Adoro le domeniche in moto col bel tempo e quindi ho pensato di integrare il mio annuncio su questo sito invitando singole per un giro in moto anche di natura erotica.
Ricevo un messaggio da Cristina singola di Modena che si definisce zavorrina.
Ci accordammo per la domenica di ieri 29/05/2023 di vederci al parcheggio del casello autostradale di MN sud. Lei alle 8.30 arriva puntuale, felicissima, tutta ben truccata, foulard di seta annodato in testa, occhiali da sole, jeans con protezioni, maglietta a maniche corte. Scende dall’auto e scarica il giubbino da moto, guanti, fascia per il collo e casco. Si avvicina sorridendo e mi dice:
“Fammi vedere questo gioiellino! Stupenda!” disse, girando intorno alla moto “questo colore rosso è come piace a me.
Dai che non vedo l’ora di partire”.
Nel bauletto sistemammo l’occorrente per sdraiarci sull’erba, alcune bibite e un po’ di frutta.
Partiamo con destinazione Lago di Garda.
Durante il viaggio sentivo le tette di Cristina sulla schiena, suscitando in me fantasie.
Cristina 50enne ha un corpo, senza falsa modestia, da fare invidia ad una trentenne, seno terza misura, belle gambe tornite, fianchi prominenti, un posteriore di belle forme e dimensioni, un bel viso curato e truccato, mani splendide con unghie curatissime e smaltate con colori raffinati.
Saranno state le vibrazioni della moto quando mi ritrovai con il cazzo ben indurito tanto da dovermi sollevare leggermente dalla sella per sistemarlo meglio.
“Cosa fai? Non fare acrobazie! Guarda che ci sono io qui dietro di te!”
“Non preoccuparti. Mi stavo solo sistemando il cavallo dei pantaloni”
“Capisco!” e spostò le sue mani dalla vita alle cosce; sentivo molto bene attraverso i pantaloni il calore delle sue mani, così come sentivo molto bene i piccoli movimenti verso il mio inguine.
Gli dissi: Cris se non stai ferma alla prima capezzagna mi fermo e addio lago.
Fortunatamente si è calmata con un sorriso.
Arrivammo in zona lago e ci fermammo per una veloce colazione. Lei andò in bagno e poi su in moto destinazione un noto locale per motociclisti dove oltre che mangiare e bere si puo ascoltare ottima musica e dialogare.
Arrivati parcheggiamo dove troviamo visto l’afflusso di moto, ordiniamo da mangiare ed andiamo a sederci.
Faccio il cavaliere e vado a prendere io cibo e bere.
Arrivo al tavolo e prendo la busta con dentro tovagliolo e posate e con mio stupore la trovo aperta con dentro un qualcosaq di strano faccio per estrarre quel qualcosa e mi accorgo che è un perizoma. Cris mi guarda e mi dice…scusa ma prima in bagno le ho tolte e non sapevo dove metterle. Che maiala
Pranziamo riprendiamo la moto e andiamo a fare un giro canti pochi chilometri abbandono la gardesana e mi infilo in una strada secondaria. Ci fermiamo in prossimità di una zona boscata e gli dico: scusa ma devo controllare una cosa…voglio vedere se quelle mutandine erano di ieri o se veramente prima te le sei tolte.
Spento il motore della moto, ci avviammo verso un prato, srotolai la grande stuoia, poggiai bibite e fruttai e mi sdraiai sopra. Nel frattempo Cris si tolse i pantaloni coprendosi con la magliette un po lunga “Così sono più comoda, i pantaloni anche se leggeri mi danno sempre un po’ fastidio in mezzo alle gambe e poi così sono più signora!”
Si accomodò accanto a me, togliendosi le scarpe.
“Vieni qui tesoro! Metti la testa sulle mie gambe. Ho voglia di cicciolinare un po’. Mi sembra proprio il momento giusto. Così appoggiai la testa sulle sue cosce ed iniziò ad accarezzarmi fra i capelli, lentamente, dolcemente. “non hai niente da dirmi?”
“Beh! Ora sono rilassato e felice con te e le mie conoscenze, anche femminili,“Dai raccontami un po’ le tue fantasie. Ad un tratto, sorridendo felice, mi fece alzare dalle sue cosce, si spostò dalla sua posizione e si sistemò in ginocchio seduta sui talloni mettendo la mia testa tra le sue gambe.
Fu allora che sentii uno strano profumo, un profumo che penetrò le mie narici, intenso e gradevole che conoscevo bene.
Continuavo nel racconto dei miei desideri ad occhi socchiusi. Sentivo che Cristina muoveva leggermente il bacino e apriva e chiudeva quasi impercettibilmente le cosce; non capivo perché lo facesse. Aprii bene gli occhi e vidi Cristina con gli occhi socchiusi che si mordeva il labbro inferiore, stava silenziosamente godendo mentre io raccontavo particolari piccanti e a volte sconci dei miei desideri sessuali.
Le sue carezze diventavano più intense ed allora sposto la sua mano sul mio petto per farmi accarezzare il torace e titillare con le unghie i miei capezzoli che sono molto sensibili.
Io continuavo a parlare perché volevo vedere dove lei sarebbe arrivata e cosa avrebbe fatto dopo.
I miei pantaloni scoppiavano. Sentivo la sua mano scendere e ad un tratto sentii la mano entrare dentro i miei pantaloni ed il palmo caldo sul mio uccello.
Dopo un bel massaggio al cazzo mi disse
“Dovrei andare a fare pipì. Di là c’è un chiosco e penso che dovrebbe esserci anche una toilette. Mi accompagni?”
“Si, volentieri, dai! andiamo” Lasciando tutto sull’erba e dirigendoci verso il chiosco che stava ad alcune centinaia di metri da noi.
Ordinammo un paio di caffè e Cristina chiese della toilette “E’ sul retro del chiosco, signora. La porta però è difettosa e forse è meglio che il suo accompagnatore le tenga chiusa la porta”
“Grazie. Hai sentito? Accompagnami per favore”
Appena entrata nella toilette Cristina mi chiede di tenere chiusa la porta. Cosa che non feci. Mi piaceva troppo sentire lo scroscio della pipì nell’acqua del water poi tornammo verso la coperta sotto l’albero.
Cris mi chiese un attimo di pazienza per andare alla fontanella, si lavò le mani e inumidì qualche cosa che al momento non capivo fosse.
Tornati alla nostra stuoia stavamo per sederci quando Cris mi disse “coprimi alla vista per favore, devo fare una cosa. Ci metto un attimo”
Così mi posizionai di fronte a lei e rimasi lì fermo immobile.
“Non guardare, chiudi gli occhi devo fare una cosetta alla mia patatina” mi disse “devo pulirmi meglio, altrimenti dopo mi brucia”
Feci finta di chiudere gli occhi non resistendo alla tentazione.
La visione fu tremendamente eccitante: Cris si mise in ginocchio, aprì le gambe, sollevò di poco la gonna e infilò sotto la mano che stringeva alcuni fazzoletti di carta che aveva imbevuto di acqua le sue mutande di pizzo. Si stava rinfrescando. Io ero in visibilio, rosso paonazzo come un peperone. Il cazzo mi faceva male da quanto era duro.
“Ho finito, apri pure gli occhi. Mi sono accorta cha hai sbirciato, porcellino!”
Cristina allora si sedette ancora sul cuscino gonfiabile.
“Vieni qui appoggiati alla mia coscia” e nel farlo sentii subito l’intenso profumo che avevo sentito prima. Non sapevo bene cosa fare.
Ero perplesso e lei cogliendo questo mio stato “Stai tranquillo, ora ci pensa Cristina a te! Vedrai però che quanto succederà è un nostro segreto”
“Giuro” risposi sorridendo.
“Io mi occupo di te e poi tu ti occupi di me, va bene?”
“Certo Cristina! Con piacere! Lo sai che stravedo per te farei qualunque cosa tu mi chiedessi”
“Bene allora apri i jeans, sdraiati e lasciami fare”
Cristina infilò una mano nei jeans, scostò l’elastico dei miei slip e mi afferrò l’uccello; sobbalzai “Calmo tesoro, calmo! Non ti agitare! Chiudi gli occhi e lasciami fare”
Andò direttamente ai testicoli per accarezzarli e scaldarli, valutando il loro riempimento e poi è risalita verso l’alto, sistemando il cazzo che è diventato perfettamente dritto con la cappella che spuntava dalla patta aperta quasi completamente. Cristina iniziò a toccarmi delicatamente sulla parte inferiore della cappella, la cinse con indice e pollice e iniziò a stringerla e rilasciarla. Questo lavorio di dita mi mandò in visibilio.
Lei se ne accorse e da esperta quale era disse “Calmo, falla durare il più possibile. Non venire!”
Con tutte le mie forze mi trattenni.
“Ecco bravo respira profondamente, ora ti faccio godere” e tolse la mano.
Prese dalla borsetta un tubetto di crema per le mani se la spalmò per bene e riprese a massaggiarmi “Così va meglio vero? Non voglio fare male al mio amore!”
Ora era molto meglio di prima ed era difficile non venire. Quando Cristina si accorse che stavo per venire, le afferrai il polso e lei iniziò a stringere andando su e giù con la mano “Vieni amore, vieni nella mia mano. Mi piace sentirti sborrare. Ho voglia di gustarmi il sapore della tua sborra”. Quelle parole furono come un tappo che apre una bottiglia di spumante, così versai sulla sua mano tutto il mio seme che subito dopo Cristina la portò alla bocca e leccandola avidamente “Ottima, stupenda! Era da molti giorni che non ne assaggiavo di così buona!”
Mi sarei voluto sollevare per baciarla ma lei “Stai giù rilassati, ora sei più tranquillo vero?” ed io annuii con la testa.
Mi aveva ucciso! Avevo avuto un orgasmo molto forte.
Durante quel suo massaggio ho pensato a lei in tante posizioni ma anche a Elisa, sua figlia che per farmi arrapare e poi venire non era certo inferiore alla madre.
Passarono alcuni minuti e Cristina mi chiese “vieni qui davanti a me, sdraiati a pancia in giù. Non preoccuparti tanto non ci nota nessuno” e così feci.
Mi sdraiai di fronte a Cristina che tese la sua gonna a pieghe tanto quanto bastava per farmi vedere la sua figa ben tenuta come sempre “Ti piace amore? Non è quella di una ragazzina ma come ben sai è ancora attiva. Che te ne pare del profumo?”
Non potevo creder ai miei occhi; avevo davanti a me una figa splendida. Era diversa da quella figa che la notte prima avevo visitato ma non visto. Era perfettamente curata, solo una piccola striscia di peli non lunghi castani poco sopra le grandi labbra carnose che alla loro congiunzione superiore mostravano un significativo rigonfiamento.
“La vedi bene? Vedi in alto poco sotto i peli? Vedi quel rigonfiamento? Aspetta che ti faccio vedere meglio”
Cristina infilò una mano sotto la gonna e con due dita allargò le grandi labbra “Vedi il bottoncino? Quello è il clitoride, come sai godo molto quando me lo tocco, diventa più lungo e duro come un piccolo cazzettino”
Stamane prima che venissi a prendermi sono andata da un estetista maschio che mi ha fatto un piccolo trattamento e me lo ha ingrossato un pochino. Ti pare che il risultato sia soddisfacente?”
Risposi “Mi sembra che abbia fatto un lavoro eccellente”
“Ora toccami lì ti prego!”
Allungai una mano sotto la gonna e sfiorai con un dito il clitoride di Cristina che sospirò profondamente “dai più forte, vai su e giù!”
Feci come lei mi chiedeva e titillai il clitoride salendo e scendendo con un dito. Più che vedere sentivo il profumo degli umori della figa al momento il cui si spandevano sulle grandi labbra.
Cristina portò le braccia dietro e si poggiò con le mani a terra “Dai, dentro e fuori, dentro e fuori come hai sempre fatto! Che bello! Non fermarti daiiiii! Continua così daiiiiii!”
Cristina era partita, non capiva più niente e pensava solo a godersi quel momento di sesso esibito sul prato e faceva fatica a controllarsi “Vieni, leccala voglio sentire la tua lingua, vuoi?”. Non era necessaria una risposta.
Lei sollevò leggermente la gonna ed io potessi avvicinarmi in modo da arrivare alla sua figa. Il profumo intenso e particolare della sua figa mi era entrato nelle narici ed era bello averlo sempre lì. Per come si era distesa riuscii a passare la lingua sul clitoride.
“Vengoooooo, non smettere vengoooooooo!!” detto non urlando ma voce soffocata. Così mi ritrovai con il viso bagnato degli umori di Cristina che si lasciò andare distesa sul prato ed io sotto la sua gonna. Chi fosse passato lì mi avrebbe ritenuto molto fortunato e se fosse stato un puritano mi avrebbe bollato come erotomane.
Lei distesa non si muoveva si godeva la fase post orgasmica. Ancora pochi minuti per riprendersi dall’orgasmo e Cristina era già pronta per venire un’altra volta. Questa volta però voleva il mio cazzo dolorante per la rigidità e ben voglioso di accoppiarsi con lei.
“mettiti giù e abbassati un po’ i pantaloni”
Cristina era già senza mutandine, mi scavalcò e si abbassò sul mio ventre con la figa umida e scivolosa; si alzò un poco tanto quanto bastava per impugnare il mio cazzo e infilarselo in figa, strabuzzando gli occhi e gemendo di piacere. N non seppe resistere alla tentazione di cavalcarmi furiosamente, facendo comunque attenzione che la sua gonna coprisse bene le nostre parti intime da sguardi indiscreti.
Andava su e giù, si strusciava sentivo i suoi spruzzi, sentivo colare il suo succo
“cazzo! vieni sborrami nella figa! Senti come è bagnata! Fammi sentire la tua sborra calda! Poi a casa voglio berti tutto”
Ero pieno di sborra ed eccitatissimo. Non mi trattenni più, presi la Cristina per i fianchi e cominciai ad agitarmi, amplificando i suoi movimenti, inarcai la schiena e schizzai potenti getti di sperma.
Cristina si mordeva le labbra per non urlare ed infine si lasciò andare sul mio petto. Rimasi dentro di lei fino a che il mio cazzo non fece capolino all’esterno della vulva.
Cristina si sdraiò al mio fianco “Grazie tesoro, era da tempo che non godevo così” e dicendo queste parole si infilò una mano sotto la gonna per raccogliere qualche goccia di sperma che leccò lascivamente.
“Adesso andiamo a casa perché non crederai di aver finito, il pomeriggio è lungo
una domenica in moto
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7 mesi fa
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carsex: la mia prima volta a campogalliano
Un violento acquazzone di fine estate rovinò i miei piani e quelli di tutta la gente invitata alla cena di gala che come ogni anno si sarebbe dovuta tenere nella piazza principale della città.
Così constatai che la mia settimana lavorativa era terminata e raggiunta la macchina, mi avviai verso l’autostrada…
Mentre guidavo c’era un idea che mi frullava nella testa: facendo l’autostrada che dal Veneto scende verso l’Emilia sarei dovuto passare da Campogalliano… tempo prima avevo sentito parlare di un posto, vicino ai laghetti, dove le coppie si incontravano a giocare. Ero già stato a fare un sopralluogo, ma non avendo trovato nessuno in giro pensavo di non aver visitato il posto giusto.
Però era un venerdì sera e forse un po’di movimento mi avrebbe confermato se il posto era quello di cui avevo sentito parlare.
Così intorno alle 23.30 uscii dall’autostrada facendo tappa a Campogalliano, raggiunsi i laghetti e finalmente mi accorsi che c’era una processione di macchine che si muoveva nel parcheggio.
Così mi fermai in un punto illuminato e scesi dalla macchina.
Dopo poco si affiancò un Nissan Frontera verde con a bordo una giovane coppia; il ragazzo alla guida mi disse: “senti noi cerchiamo uno che guardi e basta, ci stai?”
Io pensai, non mi è mai capitato di vedere una coppia in azione, come inizio non è affatto male, così dissi: “certo ragazzi, volete che vi segua?”
Loro cercarono di seminare le varie auto che incalzavano e dopo un po’mi fecero segno di fermarmi in un parcheggio in centro a Campogalliano.
Io parcheggiai e mi avvicinai al Frontera mentre loro dentro stavano gia pomiciando.
Dopo un po’che ero a guardarli dal finestrino eccitatissimo, lei allungò una mano e aprì la portiera, mi dissero: “entra pure ma guarda soltanto… e toccati”.
Io non me lo feci ripetere due volte, ero molto teso come una corda di violino… ma tutt’a un tratto mentre stavano scopando lui uscì e le venne sulla schiena!
Il disappunto di lei fu abbastanza chiaro: “ma sei già venuto? Io non ho ancora goduto, uffa…”
Allora ho preso la palla al balzo e mi sono intromesso: “se volete, a te ci posso pensare io…”
Lei abbastanza ispirata mi fece segno di avvicinarmi e mentre la baciavo sul collo e sulle tette, iniziai a toccarla, masturbandole il clitoride.
Lei dopo poco esclama: “Eh no! Non così…” e mi spinge con decisione la testa verso il basso.
Mentre inizio a darmi da fare leccandola, sento che la sua presa sulla mia testa è sempre un po’più serrata nei momenti in cui anziché leccare, le succhio il clitoride con le labbra…
Così inizio a darci dentro e succhio il suo clitoride con forza… La sua stretta ormai è forte e mi tiene attaccata a se con veemenza, finchè non viene ansimando fortemente!
Io sotto sotto ero eccitatissimo: era il mio primo incontro con una coppia e nonostante mi avessero scelto per guardare e basta, non solo mi avevano fatto giocare… ma ero anche riuscito a far godere lei leccandola!
Lei con un gran sorriso mi fece sdraiare sul sedile e me lo prese in bocca…. La situazione era talmente infuocata che neanche 5 minuti dopo ero io ad ansimare e a schizzarmi tutto sulla pancia mentre lei mi masturbava ancora….
Mi diede una leccata sull’asta e si presentò: si chiamava G., il suo compagno Max, come me!
Salutandomi mi dissero di risentirci su un sito che si chiamava 1000coppie o qualcosa del genere... ma io purtroppo quel sito non l’ho mai trovato….
Fortunatamente ne trovai altri di siti all’epoca… che mi permisero di conoscere alcune belle coppie con cui tuttora mi sento ancora…. Finchè pochi mesi fa’ approdai finalmente qui!
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11 anni fa
dott.Max,
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Ultima visita: 1 anno fa
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la prima volta della mia lei
Era stata già tante volte provata con vari oggetti abbondanti... giochini, bottiglietta, banana cetriolo, ecc... solo per il piacere di infilarle qualcosa di più dopo le mie penetrazoni abituali... lei piccolina, esilina, depilatina, biondina, delicata come una bambina. Rifiutava all'inizio e poi accettava per provare... ma una volta eccitata si apriva tutta e si dilatava a dismisura, bagnatissima, mentre io le garantivo che avrei preteso prima o poi, di farlo con un amico, in due dentro di lei, veri e duri... e forse lei, se li sognava dentro col pensiero proprio mentre diceva che li avrebbe rifiutati...
Poi... un giorno che la ritenevo pronta... mentre la infilavo per mezzo pomeriggio le dissi che era già stato invitato un amico fidato per la pizza con noi... perché dopo sarebbe salito in quella camera d'albergo... e che l'avevo portata a Montecatini proprio per questo. Le proteste furono molte e di varia natura ma lei ormai sapeva di essere tanto mia che non poteva rifiutarmi nulla. Unica concessione: le avrei imposto tutto io... in un modo dolce, graduale e accettabile che lei non doveva conoscere prima. Io e solo io, mi sarei ritenuto unico colpevole di tutti i suoi peccati di quella notte. Al momento opportuno l'avrei mandata in camera da sola per preparare la stanza in una penombra quasi buia, per non vederla arrossire di vergogna... e l'avrei voluta trovare nuda sotto il lenzuolo, tutta coperta, testa compresa. Alle ore 20 la feci vestire senza intimo: solo un leggero vestitino nero e tacchi un po altini. Due sole cose. Niente calze; niente slip; tettine nude. Era carinissima. Non provocante. Come sempre. Praticamente segreta. Solo io e lei sapevamo com'era sotto. Volevo che si sentisse "pronta" e diversa dal solito. Solo per mantenere nella sua mente eccitata il pensiero del misterioso amico che avrebbe visto poco dopo e che avrebbe dovuto accettare pur senza conoscerlo prima. La mente è un organo sessuale importante.
La pizza fu piacevole, con presentazione e conoscenza amichevole, senza nessun accenno al sesso. L'amico aveva i baffi: sorpresa ! Nessuno di noi la toccava: uno strano normalissimo approccio. Ognuno appariva elegante e raffinato. Modi cordiali, gentili, piacevoli. Poi.. caffè nel bar dell'albergo, come turisti qualsiasi. Poi... parlando, le misi in mano la chiave e le chiesi di salire per prima. Dopo 5 minuti entrammo noi. Buio, silenzio assoluto. Spogliati, veloci, subito sotto a quel lezuolo. Zitti. Uno per parte. L'abbiamo accarezzata tutta dolcemente, a lungo, dovunque, escluse le parti intime, con quattro mani... e mentre stava rigida l'abbiamo sentita vibrare tremolante. Poi le ho aperto la sua vagina con le dita ed era bagnatissima. Colava fino al lenzuolo, sul buchetto, fra le natiche. Allora le ho chiesto di prendere coraggio e di concederci solo le sue mani: una per ciascuno di noi. Maneggiava timidamente il mio e teneva fermo l'altro; dopo un po ho sentito che iniziava a palpare e muovere anche quello.
Il primo ghiaccio era stato facilmente superato. Tremava ancora ma ne teneva uno per mano senza rifiutarli e ora li maneggiava bene. Era pronta. L'ho baciata a lungo senza mai toglierle le mani da quei due contatti caldi... poi girata lentamente a pecorina col culo per me, l'ho infilata gradualmente nel buchino anale scivoloso e bagnato di fichetta colata. Lei è rimasta con l'altro in mano all'altezza del viso che lui le accarezzava x invitarla a prendere la decisione fatale. Superò diversi minuti di gioco, rifiutando palesemente molti inviti. Ma io la sentivo già sculettare eccitata. Poi finalmente... ad un certo punto capii che aveva aperto la bocca. Lui cominciava a godere e lei non lo rifiutava più.
Era fatta. Lei succhia molto bene quando è infilata. Si sente coinvolta e offre il meglio della sua bocca. Da quel momento in poi potevamo farle di tutto. Ovviamente con le buone maniere. Sapeva che non avrei mai permesso cattiverie. Scelsi di provarla con la doppia penetrazione. Dopo tante manovre di piacere me la misi sopra a gambe aperte e dopo averla infilata tutta davanti, la invitai a spiaccicarsi con le tettine su di me baciandola e sussurrandole di inarcare bene la schiena per alzare un pochino il culetto ed offrirlo alla cappella dell'altro. L'avevo voluta davanti per seguire sul suo viso le sensazioni che provava. La tenevo abbracciata e la sentivo vibrare tutta mentre timidamente si porgeva a quei tentativi di penetrazione. Finalmente si era rilassata e l'amico riusci a farglielo passare da quel buchino socchiuso. Lei ebbe un sussulto e fece una smorfietta. Poi vidi il suo viso disteso dal piacere e cominciò a respirare sempre più profondamente con tanta sensualità. Io sotto al mio cazzo duro che scorreva dentro la sua vagina sentivo passare l'altro che scorreva nel suo canale anale. L'altro evidentemente sentiva la presenza del mio. Lei li sentiva tutti e due mentre la forzavano e la riempivano. era bagnata e dilatata e mi colava il suo liquido umore sulle palle... lo sentivo. E soprattutto sentivo lei eccitatissima, riempita, spaventata per l'effetto nuovo e strano che provava. Non riusciva a rifiutare quel piacere diverso che prima aveva accettato solo per compiacermi e che dopo non sapeva più respingere perché ne era totalmente coinvolta. Si offriva apertamente senza più alcuna vergogna, porgendosi bene sia dietro che davanti, decisamente convinta di continuare a lungo in quello stato di benessere. Sculettava assecondando i nostri movimenti tutta piena di gioia. Tutta piena... di tutto.
In seguito non è mai stata una donna che lo chiede di proposito... è modestina... ma ha sempre dichiarato che la doppia le piace moltissimo: non la rifiuterebbe mai. Adesso che sono passati un paio d'anni è ancora più legata a me e riproviamo ogni tanto a fare incontri di sesso spinto. Preferiamo le coppie giuste, e lei sempre, riceve i complimenti per come si comporta: dicono che è brava, carina, e soprattutto ben addestrata.
coppia4455
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14 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 16 ore fa
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Il provino
Avevo diciassette anni quando lessi su un giornale il seguente annuncio: "Si cerca ragazza maggiorenne per comparsa in film romantico ambientato a Milano. Richiesta giovane età (max 25 anni) e bella presenza. Compenso adeguato in base al tempo di ripresa. Studio di ripresa in zona Stazione Centrale". Seguiva il numero di telefono. Io non avevo ancora compiuto la maggiore età, ma volli tentare lo stesso e telefonai al numero indicato. Mi rispose una voce maschile: "Sì stiamo cercando una ragazza per un film romantico, che deve essere acqua e sapone... la ragazza della porta accanto, insomma. Il ruolo non è molto impegnativo, ma molto istintivo! Bisogna essere portate per questo ruolo, pur non essendo necessariamente attrici e pur non conoscendo tecniche di dizione". Fissai all'appuntamento e mi presentai con Sandro, un mio grande amico. Arrivammo allo studio, che dall'esterno non aveva un'aria molto rassicurante. Ci fecero entrare e ci fecero accomodare in un salotto un po' squallido, in attesa del produttore. Il produttore arrivò quindici minuti dopo e si scusò per essere arrivato in ritardo; poi iniziò a farmi domande: "Come si chiama signorina? Quanti anni ha? Le piace il cinema? Vuole fare l'attrice per gioco o per una futura professione?". Io risposi che avevo diciannove anni, che facevo quel provino per raccimolare i soldi della vacanza estiva e che il cinema era sempre stato la mia passione, fin da piccola. "Bene questo è il suo ruolo! Lei mi sembra proprio adatta a fare la comparsa. E' una ragazza piacente, acqua e sapone, con un viso innocente. Lei è proprio la ragazza che cerchiamo", incalzò il produttore. Io ero vestita con una camicetta fasciante di colore azzurro, gonna abbastanza corta blu, calze azzurre e scarpe tipo "ballerine" nere. Sotto non avevo messo il reggiseno, per evidenziare le forme delle mie tette sode e completava il mio abbigliamento uno slip nero di pizzo. Il produttore mi fece avvicinare a lui e mi disse: "Devo esaminare il suo corpo, anche se vedo che lei è una bella ragazza. Tutte le attrici devono essere viste da vicino dal loro produttore. E' per stabilire un feeling tra datore di lavoro e attrice. Se vuole lui può rimanere". Sì lui può rimanere dissi io, indicando Sandro. Io non avevo capito bene quale era il mio ruolo in quel film, ma avevo capito che mi voleva toccare e non ebbi il coraggio di rifiutarmi, visto che tenevo molto a quei soldi, che mi sarebbero serviti per andare in vacanza. Il produttore aggiunse: Io mi chiamo Enrico, diamoci del tu ed entriamo un po' in confidenza. Fammi sentire il tuo seno". Enrico iniziò ad accarezzarmi il seno e i miei giovani capezzoli, sentendosi accarezzati, si irrigidirono e divennero turgidi, facendosi notare da sotto la camicetta. Lui disse che gli piaceva il fatto che io fossi così sensibile alle carezze di un uomo quasi maturo e fece per sollevarmi la gonna. "No, non può farlo, signore", dissi io. Lui rispose che era necessario e io acconsentii alla sua richiesta, Mi sollevò la corta gonna dietro, lasciandomi il culetto con le calze, ma scoperto. "Bel culo, ragazza! Complimenti... si proprio un bel culo! Sodo al punto giusto e poi tu hai solo diciannove anni...", disse Enrico. Guardai Sandro che seguiva attentamente le mosse di Enrico, quasi fosse un cane da guardia. Enrico continuava nel suo ruolo di produttore-esploratore: mi slacciò lentamente la camicetta e ispezionò con le mani il mio seno. Io ero confusa, non sapevo se permettere a quell'uomo di accarezzarmi o dargli uno schiaffo ed allontanarlo da me. Optai per la prima scelta, lui continuò a toccarmi, palparmi, strizzarmi i capezzoli e ad un certo punto mi disse: "Complimeti Sonia, hai proprio dei bei foruncolini. Lascia che te li lecchi". Io annuii con il capo e mi ritrovai con la sua lingua sui miei seni. Mi leccava insistentemente e tirava i miei capezzoli con i denti. Io godevo per quel trattamento inaspettato, ma sicuramente piacevole. Guardai di sfuggita Sandro e vidi che qualcosa si era gonfiato sotto i suoi pantaloni. Anche lui si stava eccitando, ma non lo voleva dare a vedere. Poi il produttore mi disse: "Dai, ora togliti la gonna". Io feci quello che mi fu richiesto, ma senza togliere le scarpe, che interferirono con la discesa della gonna. Io ho sempre pensato di avere dei brutti piedi e proprio i piedi sono sempre stati per me motivo di complesso; per questo non volevo togliere le scarpe, ma Enrico mi apostrofò in modo secco: "Ma non hai grazia... che casino stai facendo... non puoi togliere la gonna senza togliere prima le scarpe! Via le scarpe! E poi sfila la gonna, senza farmi perdere la pazienza... Non ho tempo da perdere io, sono un produttore e devo provinare ancora molte donne oggi". Io mi levai le scarpe e subito dopo la gonna. Enrico mi chiese poi di levarmi la camicetta ed io eseguii il suo ordine, senza farmi pregare. Ero rimasta con le calze e le mutandine. Poco dopo giunse un altro ordine perentorio dal produttore: "Togliti tutto, ormai non hai altra scelta". In effetti la scelta l'avevo: avrei potuto rivestirmi ed andare via, sbattendo magari la porta. Sentivo gli sguardi di Enrico e Sandro, che scrutavano palmo a palmo il mio corpo di giovane donna. Ero eccitata, a tal punto che quando Enrico mi passò ripetutamente il dito in mezzo alla figa, sentì che ero completamente bagnata. La mia figa era diventata un lago! Probabilmente mi ero bagnata anche la parte superiore delle gambe... la mia figa colava come non mai. "Va bene, a questo punto chiamo Rocco e il cineoperatore e tu mi fai vedere che cosa sai fare. Devi farti scopare senza fiatare, fare pompini e baciare in modo appassionato", disse il produttore. "Ma che razza di film è?", ribattei io. Lui sorrise, dicendo che era impossibile che non avessi ancora capito di che film si trattava: era un film porno, in cui io avevo la parte della ragazza della porta accanto, acqua e sapone, ma tanto, tanto porca. Insomma una ragazza aperta a tutte le esperienze! Enrico aggiunse anche che il mio cachet era alto e dovevo meritarmelo. Io avevo un tremendo bisogno di quei soldi e accettai la cosa, senza ribattere. Lui telefonò a Rocco (non Siffredi, purtroppo) e poi mi portò in braccio in un'altra stanza, seguito dal fido Sandro. Mi stese su un letto e mi disse che attendevamo l'arrivo di Rocco, l'attore principale, e del cineoperatore. Poco dopo i due uomini arrivarono. Rocco si spogliò in modo veloce, mostrando un fisico perfetto e prestante. Ora io ero nuda davanti a quatro uomini: Enrico, Sandro, Rocco e il cineoperatore. Rocco mi baciò ripetutamente e io sentivo la sua lingua che si avvinghiava alla mia, producendomi un piacere sfrenato. Poi Rocco mi mise a pecorina e mi infilò il suo lungo uccello, senza tanti complimenti. La mia figa era aperta e vogliosa e non offrì alcuna resistenza. Mi pompò per parecchio tempo, facendomi dondolare in avanti e indietro le tette penzolanti. Fu una cosa sconvolgente, che io alla mia verde età non avevo mai provato. Poi Rocco si fece fare un lungo pompino e mi fece i complimenti, dicendomi: "Brava Sonia, sei molto brava con la bocca. Davvero un bel pompino! E poi sai ingoiare interamente anche un uccello lungo come il mio. Non soffocarti però!". A me era venuta un po' di tosse, perchè quell'uccello lungo e duro mi era arrivato fino in gola. Sputai un po' di saliva e tutto passò in fretta. Rocco mi scopò ancora in diverse posizioni e io raggiunsi più di un orgasmo. La mia figa era squassata dai quei colpi forti e decisi, ma io ero tremendamente contenta di quell'esperienza. Venivo sbattuta davanti a quattro uomini. Ero diventata improvvisamente una puttana! Poi il produttore mi disse: "Ora dovrai dare il culo a Rocco, che ti sfonderà senza pietà". "Ma io non ho mai avuto rapporti anali! No, non posso... il culo no! Accontentati della mia figa, delle mie tette, della mia bocca... Il culo no!", dissi io, supplicando il produttore. Lui insistette e io alla fine acconsentii. Mi sarei fatta sfondare il culo per un pugno di soldi. Rocco mi fece penetrare molto gel nel buco del culo, dicendomi che quel gel avrebbe aiutato l'introduzione del pene. Poi provò ad appoggiare il suo uccello al mio buco: che sproporzione, un buchetto stretto e quasi chiuso contro un uccello di grossa sezione e per di più lungo come una bottoglia di Coca Cola! Rocco appoggiò la sua cappella al mio buco... premette... premette... ma il mio buco non si spalancò"! "Enrico non c'è niente da fare, non posso inculare questa ragazza. Il suo buco è vergine e troppo stretto, se spingo rischio di mandarla al Pronto Soccorso. Non posso sfondarla!", disse Rocco. Enrico era sconsolato, ma anche scocciato per aver perso inutilmente tempo con me. "Sonia avevi ben letto che dovevi avere rapporti anali. Era inutile che ti presentavi qui, se non avevi mai provato a farti sfondare il culo. Ora dovrai risarcirmi i danni per questo incidente di percorso", disse adirato Enrico. In effetti sull'annuncio non appariva una parola circa il ruolo dell'attrice, ne tantomeno che doveva essere scopata e sfondata analmente. Avevo però capito che cosa voleva Enrico e mi concedetti a lui e poi al suo cineoperatore. Mi scoparono a loro piacimento, in tutte le posizioni possibili, lasciandomi sfinita per quel duro lavoro. L'unico che non partecipò al gioco fu il mio grande amico Sandro: lui quel giorno fu solo uno spettatore in prima fila e si accontentò, alla fine, di farsi una sega e venirmi sul seno. Grande Sandro, grazie di esistere.
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12 anni fa
soniaslave,
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TRIANGOLO IN VACANZA
Era ormai la fine del mese di agosto e come tutti gli anni io e Andrea avevamo deciso di partire per concederci una vacanza lontano dal rumore e dal caos.
La meta scelta per la vacanza di quell’anno era la Sardegna.
Avevamo preparato la nostra attrezzatura da campeggio e il poco necessario per passare tre settimane in assoluta tranquillità immersi nella natura.
Quindi ci imbarcammo sul traghetto a Genova con tutto il desiderio di ritrovare la pace che da mesi non riuscivamo ad avere a causa del lavoro molto pesante.
Arrivammo pieni di entusiasmo sull’adorata isola e ci dirigemmo verso
il campeggio che avevamo scelto consultando internet. Era un semplice campeggio “alla buona” gestito da piemontesi. Aveva anche una parte di spiaggia destinata al naturismo, cosa che ogni tanto ci capita di fare.
Piazzammo la nostra tendina in un luogo bellissimo del campeggio a due metri dalla riva del mare. Di fianco a noi c’era una famiglia composta da una bella coppia giovane con una bambina. Venivano da Roma e si sarebbero fermati per due settimane.
Scambiammo qualche parola per presentarci e provammo subito simpatia reciproca.
Il posto era incantevole, si sentivano le onde del mare infrangersi contro la riva e di notte il rumore del mare ci accompagnava nel sonno.
La mattina presto facevamo il bagno e, dopo colazione, ci recavamo alla spiaggia naturista. I nostri vicini non venivamo mai in quella spiaggia, sostenevano che non fosse educativo per la bambina, ma ogni tanto, guardando verso la direzione in cui c’era la nostra tenda li vedevamo guardarci con il binocolo.
Passavamo le nostre serate in loro compagnia, si cenava insieme avendo le tende vicino e poi si passeggiava nel paese.
Nei giorni che seguirono, mentre facevo il bucato, venni distratta dalla vista di un ragazzo molto affascinante, che stava risciacquando alcuni indumenti da motociclista.
Rimasi colpita dal fisico statuario di quell’uomo: dall’aspetto dimostrava all’incirca 35 anni, molto alto, magro, scuro di carnagione, testa rasata e un paio di occhiali scuri che gli coprivano gli occhi. Indossava dei pantaloncini da mare colorati che lasciavano immaginare la forma del suo pene, di modesta grandezza.
Nelle ore successive, ogni scusa era buona per andare nella zona dei servizi: il lavaggio dei denti, la toilette, il bucato, i piatti… finché notai poco distante dalla nostra tenda, la sua moto da enduro parcheggiata nei pressi di una piccola tendina, ma del bel ragazzo non c’era traccia.
La sera stessa ci incrociammo al solito posto con entrambi la trousse della toilette in mano; andai a sbattergli contro senza volerlo, mi fece un sorriso che ricambiai.
Raggiunsi Andrea che nel frattempo era in tenda e gli raccontai l’accaduto; capì subito che mi potesse piacere un tipo così e mi confessò che lo aveva visto la mattina prestissimo, alla spiaggia naturista.
Mi disse anche che era dotato di un pene molto grande e che se avessi voluto incontrarlo e vedere da me le misure di cui parlava, sarei dovuta andare alla buon’ora alla spiaggia naturista.
Scherzavamo molto su questo argomento, non avevamo mai condiviso alcuna esperienza di sesso con altre persone, avevamo sempre e solo espresso le nostre fantasie. Stavamo insieme da ormai 9 anni ma l’idea di mettere in pratica certe fantasie non mi sfiorava minimamente. Il mio compagno invece era determinato a provare e ogni occasione era buona per cercare di fare emergere il mio lato nascosto.
Andrea aveva capito che volevo conoscere meglio quel ragazzo, mi eccitavo ogni volta che ne parlavo, dimostrando imbarazzo e nervosismo. La mattina successiva perciò ci recammo alla spiaggia naturista.
Arrivati stendemmo il nostro telo sulla sabbia e ci tuffammo nell’acqua fresca.
Al nostro ritorno alla riva, vicino a noi si era appena sdraiato il mio principale pensiero in quel momento e Andrea ne approfittò per presentarsi subito.
Il suo nome era Salvatore e veniva da Pescara. Con molto imbarazzo in quanto ero nuda, mi presentai e gli strinsi la mano con molta energia.
Appena mi fu possibile buttai un occhio alla sua zona pelvica e notai che Andrea non si era sbagliato circa le misure. Era in effetti ben dotato; ero bagnata non solo dall’acqua del mare. Parlammo tutta la mattina, poi ci tuffammo insieme e ben presto tra noi ci fu un rapporto confidenziale. Ci disse che era in vacanza solo perché, poco prima della partenza, aveva bisticciato con la fidanzata e si erano lasciati.
Così con pochi stracci e la sua tendina era partito con la moto in cerca di svago: un po’ come noi.
Le nostre giornate erano veramente entusiasmanti, era una persona estremamente gentile e con tanta voglia di divertirsi. Eravamo sempre insieme e condividevamo il nostro spazio con lui durante la cena, essendo il nostro posto tra i più belli del campeggio. A noi si univa la famigliola di Roma. Erano dei bei momenti, ma quando restavamo soli provavo imbarazzo perché credevo che leggesse nel mio sguardo tutto il desiderio che provavo per lui.
Al nostro gruppo si unirono altre coppie, gente da tutta l’Italia e avevamo formato il gruppo più rumoroso del campeggio.
Era una vacanza splendida e spensierata.
Decidemmo una sera di recarci tutti presso un agriturismo dell’entroterra dove, a detta di chi era già stato, si mangiava molto bene. Decidemmo di andare tutti, eravamo una quindicina.
Salvatore venne in auto con noi, guardavo dal sedile posteriore i due uomini seduti davanti: Andrea guidava con attenzione e ne ammiravo il suo profilo che tanto amavo. Dall’altra parte Salvatore, un uomo che avevo conosciuto da appena pochi giorni e che mi sembrava di volerlo scopare da sempre. Non ce la facevo più a contenere la voglia di strappargli un bacio e una carezza, ma mantenevo la compostezza che mi caratterizzava, aspettando di raggiungere il ristorante.
Giunti a destinazione mi sedetti vicino a lui. Intanto annusavo il profumo che emanava, un odore forte e speziato; indossava un paio di jeans e una camicia bianca piena di piccoli bottoni, sembrava morbida. La mia voglia di toccarlo aumentava per il fatto di averlo così vicino a me e di poterlo sedurre.
Mi sentivo molto sexy quella sera, avevo indossato un vestitino nero leggero, scollato e con gli spacchi laterali che lasciavano intravedere le mie gambe abbronzate e l’intimo nero composto da un perizoma e da un reggiseno in pizzo imbottito.
Andrea sedeva di fronte a me e mi guardava con sguardo intenso e innamorato. Sapeva che avevo voglia di saltare addosso a Salvatore, aspettava solo il momento migliore affinché succedesse. Mi conosceva da molti anni e sapeva che se desideravo una cosa potevo fare di tutto per averla e quello era il momento giusto…lo aveva capito prima lui di me.
Durante la cena, incrociando lo sguardo di Andrea, cercavo il contatto con Salvatore. Appoggiavo la mia gamba nuda contro la sua; gli presi la mano tra la mia e, coperti dalla tovaglia, la stringevamo, talvolta gli toccavo la gamba fino quasi a sfiorargli quella massiccia protuberanza che mi incuriosiva toccare.
Il mio sguardo era quello di una donna vogliosa di uscire da lì e di farmi sbattere nel primo luogo appartato e soddisfare il mio desiderio. Guardavo mio marito negli occhi mentre toccavo un altro uomo, noncurante della gente intorno che mangiava e beveva senza accorgersi di nulla.
Anche Salvatore mi toccava le gambe, ogni tanto faceva cadere il tovagliolo per poterlo recuperare e baciarmi la coscia; io mi accorgevo di essere bollente in viso ma anche nella mia vagina. Con i piedi cercavo Andrea di fronte a me che era vigile e meravigliato a quella vista di me così porca.
Tutto terminò così, la cena volse alla fine e ognuno riprese ad andare nella propria auto per il ritorno al campeggio.
Nuovamente presi posto sul sedile posteriore e i miei due uomini sedettero davanti. Eccitata dalla situazione insolita che stavo vivendo, con la mia parte nascosta estremamente bagnata, senza pensarci due volte mi precipitai sul sedile anteriore del passeggero e mi sedetti a cavalcioni su Salvatore.
Meravigliati Andrea e Salvatore rimasero a bocca aperta. Io ero eccitata, bagnata e avevo voglia che Salvatore mi toccasse e capisse quanto lo volevo. Guardandolo negli occhi mi muovevo sul suo pene ancora sacrificato nei jeans e alternavo lo sguardo con gli occhi verdi di mio marito. Gli sbottonai la camicia e toccai quei pettorali che da tanti giorni volevo toccare. Iniziai a baciarlo e a toccarlo, muovendomi con foga per cercare il piacere da quel contatto. Mi spostò lo slip per mettere un dito dentro la mia parte umida e bollente e mi sentivo gemere dal piacere. Andrea, che aveva accostato a bordo strada, mi baciava e mi palpava il seno. Il mio vestito era sparito e semi nuda cercai la bocca di entrambi per non fare mancare niente a nessuno dei due.
Mentre i miei due uomini mi toccavano ovunque, pensai che avrei desiderato fare questa esperienza in un luogo più comodo, ma avrei interrotto un’atmosfera di eccitazione che forse non si sarebbe più presentata.
Così, ormai priva di ogni indumento, mi avvicinai al cazzo di Andrea, lo tirai fuori dai pantaloni e dagli slip e iniziai a leccarlo non facendo mancare niente alle zona pelvica, poi lo presi in bocca e lo succhiai con tutto l’entusiasmo possibile. Intanto Salvatore con una mano mi toccava il seno e con l’altra mi mise due dita dentro, agitandole con energia. Non riuscivo a contenere l’eccitazione, mi sembrava di esplodere.
Continuavo a succhiare il membro di Andrea e intanto Salvatore, prese dalla tasca un profilattico, lo infilò e mi mise in ginocchio, alla pecorina. Mi rigirò senza alcuna fatica; il suo pene enorme entrò senza problemi, ero molto lubrificata.
Con poche spinte, toccandomi la clitoride nello stesso momento, esplose in un orgasmo interminabile. Rimase dentro di me anche dopo aver goduto,
per mia fortuna, intanto io succhiavo a non finire, interrompendo ogni tanto il movimento per farlo durare di più. Il cazzo di Salvatore aveva ora una dimensione più piccola, ovviamente, ma era comunque piacevole.
Anche Andrea non riusciva più a contenere la voglia di godere e
venne nella mia bocca; io, in questo clima insolito e caldo, sentivo le mani di Salvatore che mi tenevano i seni, il suo cazzo dentro di me si muoveva al ritmo regolare e dalla mia bocca usciva lo sperma caldo di mio marito: mi lasciai andare anch’io ad un orgasmo intenso e terribilmente dolce.
Ripresi da quella esperienza mozzafiato, ci guardammo tutti e iniziammo a ridere, non so perché, forse al pensiero delle posizioni assunte nella nostra piccola automobile.
Da quella sera le nostre vacanze presero un aspetto diverso…tutto cambiò in campeggio: quando andavo a fare la doccia incontravo Salvatore, poi entrava anche Andrea e sotto il getto dell’acqua mi sentivo toccare da tutte quelle mani e baciare dalle loro bocche; nella spiaggia naturista eravamo tutti e tre in continuo contatto, nuotavamo al largo per riuscire a toccarci senza che nessuno ci vedesse e le nostre serate nella tenda in riva al mare erano allietate da belle risate post orgasmiche.
Tutti capirono tutto ma nessuno disse niente, ciò che ci rendeva felici era il fatto di aver trovato un nuovo modo di vivere la nostra sessualità di coppia, oltre che un amico di giochi instancabile e sincero.
Le nostre ferie terminarono in breve tempo, tutti dovevamo tornare alle nostre vite. Salvatore al suo rientro in Abruzzo ritrovò la sua fidanzata, parlarono, si chiarirono, lei seppe della nostra avventura estiva…E’ stato cosi che io e Andrea abbiamo iniziato a fantasticare sulle nostre future vacanze insieme a loro.
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6
10 anni fa
insiemea,
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Ultima visita: 7 anni fa
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