla mia, vedo che ha dimenticato, dentro la macchina, le chiavi di casa sua. Ritorno lì e, non sapendo a quale campanello suonare, apro con le chiavi e mi trovo davanti una vera sorpresa. Non uno, ma tre gemelli tedeschi, perfettamente uguali mi sorridono. Al momento ci resto un po’ male, ma loro mi si mettono intorno e, con moine e complimenti, mi fanno eccitare al punto che, se uno mi stava bene, figuriamoci tre. Da quel giorno mi scopano di brutto, spesso anche tutti e tre assieme, poi, dovendo tornare in patria, mi invitano ad andare con loro, ma avrei dovuto scegliere uno con cui stare. A quel punto la storia è finita, poi sei arrivato tu».
La guardo, la bacio e me la stringo forte al petto. Lei ha quasi le lacrime agli occhi. Nel primo anno che passiamo insieme, oltre a scoparla continuamente, incomincio a stimolare la sua vena esibizionista. Prima, con abiti cortissimi, poi, prendo a crearle situazioni sempre più particolari ed eccitanti, ma è durante le vacanze estive che raggiunge un buon livello di adeguamento. Mettiamo in pratica un gioco divertente: io, al mattino, le scrivo su un foglio come, quando e dove, si dovrà esibire; qui, mi fai vedere la figa, le tette, poi mostri le cosce, e così via. Lei esegue alla lettera, sia che le chiedo di farlo in un ristorante, bar o altro luogo pubblico, senza mai tirarsi indietro.
Ovvio che, raggiungendo durante l'intero giorno un alto livello di eccitazione, la sera mi uccide di scopate. Poi, il giorno successivo, è lei che scrive dove e quando le devo far vedere il cazzo in tiro, nudo e così via, perché, se a me piace esibirla, a lei la cosa eccita da morire. Nei mesi successivi affiniamo ancora la tecnica. L’estate dopo, non ho bisogno di scrivere nulla: basta come tengo le mani, o gliele passo sui capelli, che per lei rappresentano ordini precisi, ed allo stesso modo lei, da come porta gli occhiali da sole o mette la borsa sulle ginocchia, mi comunica se e quando vuole vedere il cazzo. Siamo in vacanza in Sardegna, le faccio prendere il sole rigorosamente in topless e, se possibile, nuda. Ovviamente, durante il gioco, devono restare piacevolmente coinvolte altre persone, ma lei non se ne preoccupa per niente. Alla fine della vacanza, le ho anche scattato tre rullini da 36 foto, in cui lei posa in maniere erotica, sexy, oscena, o decisamente porno. Per lo sviluppo, poi che sono rappresentante, passo a trovare Pippo, un mago della fotografia che, a Roma, ha un negozio di materiale fotografico, con annesso laboratorio di sviluppo e stampa. Il meglio sta al piano superiore: un piccolo, ma ben fornito teatro di posa, dove è quasi possibile realizzare ogni tipo di foto. L’ho conosciuto durante il servizio militare. Gli portavo a sviluppare i rullini che il mio comandante si divertiva a scattare a quella troia di sua moglie, ma era sconveniente, per lui, farli sviluppare a nome suo. Quando mi vede, mi accoglie con un caloroso benvenuto. Gli dico che ho tre “speciali.” Lui mi chiede:
«Ma, speciali… Speciali?»
Annuisco: era il nostro codice, di allora. Chiama la commessa e le dice che non c’è per nessuno e non vuol esser disturbato, poi mi porta dietro, nel laboratorio. Sviluppa con molta cura i negativi, poi stampa le foto e le guarda con molta attenzione.
Immediatamente, mi esprime il suo giudizio.
«Sai, ti scopi una vera figa, ma la cosa bella di lei sono il seno e la solarità delle pose: è spontanea, naturale, bella!»
Gli chiedo quanto sia il compenso per il lavoro svolto.
Ci pensa un attimo, poi mi risponde.
«Nulla, no anzi, mi piacerebbe avere tre foto».
Gli faccio scegliere le foto che preferisce. Ne seleziona una del seno, che è veramente bello, tondo: sembra quasi che siano state prese una coppia di sfere e siano state attaccate al petto di Cinzia; come seconda, ne sceglie una decisamente forte: è un primo piano della figa, da cui si vede colare il bianco della sua crema, e, per ultima, una del culo. Prende direttamente i negativi, si mette ad una macchina e ne ricava tre ingrandimenti 30X40. Poi mi sorride e aggiunge un suo pensiero:
«Racconta pure alla tua figa, che con queste mi farò delle seghe bellissime, pensando al suo splendido corpo».
Quando lo racconto a Cinzia, si eccita tantissimo: le piace proprio il pensare che qualcuno si segherà pensando a lei. Passano alcuni mesi e, una sera, che la sto riaccompagnando a casa, dopo una bella scopata, noto che lei è un poco pensierosa. La guardo e le chiedo il motivo del suo malumore.
«Mi sono rotta: vorrei dormire con te; perché non andiamo a convivere?»
Fermo la macchina, la guardo e, di rimando, le faccio una proposta:
«Perché, invece, non ci sposiamo?»
Lei mi risponde che le piacerebbe tanto, ma così, come stiamo ora, è bellissimo. Se poi, in futuro, mi dovessi stancare di lei, soffrirebbe tanto, perché non vuole perdermi. Le prendo il viso fra le mani, la bacio e le spiego le mie condizioni.
«Sta sicura che, primo, non mi perdi, secondo, basterà che quello che abbiamo fatto fino a oggi, lo continuiamo a fare con qualche piccola correzione; se ti sta bene, questo è tutto quello che ho da dire».
Incuriosita, mi chiede con un'aria triste.
«Cosa vorresti cambiare?»
«Nulla o poco. Ci voglio aggiungere che, quando sono via per lavoro, in quelle sere, tu sei libera di andare dove vuoi e con chi vuoi. Se ci scappa una scopata, basta che prendi il telefono e mi informi; io farò la stessa cosa con te. Se sono ad una cena ed ho la possibilità di scopare, te lo comunico; credi sia possibile condurre un'unione di questo tipo? Per quanto mi riguarda, ne sarei davvero felice».
Le dico questo in un tono assolutamente convinto e sereno. Lei mi butta le braccia al collo, e, baciandomi, afferma:
«Sarò la più brava moglie che un uomo possa desiderare».
Detto, fatto, ci organizziamo alla svelta. La casa già la possiedo. Un piccolo appartamentino in centro, disposto su tre livelli. Appena si entra, fatti tre scalini, c’è un ampio salone e un bell’angolo cottura. Saliti altri quattro gradini, a sinistra si entra nel bagno, dove ho fatto installare una piccola vasca Jacuzzi. Diventerà, nel tempo, il nostro angolo di Paradiso, il luogo dove la sera ci distendiamo, parliamo e ovviamente, poi che ci contiene entrambi, ci facciamo sesso. A destra, c’è la camera da letto, con una finestra sul soffitto, dove di notte, quando c’è la luna piena, la si vede stando distesi sul letto, e un finestrone grande, che si apre su un terrazzo posto più in alto rispetto a tutti gli altri, così ci si può prendere il sole nudi, senza rotture di nessun genere.
Per i preparativi facciamo relativamente presto e, quando parliamo del servizio fotografico matrimoniale, le propongo Pippo. Lei ne è subito entusiasta: muore dalla voglia di conoscerlo. Una sera, ci presentiamo, verso le diciannove, al suo negozio. Per l’occasione, lei indossa una gonna nera lunga, con davanti una chiusura lampo, che, ovviamente, offre diversi gradi di osservazione delle sue cosce, ed una camicetta bianca, senza nulla sotto; un micro perizoma e delle autoreggenti nere, con degli stivaletti con tacco alto, completano la mise e, a coprire il tutto, un giacchetto di pelle nero.
Lui la guarda, le fa fare un mezzo giro su sé stessa, e le parla con un sorriso stampato sul viso che, di per sé, dice tutto.
«Cara, le foto che ho visto di te, non ti rendono giustizia, sei, ancor più bella».
Mentre la commessa le mostra il meglio, in fatto di album, che dovrà contenere le nostre foto, parlo con lui e gli faccio una richiesta sottovoce.
«Mi chiedevo se fosse possibile fare alcune foto, il giorno delle nozze, un po’ speciali».
Lui ha come un lampo di genio, mi guarda e dice:
«Certo che si po’, ma servirebbe, prima, fare qualche scatto di prova».
Ci avviciniamo a lei: è tremendamente indecisa fra due album bellissimi, non riesce a decidere quale scegliere. Lui, allora, rivolto alla commessa, le dice che può andare, in quanto sarà lui a provvedere alla chiusura del negozio. Poi prende Cinzia per mano:
«Non è necessario che tu scelga adesso. Quando avrò le foto, deciderò io in quale stanno meglio».
Chiude il negozio, poi le avanza una richiesta.
«Cara, ti andrebbe di fare qualche scatto di prova?»
Lei mi guarda, io annuisco. Ci trasferiamo al piano di sopra. Lui sistema al meglio la sua attrezzatura, poi comincia a scattare. Prima, foto semplici, poi 'togli questo', 'togli quello', così, girati, piegati, alla fine lei è nuda. Io mi ritrovo il cazzo in super tiro e pure lui, visibile da un grosso bozzo sul davanti. Le scatta molte foto e, quando si rende conto che pure lei è su di giri, mi guarda e mi ordina perentorio.
«Che aspetti, spogliarti!»
Così continua a scattare. Prima foto sexy, poi sempre più erotiche, fino a quando lei me lo prende prima in bocca poi in fica, ma il meglio è quando sborro.
Lui mi fa mettere davanti alla sua bocca, con non so quale sistema, riesce non solo ha beccare l’attimo in cui schizzo, ma tutto il filamento di sborra che va a coprire direttamente il suo viso, con un effetto di un erotismo pazzesco. Poi lei si gira, vede il cazzo di Pippo che è durissimo e gli chiede con voce artatamente maliziosa.
«È vero che ti sei segato, pensando a me, alle mie intimità?»
Lui fa un cenno d’assenso con il capo. Lei lo esorta con voce molto languida.
«Fammi vedere come fai».
Lui mi guarda, io annuisco. Tira fuori un bel cazzo duro e comincia a segarsi di brutto. Lei allunga una mano, si abbassa e lo porta alle labbra, lo lecca un po’, e lo invita a sborrare sul suo viso.
«…Dai…dai …schizzami in faccia, anche tu!»
Lui mi indica una piccola macchina fotografica; appena gliela porgo, appoggia la punta del cazzo in bocca a Cinzia, se la scopa velocemente avanti e indietro, e gode.
«…Sì… bella porca …sì … succhiami… che sborro!»
Nell’attimo in cui sborra, tira fuori il cazzo, schizza sulle tette la sborrata, immortalando ogni singolo attimo. Il giorno delle nozze, arriva prestissimo a casa mia. Caccia fuori dalla mia camera tutti; mi scatta alcune foto di me nudo, poi mi saluta e corre a casa di Cinzia. Stessa regia e, essendosi eccitato, lei gli succhia velocemente il cazzo, facendolo venire in gola per non lasciate tracce, ma tutto ampiamente documentato da foto stupende. Le foto del matrimonio si riveleranno bellissime, ma quelle speciali restano il più bel regalo che abbiamo ricevuto.
Continua…
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4
3 years ago
baxi18, 55
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Schiava impertinente
sono già passati sei mesi da quando ho incontrato la mia slave
giorni intensi di addestramento
giorni duri per fargli apprendere cosa poteva e non doveva fare
settimane di punizioni
nottate di fuoco per addolcirla
ma il suo carattere, la sua personalità è tenace
vuole sottomettersi a me ma dentro di lei
c'è una piccola fiammella di ribellione che và spenta
con punizioni corporali, con restrizioni mentali
sapevo che era difficile, ma le donne che si piegano subito
che abbassano lo sguardo senzaun minimo di stile
le reputo scialbe, zerbini per il bagno
e mi stanco dell'abitudine, della quotidianità
e le cedo al miglior offerente in quel momento sulla piazza
lei no, lei la tengo sino a quando non mi stancherò anche di lei
o non mi ritroveranno con la gola tagliata
perchè ho tirato troppo l'elastico e si è rotto
catota e bastone, sale e zucchero, dosare bene
non eccedere nè in un uno, nè nell'altro
un mese fà l'ho tenuta tre giorni senza mangiare
beveva nella sua ciottola per gatti
perchè ho aveva capito che nella pasta non volevo il sale
una settimana fà l'ho frustata per bene
poi ho curato le ferite della pelle
lasciandogli aperte le ferite dell'orgoglio
perchè quando l'ho usata come cesso
non ha leccato e asciugato bene la mia asta
una slave è devota a soddisfare il proprio padrone
gode quando ci riesce
alcune si provocano ferite autolesionismo
quando non ci riescono
le ho proibito tale pratica
ha iniziato sommessamente a piangere senza farsi vedere apertamente
ma me ne sono accorto e le ho dato lo zuccherino
si è divertita a farmi godere con il suo corpo
con il mio cazzo, e se la conosco, ha provato diversi orgasmi quella volta
sempre senza farsi accorgere
la mia giornata scorre tranquilla ora
dopo sei mesi
mi sveglio, colazione già pronta (la mia slave)
se mi và la faccio giocare con la mia asta (la mia slave)
mi alzo dal letto e mi mette in silenzio le ciabatte (la mia slave)
vado in bagno e s'inginocchia pronta a ricevere tutto da me (la mia slave)
me lo pulisci con la bocca e l'asciuga con le labbra (la mia slave)
mi prepara la doccia, mi lava, mi asciuga, mi veste (la mia slave)
esco dall'appartamento e sò che si và a raggromitolare sotto il mio letto (la mia slave)
in attesa che sentirà la chiave girare nella serratura della porta
allora la vedo scodinzolare nell'ingresso felice che sono tornato da lei (la mia slave)
le dò i suoi biscottini preferiti dalla mano senza che sbavi nè morda la mano (la mia slave)
le cambio l'acqua della ciottola e l'ammiro mentre la lecca avidamente (la mia slave)
se mi dimentico di trapanarle e riempire un suo buco, me lo fà capire
strusciandosi a quattro zampe sulle miei gambe
come le gatte in calore e se ne ho voglia
soddisfo i miei istini animalesci su di lei (la mia slave)
in sei mesi ha imparato molto ma molto rimane da smussare
e non sono riuscito ancora a spegnere
quella sua flebile fiammella che le leggo nei suoi occhi
d'impertinenza, non nei miei confronti, ma nel suo orgoglio
e quando troverò l'ultimo pezzo del puzzle
il suo addestramento sarà completo
e poi ... o mi stanco e la cedo ... o me la tengo
al mio fianco, ma valuterò in quel momento se merita
di seguirmi in silenzio a quattro zampe legata a me con il suo guinzaglio dorato
le punizioni corporali sono neccessarie solo quando
non comprende la gravità di una sua azione sbagliata
e a seconda della gravità ho trovato diversi modi
e diversi strumenti per infliggergli dolore senza rovinare troppo la sua pelle
questo è un piccolo elenco, divertitevi a leggere quelli che conoscete ...
Afferra e Strizza Capezzoli o Clitoride, bavaglio con anello per bocca, Camicia di Forza BDSM per Bloccare Braccia Dietro la Schiena, CINTURA DI SOTTOMISSIONE CON POLSIERA, Cinture di costrizione, Clistere doccia anale e vaginale, Collare costrittivo e guinzaglio con catena in metallo, Copri capezzoli adesivi varie forme, cunei anali, DIVARICATORE VAGINALE anale e per bocca, Electro Sex, EXTREME Spider GAG, fALLI E DILDO anali e vaginali, Fruste e Frustini, Gag Ball Forata, GAG e Bavagli, Gogna Blocca Polsi, Imbracatura Testa con Anello per Bocca, Kit, Vestiti, Strumenti perBondage BDSM e Shibari, Manette Costrittive, Maschere e Cappucci, Masturbatore Automatico Bocca Vagina Ano, morsi, Nastro Professionale Bondage, Ovulo Vibrante Telecomandato Wireless,
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tanti nomi diversi, tanti piccoli accessori forme e colori a seconda dei gusti e preferenze
migliaia di anni di torture e metodi per infliggere dolore
ma una slave ragiona diversamente
traduce il dolore con piacere, lo sforzo che impiega il suo master nell'infliggergli dolore
con amore e attenzioni che gli vengono donati
non giudicatemi, per uno master esiste una o un slave
se giudicate me come master
dovete giudicare allo stesso modo la sua slave
lei non è una vittima
lei ha la passione di soddisfare, di sentire dolore per sentirsi viva
e più percepisce dolore e più ama il suo master perchè riversa in lei il suo amore
le sue attenzioni, le sue coccole, è solo un differente modo di amare
ma siamo tutti diversi e ci comportiamo in modo differente
con tutti quelli che intrecciano le nostre vite
quindi esistono infiniti modi di amare e di essere amati
una sera mi ha portato un pacchettino rosso, sapevo già cosa conteneva e cosa voleva da me
l'ho aperto e dentro ho tirato fuori un nastro di pura seta nera
l'ho annusato inspirando profondamente l'aroma di liquidi della mia slave
e mi ha portato in camera da letto dove aveva diligentemente
disposto diversi giocattoli di tortura e sessuali
tutti puliti, tutti disinfettati e lucidi
con un sorriso mi ha fatto sedere sul letto matrimoniale, mi ha tolto le scarpe e i vestiti,
si è messa accucciata come una scrofa al mio fianco, ha allargato le braccia e le gambe
attendeva con ansia le mie attenzioni, pregustava una notte di piacere profondo
ho iniziato a legare una cavigia serrando leggermente il nastro,
che ad ogni movimento frusciava leggermente, poi un polso,
l'altra caviglia e infine l'ultimo polso libero
sentivo ad ogni movimento, ad ogni tocco delle mie mani, delle mie dita
il suo respiro che accellerava, un Cocktail di arenalina e dopamina, un mix esplosivo
in un corpicino magro e fremente, spumeggiante e servile
chiuse gl'occhi e il suo respiro iniziò a regolarizzarsi,
sino al primo schiocchio dello Sculacciatore, sulla sua natica destra
iniziò a fiorire un lieve rossore a forma di cuore
ha provato a strozzare un urlo nella sua gola, ma al secondo e a quelli successivi
dalla sua bocca sono usciti urla di piacere
a questo punto infastidito, presi il morso, le feci aprire la bocca,
notai qualche gocciolina di sangue sul lenzuolo, dove aveva appogiato il viso
si era lacerato con i denti il labbro superiore,
presi mentalmente un appunto mentale di medicarlo, dopo
lei apri la bocca quasi infastidita perchè voleva farmi sentire le sue urla di piacere
ma dolcemente si fece mettere il morso tra i denti,
forse perchè si era accorta in quel momento del labbro tagliato
strinsi dietro la nuca i lacci
e con una forchetta con fermezza iniziai la discesa della schiena
dalla nuca sino all'ano lasciando sulla sua pelle 4 strisce rosee parallele
d'innanzi all'ano mi fermai ad ammirarlo
era tondo, liscio, roseo
iniziai a far entrare il pollice con forza, vincendo la resistenza
dello sfintere anale che non voleva essere violato
entrai e iniziai ad allargarlo
scosse elettriche scuotevano il suo corpo, dolore pensai, bene
appena il buco del culo era leggermente allargato ci ficcai l'altro pollice
e inizia a roteare dentro senza ritegno
la sentivo mugolare, vidi il nastro di seta tendersi e rilasciarsi
bloccandogli con ostinazione polsi e caviglie, non le permettevano di muoversi liberamente
girò leggermente il viso per incrociare il mio sguardo ma abbassò subito gl'occhi
piccole goccioline iniziarono a scendere sulle sue guance,
ma spinse il suo viso contro il lenzuolo per l'ennesima fitta di dolore
bastone e carota, sale e zucchero
mi fermai, lasciai il suo buco dolorante, mi pulii le mani
con una salvietta che aveva diligententemente preparato anzitempo
presi la sua testa tra le mani e con estrema dolcezza portai i suoi occhi all'altezza dei miei
presa alla sprovvista cercò di distogliere lo sguardo ma non ci riuscì
i suoi occhi verdi con pagliuzze giallo azzurri si spalancarano
un sorriso intenso, che neanche il dolore fisico poteva cancellare,
si modellò sulle sue labbra torturate da piccoli e continui morsi prima del Morso
con le labbra asciugai le lacrime, per lei valeva molto questo piccolo gesto
sentii il suo respiro divenire regolare, asciugai con la salvietta tutte le piccole goccie di sudore sul suo viso
era profondamente dolce e affascinante avere una vita che si lascia manipolare nelle proprie mani
come creta tra le mani di un vasaio esperto, lei era la mia slave, io il suo master
guardandola negl'occhi le chiesi se voleva smettere, le avrei concesso stanotte di dormire al mio fianco
ma lei fece un no con la testa
vuoi che continui ?
con la testa fece si
le adagiai la testa sul lenzuolo intrinso del suo sudore, mi alzai senza mai lasciare
il contatto delle mie unghie sulla sua pelle, provocandogli spasmi di piacere
e cinque strisce rosate irregolari sul fianco destro del suo corpo
ritornai sull suo buco del culo, presi un dilatatore anale e lo spinsi dentro senza ritegno, e senza ritegno lei urlò
poi presi delle pinzette legate assieme da catenelle di color nero
accarezzai le grandi labbra della sua fica e inizia a pinzarle in vari punti
altri urli strozzati in gola
svolsi le catenelle e nel farlo le tenevo in tiro, per capire chi comandava, mi spostai davanti alla sua testa
presi un capezzolo che era adagiato sul lenzuolo, feci forza per aprire il morsetto a molletta e lo lasciai chiudersi a scatto
altro urlo, questo lo sentito bene
inizio a muovere il petto in alto lateralmente, ripiombava sul materasso e
ad ogni movimento la catenella corta tirava le grandi labbra e il capezzolo,
lo vidi stiracchiarsi, cambiare colore e riprendere il colorito normale
la chioma di capelli lunghi rossi frustava l'aria e sentivo i denti stridere sul Morso
mentre si muoveva presi l'altro capezzolo e zac ... chiusi il morsetto
ora le catenelle erano in tensione e ogni movimento tiravano,
stiravano e rilasciavano fitte di dolore dove erano state collocate
chissà perchè lei aveva scelto proprio quelle stasera per procurarsi dolore/piacere
quando capiva che le catenelle erano morbide, si muoveva a scatto e la tensione gli procurava altro dolore/piacere
strana ragazza, ma mi piace così
presi un vibratore vaginale, lo bloccai sul letto con un peso, lo accesi
e lo ficcai non proprio delicatamente tra le pinza delle grandi labbra
sentivo il ronzio del vibratore, sentivo il tintinnio delle catenelle, sentivo lo strusciare della sua pelle sul lenzuolo
e lo sbattere convulso delle sue mani e dei piedi
e sentivo le urla strozzate dal morso che non le permettevano di fuoriuscire liberamente dalle sue labbra
sentivo il rumore del suo affannato respiro che usciva dal Morso
e rimasi in contemplazione, una sinfonia di rumori che, singolarmente erano fastidiosi, adeguatamente miscelati sembravano la "Cavalcata delle Valchirie" di Richard Wagner
buffo ma accesi il notebook cercai su you tube e la stanza si riempì di suoni metallici a corda a membrana
e il suo corpo che iniziava a muoversi seguendo il ritmo della musica
presi in mano lo Sculacciatore e iniziai a lasciare segni rosso vivo sul culo della mia slave
e lì mi resi conto di quanto le piaceva tutto questo
avevo il suo consenso
si aspettava da me tutto questo
pretendeva da me tutto questo
pazza ragazza, ragazza pazza
e lei è la vittima dell'orco cattivo ?
o è il diavolo in un corpo angelico ?
girò di scatto la testa nella mia direzione
mi accorsi che il suo viso era tirato, era teso dal dolore, piacevolmente contratto dal piacere
e il suo sguardo, penetrante vivido acceso, ma non contro di me
vidi la fiammella di ribellione spegnersi di colpo come se non fosse mai esistita
avevo domato la puledra imbizzarrita
avevo la mia slave ... mia
è stata una setata intensa per me, per lei, per noi
da quel momento ci siamo accorti che c'era un ... noi
l'imprinting era completo
e non due entità separate
ma un Master con la sua slave
e una slave con il suo Master
mi girai, feci ripartire la "Cavalcata delle Valchirie" in ripetizione continua
e andai in cucina
mi preparai un caffè espresso ristretto senza zucchero, senza correzioni varie
assaporai i tre intensi sorsi della bevanda
lasciai la tazzina nel lavandino e ascoltai con attenzione la sinfonia
il cigolare del letto e tutti i rumori che quella ragazza stava facendo con il suo corpo legato sul lenzuolo
mi presi qualche minuto per memorizzare tutto questo
entrai nella stanza e abbassai il volume della musica
lei iniziò a tranquillizzarsi, il suo corpo giaceva sfinito ma vibrante di gioia sul materasso
iniziai lentamente a rimuovere i nodi del nastro di seta
vidi polsi e caviglie fortemente arrossati che riprendevano un colorito roseo
lei si lasciò andare sul materasso
tolsi tutto dal suo corpo e posai tutto ai piedi del letto
presi delle salviette umidificate di disinfettante e quelle intrinse di crema grassa lenitiva
mi sdraiai al suo fianco e iniziai la pulizia meticolosa di tutte le piccole ferite
e aree arrossate
lei sorrise ogni volta che passavo in punti dolenti
e le permisi di abbracciarmi
cosa hai provato ? le chiesi.
disse una sola parola ... ancora
gli permisi di baciarmi e di soddisfare le mie voglie per tutta la notte
iniziò a farmi sdraiare e mi accorsi che si soffermava a baciare la mia pelle in quei punti
dove lei aveva percepito più dolore, come se le labbra sfiorassero la sua immagine riflessa
io ero lo specchio, il mio corpo il suo corpo
si fermò in contemplazione sulla mia cappella, la sfiorò con le labbra, la leccò come un gelato dal basso all'alto
quasi ipnotizzata si alzo a cavalcioni e se la strusciò sulle grandi labbra della fica ancora doloranti
si stava massaggiando ed era piacevole, per lei, per me, per noi
poi un guizzo e dentro fino alla base
iniziò la sua cavalcata delle valchirie, dove pochi minuti fà c'era il vibratore
che le ha sicuramente sconquasato i tessuti interni procurandogli dolore/piacere
inquel momento c'era la mia asta calda vibrante che le procurava altri tipi di piacere
la danza prese un ritmo sostenuto e lei continuava a cavalcare
perline dorate si formavano sul suo torace, sulla pancia, sulle coscie
i muscoli delle gambe erano in tensione ma non per il dolore
una sensazione piacevole stava invadendola dal ventre al cervello
l'orgasmo la trovò impreparata, voleva continuare ancora a cavalcare, a donare piacere al suo Master
si afflosciò come un sacco di juta vuoto sul mio torace, ansimante e gustandosi le ultime contrazioni uterine
che avvolgevano ancora la mia asta mi abbracciò, le sue labbra sulle mie,
sul mio viso, sul mio collo, sulle mie labbra
si accorse che la sua fessura era occupata, si tirò nuovamente a sedere e ricominciò la sua danza
stavolta più lentamente, stavolta per tutta la lunghezza della mia asta,
tanto che diverse volte la mia cappella fece capolino dalle sue grandi labbra
ma con ostinazione non voleva farla uscire e schiacciò più volte con forza il bacino contro il mio,
producendo il tipo rumore ciack ciack
ritmico, suadente, invitante io seguivo il suo vente salire e scendere,
i suoi seni ondeggiare in alto e lateralmente per poi ricadere verso il basso e venire risollevati verso l'alto
e i suoi occhi chiusi per assaporare con tutti i sensi tutto quello che poteva rubare alla notte
i suoi capelli svolazzavano sulle sue spalle, capelli ramati con riflessi oro naturale
chiudo gl'occhi e lascio scorrere il tempo tra noi due
altri due intensi orgasmi hanno fatto vibrare il corpo della mia slave
l'ultimo siamo venuti insieme
sentivo il suo buco di culo che non tratteneva la mia sborra
sentivo i suoi fluidi scorrere sulle mie coscie
ci siamo addormentati abbracciati
mi hanno svegliato le sue labbra sulla mia cappella
la mia slave non più impertinente
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3 years ago
admin, 75
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Papà non è un super dotato.
Sono distesa nel letto, cerco di dormire, ma non ci riesco; sarà colpa del fuso orario, del fatto che, dopo più di tre anni, sono di nuovo a casa mia, distesa nel mio letto? Mi chiamo Anna e da più di tre anni, lavoro negli Stati Uniti, come medico specializzato in urologia. Dopo essermi laureata, con dei bellissimi voti, presso una facoltosa università decisi di restare a lavorare in America dove a seguito di un Master fu riconosciuta la mia bravura e venni assunta da un grande ospedale. La mia passione per l’urologia è nata, quando appena diciottenne, mi feci sverginare da un maschio con una dotazione enorme, che mi fece impazzire di piacere; da allora tutta la mia curiosità sui gioielli maschili, la riversai nello studio. Abito vicino al grande ospedale, condivido un piccolo appartamento con una collega e amica di nome Nancy, una creola bellissima con due occhi da cerbiatta che ti fanno eccitare al solo guardarla. Fra di noi c’è una profonda amicizia, che ci porta spesso a condividere il letto, giocando fra di noi con non poca reciproca soddisfazione, anche se, entrambe, amiamo molto godere facendo sesso con i maschi. Io, a dire il vero, ho due veri stalloni, che mi sfondano in maniera divina. Miky, un ragazzo di origini irlandesi, con un cazzo da paura, ben oltre i venticinque cm. e di consistente circonferenza, e Alan, un giamaicano dalle misure esagerate, specie in circonferenza, che superano anche quelle di Miky. Li ho conosciuti separatamente e me ne ero innamorata; quando ho scoperto che erano amici e colleghi, entrambi dottori dell’ospedale, mi ero determinata a lasciarli. Essi, una volta venuti a conoscenza del problema che mi affliggeva, si sono accordati nel senso che, se per me non era un problema, potevo tranquillamente stare con entrambi. Così mi scopano, a volte separatamente, ma spesso insieme e io ne resto molto appagata; distrutta, ma felice di aver goduto fino allo sfinimento. Come rovescio della medaglia, va detto che quando si verifica l'incontro a tre, il giorno dopo, spesso, non vado al lavoro, perché sono a pezzi: gola dolorante, mandibola indolenzita, culo in fiamme ed aperto al punto da dover far uso di una mutandina per incontinenti, e la micia, slabbrata, mi dà anch'essa fastidi da non poco: avverto forti dolori all’utero che ha dovuto subire i colpi di due cazzi esagerati; però, in effetti, ne vado pazza e per questo sono disposta a patire quei dolori. Purtroppo, per impegni e motivi di lavoro, è circa un mese che non ho più di questi dolori. Ho caldo, mi rigiro, guardo la sveglia che segna le 23.00. In silenzio mi alzo per andare in cucina a bere un bicchier d’acqua, esco dalla camera a piedi nudi, indossando solo una T-shirt bianca con ampio scollo e, sotto, sono completamente nuda. Mentre percorro il breve corridoio, sono attratta dalla lama di luce che fuoriesce dalla camera dei miei genitori e, con curiosità, guardo attraverso lo spiraglio della porta. La fioca luce dell'abat-jour, illumina quello che vedo: i miei genitori stanno facendo sesso. Incuriosita resto a guardare. Mio padre nudo sul letto, con mia madre piegata su di lui, che mi volge le spalle e sicuramente lo sta succhiando visto il movimento che fa con la testa. Devo ammettere che mia madre ha proprio un bel fisico e il suo splendido culo è in mostra davanti ai miei occhi: sono affascinata da ciò che vedo e provo un lieve fremito fra le cosce. È davvero una bella donna: ha partorito me quand'era appena diciottenne ed oggi, alla soglia dei 58, ha un fisico davvero invidiabile. Impiegata di professione, pratica diversi sport e si mantiene in forma con diete alquanto equilibrate. Mio padre, invece, è un insegnante di educazione fisica in un liceo della città e, inoltre, allena la locale squadra di atletica leggera femminile, per cui, praticando anch'egli, tanto sport, ha un fisico da far invidia. Mentre li osservo, avverto che la mia eccitazione aumenta e, paradossalmente, mi rendo conto di non aver mai visto le dimensioni del sesso di mio padre. Dopo qualche minuto, mia madre si gira e, senza volerlo, mi mostra la dotazione di mio padre: è assolutamente normale, sì, sicuramente ha una buona circonferenza, ma la sua lunghezza è decisamente media; nulla di speciale. Sorrido fra me e me, pensando a quanto piacere si sta prendendo mia madre, giocando con un simile “gioiello”, senza immaginare quanto piacere potrebbe provare con un super dotato, tipo almeno uno di quelli da me conosciuti. Vado in cucina, bevo e torno indietro. Quando ripasso davanti alla porta, sento mia madre gemere di piacere. Incuriosita, mi fermo di nuovo a guardare. Mia madre, ora, sta impalata su di lui, a smorza candela, con le spalle rivolte verso di lui e posso vedere il suo viso che ridotto ad una vera maschera di piacere. Stupita osservo meglio la scena; mi rendo conto che sta godendo alla grande e, questo, mi incuriosisce ancora di più, così continuo a spiarli. Ora cambiano posizione: sono distesi, guardandosi negli occhi, mentre lui continua a scoparla con un impeto ad un ritmo veloce, ma continuo; lei raggiunge un orgasmo dopo l’altro. Sono letteralmente affascinata e, sempre più incuriosita dal fatto che un maschio, con una modesta dotazione, sia capace di far godere tanto una donna. Ora hanno cambiato di nuovo posizione: lui la prende da dietro, ed a come le tortura il bottoncino davanti, sono fermamente convinta che la sta sodomizzando con forza e quella pratica le permette di raggiungere altri due orgasmi, fin quando, all'improvviso, lui esce da lei e si sdraia supino, così da permetterle di infilarsi in gola quella verga che tanto piacere le aveva donato. Vedo il corpo di lui tendersi in uno spasmo, che credo sia il momento in cui sta provando anche lui il suo orgasmo e, silenziosamente, me ne torno nella mia camera da letto. Con dolcezza faccio scorrere la mia mano lungo il solco della mia figa; poi prendo a masturbarmi ad un ritmo più veloce, fino a raggiungere un intenso orgasmo che, anche se non placa la mia voglia, me la attenua in parte così da permettermi di abbandonarmi all'atteso riposo. Quando mi sveglio il sole penetra direttamente dalla finestra in camera mia. Guardo la sveglia che segna le 10.00 del mattino. Immediatamente le mie narici captano un fantastico odore di caffè, bevanda che non assaporo da anni, almeno non come quella che fanno qui in Italia. Mi alzo un po’ assonnata e raggiungono la cucina, indossando sempre la mia T-shirt bianca. In piedi, voltato di spalle, c’è mio padre che indossa un accappatoio in microfibra che gli arriva a metà della coscia, mostrando il suo splendido fisico da atleta. Lo osservo e, immediatamente, in me si concretizza l’immagine della sera precedente; lo guardo non più come un padre, ma come un maschio, che stuzzica sensibilmente la mia femminilità. Mi avvicino a lui da dietro, lo abbraccio, mentre sento i miei capezzoli indurirsi e premere contro le sue spalle.
«Buongiorno, piccola mia; la colazione è pronta, se ti siedi, te la servo subito».
La nuova cucina dei miei genitori ha una penisola come tavolo, formata da una splendida lastra di cristallo trasparente; mi giro, faccio due passi, e mi siedo, non senza notare che, attraverso il vetro, sarà di fatto completa la visione delle mie cosce scoperte.
In un attimo decido di provocarlo, mi va di stuzzicare questo maschio, per riuscire a soddisfare la mia insana curiosità. Lui appoggia sul ripiano un piatto con fette di pane tostato e imburrato, una tazza di caffè, e poi si siede; ed io, per provocarlo, accavallo le gambe, in maniera che la maglietta risalga ancora un po', mettendo in mostra il triangolino di peli che sormonta lo spacco della patatina. La mia intenzione è di provocarlo onde saggiarne la reazione, che mi riesce subito evidente, da come si sta gonfiando il tessuto all’altezza dell’inguine. Lo guardo dritto negli occhi, mentre lui mi sorride, poi, per stuzzicarlo ancora di più, prendo un cucchiaino di marmellata e l’appoggio un po’ su una fetta biscottata e, poi, infilò il cucchiaino fra le labbra, succhiandolo in maniera lasciva e provocatoria. Noto il gonfiarsi della stoffa del suo accappatoio ed immagino quanto si stia eccitando. Lo guardo, cerco di capire il suo stato d’animo e, mentre lui tranquillamente beve il suo caffè, io lecco il cucchiaino. Mangiamo continuando a scambiarci occhiate in modo provocatorio. Poi lui si alza e va a mettere la tazzina nel lavandino. Lo seguo, lo abbraccio da dietro, e gli infilo le mani sotto l’accappatoio, afferrando il suo cazzo già duro. Lui si gira e, prima che possa dire una parola, la mia bocca è incollata alla sua. Lo bacio, infilo la lingua dentro a caccia della sua, che trovo e con cui intreccio una danza erotica, dagli effetti sconvolgenti. Lo sento gemere, mentre lo bacio e lo masturbo. Improvvisamente mi stacco, mi abbasso davanti a lui e glielo prendo tutto in bocca. Mi entra tutto, senza che io senta dolore in gola, scivola liscio e piacevole fra le mie labbra, senza alcun impedimento; mi solletica l’ugola, ma non mi dà fastidio; non avverto conati di vomito, ma solo la piacevole sensazione di un cazzo che si lascia succhiare piacevolmente. Per me è una eccezionale novità!
Mentre lo succhio mi sto bagnando come una fontana, sento il desiderio di averlo dentro e mi stacco da lui.
«Dai, scopami... non ne posso più! Dai, ti voglio!»
Lui resta per un attimo indeciso, poi mi distende sul tavolo, si siede fra le mie cosce e si mette a leccare la mia lumachina, che sta schiumando in maniera sconvolgente. Mi lecca e succhia, portandomi in breve al primo orgasmo, che rimetto tutto nella sua bocca. Tremo, scossa dal piacere che lui mi ha fatto provare. Lo afferro per i capelli e lo tiro verso di me.
«Ti voglio... scopami!»
Lui mi solleva, fa un passo indietro e si siede. Lo scavalco e mi infilo il suo cazzo, che ora mi sembra anche più grosso, tutto dentro di me. Lo sento scivolare agevolmente fino in fondo. Sento la punta che riesce appena a lambire il collo dell'utero, per poi prendere a solleticarlo in maniera piacevole, senza nessun dolore. Il mio clito, schiacciato contro il suo corpo, mi procura subito un orgasmo, che mi fa tremare tutta. È fantastico sentire il corpo di lui a contatto con il mio; generalmente devo stare attenta a quanto me ne infilano dentro, mentre con lui sto proprio godendo del contatto! Oscillo avanti/indietro sfregando il clito sul suo membro nodoso, mentre, dentro di me, il cazzo sbatacchia, come fossi una campana. Godo e vengo perdendo il conto degli orgasmi che provo, mentre lui mi succhia i seni, fin quando, senza fiato, lo abbraccio per costringerlo a fermarsi, altrimenti mi ritrovo sfiancata. Dopo un momento lui mi solleva, mi mette in piedi, mi gira e mi appoggia al tavolo, poi me lo infila da dietro e ricomincia a pomparmi di buona lena. Godo di nuovo, e sempre più meravigliata dal fatto che, pur non essendo un super dotato, mi sta facendo impazzire lo stesso; allora decido di assaporarlo anche nel culo. Mi giro, apro le natiche e lo guardo in modo eloquente. Lui mi sorride, si sfila e me lo pianta dentro, lentamente. Appena appoggia la cappella sul buchetto, esso si apre e lo lascia entrare agevolmente.
«Accidenti, figlia mia, quanto sei aperta! Ma quanti ne hai presi in culo, per essere cosi larga e ricettiva?»
Non gli rispondo. Sono così protesa a godere del piacere di sentirmi limare il culo, senza dover stare attenta a quanto me ne infilano dentro. Ciò che sento è solo un bel cazzo, che mi fa godere tantissimo. Mi lima le pareti interne con estrema bravura, vengo e godo immensamente, poi avverto il bisogno di assaporare il suo nettare, così mi giro e glielo dico:
«...In bocca…Ti prego, sborrami in bocca!»
Lui sorride compiaciuto, afferra i miei fianchi e prende a pomparmi con più energia, fin quando, dopo l’ennesimo mio orgasmo, si sfila e si siede. Mi giro, mi inginocchio davanti a lui e apro la bocca: ne prendo la metà, giusto in tempo per ricevere, direttamente in gola, i primi due schizzi, che ingioio e poi, afferro le palle e mi metto a mungerle, spremendo fino all’ultima goccia di quel succo dolcissimo e buono. Dopo averlo spremuto per bene, appoggio la testa sulle sue ginocchia e mi rendo conto di una cosa che fin ad ora non avevo mai preso in considerazione: sì, è vero, le misure contano. Un bel cazzo super ti fa godere, ma anche un bel cazzo, diciamo MEDIO, se saputo usare ti porta in paradiso, e poi, adesso, mi sento appagata, soddisfatta e non devo combattere con dolori vari, né alla bocca, né al culo, e nemmeno nel ventre.
Per fare questa esperienza, ho dovuto farmi scopare da mio padre! FANTASTICO
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3 years ago
baxi18, 55
Last visit: 20 hours ago -
Ogni piacere ha il suo sapore.
Mi chiamo Stefano, ho 55 anni e sono sposato con Lidia che ne ha 49. Lidia è una bella donna, alta e formosa, ha una quarta di seno e un bel culo che lei evidenzia con indumenti che ne risaltano le rotondità. Lavora come impiegata e in tutti questi anni ho sempre pensato che lei mi mettesse le corna. Il mio aspetto non induce a molte fantasie, non sono molto alto e in sovrappeso, quasi calvo e per di più non ho una grande dotazione, anzi direi piccolo. Ed è per questo che col passare degli anni mi sono sempre reso conto che lei si divertisse con altri cazzi, ma non ero mai riuscito ad avere la conferma fin quando circa quattro mesi fa, ho scoperto nel suo cellulare alcuni messaggi di un suo amico che non conosco, ma che lei invece sembra conoscere molto bene ed essere in confidenza molto stretta se lui in un messaggio le chiede cosa indossa come intimo. Dopo una simile scoperta ho capito che bisognava correre ai ripari se non volevo essere deriso da tutta la città. Mentre cercavo una soluzione ero, si, corroso dalla gelosia, ma contemporaneamente ero eccitato come un maiale nell’immaginare lei fra le braccia di un altro maschio. Ero così eccitato che dopo tanti anni mi sono fatto una sega godendo come un porco, e mentre sborravo ho chiuso gli occhi, ho immaginato lei che mi osservava mentre schizzavo, e mi faceva le corna nel preciso istante in cui lui le sborrava in faccia. Dopo questa scoperta ho deciso di affrontare l’argomento con mia moglie che dopo un momento di imbarazzo ha ammesso che aveva una certa confidenza con questo suo amico di nome Carlo, che spesso lui le faceva dei complimenti, che più volte l’aveva invitata a prendere un caffè, ma che lei aveva sempre rifiutato. Mentre la sentivo parlare il cazzo mi si era drizzato al massimo. Ero eccitato e lei se ne accorta.
«Ma amore, che ti succede? Ti ecciti se ti dico che un altro uomo mi corteggia? Che mi vorrebbe chiaramente portare a letto?»
L’ho guardata con occhi lucidi e molto emozionato, le ho confessato i miei dubbi, le mie paure ma anche i miei più intimi desideri.
«Ho solo paura che tu possa lasciarmi per un maschio più bello e più importante di me. Si, mi eccita sapere che un altro maschio ti desidera, pur di non perderti sono disposto ad accettare che tu scopi con altri maschi, ma voglio solo essere presente.»
Lei mi ha guardato stupita e mi ha abbracciato forte e coperto di baci.
«Amore, ti amo! Sei la persona più dolce del mondo, non ti cambierei per nessun motivo, e nessun maschio può darmi quello che mi dai tu! Ti confesso che mi piacerebbe scopare con altri maschi, se tu vuoi essere presente io non avrei problemi, ma sei sicuro di tutto questo? Capisci che se imbocchiamo questa via non se ne verrà più fuori. Io mi sento molto attratta da questo gioco che tu mi prospetti, ma anche un poco intimidita, se poi mi dovesse piacere e non se ne potessi più fare a meno tu potresti sentirti ferito, trascurato o peggio escluso. Quindi pensiamoci bene, non voglio rovinare il nostro matrimonio, ma sono così attratta da tutto questo che mi eccita tantissimo.»
L’ho guardata ed ero già consapevole che non mi sarei mai tirato indietro se lei avesse accettato le mie condizioni, quindi ho fatto un cenno d’assenso con il capo e siamo andati a letto dove me la sono scopata con furore e passione. Dopo averla fatta godere un poco, ed essere venuto due volte, per la forte eccitazione, abbiamo ripreso a parlare.
«Come ti ho detto voglio sapere sempre tutto quello che fai con i tuoi eventuali amanti, se vuoi scopare con loro, lo voglio sapere. Dimmi anche se in passato ci sono state altre occasioni in cui qualche maschio ti ha fatto delle proposte piccanti. Lo voglio sapere, devo essere al corrente di tutto quello che hai fatto, che fai, e che farai.»
Lei mi ha dato un bacio, poi con un certo imbarazzo iniziale ha cominciato il suo racconto.
«Da quando siamo sposati ho cercato di esserti fedele, ma non sempre ci sono riuscita. Come ti ho detto prima di te ho avuto due fidanzati, ma non è tutta la verità. A sedici anni ero già brava succhiare il cazzo. Me lo aveva insegnato il proprietario del negozio dove mia madre mi mandava a fare la spesa, e lui da bravo porco mi portava sempre nel magazzino, mi faceva succhiare il cazzo e in cambio mi faceva uno sconto nella spesa, così io mi trovavo dei soldi in più in tasca. Era una cosa che mi piaceva tantissimo, sentirlo crescere in gola, poi schizzare anche l’anima, io ingoiavo tutto e lo pulivo alla perfezione. Non mi scopava perchè ero minorenne, aveva paura di mettersi nei casini. Dopo che ci siamo trasferiti non l’ho più visto, io avevo quasi diciotto anni, ho avuto il mio primo fidanzato. Era un bravo giovane, molto timido che lavorava in una autofficina. Spesso lo passavo a trovare, e il proprietario, le prime volte si limitava a guardarci, poi dopo un po’ di tempo trovava sempre una scusa per allontanarlo, lo mandava sempre a prendere dei pezzi di ricambio, e mentre lo aspettavamo, lui mi corteggiava. Ero lusingata dai suoi complimenti, e ben presto mi ha infilato il cazzo in gola, sapessi quanto era grosso. Era enorme. A fatica lo riuscivo a mettere in bocca, e quando veniva mi teneva il capo fermo, mi faceva ingoiare tutta la sborra che usciva dalle sue palle enormi. Era un piacere unico, bere tanta sborra. Mi ha detto che ero sprecata per un giovane come il mio fidanzato, che mi avrebbe fatto godere tantissimo se mi fossi data a lui. Per essere più convincente, un giorno fece assistere al mio fidanzato, mentre gli succhiavo il cazzo. Ero molto eccitata dal fatto, che lui mi guardava con occhi così dolci, mentre il capo gli spiegò, che lui non avrebbe mai potuto soddisfare una bella troietta come me.
«Vedi come lo succhia? Questa è una troia nata per il cazzo, sicuramente, tu con quel cazzetto, non puoi soddisfare una zoccola così.»
Lui annuiva convinto, io ero molto felice di renderlo partecipe del mio e suo piacere. Dopo circa un mese, il capo scoprì che ero ancora vergine. Chiamò il mio fidanzato, lo convinse che solo lui, sarebbe stato in grado di sverginarmi in maniera perfetta, lui acconsentì a patto di poter assistere alla scopata. Fu incredibile. Io che ero con il cazzo in gola, il mio fidanzato che mi leccava la fica, per prepararmi alla monta. Devo ammettere, che tutta la faccenda mi eccitava tantissimo, era surreale, ma incredibilmente vero. Mi stavano per sverginare, lui stava guardare segandosi il cazzo, che in confronto a di quello del suo capo, era assolutamente piccolo. Mi ha leccato la fica, che era già un lago, intanto io succhiavo un palo di carne durissima, che lì a poco mi avrebbe spaccato tutta, e aperto in maniera totale. Poi mi hanno fatto distendere sul divano, che c’era nell’ufficio, mentre il mio ragazzo mi teneva la mano, guardandomi negli occhi con tanta ammirazione, lui si è posizionato fra le mie gambe, ha spennellato la grossa cappella lungo il taglio della fica, che era fradicia e desiderosa di sentirlo tutto dentro. Si, lo volevo, non aspettavo altro, anche se con un poco di timore e paura, del dolore che avrei potuto sentire.
«Rilassati e fai un bel respiro. Vedrai che dopo un attimo sentirai tanto piacere.»
Ho guardato quell’uomo, che stava per sverginarmi, quando ho aperto la bocca per respirare, lui di colpo è entrato dentro di me. Per un attimo, mi è sembrato che una lama mi squartasse il ventre. Ho spalancato la bocca, ma non sono riuscita a dire nulla, ero sconvolta. Lui mi ha sorriso, ha guardato il mio ragazzo che aveva le lacrime agli occhi.
«Tranquilli, va tutto bene. Dai che il peggio è passato adesso sentirai solo piacere.»
Ha incominciato a pomparmi, e subito ho sentito quel palo, che mi scorreva dentro, e la sensazione di essere aperta, mi ha fatto godere all’istante. Ben presto lo assecondavo, spingendo il mio corpo incontro al suo cazzo, che ora entrava tutto dentro fino in fondo, e ogni volta che sentivo la punta battere contro l’utero, era una scarica elettrica, che mi sconvolgeva la mente. Ho avuto il mio primo orgasmo, ho urlato tutto il mio piacere.
«VENGO!»
Ero scossa da scariche elettriche, che facevano tremare il mio corpo, che reagiva in maniera convulsa alle spinte, che lui mi dava. Il mio ragazzo aveva ripreso a segarsi, e quando ho goduto, ha sborrato anche lui schizzando il suo seme per terra.
«Bene bravo! Vedi come faccio godere questa troietta. Ti piace mentre le sfondo la fica? Dai segati, bravo.»
Lui mi guardava estasiato, mentre io ero in preda ad un delirio sconvolgente, che mi faceva dire cose che mai avrei pensato.
«Spaccami. Fammi godere. Godo. Dai più forte. Vengo!»
Mi ha pomato ancora per poco, poi ha aumentato il ritmo, e mi ha inondato la fica con getti di sborra bollenti.
«Troiettta ti sborro dentro. La prima volta la devi sentire dentro. SBORRO.»
Ho sentito la mia vagina inondata da un getto di calore, che mi ha fato godere di nuovo.
«Oddio. VENGO!»
Lui dopo aver goduto, ha estratto il cazzo, ancora barzotto, e pieno dei miei umori e la sua sborra.
«Leccami il cazzo zoccoletta! Lecca la tua prima borrata dentro. Senti il sapore del tuo piacere, e del sangue di quando eri vergine!»
Ho preso quel cazzo in gola, l’ho leccato e succhiato, fino all’ultima goccia. Dopo quel giorno, mi scopava tre o quattro volte alla settimana. A volte anche quando non c’era il io ragazzo, che a dire il vero, mi ha scopato solo una volta, e con lui non ho goduto molto, anzi per nulla. Ero così aperta, che il suo cazzetto nemmeno lo sentivo, poi lui appena messo dentro, veniva subito. Una volta mentre ero nel suo ufficio, piegata sulla scrivania a prenderlo dentro da dietro, è entrato un cliente, e lui lo ha invitato a mettermi il cazzo in gola.
«Bene, giusto te volevo. Questa puttanella mi fa godere tanto, voglio che le prescrivi delle precauzioni, altrimenti rischio di ingravidarla subito, poi finisce il divertimento. Intanto falle sentire il tuo cazzo in gola, che ti assicuro lo succhia meravigliosamente.»
Il tizio, che era un ginecologo, dopo avermi inondato la gola, mi ha dato appuntamento per il giorno dopo nel suo studio. Quando mi sono presentata da lui era solo, mi ha fatto spogliare, mi ha chiavato sborrandomi dentro anche lui. Mi ha prescritto la pillola, la seconda volta che sono andata per avere la ricetta, lui mi ha fatto spogliare di nuovo, e quando si è reso conto che il mio culo era vergine, ha spalmato del gel lubrificante, e mi ha sfondato anche il culo. All’inizio ho sentito come un fastidio, ma poi ho incominciato a godere anche di culo, e quando ha sborrato, mi è sembrato di svenire dal piacere, che sentivo. Per circa due anni, mi hanno scopato anche insieme, mi facevano godere tantissimo. Poi i miei genitori si sono trasferiti, e all’inizio, mi mancava molto il sesso come lo facevo con loro, ho avuto qualche avventura occasionale. Quando sono stata assunta nello studio di ragioneria, i tre titolari hanno capito subito che il cazzo mi piaceva, e ben presto mi scopavano anche tutti e tre insieme. Poi una delle mogli se ne accorta, allora ha stampato un mezzo casino, loro sono stati costretti a licenziarmi. Ho trovato un nuovo lavoro, mi ero ripromessa di rigare dritto per non perdere di nuovo il lavoro. A quel tempo ho incontrato te, allora ho deciso, che era ora di fare la brava moglie. Da quando siamo sposati, ti ho messo le corna, solo due volte. La prima volta con il tecnico della lavatrice, circa due anni fa, la seconda quando eravamo al mare in vacanza, e tu sei dovuto tornare una sera a casa, io sono uscita, avevo voglia di cazzo, e ho trovato tre militari, che mi hanno inondato ogni buco. Credo che te lo ricordi, perchè quando sei tornato, mi hai detto che avevo l’aria stanca, e ero distratta. Questo e tutto.»
Mentre lei mi raccontava la sua vita da troia, io ero così eccitato, che alla fine del discorso, lei si è abbassata, lo ha preso in bocca, nel preciso istante in cui io sborravo. Ha bevuto tutto, e ci simo addormentati. Il giorno dopo a colazione, siamo tornati sul discorso, io le ho chiesto di indagare, e prendere precise informazioni sul questo Carlo, il tizio che la corteggia. Due giorni dopo, mi ha detto, che lui è scapolo, viva da solo, e sembra un tipo molto affidabile e porco, così abbiamo deciso di invitarlo a cena da noi. Quando è arrivato, per un attimo è rimasto stupito della mia presenza, credeva, che lei lo avesse invitato, perchè io non c’ero, ma poco dopo, ha capito quello, che noi volevamo da lui, allora le cose sono cambiate. Subito è scattata fra di noi una certa complicità, che ha messo lei al centro delle nostre attenzioni, alla fine siamo andati nel nostro letto, dove io, ho assistito alla monta di mia moglie, che ha preso il grosso cazzo di Carlo, in ogni buco. Quando l’ha inculata, lui mi ha chiesto di aiutarlo. Dopo che io le avevo leccato bene e lubrificato il buchetto anale, lui che era in ginocchio dietro di lei, mia ordinato di posizionare il suo cazzo sul buco del culo di mia moglie. Sentire quel grosso palo fra le mani, mi ha dato un certo brivido, e quando lui, lo ha spinto dentro, sfondandola tutta, ho avuto un orgasmo senza toccarmi. Lui ha sorriso, ha incominciato a scoparla con forza, mentre lei si è voltata, mi ha fatto le corna sorridendomi.
«Guarda caro, come mi sfonda il culo! Mi sventra, con quella bestia di cazzo, che mi spinge dentro.»
Gode e urla convolta.
«Mi fa godere. Caro vengo! Mi apre tutta.»
Lui l’ha chiavata a lungo, poi quando ha sborrato, lo ha estratto fradicio di umori anali, e sborra, lo ha presentato alla sua bocca. Vedere lei, che lo puliva, mi ha fatto eccitare di nuovo, mi sono segato, mentre lui rideva compiaciuto.
«Bravo cornuto, segati, che a farla godere, ci penso io, e tu mi ringrazierai.»
Quando mi ha chiamato cornuto, ho sentito un brivido lungo la schiena. Mi sono reso conto, che per amore di mia moglie, non averi più dovuto interferire con lei, quando decide di scoparsi un altro maschio. Mi sono reso conto, che stava godendo, che io non sarei mai riuscito a farla impazzire di piacere, come stava facendo lui, e per tanto mi sono seduto sulla sedia, sono rimasto a guardare lei, che veniva scossa dai possenti colpi di lui, che nonostante fosse già venuto, era rimasto bello duro, che la scopava con molto impegno, portandola a vette di piacere, che io in tutti questi anni, non ero mai stato in grado di farle provare. Dopo che avevano scopato per quasi tutta la notte, lui se ne andato, io ho abbracciato mia moglie, che mi ha coperto di baci.
«Grazie amore. Sei la persona più buona e dolce del mondo. Ti amo, e voglio che tu sappia, che io sono molto felice, del fatto che mi hai permesso di godere come una troia, sono sicura che in futuro, continuerai a farmi provare queste sensazioni uniche.»
L’ho abbracciata, le ho detto, che ero molto felice, del fatto che aveva goduto tanto, che se lo voleva, poteva far tornare Carlo, ogni volta che voleva. Da allora lui è diventato il suo amante fisso. Spesso la porta fuori, la fa montare anche ad altri maschi. A volte, io vado a riprenderla, lui me la rimanda, ben piena del seme di tutti quelli che hanno goduto dentro di lei. Ultimamente, ho espresso il desiderio di leccarla, dopo che è tornata o che lui aveva finito di scoparla. Carlo ha sorriso, mi ha permesso di farlo. Sentire nella mia bocca, il sapore del seme di un altro maschio, mi ha eccitato notevolmente, lui mi ha detto che in futuro provvederà per fare in modo, che io, non debba mai lamentarmi, della carenza di sborra da leccare, dalla fica di mia moglie. Da allora aspetto spesso mia moglie a casa, e lei dopo un primo momento di imbarazzo, adesso quando arriva apre le cosce, e mi invita a leccarla.
«Dai cornuto, dai fai il tuo dovere, che così godi anche tu.»
Si, è vero ci godo pure io, nel sentire i diversi sapori di sperma, che inondano la fica di mia moglie, e adesso non mi importa di guardare con chi gode, ma di sentire il piacere, che le hanno riversato dentro, e questo mi eccita così tanto, che spesso vengo senza toccarmi. Ho capito, quale sia il mio ruolo di maschio sottomesso, e felice di sapere, che la donna che ama, ha goduto e si preoccupa, che pure io ne tragga piacere. Se questo non è amore…
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3 years ago
baxi18, 55
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Una puttana per camionisti.
A trentadue anni, Claudia era una donna soddisfatta. Insegnante alle medie, sposata con un docente universitario, conduceva una vita veramente morigerata. Bella casa, ottime e importanti amicizie, passava le sue giornate fra la scuola, il volontariato in parrocchia e casa sua, dove accudiva, con amorevoli cure, marito e suocera. Già, la suocera, una donna molto energica, un po’ fissata, autoritaria sia con lei, che con suo marito. Niente figli. A dire il vero erano il desiderio di suo marito e suocera, ma non il suo. Di nascosto da loro, usava un anticoncezionale; il sesso si riduceva ad una scopata di dieci minuti, al sabato sera, al buio, in silenzio, e, alla fine lui, le chiedeva pure scusa, per esserle venuto dentro. Lui, non aveva certo un super cazzo, ma a lei le cose andavano bene anche così, non conosceva altro; lui era stato il primo e unico uomo della sua vita. La sera stava scendendo, improvvisamente un temporale rendeva la guida difficile. Claudia cercava di tenere una velocità moderata, perché la superstrada era un fiume d’acqua. Quei dannati camion, poi, che le sfrecciavano di lato, rendevano tutto molto pericoloso. Disprezzava i camionisti: erano tutti rozzi, volgari e sudici. Una sera, si era dovuta fermare ad una stazione di rifornimento, per mettere benzina, nella sua Golf, e due camionisti avevano fatto pesanti apprezzamenti su di lei. Non che fosse brutta; spesso, dopo la doccia, si guardava nello specchio grande e questa era l'immagine che ne riceveva: alta, terza di seno, fianchi stretti, cosce belle, forse il culo, un po’ troppo evidente, ma lei non faceva nulla per invogliare i maschi ad esprimere commenti. Il suo abbigliamento era sempre sobrio, molto casto, e, da quel giorno, era scappata via, evitando di fermarsi lungo la strada. Quella sera, però, aveva fatto tardi, a causa dei colloqui con i genitori, quando l’ennesimo camion le ruggì di fianco e sollevò un turbine di acqua che le rese, ancora più dura, la guida. Fu costretta a camminare ancora più sul margine desto della corsia, e, ad un tratto, la vettura iniziò a tirare verso destra. A fatica, riuscì a raggiungere un’area di sosta lì vicino e si fermò a ridosso di un piccolo deposito dell’Anas, munito di tettoia. Scese dalla macchina, prese il piccolo ombrello, evitò di indossare la giacca del tailleur, per non bagnarla. Il vento le rovesciò l’ombrello e subito si bagnò la camicetta bianca; cercava di capire cosa era successo, poi vide un pezzo di legno con un chiodo conficcato nella gomma: aveva bucato! Si sentì presa dal panico. Rientrò nella vettura, prese il cellulare, quasi scarico e niente segnale, e, con rabbia, lo rimise dentro la borsa. Che fare? Non sapeva assolutamente come si cambia una ruota. Uscì di nuovo, cercando aiuto. La strada era deserta, pioveva tantissimo, il vento le rigirò di nuovo l’ombrello e lei si bagnò totalmente. Si avvicinò alla carreggiata, vide da lontano un mastodontico bisonte che, illuminato come un albero di natale, arrivava verso di lei; istintivamente fece dei segnali. Lui le lampeggiò e, messa la freccia a destra, entrò dentro la piazzola con un turbine d’acqua, che la finì di inzuppare. Si avvicinò al camion, se ne aprì la portiera e un gigante, alto e grosso, le chiese cosa era successo.
«Ho bucato».
Lo disse con un filo di voce.
Lui scese. Aveva i pantaloni di una tuta e, sopra, solo una maglietta, che evidenziava forti pettorali. Si affiancò a lei e andarono verso la vettura; lui si rese conto sul da farsi, mentre lei tremava come una foglia.
«Vieni con me».
Disse con tono autoritario e la condusse verso il camion, aprendo dal lato del passeggero.
«Sali!»
Lei mise un piede sopra il primo scalino, si allungò e riuscì a salire. Dentro si stava decisamente bene, era più caldo. Tremava come una foglia. I fari illuminarono lui che, con fare esperto, si dava da fare a sostituire la gomma forata. Si guardò intorno. La cabina era pulita. Si girò dietro: c’era una cuccetta, con un materassino e, sulla parete in fondo, una foto di donna nuda, con delle calze nere con pizzo. Tornò a guardare davanti. C’era un portatile acceso montato su due staffe, lo schermo proiettava le immagini di un sito porno. Guardò meglio. Una donna si mostrava con una serie di foto in autoplay. Erano pose oscene, girò lo sguardo, lui aveva quasi fatto, lei tornò a guardare lo schermo. Era così presa dalle immagini, che nemmeno si era accorta che lui aveva finito. Lo scatto della portiera del camion, dal lato del conducente, la riportò alla realtà; lui salì con agilità: era completamente bagnato.
«Fatto, ma tu sei tutta fradicia!»
Si girò, prese una sacca dalla cuccetta, l’aprì e ne tirò fuori un asciugamano e glielo porse. Lei cominciò ad asciugarsi i capelli, lui si avvicinò, lei abbassò lo sguardo: aveva smesso di tremare; lui, con il telo, prese ad asciugarle i capelli. I loro occhi si incontrarono e lei si sentiva tranquilla. Per la prima volta vedeva un camionista gentile, che si prendeva cura di lei. Nel caldo tepore della cabina, lei si lasciò andare a quella carezza che, dai capelli, era scesa giù fino alle spalle.
“Togliti la camicetta, è tutta bagnata».
La voce di lui era calma e gentile. Lei, senza nessun timore, ubbidì, consapevole del fatto che si sarebbe trovata quasi nuda, davanti a lui, che continuava a passare l’asciugamani sul corpo di lei, riscaldandola. A lei sembrava quasi che le fosse praticata una carezza molto dolce e quell'attenzione le fece abbandonare ogni difesa. Così, quando restò con il solo reggiseno e lui continuava a passare il panno sul suo corpo, lei si girò. I loro occhi si fissarono per un breve attimo e, senza dir nulla, le bocche, già molto vicine, si unirono in un bacio così appassionato che a lei venne quasi meno il respiro. La mano di lui si posò sul suo seno e lei non oppose nessuna resistenza, anzi si protese ad abbracciarlo per eliminare ogni dubbio.
«Passiamo dietro».
Ubbidì. Nello spostarsi, si tolse anche la gonna: ora era nuda, ma la cosa, inspiegabilmente, non le creava nessun imbarazzo, anzi, inconsciamente, si sentiva debitrice verso quell’uomo che, a suo parere, l’aveva tolta dai guai. In un attimo, anche lui fu nudo e le tolse anche l’intimo. Lui si distese in giù, rispetto a lei, e quando sentì che lui si insinuava fra le sue cosce, semiaperte, lei lo lasciò fare. Il risultato fu di sentire la lingua di lui, martellare con precisione li suo clito. Un lungo gemito uscì dalla sua bocca, ma era solo l’inizio, di un viaggio verso il Paradiso del piacere, cui lei non era mai arrivata. L’onda di emozioni, che quella lingua le stava dando, era sconvolgente. Un orgasmo la fece tendere tutta e, nello stesso tempo, si sentì svenire. Mai, in vita sua, aveva provato un piacere così intenso. Fu in quel momento, che girandosi, di lato si trovò a pochissimi centimetri da un meraviglioso cazzo. Lungo, duro, nodoso, con una cappella rossa, quasi violacea. Istintivamente si rese conto che, anche lei, poteva in qualche modo, restituire quel piacere, ma non sapeva come. Lei non aveva mai fatto una cosa simile. Lui, quasi istintivamente, le venne incontro.
«Succhiami, dai... prendilo in bocca».
Ubbidì. Si infilò decisamente qual palo in bocca e si mise a succhiarlo con vigoria. Era piacevole: lo sentiva gonfiarsi nella sua bocca e la cosa la stava eccitando tantissimo, finché un altro orgasmo la scosse tutta. Mugolò a bocca piena. Lui si rigirò. La mise di lato e, appoggiata la cappella sulle labbra della sua fica ormai bagnatissima, lo spinse dentro con forza, ma senza brutalità, quasi con lentezza, in modo che lei potesse gustare la penetrazione. Lei era senza fiato. Le sembrava di essere sverginata per la seconda volta o, meglio, forse ora la stavano sverginando per davvero. Quando lui le fu tutto dentro, fino a battere con la cappella il fondo, lei ebbe un orgasmo sconvolgente. Un grido uscì, per la prima volta, dalla sua bocca.
«Vengo! Si, vengo! Dai... ancora... vengo!»
Scossa da mille brividi di piacere, assecondava il lento pompare a cui lui l’aveva sottoposta. Era Bellissimo! Sconvolta, non riusciva più a ragionare, si scatenò come una furia. La femmina, così a lungo repressa, eruppe dal profondo di lei con tutta la sua dirompente energia: era determinata a godere, finalmente, del piacere tenuto troppo a lungo mortificato. Lui la trascinò sopra di sé; era rimasto colpito dalla sua sconvolgente reazione.
«Accidenti, che femmina sei! Ma da quanto tempo non lo fai?»
Lei lo guardò e, poi, ad occhi bassi, rispose:
«Praticamente è la prima volta, che godo così».
Lui la strinse a sé. Le sue mani afferrarono con decisione i suoi capezzoli duri e cominciarono ad impastare quel seno, facendole provare ancora un nuovo piacere, mentre lei, istintivamente andava avanti e indietro, su di lui, mentre il cazzo, dentro, le sfregava meravigliosamente le pareti della fica.
«Dai, muoviti, che questa volta non te la dimentichi più questa scopata. Dai, che ti cavo anche l’anima. Ti riempio di sborra, e sarà così tanta che ti uscirà dalla bocca. Dai, così, brava, muoviti ancora».
Lei, assecondava il suo movimento, con lo spingere il proprio inguine su quello di lui. Un languore incredibile la stava assalendo, togliendole il fiato. Sentiva il piacere salire dentro di lei fino al cervello, per esplodere, poi, in un piacere indescrivibile. Stava godendo ancora! Sconvolta si distese su di lui, che la fece di nuovo girare, la prese di spalle e le entrò dentro, da dietro. Lei impazziva, spingeva con forza il corpo incontro al suo cazzo, che ora la sfondava, con colpi tremendi che la scuotevano tutta. Si sorprese nel chiedergli di essere spaccata, di farglielo arrivare voglio fin in gola! Estasiata dal piacere, sudata, in preda al delirio dei sensi, nemmeno si accorse che lui, spostandosi un poco, le aveva appoggiato il cazzo al culo e, con un colpo deciso, entrò dentro. Lei rimase per un attimo immobile; sentiva che ora lui era dentro di lei, ma non sentiva alcun dolore. Era invasa dallo stupore: sentirsi presa dietro, in un posto dove lei mai, e dico mai, lo aveva preso. Anzi, nella sua cultura perbenista, era una cosa che una moglie mai avrebbe accettato di fare con suo marito. Ora invece, uno sconosciuto le sfondava il culo con decisione e si stupì che ne provava anche tanto piacere. Riprese ad appoggiare le mani contro il fondo della cabina, spingeva e incitava lui a continuare, sconvolta da quel piacere nuovo, inatteso, assolutamente sconosciuto.
«Dai … continua! … È bellissimo! … Dai... ANCORAAAA!»
Per qualche secondo, si rese conto di essere sul punto di svenire. Le forti mani di lui che le torturavano il seno, la fecero riprendere, riconquistando la giusta dimensione del piacere. Lui intensificava i colpi, forse era sul punto di venire, questo almeno lo aveva imparato dalle semplici scopate fatte con suo marito. Impazzì di piacere, quando lui, prese la sua mano e la spostò verso il basso.
«Toccati la fica, voglio che godi di più!»
Contemporaneamente, portò l'altra alla sua bocca, infilandovi due dita.
«Succhia! Immagina che ora hai anche un altro cazzo, da succhiare, mentre godi».
Il suo cervello andò in tilt. Una ondata inarrestabile di piacere, sotto forma di ripetuti orgasmi, la fecero vibrare tutta. Ad un tratto, lui si piantò dentro di lei, restando immobile. Poi, improvvisamente, le esplose dentro, con un fiume di sperma bollente.
Al suo orgasmo, fece eco quello di lei. Un reciproco orgasmo, li sconvolse. Per qualche momento, il silenzio fu rotto solo dal ticchettio della pioggia, che ormai andava ad esaurirsi. I loro respiri tornarono normali. Lui uscì da lei, le offrì dei fazzolettini imbevuti per pulirsi, cosa che lei fece in silenzio. Era frastornata, il suo cervello era assente, per la prima volta, in vita sua, non riusciva a ragionare. Si sentiva invasa da una calma sconvolgente, niente e nulla la preoccupava, sembrava come se, d'un tratto, ogni problema fosse sparito. La voce calma e dolce di lui, la riportò alla realtà.
«Sei stata fantastica. Non ho mai fatto una scopata con una donna come te. Mi chiamo Carmelo, sono di Taormina, passo da queste parti, due volte alla settimana. Ti lascio il mio cellulare, così puoi chiamarmi quando vuoi».
Lei lo fissò. Era ancora in preda ai brividi di piacere provati, ma, lentamente la sua mente, cercava di tornare alla realtà: prese il numero, scritto nel piccolo fazzolettino, lo guardò.
«Mi chiamo Claudia: non so se rifarò mai una simile esperienza, anche se, devo riconoscere che è stata bellissima».
Scese dal camion; aveva smesso di piovere. Risalì in auto, nascose il numero in mezzo alla sua agendina personale e via, verso casa. Sentiva colare la sborra da dietro, un lieve bruciore le ricordava l’accaduto, ma la sua mente si rifiutava di formulare anche una, seppur futile, scusa per giustificare quanto le era capitato. Suo marito l’accolse con preoccupazione, lei riferì solo della foratura e di come, circa un’ora dopo, si era trovata a passare una pattuglia della stradale, che le avevano sostituito la gomma. Si infilò dentro la vasca; un bagno caldo era il meno per riflettere sull’accaduto, ma, per quanto rimuginasse, il suo cervello non trovava un solo motivo di rimprovero per il comportamento tenuto. Nel fine settimana, era impegnata con il trasferimento della suocera che, tutti gli anni, andava trovare una sua cugina al mare. Al ritorno, lei guardava i camion sfrecciare, lui le parlava, ma lei non seguiva i suoi discorsi. A letto lui, quella sera, volle far sesso. Lo assecondò, come sempre. Chiuse gli occhi e le venne in mente l’ultima scena che Carmelo le aveva chiesto di immaginare: un cazzo in bocca ed uno in fica. Le poche pompate di suo marito, la fecero godere, ma dovette mordersi le labbra, per non urlare. Il giorno dopo, chiamò. Si accordarono di rivedersi due sere dopo, un po' prima rispetto a dove si erano conosciuti: c’era una stazione di servizio, con annesso un piccolo motel. Arrivò con alcuni minuti di ritardo; lui la fece parcheggiare in mezzo a due camion e, quando scese dalla vettura, vide che lui era in compagnia di un giovane camionista.
«Lui è Ciro, è un amico molto fidato, e gli ho parlato di te; se vuoi, ti faremo impazzire di piacere, ti va?»
Rimase un attimo indecisa, loro gli sorrisero e, insieme, entrarono dentro un piccolo appartamentino, che loro avevano già affittato. Appena dentro, la spogliarono e si misero a leccarla, toccarla, la presero in ogni buco, schizzandole dentro, una quantità industriale di sborra, come lei non aveva mai né bevuto né preso dentro. Per quattro ore, la rivoltarono come un guanto. Ma si sa, un vecchio detto recita:
«Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi».
Il destino ci mise lo zampino. Suo marito, che doveva restare fuori tutta la serata per un simposio, aveva avuto un imprevisto. Il relatore aveva avuto un attacco cardiaco, quindi tutto rinviato. Nel tornare a casa, avendo necessità di dover fare rifornimento, si era fermato nella stessa stazione di sevizio, dove lei si trovava con i due ragazzi. Lo stupore di lui, nel vedere la vettura di lei parcheggiata, fra due camion, era notevole, non riusciva spiegarsi il motivo per cui si trovasse lì. E quando la vide uscire dal motel, in compagnia dei due uomini, la sua gelosia esplose. Rimase immobile, dentro la sua vettura, non visto da lei e, incredibilmente, ebbe un’erezione, quando essi la strinsero e la baciarono, dandole una pacca sul culo.
«Ciao bella troietta! Ci rivediamo una prossima volta e, magari, portiamo anche un terzo amico, così ti sfondiamo ancora meglio».
Le dissero, scherzando, i due. Lui aspettò che lei partisse, poi, lentamente e con il cuore in subbuglio, la seguì. Era sconvolto da ciò che aveva visto, ma lo era ancor di più per il fatto di essersi eccitato a scoprire di essere cornuto. Rientrò in casa in silenzio, e andò direttamente in camera da letto; lei si stava spogliando, aveva ancora le calze autoreggenti, comperate per l’occasione: aveva voluto emulare la donna del calendario, appeso in cabina. Lui la fissò, con occhi di brace:
«Che fai, mi tradisci con due maschi?»
le inveì contro.
Lei si girò: aveva ancora la sborra che colava da ogni buco e guardò suo marito con occhi diversi. Quando lui si avvicinò, notò subito che aveva una, se pur minima, erezione, rispetto ai due splendidi pali che si era goduti fino a qualche minuto prima, e volle giocare il tutto per tutto.
«Certo, mi son fatta sbattere da due veri maschi».
Lui era paonazzo, non sapeva che dire, lei attaccò decisa.
«Senti, guarda come mi hanno riempito e fatto godere. Inginocchiati qui, davanti a me, vieni qui, leccami; puoi ancora sentire la sborra che cola, sia dal culo che dalla fica».
Detto questo, lo spinse in basso, davanti a lei. Appoggiò un piede sul letto e lui infilò la lingua, fra le sue cosce, prendendo a leccare avidamente. Lei, allora, si distese sul letto, gli aprì pantaloni e tirò fuori il piccolo cazzo di lui, lo porto alla bocca, si mise a succhiarlo con passione e lui esplose immediatamente.
«Dai... finalmente! … È così che ti volevo! L'ho sempre desiderato, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo!»
Nel dire questo, le sborrò in bocca. Lei bevve tutto e, continuando a succhiare, lo fece rimanere duro. Si posizionò su di lui e, infilato dentro il cazzo, che ora ci stava largo, dentro quella fica ben aperta dai precedenti membri, prese a cavalcarlo.
«Scopami, fammelo sentire dentro, anche il tuo».
Il suo grido fu come lo scattare di una molla in lui.
«Vacca! Godi. Dai, fammi godere, muoviti, dai, puttana!»
Quelle parole sorpresero anche lei.
«Ti piace eh, cornuto? Senti come mi hanno sfondato per bene?»
«Certo che mi piace. Era ora che trovassi un maschio, che ti spaccasse bene la fica ed il culo. Ero stufo di dover sempre andare a puttane, per farmi una scopata decente. Eri troppo casta, puritana, ma ora sei perfetta; dai, girati, che ti voglio inculare, prima che si richiuda».
Claudia era incredula, ma, allo stesso tempo, non voleva perdere un'occasione così bella per divertirsi con suo marito. Quindi si girò ed egli le infilò il cazzo, che sembrava anche più grosso del solito, con forza nel culo.
«Aahhhiiii, piano! Loro mi hanno spaccato il culo e mi fa ancora un po' male!»
«Se ti fa ancora male, vuol dire, che, non hanno ancora finito il lavoro, quindi, vedi di chiamarli di nuovo e falli venire a finire quello che hanno cominciato. Se vuoi, ti porto io da loro, basta che ti spacchino per bene».
A lei sembrava di vivere un sogno. Lo fece schizzare nel culo, facendolo godere tantissimo.
Da quella sera, almeno due volte alla settimana, lui l’accompagnava al motel, dove c’erano sempre almeno tre amici di Carmelo che la scopavano fino a sfinirla, poi il marito, a casa, le leccava tutta la sborra che le colava e la scopava, con estrema soddisfazione, fiero di avere una moglie che era diventata una puttana per camionisti.
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3 years ago
baxi18, 55
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A me piace esibire mia moglie. seconda parte
Laura
Oggi ho una di quelle giornate molto intense e piene di cosa da fare, ma ho la mente occupata da altri pensieri. Mentre venivo in ufficio riflettevo su quanto avvenuto alcune sere prima. Dentro di me, ero confusa, eccitata ed un po' impaurita. Quel gioco così eccitante, a mente fredda, mi provoca una certa inquietudine. Vorrei aver tempo per riflettere, ma devo impegnarmi nel lavoro, anche perché questa sera abbiamo una cena con i soliti amici.
Sono due coppie, che incontriamo abitualmente. Le donne, Adele e Anna, le conosco da quando andavamo a scuola, siamo amiche e spesso andiamo insieme a saccheggiare qualche negozio. Per forza di cose, i nostri mariti sono diventati amici e si frequentano andando allo stadio assieme e tifano per la stessa squadra. Di noi tre, io sono quella con più classe, quella che loro amano imitare con risultati approssimativi, ma, in ogni caso, mi piace molto la loro compagnia. Un'imprevista riunione si è protratta oltre l’orario e, adesso, alle diciotto, mentre cerco di tornare a casa, mi trovo imbottigliata nel traffico della tangenziale. Chiamo Filippo e sento che lui è già a casa, pronto per uscire: devo sbrigarmi, odio essere in ritardo. Appena in casa lo bacio e corro subito in camera nostra, metto sul letto le cose da indossare e, poiché è tardi, decido al volo per un completo gonna e giacca scura, camicetta bianca, intimo bianco, collant e scarpe nere, a tacco basso. Mi faccio una doccia veloce e, quando ritorno in camera, vedo Filippo sul letto, che mi guarda con un’aria intrigante. Lascio l’accappatoio, e, nuda, faccio per indossare le mutandine, ma lui le prende in mano e mi dice di non metterle.
«Ma sei pazzo? Andiamo a cena con i nostri amici! Come faccio senza l’intimo?»
Si solleva dal letto, mi viene vicino, mi abbraccia da dietro. Lo vedo riflesso nello specchio mentre mi bacia alla base della nuca, la cosa mi provoca un lungo brivido, spingo il culo indietro, sento la sua erezione premere nel solco dei miei glutei.
«Dai... non metterle. Sarà il nostro segreto. Pensa a quanto sarà eccitante, sapere che non le indossi, mentre ti muovi fra la gente».
Lo guardo e percepisco nei suoi occhi un guizzo di lussuria che mi contagia, per cui accetto di non metterle. Mi vesto e ce ne andiamo verso il centro, dove ci aspettano i nostri amici. Una sensazione stranissima sentire il fresco salire fra le gambe e la mia micetta che si inumidisce, mentre la parte più razionale di me trema al pensiero che sarò in mezzo alla gente, senza mutandine. Per tutta la sera sono distratta. Loro parlano, ma io ho la mente sempre incollata alla sensazione che sto provando nell’essere nuda sotto. Guardo le mie amiche, che conosco da sempre e, dentro di me, mi rendo conto che invece non le conosco affatto. Chi, di loro due, potrebbe non avere l’intimo, questa sera? Che cosa so, in fondo, della loro vita sessuale? Fra noi parliamo di queste cose sempre in generale, mai nello specifico, mai una confidenza intima, e la cosa mi crea delle perplessità. Che penserebbero, se sapessero? Chi di questi nostri amici fa le stesse cose che facciamo io e Filippo? Loro si rendono conto che sono distratta ed io mi salvo, addossando la colpa al lavoro, ma sento che non è così: guardo mio marito e spesso lo vedo che mi sorride, in maniera intrigante e, quando ce ne andiamo, noto che ha una bella erezione, che cerca di nascondere, camminando dietro di me. In auto parliamo delle nostre emozioni e lui allunga una mano fra le mie cosce: sente che sono un lago. Gemo al suo tocco e, anche se non l’ho mai fatto, allungo una mano sul suo notevole pacco e lo stringo. Gemiti di piacere escono dalle nostre labbra e lui, per la prima volta, ferma l’auto in un piazzale quasi buio, apre i pantaloni offrendomi il suo meraviglio arnese da succhiare. Accetto e, in un attimo, mi ritrovo con il cazzo piantato in gola, ma poi la parte razionale di me ha il sopravvento, mi stacco da lui e lo guardo dritto in faccia.
«No, ti prego, ho paura: andiamo a casa. Dai... ti voglio, ma non qui».
Vedo che fa un sospiro, ma poi mi accontenta. Arrivati a casa, ci strappiamo i vestiti di dosso come se bruciassero, poi mi prende e mi scopa con una furia selvaggia. Godo e lo incito a scoparmi più forte, in preda ad una eccitazione che in quel momento non so spiegare. Sfinita, mi addormento, senza sapere quali sono le emozioni che ha provato mio marito. L’indomani, mentre vado al lavoro, ripenso alla sera precedente. Era stato bello sentire mio marito godere con me che ero al massimo dell’eccitazione, ma perché eravamo arrivati a fare questo gioco? Era questa la domanda che non smetteva di tormentarmi. Dove ci avrebbe portato un simile gioco? E poi, sia in chat che ieri sera, abbiamo fatto cose che mi stravolgono e mi confondono le idee. Per un attimo, ho avvertito, dentro di me, che la cosa presenta due aspetti inquietanti. Il primo è che Filippo vuole chattare con una sconosciuta e, già questo, mi fa tremare di paura. La seconda era che, a me, recitare la parte della sconosciuta, ha eccitato tantissimo, ne ero attratta e mi ha molto incuriosito. Era successo anche qualche giorno prima che mi ero prestata a recitare il ruolo della puttana. Anche quell’esperienza mi aveva eccitata e, nel contempo, impaurita, perché, in tutti questi anni, nei giochi che avevamo fatto, non eravamo mai arrivati a desiderare di essere altre persone. Questa considerazione mi ha sconvolto di più. Filippo, forse, sente il desiderio di avere una donna diversa al suo fianco? A lui una come me, forse non basta più? Mi sento in preda ad una strana sensazione, che non mi piace per niente e, soprattutto, mi convince che mio marito si sarebbe spinto sempre più oltre in quel gioco, che ormai, anche senza volerlo, aveva di fatto già valicato i normali confini di casa nostra, delle pareti della nostra camera da letto e non oso immaginare dove voglia arrivare. Questa sera, nel nostro letto, affronterò di petto la questione e metterò le cose in chiaro con lui.
Filippo
Per tutto il giorno sono impegnato nel lavoro e non ho avuto modo di parlare con mia moglie: mi piacerebbe sapere quali sono state le sue sensazioni, emozioni, ma, adesso, mentre percorro la strada verso casa, rifletto su quanto avvenuto in questi ultimi giorni.
Ieri sera poi è stato sconvolgente. Tutto è nato per caso, come spesso accade fra noi. In mattinata avevo visto una delle ragazze, che in genere ci affiancano quando dobbiamo fare delle promozioni dei nostri prodotti, che indossava una sottile minigonna e, a mio avviso, sotto non aveva l’intimo.
In quel preciso momento ho solo sorriso divertito, ma poi, mentre tornavo a casa per andare a cena con in nostri amici, mi è venuta l’idea di non far indossare l’intimo nemmeno a Laura. Vedere l’espressione scioccata sul suo volto è stato davvero eccitante e poi, lentamente, ho fatto affiorare la sua voglia di trasgressione e, per tutta la cena, è stato davvero eccitante notare quanto lei fosse distratta. A mia volta, ho osservato i miei amici, che conosco da anni e, dentro di me, mi sono chiesto se anche loro facevano giochi simili con le loro donne. E' vero, ci frequentiamo da tanto, ma non sappiamo nulla di quello che avviene nell’intimità dei nostri letti. Quando stavamo per tornare, ero così eccitato a saperla nuda sotto la gonna, che ho voluto fermarmi nel parcheggio e, quando mi ha preso il cazzo in bocca, ho quasi creduto di venire. Poi, vedendo la sua espressione di paura, ho deciso che non era il caso di rischiare. In fondo aveva ragione lei ad essere intimorita dalla situazione spiacevole che avrebbe potuto crearsi se fossimo stati visti da qualcuno che ci conosce. Giunto a casa, noto Laura un po' tesa, lei si giustifica che è per il lavoro, ma io la conosco bene e, dentro il nostro letto, insisto perché mi confessi cosa la turba. Dopo una certa esitazione, mi rivela tutte le sue paure.
«Amore, quello che stiamo facendo da un po’ di tempo a questa parte, in parte mi eccita e mi sconvolge. Sento come se stessimo vivendo una nuova stagione di sesso, ma, nel contempo, mi fa paura. Non sono ancora giunta a capire fin dove vuoi arrivare. Ho come la sensazione che io, a te, non basto più».
Sentirmi dire quelle parole, mi fa per un attimo sprofondare, quasi mi fosse sparita la terra sotto i piedi. Se la mia donna aveva avuto la sensazione che non mi era più sufficiente, era giunto il momento di mettere in chiaro tutti i nostri dubbi, desideri, pensieri ed aspettative. Non dovevo dar adito a che ci fossero malintesi fra noi.
«Ti assicuro che ti sbagli. Non voglio assolutamente nessun’altra donna, oltre che te. Tu sei tutta la mia vita. Mi piace giocare con te. Se questo ti ha ingenerato il timore che non mi sei più sufficiente, allora lasciamo perdere tutto. Volevo solo rendere un poco più pepato il nostro rapporto. Ammetto che forse ho esagerato, ma voglio sperare che non si creino malintesi tra noi».
Lei, confortata da queste mie parole, si è stretta a me e mi ha baciato con trasporto.
«Scusa amore, ma non sapevo più che pensare. Hai sempre delle idee così strane che, a volte, mi sembra di capire che tu voglia di più. Ti chiedo solo: fin dove vuoi spingerti? Io ti avverto che lo scambio non mi va di farlo e che certi giochi desidero che restino nella nostra intimità e basta!»
La scruto negli occhi e, con parole semplici e chiare, le dico che nemmeno io desidero lo scambio, mi piace solo esibirla, questo si, mi piace molto.
Mi eccita l’idea che un’altra persona la possa ammirare nella sua portentosa sensualità. Lei mi osserva attentamente ed obbietta che quel gioco potrebbe creaci seri problemi. In città siamo molto conosciuti e lo sputtanamento sarebbe totale. Poi aggiunge che non intende prostituirsi, nemmeno in cam.
Allora le spiego la mia idea: creare un profilo su uno dei siti specializzati, ma non di quelli a pagamento proprio per evitare di farla sentire prostituita; l'idea è quella di scegliere un sito per coppie che vogliono giocare, come ne abbiamo visti tanti, per poi cercare una coppia che voglia giocare solo in cam.
La vedo titubante, ma mi promette che ci penserà. Intanto io dovrò studiare la cosa nei minimi dettagli, cercando di adottare ogni azione tesa ad aggirare le possibili sfaccettature e problematiche, poi mi addormento lasciando lei a riflettere su tutta la questione.
Laura
Sono stanca, ma non riesco a dormire. Mi eccita l’idea di Filippo di esibirmi in cam, ma ho tantissima paura di esser riconosciuta e di tutte le conseguenze che ne deriverebbero. Dopo alcuni giorni, mi comunica che è pronto a creare il nostro profilo. Mi scatta delle foto che esaminiamo insieme, poi le carica sull'account che ha creato e, insieme, inseriamo l’annuncio, specificando chiaramente che cerchiamo coppie per giocare solo in cam. Passano tre giorni e poi, sempre insieme, diamo uno sguardo al profilo. Incredibile!
E' mai possibile che uno scrive che si cercano coppie e si veda sommerso da singoli, tra l'altro, anche maleducati, da coppie che ci promettono orge stratosferiche, scopate al limite del rischio infarto, quando noi, vogliamo solo un gioco in cam? Sconsolati, riscriviamo l’annuncio specificando a lettere cubitali che vogliamo solo un gioco in cam. Sfiduciata lascio a Filippo l’onere di controllare il profilo.
Filippo
Accidenti che delusione! Ero pronto a dover eseguire un congruo scarto, ma ciò che mi si presenta è tutto scarto. Messaggi di ogni tipo. Dal super dotato che promette a me, cornuto, di sfondare mia moglie in tutti i buchi per il mio piacere, a coppie dove le foto sono talmente ginecologiche, che puoi giungere alla conclusione che, per loro, una donna sia solo culo e figa in bella mostra, o mariti cazzuti che, per dimostrare di essere davvero dotati, affiancano il fallo a lattine di birra, telecomandi o sopra lavandini o tazze del cesso.
Ma è mai possibile che la trasgressione consista in questo? Delusi, ancora una volta, rimoduliamo l’annuncio e un po' le cose cambiano. Incominciamo a ricevere dei messaggi più in linea con le nostre idee. Dopo circa un mese, abbiamo intavolato un discorso fatto di vari messaggi con un ragazzo molto timido, che si è proposto per giocare in cam. Non è proprio quello che cercavamo, ma, anche per rompere il ghiaccio, accettiamo. Laura è tesa da morire. Decidiamo di farlo nella camera di nostro figlio, dove c’è una parete bianca e mettiamo un lenzuolo che copre il letto, e poi accendiamo la cam. Durante tutto il tempo che abbiamo avuto nel cercare una coppia valida, io le ho procurato due maschere, che coprono quasi interamente il volto, ad eccezione della bocca e il mento, nonché una parrucca mora, che lei indossa per questo primo esperimento. Vedere Laura mora mi fa uno strano effetto, è decisamente molto meglio bionda.
All’inizio siamo tutti e tre molto tesi, spiego a Laura che deve lasciarsi andare come lo fa per me, quando sono lontano. Pian piano prende a masturbarsi, mentre il giovane è eccitatissimo. Le chiede alcune cose e lei, dapprima con un po’ di ritrosia, accetta, permettendo così di far sciogliere la tensione. Sono molto eccitato e, alla fine, le metto il mio cazzo in bocca per la gioia del nostro amico, che raggiunge subito l'orgasmo, schizzandosi addosso. Laura, delusa, chiude immediatamente il collegamento, si toglie la maschera e mi trascina su di sé eccitata e desiderosa di esser posseduta.
Laura
Pensavo fosse più eccitante vedere uno che si masturba per me: mi sarei aspettata di godere con lui, come faccio sempre con Filippo, invece il ragazzo è schizzato come una fontana, appena ho preso in bocca il cazzo di mio marito. Delusa ho chiuso il collegamento, ma sono infinitamente eccitata ed ho voglia di sentirlo dentro di me.
Adoro mio marito per tutto questo; mi piace esser scopata prima nella mente e poi fra le cosce. E lui in questo è proprio bravo: mi insinua nel cervello certe godurie che mi fanno eccitare all'inverosimile e, quando quel tumulto mi si scarica nella vagina, lui è lì pronto a penetrarmi, portandomi ai più alti vertici del piacere. Certo, questo primo esperimento non ha dato risultati molto soddisfacenti, ma ci rendiamo conto che siamo sulla buona strada, il ghiaccio è rotto ed io lascio che sia ancora lui a tenere la barra del timone.
Filippo
Ho goduto con Laura, dopo la cam, in una maniera stupenda. Era eccitatissima e il tutto era dovuto al fatto che le è piaciuto sentirsi, ma ritengo sia importante trovare una coppia per poterci divertire davvero.
Dopo alcune settimane di inutili ricerche, ci chiede l’amicizia una coppia sui quarantacinque anni. Lei Alice, molto bella, fisico ben curato al pari di mia moglie, lui, Leo, un bel maschio alto, dal fisico asciutto e ben messo anche come dotazione. Ci contattano perché hanno già avuto una esperienza in cam, e vorrebbero riprovare. Ci raccontano che la coppia con cui hanno giocato, la lei era bisex e, una volta smussate le titubanze, aveva chiesto ad Alice un incontro solo fra loro due. Lei, per curiosità, aveva accettato, ma si era trovata a disagio, in quanto la signora era una lesbica, veramente esigente e molto aggressiva. Adesso desideravano riprovare con una coppia etero, anche se ad Alice non mancava un certo interesse per il sesso fra donne, ma livello soft. Decidiamo di assecondare il gioco e incominciamo a frequentarci in cam, dove le donne, dopo un iniziale momento di incertezza, si dimostrano molto a loro agio e, ben presto, si rivelano una coppia molto piacevole, divertente, e molto porcella, che sa giocare, farci divertire e Laura, finalmente, può dare sfogo a tutta la sua libidine in momenti indimenticabili.
Essi sono molto intriganti, sensuali e mai volgari, anche se spesso siamo io e Leo a usare un linguaggio un po’ più spinto, ma senza esagerare. Trascorriamo circa tre mesi tra giochi e serate sempre più intriganti, che ci portano ad una certa confidenza, anche se sempre con le dovute precauzioni, tipo maschere e parrucca. Poi ad Agosto ci chiedono, cosa avremmo fatto a ferragosto. Normalmente è uno di quei giorni in cui io e Laura ce ne stiamo buoni e tranquilli a casa, per non essere coinvolti nel gran casino che, di solito, si trova in giro. Essi ci confidano che non sono mai stati nella nostra città e, se per noi, non è un grosso problema, avrebbero piacere a prendere un caffè con noi.
Vedo Laura sbiancarsi in volto; mi guarda, poi si scusa con loro e chiede di chiudere, temporaneamente, la connessione.
«Questo non si può fare! Sarebbe una cosa troppo oltre le nostre aspettative».
La guardo e cerco di essere il più calmo possibile, anche se la richiesta ha sorpreso anche me.
«Amore, credo che tu stia esagerando. Da mesi ci vediamo con loro in cam, abbiamo fatto le peggiori porcate, ci siamo messi a parlare con loro per ore e, adesso, ti senti in ansia per un incontro reale con loro, quando in cam ne abbiamo fatte di cotte di crude? Credo che non ci sia nulla di male».
Lei mi guarda indecisa, sa che ho ragione, ma cerca di farmi cambiare idea.
«Non posso andare in giro per la città da mora, tutti mi conoscono bionda».
La guardo e capisco che ho rotto la sua difesa.
«Non dobbiamo necessariamente andare in giro per la città: li invitiamo la sera del 14 a cena da noi, a base di pesce, che tu sai cucinare benissimo e tra le pareti domestiche, ti sentirai più a tuo agio».
Riapre la comunicazione e lei propone l'invito. Loro fanno un salto di gioia e, poi, prima di chiudere di nuovo il contatto, si tolgono entrambi la maschera, ci mandano un bacio e chiudono, prima che noi abbiamo il tempo di fare la stessa cosa. Passano sei giorni, ed arriva la sera dell’incontro. Laura è tesa come la corda di un violino. Sembra che non le vada bene nulla. La cena non sarà buona, e cosa mi metto, così sono troppo troia cosà troppo informale. Alla fine la convinco che tutto andrà bene. Le faccio indossare un abito nero a mezza coscia, elasticizzato, che ne modella il corpo ed evidenzia il seno e lo splendido culetto. Alle venti, puntualissimi, si presentano alla nostra porta, dove li riceviamo insieme. Alice indossa una mini bianca, un top azzurro e sandali dal tacco dodici, come quelli di Laura. Lui è, come me, molto complice, e subito ci troviamo in perfetta sintonia. Dopo un po', già si parla come se ci conoscessimo da sempre. Laura si lascia andare e ben presto l’atmosfera diventa rilassata e cordiale. Parliamo di tutto e con assoluta tranquillità; noto che anche mia moglie si trova a suo agio anche nel parlare di sesso, liberamente. La serata scorre in maniera stupenda e le donne si mettono a parlare di abiti, completi intimi e Laura invita Alice in camera nostra, per mostrarle il suo ultimo acquisto, in fatto di lingerie. Guardo Leo e, con fare complice, le seguiamo e ci mettiamo seduti sul letto, mentre loro sembrano non accorgersi della nostra presenza; cominciano per gioco ad indossare, capi sempre più belli e intriganti, fin quando Alice vede Laura nuda e non può far a meno di inginocchiarsi ai suoi piedi.
«Scusami, ma vorrei sentire il tuo profumo di donna. Se ti infastidisce non lo faccio, ma vorrei sentire quanto è profumata e saporosa la tua micetta».
Laura resta immobile, mentre Alice, le annusa la fica, che deve essere già quasi umida, a giudicare dal livello di eccitazione, reso evidente dai suoi capezzoli, belli tesi, e duri. Poi la fa distendere sul letto e si mette a leccarla con evidente piacere. Resto stupito e molto eccito dal gioco, che ci regalano le nostre donne.
A quel punto mi spoglio, imitato da Leo. Laura resta passiva, ad occhi chiusi, ma si vede che sta per godere e, nello stesso momento che raggiunge un orgasmo, che la fa tremare tutta, Leo, da dietro, fa godere anche Alice.
Godono entrambe. Io che sono rimasto ad ammirare lo spettacolo, mi avvicino a mia moglie, le offro da succhiare il mio cazzo durissimo, e teso, come quello di Leo, che afferra Alice, per i seni, la solleva, la penetra da dietro, mentre io mi distendo supino e mi lascio cavalcare da Laura, che si impala su di me e incomincia a godere.
Mentre si lascia scopare da Leo, Alice sia vicina a Laura e le succhia il seno, procurandole altro piacere, poi fa distendere Leo e si impala anche lei come Laura, ma girata di spalle, per poter cosi giocare e baciare mia moglie, che adesso partecipa al gioco.
Poi cambiamo di nuovo posizione e penetro Laura da dietro, la sua posizione preferita. Alice si distende sotto di lei, le succhia i seni, mentre con una mano la masturba e mi tocca il membro mentre pompo Laura, cosa che le procura un nuovo orgasmo che la fa tremare tutta. Dopo questo ennesimo orgasmo, Alice fa una cosa, che ci stupisce entrambi. Si sfila da suo marito, guarda verso Laura e dice:
«Mi piacerebbe succhiare il cazzo di tuo marito e, se non è un problema per te, dovresti fare la stessa cosa con il mio».
Laura resta un attimo interdetta, mi guarda e riceve da me un segno di assenso, con il capo, poi si inginocchia, fra le gambe di Leo e lo prende in bocca. Sento le calde labbra di Alice, che mi succhiano con estrema determinazione. Guardo mia moglie che succhia e lecca il sesso di un altro uomo e la cosa mi eccita tantissimo. Una sensazione sconosciuta mi scorre nelle vene: sento un misto di piacere e gelosia nel vedere mia moglie fare una pompa ad un altro maschio. Sono stravolto e molto eccitato, sento che non reggerò molto e, ben presto, l’orgasmo sale ed esplodo. Urlo ad Alice di lasciarmi perché sto venendo, ma lei, lo infila di più in gola e riceve in bocca tutto il mio nettare.
Guardo Laura che sta facendo la stesa cosa con Leo e resto stupito; non me lo sarei aspettato. Dopo averci ripulito a dovere, le due donne si avvicinano e si baciano, con evidente trasporto, così da scambiarsi il nostro sperma.
Limonano per un po', poi, lentamente, riprendiamo il controllo della situazione. Appena libera, bacio Laura in bocca. Per me è un gesto molto significativo, quasi a voler ribadire, che lei è mia, mentre lei mi stringe forte, più di quanto mi aspettassi, indice che, anche lei, prova la stessa sensazione. Loro si rivestono e, dopo i saluti e ringraziamenti di rito, se ne vanno. Laura, appena chiusa la porta, mi guarda con un'espressione un po' tesa, mi chiede se è andato tutto bene, poi mi abbraccia e mi bacia, con passione. Mi sento un po' stordito; non era nelle mie previsioni arrivare a quel punto, ed ho provato una terribile morsa di gelosia, quando Leo ha sborrato in bocca a mia moglie, anche se io stavo facendo lo stesso con la sua, e mi è piaciuto.
Laura
Ho sentito una strana sensazione, quando ho preso in bocca il sesso di Leo. Da quando sono sposata, era la prima volta che lo facevo e, dentro di me, si sono alternate sensazioni contrastanti. Ero eccitatissima, ma quando ho visto Alice fare la stessa cosa con mio marito, ho avuto un attacco di pura gelosia. Quando Leo mi è venuto in bocca, mi è piaciuto e, nello stesso tempo, ho visto che Alice faceva la stessa cosa con Filippo: in quel preciso momento ho sentito forte il desiderio di condividere la sostanza che avevo in bocca con Alice, che, a sua volta, aveva quella di mio marito.
Una sensazione sconosciuta e unica si è manifestata soprattutto quando ci siamo baciate ed abbiamo mischiato i sapori molto intensi dei nostri mariti, e l'emozione provata mi ha invaso di un piacere diverso e unico.
Di certo avremo ancora serate in cam con loro e, spero che, in futuro, quella cosa possa ripetersi e continuare ad eccitarci ancora di più.
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3 years ago
baxi18, 55
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A me piace esibire mia moglie. prima parte
Mi chiamo Laura, sono alta uno e settanta, bionda naturale, capelli lunghi fino alle spalle, occhi azzurri, fisico sodo, di giuste proporzioni. Reputo le mie curve normali, fianchi snelli, culo alto, tondo e sodo, ma non esageratamente grosso. L’unica vera eccezione è per il seno, una quarta piena e soda. Lavoro come dirigente del settore amministrativo della sede centrale delle Poste. Sono sposata da trenta anni con Filippo. L'ho conosciuto, per puro caso, ad una festa paesana; mi ha offerto da bere e chiesto di ballare, convinto di un secco rifiuto, invece ho accettato. Mi è piaciuto quel ragazzo con l’aria allegra e bello, con due occhi scuri che mi facevano tanta tenerezza.
Nasce così la nostra storia. Io avevo avuto delle esperienze precedenti, consistenti in qualche ragazzo, poi uno che mi aveva intrigato molto e con cui avevo fatto sesso per la prima volta. Non era stata molto soddisfacente e forse è per questo che ero molto attenta a chi frequentavo. Solo un’estate al mare, mi ero concessa ad un bel maschio, un bagnino dal fascino sconvolgente, che mi aveva scopato in piedi dentro il magazzino delle sdraie, presa da dietro senza troppi convenevoli, ma che mi aveva fatto godere tantissimo. Esser presa da dietro, è da sempre la mia posizione preferita. Filippo, invece, dopo tante esperienze del tipo mordi e fuggi, cercava una storia che lo coinvolgesse anche a livello mentale. Quando ci siamo messi insieme, per quasi un mese abbiamo parlato, ci siamo raccontati le nostre esperienze, sembrava che il sesso non ci interessasse, ma poi lo abbiamo fatto. Dopo un anno di fidanzamento ci siamo sposati e, da allora, sono trascorsi trent'anni. Con mio marito ho un’intesa, una sintonia fuori dal comune. Da cosa scaturisce questa complicità è un segreto noto a pochissime persone.
Filippo
Mi chiamo Filippo, ho appena festeggiato cinquant'anni, sono sposato con Laura. Sono alto uno e ottanta, capelli appena brizzolati, occhi scuri e fisico asciutto. Sono una persona che ama mangiare bene e bere meglio, visto che il mio lavoro di enologo mi porta a conoscere vini di altissima qualità. Lavoro presso una cooperativa di viticultori, in qualità di addetto alla vendita. Questo lavoro, che faccio da anni, mi ha portato a conoscere tanta gente, ma soprattutto ha influito molto nel rapporto con mia moglie, in particolare per quanto concerne il sesso. Quando ho conosciuto Laura, venivo da esperienze di poca importanza. Desideravo incontrare una persona che mi piacesse, ma che mi coinvolgesse moltissimo, anche a livello mentale oltre che fisico. Laura, da questo punto di vista, mi ha subito intrigato: mi è piaciuta la sua intelligenza, ironia e capacità di coinvolgerti mentalmente, in tutto quello che fa. Dopo i primi mesi della nostra storia, stabilimmo una profonda fiducia dell’uno per l’altra e questo ha reso Laura una donna tranquilla, sicura, e l’ha portata a godere del piacere di esser leccata, masturbata, fino a quando, sfinita, giaceva fra le mie braccia. Laura era ansiosa di conoscere tutto ciò che riguardasse il piacere, ma, nello stesso tempo, era un po’ titubante, dubbiosa, poi, lentamente, si è resa conto di quanto le piacesse dare e riceve piacere. Aveva imparato a baciare, leccare e succhiarmi, e ne godeva sempre di più. Dopo un mese che ci eravamo messi insieme, un pomeriggio, a casa mia, chiusi nella mia camera, lei si è concessa.
Fu quanto di più dolce. La portai all’apice del piacere e poi la penetrai con estrema delicatezza, facendole vivere una esperienza indimenticabile. Fu piacere e godimento allo stato puro, anche quando, per la prima volta, le riversai in bocca tutto il mio succo, che lei ingoiò fino all’ultima goccia. Sei mesi dopo, eravamo sposati e l’anno successivo lei ha dato alla luce Luca, un bellissimo maschietto. Sono passati anni indimenticabili. Ma cos’è che ci ha tenuti così uniti, complici e innamorati? Il sesso: è stato il collante che ha tenuto a freno ed irrobustito il nostro amore. In pubblico non siamo molto espansivi. Per tanto tempo il sesso lo abbiamo vissuto nella nostra intimità, fra le pareti della nostra camera da letto, in questo siamo intransigenti. Nei momenti di intimità io sono un porco irrefrenabile, e lei una femmina calda e vogliosa, che mantiene vivo l’interesse del proprio uomo, cui era dovuto e riservava tutto il suo piacere. Lavorare per la cooperativa, spesso mi porta ad assentami da casa per promuovere, attraverso fiere, mostre e quant'altro, i prodotti dei viticoltori. Quando questo avviene, la sera, noi due passiamo molto tempo distesi nudi, nella nostra camera, a parlare al telefono, immaginando cosa avremmo fatto se fossimo stati assieme. Poi, col tempo, la tecnologia ha reso tutto ancora più intrigante. Siamo passati dal telefono fisso al cellulare, e poi al notebook con webcam, e questo, senza colpo ferire, ci ha portato ad intraprendere un gioco che ci ha fatto vivere momenti sempre più intriganti. La sera mi ritrovo nella camera dell’hotel dove alloggio, disteso sul letto con in mezzo alle gambe il notebook e la cam, che inquadra il mio cazzo perfettamente eretto, e lei, a casa nostra, sul letto a fare la stessa cosa con la cam che inquadra lei che si masturba per me, fino ad arrivare insieme all’apice del piacere.
Ben presto è diventato un gioco sempre più eccitante, che rende il nostro rapporto sempre più solido e forte: è il nostro piccolo, ma grande segreto. Ovviamente tutto questo è migliorato di molto dal momento che nostro figlio Luca si è spostato in un'altra città per motivi di studio. Praticamente abbiamo riscoperto il piacere di esser soli, al sicuro, nella nostra casa. Col tempo le esperienze in cam sono diventate sempre più intriganti, a volte addirittura ispirate da fatti assolutamente imprevisti. Una delle prime esperienze di questo genere si creò, casualmente, una sera, mentre mi rilassavo seduto al bar di un hotel molto lontano da casa. Ho visto una bella ragazza, sulla ventina, ben vestita e molto sexy che, con fare malizioso, aggancia uno dei clienti seduto al bar e si fa accompagnare in camera. Ho come un colpo di fulmine! Bevo il mio drink tutto d’un fiato e salgo in camera mia, accendo il portatile ed entro in connessione con Laura che mi vede già bello eccitato.
«Amore, come mai sei già sull’attenti? Cos’è che ti ha eccitato così tanto? Dimmelo ti prego, così mi eccito subito anch'io e ci godiamo questo momento insieme».
La guardai con tutta la libidine che avevo in corpo: già pregustavo il piacere di esporre la mia idea, le mandai un bacio poi, tutto d’un fiato, le raccontai l’accaduto e le feci una proposta che mi faceva stravedere.
«Vedere quella giovane ragazza rimorchiare il cliente al bar, mi ha fatto pensare che, domani sera, sarebbe bello, se mia moglie mi accogliesse in casa vestita come una prostituta, che riceve il suo cliente».
Laura non si era persa una sola parola. Quando ebbi finito di parlare, la smorfia che comparve sul suo viso mi diede l'esatta contezza di tutto il suo disappunto.
«Certo, è facile eccitarti con una puttanella di vent’anni: io sono diventata troppo vecchia!»
In un attimo mi son reso conto che lei aveva frainteso le mie intenzioni. Aveva colto l’aspetto fisico e l’età del personaggio, ma non il gioco erotico che io volevo proporre.
«Amore, scusa. Non era mia intensione fare un raffronto sull'età, ma volevo solo proporre un gioco. Capisco che non sono riuscito a farmi comprendere e ho creato uno spiacevole malinteso, ma, ti prego, cancella tutto e torniamo al nostro gioco, che mi fa impazzire».
Lei mi assecondò, ma ormai l’atmosfera era cambiata e la serata si chiuse velocemente, lasciando entrambi in preda ad una certa insoddisfazione. Mi sono disteso nel letto, mi sono rimproverato della mia stupidità: come avevo potuto non riflettere sul fatto che lei si sarebbe potuta offendere nel sentire quanto mi era eccitato nel vedere una giovane escort rimorchiare? L’indomani, prima di prendere il volo di ritorno a casa, dovevo provvedere a prenderle un regalo che potesse contribuire a farmi perdonare.
Laura
Anche lei, nel silenzio della nostra camera, non si risparmiava rimproveri.
«Laura, sei una stupida!»
Distesa sul letto, me lo sono ripetuto tante volte. E' mai possibile che mi sia lasciata prendere da quella certa improvvisa gelosia? Sono proprio una stupida! In fondo lui aveva, solo per caso, accennato all’età della ragazza, mentre la cosa interessante era che voleva sua moglie, vestita da puttana, che lo aspettasse; era questo il vero senso del gioco. Il mattino seguente, appena finito di parlare con lui, ho deciso che avrei fatto in modo che lui fosse fiero di me. Alle venti, quando dalla finestra di casa nostra l'ho visto arrivare, gli ho preparato una bella sorpresa.
Filippo.
Appena ho chiuso il portone dietro le spalle rientrando in casa, ho come sempre annunciato il mio ritorno.
«Amore, sono a casa».
Uscendo dalla nostra camera. Laura fa il suo ingresso nel corridoio. Indossa un completo intimo nero, autoreggenti, tacchi altissimi, mi guarda con occhi vogliosi.
«Ben venuto! Sono la puttana che ha prenotato, spero di essere di suo gradimento. Lei. oggi, è il mio ultimo cliente e, se sarà all’altezza della situazione, le faccio un extra, riservato solo ai migliori».
Detto questo si è inginocchiata davanti a me, mi ha tirato fuori il cazzo già bello duro. Dopo un attimo di sorpresa, ho subito assecondato il gioco, calandomi nella parte.
«Lo spero bene, con quello che mi sei costata! Dovrai sudarti fino all’ultimo centesimo!»
Lei, dopo essersi risollevata, mi ha baciato in bocca, poi tenendomi per il cazzo, mi ha condotto in camera. Appena messo a nudo, mi ha fatto distendere a faccia in giù e, seduta sulle mie gambe, ha sfilato il reggiseno lasciando libere le sue mammelle; poi si è chinata su di me, in maniera che solo i capezzoli toccassero la mia schiena. Un brivido ha percorso tutto il mio corpo, strappandomi un sospiro. Mi sono abbandonato a quell'insolito massaggio. Dopo avermi eccitato a lungo, con baci e strusciate di seni sulla schiena, mi ha fatto girare e quando ha visto la mia possente erezione, ha sorriso in maniera decisamente maliziosa. Si è di nuovo messa a cavallo su di me ed ha iniziato a baciarmi molto lentamente. Scendendo dal viso al petto, si è dedicata ad un capezzolo che ha preso a succhiare, facendomi gemere di piacere.
«…hhhhhhummmmmmmmmmmmmm…»
Quando mi sono è abbandonato a quel piacere, lei, con forza, ha morso il capezzolo, provocandomi un improvviso sussulto. A quel punto, non sono più rimasto passivo, ma l’ho rigirata e mi son fiondato fra le sue gambe con davanti le labbra della sua lumachina, che stava già schiumando in maniera incredibile. Con la bocca incollata a lei, ho preso a leccare e succhiare il nettare che stava sgorgando in abbondanza, mentre lei, con il mio cazzo ben piantato in gola, ha deciso che dovevo riversarle in bocca tutto il mio piacere.
Uno gioco perverso che, alla fine, ha portato me a venire nella sua bocca, ben serrata sul glande allo scopo di non perdere nemmeno una goccia.
«No! Mi fai…sborrare!»
Tre schizzi poderosi si sono riversati nella bocca di Laura che ha continuato a succhiare, per non permettere a quel palo di cedere nemmeno di un millimetro. Eccitato dal gioco, mi son reso conto che non ero mai stato così in tiro e questo era merito di mia moglie. Quando Laura ha avuto la certezza che ero al massimo di una nuova erezione, ha estratto, da sotto il cuscino, la confezione di un preservativo e con la sola bocca, come una consumata professionista, lo ha srotolato su cazzo, poi si è posizionata su di me, impalandosi su quella trave che forse le arrivava quasi in gola. Ci siamo messi a scopare come se non ci fosse un domani. Io, molto eccitato, la sbattevo sempre più forte. Cambiammo diverse posizioni e, dopo averle strappato l’ennesimo orgasmo, sbattendola da dietro come un toro scatenato, mi son visto fermare da lei, facendomi sbalordire nel vedere mia moglie che si sfila il cazzo da davanti e, tolto il condom, lo appoggia al fiorellino anale.
«Sei un vero toro: fra tutti i clienti fino ad oggi, sei quello che mi ha fatto godere di più, perciò ti meriti il mio culo».
Sono rimasto stordito dal piacere, nel sentire quelle parole. Le affondo dentro con un colpo solo e mi metto a limare quel culo, godendomi il piacere che le donavo, sia per il gioco che facevamo, ma, soprattutto, perché la mia donna era entrata in una parte, che mi sconvolgeva la mente. L’ennesimo orgasmo ci ha travolto e poi, distesi di lato, ci siamo addormentati abbracciati. Il giorno successivo, mentre mi recavo al lavoro, ripensavo al gioco fatto con Laura la sera prima e, a parte la potente erezione che questo ricordo mi ha provocato, mi son reso conto che, dentro di me, stava cambiando il mio modo di valutare il nostro rapporto sessuale, ponendolo sotto una luce completamente nuova.
Dopo quella volta, sono trascorsi alcuni giorni e io mi sono assentato di nuovo per una notte da casa. Ero stato inviato a partecipare all’inaugurazione di un nuovo centro commerciale, dove la mia cooperativa avrebbe fornito molti prodotti e io aveva il compito di verificare che tutto fosse perfetto. La sera, mentre ero a cena con alcuni dei dirigenti del nuovo complesso, mi ritrovo seduto vicino ad un giovane sulla trentina, che teneva costantemente il cellulare accanto al piatto e, mentre il direttore parlava, egli, in maniera non troppo discreta, chattava con una ragazza. Improvvisamente gli arrivò una videochiamata e comparve una ragazza nuda, che gli sorrideva. Gli ho rivolto un'occhiata di disappunto e lui ha chiuso, molto velocemente, la comunicazione. Mentre ero in ascensore per andare nella mia camera, ripensavo a quanto accaduto e, dentro di me, ha preso forma un’idea che volevo condividere con mia moglie. Una breve doccia e, poi, avvolto nell'accappatoio, mi son messo in contatto con Laura, che mi attendeva sul nostro letto, con indosso una semplice sottoveste. Memore della volta precedente, ho deciso di dosare bene le parole, per non ferire di nuovo la sua sensibilità. Dopo aver parlato di cose in generale, lei si è resa conto che avevo voglia di chiedere qualcosa, ma tergiversavo.
Mi conosce troppo bene ed ha deciso di stuzzicarmi. Abbassata la spallina della sottoveste, mette in mostra il suo splendido seno.
«Amore, guarda come sono eccitati i miei capezzoli, sarebbero davvero felici di sentirsi lambiti dalle tua labbra».
Ho sorriso ed ho accettato la provocazione: era il modo per rompere il ghiaccio e non mi sono lascito sfuggire questa opportunità. Le ho dato una occhiata e, aperto l’accappatoio, le ho mostrato la mia forte erezione.
«Anche al mio fratellino sarebbe piaciuto sentire la tua lingua che lo lucida in maniera divina».
Ci siamo messi a ridere, poi lei ha chiesto se c’era un motivo per essere così eccitato. Io, facendo molta attenzione a ciò che dicevo, gli racconto del giovane a cena e della video chiamata della ragazza nuda. Ho messo subito in chiaro che non ero eccitato dalla ragazza nuda, ma da una certa idea che mi stava frullando nella mente. Laura ha avuto un brivido e mi ha chiesto di esser più chiaro.
«Hai presente quando quella sera di circa un mese fa, ci siamo divertiti a vedere quante ragazze c’erano su quel sito, dedicato alle chat a pagamento? La mia idea è quella di chiudere adesso la conversazione, per poi riprenderla fra alcuni minuti, come se fossimo io un cliente e tu una donna che si mostra in cam in una chat a pagamento, facendo in modo che non si veda il nostro viso».
Mi manda un bacio e chiude la connessione. Poco dopo, torna a connettersi con me. Non nascondo che ero rimasto alquanto turbato: mi aveva mandato un bacio, senza aggiungere nulla. Avevo notato un lieve velo di stupore sul suo viso, quando le ho avanzato la mia richiesta e mi chiedevo se, per caso, non avessi di nuovo ferito la sua sensibilità, ma, quando ho visto di nuovo accendersi lo schermo e, di Laura, si vedeva solo metà del corpo, ho regolato la mia cam in maniera che nemmeno lei riuscisse a vedere il mio viso. Il gioco è durato molto ed è stato eccitante per entrambi. Lei indossava un completo di lingerie molto bella e poi, dopo un iniziale imbarazzo, si è lasciata andare ed ha fatto tutte le porcate che gli ho chiesto, fino a che un orgasmo molto appagante è stato il giusto coronamento di quel gioco nuovo e sconvolgente, cui entrambi avevamo partecipato e che si era concluso nel momento del piacere, senza che nessuno dei due avesse visto il viso dell’altro. L’esperienza che avevo vissuto con Laura mi aveva eccitato e, in particolare, il fatto che avessimo goduto, senza vedere il nostro volto, mi dava i brividi.
Era la prima volta che questo accadeva e mi aveva lasciato molto soddisfatto. Mentre guidavo in autostrada per tornare a casa, ripensavo a quanto era stato eccitante il gioco fatto la sera prima. Per la prima volta, Laura aveva accettato di mostrarsi ad uno sconosciuto, se pur in maniera virtuale e finta; trovavo che la cosa era una esperienza che mi intrigava ancora. Mi domandavo cosa mi eccitava così tanto, se il gioco fatto con Laura o la sensazione che ho provato nel pensare che lei avrebbe anche potuto farlo realmente.
Di colpo il respiro mi è venuto corto. Ho cominciato a sudare freddo e la vista di un autogrill mi ha, fortunatamente, permesso di fermarmi. Sono sceso dalla vettura, mi ci sono appoggiato con le spalle e sono rimasto immobile, sconvolto dalla conclusione cui ero giunto: a me piaceva esibire mia moglie!
Mi sentivo eccitato e questo mi sconvolgeva. Ho ripreso il viaggio e, giunto a casa, appena chiusa la porta, ho visto lei che mi ha abbracciato e baciato con estrema passione. Ero eccitatissimo e l’ho presa lì sul divano e, come due furie scatenate, ci siamo amati fino allo sfinimento. Mi son reso conto che per tutto il viaggio non avevo desiderato altro che di sentirla fra le mie braccia, di godere con lei e scaricare il desiderio accumulato in maniera così diversa e sconvolgente. Anche per lei, l’esperienza vissuta non è stata indifferente.
Continua….
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1
3 years ago
baxi18, 55
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il negozio di scarpe
Era una giornata uggiosa, il mio compagno e il proprietario del villaggio dove siamo in
vacanza sono andati a pescare , e io in casa da sola mi stavo annoiando. Così decido di andare a farmi un giro al centro commerciale. Almeno mi passa un po’ di tempo. Mi preparo, indosso un top fino all’ombelico, una gonna che mette in risalto il mio bel culo, e paio di scarpe con tacchi alti 15 cm.
Arrivata al centro giro svogliatamente per i negozi e non mi rendo conto che è quasi ora di chiusura,
non c’è più tanta gente. Difronte ad una vetrina mi innamoro di un paio di sandali con tacco e zeppa trasparenti. Decido di entrare per provarli, il commesso (che chiamero Piero) stava già per chiudere, ma mi riconobbe ( in 15 gg avevo gia comprato 3 paia di scarpe da loro) e mi lascia entrare.
Mi puoi far vedere quesi sandali con tacchi che sono in vetrina, si un attimo vado a chiudere la porta, intanto accomodati sul divanetto discosto dalla vetrina cosi vedono chiuso e non ci disturba nessuno. Ha veramente delle ottime maniere, mi fa togliere le scarpe e nel passarmi i sandali vedo che sta guardando, non mi ero resa conto che la mia gonna era salita che si vedevano le mutande, e vedendo che non faccio nulla per coprirmi Piero inizio a farmi i complimenti per i miei piedi e per le unghie così ben curate, e diventando rosso mi dice ai delle belle gambe, poi la sua mano sali
sulle mie cosce, non vedendo nessuna reazione da parte mia sali fino alle mie mutandine, dove le
sposto un po per mettere un dito tra le mie labbra, mi sentii bagnare, l´eccitazione non mi fece accorgere che dal magazzino era arrivato un uomo distinto, sulla quarantina, il capo( che chiamero
Mario). Vedendo la scena si aggrega a noi, mise le sue mani sopra il mio seno, restai un po
frastornata ma ci sapevano fare troppo bene che mi abbandonai completamente sul divano , socchiusi gli occhi… sentii le loro labbra posarsi sopra il mio viso e sommergerlo di baci.
Avevo appena iniziato a gustarmi il piacere di sentire due bocche sopra il mio viso, quando ben altro
piacere provenne dalla mia fica: un dito mi era penetrato profondamente nella vagina, mentre un altro
mi stuzzicava il grilletto! Si vedeva che i due amici erano abituati a lavorare in coppia: nessuna
interferenza tra le loro azioni.
Appoggiai le mani sopra le loro cosce: le spostai diligentemente sopra i loro pacchi!
Li sentii entrambi già belli in tiro e pronti ad intraprendere la loro deliziosa attività,.Mario, ad un cero
punto si alza e liberandosi dalla stretta dei pantaloni e degli slip mi mostra un cazzo di tutto rispetto
lunghissimo, largo e venoso. Con le loro dita nella mia fica e con le mie mani sopra le loro verghe non potei fare a meno di esternare tutto il mio piacere. “Uhmmm! Cazzo santo! Le vostre dita! dentro ora ragazzi fatemi godere! Girai il viso a destra e baciai in bocca Mario, mentre avevo iniziato a ondeggiare il bacino per andare incontro alle loro dita,la sua bocca alla mia, sentii il suo dito sfilarsi dalla vagina e penetrarmi profondamente nel culetto: scesi un po’ con il bacino dal divano per favorire il dolce inserimento.Dio, che goduria… contrassi lo sfintere intorno al dito! Senza staccare le nostre bocche , emettemmo entrambi un lungo gemito di piacere.“Hummmmmmmmmmm!!!!!!”Mario, appena sentì Piero abbandonare la fica, prese subito il suo posto, ma aumentò il carico: due dita in fondo alla vagina! Troppo bello… da impazzire: un dito nel culetto e due nella passera! Le loro mani sembravano i tentacoli di una piovra: mi abbracciavano, mi accarezzavano, mi palpavano! Quattro mani vogliose del mio corpo che non mi davano tregua: i seni, il ventre, le cosce, la schiena, i glutei. Le loro bocche mi sommergevano di baci a cui rispondevo colpo su colpo con sempre maggiore passione.Sentivo colare lungo le cosce il brodino che fuoriusciva dalla mia sempre più vogliosa fica: la poverina non voleva più attendere… era impaziente!
Slacciai la cintura a Piero, gli aprii i pantaloni che caddero lentamente ai suoi piedi: il membro
dritto svettò prepotente dal suo ventre! Anche lui aveva un cazzo di tutto rispetto bello grosso
Intanto Mario mi aveva sfilato il vestitino facendomi rimanere completamente nuda, ma sempre con il
classico e sempre valido abbigliamento da troia: con tacchi alti. Ora eravamo tutti e tre nudi:
impugnai subito i loro gioielli e cominciai una deliziosa manipolazione.
“Uhmmm!!! Ragazzi miei, avete due splendide verghe, fatemici giocare un pochino! Stavano ai miei lati, abbracciati a me, io li baciavo alternando le loro bocche, mentre accarezzavo con
gioia i loro due paletti.Mentre baciavo Piero senti un ditino penetrarmi prepotentemente nella
roselina: come mio solito lo accolsi con grande piacere! Nel contempo Mario aveva portato le sue
mani davanti al mio ventre e aveva allargato le labbra della mia passera per permettere all´amico di
leccarla completamente. Che stupenda coppia di porcellini: ognuno teneva aperto il buchino che
leccava l’altro!“Uhmm! Cazzo… lavorate proprio bene in coppia! Questo servizietto di doppia leccata
è magnifico! Le loro adorabili leccate mi stavano quasi facendo venire, ma volevo godere con le loro
verghe nel mio corpo.Venite, ragazzi, ora ho voglia dei vostri uccelli! Sedetevi sul divano vicini,
mi misi in ginocchio davanti a loro e cominciai uno splendido lavoro di bocca, mettendo in atto tutte
le mie conoscenze e la mia esperienza pluriennale di abile pompinara: avevo avuto sempre una
grande passione nel deliziare l’uccello con le mie labbra… sentirmelo ingrossarsi in bocca…
succhiarlo e leccarlo tutto avidamente… fino ad esserne gratificata con abbondanti schizzate che mi
riempivano la bocca.gli uccelli da far godere erano due: passavo da uno all’altro e quello che non
deliziavo con la bocca lo mantenevo in tiro con piacevoli attività manuali.
Poi me li infilavo tutti e due in bocca: le loro cappelle me la riempivano completamente e io le
succhiavo con sempre maggiore avidità. Si alzarono per farmi posto: mi misi sul divano supina, con il bacino bello fuori dal bordo, alzai le cosce e le divaricai al massimo… il mio buchino era più che
pronto per essere penetrato!Sapendo quanto la cosa possa essere eccitante, cominciai a contrarre
ritmicamente il buchino:Mario non stava nella pelle… stava per farmi il culo!
Guardava le contrazioni del buchino con gli occhi di fuori, aveva impugnato la sua stupenda verga e
se la stava menando per renderla bella dura… la voleva preparare bene per impalarmi a dovere.
Sentii la cappella di Mario appuntarsi sullo sfintere, ma mi piace vedere quando me lo infilano.
Mi rivolsi a Piero, alzati, voglio vedere mentre Mario mi penetra e voglio vedere il suo viso. Così
supina è la posizione che preferisco: mi permette di vedere tutto e anche di abbracciare e baciare il
maschietto che mi delizia, Piero si alzò lasciandomi la visione libera.
Sollevai la testa e fissai lo sguardo tra le cosce: vidi l’uccello di Mario splendidamente appuntato sul
mio buchino. Guardai il suo viso: anche il suo sguardo era rivolto al mio culetto.Mario mi dice faccio piano… così non ti faccio male…”
Tesoro, apprezzo la tua delicatezza, ma sono abituata a prenderlo dietro! Vai tranquillo… mi piace…
dammelo tutto… e fammi un bel servizietto! Riportai lo sguardo tra le cosce: Mario cominciò a
spingere… un affondo lento, ma deciso. Sentii la rosellina aprirsi come un fiore per accogliere
amorevolmente l’uccello del mio amico La visione di una verga che mi penetra il culetto mi ha sempre mandato fuori di testa: è una immagine altamente eccitante vedere quel paletto di carne immergersi lentamente dentro il mio culo fino a riempirmelo,con la verga profondamente piantata nel mio intestino,cominciai a muovere lentamente il bacino per gustarmelo ancora meglio.Per accentuare maggiormente il mio piacere portai la mia mano sopra la fica e cominciai ad alternare deliziosi titillamenti del grilletto a profonde introduzioni delle dita nella vagina. Fu questione di un attimo Piero mi sali sopra e mi impala profondamente: sentii l’uccello colpirmi l’utero.mentre lunghi brividi di piacere mi scuotevano… li avevo tutti e due nel corpo!
Amori miei… vi ho tutti e due in corpo! Che meraviglia! Avanti… scopatemi davanti e dietro!”
Piero incominciò a pomparmi dal basso con colpi che mi devastavano. A ogni spinta dentro il mio
ventre mi sentivo spinta verso l’alto, contro la verga di Mario che mi martellava il culo.
I due adorabili maiali mi pompavano in perfetto sincronismo: prima si alternavano, uno entrava e uno
usciva, poi me lo spingevano insieme nella passera e nel culetto… impazzivo dal piacere… mi
inarcavo e muovevo in maniera scomposta il bacino per andare incontro alle loro meravigliose
verghe.I due maschi mi chiavavano a turno, ognuno dedicandosi con passione al buchetto di sua
pertinenza, infilandomi i loro uccelli duri e grossi nel corpo, facendomi sussultare di piacere ogni
volta che un cazzo affondava nella figa o nel culo.
Sentire i miei due maschi, che facevano scorrere i loro sessi dentro di me, mi faceva straripare di
goduria. Madonna santa, che dolce sensazione sentirmi piena in entrambi i buchini! Un formicolio mi
partiva dalla spina dorsale e si andava a localizzare nella figa e nel culo.
Il mio enorme godimento, però, non era dato dal singolo piacere che provavo nel sentirmi scopata
davanti e di dietro: era la contemporanea presenza dei due uccelli dentro di me e la loro azione
congiunta che mi mandava fuori di testa.
Stavo palpitando: cominciai a contrarre con forza i muscoli pelvici, in modo da contrarre
contemporaneamente la vagina, intorno all’uccello di Piero, e lo sfintere, intorno al cazzo di Mario.che mi diceva“Che puttana… Dio… che dolce puttana! Mi stai strizzando l’uccello con il tuo buchetto!”I due continuavano imperterriti a farsi i mie buchi aperti, con mio sommo piacere, ed io seguitavo a godermi i loro cazzi: sculettavo come una troia, spingendo una volta verso il cazzo che mi inculava, un’altra verso quello che mi scopava.
Mi stavo godendo quelle due superbe verghe, come avevo fatto mille volte nelle mie scopate solo che
qusta volta lo stavo facendo senza il mio compagno ma con 2 estranei. I due maiali mi stavano sfondando davanti e dietro senza un attimo di tregua.Stavo godendo come non mai e lo urlai senza pudore ai miei due dolci amanti.
“Forza ragazzi… benedetti da Dio… mi state facendo morire! Sbattetemi forte che sto per godere!
Mario , sfondami il culetto ,cosi sborriamo insieme… tu nel mio culo e io sopra l’uccello di Piero che
seguita a scoparmi Tutti e tre ansimavamo godendoci quella meravigliosa ed appagante doppia
penetrazione. Lo sentivo: quelle due splendide pompate mi avevano portato al capolinea.
Pochi secondi e un lungo e devastante orgasmo mi partì, non sapevo più se dal culo o dalla figa,
facendomi urlare di piacere mentre i due uccelli seguitavano ad affondare dentro di me.
Ma non fui solo io a sborrare… Mario mi seguì a ruota: sentii i suoi caldi schizzi inondarmi l’intestino,
mentre mi piantava tutto l’uccello duro in culo, facendomi mugolare di piacere.
Appena sentii che stava venendo, cominciai a sculettare con vigore come una puttana contro il suo
cazzo, mentre mi godevo gli schizzi che mi colpivano.
“Daiii!!! Mario, dai… riempimi…. Svuotati tutto dentro di me! Fino all’ultima goccia… dammela tutta
nel culo!”Mi abbandonai sopra il corpo di Piero, mentre Mario dava gli ultimi affondi per svuotarsi
completamente dentro il mio intestino.L’uccello di Piero era ancora splendidamente eretto dentro la
mia vagina.. Mario sfila il cazzo dal mio culo, la sua sborra inizia a colare fuori tutta . Piero lo toglie
dalla fica si è butta sul mio culo, per assaporare tutto quel ben di dio, devo dire che mi dava forte
anche lui, Mario ancora non soddisfatto mi mise quel grosso membro a pochi centimetri dal viso, mi
pose una mano dietro la nuca e la tirò a se sussurrando un "Daii ..non mi feci pregare, aprii le labbra e
le poggiò attorno alla cappella; glielo succhiavo delicatamente, la mia lingua scorreva senza sosta su
quel cazzo, dalla punta alla base fino a lambire le palle e poi ancora su, lo sentivo ansimare,
aumentava il ritmo, i suoi colpi melo spingevano fino in gola gonfiandomi le guance,aveva un cazzo
bello e mi piaceva tanto sentirmelo in gola, intanto Piero spingeva il cazzo dentro e fuori senza
remore, il mio culo non opponeva più resistenza; quel grosso sesso mi spariva fra le natiche come se
affondasse nel burro. mi inculò a lungo così, Mario si levo dalla mi bocca e spostandoci a me e Piero
cerco di metterlo anche lui nel mio culo,sento che appoggia il suo cazzo vicino a quello di Piero e in
un attimo mi penetro,iniziarono un su e giu alternandosi mmmmmmmm ne avevo 2 nel culo che mi
stantuffavano , Piero lo tolse dal mio culetto, si avvicinarono alla mia bocca e mi innondo tutta, cercai di ingoiare tutto il suo latte mentre dalla bocca mi cascavano delle gocce sulle tette..... ero sudata e
stremata sfinita,mario dopo essere venuto la prima volta sembrava instancabile,e avendo i due buchi tutti x lui si alternava a scoparseli ,poi lo tolse dall fica e mi innondo la gola avidamente ingoiai tutta la sua sborra. Sfiniti restammo cosi rilassandoci ,ci fumammo una sigaretta mentre parlavamo,del piu e del meno,Mario ando in ufficio e torno con una bottiglia di rum bevemmo un bichierino per uno,
passata una mezza oretta,Piero mi accarezzava più volte il mio clitoride le sue mani entravano prepotentemente nella fica iniziando un movimento deciso su e giù come se mi stessero scopando. Io esprimevo il mio piacere con mugolii sempre più frequenti e intensi, ero eccitatissima presi il cazzo di Mario tra le mani e cominciai a fargli una sega e con l’altra mano andai a cercare il cazzo di Piero smetto di segarli e mi metto a pecorina davanti a Mario lui ben felice mi penetro da dietro, mi piace tanto quella posizione mi stava scopando mentre Piero si porta davanti al mio viso con il cazzo alle mie labbra che aprii per accoglierlo, così mentre Mario mi stantuffa il suo cazzo nella fica, inizio a spompinare Piero,lo lecco ,lo insalivo e lo ingoio tutto ,Piero si toglie dal pompino e avvicina il suo cazzone alle labbra della fica gia aperta e stantufata da Mario ,lo appoggia e quando Mario e mezzo fuori con un colpo seccho anche lui entra nella mia fica ,ahahahah siiiii tutte due dentro ,che bello che bello dai amori miei sbattetemi forte che sto per venire,mmmm si si vengo dai maiali scopatemi, inculatemi tutta,Mario toglilo dalla fica e dammelo nel culo ,mi penetra dietro e mi risento piena,mi gustavo la doppia felicemente che mi venne in mente il mio compagno allora le dico dai maiali scopatemi e inculatemi piu che potete cosi stasera racconto tutto al mio lui cosi si eccita e mi incula pure lui,magari prima che andiamo via lo porto e mi scopate tuttie tre insieme,Mario e Piero sentendo queste mie parole si eccitarono ancora,facevano su e giu che sembravano dei pistoni, sento che stanno per venire.i loro cazzi cominciano a schizzare fiotti di spermasia dentro la fica che dentro il mio intestino mi anno riempita tutta, restammo abbracciati con i loro cazzi dentro,Mario esce dal mio culo gli prendo il suo cazzome lo metto in bocca x gustarmi il rimanente del suo sperma,poi e il turno di Piero faccio cosi anche a lui, siamo venuti tutti e tre nello stesso momento.
Che bella emozione e stata, ci siamo ricomposti alla meglio, io maliziosamente metto un fazzolettino sulle mutande,come prova della mia bella scopata, Abbiamo ripreso un po’ di forze e ci stavamo salutando quando Mario dice a Piero,una troia così non possiamo mandarla a casa a
mani vuote,e poi devi mantenere la promessa di venire col tuo compagno ,ridemmo tutti e tre.Poi mi mi hanno regalato i sandali complici del fatto, ma con la promessa da parte mia che qualche giorno veramente sarei venuta col mio compagno,ok tranquilli io mantengo sempre le promesse.Ci salutammo e me ne tornai a casa ben felice sia per le scarpe che per la scopata fatta.
La sera a casa raccontai tutto al mio compagno ,che tutto incicalito mi porto in camera e mi dice allora ai ancora il culetto aperto, si le risposi e raccontandoti quello che e successo mi sono bagnata tutta ,tirai giu la gonna ,spostai il filo del perizoma le feci vedere il fazzoletto, e le dissi dai inculami tutta sono la tua troia, i brividi mi assalirono dappertutto ,appoggio la cappella e lo infilo un po per volta ,facendomi vibrare tutta….dai infilamelo tutto lo voglio tutto dentro,mi penetro completamente e inizio a stantuffarmi il culo,mentre le dicevo che uno di questi giorni ci andremo insieme,cosi mi scopate in tre..venni come una cannella solo al pensiero di quello che sarebbe successo, ci dava sotto e dopo un po mi innondo il culo ,sentendo il suo sperma tutto dentro di me venni…Ci abbracciamo e ci addormentammo pensando a quello che sarebbe successo prossimamente.
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3 years ago
venerecalda,
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con un maturo è meglio. 4° parte. un potente afrodisiaco.
Mi volto a guardare il gruppo che ora, quasi silenziosamente, ha iniziato a giocare. Silvia è inginocchiata intenta a succhiare il cazzo di Mario e quello di Marco, mentre Stefania si ritrova con il cazzo di Alberto in bocca, mentre Luca già la scopa da dietro. Anche Lucia è stretta fra le braccia di Luigi, che la masturba, mentre lei lo sega. Anna si inginocchia davanti a me, afferra il mio sesso, quasi completamente duro e lo prende in bocca.
È fantastica! Silvia mi ha succhiato il cazzo in maniera stupenda, ma con Anna è tutta un’altra musica. Ha un modo di succhiare il cazzo, in maniera unica, stupenda. La sua è una tecnica lenta, molto delicata, e, nello stesso tempo, sconvolgente.
Lecca bene la punta, poi, lentamente, lasciando scorrere la lingua lungo tutta l’asta, lo spinge agevolmente in gola, arrivando fino a toccare il suo viso contro il mio pube. Dopo averlo tenuto un po’ di tempo così, completamente in bocca senza nessuna difficoltà, lo lascia scivolare fuori lentamente, serrando i denti, che “ rigano “ l’asta. È una sensazione incredibile sentire quei denti che, in qualche modo, ti stanno “ mordendo “ il cazzo: è un misto di piacere e forte eccitazione la sensazione che si prova mentre esegue quella pratica. Nessuna femmina me lo ha mai fatto ed io non avrei permesso mai a nessun’altra di farlo. Credo sia una specie di fiducia, ma, soprattutto, una questione di piacere. Anna mi ha sempre dedicato questo trattamento e questo suo modo particolare di succhiare il cazzo, alternando il gioco di lingua e labbra con il piacere di sentire i suoi denti masticare il mio cazzo, è per me una sensazione unica al mondo. Rimango passivo, mi sposto di un passo e, insieme, ci ritroviamo distesi appena fuori del patio, sul prato verde antistante.
Mi giro verso le sue cosce, che lei apre, e mi offre da leccare il suo mondo di piacere. Subito, le mie narici si riempiono del meraviglioso profumo, che quello scrigno emana. Anche in questo caso, Anna è una donna speciale, perché il suo odore è diverso da quello di tante altre donne. Silvia, per esempio, ha un odore forte, intenso, quasi pungente, mentre quello di Anna è diverso. Il suo è più dolce. Quando lo senti, per la prima volta, diventa come una droga per la tua mente. Sentire quell’odore ti eccita in maniera particolare e, anche se lei lo definisce di cagna in calore, in realtà sa di femmina matura e desiderosa di godere intensamente. Affondo la mia lingua nel solco bagnato di quella splendida fica. Cerco subito il suo bottoncino già gonfio, duro, lo succhio, lo lecco facendola gemere a bocca piena. Lei ribatte colpo su colpo e intensifica il gioco, facendomi provare altro piacere. Non è facile farla godere velocemente. Non è come con Silvia, che basta poco per sentirla sciogliere nella bocca. Con Anna il gioco è veramente duro e, quindi, dopo averle succhiato e stretto fra i denti il suo clitoride, facendole provare la stessa sensazione di quella fornita a me e che anche a lei piace tanto, arrotolo la mia lingua e prendo a scoparla, spingendola velocemente dentro di lei, senza mai affondare completamente nel suo ventre. È questo il gioco, questo tipo di stimolazione fra le labbra esterne e l’ingresso della sua vagina, che la fanno impazzire. Si sfila il cazzo dalla bocca e mi esorta a portarla all’orgasmo.
«Continua! Non ti fermare! Se ti fermi ti uccido! Sei meraviglioso! Mi fai impazzire, come nessun altro sei capace di farmi godere così intensamente con la lingua. Continua ti prego! Carlo, godo! Vengo! Continua, che vengo! Ora!»
Come reazione serra le sue cosce intorno alla mia testa, in pratica ad impedire di sottrarmi, quasi con il timore che io potessi smettere a donarle quel piacere che, ora, la fa vibrare tutta. Si è infilato di nuovo il cazzo in bocca e lo succhia in maniera sconvolgente. Sono quasi prossimo al piacere, quando, di punto in bianco, sento un’altra bocca che si unisce alla sua. Lei si ferma un attimo, poi si sposta e quel movimento mi permette di vedere la persona che si è aggiunta a lei.
È Stefania. Anna si sposta e le lascia il mio uccello da succhiare, mentre lei infila la sua testa fra le cosce dell’amica e comincia a leccare avidamente la sua fica, che, da dietro, Luca le sta pompando con vigore. Il pompino di Stefania è completamente diverso da quello di Anna. A differenza della mia amica, Stefania lecca e succhia normalmente il cazzo, senza nessun'enfasi, in maniera quasi meccanica. La sua bocca non riesce a contenere neanche la metà del mio membro; improvvisamente se lo sfila dalla bocca per esternare, con un urlo, il piacere che sta provando nel sentire Luca che le sta sfondando la figa e la bocca di Anna, che le sta torturando il clitoride.
Lascio il gruppo e mi sposto sotto il porticato, dove Alberto sta leccando Lucia, mentre Luigi si sta facendo succhiare l’uccello. Mi avvicino e vedo che Luigi viene nella bocca della donna, che serra le labbra intorno al suo membro e ne succhia ogni singola goccia. Lui geme e poi, quando lei ha finito, mi lascia il suo posto, mentre egli va ad inginocchiarsi davanti alla bocca di Stefania, che subito prende a succhiarlo di nuovo. Tra i sei maschi, sicuramente lui è il meno dotato. Lucia afferra il mio sesso, lo porta alla bocca e incomincia un meraviglioso pompino. Scopro immediatamente che adotta lo stesso sistema di Silvia: lo lecca e lo ingoia con estrema facilità; accarezza le mie palle e poi mi pompa il cazzo, mentre la bocca di Alberto le sta facendo provare un orgasmo molto intenso. Quando mugola a bocca piena il suo piacere, rimane per un attimo immobile con il mio cazzo tutto piantato in gola, mentre il suo corpo viene scosso da brividi di piacere che Alberto le procura torturando il suo clitoride, che succhia con forza. Rimane un lungo istante immobile, poi si sfila il mio cazzo dalla bocca e, con voce languida, mi chiede di penetrarla.
«Scopami, voglio sentire questo splendido membro dentro di me. Voglio sentirlo fino in fondo, tutto dentro».
Alberto mi cede il suo posto e lei apre oscenamente le cosce, mostrando il rosa della sua splendida fica. Appoggia una delle gambe sulla spalliera del divano in vimini, mentre sporge la testa indietro per ricevere in bocca l’uccello di Mario, che si è avvicinato, ed è andato a prendere il mio posto fra le labbra di quella splendida femmina. Alberto, invece, si è unito a Marco e, insieme, stanno facendo godere Silvia, scopandola in doppia. Appoggio il mio membro duro fra le pieghe di quella meravigliosa figa e lei mi attira verso di sé, mentre io, con un affondo deciso, le entro tutto dentro. Gode, mentre sente il mio cazzo che le scivola fino a fondo.
«Bellissimo! Ti sento fino in fondo! Sento la punta che mi solletica l’utero, e questo mi fa impazzire! Dai scopami con forza! Fammi sentire il maschio stupendo che sei. Fammi godere! E poi, versa il tuo seme dentro di me. Ingravidami! Riempi il mio ventre con il tuo seme, così da rendere felici i miei due cornuti!»
Nel sentire quelle parole, per un attimo resto perplesso, poi, memore di quanto mi ha detto Anna, mi rendo conto che lei sta recitando una parte in favore dei suoi uomini, quindi decido di collaborare e di intensificare il gioco.
«Certo che ti scopo troia! Ti voglio pompare questa fica fino a farti urlare di piacere, e poi ti inondo il ventre con il mio seme per ingravidarti. Sei una vacca da monta! Una zoccola da farcire il più possibile! Stai tranquilla che oggi ti faccio il pieno, per la gioia dei tuoi due cornuti, che dovranno allevare un figlio mio».
La pompo con forza, mentre Mario le spinge con decisione tutto il cazzo in gola. Lei mugola piacere a bocca piena e, ad un tratto, raggiunge un orgasmo molto intenso, che la fa tremare tutta: si sfila il cazzo di Mario dalla bocca ed urla tutto il suo piacere, rendendo partecipi di questo, anche i suoi due uomini.
«Vengo! Godo! Sbattimi ancora di più! Fammi impazzire! Ora! Sto venendo! Godo! Ti prego, vieni! Inondami il ventre, sborrami dentro, ingravidami!»
Serra le gambe con forza dietro la mia schiena, impedendomi di muovermi mentre viene travolta dal piacere. Resta immobile con me piantato dentro di lei, dando, per un attimo, l’impressione che io le sia riversando nel ventre tutto il mio piacere, mentre, in realtà, sono ancora ben lontano dall'eiaculare. Per un attimo siamo circondati da Marco ed Alberto, che mi guardano con occhi che brillano. Mi rendo conto di quale potente afrodisiaco questo gioco sia per i due maschi. Mi guardano, estatici. Marco si sposta e Alberto si abbassa e bacia Lucia in bocca, mentre Marco le tiene la mano e la guarda con occhi carichi di gioia.
«Lucia, amore, in questo momento ci stai rendendo felici, fieri di avere una donna puttana, come te. Se questo maschio ti avrà ingravidato, saremo felici di allevare suo figlio, che diventerà il nostro e, ogni volta che lo guarderemo, avremo la consapevolezza di essere due cornuti e di avere una moglie infinitamente puttana!»
Improvvisamente Lucia scioglie le gambe da dietro la mia schiena e mi libera, mi sfilo da lei e subito Alberto, con il cazzo durissimo in mano, prende il mio posto e la penetra con decisione. Lei, allunga la mano e prende in bocca il cazzo di Marco e lo succhia, portandolo in breve ad un orgasmo che lui riversa tutto nella sua bocca. La donna raccoglie il seme fino all’ultima goccia, poi si gira e abbraccia Alberto; lo bacia con passione, mentre lui le riversa nel ventre tutto il suo seme urlando di piacere, ma è soffocato del bacio. Osservo la scena e mi rendo conto che l’alchimia di questo trio è incredibilmente bella, la loro unione è terribilmente forte. Sono convinto di quanto asserisce Anna; questa donna non sarà mai ingravidata da nessun altro maschio, che non sia uno dei suoi due amori. Mario, dopo aver lasciato la bocca di Lucia, ora si sta dedicando, insieme a Luigi, a Silvia, che è rimasta immobile a guardare l’amica godere del gioco che lei stessa ha costruito. Improvvisamente, da dietro, Anna mi abbraccia, mi fa girare e la sua bocca si unisce alla mia, la sua lingua entra di prepotenza nella mia bocca, mentre con la mano afferra decisa il mio sesso e lo stringe, lo sega lentamente, saggiandone la durezza, poi si abbassa, lo prende di nuovo in bocca, regalandomi ancora quella meravigliosa sensazione di piacere che solo lei sa regalarmi. Mi appoggio all’indietro in una delle poltrone in vimini e assaporo il piacere di quel lavoro di bocca, a cui, inaspettatamente, si unisce anche Silvia. È meraviglioso sentire quelle due femmine stupende che mi stanno facendo letteralmente impazzire di piacere, utilizzando solo la bocca.
Intanto Alberto, dopo aver goduto nella fica della sua donna, è uscito e il suo posto è stato sostituito dalla bocca di Stefania, che adesso lecca avidamente il seme che sta sgorgando dalla fica dell’amica. La sua posizione agevola Mario, che la penetra da dietro e la scopa vigorosamente. Lei gode e fa distendere il mio amico per poi salirci sopra, impalandosi su di lui e spingendo il busto in avanti per offrire alla bocca dell'amico il suo seno, che viene afferrato e stretto tra le mani forti di Mario, che provocano alla donna subito altro piacere. Lei gode movendosi avanti indietro sul cazzo del mio amico, che la penetra a lungo. Improvvisamente davanti alla bocca della donna si mette in piedi Luigi, suo marito e, con fare deciso, infila il suo membro nella bocca della moglie, facendoglielo succhiare fin quando non è di nuovo perfettamente duro. Ipotizzo che potrebbe anche sborrare in bocca a Stefania, ma improvvisamente lui si sfila e si posiziona dietro la sua donna e, dopo averla l’afferrata per i fianchi, le spinge con un colpo deciso il cazzo in culo facendola urlare.
«Piano! Mi stai spaccando il culo! Fai piano! Comunque mi piace!»
Lui la ignora, le pompa il culo con forza e ritmo molto sostenuti e, poco dopo, le sborra in culo, urlando il suo piacere.
«Sei una vacca sfondata! Ti rompo il culo ogni volta che ne ho voglia! Hai promesso che dopo esserti fatta ingravidare da un altro maschio, ogni volta che volevo il tuo culo, l’avrei avuto in esclusiva ed ho piacere di sfondartelo ogni volta che ne ho voglia. Quindi, sta zitta! Senti come ti sborro in culo, puttana! Troia! Sei una troia meravigliosa! Ti amo da impazzire!»
In tutto questo evolversi della situazione, io sono rimasto sempre con Anna. Ho iniziato a penetrarla, in profondità, lentamente, consapevole del fatto che questa femmina è diversa da tutte le altre, e non è sufficiente darle quattro botte per farla godere, ma è necessario pomparla a lungo, con calma, con un bel ritmo cadenzato, spingendo a fondo il membro, finché la punta non le sbatte contro l’utero.
Anna è una donna diversa: ama godere intensamente e i suoi orgasmi sono qualcosa di artistico, sia da vedere che provare, nell'intento di riuscire a condurla nelle più alte vette dell'estasi totale. È una femmina matura; sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo. Con lei la fretta e l’irruenza giovanile non sono per niente efficaci a farle raggiungere quel certo livello di eccitazione da farla godere in maniera totale e soddisfacente. Mentre se ne sta sdraiata sopra di me, godendosi il mio cazzo, che dal basso la penetra a fondo, ad un tratto, dietro di noi si inginocchia Marco e, dopo aver lubrificato il suo culo con un po’ di saliva, appoggia il suo randello contro quel buchetto e lo spinge con decisione dentro di lei.
Anna solleva lo sguardo, i nostri occhi si incontrano e vedo il piacere dipingersi sul suo volto. Lui la scopa molto più velocemente di me, che ora resto immobile sotto di lei ben, piantato dentro, e sento le contrazioni muscolari della sua vagina, che mi stanno mungendo il cazzo in maniera stupenda. Lei resta immobile, contrae i muscoli vaginali per stimolarmi e, nello stesso tempo, si gusta quella monta anale a cui la sta sottoponendo Marco. Il giovane la scopa con irruenza, le pompa velocemente il culo e, nello stesso tempo, sento il mio cazzo fortemente provocato dal piacere che lei sta provando. Sento il suo respiro sempre più corto, mentre le contrazioni vaginali diventano più veloci; Anna è pronta a godere!
Marco la pompa ancora un po’, aumentando la velocità, indice che anche lui non è lontano dal raggiungere il suo culmine. Sento il corpo di Anna vibrare, sta per giungere all’apice del suo piacere, ma improvvisamente Marco, con un grido strozzato, le viene nel culo. Peccato! Sarebbe bastato ancora un attimo e anche lei avrebbe raggiunto il suo clou. Lei rimane un attimo immobile, tesa e, mentre Marco si sfila da lei, immediatamente sostituito da Luca. Le assesto alcuni colpi dal basso, cercando di mantenere ancora alta la sua eccitazione. Luca entra dentro con un solo affondo. Incomincia a pomparla velocemente, mentre lei mi guarda: non c’è bisogno di parlare per capire che ancora non ha goduto. Anche questo giovane la scopa con veemenza ed avverto che lei sta di nuovo tornando in corsa. In qualche modo riesco a inarcare le gambe e partecipo anch’io alla monta, spingendo il mio cazzo dal basso anche se con un movimento molto limitato, ma continuo. Luca sembra più resistente e di nuovo Anna è prossima al piacere. Si stringe a me, appoggio la sua testa sulla mia spalla, sento le sue labbra vicine al lobo del mio orecchio, il suo respiro affannoso, tutto il suo corpo sta vibrando, la sua vagina serra il mio cazzo in maniera così stringente che devo imporre a me stesso di non godere dentro di lei e di aspettare che sia lui a farla godere. Luca ora la scopa con più forza, con un ritmo ancora più veloce e lei sembra davvero prossima all’orgasmo. Grida, cercando di godere.
«Continua ti prego! Non ti fermare! Luca, dai che vengo! Luca... ancora! Ancora! Ora! VENGO! Non ti fermare!»
Lui ora la scopa come un forsennato, viene nel suo culo urlando il suo piacere, mentre lei ora vibra e trema, scossa da quell’orgasmo lungo, agognato. Resto immobile dentro di lei, mentre il mio cazzo viene letteralmente serrato dalle contrazioni muscolari della sua vagina, che ora rilascia tutto il piacere di quell’orgasmo. Appena Luca è venuto, si sfila da lei che mi abbraccia, mi spinge di lato e, sollevata una gamba, mi fa capire in maniera inequivocabile che vuole essere scopata. Ci muoviamo insieme e ad ogni mio affondo, lei spinge il suo corpo contro di me, per meglio assorbire la penetrazione cui la sto sottoponendo. Sento il suo corpo tendersi, prossimo ad un nuovo orgasmo, quando, improvvisamente, una testa si insinua fra le mie e le sue cosce. Giro lo sguardo e mi rendo conto che è Silvia, che si mette a leccare Anna da dietro. Sento la sua lingua indugiare a lungo su quel foro, da cui sgorga il seme dei due maschi che l’hanno posseduto e, nello stesso tempo, la sua lingua indugia anche sul mio cazzo, che ora sta penetrando Anna con forte determinazione. Al gioco si unisce anche Mario, che penetra da dietro Silvia, mentre, godendo, continua a leccare Anna. Mi volto dall’altro lato e vedo che Alberto è sdraiato supino con Stefania che lo cavalca, volgendogli le spalle, mentre tiene in bocca il cazzo di Luigi. Luca e Marco, invece, sono alle prese con Lucia e si fanno succhiare il cazzo, con lei inginocchiata fra di loro. Questa scena, altamente erotica, mi spinge a dare il meglio di me stesso con Anna. La scopo vigorosamente e, ad un tratto, Silvia si stacca da noi, si gira verso Mario e, inaspettatamente, gli prende il cazzo in bocca, portandolo ben presto al piacere. Anna gode in quel preciso istante, stringendosi con forza a me, mentre il suo corpo trema, scosso da scariche di piacere che la fanno vibrare come le corde di un violino. Rimane immobile per un lungo istante, poi mi guarda negli occhi e il suo viso è una maschera di piacere, poi si sfila da me, si abbassa e prende il mio cazzo in bocca. È una cosa irresistibile, sentire quella bocca abile e calda che desidera, quanto prima, abbeverarsi del mio piacere. Chiudo gli occhi, mi lascio andare e, con tre schizzi generosi, le riverso in bocca il mio seme, che lei lecca e sugge fino all’ultima goccia. Si stacca da me e si gira a guardare Silvia che, quasi contemporaneamente, ha fatto la stessa cosa a Mario. Le donne si avvicinano, si guardano negli occhi con aria maliziosa, poi Silvia spinge Anna a sdraiarsi sotto di sé e il suo volto sovrasta quello della mia amica e fa sì che dalla sua bocca cominci a colare il seme che ha avuto dal cazzo di Mario.
La scena è di un erotismo più unico che raro. Le due donne si scambiano gli umori raccolti, si baciano con passione e, ad un tratto, anche Stefania si unisce a loro, baciandosi e abbracciandosi fra loro.
Lucia lascia gli altri due maschi e raggiunge le amiche, così che, ora, quattro femmine proseguono a baciarsi, di certo scambiano nelle loro bocche la nostra sborra. Nonostante, in tutti questi anni, abbia visto cose stupefacenti, mi rendo conto che, in questo gruppo, l’intrigo, la complicità, la trasgressione, ma soprattutto il piacere di sconvolgere la mente del maschio o della donna di turno, è qualcosa di profondamente erotico, assolutamente eccitante.
Osservo compiaciuto la grande libidine che questo gioco ci trasmette. Poi sento il desiderio di esprimere il mio apprezzamento ad alta voce.
«Cari amici miei, queste quattro femmine sono la quintessenza del piacere. Trovarne quattro, capaci di stare al loro livello, è praticamente impossibile. Non sono ancora nate quelle che un giorno prenderanno il loro posto. Ma la cosa che le rende speciali è il fatto che ciascuna ha una peculiarità che la rende unica.
Silvia, nonostante la sua giovane età, è una meravigliosa troia, capace di far impazzire un uomo, con la sua sfrontata gioventù, unita alla sua forte perversione tesa alla lussuria più estrema.
Lucia può sembrare, a prima vista una persona tranquilla e morigerata, mentre in realtà, nella sua sconcertante bellezza è di una perversione difficilmente eguagliabile: tiene per le palle i suoi due maschi, facendoli impazzire di piacere, semplicemente torturando la loro mente al solo pensiero che un altro maschio possa renderla pregna. Se non è perversione questa, che cos’è?
Stefania non è da meno. Mi rendo conto che sa stare al passo con le altre, in quanto sa essere troia ad un livello elevatissimo. Si è fatta ingravidare da un altro maschio sotto lo sguardo estasiato del proprio marito e lo ripaga offrendogli il culo in esclusiva, perché ho notato, che nessuno tra noi, al di fuori di Luigi ha osato penetrare quella femmina nel culo. Certamente la cosa rende l’uomo molto felice, perché sa che la sua donna, nonostante sia una troia stupenda e fortemente puttana, riserva per lui quel buco in assoluta esclusività. In ultimo, ma non meno importante, c’è Anna. Di lei conosco tutta la sua vita e, soprattutto, conosco benissimo la sua spiccata bravura nell’essere troia, con estrema classe e, perché no, con estrema lubricità. A differenza delle altre tre, lei ha dovuto vivere le sue esperienze una dopo l’altra, senza usufruire della libertà che hanno le altre. Ogni sua trasgressione, ogni suo gioco, ogni suo desiderio di esser libera e puttana, è stata un’esperienza unica e irripetibile, che l’hanno portata ad essere quella meravigliosa femmina, matura, ma splendidamente donna, ninfa! Nessuna di voi quattro è uguale alle altre, siete uniche, meravigliose, e incredibilmente puttane! Oggi mi sento la persona più felice del mondo, per aver goduto, insieme a voi, questo incredibile momento di cui mi avete reso partecipe»
Tutti mi hanno ascoltato in silenzio e, d'un tratto, Alberto rompe il silenzio con un applauso rivolto alle nostre divine, fantastiche ninfe.
«Hai perfettamente ragione! Sono quattro femmine stupende e nessuna di loro è uguale all’altra, ma insieme son capaci di far impazzire un maschio, fino al punto di desiderare solo il loro piacere. Nella mia vita non potrei fare a meno di una donna come Lucia e sapere che lei ricambia questo mio sentimento, mi fa sentire superlativamente felice».
Anche gli altri approvano e, mentre Marco e Luca sorridono compiaciuti, è Luigi che completa il discorso.
«Avete tutti perfettamente ragione ed io sono una testimonianza vivente del fatto che avere una donna come Stefania, al mio fianco, non solo mi fa impazzire ogni giorno, ma rende la mia vita sicuramente più bella, più interessante e immensamente erotica. Vedere lei fra le braccia di altri uomini e sapere che posso disporre del suo culo a piacimento, mi tiene costantemente con il cazzo in tiro e questo, per me, è motivo di immenso piacere».
Le quattro donne si guardano, poi Anna si alza in piedi ed allunga le mani verso le sue amiche, mentre cerca di ridurre la portata delle lodi che abbiamo esternato.
«Basta così! Ragazze, venite con me, andiamo a darci una rinfrescata, altrimenti finisce che questi signori ci fanno un monumento e lo mettono nella piazza principale del paese con la dedica: Alle migliori quattro puttane del mondo!»
Ridiamo tutti di gusto, poi, tutte e quattro in piedi, si avviano verso la piscina, dove si tuffano per un bagno rinfrescante. Sono seguite dagli altri, mentre io li osservo e, dentro di me, avverto una sorta di malinconia per non aver trovato anch’io una femmina stupenda, come una di loro. Ma è solo un attimo, perché immediatamente mi rendo conto che essere amico di una donna come Anna, mi rende fiero e orgoglioso e, da oggi, sapere che sono anche amico di quelle tre impareggiabili puttane delle sue amiche, mi fa pensare che il futuro sarà ricco di intriganti emozioni.
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3 years ago
baxi18, 55
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Con un maturo è meglio. 3° parte. con due lo è anche di più!
Indaffarato a seguire il mio lavoro, passano i primi tre giorni della settimana così velocemente che, quasi non mi accorgo, che siamo già a giovedì. Mentre sto per uscire dall’ufficio, suona il mio cellulare in videochiamata. È Silvia. Rispondo e, mi trovo davanti quella splendida creatura, che indossa un vestito di lino bianco, molto corto e trasparente. Sotto si intravede il suo corpo, ed è palese, che non indossa nessun tipo di intimo.
«Ciao Carlo, ti ho chiamato, perché volevo sapere se hai cambiato idea, a proposito della nostra festicciola che si terrà nel fine settimana».
Osservo, attraverso lo schermo, che lei è seduta dietro la scrivania e che il telefono è appoggiato alla lampada e, quindi, mi rimanda un’immagine completa di lei, che tiene le gambe accavallate e mostra le sue splendide cosce. La rassicuro sulla mia partecipazione all’evento e, nello stesso tempo, mi rendo conto che provo molto piacere nel sentire la sua voce calda e sensuale. Anche lei sembra gradire questo contatto e, con fare alquanto provocante, scavalla le gambe, in maniera semplice, ma sensuale, mentre continua a parlarmi.
«Ammetto che ho desiderato molto sentire la tua voce, perché io e Luca abbiamo ripensato molto a quanto è successo domenica, su quella spiaggia. La cosa ci ha eccitato così tanto, che in tutte queste sere Luca mi ha scopato tantissimo. Per noi, dopo più di un anno di astinenza, dovuta a questa dannata pandemia, era la prima occasione, per sentirci liberi e tornare nuovamente a giocare, e la cosa ci ha eccitato moltissimo».
Rispondo che quella parentesi è stata molto eccitante anche per me, che ero in condizioni peggiori, rispetto a loro che, in qualche modo, con la complicità di Anna e Mario, qualche distrazione, erano riusciti a prendersela, mentre io, che vivo solo, mi ero sentito veramente triste e, quindi, giocare con lei, sulla spiaggia, è stato come vivere, un momento di pura liberazione, di intenso erotismo e infinito piacere. Lei sorride compiaciuta, mentre ora la sua mano sta accarezzando l'interno della coscia. Ha appoggiato la gamba sinistra sopra la scrivania e l’immagine che ho davanti è di una femmina oscenamente esibita al mio sguardo, che mostra con sfrontatezza la sua splendida fica.
«Pensare a quello che ci siamo concessi domenica, su quella spiaggia, come vedi, mi sta eccitando di nuovo, e sapere che tu mi guardi, pensando che sono quasi sola, in questo ufficio, mi eccita particolarmente. Spero che anche tu ti stia eccitando, mentre vedi me che proprio non posso fare a meno di accarezzare la mia lumachina, che sta già schiumando. Ti prego, mostrami il tuo splendido membro, che, spero, sia piena erezione, eccitato per il fatto che sto per masturbarmi per te».
Senza nessuna difficoltà, appoggio il telefono alla scrivania, abbasso i pantaloni e lo slip fino le caviglie, mostrando il mio sesso, già quasi in completa erezione. Sento compiaciuto la sua esclamazione di piacere e lei stessa mi esorta a masturbarmi per lei.
«Meraviglioso! È sconvolgente, vedere come una porca come me, riesca ad eccitare un maschio maturo come te. Guarda, come mi sto bagnando».
Con una mano prende il cellulare, lo avvicina alla sua fica che è già lucida dei suoi umori. Faccio la stessa cosa anch’io: le mostro il cazzo in piena erezione, mentre lentamente me lo sego per lei. Lei rimette il cellulare appoggiato alla lampada, poi, abbassa la parte alta del vestito e scopre il suo splendido seno e, con una mano, se lo accarezza, mentre con l’altra comincia a toccarsi la figa, scoprendo il suo bottoncino gonfio; vi infila due dita dentro e dà inizio ad un progressivo dentro/fuori, che la fa subito gemere di piacere. Mi ritrovo piacevolmente coinvolto in questo gioco; mi sto eccitando nel vedere questa femmina, che sta godendo per me. Lei muove le sue mani in maniera decisa, veloce e, ben presto, raggiunge un orgasmo, che la fa tremare tutta. Chiude gli occhi, dopo aver mugolato il suo piacere e riprende a descrivere, quello che sta provando.
«Bellissimo! Mi sto eccitando tantissimo sapendo che mi stai guardando, che ti stai segando per me, anche se, adesso, vorrei averti qui per prender in bocca il tuo splendido cazzo e succhiarlo, infilandolo tutto dentro la mia gola. Mi piacerebbe anche sentirlo dentro di me che mi pompa, con forza, che mi sfonda, che mi riempie, facendomi godere tantissimo».
Si contorce per il piacere che sta provando e continua a muovere le dita nella sua fica, poi, ad un tratto, gira lo sguardo e si mette a ridere, mentre con la mano, con cui accarezzava il seno, invita qualcuno ad avvicinarsi. Vedo la sagoma di un uomo che compare al suo fianco e lei lo invita ad estrarre il suo membro, perché lei vuole succhiarlo. L’uomo apre rapidamente la patta dei pantaloni e subito affiora un membro di ottime dimensioni, anche se ancora non completamente eretto. Lei, abilmente, lo afferra, lo porta alla bocca e inizia a succhiarlo, mentre con la mano, lo tiene stretto alla base. Osservo la scena come lo spettatore di un film porno e lei, per un attimo, mentre tiene quel membro in bocca, che ora sta lentamente lievitando, gira lo sguardo verso di me. Scruto i suoi occhi felici e la sento eccitata dal gioco che stiamo facendo. Pompa velocemente quel cazzo, che ora ha raggiunto dimensioni davvero ragguardevoli e capisco perché è così brava ad ingoiare cazzi fino in gola, avendo sicuramente fatto esperienza con quel membro, che è sicuramente il doppio del mio e che lei ingoia con una facilità impressionante. Vedo la sua mano accarezzare anche le grosse palle, che ora l’uomo le offre da succhiare, e lei, con la lingua, scende lungo quell’asta poderosa e prende in bocca quelle grosse sfere, strappando all’uomo gemiti di puro piacere.
«Silvia, sei oltremodo stupenda! Sei meravigliosa! Sei la grandissima zoccola che ho sempre desiderato avere per me. Oggi mi rendo conto che non saprei decidere se è più bello scoparti e godere di tutta l'immensa libidine che sai esternare, oppure essere al posto di Luca che ha la fortuna di avere una donna meravigliosamente puttana come moglie e complice dei suoi giochi. Continua così, succhiarmi, fallo diventare grosso e duro, perché voglio sfondarti la fica da troia che ti ritrovi. Sei stupenda! La migliore succhiacazzi che abbia mai preso in bocca il mio cazzo».
L’uomo appoggia la mano sul capo di Silvia e impone il ritmo desiderato alla pompa che lei gli sta facendo, portandolo ad un livello di eccitazione superlativa. Per un attimo rifletto su quanto egli ha detto a proposito di Luca: è decisamente fortunato ad avere una compagnia come Silvia. Lei, intanto, dopo aver portato quel membro alla massima erezione, si alza in piedi e si sdraia sopra la scrivania, tenendo il telefono in mano e mostrando il viso dell’uomo che è sicuramente più anziano di me; quello ora si tuffa tra le sue cosce e inizia a leccare quella fica che emette liquidi a profusione per l'elevato livello di godimento. Lei stringe le sue gambe intorno alla testa dell’uomo che, ben presto, la porta ad avere un orgasmo, che lei esterna, urlando.
«Sei stupendo! Ohh, quella tua lingua, come la sento! Mi fai godere! Vengo! VENGO!»
Vedo il suo viso stravolto dal piacere, mentre il corpo è scosso, e vibra dal piacere che lui le sta dando succhiando la sua fica, dalla quale, sicuramente, sgorga quel nettare prelibato che l’uomo lecca avidamente: egli si sta dissetando a quella fonte di Venere, nello specifico rappresentata dal ventre di questa donna. Poi, quando lei smette di tremare, l'uomo si solleva in piedi e, impugnato il suo grosso randello, lo appoggia fra le labbra di quella figa colante e, con un affondo deciso, vi entra tutto dentro, facendole spalancare la bocca, da cui non promana alcun suono. Rimane immobile dentro di lei, che ha sollevato le gambe, poggiando i talloni alle spalle dell’uomo e questi la tiene stretta ai fianchi, mentre comincia a pomparla con decisione. Lei lo incita a scoparla ancor più forte.
«Meraviglioso! Ti sento tutto dentro, mi fa impazzire; sentire il tuo cazzo battere con forza contro il mio utero... che goduria! Sei un toro stupendo! Sei meraviglioso! Scopami, fammelo sentire tutto fino in gola! Fammi impazzire!»
L’uomo la sbatte con forza, i colpi sono tremendi e la fanno sobbalzare; poi, allunga le mani e le afferra i seni, strizzandoli con forza, strappando gemiti ancor più potenti a quella femmina stupenda, che sta godendo alla grande.
«Silvia, sei una troia meravigliosa! Sei la femmina che ogni maschio vorrebbe avere al suo fianco! Sei una zoccola! Sei la mia puttana! Ti adoro! E adesso ti sfondo tutta, poi ti riempio la fica cosicché il tuo adorato cornuto potrà leccare tutto il mio piacere, che ancora ti resterà dentro».
Gli basta poco per farla godere. Lei inarca il corpo e, con un ennesimo acuto, raggiunge un nuovo orgasmo da cardiopalma; gira lo sguardo verso il telefono e mi chiede se quello che vedo è di mio gradimento.
«Carlo, guarda, come sto godendo! Questo toro meraviglioso, mi sta sfondando la fica, ti piace? Dimmi, vorresti essere qui con me? Ti piacerebbe infilarmi il tuo cazzo in bocca, mentre sto godendo con lui? Ti sei eccitato? Ti stai segando?»
Riconosco di esser rimasto a bocca aperta a guardare quella scena follemente erotica di questa femmina che mi sta letteralmente facendo impazzire.
Prendo il telefono e mostro il mio cazzo duro, che sto segando lentamente, mentre osservo lei che gode. L’uomo, dopo averla fatta godere, si sfila da lei e la mette in piedi; poi, fattala girare di spalle e appoggiata di nuovo, piegata a 90° sulla scrivania, la penetra da dietro. Non vedo dove lo infila, ma è Silvia che, tenendo il telefono in mano, mi descrive le sensazioni che sta provando.
«Meraviglioso! Spingilo tutto dentro, spaccami il culo! Sei un toro meraviglioso, riempimi del tuo piacere».
Si piega sui gomiti, mentre cerca, se possibile, di reggere l’impeto furioso con cui lui la sta montando da dietro e, tenendo il telefono in mano, lo allunga, sotto di sé, fino a portarlo fra le sue cosce, dove ho un’immagine perfetta della sua fica, che sta schiumando, mentre lui le sfonda il culo con colpi fortissimi. Sento il classico rumore di sculacciate furiose che l’uomo le assesta, mentre la sfonda con immenso piacere.
«Troia, sei diventata una zoccola meravigliosa! Sono fiero di aver contribuito a far di te la meravigliosa puttana che sei. Ora voglio sfondare e riempire del mio piacere, ogni tuo orifizio. Vacca, godi, godi anche di culo. Una troia come te, così aperta, che gode anche dal culo».
Lei gode e alcune gocce di piacere vanno a imbrattare lo schermo del telefono e, quando lei lo riporta davanti al suo viso, per mostrarmi la maschera di piacere che è diventata, mi fa una richiesta che subito accetto.
«Carlo, avvicina il telefono al tuo cazzo».
Eseguo e immediatamente vedo la sua lingua che va leccare il suo piacere sullo schermo e, contemporaneamente, è come se stesse leccando il mio cazzo, che si trova appoggiato allo schermo del telefono. È solo una impressione visiva, ma è sufficiente a scatenare in me immenso piacere per questa sensazione, per quest’esperienza che, in vita mia, non avevo ancora provato. Il maschio, la pompa a lungo e lei gode, di un orgasmo anale, che le provoca autentici urli di piacere.
«Vengo! Ancora più forte! Sfondami il culo, che vengo! Così! Dai più forte! Vengo! Ora vengo! VENGO!»
Lui la sbatte più forte e quando lei, dopo aver goduto, rimane immobile, distesa sulla scrivania, lui sfila il cazzo dal culo e la rigira, sollevando di nuovo le sue gambe e, con un colpo deciso, lo infila di nuovo tutto dentro la fica.
«Adesso, che hai goduto come una troia, adesso voglio riempirti la fica, per fare un regalo a quel fortunato cornuto che ti aspetta a casa. Oggi come oggi, vorrei essere proprio io l’uomo che ti aspetta a casa, quindi cercherò di inondare la tua fica, il più possibile».
La pompa come una furia scatenata, lei geme e gode; volge lo sguardo, verso di me e m’implora di godere con lei, nello stesso istante in cui l'altro le inonderà il ventre. Dopo un lungo momento, in cui lui l’ha scopata furiosamente e lei ha avuto un ennesimo orgasmo, che urla con tutto il fiato che ha in gola, è questo il segnale che entrambi aspettavamo, per godere insieme a lei. Vedo l’uomo piantato immobile dentro di lei, mentre un grido esce dalla sua bocca, indice che le sta riversando dentro tutto il suo piacere. Lei gira gli occhi illanguiditi verso di me, alla ricerca del mio piacere e vede che anch’io sto eruttando tre schizzi, che approdano sul dorso della mia mano, fra le mie dita e sul mio torace. Soddisfatta, chiude gli occhi; il suo viso è come estatico, è una maschera di puro piacere. Rimaniamo tutti e tre immobili, alla ricerca del fiato che ora, è diventato, veramente corto. La prima a riprendersi è lei, che si sfila da lui e, subito, si inginocchia davanti a quel membro, che ora si sta ammosciando. Lo prende in bocca, lo lecca e lo succhia, raccogliendo fino all’ultima goccia, poi lo abbandona perfettamente nettato e si alza in piedi, stringendosi a lui.
Non vedo quello che fa, ma immagino, che lo stia baciando. L’uomo, la stringe a se, poi, si allontana, mentre lei si gira di lato ed estrae dalla sua borsa, appoggiata lì di fianco, uno slip e lo indossa, poi si siede e torna a conversare con me.
«Voglio che mi resti il suo seme dentro il più a lungo possibile. Ho goduto moltissimo, e questo era esattamente quello che volevo».
La guardo con ancora in mano il mio uccello, che dà segni di ammosciarsi.
«Mi ha fatto molto piacere godere con te. Soprattutto son contento che lui ti abbia scopato; questa sera farai felice anche il tuo uomo, quando scoprirà la sorpresa, che si trova riposta nel tuo ventre. Deve essere molto eccitante sentire il tuo racconto, sul come hai fatto godere me e l’altro».
Lei sorride divertita, poi mi spiega, che la persona con cui ha appena fatto sesso, è Dario, il padre di Lucia, nonché titolare dello studio, che egli ha affidato ad entrambe, lei e figlia. Egli si occupa soltanto di consulenze fiscali per alcune grandi aziende, che lasciano a loro tutta la parte tecnica del lavoro. È venuto in ufficio, per prendere alcuni documenti e lei, sperava, che entrasse nel suo ufficio e la trovasse mentre godeva con me, cosa che poi si è verificata.
«È un uomo stupendo; lo amo di un sentimento particolare, diverso da quello che sento per Luca. Con lui ho provato, per la prima volta, il piacere di trasgredire, di cornificare Luca, di diventare la troia che sono e, soprattutto, di godere, di quello splendido membro, che mi fa impazzire ogni volta che me lo sento affondare, dentro. Inoltre, con lui ho goduto del piacere particolare di sentirmi stretta fra altri maschi. Lui ed i suoi amici mi hanno reso una vera zoccola, aperta e sfondata in ogni buco, capace di ingoiare i loro cazzi, e di godere fra le loro braccia.
Con Luca, però, è diverso ed è per questo che so quanto sia importante per me. Lui è il mio uomo, è la persona che più amo in assoluto, l’unico essere che mi fa impazzire, quando mi guarda far la troia con un altro uomo. È stata proprio l’esperienza vissuta con Dario ed i suoi amici, che mi hanno fatto capire quanto fosse importante sentire lo sguardo di Luca addosso, quando altri maschi mi scopano. Se lui non mi guarda, io non godo. Potrei scopare per ore, senza mai venire, mentre, sotto il suo sguardo, godo in maniera sconvolgente, come hai potuto constatare, sia domenica, che ora».
La guardo per un attimo, cerco di capire.
«Si, ho visto quanto hai goduto sia domenica che oggi, ma, questa volta il tuo uomo dovrà accontentarsi del tuo racconto».
Lei mi sorride divertita, poi allunga la mano verso lo schermo del suo PC, e lo inquadra, con il telefono.
«Sei sicuro che lui non ci abbia visto godere insieme? Guarda la webcam, posta sullo schermo; come vedi ha la luce rossa accesa, indice che sta riprendendo e ho spento lo schermo per non farvi accorgere che lui ci stava guardando, utilizzando skype.
Come puoi capire, lui non si è perso un solo fotogramma di tutto quello che noi abbiamo fatto».
Sono sbalordito, basito, piacevolmente stupito di come questa femmina abbia, in un certo senso, fatto godere, contemporaneamente, tre maschi. Lei mi sorride, mi dà appuntamento per il sabato e chiude la telefonata con me. Resto immobile sulla mia poltrona, poi mi alzo, vado in bagno e mi pulisco. Mentre torno alla mia abitazione, ripenso a quanto successo e prendo atto del fatto che Silvia è, per davvero, una troia fantastica. Dentro di me, mi chiedo se la considerazione che ha fatto Dario sia giusta o sbagliata: effettivamente non mi dispiacerebbe avere una femmina così aperta e disinibita al mio fianco, una donna capace di scopare la mia mente, oltre il mio corpo. La sera, appena dopo cena, chiamo Mario; lo trovo insieme ad Anna, gli racconto il gioco fatto con Silvia e loro non ne restano sorpresi più di tanto. Sanno bene quanto sia imprevedibile una femmina così. È proprio Anna che mi spiega come sia possibile che una femmina così giovane sia diventata tanto zoccola.
«Silvia è stupenda, mi assomiglia molto, ma non è come me. Lei è una donna più moderna, ha imparato e adottato condizioni capaci di far impazzire più maschi, contemporaneamente, come, ti ha appena dimostrato. Per noi era diverso. La trasgressione dovevi viverla in prima persona, nei luoghi giusti, con le persone giuste. Loro, oggi, hanno più libertà, più mezzi a disposizione e, soprattutto, una maggior sfrontatezza che, però, li porta a vivere, tutto e subito, forse assaporando un po’ meno il piacere che ne deriva. Per noi era diverso. Il gioco ed ogni tipo di trasgressione era unica e irripetibile. Inoltre l’ammiro per la grande complicità che ha instaurato con il suo uomo. Lui impazzisce di piacere, quando lei gode fra le braccia di altre persone, indistintamente, che siano uomini o donne, ma la stessa cosa vale anche per lei, che è molto fiera, quando vede che il suo uomo fa godere un’altra donna. Avresti dovuto vedere con quale enfasi, con quale orgoglio, incitava Luca a scoparmi con forza e passione, mentre io le stavo leccando la fica e lei, teneva in bocca, il cazzo di Mario. È una femmina effettivamente stupenda e, maturando, lo diventerà ancor di più».
Chiudo la conversazione con loro, rifletto sulle parole di Anna e convengo con lei, che Silvia, nonostante la sua giovane età, è una troia sconvolgente, una femmina che ama il cazzo, che gode, sia, nel prenderlo che nel mostrare al suo uomo tutta la libidine che ci mette, nel farlo. In effetti tutto questo non avrebbe nessun senso, se non avviene sotto lo sguardo estasiato di lui e, da quello che ho capito, anche lui, prova piacere nel mostrare alla sua donna la sua bravura a far godere un’altra femmina.
Nel primo pomeriggio del sabato, mi presento a casa di Anna e Mario. È molto bello, rivedere i miei amici e, soprattutto, rivedere Anna. Nonostante sia una over anta, è una donna stupenda. L’età non ha intaccato la sua bellezza, il suo fisico tonico e, se non se ne conosce l'età, a guardarla molto attentamente, si fa quasi fatica a credere che abbia più di sessant’anni: al massimo, le verrebbero attribuiti quaranta. È questo il suo segreto. La sua bellezza, non sfiorisce nel tempo, anzi, ne accresce la classe e lo stile, che l’hanno sempre contraddistinta.
«Anna, sei meravigliosa! Sei la donna più intrigante del mondo! Il mio amico è veramente molto fortunato. Il passare del tempo non ha alcun effetto su di te, anzi, ti fa ancor più bella».
Lei sorride divertita, poi si schermisce, cercando di minimizzare, la sua bellezza.
«Carlo, sei un adorabile adulatore e bugiardo! Ti amo troppo per pensare che ti diverti a prendere in giro una povera vecchia, come me. Lascia perdere una come me e concentrati su di in una vera bellezza, come Silvia».
La stringo in un caloroso abbraccio e osservo che è veramente seducente. Indossa un vestito molto leggero, decisamente estivo, che lascia scoperta la parte superiore del corpo; scende ai lati, fasciandola e, poi, si apre in basso, in una gonna ampia e svolazzante. Insieme usciamo dalla loro abitazione e, percorsi pochi passi a piedi, ci ritroviamo davanti ad una splendida palazzina di tre piani, perfettamente ristrutturata; lei suona al citofono e subito sento la voce di Luca, che ci invita a salire. Pochi minuti e ci ritroviamo nel loro appartamento. Splendido, perfettamente arredato, curato in ogni dettaglio; rispecchia lo stile e la classe della coppia che lo abita e, in particolare, l'impronta e la femminilità di Silvia.
Luca ci accoglie con un caloroso abbraccio, poi, ad un tratto, sentiamo un ticchettio di sandali dietro di noi e, quando mi giro, mi trovo davanti quella splendida creatura che è Silvia. Indossa un vestito di lino azzurro chiaro e dei sandali, dello stesso colore, dal tacco a spillo, che è sicuramente oltre i 10 cm. Leggermente truccata, emana fascino e classe. Saluta i miei amici, poi si gira verso di me e mi viene incontro, mi abbraccia, stringendo il suo corpo al mio e mi guarda dritto negli occhi. Il suo sorriso è malizioso, come la sua voce.
«Adorabile porcello, finalmente, ho il piacere di stringermi ancora fra le tue braccia. Anche se oggi dovrò condividerti con queste altre tre zoccolette, sia ben chiaro, che la tua sola presenza mi mette il fuoco dentro».
Guardo Luca, che ride divertito, mentre fa un cenno d’intesa con Mario, che sembra condividere lo stesso pensiero.
«Oggi, sarà una festa speciale; cinque anni di matrimonio, di quel trio speciale, eppure, sembra, che si siano sposati ieri, da quanto si mostrano innamorati. Nemmeno due figli hanno intaccato la bellezza di quella donna, ma, soprattutto, è sconvolgente la loro complicità. È una femmina che sa far impazzire un uomo, o meglio, ne fa impazzire due, utilizzandone un terzo!»
Tutti e cinque ci rechiamo in quella parte della città molto esclusiva e, giunti all’ingresso, solo io devo declinare le mie generalità al sorvegliante che, dopo aver chiamato in villa, mi autorizza ad entrare, insieme, alle altre quattro persone, che lui ben conosce. Giunti a destinazione, ci viene incontro Alberto, che fa gli onori di casa. Indossa, un semplice accappatoio e, appena dentro quella splendida villa, ci invita a metterci libertà, in quanto la festa si svolgerà fra la piscina e il giardino, dove ognuno è libero di godere della più assoluta libertà.
Ci denudiamo rapidamente e, uscendo in giardino, mi trovo davanti, le altre persone, invitate alla festa. Gli uomini, ad eccezione, di Luca e Marco, che sfoggiano fisici giovani, sono, più o meno, nella mia stessa condizione fisica, mentre, quello che è splendidamente bello è la condizione fisica di Lucia e Stefania. La padrona di casa, nonostante, abbia avuto due gravidanze, negli ultimi cinque anni, sfoggia un fisico a dir poco invidiabile. Non ha nessun inestetismo, nessuna traccia, o quasi, delle gravidanze avute. Le sue forme sono splendidamente arrotondate, ma non è grassa, al contrario, è tonica e le sue cosce sono magnificamente affusolate e ben tornite, sormontate, da un culo che è uno spettacolo. I suoi seni, anche se hanno allattato, sono belli e gonfi, con i capezzoli pronunciati. Stefania, forse, tra le quattro è quella che sembra essere la meno bella dal punto di vista fisico. È certamente una bella donna, ma rispetto alle altre tre, è quella che appare meno avvenente, anche se il suo aspetto fisico denota una cura attenta e costante. Ha un bel seno, forse il culo un po’ grosso, mentre le cosce sono lunghe e belle. Averle viste vestite e ora trovarle davanti nude, mi fa apprezzare molto la loro bellezza. Fra tutte, indiscutibilmente, spicca, la classe di Anna. Anche la bellezza di Silvia è particolare: lei è giovane e questa condizione la rende più bella, mentre Anna, oltre ad essere, una splendida signora, ha classe, eleganza e si muove in maniera sensuale anche se spiccatamente naturale. Trascorriamo le ore più calde del pomeriggio a parlare di tante cose: lavoro, figli, economia, ma anche sesso. Fra un bagno e l’altro, il tempo scorre piacevolmente. Mi sarei aspettato quasi un’orgia, considerando che siamo sei maschi con quattro femmine, invece abbiamo passato ore gradevoli a conversare amabilmente, sorseggiando bibite fresche. Quando il sole scende oltre l’orizzonte, tutto il gruppo si raduna sotto l’immenso porticato.
Anna, che sta al mio fianco, mi spiega, che quest’insolito trio, ha festeggiato ogni anno l’anniversario di nozze, ma hanno deciso di rinnovare, ogni cinque anni, la loro promessa nuziale, ed è quello che ora si accingono a fare. Vedo Lucia al centro della scena, con ai lati, i suoi due uomini. È lei, che, dopo aver guardato in faccia tutti i presenti, si rivolge ai suoi due amori, con parole che mi lasciano non poco stupito.
«Miei adorabili cornuti, oggi, festeggiamo i nostri primi cinque anni insieme. Come cinque anni fa, io rinnovo a voi la promessa di essere la vostra adorabile puttana. Prometto, oggi come allora, di continuare a cornificarvi nei modi e nei tempi a me graditi, di provvedere ad avere sempre nel mio corpo una generosa, dose di sborra maschile, per lucidare le vostre corna. Fedele al patto, stipulato cinque anni fa, ho provveduto a generare due creature che ognuno di voi ha riconosciuto come proprie. Avendo assolto al mio compito, a partire da questo momento, sono libera di farmi ingravidare da chiunque io ritenga degno di questo compito. Chiedo a voi di rispettare il patto che avete sottoscritto, cinque anni fa, cioè quello di provvedere ad allevare la prole che il mio ventre genererà, senza pretendere di sapere da chi ne sia provenuto il seme. Non saprete mai se continuo ad adottare misure anticoncezionali, oppure sono in piena ovulazione».
Prima Marco, poi Alberto, rinnovano a Lucia, la loro promessa: completa disponibilità a rispettare gli accordi sottoscritti e di allevare, senza preferenza alcuna, qualsiasi creatura il ventre della loro donna potesse generare. Terminata la cerimonia, un breve applauso rompe il silenzio, mentre io, resto ancora più perplesso da quanto ho sentito. Silvia, che è accanto a me, esprime il suo apprezzamento nei confronti di Lucia.
«Che femmina stupenda! Una vera donna, con le palle! Invidio la sua forza, la sua determinazione, la sua capacità di dominare entrambi i maschi, soggiogandoli al suo volere. Non avrò mai una così potente capacità».
Anna, che ha notato il mio stupore, mi prende sottobraccio e, spostati di qualche passo, sottovoce, mi spiega quale sia la verità, in tutta questa faccenda.
«Non illuderti, Lucia, non si farà mai ingravidare, da nessun altro maschio. Adora quei due uomini, li ama, più della sua stessa vita e mai, al mondo, permetterà, che un altro uomo, fecondi il suo ventre. Ha fatto tutto questo ed ha pronunciato, quelle determinate parole per creare un gioco mentale, con i suoi uomini. A partire da ora, ogni volta, che essi la vedranno godere con un altro maschio, nella loro mente, comparirà insistente la domanda se, in quel momento, la loro donna, si sta facendo ingravidare da un altro. Sicuramente proveranno un misto di dolore/ piacere, di tremenda gelosia, ma, nello stesso tempo, una forte eccitazione. Inoltre, l’idea di allevare una creatura di un altro maschio, trasformandoli in due cuckold reali, dovrebbe sconvolgere, la loro mente, eccitandoli, in maniera così forte, che renderà il loro rapporto ancora più forte e bello».
Resto piacevolmente sorpreso da tutta questa complicità che, devo riconoscere, stimola la mente, oltre il corpo.
15
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3 years ago
baxi18, 55
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Con un maturo è meglio. 2° parte. una bellissima scoperta
«Che ne dici, Carlo, ti andrebbe di andarci a rinfrescare?»
È il momento più caldo della giornata e l’acqua non sembra più tanto fredda; scivoliamo lentamente fino a grande masso e lei afferra con decisione il mio membro e incomincia, lentamente, a masturbarmi. Sono in piedi davanti a lei che è appoggiata alla lieve sporgenza della roccia; ha le cosce ben aperte ed io allungo le mani, mentre, con delicatezza, prendo ad accarezzare i suoi seni, che sento turgidi e duri sotto i polpastrelli. Mi guarda con insistenza negli occhi, mentre pian piano il piacere comincia a scorrere dentro di lei. Scivolo lungo i fianchi, mi posiziono leggermente di lato e, con entrambe le mani, comincio ad accarezzare l’interno delle sue splendide cosce, risalendo sempre più, sia davanti che dietro. Passo con la mano sinistra lungo il solco delle sue natiche, le scosto leggermente fin quando, con la punta del dito indice, non sento il suo forellino che subito reagisce al massaggio, contraendosi. Anche davanti le mie dita scorrono fra le labbra della sua fica e risalgono dal basso verso l’alto, fin quando raggiungo il suo bottoncino, che stimolo con il pollice. Chiude gli occhi e si morde il labbro inferiore, mentre comincia a gemere per le mie carezze. La masturbo, le infilo due dita dentro la figa, che sento calda e vogliosa, mentre, con l’altra mano spingo il pollice dentro quel meraviglioso pertugio del suo culetto, che risponde contraendosi e stringendo il mio dito, quasi a volerlo intrappolare. Lei stringe con più forza il mio membro aumentando il ritmo della masturbazione, quasi a volermi far raggiungere subito l'orgasmo, ma io non ho nessuna fretta e muovo le mie mani con sapiente lentezza, in maniera decisa, quasi esasperante. Raggiunge un orgasmo e, dalle sue labbra esce un flebile lamento, mentre gode. Giro lo sguardo e mi rendo conto che, dalla spiaggia assolata tutti, in quel momento, stanno guardando noi due e non è necessario ricorrere a chissà quanta immaginazione per capire quello che stiamo facendo. Galvanizzato dallo spettacolo, che stiamo dando al pubblico che ci osserva, intensifico la masturbazione e, poco dopo, lei raggiunge ancora il piacere.
«Meraviglioso! Sei veramente stupendo! Ora voglio sentirti dentro di me».
Mi guarda con occhi languidi, ma io scuote la testa in senso negativo.
«Stai scherzando! Ho appena cominciato a divertirmi e tu già vorresti che ti scopi, ponendo fine a quest'idillio. Guarda verso la spiaggia: il nostro gioco è palese a tutti, quindi, prima di scoparti, come minimo voglio farti godere ancora ed ancora»
Lei si volta a guardare e i suoi occhi brillano di gioia; si è appena resa conto che noi due siamo gli interpreti di una recita che sta eccitando tutta la spiaggia. Continuo a masturbarla sempre più forte e lei continua a godere a ripetizione, fin quando, esausta mi attira verso di sé e mi bacia con passione. Stringe il suo corpo contro il mio, mentre la sua lingua impazzita entra di prepotenza nella mia bocca, alla ricerca della mia, con la quale prende a giocare. La succhia, poi, quando sente il mio membro premere contro la fessura della sua fica, emette un ennesimo gemito di piacere, mi morde il labbro inferiore e poi si stacca e mi implora di scoparla.
«Scopami! Ti voglio dentro! Voglio sentirti entrare dentro di me, fino in fondo. Voglio il tuo piacere! Voglio sentire il tuo orgasmo riempire il mio ventre, anche se siamo immersi nell’acqua».
Mi sento pienamente soddisfatto; ho portato questa femmina a desiderare di essere posseduta, ma ho ancora voglia di sentirla godere. Mi stacco da lei e la faccio sollevare sopra la roccia quel tanto che basta, perché la sua figa sia perfettamente all’altezza della mia bocca e incollo le mie labbra sul suo clitoride, succhiandolo con forza. Serra le gambe intorno alla mia testa, mentre, con entrambe le mani, cerca di contenere il mio assalto a quel piacere che presto si manifesta in un ennesimo orgasmo che la fa fremere tutta. Gode. Urla il suo piacere, ormai senza ritegno. Sento il suo corpo tremare, mentre le sue gambe mi stringono la testa con forza, quasi a voler impedire che io continui a torturare la sua fica. A fatica riesce a staccarsi da me, scivola di nuovo nell’acqua e mi cinge i fianchi con le sue gambe, mentre con entrambe le mani afferra il mio cazzo e lo punta decisa fra le labbra della sua fica. La fisso negli occhi; il suo viso è una maschera di piacere, mentre i suoi occhi mi implorano di possederla. Affondo in lei con decisione, fin quando il mio corpo non aderisce completamente al suo. Sento il mio membro farsi strada dentro di lei, che si apre e mi lascia entrare, cercando subito di apprezzare la potente penetrazione cui la sto sottoponendo. Con entrambe le mani afferro le natiche, le dilato, mentre la tiro con decisione contro di me. Resto immobile ben piantato dentro di lei, che ora mi stringe le braccia intorno al collo, mentre un lungo sospiro, seguito da un gemito di piacere, promana dalla sua bocca.
«Meraviglioso! Ti ho sentito entrare fino in fondo. Stupendo! Adesso scopami e fammi godere ancora».
Mi basta solo farla ondeggiare avanti e indietro sul mio cazzo ben piantato dentro di lei per farla godere. Ben presto raggiunge un orgasmo molto intenso, seguito subito da un altro e poi un altro ancora, fin quando la sua bocca si incolla di nuovo alla mia e mi bacia con una passione che esprime il suo incondizionato offrirsi a me. Le mie mani giocano con il suo culetto, mentre le dita si alternano a penetrare quel fiore che cede volentieri ad ogni intrusione. Dopo quel lungo bacio, lei si stacca da me e mi fissa negli occhi.
«Sei fantastico! Sono venuta tre volte, senza capire dove finiva un orgasmo e ne cominciava un altro. Adesso voglio sentire il tuo piacere dentro di me».
Sorrido e, scuotendo il capo, insisto a pomparla con forza, anche se lei, adesso, prende a contrarre i muscoli vaginali ritmicamente, con ciò stimolando e aumentando sia il mio che il suo piacere. Mi rendo conto che questa giovane femmina sa essere zoccola più di tante altre donne, con cui ho fatto sesso. Mi scopa succhiandomi il cazzo con la fica e questo è un gioco che ho sentito fare a ben poche donne, ma mai nessuna era giovane come lei. Voglio sentirla godere ancora di più, quindi cambio ritmo, cercando di contrastare in gioco muscolare che lei sta riservando al mio cazzo. Se ne rende conto, mi guarda e poi, sorridendo, mi fa un’altra proposta.
«Sei un porco! Mi fai godere come pochi sono riusciti a fare con me, di conseguenza ho deciso che voglio anche sentirti nel culo. Dai, scopami il culo, fammi godere, come lo hai fatto fino in questo momento».
Scioglie le sue gambe e si gira, appoggiando le ginocchia alla sporgenza della roccia, per posizionarsi perfettamente all’altezza del mio cazzo. Appoggio con decisione la cappella al suo grinzoso pertugio e, dopo averla afferrata per i fianchi, spingo dentro con decisione.
È un affondo lento ma deciso, che lei percepisce alla grande, traendone subito tutto il piacere possibile.
«Spingilo! Sei stupendo! Ti sento entrare, mi stai aprendo il culo magnificamente! Dai, spaccamelo! Spingilo tutto fino in fondo! Dai, fammi godere anche dal culo».
La pompo con un ritmo risoluto e costante, e lei subito comincia godere. Raggiunge ben presto un ennesimo orgasmo, anche perché con una delle mie mani libere, la masturbo torturandole il clitoride. Gode e urla di nuovo tutto il suo piacere. Mi sento pronto a godere dentro di lei, ma, ad un tratto, lei è di tutt’altro avviso. Mi ferma, si sfila e si rimette nella stessa posizione di prima, aprendo ancora di più le cosce. Mi invita a penetrarla di nuovo e a goderle dentro il ventre.
«Scopami la fica! Voglio sentire il calore del tuo piacere riempire il mio ventre. Dai, sborrami dentro!»
La penetro con un affondo secco e deciso e subito lei stringe di nuovo le sue gambe, cingendomi i fianchi. Mi blocca, mi tiene ben piantato dentro di lei, mentre ora inizia a contrarre i muscoli vaginali con intensità e velocità sempre maggiore. Sento un piacere sconvolgente avvolgere il mio membro, che viene stimolato in tutta la sua interezza. La guardo e le chiedo di godere insieme a me, con un orgasmo unico: il mio e il suo, nello stesso istante. Lei sorride, allenta leggermente la stretta delle sue cosce e questo mi permette, anche se in maniera limitata, di pomparla quel tanto che basta per farle raggiungere un ennesimo orgasmo, che lei manifesta stringendosi con forza me. Mi tiene stretto dentro di lei con le gambe e, nello stesso tempo, mi abbraccia con forza sul collo, affondando il suo viso nel mio, mentre gode e mi invita a godere con lei.
«Vieni! Ti prego, vieni! Sto godendo! IO STO GODENDO!»
Mi sento soddisfatto e mi lascio andare, scaricando dentro di lei tutto il mio piacere. Lo percepisce, mi guarda fisso negli occhi, mentre il suo corpo trema scosso dai brividi.
«Ti sento! Anche se siamo nell’acqua, ti sento dentro di me. È bellissimo! Sto godendo, insieme a te!»
Rimaniamo abbracciati, il suo corpo continua a tremare e, solo allora, mi rendo conto che stiamo in acqua da tanto tempo e, ora, il suo corpo sta tremando anche per il freddo. La guardo, mentre mi sfilo da lei che, con il viso stravolto dal piacere e con voce languida, mi supplica di uscire, perché non riesce più a resistere al freddo.
«È stato bellissimo, ma ora, ti prego, usciamo, perché comincio di nuovo a sentir freddo».
La prendo per mano e ci dirigiamo verso la spiaggia, dove Luca, l'attende in piedi con il suo telo mare pronto ad avvolgerla. Quando arriviamo sul bagnasciuga, vedo il singolo che, rimasto nei paraggi, mi osserva con il pollice destro alzato, mentre una coppia che ci ha ammirato per tutto il tempo, solleva appena le mani simulando un silenzioso applauso: Silvia se ne accorge, mi guarda e sorride compiaciuta. Mi siedo sotto l’ombrellone, mentre lei, avvolta nel suo telo mare, si distende al sole, sopra il mio telo. Vedo lo sguardo compiaciuto di Luca, mentre osservo la sua donna che cerca di riscaldarsi sotto i raggi cocenti del sole. Nella sua voce sento solo parole compiaciute.
«Dev'essersi divertita parecchio per resistere oltre due ore in acqua, con te. È stato bellissimo vedervi godere e, credo che questo spettacolo sia piaciuto a tutta la spiaggia».
Gli rivolgo uno sguardo interrogativo, mentre lui mi conferma che siamo rimasti in acqua per più di due ore. Mi giro e la guardo, mentre lei sta cercando di riscaldarsi; mi sorride ed approva l’affermazione fatta dal compagno.
«Ti assicuro, amore, che con lui ho goduto tantissimo. Tu sai quanto mi piace scopare con gente matura, ma lui, durante tutto questo tempo, ha battuto tutti gli altri. Sai bene che ho fatto sesso con gente matura, anche con più persone insieme, dove ognuno dava il meglio di sé: chi con le mani, chi con la lingua, chi con il cazzo, mentre lui mi ha fatto godere in tutti i modi, in maniera decisa ed appagante. Non mi ero nemmeno accorta che siamo rimasti in acqua tutto quel tempo, fin quando non è uscito da me e, solo allora, ho avvertito che il mio corpo si era raffreddato. È stato stupendo e non vedo l’ora di raccontare questa esperienza che ho appena vissuto».
Resta ancora un po' avvolta nel telo, poi, una volta riscaldata, si libera del telo e tutti e tre ci mettiamo distesi, con lei al centro, compiaciuta e soddisfatta per essersi esibita davanti a tutta la spiaggia. Improvvisamente il suono del suo cellulare ci distoglie lo sguardo dal sole che inizia a calare sull’orizzonte. Luca prende il cellulare e sorride divertito mentre lo porge a Silvia.
«È Anna, sicuramente vorrà sapere come ci siamo trovati su questa spiaggia».
Silvia prende il telefono e lo mette in viva voce per fare sì che tutti possiamo ascoltare la conversazione.
«Silvia, amore, ti è piaciuta la spiaggia che vi abbiamo indicato noi?»
Silvia risponde che il posto bellissimo e che, soprattutto, si è trovata benissimo. Poi Anna le spiega che, al battesimo, ha incontrato anche due coppie che lei conosce benissimo, sono Stefania e Luigi, che hanno con sé Eva, la loro meravigliosa bimba, con Marco e Lucia ed Alberto, che tiene il piccolo Michele, di quattro anni, mentre Marco tiene in braccio la piccolissima Tania, che ha appena due anni.
Silvia è piacevolmente compiaciuta da questa situazione e, dopo esser rimasta per attimo in silenzio, fa una strana richiesta alla sua amica.
«Anna, amore mio, se non sbaglio, siete nel ristorante che sta nel castello giù al lago, quindi ti chiedo una cortesia, prendi tutti ed insieme salite sulla torre e poi facciamo una video chiamata, perché voglio farti vedere una cosa veramente incredibile».
Anna accetta la richiesta di Silvia e, dopo alcuni minuti, improvvisamente il suo telefono torna di nuovo a squillare e, questa volta, è in videochiamata. Io e Luca siamo seduti dietro di lei, con le spalle appoggiate alla roccia e lei sta sdraiata in mezzo a noi due e, quando apre la videochiamata, chiede ad Anna se nota qualcosa di famigliare.
«Anna, dolcezza mia, non ti sembra che io sia in compagnia di una persona che tu dovresti conoscere benissimo?»
Anna ride divertita, mentre intorno a lei si concretizza un piccolo gruppo di persone costituito da due donne, e quattro uomini, di cui due tengono in braccio dei neonati. Anche Stefania e Lucia, restano stupite, perché non mi conoscono, ma è Silvia che riprende il dialogo.
«Non ti ringrazierò mai abbastanza, per averci indicato questa spiaggia meravigliosa, ma, soprattutto, potevi anche dirmi che è frequentata da persone veramente fantastiche».
Anna continua a ridere fra lo stupore generale, poi risponde a Silvia e, in qualche modo, cerca di dare una spiegazione anche alla comitiva sempre più sbalordita.
«Silvia sei un adorabile zoccoletta, non solo hai trovato la spiaggia, ma anche il miglior toro da monta che la frequenta. E, quanto a te, adorabile porcello, tieni presente che sono molto arrabbiata con te, anche se comprendo benissimo che alla prima occasione di libertà che hai avuto, anziché correre da una vecchia baldracca come me, sei andato a trovare una giovane troietta come quella che ti sta seduta davanti. Purtroppo l’età comincia ad avere il suo peso ed io sono già in fondo al viale del tramonto».
Immediatamente si solleva un coro di proteste e, fra loro, riconosco il mio amico Mario, che mi saluta.
«Ciao Boss! Ultimamente ti ho cercato, ma la tua adorabile segretaria, che ha una voce molto sensuale, mi ha riferito che eri molto impegnato nel lavoro. Comprendo benissimo, quindi, che, alla prima occasione, hai pensato bene di rilassarti in questo posto stupendo. Credo che la nostra amica abbia avuto un buon assaggio della tua bravura nel giocare e, soprattutto, abbia saputo esibirsi per quella femmina stupenda quale è».
Anna aggiunge un dettaglio alla conversazione.
«Mi fa piacere, vederti in sua compagnia, anche se credo che questa giovane cagnetta, nemmeno si è resa conto che razza di osso duro, ha trovato, e non sono sicura se avrà i denti giusti per rosicchiarlo».
Rispondo immediatamente ad entrambi.
«Anna, non ti permettere mai più di dire che sei una vecchia baldracca sul viale del tramonto, perché sai benissimo che una donna come te è sempre fra le mie preferite. Non sei una baldracca, né tantomeno una vecchia sul viale del tramonto, ma una splendida femmina, che sa esattamente come far impazzire un uomo a suo piacimento. Quanto alla tua amica, ha solo avuto un breve assaggio di quello che tu dici essere un osso duro da rosicchiare e, anche se ha i denti buoni, dubito che riuscirà a spolparlo come solo tu sai fare. Mi scuso con entrambi, ma, come sapete, in questi ultimi tempi rimanere in piedi è stata veramente dura».
Anna ride divertita, poi ruotando il telefono mi presenta il gruppo di persone che sono accanto a lei. Poi interviene anche Stefania, che finge in maniera divertita di riprendere Silvia.
«Immaginavo che, con una giornata stupenda come questa, saresti immediatamente andata al mare e, sicuramente, ti saresti divertita, ma da quello che mi hanno detto, Anna e Mario, sono quasi arrabbiata con te, perché sicuramente ti sei divertita molto con un maschio che qui definiscono veramente fantastico. Se non ti amassi alla follia, sarei quasi gelosa!»
Anche Lucia interviene e chiede, sia ai miei amici che sono presenti con loro, che a Silvia e Luca che sono sdraiati accanto a me, se io sono un maschio veramente intrigante e molto porco.
«Lucia, amore mio, ti assicuro che questo maialino mi ha fatto impazzire per due ore di fila, sotto lo sguardo di tutta la spiaggia e, ti assicuro, che ho goduto come poche altre volte. Non saprei dirti se fra Mario e il nostro amico, qui presente, chi dei due sia più porco e mi piacerebbe molto scoprirlo insieme a voi. Solo l’idea di essere stretta fra questi due maschi, mi fa sbrodolare abbondantemente».
Mi sento lusingato dalle parole che stanno pronunciando le donne, mentre, attraverso lo schermo, osservo il mio amico Mario che annuisce ridendo, mentre ascolta le parole che gli dice Alberto, uno dei tre maschi, quello che tiene in braccio il bimbo di nome Michele. Dopo si gira verso Lucia e gli suggerisce qualcosa all’orecchio e lei si avvicina di nuovo ad Anna e, insieme, tenendo stretta Stefania dall’altro lato del corpo, mi lanciano una richiesta difficile da rifiutare.
«C’è solo un modo per scoprirlo: invitare Carlo sabato prossimo alla piccola festicciola che faremo per festeggiare il nostro quinto anniversario di nozze. Quindi lei, signor Carlo, è pregato di accettare senza riserve».
Resto per un attimo stupito, cerco in qualche modo di rifiutare questo cortese invito.
«Non mi sembra il caso, di accettare, voi siete già un gruppo molto affiatato, complice e, soprattutto, vi conoscete da tempo mentre io, sarei solo un intruso. Non vorrei in nessun modo creare scompiglio tra voi».
Non finisco nemmeno di parlare, che Alberto prende il telefono e mi parla con un tono calmo, ma deciso.
«Prima di tutto direi che possiamo saltare il signor Carlo, e subito darci confidenzialmente del tu. Quanto al fatto che noi siamo un gruppo ben affiatato, sì, è vero, ma ti assicuro, e parlo per esperienza diretta, che vivendo un menage a trois, una ventata di aria nuova, diversa, farà solo bene. Anche se amiamo molto la nostra donna, vederla giocare con un maschio diverso, ci spronerà ad amarla ancora di più. Quindi, a meno che non ti stiamo profondamente antipatici, ci farebbe molto piacere avere la tua compagnia».
Alzo le braccia in segno di resa e prometto che il sabato successivo sarò nella loro città per partecipare a questo particolare evento. Parliamo ancora un po’, poi la telefonata viene chiusa e Silvia si allunga in mezzo a noi per rimettere il suo telefono all’interno della tasca del suo zainetto, posto di lato a noi, vicino alla roccia. Ci mettiamo di nuovo distesi, con le spalle appoggiate alla roccia mentre il sole sta quasi per toccare l’orizzonte, regalandoci un tramonto veramente stupendo. La spiaggia si va lentamente svuotando e Silvia, con la mano sinistra, mi accarezza la coscia in maniera lenta, ma, nello stesso tempo, molto sensuale e questo mi provoca un particolare piacere, perché il gioco è fatto in maniera gradevole e non aggressiva, eccitante e, nello stesso tempo, languido. Fa la stessa cosa sulla coscia del suo uomo, che poco dopo ha di nuovo il sesso in erezione, mentre il mio si sta eccitando più lentamente. Non è una competizione, ma mi rendo conto che l’età, fa la differenza. Resto immobile piacevolmente, mentre lui, invece, si gira verso di lei e le accarezza il seno; poi mette subito una mano fra le sue cosce, che lei ha provveduto a divaricare per agevolare la manovra. Mi eccita guardarli e, nello stesso tempo, mi piace la languida carezza che lei sta facendo sul mio corpo. Si gira verso di lui, lo bacia in bocca, poi scivola verso il basso e si infila quello splendido membro tutto in bocca. Lui geme di piacere nel sentire quelle labbra avvolgere il suo membro; chiude gli occhi e rovescia la testa indietro, abbandonandosi ad assaporare quelle labbra che ora gli torturano la cappella. Mi giro di lato e mi trovo davanti quella meraviglia del suo culetto, che accarezzo insinuando le dita lungo il solco delle natiche, alla ricerca di quella fonte da cui già sgorga il piacere. Quando le mie dita affondano decise dentro di lei, geme e allunga ancora di più la mano fino ad afferrare il mio membro, che ora è quasi perfettamente in tiro. Giro lo sguardo e vedo che il nostro gioco è seguito dalla coppia che, quando siamo usciti dall’acqua, ha applaudito, dal singolo che era ancora lì e da un nuovo maschio che si è avvicinato lentamente e che, ora a poca distanza da noi, ci osserva, mentre offriamo loro uno spettacolo veramente intrigante.
Silvia gode sollecitata dalle mie dita, poi di colpo si gira e offre a Luca il suo favoloso fondoschiena, mentre la sua bocca, ora avida e rovente, si impossessa del mio membro. Lo serra fra le labbra, tenendo in bocca solo la punta, mentre la sua lingua impazzita mi tortura la cappella, facendomi eccitare ancora di più. Poi lentamente e con calma, lo affonda tutto in gola. Sento la sua lingua continuare a stimolare il mio cazzo, mentre lei preme con il naso contro il mio inguine. Giro lo sguardo e vedo che ora Luca si è sdraiato fra le sue cosce e lei si sfila per un attimo il mio cazzo dalla bocca e lo sollecita a leccare la sua fica.
«Bravo, leccami bene, perché sicuramente ci sarà ancora un po’ del suo seme. Sei un meraviglioso cornuto! Ti amo da impazzire, perché solo tu mi fai sentire una meravigliosa troia! Una femmina puttana! Una zoccola, capace di regalarti sempre delle corna sontuose. Ti amo! E adesso voglio godere con te. Prendimi! Fammi sentire tutto il tuo cazzo dentro di me, spingilo fino in fondo, fammi sentire la tua troia! La tua donna! La tua puttana!»
La osservo piacevolmente stupito, mentre lei affonda di nuovo il mio membro, ora teso e duro, tutto dentro la bocca. Lui la penetra con un affondo secco e deciso, la tiene stretta per i fianchi e risponde a tono alle sue parole.
«Sei una puttana! Sei la mia puttana! Una zoccola stupenda! Una vacca capace di far godere qualunque maschio. Ti amo da morire! Ti amo perché solo tu sei capace di sconvolgere la mia mente, di riempire la mia fronte di corna, di essere così sconvolgente e puttana!»
Mi rendo conto, che l’intesa in questa coppia è fortissima, la complicità è al massimo e l’intesa è totale. Solo quando si hanno queste tre componenti insieme, così decisamente forti, la coppia è capace di vivere momenti sconvolgenti. Lui la sbatte con colpi fortissimi e, ad ogni affondo, lei infila sempre di più il mio cazzo in bocca. Lo trattiene dentro la gola restando immobile, e resistendo a lungo a questa intrusione. Poi se lo sfila, si gira verso di lui e gli fa un’ennesima richiesta.
«Amore, mettilo nel culo, perché voglio godermi quest’altro davanti».
Lui si sfila da lei e lo affonda di nuovo dentro quel meraviglioso culetto, che lo riceve senza nessun problema, poi la tiene stretta per i fianchi e si sdraia supino attirandola sopra di sé. Io allargo le cosce e mi inginocchio fra le gambe di Luca, mentre lei afferra il mio membro e lo guida decisa fra le labbra della sua figa, da cui sgorga piacere allo stato puro. Appena sente che sto entrando dentro di lei, solleva le gambe e le annoda dietro di me, mentre con le braccia mi stringe sul collo e mi attira sul suo corpo. Scivolo dentro di lei che si dilata il più possibile per ricevermi, mentre sento, attraverso la sottile membrana che divide i due canali, il cazzo di lui ben piantato nel suo culetto. Quando il mio corpo aderisce al suo, incominciamo a muoverci lentamente, mentre lei prende a godere, gemendo sempre più forte. Il primo orgasmo la fa tremare tutta, mentre Luca ha sollevato le braccia e le tortura i seni, stringendo i capezzoli fra le dita. La coppia che ci osserva, si è avvicinata ed è a pochi passi da noi, e la donna, inginocchiata di lato al suo uomo, che tiene il cazzo duro in mano, lo sega lentamente proseguendo ad guardare con molta attenzione.
Anche il singolo che, per tutto il giorno, è stato ad osservarci sulla spiaggia, ora si è avvicinato, mentre l’ultimo sopraggiunto, prova ad allungare una mano verso il corpo di Silvia, però il gesto eloquente di Luca lo fa desistere dal toccare la sua donna. È eccitante vedere con quanto interesse ci osservano e questo eccita anche Silvia, che si sente lusingata mentre gode fra le nostre braccia. Il singolo, ultimo arrivato, improvvisamente si masturba velocemente e con un grido soffocato schizza il suo piacere sulla sabbia, poi, con un gesto di stizza, se ne va lasciando lo spettacolo alle tre persone che ora si sono avvicinate un po' a noi. La donna della coppia, si avvicina ancor di più a Silvia e, dopo averla guardata, allunga una mano per accarezzare il suo seno. La conosco, ho avuto modo di godere con lei in passato e sono a conoscenza del fatto che prova molto piacere nel giocare anche con le donne. I suoi seni enormi, con i capezzoli adornati con dei piercing, sono alla portata della mano di Silvia, che si allunga verso di lei e, in qualche modo, li accarezza. La donna, piacevolmente invogliata dal gesto, prende a stimolare i capezzoli di Silvia, e poi, chinato il capo, ne accoglie uno in bocca e lo succhia, facendola gemere, mentre noi due continuiamo a pomparla con un ritmo costante. La mano della donna scivola verso il basso e alla ricerca del bottoncino di Silvia, lo trova e lo stuzzica, lo stimola e le provoca un orgasmo che lei esterna con tutto il fiato che ha in gola. Quell’intenso piacere porta anche Luca a godere dentro la sua donna e, con un grido sommesso, si svuota dentro di lei. Resto immobile, mentre lui la fa sollevare, si sfila da sotto per poi inginocchiarsi di lato, mentre io continuo a restare ben piantato dentro di lei e a pomparla con calma, senza fretta. Lui le offre il suo cazzo da leccare, cosa che Silvia fa immediatamente, ed è subito aiutata dalla donna che, in qualche modo, collabora con lei a ripulire quel membro che ha appena goduto. Il marito della donna ci osserva stando in ginocchio vicino a noi, si masturba senza intervenire, mentre anche il singolo si è avvicinato e continua a masturbarsi, senza però interagire con noi, se non in maniera visiva. Dopo aver pulito il cazzo del suo uomo, Silvia si gira e bacia la donna in bocca; con essa limona per un po’, poi si stacca e mi spinge di lato, sollevando la gamba e invitando la donna a distendersi dietro di lei, per leccare il seme che sta sgorgando dal suo culetto, farcito dal cazzo del compagno. Vedo la lingua della donna indugiare sia su quel buchetto, che lungo la mia asta ogni volta che la affondo dentro il ventre di Silvia. Il marito della donna si posiziona dietro di lei e, con un affondo secco, la penetra, mentre lei lecca avidamente il culo di Silvia. Il gioco duro poco, perché l’uomo, dopo pochi colpi, viene con un grido trattenuto a stento, imitato dal singolo che, ora si è avvicinato e, senza lasciarlo presupporre, viene sui piedi della donna, che lo gratifica sollevandone uno e prendendo ad accarezzare il membro da cui ancora sgorga nettare bianco. Durante tutto questo tempo ho continuato a scopare Silvia con un ritmo costante, facendola ancora godere e lei ora mi chiede di venire ancora dentro di lei. La guardo e le spiego che non sarà così facile.
«Come ti ha detto la mia amica Anna, sono un osso duro da rodere, quindi se vuoi ancora il mio piacere te lo devi sudare fino all’ultima goccia».
Mi osserva quasi stupita, mentre io continuo a sbatterla, facendola godere ancora. Dopo quest’ennesimo orgasmo lei si sfila da me e mi fa sedere con le spalle appoggiate alla roccia; poi, quasi inginocchiata fra le mie gambe, si abbassa, prende il mio cazzo in bocca e inizia uno dei pompini più belli che abbia mai ricevuto in vita mia. Lo succhia in punta, mentre con la mano mi sega lungo l’asta velocemente e, ogni tanto, lo affonda in gola. Succhia con forza, poi sputa sulla cappella e con la mano spalma la saliva lungo il tronco come a voler lubrificare il mio cazzo. Ripete il gioco sempre più velocemente, succhiandolo sempre più; ben presto mi rendo conto che, di questo passo, riuscirà a farmi sborrare ancora una volta. Anche lei ne è consapevole e sa che questa sia la strada giusta per avere il mio piacere. Ad un tratto se lo infila in bocca e, serrando le labbra intorno all’asta, lo pompa e lo succhia, muovendo la testa su e giù, sempre più in fretta e con sempre più forza. Sento il piacere esplodere nella mia mente, perché la stimolazione che ricevo è talmente bella e intensa, che solo poche volte ho provato in vita mia. Le appoggio la mano sulla testa e lei solleva lo sguardo; i suoi occhi sono lo specchio della felicità, si è resa conto che, da lì a breve, avrà il mio piacere nella sua bocca. Allunga la mano, mi accarezza le palle, con un movimento lento, molto stimolante, e quando sente che il mio piacere sta per inondarle la bocca, lo sfila, tenendo il cazzo ben stretto sulle labbra, solo sulla punta. Esplodo nella sua bocca quasi in maniera imprevista e lei lecca e succhia tutto il nettare che sta sgorgando dal mio membro e, dopo averlo pulito e lucidato ben bene, fino all’ultima goccia, si stacca da me, si gira verso la donna e, dopo averle posto una mano dietro la nuca, l'attira a sé e la bacia con passione, scambiando nella sua bocca il seme che ha avuto dal mio membro. Si baciano e si scambiano lo sperma nelle bocche ancora per un poco, poi lei, quasi sfinita, si appoggia a me e si complimenta per la mia notevole resistenza.
«Accidenti! Se resistevi solo un minuto in più, avrei dovuto gettare la spugna. Presumo di esser brava nel succhiare il cazzo, ma, accidenti, sei davvero un osso duro!»
Ridiamo tutti di gusto, poi la coppia ci saluta e anche noi iniziammo a raccogliere le nostre cose e ci scambiamo i nostri recapiti, con la promessa di sentirci in settimana per definire i dettagli della mia partecipazione alla loro festa. Ci salutiamo nel parcheggio e facciamo un breve tratto di strada insieme, poi, quando le nostre strade si dividono, la mia mente torna a riflettere sulle meravigliose sensazioni che ho vissuto in questa giornata, il piacere che ho provato, ma, soprattutto, la soddisfazione nell’aver fatto godere una giovane donna, sotto lo sguardo compiaciuto del compagno e di tanta gente sconosciuta.
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3 years ago
baxi18, 55
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Calda notte in laguna a venezia
Buongiorno, mi chiamo Francesca, sono Siciliana e ho 31 anni. Questa storia che mi successe tempo fa, e che voglio raccontarvi è vera.
Sono mora, occhi verdi, capelli lunghi e lisci. Sono alta 170 cm per 55 kilogrammi. Insomma, sono una bella stangona sicula. Ho una formazione lirica, iniziata all’età di sedici anni. Sono laureata in Canto Jazz al Conservatorio di Messina, ma per arrivare dove sono adesso ho dovuto fare delle scelte coraggiose. “Ricordo che quando iniziai a lavorare come estetista, con il mio primo stipendio ripresi le lezioni di canto, pop però, ho conosciuto molta gente di supporto, che mi hanno aiutata tantissimo. Due anni dopo decisi di lasciare il lavoro per dedicarmi esclusivamente al canto. Un giorno mi è capitato di vedere sui social la sponsorizzazione del Maestro Giliberto per il suo gruppo, mi sono presentata alle audizioni e mi hanno presa. Lì ho conosciuto persone meravigliose. Purtroppo, però, quell’esperienza si è interrotta, è stato davvero un peccato. Per fortuna mi è arrivato l'invito di un provino musicale e ho accettato senza pensarci due volte”. Ne parlai con il mio fidanzato. Lui mi disse che voleva accompagnarmi a tutti i costi. Gli dissi che non c'era bisogno di accompagnarmi, e dopo un periodo di polemiche mi permise di andarci da sola. Sinceramente a questi eventi ho sempre voluto andarci da sola, altrimenti non riesco ad essere a mio agio.
L'invito in questione era che una nota compagnia lirica cercava una cantante, perciò partii da Catania per raggiungere la Laguna. Li dovevo incontrare il direttore artistico, cioè l'impresario della compagnia, il dottor Adriano Pedotti. Un avvocato con la passione per lo spettacolo. È un uomo sulla cinquantina alto, brizzolato dagli occhi di un azzurro strano quasi grigio, bel tipo limpido e scherzoso come tutti i Veneti.
Arrivata nella laguna andai nell'hotel che avevo prenotato e mi misi a riposare un po'. Quando mi svegliai mi feci una doccia e mi preparai per la serata del provino. Preparai per l'occasione reggi e mutandine nere di pizzo, e un vestino che mi arrivava fino al ginocchio. Dipinsi le unghie delle belle mani e dei miei bei piedi numero 39 con un bel smalto rosso fuoco, e mi apprestai a raggiungere l’uscita. Per fortuna il provino si teneva a solo 2 chilometri da dove alloggiavo, quindi è stato facilissimo per me raggiungerlo.
Raggiunto il teatro erano circa le 19:00 dove dovevo tenere il provino, mi accolse una segretaria al quanto anziana, così registrato i miei dati mi fece andare ad accomodare nell’anticamera. Passarono circa 15 minuti, fin quando la tipa in questione mi chiamò: «Francesca Sorbello, prego può entrare nella stanza numero 7. Mi alzai da dove ero seduta e raggiunsi la porta che la donna mi aveva appena indicato, entrai e c’erano tre persone sedute di lato di su di una scrivania.
Salutai tranquillamente: «Buonasera»
«Buonasera», mi risposero i tipi… che non mi toglievano gli occhi di dosso. «Beh, non le diciamo di presentarsi perché abbiamo visto il suo video online di presentazione più il curriculum, devo dire che ha una bella voce.
«Grazie» risposi entusiasta.
«Le chiediamo però di cantare un piccolo pezzo di Two hot Two tight.»
Feci un lungo sospiro, e acconsentii. Cantai in quel momento sentendomi libera. Mentre vedevo gli occhi di tutti e tre i giudici addosso a me, e notai anche il dottor Pedotti di lato, che mi stava mangiando con gli occhi, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Finito di cantare, dopo cinque secondi di silenzio, le persone presenti in quella sala, compreso il dott. Pedotti, mi fecero un lungo applauso.
«Brava, non possiamo negare che ci hai entusiasmato, mi disse il tizio al centro.»
«Grazie» le risposi, la notizia le arriverà a breve tra questi giorni, dopo che finiamo il giro dei provini»
Sorrisi leggermente, speravo solo di aver fatto buona impressione.
Salutai, ed uscì dalla stanza, in quell’attimo mi senti chiamare. Era il Dottor Pedotti.
«Salve, signorina Francesca complimenti» mi disse, tendendomi la mano.
Io gli porsi la mia, lui ma la baciò con sensuale galanteria, mentre alzava gli occhi per scrutare i mie esclamò: Incantato di tanta bellezza soave, inoltre ha una bella voce.
«Tentai di nascondere il mio imbarazzo misto a piacere»
Sorridendo, ed esclamando un solo: «Oh grazie.»
«Prego» mi disse lui. «Com’è stato il viaggio dalla Sicilia»
«Tranquillo, tutto sommato» risposi.
«Che ne dice se stasera, ceniamo insieme?»
A quella domanda mi bloccai per un attimo, avevo promesso al mio fidanzato che dopo il provino sarei ritornata nella mia stanza d’hotel e passare una serata con lui al telefono. È stata una di quelle rare volte che non sapevo che fare. Lui era quello che faceva girare tutto là dentro, se magari non avessi accettato l’invito sicuramente si sarebbe perso tutto quello per cui ho lottato da una vita.
In quell’attimo mi suonò il telefono all’interno della mia borsa che avevo preso dallo stanzino non appena ero uscita dal provino.
«Scusi un attimo dottore…» dissi, allontanandomi e rispondendo alla chiamata.
Era il mio fidanzato.
«Pronto ciao» le dissi.
«Ciao com’è andato il provino?»
«Sembra che sia andato tutto bene, sono rimasti entusiasti» le dissi.
«Allora ora vai in hotel?» mi disse.
«Senti…» le dissi «Qui mi hanno invitato a cena con tutti gli artisti che sono venuti a fare il provino, mi sembra brutto se non accetterei… Appena arrivò in hotel ci sentiamo, così metto anche il telefono in carica che ce l’ho scarico, ti va?»
«Va bene…» mi disse lui un po’ seccato.»
Salutai e staccai il telefono. Il dottor Pedotti, era poco distante da me che aveva sentito tutto, e mi fece un corresponsabile occhiolino. Mi sentivo al quanto perplessa in quel momento, quando notai la fede nelle dita del dottore. E anche a lui in quel momento squillò il telefono, e capì che era la moglie. Anche lui inventò la solita scusa che farà tardi a casa per via del lavoro. Finito la telefonata, volli stuzzicarlo, imitandolo, perciò le feci anche io l’occhiolino.
«Cena nel ristorante in laguna» mi disse a bassa voce. «Aspettami nel retro, prendi le scale, c’è il retro del cortile che è sempre deserto, passero io a prenderti con la macchina.»
Feci come disse il dottore, presi le scale ed arrivai nel retro-cortile ad aspettarlo.
Passarono 10 minuti, e il dottore arrivò con la sua auto. Sgranai gli occhi quando constatai che si trattava di una Lamborghini Venano Roadster, che sicuramente era una delle più costose, perché avevo visto la sua pubblicità al tg nella rubrica motori insieme al mio fidanzato e costava oltre i 7,63 milioni di euro. Il mio fidanzato come auto ha una fiat palio e a confronto a quella del dott. Pedotti non ne vale nemmeno la polvere.
Il dottore mi vede mi fa un cenno, e mi fa salire di fianco a lui.
Mi guarda con passione, e il suo occhi cade sulle mie gambe, e sui i miei piedini curati. Dicendomi che sono bellissima.
«Dove vuole che andiamo allora?» mi domanda il dottore, mentre ci allontaniamo da li.
«Non so dottore… non conosco la zona. Ci pensi lei.»
«Volentieri. Ci penso io, conosco un bel posticino.»
Sorrido, e acconsento.
«Ho letto il suo curriculum, lei è siciliana… di Catania, ma ha studiato a danza arte musica e spettacolo a Messina. Adoro la Sicilia, e le siciliane, siete calde e passionali.
Mi sento ancora una volta imbarazzata, io non dovevo essere lei, dovevo essere in albergo a parlare con il mio fidanzato. Eppure, invece sono qui, dentro questa auto, che sta sostando nel parcheggio di un grande hotel ristorante fuori Venezia.
«E lei, invece di dov’è?» le dissi «Veneto doc di Venezia?»
«Lombardo Veneto per l’esattezza… Padre Lombardo e Madre Veneta.»
«Lei, invece sicula doc?»
Io acconsenti sorridendo.
«Allora, calda e passionale come tutte le donne del sud.»
Sorrisi nuovamente, perché sinceramente non sapevo cosa dire. Era una situazione nuove, e del tutto assurda per me.
Arrivati vidi che, l’esterno era avvolto da torce infuocate che creavano un’aria al quanto piacevole. Entrammo nel ristorante, era davvero immenso, il locale a cinque stelle faceva da ristorante albergo e sala massaggi con piscine e sale svago, ottimo per le vacanze. Ci accomodammo ad un tavolo vicino alla finestra. L’interno semi buio mi aiutava a vedere un bellissimo cielo stellato con la luna che affacciava sul mare. Ordinammo da mangiare, primo, secondo e contorno, tutto a base di pesce e c’era tanto champagne. Al quinto bicchiere io ero già bella che brilla, anche se riuscivo a nasconderlo bene, contenendomi. Il dottore continuava a farmi i complenti, come fece per il resto della serata. Verso la fine sentì la sua sapiente mano, sfiorarmi le cosce, mentre tentava di salire più su cercando le mutandine. Io chiusi le gambe e gli levai la mano. Il dottore mi diede uno sguardo eccitato, e mi disse: «Ti aspetto su… nella mia stanza.»
Io le dissi: «No dottore la prego… non può chiedermi questo, forse ha capito male di me.»
«Ho capito molto bene invece. Non t’interessa se parleremo del tuo lavoro?»
In quell’istante non sapevo cosa dire, lui era una persona importante, aveva conoscenze ovunque, se avessi rifiutato di sicuro mi avrebbe rovinata, e di sicuro sputtanata con qualcuno.
Non dissi nulla, il dottore mi lasciò un foglio con sopra il codice, il numero e il piano della stanza, e lo vidi mentre prendeva l’ascensore.
Rimasi per un attimo a pensare, in quell’istante mi suonò il telefono. Era il mio fidanzato. Risposi.
«Ciao.»
«Ciao, come va? Sei ancora a cena con gli altri?» mi disse.
«Si certo, tra un po’ rientro in hotel e mi metto a dormire sono stanca, e ho il telefono che si sta scaricando» dissi, mentendo spudoratamente.
«Va bene, non preoccuparti, sono contento di averti sentito… Allora metti in carica in telefono e ci sentiremo domani quando sarai di ritorno. Buonanotte.»
«Buonanotte. A domani.»
Salutato il mio fidanzato. Sospirai, riguardai quel biglietto che mi aveva dato il dottore, mi alzai dal tavolo e presi l’ascensore. Raggiunsi il piano desiderato, trovai la porta, e digitai i numeri come scritto nel biglietto. La porta si aprì il dottore era in camicia, si era levato la giacca e la cravatta. Entrai e il dottore chiuse la porta, e mi prese la mano, e me la baciò sensualmente.
«Sapevo che saresti venuta da me» mi disse.
Inizio a baciarmi il collo sensualmente e con un po' di foga misurata di desiderio. Mi bacio le labbra e mi prese in braccio mettendomi sul letto. Si avvicinò a me, e mi guardò le gambe sollevandomi il vestito e baciò le mie cosce. Sentivo la sua bocca sulle mie gambe, e interno coscia che l’esploravano tutte, e sentivo anche la sua lingua sapiente, intenta a sostenere i miei mugolii di piacere.
Mi levò le scarpe, prese un piede tra le sue mani e me lo strinse, lo avvicino al suo petto leggermente villoso, e se lo portò tra le sue labbra baciandolo. Gemetti dal piacere e allo stesso tempo dallo stupore.
«La prego… dottore… io sono fidanzata, finiamola qui… la prego.»
Lui mi guardo eccitato fino ai massimi livelli, e mi disse: «Shhh rilassati… sei bellissima sei bella da impazzire… di sicuro se sei venuta qui da me il tuo fidanzato non riesce tanto a farti godere bene.
Rimasi in silenzio. Il dottore aveva ragione, mai il mio ragazzo mi aveva fatto eccitare così. Inoltre, il mio corpo mi tradiva alle emozioni, era già tutta bagnata.
Il dottore mi prese in bocca il mio alluce smaltato e me lo succhio avidamente.
Dicendomi: «Mm… sai proprio di Sicilia»
Gemetti come una cagna in calore…
«Umm dottore la prego così mi fai impazzire»
E quello che voglio, mi disse dopo aversi infilato tutto il piede nella mia bocca, per poi leccarmi tutta la coscia e sfilarmi le mie mutandine.
«Hai proprio una bella patatina siciliana sai…»
Me la leccò avidamente con la sua lingua esperta. Io godevo e mugolavo con non mai.
«Mi ecciti sai quando mugoli con il tuo accento siculo»
Mi fece alzare in piedi e mi levò il vestito.
«Che bel reggi nero… Ora voglio vedere le tue bocce.
«Me lo levi con grazie, la prego dottore.» dissi.
Troppo tardi ma lo aveva già strappato tutto, facendo venire la mia terza abbondante fuori.
«Che belle teton che hai Franci.»
Si avvicinò a me, infilò la testa sul mio seno leccandolo tutto, e succhiandomi i capezzoli, fino al mio sfinimento… non ne potevo più. Mi sentivo proprio una vera cagna sicula in calore.
Infilo interno un mio seno in bocca succhiandolo tutto.
Mi fece stendere sul letto e tirò fuori il suo grosso fallo, e mi disse alzati, prendimelo in bocca. Vediamo come te la cavi.
Mi avvicinai lo leccai e con la mano lo muovevo su è giù. Sinceramente era più grosso di quello del mio fidanzato. Lui me lo infilò’ in bocca dicendomi: «Apri bene, brava così.»
Mi sentivo quasi strozzare di quanto era grosso.
Finito, mi allargo le gambe, e me lo mise dentro…
Urlai alla disperata, mentre mi strizzava le tette, e lui mi cavalcava come una cavalla da monta.
Mi alzo le gambe, e mentre me lo metteva, succhiava e leccava avidamente i miei piedi. Quella posizione così, mi fece venire all’istante che schizzai… Con il mio fidanzato non avevo mai fatto prima uno squirting.
«Uhmm questa si che è una pioggerellina dorata sicula» disse il dottore ancora eccitato come un porco che non voleva altro.
«Girati, ora voglio vedere il tuo culo.»
«La prego dottore… li sono vergine… noo»
«Non te lo scoperò ti giuro»
Mi girai come aveva detto, accarezzò il mio culo, sentivo ancora caldi brividi quando me lo bacio e me lo lecco, e tra i due spazi ci sime la lingua.
«Voglio farti una domanda ora» mi disse il dottore. «Ti ha mai fatto godere così il tuo fidanzato?»
«Sinceramente no» le dissi.
«Ecco perché ho capito che avevi bisogno di svago, te lo leggo negli occhi. Oltre che voi siciliane siete le donne migliori.»
Finita la serata il dottore mi accompagnò nel mio hotel, e il mattino dopo ritornai a Catania. Nel pomeriggio vedo un messaggio sulla mia posta elettronica del dottor Pedotti. Mi dice che vorrebbe approfondire la nostra conoscenza e farmi conoscere altra gente del mestiere.
Questa storia non la sa nessuno, tanto meno il mio ragazzo. Questo è il mio segreto, perciò chiedo il vostro aiuto nei commenti. Dite che devo ancora vedere il dottore e fare le cose che lui mi propone. Oppure raccontargli tutto al mio ragazzo?
Grazie.
Francesca S.
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3 years ago
admin, 75
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Con un maturo è meglio.
Mi chiamo Carlo e sono un over 60, statura media, capelli bianchi, fisico leggermente appesantito. Sono un singolo e, dall’età di 24 anni, quando ho scoperto la trasgressione nelle calde acque delle terme di Saturnia, il sesso è stato sempre il filo conduttore della mia vita. Giocare con una donna, immersi nell’acqua, masturbarla ed essere masturbati con la presenza del marito, vicino e complice, e a volte partecipe, ha sempre suscitato in me un immenso piacere. Per alcuni anni, quello è stato il punto di riferimento per tutta la mia esperienza sessuale. Col tempo, soprattutto grazie anche al fatto di avere una buona dotazione, soprattutto di circonferenza ed una elevata resistenza, mi ha permesso di godere e far godere molte donne. Negli anni, mi sono sempre divertito a giocare con coppie e singole, con le quali ho fatto giochi di esibizionismo che, spesso e volentieri, mi sono valsi il plauso e l’ammirazione di chi, come me, ne traeva piacere. Ultimamente ho attraversato un periodo alquanto impegnativo, dove la trasgressione non è stata molto presente, anzi, per dirla tutta, è stata proprio assente. Oggi ho deciso di passare una tranquilla giornata in riva al mare, su di una spiaggetta dove si può fare tranquillamente del nudismo, senza essere disturbati. Amo venire in questo posto, perché, di solito, siamo sempre le stesse persone a frequentarla, le stesse coppie che, almeno di vista, ci conosciamo un po’ tutti e anche qualche singolo sempre in cerca di sesso trasgressivo. Oggi mi sento stanco, non fisicamente, ma mentalmente, vorrei solo rilassarmi, scaricare la mente e molteplici pensieri che mi affliggono. Passo davanti ad alcune coppie che saluto con un gesto della mano; ricambiano, poi mi sposto quasi al limite della piccola baia, dove c’è un grande masso e, dopo aver piantato il mio ombrellone e disteso il telo, mi metto nudo e procedo a spalmarmi la crema protettiva, essendo questa solo la seconda volta in quest’anno che prendo il sole. Disteso, ascolto il rumore del mare che mi rilassa i sensi e, immancabilmente, mi assopisco. Non saprei dire per quanto tempo sono rimasto addormentato, ma vengo destato dal parlare di una coppia che si sta sistemando vicino a me. Ascolto la loro inflessione e subito riconosco l’accento umbro di quei due giovani ragazzi. Lei, una biondina con i capelli lunghi legati dietro la nuca a forma di coda di cavallo, con delle splendide tette, sicuramente una terza piena. Fisicamente è molto bella, le labbra incorniciano una bocca abbastanza ampia, il ventre piatto e due splendide cosce, lunghe e affusolate, sormontate da un magnifico culetto, che lei mi mostra piegandosi a 90° per distendere il telo sulla sabbia. Prima di fare questo gesto, ho notato che lui, con un cenno del capo, le ha fatto capire che mi ero ripreso dal sonno ristoratore. È stato solo questo dettaglio ad attirare la mia attenzione e lei, prontamente, si è esibita piegandosi in modo che io potessi ammirare quello splendido capolavoro che la natura ha fatto su di lei. Lui sembra avere un bel fisico, anche se non palestrato, ma con dei muscoli ben pronunciati ed essendo già nudo, mostra, in fase di riposo, una discreta dotazione, mentre lei indossa ancora il pezzo di sotto del costume.
Entrambi sono molto giovani, l'età apparente non credo superi la trentina. Per un attimo sono quasi infastidito dalla loro presenza, soprattutto perché, con tanta spiaggia libera, sono venuti proprio a posizionarsi a pochi metri da me, poi, però, mi rendo conto che è evidente il loro interessamento nei miei confronti. Dopo essersi spalmati reciprocamente la crema, finalmente vedo lei nuda e noto che, sopra il monte di Venere, ha un piccolo triangolo di peli che rende tutto molto più intrigante. Mi alzo in piedi e, fingendo indifferenza, mi avvio verso il mare ed entro in acqua per una breve nuotata. Appena poche bracciate, poi appoggiando i piedi sul fondale, scopro di avere l’acqua fino all’altezza delle ascelle, mi giro verso la spiaggia e noto che entrambi mi osservano con estrema attenzione. Mentre sto ancora piacevolmente assaporando il fresco dell’acqua, vedo che subito quattro singoli iniziano a passeggiare davanti a loro e, addirittura, due stendono i loro teli nelle vicinanze della coppia, senza ricevere da entrambi alcuna attenzione. Indugio ancora un po' in acqua, poi, lentamente, esco e noto lo sguardo di disappunto che lei rivolge verso un singolo che, in qualche modo, ha cercato di attirare la sua attenzione. Con indifferenza, raggiungo il mio telo, mentre tre dei singoli, intuito che non sono graditi, si allontanano verso altre coppie, mentre quello più anziano, anche se più giovane di me, rimane nelle vicinanze, ma si tiene a debita distanza per non infastidire la coppia. Quando mi accingo a mettermi di nuovo disteso, è lei che viene verso di me e con un sorriso smagliante, sfoggiando il fisico stupendo, mi rivolge una domanda, che a me suona esattamente come un pretesto per attaccar bottone:
«Mi scusi, poiché lei ha appena fatto bagno, posso chiedere com'è l’acqua? Deve sapere che a me l’acqua fredda non piace».
Resto in piedi davanti a lei e, dopo aver inforcato i miei occhiali scuri, lancio una breve occhiata verso di lui, che è sdraiato supino dietro di lei e, mi osserva, con evidente curiosità, poi torno ad osservarla e, consapevole che sono l’oggetto del suo desiderio, decido di giocare un po’ con lei.
«Trovo che l’acqua sia stupenda, appena leggermente fresca, come piace a me perché desta i sensi e tonifica il corpo».
Sorride compiaciuta dalla mia risposta, poi si sdraia, quasi di lato, volgendo le spalle a lui. Anch’io mi metto disteso, leggermente appoggiato sul braccio destro, rivolto verso di lei, che ha appena inarcato la gamba destra e con un movimento lento, anche se apparentemente casuale, apre e chiude le sue cosce, mostrando, con calcolata indifferenza, la sua splendida fica. Mi godo la sua provocazione da dietro gli occhiali e, lentamente, sento crescere l’eccitazione, che mi fa indurire il membro. Lei continua nel suo gioco, passando le dita lungo il corpo, come a volerlo nettare da inesistenti granelli di sabbia. Indugia lungo i fianchi, fino alle cosce, per poi risalire ed accarezzare, in maniera lieve, il seno, che adesso mostra due capezzoli perfettamente eretti, gonfi e duri. È palese il gioco che sta facendo per farmi eccitare ed io la osservo e ne resto piacevolmente affascinato. Quando il mio membro è completamente eretto, lo accarezzo in maniera lieve con la mano, quasi a voler mostrare a lei che è riuscita nel suo intento. Improvvisamente lei si gira verso il suo lui, poi, insieme, si alzano e si dirigono verso il mare, sempre però rivolgendosi verso di me, quasi a lanciarmi l'invito a raggiungerli in acqua. Li vedo entrare in acqua e nuotare verso la fine della baia, dove c'è un'imponente scogliera. Decido di raggiungerli e, quando entro in acqua, loro si sono avvicinati ad un masso appena affiorante dal pelo dell’acqua. Nuoto mantenendomi a distanza, per non infastidire, anche se mi accorgo che non hanno perso un singolo mio movimento. Mi fermo a pochi metri da loro ed è lei che, ancora una volta, mi rivolge la parola.
«Effettivamente, è abbastanza fresca, anzi, direi freddina».
Nel parlare ha allungato un braccio verso di me, come un invito ad avvicinarmi a loro e, quando sono a breve distanza, mi accorgo che lei ora volge le spalle a lui, che la abbraccia da dietro e, nella trasparenza dell’acqua, vedo che con una mano le accarezza il seno, mentre l’altra è ben infilata fra le sue cosce e la sta masturbando. Immediatamente la mia eccitazione torna al massimo livello e, appena giungo vicino a lei, sento che la sua mano afferra con decisione il mio membro e lo sega lentamente, stringendolo, quasi a valutare la sua consistenza. Mentre tiene stretto il mio cazzo in una mano, con l’altra spostandosi un poco, afferra quello del suo uomo, e sega anche il suo che, adesso, lascia scorrere le proprie mani sul suo corpo e si dedica ai suoi splendidi seni, che stringe e ne titilla i capezzoli, ormai induriti. Senza indugio lascio scorrere la mia mano lungo la sua spina dorsale e, arrivato in fondo, inserisco un dito nel solco delle natiche, mentre lei che, si gode la mia carezza, apre un poco le cosce, per agevolare l’intrusione del mio dito nelle sue intimità. Quando il mio dito si insinua fra le labbra della sua figa, lui si sposta leggermente e, appoggiato il piede ad una sporgenza dello scoglio, fa emergere il suo corpo quel tanto che basta per posizionare il suo membro, duro e teso, all’altezza delle sue labbra. Lei lo afferra con la mano e se lo porta immediatamente alle labbra e, con la punta della lingua, comincia a leccare la grossa cappella carpendone il precum già presente per poi scendere lungo l’asta, fino a raggiungere le grosse palle, con cui gioca sia con la mano, che con la bocca. Un gemito esce dalla bocca di lui che assapora il piacere di quelle labbra calde e vogliose, mentre io ora ho infilato due dita dentro di lei e la sto masturbando velocemente, portandola ben presto a raggiungere un folle eccitazione. Mentre gode e succhia il membro del suo uomo, continua a segare il mio, stringendolo sempre con forza e muovendo la mano sempre più velocemente. Lui lascia che lei si infili in bocca buona parte del suo membro, poi appoggia le mani sulla sua nuca e glielo spinge tutto dentro, fino in gola. Lei rimane passiva e subisce il gioco, mentre lui commenta il piacere che sta provando:
«Meravigliosa! Sei, e resterai, sempre una grandissima pompinara! Una troia sublime, una succhiacazzi fantastica!»
Osservo con estremo piacere il fatto che lei, oltre ad avere tutto il membro del suo uomo completamente infilato in bocca, ha anche una notevole capacità di resistenza nel trattenerlo in bocca, nonostante le non trascurabili dimensioni. Lui, dopo averla scopata un poco in bocca, si sfila e ritorna in acqua, lasciando a me, con un gesto del capo, il suo posto, che vado immediatamente ad occupare, facendo emergere il mio corpo quel tanto che basta per presentare il mio randello a quelle labbra che adesso desidero sentire sul mio cazzo. Lei lo afferra con entrambe le mani, piegandosi leggermente in avanti, mentre lui la masturba con entrambe le mani, sia davanti che dietro, facendola mugolare di piacere a bocca piena. Sento le sue labbra che scivolano lungo il mio membro, sempre più duro e teso; sento che viene risucchiato e sparire dentro la sua gola, senza che lei dimostri difficoltà a farlo. Mentre lo tiene ben piantato dentro la bocca, sento la sua lingua muoversi lungo l’asta e procurarmi un ulteriore piacere. Mi succhia per qualche minuto, leccando e succhiando anche le mie palle, poi mi invita a tornare dentro l’acqua e appoggia il suo corpo direttamente sul mio cazzo. Sento distintamente il taglio della sua fica contro l’asta del mio membro, mentre lui, sicuramente, da dietro le sta facendo provare la stessa sensazione, spingendo il suo membro nel solco delle natiche. Stretta fra due maschi, lei vibra di piacere ed è incredibile il fatto che stia godendo solo al contatto dei nostri due cazzi, che evidentemente le fanno provare incredibili emozioni, pur senza affondare dentro di lei. Restiamo per un lungo istante tutti e tre stretti, poi è lei che decide di voler tornare sulla spiaggia. Appena usciti dall’acqua, mi rendo conto che il gioco si è interrotto, perché lei aveva realmente freddo. Vedo i suoi capezzoli davvero lividi ed intirizziti, così come sul suo corpo è evidente la sensazione del freddo, che le provoca la pelle d’oca e, finanche le labbra, sono diventate violacee. Sono palesi i brividi di freddo che scuotono il suo corpo. Subito raccolgo il mio telo e glielo sistemo sulle spalle, mentre lui fa lo stesso con l’altro telo: la sta asciugando davanti ed io, con le mani, le accarezzo le spalle e la schiena da dietro e lei ci rivolge sguardi di gratitudine.
«Accidenti, era proprio fredda! Mi dispiace, ma non sono riuscita a resistere oltre».
Dopo averla massaggiata un poco, lei si distende al sole e mi invita a stendere il mio telo accanto a lei, che ora allunga la sua mano e mi accarezza il corpo, alla ricerca del mio membro che sta di nuovo tornando in perfetta erezione. Lo afferra e lo sega lentamente, mentre lui allunga le sue mani sul corpo della sua donna e, con calma, gli accarezza i seni, stringendo i capezzoli fra le dita, facendola subito gemere di piacere. Lei apre il nuovo le cosce e, con uno sguardo languido, mi invita ad indugiare nelle sue intimità. Allungo la mano, scivolando lungo il fianco; le accarezzo la coscia sul lato interno e risalgo fin quando le mie dita entrano in contatto con la sua fica, che subito avverto essere molto calda, anzi è bollente. Indugio con il dito facendolo scivolare lungo la fessura, dal clitoride al basso, quasi a simulare una profonda leccata; lei dimostra di apprezzare, poi si gira verso il suo uomo e lo bacia con intensa passione. Li osservo mentre si baciano, e nel contempo affondo due dita dentro di lei, scoprendo che è bagnata fradicia di umori che sgorgano copiosi dal suo ventre.
Lui, dopo il bacio, si sposta leggermente indietro rispetto a lei e, sempre voltato di lato, le offre di nuovo il suo membro da succhiare, cosa che lei fa senza perder tempo, girandosi ancora di lato, verso di lui. Per me è troppo invitante la posizione di lei distesa di lato, che mi volge le spalle, e, quindi, mi distendo a rovescio, ritrovandomi con la faccia davanti a quel capolavoro di culetto e, dopo averle fatto inarcare la gamba, scivolo con la lingua lungo il solco delle natiche, mi soffermo a giocare con il suo fiorellino che, quando avverte la sollecitazione della mia lingua, subito si contrae, ma io spingo la lingua ancora più a fondo e continuo l'esplorazione lungo il taglio della fica, fino a raggiungere, con la punta della lingua, il suo bottoncino, che ora spunta tra le labbra come un piccolo fallo; subito lo stringo fra le mie labbra e lo succhio con vigore, facendola gemere di piacere. Sento il suo corpo vibrare, mentre lei è costretta a togliersi il cazzo dalla bocca e complimentarsi con me per il piacere che le stavo donando.
«Fantastico! Hai una lingua veramente fantastica! Continua così, che mi fai impazzire! Sei meraviglioso!»
Modestamente, far godere una donna utilizzando solo la lingua è sempre stato uno dei miei assi nella manica che, negli anni, si è affinato nell'uso, fornendomi svariate soddisfazioni e, sentire questo giovane corpo, fremere e vibrare di piacere per quello che le stavo facendo, eccita ulteriormente i miei sensi e nello stesso tempo mi invoglia a prodigarmi al meglio. Lecco avidamente tutto quel nettare di Venere che sta sgorgando da quella fonte di piacere, mentre lei raggiunge il primo orgasmo che la fa tremare e stringere le gambe, quasi a voler impedire che io, in qualche modo, smetta in quell'opera che la fa tanto godere. Poi, dopo un lungo istante in cui è rimasta completamente immobile, si sfila da lui e mi spinge a sdraiarmi supino, mentre lei ora sale su di me ed iniziamo un focoso 69. Mentre mi posiziono, noto che intorno a noi si è radunato un piccolo gruppo di spettatori, costituito da alcuni singoli e da una coppia che, adesso, ammirano la nostra performance. Riprendo a leccare quella figa meravigliosa da cui sgorga piacere in grande quantità, mentre lei affonda agevolmente il mio cazzo dentro la sua bocca, spingendoselo con forza dentro la gola. Lui, si inginocchia davanti a lei, e gli offre anche il suo cazzo da succhiare. Lei, famelica ed instancabilmente, alterna il mio e il suo nella bocca, continuando a segare entrambi, mentre io mi scateno per far godere ancora questa fica che mi sta, di fatto, inondando la bocca di umori. Bagno un dito e lo affondo con decisione nel suo culetto, che reagisce contraendosi, e poi si rilassa ritmicamente, assaporando il piacere di quella intrusione; intanto la mia lingua si è scatenata e tortura il suo bottoncino, facendola godere sempre più forte, finché lui, per primo e improvvisamente, le riversa in bocca tutto il suo piacere con un grido quasi soffocato.
«Accidenti! Mi stai succhiando anche l’anima, sei una troia meravigliosa! Bevi! Ingoia tutto il mio piacere! Amore mio, sei la regina delle bocchinare!»
Avverto il suo corpo tremare per il piacere che sta ricevendo in bocca e per quello che gli sto procurando io, e decido che anche lei deve raggiungere il suo piacere. Intensifico il mio lavoro con la lingua, mentre ora ho raddoppiato le dita ben piantate nel culo e, con un movimento lento, ma deciso, le muovo dentro e fuori procurandole quell’ulteriore piacere che ben presto la portano a godere con un orgasmo che lei annuncia a bocca piena.
«Vengummmmmmmmmmm! Mmmmmmmhhmm»
Sento il suo corpo tendersi, vibrare e scuotersi, mentre viene percorso da scariche di piacere che mi riversa in bocca copiosamente. Lecco e succhio tutto quel nettare, mentre lei continua a tremare e, improvvisamente, crolla su di me inerte, con il viso appoggiato al mio ventre, mentre il suo corpo resta immobile: sento solo la sua fica ancora secernere il suo piacere. Lascio per qualche istante che lei assapori l'intenso orgasmo provato, poi lui che l’aiuta a risollevarsi e, quando questo avviene, un piccolo applauso risuona intorno a noi. Mi giro e vedo che alcuni singoli hanno raggiunto, masturbandosi, anche loro il piacere ed ora cercano di far uscire le ultime gocce per mostrare a lei quanto è stato gradito lo spettacolo offerto. Lei si gira verso il suo uomo e lo bacia con passione, mentre i nostri spettatori lentamente si allontanano. Dopo l’intenso bacio con lui, lei si gira verso di me, mi guarda con occhi languidi ed il viso che è una maschera di piacere.
«Così non vale! Tu non sei neanche venuto, mentre noi abbiamo goduto entrambi».
La guardo e sorrido, poi, cercando di minimizzare, le rispondo che la giornata per me, non è ancora finita e, a meno che loro ora non vogliono andarsene, abbiamo ancora tutto il pomeriggio per rimediare. Lei mi guarda con occhi stupiti, poi si gira verso di lui che annuisce e, poi, è lei che mi risponde.
«Certo che non ce ne andiamo e ti assicuro che anche tu avrai il tuo piacere, anzi darai a me il tuo piacere».
Poi si gira verso di lui e riprende un discorso che probabilmente loro stavano già facendo.
«Come ti avevo detto, amore, con una persona matura ti diverti sempre e questo qui, mi sembra che sia veramente esperto, ma soprattutto sia un gran porco, quasi quanto te».
Sorrido compiaciuto, poi allunga una mano e, anche se sembra strano, mi presento.
«Piacere, io sono Carlo e non so quanto sia porco lui, ma ti assicuro che io sono oltre quarant’anni che mi diverto a giocare con donne o coppie che vogliono trasgredire».
Lei ride divertita, mentre lui, per primo, allunga la mano verso di me e fa le presentazioni.
«Piacere, io sono Luca e lei è Silvia. Per quanto possa sembrarti strano, noi due abbiamo già una discreta esperienza con persone mature, con le quali abbiamo giocato e vissuto meravigliose esperienze. Lei poi, oltre a questo, ha anche frequentato una scuola per puttane e, come avrai potuto constatare, quando lo prende in bocca è difficile resisterle, quindi sono sicuro che per lei, tu rappresenti una sfida e quindi ti avverto che, a questo punto, sarà lei che deciderà come e quando tu raggiungerai il tuo piacere».
Li guardo divertito. E' la prima volta che sento dire da una giovane coppia come loro che la femmina ha frequentato la scuola per puttane, e quindi chiedo discretamente qualche chiarimento e lei, dopo aver dato uno sguardo a lui, mi elargisce le sue spiegazioni.
«Nonostante che io abbia appena superato i trent’anni, diciamo che in questo ultimo decennio ho vissuto esperienze alquanto gratificanti, fra le braccia di uno o più uomini, sempre, o quasi, sotto lo sguardo di lui che amo più di me stessa. Ho detto quasi, perché una volta in Olanda, ho frequentato una scuola dove si addestrano le donne ad esercitare il più antico mestiere del mondo e, anche se non ricordo piacevolmente quell’esperienza, devo ammettere che gli insegnamenti ricevuti hanno fatto di me una femmina che, quando decide di essere troia, difficilmente è seconda nessuno. Dopo quell’esperienza, la nostra vita è ripresa tranquilla e beata, come sempre, anche se non ci siamo mai sottratti ad esperienze intriganti che abbiamo vissuto sempre assieme e, soprattutto, frequentando coppie o singoli, diciamo over 50. Ci siamo sempre divertiti con le persone più mature di noi, perché voi rappresentate una vera sfida. Far eccitare un coetaneo, o un singolo di media età, è facilissimo e, nel gioco, che abbiamo appena fatto, loro sarebbero venuti come minimo due volte, mentre, con un maturo, diventa veramente intrigante farlo eccitare, soprattutto portarlo al piacere. Con una persona matura, prima gli devi scopare la mente, poi l’uccello. È tutta qui la differenza e, per questo, noi due amiamo molto giocare con persone mature».
Ho ascoltato attentamente le sue parole e ho convenuto che, effettivamente. esiste una notevole differenza fra le due cose e, sorridendo, gli ho chiesto se era sicura di riuscire a farmi raggiungere il piacere. Lui ha sorriso ed ha usato, d'istinto, una tipica frase delle sue zone.
«Tranquillo, amico, quando “Lia” decide che tu vieni, allora tu non hai scampo, perché è “Lia” che lo vuole».
Sorrido divertito, mentre lui si corregge e mi spiega che nel dialetto perugino “Lia” significa lei. Gli rispondo che lo sapevo benissimo, in quanto ho una coppia di amici che vivono nella loro città da tanti anni e questa espressione l’ho sentita più e più volte. Lei mi guarda incuriosita, e mi chiede se anche i miei amici amano frequentare questa spiaggia. Gli rispondo che sono stati loro a portarmi lì la prima volta, che essi già frequentavano da tempo e che spesso e volentieri anche loro vengono qui per rilassarsi. Aggiungo che oggi non sono presenti, perché sono impegnati con il battesimo di un loro nipote. Mi chiede in quale zona della città abitano i miei amici, e io gli rispondo che vivono in una splendida viletta a schiera, situata ai margini di uno dei tre piccoli parchi che esistono nel centro della città. Lei gira lo sguardo verso di lui e mi chiede quale sia il nome del parco e, quando io lo indico, lei sorride e dice che anche loro abitano ai margini dello stesso parco, in una delle sei palazzine che sono state interamente restaurate di recente, assieme a tutta quell’area che è stata riqualificata e trasformata in una delle zone più belle della città. Allora sono io che gli chiedo come mai sono venuti in questa spiaggia e lei mi racconta che è stato un amico di Luca, un autista di autobus con il quale è in confidenza, in quanto usa quel mezzo ogni giorno per andare al lavoro, che gli ha raccontato della presenza di questa piccola spiaggia, dove si può fare nudismo e divertirsi in maniera trasgressiva. Lo guardo con aria interrogativa, e gli chiedo se è possibile sapere il nome del suo amico, lui mi risponde che si chiama Mario. Lo guardo e gli descrivo quella persona, così lui, dopo aver guardato lei, sorride e dice che, probabilmente, stiamo parlando della stessa persona, soprattutto di una coppia fantastica, in quanto anche Silvia conosce Anna, la moglie di Mario, una lei di coppia stupenda, con cui hanno trascorso momenti indimenticabili.
«Come vedi, Luca, il mondo è piccolo e, in esso, le persone migliori prima o poi si incontrano senza dubbio».
Rido divertito, convenendo con lei che il mondo è veramente piccolo, e che, probabilmente senza saperlo, siamo amici delle stesse persone. Restiamo sdraiati a rosolarci al sole e, quando ci rendiamo conto che è già oltre mezzogiorno, accostiamo i nostri due ombrelloni al grande masso, così da avere più ombra. Proseguiamo a parlare della nostra coppia amica e scopro che la loro è un’amicizia che dura da qualche tempo, e che li ha già portati a godere intense emozioni a seguito esperienze molto intriganti. Noto con piacere che Silvia ama molto parlare della mia amica Anna e sono ormai persuaso che le due donne abbiano vissuto momenti di intimo piacere.
«Anna è una donna molto intelligente e, soprattutto, è una femmina che quando decide di essere troia, non è seconda a nessuno. Io stessa ho avuto modo di godere fra le sue braccia, ma, soprattutto, di apprendere da lei tanti piccoli dettagli, in relazione al gioco dell’esibizionismo, che mi hanno perfezionato molto. Anna sa essere naturale, sa mostrarsi con una sconvolgente indifferenza che, a volte, viene da pensare lo stia facendo inconsciamente, mentre, in realtà, è lei che si comporta in quel modo proprio per suscitare ancor più interesse e, soprattutto, per sconvolgere i maschi per cui si esibisce. Io, ad esempio, pensavo che bastava mostrare qualche parte del mio corpo in maniera succinta o provocante, per eccitare chiunque; però, osservando lei, ho capito che il suo metodo è di gran lunga più eccitante e conturbante. La sua peculiarità consiste nel fatto che lo applica, solo ed esclusivamente, quando vuole lei. Ti assicuro che questa è una cosa che eccita molto anche me, con la conseguenza che la osservo con infinita ammirazione».
Sorrido e convengo con Silvia che Anna è una donna fuori dal comune, ma soprattutto è troia solo quando lo vuole lei ed è per questo che l’ammiro, la rispetto e, soprattutto, sono fiero di essere suo amico.
«Hai ragione! Con Anna il gioco è talmente bello perché imprevedibile e, soprattutto, davvero eccitante. Ti posso assicurare che, quando decide di essere troia, diventa sconvolgente!»
Continuiamo a parlare e Luca mi racconta di come sia rimasto piacevolmente affascinato dalla classe di Anna, ma anche dall’assoluta tranquillità con cui Mario asseconda la sua donna e, nello stesso tempo, sa gode appieno dei suoi giochi, soddisfacendo i suoi desideri e, soprattutto, restandone completamente appagato. Sempre parlando, scopro che si rivedranno nei prossimi giorni, quando una loro coppia di amici festeggerà il loro quinto anniversario di nozze, e questo sarà un evento un po’ particolare, perché la coppia è in realtà un trio, formato da due uomini e una donna. Li guardo incuriosito e loro mi raccontano la storia di due amici che amano la stessa donna e lei li ricambia donandosi loro, senza riserve. Durante il viaggio di nozze è rimasta incinta di entrambi, e, per realizzare quel progetto, si è fatta penetrare contemporaneamente da entrambi i maschi, che le hanno inondato il ventre del loro seme. Inoltre, a quell'evento parteciperà anche un’altra coppia, che ha avuto il piacere di ricevere il seme di uno dei due maschi, per fecondare il ventre della femmina con molto piacere da parte del marito di lei, che non era in grado di ingravidare sua moglie. Li osservo e mi rendo conto che queste persone stanno vivendo in un modo estremamente erotico e, soprattutto, hanno intessuto una complicità sconvolgente. Sono talmente affascinato da tutto questo che, senza rendermene conto, mi ritrovo con il cazzo già duro e Silvia, dopo aver dato un’occhiata a Luca, che ha annuito favorevolmente, mi prende per mano e mi invita ad andare in acqua con lei.
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3 years ago
baxi18, 55
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Il mio primo cazzo...
Nel tempo dopo il mio dito mi sono infilato su per il buchetto molti oggetti, frutta e diverse verdure con cui godevo ma mi mancava qualcosa.
Sapevo cosa, un vero cazzo caldo e pulsante, ma non ne avevo il coraggio e la possibilità, non potevo mica affacciarmi alla finestra e urlare "c'è qualcuno che me vo' inculca' ???" e in una cittadina piccola frequentare determinati posti non si poteva.
All'epoca provai con un mensile di annunci per adulti, il mitico "Fermoposta", provai con qualche annuncio ma le risposte furono poche e deludenti.
Così tra un cetriolo e un dildo arrivò internet e arrivarono i siti d'incontri.
Mi registrai in due o tre, sempre come bisex. Ero difronte a una enorme vetrina del cazzo, con cazzi di tutte le "forme" e dimensioni, in cui potevo cercarne uno per me, il mio primo cazzo da spompinare, magari in un bel 69 e da prendere in culo, finalmente.
Alla fine la sola risposta che ricevetti fu da un cinquantenne, bisex attivo con un cazzo bello e non esageratamente grande per il mio sfintere.
Ci demmo appuntamento in una piazza e si presentò (nome inventato) Luigi, olivastro, più basso di me di una decina di cm (questi non contavano) rotondetto ma in fondo l'importante era altro.
Ero emozionatissimo ed eccitatissimo, avevo difficoltà a parlare senza tremare. Lui mi disse che aveva provato entrambi i ruoli ma che ora era solo attivo, disse che la sua prima volta fu in una vacanza sotto una doccia e che la sua passione bisex la nascondeva alla moglie etc etc.
Poi quasi balbettando gli dissi che era una prima volta e che per provare anche essere solo passivo mi andava bene e gli chiesi, emozionatissimo se aveva voglia di scoparmi, disse di si che lo voleva, stavo per venire nelle mutande....
Andammo nel mio studio dove nessuno poteva disturbarci e c'era un bel divano.
Mentre lui andò in bagno per una pipì, io con il cazzo duro e ai limiti dell'esplosione mi spogliai velocemente e mi sedetti sul divano.
Luigi arrivò, mi si mise davanti con la patta all'altezza del mio viso, si tolse la camicia e slacció la cintura facendo cadere i pantaloni rimanendo in slip, bianchi, gonfiati da un bel bozzo, misi la mano sul gonfiore e iniziai ad accarezzarlo. Lo sentivo diventare duro mentre le mie dita scorrevano sulla sua lunghezza.
Ero lì a un passo dal sogno, quindi Infilai una mano negli slip, presi quel cazzo e lo tirai fuori, duro e teso con la cappella gonfia che puntava al mio viso. La cappella in po più grossa del corpo del suo cazzo bello dritto un po tendente a destra.
Si abbasso gli slip e disse che era tutto mio e potevo farci quello che volevo, mi leccai le dita e il palmo della mano, strinsi quel pezzo di carne e iniziai a masturbarlo, lentamente, soprattutto sulla cappella facendolo mugolare. Dopo una decina di massaggi lo presi tra il police e l'indice e li spinsi verso la base del cazzo, tirai giù la pelle liberando completamente la cappella mi ci avvicinai con il viso e detti un bacio sulla punta.
Tirai fuori la lingua e leccai da sotto la cappella fino alla punta, il sapore era un po dolciastro e sapeva di bagno schiuma, mi fece tremare per l'eccitazione che aumentava.
Spalancai la bocca e ci Infilai quel cazzo tutto dentro arrivai con le labbra all'attaccatura.
Lo sentivo dentro gonfio e caldo, premeva sulla lingua e iniziai a muoverla un po, sentii un verso di piacere, apprezzava.
Iniziai a tirare indietro la testa stringendo il cazzo fra le labbra umide di saliva fino dalla base alla cappella e di nuovo avanti fino alla base, lo feci molte volte succhiando ben bene quel pezzo di carne sentendolo fremere nella mia bocca mentre Luigi accompagnava il mio movimento con una mano messa dietro la nuca e ogni tanto mi bloccava con tutto il cazzo dentro e mi chiedeva di succhiarlo "succhialo tutto bella troia" mi disse e io mi sentii una troia eccitatissima.
Glielovsucchiao così per altro tempo, poi lo tirai fuori e iniziai a masturbarlo leccandolo dalla punta alla base, la mia lingua gli girava intorno, sopra sotto, la bocca seguiva le mani su e giù leccandone ogni centimetro.
Stavo facendo il mio primo pomino e dai mormorii di piacere di Luigi pensai che ero anche bravo.
Mi divertivo come mai prima di allora, misi la cappella tra le labbra e iniziai a leccarla con la punta della lingua, gli stuzzicavo la parte sotto e la piccola apertura lì in punta mentre lo mastutbavo e iniziai a smanettare il mio. Aprivo le labbra le appoggiavo sul fianco del cazzo e andavo su e giù, poi sull'altro lato con la lingua dalle palle alla cappella, insomma anche il sesso orale con un uomo mi piaceva.
Avevo perso il senso del tempo, quindi non so per quanto lo spompinai, finché Luigi mi disse che ero una grande zoccola ma che era il momento di passare al meglio, infilare il suo cazzo nel mio buco del culo...
Gli detti un ultima leccata, andai a prendere e aprii la bustina del preservativo tremando, glielo appoggiai sulla punta, lo srotolai lentamente, fece un leggero schiocco quando passo la corona della cappella, finché non arrivai alla fine.
Presi il tubetto di vasellina e ne misi una bella striscia su tutta la sua lunghezza, poi con due dita la spalmai su tutto il preservativo abbondano sulla punta per farlo entrare meglio.
Misi altra vasellina sulle dita e la spalamai sul buco e infilando un paio di volte l'indice dentro ne lubrificai le pareti, ero pronto.
Mi girai dandogli le spalle e mi inginocchiati sul divano, appoggiando il petto sullo schienale del divano e con le mani mi allargai le chiappe mettendo in bella mostra il buco quasi-vergine, una bella pecorina pronta all'uso.
Luigi appoggió il cazzo sullo sfintere e iniziò a strusciarlo su e giù e intorno, poi si fermò al centro e ne spinse la punta appena dentro, tremavo per l'emozione e avevo il cazzo che se lo avessi toccato sarebbe esploso inondano di sperma il divano.
Chiusi gli occhi e dissi "Entra!!!"
Dette un colpo secco e la sua cappella iniziò a farsi strada dentro di me, allargando il buco e quando la parte più larga fu entrata tra le pareti dello sfintere sentì un dolore forte ma fulmineo che mi fece scappare un urletto, facendomi spostare in avanti con il culo tirando fuori quel po che era entrato.
Tutto passó in un attimo e mi riposizionai alla pecorina chiedendogli di mettermi un altro po di vasellina nel buco e in un attimo senti il suo dito spalmarla abbondante e poi infilarlo dentro per renderlo bello scivoloso. Mi eccitai ancora di più, finalmente non era il mio dito quello che sentivo entrare e uscire dal mio culo.
Mi rimisi alla pecorina, allargai le chiappe e Luigi appoggió di nuovo la punta sul buco, mi mise le mani sui fianchi e iniziò a spingerlo dentro con un movimento lento e costante.
Lo sentivo avanzare e allargare le pareti dello sfintere con la cappella e poi in attimo le sue palle toccavano le mie.
Avevo un cazzo nel culo!!!!!
Fu una sensazione stupenda molto simile a quella provata quando ci infilai per la prima volta un dito.
Dissi un siiii che bello e Luigi iniziò a tirarlo indietro pochi cm e poi dentro sbattendo il corpo sulle mie chiappe, colpo dopo colpo arrivò a tenere dentro solo la cappella e prendeva velocità, ero in estasi sentivo il piacere partire dalle pareti interne del culo e propagarsi al cazzo gonfio e al resto del corpo.
Mi stantuffava sempre più veloce e sentivo il buco adattarsi a quel pezzo di carne e lo sentiva anche lui perché di colpo tirò fuori il cazzo, allargo il buco con i pollici e lo infilò tutto in un colpo solo, sussultai un attimo ma prima di poter dire qualcosa lo rifece una, due, tre, quattro volte e la sola cosa che riuscì a dire fu "sfondami".
È lui lo fece, alternó dentro e fuori a movimenti lenti e veloci senza uscire, quando lo tirava fuori sentivo il fresco dell'aria che invadeva il mio buco bello aperto.
Io ero un fremito di piacere, sentivo le sue gocce di sudore cadermi sulle chiappe mentre lui mi penetrava e faceva gorgoglii di piacere, non aveva più parlato da quando mi aveva dato dellazoccola.
Dopo molte, tante, tantissime e fantastiche affondate gli chiesi di cambiare posizione, volevo vedere il suo cazzo mentre mi apriva il culo.
Mi girai sulla schiena e misi dei cuscini sotto al bacino così da avvicinare il buco al suo cazzo.
Mi portai le ginocchia ai lati del corpo affrendo a lui la mia apertura.
Appoggiò il cazzo sul mio buco e lentamente lo vidi sparire dentro di me, mi eccitai ancora di più.
Luigi riprese a fare dentro e fuori veloce, lento poi veloce e io godevo nel vedere e nel sentire il suo cazzo, godevo massaggiando il mio cazzo lentamente per non venire troppo presto.
Mi prese le caviglie allunganndomi le gambe fino a formare una "V" al cui vertice sentivo ritmicamente sbattere le sue palle sulla mia pelle mentre con un movimento costante e continuo entrava e usciva dal mio buco.
Mi penetró così per molto più tempo che a pecorino tanto che ormai scivolava liberente dentro e fuori e io per sentirlo un po di più, per godere un po di più, ogni tanto stringevo i muscoli dell'ano opponendo una leggera resistenza al movimento del suo cazzo.
Volevo provare il famoso "stutacandela" (lui sotto e io seduto sul suo cazzo ndr) per completare le mie fantasie, ma non feci in tempo, lui tirò fuori il cazzo dicendomi di farlo venire masturbandolo, un po deluso glielo presi in mano con il preservativo umido dei miei umori e iniziai a masturbarlo con la destra mentre con la sinistra iniziai a fare lo stesso con il mio cazzo. A lui lo masturbavo velocemente, a me cercando di fare in modo di riuscire a venire insieme a lui.
Luigi mentre la mia mano si muoveva sul suo cazzo aveva gli occhi chiusi e la bocca appena aperta e sentivo dei siiii, dei mi pice tanto fino al fatidico "vengo", rallentati il movimento e sentii la sborra scorrere lungo il suo cazzo fino a gonfiare il serbatoio in punta e più lo smanettavo più questa trabordava lungo il preservativo.
Guardando quello spettacolo il piacere arrivò al top ed esplosi anche io, un'ondata di sperma caldo mi riempi tutto l'addome.
Rimanemmo così per qualche decina di secondi, io con il suo cazzo ancora in mano che si sgonfiava lento e il mio che atterrò in una pozza di sperma, tutti e due sudati, tutti e due soddisfatti.
Sopratutto io perché avevo finalmente preso un vero cazzo sia in bocca che nel culo e che mi era piaciuto pure e contento di aver goduto tanto tanto.
Nonostante la mia disponibilità a ripetere l'esperienza quando volesse, Luigi sparì....
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3 years ago
mamau,
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto finale
Dove eravamo rimasti ? Ah, si, a QUEL Carnevale...ero solito, a carnevale, vestirmi da donna perche’ e’ una occasione per vestire con le cose che amo . Quella volta li, pero’, gia’ all’inizio faceva presagire che qualcosa sarebbe successo e questo presagire era qualcosa dentro di me, il voler “esternare” le mie voglie da troia .
Non mi vestii da infermierina o da cameriera come ero solita fare a Carnevale ( e ovviamente in tutte le mie sedute di troiaggine ), decisi per qualcosa di diverso . Avevo comperato, poco tempo prima, un paio di tutine , le “catsuit” ..ma io preferisco chiamarle tutine. Una era nera velata con effetto guepiere e calze . Aveva il classico buco ...buco che utilizzai per far uscire il cazzo in modo da essere gia’ comoda se mi scappava di fare la pipi’. Misi un paio di pantaloncini di jeans che avevo creato per l’occasione, tagliandone un paio di vecchi e li avevo tagliati in modo che una parte della natica fosse esposta . Nulla di cosi’ scabroso, perche’ la tutina aveva anche disegnata , oltre alla guepiere e alle calze, anche la mutandina . Purtroppo non avendo I seni dovetti indossare un reggiseno e I seni al silicone sotto alla tutina...tutina che avendo appunto disegnata la guepiere aveva gia’ le coppe del reggiseno...per fortuna il reggiseno vero e proprio non si notava molto perche’ era trasparente e in tulle (li ho sempre presi trasparentissimi proprio per I seni finti..) . Misi quindi un giacchino sempre di jeans e dei sandali molto aperti, con il tacco e con I lacci alla caviglia ...parruca trucco e via .
Alla fine se mi aprivo il giacchino sembrava che avessi un body, meltre la parte curiosa e’ che dai pantaloncini usciva la parte disegnata del reggicalze. Potevano essere dei collant, ce ne sono fatti cosi’ con effetto finto reggicalze (ovviamente li ho, essendo maniaca delle calze) . Mi trovai quindi col solito amico e con un’altro . Il solito amico mi disse, all’orecchio : tu sei nata per essere troia, e’ che siamo in strada altrimenti ti ficcherei il cazzo in bocca . Quella frase mi ha fatto vibrare sia mentalmente che fisicamente, avevo il cazzo che si stava svegliando per via delle libidine . Andammo in un bar e io mi recai subito in bagno perche’ lo strusciare del cazzo sui jeans mi provocavano parecchio fastidio. Essendo in tutina non avevo le mutandine ..e quindi misi il cazzo dentro alla tutina , cosi’ il buco risultava essere all’altezza , per una donna, della fica . Andammo via dal bar dopo aver bevuto un paio di cose piuttosto alcoliche..camminavamo lentamente primo perche’ non era affatto freddo anzi, secondo perche’ con I tacchi si me la cavo ma non e’ che faccio le corse. C’era parecchia gente in giro, del resto era Carnevale, e quindi nessuno si curava di come ero agghindata...nessuno a parte I due maiali ( si, perche’ uno solo non bastava…) che erano assieme a me . Complici I fumi del’alcol mi aprii il giacchino, cosi’ I due porci potettero ammirare anche I seni finti e la parte alta della tutina. Si scherzava, si rideva..alle volte mi palpavano I seni, altre volte il culo chiamandomi : bella troia ( e quando lo facevano provavo piacere ) ...era, dopotutto, Carnevale . Le cose belle, spensierate ahime’ durano poco ...e arrivo’ l’ora di rincasare . Il solito amico disse . Dai, ti accompagno ...e capii che, forse, aveva voglia di farsi succhiare il cazzo. La cosa inaspettata e’ che pure l’altro, col quale eravamo amici si, ma nulla di piu’, nessuna confidenza, nessun segreto svelato , disse : dai, vengo anche io . Arrivammo sotto casa mia, aprii la porta e li salutai e mi dissero : eh no..non hai capito. Facci entrare un attimo in androne ...io pensai : e che vogliono questi adesso ? Da uno lo capirei, non era la prima volta che gli facevo un pompino in androne di casa mia o sulle scale..ma l’altro ? Acconsentii, tanto si era amici, nulla da temere . Il solito amico mi disse ti va di succhiarmi il cazzo ? Rimasi impietrita , muta, immobile . Alla fine gli dissi : scusa, non ho capito, cos’e’ che vuoi ? Lui rispose : dai bella troia, togliti I pantaloncini e il giacchino e ciucciami il cazzo . Ero disorientata, confusa..e, comunque, eravamo tutti e 3 ancora abbastanza brilli . Gli risposi : ma come ti salta in mente ? L’altro, che fino a quel momento era rimasto zitto se ne usci’ esclamando : dai non fare l’ingenua, lo so’ che gli ciucci il cazzo quasi ogni giorno vestendoti da troia . Allora facciamo cosi’, invece di ciucciarne uno stasera ne ciucci due ! In men che non si dica avevano tirato fuori I cazzi e se li menavano, piano piano. Con quella vista io mi sciolsi...mi tolsi il giacchino e I pantaloncini e comincia ad accaerezzarmi lentamente il cazzo e il culo in modo osceno, bagnandomi le labbra. Mi feci avanti, sculettando e facendo anche un giro completo per far vedere tutta la tutina ( mostrare la lingerie ha sempre l’effetto di far rizzare I cazzi..) quindi mi inginocchiai e cominciai a leccare prima un cazzo e poi l’altro. Li tenevo in mano e metre ne leccavo uno menavo pian piano l’altro. Con I movimenti il mi cazzo strusciava sotto la tutina e il contatto col nylon mi provocaca una sensazione piacevolissima, tipo una masturbazione . Alternavo il ciucciare col leccare, tenendo ben saldi I cazzi con le mani. Sembravo davvero una troia infoiata e dissi : si siii e’ cosi’ che mi piace essere, una troia succhia cazzi...datemeli , sborratemi in bocca ! Per fortuna era molto tardi...se fosse entrato qualcuno (da quell’androne si accedevano anche ad altri appartamenti..) mi avrebbe vista li, vestita solo con la tutina sexy in ginocchio con un cazzo a sinistra e uno a destra , intenta a spompinare come la piu’ troia delle troie . Quando ci penso , anncora oggi, mi viene voglia di bere la sborra e, se non c’e’ nessuno, bevo la mia. A ogni modo, a un certo puto hanno voluto che mi alzassi e mi piegassi per continuare a succhiare cosi’, a turno, potevano palparmi il culo e le (finte) tette . Mi dimenavo, tenevo le gambe unite e alle volte le aprivo per massaggiarmi il cazzo che, diligentemente, se ne stava sotto al nylon della tutina . Alla fine il solito amico venne, riempiendomi la bocca di sborra e li, dopo neanche mezzo minuto, mentre continuavo languidamente a leccarglielo venne anche l’altro, sborrandomi in faccia e sulla tutina. Mi pulii la bocca e la faccia con un fazzolettino di carta, mentre I 2 maiali si ricomponevano. Io misi solo I pantaloncini perche’ il corpetto della tutina era sporco di sborra . Ci salutammo ma dissi al mio amico se poteva rimanere ancora un pochino, perche’ dovevo andare al bagno ma gli dovevo dire delle cose private. L’altro se ne ando’, ringraziando della serata e del “resto” . Io andai a casa, mi lavai la faccia e mi tolsi la tutina . Pensai : mi metto la tuta ? E invece indossai un paio di collant senza cuciture sul corpino che tirai ben “su’” per farli entrare nel culo, un paio di scarpe col tacco e il cinturino alla caviglia e tenni il reggiseno con I seni di silicone . Scesi piano le scale per tornare in androne in quanto appunto era molto tardi e non volevo si sentissero I tacchi. Andai verso il mio amico massaggiandomi il cazzo che, sotto al collant, era bello duro e gli dissi : non ti devo dire nulla, e’ che ho ancora voglia. Dammelo che ti sistemo ..E gli feci un’ altro pompino. Quando ebbi finito di pulirglielo con la lingua mi masturbai velocemente ( mancava davvero poco , complice lo struscio del cazzo sul collant ) e mi sborrai sulla mano, bevendo tutto e leccandomi I “baffi” . Mi disse : sei davvero una troia infoiata..e io, sculettando con una mano dentro al collant per palparmi il culo gli risposi : starei ore con un cazzo in bocca...e, tolte le scarpe, salii le scale in punta di piedi, ancheggiando. Dormii in collant...al mattino, pensando alla serata, dovetti masturbarmi e bere tutto.
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto 4
Da quel giovedi ci vedevamo quasi tutti i giorni..a volte per una oretta o due (dipendeva se la mia ragazza c’era o arrivava sul tardi) mentre altre volte ci vedevamo per dieci o venti minuti. Il mio amico ci aveva preso gusto..del resto non si poteva biasimare visto che, se ero da solo a casa, poteva passare per farsi succhiare il cazzo. La cosa ando’ avanti un bel po’..con la ragazza il rapporto fini’ e io cominciavo ad arricchire il mio guardaroba nel senso che avevo delle calze, dei reggicalze, una guepière e altre cose tra le quali una parrucca, un paio di scarpe col tacco e cinturino alla caviglia e i seni finti. Avevo anche un fallo , non molto grande e non molto grosso. Del resto li ero ancora vergine. Un pomeriggio lui venne da me e io mi feci trovare in bagno vestita con la guepière, le calze, le scarpe e la parrucca mentre mi stantuffavo nel culo il cazzo finto. Lo chiamai e gli dissi di venire pure avanti. Appena mi vide comincio’ a camminare lentamente verso di me, tirandosi fuori il cazzo. Ricordo di aver pensato : ti piace vedermi vestita cosi’...e quel pensiero stuzzico ancora di piu’ la mia voglia di essere troia. Diligentemente mi inginocchiai per suchiarglielo, continuando a scoparmi il culo col fallo di gomma e con l’altra mano a volte gli massaggiavo le palle altre volte mi toccavo uno dei seni finti, che gonfiavano di una bella terza misura il reggiseno della guepière.. proprio come facevano le donnine nei film porno. La cosa non duro’ molto , lui ansimava dicendo : sei una troia,sei proprio una troia..finche’ mi venne copiosamente in faccia e, dopo poco, venni anche io. Ormai lui aveva capito che c’era sempre una bocca pronta a prendersi cura del cazzo..cosa che sfrutto’ alla grande e per un discreto lasso di tempo...e io proprio questo volevo : fare la femmina troia, essere quell’infermiera che non perde occasione per assaporare un bel cazzo, vestita in lingerie provocante . Non c’erano baci, non c’erano carezze o tenerezze...c’era solo, da parte mia, la voglia di vestirmi da troia e di ciucciare il cazzo mentre mi masturbavo culo e uccello...e dall’altra la voglia di farsi succhiare e di poter sborrare in faccia e in bocca a qualcuno che non facesse tante storie e che lo faceva con foga e passione da porca .
Ci furono altre ragazze ma l’essere Trav in privato continuo’ ( e continua.. ) . Con quell’amico ci siamo proprio divertiti un sacco. Alle volte mi vestivo da cameriera francese, col vestitino corto che lasciava praticamente scoperto il culo quasi totalmente e ben incorniciato dal reggicalze e non ricordo quante volte, a casa mia, mentre lui guardava i film porno andavo sotto al tavolo e glielo ciucciavo. Ci fu una volta , a Carnevale, che ne dovetti ciucciare 2 e questa cosa ….ma di questo vi raccontero’ nel prossimo e ultimo episodio .
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3 years ago
Infermierina3Trav,
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto iii
Quel giovedi’, quindi, arrivammo a casa mia ( I miei non c’erano, ovviamente ) per guardare il film porno. Questo mio amico era la persona piu’ fidata che conoscevo e ci fu occasione nella quale gli confessai che, alle volte, indossavo calze o collant perche’ mi piaceva l’effetto che tali indumenti mi provocavano sulla pelle. Lui mi rispose che non c’era nulla di male, nel senso che non creavo danno a nessuno e che la sensazione piacevole poteva essere data anche da una sciarpa, per esempio...o da un maglione. Insomma mi fece capire che non stavo facendo nulla di male...certo la cosa era curiosa specialmente perche’ avevo la ragazza ma, comunque, non ci trovava nulla di male.
Eravamo seduti sul letto a guardare il film e, dopo un po’, ho notato che il suo cazzo era visibilmente in erezione perche’, seppur con I pantaloni, la cosa era ben visibile . Per me era lo stesso, complice il fatto che non avevo le mutande e ero li seduto a fianco a un maschio, a guardare un porno, con delle autoreggenti addosso ...non so’ cosa mi prese ma non ebbi vergogna e me ne uscii con : ci masturbiamo ? Lui, imbarazzato, mi fece , col capo, cenno di no. Io incalzai con : ti da fastidio se mi masturbo ? Con quella li in lingerie che ne prende due alla volta non resisto e mi devo sfogare...e lui mi fece cenno come per dirmi : fai pure . Lo tirai fuori e cominciai, piano piano, a farmi una sega..poi tirai fuori le palle e con l’altra mano me le massaggiavo, continuando a segarmi...lui non guardava o meglio, non ho mai notato uno sguardo verso di me.
Mi abbassai I pantaloni e alla vista che portavo le autoreggenti bianche, fece un sorrisino, quasi un ghigno dicendomi, pero’, che non mi stava prendendo in giro...e’ che la vista di un maschio con le calze da donna era curiosa . Gradii quello che mi aveva appena detto e ricominciai a segarmi quando struscio’ avanti e indietro un paio di volte il dorso delle dita sulla mia coscia, vicino alla balza siliconata della autoreggente dicendomi : ahh ma sono morbidissime queste calze...io cominciai a segarmi in modo furioso finche’ mi alzai e schizzai tutta la sborra che avevo nelle palle, dando le spalle al mio amico. Nel girarmi , visto che I pantaloni erano calati del tutto, feci finta di inciampare , finendo con la faccia accanto alle sue ginocchia. Immediatamente presi e gli sbottonai la patta dicendogli : ora tocca a te . Lui era impietrito, forse si era un pochino spaventato perche’ pensava cadessi e nel medesimo instante glielo stavo tirando fuori menandolo pian piano. La successione di queste cose fatte in un battibaleno non gli fecero capire che, invece, glielo volevo prendere in bocca . Un po’ tutta la situazione mi hanno portata a questo, sicche’ menandoglielo pian piano e con l’altra mano massaggiandogli le palle ho cominciato a leccare e a ciucciare la punta….il cazzo gli fremeva perche’ comunque stava guardando un film porno e c’era qualcuno che lo spompinava. Io guardavo il film, dove l’infermiera troia succhiava come una matta e guardavo il suo cazzo mentre glielo ciucciavo...mi sentivo davvero una porca e mi misi un dito nel buchetto mentre glielo succhiavo sempre piu’ forte. Sentii dirmi :"allora sei proprio troia..ahhh!" e un bel po’ di liquido caldo mi arrivo’ in bocca. Bonfonchiando e continuando un po’ a ciucciare e a leccare gli dissi : se vuoi da oggi ti faccio da infermierina...come quella del film...da quel giorno ci….ma di questo parleremo nel quarto capitolo.
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Infermierina3Trav,
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Infermierina trav : come e' cominciato. atto 2
Finirono le scuole medie e cominciarono le limonate (e non solo, anzi..) con le ragazze..passò qualche anno ulteriore e arrivo’ la ragazza fissa...ma in me il lato femminile , quello che mi faceva sentire non donna ma femmina, c’era , era sempre li. Durante le feste di Natale (io e la tizia di allora stavamo assieme gia’ da un po’) ci fu l’occasione che la tizia venne a dormire a casa mia e, come regalo di Natale, le regalai un bel reggicalze alto in vita e un paio di calze autoreggenti bianche con la riga posteriore ( le ricordo benissimo...erano le Dim Up..che ora non fanno piu’ o, perlomeno, non piu’ bianche e con la riga neanche a parlarne e presi le autoreggenti perche’ altresi’ bianche da reggicalze non si trovavano..) .
La tipa capi’ l’antifona e mi disse di uscire dalla camera e che mi avrebbe chiamato...passarono circa 10 minuti, mi sentii chiamare . Entrai e la vidi nuda, con addosso solo le calze e il reggicalze stesa a letto che si sgrillettava la fica. Inutile dire che glielo infilai direttamente in bocca (aveva una dote innata per succhiare e io imparai molto da lei..) e quella notte non dormimmo . Al mattino, visto che doveva rientrare a casa, mi disse che non poteva portare le cose che le avevo regalato a casa..chissa’ cosa avrebbero pensato I genitori...al che mi chiese di tenere il tutto nascosto in comodino. Io ovviamente acconsentii. La sera stessa (in verita’ aspettavo quel momento gia’ dal mattino) prima di dormire indossai proprio il reggicalze e le calze che la mia ragazza aveva addosso la sera prima. Non c’era pericolo di tirare qualche filo magari con un unghia rotta..ho sempre avuto cura dei miei piedini ma, comunque, feci attenzione. Vuoi prche’ le aveva indossate per farsi scopare, vuoi perche’ io amavo indossare l’intimo da donna mi ritrovai a letto che mi dimenavo, strusciandomi le gambe e masturbandomi furiosamente facendo finta di essere una donna che se lo faceva mettere dappertutto . Mi misi distesa, con le gambe stese in verticale sul muro e quando sentii che stavo per venire ribaltai le gambe all’indietro cosi’ da vernirmi in faccia e in bocca e feci finta di guardarmi dall’alto : ero li, con addosso il reggicalze e le calze della mia ragazza e con la faccia e la bocca impiastricciate di sborra. Era tardi e I miei dormivano gia’ da un po’...ma andare in bagno in calze e reggicalze per lavarmi la faccia e la paura di essere scoperto e' ststo un momento di paura e eccitazione...non tolsi calze e reggicalze perche volevo provare a dormire con quelle cose addosso. Ora mi rivolgo alle Trav : ma voi riuscite a dormire con le calze o con i collant ? Io no...e fu cosi’ che, quella notte , mi masturbai piu’ volte e ogni volta cercai di sborrarmi in bocca. Passarono alcuni giorni, ricordo bene era un giovedi e quel giovedi la mia ragazza non stava bene per via del ciclo, quindi non ci saremmo visti. Decisi di invitare a casa mia un amico per guardare un film porno visto che I miei erano fuori per delle faccende. Bisognava andare a noleggiare il film e il mio amico suono’ in anticipo. Quella notte avevo dormito ( si fa per dire ) con addosso le calze. Calze che non avevo tolto e ora , che c’e’ il mio amico che mi aspetta ? Beh, che ci vuole a togliere un paio di autoreggenti mi direte ...e invece no, non le tolsi. Mi misi I pantaloni della tuta e le scarpe da ginnastica, tanto non si vedeva nulla. Arrivammo nel videonoleggio e li, a guardare le videocassette ( c’erano ancora le vhs…) c’era, come per incanto, un bel film che parlava di una clinica “particolare” con in copertina una infermiera gia’ in lingerie. Fu un attimo, dissi al mio amico : prendiamo questo, vedrai che ci divertiamo .
E infatti fu un pomeriggio …..beh, un pomeriggio particolare...quel pomeriggio fu seguito da altri pomeriggi ...alla sera le calze le metteva la mia ragazza per fare sesso e di giorno le mettevo io, per fare l’infermierina trav….continua nel terzo capitolo .
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Infermierina3Trav,
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L'ex di mia moglie
mi ha sempre eccitato farmi raccontare da mia moglie le sue avventure da ragazza...le pomiciate con i primi fidanzatini e poi la scoperta del sesso vero con il giovane professore al liceo... era un siculo molto focoso, giovane e sposato, che tornava dalla moglie e dal figlio piccolissimo solo per le vacanze; qui invece approfittava delle allieve e delle colleghe. A quella ragazzina insegnò tutto e a me piaceva ascoltare i racconti particolareggiati del suo apprendistato, e dopo questi racconti finivamo sempre per fare all'amore in modo scatenato.
L'estate dopo la maturità lei andò con un'amica in montagna, in una piccola pensioncina di un piccolo paese. Poche stanze affittate da una famiglia del posto, composta da padre, madre e due figli, che immediatamente iniziarono a insidiare le due ragazze. Le quali non chiedevano di meglio. E fu così che il più giovane - che aveva tre anni più di loro - faceva venire quella che oggi è mia moglie nella sua stanza, mentre l'altro - di due anni più anziano del fratello - scivolava nella stanza con l'amica. E così ogni notte. I proprietari se ne accorsero perfettamente, ma gli andava bene che i due figli maschi sfogassero le loro esuberanze sessuali con le due studentesse... e loro due furono ben contente di farsi i due giovani e vogliosi contadini, vigorosi e ben dotati...
Fu un'estate indimenticabile, tanto che tornarono anche per le feste di Natale e poi anche un paio di giorni a Pasqua... quindi ci fu un'altra vacanza estiva (oramai erano iscritte all'università) in cui i giovanotti dal cazzo sempre duro ebbero modo di sfogare in tutti i modi i propri bollori, con grande soddisfazione propria e delle due fanciulle.
Dopo tanti anni, mia moglie quando mi descriveva queste avventure in ogni particolare, ancora si bagnava tutta parlando del cazzo di Tonino e di come lui fosse sempre pronto a possederla in bocca, in fica e anche in culo. Non occorre che spieghi quanto me lo facesse tirare... me la immaginavo con questo ragazzone alto e grosso, nerchiatissimo e tanto arrapato, e finivo per possederla senza ritegno.
Poco dopo il matrimonio l'avevo convinta a venire con me in un campo naturista in Croazia. mi piaceva vederla nuda e offerta agli sguardi vogliosi di tanti maschie alla sera a letto commentavamo gli uomini il cui aspetto e la cui dotazione lei aveva più apprezzato oppure quelli che l'avevano osservata di più o che magari avevano osato qualche approccio più o meno stuzzicante. Erano discorsi molto eccitanti, erano il pepe del nostro rapporto, e finivano ogni sera con una trombata.
Una mattina, seduti al chiosco sulla spiaggia, sotto l'ombrellone, notai un uomo alto e grosso, steso non lontano, all'incirca della nostra età, muscoloso, pelosetto, con un filo di pancia e un notevole battacchio, che osservava mia moglie, non le staccava gli occhi di dosso. A un certo punto si alzò, ovviamente del tutto nudo, avvicinandosi lentamente al nostro tavolino, qui si fermò:
"Chiedo scusa, ma forse lei si chiama Lalla?"
Mia moglie si girò di scatto e un sorrisone le illuminò il volto: "Toninooo!"
Lo abbracciò con grande spontaneità e lo baciò sulle guance e pure lui fece altrettanto. Notai che i seni nudi di lei avevano sfiorato lo stomaco dell'uomo.
Lo invitammo a sedere con noi e mi spiegarono entrambi che si erano conosciuti da ragazzi, io finsi di non sapere nulla e loro presero a ricordare quelle belli estati, le montagne, la pensioncina, i genitori, il fratello, l'amica... Tonino raccontò che si era sposato e aveva una figlia, ma poi si era separato ed ora viveva da solo e amava venire lì al camping naturista con il suo camper... mentre raccontava tutto questo guardava spudoratamente il corpo di mia moglie, coperto solo da un fazzoletto molto trasparente annodato attorno ai fianchi che copriva a malapena la fica e le chiappe... mentre lei lanciava di sottecchi occhiate interessate al notevole cazzo del maschio, che aveva solo posato un asciugamano per sedersi. Già da floscio aveva una buona misura, ma ora mi sembrava leggermente più rigonfio, salsiccioso, insomma un gran bel manico, con delle palle grosse e pelose. Capivo l'interesse di mia moglie.
Lo invitammo a mangiare con noi e durante il pranzo mi accorsi che, sotto al tavolo, il ginocchio di lui sfiorava quello di Lalla, sempre più insistentemente; a un certo punto la sua mano sinistra scomparve sotto al tavolo... ero certo che accarezzasse la gamba di lei. Mi alzai per andare a prendere da bere e vidi che il suo uccello si era notevolmente gonfiato. Tornai piano al tavolo, in modo da lasciarli soli a lungo. Li ritrovai sorridenti e vidi che i capezzoli di mia moglie erano ritti, duri... pensai che lui avesse approfittato per allungare la mano sotto al tavolo a toccarle la fichetta. Dopo un poco proposi che ci stendessimo al sole e mentre lui andò a prendere il suo telo per metterlo accanto ai nostri, Lalla si tolse il minipareo, esibendo le chiappe sode e la fica gonfia. Lui arrivò e la trovò così, tutta nuda e con le cosce appena appena aperte a lasciar vedere la patata dalle labbra rosee, Stese l'asciugamano accanto a lei, il suo cazzo era chiaramente barzotto, anzi decisamente gonfio. E pure il mio iniziava a gonfiarsi... Passò un po' di tempo e mia moglie propose di fare una nuotata, Tonino accettò con entusiasmo ma io dissi che sarei rimasto lì, ero impigrito... loro andarono in acqua... il manico di lui non pendeva più, ma stava quasi ritto... li vidi tuffarsi... giocavano in acqua, scherzavano ridendo... finchè Lalla uscì dall'acqua e venne a prendere il materassino gonfiabile... io le dissi che avrei dormicchiato .
Invece li osservavo da lontano, appoggiati con le braccia al materassino, anzi con un braccio solo... potevo immaginare che lui la toccasse, le palpasse la fica e lei gli prendesse in mano quel cazzo gonfio, menandoglielo... già solo sospettando che facessero così ebbi una erezione. Vidi che si allontavano sulla destra, verso la parte del campeggio, poi degli arbusti me li nascosero alla vista... Non facevo che guardare l'orologio, il tempo passava e loro non si vedevano... cazzo:, venti minuti, cazzo: mezz'ora, cazzo: un'ora, mmmmm...eccoli, finalmente... uscirono dall'acqua, lui portava il materassino... il bastone pendeva floscio, ero certo che mia moglie si era fatta sbattere da quel toro, glielo aveva succhiato, lui l'aveva buttata a terra possedendola, affondando il suo grosso cazzone da contadino nella fichetta di lei, e sapevo quanto alla mia mogliettina ingorda piacesse prenderlo alla pecorina, magari anche se lo era fatto mettere nel culo quella porca.
Finsi di aver dormito..."Mammamia, quanto sono stanca, abbiamo fatto una nuotata lunghissima! Meno male che avevo preso il materassino!" Mi prendeva pure per il culo: ipocrita!
restammo in spiaggia fin quasi al tramonto...
.Alla sera decidemmo di andare a cena tutti e tre in un grill sul mare. Noi uomini in shorts e maglietta, la mia Lalla invece aveva indossato un abitino bianco con le spalline e molto corto, aderentissimo; sotto non aveva nulla e si vedeva...trovavo che era molto più arrapante così che tutta nuda e - da come la guardava - capivo che anche Tonino lo pensava... bevemmo parecchio, lui la invitò a ballare e la stringeva stretta, le si strofinava addosso, lei lo lasciava fare e anzi si muoveva languidamente e mi sorrideva mentre si dava da fare per eccitare ancora di più quel maschio porco che non aveva certo bisogno di incitamenti, anzi ... quando tornavano al tavolo a bere lui doveva avere notato la mia inequivocabile erezione
e tornando in pista la stringeva ancora di più, baciandola sul collo e leccandoglielo.
Era tardissimo quando andammo via dal grill, non potevo non notare i capezzoloni di Lalla, durissimi, che sembrava volessero bucare il tessuto leggero dell'abitino, nè il pacco del maschio che invece sembrava dovesse far scoppiare gli shorts...eravamo tutti brilli... lungo la strada , piuttosto buia, mia moglie camminava in mezzo a noi, io la tenevo per le spalle, mentre lui la stringeva per la vita, ma ben presto mi accorsi che le aveva messo la manona sulle chiappe e gliele accarezzava... oddio quanto mi eccitava questa situazione...
Arrivati al nostro bungalow, mentre cercavo la chiave per aprire, si diedero il bacio della buonanotte, slinguandosi oscenamente davanti a me, tanto che il porco prese a palparle oscenamente le tette... io, fingendo di non vedere, proposi di bere ancora qualcosa prima di lasciarci... entrammo...
Era un monolocale, vano cucina con divanetto e lettone matrimoniale, grande portafinestra su un'ampia terrazzona... mentre loro cercavano la bottiglia ed i bicchieri, io andai a sistemarmi sulla sdraio del terrazzo e finsi di dormire, mentre lei posava il bicchierino sul tavolo accanto a me e tornava sul divanetto, accanto a lui...
"Dorme?"
"Sììì""Dài, succhiamelo!"
"Non ti è bastato questo pomeriggio?"
"Neanche a te vero? Mentre ballavamo ti strusciavi come una cagna contro il mio cazzo! lo vuoi di nuovo, eh?"
"Sì lo voglio ancora, tutto, mmm... ma parla piano, non voglio che si svegli""
"E allora? Vedrebbe che sto chiavando quella troia di sua moglie... questa bella fichetta l'hai data prima a me che a tuo marito, e anche il buco del culo, eheheh!"
"Ahh, dopo tanti anni mi hai fatto godere come una porca, di nuovo..."
"Ti piace il mio cazzo vero? dillo che ti piace quando te lo sbatto alla pecorina, come una vacca!"
"Si mi fa impazzire il tuo cazzone... toro, sei il mio toro, non ti ho mai dimenticato"
"Dài puttana, sali sopra, impalati...!"
In silenzio, dalla terrazza, li guardavo mentre lui le sfilava dalla testa il vestitino bianco--- lei era li, nuda, che si sistemava sopra il grosso cazzone di Tonino puntato contro la sua bella fichetta... si abbassava lentamente facendolo penetrare dentro e lui la palpava con quelle larghe manone, le strizzava le belle tette, le torceva i capezzoli svettanti... mentre cavalcava il suo ritrovato amante mia moglie mugugnava, sibilava, ansimava, per quanto si sforzasse non riusciva a godere in silenzio...
io mi ero calato gli shorts e mi masturbavo guardandoli nel buio, illuminati da un po' di luna e dal riflesso di un lampione del vialetto..
."Puttana! sei tutta bagnata, ti piace ah, farti sbattere!"
"Chiavami, riempimi tutta. sborrami dentro...!"
"Eccomi troia, eccomi che vengo, ti inondo, mmm"
"Lo sento tutto, stupendooo... schizzami ssììì !"
Vedevo il corpo di mia moglie sussultare, poi ergersi e infine abbandonarsi contro l'uomo, che leccava le sue tette, dopo averle sborrato nella fica... restarono così, abbracciati, il cazzo di Tonino a lungo nella fica di mia moglie... ansimavano..
.Lui bevve un altro bicchierino, poi la spinse sul lettone... guardò verso la terrazza e mi vide con gli shorts attorno alle caviglie e il cazzo duro in mano... capì al volo la situazione e si mise a parlare a voce più alta... mia moglie era stesa sul letto, le gambe divaricate..
."Quanto sei bella, sei ancora più bella, ora sei una vera femmina, voglio leccarti tutta..."
"Mmm, sììì, dimmelo ancora, dimmelo"
"Voglio leccarti questa bella fica gocciolante e morderti i capezzoli e sfondarti il culo, puttanona"
"Fallo, stallone, fallo, sono tutta tua, come allora...!"
Li vedevo a malapena, lui che le brancicava le tettone e affondava la testa fra le cosce spalancate, leccando rumorosamente la patata di mia moglie mentre lei sospirava e mugolava senza ritegno...
si erano dimenticati completamente di me.per loro io non esistevo, ma intanto avevo ripreso a menarmelo...
Dopo averla leccata per un tempo infinito, lui si spinse a cavalcioni del suo busto e le piazzò il grosso cazzo fra le tettone, lei fu pronta a stringerlo mentre lui iniziò ad andare avanti e indietro... oramai ululavano tutti e due, bestialmente..
.Ma compresi cosa volesse fare lui, quando scivolò indietro e sollevò le gambe di mia moglie, tenendola per le caviglie..
."Sììì, amore nel culo ! Spaccamelo, sfondami! Inculami bestia!"
"Troiona, ti è sempre piaciuto prenderlo in culo, ah?"
"Sììì tutto tutto.... ahhh.... è enorme!"
"Tutto tuo, troiona... Ti sfondooo, ti sventrooo!"
"SSììì, cossìììììììììììììì!!!"
Io avevo già sborrato sulla mia pancia mentre il manzo schizzava nell'ano di mia moglie... avevo goduto come mai prima...
anzi, avevamo goduto tutti e tre, ne ero certo...
mentre il bestione si abbandonava esausto sul corpo nudo di mia moglie, anch'io mi addomentai sulla sdraio...
era quasi mattina e faceva un po' fresco quando andai sul letto accanto a loro e mi riaddomentai...
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bobo45sex,
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Quando la coppia è affiatata, l’intesa è perfetta!
Piove. Sono appena uscita dall’ufficio e sto tornando a casa a piedi. Abito a poca distanza dal lavoro, ma sembra che tutto ad un tratto il cielo abbia deciso di ripetere il Diluvio Universale.
Ho un piccolo ombrello che ho viene immediatamente distrutto dal vento. Lo butto in un cassonetto e cammino sotto la pioggia. Arrivata a casa vado in bagno, esco dai vestiti completamente fradici e entro nella doccia. Il getto d’acqua tiepida colpisce i miei seni. Il tepore dell’acqua mi ricorda molto lo schizzo del seme di un maschio, farmi sborrare sul mio seno prosperoso è una cosa che mi piace moltissimo.
Sento il rivolo dell’acqua scorrere lungo il corpo, mi piego all’indietro e il tepore ora scorre fra le labbra dischiuse della mia vulva. Mi accarezzo i seni, sento i capezzoli turgidi, ho voglia di chiavare.
Con la mente ripercorro l’ultima volta che l’ho fatto: appena due giorni fa!
Ho voglia, mi sento inquieta, sento che la solita scopata forse non basta. Mi lavo, esco e mi avvolgo nella bianca spugna del mio accappatoio.
Asciugo velocemente i miei lunghi capelli e vado in cucina per vedere cosa posso fare per cena. Fra poco mio marito ed i miei figli tornano e poi devo andare a riprendere la mia piccolina che sta da mia madre: lei ha solo due anni.
Sono talmente assorta nel pensare che quasi non sento l’arrivo di Armando, mio marito. Mi abbraccia da dietro, sento il suo sesso quasi duro appoggiarsi al solco delle mie natiche:
«ummuhhhumm.. che buon profumo ha la mia donna».
Mi dice abbracciandomi forte, mi bacia sul collo, cosa che mi fa subito impazzire.
Mi rigira, bacia e poi si accorge del mio stato d’anima un po' inquieto.
Fissa i suoi occhi nei miei e vuole sapere quale sia il motivo del mio broncio.
Mi osserva e, senza aspettare una risposta, mi spinge contro il tavolo della cucina, mi gira e mi si abbassa dietro. Sento la sua lingua farsi strada fra il solco delle mie natiche, mi lecca le umide labbra, mi sto eccitando, vorrei dire che fra poco arrivano i ragazzi e rischiamo di farci “beccare ” così, ma l’eccitazione che me ne deriva da quel che sta facendo è troppo forte, lo lascio fare e, in breve, mi strappa il primo orgasmo. Vengo!
Si solleva, sento che ha armeggiato con la chiusura dei suoi pantaloni; immediatamente la dura cappella si appoggia all’imboccatura della mia fradicia figa e, con un colpo secco, entra dentro di me fino in fondo.
Godo ancora e lo incito a scoparmi più forte. Mi pompa velocemente, godo, vengo soffocando il grido per non far troppo rumore. Mi fotte con forza, duro come piace a me quando lui è molto eccitato. Mi strappa l’ennesimo orgasmo e sento che mi sta pompando più velocemente, deve esser al limite anche lui, mi giro lo guardo con occhi languidi di piacere e, con un filo di voce, gli dico:
«In bocca, sborrami in bocca».
Lo sento affondare ancora qualche duro colpo, poi esplode. Ho appena il tempo di inginocchiarmi davanti a lui e appoggiare la violacea cappella sulle mie carnose labbra, che mi riempie la bocca di sborra. Tre schizzi potenti, segno di estremo godimento, accompagnati da un sommesso grido.
Bevo, succhio, pulisco e..., giusto il tempo di ricomporci, che odo lo scatto della porta aprirsi: sono mio figlio con sua sorella.
Armando esce per recuperare la piccola, mentre io preparo la cena. Solite cose: cena, io che metto a posto casa ed a letto la piccola, i miei figli che si rintanano nelle loro camere e Armando che parte per andare al lavoro, questa sera turno di notte.
Lavoro duro il suo, passa ore e ore davanti ad uno schermo, non è permessa nessuna distrazione. Lavorando questa sera, avrà poi due giorni di riposo, questo significa che sabato sera saremo liberi di uscire a divertirci un po'. Mi infilo nel letto, ripenso a quando lui è tornato prima di cena, alla “sveltina ” fatta a rischio di essere scoperti. Non è la prima volta che succede. Ci siamo conosciuti sui banchi delle superiori, eravamo molto giovani, ma, nel tempo, si è rivelato un compagno fantastico. Attento alle mie esigenze, riesce sempre ad interpretare i miei stati d’animo ed a regalarmi momenti unici di intenso piacere, specie se vi è il rischio di essere scoperti.
Proprio come quando veniva a trovarmi la sera, quando eravamo fidanzati. Quando lui andava via, io lo seguivo sul pianerottolo di casa; quante sere mi ha scopato lì, in piedi, appoggiata al muro, con il rischio d'esser sorpresi da mia madre. Erano momenti unici di intenso piacere. La fase successiva è stata la scoperta del piacere di essere osservati, mentre lo facciamo. Tutto risale ad un’estate di due anni fa. Eravamo a casa dei miei. Lui era tornato dal suo solito giro in bici, entra in bagno per la doccia, mi chiama per portargli l’accappatoio. Ricordo di essermi abbassata e, mentre ero con il culo alzato, lui mi è venuto da dietro e mi ha messo una mano sul seno, mentre sento il cazzo durissimo premere fra le mie natiche.
«Lascia perdere che non siamo a casa nostra, di là c’è mamma e Anna e, poi, lo abbiamo fatto ieri sera? Sei insaziabile?!»
Cerco di divincolarmi, ma non mi lascia, anche perché io stessa mi sento eccitata all’idea di scopare lì. Mi solleva una gamba e me la fa appoggiare sulla vasca, mi apre la leggera vestaglia a fiori, che mi ha prestato mia madre, si inginocchia e infila dentro la testa, fra le mie cosce. Mi lecca e subito la mia eccitazione giunge a livelli parossistici, mi succhia ed io sbrodolo da morire. Si diverte a succhiarmi il clito, come se volesse farmi un pompino, impazzisco, stringo le cosce quasi a soffocarlo, per il piacere che provo.
Mi strappa un lungo gemito, che soffoco per non farci sentire. Lui si siede sul bordo della vasca, io m’inginocchio davanti a lui e glielo prendo in bocca.
Lo pompo, è durissimo: dev'essersi eccitato per la situazione, lo insalivo, lo succhio, mentre, fra le cosce, mi riduco ad un lago. Mi rialzo, mi appoggio con una mano al lavandino e l’altra al bordo della vasca. Piegata cosi, lo sento entrare da dietro dentro di me. Un toro scatenato. Mi assesta colpi violenti, ha il cazzo duro che sembra una sbarra di ferro, è di certo la situazione che lo eccita da morire. Mi pompa, godo e lui mi sbatte sempre più forte, vengo, ma non posso urlare, sono scossa da brividi di piacere fortissimi.
Lui sembra una belva, mi scopa come impazzito. Alla fine, dopo che sono venuta alcune volte, avverto che sta per venire pure lui e mi preparo a riceverlo in bocca. Mi piace la sborra in gola, sulle tette e anche dentro, ma, vista la situazione, ritengo che in gola sia la migliore situazione.
Si ferma di colpo, mi fa inginocchiare con le spalle alla finestra semi socchiusa. Infilo tutto il palo in bocca e ricevo la sua copiosa sborrata direttamente in gola. Lo succhio con devozione, mi ha regalato un momento di intenso piacere. Mi ricompongo e lo lascio a far la doccia. Quando la sera siamo a letto, mi chiede se mi era piaciuta la scopata dentro il bagno. Gli rivolgo uno sguardo languido mentre gli rispondo affermativamente; lui sorride, e mi rivela un dettaglio, osservando la mia reazione.
«Se ti dicessi che, mentre stavamo scopando Anna, nostra cognata ci ha guardato dalla finestra che dà sul retro della casa, tu che dici, sei dispiaciuta»?
Lo osservo incredula, giusto per capire se sta scherzando o dice il vero. Una volta assodato che quello che ha detto è la verità, mi sento uno strano fuoco fra le gambe. Gli chiedo i dettagli e lui me li racconta, mentre infila la mano fra le mie cosce.
«Quando ti sei inginocchiata per prenderlo in bocca, attraverso il riflesso dello specchio, ho visto una figura fra la finestra e il muro. Per un istante ho pensato che fosse uno dei ragazzi, o qualche nipote, ma era una persona abbastanza alta di statura e, quando poi ti sei piegata e ti ho preso da dietro, l’ho riconosciuta: era Anna. Avrebbe potuto andarsene, invece è rimasta a guardare tutto quello che stavamo facendo noi. Lo specchio, che come sai è un po' più spostato verso la finestra, mi ha rimandato l'immagine di lei che, mentre ti sbattevo, si toccava i seni e fra le gambe. Credo che abbia goduto al vedere che ti chiavavo come un toro scatenato, perché effettivamente la cosa mi sono eccitato tantissimo».
Mi racconta, mentre la sua mano ora è intrisa dei miei umori; sapere che mia cognata ci ha visto scopare, mi eccita tantissimo. Allungo la mano e sento che pure lui è perfettamente in tiro. Mi sposto su di lui e m’impalo sul suo cazzo svettante come una colonna di marmo.
Abbiamo scopato da far paura quella sera: il nostro desiderio era come rinnovato. Credo che ognuno di noi avesse nella mente l’immagine di lei che ci guardava e ne godeva, e questo, ci eccitava moltissimo.
Ora, a quel ricordo, mi passo una mano fra le cosce, vorrei fare sesso, ma non la solita scopata che, comunque, con Armando non è mai “solita”, ma mi piacerebbe vivere una situazione diversa, più eccitante, ma non mi viene in mente nulla. Improvvisamente nella strada, che è davanti casa, passa una vettura suonando il clacson; il rumore mi infastidisce, mi alzo per chiudere la persiana e, quando l’ho chiusa, il mio sguardo viene attratto da una coppia che si sta baciando in auto, lì, sotto casa. Nulla di strano, alcuni baci e qualche effusione che mi illuminano la mente.
Prendo il cellulare e scrivo un messaggio al mio amore. So già che fino a domani mattina alle sei, quando cioè esce dal lavoro, non lo leggerà (per regolamento non è permesso avere il cellulare con sé), ma credo che gli farà piacere:
“Amore, che ne dici di un car-sex, sabato prossimo? Un bacio, Luisa”.
Lo invio e ritorno sotto le coperte: mi eccita davvero tanto quell’idea e con essa mi lascio prendere dal sonno.
Ore sei, esco dal lavoro, entro in auto. Ha smesso di piovere, notte dura, sono stanco, ma soddisfatto, oggi non lavoro e domani riposo, devo trovare un’idea per passare una serata con Luisa, mia moglie.
L’ho vista un po’ giù di corda in questi ultimi tempi. E' nomale, il lavoro, la casa, i figli, la piccola, devo trovare un’idea che la distragga veramente. Prendo il cellulare dal vano auto, c’è un suo messaggio, lo leggo e subito il cazzo mi si gonfia nei pantaloni.
Un car-sex? Certo! Ecco l’idea. Luisa è una donna fantastica!
Ci siamo conosciuti molto giovani, eravamo alle superiori, ma è stata subito intesa. Poi, col tempo l’amore è diventato serio, sono entrato in casa sua, accolto come un figlio. Rispettato da mio suocero e molto ben voluto da Angela, mia suocera, una donna stupenda.
Ricordo che, all’epoca, aveva meno di quaranta anni, era una donna che non passava inosservata, come, del resto, ancora oggi che quando passa per strada, i maschi si girano a guardarla. Con lei il rapporto è stato subito perfetto e, col tempo, fra noi si è instaurato un legane fatto di rispetto, confidenza e amicizia profonda. Mi ha sempre detto che per lei ero un figlio e mi ha sempre considerato tale. Luisa è come sua madre, una donna molto bella, con le curve al posto giusto. Dentro di lei è latente il senso e la voglia di un'esibizionista, che, lentamente, sta affiorando all'esterno. Si eccita da morire nelle situazioni estreme.
Ieri sera l’ho scopata sapendo che avremmo potuto essere “beccati” dai nostri figli, ha goduto come una matta. In passato, una domenica, siamo stati, con degli amici, in una spiaggia, dove vi era la possibilità di stare nudi, ma il connaturato ritegno l'ha fatta risolvere in un niente di fatto, per poi, la sera, alla sola idea di poter essere ammirata nuda da altri maschi, è esplosa in un orgasmo sconvolgente.
Da tempo vagheggiamo di fare un car-sex e, devo dire, che ha avuto una brillante idea. Non vedo l’ora di esser a casa, per parlarne con lei.
Mentre percorro la strada di casa, mi sovvengono alla mente occasioni che le hanno fatto emergere questa indole, decisamente erotica, dell’esser ammirata. Tutto è cominciato circa tre anni fa. Di ritorno dalle ferie, stavamo percorrendo l’autostrada di notte. I ragazzi dormivano e a noi due necessitava di andare in bagno.
Al primo Autogrill ci fermammo. Era notte e nel bel mezzo alla settimana, quindi con poca gente in giro. Io parcheggio e mi infilo direttamente dentro il bar, per raggiungere i bagni che sono posti sotto il locale. Mentre prendo a scendere le scale, giratomi, vedo Luisa entrare. Nel locale, oltre al barista, vi erano cinque uomini, forse conducenti dei camion parcheggiati fuori. Ovviamente la loro attenzione viene calamitata dalla presenza di mia moglie che indossa una mini e un top, che a mala pena copre i seni. L'abbronzatura fa il resto e diventa subito oggetto degli sguardi di tutti i maschi del locale. Scendo e piscio velocemente. Nel risalire, mi fermo un momento a guardare la scena: lei, quasi circondata da maschi, che ne ammirano l'avvenenza commentando a bassa voce. Lei beve un caffè, poi si dirige verso il bagno; io esco dalle scale e ci scambiamo una leggera occhiata d’intesa; gironzolo fra gli scaffali per vedere fosse seguita da qualche uomo. Nessuno l'ha fatto e lei è uscita poco dopo.
Poi, in auto, con una voce pregna di sensualità, mi ha confessato che si era eccitata moltissimo nel constatare con quanto fervore era stata osservata da quei maschi, decisamente eccitati. Per un po’ di tempo fantasticammo sull’accaduto, sorridendoci sopra, perché lei era decisamente restia a prendere in considerazione l’ipotesi che un ‘altro uomo potesse possederla.
«Amore, lo sai che non riesco a pensare che un altro maschio mi prenda: mi blocco».
Insieme eravamo giunti a questa conclusione. Poi una sera, dopo l’ennesimo rifiuto, le ho fatto una proposta, anzi, più che altro era una domanda.
«Ma tu, con la fantasia, riesci a farlo? Cioè, hai mai fantasticato che un altro uomo potesse desiderare di averti e tu glielo lasceresti fare?»
Ci ha pensato un poco, poi, dopo aver ottenuto garanzie che, in ogni caso, non l’avrei costretta a metterle in pratica, si è lasciata andare. Ha cominciato ad immaginare di trovarsi in mezzo a diversi maschi, che la toccavano e le davano i loro cazzi da succhiare.
Per un certo periodo la cosa ci ha procurato delle eccitanti scopate, poi un giorno, casualmente, un fatto nuovo ha aumentato il livello di erotismo delle nostre fantasie.
Una mattina, grigia e piovosa, avevamo accompagnato i ragazzi a scuola. Quindi, essendo liberi, abbiamo deciso di andare a vedere le vetrine di un centro commerciale. Giunti nel parcheggio del centro, lo abbiamo trovato deserto; forse era ancora troppo presto, allora mi sono messo a baciarla e toccarla fra le cosce. All’inizio lei non voleva, ma poi, lentamente, sono riuscito a portarla ad un certo grado di eccitazione; le ho fatto aprire le gambe ed ho infilato una mano fra le cosce. Senza che lei ne accorgesse, un furgone arriva piano, a poca distanza da noi. Al suo interno un ragazzo ci osserva; lei è distratta dal gioco di mano che le faccio, ed io sono eccitato come un cavallo. La masturbo, lei gode, e un orgasmo fortissimo le scuote il corpo. Sconvolta dal piacere si gira verso di me e, senza guardarsi intorno, si mette a succhiarmi il cazzo prendendolo tutto in bocca.
Mi distendo per agevolare il gioco delle sue labbra, godo molto, ma, più di tutto, mi eccita sapere che il tizio, dal furgone, non si perde lo spettacolo. La cosa mi eccita da morire, sento l’orgasmo esplodere, le infilo il palo in gola e schizzo, esortandola a succhiare e bere tutto il mio seme. Le scarico in gola tutto il mio succo, lei non lascia perdere una sola goccia. Si solleva e, mentre si pulisce, si gira, accorgendosi che il tipo ha visto tutto, infatti le fa il gesto dell'applauso.
«Ma quello ha visto tutto? E tu? Non dici niente...? Che porco che sei! Andiamo via, dai... non ci resto qui».
L’assecondo, passando vicino all’altro veicolo; lui ci sorride, lei si copre il viso, divenuto rosso porpora per l’imbarazzo. Per alcuni giorni non ne abbiamo fatto parola, poi una mattina mi dovevo recare in un paese vicino per lavoro, le ho chiesto se le sarebbe piaciuto venir con me. Essendo libera, ha accettato, ma, quando son passato da casa per prenderla, ho visto che indossava dei pantaloni. L’ho fatta cambiare e indossare una mini, così corta che bastava pochissimo per metter in mostra l’immancabile perizoma. Per tutto il viaggio e durante il tempo che siamo rimasti in quelle zone a girovagare, ho avuto costantemente il cazzo in tiro: era sconvolgente vedere come gli uomini se la mangiavano con gli occhi; il loro era desiderio puro, e lei non si sottraeva al piacere di sentirsi ammirata; ero talmente eccitato che, al ritorno, ho fermato l’auto e l’ho scopata lì, in mezzo alla campagna.
La svolta definitiva, però, è avvenuta alcuni mesi dopo, al matrimonio di un suo cugino. Faceva molto caldo; lei indossava un vestito leggero, vedo/non vedo, piedi nudi e curati infilati in sandali con tacchi alti, che mettevano in risalto lo splendido culo. Dopo la cerimonia in chiesa, siamo andati al ristorante, mentre gli sposi si erano assentati per le foto di rito.
Giunti nelle vicinanze del locale, che era posto in riva ad uno splendido lago, ed essendo presto, ci siamo messi a seguire la sponda fino a un gradissimo e deserto parcheggio. Sulla riva del lago, siamo scesi; l’aria era calda, il posto molto bello e decisamente romantico; ci siamo appoggiati alla vettura mentre lo sguardo spaziava tutt'intorno. A quel punto, data l'amenità del posto, ho preso a toccarla un poco.
«Dai... smettila, abbiamo poco tempo, e poi mi fai un casino con il vestito».
Il tono della voce era però poco imperioso, anzi...
L’ho accarezzata un poco, le ho messo la mano sul pacco già duro, lei ha cercato di sottrarsi, risalendo in auto. Sono entrato anch'io e le ho fatto aprire le cosce. Scostato l’immancabile perizoma ho cominciato a infilarle due dita dentro. Si è subito lasciata andare, ha reclinato la testa all’indietro, e ha cominciato a mugolare frasi senza senso.
« uuhhmmm…dai…fermati…hhhmmmmm… Non abbiamo tempo …umhuhm…»
Ha aperto le cosce e ha cominciato a godere. Come già avvenuto in precedenza, una vettura si è avvicinata a motore spento, trovandosi in discesa. Un tizio, anziano, si è messo ad osservare la scena. Essendo distante da noi non poteva avere una buona visuale, quindi è sceso dall’auto e restando a distanza, in piedi, ha osservato lei che godeva.
«Sì!…Amore…eccomi!... Ora! Vengo! Non ti fermare!»
Il tizio si è guardato intorno e, vistosi solo, si è appoggiato alla sua vettura e, estratto il pene fortemente eccitato, ha preso a menarselo.
«Amore, godi, dai... mi piace, e... se ti dicessi che uno ti guarda, mentre godi, tu come la prendi?»
Lei ha appena aperto gli occhi, languidi ed estatici per il piacere, e mi ha sorriso.
«Non me ne frega nulla, però ora basta. Mi stai facendo bagnare e il solo perizoma non riuscirà a contenere tutti gli umori che mi stai facendo emettere».
Dicendo questo, si è appena girata ed ha osservato il tizio che ancora se lo menava con maggior vigore. Mi sono spostato un po’ su di lei, le ho aperto meglio le cosce, ho infilato la mia lingua fra i peli del suo meraviglioso fiore, leccandola come un pazzo. Un lungo gemito è uscito dalla sua bocca e poi ha cercato in qualche modo di fermarmi, anche se stava godendo tantissimo.
«Amore! Basta mi fai godere ancora! Dai... come faccio; sono un lago e poi... mi si vede il perizoma bagnato».
Gli ho dato un’ultima leccata, poi mi sono rialzato, guardando verso il tizio che si era avvicinato un po', sempre accarezzando quel membro ormai esacerbato.
«Che problema ti fai?! Se il perizoma si è bagnato, toglilo!»
Le ho detto, guardando sempre verso il tizio che ora era molto vicino a noi. Lei, senza esitare ha sollevato il bacino e, con un semplice gesto, l’ha tolto mostrando allo sconosciuto il suo meraviglioso culo e le splendide cosce. Il tizio, una volta ammirato lo spettacolo, si è avvicinato e ci ha rivolto una domanda, dai modi molto gentili.
"Scusate... state forse cercando qualche cosa?"
«No! Noi non stiamo cercando nulla, e lei?»
Gli ho chiesto a mia volta, mentre Luisa si era ricomposta.
«Scusate, se vi ho disturbato, ma in questo parcheggio spesso le coppie vengono per farsi ammirare durante le loro effusioni».
L’ho guardato consapevole che aveva visto tutto o quasi.
«Grazie, ma non ci serve nulla, a noi va bene così».
Ho cercato di tagliare corto, non convinto se era il caso di forzare il gioco che stavo facendo con Luisa. La mia preoccupazione era che lei si bloccasse. Ce ne siamo andati, ma veniamo sempre seguiti da lui, fin dentro il parcheggio del ristorante. Quando siamo scesi, lui si è avvicinato.
«Mi scuso per l’invadenza, vorrei farvi i complimenti, siete una bella coppia ed è per questo che vorrei lasciarvi il mio cellulare, qualora cambiaste idea».
E' quello che ci ha detto, porgendo un biglietto con su annotato un numero. L’ho guardato, mentre lei era chiaramente infastidita.
«Le ho detto che non ci interessa e, quindi, per favore, lasci perdere».
Lui è rimasto un po' a guardarci, mentre ci allontanavamo.
Dentro il ristorante ci siamo confusi con i parenti; Luisa, ad un certo punto, mi ha sussurrato all’orecchio che le piaceva tantissimo trovarsi in mezzo alla folla, nuda sotto. Distratto dai fatti e dai parenti mi ero dimenticato della cosa e, immediatamente, da sotto il tavolo dove eravamo seduti, il mio cazzo ha avuto una fortissima erezione. Per tutta la serata, lei ha fatto di tutto per mantenere viva la mia eccitazione. Mi faceva impazzire l’idea di saperla nuda in mezzo a parenti e amici, che non sospettavano nulla. Fra una portata e l’altra, siamo usciti a passeggiare nell’immenso parco, che terminava sulla riva del lago. Seduti su di una panchina, le ho fatto una domanda, mentre lei mi accarezzava il pacco da sopra i pantaloni.
«Cosa, finora, ti ha eccitato di più? Il fatto di esser nuda sotto o il gioco nel parcheggio?»
Lei ha riflettuto un momento.
«Sapere di essere senza intimo mi piace, specie se tu ti ecciti così; ma devo ammettere che sapere di essere osservata mentre tu mi toccavi, ha aumentato a dismisura il mio godimento».
Tornati a casa, quella sera, l’ho posseduta appoggiata alla porta di casa. Ero talmente eccitato che, dopo una sborrata colossale nella sua bocca, l’ho chiavata e le ho anche fatto il culo. Da quel giorno sono passati alcuni mesi e nel frattempo abbiamo fantasticato molto sui nostri giochi; anzi una mattina siamo andati in una pineta in riva al mare, consapevoli che spesso vi sono delle persone, in specie anziani, che vanno a spiare le coppie che fanno sesso in auto. Lei ha voluto esser posseduta ed ha goduto talmente tanto che le grida di piacere hanno richiamato l'attenzione di sei persone, che si sono segate e hanno sborrato con noi.
Rientro in casa, lei mi viene incontro, mi bacia e mi sussurra all’orecchio se ho letto il messaggio. Annuisco, lei mi chiede di organizzarmi, poi esce e va al lavoro. Il sabato sera, accompagnati i ragazzi dalla suocera, torniamo a casa, lei mi caccia fuori dalla camera e si cambia per uscire.
Quando la vedo resto estasiato. Mini gonna a portafoglio, che si apre al solo camminare mostrando il perizoma infilato fra le chiappe e nel solco della figa; camicetta abbottonata, che a mala pena regge i seni lasciati liberi dalla costrizione del reggiseno; autoreggenti con un pizzo altissimo che arriva preciso alla mini; stivaletti dal tacco dodici e trucco abbastanza pesante, con un rossetto molto marcato. Il tutto le conferisce un’aria decisamente da porca, a caccia di emozioni.
Partiamo ed io sono già in tiro. Su Internet ho fatto una ricerca per sapere quali posti frequentare e dove trovare le migliori opportunità. Prendo l’Autostrada direzione Nord. Per tutto il percorso ho cercato di mettere una mano fra le sue cosce, ma lei me lo ha sempre impedito.
«Aspetta... che fretta hai? La notte é ancora lunga e me la voglio godere tutta».
«Fino a che punto te la vuoi godere? Dove lo poni il limite? Ti farai toccare? Vuoi succhiare qualche altro maschio o, addirittura, ti farai scopare?»
Le ho chiesto cercando di capire fin dove si spingerà. Mi guarda e mi sorride, è tesa, ma anche decisa, credo che questa serra sarà indimenticabile.
«Non lo so. Vorrei che tutto avvenisse spontaneamente, mi fermerò quando avverto che non è il caso di fare quello che mi chiedi, in quel dato momento».
Mi risponde con un filo di voce, senza guardarmi; poi mi bacia ed accarezza il mio durissimo cazzo. Dopo circa una mezzora arriviamo ad un’area di sosta, dove vedo parcheggiato un tir. Giro e rigiro un poco, per attirare l’attenzione del camionista che sta leggendo. Mi fermo a breve distanza, accendo la luce interna e mi metto a toccare lei che lentamente si rilassa. Lui scende dal mezzo e si avvicina lentamente, ha capito che abbiamo voglia di giocare; io blocco le sicure degli sportelli, per stare tranquillo. Incomincio a sbottonare la camicia di Luisa, che freme e guarda verso l’uomo, che ora è due passi da noi. Le massaggio i seni, li mostro al tipo, che mostra di gradire facendo un cenno col capo; si abbassa il di sotto della tuta ed estrae un cazzo barzotto, lo mena un poco e si avvicina al finestrino dalla sua parte; mi osserva ed io ora le ho aperto le gambe e le massaggio la fica, già umida. Dice qualche cosa in una lingua incomprensibile, poi appoggia il cazzo duro al vetro del finestrino, a gesti vorrebbe che lo abbassassi, ma lei mi dice di no. Continuo a masturbarla mentre lei mi sega guardando lui. Sento un lago fra le pieghe della sua figa, lei incomincia a godere. Lui si masturba con calma, sempre tenendo la cappella appoggiata al vetro; io giro Luisa verso il finestrino e appoggio la sua bocca al vetro: in pratica è come se lei lo leccasse.
Lei ne gode molto, estrae la lingua e incomincia a simulare di leccarlo attraverso il vetro. Lui lo tiene fermo, ci fa cenno di abbassare, ma lei non vuole, io sono eccitatissimo, sento che non resisto molto, la giro e le infilo il mio in bocca.
Lei mi succhia e lecca mentre io ora offro il suo magnifico culo allo sguardo dell’altro che si sega con foga, sento l’orgasmo arrivare, infilo un dito da dietro nella figa bagnata di lei, che geme con la bocca piena. Trema, gode, io sborro urlando che è una porca e che deve bere tutto il mio seme. Le inondo la bocca. Lei ingoia e lecca tutto, poi la faccio girare verso il vetro, in tempo per ricevere sul vetro del finestrino, lo schizzo dell’altro, che geme in silenzio. Restiamo per un attimo immobili; lui ci osserva, poi si allontana, mentre io riparto verso una nuova destinazione. Luisa ride divertita, mi abbraccia forte, mi bacia.
«Ti amo! Sono al massimo della felicità, dai... troviamone un altro».
Poi si distende su di me e riprende lentamente a succhiarmi il cazzo. Impazzisco, mi diventa difficile concentrarmi sulla guida.
Arrivo al casello e, mentre pago, lei non si sposta, continua imperterrita nel suo gioco. È proprio scatenata! Mentre l’addetto alla riscossione ha un sussulto e cerca di dirmi qualcosa, io sono già lontano. Percorro una strada laterale che mi porta nel parcheggio di un grande Outlet. L’immenso parcheggio è diviso fra una parte illuminata e un grande sterrato, quasi buio. Nella parte buia vi è un vero carosello di auto che girano, si rincorrono, mentre un capannello di gente circonda una vettura, dove sicuramente stanno facendo sesso.
Luisa si solleva; ha i seni scoperti, si guarda intorno, nota la mia preoccupazione, non mi piace, troppo casino. Sto quasi per andarmene, quando un grosso Suv, prima illumina i bianchi seni di lei, poi mi affianca; il tizio alla guida apre il finestrino e mi dice:
«C’è troppo casino questa sera; se vi va di divertirvi, seguitemi».
Guardo lei, che mi fa un cenno d’assenso. Lo seguo e mentre usciamo dal parcheggio, anche un’altra vettura si accoda. Percorriamo un breve tratto di strada fra le fabbriche chiuse, poi entriamo nel parcheggio di un distributore di benzina chiuso, nel retro parcheggio c’è solo un rimorchio di un tir, lui mi indica di mettermi dietro. Parcheggio in modo da poter sgusciar via a mio piacimento, mentre il Suv e la vettura si mettono un poco più distanti. Dopo un momento in cui tutti ci siamo guardati, i due sono scesi e si sono messi ai due lati della vettura. Il tipo del Suv era alto con dei lunghi capelli raccolti a coda, età sulla quarantina, mentre l’altro, più giovane, era moro e dai capelli corti.
Resto con il motore della vettura acceso, loro restano a due passi dalla vettura, è ovvio che non ci vogliono incutere paura. Con la luce accesa, comincio a spogliare Luisa. Lei freme e mi sussurra che la cosa la sta eccitando da morire. I suoi seni sono un bellissimo spettacolo, loro da fuori si avvicinano, senza mai interferire ma osservano; ora hanno i sessi di fuori: il tipo giovane ha una bella mazza, non molto lunga, ma di bella circonferenza, mentre l’altro sfodera un cazzo di grosse dimensioni, sia in lunghezza che in larghezza.
Luisa ne resta affascinata, lo fissa con la bocca aperta; io mi rendo conto che si sta bagnando tantissimo. Le metto una mano su di una coscia, le sfilo il perizoma fradicio. Il tipo con la coda si avvicina e mi chiede di poterlo annusare; guardo lei e ricevo un cenno di assenso; abbasso il finestrino e glie lo porgo. Lui lo prende, lo annusa, lo lecca e lo avvolge intorno al membro. Lei osserva la scena e geme mentre incomincio a scorrere le dita sul suo clito, fra le labbra umide della sua figa bagnatissima. Ho lasciato il finestrino aperto. Distendo il sedile e mi metto a leccare Luisa, che geme come una porca. Gode, si agita, sento le sue mani sulla testa, mi schiaccia il viso sul suo sesso. Mi sollevo, le scopro il culo, mentre lei mi succhia; loro, da fuori, si segano e ammirano il suo corpo. Il tipo più anziano mi suggerisce di sedermi dietro, per essere più comodi. Resto un attimo titubante; essi intuiscono le mie paure e si allontanano dalla vettura.
Scendiamo e ci sediamo nel sedile posteriore. Lei si mette su di me, lo vuole dentro, ma io ho un’altra idea. Faccio cenno ad entrambi di avvicinarsi, poi li invito a sedersi sui sedili anteriori. Luisa resta per un momento stupita; loro si accomodano e girati all’indietro, si trovano i seni di lei fra le mani.
Iniziano a toccarla dappertutto, lei geme e gode, senza più remore. La sollevo e le infilo dentro tutto il mio palo da dietro. I maschi davanti le toccano il corpo, l’accarezzano e succhiano i capezzoli, lei gode, urla e loro le offrono le loro mazze da segare.
«Dai... bella porcona! Senti che bei cazzi ti offriamo. Dai... che ti piace!»
Luisa è in preda ad un delirio erotico. Incomincia a godere e, sconvolta, urla, ci incita, è letteralmente impazzita.
«Sì... così! Godo! Che bello! Dai... amore, scopami cosi!»
Per un poco la sbatto, ma voglio di più. Mi sfilo da sotto, la distendo sul sedile e le infilo il cazzo in culo da davanti, con le gambe sollevate in aria e ben aperte. Ora i due hanno anche la possibilità di toccarla, di masturbarla. Il giovane le pianta due dita dentro, mentre l’altro, aperto lo sportello, dall’altro lato le offre il suo palo enorme da succhiare. Glielo infila in gola e lei lo succhia come una forsennata. La cosa mi fa godere da matti. Le lavoro il culo con colpi potenti, mentre lei, con il cazzo in gola, può solo gemere e godere; pure io sono al limite e sborro urlando. Le spingo dentro il cazzo e le inondo l’intestino. Resto un attimo immobile dentro di lei, poi esco; il giovane si masturba e schizza sulle sue tette, mentre le dice:
"Che meravigliosa troia e puttana, che sei!"
L’altro continua ancora un po' a farsi succhiare, poi cambia posto, si mette dal mio lato, apre un preservativo, ma lei scuote il capo.
«No! Non voglio esser scopata, schizzami in faccia».
Lui mi guarda, poi si sega velocemente e scarica sul seno e il viso di lei una quantità industriale di sborra e, mentre ricopre il seno, si complimenta con lei per essere una meravigliosa succhiacazzi e troia stupenda.
Restiamo tutti in silenzio, mentre i sensi scemano nella loro tensione.
Poi loro se ne vanno, lasciandoci soli, senza dire una parola. Ci diamo una ripulita, poi si prende la via di casa.
«Credevo che ti sarebbe piaciuto sentirti dentro quel palo?!»
Le dico, mentre guido. Lei non mi risponde subito, poi mi bacia, e si appoggia alla mia spalla.
«Sì! Era decisamente molto grosso, direi un gran bel cazzo, ma io preferisco il tuo e, ad immaginare il suo, mi divertirò di più e sarà più eccitante».
Mi risponde girando il viso verso il finestrino, dove ancora è visibile la sborrata del camionista.
Guardo la notte e la strada scorrere di lato.
Armando guida tranquillo, è soddisfatto ed io pure; mi sono divertita: avrei anche potuto prender dentro di me quel mostro, ma non mi sembrava giusto nei suoi confronti.
In fondo avevo voglia di una cosa diversa, ma avevo anche voglia di vivere con lui emozioni diverse, non certo perché fossi insoddisfatta del suo modo di fottermi, che per vero è fantastico, ma ora sapevo anche che ero pronta. Chiudo gli occhi, rivedo quel fantastico palo e sento ancora scorrere il piacere dentro di me e, con quella visione, mi addormento felice.
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3 years ago
baxi18, 55
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Bocchino a mio cugino
Domenica scorsa, approfittando di quel poco di libertà che ci rimane, sono andato a trovare una zia e mio cugino un po' più grande di me con gli anni. Sono stato invitato a rimanere a pranzo da loro, dato che abito da solo ho accettato. Finito il pranzo, mia zia e mio cugino si sono ritirati per riposare un po', io sono rimasto in giardino a godermi della bella giornata. Me ne stavo al sole quando ho sentito degli strani rumori da un casetta prefabbricata utilizzata per gli attrezzi da giardino; mi sono avvicinato per vedere cosa stava succedendo, dalla penombra ho visto qualcosa che non mi sarei mai aspettato; mio cugino nudo che si masturbava con velocità godendo. Aveva un cazzo di almeno 20 cm. con una grossa cappella a fungo e due palle pendenti. A quella vista anch'io mi stavo eccitando infatti mi era diventato duro.
Involontariamente ho fatto rumore e lui si è accorto che lo stavo spiando. Io rosso dalla vergogna stavo per andare via ma lui mi ha chiamato con un cenno della mano invitandomi ad avvicinarmi. Io come in trans andai da lui (forse era quello che volevo); ha notato della mia erezione e ha sorriso, ha preso la mia mano e l'ha portata ai suoi testicoli facendomeli accarezzare, io all'inizio feci un po' di resistenza ma era da tempo che avevo voglia di rifare un esperienza con un uomo, di riprovare ad averlo in bocca, così mi lasciai andare. Con la sua mano mi fece stringere il suo cazzo e muovendola mi istruiva, sentivo la sua durezza non ancora al massimo, mi lasciò e io continuai da solo a far scivolare la mano su e giù. Vedevo la sua cappella diventare sempre più grossa e invitante, i suoi respiri sempre più affannosi. Mi mise una mano sulla spalla invitandomi ad inginocchiarmi.
Avevo la sua cappella vicino alla mia bocca che mi ipnotizzava come un serpente con la sua preda mentre le mie mani andavano al ritmo della masturbazione. Sulla sua punta era spuntata una goccia , era il momento di provare con la bocca; allungai la lingua e la leccai, rimase un filo trasparente tra lingua e la cappella, il sapore non era male era solo un po' salata quindi continuai a leccare bene quello che rimaneva, sentii degli apprezzamenti da mio cugino: “Bravooooo, ora succhia …. “. Titubante aprii la labbra e cercai di prendere quel fungo in bocca, non fu facile infatti dovetti insalivarlo bene per farlo scivolare all'interno. Tenerlo in bocca non era male, sentivo la sua cappella che premeva sulla lingua e mi riempiva il palato, con la mano gli stringevo le palle. Mi mise le mani sulla nuca costringendomi ad andare avanti e indietro su quell'asta, all'inizio non era facile ma la mia bocca si adattò presto a quella presenza e iniziò a scivolare bene. Nel movimento di va e vieni sentivo la cresta della cappella che si era indurita al contatto della lingua e ogni passaggio corrispondeva con un fremito dell'asta. Mi piaceva, ma anche io pretendevo qualcosa. Mi aprii la patta e uscii il mio cazzo e inizia a masturbarmi.
Il piacere di averlo in bocca aumentava sempre più, succhiavo e sentivo cambiare il sapore diventava più gustoso, a volte cercavo di farlo arrivare in gola ma non era facile visto la circonferenza della cappella, accarezzavo le palle e cercavo di scappellare ancora di più quell'asta che era diventata di marmo.
All'improvviso sentii un fremito alla base del mio cazzo che avevo abbandonato a se stesso gustandomi il bocchino raggiunsi l'orgasmo senza toccarmi e dall'altra parte avvertii un sapore strano che mi invase la bocca, lo sperma di mio cugino denso molto salato mi veniva schizzato fino in gola. Ero in estasi dovevo deglutire per forza non c'era alternativa godevo del sapore e della discesa grumosa nella gola. Mi piaceva da morire. Lo succhiai per bene fino all'ultima goccia fino a quando il suo cazzo non perse la sua erezione.
Siamo stati in silenzio per circa un quarto d'ora. Prima di andare via quella sera gli ho fatto un altro
bocchino più gustoso del precedente perché più voluto e con più esperienza.
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1
3 years ago
Hermann2,
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Nudo in auto e due amiche curiose (prima parte)
Ogni tanto torna qualche giornata calduccia e con il calduccio riaffiorano più che mai certe voglie erotiche.
Come esibizionista, o almeno così mi auto definisco, mi è venuta subito la voglia di fare qualcosa, ma cosa?
Cercare qualcosa di nuovo non è semplice, si cerca sul web per trovare qualche idea piacevole ed anche imbarazzante, per dare ancora più pepe alla giornata, ma alla fine non si trova in giro nulla di poi così interessante, peccato.
Ripenso all'estate, quando vado in zona di mare (che fra l'altro ho molto vicino, pochi chilometri) e a quello che spesso faccio.
Batticuore!
Iniziano ad affacciarsi le idee, anche se in definitiva poi sono cose già fatte, ma questo periodo dopotutto è diverso: siamo in primavera e la zona balneare non è poi così frequentata come in estate, potrebbe essere anche l'occasione per provare a fare qualcosa in più, se non proprio di diverso.
Le idee si fanno strada nella mente, inizio a vedere tutto come se fossi già sul posto, intanto sale l'eccitazione!
Via, andiamo e proviamo, male che vada mi sfogherò un po' bagnando abbondantemente qualche fazzolettino di carta e poi tornerò a casa in attesa di qualcosa di meglio.
Parto con l'auto, finestrini leggermente abbassati perché fa davvero calduccio in auto, anche fuori c'è un bel Sole.
Tutto gira a mio favore in questo senso.
Arrivo sul posto dopo circa 40 minuti di viaggio, durante il quale ho pensato a cosa poter fare e come, quale luogo scegliere e via dicendo.
Questa volta voglio cambiare zona, anche se è sempre la stessa cittadina, ma una zona diversa può fare la differenza, non si sa mai.
Detto fatto.
Arrivo sulla piazzetta dove mi fermo sempre quando faccio questo genere di cose, esco dall'auto come da manuale, apro il portellone posteriore, tolgo il pianale e lo metto dentro alla bauliera.
Chiudo il portellone e rientro in auto.
Quì inizio a spogliarmi con calma, tanto sulla piazzetta non c'è quasi nessuna macchina, pochissima gente, d'altra parte siamo anche nel primo pomeriggio, intorno alle 14,30, ora migliore e sicuramente fra le più calde.
Ottimo per me e per quello che vorrei provare.
Man mano che mi tolgo i vestiti, li getto dietro al sedile posteriore, in modo che vadano a finire direttamente in bauliera, in questo modo, una volta che sarò completamente nudo, se vorrò vestirmi di nuovo dovrò per forza di cose uscire dall'auto tutto nudo, aprire la bauliera, prendere i vestiti e rientrare.
Ma potrei anche trovarmi in situazioni imbarazzanti, come ad esempio l'impossibilità di scendere dall'auto ed avere gente intorno che potrebbe vedermi nudo!
Ad esempio potrei essere costretto a fermarmi in qualche strada a causa di qualche auto che rallenta tutto, con persone che passeggiano in quel momento vicino a me con il rischio assai reale di essere visto, magari passando davanti ad un piccolo supermercato che si trova proprio in quella zona!
In quel caso che potrei fare?
Nulla, proprio un bel nulla, dovrei solo sperare che nessuno si scandalizzi.
Rimasto completamente nudo in auto, accendo e parto, faccio un giretto per le stradine solite che al momento sono semi deserte.
Qualche auto parcheggiata qua e là, ma niente più.
Villette con giardino e siepi frondose sempreverdi, ma con i cancelli chiusi.
Proseguo con calma, vado piano tanto ho tempo a disposizione, non c'è alcuna fretta, l'eccitazione intanto sale pensando a cosa fare.
Gira e rigira torno sulla piazzetta con il grande parcheggio dal quale sono partito, proseguo e supero l'incrocio che porta all'altra zona della cittadina, la parte opposta a quella dove mi trovo in quel momento.
Vado piano, qua c'è qualcuno in più, non sono certo turisti, ma i pochi residenti stanziali.
Qualcuno passeggia, altri portano i bambini in giro, altri ancora forse rientrano al lavoro dopo una pausa.
Ci sono persone anche alle pasticcerie!
Cerco intanto un punto buono, un pochino isolato dove potermi fermare con l'auto e, non molto dopo, trovo un punto interessante: c'è una strada piuttosto ampia, ma ci sono villette solo da un lato, dall'altro lato c'è soltanto tanta vegetazione.
E' una strada molto lunga e spaziosa.
Direi che il posto è perfetto!
Mi fermo accanto ad una villetta che ha un muretto di cinta.
Chiaramente è una residenza estiva ed al momento è chiusa, dal cancello si vede l'erba piuttosto alta, segno evidente che non c'è nessuno da un po' di tempo.
Ottimo, almeno non corro il rischio che possa uscire qualcuno all'improvviso beccandomi sul fatto!
Guardo intorno per vedere se c'è qualcuno, poi guardo gli specchietti retrovisori.
In questo momento non c'è nessuno, posso uscire dall'auto così come sono e farmi due passi.
Detto fatto, prendo la chiave dell'auto, esco e chiudo lo sportello.
Inizio a passeggiare lentamente voltandomi spesso indietro, perché poco lontano c'è un piccolo incrocio con una stradina interna da dove potrebbe sbucare qualcuno.
Devo essere pronto a tornare di corsa in auto e, all'occorrenza correre via.
Mi rivestirò in un altro momento, i vestiti sono nella bauliera!
Batticuore ed erezione a duemila!!
Sono eccitato veramente a queste idee, pensando anche che sono completamente nudo in mezzo alla strada, non c'è nulla che mi possa riparare.
Sono in bella vista per chiunque dovesse capitare in zona all'improvviso!
Devo stare molto attento ai rumori che si sentono, un motore di auto del resto si sente bene.
Faccio diversi metri, guardo l'auto: capperi, sono andato davvero parecchio avanti, è meglio tornare indietro.
Cammino mi guardo ancora alle spalle, non si sa mai.
Batticuore, ogni tanto mi massaggio perché l'eccitazione è tanta, se non ci sto attento rischio di venire lì dove sono.
Se capita, mi fermo e pazienza, lo faccio dove sono, non posso mica trattenermi!!
Una volta che inizia il getto, non posso davvero fermarmi, oltretutto godendo come si fa?
Torno all'auto, rientro per calmare i "bollenti spiriti".
Ansimo, non per l'affanno che non c'è, ma per l'emozione del momento e perché massaggiandomi effettivamente inizio a stare parecchio bene, ma non voglio venire subito, altrimenti finisce troppo presto e dopo dovrei rivestirmi e tornare a casa.
No, voglio godermi (in senso proprio erotico) questa giornata, anche perché non so quando potrà capitare di nuovo un occasione simile.
Quindi, sfruttiamola a dovere.
Dopo pochissimi minuti che sono in auto, dalla stradina dietro, l'unica da dove avrebbe potuto arrivare qualcuno, arrivano proprio due ragazze che parlano amichevolmente delle loro cose.
Sono distanti da me una trentina di metri almeno, ma si avvicinano nella mia direzione, sulla stessa parte della strada.
Tengo gli occhi sullo specchietto interno alternando lo guardo su quello esterno destro per vedere dove vanno e cosa fanno.
Si avvicinano continuando a parlare fra loro.
Camminano lentamente, forse fanno una passeggiata?
Man mano che si avvicinano vedo che sono due ragazze molto giovani, forse poco più di venti anni di età.
Si avvicinano ancora, molto vicine si accorgono che in auto c'è qualcuno, in quell'unica auto parcheggiata su quel lato della strada...
Parlottano fra di loro, si fermano un attimo, si guardano continuando a parlare, qualche risolino e riprendono a camminare lentamente nella mia direzione, sulla destra.
Io tengo sempre gli occhi fissi sugli specchietti, non so cosa fare, eventualmente non ho proprio nulla per coprirmi, ma d'altra parte sono in auto, anche se tutto nudo, in definitiva non faccio mica nulla.
Sto seduto e basta.
Sì, sono in erezione e come potrei non esserlo in un frangente simile?
Poco prima che arrivino, apro i due finestrini con l'alza cristalli elettrico, sia lato guidatore, sia lato passeggero... già che ci sono ne approfitto...!
Le due ragazze arrivano all'altezza dello sportello lato passeggero, sono a poche decine di centimetri, io guardo con la coda dell'occhio senza girarmi... non sento più parlare... non sento rumore di passi, ma vedo con con la coda dell'occhio che si sono fermate!
Capperi!! E ora?
Eccitatissimo!
Mi giro e vedo che si sono fermate proprio a guardarmi!
Oh mamma!
"Salve", mi dice una di loro, capelli castani chiari lunghi e mossi, snella, molto carina fra l'altro.
Riprende sorridendo: "Caldo?". L'amica fa una risatina scherzosa.
"Bè", rispondo piuttosto emozionato, "ora di sicuro, più di prima!"
"Ah ah ah", scoppiano in una risata le due ragazze.
"Dai sei tutto nudo in auto, ma che fai?", mi dice l'altra amica che finora non aveva detto nulla.
"Guarda lì che roba! Eccitato, vero?".
E ridono di nuovo insieme!
"Eh... e come potrei non esserlo? Oltretutto non mi aspettavo questa visita!", ribatto io.
Loro riprendono: "Ti dispace? Se ti diamo fastidio ce ne andiamo subito!"
"Per carità, ci mancherebbe altro, nessun fastidio, anzi. Non capita certo spesso di fare conversazione con due belle ragazze ed essere in queste condizioni così imbarazzanti...!", rispondo.
"Ah ah ah, dai non ti preoccupare, non ci sono problemi, anche per noi è stata una sorpresa. Mai ci saremmo aspettate di vedere un ragazzo completamente nudo in auto e con il "coso" che fa l'alza bandiera! Stai attento che ti scoppia. Ah ah ah!"
Continua...
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3 years ago
ValerioExibit,
34
Last visit: 7 months ago
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Un mio sogno: essere ripreso mentre mi esibisco in soft
Forse anche voi avrete pensato qualche volta quanto vi sarebbe piaciuto avere qualcuno che vi riprendesse durante i vostri momenti intimi di esibizionismo.
Anche a me piacerebbe tantissimo essere ripreso, preferibilmente da una ragazza o da amiche, a cui piacesse vedermi e riprendermi con una fotocamera o con una telecamera, che fornirei io anche se non professionali, ma andrebbero molto più che bene.
Non preoccupatevi, non ho secondi scopi, l'essere guardato e ripreso mi soddisferebbe tantissimo e, se magari vi piacesse vedermi, allora sarei ancora più soddisfatto!!
Mi dedico ormai da tempo a questo genere di esibizionismo soft, lo definisco così perché non mi spingo troppo oltre... o almeno... non sempre, anche se ho fatto cose più, diciamo... osé...!
Qualche volta sono stato visto, ma sono cose da raccontare a parte, sempreché vi piacciano i miei racconti di "esibizionismo vissuto", se posso chiamarlo così.
Che bello sarebbe!
Ad esempio essere ripreso quando vado a Tirrenia (Pisa), una zona balneare che frequento e che si presta perfettamente all'esibizionismo in quanto ci sono molti posti dove si può fare, come piace a me soft, in modo molto, molto eccitante.
Vi racconto una delle cose che faccio spesso, durante l'estate ovviamente, quindi in questo periodo molto caldo che ben si presta a questo genere di cose all'aperto (magari fosse possibile farlo anche in altre stagioni...!).
Parto da casa, sempre in provincia di Pisa, arrivo sulla piazzetta di Tirrenia, dove c'è un parcheggio molto grande, mi fermo, esco dall'auto e tolgo la cappelliera dietro al sedile posteriore, quindi rientro in auto.
Quì mi spoglio completamente e getto tutti i vestiti dietro in bauliera, essendo tolta la cappelliera, in questo modo per poterli riprendere, sono costretto ad uscire completamente nudo dall'auto e, se non posso uscire a causa magari del pericolo sicuro di essere visto, devo rimanere in auto sperando che nessuno mi veda, situazione questa molto, ma molto imbarazzante.
Se invece ci fossero ragazze compiacenti, allora ben vengano!!!!
Metto in moto e guido a bassa velocità, inizio a girare per le numerose stradine che si snodano all'interno del paese fra la piazza con il parcheggio e fra il viale principale dove si ha l'accesso alle numerosissime stazioni balneari che da Pisa arrivano fino a Livorno.
Stradine queste dove sono parcheggiate le auto solo da un lato, in quanto sono a senso unico.
Appena trovo un punto che mi ispira, mi fermo, parcheggio e spengo l'auto, controllo dagli specchietti se arriva qualcuno, poi guardo avanti e se la strada è libera, esco dall'auto così come sono... completamente nudo!
Sto molto attento che non ci siano persone in giro, in special modo bambini o anziani, non mi sono mai fatto vedere a loro e mai lo farò, non sono cose che mi piacciono e neanche le tollero.
Se tutto va bene, quindi, inizio una breve passeggiata costeggiando le varie case che si trovano sul percorso, sempre più che vigile nel caso qualcuno dovesse uscire da un cancello oppure dovesse arrivare qualcuno in bicicletta o in scooter.
A quel punto, dopo aver fatto un pò di percorso, torno indietro verso l'auto.
Di solito va tutto bene; batticuore a non finire per l'allerta, vi immaginate se qualcuno dovesse uscire da un cancello mentre sono lì a pochi passi?
Cosa potrebbe succedere?
Non oso pensarlo...
Rischio soltanto... forse rischio grosso...
Comunque la voglia è tanta e vado avanti verso l'auto, quindi rientro con tutta calma, sto seduto aspettando che il cuore rallenti un pò il battito, sono molto eccitato, molto, molto eccitato!
Mi tocco, mi strofino la punta del membro con un fazzoletto di stoffa portato con me proprio per l'occasione... erezione... godo... oh come godo... sto bene veramente, strofinare così è estremamente gradevole, specialmente sulla parte che rimane sotto, poco prima il punto dove la pelle si congiunge e resta ben tesa quando si è in erezione.
Strofino, strofino in quel punto e sto bene sul serio.
Prima di venire mi fermo, non devo venire subito, sto troppo bene e devo continuare a stare bene, non deve finire subito... aspettiamo un pò...
Mi fermo, sto bene, godo, ma cerco di non venire subito, altrimenti finisce il gioco troppo presto.
Appena mi calmo un pochino, controllo ancora che non ci sia nessuno in strada, quindi esco di nuovo, completamente nudo, solo con i sandali ai piedi, ma nulla di più e ancora più eccitato di prima.
Faccio di nuovo una passeggiata con una buona erezione (e come potrebbe essere diversamente?) sperando che nessuno sbuchi fuori all'improvviso da un cancello e di solito va tutto bene.
Succede magari che qualcuno, o qualcuna, arrivi in bicicletta, a quel punto corro verso l'auto ed entro dentro, ansimante sia per la corsa, ma ancora di più per l'eccitazione che va alle stelle...
Rischio di venire subito...
Aspetto che la persona passi... tutto bene, è passata.
Mi è capitato di essere in auto in attesa di calmarmi per l'eccitazione dopo essere uscito, aver fatto la passeggiata, essere rientrato ed aver iniziato a strofinarmi come ho descritto prima.
Ad un certo punto vedo arrivare una ragazza non dalla parte del marciapiede, come sarebbe normale, ma dalla mia parte, ossia dal lato del guidatore...
Il cuore batte più forte...
La ragazza intanto si avvicina e quando si trova ad alcuni metri, vede ovviamente che non ho maglietta... sono a petto nudo..., ma questo non significa nulla.
Io la guardo cercando di ostentare noncuranza fino a che non mi passa proprio accanto...
Non mi giro del tutto verso di lei, ma quel tanto che basta per vedere cosa fa: mi guarda.
Sono seduto, tutto nudo, in erezione e sul punto di venire da un momento all'altro!
Cavoli, sono eccitato al massimo... se vengo ora non mi posso fermare, spero non si scandalizzi, ma se mi viene lo devo fare e devo ansimare, non posso davvero resistere...
Riesco a trattenermi (non so come ho fatto) e lei passa oltre...
Peccato, non si è fermata, ma intanto ha visto tutto... che bello!
Mi sento eccitato come non mai... è andata bene, in tutti i sensi.
Sono ancora eccitatissimo, ora devo venire per forza, ma non quì, non subito, devo stare bene davvero, quindi esco di nuovo dall'auto tutto nudo.
Vicino all'auto, dal lato passeggero c'è il marciapiede con un muretto piccolissimo, molto basso, interrotto da un tubo dell'acqua che rimane allo scoperto e poco più in alto del muretto.
Guardo in giro se c'è qualcuno, quindi mi siedo sul tubo facendolo rimanere nel mezzo, mi preme poco sotto ai testicoli nel punto che rimane fra questi e il buchetto.
Cavoli come sto bene!!!
Pochi secondi e inizio a venire come un fiume... non posso fare a meno di dimenarmi e godere ansimando e dicendo a voce alta: "Ahhh, Ahhhh godo, godo... il culo... ahhhh bene il culo... come sto bene!!!"
Vengo... abbondantemente, continuo a venire e a godere a voce alta... e vengo ancora fino a che non ho finito tutto il liquido...
Mamma mia come ho goduto questa volta!!
Troppo bello, eccitantissimo e grazie anche a questa ragazza che è passata e che mi ha "caricato" ancora più di quanto non lo fossi già.
Che esperienza... spero si possa ripetere ancora!
Però penso: "Se avessi qualcuno che in queste situazioni mi potesse scattare delle foto o, meglio ancora, potesse usare la telecamera per filmarmi e potermi poi rivedere... come sarebbe fantastico ed eccitantissimo!! Verrei subito come un fiume ansimando e godendo come non mai...!".
Come sarebbe stato bello se ci fosse stato qualcuno a riprendermi anche mentre stavo godendo in quel modo così libero, spudorato e trasgressivo!
Sarebbe stupendo poter trovare davvero una ragazza o delle amiche, a cui piacesse vedere e riprendermi in queste situazioni imbarazzanti... come sarebbe bello ed eccitante!!
Se magari qualche ragazza che legge, avesse piacere di conoscerci e quindi di fare queste riprese, sarebbe molto bello, sperando che la cosa possa magari anche piacerle, altrimenti non avrebbe senso farlo.
Aspetto comunque i vostri commenti e/o suggerimenti, mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, quindi vi saluto in attesa del prossimo racconto e... a presto!
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3 years ago
ValerioExibit,
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Inconsapevolmente cornuti. finalmente sono la tua puttana.
Il giorno successivo, è un martedì infernale per tutti e due. Silvia, in ufficio, non riesce a combinare nulla, ha problemi con la connessione in rete, soprattutto con una delle aziende cui deve compilare le buste paga.
Luca invece riceve la visita inaspettata di Franco. Quando se lo trova davanti, per un attimo si aspetta che quell’uomo, che ha ripetutamente goduto del corpo della sua donna, abbia con lui un atteggiamento strafottente e arrogante, invece, a sorpresa, si rivela essere una persona garbata, che gli parla con un tono amichevole, quasi fraterno.
I due, chiusi nell’ufficio della direttrice, si trovano a dover risolvere una seria questione.
«Purtroppo Wanda ha avuto un bruttissimo incidente, che sicuramente la terrà lontana dal lavoro per molti mesi e considerato che è quasi prossima alla pensione, dubito che vorrà ritornare in servizio. Con Marco in luna di miele, tu, caro amico, dovrai occuparti di mandare avanti insieme alla tua collega questa agenzia. Purtroppo fino alla prossima settimana non ho nessuna persona da poterti mandare in aiuto, quindi dovete contare solo sulle vostre forze».
Luca lo guarda un po’ sconcertato, prendendo atto che il lavoro prima svolto da quattro persone, dovrà svolgerlo lui e la collega, che non ha grande esperienza. Franco legge lo sconforto nei suoi occhi, lo invita a non sottovalutare la sua bravura, e il suo impegno. Aggiunge anche che ha grande stima di lui, che lo ritiene una persona veramente brava dal punto di vista professionale e che, sicuramente, non deluderà le aspettative delle persone che hanno fiducia in lui. Pronuncia queste ultime parole, con un tono alquanto convinto, e Luca ha la sensazione che quella frase nasconda in effetti un doppio senso. Alla sera ne parla con Silvia, la quale gli assicura che tutti gli amici di Dario hanno fatto un patto affinché nulla trapeli di quello che c’è stato fra lei e loro. Quindi l’affermazione di Franco era a considerarsi un complimento, un attestato di fiducia, puro e semplice. Il mattino successivo, mentre i due ragazzi fanno colazione, un'abitudine che hanno preso da tempo in un bar situato a metà strada fra i due rispettivi luoghi di lavoro, Luca è informato di tutto, sia del fatto che ha iniziato a mettere in chiaro le cose con Dario, ma soprattutto dell’appuntamento con Andrea. Chiede a Silvia se vuole il suo sostegno per andare a cena con Andrea, ma lei risponde che preferisce, se per lui non è un problema, andare da sola in quanto vuole che la questione sia risolta fra loro due, poiché è lei che ha coinvolto Andrea nella loro vita. Luca si guarda intorno e, anche se la zona dove sono non è la più elegante o importante della città, non gli dispiacerebbe trovare una casa nei dintorni. Mentre esprime questo suo desiderio, si trovano davanti alla cassa del bar, dove il titolare, un signore anziano, li guarda e chiede conferma di quanto gli è sembrato di capire.
«Vi interesserebbe davvero acquistare un appartamento in questa zona?»
I due giovani si guardano e confermano la loro intenzione, specificando che, anche se è una zona un po’ andata, con edifici che comunque necessitano di ristrutturazioni, per loro sarebbe una posizione ottimale.
«Se volete vi vendo il mio appartamento. Non sono originario di queste parti, sono venuto qui circa una quarantina di anni fa, quando ha sposato una donna di questa città, che avevo conosciuto perché in vacanza nella mia città al mare. Dopo la sua morte, avvenuta circa tre anni fa, ho deciso di vendere tutto e di ritornare nella mia casa in riva al mare. Fra tre settimane, alla fine del mese, questo bar non sarà più mio e, se posso vendere anche l’appartamento, ne sarei molto contento. Siete una coppia giovane mi sembrate anche simpatici, posso farvi un buon prezzo».
I due giovani si scambiano un’occhiata d’intesa e, dopo aver scambiato il recapito con il vecchio, nell'uscire Luca chiede dov’è ubicato l’immobile. Giovanni, il barista li accompagna fino alla porta e con la mano indica il terzo fabbricato in fondo alla via, quello vicino al parco.
«L'edificio è quello giù in fondo e, al sesto piano, c'è l’appartamento, da cui si gode una bella panoramica sul parco. Vi aspetto questa sera, venite quando avete tempo che ve lo mostro. Se la casa vi piace, riusciremo a concordare un buon prezzo, ne sono sicuro».
Con quel buon inizio, la giornata sembra scorrere via meravigliosamente e la sera, appena liberi dall’ufficio, i due ragazzi si trovano davanti all’edificio dove è situato l’appartamento e vengono ricevuti calorosamente da Giovanni. Appena entrati, si trovano davanti un bella casa, costituita da un ampio salone che affaccia su un terrazzo, non troppo grande, ma dal quale si vede tutto il parco e la città sottostante, una camera da letto matrimoniale, con annesso armadio a muro e due bagni, di cui uno situato in mezzo ad altre due camere più piccole. Una bella cucina completa la proprietà, che ha anche un box auto nel sottosuolo. Insieme concordano che tutto l'appartamento necessita di una sistemazione non indifferente, ma Giovanni gli fa una proposta che sembra abbastanza favorevole. Per tutto il tempo che la coppia è stata dentro la casa, Silvia ha notato che gli occhi di Giovanni hanno indugiato a lungo sulle sue curve generose. Silvia indossa un top giallo tenue e una minigonna nera, con dei sandali a zeppa che le fanno protendere in fuori il suo meraviglioso culo, ed ha notato che Giovanni non è rimasto insensibile alla sua sensualità.
Anche Luca ha notato quel dettaglio e questo gli ha provocato una violenta erezione, che sfoga chiedendo semplicemente di andare in bagno, lasciando Silvia da sola insieme a Giovanni, a parlare sul terrazzo.
«Il prezzo che lei chiede, mi sembra un po' eccessivo. Saremmo disposti a pagarlo in contanti, ma sarebbe il caso che ci facesse un piccolo sconto».
Giovanni la guarda con occhi carichi di desiderio e, dopo aver dato un’occhiata e verificato di essere soli, a bassa voce, fa una proposta a Silvia.
«Potrei anche concederti un discreto sconto, ma vorrei qualcosa in cambio. Tu sei una bella ragazza e, sicuramente, avrai capito che cosa desidererei avere in cambio: quanto più sarai generosa con me, tanto più lo sarebbe il mio sconto».
Luca, dopo essersi masturbato in bagno, esce silenziosamente e li osserva parlare a bassa voce molto vicini, poi, quando fa la sua comparsa, lasciano la casa, senza che Silvia abbia dato una risposta alla proposta di Giovanni. Velocemente rientra a casa ed ha giusto il tempo di fare una rapida doccia e prepararsi per andare all’appuntamento con Andrea.
Arriva appena con qualche minuto di ritardo e lui che l’attende in un parcheggio, quando la vede scendere dall’auto, rimane meravigliato dal suo abbigliamento.
Silvia indossa un tailleur leggero celeste, giacca e pantaloni con sotto una semplice T-shirt bianca. Si sarebbe aspettato un abbigliamento più sexy e provocante, in un certo senso più da puttana, mentre resta sorpreso da questo nuovo look.
Durante il percorso che li porta a quel ristorante che serve piatti sardi, dove lui abitualmente va cena con Alberto, parlano solo del matrimonio di Lucia, delle banalità inerenti a quella cerimonia e, soprattutto, del fatto che lei rivaleggiava in bellezza con la sposa.
Appena seduti, iniziano a ricevere le prime pietanze da consumare, ma Silvia sembra avere poco appetito. Andrea la guarda e si rende conto che, decisamente, c’è qualcosa di strano nel suo comportamento.
«È inutile che ci giriamo intorno. Desidererei sapere cosa è cambiato dall’ultima volta che siamo stati insieme».
Silvia solleva lo sguardo, incrocia il suo e, per la prima volta, riesce a reggere il suo sguardo penetrante e, anzi, gliene rivolge uno quasi di sfida, che stupisce Andrea. Sorseggia del vino, poi, dopo aver fatto un bel respiro, inizia ad esprimere il suo pensiero.
«Quando abbiamo iniziato il nostro gioco a tre, tu ci hai assicurato che, nel momento in cui noi avremmo deciso di smettere, eravamo liberi di farlo, quindi, vorrei dirti che quel momento è arrivato: io e Luca, vogliamo semplicemente che il nostro gioco, si concluda qui».
Andrea la guarda con un’aria stupita e, chiaramente, non si aspettava una simile dichiarazione. Dopo un attimo di esitazione e con tono un po’ incerto, chiede il motivo di quella decisione.
«Sono una persona che mantiene la parola data e, come ho detto allora, ribadisco oggi che voi siete liberi di interrompere il gioco. Però devo anche dire che sono stupito da questa vostra decisione, in quanto mi era sembrato che avevamo raggiunto una perfetta intesa e ognuno di noi aveva ricevuto il piacere cui anelava. Evidentemente c’è qualcosa che è intervenuto e mi piacerebbe conoscerne la motivazione».
Silvia lo guarda, nota il fatto che mentre parla la sua voce è diventata un po’ incerta, quasi timorosa, ed espone:
«Ammetto che, fra le tue braccia, ho provato emozioni intense e meravigliose e, nel contempo, ho regalato analoghe sensazioni all’uomo che amo. Quelle sensazioni hanno rappresentato, per lui, un piacere enorme, in quanto era ciò che egli si aspettava da me. Tu sei un uomo stupendo, un maschio ben dotato e, soprattutto, attento al piacere della donna, con cui ama giacere. Sicuramente tutto sarebbe proseguito per il verso giusto, se non si fossero verificate due cose, che hanno cambiato per sempre il mio concetto di trasgressione. Questi due fatti mi hanno evidenziato che il gioco, che stavamo facendo, ha, in qualche modo, messo a rischio la mia vita al fianco di Luca. Potrà sembrarti banale, ma io amo quel ragazzo e tutto ciò che voglio è solo stare con lui, renderlo felice in tutti i modi possibili e immaginabili. Il viaggio ad Amsterdam è stata la cosa peggiore che mi sia mai capitata e, purtroppo, tu sei stato l'artefice della partecipazione mia e di Lucia a quell’evento maledetto, che ha stravolto il mio punto di vista sul sesso trasgressivo. Inoltre Luca aveva scoperto che io lo tradivo con Dario, mettendo in seria discussione il mio rapporto con lui che, pur di non perdere il mio amore, aveva accettato qualsiasi cosa mi veniva proposta. Ho capito, quindi, il grosso rischio che stavo correndo e, soprattutto, ho capito il profondo amore che lui nutre per me e che io ricambio in maniera esclusiva e privilegiata».
Andrea ascolta quelle parole e non può non comprendere quale sia stato l’evento traumatico che l’ha indotta a quella particolare decisione.
«Purtroppo, non sono riuscito a sapere dalla signora Helen cosa sia successo a quella festa. Mi ero subito reso conto che doveva esserci stato qualcosa che ha modificato il tuo far sesso con me. Non avevo intuito quanto negativa potesse esser stata quell’esperienza, ma è evidente che ti ha segnato marcatamente.
Ho commesso un grande errore ed ora mi è chiaro che ha avuto un effetto a cascata su di te, trascinando via anche quel che di bello vi era stato.
Vorrei però capire esattamente, anche se non in maniera dettagliata, cosa è cambiato da quella sera».
Silvia ora lo fissa negli occhi e gli parla con un tono serio e deciso.
«Fino a quel momento, godere fra le tue braccia mi aveva eccitato e fatto divertire moltissimo, soprattutto nello scorgere gli occhi del mio uomo, carichi di libidine nell’ammirare quanto fosse troia la sua donna. Invece, in quella maledetta sera ad Amsterdam, mi son sentita usata e trattata come una cosa da poter buttar via appena concluso l'amplesso. Non ho trovato niente di erotico in ciò che ho fatto quella sera, ma solo disgusto e paura. Mi sono mancati i suoi occhi, mi è mancato il piacere di esibirmi per lui e questa è stata la cosa che mi ha indotto a riflettere su quello che stavo facendo e su quello che effettivamente ero in quel dato momento, soprattutto, su come veniva usato il mio corpo.
Lo schifo, il disprezzo che me ne è derivato da quell’esperienza, mi hanno indotto a riflettere, a decidere che, sentirmi viva, felice e desiderata fra le braccia di Luca, era la cosa che volevo di più al mondo. Non più tardi di sabato scorso, gli ho dimostrato che posso renderlo felice godendo fra le braccia di due sconosciuti, senza bisogno di vederlo umiliato, come succede quando siamo insieme noi tre. Sono stanca, voglio solo vivere la mia vita insieme a lui, giocando con la trasgressione solo quando entrambi ne sentiamo realmente bisogno e non perché altre persone ce lo impongono. Capisco che questo delude ogni tua aspettativa, ma preferiamo proseguire il nostro cammino in questo modo».
Andrea la guarda e si rende conto della determinazione che Silvia mette nell'esprimere quel suo concetto, quindi le assicura che, a partire da quel momento, sono liberi di vivere la loro vita come meglio credono, anche se, dentro di sé, è rammaricato per la perdita di una persona meravigliosa come lei. Quando ritornano al parcheggio, Silvia scende e con passo deciso sale sulla sua auto e se ne va. E' in quel momento che Andrea si rende conto che ha perso, non una schiava o una femmina con un uomo sottomesso, niente di tutto questo, bensì la donna che ama.
Il giorno successivo, Silvia chiama Giovanni e gli dice che è interessata ad ottenere quello sconto che le era stato proposto. Lui, molto soddisfatto, la invita a raggiungerlo a casa sua la sera stessa.
Quando ne parla con Luca, gli espone chiaramente il fatto che l’uomo vorrà delle prestazioni sessuali in cambio dello sconto promesso sull'acquisto dell'immobile. Egli le chiede se può essere presente, perché, in fondo, vederla nuovamente far la puttana con un altro sconosciuto, è una cosa che lo eccita tantissimo. All’ora concordata, entrambi si presentano alla porta di Giovanni, che, ovviamente, rimane doppiamente sbalordito nel vedere sia la presenza di Luca che il look di Silvia.
Infatti, lei, consapevole del ruolo di troia che dovrà recitare, indossa una mini gonna molto corta, che lascia scoperte le sue splendide cosce lisce e ben tornite. Indossa dei sandali con tacco 12 e sopra un top bianco, che copre il seno lasciato libero, i cui capezzoli duri premono contro la stoffa, quasi a volerla bucare. Egli solo per un attimo resta sorpreso, ma è lei a chiarire subito quali siano le regole del gioco.
«Mi hai chiesto di venire a letto con te per avere lo sconto e questo, come vedi, io lo accetto, ma poiché l’appartamento sarà anche suo, voglio che lui sia presente, per due semplici motivi: voglio vedere i suoi occhi mentre faccio la puttana con te, perché questo mi eccita di più, e poi, perché così mi sento più tranquilla, in quanto ancora non ti conosco. Naturalmente lui, se tu non vuoi, sarà solo uno spettatore silenzioso e discreto».
Giovanni impiega appena un secondo per realizzare che sta sul punto di scopare quella bellissima femmina, sotto lo sguardo estasiato ed attento del suo uomo. Senza tanti complimenti, l'uomo stringe Silvia a sé e le appoggia una mano sul culo, cominciando a tastare quella meraviglia, mentre con l’altra mano cerca di liberare più velocemente possibile il cazzo già bello duro e gonfio che preme dentro i pantaloni. Appena ci riesce, spinge Silvia verso il basso e lei, inginocchiata davanti a quell’uomo, si trova un bel cazzo grosso, ma ancora non eccitato. Lo prende in mano e lo succhia, mentre lui continua a spogliarsi e, alla fine, lei si trova fra le mani due grosse palle, che lei con una mano accarezza, mentre con l’altra lo masturba e lo succhia fin quando lui incomincia a gemere di piacere.
«Che bocca caldissima! Come lo succhi bene! Che bocchinara! Continua non ti fermare! Ingoialo tutto troia!»
Silvia si dà da fare con estrema bravura e, ben presto, quel sesso comincia a indurirsi e a raggiungere dimensioni abbastanza ragguardevoli. L’uomo blocca la testa di Silvia e, con il movimento avanti/indietro del bacino, tenta di spingerle quel cazzo il più possibile dentro la bocca. Lei controlla bene l’intrusione e, con fare da esperta pompinara, riesce a farlo scivolare bene dentro la gola, fin quando l’uomo si ritrova con la sua faccia incollata al suo inguine.
«Accidenti! Che troia! L’ho preso tutto in gola! Che succhiacazzi! Cazzo che troia!»
Lascia che lei si muova autonomamente e, ad un tratto, Silvia si accorge che l'uomo non riesce più a controllarsi e, sicuramente, fra poco le inonderà la bocca con il suo seme; a quel punto di colpo se lo sfila dalla bocca, poi si alza in piedi e lo guarda insistentemente, mentre con la mano continua a segarlo. Lui la guarda con occhi smarriti, stupito, incredulo che tutto quel piacere sia di colpo finito.
«Che cazzo fai? Continua succhiarmi il cazzo. Voglio sborrare nella tua gola da troia!»
Silvia lo guarda, poi gira gli occhi a cercare quelli di Luca, che vede brillare di piacere, torna a guardare in faccia Giovanni e detta le sue condizioni.
«Io non ti faccio venire nella mia bocca, fin quando non abbiamo stabilito a quanto ammonta lo sconto che intendi fare sul prezzo e fin quando non abbiamo firmato il rogito. In quel momento, io ti consegnerò una specie di contratto dove mi impegno a passare una notte a scopare con te. Perciò decidi: a quanto ammonta lo sconto? E dimmi se, questo che ti ho appena fatto, è di tuo gradimento».
Giovanni resta un attimo a riflettere, poi le propone il 10% di sconto sul prezzo pattuito, alle seguenti condizioni: che lei dovrà passare tre notti insieme a lui e ad altri suoi amici, nel periodo che intercorre da questa sera alla fine del mese. Luca guarda Silvia che sta riflettendo sulla proposta e, quando lei gira lo sguardo, lui scuote il capo, per niente convinto di quello che lui propone. Silvia, dopo aver riflettuto, gli fa una controproposta.
«Voglio il 20% di sconto, quattro notti con te, di cui solo in due potranno essere presenti dei tuoi amici, in numero non più di tre, te compreso. Potrete avere il mio corpo a vostro piacimento, ma sempre sotto lo sguardo attento del mio uomo, altrimenti quello che hai appena assaggiato resterà per te un pio ricordo».
Giovanni fa rapidamente le sue valutazioni ed accetta quello che Silvia gli propone, ma aggiunge solo una piccola condizione: che la prima notte che loro due passeranno assieme dovrà essere lei da sola, senza la presenza di Luca. Luca, mentre ascoltava le parole di Giovanni, ha fatto un rapido calcolo e, quando Silvia si gira per chiedere il suo assenso, lui annuisce favorevolmente. Lo sconto rappresenta più o meno la cifra necessaria per ristrutturare l’intero appartamento, quindi considera la cosa un buon affare. Una stretta di mano fra i tre suggella l'accordo raggiunto, che sarà poi ratificato in presenza di un notaio. Dopo di che Giovanni chiede a Silvia di completare l'opera che aveva interrotto. Lei, senza nessuna difficoltà, si inginocchia davanti a lui e, forte dell’esperienza acquisita e perfezionata nella scuola olandese, gli confeziona un pompino da favola. Quando Giovanni raggiunge l’orgasmo, è come un fiume in piena che si riversa nella sua bocca, mentre lui mugola di piacere, continuando ad elogiare la sua bravura.
«Bevi, troia! Continua a succhiare! Bevilo tutto, puttana! Sei una succhiacazzi di prim'ordine! Sborro!»
Dopo aver leccato e succhiato fino all’ultima stilla di quella crema dolce che lui gli ha riversato in bocca, Silvia si solleva in piedi e girando gli occhi verso Luca, lo guarda rimanendo immobile, mentre con la lingua continua a pulire le sue labbra ancora impastate del seme che appena ricevuto in bocca.
Lui le sorride, si avvicina e l’abbraccia forte; la sua bocca si congiunge a quella della sua donna, che gli fa assaporare, per l’ennesima volta, il seme di un altro maschio che ha appena goduto fra le sue labbra.
Restano d’accordo che sarà Giovanni a comunicargli l’appuntamento con il notaio per la stesura del rogito, quindi escono e se ne vanno soddisfatti.
Appena giunti in auto, Silvia stringe con forza Luca e lo bacia felice e contenta.
«Amore! Amore! Amore, sapessi quanto ti amo! Ti rendi conto che abbiamo trovato il nostro nido amore! Amore, sei stato meraviglioso, ho sentito i tuoi occhi su di me per tutto il tempo che quel porco mi sborrava in bocca. Comprendo che sia un sacrificio la prima volta che andrò letto con lui e non potrai vedermi, ma sono convinta che il gioco valga la candela. Adesso, per cortesia, trova un posto appartato, perché ho voglia di scopare con te, da quanto sono eccitata».
Luca prende velocemente la strada del lago e raggiungono la loro mitica piazzola, che li ha visti protagonisti di tanti momenti felici.
Appena entrano nel piccolo parcheggio, scoprono che già è occupato da un’altra vettura, restano un attimo indecisi, poi, visto che l’altra coppia rimane senza scomporsi al suo posto, Luca parcheggia poco distante e subito Silvia gli salta addosso, eccitata da morire. Il tempo di tirare fuori l’uccello duro del suo uomo e ci sale sopra; ci si impala, spingendolo tutto dentro fino in fondo. Resta immobile, mentre lui la guarda estasiato e, allungate le mani, le afferra i seni e li scopre. Silvia contrae i suoi muscoli vaginali e regala a Luca una fantastica sensazione, che lui, praticamente, assaggia per la prima volta. Seguendo le indicazioni di lei, anch'egli inizia a contrarre i muscoli del pene e questo, unito all’eccitazione che avevano accumulato in corpo, regala ad entrambi un orgasmo che esternano con un urlo di infinito piacere. Quell’urlo in contemporanea, squarcia la notte e la coppia che sta scopando, poco distante da loro, solleva lo sguardo e vedendo le mani di lui che giocano con i seni di Silvia, cambiano immediatamente posizione e così, anche l’altra ragazza, ora sta cavalcando il suo uomo, che impasta i suoi seni e la fa, a sua volta, urlare di piacere.
Silvia volge lo sguardo e si rende conto che anche l’altra ragazza la sta guardando e, colta da un desiderio di improvvisa libidine, apre lo sportello, scende, poi si posiziona piegata a 90° sul cofano della macchina e chiede Luca di scoparla in piedi, lì davanti agli altri due che la guardano, restando basiti davanti a quello spettacolo. Appena Luca la penetra da dietro, anche l’altra coppia scende e si posiziona nella stessa maniera, però girati dal lato opposto, perché questo permette ad entrambe le coppie di osservarsi a vicenda. Luca la scopa bene a lungo e lei gode ed urla il suo piacere, sempre più forte, e quando lui è prossimo all’orgasmo, lei si gira e gli chiede, ad alta voce, di venirle in bocca. Lui rimane per un attimo stupito, ma, consapevole che la sua donna deve avere qualcosa in mente, le assesta ancora qualche colpo, poi si sposta e si mette di lato, con lei che, inginocchiata, glielo prende in bocca, mentre lui, con un lungo gemito, scarica dentro tutto il suo piacere.
La donna dell’altra coppia non fa che ripetere quanto ha visto fare a Silvia e, come lei, lo ripulisce al proprio uomo, fin a quando vede che Silvia si stacca da Luca e, fatti due passi, si ritrova davanti a lei, che è in piedi e la guarda in silenzio. Anche Luca si è lentamente avvicinato e osserva la scena di cui ancora non ha capito il significato, ma che è subito ben chiaro quando Silvia abbraccia la donna e la bacia con passione. In quel momento realizza il gioco perverso che la sua donna gli ha regalato. Per un lungo interminabile minuto le due donne continuano a limonare tra loro, poi, quando si staccano, ognuna si gira e bacia il proprio uomo facendogli assaporare, oltre al profumo, il sapore dell’altro maschio.
Poi Silvia si gira, guarda verso l’altra donna, le fa un cenno di saluto e, senza dire una parola, prende Luca per mano e se ne vanno. Due giorni dopo Giovanni chiama Silvia e fissa l’appuntamento con il notaio, per il pomeriggio del giorno successivo. Quando escono dallo studio del notaio con il rogito appena firmato, l’uomo ricorda alla giovane il loro accordo.
E' così che stabiliscono quattro date e lui pretende che la sera dopo, lei sia sua ospite nel letto. La sera successiva, Silvia si presenta a casa di Giovanni, che l’accoglie a braccia aperte. L’uomo la tratta con grande rispetto, fin quando se la trova nuda nel letto, dove la scopa con entusiasmo e passione, facendola godere tantissimo. Quando ha soddisfatto il suo piacere, comunica alla ragazza che inviterà nel suo letto tre amici fidati che, in futuro, potranno essere molto utili alla coppia. Mentre parlano, Silvia accarezza ancora il membro di quell’uomo che, sotto le abili mani della donna, torna di nuovo turgido.
Dopo averla chiavata ancora, lui la fa girare e la prende anche nel culo, fin quando non le riversa dentro il suo ultimo schizzo di piacere. Nei tre incontri successivi, Silvia ha l’opportunità di conoscere tre persone diverse e, poiché è presente anche Luca, per Silvia la cosa diventa molto più eccitante. Il primo è un costruttore edile che promette di ristrutturare l’appartamento con un prezzo vantaggioso, se Silvia accetterà di passare un’intera notte con lui.
Anche gli altri due sono persone molto utili alla coppia: uno è un idraulico, che si offre di fare tutti lavori necessari nell’appartamento, e l’altro è un elettricista che, a sua volta, offre i suoi servigi, ma chiede di poter scopare quella donna ancora una notte, in cambio di un considerevole sconto. Durante queste tre settimane, mentre loro sono impegnati in queste serate, avvengono altri fatti che in ogni caso fanno parte della vita di questa coppia.
Il primo consiste nel ritorno della sua amica Lucia dal viaggio di nozze, dove è stato abbondantemente scopata da entrambi i maschi, sempre in doppia penetrazione in figa e le hanno riversato dentro fiumi di sperma, allo scopo di ingravidarla il prima possibile.
La seconda si ha quando Dario, scoperto che loro avevano finalmente trovato una casa, chiede a Silvia e Luca di passare una sera insieme.
È una sera particolare, quando dopo aver cenato in un buon ristorante, si trovano tutti e tre a casa di Dario. Nell'occasione, Luca può assistere alla monta della sua donna da parte di quell’uomo che effettivamente lo ha cornificato.
Non c’è nessun problema per lui, in quanto considera Dario una persona affidabile e, quindi, il piacere che ne trae è notevole.
La cosa che invece crea qualche preoccupazione alla coppia è il comportamento di Andrea. Lo incontrano una domenica di metà luglio, quando tutte le coppie sono riunite a casa di Alberto, che ospita Luigi e Stefania che, assieme a Lucia, già mostra una bella pancia da un neo mamme.
Quando lo vedono arrivare, si trovano davanti un uomo totalmente diverso. Spento, triste, con l’aria così malinconica che a Silvia fa quasi pena. È Alberto che chiarisce che l'amico, da quando essi hanno chiuso il loro gioco, sembra che non abbia più nessun interesse. Andrea scambia qualche parola in privato con Luca, assieme a Silvia. Si informa di come procede la ristrutturazione del loro appartamento e chiede quando la giovane coppia ha intenzione di fissare la data delle loro nozze. È palese la tristezza nella sua voce, mentre guarda con occhi malinconici quella giovane donna che ha goduto fra le sue braccia. Improvvisamente, chiede loro una cosa che stupisce entrambi.
«Ho ripensato molto, a quello che abbiamo vissuto insieme, e soprattutto mi sono accorto che ero innamorato di te, proprio nel momento in cui ti ho persa. Ora capisco l’amore che Luca nutre nei tuoi confronti ed io sarei disposto a lasciarmi sottomettere da te e da lui, pur di vederti godere ancora. Accetterei tutte le umiliazioni che ha provato lui, pur di aver la possibilità di leccare la tua vagina piena del seme del maschio con cui hai goduto».
La giovane coppia si scambia un’occhiata, cercando di capire se il significato di quelle parole pronunciate da Andrea, corrisponde a quanto da loro inteso.
«Mi fa piacere sapere che hai capito quanto amore prova Luca per me, e quanto ne provava in quei momenti in cui tu lo umiliavi. Non posso assicurarti che ti offriremo un’altra occasione, ma ti prometto che esamineremo la cosa. Devi però capire che io, adesso, finalmente sono la sua puttana».
Nel sentire quelle parole gli occhi di Andrea, hanno un guizzo, una luce che in qualche modo cancella la tristezza da cui erano pervasi; guarda ancora Silvia e annuisce, confermando che Luca è un uomo veramente fortunato ad avere una femmina così bella, innamorata, e tanto puttana.
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Inconsapevolmente cornuti. il suo nuovo ruolo di puttana.
Ripresa la via, impostata di nuovo la stessa velocità, Silvia guarda Luca in faccia con aria alquanto preoccupata.
«Cosa pensi? Come ti sono sembrata?»
Luca la stringe forte, poi con voce infinitamente eccitata, le risponde con un tono estremamente felice.
«Come mi sei sembrata? Sei stata MERAVIGLIOSA! Penso che le tue paure siano assolutamente infondate. Sei una donna stupenda, intelligente ma soprattutto sai far emergere la femmina stupenda e vogliosa che è in te».
Lei lo guarda, sente dentro di sé che quelle parole hanno un effetto molto stimolante e pensa che, come inizio, non è stato affatto male. Mentre i due ragazzi parlano, Luca vede nello specchietto retrovisore la vettura della stradale che, con i lampeggianti accesi, arriva lentamente dietro di loro e, quando li affianca e li sorpassa, un lieve cenno di saluto viene da quella vettura che si pone a poca distanza davanti a loro.
Silvia, come illuminata da un intrigante pensiero, guarda Luca e gli esprime quella che ora è la sua idea.
«Amore, dimmi che sono una pazza, ma, se dentro al bar abbiamo cominciato a verificare la mia reale propensione a far la puttana, solo ed esclusivamente per te, credo che dobbiamo andare fino in fondo a questo gioco appena iniziato».
Luca la guarda e le chiede quale sia la mossa successiva che intende fare. Silvia resta un attimo a pensare, poi si gira, lo guarda e con un cenno del capo indica la vettura che sta davanti, con dentro le due persone che ha provocato nel bar. Lui, intuite sue intenzioni, le offre il suo totale sostegno. Silvia apre la camicetta e chiede a Luca di affiancare la vettura che li precede. Quando le due auto sono affiancate, lei si gira ed incolla i suoi seni contro il finestrino.
Dall’altro lato, entrambi i maschi notano il gesto e, abbassato il finestrino, chiedono a lei di fare altrettanto. L’uomo alla guida informa Luca che, poco oltre, c’è un’area di sosta. Luca solleva il dito pollice in segno di ok, poi schiaccia sul pedale dell’acceleratore e il potente bolide, con un ruggito, divora l’asfalto seguito dagli altri due, che ora hanno spento i lampeggianti. Giunti all’area di sosta, nota che la zona è divisa in due sezioni. La più bassa, con i bagni, è posta un po' più avanti, dove ci sono due tir parcheggiati, mentre l’altra, leggermente più in alto, è circondata da un boschetto, attrezzato con gazebo in legno e tavoli e panche. Parcheggia l’auto e scende. Anche Silvia scende e attende qualche secondo che siano raggiunti dall’altra vettura con i due uomini a bordo. Si siede su uno dei tavoli, appoggiando il piede destro sul tavolo e quello sinistro alla panchina di legno. Così messa, le sue cosce appaiono oscenamente aperte, la fica in bella mostra e la stoffa dello string completamente inzuppata dei suoi umori. Luca si muove lentamente e si posiziona dall’altro lato del tavolo, mentre i due uomini, dopo un lieve cenno d’intesa, si avvicinano e il più anziano subito si inginocchia fra le cosce di Silvia e prende a leccarle la figa, già pregna di umori. Quello più giovane, invece, fa il giro della panchina e, fatta distendere la donna, che si appoggia sul gomito, le presenta davanti alla bocca un bel membro, non troppo lungo, ma di buone dimensioni. Lei lo afferra e subito comincia a lavorarlo con la lingua, tenendolo fra le labbra. Contemporaneamente l’uomo che la sta leccando, scopre quanto sia eccitata quella femmina.
«Accidenti! Questa troia è un vero lago! Sbrodola in maniera pazzesca! Mai vista una cosa del genere: veramente stupenda»!
L’altro, appoggia delicatamente la mano sulla testa di Silvia che, in base all’esperienza ricevuta alla scuola delle puttane, ora tiene il suo cazzo completamente infilato in bocca e lo tortura con la lingua, facendo impazzire di piacere quell’uomo.
«Che meraviglia! Questa troia, lo succhia in maniera meravigliosa! Una vera bocchinara! La miglior bocca che me lo abbia mai succhiato»!
Luca guarda la sua donna godere fra le braccia di quei due maschi, estrae il cazzo e si masturba lentamente, affascinato dalla bravura della sua femmina che, improvvisamente, si gira e lo cerca. Lo guarda dritto negli occhi e, sfilato il cazzo dalla bocca e con voce dal tono deciso, che non ammette replica, gli dice:
«Avvicinati! Voglio anche il tuo cazzo! O mi fai succhiare anche il tuo oppure tutto questo gioco finisce immediatamente».
A Luca basta inginocchiarsi sul tavolo per offrire anche il suo uccello alla bocca famelica della donna, che, adesso, li alterna fra le sue labbra, mentre lui allunga una mano e va a strizzare quei due splendidi seni, che fanno capolino da sotto la camicetta.
Silvia, sollecitata in più modi, sente il suo corpo tendersi e per poi esser squassato da un orgasmo, che le fa scaricare tutta la tensione accumulata fino a quel momento. Gode e lo urla, nonostante abbia la bocca piena di quei cazzi che sta pompando; il suo corpo trema e riversa, in bocca all’uomo che la sta leccando, un’ondata di puro piacere che egli aspira e lecca avidamente. Poi si alza in piedi e, liberato il membro, lo appoggia sulla fica fradicia di umori di quella femmina che lo ha appena gratificato con un orgasmo sconvolgente. Lo spinge con decisione, tutto fino in fondo. Silvia avverte che quella penetrazione la dilata, le apre il ventre e, anche se non ha visto di che dimensioni è fatto quel cazzo che la sta scopando, sente che la riempie tutta. L’uomo afferra le sue cosce e le porta in alto, appoggiando i talloni di lei sulle sue spalle, poi sfila di nuovo il cazzo ed affonda, con un colpo secco e deciso. Ripete la stessa cosa diverse volte, scopandola con un ritmo lento ma deciso, che ottiene l’effetto di far godere ancora una volta Silvia, che tende il suo corpo, lo inarca e, questa volta, mentre viene, si sfila il cazzo dalla bocca ed urla con tutto il fiato che ha in corpo. Quel grido eccita particolarmente anche Luca, che si rende conto che la sua donna sta veramente godendo di un piacere esagerato e questo è, in fondo, la cosa che a lui piace di più, che lo eccita e lo riempie d’orgoglio.
L’uomo che la scopa, mantiene il ritmo sempre continuando a sbatterglielo dentro con colpi secchi. Silvia, quando lo sente affondare tutto dentro di sé, decide di mettere in pratica le esperienze che ha imparato in quella scuola così particolare e, nello stesso istante in cui l'uomo affonda dentro di lei, contrae ritmicamente i muscoli della vagina, cosa che, ovviamente, travolge l’uomo che ne avverte ogni sensazione. Sente il suo membro stretto e avviluppato da quelle mucose che lo mungono, provocandogli un piacere davvero particolare.
«Accidenti, che puttana! Mi sta facendo un bocchino con la fica! Che troia stupenda! Mai scopata una puttana così brava! Amico, la tua donna ne deve aver presi di cazzi, se, così giovane, è già così brava a far godere un uomo».
Luca lo guarda e, con un sorriso da vanitoso, gli risponde in modo da far sorridere anche Silvia, sebbene con la bocca ancora piena del cazzo dell'altro.
«Sono contento che tu abbia gradito la sua bravura, perché mi è costata una fortuna farle frequentare la scuola delle puttane».
Tutti ridono, ma per motivi diversi. La bravura di Silvia, porta ben presto l’uomo a raggiungere il piacere; la scopa ancora un po’ e quando sente giungere l’orgasmo, lo estrae, lo tiene stretto in mano e scarica tutto il suo seme sulla fica di Silvia. Quando anche l’ultimo schizzo è uscito da quel membro, che l’ha fatta godere, l’uomo scambia il suo posto con quello del collega e presenta quello splendido membro, davanti alla bocca di Silvia per farglielo pulire da ogni traccia di seme ancora rimasta. Mentre lei ne infila buona parte della bocca, sente l'altro posizionarsi fra le sue gambe e, con un affondo deciso, anche lui le entro dentro. A differenza del primo, questo più giovane la scopa con più irruenza.
Anche con lui Silvia ripete lo stesso gioco e, quando l’ultima goccia di seme dell’uomo che sta succhiando è versata nella sua bocca, anche l’altro estrae il cazzo e le inonda la fica di schizzi di seme bollente, poi lo presenta ancora alla sua bocca, per farselo nettare.
Pochi minuti dopo, tutti e due, con un saluto, salgono nella loro auto e se ne vanno, mentre lei, ora, appoggiata sui gomiti, gira lo sguardo verso il suo uomo e le sue parole sono musica per le orecchie di Luca. I suoi occhi colmi di libidine, i capelli ancora scarmigliati, le donano un’aria da vera puttana, che accendono i sensi di Luca in maniera esponenziale.
«Adesso, mio grandissimo cornuto, voglio essere scopata da te. Voglio sentire il tu cazzo dentro di me, voglio sentire che mi sbatti per quella troia che sono e che mi riempi il ventre con il tuo seme, perché solo quando mi verrai dentro, io godrò con te. Scopami, Luca! Fammi impazzire!»
Egli, con un rapido movimento, infila il suo cazzo dentro di lei, che è ben aperta e dilatata. La scopa con calma, con affondi lenti e decisi, che la fanno godere, in maniera completamente diversa. Allunga le mani e le afferra i seni, ne tortura i capezzoli, stringendoli forte, in modo da provocarle ancor più piacere, che lei esterna incitandolo a scoparla ancor più forte, mentre serra le sue gambe dietro i lombi di lui.
«Sì, così! Ancora più forte! Amore, sfondami la fica! Amore, sto per godere! Amore, vengo! Luca, eccomi, sto venendo!»
Lui ora la sbatte con veemenza, la tiene stretta serrando le mani sui suoi seni, e poi la guarda dritto negli occhi ed esprime tutto il suo piacere, mentre la scopa sempre più freneticamente.
«Godi, troia! Sei una gran puttana! Una vacca sfondata! Una puttana da strada, che si è fatta sbattere da due porci che l’hanno riempita con il loro seme, ma adesso ci penso io a ripulirti, inondandoti la fica con il mio piacere».
Silvia inarca il corpo, stringe forte le gambe dietro di lui ed emette un ennesimo grido, sintomo di un nuovo orgasmo, forte e intenso che la estenua al massimo. Il suo corpo viene scosso da fremiti incontrollati che la fanno vibrare. Quando Luca avverte che la sua donna ha raggiunto quella estasi che si era prefisso di farle provare, si scarica in lei con un grido che risuona nel verde del boschetto, come il ruggito di un leone. Restano abbracciati, poi, lei lo guarda dritto negli occhi e gli chiede ancora un ulteriore piacere.
«Adesso, mio meraviglioso cornuto, lecca il seme di questi tre maschi che hanno scopato e profanato la mia fica, inondandola del loro seme».
Le parole di Silvia sconvolgono la mente di Luca che, ora, percepisce il nuovo ruolo che la sua donna gli ha assegnato, trasformandolo, da toro da monta a suo adorabile cornuto. Si sfila da lei, si inginocchia e lecca avidamente quel mix di sborra che cola dalla sua fica slabbrata e tumefatta. La pratica dura solo pochi istanti, perché lei si solleva, lo abbraccia e lo bacia, con intensa passione. Insieme salgono in auto, si rimettono in strada e, quando giungono al casello, appena dopo averlo superato, vedono, sul lato destro della strada, la pattuglia con i due agenti che, al loro passaggio, applaudono manifestando la loro approvazione. Quel semplice e informale gesto, non sfugge agli occhi di Silvia, cui appare come una gratificazione. Di colpo si rende conto che le sue paure sono completamente svanite, si sente sicura, felice perché ha dimostrato che è in grado di far impazzire il suo uomo e poter giocare con lui ogniqualvolta ne hanno voglia. Sente che ora è più forte, il futuro meno incerto, e la loro vita, da questo momento in poi, li porterà di sicuro a vivere emozioni fortissime. Sente che le esperienze vissute sono, in qualche modo, state necessarie per arrivare ad esser la puttana del suo uomo, la troia cui lui ha sempre aspirato. Il giorno successivo, sono d’accordo con Stefania che avrebbero riportato la Maserati a casa sua, per riprendere l’auto di Luca. Stefania, dopo che ha lasciato i suoi amici, distesa nel suo letto con Luigi che le dorme accanto, beato e tranquillo, ripensa alle poche frasi scambiate con le sue amiche.
Cerca di immaginare quali possano esser le situazioni in cui si siano andate a cacciare. Probabilmente anche qualcosa di grave, visto il severo ammonimento che Lucia ha rivolto a Silvia, in maniera dura e risoluta. Sente che deve cercare di sapere tutto ciò che è successo, senza aspettare i quindici giorni del ritorno di Lucia dalla luna di miele. Giunge alla conclusione che, la persona intorno a cui ruotano tutte le questioni, è Silvia. Quindi, allorché la giovane coppia si presenta per riconsegnare la Maserati, Stefania invita Silvia a mettersi in piena libertà, mentre i loro due ragazzi, seguendo un protocollo già predisposto, insieme raggiungono la proprietà di Alberto per parcheggiare la Maserati nel box.
Rimaste sole, Stefania offre una bibita fresca all’amica, che è nuda e distesa al sole come lei. Le due si scambiano una occhiata, poi Silvia cerca di sfuggire allo sguardo interrogativo dell'amica, che, imperterrita, comincia il suo interrogatorio.
«Ho riflettuto molto su quello che ha detto ieri Lucia e sono giunta alla conclusione che non posso attendere quindici giorni per conoscere in quali casini vi siete cacciate. Soprattutto voglio capire quanto sia diventato profondo il legame fra te e mio zio. Tieni ben presente che io sono un avvocato e, in qualità di legale, sono come un prete: tutto quello che mi dici, resterà solo ed esclusivamente fra noi due. Quindi ti prego cerca di essere il più sincera possibile».
Silvia fa un profondo respiro, poi sente che è giunto il momento del cambiamento di cui parlava con Luca e ritiene che ne faccia parte anche questo ulteriore passaggio, di conseguenza le sue parole sono precise e molto sincere.
Racconta a Stefania la sua brutta esperienza durante il viaggio in Olanda. Non ha trovato niente di erotico in tutto quello che ha fatto, al contrario si è sentita usata, un oggetto usato per dare sfogo alle proprie perversioni, un buco dove ognuno ha sfogato la sua libidine. In quel momento, ha capito quanto fosse grande la differenza fra l’essere una donna desiderata da uno o più maschi e l'essere usata semplicemente al pari di un water. È stato un momento di svolta nella sua vita, dove ha preso consapevolezza il fatto che l’unica cosa a cui teneva veramente era l’amore per Luca. Lui aveva da tempo scoperto il suo tradimento con Dario e l’aveva anche vista fare sesso con i suoi amici. Nonostante tutto, quel ragazzo aveva nascosto dentro di sé il dolore provato per quel tradimento, perché più forte era stata la paura di perderla per sempre. Ora che i due si erano spiegati, che, preso atto dei loro sbagli, avevano archiviato le loro paure, ora sono giunti alla determinazione che, insieme possono divertirsi ogni volta che vogliono perché lei, non più tardi della sera precedente gli ha dimostrato che è in grado di soddisfare ogni suo desiderio. È in grado di farlo eccitare, godere e assaporare il piacere della trasgressione insieme a lei, senza necessariamente subire le umiliazioni a cui lo sottopone Andrea e nemmeno sentire il dolore che prova, quando lei lo tradisce con Dario.
Stefania fa un profondo respiro, riflette attentamente sulle parole e sui dettagli che Silvia le ha riferito e poi espone il suo pensiero.
«Per il discorso olandese, son sicura che, se voi due tenete la bocca chiusa, le persone coinvolte sono come stelle comete, che arrivano, passano e se ne vanno, quindi con il tempo non avrete più nulla da temere. Se poi mi dici anche che con Andrea il vostro patto prevede che quando la coppia decide di chiudere il gioco è libera di farlo, anche se ieri, per tutta la durata del matrimonio, il suo sguardo è rimasto sempre fisso su di te, non ha perso un movimento, un gesto o un tuo sorriso, non dovreste avere particolari problemi a chiarirvi con lui. Un discorso diverso è invece il rapporto che tu hai con mio zio. Pur non sapendo della vostra relazione, ieri quando lui ha accompagnato Lucia all’altare, e si è girato verso di noi per andare al suo posto, ho visto lo sguardo di ammirazione che aveva verso di noi, ma, soprattutto, aveva solo e soltanto occhi per te. Come ti ha fatto notare Lucia, quell’uomo ha sofferto molto per la perdita di sua moglie, una donna bella e solare che tu certamente gli ricordi molto. Ti prego soltanto di usare la maniera più delicata possibile, per riportare la vostra storia ad un livello accettabile, senza che egli ne debba soffrire più di tanto».
Silvia ascolta attentamente le parole di Stefania e, anche lei è giunta alle stesse conclusioni. Quando tornano i due uomini, le donne vanno in cucina per preparare delle insalate, mentre i due maschi iniziano a preparare il barbecue, dove intendono arrostire della carne da consumare per cena. Luigi, aiutato da Luca, inizia ad accendere il fuoco, parla con lui del matrimonio e di tutto ciò che è stata la cerimonia, la festa e, soprattutto, l'altra cerimonia che ha visto Alberto sposato alla moglie di Marco. Quel gesto, anche se simbolico, rappresenta per il suo amico un passaggio importante della sua vita. Aggiunge poi il racconto di quello che è avvenuto durante il ritorno a casa, quando cioè Stefania si è fatta scopare da Alberto che, probabilmente, l'ha ingravidata. Luca lo guarda e poi gli chiede per quale motivo ha voluto che Alberto gli ingravidasse la moglie.
«Prima del matrimonio, Stefania ed io abbiamo fatto un test e altri vari esami per verificare se vi era qualche problema per procreare. Il risultato è stato che, fondamentalmente tutto era a posto, tranne un piccolo dettaglio che, per vero, ci ha rattristato: il mio liquido seminale contiene una percentuale di spermatozoi talmente bassa, che avrei le stesse probabilità di ingravidarla che avresti tu di andare sulla luna. Lei era molto dispiaciuta di questo fatto e non ne abbiamo più parlato, fin quando siamo tornati dal viaggio di nozze e, vedere Alberto montare con impeto e passione Lucia, qui sotto i nostri occhi, ci ha offerto l’ispirazione. Stefania ha sempre considerato Alberto una persona stupenda e, quando ha chiesto il mio parere su un eventuale rapporto completo con lui, al fine di renderla madre, io non ho esitato un attimo ad accettarlo. Preferisco sapere che il maschio che l'ha fecondata è una persona che ammiro e stimo, invece che con uno sconosciuto qualsiasi».
Luca riflette molto sulle parole che gli ha detto Luigi. Dentro di sé, al solo pensiero che la sua donna sia ingravidata da un altro maschio, gli provoca una così forte erezione da costringerlo a sfogarla, masturbandosi. Mentre stanno consumando la cena, arriva la videochiamata dai novelli sposi, che sono allegri, felici e Lucia, spiega ai suoi amici, che il progetto di restare incinta è già iniziato e loro hanno già collaudato il metodo per un’inseminazione doppia e completa. Tutti si complimentano per questa notizia, poi, salutati gli amici, tornano a parlare del matrimonio, di quanto sia stata bella quella festa.
Il giorno successivo, Silvia si trova in ufficio da sola, in quanto Dario è impegnato a saldare il conto presso la struttura che ha ospitato tutta la cerimonia.
Riceve la telefonata di Andrea, che con un tono un po’ severo, la rimprovera per il fatto che, durante tutto il giorno, non ha avuto alcuna possibilità di scambiare con lei neanche un saluto.
«Piccola troietta, mi hai tenuto per tutto il giorno lontano da te, anche se ho desiderato il tuo corpo ed ho ammirato la tua incommensurabile bellezza che, onestamente superava anche quella della sposa. Alla prima occasione, ti farò pagare questa tua piccola crudeltà».
Silvia rimane un attimo in silenzio, poi giocando d’anticipo, gli propone di passare il mercoledì successivo insieme. Andrea obietta che quella è la sera in cui Luca generalmente gioca calcetto, quindi ne deve supporre che lei voglia passare la serata solo ed esclusivamente con lui. Silvia ribadisce l’idea: ha voglia di passare una serata insieme a lui, a cena ed in un bel posto tranquillo, perché desidera, in qualche modo ripagarlo, della cattiveria che gli ha inflitto. Andrea si dice subito molto soddisfatto di questo piccolo regalo e i due si lasciano con l’impegno di trascorrere una memorabile serata insieme. Finita la telefonata, Silvia sente dentro di sé che comunque sarà una cosa che, in qualche modo, lascerà il segno ad entrambi. L’esperienza con Andrea le ha fatto provare emozioni fortissime, anche se la nota stonata di quel dannato viaggio, continua a farla sentire sporca dentro. E' quasi l’ora di pranzo quando torna Dario. La convoca nel suo ufficio e, insieme, fanno il punto sulla cerimonia e su tutti gli aspetti di quel matrimonio. Egli tiene a ribadire alla ragazza che la sua bellezza è stato a sufficienza apprezzata dagli sguardi carichi di desiderio, ma anche dalla immensa soddisfazione di tutti i suoi amici che, consapevoli del patto, si sono astenuti da qualsiasi gesto avrebbe potuto compromettere la tranquillità di quella coppia, ma ognuno di loro ha anche apprezzato nel vedere l’amore che il suo uomo ha per lei e, soprattutto, sapere di aver potuto godere del piacere che il suo corpo è capace di donare. Silvia lo informa che deve assentarsi per andare a portare in lavanderia gli abiti da cerimonia dei due sposi e Dario coglie l'occasione, offrendosi di accompagnarla.
Mentre sono in auto diretti verso la lavanderia, Dario chiede se il rapporto con Luca abbia subito qualche mutamento. Silvia non ha il tempo di rispondere, perché sono giunti a destinazione e i due entrano nella lavanderia dove sono abbastanza conosciuti. La signora, quando li vede entrare con gli abiti della cerimonia, chiede notizie del matrimonio e poi, rivolge a Silvia una domanda che, per vero, in quel momento non si aspettava.
«Allora, signorina bella, quando verrà la sua amica a portarmi il suo abito da sposa? Quando farà felice quel giovane ragazzo che è tanto innamorato di lei?»
Silvia fa un sorriso e poi le risponde in maniera vaga.
«Cara signora, prima di sposarci, dobbiamo trovare i soldi per comprare una casa: non possiamo mica andare a dormire sotto i ponti?»
Poi sorridendo escono e riprendono l’auto. Appena soli, Dario la guarda e gli chiede se veramente hanno intenzione di sposarsi. Silvia si gira, lo guarda e legge, nei suoi occhi, un lieve velo di malinconia, quasi che quella risposta che lei darà sia da lui desiderata, ma anche temuta. Gli spiega che non sono i soldi il problema, perché anche loro, come Marco e Lucia, vorrebbero trovare una sistemazione che sia abbastanza agevole per entrambi per raggiungere il luogo di lavoro. Dario riflette un attimo e invita Silvia a consultare il padre di Cristina, una delle loro tirocinanti, che ha una agenzia immobiliare.
Di certo egli sarà in grado di aiutarli nella loro ricerca.
Fermi al semaforo, Silvia sente la necessità di chiarire qualche aspetto anche con lui, per capire quanto sia diventato profondo il loro rapporto. Lo invita a fermarsi al bar per prendere un caffè. Seduti al tavolino il bar, Dario si rende conto che Silvia ha sicuramente qualcosa di importante di cui parlare con lui. Lei gli prende le mani, poi, guardandolo fisso negli occhi, cerca di fare in modo che le sue parole siano il più dolce possibile.
«Penso che anche tu, fin dall’inizio, eri consapevole che prima poi saremmo arrivati a questo punto, però mi sembra di capire che la cosa ci sia un po’ sfuggita di mano. Mi dispiacerebbe ferirti, perché per me sei una persona molto importante, che ho sempre ammirato come uomo e poi ho avuto modo di apprezzare come maschio. Voglio diventare la moglie di Luca e, nel fare questo, ho deciso che è giunto il momento che io diventi, solo ed esclusivamente, la sua donna, che lui possa trasformare in una puttana ogni qualvolta ne sente il bisogno o avverta il desiderio di vedermi fra le braccia di un altro uomo. Ma questo deve essere solo ed esclusivamente un suo privilegio. Oltretutto ha già scoperto la nostra tresca, perché è di questo si tratta. Per lui è stato un colpo molto duro, che ha quasi rischiato di spezzare il nostro amore, per questo, d’ora in avanti, voglio essere sincera e leale con lui».
Dario la guarda con occhi velati da un sottile dispiacere, poi, però, le sue parole dimostrano quanto amore nutre per lei.
«Quando sei venuta a lavorare per noi, io ho sempre cercato di mantenere un distacco, sia con te che con le altre persone, ma quel giorno che abbiamo lavorato insieme, gomito a gomito, mi sono reso conto che tu sei completamente diversa da tutte le persone che avevo incontrato. Assomigli fisicamente molto a mia moglie, il cui dolore per la sua perdita non sono mai riuscito a metabolizzare, ma vederti così bella, allegra e solare, attenta nel lavoro come lo era lei, ha destato in me il piacere di stare in tua compagnia. Tutto quello che ne è derivato, è stata la cosa più bella che mi sia capitata in questi ultimi anni. Non crearti nessuno scrupolo, puoi troncare la nostra relazione quando vuoi, anche se sono profondamente innamorato di una donna come te, sono consapevole di due cose fondamentali: primo io sono troppo vecchio per una donna come te, secondo è Luca la tua vita ed è giusto che con lui tu costruisca il tuo futuro. Sapere che la nostra relazione ha rischiato di spezzare il vostro legame, mi addolora profondamente. Mi hai detto che ha scoperto la nostra relazione e che, sicuramente si è sentito tradito, ma vi ho visto felici e innamorati, quindi presumo che le spiegazioni che tu gli hai dato, lo abbiano convinto che la vostra storia è ancora molto forte. Ti assicuro che non muoverò un dito per far cambiare la tua decisione; posso garantirti che anche i nostri amici, rispetteranno il patto che hanno con te. Eravamo tutti consapevoli che quello che avevamo tra le mani era la cosa più bella del mondo, ma nessuno di noi si è fatto illusioni che sarebbe durata per sempre. Prendi la tua decisione tranquillamente, e non ti curare di me, perché comunque spero vorrai continuare a lavorare nel nostro studio e, quindi, avrò sempre il piacere della tua presenza. Aggiungo soltanto una cosa: son felice che tu realizzi il tuo sogno con Luca, spero che il vostro rapporto sia sempre bello e soddisfacente, sotto tutti i punti di vista, soprattutto quello sessuale. Se lui, un giorno, non dovesse più renderti felice, sappi che io sarò sempre pronto ad accoglierti fra le mie braccia».
Poi tornano in ufficio e lei chiama Luca, pregandolo di presentarsi nel suo ufficio, appena esce dal lavoro. La sera dopo l’ufficio passano all’agenzia immobiliare, ma le varie proposte risultano troppo onerose per le loro finanze. Anche un’eventuale possibilità di prendere un appartamento in affitto, non rientra nei loro progetti. I due lasciano l’agenzia alquanto delusi e prendono in considerazione l’idea che, forse, dovranno prendere un'abitazione che sia almeno vicina a uno dei due posti di lavoro.
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3 years ago
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Il treno
Avevo 18 anni. Finalmente le vacanze estive, ogni anno le trascorrevo con la mia famiglia in Puglia dai nonni, quell'anno i miei si trattennero di più a Roma e mi proposero di partire da solo e loro mi avrebbero raggiunto dopo. Accettai. Avrei viaggiato in treno da solo (negli anni '60 non era così facile per un ragazzo di 18 anni). Io tutto felice perché in poco tempo avevo realizzato il sogno di indipendenza, e poi il giorno prima la mia amica più grande di me mi aveva regalato il primo bocchino della mia vita ... ero alle stelle ...
I miei conoscevano il capotreno e mi raccomandarono a lui. Infatti mi fece accomodare in uno scompartimento vuoto. Il treno partì, il viaggio sarebbe durato circa 10 ore. Ero seduto vicino al finestrino e mi godevo il panorama; entrò il capotreno lasciò il suo bagaglio e sorridendomi tornò nel corridoio, era sicuramente lo scompartimento a lui riservato quindi non sarebbe entrato nessuno. Abbassai un po' lo schienale della poltrona e mi distesi rilassato. I miei pensieri tornarono al giorno prima quando nella pineta al mare, al riparo dei cespugli, la ragazza mi abbassò pantaloni e slip iniziando una languida sega. Io ero al settimo cielo, ma volevo di più, infatti la spinsi all'ingiù facendogli capire di inginocchiarsi; lo leccò sul glande, poi passò a succhiarmi le palle una per volta, risalì l'asta prendendolo in bocca iniziando un movimento di vai e vieni molto lento. Sentivo la sua gola caldissima, succhiava divinamente, gemevo, i suoi movimenti si fecero più veloci, dopo alcuni risucchi scaricai una quantità incredibile di sborra nella sua bocca che non poté trattenere tanto che un rivolo uscì dai lati della labbra finendo sul mento. Il resto la bevve avidamente a più riprese. Al pensiero mi era venuto duro. In quel momento rientrò il controllore, cercai di ricompormi nascondendo alla meglio la mia erezione. Lui se ne accorse facendomi diventare rosso per la vergogna, fece finta di niente e mi disse di stare comodo. Si sedette vicino alla porta; parlammo del più e del meno, sulla mia famiglia, sulla scuola, ma notavo che il suo sguardo finiva sempre alla mia patta. Passò nel corridoio una bella ragazza, fece un apprezzamento sul suo bel didietro, sorridendo, mi chiese se avevo una ragazza, se avevamo fatto tutto e di non vergognarmi perché eravamo tra maschi. Risposi di si ma ci eravamo fermati solo ad alcune masturbazioni. Si meravigliò dicendo: "Ma come! Io alla tua età mi ero già fatto alcune ragazze e a volte anche qualche maschietto". Queste parole mi turbarono. Dissi che a me non era ancora successo, replicò: "Non è successo cosa? di farti un maschietto … o di essere fatto?". Non dissi nulla, lui non insistette.
Si era fatta notte, il controllore andò a fare l'ultimo giro. Io nel frattempo pensavo e ripensavo a quelle parole e mi eccitai al fatto che si era scopato non solo le ragazze ma anche maschi e poi da attivo o da passivo? Spensi la luce, lo scompartimento era rischiarato solo dal blu della lampada notturna cercai di addormentarmi. Ero agitato, pensavo a prima. Arrivò il capotreno, vide che cercavo di dormire, chiuse le tendine e la porta con la sua chiave e si sedette rilassandosi. Dopo un pó credendo che stessi dormendo iniziò a toccarsi, abbassò i pantaloni, tirò fuori un cazzo che ancora morbido era quanto il mio in erezione. Guardava nella mia direzione facendosi un sega, il suo cazzo cresceva era arrivato ad almeno 20 cm. Si spostò sedendosi accanto a me continuando il suo lavoro di su e giù, con l'altra mano cominciò a toccarmi e a risalire la gamba, mi slacciò i calzoni, la sua mano si insinuò andando a toccarmi le palle. Le accarezzava con dolcezza, le soppesava, ne cercava la consistenza. Iniziai a sospirare facendo finta di svegliarmi, lui se ne accorse invece di lasciare il suo lavoro passò ad impugnare il cazzo e farmi una sega. Lo lasciavo fare, a me piaceva, ad un tratto mi lasciò e si tolse i vestiti. Ritornò da me e io come in trans mi lasciai spogliare e stendere sui sedili di velluto dello scompartimento, si mise tra le mie gambe, mi leccò i capezzoli, la sua lingua scese lungo lo stomaco, giocò con i pochi peli che avevo all'inguine, prese in bocca il glande e iniziò a succhiare. Ebbi un sussulto di piacere, succhiava meglio della mia ragazza, vedevo le labbra al lavoro andare su e giù facendo scomparire il mio cazzo in fondo alla gola, tremavo per il piacere. La sua mano andò ad accarezzare i testicoli, li prese in mano avvicinandoli alla bocca ogni volta che scendeva li leccava. Sentivo ormai che ero vicino all'orgasmo lui se ne accorse e accelerò i movimenti. Venni in maniera incredibile, non ne fece uscire nemmeno una goccia; nella poca luce notturna vidi la sua soddisfazione di avere in bocca la mia sborra nel mandarla giù lentamente. Si sedette prendendo fiato. Sussurrando disse: "Adesso tocca a te … se non l'hai mai fatto ti aiuto io … ". Si inginocchiò mettendosi quasi a sedere sulla mia faccia. Mi ritrovai con il suo cazzo che mi sfiorava il viso, lo prese in mano masturbandosi lo alzò e vidi le sue palle piene, disse : "dai ... leccale" avvicinandole alla mia bocca. Le toccai con la punta della lingua, poi presi confidenza e le leccai, erano liscie e calde sicuramente si era depilato, ci presi gusto, ad ogni passaggio cercavo di lambire i contorni del suo scroto con vivi apprezzamenti dell'altra parte. Si spostò lentamente all'indietro passando la parte sotto del suo cazzo sulla mia lingua e disse :"sei bravo, prometti bene ... adesso apri la bocca ed esci bene la lingua ...". Feci come mi aveva detto ed iniziò a passare la sua cappella rossa, vitrea e grande sulla mia lingua, aveva un sapore strano tra il dolce e il salato. La strofinava lentamente e a ogni passaggio la punta della cappella ormai umida cercava di entrare nella mia bocca. Lo sentivo ansimare, cominciò a scoparmi in bocca lentamente facendo entrare la cappella, la mia bocca produceva molta saliva, gemendo disse :"... siiii ... adesso chiudi , fai scorrere le labbra e succhia ...".
Chiusi le labbra intorno a qual palo, lo sentivo tremare, iniziai a muovere la testa verso di lui facendolo entrare sempre di più. Il sapore era divenuto più intenso, gustoso, mi stavo eccitando, lui accompagnava I miei movimenti con il bacino, a volte lo sentivo toccare la gola. Era ormai 10 minuti che lo succhiavo, cambiammo posizione lui si stese sul divanetto del treno e io in ginocchio, di fianco, continuavo a farlo scivolare in bocca, ora ne sentivo per bene la lunghezza e la durezza, lui con la mano mi accarezzava la testa e le spalle, lo sentii arrivare alle mie natiche e accarezzarle, mi toccò l'ano, si bagno la mano con la saliva ungendolo e fece entrare un dito, iniziò ad andare dentro e fuori, provai era una sensazione strana tra il dolore e il piacere. Lo sentii dire :”.... aspetta … facciamo diversamente … “ ; si alzò e venne ad inginocchiarsi alla mie spalle. Mi spinse in avanti facendomi appoggiare con in gomiti sul sedile, lui era su di me scendeva con la lingua lungo la schiena, arrivò al mio culo e lo lambiva lungo tutto il solco, allargò le natiche e lecco il buco, una fitta di piacere mi pervase, lui insisteva, sentivo la lingua saettare ed entrare con molta saliva tanto che a volte mi colava sulle palle, risalì lungo il solco e la schiena all'improvviso sentii la presenza del suo cazzo umido insalivato duro e bollente che strusciava tra le mie chiappe, lo puntò sul buco e tenendolo in mano iniziò a spingere costantemente. Avvertii una fitta di dolore ma allo stesso tempo piacevole, il mio buco si arrese a quella spinta, lo sentii cedere e far entrare la grossa cappella, lui si fermò un attimo poi passò a spingere e ritirarsi entrando sempre di più. Rimasi meravigliato come quella grossa cappella e l'asta di 20 cm. era riuscita ed entrare nel mio culo , senza dolore eccessivo, pensavo a tutto quello che mi avevano raccontato sulle inculate, al dolore che si provava , io invece godevo di quella presenza bollente dentro di me che ormai senza più ostacoli scivolava profondamente nel mio retto. Lui cavalcava velocemente tenendomi saldamente per i fianchi, a volte si poggiava su di me, sentivo le sue palle sulle mie, cercava di far entrare qualche centimetro in più e ansimava. Una mano mi lasciò un fianco e prese il mio pene dicendo :”hooo!!! ti sfondo il culo, tutto dentro tieni …. ti piace eh …. vedo che ce l'hai durissimo … bravo ... avevo capito che volevi essere inculato … tra poco ti sborrerò nel culo … stai pronto ... godoooo ... “. Lo sentii spingere e irrigidirsi donandomi sei getti bollenti di sperma, fu una sensazione bellissima sentivo gli schizzi riempirmi tanto da sborrare nelle sue mani, quello che avevo nel culo enormizzò il mio piacere. Lo uscì piano per farmi assaporare ancora quella presenza, quando fu fuori un getto di sperma caldo traboccò dal mio culo, lo raccolse con un dito spalmandolo intorno all'ano facendomi sentire i bordi e mi resi conto di quanto era aperto. Ci sdraiammo addormentandoci.
Le prime luci dell'alba illuminarono lo scompartimento, ero ancora nudo e delle chiazze biancastre molto evidenti avevano macchiato i sedili di velluto, il capotreno non c'era allora mi rivestii e andai in bagno a ripulirmi. Quando tornai lui era la, sorridendomi come se non fosse successo nulla, mi diede del caffè. Chiuse la porta un'altra volta e abbassò le tendine del corridoio, mi disse: “Sai mi hai fatto godere tantissimo stanotte … spero che sia piaciuto anche a te … però abbiamo interrotto qualcosa ...” io vergognandomi un po' risposi affermativamente con un cenno della testa. Mentre parlava si alzò slacciandosi i calzoni facendoli cadere a terra con i boxer. Adesso vedevo con la luce le fattezze di quel cazzo che mi aveva fatto godere quella notte, lungo almeno 20 cm con una cappella pronunciata e abbastanza grosso, due grosse palle pendenti. Mi piaceva, lui prese la mia mano e la portò sul suo cazzo e la iniziò a farla scorrere sulla sua asta facendo scomparire la cappella ad ogni passaggio, quel calore nelle mia mano mi piaceva, mi lasciò e io continuai ciò che mi aveva insegnato, stava diventando duro l'altra mano istintivamente andò a prendere le palle e accarezzarle sentendo un apprezzamento dell'altra parte. Mi disse : ” adesso riprendiamo da dove eravamo rimasti …” si mise di fronte a me in piedi, io ero seduto, avvicinò la cappella alla mia bocca, vedevo una goccia trasparente sulla punta, spennellò le mie labbra, quella goccia le bagnò rimanendo attaccata con un filo, sembrava miele, istintivamente con la lingua la assaggiai era salata ma dolce allo stesso tempo , approfittando di questa apertura della bocca mi fece scivolare il glande e una parte dell'asta all'interno. Ora ne sentivo meglio il sapore caldo e salato facendomi provare delle sensazioni stranissime . Mi prese la testa facendola muovere avanti e indietro, iniziai un pompino incredibile sembravo che non avessi fatto altro nella mia vita. Succhiavo e leccavo quella cappella con un gusto mai provato prima , cercavo di ingoiarlo più che potevo ma non ci riuscivo lui gemeva e tremava, allo stesso tempo stringevo le sue palle calde. Sentivo il suo cazzo che diveniva sempre più duro cambiare sapore ne apprezzavo il calore, provavo un piacere nuovo , avevo bisogno di bere, le labbra gonfie, formicolanti, la mia bocca produceva una quantità incredibile di saliva. Lui aveva gli occhi chiusi e la testa reclinata all'indietro godendosi il lavoro. Ormai sapevo quello che mi aspettava, mi avrebbe sborrato in bocca ma non volevo più evitarlo, ne avevo bisogno. Dopo alcuni risucchi e di rapidi su e giù mi pareva di sentire la cappella dilatarsi e vibrare, infatti non mi sbagliavo un primo schizzo violento caldo, appiccicoso si mischiò alla mia saliva , ingoiai liberando momentaneamente la bocca che fu riempita da altri schizzi sempre della stessa consistenza del primo, molto salati, gelatinosi e caldi. Lui in estasi diceva “non mandare giù, fammi vedere con la bocca aperta”. Ormai la mia bocca e la gola non potevano più trattenere tutto quel liquido, un po' mi traboccò dall'angolo delle labbra. Mi fece aprire la bocca per vedere il suo sperma abbondante che galleggiava all'interno poi mi ordinò di ingoiare. Io ubbidii bevendo in due riprese tutto il contenuto. Ne sentii la consistenza grumosa nel mandare giù ma non mi dava fastidio, anzi migliorava le mie sensazioni. Mi era piaciuto tanto da leccare anche quel rivolo che avevo sul mento. Lui riportò il suo cazzo alla mia bocca ancora bagnato dalla sborrata, lo succhiai e ripulii dalle ultime tracce di sperma. Mi disse :” sei stato bravissimo … non potevamo lasciarci così … adesso non ne potrai più fare a meno, ne avrai bisogno e cercherai sempre più sborra da succhiare e da bere“.
Il viaggio finì, giù dal treno c'erano i nonni ad aspettarmi ma il mio pensiero era rimasto lì nello scompartimento, infatti come lui mi aveva detto avevo già voglia e bisogno di un'altra dose si seme caldo.
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3 years ago
Hermann2,
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