Una nuvola rossa con bordi più scuri disegna forme che mi sembrano ammiccanti alle fantasie che ho in questo momento mentre dal balcone con Pino stiamo attendendo l’arrivo di Andrea e Annamaria. “Bello vero?” mi dice mio marito all’improvviso confermando di aver seguito come sempre il filo dei miei pensieri e la direzione del mio sguardo verso questo straordinario tramonto. Stupendo. Vibrante, capace di parlare al mio dolce timore. “ Di cosa hai paura Paola?”
Sorrido, ancora psicologo o indovino. Scuoto il capo e gli sorrido. Le tante nostre fantasie, le esperienze passate, e le foto, tante foto tutti momenti di un rapporto inusuale forse ma bellissimo. Ma quando sento che “potrebbe accadere qualcosa di nuovo” sono sempre in ansia. Le foto ci hanno fatto incontrare con loro. Pino è bravo a contrastare con la sua fantasia, con i giochi di luce, il tempo che si è infilato nelle mie rughe, qualche chilo in più che accompagna il nostro sereno avanzare verso la fase in cui lo specchio non è più piacevole complice. Sospiro. Quarantasette anni da compiere tra qualche istante, tra qualche minuto assieme a lui mio splendido compagno di sempre, di avventure e di fantasie ed assieme anche ad Andrea e Annamaria, una quindicina di anni di meno ed un’amicizia complice nata proprio su internet e con le foto.
Andrea è bravo e professionale nel fotografare la sua Anna, Pino ha imparato forse da lui e ci ha aggiunto una cosa che non sono riuscita a trovare nei loro scatti: la lente dell’amore, quella che ti fa vedere l’altra come nessuno può, che grazia ombre e cellulite in virtù di un miracolo che si chiama ancora desiderio e voglia di mostrare. Pino è orgoglioso di me, lo sento, la sua quasi cinquantenne dice sfidandomi. So che mostra le mie foto on line ai suoi amici virtuali e ha sostituito con questo innocuo gioco anche le poche volte che andavamo in cam, una cosa che ora mi annoia e che mi sembra vuota e che piano piano ho abbandonato. Chi ha vissuto momenti come i nostri non può trovare divertente, secondo me, la finzione, l’inquadratura sexy, il farsi vedere. Più bello ricordare. Ma a lui piace e rispetto questo suo modo di aggrapparsi alla convinzione che il nostro desiderio mai sopito sia anche quello degli altri . Ma come fanno a desiderare una signora come me? Desiderano quella delle foto, quelle foto miracolose in cui, do atto, sembro così tanto più sensuale.
E penso al confronto secondo me impietoso con le foto di Anna e di Andrea: più giovani e più sfrontati nella loro aggressiva voglia di mostrarsi, Anna con quei seni pesanti e i capezzoli grossi, con la folta peluria ed un sedere provocante. Lui , robusto, con baffi impertinenti e quel membro rigoglioso e superbo, da 24 scrive sempre con tracotanza infantile.
Le foto sono state il nostro tramite, la passione per l’erotismo, anche i racconti (Andrea scrive bene) sino alle chiacchierate per telefono, poi all’incontro in pizzeria con chiara esclusione patteggiata di qualsiasi cosa che riguardi il sesso. Insomma ci si può scherzare, ammiccare, si possono fare complimenti e battutine ma noi 4 di sesso vogliamo solo parlarne. Loro neanche sanno delle nostre esperienze. Pensano che siano solo mie, nostre fantasie, e lei, Anna oltre a qualche giochino in cam ( non con noi) non è mai voluta andare. Per principio. Su come poi si sia finiti a combinare la cena del mio compleanno qui a casa da noi, solo noi 4, per la verità mi sfugge e questa inattesa situazione mi crea quel brivido dietro la base della schiena che da anni non sentivo. Una specie di presentimento. Abbiamo scambiato migliaia di foto in tutte le posizioni e in tutte le situazioni: ciò che noi 4 facciamo a letto non ha segreti e la cosa non mi ha creato nessun imbarazzo nelle tre o quattro cene fuori fatte parlando di foto e di politica. Ma qui in casa è diverso, mi sembra di ammetterli in un mondo più intimo che avevamo chiuso e riservato per sempre solo a noi due.
Pino fa qualche passo indietro verso la porta-finestra del balcone: “Sei stupenda, guarda, hai fatto bene a metterti questa gonna bianca corta e un po’ trasparente controluce”.
“ Ma cammina, porco” Rido di gusto.
“E questa maglietta che fa intravedere i capezzoli non mi dire che l’hai messa per caso, no?”
“L’ho messa per te ma se pensi che sia eccessiva per loro la tolgo subito”.
Sorride con quel lampo negli occhi che gli conosco. “Ma se ti hanno vista nuda in tutti i modi pensi che si possano scandalizzare?”
“In foto, solo in foto. E’ un’altra cosa. Lo sai. Comunque se ti piace e non pensi che sia ridicola per me va bene così”. Si avvicina mi bacia, mi stringe la mano, proprio nel momento in cui compare l’alfa di Andrea sotto il portone di casa.
Anna ha tacchi esagerati, mini oltre le cosce da sempre un po’ robuste, maglietta a collo alto (con questo caldo!) ma scartatissima sui seni che soffrono nel restare dentro senza la guida del reggiseno. Un po’ donnona, un po’ dark molto provocante, felice dei suoi 35 anni portati con spavalderia. Ma è solo apparenza. So della sua timidezza, delle sue paure, delle tante resistenze opposte ad Andrea alle foto più impudiche e spregiudicate.
“Auguri di cuore”. Andrea mi abbraccia forte strofinandomi la schiena, con una stretta complice e persino equivoca. Consegna la bottiglia di Ferrari a Pino che sta ricambiando con gli interessi il saluto ad Anna e a me un pacco avvolto in carta lucida argentata.
“Ma perché, non dovevate”, recito. Levo il fiocco blu, lo scarto, una scatola di cartone anonima, apro e dentro un’inequivocabile grosso e strano vibratore!
“L’ultimo ritrovato” ride Andrea con Pino che sghignazza. “Doppio movimento e ti consiglio subito di provarlo: vediamo come ti sta e se la misura è giusta…se no lo vado a cambiare” e altra risata di tutti e tre.
Inghiottisco la saliva e cancello l’espressione ebete che sento di avere, sparo un sorriso, cerco una frase intelligente: “ ma dai, siete matti questi, questi costano una follia!”
E scateno una risata ancora più forte. “ E lo so che sei esperta” dice Anna “ma per te questo e altro”.
Buon viso a cattivo gioco, mi viene in mente. Non sono entusiasta di questa scelta così intima anche se di vibratori abbiamo parlato e soprattutto abbiamo visto molto reciprocamente della nostra nutrita collezione. Ma, mi dico, il nostro rapporto è ormai così, sul filo dell’intimo, ben oltre il pudico, sino a sfiorare l’intimissimo.
Andrea mi fa i complimenti, Pino ricambia per Anna e finite le frasi di circostanza andiamo sul divano per l’aperitivo. Piacevole, lo ammetto, il fatto che sia io che lei si possa sedere tranquille senza preoccuparci di mostrare le gambe. Gli sguardi generosi incrociati dei nostri uomini sono nel conto, nella natura del nostro rapporto di amicizia che contempla con serenità il fatto che i nostri mariti apprezzino senza infingimenti le gambe ed il resto dell’altra. Ed allora si può non preoccuparsi della gonna che sale troppo e non provare imbarazzo per lo sguardo che si insinua tra le cosce alla ricerca del bianco dello slip.
La cena è piacevole, il vino straordinario e abbondante( Greco di Tufo ha voluto Pino) il tavolo che abbiamo scelto forse un po’ piccolo per tutti e quattro ma crea un ambiente carino con queste luci soffuse e l’intimità che fa capolino in ogni nostro discorso. Anna parla delle sue fantasie chiede a Pino, che passa per essere esperto di rapporti di coppia, il significato di alcuni sogni, Andrea ogni 25 parole deve inserire un complimento ai miei occhi, ai miei seni, e non gli sfugge certo che i miei capezzoli sempre troppo sensibili partecipino ad ogni discussione facendo capolino dalla maglietta.
Si passa con abnorme naturalezza da Berlusconi ad un sogno erotico ma il discorso torna frequente, sempre più frequente, sui desideri, sulle foto, sulla sensualità dell’età. Il vino, il caldo appena mitigato dal ventilatore fanno effetto e alzano con il passare dei minuti la nostra propensione al riso e abbassano la soglia del consentito. Così quando Pino racconta che l’ultima serie di foto di Anna , quella con la maglia viola che viene scansata, tirata, pasticciata, inondata, ci è piaciuta al punto tale che tutto sembra quasi normale e mi provoca quasi una piacevole eccitazione nel ricordare quel nostro momento. E’ lì che Andrea piazza l’affondo chiedendoci delle esperienze reali e delle fantasie: “Ma l’avete mai fatto veramente?”.
Pino sorride, scuote il capo e indica me con il dito “ Di queste cose è autorizzata a parlare solo Paola”. Sei occhi piovono sul mio imbarazzo riscaldato solo dal vino. Esito, balbetto, tanto che Andrea mi appoggia la mano con delicatezza sulla gamba ( “ se vuoi ovviamente”) provocandomi un sussulto nel sentire il palmo della sua mano caldo sulla gamba tenuta fresca dall’aria del ventilatore. Guardo Pino che si è accorto della mano e sorride tranquillizzante.
“Beh, si, qualcosa dei nostri racconti è vero” ammetto con riluttanza “ma son cose che riguardano il passato”. L’ammissione scatena la curiosità e l’eccitazione esplode: la mano non lascia la mia gamba sino a che non mi scanso io, Anna fa domande a raffica e Pino chiede a me se voglio raccontare qualcosa ma mi rifuto. Ma ormai l’ultima barriera è infranta. Anna , che ha bevuto più di tutti e quattro, è un fiume in piena e la sua maglia ha perso ormai la gara con il seno destro la cui ampia aureola compare orgogliosa a tavola. Il tutto provoca anche a me un effetto particolare che si trasmette dall’osso sacro…in avanti soprattutto quando vedo lo sguardo di Pino affatto coperto dalla penombra della stanza vagare ormai senza ritegno tra le gambe ampiamente scoperte di Anna ed il seno malandrino. Sguardo insistito (e disponibilità palese di lei) che Andrea accoglie con soddisfazione.
“Ve lo confessiamo” dice . “ Come sapete Anna è contraria a qualsiasi esperienza reale ma con voi ha sempre detto che farebbe un’eccezione. Vero amore?”
Lei annuisce con quello sguardo malizioso e lucido delle foto. Ormai il discorso è intimo.
L’eccitazione palpabile in tutti e quattro e Pino, il vecchio marpione, ha preso a manipolare le nostre fantasie come solo lui sa fare. Racconta, immagina, usa quel tono di voce intimo e greve di chi la sa lunga, di chi si propone senza dirlo come guida, ora appoggia lui la sua mano sulla gamba di Anna che lo guarda languida. Andrea è tornato a carezzare il mio ginocchio per par condicio e questa volta l’effetto è elettrico.
“Sentite” sentenzia Pino dopo aver riempito tutti e quattro i bicchieri un’altra volta, dobbiamo ammettercelo: ci siamo eccitati. Vogliamo farci qualche foto per ricordo di questo momento?” Segue un battaglia di flash e di pose, sul divano, abbracciate, di schiena lui fotografa me, Pino lei. Gonne sollevate, seni scoperti, finchè Andrea mi chiede di stendermi sul divano e tirar su la gonna per fotografare da vicino i miei slip trasparenti. Pino ride.
“Ragazzi, ci eccitiamo così: senti qua” fa alla nostra amica. Non aspetta neanche la risposta: prende la mano di Anna e se la porta sui pantaloni. Anna fa finta di fischiare ( non lo sa fare ) e indugia a tastare. “Però, dice, ha ragione” mentre la mano di Pino varca il limite già molto alto della gonna e le mani giungono sullo slip indagando sull’effetto della serata.
Lo stesso effetto che Andrea sta constatando senza neppure un’esitazione sui miei slippini incoraggiato dall’istintivo gesto che ho fatto ( dischiudendo le gambe) quando ho sentito la sua mano infilarsi sistemare le mie cosce e scattare foto a venti centimetri da li. Non lo tocco, non ho bisogno di verificare ciò che il pantalone leggero denuncia in modo palese.
Pino ha il controllo magnetico e ipnotico delle nostre azioni e dei nostri pensieri ma la situazione è sospesa, fragile, sentiamo che alzandoci per andare di la o sul divano si potrebbe spezzare l’incantesimo.
Ma è troppo abile per non capirlo. “Ok, ragazzi, credo che possiamo festeggiare Paola ma datemi retta e fate quello che dico io, non spezziamo la catena (facendo riferimento alle mani che frugano)”.Parla piano, con voce che denuncia da una parte il piacere per il tocco prolungato e dall’altra la sicurezza della conduzione del gioco”.
“Anna, Paola, su fate come vi dico togliete gli slip e tu Andrea slaccia i pantaloni”
Senza alzarsi dal divano e dalla poltrona, un po’ contorcendoci, abbiamo ubbidito senza fiatare. Gli slip cadono. Le mani dei due uomini tornano ora ad impossessarsi dei nostri sessi nudi incapaci di nascondere l’eccitazione. Questa volta anche io come sta facendo Anna allungo la mano a circondare l’incredibile verga emersa dal pantalone di Andrea: le foto non mentivano. Le mani sfiorano, toccano, stringono in attesa dell’ordine successivo.
“Bene: Ragazzi questo è il momento di vivere un attimo dolce e comune: ora mettiamo due seggiole vicine con gli uomini seduti. Paola tu ti siedi sulle gambe di Andrea con il volto rivolto verso me e Anna sulle mie. Le gonne copriranno per quello che possono e facciamo l’amore qui, così seduti, in quattro. Su ragazze”.
Quel ragazze mi fa sorridere ma ubbidisco. Mi alzo, aggiusto la gonna mentre Andrea si scansa un po’ dal tavolo, mi siedo su lui lentamente dandogli il tempi di infilare la mano, verificare che non esistono problemi lì , dischiude con le dita e solo quando sento la punta tra le mie grandi labbra affondo e mi siedo su di lui sentendo il lungo membro penetrare con dolcezza dentro di me con una sensazione strana che non provavo da tempo. Un piacere forte reso sconvolgente dal viso di Anna ( di fronte a me a pochi centimetri) che con qualche secondo di anticipo si è precipitata sul pene di mio marito e già si sta muovendo in modo scomposto con lui dentro. Pino ride “Calma, calma” , esorta, la ferma, le infila le mani dentro la maglia facendone uscire lateralmente i seni e poi stringendoli con entrambe le mani e strappandole un lamento. Anche Andrea ha le mani sui miei capezzoli e mi sento posseduta ed avvolta , riempita da quel membro enorme sul quale vorrei agitarmi ma guardo come ipnotizzata Pino . Il braccio destro di Pino avvolge i seni di Anna , la maglia stretta tra i seni scoperti, la mano che tormenta il capezzolo sinistro,l’altra mano si allunga sulla tavola a cercare la mia. Gli vado incontro gliela stringo e il movimento spinge il mio bacino verso Andrea facendo penetrare ancora di più il suo cazzo e il piacere che ne provo mi fa fare un sussulto e stringere di più la mano di Pino.
“Ora facciamo l’amore assieme, lentamente, piano piano, le donne iniziano e poi noi Andrea, troviamo il ritmo giusto e se siete d’accordo andiamo avanti piano ma sino alla fine, vuoi Anna? Posso venirti dentro?”.
Anna non risponde, singhiozza, si lamenta comincia a muoversi con la lentezza suggerita, su e giù e io faccio altrettanto in un movimento lunghissimo e lento, sconvolgente e devo ammettere che sento la differenza. Ma la cosa più piacevole è la stretta della mano di Pino, il suo sguardo vitreo per il piacere di vedere il mio e sentire il mio lamento piacevole, l’ansimare del mio fiato.
Anna sta crescendo nell’intensità del suo “si si si” e parla, dice ad Andrea di guardarla, si alza la gonna in modo che possa vedere il marito la penetrazione che eccita anche me.Incoraggia Pino penetrarla fino in fondo in un modo che mi coinvolge fa crescere la mia ansia ed il mio piacere e il primo orgasmo giunge improvviso quando infilo la mano sotto la gonna per sfiorare con la punta delle dita il grosso membro che Andrea mi spinge con colpi sempre più decisi inarcandosi sulla seggiola che scricchiola. Andiamo avanti ancora così guardandoci su è giù urtando con le gambe in un movimento sempre più scomposto sino a che l’urlo di Anna copre l’orgasmo di Pino che si scarica dentro la nostra amica con singulti e sussulti che fanno quasi cedere la seggiola. Il loro piacere scatena il nostro. I colpi di Andrea ora sono violenti sento l’ultimo che giunge al mio stomaco e resta conficcato, spingendo forte , e avverto le pulsazioni del suo sperma spruzzato con forza dentro me nel momento in cui ho il secondo orgasmo e Pino che stringe forte la mia mano. Sono sudata e bagnata, grondante quando ricomponendo la gonna mi sollevo facendo scivolare via il membro di Andrea che è con la testa indietro e sta riprendendo fiato. Anna è tornata al suo posto incurante del fatto che probabilmente macchierà la seggiola. Lo faccio anche io: Pino si alza, si avvicina, mi ricompone la maglietta coprendomi i seni, mi bacia prima tra i capelli, poi sulla labbra mentre la sua mano penetra tra le mie gambe per riempirsi di umore e crema bianca. La estrae, la guarda così bagnata, sorride.
Ora ragazzi un brindisi , la torta e andiamo tutti a letto. Insieme. Il ghiaccio è rotto.
Ci sono fantasie e fantasie. Persone e persone. Con loro due l’accordo è magico, sembrano capire, sentire e vibrare all’unisono con noi. Senza gelosia, senza tensione senza problemi.
Così quando Anna confessa che ha sempre sognato la doppia ( sono già le due di notte e siamo alla terza, forse alla quarta, ho perso il conto) mi sembra normale aiutarla. Pino si prenota subito per l’entrata secondaria, Andrea non obietta. Si stende, Anna sopra di lui qualche colpo, qualche movimento sino a che lei si china appoggiando i grossi seni sul petto del marito. Sono io ad aiutarla, a mettere un po’ di lubrificante, a guidare il cazzo di Pino che scompare con facilità nel piccolo passaggio reso ancora più piccolo dal bastone di Andrea conficcato avanti. I movimenti dei due uomini all’inizio non sono sincronizzati: li aiuto sino a che trovano il giusto accordo, il tempismo necessario per far esplodere la nostra amica che dice tutto, e di più. Forse ha due o tre orgasmi prima di fermarsi comprendendo che i due non durerebbero a lungo. Guarda il marito sotto di lei e intuisce: “ Vuoi cambiare? “ Gli chiede “pareggiare?”. Il suo entusiasmo mi pare eccessivo: lo avrà fatto centinaia di volte alla moglie dietro, abbiamo visto le foto. Gli uomini si sfilano ed io pensavo lo facessero per invertire i posti. Solo dopo qualche istante, quando Anna si alza dal letto, capisco che il “pareggio” non era il cambio di posizione ma io. Non è una cosa che mi entusiasma, Pino lo sa. Lo abbiamo provato specie con i vibratori e fa un po’ male e io dietro sono sensibile e mi marito spesso trova difficoltà. Ma non posso ribellarmi. E’ giusto. Ma quando vedo Pino stendersi sotto mi oppongo. “ E no ragazzi, non scherziamo. Pino dietro e lui davanti come con Anna, dai”
Ridono tutti e tre. Andrea con fermezza replica: “ Paola, Pino ha inculato mia moglie e ora vorrei fare lo stesso con te non ti sembra giusto?” “ Ma che c’entra, tu ce l’ha troppo grosso per me lì”
Anna interviene. “ Paola stai serena, ci penso io vedrai che va tutto benissimo, su non fare storie”.
Pino si è già sdraiato. Esito ma lui mi strizza l’occhio e mi tira su di se. Il suo membro entra trovando la via automaticamente. Mi scopa qualche istante per farmi tornare la voglia e cancellare l’ansia e poi mi tira verso di se e mi abbraccia forte le braccia dietro la mia schiena offrendomi senza che io possa muovermi. Gli parlo nell’orecchio, gli dico di no. Lui mi carezza mentre dietro sento la mano di Anna spalmare l’olio speciale. “ Vedrai Paola che dura pochissimo, stavamo per venire, su non è così difficile”.
“ Ma mi fa male lo sai!”
“ Vedrai che è diverso”
Anna da le istruzioni mi dice di andare incontro alla punta di Andrea di non stringere, di rilassarmi. La pressione si fa forte e dolorosa subito, Mi agito, dico no forte ma Pino mi trattiene.
“Un attimo solo Paola,dai” e la cappella di Andrea è risucchiata dentro di me come un supposta mentre Anna aiuta tenendo divaricate le natiche. “Brava Paola ora trattieni il respiro” dice Andrea e mentre provo a farlo la fitta è fortissima, mi fa urlare ma il colpo è profondo ed unico. Tutti i 24 centimetri di Andrea sono dentro e configgono con il membro di Pino che è quasi a contatto, li sento dentro invasa e piena come non sono mai stata. Mi ribello, Mi agito nonostante la stretta di mio marito e gli chiedo di smetterla.” Mi fa maleee”. “ Paola aspetta un attimo, un attimo solo ti prego”. Trattengo il fiato mentre Anna mi carezza la schiena e il seno schiacciato sul petto di Pino.
Andrea si muove appena, piano piano uscendo. Mi piace mi fa male. Lo estrae quasi,poi torna a penetrare mentre Pino inizia ad uscire. Il doppio movimento mi crea una scarica elettrica ed il male si trasforma in piacere. Lo fanno piano, entrambi, si alternano bene profondo ma ora mi lamento per un po’ di dolore e per tanto piacere. Non credo di poter venire così ma come Pino aveva previsto l’avanti e indietro dura pochi istanti. Tutti e due tornano a mettermelo dentro tutto spingendo forte e poi restando fermi agitandosi solo con il corpo. L’enorme randello di Andrea pulsa, spinge e dopo un attimo sento le contrazioni del suo orgasmo e gli spruzzi dentro di me. Anche Pino lo sente bene “Ecco senti Paola, anche io lo sento mentre ti sborra dentro, senti me” e mio marito viene anche lui: apprezzo il fatto che entrambi non si agitano, non forzano, finiscono di venire con calma consapevoli anche del dolore che i due grossi membri mi causano. Si sfilano. Si complimentano con me. E svuotata di quel grosso ingombro e piena del loro sperma mi assale la voglia. Mi getto sul letto e mi tocco per venire. E’ Anna che sorridendomi mi si siede accanto. Mi toglie la mano e sostituisce la sua. La muove sul clitoride con una delicatezza straordinaria immergendo le sue dita nel liquido abbondante che sta uscendo dappertutto. “Brava Paola, ora ci penso io, su vieni così ti aiuto”. Mi guida lei ad un orgasmo delicato e preciso come se avesse sempre conosciuto il mio modo, le mie sensazioni le mie esigenze. Quando mi abbandono al suo contatto venendole in mano mi accorgo che i due uomini stanno guardando. Pino mi bacia: “Auguri amore buon compleanno”.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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valerio,
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