Chiedo scusa a quanti mi leggono se non seguirò un vero ordine cronologico delle esperienze avute con Chiara (nome di comodo) ma sono già passati più di due anni da quando ci siamo lasciati e le situazioni vissute le scrivo come mi vengono in mente. Non posso inserire esperienze avute con una lei dopo la relazione con Chiara in quanto finita talmente male (fatto tutto da lei e dal suo nuovo amichetto) che mi fa schifo il solo ricordare
Era un pò di tempo che parlavo a Chiara delle mie esperienze al prive' o con scambi di coppia o di rapporti a tre coinvolgendo un altro uomo.
Mentre le prime volte Chiara sembrava schernirsi, più se ne parlava più la vedevo coinvolta fintanto che una sera mi disse che le sarebbe piaciuto provare con un altro assieme a me ma che tassativamente non doveva esservi una donna.
Solo che non sapevo come fare, al privè non voleva venire, mettere un annuncio men che meno quindi il compito era arduo
Un sabato sera come tanti andammo a mangiare una pizza in una pizzeria appena fuori città che nonostante non fosse in vista era sempre molto frequentata. Arriviamo ma nel parcheggio interno manco una bicicletta ci stava.
Esco e parcheggio in uno spiazzo poco lontano che erq lo spiazzo di alcune fabbriche li vicino.
essendo estate Chiara indossava un vestitino corto che pareva un dalmata e le sue gambe abbronzate risaltavano molto.
Mentre raggiungiamo la pizzeria un camion li parcheggiato accende i fanali quasi ad inquadrare Chiara..anzi era cosi e con due colpi di clacson l autista ha espresso il suo apprezzamento (almeno io ho inteso cosi)
Questo pensiero mi turbava e spesso riaffiorava durante la cena, era la prima volta che immaginavo Chiara come una puttana.
La serata trascorse in allegria, anche Chiara, che di solito è molto chiusa e riservata, si dimostrava alquanto loquace.
Quando le dissi se aveva fatto caso ai fanali e al clacson del camion , lei con in bocca un grissino e con gli occhi puntati sui miei mi disse:
-sei il solito porco
- e se fosse vero?
e lei
- vuol dire che ho fatto colpo. Non è quello che vuoi?
Bene tutto la serata a cazzo duro fantasticando con lei su possibili scenari.
Lasciato locale, l'abbracciai avviandoci verso l'auto, e ripassando davanti al camion posto tra la macchina e la strada e mentre si camminava con una mano stavo azionando il telecomando per aprire l'auto, con l'altra accarezzai il culo di Chiara.
Prima di salire la presi l'appoggiai alla macchina e la baciai accarezzandole la fica.
Quasi quasi provo a scoparla qua – pensai – chissà se ci sta?
Non abbiamo mai fatto nulla di così trasgressivo e il solo pensiero mi aveva procurato una forte erezione.
Improvvisamente sentimmo una voce
– eh beato te che ha una donna così bella con la quale passare la notte.
Dal finestrino del camion sporgeva la testa di un uomo.
Risposi – eh sì, sono proprio fortunato ad avere una donna così carina mentre lei viaggia solo ed è costretto a dormire da solo
– no! ho un collega che ora sta dormendo, dobbiamo affrontare un lungo viaggio, e nonostante sia giovane e carino, non c'è certo paragone con la sua signora
Intanto mi ero appoggiato con la schiena all'auto , avevo tirato Chiara contro al mio ventre rivolta verso il camionista ed avevo iniziato a strofinarle il cazzo duro contro il culo – le piace tanto mia donna?
– sì è bellissima
– hai visto che bel seno? scommetto che ti piacerebbe vederlo nudo
non so cosa mi abbia preso ma ormai l'avevo detto ed ero eccitatissimo; passai le mani sulle tette anche se non erano enormi ed iniziai a massaggiarle
– ma cosa fai? sei matto. dai, andiamo a casa
mi sussurrò Chiara. A mia volta le risposi leccandole un orecchio
– lasciami fare solo per un pò, senti come sono eccitato…dai, facciamogli vedere qualcosa. hai sentito, poveraccio, deve affrontare un lungo viaggio
Chiara abbandonò la testa sulla mia spalla e lasciò che le sbottonassi la camicetta, l'uomo strabuzzò gli occhi alla vista di cotanta merce, il reggiseno copriva a malapena i capezzoli – allora come ti sembra?
– magnifico, stupendo è proprio come piace a me.
Ehi svegliati vieni un po a vedere che tette – dopo un pò apparve la testa del suo collega
Ormai avevo aperto tutta la camicetta e continuavo a palparla attraverso il reggiseno, Chiara non parlava, si lasciava fare, i due mi pregavano di mostrarla ancor di più, così abbassai le coppe mettendo a nudo il seno stupendo.
I capezzoli erano duri tra le mie dita, a Chiara piace farseli martoriare dolcemente, infatti dopo un pò iniziò a strofinare il culo contro il mio cazzo durissimo, allora pensai di approfittarne ed iniziai a far salire la gonna lentamente, i maschi non parlavano, seguivano attentamente la mia mano che scopriva le cosce sempre più sù. Ormai la gonna era arrotolata in vita i due potevano vedere le mutandine di seta trasparenti coperte solo della mia mano che massaggiava la fica attraverso la sottile stoffa
– allora come vi sembra la mia signora?
– gran bel pezzo di fica – commentò uno
– ora vi mostro anche il culo
così dicendo la feci girare contro l'auto sollevandole la gonna oltre le chiappe
– sei un porco, non dovresti mostrarmi così
non oppose una gran resistenza e lasciò che le spostassi le mutandine e le scoprissi il culo – lasciati guardare, non vedi che ti stanno mangiando con gli occhi, quelli stanotte si fanno una sega e sborrano pensando a te. apri un pò le gambe, ti voglio infilare un dito nella fica – per un pò ha tenuto le cosce chiuse poi non ha resistito e si è aperta, era fradicia, in poco tempo i suoi umori hanno impiastricciato le mie dita.
Chiara era eccitatissima, era tanto eccitata che forse quella sera avrebbe accettato di farsi scopare da qualcun'altro, non ci pensai due volte e provai ad andare oltre anche se sapevo che il gioco poteva essere rischioso.
– Vi andrebbe di venire a toccare, se promettete di fare i bravi ve la faccio palpare
– ma sei cretino – mi sussurrò Chiara
– non voglio che altri mi tocchino
ormai era tardi, i due erano lì di fronte, in un attimo si trovò quattro mani sui seni che la palpavano e le strizzavano i capezzoli, cerco di protestare ma invano, adesso sentiva le mani dappertutto, sul culo, tra le cosce e da come si muoveva direi che le piaceva.
Intanto io mi ero appoggiato alla cabina del camion e mi godevo la scena; uno aveva in bocca un capezzolo e succhiava e slinguava, mentre l'altro cercava la bocca di mia moglie che non tardò a trovare aperta e disponibile, ormai potevano fare di lei quello che volevano. Quando misero a nudo i loro cazzi rimanemmo allibiti sia io che Chiara, uno aveva un affare sui 20 cm che paragonato ai miei 17 era già enorme, ma l'altro credo fosse di 23, 24 cm.
Appena glieli avevano messi in mano lei li aveva mollati come se bruciassero poi li aveva ripresi e li accarezzava delicatamente con gli occhi pieni di stupore.
Adesso più che eccitato ero preoccupato, la situazione mi stava sfuggendo di mano, all'inizio era un gioco per eccitarci ma adesso la cosa si faceva seria e poi Chiara non era abituata a simili calibri, temevo le facessero male.
Così decisi di intervenire chiedendo a mia moglie se voleva rincasare, per tutta risposta impugnò le due verghe ed iniziò a menarle con vigore
– adesso non ho voglia di andare a casa e poi questi devono affrontare un lungo viaggio e hanno il diritto di divertirsi un pò
detto questo, l'ho vista abbassarsi lentamente fino ad arrivare all'altezza dei cazzi in tiro.
per una buona mezz'ora è rimasta inginocchiata lavorando di bocca e di lingua, i due appoggiati all'auto coi pantaloni abbassati la lasciavano fare.
Più volte l'ho vista cercare di ingoiarne il più possibile, il bianco riusciva a prenderlo quasi tutto, ma il negro non entrava oltre la metà.
Stanchi di farsi sbocchinare l'hanno fatta appoggiare al cofano della macchina, le hanno tolto le mutandine e a turno hanno iniziato a fotterla.
Il primo lentamente dopo avere appoggiato la cappella alle grandi labbra l'ha presa per i fianchi spingendo dentro i suoi 20 cm poi ha iniziato chiavare – sì cosii dai spingi più fortedai scopami, che bello – di fronte a quella scena non potei resistere oltre, tirai fuori il cazzo che ormai mi faceva un male cane ed iniziai a masturbarmi lentamente, anche l'altro si massaggiava per essere pronto non appena l'amico avesse liberato il posto, il che avvenne di li a poco
– vieni prendi il mio posto prima che sta troia mi faccia sborrare
si avvicinò, strofinò il cappellone lungo il solco delle chiappe e sul pelo della fica poi iniziò a spingerlo dentro, la fica si dilatava all'inverosimile, al limite della lacerazione
– fai piano, è troppo grosso…piano, ecco così sei bravo no…si…ancora un pò…piano, dai spingi, ancora, si tutto, dammelo tutto oh mi spacchi in due, lo sento, lo sento tutto dentro. chiavami,chiavami a lungo – anche lui la prese per i fianchi mentre affondava nella fica bagnata. Il si avvicinò al suo viso col cazzo duro iniziando a scoparla in bocca, andarono avanti a fotterla così per parecchio tempo, uno in fica e l'altro in bocca, poi si sfilarono contemporaneamente, la fecero inginocchiare davanti a loro e a turno le mettevano il cazzo in bocca – succhia puttana, succhia che ti sborriamo in gola – mi avvicinai per vedere meglio proprio mentre quello che l'aveva piu lungo stava per scaricarsi. Vidi la sborra colare dalla bocca di Chiara e finire sul seno, e sul vestito...quanta ne colava.
Ma quanta sborra le stava schizzando in bocca? quando sfilò il cazzo pensavo si fosse svuotato invece un getto copioso le inondò il viso ed altri meno potenti le finirono sulle tette e sui vestiti. Mentre finiva di sborrare l'altro iniziava, anche lui le inondò la bocca il viso e le tette, poi tutti e due esausti si sono abbandonati contro la macchina mentre mia moglie si alzava spalmandosi la crema che aveva sul viso.
In quel momento mi sborrai in mano rantolando, Chiara mi guardava mentre si puliva le mani con la lingua poi baciò a turno i suoi amanti.
Questi ripresero a palparla infilandogli le dita e la lingua in ogni buco e quando le proposero di salire con loro in cabina per farsi una bella scopata sul lettino di bordo lei acconsenti e li seguì.
Raccolse le mutandine da terra e allungandomele mi disse – tu aspetta in auto, quando ho finito ti raggiungo – Lo sportello si richiuse ed io mi ritrovai solo in macchina ad aspettare che finisse di scopare con i due sconosciuti, mi pareva di sognare, se penso che fino a poche ore fa eravamo una coppia che viveva nella più assoluta normalità.
Ormai era passata più di un'ora e Chiara era sempre sul camion, non potevo vedere quello che facevano, ma attraverso i finestrini aperti sentivo benissimo i loro sospiri e i gridolini di piacere di mia moglie, la sentivo mentre incitava i maschi a fotterla più forte, a volte la sentivo gridare forte dal piacere.
Ben presto mi ritrovai col cazzo in mano a masturbarmi mentre la immaginavo ora a gambe spalancate a farsi trapanare da uno, ora a cavalcare l'altro fino all'orgasmo, sborrai così quasi all'improvviso imbrattando il cruscotto ed il volante.
Finalmente dopo oltre due ore la portiera del TIR si aprì, Chiara aggiustandosi la gonna con una mano e tenendo chiusa la camicetta con l'altra, mi sembrava distrutta, tanto che i suoi passi erano molto incerti.
Salì al mio fianco, poggio la schiena alla portiera, aprì le gambe, la fica era ancora spalancata, i peli sommersi dalla sborra appena ricevuta.
Mi prese una mano, mi tirò a se
- dai prendi i fazzoletti nella mia borsetta e puliscimi cazzo quanta sborra mi hanno dato –
- sai che mi hanno inculata. mi hanno inculata tutti e due
mi sono alzato per guardarla, lei mi ha preso la faccia tra le mani – sì, mi sono fatta inculare come una troia, li ho presi anche insieme, uno in fica e l'altro in culo. dai finisci di pulire che poi torniamo a casa, sono stanca, ho sonno
Alle quattro del mattino eravamo a casa, una furtiva doccia poi a letto.
la prima volta con Chiara
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7 mesi fa
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carsex: la mia prima volta a campogalliano
Un violento acquazzone di fine estate rovinò i miei piani e quelli di tutta la gente invitata alla cena di gala che come ogni anno si sarebbe dovuta tenere nella piazza principale della città.
Così constatai che la mia settimana lavorativa era terminata e raggiunta la macchina, mi avviai verso l’autostrada…
Mentre guidavo c’era un idea che mi frullava nella testa: facendo l’autostrada che dal Veneto scende verso l’Emilia sarei dovuto passare da Campogalliano… tempo prima avevo sentito parlare di un posto, vicino ai laghetti, dove le coppie si incontravano a giocare. Ero già stato a fare un sopralluogo, ma non avendo trovato nessuno in giro pensavo di non aver visitato il posto giusto.
Però era un venerdì sera e forse un po’di movimento mi avrebbe confermato se il posto era quello di cui avevo sentito parlare.
Così intorno alle 23.30 uscii dall’autostrada facendo tappa a Campogalliano, raggiunsi i laghetti e finalmente mi accorsi che c’era una processione di macchine che si muoveva nel parcheggio.
Così mi fermai in un punto illuminato e scesi dalla macchina.
Dopo poco si affiancò un Nissan Frontera verde con a bordo una giovane coppia; il ragazzo alla guida mi disse: “senti noi cerchiamo uno che guardi e basta, ci stai?”
Io pensai, non mi è mai capitato di vedere una coppia in azione, come inizio non è affatto male, così dissi: “certo ragazzi, volete che vi segua?”
Loro cercarono di seminare le varie auto che incalzavano e dopo un po’mi fecero segno di fermarmi in un parcheggio in centro a Campogalliano.
Io parcheggiai e mi avvicinai al Frontera mentre loro dentro stavano gia pomiciando.
Dopo un po’che ero a guardarli dal finestrino eccitatissimo, lei allungò una mano e aprì la portiera, mi dissero: “entra pure ma guarda soltanto… e toccati”.
Io non me lo feci ripetere due volte, ero molto teso come una corda di violino… ma tutt’a un tratto mentre stavano scopando lui uscì e le venne sulla schiena!
Il disappunto di lei fu abbastanza chiaro: “ma sei già venuto? Io non ho ancora goduto, uffa…”
Allora ho preso la palla al balzo e mi sono intromesso: “se volete, a te ci posso pensare io…”
Lei abbastanza ispirata mi fece segno di avvicinarmi e mentre la baciavo sul collo e sulle tette, iniziai a toccarla, masturbandole il clitoride.
Lei dopo poco esclama: “Eh no! Non così…” e mi spinge con decisione la testa verso il basso.
Mentre inizio a darmi da fare leccandola, sento che la sua presa sulla mia testa è sempre un po’più serrata nei momenti in cui anziché leccare, le succhio il clitoride con le labbra…
Così inizio a darci dentro e succhio il suo clitoride con forza… La sua stretta ormai è forte e mi tiene attaccata a se con veemenza, finchè non viene ansimando fortemente!
Io sotto sotto ero eccitatissimo: era il mio primo incontro con una coppia e nonostante mi avessero scelto per guardare e basta, non solo mi avevano fatto giocare… ma ero anche riuscito a far godere lei leccandola!
Lei con un gran sorriso mi fece sdraiare sul sedile e me lo prese in bocca…. La situazione era talmente infuocata che neanche 5 minuti dopo ero io ad ansimare e a schizzarmi tutto sulla pancia mentre lei mi masturbava ancora….
Mi diede una leccata sull’asta e si presentò: si chiamava G., il suo compagno Max, come me!
Salutandomi mi dissero di risentirci su un sito che si chiamava 1000coppie o qualcosa del genere... ma io purtroppo quel sito non l’ho mai trovato….
Fortunatamente ne trovai altri di siti all’epoca… che mi permisero di conoscere alcune belle coppie con cui tuttora mi sento ancora…. Finchè pochi mesi fa’ approdai finalmente qui!
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11 anni fa
dott.Max,
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Ultima visita: 1 anno fa
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la prima volta della mia lei
Era stata già tante volte provata con vari oggetti abbondanti... giochini, bottiglietta, banana cetriolo, ecc... solo per il piacere di infilarle qualcosa di più dopo le mie penetrazoni abituali... lei piccolina, esilina, depilatina, biondina, delicata come una bambina. Rifiutava all'inizio e poi accettava per provare... ma una volta eccitata si apriva tutta e si dilatava a dismisura, bagnatissima, mentre io le garantivo che avrei preteso prima o poi, di farlo con un amico, in due dentro di lei, veri e duri... e forse lei, se li sognava dentro col pensiero proprio mentre diceva che li avrebbe rifiutati...
Poi... un giorno che la ritenevo pronta... mentre la infilavo per mezzo pomeriggio le dissi che era già stato invitato un amico fidato per la pizza con noi... perché dopo sarebbe salito in quella camera d'albergo... e che l'avevo portata a Montecatini proprio per questo. Le proteste furono molte e di varia natura ma lei ormai sapeva di essere tanto mia che non poteva rifiutarmi nulla. Unica concessione: le avrei imposto tutto io... in un modo dolce, graduale e accettabile che lei non doveva conoscere prima. Io e solo io, mi sarei ritenuto unico colpevole di tutti i suoi peccati di quella notte. Al momento opportuno l'avrei mandata in camera da sola per preparare la stanza in una penombra quasi buia, per non vederla arrossire di vergogna... e l'avrei voluta trovare nuda sotto il lenzuolo, tutta coperta, testa compresa. Alle ore 20 la feci vestire senza intimo: solo un leggero vestitino nero e tacchi un po altini. Due sole cose. Niente calze; niente slip; tettine nude. Era carinissima. Non provocante. Come sempre. Praticamente segreta. Solo io e lei sapevamo com'era sotto. Volevo che si sentisse "pronta" e diversa dal solito. Solo per mantenere nella sua mente eccitata il pensiero del misterioso amico che avrebbe visto poco dopo e che avrebbe dovuto accettare pur senza conoscerlo prima. La mente è un organo sessuale importante.
La pizza fu piacevole, con presentazione e conoscenza amichevole, senza nessun accenno al sesso. L'amico aveva i baffi: sorpresa ! Nessuno di noi la toccava: uno strano normalissimo approccio. Ognuno appariva elegante e raffinato. Modi cordiali, gentili, piacevoli. Poi.. caffè nel bar dell'albergo, come turisti qualsiasi. Poi... parlando, le misi in mano la chiave e le chiesi di salire per prima. Dopo 5 minuti entrammo noi. Buio, silenzio assoluto. Spogliati, veloci, subito sotto a quel lezuolo. Zitti. Uno per parte. L'abbiamo accarezzata tutta dolcemente, a lungo, dovunque, escluse le parti intime, con quattro mani... e mentre stava rigida l'abbiamo sentita vibrare tremolante. Poi le ho aperto la sua vagina con le dita ed era bagnatissima. Colava fino al lenzuolo, sul buchetto, fra le natiche. Allora le ho chiesto di prendere coraggio e di concederci solo le sue mani: una per ciascuno di noi. Maneggiava timidamente il mio e teneva fermo l'altro; dopo un po ho sentito che iniziava a palpare e muovere anche quello.
Il primo ghiaccio era stato facilmente superato. Tremava ancora ma ne teneva uno per mano senza rifiutarli e ora li maneggiava bene. Era pronta. L'ho baciata a lungo senza mai toglierle le mani da quei due contatti caldi... poi girata lentamente a pecorina col culo per me, l'ho infilata gradualmente nel buchino anale scivoloso e bagnato di fichetta colata. Lei è rimasta con l'altro in mano all'altezza del viso che lui le accarezzava x invitarla a prendere la decisione fatale. Superò diversi minuti di gioco, rifiutando palesemente molti inviti. Ma io la sentivo già sculettare eccitata. Poi finalmente... ad un certo punto capii che aveva aperto la bocca. Lui cominciava a godere e lei non lo rifiutava più.
Era fatta. Lei succhia molto bene quando è infilata. Si sente coinvolta e offre il meglio della sua bocca. Da quel momento in poi potevamo farle di tutto. Ovviamente con le buone maniere. Sapeva che non avrei mai permesso cattiverie. Scelsi di provarla con la doppia penetrazione. Dopo tante manovre di piacere me la misi sopra a gambe aperte e dopo averla infilata tutta davanti, la invitai a spiaccicarsi con le tettine su di me baciandola e sussurrandole di inarcare bene la schiena per alzare un pochino il culetto ed offrirlo alla cappella dell'altro. L'avevo voluta davanti per seguire sul suo viso le sensazioni che provava. La tenevo abbracciata e la sentivo vibrare tutta mentre timidamente si porgeva a quei tentativi di penetrazione. Finalmente si era rilassata e l'amico riusci a farglielo passare da quel buchino socchiuso. Lei ebbe un sussulto e fece una smorfietta. Poi vidi il suo viso disteso dal piacere e cominciò a respirare sempre più profondamente con tanta sensualità. Io sotto al mio cazzo duro che scorreva dentro la sua vagina sentivo passare l'altro che scorreva nel suo canale anale. L'altro evidentemente sentiva la presenza del mio. Lei li sentiva tutti e due mentre la forzavano e la riempivano. era bagnata e dilatata e mi colava il suo liquido umore sulle palle... lo sentivo. E soprattutto sentivo lei eccitatissima, riempita, spaventata per l'effetto nuovo e strano che provava. Non riusciva a rifiutare quel piacere diverso che prima aveva accettato solo per compiacermi e che dopo non sapeva più respingere perché ne era totalmente coinvolta. Si offriva apertamente senza più alcuna vergogna, porgendosi bene sia dietro che davanti, decisamente convinta di continuare a lungo in quello stato di benessere. Sculettava assecondando i nostri movimenti tutta piena di gioia. Tutta piena... di tutto.
In seguito non è mai stata una donna che lo chiede di proposito... è modestina... ma ha sempre dichiarato che la doppia le piace moltissimo: non la rifiuterebbe mai. Adesso che sono passati un paio d'anni è ancora più legata a me e riproviamo ogni tanto a fare incontri di sesso spinto. Preferiamo le coppie giuste, e lei sempre, riceve i complimenti per come si comporta: dicono che è brava, carina, e soprattutto ben addestrata.
coppia4455
33904
14
14 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 14 ore fa
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Il provino
Avevo diciassette anni quando lessi su un giornale il seguente annuncio: "Si cerca ragazza maggiorenne per comparsa in film romantico ambientato a Milano. Richiesta giovane età (max 25 anni) e bella presenza. Compenso adeguato in base al tempo di ripresa. Studio di ripresa in zona Stazione Centrale". Seguiva il numero di telefono. Io non avevo ancora compiuto la maggiore età, ma volli tentare lo stesso e telefonai al numero indicato. Mi rispose una voce maschile: "Sì stiamo cercando una ragazza per un film romantico, che deve essere acqua e sapone... la ragazza della porta accanto, insomma. Il ruolo non è molto impegnativo, ma molto istintivo! Bisogna essere portate per questo ruolo, pur non essendo necessariamente attrici e pur non conoscendo tecniche di dizione". Fissai all'appuntamento e mi presentai con Sandro, un mio grande amico. Arrivammo allo studio, che dall'esterno non aveva un'aria molto rassicurante. Ci fecero entrare e ci fecero accomodare in un salotto un po' squallido, in attesa del produttore. Il produttore arrivò quindici minuti dopo e si scusò per essere arrivato in ritardo; poi iniziò a farmi domande: "Come si chiama signorina? Quanti anni ha? Le piace il cinema? Vuole fare l'attrice per gioco o per una futura professione?". Io risposi che avevo diciannove anni, che facevo quel provino per raccimolare i soldi della vacanza estiva e che il cinema era sempre stato la mia passione, fin da piccola. "Bene questo è il suo ruolo! Lei mi sembra proprio adatta a fare la comparsa. E' una ragazza piacente, acqua e sapone, con un viso innocente. Lei è proprio la ragazza che cerchiamo", incalzò il produttore. Io ero vestita con una camicetta fasciante di colore azzurro, gonna abbastanza corta blu, calze azzurre e scarpe tipo "ballerine" nere. Sotto non avevo messo il reggiseno, per evidenziare le forme delle mie tette sode e completava il mio abbigliamento uno slip nero di pizzo. Il produttore mi fece avvicinare a lui e mi disse: "Devo esaminare il suo corpo, anche se vedo che lei è una bella ragazza. Tutte le attrici devono essere viste da vicino dal loro produttore. E' per stabilire un feeling tra datore di lavoro e attrice. Se vuole lui può rimanere". Sì lui può rimanere dissi io, indicando Sandro. Io non avevo capito bene quale era il mio ruolo in quel film, ma avevo capito che mi voleva toccare e non ebbi il coraggio di rifiutarmi, visto che tenevo molto a quei soldi, che mi sarebbero serviti per andare in vacanza. Il produttore aggiunse: Io mi chiamo Enrico, diamoci del tu ed entriamo un po' in confidenza. Fammi sentire il tuo seno". Enrico iniziò ad accarezzarmi il seno e i miei giovani capezzoli, sentendosi accarezzati, si irrigidirono e divennero turgidi, facendosi notare da sotto la camicetta. Lui disse che gli piaceva il fatto che io fossi così sensibile alle carezze di un uomo quasi maturo e fece per sollevarmi la gonna. "No, non può farlo, signore", dissi io. Lui rispose che era necessario e io acconsentii alla sua richiesta, Mi sollevò la corta gonna dietro, lasciandomi il culetto con le calze, ma scoperto. "Bel culo, ragazza! Complimenti... si proprio un bel culo! Sodo al punto giusto e poi tu hai solo diciannove anni...", disse Enrico. Guardai Sandro che seguiva attentamente le mosse di Enrico, quasi fosse un cane da guardia. Enrico continuava nel suo ruolo di produttore-esploratore: mi slacciò lentamente la camicetta e ispezionò con le mani il mio seno. Io ero confusa, non sapevo se permettere a quell'uomo di accarezzarmi o dargli uno schiaffo ed allontanarlo da me. Optai per la prima scelta, lui continuò a toccarmi, palparmi, strizzarmi i capezzoli e ad un certo punto mi disse: "Complimeti Sonia, hai proprio dei bei foruncolini. Lascia che te li lecchi". Io annuii con il capo e mi ritrovai con la sua lingua sui miei seni. Mi leccava insistentemente e tirava i miei capezzoli con i denti. Io godevo per quel trattamento inaspettato, ma sicuramente piacevole. Guardai di sfuggita Sandro e vidi che qualcosa si era gonfiato sotto i suoi pantaloni. Anche lui si stava eccitando, ma non lo voleva dare a vedere. Poi il produttore mi disse: "Dai, ora togliti la gonna". Io feci quello che mi fu richiesto, ma senza togliere le scarpe, che interferirono con la discesa della gonna. Io ho sempre pensato di avere dei brutti piedi e proprio i piedi sono sempre stati per me motivo di complesso; per questo non volevo togliere le scarpe, ma Enrico mi apostrofò in modo secco: "Ma non hai grazia... che casino stai facendo... non puoi togliere la gonna senza togliere prima le scarpe! Via le scarpe! E poi sfila la gonna, senza farmi perdere la pazienza... Non ho tempo da perdere io, sono un produttore e devo provinare ancora molte donne oggi". Io mi levai le scarpe e subito dopo la gonna. Enrico mi chiese poi di levarmi la camicetta ed io eseguii il suo ordine, senza farmi pregare. Ero rimasta con le calze e le mutandine. Poco dopo giunse un altro ordine perentorio dal produttore: "Togliti tutto, ormai non hai altra scelta". In effetti la scelta l'avevo: avrei potuto rivestirmi ed andare via, sbattendo magari la porta. Sentivo gli sguardi di Enrico e Sandro, che scrutavano palmo a palmo il mio corpo di giovane donna. Ero eccitata, a tal punto che quando Enrico mi passò ripetutamente il dito in mezzo alla figa, sentì che ero completamente bagnata. La mia figa era diventata un lago! Probabilmente mi ero bagnata anche la parte superiore delle gambe... la mia figa colava come non mai. "Va bene, a questo punto chiamo Rocco e il cineoperatore e tu mi fai vedere che cosa sai fare. Devi farti scopare senza fiatare, fare pompini e baciare in modo appassionato", disse il produttore. "Ma che razza di film è?", ribattei io. Lui sorrise, dicendo che era impossibile che non avessi ancora capito di che film si trattava: era un film porno, in cui io avevo la parte della ragazza della porta accanto, acqua e sapone, ma tanto, tanto porca. Insomma una ragazza aperta a tutte le esperienze! Enrico aggiunse anche che il mio cachet era alto e dovevo meritarmelo. Io avevo un tremendo bisogno di quei soldi e accettai la cosa, senza ribattere. Lui telefonò a Rocco (non Siffredi, purtroppo) e poi mi portò in braccio in un'altra stanza, seguito dal fido Sandro. Mi stese su un letto e mi disse che attendevamo l'arrivo di Rocco, l'attore principale, e del cineoperatore. Poco dopo i due uomini arrivarono. Rocco si spogliò in modo veloce, mostrando un fisico perfetto e prestante. Ora io ero nuda davanti a quatro uomini: Enrico, Sandro, Rocco e il cineoperatore. Rocco mi baciò ripetutamente e io sentivo la sua lingua che si avvinghiava alla mia, producendomi un piacere sfrenato. Poi Rocco mi mise a pecorina e mi infilò il suo lungo uccello, senza tanti complimenti. La mia figa era aperta e vogliosa e non offrì alcuna resistenza. Mi pompò per parecchio tempo, facendomi dondolare in avanti e indietro le tette penzolanti. Fu una cosa sconvolgente, che io alla mia verde età non avevo mai provato. Poi Rocco si fece fare un lungo pompino e mi fece i complimenti, dicendomi: "Brava Sonia, sei molto brava con la bocca. Davvero un bel pompino! E poi sai ingoiare interamente anche un uccello lungo come il mio. Non soffocarti però!". A me era venuta un po' di tosse, perchè quell'uccello lungo e duro mi era arrivato fino in gola. Sputai un po' di saliva e tutto passò in fretta. Rocco mi scopò ancora in diverse posizioni e io raggiunsi più di un orgasmo. La mia figa era squassata dai quei colpi forti e decisi, ma io ero tremendamente contenta di quell'esperienza. Venivo sbattuta davanti a quattro uomini. Ero diventata improvvisamente una puttana! Poi il produttore mi disse: "Ora dovrai dare il culo a Rocco, che ti sfonderà senza pietà". "Ma io non ho mai avuto rapporti anali! No, non posso... il culo no! Accontentati della mia figa, delle mie tette, della mia bocca... Il culo no!", dissi io, supplicando il produttore. Lui insistette e io alla fine acconsentii. Mi sarei fatta sfondare il culo per un pugno di soldi. Rocco mi fece penetrare molto gel nel buco del culo, dicendomi che quel gel avrebbe aiutato l'introduzione del pene. Poi provò ad appoggiare il suo uccello al mio buco: che sproporzione, un buchetto stretto e quasi chiuso contro un uccello di grossa sezione e per di più lungo come una bottoglia di Coca Cola! Rocco appoggiò la sua cappella al mio buco... premette... premette... ma il mio buco non si spalancò"! "Enrico non c'è niente da fare, non posso inculare questa ragazza. Il suo buco è vergine e troppo stretto, se spingo rischio di mandarla al Pronto Soccorso. Non posso sfondarla!", disse Rocco. Enrico era sconsolato, ma anche scocciato per aver perso inutilmente tempo con me. "Sonia avevi ben letto che dovevi avere rapporti anali. Era inutile che ti presentavi qui, se non avevi mai provato a farti sfondare il culo. Ora dovrai risarcirmi i danni per questo incidente di percorso", disse adirato Enrico. In effetti sull'annuncio non appariva una parola circa il ruolo dell'attrice, ne tantomeno che doveva essere scopata e sfondata analmente. Avevo però capito che cosa voleva Enrico e mi concedetti a lui e poi al suo cineoperatore. Mi scoparono a loro piacimento, in tutte le posizioni possibili, lasciandomi sfinita per quel duro lavoro. L'unico che non partecipò al gioco fu il mio grande amico Sandro: lui quel giorno fu solo uno spettatore in prima fila e si accontentò, alla fine, di farsi una sega e venirmi sul seno. Grande Sandro, grazie di esistere.
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12 anni fa
soniaslave,
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TRIANGOLO IN VACANZA
Era ormai la fine del mese di agosto e come tutti gli anni io e Andrea avevamo deciso di partire per concederci una vacanza lontano dal rumore e dal caos.
La meta scelta per la vacanza di quell’anno era la Sardegna.
Avevamo preparato la nostra attrezzatura da campeggio e il poco necessario per passare tre settimane in assoluta tranquillità immersi nella natura.
Quindi ci imbarcammo sul traghetto a Genova con tutto il desiderio di ritrovare la pace che da mesi non riuscivamo ad avere a causa del lavoro molto pesante.
Arrivammo pieni di entusiasmo sull’adorata isola e ci dirigemmo verso
il campeggio che avevamo scelto consultando internet. Era un semplice campeggio “alla buona” gestito da piemontesi. Aveva anche una parte di spiaggia destinata al naturismo, cosa che ogni tanto ci capita di fare.
Piazzammo la nostra tendina in un luogo bellissimo del campeggio a due metri dalla riva del mare. Di fianco a noi c’era una famiglia composta da una bella coppia giovane con una bambina. Venivano da Roma e si sarebbero fermati per due settimane.
Scambiammo qualche parola per presentarci e provammo subito simpatia reciproca.
Il posto era incantevole, si sentivano le onde del mare infrangersi contro la riva e di notte il rumore del mare ci accompagnava nel sonno.
La mattina presto facevamo il bagno e, dopo colazione, ci recavamo alla spiaggia naturista. I nostri vicini non venivamo mai in quella spiaggia, sostenevano che non fosse educativo per la bambina, ma ogni tanto, guardando verso la direzione in cui c’era la nostra tenda li vedevamo guardarci con il binocolo.
Passavamo le nostre serate in loro compagnia, si cenava insieme avendo le tende vicino e poi si passeggiava nel paese.
Nei giorni che seguirono, mentre facevo il bucato, venni distratta dalla vista di un ragazzo molto affascinante, che stava risciacquando alcuni indumenti da motociclista.
Rimasi colpita dal fisico statuario di quell’uomo: dall’aspetto dimostrava all’incirca 35 anni, molto alto, magro, scuro di carnagione, testa rasata e un paio di occhiali scuri che gli coprivano gli occhi. Indossava dei pantaloncini da mare colorati che lasciavano immaginare la forma del suo pene, di modesta grandezza.
Nelle ore successive, ogni scusa era buona per andare nella zona dei servizi: il lavaggio dei denti, la toilette, il bucato, i piatti… finché notai poco distante dalla nostra tenda, la sua moto da enduro parcheggiata nei pressi di una piccola tendina, ma del bel ragazzo non c’era traccia.
La sera stessa ci incrociammo al solito posto con entrambi la trousse della toilette in mano; andai a sbattergli contro senza volerlo, mi fece un sorriso che ricambiai.
Raggiunsi Andrea che nel frattempo era in tenda e gli raccontai l’accaduto; capì subito che mi potesse piacere un tipo così e mi confessò che lo aveva visto la mattina prestissimo, alla spiaggia naturista.
Mi disse anche che era dotato di un pene molto grande e che se avessi voluto incontrarlo e vedere da me le misure di cui parlava, sarei dovuta andare alla buon’ora alla spiaggia naturista.
Scherzavamo molto su questo argomento, non avevamo mai condiviso alcuna esperienza di sesso con altre persone, avevamo sempre e solo espresso le nostre fantasie. Stavamo insieme da ormai 9 anni ma l’idea di mettere in pratica certe fantasie non mi sfiorava minimamente. Il mio compagno invece era determinato a provare e ogni occasione era buona per cercare di fare emergere il mio lato nascosto.
Andrea aveva capito che volevo conoscere meglio quel ragazzo, mi eccitavo ogni volta che ne parlavo, dimostrando imbarazzo e nervosismo. La mattina successiva perciò ci recammo alla spiaggia naturista.
Arrivati stendemmo il nostro telo sulla sabbia e ci tuffammo nell’acqua fresca.
Al nostro ritorno alla riva, vicino a noi si era appena sdraiato il mio principale pensiero in quel momento e Andrea ne approfittò per presentarsi subito.
Il suo nome era Salvatore e veniva da Pescara. Con molto imbarazzo in quanto ero nuda, mi presentai e gli strinsi la mano con molta energia.
Appena mi fu possibile buttai un occhio alla sua zona pelvica e notai che Andrea non si era sbagliato circa le misure. Era in effetti ben dotato; ero bagnata non solo dall’acqua del mare. Parlammo tutta la mattina, poi ci tuffammo insieme e ben presto tra noi ci fu un rapporto confidenziale. Ci disse che era in vacanza solo perché, poco prima della partenza, aveva bisticciato con la fidanzata e si erano lasciati.
Così con pochi stracci e la sua tendina era partito con la moto in cerca di svago: un po’ come noi.
Le nostre giornate erano veramente entusiasmanti, era una persona estremamente gentile e con tanta voglia di divertirsi. Eravamo sempre insieme e condividevamo il nostro spazio con lui durante la cena, essendo il nostro posto tra i più belli del campeggio. A noi si univa la famigliola di Roma. Erano dei bei momenti, ma quando restavamo soli provavo imbarazzo perché credevo che leggesse nel mio sguardo tutto il desiderio che provavo per lui.
Al nostro gruppo si unirono altre coppie, gente da tutta l’Italia e avevamo formato il gruppo più rumoroso del campeggio.
Era una vacanza splendida e spensierata.
Decidemmo una sera di recarci tutti presso un agriturismo dell’entroterra dove, a detta di chi era già stato, si mangiava molto bene. Decidemmo di andare tutti, eravamo una quindicina.
Salvatore venne in auto con noi, guardavo dal sedile posteriore i due uomini seduti davanti: Andrea guidava con attenzione e ne ammiravo il suo profilo che tanto amavo. Dall’altra parte Salvatore, un uomo che avevo conosciuto da appena pochi giorni e che mi sembrava di volerlo scopare da sempre. Non ce la facevo più a contenere la voglia di strappargli un bacio e una carezza, ma mantenevo la compostezza che mi caratterizzava, aspettando di raggiungere il ristorante.
Giunti a destinazione mi sedetti vicino a lui. Intanto annusavo il profumo che emanava, un odore forte e speziato; indossava un paio di jeans e una camicia bianca piena di piccoli bottoni, sembrava morbida. La mia voglia di toccarlo aumentava per il fatto di averlo così vicino a me e di poterlo sedurre.
Mi sentivo molto sexy quella sera, avevo indossato un vestitino nero leggero, scollato e con gli spacchi laterali che lasciavano intravedere le mie gambe abbronzate e l’intimo nero composto da un perizoma e da un reggiseno in pizzo imbottito.
Andrea sedeva di fronte a me e mi guardava con sguardo intenso e innamorato. Sapeva che avevo voglia di saltare addosso a Salvatore, aspettava solo il momento migliore affinché succedesse. Mi conosceva da molti anni e sapeva che se desideravo una cosa potevo fare di tutto per averla e quello era il momento giusto…lo aveva capito prima lui di me.
Durante la cena, incrociando lo sguardo di Andrea, cercavo il contatto con Salvatore. Appoggiavo la mia gamba nuda contro la sua; gli presi la mano tra la mia e, coperti dalla tovaglia, la stringevamo, talvolta gli toccavo la gamba fino quasi a sfiorargli quella massiccia protuberanza che mi incuriosiva toccare.
Il mio sguardo era quello di una donna vogliosa di uscire da lì e di farmi sbattere nel primo luogo appartato e soddisfare il mio desiderio. Guardavo mio marito negli occhi mentre toccavo un altro uomo, noncurante della gente intorno che mangiava e beveva senza accorgersi di nulla.
Anche Salvatore mi toccava le gambe, ogni tanto faceva cadere il tovagliolo per poterlo recuperare e baciarmi la coscia; io mi accorgevo di essere bollente in viso ma anche nella mia vagina. Con i piedi cercavo Andrea di fronte a me che era vigile e meravigliato a quella vista di me così porca.
Tutto terminò così, la cena volse alla fine e ognuno riprese ad andare nella propria auto per il ritorno al campeggio.
Nuovamente presi posto sul sedile posteriore e i miei due uomini sedettero davanti. Eccitata dalla situazione insolita che stavo vivendo, con la mia parte nascosta estremamente bagnata, senza pensarci due volte mi precipitai sul sedile anteriore del passeggero e mi sedetti a cavalcioni su Salvatore.
Meravigliati Andrea e Salvatore rimasero a bocca aperta. Io ero eccitata, bagnata e avevo voglia che Salvatore mi toccasse e capisse quanto lo volevo. Guardandolo negli occhi mi muovevo sul suo pene ancora sacrificato nei jeans e alternavo lo sguardo con gli occhi verdi di mio marito. Gli sbottonai la camicia e toccai quei pettorali che da tanti giorni volevo toccare. Iniziai a baciarlo e a toccarlo, muovendomi con foga per cercare il piacere da quel contatto. Mi spostò lo slip per mettere un dito dentro la mia parte umida e bollente e mi sentivo gemere dal piacere. Andrea, che aveva accostato a bordo strada, mi baciava e mi palpava il seno. Il mio vestito era sparito e semi nuda cercai la bocca di entrambi per non fare mancare niente a nessuno dei due.
Mentre i miei due uomini mi toccavano ovunque, pensai che avrei desiderato fare questa esperienza in un luogo più comodo, ma avrei interrotto un’atmosfera di eccitazione che forse non si sarebbe più presentata.
Così, ormai priva di ogni indumento, mi avvicinai al cazzo di Andrea, lo tirai fuori dai pantaloni e dagli slip e iniziai a leccarlo non facendo mancare niente alle zona pelvica, poi lo presi in bocca e lo succhiai con tutto l’entusiasmo possibile. Intanto Salvatore con una mano mi toccava il seno e con l’altra mi mise due dita dentro, agitandole con energia. Non riuscivo a contenere l’eccitazione, mi sembrava di esplodere.
Continuavo a succhiare il membro di Andrea e intanto Salvatore, prese dalla tasca un profilattico, lo infilò e mi mise in ginocchio, alla pecorina. Mi rigirò senza alcuna fatica; il suo pene enorme entrò senza problemi, ero molto lubrificata.
Con poche spinte, toccandomi la clitoride nello stesso momento, esplose in un orgasmo interminabile. Rimase dentro di me anche dopo aver goduto,
per mia fortuna, intanto io succhiavo a non finire, interrompendo ogni tanto il movimento per farlo durare di più. Il cazzo di Salvatore aveva ora una dimensione più piccola, ovviamente, ma era comunque piacevole.
Anche Andrea non riusciva più a contenere la voglia di godere e
venne nella mia bocca; io, in questo clima insolito e caldo, sentivo le mani di Salvatore che mi tenevano i seni, il suo cazzo dentro di me si muoveva al ritmo regolare e dalla mia bocca usciva lo sperma caldo di mio marito: mi lasciai andare anch’io ad un orgasmo intenso e terribilmente dolce.
Ripresi da quella esperienza mozzafiato, ci guardammo tutti e iniziammo a ridere, non so perché, forse al pensiero delle posizioni assunte nella nostra piccola automobile.
Da quella sera le nostre vacanze presero un aspetto diverso…tutto cambiò in campeggio: quando andavo a fare la doccia incontravo Salvatore, poi entrava anche Andrea e sotto il getto dell’acqua mi sentivo toccare da tutte quelle mani e baciare dalle loro bocche; nella spiaggia naturista eravamo tutti e tre in continuo contatto, nuotavamo al largo per riuscire a toccarci senza che nessuno ci vedesse e le nostre serate nella tenda in riva al mare erano allietate da belle risate post orgasmiche.
Tutti capirono tutto ma nessuno disse niente, ciò che ci rendeva felici era il fatto di aver trovato un nuovo modo di vivere la nostra sessualità di coppia, oltre che un amico di giochi instancabile e sincero.
Le nostre ferie terminarono in breve tempo, tutti dovevamo tornare alle nostre vite. Salvatore al suo rientro in Abruzzo ritrovò la sua fidanzata, parlarono, si chiarirono, lei seppe della nostra avventura estiva…E’ stato cosi che io e Andrea abbiamo iniziato a fantasticare sulle nostre future vacanze insieme a loro.
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10 anni fa
insiemea,
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Ultima visita: 7 anni fa
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