“Ma dai Luigi non ci posso credere anche voi avete avuto questo tipo di esperienza?
“ Paola quasi è offensiva questa tua sorpresa. Non ci credevi capaci?”
Lo osservo senza poter nascondere l’ espressione sorpresa nell’aver appreso che lui e Marina hanno fatto giochi sexy. Di Marina sapevo ( sempre stata piuttosto svelta ) ma avevo collocato gli episodi che mi aveva raccontato vagamente all’università o comunque prima di stare con Luigi ben noto per la sua gelosia.
“Ora se non mi racconti tutto ti odierò per sempre. Quando è accaduta questa cosa del poker strip?”
“Qualche anno fa, ma non era una cosa intima…insomma, era una cosa particolare”
“Ma come è accaduto su racconta”
“Ricordi quei due amici che avevamo all’inizio quando ci siamo conosciuti?”
“ Manu e Vittorio? Certo , un po’ strani te l’avevo detto”
“Emanuela e Vittorio sono un po’ più grandi di noi, lui era il titolare della palestra dove Marina
lavorava. Lei invece una promotrice finanziaria. Non una bomba sexy, insomma,ma
graziosa, no?”
“Se lo dici tu…”
“Lei era i quel periodo molto impegnata: faceva corsi, partecipava a convegni sulla nuova coppia, insomma era diventata la teorica del gruppo per una via , come diceva lei, più libera e consapevole all’amore. Avevamo simpatizzato e qualche volta si andava a cena da loro o loro venivano da noi. Era divertente perché Manu parlava di sesso come raramente avevo sentito fare ad una donna,
senza pregiudizi, senza tabù e raccontava persino apertamente di qualche incontro avuto già nel periodo in cui stava con Vittorio . La confidenza andava aumentando così come la curiosità che i due ci suscitavano :soprattutto le volte che parlavano dei club. Una sera mentre si parlava di argomenti vari Vittorio ci chiese esplicitamente se,dopo tutte le teorie che avevamo condiviso , tutti i discorsi, a noi fosse capitato mai qualche esperienza particolare.Lo diceva quasi certo della nostra risposta negativa (continuava a sostenere che io fossi un gelosone possessivo non pentito)
e quando Marina ammise che avevamo avuto molte fantasie quasi ci tormentò per conoscerne la portata e la frequenza. Lei per fortuna non andò oltre e non scese in dettagli che mi avrebbero messo abbastanza in imbarazzo . Ma era chiaro che la loro considerazione nei nostri confronti cambiò da quel momento. Aumentarono i racconti, le serate si stavano facendo piuttosto … stimolanti sino a che Emanuela telefonò a Marina una sera per proporle un’uscita particolare. Ad un club di loro conoscenza c‘era la serata del poker strip con giochi e penitenze : pochi chilometri fuori, in campagna . Escluse nel modo più assoluto orge o contatti sessuali con altri . Una cosa molto celebrale, sosteneva,molto sensuale e addirittura speciale . Risposta a stretto giro perché dovevano prenotare. Ne parlammo pochi istanti prima di ritelefonare e dare la nostra adesione, ma Marina era stata categorica: voleva stare al tavolo solo con noi quattro e non intendeva andare oltre il poker strip. Emanuela non era particolarmente elegante o provocante quella sera: Marina aveva optato invece per una gonna non troppo mini, calze scure con reggicalze, e aveva quell’aria da “preda difficile” che tanto mi piaceva. I pochi chilometri erano in realtà una trentina , ed il casolare di campagna era molto isolato e piuttosto buio tanto che ci avvicinammo (eravamo in macchina
con loro) con una certa inquietudine. “ Ma dove ci portate…” scherzavo “ è un rapimento”.
Nessuna luce particolare né indicazioni, niente di niente, fuori solo la musica che filtrava piano dagli scuri delle finestre rigorosamente chiusi mentre ci avvicinavamo dopo aver lasciato l’auto in uno spiazzo. Salimmo le poche scale del casolare e Vittorio ci lasciò qualche metro indietro: “ vado io “ sparendo dentro la porta che si era appena dischiusa alla sua scampanellata, e richiudendola alle sua spalle. Nessuno di noi tre disse una parola, ma Manuela ci sorrideva con fare tranquillizzante. Riapparve Vittorio dopo qualche minuto di attesa ( era anche piuttosto freddo) invitandoci ad entrare. L’ingresso era ampio e in stridente contrasto con il casolare “nature” : stanza ristrutturata, velluto ovunque, divani, un cantante che accennava all’organo una canzone dolce, nel complesso un ambiente molto caldo e piacevole dove c’erano al massimo tre o quattro coppie e qualche persona sparsa. Niente di compromettente o di particolare: sembrava un night leggermente più illuminato.
“Per il poker, vero?” – ci sussurrò un cameriere sbucato improvvisamente da una tenda che non avevo notato. “ Seguitemi” fece spostando la tenda ed invitandoci ad entrare in un corridoio molto suggestivo, parete a mattone e illuminato da due torce autentiche ed accese con effetto medioevale quasi inquietante. Percorremmo alcuni metri superando un paio di porte chiuse : alla terza la nostra guida si fermò , disse qualcosa che non riuscii a capire a Vittorio, estrasse una chiave ed aprì. Entrammo: tavolo al centro, velluto e moquette le davano un effetto completamente verde ! Verdi anche due divanetti ai lati della stanza.
“ Tra poco arriva il tutto, accomodatevi”
Uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Vittorio ci chiese se trovavamo carino l’ambiente mentre Emanuela , come se fosse di casa, si era già seduta al robusto e molto ampio tavolo verde. Qualche istante dopo tornò il cameriere con un blocchetto delle ordinazioni e seguito da un giovane, sui 28-30 anni, piuttosto alto, non male, capelli lunghi e vestito molto casual. Ce lo presentò come il quinto del nostro tavolo e organizzatore del gioco. Ordinammo da bere, e ci sedemmo seguendo le disposizioni del nostro croupier : distribuì poche fiches e spiegò le regole del gioco. Una volta persa
la posta si poteva ottenerne un’altra in cambio di un indumento. Una volta nudi si poteva avere ancora una posta pagando il pegno che colui in vantaggio su tutti in quel momento decideva. Alla fine dei giri chiamati dal croupier … il vincitore avrebbe avuto diritto a una bottiglia di champagne se accettavamo spettatori e a stabilire la maxipenitenza per colui o colei avesse “perso più poste” . Nessuno commentò: Vittorio assicurò che era meglio accettare spettatori perché il gioco era più divertente e perché non davano alcun fastidio e almeno la posta sarebbe stata concreta. Mentre stabilivamo i posti come ai tavoli seri, entrarono due o tre persone , uomini, età diciamo tra 40 ed i 50 anni che andarono a sedersi sui divanetti (coperti da penzuola bianche) da poco sprofondati nel buio dopo che erano state accese le lampade appese sul tavolo e spenta l’altra luce. Non provavo alcuna sensazione particolare: Marina sembrava divertita ma nessuno poteva dirsi“eccitato”. Il gioco come previsto, sapientemente alzato dal croupier faceva terminare rapidamente le poste. Vittorio e il nostro ospite
iniziavano a vincere forte, io resistevo (mi ero tolto la giacca ma poi avevo recuperato fiches , non gli indumenti che una volta tolti non potevano essere rimessi). Ovviamente perdevano divertendosi un mondo , ed in modo autolesionista, sia Marina che Emanuela che fu la prima a togliersi il reggiseno in un atmosfera ancora asettica. Nel giro di un’ora anche Marina aveva tolto il reggiseno e le calze. Era rimasta in slip , bianchi, eleganti, non molto scartati e molto apprezzati stando al brusio composto che avevamo avvertito quando si era tolta la gonna. Emanuela era nuda. Proprio mentre era in slip mia moglie ci fu la prima richiesta di giochino particolare. La misero così in slip su un divanetto stesa e un grappolo di uva tra le gambe. La gente doveva prenderne un chicco con la bocca senza toccarla e senza l'aiuto delle mani".
"Bellissimo, che fantasia! Mi eccita solo a pensarlo"
"Beh Paola non mi sorprende che ci sia qualcosa che ti eccita. Per fortuna la temperatura della stanza era piuttosto alta, sia per il riscaldamento sia per la situazione che si stava creando. Marina resistette altre due mani fino a che con una scala andò a vedere un poker di otto: lo slip calato consentì a tutti di apprezzare la scura e ordinata peluria del pube che faceva colpo davvero , così nettamente stagliata sulla pelle bianca e nell’atmosfera di quella stanza”.
“Vero, l’ho vista sotto la doccia in palestra Marina, è molto bella e sempre molto curata Luigi. Ma vai avanti scusa”
“Come ti dicevo, Paola, non provavo alcuna eccitazione nonostante fossimo ormai nudi. Ero come distaccato dalla situazione che anzi stavo considerando persino un po’noiosa. Sino a che vennero le penitenze. E qui il discorso si fece delicato. Marina mi guardava con insistenza quando il croupier chiese ad Emanuela di salire sul tavolo ed improvvisare una danza facendo in modo che tutti nella stanza potessero vederla bene. Noi seduti avevamo, come dire, una visuale dal basso in alto di Emanuela nuda, davvero privilegiata, lì ad un passo e Manù non si dannava l’anima per chiudere le sue gambe mostrando , anche chinandosi, con generosità il sedere che avevamo apprezzato
anche da vestita …e il prezioso interno cosce. Io ero rimasto in slip e camicia quando Marina dovette ripetere l’esercizio di Emanuela raccogliendo molti più consensi, sia da Vittorio che non ne fece mistero “ Ma Marina,disse , hai una fica straordinaria”che da brusii e commenti degli altri presenti che non vedevo nel buio e con il fumo che intanto aveva invaso la stanza. Guardando
Marina nuda accennare sul tavolo una approssimativa danza del ventre avevo gli occhi calamitati lì , tra le sua nera peluria, dove non ci voleva un acuto osservatore per cogliere inattesi, chiari sintomi di piacere e di gradimento di quella situazione esibizionistica. Ma il gioco ,che stava cominciando ad avere qualche effetto nei miei slip, era appena all’inizio. Le penitenze erano abbastanza“ soft” : fare un giro della stanza accanto ai divani , farsi sfiorare dai giocatori al tavolo un capezzolo con
il dorso di un dito, ma poi iniziarono le più fantasiose e Marina non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro ( anzi mi sussurrò divertita che uno dei nostri spettatori , lo aveva visto nel giro precedente attorno al tavolo, si stava chiaramente masturbando). Il gioco volgeva alla fine quando furono chiamati i giri e le penitenze erano più “ concrete”. Marina ad un certo punto fu
invitata a stendersi sul tavolo, nuda, in mezzo a noi, le gambe piegate e leggermente divaricate, le mani come legate al corpo. Il croupier estrasse da una borsa una lunghissima e bellissima piuma , sembrava di fagiano, e la diede a Vittorio. “la deve eccitare senza toccarla con la piuma e tutti i presenti poi, passeranno davanti al tavolo per guardarla a gambe aperte ed eccitata” sentenziò. Vittorio,anche lui in slip che non contenevano l’eccitazione in una scena che sembrava svolgersi al rallentatore, iniziò a passare la piuma sul corpo di Marina. Partì dal collo facendola sobbalzare per il solletico, poi si diresse deciso verso i capezzoli iniziando a disegnarli con la punta della sua piuma, seguendone il contorno, duellando con loro che in modo impertinente si erano eretti . In quel momento Manù, che era accanto a me, allungò la mano sotto il tavolo e prese ad accarezzarmelo sugli slip . “ Giù le mani “ la bloccò un perentorio e odiosissimo ordine del croupier. Non si tocca
qui” ricordò con fermezza. ( Capite perché sono sempre stato refrattario a qualsiasi forma di autorità?) Si era stata una regola chiaramente detta all’inizio e ricordata da Vittorio: non era né un orgia, né un’occasione di sesso. Erotismo e sensualità erano spinte al limite ma niente rapporti tra persone estranee ( o quasi) . La Piuma di Vittorio aveva perso il duello con gli orgogliosi capezzoli di Marina che era immobile ad occhi chiusi sul tavolo lasciando intuire ciò che provava solo per
gli improvvisi e affannati, profondi sospiri che interrompevano l’apnea. C’era un silenzio irreale: la musica dalla stanza principale giungeva appena . Sembrava quasi di percepire lo strofinarsi sulla pelle e all’inguine della piuma scesa a cercare di farsi spazio tra i peli fitti del pube. Impresa impossibile che ebbe successo solo quando Vittorio , strappando un “mmmmm” forte e deciso di Marina la diresse lì, a dividere ulteriormente le grandi labbra già da tempo aperte insistendo nella carezza appena interna che provocò… l’evidente inumidimento della piuma. “ E’ pronta” disse il croupier, venite. Prima i giocatori, poi gli spettatori passammo davanti alle gambe spalancate ormai di Marina,ancora piegate mentre lei distesa sulla schiena aveva il viso voltato da una parte e respirava sempre più rapidamente: nuda così, aperta, si offriva dopo una stimolazione lenta e sapiente che aveva avuto effetti notevoli, agli sguardi nostri e degli estranei. Uno dei presenti, passò chiaramente toccandosi sui pantaloni con insistenza di fronte alle gambe aperte di Marina e disse qualcosa all’orecchio del croupier. “ Il gentile signore,qui, disse a voce alta, offre personalmente una bottiglia di champagne alla signora se acconsente : vorrebbe restare ancora qualche istante così per… come dire, per toccarsi ma senza esibizioni di membro, così vestito… accetta signora? “ Fece appena un cenno con la testa che voleva dire “continuate”: ero lì ad un passo,sia pure di lato e vedevo bene marina eccitatissima che si offriva agli sguardi in modo osceno e mi sembrava un film, qualcosa di irreale ma era una situazione tremendamente stimolante”.
“ Ma dai Luigi, neppure un po’ di gelosia provavi? Proprio tu che ti sei arrabbiato per quella maglietta trasparente di Marina”.
“Hai ragione Paola ma sarà stato il contesto, sarà stata la situazione, ma io ero eccitatissimo a vedere mia moglie così nuda a gambe aperte sul tavolo desiderata così tanto da chi non la poteva toccare. Manù , intanto tornata al suo posto era appoggiata con il gomito sul tavolo, la testa sorretta dalla mano a pochi centimetri dal seno di Marina, e si toccava con l’altra mano soffiando il suo piacere dalle narici e dalla bocca proprio sul capezzolo di Marina. Lo spettatore piantato davanti alle gambe ancora più aperte di Marina (che teneva le mani sempre lungo i fianchi come ordinato all’inizio e si muoveva piano piano) impiegò pochi secondi di manovre nascoste strofinandosi sui pantaloni, si lasciò sfuggire solo un lamento, girò le spalle ed uscì dalla stanza. Capisci? Per la prima volta avevo assistito e pure compiaciuto ad uno che si era fatto una sega ad un metro da mia moglie nuda ed offerta allo sguardo di tutti”
“ E non sarà stato il solo quella sera credo…”
“Eh si Paola. Ma intanto in quel momento il mio stato confusionale divenne totale al nuovo sorso di
cognac che ingurgitai per calmare la mia ansia, moltiplicato dall’alcool già bevuto ( ma sono convinto che ci fosse qualcos’altro nella bottiglia) dall’eccitazione e dall’agitazione interiore che non si calmò neppure quando Marina riprese il suo posto guardandomi con gli occhi lucidi ed approfittando della ripresa del gioco per tenere a lungo la mano lì dove ormai il piacere
era quasi incontenibile. Ricordo molto vagamente ,a questo punto, la penitenza cui si assoggettò molto volentieri Emanuela. Ognuno di noi doveva toccarle il clitoride, con un dito, lì sul tavolo, davanti a tutti sino a farla venire e i giocatori potevano toccarle i seni. Quando Manù con un lamento strano venne si fece l’ultima mano. Ormai ero via di testa e il mio membro era durissimo nonostante l’alcol. Non ne potevo più. Marina fu ovviamente la vittima della penitenza finale e il croupier chiese se lei accettava una violazione del regolamento. No ricordo neanche come lo disse. So solo che alla fine tra i fumi ricordo che io, Vittorio, il croupier e tre uomini eravamo attorno al tavolo nudi a toccarcelo mentre Marina nuovamente al posto della carte, sul tappeto verde, stesa si contorceva sotto il tocco della mani di tutti che la esploravano ovunque ed in attesa della pioggia bianca che ricordo vagamente di aver visto abbondante di li a poco”:
“ Accidenti, le sono venuti, le hanno sborrato tutti addosso? Fortuna che doveva essere una cosa soft”
“ Io Paola ricordo così. Non so neanche se sono venuto, mi pare di ricordare una mano che me lo teneva ma non so di chi fosse, ma ho un’ultima immagine del volto di Marina inondato, i suoi capelli, e una lunga striscia bianca che dai peli scuri arrivava all’ombelico ed è l’ultima immagine che ho. Per la verità, anzi, il fatto che tutti le siano venuti addosso e che lei si sia poi masturbata per venire così inondata, me lo ha raccontato mia moglie la mattina dopo dicendomi anche che mi avevano portato farneticante a casa e messo a letto di peso con la più totale “ciuca” della mia vita e non credo solo per l’alcol bevuto”.
“ E poi, Luigi, che ti ha detto Marina? Mi hai fatto eccitare”
“ Niente, niente altro”
“Insomma secondo te è finito tutto li con quella sega collettiva e basta proprio mentre tu perdevi conoscenza… se ne sono andati tutti”.
“Si. Perché Paola dici di no? Che pensi?”
“ Io? Niente. Dico solo che in genere in questi casi una donna bella come Marina se la scopano tutti, non credi? Mi parrebbe strano che quel porcellino di Vittorio non ne abbia approfittato”
“Dici? Beh in effetti Marina è stata molto vaga, forse non ricorda neanche lei bene”
Rido di gusto a vedere la faccia perplessa e gelosa e nello stesso tempo eccitata di Luigi.
“Sai una cosa Luigi? Lei ricorda bene ( me lo ha detto) di una volta che l’hanno scopata in 5. Tu sai niente di quando possa essere successo ? ”
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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