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fd5947 33 y.o.
Women
Roma, Italy
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Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

History of violence 12

Sto in silenzio, è notte fonda, Rodolfo guida. Abbiamo appena lasciato Marisa e Marcello dopo essere usciti dal privè, ci ritroviamo soli dopo la primissima porcata fatta insieme. Il nostro addio al celi-nubilato ad una settimana esatta dal matrimonio. Rodolfo si è scopato un'altra donna, io mi sono fatta sbattere da un altro uomo sotto i suoi occhi.
E' lui il primo a rompere il silenzio.
"Come ti senti, amore mio?".
Sospiro, gli rispondo che mi sento benissimo. Probabilmente qualcosa non gli torna, vista la facilità con cui ho preso l'iniziativa con l'altro uomo, seppur sotto la spinta della situazione.
"Anche io... è stato bellissimo... sai?" mi risponde quasi imbarazzato.
"Ti è piaciuto farlo con Marisa?" lo sondo un po'. Lui tace diversi secondi prima di replicare.
"Beh, lo sai, sono tanti anni che non facevo sesso con una donna che non sia tu...".
"Ed è stato bello?".
"Si... molto... soprattutto per il fatto che tu eri d'accordo, nessun senso di colpa, solo piacere...". Rimane zitto per un po' poi aggiunge.
"Ma tu... dopo il ballo, quando siete spariti per mezzora... cosa avete fatto?"
"Vuoi dire mentre tu ti scopavi Marisa nella stanzetta?" lo guardo di traverso sogghignando.
"Si..."
Decido di andarci giù cruda.
"Marcello mi ha portata nella dark room, mi ha alzato la minigonna e... me lo ha messo nel culo".
Rodolfo tace, assorbe la notizia. Lui il culo non me lo ha mai fatto e per quanto ne sa lui prima di stasera era ancora vergine.
"E' stato bello, non ho sentito mica dolore...". Faccio passare parecchi secondi tra una frase e l'altra, voglio che lui assorba bene ciò che dico.
"Mentre Marcello mi inculava è arrivato uno sconosciuto che me lo ha messo in mano..."
"Poi Marcello è... uscito da me quell'altro mi ha presa per mano, mi ha portato in una stanzetta... e io mi sono fatta scopare... sono venuta mentre lui mi scopava, sai?". La seconda parte non è vera, ma utilizzo la bugia per rompere quante più barriere possibile e per metterlo alle strette. Da stasera potrò essere un po' più vera con il mio uomo.
Rodolfo tace. Resta da vedere se accetta la situazione pur di potersi fare qualche scopata con altre donne o se proprio gli piace che sua moglie sia una troia.
Allungo una mano, lo tocco nell'intimità, è in erezione. E' proprio partito il mio Rodolfo, solitamente gliene basta una per sera.
"Amore, ferma la macchina appena puoi" gli sussurro massaggiandogli il pacco.
Rodolfo si ferma in una piazzola buia, spegne i fari.
Mi chino fra le sue gambe, glielo prendo in bocca. E' in erezione completa. Allora sdraio il sedile e mi metto sul fianco. Rodolfo sdraia il suo, mi si avvicina. E' ora che io e Rodolfo consumiamo il nostro primissimo rapporto anale. C'è già passata una squadra di calcio nel mio culetto in questi ultimi tre mesi, ma lui non può saperlo. Spero sia un buon modo per fargli dimenticare la facilità con cui me lo sono fatto mettere in quel posto da Marcello.
"Lo sai che ti amo da impazzire, vero?".
Lui annuisce, è arrapato come un bufalo, in questo momento dell'amore gliene frega poco.
"Fammi il culo anche tu amore, qui... subito...".
Lunedì torno al lavoro, dopo una domenica pigra e casalinga passata a fare preparativi per le nozze.
Il nostro addio al celibato non poteva andare meglio di così, Rodolfo appare tranquillo, l'avventura sessuale non sembra aver avuto conseguenze negative, anche se è presto per dirlo. Vedremo. Qualcosa non mi torna, mi pare strano che Rodolfo abbia accettato questo importante cambiamento così, senza quasi batter ciglio, tutto soddisfatto di essersi scopato un'altra donna con il mio permesso.
Per parte mia ho trovato la cosa piacevole, ma mai stimolante come quando faccio queste cose senza Rodolfo. Rodolfo appartiene per me alla sfera affettiva ed in sua presenza l'animale che è in me stenta ad esprimersi. Mi è piaciuto andare al privè, ma mi sarei certamente divertita di più se fossi stata da sola o se mi ci avesse accompagnata qualcuno dei miei amici sporcaccioni.
Stamattina ho sentito Matteo, uno dei due toscani. Mi ha chiesto se accetto di incontrarlo nel caso in cui lui debba passare per Roma. L'ho lasciato in forse, altrimenti il rischio che salti subito in macchina e si presenti qui tra due ore è elevatissimo... e ora non è il momento: sto lavorando in ufficio ma non ne ho la minima voglia. Devo sistemare diverse pratiche in vista dell'assenza di 20 giorni per il viaggio di nozze. Ecco che arriva una telefonata di Sergio sul cellulare. So per esperienza che non è prudente ignorarlo.
Esco per una pausa caffè e lo richiamo.
"Ciao stronzetta... allora ci siamo divertite al privè dell'amico di Enzo insieme al maritino, eh?".
"Ciao bastardo. Si, non è stato male...".
"Potevi dirlo a me di organizzarti la seratina no? Sarebbe stata più piccante".
"Piccante lo è stata ugualmente... sei tu, micione bello, che dopo avermi fatto prendere tre giorni di ferie per stare ai tuoi comodi sei sparito".
Sergio non si scusa nè dà spiegazioni. Si limita a manifestare ciò che vuole.
"Senti, domani sera esci con me, ok?"
"Domani sera? Sergio, oggi è lunedì e sabato mi sposo".
"Embè? Ti sposi sabato, mica domani sera. Fatti trovare pronta che passo a prenderti. Mettiti carina e sexy". Butta giù il telefono senza nemmeno salutare.
Con questo bastardo non c'è da scherzare troppo, a contrariarlo rischio qualche casino o di rimediarci qualche altro ceffone. Eppoi, a dirla tutta, non ho molta voglia di contrariarlo. Sicuramente ha in mente qualche maialata, ed io di voglia di cazzo ne ho proprio tanta... odio ammetterlo, ma sono felice che Sergio mi abbia cercato... mi dico pure che tra pochi giorni vivrò con Rudi ed uscire la sera da sola non sarà mica molto facile... uff... tanto vale approfittarne finchè posso...
L'indomani sera mi preparo. Doccia, profumo, creme per il corpo, intimo sexy, minigonna, stivali, sono proprio carina. Soprabito sopra per ingannare i miei e via fuori nella fresca serata ad un dopocena "con le amiche". Sergio è giù ad attendermi. Salgo in macchina. Mi bacia in bocca, strano, di solito non lo fa. Avvia l'auto, non ho idea di dove stiamo andando.
"E insomma ti sei fatta l'addio al nubilato insieme al maritino... sai che palle, eh?"
"Non direi, siamo stati al privè..."
"Marcello, il ganzo dell'amichetta di Enzo ti ha scopata, vero?".
"Si... mi ha scopata sotto gli occhi di Rodolfo, te lo ha detto Enzo, vero?".
"Ahahah insomma il maritino lo stai svegliando, eh? D'altronde è pure giusto che inizi ad abituarsi alle corna visto che moglie zoccola che si ritroverà".
Non ribatto. Allora soggiunge.
"Stasera te lo faccio fare io un addio al nubilato come si deve, poi mi dici la differenza, puttanaccia che non sei altro".
Digerisco la frase e non posso fare a meno di bagnarmi a questo insulto. La voglia di sesso che provo in questo momento mi blocca lo stomaco. Rodolfo stia fuori dalle palle, stasera l'uomo giusto per me è Sergio... spero abbia in mente per me qualcosa di veramente porco. Ci fermiamo all'Eur. Scendiamo e andiamo in un bar con i tavolini. Sergio ordina da bere drink superalcoolici. Passiamo una mezzoretta seduti a chiacchierare, mi fa scolare ben tre drink. Mi alzo che mi gira la testa da morire, e comincio a ridere come una scema.
Riprendiamo l'auto, ora ci si ferma in un grosso piazzale. Sergio dirige l'auto vicino ad un camper. Lo riconosco, è il camper di quei suoi due amici di cui fatico a ricordare il nome. Fuori del camper ci sono tre uomini. Uno lo riconosco immediatamente. E' Giorgio. E' il tizio che mi ha già scopata due volte proprio dentro quel camper. Gli altri due non li ho mai visti, sono due ragazzi più o meno miei coetanei, sui 25 anni. Ho una stupenda fitta allo stomaco al pensiero che tra poco questi quattro disgraziati mi faranno di tutto.
Scendiamo dalla macchina, Giorgio stringe la mano di Sergio e mi presenta i suoi due amici. Ma sono troppo brilla per ricordarmi i loro nomi. Sergio e Giorgio salgono nella cabina del camper.
"Tu vai dietro con loro", mi fa senza troppa galanteria.
Dieci minuti dopo, quando il camper imbocca il Raccordo Anulare che riconosco dalle luci, minigonna e mutandine giacciono calpestate sul pavimento del camper e sto già scopando alla missionaria con il primo dei due tizi sul lettone matrimoniale del camper. L'altro è seduto alla dinette davanti a noi e ci guarda masturbandosi. Ha un grosso cazzo con una turgida cappella violacea, non vedo l'ora che i due inizino ad alternarsi per provare anche quella dentro di me. Il primo esce, non cambio nemmeno posizione ed il secondo si inserisce rapidamente tra le mie cosce ed inizia a fottermi con il suo pisellone turgido. Sergio è seduto a fianco del guidatore e di tanto in tanto si gira per vedere cosa succede. I due si sono già dati il cambio diverse volte. Sto in deliquio, penso sarebbe ora che Sergio e Giorgio si uniscano ai festeggiamenti, vorrei che mi maltrattassero un po'. Il camper si ferma e Giorgio spegne il motore. Sergio entra nella cellula del camper, mi fa rivestire e mi obbliga ad inghiottire una pillola arancione. I quattro uomini si siedono sulla dinette davanti al letto e mi ordinano di pompinarli di seguito. Inizio da Giorgio che evidentemente non vedeva l'ora, mi metto in ginocchio davanti a lui e mi picchia il membro eretto sul viso insultandomi e dandomi della vacca. Glielo afferro e me lo caccio in bocca. L'uomo comincia a gemere di piacere, lo sbocchino per tre o quattro minuti quando Sergio si alza in piedi.
"Levati, ora ti faccio vedere come si tratta una mignotta come questa, tienila ferma"
Mi prende le testa, mi fa aprire la bocca e mi infila il cazzo eretto fino in gola. Giorgio mi immobilizza la testa fra le mani e Sergio inizia a scoparmi la gola. E' doloroso, fastidioso, respiro a stento ed ho in continuazione conati di vomito. Ma godo da morire a questo trattamento, provo una sensazione di euforia mista a sensazioni di energia in tutto il corpo, mi rendo vagamente conto che la pillola doveva essere una qualche droga. Sergio insiste con violenza e accade un mezzo disastro perchè alla fine non riesco a trattenere il vomito. Rigetto parecchio liquido sul pavimento del camper ma non provo nemmeno imbarazzo. Mentre uno dei due pulisce la schifezza con dei rotoloni di Scottex Giorgio dà il cambio a Sergio che mi blocca la testa e ricominciano a violentarmi la bocca.
"Dai che ora ha lo stomaco vuoto, dalle un'altra caramella che la prima l'ha vomitata".
Cerco di rifiutarmi di prendere un'altra dose di non so che, ma Sergio mi molla uno schiaffo secco anche se non troppo forte. Inghiotto la seconda pillola. Giorgio continua per parecchi minuti a scoparmi la gola fino a scaricarmici dentro un'intera sborrata. Sergio mi mette a pecorina sul letto, mi infila un plug di lattice nel sedere. Mi fa aprire le cosce e mi chiava in fica incitando gli altri due a proseguire con quello che in seguito ho saputo chiamarsi deep-throating. I due ragazzi mi infilano entrambi il membro in gola divertendosi a tapparmi contemporaneamente il naso. Il senso di soffocamento unito al dolore della doppia penetrazione mi eccita profondamente. Mentre Sergio continua a pomparmi da dietro ed il plug mi sconquassa il sedere prendo entrambe le cappelle dei due ragazzi in bocca e le ciuccio per quanto la larghezza della mia bocca lo permette. Mi sembra di stare in un paradiso di goduria e sofferenza. Sergio esce da dentro di me e tira fuori da un'anta diversi falli in lattice dalle dimensioni inquietanti. Inizia dal più piccolo, che è già ben oltre le dimensioni di un pene medio. Non ho problemi a prenderlo prima in fica e poi in culo. Mentre Giorgio si gode la scena bevendosi una birra, Sergio passa al plug più grande. Credo sia largo il doppio di un cazzo normale. Con molto sforzo riesco a prenderlo tutto nella fica. Sergio è bravo e delicato nel procedere e la soglia del dolore non è mai troppo intensa.
"Girati, adesso te la lavoro un po', tu lecca i ragazzi e Giorgio".
Mi distendo supina, Sergio mi mette un cuscino sotto il bacino. Il plug, sapientemente maneggiato, scorre avanti ed indietro nella mia passera dilatandola. Prima Giorgio, poi i due ragazzi a turno si siedono sul mio viso. Non ho alcun problema ad esplorare i loro culi con la lingua, a questo punto sono veramente in grado di accettare tutto.
"Ora ne prendi due insieme, Franceschina, vedrai come te la godi".
A Giorgio è tornato duro. L'uomo si siede sul letto, mi fanno salire sopra di lui. Abbasso il bacino e mi impalo sul cazzo di Giorgio. Sergio si fa avanti e punta l'erezione a sua volta contro la mia povera passera. E' un po' doloroso all'inizio ma con un po' di spinte mi ritrovo dentro entrambi i cazzi dei due uomini. La posizione è un po' acrobatica ma la sensazione è sconvolgente. Sergio e Giorgio mi fottono per diversi minuti, poi propongono ai due ragazzi di dar loro il cambio. Stessa manovra, ora ho dentro la fica i cazzi dei due giovanotti che mi sfondano deliziosamente.
Sergio li lascia divertire per un po', poi interrompe il doppio amplesso.
"Ora rimettiti la mini e fatti una passeggiata, vai fuori dal camper". Raccatto le mutandine e faccio per infilarle.
"Ho detto la mini, le mutandine lasciale"
Obbedisco e scendo dal camper senza capire.
Mi rendo conto che stiamo in una grossa area di parcheggio autostradale un po' lontano rispetto alle carreggiate. Non mi ero resa conto che avevamo imboccato l'autostrada e non ho idea di dove ci troviamo. E mi rendo anche conto che ci sono una dozzina di camion parcheggiati, alcuni a motore acceso. Scendo da sola dal camper, cammino a fatica a causa del plug infilato nel sedere.
"Che devo fare?" chiedo a Sergio che si è messo al posto di guida.
"Vai davanti al camper adesso".
Lo guardo sconcertata. Improvvisamente Sergio accende l'autoradio del camper e una musica fortissima fuoriesce da tutti i finestrini aperti. La luce dei fari abbaglianti mi investe. Ho la testa piena di girandole, sono morbosamente eccitata dai trattamenti e dalle umiliazioni subite e sento tutto un fuoco che mi prende in tutto il corpo. Mentalmente sono del tutto scombinata. Le cabine di un paio di camion si illuminano, un tizio scende dal camion, altre due teste sbucano incuriosite da finestrini che si aprono.
Capisco che mi hanno portata in questo sudicio posto per farmi violentare dai camionisti. I due amici di Giorgio mi raggiungono nel fascio di luce e prendono a baciarmi e toccarmi. Si muovono a tempo di musica, anche io inizio ad ancheggiare. Non ci vuole molto perchè un capannello di cinque o sei camionisti ci attorni. Mi rendo conto che non vedo l'ora che mi mettano le mani addosso e mi facciano di tutto. Interviene Sergio, mi fa appoggiare le mani sul cofano del camper, e mi solleva la minigonna.
In mano regge il megaplug con cui mi ha allargata poco prima. Mi ordina di aprire bene le cosce. I camionisti si avvicinano. Sergio mi sputa un paio di volte sulla fica, poi mi infila l'arnese di lattice che entra senza soverchi sforzi. I commenti volgari, le risate sgangherate e i mugolii dei camionisti si sprecano. Il capannello si è stretto, posso sentire il respiro affannoso degli uomini intorno a me. Sergio estrae il plug e risale sul camper con gli altri. Sono sola e seminuda in mezzo ad un branco di camionisti arrapati.
"Chi di voi ha il cassone vuoto, ragazzi?" fa uno degli uomini.
"Venite" fa un grassone con una folta capigliatura rossa.
I gruppo di camionisti mi attornia, mi tastano il culo a turno, mi sculacciano. Sono la loro ghiotta preda. Arriviamo davanti ad un grosso autoarticolato, il proprietario armeggia con il grosso sportello e lo apre. Gli uomini mi aiutano a salire.
"Il camion è mio e me la fotto io per primo" dice il rosso.
Mi dice di sdraiarmi su uno strato di copertacce, poi bestemmia ed urla agli altri:
"Ehi, portate dei preservativi, forza".
Aspettando che arrivi il condom l'uomo mi si avvicina con i pantaloni calati. Mi sfila la minigonna e mi toglie la camicetta buttandole in un angolo. Mi siedo sulla lurida copertaccia e glielo prendo in bocca. Sa di piscio e di sudore ma la cosa anzichè disturbarmi mi stimola. Gli passano un condom, lo scarta e lo indossa. L'uomo mi sale sopra e mi fa allargare le gambe. Mi fotte in un colpo solo, ma sono bagnatissima. Ho il viso a contatto con il petto peloso del camionista, le ascelle gli puzzano tremendamente ma non mi dispiace. Comincio a godere come una fontana sotto questo scimmione maleducato che mi martella di colpi. Sento gli altri tizi salire nel cassone e commentare volgarmente ciò che vedono. Mi sento in paradiso in mezzo a questo branco di maiali e vorrei che non smettessero mai, vorrei che ce ne fossero di più, tutti in fila fuori dal camion ad aspettare il loro turno. Il mio scimmione aumenta il ritmo, gli altri intorno fanno il tifo incitandolo a sfondarmi: mi concentro per trattenermi e prolungare così il piacere ma non ci riesco: vengo lamentosamente in un orgasmo sublime insieme al rosso che scarica nel preservativo una quantità industriale di eiaculato.
L'uomo di toglie e i tre che stanno su cassone con noi mi si gettano addosso come avvoltoi. Hanno per le mani un'occasione difficilmente ripetibile e ne approfittano in tutti i modi possibili. Il primo mi preme il viso sui propri genitali maleodoranti mentre un secondo mi sistema alla pecorina e mi possiede brutalmente. Spompino e succhio le palle al primo mentre il secondo mi martella da dietro. Poco dopo l'uomo esce dalla fica e mi punta l'asta contro l'ano. Favorisco la manovra inarcando il bacino e lo prendo tutto dentro.
"Questa zozza lo prende anche in culo!!!".
Di rimando lo incito a sfondarmi e l'uomo mi artiglia le natiche quasi con rabbia. Il terzo si sistema laboriosamente sotto di te, esplorandomi la fica con una lingua deliziosamente rasposa mentre l'amico è impegnato a sconquassarmi il didietro.
"Levatevi dal cazzo ora, forza" urla il camionista che mi sta possedendo. Gli altri si tolgono e lui mi afferra per i fianchi con ancora più forza e mi sbatte come un giocattolo. In non più di un minuto anche lui si svuota dentro di me, fortunatamente dentro il preservativo. Si toglie, mi giro e ho subito sopra quello di prima, a cui puzzano le palle. Faccio giusto in tempo a controllare che il mentecatto indossi il preservativo che me lo ritrovo in fica. L'uomo ci dà dentro per un buon quarto d'ora, poi esce, si toglie il preservativo e mi sale sopra. Si masturba sulle mie guance fino a sborrarmi in faccia e si toglie. Mentre cerco di detergermi la sborra dal viso ne arriva un altro. Apro le cosce e mi lascio violentare pure da lui. Dura non più di qualche minuto, anche lui si toglie il preservativo e mi sbrodola il suo piacere sulle cosce. Per quanto riesco a ricordare dopo di questo ne arriva anche un altro. Infine sono almeno in tre a volersi concedere il bis. Rimango nel cassone del camion circa un'ora e mezza nella quale vengo usata da tutti senza un solo attimo di sosta, con la piccola folla di camionisti fuori a fumare e bere birra in attesa della propria razione di fica.
Quando scendo sono letteralmente coperta di sperma rappreso dopo aver soddisfatto sei o sette uomini. Due camionisti mi aiutano a scendere, gli altri applaudono sghignazzando. Sono sfinita e svuotata, mi reggo a malapena in piedi. Mi dirigo al camper, busso. Uno dei ragazzi mi apre la porticina. Entro. Hanno trasformato il lettone in una dinette con tavolino e i quattro stanno giocando pigramente a carte. Sergio si alza in piedi, mi squadra.
"Togliti i vestiti, sei coperta di sborra che fai schifo".
Rimango nuda davanti ai quattro bastardi.
"Quanti te ne sei scopati? Dieci? Quindici?".
Sergio mi prende per mano, mi porta nel bagno del camper. E' una cabina abbastanza piccola con water e piano doccia compresi nello stesso spazio. Mi invita a sedermi sulla tazza, poi si sposta e fa entrare uno dei ragazzi, Ha il cazzo dritto e si avvicina. Come per un riflesso condizionato glielo prendo subito in bocca. Spompino il ragazzo finchè lui mi viene addosso. Lo stesso accade con il secondo. Sono di nuovo inzuppata di sperma fresco. Anche Sergio si avvicina e si masturba. Mi viene sulle tette. E' il turno di Giorgio.
"Ora una bella ripulitina, eh?"
Il bastardo tira fuori il pisello ed inizia a pisciarmi addosso. Il getto di urina mi coglie sul viso, Giorgio con una mano mi tiene fermo il mento e con l'altro mi piscia sul naso, sugli occhi e sulla bocca che però tengo rigorosamente chiusa. Poi Sergio fa lo stesso. Mi afferra la testa, me la abbassa e mi urina sul viso fino a svuotarsi completamente.
Rimango finalmente sola, chiudo la porta ed uso la doccia del camper per lavarmi. Mi sento a pezzi fisicamente ma anche profondamente appagata.
Sento il camper mettersi in moto e partire mentre sto ancora finendo di lavarmi. Esco dal bagno avvolta in un accappatoio. Giorgio sta guidando, Sergio mi porge un abitino attillatissimo ed elasticizzato. La mia mini e la camicetta sono in una busta, sono zuppe di sperma, e le belle calze a rete sono da buttare, tutte smagliate. Con l'abitino di Sergio e gli stivali sono comunque un bello spettacolo. Dopo un po' il camper si ferma.
"Bene Franceschina. Siamo sulla Tiberina, questa è una zona dove battono le puttane. Tu scendi qua. Il primo che si ferma digli che lo fai scopare gratis se ti riaccompagna a casa. Un consiglio, questa è una zonaccia, prima ti togli dalla strada da queste parti e meglio è. Buonanotte".
Non ci voglio credere, Sergio mi vuole abbandonare vestita da battona sul ciglio della strada. E' mezzanotte passata e di macchine ne passano ancora tante. Protesto, lo insulto, gli giuro e stragiuro che questa è l'ultima volta che mi vede. Ma il camper si allontana. Sono abbastanza terrorizzata, ho sentito di storie di protettori che pestano le prostitute che provano ad invadere abusivamente la loro zona. Ho il cellulare ma non posso certo chiamare qualcuno che conosco per farmi venire a prendere.
Non passano più di cinque minuti che una macchina si ferma. E' soltanto un chiacchierone che mi fa perdere tempo. Poi ho fortuna. Si accosta un cinquantenne dall'aria educata. Cerco di recitare la parte per risolvere il mio problema. Abbassa il finestrino e si sporge.
"Ciao caro, ti piaccio?" gli faccio cercando di sembrare disinvolta.
"Ah sei italiana" ribatte lui.
Mi chiede quanto gli costa un giro con me.
"Senti, io ho un piccolo problema..." gli faccio. "Se mi accompagni in centro facciamo tutto gratis, che ne dici?".
L'uomo accetta ed io, salendo in macchina, tiro uno dei sospiri di sollievo più profondi degli ultimi mesi.
L'uomo si dimostra carino e premuroso, anche se non fa che guardarmi le gambe. Chiacchieriamo subito piacevolmente. Si presenta, si chiama Aldo, ha 51 anni, divorziato.
"Senti, sei veramente carina e varrebbe la pena portarti in motel, ma non ho molto contante, va bene anche in macchina?".
Gli rispondo che va benissimo. Mi chiede dove vuole che andiamo ed io non ne ho la più pallida idea.
"Fai tu, trova un posto appartato" gli ribatto.
Ora che l'apprensione si è dissolta e l'aria fresca della notte mi ha ridato energie riesco persino a trovare la situazione molto eccitante. Sorrido tra me e me ed in fin dei conti mi rallegro che la serata non sia finita. E' una cosa molto porca ritrovarmi in macchina con un uomo dell'età di mio padre che pensa che io sia una battona. Sono di nuovo bagnata.
Aldo parcheggia la macchina in una stradina nascosta, spegne il motore.
"Senti, ma tu fai questo mestiere da poco, vero?".
Rispondo che in effetti ho iniziato solo da qualche mese.
"Sei favolosa... favolosa..."
Aldo mi mette una mano tra le gambe, si accorge subito che non porto le mutandine. Mi abbasso le spalline del vestito per mettergli le tette a disposizione, lui me le bacia e morde con passione mentre le sue dita mi sgrillettano la passera sempre più bagnata. Ce l'ho decisamente irritata da tutte le porcate fatte ma mi piace lo stesso. Aldo mi ribalta il sedile, insinua la testa fra le mie cosce. Mi succhia la fica avidamente, leccando e bevendo i miei umori. Mi fa godere profondamente. Appena si stacca e ribalta il suo sedile tocca a me darmi un po' da fare. L'uomo si sbottona i pantaloni e si abbassa i boxer. E' molto peloso e la cosa non mi dispiace. Ha un membro abbastanza piccolo ma decisamente duro. Glielo prendo in mano mentre gli insalivo i peli delle palle. Passo la lingua a lungo lungo l'asta per poi accogliere il cazzo completamente dentro la mia bocca. Aldo ansima ed io moltiplico gli sciaquii con la saliva. Insinuo una mano tra le sue chiappe ed arrivo a titillargli l'ano. Lui favorisce la mia manovra allargando le gambe, capisco che la cosa gli piace molto. Lo faccio girare, la mia mano sotto di lui continua a stimolargli l'uccello, affondo il viso tra le sue natiche. Le separo. E' pelosissimo ma odora di pulito, a differenza dei camionisti di prima. Ho già leccato parecchi culi maschili stasera, uno in più non cambia nulla. Arrivo a penetrargli l'ano con la lingua, so che è una cosa che le puttane non fanno, ma voglio che gli resti un ricordo indelebile di me.
Lo faccio girare, scarto un preservativo e glielo srotolo sul pene aiutandomi con la bocca. Quando la vestizione è completa mi giro sulla schiena disponendomi sull'altro sedile ed invitandolo a salirmi sopra. Aldo non chiede di meglio, si assesta tra le mie cosce spalancate e mi penetra velocemente. Ci facciamo una scopata memorabile come due fidanzatini con le bocche sempre incollate. Il ritmo è furioso e dopo quarto d'ora di galoppata arrivo ad un lungo, lento e sordido orgasmo. Mi piace fare sesso nei panni di una prostituta, non mi sono mai sentita così vacca. Lui esce da me ma non è venuto. Sono tremendamente rilassata mi giro sul fianco e lo invito a giocare con il mio culetto. Aldo si dimostra gentiluomo cambiando il preservativo. Mi appizza il membro tra le natiche, lo guido con la mano nel mio culetto, con un paio di spinte è dentro. Lascio che l'uomo si soddisfi. Dopo una decina di minuti Aldo accelera le spinte e mi viene dentro mugolando come un cucciolo. Mi riaccompagna a casa, sono quasi le tre del mattino. Lo invito a fermare la macchina a duecento metri da casa mia. Mi mette qualcosa in mano, sono due biglietti da 50 euro. Gli dico che non li voglio, che non ce n'è bisogno, glieli rimetto in mano dicendogli che lui mi ha riaccompagnato a casa e va bene così.
"Una donna come te non l'ho mai incontrata e non la incontrerò mai più. Questo è il tuo lavoro e devi essere pagata".
Non mi lascerà andare se non gli dò il mio cellulare, mi dice che deve assolutamente rivedermi in futuro. Io esito, ma alla fine glielo lascio, è una brava persona e si vede. Non mi permette di rifiutare i soldi e sono troppo stanca per continuare a discutere. Alla fine pur di andarmene li accetto.
Cammino verso casa nelle strade silenziose. Dire che mi sento distrutta è un autentico eufemismo. Tra quattro giorni mi sposo in chiesa con l'abito bianco ed è abbastanza ironico che di tutto ciò che mi è capitato stasera la cosa più normale e pulita è stata una marchetta...

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