Io e mia moglie lavoravamo nella stessa azienda leilaureata e io come impiegato, la sera a casa chi puliva e chi preparava da mangiare il sabato lodedicavamo alle pulizie domestiche, fino a che lei divenne dirigente aumentò ilsuo stipendio ed anche il lavoro, molte pratiche se le portava a casa e miaiutava sempre meno nei lavori domestici io con il poco tempo che avevo Nonpotevo pulire più di tanto, così decidemmo che siccome lei guadagnava di più,ed essendo una donna in carriera io avrei dato le dimissioni e mi sareidedicato solo alla casa.
E cosi sono diventato un ottimo casalingo, pulisco, lavo,stiro, e preparo degli ottimi pranzi. Spesso mia moglie e due suoi colleghiFrancesco e Sergio con le rispettive mogli Carla e Paola fanno dei pranzi dilavoro a casa nostra o da loro, e noi "donne" facciamo a gara a chicucina meglio, poi loro discutono di lavoro e noi " donne" parliamodi cucina ci scambiamo le ricette, mi trovo un po' imbarazzato quando parlanodi moda ma per il resto reggo bene la conversazione.
Quando ceniamo a casa nostra tutti mi fanno i complimentiper il pranzo e per come preparo e servo in tavola, mia moglie moltosoddisfatta di me dice che le donne dovrebbero imparare da me a fare lecasalinghe.
Dopo un po' di tempo notavo in mia moglie un cambiamento,era nervosa per delle piccolezze si arrabbiava, io cercavo di accontentarla intutto credevo che era lo stress dal lavoro, invece era'altro, dopo me ne resiconto.
Una sera tornati a casa dopo una cena a casa di Francescomi aggredì urlando sei un pezzo di merda che figura mi hai fatto fare. Iorimasi di stucco non sapevo cosa avevo combinato cercai di dire ma cosa hofatto ma non terminai la frase che mi vidi arrivare un ceffone e poi un altro eancora sberle a ripetizioni, non sapevo cosa fare e restai immobile a prenderliintanto lei continuava con sberle e diceva io t'insegno a stare al mondocoglione pezzo di merda e altre parole offensive, io con le spalle al muro leprendevo senza fiatare non so quante ne ho preso quando finì disse vai a lettoma ricordati che non e finita ancora. Andai a letto ma non riuscivo a dormirepensando a cosa avevo combinato per farla arrabbiare tanto, e pio perché mi hapicchiato non l'aveva mai fatto, e io perché non sono riuscito a reagire?
Non trovavo risposta a quelle domande.
Il mattino dopo ha fatto colazione come il solito ed èandata a lavorare.
La sera appena entrata in casa mi disse, noi due dobbiamoparlare, qui le cose devono cambiare, dal suo tono di voce mi resi conto chenon era niente di buono, dora in poi qui comando t'insegnerò a stare al mondo,tutte le volte che sbagli ti picchierò per fartelo ricordare così nonsbaglierai più, ti picchierò sul culo o in parti de corpo che non si nota se tilascio dei segni, perciò cerca di comportarti bene per evitare le botte.
Ora sai come sarà in futuro sta a te la scelta o accettioppure te ne vai subito cosi come stai poiché tutto ciò che è in questa casa emio lo comperato con i miei soldi.
Accettai che altro potevo fare senza soldi, né vestiti,né casa dove andavo? E poi gli volevo bene ero innamorato di lei.
Preparai la tavola come il solito per entrambi ma arrivòlei e disse togli un coperto qui mangio solo io tu mangerai in cucina dopo cheho finito io, ma io sono tuo marito dissi non puoi trattarmi come una serva.
Hai accettato le mie condizioni perciò fai come ti dico,e per questo sarai punito, ora muoviti voglio mangiare.
Dopo mangiato venne in cucina e disse togliti i pantalonie le mutande mi prese per un orecchio e mi trascinò in sala. Poggia le mani sultavolo, si mise al mio fianco e cominciò a sculacciarmi con una mano dritta euna al rovescio, il culo cominciava a bruciarmi e più io dicevo basta più leipicchiava, dopo circa dieci minuti smise avevo il culo in fiamme cercai dimassaggiarmelo con le mani ma lei mi fermò non toccarti voglio che ti bruciapiù a lungo cosi ti ricorderai di non contraddirmi.
Durante la settimana tutte le sere trovava una scusa perpicchiarmi, non mi faceva neanche rivestire per avere sempre il culo pronto aricevere altre botte. Il venerdì sera era pronta ad uscire e disse "ioesco e per evitare che anche tu lo faccia spogliati metti i vestitinell'armadio e portami la chiave", "nudo?" dissi, io "si tivoglio nudo completamente", mi spogliai gli consegnai la chiave non volevofarla arrabbiare per non prendere altri sculaccioni, rimasi solo in casa nudo,così tutte le volte che usciva io restavo solo in casa nudo. Quando avevofreddo mi mettevo un suo vestito e lo toglievo prime che lei tornasse.
Una notte mi addormentai sul divano lei tornò e mi videcon la sua gonna, "scusami ma avevo freddo"
dissi "lo tolgo subito" tremando avevo pauraper il mio povero culo, "no -disse lei- ci stai bene così
vestito girati si stai bene vestito così e solo unpo'stretto ma rimedieremo, ora sono stanca ti punirò
domani per averlo messo senza il mio permesso".
L'indomani prima di uscire mi fece poggiare le mani sultavolo e a culo nudo mi punì. Tornò con dei pacch
disse vieni ho comprato della roba per te, provati questaera una gonna elastica mini che mi copriva appena appena il culo e i genitali,un'altra larga sempre mini che sembrava non averla addosso, calze autoreggenti,e un reggicalze "d'ora in poi di giorno ti vestirai sempre così ipantaloni li userai solo per andare a fare la spesa". Non obbiettai perpaura della sua reazione (ne avevo già prese tante prima e mi bruciava ancorail culo.)
Usciva sempre più spesso avevo capito che aveva un amanteanche perché tra di noi i rapporti erano chiusi se io mi avvicinavo mi dicevadi no se insistevo mi andava bene se mi diceva fatti una sega oppure mipicchiava, a volte se ero fortunato mi faceva lei una sega, ma di scopare mai.
Un giorno mi feci coraggio e dissi "scusami cara seti dico una cosa promettimi di non picchiarmi?" "Non ti promettoniente però dimmela e poi deciderò", "sai, io, ecco, voglio,vorrei.." "allora ti decidi a parlare?" Sbottai tutto di unfiato "tu hai un amante?" "Tutto qui -rispose lei tranquilla- sicerto che ho un amante cosa credi che non scopo con te non scopo connessuno?"
Mi sono sentito le gambe molli quasi svenivo per larabbia, ebbi una reazione d'orgoglio e dissi non è giusto a me che sono tuomarito fai fare solo seghe. Non finii la frase che mi infilò una mano sotto la gonnaprese i miei genitali srtingendomeli e gridava, "io faccio quello chevoglio se non ti sta bene quella è la porta", e con l'altra mi picchiava,appena li lasciò caddi a terra per il dolore ma lei continuava a darmi calcidove capitava io gridavo, ti prego basta non ne posso più mi fai male, smise sivestì ed uscì o rimasi a terra e ci volle parecchio tempo prima di riprendermi.
Una sera avevamo a cena a casa nostra con i suoi colleghie le mogli, mentre portavo i piatti sporchi in cucina mi caddero a terra, dicorsa mia moglie venne in cucina mi spinse all'angolo ed intanto che mi picchiavaè entrata Carla che ha visto tutto, mia moglie non si scompose mi prese per unorecchio mi trascinò in sala, e disse "ora lo sapete anche voi sì iopicchio mio marito, e c'è dell'altro che dovete sapere, vai a vestirti".Andai a mettermi calze autoreggenti senza mutande e la mini gonna larga, appenaentrato in sala scoppiò una risata generale. Mia moglie mi sollevò la gonna edorgogliosa mostrava il mio culo ben arrossato.
Non vi dico i commenti. Volevo sprofondare per lavergogna, ma sapevo che dovevo abituarmi a servire così vestito.
Quando andavamo da loro mettevo i pantaloni per uscire dicasa ma appena arrivati mi faceva indossare la gonna, aiutare a servire, alavare i piatti mi obbligava e fare quello che dovevano fare le altre mogli. Unasera andai ad aprire, mia moglie disse "siamo in due ti presento il mioamante", rimasi pietrificato non sapevo cosa fare abbassai gli occhi edissi piacere, prepara da mangiare per due io faccio una doccia intanto offrida bere al nostro ospite, con le gambe tremanti non so se per la vergogna o peril nervoso
gli portai da bere tenevo sempre gli occhi bassi avevovergogna a guardargli in faccia.
Gli servii da mangiare. Dopo mangiato mentre lavavo ipiatti Mia moglie mi chiamò erano tutti e due nudi sul divano disse "ègiunto il momento che tu fai veramente la donna, perciò prendi in bocca il suocazzo e fagli un bel pompino". "Cosa? No ti prego questo no mi faschifo". Per tutta risposta mi tolse la gonna e cominciò a picchiarmi, nonvolevo cedere, mi picchiava con la riga da disegno, sul culo e sulle cosce maio non cedevo era troppo grande l'umiliazione e poi mi faceva schifo, speravoche il suo amante intervenisse in mio aiuto ma lui stava fermo a guardare lascena anzi si divertiva.
Allora mia moglie prese il ferro da stiro lo poggiò perterra lo legò con un capo dello spago e l'altro capo lo legò ai miei testicoli,mi mise in piedi con le gambe divaricate rivolto verso il divano "staraicosì fino a che non ti deciderai a prenderlo in bocca". Andò sul divano ediniziarono a fare l'amore io costretto a vedere la scena, se mi muovevo tiravolo spago e il peso del ferro mi strappava i ciglioni. Avevo i muscoli dellegambe che cedevano non resistevo più anche per le rigate che avevo ricevuto,dissi "va bene gli faccio il pompino ma ti prego basta non ne possopiù" caddi in ginocchio proprio davanti al suo cazzo glielo presi in bocca,era già duro, intanto mia moglie mi guidava, "ecco ora lecca sul filetto,ora lecca la cappella, fattelo scivolare in bocca, fino in gola", ioeseguivo come un automa non capivo niente, venne quasi subito mi sborrò inbocca mi faceva schifo, di scatto mi alzai per andare a sputarlo ma avevo ancorail ferro legato ai coglioni presi uno strappo, urlai per il dolore, ricaddi aterra, mia moglie mi prese per i capelli e disse "devi ingoiare tutto deviimparare come si fa. Avanti adesso lo riprenderai in bocca e lo pulirai perbene, dai continua così vediamo se riesci a farlo venire di nuovo". Mislegò i testicoli "tira su il culo che ti massaggio un po' intanto che tupompi", ormai eseguivo gli ordini senza rendermi conto di quello chefacevo. Ad un certo punto lanciai un urlo, mia moglie si era messo un cazzo fintoe me lo ha messo nel culo, volevo alzarmi ma lui mi teneva la testa pressatasul suo cazzo mia moglie con il cazzo nel mio culo e con le mani mi teneva ifianchi, "continua a pompare" mi diceva intanto faceva andare avantie indietro il suo cazzo finto, lui venne per la seconda volta ingoiai tutto efinì il mio supplizio.
Mia moglie sfilò il cazzo mi buttai sul pavimento daldolore ero sfinito piangevo, mia moglie mi aiutò
sollevarmi e baciandomi mi disse, "adesso sonosoddisfatta e orgogliosa di te sei diventato una donna a tutti gli effetti orapotrai prendere in culo anche un cazzo vero. E non piangere come un femminucciavedrai che in futuro ti piacerà ".
Dopo quella sera che mia moglie mi ha fatto diventaredonna
Tutti i sabato sera Claudio (così si chiama il suoamante) veniva a cena da noi, io preparavo da mangiare, servivo senza sedermi atavola restavo in piedi vicino a mia moglie a riempire i bicchieri di vino e d'acqua,loro parlavano come se io non ci fossi m'ignoravano completamente.
Dopo mangiato io sparecchiavo, lavavo i piatti e loro osul divano o a letto scopavano. Quando mia moglie mi chiamava io dovevoprendere in bocca il cazzo di Claudio e pompare, ma siccome lui si era già sfogatoera molle e per farglielo tirare dovevo leccare e pompare per tanto tempo, mifacevano male le mandibole ma non smettevo per non fare arrabbiare mia moglie,lei diceva che così facevo esperienza e
che mi sarebbe stata utile in futuro, quando diventavaduro lui saltava su mia moglie e la scopava di
nuovo.
Sergio il suo collega era diventato direttore e ci hainvitato a cena al ristorante, eravamo noi Francesco Carla e sua moglie Paola,si parlava del più e del meno quando la conversazione cadde su noi, chi diceva chenon era giusto il comportamento di mia moglie nei miei confronti chi invecediceva che chi comanda ha il diritto d'avere potere assoluto, io restavo zittonon volevo dire cose che facessero arrabbiare mia moglie, ad un certo punto miamoglie disse un po' seccata che lei agiva come voleva e che erano affari suoi.Siccome io ero la donna in casa dovevo essere donna in tutto, gli raccontò deinostri rapporti con il suo amante, che io gli facevo i pompini e che leim'inculava con il cazzo finto.
Vedevo le loro facce sbalordite per quello che mia mogliediceva, volevo nascondermi per la vergogna, mi alzai dissi vado in bagno e liebbi una crisi di nervi e piansi.
Tornato al tavolo Paola mi disse "è vero che faitutte quelle cose che dice tua moglie?" "Si" dissi senza alzaregli occhi dal tavolo "e tu non dici niente, non reagisci?" Se lofacesse lo riempirei di botte disse
mia moglie.
Tornati a casa prima di andare a letto mia moglie si miseil cazzo finto, io m'inginocchiai lo presi in bocca lo bagnai per bene mi stesicon la pancia sul letto e le gambe per terra, lei me lo mette nel culo e mi scopa,era ormai una prassi che quando lei si metteva il cazzo finto io dovevo primabagnarlo e poi prenderlo nel culo, lei diceva che lo faceva per il mio bene eche mi preparava per quando dovevo
prendere quello vero, io nonostante il dolore dovevoanche ringraziarla.
Una sera dovevamo andare a cena a casa di Francesco miamoglie disse sotto i pantaloni ti metti la gonna voglio che aiuti Carla vestitocosì. Mi misi le calze autoreggenti la mini gonna stretta, appena arrivati a casami tolsi i pantaloni, per non sentire i commenti andai subito in cucina adaiutare Carla.
Nel servire in tavola mia moglie mi molla una sberlaurlando "guarda come ti sei sporcato la gonna non stai mai attento,toglitela subito e vieni qua" era un ordine che non accettava repliche, misfilai la gonna e rimasi solo con le calze senza mutante (non le mettevo mai)mi stesi sulle sue gambe e cominciò a sculacciarmi, finito mi disse "adessostarai così e servirai do solo" anche Carla si sedette a tavola, io servivoe giravo intorno al tavolo per riempire i bicchieri, intanto che riempivo ilbicchiere di Carla mi
dice "ti brucia?" E intanto mi tocca il culo,"un po'" risposi. Finito di mangiare sono andato in cucina a lavare ipiatti, intanto gli "uomini" parlavano di lavoro le donne vennero incucina a farmi compagnia, mi sentivo ridicolo loro ben vestite ed io nudo, maormai non potevo farci niente non sapevo più cosa era la vergogna non avevo piùdignità .
Tornati a casa dissi a mia moglie "posso andare aletto o mi devo preparare?" Speravo che non m'inculasse ma lei disse"preparati non dobbiamo perdere le buone abitudini", così anchequella sera il mio povero culo ebbe la sua parte.
Una mattina prima di uscire mi disse "oggi viene atrovarti Sergio il mio direttore trattalo bene ci tengo a fare carriera".
Verso le tre del pomeriggio arriva Sergio "ciao-disse- te lo ha detto tua moglie che sarei venuto a trovarti?""Si" risposi "mi ha detto che sai fare bene i pompini sono quiper verificare" e si sedette sul divano senza dire una parolam'inginocchiai gli abbassai i pantaloni e mutante glielo presi in bocca e cominciaia succhiare, "cazzo come pompi bene lo succhi meglio di mia moglie e anchedi tua moglie (cosi ho saputo che si e scopato mia moglie) dai non smettere,fai piano così dura di più, sei forte dovresti insegnare anche a mia mogliecome si fa". Finalmente venne ingoiai tutto.
Lo accompagnai in bagno glielo lavai per bene gli dissi"vuoi che lo faccia di nuovo?" ( mia moglie mi aveva raccomandato ditrattarlo bene altrimenti povero il mio culo.) "si dai" disse luicosì ripresi a pompare per la seconda volta.
Appena entrata mia moglie cominciò a spogliarsi buttandoi vestiti per terra come faceva di solito, io dietro a raccoglierli disse"è venuto Sergio?" "Si" "è rimasto soddisfatto?""Credo di si", "bene ora faccio una doccia, non preparare damangiare vado fuori".
Appena uscì dalla doccia ebbi un attimo di coraggio edissi arrabbiato, "non è giusto mi obblighi a fare il tuo schiavo, ma nonvoglio fare la tua puttana, per farti fare la carriera". "Cosa aidetto?" Ho visto il suo sguardo era veramente arrabbiata ho avuto paura esono scappato a chiudermi in bagno, lei mi corse dietro "apri subitoquesta porta o sarà peggio per te", non volevo aprire avevo troppa paurama sarebbe stato peggio se non l'avessi fatto subito. Aprii la porta mi buttaiin ginocchio ai suoi piedi, chiedendo perdono, lei mi prese per i capellicominciò a picchiare mi stese per terra dandomi calci sul culo, sulle gambe,sulla schiena, "seguimi" disse mi alzai per seguirla ma leimollandomi un manrovescio disse "ti ho detto di seguirmi non dialzarti", la seguii a quattro zampe mi portò in sala "mettiti con lapancia sul tavolo e stendi le mani in avanti", prese una corda mi legò lemani alle gambe del tavolo e cominciò a
picchiarmi con la riga da disegno, sul culo e sullecosce, io gridavo "basta ti prego non ne posso più", ma lei non miascoltava neanche e continuava. Quando si stancò avevo il di dietro in fiamme,speravo che mi slegasse per poggiarmi alle piastrelle della cucina per sentireun po' di sollievo, ma lei mi fece inginocchiare sullo sgabello prese lo spagomi legò i testicoli al ferro da stiro poggiato per terra con lo spago tirato inmodo che ogni movimento che facevo mi strappavo i coglioni.
Si vestì stava per uscire, io piangendo la supplicavo dislegarmi di non lasciarmi in quella posizione, lei non mi degnava neanche diuno sguardo, non disse una parola e uscì. Io avevo tutti i muscoli delle gambe ela schiena che mi facevano un male terribile, cercavo di stendere prima unagamba e poi l'alta con piccoli movimenti altrimenti tiravo lo spago e poveri imiei coglioni. Non so quando tempo è passato sentivo aprire la porta, era lei eClaudio il suo amante, ebbi un attimo di sollievo finalmente mi avrebbe slegato,ma loro si misero sul divano ad amoreggiare, io supplicavo mia moglie dislegarmi ma lei agiva come se io non esistessi. Vennero dietro di me mia mogliemi allargava le chiappe del culo, lui con un colpo secco m'infilò il suo grossocazzo, lanciai un urlo che subito mia moglie mi tappo la bocca, intanto luicontinuava a fare avanti e indietro fino a quando non mi sborrò sulla schiena.
Dopo mia moglie mi slegò, io caddi a terra dolorante,"vai a farci un caffè" disse lei, io cercavo di rialzarmi ma avevo legambe che non mi sostenevano, camminando a quattro zampe preparai il caffè, bevveroil caffè ed uscirono senza dirmi una parola, come se io fossi il loro strumentodi piacere.
Ormai mi ero rassegnato a fare la vita da servo e oggettodi piacere di mia moglie, dei suoi amici, e del suo amante, che sembrava che ciprovava più gusto a farsi fare i pompini ed inculare me che a scopare mia moglie.
MAX_101
Comments