Sono le 23.00 di una sera d’estate. Da circa un quarto d’ora sono davanti alla stazione di Piacenza ed aspetto di vedere l’auto del mio Padrone. Sono vestito, per così dire, come mi ha comandato Lui, con un pantaloncino ed una t-shirt neri, piuttosto aderenti, ed un paio di sandali. Non porto altro. Sotto la mia pelle è perfettamente depilata e liscia in ogni angolo del corpo, secondo gli ordini che ho ricevuto. Ad un tratto riconosco l’utilitaria del Padrone che si fa strada tra le altre e che si ferma poco distante da me. Con il capo basso mi avvicino alla portiera e chiedo con un cenno degli occhi il permesso di salire. Il Padrone mi fa un segno affermativo ma, non appena salito, mi ordina di togliere subito i sandali e rimanere a piedi nudi. Obbedisco immediatamente e li ripongo sul tappettino posteriore dell’auto.
Dopo aver percorso qualche chilometro il Padrone mi avvisa che quella sera dovrò dimostrare di aver appreso i suoi insegnamenti, soddisfacendo ad ogni sua richiesta ed a quelle che vorranno avanzare i suoi amici. Annuisco con il capo aggiungendo con un filo di voce che lo farò. Lui riprende ancora aggiungendo che spera che non lo deluda e che non gli faccia fare brutte figure e, dicendo ciò, mi colpisce violentemente con un ceffone sulla coscia sinistra facendo immediatamente arrossare la pelle.
Mi ritraggo leggermente dalla mia posizione ed ora il Padrone mi colpisce nuovamente, questa volta l’altra coscia.
Dopo circa una ventina di minuti di auto attraverso una strada scarsamente illuminata, giungiamo nel totale silenzio nei pressi di un paesino limitrofo a Piacenza. Terminate le abitazioni l’auto del Padrone imbocca una stradina non asfaltata che si inoltra in un bosco, in direzione del fiume. Subito dopo la svolta il Padrone mi ordina di togliere pantaloncini e maglietta e di riporli in terra. Dopo aver percorso ancora circa due chilometri di strada il Padrone ferma l’auto nei pressi di un viottolo che si inoltra nel bosco e mi ordina di scendere e cominciare a camminare verso il fiume.
Completamente nudo scendo dall’auto e comincio ad inoltrarmi verso il bosco. Sento il rumore dell’auto del mio Padrone che si allontana, fino a non sentirla più.
Mentre cammino percorso da brividi di freddo ed eccitazione, comincio ad intravedere una sagoma umana che, al mio passaggio, esce dall’oscurità della vegetazione avanzando sul sentiero verso di me; comincia quindi con tono irriverente a fare pesanti commenti su di me, dicendo “GUARDA CHE BELLA TROIETTA, TUTTA SOLA PER IL BOSCO!”. La figura, che adesso riesco meglio a distinguere, è quella di un uomo sui sessantanni che mi tira in malo modo per un braccio costringendomi a voltargli le spalle. Con l’altra mano comincia e palparmi in ogni parte, alternando pesanti massaggi sul mio culo e sulle tette a sonore sculacciate che mi fanno ansimare sempre più forte. Dal buio della vegetazione noto avvicinarsi una folla di altri uomini, ne riesco a contare almeno una ventina, che sembravano essere tutti in attesa di un qualche cenno dal primo uomo, e che si avvicinano rapidamente a me. Il primo uomo riprende quindi a parlare rivolto ai nuovi arrivati dicendo “GUARDATE UN PO’ CHI HO TROVATO NEL BOSCO? ADESSO GLI FACCIAMO RICORDARE LA SERATA A QUESTA CAGNA!”. Le loro numerose mani, come tentacoli, si avventano quindi sul mio corpo, perlustrandomi ovunque in maniera sempre più oscena, qualcuno infilandomi prime due poi tre e quattro dita nel culo, qualcuno facendo lo stesso nella mia bocca, altre mani mi strizzano i capezzoli, altre mi schiaffeggiano la pancia e le cosce, altre mi stringono la vita e mi accarezzano la schiena. In quella situazione di totale sottomissione e stordimento non mi rendo neppure conto che è arrivato il mio Padrone che, facendosi spazio tra quella vera e propria folla di uomini, mi prende per il collo e mi fa inginocchiare davanti a tutti gli altri. Dopo avermi colpito con cinque poderose sberle sul culo mi ricorda quanto già dettomi in auto circa l’importanza di obbedire ad ogni suo volere ed a quello degli altri Padroni; di non provare inoltre a disubbidire altrimenti sarei stato pesantemente punito. Faccio di si con il capo ed aggiungo che obbedirò, ma non faccio in tempo a terminare la frase che una scarica di sberle e ceffoni si abbatte su ogni parte del mio corpo. Sento le dita di più mani che cominciano ad insinuarsi nel mio culo, facendosi largo selvaggiamente. Ne sento almeno cinque che si alternano di continuo e mi obbligano a mettermi carponi sull’erba, mentre altre mani pesanti mi premono sulla schiena.
Sono tramortito da tutti quegli schiaffi quando tra tutti gli uomini si fa largo nuovamente il mio Padrone che, dopo avermi schiacciato la faccia in terra con la scarpa, estrae il suo cazzo e comincia a pisciarmi sulla schiena e sul culo. Subito dopo agita con le scarpe la sabbia presente in terra che va ad inzozzarmi dove ero bagnato. Subito dopo anche gli altri uomini, quasi a comando, cominciano a pisciarmi addosso ed a me non sembra vero di poter ricevere tutta quella pioggia dorata. Sono litri di piscio che mi colpiscono da ogni parte, sui capelli, la bocca, le orecchie, le tette, la schiena, il solco del culo, le cosce, e mi ritrovo fradicio e maleodorante come appena uscito da un bagno in una fogna.
A quel punto sento la voce del mio Padrone che incita gli altri ad usarmi nel peggiore dei modi, avvisandoli che sono solo una troia e che essere maltrattata in quel modo è il mio più grande desiderio. La folla di uomini comincia quindi a spogliarsi e ad avvicinarsi a me.
Mentre mi trovo ancora in terra carponi, con le ginocchia immerse nel fango creato dal piscio, un uomo con un cazzo possente di almeno venticinque cm, si avvicina veloce al mio culo e cerca di farsi largo. Il mio sfintere, già dilatato da tutte quelle dita, non esita ad accoglierlo e lui comincia freneticamente a pompare, spingendomelo dentro per tutta la lunghezza. Accompagna le spinte con schiaffoni sulle chiappe che diventano ben presto violacee. Un altro uomo si posiziona davanti al mio viso e mi spinge la sua cappella in bocca, tenendomi per la testa ed il collo. Mentre i due mi sfondano culo e gola continuo a sentire i commenti di tutti gli altri uomini, che sembrano quasi litigare su chi sarà il prossimo a scoparmi. Mi sento ancora bagnare schiena e culo, poiché altri uomini continuano a pisciarmi addosso. L’uomo che mi incula comincia a fremere sempre di più e, dopo vari movimenti rotatori che mi sembrano allargare a dismisura il culo, emette un grido e mi sborra copiosamente dentro. Forse incitato da quella visione anche l’altro uomo viene e mi inonda la gola della sua crema. A quel punto mi sento già una troia oltre ogni limite di immaginazione, riempito in quella maniera senza alcuna decenza, ma mentre i due uomini si allontanano esausti da me, già altri due prendono il loro posto, incuranti che culo e bocca sono già pieni di sborra. Ricominciano quindi a scoparmi mentre gli altri intorno continuano a schiaffeggiarmi e maltrattarmi in ogni modo. Uno in particolare si posiziona a terra al mio fianco e mi strizza i capezzoli sempre più forte. Un altro invece affianca l’uomo che mi incula ed, oltre a sculacciarmi le chiappe, me le allarga a dismisura per farmi sfondare meglio.
Io non capisco più nulla e mentre cerco di mantenere il conto dei cazzi che sto prendendo, perdo completamente il senso dell’orientamento e della ragione, continuamente affogato da sborra nel culo ed in bocca. Quando mi incula il sesto cazzo ho ricevuto tanta di quella sborra che la sento colare copiosa dal culo ed appiccicarsi sulle cosce. Dalla bocca invece escono rivoli che mi insozzano il collo e le tette e presto riesco a malapena a respirare. Gli uomini si susseguono imperterriti uno dietro l’altro, incitati dal mio Padrone, che non manca di esaltare le mie qualità di troia e succhiatore di cazzi. Quando ormai ho il culo in fiamme in realtà non sono neanche a metà dell’opera; ci sono infatti ancora tanti cazzi da far sborrare e che reclamano il mio culo e la mia bocca. A quel punto il Padrone invita alcuni uomini a sdraiarsi in terra supini e mi ordina di salire alternativamente sul loro cazzo e farli godere. Cosparso di piscio e fango e pieno oltre modo di sborra vado ad impalarmi sui loro cazzi dritti e li cavalco a ritmo alternato voltando la schiena al loro viso. Loro da dietro si godono il mio culo sfondato e mi schiaffeggiano e mi allargano ulteriormente le chiappe, mentre i loro cazzi entrano agevolmente nel mio culo pieno di sborra. Nel frattempo altri due cazzi si accostano alla mia bocca e comincio a succhiarli dapprima a turno, poi insieme tenendoli accostati, fino a farli sborrare tra le labbra e le tette. Ormai ho ingoiato tanta di quella sborra che la sento muoversi nello stomaco come una gelatina ma ne voglio comunque bere ancora. Mi piace il gusto diverso di ciascuno di quei cazzi, da quello più dolce a quello più amarognolo a quello dal sapore selvaggio. Tutto ciò mi fa sentire, se possibile, ancora più troia e schiavo di quello che sono. Di questa mia sfacciata porcaggine se ne accorge anche il mio Padrone che mi colpisce con forti schiaffi sulla cosce e culo, e mi ingiuria dicendo: “TI PIACE VERO TROIA? - TI PIACE FARTI SCOPARE SELVAGGIAMENTE DA TUTTI QUESTI CAZZI?” A sentire quelle parole annuisco con il capo e vado ancor più fuori di me dall’eccitazione; infatti una folla di cazzi si avvicenda senza sosta nel mio culo e nella mia bocca ed io sento di essere davvero una gran puttana, buona per far sborrare cazzi ed esaudire le perversioni del Padrone.
Quel poco di cognizione del tempo che mi resta mi fa pensare di aver preso cazzi per oltre un’ora, tanto che ho il culo e la bocca davvero indolenzite. Uno degli uomini poi si è particolarmente accanito nel mio culo, agitando il suo grosso cazzo con moto circolare ed allargandomi in maniera notevole, mentre con le mani mi tirava violentemente per i fianchi. Tra ulteriori schiaffi, insulti e derisioni di tutti i presenti mi si avvicina il Padrone che mi lega una corda al collo e mi trascina a carponi lontano dalla folla, in direzione del fiume. Poco prima della riva mi indica una fossa tutta piena di fango e melma e mi ordina di entrarvi immediatamente. Già oltremodo insudiciato da tutta quella sborra e dal piscio non esito ad obbedire ed entro, sempre carponi, in quella parte di terreno dove comincio letteralmente a sprofondare. Quando sono ormai con il fango oltre l’ombelico il mio Padrone, tenendomi con la corda al collo, mi schiaccia la faccia con la sua scarpa obbligando ad immergermi completamente nella melma. Riemergo dopo qualche istante per respirare e noto gli uomini messi a cerchio ed intenti a ridere di me; qualcuno approfitta per pisciarmi ancora addosso mentre altri si complimentano con il mio Padrone per come ha saputo educare il proprio schiavo. Si rivestono e quindi si allontanano dalla parte opposta.
Senza poche difficolta riemergo da quell’enorme pozzanghera e subito il Padrone mi dice urlando “BRUTTA TROIA NON VORRAI MICA SALIRE SULLA MIA MACCHINA COSI’ CONCIATO?” Rispondo di no con il capo e, nonostante buio e freddo, mi immergo nelle acque del fiume e mi lavo diligentemente in ogni parte del corpo. Solo dopo, quando ancora tremo come una foglia, mi indirizzo con il Padrone verso il parcheggio dell’auto.
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la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
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17 years ago
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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