Ieri la mia Padrona è venuta in treno.
No, non ha fatto sesso in treno; almeno non credo anche se certo non è mancato chi le ha messo gli occhi addosso (non è difficile mettere gli occhi addosso alla mia Padrona).
In realtà avrebbe dovuto ricevermi a Corte la sera prima, dopo la partita, ma per un banale disguido non è stato possibile.
Allora mi sono scervellato per riuscire ad organizzare un incontro per ieri pomeriggio. La Padrona ha accettato di buon grado la mia proposta, e mi avrebbe ospitato a corte, ma per motivi prudenziali era meglio vedersi da me.
Ecco perché la Padrona è venuta in treno.
Nell’attesa mi preparo con le solite precauzioni: chiuso in bagno mi spoglio nudo, perfeziono la depilazione nella zona dei genitali, e indosso il collarino con il campanello della Padrona.
Però suona, il bastardino, ed allora un piccolo stratagemma: un pezzetto di carta igienica lo terrà zitto, ed io lo toglierò prima di mostrarmi alla Signora.
Non mi è possibile indossare collare e guinzaglio perché li ho portati al mattino nella casetta, insieme ad un altro pacchettino di cui poi racconterò. Tra l’altro sono senza cravatta, per cui sarebbe stato molto difficile poterli nascondere. Per vero, ho tirato fuori delle cravatte che per motivi che non sto a narrare non posso portare a casa, ma gli accessori sono nella casetta e non avrei fatto a tempo ad andare a prenderli. Rischio di far tardi alla stazione, e certo la cosa avrebbe potuto costarmi cara.
Alle 14.45 sono pronto, la segretaria avvisata di un improvviso impegno fuori ufficio, ed un appuntamento rinviato.
Sotto il vestito, niente; come vuole la Padrona.
Il treno è in ritardo e passo il tempo a messaggiare con la Padrona, che mi chiede un "regalino" per il prossimo genetliaco.
Mi piace quando mi "chiede" i regali, ma temo sempre di incontrare qualche difficoltà.
Con un po’ di ritardo il treno arriva.
La vedo subito nel Suo bell’impermeabile, con scarpine a punta marroni, naturalmente a tacco alto (ma non dovrebbe esserci bisogno di dirlo), e stavolta con calze a rete.
Uno schianto.
Piove. Sale in macchina. Il vestitino marrone sapientemente sbottonato.
E’ allegra la mia Padrona. Sul treno ha involontariamente distratto il controllore. Ma povero lui: inutile sbavare.
Giungiamo alla casetta, e capisco subito di essere in castigo.
Non ho procurato il dolce che mi era stato richiesto. Inutile spiegare che le pasticcerie erano già chiuse quando mi è pervenuta la richiesta. Non ho il dolce e tanto basta per meritare una punizione. Quale punizione, l’avrei capito presto (purtroppo).
Si sottrae ai miei baci e mi fa sedere sulla "solita" sedia. Ma siamo vestiti. Mi domando cosa succederà, ma è inutile farsi domande che non avranno risposta.
L’impermeabile è fornito di cintura, che vien subito buona per legarmi le mani dietro lo schienale.
Faccio umilmente osservare che così non sarà nemmeno possibile togliermi la camicia, ma vengo zittito. E taccio.
Mi apre la camicia con una lentezza esasperante. Bottone per bottone. È’ lì a pochi centimetri da me, ma non posso toccarla, né baciarla, e tanto meno leccarla. Soffro in silenzio.
Mi sottrae la cintura dei pantaloni e mi apre la cerniera. Ma non me li abbassa neanche.
Infila le mani dentro ed è un attimo farlo diventare duro. Durissimo.
Lei si siede sul tavolo, di fronte a me. Mi guarda, mi osserva, mi fissa.
Soffro.
Intravedo il perizoma, marrone, in tinta con il resto dell’abbigliamento. Ha classe la Padrona.
Si toglie voluttuosamente le scarpe e comincia a carezzarmi con i piedi sul torace, in viso, sui capezzoli, sulle labbra. Anche sull’uccello (in tiro). Fa un pochino male sull’uccello, ma …… servirebbe lamentarsi?
Il tempo passa, l’eccitazione sale.
Finalmente con abile mossa si toglie il perizoma che non capisco come, ma mi finisce prima in bocca e poi attorcigliato all’uccello. Miracoli della balistica.
Ma la fica non si tocca. "Guardare e non toccare è una cosa da imparare" ti insegnano da piccolo. E per fortuna, ho avuto una buona educazione.
Ma l’eccitazione sale ancora.
Però verso le quattro la Padrona si ricorda. Ha buona memoria la Padrona. Ormai le pasticcerie sono aperte, e Lei al dolce non ha certo rinunciato!
Tocca naturalmente a me andare a comprarlo.
Ma …….. ma c’è un "ma".
In pasticceria ci devo andare senza mutande. Col campanellino (senza carta!!!) e senza mutande.
Tento di resistere, obietto, ma alla fine abbozzo, e mi accingo ad uscire.
Piove a dirotto, ma il problema vero è un altro.
Il mio uccello è veramente in gran forma, e senza mutande la protuberanza si vede enormemente!!!!!
Provo a dire che così non posso uscire, ma vengo fulminato da una occhiata severissima.
"Vai a comprare i pasticcini. Non mi importa del tuo imbarazzo. Dovevi comprarli prima".
Non ho parole.
Esco.
Ho il cazzo duro, e non si smolla.
E il campanellino? Si sentirà? Non posso andare a passo di lumaca, ma camminando forte suona…….
Sembra incredibile, ma quella costrizione, quell’ordine imperioso, quella pretesa pazzesca, quell’imbarazzo totale mi eccitano ancora di più.
E il cazzo, quando sono eccitato, è difficile che mi si smolli.
La pasticceria non è vicina, ma quando ci arrivo il cazzo è ancora duro. Penso alla Padrona, rilassata sul divano (o sul letto?), al calduccio (non certo ehm….. all’asciutto…..) che si gode la mia passeggiata. Per fortuna piove e c’è poca gente in giro.
Ma la pasticcera c’è.
Entro. Si vedrà la protuberanza? Lo vedrà che ho il cazzo duro? Mah!
Tanto i pasticcini li devo comprare. Un po’ in fretta, anche. Perché ho una Padrona che mi aspetta.
Ne compro dieci. 4 cannoncini, 2 alla sfoglia di cioccolato. 2 con la fragola (!), e due con i mirtilli.
Vado alla cassa. Il casso , pardon cazzo è sempre duro. Me ne frego se la pasticcera lo vede. Tanto non è nemmeno carina, e certo il mio non lo prenderà mai.
Pago.
Faccio per uscire.
"BUON PROSEGUIMENTO" mi dice la pasticcera a voce alta.
Mi sa che sono diventato rosso.
(SEGUE)
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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