Era arrivato il fatidico giorno, lo aveva aspettato tanto, temuto, accarezzato con la fantasia, approfondito in tutte le sue possibilità e sfaccettature….ora era arrivato.
Emmanuele si alzò dal letto già agitata, faceva difficoltà ad allontanare la mente da quello che sarebbe potuto succedere. Si buttò sotto la doccia, non rapidamente come sempre però.
Doveva dedicarsi del tempo, delle attenzioni particolari, prima che….lo avessero fatto altri.
Così, sotto il getto di acqua calda, si passò il sapone….cominciando dai piedi, risalì alle gambe, si accarezzò lentamente il sesso….lentamente, sentendo un calore sgorgarle dall’interno….volle assaporarlo….il dito medio entrò dentro, tutto, era morbido e tremendamente bagnato, due dita, allargandosi dolcemente….sarebbe stato così tenero il contatto con uno sconosciuto? o più rude e violento? Provò allora più forte, aumentò il ritmo e lei, sotto il getto bollente della doccia, venne velocemente…quasi a prepararsi per l’incontro.
Si appoggiò al muro, il tempo di riprendersi e poi finì di lavarsi…la pancia, le ascelle, il collo…fece lo shampoo.
Il seno lo lasciò per ultimo, le faceva sempre piacere, giocare con i capezzoli, come LUI non faceva mai. Allora li tirava, con delicatezza, fino a renderli turgidi, dolorosamente sensibili, si leccava le dita per stuzzicarli….e così si sentiva veramente donna…una donna pronta ad offrire il proprio corpo a chi….ancora non sapeva bene a chi…..
L’appuntamento era per pranzo, come al solito, si sarebbero incontrati alla stazione….un po’ di disagio, giusto i primi minuti, poi l’attrazione avrebbe fatto il resto.
Già in macchina era difficile tenere a posto le mani, quelle di LUI infilate sotto la gonna, a salutarne gli anfratti più reconditi, quelle di lei, impegnate a guidare, tese sul volante ma desiderose del suo sesso, di poterlo toccare il prima possibile.
Un’enoteca carina, una bottiglia di vino per sciogliere il ghiaccio.
Emmanuelle come al solito parlava troppo, di tutto, per riempire i silenzi, per nascondere l’eccitazione crescente.
LUI se ne accorse e le fece un cenno con la testa “ho bisogno di una sigaretta, usciamo!”. Fuori c’era il sole, la strada secondaria era deserta, LUI la guardò negli occhi, c’era intesa, sorrise e allungò una mano, la infilò tra le gambe di lei, la tirò a sé e spostando lo slip, le aprì le labbra del suo sesso…infilò un dito e con aria di sfida cominciò a masturbarla….
Le ginocchia vennero meno, lei gli strinse il braccio ma…senza fermarlo, anzi accompagnandolo in quel ritmico su e giù che rapidamente la fece venire. Era bagnata, tanto bagnata, ma non sazia, avrebbe voluto averne ancora…
In quel momento passò un signore, li guardò con curiosità e loro ricambiarono lo sguardo: LUI toccò il culo di Emmanuelle, con un gesto sfrontato, quasi a rivendicarne il possesso, lei sorrise e buttò un bacio…..ora erano pronti.
Il Privee che avevano trovato era in zona. Parcheggiarono vicino, due passi a piedi…la testa era invasa dai dubbi….. ma bastava guardare LUI negli occhi per percepire quanto lo desiderasse. L’ingresso era sobrio, dettero i documenti, pagarono ed ebbero la tessera….ora rimaneva solo varcare la soglia.
Emmanuelle allungò la mano in cerca di un contatto, LUI gliela strinse trasmettendogli quella sicurezza di cui aveva bisogno.
All’interno la musica era piacevole, come in un discobar qualcuno ballava, qualcuno al bancone beveva e conversava amichevolmente. Ordinarono due bicchieri di rosso, il vino avrebbe sicuramente sciolto gli ultimi freni inibitori. Trascorse un po’ di tempo in cui LUI ed Emmanuelle parlarono di loro, di cosa stavano cercando e di cosa avrebbero condiviso, nel frattempo le mani si frugavano e l’eccitazione cresceva.
Ad un certo punto si avvicinò un ragazzo, uno scambio di battute, poi chiese il permesso ad entrambi con lo sguardo e concessogli cominciò ad accarezzare Emmanuelle, le mani sulle spalle, sussurri nelle orecchie…lei era già pronta. Le morse il collo, da dietro, come un predatore e lei guardò LUI, era un segnale…lo voleva, lo voleva adesso….poteva farlo.
Cercarono una stanza, LUI li seguiva a distanza, osservandoli, sentiva il suo pene ingrossato spingere attraverso il pantalone. Nella camera che trovarono libera c’era un letto a baldacchino e al lato una poltrona. LUI si sedette lì e…finalmente potè liberare la sua erezione.
“Bene bene…se la vuoi…dirigo io, però…”
Entrambi mugolavano, erano vogliosi, aspettavano di potersi lasciare andare ma sapevano che era LUI a dover condurre il gioco.
“Prendiglielo in bocca” ordinò.
Il ragazzo non aspettava altro, si aprì la lampo, lasciò che fosse lei a tirarla giù lentamente e poi l’aiutò a far uscire l’asta del suo pene, così tremendamente eretta e rigida. Lui seduto sul letto, lei in ginocchio. Emmanuelle cominciò a leccarlo in tutta la sua lunghezza, accarezzandolo con entrambe le mani. Poi passò la lingua sulla punta del glande e succhiò, stando attenta ai denti, come le avevano insegnato.
“Succhialo tesoro…assaporalo bene” disse LUI, godendosi lo spettacolo da tempo fantasticato.
Lei lo guardò con fare accattivante e gli fece scivolare una mano sul sesso rigonfio.
Mugolava, mentre il ragazzo accompagnava i movimenti tenendole la testa. Era brava, leccava e succhiava alternativamente, con ritmo, tenendo con fermezza la base del pene e ogni tanto accarezzando i testicoli tesi ed allungando la mano verso il perineo….
Quando vide che il ragazzo stava per venire, LUI la tirò a sé, sorrise e le disse “Ora tocca a me”.
Lei ricominciò, con più entusiasmo ed eccitazione ancora, perché era LUI….gli piaceva, gli era sempre piaciuto, era la fantasia di tutte le sue notti e il pensiero ricorrente di tutti i suoi giorni.
Per cui prese in bocca quel pene che ben conosceva decisa a farlo impazzire di piacere.
Lo leccò, succhiò ed accarezzò con tanta passione da farlo venire senza preavviso. Lui buttò la testa all’indietro, tenendole il capo fermo mentre violenti spruzzi di sperma le inondavano la bocca. Abbassò lo sguardo e l’ammirò mentre l’orgasmo lo scuoteva e sembrava non finire mai.
Nel frattempo il ragazzo aveva terminato da solo, masturbandosi con veemenza, ma ovviamente voleva di più.
“Ora la puoi scopare…se vuoi!”. Era il lasciapassare.
Si avvicinò a lei, da dietro, Emmanuelle era a carponi, la testa poggiata sul sesso ancora rigonfio di LUI.
Il ragazzo la prese con decisione, le alzò il vestito poggiandone i lembi sulla schiena, le infilò le mani tra le gambe e la tirò a sé, infilandole lo slip tra le labbra, con forza, quasi a volerla punire di averlo lasciato solo. La posizionò meglio, col sedere esposto. “Shhh…”disse “…ora tocca nuovamente a me…”. Si prese qualche minuto per ammirare il contorno del suo corpo, lasciò scivolare lo sguardo sulle sue natiche invitanti….la curva dei fianchi, il sedere rotondo, il tatuaggio sulla nuca che sbucava dalla scollatura posteriore. Spostò lo slip, infilò un dito….lo spinse tra le sue cosce…poi risalì fino a sfiorarle l’ano…. e continuò così, andando su e giù, lentamente.
“Godi…tesoro….godi per me!” le sussurrava LUI accarezzandole i capelli e guardandola con desiderio.
Emmanuelle rabbrividì al suono cupo della sua voce. I suoi seni divennero sensibilissimi e i suoi capezzoli si indurirono all’istante.
Le dita del ragazzo si muovevano, entravano ed uscivano da lei, facendola bagnare abbondantemente.
“Scopami…per favore”…Emmanuelle mugolò, con un filo di voce.
Era pronta, calda, aperta e vogliosa, graffiava le cosce di LUI per sopportare il piacere e al tempo stesso l’attesa.
Il ragazzo allora con le proprie gambe allargò di più quelle di lei, la spinse più giù, a 90 gradi e lentamente infilò il suo pene durissimo dentro di lei.
Con un braccio le cingeva la vita, con l’altra mano le toccava il clitoride per non lasciare niente di inesplorato. Lui affondava ripetutamente nelle profondità liquide della sua fica, penetrandola per tutta la lunghezza, colmandola ed incendiandola. Finchè potenti spasmi d’orgasmo non lacerarono i loro corpi.
Ci vollero cinque minuti per riprendersi.
Il ragazzo fu il primo ad andarsene, Si tirò su i pantaloni, sussurrò un “grazie” all’orecchio di Emmanuelle ma guardando LUI, che gli aveva permesso un rapporto così soddisfacente.
Poi loro due si guardarono a lungo….si baciarono a lungo….si risistemarono e….mano nella mano uscirono dal club.
La sera era appena cominciata, la fame si era scatenata….era ora di cercare un ristorante per una cenetta…a due, questa volta!
Dedicato al MIO LUI
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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