SilverRea
, 49 y.o.
Women
Piedmont, Italy
online
- Ghiaccio... Lei mi inebriava, l’amavo a tal punto da non riuscire nemmeno a sfiorarla, mi annientava la sua voglia, ed io avevo imparato a placare la sua smania. A volte i suoi giochi cervellotici mi portavano ad essere condottiero delle sue complicate trame. MI ritrovavo come sempre a dover domare la sua fame e dover stare al suo artificio che più la rendeva inquieta. Gli sguardi, smarriti l’uno nell’altro, la situazione ci infiammava ancor prima di essere nudi. Lei era quella che faceva sempre la prima mossa e come consuetudine mi regalava la nudità del suo corpo, provocava in me un folle turbamento. Ogni cosa tolta, lei prima di buttarla a terra, mi guardava intensamente, la sua lingua meccanicamente girava intorno e bagnava le sue labbra, prendendo delle pause, questo fare era un misto tra tortura ed impulso a toccarla. Silenziosamente la raggiunsi alle spalle, per respirare il suo profumo e riempire di lei miei polmoni, col naso sfioravo avidamente il suo collo, mentre lei, quasi come se non ci fossi, continuava senza interruzioni.Il tappeto era ormai invaso di ciò che lei aveva tolto, la luce pervasa della stanza, metteva a fuoco il suo corpo, dai capelli alle labbra al suo seno, dai fianchi fino ai suoi piedi, distratto da quella visione, iniziavo a sentire i primi tremiti e perdevo ogni comando del mio corpo. La seguivo col il mio sguardo, ora sdraiata sul sul letto, lo sfizio di levarmi i vestiti e seguirla era immenso, ma rinunciai e continuai a giocare pur sapendo di prolungare la mia tortura.Fremevo dal voler addossare le mie mani su di lei nuda, il mio sguardo si pose su un bicchiere, non so cosa fosse il contenuto ma mi avvicinai e presi il ghiaccio contenuto in esso. La mia testa iniziò a fantasticare e a guidarmi, usai il ghiaccio come fosse un pennello, e lei la mia tela da dipingere. Con un tocco leggero e delicato percorrevo con il ghiaccio il suo corpo e la sua pelle fremeva ad ogni mio tocco lento, i suoi occhi chiusi e le sue labbra semi aperte, erano induzioni al mio voler continuare. Il suo respiro iniziava ad accelerare.Sentivo la sua eccitazione, i capezzoli turgidi erano l’unica resistenza che incontrava il mio tocco, che continuava senza darle tregua nel suo lento percorso.I miei occhi la seguivano mentre le sfioravo le labbra, poi delicatamente mi dirigevo lungo il collo, passavo tra suoi seni fino ad arrivare lentamente al suo ombelico. Lasciai il cubetto di ghiaccio, mi spostai per prenderne un altro lo misi in bocca e poi lo fermai tra le labbra. Iniziai da dove ero rimasto, dal suo ventre.Il suo bacino s’inarcava voglioso, le sue mani stringevano le lenzuola, sentivo il mio pulsare nei pantaloni, guidato dal ritmo del suo respiro veloce, passavo sul suo pube, poi sui fianchi, inumidivo ogni centimetro del suo corpo. Le sue gambe aperte erano esplicitamente l’invito che ogni uomo aspetta, col ghiaccio ero sceso fino ai piedi, ora percorrevo risalendo la gamba, fino a posarmi al centro del suo essere, calda, vogliosa, era essenza stessa del desiderio. Continuava la sua dolce tortura, lentamente e come avrei voluto fare con la mia lingua, passavo e ripassavo su di lei, il suo corpo fremeva, la sua mano mi afferrò decisa la spalla attraverso la mia camicia, sentivo le sue unghie affondare nella mia carne, qualche gemito iniziai ad alternarmi con il mio respiro al suo.Non volevo perdere la magia di quel momento affannoso, portai due dita sulla sua bocca, mentre il ghiaccio le regalava pennellate di piacere, prima con la lingua e poi succhiandole avidamente fece sue le mie, mentre cercavo per quanto possibile di accelerare i movimenti del ghiaccio. Le sue unghie misuravano il suo piacere, impaziente di appagarla, con le mie dita bagnate dalla sua saliva, andai a stringerle delicatamente un capezzolo, un sibilo di piacere ruppe il silenzio anticipando il suo impeto, gli spasmi del suo corpo mi regalarono il suo orgasmo, restò immobile, io aspettai che il suo respiro tornasse pian piano alla normalità, mi persi dentro il suo sguardo mentre lei mi guardava negli occhi e con un dito disegnava le mie labbra. Silver Rea 14 0 12 hours ago
- Ti disegno--- Ti disegno a carboncino, su carta ingiallita ruvida, quella carta che sa di vecchio, impreziosita dal passare del tempo.Tratti scolpiti, leggeri, calcolati e pieni di sfumature. Sei quello schizzo di cui vado fiera, quello che scruti e riguardi percorrendo le linee dei fianchi e con la punta del dito sfumo il carboncino, delineando il tuo profilo, ti accarezzo immaginandoti. Ti rendo vivo, davanti ai miei occhi, gioco con luci e ombre, come farei con te nella realtà, ritrarti nella più indecente delle pose, ma rendendoti etereo. M’infervoro nel vedere la mia mano disegnare ogni particolare del tuo corpo, tutto di te attrae il mio istinto animale, persevero a dare forma al tuo corpo, immaginandoti al centro del mio sguardo, ti divoro e ammaliata dal tuo essere diventi la mia opera migliore. Come stregata non riesco a staccare le mani da quella carta ruvida, come nel più selvaggio dei momenti in cui mi coinvolgi, un sciame di sensazioni che esplodono dentro di me, non metterei mai fine al godere di te, avvinghiata avidamente al tuo corpo bramoso di passione. Neanche il tuo più intenso orgasmo farebbe fermare la mia mano, ti abbozzo fino a renderti perfetto, quello che solo io posso vedere. Mi separerei da te sfinita, distrutta da quella frenesia mentale che solo tu riesci ad accendere. Ritornerei a posare le mie mani su di te, a possederti, a farti mio, a goderti. Come un disegno a carboncino, sei li immobile, a deliziarmi come una viziosa peccatrice. Silver Rea 24 0 1 day ago
- Fiore screziato. Sempre di corsa...Devo mettere le scarpe!Per un batter d’occhi, stranamente, non sento più nulla, continuo aciondolare a tempo con il mio corpo di donna, fra le note di un malizioso marcato soul, adesso muto.In momenti come questi mi sento grande, smisurata, sconfinata nel senso di vasta, eccelsa...dominante.Mi piacerebbe avvolgere, annettere tutto con quest’urlo silenzioso, primordiale e secluso.Vorrei riuscire a palesarti questa parte di me, disinibita, solare, avvolgente.Farmi leggere, da fuori in tutta la mia svariatezza, perché è quello che sono, sono caos, sono varietà, mescolanza, ammasso, ingombro, superflua ma necessaria.La pura verità è che la mia essenza più profonda è questa, mutevole, copiosa, inafferrabile.L'unico rumore che più che rumore, è bailamme, lo fai tu nella mia testa affollata e piena.I pochi e ovattati fiati che sento, arrivano da una spiaggia vuota e fosca. Risuona in lontananza, al di là dei miei pensieri indefiniti, la lenta bruma, che sale dal mare, avanza e mi avvolge nelle sue spire e tu incauto viandante incedi.Dolce si leva un malinconico canto, che inconsapevole rapisce l'anima di coloro che se ne lasciano ammaliare. ..Attendi, pacato e silente, persuaso da quel gorgheggio che inesorabile incanta.Danza la nebbia, ovattata e fusa alla risacca del mare; persa nei miei pensieri, quasi non mi accorgo che il mare, dolcemente mi sfiora i nudi piedi.Un fiore arancione screziato di nero, si lascia sciabordare dall’onda, è la mia malinconia, è la mia apparente calma.Lo raccolgo, lo intramo fra i capelli.Sola, svestita di tutto, do voce a pensieri sparsi e spregiudicati.È una libertà a cui non riesco a rinunciare questa, un momento tutto mio di cui non posso fare a meno.È il mio diritto alla confusione, il diritto al tempo che mi serve per assimilare qualcosa che ancora mi toglie il fiato.Cammino, gli occhi si incantano e si inceppano sulla tua figura.Appeso alla salmastra e fitta nebbia che sembra voler proteggerci, non c'è spazio per altro oggi, se non la stessa voglia di sfamarmi ancora di te.Toccarti per la prima volta.Nuda.Desueta a quello stesso fottuto desiderio che, da quando ti ho conosciuto, ha iniziato a consumarmi lentamente.Assillo che è capriccio, capriccio che è smania, smania che è desiderio latente di averti.Mi piombi davanti, sussulto, uno scambio di sguardi, mi parli, io ascolto.Mi tocco i capelli nervosa perché la mia testa, mi porta già altrove.Sulla tua pelle, fra la tua voce e il tuo gusto.Mi immagino fra le tue gambe, già nella mia bocca, la tua pelle che mi sfiora. Nelle mie fantasie, io, già ti blandisco.Risuona il soul, inquieta, mi ritrovo a ciondolare.Ho voglia delle stesse sensazioni ora, ed è un piacere che fa male, fisicamente, come tutte le volte che non lo posso soddisfare.Sfilo via gli slip, madida e gonfia pulsa violentemente, la sfioro, raccolgo i copiosi umori, porto le dita alla bocca, lappo il mio sapore.Ritorno in camera da letto per mettere le mie scarpe rosse col tacco, sempre quelle.Nuda, completamente nuda, non perché ho tolto i vestiti ed ogni cosa.Non perché il mio seno è libero come tutto il resto.Nuda perché scoperta, nuda perché vera, nuda perché senza vergogna mi offro a te sbattendoti in faccia tutta la mia eccitazione.Come ogni prima volta, la stessa frenesia.Con il fuoco negli occhi di chi non desidera altro che schiudersi, farti godere e godere.Con l’irragionevole impeto di chi non pensa ad altro che averti addosso e dentro.Alzo la gamba e poggio il piede sul comodino. Le unghie corte e smaltate, il tacco 12 bene in vista.M’insinuo, il bacino ondeggia sulle dita.Vagheggio!L’impressione di sentire la tua lingua, farsi strada, scavare.I denti accarezzarmi, mordermi, farmi male.Mi spingo leggermente in avanti, i capelli sciolti cadono e mi coprono il viso. Li sposto di lato, li tengo fermi mentre sento i respiri intensi diventare gemiti. Vorrei sentirti dentro, assaggiare il tuo corpo nudo e adorarlo.Sentire il rumore della tua carne che urta sulla mia, perdermi nel suono di ogni parola indecente sussurrata all'orecchio, detta in bocca e soffocata in gola.La conosci la voglia ho.Ti guardo negli occhi, mentre mi abbasso in avanti solo per morderti le labbra e sfiorarti con il mio seno, le mani sulle cosce mentre mi afferri, mi stringi e torturi i capezzoli turgidi.Toccarmi sinuosa e lasciva mentre danzo al ritmo dei tuoi colpi decisi.Il piacere che provo pervade ogni centimetro di questa pelle, le dita affondano più velocemente, sento il tuo fiato sul collo.Mi sento cedevole.La voglia di te mi inchioda a questo assolo, questo orgasmo vecchio e nuovo che, si issa, lievita e mi riporta a quel dannato giorno in cui tutto è cominciato. È tutto sulla mia schiena il caldo di questa estate.Gocce di sudore scivolano dal collo lentamente, fino al ventre e alle cosce leggermente divaricate.Sono stremata, bagnata e sfatta, sto per cedere.La saliva che lascio colare dalla bocca, scende piano sulla pelle già umida. La stendo sul seno, sul viso, poi la riporto alla bocca.Le dita vanno sempre più a fondo. È un rito antico il mio, la canzone che da giorni mi risuona in testa.Mi sembra di sentirla ora, come ornamento al mio godimento.Quelle parole aumentano le mie paranoie, forse dovrei ingoiarle, rimandarle indietro, anche se l'unica cosa di cui ho voglia adesso sei tu.Una morsa insopportabile mi stringe lo stomaco.Le emozioni si confondono, sorrido, gemo, godo.Chiudo gli occhi soddisfatta e appagata.Mi guardo allo specchio, non vedo la donna fine ed elegante di poco prima. Il rossetto sbavato, lacrime annerite dal rimmel mi rigano il viso di piacere, i capelli arruffati sul viso sudato.Amo questa immagine di donna.Sono io, che mantengo contorni incerti, sempre pronta a variare...sono quel fiore arancione screziato di nero che porta con sè la magia dell’attimo.Silver Rea 49 0 2 days ago