insiemea
, 44/41 y.o.
Couple
Turino, Italy
Last visit: 7 years ago
- 7 years ago UNA CALDA E UMIDA DOMENICA Era una calda domenica di maggio. Mio marito era andato via per una gita in montagna e i miei figli si trovavano dagli zii per trascorrere le ore pomeridiane in compagnia dei cugini. Perciò avevo deciso di dedicare dello spazio solo a me stessa, cosa che non riuscivo mai a fare a causa degli impegni di lavoro e famiglia. La sera prima avevo telefonato ad una cara amica e le avevo proposto di venire a farmi compagnia a casa per un caffè e due chiacchiere. Nel mio animo speravo che Beatrice, la mia amica, venisse accompagnata dalla sua solita carica sensuale alla quale non ero riuscita a resistere le precedenti volte che ci eravamo incontrate con i nostri mariti. Non mi considero una bisex convinta, ma io e mio marito più volte abbiamo cercato sui siti di annunci, delle coppie con la donna molto attiva con persone dello stesso sesso perché a lui piaceva vedermi lesbicare e leccare da capo a piedi un’altra donna. Sono sempre stata al gioco, sebbene la cosa non mi coinvolgesse più di tanto, perché fin da quando ho scoperto il sesso, cosa mi attira di più è un bel membro duro e resistente. Ma quando abbiamo incontrato per la prima volta Beatrice e Silvano, ho sentito un desiderio forte di possedere quella donna. Avevamo, diverse volte, fatto l’amore sul letto di casa loro tutti e quattro avvinghiati e c’era stato sempre lo scambio completo dei partners . Ci siamo piaciuti tutti all’istante e anche Silvano, il marito di Beatrice, merita delle parole di apprezzamento in quanto persona piacevole per la sua simpatia e per la sua carica mascolina. Ma l’attenzione era stata sempre puntata su noi donne. Con Beatrice mi sentivo serena di poter essere me stessa e di non essere obbligata a fare cose che non mi interessava fare. Riusciva a mettermi a mio agio con il suo sguardo dolce ma al tempo stesso eccitato. Una donna con gli occhi lucidi e vogliosi di sesso che celavano una dolcezza infinita, di cui io ho sempre bisogno. Così speravo che, ospitandola a casa mia, avesse voglia anche lei di me. Mi ero vestita in tutto tiro per lei; faceva caldo e perciò evitai i collant, indossai un abito corto e senza maniche che copriva a stento i miei glutei. Avevo scelto la migliore biancheria intima che avessi in casa, in pizzo nero trasparente. Desideravo essere spogliata da Beatrice e ammirata in tutta la mia sensualità. Quando suonò il campanello di casa mia, con agitazione insolita, mi affrettai ad andare ad aprire la porta e la accolsi con un abbraccio caloroso. Era splendida. Indossava anche lei un abito cortissimo, il chè mi lasciò pensare che provasse i miei stessi desideri. Dal suo decolletè si intravedeva un bel reggiseno nero. Avvertivo in lei discrezione e titubanza; aveva a che fare con una donna alle prime esperienze trasgressive di sesso e tanto meno da sola senza la compagnia del marito. Io e Beatrice infatti comunicavamo molto durante i periodi in cui non ci si vedeva per divertimento, avevamo una bella corrispondenza su WhatsApp e anche su Facebook. Poi ci chiamavamo sovente e perciò posso dire che mi conoscesse perfettamente e rispettasse i miei limiti. Per questo ero molto contenta di stare con lei quel pomeriggio, qualsiasi cosa fosse successo quel giorno. Parlammo per due ore di lavoro, di uomini, di esperienze vissute e di famiglia…come due amiche che si confidano tutto. La guardavo mentre era di fronte a me e avrei voluto abbracciarla e baciarla sul collo e sul suo seno morbido. Ma non riuscivo a lasciarmi andare. Poi le venne voglia di una sigaretta e mi chiese di accompagnarla in giardino per fumare. La guardavo da dietro mentre camminava e ammiravo il suo corpo minuto e grazioso, delicato e profumato. La mia voglia cresceva, pensavo che dovevo averla ad ogni costo prima del ritorno dei miei figli perché la desideravo come non avevo mai desiderato niente in vita mia. Sentivo la mia parte intima bagnarsi al solo pensiero di un contatto tra noi. Presi coraggio e, sul ciglio di casa, la abbracciai e le dissi che volevo baciarla. La sua risposta fu un sorriso, i suoi occhi divennero lucidi dall’eccitazione e iniziai a baciarle la bocca, per scendere al collo profumato di fiori, le slacciai il vestito e le tolsi il reggiseno nero. Il suo seno, piccolo ma meraviglioso era un invito a succhiare quei capezzoli lunghi e turgidi. La spogliai e la invitai ad andare sul letto. Mi tolsi anch’ io quel po’ di abito che indossavo e Beatrice potè vedere la mia biancheria sexy. Ero bagnata e sapevo di non avere più limiti con lei. Iniziai a baciarla tutta, assaporando l’odore della sua pelle, scesi all’inguine che leccai delicatamente per poi recarmi a gustare i suoi umori. Ogni tanto salivo verso la sua bocca per darle un bacio profondo e poi riprendevo la discesa fino a darle il piacere assoluto. Le misi un dito all’interno per masturbarla pienamente e le leccavo la clitoride. La sentivo gemere e dirmi di continuare. Intanto cercavo di masturbare anche me stessa, toccandomi per farle sentire quanto anch’ io fossi eccitata. Eravamo uno spettacolo. Due donne in preda al desiderio che gemevano ed emettevano mugolii di piacere. Continuai nel mio proposito di farla venire e a colpi di lingua e carezze fu così che Beatrice provò l’orgasmo. La sentii godere e scoprire quanto fosse gradevole la vista di una donna che prova piacere. Se solo mio marito fosse stato presente avrebbe apprezzato in pieno. Beatrice appagata, mi invitò a sdraiarmi supina e si appoggiò su di me con il suo splendido corpo nudo. Era sconvolgente sentire il piacere delle nostre parti intime toccarsi e strusciarsi. Mi leccò, anche lei mi infilò un suo bel dito nella figa e godetti quasi subito. Provai un orgasmo infinito, delicato ed appagante. Restammo abbracciate sul letto sorridendo l’una all’altra. Era stata un’esperienza dolce e conturbante allo stesso tempo. Un’esperienza che unisce e che lascia il segno. Ci rivestimmo in fretta per paura dell’arrivo dei figli accompagnati dagli zii, ma il primo ad arrivare fu mio marito che per tutto il giorno aveva sperato che io potessi vivere una bella esperienza con Beatrice. A detta di lui per tutta la camminata in montagna aveva avuto il cazzo duro. Ma al suo arrivo ci trovò composte e ordinate…gli dicemmo che avevamo fatto due chiacchiere e bevuto un caffè. Rimase un po’ perplesso, ma io e Beatrice mantenemmo il segreto, almeno fino a quando la sera, ci trovammo a letto e gli raccontai la mia bella avventura di sesso con un’altra donna. Rivivere la mia giornata con Beatrice fu nuovamente motivo di godimento che condivisi in pieno con mio marito. 4480 0 9 years ago
- 7 years ago GODENDO SU UN COMODO DIVANO Il momento tanto atteso da Marco era arrivato; mio marito mi aveva organizzato un incontro con un uomo contattato qualche giorno prima su un sito di annunci. Ci eravamo sentiti per telefono, ricordo che avevo trovato perfino difficile comporre il numero, poi una voce simpatica e decisa rispose. Mi presentai e mi trovai a parlare con un uomo gioioso e pieno di vivacità. Mi ero sentita subito a mio agio e avevo voglia di dare un volto a quella voce, di cui conoscevo solo alcune parti del corpo che avevo visto nelle foto pubblicate nell’annuncio. L’annuncio incuriosiva molto, era Davide, un singolo di 40 anni molto esperto a giudicare dai feedback che altre coppie avevano pubblicato sul suo profilo, ma questo poco mi interessava, la cosa che ci aveva convinti era stata proprio la sua simpatia nel proporsi. Ci aveva inviato un messaggio con scritto: “Ho fatto qualcosa di male per non meritare una risposta alle mie richieste di amicizia?” e così, nel modo più naturale avevamo accettato di vederlo, a casa sua il venerdì successivo, solo per conoscerci. Era passato molto tempo da quando praticavamo questo genere di cose e ricominciare era veramente una cosa che facevo fatica ad immaginare. Ma finalmente mi ero decisa a “pensarci” stanca anche dell’insistenza di Marco che ad ogni occasione mi parlava dello scambio di coppia. Per farmi sciogliere un po’, voleva farmi conoscere qualche bel maschio capace di darmi sensazioni diverse dalle solite, voleva che mi sentissi desiderata. La sera del nostro primo incontro avevo indossato un abito leggero e molto corto che lasciava scoperte le mie gambe, coperte da calze a rete color carne. Avevo indossato un reggiseno imbottito per esaltare le mie forme e dalla scollatura si intravedevano i seni voluminosi. Non avevo indossato le mutandine; quella sera ero desiderosa di sbalordire Marco che, per il dopo incontro con il singolo, aveva organizzato una serata in un privé. Dopo aver conosciuto Davide e scambiato due chiacchiere con lui, l’intenzione di Marco era di portarmi a ballare in un locale per coppie che si trovava in zona Continuavo a ripetere a Marco che, anche se Davide fosse stato l’uomo più affascinante del mondo io non avrei voluto farci niente, quella sera. Ma Marco mi conosceva bene e sapeva che avrei potuto cedere anche ai corteggiamenti di quell’uomo che iniziava a suscitare interesse in me. Eravamo rimasti d’accordo che, qualora la mia voglia fosse incontrollabile, avrei mandato un segnale a Marco, toccandomi i capelli, per fargli intendere che volevo fermarmi rinunciando alla serata al privé. Arrivammo nel luogo dell’appuntamento, parcheggiammo e una volta sotto casa di Davide, attendemmo che ci aprisse il portone. Salite le scale trovammo ad accoglierci un uomo alto, muscoloso, che nonostante la stagione invernale, indossava una t-shirt, un paio di jeans e un paio di ciabattine basse da camera. Era quasi completamente rasato, capelli neri, occhi scuri. Il mio primo pensiero fu quello di recarmi in fretta in un altro luogo, a prima vista non era il mio tipo, poi, con molta naturalezza ci fece accomodare su un comodo divano, ci offrì un caffè e ci parlò un po’ di lui. Era un impiegato di banca che nel tempo libero trascorreva molto tempo in palestra e infatti i suoi muscoli parlavano da soli, coperti da tatuaggi che avevo già intravisto nelle foto sul suo profilo. Era un uomo abituato a conoscere coppie come noi e quasi tutte le sere ospitava gente nel suo appartamento. Io mi ero seduta in un angolo del divano, distante da tutti, anche da Marco; avevo piacere di stare da sola, lontana da mio marito e da questo sconosciuto con cui forse presto avrei fatto sesso. Stare da sola in disparte era come far capire ad entrambi che non volevo essere toccata, anche se il pensiero di essere priva di biancheria intima mi eccitava. Avevo voglia di aprire le gambe e fare vedere ai presenti cosa si nascondeva sotto il vestito. Ma rimasi composta e seria. Parlammo per un’oretta e poi decidemmo di andare via, accordandoci per un prossimo appuntamento, organizzando di cenare insieme per conoscerci meglio. Ci salutammo con due bacetti sulle guance, gesto che un po’ mi imbarazzò, poi scendemmo le scale e Marco non mi toglieva gli occhi di dosso. Cercava di capire quali fossero state le mie emozioni, nel conoscere quel ragazzo così diverso dai miei gusti consueti. Non gli diedi confidenza né risposte fino all’arrivo in macchina, quando aprii le gambe e presi una sua mano per metterla sulla mia parte nascosta: ero bagnata e i miei umori colavano. Marco apprese allora che non avevo l’intimo. Si appoggiò con la sua bocca sulla mia e ci baciammo appassionatamente mentre con le dita continuava a scivolare tra le labbra della mia vagina. Davide fu un bel vedere tutto sommato, iniziavo a fantasticare con il pensiero su come poteva farmi perdere la testa un uomo così…l’esperienza di certo non gli mancava, ma mancava a me e anche la disinvoltura per fare sesso con uno sconosciuto. Arrivammo al privè che purtroppo era un ambiente poco gradevole, c’era molta gente di una “certa età” e iniziammo a sentirci fuori luogo, così dopo aver ballato un po’, tornammo a casa dove nel silenzio della notte per non svegliare i nostri figli che dormivano, scopammo nel bagno sul davanzale della finestra. Il mio pensiero mentre Marco mi penetrava era rivolto a Davide, pensavo ai suoi muscoli tatuati, al suo sedere muscoloso che avevo intravisto nelle foto e di persona coperto dai pantaloni… Giunsi a godere in poco tempo, ero eccitata al pensiero di chiamare Davide e dirgli che volevo scoparmelo a casa sua sul suo divano comodo con le luci soffuse e la musica di sottofondo. Passarono i giorni e tra un problema da risolvere al lavoro e le questioni di famiglia, trovavo anche il tempo per telefonare a Davide e ci si conobbe meglio, almeno telefonicamente. L’appuntamento venne fissato per una serata in settimana. Arrivato il giorno, Marco mi telefonava di continuo dal lavoro chiedendomi quale fosse il mio stato d’animo, cosa provassi in quel momento, cosa intendessi fare e che se lo avessi desiderato avrei potuto anche non fare niente. Io non avevo tempo di pensare a tutto quello che Marco con insistenza mi domandava, perché come donna che lavora e madre, dovevo sistemare troppe cose prima del momento di uscire. Perciò rimandavo i miei pensieri al momento opportuno. Di certo ero nervosa, di certo l’idea di vedere Davide e cenare seduta in mezzo a due uomini mi piaceva, di certo avrei dovuto trovare un abbigliamento opportuno e sensuale… Ci incontrammo in un bel localino del centro cittadino, che Davide conosceva bene. Era già davanti alla porta del ristorante quando noi parcheggiammo l’auto. Ci aspettava mentre discuteva con un cameriere. Ci salutammo ancora una volta con i bacini sulle guance e ancora una volta mi sentii le guance diventare calde. Ci fecero accomodare in un tavolino appartato, ma vicino al bancone del bar. Io non ero in mezzo a due uomini, bensì avevo Marco di fronte e Davide alla mia destra. Avevo indossato un completino intimo verde smeraldo, un top scollato verde, una gonna nera con una bella cerniera lampo laterale che potevo regolare a piacimento (e infatti era regolata in modo da mostrare la mia gamba destra a Davide, sedutomi di fianco). Una giacca grigia provvista di cerniera rendeva il tutto un po’ più sobrio, ma avrei aperto la cerniera mostrando la scollatura al momento opportuno. La cena fu simpatica, Davide cercava di farmi sciogliere con i complimenti, parlando di me, domandandomi tante cose. Speravo che Marco mi desse una mano parlando per me, ma si limitava a guardarmi negli occhi sorridendo, sapendo che non sarei riuscita a resistere ancora per molto a quelle lusinghe da parte di Davide. Mi toccava le gambe da sotto il tavolo, io appoggiavo il mio piede con la mia scarpa con il tacco alla sua, strofinandola sul jeans. Speravo che la sua mano arrivasse oltre la cerniera lampo della gonna, sentisse il pizzo della calza autoreggente e andasse fino a toccarmi le labbra della mia vagina, sentendo lo slip umido. Ma si limitò a palpare le mie cosce, mentre mi guardava negli occhi e sorrideva. Iniziava a piacermi sempre di più, era l’uomo ideale per iniziarmi a questo nuovo gioco tra me e Marco. Notavo che dal bancone del bar un uomo dall’aspetto piacevole, guardava la scena di noi tre intenti a scambiarci effusioni al tavolino. Lo guardai diverse volte negli occhi con lo sguardo porco che avevo assunto in quel momento, vogliosa di scopare l’intero locale. In un lampo fummo a casa di Davide: un bicchiere di vino, luci soffuse, musica di sottofondo, divano comodo…tutto quello che avevo immaginato. Seduta vicino a Marco, toccavo la sua gamba con la mia. Poi arrivò Davide a sedersi di fianco a me. Ero in mezzo a due uomini, era da tanto che non capitava. Marco mi prese per mano, mi alzò in piedi e iniziò a baciarmi e a toccarmi i glutei. Dietro di me Davide che mi palpava i fianchi e mi toglieva la giacca, solo allora scoprì che sotto la giacca seria si nascondeva un bel seno. Mi toccava i seni con addosso ancora il top e il reggiseno verde, io piegavo indietro la testa mentre Marco mi baciava il collo. Poi con una mano aprii la cerniera della gonna che cadde per terra. Rimasi con le calze autoreggenti e gli slip verde smeraldo. Sentivo le mani di Marco toccarmi sul seno, sulle spalle, sui fianchi mentre le mani di Davide accarezzavano i miei glutei, l’interno coscia fino a sentire la morbidezza dello slip verde. In un attimo mi trovai sdraiata sul divano comodo con Davide che mi baciava in bocca, poi scendeva sui seni e andava a sentire il gusto della mia vagina umida. Io guardavo negli occhi Marco mentre Davide succhiava il mio nettare e mi provocava piacere, mi mise un dito dentro e iniziai a muovermi dal piacere. Marco mi baciava il seno e io gli accarezzavo la testa. Avevo voglia di vedere come Davide usasse il suo arnese, così gli tolsi i jeans, gli tolsi i boxer e iniziai ad accarezzare il suo pene. Erano entrambi eccitati, presi in bocca il cazzo di Marco, iniziai a fargli un bel pompino come piaceva a lui, lento, partendo dai testicoli e leccandogli l’interno coscia. Intanto Davide aveva messo un preservativo e mi stava penetrando da dietro, facendomi sentire tutta la sua voglia. Si muoveva veloce, i suoi enormi testicoli mi sbattevano sulla figa e mi piaceva; continuavo a leccare Marco che venne sul mio seno godendo liberamente dicendomi di essere una porca. Mi voltai, volevo vedere ora in viso Davide, accarezzargli i muscoli mentre lo montavo, baciando ogni centimetro del suo petto. Così lo feci sdraiare sul divano, mi sedetti sul suo bel cazzo e mi feci penetrare. Mi muovevo costantemente, lo accarezzavo, lo scrutavo per capire se gli piacesse o no la posizione. Ero io a gestire il suo piacere e a me faceva godere solo il pensiero di avere un toro così scalmanato da controllare. Continuava a ripetermi che ero una donna fantastica. L'insieme di cose, la mia clitoride che strofinava sul suo corpo, il suo membro turgido dentro di me, le mani di Marco che mi accarezzavano i seni e i glutei, mi fece provare un orgasmo intensissimo. Davide mi rivoltò come un esserino leggero tra le sue braccia e mi mise sotto di lui. Era lui ora a possedermi completamente. Le mie gambe erano tese sulle sue spalle, mi penetrò energicamente, fino a godere come non avevo mai visto in vita mia. Sembrava veramente un toro da monta, si era lasciato andare completamente. Guardai Marco sorridermi con l’espressione soddisfatta di aver ritrovato la donna porca che c’è in me. Restammo abbracciati sul comodo divano, rilassati dalla musica di sottofondo, dalle bollicine di un vino bianco frizzantino e dalle luci soffuse in quell’ambiente accogliente e rilassante. Incontrammo Davide qualche altra volta ancora, poi si trasferì per lavoro in un’altra città. Ogni tanto mi capita di pensare a lui, con affetto, con entusiasmo e con un pizzico di malizia, ringraziandolo per aver fatto uscire la donna porca che c’è in me. 4468 0 10 years ago
- 7 years ago TRIANGOLO IN VACANZA Era ormai la fine del mese di agosto e come tutti gli anni io e Andrea avevamo deciso di partire per concederci una vacanza lontano dal rumore e dal caos. La meta scelta per la vacanza di quell’anno era la Sardegna. Avevamo preparato la nostra attrezzatura da campeggio e il poco necessario per passare tre settimane in assoluta tranquillità immersi nella natura. Quindi ci imbarcammo sul traghetto a Genova con tutto il desiderio di ritrovare la pace che da mesi non riuscivamo ad avere a causa del lavoro molto pesante. Arrivammo pieni di entusiasmo sull’adorata isola e ci dirigemmo verso il campeggio che avevamo scelto consultando internet. Era un semplice campeggio “alla buona” gestito da piemontesi. Aveva anche una parte di spiaggia destinata al naturismo, cosa che ogni tanto ci capita di fare. Piazzammo la nostra tendina in un luogo bellissimo del campeggio a due metri dalla riva del mare. Di fianco a noi c’era una famiglia composta da una bella coppia giovane con una bambina. Venivano da Roma e si sarebbero fermati per due settimane. Scambiammo qualche parola per presentarci e provammo subito simpatia reciproca. Il posto era incantevole, si sentivano le onde del mare infrangersi contro la riva e di notte il rumore del mare ci accompagnava nel sonno. La mattina presto facevamo il bagno e, dopo colazione, ci recavamo alla spiaggia naturista. I nostri vicini non venivamo mai in quella spiaggia, sostenevano che non fosse educativo per la bambina, ma ogni tanto, guardando verso la direzione in cui c’era la nostra tenda li vedevamo guardarci con il binocolo. Passavamo le nostre serate in loro compagnia, si cenava insieme avendo le tende vicino e poi si passeggiava nel paese. Nei giorni che seguirono, mentre facevo il bucato, venni distratta dalla vista di un ragazzo molto affascinante, che stava risciacquando alcuni indumenti da motociclista. Rimasi colpita dal fisico statuario di quell’uomo: dall’aspetto dimostrava all’incirca 35 anni, molto alto, magro, scuro di carnagione, testa rasata e un paio di occhiali scuri che gli coprivano gli occhi. Indossava dei pantaloncini da mare colorati che lasciavano immaginare la forma del suo pene, di modesta grandezza. Nelle ore successive, ogni scusa era buona per andare nella zona dei servizi: il lavaggio dei denti, la toilette, il bucato, i piatti… finché notai poco distante dalla nostra tenda, la sua moto da enduro parcheggiata nei pressi di una piccola tendina, ma del bel ragazzo non c’era traccia. La sera stessa ci incrociammo al solito posto con entrambi la trousse della toilette in mano; andai a sbattergli contro senza volerlo, mi fece un sorriso che ricambiai. Raggiunsi Andrea che nel frattempo era in tenda e gli raccontai l’accaduto; capì subito che mi potesse piacere un tipo così e mi confessò che lo aveva visto la mattina prestissimo, alla spiaggia naturista. Mi disse anche che era dotato di un pene molto grande e che se avessi voluto incontrarlo e vedere da me le misure di cui parlava, sarei dovuta andare alla buon’ora alla spiaggia naturista. Scherzavamo molto su questo argomento, non avevamo mai condiviso alcuna esperienza di sesso con altre persone, avevamo sempre e solo espresso le nostre fantasie. Stavamo insieme da ormai 9 anni ma l’idea di mettere in pratica certe fantasie non mi sfiorava minimamente. Il mio compagno invece era determinato a provare e ogni occasione era buona per cercare di fare emergere il mio lato nascosto. Andrea aveva capito che volevo conoscere meglio quel ragazzo, mi eccitavo ogni volta che ne parlavo, dimostrando imbarazzo e nervosismo. La mattina successiva perciò ci recammo alla spiaggia naturista. Arrivati stendemmo il nostro telo sulla sabbia e ci tuffammo nell’acqua fresca. Al nostro ritorno alla riva, vicino a noi si era appena sdraiato il mio principale pensiero in quel momento e Andrea ne approfittò per presentarsi subito. Il suo nome era Salvatore e veniva da Pescara. Con molto imbarazzo in quanto ero nuda, mi presentai e gli strinsi la mano con molta energia. Appena mi fu possibile buttai un occhio alla sua zona pelvica e notai che Andrea non si era sbagliato circa le misure. Era in effetti ben dotato; ero bagnata non solo dall’acqua del mare. Parlammo tutta la mattina, poi ci tuffammo insieme e ben presto tra noi ci fu un rapporto confidenziale. Ci disse che era in vacanza solo perché, poco prima della partenza, aveva bisticciato con la fidanzata e si erano lasciati. Così con pochi stracci e la sua tendina era partito con la moto in cerca di svago: un po’ come noi. Le nostre giornate erano veramente entusiasmanti, era una persona estremamente gentile e con tanta voglia di divertirsi. Eravamo sempre insieme e condividevamo il nostro spazio con lui durante la cena, essendo il nostro posto tra i più belli del campeggio. A noi si univa la famigliola di Roma. Erano dei bei momenti, ma quando restavamo soli provavo imbarazzo perché credevo che leggesse nel mio sguardo tutto il desiderio che provavo per lui. Al nostro gruppo si unirono altre coppie, gente da tutta l’Italia e avevamo formato il gruppo più rumoroso del campeggio. Era una vacanza splendida e spensierata. Decidemmo una sera di recarci tutti presso un agriturismo dell’entroterra dove, a detta di chi era già stato, si mangiava molto bene. Decidemmo di andare tutti, eravamo una quindicina. Salvatore venne in auto con noi, guardavo dal sedile posteriore i due uomini seduti davanti: Andrea guidava con attenzione e ne ammiravo il suo profilo che tanto amavo. Dall’altra parte Salvatore, un uomo che avevo conosciuto da appena pochi giorni e che mi sembrava di volerlo scopare da sempre. Non ce la facevo più a contenere la voglia di strappargli un bacio e una carezza, ma mantenevo la compostezza che mi caratterizzava, aspettando di raggiungere il ristorante. Giunti a destinazione mi sedetti vicino a lui. Intanto annusavo il profumo che emanava, un odore forte e speziato; indossava un paio di jeans e una camicia bianca piena di piccoli bottoni, sembrava morbida. La mia voglia di toccarlo aumentava per il fatto di averlo così vicino a me e di poterlo sedurre. Mi sentivo molto sexy quella sera, avevo indossato un vestitino nero leggero, scollato e con gli spacchi laterali che lasciavano intravedere le mie gambe abbronzate e l’intimo nero composto da un perizoma e da un reggiseno in pizzo imbottito. Andrea sedeva di fronte a me e mi guardava con sguardo intenso e innamorato. Sapeva che avevo voglia di saltare addosso a Salvatore, aspettava solo il momento migliore affinché succedesse. Mi conosceva da molti anni e sapeva che se desideravo una cosa potevo fare di tutto per averla e quello era il momento giusto…lo aveva capito prima lui di me. Durante la cena, incrociando lo sguardo di Andrea, cercavo il contatto con Salvatore. Appoggiavo la mia gamba nuda contro la sua; gli presi la mano tra la mia e, coperti dalla tovaglia, la stringevamo, talvolta gli toccavo la gamba fino quasi a sfiorargli quella massiccia protuberanza che mi incuriosiva toccare. Il mio sguardo era quello di una donna vogliosa di uscire da lì e di farmi sbattere nel primo luogo appartato e soddisfare il mio desiderio. Guardavo mio marito negli occhi mentre toccavo un altro uomo, noncurante della gente intorno che mangiava e beveva senza accorgersi di nulla. Anche Salvatore mi toccava le gambe, ogni tanto faceva cadere il tovagliolo per poterlo recuperare e baciarmi la coscia; io mi accorgevo di essere bollente in viso ma anche nella mia vagina. Con i piedi cercavo Andrea di fronte a me che era vigile e meravigliato a quella vista di me così porca. Tutto terminò così, la cena volse alla fine e ognuno riprese ad andare nella propria auto per il ritorno al campeggio. Nuovamente presi posto sul sedile posteriore e i miei due uomini sedettero davanti. Eccitata dalla situazione insolita che stavo vivendo, con la mia parte nascosta estremamente bagnata, senza pensarci due volte mi precipitai sul sedile anteriore del passeggero e mi sedetti a cavalcioni su Salvatore. Meravigliati Andrea e Salvatore rimasero a bocca aperta. Io ero eccitata, bagnata e avevo voglia che Salvatore mi toccasse e capisse quanto lo volevo. Guardandolo negli occhi mi muovevo sul suo pene ancora sacrificato nei jeans e alternavo lo sguardo con gli occhi verdi di mio marito. Gli sbottonai la camicia e toccai quei pettorali che da tanti giorni volevo toccare. Iniziai a baciarlo e a toccarlo, muovendomi con foga per cercare il piacere da quel contatto. Mi spostò lo slip per mettere un dito dentro la mia parte umida e bollente e mi sentivo gemere dal piacere. Andrea, che aveva accostato a bordo strada, mi baciava e mi palpava il seno. Il mio vestito era sparito e semi nuda cercai la bocca di entrambi per non fare mancare niente a nessuno dei due. Mentre i miei due uomini mi toccavano ovunque, pensai che avrei desiderato fare questa esperienza in un luogo più comodo, ma avrei interrotto un’atmosfera di eccitazione che forse non si sarebbe più presentata. Così, ormai priva di ogni indumento, mi avvicinai al cazzo di Andrea, lo tirai fuori dai pantaloni e dagli slip e iniziai a leccarlo non facendo mancare niente alle zona pelvica, poi lo presi in bocca e lo succhiai con tutto l’entusiasmo possibile. Intanto Salvatore con una mano mi toccava il seno e con l’altra mi mise due dita dentro, agitandole con energia. Non riuscivo a contenere l’eccitazione, mi sembrava di esplodere. Continuavo a succhiare il membro di Andrea e intanto Salvatore, prese dalla tasca un profilattico, lo infilò e mi mise in ginocchio, alla pecorina. Mi rigirò senza alcuna fatica; il suo pene enorme entrò senza problemi, ero molto lubrificata. Con poche spinte, toccandomi la clitoride nello stesso momento, esplose in un orgasmo interminabile. Rimase dentro di me anche dopo aver goduto, per mia fortuna, intanto io succhiavo a non finire, interrompendo ogni tanto il movimento per farlo durare di più. Il cazzo di Salvatore aveva ora una dimensione più piccola, ovviamente, ma era comunque piacevole. Anche Andrea non riusciva più a contenere la voglia di godere e venne nella mia bocca; io, in questo clima insolito e caldo, sentivo le mani di Salvatore che mi tenevano i seni, il suo cazzo dentro di me si muoveva al ritmo regolare e dalla mia bocca usciva lo sperma caldo di mio marito: mi lasciai andare anch’io ad un orgasmo intenso e terribilmente dolce. Ripresi da quella esperienza mozzafiato, ci guardammo tutti e iniziammo a ridere, non so perché, forse al pensiero delle posizioni assunte nella nostra piccola automobile. Da quella sera le nostre vacanze presero un aspetto diverso…tutto cambiò in campeggio: quando andavo a fare la doccia incontravo Salvatore, poi entrava anche Andrea e sotto il getto dell’acqua mi sentivo toccare da tutte quelle mani e baciare dalle loro bocche; nella spiaggia naturista eravamo tutti e tre in continuo contatto, nuotavamo al largo per riuscire a toccarci senza che nessuno ci vedesse e le nostre serate nella tenda in riva al mare erano allietate da belle risate post orgasmiche. Tutti capirono tutto ma nessuno disse niente, ciò che ci rendeva felici era il fatto di aver trovato un nuovo modo di vivere la nostra sessualità di coppia, oltre che un amico di giochi instancabile e sincero. Le nostre ferie terminarono in breve tempo, tutti dovevamo tornare alle nostre vite. Salvatore al suo rientro in Abruzzo ritrovò la sua fidanzata, parlarono, si chiarirono, lei seppe della nostra avventura estiva…E’ stato cosi che io e Andrea abbiamo iniziato a fantasticare sulle nostre future vacanze insieme a loro. 26678 6 10 years ago