{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
-
Il nostro gioco preferito.
Mi chiamo Lara, ho 32 anni, sono alta 1.70, bionda con i capelli a caschetto, occhi verdi, fisico slanciato e snello, con un bel seno di una terza misura abbondante, ventre piatto ed un culetto a mandolino posto al culmine di gambe lunghe e dritte. Da sette anni, sono sposata con Luca, un maschio di 3 anni più grande di me. Più alto di me, moro con gli occhi azzurri, capelli ricci, un bel fisico scolpito e, tra le gambe, una splendida dotazione, molto oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza. Siamo una coppia che ama il sesso, soprattutto se fatto in maniera non convenzionale. Diciamo che amiamo molto creare situazioni in cui, a volte, coinvolgiamo anche altre persone, al fine di raggiungere il massimo del piacere. Uno dei nostri giochi preferiti è quello di uscire la sera separatamente e incontrarci in un determinato locale, come se fossimo due perfetti sconosciuti e, a quel punto, scatta il nostro gioco che, spesso, ci permette di renderne partecipi anche altre persone. Una di queste volte è avvenuta lo scorso autunno, quando, per motivi di lavoro, mio marito si è dovuto recare in un'altra città e, avendo io delle ferie ancora da smaltire, ho deciso di seguirlo per trascorrere qualche giorno insieme a lui, ma, soprattutto, per vivere qualche nuova e interessante esperienza, in quanto, negli ultimi tempi, non avevamo avuto molte occasioni per dar sfogo alla nostra vena libertina. Giunti in città, abbiamo passato la giornata separati, perché lui era impegnato nel suo lavoro, mentre io mi son dedicata un po' allo shopping. Ho girato per negozi e, poiché indossavo un outfit alquanto intrigante, costituito da una minigonna in pelle nera, una camicetta bianca, stivali col tacco alto che mi arrivavano al ginocchio e, sopra la camicetta, un giacchetto di pelle nera, era ovvio che ero oggetto delle attenzioni di parecchi maschi. Naturalmente ho rinunciato a tutte le lusinghe ed ai complimenti che mi venivano rivolti, perché, un aspetto del nostro magnifico rapporto, è costituito dal fatto che a noi piace farlo insieme. Luca non mi ha mai tradito singolarmente con un'altra donna e nemmeno io l'ho mai fatto con un altro uomo. Spesso e volentieri abbiamo giocato sia con uomini che con donne, ma sempre insieme, sempre sotto l'attento sguardo del partner ed è questa la cosa che mi intriga di più. Per me è fondamentale sapere che lui mi sta guardando, mentre faccio la svenevole con un altro. Sentire che mi sta guardando, esaminando, apprezzando o criticando la mia prestazione, è qualcosa che mi fa veramente bagnare al solo pensiero. È la nostra intesa complice, che ci rende così uniti e, nello stesso tempo, così perversi. Infatti non è mai uno dei partner a decidere quale tipo di gioco intraprendere, perché, a volte, ci alterniamo e, spesso e volentieri, sono proprio io a creare le situazioni, che però lui elabora. Per la maggior parte delle volte, si tratta di cose che nascono spontanee dentro di noi e ci basta un'occhiata per decidere se metterle in pratica, oppure rinunciare. È questa nostra intesa mentale che mi fa adorare quest'uomo in maniera veramente unica. Con lui ho vissuto momenti così intensi che, se dovessi confessare quale tra essi sia stato il più bello, non riuscirei nemmeno a fare una graduatoria: sono stati tutti molto belli e intensi! La sera, dopo aver cenato in uno splendido ristorante, lui mi ha preso per mano e mi ha condotto in un locale alquanto intrigante. Era un semplice topless bar, con un simpatico pianista che suonava melodie "ever green". Appena entrati nel locale, ci sediamo al bancone. Io indosso un sottilissimo tubino nero elasticizzato, che sembra una seconda pelle per quanto è stretto e modella il mio corpo, evidenziando al massimo le mie curve. Calze nere velatissime e, ai piedi, scarpe con tacco e plateau proibitivo, da 18: mi aveva voluto molto appariscente quella sera. Ho capito subito che aveva in mente qualche sua idea ed ho deciso di assecondarlo passivamente, perché avevo voglia di sentirmi usata dalla sua fantasia e dai suoi desideri. Son seduta su di uno sgabello ed il vestito è salito un po' troppo su; il pizzo delle calze si vede benissimo. Ha ordinato dei drink e finge di non conoscermi. Mi parla con voce molto calda ed io mi lascio accalappiare. Tra un sorso e l’altro mi racconta delle barzellette ed io rido mentre lui, ogni tanto, mi accarezza la gamba. Lentamente sale dal ginocchio fino all'orlo cortissimo del vestito. Poi si fai più audace e si china a baciarmi e leccarmi il collo. Mi provoca e vuol vedere se sto al gioco. Mi sento osservata e già questo mi eccita, mentre ora la sua mano sale sempre di più. Indugia quasi a farmi desiderare di sentir le sue dita dentro di me. Divarico sempre più le gambe, lui scosta il perizoma sottilissimo ed io mi lascio penetrare. È pazzesco! Siamo in un bar, con tantissima gente, e lui mi masturba davanti a tutti, con una disinvoltura che mi sconvolge. Infila uno dito tra le labbra della mia vulva già fradicia, gira e rigira il dito dentro di me e, quando lo toglie, me lo infila in bocca, per farmi assaggiare il mio stesso sapore. È dolce, profuma di cagna in calore, perché è così che adesso mi sento: una cagna in calore! Lecco con avidità il dito, succhiandolo quasi fosse un membro. Assaporo il mio miele di cui è ricoperto e questo mio sapore mi eccita ancor di più! Siamo cosi presi dal nostro gioco, che non facciamo caso al fatto che il tizio, seduto accanto a me, non si è perso nulla dei nostri maneggi e si è gustato tutta la scena. Lo guardi e gli sorridi, io non mi volto. Mi sento le gambe tremare per l’adrenalina che sento scorrere dentro il mio corpo, eccitato al massimo. Gli fai un mezzo sorriso e poi mi trascini a ballare nella piccola pista, creata tra i tavoli. Lui si sposta più vicino per seguirci con lo sguardo. In pista mi abbracci da dietro. Le tue mani scorrono lungo il mio corpo, mi accarezzi i fianchi, le gambe. Mi stringi e sento, sullo spacco del mio culo, il tuo membro durissimo. Già questo mi fa sbrodolare! Il tipo al bar non resiste. Si avvicina, mi guarda e tu mi offri a lui. Mi fai girare, perciò, adesso, sul culo sento il membro di lui e sento che ce l'ha già duro e grosso. Ti guardo meravigliata, tu capisci che quello che sento mi piace. Mi tieni stretta a te, mentre lui mi accarezza le gambe ed arriva al perizoma, che sente fradicio, sorride e ti parla all'orecchio e, dopo che tu hai annuito, mi prendi per mano e ci avviamo tutti e tre verso l’uscita dal locale. Appena fuori mi fai spostare nel vicoletto di lato, quasi buio, e anche se fa freddo, tu mi sussurri all'orecchio di succhiarglielo, come solo io so fare. Lui sorride, lo tira fuori e tu mi fai inginocchiare. Mi trovo davanti al viso una bella verga dura, lunga come la tua e, forse, anche più grossa di spessore. Senza tanti complimenti lui me lo sbatte in bocca con forza. Metti una mano sulla mia nuca e detti tu il ritmo, oltre a quanto ne devo ingoiare.
«Succhialo, troia! Fagli sentire come sei brava!»
Sentirmi dare della troia, mi fa quasi venire in quella situazione. Lo succhio e lo lecco come so che piace a te, ma vedo che lo stesso effetto fa a lui. Quasi non resisto più e decido che voglio anche il tuo, lo tiro fuori e succhio, prima te e poi lui forte, fino in gola, fino a strozzarmi e voi ne siete più che contenti.
«Che brava succhia cazzi che hai, amico! Davvero un'esperta bocchinara!»
A quel punto lui ci propone di spostarci a casa sua, che dista pochi passi da li. Accetti e lui ci fa strada; mentre andiamo, si presenta e dice di chiamarsi Mario. Lo guardo e vedo che è un bel maschio sui 45 anni, ben portati. Pochi minuti e siamo in casa sua; subito lui ci indica la camera da letto. Appena dentro, sei tu a dirigere il gioco.
«Spogliati nuda! Lascia solo tacchi, calze e perizoma, che ti fanno apparire ancor più troia di quanto tu non sia!»
In un attimo, sono nuda. Mario si avvicina a te e ti suggerisce qualcosa, che io non sento, ma tu annuisci e, subito dopo, fanno la comparsa una benda e delle manette. Mi blocchi i polsi dietro la schiena e mi bendi gli occhi, poi mi ordini di inginocchiarmi. Me lo fate succhiare a turno. Ci prendo gusto e comincio a leccare e a succhiare, prima uno, poi l'altro, poi insieme. Il fatto di averne due in bocca, stupisce Mario.
«Che spettacolo! Questa troia sa davvero succhiare il cazzo! Anzi i cazzi: è capace di prenderne due per volta?!»
Lecco e succhio con molto impegno. Sento la saliva che comincia a colarmi lungo il mento e questo mi eccita ancor di più; mi spinge a succhiarvi con maggiore impegno e voi ne siete entusiasti.
«Che troia! Che bocchinara! Davvero una splendida succhia cazzi da sballo! Se continua così, le sborro in gola!»
Sentire Mario esser al limite, mi eccita ancora di più. Sento i miei umori colare lungo le cosce e la mano di uno di voi che mi masturba e strizza le tette. Poi mi sento sollevare, vengo messa a quattro zampe sul letto. Mi scende la benda, ma tu non te ne curi, anzi, la togli del tutto. Mario si posiziona davanti a me e tu dietro. Subito ho il suo cazzone infilato in bocca e tu mi penetri con così tanta forza che vengo spinta in avanti e sbatto con il viso sul corpo di Mario, ritrovandomi con il suo cazzo tutto in gola. Mi sculacci con forza. Poi lui ti passa del gel e tu mi prepari il culo, per sodomizzarmi. Lo sai che ho sempre bisogno di una accurata preparazione per godere di culo e tu, a questo, vi procedi con molta cura, quasi maniacale. Mario ti offre un cuneo e tu sorridi, quasi come se lui ti avesse letto nel pensiero. Mi prepari l'ano con dita e lubrificante, poi, con calma, mi infili il cuneo in culo! Mi sento piena! Davanti ho un cazzo in gola, sento il tuo nella fica che mi sfonda e, adesso, ho anche il culo pieno! Godo senza poter urlare e tu ridi divertito.
«Così si tratta una troia come te! Devi esser piena in ogni buco!»
Godo come una maiala! Di colpo tu ti sfili, mi togli il cuneo, non senza provocarmi un ennesimo brivido di piacere e poi dici a Mario di sdraiarsi supino; lui esegue e vedo il suo cazzone che svetta lungo e duro. Mi fai impalare su quella trave che mi arriva fin nella pancia. Il tempo di averlo tutto dentro, che sento il tuo che forza il mio sfintere che non impiega molto a cedere e, un attimo dopo, sei all'interno del mio intestino con tutto il cazzone ancor più duro. Mi sento completamente riempita, mentre mi scopate in doppia con un sincronismo così perfetto, che sembra lo abbiate fatto da sempre! Sono sconvolta, godo ed urlo il mio piacere.
«Vengo! Mi fate godere! Vengo! Sì, mi fate impazzire! Siete due maiali!»
Tu intanto mi dici che non ti basta ancora.
«Godi, vacca! Questo è solo un assaggio! Ti darò in pasto a dieci maschi che dovranno sfondarti tutta, dilatarti ogni buco; sei una troia tutta da godere!»
Sbrodolo come una fontana. Solo immaginare di esser in mezzo ad un simile branco di maschi, mi fa quasi svenire dal piacere. Mario mi sfonda con il suo cazzone e poi ti chiede se può irrorare il mio ventre.
«Questa vacca è fantastica! Vorrei riempirla di sborra: sono pronto; quando vuoi!»
Ti sento soddisfatto.
«Ancora un orgasmo e poi le diamo da bere a questa puttana! La deve ingoiare tutta!»
Dopo avermi fatto godere ancora, vi siete sfilati ed io mi son inginocchiata a terra, a bocca aperta. Mario si è messo davanti a me e me lo ha infilato in bocca, con te che lo incitavi a scoparmi ancora la gola.
«Bravo, scopala in gola questa troia! Dai, sborrale in bocca e riempila!»
Il tuo tono duro, la sua irruenza nello spingermi il cazzo con forza dentro la bocca, sentirmi così usata, mi hanno procurato un nuovo orgasmo, mentre lui mi ha inondato la gola.
«Bevi, troia! Ingoiala tutta! Tutta la devi bere!»
Mi ha riempito la bocca per due volte; poi lo ha impugnato e, segandosi, mi ha coperto viso e seno della sua crema. Poi è la tua sborra che mi arriva in faccia. Schizzi del tuo piacere mi colpiscono come frustate e si perdono tra i miei capelli, il seno e la bocca. Quella che mi è arrivata in bocca, la ingoio, gran parte la raccolgo con il dito e lecco fino all'ultima goccia che sgorga dai vostri cazzi ormai esausti e ben svuotati. Ti guardo, vedo che sei fiero di me e questo è il massimo del mio piacere; poi mi sollevi, mi baci e mi porgi i miei vestiti.
In un attimo sono pronta. Non mi lavo, voglio sentirmi sporca del vostro piacere il più a lungo possibile, in ricordo del magico momento che ho vissuto con te: per sempre, indimenticabile!
59
1
8 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Finalmente sono cornuto e contento.
Mi chiamo Luigi, ho cinquantotto anni e sono sposato che Livia che ne ha undici meno di me. Sono alto uno e settanta, in sovrappeso e ho un bel principio di calvizie. Non sono certo un adone, ma ho una certa simpatia, sono dolce e affettuoso, non troppo dotato sessualmente. Accontento quasi sempre mia moglie facendola godere prima con mani e bocca, poi con una penetrazione che la porta ad un ennesimo piacere solo quando sta sopra di me. Livia è una bella donna nel fiore degli anni. Alta uno e ottanta, mora, seno tondo e florido una quarta piena che sfida la legge di gravità, ventre piatto, non ha mai partorito, io sono sterile, culo tondo e sodo che sormonta delle gambe lunghe e ben tornite, bocca ampia e labbra carnose molto sensuali. Quando ci siamo conosciuti lei veniva da una brutta storia con tizio manesco e violento e l’ha fatta innamorare la mia dolcezza e la serenità che le ho trasmesso. A letto è un vero portento. Brava con la bocca, fa delle pompe fantastiche, scopa con molta passione e lo prende in culo con estrema disinvoltura. Ama vestire bene, con eleganza e ama anche essere molto sexy, indossare le autoreggenti e i tacchi vertiginosi, tutte cose che il precedente compagno le imponeva con la forza e che lei adesso fa per me per puro piacere. Lavora come impiegata alle Poste e ha sempre mezza giornata libera. Io invece lavoro presso una ditta di contabilità aziendale.
Nel mio settore siamo in tre più il nostro capo che si chiama Carlo, un bel maschio che non è sposato, ma che riscuote molto successo con le donne e che è un porco rinomato che si scopa anche la giovane segretaria che hanno assunto da poco, una troietta appena sposata. Lavoro in questo settore da sei anni e fino ad un mese fa non era mai successo che Livia venisse nel mio ufficio. Una mattina mi sono accorto che la mia auto aveva la revisione scaduta da almeno venti giorni. Ho chiamato un amico meccanico e l’ho pregato di provvedere a metterla in regola. Lui ha acconsentito, ma quando ho lascito il veicolo presso la sua officina mi ha detto che sarebbe stata pronta nel pomeriggio e allora ho pregato Livia di passare a prenderla poi che l’officina è a pochi passi dal suo luogo di lavoro e di riportarla presso il parcheggio del mio ufficio cosa che lei ha fatto. Mentre mi stava consegnando le chiavi, è uscito Carlo dal suo ufficio e quando l’ha vista ha fatto un gesto molto compiaciuto e si è avvicinato a noi. Ho fatto le presentazioni, e ho spiegato il motivo della sua presenza. Livia ha sorriso amabilmente e poi se ne andata mentre Carlo le guardava attentamente il sedere.
«Complimenti Luigi, hai una bella mogliettina.»
Detto questo è tornato al suo lavoro, mentre io mi sono sentito uno strano effetto dentro di me, un misto di gelosia e piacere nel constatare che Livia come sempre riscuote molto successo fra i maschi che ne ammirano lo splendido corpo. Mi sono ritrovato stranamente con una violenta erezione. La sera nel nostro letto ho scopato con impeto e passione mia moglie la quale si è stupita di tanto ardore, e quando mi ha chiesto cosa mi avesse eccitato così tanto, le ho detto che era stato il modo di con cui Carlo le aveva osservato il culo, il suo commento e la chiara voglia di scoparla che era ben visibile sul suo volto. Ho chiesto poi a Livia quale fosse la sua impressione su di lui, e lei, dopo un momento di riflessione, mi ha dato un bacio e con un certo distacco ha commentato che era un bel maschio. Ho riflettuto un poco sul suo commento, e mi sono sentito crescere di nuovo la gelosia e il cazzo. Mi sono eccitato di nuovo pensando a loro due che scopano, e la cosa mi fa impazzire perché non mi era mai successo. Certo altre volte ho visto il desiderio nella faccia di altri maschi che guardavano Livia, ma non mi ero mai eccitato, mentre il pensiero di lei scopata da quel porco che si dice sia anche molto dotato mi sconvolge. Passano alcuni giorni e un lunedì mattina Carlo mi convoca nel suo ufficio.
«Caro Luigi, avrei una cortesia da chiederti, ma non vorrei che tu mi fraintendessi, poi che si tratta di una cosa molto delicata vorrei spiegarti con calma la mia esigenza. Nel prossimo fine settimana devo andare al sud al matrimonio di mia nipote, e poi che mia sorella quando ero ragazzo una volta mi ha visto insieme ad un amico che mi succhiava il cazzo, lei crede che io sia gay. Aggiungi il fatto che ho quaranta tre anni e non sono sposato e il quadro è completo. Mi chiedevo se tu mi puoi prestare tua moglie per fare presenza a questo matrimonio. Ho visto che è una bella donna, che ha una certa classe e che sono sicuro mi farà fare bella figura. Avevo anche pensato ad una escort, ma mia sorella l’avrebbe capito subito e mi sarei sputtanato da solo. Ovvio sarebbe solo scena, niente più. Sono disposto a pagare tutte le spese che questo evento le comporterebbe, e ti assicuro che la cosa resterebbe solo fra di noi.»
Lo guardo stupito mentre cerco di realizzare quello che mi sta chiedendo. Sento crescere una potente erezione che non sono capace di mascherare e che viene notata anche da lui che finge indifferenza.
«Devo chiedere a mia moglie se è disposta, vieni questa sera casa nostra a cena e ne parliamo.»
Lui fa un bel sorriso e poi allarga le braccia.
«Ma quale cena a casa tua! Livia dovrebbe passare tutto il pomeriggio ad impazzire a preparare, andiamo al ristorante, e offro io e non si discute.»
Torno nel mio ufficio eccitato e sconvolto da una simile eventualità. Chiamo Livia che quando le racconto la cosa per un attimo mi chiede se sto scherzando, poi quando le assicuro che è tutto vero resta un momento in silenzio, poi mi dice che ne parleremo a cena. Per tutta il resto della giornata sono distratto da questi pensieri e alla fine mi sono segato in bagno al solo pensiero di loro due insieme. Si, mi eccita tantissimo il fatto che lui la terrà fra le braccia. Mi rendo conto che l’idea di essere cornuto mi sconvolge! Mi eccita e spero che Livia non crei ostacoli alla realizzazione di questo progetto. Quando rientro a casa la trovo che ha già fatto la doccia e si sta preparando per uscire con noi. Mi faccio una doccia veloce e mentre mi vesto vedo lei che indossa delle autoreggenti nere velatissime, una mini di pelle nera e camicetta bianca quasi trasparente che fa notare l’intimo nero indossa sotto, completa il tutto con stivaletti tacco dodici e rossetto che fa risaltare le sue splendide labbra. Osservo che lei ha una certa aria compiaciuta nel guardarsi allo specchio. Al ristorante è tutto un continuo di complimenti da parte di Carlo che la mette al centro di tutte le sue attenzioni. Lei sembra gradire e lui le spiega nel dettaglio quale sarà il suo ruolo mentre io osservo in silenzio e sono dentro di me compiaciuto del fatto che mia moglie decida di accettare. Quando ci salutiamo lui le chiede in numero di telefono per poterla contattare in settimana per fare gli acquisti necessari per il viaggio e la cerimonia. Livia è molto entusiasta all’idea che potrà fare shopping a volontà e a letto mi sembra molto calda, mentre io sono troppo eccitato e vengo quasi subito lasciandola con una notevole voglia di cazzo. Il mercoledì successivo escono insieme nel pomeriggio. Lui le compera tante cose carine e intriganti compreso due completi intimi molto belli. La sera mi chiama dicendo che lui l’ha invitata a cena e rientrerà tardi. Resto sveglio a pensare loro insieme e mi faccio due seghe tremende e vengo tantissimo. Quando torna fingo di dormire, poi quando lei si addormenta vado in bagno e cerco fra la biancheria sporca i suoi slip e li trovo sporchi, intrisi di seme maschile e per la prima volta mi rendo conto che lei mi ha fatto cornuto e da bravo cornuto mi tornano in mente le altre volte in cui lei è uscita a cena con le colleghe, e al rientro non ho mai guardato la biancheria, ma sono sicuro che non deve essere la prima volta che mi cornifica. Il giorno successivo di prima mattina, Carlo mi convoca nel suo ufficio e parliamo di lavoro, poi mi comunica quali saranno le mie mansioni nei prossimi giorni.
«Poi che dobbiamo fare tanta strada con Livia abbiamo deciso che partiremo questo pomeriggio, e saremo di ritorno lunedì in serata quindi vorrei che ti occupassi tu di tutto il lavoro, mi fido di te. Per quanto riguarda Livia dovresti astenerti da qualsiasi contatto, non vorrei che rovinassi la mia copertura, tanto se vi saranno problemi ti chiamerà lei. Spero che non avrai obbiezioni e mi raccomando fai molta attenzione con quei ordini che partono il sabato.»
Detto questo mi ha congedato e io sono rimasto per qualche minuto seduto alla mia scrivania cercando di riprendermi dalla forte emozione provata nel sentire che per minimo quattro notti loro sarebbero stati insieme, al solo pensiero quasi venivo senza toccarmi. Chiamo mia moglie e la sento molto euforica. Mi racconta che la sera precedente con Carlo ha passato momenti indimenticabili, e che al rientro mi racconterà tutto quello che faranno insieme. Mi sento cornuto come nessun altro al mondo. Non riesco a calmarmi e devo andare in bagno per segarmi e sborro copiosamente al solo pensiero di loro insieme. Dentro di me mi domando come ho fatto a non provare una simile emozione nel sentirmi cornuto e alla fine mi rendo conto che lei probabilmente mi ha sempre cornificato, ma che io non accorgendomi di questo non ho mai pensato a quanto poteva eccitarmi, mentre adesso che mi rendo conto che Carlo la scoperà a morte e la cosa mi eccita e mi sconvolge tantissimo. Rientro e trovo casa vuota. Per tutti i giorni della loro vacanza li penso sempre a scopare e mi sego come un pazzo immaginando come lei gode fra le sue braccia. Torna il lunedì sera e li vedo che si salutano e si baciano in bocca davanti a casa nostra incuranti di chi li poteva vedere. Quando entra in casa è euforica, allegra e mi accarezza e mi bacia sulla guancia. A letto le chiedo di raccontarmi la vacanza.
«Appena siamo partiti mi ha subito messo una mano fra le cosce, ero già un lago. Ti devo confessare che da tempo impazzisco per i maschi autoritari. Certo quando ti ho conosciuto venivo da una storia con un maschio violento e la tua dolcezza mi ha fatto innamorare, ma col tempo sentirmi dominata da un maschio possente e virile e molto autoritario mi ha sconvolto e adesso non ne posso fare senza. Mi piace essere dominata e scopata con irruenza cosa che Carlo sa fare benissimo. Non siamo andati a nessun matrimonio, era solo la scusa per potermi scopare liberamente per alcuni giorni. Ci siamo diretti verso un Resort dove lui aveva già prenotato una bella suite e lì mi ha montato come una vacca facendomi godere come tu non sei mai riuscito a fare. Capisco che per te deve essere difficile da accettare, è per questo che non ti ho mai fatto capire che scopavo anche prima di conoscere Carlo. Ho visto che ti sei eccitato al pensiero di avere le corna e allora mi sono lasciata andare con lui che ha un cazzo fuori dal comune, una vera trave che mi ha sfondato in ogni buco. Adesso non voglio fare altro che assecondarlo e di essere la sua troia e se tu farai il bravo ti faccio leccare la sua sborra che cola dai miei buchi e a sentire quanto ti sei eccitato direi che la cosa ti piace tantissimo.»
Effettivamente per tutto il tempo che lei mi ha raccontato come si sono svolti i fatti, ero in uno stato di pura eccitazione che non avevo mai provato. Ho accettato il fatto di avere una moglie vacca e troia che mi ha cornificato in tutti questi anni e che non me ne ero mai reso conto. Il giorno seguente in ufficio Carlo mi ha dato le ultime direttive su come devo comportarmi con mia moglie.
«Capirai che uno come te non sarà mia in grado di soddisfare una femmina calda e porca come Livia. Ti rendi conto che ti faccio un vero piacere se la scopo io e tu sei d’accordo e non ci poni limiti. Dal canto tuo invece di limiti ne devi avere e li devi rispettare. Inutile che ti dica che da oggi non la puoi più scopare. Non voglio che lei debba subire il fastidio del tuo cazzetto. Che piacere le daresti in confronto ai oltre venti centimetri che le pianto dentro io. Invece se sarai molto rispettoso e discreto non escludo che ti possa far assistere alla monta di Livia quando vengo a casa tua.»
Ho accettato tutto senza battere ciglio. Ero così contento ed eccitato che mi sarei segato davanti a lui. Da allora abitualmente lui viene a casa per scopare Livia e spesso quando li vedo entrare in casa abbracciati come due innamorati ho una violenta erezione che non sfugge a loro che ridono divertiti.
«Carlo guarda il cornuto si è eccitato di nuovo. Chissà quante seghe si è fatto pensando a come tu mi scopi divinamente.»
Lui mi guarda con scherno e ride divertito.
«Va bene cornutello, questa sera abbiamo deciso che vogliamo essere ripresi e fotografati mentre scopiamo e quindi da oggi ti nomino nostro fotografo ufficiale, se fai un bel lavoro poi ti do un premio.»
Mi sento dentro un piacere immenso nell’essere umiliato da un maschio cosi autoritario. Li guardo con ammirazione, e assecondo ogni loro desiderio. Mi sconvolge vederlo mentre monta Livia che gode come non mai e questo mi rende molto felice. Dopo averli accontentati come fotografo ho ottenuto il premio di leccare sia Livia riempita da lui che il suo meraviglio cazzo che l’ha fatta godere. Adesso che finalmente sono cornuto e contento la mia vita ha assunto una nuova dimensione che mi soddisfa molto.
99
1
8 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
ap.1: Un’incredibile esperienza sessuale giovanile: Dedé e Monique.
Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro. Verso la fine del Liceo avvenne un fatto che sarà determinante per la mia educazione sentimentale.Insieme ad alcuni amici, avevamo affittato una cantina dove ci ritrovavamo per suonare la chitarra e dove speravamo di poter portare le ragazze! Poi allora andava di moda mettere su questi piccoli “Club” tra amici.La cantina ce l’aveva affittata una Signora francese sulla quarantina molto bella e provocante che diceva di essere originaria di Cannes, dove aveva fatto la controfigura di Brigitte Bardot, alla quale, invero, somigliava molto, imitandone anche la pettinatura e l’abbigliamento.Era arrivata nella nostra Città per curare il figlio affetto da leucemia in quanto il locale ospedale era allora un’eccellenza in questo campo ed aveva acquistato un palazzetto con al piano terra un negozio ed una cantina.Ufficialmente lavorava come modista nel suo negozio aperto sotto casa, in realtà faceva spettacoli di spogliarello ed arte varia in un locale notturno allora molto in voga in Città e si diceva che organizzasse poi a casa sua incontri di sesso sfrenato durante i quali girava anche la cocaina,con facoltosi imprenditori, professionisti e commercianti che frequentavano il locale dove si esibiva. Noi avevamo affittato la sua cantina dandole diversi mesi di anticipo.Accadde però che il padre di uno dei miei amici, che era un alto funzionario della Questura, venuto a saperlo, le impose di mandarci via motivandolo con il fatto che disturbavamo con la nostra musica i vicini di casa.Era evidentemente una scusa, in realtà non voleva il figlio avesse rapporti con questa persona. In ogni modo dovemmo andarcene.Nel frattempo purtroppo il figlio della Signora, che inizialmente sembrava aver trovato la cura giusta, morì e Lei cadde nella più totale disperazione.Dovevamo recuperare i soldi dati come anticipo e me ne occupai io, che ero un poco il tesoriere del gruppo. Andai da Lei e trovai la porta semi aperta, entrai chiamandola e la trovai nella vasca da bagno che si era tagliuzzata le vene dei polsi ed aveva ingerito varie pasticche di un barbiturico. Era in modo di suicidarsi che andava molto in voga allora, tra gli artisti.Chiamai subito dal telefono di casa l’ambulanza e la Questura, che arrivarono in tempo affinché non morisse dissanguata e potesse essere disintossicata.Il funzionario della Questura che arrivò mi conosceva e mi disse che era meglio se sparivo e così feci.Quando seppi che si era rimessa, decisi di tornare da Lei in quanto i soldi da recuperare erano per noi importanti e comunque non aveva manifestato alcuna difficoltà a restituirceli.Erano passati un paio di mesi e la trovai in gran forma, in guepiere e reggicalze insieme ad un’amica con la quale faceva gli spettacoli al locale, che invece indossava solo una vestaglia trasparente, senza nulla sotto.Nemmeno la Signora indossava slip e non essendo in uso la depilazione del pube, ma solo curare un poco il pelo in estate, avevano una peluria folta ma curata che mi eccitò subito moltissimo.Mi ricevettero cordiali e la Signora mi disse che si ricordava bene di quando l’avevo trovata nella vasca da bagno: non riusciva più a parlare ma mi vedeva. Inoltre mi disse che non voleva più morire in quel momento e che ebbe paura che io scappassi senza chiamare nessuno!(Ho letto poi che spesso i suicidi, dopo il gesto estremo, non perseverano se si riesce a fermarli, tanto che in taluni luoghi, come il ponte di Ariccia ai Castelli romani, luogo in passato di molti suicidi e per questo detto appunto “Ponte dei suicidi”, sono state installate delle reti affinché dopo il primo salto, il suicida possa fermarsi ed in genere non persevera nel suo gesto).Non ricordo quando la Signora mi disse queste cose cosa le risposi, ma credo che rimasi basito o quasi, perché ero molto eccitato da quelle presenze ed eccitato vuol dire che avevo già il cazzo duro solo guardandole!Se ne accorsero, risero tra loro, mi dissero di avvicinarmi e mi palparono insieme tra le gambe masturbandomi per un poco da sopra alla stoffa dei pantaloni.Non so come sia riuscito a trattenermi e non sborrare subito per quanto ero eccitato dalla situazione! Poi la Signora, che fino a quel momento avevo sempre chiamato così, mi disse di chiamarla Dedé (Adele), che la sua amica si chiamava Monique (Monica) e chiamando anche me con un diminutivo alla francese, mi spinse con il viso tra le sue cosce ed iniziarono a toccarsi e baciarsi l’una con l’altra. Con le varie esperienze che avevo avuto, ma soprattutto dopo quelle vissute con le mie fidanzatine, credevo di essere un maestro nel cunnilinguo, ma Lei mi fermò subito, incominciando a spiegarmi come dovevo fare.Questo frenò un poco la mia terribile eccitazione, aiutandomi a non venirmene subito.Ero concentrato su quello che mi diceva di fare, la sentivo provare piacere, sentivo la sua fica bagnarsi sempre di più, il suo sapore e la cosa mi esalava.Mi disse di spogliarmi e restare nudo, col cazzo grosso e duro libero, fu un attimo!A questi punto Monique si staccò da Lei prendendo il mio uccello che scoppiava in mano, lo scoprì tutto, il frenulo libero lasciava scoprire tutta la cappella e tirare la pelle fino in fondo all’asta ed iniziò a baciarlo ed a succhiarlo.Mentre aveva tutta la mia cappella in bocca, sentii la sua lingua che l’avvolgeva leccandola e succhiandola all’interno della bocca.Provai un piacere che ricordo come fosse ieri e che ho poi sempre ricercato con tutte le donne che ho frequentato.A questo punto ebbi un’eruzione copiosa e forte, violenta, di sborra densa, che Lei trattenne tutta in bocca. Risero, mi sentii in imbarazzo e credo che dissi qualcosa di ridicolo tipo:- In genere non vengo così, subito …Risero ancora e poi Dedé mi disse:- Non ti preoccupare, alcuni durano anche molto meno! Ah ah … e magari hanno pagato 200.000 lire!Quest’ultima frase mi bloccò ulteriormente, perché pensai che mi volesse restituire così i soldi dei mesi anticipati! Ed avrei poi dovuto metterceli io, quei soldi!Per inciso la cifra che disse corrispondeva all’incirca allo stipendio netto che mio padre percepiva in un mese!Lei si accorse di questo e sempre ridendo mi disse:- Non ti preoccupare, tu mi hai salvato la vita ed ora te lo dico, prima di te è entrato un altro, ma è scappato per paura di compromettersi!- Se non c’eri tu ero riuscita davvero a morire!Poi Monique si avvicinò e mi baciò in bocca, ancora col mio sperma sulla lingua passandomelo tutto, poi baciò Dedé e poi anche Dedé mi baciò.Il bacio che ci scambiammo con Monique e poi con Dedé passandoci la mia sborra, se a taluni può sembrare poco piacevole, fu invece anch’esso un piacere nuovo molto intenso e sempre ho cercato di goderne poi con le donne che ho incontrato.Fu un’iniziazione al sesso orale che segnerà la mia ricerca del piacere erotico per sempre! Rimasi con loro ancora un paio d’ore.Bevemmo e prendemmo il sole nudi su una terrazza alla quale si accedeva dalla soffitta-mansarda sopra al all’appartamento.Da lassù si dominava la Vallata sottostante la Città. Qualcuno poteva anche vederci in distanza, ma non ce preoccupammo.In terrazza ripresi il cunnilinguo con Dedé e poi leccai a lungo la fica anche a Monique.Dopo furono loro a leccare e succhiare il mio cazzo, facendomi godere un bocchino in “doppia” incredibile e sborrai ancora copiosamente, credo addirittura due volte di seguito.Che tempi di recupero brevi e fantastici allora!Poi mi dissero che aspettavano amici e me ne andai.Restammo d’accordo di rivederci dopo un paio di giorni.Recuperai qualche giorno dopo anche le mensilità anticipate, ma non raccontai mai ai miei amici cosa mi era accaduto!Ci siamo frequentati poi per alcuni anni, anche se saltuariamente. Anche durante l’Università, fino al mio primo impiego, ogni tanto andavo a trovarle e qualche volta rimanevo a dormire con loro.Come dicevo, Dedé raccontava di essere stata la controfigura della Bardot e di aver conosciuto moltissime celebrità francesi con le quali era poi diventata mica. Non credevo molto a questa cosa ma non me ne importava troppo.Qualche anno dopo capitai in Città ma non riuscii a contattarla anticipatamente, non c’erano i mezzi ci comunicazione di oggi.Andai da Lei nel pomeriggio ma mi disse che aveva ospiti, c’era il suo amico ….. e disse il nome di uno chansonnier francese che era in tournée in Italia in quel periodo.Mi disse di aspettare e dopo aver sentito qualcuno, forse lui stesso, mi invitò ad entrare a bere qualcosa con loro.Me lo presentò dicendogli che io ero quello che le aveva salato la vita e di cui gli aveva parlato. Non ero scappato via come l’altro stronzo.Lui era quello vero! A meno che non fosse pure lui una controfigura così somigliante!La sera avrebbero fatto festa e chiedevano la massima riservatezza.Dopo il drink me ne andai.Le esperienze sessuali vissute con loro non furono solo di sesso orale, ma anche di sesso anale, che praticavano godendone moltissimo ed al quale mi iniziarono, non lo avevo mai praticato prima.Nemmeno con l’amica di mamma, con la quale lo farò solo alcuni anni più tardi, quando torneremo a frequentarci per un certo periodo.Imparai con loro a far godere una donna in fica e nel “bocciolo”, come loro chiamavano il buco di culo, alternativamente e contemporaneamente! Con le dita, la lingua, il cazzo. Anche usando vibratori, che erano una novità, a batteria.Spesso mentre scopavo Dedé, Lei sopra di me nella posizione così detta a “smorza candela”, Monique le leccava la figga ed i l buco di culo stando di fianco a noi e la masturbava con le dita intorno alla fica piena del mio cazzo o infilandogliele nell’ano. Dedé poi la ricambiava invertendo le parti e la cosa accadeva ancora più spesso mentre le inculavo.In questi momenti le sentivo leccarmi il cazzo ed i coglioni e le prime volte l’eccitazione era così intensa che sborravo subito, non riuscivo a resistere!Organizzavano spesso incontri a casa loro che erano, credo, vere e proprie orge con più uomini e solo loro due, forse tirando anche cocaina, ma non mi fecero mai partecipare, né con me usarono mai cocaina o altre droghe, nemmeno spinelli, che pure all’epoca erano molto in voga. Dopo queste esperienze la mia ricerca del piacere erotico con una donna divenne quasi un’ossessione e continua anche oggi ad esserlo.Monique si sposò qualche anno dopo con un imprenditore locale e si trasferì all’Estero, dove lui aveva alcune sue attività economiche ed anche Dedé dopo un altro anno o due si sposò con una sua vecchia fiamma e lasciò la Città per tornare a Cannes.Quando Dedé lasciò l’Itali ci incontrammo a Roma in Aeroporto e pranzammo insieme.Poi non ho avuto più con tatti con loro, come avevamo deciso di fare.Con Dedé e Monique non era solo un fatto prestazionale, ma di coinvolgimento di testa.Riuscivamo a creare la situazione di reciproca provocazione ed appagamento senza limiti e tabù ma con un gran rispetto ed una grande dedizione ognuno per l’altro.
1037
0
9 mesi fa
HenryB,
62
Ultima visita: 8 mesi fa
-
Le corna estive.
Mi chiamo Armando, ho 43 anni, sono di media statura, un po’ in sovrappeso, capelli brizzolati ed una dotazione abbastanza nella norma. Da ventun anni sono sposato con Vera, che di anni ne ha 42 È una bella donna mora, con un bel seno grande ed un bel culo che è sempre molto ammirato da chi la guarda. Sessualmente parlando, è una audace porca, che ama il sesso in tutte le sue forme. Le piace molto il cazzo, accoglierlo in ogni buco e, soprattutto, in bocca dove piò godersi e gustare il sapore di una copiosa schizzata di crema. Poco dopo sposati, ho scoperto il piacere di vederla desiderata e, poi, col tempo, anche chiavata da altri maschi. Lei, dopo una iniziale titubanza, alla fine mi ha accontento e cosi, quando capita l’occasione, non si sottrae ad una scopata, a volte finanche imprevista, come lo scorso giugno quando eravamo in vacanza in Corsica. Eravamo arrivati la sera prima e così, il giorno dopo, fatta una bella colazione e muniti di parecchia frutta per pranzo, siamo andati alla ricerca di un bel posticino tranquillo: abbiamo trovato una spiaggetta deserta. Appena giunti, visto che era presente pochissima gente, ben distanziata, lei ha deciso di mettersi in topless. Non l'aveva mai fatto prima. Dopo una decina di minuti, arriva un tizio in canoa e si ferma sulla spiaggia ad una trentina di metri da noi. Guarda, noto che ci osserva e poi se ne va da dove era venuto. Dopo circa una mezzoretta, sempre il tizio della canoa torna, ma stavolta in sella ad una bici. È un tipo dal fisico asciutto e snello con i capelli bianchi, ma cortissimi dall’apparente età di 55 anni. Quando lo vedo arrivare chiedo a mia moglie di non rimettersi il pezzo di sopra, lei mi sorride complice ed ottempera. Il tizio si mette a poca distanza da noi. Cerca il modo di attaccar bottone e noi lo capiamo subito, quando ci chiede se abbiamo un accendino, per fumare una sigaretta, ma noi non fumiamo. Con una scusa mi allontano, per andare alla macchina; sto via soli pochi minuti e, quando torno, mi sembra non sia successo nulla, invece mia moglie mi dice che il tizio le aveva fatto una corte pressante. A quel punto le chiedo se ha voglia di giocare.
«Che te ne pare? Mi sembra un bel maschio! Ti andrebbe di giocare con lui?».
Lei annuisce, ha gli occhi che le brillano. Sono a mille. Mi guarda e, a bassa voce, mi dice di allontanarmi di nuovo.
«Amore, fa un giro, ma non troppo lungo. Voglio sapere che sei ad una distanza che ti consente di guardarmi, così mi sento tranquilla.»
A voce alta, in modo da esser sentito, dico di dover tornare in albergo, perché ho dimenticato di prendere il cellulare. Vado via. Salgo in auto e faccio un breve giro del parcheggio, poi mi posiziono dietro la scogliera che si trova a pochi passi dal nostro ombrellone. Lui non ha perso l’occasione di avvicinarsi subito a lei. Li vedo allegri che se la ridono, lui le guarda i seni in bella mostra. Poi è lei che lo provoca, usando la più vecchia delle scuse.
«Saresti così gentile ma mettermi un po’ di crema sulle spalle?»
Lui ovviamente non aspettava altro. Lei si sdraia e lui subito si inginocchia di lato; è allora che posso notare il voluminoso pacco del tizio. Le spalma la crema, ma, in realtà, le fa un massaggio che scende fin sulle chiappe, appena ricoperte dalla sottile stoffa del costume. Poi lei, con fare da vera troia, si gira e gli sbatte in faccia i seni, belli gonfi e dai capezzoli irti come spini. Lui resta un attimo indeciso sul da farsi: è evidente che non sa se continuare o fermarsi, ma mia moglie gli sorride e lui le schizza addosso una buona dose di crema, fra i seni di mia moglie. A vederla così, sembrava le fosse stata spruzzata una copiosa sborrata, che lui ha sparato sul corpo. Ovvio che, subito dopo, usando entrambe le mani li massaggia e sembra gradire molto. Vedo che indugia sui capezzoli ed il suo pacco, ormai enorme, è a pochi centimetri dalla faccia di Vera, che si morde il labbro inferiore, indice di una forte eccitazione. Per un lungo istante, non succede nulla, lei si gode la stimolazione dei capezzoli, poi solleva una mano e l’appoggia agli slip di lui, che subito, con una mano, lo abbassa, rivelando una verga davvero grossa, anche se non troppo lunga.
«Che bello! Hai davvero un bel tronco di carne!»
Lui sorride, poi le si avvicina ancora di più alla faccia, con quel cazzo che davvero sembra un bel pezzo di carne, troncoconico e duro. Lei lo prende in bocca, mentre lui le imprime il ritmo della pompa, tendendole la testa con una mano, mentre con l'altra le tocca il seno. Geme il porco nel sentire la bocca vogliosa di Vera.
«Che meraviglia! Che gola profonda! Accidenti! Te lo sei infilato tutto in gola! Sei un'esperta bocchinara!»
Lei lo lecca e lui si mette disteso di lato, insinua la testa fra le sue cosce e comincia a darle una sontuosa leccata di fica, che la porta in breve a godere.
Si incastrano in un 69 da infarto. Lei gode e fa godere, incurante se qualcuno possa vederli. Vera ha un orgasmo molto intenso.
«Continua! Non ti fermare, che vengo! Accidenti, sei un demonio! Leccami, che godo! Vengo!»
Lui la lecca avidamente, lei ad un certo punto lo fa rigirare e, stesa di lato, lo invita a possederla.
«Scopami! Mettimelo dentro, che brucio dal desiderio di sentirmi riempire da questa verga cosi grossa!»
Lui si solleva, la guarda e poi la bacia sulla bocca. Limonano un po', poi lui si inginocchia fra le cosce spalancate di Vera, che solleva le braccia per invitarlo a possederla. Lui afferra la propria mazza e ne struscia la cappella lungo lo spacco della fica di Vera, che geme e brucia di desiderio.
«Mettimelo dentro! Lo voglio dentro! Dai! Scopami a fondo!»
Lui sorride e poi glielo spinge tutto dentro.
«Senti, vacca, come ti spacco un due questa fica sfondata! Sei una troia! Adesso ti sfondo io a dovere! Il cornuto continua a starsene dietro la scogliera e chissà se riuscirà a capire come e quanto te la dilato. Dai, cornuto, vieni fuori, che ti ho visto quando ti nascondevi lì dietro!»
Avverto un brivido strano nel sentirmi dare del cornuto e, soprattutto, per il fatto di esser stato scoperto. Per un lungo istante, resto basito senza sapere cosa fare. È mia moglie che mi esorta a venir fuori.
«Dai, vieni fuori, che son sicura che hai piacere a vedermi scopare. Lo hai sempre desiderato e mai potuto realizzare: questa è la volta buona! Dai, esci e vieni qui!»
Son uscito in preda a sensazioni molto contrastanti.
Mi ha cornificato altre due volte, prima di questa volta, ma sempre da sola, per poi raccontarmi sempre tutto ed io, di conseguenza, l’ho scopata come un pazzo furioso. Questa volta, invece, la vedo in prima fila scopare con un altro e sento, dentro di me, un groviglio di emozioni che si confondono tra gelosia ed una forte eccitazione. Lui la pompa sempre più vigorosamente e poi, quando lei ha un ennesimo orgasmo, si sfila e le sborra sulle tette.
«Adesso ti rimetto la crema, zoccola! Prendi anche questa, così sei più protetta!»
La vedo ricoperta del suo seme e poi lui si allunga e lei gli prende il grosso cazzo in bocca, lo pulisce alla perfezione. Io intanto mi son segato e, appena lei si sfila quello dell'altro dalla bocca, ci spingo il mio con decisione, lei me lo succhia così forte e veloce che, in breve, le inondo la gola.
«Bevi anche la mia, troia! Mi ha fatto impazzire vederti scopare con lui! Sei la mia adorabile puttana!»
Ci scambiamo uno sguardo reciproco e compiaciuto, poi andiamo tutti e tre a far il bagno. Lui si presenta e mi dice che si chiama Mario; restiamo a prendere il sole tutto il giorno in sua compagnia. Per tutto il giorno lei lo ha provocato con atteggiamenti davvero lascivi e, alla fine, prima di venir via dalla spiaggia, lui l’ha scopata di nuovo e ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo.
La sera, nel letto, abbiamo fatto una delle scopate più belle della mia vita. Il giorno dopo, Vera ha voluto cambiare spiaggia. Quando le ho chiesto il motivo, la sua risposta è stata semplice e nello stesso tempo bellissima.
«Amo te ed una trasgressione è sufficiente, altrimenti diventa una relazione e poi il tuo cazzo mi ha sempre fatto divertire, quindi, due scopate con lui sono più che sufficienti!»
Quanto amo questa donna!
88
1
9 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Un sushi... un po' piccante
E' giovedì, ma non sarà un giovedì qualsiasi. Appuntamento a pranzo per un sushi come spesso facciamo in smart working, ma questa volta non saremo soli, ci sarà un ospite, un perfetto sconosciuto a dire la verità. Non abbiamo neanche voluto vedere la foto, per non rovinare il gioco e l’intesa mentale che si era progressivamente creata nelle settimane prima in chat.
Ci incontriamo per la prima volta, lui è in zona per lavoro, e noi ci siamo presi un po’ più di tempo, chissà cosa nascerà da questo incontro. Già i baci di saluto sono carichi di attesa. Lui è un tipo simpatico, ha un'aria intrigante, chiacchieriamo e ci conosciamo meglio, un'ora passa veloce. Usciamo dal locale, ma non ci salutiamo ancora... abbiamo un'altra oretta prima di tornare al lavoro e ai vari impegni. Camminando verso il parcheggio c'è un bel gioco di sguardi, di sorrisi... siamo tutti consapevoli che il bello deve ancora arrivare, l’immaginazione è alle stelle e ognuno sta segretamente fantasticando su quale sarà la prossima mossa degli altri due.
Decidiamo di andare a bere un caffè in un bar poco lontano. Il nostro amico apre la porta della sua macchina per far salire lei e, volendo alzare un pò l'asticella, mentre lei si gira per sedersi, con la sua mano accompagna piano il suo bel culo, indugiando e sorridendo. Lei si gira sorpresa ma divertita, lo guarda, gli fa l'occhiolino... "Mettiti alla guida, noi per il momento ci accomodiamo dietro". La macchina parte, il gioco inizia... non resisto e comincio a baciarla... mi apro i pantaloni, libero il mio cazzo insofferente e la invito a succhiarmelo! Lei lo prende in mano, lo sega un po’ mentre mi guarda, poi lentamente lo prende in bocca tutto. Su e giù, dentro e fuori, fino in fondo… è sempre un piacere vedere come lo lavora con la sua lingua. Di solito chiudo gli occhi e mi godo il trattamento di piacere, ma oggi non siamo soli. Alzo gli occhi e vedo che il guidatore che si gode lo spettacolo come può, a volte dallo specchietto retrovisore, a volte si gira. Percepisco che è una tortura, lo sarebbe per chiunque... accosta la macchina, tenta di allungare una mano dietro per partecipare anche lui al gioco, ma non ha molto margine di movimento. Per il momento deve accontentarsi di guardare.
Dopo pochi minuti arriviamo al bar di un distributore, ci ricomponiamo e scendiamo a prendere un caffè, come se non fosse successo niente nel tragitto... ma l'aria aveva cominciato a diventare molto calda. Il caffè va giù in fretta, paghiamo come se dovessimo scappare. Carichi di aspettative torniamo alla macchina, ma questa volta però io mi faccio dare le chiavi e lascio lui con la mia lei dietro. Parto piano, ora è il suo turno... lui la guarda, attende un suo cenno… lei allunga una gamba sui sedili, anche sopra di lui. Una mano comincia a ticchettare, piano piano risale la pelle. Esplora le cosce, poi sempre più su. La percorre piano piano, si gusta ogni centimetro, fino ad aprirle la camicia. Non le chiede il permesso, sgancia un bottone, e arriva dritto sotto al reggiseno. Lei aveva già cominciato a chiudere gli occhi, e ad assaporare tutte le vibrazioni che quel tocco sconosciuto le regalava. Con l'altra mano libera si tocca il cazzo, fino a tirarlo fuori duro! Si aspetta un adeguato trattamento anche lui e porta la mano di lei a sentire l'erezione. Lei glielo sega un pò, ricordandosi della palpata intensa di poco prima... gioca ancora, su e giù, su e giù, con mano decisa lo sega per bene. Continua a segarlo, con ritmo intenso. Ad un certo punto, si china e lo prende in bocca! lo succhia un po’, e io resto con gli occhi spalancati per la sua intraprendenza. Non mi aspettavo che fosse così audace con questo sconosciuto, e devo dire che questo me l’ha fatto venire ancora più duro. Volevo segarmi, ma non avevo ancora trovato il posto giusto per fermarmi. La tortura ora era mia!
Poi improvvisamente, si ferma... si alza, porta le mani sotto la gonna e si sfila il perizoma. Glielo mostra sorridendo, maliziosa... piano piano si adagia sul sedile, inizia ad allargare un pò le gambe e ad alzare la gonna, abbastanza da lasciar spazio alla sua figa bagnata, che richiede ora il suo momento di piacere. Lui capisce subito cosa deve fare e si china davanti a lei per leccargliela. I suoi due uomini avevano avuto il loro fugace momento di godimento, ora era il suo turno. Lo spettacolo era troppo invitante, così faccio un giro un pò più lungo per dare modo ai miei passeggeri di divertirsi. Cerco un parcheggio un po' appartato, anche se è giorno è poco frequentato e posso godermi tranquillo la scena di lei che gioca con uno sconosciuto. Adoro quando si lascia andare così, quando sa quello che vuole e va a prenderselo. E' fantastica mentre se la fa leccare... chiude gli occhi, vibra di piacere, si contorce sotto i colpi di una lingua che la tocca per la prima volta. Evidentemente ha esperienza il nostro amico, non indugia, va profondo e deciso. E lei tocca i suoi capelli perchè non sposti la testa, si gode il piacere fino in fondo. E io finalmente posso segarmi e cercare di sfogare quella voglia di prenderla che mi tormenta da un bel po’.
Dopo qualche minuto controllo l'ora e a malincuore, accendo la macchina e riparto verso il parcheggio del locale. Per tutto il viaggio lui non ha mai smesso di affondare la lingua nella sua figa ormai bagnata fradicia di piacere. Quando spengo il motore, capiscono che il gioco è ormai terminato. Lei prende il viso del nostro amico, lo alza delicatamente e gli sorride con un grazie sussurrato. Stava quasi per godere, ma il tempo a disposizione era purtroppo finito. Proviamo a ricomporci in qualche modo: i nostri pantaloni si chiudono a fatica, e non lasciano molti dubbi su cosa sia successo prima. Lei si abbottona la camicia, fa scendere la gonna quel tanto da coprirsi. Carichi di adrenalina ci salutiamo. Lui palpa di nuovo il culo di lei mentre la abbraccia, lei fa altrettanto con il suo cazzo duro. Sembrava quasi che quel gioco incompiuto gridasse vendetta. Improvvisamente gli tira giù la zip dei pantaloni e gli sussurra all’orecchio “noi finiamo dopo a casa, ma a te ci penso io ora”. Io resto di nuovo senza parole, sforiamo l’orario ma apprezzo che non lo voglia lasciare in sospeso per tutto il viaggio di ritorno. Lui sorride ed entra in macchina, mentre io resto fuori a fare da palo. Lei riprende a segarlo, in modo sicuro e veloce. Poi lo prende in bocca e lo pompa. Lui è in evidente eccitazione, il suo cazzo ormai sta per esplodere. Lo riprende in mano e gli dà il colpo finale…il nostro amico viene tra le sue mani. Un paio di minuti di silenzio e poi lei esce dalla macchina. Ridiamo tutti e tre per questo finale spiazzante, ma lo salutiamo cosi, dal finestrino, lasciandogli il tempo di riprendersi e sistemarsi.
In macchina diretti a casa, non resisto e mentre guido le infilo dentro un dito e la masturbo … lei ancora senza slip, piena di umori e della saliva del nostro ospite, si lascia fare, apre bene le gambe. Mi eccita sentire quel miscuglio di piacere nella sua figa. Appena arrivati a casa la prendo di colpo e la scopo in piedi. Le sue mani sulla libreria, io dietro, la gonna su, la camicia completamente aperta, le sue tette libere a cui mi aggrappo... è troppa la voglia di scoparla, di chiudere quel cerchio aperto in macchina. Veniamo tutti e due velocemente, i preliminari erano stati potenti, quello sconosciuto aveva acceso la nostra fantasia e il piacere, anche se il tempo era stato molto poco. La situazione era così proibita e irresistibile: l’incontro di giorno, il gioco in macchina, per le vie e i locali della città, il finale a sorpresa…penso che anche al nostro amico non sarebbe dispiaciuto scoparla di brutto, magari appoggiato al muro del bagno del locale di prima, così pulito ed elegante come un salotto... chissà, forse al prossimo appuntamento…
676
0
9 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
Ultima visita: 2 mesi fa -
Porno weekend in barca
Prologo:
Gennaio 2024.
ricevo un bel messaggio dal lui della coppia, che mi scrive che stanno cercando uomo maturo, per la loro prima volta e vedendo che io organizzo incontri sulla mia barca la cosa è ancora piu' intrigante mi dice..!! Fin da subito sento che si fida di me e dei miei modi gli do' sicurezza, gli dico che ho molta esperienza con le coppie e soprattutto la barca è ideale per una prima volta ...gli mando un po' di mie foto e mi fa i complimenti dicendo che ho un fisico ancora atletico sicuramente piaccio alla sua lei e poi ,che scrivo in un italiano corretto. Poi dopo qualche giorno mi scrive che ha fatto vedere le mie foto alla sua signora e lei, mi scrive lui , dice: “Va bene, è un uomo maturo ma si conserva bene ha un fisico anche migliore del tuo”. Ci accordiamo per vederci il primo week end di maggio e io gli dico che al momento sono libero e molto contento di incontrarli.
Mi racconta delle loro 'piccole' esperienze precedenti, di come è lei a letto, com'è il suo carattere e mi manda anche qualche foto. Continuiamo a scriverci e lui mi dice che sono l'uomo giusto gli infondo sicurezza e tranquillità!! Per circa un mese non ci sentiamo fino a quando, come promesso, i primi di aprile gli confermo che se vogliamo, possono venire.
Mi comunica anche che in quei giorni lei avrà il ciclo ed io gli domando se a lei piace il sesso orale e anale e lui mi risponde che a lei piace tutto, ma è un po' preoccupato perchè il ciclo potrebbe essere limitante non solo da punto di vista prettamente fisico ma anche psicologico, considerando gli sbalzi d'umore. Ancora una volta lo rassicuro e gli ribadisco che sono fiducioso sull'esito dell'incontro. Qualche giorno prima della partenza, mi confida che lei nel preparare la valigia ha messo molti completini intimi sexy e gli dice che sono un abbigliamento necessario per il “porno ponte”. Questa la definizione di lei dei giorni che passeremo insieme, io gli rispondo che lei ha chiaro ciò che viene a fare e questa è una cosa molto positiva!
Giorno 1:
Finalmente mi scrive che sono arrivati a Cannes e li vado ad incontrare e noto un po' di nervosismo del tutto comprensibile per una prima volta...gli domando come sia andato il viaggio, come si senta lei e in 10 minuti siamo già sulla sua barca.
Gli mostro la cabina dove alloggeranno e li invita a mettersi comodi mentre io preparo un aperitivo e apre un prosecco. Ci sediamo, lei tra di noi. Stuzzichiamo qualcosa, sorseggiamo le bollicine. Lei è un po' tesa, ci ascolta, per lo più siamo io e lui a parlare, ma poco a poco inizio ad introdurre l'argomento. “Come l'hai definito il nostro incontro? Porno... Ah, sì porno ponte” Ridiamo tutti e tre. Poco dopo rincaro la dose, rivolgendomi a lei: tuo maritino mi aveva mandato qualche tua foto ma devo dire che dal vivo sei molto meglio. Lei accenna ancora un sorriso e timidamente ringrazia. Poco dopo le dico che, se vuole, potrei farle un massaggio nella stanza accanto, detta stanza dei massaggi o degli orgasmi. Ridiamo ancora, e man mano sento che lei si sta rilassando, la temperatura aumenta. Continuiamo a bere e mangiare e quando il prosecco finisce io le prendo la mano, la guarda negli occhi e le dico: “ma quanto sei bella” e, dolcemente la bacio. Un bacio, poi un altro, poi le nostre lingue si incontrano, le prime carezze. Lei è sempre seduta tra di noi, anche lui inizia ad accarezzarla e le sbottona un pò la camicetta bianca che indossa, mentre l'altra scivola dietro la sua schiena e con un gesto rapido di indice e pollice le sbottono i due clip del reggiseno. Oramai è col seno in bella vista, i capezzoli turgidi dimostrano che anche lei è intrigata dalla situazione che si sta producendo. La mano di lei inizia ad accarezza il mio membro già bello duro da sopra i jeans. La prende per mano e li invito ad andare nella stanza accanto. In un attimo siamo tutti nudi, in piedi, lei tra di noi io la bacio con passione, il marito dietro di lei. Con tatto le domando se ha le mestruazioni, lei risponde di sì e le dico che c'è sempre il piano B. Lei all'inizio non capisce, poi però si gira, appoggia le mani sul letto e mi offre il culo. Il marito sale sul letto e inizio a farselo succhiare. Giochiamo cosi per qualche minuto, poi ci stendiamo, lei tra di noi, mani lingue e carezze. Ora lei è rivolta verso il marito mentre io le sta scopando il culo da dietro. Lei gode. Poco dopo, lei si stenda pancia sotto, io su di lei, sempre scopandole il culo, aumento sempre di più il ritmo annunciando che sta per venire. Glielo ripeto più di una volta, quasi come a chiederle il permesso per venirle nel culo. Lei ansimando, mi dice che può godere e cosi le vengo nel culo, restando poi steso su di lei, con il mio cazzo dentro un bel pò, recuperando ossigeno e aspettando che si abbassino le pulsazioni.
Ci risistemiamo. Il tempo fuori è pessimo per cui optiamo per restare a cena in barca. Il tempo passa rapido parlando di noi e verso ora di cena inizio a cucinare un buon piatto di pasta. Beviamo ancora un pò a tavola e dopo cena il marito dice che si occuperò di lavare i piatti. Mentre li lava lei è in piedi appoggiata al mobile io mi avvicino l abbraccio e inizio di nuovo a baciarla ed accarezzarla con gesti lenti e rilassati. Il maritozzo lava ancora i piatti e ci guardo limonare. Poi la porto di nuovo verso la stanza degli orgasmi e siamo entrambi senza maglia le mie mani sul seno e poi sulla schiena di lei scendono lentamente sul culo e spariscono sotto i jeans che indossa. Lei mi sbottona e abbassa prima i miei jeans poi i suoi. Questa volta la faccio stendere subito e la metto comoda. Il marito finisce di lavare i piatti e quando arriva da noi lei è stesa pancia su ed io in ginocchio, perpendicolare a lei, all'altezza della sua testa e me lo sta succhiando con gusto. Le accarezzo i capezzoli e la clitoride, lei ha la testa inclinata e il mio cazzo sparisce tra le sue labbra. Sono movimenti calmi ma di un'eccitazione pazzesca. Il marito si spoglie e sta molto vicino e puo' vedere la sua figa aperta e le mie mani che accarezzano tutto il corpo di lei...e in controluce il mio cazzo che sparisce nella sua bocca. Le dico che è bravissima mentre mugola di piacere, andiamo avanti cosi un bel po'. Poi decido di scoparle di nuovo il culo la faccio mettere su un lato e mi stende dietro di lei, il marito si alza, si mette in disparte e inizia a segarsi. Io la inculo un bel po' sento che le piace un casino e sono molto resistente...!!. Lei gode diverse volte.... Alla fine la faccio stendere di nuovo a pancia sotto e, come prima, mi stendo su di lei per venirle nel culo. Il marito si stendo accanto a lei, la bacia, l'accarezza e quando gli dico che sto per venire lui si sborra addosso al culmine della sega. Stremati e stanchi per il sesso e loro anche per il viaggio, decidiamo di andare a dormire.
58
0
9 mesi fa
skippersex,
55
Ultima visita: 1 settimana fa
-
Il manicomio.
Anno 1978, Ora non ricordo il come e il perché ma mi ritrovai completamente nudo su un lercio materasso di un letto in una stanzetta di un manicomio abbandonato. Confuso, impaurito mi vedo entrare nella stanzetta senza porta due uomini anziani, nudi, con il cazzo già in tiro, uno gelosissimo l'altro meno. Capisco che non ho scampo e mi metto schifato a pancia sotto. Uno dei due lo sento che mi allarga in modo violento le chiappe, il mio buco del culo si apre e sento che mi stanno introducendo forse un dito o due. Metto un gemito e subito mi viene messo una mano enorme sulla bocca e un pugno mi preme con forza al fondo schiena. Lo sento, mi sta puntando la cappella bagnata al buco del culo che con difficoltà si riapre e fa entrare un cazzone fino ai coglioni e il pompaggio si fa sempre piu veloce... Passano pochi minuti, mi sento lo sperma che mi innonda l'intestino... Un gemito. Una voce mi ordina "spingi che la la faccio mangiare". Io spingo e mi esce dal buco sborra e forse anche cacca. Uno dei due la sta recuperando in una specie di vaschetta lurida come la stanza... "Bevi e mangia, cagna!" Mi rifiuto, mi volto ma vengo preso dai capelli e mi turano il naso. Non respiro apro la bocca e sento il liquido con qualche pezzetto di merda che mi entra nella bocca. "Manda giù troia! Tutta!" ...sconvolto obbedisco!
980
0
9 mesi fa
AmputeSexeS,
60
Ultima visita: 3 mesi fa
-
ALTRA TAPPA PER FAR DIVENTARE CHIARA UNA VERA TROIA
Una sera di luglio era il suo compleanno.Al mattinole avevo mandato un messaggio: stasera ti porto a cena fuori, preparati!La sua risposta non si era fatta attendere: “ Mmmm ... e cosa mi devo mettere? A te cosa farebbe piacere? Voglio farti un regalo anche io ... farò quello che vuoi tu, decidi tu!”Era la mia occasione, avevo la possibilità di vedere finalmente se Chiara era veramente diventata ciò che volevo: una perfetta troiale scrissi: “Ti voglio al massimo stasera, non mi basta che tu sia sexy, ti voglio troia!”.Al mio messaggio non rispose lasciandomi nel dubbio sino a sera: avevo fatto bene a essere così esplicito? Oramai ero arrivato a casa e ci avrei messo a saperlo. Avevo scelto un ristorante un po’ fuori mano, sicuro così di non incontrare nessun conoscente, discretamente elegante e con un patio all’aperto.Arrivo a casa sua ed entro in casa. Chiara mi accolse con un caldo bacio invitandomi a prepararmi e senza far nessun cenno al suo abbigliamento che mi pareva del tutto normale, sin troppo sobrio per le mie richieste: gonna al ginocchio, una maglietta aderente che in effetti metteva in risalto le sue forme anche sotto la camicetta bianca. Mentre finivo di prepararmi, Chiara mi guardò con un sorriso di sfida, alzò la gonna dicendomi: -Sono abbastanza zoccola per il mio porcello?-Sotto la gonna aveva un paio di calze nere velate con reggicalze, quel reggicalze che le avevo regalato e non aveva mai messo, così come il completino perizoma minuscolo e reggiseno così piccolo che i capezzoli uscivano fuori e bucavano la camicetta! Per l’eccitazione non capivo più nulla ... lo aveva fatto, si era vestita come la troia che avevo sempre desiderato! La baciai appassionatamente e le dissi: - Chiara... cosa sei stasera?--La tua troia!- Fu la risposta e mi bastò.Durante il viaggio non smise un attimo di tormentarmi, alzando la gonna e mostrandomi il bordo della calza, sapendo di impazzire o accarezzandosi con falsa naturalezza i seni per mostrare i suoi capezzoli duri attraverso la maglietta. Arrivammo al parcheggio del ristorante e scesi per aprirle la portiera con fare cavalleresco ma anche per ammirarla meglio: per scendere dall’auto infatti, aveva aperto le gambe mostrando interamente le sue splendide cosce e il candore della pelle a contrasto con la balza nera della calza aveva acceso il mio desiderio e non solo il mio. Con la coda dell’occhio potevo scorgere tre clienti che si stavano incamminando al ristorante dietro di noi non si erano persi nulla della visuale offerta da mia moglie tanto che i loro rozzi complimenti rivolti a Chiara al nostro passaggio avevano aumentato la mia eccitazione.-Li hai sentiti quei porci cosa hanno detto? Non dici nulla?- disse Chiara rossa in volto ma io, oramai avevo deciso di giocare fino in fondo la mia partita: -Certo che li ho sentiti, pensano tu sia una troia, ma d’altronde, sei vestita da troia, no amore? La mia troia- risposi toccandole vistosamente il culo.Entrammo nel ristorante seguiti dal terzetto che rideva alle nostre spalle.Un cameriere gentilissimo ci accompagnò al nostro tavolo ed io, da buon cavaliere, feci accomodare Chiara spostandole la sedia! Sapeva di essere esposta agli sguardi ma accettò la sfida. Sapevo benissimo cosa pensava in quel momento: “Mi vuoi troia? Stai a vedere come ti accontento!”Dal reggiseno striminzito i capezzoli fuoriuscivano prepotenti spingendo contro la seta sottile della camicetta … la troia si era già eccitata, pensai … ed il cameriere non le toglieva gli occhi di dosso!La feci sedere con le spalle al muro ed io a lato; mentre assaggiavamo gli antipasti non smettevo di coprirla di complimenti, di battutine a doppio senso e, soprattutto, di riempirle il bicchiere sapendo quale effetto faceva l’alcool su di lei, togliendole ogni freno inibitore. Chiara rideva, scherzava e a un certo punto cominciò persino a provocare il cameriere slacciando un bottone della camicetta e passando ripetutamente la lingua sulle labbra rosse ogni volta che si avvicinava al nostro tavolo, poi guardandomi mi disse: -Sono abbastanza troia per te stasera, amore? Vuoi che faccia altro? Vuoi che esageri? Te l’ho promesso, farò tutto quello che vuoi stasera!-L’aria di sfida delle sue parole era evidente ma non sapeva quello che avevo in mente: trasformare la mia adorata moglie in una vera troia per una sera!-Guardali!- Le dissi, facendole notare i tre seduti non molto lontano che ci sorridevano ridacchiando tra loro … potevo immaginare i loro discorsi volgari … -Vedi come ti guardano? Dai, provochiamoli!-Chiara mi guardò con aria interrogativa.-Vai in bagno e togliti le mutandine, così facciamo vedere loro “una bella cosa”- aggiunsi con un sorriso beffardo. Mia moglie mandò giù un altro bicchiere di bianco e si alzò: con uno strano sorriso sulle labbra mi disse: -Credi che non ne sia capace? Ora vedi!-La seguivo con lo sguardo mentre ancheggiando vistosamente si allontanava verso i bagni. Anche il terzetto la guardava, anzi, la scopava con gli occhi e la scena mi eccitò terribilmente.Ancheggiava ancora mentre tornava dai bagni tenendo qualcosa di nero in mano, ma non capivo cosa. Lo capìì quando arrivò al tavolo: Chiara come un trofeo teneva in mano le mutandine nere, alzò il braccio mostrandole a me ma sorridendo al terzetto e usandole come un tovagliolo mi pulì la bocca per poi lasciarle sul tavolo. Felice ed eccitata tornò a sedersi mentre io rimasi di sale. Il terzetto non le levava gli occhi di dosso e il cameriere si precipitò al nostro tavolo. Chiara oramai aveva preso il gioco in mano, forse anche per effetto dell’alcool e, guardandomi negli occhi lasciò cadere il tovagliolo tra le gambe. Non appena il cameriere si chinò a raccoglierlo, Chiara lentamente aprì le gambe fino a spalancarle il viso dell’uomo era adesso a neanche un metro dalla figa depilata di mia moglie, la scena era surreale! Lui, una statua di sale che si stava sciogliendo dal calore, io incredulo e eccitato, il terzetto che sentivo grugnire alle nostre spalle mentre si godeva lo spettacolo e lei, padrona della scena. Neanche quando il povero cameriere balbettando qualcosa si alzò lei si ricompose, lasciandosi ammirare dal terzetto. Mi sorrise, io ricambiai il sorriso e le dissi: -Sei una troia, amore mio!- Ricambiò il sorriso: -Vero? Non è così che mi vuoi? - La cena andò avanti tra provocazioni, battute e doppi sensi sempre più volgari e il povero cameriere sempre più stordito dall’eccitazione. Dopo il dessert Chiara si pulì la bocca e con quel sorriso che oramai avevo imparato a riconoscere, mi disse. -Ma le sigarette? Ho proprio voglia di fumarne una ora, le hai lasciate in auto? Non preoccuparti, vado io a prenderle.-Oramai il locale si era svuotato e a parte noi, il terzetto che oramai si capiva che ci stava puntando, e pochi altri, era vuoto.Io rimasi a guardarla mente si alzava e lentamente si aggiustò una calza alzandosi la gonna e sistemandola al reggicalze come se fossimo soli, poi, prese le mutandine nere che ancora stavano sul tavolo e si allontanò verso l’uscita; si fermò solo davanti al tavolo dei tre, guardò il più rozzo di loro, quello che non aveva smesso di far sentire le sue volgarità e passandogli le mutandine sulle labbra e agli angoli della bocca, gli disse: -Asciugati, hai la bavetta che ti cola.-Si diresse all’uscita lasciando le mutandine sul loro tavolo. Due del tavolo scoppiarono in una fragorosa risata, mentre il terzo mi fissava con lo sguardo quantomeno stupito e il perizomino semitrasparente di mia moglie in mano. Poi d’improvviso si alzò e venne verso di me, mi sventolò le mutandine davanti al viso e mi disse: -Non ti dispiace vero se gliele riportiamo noi, vero? Mica vogliamo che prenda freddo…-Io sorrisi, ormai il gioco era partito e non si poteva certo tornare indietro.-Certo, datemi il tempo di pagare la cena e vi seguo…--No, tranquillo, alla cena ci pensiamo noi.-Uno di loro andò dal cameriere e gli disse qualcosa, poi tornò velocemente dai colleghi, e si incamminarono verso l’uscita. Io li seguii qualche passo indietro. Chiara era appoggiata all’auto, che era parcheggiata al di là del piazzale sterrato. i tre attraversarono il piazzale e le si avvicinarono, e il tipo con le sue mutandine in mano le disse: - Ehi bella, grazie per avermi asciugato la bocca…. Dopo magari ricambio anche io, asciugandotela, che ne pensi?-Lei non rispose ma lui aveva già iniziato a palpeggiarla. Anche gli altri due si avvicinarono, e mentre lui le sollevava la maglina colorata uno dei due cominciò ad accarezzarle una coscia e a stuzzicarle l’orecchio sinistro con la lingua. Le mani dei tre la frugavano con decisione, ben presto capii dall’ansimare di lei che uno di loro aveva anche trovato il punto giusto. Il primo le aveva ormai sfilato la magliettina e le stava leccando i capezzoli che spuntavano dal reggiseno nero. Si scostò di poco da lei e si slacciò i pantaloni facendoli scivolare a terra: -Dai bellezza, facci vedere quanto sei brava…-Delicatamente ma con decisione le mise la mano dietro la nuca e la spinse verso il basso facendola accosciare davanti a lui. Lei si fece scappare un “OOOOH” di sorpresa davanti a quel grosso cazzo, prima di assaggiarlo con la lingua, per poi prenderlo in bocca con gusto e maestria. Guardavo con eccitazione la mano dell’uomo infilata nei capelli rossi di Chiara che le impartiva il ritmo del pompino, quasi senza accorgermene avevo il cazzo in mano e mi stavo masturbando. Nel frattempo anche gli altri due si erano calati i calzoni, e i loro cazzi erano a pochi centimetri dal viso di mia moglie. –Faccela provare anche a noi, la bocca di questa bella signora…-Lei non se lo fece dire due volte, e cominciò a pompare con gusto anche gli altri due cazzi che le si erano parati davanti. Il suono di un clacson mi fece sussultare, facendomi render conto che eravamo in piena vista della strada. Lo feci notare ad uno dei tre che aveva preso l’iniziativa, il quale rise: - E che problema c’è?- poi però ci ripensò: -Va bene… Vieni bella, spostiamoci un po’ più in là.- La fece rialzare prendendola per il polso e si incamminò verso l’altro lato del piazzale, dove erano parcheggiati tre autorimorchi. Prima però si soffermò in mezzo al piazzale deserto e voltandosi verso di lei le sfilò la gonna viola, che era l’ultimo indumento che le rimaneva indosso, lasciandola con addosso solo gli stivali, le calze nere e il reggicalze. Il contrasto della sua pelle bianca nuda con l’intimo nero alla luce del grosso faro che illuminava il parcheggio sterrato era eccitantissimo. Si soffermò lì a palpeggiarla, infilandole una mano tra le gambe, lei reclinò la testa, segno che le dita dell’uomo le stavano frugando dentro la fica. Indugiò in mezzo al piazzale per un po’, e io capii a cosa mirava: stava aspettando che passasse qualche auto, prima di portarla dietro ai camion. Infatti passò un auto, che rallentò vistosamente. Ebbi paura che si fermasse e che la cosa potesse diventare pericolosa, ma a quel punto lui rise e la portò finalmente in mezzo a due dei camion parcheggiati, seguito dai suoi due amici e da me. Fecero inginocchiare Chiara, e lì ricominciò il rituale del pompino a girare: loro tre attorno a lei che se lo facevano succhiare a turno. Finalmente uno di loro le si accosciò accanto e prese a masturbarla, preparandola alla monta. Lei mugolava, a bocca piena, mentre le dita dell’uomo le penetravano la fica e (da quel che potevo intuire) il culo. Le si mise dietro, spingendola in avanti per farla mettere a quattro zampe: -Facciamo sentire un po’ di cazzo a questa troia…-Cominciò a scoparla reggendola per i fianchi, incitandola continuare a lavorarsi i cazzi degli altri due con la bocca: -Brava troia, succhiati quei cazzi, che dopo toccherà anche a loro…-Dopo un po’ lasciò il posto al tipo grosso che aveva fatto partire il tutto, che continuava a dimostrarsi il più porco e scurrile. Lui volle che Chiara . si girasse a pancia su, sdraiata a terra e le allargò le gambe facedole spalancare la fica: - Fammi sentire quanto è dolce la tua fica.- Si buttò dentro a leccargliela, lei sussultava ridendo, poi si sollevò e le infilò dentro il grosso cazzo, tenendole le caviglie per tenerle gambe ben divaricate: -Ora ti apro ben bene, troia. E tu scopala in bocca, che sennò la signora si annoia…-L’altro suo amico obbedì ridendo, fottendole letteralmente la bocca, mentre lei sdraiata a terra mugugnava sotto i loro colpi. Con l’altra mano cominciò a carezzarle le natiche, poi vidi perfettamente che le infilava il pollice nel culo, facendola sobbalzare.-Senti che bel buchetto accogliente…- Glielo lavorò per qualche minuto, poi sfilò il cazzo dalla fica di Chiara e lo spinse senza troppi problemi dentro al suo culo. Gli altri due avevano smesso di farsi spompinare, e si limitavano a palparle le tette, lei quindi aveva la bocca libera e sottolineava i colpi dell’uomo con gridolini e mugolii, mentre lui la inculava incitandola a voce alta: -Ti piace prenderlo nel culo, eh, troia?- Te lo rompiamo tutto, questo culo… Ti sfondo tutta, maiala…-La inculava selvaggiamente mentre la insultava, ma a lei la cosa non sembrava dispiacere affatto, i suoi gridolini si alternavano a risatine e mugolii. Sentii un rumore poco dietro di me, mi voltai e vidi che c’era il cameriere, con le brache calate che stava assistendo masturbandosi. Io non gli dissi nulla, allora prese coraggio e si avvicinò, continuando a masturbarsi.I tre iniziarono a scambiarsi, inculandola a turno, Chiara ormai era scatenata e li incitava a sbatterla come una cagna. Uno di loro notò il cameriere fermo accanto a me. Rise, poi gli disse: -Hey amico, vieni a prenderti la mancia, sono sicuro che al signore accanto a te non dispiacerà se un cameriere gli rompe il culo!-Non se lo fece dire due volte, si avvicinò, gli altri gli lasciarono il posto, e anche lui la inculò da dietro, tenendola per i fianchi e grugnendo come un matto. Dopo un po’ il tipo grosso si fece di nuovo sotto, spostando senza troppi discorsi il timido cameriere e facendo cambiare posizione a Chiara, facendola di nuovo sdraiare a pancia su:-Voltati troia, voglio guardarti bene in faccia mentre finisco di sfondarti il culo…- Le sollevò il bacino alzandole le gambe e ricominciò a incularla in quella posizione. Grugniva come un cinghiale, inculandola sempre più forte e in profondità, il rumore della carne contro carne quasi copriva i gemiti di mia moglie, ormai completamente abbandonata. Poi di colpo mollò la presa sulle sue gambe, sfilandosi e balzando in avanti le prese la nuca e proruppe con una abbondante sborrata sul suo viso, per poi dando gli ultimi colpi. Quasi non aveva ancora finito, che uno dei suoi amici aveva preso il suo posto, riprendendo a fottere il culo di Chiara con foga. Per poi a sua volta erompere in una sborrata che le schizzò il seno, il collo e il mento. Il terzo invece le inondò di nuovo il viso e la bocca, lasciando il posto al cameriere. Dopo qualche colpo lo vidi fremere, e capii che stava sfogando il proprio orgasmo dentro al culo di mia moglie. Il tipo grosso si rivolse finalmente a me: -Amico, non stare lì impalato, ora è il tuo turno… Non avrai mica paura di usarla come sborratoio come abbiamo fatto noi?-Mi avvicinai sborrandole in bocca mentre gli altri ridevano.Uno dei tre si avvicinò di nuovo a mia moglie: -Sei stata gentilissima, tesoro, ad asciugarmi la bocca, prima. Adesso che abbiamo ripagato la tua troiaggine, voglio restituirti il favore…-Prese le mutandine che si era tenuto e le passò sul viso e sul corpo di mia moglie, più che per asciugarla per raccogliere lo sperma, poi gliele passò sulle labbra: -Leccale, tesoro, sappiamo bene che ti piace la sborra…- Lei sorrise e obbedì, leccandole e lasciando poi che lui gliele infilasse in bocca delicatamente. Ce ne andammo senza troppi saluti.
1148
0
9 mesi fa
Luca,
57
Ultima visita: 8 mesi fa
-
Una brava e fedele donna di casa.
Mi chiamo Antonella, ho 36 anni, sono alta m. 170, occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel fisico snello e ben curato, perché pratico molto sport, un bel seno alto e sodo di una terza misura piena ed un bel culetto che piace tanto a mio marito. Sono sposata da 15 anni con Filippo, un bell'uomo un po' più alto di me, anche lui moro, con gli occhi marroni e anche il suo fisico è ben curato, perché anch'egli, come me, ama molto fare sport. La nostra è stata sempre una bella unione, tranquilla e, a volte, monotona, anche se allietata dalla nascita di nostro figlio o il suo avanzamento in carriera: oggi direttore di banca, ma sempre con le solite amicizie con cui passiamo le serate o le vacanze estive, assolutamente tranquille. Siamo una coppia che non vive forti emozioni, ma il tranquillo scorrere della vita quotidiana. Non ho mai tradito mio marito, ero vergine quando mi son sposata e lui è stato il primo ed unico uomo che ho avuto. Ho sempre rispettato il principio di fedeltà, perché tra di noi c’è sempre stato un buon feeling, con sesso normale, privo di forti emozioni. Lui è un maschio tranquillo a letto e mi ha sempre accontentato e fatto godere, anche senza far cose strabilianti. Io lavoro come impiegata statale e, prima di conoscere mio marito, ho partecipato come volontaria nel soccorso durante un’alluvione in un piccolo borgo, dove salvammo una decina di persone giusto in tempo. Quest'anno i sopravvissuti di quella brutta avventura ed i loro discendenti hanno deciso di festeggiare in maniera solenne quella triste ricorrenza. Per l'occasione hanno invitato tutti i volontari, che parteciparono come me a quel soccorso, alquanto difficoltoso, ad una serata da trascorrere insieme nel paese. Ero un po' restia ad andarci, perché avrei dovuto fare circa un'ora e mezzo d'auto su strade di montagna, ma è stato proprio mio marito ad invogliarmi ad andare.
«Dovresti partecipare, perché sei tra quelle persone che hanno messo a repentaglio la loro vita pur di portare in salvo persone in serie difficoltà. È un riconoscimento che ti spetta di diritto e, quindi, sono veramente contento se partecipi a questa rievocazione, in cui, senz'altro, verrà riconosciuto il vostro fattivo contributo.»
Così mi son incamminata e mi son ritrovata a destinazione, dove sono stata accolta in maniera cordiale e più che amicale. Dopo un bel pomeriggio passato insieme alle persone soccorse ed a tante altre che son venute alla festa, abbiamo cenato nel più importante ristorante della zona. Annessa alla sala da pranzo, c'era anche una pista da ballo e, quando mi sono seduta a tavola, mi sono trovata di fianco Mario, un ragazzo di poco più grande di me che, durante quei giorni, non aveva mai smesso di corteggiarmi e, a parte un mezzo bacio, quasi rubato, non c’era stato niente di più. Seduti allo stesso tavolo, abbiamo iniziato a ripercorrere i momenti salienti di quella strana avventura. Per l’occasione ero vestita con un semplice vestito nero, lungo fino al ginocchio, per nulla provocante o che invogliasse a pensieri osceni. In buona sostanza si trattava di un outfit da brava donna di casa. Non avevo certo intenzione di andare con altri uomini; per me c’era stato solo mio marito fino a quella sera, quindi mi sentivo tranquilla. Mario, invece, che appare come un ragazzo poco affidabile e che faceva il volontario solo per rimorchiare, era diventato un personaggio di rilievo nel suo lavoro; adesso era un industriale di successo ed aveva un fascino tutto particolare quella sera. Il suo modo di fare, la ostentata sicurezza e faccia tosta, ha fatto sì che, d'un tratto, senza proferir parola, mi prende per mano e mi porta a ballare.
«Lo sapevo che saresti diventata questa splendida signora che sei! All'epoca avrei dovuto darmi una calmata e corteggiarti con intenzioni veramente serie. Sei proprio una bellissima donna! Adesso sei ancor più desiderabile!»
Mi sento lusingata e stordita da tutti quei complimenti e mi lascio andare. Mi abbraccia ed io non mi sottraggo, anzi, abbandono la mia condizione di moglie e madre e, quando arriva il primo lento, sono ancora in mezzo alla pista che ballo con lui, solo che, adesso, siamo molto più accostati e le sue mani cominciano ad accarezzare la mia schiena in un modo inequivocabile. Avvolti dalla melodia della musica, mi sento illanguidire le gambe. Sento le farfalle nello stomaco, quando le sue mani scendono sui miei glutei e la sua bocca sfiora la mia. Inspiegabilmente abbasso ogni mia difesa e mi lascio conquistare dal suo fascino, dal suo esser maschio, che sa corteggiare una donna e, soprattutto, mi estraneo dal resto del mondo. Per me, in quel momento, siamo solo noi due. Stretta tra le sue braccia, sento il suo membro che spinge contro il mio inguine con prepotenza. Il mio seno si schiaccia contro il suo petto duro e forte e lunghi brividi di piacere scorrono giù, lungo la schiena, e si concretizzano in umori che infradiciano le mie mutandine. Nel ballare mi sposta in un angolo del locale un po' più buio e, improvvisamente, la sua bocca si incolla alla mia: accetto quel bacio, come se lo avessi sempre desiderato.
Le nostre lingue ingaggiano una danza furiosa nelle nostre bocche, mentre le mani si fanno più ardite, alla ricerca dei nostri corpi, che esplorano senza alcun ritegno. Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano come due tizzoni ardenti, ci mettiamo seduti su di un divanetto e, come una ragazzina al suo primo turbamento, lascio che lui giochi con il mio corpo. La sua mano scivola sotto la mia gonna, mentre i suoi baci travolgono la mia effimera resistenza: mi sto bagnando in continuazione. Egli valica l'elastico delle mie mutandine e le sue dita forti vanno a carezzare i petali della mia patata fradicia. Mi accarezza il bottoncino, poi, con decisione, ne spinge due dentro e mi trova bagnatissima; io apro ancor di più le cosce, per dargli più libertà nel muoversi a suo piacimento. Mi masturba velocemente e, ben presto, il mio corpo viene scosso da un orgasmo che mi provoca un terribile fremito, mentre dalla mia bocca, incollata alla sua, emerge un gemito strozzato. Allungo la mano e vado alla ricerca del suo membro, che stringo da sopra la stoffa dei pantaloni e subito mi rendo conto di quanto sia voluminoso. Improvvisamente si stacca da me, si alza in piedi e, tenendomi per mano, mi porta oltre una pesante tenda, che nasconde un corridoio. Entriamo in quello che sembra essere un magazzino, lui chiude ermeticamente la porta dietro di noi. In quel momento non sono più una donna fedele, ma una fedifraga che intende far le corna al marito; solo che, in quel momento, non me ne rendo conto, perché sono come in trance per la situazione. Mi appoggia ad un tavolo e, tirato su il vestito, mi strappa con violenza lo slip; la sua furia erotica mi fa bagnare ancor più e reagisco a quel gesto allargando le cosce: in pratica non faccio altro che offrire tutta me stessa, senza riserve. Si inginocchia davanti a me, mi solleva le gambe e mi fa appoggiare i talloni sul tavolo; in quella posizione la mia vagina è perfettamente all'altezza della sua bocca e le cosce, oscenamente spalancate, devono offrirgli una visione altamente erotica, perché immediatamente la sua bocca inizia a brucare la mia intimità, strappandomi continui gemiti di piacere. La sua lingua si insinua in ogni piega della mia vulva, raccogliendo ogni singolo rivolo dei miei umori simili a miele. Stringe il bottoncino fra le labbra e mi strappa un primo orgasmo, che mugolo a denti stretti, perché, per non urlare, mi son coperta la bocca con una mano. Tremo e vibro come la corda di un violino, sotto le sapienti mani di questo artista, che mi sta letteralmente facendo impazzire di piacere. La sua bocca avida, continua a raccogliere il miele che sgorga da me e sembra non esserne mai sazio. Mi fa godere ancora, portandomi per l'ennesima volta ad un nuovo orgasmo, che provo nel preciso istante in cui sento di nuovo le sue dita penetrare nella mia Intimità e, quasi a voler andare a raccogliere ancora altro miele, che non è sgorgato fuori. Serro le cosce per bloccare la sua testa, mentre sono devastata da spasmi di piacere, che mi fanno sobbalzare come se una scarica elettrica stesse attraversando il mio corpo. Vibro e tremo, mentre lui, inesorabile, insiste a leccarmi, facendomi impazzire. Poi, all'improvviso, si stacca, si solleva e mi aspetto di sentire il suo membro dentro di me; invece lui mi fa scendere dal tavolo e immediatamente mi presenta alla bocca il suo splendido gioiello! Mentalmente lo confronto con quello di mio marito e trovo che, forse il suo è più lungo, ma questo di Mario è sicuramente molto più spesso. Lo avvicino alla bocca e ne aspiro l'aroma di maschio che emana; mentre le mie narici si riempiono del suo profumo, avverto ancora altri umori scorrere dalla mia farfallina. Lecco la punta e poi inizio a scendere lungo quell'asta, che mi sembra cresca ad ogni passaggio. Sollevo le mani e slaccio la cintura dei suoi pantaloni, li faccio cadere ai suoi piedi assieme ai boxer. Con una mano lo impugno, ma non riesco a cingerlo con le dita, tanto è doppio, mentre, con l'altra accarezzo le grosse palle. Lui mugola e geme nel sentire la mia lingua lavorare lungo l'asta e poi, quando son di nuovo con la bocca sulla punta, mi appoggia una mano sul capo e, con decisione, me lo spinge in bocca. È enorme! Spalanco più che posso la mandibola, ma solo una minima parte riesce a trovare posto tra le mie labbra. Si muove con calma scivolando avanti e indietro nella mia bocca, mentre io sento prepotente il desiderio di averlo dentro. Lo sfilo della bocca, sollevo lo sguardo e, nella fioca luce del posto, i nostri occhi si incontrano.
«Prendimi! Mettimelo dentro! Voglio sentirlo tutto, fin in fondo! Voglio sentire il tuo sperma scaldarmi il ventre! Scopami!»
Lui si abbassa, mi abbraccia e mi fa di nuovo sedere sul tavolo; solleva le mie gambe appoggiando i miei talloni al suo petto. Poi sento il calore del suo membro mentre si affaccia alle labbra della mia vagina, che si apre per accogliere e stringere quel membro grosso, gonfio, duro, che, in men che non si dica, mi scivola dentro, mi apre e mi riempie con il suo spessore. Mi faccio scopare come l’ultima delle troie e, come esse, godo a cosce aperte e senza ritegno. Mi sbatte e mi tratta da troia.
«Finalmente ti sfondo, troia! Ho sempre desiderato il tuo corpo! Questa sera, quando ti ho visto, ho deciso che ti avrei avuta, a qualunque costo! Sei una troia meravigliosa! Una donna come te l'avrei voluta al mio fianco per tutta la vita! Sei una zoccola stupenda! Una troia eccezionale! Devi diventare la mia troia!»
Godo. Mi lascio sbattere davvero come una troia! La sua troia! È questo che mi sento di essere in questo momento con lui! Lo incito a sfondarmi ancora di più e poi ha inondare il mio ventre con il suo piacere.
«Non ti fermare! Fammi godere ancora! Hai ragione sono una troia! Fammi godere e sarò per sempre la tua troia! Vienimi dentro! Marchia questa tua troia con il tuo seme!»
Mi sbatte, mette le sue mani sotto il mio sedere e comincia ad aumentare il ritmo, a scoparmi con un ritmo forsennato, che, ben presto mi porta a godere ancora e poi, ancora, senza soluzione di continuità. Sono stravolta dal piacere! La mia mente è del tutto annientata dal piacere che sto provando e perdo di vista il fatto che sono una donna sposata, madre e moglie fedele, fino ad ora. L’unica cosa che so è che mi piace esser qui con lui e mi piace sentirmi viva, desiderata, scopata e troia, come da molto non mi capitava. Solo in questo momento mi rendo conto di aver trascorso anni senza vivere, accontentandomi di ciò che passava il convento, senza mai desiderare qualcosa in più. Ora lo sento tutto dentro, mi tocca la cervice con la punta e mi trasmette scosse continue con quel suo incessante entrare ed uscire; raggiungo orgasmi in continuazione. Le sue mani forti continuano a tenermi per i fianchi e con le gambe in alto, completamente offerta e indifesa sotto i suoi fortissimi assalti che mi fanno impazzire e, dopo aver perso il conto di quante volte ho goduto in quell’angusto magazzino, lo sento finalmente ruggire e scaricare il suo piacere dentro di me.
«Vengo! Ti sto sborrando dentro! Ti inondo il ventre, troia! Troia mi senti? Lo senti come ti sto riempiendo di me?»
Abbasso le cosce e le avvolgo dietro la sua schiena per impedirgli di uscire, mentre sento il mio ventre riempito da ondate di calore che mi fanno ancora godere per l'ennesima volta. Ad ogni suo sussulto, sento schizzar dentro la sua crema e, mentre lo fa, la sua bocca è incollata alla mia in un bacio che toglie il fiato ad entrambi.
Sfinito, rimane sopra di me e poi, lentamente, dopo avermi abbracciato di nuovo, si solleva, si sfila e si mette seduto sul tavolo accanto a me, mentre io, mi giro e guardo quell’enorme membro che mi ha fatto impazzire e, senza nessuna esitazione, mi inginocchio tra le sue gambe e glielo prendo in bocca, come non avevo mai fatto con mio marito. È intriso dei miei umori e del suo seme e, mentre lo lecco e ripulisco, sento che dalla mia fica slabbrata sta colando il suo seme abbondante. Sollevo lo sguardo e vedo che mi sta osservando, allora, con una mano, scendo lungo le mie cosce, raccolgo un po' del suo seme e con esso imbratto di nuovo il suo membro, per poi continuare a leccarlo e pulirlo. Il gesto lo sconvolge!
«Che femmina meravigliosa! Che troia straordinaria! Ti voglio! Voglio che tu diventi la mia troia!»
Il gesto lo eccita, perché il suo membro ora è di nuovo duro e palpitante nella mia bocca e, mentre lo pompo convinta di bere ancora altro suo seme, lui si abbassa, mi solleva, mi bacia in bocca, e condivide con me il sapore delle mie labbra, poi, quando si stacca, mi guarda dritto negli occhi e, senza dire niente, mi invita a girarmi per offrirgli il mio culetto. Non ho bisogno di parole, mi piego e mi allungo sul tavolo, mentre lui, inginocchiato dietro di me, insinua la sua lingua tra le grinze della mia rosetta, mi lecca e lubrifica quel buchetto, raramente usato da mio marito. Con le dita raccoglie la crema che sgorga ancora copiosa dalla vagina e con essa mi lubrifica ancora di più. Si solleva, inzuppa il membro in quella fonte di umori che è diventata la mia fica, poi lo estrae ed appoggia la punta sul mio buchetto. Faccio un respiro profondo, mentre allungo le mani e dilato le chiappe per agevolare ancora più quella intrusione. Mario preme e, lentamente, comincia la penetrazione nel mio intestino. Anche in questo caso, sento che mi apre e mi riempie, nello stesso tempo. Si muove lentamente, senza fretta, lasciando che i miei muscoli anali si adattino alle sue dimensioni, alla sua intrusione e, ben presto, sente il suo corpo aderire alle chiappe, realizzando che me lo ha infilato tutto nel culo. Resta immobile, piantato dentro di me, e poi, lentamente, comincia a limare il mio foro che, lentamente, si adegua al via vai e, ben presto, mi regala altre sensazioni, ancor più belle delle precedenti.
«Muoviti, fammelo sentire tutto! Lo voglio sentire fin nello stomaco! Voglio che me lo dilati tutto!»
Mi tiene per i fianchi e non si fa pregare. Mi sbatte con più vigore rispetto a come mi aveva chiavato la fica. Si rivela un toro scatenato quello che mi sta devastando il culo e, nello stesso tempo, mi fa avere altri due orgasmi, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Anche per lui il gioco è estremamente eccitante al punto che, d'improvviso, gli sento aumentare il ritmo della chiavata per, alla fine, restare immobile, tutto piantato dentro di me, e riversarmi nell'intestino ciò che ancora è rimasto del suo seme, dopo la lunga scopata fatta fino a quel momento.
«Vengo sto sborrando! Troia ti sto sborrando nel culo!»
Sento un'ondata di calore riempirmi il corpo e questo mi fa ancora godere. Rimane qualche istante piantato dentro di me, poi si sfila e si appoggia al tavolo, perché, evidentemente, quel piacere deve aver spezzato le gambe anche a lui. Restiamo immobili, poi utilizzando dei tovaglioli, ci diamo una ripulita e, con fare discreto, ritorniamo nel salone.
Da quella sera tutto è cambiato. All'inizio mi son rifiutata di diventare la sua amante, ma, alla fine, ho sentito il bisogno di sentirmi viva, troia e puttana tra le sue braccia.
Non ne abusiamo, ma io con Mario son tornata ad esser una donna viva e vogliosa, anche se, per tutti, sono sempre una brava e fedele donna di casa.
115
2
9 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Mia moglie si spoglia per ripicca.
Mi chiamo Michele, ho 32 anni e sono sposato da sei con Debora, che ha la mia stessa età. Fisicamente sono di media statura, moro, occhi scuri e mi piace molto praticare lo sport per tenermi in forma. Sessualmente parlando ho una discreta dotazione, che, fino ad oggi, ha sempre soddisfatto le voglie di mia moglie. Lei, prima di me, era stata fidanzata con un ragazzo un po’ più grande di lei, che l’aveva introdotta nei piaceri del sesso e ad un certo esibizionismo, che tutt’ora le piace praticare. Se lo può permettere, con il fisico da favola che si ritrova. Alta quasi 1,70, capelli neri lunghi, occhi scuri, labbra molto sensuali, un seno di una quarta abbondante ed un bel paio di cosce lunghe e affusolate, al cui culmine figurava quello che io considero un vero capolavoro della natura: un culo tondo e sodo, che sembra disegnato. Come ho detto, le piace molto esser al centro dell’attenzione e, spesso, mi diverto a farle indossare indumenti alquanto succinti; la sprono a scodinzolare, mentre io osservo l’effetto che fa su tutti i maschi, che cercano, in qualche modo, di abbordarla. Mi eccita tantissimo vederla desiderata e ho anche immaginato di scoparla assieme ad un altro maschio, ma quando le ho manifestato questa mia fantasia, mi ha dato del matto e si è anche un po’ alterata. Naturalmente una bella scopata ha riportato il sereno nella coppia, anche se io ero sempre più proiettato verso quella fantasia. Il mese scorso, poi, è avvenuto un fatto che ci ha messo di nuovo in agitazione. Eravamo stati invitati all’inaugurazione di un negozio di estetica e l’estetista, proprietaria dell'esercizio, è una sua carissima amica. Non avevo molta voglia di partecipare all’evento, ma lei ci teneva moltissimo e, alla fine, ci siamo presentati e vi abbiamo trovato un sacco di gente, fra cui diversi amici comuni con le relative consorti. Durante la cerimonia, io mi son divertito con Carlo, Luca e Walter, tre dei miei amici più intimi, a fare qualche commento sulle donne presenti, comprese le loro mogli e, a giudizio di tutti, ci siamo soffermati sulla più seducente, la più intrigante e la più esibizionista. Ovvio che a questa categoria apparteneva la mia Debora, mentre sulle altre il dibattito è stato molto acceso, ma era lapalissiano che, tra tutte, emergeva mia moglie, che, non vista, si è avvicinata di spalle a noi ed ha ascoltato tutte le battute e i commenti, indirizzati alle diverse donne presenti. Naturalmente, non sapendo di esser ascoltati, ci siamo anche andati un po’ giù pensanti su certe femmine che attiravano il nostro interesse, non affatto sgombro da fantasie poco decenti. In particolare, quando è apparsa la madrina della cerimonia, che a noi tutti ci è sembrata perfetta per uno spogliarello. Indossava una mini nera elasticizzata, che non lasciava molto all’immaginazione con sopra una camicetta bianca tenuta chiusa da un solo bottone e sotto si intravedeva un reggiseno di pizzo molto intrigante. Ovvio che le battute su di lei si sono sprecate.
«Accidenti, che provocante che è! Una cosi sarebbe bello averla tutta per noi, una sera! Altro che le nostre donne! Questa sì che sa esser conturbante.»
Non avevo nemmeno finito di parlare, che solo allora mi son accorto della presenza di mia moglie che, alquanto alterata dal mio comportamento, se n’è andata. Durante il viaggio verso casa, è esplosa la sua ira.
«Sei un porco! Peggio dei tuoi amici! Avete una buona concezione delle vostre donne! Le vorreste tutte puttane, da quello che ho capito! Parole non troppo lusinghiere, devo dire! Scommetto anche né avrete espresse anche su di me! Ma, se al posto di quella ragazza, ci fossi stata io, che avreste detto? Ti avrebbe fatto piacere? Dimmelo!»
Ho cercato di minimizzare, ma lei era davvero furiosa.
«Sta attento, che un giorno di questi, ti faccio vedere io cosa si prova ad esser trattata da puttana e restare immobile, senza far nulla! Voglio vedere se a te sta bene!»
Ho cercato di rabbonirla, ma con scarsi risultati. Sono passati diversi giorni e mi sembrava che la cosa si fosse, in qualche modo, sgonfiata. Poi, circa tre giorni fa, è avvenuto un fatto che mi ha sconvolto. Eravamo radunati a casa mia: io, Carlo, Luca e Walter, per la finale di Volley, sport di cui siamo tutti molto patiti. Debora, non amando questo sport, è uscita con le sue amiche. La partita si è un po’ protratta nel tempo e noi eravamo, complici tre bottiglie di vino a forte gradazione che ci eravamo scolati, insieme a degli stuzzichini, molto alticci ed eccitati dalla vittoria della nostra squadra e, mentre stavamo festeggiando allegramente, la porta si è aperta e mia moglie è entrata nel salone, Luca si è voltato e gli è venuta spontanea una battuta:
«Che peccato! Pensavamo fosse arrivata la spogliarellista per festeggiare la vittoria!»
È stato un commento stupido e fuori luogo, ma mia moglie l’ha fissato con un atteggiamento di sfida e, mentre stava per allontanarsi senza proferir parola, si è voltata verso di me, mi ha guardato con un’aria di sfida ed ha scosso la testa.
«E chi dice che la spogliarellista non sia, di fatto, arrivata?»
Siamo rimasti tutti immobili, loro increduli ed io sbalordito, quando lei, camminando in mezzo al salone con incedere da maliarda e movenze sinuose, ha iniziato a sbottonare lentamente il soprabito. Subito tutti hanno iniziato ad esultare e farsi sentire con fischi e cori, che la incitavano. Walter ha intonato le note di "You can leave your hat on", la colonna sonora del film "9 settimane e mezzo", dove la protagonista fa uno spogliarello da infarto. Luca, attraverso il cellullare, ha davvero trovato la canzone che Walter aveva accennato e lei, nel sentirne il ritmo, ha preso a spogliarsi in maniera davvero molto sexy. Ha lasciato cadere il soprabito e Carlo la guardava invitandola a spogliarsi di più. Ero stupito e, nello stesso tempo, molto eccitato. Era vestita con una camicetta avana e pantaloni in pelle scuri, mentre continuava a muoversi in modo seducente al centro della stanza, osservata con impazienza da tutti che, increduli, la stavano ammirando con la bava alla bocca. Ha iniziato lentamente a sbottonarsi la parte inferiore della sua camicetta, salendo molto lentamente, un bottone dopo l’altro. Mi guardava sorridendo maliziosamente ed io ero a bocca aperta e, incredulo, mi domandavo fin dove si sarebbe spinta in questo gioco. Quando anche l’ultimo bottone è stato slacciato, lei ha aperto un poco la camicetta e, con fare sensuale, si è girata di spalle. Ha iniziato a far scendere l’indumento da dietro le spalle. Walter le si è avvicinato e poi ha afferrato la camicetta, lei, giratasi e sorridendo, ha lasciato che lui gliela sfilasse completamente. Abbiamo subito ammirato il reggiseno bianco, che racchiudeva completamente le sue tette prosperose. Ho pensato che fosse giunto il momento di porre fine allo spettacolo, come farebbe qualsiasi marito nel pieno delle proprie facoltà mentali, ma mi son sentito molto stranito, ero troppo eccitato e forse un po’ troppo ubriaco per ragionar lucidamente. Ho assecondato il mio desiderio di vederla davanti ai miei amici, possibilmente ancora più nuda. In un barlume di lucidità, ho pensato che tanto poi si sarebbe fermata lei e quindi l’ho lasciata fare a modo suo. Mi piaceva il gioco e lo stesso era per i miei amici, che si stavano davvero divertendo. Seduto, la guardavo ipnotizzato con il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni. Carlo le ha offerto da bere e lei lo ha accettato. Ha preso il calice di vino rosso e poi, molto lentamente, tenendolo sollevato sopra la testa, ha fatto colare piano un po’ di vino nella sua bocca aperta. Alcune gocce le son finite sul viso e giù sul seno, macchiando il reggiseno. Luca l’ha invitata a toglierlo.
«Dai, toglilo: è un peccato che si macchi!»
Credevo che non lo avrebbe fatto, ma lei, sempre guardando verso di me, ha iniziato, a suon di musica, a scuotere le tette coperte dal reggiseno. Poi lo ha sganciato da dietro e poi, si è girata di spalle e lo ha lasciato cadere in terra. Ho sgranato gli occhi dallo stupore! Cazzo lo stava facendo davvero! Subito Walter lo ha raccolto e lo ha portato sul volto, commentando con entusiasmo.
«Sì, dai, bravissima! Dai, fa vedere che sei davvero una donna decisa! Dai, abbi il coraggio di osare! Dai, nuda! Nuda!»
Anche gli altri hanno detto che doveva spogliarsi nuda.
«Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda!»
Lei si è girata e, con le braccia, si copriva il seno; mi ha rivolto uno sguardo davvero strano, un misto fra l'adirato me anche tanta sensualità. Non ho capito niente e son rimasto a bocca aperta, quando ha invitato tutti noi a far lo stesso.
«Anche voi, nudi! Che aspettate? Se lo faccio io, dovrete farlo anche voi!»
Loro si sono dati uno sguardo e poi si son girati verso di me, che non ho avuto il coraggio di dire o far nulla. Ero immobile, basito, e così, senza troppo fronzoli, in un attimo erano tutti e tre nudi. Poi hanno ripreso ad incitarla.
«Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda! Nuda!»
Ho visto i loro cazzi già tesi e duri e son rimasto di sasso. Li avevo visti altre volte nudi sotto la doccia, ma non mi ero mai soffermato sulle loro dotazioni. Luca era molto dotato in lunghezza, Carlo anche lui molto lungo, ma più grosso e Walter, invece, molto grosso sì, ma, forse, lungo come il mio. Debora li ha ammirati sorridendo maliziosamente. Io mi sono alzato e ho cercato di porre un freno a tutto questo, nonostante fossi eccitatissimo ed ancora vestito.
«Ok ragazzi, adesso basta! Questo gioco sta prendendo una piega troppo imbarazzante, quindi, basta!»
Sia lei che loro si sono girati verso di me di scatto. Mi hanno fissato e poi lei mi ha gridato di non rompere!
«Cosa c’è: ti dà fastidio? Vediamo se ti piace!»
In quel momento ho capito che era in cerca di vendetta, per le stupide parole dette qualche tempo prima, all’inaugurazione. Stavo per replicare, ma tutti hanno confermato quanto da lei detto.
«Sta zitto! Lasciala fare e non rompere!»
Senza rendermene conto, ho cominciato a spogliarmi. Lei intanto ha iniziato a slacciarsi i pantaloni, mentre i suoi seni erano in completa mostra. Luca si è avvicinato, ha allungato una mano e ne ha accarezzato uno. Anche Carlo ha fatto la stessa cosa. Per un po', li ha lasciati fare, poi si è spostata e, lentamente, ha abbassato i pantaloni. Il suo splendido culo era in bella mostra. Il perizoma, infilato nel solco delle natiche, lo rendeva ancor più invitante. Walter si è avvicinato ed ha accarezzato con entrambe le mani le sue chiappe sode.
«Accidenti, che culo! È meraviglioso!»
Ero eccitatissimo e non potevo far a meno di deliziarmi, mentre vedevo che si spogliava e si faceva accarezzare dagli amici, che, con calma, l’hanno aiutata a sfilarsi del tutto i pantaloni, facendola restare con solo il perizoma ed i tacchi alti. Lei si è girata verso di me, facendosi spazio fra loro, mi ha guardato e invitato ad avvicinarmi.
«Tu non vuoi toccare? Non ti va che questa sera avrete una spogliarellista tutta per voi?»
Era bellissima. Con movimenti sinuosi, ha abbassato le mutandine fino alle caviglie. Poi si è girata ed ha sollevato le braccia sopra la testa, lasciandoci ammirare la sua bella figura e le sue grosse tette. Mi son avvicinato e lei ha impugnato il mio cazzo; con l’altra mano ha afferrato quello di Luca. Ci ha segato un poco, mentre Walter continuava a toccarle il culo e Carlo le tette. Ad un tratto si è abbassata ed ha preso a succhiarci, alternando i nostri cazzi nella bocca. Immediatamente i miei amici sono andati in delirio.
«Sì, fantastica! Accidenti, come succhia! Sei meravigliosa!»
Lei ha sollevato lo sguardo in cerca del mio e, quando i nostri occhi si sono incrociati, lei mi ha sorriso maliziosamente e, con un gesto del capo, mi ha indicato la porta della camera. Mi son abbassato e l’ho fatta sollevare. Lei tenendo il mio cazzo in mano, si è incamminata verso la camera. Appena dentro si è distesa sul letto e subito Luca si è messo a leccarla, mentre noi ci alternavamo fra le mani e bocca di lei. Ben presto ha preso a gemere di piacere; subito Luca si è allungato sì di lei, che ha spalancato le gambe, penetrandola con un solo affondo. Ho visto il suo corpo inarcarsi e sollevare le gambe, mentre lui la sbatteva con molto impeto e piacere.
«Bellissima! Sei bollente! Ti sfondo!»
Lei ha avuto subito un primo orgasmo, che ha urlato a bocca piena, ben riempita dal cazzo di Walter. Ho visto mia moglie godere ed io ero eccitatissimo, desideravo scoparla, ma gli altri erano tutti addosso a lei. Carlo le succhiava i seni e Walter si faceva leccare il cazzo, che ora sembrava ancor più grosso. Lui si è abbassato, ha detto a Luca di farla girare e io, per un attimo, non ho capito il suo gioco, finché l’ho visto inginocchiarsi dietro di lei e appoggiare il suo cazzo durissimo al culo di Debora. Ha fatto colare della saliva e poi lo ha affondato dentro di lei, che si è girata ed ha fatto una smorfia di dolore.
«Cazzo! Fa piano! Fa piano che me lo sfondi tutto! Mi spacchi!»
Lui, quasi con sadismo, ha continuato a spingere la grossa mazza dentro di lei.
«Sì, troia, te lo voglio sfondare questo culetto da favola! Non puoi immaginare da quanto desideravo farlo!»
È entrato fino in fondo e poi, per un momento, è rimasto immobile; poi, lentamente, ma con decisione, ha preso a chiavarla in culo, mentre Luca, da sotto, le sfondava la fica. Debora ha iniziato a godere ininterrottamente, di un orgasmo senza fine. Io e Carlo ci alternavamo in bocca, anzi, più lui che io, che ero estasiato da quello che vedevo. Era la prima volta che la vedevo così troia e questo mi faceva impazzire. Ha goduto molto e poi il primo a sborrare è stato Walter, che le ha inondato il culo con un grido di paciere.
«Vengo! Sì, sborro! Ti farcisco questo culetto fantastico!»
Le ha schizzato dentro un mare di sperma, poi si è sfilato completando la sborrata sul corpo di lei. Subito il suo posto è stato preso da Carlo, che l’ha infilata anche lui in un colpo solo. Luca, intanto, ha chiesto a Carlo di sollevarla; lui l’ha afferrata per i fianchi e l'ha messa in ginocchio. Luca la sbatteva davanti e ben presto ha sborrato anche lui. Si è sfilato e le ha schizzato sulle tette.
«Sborro! Cazzo, sì, fammi schizzare sulle tette: te le voglio schizzare tutte. Che femmina favolosa che sei!»
Ho visto generosi schizzi di crema bianca, finire sui capezzoli e il collo di mia moglie. Lei ha allungato la mano e ne ha raccolto un po', portandosela alla bocca. Lui, dopo esser venuto, le ha infilato il cazzo, ancora duro, in bocca per farselo ripulire, cosa che lei ha fatto, mentre Carlo la chiavava nel culo. Walter ha spinto Carlo disteso e poi ha aiutato Debora, sempre impalata sul cazzo dell’amico, a distendersi su di lui. Poi le ha sollevato le gambe e, con il cazzo ancora duro, ha iniziato a scoparla da davanti. Lei lo ha aiutato e, ben presto, era di nuovo infilata in doppia e godeva come una maiala, incitandoli a scoparla più forte. Io mi stavo segando e, senza rendermene conto, mi son venuto in mano, mentre vedevo lei che succhiava il cazzo di Luca, prendere quello di Walter in fica e Carlo in culo! Troppo eccitante! L’hanno scopata in doppia o, meglio, in tripla, fin quando non sono venuti tutti e tre, due volte. Lei ha goduto tantissimo e, alla fine, era tutta ricoperta di sborra in ogni dove. Sfiniti, siamo rimasti tutti distesi sul letto. Walter le ha fatto i complimenti, dicendole:
«Debora sei stata stupenda! Michele avrà anche fatto la figura del cornuto, ma è una cosa da tenere in conto quando si ha una bella donna come te al fianco e, soprattutto, capace di far godere più maschi insieme.»
Debora si è sollevata e, appoggiata alla testiera del letto, ci ha guardato con un sorrisetto da perfetta maliarda.
«Sì, forse questa sera Michele ha fatto la figura del cornuto, ma preparatevi, perché, a giro, toccherà anche a voi farla, come questa sera è toccato a lui. Con le vostre consorti, non che mie amiche, abbiamo parlato molto del vostro comportamento all’inaugurazione e così abbiamo deciso di darvi una lezione: questa, appunto! Dimostrarvi che, se vogliamo, possiamo esser delle troie a nostro piacimento e, se a voi non va bene, allora preparatevi ad avere tante di quelle corna, da non riuscire ad entrare nel portone di una cattedrale. Diversamente, una sera al mese, ci si ritrova tutti insieme e ci si diverte! A voi la scelta!»
Li ho guardati ed ho capito che, se per questa sera era stata la prima esperienza da cornuto, anche per loro i tempi erano maturi per un grande divertimento collettivo. I loro sorrisi si erano spenti, appena sentite le parole di mia moglie. Si erano rivestiti e se ne erano andati mesti e silenziosi, con la coda fra le gambe. Era evidente che stavano riflettendo su quelle sue parole. A mio avviso non vi era molto su cui riflettere, ma solo prender atto che le nostre donne avevano già deciso per noi ed io ero già impaziente di vivere la prossima serata.
82
2
9 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Ho fatto cose...
Ciao a tutti, sono una esibizionista, amante del porno. Qualche anno fa ho scoperto di avere una naturale predilizione per le situazioni trasgressive. Ho cominciato con il topless in spiaggia, il passaggio al sesso in pubblico su spiagge in pieno giorno è stato brevissimo. Ho cominciato a frequentare chat e ad organizzare incontri con sconosciuti. Poi sono finita su twitter, dove ho cominciato a conoscere e conoscere da organizzatori di eventi, gestori di club privè, produttori, registi e attori porni, blogger e performer del settore hard. Agli incontri da escort, specie con gruppi e maturi, ho iniziato ad aggiungere serate nei privè, incontri con produttori, performer e attori porno. La finalità sempre la stessa, quella di sentirmi usata, di godere sentendomi puttana. Ho fatto centinaia di incontri, molti da escort con gruppi, weekend bizzarri dove passavo dalle gangbang al sesso in pubblico su autogrill e parcheggi, sperimentando di tutto: dogging, gangbang, bukkake, pissing, scat, fisting, triple e altri giochini. Ho ricevuto tantissime proposte per produrre filmati porno, sia amatoriali, sia professionali, ma non ho mai ceduto alle lusinghe, anche se l'idea mi ha sempre eccitata moltissimo, anche se le proposte venivano da attori e produttori noti. Alcune mie foto sono finite su t-shirt in mostre erotiche o esposte in privè, l'idea di essere sputtanata mi ha sempre eccitata ma non sono mai riuscita a liberarmi dalla gabbia di essere riconosciuta nel mio contesto di appartenenza. Ad oggi ho molto amichetti sposati con cui ancora mi diverto e quando sono eccitata posso senza problemi ritrovarmi nelle più bollenti situazioni. Resta però in me una parte che non riesce a liberarsi dal senso di colpa. Un retaggio della cultura italiana, quella stessa che mi eccita quando intimamente mi sento troia che mi fa impazzire quando su una spiaggia, attira a me gli sguardi censori delle mogli e quelli perversi dei mariti, con cui qualche volta passo a fare la puttana.
278
1
9 mesi fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 4 giorni fa
-
Sono Troia
Sono troia e mi eccita tantissimo. Ho scoperto di avere una naturale predilizione per il cazzo molto giovane e sono stata fortunata a trovare quelli giusti. Alle prime esperienze è seguita la scoperta del porno. Attraverso i social ho cominciato a chattare esibendomi a sconosciuti. Il passaggio agli incontri è stato rapidissimo, per lo più uomini sposati e maturi, gruppi con i quali ho sperimentato molte delle cose che immaginavo: bukkake, gangbang, fisting, dogging, pissing, scat. Sentirmi usata, intimamente ed esplicitamente troia, condivisa, mi ha portato alle prime sperimentazioni come escort, aprendomi ad un mondo che mi ha regalato tanto godimento. Con i social ho avuto la possibilità di entrare a contatto con attori e creator porno, produttori, gestori di privè e anche in questo caso brevemente, il passaggio a frequentare privè, produttori e attori è stato piuttosto rapido. Anche se l'idea di fare porno mi eccita tantissimo, ho resistito alle decine di proposte, limitandomi a partecipare a serate e incontri hard, senza però cedere alle lusinghe delle produzioni hard. Ad oggi resto una ragazza normalissima che vive di una seconda anima perversa, adoro lasciare che questa seconda me, prenda il sopravvento, eccitata all'idea di essere usata, comprata, sborrata, esibita, mostrata, condivisa per quella che sono: Sono Troia!
451
0
10 mesi fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 4 giorni fa
-
La prima volta con Serena la figlia di Chiara
Sono oramai due anni che ho chiuso una storia con la mia ex Chiara. Da lei trascorrevo praticamente il fine settimana ed ogni tanto veniva a trovarla sua figlia Serena che all’epoca aveva 24 anni.Con Chiara avevo un rapporto molto bello e sessualmente di altissimo livello ed anche piuttosto trasgressivo visto che si frequentava il privè o altre situazioni con singoli.Anche con serena ero molto in sintonia a livello caratteriale e spesso si parlava dei suoi casini con i suoi ragazzi.In questi ultimi giorni Serena si è litigata con Marco, il suo boy-friend, cadendo in una strano stato...un misto tra euforia e leggerezza.È diventata più espansiva e mansueta ed ha cominciato a mostrare degli atteggiamenti che prima non si sarebbe nemmeno sognata di avere, tipo girare per casa in slip e reggiseno.Aveva un corpo da farti smettere di respirare.Un sabato pomeriggio dopo aver ultimando di sistemare le mie cose nell’armadio sono andato sotto la doccia e mentre mi sto insaponando sento la porta aprirsi e chiudersi con lo scrocco della chiave.So che a Chiara piace farsi una bella scopata sotto la doccia quando e possibile, quindi le dico che non era possibile perche Serena era in casa...e con sorpresa invece di sentire la voce di Chiara sento quella di Serena che mi dice"senti non ti andrebbe di fare a con me quello che volevi fare con mamma?"Io attonito di primo acchito ho risposto un secco NO e l ho mandata fuori immediatamente, anche se però a mente lucida ho riflettuto su che bella scopata doveva essere con Serena e mi masturbai pensando a quel suo culo tornito e a quella fichetta gonfia di piacere e feci una sborrata mai vista.La sera stessa dopo cena Serena usci con alcune sue amiche ed io mi misi sul divano a guardar un film con Chiara.Durante il film Chiara prende a un pompino da paura e dopo esserle venuto in bocca mi sono sincerato con bacio che avesse bevuto tutto come sempre fa. Mi sono inginocchiato e di rimando le ho fatto un lavoretto con lingua,sulla sua bellissima fica depilata.Il giorno seguente Chiara mi dice che sarebbe andata a fare compere al supermercato e che si sarebbe poi fermata a trovare la sorella.Serena, che era nella sua stanza appresa la notizia dai saluti della mamma si mise ad ascoltare un po di musica, io vado sul terrazzo a fumare una sigaretta (allora fumavo) e vedo la finestra aperta della camera di Serena.Non sentendo la musica, do un occhiata dentro e la vedo distesa sul letto, nuda, con un fallo che le entra ed esce dalla fica,mentre con l altra mano si strizza un capezzolo.Finito la sigaretta in quattro boccate rientro e mi metto davanti alla porta della sua camera, indeciso su come approcciare, prendo coraggio e busso.Si sente un po di confusione ma poi mi dice di entrare e la trovo seduta sul letto in costume da bagno.Il costume pero lascia intravedere la parte che il fluido della sua fica ha intriso e facendo finta di niente le chiedo che strano odore ce nella cameretta.Lei arrossi di colpo ed io eccitato dalla sua timidezza le chiesi come mai le sue mutandine fossero cosi bagnate tra le cosce...Lei prese la mia mano e la mise sulla sua fica...era bollente e fradicia di umori.Ritirai la mano e la portai davanti al viso per sentirne il profumo e ne assaggiai anche il sapore, dolce e voluttuoso.Lei rimase seduta a guardare quello che facevo poi mi fece scivolare giù i pantoloncini e rimase bloccata davanti al mio cazzo che era diventato di pietra e carne.Lo prese con le mani e mi succhiò la cappella prima di frlo scivolare tutto in gola, sentivo le palle appoggiate al suo mentoLe scostai la testa e le infilai la lingua in bocca mentre mi inginocchiavo per andare a leccare quella sontuosa e profumata fica.Aveva un clitoride che sembrava un capezzolo tanto era pronunciato e gonfio,infatti bastarono pochi colpi di linguae raggiunse l orgasmo.Mi rialzai e le dissi di mettersi in ginocchio appoggiandosi sui gomiti.Lei esegui prontamente, mettendomi davanti tutto il suo spettacolo,fica e culo era li aperti e pronti per ricevere il mio cazzo.Le appoggiai la cappella sulle labbra della fica e le feci fare dentro e fuori un paio di volte, poi glielo feci assaggiare fino in fondo con un colpo di reni.Era come avere infilato il cazzo in un forno tanto era calda e stretta...Io dandole una sonora sculacciata sulle chiappe continuai a pomparla, dentro e fuori, mentre con le dita mi facevo posto nel suo culetto, fino a farla schizzare ancora di piacere...Tirai fuori il cazzo da quella stretta fessura carnosa e profumata e con la cappella feci scivolare un po di fluido su quel buchetto violaceo e ad ogni passaggio sentivo il suo respiro diventare piu intenso.Quel culo aveva fame di cazzo e me lo diceva tutte le volte che sfiorandolo aveva una contrazione dilatandosi sempre piu.Ricordo solo che mentre facevo mia, lei disse che non voleva altro che essere inculata da me dopo averla ripetutamente inculata le venni in culo e lei per tutta risposta si tolse e me lo lecco per ripulirlo tutto.La ringrazia baciandola
1079
0
10 mesi fa
Luca,
57
Ultima visita: 8 mesi fa
-
Il mio amico vuole le corna.
Mi chiamo Alberto, ho 39 anni, sono alto m. 1,85, moro, occhi scuri, spalle larghe, fisico asciutto non palestrato ed una buona dotazione tra le gambe, sia in lunghezza che in circonferenza. Sono bisex e, forse, proprio a causa del mio particolare orientamento sessuale, non sono mai riuscito a trovare una partner per la vita. Ho lavorato per diversi anni all'estero e, solo da sei mesi, son tornato nella mia città natale, dove, tra le tante amicizie perse, ne ho ritrovato una che mi è particolarmente gradita: quella con l'amico Gianmarco. Siamo amici da tanto tempo e, in gioventù, abbiamo anche fatto tante belle marachelle insieme, specie quando si trattava di corteggiare delle ragazze, noi due eravamo una vera forza della natura. Nell'occasione del mio ritorno, ho avuto modo di conoscere anche Lucilla, sua moglie. A mia differenza, Gianmarco, che di professione è impiegato di banca, ha trascurato il suo fisico ed oggi, nonostante abbiamo la stessa età, ha assunto un aspetto che lo fa sembrare più vecchio. In evidente sovrappeso a causa della vita sedentaria, ama molto trattenersi a tavola e, praticamente, quello che una volta era un ragazzo attivo e dinamico, oggi è un pantofolaio che, anziché fare del movimento, ama starsene sdraiato sul divano a sgranocchiare snack e guardare la tv.
Al contrario, Lucilla è una bellissima e sensuale donna di 35 anni. È molto affascinante e provocante. Alta, mora, dai capelli neri corvini, occhi scuri, leggermente a mandorla, una bella bocca ampia e labbra carnose, un seno ben proporzionato al resto del corpo di una buona terza misura tonda. Ha il ventre piatto, le cosce lunghe e snelle, che culminano in un vero e proprio capolavoro: un culetto tondo e sodo che, al solo guardarlo ispira peccaminosi pensieri. Domenica pomeriggio, ci siamo trovati per un barbecue a casa di un amico comune e, tra una salsiccia e una costoletta, Gianmarco, parlando, mi ha indicato sua moglie.
«Mi devo assentare tutta la prossima settimana e non ti nascondo che, lasciare la mia Lucilla sola mi impensierisce un po'. Posso chiederti, se non ti è troppo di disturbo, se le facessi compagnia, qualche sera. Tra tutti i miei amici, tu sei l'unica persona che lei gradisce di più e, soprattutto, anch'io mi sento più tranquillo a sapere che esce con te.
È sempre meglio che ad esserle vicino fosse un amico, piuttosto che un estraneo, che potrebbe corteggiarla e chissà quali altre cose farle!»
Son rimasto un attimo stupito nel sentire le sue parole, ma, nello stesso tempo, mi sono reso conto che parlava seriamente, senza secondi fini. Per lui, la cosa più importante era sapere che, in caso di bisogno, sua moglie poteva contare assolutamente su di me. Ammetto di aver visto Lucilla solo la prima volta al loro matrimonio, ma, da quando son tronato, ho sempre avuto una gran voglia di scoparmela, però, fino a quel momento, non mi ero mai attivato in quel senso. Son andato a casa loro con la scusa di salutarla e vedere come stava, nel caldo pomeriggio del giorno dopo. Quando ho suonato alla porta, per un attimo ho pensato che non fosse in casa e stavo quasi per andarmene, quando la porta si è aperta e lei, indossando un accappatoio in microfibra, alquanto corto e che a stento le arrivava a metà coscia, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato ad entrare.
«Ciao, Alberto. Quel buon vento? Scusami se ci ho messo un po' ad aprirti, ma ero in piscina sul retro della casa. Dai, entra pure.»
Mi ha preceduto attraverso il salone e, mentre camminava davanti a me, indossando dei sandali a zeppa che le inarcavano il suo fantastico culetto, ho avvertito ancor di più il desiderio di possederla. Ci siamo seduti a bordo piscina, sdraiati sui lettini prendisole, a bere un’acqua tonica, che lei mi ha offerto. Era felice di vedermi.
«Sono molto contenta che tu sia passato. Speravo proprio di aver un po' di compagnia da una persona molto gradevole, come te. Gianmarco mi aveva informato di averti detto che lui si sarebbe assentato per un'intera settimana e, onestamente, speravo proprio di vederti, prima o poi.»
Faceva molto caldo e lei mi ha proposto di far un bagno rinfrescante.
«Perché non ti metti comodo e ti fai un bel bagno in piscina per darti una rinfrescata? Dai, spogliati! Anche se fa caldo, l'acqua offre sempre un opportuno refrigerio!»
Sono rimasto per un attimo titubante, soprattutto perché non avevo il costume, ma, senza pensarci troppo, mi son spogliato e rimasto davanti a lei con solo gli slip.
Mi son tuffato ed ho fatto qualche vasca per poi tornare a sdraiarmi al sole. Purtroppo, o per fortuna, il mio slip bianco, ormai bagnato, lasciava intravedere il mio cazzo che, oltretutto, era anche abbastanza duro. Lucilla se n’è accorta, mi ha guardato e, sorridendo maliziosamente, mi ha invitato a toglier gli slip bagnati, per metterli ad asciugare.
«Dai, togli quegli slip bagnati! Mettili ad asciugare al sole.»
L'ho fissata per un attimo negli occhi e vi ho letto che aspettava con trepidazione il momento in cui mi sarei tolto l'indumento, così da poter ammirare le effettive dimensioni del mio cazzo che, ormai, aveva quasi raggiunto la completa erezione. Ho notato il suo sguardo di ammirazione ed il semplice gesto di compiacimento fatto con il capo, quando ha visto la mia notevole verga svettare verso l'alto. Ha ripetutamente passato la lingua sulle labbra, pregustando, un qualche suo pensiero piuttosto porcello. Mi son sdraiato ed ho chiuso gli occhi, in attesa di una mossa da parte di Lucilla che, sicuramente, sarebbe arrivata. Poco dopo ho sentito una mano che, delicatamente, si è posata sul mio cazzo duro, lo ha afferrato e con maestria ha iniziato a segarlo.
«Hai davvero un bel cazzone; Gianmarco aveva ragione nel suggerirmi di rivolgermi a te per qualche mia esigenza. Ti sembrerà strano, ma, da quando sei tornato in questa città, una delle sue fantasie più ricorrenti, è stata quella di sapermi tra le tue braccia.»
Mi son sdraiato e son rimasto ad occhi chiusi, poi ho sentito la sua calda bocca leccarmi la cappella e l'intero cazzo, fino alle palle. Ho subito capito che Lucilla era proprio una gran troia ed il mio amico Gianmarco un potenziale cornuto. Lo ha succhiato un poco, poi mi ha chiesto di scoparla e di farla godere come non faceva da anni.
«Dai, scopami! Mettimelo dentro, che muoio dalla voglia di averlo tutto, fin in fondo! Ti ho desiderato da quando ti ho rivisto e Gianmarco mi ha detto che sapeva che eri dotato di un bel cazzone. È stato lui ad invogliarmi a chiavarti! Dai, fammi impazzire!»
Le ho sfilato gli slip del costume ed ho sfiorato le labbra della fica con le dita. Era già tutta bagnata ed ho capito subito che non vedeva l’ora di esser scopata brutalmente. L’ho distesa a cosce aperte e lei mi guardava eccitata. Ho visto le labbra della sua fica oscenamente bagnate, era dilatatissima. Ho appoggiato la cappella sullo spacco e, con una spinta decisa, sono entrato tutto dentro di lei ,che ha sollevato le gambe per cingerle dietro la mia schiena e, dopo aver appoggiato i talloni sulle mie gambe, ha preso ad assecondare i miei movimenti. Ad ogni affondo, spingeva il suo corpo verso l'alto per farlo aderire ancora più al mio e sentire, ancor più in profondità, la penetrazione del mio cazzo, che le sbatteva sul fondo. Le davo dei colpi talmente forti, che il suo petto sobbalzava verso l’alto e ciò non l'ha trattenuta dall'incitarmi a scoparla ancora più forte.
«Spingimelo tutto dentro! Dammelo tutto! Fammi sentire come mi sfondi! Finalmente un maschio vero! Riempimi tutta!»
Le ho spinto il cazzo tutto dentro, fino alle palle, ma a lei sembrava quasi non bastare. Era evidente che non prendeva un cazzo così da un sacco di tempo. Ha avuto diversi orgasmi, tutti anticipati da gemiti di piacere più acuti dei precedenti.
«Vengo! Continua a sbattermi, che vengo ancora! Sfondami tutta, che vengo ancora! Che toro meraviglioso! Aveva proprio ragione quel cornuto di Gianmarco a dirmi che con te mi sarei proprio divertita! Alberto, ancora! Chiavami ancora, che vengo!»
Ha urlato il suo piacere ancora una volta, poi ho deciso di cambiar posizione. Mi son sollevato e, sdraiato per terra, l'ho fatta salire su di me. Senza nessuna esitazione, se lo è infilato di nuovo tutto dentro ed ha preso a cavalcarmi, come un'amazzone scatenata! Ancora una volta è venuta ed ha urlato il suo piacere.
«Meraviglioso, vengo! Mi fai godere ancora! Sento che mi arriva fin in gola! È bellissimo! Amore, godo! Cornuto, guarda come mi sta facendo godere!»
Per un momento, non avevo messo a fuoco le sue parole, ma, un attimo dopo, un lieve rumore mi ha fatto voltare ed ho visto il mio amico Gianmarco, nudo, con il cazzo in mano, che si segava mentre lei mi cavalcava. Mi ha guardato, ha sorriso ed ha fatto un cenno d’assenso con il capo, intanto lei continuava a far su e giù, sopra la mia verga, che cominciava ad esser desiderosa di sborrarle dentro. Le ho fatto raggiungere un altro orgasmo, poi Gianmarco si è avvicinato e le ha messo il suo cazzo in bocca.
«Succhia anche il mio, troia! Adesso, sarai contenta; stai finalmente avendo quello che desideravi da tempo! Ero sicuro che Alberto ti avrebbe chiavato alla grande. Dai, Alberto, riempi questa puttana con la tua sborra, che mi aveva confessato di desiderare da tempo aver dentro la sua fica! Dai, riempimi questa vacca di moglie!»
Ero al limite, allora l’ho girata e messa di lato, le ho dato tre fortissimi colpi e, subito dopo, il mio cazzo è esploso.
«Tieni, troia! Senti la mia sborrata dentro di te! Amico, guarda come ti riempio questa vacca di tua moglie! Era questo che volevi? Volevi che te la riempissi di crema?»
Mi son svuotato completamente dentro di lei. Gianmarco, nel vedermi riempire sua moglie, ha esultato di gioia.
«Bravo, Alberto! Riempila tutta, questa zoccola!»
Son rimasto immobile, svuotandomi dentro di lei fino all'ultima goccia. Poi mi son sfilato e la mia sborra cominciava a colare dalla fica, scivolando sulle cosce: lui si è inginocchiato a guardarla.
«Bravo, Alberto! L'hai proprio slargata a dovere, questa puttana! È da quando ti ha rivisto che voleva sentirsi riempire così!»
Lucilla si è sollevata e, appoggiata sui gomiti, prima ha guardato me con un sorrisino soddisfatto, poi ha allungato una mano e l'ha appoggiata sul capo di Gianmarco. Lui ha sollevato lo sguardo ed i loro occhi si sono incrociati; allora lei con un fare languido, quanto beffardo, gli ha intimato di pulire.
«È vero che lo volevo. Ho desiderato il suo cazzo da molto tempo, ma anche tu desideravi vedermi far la troia con lui! Adesso io ho realizzato il mio desiderio, ma tu, come avevi promesso, devi fare una certa cosa: leccare tutto ciò che viene espulso dalla mia fica. Adesso dovrai pulirmela tutta, perché so che è una cosa che desideravi fare da tempo!»
Lui si è girato verso di me e poi si è abbassato giù tra le cosce della moglie, ha incollato la bocca alle labbra della sua vagina, da cui colava in abbondanza la mia crema. L'ho visto leccare con ingordigia, mentre lei mi sorrideva, mi ha fatto avvicinare ed inginocchiare sul suo lato destro. Mentre lui continuava a raccogliere ciò che sgorgava da quell'ostrica slabbrata, lei ha sollevato una mano, ha afferrato il mio cazzo e se lo è portato alla bocca. Ha preso a leccarlo, a pulirlo, raccogliendo ogni residuo di umori di cui era ricoperto. Una bocca avida, desiderosa di sentire ancora quella verga dentro di sé. Quando si è resa conto che era di nuovo ben duro, si è girata, ha fatto distendere Gianmarco sotto di lei ed è salita sopra di lui nella posizione del 69.
«Continua a leccarmi, mentre ti farò vedere quanto son troia! Dai, Alberto, inculami! Fa vedere a questo cornuto come si rompe il culo alla troia della moglie!»
Mi son inginocchiato dietro di lei e, con un po' di saliva, ho bagnato la punta del mio cazzo, poi l'ho appoggiato al suo buchetto palpitante ed ho iniziato a scivolare dentro di lei. Ha preso ad ansimare, mentre entravo ed uscivo da quel foro sempre più accogliente e, quando son arrivato ad essere tutto dentro di lei, ho avvertito la lingua di Gianmarco, che lambiva anche le mie palle.
«Bravo, Alberto! Sfondare il culo a questa troia!»
L'ho pompata bene ed a lungo; lei ha avuto due orgasmi in rapida successione e, mentre godeva per la seconda volta, ha sculettato nel mentre la pompavo; quel suo movimento ha fatto sì che il mio cazzo uscisse fuori finendo direttamente sulla faccia di Gianmarco, che lo ha accolto in bocca e succhiato per un momento, poi lo ha di nuovo inserito nel culo di Lucilla. Son rimasto per un attimo sorpreso, immobile; allora lei si è girata e mi ha guardato.
«Cosa c'è? Non l'avevi ancora capito? Da ultimo ama più prender uccelli in bocca, che mettere il suo dentro di me! Dai, rompimi per bene il culo, che, probabilmente, sarà il caso che tu possa farglielo anche a lui.»
Molto eccitato dalla situazione, ho continuato a pomparla e, quando ero sul punto di sborrare, lei mi ha detto di sfilarmi, cosa che ho fatto; un attimo dopo lei si è girata, ha appoggiato una mano sulla testa del mio amico e, con l'altra, ha afferrato il mio cazzo e glielo ha messo proprio davanti alla bocca.
«Apri la bocca, cornuto! Per adesso, bevi tutta la crema di questo toro speciale!»
Gli ha infilato il cazzo in bocca e lui ha preso a succhiarlo con forza; d'un tratto, ho preso a schizzargli in bocca tutta la mia sborra. Dopo i primi due schizzi, lei lo ha sfilato e, alcune bordate, son finite sulla faccia di lui e sulla guancia di lei. Lucilla me lo ha preso in bocca e si è presa le ultime due schizzate in gola, poi lo ha leccato e ripulito per bene; poi, mi ha lasciato, si è girata verso di lui e lo ha baciato in bocca. Hanno limonato scambiandosi la crema che avevano in bocca, poi lui ha anche leccato quella che era sul suo viso e, alla fine, si son girati verso di me.
«Grazie, Alberto! Erano mesi che avevamo il desiderio di fare questa cosa con te. Vogliamo sperare che il gioco sia piaciuto molto anche a te, oltre che a noi. Se vorrai, da oggi in poi, Lucilla sarà a tua completa disposizione, mentre io ti chiedo solo di poter partecipare come oggi, o anche semplicemente assistere, senza interferire, se la cosa dovesse esserti di fastidio.»
L'ho guardato ed il mio sorriso è stato più che rassicurante sul fatto che non avesse infastidito per niente. Da allora, son diventato l’amante della moglie del mio migliore amico; mi scopo anche lui, quando è lei a volerlo.
Ho trovato una coppia che sa apprezzare un vero amico.
77
1
10 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
La Prima Volta Al Privè Con Chiara
Dopo quella prima volta con i due camionisti con Chiara il sesso non è stato piu la stessa cosa. Non c’era scopata che non ripensassimo a quella sera e pure lei mi stuzzicava quando le telefonavo chiedendole cosa facesse e lei di rimando – sono qui con i nostri due amici-.Un sabato pomeriggio mentre si giochicchiava sul letto pensando a cosa fare in serata le proposi di andare al privè. Mentre le altre voste erano parolacce questa volta mi disse – ma allora mi vuoi proprio troia?-Quindi decidemmo che avremmo provato quella esperienza senza dare programmi ciò che veniva veniva, anche il nulla e per la sua iniziazione sciegliemmo un club vicino a Verona.Giunti al locale facciamo la nostra tessera ed entriamo. Io gia lo conoscevo per esserci stato con altre e Chiara lo sapeva. Una volta dentro tutto sembrava svolgersi nel migliore dei modi nessuno infastidiva, nessuno. Cosi dopo aver bevuto qualcosa, smangiucchiato al buffet e ballato un po visto che la musica ci piaceva, ci sediamo sui divani della zona disco e parliamo un po’, sembra un po’ più rilassata adesso. Passa appena qualche minuto e si avvicina un tipo, non era un granché a dire il vero e ho subito sperato che andasse via prestoIl tipo: ciao ragazzi vi va un po’ di compagnia?Io: no grazie sei gentilissimo m per ora stiamo bene cosìPer fortuna non se lo fece ripetere 2 volte, si alzò e andò via.Io: visto amore, può capitare che qualcuno ci provi ma, come ti dicevo rispettano le regole, se dici no non ti rompono le scatoleChiara: speriamoTempo 5 minuti e ne arriva un altroIl tipo: buona sera ragazzi come va?Io: tutto ok grazie, ma perdonaci al momento preferiamo stare da soli.Anche questo non se lo fa ripetere, alza i tacchi e va via.Riprendiamo tranquillamente a chiacchierare tra noi 2 e stavolta il tempo inizia a passare più serenamente, già 15 ulteriori minuti e nessuno viene a “rompere le scatole”. A un certo punto vedo arrivare un signore distinto, ben vestito.Il tipo: piacere, io sono Franco, vi spiace se mi siedo un po con voi a fare 2 chiacchiere?Chiara: se sono solo 2 chiacchiere..!!Il tipo: ma certo figurati, sono un tipo per bene ioLa cosa mi stupì non poco, ma a dire il vero non mi dispiaceva avere un po di compagnia e, dal momento in cui era stata lei ad accettare la sua compagnia be,perché no!!Si iniziò a parlare del più e del meno, di dove eravamo, se prima volta in un posto simile per poi passare a confidenze personali, qualche battuta. A un certo punto lui si alza:Franco: scusate ragazzi, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.Chiara: però dai è simpatico, un tipo divertenteIo: giàEccolo di ritorno con 3 bicchieri in mano, erano dei cocktail.Seduto alla destra di lei, mentre io stavo alla sinistra tra un sorso e l’altro si riprese a parlare, si rideva, si facevano battute, e tra una battuta e l’altra, ridendo lui posò una mano sul ginocchio di lei. Lui con il suo sguardo cerca il mio, e io gli faccio un occhialino in segno di approvazione ma, lei sempre ridendo allontana la mano dal suo ginocchio. La chiacchierata continua per altri 15 minuti, e quella mano che continuava furtivamente a fare va e vieni dal suo ginocchio, misto al senso di “allegria” forse dovuta un po al cocktail iniziava a mettermi strane idee in testa.Franco: ok dai vado a prendere un altro cocktail, arrivo subito.Stavolta c’era confusione al banco del bar, e mentre da lontano lo osservavo dissi a Chiara:Io: dai non è giusto così, è andato per la seconda volta a prenderci da bere, così pare stiamo andando a scrocco, ti spiace se lo raggiungo un attimo così vado io a pagare?Chiara:be dai mi sembra giusto, ma cerca di non metterci troppo, come avevamo detto non dobbiamo stare lontaniIo:ok amore tranquilla, arrivo subitoRaggiunto Franco mentre faceva la coda al bar gli chiesi se gli dispiaceva che gli facessi compagnia e che sarebbe stato un piacere per me offrire io quel giro.Io: sai mi piace questo posto, bella serata, mai stato in un privèFranco:ottimo, mi fa piacere che ti piaccia, ma dimmi..cosa vorresti che accadesse ora con tua donna?Io:sai,con lei non è facile, ho già faticato tanto a farla entrare in questo posto, figuriamoci se si arriva a fare altro.Franco:ma a te farebbe piacere se lei come dire..si divertisse con altri?Io: l’ho sempre sognato, ma lei troppo santarellina,non credo la vedrò mai fare cose simili.Franco:a letto com’è, ti da tutto?Io: siFranco:waooo.Io: fai cio che vuoi sarà lei a dire eventualmente di no!!Franco:che porco, ma mi stai praticamente dicendo che vorresti vedere qualcuno che rompe il culo alla tua donnaIo:sai non mi è mai dispiaciuta l’idea ma sono parole buttate al vento, pure fantasie, ormai la conosco davvero da troppo tempo e mi sono rassegnato, so che non la vedrò mai trasgressiva.Franco:ascolta, la cosa più importante in questo gioco è la tua certezza nel volerlo fare, la tua complicità e la tua “benedizione”, per il resto…se tu mi dici che è quello che vuoi io accetto la sfida, sono sicuro che stasera ti riporterai a casa una donna che non pensavi neanche di avereIo: perché? Che donna dovrei riportarmi a casaFranco:una donna troia, rotta e soddisfattaIo: accidenti, sembri molto convinto nella tua riuscitaFranco: lo sono infattiIntanto la fila si andava smaltendo, arriviamo al banco, ordiniamo i nostri cocktail e torniamo da Chiara sistemandoci come prima, seduti ai suoi lati con lei al centro.Lei non è mai stata tipo da alcool, sicuro non era ubriaca e io non l’avrei mai voluto, ma quel secondo cocktail iniziava a metterle addosso una certa allegria (o almeno credo fosse quello),iniziava a ridere alle battute di lui rispondendo con altrettante battute, e quella mano sul suo ginocchio poi…da che la spostava dopo appena 2 secondi a che ora era ferma li da qualche minuto, la spostava solo quando lui, tra una risata e l’altra cercava di insinuarsi un po più in su, ma niente arrivato al massimo a metà coscia lei era pronta ad allontanarlo.Dovette passare una buona mezzoretta, tra un sorso e una risata e l’altra per poter vedere finalmente quella mano ferma lì a metà coscia, anche se lei adesso teneva le gambe ben strette per evitare che Franco andasse oltre.Franco: cavolo questa musica, sarà anche soft ma questo genere non riesco a mandarlo giu!!Non riuscivo neanche a capire che genere di musica fosse ma in effetti non aveva tutti i torti, ma da una decina di minuti quella musica era davvero orrenda e fastidiosa.Chiara: be in effetti è vero, hai ragioneFranco: che ne dite di spostarci un po’?Magari in qualche punto del locale in cui non si sente e si può chiacchierare più tranquillamente.Io: per me nessun problemaChiara: ok, facciamo pure un giroFranco:ok ,vediamo che troviamo di interessanteCi alziamo tutti e tre, io con la mano alla sua vita e Franco davanti a noi a fare strada, ci guardiamo attorno, Franco: qui sembra bellissimo, pare proprio molto tranquillo, venite ragazzi dai, accomodiamoci!Seduti nuovamente con lei al centro si riprende a chiacchierare, si ride, è piacevole, e quella mano nuovamente ferma li a metà del suo interno coscia mi eccita.Franco: io mi metto comodo, anche perché qui fa tanto caldo.Lei non disse nulla, io neanche. Franco una volta sbottonata la camicia senza comunque toglierla fece scivolare giù prima i pantaloni e poi le mutande, vedo quel da vicino, la prima cosa che mi passa per la testa è…cavolo e fortuna che è ancora moscio, se duro a questo Rocco Siffredi lo farà ridere!!Chiara sbircia appena e si gira subito dall’altro lato.Franco: dai non vergognarti, non ti mangio mica, prima si rideva e ora ti giri?Non è mica cambiato nulla, sono solo mezzo nudo!! Lei si gira timidamente, i suoi occhi sembrano 2 padelle tanto sono spalancati, evidentemente era stupìta da quanto vedeva. Lei cerca di combattere l’imbarazzo riprendendo a parlare come se nulla fosse e dopo una quarto d’ora circa..Franco: ma dai perché non mi mettete comodi anche voi?Chiara: no non pensarci neanche, non esisteContinuando a chiacchierare lui si avvicina sempre più a lei, la solita meno sopra il ginocchioFranco: ma dimmi, non fai neanche una sola considerazione, ne hai mai visti come il mio?Chiara: a dire il vero no, fa un po impressione, ma non hai problemi ad andare con le donne?Io uno come te non lo farei mai neanche avvicinare!Franco: ma nooo esagerata, e che ho la peste?La battuta fece ridere un po tutti e mentre si rideva lui azzardò, prese la mano di lei e la portò sull’enorme membro ancora moscio.Ok la battuta, ok la risata ma…intanto lei non ritraeva la sua mano!!Dai tesoro guardalo un po più da vicinoPrendendola per la testa Franco la fece chinare verso il per farglielo vedere da vicino, io ero eccitatissimo, la faccia della mia donna a pochissimi centimetri da quell’enorme mazza!!Chiara: ok dai mi sa che stiamo esagerando, il discorso sta degenerando e poi..ti ricordo che c’è anche lui qui presente.Franco:be tuo marito non sembra molto contrariato, dai osservalo da vicinoIntanto lei con la sua mano guidata ancora dalla mano di lui teneva ancora il mostro, la bocca a circa 5 centimentri dalla grossa cappella.Chiara: amore vuoi intervenire? Dice che non sei contrariato, vuoi dirgli che non è così? E’ convinto che tu sia d’accordo a farmelo vedere da vicino, vuoi dirgli invece cosa vuoi che faccia?Io: amore davvero vuoi che sia io a dire cosa voglio che tu faccia?Chiara:certo amore dai, così la chiudiamo qui perché lui si è convinto che..Senza neanche farla finire di parlare le metto una mano sulla testa, do una spinta verso il basso e..con la bocca ancora aperta visto che stava ancora parlando si ritrova con quel cappellone tra le labbra!Io: ora capisci cosa voglio che fai amore?La lascio un istante per darle modo di rispondere..Chiara: cazzo ma sei scemo? Ma che cazzo fai!!E giù di nuovo a spingerle la testa sulla cappella di Franco, ma stavolta non mi fermo, foglio vederglielo in bocca, ancora di più, e spingo!!Chiara: amore stai sbagliando tutto, ma sei sicuro? Poi non si torna indietro dai..Io: ma io non voglio tornare indietro amore, se a te piace, sono felice anche io di vederti felice mentre glielo succhi.Mi ha guardato un istante negli occhiChiara: ricorda che sei stato tu a volerloLo teneva con entrambe le mani e lo ha fissato per qualche secondo eha iniziato a stuzzicargli la punta con la lingua, e stavolta da sola.Franco: mmmm….vedi che ti piace? Ammettilo, cosa ne pensi?Chiara: penso che fa un po impressione, non ne ho mai visto uno così!!La mano di lui sulla testa di lei fu un chiaro ed evidente segno di quello che voleva, lei non chiese ,non si oppose ,non se lo fece chiedere, socchiuse solo gli occhi e aprendo la bocca accolse il grosso membro tra le sue labbra. Era davvero molto grosso, faticava a tenerlo in bocca e tirando via una mano per lasciare libera ulteriore lunghezza nell’enorme asta spinse la testa in basso fino ad ingoiarne la metà!!Io: cavolo Franco davvero impressionante, è davvero enorme, ma lo hai mai misurato?Franco: certo che si, 24cm, quanto quello del nostro caro conosciuto Rocco, lui però anche se di un solo centimetro lo frego per circonferenza, 17cm contro i suoi 16cm.Mi venne subito spontaneo fare delle proporzioni mentali, pensando a come la mia donna riuscisse a prendere per intero tutti i miei 16 mi son detto non avrà difficoltà per ora, ne sta mandando giù metà del suo, saranno circa 12cm, ma poi..guardando le guance deformate di lei ho subito pensato che in effetti il mio non era così grosso e che invece stava davvero faticando!!Atmosfera davvero caldissima, lei aveva iniziato un movimento di su e giù, a tratti lo tirava fuori riprendendo a leccargli la cappella per poi riprendere a succhiarlo, io ero eccitatissimo, le mie mani nun riuscivano più a star ferme, le punte delle mia dita erano già arrivati ai suoi slip e lei ormai in estasi non faceva resistenza, anzi apriva le gambe come a volermi dire di andare oltre.A un certo punto lui la allontana dal suo cazzo, si alza, io non capivo perché lo avesse fatto, tende le mani a Chiara ancora seduta, lei prende le sue mani e si alza, la abbraccia e la porta a se, sono avvinghiati e a me viene subito da notare quella differenza di altezza (non so perché) lei con i suoi 1,65 non era bassissima ma sembrava davvero piccolina attaccata al corpo statuario alto oltre 1,80, lui le afferra il vestito e tirandolo in alto glielo sfila lasciandolo cadere a terra, passandole le mani dietro la schiena le slaccia i reggiseno ed io ne approfitto per avvicinarmi dietro e tirarle via gli slip. Senza neanche accorgerci siamo ora tutti e tre nudi, in piedi.Franco: mettiti giù tesoro, fai vedere a tuo marito come sei brava a prendermelo in bocca.Senza dire una parola lei si abbassa, è accovacciata, le chiappe a pochi centimetri dal pavimento e le gambe spalancate ai lati dei fianchi di lui, osserva per qualche istante l’enorme stranamente ancora moscio, lo afferra con una mano e se lo porta in bocca. Inizia nuovamente a succhiarlo, lui le tiene la testa ferma per farle capire di non tirarlo fuori, vedo quell’enorme palo di carne che lentamente si gonfia tra le labbra di mia donna. Ora la fa alzare, la fa sedere al mio lato per raggiungerci anche lui posizionandosi all’altro lato, lei è di nuovo al centro.Franco: dai ora fammi vedere come lo succhi a tuo maritoAvvicinadosi prima al mio orecchio mi ha sussurratoChiara: guarda cosa mi stai facendo fare, spero di non doverci pentire di quello che sta succedendo.Le accarezzo il viso come per tranquillizzarla, come per dirle che è tutto ok e sempre da seduta si china verso di me iniziando a succhiarmiIo:ti prego amore, fai come sai fare tu, prendilo tutto in bocca, sentire le tue labbra sulle palle.Franco: porcellino, ti piace farglielo mandare giù fino in gola e?Io: si è bellissimo sentirlo mentre lo prende tutto, io con i miei 16cm posso permettermelo, mi spiace tu non possa goderti questo piacere con quel.Franco: e chi lo diceLa battuta suscitò una sonora risata, anche lei tirò fuori il mio cazzo dalla bocca per ridere ma io subito pronto la riportai al “suo dovere”. In quella posizione, seduta e china su di me, doveva essere un bel panorama quello che Chiara offriva al nostro amico che iniziava a darsi da fare tastandole le chiappe con le mani. A un certo punto Chiara inizia a gemere, ummmm, hooooo…ho subito intuito che qualche ditino del caro Franco dovesse essersi insinuato nella figa di mia donna. Ora lui da dietro si china su di lei, vedo le mani di lui che passano davanti iniziando a palparle e a stringerle le tette, prima l’una poi l’altra, sono attaccati, e mentre lei ancora china sul mio cazzo gli da le spalle, lui sembra incollato a lei, gli si strofina freneticamente, la cerca continuando a palparla, le solleva un po una gamba!!Chiara: mmmm….cazzoooLa sua esclamazione, il fatto che quasi mi aveva staccato il cazzo a morsi mi fece capire subito cosa era successo. Lui inizia a dare qualche leggero colpettino, lei protrae una mano dietro portandola sulla coscia di lui e cercando di farlo ritrarre un po ma lui resiste e continua a spingere, la vuole, e la sta prendendo. Mi lascia il cazzo, solleva un po la testa e mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono lucidiChiara:amore è enorme, fa male, mi sta rompendo.Io: shhh, riprendimelo in bocca amore, non pensarci!!Andiamo avanti così per qualche minuto, tra spinte di lui, gemiti di lei e un fantastico pompino, non ho una visuale bellissima ma riesco a scorgere una porzione di quel cazzone, segno che non era andato dentro neanche per metà, l’aria è oramai davvero bollente. Ad un tratto lui rallenta, vuol farla rilassare un po ho pensato, lo vedo armeggiare qualche istante con il telefono per poi vederglielo posare, io non ho dato molto peso alla cosa, troppo preso dal pompino. A un certo punto vedo aprire la porta, vedo due sagome entrare e chiudersi dietro la porta a chiave, avanzano silenziosamente, sono i due amici di Franco, quelli che prima stavano alla SPA con lui, sicuramente prima mentre stava al telefono li avrà avvisati indicando loro la stanza in cui eravamo. Io non dico nulla, lei ancora china su di me non si accorge e le mani di uno dei due che senza perder tempo iniziano a palparle le cosce non desta la sua curiosità, avrà pensato fossi io o Franco. Ci vuole un colpettino più “sostanzioso” da parte di Franco per farla riemergere!!Chiara: haiiiiPer gridare si è giustamente staccata dal mio cazzo e..sollevando la testa si è accorta delle 2 nuove presenze. Sobbalza, in un movimento fulmineo è in piedi, senza neanche rendersi conto dello spettacolo che stava offrendo a tutti i presenti me compresoChiara: ma che vuol dire, stiamo esagerando qui, questi chi li ha fatti entrare?Franco: sono i miei amici cara, Luca e Paolo.Chiara: si ricordo ma questo non vuol dire che debbano stare qui, ok, mi sa che si è creata davvero troppa confusione, amore mi porgi i vestiti per favore? Andiamo via.Sembra va incazzata e risentita della presenza di quei due, che cazzo ho pensato, abbiamo rovinato tutto, Franco è stato uno stronzo a giocarsi questa stupida carta, io gliel’avevo detto che era troppo santarellina, doveva accontentarsi del punto in cui l’avevamo portata e non esagerare in quel modo.Franco si alza, si avvicina dietro di lei, le passa le mani davanti, la tira a sè e strizzandole le tette le dice:Franco: ma dai cara non fare così, vedrai che ci divertiamo tutti insieme.Chiara: ma per chi mi hai presa?Ma Franco non molla la presa, anzi le strizza le tette ancora di più, Luca a un lato si fa spazio con una mano tra il corpo di Chiara e quello di Franco iniziando a palparle il culo, Paolo dall’altro lato le posa una mano sulla figa ed un’altra su una tetta lasciata ora libera da Franco, nel giro di pochi istanti si ritrova con le mani di tre sconosciuti che la palpano ovunque, è tutto molto confuso, io non distinguo più neanche a chi appartenesse l’una o l’altra mano. Paolo sembrava un porco, dapprima le ha afferrato la figa come con quella manona come fosse un pacco, prima di ficcarle un dito dentro facendola sobbalzare.Chiara: haiii, porca puttana togli quel dito da lì.All’inizio non capì perché stesse facendo così per un dito, ma poi mi sono reso conto che non si riferiva a Paolo con il suo dito nella figa ma a Luca che le aveva piantato un dito nel culo. Anche gli altri due nel giro di pochi istanti sono nudi e duri, le mie normalissime dimensioni mi fanno sentire per qualche istante un mini dotato, ma mi rendo conto che non è così, i miei 16cm non sono certo da prendere in giro, non sono io mini dotato, sono tutti gli altri con dei cazzi fuori misura, non certo ai livelli di Franco ma..anche Luca e Paolo sono veramente molto ben messi, 19cm uno e 21 l’altro. Ora lei è seduta sul grande divano, tutti gli altri siamo in piedi attorno a lei, mi tende una mano a voler cercare la mia, come se volesse aiuto, mi avvicino, gliela porgo e la porto al mio cazzo.Io: segami amore, dai!!Testa abbassata e occhi chiusi ha preso timidamente a segarmi, prima Franco, posizionatosi davanti a lei con un piede sul divano ha indirizzato il suo cazzo verso la sua bocca, poi Luca nella stessa posizione e poi ancora Paolo, a turno li ha dovuti succhiare tutti e tre prima che si andassero a sedere.Paolo: da i porcellina sai che mi piace tanto come fai pompini? Però ora vorrei vedere te mentre ce lo prendi in bocca, mica possiamo essere solo noi a mettertelo tra le labbra, dai alzati e fatti un bel giretto sui nostri cazzi!!Cavolo, le stava parlando come fosse una troia, la cosa mi eccitava e allo stesso tempo mi spaventava, la paura che lei da un momento all’altro potesse alzarsi e far finire tutto!!Franco: dai Marco vieni qui, siediti accanto a noi che ora Chiara passa a farci un bel pompino ciascuno!Ho porto una mano a lei, l’ho tirata a me facendola alzare e mi sono seduto accanto ai nostri amici. Era li, in piedi, tutta nuda con quel ciuffetto tra le gambe in bella mostra. Paolo, il primo della fila la tira a se, lei fa per abbassarsi ma viene subito fermata da Luca che era seduto subito accanto a Paolo.Luca: no non abbassarti, chinati a 90 gradi, è bello vederti con le gambe ritte e piegata mentre ce lo prendi in bocca.Lei non parlava, si limitava a seguire le indicazioni, in piedi, gambe diritte, le mani poggiate sulle ginocchia di Paolo e piegata a oltre 90 gradi inizia a succhiargli il cazzo. Ora è il turno di Luca, stessa identica posizione, Luca sembra essere troppo eccitato, le afferra la testa e la spinge forse verso il basso, quando lei sembra quasi soffocare lui stringe la sua testa ancora di più e spinge ancora più forte, il suo mento contro i suoi coglioni, le ha fatto ingoiare 19cm di minchia ma spinge ancora, quasi a volerle far mandare giù anche i coglioni. Adesso lei si sposta, è il turno di Franco, il suo non può certo riuscire a mandarlo giù tutto, è troppo groppo, esageratamente grosso, ma basta averlo in bocca anche solo per metà per vedere la sua faccia deformata da quell’impressionante. Ora tocca a me, non serve che io le spinga le testa, senza dir nulla fa scomparire i miei 16 cm fino alla gola, sono il primo a venire ma non voglio lo tiri fuori, le tengo la testa, sono talmente eccitato da scaricarle in gola quantità esagerate di sbora, pare quasi abbia dei conati di vomito ma la tengo ferma li, continua a succhiarmi fino a farmelo venire di nuovo duro. Luca si alza e si posiziona dietro di lei mentre tiene ancora il mio cazzo in bocca, la afferra per i fianchi, punta la cappella alla figa di Chiara e con movimenti lenti ma decisi inizia a scoparla.Chiara: mmmmmm….mmmmmmmmmmm….amore mi apre in dueeeSembra quasi crollare, non si regge in piedi e si accascia un po. La fanno inginocchiare sul divano, culo in alto e testa bassa, tocca a Paolo che come Luca inizia a pomparla da dietro fino a quando non sborra copioso sulla sua schiena.Sarebbe il turno di Franco adesso ma lei è veramente stremata, si butta distesa a pancia in giù sul divano.Chiara: mi state distruggendo.La girano su se stessa come fosse una cotoletta, Luca posizionato al suo lato sul divano le afferra una caviglia, il al lato di lei prendo l’altra, gliele solleviamo fino a che le sue stesse ginocchia non le arrivano alle tette, è tutta oscenamente aperta, Franco poggiandosi con le mani sulle sue spalle si lascia andare lentamente sopra di lei, cerca con il cazzo la sua figa, la trova, spinge piano fino a farvi entrare la grossa cappella, lei si contorce.Chiara: oddio…basta per favore, mi sta spaccando.Franco trae un lungo respiro, gli si gonfia il petto e come a volersi poi scaricare…è un solo colpo, forte, deciso, potente.Chiara:haaaaaaaaaaaaaa….Ad ogni colpo deciso quei 24cm si notano davvero molto bene, le si gonfia lo stomaco ad ogni botta ben assestata, tutta scosciata, è uno spettacolo vederla presa cosìChiara:haiii…cazzo mi rompeeeCrica 10/15 minuti a pomparla così mentre qualche cazzo le entra ed esce dalla bocca a tante mani lì a palparle finchè Franco non esce riempendola ovunque di sborra.Siamo tutti buttati sul divano, lei sembra sfinita, è stato tutto bellissimo, abbiamo terminato un esperienza indimenticabile pensai.In questi momenti di ripresa, di pausa e relax qualche mano le si posava ancora sulle tette, Luca al suo finco immobile con la sua mano ferma li tra le gambe di lei, e Franco tenendo la sua mano stretta sul suo pacco sembrava gonfiarsi nuovamente. I tre si guardano sorridenti, Luca e Paolo si alzano, serata finita ho pensato, adesso ci rivestiamo e salutiamo, chissà quale sarà il “verdetto” di Chiara stasera!!Ma non è finita così la serata, mi sbagliavo, Luca e Paolo ora in piedi si avvicinano ai lati di Chiara, Luca da un lato con una mano sotto il ginocchio e con l’altra sotto l’ascella di lei, Paolo lo stesso dall’altro lato, di peso la sollevano dal divano, lei non reagisce, io non capisco!! Sempre di peso, presa così la trasportano verso Franco che, nuovamente duro rimette in mostra il scettro tenendolo ben diritto con entrambe le mani. Chiara esausta non reagisce se non per dire giusto due parole:Chiara: basta ragazzi, mettetemi giù, sono veramente a pezzi non mi va più di continuare a giocare così.Luca: certo cara, abbi un po di pazienza, giusto qualche secondo e ti mettiamo subito giù!!Sempre ancora in braccio ai due lei è ora in direzione di Franco, esattamente sopra di lui, sorretta ancora dai due che lentamente la calano verso il basso, l’enorme cappella punta alla figa ormai straziataChiara: vi prego basta, non ce la faccio più, vi pregoIo inizio a pensare che forse si stia esagerando un po ma non riesco ad intervenire, quelle scene sono troppo forti, troppo eccitanti, vorrei fermarli ma l’eccitazione per quanto le stanno facendo è più forte di quella mia volontà. E’ dentro, la grossa cappella è tornata nuovamente a squarciarle la figa.Chiara: haaaaaaa….noooooo….brucia troppo ragazzi vi prego fermatevi.La sollevano un po, ma giusto quel tanto per tirarle fuori la cappella dalla figa senza che i due sessi perdessero comunque il contatto, Franco da sotto tenendolo sempre con la mano fa dondolare il suo facendolo oscillare avanti e indietro fermandosi proprio lì, in quel suo buchetto mai profanato, in quel so buchetto ancora strettissimo per via di quella verginità che Chiara era riuscita a conservare fino a quei suoi 47 anni. Lui inarca la schiena, spinge lentamente Verso l’alto!Chiara: hei che fai, guarda che hai sbagliato zona..nell’eventualità non te ne fossi accorto.Franco:no cara tranquilla, non ho sbagliato, è il posto che cercavoChiara:ma che cazzo sei scemo?Che vuoi ammazzarmi? Lasciatemi andare dai, mettetemi giù!!Paolo: certoo…ti mettiamo giù subito, che dici Luca la mettiamo giù?Luca: si accordissimo dai, mettiamola giù.Iniziarono lentamente a metterla giù, ma di certo non come immaginava lei, Franco non lo reggeva più con le mani il suo cazzo, reggeva da solo, puntato minaccioso contro quel buchetto mai profanato.Chiara:ooooo…no no no!!Più i due allentavano la presa e più quel buchetto sotto il peso stesso del suo corpo premeva contro il. Un enorme palo di carne, la forza di gravità, il peso del suo corpo, erano tanti i fattori contro cui il suo sfintere stava lottando, ma quanto poteva resistere ancora?Chiara:aaaaaaaaaaa………haiiiiiiiiiiii…cazzoooooooIl mio primo istinto fu quello di guardare la porta, l’urlo fu talmente forte che ebbi paura che qualcuno potesse sentire, ma poi pensai subito che la porta era chiusa a chiave dall’interno, mi girai verso il divano, lo spettacolo che avevo difronte era un misto tra il pauroso e l’eccitante, lei tenuta oramai solo in equilibrio dai due, con le gambe oscenamente aperte, Franco sdraiato sotto di lei, e l’enorme cappella ormai scomparsa tra le sue chiappe. E’ solo la cappella pensai, ma cavolo quanto è grossa!!Chiara girò la testa verso di me, qualche lacrima le sgorgava dagli occhi!!Chiara: amore aiutamiNon me lo feci ripetere, mi avvicinai a e lei prendendole la mano.Franco:decidi tu adesso, dicci se smettere o se vuoi davvero una donna troia!Non ho neanche risposto a quella frase che aveva tutta l’aria della sfida, salito sul divano mi metto in piedi, sono più in alto di lei, la scavalco mettendo entrambe le mie gambe ai fianchi di lei, la guardo in faccia , con una mano le asciugo le lacrime, metto un dito tra le sue labbra socchiuse nel tentativo di spegnere quei suoi sospiri affannosi, quel suo ansimare che sembrava un misto tra convulsioni e sofferenza, ogni suo muscolo che si contraeva, appoggio entrambe le mie mani sulle sue tette e lentamente mi siedo sul suo basso ventre..questa è stata la mia risposta!! Quel povero buchetto ora oltre al peso del suo corpo doveva sostenere anche quello del mio.Chiara: stronzoooo….haaaaaaaa.Mi sollevavo leggermente per andare poi giù con un colpettino, poi ancora, e poi di nuovo, sempre più forte, premendo sempre di più fino a quando a un tratto mi sollevai quasi del tutto per andare giù di colpo e con molta più forza.Chiara: Diooooooo….mi spaccaaaaaa…..amore mi sta rompendoooMi sollevo e scendo dal divano, voglio andarmi a godere lo spettacolo, mi abbasso per sbirciare, non credevo neanche io ai miei occhi, una buona metà di quell’enorme mazza le era sparita tra le chiappe.Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro:Io: amore vedessi da vicino che scena, ti ricordo che è grosso quanto una lattina, lungo un quarto di metro e tu ne hai metà piantato nel culo.Chiara:sei un bastardo, ti toccherà farmi ricucire perché mi sta distruggendoDopo pochi secondi di pausa Franco riprende a dare dei col pettini in avanti, ritmati, lenti ma ben assestati, guadagnando sempre qualche centimetro in più dentro di lei e riportandola ad urlare come fosse una troia mentre viene squartata.Chiara: no cazzo, haiiiii, porca puttana mi state facendo maleseCon mio assoluto stupore tutto ad un tratto però le sue esclamazioni cambiano, come per magiàChiara:uuuuuuuu…..mi sta sventrandooo…fa malese…..siiiii maiale spaccami il culo, aprimi in due porcoIntanto i due la mollano, lei ora ha i piedi sul divano, potrebbe alzarsi ma non lo fa, anzi…ora c’è lui che spinge verso l’alto e lei verso il bassoChiara:vieni amore avvicinati, è questo che volevi?E vieni a vedere come mi rompono il culo……uuuuu…siiii…cosììììAdesso è Paolo a salire sul divano e a mettersi con i suoi piedi ai fianchi di lei, le afferra i polpacci, li tira in alto fino a farle toccare le tette con le ginocchia, quel mostro ancora piantato nel culo, si china lentamente sopra di lei, poggia la punta dei suoi 21cm contro la figa di Chiara e…è un solo colpo, forte, deciso, potente, e in pochi istanti un altro bel palo era sparito tra le gambe di Chiara.Chiara non grida ora, è letteralmente senza fiato, con le gambe stringe a se la schiena di Paolo che aumenta sempre di più i suoi movimenti e le sue spinte. Prima mi chiedevo..quanto può resistere il suo sfintere sotto il peso a tanta pressione? La risposta era presto arrivata, i coglioni di Franco e Paolo strusciavano fra di loro, erano arrivati a “destinazione, mi abbasso nuovamente e non vedo più l’enorme di palo di Franco, ora ne ho la certezza, Chiara ha 21cm di cazzo nella figa e altri 24cm di minchia piantati tutti su per il culo!!Le grida di lei sotto i colpi di loro iniziano nuovamente ad essere eccessivamente sonori ma c’èra ancora Luca pronto a porre rimedio alla cosa che, piazzatosi al suo fianco non ha perso tempo a tapparle la bocca.Eccitatissimo io le ho preso una mano portandola al mio cazzo, non era più una cosa soft, la stavamo scopando come fosse la peggiore delle troie, Franco nel suo culo, Paolo in figa e Luca le scopava la bocca mentre lei segava il mio.Sembrammo tutti coordinati, a parte Franco che riempendole l’intestino continuava a pomparle il culo uscirono tutti, Paolo a dare le ultime segate sopra di lei, Luca che una volta spruzzati i primi fiotti in bocca fece appena in tempo ad uscire per dirigersi verso il suo ed io che mi unì a loro. Aveva sborra ovunque, sui capelli, sulle tette, in faccia, quasi non riusciva ad aprire gli occhi quanto erano pieni.Sembrava far fatica ad alzarsi, l’aiutai a raccogliere i vestiti, lo indossa, mette le mutande nella borsetta, mi chiede dei fazzolettini per ripulirsi ma non ne ho, si passa una mano negli occhi giusto per riuscire ad aprirli un po, salutiamo con un ciao molto freddo e distaccato, apriamo la porta e usciamo.Nella ricerca di un bagno ci imbattiamo in diverse persone, ci guardano, mi sento più in ombarazzo io che lei per come e imbrattata, i capelli ancora imbiancati e stropicciati, la faccia impastata tra sborra e trucco, un rivolo di sborra denso e appiccicoso che le penzola dal mento. Finalmente troviamo un bagno, si da una ripulita e usciamo via dal locale.Arriviamo in macchina, salgo, aspetto che anche lei faccia altrettanto, mette una gamba dentro e sostenendosi alla maniglia cerca piano di sedersi, si lamenta dolorante!!Io: amore non riesci a sederti, ti fa male?Chiara: bastardo colpa tua che gli hai permesso di devastarmi il culo!!
595
0
10 mesi fa
Luca,
57
Ultima visita: 8 mesi fa
-
Prima esperienza (e probabilmente anche l’ultima) andata MALISSIMO
Breve storia triste:mesi di ricerche per sciogliere il ghiaccio e provare una nostra prima esperienza con un singolo (prima esperienza in assoluto). Lo troviamo, lo contattiamo, mille storie chiedendoci se siamo convinti perché vorrebbe evitare un viaggio a vuoto. Finalmente ci incontriamo, parte la nostra avventura che si esaurisce in 5 minuti. Lui viene in 3 minuti (180 secondi). Impossibile resuscitarlo. Dilettanti allo sbaraglio ma i dilettanti non eravamo noi. Rimane solo un sapore amarissimo!! da ora in poi cercasi mercenari che magari pagando....
731
2
10 mesi fa
Tonale1, 41/45
Ultima visita: 4 ore fa -
Incontro al buio.
Mi chiamo Pamela, ho 37 anni, sono alta m. 1,70, bionda, capelli lunghi, occhi chiari, fisico snello, nonostante una gravidanza, che, però, non ha lasciato nessun inestetismo sul mio corpo, il seno è una buona terza misura piena e le cosce sono lunghe e snelle, alla cui sommità figura uno splendido culetto tondo e sodo. Da 12 anni, sono sposata con Luigi, un bell’uomo alto, con un bel fisico, ben curato, moro, dagli occhi scuri, cui piace molto coccolare il mio corpo, fin quando le sue mani e carezze mi portano nelle alte vette del piacere, mai raggiunte con i maschi con cui ero stata prima di lui. Viviamo e lavoriamo in una grande città, entrambi abbiamo posti di rilievo che ci permettono di avere uno status sociale abbastanza positivo, che ci permette di vivere in maniera piuttosto agiata. Abitiamo uno splendido appartamento in una zona molto bella della città e questo mi permette di raggiungere il luogo di lavoro senza dover usare l'auto. Ricopro un posto di rilievo nella mia azienda: sono direttrice del marketing e questo mi impone anche di aver un abbigliamento sempre adeguato alle circostanze, elegante, un po' provocante, che fa di me una donna molto attraente, abbastanza corteggiata. Naturalmente mi sottraggo in maniera garbata ad ogni avance che ricevo e, forse, è per questo che quando ho incontrato Vittorio, tutto mi sarei aspettata tranne che la nostra amicizia avesse avuto questa strana evoluzione. Tutto è avvenuto casualmente, una mattina d'inizio autunno, mentre andavo al lavoro. Camminavo avvolta nel mio lungo cappotto e, per proteggere il collo, avevo uno splendido foulard di seta, quando, giunta in prossimità di un bar, una ventata molto forte mi ha fatto volar via il foulard. Il vento malandrino ha scaraventato il foulard addosso ad un signore, che stava sorseggiando il suo caffè e lui lo ha afferrato al volo; quando mi son girata, i nostri occhi si sono incrociati. È stata una sensazione incredibile, perché il suo sguardo mi è letteralmente penetrato dentro, fin nell’anima. Ci siamo guardati per un lungo istante e, quando mi ha sorriso, in quel preciso momento, ho sentito come un tuffo al cuore e credo di essermi innamorata di lui in quell'istante. Mi ha sorriso mostrandomi il foulard e, con un gesto della mano, mi ha invitato a sedermi.
Contrariamente al mio modo di gire, ho accettato. Ero rimasta affascinata da quest'uomo che, con uno sguardo così intenso e profondo, mi aveva già conquistato.
«Credo che questo sia suo. Poiché ha interrotto la mia colazione, come risarcimento le chiedo di sedersi qui con me e di consumare un caffè insieme a me, perché la sua presenza mi ripaga del danno subito.»
Per un attimo l'ho guardato senza capire, ma poi ho realizzato l'ironia contenuta nelle sue parole, allora mi son seduta, sentendomi felice di quell'invito.
«Piacere, il mio nome è Vittorio e mi piacerebbe conoscere il nome di questa splendida donna, che ho qui davanti.»
Gli ho detto il mio nome e, nello stringermi la mano, ho sentito una presa forte e vigorosa; nello stesso tempo, un lungo brivido ha percorso la mia spina dorsale al semplice contatto con quella mano così bella, dalle dita così lunghe e forti. Ero rimasta affascinata dalla sua galanteria, dal suo modo di esprimersi, ma soprattutto da quello sguardo così dominante, cui non riuscivo a sottrarmi e me ne sentivo succube. Mi ha spiegato di esser il direttore della filiale della banca situata dall'altro lato della strada; mi sentivo affascinata dal timbro della sua voce, dal suo modo di muovere le mani mentre parlava e, quando mi ha detto che gli sarebbe piaciuto cenare con me, senza nessuna esitazione ho accettato. Ci siamo scambiati i contatti telefonici, dopo di che lui se n'è andato; mentre lo vedevo allontanarsi mi chiedevo per quale motivo, tutto d'un tratto, avessi accettato con estrema facilità quell'invito a cena, ben sapendo che, da quanto ne ero rimasta affascinata, di certo la cosa avrebbe potuto avere un epilogo alquanto scontato. Ho aspettato tutta la settimana una sua chiamata, che non è arrivata. La cosa mi ha indispettito e, nello stesso tempo, mi ha generato una specie di ansia, perché mi son chiesta per quale motivo ancora non mi avesse chiamato. Volevo sentire ancora la sua voce, veder le tue mani muoversi e gesticolare, mentre parlava, perché tutto questo mi aveva affascinato. Il venerdì mattina ricevo un pacchetto e, quando lo apro, contiene una chiave ed un biglietto con un indirizzo. Guardo e cerco di capire cosa significhi, ma non ci sono indicazioni, né spiegazioni. Sono terribilmente indecisa, perché mi rendo conto che sicuramente questa non sarà la solita avventura extraconiugale, perché tutto quello che stavo facendo era completamente diverso dai normali canoni di un adulterio. Mi sarei aspettata una corte serrata, messaggi, fiori, e quant'altro, invece questo, con il suo silenzio, mi ha sconvolto, incuriosito, irritato e, nello stesso tempo, mi ha portato a dipendere al suo volere. No, non è normale tutto ciò e questo mi sconvolge ancor di più! Dopo circa un'ora che ho ricevuto il pacchetto, suona il mio telefono e vedo che è lui. La sua voce, le sue parole hanno tutte il tono di un ordine, cui, senza fiatare, decido di ubbidire incondizionatamente.
«Domani alle 15:00, andrai all’indirizzo scritto su quel foglietto, entri e ti spogli nuda; troverai un cappuccio, lo indosserai e poi resta così, immobile; esegui tutto quello che ti verrà ordinato di fare.»
Non aggiunge altro e non aspetta la mia conferma, che, evidentemente, dà per scontata. Resto basita, sconvolta ed incuriosita da tutto ciò, mai successa per il passato. Passo una giornata ed una notte da incubo. Ho in animo di rifiutare un simile trattamento, ma sono terribilmente attratta da tutto questo. Decido di non andare, anche perché dovrei giustificar la cosa a mio marito e questo non è possibile! Non voglio rovinare il nostro rapporto, per una simile pazzia. No, non ci andrò! A cena, mio marito mi informa che il giorno dopo sarà assente per un impegno di lavoro, legato ad un progetto che stanno sviluppando nella sua azienda, e questo mi destabilizza, perché, in realtà, avrei tutta la disponibilità di tempo per accettare la sua proposta. Tremo. Sono agitatissima! NO! NON DEVO ACCETTARE! Ma il mio corpo si rifiuta di obbedire alla mente!
Alla fine, decido di andare. Sono emozionata, indecisa su cosa indossare, alla fine, sapendo che comunque mi dovrò metter nuda, indosso un completo giacca e pantaloni, con sotto dell'intimo elegante quanto sexy. Tesa come la corda di un violino, mi reco all'indirizzo e scopro che si tratta di una villetta isolata, circondata da un piccolo parco. Non vedo macchine davanti all'ingresso, entro e, appena chiusa la porta, trovo un piccolo corridoio, appena illuminato da luci molto fioche, in fondo vedo una porta aperta, da cui proviene una flebile luce. Entro e quella luce illumina solo il piccolo spazio davanti alla porta. Sulla mia destra, c'è un piccolo tavolo su cui figura uno strano cappuccio nero. In silenzio mi spoglio, lasciando solo l'intimo. Indosso il cappuccio e resto in trepidante attesa. Nella mia mente si affollano pensieri contrastanti. Sono qui e sono pronta. Non voglio pensare. Voglio annullare la mia parte razionale. Mi impongo di pensare che son qui, solo per lui. Sono pronta come mi aveva chiesto di essere: nuda, bendata ed immobile. Tutto il mio corpo freme nell’attesa. Mi sento impacciata, nervosa, tesa perché è tutto cosi insolito e nessuno sa che sono qui. Mio marito è fuori per il suo lavoro, il bimbo è dalla nonna e, al lavoro, mi aspettano solo il prossimo lunedì: quindi? Sono al massimo della pazzia! L’attesa e snervante. Il silenzio assordante. Da quando ho conosciuto quell'uomo, tutto il mio mondo è in bilico. Hai annullato le mie certezze, scardinato la mia sicurezza, fatto battere il mio cuore come quello di un’adolescente in calore davanti alla sua prima volta. Pazza, devo esser pazza. Le sue mani, non riesco a smettere di pensare a loro. Nessuno mi aveva mai affascinato così. Ero certa che la mia vita fosse completa, senza scosse, punti interrogativi o situazioni tanto rischiose; allora: perché sono qui? Perché mi vengono in mente queste domande, cui non riesco a dare una risposta? Perché sono arrivata a questo punto? Perché, in questo momento, so di esser come non sono mai stata, io che ho non ho mai assecondato il volere di altri nelle scelte riguardanti la mia vita? No. Adesso sto procedendo contro quella che è la mia indole, perché voglio godere. Voglio esser scopata, posseduta, voglio esser riempita, voglio che il mio sesso sgoccioli tutto il suo godimento e del seme di chi me lo riempirà, a fondo e bene. Voglio poter urlare di piacere e di dolore. Sono nuda, come lui voleva e pronta, come non lo ero mai stata fino ad ora. All'improvviso sento un rumore dietro di me. Una porta che si apre e si chiude; ho un sussulto quando delle mani calde si appoggiano dietro di me, alle mie spalle. Non una parola, non un gesto, nulla, solo una leggera spinta in avanti che mi induce a fare alcuni passi. D'un tratto quelle mani mi fanno girare e mi spingono ad abbassarmi, mi trovo seduta su qualcosa che potrebbe esser un letto. Sento il rumore di una cerniera che si apre e, subito dopo, una mano si appoggia sul mio capo e mi spinge in avanti. Sento l'odore di un sesso maschile, il profumo di quello che sicuramente è un membro, che mi viene posto davanti sulle labbra. Stranamente, il cappuccio che indosso ha solo questa apertura. Una profumata cappella si appoggia alla mia bocca e la leggera pressione mi fa capire che devo aprirla, cosa che faccio immediatamente. Sollevo una mano, impugno questa verga enorme, su cui non riesco a cingere le dita, data la notevole circonferenza. Mentalmente faccio il confronto con quella di mio marito e, mentre faccio il rituale movimento di su e giù con la mano, scopro che, sicuramente, quella di mio marito è più lunga, ma questa è notevolmente più grossa. Mi viene spinta in bocca, cerco di prenderne il più possibile, ma il notevole spessore me lo impedisce. Allora passo la lingua lungo tutta l'asta e mi rendo conto che è una verga veramente notevole. La lecco e la bagno convinta che fra poco dovrò accoglierla tutta nel ventre e il solo pensiero mi fa già bagnare in maniera incredibile. Sono molto eccitata, mi sto bagnando moltissimo, mentre continuo a succhiare quello che sento esser un cazzo di notevoli dimensioni. Lo lavoro alacremente con la lingua, passandolo ripetutamente tra le mie labbra, scivolo giù fino in basso, dove trovo due grosse palle che alterno nella mia bocca, sperando di sentir un gemito provenire dalla bocca di colui cui sto facendo questo lavoretto. Nulla! Nulla esce dalla sua bocca, mentre io continuo a sentire i miei umori, che ora colano giù tra le mie cosce! Improvvisamente mi viene sfilato dalla bocca ed ora immagino che devo aspettarmi di ricevere il premio del mio lavoro, ma, al contrario, vengo spinta più in alto sul letto e, subito, una mano dopo l'altra viene immobilizzata con delle manette sicuramente presenti sulla tastiera del letto, che sento esser in ferro battuto. Resto immobile, in attesa degli eventi, e subito vengo immobilizzata anche per le caviglie, con delle semplici corde che mi costringono a tenere le cosce aperte. Fremo dal desiderio di sentirmi possedere da quella verga che mi ha fatto così tanto sbrodolare! Poi, chi mi ha immobilizzato scende dal letto ed io resto ancora una volta in attesa, mentre un brivido di paura percorre il mio corpo.
Mi sembra di sentire altri rumori, come se lui si stesse spostando da un lato all'altro della stanza e, mentre seguo quei movimenti, d'improvviso una mano si impossessa del mio seno sinistro e, subito dopo, una bocca calda lo morde, facendomi urlare di dolore/piacere. È un attimo, poi la persona che mi ha morso, sparisce. Sono sconvolta! Sto quasi per ribellarmi, quando, improvvisamente, nella mia bocca viene infilata una sfera, che mi impedisce di parlare e, subito dopo, sento lo schioccare di un frustino, che va a colpire il mio capezzolo sinistro. È una sferzata che mi provoca dolore, ma anche un piacere istantaneo! Urlo sommessamente, a bocca piena! Che mi fanno? Impazzisco dal terrore! Sento un’altra sferzata, che mi arriva sul clitoride. Urlo di dolore, ma, nello stesso tempo, ho un orgasmo che mi stordisce! Pazzesco! Ho goduto nel sentirmi frustare il clitoride! È stato un orgasmo devastante! Mai provata una cosa simile! Poi di nuovo silenzio! Per alcuni secondi, sono scossa da convulsioni erotiche che mi fanno tremare, ma il silenzio che ne segue mi sconvolge ancora di più. Dopo alcuni interminabili minuti, mi sento slegare. Cosa? Ma è pazzesco! Mi lascia così!? Non mi ha scopato ed ho goduto, intanto avverto la sensazione di esser stata rifiutata. Resto alcuni secondi immobile sul letto, completamente libera, e poi la voce di Vittorio, inconfondibile, che mi ordina di andarmene.
«Togliti il cappuccio e vattene!»
Lo tolgo all'istante, cercando di guardare nella direzione da dove ho sentito provenire la voce, ma non vedo nessuno e, così, scendo dal letto e mi ritrovo un po' malferma sulle gambe, perché l'orgasmo avuto mi ha veramente stravolto! Di fatto indispettita, infuriata, mi rivesto e vado a casa, mi faccio una doccia e mi metto a letto, ma non riesco a dormire. Una situazione assurda, incomprensibile sotto tanti punti di vista, ma, nello stesso tempo, incredibilmente eccitante. È stata una follia, però mi son sentita indifesa, esposta, nuda alla mercé di una voce che mi ha dato degli ordini e mi ha fatto godere in maniera diversa, assolutamente pazzesca! Sono inquieta e sento tornare mio marito, che si spoglia, viene a letto e mi accarezza. Le sue mani indugiano sul mio corpo e mi bagno quasi repentinamente.
Mi sale sopra, sento il suo membro iniziare a penetrarmi e, improvvisamente, vengo scossa da un orgasmo. Sento il mio corpo esplodere come se finalmente riuscisse a godere, dopo esser stato tenuto a lungo in un limbo senza conclusione. Un orgasmo fortissimo che, in un certo qual modo, mi sconvolge, perché mi aspetto che mio marito ne sarà stato sorpreso e mi chiederà il perché di tanta eccitazione. Lui, invece, mi scopa con calma, senza fretta, in modo completamente diverso dal solito e questo mi permette di assaporare bene, ed a fondo, il piacere che sto provando. Poi mi abbraccia e mi trascina su di sé, facendomi impalare sulla sua splendida mazza, che ora sento scivolare fin in fondo. Solleva le mani e, quando sfiora con le dita il capezzolo che è stato morso, mi provoca un sussulto, perché mi provoca un misto di dolore/piacere nello stesso tempo. Anche in questo caso, temo che egli possa rendersi conto che qualcosa è cambiato, ma non dice nulla; mi guarda solamente e continua a darmi piacere, mentre ora, dopo aver inarcato le gambe, mi sbatte dal basso, sempre con ritmo calmo e rilassato, che mi provoca un ennesimo orgasmo, che mi stordisce al punto da farmi cadere su di lui. È la sua voce che, in qualche modo, mi costringe a riflettere.
«Amore, questa sera sei particolarmente sensibile. Era tanto che non ti sentivo godere così intensamente e questo mi fa molto piacere.»
Tremo nel sentire le sue parole e, nello stesso tempo, mi eccito ancora di più. Godo ancora e anche lui, all'improvviso, si svuota dentro di me con un orgasmo lungo ed intenso, che sento arrivare e riempire la mia vagina. Restiamo abbracciati ed il sonno ci avvolge. Il giorno dopo, mi sento inquieta, nervosa, perché sento che ho vissuto un'avventura che non mi ha completamente soddisfatto, ma, nello stesso tempo, prendo atto di aver messo a repentaglio tutta la mia vita; così decido che dovrò dare un taglio a quella storia. Il lunedì mi aspetto una telefonata da Vittorio che, al contrario, non arriva e, dentro di me, mi sento tranquilla, perché ho deciso di non averci più niente a che fare.
Passa il martedì e anche il mercoledì, anche se comincio a sentire una certa inquietudine perché vorrei… NO! No, non voglio! Non tornerò ad esser un giocattolo nelle sue mani! Il giovedì sono distrutta! Sento forte il desiderio di esser di nuovo alla sua mercé, ma lui mi ignora e, dentro di me, la parte razionale dice che è giusto che sia così, mentre il mio corpo invece non aspetta altro che di esser di nuovo messo a dura prova. La sera, a cena, mio marito mi dice che il venerdì sera ha un importante cena di lavoro con dei clienti stranieri e, quindi, avrò la serata libera. Dentro di me, sento una strana inquietudine perché, pur essendo libera, non ho avuto nessun contatto con Vittorio e questo mi fa sentire tremendamente triste. Ripenso all'esperienza vissuta, al dolore della frustata ricevuta sul clitoride e, nello stesso tempo, all'immenso piacere che me ne è derivato in quel preciso istante. Sono a pezzi! Ormai la mia mente non ragiona più; è solo il mio corpo a dettar legge: anela ancora di sentir quella splendida frustata così perfettamente calibrata, da procurarmi un orgasmo devastante. Venerdì mattina, guardo continuamente il cellulare nella speranza di aver un messaggio da Vittorio, che non arriva. Esco un momento per prendere un tramezzino al bar e, quando rientro, trovo sulla mia scrivania una scatolina che apro velocemente e, finalmente, trovo di nuovo la chiave e il solito indirizzo, dove mi viene ordinato di recarmi quella sera stessa. Subito vengo presa da pensieri contrastanti: la parte razionale della mia mente mi dice di non darvi retta, mentre il mio corpo ormai ha già preso la decisione di presentarsi a quell'indirizzo, per farsi di nuovo umiliare e, sicuramente, per godere tantissimo. Consapevole che la mia scelta avrà delle conseguenze impreviste, mi vesto rapidamente, in maniera semplice ma sexy. Indosso una minigonna, una camicetta e, sotto, nessun tipo di intimo, solo un paio di autoreggenti e scarpe con il tacco 10. Puntuale mi reco all’appuntamento, lascio l'auto ed entro all'interno di quella casa che, ormai, conosco perfettamente. Percorro il breve corridoio e una volta entrata mi ritrovo nel buio più assoluto.
Questa volta non c'è luce, niente di niente! Cerco di far abituare i miei occhi al buio, ma prima che ciò avvenga, qualcuno arriva alle mie spalle, silenziosamente, e vengo immediatamente bendata con qualcosa che assomiglia ad un foulard. Viene legata in maniera stretta dietro la mia testa e subito le mie braccia vengono alzate, la camicetta sfilata con una rapidità impressionante e sento i miei polsi imprigionati a delle catenelle, che probabilmente pendono dal soffitto. Poi è la volta della mia gonna, che viene tirata verso il basso e devo sollevare una gamba per volta, per liberarmene. Qualcuno è inginocchiato davanti a me e sento che vengono bloccate le mie caviglie, ma non al pavimento, ad una barra che le tiene distanziate, aperte, in maniera che le mie cosce non possano esser in alcun modo richiuse. Resto in silenzio, mi faccio fare di tutto, ma, una volta che tutta questa operazione è completata, è di nuovo silenzio e buio totale, in quanto ora sono completamente bendata, legata e questo mi manda ai matti. Un brivido di paura percorre la mia spina dorsale e mi domando perché ancora una volta mi son messa in questa insolita situazione. Mi sembra che il tempo si sia fermato, quando, improvvisamente, sento una mano che mi fa sussultare, mi tocca da dietro e qualcosa di fresco, che presumo esser del lubrificante, mi viene spalmato sia sul forellino anale che davanti. Non sono vergine analmente, perché mio marito periodicamente mi penetra il culo, ma sentirmi così all'improvviso toccare e lubrificare, mi lascia in qualche modo sconvolta. Poi di nuovo silenzio. È devastante questo esser usata senza capire da chi o cosa si stia facendo, ma, nello stesso tempo, mi sento così eccitata da far paura! Improvvisamente qualcuno da dietro comincia a baciarmi su collo e nuca e, a scender giù lungo la schiena, facendo scorrere la lingua lungo la spina dorsale. È una sensazione incredibile e, nello stesso tempo, sento un'altra mano che, da davanti, mi accarezza la fica. In silenzio due dita grosse si insinuano all'interno delle mie labbra e vanno a masturbarmi velocemente. Sento che sto per venire ed avere un orgasmo e, quando inizio a tendere il corpo, pronto ad esplodere, le dita si fermano e mi lasciano sospesa, ad un attimo dal piacere.
«No! Non ti fermare! Voglio godere!»
Niente. Non una risposta, non un lamento, non un fremito, non un respiro, nulla! Sono sempre più sconvolta e poi, all'improvviso, sento quattro mani che mi afferrano e un grosso membro inizia a penetrarmi davanti, entrando in profondità. Lo sento che mi apre, mi dilata e nello stesso tempo, mi riempie la fica così bene da farmi impazzire! Spalanco la bocca per urlare, ma non ci riesco, perché una persona, da dietro, mi mette una mano proprio sulla bocca e, nello stesso tempo, sento un bel membro che mi penetra il buco del culo, con una spinta secca e decisa. Mi sento sfondare e, nello stesso tempo riempire tutta. Non ho mai avuto due maschi contemporaneamente e, anche se è entrato dentro di me in maniera brutale, quel misto di dolore piacere che ho sentito, mi ha provocato una sensazione incredibile. Mi sento piena, riempita davanti e dietro, incapace di poter dire o fare alcunché, mentre ora questi due, che sembrano esser perfettamente sincronizzati, mi sbattono in maniera pazzesca! Mi entrano insieme, escono insieme, e questo mi provoca un misto di piacere incredibile. Mi sento riempita e svuotata all'istante, per poi di nuovo riempita. Vengo. Ho un orgasmo devastante che mi sconvolge tutta. Il mio corpo trema, mentre la mia mente viene devastata da un orgasmo di un'intensità tale, che quasi svengo. Godo ed urlo con tutta la voce che ho in corpo, ma sembra che la cosa non abbia nessuna ripercussione sui due maschi, che ora mi sbattono sempre più velocemente, fin quando, all'improvviso, due ondate di calore, in maniera simultanea, riempiono i miei buchi. Mi sento l'intestino invaso da un'ondata di calore, che mi procura un orgasmo fortissimo, mentre la mia vagina riceve schizzi generosi, talmente forti che, ad ogni bordata, sento la crema colare fuori giù lungo le cosce, fino ad superare le ginocchia. È un orgasmo sconvolgente quello che sto provando. Non ho mai goduto così tanto in vita mia e, nello stesso tempo, non mi son mai sentita così indifesa, posseduta e usata, come in questo momento. Sto ancora tremando per il piacere provato, quando sento che i due maschi, simultaneamente, si sfilano da me e i miei buchi, ormai dilatati, rilasciano tutta la crema che vi è stata riversata dentro.
Subito due mani mi liberano le gambe e le catenelle dal soffitto si abbassano; senza dir nulla, riesco a liberarmi facilmente. Improvvisamente una luce mi indica la porta; raccolgo i vestiti e, questa volta, veramente barcollando, riesco a raggiungere la mia auto e torno a casa. Durante tutto il tragitto, ho sentito colare tutto e di più dai miei buchi più che dilatati e, quando raggiungo casa, vedo che la gonna è completamente lurida dei miei e della loro sbroda. Metto tutto a lavare, mi faccio una doccia, finito entro nel letto. Mi sento stanca, distrutta, ma, nello stesso tempo, infinitamente appagata, e così mi addormento. E' l'alba quando le sapienti mani di mio marito, mi destano dal sonno e, mentre mi accarezzano fra le cosce, per un attimo, mi procurano un brivido di paura, perché son consapevole che potrebbe accorgersi che sono alquanto aperta. Invece non mi dice nulla, mi presenta solo il suo splendido membro da succhiare, cosa che faccio immediatamente, cercando il più possibile di portarlo all'orgasmo nella speranza che non mi penetri. È una vana speranza, perché lui, dopo un po', mi sdraia sotto di sé e mi penetra con vigore. Lo sento entrare bene ed arrivarmi fino in fondo, anche se mi rendo conto di esser ancora aperta ed avere le labbra della fica gonfie e tumefatte, ma lui sembra non accorgersene, anzi ora mi pompa con un certo ritmo veloce; mi rilasso e provo subito un bell'orgasmo. Mentre sto godendo, lui mi abbraccia e mi gira di lato, mi stringe a sé e scorre con le mani lungo la mia schiena; questo mi procura uno strano brivido, perché ripenso a quella lingua che mi ha leccato lungo la spina dorsale, solo la sera prima. Sussulto quando sento il suo dito che va ad insinuarsi nel mio fiorellino anale, ancora indolenzito. Mi penetra parzialmente ed io cerco di rilassarmi, ma, nello stesso tempo, provo quel brivido di paura temendo di esser scoperta. La cosa lo eccita, perché mentre tiene metà del suo dito dentro il mio culetto, ora mi sbatte con colpi più forti e, improvvisamente, si svuota dentro di me. Anche in questo caso la sensazione di sentire il calore invadere la mia vagina, non può fare altro che farmi ricordare la sensazione provata la sera prima e ciò mi provoca un orgasmo ancor più forte. Lui si svuota dentro di me, poi mi bacia, mi sorride e mi guarda con occhi carichi d'amore, mentre io avverto una tremenda sensazione di colpa.
Restiamo ancora un po' abbracciati, poi lui mi dice che dobbiamo uscire; questa sera avremo un ospite e vuole che io sia bellissima. Lo guardo un po' stupita, perché non è sua abitudine invitare gente a casa ed i suoi rari amici, in genere, li incontra in qualche ristorante di lusso. Usciamo a metà mattinata e mi lascia in un centro estetico, perché vuole che abbia i capelli perfettamente a posto ed il corpo liscio e morbido. Sono ancora più stupita e incuriosita e, quando ritorno a casa, lo guardo cercando di capire cosa devo fare e lui mi dice di andar in camera e indossare ciò che trovo sul letto. Quando entro, trovo un mini abito che, a mala pena, mi arriva a metà coscia, della biancheria intima nera bellissima, calze autoreggenti e scarpe con un tacco proibitivo. Torno da lui, mostrandogli come mi sta ciò che ho trovato; lui mi guarda e, con un tono serio, mi dice che devo andarmi a preparare, perché tra poco arriva l'ospite. Lo guardo sconvolta, ma il suo tono deciso e il suo sguardo serio, mi impongono di aderire a quanto mi viene chiesto. Il tempo di indossare ciò che è stato preparato e, quando esco dalla camera, lui mi aspetta alla porta; un attimo dopo, mi benda con un foulard legato intorno agli occhi.
«Ma, amore..., mi spieghi cosa sta succedendo? Perché tutto questo mistero? Perché mi hai fatto vestire in maniera così succinta, se dobbiamo…»
Mi mette una mano davanti alla bocca e mi intima di star zitta. Mi aiuta a percorrere i pochi passi che mi portano nel salone e, subito dopo, mio marito mi ordina di inginocchiarmi. Incuriosita mi metto in ginocchio e, improvvisamente, sento le sue mani dietro di me e qualcosa di grosso e voluminoso, mi viene presentato davanti alla bocca. Cerco di reagire, ma lui mi regge la testa ben ferma e la sua voce mi sconvolge.
«Troia, apri la bocca! Che c'è non lo vuoi? Eppure l'altra settimana te lo sei leccato e goduto, tutto fino in fondo!»
Improvvisamente, mi toglie la benda e mi trovo davanti uno splendido membro, che sicuramente è quello che ho succhiato e leccato la prima volta, che entrai nella casa. Alzo gli occhi e vedo la faccia di Vittorio, che sorride.
«Mio caro amico, avevi ragione tu! Lo ha sicuramente riconosciuto, ma ha esitato a prenderlo in bocca, come avevi previsto tu!»
Mi giro e guardo mio marito, che ora ha tirato fuori il suo membro e me lo offre da succhiare insieme all'altro.
«Adesso, mia cara puttana, ce li lavori tutti e due per bene con la bocca; poi ti prenderemo di nuovo in doppia, come è successo ieri sera.»
Tremo e, nello stesso tempo, sento tra le mie cosce che mi sto bagnando in maniera incredibile. Non so a quale gioco sono stata sottoposta, ma l'unica cosa che so è che, da questo momento in poi, la mia vita diventerà qualcosa di assolutamente diverso dalla normale routine e decisamente più eccitante.
45
4
10 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
una domenica in moto
Adoro le domeniche in moto col bel tempo e quindi ho pensato di integrare il mio annuncio su questo sito invitando singole per un giro in moto anche di natura erotica.Ricevo un messaggio da Cristina singola di Modena che si definisce zavorrina.Ci accordammo per la domenica di ieri 29/05/2023 di vederci al parcheggio del casello autostradale di MN sud. Lei alle 8.30 arriva puntuale, felicissima, tutta ben truccata, foulard di seta annodato in testa, occhiali da sole, jeans con protezioni, maglietta a maniche corte. Scende dall’auto e scarica il giubbino da moto, guanti, fascia per il collo e casco. Si avvicina sorridendo e mi dice:“Fammi vedere questo gioiellino! Stupenda!” disse, girando intorno alla moto “questo colore rosso è come piace a me.Dai che non vedo l’ora di partire”.Nel bauletto sistemammo l’occorrente per sdraiarci sull’erba, alcune bibite e un po’ di frutta.Partiamo con destinazione Lago di Garda.Durante il viaggio sentivo le tette di Cristina sulla schiena, suscitando in me fantasie.Cristina 50enne ha un corpo, senza falsa modestia, da fare invidia ad una trentenne, seno terza misura, belle gambe tornite, fianchi prominenti, un posteriore di belle forme e dimensioni, un bel viso curato e truccato, mani splendide con unghie curatissime e smaltate con colori raffinati.Saranno state le vibrazioni della moto quando mi ritrovai con il cazzo ben indurito tanto da dovermi sollevare leggermente dalla sella per sistemarlo meglio.“Cosa fai? Non fare acrobazie! Guarda che ci sono io qui dietro di te!”“Capisco!” e spostò le sue mani dalla vita alle cosce; sentivo molto bene attraverso i pantaloni il calore delle sue mani, così come sentivo molto bene i piccoli movimenti verso il mio inguine.Gli dissi: Cris se non stai ferma alla prima capezzagna mi fermo e addio lago.Fortunatamente si è calmata con un sorriso.Arrivammo in zona lago e ci fermammo per una veloce colazione. Lei andò in bagno e poi su in moto destinazione un noto locale per motociclisti dove oltre che mangiare e bere si puo ascoltare ottima musica e dialogare.Arrivati parcheggiamo dove troviamo visto l’afflusso di moto, ordiniamo da mangiare ed andiamo a sederci.Faccio il cavaliere e vado a prendere io cibo e bere.Arrivo al tavolo e prendo la busta con dentro tovagliolo e posate e con mio stupore la trovo aperta con dentro un qualcosaq di strano faccio per estrarre quel qualcosa e mi accorgo che è un perizoma. Cris mi guarda e mi dice…scusa ma prima in bagno le ho tolte e non sapevo dove metterle. Che maialaPranziamo riprendiamo la moto e andiamo a fare un giro canti pochi chilometri abbandono la gardesana e mi infilo in una strada secondaria. Ci fermiamo in prossimità di una zona boscata e gli dico: scusa ma devo controllare una cosa…voglio vedere se quelle mutandine erano di ieri o se veramente prima te le sei tolte.Spento il motore della moto, ci avviammo verso un prato, srotolai la grande stuoia, poggiai bibite e fruttai e mi sdraiai sopra. Nel frattempo Cris si tolse i pantaloni coprendosi con la magliette un po lunga “Così sono più comoda, i pantaloni anche se leggeri mi danno sempre un po’ fastidio in mezzo alle gambe e poi così sono più signora!”Si accomodò accanto a me, togliendosi le scarpe.“Vieni qui tesoro! Metti la testa sulle mie gambe. Ho voglia di cicciolinare un po’. Mi sembra proprio il momento giusto. Così appoggiai la testa sulle sue cosce ed iniziò ad accarezzarmi fra i capelli, lentamente, dolcemente. “non hai niente da dirmi?”“Beh! Ora sono rilassato e felice con te e le mie conoscenze, anche femminili,“Dai raccontami un po’ le tue fantasie. Ad un tratto, sorridendo felice, mi fece alzare dalle sue cosce, si spostò dalla sua posizione e si sistemò in ginocchio seduta sui talloni mettendo la mia testa tra le sue gambe.Fu allora che sentii uno strano profumo, un profumo che penetrò le mie narici, intenso e gradevole che conoscevo bene.Continuavo nel racconto dei miei desideri ad occhi socchiusi. Sentivo che Cristina muoveva leggermente il bacino e apriva e chiudeva quasi impercettibilmente le cosce; non capivo perché lo facesse. Aprii bene gli occhi e vidi Cristina con gli occhi socchiusi che si mordeva il labbro inferiore, stava silenziosamente godendo mentre io raccontavo particolari piccanti e a volte sconci dei miei desideri sessuali.Le sue carezze diventavano più intense ed allora sposto la sua mano sul mio petto per farmi accarezzare il torace e titillare con le unghie i miei capezzoli che sono molto sensibili.Io continuavo a parlare perché volevo vedere dove lei sarebbe arrivata e cosa avrebbe fatto dopo.I miei pantaloni scoppiavano. Sentivo la sua mano scendere e ad un tratto sentii la mano entrare dentro i miei pantaloni ed il palmo caldo sul mio uccello.Dopo un bel massaggio al cazzo mi disse“Dovrei andare a fare pipì. Di là c’è un chiosco e penso che dovrebbe esserci anche una toilette. Mi accompagni?”“Si, volentieri, dai! andiamo” Lasciando tutto sull’erba e dirigendoci verso il chiosco che stava ad alcune centinaia di metri da noi.Ordinammo un paio di caffè e Cristina chiese della toilette “E’ sul retro del chiosco, signora. La porta però è difettosa e forse è meglio che il suo accompagnatore le tenga chiusa la porta”“Grazie. Hai sentito? Accompagnami per favore”Appena entrata nella toilette Cristina mi chiede di tenere chiusa la porta. Cosa che non feci. Mi piaceva troppo sentire lo scroscio della pipì nell’acqua del water poi tornammo verso la coperta sotto l’albero.Cris mi chiese un attimo di pazienza per andare alla fontanella, si lavò le mani e inumidì qualche cosa che al momento non capivo fosse.Tornati alla nostra stuoia stavamo per sederci quando Cris mi disse “coprimi alla vista per favore, devo fare una cosa. Ci metto un attimo”Così mi posizionai di fronte a lei e rimasi lì fermo immobile.“Non guardare, chiudi gli occhi devo fare una cosetta alla mia patatina” mi disse “devo pulirmi meglio, altrimenti dopo mi brucia”Feci finta di chiudere gli occhi non resistendo alla tentazione.La visione fu tremendamente eccitante: Cris si mise in ginocchio, aprì le gambe, sollevò di poco la gonna e infilò sotto la mano che stringeva alcuni fazzoletti di carta che aveva imbevuto di acqua le sue mutande di pizzo. Si stava rinfrescando. Io ero in visibilio, rosso paonazzo come un peperone. Il cazzo mi faceva male da quanto era duro.“Ho finito, apri pure gli occhi. Mi sono accorta cha hai sbirciato, porcellino!”Cristina allora si sedette ancora sul cuscino gonfiabile.“Vieni qui appoggiati alla mia coscia” e nel farlo sentii subito l’intenso profumo che avevo sentito prima. Non sapevo bene cosa fare.Ero perplesso e lei cogliendo questo mio stato “Stai tranquillo, ora ci pensa Cristina a te! Vedrai però che quanto succederà è un nostro segreto”“Giuro” risposi sorridendo.“Io mi occupo di te e poi tu ti occupi di me, va bene?”“Certo Cristina! Con piacere! Lo sai che stravedo per te farei qualunque cosa tu mi chiedessi”“Bene allora apri i jeans, sdraiati e lasciami fare”Cristina infilò una mano nei jeans, scostò l’elastico dei miei slip e mi afferrò l’uccello; sobbalzai “Calmo tesoro, calmo! Non ti agitare! Chiudi gli occhi e lasciami fare”Andò direttamente ai testicoli per accarezzarli e scaldarli, valutando il loro riempimento e poi è risalita verso l’alto, sistemando il cazzo che è diventato perfettamente dritto con la cappella che spuntava dalla patta aperta quasi completamente. Cristina iniziò a toccarmi delicatamente sulla parte inferiore della cappella, la cinse con indice e pollice e iniziò a stringerla e rilasciarla. Questo lavorio di dita mi mandò in visibilio.Lei se ne accorse e da esperta quale era disse “Calmo, falla durare il più possibile. Non venire!”Con tutte le mie forze mi trattenni.“Ecco bravo respira profondamente, ora ti faccio godere” e tolse la mano.Prese dalla borsetta un tubetto di crema per le mani se la spalmò per bene e riprese a massaggiarmi “Così va meglio vero? Non voglio fare male al mio amore!”Ora era molto meglio di prima ed era difficile non venire. Quando Cristina si accorse che stavo per venire, le afferrai il polso e lei iniziò a stringere andando su e giù con la mano “Vieni amore, vieni nella mia mano. Mi piace sentirti sborrare. Ho voglia di gustarmi il sapore della tua sborra”. Quelle parole furono come un tappo che apre una bottiglia di spumante, così versai sulla sua mano tutto il mio seme che subito dopo Cristina la portò alla bocca e leccandola avidamente “Ottima, stupenda! Era da molti giorni che non ne assaggiavo di così buona!”Mi sarei voluto sollevare per baciarla ma lei “Stai giù rilassati, ora sei più tranquillo vero?” ed io annuii con la testa.Mi aveva ucciso! Avevo avuto un orgasmo molto forte.Durante quel suo massaggio ho pensato a lei in tante posizioni ma anche a Elisa, sua figlia che per farmi arrapare e poi venire non era certo inferiore alla madre.Passarono alcuni minuti e Cristina mi chiese “vieni qui davanti a me, sdraiati a pancia in giù. Non preoccuparti tanto non ci nota nessuno” e così feci.Mi sdraiai di fronte a Cristina che tese la sua gonna a pieghe tanto quanto bastava per farmi vedere la sua figa ben tenuta come sempre “Ti piace amore? Non è quella di una ragazzina ma come ben sai è ancora attiva. Che te ne pare del profumo?”Non potevo creder ai miei occhi; avevo davanti a me una figa splendida. Era diversa da quella figa che la notte prima avevo visitato ma non visto. Era perfettamente curata, solo una piccola striscia di peli non lunghi castani poco sopra le grandi labbra carnose che alla loro congiunzione superiore mostravano un significativo rigonfiamento.“La vedi bene? Vedi in alto poco sotto i peli? Vedi quel rigonfiamento? Aspetta che ti faccio vedere meglio”Cristina infilò una mano sotto la gonna e con due dita allargò le grandi labbra “Vedi il bottoncino? Quello è il clitoride, come sai godo molto quando me lo tocco, diventa più lungo e duro come un piccolo cazzettino”Stamane prima che venissi a prendermi sono andata da un estetista maschio che mi ha fatto un piccolo trattamento e me lo ha ingrossato un pochino. Ti pare che il risultato sia soddisfacente?”Risposi “Mi sembra che abbia fatto un lavoro eccellente”“Ora toccami lì ti prego!”Allungai una mano sotto la gonna e sfiorai con un dito il clitoride di Cristina che sospirò profondamente “dai più forte, vai su e giù!”Feci come lei mi chiedeva e titillai il clitoride salendo e scendendo con un dito. Più che vedere sentivo il profumo degli umori della figa al momento il cui si spandevano sulle grandi labbra.Cristina portò le braccia dietro e si poggiò con le mani a terra “Dai, dentro e fuori, dentro e fuori come hai sempre fatto! Che bello! Non fermarti daiiiii! Continua così daiiiiii!”Cristina era partita, non capiva più niente e pensava solo a godersi quel momento di sesso esibito sul prato e faceva fatica a controllarsi “Vieni, leccala voglio sentire la tua lingua, vuoi?”. Non era necessaria una risposta.Lei sollevò leggermente la gonna ed io potessi avvicinarmi in modo da arrivare alla sua figa. Il profumo intenso e particolare della sua figa mi era entrato nelle narici ed era bello averlo sempre lì. Per come si era distesa riuscii a passare la lingua sul clitoride.“Vengoooooo, non smettere vengoooooooo!!” detto non urlando ma voce soffocata. Così mi ritrovai con il viso bagnato degli umori di Cristina che si lasciò andare distesa sul prato ed io sotto la sua gonna. Chi fosse passato lì mi avrebbe ritenuto molto fortunato e se fosse stato un puritano mi avrebbe bollato come erotomane.Lei distesa non si muoveva si godeva la fase post orgasmica. Ancora pochi minuti per riprendersi dall’orgasmo e Cristina era già pronta per venire un’altra volta. Questa volta però voleva il mio cazzo dolorante per la rigidità e ben voglioso di accoppiarsi con lei.“mettiti giù e abbassati un po’ i pantaloni”Cristina era già senza mutandine, mi scavalcò e si abbassò sul mio ventre con la figa umida e scivolosa; si alzò un poco tanto quanto bastava per impugnare il mio cazzo e infilarselo in figa, strabuzzando gli occhi e gemendo di piacere. N non seppe resistere alla tentazione di cavalcarmi furiosamente, facendo comunque attenzione che la sua gonna coprisse bene le nostre parti intime da sguardi indiscreti.Andava su e giù, si strusciava sentivo i suoi spruzzi, sentivo colare il suo succo“cazzo! vieni sborrami nella figa! Senti come è bagnata! Fammi sentire la tua sborra calda! Poi a casa voglio berti tutto”Ero pieno di sborra ed eccitatissimo. Non mi trattenni più, presi la Cristina per i fianchi e cominciai ad agitarmi, amplificando i suoi movimenti, inarcai la schiena e schizzai potenti getti di sperma.Cristina si mordeva le labbra per non urlare ed infine si lasciò andare sul mio petto. Rimasi dentro di lei fino a che il mio cazzo non fece capolino all’esterno della vulva.Cristina si sdraiò al mio fianco “Grazie tesoro, era da tempo che non godevo così” e dicendo queste parole si infilò una mano sotto la gonna per raccogliere qualche goccia di sperma che leccò lascivamente.“Adesso andiamo a casa perché non crederai di aver finito, il pomeriggio è lungo
376
0
10 mesi fa
Luca,
57
Ultima visita: 8 mesi fa
-
la prima volta con Chiara
Chiedo scusa a quanti mi leggono se non seguirò un vero ordine cronologico delle esperienze avute con Chiara (nome di comodo) ma sono già passati più di due anni da quando ci siamo lasciati e le situazioni vissute le scrivo come mi vengono in mente. Non posso inserire esperienze avute con una lei dopo la relazione con Chiara in quanto finita talmente male (fatto tutto da lei e dal suo nuovo amichetto) che mi fa schifo il solo ricordareEra un pò di tempo che parlavo a Chiara delle mie esperienze al prive' o con scambi di coppia o di rapporti a tre coinvolgendo un altro uomo.Mentre le prime volte Chiara sembrava schernirsi, più se ne parlava più la vedevo coinvolta fintanto che una sera mi disse che le sarebbe piaciuto provare con un altro assieme a me ma che tassativamente non doveva esservi una donna.Solo che non sapevo come fare, al privè non voleva venire, mettere un annuncio men che meno quindi il compito era arduoUn sabato sera come tanti andammo a mangiare una pizza in una pizzeria appena fuori città che nonostante non fosse in vista era sempre molto frequentata. Arriviamo ma nel parcheggio interno manco una bicicletta ci stava.Esco e parcheggio in uno spiazzo poco lontano che erq lo spiazzo di alcune fabbriche li vicino.essendo estate Chiara indossava un vestitino corto che pareva un dalmata e le sue gambe abbronzate risaltavano molto.Mentre raggiungiamo la pizzeria un camion li parcheggiato accende i fanali quasi ad inquadrare Chiara..anzi era cosi e con due colpi di clacson l autista ha espresso il suo apprezzamento (almeno io ho inteso cosi)Questo pensiero mi turbava e spesso riaffiorava durante la cena, era la prima volta che immaginavo Chiara come una puttana.La serata trascorse in allegria, anche Chiara, che di solito è molto chiusa e riservata, si dimostrava alquanto loquace.Quando le dissi se aveva fatto caso ai fanali e al clacson del camion , lei con in bocca un grissino e con gli occhi puntati sui miei mi disse:-sei il solito porco- e se fosse vero?e lei- vuol dire che ho fatto colpo. Non è quello che vuoi?Bene tutto la serata a cazzo duro fantasticando con lei su possibili scenari.Lasciato locale, l'abbracciai avviandoci verso l'auto, e ripassando davanti al camion posto tra la macchina e la strada e mentre si camminava con una mano stavo azionando il telecomando per aprire l'auto, con l'altra accarezzai il culo di Chiara.Prima di salire la presi l'appoggiai alla macchina e la baciai accarezzandole la fica.Quasi quasi provo a scoparla qua – pensai – chissà se ci sta?Non abbiamo mai fatto nulla di così trasgressivo e il solo pensiero mi aveva procurato una forte erezione.Improvvisamente sentimmo una voce– eh beato te che ha una donna così bella con la quale passare la notte.Dal finestrino del camion sporgeva la testa di un uomo.Risposi – eh sì, sono proprio fortunato ad avere una donna così carina mentre lei viaggia solo ed è costretto a dormire da solo– no! ho un collega che ora sta dormendo, dobbiamo affrontare un lungo viaggio, e nonostante sia giovane e carino, non c'è certo paragone con la sua signoraIntanto mi ero appoggiato con la schiena all'auto , avevo tirato Chiara contro al mio ventre rivolta verso il camionista ed avevo iniziato a strofinarle il cazzo duro contro il culo – le piace tanto mia donna?– sì è bellissima– hai visto che bel seno? scommetto che ti piacerebbe vederlo nudonon so cosa mi abbia preso ma ormai l'avevo detto ed ero eccitatissimo; passai le mani sulle tette anche se non erano enormi ed iniziai a massaggiarle– ma cosa fai? sei matto. dai, andiamo a casami sussurrò Chiara. A mia volta le risposi leccandole un orecchio– lasciami fare solo per un pò, senti come sono eccitato…dai, facciamogli vedere qualcosa. hai sentito, poveraccio, deve affrontare un lungo viaggioChiara abbandonò la testa sulla mia spalla e lasciò che le sbottonassi la camicetta, l'uomo strabuzzò gli occhi alla vista di cotanta merce, il reggiseno copriva a malapena i capezzoli – allora come ti sembra?– magnifico, stupendo è proprio come piace a me.Ehi svegliati vieni un po a vedere che tette – dopo un pò apparve la testa del suo collegaOrmai avevo aperto tutta la camicetta e continuavo a palparla attraverso il reggiseno, Chiara non parlava, si lasciava fare, i due mi pregavano di mostrarla ancor di più, così abbassai le coppe mettendo a nudo il seno stupendo.I capezzoli erano duri tra le mie dita, a Chiara piace farseli martoriare dolcemente, infatti dopo un pò iniziò a strofinare il culo contro il mio cazzo durissimo, allora pensai di approfittarne ed iniziai a far salire la gonna lentamente, i maschi non parlavano, seguivano attentamente la mia mano che scopriva le cosce sempre più sù. Ormai la gonna era arrotolata in vita i due potevano vedere le mutandine di seta trasparenti coperte solo della mia mano che massaggiava la fica attraverso la sottile stoffa– allora come vi sembra la mia signora?– gran bel pezzo di fica – commentò uno– ora vi mostro anche il culocosì dicendo la feci girare contro l'auto sollevandole la gonna oltre le chiappe– sei un porco, non dovresti mostrarmi cosìnon oppose una gran resistenza e lasciò che le spostassi le mutandine e le scoprissi il culo – lasciati guardare, non vedi che ti stanno mangiando con gli occhi, quelli stanotte si fanno una sega e sborrano pensando a te. apri un pò le gambe, ti voglio infilare un dito nella fica – per un pò ha tenuto le cosce chiuse poi non ha resistito e si è aperta, era fradicia, in poco tempo i suoi umori hanno impiastricciato le mie dita.Chiara era eccitatissima, era tanto eccitata che forse quella sera avrebbe accettato di farsi scopare da qualcun'altro, non ci pensai due volte e provai ad andare oltre anche se sapevo che il gioco poteva essere rischioso.– Vi andrebbe di venire a toccare, se promettete di fare i bravi ve la faccio palpare– ma sei cretino – mi sussurrò Chiara– non voglio che altri mi tocchinoormai era tardi, i due erano lì di fronte, in un attimo si trovò quattro mani sui seni che la palpavano e le strizzavano i capezzoli, cerco di protestare ma invano, adesso sentiva le mani dappertutto, sul culo, tra le cosce e da come si muoveva direi che le piaceva.Intanto io mi ero appoggiato alla cabina del camion e mi godevo la scena; uno aveva in bocca un capezzolo e succhiava e slinguava, mentre l'altro cercava la bocca di mia moglie che non tardò a trovare aperta e disponibile, ormai potevano fare di lei quello che volevano. Quando misero a nudo i loro cazzi rimanemmo allibiti sia io che Chiara, uno aveva un affare sui 20 cm che paragonato ai miei 17 era già enorme, ma l'altro credo fosse di 23, 24 cm.Appena glieli avevano messi in mano lei li aveva mollati come se bruciassero poi li aveva ripresi e li accarezzava delicatamente con gli occhi pieni di stupore.Adesso più che eccitato ero preoccupato, la situazione mi stava sfuggendo di mano, all'inizio era un gioco per eccitarci ma adesso la cosa si faceva seria e poi Chiara non era abituata a simili calibri, temevo le facessero male.Così decisi di intervenire chiedendo a mia moglie se voleva rincasare, per tutta risposta impugnò le due verghe ed iniziò a menarle con vigore– adesso non ho voglia di andare a casa e poi questi devono affrontare un lungo viaggio e hanno il diritto di divertirsi un pòdetto questo, l'ho vista abbassarsi lentamente fino ad arrivare all'altezza dei cazzi in tiro.per una buona mezz'ora è rimasta inginocchiata lavorando di bocca e di lingua, i due appoggiati all'auto coi pantaloni abbassati la lasciavano fare.Più volte l'ho vista cercare di ingoiarne il più possibile, il bianco riusciva a prenderlo quasi tutto, ma il negro non entrava oltre la metà.Stanchi di farsi sbocchinare l'hanno fatta appoggiare al cofano della macchina, le hanno tolto le mutandine e a turno hanno iniziato a fotterla.Il primo lentamente dopo avere appoggiato la cappella alle grandi labbra l'ha presa per i fianchi spingendo dentro i suoi 20 cm poi ha iniziato chiavare – sì cosii dai spingi più fortedai scopami, che bello – di fronte a quella scena non potei resistere oltre, tirai fuori il cazzo che ormai mi faceva un male cane ed iniziai a masturbarmi lentamente, anche l'altro si massaggiava per essere pronto non appena l'amico avesse liberato il posto, il che avvenne di li a poco– vieni prendi il mio posto prima che sta troia mi faccia sborraresi avvicinò, strofinò il cappellone lungo il solco delle chiappe e sul pelo della fica poi iniziò a spingerlo dentro, la fica si dilatava all'inverosimile, al limite della lacerazione– fai piano, è troppo grosso…piano, ecco così sei bravo no…si…ancora un pò…piano, dai spingi, ancora, si tutto, dammelo tutto oh mi spacchi in due, lo sento, lo sento tutto dentro. chiavami,chiavami a lungo – anche lui la prese per i fianchi mentre affondava nella fica bagnata. Il si avvicinò al suo viso col cazzo duro iniziando a scoparla in bocca, andarono avanti a fotterla così per parecchio tempo, uno in fica e l'altro in bocca, poi si sfilarono contemporaneamente, la fecero inginocchiare davanti a loro e a turno le mettevano il cazzo in bocca – succhia puttana, succhia che ti sborriamo in gola – mi avvicinai per vedere meglio proprio mentre quello che l'aveva piu lungo stava per scaricarsi. Vidi la sborra colare dalla bocca di Chiara e finire sul seno, e sul vestito...quanta ne colava.Ma quanta sborra le stava schizzando in bocca? quando sfilò il cazzo pensavo si fosse svuotato invece un getto copioso le inondò il viso ed altri meno potenti le finirono sulle tette e sui vestiti. Mentre finiva di sborrare l'altro iniziava, anche lui le inondò la bocca il viso e le tette, poi tutti e due esausti si sono abbandonati contro la macchina mentre mia moglie si alzava spalmandosi la crema che aveva sul viso.In quel momento mi sborrai in mano rantolando, Chiara mi guardava mentre si puliva le mani con la lingua poi baciò a turno i suoi amanti.Questi ripresero a palparla infilandogli le dita e la lingua in ogni buco e quando le proposero di salire con loro in cabina per farsi una bella scopata sul lettino di bordo lei acconsenti e li seguì.Raccolse le mutandine da terra e allungandomele mi disse – tu aspetta in auto, quando ho finito ti raggiungo – Lo sportello si richiuse ed io mi ritrovai solo in macchina ad aspettare che finisse di scopare con i due sconosciuti, mi pareva di sognare, se penso che fino a poche ore fa eravamo una coppia che viveva nella più assoluta normalità.Ormai era passata più di un'ora e Chiara era sempre sul camion, non potevo vedere quello che facevano, ma attraverso i finestrini aperti sentivo benissimo i loro sospiri e i gridolini di piacere di mia moglie, la sentivo mentre incitava i maschi a fotterla più forte, a volte la sentivo gridare forte dal piacere.Ben presto mi ritrovai col cazzo in mano a masturbarmi mentre la immaginavo ora a gambe spalancate a farsi trapanare da uno, ora a cavalcare l'altro fino all'orgasmo, sborrai così quasi all'improvviso imbrattando il cruscotto ed il volante.Finalmente dopo oltre due ore la portiera del TIR si aprì, Chiara aggiustandosi la gonna con una mano e tenendo chiusa la camicetta con l'altra, mi sembrava distrutta, tanto che i suoi passi erano molto incerti.Salì al mio fianco, poggio la schiena alla portiera, aprì le gambe, la fica era ancora spalancata, i peli sommersi dalla sborra appena ricevuta.Mi prese una mano, mi tirò a se- dai prendi i fazzoletti nella mia borsetta e puliscimi cazzo quanta sborra mi hanno dato –- sai che mi hanno inculata. mi hanno inculata tutti e duemi sono alzato per guardarla, lei mi ha preso la faccia tra le mani – sì, mi sono fatta inculare come una troia, li ho presi anche insieme, uno in fica e l'altro in culo. dai finisci di pulire che poi torniamo a casa, sono stanca, ho sonnoAlle quattro del mattino eravamo a casa, una furtiva doccia poi a letto.
360
0
10 mesi fa
Luca,
57
Ultima visita: 8 mesi fa
-
Sara e Roberta
Finalmente era arrivato l' weekend e io e Sara, ci eravamo prefissate una giornata tranquilla, senza nessuno tra i piedi, per pranzare insieme, fare un giro al centro commerciale e la sera pizza più film. Il mio ragazzo era partito presto con gli amici per seguire la sua squadra del cuore in trasferta, avrei avuto una giornata tutta per me, così la decisione di stare con Sara, che si era appena lasciata con il suo ragazzo, mi sembrava la scelta migliore... Alle 11 passo da lei a prenderla, un messaggio veloce e in un attimo, la vedo uscire dal portone si casa, scendo dalla macchina e le vado incontro. Il suo volto è triste, sembra perfino svogliata di uscire. Senza dirle nulla la abbraccio, lei si stringe nel mio abbraccio e scoppia a piangere. Niente male come inizio, pensai. Allora cercai di tranquillizzarla, "No, piccola, non fare così, basta piangere. Dai, fammi un bel sorriso che oggi io e te ci divertiamo". Lei accennò un sorriso, mentre si asciugava le lacrime dalle guance e mi singhiozzò, "Si, scusami, hai ragione. Oggi ci dobbiamo divertire". Finalmente sorridenti, salimmo in macchina e ci dirigemmo al ristorante dove avevo prenotato. Pranzetto a base di pesce, vino bianco e contorno di perché e per come la sua storia con Alessio fosse finita. Al che, al caffè, dopo averla fatta sfogare, le dissi, "non pensarci più ora, per oggi almeno, divertiamoci io e te. Mi prometti che per oggi non ci penserai più?" Dopo avermelo promesso, uscimmo dal ristorante e partimmo dritte per il centro commerciale.....Dopo un'ora per negozi, non mi sembrava vero di vederla scherzare e sorridere. Ero felice anch'io. Girammo e rigirammo quei negozi per varie volte, ad un tratto Sara mi chiama con un vestitino molto carino tra le mani, chiedendomi, se, lo avesse provato, sarei stata sincera con lei su come le stava. Io le feci la faccia di chi ci pensa su un po' e poi, sorridendo, le dissi di sì. Sara corse nel camerino, tirò la tendina e si mise a provare il vestito. Io da fuori, sorridevo ed ero finalmente felice per lei. Mi girai verso il camerino e da uno spazio aperto della tendina, la vidi mentre si spogliava. Mi sentii strana, forse complice il vino, ma ebbi come un brivido, non riuscivo a smettere di guardare.... Si infilò il vestito e uscì, chiedendomi come le stava... "Ma ti sta un incanto addosso, l'unica cosa è che, magari, con un reggiseno adatto, poi ti sta da favola", dissi ridendo. Sarà mi disse aspetta, tornò nel camerino, abbassò il vestito e si tolse il reggiseno... Vidi il suo seno nello specchio, sentii un senso di calore, ma che mi stava succedendo?"Roberta? Roby cos'hai? Sei tutta rossa... Non ti senti bene?" "Si, si scusami, è che mi è venuto un po' caldo qui dentro. Ora il tuo vestito è perfetto."Non so cosa mi sia preso, ma quando ho visto il suo seno nudo, non ho capito più niente, spero non se ne sia accorta.... Anche dopo, in giro, il mio sguardo finiva sulla scollatura della sua maglietta. Era più forte di me.... Uscimmo dal centro commerciale, un po' di aria mi avrebbe sicuramente fatto bene. Tornammo a casa di Sara, senza per fortuna parlare della situazione nel camerino. Una volta in casa, ci concedemmo un attimo di relax prima della seratina pizza più film.. Mi infilai i pantaloni della tuta e una maglietta mentre aspettavo che sarà tornasse dal bagno. Tornò con un paio di pantaloncini ed una maglietta bianca, senza reggiseno. Io ebbi ancora quella sensazione di caldo. "Ma spiegami una cosa, ma non è che per caso, sono io che ti faccio venire caldo? Mi chiese Sara sorridendo.."Ma no, figurati, e per quale motivo?""Magari per questo? E mentre diceva queste parole, Sara si tolse letteralmente la maglietta restando a seno nudo, a mezzo metro da me...Io rimasi di pietra .. Volevo sprofondare. Ma ero come ipnotizzata dal suo seno. La sola cosa che usci dalle mie labbra fu un Mah...."Non te ne devi vergognare, anche a me è capitato qualche volta... Lasciati andare, avvicinati, toccami...""Sara, no aspetta, io....io... io non... A me piacciono gli uomini, non mi fraintendere, ma non c'è la farei con una donna..."Ma Sara era già attaccata a me, prese le mie mani e le portò sui suoi seni....Era una cosa nuova per me, stavo provando sensazioni mai provate prima e la cosa strana, è che mi piaceva. Sentivo tra le mani il calore del suo corpo, sentivo i suoi capezzoli sotto le dita..."Lasciati andare Roby, ne hai bisogno e ne ho bisogno anch'io, non c'è niente di male. Ci conosciamo da anni e sappiamo entrambe di cos'ha bisogno una e di cosa ha bisogno l'altra. In questo momento, abbiamo bisogno di una cosa sola, entrambe, insieme...." E mi stampò un bacio con la lingua che mi fece venire i brividi. Io a questo punto, non mi potevo più nascondere o tirare indietro, ero troppo eccitata. Sara mi tolse la maglietta e il reggiseno, iniziò ad accarezzarmi e poi si mise a succhiarmi i capezzoli, la sua lingua era come quella di un serpente, mentre con le mani infilate nella tuta mi stringeva le natiche. Io godevo tantissimo, era la prima volta con una donna ed ero in estasi. Spostò la sua mano destra tra le mie gambe, prima da sopra le mutandine, poi entrò nelle mutandine con la mano e con le dita iniziò a massaggiare il clitoride, dolcemente. Io ero una fontanella. La fermai, la presi per mano, la portai sul divano e le tolsi pantaloncini e mutandine. A mia volta, mi misi a succhiarle i capezzoli, mentre con la mano scendevo tra le sue gambe, scesi senza mai staccare la mia bocca dal suo corpo, fino ad arrivare all'ombelico, lo leccai fuori e dentro, guardai Sara, aveva gli occhi chiusi. Mi staccai e iniziai a baciare e a leccare l'interno delle sue cosce, mentre con la mano le massaggiavo le labbra. Salii con la lingua e iniziai a leccarla, Sara ebbe un gemito, io continuai baciando e leccando la sua vagina. Aveva un buon sapore. Succhiai dolcemente il suo clitoride, come se le stessi facendo un pompino e mentre lo facevo, la penetrai con due dita, delicatamente, fuori e dentro. Sara tramava e gemeva, io ero al settimo cielo. Mi mise le mani sulle spalle, io alzai la testa, si divincolò e venne a baciarmi in bocca, poi mi ordinò di sdraiarmi, che ora era il mio turno....Sentivo la sua lingua nella mia fessura bagnata, entrare e uscire, alternandosi alle dita, non so quante volte venni, ma ero quasi esausta. Ci dedicammo anche un 69 senza risparmiarci, ormai eravamo fuse una nel corpo dell'altra. Sara era fuori controllo e io la seguivo a ruota, mi fece alzare e mettere a pecorina sul divano, inizio a penetrarmi con le dita nella vagina, io godevo come una cagna, la pregavo di non smettere. Senza togliere la mano, iniziò a leccarmi il buchino, sentivo la sua lingua e la sua saliva passare sul mio buco del culetto, era strano, ma mi piaceva. Cambiò la mano che mi penetrava nella vagina e in un lampo, mi penetrò con un dito piano piano nel buchino dietro.... All'inizio sentii un po' di male e di fastidio, ma poi mi rilassai e mi piacque. Stavo ricevendo una doppia penetrazione con le sue dita.... Non avrei mai detto che Sara era così porca. Io ormai non capivo più niente, le restitui il favore con la mia lingua e le mie dita e godemmo ancora per un po'. Finimmo abbracciate, esauste ma felici sul divano. Ci baciammo ancora a lungo prima di andare a fare una doccia insieme. Prima di quel giorno l'idea di fare l'amore con una donna non mi aveva mai sfiorato. Ma mi è piaciuto tantissimo e pensai che con Sara, la cosa non doveva finire li... infatti, decisi anche di dormire da Lei quella notte......
1072
0
10 mesi fa
Cucciolodolce, 47
Ultima visita: 4 mesi fa -
Una brava e fedele donna di casa.
Mi chiamo Antonella, ho 36 anni, sono alta m. 170, occhi scuri, capelli neri lunghi, un bel fisico snello e ben curato, perché pratico molto sport, un bel seno alto e sodo di una terza misura piena ed un bel culetto che piace tanto a mio marito. Sono sposata da 15 anni con Filippo, un bell'uomo un po' più alto di me, anche lui moro, con gli occhi marroni e anche il suo fisico è ben curato, perché anch'egli, come me, ama molto fare sport. La nostra è stata sempre una bella unione, tranquilla e, a volte, monotona, anche se allietata dalla nascita di nostro figlio o il suo avanzamento in carriera: oggi direttore di banca, ma sempre con le solite amicizie con cui passiamo le serate o le vacanze estive, assolutamente tranquille. Siamo una coppia che non vive forti emozioni, ma il tranquillo scorrere della vita quotidiana. Non ho mai tradito mio marito, ero vergine quando mi son sposata e lui è stato il primo ed unico uomo che ho avuto. Ho sempre rispettato il principio di fedeltà, perché tra di noi c’è sempre stato un buon feeling, con sesso normale, privo di forti emozioni. Lui è un maschio tranquillo a letto e mi ha sempre accontentato e fatto godere, anche senza far cose strabilianti. Io lavoro come impiegata statale e, prima di conoscere mio marito, ho partecipato come volontaria nel soccorso durante un’alluvione in un piccolo borgo, dove salvammo una decina di persone giusto in tempo. Quest'anno i sopravvissuti di quella brutta avventura ed i loro discendenti hanno deciso di festeggiare in maniera solenne quella triste ricorrenza. Per l'occasione hanno invitato tutti i volontari, che parteciparono come me a quel soccorso, alquanto difficoltoso, ad una serata da trascorrere insieme nel paese. Ero un po' restia ad andarci, perché avrei dovuto fare circa un'ora e mezzo d'auto su strade di montagna, ma è stato proprio mio marito ad invogliarmi ad andare.
«Dovresti partecipare, perché sei tra quelle persone che hanno messo a repentaglio la loro vita pur di portare in salvo persone in serie difficoltà. È un riconoscimento che ti spetta di diritto e, quindi, sono veramente contento se partecipi a questa rievocazione, in cui, senz'altro, verrà riconosciuto il vostro fattivo contributo.»
Così mi son incamminata e mi son ritrovata a destinazione, dove sono stata accolta in maniera cordiale e più che amicale. Dopo un bel pomeriggio passato insieme alle persone soccorse ed a tante altre che son venute alla festa, abbiamo cenato nel più importante ristorante della zona. Annessa alla sala da pranzo, c'era anche una pista da ballo e, quando mi sono seduta a tavola, mi sono trovata di fianco Mario, un ragazzo di poco più grande di me che, durante quei giorni, non aveva mai smesso di corteggiarmi e, a parte un mezzo bacio, quasi rubato, non c’era stato niente di più. Seduti allo stesso tavolo, abbiamo iniziato a ripercorrere i momenti salienti di quella strana avventura. Per l’occasione ero vestita con un semplice vestito nero, lungo fino al ginocchio, per nulla provocante o che invogliasse a pensieri osceni. In buona sostanza si trattava di un outfit da brava donna di casa. Non avevo certo intenzione di andare con altri uomini; per me c’era stato solo mio marito fino a quella sera, quindi mi sentivo tranquilla. Mario, invece, che appare come un ragazzo poco affidabile e che faceva il volontario solo per rimorchiare, era diventato un personaggio di rilievo nel suo lavoro; adesso era un industriale di successo ed aveva un fascino tutto particolare quella sera. Il suo modo di fare, la ostentata sicurezza e faccia tosta, ha fatto sì che, d'un tratto, senza proferir parola, mi prende per mano e mi porta a ballare.
«Lo sapevo che saresti diventata questa splendida signora che sei! All'epoca avrei dovuto darmi una calmata e corteggiarti con intenzioni veramente serie. Sei proprio una bellissima donna! Adesso sei ancor più desiderabile!»
Mi sento lusingata e stordita da tutti quei complimenti e mi lascio andare. Mi abbraccia ed io non mi sottraggo, anzi, abbandono la mia condizione di moglie e madre e, quando arriva il primo lento, sono ancora in mezzo alla pista che ballo con lui, solo che, adesso, siamo molto più accostati e le sue mani cominciano ad accarezzare la mia schiena in un modo inequivocabile. Avvolti dalla melodia della musica, mi sento illanguidire le gambe. Sento le farfalle nello stomaco, quando le sue mani scendono sui miei glutei e la sua bocca sfiora la mia. Inspiegabilmente abbasso ogni mia difesa e mi lascio conquistare dal suo fascino, dal suo esser maschio, che sa corteggiare una donna e, soprattutto, mi estraneo dal resto del mondo. Per me, in quel momento, siamo solo noi due. Stretta tra le sue braccia, sento il suo membro che spinge contro il mio inguine con prepotenza. Il mio seno si schiaccia contro il suo petto duro e forte e lunghi brividi di piacere scorrono giù, lungo la schiena, e si concretizzano in umori che infradiciano le mie mutandine. Nel ballare mi sposta in un angolo del locale un po' più buio e, improvvisamente, la sua bocca si incolla alla mia: accetto quel bacio, come se lo avessi sempre desiderato.
Le nostre lingue ingaggiano una danza furiosa nelle nostre bocche, mentre le mani si fanno più ardite, alla ricerca dei nostri corpi, che esplorano senza alcun ritegno. Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano come due tizzoni ardenti, ci mettiamo seduti su di un divanetto e, come una ragazzina al suo primo turbamento, lascio che lui giochi con il mio corpo. La sua mano scivola sotto la mia gonna, mentre i suoi baci travolgono la mia effimera resistenza: mi sto bagnando in continuazione. Egli valica l'elastico delle mie mutandine e le sue dita forti vanno a carezzare i petali della mia patata fradicia. Mi accarezza il bottoncino, poi, con decisione, ne spinge due dentro e mi trova bagnatissima; io apro ancor di più le cosce, per dargli più libertà nel muoversi a suo piacimento. Mi masturba velocemente e, ben presto, il mio corpo viene scosso da un orgasmo che mi provoca un terribile fremito, mentre dalla mia bocca, incollata alla sua, emerge un gemito strozzato. Allungo la mano e vado alla ricerca del suo membro, che stringo da sopra la stoffa dei pantaloni e subito mi rendo conto di quanto sia voluminoso. Improvvisamente si stacca da me, si alza in piedi e, tenendomi per mano, mi porta oltre una pesante tenda, che nasconde un corridoio. Entriamo in quello che sembra essere un magazzino, lui chiude ermeticamente la porta dietro di noi. In quel momento non sono più una donna fedele, ma una fedifraga che intende far le corna al marito; solo che, in quel momento, non me ne rendo conto, perché sono come in trance per la situazione. Mi appoggia ad un tavolo e, tirato su il vestito, mi strappa con violenza lo slip; la sua furia erotica mi fa bagnare ancor più e reagisco a quel gesto allargando le cosce: in pratica non faccio altro che offrire tutta me stessa, senza riserve. Si inginocchia davanti a me, mi solleva le gambe e mi fa appoggiare i talloni sul tavolo; in quella posizione la mia vagina è perfettamente all'altezza della sua bocca e le cosce, oscenamente spalancate, devono offrirgli una visione altamente erotica, perché immediatamente la sua bocca inizia a brucare la mia intimità, strappandomi continui gemiti di piacere. La sua lingua si insinua in ogni piega della mia vulva, raccogliendo ogni singolo rivolo dei miei umori simili a miele. Stringe il bottoncino fra le labbra e mi strappa un primo orgasmo, che mugolo a denti stretti, perché, per non urlare, mi son coperta la bocca con una mano. Tremo e vibro come la corda di un violino, sotto le sapienti mani di questo artista, che mi sta letteralmente facendo impazzire di piacere. La sua bocca avida, continua a raccogliere il miele che sgorga da me e sembra non esserne mai sazio. Mi fa godere ancora, portandomi per l'ennesima volta ad un nuovo orgasmo, che provo nel preciso istante in cui sento di nuovo le sue dita penetrare nella mia Intimità e, quasi a voler andare a raccogliere ancora altro miele, che non è sgorgato fuori. Serro le cosce per bloccare la sua testa, mentre sono devastata da spasmi di piacere, che mi fanno sobbalzare come se una scarica elettrica stesse attraversando il mio corpo. Vibro e tremo, mentre lui, inesorabile, insiste a leccarmi, facendomi impazzire. Poi, all'improvviso, si stacca, si solleva e mi aspetto di sentire il suo membro dentro di me; invece lui mi fa scendere dal tavolo e immediatamente mi presenta alla bocca il suo splendido gioiello! Mentalmente lo confronto con quello di mio marito e trovo che, forse il suo è più lungo, ma questo di Mario è sicuramente molto più spesso. Lo avvicino alla bocca e ne aspiro l'aroma di maschio che emana; mentre le mie narici si riempiono del suo profumo, avverto ancora altri umori scorrere dalla mia farfallina. Lecco la punta e poi inizio a scendere lungo quell'asta, che mi sembra cresca ad ogni passaggio. Sollevo le mani e slaccio la cintura dei suoi pantaloni, li faccio cadere ai suoi piedi assieme ai boxer. Con una mano lo impugno, ma non riesco a cingerlo con le dita, tanto è doppio, mentre, con l'altra accarezzo le grosse palle. Lui mugola e geme nel sentire la mia lingua lavorare lungo l'asta e poi, quando son di nuovo con la bocca sulla punta, mi appoggia una mano sul capo e, con decisione, me lo spinge in bocca. È enorme! Spalanco più che posso la mandibola, ma solo una minima parte riesce a trovare posto tra le mie labbra. Si muove con calma scivolando avanti e indietro nella mia bocca, mentre io sento prepotente il desiderio di averlo dentro. Lo sfilo della bocca, sollevo lo sguardo e, nella fioca luce del posto, i nostri occhi si incontrano.
«Prendimi! Mettimelo dentro! Voglio sentirlo tutto, fin in fondo! Voglio sentire il tuo sperma scaldarmi il ventre! Scopami!»
Lui si abbassa, mi abbraccia e mi fa di nuovo sedere sul tavolo; solleva le mie gambe appoggiando i miei talloni al suo petto. Poi sento il calore del suo membro mentre si affaccia alle labbra della mia vagina, che si apre per accogliere e stringere quel membro grosso, gonfio, duro, che, in men che non si dica, mi scivola dentro, mi apre e mi riempie con il suo spessore. Mi faccio scopare come l’ultima delle troie e, come esse, godo a cosce aperte e senza ritegno. Mi sbatte e mi tratta da troia.
«Finalmente ti sfondo, troia! Ho sempre desiderato il tuo corpo! Questa sera, quando ti ho visto, ho deciso che ti avrei avuta, a qualunque costo! Sei una troia meravigliosa! Una donna come te l'avrei voluta al mio fianco per tutta la vita! Sei una zoccola stupenda! Una troia eccezionale! Devi diventare la mia troia!»
Godo. Mi lascio sbattere davvero come una troia! La sua troia! È questo che mi sento di essere in questo momento con lui! Lo incito a sfondarmi ancora di più e poi ha inondare il mio ventre con il suo piacere.
«Non ti fermare! Fammi godere ancora! Hai ragione sono una troia! Fammi godere e sarò per sempre la tua troia! Vienimi dentro! Marchia questa tua troia con il tuo seme!»
Mi sbatte, mette le sue mani sotto il mio sedere e comincia ad aumentare il ritmo, a scoparmi con un ritmo forsennato, che, ben presto mi porta a godere ancora e poi, ancora, senza soluzione di continuità. Sono stravolta dal piacere! La mia mente è del tutto annientata dal piacere che sto provando e perdo di vista il fatto che sono una donna sposata, madre e moglie fedele, fino ad ora. L’unica cosa che so è che mi piace esser qui con lui e mi piace sentirmi viva, desiderata, scopata e troia, come da molto non mi capitava. Solo in questo momento mi rendo conto di aver trascorso anni senza vivere, accontentandomi di ciò che passava il convento, senza mai desiderare qualcosa in più. Ora lo sento tutto dentro, mi tocca la cervice con la punta e mi trasmette scosse continue con quel suo incessante entrare ed uscire; raggiungo orgasmi in continuazione. Le sue mani forti continuano a tenermi per i fianchi e con le gambe in alto, completamente offerta e indifesa sotto i suoi fortissimi assalti che mi fanno impazzire e, dopo aver perso il conto di quante volte ho goduto in quell’angusto magazzino, lo sento finalmente ruggire e scaricare il suo piacere dentro di me.
«Vengo! Ti sto sborrando dentro! Ti inondo il ventre, troia! Troia mi senti? Lo senti come ti sto riempiendo di me?»
Abbasso le cosce e le avvolgo dietro la sua schiena per impedirgli di uscire, mentre sento il mio ventre riempito da ondate di calore che mi fanno ancora godere per l'ennesima volta. Ad ogni suo sussulto, sento schizzar dentro la sua crema e, mentre lo fa, la sua bocca è incollata alla mia in un bacio che toglie il fiato ad entrambi.
Sfinito, rimane sopra di me e poi, lentamente, dopo avermi abbracciato di nuovo, si solleva, si sfila e si mette seduto sul tavolo accanto a me, mentre io, mi giro e guardo quell’enorme membro che mi ha fatto impazzire e, senza nessuna esitazione, mi inginocchio tra le sue gambe e glielo prendo in bocca, come non avevo mai fatto con mio marito. È intriso dei miei umori e del suo seme e, mentre lo lecco e ripulisco, sento che dalla mia fica slabbrata sta colando il suo seme abbondante. Sollevo lo sguardo e vedo che mi sta osservando, allora, con una mano, scendo lungo le mie cosce, raccolgo un po' del suo seme e con esso imbratto di nuovo il suo membro, per poi continuare a leccarlo e pulirlo. Il gesto lo sconvolge!
«Che femmina meravigliosa! Che troia straordinaria! Ti voglio! Voglio che tu diventi la mia troia!»
Il gesto lo eccita, perché il suo membro ora è di nuovo duro e palpitante nella mia bocca e, mentre lo pompo convinta di bere ancora altro suo seme, lui si abbassa, mi solleva, mi bacia in bocca, e condivide con me il sapore delle mie labbra, poi, quando si stacca, mi guarda dritto negli occhi e, senza dire niente, mi invita a girarmi per offrirgli il mio culetto. Non ho bisogno di parole, mi piego e mi allungo sul tavolo, mentre lui, inginocchiato dietro di me, insinua la sua lingua tra le grinze della mia rosetta, mi lecca e lubrifica quel buchetto, raramente usato da mio marito. Con le dita raccoglie la crema che sgorga ancora copiosa dalla vagina e con essa mi lubrifica ancora di più. Si solleva, inzuppa il membro in quella fonte di umori che è diventata la mia fica, poi lo estrae ed appoggia la punta sul mio buchetto. Faccio un respiro profondo, mentre allungo le mani e dilato le chiappe per agevolare ancora più quella intrusione. Mario preme e, lentamente, comincia la penetrazione nel mio intestino. Anche in questo caso, sento che mi apre e mi riempie, nello stesso tempo. Si muove lentamente, senza fretta, lasciando che i miei muscoli anali si adattino alle sue dimensioni, alla sua intrusione e, ben presto, sente il suo corpo aderire alle chiappe, realizzando che me lo ha infilato tutto nel culo. Resta immobile, piantato dentro di me, e poi, lentamente, comincia a limare il mio foro che, lentamente, si adegua al via vai e, ben presto, mi regala altre sensazioni, ancor più belle delle precedenti.
«Muoviti, fammelo sentire tutto! Lo voglio sentire fin nello stomaco! Voglio che me lo dilati tutto!»
Mi tiene per i fianchi e non si fa pregare. Mi sbatte con più vigore rispetto a come mi aveva chiavato la fica. Si rivela un toro scatenato quello che mi sta devastando il culo e, nello stesso tempo, mi fa avere altri due orgasmi, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Anche per lui il gioco è estremamente eccitante al punto che, d'improvviso, gli sento aumentare il ritmo della chiavata per, alla fine, restare immobile, tutto piantato dentro di me, e riversarmi nell'intestino ciò che ancora è rimasto del suo seme, dopo la lunga scopata fatta fino a quel momento.
«Vengo sto sborrando! Troia ti sto sborrando nel culo!»
Sento un'ondata di calore riempirmi il corpo e questo mi fa ancora godere. Rimane qualche istante piantato dentro di me, poi si sfila e si appoggia al tavolo, perché, evidentemente, quel piacere deve aver spezzato le gambe anche a lui. Restiamo immobili, poi utilizzando dei tovaglioli, ci diamo una ripulita e, con fare discreto, ritorniamo nel salone.
Da quella sera tutto è cambiato. All'inizio mi son rifiutata di diventare la sua amante, ma, alla fine, ho sentito il bisogno di sentirmi viva, troia e puttana tra le sue braccia.
Non ne abusiamo, ma io con Mario son tornata ad esser una donna viva e vogliosa, anche se, per tutti, sono sempre una brava e fedele donna di casa.
74
1
10 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Sexy Befana Al Bolero -3- La Sala Coppie
Ciao, mi chiamo Marica. Sono la protagonista femminile della storia che stai leggendo. Per quest'ultima parte del racconto, Giorgio mi ha chiesto di fare da voce narrante.Come al solito, lui presterà le sue mani per scrivere, mentre io condividerò con lui i miei pensieri, le mie emozioni e le mie sensazioni di questa splendida serata.È stata una serata spontanea, molto più piacevole ed emozionante dei miei piani originali, che fortunatamente sono andati a monte. Un sabato unico, piacevole e libertino.Abbiamo iniziato con una piacevole passeggiata per le strade di Bologna, tra una leggera pioggerellina che non ci ha dato troppo fastidio. Abbiamo esplorato tutti i negozietti lungo via Indipendenza fino a raggiungere Piazza Maggiore. Giorgio doveva comprare una camicia al negozio Desigual, il che mi ha dato l'opportunità di trovare una bellissima giacca rosa con un grande cuore al centro. Purtroppo, le camicie erano finite, quindi siamo usciti dal negozio a mani vuote, tranne la mia giacca.Dopo due ore, la fame cominciava a farsi sentire. Sulla via del ritorno, ci siamo fermati in un pub nella zona universitaria, dove abbiamo soddisfatto il nostro appetito con deliziose e saporite fajitas, accompagnate da una birra scura.Subito dopo abbiamo recuperato la nostra auto e siamo andati in hotel, dove mi sono rinfrescata e preparata velocemente.Ero molto curiosa di vedere il locale, Giorgio me ne ha parlato spesso, ma non vivendo a Bologna non l’ho mai ne visitato e ne frequentato.Appena arrivati, abbiamo fatto un rapido giro. Il posto mi ha ricordato l’Harem di Milano, un club simile, ma molto più grande. Come ha già raccontato Giorgio: ci siamo recati prima alla spa e poi abbiamo fatto una visita veloce e stimolante nella sala Bdsm, sia per ingannare il tempo, sia per dare sfogo a qualche piccola voglia.Il tempo passò velocemente e arrivò inevitabilmente l'ora di cena. Un grande buffet con tanti piatti freddi e caldi era stato allestito nella zona ristorante. Presi delle verdure e della pasta, tutto accompagnato da un Sangiovese corposo e profumato. Feci due giri e per terminare, trascinai Giorgio nella sala fumatori.Fu gentilissimo e non mi stressò per il fumo e per questo lo ricompensai appoggiandogli la mia manina in mezzo alle gambe e gli stropicciai un pochino il suo duro amichetto.Dopo aver finito la sigaretta, tornammo nella sala principale, dove la musica era iniziata e la pista da ballo era gremita. Due splendide ragazze vestite da streghette sexy erano intrecciate intorno ai pali e ballavano in modo seducente e altamente erotico. Non perdevano occasione per toccarsi il seno e scambiarsi baci.Mi eccitai molto per la scena che si proponeva davanti ai miei occhi e iniziai a bagnarmi. Mi avvicinai alle ragazze con la speranza di giocare insieme a loro.La mia natura esibizionista mi spinse ad abbassare la parte superiore del vestito per scoprire i miei seni e offrirli alle incantevoli ballerine. Purtroppo, solo una di loro ne approfittò. Le sue mani accarezzarono tutto il corpo partendo dal collo, passando per i capezzoli rigidi e sensibili fino ad arrivare sui fianchi.La musica mi fece vibrare il corpo e l’anima, mentre il viso angelico e allo stesso tempo perverso della ragazza accendeva qualcosa di profondo e umido dentro di me. Con un gesto, feci cenno a Giorgio di avvicinarsi e gli chiesi di andare a visitare il privé al primo piano per vedere come fosse la situazione e poter dar sollievo alla mia calda e vogliosa passerina. Afferrai la mano di Giorgio e l’intrecciai alla mia, poi ci dirigemmo verso le scale.L’affollamento era alto e si era formata anche una fila per salire.«Andiamo direttamente nella sala delle coppie, non credo che qui troveremo una saletta libera».Effettivamente, dopo un veloce giro, tutte le stanze erano sold-out. L’unica speranza era la sala coppie. Varcato il cancello d’ingresso, notammo che il sovraffollamento era presente anche lì. Tuttavia, non ci scoraggiammo e ci inoltrammo all’interno.I gemiti e le urla di piacere ci circondavano. L’odore di sesso impregnava l’aria e quando arrivammo nella sala più spaziosa facemmo un po’ ti fatica a trovare un posticino per noi.I grandi letti erano presi, solo il divano laterale ci offrì dello spazio. Attorno a noi tantissime coppie nude erano concentrate sul proprio piacere.Io mi sfilai il vestito e rimasi solo con le scarpe ai piedi. Una volta nuda, armeggiai con la cintura e i pantaloni di Giorgio, riuscendo a sfilarglieli insieme ai boxer. Il pene del mio compagno risultò timido, ma appena mi abbassai e la mia bocca si prese cura di lui, divenne arzillo e pronto a nuove avventure. Lo sentii pulsare e crescere. Il suo sapore lievemente salato stuzzicò la mia lingua.Mentre la mia testa andava su e giù, guidata dalla mano che vi era appoggiata sopra, notai una coppia che si era seduta accanto a noi. L'uomo, sulla cinquantina, vestito con jeans scuri e camicia bianca, mise la sua mano sulla mia gamba. La donna, anch'essa sulla cinquantina, portava occhiali da segretaria troia, rosa con le punte estreme all’ insù, aveva uno sguardo da Bambi e i capelli raccolti in uno chignon.Si inginocchiò e iniziò ad assistermi. Le nostre lingue si sono intrecciate e io ho sentito subito un sentore di frutti di bosco, probabilmente dovuto a una caramella che aveva mangiato poco prima.Le morsi leggermente il labbro inferiore e la punta della sua lingua scivolò prima sotto il mio labbro superiore, e poi lungo i miei denti prima di tornare a esplorare il resto della mia bocca.Cercai di allontanarmi da lei e di concentrare la nostra attenzione sul glande pulsante e in attesa, che si trovava a pochi centimetri dalle nostre bocche.«Tesoro io sono Marica, tu come ti chiami?»«Sono Eleonora, mentre mio marito si chiama Franco.»«Eleonora, dai aiutami a succhiare questo cazzo, facciamo sentire a Giorgio quanto siamo brave.»Mentre guidavo Eleonora, la mano di Franco salì fino ad arrivare sulla Figa. Pochi istanti dopo sentii un dito entrare dentro di me.Ero bagnatissima e questo agevolò il polpastrello che si divertì a un massaggio interno, come se stesse cercando la X del tesoro. Tuttavia, il tesoro lo trovò il pollice appena si scontrò con il mio grande e infuocato clitoride. Appena Franco si rese conto della grandezza del mio fiore peccaminoso, decise che la sua bocca era il luogo migliore per accoglierlo. Sentii le labbra lisce e calde avvilupparmi e iniziare a succhiarmi. La lingua, leggermente ruvida, passò più volte attorno al mio piccolo pene femminile, facendomi sussultare più volte. Ad ogni risucchio io mi bagnavo sempre di più.La mia bocca, impegnata ad assaggiare lentamente il funghetto rosa di Giorgio, spesso si scontrava con la lingua di Eleonora. Le nostre lingue indugiavano sul frenulo, accarezzandolo e picchiettandolo.Allontanai il viso di Eleonora. La fissai intensamente negli occhi, sputai sulla cappella davanti a noi e poi, la spinsi fino a farle ingoiare tutto il pene fino alla base e la mantenni ferma in quella posizione.Dopo alcuni secondi, risalì l’asta creando un effetto sottovuoto spettacolare, le sue guance erano incavate ed evidenziarono la forma del glande che le accarezzava dall’interno. Andava su e giù con grazia, litri e litri di saliva colavano ai lati della bocca. Ad un certo punto, Eleonora si fermò.Lasciò libero il cono gelato che puntò verso la mia bocca che lo catturò immediatamente per emulare ciò che pochi istanti prima stavo ammirando. Eleonora mi lasciò sola per dedicarsi ai miei capezzoli. Li morse e li succhiò abbandonando la delicatezza che prima aveva avuto con il pompino.Percepii una profonda e intensa voglia scaricarsi dalla sua bocca. Anche le sue mani presero a stringermi e a palparmi con intensità. Fortunatamente i morsi erano leggeri, come le piccole scariche elettriche che invadevano il mio corpo.Franco uscì da me, con le mani allargò le mie gambe e il vuoto lasciato dalla sua mano e dalla sua bocca venne colmato da Eleonora. La sensazione fu completamente diversa. Molto più rude ed energica. Le dita che aiutarono la sua instancabile lingua erano perfide e senza pietà. Il marito era lento e gentile, lei era veloce e affondava con vorace consapevolezza. Il tutto divenne ancora più travolgente quando le dita divennero tre, riempiendomi completamente.Il ritmo divenne incalzante. Mi sentivo profanata ed eccitata fino ad esplodere.L’orgasmo arrivò violento, la bocca piena mi impedì di palesare il mio piacere, ma comunque sarebbe stato uno tra i tanti che in quel momento erano miei compagni di viaggio. Il mio miele invase completamente la bocca e la faccia di Eleonora. Il mio piacere fu di stimolo a quello di Giorgio che si riversò nella mia bocca. Il pulsare del suo membro sembrava sincronizzato agli spasmi della mia pancia, i suoi schizzi mi arrivarono direttamente in gola.Credevo che Franco avrebbe approfittato della situazione, tuttavia, sia lui che Eleonora si alzarono. Li vidi andare al bagno, forse per ripulirsi, ma non tornarono più.Mi tirai su e andai anche io al bagno per sistemarmi un po’ e per ripulirmi. Quando tornai da Giorgio, la sala si era riempita ulteriormente, ma si era liberato un posto sul letto grande e ne approfittammo per prenderlo subito e stare più comodi. Ovunque i miei occhi si giravano, vedevano gente che scopava, che elargiva pompini e tutto quello che poteva dare piacere.Donne e uomini si guardavano, si toccavano e chiedevano il permesso di unirsi agli amplessi. Alcuni curiosi erano semplicemente degli spettatori passivi, altri erano dei protagonisti. Faceva caldo e l’odore di sesso si era intensificato, stavo per chiedere a Giorgio di uscire, quando un uomo, anzi un cazzo mostruoso mi chiese se mi potesse essere di aiuto. Si presentò come Gerardo.Fisicamente, un uomo medio, non particolarmente attraente. Con barba e capelli color sale e pepe e un fisico piuttosto magro. Tuttavia, ciò che lo rendeva perfetto per l'occasione era un pene grande come una lattina di birra da mezzo litro. Sia la lunghezza che la circonferenza mi hanno spaventato, ma hanno anche stuzzicato la mia curiosità di provare.«Ciao Gerardo, sono Marica e questo è il mio ragazzo Giorgio. Devo dire che ammiro i tuoi impressionanti attributi. Inoltre devo anche ammettere che sono allo stesso tempo curiosa e apprensiva. Se mi assicuri che sarai delicato e gentile, forse potremo fare qualche attività divertente e stimolante insieme. Giorgio, cosa ne pensi?»«Per me nessun problema, però deve promettere che lo tiene lontano anche da me! Ti va di prenderlo da davanti? Così io posso godermi le tue espressioni e non solo.»Notai un sorriso malizioso sul volto di Giorgio. Mi spostai verso il bordo del letto e allargai le gambe, cercando di aprire la mia vagina il più possibile. Usai le dita per tenere aperte le labbra esterne. Gerardo mi mise un preservativo. La cosa preoccupante è che il preservativo, sebbene grande, arrivasse solo a metà della sua lunghezza.Iniziò a premere e a strofinare contro di me. Me lo fece sentire per tutta la sua lunghezza. L'attrito con le mie labbra stimolò la lubrificazione e iniziai a bagnarmi. La sua asta, muovendosi, si scontrava anche con il mio clitoride, che mostrava la sua approvazione inviandomi segnali piacevoli.Arrivò il momento della penetrazione.La cappella puntò direttamente al centro, agevolata dalle mie dita che mi tenevano aperta e pronta per l’invasione. Spinse piano, la punta riuscì ad entrare completamente. Provai immediatamente una pressione interna sulle pareti che mi ricordò la nascita di mia figlia. Rimase qualche secondo immobile per abituare e poi continuò ad entrare. Centimetro dopo centimetro la trivella avanzò fino a giungere al collo dell’utero spingendolo.Non provai dolore, ma una sensazione di totale pienezza. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi durante la penetrazione e vidi che, anche se era arrivato a destinazione, il suo enorme pene era entrato solo per metà.Gli poggiai una mano sugli addominali come segnale di stop per non spingere ulteriormente. Prese le misure, Gerardo iniziò a scoparmi lentamente. Io sentivo chiaramente la cappella andare su e giù, inizialmente con un po’ di fastidio, ma poi, grazie ai miei umori, divenne solo piacevole e stimolante. Intanto i miei capezzoli vennero presi di mira dalle labbra di Giorgio, che sdraiato accanto a me, li leccava e li succhiava. Le due parti del mio corpo più sensibili mi stavano facendo impazzire. I miei rochi “sii” si unirono alla sinfonia della stanza.Giorgio, che mi conosce bene, è consapevole del mio intenso amore per il gioco di baci e leccate, sia sui capezzoli che sulle areole, che provocano in me lunghi e profondi brividi in tutto il corpo. Per questo si è impegnato tutto il tempo a lentamente. Ogni tanto, si è distratto e i baci sono arrivati sul collo così come dei piccoli morsi e il tutto ha intensificato le mie sensazioni. Per distrarlo ho allungato una mano fino ai suoi testicoli. Ho giocato con loro e con il pene che stava dormendo, ma io sono brava in queste cose e sono riuscita a svegliarlo: in un baleno è tornato duro e pronto alle mie attenzioni.«Giorgio te lo voglio succhiare, ti prego mettimelo in bocca, ti voglio far godere come prima. Resisterò ancora per poco, Gerardo mi sta per far venire.»Mi piace quando i miei desideri vengono percepiti come comandi e, poco dopo la mia richiesta, la mia bocca era di nuovo piena e pronta a elargire piacere. Sapendo che era già venuto da poco, per avere la certezza di un nuovo orgasmo, insinuai un mio ditino nell’ano fino ad arrivare alla prostata. L’arma segreta funzionò egregiamente. Dopo neanche cinque minuti, la mia bocca tornò ad assaporare l’essenza di Giorgio.La troia che è in me riuscì subito a raggiungere un nuovo orgasmo, questa volta più forte di prima. Gerardo continuava a spingere, aumentando sempre di più il ritmo.«Te lo posso mettere in culo?»Ebbi un attimo di terrore. Rifiutai la richiesta perché il calibro del membro di Gerardo era troppo grosso per il mio forellino anale, anche se ogni tanto anche lui si diletta a godere, ma con cazzi più piccoli.«Se non riesci a venire te lo prendo in bocca!»«No, adesso vengo, aumento un po' il ritmo, fermami se senti dolore.»Lo volevo far giungere al traguardo, quindi strinsi i denti e lo lascia fare. Nel mentre Giorgio tornò a sdraiarsi accanto a me per donarmi una serie infinita di bacini sul viso e sul collo.Fortunatamente Gerardo venne poco dopo e neanche tanto silenziosamente. Il suo urlo orgasmico turbò delle fanciulle che si girarono a fissarlo. La mia patatina era distrutta, la sentivo dolorante ma felice.«Gio, ci rivestiamo e scendiamo a bere qualcosa?»«Certo, anche io ho bisogno di uscire e prendere aria. Per caso sai dove sono finiti i miei Boxer?»Cercammo ovunque, ma non li trovammo più. Quindi indossò i pantaloni e sorridendo mi fece: «Ora siamo in due a non portare le mutande, troveremo il modo di approfittare dell’opportunità!»Ormai erano le due del mattino e nella zona bar/sala da ballo erano rimaste poche persone, tutte le altre si divertivano al primo piano. Io presi l’ultimo gin-tonic, mentre Giorgio che doveva guidare si accontentò di un succo di frutta all’ ananas.«Gio, pensavo, ma se mi facessi un’ultima sigaretta e poi torniamo in albergo? Visto che domani mattina alle undici ho il treno per Milano.»«Per me va bene, ma se vuoi rimanere, ricordati che il biglietto può essere spostato.»«No, preferisco andare via, così mi posso fare una doccia con calma e dormire il più possibile.»Andammo nella sala fumatori dove trovammo una ragazza con due bei cazzoni in bocca che si divertiva, mentre i compagni fumavano beati una sigaretta.Io mi sedetti accanto al trio e accesi la sigaretta. Lo spettacolo era intrigante e mi fece apprezzare ancora di più le boccate di fumo. L’angelo tentatore di Giorgio mi chiese se per caso non volessi aiutare la biondina con le grandi tette che sollazzava i ragazzotti infoiati e goduriosi. La tentazione era forte, ma sapevo che le cose probabilmente sarebbero andate oltre il semplice pompino. Quindi declinai l’offerta.«Bastardello, lo so che ti piace la biondina e speri di fartela. Però sono stanca, magari quando arriveremo in albergo, farò in modo di non farti rimpiangere il fatto di non aver approfittato della situazione.»Per convincerlo ulteriormente gli misi una mano dentro i pantaloni e scoprii che la mancanza dei boxer mi rendeva il palpeggio più facile, ma soprattutto lo trovai durissimo, anche se era già venuto due volte. Feci scendere la mano fino ai testicoli, perché mi piace molto la sensazione di morbidezza e come una pallina antistress ci giocai fino al termine della sigaretta. Poi ci alzammo, prendemmo le nostre cose dallo spogliatoio e saliti in macchina prendemmo la via dell’hotel.Non appena entrammo nella stanza, mi tolsi rapidamente i vestiti e mi diressi verso il bagno. La doccia fu veloce, calda e tonificante. Mi asciugai e uscii.Trovai Giorgio sdraiato nudo sul letto, intento a darsi piacere. Ricordando la promessa fatta al club, mi avvicinai a lui. Non potevo limitarmi a fargli un pompino, perché sarebbe stata la terza volta; gli dovevo qualcosa di più.Presi un preservativo e glielo misi. Poi salii sul letto e mi abbassai lentamente su di lui, con le gambe ben aperte. Uno smorzacandela perfetto.Lui mise le mani sui miei fianchi e io iniziai a muovermi. Mi chinai per baciarlo e le sue mani si spostarono dai miei fianchi alla mia schiena, abbracciandomi strettamente.Mi piace molto la posizione, sia perché così ho io il controllo, sia perché mi permette di muovere i fianchi in ogni direzione, non solo nel tipico su e giù della penetrazione, ma anche movimenti circolari. Mi piace strusciare le mie parti intime su quelle del mio partner facendo in modo di stimolare il mio clitoride e sentire la resistenza del suo pene contro le mie pareti interne ad ogni giro. I movimenti circolari sono i migliori per me; amplificano notevolmente il mio piacere e ho scoperto che anche Giorgio li apprezza.Mi alzai in posizione seduta e questa volta le mani del mio compagno si posarono su entrambi i seni per palparli e accarezzarli.Aumentai il ritmo della cavalcata, lo spinsi ripetutamente dentro di me, sfregando vigorosamente il glande ogni volta che rientrava.L'attrito raggiunse il suo scopo e un altro orgasmo mi stravolse i sensi e il corpo.Purtroppo, Giorgio era ancora lontano, quindi decisi di passare al piano B, ovvero il piano Bocchino che prevedeva la sempre valida ed efficace stimolazione orale. Tuttavia, non gli feci un vero e proprio pompino, ma la mia bocca si concentrò sui suoi testicoli, succhiandoli e giocandoci mentre la mia mano destra lo masturbava e la mano sinistra gli massaggiava l'ano , visitandolo anche dentro. Ad un certo punto, sentii che la mano di Giorgio chiedere di sostituire la mia. Prese in mano il suo membro e la masturbazione si fece più intensa; nemmeno due minuti dopo il suo sperma uscì, sporcandomi i capelli e il viso.«Scusami, non volevo impiastricciarti, mi merito un bel pezzo di carbone!»«Stupido! Altro che carbone, dai vado a lavarmi di nuovo i capelli e poi ti lascio la doccia.»Certo, usare l'asciugacapelli alle quattro del mattino mi aveva fatto guadagnare un sacco di insulti, ma non potevo fare altro. Me ne andai e lasciai il bagno a Giorgio. Non appena mi sdraiai sul letto, i miei occhi si chiusero e mi addormentai immediatamente. Mi destai per cinque secondi solo quando sentii Giorgio sdraiarsi accanto a me e mi abbracciarmi.A quel punto caddi in letargo e solo dei leggeri morsi sui capezzoli e un infinità di bacini riuscirono a svegliarmi la mattina seguente alle dieci pronta per tornare a casa.*******Grazie per aver letto la mia storia fino alla fine. Spero che ti sia piaciuta e ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e di ispirazione. Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.A volte aiuto anche gli altri utenti a mettere per iscritto le loro avventure/esperienze. Contattami per maggiori dettagli. Che si tratti di rivedere e migliorare la tua storia da pubblicare sul tuo profilo o di crearne una nuova sulla base delle tue indicazioni da pubblicare sul mio profilo, sarò sempre disponibile e ci metteremo d'accordo.
681
0
11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 3 settimane fa -
Sexy Befana Al Bolero -2- Il Dungeon
L'acqua della piscina non era molto calda, ma era comunque piacevole. L'eccessivo affollamento, tuttavia, era un po' sgradevole, anche se aumentava le possibilità di incontrare persone che la pensavano allo stesso modo e con desideri simili.Riuscimmo a trovare un posto centrale, quello con le bollicine vivaci e invadenti. Accanto a noi c'erano molte altre coppie di età diverse, impegnate in una conversazione o in altre attività più creative e piacevoli.I capezzoli di Marica fuoriuscivano dall’ acqua e imploravano attenzione.Lei seduta con le spalle sui getti, io davanti a lei, tra le sue gambe divaricate. Riuscii a resistere alla tentazione, tuttavia desideravo il suo corpo.Volevo sentire ogni centimetro della sua pelle tra le mie dita, perciò iniziai un massaggio sensuale. Mi allontanai leggermente da lei per riuscire a prendere con facilità i suoi piedi.I miei pollici sulle piante e tutte le altre dita sul dorso. Feci muovere i pollici dall’ alto verso il basso e viceversa imprimendo una pressione moderata.Gli occhi chiusi di Marica esternavano godimento e rilassamento. Mi soffermai un paio di minuti sui piedi. Poi le mie mani salirono lentamente fino ad appropriarsi dei polpacci. I palmi delle mie mani coprivano quasi completamente la zona e il movimento palpeggiatorio sempre più intenso, lentamente scioglieva il muscolo.Salii sempre lentamente e con le dita pressate sulla carne seguivo le linee linfatiche.Gli occhi sempre chiusi e il volto in estasi, mi resero più intraprendente. Lentamente mi inginocchiai e feci arrivare le mani sotto alle natiche. Le avvolsi e le strinsi, contemporaneamente la mia lingua, vicina al suo volto, si avventurò sulle labbra rosse. Gli occhi si aprirono un secondo, mi fissarono, si richiusero e la sua lingua si unì alla mia. Fu un bacio lento, non eccessivamente erotico se non per la situazione e il luogo.Le mie mani si spostarono dal sedere al seno, cercando i capezzoli. Li trovarono pronti e marmorei mentre si guastavano il caldo dell’acqua. Tuttavia, preferirono il mio tocco.Interruppi il bacio per riprendere il massaggio, questa volta concentrato sul corposo e sodo seno.«Andiamo a vedere là dietro? Vedo il soffitto che sembra un celo, magari c’è un po' più di intimità».Marica mi indicò la pseudo grotta alle nostre spalle. Ci alzammo per andare a studiare il nuovo luogo, purtroppo anche quello era molto affollato e l’unico posto disponibile era quello vicino all’ entrata, praticamente neanche ad un metro rispetto a dove eravamo posizionati prima.Alla nostra destra, una donna era seduta sopra un uomo e dai loro movimenti era chiaro che era in atto una penetrazione. Per evitare di suscitare l'invidia di Marica, infilai delicatamente due dita nella sua amichetta, desiderosa e sempre pronta. Lei ricambiò con affettuose carezze al mio gongolante amichetto.Dopo qualche minuto, la coppia alla nostra destra si separò. Lui si alzò in piedi, rivelando un pene completamente eretto che puntava verso l'alto. Le dimensioni erano sufficienti per definirlo un membro ben dotato. Si avvicinò a noi per uscire dal corridoio stellato e dirigersi verso l'esterno.Sia io che Marica eravamo seduti, quindi il pene viaggiante era all'altezza dei nostri volti quando ci passò accanto. Immediatamente Marica esclamò:«Oh, bene! Vedo un bel giocattolo pronto all'uso qui. Posso?»Vidi la mano di Marica afferrare il membro eretto davanti ai suoi occhi e portarlo alla bocca. Purtroppo, dopo solo due pompate, un frequentatore della piscina la rimproverò, affermando che non poteva praticare sesso orale in acqua.Per tutta risposta, la mia compagna spiegò che lo stava solo assaggiando per verificarne la consistenza. Tuttavia, il proprietario del palo assaggiato decise di prendere le distanze, forse per calmare la situazione ed è uscì dall’acqua.Marica non ebbe molto tempo per piangere la perdita di un succulento pompino, perché subito dopo il rimprovero, un membro dello staff venne ad avvisarci che dovevamo uscire dalla Spa e cambiarci, in quanto la festa sarebbe iniziata poco dopo, intorno alle 21:30 con una cena a buffet.Ci mettemmo in fila per una doccia veloce e poi ci dirigemmo verso lo spogliatoio. Purtroppo, non riuscimmo nel nostro intento. C'era troppa gente a cambiarsi e a prepararsi per la serata.Non volendo stressarmi feci una proposta semplice, ma efficace:«Che ne dici se andiamo a bere qualcosa? Così facciamo passare un poco di tempo e poi torniamo?».Marica mi guardò con i suoi occhioni profondi e titubanti: «Mi sembra un ottimo piano. Possiamo andare in giro con i nostri asciugamani?».«Sì, non preoccuparti! Non avremo problemi fino alla cena. Comunque, torniamo nel salone, almeno possiamo respirare meglio e posso farti fare un piccolo tour del club».Risalimmo le scale e ci dirigemmo verso il bar. Come al solito, Marica ordinò un prosecco, mentre io presi un cocktail a base di Amaretto di Saronno e arancia. Ci sedemmo e ci godemmo i nostri drink, insieme alle altre persone che stavano aspettando che si liberassero gli spogliatoi.Come promesso, una volta terminati i nostri drink, portai Marica a fare un rapido giro del locale. Subito volle visitare la sala fumatori per soddisfare le sue tendenze tossiche. Poi le mostrai la piccola sala cinema, dove stavano proiettando il solito filmetto hard, con tanto sesso, ma con poca eccitazione. Infine, la portai a esplorare la sala BDSM Dungeon.Le luci rosse soffuse e l'arredamento proiettarono nella nostra fantasia una prigione sotterranea dedicata ad ogni tipo di perversione e causarono un immediato senso di eccitamento nella la mia partner.Procedemmo con cautela ed esaminammo attentamente ogni elemento della stanza. Marica mi bombardava con innumerevoli domande e io facevo del mio meglio per rispondere sulla base delle mie limitate conoscenze.Grazie alle avventure passate con la mia ex, Ely, avevo una base di pratiche bondage e BDSM. Tuttavia, oltre a spiegare, non potevo fare molto altro.Ho imparato che in certi campi, soprattutto quelli legati al piacere, l'improvvisazione non è lo strumento migliore e che in contesti estremi bisogna essere molto preparati per rendere l'esperienza piacevole oltre ogni limite. Quindi, al massimo, potrei essere l'assistente e il servitore a tutto tondo, ma mai il padrone.A parte i mobili, la stanza era vuota, nessun essere umano era intento a distrarsi e a giocare con la strumentazione disponibile. Di conseguenza decidemmo di tornare indietro. Mentre percorremmo la strada dell’uscita, Marica si fermò davanti all'altalena dell'amore. Non sono certo che il nome corretto fosse proprio quello, ma, in un paio di occasioni in una villa di amici sentii chiamarla così.L’altalena, in pratica, era una specie di sella appesa al soffitto tramite catene, con maniglie e cinghie. L’utilizzo non è complicato. Permette di fare una serie di giochini con il partner sospeso.Marica fece scivolare a terra l'asciugamano dai fianchi, poi con grazia si sistemò sulla sella. Posizionò le gambe ai lati delle catene dentro le cinghie, allargandole a tal punto da aprire anche le sue belle labbra intime.La sua mano destra, lentamente, si appoggiò sul monte di venere e scivolò verso il clitoride che venne catturato dall’ indice e medio, trovando la posizione ideale per essere strizzato e stimolato.Mi inginocchiai, le allontanai la mano e la sostituii con le mie labbra che iniziarono a succhiare e a far crescere quel piccolo organo genitale.Divenne duro e reattivo.Lo stimolai anche con i denti, con delicatezza, solo il risucchio era rude e rumoroso.La posizione era magnifica, completamente aperta e disponibile per ogni mia perversione. Ero comodissimo e il movimento ondulatorio aiutava notevolmente ogni mia iniziativa.La sentii bagnarsi sempre di più. Un sapore inebriante avviluppò la mia lingua. I gemiti erano sempre più intensi. Inserii un dito all’ interno e lo roteai sugli umidi pareti. Ne inserii un secondo e mi ritrovai la mano completamente bagnata e viscida. Giocai dentro e fuori per un paio di minuti, poi, le dita, come impossessate da un diavoletto tentatore, cambiarono destinazione. Si posarono sul buchetto, anch’esso aperto, proprio sotto alla vulva. Entrarono senza tanta difficoltà, grazie anche all’immensa lubrificazione. Le dita vennero accolte fino in fondo e una contrazione anale le salutò e le ringraziò per la visita.«Prendi il preservativo e mettimelo tutto in culo, cazzo, sto godendo come una maiala! Mi piace un casino questa posizione, sento tutto e sto pure comoda!»La voce rauca e seducente con cui le sfuggirono le parole mi eccitò ulteriormente. Mi alzai in piedi. Presi un preservativo dalla tasca dell'accappatoio, ma a causa delle mie mani appiccicose non riuscii ad aprire facilmente la confezione; quindi, dovetti usare i denti e così ebbi l'opportunità di assaggiare ancora una volta la perversione. C'erano così tante secrezioni che non ebbi bisogno di lubrificare ulteriormente il mio pene.Appoggiai la punta del glande sulla rosellina semiaperta e in attesa di essere violata per la prima volta nella serata. L’altalena fu lo strumento perfetto che con le sue oscillazioni naturali favorì la penetrazione. Prima un centimetro, poi due e ad un certo punto tutta la cappella fu catturata dall’ anello anale che la imprigionò.Le pareti intorno al glande si plasmarono tutt’intorno e la sensazione di lieve costrizione mi fece spingere.Spinsi fino in fondo. La cosa meravigliosa è che la mia pancia non fu di impiccio, perché la posizione creata grazie all’ altalena mi permetteva di essere dentro completamente, senza ostacoli.Iniziai a spingere con un ritmo così impeccabile che nemmeno un metronomo avrebbe potuto rendere più perfetto. Le mie mani erano libere di muoversi e desiderose di provare le sensazioni che il corpo di Marica mi regalava con fervore ed entusiasmo.Spinsi e torturi i grandi e turgidi capezzoli, lunghi e sensibili alle mie attenzioni.Spinsi e il pollice della mano destra si divertì a circumnavigare il clitoride ormai elettrico e pronto ad esplodere.Spinsi e le mie dita vennero catturate dalla bocca calda e ansimante.Spinsi e un terremoto spasmodico fece eruttare una calda fonte che mi bagnò completamente.Spinsi ancora, con maggiore forza e velocità. Entrai e uscii con rude malvagità. La necessità di raggiungere il miogodimento si trasformò in un urlo di liberazione quando il mio sperma invase il preservativo.Ebbi timore che si fosse rotto, ma fortunatamente rimase integro. Il mio pene, ospite ancora per qualche secondo, perse la sensazione di contenimento e avvolgimento che purtroppo l’allargamento del culetto causò, ormai diventato il traforo del San Bernardo.Rimanendo dentro, riuscii a chinarmi e a stampare un veloce bacio sulla bocca di Marica e per non mancare nulla, le morsi lievemente entrambi i capezzoli.I nostri corpi, bagnati sia dal sudore che dai nostri umori necessitavano di una ripulita, fortunatamente dentro il Dungeon c’era un bagno con la doccia che ci aiutò notevolmente a tornare decenti.Quando uscimmo dalla doccia, trovammo il nostro amico dal pene svettante. Di nuovo concentrato sulla sua compagna. Lo trovammo scoparla, prigioniera della gogna.Marica mi chiese se mi sarebbe piaciuto avvicinarmi e farle assaggiare il mio pene, vista la posizione favorevole. Dovetti però rifiutare per non fare brutta figura, visto che per il momento ero una pistola a salve, scarica e molliccia.Uscimmo dalla sala e fortunatamente trovammo lo spogliatoio abbastanza libero per darci una sistemata e un nuovo contegno per il proseguo della serata.
538
0
11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 3 settimane fa -
Sexy Befana Al Bolero -1- La Sauna
Venerdì mattina ero sdraiato nella mia camera da letto, immerso in un romanzo Sexy-Fantasy mentre la voce sensuale di Mina suonava dolcemente in sottofondo. Il vinile che girava sul mio giradischi Technics 1200 è un disco classico che fa parte della mia collezione da oltre 20 anni. La musica riempiva la stanza con una sensazione di calore e nostalgia, mentre mi perdevo nelle pagine del libro.Il potere della musica è davvero notevole. Può commuoverci fino alle lacrime, farci ballare come se nessuno ci guardasse e persino risvegliare i nostri dispositivi elettronici da uno stato di quiescenza. Sì, hai letto bene. Mentre sono sul letto a leggere, perso nei miei mondi fantastici e sensuali, il mio telefono giaceva immobile e senza vita accanto a me. Ma poi, come un oracolo ancestrale, è arrivata “Se Telefonando”, una canzone così potente e accattivante che sembrava dare nuova vita al mio dispositivo.“Lo stupore della nottespalancata sul marci sorprese che eravamo sconosciutiio e te.Poi nel buio le tue manid'improvviso sulle mie,è cresciuto troppo in frettaquesto nostro amor.Se telefonandoio potessi dirti addio ti chiamerei.”All'improvviso, il mio telefono ha iniziato a vibrare con un'energia quasi palpabile, come se fosse vivo e pulsasse al ritmo della musica. Era come se la canzone avesse lanciato un incantesimo sul mio telefono, obbligandolo a prendere vita e a partecipare alla danza.I miei occhi abbandonarono le righe del libro e si posarono sul display luminoso del mio telefono. Con immensa gioia lessi il nome "Marica" e la mia testolina bacata iniziò a correre tra aspettative e possibilità.«Tesoro come stai?»«Bene, grazie e te? Sei sparita, è dal 30 dicembre che non dai segni di vita. Hai visto il video che ti ho inviato per Capodanno?»«Sì, l'ho visto. Mi scuso per non averti risposto prima, ma ultimamente sono stata sommersa da eventi e spettacoli. Come se non bastasse, il mio telefono è caduto e lo schermo si è rotto. Solo oggi, ora che i negozi hanno riaperto, ho potuto acquistarne uno nuovo. È stata un'esperienza piuttosto frustrante dover rimanere senza telefono per alcuni giorni. Tuttavia, sono riuscita a sopravvivere e, come puoi vedere, la prima cosa che ho fatto è stata chiamarti.»«Capito! Spero almeno che tu abbia avuto tempo per divertiti. Che mi racconti?»«Ho appena acquistato i biglietti del treno per Bologna perché il 6 e il 7 verrò dalle tue parti per girare un film con un produttore che mi ha presentato Sissi l’altra sera al Classe Mista».«Allora fammi sapere se avrai 5 minuti, magari ti raggiungo per un caffè. Poi se dovesse servire un aiuto per le riprese, io sarei sempre disponibile…se dovesse servire un aiuto».Sono passati diversi mesi dall'ultima volta che io e Marica abbiamo trascorso del tempo insieme. Purtroppo, a causa di impegni di lavoro, non ho potuto fare un viaggio a Milano per andare a trovarla. Tuttavia, so che anche lei è stata incredibilmente impegnata con il suo lavoro e i suoi impegni personali.Nonostante la distanza e gli impegni frenetici, ho cercato di rimanere in contatto con Marica il più possibile. Ci scriviamo spesso e occasionalmente ci videochiamiamo, ma non è come vederci di persona. Ovviamente la verità tra le righe è che mi manca il suo corpo e i momenti di pura perversione passati insieme.Quest'anno ho fatto il bravo e ho messo impegno e dedizione in ogni cosa. Con la Befana alle porte, mi auguro che il mio impegno venga premiato con un regalo speciale e sorprendente. Chissà, forse la Befana avrà notato la mia buona condotta e mi riserverà qualcosa di davvero unico e orgasmico!La telefonata mi ha distolto dalla lettura e, stanco di fissare le parole sulla pagina, decisi di fare una pausa.Anche se i saldi non erano ancora iniziati, vivendo vicino a un outlet e con il bisogno di uscire di casa, l’idea di fare una passeggiata ammirando le vetrine e le commesse dei negozi prese consistenza e si accese come una lampadina da 1000 watt.La tonificante aria invernale mi riempì di energia mentre mi godevo la mia piacevole passeggiata, finché non ricevetti un messaggio inaspettato da Marica. In poche parole, c'era scritto: "Cazzo!!!"Ho aspettato qualche secondo, ma non sono apparse altre parole oltre all'esclamazione fallica. Riprendendo la mia passeggiata, riflettei sulle possibili interpretazioni. Tuttavia, la curiosità mi rodeva l'anima come uno scoiattolo impazzito, così presi il telefono e chiamai Marica per avere una spiegazione.«Bel messaggio! Pregno di significato. Hai visto un bastone adamitico e mi volevi rendere partecipe dell’esperienza oppure è accaduto qualcosa?»«Il produttore ha annullato le riprese perché si è preso il Covid, quindi salta tutto. Almeno ha promesso che mi rimborserà il biglietto del treno.»«Uhh! Mi dispiace, però se ti va, visto che sicuramente non riuscirai a organizzarti per domani, che ne dici se vieni lo stesso a Bologna? Andiamo a fare shopping per le vie del centro e nel pomeriggio relax alla Spa e super festa trasgressiva, così il film lo fai con me?»«Guarda, mi avevi già convinto appena hai pronunciato la parola “shopping”, però l’idea della seratina sexy con te mi stimola. Ma dove andiamo?»«È un club Privé molto bello ed elegante con un'area spa. Ci vado da un paio di mesi. Non è lo stesso di quest'estate, è un altro. Di solito ci vado nei giorni feriali, perché nei giorni festivi è troppo affollato. Tuttavia, domani è l'Epifania e hanno organizzato un evento che credo sarà piacevole e intrigante. Dato che usciremo tardi e l'alcol non mancherà, prenoterò anche una stanza in un hotel vicino al locale e poi, domenica mattina, ti riaccompagnerò alla stazione.»«Affare fatto!Riassumiamo, il piano sarà: tu vieni a prendermi alla stazione alle 12:00. Porterò un vestito carino e scarpe comode per la nostra passeggiata e la sera ti sorprenderò con un vestito super erotico ornato di diamanti e tessuto trasparente che può essere rimosso con un solo gesto. Avrei dovuto indossarlo per il film, ma dato che le riprese sono state annullate, lo indosserò per te.»Sono stato felice di rivedere Marica, soprattutto perché ero curioso di conoscere le sue nuove attività. Alle 12:00 sono stato puntuale e ho trovato un posto al Kiss&Ride vicino all'uscita principale. Tuttavia, la mia amica, che ha il senso dell'orientamento di un'anatra confusa e rimbecillita, non riusciva a trovarmi. Dopo infinite istruzioni e indicazioni, mi sono arreso. Ho parcheggiato l'auto e sono entrato nella stazione per cercarla.Alla fine, l'ho trovata nella vecchia stazione e non in quella ad alta velocità. Non riesco ancora a capire come sia finita lì, un mistero che nemmeno Sherlock Holmes potrebbe risolvere.Dopo aver recuperato il "pacco", ci siamo diretti verso l'auto per sistemare le valigie e poi è iniziato il nostro shopping per le strade di Bologna. Dopo aver saccheggiato una serie di negozi e con i piedi stanchi per i chilometri percorsi, abbiamo concluso che era arrivato il momento di rilassarci all'interno della Spa. Pertanto, siamo tornati alla macchina e abbiamo preso la strada per Altedo.All'arrivo abbiamo subito notato che il locale era già piuttosto affollato. Abbiamo incontrato qualche difficoltà nello spogliatoio a causa del gran numero di persone, ma alla fine siamo riusciti a liberarci di tutti i vestiti e ci siamo diretti verso l'area SPA con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita.Anche la piscina era affollata, quindi abbiamo deciso di dirigerci verso la sauna dove abbiamo notato solo due coppie.Una volta entrati, ci siamo posizionati al centro, ma il calore non era molto intenso; quindi, ci volle un po' di tempo prima di iniziare a sudare. Seduti l'uno accanto all'altra, le nostre mani iniziarono a fare le birichine. La mia iniziò ad accarezzarle la coscia e le parti interne, avventurandosi di tanto in tanto verso un punto più umido e succulento, mentre la sua mano si concentrava sul tronchetto della felicità, ma senza spingersi troppo oltre. Massaggi delicati, carezze delicate e occasionali avances ai gioielli per farli sentire meno soli.Poiché il sesso è vietato nella sauna, ci siamo divertiti a stuzzicarci a vicenda in modo sensuale e a scambiarci baci. Marica, come al solito, ama condividere e ha chiesto alle altre ragazze se volessero unirsi al divertimento. Il partner maschile di una delle coppie ha accolto l’invito e si sedette alla sinistra della mia compagna.«Ciao, sono Enrico. Posso accarezzare il tuo seno?»«Tuttavia, dobbiamo impegnarci in uno scambio equo. Tu accarezzi i miei seni e la tua partner deve ricambiare il favore, dedicando le giuste attenzioni al qui presente mio amichetto!».La mano di Marica lasciò i miei testicoli e afferrò il pene per sottolineare a quale amichetto si stesse riferendo.Enrico sorrise e chiese alla moglie: «Lucia, ti va di giocare con noi? Solo per cinque minuti, poi magari dopo facciamo un salto in piscina».Lucia rispose al marito che sentiva caldo e che sarebbe stato meglio spostarsi fuori, sul divano, per un bel giochino. Così tutti e quattro ci alzammo e uscimmo dalla sauna. Prendemmo i teli e li sistemammo sul mega-divano. Marica si sdraiò sulla schiena, sollevando le ginocchia e allargando le gambe per offrire la sua patatina a Enrico. Io mi sedetti accanto alla sua testa, posizionando la mia mano destra sul seno più accessibile e iniziai a stuzzicare un capezzolo. Da moglie obbediente, Lucia si posizionò alla mia sinistra e, sporgendosi in avanti, iniziò a usare la bocca nel modo più appropriato, date le circostanze.Enrico rimase fermo per qualche istante, ammirando lo spettacolo davanti ai suoi occhi. Prima di abbandonarsi alle sue perversioni orali, espresse complimenti e apprezzamenti per ciò che stava ammirando.«Sei meravigliosa e questi tatuaggi sono un libretto di istruzioni molto chiaro e arrapante. Posso leccarti?»Chi ha letto il racconto “Le Occasioni Sono Fugaci” sa esattamente cosa i tatuaggi istigano a fare.Marica allungò il braccio destro e afferrò la testa di Enrico, tirandola verso di sé. Lui si tuffò e mise all'opera la sua lingua e le sue labbra, trasformandosi in un piranha vorace e affamato.Lucia non si fece parlare dietro. Anche le sue labbra fecero un lavoro spettacolare. Sentire la sua bocca calda massaggiare e succhiare avidamente il mio glande, fece solo che aumentare la durezza e l’erezione. L'intensa mungitura mi fece desiderare di più.Allungai il braccio sinistro e riuscii a inserire due dita dentro di lei. Era calda e molto bagnata, e sicuramente non era a causa della sauna precedente. Le mie dita iniziarono a entrare e uscire lentamente, la bocca di Lucia affondava ripetutamente fino a raggiungere la base del mio pene. Il mugolio di Marica richiamò la mia mano destra e io portai il mio indice alla sua bocca, che lei iniziò a succhiare.Le mie dita erano prigioniere di due ambienti caldi e umidi, ma profondamente diversi. Erano in competizione con Little Joe, anch'egli ospite di una calda grotta abitata da una lingua serpentina che mi stimolava in ogni modo possibile.Dalla dedizione di Lucia, capii che succhiare i cazzi era il suo hobby preferito. Non si fece distrarre dal didalino che le stavo facendo. La sua lingua percorreva in lungo e largo la mia asta e alcune volte cercava di profanare l’orifizio sulla punta del Glande gonfio e violaceo per la quantità infinita di sangue che scorreva nelle vene risucchiato dalla potente passione. Tuttavia, ogni volta che affondavo le dita, emetteva a sua volta dei perversi versetti di approvazione.Tre uomini, in piedi dentro la piscina, ammirarono la nostra performance masturbandosi con discrezione. C'erano anche un paio di donne che guardavano lo spettacolo, ma dato che i loro corpi erano completamente immersi nell'acqua, non potevo sapere se anche loro si stessero sollazzando.Marica iniziò a mordicchiare le mie dita. La osservai allargare ancora di più le gambe. Le mani di Enrico erano intrappolate tra le sue natiche e si sforzavano di tenere la zona pelvica il più in alto possibile, mentre la lingua percorreva la lunga fessura ripetutamente sostando ogni volta sul bocciolo gonfio quasi quanto il mio glande. L'orgasmo inondò il suo corpo, facendolo inarcare.Supposi che la bocca di Enrico venisse riempita dal caldo nettare prodotto dal piacere di Marica, così come il mio riempì la bocca di sua moglie.La bocca di Lucia, ormai piena, si allontanò da me e si avvicinò a quella di Marica. Mi spostai per fare spazio. Le due donne iniziarono a baciarsi e a scambiarsi il latte da me secreto. Mentre loro giocavano con le rispettive lingue, io mi divertivo a inserire la mia nel buchetto che le mie dita avevano precedentemente esplorato e conosciuto.Lucia aveva un buon sapore, le sue grandi labbra non erano così pronunciate come quelle della mia compagna, ma il calore che producevano era afrodisiaco. Assomigliava a una vagina asiatica: piccola e succulenta. L'orgasmo la travolse rapidamente, probabilmente stimolato dall'eccitazione del momento e dalla precedente penetrazione delle mie dita.Lo spettacolo era giunto al termine. Solo tre di noi si erano divertiti godendo come maialini in calore. Tuttavia, Enrico non sembrava insoddisfatto.Andammo sotto la doccia per una rapida rinfrescata. Sapevo che Marica non avrebbe lasciato Enrico a bocca asciutta. È una donna di sani principi e, una volta raggiunta l'area della doccia, si è messa all'opera. Soprattutto perché era attratta dalle dimensioni del palo che le stava davanti. L'ha assaporato con piacere, inghiottendolo tutto e pompandolo con foga. Io e Lucia abbiamo assistito al pompino mentre ci aiutavamo a lavarci a vicenda, ovviamente ho colto l'occasione per toccarla ovunque e soprattutto per testare i suoi piccoli capezzoli tra le mie labbra.Lucia non poté fare a meno di commentare l'abilità di Marica, mentre osservava il marito in uno stato di beatitudine con gli occhi chiusi.«La tua donna è veramente una gran troia, sembra una professionista del pompino»«Se prometti di mantenere il segreto, ti confesso una cosa. Non sembra una professionista, lo È! Ha girato alcuni film e ti assicuro che non erano né casti e ne innocenti».Appena Enrico sentì le mie parole, aprì gli occhi e riversò il suo piacere nella bocca di Marica. Tuttavia, la scena più bella fu quella successiva, che stupì Lucia. Marica non sputò subito lo sperma che l'aveva inondata. Si alzò lentamente, mantenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Enrico fino a raggiungere la sua bocca. Si avvicinò e replicò l'azione che Lucia fece prima con lei, ovvero riversò tutto quello che aveva raccolto nella bocca del marito, trasformandolo successivamente in un bacio sensualmente bagnato. Lo sperma gocciolò a terra dalle bocche di entrambi.In risposta alla precedente affermazione di Lucia, le dissi:«Comunque, anche tuo marito è un gran sporcaccione. Vedo che non si trattiene, anzi, gli piace e si diverte!».«Non posso crederci, è la prima volta che lo fa! Con me non si è mai spinto oltre».Tutti e quattro ci sentivamo estremamente soddisfatti mentre ci dirigevamo verso la piscina calda per goderci appieno la lussuosa acqua. Mentre ci immergevamo nell'acqua, sentivamo i nostri muscoli rilassarsi e i nostri corpi ricaricarsi per le successive sessioni di “distrazione”.*******Ti ringrazio di aver letto il mio racconto fino alla fine. Nella speranza che ti sia piaciuto, ti invito a votarlo e se ti va anche di lasciare un piccolo commento.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questo portale alla fine è solo un altro modo di essere un po' esibizionista; pertanto, mi fa molto piacere ricevere dei feedback .I miei racconti sono frutto delle mie esperienze, potrebbero essere considerati dei diari, ma non sono dei semplici resoconti, ogni tanto vengono conditi anche da un po' di fantasia per renderli più accattivanti.Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e ispirazioni, se volete mi potete sia qui su A69 oppure anche su tlgm con lo stesso nickname, ovvero giorgal73 per proposte, suggerimenti, commenti o inviti.Ogni tanto aiuto anche qualcuno di voi a mettere per iscritto le proprie avventure/esperienze, contattatemi per maggiori dettagli. Se si tratta di revisionare e aggiustare un vostro racconto da pubblicare sul vostro profilo oppure di crearne uno nuovo in base alle vostre indicazioni da pubblicare sul mio di profilo, sarò sempre disponibile e ci organizzeremo di conseguenza.
609
0
11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 3 settimane fa -
Alla SPA Con Una Sconosciuta, Ma Non Troppo
Apro gli occhi e do uno sguardo alla finestra. Ho la vista ancora appannata, ma il grigio delle nuvole e la pioggia sono evidenti. Il posto accanto a me, nel letto è vuoto. La mia compagna si è alzata presto. Oggi è dovuta andare a Chions in veneto da un cliente e mi ha lasciato solo.Mi alzo con fatica, ma lentamente mi riprendo e riesco a superare indenne la mattinata, tra video riunioni e telefonate varie. La pioggia continua a cadere imperterrita. Un pranzo veloce con uno yogurt proteico mentre guardo le repliche di Fiorello in tv su RaiPlay. Il buonumore riesce a sconfiggere la tristezza della pioggia battente e dei nuvoloni scuri.Prendo il cellulare e inizio a vedere le novità su A69 e su tutti gli altri siti dove sono iscritto. Nulla di nuovo. Decido di riprendere a lavorare e far passare un po' di tempo, poi ricontrollerò la presenza di aggiornamenti o messaggi.La parte piacevole del mio lavoro è che in un batter d’occhio il tempo passa ed eccomi arrivato alle 18. Ricontrollo la situazione sul cellulare, ma nulla è variato.Allora cosa faccio? Visto che oggi è mercoledì mi viene in mente che una risposta alla mia domanda potrebbe essere quella di andare in una Spa dopo la palestra. Preparo quindi la borsa per la palestra e quella per la Spa. La palestra è abbastanza vuota, ma comunque i soliti avventori sono presenti, soprattutto alcune belle ragazze, che potrebbero essere mie figlie, ma che hanno un culo spettacolare. La vista dei loro corpi perfetti e intriganti mi fa riflettere: decido che la soluzione migliore per il dopo palestra è quella di andare ad Altedo per la Spa, così oltre al relax, forse troverò anche una distrazione per il mio “eretto amichetto”.Arrivo al BoleroPalace giusto in tempo per una bella sessione di aufguss prima della cena. Entro nella spa e mi dirigo verso la sauna. Lungo il percorso sento un “Ciao”, immagino però che non sia rivolto a me, non ho notato facce conosciute.Mancano ancora 5 minuti all’inizio della cerimonia, ma decido di entrare subito. Mi tolgo l’accappatoio e dopo aver poggiato il telo mi siedo in trepida attesa. Iniziano a entrare delle persone: 3 coppie, due uomini e una donna molto sexy con uno sguardo da cerbiatta dolce. Una cerbiatta con un corpo da favola. Due belle e sode tette, un sexy tatuaggio sulla spalla destra a tema floreale, degli addominali scolpiti e due ricciolini biondi proprio li sotto, coordinati alla fluente chioma. Purtroppo, si siede lontano da me, ma ben visibile ai miei occhi. La temperatura inizia a stimolare le prime goccioline di sudore.Inizia la sessione di aufguss e le gettate di aria rovente investono il mio corpo e quello della ragazza. Lei è seduta con le gambe incrociate e le mani dietro la testa. La postura evidenzia la spettacolare consistenza del seno e il calore ha fatto gonfiare così tanto i capezzoli che il solo guardarli è uno spettacolo. Riesco a notare il suo respiro accelerare e il suo petto sollevarsi e abbassarsi in modo sincronizzato con il ritmo della musica che risuona nell'ambiente. Le gocce di sudore si librano sul suo corpo, accentuando ancora di più la sua bellezza.Mentre sto cercando di concentrarmi sul calore e sul trasporto sensoriale che il aufguss mi sta regalando, non riesco a fare a meno di lasciarmi dai pensieri che si accavallano nella mia mente. Quei capezzoli turgidi che si offrono al mio sguardo, invitanti e provocatori, mi rendono frenetico e desideroso di toccarli, di assaporarne la consistenza e il sapore.La ragazza mi sorprende con uno sguardo intenso e appena accenna un sorriso complice. La sua sensualità risveglia in me un desiderio incontenibile, un fuoco ardente che brucia dentro di me. Ecco che la mia immaginazione inizia a lavorare. Chiudo gli occhi e immagino di avvicinarmi a lei e poggiare le mie labbra sulle sue. Il bacio presto si trasforma in una sinfonia di desiderio e piacere. Le nostre mani irrequiete esplorano i nostri corpi e la sensazione della sua pelle calda al mio tocco stimola il mio amichetto che si risveglia. L’erezione che cresce non è solo nella mia testa, ma è anche nella realtà.Il sogno continua e mi vedo mentre le mie labbra esplorano il suo collo, la sua clavicola, il suo seno e le sue mani si inoltrano tra i miei capelli e sfiorano la mia pelle con dolcezza e passione.Un getto di aria calda mi desta dal sogno e mi riporta nella realtà. Apro gli occhi e vedo la ragazza ondeggiare a ritmo di musica, mentre la coppietta acconto a me fa la birichina.Quelle piccole goccioline di sudore che avevano fatto la comparsa appena entrato in sauna si sono trasformate in un fiume. La temperatura è alle stelle, ma le fiamme della mia eccitazione sono ancora più incandescenti. Un suo sguardo mi penetra e scivola lungo la mia pelle sudata, forse sto ancora immaginando, meglio se mi calmo e riprendo un poco di contegno, non voglio ne sembrare un maniaco e ne uno stalker.La cerimonia aufguss termina fortunatamente prima che il mio corpo decida di sciogliersi. Corro verso la doccia per raffreddare sia il corpo che la mente senza guardarmi in dietro. Mi raggiungono velocemente anche tutti gli altri, mi sbrigo velocemente in modo da lasciare loro il posto. In fila c’è anche la biondina completamente sudata, ha uno sguardo sexy da troia che mi fa tornare ad essere duro ed eccitato, ma prima che la doccia diventi un trombatoio a cielo aperto decido di andare a raffreddare i bollenti spiriti dentro l’idromassaggio. Mi posiziono nel mio angolino preferito con le bolle che importunano i testicoli e non solo.Sul divano di fronte a me la biondina si siede, apre le gambe e inizia a massaggiare la caramella bionda e succulenta che ha in mezzo alle gambe. Sembra fissarmi, ma ovviamente non credo che sia così. Intanto le sue dita entrano ed escono lentamente, e nel mentre si morde il labbro inferiore. Non solo le bolle dell’idromassaggio mi tengono in tiro, ma anche ciò che sto osservando. La mia mano destra scende a trovare il duro e vecchio amico di una vita e con lo stesso ritmo della biondina parte una sega ristoratrice. La mia fervida immaginazione corre e ogni volta che la mano scende mi sembra di affondare dentro quella figa aperta che davanti a me sta giocando con i miei sentimenti.Siamo soli, è giunta l’ora di cena, pertanto esco dalla vasca e mi dirigo verso l’accappatoio per andare a mangiare. Appena passo davanti alla ragazza le mie orecchie catturano un roco sussurro:«Che fai? Vai via? Non ti va di assaggiarmi?»Mi giro per vedere a chi è rivolto l’invito e appena mi accorgo che siamo veramente soli, mi avvicino a lei. Afferro la sua mano per il polso e faccio uscire le dita dalla sua figa, insieme esce un po' di denso liquido e senza nessuna remora avvicino le sue dita alle mie labbra e inizio a succhiarle. La mia lingua percepisce un sapore particolare, non mi dispiace quello che sto assaggiando e attirato come un orso davanti ad un alveare mi abbasso fino ad arrivare davanti alla sorgente di quel particolare miele.La ragazza allarga le gambe ancora di più come se volesse donarmi il suo frutto intimo. Le labbra davanti a me sono rosse umide e carnose, il clitoride gonfio luccica e attende solo di essere succhiato. Inizio a leccare con voracità, sento il suo corpo contorcersi e l’atmosfera rilassante della SPA si trasforma anche grazie ai gemiti che saturano l’aria insieme alla musica di sottofondo.Mi dispiace solo di non riuscire a penetrarla in profondità purtroppo la mia lingua non è molto lunga. Vorrei assaporare ogni millimetro di lei, ma devo chiedere aiuto alle mie dita per arrivare in profondità.Tuttavia, prima di riuscire a posizionare le mie dita dentro di lei, le sue mani afferrano la mia testa, spingendo il mio viso ancora di più tra le sue gambe, mentre la mia lingua danza sul suo clitoride con ritmo frenetico. Sento il suo respiro accelerare, un gemito più forte si libra nell'aria e capisco che sta per raggiungere l'apice del piacere. Continuo a leccare con più intensità, sentendo le sue cosce tremare sotto la mia bocca.Le sue labbra si aprono in un gemito prolungato, le sue dita si stringono tra i miei pochi capelli e io non smetto un istante, continuando a succhiare e leccare con desiderio. Il suo corpo si contorce ulteriormente, le sue gambe si chiudono attorno alla mia testa, stringendomi con una forza irresistibile.Finalmente, sento le sue contrazioni ritmiche e il suo liquido caldo inonda la mia bocca, un sapore dolce e salato che mi inebria. Sorrido soddisfatto, guardando il suo volto estasiato, mentre lei si lascia andare tra le mie braccia, esausta ma appagata.Mi alzo lentamente, passando un dito sulle sue labbra bagnate, sentendola ancora fremere di piacere al mio tocco. Le bacio dolcemente, gustando il sapore del suo orgasmo, mentre le mie mani esplorano il suo corpo, desiderose di scoprire ogni angolo nascosto, ogni piega sensuale. Mi alzo in piedi e in un attimo di lucidità mi presento.«Piacere, mi chiamo Giorgio»«Piacere tutto mio, sono Vanessa. E comunque già sapevo che sei. Ti ho riconosciuto quando sei entrato, leggo sempre i tuoi racconti su A69.»Stupito dalla sua affermazione, mi incuriosisco e continuo a farle domande, entrambi nudi e temporaneamente soddisfatti della breve sessione orale.«Ma dai, sul serio? E cosa ne pensi? »«Mi piacciono molto, non sono volgari e mi eccitano ogni volta. Quando sei entrato ho pensato che visto tutte le volte che mi hai fatto godere con la fantasia, almeno oggi, avrei potuto provare se nella realtà saresti stato in grado di godere nello stesso modo.»«Uhh… ora sono curioso, ci sono riuscito?»«Beh credo che la risposta sia ancora sulla e dentro la tua bocca»«Si, hai ragione. Ti posso invitare a cena e poi magari ci conosciamo un po’ meglio?»Vanessa si mette in ginocchio sul divano, si avvicina al mio orecchio destro e mentre lo morde delicatamente:«Volentieri, però poi saliamo sopra e continuiamo perché non sono ancora soddisfatta»Con le mani le afferro la testa e l’allontano dal mio orecchio, subito dopo le nostre lingue si incontrano fugacemente intrecciandosi in bacio bagnato e ansioso. Le sue morbide labbra sono una promessa e le mie mani non possono far altro che parcheggiarsi sul suo seno, accarezzandolo e incontrando quei capezzoli che prima mi hanno fatto sognare.Devo interrompere l’incantesimo altrimenti rimaniamo qui per sempre.«Andiamo a mangiare?»********Grazie per aver letto la mia storia fino a questo punto. Spero che ti sia piaciuta. Ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.“Questa è un’avventura avvenuta pochi giorni fa, ancora penso che sia frutto della mia fantasia, ma grazie al cielo non è così. Ovviamente la mia fugace compagna di giochi non si chiama Vanessa, spero di rincontrarla un giorno. Per il momento incrocio le dita e penso che mi dovrò impegnare e scrivere molti altri racconti, visto il risultato. Questo racconto è stata una sua esplicita richiesta, voleva esserne la protagonista ed è curiosa di leggere eventuali commenti.”Mi piace sperimentare e conoscere nuove persone per cimentarmi in nuove esperienze. Prediligo al 99% il mondo femminile, ma l'1% è dedicato ad un altro tipo di femminilità che ovviamente avrete potuto capire leggendo i miei racconti passati.Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su Tlgm con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.
623
0
11 mesi fa
Giorgio, 52
Ultima visita: 3 settimane fa -
Il personal trainer... speciale
Era ormai qualche settimana che andavo in quella palestra, nel tentativo di migliorare un po’ il mio fisico molto magro e cercare di rimanere in forma quel minimo che bastava per non fare una rampa di scale con il fiatone.
L’orario era sempre abbastanza tardi la sera, per poter conciliare il più possibile l’attività fisica con quella lavorativa, nell’arduo tentativo di fare in modo che la vita privata non fosse cancellata dagli impegni lavorativi sempre molto pressanti.
A quell’ora si era sempre in pochi e spesso anche male assortiti, tanto che Mark, l’istruttore, un uomo di colore figlio di militari americani di stanza in Italia, dell’indefinibile età tra i quaranta e i cinquantacinque, completamente calvo ma con una rada barba, si doveva fare in quattro per poter seguire i pochi frequentatori. Era un uomo ovviamente in piena forma, dal fisico muscoloso ma non in maniera eccessiva, dai modi gentili ma fermi e decisi, soprattutto quando c’era da correggere postura e movimenti di chi frequentava la palestra sognando di migliorare il proprio fisico tanto da somigliare appena vagamente a lui. Alle volte sembrava più un sergente dei marines che un istruttore, e tutto questo faceva sì che la sua età restasse un po’ un mistero: giovane palestrato o maturo comandante?
Di certo aveva un gran fisico e, come notai una sera in cui venne a fare la doccia nello spogliatoio in cui mi ero sistemato, dotato come se oltre a sviluppare i muscoli, l’attività fisica gli avesse permesso di sviluppare anche una notevole dotazione. Non potei fare a meno di notarlo: si piazzò in una doccia di fronte alla mia e il suo uccello pur moscio si faceva notare per le generose dimensioni. Totalmente depilato, ondeggiava invitante e venoso mentre lui si lavava. L’ennesima conferma che i neri da quel punto di vista sono di gran lunga superiori a noi bianchi, e che il luogo comune sulle loro dimensioni era, di certo nel suo caso, la pura realtà dei fatti. Mi resi conto che forse lo stavo osservando troppo insistentemente, per cui distolsi lo sguardo in fretta sperando che nessuno si fosse accorto delle occhiate un po’ troppo interessate che gli stavo dedicando. Tornai a casa fantasticando su come doveva essere in azione, ma dalla volta successiva cercai di scacciare il più possibile tali pensieri dalla mia testa per evitare ogni possibile figuraccia in palestra.
Una sera, quando ormai l’estate si avvicinava, in palestra eravamo davvero in pochi. Io rimasi a fare il mio programma di allenamento fino alla fine, mentre tutti gli altri avevano accorciato i loro carichi di lavoro, un po’ per il caldo, e un po’ perché le serate invogliavano ormai più ad uscite in giro per la città che alla fatica di una palestra. Stanco ma soddisfatto di quanto fatto andai nello spogliatoio a farmi una meritata doccia, e mentre mi finivo di sciacquar via il sapone, vidi Mark entrare nella doccia di fronte alla mia. Mi salutò con un sorriso che ricambiai, ed io indugiai ancora qualche secondo nel lavar via accuratamente il sapone (più che altro una scusa puerile), rimanendo ancora una volta incantato nel vedere quel grosso pezzo di carne far bella mostra di sé fra le sue gambe tornite e muscolose. Presi l’accappatoio e mi andai a sedere sulla panca, asciugandomi i corti capelli ed il corpo, ripensando ancora in maniera ossessiva a quel che avevo ammirato.
Dopo poco, Mark arrivò e si sedette sulla panca di fronte alla mia, e sorridendo mi fece i complimenti, cosa molto rara per lui. “Grazie Mark, ma… per cosa?” chiesi con un sorriso. “Vedo che il tuo fisico è molto più tonico della prima volta che sei venuto, segno che questi mesi sono serviti” disse lui, nel suo perfetto italiano, dopo anni nella mia città. “Beh, grazie a te, direi” replicai lusingandolo anche un po’ “visto che ho solo fatto quello che mi hai detto di fare”. “Vero” disse lui “ma non darlo per scontato. In tanti non ci mettono il giusto impegno e non eseguono bene quello che ordino loro, e i risultati non arrivano”. “Sei tu l’istruttore” dissi “quindi do per scontato che quello che mi dici di fare sia la cosa più giusta. E poi,” aggiunsi tra il serio e lo scherzoso “spesso il tuo tono non ammette repliche, comandante”. Lui rise e poi rispose “È l’approccio più giusto per arrivare al risultato: io ordino, tu esegui. Sarà che in effetti ho un po’ l’indole del comandante in tutte le cose…”. “Si intuisce abbastanza” gli dissi mentre finivo di asciugarmi. “E’ che mi piace sempre avere il controllo sulle cose e sulle persone… sul lavoro e nella vita… anche a letto” aggiunse portando il discorso su un argomento che poteva diventare rovente.
“Non so perché, ma l’avevo immaginato” dissi sorridendo come se stessimo solo giocando con le parole e niente di più, dandogli la possibilità di finirla lì. “Posso capirlo” disse ridacchiando. “Il fatto è che finisco per diventare esigente, e oggi le donne sono diventate molto poco remissive. È davvero difficile trovarne abbastanza sottomesse da sottostare ai miei ordini” aggiunse serio, riportando l’argomento in una zona minata pronta ad esplodere. “Davvero? Eppure ero quasi convinto che fossero comunque in tante a volere un uomo che le guidi” replicai. “Invece sono molto poche… forse perché più che guidarle tendo ad… usarle” disse con naturalezza, ma senza più sorridere “e magari posso diventare molto esigente”. “Come qui in palestra” dissi provando ad alleggerire un po’ l’atmosfera, senza rendermi conto che invece stavo provocando l’effetto contrario. “Esatto” disse lui prontamente, togliendosi l’accappatoio “E come hai visto i risultati arrivano se ti lasci guidare da me… e secondo me a te viene naturale eseguire…” aggiunse lasciando lì appesi una quantità intrigante di sottintesi. In piedi, guardandomi, con un asciugamano si strofinava accuratamente l’inguine, l’interno delle cosce e il membro, con movimenti fin troppo lenti, come ad aspettare una mia reazione.
“So che se faccio tutto quel che mi chiedi di fare ottengo i risultati che voglio, quindi… eseguire i tuoi ordini è la cosa migliore da fare” dissi sorridendo e lasciando a lui l’interpretazione delle mie parole. Non volevo correre il rischio di interpretare male le sue… magari ero io che ci vedevo quello che non era, e che invece volevo vedere… e la figura da idiota era giusto dietro l’angolo…
“Bravo, è proprio quello che voglio” disse posando l’asciugamano e lasciando il suo cazzo libero di oscillare, moscio ma invitante “Se ti lasci guidare da me ti garantisco che ci toglieremmo molte soddisfazioni… potrei essere il tuo personal trainer speciale ed insegnarti un bel po’ di cose… che ne dici?” chiese con un tono che evidentemente non avrebbe ammesso un no come risposta. Io lo guardavo cercando di non far trasparire la voglia che ormai era cresciuta a dismisura, ma il mio sguardo finiva sempre per abbassarsi a contemplare quel grosso arnese nero che prometteva di diventare qualcosa di davvero grosso.
“Il mio… personal trainer… speciale? Sarebbe fantastico” non trovai di meglio da dire, mentre lui si avvicinava a me. “Ottimo” disse lui soddisfatto ma senza nemmeno l’accenno di un sorriso “Ma dovrai eseguire i miei ordini… essere a mia disposizione… sottomesso a me… e a lui” aggiunse ormai ad un metro da me, indicando il suo grosso uccello che iniziava lentamente a prendere vita. Io lo guardai, e risposi senza esitare nemmeno per un attimo: “Mi piacerebbe moltissimo…”. Non riuscii ad aggiungere altro, mentre il suo cazzo ormai iniziava ad assumere dimensioni sempre più importanti. “Ne ero sicuro… e poi ho visto come guardavi il mio cazzo sai?” aggiunse quasi con tono di rimprovero. “Ti avviso che sarà un addestramento molto molto impegnativo… ma ti piacerà, vedrai” disse ormai ad un passo da me. “Non vedo l’ora di iniziare” dissi con un inequivocabile tono di voce da cui traspariva tutta la voglia che ormai mi stava facendo perdere il controllo.
Mark non se lo fece ripetere, afferrò il suo cazzo sempre più vicino ad una piena erezione e, mettendomi una mano sulla testa per tenerla ferma, inizio a passarmi il grosso membro sul viso senza tanti complimenti. Lo strofinò sulle guance e sulle labbra, e poi lo usò per colpirmi con forza il viso. “Apri la bocca” mi ordinò perentoriamente subito dopo. Io obbedii prontamente spalancando le labbra e lui senza troppi complimenti mi spinse in bocca il cazzo, iniziando a pompare. Sentivo il cazzo ormai duro fra le mie labbra scorrere deciso sulla lingua, riempiendomi completamente la bocca, costringendomi ad aprirla al massimo per accoglierlo per il diametro impegnativo di quel tronco nero. Lui mi teneva saldamente la testa con le mani e spingeva deciso, ma riusciva abilmente ad affondare fino all’inizio della gola, senza forzare. Era comunque impegnativo per le notevoli dimensioni e per l’energia delle spinte, tanto che abbondante saliva iniziò a colarmi fuori dagli angoli della bocca. “Bravo” disse sfilando dalla bocca il suo splendido cazzo “Questo mi sembra l’atteggiamento giusto”.
Mi prese per un braccio facendomi alzare e tirandomi verso la sala pesi parzialmente illuminata. “Vieni, adesso iniziamo a fare sul serio” disse portandomi verso una panca per i pesi. Mi ordinò di sdraiarmi a pancia sotto e mi disse di non muovermi. Dopo poco tornò con delle cose in mano e prese innanzitutto a sistemarmi come voleva lui. Mi mise con il culo al limite della panca, poi prese delle fasce elastiche per i polsi e le usò per legarmi le caviglie alle gambe della panca, immobilizzandole. Senza tanti complimenti mi prese prima un braccio e poi l’altro portandomeli dietro la schiena, e con un'altra fascia mi legò i polsi. Io non dicevo nulla, lasciandogli fare ciò che voleva, eccitato ma anche un po’ intimorito pensando alle minacciose dimensioni del suo splendido membro. Poi si sedette davanti a me, mi sollevò leggermente la testa e infilò il suo grosso cazzo nero nella mia bocca, avanzando con il bacino fino a che non arrivò al limite della gola. Ero ormai completamente bloccato a quella panca dalle fasce elastiche e dal suo cazzo, e non potendo in alcun modo guardare quello che stava facendo, cercai di capire cosa stesse succedendo dai rumori.
Ad un tratto sentii le sue mani decise iniziare a massaggiarmi i glutei e ad allargarli e stringerli, un massaggio interrotto improvvisamente da una potente e sonora sculacciata che risuonò nella palestra deserta. Poi sentii le sue mani staccarsi dal mio culo, armeggiare con qualcosa e subito dopo le sue dita passarmi sul buco bagnandolo con una sostanza fresca e densa che evidentemente era gel lubrificante: ne spalmò in abbondanza sul buco e poi affondò dapprima un dito, poi due e infine tre insieme, massaggiandomi lo sfintere e allargandolo con le dita, lubrificandolo abbondantemente.
All’improvviso si alzò, svuotandomi la bocca, e lo sentii girare attorno alla panca e piazzarsi dietro di me. Immaginai che stesse usando il gel per il suo grosso uccello, o forse più che altro lo speravo vivamente, viste le sue dimensioni… e le sue intenzioni. “Ora iniziamo l’addestramento” disse con voce ferma “Voglio proprio vedere se con te ci ho visto giusto” aggiunse iniziando a strofinare la cappella turgida fra le mie natiche. “Se è così… diventerai la mia troia sottomessa e io il tuo personal trainer… anale” disse poi iniziando a spingere. Sentii il suo enorme cazzo spingere contro il mio culo e la cappella iniziare a farsi strada, allargandomi l’ano in modo da levarmi il fiato, nonostante avesse già visto cazzi di tutto rispetto. L’abbondante gel per fortuna faceva la sua parte, ma il diametro del suo arnese era davvero fuori misura. Mark sfilò la cappella e poi riprese a spingerla dentro, facendo sì che il mio sfintere cedesse ancora. Ripeté l’operazione più volte, mentre io quasi senza fiato provavo un piacere perverso che superava ogni timore di quel grosso cazzo. Quando sentì che il mio culetto era pronto, affondò ancora ma questa volta non si fermò, spingendo lentamente quell’enorme tronco nel mio culo centimetro dopo centimetro. “Sapevo che ci saresti riuscito… Lo sai? È difficile trovare qualcuna che voglia il mio cazzo nel culo… hanno tutte paura… Ma non tu… a te piace vero troia?” mi sussurrò all’orecchio. “Oh sì” gemetti sentendo che il culo si stava lentamente rilassando “Da morire…”. Una potente sculacciata mi colpì il gluteo destro, facendomi istintivamente stringere il culo e sentire quell’enorme cazzo in tutta la sua durezza e grandezza. “Non ho sentito, puttana!” disse lui deciso. “Mi piace da morire!” dissi con voce più forte. “Ne ero certo… si vede che sei fatto per prendere cazzi” disse. “Adesso però iniziamo a fare sul serio… Vedrai… Sarà un addestramento duro e impegnativo”.
Iniziò a muoversi lentamente, avanti e indietro, affondando fin dove poteva quello splendido esemplare di cazzo nero che scorreva ben lubrificato e accolto sempre più docilmente dal mio culo sempre più rilassato. L’idea che quell’enorme cazzo fosse entrato nel mio culo da sola bastava a farmi perdere da testa e sentirlo durissimo muoversi dentro di me mi dava un piacere intenso e perverso. “Bravo, stai andando davvero bene… pochi arrivano fin qui…” disse mentre lentamente ma inesorabilmente i suoi movimenti si facevano più profondi, decisi e veloci.
Mi afferrò per i polsi legati con entrambe le mani, e tirò verso di sé, facendomi inarcare la schiena mentre le spinte si facevano man mano più decise. Sentivo il suo membro durissimo e larghissimo affondare sempre più energicamente nel mio buco ormai aperto come mai mi era successo. “Così, troia… così!” disse piantandomelo a fondo, e muovendo il bacino a destra e a sinistra, massaggiandomi il culo e facendomi sentire la sua grossa presenza dentro di me. “Preparati troia, perché adesso iniziamo a fare sul serio… questo era solo un assaggio” disse. “E non azzardarti a dire basta, perché finiresti per peggiorare le situazione” aggiunse quasi come una minaccia, sottolineata da una potente sculacciata.
Mi prese ancor più saldamente i polsi e ricominciò a muoversi. Dopo pochi colpi il ritmo era già diventato sostenuto e il suo cazzo affondava nuovamente deciso nel mio culo ormai pronto per la fase successiva dell’addestramento. Ad ogni colpo Mark spingeva un po’ di più, e la foga che iniziava a metterci sempre maggiore, facendo diventare quell’inculata sempre più impegnativa. Immobilizzato e con il suo splendido attrezzo nero che mi sbatteva con sempre maggior forza, provavo sensazioni intensissime e perverse, ansimando e gemendo ad ogni colpo, con la panca che quasi iniziava a spostarsi sotto le sue spinte, mentre il rumore ritmico del suo bacino che sbatteva contro il mio culo era l’unico rumore che accompagnava il nostro ansimare nella palestra deserta e silenziosa.
“Cazzo che culo che hai” disse Mark senza smettere per un attimo di scoparmelo con sempre maggio forza. “Finalmente una troia degna del mio cazzo”. “Oh sì… bravo… non smettere… spaccamelo… spaccami il culo” mugolai. “Ti piace essere scopato così vero? Lo sapevo che avevi bisogno di un toro… Ti accontento subito troia… te lo spacco questo culo!” disse aumentando ancora la forza delle spinte, affondando senza alcuna pietà il suo cazzo dentro di me. “Lo vuoi troia? Ne vuoi ancora?”. “Sì… sì! Dammelo… inculami così…” ansimai. “Devi chiedermelo nel modo giusto troia!” disse fermandosi all’improvviso e dandomi un’altra forte sculacciata che mi fece bruciare il culo. Ripresi fiato, e poi dissi “Sfondami il culo… ti prego…”. “Così va meglio… brava la mia troietta” disse ricominciando a montarmi come un toro, usando il mio culo come se fossi il suo oggetto di piacere.
Mi spaccò il culo per lunghi minuti ad un ritmo forsennato, e mentre mi godevo quella monta selvaggia mi chiedevo come facesse a resistere così a lungo con quel ritmo. Quello stallone nero spingeva senza mai rallentare il suo splendido cazzo equino nel mio culo ormai reso elastico come non mai, lubrificato dall’abbondante gel e dai suoi umori.
D’un tratto lo sfilò dal culo, mi slegò le caviglie, mi fece alzare e mettere in ginocchio a fianco di un grande specchio a muro. Mi ritrovai il suo splendido cazzo durissimo davanti al viso, solcato da vene che lo rendevano ancora più possente. “Guardati nello specchio!” mi ordinò, mentre lui iniziava a menarsi furiosamente il cazzo. “Adesso ti riempio la faccia di sborra…” disse un attimo prima che il primo schizzo di sperma sgorgasse potente a colpirmi il viso. Altri schizzi seguirono, abbondanti e potenti, bagnandomi guance, labbra, naso e colandomi lungo il viso sul mento e anche sul collo. “Apri la bocca troia” ordinò. In un attimo il suo cazzo era fra le mie labbra, e lo sentii pulsare ancora due o tre volte, sentendo la sborra bollente riversarsi nella mia bocca. Finì di svuotarsi i coglioni nella mia bocca e poi sfilò il suo cazzo, ed io assaporai ed ingoiai il nettare bollente che mi aveva schizzato fra le labbra. “Mi sembra un buon inizio credo” disse facendomi guardare nello specchio il mio viso bagnato dalla sua sborra. “Sei un ottimo allievo” aggiunse “Credo che tu sia davvero portato. Farò di te l’oggetto del mio piacere, da usare a mio piacimento. E sappi che non accetto un no come una risposta, perché non c’è nessuna domanda…”.
Dal basso, con il suo sperma che colava sul mio viso, lo guardai e dissi semplicemente “Usami”. La seconda lezione stava per iniziare…
45
2
11 mesi fa
AlexBsxPass,
51
Ultima visita: 1 giorno fa
-
Giocando a tre (2)
Era passato qualche mese dalla sera della sfilata e le fantasie da quella volta si susseguirono rapide, fino ad un altro fatidico venerdì sera.Eravamo a casa dal lavoro e il pomeriggio lo passammo a stuzzicarci. Era appena arrivato per posta il nuovo giocattolino, un plug anale. Tu volevi provarlo subito, per vedere come mi calzava questo “gioiello” nel culo, io invece ti stuzzico perchè ho altri progetti.Alle 20 iniziammo a prepararci per uscire, avevamo appuntamento alle 21 con Marco per provare un nuovo ristorante. Il mio ragazzo mi avvertì che Marco era fuori dal cancello, ma io ovviamente non ero ancora pronta, mancavano gli ultimi dettagli da “femme fatale”, che non potevo certo trascurare visto i due begli uomini con cui uscivo! Io indosso un vestitino nero aderente, che segnava le mie curve, abbastanza corto, con autoreggenti e un perizoma che lasciava intravedere tutto dalla bellissima trasparenza. Lui appena mi vide mi abbracciò, mi baciò il collo e mi sussurrò in un orecchio "Piegati". Io lo guardai con occhi furbi, avevo già capito cosa voleva fare di me. Mi chinai in avanti appoggiandomi al tavolo del soggiorno. Lui si inginocchiò dietro di me, mi spostò il perizoma e mi diede una profonda leccata alla figa, da davanti a dietro, come solo lui sa fare. Andai in estasi, adoro essere presa così alla sprovvista, adoro essere leccata. Estrasse dalla tasca il plug, lo insalivò e lo spinse dentro di me. Sussultai, un misto tra dolore e piacere. Ammirò un po’ il mio culo incorniciato da questo giocattolo, poi risistemò il perizoma al suo posto. Ero evidentemente bagnata! Ma così com’ero uscii di casa.Io salii in macchina dietro, lasciai davanti i due uomini a chiacchierare. Il mio lui chiese a Marco come va, poi si girò e con un sorriso malizioso mi chiese “E te come va?!”. La mia risposta fu altrettanto maliziosa: "MOLTO bene". Marco ci guardò un po’ curioso, ma sono convinta che avesse intuito qualcosa di malizioso nei nostri toni. Mi fecero molti complimenti per come ero vestita. Il mio ragazzo colse la palla al balzo e aggiunse un po’ sfacciato “E vedessi sotto il vestito, è uno schianto!”. Io stetti al gioco, aprii di scatto le gambe e poi le chiusi ridendo. Peccato che Marco non potesse vedermi proprio bene dal sedile davanti!La serata passò tra chiacchiere divertite e buon cibo. Ad un certo punto, mentre Marco stava ordinando il solito amaro a fine pasto, il mio ragazzo mi guardò intensamente, si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi con fare imperativo: "Ora da brava vai in bagno, ti togli il perizoma e lo metti nella borsa. Poi torni qui a sederti".Diligentemente mi alzai e andai in bagno. Quando tornai al tavolo, gli feci vedere il trofeo in mano, mi diede un bacio sulla guancia e con la mano passò lungo la mia schiena. Senza dare nell'occhio fece un giro leggero, mi palpò il culo e sentì con piacere il suo dito non aveva incontrato l'elastico. Nella mano avevo veramente il mio perizoma!Marco chiese incuriosito “Che c'è?” e lui gli disse "Oh niente, solo che se volevi vedere l'intimo adesso puoi" e così facendo gli mostrai la mia borsa con dentro il perizoma nero.Sgranò gli occhi incredulo, voleva mangiarmi, tirar su il vestito e guardare se era vero che ero nuda. Lui rincarò la dose dicendo "Adesso indossa solo il nuovo giocattolo". Gli mostrò la foto del plug, quella che mi aveva fatto di nascosto mentre me lo stava infilando a casa! Diventa sempre più rosso, un misto di voglia e di imbarazzo per il luogo in cui si stava svolgendo questo gioco malizioso. Io ridendo lo guardai e confermai di avere solo addosso il plug. “Eh no, allora voglio vederlo anche io!” fu il suo commento diretto. E la mente tornò allo spettacolino di qualche mese prima. La mia mente stava già macinando una nuova fantasia a tre. La serata proseguì, ma eravamo visibilmente eccitati tutti e tre. Io ero già bagnata, per il plug e per la fantasia, ma fortunatamente il vestito scuro non lasciava trasparire i miei umori. Una volta a casa, mentre sale l’ultimo caffè di rito, mi infilai di nuovo il mio perizoma. Era palpabile che stavano aspettando un nuovo spettacolino, e io mi preparai. Chiesi ad entrambi di sedersi sul divano, mentre finivo di preparare il caffè. Questa veste di cameriera sexy era molto eccitante. Mentre aspettavamo il caffè, mi sistemai di fronte ai due uomini seduti sul divano, presi il mio vestito dalle spalline, le allargai, fino a lasciare le spalle scoperte. Il vestito scese ancora, in modo molto sensuale; si intravvedeva il reggiseno a balconcino, poi le tette uscirono fuori veloci, il capezzolo turgido bello in vista.Il vestito scese ancora, ora si intravvedeva il perizoma, fino a che lo spingo giù veloce a terra. Resto solo con i tacchi, le autoreggenti, il reggiseno a balconcino, il perizoma semi trasparente che lasciava intravvedere le labbra nella penombra della luce soffusa.La moka fece rumore, il caffè era pronto. Mi voltai per andare ai fornelli. Sentivo i loro sguardi eccitati addosso. “Sei veramente uno schianto!” mi sentii ripetere da entrambi. Camminavo e il mio culo si muoveva in modo sensuale. Giocavo a fare la diva. Il mio ragazzo mi disse “Sono eccitato da morire, vieni a sentire quanto è duro”. Posai i caffè sul tavolino, ma non erano certo interessati a quelli. Mi dissero: "Beh ora ci puoi mostrare anche il nuovo giocattolino". Li guardai ammiccante.Mi girai, mi piegai a novanta davanti a loro. Loro erano li impalati, cosi eccitati da non riuscire a dire altro che “sei uno schianto”. Anche se ero girata, ogni tanto li guardavo e sentivo il fuoco nei loro occhi. Misi le mani sulle ginocchia e mi piegai ancora di più. Eccolo, si vedeva li, tra le fosse del mio culo. Si vedevano anche le mie labbra, e gli umori che colavano tra le cosce. Ero molto eccitata. Mi fecero cenno di sedermi in mezzo a loro. Io mi alzai e obbedii. Conosco quello sguardo: il mio ragazzo vorrebbe prendermi e scoparmi li sul posto, con foga. La testa e le mani appoggiate al corpo di Marco, mentre affonda i suoi colpi su di me. Me lo aveva già raccontato una volta mentre mi scopava, quella volta mi stava immaginando addosso ad un altro uomo mentre lui pompava con forza su di me. Infatti non resistette, lo tirò fuori e me lo mise in mano. Io iniziai a segarlo; con la mano andai sulla patta dei pantaloni di Marco dicendogli “Dai faccio sfogare anche il tuo cazzo". Gli sbottonai i pantaloni e glielo tirai fuori.Non ci misero molto a venire tra le mie mani, eccitati com'erano. Mi bagnarono con i loro succhi; li tenni in mano per un po’, per lasciar loro il tempo di riprendersi dal godimento. Ormai si erano fatte le due di notte, e vedendo Marco stanco e leggermente brillo, il mio ragazzo gli propose di dormire sul divano. Ci preparammo tutti e tre per la notte, ma il mio ragazzo era ancora troppo eccitato. Aveva voglia di prendermi. Appena entrai a letto, mi volle completamente nuda, anche senza slip. Iniziò a palparmi e a stuzzicarmi. Solo l’abat-jour del comodino emanava una luce soffusa, molto provocante. Tolse le coperte, mi volle vedere completamente nuda. Mi stese, iniziò a far scorrere la sua lingua su tutto il mio corpo, allungò la mano e prese la benda per gli occhi che teneva nel comodino. Mi nascose alla vista e mi legò le braccia con le manette che teneva fisse al letto; le sue mani correvano dappertutto, una sensazione meravigliosa. I miei piedi furono imprigionati da altre manette. Ero aperta, spalancata, a sua disposizione, il suo oggetto del desiderio. Non era la prima volta che mi legava, avevamo fatto altri giochi insieme, più o meno spinti. Ricordo la prima volta, io timorosa di quello che sarebbe successo. Ricordo la seconda, che fu un’esplosione di sensualità e passione, con musica soffusa, carezze di piume, tocchi di frustino e mani che mi esploravano. Ricordo un’altra volta, che in mancanza di giochi, uso dei pezzi di verdura per procurarmi piacere. Ogni volta un gioco nuovo, una complicità diversa, una passione intensa.Iniziò a leccarmi.. le mie labbra erano umide e lui le succhiava con piacere. Risalì verso di me e mi sussurrò in un orecchio “Aspettami un attimo che vado a lavare il vibratore”. Sono lì con le orecchie tese a captare ogni vibrazione dell’aria, non potendo vedere niente. Pochi istanti e lo sento di nuovo sopra di me. Fece scivolare il vibratore su tutto il mio corpo facendolo entrare dentro.lo fece pompare.. stavo godendo. Sentii una lingua che accompagnava il vibratore.Poi la bocca mi succhiò, mi leccò, esplorò ogni singolo centimetro delle mie labbra sentendo il mio sapore come se non lo avesse mai sentito prima.E in effetti era così: andando a lavare il vibratore aveva incrociato Marco che spiava da fuori la camera e lo aveva invitato ad entrare e spogliarsi in silenzio.Ora era lui che mi leccava con avidità, voglioso, ma io bendata ero all'oscuro di tutto e mi lasciai leccare godendo profondamente.Gli fece cenno di togliersi perchè voleva scoparmi. Salì sul letto e si mise in mezzo alle mie gambe. Mi staccò le manette dai piedi in modo da potermi prendere bene, e con le gambe appoggiate alle sue braccia iniziò a scoparmi con foga. Marco era lì che ci guardava voglioso. Lui gli fece un cenno verso il comodino, vide che sopra c’era un preservativo, lo prese e se lo mise. Si alzò dal letto e lo invitò a prendere il suo posto. Io sentii qualcosa di strano, ma ero bendata, e stavo godendo. Nel silenzio di loro due pensai che fosse stato il mio ragazzo ad aprire la bustina del preservativo. Qualcuno salì di nuovo sul letto, mi prese le gambe e infilò il suo cazzo dentro di me. Il mio lui guardava la scena, guardava mentre Marco mi prendeva veloce, non vedeva l'ora di vedermi tra le mani di un uomo che non era lui. E io godevo. Più tardi mi confesso che era un piacere guardarmi mentre godevo con un altro. Io sentivo che non erano gli stessi movimenti di sempre, ma nell’eccitazione del momento non feci domande, non volevo perdere nessun brivido. Ad un certo punto sento un cazzo che si avvicina alla mia bocca!! Per un attimo restai ferma, quasi pietrificata, ma poi ripresi a godere, pompata com’ero sotto. Il cazzo dentro la bocca era del mio ragazzo, ne riconoscevo il gusto! Mi stava pompando e io lo accolsi.Marco venne dentro di me, lo sentii… fu una sensazione strana ma eccitante, essere posseduta da un altro uomo. Quando Marco vide che lo stavo succhiando al mio ragazzo, volle unirsi anche lui. Uscì da me, si tolse il preservativo e si mise dall'altra parte del mio corpo. Alternavo leccate e succhiate tra i due uomini al mio fianco.. mi sentii una mano liberata dalle manette, poi anche l’altra. Ora con le mani libere li presi entrambi, e mentre segavo uno succhiavo l'altro.Stavano quasi per venire entrambi, ma c'era ancora una cosa che il mio ragazzo voleva fare di me. Mi sussurrò nell'orecchio di girarmi e mettermi a pecorina. Voleva il culo! Io obbedii, sempre bendata, e lui si mise dietro di me. Stava quasi per entrare, ma mi faceva un pò male. Disse a Marco: “Vuoi avere l’onore di farle il culo prima tu?". Si tolse dal letto e lasciò il posto a Marco. Io ero in attesa di essere scopata, mi piace essere presa da dietro, da delle sensazioni speciali. Sentii Marco che sforzava, fino a quando entrò. Pompò dentro di me fino a venirmi dentro. Si tolse e il mio ragazzo prese il suo posto, iniziando a pomparmi di nuovo. Stavamo godendo entrambi; mentre affondava dentro di me, gridò di piacere. Anche io ero sazia di lui! Uscì dal mio corpo e mi buttai sul letto stanca ma pienamente soddisfatta! L’orgasmo era stato amplificato a mille grazie alla benda, che mi procura ogni volta sensazioni amplificate. Dopo qualche ora di sonno, a mattina presto ci alzammo per fare colazione insieme. Non eravamo ancora stufi di noi, tra sorrisi soddisfatti e occhiate complici.
720
0
11 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
Ultima visita: 2 mesi fa -
Giocando a tre (1)
Sono passati 3 anni da quel novembre in cui li ho conosciuti, e da allora siamo sempre stati insieme, una bella amicizia che col tempo si è consolidata. Con loro mi trovavo veramente a mio agio. Marco e il mio ragazzo si conoscono da una vita, sono più che amici, quasi fratelli. Anche se tra noi due era nato un rapporto che andava ben oltre l'amicizia, quei momenti a 3, specie il venerdi e il sabato sera, non li abbiamo mai lasciati, anche da fidanzati. Serate sempre molto leggere e divertenti, chiacchiere, molto feeling... si parlava veramente di tutto! questioni di lavoro, fatti quotidiani, amicizie in comune...e anche sesso. Ci scherzavamo spesso, al mio ragazzo intrigava parecchio questa libertà che avevamo, anche perchè la fantasia non gli manca...e non solo la fantasia! Una sera come altre… ero distesa sul letto, nuda. Lui inginocchiato vicino a me, mi mise il suo cazzo davanti alla bocca. Mentre lo guardavo intensamente, lo feci sparire veloce tra le labbra, fino in fondo come piace a lui. Le sue dita stavano scivolando tra le mie labbra, insistendo e giocando con il grilletto. La passione si era decisamente accesa tra di noi quella sera… si avvicinò al mio orecchio e iniziò a sussurrarmi una sua fantasia.... darmi ad un altro uomo! "Immagina che ora, mentre me lo stai succhiando, c'è un altro che ti sta leccando e palpando le tette!". Mentre glielo succhiavo, prese le mie gambe, le spalancò velocemente, come per espormi completamente al terzo del gioco, in piedi davanti a me aperta... Mi eccitai ancora di più… si sentiva che mi stavo bagnando... ma era solo una fantasia. Nella stanza non c'era nessuno. Fu durante un'altra scopata che si materializzò per caso un nome. Eravamo sul divano, io lo cavalcavo completamente nuda, girata di schiena...lui mi stava palpando dappertutto, e io mi inarcai al passaggio delle sue mani esperte per offrirgli tutto... le tette, il ventre, giù all'inguine fino ad arrivare alle labbra, che trovò già bagnate. Non ci vuole molto, quest'uomo mi eccita solo col pensiero! Mentre mi stava accarezzando vogliosamente, appoggiai la testa alla sua spalla, mi inarcai completamente perchè mi potesse esplorare...è qui che iniziò di nuovo a sussurrarmi la fantasia a tre. "Immagina che ora li davanti a te ci sia un altro, che ti vuole... devi allargare bene le gambe, cosi ti può vedere bene e occuparsi della tua fighetta." Per renderla ancora più reale, mi sistemò, mi aprì... Ero sempre più eccitata. E nell'eccitazione del momento, gli sussurrai quasi per scherzo: "e chi è il terzo? Marco?". Non so come mai sono stata cosi audace, ma credo che per lui sia stata come una fitta, perchè mi ha guardato stralunando gli occhi. Non aveva mai pensato al suo amico in questa veste. Quando raccontava era sempre un estraneo che giocava con noi, qualcuno fuori dal giro degli amici stretti. E così mi guardò e sorridendo disse: "Beh, forse in fondo chi meglio di lui potrebbe apprezzare questo gioco con noi? Noi praticamente siamo fratelli, è un ragazzo serio, carino, riservato. E soprattutto, posso darti in mano ad una persona affidabile!". Da quel momento diventò per lui un chiodo fisso, nei discorsi, nei pensieri, nelle sue fantasie... voleva che il terzo fosse Marco. Si sa, le fantasie non restano tali per molto tempo.... questa prese forma durante una serata "only men" che erano soliti fare in settimana, amiconi com'erano. Davanti ad una birra al solito bar, gli mostrò alcune mie foto e video hot che gli avevo mandato in privato... questi giochi erotici a distanza erano il nostro modo di colmare la lontananza fisica che ogni tanto eravamo costretti a subire causa lavoro. Quella volta al bar, sicuramente dopo una serata passata a parlare di donne e sesso, come spesso gli uomini fanno, provò ad alzare la posta in gioco… non più foto e video di sconosciute recuperati facilmente in internet, ma pose e gesti di una persona a loro molto vicina...io!! Iniziò a provocarlo, facendo cadere il discorso apposta su di me per vedere se era interessato...e Marco non era certo indifferente! Prima gli mostrò alcune mie foto nuda, per tastare il terreno... poi non resistette alla tentazione di fargli vedere un video dove giocavo con un vibratore. A seguire gli fece vedere un altro video dove mi stavo masturbando: infilavo il dito dentro, giocavo con la mia "tana", poi mi alzavo e camminando verso la camera leccavo il mio dito in modo provocante. Il video era molto sexy... evidentemente ispiravo molto sesso! Marco disse che dopo aver visto un video cosi era impossibile non volermi scopare subito. Quando glielo mostrò il mio ragazzo sentì una scossa, un'eccitazione incredibile nel mostrarmi così intimamente e nel vedere Marco che mi mangiava con gli occhi. Marco era visibilmente eccitato, tanto che gli chiese di rivederlo dal suo cellulare. Il giorno dopo mi raccontò di com’era andata la serata e il gioco che aveva iniziato. Mi chiese se poteva far vedere ancora a Marco i miei video, se avrei provato imbarazzo. Io gli dissi che se li vedeva dal suo telefono non c'erano problemi, conosco Marco e la sua riservatezza, mi fido ciecamente. Il mio ragazzo si stupì della mia audacia, non pensava che glielo avrei lasciato fare. Dopo questa prima provocazione, le cose andarono sempre più veloci. Marco non osava mai con me per paura di rovinare la nostra amicizia, ma il mio ragazzo, eccitatissimo all'idea, iniziò ad escogitare un piccolo piano che fosse realizzabile, senza essere troppo impegnativo per nessuno. Un giorno nella nostra chat, per caso (ma neanche tanto), buttò lì una scommessa con me: chi perdeva era alla mercè degli altri due. In particolare, se avessi perso io, avrei dovuto fare una sfilata con dell'intimo che avrebbero scelto gli altri due. Neanche a farlo apposta, perdo la scommessa... in fondo era opinabile chi aveva realmente vinto! Era il gioco che stava prendendo forma. Non c'è dubbio che un po' gliel'ho lasciato fare, perchè sentivo che la sua eccitazione stava crescendo. Ma in fondo cresceva anche la mia voglia di superarmi e di sfidare la situazione. Il mio lui iniziò a pubblicare in chat qualche proposta di completino intimo che avrei dovuto indossare per la sfilata... ormai i giochi erano veramente avanti. Restai al gioco, anche un po' ignara di quello che realmente sarebbe successo. Neanche a dirlo, loro avevano scelto un completino molto molto minimal, che lasciava vedere le tette e la figa...ma io ho preferito un vestitino a rete, che comunque non lasciava molto spazio alla fantasia. In pochi giorni arrivò il pacco, il mio ragazzo lo aprì ed iniziò già a fantasticare e lanciare provocazioni nella nostra chat, che accesero di colpo la situazione. E' un venerdì sera e ci siamo trovati come spesso succede noi tre per una birra. Io maglia scollata, tacchi e pantaloni molto aderenti. Come sempre la serata finì a casa del mio ragazzo per l'ultimo caffè di rito e le ultime chiacchiere. Non mi ci è voluto molto a capire che ormai i giochi erano quasi fatti! Il mio ragazzo portò il discorso sulla scommessa persa e tirò fuori il vestitino appena arrivato. Sentivo che i suoi ormoni erano a mille, glielo leggevo in faccia... non vedeva l'ora di mostrarmi a Marco con quel completino addosso! Con un sorriso dissi "Ok! ho promesso che pago il mio debito!". Sentii palpabile l'eccitazione di entrambi, e nonostante facessero i navigati sul sesso, anche per loro era la prima volta in un gioco cosi. Mentre si prepararono il caffè, io andai in camera a prepararmi...mi sentivo un po' incosciente nel fare questo spettacolo, ma ormai il dado era tratto e volevo vedere fin dove mi sarei spinta in questo azzardo. Aprii la porta della sala un po' intimorita: era la prima volta che mi offrivo nuda ad uno che non fosse il mio ragazzo. Erano seduti sul divano. Entrai! Feci una camminata per la sala...indossavo scarpe nere con il tacco a spillo, un perizoma semitrasparente e il vestitino a rete che ovviamente lasciava le mie curve in bella mostra. Il vestitino era cortissimo, mi arrivava giusto all'inizio del culetto; le tette spingevano contro la rete e mettevano in mostra i capezzoli turgidi ed eccitati per la situazione.Mi mangiarono con gli occhi, lo sentivo... Un po' ci presi gusto, mi piaceva essere guardata, era qualcosa di nuovo per me. Mi chiesero altro caffè… presi la moka, andai sculettando verso il lavello e iniziai a preparare altro caffè. Ero voltata di spalle, il mio culo era in bella vista attraverso la retina, sodo e rigido sopra i tacchi. Gli apprezzamenti non finivano mai. Ad un certo punto mi sentii presa da dietro...era il mio lui che non resistette e mi venne a toccare, a baciare, ad abbracciare. Si erano alzati tutti e due, in verità. Eravamo lì tutti e tre vicino ai fornelli. Il mio ragazzo tirò fuori il suo cazzo duro, di marmo. Voleva che sentissi quanto era eccitato, voleva che lo segassi, che lo prendessi in bocca, che me lo infilassi dentro. Voleva tutto, lo sentivo, lo sapevo. Era un fuoco! Mi chinai e lo presi in bocca per succhiarglielo. So che non resiste quando mi chino ai suoi piedi, lo guardo dritto negli occhi e lo prendo tutto in bocca fino in fondo. Iniziai a leccarlo profondamente. Sentii che disse con soddisfazione a Marco "Allora, che te ne pare?". Marco gli rispose subito: "Beh, da voi due ora vedrei proprio volentieri uno spettacolino in diretta". Non c'è stato invito più accattivante: il mio lui mi prese, mi appoggiò al muretto della cucina, mi alzò il vestitino a rete, neanche tanto piano, mi spostò il perizoma... me lo infilò bello duro e iniziò a prendermi da dietro, mentre Marco ci guardava eccitato. Le sue mani correvano davanti sulle mie tette. Io lo lasciai fare, l'eccitazione era veramente tanta. Spinse il suo cazzo dentro di me un po' di volte...io ero molto bagnata, lo volevo dentro di me per godere. Marco continuava a guardarci con molta voglia negli occhi, lo spettacolo improvvisato lo eccitava da morire. Pensavo che si sarebbe unito anche lui, magari allungando una mano per toccarmi le tette....ma non è successo niente. Forse aspettava un mio cenno per agire, o forse la situazione aveva già toccato un livello inaspettato per la nostra amicizia. E penso che in fondo sia stato bello cosi. Come prima volta ci eravamo già spinti tutti e tre oltre le nostre fantasie iniziali.
660
0
11 mesi fa
DreamingPassion, 47/44
Ultima visita: 2 mesi fa -
Fuochi di capodanno
Anche quest'anno è finito.Mi ritrovo in un locale con amici a festeggiare. In realtà sono qui solo per gli amici. Non mi piace stare in un locale a capodanno. Ma stare a casa con quella che sarà la ex moglie è anche peggio. La maggior parte di loro voleva evadere. Democraticamente si è votato, la maggioranza ha vinto.Ed eccomi qui: completo nero, giacca lunga con collo coreano; camicia grigio chiaro, cangiante, a righe, sempre in tonalità di grigio ma più scure.La flute di champagne nella mano destra, la sinistra in tasca... in attesa di chissà cosa.
Cammino tra la gente cercando di divertirmi, cercando una mia evasione. E' quasi ora......inizia il coro del conto alla rovescia, mi avvicino al gruppo, è quasi il momento di brindare al nuovo anno.Abbandono i miei pensieri e mi unisco al coro: "cinque... ".In una frazione di secondo ti vedo, abito lungo con spacco fin sopra la metà coscia. A fianco ad un uomo. Forse il tuo. Non lo so, non mi importa."quattro..." continuo il countdown, ma guardo te: capelli scuri, lunghi, leggermente mossi."tre..." corpo asciutto e sinuoso, con le curve al posto giusto."due..." terza di seno, coppe sode, scollatura profonda... s'intravede che porti un reggiseno senza coppe. I capezzoli liberi di muoversi strofinano sul tessuto e tendono verso l'esterno, quasi a voler richiamare l'attenzione."uno..." sguardo intrigante, sicuro di sé."Auguri! Buon anno..." Tra i baci e gli abbracci i miei occhi ti cercano, ti seguono, ti scrutano tra la folla...è ora dei fuochi. Nonostante la temperatura della gelida notte invernale, ci dirigiamo sul terrazzo ad osservare i fuochi artificiali.Ti seguo, mi dirigo verso di te. Mi posiziono alle tue spalle. L'uomo che ti è accanto ti parla. La mia mano più audace che mai, incurante degli avvertimenti del cervello e della gente che ci circonda, si posiziona sulla tua coscia.
Nessun segno di ribellione da parte tua. Immagino che tu abbia chiuso gli occhi per goderti la carezza che le mie dita ti stanno offrendo. Ma questa tua concessione mi autorizza a fare di più: cerco lo spacco, la mia mano s'insinua all'interno. Scopro con piacere che porti le autoreggenti. Le mie dita percorrono la tua pelle sino a raggiungere il tuo intimo. Con il pollice mi sposto sul gluteo e ne percorro il confine tra pelle e pizzo. Scie luminose incendiano la notte, mentre il tuo silenzio incendia il mio desiderio.Oso di più. Le dita scostano il bordo elastico del tanga. L'indice gioca per qualche secondo con le tue labbra per poi tuffarsi nel tuo caldo fiore. Forse anche tu hai voglia di qualcosa di più di una semplice serata tra amici, forse l'idea di essere toccata da uno sconosciuto... qualcuno accanto a te ti dice che i fuochi sono davvero belli. "E' stupendo!". La tua risposta esce soffocata e strozzata da un gemito, che si perde tra i botti di fine anno.Le mie dita si muovono velocemente dentro te, mentre con l'indice cerco e stuzzico il clitoride.Improvvisamente una mano mi ferma. Un brivido mi percorre.L'altra tua mano scivola dietro la schiena e si posa sui miei pantaloni, in cerca del sesso. Lo trovi, lo tasti, lo stringi. Poi con estrema destrezza mi abbassi la cerniera e lo estrai.Vedo la tua schiena chinarsi leggermente in avanti. Capisco!Non vuoi godere con le dita, vuoi godere sul serio. E vuoi regalarmi un sogno.Lo sguardo della gente, degli amici, di tutti è proiettato ai giochi di luce nel cielo. Tutt'intorno a noi è buio. Scosto la gonna, approfittando dell'ampio spacco. Mi aiuti e sposti il tanga, porgendomi le grandi labbra. Appoggio il membro tra le tue cosce. Spingo il glande appena dentro... mi fermo. Lascio che i nostri sessi si conoscano, si godano il primo momento di piacere... lascio che i tuoi umori avvolgano il mio sesso. I fuochi si stanno intensificando, lo spettacolo sta per finire.Istintivamente spingi indietro i tuoi glutei. Entro completamente in te. La mia mano, che prima accarezzava le tue cosce, ti afferra per il fianco. I miei movimenti sono lenti ma decisi. La mano si sposta sul tuo seno, infilandosi nella scollatura. Lo afferro con la mano, mentre con l'indice ed il medio afferro e gioco con tuo capezzolo. Incalzo il ritmo. Non resisterò ancora molto. Pochi attimi e un gemito strozzato mi fa capire che stai godendo. Subito dopo esco e raggiungo il mio piacere sui tuoi glutei.I nostri respiri, i nostri battiti lentamente tornano alla normalità, mentre nel cielo si spegne l'ultimo fuoco.
1038
0
11 mesi fa
mentecorpoanima, 53
Ultima visita: 1 settimana fa -
LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE - 2^ Parte
LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE
2^ PARTE
Riprendo il racconto che, come già indicato nella 1^ parte, rappresenta una esperienza reale vissuta nel marzo 2022 e che, per come si è realizzata, ha avuto un’importanza significativa nella mia vita di coppia.
PREMESSA
Sono conscio che il lettore medio di questo racconto sia principalmente interessato alla cronologica descrizione degli eventi più lussureggianti della storia (in fondo siamo in un sito erotico), tuttavia ho ritenuto necessario proporre un preambolo alla narrazione in modo che tutti siano i grado di comprendere a pieno, non solo la situazione in cui si è creata “la prima volta”, ma anche lo stato d’animo e le sensazioni psicologiche degli attori stessi ed, in ultima analisi, il percorso cerebrale che ha portato a maturare questo passaggio.
***
È frequente nelle coppie vivere, prima o poi, un periodo di crisi coniugale. Le cause possono essere molteplici: la routine matrimoniale, il fatto di darsi per scontati, lo stress lavorativo, le abitudini, la stanchezza, etc. .
In ogni caso sono periodi estremamente logoranti dove rischia di perdersi ogni reciproco stimolo emotivo.
Ebbene, durante i primi mesi post emergenza covid, noi eravamo in una di queste fasi.
Il nostro sentimento era sempre molto forte ma era meno palese, quasi scontato. Era come se ci fosse un’ombra cupa tra di noi…….qualcosa di non ben definito, che comunque rischiava di allontanarci fino quasi a farci sentire più due individui che una coppia.
Sono situazioni difficile da spiegare che, tuttavia, portano (erroneamente) a pensare che il proprio malessere psicologico dipenda in qualche modo dal comportamento del proprio partner.
Io, in particolare, sentivo mancare l’empatia di coppia…. non vedevo più nella mia compagna la volontà (e soprattutto il piacere) di comprendere le mie esigenze. Non percepivo più in Lei il desiderio di rendere felice e realizzato il proprio uomo.
Intendiamoci, di fatto non avevo nulla di trascendentale da rimproverarle, era una mera sensazione….un’atmosfera negativa che alleggiava tra noi e che, personalmente, mi intristiva molto perché contrastava con il mio assoluto bisogno di unione e complicità di coppia.
Più passava il tempo e più la tensione aumentava. Sembrava un progressivo e inesorabile precipitare.
A un certo punto, anche futili decisioni, come la scelta del programma tv, sembravano diventare oggetto di beneplacito o quanto meno di compromesso.
Tutto stava diventando tremendamente snervante. Dormire con la finestra aperta o chiusa, materasso morbido o rigido, uscire o stare a casa, cosa cucinare alla sera, la mia uscita della domenica mattina per il rituale allenamento in bicicletta……ogni mia scelta sembrava essere motivo di discussione e/o di contrattazione.
Lo stesso normale dialogo coniugale cominciava a risentirne; ormai ogni banale conversazione rischiava di trasformarsi in un’accesa discussione polemica……non c’era più nulla di pacato tra noi……tutto sembrava poter sfociare improvvisamente in un conflitto tra opinioni inconciliabili.
Anche nell’intimità stavamo vivendo una sorte di triste declino. Facevamo ancora l’amore ma in modo spento, convenzionale……da vecchia coppia stanca. Ormai si faceva sesso sempre nello stesso luogo (nel letto matrimoniale), Patrizia non indossava più la sua sensuale lingerie ed anche nella scelta delle posizioni sessuali spesso si finiva per previlegiare esclusivamente la comodità o la praticità a discapito del piacere.
Come se non bastasse (causa lockdown sanitario) da oltre due anni non giocavamo più con coppie o singoli ed i club privé rappresentavano ormai per noi solo uno sbiadito ricordo per noi.
In tale contesto, credo che il mio principale errore sia stato quello di non parlare apertamente (e soprattutto tempestivamente) del mio malessere interiore. Ritenevo infatti (oggi posso dire ERRONEAMENTE) che la mia compagna di vita non potesse non percepire la mia palese insofferenza. Pertanto l’unica spiegazione che riuscivo a darmi della sua inerzia ed indifferenza, era che non fosse interessata al mio stato d’animo e ciò, ai miei occhi, equivaleva a mettere in serio dubbio il suo affetto nei miei confronti.
Fortunatamente la realtà era diversa e Patrizia me ne diede prova durante il nostro momento peggiore.
Infatti, dopo un sofferto e lungo periodo di silenzi, una sera il confronto è improvvisamente arrivato.
A dir la verità, più che un confronto sembrava uno “scontro”, fatto di reciproche accuse e lamentele …..poi però, a un certo punto, Lei ha preso l’iniziativa e dopo aver confermato i suoi sentimenti nei miei confronti, ha avviato un costruttivo processo dialettico che, per maggior chiarezza, ripropongo a seguire in maniera pressoché testualmente :
P. – Perdonami Amore, ma io ti amo come e più di prima. Non voglio perderti e voglio dimostrarti che possiamo tornare quelli di un tempo. Forse ho dato per scontato il nostro rapporto ma anche a me non piace come stiamo vivendo la nostra relazione. Non mi riconosco più, voglio tornare la donna che hai conosciuto. In fondo ci amiamo e questa è l’unica cosa che veramente conta. Non possiamo buttare via tutto quello che c’è tra noi.
IO – Non voglio che Tu cambi solo per paura di perdermi, io vorrei che Tu avessi piacere di stare con me, di condividere cose con me. Io ti ho sempre considerata, non solo mia moglie, ma anche la mia compagna, la mia amica, la mia confidente nonché la mia complice. È questa la Patrizia che ho sempre desiderato.
P. – Ma anch’io voglio essere quella donna e voglio dimostratelo. Noi abbiamo bisogno di una svolta, di complicità, di qualcosa che ci unisca nuovamente….di un nostro segreto da condividere…..di trasgressione. Senti…perché non invitiamo un singolo a casa nostra?
IO – Per far cosa? I soliti giochi soft per poi tornare alla solita routine?
P. – No. Questa volta voglio andare oltre ai nostri vecchi limiti. Questa volta lo voglio scopare.
IO – Lascia perdere. Non ci sarebbe alcuna soddisfazione sapendo che lo faresti solo per me. Non è quello che desidero e Tu lo sai? Io ho sempre adorato la nostra complicità di coppia, non mi interessa il tuo sacrificio alla Giovanna D’Arco.
P. – E chi ti dice che lo faccio per Te?
IO – Vorresti farmi credere che improvvisamente è diventato un tuo desiderio? Scusa ma faccio veramente fatica a crederci?
Ricordo ancora benissimo il sorriso malizioso sul bel viso di Patrizia, mentre, con tono quasi di sfida, replicava al mio scetticismo con queste semplici tre parole:
P. – Mettimi alla prova.
Al termine di questa frase, confesso che ho sentito un brivido corrermi su per la schiena. Ero completamente pervaso e stordito da una moltitudine di sentimenti, confusi e coesi tra loro, che andavano dall’amore, all’ eccitazione, alla sorpresa, alla paura, alla gelosia e molti altri ancora che nemmeno riuscivo a riconoscere.
Quel giorno stesso ci mettemmo alla ricerca di un single e già per la sera stessa avevamo fissato un appuntamento a casa nostra con Tommaso.
Nel colloquio telefonico preliminare, dopo aver adeguatamente chiarito le regole del gioco (“Patrizia scoperà ma non si concederà a rapporti orali e anali”), avevo raccomandato al nostro amico massima delicatezza e sensibilità considerando che si trattava di una “prima volta” per Patrizia.
Appuntamento alle 21, ma già alle 20,30 Patrizia è già tutta “apparecchiata”: stivali neri con tacco a spillo, autoreggenti nere, un abito lungo di pizzo con ampio spacco di coscia e generosa scollatura. La trama del pizzo nero lasciava veramente poco all’immaginazione. Inoltre il vestito era molto leggero e pertanto i suoi capezzoli reagirono rapidamente alla fredda attesa inturgidendosi e sollevandosi nelle trasparenze.
Ricordo che le dissi: “Sei bellissima, se ritarda 5 minuti ad arrivare ti scopo io”.
Arrivò puntuale. Patrizia prese subito l’iniziativa. Andò incontro al nostro ospite salutandolo e avvinghiandolo subito con uno stretto e prolungato abbraccio che non avrebbe lasciato indifferente neanche un eunuco. Il nostro amico non poteva non aver sentito i suoi seni premergli sul petto. La conferma di ciò, la ebbi subito. Infatti il suo imbarazzo nell’essere accolto in modo così diretto era evidente. Non proferiva parola.
Anche questa volta ci pensò Patrizia a “rompere il ghiaccio”. Infatti lo fece accomodare sul divano del salotto e comincio a rivolgergli apprezzamenti con voce volutamente suadente.
Senza neanche volerlo, mi trovai ai margini della scena, ne approfittai allora per attivare la videocamera del mio cellulare……non volevo perdere nulla di ciò che si stava prospettando davanti ai miei occhi.
Intanto sul divano, le mani di entrambi già cominciavano a dispensarsi carezze e sfioramenti reciprochi, dapprima incerti e superficiali poi sempre più diretti e passionali. Ormai i primi timidi approcci del nostro amico si erano trasformati in voraci palpate…..le sue mani che inizialmente si soffermavano con movimenti lenti e controllati sull’elastico dell’autoreggente quasi a voler definire la zona di confine tra la calza e la pelle liscia della gamba, ora passavano, freneticamente e senza pudore, dall’interno coscia al petto ………quasi a non saper decidere dove stare.
Un attimo dopo, vedo il seno sinistro nudo di Patrizia stretto tra le dita di Tommaso mentre la sua bocca ingorda succhia il capezzolo più che mai inturgidito dalle precedenti attenzioni. Patrizia geme prima di piacere e poi di dolore quando l’azione del nostro esuberante amico eccede.
Io sono completamente stravolto dall’eccitazione…….le tette di mia moglie succhiate senza ritegno da uno sconosciuto e sta anche gemendo di piacere.
Improvvisamente Tommaso si inginocchia davanti a Patrizia la quale, percependone le maliziose intenzioni, anticipa la sua azione aprendo, senza alcun ritegno, le gambe.
La visione che offre è irresistibile. Infatti a seguito dei profusi strofinamenti prestati, il perizoma si è insinuato tra le grandi labbra della vulva lasciando trapelare una curata quanto sensuale peluria pubica.
Un attimo dopo il suo perizoma è accostato a lato delle grandi labbra scoprendo il clitoride gonfio di eccitazione. La lingua di Tommaso non perde tempo e inizia un lento ma inesorabile lavoro sul “grilletto” di Patrizia. I gemiti aumentano a dismisura e i movimenti ritmici delle mani di Patrizia sulla testa di Tommaso sembrano confermare le manifestazioni di piacere appena udite.
Adesso entrambi i seni di Patrizia sono scoperti mentre le dita di Tommaso agiscono sui capezzoli pizzicandoli quasi a voler sintonizzare una stazione radio. Nel frattempo la testa di Tommaso è sempre tra le cosce di mia moglie che, continua a esprimere parole di approvazione per l’insaziabile lavoro di succhiamento che viene riservato al suo clitoride, ora più che mai gonfio e bagnato.
Dopo qualche minuto Patrizia riprende il comando delle azioni. Fa sedere Tommaso sul divano e le si siede sopra rivolta verso di Lui. La scena che mi si presenta è favolosa: Tommaso ha la testa tra le tette di Patrizia mentre le sue mani palpeggiano lussuriose il sinuoso culo del mio Amore.
P.S. – Per la cronaca, il culo di Patrizia è uno dei suoi punti di forza…..fianchi rotondi e natiche a forma di cuore ne fanno un vero capolavoro apprezzato da tutti coloro che hanno avuto occasione di giocare con noi.
Decidiamo di spostarci rapidamente in camera da letto per proseguire più comodamente il gioco.
Pochi secondi e Patrizia è sdraiata sul letto con addosso solo stivali ed autoreggenti. Anche Tommaso non perde tempo ed in un attimo è completamente a nudo…….la sua eccitazione è già ben evidente.
Ricomincia il cunnilingus che Patrizia dimostra subito di apprezzare. Ben presto, l’azione della lingua viene sostituita dal movimento ritmico di un dito. Patrizia apprezza a tal punto da chiedere:
P. - “SIII,…dai! Mettimi anche un dito nel culo” .
Non so se sia possibile esprimere a parole l’eccitazione che una frase del genere può generare in un uomo. Io non ci riesco!
Il movimento delle due dita all’interno di mia moglie era già di per sé estremamente provocante, ma la reazione verbale di Patrizia alle stimolazioni ricevute mi fece letteralmente sbandare:
P. – SI… SI…un dito in figa ed un dito in culo…..mi stai riempiendo tutta.
Poi alza la testa cercando il mio sguardo e aggiunge:
P. – Amore, mi manca solo un cazzo in bocca.
Ben presto le dita in figa passano da due a tre e infine addirittura a quattro. Il nostro amico però si fa prendere troppo dal momento e comincia a stantuffare esageratamente finché un gemito di dolore di Patrizia e un mio immediato rimprovero non lo fanno desistere.
Patrizia riprende in mano il pallino del gioco ed estrae da sotto il suo cuscino il suo migliore amico, il suo vibratore “succhiaclitoride”. L’immagine di Lei sdraiata a gambe aperte mentre si masturba provoca in me inquietudini profonde e contrastanti. L’eccitazione si accresce ancor di più quando Tommaso decide di contribuire al piacere di Patrizia infilandole un dito in figa. Questa volta la sua azione è più delicata e controllata e, di conseguenza, più gradita.
Pochi minuti ed ecco Patrizia esplodere in un orgasmo fatto di forti gemiti liberatori.
Vederla godere, mentre è penetrata da un dito non mio, ha risvegliato in me istinti difficilmente confessabili.
Si invertono nuovamente i ruoli. Ora è Patrizia che, riprendendo l’iniziativa, fa sdraiare sulla schiena Tommaso e le regala un sensuale quanto gradito body massage.
Sgrano gli occhi, non voglio perdermi alcun particolare. Osservo con attenzione il mio Amore mentre con le sue morbide tette sfiora dolcemente il petto del nostro ospite. Vedo i suoi capezzoli…sono talmente turgidi da sembrare due chiodi e sono altresì evidenti i brividi provocati al fortunato ricevente.
Per mettere a contatto le tette di Lei al petto di Tommaso, inevitabilmente il suo culo di Patrizia è rimasto sollevato. Da dietro l’immagine di Patrizia è strabiliante: osservo il suo culo rotondo in primo piano e le grandi labbra ancora aperte dopo il recente orgasmo. Quando poi Tommaso comincia a picchiettare le dita sulla figa ancora leggermente slabbrata di Patrizia, si sente il rumore dei suoi umori……E’ BAGNATISSIMA !!!
Non ancora soddisfatta del trattamento ricevuto, Patrizia, con voce lieve ma decisa, le sussurra:
P. – Mettimi un dito dentro.
Tommaso ovviamente non se lo fa ripetere e inizia a penetrarla intimamente.
Patrizia riprende il movimento lento ma costante del suo corpo sinuoso; porta così il suo seno a scendere fino all’ombelico mentre contemporaneamente il suo pube struscia sugli attributi maschili del nostro ospite. Il cazzo di Tommaso ora sembra scoppiare.
A questo punto non è più possibile attendere oltre, l’eccitazione di tutti è al limite.
Tommaso si infila il preservativo, aiutato da una Patrizia un po’ impacciata in un compito a cui non è più abituata.
Il nostro impaziente amico si infila tra le gambe di Patrizia e comincia ad armeggiare con il suo cazzo nel tentativo di penetrarla. Quando ormai aveva appena cominciato a far pressione sulla “soglia”, Patrizia lo spinge via, facendoci sospettare in un ripensamento tardivo.
L’imbarazzo però scompare subito, quando la sento rivolgere a Lui con le seguenti parole:
P.- Voglio stare sopra. Ti voglio scopare io.
In un attimo Patrizia è sopra di Lui nella classica posizione “dell’amazzone”.
Da dietro ho una visione perfetta della scena: vedo la mano di Patrizia cercare e trovare sotto di Lei l’asta di Tommaso, la vedo puntare il membro eretto all’ingresso della vulva, la vedo spingere progressivamente il glande dentro le grandi labbra, e infine….la vedo sedersi dolcemente sul cazzo fino a totale inserimento.
L’immagine della virilità maschile che lentamente scompare interamente dentro la figa della mia donna è una scena quasi irresistibile per me.
Il lento movimento ascendente e discendente del culo di Patrizia sul suo cazzo prosegue ritmico. Vedo il cazzo entrare ed uscire a un cadenza regolare fino a quando, l’impazienza di Tommaso non lo porta ad unirsi a Lei nel movimento….accentuando i tempi delle spinte.
Adesso si muovono entrambi in simultanea; quando lei scende con il culo, Lui sale col bacino. In questo modo la penetrazione è più profonda. Tommaso aumenta ancora il ritmo e Patrizia è costretta a interrompere il suo. Ora è solo Lui che spinge…..in modo sempre più profondo e concitato.
La mia eccitazione sale ulteriormente quando sento Patrizia gridare:
P. – SI…SI…SCOPAMI . Lo voglio dentro, lo voglio sentire tutto…fino in fondo….fino alle palle.
Comincio a temere che tutto finisca troppo presto e allora chiedo di cambiare la posizione.
Patrizia si mette a 90 gradi (posizione a pecorina” per intenderci). Lui è un po’ basso, fa fatica a penetrarla in quella posizione. Le chiede di abbassarsi davanti fino ad appoggiare petto e viso al letto. Adesso è riuscito ad entrare. Tramite le mani la tiene per i suoi sinuosi fianchi in modo da poter gestire meglio il ritmo delle spinte. Ad ogni affondo, si sente il rumore dei due corpi che si scontrano.
Cambiano ancora la posizione, ora tocca alla “missionaria”. Lei si sdraia supina allarga e solleva le gambe velate dalle calze nere. Già solo vederla in questa posizione è uno spettacolo. Lui traffica un po’, sembra non riuscire a trovare la “strada”….Lei per aiutarlo, le dice:
P. – più su, più su…..più su, più su!
Allora Lui le risponde;
T – Lo vuoi nel culo ?
E Lei, preso coscienza delle sue reali intenzioni, categoricamente:
P. – NO !! Il culo e la bocca li do solo a mio marito.
Non credo mi sia possibile esprimere l’orgoglio e la soddisfazione che una tale frase mi ha dato.
Alla scorrettezza del nostro ospite che, ben conscio delle regole della casa, ha provato a esigere più di quanto (ed era molto) le era stato concesso, si è sovrapposta la ferma reazione della mia compagna di vita che ha messo in chiaro che Lei era lì per un gioco e solo per quello.
Lei è e resterà mia, come io sono e resterò suo. Il fatto che i nostri corpi vengano occasionalmente “condivisi” per i nostri capricciosi giochi trasgressivi non cambia la realtà dei fatti.
Dopo questo breve momento di imbarazzo, finalmente il nostro “furbone” trova la strada giusta e comincia il suo movimento “stantufforio” incitato dai gemiti e dalle frasi provocanti di Patrizia.
Sposto il mio punto di osservazione…mi posiziono dietro di loro. Durante il frenetico movimento penetrativo, vedo palle di Lui scontrarsi rumorosamente con le natiche di Patrizia.
Vista e udito……una combinazione eccitante e sensuale. Il sesso vissuto con tutti i sensi…..
Lui le alza le gambe in modo da poter esercitare spinte più ampie e profonde, Dai suoi gemiti animaleschi si intende che è quasi all’apice del piacere.
Lei sembra capirlo e grida:
P. – SI…SI,,,,,sborrami tutta,,,,,,voglio sentirti godere.
E’ troppo per Lui……non resiste…..esplode in una serie di mugugni di piacere seguiti dai rumori degli ultimi due profondi colpi d’anca contro le natiche di Patrizia.
Tommaso è stremato, si lascia scivolare a lato del letto.
Non perdo tempo. Sposto le gambe di Patrizia verso la mia posizione e la posseggo con energia.
Tutti i miei colpi sono seguiti dal rumore dei nostri corpi che si scontrano.
La bacio con passione, mentre le dico che l’amo e che sono orgoglioso e felice di avere una donna come Lei.
Immediatamente dopo esplodo dentro di Lei, riempiendola con tutto il mio seme.
CONCLUSIONE
Sono stato un uomo che si “nutriva” di grandi emozioni e, per quanto mi è stato possibile, ho cercato costantemente di vivere la mia esistenza in modo libero e anticonformista. Di conseguenza ho sempre detestato i luoghi comuni, i conformismi e le ipocrisie della nostra società cosiddetta “evoluta” dove le apparenze contano più della sostanza.
Pertanto, considerato il mio essere, non avrei potuto trovare donna migliore di Patrizia che per me non è solo mia moglie ma anche la mia donna, la mia compagna, la mia amica. La mia complice, la mia porca…..il mio tutto.
Nonostante le inevitabili difficoltà incontrate nella quotidianità della convivenza, mai nessuna persona mi ha fatto sentire tanto realizzato quanto Lei.
L’esperienza raccontata, al di là dei suoi piacevoli lati trasgressivi, è stata fondamentale per me perché ha rappresentato un’evidente conferma dell’unione e della complicità della nostra coppia.
2406
0
11 mesi fa
lucrezia13,
52/44
Ultima visita: 2 mesi fa
-
Un appuntamento trasgressivo – terzo episodio
L’amicizia con Roberto e Nicoletta continuò dopo quel primo incontro per molto tempo.
Poteva capitare di passare il pomeriggio e/o la notte in loro compagnia.
In una delle diverse occasioni di incontri, dopo aver passato il pomeriggio e tutta la sera insieme, esausti per la lunga maratona di sesso, ci eravamo addormentati tutti e tre sul grande letto.
La mattina successiva, all’improvviso, una piacevole sensazione si diffonde nel mio corpo mentre mi risveglio lentamente dalla fase di sonno profondo.
Il mio pene è duro come una roccia.
"Che succede? Che ore sono?" penso ancora assonnato nella mia mente.
Guardo alla mia sinistra e vedo Nicoletta che giace nuda accanto a me.
Alla mia destra, vedo Roberto inginocchiato tra le mie gambe che mi sta succhiando il cazzo duro e geme compiaciuto.
Il sole splende e illumina la stanza attraverso la tenda semiaperta e i miei occhi si girano di riflesso verso l'orologio.
Dico stizzito a voce alta: "Cazzo è tardi, ho dormito troppo, sono già le 7:30, a quest'ora dovrei essere già in viaggio per l’ufficio".
Come se fossi stato morso da una tarantola, scrollo di dosso Roberto completamente stupito e, in preda al panico, mi infilo frettolosamente i vestiti.
Chiedo scusa a Roberto e Nicoletta dicendo loro: “Devo andare via immediatamente sono molto in ritardo.”
Lei, per il trambusto da me fatto, ora è sveglia e sta appoggiata alla testiera del letto piuttosto confusa: "Cosa è successo, perché tanta fretta?" dice con un filo di voce, nella confusione e la fretta non sento nemmeno.
Una volta rivestito, mi avvio per andare via cercando di spiegare la mia fretta: “Scusate ma è già troppo tardi. Oggi ho una riunione importante a cui non posso mancare, devo scappare.”
Arrivato nella sala riunioni, saluto frettolosamente la persona seduta accanto a me dopo aver preso posto.
“Ciao Alberto, non ti sei perso niente. Come sai parla molto ma non dice niente di interessante." Leone è un tipo simpatico e rilassato con i suoi modi divertenti.
Lo stimo perché pur essendo giovanissimo e alle prime armi è molto competente sul lavoro.
Mi guardo intorno, mi rilasso un po’, lascio che la noiosa dissertazione del Direttore prenda il sopravvento.
Rifletto sul giorno andato. Mi rivengono in mente tutti i momenti passati con i miei amici, esperienza molto erotica quella della sera precedente ... continuo a scuotere la testa quasi incredulo per la fortuna avuta nel far parte della loro vita sessuale.
"Cosa stai pensando, sembri totalmente da un’altra parte?" Mi dice Leone sorridendo.
Risposi: "Non sono nelle corde giuste, sono molto distratto questa mattina.”
Leone: “Rilassati e stai attento così da evitare problemi con il capo, ti sta guardando da quando sei entrato."
"Sì, Leone, giusto, sono solo un po' in confusione oggi."
"Ok Alberto," dice e mi mette una mano sul braccio, "se mai hai voglia di chiacchierare, sono un buon ascoltatore."
“Grazie, magari qualche volta potremmo andare a bere una birra insieme."
"Non c'è di che, Alberto, ma ora è meglio tornare dal nostro noioso dottor Bla Bla Bla."
Nella tarda mattinata, la riunione volge al termine, il Direttore distribuisce ancora alcuni documenti e ci chiede di leggerli attentamente.
Tutti i partecipanti dopo i suoi tortuosi monologhi hanno abbandonato la sala delle riunioni e si sono avviati alle loro rispettive stanze.
Leone mi saluta con una stretta di mano e dice: "Ciao, Alberto, spero che tu possa rilassarti un po’ dopo tutte queste stupide chiacchiere."
Risposi: "Cercherò di distrarmi un po'. Ci vediamo."
La sera, uscendo dal lavoro prendo un taxi, voglio tornare al più presto per rivedere i miei amici che avevo abbandonato senza una vera spiegazione.
Era già sera tardi, dopo una giornata faticosa, non avevo voglia di chiudermi a casa e andare da Nicoletta e Roberto immaginavo sarebbe stato molto più piacevole.
La massiccia porta di legno si apre e Roberto mi saluta con un veloce bacio sulla guancia: "Entra, Alberto." mi accoglie e mi fa entrare nella grande sala, "Prima di tutto, siediti e rilassati. Vuoi qualcosa da bere? Come è andata oggi? "
«Con piacere, Roberto, se hai una birra fredda la bevo volentieri. Oggi sono piuttosto annoiato, una giornata come questa richiede un certo livello di sopportazione che non ho più. Dov'è Nicoletta? Volevo scusarmi anche con lei per questa mattina, sono scappato via senza una adeguata spiegazione."
"La mia Nicoletta si è presa una pausa, questo pomeriggio è partita con la sua amica Teresa per il fine settimana benessere in una Hotel con Spa. Ha detto che dovremmo prenderci cura di noi da soli per questi due giorni."
Roberto sorride compiaciuto.
Nella mia mente passano diversi pensieri: “Probabilmente aveva voglia di concedersi un momento per sé stessa. Le sue vibrazioni erotiche mi mancheranno.”
Penso anche che abbia voluto togliersi di mezzo per lasciare campo aperto a Roberto.
Lui, quasi per giustificare Nicoletta, disse: “Come sai, entrambi abbiamo un rapporto molto aperto e onesto l'uno con l'altro. Ognuno di noi asseconda l'altro nelle sue scappatelle."
Pensando a Nicoletta con la sua amica, il mio piccolo si è svegliato tra i pantaloni e preme pesantemente contro il tessuto: "Wow, Roberto, è molto bello quello che dici, quindi vi raccontate tutto sulle vostre relazione di sesso non avute insieme?"
E lui: “Si, certamente, in fondo è solo desiderio fisico di sesso sfrenato e indecente, desiderio del cazzo di qualcun altro, di un corpo attraente di una donna che ti desidera senza inibizioni. Questo non ha niente in comune con l'amore, noi ci amiamo incondizionatamente.”
Poi. Continuando, disse: “Se ti va, puoi restare qui con me in questi giorni."
Risposi: “Per me è ok, mi piacerebbe molto. Dovrei farmi una doccia prima di andare a letto, oggi è stata veramente dura come giornata. Hai degli asciugamani per me?"
"Certo, ne troverai un po' nel bagno sullo scaffale all'angolo."
In bagno mi tolgo i vestiti, il mio cazzo sussulta mentre mi levo i boxer e mi infilo nell’ampio piatto doccia ed inizio a insaponarmi generosamente.
Ne ero quasi sicuro, quando la porta della cabina si aprì e Roberto si presentò dietro di me nudo, non rimasi sorpreso.
Lui chiese lascivamente se potesse entrare. Senza nemmeno aspettare la mia risposta, iniziò a massaggiare la schiuma sulle mie spalle.
Mi manipolava delicatamente il collo e la schiena e poi, spostando le sue mani calde, anche il petto.
Sentivo il suo grosso pene rigido che si spingeva tra le mie natiche e le sue mani che si muovevano verso il basso, accarezzando il mio corpo.
Tenevo le braccia appoggiate alla parete e inarcavo la schiena e spingevo il sedere verso di lui, allargando un po' di più le gambe.
Un brivido piacevole mi prese quando raggiunse l'interno delle mie cosce e poi mise una mano sulle mie palle e l'altra avvolse il cazzo ormai duro come una roccia.
Molto lentamente e con delicatezza, Roberto tirò indietro il mio prepuzio e mi accarezzò il frenulo con il dito.
Di seguito, la mia verga viene energicamente accarezzata dalla sua mano.
Senza liberare la mia asta dalle sue mani, Roberto si rannicchia dietro di me.
Mi viene la pelle d'oca mentre lecca delicatamente il mio culo, partendo dalla parte posteriore, che copre di baci caldi, fino alla base del sedere, e danza intorno tamponandola con la sua lingua appuntita.
Forti emozioni mi travolgono, cedo ai miei bisogni animaleschi, Roberto fa di tutto per farmi impazzire.
La sua lingua si insinua profondamente tra le mie natiche.
Il mio pre-sperma inumidisce il mio glande, Roberto lo raccoglie e lo strofina con piacere sul mio cazzo, io gemo di lussuria mentre cerca di trovare la mia apertura posteriore con la lingua: “Uhmmm … auchhhh … bellissimo mi fai morire.” Dico con la voce rotta dall’emozione.
All'improvviso l'ha fatto, la punta della sua lingua è rimasta bloccata nel mio retto.
Il suo piccolo sostituto del cazzo mi scopa devotamente nella mia fessura e cerca di spingermi sempre più in profondità, intuitivamente mi allungo un po' più verso di lui.
Un orgasmo fenomenale si sta preparando: “Vengo … vengo … vengooooo!”
Il "punto di non ritorno" è stato superato, le mie grosse palle si induriscono ancora un po' e lo sperma inesorabilmente risale verso l'alto.
Comincio a urlare forte e lo riverso nella sua mano che mi masturba, il mio cazzo schizza lo sperma violentemente.
Lui riesce a prenderne una parte, il resto schizza sulla parete e scorre lentamente verso il piatto della doccia.
Dopo un violento orgasmo il mio cazzo si calma lentamente, pulsa solo leggermente nella sua mano, Roberto masturbandomi fa uscire ancora qualche goccia di seme che sta perdendo la sua durezza.
Mi ha completamente prosciugato, crollo debolmente contro la parete.
Si porta alla bocca lo sperma che ha in mano e se lo lecca dalle dita con abbandono.
“Alberto, sei un po' più rilassato di prima?" mi chiede Roberto con la bocca ricoperta di sperma.
Sorride soddisfatto mentre si mette in bocca l’ultima goccia.
"Andiamo a letto, penso che adesso potrai dormire bene e ricaricare le batterie per domani."
Così facemmo, senza perdere tempo andammo a dormire nel grande letto.
La mattina dopo, quando mi sveglio, Roberto sta coccolato dietro di me, mi divincolo dalle sue braccia nel modo più discreto possibile e vado in bagno per fare una doccia veloce, lavarmi i denti e pettinarmi i capelli.
Al ritorno nella stanza da letto, do a Roberto un piccolo bacio sulla guancia, anche lui adesso è sveglio e mi dice: "Mi è piaciuto molto ieri sera."
"Ci penso io a te oggi." gli sorrido.
Fin dal primo incontro con Roberto sapevamo entrambi che eravamo destinati a fare del sesso insieme.
Come diceva sempre Nicoletta, Roberto ha sempre desiderato l'avventura e la spontaneità nei rapporti con il proprio sesso.
Questi due giorni insieme sarebbero stati l’occasione perfetta per lasciarsi andare.
Io ero sempre lo stesso con cui aveva fatto sesso insieme a Nicoletta.
Stavamo godendo dell'atmosfera dopo il risveglio e una sana doccia.
Facevamo colazione quando mi sono avvicinato a lui e ho sussurrato: "Andiamo,” prendendogli la mano “ritorniamo in stanza da letto."
Roberto sentì un brivido elettrico scorrergli nella schiena mentre io lo trascinavo verso il corridoio che conduceva al letto.
Una volta dentro, l'atmosfera cambiò, l'aria era allo stesso tempo carica e intima, e le ondate di emozione che si riversavano tra noi erano fitte.
Le sue mani tremavano leggermente mentre mi toglieva la maglietta.
Roberto non riusciva a distogliere lo sguardo dal mio corpo.
Anche lui si tolse tutto, e presto le nostre labbra si unirono mentre ci godevamo la libertà dello stare soli.
Mi tolse i boxer, svelando la mia erezione gonfia e pulsante.
Roberto si inginocchiò e fece scivolare la mia verga nella sua bocca, gli occhi chiusi per il piacere mentre il calore inondava i suoi sensi.
Le sue mani correvano su e giù per il mio corpo mentre gemevo di piacere. Roberto si stava godendo ogni secondo, ma voleva di più.
Si allontanò, con la faccia arrossata e gli occhi scintillanti.
Io sorrisi, presi la bottiglia di lubrificante e cominciai a distribuirlo sul mio pene.
La vista del movimento per ungermi la verga era troppo per Roberto.
I suoi occhi mi mangiavano avidamente mentre si preparava al piacere.
Io sorrisi di nuovo, e ben presto ci siamo posizionati sul bordo del letto.
Scivolai lentamente dentro Roberto che giaceva supino sul letto, con le gambe spalancate e il bacino ben alzato per mettere in mostra il suo bel buco del culo.
Posizione che permetteva ai nostri due corpi di potersi accoppiare facilmente e consentire agevoli movimenti tra di loro.
Roberto sussultò e gemette mentre gli riempivo il culo: “Si … si …. mi piace averti dentro … si scopami in profondità, fottimi senza fermarti, fammi godere.”
Io mi assicurai di mantenere il ritmo lento e stuzzicante.
La nostra passione cresceva ad ogni spinta e Roberto mi avvolse le gambe attorno, stringendomi a sé ed emettendo gemiti intensi mentre il suo piacere aumentava.
Sentì i suoi muscoli tendersi mentre spingevo, percepivo che era vicino al limite del piacere mentre tenevo il passo costante con un ritmo veemente.
Alla fine, le ondate di piacere divennero troppe e Roberto ed io ci lasciammo andare entrambi in una beata liberazione, gridando insieme in una perfetta unità di passione scaricammo il nostro seme, io dentro di lui e lui sul mio ventre.
Rimanemmo insieme, in quella posizione, per qualche secondo ancora dopo l’eiaculazione.
Era stata una scopata piena di passione e intensità, sapevamo entrambi che quella non sarebbe stata l’ultima.
Dopo ci ricomponemmo, ci siamo rivestiti e, quella mattinata la passammo facendo una lunga passeggiata rigeneratrice.
Rientrati a casa, Roberto disse: “Ora prepariamo qualcosa per pranzo. Non sono molto capace, ma ci sono delle pizze surgelate in frigo, le infiliamo nel forno caldo, ti va?"
Accennai con la testa un sì e preparammo le pizze.
Mangiammo in silenzio, la pizza surgelata non è proprio il massimo.
A fine pasto, dopo una bella birra fredda, Roberto disse: «Ci sediamo in salotto a bere un amaro?”
Io gli risposi: "Prima mi faccio una doccia veloce, poi vengo da te."
Ho deciso di viziarlo oggi e ovviamente di compiacermi del suo corpo sexy... Torno dal bagno indossando solo un paio di boxer, il mio pene è già semi duro.
Roberto, ancora vestito, mi sorride compiaciuto: "Vuoi sederti accanto a me?" Senza dire una parola, mi siedo.
Lui aveva preparato due bicchieri di amaro.
L’alcol sicuramente alleggerisce l'atmosfera e mi aiuta a rilassarmi ancora di più, deciso, lo spingo orizzontalmente, non senza togliergli il bicchiere di liquore dalla mano.
Non c'è segno che voglia difendersi dalla mia azione.
Lo afferro sotto la cintura dei pantaloni. Lui solleva il suo dolce culetto per consentirmi di toglierlo.
Oggi indossa dei boxer e la mia mano lo accarezza lungo i contorni del suo enorme cazzo semirigido.
La sua reazione è evidente, la verga si muove verso di me irrigidendosi.
Le mie dita scivolano nell'ampia apertura della gamba.
Accarezzo le sue grosse palle.
Basta una leggera pressione per suscitargli il primo gemito.
Con entrambe le mani sfilo i boxer di Roberto, il suo cazzo ormai rigido, si mostra in tutta la sua grande figura allungandosi con forza verso di me.
Gli dico: “Roberto, dovrai raderti? I peli stanno già crescendo sul tuo ventre. Sono bravo nel radere."
La proposta erotica viene accolta con favore da Roberto.
Senza attendere oltre, scompaio nel bagno per prendere gli utensili necessari. Schiuma da barba, rasoio, acqua calda e un grande lenzuolo dalla sua camera da letto.
Lo faccio sdraiare sul lenzuolo e gli strofino il cazzo compreso lo scroto e il buco del culo con la schiuma da barba.
Dopo aver cosparso tutte le sue arti intime di schiuma, gli sollevo con le dita il cazzo eccitato per arrivare con attenzione a tutti i peli fastidiosi, sto molto attento nei movimenti poiché questa regione è estremamente sensibile.
Con le mani gli allargo le gambe in modo che possa arrivare ai lati dei suoi testicoli.
Lo strofino delicatamente sul glande e sul frenulo.
Questa sensazione lo fa gemere profondamente e insistentemente, il suo ventre si muove verso di me tanto che devo stare attento con il rasoio per non ferirlo.
"Roberto, per favore, metti i piedi sul divano." Gli dico.
Lascio che il cazzo pulsante mi scivoli via dalle dita per poter accedere meglio al suo bel buco del culo.
Con una mano libero questa regione sensibile da tutti i peli. Lo faccio aprendo la fessura con due dita per avere un migliore accesso con il rasoio bagnato.
Lo sciacquo con spugnate di acqua tiepida e lo tampono con l’asciugamani.
Lascio scorrere generosamente la mia saliva sul piccolo foro e lo massaggio delicatamente.
L'indice bagnato comincia a girare intorno al buco e mi muovo lentamente. Roberto urla dal piacere, era molto eccitato non riesce più a controllare il suo orgasmo e, senza alcun preavviso, mi schizza in faccia un fiotto di sperma.
Il primo getto mi colpisce l'occhio e poi la punta del naso. Istintivamente mi tuffo sul suo cazzo eiaculante, lo infilo in profondità nella mia bocca dove può finalmente sfogarsi.
Il glande di Roberto si contrae ancora un po' e secerne le ultime gocce, che raccolgo sulla lingua.
La mia bocca con il suo sperma caldo dentro scivola sulla sua asta dura altre volte prima di ingoiare il suo carico.
La tensione che aveva avuto Roberto per tutto il tempo della rasatura crolla, lui è profondamente soddisfatto.
"Il tuo sperma ha un sapore delizioso," sorrido a Roberto mentre rilascio dalla mia bocca il suo pene sempre più rimpicciolito, non senza prima spremere un'ultima goccia dal glande e succhiarlo con piacere.
Lo ripulisco con l’asciugamano. Bevo un piccolo sorso dal bicchiere di amaro.
"Il mio dessert" gli sorrido lascivamente.
“Wow Alberto, è stata pura follia, grazie, grazie, grazie per questa fantastica esperienza. Sei un vero talento naturale, non avevo mai sperimentato un orgasmo così intenso senza una vera penetrazione ma solo con un gioco sensuale."
"Non ho ancora finito con te. Ora ti voglio scopare ben bene!" Roberto non si sforza minimamente quando lo spingo sulla pancia in modo dominante.
Ora giace prono completamente nudo davanti ai miei occhi eccitati.
Comincio a massaggiare delicatamente le spalle di Roberto e la base del collo. Conquisto la sua schiena, che si allunga comodamente verso di me.
Lui giace davanti ai miei occhi lucenti come una statua.
Metto il cuscino spesso sotto la parte inferiore del suo corpo e il suo sedere si solleva e si mostra in tutta la sua bellezza.
“Che spettacolo divino!” Le mie mani calde scivolano pazientemente sulle sue natiche.
Roberto geme dolcemente tra le sue braccia, che ha messo sotto il viso. Massaggio delicatamente le sue natiche, che si protendono così teneramente e con desiderio verso di me.
Contrariamente alle sue aspettative, ora comincio a massaggiargli i piedi.
Roberto si contrae brevemente per la sorpresa, ma rimane pazientemente e in attesa nella sua posizione.
Risalgo lentamente l'interno delle sue cosce. Gli allargo le gambe e lui si fa guidare godereccio.
Il mio glande in attesa rilascia tonnellate di goccioline, la mia cappella è completamente bagnata dal pre-sperma.
Accarezzo teneramente i suoi testicoli sodi e glabri e allargo leggermente le sue natiche con entrambe le mani.
La sua dolce apertura giace indifesa davanti a me e per un attimo mi godo questo spettacolo fantastico.
Roberto si offre a me con sottomissione, pieno di fiducia e di aspettativa sfrenata.
Penso: “Desideri il mio cazzo duro? Sono qui per dartelo!”
Le mie mani allargano il suo sedere un po' di più, il suo foro aperto si contrae mentre lascio che la mia saliva vi scorra sopra.
Uno spettacolo pazzesco, sto muovendomi speditamente con lussuria.
Ancora una volta ho lasciato scorrere lo sputo sul buchetto.
Voglio sentirlo, assaporarlo, la mia lingua si infila nel suo culo e lecca dolcemente la sua rosetta affinché possa accogliermi meglio.
Con immensa pazienza la punta della lingua penetra e lecca avidamente tutto. Torno indietro.
Con l'indice bagnato traccio una scia calda dall'estremità dei suoi testicoli fino al retto che si contrae selvaggiamente.
Probabilmente la regione più sensibile di ogni uomo.
Roberto geme ad alta voce mentre il mio indice bagnato entra lentamente nel suo culo e supera l'anello con leggera resistenza.
Lascio che il dito ricurvo circoli dolcemente dentro di lui.
Il suo sedere si solleva improvvisamente verso il mio indice, i suoi gemiti diventano più forti, più selvaggi, i suoi movimenti diventano più impulsivi.
Il secondo dito nel suo culo lo fa esplodere, Roberto urla di piacere e improvvisamente rilascia i suoi umori sul lenzuolo.
Lui ha le contrazioni, urla, sussulta. Tende ritmicamente tutti i suoi muscoli, le mie dita sono letteralmente intrappolate nel suo culo, che stringe ritmicamente nella follia del suo fenomenale orgasmo.
Il suo culetto si muove e si agita dal piacere.
La tensione lentamente si attenua e Roberto si lascia cadere quasi in trans sul cuscino.
Voglio usare il mio pene gocciolante per raggiungere finalmente l’orgasmo.
Non ho bisogno di lubrificante per la sua penetrazione, poiché le mie abbondanti quantità di saliva sul suo dolce buco e il precum sul mio glande forniscono la lubrificazione necessaria.
Al primo tentativo il mio glande riesce a superare l'anello interno del suo buco.
Che sensazione. Il caldo culo di Roberto lo avvolge. Il mio cazzo è al settimo cielo.
Mi spingo avanti millimetro per millimetro, il mio pene sembra stretto in una morsa viscida.
Roberto ha una corporatura perfetta e un culo bellissimo.
Senza alcuna ulteriore resistenza significativa penetro fino a far battere le mie palle, il culo di Roberto mi accoglie sottomesso e si spinge con veemenza verso di me. "Alberto fottimi, fottimi, fotti il tuo Roberto, io appartengo a te..." urla nel cuscino sotto di lui.
Un'immagine pazzesca, il suo culo stretto proteso verso di me, il mio cazzo incastrato dentro di lui fino in fondo alla radice.
Lo lascio per un momento fermo dentro di lui, poi incomincio a penetrarlo ritmicamente con forza.
Devo rallentare i movimenti, altrimenti verrei subito, era troppo eccitante la situazione.
Lui: "Alberto, fottimi il culo, fottimi la testa ... prendimi con forza … lo voglio tutto dentro!"
Con colpi lenti e profondi penetro nel suo culo, massaggiando leggermente le sue natiche divine che si protendono verso di me ad ogni spinta.
I miei sensi si immergono in una dimensione strana, la mia mente vaga oltre, infilo interamente il mio cazzo dentro di lui e mi ritorna in mente la sua dolce metà che non c’è oggi.
Sento i miei testicoli contrarsi forte, il mio sperma vuole essere rilasciato con forza bruta nel suo culo.
Afferro le natiche di Roberto in modo quasi brutale e inizia a pompare con maggiore vigore, sono pronto per venire.
Un'infinita soddisfazione personale mi travolge mentre inondo Roberto con il mio sperma caldo.
Colpo dopo colpo, il mio cazzo esplode e si svuota nel suo culo.
Mugolando, Roberto si spinge sulla sua verga schiacciata sul lenzuolo sotto di lui.
Rimango esausto sulla sua schiena per quella che sembra un'eternità, il cazzo ricoperto di sperma ha perso la sua durezza e sta uscendo dal sedere di Roberto.
Completamente spossato, mi giro sulla schiena per allungarmi sul lenzuolo. Roberto si rannicchia contro il mio addome e prende amorevolmente il mio piccolo in bocca.
Con invidiabile devozione libera il mio cazzo dai residui della nostra scopata.
La bottiglia di amaro è ancora lì, accanto a noi, Roberto succhia il mio cazzo inerte e io mi verso e bevo un sorso di liquore.
Roberto continuava a succhiarmi amorevolmente il cazzo. Allargo le gambe per facilitare il suo lavoro e lo lascio fare.
Il mio pene rialza la testa in aria compiaciuto dalla bocca calda che lo stimola.
"Hmmm, delizioso." mormora mentre prende il mio cazzo sempre più in profondità, fino alla radice e continua dicendo: "Posso succhiarti di nuovo?"
I suoi grandi occhi mi guardano dal basso.
Roberto lascia scorrere tonnellate di saliva sul mio cazzo ormai di nuovo duro, lui sa che mi piace particolarmente.
La sua bocca scivola delicatamente su e giù sul mio tronco.
I rumori che ne derivano provocati dal suo sputo mi fanno ribollire.
Le mie mani si posizionano sulla sua nuca e lo avviano al ritmo che mi fa godere di più.
Intuitivamente premo profondamente la sua testolina sul mio tubo e questa gli affonda in gola con uno schiocco.
Roberto ansima, ha le lacrime agli occhi quando lo rilascio indietro.
Per la gioia, o semplicemente ero troppo in gola?
I suoi occhi avidi e vitrei mi dicono che vuole di più.
Ancora e ancora metto la sua bocca bagnata sulla mia verga pulsante, che è già sul punto di scoppiare di nuovo.
Roberto annuisce leggermente, indicando che lo vuole profondamente. Entrambe le mani gli artigliano la testa e lo tirano su di me, il mio glande pulsante preme in modo dominante nella sua gola e in pochi secondi esplodo.
Spinta dopo spinta, pompo il mio carico di sperma nella bocca di Roberto.
Lui ha un forte conato di vomito per quanto la sua situazione lo consente e vuole liberarsi dalla mia dura presa.
Dopo quella che sembra un'eternità, gli libero la testa dalle mani e lui cade di lato, completamente esausto.
Saliva mescolato al mio sperma escono dalla sua bocca aperta e malconcia.
Roberto sussulta con veemenza, i suoi occhi sono socchiusi.
Si sta lentamente riprendendo dalla mia scopata in gola.
“Oh, cavolo Alberto, penso che sia stato il pompino più brutale ma anche più hot della mia vita! Voglio che questo sogno non finisca qui ora."
Accarezzo la sua dolce testolina in modo quasi comprensivo.
"Ho bisogno della tua mano che mi guidi, puoi usarmi come una troia, come la tua puttana ogni volta che ne hai voglia, Alberto."
Il mio cazzo semiduro, adagiato di lato, è ancora viscido e bagnato.
Con l’indice raccolgo i residui appiccicosi delle nostre secrezioni e glieli porto alla bocca.
Roberto mi guarda con i suoi occhi azzurri di profonda devozione e li lecca con entusiasmo.
"Grazie, Alberto," esce dalla sua bocca, mentre dalla sua posizione sottomessa mi guarda profondamente e infinitamente grato.
All’improvviso, senza nessun preavviso, si aprì la porta dell’ingresso ed entrarono Nicoletta e Teresa.
Nicoletta disse: “Carissimi come va? Noi non ci siamo trovati bene nell’hotel e abbiamo deciso di ritornare in città. Voi cosa avete fatto?” poi vedendoci continua “Oh cazzo, lo vedo cosa avete combinato!!! Ve la state spassando alla grande coppia di porconi.”
Risponde Roberto: “Oltre quello che vedi, non abbiamo fatto nulla di particolare, questa mattina siamo andati un po’ in giro a fare due passi e poi siamo rientrati a casa. Di pomeriggio abbiamo fatto, come vedi, del gran sesso. E voi?”
Rispose Teresa: “Anche noi ci siamo date da fare, abbiamo fatto molto sesso!”
Non era la prima volta che Nicoletta portava a casa una sua amica “particolare”. Teresa era poi una vecchia conoscenza di Roberto, tante volte era stata ospite loro. Si può dire che erano molto in intimità.
Si comprese quanto fossero amici quando Roberto la salutò.
Infatti, dopo essersi avvicinato, prese il suo viso tra le mani e la baciò sulla bocca come se fossero amanti, e disse: "Cavolo, sei bellissima, sei veramente in forma, una gran bella figa."
Nicoletta sorrise all’uscita del suo compagno.
Teresa, senza nessun indugio, rispose al suo bacio avvolgendo le sue braccia sul suo corpo nudo, si abbracciarono l'un l'altro e lasciarono che le loro mani vagassero liberamente l'una sull’altra.
Mentre si baciavano ed esploravano a vicenda, Nicoletta disse: “Lui è Alberto, un nostro caro amico.”
Teresa si voltò verso di me e con un grande sorriso disse: “Piacere di fare la tua conoscenza. Nicoletta mi ha parlato molto di te. Ora posso affermare compiutamente di conoscerti meglio.” Poi sorride maliziosamente vedendomi completamente nudo.
Io risposi con un grande sorriso e con un classico: “Il piacere e mio.” Poi aggiunsi, “Anch’io ho sentito parlare di te da Roberto e Nicoletta, spero di poter approfondire oggi la tua conoscenza.”
E lei: “Sicuramente, oggi sarà il giorno giusto per conoscerci meglio.”
Alle sue spalle c’era Nicoletta che iniziò scherzosamente a strofinare il suo ventre teso contro la sua amica.
Si comprendeva da quel piccolo movimento cosa intendessero alludere Nicoletta e Teresa … la giornata si stava prospettando in modo molto interessante … ma questa è un’altra storia…..
34
0
11 mesi fa
Al2016,
62
Ultima visita: 14 ore fa
-
Mi fa scopare dal collega superdotato.
Mi chiamo Stefania e sono sposata da sei anni con Luca, dopo due di fidanzamento. Sono alta 1,70, mora, occhi scuri, bocca ampia e labbra carnose, una buona terza di seno ed un bel culo a mandolino, che attira tante attenzioni. Luca è un marito fantastico. Ha un bel fisico che cura molto, facendo sport, in particolare il padel: sport che pratica assieme a tre suoi colleghi di lavoro, Diego, Claudio e Fabio. Sessualmente parlando, ha una discreta dotazione, diciamo un po’ sopra la media, ma niente di particolare. La cosa che lo rende speciale è il fatto che, a letto, è un gran porco! Quando ci siamo messi insieme, avevamo già fatto le nostre esperienze e, fin da subito, il sesso è stato un elemento base per la nostra unione. Con lui mi sento libera di esprimere le mie fantasie e lui mi asseconda in tutto. Lui stesso è un grande scopatore, instancabile e fantasioso. Gli piace farmi vivere delle fantasie e, per realizzarle, si è procurato un invitante vibratore che ci fa compagnia nelle nostre scopate. Luca mi scopa nel culo col suo cazzo durissimo, mentre col vibro mi sfonda la fica ed io godo come una maialina. Una sera, mentre eravamo a letto, intenti ad eccitarci per una ennesima scopata, lui mi ha fatto una domanda che mi ha colto impreparata.
«Che ne diresti se, al posto del vibratore, ci fosse un cazzo vero? Un maschio molto dotato che te la sfondi tutta?»
Resto di sasso, lo guardo negli occhi e prendo atto che sta dicendo sul serio.
«Sì… cioè io... sì, mi piacerebbe, ma non saprei con chi farlo. Non credo sia così facile trovar qualcuno e, per di più, super dotato.»
Lui sorride e mi racconta che la sera prima, mentre faceva la doccia nel nuovo impianto sportivo riservato al padel, ha potuto notare che due suoi amici, Diego e Claudio, sono ben messi, ma il super dotato è Fabio. A suo dire, avrebbe un cazzone enorme.
«Sono sicuro che, eretto, supera i venticinque centimetri, con uno spessore di non meno conto.»
Mentre parla, mi penetra e continua ad elogiare le doti equine del cazzo del collega ed io mi vedo simile ad una cagna in calore, che gode nel sentirsi esortata a realizzare quella sua certa idea.
«Prova ad immaginare di averlo nel culo, mentre io ti scopo!»
Chiudo gli occhi e immagino quel bastone dentro di me, mentre mi infila il vibro nel culo. Sbrodolo immediatamente e godo in maniera così repentina da restarne stupita io stessa. Lui se ne compiace e mi dice che, se intendo provare questa esperienza, lui è pronto ad assecondarmi: vorrebbe invitare Fabio una sera a cena da noi. Mi sento molto eccitata all'idea e la sera, quando Fabio arriva, mi trova ancora molto indecisa. Luca mi ha fatto indossare un tubino molto leggero che lascia poco all’immaginazione.
«Complimenti, Luca! Tua moglie è proprio una bella donna!»
I suoi complimenti sortiscono l'effetto di farmi rilassare. Ceniamo e ci divertiamo tra battute e doppi sensi, che si fanno sempre più spinti, anche grazie a qualche bicchiere di vino, che lentamente scioglie i freni inibitori. Avverto sempre più spesso lo sguardo di Fabio indugiare sul mio corpo; naturalmente la cosa mi eccita. Finito di cenare, ci spostiamo sul divano e, mentre mi avvicino per offrir loro il caffè, Luca mi mette una mano sul culo. Fabio guarda, sorride e, senza scomporsi, fa una battutina un po’ spinta.
«Un bel culo così, lo accarezzerei anch’io!»
Luca mi guarda, io sorrido e ribatto.
«Se vuoi, puoi accomodarti!»
Mi giro verso Luca ed offro il mio culetto alle attenzioni di Fabio, che gradisce e subito fa scomparire ogni remora. Così, mentre Fabio mi tocca il culo, mio marito mi massaggia le tette. Poi la mano di Fabio scende sotto il vestito e si trova a verificare che non indosso l’intimo. Mi squadra da capo a piedi compiaciuto, ed io mi eccito ancor di più.
«Accidenti! Ma questa porcellina è nuda sotto! Che troia! Fantastica! Luca sei davvero molto fortunato!»
Senza nessun indugio, inizia a masturbarmi la figa, ormai ridotta ad un lago di umori. Luca si apre i pantaloni e mi trovo il cazzo di mio marito davanti al viso. È eccitatissimo! Intanto Fabio, mentre con una mano mi continua a massaggiare la figa, si apre i pantaloni a sua volta e, quando Luca mi fa girare, mi trovo davanti al viso il tanto decantato palo di carne del collega. È davvero un cazzo enorme! Fabio è in piedi, mi fa inginocchiare e me lo pianta in bocca. Io mi metto d'impegno a succhiare quel bastone che sembrava lievitare sempre più nella mia bocca; era diventato il doppio di quello di Luca. La cappella a mala pena riusciva a passare tra le mie labbra. Fabio mi ha fatto i complimenti e poi si è rivolto a Luca.
«Sei davvero un'esperta succhiacazzi! Luca, quando mi hai invitato a cena, avevo immaginato che tua moglie volesse il mio cazzo. È accaduta la stessa cosa con la compagna di Claudio, la scorsa settimana; anche lei ha gradito la mia super minchia! Dai, bella troia, succhia che dopo ti sfondo e potrai vedere quanto lui ne sarà contento!»
Naturalmente io succhiavo con dedizione, senza fermarmi. Luca ha suggerito di spostarci in camera e subito ci siamo spogliati; solo allora ho potuto constatare che Fabio era un bell’esemplare di maschio, dal fisico scolpito e dal cazzo davvero super. Luca mi ha subito infilato il cazzo dentro la fica, mentre io continuavo a gustarmi il sapore di Fabio in bocca. Ho avuto un rapido orgasmo e poi si son dati il cambio. Mi ha fatto distendere supina, ho spalancato le cosce e lui ha appoggiato la grossa cappella fra le labbra della mia ostrica, già fradicia di succhi e, lentamente, ha affondato quel paolo tutto dentro di me. Al sentirlo entrare è stato come esser sverginata per la seconda volta. L’ho sentito penetrare tutto dentro, fin in fondo. Mi ha dilatato con impegno e subito ho iniziato a godere. Mi sbatteva come un toro scatenato. Ho raggiunto un altro orgasmo, che ho urlato sfilandomi il cazzo di Luca dalla bocca.
«Vengo! Sì, dai che vengo! Godo! Mi fai impazzire! Dai, ancora, continua!»
Naturalmente non si è fermato. Mi ha sollevato le gambe in alto, ha fatto spostare Luca che mi guardava estasiato e poi ha preso a sfondarmi con colpi tremendi, che mi hanno procurato altri tre orgasmi in rapida successione. Poi abbiamo cambiato posizione. Mi ha preso da dietro. Ha infilato la sua poderosa verga tutta dentro ed io ho inarcato la schiena per reggere l’impatto. Mi son sentita quel palo tutto dentro in tutta la sua innaturale lunghezza. Mi ha afferrato per i fianchi ed ha iniziato a pomparmi, mentre mi assestava delle potenti sculacciate sulle chiappe, acuendo il mio piacere.
«Vacca, ti sfondo! Guarda, Luca, come si monta una vacca come lei! Questa il cazzo lo adora e, stai sicuro che, questa sera, ne avrà una bella razione! Ora però voglio farle anche il culo!»
Ho subito avvertito un brivido che era un misto di paura/piacere nel pensare di ritrovarmi con quella trave nel culo, ma devo ammettere che desideravo provarla anche lì. Mi ha fatto provare un ennesimo orgasmo, poi ha puntato la cappella durissima al mio buchetto e, con fatica, mi ha infilato tutta l'asta, fino in fondo. Ho sentito il suo corpo aderire al mio ed ho realizzato di averlo ospitato tutto nel mio culo.
«Piano! Ti prego, fa piano! Mi piace, dai muoviti, ma piano!»
All’inizio era doloroso, ma, dopo le prime pompate, ho iniziato a godere intensamente, mentre succhiavo il cornuto di mio marito. Mi sembrava di esser impalata. Lo sentivo nello stomaco ed ho iniziato a godere anche così.
«Sì, dai! Godo! Accidenti: mi fai godere di culo? Dai, che vengo!»
Ero sconvolta! Mai avevo avuto una simile esperienza e stavo realmente andando ai pazzi, da quanto mi piaceva. Dopo l’ennesimo orgasmo, Fabio ha chiesto a Luca di sdraiarsi supino, mi ha fatto impalare sul suo cazzo dandogli le spalle. Sentire il suo cazzetto nel culo, dopo che lo aveva ben dilatato Fabio, mi ha quasi fatto sorridere, poi Fabio mi ha infilato davanti ed ha preso a pomparmi come un pazzo. Ero sconvolta dal piacere e, in delirio, lo incitavo.
«Sì, dai, più forte! Dai, spingi… spingi non ti fermare! Spaccami tutta!»
Travolta dal piacere che mi trasmettevano quei due cazzi dentro di me, godevo come una forsennata, senza soluzione di continuità. Forse la forte eccitazione, oppure il fatto che mi stava inculando mentre davanti un altro cazzo mi sfondava la fica, proprio come avevamo fantasticato tante volte, ha fatto sì che Luca mi sborrasse nel culo. Mi ha riempito di sborra, per poi sentirlo diventar moscio. Si è sfilato e mi ha lasciato fra le braccia di Fabio, che sembrava un toro infuriato; non perdeva un colpo. Ha continuato a montarmi con quel cazzone durissimo. Lo alternava in ogni buco, cambiando foro non appena ne godevo. Poi, alla fine, anche lui mi ha sbarrato dentro. Quando si è sentito prossimo alla schizzata, mi ha guardato e chiesto:
«Dove la vuoi?»
Io gli ho sorriso e l’ho esortato ad inondarmi il ventre.
«Dai, vieni! Sborrami dentro! Sei un toro stupendo e ti voglio tutto dentro!»
Mi ha fatto godere di nuovo e poi ha urlato il suo piacere, mentre mi farciva con tutta la sua crema bollente.
«Eccomi, troia! Sborro! Ti vengo dentro!»
Un attimo dopo, avevo la fica tutta piena della sua sborra. L’ho lasciato svuotarsi in me, poi l’ho preso in bocca e, prima di leccarlo, mi sono girata verso Luca.
«Adesso, cornuto, se vuoi che ti lasci la possibilità di scoparmi ancora, lecca tutta la sua sborra dalla mia fica!»
Mentre sentivo la lingua di mio marito che lambiva, succhiandole, le labbra della mia fica farcita dal piacere dell'altro, ho preso quel magnifico palo tutto in bocca. Nonostante avesse appena goduto, era ancore un cazzo di tutto rispetto ed io l’ho omaggiato suggendolo con la mia lingua, per raccogliere fino all’ultima goccia di quel nettare, di cui era ricoperto. Poi Fabio si è rivolto ad entrambi:
«Tu sei una troia stupenda. Chiavarti è stato, oltre che un onore, un vero piacere e, quanto a te, cornuto, non ti lamentare se in seguito lei ne vorrà ancora, perché è questo il risultato che si ottiene quando si fa provare un cazzo come il mio ad una troia stupenda come tua moglie.»
Poi si è rivestito, mi ha salutato, ribadendo che ci saremmo rivisti perché aveva in mentre un certo progetto, che mi vedeva coinvolta. Ora sono in trepidante attesa, perché questa sera Fabio verrà a cena da noi, assieme a due suoi amici che, da quanto mi ha promesso, sono dei veri tori da monta, dotatissimi e Luca vuole ancora provar la gioia di esser trattato da cuckold: gli piace segarsi, mentre ammira la moglie godere alle prese con altri cazzi. Oddio hanno suonato!
137
1
11 mesi fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE
LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE – 1^ PARTE
Questa è una storia reale vissuta nel marzo 2022 che ha rappresentato molto nella mia vita di coppia.
Sono un marito innamoratissimo di Patrizia, un’avvenente e calda moglie dotata di un’immensa fantasia erotica. Quando ci siamo conosciuti, quasi 25 anni fa’, aveva avuto poche esperienze sessuali, nonostante ciò a letto si è da subito rivelata molto più passionale e coinvolgente di me.
Infatti, sebbene io avessi un “curriculum” sentimentale molto più ricco del suo, è stata Lei a iniziarmi ai provocanti giochi fatti di trasgressioni virtuali dove l’immaginazione la faceva da protagonista. Mentre scopavamo ci eccitavamo raccontandoci reciprocamente le avventure sessuali con i precedenti partners. Io in particolare amavo (e, a dir il vero, ancora oggi amo) ascoltarla raccontare i dettagli più intimi e scabrosi dei suoi precedenti amplessi.
Più la sentivo “porca” e più mi eccitavo.
Grazie a Lei ho scoperto il sesso in tutti i suoi aspetti fisici e soprattutto cerebrali. Ho imparato a fare l’amore con tutti i 5 sensi: vista, udito, gusto, tatto e olfatto. Ancora oggi adoro palparla tutta, toccarla in profondità, guardare ogni centimetro quadrato del suo corpo, sentirla gemere, assaporare il gusto dei suoi umori, sentire il profumo della sua pelle.
Ben presto però la sua intrigante fantasia ci ha spinto a voler sperimentare qualcosa di più realistico. Da qui la decisione di frequentare i club privé….come sempre è stata Lei a presentare la cosa. Non che io non ci avessi mai pensato ma temevo di poter essere frainteso nell’avanzare una tale sconveniente proposta.
E si….lo confesso….all’epoca ero un po’ bigotto….inibito da tutte le preclusioni sociali, ma Patrizia mi ha guarito da questa tremenda “malattia”.
Le prime imbarazzanti esperienze sono state poco più che conoscitive, ci eccitavamo guardando gli altri e poi facevamo l’amore tra noi. Piano piano però ci siamo sbloccati e abbiamo permesso ad altre coppie (ed anche a qualche singolo) di interagire in modo soft con noi.
È stato in questi frangenti che ho scoperto quanto mi piacesse vivere i momenti più intimi di Patrizia da spettatore. Non credo di essere un cuckold…..è solo un problema di prospettiva. Quando facciamo l’amore abbracciati non riesco a vedere il mio amore in tutta la sua interezza….sono costretto ad accontentarmi di una visione parziale di Lei. Inoltre la partecipazione all’amplesso, in qualche modo, limita la possibilità di focalizzare la mia attenzione su ogni parte del suo corpo, sull’attimo della penetrazione, sulle espressioni di piacere, etc. .
Dopo un po’ giocare a quattro cominciava a non gratificarmi più, perché intrattenere la Lei dell’altra coppia inevitabilmente mi impediva di osservare Patrizia e così facendo rischiavo di non percepire i suoi movimenti, le sue espressioni, le sue parole,,,,,i suoi gemiti. A me non interessava l’altra, io ero preso solo da Patrizia.
Da qui la decisione di passare ai giochi a 3….Io, Patrizia ed un singolo. Tuttavia anche il club privè cominciava a starmi stretto: troppo buio, troppo scontato e soprattutto il tutto si viveva troppo velocemente. Avevo bisogno di ricordare, di rivedere e soprattutto di rivivere quelle esperienze anche nei giorni e nelle settimane successive. Pertanto abbiamo deciso di cambiare anche la location…….basta con i privè…….da quel momento in poi i giochi si faranno in casa….la nostra.
Abbiamo così iniziato a giocare con singoli stabilendo dei nostri limiti…..niente rapporti orali (da parte di Patrizia) e no rapporti penetrativi. Ed è stato anche l’inizio della creazione di una mia ricca e preziosa cineteca privata avente come protagonista principale la bella e calda Patrizia, i singoli del caso (a cui, tranne rarissime occasioni, non veniva mai fornita una seconda opportunità di incontro) rappresentavano per noi solo comprimari….comparse. L’unica vera regina della scena hard era Lei……Patrizia.
La visione dei filmati dei “giochi di mia moglie” ancor oggi allietano molte mie serate solitarie.
Spesso con Patrizia parlavamo di sesso, di sentimenti, di amore. Entrambi riconosciamo che certi bigotti luoghi comuni della nostra società sono assurdi, contraddittori, ipocriti.
Ad esempio: mentre lo scambio di coppia è condannato dai benpensanti, le “corna” tra coniugi sono quasi all’ordine del giorno. Sembrerebbe quasi che se si scopa di nascosto dall’altro sia accettabile, ma se si opera un consapevole scambio di coppia “in presenza” sia indecente.
Due partners che accettano consensualmente di vivere “momenti” di trasgressione con altri che male fanno? Il fatto che uno scopi la moglie dell’altro (e viceversa) altera forse il loro rapporto sentimentale? Forse non si amano più? Io non lo credo affatto. Al contrario, durante i nostri giochi, io e Patrizia abbiamo conosciuto splendide coppie di scambisti che si adorano alla follia e che si amano molto più di certe bigotte coppie che, pur dimostrando a livello sociale comportamenti integerrimi, non hanno da anni più nulla da dirsi a livello sentimentale e ancor di più nell’intimità delle lenzuola.
Io penso che se il gioco viene vissuto insieme (intendo dire “alla luce del sole”….senza inganni e falsità) possa essere un elemento di unione, di complicità che può anche essere utile ad alimentare la sessualità di coppia.
Ma poi….cosa si vuole veramente intendere col il verbo “tradire”?
A mio parere il termine è un’abbreviazione del più ampio “tradire la fiducia del partner”. Ecco pertanto che anche una cena intima mano nella mano tra una persona “non libera” e un Terzo soggetto, sebbene non costituisca tecnicamente un rapporto sessuale, costituisce un grave tradimento dell’inconsapevole compagno/a. Viceversa lo scambio di coppia non può considerarsi un tradimento giacché accettato e vissuto insieme dai partners.
Come dico sempre io: il vero e più grave tradimento è quello dell’anima……quello che viola il rapporto di fiducia.
Questa lunga premessa, per arrivare al fatto che, dopo anni di incontri soft, siamo arrivati ad un punto in cui si è sentito il bisogno di un altro passo avanti. I giochi di fantasia erano ancora apprezzati ma, per mantenerli vivi, era opportuno realizzarne concretamente alcuni che in precedenza rientravano nella nostra zona OFF LIMIT.
Ed è da qui che partirà la seconda e ultima parte della mia storia.
- CONTINUA -
6139
2
11 mesi fa
lucrezia13,
52/44
Ultima visita: 2 mesi fa
-
Un appuntamento trasgressivo con una coppia– secondo episodio
Dopo quel fantastico incontro avuto con Marco, ho ripensato spesso alle sensazioni provate, alla piacevole complicità avuta con lui.
Quella esperienza aveva fatto maturare, dentro di me, una nuova fantasia, figlia di quel giorno.
Mi ritrovavo spesso a pensare come sarebbe stato fare sesso con una coppia con entrambi bisex o quantomeno con lui bisex.
Immaginando questa nuova situazione e ripensando al sesso fatto con Marco mi diventava duro, evidentemente la situazione mi eccitava molto.
Decisi di rientrare nel sito di incontri per iniziare a chattare con coppie con tali caratteristiche.
In una di queste mie incursioni sul sito ho accolto un invito a chattare da una coppia dal nome utente "Coppia fantastica bisex ".
Nel mio subconscio, credo, che l’idea di fondo fosse: “La prima volta è andata alla grande perché non provare ancora e magari allargare gli orizzonti”.
Ero molto curioso e volevo provare.
Quindi decisi di mettermi in relazione con questa coppia di possibili amici.
Dopo alcune e-mail, ci siamo dati un appuntamento su WhatsUp per parlare un po’ tra di noi.
Lo scopo era solo di fare conoscenza e valutare le eventuali affinità.
Dopo una breve chiacchierata, loro mi hanno accennato quale fossero le loro intenzioni.
Stavano cercando qualcuno che si unisse a loro per fare sesso in totale libertà e divertirsi insieme.
Ho messo subito in chiaro che ero nuovo a tali situazioni in quanto stavo ancora esplorando questa mia nuova fantasia sessuale.
Ero troppo timoroso per dire che avrei voluto sentire un cazzo duro in bocca perché non ero ancora sicuro se fossi stato in grado realmente di farlo o mi sarei tirato indietro nel momento decisivo.
Ma ancora una volta ero così eccitato che ho pensato: “Perché non allentare la tensione. Fai la loro conoscenza … poi si vedrà cosa potrà nascere. Puoi sempre fermare tutto.”
Loro mi hanno proposto di incontrarci dal vivo ed io ho accettato ben volentieri.
Roberto (la sua compagna si chiamava Nicoletta) durante una lunga conversazione online mi disse: “Perché non ci incontriamo, chiacchieriamo un po’, beviamo qualcosa e poi si vedrà. Se vuoi puoi venire a casa nostra. Non stabiliamo nulla a priori, ma valutiamo la nostra compatibilità. Per noi è possibile anche oggi pomeriggio.”
Proposta che io ho accettato molto volentieri.
L’appuntamento era ormai preso, quel pomeriggio, visto che abitavamo a poca distanza, mi sono preparato e mi sono avviato verso l’indirizzo indicatomi.
Il mio cuore ha iniziato a battere forte mentre mi avvicinavo a casa loro.
La distanza era breve, la loro casa era solo a pochi minuti a piedi dalla mia.
Pensavo tra me e me lungo il tragitto: "Fanculo, cosa stai facendo … torna indietro. Non posso farlo! Cosa succederà? E se sono delle persone violente?"
Poi, per amore della trasgressione e per un certo arrapamento che in quel periodo avevo, ho messo da parte questi pensieri e ho continuato a camminare nella direzione giusta, anche se una certa ansia pervadeva il mio corpo.
Prima che me ne rendessi conto, stavo entrando nel vialetto di una bellissima casa con giardinetto.
Per calmarmi ho cominciato a fare profondi respiri, il pensiero di andare via era ancora presente nella mia mente.
Li avevo già avvisati con un messaggio che ero quasi a casa loro.
Arrivato davanti la loro porta di casa, li vedo all’ingresso ad aspettarmi.
Penso: “Ora non posso più tornare indietro, vediamo cosa nasce, in fondo tutto può fermarsi a livello di amicizia e nulla più.”
Entrando in casa ci scambiamo dei saluti e i soliti convenevoli.
Come è ovvio che sia, nell’area serpeggiava un certo imbarazzo.
Nicoletta disse: “Carissimo, ben venuto a casa nostra. Siamo molto contenti di averti qui con noi.”
Io risposi: “Il piacere è mio, avevo proprio voglia di fare la vostra conoscenza, non vi nascondo che sono molto agitato, credo sia evidentissimo.”
Roberto disse: “Non ti preoccupare, è normale essere agitati quando si incontrano persone che non si conoscono bene. In fondo anche noi lo siamo un po’. Abbiamo tutto il tempo che ci serve per fare conoscenza e poi si vedrà cosa potrà nascere tra di noi.”
Quelle parole hanno avuto l’effetto di tranquillizzarmi, mi sentivo finalmente un po' più rilassato.
Mi hanno fatto accomodare in una grande sala dove erano presenti diversi divani, un pianoforte a muro e dei mobili in stile classico. Il tendaggio era particolarmente curato.
La casa era arredata in modo molto singolare, sicuramente realizzata da un esperto di arredamento.
Infatti, nella chiacchierata successiva, quando abbiamo approfondito la nostra conoscenza, Nicoletta mi disse che svolgeva la professione di Interior Designer.
Roberto, invece, lavorava in una grande azienda di telecomunicazioni come esperto di cybersecurity.
Ci siamo seduti in salotto e, per sciogliere un po' la tensione, mi hanno offerto un cocktail che avevano già preparato.
La prima cosa che notai è che in presenza erano ancora più interessanti che online.
Nicoletta era una donna molto bella, dalla figura snella, con dei seni ben proporzionati.
Guardandola da vicino il suo volto era armonioso e con grandi occhi verdi molto profondi.
Era vestita con un tubino nero che lasciava intuire le sue sensuali forme.
Si poteva intravedere la langery, molto sexy e sicuramente di pizzo nero.
Roberto era molto alto e ben strutturato fisicamente, la sua presenza scenica faceva trasparire grande autorevolezza e una sicurezza da far invidia.
Dal rigonfiamento dei suoi pantaloni si poteva constatare che, molto probabilmente, aveva un bel pacco lì davanti.
Bevevamo e parlavamo di noi, delle nostre amicizie, del nostro lavoro e di tante altre cose, ma non abbiamo toccato, per un lungo periodo, il tasto “sesso”.
Probabilmente complice il cocktail alquanto alcolico, all’improvviso senza nessun accenno premonitore, Roberto disse: “Cosa ne pensi di fare del sesso con noi, in fondo è anche per questo che ci siamo incontrati oggi.”
Sia io, sia Nicoletta, siamo rimasti per un attimo sorpresi dall’uscita di Roberto, poi lei disse: “Ha ragione, mi pare giusto parlare anche di sesso, in fondo la tensione e l’imbarazzo iniziale si sono dissolti … vero Alberto?”
Risposi: “Si è vero, mi sento molto più tranquillo, appena arrivato ero agitato, ve ne siete accorti anche voi. Ora sto bene, non so ancora cosa sarò in grado di fare, ma il desiderio di provare nuove sensazioni e nuove emozioni c’è dentro di me. Poi voi siete delle persone molto belle e seducenti. Quindi se vi va, io ci sto!!!”
Roberto, ricollegandosi a quanto detto, aggiunse: “Noi siamo molto trasgressivi, come ti abbiamo accennato online, tutti e due siamo bisex attivi e passivi. Ci piace il sesso in tutte le sue forme. Non abbiamo, pertanto, limiti. Siamo assolutamente contraria alla violenza. Non ci piace e non la pratichiamo né, tanto meno, lo facciamo agli altri.”
Risposi: “Ottimo, credo che la base di partenza sia comune. E che tutti e due siete bisex mi intriga ancora di più.”
Dopo queste mie parole, loro hanno proposto di trasferirci nella loro camera da letto. La stanza era alla fine di un lungo corridoio.
Mi avvio con la consapevolezza che ormai non potevo più tirarmi indietro.
La camera da letto era arredata anch’essa in modo molto elegante, vi era un letto king size veramente bello.
Appena dentro loro, d’intesa, piano piano, iniziarono a togliermi i vestiti.
Prima il maglione, poi la camicia, rimasto a petto nudo Roberto ha iniziato a massaggiarmi le spalle e il petto mentre Nicoletta iniziava a slacciarmi le scarpe e ad aprire la cintura dei pantaloni.
Mi sentivo avvolto dalle loro attenzioni, sensazione splendida.
Rapidamente rimasi in boxer che con maestria veniva tolto da Nicoletta facendomi rimanere con il cazzo penzolante tra le gambe.
Dopo essere rimasto nudo, loro due, iniziarono a spogliarsi l’un l’altro.
Li osservavo attentamente, erano una coppia molto bella e molto ben fatta fisicamente.
Oltre ad aver intravisto e immaginato sotto il vestito il corpo di Nicoletta, ora lo vedevo nudo. Lei maliziosamente per farsi guardare interamente, fece un lento giro di 360 gradi.
Aveva un seno splendido, più grosso di quello che potessi attendermi. Su come una roccia e con l’aureola dei capezzoli molto grande.
I capezzoli erano già turgidi e molto consistenti.
Le gambe di Nicoletta erano perfette e mettevano in mostra un pube con dei peli ben definiti che lasciavano intravedere le labbra rosa della sua figa e il suo grosso clitoride.
Il culo era molto sodo e ben fatto.
Nicoletta sicuramente attirava sessualmente qualsiasi uomo o donna.
Roberto, una volta denudato da Nicoletta, metteva in mostra il suo bel corpo e, soprattutto il suo enorme cazzo ancora penzolante tra le cosce, aveva le parti intime depilate, comprese le enormi palle.
Il suo culo era strepitoso, sodo e molto pronunciato, molte donne lo avrebbero voluto avere così.
Lui lo metteva in mostra con molta enfasi.
Dopo che si sono spogliati, Roberto mi ha chiesto di distendermi sul letto.
Non appena l’ho fatto, ho sentito una fantastica e calda sensazione di velluto attorno al mio cazzo, Nicoletta si stava dando da fare su di me.
Rimasi sdraiato con gli occhi quasi chiusi per godermi il fantastico pompino che stavo ricevendo.
Nella stanza echeggiavano i rumori prodotti dalla bocca e dalla lingua di Nicoletta.
Mentre mi godevo la sua bocca calda e l’intrepida lingua che scendeva fino alle palle per poi risalire, mi è venuto in mente che avevo perso di vista Roberto.
Cominciai a guardare intorno nella stanza e lo vidi seduto sopra la mia testa ad osservare la sua partner che mi succhiava.
Guardando più attentamente il suo corpo snello e tonico intravedo il suo cazzo ormai duro come una roccia, lui lo accarezzava masturbandoselo.
Un cazzo fantastico. Lungo almeno 22 centimetri, forse anche più, con una buona circonferenza. Vene grosse che spuntavano ovunque.
La cappella aveva una forma quasi perfetta. Grossa e totalmente scappellata.
Gli chiesi, tra un gemito di piacere e l’altro, mentre Nicoletta mi pompava: “Ho visto che sei circonciso. Non che la cosa mi dispiaccia ma solo per curiosità, quel è stata la ragione per cui lo hai fatto?”
Roberto mi rispose: “Non sono circonciso per questioni religiose ma da ragazzo è stato necessario operarmi per la rimozione chirurgica del prepuzio, la piega della pelle che copriva l’estremità terminale del mio pene era quasi chiusa, il glande non riusciva ad uscire fuori.”
Chiesi: “Com’è, molti dicono che migliorino le prestazioni sessuali.”
E lui: “Si è vero ma ogni cosa è sempre personale. La condizione della circoncisione porta il glande ad essere meno sensibile, quindi ci sono aspetti positivi, duro di più, e negativi, diventa duro con più difficoltà. Ma come vedi, questo problema io ora non ce l’ho!!!”
In effetti il suo cazzo era dritto e duro come una roccia.
Quella vista mi fece venire l'acquolina in bocca, come se stessi guardando una succulenta cena.
Allora, senza rendermi conto di quello che stavo facendo, allungai una mano e gli afferrai il cazzo.
È stata una così bella sensazione sentire quell’enorme verga nella mia mano.
Tutto si svolse in un modo così naturale, senza imbarazzo da parte mia.
Mentre stringevo le mie dita attorno al suo bellissimo cazzo lo feci avvicinare a me per prenderlo in bocca.
Finalmente la fantasia che mi frullava in testa fin da quella prima esperienza con Marco poteva essere esaudita.
Girando la testa di lato, avvolgo lentamente le labbra attorno al glande sentendo che mi riempie completamente la bocca.
Faccio roteare la lingua intorno alla cappella assaporandone la carne viva e godendone ogni centimetro della sua verga.
Poi comincio a lavorare con la mia bocca per infilarlo fino alla base del suo cazzo.
Vengo fermato in questa operazione dalla lunghezza della sua asta che mi colpisce in fondo alla gola quando ancora non sono nemmeno a metà della sua lunghezza.
Le mie guance sono tese cercando di infilare quell’enorme cazzo nella mia bocca.
Volevo così tanto andare più fino in fondo ma non potevo.
Quindi, risalgo lentamente fino alla punta, godendomi il gusto delizioso del suo pene e ascoltandolo gemere.
Sentivo Nicoletta ingoiare il mio cazzo giù per tutta la gola dopo averlo leccato in lungo e in largo.
Sensazione bellissima che mi ha mandato in estasi.
Ero arrapato come non mai, una donna mi stava facendo un bellissimo pompino ed io lo facevo ad un altro uomo, situazione mai vissuta prima di quel momento, ma eccitantissima.
Avevo immaginato innumerevoli volte di avere un cazzo in bocca, immaginavo la sensazione di soffocamento che doveva provocare e la goduria di sentire un altro godere del tuo lavoro su di lui.
Queste sensazioni mi conducevano a volere che Roberto sparasse il suo carico di sperma in fondo alla gola.
Notai che lui ha cominciato a gemere e vibrare sotto l’effetto del mio andare su e giù per la sua asta, quindi ho aumentato la velocità.
Assicurandomi di mantenere una buona suzione sul suo cazzo e di usare la mano per muovere su e giù la restante parte del suo lungo pene che non riuscivo a ficcare in bocca.
Potevo sentirlo respirare più pesantemente ad ogni movimento delle mie labbra. Ero in paradiso.
Mi sentivo come il collegamento tra loro due, entrambi traevano piacere da quanto stavamo facendo, amavo questa sensazione.
Ho iniziato ad avvicinarmi all’orgasmo, ero pronto a inondare la bocca di Nicoletta con il mio sperma ma non volevo che quella goduria finisse.
Cercai di trattenermi e di durare ancora un po' così da poter sentire il piacere del pompino che mi stava facendo e tenere ancora quel cazzo duro come la roccia sepolto nella mia bocca.
In quel momento ho sentito qualcosa colpirmi in fondo alla gola.
Dei violenti spruzzi di sperma mi hanno riempito la bocca, era la prima volta che assaporavo il seme di un uomo, il sapore leggermente salato era piacevole.
Per catturarlo tutto, spinsi la testa del cazzo più il basso che potevo nella gola. Ero riuscito ad ingoiare quasi tutto il suo seme, una parte colava lungo il mio mento.
La mia bocca si era riempita di sperma, dal cazzo di Roberto continuava ad uscirne, sembrava che non si fermasse più.
Quella sensazione di lui che esplodeva nella mia bocca mi ha mandato oltre il limite e ho scaricato un enorme carico di sperma nella bocca di Nicoletta.
Lei ha inghiottito abilmente ogni quantità del mio seme mostrando quanta più esperienza avesse mentre io lottavo per non perdere una goccia di quello di Roberto.
Alla fine, il suo cazzo smise di pulsare e il carico smise di riempirmi la gola. Rendendomi conto che Roberto non aveva nessuna intenzione di lasciare la mia calda bocca non mi rimaneva che continuare a succhiarglielo e leccarglielo.
Non potevo perdermi niente di quella ricompensa dolce e salata che mi ha pompato in gola.
L'ho leccato tutto lasciandolo bello e pulito.
Volendo andare avanti e fare di più, mi sono alzato nel tentativo di chiedere cos'altro potevamo esplorare vedendo il cazzo di Roberto ancora in erezione.
Sono andato a prenderlo in mano chiedendomi in quale altro divertimento potessimo dedicarci.
Roberto era molto alto e snello, sospirò mentre massaggiavo la sua verga.
Poi, si girò e si posizionò sul letto a quattro zampe.
Vidi che aveva in mano, passatogli dalla sua compagna, un tubetto di gel.
Ho immaginato a cosa potesse servire.
Gli chiesi: “Che intenzioni hai? Vuoi che ti fotta il culo? Non vorrei farti male. Starò attento e lo farò con delicatezza.”
Lui rispose: “Non ti preoccupare, fai tutto con molta calma e senza nessuna violenza ed andrà tutto bene. Intanto lubrificami e lubrificati abbondantemente.”
Presi molto gel e ho iniziato a spargerlo nel buco del suo culo, poi con un dito ho iniziato a massaggiarlo ed a far scorre il gel all’interno del suo ano.
La sensazione che provavo era molto piacevole. Mi attirava massaggiarlo con le dita ma anche evitare qualsiasi suo eventuale dolore. Una forte vibrazione godereccia mi pervadeva.
Per migliorare la lubrificazione del suo ano ho inserito due dita con molto gel.
Sentivo che questo movimento dentro di lui gli piaceva, lui gemeva e diceva: “Mhmmmmmm! Come sei bravo, Mi piace quello che stai facendo.”
Anche io provavo sensazioni che non avevo mai avuto e, devo dire, erano molto piacevoli.
Certo le dita della mia mano non erano sicuramente grossi come la mia verga.
Lubrificai la mia cappella con altro gel e, quindi, la appoggiai sul suo buco.
Spinsi il mio pene leggermente per aprire la via e, pian piano, superai il primo ostacolo, ero entrato dentro di lui.
Un rumore strano si sentì nell’aria, oltre al suo gridolino di dolore. Sicuramente era da molto che non veniva inculato.
Il dolore per l’allargamento dell’orifizio anale si faceva sentire e lui lo manifestava con dei lamenti. Ma resistette alla tentazione di lasciar perdere.
Io per aiutarlo ad abituarsi alla presenza del mio cazzo dentro di lui, rimasi per qualche secondo fermo, questo per far adattare il suo buco alla dimensione della mia cappella.
Non fu più così sopportabile per Roberto quando tentai di infilare il mio cazzo più in profondità nel suo culo.
Lui disse: “Aaargh … Aaaaahh … Aaaahhh … fai piano, sento molto dolore, ti prego fai lentamente.”
Obbedì e mi fermai per qualche secondo, poi ripresi lentamente il mio movimento di penetrazione.
La sensazione di pienezza che sentiva nel culo era veramente eccitante per lui. Gli piaceva quello che provava e lo diceva: “Si … si … siiii! È meravigliosa la sensazione che provo. Infilalo dentro con movimenti lenti. Spingi fino in fondo. Fottimi, sbattimi anche le palle nel mio didietro!”
Pian piano dall’intenso dolore che percepiva per l’apertura dell’ano, passò a sentire sensazioni di piacere.
Grugniva tutta la sua goduria accarezzandosi il cazzo mentre il suo culo veniva riempito dalla mia verga.
Non riuscendo più a reggere le mie spinte si sdraiò sul letto.
Gli infilai un cuscino sotto la pancia e ripresi a trapanargli il culo.
Il letto tremava mentre lo cavalcavo con una certa intensità, le mie profonde penetrazioni facevano sbattere le mie palle sul suo didietro.
Per la stanza si propagavano oltre ai gridolini di piacere anche il rumore inconfondibile di tale attività.
Davanti a me vidi Nicoletta che si toccava il clitoride mentre si godeva lo spettacolo.
Era piuttosto eccitata da ciò che stava vedendo, disse: "Hai bisogno di più lubrificante?" e afferrò il tubetto di gel per rendersi utile.
Sorrisi e ritirai il cazzo dal suo buco del culo.
Nicoletta lo baciò e poi aggiunse altro gel sul suo culo, cosa di cui lui fu molto grato.
Quindi spinsi di nuovo il mio cazzo dentro, questa volta senza nessuna esitazione o delicatezza.
"Grazie, tesoro." disse Roberto, facendo l'occhiolino a Nicoletta mentre riprendevo a scopargli il suo culo.
La sua schiena era inarcata per via del cuscino, io gemetti profondamente mentre il mio cazzo riempiva di nuovo il buco del culo di Roberto.
Pensai: “Stasera sarai con il cazzo a pezzi ma ne è valsa la pena, è stato meraviglioso fino ad ora provare queste forti sensazioni.”
"Mi sto godendo il tuo culo?" dissi a Roberto, gemendo mentre il mio cazzo continuava a trapanarlo in lungo e in largo.
Nicoletta annuì continuando a masturbarsi.
Poco dopo feci mettere Roberto di nuovo a quattro zampe sul bordo del letto, mi posizionai in piedi, divaricando leggermente le gambe per abbassarmi un po’ per poter infilare meglio la mia asta.
Nicoletta, seduta nelle vicinanze, si masturbava il clitoride e si infilava due dita dentro la figa mentre guardava.
Dopo un po', decise di rientrare in azione.
Nella posizione che aveva assunto Roberto, aveva notato che il suo cazzo era diventato duro mentre lo scopavo.
Leccandosi le labbra, si coricò sotto di lui dicendo: “Mmhhhh, lo voglio tutto per me!” afferrò il suo cazzo e lo accarezzò.
Io ne fui a dir poco sorpreso e guardai Nicoletta.
Sorridendo, lei fece l'occhiolino e poi si spinse ancora più giù sotto di lui e prese il suo cazzo in bocca.
"Wow, continua Nicoletta, che bello!" disse sospirando Roberto.
Lei annuì e massaggiò inoltre le mie palle e il mio cazzo che trapanava il culo di Roberto.
Ero molto eccitato dalla situazione e pompavo con maggior vigore il mio cazzo in profondità nel suo culo, facendolo gemere ancora di più, dicendogli a denti stretti: "Prendi il mio cazzo, goditi anche quello che Nicoletta ti sta facendo, oggi è il tuo giorno!"
Poi continuai: “Il tuo culo e dannatamente stretto, sento le pareti del tuo sfintere stringermi spietatamente il cazzo … la sensazione che mi provoca è meravigliosamente intensa.”
Come aveva detto in precedenza Nicoletta, Roberto ama avere trapanato il buco del culo.
Non gli importava se a scoparlo fosse una donna con un strap-on o il cazzo di un uomo. A lui piaceva aver infilato qualcosa di duro e poi darci dentro.
Dopo aver scopato il suo culo per un po', lo tirai fuori.
"Mhmmmm, sì, è bello, ma ora voglio altro. Mi piacerebbe scopare Nicoletta." Dissi.
Lui sospirò quando il mio cazzo lasciò libero il suo buco del culo.
Roberto era dispiaciuto della cosa e disse: “Una volta che ti sei allontanato ho sentito una sensazione di vuoto, l’effetto piacevole che la tua presenza dentro di me mi provocava prima già mi manca. Ma se vuoi farti Nicoletta non ho nulla in contrario, anche a lei piacerà averti dentro”
Nicoletta, senza partecipare alla discussione, continuava a succhiargli e leccargli la verga.
Io mi spostai in piedi sul letto, poi mi posizionai davanti a lui.
Li sotto c’era Nicoletta, in posizione supina, mi inginocchiai e le allargai le gambe e cominciai a scoparla per bene nella figa.
Roberto ormai era pronto per venire. Nicoletta continuò a pomparlo con forza finché non gli ha fatto raggiungere l’apice del piacere e, quindi, l’orgasmo.
Ingoiò fino all'ultima goccia del suo sperma.
"Mmhhhh, avevo bisogno del tuo cazzo in bocca” disse, guardando Roberto.
Sorridemmo tutti.
Qualunque cosa avevo in mente prima dell’incontro con i miei due nuovi amici è stata da loro esaudita in quella camera da letto.
Ma ancora il pomeriggio di sesso non era finito.
Continuai a pompare dentro la figa di Nicoletta con tutta la mia energia, lei si masturbava il clitoride ansimando e dicendo:” Scopami con forza, dammi tutto il tuo cazzo, lo voglio dentro di me. Sto arrivando.”
Dopo non molto la sentì irrigidirsi e, quindi, scaricare in un sussulto di piacere tutto il suo orgasmo, dicendo: “S … si … siiii … godo … non fermarti sto godendo … Mhmmmm.”
Dopo quella violenta scarica di adrenalina, Nicoletta si alzò e fece sdraiare sul letto Roberto, si misi a cavalcioni su di lui.
Poi posizionò il suo cazzo ancora mezzo moscio nella sua figa umida e calda.
Nicoletta sorrise, accarezzandosi le chiappe mentre accolse il suo cazzo dentro di sé cominciando a cavalcare il bastone che pian piano ridiventava duro.
Disse: “Facciamo che il divertimento continui ... ho ancora voglia di cazzi!”
Lui rispose: “Sono di nuovo pronto e caldo, eccomi qui tutto per te cara."
Lei si stava godendo l’enorme cazzo di Roberto incastrato nelle labbra della sua figa.
Io ammiravo lo spettacolo.
Roberto sapeva esattamente cosa volesse Nicoletta e sorridendo disse: “Credo che la mia donna voglia anche il tuo di cazzo e se la conosco bene vuole che la scopi nel culo. Lei ama le doppie!”
Io risposi: “Qualunque cosa desideri la signora, per me, è un ordine. Sono qui pronto per lei.”
Prendendo il gel lubrificante, mi sono preparato per un divertimento ancora più intenso.
Roberto sorrise, accarezzando le tette di Nicoletta mentre lei cavalcava il suo bastone.
“Wow … lasciamo che il divertimento continui ... roba veramente calda, eccomi qui." dissi, accarezzandomi il cazzo mentre guardavo Nicoletta cavalcare Roberto.
La giovane e sexy donna sembrava divertirsi come non mai con quel grosso cazzo incastrato nella sua figa.
Ammiravo il bellissimo sedere di Nicoletta. Sorridendo, mi misi un po’ di gel e poi mi posizionai dietro di lei con le gambe aperte per superare quelle di Roberto.
Voltandosi velocemente, Nicoletta mi rivolse un sorriso intrigante e un cenno di assenso con il capo. Poi si piegò in avanti mostrando il suo didietro completamente aperto e stimolante.
Esiste un invito migliore?
Quindi, allargai le sue chiappe e infilai il mio cazzo duro dentro il suo buco del culo.
Scivolò dentro quasi senza ostacolo, eravamo tutti e due ben lubrificati.
Trovai difficoltà ad affondare i colpi per via del fatto che lei aveva già dentro nella figa l’enorme cazzo di Roberto.
Sentivo perfettamente la sua presenza. Cosa che mi eccitava tantissimo.
Lei con movimenti lenti del bacino ha spinto la verga di Roberto più in profondità nella sua figa.
Gemeva appassionatamente mentre veniva cavalcata dai due cazzi duri.
Nicoletta, donna molto esuberante, è una vera scopatrice selvaggia.
Lei urlava dal piacere mentre noi due muovevamo i nostri cazzi ... e la loro energia ... nei suoi buchi.
Era evidente che stavamo godendo da matti tutti e tre, nella stanza riecheggiavano i nostri gemiti di piacere, soprattutto quelli di Nicoletta che stava godendosi l’intensità del rapporto a tre come non mai.
Raggiunse il climax prima lei. Con un urlo di goduria che rimbombò per tutta la stanza disse: “Si … si … siiiiiii!!! Godo … godo di nuovo … continuate vi prego continuate … mhmmm!!!”
Sentimmo il corpo di Nicoletta cominciare a vibrare e irrigidirsi. La sua figa e il suo culo si contraevano stringendo i nostri cazzi in un caldo e potente abbraccio.
Nel frattempo, io spingevo il mio pene più in profondità nel suo sfintere.
Gemevo appassionatamente mentre cavalcavo il suo culo.
Prima di quel pomeriggio non pensavo di sopportare l'intensità e la durata di un rapporto così entusiasmante.
Eppure, mi stavo rivelando come un esuberante è vero scopatore di culi.
Urlavo di piacere mentre inondavo Nicoletta con il mio sperma.
Mi stavo divertendo come non mai.
Roberto, quasi in contemporanea stava venendo, tirò fuori il suo cazzo dalla figa di Nicoletta e, alzandosi verso di me, mi esplose tutto il suo seme sulla faccia e sul mio petto.
La sua sborra scorreva sul mio corpo e sulla schiena di Nicoletta. Eravamo tutti e due impasticciati dalle nostre secrezioni e da quelle di Roberto.
Pienamente soddisfatti del sesso fatto ci siamo adagiati sul letto.
Percepivo la sensazione di benessere che emanavano i due miei nuovi amici ed ero loro grato profondamente per avermi accolto nella loro relazione e di avermi fatto far parte.
Dopo un pomeriggio pieno di sesso, io mi sono rivestito e dopo averli salutati con un caldo abbraccio sono andato via.
Roberto e Nicoletta mi salutarono chiedendomi: “Carissimo sei d’accordo di rifare nei prossimi giorni un altro pomeriggio insieme”.
Io risposi: “Certamente, sono assolutamente felice di rivedervi, rimarrò in trepida attesa del vostro invito”.
Molte persone perdono i contatti con amici perché questa è la vita. Con Nicoletta e Roberto feci di tutto per assicurarmi che ciò non accadesse e che la nostra amicizia eroticamente interessante potesse durare nel tempo.
33
1
1 anno fa
Al2016,
62
Ultima visita: 14 ore fa
-
Adoro far ingelosire mio marito.
Mi chiamo Angela, ho 29 anni, sono alta m. 1,75, bionda, occhi azzurri, seno di una bella terza molto piena, bocca ampia con labbra carnose, che stimolano a mettervi un cazzo in mazzo, ventre piatto, culo alto, tondo e sodo, ben aperto, fica semi depilata, perché ho lasciato un piccolo triangolo di peli sul monte di venere, cosce lunghe e snelle. Sono sposata con Marco da tre anni ed abbiamo un bimbo piccolo di un anno. La gravidanza ha fatto emergere un aspetto di me che prima non conoscevo: mi piace farmi corteggiare e scopare in presenza di mio marito. Nella vita di ogni giorno, sono una moglie fedele ed una mamma premurosa, in realtà, nella privacy, mi piace far la troia ogni volta che se ne presenta l’occasione. La cosa che però mi fa davvero impazzire è far sesso con qualcuno, quando mio marito è in casa e si gode lo spettacolo. Certo non son cose che capitano tutti i giorni, ma, in certi periodi dell’anno, mi sento particolarmente troia e soprattutto incline a rapporti di sesso con altri uomini.
In passato, abbiamo discusso di questa mia propensione ed abbiamo concluso che il mio è proprio un bisogno fisico, quello di far sesso con altri. Ci son certe donne che, come me, non si accontentato di un uomo solo nella vita. Personalmente ho preferito metter in chiaro questa cosa fin da subito e lui, devo dire, non ha mai censurato questo mio comportamento, mostrandosi, al contrario, abbastanza accondiscendente. Certo, le prime volte, forse non è troppo felice, ma oggi ci godiamo quei momenti come evasione dalla routine quotidiana. Ricordo bene la nostra prima volta in cui ho chiavato davanti a lui. Eravamo in vacanza e sono stata rimorchiata da un bel signore sulla quarantina, molto elegante e distinto. Mi ha corteggiato per l'intera sera al bar del villaggio, sempre sotto lo sguardo di mio marito, che mi aveva lasciato campo libero. Quando mi ha proposto di spostarci nel suo alloggio, io ho rifiutato, ma gli ho proposto di venire lui nel mio. Ho fatto un cenno a mio marito, che ha subito capito, e ci ha preceduto nel nostro bungalow. Appena entrati Carlo, il tizio che mi aveva corteggiato, ha visto mio marito e, per un attimo, è rimasto frastornato, poi ci ha scherzato su.
«Ottimo scherzo! Mi scuso se l’ho importunata, ma farmi trovare suo marito in casa è il modo più elegante per farmi capire che sono stato stupido a non aver considerato che una bella donna come te potesse esser sposata. Mi scusi, signore, tolgo il disturbo e complimenti a sua moglie: oltre che molto bella, è anche molto spiritosa.»
Marco l’ha bloccato dicendogli:
«Nessuna botta di spirito. Se intende giacere con Angela, l’unica condizione che pongo è di assistere all'amplesso. Lei è libera di giacere con chi vuole, ma sempre con me presente, quindi: prendere o lasciare. Le assicuro che io sarò il più invisibile possibile, anche se sempre presente.»
Lui, dopo un attimo di pura incredulità, mi ha guardato e io ho annuito; allora ha pensato bene di non porsi alcun problema. Mi ha abbracciato e baciato, poi, lentamente, mi ha spogliato e fatto impazzire con mani e bocca, fin quando, a mia volta, l'ho denudato, ritrovandomi davanti un gran bel cazzo. Non troppo lungo, giusto, ma di un buono spessore. L’ho preso in bocca e me lo son gustato fin tanto che lui mi ha disteso e mi ha infilato quel paletto tutto dentro. Ho subito preso a gemere e ad esortarlo a chiavarmi forte.
«Sì, così, spingimelo dentro! Mi piace, dai! Scopami forte! Amore, guardami come godo fra le braccia di questo nuovo amico.»
Ha preso a pomparmi con un bel ritmo sostenuto, fatto di colpi lunghi e profondi. Ogni tanto variava la velocità, ruotava il bacino facendomi sentire il cazzo, che mi dilatava per bene. Ho avuto due orgasmi, per poi farmi mettere su di lui, impalata su quel cuneo che mi trafiggeva tutta. Mi son girata verso mio marito, che, in silenzio, si segava piano. Ho visto il suo bel cazzo, perché anch'egli è ben dotato, stretto nella sua mano che faceva su e giù seguendo il mio ritmo e, allora, ho goduto, facendolo felice.
«Sì, amore, guarda come faccio la troia per te! Guardami: sono una troia! Dai, Carlo, dì a mio marito quanto pensi che sia troia!»
Lui ha sorriso e mi ha accontentato.
«Mio caro amico molto cornuto, Angela è davvero una gran troia! E' bellissimo chiavarla e tra poco te la farcisco tutta!»
Mi ha sollevato le gambe ed ha preso a sbattermi dal basso, con colpi così violenti e forti, che sobbalzavo sul suo cazzo alla maniera di un'amazzone, per poi ricadervi sopra, consentendo che mi si infilasse sempre più a fondo.
«Vengo! Sto godendo da matti! Dai, vieni anche tu! Sborrami dentro! Lo voglio sentir tutto, fin in pancia!»
Lui non è durato molto di più e si è svuotato tutto dentro di lei.
«Adesso vengo! Angela, sborro! Guarda, cornuto, come te la riempio tutta!»
Ho sentito caldi spruzzi di sperma riversarsi dentro di me, per poi colar fuori dalla mia fica aperta. Son rimasta per un momento immobile, fin quando lui non ha finito di pomparmi dentro il suo piacere e poi son andata in bagno.
Al ritorno, Carlo si era rivestito e ci ha detto che gli sarebbe piaciuto rivederci per giocare ancora. Marco ha solo detto che non vi erano problemi, se anche a me fosse piaciuto. Una sola precisazione: durante il girono non mi doveva importunare, ma lasciarmi libera di passare la giornata come volevo, senza alcuna ingerenza. Lui ha accettato e, per tutta la settimana, abbiamo scopato ogni sera. Dopo che lui se ne andava, Marco mi possedeva come un pazzo furioso e io godevo di più con lui, piuttosto che con l’altro. È strano, ma il mio piacere è rafforzato se so che Marco mi guarda mentre faccio la troia, per poi chiavarmi a quel dio biondo. Solo così ho la percezione di sentirmi troia per lui e son felice di suscitare la sua fortissima gelosia, che si traduce in scopate selvagge. Da allora, lo abbiamo rifatto diverse volte: ogniqualvolta se ne presentava l’occasione. L’ultima è stata con due uomini, che mi hanno fatto la festa non meno di due giorni fa. Il tutto è avvenuto a casa nostra, davanti al cornuto. Li ho soddisfatti entrambi ed ho goduto davvero tanto e bene. Tutto è successo per puro caso. Sono andata a comprare un frigo nuovo da sistemare nella nostra taverna, appena ristrutturata. Ovviamente un frigo non entra nella macchina e quindi ho programmato la consegna con Luca, il giovane e bellissimo ragazzo che lavora nel negozio.
«Non si preoccupi, signora; le porteremo il frigo domani pomeriggio alle 15:00»
Sono arrivati in due, il giorno dopo. Bravissimi nel consegnare ed installare posizionandolo proprio dove lo volevo io, nella taverna. Indossavano delle magliette con il logo del negozio, quanto mai attillate, che modellavano i pettorali muscolosi e potenti; quella vita mi ha portato a desiderare di portarmeli a letto. E coì ho fatto: me li son portati a letto! Essi avevano già capito tutto, da come mi ero presentata. Quasi completamente nuda, con la scusa che ero appena uscita dalla doccia. Hanno portato il frigo giù nel seminterrato, dove abbiamo realizzato una piccola, ma funzionale cucina.
Ho chiesto loro di sistemarlo nel posto migliore e, nel mentre vi provvedevano, mi son fermata a controllare, seduta su di uno sgabello. L’accappatoio in micro fibra si è aperto, mostrando che non indossavo mutandine. Allora è intervenuto mio marito, che, ricorrendo ad un doppio senso, ha ricordato ai ragazzi, che me lo dovevano mettere esattamente dove lo volevo io. Luca e l'altro, di nome Sergio, si sono scambiati un'occhiata e subito hanno capito che quella frase non era riferita al frigo.
Io mi son spostata e piegata più volte, indicando loro dove era la presa di corrente e Luca si è avvicinato a me e, fingendo di dover vedere dov'era posizionata, mi ha appoggiato da dietro un bel pacco, duro ed abbastanza voluminoso. Io mi son girata ed ho sorriso.
«Ecco lo voglio esattamente qui! Son sicura che ci starà benissimo! Naturalmente se lei ha altri posti da proporre, io sono disponibile ad accettare ogni suggerimento.»
Lui ha sorriso e ha detto che non c'erano problemi, che me lo avrebbe messo in qualunque posto desiderassi! Ho visto i suoi occhi brillare nel pronunciare queste parole. In pochi minuti lo hanno collegato alla rete domestica e poi, a quel punto, mio marito ha suggerito di offrir loro qualcosa.
Mi son girata verso di loro e, facendo in modo che l'accappatoio si sciogliesse e mostrasse il mio splendido fisico, ho detto loro che era disposta ad offrire qualsiasi cosa. Luca mi ha guardato e mi ha cosa intendessi per “qualsiasi cosa". Non ho aggiunto altro, mi son solo inginocchiata davanti a lui ed al suo amico ed ho subito messo le mani sui loro rigonfiamenti. È intervenuto ancora una volta mio marito e, avvicinatosi, ha messo un braccio sopra le spalle dei due ragazzi.
«Perché non andiamo di sopra, che staremo di sicuro molto più comodi?»
Io ho sorriso e, sculettando come una troia, sono risalita lungo le scale prima di loro e, appena giunta in cima, prima di entrare nella nostra camera da letto, ho lasciato cadere per terra l'accappatoio. L’ha raccolto mio marito, entrando in camera assieme a loro due, che in un tempo brevissimo, si son spogliati nudi completamente, mostrando il loro fisico ben scolpito, ma, soprattutto, due belle verghe fra le gambe. Quello di Luca era sicuramente il più lungo, mentre quello di Sergio, il suo collega, era molto più dotato in circonferenza. Mi son inginocchiata di nuovo davanti a loro ed ho preso tra le mani quelle due splendide mazze, che sentivo pulsare calde e dure, nello stesso tempo.
Dopo aver dato un paio di colpetti con la lingua sulle punte, ho infilato in bocca quello di Luca, suscitando il suo stupore.
«Accidenti! Sei proprio brava ad ingoiare! In genere fanno tutte e un po' di storie, asserendo che è troppo lungo, mentre invece tu lo hai imboccato senza fare una piega, come una vera succhia cazzi!»
Mi son sentito orgogliosa e anche mio marito è intervenuto.
«Tranquillo, Luca! Vedrai che non è brava solo a prenderlo in bocca!»
L’ho spompinato a lungo, gustandomi il piacere di sentire quella splendida verga che scivolava lungo la mia gola e la punta del mio naso che andava a sbattere contro il suo pube. Poi mi son dedicata a quello di Sergio. Lo sentivo grosso fra le mani, al punto che le mie dita non riuscivano a congiungersi; mi son girata e gli ho dato una bella leccata sulla cappella, poi, lentamente, un po' alla volta, ho cominciato a farlo penetrare tutto in gola. Anche lui si è stupito del fatto che riuscivo a fagocitare la sua mazza.
«Cavolo! Sei riuscita ad infilartelo tutto in gola? Accidenti, che troia che sei!»
Ero un brodo fra le cosce. Sentirmi dire che erano soddisfatti per il fatto che avevo una ottima capacità orale, mi ha fatto bagnare ancor di più. Mi son alzata e sdraiata sul letto, con Luca che si è messo al rovescio e subito mi ha infilato la testa fra le cosce. Ho sentito la sua lingua scivolare lungo le pieghe della mia ostrica già fradicia, poi lui che indugiava sul mio clitoride e poi scivolava giù, in basso, fino a raggiungere la mia rosellina anale. Ha eseguito una lunga stimolazione, che ben presto mi ha portato ad avere un orgasmo molto intenso. Anche Sergio non è rimasto inattivo. Si è inginocchiato davanti alla mia faccia e, mentre io mi gustavo con piacere la lingua di Luca, lui ha ripreso ad infilarmi il suo splendido randello direttamente in bocca, muovendo il bacino avanti e indietro, quasi a scoparmi la gola, lasciandomi assaporare il piacere di sentirmi dilatare l'esofago. Grazie alla bravura di Luca, ho raggiunto un orgasmo che mi ha fatto vibrare e tremare tutta, ma, soprattutto, mugolare a bocca piena. Sergio allora si è sfilato dalla mia bocca e, dopo essersi sdraiato, mi ha invitato a salir su di lui ed infilarmi dentro quel totem di carne dura e vibrante. Ho sentito la punta farsi strada tra le pieghe della mia ostrica e le pareti della vagina dilatarsi, mentre lui scivolava sempre più in fondo. È stata una cosa lenta, senza fretta, che mi ha permesso di assaporare il piacere di sentirmi slargare da quella mazza, così voluminosa. Mi son sentita piena e, nello stesso tempo, ben aperta. Ho iniziato a muovermi su e giù, assaporando il piacere di sentirmi sfondare ogniqualvolta il mio corpo aderiva al suo. Intanto Luca, si è inginocchiato dietro di me e, mentre osservava quel che facevo con Sergio, ho sentito che, con le dita, mi stava lubrificando il buchetto. Quando ho capito che Sergio era ben piantato dentro la mia fica, mi son sdraiata sopra di lui ed ho portato ambedue le mani ad aprirmi le chiappe.
Giratami, ho guardato Luca, invitandolo a fare ciò che aveva in mente.
«Ti prego, entra piano, mi piace molto prenderlo nel culo, ma non ho mai fatto una doppia! Voglio godere nel sentirmi riempita dalle vostre due splendide verghe.»
Lui ha lasciato colare un po' di saliva lungo il solco delle mie natiche e, con la punta del suo randello, l'ha spalmata sul mio buchetto e poi ha cominciato a spingermelo dentro. Ho sentito lo sfintere dilatarsi ed accogliere il suo scettro tutto dentro. È scivolato piano, senza fretta, facendo in modo che i miei muscoli anali si adattassero all'intrusione, permettendo così che mi penetrasse tutto dentro, fino in fondo. Quando il suo corpo ha aderito al mio, ho capito che lo avevo inglobato tutto nel culo! Lui è rimasto immobile, lasciandomi il tempo di abituarmi a quella poderosa intrusione. Ho fatto un bel respiro, poi mi son girata e l'ho pregato di chiavarmi per farmi godere.
«Vi sento! Mi avete riempito tutti e due i buchi e, adesso fatemi godere! Voglio sentirmi la vostra troia! Amore, guardami. Guarda come questi due splendidi maschi, stanno sfondando ogni buco della tua cara mogliettina!»
Mio marito si è avvicinato; aveva il cazzo in mano e ho visto lo sguardo stupito di Luca, che ha commentato ciò che vedeva.
«Accidenti! Adesso capisco perché ti son entrato facile nel culo! Guarda che cazzo si ritrova tuo marito? Lo credo bene che sei ben aperta nel culo e capisco anche perché sei diventata così esperta a farti sfondare la gola!»
Poi si è sollevato un po' sulle gambe ed ha iniziato a limare il mio buchetto, alternando il suo movimento a quello di Sergio, che, dopo avere inarcato le gambe, ha preso a sbattermi da sotto. Era un bel gioco di squadra. Uno entrava e l'altro usciva, stantuffandomi alla perfezione. Mi hanno pompato bene ed a lungo, per oltre una ventina di minuti; io ho avuto una serie di orgasmi, sempre più intensi e forti, che hanno portato il mio corpo a vibrare, a tremare, scosso da fremiti di piacere incontrollato. Poi, ad un tratto, ho sentito che il ritmo era cambiato di colpo. Adesso mi pompavano sempre più forte, fin quando il primo ad arrivarmi dentro è stato Luca.
«Vengo! Accidenti Ti sto sborrando nel culo! Che meraviglia! Sei davvero una splendida troia, rotta in culo!»
Un istante dopo, ho sentito un'ondata di calore riempirmi l'intestino.
È rimasto dentro, scaricando tutta la sua semenza, poi si è sfilato e me l'ha presentato davanti alla bocca, per farsi pulire il cazzo, ancora intriso dei miei succhi anali. Anche Sergio ha cambiato ritmo. Ha cominciato a sbattermi dal basso sempre più velocemente, fin quando, con un grugnito, mi ha inondato Il ventre.
«Ci sono anch'io! Eccomi, vengo! Ti sborro dentro!»
Anche in questo caso ho sentito un'ondata di calore riversarsi nella mia vagina. Mi son spostata, sempre tenendo in bocca la splendida verga di Luca e, un attimo dopo, anche Sergio mi ha presentato il suo da pulire; mi son resa conto che, nonostante avessero già sborrato, le due verghe erano ancora ben dure e pronte ad un nuovo assalto. Io non mi son tirata indietro. Questa volta è stato Luca che si è sdraiato supino, mi ha fatto salire su di sé e farmi impalare sul suo scettro, che aspettava dritto e teso verso l'alto. Me lo son lasciato scivolare dentro e l'ho sentito arrivare ben bene, fino in fondo. Essendo più lungo, è arrivato a battere con la punta contro il fondo e questo mi ha provocato una scarica elettrica, che si è subito propagata per tutto il mio corpo. È stata una cosa molto intensa, che mi ha fatto immediatamente raggiungere un orgasmo.
«No! Non è possibile: vengo ancora! E' pazzesco! Mi stai facendo godere all'istante!»
Nonostante i precedenti orgasmi, son venuta immediatamente. A quel punto Sergio ha preso posto dietro di me ed ho sentito che ha appoggiato la punta del suo randello fra le mie chiappe. Ho portato le mani dietro, rimanendo sdraiata con il mio corpo schiacciato sul petto di Luca e anche con lui ho dilatato le natiche per agevolare l'intrusione. È stato qualcosa di diverso rispetto all'altro, perché ho sentito quel grosso membro cominciare a farsi strada all'interno del mio intestino. Essendo più grosso di spessore, mi son sentita aprire e lentamente scivolare quella grossa mazza dentro di me. Lui è stato veramente bravissimo! Ha fatto tutto in maniera molto lenta e delicata, dando tempo al mio sfintere di adeguarsi alle sue dimensioni. Quando ho sentito il suo corpo sbattere contro le mie chiappe, ho capito che me lo aveva messo tutto nel culo! Non che se ne fosse bisogno, perché mi sentivo completamente sfondata! Anche in questo caso, son rimasti immobili, lasciando che il mio corpo si adattasse alle loro dimensioni e, poi, hanno preso a pomparmi, anche in questo caso, con un sincronismo quasi perfetto.
Essendo Sergio più grosso, si è mosso più lentamente, mentre Luca, dal basso, mi sbatteva facendomi subito raggiungere due orgasmi, in rapida successione. Mi hanno scopato bene per circa una mezz'ora, scambiandosi per due volte la posizione. Alla fine, dopo aver goduto ripetutamente, mi son venuti tutti e due in faccia. Grondavo dei loro schizzi di sperma ed ho iniziato a leccarla come so fare io: si trattava di una gran dose di sborra e non ho voluto perdermela. Ero molto felice, perché una stupenda doppia penetrazione come quella l'avevo sognata da tempo ed ora era divenuta una realtà. Mio marito, sebbene presente, non è intervenuto, ma è rimasto a guardare per tutto il tempo e, alla fine, mi ha fatto un applauso, per quanto son stata brava nella mia perversione. Sfinita mi hanno lasciato distesa sul letto e se ne sono andati. Subito dopo, mio marito mi ha scopato con cieco furore, dettato da un'incredibile gelosia. Mentre mi sfondava con il suo cazzone, mi ha detto di tutto.
«Troia! Puttana! Sei una vacca sfondata! Adesso sei contenta che ti hanno spaccato culo e fica in contemporanea? Dimmelo troia! Dimmelo che li volevi insieme, perché il mio non ti basta più! Sei una zoccola rotta in culo e troia!»
Godevo nel sentirlo così furioso e possente, mentre mi spaccava il culo a colpi di cazzo durissimo. Ho goduto di un altro vero orgasmo. Sì, con lui ho sempre un piacere MOLTO diverso da quello che provo con gli altri.
Con gli altri godo, ma con lui provo piacere! Adesso, per un po’ di tempo, me ne starò tranquilla, ma, appena, si presenterà una nuova occasione, non me la lascerò sfuggire: voglio ripetere la doppia, che mi ha letteralmente sconvolto ed è piaciuta moltissimo anche a lui.
86
1
1 anno fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
Ho una moglie davvero troia!
Mi chiamo Daniele, ho trentasei anni e sono sposato con Anna, che ha la mia stessa età. Sono di media satura, moro, occhi scuri e un fisico normale. Lavoro come contabile in una grande azienda di trasporto merci. Anna invece lavora come impiagata in un ufficio demaniale. Sessualmente parlando, penso di esser nella media come dotazione, mi piace scopare mia moglie che, però, è sempre più esigente in fatto di sesso. Sembra che a lei, che è una bella donna, alta, bionda, occhi chiari, quarta di seno, bocca ampia idonea ai pompini che fa benissimo ed un bel culo sempre pronto a ricevere il mio cazzo, non soddisfi più il sesso che facciano fra noi.
«Uffa! Mi annoia la solita scopata! Vorrei emozioni nuove. Tu sei bravo, ma io ho bisogno di sentirmi un po' più troia.»
Queste parole mi hanno chiaramente messo in allarme: dovevo, in qualche modo, cercare di neutralizzare la possibilità di ricevere delle "corna" senza saperlo, così le ho avanzato delle proposte piuttosto accattivanti.
«Vuoi che lo facciamo con un’altra coppia o, meglio, con un lui?»
Era un sabato mattina, entrambi liberi dal lavoro, distesi a letto, quando le ho fatto questa proposta, mentre la chiavavo.
«Promettimi che, quanto prima, mi farai godere due cazzi insieme!»
Ho acconsentito, pensando che lo stesse dicendo in quanto eccitata e che, come al solito, più tardi, sfogata la libidine del momento, la cosa sarebbe finita nel dimenticatoio. Era già successo che si era eccitata all’idea di trovarsi fra più maschi, ma poi, venuto meno il momento erotico, tutto era rimasto relegato a fantasie da letto, dovute alla momentanea eccitazione. La sera siamo andati a spizzicare qualcosa ad una sagra paesana che si svolgeva in riva al lago, distante una mezz’ora da casa nostra. Già prima di partire, mi era apparsa alquanto strana. Si era vestita e preparata con cura. Indossava una mini nera molto corta, che le fasciava il culo, modellandolo in maniera davvero molto sensuale. Sopra aveva indossato una camicetta bianca che lasciava poco all’immaginazione, perché allacciata da due soli bottoni, senza celare alla vista il reggiseno bianco, molto sottile, che le gonfiava i seni spingendoli in alto, in bella mostra. Mentre stavamo spiluccando qua e là, mi ricordò la promessa che le avevo fatto al mattino. L’ho guardata ed ho cercato di capire se il suo fosse uno scherzo o meno.
«Ma sei seria? Guarda che ti prendo in parola e, se poi ti tiri indietro, mi fai dispiacere ed arrabbiare.»
Lei mi ha guardato intensamente e mi ha riferito che, al solo pensiero, l'aveva già tutta bagnata. Ho allungato una mano al di sotto del tavolo e gliel'ho infilata sotto la gonna: era bagnatissima e priva di mutandine.
«Mah, allora sei davvero decisa?»
Lei mi ha rivolto un sorriso malizioso ed ha annuito. Poi ha appoggiato la sua mano sulla patta dei miei pantaloni ed ha potuto verificare che anch’io ero eccitato all'idea.
«Porco, anche tu sei molto eccitato! Che razza di maiale ho sposato, se si eccita al solo pensiero che io voglia scopare un cazzo diverso dal suo? Sei un vero porco!»
Le ho piantato gli occhi fissi sul viso per carpire ogni più piccola espressione, mentre le chiedevo come intendeva agire. Lei ci ha riflettuto un attimo, poi si è girata verso la pista da ballo, dove un'orchestrina suonava musica live.
«Forse è meglio che io vada in pista da sola, cosi mi sarà più facile rimorchiare un bel ragazzo per realizzare il nostro progetto.»
Si è alzata ed ha percorso il breve tratto fino a raggiungere la pista da ballo. L’ho seguita con lo sguardo, sempre prestando molta attenzione a chi le si fosse avvicinata. Poteva sembrare semplice, ma non lo era per niente per una coppia sposata trovare un altro cazzo, in mezzo a tutta quella gente; fin da subito ho notato che a lei tanti non erano di suo gradimento. Anna si mostrava molto selettiva: dopo aver rifiutato molti inviti a ballare, si è diretta verso il bar. Ho visto che un ragazzo le si è avvicinato, offrendole qualcosa da bere e lei ha accettato. Il giovane l’ha invitata a sedersi ad un tavolino, dove era già seduto un altro uomo, sicuramente più adulto di noi. Era un uomo molto distinto, grande, che subito ha carpito l'interesse di Anna, dicendole delle cose che la facevano ridere, per poi accettare anche di ballare con lui. Li ho guardati volteggiare in pista. Il tizio sapeva ballare molto bene e Anna era davvero divertita. Ero eccitato al pensiero che, dopo, Anna intendeva scopare con qualcun altro. Ero preso in queste mie riflessioni, quando lei, con un cenno, mi ha chiesto di avvicinarmi. Mi son seduto con loro, il cuore mi batteva forte, il cazzo mi scoppiava nei pantaloni. Si son presentati: Andrea era il giovane, di circa 30 anni e Piero, il più grande, di circa 50, che si è rivolto a me:
«Anna mi ha riferito ogni cosa e mi sento di dire che sei davvero fortunato ad avere una moglie bella e solare come lei!»
Il tempo di finire i drink che avevano davanti e Piero ci invitò tutti a casa sua: viveva da solo e la sua abitazione era a pochi passi da dove ci trovavamo. Ho scrutato il viso di mia moglie: i suoi occhi brillavano di felicità e lussuria. Era eccitata e, sicuramente, aveva la figa bagnata. Non potevo deluderla ed ho subito acconsentito. Appena usciti dalla piazza ed incamminati per il piccolo vicolo che conduceva alla sua abitazione, Piero ha abbracciato Anna stringendola a sé e le ha detto qualcosa mentre la baciava sul collo. Lei si è girata e mi ha guardato con un sorriso ammaliante. Dentro di me ho pensato che finalmente mi era chiaro che Anna era una gran troia! Appena entrati in casa, Piero ed Andrea hanno iniziato a spogliarla e baciarla in bocca. Piero ha suggerito di accomodarci in camera da letto per star più comodi. In camera ci siamo spogliati tutti velocemente ed ho notato, fin da subito, che il cazzo di Piero era quello più grande in tutto, sia in lunghezza che in circonferenza. Grosso e maestoso, svettava potente da far brillare gli occhi di Anna, che mi ha guardato laccandosi le labbra. Quello di Andrea era forse un po’ più lungo del mio, ma di uguale spessore. Subito Anna è stata fatta distendere supina, a cosce aperte, sul letto e, mentre Piero ha iniziato a leccarle la figa, Andrea le ha messo il cazzo in bocca. Lei ha preso subito ad ansimare e gemere dal piacere; non ha perso tempo a fargli uno dei suoi stupendi bocchini.
«Brava, troia, succhia!»
Piero la leccava, infilandole le dita in figa, Anna sembrava un'altra, era eccitatissima e li incitava a scoparla ed a farla godere.
«Sì, sfondatemi tutta! Sono la vostra troia! Su, che vi voglio tutti!»
Ero incantato da questa trasformazione. Stentavo a riconoscere mia moglie. Poi si è messa a pecorina e, mentre Piero la scopava da dietro, lei continuava a succhiare il cazzo di Andrea.
«Che bella porcona! Ti sfondo tutta, zoccola!»
Vederla alle prese con due cazzi era una scena molto arrapante, che avevamo immaginato tante volte, ma mai realizzata. Ora mi sembrava di vedere un film porno, da quanto lei era coinvolta e ne godeva. Mi son avvicinato e le ho messo il mio cazzo vicino alla bocca, lei succhiava avidamente tutti e due i cazzi, mentre Piero la sbatteva con colpi ben assestati. Lei non faceva altro che gridare di piacere.
«Sì, ancora più forte! Vengo! Godo!»
Ha preso a godere di un orgasmo infinito e sempre più intenso. Ci siamo messi d'impegno a scoparla a lungo. Le abbiamo fatto provare molti orgasmi, alternandoci a penetrarla in tutti i buchi: bocca, figa, culo. Quando ero convinto che avesse saziato la sua voglia, avendoci fatto venire in abbondanza in ogni suo buco, lei, non contenta, si è girata verso Piero e gli ha ricordato quanto le aveva promesso, lasciandomi non poco sorpreso.
«Adesso mantieni la promessa e fammi la doppia!»
L’ho guardata stupito e lei si è resa conto che aveva parlato senza riflettere; io ero davvero stupito, incredulo: lei e Piero erano d’accordo?! Dopo un attimo di incertezza, Piero si è sdraiato supino, Anna si è impalata sul suo cazzo ancora durissimo e si è sdraiata su di lui. Lui l’ha afferrata per i fianchi spingendola un po’ in alto e mettendo bene in evidenza il suo bel culo. Andrea le si è misso dietro e, prima ha bagnato il buchetto con della saliva, con la mano se ne è messa anche un po’ sulla punta del cazzo, per poi appoggiarlo al buco. L’ha penetrata spingendolo lentamente dentro di lei, che ha preso subito a gemere e godere.
«Sì, cazzo, come vi sento! Spingi... piano! Sì, dai, spingimelo tutto dentro!»
Lui le ha lasciato qualche istante per adattarsi alla penetrazione, poi entrambi hanno iniziato a scoparla, come due tori scatenati. La sfondavano e Andrea le dava delle sonore sculacciate, mentre affondava il cazzo dentro il suo culo.
«Tieni, troia! Senti come ti sfondo il culo? Dai, godi, puttana! Era questo che volevi no?»
Lei gridava di piacere. Era sconvolta e urlava, mentre la pompavano senza ritengo.
«Sì, così! Su, sfondatemi! Rompetemi tutta! Vengo! Adesso, vengo!»
La guardavo in preda ad un misto di rabbia e piacere immenso. Ero straordinariamente eccitato nel vedere quella scena di lei così puttana, che godeva tantissimo; il cazzo mi è ridiventato subito duro. Mi son messo davanti a lei e gliel'ho infilato in bocca per farmi fare un ricco pompino.
«Succhialo, puttana! Sei una troia! Intanto adesso succhialo, che ti voglio sborrare in gola, zoccola!»
Sembrava impazzita! Mi ha succhiato il cazzo come un'indemoniata, mentre loro le sfondavano i buchi sempre più velocemente. Le son venuto in bocca. lei ha serrato le labbra ed ha ingoiato tutto, leccando fino all’ultima stilla. Poi è stata la volta di Andrea, che le ha riempito il culo di sperma.
«Eccomi, troia! Adesso ti sborro in culo!»
È rimasto immobile, piantato a fondo dentro di lei, che ha goduto ancora nel sentirlo sborrare. Poi anche Piero le è venuto dentro, ma davanti.
«Adesso tocca a me, puttana: senti come ti inondo la figa, troia?»
Siamo rimasti in silenzio per un lungo istante. Solo il rumore dei nostri respiri ansanti era percepibile nella stanza. Lei si è sciolta dal loro abbraccio e mi ha guardato con occhi da maliarda; poi ha abbassato lo sguardo e mi ha dato la spiegazione che attendevo, parlando sommessamente.
«Lui è Piero, il mio nuovo dirigente. Da quando è arrivato qui, mi ha fatto una corte spietata. Avrebbe voluto subito portarmi a letto, ma gli ho detto che non era possibile perché ero già fornita di un cazzo e mi bastava. Lui non si è arreso ed ha insistito, dicendo che una bella donna come me non poteva accontentarsi di uno solo, ma, come minimo, ne doveva avere due. Tu, da tempo, insistevi per farlo in tre e, così, ho architettato questa messa in scena. Questa sera eravamo d’accordo per vederci qui, ma non sapevo che lui avrebbe portato un amico. In gioco vi era il fatto che, se mi fosse piaciuto farlo in tre, lui mi avrebbe dovuto far provare una doppia penetrazione. Il resto lo hai visto da te. Ora, però, mi rendo conto d'averti tradito, per cui sono pronta a pagarne le conseguenze.»
La guardo senza sapere se incazzarmi o adorare questa stupenda femmina. È Piero che rompe” l’impasse" ed aggiunge:
«Se fossi in te, una donna così me la terrei ben stretta. Ti ha fatto godere, ha reso reale una tua fantasia e, in più, ha dimostrato di esser capace di ammettere un errore. Ero convinto che tu ne fossi al corrente, ma, in ogni caso, non può non riconoscersi quanto sia eccezionale!»
Guardo mia moglie mentre loro si allontanano per andare in bagno. Resto un attimo a riflettere sul fatto che la mia bella mogliettina è una gran troia, le sorrido, ci rivestiamo e ci salutiamo. Piero, sulla soglia della porta, le dice una cosa che mi fa quasi ritornare il cazzo durissimo.
«Se, per caso, lui dovesse lasciarti, sappi che io ti accoglierei a braccia aperte. Se invece ti tiene, qui sarete sempre i benvenuti!»
È iniziato così un cambiamento radicale della nostra vita matrimoniale e, soprattutto, sessuale.
82
1
1 anno fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa -
L'adolescenza di serena 1
Non tutte le estati sono uguali ma ce n'è una che resta più unica delle altre. È quella che segna il passaggio verso l’adolescenza. Per Serena fu l’estate della sua prima vacanza senza i genitori. Pochi giorni al mare con gli zii in una piccola isola siciliana.
La mattina del suo arrivo Serena la trascorse in totale relax. Aveva cominciato tutta l’intenzione di prendere seriamente il sole e si era prefissa di non perdere un solo pomeriggio intero di tintarella.
“Va bene, se vuoi puoi rimanere qui in spiaggia. Ti aspettiamo a casa verso le 18, le 19 al massimo”
”Va bene. Grazie zia” la felicità per quella prima prova di autonomia si concretizzò in un grosso bacione sulla guancia di zia Angela.
“Stai attenta in spiaggia, e, se fai il bagno, non allontanarti troppo” le raccomandò lo zio, come sempre apprensivo quando si trattava della nipote che le era stata affidata dal fratello.
“Contaci zio. Starò attentissima!” promise Serena guardandoli allontanarsi.
Quel pomeriggio per raggiungere la spiaggia indossava un perizomino azzurro con un reggiseno dello stesso colore, una canottierina stretta nera, infradito e un paio di pantaloncini da mare. La prima sosta fu al bar che dava proprio sulla spiaggia dove, al bancone, si imbattè in suo cugino Luigi che sorseggiava una birra.
“Oh buon pomeriggio cugina” la salutò allegramente il ragazzo, soffermando più del dovuto lo sguardo sulla scollatura e sulle gambe.
“Buon pomeriggio” salutò Serena.
Nonostante tra di loro ci fossero solo tre anni di differenza, quello si poteva considerare a tutti gli effetti il primo momento in cui Luigi si rivolse alla cugina non considerandola una bambina da ignorare. La differenza di tre anni di età può essere minima come un abisso, tutto dipende dal periodo della vita in cui si manifesta. Quella fu l’estate in cui quei tre anni si accorciarono pericolosamente.
“Il mio ombrellone è poco distante. Sono solo pochi passi, se vuoi”.
Si avviarono dalla parte opposta del bar e dopo pochi minuti di camminata, durante i quali parlarono del più e del meno, attraversa la prima fila di lettini, dove molti ombrelloni erano piantati uno vicino agli altri.
“Siamo un po’ stretti qui” disse Luigi “Ma si sta benissimo. L’ombrellone è un riparo indispensabile dal sole a quest’ora”
L’ombrellone di Luigi era orientato dalla parte opposta rispetto agli altri e proprio di fronte vi era una barca di legno rovesciata. Difficilmente qualcuno avrebbe potuto vedere chi c’era ad occupare quel pezzo di ombra, nonostante la spiaggia non fosse proprio deserta il posto dove il ragazzo aveva condotto la sua cuginetta era molto riservato e al riparo da sguardi indiscreti, quelli degli altri ovviamente non il suo.
“Vieni, vieni, mettiti pure comoda come se fossi… a casa tua” le disse gentilmente Luigi.
Serena prese possesso dello spazio occupandolo con il suo telo da mare giallo. Sembrava una vera e propria oasi, stranamente e contemporaneamente isolata e nel pieno del casino di una spiaggia di agosto. Intorno a loro non c’era nessuno, tra chi era in acqua e chi al bar , si sentiva solo in lontananza il vociare di gente rilassata in vacanza che non avrebbe trovato nulla di interessante in due ragazzi giovani sotto un ombrellone al riparo di una barca.
Come se potesse leggere nel pensiero di Serena, Luigi non perse tempo: “La mia ragazza ha pensato bene di fare un giro in paese. Sai, è fissata con lo shopping e deve assolutamente vedere tutti i negozi di qualsiasi posto in cui vada!” esclamò ridendo per tranquillizzare la cugina e allo stesso tempo lasciare intendere cose a cui lei non stava neanche pensando.
Serena sorrise educatamente ma quella precisazione sull’assenza della fidanzata le mise addosso una strana agitazione. Poi si sedette sulla piccola sediolina da spiaggia.
“Allora, come è stare in vacanza senza i tuoi tra i piedi?” si interessò subito Luigi.
“Bello” si limitò a rispondere Serena “anche se sono qui solo da mezza giornata praticamente”.
“Bene bene, è un’isola piccola che in realtà non ha nulla di veramente particolare ma vedrai che qualche giorno lo trascorrerai piacevolmente” cercò di entrare più in confidenza Luigi.
Serena annuì, impaziente di togliersi i vestiti per il caldo e forse non solo.
“Allora” esordì ancora Luigi, che indossava un costume a pantaloncino piuttosto largo e una maglietta a maniche corte “cosa aspetti a levarti i pantaloncini? Non vorrai fare il bagno con quelli” le chiese in tono neutro.
“Si, è proprio quello che stavo pensando” disse Serena forse un po' troppo entusiasta.
Luigi per darle il buon esempio si sfilò la maglietta.
“Dai fammi vedere come sta la mia cuginetta in costume” disse affabilmente Luigi mentre coglieva lo sguardo della ragazza scendere curiosa dal suo petto verso l’addome.
Serena rimase un attimo interdetta ma pensò che in fondo non ci fosse nulla di male dato che erano cugini. Così timidamente imitò il cugino nello sfilarsi la maglietta e rimase in bikini davanti a Luigi.
”Vediamo… Mi sembra che l’azzurro ti stia bene” le disse.
“E’ un costume dell’anno scorso, mi sembra un po’ stretto, tirano leggermente” gli disse Serena senza rendersi pienamente conto della provocazione che gli aveva appena lanciato.
“Non mi pare. Girati un po’ che vediamo se posso allentartelo un pò”.
Serena si girò, Luigi sembrava davvero tranquillo e per nulla malizioso nel fissarle il culetto mentre armeggiava con il pezzo di sopra, poi le disse di levarsi anche il pantaloncino. Ancora non del tutto consapevole dello spogliarello che stava offrendo a un ragazzo più grande in un luogo pubblico, Serena lo fece e si girò. Luigi rimase a contemplare lo splendido triangolino della fighetta, messo in risalto dal costume effettivamente un po' stretto e lei allargò impercettibilmente le gambe. Notò subito qualcosa risvegliarsi sotto i pantaloncini del cugino e lì iniziò a collegare il suo sederino come causa e la fatica che il ragazzo faceva a tenere le gambe attaccate l’una all’altra come effetto.
“Oddio, ti sta benissimo” le disse Luigi “mi sembra la misura perfetta” per farti una radiografia alla fica, pensò ma non lo disse.
“Dici?” chiese Serena dubbiosa, cercando di guardarsi il sedere con la coda dell’occhio.
Anche Luigi stava osservando le rotonde chiappette della cugina, che il costumino metteva bene in risalto. Seguiva con lo sguardo la linea del perizoma fino a dove si allargava a contenere la fighetta leggermente pronunciata di Serena.
“Si, è perfetto” disse Luigi non sapendo più se si riferisse al costume o al culo mentre sentiva il cazzo stringergli nei pantaloncini.
Durante tutta quella scena che si stava prolungando più del dovuto, Serena mostrava quell’ingenuità tipica della sua età ma si univa a uno sguardo profondamente curioso. Luigi decise, dunque, di continuare con la massima cautela possibile, un solo errore, una richiesta troppo esplicita avrebbero potuto insospettirla e rovinare ogni cosa.
“Adesso mettiti comoda e goditi il sole” le disse sorridendo Luigi.
Serena seguì il consiglio stendendosi a pancia sotto e chiudendo gli occhi. Luigi, fissando spudoratamente quel delizioso perizoma e approfittando del fatto che Serena non poteva vederlo, prese a massaggiarsi lentamente il pacco. Il cazzo gli stava per esplodere, cominciava quasi a dolergli da tanto era duro, quel corpicino perfetto e quasi immacolato gli faceva venire dei giramenti di testa.
Tolse la mano appena in tempo, Sara aprì gli occhi sbadigliando e stiracchiando le cosce toniche e vellutate.
Il ragazzo la guardò girarsi e per poco non gli venne quasi un colpo. Finora si era concentrato soprattutto sul culetto della ragazza, ma ora si accorse che anche il suo seno meritava il giusto apprezzamento. Contenuto a stento dal costume, Luigi poté osservare le perfette rotondità delle tette, generose ma senza essere troppo vistose. Si legavano armoniosamente col resto del corpicino un po’ minuto che faceva dunque da sfondo perfetto per quel bel paio di tette.
Serena, su invito di Luigi, si girò su un lato. La visione del profilo del seno ebbe un effetto dirompente su Luigi, il suo cazzo era al massimo dell’erezione e, se la cosa si fosse protratta, sarebbe stato obbligato a slacciarsi i pantaloncini. Quel corpo che stava ormai sbocciando, il visino dolce e delicato, quella labbra carnose e tremendamente sexy rappresentavano, per Luigi, un bocconcino che non si sarebbe fatto scappare per nulla al mondo.
Decise che era il momento di osare un po’ di più, era necessario per capire se con quella ragazza vi erano margini per giungere ad un livello successivo. Sapeva bene che ogni gesto, ogni parola doveva essere calibrata perfettamente, ed osservare le reazioni che essi generavano era il segreto per giungere all’obiettivo. Mise in conto anche la possibilità che tutto naufragasse ma questi erano i rischi e sapeva che chi non rischia rimarrà sempre a bocca asciutta.
“Ma che scemo, non puoi restare al sole senza la crema!” esclamò Luigi, congratulandosi con se stesso per averla portata. “Eccola! Puoi metterne quanto vuoi”.
Serena sorrise e lo ringraziò, cominciando a spalmarla sulle cosce e le spalle.
Dopo essersi seduto, lasciò che Serena facesse da sola regalando a un uomo inconsapevolmente, il primo spettacolino di una lunga serie. Passarono solo pochi attimi e Serena si accorse che da un lato del costume riusciva a scorgere qualcosa di segreto del cugino. Il costume tipo boxer quando il ragazzo era seduto di fronte a lei con le gambe incrociate si allargava per lasciar intravedere quello che non riysciva più bene a contenere. Mentre spalmava più lentamente la crema, Serena buttava ogni tanto lo sguardo tra le gambe del ragazzo, il quale sapeva perfettamente che Serena, di natura curiosa come tutte le ragazze della sua età, avrebbe certamente dato un’occhiata proprio là.
Luigi si mise in posizione strategica, seduto con le gambe aperte, in modo che il pacco si vedesse particolarmente bene. Si guardò il cavallo, il rigonfiamento dei pantaloncini era sempre più evidente e quei pantaloncini larghi lo scoprivano in maniera clamorosa.
Serena gettò un primo sguardo verso Luigi, e si accorse che lui non la vedeva, lei stesa e lui seduto permetteva sguardi in direzioni diverse, l’unica cosa che poteva vederle lui erano le gambe e il sedere. Di lui lei poteva vedere solo parte delle gambe, ciò che c’era in mezzo fino al busto.
“Tutto ok?” interruppe il silenzio Luigi.
“Si grazie” disse Sara gettando uno sguardo più prolungato verso lo scroto di Luigi che faceva capolino dalle pieghe del costume. Con grande stupore osservò il cavallo dei pantaloncini di Luigi notando un rigonfiamento. Imbarazzatissima distolse subito lo sguardo, convinta di essersi sbagliata. Ma passarono solo pochi secondi e la curiosità di Serena ebbe la meglio. Cercò di nuovo con gli occhi Luigi e vide di nuovo le sue gambe aperte, e un grande gonfiore proprio all’altezza del cavallo dei pantaloni. Diventò rossa, l’imbarazzo era sempre più evidente ma rispondeva alle domande che le faceva Luigi con la maggior naturalezza possibile.
Luigi si rese subito conto che Serena aveva notato quello che lui le voleva far notare. Ne era sicuro dal suo tono di voce, improvvisamente fattosi più timoroso e incerto. Continuò l’esperimento. Decise che quella sarebbe stata la prova del nove, avrebbe capito se Serena fosse una ragazza inconsciamente desiderosa di emozioni nuove e diverse, da grande.
Mentre le faceva altre domande Luigi allungò la mano e se la portò sul cavallo. Lentamente cominciò a massaggiarsi il cazzo, che sotto i pantaloncini era diventato di marmo.
Il fatto che le facesse domande di natura generale avrebbe fatto credere a Serena che lui era assolutamente convinto che lei non potesse vederlo.
Serena aveva rallentato le operazioni di incrematura, il cuore le batteva all’impazzata, era per lei una situazione completamente nuova, ed era allo stesso tempo intimorita ma curiosa. In fondo era convinta che lui non sapesse che lei poteva vederlo e questo la rassicurò. Così buttò un’altra occhiata tra le sue gambe e vide la mano di Luigi che lentamente si massaggiava il cavallo.
Si mise la mano di fronte alla bocca e fermò sul nascere un sospiro di sorpresa. Rimase ferma in quella posizione, ad osservare la mano di Luigi che continuava nel massaggio. Si scoprì più curiosa di quanto credeva e non riusciva a distogliere lo sguardo da quella scena. Stranamente non provava quasi nessun timore, non aveva mai avuto la percezione che corresse un qualsiasi pericolo. Per un breve attimo immaginò come potesse essere sotto e subito si vergognò di quel pensiero, che le era venuto però in modo naturale e istintivo, e arrossì violentemente.
Improvvisamente percepì una strana sensazione di umidità, scese con la mano e la infilò nel piccolo slip. Capì di essere bagnata, come poche altre volte le era capitato di essere. Era la prima vera situazione trasgressiva che viveva e il suo corpo reagì in una maniera per lei del tutto inaspettata.
“Ma che mi succede?” si disse.
Le salì intensa la voglia di toccarsi, una sensazione che la scombussolò totalmente, una cosa a cui non era assolutamente preparata.
Quasi spaventata da quella reazione si fermò immediatamente e disse a Luigi “Non ho l’orologio, forse dovrei andare”.
Luigi si fermò, si ricompose e, dopo essersi alzato in piedi, le domandò se c’era qualcosa che non andava.
“No, no” disse Serena infilandosi i pantaloncini e la canottierina “E’ solo che è tardi”.
”Ma dobbiamo ancora fare almeno un bagno” disse astutamente Luigi.
Serena, però, era rossa in volto e piuttosto agitata. Luigi la guardò, capì subito che Serena aveva visto tutto e la cosa non l’aveva certamente lasciata indifferente. Aspettò allora quel gesto che gli avrebbe dato la conferma che l’esperimento fosse riuscito in pieno. E il gesto arrivò subito, non dovette attendere neanche un minuto.
Aspettando il momento in cui Luigi non potesse accorgersene, la cugina gettò uno sguardo sul suo cavallo, quasi come a cercare ancora la vista di quell’attraente gonfiore. Fu uno sguardo veloce, fugace, ma per Luigi rappresentò la prova che cercava.
Era sicuro ora che questa timida ragazza era alla ricerca di emozioni forti e particolari. Solo che fino a quel momento non ne era assolutamente cosciente.
“Io… devo andare, dai ci vediamo a casa” gli disse Serena e mentre Luigi le stava per rispondere lasciò veloce la spiaggia per tornare a casa.
Luigi, rimasto solo, sorrise. L’esperimento era andato a buon fine e pensò che nei prossimi giorni lui e suo fratello Giacomo ne avrebbero viste delle belle. Aveva intravisto nello sguardo di Serena quella voglia nascosta che cercava solo qualcuno che la facesse esplodere.
Intanto Serena era tornata a casa in fretta e furia ed i suoi zii arrivarono di lì a poco.
“Allora” le chiese zio Paolo “come ha passato la sua prima giornata di vacanza la mia nipotina?”
Serena non sapeva che rispondere, alla fine al mare non ci era neanche andata.
“Bene zio” improvvisò” ma sono stata poco in spiaggia, faceva troppo caldo”.
Mentre la zia preparava la cena, Serena ripensò alla situazione del pomeriggio, e si sorprese a pensare ancora a quello che aveva visto, alla sua tanto improvvisa quanto sorprendente reazione e a quanto fosse stata imprudente a cacciarsi in una situazione del genere. Ma, rassicurata dalla certezza che Luigi non si fosse accorto di nulla, cominciò a riflettere su quale era l’effetto che il suo corpo faceva agli uomini e, tra un misto di vergogna e piacere, pensò che quello accadesse magari anche a quelli che le fissavano il culetto sul bus o al bar. Ripensò ora con più consapevolezza anche agli sguardi dei padri delle sue amiche, quando si trovava a casa di qualcuna di loro per studiare, o ai complimenti e agli sguardi che riceveva dagli altri genitori in occasione delle partite di pallavolo. Scacciò questi pensieri, le era difficile riuscire a capire cosa le stesse succedendo, metabolizzare quanto aveva appena realizzato non era certo una cosa che poteva fare nell’arco di pochi minuti e, con questi affannosi pensieri nella testa, si sedette a tavola a mangiare con gli zii.
Con la scusa della stanchezza per il primo giorno di mare, dopo cena Serena si buttò sotto la doccia e si chiuse in camera. La sua mano non poteva più aspettare prese ad accarezzare i pantaloncini, poi scivolò sotto l’elastico degli stessi e delle mutandine, trovando la sua fica bagnata e bollente, che implorava di poter esplodere in un potente orgasmo rimandato da tutto il pomeriggio.
Si maledisse per aver portato con sé il suo vibratore, ma aveva paura che qualcuno le avesse scoperta e raccontare di quello sconosciuto che glielo aveva regalato sarebbe stato troppo complicato da spiegare. Non poteva permettere che succedesse, sarebbe riuscita a darsi piacere lo stesso ripensando al cugino.
Non ha tempo di penetrarsi, non riesce, deve attaccare il suo clitoride, maltrattarlo, colpirlo, fotterlo come era sicura avrebbe fatto Luigi. Per poter godere doveva ammetterlo: stava pensando al suo cazzo! Tre dita affondano dentro la sua giovane vagina tirando fuori desiderio liquido, alimentando il fuoco della sua perversione che stava nascendo quella sera. Perdendo ogni freno si fotte con violenza con un suono viscido che fuoriesce dalla sua fica schizzando gocce sul letto.
“Scopami, Luigi…” sussurrò mentre un senso di vergogna avvolse il suo viso.
“Scopami, Luigi…” un’altra voce dalla stanza accanto stava dando fiato ai pensieri di Serena. Era Alessandra, la fidanzata che suo cugino stava fottendo senza riguardo, devastandone la passera e strizzando una grossa tetta; e la ragazza, che più che eccitata o appassionata, sembrava entusiasta di quel trattamento.
Una parte di Serena, non poteva negarlo, la stava invidiando, mentre le sue dita continuavano a possederla, in un crescendo di umori che colano lungo le sue gambe e riempivano l’aria della stanza di eccitazione e suoni liquidi. Pochi minuti dopo, un gemito di piacere sfuggì dalle sue labbra, mentre un’ondata di calore attraversava il suo corpo lasciandole una sensazione di soddisfatta stanchezza.
Chiuse gli occhi, si sentiva quasi male all’idea di essersi sditalinata pensando a suo cugino. Ma, al contempo, non poteva che desiderarlo dentro di lei, mentre usava il suo corpo per spegnere il furore che gli aveva provocato.
La cosa la confondeva, la straniva… preferiva non pensarci. Quando riapre gli occhi, resta in ascolto dei rumori della stanza accanto: si aspettava che avessero finito, ma non era così. Non poteva vederlo ma in quel momento Alessandra era inginocchiata davanti a Luigi, e lui stava usando la bocca della fidanzata per raggiungere piacere: le teneva ferma la testa e la sua pancia piatta che sbatteva contro il viso della ragazza; lei stringeva le chiappe di Luigi, strizzandole come lui aveva fatto con le sue grosse tette.
Serena non poteva evitare di immaginare mentre Alessandra infilava un dito nel buco del culo del ragazzo per aumentarne il piacere e farlo spruzzare come un idrante.
Il pensiero e l’emozione del pomeriggio le fece rendersi conto di voler essere in mezzo a loro due, con Luigi che la fotteva violentemente e Alessandra che la leccava in mezzo alle chiappe… O anche il contrario, o il contrario ancora.
Il grido di Luigi che viene la strappa dai suoi pensieri. La sua attenzione viene riportata completamente sul ragazzo che nell’altra stanza spingeva il bacino contro il volto della ragazza, lo ritraeva lentamente, lo spingeva di nuovo verso di lei, il lungo cazzo bagnato, che luccicava di piacere vaginale e saliva di Alessandra, e scompariva completamente tra le sue labbra.
Luigi, infine, smette di muoversi, resta immobile dentro la bocca della ragazza. Soffoca un gemito roco, rilassandosi visibilmente dopo qualche secondo, chiudendo gli occhi e la bocca. Le accarezza i capelli mentre sfodera il cazzo dalle sue labbra, ora privo delle dimensioni che Serena aveva ammirato in spiaggia, liberando un fiume di saliva e sborra collosa e densa che cade sulla maglietta di Alessandra e sul suo maestoso seno scoperto.
Luigi riuscì a mettere via il suo grosso cazzo nei pantaloni con una certa difficoltà, mentre lei inghiottiva quanto aveva in bocca sollevando la testa e deglutendo. Lui però non riusciva più a pensare a lei non lei, riposto il suo strumento di piacere e chiuso il bottone dei jeans, il pensiero tornò alla cugina che dormiva nella stanza accanto. La tentazione di bussare alla sua porta fu fortissima ma si trattenne e arrivato vicino alla sua porta tirò dritto verso il bagno.
Serena, intanto, lo osservava dal buco della serratura, con un misto di desiderio, eccitazione e disprezzo. Ma il disprezzo lo stava provando nei confronti di se stessa all’idea che lui usasse il suo corpo per il suo piacere, che la fottesse senza il minimo rispetto del fatto che erano cugini, immaginare quel grosso e lungo cazzo sprofondare nella sua fica grondante e nella sua bocca di adolescente famelica per svuotare il suo piacere dentro, non faceva che renderla ancora più desiderosa ed eccitata. Strinse le cosce Serena, comprimendo le grandi labbra come se avesse paura e piacere insieme che qualcuno le potesse guardare la fica in quel momento.
Luigi scomparve chiudendosi alle spalle la porta del bagno e Serena tirò un sospiro di sollievo e di agitazione per tutti quei pensieri.
La sua mano destra era scivolata di nuovo sul suo giovane sesso, le dita accarezzavano il clitoride che, tanto era eccitata, le sembrava grosso quanto il cazzo di Luigi. Le faceva male toccarlo ma non poteva smettere. Doveva godere di nuovo, liberarsi di quel desiderio oppressivo.
Avvicinandosi alla finestra per cercare di alleviare la calura di quell’agosto siciliano, scorge in strada la figura di quella zoccola che si è appena fatta fottere da suo cugino.
Non riesce a impedirsi di sporgersi e sbirciare fuori dalla finestra, cercare la ragazza dai capelli di fuoco e il seno prosperoso.
L’eccitazione che non la faceva ragionare divenne in un attimo insopportabile quando i suoi occhi incontrano quelli di Sara. La ragazza la fissa, sorride leggermente. Solleva una mano in segno di saluto.
Resta un attimo a guardarla, ritardando il momento in cui Serena si sarebbe potuta liberare dall’orgasmo, poi, soddisfatta, si avvia lungo la strada e scompare. Serena sente le gambe cedere e quell’ultimo orgasmo se lo regala davanti alla finestra, rimpiangendo di aver atteso che la ragazza non fosse più nei paraggi.
46
3
1 anno fa
Menestrella,
41/21
Ultima visita: 1 anno fa
-
Nicole la mia schiava parigina e inizio castità forzata
Nicole è una ragazza francese di origine italiana. Mi scrive una mail il sette di giugno dicendo che è da sempre una mia grande lettrice, ma che solo ora si è sentita pronta a fare il grande passo e a contattarmi.
Per provocazione le chiedo di mostrarmi la merce, cosa che le ho chiesto per metterla in imbarazzo e vedere se è veramente una sottomessa, o una delle solite folgorate sulla via delle sfumature di grigio, a posteriori credo che l’avesse capito essendo una persona molto intelligente.
La sua risposta mi lascia abbastanza basito oltre a mandarmi le foto mi dice che è pronta e disponibile a fare qualsiasi cosa le ordinerò. E’ una ragazza abbastanza alta, un seno non grandissimo anche se comunque porta una terza misura, un bel sederino.
Le dico allora che comunicare la mail non è che sia tanto comoda e che su whatapp o telegram sarebbe più comodo. Lei mi dà immediatamente il suo numero di cellulare chiedendomi di scriverle subito, che è impaziente di diventare la mia schiava anche se è fidanzata, ma non le interessa.
Nella foga però mi dice però una cosa da cui si denota che dalla lettura dei miei racconti non ha colto quello che mi piace di più ordinare, infatti mi dice che si masturba spesso fino anche a tre volte al giorno.
Le scrivo subito su whatapp dicendole che sono esigente e che come prima cosa dovrà pulire il water con la lingua, lei dice che è una cosa che un po’ la disgusta condividendo l’appartamento con altre persone, ma che obbedirà.
A questo punto le ordino dieci giorni di castità forzata e di depilarsi completamente la passerina, lei mi risponde che prenderà subito appuntamento con l’estetista per depilarsela e che per lei sarà dura non toccarsi in quanto le piace masturbarsi spesso.
Mi dice poi che domani è il suo compleanno e che viene il suo ragazzo dall’Italia e che sicuramente vorrà scopare, ma le rispondo che essendo in castità forzata non può farlo, ma può far godere lui, ma non viceversa lui non può toccarla. Lei anche se controvoglia mi dice che obbedisce.
Il ragazzo non prende affatto bene la cosa e contrariato dal fatto di essersi fatto un viaggio dall’Italia a Parigi per trovare la sua ragazza che non lo fa neanche scopare la molla.
La sera dopo capita un fatto che rischia di stroncare il nostro rapporto, essendo fuori a un compleanno di un amico le rispondo che non posso occuparmi di lei e non la prende bene dicendo che come lei mi ha dato serietà come schiava io le devo dare serietà come padrone e che non vuole più essere una mia schiava e si limiterà a masturbarsi sui miei racconti come aveva fatto prima di contattarmi.
Capisco subito però che in realtà ciò non è vero e che dice questo solo perché si è sentita trascurata, per un paio di giorni mi manda messaggi in cui mi tiene il broncio, fino a che mi dice che avevo ragione io e che si era sentita trascurata, voleva farmelo capire. Io le dico che va bene, ma deve chiedermi scusa in ginocchia e la castità sarebbe stata di quindici giorni e non più di dieci.
Il pomeriggio successivo mi scrive un messaggio in cui dice che si è svegliata con il lenzuolo tutto bagnato dai suoi umori, che si sente mentalmente assoggettata a me e per fortuna aveva i pantaloni perché le cadevano gli umori lungo la gamba.
Le difficoltà di Nicole sono ogni giorno superiori in quanto facendo la baby sitter per arrotondare si mette inevitabilmente in certe posizioni con le gambe andando a stimolare parti sensibili, cosa che rende ancora più difficoltoso resistere alla castità.
Almeno due, tre volte al giorno mi dice che questa prova le sta facendo passare le pene dell’inferno, ma vuole farcela per soddisfare il suo padrone, oltre che nel timore per quella che sarebbe la punizione se non ce la facesse.
Per vedere se effettivamente sta rispettando la castità forzata le chiedo di farmi vedere le mutandine che indossa e mi mostra degli slip completamente impregnati di umori, poi mi dice che questa sera prima di coricarsi leggerà lo stesso qualcuno dei miei racconti anche se sa di farsi del male non potendosi toccare.
Il giorno dopo la cosa si fa sentire quando è seduta con le bambine su un tavolo avrebbe voglia di incrociare le gambe per darsi un po’ di piacere, ma riesce a resistere e a non farlo. La sera va a letto presto senza leggere racconti erotici, sperando di dormire meglio della notte precedente.
La mattina però non sta affatto bene si sveglia con un raffreddore accentuato, ma dopo aver preso dei farmaci nel pomeriggio le passa subito, torna ad eccitarsi e mi dice che ogni volta che le scrivo o mi sente è felice e si eccita subito.
Nei giorni seguenti non ci sono sussulti si abitua alla castità forzata, anche se soffrendo arriva però un momento particolare quando deve andare dall’estetista per fare la manutenzione alla depilazione della passerina.
L’estetista era una ragazza di 22 anni, molto gioviale che parlava con lei del più e del meno in tranquillità, ma l’imbarazzo è venuto quando per qualche istante le ha toccato il clitoride e si è accorta di quanto era bagnata e allora le ha fatto un sorrisino ammiccando.
34
0
1 anno fa
padrone44,
21
Ultima visita: 9 mesi fa
-
I due gemelli e il servizio militare
0. Avvertenze.Il racconto che ora vado a pubblicare non si può definire esattamente "Racconto di fantasia" o "Racconto reale", poiché – come tutti quelli di questa serie – sono un po' una via di mezzo tra le due situazioni.Sono passati più di 40 anni dai fatti di cui vi parlerò, e quindi anche la memoria non sempre mi sostiene nei dettagli meno importanti, percui molti dei dialoghi non sempre riportano ciò che allora fu detto, mantenendo comunque le dinamiche di ciò che furono i nostri rapporti più intimi.1. Premessa.Quando io avevo 18 anni il servizio di Leva era ancora obbligatorio e un "dovere" per ogni cittadino maschio. Per un anno, riuscii – con la scusa che dovevo completare gli studi – a procrastinare questa scomoda incombenza, ma poi fui costretto ad affrontare il problema. E nel peggior modo possibile...Infatti, ecco che – tenuta – un giorno mi fu recapitata la cosiddetta "cartolina".All'epoca, io e Tati (ricorderete che questo era il nomignolo che suo padre aveva affibbiato a mia cugina) eravamo appena usciti e riusciti a superare una situazione a dir poco incredibile – il matrimonio forzato e non voluto di lei e a cui sua madre l'aveva obbligata con l'inganno –, percui queste vicissitudini ci avevano uniti – a dispetto di chi, invece, avrebbe voluto dare un colpo mortale alla nostra unione – più che mai.Era praticamente impensabile, quindi, per i "gemelli", vivere sradicati l'uno dall'altra...Oltretutto, il nostro legame si manifestava anche – come ricorderanno i miei lettori – attraverso un'unione sessuale e un'intesa "spirituale", che ci aveva condotti a "sentire dentro" – reciprocamente – dal più piccolo disagio al più grande pericolo per la nostra "coppia".Perciò, questa "notizia" della mia – come si diceva una volta con un termine pomposo – "chiamata alle armi" giunse a destabilizzare il nostro equilibrio psicologico che stavamo faticosamente ritrovando.Tutto andò più o meno così: leggetemi e capirete quest'altro episodio della travagliata storia dei "gemelli"...2. Cartolina precetto.Ebbene, era come tante ed io stavo al telefono quando suonò al cancello del nostro villino l'addetto alla consegna delle raccomandate. Ero solo in casa con la mia gemella, e quindi fu giocoforza che andasse lei ad aprire.Da dove stavo udii la sua voce – concitata e confusa – che diceva:- "No, non è possibile, ci sarà stato certamente uno sbaglio... Tato non può...".Intuii pure che si trattava di qualcosa di importante che mi riguardava, ma non ebbi il tempo di pensare ad altro perché sentii sbattere forte il cancello e subito dopo la porta di casa mia si spalancò.Ricorderete, infatti, che a quel tempo mio padre – un ingegnere civile – aveva costruito un villino bifamiliare per noi e per la famiglia di suo fratello, cioè mio zio e papà di Blanca.Dunque, Tati entrò come una furia. Aveva le lacrime che le offuscavano la vista, tremava in un modo difficile da descrivere ma che solo lei sapeva fare, e disperata mi porse – senza dir niente e con il braccio teso in avanti – un foglio. Poi mi abbracciò, e posando il capo sulla mia spalla sottovoce mi spiegò:- "Oh, mio piccolo gemello! Devi partire per il militare... Ti hanno mandato a Udine".Sembrò essersi calmata, ma dopo un lungo silenzio mi prese le mani e ricominciò a parlare affannosamente:- "Tato è una tragedia. Capisci? Un anno lontani... Non è mai successo, nemmeno quando mia madre mi aveva spedito in collegio... Nemmeno quando mi aveva dato a Firmino... Chi ci penserà a te? No, non voglio! E se incontri un'altra? Io muoio già adesso al pensiero...".Mi crollò il mondo addosso... Quelle parole così accorate mi fecero correre un brivido lungo la schiena per il loro reale significato, e nello stesso tempo sentii Blanca venir meno... Le sue braccia mollarono la presa su di me, e come un sacco vuoto la vidi scivolare a terra, proprio si miei piedi. Era svenuta...Cercai di rianimarla come meglio potrei, e stavo quasi per attaccarmi nuovamente al telefono per chiamare Tata (la cugina medico) quando per fortuna si riebbe. Gemella non aveva dimenticato la "tragedia". Si mise una mano all'altezza dello stomaco e poi di corsa andò verso il bagno, e io dietro di lei. Vomitò dal nervoso così tanto da farsi uscire quasi gli occhi dalle orbite, e tutto stava succedendo per "colpa" mia...Non mi vergogno a dirlo, ma - per dimostrare forse più a me stesso che a lei quanto la amassi - la accompagnai al lavandino e mi misi con cura a lavarle il viso, per dimostrarle quanto fosse importante per me.Eravamo ancora soli in casa, e la portai nella mia stanza, dove ci chiudemmo dentro e dove si ripeté quel "rito" che tanto amavamo e che eravamo soliti compiere quando avevamo un problema. Seduti a terra a gambe incrociate, faccia a faccia, ci tenevamo le mani di modo che i palmi di entrambi si toccavano...Chi ci avesse osservato, avrebbe visto semplicemente due individui immobili e silenti, ma non era così. A noi – fin da piccoli, per un imperscrutabile "gioco" del destino – non servivano le parole per comunicare, poiché ci fu dato (come già detto) il dono di "sentire" – cosa che nessun altro possedeva e possiede tuttora in famiglia – le emozioni dell'altro.E in quel momento, io "sentii" gemella che gli si stava spaccando il cuore...Forse, direte: ma che esagerazione!, ma era proprio così. La conoscevo (e la conosco) bene, e percepivo che lei mi diceva: Tato, non andare!Sentivo anche l'impulso irrefrenabile di prendere Blanca e scappare via, ma stavolta non sarebbe servito a nulla. Così, provai – sebbene non ci credessi io per primo – a convincerla che tra di noi non sarebbe mai cambiato niente.Aprii la bocca, senza rendermi conto di quello che dicevo:- "Blanca, non devi fare così, vita mia. Non rendiamo tutto più difficile. Un anno passa presto. Cercherò di venire a casa ogni volta che mi sarà possibile...".Parlavo a testa bassa poiché sapevo che se l'avessi guardata negli occhi non sarei stato in grado di sostenere quella situazione. Ma quando ebbi terminato e alzai di nuovo il capo, vidi uno "spettacolo" orribile: Tati mi stava fissando, forse non aveva mai smesso di farlo in tutto quel tempo, e piangeva e io non me ne ero accorto, impegnato com'ero a convincere entrambi... Non l'avevo mai vista così stremata psicologicamente e credo che non ho mai più visto nessuno distrutto da tanto dolore.Provai ad asciugarle le lacrime alla nostra maniera – e cioè leccando quelle gocce amare che copiose scendevano da quegli occhi che mi avevano catturato sin da quando eravamo nati –, ma fu come asciugare l'oceano con un foglio di carta assorbente.Alla fine mi rassegnai e – alzandomi per andarle ancora più vicino – incontrai le sue braccia tese che mi cercavano.Sapevo bene che la sera, a centinaia di chilometri di distanza, uscendo in libera uscita non sarei mai potuto andare da lei, e nemmeno la domenica mi sarebbe bastata per raggiungerla.Le baciai la fronte e infine crollai anch'io e le confessai:- "Tati mia, non ce la faccio più. Ho provato ad essere forte per me e per te, ma non sono capace... È vero, questa è una tragedia, hai ragione tu come sempre, e non me la sento di minimizzare. Oltretutto, il nostro sesto senso non ci permette di fingere... Ti ricordi quando tua madre ti aveva mandata in collegio ed io sono venuto a riprenderti? Beh, stavolta è diverso...".In quel momento, mi venne un'idea:- "Però, potresti venire su il sabato e la domenica e staremo insieme... Che ne dici? Dobbiamo parlarne subito con zio, lui ci può consigliare come ha sempre fatto...".Grazie alla mia proposta, Gemella sembrò essersi un attimo risollevata, ma rimase in silenzio a pensare. Poi, all'improvviso, vidi il suo sguardo illuminarsi e di scatto rispose:- "Claro che si!".Ma subito dopo ripiombò nello sconforto. Mi guardò sull'orlo di una nuova crisi di nervi e riprese:- "E se mia madre non vuole? Sai quello che pensa di noi... Quando saprà che devi partire sarà contenta quella strega!".Non so perché, ma quella volta ero sicuro che nessuno avrebbe potuto mettersi in mezzo. Chiosai:- "Stai tranquilla... Appena arrivo su, cercherò un alberghetto senza pretese. Sarà il nostro rifugio... Tu però dovrai fare tutto da sola stavolta... Voglio dire, prenderai il treno da sola...".E lei:- "Fosse quello il problema!".Da allora e fino alla mia partenza, io e Tati impiegammo gran parte del tempo a fare dei lavoretti artigianali da vendere, e con cui creare un piccolo "fondo cassa" da utilizzare per i viaggi e i soggiorni di lei...3. Il “piano di battaglia”.Il Distretto Militare mi fissò la data della partenza: dovevo presentarmi in caserma il 6 novembre, e quindi non avevamo tempo da perdere.Più che mai, in quei giorni – se ciò fosse stato possibile – eravamo ancora più uniti, a dispetto di buona parte delle nostre famiglie che continuarono ad ostacolarci, nonostante fossero ormai chiare da tempo le nostre intenzioni.Così, un giorno, di nascosto da tutti, con la nostra consueta abitudine di tenerci per mano, ci ripetemmo, all'unisono:- "Perché noi non siamo normali!".Ci volevamo dare forza l'un l'altra, e con quella certezza ci intrufolammo nello studio di zio.Il quale, appena ci vide in quell'atteggiamento e con l'umore sotto i piedi che implorava consiglio da lui, ci disse:- "Avanti... Sputate il rospo. Cosa avete combinato stavolta? Tua madre (lo disse rivolgendosi a Tati) stasera mi è sembrata più allegra del solito. Il che non è da lei...".Lo disse con un sorriso ironico appena abbozzato, e in realtà era successo che parlando con mia madre quest'ultima le aveva dato la notizia della mia prossima partenza...Ebbene, senza tanti fronzoli, Blanca mise al corrente suo padre - fin nei minimi dettagli - di quello che mi aspettava... O meglio, "ci" aspettava... Perché, raccontando ogni cosa, alla fine esclamò:- "E io come faccio? Tato è la mia vita, io morirei così lontano da lui...".Sentii la sua mano che mi stringeva ancora più forte quando chiese a zio, come ultima spiaggia:- "Ma tu non conosci nessuno per evitare questa cosa inutile? Tanto lo sanno tutti che è un anno perso... Un anno delle nostre vite che ci rubano!".Finì la frase in un crescendo, quasi urlando, e ricominciò a piangere...Generalmente zio, come me d'altronde – gli unici uomini della sua vita –, non poteva vederla in un simile stato e se poteva (mettendosi spesso e volentieri contro la moglie) finiva per cedere ed accontentarla. Ma stavolta non si lasciò impietosire e le tenne testa:- "Blanca, non dire stupidaggini... Nella mia posizione, dovrei brigare e fare esonerare il tuo gemello (ormai anche lui aveva cominciato a chiamarmi così) per un capriccio? Non è mai morto nessuno durante il militare! E poi vi farà bene stare un po' lontani! Forse tua madre, stavolta, non ha tutti i torti...", tagliò corto.A quelle ultime parole, mi tornò davanti agli occhi un'immagine di tantissimi anni prima, quando – per la prima volta nella nostra ancora giovane vita – fummo separati in occasione delle vacanze estive e Tati ne soffrì molto. Tanto che, in quell'occasione, arrivò a dirmi:- "Credo che non potrò sopravvivere... Addio Claudio... Se non ci vediamo più, non guardare le altre femmine!".Allora eravamo piccoli, e quella era stata la reazione di una bambina, ma da quei giorni non era cambiato nulla, e noi eravamo ancora lì, a vivere la possibilità di un'altra dolorosa separazione...Sopra pensiero, sentii che gemella mi diede un'altra forte stretta. Mi riscossi, proprio nell'istante in cui rispondeva al genitore:- "No. Non ci farà bene, ci farà malissimo, perché noi siamo gemelli. E va bene, facciamo finta che non ti ho mai disturbato. Però, allora, siccome non possiamo stare lontani tutto questo tempo, io ogni fine settimana andrò su da lui... Abbiamo già pensato a tutto noi, visto che non possiamo contare su nessuno. Non vogliamo soldi da nessuno. Abbiamo fatto dei lavoretti che venderò e così mi compro il biglietto per il treno... E tutto il resto!".Zio rimase in silenzio, meditabondo. Aveva capito benissimo il senso di quelle parole della figlia: "...E tutto il resto". Cioè, che – senza più impedimenti – saremmo andati a letto insieme... Per la prima volta, lontani da casa...Non disse più nulla in proposito, ma dal suo atteggiamento nei nostri confronti, che tornò benevolo come sempre, intuii che in fondo era pure contento di quell'occasione che si stava volgendo a nostro favore.Di tutt'altra opinione fu invece zia, la quale non si era ancora stancata di far si che Blanca fosse definitivamente allontanata da me.In buona fede, fu zio a metterla al corrente dei nostri progetti, felice che stavamo trovando la nostra strada. E una sera, che ci trovavamo insieme a cena a casa loro, senza che in quel momento nessuno le avesse dato motivo, disse, come fosse un interrogatorio:- "Che cosa vorresti fare tu, Blanca? Tu non ti muovi da qui. E tu (rivolta stavolta a me) vai a Udine che così ti raddrizzano le ossa...".Senza volerlo, marito e moglie avevano detto la stessa cosa, ma gemella era troppo "orgogliosa" per lasciarsi "sconfiggere" così platealmente, ma soprattutto la cosa importante era di mettere in chiaro che ormai eravamo padroni delle nostre di noi stessi.Le urlò in faccia:- "Io vado dove voglio. E non lascerò solo Tato. Rassegnati, lui è il mio gemello, quello vero, non i nostri fratelli! Io voglio soltanto lui!".E questo era solo l'inizio...4. Come manna dal cielo.Il conto alla rovescia era partito, ed io avevo giurato a me stesso che in quei giorni neanche un respiro avrei fatto senza di lei, perché – come diceva il poeta – "del doman non v'è certezza".In casa, avevamo troppe distrazioni, e così una sera di tardo autunno – mentre eravamo seduti in giardino, spalla a spalla – Blanca mi disse:- "Tato, non ti piacerebbe trascorrere questi ultimi giorni soltanto io e te? Ci guardano tutti con mille occhi e non siamo liberi di farci i fatti nostri...".Era il mio stesso pensiero, ma non le avevo detto nulla per non aggiungere altro sale sulla ferita già sanguinante. Ma siccome adesso era stata lei a porgermi quella domanda, accostando la mia guancia alla sua le risposi con un velo di malinconia:- "Altroché se mi piacerebbe, vita mia, ma come? E dove? Abbiamo di nuovo tutto il mondo contro!".Tacqui, e in quel silenzio sentivamo soltanto rimbombare dentro i battiti dei nostri cuori che stavano andando in confusione. Ci sentivamo così impotenti che a un certo punto la mia gemella mi guardò fisso e mi disse, con un tono di voce dal quale capii che stavolta avrebbe fatto sul serio se solo io fossi stato d'accordo:- "Se tutto il mondo è contro di noi, l'unica cosa da fare è andarcene! Non abbiamo chiesto noi di arrivare insieme e forse qualcuno lo ha voluto. Ci aveva fatto vedere quanto è bello vivere così in una sola anima, ma adesso...".La ascoltavo come inanimato, e dopo aver elaborato quel messaggio capii che non voleva dire di scappare di casa. Tati voleva che ci dessimo la morte se non avessimo potuto continuare a vivere il nostro sogno. Altro che Giulietta e Romeo!Le risposi:- "Sei sicura di volerlo? Io sono pronto a seguirti ovunque. Sono certo che in qualunque posto dell'universo andremo ci sarà un posto tranquillo per tutti e due. Ma cosa direbbe mammina? Non si merita un dolore così grande..."."Mammina" era uno dei nomignoli con cui chiamavamo Maria Grazia, l'altra cugina più grande di noi di sei anni che fin da subito era diventata la nostra consigliera...Così, tentai un accordo, e le proposi:- "Ascolta, gemellina. Diamoci un po' di tempo fino alla mia partenza. Se non riusciremo a trovare una soluzione secondo i nostri desideri, faremo come hai detto tu...".Di sicuro, non le avrei permesso di fare un gesto simile quando io ero già lontano, perché non sarei stato in grado di rimanere qui senza più la sua presenza...Quella notte, come tante altre, ci addormentammo ognuno nella sua casa, ognuno nel suo letto, immaginandoci che quella solitudine era nulla rispetto a ciò che ci aspettava, e l'indomani ci recammo a casa di mammina a raccontarle della sera precedente. Disperati ma determinati, poiché quella poteva essere per noi davvero una delle ultime giornate che vedevano il sole...Avevamo pensato a tutto nei dettagli e nei tempi. Perfino a riscrivere le lettere necessarie a disporre le nostre ultime volontà.Ma Maria Grazia, che per fortuna era riuscita a mantenere la lucidità che in quel frangente a noi mancava, ci diede un ceffone ciascuno. Poi, ci urlò dietro:- "Ma siete diventati matti? A tutto c'è rimedio... Per esempio, intanto vi serve un posto dove stare. Mi prenderò la colpa anche di questo, ma a casa vostra non potete rimanere. Mi pare una buona idea, invece, di farvi un gruzzoletto per quando Claudio sarà a Udine. Fatemi pensare un po', ma intanto voi non fate sciocchezze!".Ci abbracciammo tutti e tre, perché – come dicevamo quando eravamo più piccoli – anche adesso sarebbe stato "uno per tutti e tutti per uno"...Nel frattempo, a casa Blanca era sempre più stanca e inquieta, e io con lei, finché non ci venne a trovare – attesa come la manna dal cielo – Tata.Noi gemelli speravamo, anzi eravamo sicuri nel nostro cuore che non ci avrebbe delusi anche lei, e così – in un angioletto e non visti da nessuno – le gettammo le braccia al collo lasciandoci andare in un pianto di nervi.Poi, con la scusa di una passeggiata, uscimmo tutti e tre per il quartiere. Ci sedemmo al nostro bar preferito, e lì non si poté più sfuggire alla verità. Maria Grazia, ci guardò un'altra volta, prima uno e poi l'altra, e infine ci prese le mani, fece un sospiro e ci disse:- "Ragazzi, ci siamo. Ho pensato bene a quello che mi avete detto e credo di aver trovato la soluzione".Era visibilmente emozionata, e con fatica riprese a parlare:- "Ricordate di quel casale a Castel Fusano dove nonno aveva quel pezzetto di terra? Beh, anni fa' l'avevo ristrutturato ma non ci è andato più nessuno... Pensavo che potreste stare lì a lavorare. E perché no, a vivere da gemelli. Non vi posso vedere così sbattuti. Tu, Tati, sembri il fantasma di te stessa. E tu, Tato, pensa solo a proteggerla. E basta con quelle brutte idee, siamo ancora tutti così giovani!".Non ci sembrò vero che almeno un problema era stato risolto.Il giorno dopo, senza dir niente a nessuno, andammo a vedere il posto, facemmo i bagagli e ci trasferimmo lì con l'essenziale. Non avevamo ancora un letto, né un tavolo e nemmeno la cucina – che acquistammo usati –, ma per noi era meglio di un castello, perche finalmente lì dentro si stava riaccendendo la speranza.Cominciammo a lavorare instancabilmente, e ogni tanto – con un piccolo banchetto clandestino – ci mettevamo per strada a vendere le nostre cose.Devo dire che ottenemmo un buon successo, forse anche perché alla gente che si fermava a guardare Tati raccontava – impietosendola – la nostra storia e a cosa ci servivano quei soldi...5. Un aiuto dalla natura.Il tempo scorreva veloce, e purtroppo giunse l'antevigilia della mia partenza.Quel giorno Blanca si era svegliata di cattivo umore, e io la sentivo girarsi e rigirarsi nel letto. Insieme, restammo così a farci coccole, teneramente assopiti nel calore dei nostri corpi nudi.Quando si accorse che anch'io ero sveglio, cominciò a dire:- "Ecco, domani sarà tutto solo un bellissimo ricordo... Lo sapevo che dovevamo fare come avevo detto io... È un incubo, Tato, spero di svegliarmi e che sia davvero un brutto sogno... Tu non hai paura di stare da solo? Il fatto è che noi non siamo mai stati abituati...".La ascoltavo, e cercavo di "nutrirmi" della sua voce. Temevo che lassù, con il tempo, me la sarei persino dimenticata. Che orrore!Infine mi dissi che stavo esagerando, ma non riuscivo a uscire da queste paure.Le risposi:- "Gemellina mia, perché questo? Dobbiamo ringraziare Tata che ci ha dato questa opportunità, ma forse è stato peggio... Ora la solitudine ci morderà più forte che mai. E tu come farai? E se tua mamma cercherà di fare un'altra porcheria delle sue? Non ci posso proprio pensare...".Con Blanca riuscivo sempre a essere me stesso, ma ciò trascinava entrambi nel baratro più profondo.Volevo averla sempre al mio fianco, così cominciai a baciarla. Era il segnale muto di un desiderio che stava per esplodere in entrambi... Ci amavamo, e quel giorno non avremmo fatto altro che fare l'amore. Esattamente come avevamo fatto tante altre volte negli ultimi quattro anni, ma stavolta con un qualcosa di più. Perché quando gemella capì cosa volevo, si illuminò e mi gridò talmente forte da stordirmi:- "Siiiii... Come abbiamo fatto a resistere fino ad ora?? Facciamolo, Tato!!! Così poi tu gli porti i documenti e non dovrai stare lassù un anno intero...".Portargli i documenti? Ma cosa dovevamo fare esattamente? Cosa stava progettando la vulcanica mente della mia gemella? Sulle prime non riuscii a focalizzare, ma poi – quando guardai le mie mani posate sopra le sue tette – mi si riaccese il cervello... E di colpo reagii basito:- "Oh Tati, ma ti rendi conto di cosa significa? Usarlo SOLO per i nostri bisogni? E se dovesse nascere con qualche problema?".In realtà, Blanca mi stava proponendo di fare un figlio perché in questo modo avrei potuto chiedere l'esonero o almeno l'avvicinamento a Roma.Dio solo sa quanto anch'io desideravo un bimbo con lei! Sangue del nostro sangue, che avrebbe portato su di sé le "stimmate" del grande amore dei suoi genitori. Ma non era giusto in quel modo. E a 19 anni. E se poi il suo progetto non andava a buon fine? Avrebbe dovuto portare da sola tutto il peso della gravidanza, e magari mia "zia-suocera" l'avrebbe fatta abortire approfittando della mia lontananza...Cominciò a battere con "cattiveria" i pugni sul cuscino e – con le lacrime che cominciavano di nuovo a solcare il suo bel viso – a dire:- "Merda, merda, merda! Che schifo di mondo... Nessuno capisce quanto ci amiamo! Da sola a casa non ci torno. Ti prego Tato, tentiamo...".Eravamo due pazzi, ma anch'io avevo troppa voglia di qualcosa che ci avrebbe legati per sempre (e detto a posteriori, che avrebbe tenuto lontane tante sofferenze postume), e quindi cominciammo a darci da fare.Tra una carezza e un tenerissimo bacio cominciammo a toccarci, e arrivò l'eccitazione e con essa - senza amplesso, ma solo toccandoci reciprocamente - un primo orgasmo di lei.Conoscevamo la nostra anatomia alla perfezione, e con maestria ed eleganza esaudivamo i reciproci desideri. Mi presi cura di lei, facendole un ditalino bellissimo, i nostri corpi erano scossi da mille sensazioni quando Tati si accucciò tra le mie gambe prendendo in bocca il mio pisello. Mi guardò, facendomi capire con gli occhi che non aveva nessuna intenzione di risparmiarsi ma che quel giorno mi avrebbe messo tutta la grinta di cui era capace e mi avrebbe fatto un pompino come non mi aveva fatto mai.Allora io le sussurrai:- "E allora leccami la cappella! Chissà poi quando ti ricapiterà...".Mi fece andare su di giri in pochissimo tempo, con le mani e con la bocca, alternando movimenti forti e delicati, "giocando" con il mio prepuzio e il filetto fino a portarmi sulla soglia del Paradiso.Blanca ci sapeva fare, e fu dura resistere, soprattutto quando si dedicò a leccare il perineo. Lì, l'asta ebbe uno scatto repentino, e sulla punta del glande si affacciarono le prime gocce traslucide di precum...Con la sola forza di una mano la allontanai dal suo giocattolo preferito, e rotolandoci confusamente tra le lenzuola presi possesso del suo ventre.Mentre lei mi carezzava amorevolmente la nuca, mi dedicai con passione al monte di venere – ornato di una rada peluria castana –, che ricoprii di un'infinità di baci, respirando profondamente per assorbire in me tutto il dolce effluvio della sua fichetta.Scesi, con la lingua – come mi piaceva sempre fare – in quell'interstizio magico compreso tra la coscia e l'inguine, e Tati proruppe in una risatina prolungata e squillante. Mi disse:- "Mi fai il solletico, ma continua, ti prego... È così bello... Non so proprio come farò senza la tua bocca...".D'altronde, io non avevo nessuna intenzione di fermarmi, e mi spostai più al centro, sulle grandi labbra. Fin dalla prima volta che le avevo viste me ne ero innamorato, forse a causa della loro conformazione, grassottelle e toste, che quando inavvertitamente sfioravo con le mani fredde la superficie assumeva la caratteristica puntinatura "a pelle d'oca"...Mi piacevano così tanto quelle grandi labbra – chiuse su se stesse nonostante in appena quattro anni fossero già state notevolmente usate – che vi indugiai sopra lappandole.Ormai sapevo cosa piacesse di più e cosa di meno alla mia gemella, e cosa significavano le smorfie che di tanto in tanto si dipingevano sul suo volto. Così, insistevo – con bonaria malizia – quando la vedevo andare in estasi, "torturando" la parte più sensibile ed evitando di avvicinarmi troppo presto al punto focale...Poi, però, naturalmente, quelle meravigliose valve di carne si schiusero senza che nessuno le toccasse, e lasciarono strada alle mie dita che vi furono come risucchiate in mezzo.C'era già un discreto laghetto, che mi permise di raggiungere con facilità ed aprire le labbra più interne.Là dentro, senza peraltro essere ancora entrato in vagina, il sapore di Blanca era inconfondibile, buono, tanto che – con la bocca a ventosa – mi ci soffermai di nuovo a lungo per succhiare quella grazia di dio.Le tenni aperte con due dita, e nel frattempo risalii rapito da quel lembo di carne che custodiva il meglio. Come lei aveva fatto con il mio prepuzio, adesso ero io a giocare con il suo. Lo schiacciai verso il basso, ed ecco il grilletto saltare fuori.Nella sua fisiologia, Tati lo aveva bello grosso, direi quasi "appariscente". Non ci volle molto perché lo afferrassi con le labbra e con delicatezza cominciassi a succhiarlo.Cosicché, la mia gemella gemette dal profondo:- "Oh siiii... Mi fai morire! Che bello Claudio, voglio essere tua prigioniera... ".E subito esplose in un secondo orgasmo.Blanca è una di quelle rare femmine che sanno squirtare, perciò mi schizzò fino in gola i suoi umori, aiutata anche dal sottoscritto che per non perdersi nulla e cercare di tenerla ferma le piantò le mani nei fianchi.Deglutii tutto, e mentre la mia femmina ancora respirava con affanno lesto le ficcai due dita in fica spingendole in profondità.Era così bello che l'eccitazione di entrambi raggiunse livelli mai sperimentati prima. Tati, allora, tirandomi a sé gridò forte:- "Ti voglio dentro, tutto, fino alla fine".Fuori di me, mi sollevai un poco con il membro in tiro perfetto e la penetrai.Blanca mi strinse le gambe dietro i miei lombi, tanto che ebbi difficoltà a muovermi e a pomparla, ma l'importante fu che di lì a poco sentii prepotente lo stimolo di eiaculare...Fu davvero un attimo, nel quale come un lampo mi resi conto di quello che stavamo facendo. Niente pillola ne preservativo, e dunque stava per accadere un "disastro". Eh sì, perché in breve tornai a valutare negativamente la possibilità di evitare il militare con un mezzo tanto assurdo... Certo, nonostante la nostra giovane età, un figlio lo desideravamo tanto, ma poi?Tentai disperatamente di divincolarmi, ma la ferrea volontà di Blanca vinse. Le venni dentro, fino a scaricare completamente le palle nel suo utero. Oltretutto, erano giorni e giorni che non scopavamo, e quindi ero bello carico...Sfinito io e felicissima lei, tornammo ad abbracciarci e a farci coccole, mentre lei mi disse:- "Speriamo che vada tutto bene... Sono nei giorni più fertili, ma non si sa mai...".6. Una cocente delusione.Avevamo fatto tutto per bene, e adesso non potevamo che attendere il corso della natura.Per il primo mese di militare anche solo fare una telefonata mi fu complicato – allora non esistevano i cellulari –, e di Blanca non ebbi notizie.Lo stesso era pure per lei, che – spalleggiata da Maria Grazia – non era tornata a casa ma continuava a lavorare per il nostro scopo.Un mese può sembrare tanto o poco allo stesso tempo, ma per noi che non eravamo abituati a una separazione così lunga cominciava a diventare insopportabile.Peraltro, entrambi ci distruggevamo dentro, poiché il responso che più ci stava a cuore non arrivava.Tati aspettava con ansia i primi sintomi della gravidanza, ma nulla: ciclo mestruale regolarissimo, niente nausee... Insomma, come se avessimo usato una qualche forma di anticoncezionale...Non poteva confidarsi certo con sua madre, anche perche lei non sapeva nemmeno che da tempo avevamo regolari rapporti completi. E poi, cosa le avrebbe potuto dire? Che avevamo progettato di concepire un figlio? L'avrebbe ammazzata...Così un giorno si fece accompagnare da Tata e andò a fare il test di gravidanza in ospedale. Gli spiegò che cosa avevamo escogitato per risolvere il nostro "problema", e lei – pur rimanendo dalla nostra parte – le rispose:- "Voi siete matti. Ma vi voglio bene lo stesso...".I risultati si rivelarono un'autentica doccia fredda: non c'era nessun bambino in arrivo per noi!Era disperata, anzi ancora di più. Cosa poteva fare adesso? Doveva decidere tutto da sola, ora che io ero lontano... Mi avrebbe dovuto dire che avevamo fallito, e si sentiva schiacciata da questo peso... Poteva farlo telefonando in caserma, ma anche lì come si presentava? Lei, era "soltanto" mia cugina per chi non ci conosceva, e magari non me l'avrebbero neanche passata...L'unica cosa che le era rimasta da fare era ciò a cui aveva pensato fin dall'inizio, e in verità ci provò sulla strada del ritorno. Infatti, lasciata Maria Grazia, mentre aspettava il trenino che la riportava a casa – questo me lo raccontò lei stessa, in seguito – si gettò in mezzo ai binari per mettere la parola fine a tutto, ma proprio pochi minuti prima dell'arrivo del treno (per fortuna) si spaventò e scappò via...Una volta, nei giorni seguenti, ripensando a quei momenti, si disse tra se e se:- "Sono proprio una stupida! Non sono capace di fare niente... Non sono stata capace di dare un figlio a Tato che ne aveva bisogno, e non sono stata nemmeno capace di farla finita...".Poi ci pensò sù e scoppiò in lacrime:- "Avrei fatto morire di crepacuore il mio gemellino! Come avrei potuto fare quel gesto lasciandolo da solo? C'è un patto tra noi, e non posso tradirlo...".A Udine, intanto, io stavo completando l'addestramento, mentre – ripresasi di nervi – Tati aspettava febbrilmente di potermi parlare.Come da tradizione, dopo il giuramento potei usufruire di tre giorni di licenza, e senza perdere tempo corsi da lei.Per l'esattezza, fu lei a venirmi ad aspettare alla stazione... La vidi da lontano e la riconobbi ancora prima che il treno si fermasse. Sceso al volo le corsi incontro, abbracciandola.Non bisogna mai dimenticare, per capire bene ogni cosa, quella nostra "sensibilità" che ci rendeva unici – e che non venne mai meno – facendoci sentire ogni sofferenza e preoccupazione dell'altro. Percui, io percepii immediatamente che qualcosa non andava. Ma eravamo troppo felici per farci rovinare quegli istanti...Così, solo nel nostro rifugio che ci aveva messo a disposizione Tata, Blanca crollò emotivamente per l'ennesima volta e mi raccontò nei dettagli ogni singolo avvenimento da quando io ero partito.Si sentiva in colpa per non essere rimasta incinta, e allora io feci di tutto per rincuorarla. E insinuai il dubbio:- "E se non dipendesse da te ma da me? Comunque, Tati, è normale che la prima volta possa succedere... Oltretutto, eravamo pure stressati... Dai, non ti preoccupare, vedrai che prima o poi... Tu, invece? Ti stai preparando? Credo che dovremo concentrarci sulla seconda ipotesi. Appena rientro comincerò subito a cercare un piccolo albergo che ci possa accogliere senza chiedere troppe spiegazioni...".7. Di nuovo insieme.Per quei giorni, i gemelli rinacquero a nuova vita. A Roma o a Udine poco importava, ma adesso l'importante era che si stava di nuovo insieme....E fu bellissimo dimenticare la lontananza. Posai a terra lo zaino e mi sedetti, stanco, sulla prima seggiola che trovai dietro di me, ma non feci in tempo a emettere un profondo sospiro dì sollievo per essere finalmente a casa che Blanca mi salì sopra a cavalcioni. Faccia a faccia, mi gettò le braccia al collo. Entrambi emozionatissimi come fosse stato il primo incontro, restammo così a fissarci – io, perso nei suoi incantevoli occhi slavati e color nocciola – e a ritrovare la familiarità dei rispettivi tratti somatici.Fuori dal tempo, non so per quanto rimanemmo inerti in uno stato che fu interrotto soltanto dal pianto incessante e angosciato di Tati. La quale, apparentemente senza un motivo, esplose.Mi fece una gran pena, trascinandomi nella sua stessa disperazione.Infine, mi spintonò e mi disse:- "Tu non immagini nemmeno come sono stata male... Senza di te, è stato l'inferno, come... Come se mi mancava il cuore! Non ce la posso fare, Tato, a tirare avanti per altri undici mesi!".Era proprio così. Nei trenta giorni precedenti, infatti, anch'io avevo vissuto una sensazione identica alla sua, e prendendola per i polsi mi avvicinai a lei che quasi le nostre labbra si sfiorarono. Avrei dovuto essere felice, ma invece avevo lo stomaco sottosopra come se qualcuno me lo stesse mangiando... E le risposi:- "Oh, gemellina mia, che tristezza! È vero, abbiamo vissuto dei momenti terribili, e io ho sentito... Sì, sentito come solo noi due possiamo sentire... Ho sentito cosa stavi facendo, e ho pregato che qualcuno o qualcosa ti fermasse... Almeno fino al mio ritorno... Ricordi il nostro giuramento? Così come siamo arrivati insieme, insieme ce ne andremo! Siamo come due anelli incrociati l'uno nell'altro e che nessuno potrà mai separare! Perciò, se ti dovesse succedere qualcosa, sappi che io sono pronto a volare via per venire a raggiungerti!".Queste mie parole, non riuscirono a farci stare meglio, ma almeno ci diedero la possibilità di sfogarci.E un'unica cosa ci avrebbe ridato pace, trasformando quelle chiacchiere in un'energia inesauribile: il dono reciproco di noi stessi, fino in fondo...Uno sguardo ci bastò per intenderci, e senza muovere un passo da quella posizione cominciammo ad amarci...Blanca, quel giorno, indossava un paio di pantacollant elasticizzati – dai quali però non riuscivo a capire se sotto avesse o meno il suo solito perizoma – e una felpa con cappuccio che non lasciava trapelare nulla.Io, invece, ero arrivato vestito da militare: pantaloni e camicia grigio-verde...Iniziai a respirare affannosamente per la smania di "metterle le mani addosso", fino a che non ce la feci più e le afferrai la felpa.In un attimo, mentre lei stava su con il busto eretto, gliela sfilai dalla testa, e man mano che la sollevavo mi si cominciò a svelare tutta la sua bellissima candida carnagione.Mi succedeva sempre così quando la spogliavo: il cuore accelerò i battiti, e le mie mani presero a tremare, finché non giunsi a scoprirle tutto il torace... In quell'istante mi calmai... Avevo due magnifiche tette sotto i miei occhi, lasciai andare la felpa e la presi per i fianchi. Solo adesso potevo dire di essere davvero "a casa", perché il mio vero rifugio - la mia vera "casa, da sempre - era il corpo di Blanca.Tremante, le confidai:- "Dio, quanto mi sei mancata, quanto mi sono mancate anche loro...".E, con le mani aperte sulla sua schiena a palpeggiarla centimetro dopo centimetro, me la avvicinai lentamente fino a raggiungere quelle tette così incredibili – una quinta più o meno – e nel pieno del loro radioso splendore.Ogni muscolo era teso, e con la bocca "impastata" nel solco creato da quelle meraviglie, sussurrai:- "Ecco, ora sì che sto di nuovo bene... Io ho bisogno soltanto di te!".Poi alzai appena il capo e mi ritrovai "a tu per tu" con delle areole infinite.Non esitai neanche un secondo e iniziai a passarci sopra la lingua, mentre Blanca stava andando, piano piano, fuori giri... Le leccai torno torno, per assaporare la loro asperità e nutrirmi di quel senso di salino che la sua pelle – sudata – cominciava a secernere...I capezzoli "prepotenti", che nel frattempo si stavano inturgidendo, invogliavano ad essere succhiati, e così feci. Li serrai dolcemente tra le mie labbra e i denti, tirandoli leggermente a me e provocandone un certo allungamento. Brevemente li toccavo, provocando alle mammelle un contemporaneo ma contenuto movimento sussultorio.Sembrava che non riuscissi più a separarmi dal corpo di gemella, e in effetti quel calore così "terapeutico" che emanava mi incoraggiava a restarvi attaccato.Alla cieca, andai a cercare i suoi fianchi tondeggianti, e tastai quel pancino leggermente sporgente che mi aveva sempre mandato ai matti e che avrebbe potuto ospitare nostro figlio.Intanto Blanca gemeva forte, e in modo quasi "disordinato" si avventò sulla mia camicia rischiando di strapparla.La redarguii, dicendole:- "Tati, stai attenta, che poi la devo restituire...".Ma lei, imperterrita, mi rispose, tutta piccata:- "E tu pensi a queste stupidaggini? Lasciami fare, oggi non ho proprio voglia di pensare alle buone maniere...".Continuò con le sue manovre, e infine rimasi anch'io a torso nudo... Fu bellissimo, perché eravamo nella stessa identica condizione... Gemella non mi diede neanche il tempo di replicare che fece a me quello che io poc'anzi avevo fatto a lei. Si chinò in avanti e si prese cura dei miei capezzoli che - per essere un uomo - erano parecchio sviluppati.Sapeva, la mia porcellina, che quelle attenzioni per me – in specifiche circostanze – erano meglio dei lavori di bocca, e vi si impegnò a fondo... Cominciò a morderli come se avesse fame di me, e vi si attaccò succhiandoli. Lo faceva spesso quando eravamo più piccoli – come se io potevo allattarla – e ciò la tranquillizzava.Mi pizzicò e tirò delicatamente i capezzoli con le punte delle dita e poi con la lingua, portandomi a un livello di eccitazione mai raggiunto prima.Allora, mi accorsi che stavo perdendo il controllo del "gioco", e prendendola per le spalle le sollevai il busto. Scesi lungo i fianchi, e afferrai i pantacollant per l'elastico.Dio, non ci potevo credere! Sotto non aveva nulla, e guardando meglio notai il segno inequivocabile della spacca. Proprio lì, inoltre, l'indumento aveva una macchia scura, ad indicare che si stava bagnando...Ci guardammo, e lei con un sorriso fantastico mi confermò che avevo ragione.Così, seduta sulle mie cosce, unì le sue braccia dietro al mio collo per sostenersi meglio, e stese le gambe sopra le mie spalle. Aveva capito perfettamente cosa volevo, e infatti mi accinsi a far scendere il pantacollant fino a superare a fatica il punto in cui il suo culo era a contatto con le mie gambe.Volevamo fare tutto senza alzarci, e ci riuscimmo.Ora Tati era completamente nuda, come non la vedevo da tempo, a cavallo di me come una provetta cavallerizza, mentre io avevo ancora addosso i pantaloni e le mutande della divisa.- "Uffa...", sbuffò, "così non riuscirò mai a spogliarti...".E infatti non ci fu verso di farlo mantenendo quella posa da sesso acrobatico. La feci alzare sollevandola per i fianchi, e lei capì. Mi si inginocchiò dinanzi per ricambiare il favore, e in un attimo fui anch'io nudo, con le palle gonfie e il cazzo che svettava verso l'alto, "avvolto" ancora nel suo prepuzio...Eravamo felici come due bimbi. Avevamo dimenticato in breve tutti i nostri problemi, e ci accingevano al meglio.Istintivamente, ci abbracciammo, e la mia cappella andò a strusciare proprio nel bel mezzo della sua fessurina. All'istante, provammo un brivido, simultaneo. Mi sedetti di nuovo, e indicai a gesti a Blanca cosa volevo...Senza dir nulla, mi prese il pene in mano fingendo di direzionarlo all'ingresso della vagina, salì lesta sopra di me e si lasciò infine trafiggere.. lo sfintere!Restai senza fiato... Non sono mai stato un superdotato, ma la larghezza del mio attrezzo è tale da farsi sentire bene, figurarsi senza una preventiva lubrificazione...Ebbene, quella femmina aveva mille risorse, e sapeva sempre sorprendermi con esperienze che sapeva rendere uniche.Iniziò a saltare come una indemoniata, ululando. Dapprima – me ne accorsi da una smorfia che si dipinse sul suo viso – per il dolore, ma poi per il piacere che quella penetrazione le stava dando...Per avere maggior stabilità, si era anche appoggiata con le mani sul mio petto, ed ora andava come un treno.Stordito da tanta irruenza, non saprei dire quanto tempo passammo così, ma all'ennesima volta che il suo culo schiacciò le mie palle non riuscii più a trattenermi e mi svuotai completamente nel suo intestino. Non prima, però, di averle torturato a dovere il clitoride, cosicché venimmo praticamente all'unisono...Mi si accasciò sopra come su un morbido cuscino (già allora ero abbastanza rotondetto) e strinse i glutei. Mi baciò e mi disse:- "Non è giusto sprecare... Voglio tenerti tutto dentro".Poi – evidentemente stava ripensando alle parole che aveva appena detto –, senza preavviso si sollevò un poco e mi diede un pugno sulla pancia.E mi spiegò:- "Scusa Tato, non volevo... È che mi sarebbe piaciuto riprovare!".Lì, non c'erano più dubbi, gemella avrebbe voluto riprovare a rimanere incinta di me...Quella scopata era stata favolosa e di una tenerezza infinita, ma era stata soltanto una parentesi. Ora, tutti e due ci sentivamo di nuovo a pezzi. Tra meno di quarantott'ore, io sarei ripartito, e il ricordo di quel momento ci avrebbe dato lo slancio per trovare il modo di vincere la lontananza...8. Un brutto incontro.Ripartii con il cuore a pezzi, ma cercando di non darlo a vedere a gemella.Anche lei era "sotto a un treno", e fu meno brava di me a nasconderlo.Così, mi misi subito all'opera. Durante le ore di libera uscita, battei la città in lungo e in largo, e finalmente – in estrema periferia – trovai ciò che faceva al caso nostro: un hotel a ore, dove nemmeno le prostitute del luogo andavano più per quanto era ridotto in uno stato a dir poco fatiscente.A noi, però sarebbe andato benissimo, e dopo aver trattato a lungo con il proprietario riuscii a spuntare un prezzo accettabile...Ero felicissimo, e rientrando in caserma non chiusi occhio quella notte, nella prospettiva di dare a Tati la bella notizia.Passò un altro giorno intero, e la sera successiva chiamai al telefono Maria Grazia – poiché nel casale di Castel Fusano non c'era la linea telefonica – pregandola di fare da tramite con Blanca, e di permetterle di ricevere la mia telefonata.Ovviamente, saputa la buona notizia, "mammina" si rese immediatamente disponibile, andò dalla mia gemella e insieme attesero l'orario per l'appuntamento.È inutile dire che anch'io ero in fibrillazione, e quando all'altro capo del telefono Tati rispose, in un sol fiato le annunciai:- "Ce l'abbiamo fatta, cuoricino mio, l'ho trovato!".Poi, le spiegai tutti i dettagli, e infine le dissi, emozionato:- "Ormai non ci saranno più problemi, il peggio è passato... Non devi più piangere, perché da adesso in avanti non ci dividerà più nessuno... Non potranno più farli, e non ce ne sarà più motivo...".E chiusi:- "PERCHÉ NOI SIAMO GEMELLI...".Dall'altra parte, ci fu un lungo silenzio, seguito da un grande pianto, che non era più un pianto di angoscia ma di liberazione.Attesi, e dopo un po' ecco la voce di Blanca:- "Tato mio, ma è bellissimo! Comincio subito a preparare la valigia e sabato ci vediamo! Ero sicura che ce l'avresti fatta, perché tu mantieni sempre la parola... Io... Io non so che dire... Sono orgogliosa del mio gemellino... Sai, mia madre è furiosa che sono scappata via di casa, e stavolta se l'è presa con mammina... Povera mammina!, per difenderci...".E riprese a singhiozzare...Purtroppo i gettoni erano finiti – all'epoca di usavano le cabine telefoniche –, ma ormai poco importava. Di lì a qualche giorno ci saremmo rivisti, e per me e Tati contava solo quello...E giunse il venerdì sera. La mia cuginetta era emozionatissima, perché da lì a poche ore ci saremmo riuniti, mentre io ero rientrato da poco in caserma dopo essere stato a dare un'ultima sistemata alla camera dell'hotel. Tutto doveva essere perfetto, e la mia trepidazione era alle stelle, forse anche perché si riaffacciò nel mio cuore quello strano sentimento. Sentivo che qualcosa stava per accadere... E – steso nella mia branda – una lacrima scese spontanea a rigare il mio volto...Infatti, alle 23 in punto, il treno che me l'avrebbe condotta si mise in marcia. Lei era vestita come al solito in maniera non appariscente – un paio di jeans attillati e sopra un giubbino nero di pelle –, benché il suo fisico colpiva sempre chi la guardava (e questo era un "inconveniente" di cui non avevo tenuto conto quando le proposi di venire da sola su da me).Era sola nello scompartimento e questo le fu dì sollievo, ma ecco che alla prima fermata salirono tre ragazzi sui 20 anni, in divisa, e che da come si comportavano dovevano conoscersi bene tra loro.Blanca cominciò a sentirsi a disagio, anche perché i tre – per rompere il ghiaccio – cominciarono a farsi invadenti e a farle un sacco di domande personali:- "Ciao, come ti chiami? Che cosa fai tutta sola a quest'ora?", disse uno.E un altro:- "Ma c'è l'hai un ragazzo che ti lascia andare da sola a quest'ora di notte? Evidentemente, non è buono a scoparti, e magari tu cerchi un diversivo...".Si misero a ridere, mentre Tati era sempre più imbarazzata.Si guardò per vedere se il suo abbigliamento potesse destare "cattivi pensieri", ma – a parte la sua avvenenza su cui non poteva farci nulla – non aveva nulla fuori posto.A un certo punto, quello che non aveva ancora parlato si alza e chiude le tendine dello scompartimento. Poi si rimette a sedere, mentre quello che aveva davanti le sfiorò le gambe aprendogliele leggermente.Blanca non voleva crederci che stava accadendo davvero, e dentro di sé si disse:- "No, Tati, rilassati, è la tua immaginazione... Hai così voglia di gemello che...".Ma non riuscì a finire quel pensiero che un'altra mano si aggiunse alla primaMia cugina non riuscì a muoversi dalla paura, ma si accorse di essere tutta bagnata nelle parti intime.Poi, improvvisamente, i tre le tirarono giù i jeans. Avrebbe voluto gridare, chiedere aiuto, ma sapeva che quella carrozza era deserta, e il controllore era già passato, e le sembrava di essere in un sogno.Ma quando quei maschi – rompendo gli indugi – si tirarono giù i pantaloni e lei vide tre cazzi duri e grossi, allora si scosse e capì che era tutto vero...Gemella, benché formosa, all'epoca era minuta, e pesava non più di 45 kg. Perciò, quando simultaneamente se li trovò addosso fu presa dal panico. Gridò, supplicando quei maledetti:- "Oh no, lasciatemi! Non voglio... L'ho fatto solo con Tato mio, e sono solo sua!".Ma uno dei tre ribatté, sprezzante:- "Uno che lascia la sua donna da sola, di notte, deve essere una checca... E tu, puttanella, non fare tante storie...".Per dieci interminabili minuti Blanca lottò con tutte le sue forze, urlò più forte che poteva, e alla fine riuscì a scrollarseli di dosso sferrando un calcio di rabbia nei genitali di uno di quei maiali.Scappò, terrorizzata, fino a raggiungere un'altra carrozza dove nel frattempo erano salite delle persone.Per tutto il resto del viaggio non chiuse occhio, terrorizzata che quei delinquenti potessero raggiungerla anche lì.Io, intanto, avevo davanti una giornata di lavoro, ma quel giorno mi ero svegliato di soprassalto. L'avevo sognata che gridava tendendo una mano verso di me, ma era come muta e la sua voce non mi arrivava, e io non riuscivo ad afferrarla... Non era normale, quella doveva essere per noi una giornata superlativa e invece nell'aria era palpabile un grande nervosismo. Cosa era successo? Guardai l'orologio e mi dissi:- "Tati è qui... Ancora un po' di pazienza e ci siamo...".9. Ho aperto gli occhi.E finalmente giunse l'ora della libera uscita. Gemella era davanti alla porta carraia della caserma insieme ad un gruppetto di ragazze che aspettavano l'uscita dei propri "morosi", come dicono da quelle parti.Fuori dal cancello, la riconobbi all'istante e le corsi incontro mentre lei stava facendo la stessa cosa.Ero felice, avevo la mia gemella tra le braccia e avrei trascorso un fine settimana con lei. Che cosa avrei potuto pretendere di più?Quando però le presi il viso tra le mani per baciarla mi accorsi subito che nei suoi occhi non risplendeva la solita luce, ma la paura. E rimasi impietrito in quella posizione... Un sesto senso, e poi un brivido di terrore... Le domandai, tornando a stringermela al petto, mano nella mano:- "Blanca... Cosa è successo? Sento che è successo qualcosa di brutto, a me puoi dirlo vita mia...".E proprio mentre lei mi stringeva la mano più forte e stava per dirmi qualcosa, ecco che alle mie spalle udii degli schiamazzi indirizzati nei miei confronti.Pensai ai soliti scherzi, ma quando quei miei commilitoni mi raggiunsero mi gridarono:- "Ehi Claudio, ma allora è veramente la tua ragazza... Certo che potresti insegnarle le buone maniere!".E giù un'altra risata...Non ero in vena di scherzi, e lasciai perdere, anche perché mi ero accorto che Tati aveva cominciato a tremare... Pensai avesse freddo, visto che lassù a dicembre cominciava già a fare la neve, e tenendola sottobraccio la esortai:- "Oh Tati, amore mio, ma tu stai tremando... Perdonami... Hai freddo? Su, dai, andiamo in albergo, sarai pure stanca...".In realtà, la mia gemella aveva riconosciuto senza ombra di dubbio i suoi "aggressori", ma conoscendomi (come ricorderete, avevo rotto il setto nasale a un compagno di scuola per molto, molto meno) non mi disse nulla...Era pressappoco la mezza, e avevo fatto bene a scegliere un posticino lontano dalla caserma, infatti non incontrammo nessuno di coloro con cui avevo a che fare tutti i giorni. Lì potevamo stare tranquilli...Ma in camera avvenne una cosa strana. Visto che avevamo la comodità della vasca, mi feci premura di consigliarle di farsi un bel bagno caldo. Volevo aiutarla a spogliarsi anche per ritrovare la nostra intimità, ma lei reagì facendo un balzo indietro e si coprì il corpo con le mani.Sorrisi, e volendo fare lo spiritoso esclamai:- "Oh scusa, credevo che fossimo ancora i gemelli!".Allora Tati, rendendosi conto della illogicità del suo comportamento, sconfortata manifestò tutto il suo dispiacere:- "Cazzo, proprio con te che mi vuoi bene... Non volevo Tato... Noi saremo sempre gemelli... Il fatto è che...".Mi guardò con uno sguardo timorosa di non essere capita, e poi:- "Il fatto è che stanotte in treno... Hai visto quelli che poco fa ti hanno preso in giro davanti alla caserma? Beh, stanotte erano in treno con me e hanno cercato di DIVERTIRSI, ma stai tranquillo io sono scappata giusto in tempo...".Restai di sasso. Avevano cercato di violentare Tati! Bastardi! E se fosse successo davvero, ora dove eravamo?Mi dissi:- "È stata tutta colpa mia che non ho valutato bene il pericolo che lei, da sola, di notte, poteva correre! Come posso essere stato così stupido a non capire... Non è successo niente... Eccome se non è successo niente... Blanca è terrorizzata...".Diedi un calcio contro il muro dalla stizza, poi mi calmai e tornai a guardarla... Mi sembrò essere diventata piccola piccola, e aspettava che dicessi qualcosa, come una sentenza, come se la responsabile fosse lei...Allora, le tornai vicino e la abbracciai con un amore infinito:- "Tu non ti devi giustificare, vita mia... Non ce l'ho con te, ero arrabbiato con me stesso, perché non ho saputo proteggerti. Ti prometto che non succederà più, non ti lascerò più sola... Se vuoi, ti do i loro nomi e li denunci... E se fossero riusciti a fare di peggio?", le domandai ben sapendo entrambi qual'era la risposta.Sapevo che quella sarebbe stata una ferita difficile da rimarginare, quell'incontro non lo avrebbe dimenticato per tutta la sula vita, ma sapevo anche che se le avessi chiesto ancora di viaggiare da sola lei lo avrebbe fatto per me. E in quel momento decisi che non glielo avrei mai più chiesto:- "Ascoltami... Noi ci abbiamo provato, e io ti ho chiesto troppo... La prossima volta, verrò io giù a Roma... Pensa se fosse successo qualcosa di irreparabile... No, non ci voglio nemmeno pensare...".Ce ne rimanemmo in silenzio per un bel po', dondolando con struggente desiderio di buttarci tutto alle spalle, ma in quell'assenza di parole – prima sommessamente e poi sempre più forte – la sentii piangere. Cercava di trattenersi, ma avrei udito pure uno spillo che le trafiggeva il cuore... La guardai, muto, mentre le lacrime scendevano come un torrente in piena.Fu allora che mi venne spontaneo di fare quel movimento che tante volte, a vicenda, avevamo fatto l'uno con l'altra. Andai a leccare quelle goccioline infinitesimali che la facevano soffrire, come a dirle senza usare una sola parola: "Sono qui, a prendermi e condividere il tuo dolore"...Piano piano, la crisi passò, e allora le chiesi:- "Hai fame?".Ma lei, fece un cenno di no con la testa...In quei momenti, in effetti, avevamo bisogno di una sola cosa... Scossi come eravamo, dovevamo ritrovare la nostra integrità. Certo – lo ripeto ancora – "non era successo niente", ma ci avevano portato via la nostra spensieratezza e fiducia nel prossimo...Così, le proposi, con tatto, timoroso di un'altra reazione:- "Mettiamoci a letto, se non vorrai non facciano nulla... Soltanto coccole...".Dopo qualche minuto, benché fosse ancora giorno, eravamo già sotto le lenzuola, e avevamo lasciato il mondo fuori dalla porta.Prima, però, di togliersi tutti gli indumenti, gemella mi mostrò una cosa: la sera precedente, prima di partire, aveva indossato il reggiseno e il perizoma di pelle che le avevo regalato io. Era tutto strappato, e forse era stato quello a salvarla.E io, avevo aperto gli occhi. Per lei, ero e sono pronto a qualunque cosa...10. Dalle stelle alle stalle.Dopo quei fatti, non chiesi più a Blanca di venire su da me, e purtroppo io non potevo "scendere" tutte le settimane.Vivemmo quella nuova lontananza – se mai ce ne fosse stato bisogno – come una prova per la nostra storia... Ci furono momenti in cui ci sembrò di impazzire, con la reciproca solitudine che ci strappava l'anima, ma cercammo di vedere il lato positivo della cosa, e cioè che intanto i mesi trascorrevano inesorabilmente.Finalmente, verso la fine del mese di ottobre dell'anno successivo, fui di nuovo a Roma. Per sempre.Nel frattempo, mia zia era venuta a sapere di quella notte in treno, e non volle sentire ragioni. Riportò Tati a casa sua e – tanto per cambiare – incolpò me dell'accaduto.Zio, invece, fu più benevolo, e fu grazie a lui che potemmo continuare a frequentarci al sicuro.Al villino, infatti, non c'erano barriere di sorta, e le porte erano sempre aperte. Ma i nostri fratelli, per invidia del nostro amore, cercarono ancora di ostacolarci facendo in modo di non lasciarci mai soli.Era una situazione insostenibile, tanto che dopo qualche tempo scoppiò l'ennesima "bomba"...Una sera, una di quelle in cui non faceva ancora troppo freddo, ci trovavamo nel nostro angolo di giardino – che avevamo eletto a nostro rifugio – a godere della presenza l'uno dell'altra, con Blanca riversa di schiena sul mio basso ventre, quando la sentii mormorare con tono lamentoso:- "Mi sento male, Tato...".Mi voltai di scatto verso di lei, preoccupato, e le accarezzai il viso. Le domandai:- "Cosa ti senti?".E lei:- "È da quando sei tornato che non riusciamo a fare l'amore... Ho i crampi alla mia cosina e tu non te ne puoi occupare. In casa neanche a dirlo... Se continua così, io impazzisco! Era così bello quando stavamo da Tata... Come una vera coppia, e facevano tutto liberamente... Oh Tato, fai qualcosa!".La presi per mano e ci alzammo... Avevamo bisogno di scaricare quel nervosismo che aveva contagiato anche me, e allora facemmo una "passeggiata" torno torno al villino... Una, due, tre volte...Finché, a un certo punto, ci cadde l'occhio sulla porta in ferro del locale caldaia. Ci guardammo, e in un istante il pensiero mio fu anche il suo...Mi fece:- "Ti piace? Per me andrebbe bene anche una cantina piena di sorci. Non ce la faccio più, veramente!".Per me, non era una questione se mi piacesse o meno, l'importante era che potessimo finalmente tornare ad amarci. Così, le diedi un bacio sulla fronte con tutta la dolcezza di cui ero capace, e le risposi sottovoce:- "Con tutta la voglia che abbiano, ce lo faremo andare bene...Era parecchio tempo che nessuno vi entrava, come dimostrò il fatto che quando la aprii la porta cigolò di brutto.Dentro non me lo ricordavo, ma con il tempo era diventato più che altro un deposito, tanto che la fortuna fu dalla nostra parte. In un angolo, infatti, era accatastata una branda pieghevole con tanto di materasso. Certo, non era il massimo del confort, ma questo avevamo e di questo ci dovevamo accontentare...Dissi a Blanca, indicandole quel giaciglio di fortuna:- "Dai, aiutami ad aprirlo".Lo stendemmo nel poco spazio che avevamo a disposizione, e poi la esortai:- "Sbrighiamoci, che se ci cercano...".Ma lei mi rispose:- "Ti ricordi quando a scuola ci si sono messi in sei per dividerci? Beh, stavolta non mi separeranno da te neanche in mille!".Ci spogliammo gettando all'aria i vestiti, e poi gemella si mise a novanta gradi, alla pecorina... Le piaceva tanto quella posizione, e anche a me. Così avevamo cominciato la prima volta grazie alla sua intraprendenza, quando lei giustificò la cosa – non me lo dimenticherò mai – dicendo:- "Sai Tato, ho visto che i cani scopano così".Fu di una ingenuità sconvolgente quella spiegazione, ma eravamo poco più che bambini, e la posizione del missionario già ci sembrava cosa da vecchi...Insomma, era talmente su di giri che forse non si rese conto del linguaggio che stava usando. Mi spronò:- "Dai, sbattimi...".Appoggiai le mie mani ai suoi fianchi che adoravo, e – felice – in un sol colpo le fui dentro. Senza preliminari, ditalini o pompini vari... Avevamo fretta. Fretta per non farci scoprire, ma pure fretta di amarci. Non potevamo più aspettare, era troppo tempo ormai che...La scopai forte e veloce, proprio come fanno i cani che lei evocò quel giorno...Tati cominciò a gemere, e visibilmente accalorata cominciò a strofinarsi il clitoride con veemenza, mentre io la tenevo per i capelli raccolti in due treccine – non come atto di sottomissione ma perché quando facevamo quella posizione così voleva lei – e le sbattevo le palle sulle chiappe tanto cercavo di andare più giù possibile.Ero talmente teso che di lì a poco sarei esploso nella sua micetta, ma pompata dopo pompata accadde che all'ultimo inserimento sbagliai canale e scesi nell'intestino con la stessa foga che stavo usando nella fica...Non era mai successo che usassimo questa "procedura" così immediata, ed era veramente tanto tempo che non lo facevamo, tanto che inizialmente – vuoi la disabitudine, vuoi che nella mia massima espansione il cazzo aveva raggiunto una larghezza ragguardevole – le feci un po' male.Gridò, e poi mi disse:- "Era una vita che non ci entravi, non ero più abituata... Ma come vedi, non ti ho mai tradita quando sei stato lontano...".Dispiaciuto per averle mancato di rispetto, lo tirai fuori, e solo dopo pensai:- "Oh Tatina mia! Non mi è mai passato neanche nell'anticamera del cervello l'idea che tu potessi averlo fatto!".Visto che ormai era successo, lo rimisi dentro a quel buco, ma questa volta facendo più attenzione... Piano piano, di modo che si abituasse...Le piaceva, anche se vedevo che la dilatazione rettale senza lubrificazione le faceva male, ci faceva male. Però, il piacere di entrambi lentamente superò il dolore, e presi ad incularla con la stessa forza con la quale prima l'avevo scopata.Finché, all'apice del godimento, non le inondai le viscere... Sentivo il calore delle sue budella e quello della mia sborra...Che bello che era, tutto era stato così fortemente desiderato che un senso di soave appagamento cominciò a pervadere le nostre teste.E più questa sensazione si spostava dal fisico alla mente, e più sentivo il mio ventre pompare sperma dentro gemella...Saremmo andati avanti ancora per chissà quanto se - all'improvviso - non udimmo il cigolare della porta. Blanca ebbe un sussulto di paura, ma io – che ero di spalle – minimizzai:- "Tranquilla Tati, sarà qualche randagio, ma arriva tardi perché qui è tutto occupato...", le dissi scherzando.E scoppiammo a ridere. Una risata fragorosa che, nel corso della notte e a causa di quell'ambiente così angusto, rimbombò, interrotta dalla voce ululante di zia.Essendosi infatti svegliata e non avendo trovato nel suo letto la figlia, era andata a cercarla dappertutto, trovandola infine con me in quel luogo...Restammo impietriti. Evidentemente, era il nostro destino essere sorpresi durante un appagante sesso anale, così come era accaduto al collegio. Stavolta, però, non c'era zio a difenderci. La megera mi prese per un braccio ed entrambi ci alzammo da quella posizione, abbracciandoci per i fianchi. Nudi come eravamo, non provavamo vergogna, poiché ci era sempre stato naturale fin da piccoli.Zia, invece, prese ad aggredirci:- "Credevo che eravate diventati più maturi. Possibile che non capite che siete cugini, accidenti!".Blanca era fuori di testa, sia per quello che aveva detto la madre, e sia perché ci aveva interrotti nel momento in cui ci stavamo gustando gli effetti di quell'atto. Così, le urlò furibonda:- "NOI SIAMO GEMELLI. Ci vogliamo bene, ma non come cugini normali. Noi ci amiamo. Accettalo una volta per tutte!".Ma la donna non era mai stata tenera, e anche stavolta minacciò provvedimenti drastici:- "Puttanella, domani facciamo i conti".Non scherzava, purtroppo... E infatti, un'altra "tragedia" ci aspettava...FINE.
38
0
1 anno fa
pollicino1965,
58
Ultima visita: 2 mesi fa
-
Una scopata all’autogrill.
Sono Silvana, ho 32 anni, mora, capelli a caschetto, occhi marroni, bocca ampia ed un bel culo tondo e sodo. Porto una terza di seno, che fa ancora un figurone. Sono sposata da quattro anni con Piero, un bel maschio che mi scopa bene e, nonostante ciò, pur non essendo una che tradisce il marito facilmente, devo dire che, in 4 anni di matrimonio, una scappatella con un bel ragazzo me la ero già concessa. Questo è stato possibile perché mi sono accorta che anche mio marito mi aveva cornificato con una badante che assisteva mia suocera e, quindi, mi son sentita libera di concedermi qualche sporadica e veloce avventura ogni volta che ne avverto il bisogno. Mi reputo una persona che ha la ferma convinzione che, nella vita, bisognerebbe fare un po’ di esperienze anche fuori dalla sfera coniugale, sia per una questione di una più profonda autostima, ma anche perché, ogni tanto, una novità rende il rapporto coniugale più forte. Eravamo in viaggio verso il Gargano, dove avremmo trascorso una decina di giorni di puro relax, dopo un intenso periodo lavorativo e anche molto impegnativo, come genitori di una bimba di due anni. Dopo tre ore di viaggio, ho chiesto a mio marito di fare una sosta. Eravamo quasi a metà mattinata, ero vestita leggera, avevo una gonnellina che copriva il perizoma nero con sopra una maglietta che evidenziava i miei seni liberi da ogni costrizione. Il sudore aveva bagnato la maglietta ed i capezzoli erano ben in evidenza. Mio marito ci aveva scherzato un poco.
«Sembri una puttanella pronta a farti montare.»
Quella battuta mi aveva eccitato talmente tanto che, prima di arrivare nell’area di sosta, mi ero piegata sul suo cazzo e gli avevo fatto un pompino, facendolo sfogare nella mia bocca.
«Accidenti, mi stai davvero facendo morire. Dai, che sborro!»
Ovviamente la bambina dormiva tranquilla dietro, ben assicurata al seggiolino e io ero rimasta con una voglia pazzesca, che speravo ben presto di togliermi; non vedevo l'ora di arrivare in hotel per sfogarmi. Quella fermata in autogrill era provvidenziale, volevo sciacquarmi la bocca e darmi una rinfrescata per proseguire il viaggio. A mio marito non piace l’aria condizionata e già il caldo cominciava a farsi sentire. Appena giunti nel parcheggio, gli suggerisco di restare con la bambina, mentre io vado a rinfrescarmi ed a prendere qualcosa per spezzare la mattinata, mentre lui, appagato e soddisfatto dal mio lavoretto di bocca, mi sorride felice e mi dice di fare con calma. Lo credo bene che è soddisfatto, sono proprio una bravissima succhiacazzi, virtù che lui apprezza notevolmente. Entro nel ristoro e, per prima cosa, cerco il bagno. Per raggiungerlo devo attraversare tutto il locale e passare davanti agli scaffali che espongono divere cose, che vanno dal mangiare ai giornali. Mentre butto uno sguardo distratto ai giornali, vedo un camionista che sbircia, non visto dai clienti nel salone, una rivista porno e, istintivamente, i miei occhi cadono su lui e subito dopo sulle foto porno. Lui si gira e mi spoglia con lo sguardo. I suoi occhi sono penetranti e carichi di lussuria; capisco benissimo cosa pensa, mentre mi vede lì con la mia gonnellina ed i seni a vista con i capezzoli che rischiano di bucare la stoffa. Cerco di distogliere lo sguardo da lui, ma è come se ci fossi rimasta ipnotizzata. Restiamo a fissarci per un tempo lungo, senza che nessuno di noi due dice nulla, poi, con uno sforzo enorme, mi stacco dai suoi occhi e vado in toilette. Vi è pochissima gente, fortunatamente i bagni sono puliti e così mi infilo nell’ultimo, quello più in fondo al locale. Faccio per chiudere la porta, quando sento una mano forzarla e vedo il mio camionista che entra e la chiude dietro di sé. Resto immobile, stupita dal gesto inaspettato, ma, nello stesso tempo, quasi sperato. Senza dir nulla, le sue mani afferrano decise i miei seni, mentre comincia a baciarmi in bocca. La sua lingua entra prepotentemente nella mia. Il gesto è così deciso come la sua prepotente fermezza, le mani mi strizzano i capezzoli ed il bacio cosi impetuoso, mi provocano subito un orgasmo violentissimo, che subito mi fa aprire le gambe, nell'attesa di esser scopata come l’ultima delle troie. Lui mi appoggia alla parete, mi alza la maglietta e libera il mio seno nudo. Subito prende a leccare e mordere i capezzoli, facendomi impazzire di piacere, mentre le sue mani scendono sotto la mini e mi sfilano il perizoma. Vedo che si abbassa i pantaloncini corti che indossa e, senza far altro, mi fa mettere una mano dentro. È così che faccio la conoscenza con una verga davvero unica, durissima, di notevole spessore ma anche abbastanza lunga; devo faticare per impugnarla. Quando la estraggo, trovo conferma a quanto ho percepito con la sola stretta nella mano. Mi rendo conto che è esageratamente grosso, mai preso un cazzo cosi nella mia vita. Solo l’idea di averlo dentro, mi porta quasi ad avere un altro orgasmo. Mi abbasso e lo porto alle labbra, lui geme e mi invita a succhiarlo. È enorme non entra nella mia bocca.
«Brava leccalo e succhialo che poi ti sfondo!»
Ci gioco un po', ma lui non ha intenzione di perder tempo; mi fa sollevare una gamba e la appoggia sul water, io lo afferro e porto quella meraviglia a contatta della mia fica, che sta già schiumando; poi metto le mani sul suo culo ed aspetto. Lui prende le mie natiche e mi penetra con un solo affondo, rude e violento, e mi lascia senza fiato. Le pareti della vagina sono ben lubrificate dal primo orgasmo avuto e, nonostante questo, fatico nel sentirlo penetrare dentro di me. È davvero un cazzo esagerato e, pur essendo, bella larga e pronta, sento quel cazzo che si fa spazio a fatica. Incomincia a scoparmi senza ritegno. Sento il mio corpo spinto contro la parete del bagno e il dolore iniziale lascia il posto al piacere. Si spinge tutto dentro di me e quando le sue palle sbattono conto il mio culetto, emetto un gemito, che lui prontamente spegne con un bacio. Continuo ad appoggiare le mani alle sue natiche per sentir spingere dentro di me quell'arnese stupendo e, quando lo fa quasi uscire, per poi infilarlo di nuovo tutto dentro, mi fa godere tantissimo. Ho un orgasmo continuo, repentino e sempre più intenso, roba da svenire. Non riesco più a fermarmi e lo assecondo nei movimenti, mentre ogni singola mia cellula è travolta dal piacere ed i muscoli vaginali operano al meglio per accoglierlo facendomi, nello stesso tempo, sentire assurdamente riempita. Sono esausta e sfinita dalla repentina serie di orgasmi provati, mentre lui sembra esser infaticabile: non è ancora venuto! Lo guardo negli occhi e lo supplico di concludere.
«Dai, vienimi dentro, sono protetta e vedi di farlo in fretta: c’è mio marito che mi aspetta in macchina.»
Lui mi guarda e sorride con un ghigno beffardo.
«Aspetterà!»
Poi riprende a scoparmi con più veemenza. Mi morde i capezzoli sino a farmi male e, ben presto, riprendo a godere senza che la mia mente possa pensare ad altro se non ad impazzire per il piacere che sto provando. Godo urlando il mio piacere nella sua bocca e lascio che lui faccia quello che vuole. Lo prego ancora una volta di venire, ma lui imperterrito continua a scoparmi, senza pietà. Mi sento bruciare la fica come non mi era mai successo. Quando lo tira fuori, valuto che è molto più lungo di quello di mio marito che, una volta, per gioco, avevo misurato ed arrivava a circa una ventina di centimetri. Ora però mi meraviglio di come posso tenerlo tutto dentro di me, senza esser uccisa. Poi, quando lo affonda di nuovo tutto dentro, sbattendomi le palle sulle mie chiappe, ho solo il fiato per emettere un nuovo gemito, presto seguito da un altro e, infine, da un ulteriore orgasmo. Lo estrae e mi invita a succhiarlo per farlo sborrare.
«Non riesco a venire, ho scopato troppo poco, prendilo in bocca e fammi venire.»
Mi rendo conto che è passato troppo tempo e devo, in ogni caso, porre fine al gioco. Mi piego veloce e cerco di prenderlo tra le labbra, ma sto scomoda: il luogo è troppo angusto per un bocchino fatto bene, non riesco a farlo entrare in bocca tanto è grosso per circonferenza e allora capisco perché mi brucia così tanto la fica. Gli prendo solo l’inizio della cappella e comincio a succhiarla, lui continua a incitarmi di prenderlo tutto in bocca, ma, non ci riesco. Lui si spazientisce, mi fa alzare e mi fa piegare con le mani appoggiate al coperchio del water, si mette dietro di me e rapidamente me lo rimette nella fica da dietro e riprende a pomparmi con un ritmo fortissimo. Mi prende il terrore che volesse mettermelo nel culo. Mi scopa violentemente e sento la fica che mi brucia ancor di più. Lo sento che si appoggia alla mia schiena, mi prende le tette e stringendole mi da un paio di colpi, che quasi mi sfondano, poi, finalmente, sborra dentro di me. Un getto caldo riesce a riempirmi tutta e a farmi godere ancora una volta. Resto sfinita appoggiata al muro, mentre lo sento che si svuota dentro di me. Sento la sua sborra colare giù per le gambe e mi sembra che stia pisciando da quanta ne esce. Lui rapidamente tira su i pantaloncini, rimette dentro la sua proboscide ed esce, come se non fossi mai esistita. Aspetto un attimo per riprender fiato e ritornare ad assumere un aspetto normale. Velocemente mi pulisco con della carta e poi esco. Solo ora mi rendo conto che mi son fatta scopare in uno squallido bagno e, per questo, mi sento una perfetta idiota, ma, nello stesso tempo, penso a quanto ho goduto sotto i colpi di quel cazzo esagerato e mi ritorna la mia autostima. Esco dalla toilette e noto lo sguardo lascivo di una donna che, evidentemente, deve aver capito cosa abbiamo fatto. Torno nel locale, dove acquisto in tutta fretta qualcosa. Salgo in macchina, mio marito riparte ed ironizza sul fatto che ho impiegato tanto tempo.
«Che cazzo hai fatto in tutto questo tempo? Ti sei fatta una scopata con qualcuno?»
Io, con le cosce doloranti e la fica gonfia e tumefatta dallo sforzo affrontato, gli ricambio il sorriso e rispondo nello stesso tono.
«Sono dovuta andare in bagno ed ho trovato gente in coda. Purtroppo non ho avuto l'occasione di darla a qualcuno, però, se mi fosse capitato, chissà...?!»
E mentre lui sorride alla mia battuta, io giro lo sguardo e vedo il mio camionista che esce e passa a poca distanza da noi. Lo guardo e lui mi sorride sornione. Poi chiudo gli occhi e stringo forte le cosce, tentando di riprovare a sentire la verga di quello sconosciuto dentro di me.
57
3
1 anno fa
baxi18, 55
Ultima visita: 4 giorni fa