Era da tanto tempo che volevo scoparmela quella troia. Bionda, labbra carnose quasi a canotto e con due tette enormi che si portava sotto i vestiti più scollati possibili..ogni volta che la vedevo sculettare con quel suo fare da troietta, sempre senza mutandine ovviamente, il mio fratellone lì sotto non poteva fare a meno di indurirsi, e non potevo più sopportare questa situazione, dovevo risolverla.
Sono un professore universitario, 40 anni, bella presenza almeno a quanto dicono, e posso affermare senza modestia che le donne non mi siano mai mancate….peccato che ho, diciamo, una piccola particolarità, un vizio che purtroppo non posso soddisfare con chiunque: a me le donne non piace semplicemente scoparle, piace dominarle, sottometterle, completamente….e la troietta di cui parlo faceva proprio al caso mio; lo sapevo già, era la preda perfetta: il mio esame era fondamentale per il suo piano di studi, se non l’avesse passato adesso non avrebbe potuto fare nessun altro esame, e avrebbe perso almeno un anno; ovviamente l’avevo già bocciata due volte, per impreparazione(non sono mica il tipo che mette i 30 alla prima ragazza che si presenta con una scollatura generosa, che credete!); questa volta però, sarebbe andata diversamente.
Ed ecco che la troietta si presenta all’esame…immaginatela: minivestito, praticamente una sottoveste, nera che faceva vedere tutto: tette, capezzoli, culo… tacchi a spillo neri, e come al solito niente mutandine: la sgualdrina pensava di fare colpo stavolta, ma niente da fare: non aveva capito che quando voglio fare lo stronzo non c’è scollatura o culo in bella mostra che tenga: bocciata un’altra volta, e si ripresenti al prossimo appello: la mignottella, decisamente delusa e infuriata, se ne uscì fuori dall’aula senza nemmeno salutarmi, ma io sapevo che sarebbe tornata.
E infatti eccola là, il giorno dopo, al ricevimento, sempre con lo stesso abbigliamento da mignotta e il trucco pesante, che piangeva e mi implorava di darle un’altra possibilità…io dopo essermi fatto pregare fingo di accettare e dico “bene, signorina, le voglio venire incontro: si ripresenti domani, dopo l’orario di chiusura, nella mia aula, purtroppo non ho altri orari, ad ogni modo ci sarò; faremo un integrazione orale, se passerà quella avrà passato l’esame; e mi raccomando venga sola, perché questo che le sto proponendo è illegale; meno testimoni ci sono, meglio è sia per lei che per me” La ragazza dapprima perplessa e un po’ spaventata per l’orario insolito e per la richiesta di presentarsi sola, accettò tuttavia di buon grado: aveva maledettamente bisogno di passare l’esame, e io lo sapevo. Le avevo proposto un integrazione orale, ma la vacca non aveva ancora capito di quale integrazione parlavo: ah, ah ah, non vedevo l’ora di pregustarmi la serata di domani.
E infatti quel giorno Pamela venne, da sola come le avevo detto, ma non si sarebbe di trovare dentro la sorpresa che le avevo preparato: infatti in aula non ero solo, ma insieme a me c’erano altri due uomini: uno era il custode dell’università, un cinquantenne grasso e sempre sudato; era soprannominato “l’animale” dalla sua conosciutissima propensione a non essere esattamente un gentiluomo con le studentesse, tanto che già una volta si era preso una denuncia per molestie; l’altro era un nero enorme di due metri, che avevo portato apposta per sfondare la troia in questione.
Neanche il tempo di rendersi conto ed ecco l’animale che chiude la porta e fa “Ahahah eccola qua, professore, allora avevi ragione: è proprio una troia…non sai quante volte mi sono fatto le seghe sognando di spaccare questa vacca, ma adesso è venuto il momento: vieni qua puttanella che ti faccio la festa…” e così dicendo le infila la mano sotto il vestitino fino a stringerle forte le tette. La ragazza ovviamente si divincola “ma vaffanculo stronzo, per chi mi hai presa, ora ti denuncio, bastardo, e lei professore diamine faccia qualcosa!” disse la studentessa isterica. Era il momento di intervenire, e infatti intervenni: “ahahah mi fai ridere troietta, quanto sei comica nella tua impertinenza” dissi con un sorriso divertito “che ti credevi di venire qui a fare l’integrazione orale? Ora te lo spiego io in cosa consiste questa integrazione: dovrai soddisfarci tutti, dovrai fare qualsiasi cosa ti chiediamo, anche la più schifosa, senza fiatare: questa sera sarai la nostra schiava, la nostra cagna, il nostro cesso…ti apriremo senza riguardo in tutti i buchi, e se ci va ti useremo anche come cesso, e tu dovrai stare zitta e obbedire ad ogni nostra perversione; ovviamente puoi andartene quando vuoi; ma ricorda che, se lo fai, non solo non passerai mai il mio esame, ma puoi scordarti di laurearti qui, per sempre: userò il mio potere per metterti contro chiunque e la tua carriera in questa università sarà finita; non solo, lo vedi questi uomini in foto?” dissi indicando una foto sul tavolino “sono tutti imprenditori cittadini e sono miei amici…credi proprio di trovare un lavoro in questa città? Tu sei solo una succhia cazzi e adesso ti trattiamo come tale, adesso sta a te la scelta: collaborare e passarla liscia, o andartene e avere la vita rovinata, decidi tu…”. Avevo parlato, ora stava a me vedere se il mio piano avrebbe avuto successo” La risposta arrivò subito quando sentii la ragazza iniziare a piangnucolare e abbassare la testa…”va bene, p-professore, accetto….” Disse con un filo di voce…ma io non ero ancora contento…uno schiaffo le arrivò in piena faccia e lei si ritrasse lamentandosi dal dolore “si dice si va bene, padrone, troia, avanti, ripeti!” “Scusi padrone, intendevo dire s-si, padrone, accetto…”
“Avete visto ragazzi? La troia è pronta a farsi sfondare..su, fatele la festa!”
Cominciò l’animale, e subito la povera troietta si incominciò a rendere conto di cosa la aspettava quella notte; la ragazza potè subito sentire bene le mani sporche e pelose dell’animale che la afferrava per i capelli, che la costringeva a prendere in gola tutto il suo cazzo grosso e nodoso(23 centimetri), fino in fondo, a rischio di soffocarsi. La troietta potè assaporare subito il sapore nauseabondo di urina del cazzo del custode che la sfondava la gola senza alcun ritegno fin dall’inizio, mentre con l’altra mano le dava schiaffi sulle tette e le tirava i capezzoli; a un certo punto mentre continuava a pomparla in gola il sadico lavoratore dell’università le chiudette il naso; la troietta si sentì quasi soffocare dal trattamento della bestia, aveva le guance rigate di lacrime mentre era diventata tutta rossa in volto; non ancora sapeva che questo era solo l’inizio.
La celestiale visione di questa biondina tettona con la faccia d’angelo e il corpo da bambola gonfiabile utile solo a prendere metri di cazzo scopata in bocca senza ritegno da un grassone sadico eccitò molto il nero, che se lo tirò fuori e iniziò a segarselo;ora, le dimensioni del suo cazzo , sono sincero, spaventarono anche me; superava, non esagero affatto, nettamente i 30 centimetri…ma ciò che mi colpì ancora di più era la larghezza: aveva una cappella dalla larghezza che superava il pugno della mia mano(e non ho mani piccole, affatto), e il diametro del cazzo era superiore a quello di una lattina…già mi eccitavo a pensare a cosa avrebbe provato la povera puttanella quando quell’enorme cazzo l’avrebbe sfondata; cosa di cui era consapevole anche il nero, che, proprio per saggiare le reazioni di quella troia bianca, si mise davanti la faccia della troietta e le fece vedere il suo enorme cazzo, preannunciandole cosa le sarebbe successo; pamela, spaventatissima, lo implorò di lasciarla stare, gli disse che non aveva preso mai un cazzo di quelle dimensioni, che l’avrebbe segato e anche cercato di prenderlo in bocca ma “ti prego, in fica no, con quel cazzo mi rompi, ti prego non farlo…” lo implorò singhiozzando la mignotta bianca, ma il nero non se ne curò e, mentre l’animale la costringeva a forza a prenderlo in bocca, con un colpo secco le sfondò la fica.
La vacca ora quindi aveva due cazzi, uno, quello del custode, che le sfondava la bocca, e l’altro, quello del nero, che le sfondava la fica; il cazzo del nero, com’era prevedibile, le fece molto male, ma non poteva urlare dato che aveva la bocca occupata dal cazzo del custode; tuttavia, dopo una decina di minuti di quel trattamento, la ragazza iniziò ad abituarsi al cazzo del nero, e i lamenti, poco a poco si trasformarono in gemiti. “Lo sapevo che ti piaceva il cazzo nero, lurida troietta bianca” non potè fare a meno di commentare il nero, e la mignottella ovviamente non poteva rispondere, dato che aveva la bocca ancora occupata dal cazzo dell’”animale”, ma la sua fica che colava testimoniava il suo godimento.
Il tutto continuò per un'altra decina di minuti, fino a quando l’animale, che oramai la stava scopando in bocca da quasi mezzora, finalmente venne e le scaricò tutto il suo liquido denso in gola; il nero, che la stava scopando in fica, invece, non era ancora venuto, ma ad ogni modo si staccò anch’egli dalla sua fica….cosa aveva in mente? Neanche io lo sapevo, ma il tutto divenne incredibilmente chiaro subito dopo, quando il nero le si parò di nuovo davanti con il suo cazzo enorme e le disse: “ vedo che hai goduto con il mio cazzo nero. Adesso però, tocca a me. Visto che sei così puttana, voglio provare a fare una cosa che non ho fatto mai. Mi manca perché ce l’ho troppo grosso quindi non me l’hanno mai fatto fare, ma adesso puttanella bianca con te voglio togliermi questo sfizio. Adesso ti sfondo il culo” Non appena ebbe sentito le ultime parole, la ragazza, colta da autentico terrore, si liberò e fece per correre fuori dalla stanza, ma il nero, che si aspettava questa reazione, fu più pronto di lei; la afferrò prontamente da dietro, e, mentre lui la teneva ferma, chiese aiuto all’animale per lubrificarle il culo; la ragazza, nel panico più totale, continuava a urlare e a dimenarsi per la paura di quello che la aspettava; “sì, brava urla di più, mi piace così, adesso lo vedi come ti spacco!” Il nero entrò piano piano e con grossa fatica nelle sue viscere; immaginate cosa ha provato la cagna: la troietta urlava e si dimenava come una pazza; immaginate il volto completamente deformato dal dolore la bocca spalancata in una smorfia di sofferenza; per fortuna la tortura del nero non durò a lungo, dato che dopo 5 minuti venne dentro il suo intestino, altrimenti la cosa avrebbe avuto conseguenze serie per le sue viscere…nondimeno quando il negro si staccò dal culo il buco era oscenamente aperto, completamente rosso….
Colto da improvvisa pietà per le condizioni della povera vacca, la feci riposare per una decina di minuti, in cui lei stette a riprendere fiato e a lamentarsi, stesa a terra e completamente nuda…; ma, come accade sempre con queste puttanelle indisciplinate, la vacca non mi fu affatto riconoscente; dopo un po’, mi accorsi che la ragazza si stava rivestendo, e, di nascosto e senza dirmi niente, stava cercando di dirigersi all’uscita; la cosa ovviamente mi fece andare in bestia: e a soddisfare me, non ci pensava??? La afferrai per il collo, e, sbattendola al muro e guardandola colmo di rabbia le urlai: “lurida vacca, cosa pensavi di andartene così? Non ricordi i patti? Dovevi soddisfare anche me, mignotta!!!” La ragazza, visibilmente pentita per il grosso errore, cerco subito di giustificarsi dicendo “ha ragione, padrone, mi scusi, ho commesso un imperdonabile errore, ma veramente io…” Con una sberla in faccia la feci stare zitta: “stai zitta troia, non ti ho dato il permesso di parlare, le cagne come te non parlano….mi hai disobbedito e profondamente deluso, e per questo sarai duramente punita….voi due, portatela nella stanzetta!”
Ora, la “stanzetta” non era altro che una piccola e stretta camera, quasi un ripostiglio, dove io nascondevo i miei “attrezzi speciali”, che usavo solo nelle situazioni particolari…era una stanza segreta e non la conosceva nessuno a parte quei due; dato che era la prima volta, avevo pensato di non portare la ragazza nella stanzetta, ma, dato che la vacca mi aveva disobbedito, non si meritava questa attenzione: me la sarei fatta nella stanzetta, con il corredo di attrezzi che piacevano a me, senza alcun riguardo.
I due la portarono nella stanzetta e le strapparono i vestiti di dosso; nella stanzetta c’erano tutti gli attrezzi che io usavo per i miei giochi; c’erano fruste di tutti i tipi e consistenze, manette, mollette, dildo, manganelli e altri oggetti per penetrare la schiava, maschere per la bocca e chi più ne ha più ne metta.
Non appena vide gli attrezzi, la ragazza si spaventò a morte: “ti prego padrone questo no, ti prego non farlo….ti spompinerò per ore, mi farò sfondare in ogni buco, mi farò anche pisciare o cacare addosso se vuoi, ma ti prego, non farmi questo”. “Sta zitta troia, non hai capito che non ti voglio sentire? Se non volevi essere punita dovevi pensarci prima, ora è troppo tardi!”
Cosa dovevo scegliere per la punizione di oggi? Dopo una breve riflessione, presi la mia decisione.
Feci mettere la ragazza a pecora e nuda, con i buchi oscenamente in vista; all’altezza del ventre una sbarra le faceva mantenere la posizione; le misi un paio di manette ai polsi: queste manette erano legate a un elastico a molla, che era a sua volta collegato a un gancio che stava sul soffitto: la ragazza dunque, era a pecora con le braccia unite e legate ai polsi; le braccia erano a sua volta sospese verso l’alto per effetto della molla; ma non era finita, anzi: mancava la parte riservata alle tette: le attaccai due pinzette molto resistenti ai capezzoli; anche queste pinzette erano collegate a due elastici a molla, solo che questi elastici, a differenza dei primi, erano collegati a un gancio che stava a terra; già ferma in questa posizione provava dolore; i capezzoli le facevano male a causa delle pinzette e ancor di più perché erano tirati, assieme a tutte le tettone che si ritrovava, verso terra dagli elastici; non poteva abbassarsi, perché all’altezza del ventre aveva una sbarra che la costringeva a mantenere quella posizione; inoltre tutto il ventre era legato a quella sbarra da fili sempre elastici. Se già provava dolore conciata così, pensate a cosa provò la povera troietta quando iniziai a incularla con foga da dietro. Spingevo e pompavo come un’ossesso, con violenza, e la prendevo per i capelli per farle tirare ancora di più le tette; in quella posizione, ogni mio colpo per la povera troietta era un dolore enorme, le tettone si deformavano a ogni colpo a causa degli elastici mentre la inculavo erano diventate addirittura coniche e le pinzette tiravano così forte i capezzoli che sembravano lacerarsi da un momento all’altro; la troia urlava come una matta ma io me ne fregavo, aveva disobbedito e meritava questa punizione, la meritava senza dubbio.
Il supplizio durò per ben mezzora(sono resistente io, mica sono un novellino!) terminata la quale la slegammo.
Successivamente, la punizione continuò portandola in bagno e , mentre i due la mantenevano, la costrinsi a mettere la faccia dentro al cesso sporco e a pulire tutto con la lingua; ovviamente, mentre faceva questo, non mancai di abusare di nuovo del suo culetto e della sua fica, e così fecero anche gli altri due.
Infine, la punizione terminò con una salutare pisciata collettiva in faccia, che lei fu costretta anche a bere.
Era abbastanza; la feci portare dal custode all’aperto; sporca com’era di piscio e di sborra, e dolorante in tutti i buchi, chiese almeno di essere lavata; mosso, ancora una volta, a pietà dalle condizioni della cagna, la feci lavare dal custode con la pompa dell’acqua fredda.
“Brava troietta, congratulazioni…hai superato davvero brillantemente l’esame….questo esame, ahahah…” le dissi mentre le gettavo il libretto con il voto sul corpo nudo e bagnato.
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Certificazione Profili
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17 years ago
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101219
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11 years ago
pillinca,
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Last visit: 1 month ago
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97431
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17 years ago
valerio,
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Last visit: 10 years ago
E si vanta di esser un professore.........
Probabilmente c'è chi gode per questo tipo di pratiche, personalmente la trovo una devianza mentale e non sesso!!!
Se è solo frutto di fantasia è malata anche questa!!
sperando che sia solo fantasia altrimenti sei da denuncia.