Dopo quella prima volta con i due camionisti con Chiara il sesso non è stato piu la stessa cosa. Non c’era scopata che non ripensassimo a quella sera e pure lei mi stuzzicava quando le telefonavo chiedendole cosa facesse e lei di rimando – sono qui con i nostri due amici-.
Un sabato pomeriggio mentre si giochicchiava sul letto pensando a cosa fare in serata le proposi di andare al privè. Mentre le altre voste erano parolacce questa volta mi disse – ma allora mi vuoi proprio troia?-
Quindi decidemmo che avremmo provato quella esperienza senza dare programmi ciò che veniva veniva, anche il nulla e per la sua iniziazione sciegliemmo un club vicino a Verona.
Giunti al locale facciamo la nostra tessera ed entriamo. Io gia lo conoscevo per esserci stato con altre e Chiara lo sapeva. Una volta dentro tutto sembrava svolgersi nel migliore dei modi nessuno infastidiva, nessuno. Cosi dopo aver bevuto qualcosa, smangiucchiato al buffet e ballato un po visto che la musica ci piaceva, ci sediamo sui divani della zona disco e parliamo un po’, sembra un po’ più rilassata adesso. Passa appena qualche minuto e si avvicina un tipo, non era un granché a dire il vero e ho subito sperato che andasse via presto
Il tipo: ciao ragazzi vi va un po’ di compagnia?
Io: no grazie sei gentilissimo m per ora stiamo bene così
Per fortuna non se lo fece ripetere 2 volte, si alzò e andò via.
Io: visto amore, può capitare che qualcuno ci provi ma, come ti dicevo rispettano le regole, se dici no non ti rompono le scatole
Chiara: speriamo
Tempo 5 minuti e ne arriva un altro
Il tipo: buona sera ragazzi come va?
Io: tutto ok grazie, ma perdonaci al momento preferiamo stare da soli.
Anche questo non se lo fa ripetere, alza i tacchi e va via.
Riprendiamo tranquillamente a chiacchierare tra noi 2 e stavolta il tempo inizia a passare più serenamente, già 15 ulteriori minuti e nessuno viene a “rompere le scatole”. A un certo punto vedo arrivare un signore distinto, ben vestito.
Il tipo: piacere, io sono Franco, vi spiace se mi siedo un po con voi a fare 2 chiacchiere?
Chiara: se sono solo 2 chiacchiere..!!
Il tipo: ma certo figurati, sono un tipo per bene io
La cosa mi stupì non poco, ma a dire il vero non mi dispiaceva avere un po di compagnia e, dal momento in cui era stata lei ad accettare la sua compagnia be,perché no!!
Si iniziò a parlare del più e del meno, di dove eravamo, se prima volta in un posto simile per poi passare a confidenze personali, qualche battuta. A un certo punto lui si alza:
Franco: scusate ragazzi, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.
Chiara: però dai è simpatico, un tipo divertente
Io: già
Eccolo di ritorno con 3 bicchieri in mano, erano dei cocktail.
Seduto alla destra di lei, mentre io stavo alla sinistra tra un sorso e l’altro si riprese a parlare, si rideva, si facevano battute, e tra una battuta e l’altra, ridendo lui posò una mano sul ginocchio di lei. Lui con il suo sguardo cerca il mio, e io gli faccio un occhialino in segno di approvazione ma, lei sempre ridendo allontana la mano dal suo ginocchio. La chiacchierata continua per altri 15 minuti, e quella mano che continuava furtivamente a fare va e vieni dal suo ginocchio, misto al senso di “allegria” forse dovuta un po al cocktail iniziava a mettermi strane idee in testa.
Franco: ok dai vado a prendere un altro cocktail, arrivo subito.
Stavolta c’era confusione al banco del bar, e mentre da lontano lo osservavo dissi a Chiara:
Io: dai non è giusto così, è andato per la seconda volta a prenderci da bere, così pare stiamo andando a scrocco, ti spiace se lo raggiungo un attimo così vado io a pagare?
Chiara:be dai mi sembra giusto, ma cerca di non metterci troppo, come avevamo detto non dobbiamo stare lontani
Io:ok amore tranquilla, arrivo subito
Raggiunto Franco mentre faceva la coda al bar gli chiesi se gli dispiaceva che gli facessi compagnia e che sarebbe stato un piacere per me offrire io quel giro.
Io: sai mi piace questo posto, bella serata, mai stato in un privè
Franco:ottimo, mi fa piacere che ti piaccia, ma dimmi..cosa vorresti che accadesse ora con tua donna?
Io:sai,con lei non è facile, ho già faticato tanto a farla entrare in questo posto, figuriamoci se si arriva a fare altro.
Franco:ma a te farebbe piacere se lei come dire..si divertisse con altri?
Io: l’ho sempre sognato, ma lei troppo santarellina,non credo la vedrò mai fare cose simili.
Franco:a letto com’è, ti da tutto?
Io: si
Franco:waooo.
Io: fai cio che vuoi sarà lei a dire eventualmente di no!!
Franco:che porco, ma mi stai praticamente dicendo che vorresti vedere qualcuno che rompe il culo alla tua donna
Io:sai non mi è mai dispiaciuta l’idea ma sono parole buttate al vento, pure fantasie, ormai la conosco davvero da troppo tempo e mi sono rassegnato, so che non la vedrò mai trasgressiva.
Franco:ascolta, la cosa più importante in questo gioco è la tua certezza nel volerlo fare, la tua complicità e la tua “benedizione”, per il resto…se tu mi dici che è quello che vuoi io accetto la sfida, sono sicuro che stasera ti riporterai a casa una donna che non pensavi neanche di avere
Io: perché? Che donna dovrei riportarmi a casa
Franco:una donna troia, rotta e soddisfatta
Io: accidenti, sembri molto convinto nella tua riuscita
Franco: lo sono infatti
Intanto la fila si andava smaltendo, arriviamo al banco, ordiniamo i nostri cocktail e torniamo da Chiara sistemandoci come prima, seduti ai suoi lati con lei al centro.
Lei non è mai stata tipo da alcool, sicuro non era ubriaca e io non l’avrei mai voluto, ma quel secondo cocktail iniziava a metterle addosso una certa allegria (o almeno credo fosse quello),iniziava a ridere alle battute di lui rispondendo con altrettante battute, e quella mano sul suo ginocchio poi…da che la spostava dopo appena 2 secondi a che ora era ferma li da qualche minuto, la spostava solo quando lui, tra una risata e l’altra cercava di insinuarsi un po più in su, ma niente arrivato al massimo a metà coscia lei era pronta ad allontanarlo.
Dovette passare una buona mezzoretta, tra un sorso e una risata e l’altra per poter vedere finalmente quella mano ferma lì a metà coscia, anche se lei adesso teneva le gambe ben strette per evitare che Franco andasse oltre.
Franco: cavolo questa musica, sarà anche soft ma questo genere non riesco a mandarlo giu!!
Non riuscivo neanche a capire che genere di musica fosse ma in effetti non aveva tutti i torti, ma da una decina di minuti quella musica era davvero orrenda e fastidiosa.
Chiara: be in effetti è vero, hai ragione
Franco: che ne dite di spostarci un po’?Magari in qualche punto del locale in cui non si sente e si può chiacchierare più tranquillamente.
Io: per me nessun problema
Chiara: ok, facciamo pure un giro
Franco:ok ,vediamo che troviamo di interessante
Ci alziamo tutti e tre, io con la mano alla sua vita e Franco davanti a noi a fare strada, ci guardiamo attorno, Franco: qui sembra bellissimo, pare proprio molto tranquillo, venite ragazzi dai, accomodiamoci!
Seduti nuovamente con lei al centro si riprende a chiacchierare, si ride, è piacevole, e quella mano nuovamente ferma li a metà del suo interno coscia mi eccita.
Franco: io mi metto comodo, anche perché qui fa tanto caldo.
Lei non disse nulla, io neanche. Franco una volta sbottonata la camicia senza comunque toglierla fece scivolare giù prima i pantaloni e poi le mutande, vedo quel bestione da vicino, la prima cosa che mi passa per la testa è…cavolo e fortuna che è ancora moscio, se duro a questo Rocco Siffredi lo farà ridere!!
Chiara sbircia appena e si gira subito dall’altro lato.
Franco: dai non vergognarti, non ti mangio mica, prima si rideva e ora ti giri?Non è mica cambiato nulla, sono solo mezzo nudo!! Lei si gira timidamente, i suoi occhi sembrano 2 padelle tanto sono spalancati, evidentemente era stupìta da quanto vedeva. Lei cerca di combattere l’imbarazzo riprendendo a parlare come se nulla fosse e dopo una quarto d’ora circa..
Franco: ma dai perché non mi mettete comodi anche voi?
Chiara: no non pensarci neanche, non esiste
Continuando a chiacchierare lui si avvicina sempre più a lei, la solita meno sopra il ginocchio
Franco: ma dimmi, non fai neanche una sola considerazione, ne hai mai visti come il mio?
Chiara: a dire il vero no, fa un po impressione, ma non hai problemi ad andare con le donne?Io uno come te non lo farei mai neanche avvicinare!
Franco: ma nooo esagerata, e che ho la peste?
La battuta fece ridere un po tutti e mentre si rideva lui azzardò, prese la mano di lei e la portò sull’enorme membro ancora moscio.
Chiara: no non è questione di avere la peste, ma certo come donna non avrei intenzione di farmi “uccidere” da un affare simile..hahaha
Ok la battuta, ok la risata ma…intanto lei non ritraeva la sua mano!!
Dai tesoro guardalo un po più da vicino
Prendendola per la testa Franco la fece chinare verso il bestione per farglielo vedere da vicino, io ero eccitatissimo, la faccia della mia donna a pochissimi centimetri da quell’enorme mazza!!
Chiara: ok dai mi sa che stiamo esagerando, il discorso sta degenerando e poi..ti ricordo che c’è anche lui qui presente.
Franco:be tuo marito non sembra molto contrariato, dai osservalo da vicino
Intanto lei con la sua mano guidata ancora dalla mano di lui teneva ancora il mostro, la bocca a circa 5 centimentri dalla grossa cappella.
Chiara: amore vuoi intervenire? Dice che non sei contrariato, vuoi dirgli che non è così? E’ convinto che tu sia d’accordo a farmelo vedere da vicino, vuoi dirgli invece cosa vuoi che faccia?
Io: amore davvero vuoi che sia io a dire cosa voglio che tu faccia?
Chiara:certo amore dai, così la chiudiamo qui perché lui si è convinto che..
Senza neanche farla finire di parlare le metto una mano sulla testa, do una spinta verso il basso e..con la bocca ancora aperta visto che stava ancora parlando si ritrova con quel cappellone tra le labbra!
Io: ora capisci cosa voglio che fai amore?
La lascio un istante per darle modo di rispondere..
Chiara: cazzo ma sei scemo? Ma che cazzo fai!!
E giù di nuovo a spingerle la testa sulla cappella di Franco, ma stavolta non mi fermo, foglio vederglielo in bocca, ancora di più, e spingo!!
Chiara: amore stai sbagliando tutto, ma sei sicuro? Poi non si torna indietro dai..
Io: ma io non voglio tornare indietro amore, se a te piace, sono felice anche io di vederti felice mentre glielo succhi.
Mi ha guardato un istante negli occhi
Chiara: ricorda che sei stato tu a volerlo
Lo teneva con entrambe le mani e lo ha fissato per qualche secondo eha iniziato a stuzzicargli la punta con la lingua, e stavolta da sola.
Franco: mmmm….vedi che ti piace? Ammettilo, cosa ne pensi?
Chiara: penso che fa un po impressione, non ne ho mai visto uno così!!
La mano di lui sulla testa di lei fu un chiaro ed evidente segno di quello che voleva, lei non chiese ,non si oppose ,non se lo fece chiedere, socchiuse solo gli occhi e aprendo la bocca accolse il grosso membro tra le sue labbra. Era davvero molto grosso, faticava a tenerlo in bocca e tirando via una mano per lasciare libera ulteriore lunghezza nell’enorme asta spinse la testa in basso fino ad ingoiarne la metà!!
Io: cavolo Franco davvero impressionante, è davvero enorme, ma lo hai mai misurato?
Franco: certo che si, 24cm, quanto quello del nostro caro conosciuto Rocco, lui però anche se di un solo centimetro lo frego per circonferenza, 17cm contro i suoi 16cm.
Mi venne subito spontaneo fare delle proporzioni mentali, pensando a come la mia donna riuscisse a prendere per intero tutti i miei 16 mi son detto non avrà difficoltà per ora, ne sta mandando giù metà del suo, saranno circa 12cm, ma poi..guardando le guance deformate di lei ho subito pensato che in effetti il mio non era così grosso e che invece stava davvero faticando!!
Atmosfera davvero caldissima, lei aveva iniziato un movimento di su e giù, a tratti lo tirava fuori riprendendo a leccargli la cappella per poi riprendere a succhiarlo, io ero eccitatissimo, le mie mani nun riuscivano più a star ferme, le punte delle mia dita erano già arrivati ai suoi slip e lei ormai in estasi non faceva resistenza, anzi apriva le gambe come a volermi dire di andare oltre.
A un certo punto lui la allontana dal suo cazzo, si alza, io non capivo perché lo avesse fatto, tende le mani a Chiara ancora seduta, lei prende le sue mani e si alza, la abbraccia e la porta a se, sono avvinghiati e a me viene subito da notare quella differenza di altezza (non so perché) lei con i suoi 1,65 non era bassissima ma sembrava davvero piccolina attaccata al corpo statuario alto oltre 1,80, lui le afferra il vestito e tirandolo in alto glielo sfila lasciandolo cadere a terra, passandole le mani dietro la schiena le slaccia i reggiseno ed io ne approfitto per avvicinarmi dietro e tirarle via gli slip. Senza neanche accorgerci siamo ora tutti e tre nudi, in piedi.
Franco: mettiti giù tesoro, fai vedere a tuo marito come sei brava a prendermelo in bocca.
Senza dire una parola lei si abbassa, è accovacciata, le chiappe a pochi centimetri dal pavimento e le gambe spalancate ai lati dei fianchi di lui, osserva per qualche istante l’enorme bestione stranamente ancora moscio, lo afferra con una mano e se lo porta in bocca. Inizia nuovamente a succhiarlo, lui le tiene la testa ferma per farle capire di non tirarlo fuori, vedo quell’enorme palo di carne che lentamente si gonfia tra le labbra di mia donna. Ora la fa alzare, la fa sedere al mio lato per raggiungerci anche lui posizionandosi all’altro lato, lei è di nuovo al centro.
Franco: dai ora fammi vedere come lo succhi a tuo marito
Avvicinadosi prima al mio orecchio mi ha sussurrato
Chiara: guarda cosa mi stai facendo fare, spero di non doverci pentire di quello che sta succedendo.
Le accarezzo il viso come per tranquillizzarla, come per dirle che è tutto ok e sempre da seduta si china verso di me iniziando a succhiarmi
Io:ti prego amore, fai come sai fare tu, prendilo tutto in bocca, fami sentire le tue labbra sulle palle.
Franco: porcellino, ti piace farglielo mandare giù fino in gola e?
Io: si è bellissimo sentirlo mentre lo prende tutto, io con i miei 16cm posso permettermelo, mi spiace tu non possa goderti questo piacere con quel bestione.
Franco: e chi lo dice
La battuta suscitò una sonora risata, anche lei tirò fuori il mio cazzo dalla bocca per ridere ma io subito pronto la riportai al “suo dovere”. In quella posizione, seduta e china su di me, doveva essere un bel panorama quello che Chiara offriva al nostro amico che iniziava a darsi da fare tastandole le chiappe con le mani. A un certo punto Chiara inizia a gemere, ummmm, hooooo…ho subito intuito che qualche ditino del caro Franco dovesse essersi insinuato nella figa di mia donna. Ora lui da dietro si china su di lei, vedo le mani di lui che passano davanti iniziando a palparle e a stringerle le tette, prima l’una poi l’altra, sono attaccati, e mentre lei ancora china sul mio cazzo gli da le spalle, lui sembra incollato a lei, gli si strofina freneticamente, la cerca continuando a palparla, le solleva un po una gamba!!
Chiara: mmmm….cazzooo
La sua esclamazione, il fatto che quasi mi aveva staccato il cazzo a morsi mi fece capire subito cosa era successo. Lui inizia a dare qualche leggero colpettino, lei protrae una mano dietro portandola sulla coscia di lui e cercando di farlo ritrarre un po ma lui resiste e continua a spingere, la vuole, e la sta prendendo. Mi lascia il cazzo, solleva un po la testa e mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono lucidi
Chiara:amore è enorme, fa male, mi sta rompendo.
Io: shhh, riprendimelo in bocca amore, non pensarci!!
Andiamo avanti così per qualche minuto, tra spinte di lui, gemiti di lei e un fantastico pompino, non ho una visuale bellissima ma riesco a scorgere una porzione di quel cazzone, segno che non era andato dentro neanche per metà, l’aria è oramai davvero bollente. Ad un tratto lui rallenta, vuol farla rilassare un po ho pensato, lo vedo armeggiare qualche istante con il telefono per poi vederglielo posare, io non ho dato molto peso alla cosa, troppo preso dal pompino. A un certo punto vedo aprire la porta, vedo due sagome entrare e chiudersi dietro la porta a chiave, avanzano silenziosamente, sono i due amici di Franco, quelli che prima stavano alla SPA con lui, sicuramente prima mentre stava al telefono li avrà avvisati indicando loro la stanza in cui eravamo. Io non dico nulla, lei ancora china su di me non si accorge e le mani di uno dei due che senza perder tempo iniziano a palparle le cosce non desta la sua curiosità, avrà pensato fossi io o Franco. Ci vuole un colpettino più “sostanzioso” da parte di Franco per farla riemergere!!
Chiara: haiiii
Per gridare si è giustamente staccata dal mio cazzo e..sollevando la testa si è accorta delle 2 nuove presenze. Sobbalza, in un movimento fulmineo è in piedi, senza neanche rendersi conto dello spettacolo che stava offrendo a tutti i presenti me compreso
Chiara: ma che vuol dire, stiamo esagerando qui, questi chi li ha fatti entrare?
Franco: sono i miei amici cara, Luca e Paolo.
Chiara: si ricordo ma questo non vuol dire che debbano stare qui, ok, mi sa che si è creata davvero troppa confusione, amore mi porgi i vestiti per favore? Andiamo via.
Sembra va incazzata e risentita della presenza di quei due, che cazzo ho pensato, abbiamo rovinato tutto, Franco è stato uno stronzo a giocarsi questa stupida carta, io gliel’avevo detto che era troppo santarellina, doveva accontentarsi del punto in cui l’avevamo portata e non esagerare in quel modo.
Franco si alza, si avvicina dietro di lei, le passa le mani davanti, la tira a sè e strizzandole le tette le dice:
Franco: ma dai cara non fare così, vedrai che ci divertiamo tutti insieme.
Chiara: ma per chi mi hai presa?
Ma Franco non molla la presa, anzi le strizza le tette ancora di più, Luca a un lato si fa spazio con una mano tra il corpo di Chiara e quello di Franco iniziando a palparle il culo, Paolo dall’altro lato le posa una mano sulla figa ed un’altra su una tetta lasciata ora libera da Franco, nel giro di pochi istanti si ritrova con le mani di tre sconosciuti che la palpano ovunque, è tutto molto confuso, io non distinguo più neanche a chi appartenesse l’una o l’altra mano. Paolo sembrava un porco, dapprima le ha afferrato la figa come con quella manona come fosse un pacco, prima di ficcarle un dito dentro facendola sobbalzare.
Chiara: haiii, porca puttana togli quel dito da lì.
All’inizio non capì perché stesse facendo così per un dito, ma poi mi sono reso conto che non si riferiva a Paolo con il suo dito nella figa ma a Luca che le aveva piantato un dito nel culo. Anche gli altri due nel giro di pochi istanti sono nudi e duri, le mie normalissime dimensioni mi fanno sentire per qualche istante un mini dotato, ma mi rendo conto che non è così, i miei 16cm non sono certo da prendere in giro, non sono io mini dotato, sono tutti gli altri con dei cazzi fuori misura, non certo ai livelli di Franco ma..anche Luca e Paolo sono veramente molto ben messi, 19cm uno e 21 l’altro. Ora lei è seduta sul grande divano, tutti gli altri siamo in piedi attorno a lei, mi tende una mano a voler cercare la mia, come se volesse aiuto, mi avvicino, gliela porgo e la porto al mio cazzo.
Io: segami amore, dai!!
Testa abbassata e occhi chiusi ha preso timidamente a segarmi, prima Franco, posizionatosi davanti a lei con un piede sul divano ha indirizzato il suo cazzo verso la sua bocca, poi Luca nella stessa posizione e poi ancora Paolo, a turno li ha dovuti succhiare tutti e tre prima che si andassero a sedere.
Paolo: da i porcellina sai che mi piace tanto come fai pompini? Però ora vorrei vedere te mentre ce lo prendi in bocca, mica possiamo essere solo noi a mettertelo tra le labbra, dai alzati e fatti un bel giretto sui nostri cazzi!!
Cavolo, le stava parlando come fosse una troia, la cosa mi eccitava e allo stesso tempo mi spaventava, la paura che lei da un momento all’altro potesse alzarsi e far finire tutto!!
Franco: dai Marco vieni qui, siediti accanto a noi che ora Chiara passa a farci un bel pompino ciascuno!
Ho porto una mano a lei, l’ho tirata a me facendola alzare e mi sono seduto accanto ai nostri amici. Era li, in piedi, tutta nuda con quel ciuffetto tra le gambe in bella mostra. Paolo, il primo della fila la tira a se, lei fa per abbassarsi ma viene subito fermata da Luca che era seduto subito accanto a Paolo.
Luca: no non abbassarti, chinati a 90 gradi, è bello vederti con le gambe ritte e piegata mentre ce lo prendi in bocca.
Lei non parlava, si limitava a seguire le indicazioni, in piedi, gambe diritte, le mani poggiate sulle ginocchia di Paolo e piegata a oltre 90 gradi inizia a succhiargli il cazzo. Ora è il turno di Luca, stessa identica posizione, Luca sembra essere troppo eccitato, le afferra la testa e la spinge forse verso il basso, quando lei sembra quasi soffocare lui stringe la sua testa ancora di più e spinge ancora più forte, il suo mento contro i suoi coglioni, le ha fatto ingoiare 19cm di minchia ma spinge ancora, quasi a volerle far mandare giù anche i coglioni. Adesso lei si sposta, è il turno di Franco, il suo non può certo riuscire a mandarlo giù tutto, è troppo groppo, esageratamente grosso, ma basta averlo in bocca anche solo per metà per vedere la sua faccia deformata da quell’impressionante bestione. Ora tocca a me, non serve che io le spinga le testa, senza dir nulla fa scomparire i miei 16 cm fino alla gola, sono il primo a venire ma non voglio lo tiri fuori, le tengo la testa, sono talmente eccitato da scaricarle in gola quantità esagerate di sbora, pare quasi abbia dei conati di vomito ma la tengo ferma li, continua a succhiarmi fino a farmelo venire di nuovo duro. Luca si alza e si posiziona dietro di lei mentre tiene ancora il mio cazzo in bocca, la afferra per i fianchi, punta la cappella alla figa di Chiara e con movimenti lenti ma decisi inizia a scoparla.
Chiara: mmmmmm….mmmmmmmmmmm….amore mi apre in dueee
Sembra quasi crollare, non si regge in piedi e si accascia un po. La fanno inginocchiare sul divano, culo in alto e testa bassa, tocca a Paolo che come Luca inizia a pomparla da dietro fino a quando non sborra copioso sulla sua schiena.
Sarebbe il turno di Franco adesso ma lei è veramente stremata, si butta distesa a pancia in giù sul divano.
Chiara: mi state distruggendo.
La girano su se stessa come fosse una cotoletta, Luca posizionato al suo lato sul divano le afferra una caviglia, il al lato di lei prendo l’altra, gliele solleviamo fino a che le sue stesse ginocchia non le arrivano alle tette, è tutta oscenamente aperta, Franco poggiandosi con le mani sulle sue spalle si lascia andare lentamente sopra di lei, cerca con il cazzo la sua figa, la trova, spinge piano fino a farvi entrare la grossa cappella, lei si contorce.
Chiara: oddio…basta per favore, mi sta spaccando.
Franco trae un lungo respiro, gli si gonfia il petto e come a volersi poi scaricare…è un solo colpo, forte, deciso, potente.
Chiara:haaaaaaaaaaaaaa….
Ad ogni colpo deciso quei 24cm si notano davvero molto bene, le si gonfia lo stomaco ad ogni botta ben assestata, tutta scosciata, è uno spettacolo vederla presa così
Chiara:haiii…cazzo mi rompeee
Crica 10/15 minuti a pomparla così mentre qualche cazzo le entra ed esce dalla bocca a tante mani lì a palparle finchè Franco non esce riempendola ovunque di sborra.
Siamo tutti buttati sul divano, lei sembra sfinita, è stato tutto bellissimo, abbiamo terminato un esperienza indimenticabile pensai.
In questi momenti di ripresa, di pausa e relax qualche mano le si posava ancora sulle tette, Luca al suo finco immobile con la sua mano ferma li tra le gambe di lei, e Franco tenendo la sua mano stretta sul suo pacco sembrava gonfiarsi nuovamente. I tre si guardano sorridenti, Luca e Paolo si alzano, serata finita ho pensato, adesso ci rivestiamo e salutiamo, chissà quale sarà il “verdetto” di Chiara stasera!!
Ma non è finita così la serata, mi sbagliavo, Luca e Paolo ora in piedi si avvicinano ai lati di Chiara, Luca da un lato con una mano sotto il ginocchio e con l’altra sotto l’ascella di lei, Paolo lo stesso dall’altro lato, di peso la sollevano dal divano, lei non reagisce, io non capisco!! Sempre di peso, presa così la trasportano verso Franco che, nuovamente duro rimette in mostra il scettro tenendolo ben diritto con entrambe le mani. Chiara esausta non reagisce se non per dire giusto due parole:
Chiara: basta ragazzi, mettetemi giù, sono veramente a pezzi non mi va più di continuare a giocare così.
Luca: certo cara, abbi un po di pazienza, giusto qualche secondo e ti mettiamo subito giù!!
Sempre ancora in braccio ai due lei è ora in direzione di Franco, esattamente sopra di lui, sorretta ancora dai due che lentamente la calano verso il basso, l’enorme cappella punta alla figa ormai straziata
Chiara: vi prego basta, non ce la faccio più, vi prego
Io inizio a pensare che forse si stia esagerando un po ma non riesco ad intervenire, quelle scene sono troppo forti, troppo eccitanti, vorrei fermarli ma l’eccitazione per quanto le stanno facendo è più forte di quella mia volontà. E’ dentro, la grossa cappella è tornata nuovamente a squarciarle la figa.
Chiara: haaaaaaa….noooooo….brucia troppo ragazzi vi prego fermatevi.
La sollevano un po, ma giusto quel tanto per tirarle fuori la cappella dalla figa senza che i due sessi perdessero comunque il contatto, Franco da sotto tenendolo sempre con la mano fa dondolare il suo bestione facendolo oscillare avanti e indietro fermandosi proprio lì, in quel suo buchetto mai profanato, in quel so buchetto ancora strettissimo per via di quella verginità che Chiara era riuscita a conservare fino a quei suoi 47 anni. Lui inarca la schiena, spinge lentamente Verso l’alto!
Chiara: hei che fai, guarda che hai sbagliato zona..nell’eventualità non te ne fossi accorto.
Franco:no cara tranquilla, non ho sbagliato, è il posto che cercavo
Chiara:ma che cazzo sei scemo?Che vuoi ammazzarmi? Lasciatemi andare dai, mettetemi giù!!
Paolo: certoo…ti mettiamo giù subito, che dici Luca la mettiamo giù?
Luca: si accordissimo dai, mettiamola giù.
Iniziarono lentamente a metterla giù, ma di certo non come immaginava lei, Franco non lo reggeva più con le mani il suo cazzo, reggeva da solo, puntato minaccioso contro quel buchetto mai profanato.
Chiara:ooooo…no no no!!
Più i due allentavano la presa e più quel buchetto sotto il peso stesso del suo corpo premeva contro il bestione. Un enorme palo di carne, la forza di gravità, il peso del suo corpo, erano tanti i fattori contro cui il suo sfintere stava lottando, ma quanto poteva resistere ancora?
Chiara:aaaaaaaaaaa………haiiiiiiiiiiii…cazzooooooo
Il mio primo istinto fu quello di guardare la porta, l’urlo fu talmente forte che ebbi paura che qualcuno potesse sentire, ma poi pensai subito che la porta era chiusa a chiave dall’interno, mi girai verso il divano, lo spettacolo che avevo difronte era un misto tra il pauroso e l’eccitante, lei tenuta oramai solo in equilibrio dai due, con le gambe oscenamente aperte, Franco sdraiato sotto di lei, e l’enorme cappella ormai scomparsa tra le sue chiappe. E’ solo la cappella pensai, ma cavolo quanto è grossa!!
Chiara girò la testa verso di me, qualche lacrima le sgorgava dagli occhi!!
Chiara: amore aiutami
Non me lo feci ripetere, mi avvicinai a e lei prendendole la mano.
Franco:decidi tu adesso, dicci se smettere o se vuoi davvero una donna troia!
Non ho neanche risposto a quella frase che aveva tutta l’aria della sfida, salito sul divano mi metto in piedi, sono più in alto di lei, la scavalco mettendo entrambe le mie gambe ai fianchi di lei, la guardo in faccia , con una mano le asciugo le lacrime, metto un dito tra le sue labbra socchiuse nel tentativo di spegnere quei suoi sospiri affannosi, quel suo ansimare che sembrava un misto tra convulsioni e sofferenza, ogni suo muscolo che si contraeva, appoggio entrambe le mie mani sulle sue tette e lentamente mi siedo sul suo basso ventre..questa è stata la mia risposta!! Quel povero buchetto ora oltre al peso del suo corpo doveva sostenere anche quello del mio.
Chiara: stronzoooo….haaaaaaaa.
Mi sollevavo leggermente per andare poi giù con un colpettino, poi ancora, e poi di nuovo, sempre più forte, premendo sempre di più fino a quando a un tratto mi sollevai quasi del tutto per andare giù di colpo e con molta più forza.
Chiara: Diooooooo….mi spaccaaaaaa…..amore mi sta rompendooo
Mi sollevo e scendo dal divano, voglio andarmi a godere lo spettacolo, mi abbasso per sbirciare, non credevo neanche io ai miei occhi, una buona metà di quell’enorme mazza le era sparita tra le chiappe.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro:
Io: amore vedessi da vicino che scena, ti ricordo che è grosso quanto una lattina, lungo un quarto di metro e tu ne hai metà piantato nel culo.
Chiara:sei un bastardo, ti toccherà farmi ricucire perché mi sta distruggendo
Dopo pochi secondi di pausa Franco riprende a dare dei col pettini in avanti, ritmati, lenti ma ben assestati, guadagnando sempre qualche centimetro in più dentro di lei e riportandola ad urlare come fosse una troia mentre viene squartata.
Chiara: no cazzo, haiiiii, porca puttana mi state facendo malese
Con mio assoluto stupore tutto ad un tratto però le sue esclamazioni cambiano, come per magià
Chiara:uuuuuuuu…..mi sta sventrandooo…fa malese…..siiiii maiale spaccami il culo, aprimi in due porco
Intanto i due la mollano, lei ora ha i piedi sul divano, potrebbe alzarsi ma non lo fa, anzi…ora c’è lui che spinge verso l’alto e lei verso il basso
Chiara:vieni amore avvicinati, è questo che volevi?E vieni a vedere come mi rompono il culo……uuuuu…siiii…cosìììì
Adesso è Paolo a salire sul divano e a mettersi con i suoi piedi ai fianchi di lei, le afferra i polpacci, li tira in alto fino a farle toccare le tette con le ginocchia, quel mostro ancora piantato nel culo, si china lentamente sopra di lei, poggia la punta dei suoi 21cm contro la figa di Chiara e…è un solo colpo, forte, deciso, potente, e in pochi istanti un altro bel palo era sparito tra le gambe di Chiara.
Chiara non grida ora, è letteralmente senza fiato, con le gambe stringe a se la schiena di Paolo che aumenta sempre di più i suoi movimenti e le sue spinte. Prima mi chiedevo..quanto può resistere il suo sfintere sotto il peso a tanta pressione? La risposta era presto arrivata, i coglioni di Franco e Paolo strusciavano fra di loro, erano arrivati a “destinazione, mi abbasso nuovamente e non vedo più l’enorme di palo di Franco, ora ne ho la certezza, Chiara ha 21cm di cazzo nella figa e altri 24cm di minchia piantati tutti su per il culo!!
Le grida di lei sotto i colpi di loro iniziano nuovamente ad essere eccessivamente sonori ma c’èra ancora Luca pronto a porre rimedio alla cosa che, piazzatosi al suo fianco non ha perso tempo a tapparle la bocca.
Eccitatissimo io le ho preso una mano portandola al mio cazzo, non era più una cosa soft, la stavamo scopando come fosse la peggiore delle troie, Franco nel suo culo, Paolo in figa e Luca le scopava la bocca mentre lei segava il mio.
Sembrammo tutti coordinati, a parte Franco che riempendole l’intestino continuava a pomparle il culo uscirono tutti, Paolo a dare le ultime segate sopra di lei, Luca che una volta spruzzati i primi fiotti in bocca fece appena in tempo ad uscire per dirigersi verso il suo ed io che mi unì a loro. Aveva sborra ovunque, sui capelli, sulle tette, in faccia, quasi non riusciva ad aprire gli occhi quanto erano pieni.
Sembrava far fatica ad alzarsi, l’aiutai a raccogliere i vestiti, lo indossa, mette le mutande nella borsetta, mi chiede dei fazzolettini per ripulirsi ma non ne ho, si passa una mano negli occhi giusto per riuscire ad aprirli un po, salutiamo con un ciao molto freddo e distaccato, apriamo la porta e usciamo.
Nella ricerca di un bagno ci imbattiamo in diverse persone, ci guardano, mi sento più in ombarazzo io che lei per come e imbrattata, i capelli ancora imbiancati e stropicciati, la faccia impastata tra sborra e trucco, un rivolo di sborra denso e appiccicoso che le penzola dal mento. Finalmente troviamo un bagno, si da una ripulita e usciamo via dal locale.
Arriviamo in macchina, salgo, aspetto che anche lei faccia altrettanto, mette una gamba dentro e sostenendosi alla maniglia cerca piano di sedersi, si lamenta dolorante!!
Io: amore non riesci a sederti, ti fa male?
Chiara: bastardo colpa tua che gli hai permesso di devastarmi il culo!!
La Prima Volta Al Privè Con Chiara
471
0
7 mesi fa
Altre storie nella categoria prime esperienze
-
carsex: la mia prima volta a campogalliano
Un violento acquazzone di fine estate rovinò i miei piani e quelli di tutta la gente invitata alla cena di gala che come ogni anno si sarebbe dovuta tenere nella piazza principale della città.
Così constatai che la mia settimana lavorativa era terminata e raggiunta la macchina, mi avviai verso l’autostrada…
Mentre guidavo c’era un idea che mi frullava nella testa: facendo l’autostrada che dal Veneto scende verso l’Emilia sarei dovuto passare da Campogalliano… tempo prima avevo sentito parlare di un posto, vicino ai laghetti, dove le coppie si incontravano a giocare. Ero già stato a fare un sopralluogo, ma non avendo trovato nessuno in giro pensavo di non aver visitato il posto giusto.
Però era un venerdì sera e forse un po’di movimento mi avrebbe confermato se il posto era quello di cui avevo sentito parlare.
Così intorno alle 23.30 uscii dall’autostrada facendo tappa a Campogalliano, raggiunsi i laghetti e finalmente mi accorsi che c’era una processione di macchine che si muoveva nel parcheggio.
Così mi fermai in un punto illuminato e scesi dalla macchina.
Dopo poco si affiancò un Nissan Frontera verde con a bordo una giovane coppia; il ragazzo alla guida mi disse: “senti noi cerchiamo uno che guardi e basta, ci stai?”
Io pensai, non mi è mai capitato di vedere una coppia in azione, come inizio non è affatto male, così dissi: “certo ragazzi, volete che vi segua?”
Loro cercarono di seminare le varie auto che incalzavano e dopo un po’mi fecero segno di fermarmi in un parcheggio in centro a Campogalliano.
Io parcheggiai e mi avvicinai al Frontera mentre loro dentro stavano gia pomiciando.
Dopo un po’che ero a guardarli dal finestrino eccitatissimo, lei allungò una mano e aprì la portiera, mi dissero: “entra pure ma guarda soltanto… e toccati”.
Io non me lo feci ripetere due volte, ero molto teso come una corda di violino… ma tutt’a un tratto mentre stavano scopando lui uscì e le venne sulla schiena!
Il disappunto di lei fu abbastanza chiaro: “ma sei già venuto? Io non ho ancora goduto, uffa…”
Allora ho preso la palla al balzo e mi sono intromesso: “se volete, a te ci posso pensare io…”
Lei abbastanza ispirata mi fece segno di avvicinarmi e mentre la baciavo sul collo e sulle tette, iniziai a toccarla, masturbandole il clitoride.
Lei dopo poco esclama: “Eh no! Non così…” e mi spinge con decisione la testa verso il basso.
Mentre inizio a darmi da fare leccandola, sento che la sua presa sulla mia testa è sempre un po’più serrata nei momenti in cui anziché leccare, le succhio il clitoride con le labbra…
Così inizio a darci dentro e succhio il suo clitoride con forza… La sua stretta ormai è forte e mi tiene attaccata a se con veemenza, finchè non viene ansimando fortemente!
Io sotto sotto ero eccitatissimo: era il mio primo incontro con una coppia e nonostante mi avessero scelto per guardare e basta, non solo mi avevano fatto giocare… ma ero anche riuscito a far godere lei leccandola!
Lei con un gran sorriso mi fece sdraiare sul sedile e me lo prese in bocca…. La situazione era talmente infuocata che neanche 5 minuti dopo ero io ad ansimare e a schizzarmi tutto sulla pancia mentre lei mi masturbava ancora….
Mi diede una leccata sull’asta e si presentò: si chiamava G., il suo compagno Max, come me!
Salutandomi mi dissero di risentirci su un sito che si chiamava 1000coppie o qualcosa del genere... ma io purtroppo quel sito non l’ho mai trovato….
Fortunatamente ne trovai altri di siti all’epoca… che mi permisero di conoscere alcune belle coppie con cui tuttora mi sento ancora…. Finchè pochi mesi fa’ approdai finalmente qui!
34730
0
11 anni fa
dott.Max,
32
Ultima visita: 1 anno fa
-
la prima volta della mia lei
Era stata già tante volte provata con vari oggetti abbondanti... giochini, bottiglietta, banana cetriolo, ecc... solo per il piacere di infilarle qualcosa di più dopo le mie penetrazoni abituali... lei piccolina, esilina, depilatina, biondina, delicata come una bambina. Rifiutava all'inizio e poi accettava per provare... ma una volta eccitata si apriva tutta e si dilatava a dismisura, bagnatissima, mentre io le garantivo che avrei preteso prima o poi, di farlo con un amico, in due dentro di lei, veri e duri... e forse lei, se li sognava dentro col pensiero proprio mentre diceva che li avrebbe rifiutati...
Poi... un giorno che la ritenevo pronta... mentre la infilavo per mezzo pomeriggio le dissi che era già stato invitato un amico fidato per la pizza con noi... perché dopo sarebbe salito in quella camera d'albergo... e che l'avevo portata a Montecatini proprio per questo. Le proteste furono molte e di varia natura ma lei ormai sapeva di essere tanto mia che non poteva rifiutarmi nulla. Unica concessione: le avrei imposto tutto io... in un modo dolce, graduale e accettabile che lei non doveva conoscere prima. Io e solo io, mi sarei ritenuto unico colpevole di tutti i suoi peccati di quella notte. Al momento opportuno l'avrei mandata in camera da sola per preparare la stanza in una penombra quasi buia, per non vederla arrossire di vergogna... e l'avrei voluta trovare nuda sotto il lenzuolo, tutta coperta, testa compresa. Alle ore 20 la feci vestire senza intimo: solo un leggero vestitino nero e tacchi un po altini. Due sole cose. Niente calze; niente slip; tettine nude. Era carinissima. Non provocante. Come sempre. Praticamente segreta. Solo io e lei sapevamo com'era sotto. Volevo che si sentisse "pronta" e diversa dal solito. Solo per mantenere nella sua mente eccitata il pensiero del misterioso amico che avrebbe visto poco dopo e che avrebbe dovuto accettare pur senza conoscerlo prima. La mente è un organo sessuale importante.
La pizza fu piacevole, con presentazione e conoscenza amichevole, senza nessun accenno al sesso. L'amico aveva i baffi: sorpresa ! Nessuno di noi la toccava: uno strano normalissimo approccio. Ognuno appariva elegante e raffinato. Modi cordiali, gentili, piacevoli. Poi.. caffè nel bar dell'albergo, come turisti qualsiasi. Poi... parlando, le misi in mano la chiave e le chiesi di salire per prima. Dopo 5 minuti entrammo noi. Buio, silenzio assoluto. Spogliati, veloci, subito sotto a quel lezuolo. Zitti. Uno per parte. L'abbiamo accarezzata tutta dolcemente, a lungo, dovunque, escluse le parti intime, con quattro mani... e mentre stava rigida l'abbiamo sentita vibrare tremolante. Poi le ho aperto la sua vagina con le dita ed era bagnatissima. Colava fino al lenzuolo, sul buchetto, fra le natiche. Allora le ho chiesto di prendere coraggio e di concederci solo le sue mani: una per ciascuno di noi. Maneggiava timidamente il mio e teneva fermo l'altro; dopo un po ho sentito che iniziava a palpare e muovere anche quello.
Il primo ghiaccio era stato facilmente superato. Tremava ancora ma ne teneva uno per mano senza rifiutarli e ora li maneggiava bene. Era pronta. L'ho baciata a lungo senza mai toglierle le mani da quei due contatti caldi... poi girata lentamente a pecorina col culo per me, l'ho infilata gradualmente nel buchino anale scivoloso e bagnato di fichetta colata. Lei è rimasta con l'altro in mano all'altezza del viso che lui le accarezzava x invitarla a prendere la decisione fatale. Superò diversi minuti di gioco, rifiutando palesemente molti inviti. Ma io la sentivo già sculettare eccitata. Poi finalmente... ad un certo punto capii che aveva aperto la bocca. Lui cominciava a godere e lei non lo rifiutava più.
Era fatta. Lei succhia molto bene quando è infilata. Si sente coinvolta e offre il meglio della sua bocca. Da quel momento in poi potevamo farle di tutto. Ovviamente con le buone maniere. Sapeva che non avrei mai permesso cattiverie. Scelsi di provarla con la doppia penetrazione. Dopo tante manovre di piacere me la misi sopra a gambe aperte e dopo averla infilata tutta davanti, la invitai a spiaccicarsi con le tettine su di me baciandola e sussurrandole di inarcare bene la schiena per alzare un pochino il culetto ed offrirlo alla cappella dell'altro. L'avevo voluta davanti per seguire sul suo viso le sensazioni che provava. La tenevo abbracciata e la sentivo vibrare tutta mentre timidamente si porgeva a quei tentativi di penetrazione. Finalmente si era rilassata e l'amico riusci a farglielo passare da quel buchino socchiuso. Lei ebbe un sussulto e fece una smorfietta. Poi vidi il suo viso disteso dal piacere e cominciò a respirare sempre più profondamente con tanta sensualità. Io sotto al mio cazzo duro che scorreva dentro la sua vagina sentivo passare l'altro che scorreva nel suo canale anale. L'altro evidentemente sentiva la presenza del mio. Lei li sentiva tutti e due mentre la forzavano e la riempivano. era bagnata e dilatata e mi colava il suo liquido umore sulle palle... lo sentivo. E soprattutto sentivo lei eccitatissima, riempita, spaventata per l'effetto nuovo e strano che provava. Non riusciva a rifiutare quel piacere diverso che prima aveva accettato solo per compiacermi e che dopo non sapeva più respingere perché ne era totalmente coinvolta. Si offriva apertamente senza più alcuna vergogna, porgendosi bene sia dietro che davanti, decisamente convinta di continuare a lungo in quello stato di benessere. Sculettava assecondando i nostri movimenti tutta piena di gioia. Tutta piena... di tutto.
In seguito non è mai stata una donna che lo chiede di proposito... è modestina... ma ha sempre dichiarato che la doppia le piace moltissimo: non la rifiuterebbe mai. Adesso che sono passati un paio d'anni è ancora più legata a me e riproviamo ogni tanto a fare incontri di sesso spinto. Preferiamo le coppie giuste, e lei sempre, riceve i complimenti per come si comporta: dicono che è brava, carina, e soprattutto ben addestrata.
coppia4455
33904
14
14 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 13 ore fa
-
Il provino
Avevo diciassette anni quando lessi su un giornale il seguente annuncio: "Si cerca ragazza maggiorenne per comparsa in film romantico ambientato a Milano. Richiesta giovane età (max 25 anni) e bella presenza. Compenso adeguato in base al tempo di ripresa. Studio di ripresa in zona Stazione Centrale". Seguiva il numero di telefono. Io non avevo ancora compiuto la maggiore età, ma volli tentare lo stesso e telefonai al numero indicato. Mi rispose una voce maschile: "Sì stiamo cercando una ragazza per un film romantico, che deve essere acqua e sapone... la ragazza della porta accanto, insomma. Il ruolo non è molto impegnativo, ma molto istintivo! Bisogna essere portate per questo ruolo, pur non essendo necessariamente attrici e pur non conoscendo tecniche di dizione". Fissai all'appuntamento e mi presentai con Sandro, un mio grande amico. Arrivammo allo studio, che dall'esterno non aveva un'aria molto rassicurante. Ci fecero entrare e ci fecero accomodare in un salotto un po' squallido, in attesa del produttore. Il produttore arrivò quindici minuti dopo e si scusò per essere arrivato in ritardo; poi iniziò a farmi domande: "Come si chiama signorina? Quanti anni ha? Le piace il cinema? Vuole fare l'attrice per gioco o per una futura professione?". Io risposi che avevo diciannove anni, che facevo quel provino per raccimolare i soldi della vacanza estiva e che il cinema era sempre stato la mia passione, fin da piccola. "Bene questo è il suo ruolo! Lei mi sembra proprio adatta a fare la comparsa. E' una ragazza piacente, acqua e sapone, con un viso innocente. Lei è proprio la ragazza che cerchiamo", incalzò il produttore. Io ero vestita con una camicetta fasciante di colore azzurro, gonna abbastanza corta blu, calze azzurre e scarpe tipo "ballerine" nere. Sotto non avevo messo il reggiseno, per evidenziare le forme delle mie tette sode e completava il mio abbigliamento uno slip nero di pizzo. Il produttore mi fece avvicinare a lui e mi disse: "Devo esaminare il suo corpo, anche se vedo che lei è una bella ragazza. Tutte le attrici devono essere viste da vicino dal loro produttore. E' per stabilire un feeling tra datore di lavoro e attrice. Se vuole lui può rimanere". Sì lui può rimanere dissi io, indicando Sandro. Io non avevo capito bene quale era il mio ruolo in quel film, ma avevo capito che mi voleva toccare e non ebbi il coraggio di rifiutarmi, visto che tenevo molto a quei soldi, che mi sarebbero serviti per andare in vacanza. Il produttore aggiunse: Io mi chiamo Enrico, diamoci del tu ed entriamo un po' in confidenza. Fammi sentire il tuo seno". Enrico iniziò ad accarezzarmi il seno e i miei giovani capezzoli, sentendosi accarezzati, si irrigidirono e divennero turgidi, facendosi notare da sotto la camicetta. Lui disse che gli piaceva il fatto che io fossi così sensibile alle carezze di un uomo quasi maturo e fece per sollevarmi la gonna. "No, non può farlo, signore", dissi io. Lui rispose che era necessario e io acconsentii alla sua richiesta, Mi sollevò la corta gonna dietro, lasciandomi il culetto con le calze, ma scoperto. "Bel culo, ragazza! Complimenti... si proprio un bel culo! Sodo al punto giusto e poi tu hai solo diciannove anni...", disse Enrico. Guardai Sandro che seguiva attentamente le mosse di Enrico, quasi fosse un cane da guardia. Enrico continuava nel suo ruolo di produttore-esploratore: mi slacciò lentamente la camicetta e ispezionò con le mani il mio seno. Io ero confusa, non sapevo se permettere a quell'uomo di accarezzarmi o dargli uno schiaffo ed allontanarlo da me. Optai per la prima scelta, lui continuò a toccarmi, palparmi, strizzarmi i capezzoli e ad un certo punto mi disse: "Complimeti Sonia, hai proprio dei bei foruncolini. Lascia che te li lecchi". Io annuii con il capo e mi ritrovai con la sua lingua sui miei seni. Mi leccava insistentemente e tirava i miei capezzoli con i denti. Io godevo per quel trattamento inaspettato, ma sicuramente piacevole. Guardai di sfuggita Sandro e vidi che qualcosa si era gonfiato sotto i suoi pantaloni. Anche lui si stava eccitando, ma non lo voleva dare a vedere. Poi il produttore mi disse: "Dai, ora togliti la gonna". Io feci quello che mi fu richiesto, ma senza togliere le scarpe, che interferirono con la discesa della gonna. Io ho sempre pensato di avere dei brutti piedi e proprio i piedi sono sempre stati per me motivo di complesso; per questo non volevo togliere le scarpe, ma Enrico mi apostrofò in modo secco: "Ma non hai grazia... che casino stai facendo... non puoi togliere la gonna senza togliere prima le scarpe! Via le scarpe! E poi sfila la gonna, senza farmi perdere la pazienza... Non ho tempo da perdere io, sono un produttore e devo provinare ancora molte donne oggi". Io mi levai le scarpe e subito dopo la gonna. Enrico mi chiese poi di levarmi la camicetta ed io eseguii il suo ordine, senza farmi pregare. Ero rimasta con le calze e le mutandine. Poco dopo giunse un altro ordine perentorio dal produttore: "Togliti tutto, ormai non hai altra scelta". In effetti la scelta l'avevo: avrei potuto rivestirmi ed andare via, sbattendo magari la porta. Sentivo gli sguardi di Enrico e Sandro, che scrutavano palmo a palmo il mio corpo di giovane donna. Ero eccitata, a tal punto che quando Enrico mi passò ripetutamente il dito in mezzo alla figa, sentì che ero completamente bagnata. La mia figa era diventata un lago! Probabilmente mi ero bagnata anche la parte superiore delle gambe... la mia figa colava come non mai. "Va bene, a questo punto chiamo Rocco e il cineoperatore e tu mi fai vedere che cosa sai fare. Devi farti scopare senza fiatare, fare pompini e baciare in modo appassionato", disse il produttore. "Ma che razza di film è?", ribattei io. Lui sorrise, dicendo che era impossibile che non avessi ancora capito di che film si trattava: era un film porno, in cui io avevo la parte della ragazza della porta accanto, acqua e sapone, ma tanto, tanto porca. Insomma una ragazza aperta a tutte le esperienze! Enrico aggiunse anche che il mio cachet era alto e dovevo meritarmelo. Io avevo un tremendo bisogno di quei soldi e accettai la cosa, senza ribattere. Lui telefonò a Rocco (non Siffredi, purtroppo) e poi mi portò in braccio in un'altra stanza, seguito dal fido Sandro. Mi stese su un letto e mi disse che attendevamo l'arrivo di Rocco, l'attore principale, e del cineoperatore. Poco dopo i due uomini arrivarono. Rocco si spogliò in modo veloce, mostrando un fisico perfetto e prestante. Ora io ero nuda davanti a quatro uomini: Enrico, Sandro, Rocco e il cineoperatore. Rocco mi baciò ripetutamente e io sentivo la sua lingua che si avvinghiava alla mia, producendomi un piacere sfrenato. Poi Rocco mi mise a pecorina e mi infilò il suo lungo uccello, senza tanti complimenti. La mia figa era aperta e vogliosa e non offrì alcuna resistenza. Mi pompò per parecchio tempo, facendomi dondolare in avanti e indietro le tette penzolanti. Fu una cosa sconvolgente, che io alla mia verde età non avevo mai provato. Poi Rocco si fece fare un lungo pompino e mi fece i complimenti, dicendomi: "Brava Sonia, sei molto brava con la bocca. Davvero un bel pompino! E poi sai ingoiare interamente anche un uccello lungo come il mio. Non soffocarti però!". A me era venuta un po' di tosse, perchè quell'uccello lungo e duro mi era arrivato fino in gola. Sputai un po' di saliva e tutto passò in fretta. Rocco mi scopò ancora in diverse posizioni e io raggiunsi più di un orgasmo. La mia figa era squassata dai quei colpi forti e decisi, ma io ero tremendamente contenta di quell'esperienza. Venivo sbattuta davanti a quattro uomini. Ero diventata improvvisamente una puttana! Poi il produttore mi disse: "Ora dovrai dare il culo a Rocco, che ti sfonderà senza pietà". "Ma io non ho mai avuto rapporti anali! No, non posso... il culo no! Accontentati della mia figa, delle mie tette, della mia bocca... Il culo no!", dissi io, supplicando il produttore. Lui insistette e io alla fine acconsentii. Mi sarei fatta sfondare il culo per un pugno di soldi. Rocco mi fece penetrare molto gel nel buco del culo, dicendomi che quel gel avrebbe aiutato l'introduzione del pene. Poi provò ad appoggiare il suo uccello al mio buco: che sproporzione, un buchetto stretto e quasi chiuso contro un uccello di grossa sezione e per di più lungo come una bottoglia di Coca Cola! Rocco appoggiò la sua cappella al mio buco... premette... premette... ma il mio buco non si spalancò"! "Enrico non c'è niente da fare, non posso inculare questa ragazza. Il suo buco è vergine e troppo stretto, se spingo rischio di mandarla al Pronto Soccorso. Non posso sfondarla!", disse Rocco. Enrico era sconsolato, ma anche scocciato per aver perso inutilmente tempo con me. "Sonia avevi ben letto che dovevi avere rapporti anali. Era inutile che ti presentavi qui, se non avevi mai provato a farti sfondare il culo. Ora dovrai risarcirmi i danni per questo incidente di percorso", disse adirato Enrico. In effetti sull'annuncio non appariva una parola circa il ruolo dell'attrice, ne tantomeno che doveva essere scopata e sfondata analmente. Avevo però capito che cosa voleva Enrico e mi concedetti a lui e poi al suo cineoperatore. Mi scoparono a loro piacimento, in tutte le posizioni possibili, lasciandomi sfinita per quel duro lavoro. L'unico che non partecipò al gioco fu il mio grande amico Sandro: lui quel giorno fu solo uno spettatore in prima fila e si accontentò, alla fine, di farsi una sega e venirmi sul seno. Grande Sandro, grazie di esistere.
27977
0
12 anni fa
soniaslave,
42
Ultima visita: 11 anni fa
-
TRIANGOLO IN VACANZA
Era ormai la fine del mese di agosto e come tutti gli anni io e Andrea avevamo deciso di partire per concederci una vacanza lontano dal rumore e dal caos.
La meta scelta per la vacanza di quell’anno era la Sardegna.
Avevamo preparato la nostra attrezzatura da campeggio e il poco necessario per passare tre settimane in assoluta tranquillità immersi nella natura.
Quindi ci imbarcammo sul traghetto a Genova con tutto il desiderio di ritrovare la pace che da mesi non riuscivamo ad avere a causa del lavoro molto pesante.
Arrivammo pieni di entusiasmo sull’adorata isola e ci dirigemmo verso
il campeggio che avevamo scelto consultando internet. Era un semplice campeggio “alla buona” gestito da piemontesi. Aveva anche una parte di spiaggia destinata al naturismo, cosa che ogni tanto ci capita di fare.
Piazzammo la nostra tendina in un luogo bellissimo del campeggio a due metri dalla riva del mare. Di fianco a noi c’era una famiglia composta da una bella coppia giovane con una bambina. Venivano da Roma e si sarebbero fermati per due settimane.
Scambiammo qualche parola per presentarci e provammo subito simpatia reciproca.
Il posto era incantevole, si sentivano le onde del mare infrangersi contro la riva e di notte il rumore del mare ci accompagnava nel sonno.
La mattina presto facevamo il bagno e, dopo colazione, ci recavamo alla spiaggia naturista. I nostri vicini non venivamo mai in quella spiaggia, sostenevano che non fosse educativo per la bambina, ma ogni tanto, guardando verso la direzione in cui c’era la nostra tenda li vedevamo guardarci con il binocolo.
Passavamo le nostre serate in loro compagnia, si cenava insieme avendo le tende vicino e poi si passeggiava nel paese.
Nei giorni che seguirono, mentre facevo il bucato, venni distratta dalla vista di un ragazzo molto affascinante, che stava risciacquando alcuni indumenti da motociclista.
Rimasi colpita dal fisico statuario di quell’uomo: dall’aspetto dimostrava all’incirca 35 anni, molto alto, magro, scuro di carnagione, testa rasata e un paio di occhiali scuri che gli coprivano gli occhi. Indossava dei pantaloncini da mare colorati che lasciavano immaginare la forma del suo pene, di modesta grandezza.
Nelle ore successive, ogni scusa era buona per andare nella zona dei servizi: il lavaggio dei denti, la toilette, il bucato, i piatti… finché notai poco distante dalla nostra tenda, la sua moto da enduro parcheggiata nei pressi di una piccola tendina, ma del bel ragazzo non c’era traccia.
La sera stessa ci incrociammo al solito posto con entrambi la trousse della toilette in mano; andai a sbattergli contro senza volerlo, mi fece un sorriso che ricambiai.
Raggiunsi Andrea che nel frattempo era in tenda e gli raccontai l’accaduto; capì subito che mi potesse piacere un tipo così e mi confessò che lo aveva visto la mattina prestissimo, alla spiaggia naturista.
Mi disse anche che era dotato di un pene molto grande e che se avessi voluto incontrarlo e vedere da me le misure di cui parlava, sarei dovuta andare alla buon’ora alla spiaggia naturista.
Scherzavamo molto su questo argomento, non avevamo mai condiviso alcuna esperienza di sesso con altre persone, avevamo sempre e solo espresso le nostre fantasie. Stavamo insieme da ormai 9 anni ma l’idea di mettere in pratica certe fantasie non mi sfiorava minimamente. Il mio compagno invece era determinato a provare e ogni occasione era buona per cercare di fare emergere il mio lato nascosto.
Andrea aveva capito che volevo conoscere meglio quel ragazzo, mi eccitavo ogni volta che ne parlavo, dimostrando imbarazzo e nervosismo. La mattina successiva perciò ci recammo alla spiaggia naturista.
Arrivati stendemmo il nostro telo sulla sabbia e ci tuffammo nell’acqua fresca.
Al nostro ritorno alla riva, vicino a noi si era appena sdraiato il mio principale pensiero in quel momento e Andrea ne approfittò per presentarsi subito.
Il suo nome era Salvatore e veniva da Pescara. Con molto imbarazzo in quanto ero nuda, mi presentai e gli strinsi la mano con molta energia.
Appena mi fu possibile buttai un occhio alla sua zona pelvica e notai che Andrea non si era sbagliato circa le misure. Era in effetti ben dotato; ero bagnata non solo dall’acqua del mare. Parlammo tutta la mattina, poi ci tuffammo insieme e ben presto tra noi ci fu un rapporto confidenziale. Ci disse che era in vacanza solo perché, poco prima della partenza, aveva bisticciato con la fidanzata e si erano lasciati.
Così con pochi stracci e la sua tendina era partito con la moto in cerca di svago: un po’ come noi.
Le nostre giornate erano veramente entusiasmanti, era una persona estremamente gentile e con tanta voglia di divertirsi. Eravamo sempre insieme e condividevamo il nostro spazio con lui durante la cena, essendo il nostro posto tra i più belli del campeggio. A noi si univa la famigliola di Roma. Erano dei bei momenti, ma quando restavamo soli provavo imbarazzo perché credevo che leggesse nel mio sguardo tutto il desiderio che provavo per lui.
Al nostro gruppo si unirono altre coppie, gente da tutta l’Italia e avevamo formato il gruppo più rumoroso del campeggio.
Era una vacanza splendida e spensierata.
Decidemmo una sera di recarci tutti presso un agriturismo dell’entroterra dove, a detta di chi era già stato, si mangiava molto bene. Decidemmo di andare tutti, eravamo una quindicina.
Salvatore venne in auto con noi, guardavo dal sedile posteriore i due uomini seduti davanti: Andrea guidava con attenzione e ne ammiravo il suo profilo che tanto amavo. Dall’altra parte Salvatore, un uomo che avevo conosciuto da appena pochi giorni e che mi sembrava di volerlo scopare da sempre. Non ce la facevo più a contenere la voglia di strappargli un bacio e una carezza, ma mantenevo la compostezza che mi caratterizzava, aspettando di raggiungere il ristorante.
Giunti a destinazione mi sedetti vicino a lui. Intanto annusavo il profumo che emanava, un odore forte e speziato; indossava un paio di jeans e una camicia bianca piena di piccoli bottoni, sembrava morbida. La mia voglia di toccarlo aumentava per il fatto di averlo così vicino a me e di poterlo sedurre.
Mi sentivo molto sexy quella sera, avevo indossato un vestitino nero leggero, scollato e con gli spacchi laterali che lasciavano intravedere le mie gambe abbronzate e l’intimo nero composto da un perizoma e da un reggiseno in pizzo imbottito.
Andrea sedeva di fronte a me e mi guardava con sguardo intenso e innamorato. Sapeva che avevo voglia di saltare addosso a Salvatore, aspettava solo il momento migliore affinché succedesse. Mi conosceva da molti anni e sapeva che se desideravo una cosa potevo fare di tutto per averla e quello era il momento giusto…lo aveva capito prima lui di me.
Durante la cena, incrociando lo sguardo di Andrea, cercavo il contatto con Salvatore. Appoggiavo la mia gamba nuda contro la sua; gli presi la mano tra la mia e, coperti dalla tovaglia, la stringevamo, talvolta gli toccavo la gamba fino quasi a sfiorargli quella massiccia protuberanza che mi incuriosiva toccare.
Il mio sguardo era quello di una donna vogliosa di uscire da lì e di farmi sbattere nel primo luogo appartato e soddisfare il mio desiderio. Guardavo mio marito negli occhi mentre toccavo un altro uomo, noncurante della gente intorno che mangiava e beveva senza accorgersi di nulla.
Anche Salvatore mi toccava le gambe, ogni tanto faceva cadere il tovagliolo per poterlo recuperare e baciarmi la coscia; io mi accorgevo di essere bollente in viso ma anche nella mia vagina. Con i piedi cercavo Andrea di fronte a me che era vigile e meravigliato a quella vista di me così porca.
Tutto terminò così, la cena volse alla fine e ognuno riprese ad andare nella propria auto per il ritorno al campeggio.
Nuovamente presi posto sul sedile posteriore e i miei due uomini sedettero davanti. Eccitata dalla situazione insolita che stavo vivendo, con la mia parte nascosta estremamente bagnata, senza pensarci due volte mi precipitai sul sedile anteriore del passeggero e mi sedetti a cavalcioni su Salvatore.
Meravigliati Andrea e Salvatore rimasero a bocca aperta. Io ero eccitata, bagnata e avevo voglia che Salvatore mi toccasse e capisse quanto lo volevo. Guardandolo negli occhi mi muovevo sul suo pene ancora sacrificato nei jeans e alternavo lo sguardo con gli occhi verdi di mio marito. Gli sbottonai la camicia e toccai quei pettorali che da tanti giorni volevo toccare. Iniziai a baciarlo e a toccarlo, muovendomi con foga per cercare il piacere da quel contatto. Mi spostò lo slip per mettere un dito dentro la mia parte umida e bollente e mi sentivo gemere dal piacere. Andrea, che aveva accostato a bordo strada, mi baciava e mi palpava il seno. Il mio vestito era sparito e semi nuda cercai la bocca di entrambi per non fare mancare niente a nessuno dei due.
Mentre i miei due uomini mi toccavano ovunque, pensai che avrei desiderato fare questa esperienza in un luogo più comodo, ma avrei interrotto un’atmosfera di eccitazione che forse non si sarebbe più presentata.
Così, ormai priva di ogni indumento, mi avvicinai al cazzo di Andrea, lo tirai fuori dai pantaloni e dagli slip e iniziai a leccarlo non facendo mancare niente alle zona pelvica, poi lo presi in bocca e lo succhiai con tutto l’entusiasmo possibile. Intanto Salvatore con una mano mi toccava il seno e con l’altra mi mise due dita dentro, agitandole con energia. Non riuscivo a contenere l’eccitazione, mi sembrava di esplodere.
Continuavo a succhiare il membro di Andrea e intanto Salvatore, prese dalla tasca un profilattico, lo infilò e mi mise in ginocchio, alla pecorina. Mi rigirò senza alcuna fatica; il suo pene enorme entrò senza problemi, ero molto lubrificata.
Con poche spinte, toccandomi la clitoride nello stesso momento, esplose in un orgasmo interminabile. Rimase dentro di me anche dopo aver goduto,
per mia fortuna, intanto io succhiavo a non finire, interrompendo ogni tanto il movimento per farlo durare di più. Il cazzo di Salvatore aveva ora una dimensione più piccola, ovviamente, ma era comunque piacevole.
Anche Andrea non riusciva più a contenere la voglia di godere e
venne nella mia bocca; io, in questo clima insolito e caldo, sentivo le mani di Salvatore che mi tenevano i seni, il suo cazzo dentro di me si muoveva al ritmo regolare e dalla mia bocca usciva lo sperma caldo di mio marito: mi lasciai andare anch’io ad un orgasmo intenso e terribilmente dolce.
Ripresi da quella esperienza mozzafiato, ci guardammo tutti e iniziammo a ridere, non so perché, forse al pensiero delle posizioni assunte nella nostra piccola automobile.
Da quella sera le nostre vacanze presero un aspetto diverso…tutto cambiò in campeggio: quando andavo a fare la doccia incontravo Salvatore, poi entrava anche Andrea e sotto il getto dell’acqua mi sentivo toccare da tutte quelle mani e baciare dalle loro bocche; nella spiaggia naturista eravamo tutti e tre in continuo contatto, nuotavamo al largo per riuscire a toccarci senza che nessuno ci vedesse e le nostre serate nella tenda in riva al mare erano allietate da belle risate post orgasmiche.
Tutti capirono tutto ma nessuno disse niente, ciò che ci rendeva felici era il fatto di aver trovato un nuovo modo di vivere la nostra sessualità di coppia, oltre che un amico di giochi instancabile e sincero.
Le nostre ferie terminarono in breve tempo, tutti dovevamo tornare alle nostre vite. Salvatore al suo rientro in Abruzzo ritrovò la sua fidanzata, parlarono, si chiarirono, lei seppe della nostra avventura estiva…E’ stato cosi che io e Andrea abbiamo iniziato a fantasticare sulle nostre future vacanze insieme a loro.
26678
6
10 anni fa
insiemea,
44/41
Ultima visita: 7 anni fa
Commenti