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gioiamia 44 y.o.
Trans
Napoli, Italy
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Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

Mio marito a pecorina

Una amica conosciuta in chat mi ha postato questa sua esperienza di vita. Non so se è vera ma mi eccito nel vedermi nella situazione del marito. Uomo fortunato.

Quella notte, come mi capitava tre volte al mese, ero di turno in ospedale. Montavo alle otto di sera e smontavo alle otto di mattina. Appena montato mi arriva la mia collega Cinzia che dice: “Senti Mara, ti prego, dammi il tuo turno e tu fai il mio domani. Sai, domani sera tengo i miei a cena.” Un po’ infastidita, ma non lo dò a vedere, acconsento. Ma intanto tra una chiacchiera e l’altra; un paziente da vedere comunque, rompo mezza serata e arrivo a casa alle 23. Con la speranza di trovare ancora Marco, mio marito, davanti al televisore, salgo all’appartamento ed apro con le mie chiavi. Stavo quasi per dire ad alta voce che ero io quando, mi bloccai. Sentivo la voce di mio marito dalla stanza da letto gemere. Lo sentivo dire:”Si…dai…dai…ancora…più forte … non ti fermare”. Oddio, pensai, si è portato una donna a casa. Mi venne un vuoto allo stomaco; una forma di sconforto o di rabbia, non saprei dire. Pensai che forse con una scenata avrei peggiorato le cose. A volte è bene far finta di non sapere. Magari cornuta in silenzio ma salvando il menage familiare. Mia madre mi ha insegnato a non drammatizzare sulle scappatelle del marito. Donna di principi antichi. Penso di andarmene in silenzio. Ma poi mi dico: “Ma almeno fammela vedere stà zoccola rovinafamiglie. Sarà mica una che conosco? Sarebbe un brutto colpo. Meglio una sconosciuta.” Insomma mi affaccio sull’uscio socchiuso. Oddio!!!! Quello che parla e sparla e che geme è proprio mio marito ma cosa vedo? Stà messo a pecorina sul nostro letto con indosso la mia biancheria intima e dietro di lui il nostro amico Gianni che se lo stà facendo di brutto. Oddio che colpo!!!! Resto esterrefatta ma dopo un po’ trovo la forza di allontanarmi. Apro la porta silenziosamente ed esco. Intanto, stando alle voci, il gioco continuava con invidiabile vigore. Rimasi fuori tutta la notte fino alle otto di mattina. Il morale a pezzi. Tornai a casa che ovviamente lui era già andato al lavoro. Sola in casa, rimasi ad osservare quei luoghi. Andai a controllare la mia biancheria intima. Molte cose cominciavano a trovare spiegazione. Quella lingerie che lui mi regalava ogni tanto dicendomi di indossarla quando facevamo l’amore. La taglia sempre un po’ più grande della mia con la scusa che si dimenticava la misura. Insomma era tutto per avere in casa roba da indossare lui. Ed io che non l’avrei mai pensato!!!! In verità passai una settimana di merda fino alla successiva notte in ospedale. Qellla notte, pensando a cosa stava succedendo a casa mia, sul mio letto, con la mia biancheria, mi riscoprii stranamente eccitata. La cosa mi metteva un fremito addosso. Allora decisi una strategia. La sera dopo mi attillai con un po’ di roba addosso e cominciai a stuzzicare Marco finchè me lo portai a letto cercando di portarlo in una posizione di 69. Non tanto per farmi leccare, che pure mi piace, quanto per avere il suo ano a portata di lingua e di dita. Beh .. è inutile dire che mentre lo succhiavo e, insalivandomi le dita cercavo di infilargliene qualcuno dietro, lui stringeva l’ano nel tentativo di non far scoprire la recente e continua dilatazione. Ma si sa: quando una cosa ti piace finisci per mollare gli ormeggi: una donna lo sa bene. Ed invece di uno gliene infilai anche due e poi tre. Ma non commentai. Commentai invece sul fatto che il trattamento si ripercuoteva positivamente sullo stato di erezione del suo pene. “Amò” gli dissi “ credo che se questo è l’effetto dobbiamo trovare il modo di infilarti qualcosa dietro anche quando mi scopi.” E ridemmo di gusto. Mi scopò di brutto e la cosa finì lì. Ma io non avevo finito. Nei giorni seguenti andai in un sexy shop in città, lontano dal paese, e comprai un fallo di lattice di quelli con le cinghie da indossare noi donne. Lo misi nel comodino vicino al letto e ricostruii l’atmosfera. Naturalmente nel momento culminante, quando lui aveva perso i freni inibitori, lo presi e glielo infilai dietro piano piano. Se lo prese senza commentare. Fece quasi finta di niente. Allora glielo dissi io:”Ti piace?” e lui “mmmmhhhh …. Dove l’hai preso?”. “Non è importante dov’è l’ho preso, caro, è importante dove lo prendi tu ora. Adesso te lo faccio sentire meglio. Ti va?” E senza aspettare risposta mi alzo e in un attimo indosso l’arnese fissandomelo all’inguine con le cinghie. Devo avergli fatto un effetto incredibile con quell’arnese dritto all’inguine. Infatti appena gli dico:”Se tu fossi donna ed io uomo cosa saresti capace di fare?”. Me lo ritrovai a succhiare avidamente quell’arnese di gomma attaccato al mio corpo come se fosse un pene vero. “Aspetta, gli dico, se proprio vuoi fare la puttana ti faccio indossare qualcosa di femminile.” Insomma lo riportai a vestirsi con la mia lingerie, lo truccai, lo preparai tutto e appena fummo pronti me lo scopai a pecorina per tutta la notte. E mentre lo scopavo lo chiamavo puttana. E lui gemeva. Io non avevo problemi di erezione ma solo di resistenza fisica. Posso dire che gli feci un culo a cerchio di botte. Confesso che facendolo venni anche io sbrodolandomi lungo le cosce. Da allora lo facciamo sempre ma non prendo mai l’iniziativa di tirare fuori l’arnese. E’ sempre lui che me lo chiede. E credo di aver recuperato un menage familiare tenendo fuori intrusi extra. Infatti son quasi certa che con Gianni la passione deve essersi affievolita. Mi vien quasi voglia di riaccenderla io. Ma non adesso.

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