La sala d'attesa dello studio medico non era piena come al solito; chiesi dell'ultimo arrivato e mi sedetti vicino ad un uomo dal portamento elegante.
Stava navigando con lo smartphone.
Inevitabilmente vidi che era in un sito di annunci di travestiti.
Si accorse che lo stavo osservando ed allora, per tagliare l'aria, gli chiesi, sfacciatamente, se gli piaceva il genere trav.
Sorpreso dalla domanda, rispose d'istinto di si.
Gli confidai che anch'io ero un appassionato del genere.
In particolare si era soffermato su una travesta che lo intrigava da tempo.
Me la mostrò, si chiamava Cora, una travesta matura, ma ancora piacente e con un fisico longilineo.
Sorrisi e gli dissi che la conoscevo bene.
Rimase incredulo. Le aveva scritto varie mail, ad una sola aveva risposto, ma in modo vago.
Gli dissi che gliela avrei potuta presentare, ma doveva raccontarmi qualcosa di lui.
Mi raccontò che era esperto del genere trav, di essere normodotato, resistente e disponibile ad esaudire qualsiasi desiderio che Cora gli avesse chiesto.
Aggiunse che ogni tanto si masturbava pensando a lei.
Mi feci lasciare un suo recapito email con l'intesa che ne avrei parlato con Cora e che mi sarei fatto sentire presto.
Si chiamava Roberto, intorno ai sessant'anni, brizzolato, fisico asciutto; mi aveva fatto una buona impressione.
Gli scrissi e feci riferimento all'amico comune che lo aveva raccomandato.
Poteva ospitare e quindi ci mettemmo d'accordo per un giovedì di primo pomeriggio.
Avevamo stabilito delle regole: io avrei cercato di soddisfare le sue richieste, mentre Roberto era obbligato a soddisfare le mie.
Arrivai a casa sua, entrai e, senza guardarmi, m'indicò la stanza dove mi sarei cambiata.
Una volta pronta, mi presentai in soggiorno dove mi stava aspettando.
Fu piacevolmente sorpreso, mi disse che ero meglio di come m'immaginava e soprattutto ero vera e davanti a lui.
Si avvicinò per un bacino di benvenuto e, per caso, feci scivolare la mia mano sulla patta dei pantaloni...era evidente il gonfiore di un membro in erezione.
Mi strinse a se e, prendendomi per le natiche, mi fece sentire il suo cazzo duro contro il mio clitoride.
Mi sedetti sul divano e gli chiesi di spogliarsi e di sdraiarsi per terra sul tappeto, pancia all'aria.
Mi tolsi lo scialle e rimasi in sottoveste, reggiseno e slip di pizzo, calze velate autoreggenti bianche, scianel nere con il tacco...mi misi a gambe aperte sopra la sua testa, mi tolsi gli slip e rimasi ferma...poi mi accucciai con il mio sedere sul suo viso...con la mani allargai bene i glutei e avvicinai l'ano alla sua bocca...iniziò a baciarmi...premetti sulla bocca e iniziò a slinguarmi il buchino.
Mi inginocchiai per arrivare a prendergli il membro ed iniziai a masturbarlo.
Sentii la sua lingua che cercava di penetrarmi...era confuso e si stava lasciando andare a qualsiasi cosa.
Mi protesi in avanti per prenderglielo in bocca, iniziai a slinguarlo sul glande e poi presi a spompinarlo...in quel momento sentivo che la sua lingua mi stava penetrando con forza...entrambi ansimavamo di piacere.
Mi rigirai, lubrificai il mio buchino e il suo pene e lo infilai dolcemente nella mia fichetta...mi protesi un pò in avanti e, inarcandosi, cominciò a scoparmi con sempre maggior vigore.
Per il caldo tolsi reggiseno e sottoveste, presi le sue mani e mi feci strizzare i capezzoli mentre il suo pene, colpo dopo colpo, entrava sempre più dentro di me.
Gli chiesi dove desiderava venire; mi rispose che così sarebbe andato bene.
Mi mise alla pecorina sul bordo del letto e riprese a montarmi...ero protesa in avanti per sentirlo tutto dentro...nel frattempo prese a masturbarmi tenendo il ritmo della scopata...ero tutta un fremito...iniziò a rallentare il ritmo penetrandomi più a fondo...ormai stava per eiaculare...emise un gemito e si fermò con il pene affondato nel mio ventre...sentii il fiotto della sborra calda che mi riempiva tutta...estrasse il suo membro e continuò a smanettarmi mentre lo sperma iniziava a colare dal buchino sul lenzuolo...con l'altra mano mi accarezzava l'ano bagnato di sborra...mi girò, lo prese in bocca e subito dopo eiaculai anch'io...ingoiò la mia sborra continuando a spompinarmi lentamente.
Sentivo il bisogno di sciacquarmi, mi accompagnò in bagno, mi guardò mentre facevo la pipi e volle sciacquarmi l'ano e i genitali...anch'io contraccambiai, lavandogli il membro.
Ci sdraiammo sul letto per riprenderci dopo l'orgasmo.
Avevo il viso appoggiato sul suo petto e con una mano gli accarezzavo lo scroto, sfiorandogli il pene.
Non so se si fosse reso conto chi fossi veramente.
Era rilassato ed aveva un'espressione dolce.
A quel punto gli confidai che ero l'uomo che aveva conosciuto in sala d'attesa.
Sorrise e rimase in silenzio.
Si bagnò le dita della mano con un pò di lubrificante e prese ad accarezzarmi l'ano e la zona perianale.
Mi disse che aveva ancora voglia di possedermi e mi diede un bacio sulla bocca.
Dopo una decina di minuti il membro riprese vigore e mi chiese di prenderglielo in bocca.
Lo scapellavo dolcemente e lo sentivo diventare sempre più duro...mi prese per mano e mi fece stendere sul tavolo del soggiorno, mi divaricò le gambe, si protese in avanti e mi baciò mentre m'infilava nuovamente il membro nella mia fichetta ormai ben aperta e riprese a montarmi.
Si rizzò in piedi e, tenendomi le gambe divaricate, guardava eccitato il suo pene che mi scopava.
Gli chiesi, quando sarebbe stato il momento, di venirmi in bocca.
Dopo qualche minuto, ormai spossato, mi disse che stava per eiaculare...estrasse il pene e, scappellandolo, lo portò alla mia bocca.
Appoggiò il membro sulle mie labbra ed iniziai a sentire il calore del liquido seminale che mi entrava in bocca, lo spompinai ed ingoiai tutta la sua sborra calda.
Ci baciammo e ci riposammo qualche minuto prima di salutarci.
Mi rivestii e lasciai l'appartamento; ormai mi aveva conosciuta e sapeva come risentirmi.
La sala d'attesa
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5 years ago
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la padrona
La padrona
Ti voglio confessare la mia sottomissione con la mia padrona, splendida padrona bisex mora alta perversa e sadica che dura ormai da quasi tre mesi.Oltre ai nostri incontri in cui lei dispone di me come meglio crede, mi ha imposto una rigida disciplina che devo seguire scrupolosamente.La prima costrizione è quella di una rigorosa depilazione totale in ogni parte del corpo intimità comprese.La seconda è indossare esclusivamente biancheria femminile che lei ha scelto per me e che fanno dalla più classica mutandina bianca al perizoma in pizzo oltre che ad una serie reggiseni e canottiere e magliette tutte rigorosamente da donna.La terza è di seguire i compiti per casa che mi vengono di volta in volta assegnati; dilatazioni anali, umiliazioni, piccole torture da fare sul mio corpo.Mercoledi scorso sono andato da lei come ordinato e l’appuntamento ero per le ore diciannove e come concordato ho aspettato davanti alla sua abitazione, in attesa del suo squillo per poter accedere.Ho atteso per oltre venti minuti, ma finalmente mi ha chiamato e mi ha fatto entrare da lei : la padrona stranamente mi accoglie con indosso un camice bianco ma trasparente e posso vedere che sotto indossa solo un paio di mutandine ed un reggiseno.Mi intima di spogliarmi e resto cosi solo con indosso un paio di perizoma azzurro ed il relativo reggiseno.Lei mi gira intorno mi fa divaricare gambe e braccia e constata che sono completamente depilato.Mi chiede se ho eseguito i compiti che mi ha prescritto ed io ovviamente gli rispondo di si e mi dice che glielo dimostri. Mi sposto per prendere la borsa quando una violenta frustata mi colpisce il culo e mi fa gridare dal dolore.Mi sono mosso dalla posizione di ispezione senza un suo permesso e per ciò vengo punito. Mi rimetto nella posizione iniziale e ricevo altri due colpi sempre sul culo un po’ meno forti dei precedenti.Dolorante vengo autorizzato a lasciare la posizione per prendere il cellulare: gli faccio vedere il filmato dove mi dilato l’ano con una serie di finti peni sempre più grandi.Mi ordina di togliermi anche gli ultimi indumenti mi fa mettere in ginocchio davanti a lei e comincia col farmi leccare i suoi piedi. Si apre il grembiule si scosta le mutandine e mi fa ammirare la sua passera, oggi è leggermente pelosa, e me la fa annusare. Il suo odore è forte, so che lo ha fatto apposta e mi intima di leccargliela.Mi chiede se mi è piaciuto, io rispondo di si e la padrona si avvicina, mi fa alzare e mi riprende il mano il cazzo. Resto sempre più stupito da questo comportamento, il
mio cazzo diventa duro e mi porta in un\'altra stanza dove c’è un televisore: la padrona si spoglia completamente mi guarda e fa partire un film porno sul video che mi ordina di guardare. L’ordine è perentorio: mi devo toccare mentre guardo il film e lo faccio con lei che mi guarda e mi porge un vassoi sul quale devo lasciare la mia sborra. Sono eccitatissimo e riesco a venire per ben tre volte ed alla fine della terza la padrona mi tocca i coglioni svuotati e mi fanno un po’ male ed il cazzo che mi brucia ed estremamente floscio ed io mi sento sfinito.Penso che il gioco sia stato quello ma mi illudo e la padrona mi mette un guinzaglio al collo e con dei strattoni decisi mi porta in bagno. Mi ordina di mettermi a quattro zampe e di tenere le gambe divaricate e mi mette una benda sugli occhi. Penso che da li a poco verrò sicuramente sodomizzato per il suo piacere è un po’ per il mio, e sento che stà già ungendo il mio ano con un liquido che scoprirò essere la mia sborra. Le sue dita entrano nel mio culo e lo preparano per bene e penso che la padrona non sia cosi’ male come sembra. Poco dopo però sento un piccolo fallo entrarmi dentro: è stranamente lungo e sottile e va in profondità. Dopo poco sento che si gonfia e dentro passare un liquido caldo che mi entra nell’intestino e mi provoca una sensazione di malessere e ciò che era un sottile piacere diventa un fastidio che mi provoca dei fortissimi crampi. Cerco di resistere ma è impossibile e la mia padrona mi impone di sbendarmi estrae rapidamente tutto l’arnese ed io faccio solo in tempo a sedermi sulla tazza del bagno per evacquare. La padrona mi applaude tenendo in mano fiera l’arnese che mi costringerà a riprovarlo da li a pochi minuto.Completamente esausto e senza forze penso che il gioco sia finito ma non è assolutamente cosi: la padrona mi impone di andare in una camera e di indossare oltre alla biancheria intima un completo da cameriere formato da gonna e camicetta. La padrona più tardi passera al trucco e alla parrucca rossa e guardandomi allo specchio sembro proprio una donna.La padrona mi fa scendere ed aspettare alla porta lei nel frattempo si è cambiata indossando il classico vestito in lattex con degli enormi spacchi laterali.Mi ordina di riordinare tutto il salotto ed io lo faccio, fino a quando suonano alla porta. Mi ordina di andare ad aprire ed incontro una bellissima donna, alta come la padrona (entrambe sul metro e ottanta) bionda e carnagione bianchissima, che entra in casa.Francamente sono sfinito: ho male ovunque ho una leggera nausea e le scarpe col tacco con cui cammino mi stanno massacrando i piedi.La padrona si accomoda con la sua amica sul divano e mentre io le verso da bere, cominciano a baciarsi e toccarsi. So che è una umiliazione già subita, io sarò costretto a vedere quello spettacolo senza potervi partecipare, ma scopro che ancora una volta il mio intuito ha fallito.La padrona abbassa la gonna e le mutandine della sua amica e scopre un magnifico cazzo duro ed enorme. Grande è la mia sorpresa ed ancora di più quando mi ordina di succhiarlo. Lo faccio e comincio a gustare quel cazzo meraviglioso nella mia gola.Sento le parolacce della padrona che mi denuda a mia volta, e mi intima di sedere sopra il cazzo del nostro ospite facendomi inculare.Il mio culo è già irritato ma il dolore che provò è inferiore al piacere che provo nel prendere quel cazzone in culo. Vengo quasi strappato da li e costretto ad inginocchiarmi e da quella posizione ad assistere alla mia padrona che scopa con l’ospite.La padrona finalmente viene ed è soddisfatta e mi lascia finalmente libero. Io resto con loro vestito da donna e ridiamo insieme, poi quando l’ospite se ne va, mi cambio velocemente e saluto la mia padrona che mi consegna i compiti per casa e ci diamo appuntamento per la prossima volta.
19882
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14 years ago
pandera,
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Last visit: 1 month ago
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caricata su una macchina coi vestiti della zia
Voglio condividere con voi la mia prima esperienza da trav/trans.
A 20anni mi travestì da donna per un carnevale e poi andai a ballare con amici, senza sapere che molti dei presenti in disco mi avrebbero scambiata per donna e palpata, almeno finche non li cacciavo dicendo che ero maschio.
Una parentesi chiusa? niente affatto, quella sera mi mise molti dubbi, mi era piaciuto sentire il c,,,, di alcuni che gli si ingrossava mentre mi palpavano e ho pensato a quella sensazione a lungo, ma non avevo mai il coraggio di andare oltre il desiderio.
Quando comp' 21 anni trovai il coraggio; un giorno che i miei zii non erano in casa mi iniziai a vestire con le calze a rete, i tacchi e i vestitini di mia zia, pensai che mi sarei fermato a vedermeli addosso, invece un momento di eccitazione mi spinse in macchina, e con questa col cuore a mille andai lontano da casa e mi fermai in una zona poco frequentata.
Rimasi parecchio dentro la macchina, poi decisi di uscire e iniziai a camminare ai margini della strada finche non notai una macchina che fece piu di un giro per osservarmi; ero mlt nervosa, finche la macchina non si fermo vicino a me e l uomo mi disse di salire.
Mi porto in una zona deserta e inizio a palparmi, io mi feci toccare ma poi tirò fuori la sua mazza, non avevo mai avuto un c... di un altro cosi vicino, e dubitai ma lui mi disse di toccarlo e ubbidi, poi mi disse di aprire la bocca, e io ubbidi e me lo infilo fino in gola; una volta diventato enorme lo tolse dalla bocca e mentre io cercavo di dirgli che era la mia prima volta e non me la sentivo nel sedere, lui apri lo sportello e fece scendere a tt e due, mi prese per mano, mi porto vicino a un cespuglio, e poi spari dietro di me.
Avevo paura, e lo sentivo che mi alzava la gonna, sfilo le mutandine, mise la sua mano davanti alla mia bocca e poi inizio a penetrarmi; mi inculo per 20minuti sborrandomi dentro piu volte.
POi mi riporto alla macchina. tornai a casa rotta ma felice, e dovetti nascondere per sempre ql vestitino, perke nella foga me l aveva rotto.
18057
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12 years ago
elibsx79,
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Last visit: 12 years ago
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La spiaggia
....Ciò che sto per raccontare, è accaduto solo qualche giorno fa; Sempre stata molto "liberale" nelle mie precedenti storie, in questa attuale invece, forse perché presa molto più seriamente, sono sempre stata molto fedele tenendomi solo il rapporto segreto con Francesca, la mia amica di sempre e qualcosa di più da solo qualche anno, come unico svago extra; ma quello che è accaduto qualche giorno fa mi ha dato da pensare e tuttora non so come interpretarlo, se dargli importanza oppure considerarlo un momento di debolezza da tenere nascosto.Comunque sia ve lo racconto, al limite sarete voi, lettori e lettrici a darmi qualche consiglio.Mi trovo in Spagna ormai da un mese, a Maiorca per l'esattezza; il mio fidanzato si è trasferito per lavoro, ed io ne ho approfittato per farmi delle belle vacanze prima di un inizio stagione durissimo che ci terrà lontani per un pochino; ovviamente dedico qualche ora al lavoro che posso comunque svolgere anche da qui, ma principalmente sole e mare. Come molti di voi sapranno la Spagna e le Baleari in particolare, hanno delle abitudini molto più libertine di noi in fatto di costume si e costume no; però anche io, che comunque appena posso lo tolgo, ci ho messo un po' di tempo ad abituarmi a questo nudismo spesso presente in spiaggia, senza però mai praticarlo; il classico topless sempre, e qualche volta ho azzardato qualche costumino un po' ridotto, senza però mai eccedere. Ai primi di agosto è arrivata anche Francesca con il suo fidanzato a farci compagnia e passare qualche giorno di vacanza. Con lei, già da anni, si è instaurato un rapporto saffico molto intimo e segreto anche se in presenza dei rispettivi fidanzati siamo semplici amiche d'infanzia, ed in questi giorni non abbiamo avuto occasione di rimanere sole in casa; qualche giorno fa però, Marco, il mio fidanzato, é dovuto tornare inaspettatamente a Milano per lavoro dove si fermerà fino a fine mese; Francesca con la scusa di rimanere a farmi compagnia si è fermata ancora una settimana lasciando che Daniel, il suo compagno, tornasse a Milano da solo; una cosa normalissima già accaduta un sacco di altre volte.Amiche di giorno ma amanti di notte,quello che ci unisce non è altro che un desiderio di qualcosa di diverso, di più dolce e delicato, ma nessun sentimento che vada oltre alla profonda amicizia che ci lega fin da piccine; questo ci permette di vivere le nostre vite normalmente incontrandoci quando lo desideriamo.Ormai sole da qualche giorno eravamo libere di andare dove volevamo, senza orari; spinte dalla curiosità eravamo andate in una spiaggia con nudismo consentito per provare a metterci al sole senza costume in mezzo ad altra gente; anche se nessuno ci avrebbe fatto caso non avevamo avuto il coraggio di togliere lo slip; l'idea mi eccitava parecchio e la mattina successiva decidemmo di riprovarci: bastava che una delle due prendesse il coraggio di farlo e molto probabilmente l'altra l'avrebbe seguita, così io decisi di forzare un pochino la cosa e di costringermi a prendere il sole nuda sotto gli sguardi degli altri. Al momento di vestirmi indossai un vestito di cotone elasticizzato a righe beige e marrone che partiva da sopra il seno e scendeva aderente fino a metà coscia e un paio di converse alte crema. Non presi il costume lasciandolo sul letto e, presa la borsa da spiaggia, senza dire nulla alla mia amica, ci dirigemmo alla spiaggia che distava un'oretta da casa.Durante il tragitto continuavo a pensare al fatto che una volta in spiaggia non avrei avuto alternative e la cosa mi eccitava parecchio. Solo mentre camminavamo sul bagnasciuga per raggiungere l'area libera dissi " sai che non ho il costume? L'ho lasciato sul letto". Francesca sorrise e mi disse " allora oggi sei obbligata!!"Trovammo un posto adatto, i più vicini erano ad una ventina di metri, stesi l'enorme pareo, mi tolsi le scarpe e dando le spalle ai "vicini" mi tolsi il vestito restando completamente nuda. Emozionata ed eccitata subito mi sdraiai a pancia in giù, come per nascondermi. Francesca in topless si sdraiò accanto a me. Mi sentivo gli occhi di tutti addosso anche se in realtà solo qualche passante si girava a guardarmi. Il tempo passava, il gioco mi piaceva, e piano piano le gambe prima serrate ora si stavano allargando come per mostrare il mio frutto a tutti i passanti. Ero ormai rilassata, mi girai a pancia in su; il sole picchiava, ne sentivo il calore si tutto il corpo, mi eccitava il mostrarmi, solo che Francesca non cedeva; gli presi un laccetto del costume e tirandolo glielo slegai; lei non fece nulla se non guardarmi con occhi interrogativi ma finendo per sorridere. Passai la mano sul suo ventre e preso l'altro laccetto feci lo stesso; la guardai, lei mi guardò, presi i costume con la mano e dicendole " fidati si sta benissimo" lo tirai mentre lei alzava leggermente il bacino, e glielo tolsi. Sguardi silenziosi durarono qualche istante per poi perdersi nel cielo; inconsciamente ci prendemmo per mano, come a cercare una certezza, una maggiore sicurezza. Il tempo passava, e ormai anche alzarsi e camminare nude quei metri che ci separavano dal mare in vista di tutti era una cosa fattibile. Nuotare nuda è una cosa che io amo e faccio spesso, farlo li però, in una spiaggia piena di gente, mi eccitava maggiormente. In più potevo ammirare Francesca in tutto il suo splendore, immersa nella natura; bionda, il seno tondo un pochino più grosso del mio ma comunque sodo, le gambe lunghe e dritte che si univano in quel frutto del piacere adornato da una sola e sottilissima striscia di peluria quasi impercettibile per dimensioni e colore chiaro. Camminavamo vicine nell'acqua puntando il mare aperto in cerca di una profondità maggiore; i nostri corpi si toccarono, si sfiorarono, si stuzzicarono; scappò un bacio, poi delle carezze; qualche istante ed eccoci, immerse nell'acqua cristallina fin quasi al collo, avvinghiate passionalmente. Ci baciavamo, ci carezzavamo, i corpi a contatto, i seni si massaggiavano, i miei contro i suoi, la morbidezza femminile tutto ci dava quei piaceri che un corpo maschile non può regalarti. Con la mano percepivo il viscido degli umori femminili vincere il freddo secco dell'acqua salata ad ogni carezza sulla sua liscia e morbida vulva, come sentivo scivolare la sua mano sulla mia; il contrasto del caldo degli umori che anche io emanavo ed il freddo dell'acqua che seguiva ogni sua carezza, mi produceva dei brividi di piacere immenso. Fu qualche breve minuto di piacere enorme ma poi con la frase " siamo in pubblico, non possiamo" Francesca si staccò per tornare a prendere il sole.Avrei voluto molto di più ma in effetti li, sotto gli occhi di tutti non si poteva, così tornammo verso la nostra postazione; camminando, man mano che l'acqua si abbassava sentivo la voglia persistere in me, ma ormai con il sesso all'aria non potevo nemmeno carezzarmi un poco per placarla; cercando con lo sguardo i nostri teli sulla spiaggia notammo che due uomini stavano prendendo posto non molto distanti da noi. Ci prese subito un senso di imbarazzo , ma non potevamo farci nulla e soprattutto non potevamo nemmeno stare in acqua tutto il giorno, così con disinvoltura tornammo al nostro posto proprio passando accanto a loro. Erano due ragazzi dal fisico statuario, tonici, depilati, biondi e abbronzati, ma che per fortuna ancora intenti ad organizzarsi, non ci degnarono nemmeno di uno sguardo parlando tra loro in tedesco; per movenze e aspetto troppo curato, molto probabilmente erano gay e la cosa ci rassicurò parecchio.Il tempo continuava a passare ero ormai tranquilla e rassicurata, ma quel celato desiderio non se ne andava; eravamo sdraiate tenendoci per mano, quando mi alzai e le dissi di venire con me; non ce la facevo più, avevo voglia di lei, delle sue carezze, del suo corpo, e averla accanto a me nuda in pubblico non faceva altro che accrescere questo desiderio; la presi per mano e nude prendemmo un sentiero che portava dietro le dune e la vegetazione che stava dietro la spiaggia. Il luogo era appartato e riparato da sguardi indiscreti, ci baciammo e subito ci stringemmo una all'altra; la sabbia calda sotto i piedi, il sole sulla nostra pelle nuda ed il morbido contatto dei nostri corpi palpati e carezzati dalle nostre mani era tutto un 'insieme di sensazioni meravigliose. Non ci volle molto per trovarci sdraiate direttamente sulla sabbia tra quei cespugli; in un attimo mi trovai con la testa tra le sue gambe aperte; leccavo e baciavo quel caldo frutto umido e viscido, godendone sapore e morbidezza per poi ritrovarmi infine in un meraviglioso 69; io stavo sopra e continuavo a leccarla mentre lei mi leccava e baciava; il sapore di Francesca, la sabbia calda, i corpi a contatto e le sue attenzioni al mio sesso mi portarono in una nuova e meravigliosa realtà. I nostri bacini cominciarono ad accompagnare muovendosi le attenzioni dell'altra; era un momento magico, quando d'un tratto sentii una mano appoggiarsi sulla mia schiena; di colpo mi fermai, mi voltai e alla vista dei due tedeschi che avevano preso posizione vicino a noi in spiaggia, nudi, scattai allontanandomi di qualche metro spaventata; "no non spaventatevi, pensavamo voleste compagnia" disse in inglese uno di loro, aggiungendo poi "abbiamo evidentemente interpretato male i vostri sguardi, scusate" e fecero per allontanarsi. "no non andate" li fermai; non so che mi prese, stavo facendo una pazzia, ma erano due corpi perfetti, modellati meravigliosamente e completamente depilati. Sedute una accanto all'altra col respiro affannato, Francesca mi guardò con guardo spaventato e interrogativo; "goditi il momento, nessuno lo saprà" le dissi. I due si avvicinarono, uno di fronte ad ognuna, con i membri eretti esattamente di fronte alle nostre facce; lo presi in bocca, era salato dal mare, cominciai a succhiarlo e leccarlo mentre guardavo Francesca che invece lo accarezzava timidamente. Continuai nella mia opera e quando mi rigirai verso di lei finalmente lo stava succhiando con un vigore incredibile e con una mano si carezzava la vulva; era entrata nella parte.Il mio partner mi fece alzare, mi girò e mi fece piegare a novanta appoggiandomi con le mani ad un tronco, portò il suo pene in contatto con la mia vagina e cominciò a spingere penetrando nel mio corpo; il suo pene scivolò meravigliosamente nel mio corpo fino a sbattere sui miei glutei con il ventre; Francesca intanto continuava la sua fellatio.Qualche minuto e lo feci sdraiare sdraiare in terra per salirci a cavalcioni infilandomi di nuovo su quel pene e cavalcarlo; il clitoride strusciava su quel ventre liscio mentre il pene scivolava dentro e fuori. Le sue mani mi palpavano i glutei e sentii un dito forzare il mio ano; subito portai con una mano della saliva su di esso, facilitandone l'ingresso; presto le dita divennero 2 che unite a quello che succedeva davanti mi regalavano brividi e scariche di piacere. Vidi Francesca rifiutarsi di continuare e lo sconosciuto dopo aver ricevuto il secondo rifiuto si avvicinò a noi; guardandolo, bagnai due dita di saliva e le portai al mio ano, allontanai le dita che già mi penetravano per sostituirle con le mie bagnandolo per bene; lo sconosciuto si avvicinò si mise in posizione e non appena tolsi le dita sentii il suo pene appoggiarsi per poi lentamente sprofondare nel mio retto; un gemito inconsapevolmente si disperse nell'aria, di nuovo avevo due uomini che mi penetravano; il ritmo presto divenne perfetto, Francesca in piedi mi guardava stupita mentre si toccava tra le gambe. Presto dei brividi intensissimi anticiparono una tensione di tutti i muscoli ed un orgasmo fortissimo m'invase.Di colpo spalancai gli occhi, ero distesa nel letto, la mia mano destra era sul mio intimo fradicio, il respiro affannato, ed il cuore sembrava uscire dal petto; Francesca, nuda, ancora dormiva accanto a me. È stato il sogno più intenso che abbia mai fatto, esprimendo forse il desiderio più nascosto.....Quando ci alzammo e preparammo, io indossai il vestito a righe e lasciai il costume a casa.La sensazione di imbarazzo e tensione ad essere nuda in mezzo a sconosciuti fu fortissima, come nel sogno, solo che Francesca non mi seguì e tenne lo slip.
17400
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11 years ago
elisa85ely,
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Last visit: 4 years ago
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come sono diventata giselle
Come sono diventata Giselle
La storia che sto per raccontarvi parla della mia vita e di come sono diventato da piccolo bimbo timido ed introverso a splendida e focosa travesta. La mia vita è stata un cammino tortuoso fatto di mille esperienze, tante negative ma altrettante divertenti e lussuriose, e di tanta curiosità e voglia di provar nuove cose. Iniziai la mia lenta trasformazione, che mi portò ad essere Giselle, senza rendermene conto sin da piccolo.Da bambino ad una prima occhiata potevo sembrare “normale, ma già da allora in me qualcosa nasceva e cresceva facendomi sentire “diverso” da tutti gli altri. Il fatto che fossi figlio unico di una ragazza madre fu la prima causa del mio sentirmi differente dagli altri bimbi. Poi, il fatto di essere minuto di corporatura e molto gracile, spesso mi ammalavo e restavo settimane intere a casa, non mi aiutava a relazionarmi ed a creare amicizie con i miei compagnetti delle elementari. La mia infanzia passò abbastanza velocemente, tra un’influenza e l’altra, rendendomi un bimbo molto solo ed introverso, pieno di complessi, ma anche insolitamente curioso verso il mio corpo, ad imitazione di madre che stava ore davanti agli specchi prima di uscire col nuovo boy friend del momento. Infatti, le molte volte che mi capitava di stare solo a casa mi piaceva togliermi il pigiama e stare completamente nudo ad ammirarmi il corpo nei vari specchi di casa, in particolar modo il sederino tondo e vellutato come una piccola pesca mi attraeva. Ero fin da piccolo un bambino molto curioso e oltre ad osservarmi incominciai a toccarmi il sedere, accarezzarlo e massaggiarlo come avevo visto fare a mia madre, da parte dell’amico di turno, spiandola furtivamente durante i suoi amplessi amorosi in camera sua , e la cosa mi piaceva molto. In quel periodo ricordo che quando mi coricavo per andare a dormire, nel mio lettino mi abbassavo i calzoncini del pigiama e le mutandine per sentire il contatto del fresco del lenzuolo su di me, mi strusciavo col mio cazzettino e spesso mi infilavo un dito nel culetto, che poi tiravo fuori e me lo portavo al naso per annusarlo.Ricordo che in quel periodo spesso venivo scambiato da fanciulla dai vari ragazzi “amici” di mia madre che si susseguivano nella nostra casa, ed effettivamente come dargli torto. All’età di 12 anni quando entrai nella mia adolescenza il mio aspetto era tutt’altro che quello che avevano i miei compagnetti delle medie. Ero piccolo di statura confronto alla media dei ragazzi della mia età, avevo un visino angelico reso ancor più femminile dal taglio degli occhi da cerbiatta e dal candore della mia pelle; per non parlare dei capelli castani chiari quasi biondi che mia madre si
Adv ostinava a tenermi lunghi, facevano risaltare il rossore delle guance e il rosa deciso delle mie labbra carnose. Visto da dietro, grazie al mio esile corpo con un vitino snello e fianchi larghi a sostenere un sederino tondo e pronunciato, non era semplice non scambiarmi per ragazzina.E forse io già mi sentivo così, non avendo molti amici ed essendo anche una frana in tutti gli sport, mentre gli altri giocavano a calcetto o a pallacanestro io mi ritrovavo spesso nelle gradinate con le mie compagne a poter solo fare il tifo per i veri maschietti.A 13 anni ogni volta che andavo in bagno passavo un po’ di tempo a guardarmi il cazzetto e anche il sedere, me li strofinavo spesso… poi un bel giorno dal cazzetto mi uscì un liquido bianco… forse era quella cosa che i miei compagni di scuola più maturi chiamavano “sborra”! Da quel momento ogni occasione era buona per masturbarmi. A 14 anni mi segavo anche 3 volte al giorno.A 15 anni non avevo ancora una ragazza, per cui sentivo il bisogno di sfogarmi attraverso le riviste pornografiche. Essendo minorenne le rubavo ogni tanto da un rivenditore di fumetti e poi a casa me le visionavo con calma. In uno dei tanti giorni che rimasi solo in casa decisi che avrei cercato di avere il maggior numero di eiaculazioni possibili, in modo da vedere fino a che punto avrei potuto arrivare. Così sul letto matrimoniale di mia madre, presi tutte le riviste porno che avevo e mi spogliai completamente nudo. Mi masturbai per circa 8 ore, in effetti, riuscii a sborrare ben 7 volte, solo che le ultime 2 furono in sostanza a secco! Durante quella lunga maratona mentre mi stavo masturbando appoggiai per sbaglio il mio culetto vicino al pomo del lettone il tocco di quel pezzo di legno cosi duro tra le mie natiche mi procurò un brivido lungo la schiena e provai così a strofinarmi l’ano sopra. Mi ci sedetti sopra, provai una grandissima eccitazione che mi fece fare una schizzata di sperma tremenda. Da quel momento capii che godevo di più se mi penetravo l’ano. Così le volte successive cercavo sempre di infilarmi qualche oggetto dentro il culo, pennarelli, tubetti, flaconi, i bastoni delle scope per godere di più. Nello stesso tempo sentendomi molto depravato ma anche molto incuriosito ed eccitato incominciavo a rubare dal cesto della roba sporca vari indumenti intimi di mia madre e dopo averli annusati incominciai a pendere il piacere di indossarli per masturbarmi. Da quel momento incomincia più o meno inconsciamente a volermi sentire donna, femmina, e così nel corso di quegl’anni osservai molto le mie compagne ed amiche per poi una volta giunto a casa e indossato i vari abiti di mia madre giravo per casa cercando di imitare la loro camminata e i loro modi di fare per poi finire eccitatissimo a dovermi masturbare il cazzetto e a deflorarmi il culo, magari messo per terra a pecora inculandomi da solo col bastone della scopa in culo mentre l’altra estremità era appoggiata al muro a, con grande goduria.Fino all’età di 16 anni circa tutto ciò che sapevo ed avevo sperimentato del cosiddetto sesso però era stato confuso e riduttivo, visto che ero sempre solo. le ragazze mi interessavano sempre meno e i ragazzi, verso i quali il mio interesse cresceva di giorno in giorno, erano sempre presi dallo sport e dalle troiette che gli circolavano attorno.Ma finalmente quell’anno qualcosa cambiò.Anche se ero uno dei più bravi della scuola, avevo qualche problema a digerire la matematica. Siccome non volevo ritrovarmi un 4 sulla pagella, mia madre decise che era meglio se prendessi lezioni private. Una sua amica gli avevano suggerito di contattare Marco, un ragazzo di 27 anni che fa l\'università e che essendo bravo per potersi pagare gli studi faceva ripetizioni.Dopo aver preso accordi telefonici con mia madre, il lunedì successivo mi recai a casa sua per la prima lezione. Lui abitava ancora con i suoi ed infatti fu proprio il padre ad aprirmi la porta e a farmi accomodare nello stanza del figlio dove poco dopo entrò Marco. Quando lo vidi entrare rimasi paralizzato: era bellissimo, alto, capelli castani quasi neri, occhi verde mare e un fisico non palestrato ma ben curato. Non so perché ma dentro la mia testolina mi ero fatto l’idea di trovare un tipo alla Leopardi, brutto, curvo e topo di biblioteca, ed invece fui felicissimo di essermi sbagliato. Dopo il primo momento di smarrimento ci presentammo e mi fecce accomodare sul tavolo dell’armadio a ponte ed iniziamo la prima lezione, che scorse velocemente, era un primo incontro conoscitivo dove lui mi chiese dove eravamo arrivati e che problemi avevo. Le ripetizioni continuarono per un po’ ed io ero sempre più felice di andare da lui, infatti io e lui eravamo molto in sintonia, e la matematica era diventata meno pesante da sopportare. L\'ora passava in fretta e spesso mi fermavo di più anche per parlare, era uno dei pochi ragazzi che conoscevo che mi ascoltava interessato e che sapeva farmi sciogliere la lingua, o per giocare ai video giochi; era davvero un asso e io una schiappa, ma la cosa non i importava, volevo solo passare più tempo possibile vicino a quel bellissimo ragazzo!Un giorno durante una lezione mi propose di fare degli esercizi per vedere a che punto ero arrivato e con la scusa mi lasciò solo nella sua camera e andò a farsi una doccia perché dopo la lezione aveva un impegno. Stavo seduto di fronte alla scrivania a fare gli esercizi, quando mi resi conto che sotto il letto di ci sono dei giornali e visto che ero quasi alla fine e di Marco non si vedeva l’ombra e vista la mia curiosità, con fare da felino cercai di vedere di cosa si trattava. Non erano di certo dei quotidiani ma delle riviste porno del genere gay e trans. Rimasi sorpreso e meravigliato, tanto che le rimisi subito sotto il letto. Ad un certo punto sento aprirsi la porta ed entrò lui, completamente nudo con l’asciugamano intorno alla vita a coprire le parti intime, mi sento in imbarazzo, lui come niente, si avvicina mi da un veloce sguardo ai compiti e poi mi disse “scusami, ma mi sono dimenticato di prendermi il cambio” e cosi frugò nell’armadio e poi preso i vestiti che doveva indossare riandò in bagno.Io rimasi immobile e stupito, non sapevo se per la scoperta dei suoi giornaletti o se per la bellezza del suo corpo e per la naturalezza col quale quasi nudo era stato lì accanto a me per un paio di minuti.Da quel giorno non feci altro che pensare all’accaduto, pensavo e riflettevo ponendomi mille domande.Allora Marco non era cosi etero come si presentava, forse e per questo che avevamo così tanta sintonia, lui forse mi avrebbe capito e magari mi avrebbe aiutato a realizzare i miei sogni, sentirmi una femmina tra le braccia del mio bell’uomo, forse l’uomo che cercavo senza saperlo era lui. Le settimane dopo l’accaduto furono piene di domande e di emozioni. Lo desideravo con tutto me stesso ma dall’altra parte avevo paura e timore di un rifiuto. Ormai le mie tante masturbazioni giornaliere avevano solo un desiderio, farmi passare quel gran prurito al culetto che mi veniva tutte le volte che pensavo a lui. Non potevo continuare così, stavo morendo per lui, lo desideravo e desideravo sentirmi suo, mi ero preso una cotta pazzesca. Volevo concedermi a lui ma non volevo fare la prima mossa, ero troppo timido. Dovevo fare in modo che mi notasse di più e che mi desiderasse, e quando lo avrebbe fatto io sarei entrato in pieno nella mia parte diventando la sua femmina, una femmina a sua completa disposizione che lo avrebbe fatto godere soddisfando tutte le sue voglie.Iniziai allora a cambiare il mio abbigliamento, tutte le volte che andavo a lezione da lui. Indossando sempre più spesso tute da ginnastica o jeans pantalone attillatissimi che mettessero in evidenza le mie belle gambe affusolate e prive di peli e specialmente il mio culetto prominente.Cercavo in ogni modo di piegarmi sullo zaino per prendere i libri ed i quaderni in modo che lui potesse notare le mie forme. Dopo alcuni tentativi la mia troiaggine colpì nel segno e lo vidi di sottecchi mentre mi fissava.L’episodio mi stimolò così tanto che decisi di osare di più. La lezione successiva indossai dei pantaloni talmente stretti ed a vita bassa da lasciare scoperta la parte superiore dei miei liscissimi glutei, senza dimenticare di far sbadatamente venir fuori il filo del perizoma rosa che indossavo. Quando alla fine di un esercizio mentre Marco era intento a correggerlo feci cadere una matita per terra sotto la scrivania, con la scusa di recuperarla; mi posi accucciato a pecora con il risultato che i pantaloni furono ulteriormente risucchiati nel solco fra le chiappe lasciando il mio culetto in gran parte scoperto ed il bellissimo perizoma rosa in mostra. Poi per risalire gli appoggiai una mano sulla coscia. Al contatto lo sentii fremere e ne fui deliziato. Spostai la mano un pochino più in alto e mi feci più vicino continuando a seguire la correzione dell’esercizio.Lo guardavo con aria svanita e lui si accorse che non stavo capendo una sola parola di quello che stava dicendo. Sentii la sua grossa mano appoggiarsi sulla mia schiena e scendere fino al sedere. Un brivido di lussuria mi fece tremare mentre sentivo le sue dita spostarmi il filo del perizoma ed insinuarsi nel solco fra le natiche e titillarmi il buchino voglioso. Come se non stesse succedendo niente continuò a spiegarmi la correzione dell’esercizio ed io imbarazzato e timidissimo cercavo di assecondare il suo gioco facendo finta di niente anche se sentii comunque il mio viso arrossire per l’eccitazione e la paura di essere scoperto, dai suoi genitori che erano in giro per casa.Quello che ormai da qualche settimana desideravo e che pur senza conoscerlo desideravo inconsciamente da anni si stava avverando. Cercai il più possibile di restare calmo e di seguire la lezione anche se sentire il suo dito muoversi tra i miei glutei mi provocava un’eccitazione fortissima. Non resistetti più e quando lui incomincio ad inserirmi il suo dito medio nel mio bucchero gemetti come una cagnetta, allora lui si alzò e chiuse a chiave la porta tornando verso di me si abbassò la zip dei pantaloni e finalmente estrasse il suo bellissimo uccello. Con la sua mano destra mi afferrò dolcemente i capelli dietro al collo e spingendoli verso il basso mi fece inginocchiare a terra ed alzare la testa. Mi fissò con espressione estasiata e con voce rotta dall’emozione mi disse “sospettavo di te dal primo giorno che ti ho visto” ed io per tutta risposta senza proferire parola lo guardai come una fanciulla innamorata e misi le mani dietro la schiena in una posizione che ostentava la mia completa passività. Alzai la testa e guardandolo dal basso decisi di giocare il tutto per tutto, confessandogli la mia attrazione per lui. Dissi “Marco mi piaci moltissimo, mi ecciti da impazzire sei così maschio, cosi possente e io mi sento così femmina …ti prego, voglio essere tua, voglio essere la tua donna … per favore.Pensai che più troia di così non sarei mai potuta essere, anche se in futuro mi sarei smentita\".Vidi i suoi occhi accendersi di lussuria e le sue mani tremare leggermente. Si chinò su di me e mi baciò sulle labbra poi guardandomi fisso negli occhi mi disse “certo tesoro, da oggi sarai mia, sarai la mia nuova alluna e ti insegnerò tantissime cose”. Io, sentendolo rivolgersi a me al femminile avvertii una scossa che mi percorse tutta la schiena e con fare amorevole mi avvicinai al suo meraviglioso cazzo ed inalandone il forte odore di maschio che emanava incominciai ad accarezzarlo con cura utilizzando solo il mio viso, come a volergli far capire il mio senso di sottomissione nei suoi confronti, e percorrendo l’asta con teneri baci. Lui capì subito la mia devozione ed anche la mia inesperienza. Allora, per aiutarmi in quel mio primo pompino, con una mano mi accarezzo dolcemente la guancia e con l’atra impugno la sua mazza ed poggiata la cappella sulle mie labbra la strofinò delicatamente come se fosse un rossetto. Questa cosa mi aiutò molto a sbloccare la mia timidezza e ad accrescere ulteriormente la mia voglia di lui cosi iniziai quel mio primo rapporto orale estraendo la lingua e con la punta ad assaggiare l’oggetto dei miei desideri. La mia lingua s’inebriò di quel sapore, un misto di pre sperma e di cazzo anche se lavato con residui d\'urina, cosi forte ma cosi buono. Fui trasportata dall’emozione e dal turbinio di sensazioni meravigliose che mi provocava l’essere inginocchiato a leccare ed assaporare il buonissimo cazzo di Marco che mi venne naturale aprile la bocca per accoglierlo meglio dentro di me.Marco fu dolcissimo, mi fece fare finché non presi confidenza col suo membro e poi piano piano cominciò a muovere il bacino e andando in sincrono col mio movimento inizio a scoparmi in bocca. Lui, ansimava e godeva della mia naturale ed innata troiaggine nel prenderglielo in bocca ed io godevo sempre di più nel sentirmi la sua femmina. Dopo una ventina di minuti, quando ormai la “lezione” volgeva al termine sentii il suo cazzo irrigidirsi sempre più e lui con gli occhi ricolti al cielo per l’immenso godimento che la mia bocca gli dava mi sussurrò tra i denti che stava per venire. Io, in un primo momento rallentai e mi scostai leggermente dalla sua mazza ma la curiosità di provare il sapore di uno sperma diverso dal mio fu tanta che mi rificcai il suo membro fino in gola e serrandolo tra le mie labbra accelerai il pompino facendogli capire la mia disponibilità.Disponibilità che fu presto assecondata da un’immensa sborrata che mi inondò la gola e mi riempi la bocca obbligandomi ad inghiottire per non soffocare. Fu bellissimo, e lo fu ancor di più quando mi rialzò con le sue potenti braccia baciandomi in bocca e accarezzandomi il mio piccolo uccellino che in men che non si dica urlo il mio godimento bagnandomi il perizoma del mio piacere. Dal giorno le lezioni private di matematica furono molto più lunghe ed intense, e da ancor di più quando sapendo di aver la casa sempre libera gli chiesi se faceva lezioni anche a domicilio. La mia storia con Marco duro 4 mesi, nei quali lui oltre alla matematica m’insegnò tante altre cose, In quei mesi, a casa mia mentre lo attendevo mi sbizzarrii a vestirmi nei modi più stravaganti fino a farmi trovare da lui vestito interamente da donna. Il giorno lui entrato a casa e poggiato la sua 24 ore nell’ingresso mi guardo negli occhi e sorridendomi mi chiamò e mi disse “ora si che sei la mia femmina, la mia alluna preferita, da oggi sai la mia Giselle”. Io, dalla felicità di quelle parole e dalla felicità di aver ricevuto il mio nuovo nome quasi piansi e come una ragazzina innamorata mi buttai braccia al collo su di lui e lo baciai con passione. Dal giorno la mia vita cambio e con essa anche il mio modo di relazionarmi col mondo.
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14 years ago
pandera,
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