Jenna si guardò attorno nella sala d'aspetto con aria preoccupata. Una ragazza nell'angolo piangeva sommessamente, altre due fingevano indifferenza e coraggio, ma erano palesemente spaventate.
Tutto era iniziato quella mattina, con la convocazione nell'ufficio della preside. Jenna studiava in un prestigioso collegio femminile cattolico ultra conservatore del Texas, in cui era obbligatorio mantenere un rendimento e una condotta ineccepibili. I suoi severi genitori non erano certo ricchi, ma erano stati disposti a indebitarsi pur di garantire alla loro unica e viziata figlia la migliore delle istruzioni, pagando annualmente le carissime rette della scuola. Jenna non aveva ricambiato tanta fiducia. Studiare non le era mai piaciuto particolarmente e gli stardard di quella scuola erano davvero troppo alti. Per non parlare dell'assurdo codice di abbigliamento, che prevedeva una castigata divisa sui toni del grigio e vietava qualsiasi gioiello o traccia di trucco sul viso.
"Bene signorina Hamilton" esordì la spietata preside quando la ragazza mise piede in ufficio. "Il suo rendimento quest'anno è stato tra i peggiori dell'istituto. F e D in tutte le discipline, e una mediocre C persino in comportamento. Per non parlare del fatto che ha ricevuto ben tre richiami questo mese per essersi presentata a lezione di spagnolo con un volgare rossetto sulle labbra. Pensa di essere a una sfilata di moda? Pensa che i suoi genitori l'abbiano iscritta qui per perdere tempo? Noi prepariamo le studentesse per l'accesso ai migliori College del paese, come Harvard e Yale e lei non si sta dimostrando affatto all'altezza di questo compito."
"Ma Mrs Morris queste norme sembrano uscite dal Medioevo! Fate tante storie per un po' di rossetto rosso! E inoltre i programmi sono davvero troppo difficili e obsoleti." rispose la ragazza giocherellando con i suoi lunghi ricci biondi con aria insolente.
"Non tollero affermazioni di questo tipo! Lei è una maleducata e un'impertinente, per non parlare di quanto sia scansafatiche. Il regolamento d'istituto è chiaro in questi casi. Oltre alle 5 ore di studio obbligatorio in biblioteca ogni pomeriggio, frequenterà un corso di recupero e oggi subirà una meritata punizione corporale. Ne sarebbe bastata una di codice giallo per le inflazioni, ma vista l'insolenza con cui ha risposto ai miei rimproveri comunicherò che si proceda con un codice rosso. La pregherei di presentarsi davanti alla Sala delle Punizioni questo pomeriggio alle 17 in punto. Se non verrà, manderò degli inservienti a prelevarla a forza".
Jenna trasalì. Le punizioni corporali erano pane quotidiano in quella scuola. Prima di iscriversi, genitori e alunne firmavano un consenso, accettando di esservi sottoposte in caso di gravi mancanze, a cui era allegata una clausola di riservatezza, da rispettare anche all'interno dell'istituto. Ciò nonostante spesso si sentivano bisbiglii in corridoio riguardanti la famigerata Sala Punizioni.
La Sala si trovava nel seminterrato della scuola. Jenna decise che presentarsi di sua spontanea volontà sarebbe stato molto più dignitoso, quindi alle 17 in punto scese le scale con le gambe tremanti. Altre ragazze erano in attesa di essere punite in una sorta di saletta d'attesa, sorvegliate a vista da una docente. Le pareti della stanza erano sicuramente insonorizzate, perchè non si udiva nessun rumore tipico delle punizioni provenire dalla porta chiusa.
Qualche minuto dopo la porta si aprì. Uscì una bidella che sorreggeva la ragazza che era appena stata punita e che ancora aveva il viso rigato di lacrime, seguita dalla preside, che si guardò intorno e annunciò: "Procederemo prima con i codici rossi, in ordine alfabetico. Signorina Hamilton, è la prima. Prego."
Jenna si fece coraggio e entrò. La Sala non era affatto come se l'era immaginata. Aveva pensato a una cantina umida e scura, con attrezzi da torture medievali. Invece era una stanza simile a quelle degli ospedali. Pareti chiare, odore di disinfettante ("Perchè?", si chiese) un lettino imbottito coperto da traversine assorbenti, simili a quelle delle culle con cinghie immobilizzanti su tutti e quattro i lati e infine un arnese simile alla "cavallina" della palestra, ma anch'esso con cinghie su ogni lato.
"Si tolga la divisa, signorina. Anche la biancheria."
"C-come? del tutto?" balbettò Jenna, arrossendo violentemente.
"L'umiliazione è parte integrante della punizione." rispose secca Mrs Morris.
Jenna non poté fare altro che ubbidire. Con le mani tremanti sfilò la gonna della divisa e sbottonò la camicia. La preside se la mangiava con gli occhi. Quello era il motivo per cui insisteva nel punire personalmente le sue alunne. Quando Jenna tolse il reggiseno, svelando i suoi grossi seni sodi naturali, la donna ebbe un sussulto. Al momento di sfilare le mutandine la ragazza esitò. "Per favore, Mrs Morris.... non potrei.. almeno queste...".
"Quante storie! Faccio io, altrimenti non finiamo più". La donna si avvicinò, afferrò l'elastico da entrambi i lati e calò lo slip della ragazza, ammirando da vicino quel pube coperto da una foresta di peli biondi. Poi afferrò la ragazza per un braccio e la condusse alla cavallina. "Si pieghi, brava, così. Ora la legherò per assicurarmi che non si muova. Mi sembra proprio una testa calda" disse, assicurando gambe e braccia con le cinghie ai piedi della cavallina.
" Per iniziare le darò cento sculacciate, 50 per natica, come vuole la tradizione" disse. Partì il primo colpo. La direttrice cercò di colpire con tutto il palmo la natica della ragazza."Ahi!" gridò Jenna. La direttrice la ignorò e contuinuò a colpire, ammirando la pelle del sodo sedere della ragazza divenire sempre più rossa. I primi colpi parvero quasi sopportabili, seppur dolorosi, ma dal ventesimo il sedere sembrava andarle a fuoco, allora cercò di ribellarsi, ma la direttrice le schiacciò una mano sulla schiena. Al cinquantesimo colpo la mano le duoleva e il sedere della ragazza era di un bel rosso acceso.
"Ora riceverà trenta colpi di cinta. Voglio che conti ogni colpo, mi raccomando."
Jenna iniziò a piangere più forte. "La prego Mrs Morris, giuro che da oggi mi impegnerò, mi lasci andare!" Ma la direttrice la ignorò e andò a recuperare lo strumento da un piccolo armadietto in un angolo.
Si posizionò dietro la ragazza e cercò di colpirla più forte possibile. "Aaaaah, oddio no!" grisò Jenna piangendo. La cinta lasciò un'evidente striatura sulle natiche della ragazza.
"Conti! Subito!" ordinò la donna.
"U-uno". La direttrice continuò. La cinta schioccava, Jenna contava. Da dietro Mrs Morris poteva godere della splendida vista delle natiche leggermente aperte, che lasciavano intravedere il buchino scuro, strettissimo.
"Trenta!" urlò finalmente Jenna, sconvolta dal dolore ma sollevata all'idea che fosse finito.
"Bene signorina Hamilton" disse la donna mentre le liberava i polsi e le caviglie "Ora si può sdraiare sul lettino."
"Come! Non basta tutto questo?" urlò la ragazza sconvolta.
La direttrice le mollò un ceffone in piena faccia. "Non osi contraddirmi durante la punizione!" e la afferrò ai capelli, portandola al lettino.
"Si sdrai a pancia in su e sollevi le gambe" le disse. Jenna ubbidì sconvolta. Si adagiò sulle traversine assorbenti e mise le mani di lato. La direttrice anche adesso gliele assicurò con le cinghie.
"Riceverà cinquanta colpi di cane. E' uno strumento particolarmente doloroso, ma visto il suo comportamento di oggi, più che meritato". Detto questo si avviò nuovamente all'armadietto e tirò fuori una lunga canna da diamentro spesso. La agitò nell'aria creando un fischio che fece trasalire la ragazza.
Si posizionò davanti a lei, e prese un passo di rincorsa colpendo la ragazza sulle cosce, all'attaccatura delle natiche. Il dolore fu talmente forte che Jenna si fece la pipì addosso.
"Bene" disse soddisfatta la direttrice, "Vuol dire che la punizione sta funzionando", e continuò a colpirla. Jenna si sentiva profondamente umiliata. Era nuda, con le parti intime esposte a un'estranea e, come se non bastasse, si era appena fatta la pipì sotto come una bambina. Il cane stava lasciando striature violacee su gambe e cosce della malcapitata ragazza che continuava a gridare e chiedere aiuto. Al ventesimo colpo iniziò ad agitarsi e la direttrice chiamò un'inserviente, dicendole di tenere ferme e ben sollevate le gambe della ragazza. La donna, che fino a quel momento si era goduta lo spettacolo a un angolo non se lo fece ripetere due volte. Afferrò le caviglie di Jenna e le immobilizzò divericando leggermente e gambe. In questo modo la direttrice godette della vista della vulva della ragazza completamente aperta e sentì un leggera contrazione tra e gambe. Al trentesimo colpo aguzzina e vittima erano esauste. L'inserviente liberò Jenna che però non riusciva a muoversi.
"Si sdrai a pancia in su signorina, la bidella disinfetterà le ferite. Poi può rivestirsi e uscire, e spero che non capiti più di doverla rivedere in tali frangenti" mentì. In realtà non vedeva l'ora di punirla di nuovo.
Jenna si sdraiò sul lettino e si fece medicare, poi fu accompagnata in stanza, dove si sdraiò a pancia in giù piangendo e pregando di poter andar via in fretta da quel posto. Mrs Morris invece, sola nella sua stanza, si masturbava pensando a ciò che era accaduto, e a ciò che avrebbe fatto per far in modo che la ragazza dovesse essere punita di nuovo.
Continua...
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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