"Luca! Non sapevo che fossi qui!" Francesca era appena entrata nella cabina della sauna, sorprendendo il figlio diciassettenne della sua amica, disteso tranquillamente sulla panca.
Luca si alzò di scatto sulla panca. "Mi scusi, signora Amrita, credo che avrei dovuto chiedere prima di usare la sauna," rispose imbarazzato.
Francesca scosse la mano per rassicurarlo. "Sciocchezze. Ti avevo detto appena arrivato che per queste due settimane tu eri con me e James, e che la nostra casa era la tua casa. Ovviamente, anche la sauna." Riaprì la porta per uscire. "Ritornerò quando avrai finito." "Oh, no signora Amrita, non voglio mandarla via." Francesca lasciò la porta. "Bene, è sempre carino avere da chiacchierare mentre ci si fa una bella sudata.
Ma qualcuno preferisce stare da solo." "Non vale per me," rispose, benché il suo leggero nervosismo tradisse il suo imbarazzo. Non aveva previsto che la madre di James potesse venire nella sauna, ed indossava solo un paio di pantaloncini da ginnastica bianchi. "Benissimo," rise Francesca. "Un ragazzo carino come te non può avere nulla da nascondere." Lo disse mentre annuiva sorridendo. Luca era imbarazzato, e si sentì avvampare. Cercò in tutti i modi di darsi un contegno. Francesca distese un telo da bagno multicolore nella panca, accanto ad Luca. Era in piedi davanti ad lui, e distrattamente slacciò la cintura del suo accappatoio bianco. "E poi, io sono vestita ancora meno di te!" Mentre diceva questo, afferrò i bordi dell'accappatoio.
Guardando direttamente negli occhi il ragazzo, allargò lentamente l'accappatoio, mostrando così il corpo vestito da un piccolo bikini. Gli occhi del ragazzo si spalancarono involontariamente, mentre guardava la mamma del suo amico. La sua bocca si aprì visibilmente. Francesca gli sorrise, continuando a guardarlo per parecchi secondi.
Poi si tolse l'indumento dalle spalle, lasciandolo cadere a terra. Luca guardò quel corpo incredibile, vestito solo di un piccolissimo bikini giallo.
Il colore brillante si accostava alla pelle liscia ed abbronzata, leggermente olivastra. Era bellissima.
Benché fosse sopra i quaranta, poteva sembrare molto più giovane. Il suo viso era dolce e caldo, con degli occhi scuri scintillanti e delle labbra sensuali.
I capelli erano neri, senza colori artificiali. Non era alta, ma veramente ben proporzionata: il fisico poteva essere quello di una trentenne.
Qualsiasi uomo si sarebbe voltato al suo passaggio. "Hey, Luca, sei diventato muto? Ti piace il mio bikini? Non credi che sia troppo piccolo?" Gli sorrise, passandosi la mano tra i capelli. Rimase in piedi di fronte a lui, aspettando la risposta.
Lui rispose imbarazzato al suo sguardo. "Hmm, è un po' piccolo, è vero signora Amrita," riuscì a dire, "Ma le sta benissimo." "Sono contenta che ti piaccia," rispose mentre si sedeva. "Mio marito adora questo costume, ed è meglio che sia così, dato quello che mi è costato!" Lo guardò negli occhi da vicino. "E poi, gli piace qualsiasi cosa metta in mostra le mie tette," disse infilando le dita sotto le sottilissime spalline del reggiseno, e tirandole un po'. Il ragazzo tossì incredulo. Non poteva credere che avesse pronunciato quelle parole.
Tette? "In effetti," continuò imperterrita, "Si può dire che in una donna guardi solo quello." Fece una pausa. "Da come mi guardi, credo che anche tu sia come lui!" "Signora Amrita!" Lei rise, raccogliendo il telo e asciugandosi il sudore che ormai iniziava a formarsi sul viso.
Era sempre in piedi di fronte a lui. Rimise a posto il telo sulla panca accanto al ragazzo, e si sedette rivolta verso di lui. Incrociò le belle gambe come per un gesto di seduzione. Mise una mano sul ginocchio del ragazzo "Non c'è problema Luca. Alla maggior parte dei ragazzi piacciono le donne con le tette grandi. Anche a mio figlio. Me l'ha perfino detto." Si piegò verso di lui per sussurrargli nell'orecchio: "ma il tuo segreto sarà al sicuro con me." Era tutto vero. Fin da quando l'aveva vista la prima volta, aveva sempre osservato furtivamente ed appena poteva le sue tette.
Francesca aveva veramente un seno incredibile, non soltanto come dimensioni. Fin dalla sua adolescenza, aveva sempre avuto un seno scultoreo; e poi era diventato anche grandissimo. Da almeno vent'anni era abituata ad attirare gli sguardi di tutti gli uomini che incontrava.
Ed il bikini che indossava ora copriva a malapena le areole scure attorno ai capezzoli. Non che il resto del corpo fosse da meno: vita stretta, fianchi soffici ed arrotondati, pancia ben in dentro e gambe lunghe, slanciate e soprattutto lisce come seta.
Prese ancora tra le dita i lacci del reggiseno, e li tirò per metterselo a posto. "Di solito mi sento sempre a posto con il fisico, ma a volte i reggiseni sono veramente troppo piccoli, e specialmente questo. Credo che non sia male da vedere, ma a volte mi fa un po' male." Di nuovo armeggiò con i lacci del reggiseno, con una smorfia nel viso. Lo guardò negli occhi. "Mi sta veramente dando noia, non so perché. Ti offendi se me lo tolgo?" Luca era scioccato. "Non dovreste farlo, signora Amrita!" sbottò senza controllarsi. "Non dovrei forse, ma con il tuo permesso…" disse senza dare importanza alla cosa. "Sta diventando veramente scomodo." "Beh," disse Luca indeciso. "Allora va bene!" rispose lei, togliendoli la possibilità di scelta. Lentamente, continuando a guardarlo negli occhi, portò entrambe le mani dietro la schiena e sganciò il reggiseno.
Le sue enormi tette balzarono in avanti, dato che erano state veramente compresse. "Ah! Ora sto molto meglio," disse con sollievo.
Poi si tolse il reggiseno dall'alto e sopra le braccia. Sorridendo, lo lasciò cadere sulle cosce di Luca. "Ora guarda pure finché vuoi, ma attento a non consumarti gli occhi." Gli occhi di Luca vagavano in tutte le fantastiche forme esposte senza vergogna. "Dio!" mormorò involontariamente.
Le enormi tette sporgevano in avanti con le punte a cono, e terminavano meravigliosamente con i capezzoli completamente eretti, circondati da due perfette areole scure. Gli occhi gli rimasero fissi su quei capezzoli turgidi, che sembrava chiamassero delle dita a stuzzicarli.
Notando che Luca aveva lo sguardo praticamente ipnotizzato, lo fece mettere più comodo prendendogli le spalle e spingendole indietro verso lo schienale della panca, mentre sporgendo le tette in avanti gli sfiorava il torace. Poi si mise le mani sui fianchi, e rimase con le tette sporgenti in avanti, come per un'esibizione. "Credo che ti piacciano," disse con complicità. Il ragazzo non disse nulla, ma continuò a guardare, ora un po' imbarazzato. Lei rideva.
Poi si avvicinò ancora a lui, improvvisamente seria. Si guardò le tette, che nel frattempo si erano coperte di sudore. Si pizzicò appena i capezzoli eretti. "Hai buon gusto, sono tutte naturali." Si alzò in piedi, e fece un passo indietro, sempre guardandolo.
"La nudità è un qualcosa di cui non bisogna vergognarsi, Luca. E' una cosa naturale." Dicendo questo, prese con le dita i lacci delle mutandine del bikini e se le abbassò sulle gambe, mostrando un soffice e nerissimo triangolo tra le cosce. Se le tolse del tutto. "Come vedi, non sono per nulla timida!" Si girò di 180 gradi e lasciò che il ragazzo esaminasse il suo fantastico e sodo sedere. Poi si girò ancora, guardandolo negli occhi. "Sarò anche vecchia, ma faccio ginnastica tutti i giorni, e sono orgogliosa del mio corpo." Si passò la mano sui capelli. "E' proprio bello, non credi?" disse con complicità. Luca si sgranchì nervosamente le spalle. Non aveva mai sentito porre una domanda più retorica. Il suo pensiero era che fosse incredibilmente bella e desiderabile, mentre posava senza vergogna di fronte a lui. Non poteva credere che fosse completamente nuda, ad un metro davanti a lui. Era imbarazzato anche perché sentiva che un'enorme erezione stava crescendo dentro i suoi pantaloncini.
Pregò che non se ne accorgesse. "Signora Amrita, lei è la più bella donna che abbia mai visto." Francesca sorrise radiosa. "Sono felice che lo pensi." Gli strizzò un occhio. "Devo sentirmelo dire di tanto in tanto." Stirò le braccia sopra la testa.
"Mi piace essere nuda. Mi fa sentire libera e viva. Sai Luca, mi sento perfettamente a mio agio ad essere nuda di fronte a te. Guardami pure finché vuoi. Non essere imbarazzato, io non lo sono." "Beh, deve ammettere che ci metterò un po' di tempo ad abituarmi," rispose Luca.
Francesca sorrise. "Credo di capirti. Sei giovane, e scommetto che gli ormoni si stanno scatenando."
Si inginocchiò di fronte a lui, con le mani appoggiate sulle sue cosce. Le strinse appena, con tocco lieve. "Scommetto che la vista del mio corpo nudo ti ha fatto andare su di giri!" Continuava a stringere le cosce del ragazzo, con le mani che scorrevano impercettibilmente verso le anche. Guardò in basso, verso il grosso gonfiore che tendeva i pantaloncini. Spalancò gli occhi e deglutì.
"Davvero su di giri. Luca, ti ho fatto venire un'erezione!" Prese con le dita l'elastico dei pantaloncini, e lo tese. "Ti ho mostrato le mie cose, ora devi mostrarmi le tue." Il ragazzo era semplicemente paralizzato. Era come se lei l'avesse ipnotizzato.
Benché avesse così vergogna della situazione che avrebbe voluto scapparsene via, tutto quello che riusciva a fare era di girare la testa per non incontrare lo sguardo di Francesca. Era come se si togliesse la responsabilità per quello che lei stava per fare. Francesca cominciò ad abbassare i pantaloncini lentamente. Poi d'un tratto li abbassò del tutto, come se la curiosità avesse preso il sopravvento.
Il pene rigidissimo balzò fuori d'un tratto, puntando verso il soffitto. Gli occhi di lei si spalancarono mentre lo osservava. Gli sorrise e lo guardò negli occhi.
"Questo si chiama cazzo!" disse quasi in adorazione. "Luca," sussurrò ancora guardando fisso verso il basso, "Le signore devono stare ben attente a un attrezzo del genere." Abbassò ancora i pantaloncini fino alle cosce, stringendo ancora con le dita morbide le gambe del ragazzo. Sempre inginocchiata di fronte a lui, guardò ancora quell'incredibile enorme oggetto, che la faceva ribollire tutta. "Quasi non ci credo, " mormorò.
Guardo ancora Luca negli occhi, sussurrando: "Credevo che mio marito avesse un cazzo grosso, ma sembra un bambino al confronto tuo!"
Gli occhi di Francesca continuavano a spostarsi dal pene di Luca ai suoi occhi. Lo guardò sorridendo dolcemente, e continuando a guardarlo abbassò il viso. Portò le labbra sulla punta e lo baciò lievemente. Francesca si tirò indietro e guardò quel pene enorme. Si vedevano le goccioline di saliva rimaste sulla punta. Il tocco delle sue labbra sul ragazzo le aveva fatto l'effetto di uno shock elettrico, in tutto il suo corpo nudo. "Delizioso," disse. Si alzò in piedi lentamente di fronte a lui, prendendogli le spalle con le mani per farlo alzare. "Vieni con me," gli ordinò in un sussurro.
Aprì la porta della sauna e, prendendolo per le mani tutte sudate, lo portò con lei. Quella donna voluttuosa, lussuriosa e sicura di sé camminava spedita portandosi dietro quel ragazzo, con un'erezione spropositata, per tutta la casa attraverso l'ingresso, le scale e fino alla camera da letto padronale. Poi lo guidò nel bagno accanto.
Luca era senza parole, e forse ancora vergognoso, alla vista di se stesso, nudo con il pene gonfio e durissimo, mano nella mano di quella splendida signora, madre del suo migliore amico. "Non sei mai stato con una donna, vero Luca?" Lui la guardò sospettoso "Cosa?" "Mi hai sentito," disse divertita dal suo imbarazzo.
"Non hai mai fatto l'amore, non è vero?" Luca non disse nulla più che rispondere. Non c'era nient'altro da dire. "Uh… no, signora Amrita." Lei rise mentre lo trascinava in bagno e apriva l'acqua della doccia, finita in marmi colorati. "Non preoccuparti, caro.
Mio marito è lontano 3.000 miglia." Il ragazzo tossì nervosamente. Il vapore cominciò ad uscire dalla doccia, ed Francesca regolò la temperatura. "Dopo di te, caro il mio stallone!"
Il ragazzo entrò nella doccia, seguito subito da Francesca. Rimasero un po' sotto l'acqua, uno di fronte all'altro. Si guardarono negli occhi. Luca era più alto di Francesca, e sentiva i suoi capezzoli che gli solleticavano il torace, mentre lei sentiva la punta del pene turgido sulla pancia. Luca era un bel ragazzo, con i capelli scuri e gli occhi verdi. In realtà Luca bramava di possedere quella bellissima donna. Il fatto che fosse la madre del suo migliore amico e che fosse sposata ormai non gli importava più nulla.
Gli sembrava di volerla più di ogni altra cosa al mondo. Guardò da capo a piedi quel bellissimo corpo. Lo eccitavano da morire le sue enormi e fantastiche tette, con i capezzoli completamente eretti; la sua vita sottile ed i suoi fianchi soffici e larghi. Osservava come l'acqua della doccia scorresse sul suo corpo, e si raccogliesse nel cespuglio nero tra le cosce muscolose. Lei lo guardava negli occhi, e gli accarezzava lieve le spalle. Si appoggiò a lui e dolcemente lo baciò sulle labbra.
Lui rispose al bacio con passione, mentre sentiva le mani di lei che si muovevano dalle spalle a tutte le braccia.
. Francesca massaggiava il pene del ragazzo con il ventre, e facendolo infilare tra le cosce. Gli prese le mani e le tirò sul seno, implorandolo: "Stringimi le tette, Luca. Stringi le mie tettone bagnate! Sono solo per te!" Le sue mani presero quegli ammassi di carne. Era colpito da quanto erano sode. Toccare le tette di quella signora, così esperta e senza alcun pudore, era ben diverso che toccare quelle delle su amichette.
. Lo abbracciò stretto e gli sussurrò in un orecchio: "Devo, DEVO succhiare quel tuo cazzone. Devo sentirne il sapore!" Si allontanò dal ragazzo e si inginocchiò di fronte a lui, come davanti ad un altare. Prese quell'enorme cazzo con due mani e, mentre l'acqua della doccia scorreva sui loro corpi, lo infilò tutto nella bocca famelica. Francesca lo lecccava, lo succhiava, lo baciava, lo mordicchiava, mentre spingeva contro di sé il sedere del ragazzo. Non aveva mai baciato e succhiato un cazzo con quella dedizione, anche lei era eccitatissima dalla situazione. Ad un certo punto lei sentì le gambe del ragazzo che iniziarono a tremare.
Un gemito uscì dalla bocca di Luca: "Signora Amrita! Signora! Sto…Sto per…" Le gambe gli mancarono, e si appoggiò alle spalle di lei. Lei non si fermava, continuava a succhiare e leccare. E allora lui venne, nella sua bocca. Uno, due, tre, quattro schizzi enormi. Francesca deglutiva tutto famelica. Il ragazzo tremava tutto, appoggiato alle spalle di lei. Francesca tolse il cazzone dalla sua bocca e lo accarezzò dolcemente. Se lo fece passare sul viso e sul collo, con un tocco lieve. Luca intanto gemeva senza respiro, quasi incapace di reggersi in piedi. Francesca si rialzò, e dovette sorreggerlo.
Lo abbracciò forte, poi lo lasciò e fece un passo indietro sorridendo. "Questo era un bocchino! Non sei d'accordo, caro?" Luca sorrise, per la prima volta. Godere nella bocca di quella signora fantastica era stato scioccante, ma ora si sentiva bene, era euforico, si sentiva padrone del mondo. "E' stato incredibilmente bello, signora Amrita!" "Bene. Ora tocca a te fare qualcosa!" Dicendo questo si allungò per prendere una saponetta e gliela passò. "
Alla fine Francesca chiuse l'acqua e portò Luca fuori dalla doccia. Con dolcezza asciugò il ragazzo, e poi asciugò se stessa. Intanto guardava con ammirazione il suo grandissimo pene completamente eretto. "E' il momento, Luca," mormorò. "E' il momento che tu mi fai provare cosa può fare quel tuo cazzo incredibile!" Manovrò da esperta il ragazzo, finché non fu nel mezzo del letto, disteso con il pene eretto al massimo che puntava verso il soffitto. Poi salì sul letto con grazia e montò il suo amante, stringendogli le gambe tra le sue. Luca guardò verso l'alto a quella donna magnifica, con quelle incredibili tette proprio sopra il suo viso. Francesca le prese con le mani e si piegò in avanti, prendendo la testa di Luca nella profondità del solco. "Succhiale, caro. Succhia le mie tettone succose!" Spinse un capezzolo dentro la bocca di Luca, che lo succhiò famelico.
"Lecca questo capezzolo, piccolo! Mostrami cosa sai fare!" Alla fine, si alzò e gli disse: "Sei pronto piccolo? Sei pronto a riempire la mia figa calda con quell'enorme cazzone?" Tutto quello che riuscì a fare Luca fu di gemere. Francesca mise in posizione la sua figa incredibilmente bagnata ed eccitata sopra quel cazzo durissimo. Abbassò il ventre verso quell'organo di piacere. Il primo contatto della figa con il glande fu paradisiaco. Lentamente e con cautela si abbassò su quell'organo gonfio e durissimo. Francesca non aveva mai provato dentro di sé una cosa così grossa. Dopo un tempo che sembrò un'eternità, Francesca si abituò e riuscì a far entrare tutto il pene. Cominciò a strofinarsi su di lui, mentre sentiva quell'enorme cazzo che la infilava come una spada. Era bagnatissima, ed ormai il cazzo scorreva dentro di lei sempre più velocemente e senza fatica. Luca non aveva mai provato nulla di simile. La figa di Francesca era calda e scivolosa, eppure strettissima. Era su quel limite indefinibile tra il dolore ed un piacere immenso. Il suo cazzo era come un pistone, si muoveva senza tregua. Si sentiva bloccato senza possibilità di muoversi tra le forti cosce di Francesca, ma si sentiva anche potentissimo e maschio allo stesso tempo. Guardò verso il viso di Francesca. Era affascinato da come lei aveva perso ogni controllo. Il viso di Francesca era estasi pura, sempre più profonda, pronta ad esplodere. Ed esplose. Mentre all'inizio le spinte di Francesca erano regolari e moderate, ora erano selvagge e incontrollate. Il suo viso era contorto in una smorfia di piacere. Le sue enormi tette scuotevano selvagge, quasi minacciose. Alla fine entrambi i corpi furono presi da convulsioni. Francesca gemeva sempre più forte, mentre sentiva quel cazzo magnifico pompare lo sperma dentro di lei a ondate. Allora lei iniziò a gridare senza alcun ritegno, abbandonandosi al piacere che il ragazzo le stava regalando. Vennero quasi assieme, gemendo, aggrappandosi l'un l'altro, ed incastrando assieme i loro corpi senza pudore. Alla fine lei cadde esausta su di lui, e rimasero abbracciati come due innamorati. Questo fu l'inizio di una lunga relazione che segnò profondamente la vita di una bellissima donna, ed anche l'inizio della vita sessuale di un bellissimo ragazzo e splendido amante, formato a soddisfare i sempre più bollenti desideri della sua donna.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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valerio,
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